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Finito di iltampa re n el m.èse di ap1rilè 1'978
pree_eo la Li.totÌiPOl!rafja Alcione • Trento
Copertina di Siilvano pr,of. .R@cebio
I
Mia mogliej Angelina Alessandrini, ed io
DEDJCHfA/\10 queste pagine
ai nostri ex alunni ed ex alunne
NOTA .D ELL'AUTORE
È stato detto che in queste nostre val/I, afJa .stor;ca povertà di risorse mate,r iali
si aocompagn,a va quella, ben, più grave, di riso.rse umane. S'è spesso ironizzato
su quelJa che qualcuno definl una «lieve tinta di inerzia· aoqutescenfe,, propria
del carattere dei va/suganotti.
Ecco questo libro dimostra - già lo sapevamo - che qu·e sta fnterpretazfone
1,
non è vera.
Vediamo qui espresso in nomi, in opere, Jn reaJfzz·azioni, l'apporto culturale, fl
contributo di civiJfà e di cultura che la Valsugana e if Primiero hanno dato, al
Trentino. a/J''/talia1 a/l'Europa.
L'Assessorato Provinciale alle Attività Culturali ha voluto pubblicare quest'o-
pera, e diffonderla poi nelle scuoi/e e nei centri culturali, proprio per dare con-
creto seg:n o a /l'identità culturale specifica aei tre Comprensori, per favorire la
coscienza di sé e della propria storia e su que,s ta proiezfone nel futuro delle
conseguenti linee d ·'azion'~, c.ufturafi, polftiche, economiche.
Vc1remmo considerare il Dizionario di zanetel un inizio, un p·r imo passo ver-
sa la «storia» dei Comprensori1.
È un auspicio ma anche un Jn11fto che ogni comprensorio del Trentino pro'ilve-
<ia - in un certo numero di anni - a presenta,r e il proprio Djzionario Biografico,
come prova de/J'a·cqufs'ita coscienza della propria identità, come contributo e
perfezionamento di storia locale, e omaggio a tuttf i valori spirituali, culturali, ar-
tistici f1E,i quaJ; Ja nostra storia si concreta.
lui affidò l'i111carico dii c,dare gli esercizi spirituali a'ila NobiJètà Bolo-
gn'ese»j dalla quale era altamente stimato.
Assunse fama .anche per i suoi panegirici tra i quali è ricord,a ta
!',Orazione del Beato Alessandro Saul'J. detta nella chiesa di S. Maria
irn Cenobio a Mo nza e che fu stampata a .Lucca nel 1743.
1
(Montebello.· N'ot~zie Stor., Top.e Relig. della Valsugana e Primiero, pag. 299;
Ambrosi: ScritL Art. Trent., I[ Ed., p,ag. 120; Tovazzt: Bibl.. Tir., pag. 15),
7
ALBERTI DEGl!.I D,'ENNO ALBERTO, teo!ogo, nato a Pergine il
29 luglio 1593 da Giuseppe e da Madd:alenèl Ontertolere. Addottora-
tosi in Padova entrò nella Compagnia di Gesù il 15 settembre 1615.
Per 14 anni insegnò rettorica. matematica ed esegesi biblica nel
collegio di Brera in Milano..Fu in Valtellina per co:mbattere le dottri-
ne calviniste e a Milano tenne il provicariato deU'Inquisizio,ne.
Tuttavia non trascurò le opere di cristiana pietà. Lo, si trova infatti
a Cremona per assistere gli ammalati, e fu imtpiegato in ministeri spi-
rituali presso varie Case deUa Compagnia.
Divenne assai noto anche per la difesa dei Gesuiti contro, le idee di
Gasparo S,cioppo (Schoppe vel Scioppius), ftl,osofo e pubblicista tede-
sco. Smdice che costui ablbia scritto ben 23 opere contro Ja Compa-
gnia di Gesù, ma l'Allberti rtroncò la polemica non solo pubblicando i
due rilevant~ lavori di cui ap,presso si dirà,, ma sfidando lo stesso
Scioppo ad una pubblica discussione da tenersi in Bolo,gna. Pare che
l'inteliessato non abbja accolto la sfida, anzi, come fu scritto, incapa-
ce d'imporsi e per dottrina e p,er oratoria, pare anche ne morisse di
rancore.
Ma pure l'Alberti Ìlllcorntrò le sue difficoltà con i superiorm del suo,
Ordine. Manifestò infatti qualche simp atia per il movimento dei <<Pe-
/agisliJJ. Scrisse anzi la Vita di Giacomo Filippo Caso/o, propagatore
appunto di questo movimento. L' Alberti fu coinvolto nel processo,
contro oostoro ed ebbe l'ordine dal Generale della Compagnia di con-
segnare :il manoscritto e quanto possedesse degm scritti del CasoEo ( 13
gennaio 1657),
F u dunque convocato a Roma e quivi rimase come padre spiritua-
le, confessore e predlicatore fino al dm della su.a morte avvenuta iil 3
maggio 1676.
Nel 1632 predicò nella cattedrale ,di Trento e nel 1633 nella chiesa
parrocchiale di Pergine, sua patria.
Ecco le sue o,pere, di cui si ha menzione::
Oenerales Vindiciae adversus famosos Gasparis Scioppii libellos
(2 Voi. Monachii, 1649); Lydius lapis ingenti spiritus ac morum Ga-
sparis Scioppii ... conformatus (Ibid. 1649); Liber co,ntra saltationes
et choreas. -Raradoxa moralia de ornatu mulierum ... pro Confessorifs
et Concionatorilms praecipue eleborata, opera dedicata alla R egina di
Spagna, Maria d'Austria (Mediolani, 1630); In etoquentiae quum sa-
crae tum prophanae corruptores Actlo (Ibid. 1651) Novacula, denti-
scolpium, el strin,gilis ... (opera inedita).
8
P,er la sua vasta cultura fu poi incaricato di curare una rnuov.a edi-
zion.e del Dizionario del Calepjno con l'imcarico di aggiornarne e
complettarne l'opera. Mo~te sue no,te inedite servir,ono poi a p. Carlo
d'Aquino per la stesura del suo Lexicon mi./itar:e,
(To,va2zi: Bibl. Tirolese, pag. 24; Antbrosi:· Scritt. Art. Tr., pag. 52; Ambrosi:
Somm. St. trent., Pag. 184; Papadop0U: Hist. Gymn. Pat. I, pag. 197; Matte{: Pi~-
cola Enc. del Trent., Jpag. 97.; Tartarotti: Notizie 1st. degli Scritt. deHa Prov. del Ti-
rolo, Venezia, 1777; Mont,ebel/o: o.e., pag. 396; Pietro de Alessandrini: Memorie di
Pergine, pag. 1.74!; Arch. Rom. Soc. Jes.u: Med. 30, ff. 135, 136, 141 , 14!2; G. M.
Mazzucchel!i: Gli S:eritt. d' ltali.a1 Brescia, 1753, pag. 297; P. Stancov;:ch: Bibiog;r.
degli uomini illustri dell'Istria, Capodistria 1888, pag.. 43; C. So,mmerwogef: Biblio-
thèque de la Comp. de Jésu, I, 8ruxemles•Paris, 1890, coli. 128, 130; VIII ibid.
1898, coll. 1597; XII Touluse 191 L-1930, colJ. 913; J. ll'On Doflinger: F. H . Re1Usch
Gechichte der MoraJtreitigkeiten in der romiscb-Katho.lischen Kir,che, Norlingen,
188,9, I, tpagg. 33,558, 5.5,6, 583,587, 593-11 (docc.) pagg. 302,306,311 e ss, 314,
316; P. Guerrini; I Pelagini di Lombardia nel ((La Scuola Catil.» 1922 s. S, XXIII
pagg. 274-, 275, 285; Idem. m Miscellanea Bresciana, Brescia, 1953, pagg. 59, 96;
M. Pe,drocclri: n quetismo italiano del 600, Roma, 1948, pagg. J.2,34; Id., 11 proble-
ma del la;ssismo nel seç. XVII, Roma, 1953,, p.agg. 15, 50; Diction. d'Hìst. e de
Géagraf. Ecci. 1 coU. 1.575-1576; Dizian. Biografico degli Italiani; Ist. Encicl.
Treccani, I 960, pag. 68 I).
9
Si sa ancora di hui che fu insignito della commend!a dell'Ordine di
Maltta e c.he mo.rì in un suo castello a Collepasso in pro,vincia di Lec-
ce.
10
Un episodio tuttavia adom.brò, almento se lo si misura con il metro
d'o,ggidi, il suo governo.
Il noto storico Girolamo Tartarotti ,di Rovereto scrisse la Lettera
seconda d 1un Giornalista d'Italia ad un giornalista oltremontano,
con l:a quale poneva dei dubbi sulla santità e sul martirio del vescovo
Adalberto. Sorse una polemica a non finire alla quale intervennero,
come vedremo, l'Hippoliti ed il de Gaspari. La censura stessa eccle-
siastica decretò che ql!lest'opera del Tartarotti venisse bruciata pagina
per paigin:a, con s,olenne cerimonia, neUa piazza principale di Trento.
E ciò mentre il Ta:rtarotti giaceva a Rover,eto bloccato io letto da
quella grave malattia che presto !'.avrebbe condotto al sepolcro.
Ma ciò, non bastò. Morto il Tartarotti la municipalità di Rovereto
pose il busto dell'illustre cittadino nella chiesa di San Marco, la par-
rocchiale. D:einde irae: la curia di Trento or,dinò di togliere l'effige del
Tartarotti; i R,overetani non ubbidirono e la curia a sua volta decretò
l'interdizione della chiesa. Nella questione fu implicata la stessa corte
di Vienna con la quale l'Alberti addivenne ad un ,compromesso: nulla
obiettava da parte sua c!he il busto venisse collocato nel palazzo pre~
t,orio della cittadina.
Ciò fu fatto e si ristabilì la pace religi,osa e civile.
Tutto sommato risulta dlaill'episodio che anche nella no,stra regione
l'illuminismo stava penetrando ..
Tornando aJ nostro personaggio si deve dire di lui che, con la sua
severa economia, seppe riassestare la finanza della diocesi e benché
venisse tacciato di «grettezza e spilorceriaJ) per nulla arricchi la sua
famiglia. Risiedeva nel Castello del Buon Consiglio ch'egli ornò dì
nuova facciata.
In attesa ,del passaggio per Trento deU' Iefanta di Spagna IsabeUa1
figlia ciel duca dii Parma, che si recava a Vienna per diiveni:re sposa
d!ell'arciduca Giuseppe, per poterla accogli,ere ed ospitare brillante-
mente, dispose la realizzazione di un programma di lavori. Fece sel-
ciare a nuovo diverse vie della città, chiamò, da Verona Francesco
Fonlebass,o per dipingere delle sale in Castello, :rimise a. nuovo i pavi-
menti de] torrione.
Laboriosissimo, nei ritagli di tempo, si rdedicava a studi storici ela-
borando una crona,ca dei fatti riguardanti il Principato dall'anno
1022 aJ 1450 e compliando gli Annali del Principato Ecclesiastico di
1
11
Il principe vesco,vo Degli Alberti Felice, morto il 31 dicembre
I 762, fu certamente una delle figure preminenti tra quel[e cbe ressero
nei secoli la diocesi tridentina.
{Anrhrosi: Scritt. Art. Trent,, pag, 99; Ambrosi; Somm, Stor., l'rent., pagg. 141
e succ., 245; Alberi/ Fr. Felice P.V.: Annali del principato ecci. Trento, Monauni,
1860; P. De Alessa,rdrini: Memorie di Pergine, pagg. 146, 148, 185; Barbacovi:
Memorie storiche della città e ,d,eE territorio di Trento, pag. 83, 176; BrenLari: Gui-
da Trent., I, pag. 43; A. Costa: 1 vescovi di Trento, pagg. 139,194 - 19'6; 371; A.
Gadler: Effemeridi di S,tor. Trent., pagg. varie).
(Anl'brosi: Somm. Stor. Trent., [Pag. 132; L. Proner: Medaglioni TFe:nt., pag. 11 6;
P.de Alessandrini: Mem. di Pergine, pagg. 120, 148, 174. 187; O. .Brentari: Gui.da
Trent., 1, pag. 42; A1nbrosi': Scritt. Art. Tren.t., pag. 87; A. Stella: L'industria mine-
raria dlel Trentino n,el sec. XV [lf su «Studi e Ric,erche stor. sulla Reg. Trent., II»,
,Conn. Econ. Scient. Triveneto dell'Univ. di Padova, Tip. Antoniana, Padova, 195?,
pag. 190; A. C()sta,· I vescovi dli Trento, pagg, 139, 177 - l 79, 372).
12
ALESSANDR I NI GIUSEIPPE, scultore, nacque a Civezzano nel
1754. Nel 1808 lavorava a Trento e ((godeva credito di buon artista».
(Gerola in «Studi Trentini», 1930, pag. 141 ; Weber: Art. Tr,e nt.• pag.. E2),
13
sentato la prima volta al T,eatro Sociale di Tren.to il primo dicembre
1890, rmpubblicato con riduzione in cinque atti nel 1894 (Rovereto);
Cornelia di Pergine, roma.nzo storico det XIV secolo (IllEd.,m igl:io-
rata: Stab. Tip. G. Z. Trento, 1900); Memorie di Pergine e dei Pergi-
nese (Borgo, Marchetto 1890), volume ripubblicato negli anni recenti
per cl!.lra detl'Amnùni:strazione comunale della cittadina.; Biografie dei
fratelli Agosti110 ,e Carlo Dott.ri Perini (Rovereto, Sottochi~a, 190 1); 1
(An1brosi: Scritt Art. Tre111L, pagg. 3-49, 522, 532; Ambrosi: S,omm. $tor. Trent.,
[Pag. 245; Gorfer: [ Castelli Trentini, [Pag. 724; Perugini: Cronache di Vigo e Cor-
tesano; L. Proner: Med. Trent., pag. 92; Angelo de Guber11ati!/: Dicti:onna:ire inter-
n~tion~ d~s Eçrivain.s du Mond Lati_11, Florenc, Soc. Tip. fiorefftina, 1905, pag,
19; A. de Gubernaris: Piccolo Dizionario dei Contemporanei italiani, Roma, Ed.
forzani., 1895, pag. 16; Umberto Alessandrini: Ricerche inedite gentilmente con·
cesse in visione: A. Bono,ni: Necrologio, in «Atti Ace. Rovert. Agiati», Serielll, fase.
lii-IV, 1903, pagg. LXXIV-LXXX; Alto Adige, 19, 20 ottobre 1903,).
14
Nel 1790 iniziò la pubblicazione delle sue teorie intorno, alla teolo-
gia rnoral,e con un primo volume intitolato Francisci Antonii Aipruni
Cl. Reg. S. Pauli in Archigymn. Ticin. Tehol. Moral. Professoris de
Olficiis homini christiani libr.i V. Volume I, e nel 1792 ne pubblicò il
secondo. L'opera venne sospesa causa r<le vicende dei tempi, che mu-
tarono ai danni della libertàJ>, scrisse egli, e causa le vicende che lo
condussero. come vedliemo, a vivere più urna vita di azione che di
•
pensiero.
Nel frattempo il conte di Firmian, !Plenipotenziario per la Lombar-
dia lo aveva ,chiamato a Milano come insegnante di diritto pubbHco
nel R. Ginn. di Brera e quindi come professore di teologia morale
pr,esso l'Università di Pavia. Era pure Censore per il culto, a servizio
del governo austriaco. Fu in questo period,o che, sott,o };influsso delle
oper,e d!el Morntesquieru e di Hume, si orientò decisamente verso lai
corrente illuministica aggancìandosi al riformismo ec,clesiastico giu-
sepp,ino. F'u scritto che si fosse iscritto aUa Massoneria.
Certo che quando i Francesi occuparono Pavia, nel 1796, credette
anche lui, come molti, di trovar,e sulle b,aionette napoleoniclhe quegli
ideali dli libertà che oggi, forse, . rnoi viviamo o dovremmo vivere.
Con l'arrivo di ,costoro l'Alpruni dà una svolta definitiva alJai sua
vita e diventa un agitatore ed uomo politico, «danzerà la carmagno-
/aJ> alle feste delm'albero dell.a libertà, parteciperà! a raduni e convitti
patriottici.
L'albero deUa libertà: un tronco eretto in piazz:a, dipinto con i co-
lori della rivol uzione e con in vetta il berretto frigio; «Albero senza
rami. berretto senza testa ... e si fa Jestal» si [Parodiava in certi am-
bi,enti padovani allora!
Comunque ,con i Francesi mantenne la cattedra presso l;Università
di Pavia. trasformata in cattedra di diritto, entrò a far parte della Mu-
nicipalità di Pavia, divenne membro del Gran Consiglio della Repub-
blica Cisalpina, quale <(Jiun.iore» del dipartimento del Ticin,o (9 no-
vembre 1797').
[n qu,esta sua attività reçlamò I.a difesa dei diritti costituzionali del
collegio legisl.ativo~contro gli .arbritrii de1 Direttorio... naturalmemte s:i
prese urna cantonata; reclamò la nazionalizzazione dei beni ecclesia-
stici, e, vedi l!ln po', ne prese un'altra.
Tuttavia le s,ue sono proposte daJl,e quali tr.as!Pare un ben definito
avveniristico programm,a politico.
Dal 21 marzo al 4 aprile fu Presidente di turno del Gran Consi-
gl io.
15
Con il rientro dell'Austria fu arrestato, processato ( 1899) e sospe-
so dall'insegnamento, che riprend!erà, al ritorno d,ei Francesi, con la
cattedra di diritto costituzionale e giurisprudenza naturale.
Nel 180 2 si ritirò dalla vita attiva per porre fine, come scrisse, <rai
1
(An1brosi: Scritt. Art. Trent., pag. 117 e ss~ Montebello: o.e., pag. 301; Brentari:
Guida Trent. I, pag. J.4!9; Bibl. Ap. Vat. Lat. 9P39 H , 2151, 2631; Arch. Stato Fi-
renze in ,Co rie R iccf: 78 a, 1783 p. li - 79 a. 1784 p. 1 e 80, a. 1784 p. II, ecc,;
Giornale ecclesiastico; VI 1797, pagg. 125, 1:29-X 1795, tpagg. 73. 78, 82, 86, 13,9,_
X II 1797, pag. Ul6 ; Memorie e docum. per la St. Univ.., Pavia: I, 1878 pagg. 295,
329,336. 537, 589; R. Ace. Lincei, Commiss. Atti Cost. Ital. Ass. Repubbl. Ci-
salp., I-IX, Bologna, 1917, L940; Carteggi bresciani inediti ecc. , in BoU. Soc. Pa-
vese Stor.: 1927, pagg. 177, 184,208,226; E. CQdìgnola: Carteggi di giansenisti li-
guri. FI. 1941. I, pagg. XXVII, XXXnV, XL, XCVEI 1 C1 25 - Il, pagg.17,363,481 ,
489,493 - III, pagg. 148, 150, 216; F. H. Reusch: Der ]ndex der verbotenen Bucher,
Bonn: Il, 1885, pag. 963; F. No vati: Delle antiche relazioni tr.a Trento e Cremona;
Arch. S/Qr. Lor11b. S. 3. I, 1894, pagg. 72, 73; A. JJernareggi; Le poliemiche çir,ca la
devozione del S. Cuore alla fine del 700 in La Scuola Catt. 1920, 5 Vol, XIX pagg.
24, 27; G. Catlani: Ia Gians. e la legislaz. della Republ. Cisal!P- Storia XV, 1931,
pagg. 112, a 13; G. Boffiti: ScritL Barbabiti, I, F I 1933, pag. 24; E. RQta: G . Paggi
e la formazione dema psicologia del patriota moderno, Pavia 1923, pag. 129; Idem,
•
Le origini ,del Rìsorgim. Ila!., MI, 1938, l))agg.. 755, 828, 887, 104 L, 1 l 6 I ; E. Codi-
1
gnola: llluministÈ, giansenisti -e giacobini nell'Italia de~ 700, FI 1947, pagg. 84, 204l,
210, 220, 271, 322, 324; G. Solari: Per la stor. del Gians. ital., «:Riv. di filosofia»
1948. pagg. 48. 49~ E. Damming: Il movim. gians. a Roma nella Il metà del XVlll!,
Città del Vaticano,, 1948, pag. 174; G. Gasperoni:· Settecento ltaliano, Padova
194 l, pagg. 177. 210, 211; L. Mascheroni: Poesie e prose ital.e lat., edite ed. ~nedit,e
in Ani Ateneo Scienze, lett. arti, Bergamo, XVII, E- 1902-1·903, pagg, 167; 169;
Dizionario Biogr. degli Italiani: 1st. Encicl Treccani, 1960, pag. 68E; ecc.).
16
Il Mo:ntebello parla di una cura basata sul «succo di limoneJJ, ma
111,eJ convento d,ei Francescani di Borgo sussiste un documento mano-
scritto (cosi scrisse l'Ambrosi) che :racconta corne il medico «nella
Piazza dei Cappuccini in Vienna do,ve abitava, tagliò ed aperse ad un
appestato il bubone pestilenziale e racco/tane la materia, essendo egll
perfettissimo nell'arte chimica, ne fece, in -una storta a fuoco, /''oppor-
tune operazioni sino a cavarne il sale, per venir in esalta co;gnizione
d'ella vera natur:a e qualità delJ'orribil'e male e per poter con maggior
senno ed applicazione usar diligenza nel curarlo e trovò quela sale
(cui ass,aggiò .egli stesso e fece assaggiare ad altri) altamente corrosi-
1
(A mbrosi: Scritt Art. Trent., pag. 6 I; Montebello: o.e., pag. 301 ; Brent,ari: Gui·
da Tre!!lt., I pag. 349; Tovazzi.: Bibl. tirolese ins. 167 pag. 252; Tovazzi: Medieaem,
n. 230; Emert: «Atti Ace. Agiati» di Rovereto, Serie Ill, Voi. XVIII, 191 2, fase. 2).
17
Fiemme, dopo la metà del 1500, Si ebbe un titolo nobiliare e dette
sacerdoti, notai, avvocati, farmacisti, «diaciari». Il dottor Francesco
Giorgio si lal.llreò a Padova nel 1751 e nel 1752 spos,ò Maria Teresa
1
Past,orini di Fiera.
Il 18 giugno 1753 sti[P,ulò un contratto con i <tmarzoli>J deUa val!Ie
dichmarando ch,e «osserverà la professione con la dovuila e pronta dili-
genza et integrità, tanto con poveri che con ricchi, tanto con persone
rusJiche che con nobili e tanto ne-/ tempo dell'invernata cattiJJ·o, che
nel tempo d'estate e buono, con anco la taciilurnità in casi di mali
scandalosiJ,.
Moll'ì nieJ l 766 Iasciandlo otto figli, dei qu,aJEuno, Ascanio, fu sacer-
dote.
( Weber: Art. Trent., J),ag. 13 ; Pertn,: Guida, pag. 131 ; Stefanf A .: p,agg. 85 e
124; M. T'irol. 1852, n. 68).
18
AMBROSI FRANCESCO, :scrittore storico e scientifico. È l'autore
d!al quale abbiamo appres,o la maggior parte delle notizie raccolte in
questo lavoretto ed è uno dei maggiori studiosi della storia deUa no-
stra Regione.
Miglmor bi.ografia di lui non possiamo presentare di quella che egli
stesso tracciò nel Postscriptum auJobiographicum, steso in appendice
all'o,pera sua che va per la maggiore: Scrittori ed Artisti Trentini,
uscita in due edizioni, la seconda delle quali per i tipi di Giovanni
Zippel in Trento nel 1894. 19U
((Nacqui in Borgo di Valsugana a dì 17 nove.mb.re -HW1. . Crebbi
contrastato dai vecchi pregiudizi di fa.miglia che volevano fare di .me
un sacerdote, e dal bisogna altamente sentito di darmi allo studio,,
se11za legare pireventivame·nte ia mia individuale libertà. Chiesi, e non
ottenni, d'uscire di pa.tria a fine di percorrere i corsi regolari del gin-
nasio, onde presi la risoluzione di fare da me rendendomi aut,odidat-
tico. Mi sorresse l'animo, e mi aiutò con libri e buoni consigli, il dot-
to Sacerdote Franc:esco Dall'Orsola, uno degli Eremitani di Sani 'A ·
gostino venuto in patria dopo la soppressione del Convento ,di San
Marco in Trento,· il p. Ca,nillo Terzi d'Alzano, francescano della
provincia di Santo Vigilia, e uomo di vasta dottrina e grande inge-
gno, si associò nell'opera incominciata dal Dall'Orsola; ambedue mi
dfv:ennerv consiglieri ed amici, e da ambedue ritrassi quelle no,rme
che mi .rafferm·arono nella via dello studio. M'applicai da prima alle
Scienze naturali, alla storia ed alla filosofia; la botanica divenn·e la
scienza di mia particolare predilezione, ed ottenni molti incoraggia-
menti da botanici d'istinJi, quali furono Casimiro Sartorelli (nativo di
Telve e farmacista in Borgo. N.R.), Dr Francesco Fac,chini (di Forni
in Fi,emme. N.R.), i Professori Antonio Berto,/ont, Filippo Parlatore, il
Cav'. Alberto Parolini, M J. Gay,. ed altri, che mi favorirono dei loro
lumi e della loro benevolenza.
Nell'anno 1864 mi trasferii a Trento, ,dietro invito di qu,esto spetta-
bile Municipio, il quale, contro ogni mio merito tnovò .di sollevarmi ,al
posto che ora occupo nella Biblioteca e Museo Comunali».
Promotore della sua nomina a questo incarico fu il suo compatrio-
ta il Dr. Carlo Dord~, allora consigliere municipale della città ,di Tren-
to.
In~ziò quindi il suo lavoro compilando un catalogo distinto per ma-
teria ed ordioand.o aJfab eticamente i preziosi manoscritti.
Nel 1869 s,i fa promotore dell'istituzione di una «pubblica cattedra
per lezioni libere e popolari della Storia d'Italia e della letteratura
19
italiana, che doveva considerarsi come connessa alla Civica Bibliote-
ca».
Nel 1873 curò i1 trasloc,o de.Ila bib.lioteca ,dia Via SS. Trinità a Via
Belenzani. .. con I' aluto di sei pompieri (!).
Evidentem,ente non [Poss,edeva [Particolari doti logistiche, se la Dire-
zione della Bi'bliotecai gli procurò un ricruamo ufficiale da parte de[
Municipio per la lentezza dei lavori di trasloco e di riordirnamento
nella nuova sede.
Nel 1881 iniziò la Rivista per l'Archivio Storico per l'Istria, Trieste
e Trento ed egli ne fa l'organo ufficiale della sua biblioteca.
Nel 1881 è uno dei più strenU1i realizzatori per la fondazione del-
1' A.rchivio storico Trentino.
Ma irn questo stesso aMo subisce UJO processo politico per contrav-
venzione aUa Legge sulla Stampa: tratteneva in biblioteca il libro di
V. Zatellm - Trento - Il diritto storico dell'Austria -, operai s,eque-
strata dalla PoJizia1
Tuttavìa non gli fu tolto l'ìnca.rico, che mantenne sino alla morte
che lo cotpì il 9 aprile 1897.
Il Munncipio di T'rento gli destinò (<per riconoscenza» una tomlba
nel famedio.
1 suoi tnto,ln ,di prestigio: si ebbe la medaglia d'argento dal Museo di
Fisica e Storia Naturale di F'irrenze (1850); membro della Società
.zoo-botanica di Vienna (1853}; socio corrispondente de]l' Ateneo d~
Scienze, Lettere ed Arti dm Bassano (1854); Socio della Soc. Botanica
di Ratisbona ( 1854); della Società di Orticoltura del LÈtorale (1859);
dèlla Società zooloftia Trri,estina ( 1860); de[l' Accademia di Agrico,ltu-
ra di Verona (1862); dell'Ateneo di Brescia (18 66); socio e corrispon-
1
20
di Le Mans (1894); e natU1raJmente socio dell'Accademia Roveretana
degii Agiati.
Ed ecco la sua ered!ità nel campo storico e scientifico:
OPERE D,I CARATTERE STORICO'-LETIERARIO
Biografia di Angelico Sicca, tipografo (IEMessagger,e Tirolese, Ro-
vereto, 18 6,3 n. 4:8, pagg. 132-1333); Letture popolari di Storia d'Ita-
1
lia, Evo antico, (Trento,, 1869-1871); Gli utensili in pietra selce (da
«Patriota» I del 13 .. 1.1866); Discorso letto in riv'a af lago di Garda
nel giorno del trasferimento delle Ceneri del Comm. Tommaso Gar
da Desen.zano al Cimitero di Trento (Trento, tip. Ku.perr-Fr,onza,
1873 in4°); L 'Evo antico trentino (Trento, 1872); Dante e la natura,
ovlilero fra,nmenti difilosqfla e di storia naturale desunti dalla Divina
Com·media (Padova, Prosperiru, 1874; 8°, pagg. 16); Dante Alighieri
e la Divina Commedia, ragio,namento da una storia ill'edita del Me-
dio Evo (Trieste, Herrmanstorfer, 1874, 8°, pagg. 22); Inquisizione e
GesuiJismo primiJivo, brano di storia del se,c. XVI (Trieste, c.s., 1&74,
8°, pagg. 18):; Il Trentino nel 500, memoria storica (S.S,., Tip. Cellìni,
1875, 8°, pagg. 38); Oggetti preistorl'ci conservati al Museo di Trento
(Boli. dÉ Paleontologia Ital. II, 1876, pagg. 138 e ss.); Profili di una
storia degli scritlori e artisti trentini (Borgo, Marchetto, 1879, 8'\
pagg. 103) ; Di Pie.tro Andrea Mattioli senese e del suo soggiorn,o a
Tretrto. Note biografiche (Trento, Marietti, 1881. &0 , pagg. 18, con ri-
tratto); Sommarlo della Storlia Trentina dai tempi più antichi fino
agli ultimi avvenimenJi (Borgo, Marchetto, I Ed.}; Di Telve e di Fran-
cesco di Castellalto (Ilbidem, 1881); Successo dei conte Ottavio Avo-
gadro che occupò Riva nel 1588, narrato da un anonimo contempo·
raneo (Riva, 1881); La compagnia di Virgilio, Stazio e Dante, ovvero
l Canti XXI-XXV del Purgatorio (Trieste, Herrmanstorfer, i878, 8'\
pagg. 23); Ricordi storie[ (Roma, Art,erio, 1882, pagg. 7); Il passag-
gio del principe Eugenio di Savoia per le A !pi Tridentine (Trento,
Zippel, &0 , pagg. 280, 1883)'; Del V.P·. Gianmichele dei Conti di Sto-
ro e del Trentino durante la guerra di successione di Spagna. Cenni
storici (Trento, ] 885); Carlo Emanuele Madruzzo e la stregoneria
nel Trentino. Appu,iti di storia Trentina (Venezia, Arch. Veneto,
i 88,6); Delle invasfoni francesi nel Trentino sino alla secolarizzazio-
ne del principa'to. Ricordi storici (Trento, Saiser, 8°, pagg. 23); Com-
mentari della Storia Trentina (Rov-ereto, Sottochiesa, 18,87); Jacopo
Acconc;:o o il più antico filosofo trentino (Trento, 1885); Naturalisti
Trentini (Padova, Prosp·er~ni, 18,89, pagg. 31 - Estr. Boli. Soc. Ven.
21
Trent. Scienze natu:r., Tomo JV, n. 3); Due lettere di Clementino
Vannetti e Gian Pietro Muratori (Trento, 1889); I tipografi Lrentini e
le loro edizioni con ispeciale riguardo alle cose teatrali e alla lettera-
tura dtaletlale (Trento, Arch. Stor., 1890); La Biblioteca Comunale
dj Trento. Cenni storici (da c<Stremna Trentina», Zippel, 1890); Lette-
re di uomini illustri ,della Valsugana (iB,assanot I 891); Scrittori e Ar-
tisti Trentini, Il Ed. , notevolmente accresciuta ,e corretta (Trento,
ZippeI, 1894, 8°, pagg. 553); So,mmario della Storia· Trentina dai
tempi più antichi sino agli ultimi avvenimenti JJ ed. con un saggio di
bibliografia storica trentina (Borgo, Tip. Marchetto, 1896).
OPERE G E0 G.RAFICO-SCIENTIFICHE
1
22
razze. cenni critico-naturali (Padova, BoU. Soc. Ven. Trent. Se. Nat.
I 890; La Valsugana descritta al Viaggiatore (Bassan,o, 1891 ).
In collaborazione con iil Dr. Francesco Facchini approntò un pre-
zioso Erbario,, che fu donato poi al Museo di Scienze naturali ,di
Trento,.
Fu colla.boratore di molte riviste quali «Mente e Cuore)1 di Trieste,
,<Bollettino di paletnologia italiana);-, «Archivio S.torico Italiano)),
«Bollettino della Società VenetoTrentina di scienze naturaliJ>, ,«Archi-
vio Storico Trentino,1, ,cPro Patria,1, ,,Strenna Trentina1J, ecc .
(A ,mbrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 5 i 1-519; Ambrasi: Somm. Stor. Trent., p.agg.
246-248; Atri a:Acc. Agiati dl Rovereto» 1897 voi. III, pagg. XXXIII-XXXIX: Ne-
crolo,gio; lde,11, Rov,ereto 1903, pag. 664; P. A. Saccardo in «Boli. Soc. Ven. Trent.
,di Sc.>J, Tomo VI, n. 3, 1899:; A. De Gubernatis: Diz:ion, Contemp. etic., pag. 25; A.
Cett(): La Biblioteca Com. di Trento nel ceotennario deUa swa apertu:ra, firenze,
Tip. Leo S. OlshJd, Ed. 1956; Alfonso S,orbel:tf: Dizionario Bio-Biblrografico dei bi~
biiotecar~ e biti>Eiofili itali,ani, Firenze, Tip. c.s., l'933 · Ministero Pubblica. Istruztone,
Di:rez. Generale Ac·cademie e Bibliot.: Ann11ario, Parte II, Palombi Ed., Roma
19:58, pag. 301; D. R. in 1<Atti Ace. Roveret.-», 189'7 Sez. Ili, pagg. XXXIII·
XXXIX).
23,
Morì il 6 febbario 1960 e riposa nel cimitero cli Pergine. Sulla sua
tomba una significativa iscrizione ne condensa la vita e l'animo:
Pr.. ,CIRO ANDREATI'A
D IEDE A BO LOGNA LA FAMA DEL SUO MAG[Sl'ERO INSJGNE
DIEDE ALL'IT ALIA [}0RGOGL10,
DELLE SUE RICERCHE SCIENTIFICHE
MA C 0NSERVÒ AL TRENTINO IL suo AMORE DI FIGLIO
1
(G. Fagnani.' t< Riv. Mens. del Club Alp. I tal». Vo[. LXXIX n. 7 e 8. T orino
1960; L'Adige del 7.2.1961; F. Trentini: Necrologio in «Atti Ace. Roveret. Agiati».,
1964, Se.rie V, Voi. I V, pag. 138).
24
AN'TOtNELLI PADRE DOTTOR ALDO nacque. il 3 dicembre 1919 a
Canzolino (Pergine). Entrato nei Camilliani venne ordinato sa.cerdote
nel 1945 e volle poi partire come missionario nellio Ylllnnam in Cina.
Stu,dliò medicina per tre anni a Shianghai, ma poi rientrò in Italia per
co,mp·letare g.li studi in Padova. Qui si laureò in medicina e chirurgia
nel 1953. Riiparti subito per l'Oriente e venne eletto Superiore della
vasta missione camilliana che comprendeva territori nella Tailandia,
nell'isota di Formosa e nelle isole Pascadores.
Svolse intensa attivit.à come sacerdote, medico e organizzatore,
istituendo ospedali, amlbulatori, lebbrosaii ed un ampio istituto per la
preparazione: di infermiere.
Nel 19·6·5 t,ornò in Italia e venne chiamato a presidere il Capitolo
generale dell'Ordine, quindi ripartì per la missione.
Colpito da un male ch'egli stess·o diagnosticò irreversibile, fu crua-
mato in Jtalia per seguìre delle cure. Approffittando di una lieve ripre-
sa chiese ed ott,enne di ripartire per inaugurare in Thailandia un vil-
laggio per lebbrosi. Rientrato a Formosa continuò la sua ,attività sino
.all'esaurimento delle forze.
Sul letto dli morte disse: «Se il Signore preferisce alla mia opera la
mia vita, sono pronto e lieto di offrirgliela». Così questa eroica figu ra
di uomo serenamente: morì, in ,quel lontano paese, nei primi giorni del
maggio 1967.
(Paofettj: Arte e S,colt. del Rioascim., Venezia I, pag. 44; Thieme: Lex 11, 8,
pag. 17; Weber: ArL T rent. etc. pag. [ 7).
25
Trento, con l'obbligo di «dare lettos et banc.has episcopo quando venit
levigum)> non solo, ma doveva fornire di cav.alli e di quanto abbiso-
gnasse lui ed il suo seguito. Ma ili titolo nobiliare di alto ligillaggio
pervenne alla famiglma ·per merito di A.vancinus de A vanciniis, del qua-
~e diremo appresso.
Qui sotto, in ordine alfabetic:o, qualcosa si dirà di cias,cuno dei per-
sonaggi di questa famiglia, che nel corso dei secoli lasciarono le loro
orme.
(Bibl. Com. Trento: ms. 361 , pagg. 61 e seguenti: A , Célto: Avancir1us Avancini,
conte palati.no e gli Avancini di Le:vico, Stud.. Trent. di Se. Stor. Anno XXX. 1952
Fase. I, pag. 59).
26
I
Da questa località clandestinamente diresse un centro di informa-
zioni militari in favore dell'Es,ercito ftali aino, fino .a tanto che anche
lui, come molti Trentini, non venne internato e rinchiuso nel campo di
Gross-:Siegk arts.
Do po Caporetto ili suo nome fu trovato dall'esercito invasore tra
gli elenchi degli informatori. Fu perciò processato e condannato a
dieci anni di carcere c.he iniziò ,a trascorrere: a Vienna e a [nnsibruck.
Qui fu. liberato dopo l'armistizio.
Tornato a Trento trovò diffi.coltà a reinserirsi nel partito per il sen-
so (<di umanitarismo,> ch'egli voleva imp:rimer,e all'organizzazione ed
al programma, contrastato dal «massimalismO'J> della vedova Battisti.
Si ritirò a Cles ove il 5 luglio 1939 morì.
Lasci,ò degli appunti e considerazioni inedite.
(A. Zieger: Storia dèl Tre111ti1110 Alto Adige, Trento, 1926, pagg. 207,208; E. Fa·
bie,tri: Cesare Battisti. Firenz:e, 1928; E. Ballisti: Avancini Augt11sto in
1
uTrellltino»
XVII, 1939, pagg.. 201, 204; K. in «Problem:i del lavoro », XII, 1939, pagg. 45 s.;
A .C. 1 nostri moriti in «Studi Trentn., 1939, fase. 4 pagg. 361 -362; F. Berto/di: La
stampa op.eraìa soc. ttent. in «Movim. operaio», III, 19:51, pag. 588; A. Piia.ssio in
Dizionario .Biogr. degli Italiani, lstit. Encicl. T'reccani, 1960, pag. 637).
27'
dell'insuccesso delle truppe imperiali n.ell'assedio di Metz, che dlurò
dal 16 gennaio al 26 dicembre.
Il 6 hugH,o 1555, con S·olenne cerimonia, ,è investito del titolo di
,conte pa'lalino: Comes Auratis Sacri Lateranensis PalaJii Aulequae
Nostrae Caes.areae et Jmperialis ConclsJori ComeSJ>.
Il titolo era trasmissib,ile ai fratelli, alle sorelle edi agH eredi
Oltre agli impegni militari rAvancini svolgeva, spesso per incarico
,dell'imperatore, dlelicate missioni ,diplomatiche presso le corti europee.
(Bibliot. Coni. Trento: manoscritto 361, pagg. 61 e ss; A. Cecto: A.A. conte pa-
latino; lde111: Castel Selva ,e Levico, Trento Saturnia, 1952; L. Mazzo/di in Dizion.
Biogr. degli rtalianii, e.e. pag. 639).
28
(sono I 2 novelle edite a Milano, Trevisini, 16°, pagg. 171 , 1889);
Fantasia (Trento, Zippel' 1890); Domiziano-Poema drammatico in 5
alti (Milano, Galli, 16°, pagg. 195, 189 I); Fantasie (Stenna Trentina
di letter. e arte, 1891, pagg. 25, 26); Grammatica latinap'€r le classi
ginnasiali (Milano, Galli, pagg. VII - 214, 1891); Finis Poloniae
(«Strenrna Trent. lett. e arte», pa.gg. 29, 30, 1892); Amor.e e d'olore -
Romanzo (Milano, Pirola, 16°, pagg. 251,, 1892); La gloria ~ Versi
(Trento, Z~ppel, 1893); Il Castello di Milano (Milano, Galli, 8°, pagg.
18 , 1894); La gloria («Strenna Trent. lett. arte)), 1894, pag. 10); Le
intime compiacenze - Rime (Milano, Galli, 16° pagg. 183, 1895); Gli
eredi - Scene ,di vita lombarda («Natale Trentino-Strenna» 1898 pagg.
2., 12); All'ombra del faggio - Novelle per giovanette (Milano, HoepDi,
16°, p·agg. VIII + 423, 1899);/l Napoleone d'oro (Paaermo, San-
dron, 16°, pagg. 20, 1899); La caécià-Racconto (Ibidem, [6°, pagg.
18, 1899); L'uomo dei boschi (Ibidem, 16°, pagg. 37); Cantante a
spasso - Racconto (Stenrna del giornale Alto Adige, 1900, pagg. 31-
33 ).; L'uomo dei boschi (c..s., ristampa, 1900); Casa grande (Lancia-
no, Carobba, 16°, pagg. 3E, 1901); I racconti dell'allegro compare -
Letture per la gioventù (Milano, Vallardi, 16°, pa,gg. 418, 1901); Le
Lre disgrazie del Signor Mammolino é il maestro Véntura (Ibidem,
1,6°, pagg. 88, 1901); L'oasi - Romanzo per le famiglie e la gioventù
(Milano, HoepU, 16·0 , pagg. XIV + 613, 1901); La gaia vita - Ro-
manzo (Milano, Agnelli, 8°, pagg. 335, 190 3, con copertina di A. Bel-
1
(Strenna per il giorn. Alto Adige, pagg. 20-23, 1905); L'ameno in-
ganno - Romanzo storico (a puntate su Rassegna NazionaDe di Fire-
zne, annate 1905-1906); Nella veranda - Novelle p.er giovaneJte (Mi-
iano, Hoepli, 16°, pagg. 428, 1906); Piccola storia ,d'Italia (in tre
parti: Età romana, Età di mezzo ed Età contemporane·a, Milano, Pal-
lestrini, pagg. 410., 1906,); In Italia bella - Romanzo storiCìO (pubbli-
cato a puntate su Rass. Naz. di Firenze negli anni 1906-1 907); Al-
l'onibra del faggio ... (II Ed. Milano, Hoepli, 17°, pagg. 366, 1907);
Grammatica della lingua italiana per le scuole medie inferiori (Mila-
29
no, Vallardi, l6'0, pag,g. 154, 1907); Piccola grammatica per te ,classi
,quinta e sesta elernentare (Ibidem, I 6°,. pagg.. 157, 1907}; Sotto la
pergola - Dai ra.cconti dell'allegro compare - Serie I (Ibidem, 8°,
pagg. IV + 234, 1907); Al lume· delle stelle - D'ai racconti' dell'alle-
gro compare - li Serie (Ibidem, pagg. IV + 234, 1907); La nuova
liaJia (Milano, Signorelli, 16° pagg, 31 O, l 908}i L 'esp·erienza ha di-
mostrato che la propagan,da della Dante Alig.hieri deve estendersi etc.
(Milano, Cardari, 8°, p,agg. 8, 1908); Il primo dolore (Lanciano, Ca-
rab·bat I 6°, pagg. 23, 1909); Giacomo Poma (Milano, «L'attualità»,
mag,gìo· 191 0, pagg. 4 1-42); La· sensitiva - Romanzo (a puntate su
1
Rassegnia N az. d.i Firenze, negli .annii 19 I O); Tra una corsa e l'allra -
Bo2zelto (Alto Adige, 1910, a .. 293); I doveri dell'ospitalità ~ Novella
(Ibidem, 1911, n. 294); Il monumento a Dante in Trento (in «Italia
Bella)), Milano, n. 7 del 15 aprile 19 I I); Il Natale nelle poesie francesi
1
Dante Aligh. maggio, 1917); A i figli del mio pensiero - Saffica (Mila-
no, in 16°, pagg. 14); La questio,ne dell'Adriatico - Relazione all'Ass.
,comm. Milanese Dante Aligh, (Milano, 8°, pagg. S:, 1920); Italiani e
Tedeschi in Allo Adige (Milano, Caddeo, 1922 in appendice .a «Una
parte d'ltallia» di L. Boirsieri, pagg. [ 13,-1 40); PiccoJi amici (Firenze,
Bemporad, 8°, pagg. 12, 1923); I l primo dolore (Ibidem, riedizione,
30
1923)~ Rustica progenie (Ibidem, riedizione con aggiunte, 1923); Dalla
coriferenza di Genova in poi (Milano, Storia politica, Voi. II, 1925);
Appendice a Gli Jtalia·ni e il bel J){lese di P'. Orsi (Milano, Va!Eardi,
l 92.5); Odi, Inni. Elegf:e (Milano, Bo,ldrini e Casteid~, 192 7-1928); La
sensitiva-Romanzo (Milano,, Ceschina, 16°, pagg. 400, 1929); S,toria
del Trentino e Alto Adige (in ((Terre Redente e Adriatico», Voi. l ,
pagg_ 137- 185 , Milano, Valardi, 1932); La letJ;er:atura nell'Istria, in
Trleste e in Dalmazia (Ibidem, Voi. II, pagg. 245-293, 1932); L 'ame-
no inganno - Romanzo (Milano, Ceschina, 16°, pag. :520, 1932); Sto-
ria letter:aria d'Jtalla dal 1800 ai giorni nostri (Milano, VaJiardi,
pagg. VIEI + 667, 1933); La letteratura tride,ntina (in «Terre reden-
te e Adriatico», Voi. II, 1932); l Trentini ,a Milano (Milano~ Boli.
mens. Ciechi, 9 settembre 1935); Guglielm,o Oberdan (Milano, Zuc-
chi, 16°, pagg. 140, 19.36); Medaglioni di donne illustri:· Teresa Con-
Jalonieri (Milano, «Corriere delle maestre», 1 ottobre 1937); Vitlorio
Zippel (necrologio su Boll. Dante Aligh. Milano, marzo-aprile 1937,
pag. 4); Va pensiero - Romanzo storico degli irreden:ti (Mitano, Ces
sc hina, I 610 , pagg. ,609, 1938).
31
Romanzo (1913); Il Canzonier.e dei miei vent'anni - Poesie (1920).
Nel 1900 era con Avancino Avancini nella r1edazione de ((Il Salot-
to1J. Diresse per allcuni anni la <(Rivista Rosminiana>J.
(F. Tren:tini in. Atti «Accad,em. Rovert. Agiati», 1964, S. V[, Voi. IV, pag. I 39).
cher (V. alla lettera P.) nello studio su Il bagno di Levico nel Trentino
e Relazione della stagione b:alneare del 1872 (Padova,, 1873).
32
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent.. pag. 288; Idem: Somm. Stor. Storia l"rent., pag.
194: Weber: Art. Trent., pag. 22; Gero/a: Art. Trent. all'Est., pag. 3; Thieme:Koo-
sterUex. Voi. II, pag. 267:; Matt,ei: Encicl. Trent, pag. 1 I ; Il Messaggere Tiro1ese
del 4.10.1843; Brentari: Guida Trent I, pag.g. 292, 294; Gorfer: Valli Trent., pag.
766; G. De Car/i: «Trentino»i agosto 19301 pag, 293; E. Benezit.- Dtction.n. des
Peintres, etc., Tome I • Libraire: Gru.nd, 19'66 p.ag. 300; A. M. Command'ucci: Di-
zi.on. Illustrato Pittori, Disegnatori Ital. Moderni e Contemp,. Ed. Patuzzi, Mii.ano in
I, l i , III e in IV ed. a pag. 86).
(A. ,cerco in «Stuelli Trent», Anno XXX. 1952, fase. 1, pag. 59; A. Pitassio in Di-
zion. bio:rgr. degli Ital., Istit. Encicl. Treccani, 1960, pag. 637).
33
B
(Montebello; ,o.c.,pag. 400; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 57; Mazzucchelli, Il
P.[,[Pag. 473; P. de Alessandrini: Mem. Per,g., p,ag. 176).
34
BARTQ,LOMEI SIMON PIETRO JUNIOR, glottologo e numisma-
tico, nacque in Pergine il 16 novembre 1709. Il Montebello lo dice fi-
glio dlel sunnominato Simon Pietro, altri lo dicono figlio di un fratello
di costui, che copriva in Pergine le stesse mansioni di giureconsulto e
di Capitano; comunque lo si dice figlio di Jacopo Gaetano e Anna
Gentili.
Studiò a Tr,ento, presso i Gesuiti, poi ad Innsbruck. e quindi a Me-
rano presso i Benedettini.
A Bologna il 2 giugno 17'31 si laureò «in utroque» cioè in diritto
civile e canonico.
Tornato a l'ergine f1U chiamato a reggere quellla comunità e come
Sindaco e come Console per gli anni 1734, l 743, 1744,, 1750.
Esercitò l'avvocatura, ma acquistò fama soprattutto, per i suoi stu-
di di ricerca linguistica, arclheolo,gica e numismati,ca.
Fu il primo che nel Trentino s'occupasse di quest'ultima disciplina
ed il suo s:tudio De Trldentinarum, Veronensium Me·ranensiumque
mone1arum specihus et valore cum hodiernis Monetis Austriads e Ve-
netis comparato fu pubblicato a Trento ,(Monauni!, 1749 )e ristampato
1
(Ambr,osi: Scritt. Art. Trent., !Pag. 95; Montebello: o.e., pag. 400; Argellati:
Raccolta Scritt. di Monete d'Italia, Milano,, 1759; Matlei: Encicl. trent., p,ag.. 98;
Almar,acco Treni.», 188,6 ; P. de Alessandrini: Memorie di Perg,ine, pag. 177; Mom-
msen: Corp. lnscript. Latin:ae. Voi. I, [Pagg. 259 ess.; G. Mazzantinti: Enventaru dei
35
manoscr1tti delle Bibliot. dl'ltalia, LXV1I, pag. 127; G.M. Marzucche/Ji: Gli Scritt
d 'Italia, II, Brescia, 1758, pag. J74; F. Pergher: Novelle Letterarie, Firenze, 1764,
pagg, 76, 80; Tovazzi: Bibl. Tirol., ms. 571; M. Morizz.o: Memorie... dlell'«Acc. degli
Agiati» p,cr il 150°, Rovereto, 190[, pagg. 342 e ss.; E. Be.n venuti: V,ecchic disserta·
zioni sU11la lingua etrus,ca nellla diocesi di .Bressanone, «Arieh. Stor. Alto Adige" VI,
l 911 , pagg. 456, 464; Melzi: Dizion. opere a:nonmme e pseudonime, Milano, Ili
voll., p·ag. 7; L. Morelli in D~ion. Biosr. degli Italia.ni,, [st. Encicl. Trieccani, 1964
pagg. 679, 680).
36
coli precendenti, erano state emanate sia dai poteri imperiali èhe dal
Principato vescovile di Trento, dìichiarando di attenersi a queste.
IJ discorso venne quindi deviato ed il Bartolomei non rimase clhe
spettatore dell,e diatribe sorte tra gli avvocati delle due delega.zioni cir-
ca l'interp,retazione delle disposizioni stesse. La Commissione :si sciol-·
se senza aver raggiunto l'accordo.
Il lBartolornem adunque non si era dimostrato troppo comodo in
quel posto a giudizio degli amministratori vescovili e nel 1774, («pro-
moveatur ut moveatur») gli fu concessa la cattedra di istituzioni civili
irn T'rento~ alla quale, dei resto, aveva deliberatamente concor:so.
Tra polemiche, invidie, calunnie riuscì a manten,ere la ç.attedra s,ino
al 1778, quando vinse il concorso pe:r l.ru ,cattedra di Diritto e Pandet-
te presso ~l cotnegio dei Riformatori in Ferrara,
Addottoratosi a Parma, fu in grado cli coprire la ,c attedra in piena
legalità, ma un concorrente ricorse a Roma ed ottenne ch,e egli venis-
se sospeso daUe lezion.L
Cosi venne a trovarsi nuovamente al centro di un conflitto, questa
volta tra il Collegio dei Riformatori dello studio ferrarese ed i] Cardi~
na1 legato. Il Santo Padre pose termin·e al conflitto assegnando defini-
tivamente la cattedra al Ba:rtolomei.
Ma i suoi guai non erano finiti giac,ché lo si voleva allontanare in
ogni modo. Lo si accusava di coltivare st111dJ non ortodossi, di recare
scandalo ai suoi discepoli con dottrine avanzate e non sempre 00111s.o-
ne con la dottrina ufficiale e ,così msuo insegnamento era in contin·ua-
zione sotto il controlll,o del Santo Ufftzi,o.
Nel i 78,5 decise di ab,b andonare la cattedra. Gli si aprivano due:
strade: consigliere aulnco a Trento o consigliere ~n uno dei Tribunali
ed il titolo di consiglier,e dell'infante a Parma.
Si portò dunque a Parma e quivi fu consigliere del supremo Tribu-
na]e di Finanza e più tardi di queUo di Giustizia. Fu insignito de] tito-
lo di conte, tuttavia neppure a Parma s~ ebbe la vita tranquillat :più
volte, come fu, accusato d.i «giacobismo».
Ciò stante, all'arrivo dei Francesi fu dal «Consiglio criminale)>(!'!!)
sospeso e privato dei suoi onorari.
N,el I 806, ((defraudato, annoiato dalla solitudine, entrato nel set-
tantesimo anno», con i soRi venti franchi che il governo gli concesse di
portarsi appresso, rientrò a Pergine.
Ma un uomo di tanta levatura non poteva essere messo da parte.
Durante il Regno, Ita]ico del quale, ~ome è noto, faceva parte an-
che !a nostra Regione, dovette accettare !Pesanti compiti neEla Corte
37
di Giustizia in Trento. E. qui ritrovò non solo l'invidia di qualche av-
vocatu.ncolo, ma la stessa irnimicizia .del Barbacovi (Taio 1738 - Tren-
to 1825). Costui, già assessore de1 tribunale ecclesiastico e cancelliere
au.lico del principato, era certo sulla sponda opposta al pensìero ed
alla cultura del ìBartolomei.
E ricorninciaron,o per lui le persecuzioni, le minacce di prjgione
•
persmo.
Anche nella vita familiare conobbe il dolore. Si era sposato nel
1763 ed ebbe due figli il primo d,ei quali, Francesco, dopo di aver
conseguito il posto di Consiglier,e P·ro,vinciale a Gorizia e di aver fatto
.acquisto di terre in Salcamo, nei p,r,e.ssi della città, .ancor giovane
morì. Do[PO tre anni venne a morte anche il secondo figlio.
La salute dell'anziano giurista andava precipitosamente declinando
e si ritirò presso i parenti in Gorizia, ma, avvicinandosi la fme, preferì
tornare tra i :suoi monti ,e così, d,opo una vita duramente vissuta al-
l'ombra delle sue idee dii libertà e di lealt.à,morì in Pergine il 19 ago-
sto 1819.
Dette alle stampe: De vitii:S publicae educationis (Venezi,a, 1781);
De iustis patriae potestatis fintbus {Firenze, 1781); articoli vari stam-
pati su Effemeridi Romane tra gli anni 1781 e 1783; S.aggio analiti-
co· dell'apologia di Francesco· Vigilia Barbacovi (Verona, Gilllllari;
1808); Nuov•o metodo di difendere le cause cattive (frento, 1810).
Qualc.he sua opera venne pu'bblicata postuma: Cenni intorno al ca-
rattere, ai costumi e le usanze del _popolo perginese, pubblicato a
Trento nel 1860 per cura dell'Amministrazione municipale di Pergin,e;
Lettere scelte e pubblicate a cura di G. A. Grammatica (Trento,
1861); Pensieri sopra l'educazione delle fanciulle pe.r la nazione ge-
novese (Bergamo, 1886); Lettere al bar·. Gaudenz'Ant'onio (Trento,
1884).
Molti s.uoi manoscritti e lettere sono presso la Biblioteca Comuna.le 1
(Ambrosf: Allt. Scritt Trent., pag. l 12; Montebello: o.c., pag. 112; Lettera al Bar.
GaU1denti, Bibl. Com. Trento. n. 902; Melz.i: Dizion. opere anonime e pseud., Mila-
no, III voi. pag. 7; P. de Altssandrint:· Mem. Pergiìn.e, pag. 178; «Arch. Stor. per le
38
prov. parmensi»: li Carteggio Bodoniano della. Bibl. Palat. di Parma. XIII. 1913,
pag. 173 ; MelfJOrie «Ac:c. Agiatti di R overeto», 1901 , pag. 562-564; F. Menestrina:
G.D. Romagnosi a Trelilto in «Tridentum» Xl, 1908. pag.g. 149; M. Rigo1ri.- Un il-
luminista trent. del se,c. XVIII... Firenze. 1923, pagg. lo, 74, 76, 95, 182; C. Costa:
Dagli scritti di F.S.B. in «Studi Trent.», VII, 1926, pagg. 1-31; G.F. Torce/lan in
Dizion. bi-0,gr. degli Italiani o.e. pagg. 676, 677, 678; A . Stella: L'industria minera-
ria del Trentino nel sec. XV Il[, Studi e Ricerche storiche sulla R,eg. Trerit. Il,, Pado-
va, Antoniana;, 1957 [Pagg, 187; 189, 201).
(Segar;zzi A.: Studi l'rent. !Trim., 19 24; BrotJo e Zonta: Acta graduum aéca<ie-
1
39
Nel gennaio del 19 15 lo zar Nicola II prese accordi ,con ili governo
1
40
di lui famiglia» (Ordine del giorno del 24 marzo 1919 della Military
Police).
Zanetel Bortolo fu Giacomo, nato a Siror nel 1897, fece parte «dei
tr:e,dici della Tajga», un distaccamento di dodici uomini al comando
di un capitano, aggregato alla, colon.na dell'atamano Krassilì,ukf, le
cui avventure hanno del leggendario.
Ancora Francesco Peruzzi e P. Lorenzim, ambedue di Levico, ven-
gono citati all'ordine del ,giorno (n. 59 del 29 novembre 1919} della
M.P. ,con questa motivrezione: «Durante la sommossa, sotto nutrito
fuoco d'artiglieria e di shrapnel, coadiuvarono ,ejftcacemente il Co-
mandante della M.P., a trarre in salvo donne,fanciulli e non combat-
tenti. dando prova di disprezzo del perico/0J1.
Tanto per citare qual,che caso del comportamento di questi valoro-
si volontari.
Il 9 .agosto del 1919 il Corpo di Spedizione fu ricihiamato in patria
e con esso rientrarono pure i volontari dei Batta,glioru neri.
Dal <rRuolo dei Volontari Trentini net Battaglioni Neri» ecco i no-
mi c!he interessano le nostre vallate:
MOSER Guido di Carlo, Pergine, 1893, sottote:nente; BRENTEL
Giuseppe fu Guglielmo~ Primiero, 1888, sergente; COMP'E R Enrico
fu Francesco, Pergine, 1889, sergente; SORDO Auielio dj Paolo,
Castel Tesino, I 886, sergente; 'T ICCÒ Umberto fUJ 'Silvio, Roncegno,
1884, sergente; ECCHER Paolo, Roncegno., 1880, caporal :maggiore;
GADOTII Roman,o di Vittorio, Civezzano, 1891, capora! maggiore;
NERVO Rodolfo di Battis,ta, Pteve Tesino, 1890, capòral mag,giore;
OSS Rolando di Antonio, Pergine, 1895, caporai maggiore; lUNAL-
DI Isacco di Armenio, Samone, 1892, caporal ma,ggiore; ZiBNTILE
Eustacchio di Bortolo, Strigno, 1892, c.aporal maggiore; BUFFA Vi-
gilio di Adolfo, Cinte Tesino, 1889, sergente; MOSER Giuseppe di
Giuseppe, Miola; 1889, caporale; PA,C E Francesco di Giobatta, Cin-
te Tesin0, 1893, caporale.
SOLDATI:
ANDERLE Giovanni di Giovanni, Pergine, 1896; ANDREATIA
Emilio fu .Battista, Levico, 1890; ANDREATTA Giacomo di Borto-
lo, Civezzano, 1892; ANESI Gìovanni fu Domenico, B,aselga di
Piné, 1894; AVI Michele di Giuseppe, Baselga di Piné, 189,4; BAL-
DI Costante fu Giuseppe, Ospedaletto, 1896; BANCHER Simone,.
Siror, 1892~ BERNARDI Giuseppe di Erminio, Miola, 1894; BO-
NADIMAN G iovanni di Leonardo, Barco, 1892; BOTTEGA Fer-
41
nando di Floriano, Levico, 1898; BRIDI Luigi fu Giacomo,, Vigolo
Vattaro, 1893; BROCH Luigi di Gabriele, Mis ,(Primiero), 1894; CA-
DROBBI Luigi di Giovanni, Baselga di Plné, 1897; CAMPANA
IlodoDfo, di Michele, Levico, 1892; CAMPESTRINI AHno di Giorgio;
Torceg·no, 1894; CAMPESTRINI Pietro di Linda, Torcegno, 1895;
CAMPREGHER Narciso fu Fran.cesco, Calceranica, 188.5 ; CA-
NEP·PELE Giovanni di David.e, Lavarone, 1895; CASTAfNER Atti-
lio di Santo, Cana·l S. Bono, 1893; CASTAINER Fra.ncesco di San-
to, Cana.l S. Bovo, 1885; CECCATO Ferdinando fu Claudio, Cinte
Tes., 1895; CECCATO Severino fu Vi,gilio, Cinte Tes., 1895; CEC-
CON Giusep,pe di Antonio, Canal S. Bovo, 1898; CONCI Pietro fu
.Basilio, Nogaré, 1886; CORONA C~orgio, Mezzano, 1895; CO-
SNER Giovanni fu GiovanrJ, Primiero, 1887; DALLA FIOR Giu-
seppe di Bortolo, Piné, 1896; DALLA PICCOLA Mario, di ·Giusep-
pe, 1896, Pergine; DELVAI Santo fu Giulio, Levico, 1895; D EBIA-
1
42
1,896; MINATTI Frances,co di Antonio, Grigno, 189 0; MOL[NARI 1
(G. Bazzanf: Sol.dati Italiani rnella Russia in fiamme, Trento,, Temi, 1933; Idem:
La bandiera dei Battaglioni neri, «Boli, Legione 'frent»., 1923, n. 1, pagg. 1-2-3; E.
43
Da.I Rì: DQçume:l\t.a..zione dèiU~ Campagna del Corpo di spedizione italiana in Estre-
mo Oriente, Ibidem, pagg. 4-5-8-9; G. Cescati: Da Kirsanoff a Tientsin, Ibidem,
pagg. 6-7; Ministero della Guerra: L'Esercito ][taliano oeUa Guerra 15-18,, VII, To-
mo, I; A. Mo/ignotzi: Trentini prigionieri in Russia, Torioo., Soc. Ed. Inter., 1'92·0 ;
G. lJerioldi ìn Atti ((A,ccad. Roveret. Agiati» 1922, Ser. V, Voi. V,pa.gg.1 59-164).
44l
Don Gioiehino :scrisse anche un Manuale d'Ufficio per clero curato
(Monauni, Trento, 1905). È costituito da un migliaio di pagine con le
quali vengono spiegate tutte !,e oper:azioni anagrafiche ed amministra-
tive, facenti capo all'Ufficio parrocchiale nel tempo in c.ui vigeva la
legis.Iazione austriaca, che ,delegav·a alle parrocchie l'anagr,afe civile .
Traferito poi come decano, a Strigno, lasciò presso l'ar,cbivio deca-
nale un quaderno dii appunti di storia e cronaiea locale, che risu.lta
una di quelle poche cos·e rimaste dopo là dispersione dei documenti,
perpetrata dur.ante la prima g11Jerra mondiale.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 533; Idem: Somm. Stor. Trent., pag. 250; Vo·
ci di P'rimiero, 19 54, n. 8).
1
45
Le sue opere: Poesie di un prete (Rebellato, 1970); L'amore sporca
(Trento, Monaun.i);, Schegge di Vangelo, che diceva alla radio; Ulti-
mo viaggio (Bologna, E·dl. Boria, 1976), opera pubblicata postum,a.
Quando la morte Io colse stava lavorando per una trilogia.: Il libro
delle scritture.
Con lo speudonimo «Il picchio» collaborava con la stampa locale
po,rgendo ai lettori brani poetici in rima e in prosa.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent,, 1Pag. 447; O. B rentari: Guida Trent., I, pag. 360).
46
Tradusse del Pasteur la Storia dei Papi' dalla fine del medioevo
(Trento1 1890; Rom~ Desc.Ieé, 1912.).Dal tedesco tradusse I Papi del
Medioevo (Roma., 1897).
Scrisse: Il Convertiti del secolo decimonono (Trento, 1871);Appunti
critici da servire al Giudizio di Girolamo Savonarola (Trento, 1898);
La questione sactale, ovvero istituzioni di sociologia (Trento, 1897).
Fu il fondatore della B,iblioteca del Ginnasio Vescovile e nel corso
di trent'anni la arricchi di oltre 15.000 volumi.
Ebbe il titolo e le insegne di «Cameriere· ordinarz:o di Sua S.antità».
(p. Emanuele Bazzanella: necrolo1?ii0 in Atti «Ace. R,ov,erebi.. 1997, S. fil, pagg,
LXVII-LIXIX, con ritratto i Ambrosi: Scritt. Art. Trent.; pag. 406 ; A. Costa su
«Voci Amiche», «Borgo, settembre 1959, n. 4; F. Nicolao.· Jmèr, pag. 4 7).
47
Svolse anche importanti missioni diplomatiche all'estero: a Vienna,
a Parigi, a Berlino.
Nel 1893, con il primo, Ministero Giolitti, è direttore capo divisione
agli Interni. Nello stesso, anno viene nominato Prefetto ad Arezzo.
Tra il dicembre 1.893 ed il settembre 1894-è Prefetto ad Agrigento. Si
ebbe in qu.es.to periodo la ramosa sollevazione dei Fa:sci Siciliani, per
cui sottoposta la Regione allo stato d'assedio, dovette deferire i suoi
poteri. all'Esercito,, sottraendosi così alla responsabilità di quem fatti di
1
sangue.
Dal 1 settembre 1894 è prefetto a. Brescia e nel 1896 a Caserta. In
questo stesso anno si ,congedò.
Mori a Friesach, 11ielle Alpi austriache, il 21 lruglio 1896.
Fu un uomo co n tendenze di sinistra, ma, essendo Prefetto in ìBre-
1
,48
stica nella questione delle decime (Roma, 1887); Delle trasformazio-
ni vecchie e recenti dell'agricoltura nostra e forestiera {Bologna, Fa-
va, 1888}; I boschi e la nostra politicaforestale (Bologna, 1888); La
pastorizia in Italia (Ibid. 1888).
(Ambr0:si: Scritt. Art. Trent., pag. 329; Calendario Generale del Regno d'Italia,
Roma,, 1880 e ss; Ar-ch. Centr. Stato, Minist. Pubbl. Istruz.: Fascicoli personali bs
169; Mini.si. Interno: Div. I bs 70 e Ruoli d'anzianità bs, 26; De Gubernatis: Pic-
colo ù izion dei Contemp. ital., Roma, 1892, p,ag. 92; G. Caroccf: Agostino Dep,re-
tis e »a politica itaJ. ecc.~ Torino1 1956, pagg. 5.31 -569;, F.Fonzi; Crìspi e le «Stato
di Mhlano». Milano, 1965, pagg. 44Z-448 ; Dizionario del Risorg. Italiano: 11 pag.
253; Enciclop. Europea-amerl'cana: VIII, pag. 408; F. Bonel/i in Dizion. Biogr. de-
gli italiani, 1st. Ed Trtccarli. Vol. 9, pagg. 444-445).
49
cune nozioni sugli insetti e dei loro rapporti coll'agricoltura (Tren.to,
s.a.); Escursioni entomologiche nella Calabria (Firenze, 1875); Sulle
Alpi; rime.mbr:anze di una gita nella Valle trentina dei Coleo·tteri,
stampata a F~renze per cura della So·cietà entomologica italiana.
5,0
Ma l'opera storica di maggior rilievo fu l'Hlstoria di Feltre (Vene~
zi:a, Tip. Vitali, 1673), Per questa sua opera venne inscritto nel libro
d'oro della nobiltà felt ri111a. L' opera venne ristampata recentemente in
• •
copia anastatica.
lFeltre lo ricorda con una lap~de sita nella chiesa di Ognissanti:
A!ETERNAE C()MMENDAT[ON[S VIRO / HTERONIMO BERTONDELLO
DOCTORI / EQUIJE AURATO NOBILI IMIPERJALI /FEL'li'R. CRONISTAE
HISTORICO ELEGANTI / GESTORUM MEMORALIUM FACINORUM /
IMMEMORABI L[UM E XPOSITORJ / OBLIVIONT ADVERSARJO / URBI
BENEMER[TO P 'A TRJCIO ASCRIPTO / ORDINI GRATO f CIVINUS CON-
DIG NO AFFEST0 1
/ AD RECOLENDAM TANTE VIRI MEMOREAM /
MDCLXXXTTJ.
(Ambrosi: ScritL Art. Trent.,pag. 49; Montebetlo: o.e., pag. 297; Tarlarotti: Bi-
bln. Tìrol.; Mons. Fontana in «Strenna T remt.» 1953; Bretrtari: o.e., pag. 349; Se·ra-
gatri in «Stuò~ Trent.", l923, pag. 358; A. FeJfin: StQria di FeHte, pagg. 179; Betta.-
nini in «Morata111arai,, 1948, pag. 24; A. Costa in «Voci Amiche», Borgo. Novembre
1956, pag. 5};
(U. Tornassoni: Necrologio in Atti «Ace. Roveret. Agiati!I, 1957, S.V. Voi. VI,
pag. I V).
51
libero, in ricerche di carattere storico locale. N,el 1890 stese un Rias-
sunto dl storia patria, dedicato agli insegnanti.
Fu amante e ·buon conoscitore di musica. sacra e strinse profonda
amicizia con il Pr,of. Terrabugio, del quale s.aràr fatta menzione più
avanti. Tentò anche la poesia e, come scri:sse il !Prof. Mons. Don. Ste~
fano Fonta111~ ,di ciò < rprodusse poco~ ma squisito».
Da Siror fu trasferjto parr,oco a Pilcante (1896) e poi decano a
MaEè. Mori a Imèr nel 1924.
(«Voci di Prim·ìero,,: Anno, 1941, n° 3, 1954, n. 12; F. Taufer in guida deUe Valli
di Primìero, m977, pagg. 44, 47); F. Nico{ao ùnèr, pag. 11.
52
A vent'anni si trovò «famiglio» a San Martino di Castrozz,a e qui
conobbe ed entrò in amicizia con i primi scalatori esteri che si cimen-
tavano sui nostri monti. Cominciò quindi la sua scuola di roccia «ru-
bando il mestiere», come si diceva allora, e ben presto si mise alla pa-
ri dei maestri, supera.ndone non pochi. Per rendere Pidea dell''uomo e
del come na,cque fil nostro alpinismo locale, daremo, qui sotto un par-
zial,e elenco delle sue scalate e di ciascuna diremo la data, il nome del.
cliente, delle guide c.he con lui collaboravano~ nonch.é l'eventuale
menzione bibliografica.
53
1889, 264, 1890, 75); settembre 1892: le signol!'e Silvia Toffol e Ame-
lia Crescini, con i rispettivi mariti e oorn fa guida B. Zagonel.
la guida Barbaria) supera le due cime (Alp. Jouro., Xli, 455). Altre
sue scalate: 21 luglio 1887: S. Zilzer, R. Wolf, guida Dimaj; 6 agosto
· 1888: G. D'Anna (Rjv. Mens., n888, 318 e 1889, 129); 17 giugno
1889: von Rudzewski (Mitt.., 1889, 159); 8 agosto 1889: G. Melzi,
CAI Milano (Riv. Mens., 1889, 77); 14 luglio 1892 : R. Corry (Oes.
Alp. Z., 1889~ 308); 18 agosto 1892: F. P11.1gno, E. Banda, CAI MiJa-
n,o, guida Tavernaro (Riv. Mens., 1892, 319); 25 luglio 1894: G. Le-
vi, CAI Firenze (Jbid., 1894, 14).
54
CIMA lPRADIDALI (m. 2754)
Pare sia. stata salita da alpmisti inglesi nel 1874 o 75, sii dà per cer-
to che il Bettega. con T. T. 'W ood e Barbar:ia. l' abbia salita il 7 a.go-
sto 1890 (Alp. Journ., Ili, 368);
CIMA VAL DI ROD A (m. 2790)
1
55
Durante la guerra 19[4; 18 compì qualche escursione con gli Alpi-
ni italiani. Per questa attività, dopo Caporetto e su delazione di qual-
cu:no, fu arrestato dagli Austriaci e condotto a Pergine ove, fortuna-
tamente ·u.n giud.ice I-o prosciolse. Ma le tremilla corone~ me due manze,
la vacca e i danni alla sua proprietà che gli Austriaci gli razziarono
all'att,o dell'arresto, non furono certo ripagati da quel «qualcosa,>che
ricevette nel 1926 dal governo italiano.
F1ll spesso ospìt,e all' estero di famiglie altolocate, a Londra, a Vien-
na...., ma preferiva intimamente la conversazione con le sue mucche
ed i silenzi melodiosi delle crode.
Le Pale di San. Martino lo ricordano con For,cella Bettega, la T,orre
Bettega, il Passo lBet,tega; a noi di questo personaggio rimane i.I suo
esempio di onestà, di sch:iettezz.a d'animo, del :suo sens·o del limite; ci
rimane l'azzurrità della sua anima, cioè tutto ciò ch'egli seppe ap-
prendere dalle le.zioni della sua grande maestra: l:a Natura'!
(lJrentari: Guida Trernt. P. Uda pag. 336: Le Pale di San Martino; fJa/tisti: Gui-
,da di Prim., pag. 34; AA.S.T. P'rim. di ieri... e oggi; Ortolani, paig. 110; S .calet,
Faoro, TiriJ1delli: Ouida deUe PaJ!e di San Martino; G. Meneguz.: «Voci di Primie-
ro», Anno 1969, 7-~),; TreCçQni; E11ciclop. Ital. Ed., 1949 pag. 6$8; Ccnighi - Vi-
1
,
56
Così nel 1613 tutti i beni Bizzer diverunero proprietà dell'istituzione
e: nena sua casa trovò sede il benefico e<Monte di pietà».
(S.ag. G.. Gasperelti: Orme !Preziose, Art. Graf. Tridlentum., Trento 1928, pag.
9 2).
( Weber: Art. Trernt. etc., pag. 48; V. Zanoiini: Cronachetta di Cogno·la, pag. 19;
Bibl. Co,rr. Trento: ms 2111 ; N. Rasmo in «Trentino», 1935, 7-'.8, pag. 441 ;G.B.
Emert su «Studi Trent.,;, 1939, fase. 3, pag. 224).
57
BONAT VITTORIO, p,edagogo e naturalista, na,cque a Primiero
(Uezzano) 1'8 febbraio 1875. Nel 1894 si diplomò maestro e co,me
talle iniziò la sua attività nel suo paese natale. Fecè poi parte d~ quel
generoso gruppo di maestri trentini che si trasferì in Istria. Qui fu ag-
gr,egarto arll'lstituto agrario di Parenzo. Fu a.pprezzato coUaboraitore
del mensile «L'Istria Agricola».
Dopo essere stato maestro dirigente a Umaigo, fu promosso Ispet-
tore Scolastico di Parenzo, donde diresse per qualche tempo anche le
circoscrizioni di Pìsin,o e Capodistria.
Merita qui menzionare come, sotto la legislazione scolastica au-
striaca, in vigore in Istria co.me nel Trentino~ venissero determinate le
nomine a questa delicata mansione. Da una commissione distrettuale
veniva stillata una terna di nomi scelti tra gli insegnanti più, moral-
mente e professionalmente, validi. Da questa terna il Consiglio Scola-
stico Provinciale elegeva il designato.
Questo basti per determinare la ricchezza dellla personalità del Bo-
nat.
Si dedicò anche a studi di Botanica, classificando piante, ra,c·co-
gliendole in voluminosi albums, S,crisse un fascicolo sui serpenti.
Dopo essere stato poi Ispettore Scolastico a Feltre e quindi a Bel=
luno, :si ritirò ai vita [Pifivata.
Mo:rì a Venezia, nel marzo del 1972, alla bella età di 97 anni.
58
parti infetti cui fu addetta, il conforto della sua i,ifaticabile operosità,
rendendosi preziosa collaboratrice e figura ,di pietos,o sacrificio perso-
nale>>,
Questa la citazione all'Ordine del giorno dello Stato Maggiore del-
la Prima Armata; con il quale venne insignita di medaglia d'oro. dal
Comando stes.so, di medaglia d1argento dalla Direzmone G·enerale deE-
la Sanità del Ministero dell'Interno ,e di due croci di guerra. ,
Ma nelJa sua attività umanitaria, ciò, che .altamente qualifica il suo
lavoro fu la missione di religiosità cristiana elle, in collaborazione
con iJ Cappellano Militare don Celestino Briacea, più tardi vescovo di
Mondovi, svolse tra i feriti, i malati, i morenti.
Nel 1965, in occasione della ricorrenza dell'e.n trata delle truppe ita-
liane in quellla. cittadina, il Consiglio Comunale deliberò ed offri alla
Signora lBonetti la medaglia d'oro.
Finita ta guerra, coniugatasi in Eccheli, viisse, modesta e schiva di
lodi, a Pilcante,
Morì in tardissima età, portando se:mpre con sè1 segreto neJ CUJore, 1
(A. Zianetel i:n , Voci P.r~mi.ero», Anno 1967, n° 7; D. V. ,Stenico: Lai volontaria
derna pietà in «Trentino0, agosto 1927, pag. 161 ).
Borgo.
Nel marzo del 1615, due anni dopo d'essere rimasta orfana della
madre, fu condotta dal padre nel mon.astero di S. Chiara in Trento.
perché qUJivi si provedesse alla sua educazione.
59
A Trent,o rimase tre anni, ma alla fine del terzo anno, avendo
espresso al padre il desiderio di farsi religiosa, lo tr,ovò dissenziente.
Egli infatti decis,e di distoglier.la da questa intenzio,ne con il portarla
con :sè a Vicenza.
Ma fu inutile ed il 21 giugno del 1621, vincendo la resist,enza dèl
padret potè entrare nel Monastero benedettino di San Girolamo a
Bassano, avendo Ella l'età di 15 anni.
Nel monastero vis:s,e intensamente la sua vocazione ed assurse alle
più alte vette del misticismo. Nef 163.2 si ebbe le Sti.mmate e nei gi,o·
vedi e venerdì riviveva la Passione di Cristo. f'lll dotata del dono defila
bilocazione.
In una delle sue estasi eblbe la grazia di rivedere la sua mamma,
trionfante tra i be-ati del Cielo.
(MontelJ,elfo: ,o.e., pag. 462; L. Bracco: Vita della iBeata Joan. Bohonom.i,, Roma,
]886; P. Du Burg: Une exstatique au XVll siècle: la Bienheur,euse Janne Marte
Bohonomo, Parsi, 19 10; F. Segwiiller: Lebeo der silig,en J. M. Bobooomo aus dem
1
60
BORE:SA FRANCESCO di S'trigno,, indoratore. Nel 1663 dorò la
pala dell'Altar Mag_gior,e e quella di Sant'.Antonio nella parrocchìale
di Civezzano.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent.,pag. 144; A. Berto/uzza: I rimedi, tip. Dossi, Trento
1977, p:ag. 24).
61
Nel 1778 passò :a Milano come Archiatr.ai dell'arciduca Ferdinan-
do. governatore della Lombardia.
A Milano, il 21 dicembre l 785, mori.
SulJa sua casa natalle in Civezzano venne collocata una lapidle con
queste epigrafe:
QUI NACQUE / G.B.B. / 13 FBBB. 1725 / DELLE UMANE LETTERE
TRENTO / PADOVA BOLOGNA D ELLE MEDICHE SCIENZE / L•EBBER
1
62
L822). Nella B. C. ru Bassano vi è una serie di lettere di G. B. B. ,ad
A. Caldari - E. 4 Busta V - A. 14.
A Milano nel 1854 venne stampato il De pulsihus con brevi notizie
intorno alla persona e le opere di Gian Battista Borsieri de K anilfeld
a cura del m·edico trentino Leonardo dei Clock.
U Dottor Emilio Dalla Rosa, suo concittadi.Dlo che inconilEeremo
più tardi, raccolse del Borsieri le memorie autobiografiche.
Pavia ricorda il maestro con un busto sito sotto i portici.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent.,, pa.gg. 138, 139. 467; G. M. Mazzucchelli: Gli
Scriitt. d'Italia, li, 3, Brescia, 1762, pag. 1821; G. B. Mittarelli: De Letteratura fa-
ventinorum etc. Venetiis, l77S, pag. 37; G. B. Cornaiani: I Secoli della Letteratura
Italiana, V, Torino 1956, pag. 381; B. Carminati: Prolusione in lode di G.B.B.;Mi-
lano, 18 IO; C. Ugonì: Della Letter:atura Ital. della Il metà del se:c. XVlll, Brescia.
1821, II, VI; E. De Tihaldo: Biografie d!egli Itruliani illustri, Ill, Venezia, 1836, p,ag. •
390; Memorie e dQcumenti per la storia dell'U~ive:rs. di !Pavia e degli uomini più iii-
lustri che v'insegnarono, I, Pavia, 1878, pag, 212; G. C. Tovoni:· Medicaem Triclen-
ti1111Um id est syllabws med.icorum civitatis et dioecesis Tridentinae, Tridenti, 1889,
pag. 9.5; Memorie deJf'l.(Acc. Aginti»., Rovereto, 1905, pag. 478; L. Bonom.i: Natu-
ralisti, medici e tecnici trentini, Trento, 1930, pag. 17; C. Wurzb.aclz: Biographi-
sches: Lex. Etc.., II, pag. 7i6; P. Ca.sìni. U. Baldlini in Dizionario degli Italiani, Voi.
13; Prorrer: Med. Trent. pag,. 20t; Brentari: Guida Trent., I, pag. 255; Leonardo
Cloche: Cenni lbiogr. imtomo a G..B.B., Trento, 1827: Dr. E. Dalla Roso: M:emorie
etc., Trento, Scotoni & Vitti, 1885; La-,.011.sse, Ri:zzoll, II, 1966, pag. 6:83; G.
Chiuppani: Lettere di scritt. tre111t. 111ella B. C. di Bassano, «Trldeotum11-, VI-VII,
pagg. 280~284).
63
di UJ!l grosso borgo, gli s.i presentò una commissione di notabili (.... ed
in tempo d.i regime fascista si può facilmente supporre chi fossero co-
storo). Si voleva un parroco che fosse così.... così..., così. ..
Il Vicario :ripeteva con tutta calma: « Uno· così.... vedlamo ...JJ, ed
apren.do lentam,ente il primo cassetto della scrivania, ,cl!opo di aver
sollevato alcune carte: «•.•qui non c'è!».
R,evisionati tutti i cassetti, sprizzando d.agli occhi vividi un'ironia
scherzosa e disarmante, concluse: «Uno come lo volete voi qui non
l'abbiamo ... p·rovate a cer:carlo in Val G(tr:dena!»
Lo scherzo ruppe il ghiaccio ed il parroco venne nominato seguen·
do la normale prassi del conc,ors·o ,curiale e. non quella fascista usa a
decretare le nomine da11' atlto.
Con queste sue capacità seppe cooperare con il suo Vescovo alla
guida deUa Barca tra i marosi di un fa:scismo ormai tracotante, di
una guerra che colpiva le contrade oltre che i fronti, della dominazio,-
ne tedesca ed infme. ancora una volta, all'opera di ricostruzione.
lJn'o,asi di ristoro la cercava nei fuggevoli ritorni nella sua Strigno.
·Q ui aveva arricchito la decanale di un ottimo organo «Mascioni»·, col-
laudato il 4 agosrto 1929 da illustri maestri quali F. Germani dell' AU ·
gusteo di Roma, R. Man.ari della P,ontificia Scuola Superiore di Musi-
ca Sacra, i rtrentini Prof. Dalla Po,rta e R. Lu:neUi.
Dette incarico al pittore Antonio Fasal di affrescare la chiesa e ne
sorti un lavoro non privo di concezione:: un connubio· tra il bizantino
antico e l'impressionismo moderno, che arricchiva il preslbiterio di
una fantasmagoric.a «gloria di colori» (Prof. Segata). Stupendi co-
munque i grafiti. L'opera rimase in,compiuta per la morte del Fasal,
avvenuta in seguito a ferite contratte sul fronte africano. Ora gran
parte del lavoro è stato cancellato.
La salma di Mons. Pasquale riposa nel cimitero di Strigno, accan-
to a quella di Don Antonio Coradello, suo amico e co,nfidente.
(A. Costa: r Vescovi di Trento, pag. 3:52; Musica Sacra, Milano, 1930. n. 5,
pag. 76; A. Zanete.l: ricordi personali).
64
ch'egli sostituì con «C.hiaromonteJ>. Nel 1780 acquistò :il famoso pa-
lazzo Someda, ne ripristinò le strutture e vi realizzò una cappella de-
dicata alla Vergine ed al patrono della sua famiglia, San Francesco di
Paola. Con questo suo operare ·nel campo dell'incoraggiamento all'ar-
te si unì a quel folto g.ruppo d~ intelligenti am.atori che c,ontribuirono
ad arricchire molte case dei nostri ·villlaggi di Primiero di preziosi af-
freschi, 1che l'amministrazione comprensoriale pare sia lodevolmentet
impegnata a salvaguardare.
65
terinarie distrettuali (Ibid., 1881); Relazione sopra due libri presenta-
ti alla Soc. di Scienze mediche di Conegliano (Oderzo, 1881), la rela-
zione riguar'da una dissertazione sulla sifùide, del dottor M.A. Levi ed
una Istrodemonornania del dottor Franz:olini; De Carlo Ro,berto Dar~
win, cenno commemorativo letto alla Soc, Sci,enze med. di Coneglia-
no (lbid,, E882); Sulla condizione igienica de! distretto di San Donà
(Ibidl., 1882).
Scrisse inoltre la Commemorazione funebre di Matteo Ceccarel,
letta a Con,egliano e stampata a L,atisana; la Commemorazione del
dottor Achille Armellini, letta a Borgo,; Sulle acque tesobiane di Ron-
cegno nella cura della pellagra, m.e moria letta a Conegliano ,e stam-
pata a Milano;, L'influenza nei bambini, dissertazione pubblicata sul
Giornale ,del Piadra in Napoli.
(A1nbrosi: Scritrt. Art. Tre111t., pag. 463; A. De Gubernatis in Dicti.onaire des écri-
vains du Monde Laiti:ne, Firenze,, 1905 , pag. 180~ Idem: Dizionario biograf. deglE
scritt. Contemp. Firenze, Le Monnier, 1879, pag. 180; Idem: Piccolo Diz:ion.. dei
Contemp. Roma, 1895, :Pag. 136).
66
sembrò aver ereditato dalla famiglia Negrelli le capa,cità intellettuali,
la fortezza di carattere e ti'ecletticità degli impegni.
Lasciato Strigno, seguì il padre a Rovereto, a Malè, a Fondo, a
Cembra. Rimase orfano di padre in tenera età e la vedova sua madre
si stabilì in Rovereto ove il figlio seguì i corsi elementari.
Iniziò poi per volere della madre gli studi. tecnici, che più tardi ab-
lbandonò per dedicarsi ai classicL Raggiunse infatti, sempre a Rovere-
to, la maturità classica nel marzo del 1873.
Presso l'Università di Irnnsbruck scelse la facoltà di materie lettera~
rie, sezione storia e geografia, che proseguì poi ,a Vien.na. Iniziò poi
r insegnamento a Rovereto prima e po,scia a Pisino, ijn Istria.
Acquisita una nuova lall!rea in Padova, ebbe il posto di ruoto per
la cattedra di lettere presso il Ginnasio di Catania.
Nel 1870 è a Bassano del Grappa, insegnante presso quel Liceo,
del quale assumerà la presidenza nel 1870.
Sportivo, escursionista, ciclista egli stesso, intraprese, con l'esem-
p,io, la parola e gli scritti un'azione promotric,e degli sports nelle sç uo-
~e.
Poeta, prosatoret conferenziere, pubblicista, si manifestò sin da
studente quando in Rovereto pubblicò dei versi.
Dal 1887 inÉziò la collaiboraz~one al «Bollettino del Club Alpino
lLaliano». Dal E890 al l 91 O collaborò all:a c,Letteratura>J~ al «Triden-
tum>J, a «Nuova AntologiaJJ, al «Bollettino della Soc. Bibliogr. Italia-
na),, all'<<Almanacco Bempora,dJ>, e ad altre riviste.
Nel 1878 ,aveva sposato Domenica Fusaro.
Abbandonata nel 1890 la dirigenza scolastica ai Bassano, si trasfe-
rmsce a Milano per dedicarsi al giornalismo. Entrò nel Corriere ,dlella
Sera, facendo parte della redazione, ,collaborando nel frattempo con i
giornali loc:ali defila sua Trento, di Catania, di Venezia e Vicenza.
Nel 1908 !:ascia il Corriere e fonda un a rivista turistico-patriottica::
<<[Jalia bella 11.
Scoppìata la prima guerra mondialé, fondò la Lega Nazionale, icon
scopi irredentistici. Nel frattempo, dal Corriere, illustrava a:i l1ettori :i
«Bollettini del Comando Supremo».
U primo settembre 1920 si trasferì ,a Trento per assumere la dire-
zione de La Libertà, quotidiano di tendenza liberale, ma alla ftne cl!el-
lo stesso anno dette Ee dimissioni per divergenze poHticbe con i finan-
ziatori dlel giornale, sganciandosi nel oont,empo dal Partito Liberale
Trentino,.
6,7
N'el 1921 prese parte allle prime elezioni politiche tenute nella no-
stra regione, dopo l'annessione. Me:rita~ per inciso, parlarne. ID R.D.
del f 8 novemlbre 1920, n. 1655 dettav.a le n.orme elettorali per Je Pro-
·vìnce annesse. Con decreto susseguente furono determinati, per la
Venezia Tridentina, i due collegi di Trento e Bolzano.
Per il collegio di Trento furono presentate cinque liste: la lista tede-
sca con contrassegno bianco roccia ,e la scritta «Sud· TirobJ; la Lista
popolare (scudo, crociato con scritta r,Libertas>J),· la lista liberale de-
mocratica (stella d'Italia); la listai socialista (falce, martello e libro);
la lista del blocco economico (incudine; fasci:o; vanga; falce). La 110-
:stra z.ona era ,cos,i rappresentata: nessun candidato nella lista tedesca;
De Gasperi d,ott. Alcide di Amedeo nato a Pieve Tesino, Carbonari
dott. Luigi fu Zaccaria rnato a Carbonare (la moglie era di Strigno),
Romani Pietro fu Romano nato a Borgo, Toffol Valentino fu Bortolo
nato ai Siror, Tamanini Enrico nato a Vigolo Vattaro il 27 luglio
1883, nella lista popolare; Ognibeni dott. Alberto fu Giovanni nato a
Utr,ech, ma con tutta probabilità di origine tesina, nella lista liberale;
111essu111 candidato nella lista socialista; BRENTARJ OTTONE fu Mi-
ch,ele nato a Strigno, per la lista del blocco economico.
L'affluenza alle urne fu bassissima in tu1tt.a la regione: Ro,vereto,
p,er esempio, fu del 75,7, che fu la perc,entuale più alta; Borgo iJ 65,8
e Primiero il 56, n.
A Borgo i popolari ebbero iJ 47,9 per cento; i liberaJ!i il 9,2; i socia-
listi il 39,2 e la lista del. blocco, economico il 3,5; nessun voto alma li-
sta tedesca.
A Primiero E popolari il 47,5; il 4,8 i liberali;. iil 46,9 i socialisti; lo
0,6 la lista del blocco; nessun voto alla lista tedesca.
Il mostro Brentari si ebbe addunque una grave delusione... , ma dal
vaso del'la pol~tica sorte più assenzio• che miele.
Eppure a Br,entari spetta particolare riconoscime.nto, per l'opera ap-
p,a:ssionata e ard·ita s.volta a sostegno della. riicostruzione soprattutto
,di quelle zone del Trentino cb,e ebb,ero Le maggiori distruzioni di guer-
ra. Con articoli, c,onferenze, numeri unici, lettere aperte ad onorevoli,
non si stancava di far presente la tragica sit.uazi,one: paesi distrutti,
campagne incolte e lacerate d!ai crateri delle bombe, il piccolo rispar-
mio, co111 il basso cambio dell:a corona, volatilizzato, le sofferenze dei
vecchi, dei bambini, delle vedove e degli orfani di guerra. Apertamen-
te denunciava: i ritardi burocratici, l'incompetenza delle amministra-
zioni comunali affidate dtautorità ad elementi usciti dall;resercito. Ri=
68
cordate: « ... e con la fllosse.ra, signor Podestà? ... Introdurremmo an-
che quella!...JJ
[I due giugno del 1'920 tenne a Milano la famosa conferenza: L 'al-
legra. agonia del Trentino ..., «Tutt,o il bene vien fatto male, e tutto il
male vien/atto bene», disse tra l'altro ... e presentò un ordine del gior-
no .sottoscritto ed approvato da ben 99 Associazioni.
Verso la fine del 1921, ormai stanco, si ritirò a Rossano Veneto,
nella casa di proprietà della moglie e, compiuti da qualche giorno i 69
annm d'età, mori il [ 7 novembre dello stesso anno.
Dai titoli deE suoi lavori c:he qui sotto pubblichiamo, in parte, tra-
spare Ia vivacità e l'operosità del suo pensiero.
Nel 1874 una sua poesia Per f/ centennario della morté del Petrar-
ca, ,ebbe l'encomi.o del Comitato per le onoranze in Avignone; un'al-
tra poesia Nel centennario della battaglia di L.egnano, fu. pubblicata
per cura d,el Consiglio Comunalè di Alessandria.
Proseguendo: La ginnastica nelle scuole elementari, conferenza
(Bassano, ]880); Le so,cietà ginnastiche, discorso (Ibid. 1880); Stu-
dio, Forza, Onestà, discorso (Ibid., 1880); Il Museo di Bassano illu-
strato (Ibid., 188 I); Gtusto Bellavitis, vita ([bid. , 1880); L ;insegna-
mento della geografia nelle scu,ole secondarie e classiche ([bid.,
188 I); La Casa Remc,ndini e la Co.rte di Spagna, a,neddoto storico
([bid., ] 882); Ai ginnasti con:venuti a Possagno, discorso (Ibid.,
1882); L.a fondazione del Monte di Pietà a Bassano, cenni stori'ci
(Ibid., 1882; Giterelle fra Bassano e Asiago (Ibìd., 1883); L~acqua a
Bassano (lbid., 1883); L'arte aurifera a Bassano (lbid., 1883); Lette-
ra a Don Leone Bracco (Vicenza, 1883); Asiago nel 188.3 (Bassano,
1883); Storia di Bassano e del suo tér.ritorio (Ibid., 1884); ,G. B. Fer-
racina {Ibid. , 1884); Dell'antico splendore dei co.mmerci e delle indu-
strie bassanesi (Ibid., 1885); Giovanni Montini (lbid., 188,5); Guida
storico alpina di Bassano, Sette Comuni, Canale del Brenta, Maro-
stica. Possagno (Thid., 1885); Un grido di dolore· del tiro a segno na-
zionale (]bid., 1885); Guida storico alpina del Cadore (Ibid.~ [886);
Un giorno a Vicenza (lbid., 1887); Guida storico alpina di Vicenza,
Recoaro, Schio (Ibid.., 1887); Guida storico alpina di Belluno, Feltre,
Primiero, Agordo, Zoldo (]bid., 1887); PRIMIERO (Riv. Club Alpi-
no ItaL n° :5, pagg, 144 s.s., 1887); S. I. Ferrazzi, vita (Bassano,,
1887); Dante Alighieri alpinista (Padova, Ed. Drucher, n888); Eceli-
no da Romano nella mente del p·opolo e nella poesia (Bassano, 1888);
Racconti di Storia patria per la ter2a, quarta e quinta elementare
(lbid., 1,889); Brevi racconti .di Storia ebraica, greca e romana ad
69
uso delle classi p.rima e seconda elementare (Ibid., n88·9)i; Geografia
e Sto.ria per la terza elementare (1889); Geografia e Storia per la
quinta elementare {Ibid., 1890); Da Vicenza, Padova, Treviso, Oliiero,
Schio., Arsiéto, Monte Su.mmano (Ib,id., 1890); Da PadovtJ, Trevis,o,
Belluno, Feltre (Ibid., 1890); Giacomo dal Ponte, detto i1 Bassano, -
Il principe Amedeo duca d'Aosta, conferenz,e .tenute· .a Bassano e Ve-
nezia (Padova, 1890); Guida d'i Bassano (I Ed., Bassa.no, 1880, Il
Ed., 1890); Guida della Basilica di S . Antonio· da Padova (lbid.,
1891); GUIDA DEL TRENTINO, opera in quattro v,olumi che ci dà
una visione geografica, storica, artistica e turistica delle nostre vallate
(Bassano, 1891 - 1892); STAZIONI BALNEARI E CLIMATICHE
DEL TRENTIN0 (Ibid., 1892); Il primo maggio, co,iferenza (Ibid.,
1
70
LE ROVINE DELLA GUERRA NEL TRENTINO (Milano, Carda-
nit 1919); LETTERE DAL TR.ENTINO (Trento, Disertori~ 1919);
L'ALLEGRA AGONIA DEL TRENTINO. coriferenza tenuta a Mi-
lano il 12 giugno (Milano,, Car.dani, 1920); / BAMBINI DEL TREN-
TlNO, co,iferenza letta nell'Ass Liberale di Milano il 13 marzo
J 920) (Milano, Cardani, 1920); Congedo da direttore de La libertà
(Trento, «La Libertà)), I dicem.bre 19 20); La toponom.astica deJ Tren-
1
(A.mhrosi; Scritt. Art. Trernt., pag, 329; Proner; Medagl. Trent., !Pag. 411 ; Gor-
fer: Le Valli del TrenL, pagg. 789-805; MatLei:: Picc.. Encicl. del Trent. pagg. 70,
185, 190, 220; Pe/lin: Storia di Feltre, èitaz. varie; G. Pedrotti: Atti .«Ace. Agiati»,
R,overeto s.v., 1922, XXXI . XXXIV, necrologio; Cor.riere della Sera, Mfilano 18
novembre 1921, necrologio; Il Nu-0·vo Trerrtin<>», Tr,ento 1,8 novembre 19'21, necro-
logio; T. RoPito: Letterati e giornalisti Ital., Napoli 1922,. 1Pag. 64; F. Menestrina.:
«Studi Trent.», III ( 1922), pagg. 183 e ss.; Ambrosi." Somm. Stor. Stor., Trent., pag.
253; A. De Gubernatis: Diction.aires del écrivains ,ecc., pa,g. 19'5; Idem: Piccolo dì-
zion. dei comtempl, Roma. Por.zan, 189:S.; Idem: Diz;ion. biogr. scritt. conL, Firen.ze,
Le Mo:nnier 1905, pag. 195; V. Stenico: e.Trentino», febbr. 1'9.29, paig. :53, ,con foto-
grafia; li nuovissimo Melzi, Vallardli: Diz. ital. Milano 193:5 pag. 17,8, lJ parte;
«Studi Trentini».· anno I, II, III, citazioni varie).
71
BRIDA GIUSEPPE fu Domenico di Caldonazzo, fu tra i volo,ntari
della Compagnia Svizzera, in Vaticano, al servizio di Papa Pio IX.
Mor~ nel 1860.
72
Si stabilì poi a Trieste. Allo scoppio della prrma :g uerra mondiale
si trasferì a Trento e iPOi a Schwaz, pr,esso Innspruck, per tornare in-
fine a Trento ove morì nel febbraio 1940,
Trattava con sicurezza l'olio, il pastello. Dipingeva di preferenz.a
fiori, n:ature morte, ritratti e miniature.
P'artecipò a diverse mostre, a Trieste, a Napoli.. Il su,o ,rGladioliJ>,
fu acquistato ,dlal Duca. degli Abruzzi.
Opere sue sono presso il Museo di Trento, la raccolta C,ohen di
Pado,va, Acton di Budapest, e presso l'ormai noto pittore di Borgo,
Guido Poi.o che daUa Bruni si ebbe appunto i primi incoraggiamenti
verso l'art.e pittorica.
(G. Poio: Borgo, Voci Amiche, 964 pag. 6; Idem. ottobre 1966, pag. 6; Idem:
novembre 1966, pag. 6; Dic-embre 1966, pag. 6; Comma11dur:ci: Dizion. Art. lta.1.
Ed. 1969, En,ciclop. U11i~. dell'Arte 11SEOA», Milano t969; G,. Wenter Larini: «Do-
lomiti)), T remto; luglio, 1924 ; «Le Revue du Vrai et de Beau», P aris, 25 agosto
1930; G. Polo: «Economia Trentina», Trento 19'66 1 n. 1).
73
Infermo, si ritirò nella sua patria di Castelnuovo d.edicandosi all'as-
siste,nza degli amm~ati e ad opere di bontà e carità.
Era socio dlell'.Accademia degli Agiati ed alcuni suoi amici gli dedi-
carono, alla sua morte avvenUJta a Castelnuovo il 3 giungo [ 904, que-
sta e[Pigrafe:
DON ANTONIO BRUSAMOLIN / NA.TO A CASIBLNUOVO / IL 17
GENNAIO 1837 / ECCELSE TRA I CONFRATELLI DI SACERDOZIO I
PER FORZA D'EMPEGNO VASTETÀ DI COLTURA / lNTEGRITA DI VITA
E FERME,ZZA DI CARATTERE / MAESTRO VALENTISS.EMO EDUCATO-
RE EGREGIO / ATIESE PER OLTRE UN VENTENNIO / ALL'IS1'RUZI 0 ~ 1
74
•
(Ambrosi: Art. Scritt. Trent.,pag. 57; Montebel/o: o,.c., paigg,, 260, 261, 465;
Mazzucchefli: fJ IP. IV, pag. 22 75).
( W.ehèr: o.e., pag. 55; Bibliot. Com. Trento: Tr. ms. 2685 ; Thieme: o.e., V, pag.
20 ~).
75
BUFFA Bar. CARLO di Telve. Una sua lettera, il cui argomento
riguardava la polemica sorta in merito al riconoscimento de:lta santità!
ed il martirio d,el vescovo Adalberto, è contenuta n.elle Memorie anti-
che di Ro,vereto (Venezia, 1754) dii O. Tartarotti; il noto storiografo
roveretano. Fu così coinvolto nella polemica tr,a Rovereto e la Curia,
del P. V. Alberti degli d'Enno Felice.
•
SUIFfA Bar. PIA, pittrice, nata a Tel-ve iil 20 sett,e mbre 1886. Fu
allieva di E·ugenio, Prati, di Francesco Danieli, il troppo poco noto
pittore di Strigno, di Nicolò Canice in Firenz,e., di Bartolomeo Be.zzi,
di Laurenti in Vene:zia. Part,ecipò ad esposizio,nì collettive e ne fece di
personali a Verona e Ven.ezia.
Dipinse un'Aspettazione penosa., per un viennese, un Girovago mu-
sicante, che trov.asi presso il Museo di 'Trento, parecchi Ritratti e
P,aesaggi. Per Telve dipinse la Pala dell'Altar Maggio.re.
Ii Weber le attribuisce «forza di dise:gno, armonia di colo·rito, un.a
vena di JJ9etiea malinconia».
( Weber: o.e., pag. 56; Thieme Becher K iinstlerlex V, 19 11; Commanducci: o .c.,
Ed . 111, IV, pag. 458).
76
comparata presso l'Univers1tà di Pad,ova. Fu assistente via via dei
Professori Ca.nestriini, Berlese, Ficalbi e Grassi.
Pubblic,ò degli S1tl!ldi su argomenti zool<ogici ed in particolare sui
Tasanotteri. Si occupò anche di entologia agraria e di bachicoltura.
Ritirate.si a Merano coprì i:mpo,rtanti cariche pubbliche. Dal a935
fu Conservatore Onorario per la Zoo,logia del Museo di Storia. Natu-
rale dli Trento.
A Merano mori il .24 maggio 1941.
77
ebbe modo <li affermarsi in Italia e all'estero, partecipando ai <:,ongres-
si, pubblicando numerosi stUJdi ,e. relazioni, conquistando fama in Eu-
ropa di stimato esperto.
Diresse gli A.nnali dell'Uff. Centr. di metereologia. Collaborò n,egli
Annali di statistica., nella c,Rivista marittima». nei Bo·llettini ed An-
nuali delJ' Associazione metereologica italiana, Fu corrispondente per
la parte specifiiea della Gazzetta d'Italia, della Rassegna, del Diritto,
,del Popolo, Romano.
Non trascurò la sua regione e scrisse su l'«Alto Adige», su
«Strenna Trentina», ecc.
Abbandonato per ragioni non precisate l'incarico a Roma; assunse
rn C ìrcolo d'Ispezione Catastale ,di Treviso.
Tra i suoi sc:ritti troviamo: fl mareografo ed i valori delle maree
n'ella r.ada di Trieste (Trieste, Progr. dell'Accademia di Comm. e
Nautica); Nefologia (Riv. maritt. 1882); Discorsi popolari di metereo-
logia, con speciale riguardo all'igiene, all'agricoltura ed alle foreste
(Roma, Para via); Fisiologia dei cicloni (Riv. marit., I 882); Determi-
nazione dello stabiliment,o del porto (lbid., 1882); Fisiologia dei ciclo-
ni (Ibid., 1882);. Die Isobarentypen in Italien (Metereo,J. Zeitschr. V.
XIX); Teorie sulle aurore boreali (R.iv. maritt., 1883); Sui tipi isoba-
rici italiani (Nota ~etta all'Ace. dei Lincei il 17 girugno 1883); Misura
delle altezze mediante il ba·rrom,etro (Idem, Roma 1883}; Lezioni po-
polari di astronomia (Roma, Tip. Botta, 1883}; Le predlzfo,n i del
tempo nei principali porti italiani (Riv. marit., 1883); Einige Bemer-
kungen· iiber die analitische Theorie der Cyclonem (Metereol..
Zeitschr., 1884);, Le stelle. La carta celeste dell'emisfero boreale
(Roma. Paravia); Wie men aus der richtung und Drehung der Wien-
de die Aenderung der Isobarentypen betiemen kann (Metereolog.
Zeitschr.); La trasformazione dei tipi isobarici (Riv. marit. [,8 85);
Quelques considerations su, les cartes du temps in Italfe (Annuali
del Congresso di Naincy); Temperatures mov,ennes des principales
stations ital'ienes (Ann. del Congresso di Bi:aritz, 1886); Su/Je varia-
zioni p.eriodiche e non periodiche degli elementi meteorici (Riv. ma-
rit., 1886); La metereologia nel Trentino e i mezzi per promuoverla
(Ann. XIII della Soc. Alp. Trid.); Die Mittelverthn der wichtigset,en
metereologischen Eleme.nte von Palermo (Metereolo,g. Zeitschr., 1887);
Applicazioni dei .tipi isobarici alle predizioni del tempo (Ann. Ass.
Metereol. ltal., 1888); Alcune considerazz'.oni generali sulle predizioni
del tempo (Riv. marit., 1888);; 1Uber die Haussigkeit und Bewegung
der Ge/Jiete Nohen und Mideren Luftdrucke;s auf der nordlichen He-
78
misphtire (Metereolog. Zeitschr., 1888)~ Le temperature ne/l'Emilia,
nella· Lombardia e nel Veneto (Atti Ace. di Bolonga, 1888); Le tem-
perature medie in Italia (Ann. Ass. Metereolog,. Ital.),; Grqfico per le
ridusioni al centr:o trigonometrico (Giornale di topogr., Roma, 1,890);
C'onvergenze mediane e trasformazioni di .coordinate per gli scopi ca-
tastali (Ibid., R.oma, 189 l); Sull'estensione dell'Universo (Trento,
Zippel, 189 I); Un'escursione geologica alpina e un progetto trigono-
metrico (R,overeto, Tip. Roveretana, 1892)... e il già nutrito elenco
potrebbe continuare.
M o_r·1 neIl__ a sua patria _ rurue.
· d'1 P · · ro il_ 27
~ settembr_e 1894,
(Ambrosi: Scrijtt. Art Trent., pag. 417 ; Battisti.• Guida di Prrimiero, pag. 20; Ti-
tele in Primier-o di Ieri.... e di Oggi, pag. 52; A. de GtJbernalis: Piccolo di:zion. dei
cont,emporanei; Idem: Dictionnaire des écrivaiintes etc. 1905, pag. L80),
e
80
rtratto della cara defunta. Il Campocbiesa mise su tela non solo i li-
neamenti, ma anche i sentimenti della scomparsa tanto, che i figli ne
rimasero profondamente commossi.
Di carattere estroso, i:n arte reagì proponendosi un autocontroUo
che gli permettesse solo di interpretare la natura delle cose e di non
sostituirsi ad esse. Questa sua arte positivisitca gli procurò qualche
critica negativa da parte ,d!ell'incipiente neorealism,o.
Essendo la sua arte in gran p·arte frutto, nell'espressione, di una
tecnica acquisita e scoperta in form:a autodidattica, una lacuna la si
può notare nelle sue com.posizioni d'insieme qualche volta non tecni-
cameote contenute.
Circa la sua produzione si parla di oltre trecento ritratti: «In Pri-
miero feci sette ritratti sopra tela e colore, quar-anta in carta e mati-
La, quattrio a Canale e Caoria, otto a Mezzano e lmer, otto a Siror,
a colori e sopra tela".
Molto in ritratto lavorò in Valsu,gana, Rovereto, a Trento. Parec-
·c'hi gli furono commissionati dell'Accademia degli Agiati di Rovereto.
Suo è un ritràt.to del barone G.B. a Prato, dal quale si ricavarono gli
elementi per la creazione del busto della tomba..
Tre ritratti (1853), relativi ai suoi avi, sono assai ben conservati ,e
tenuti con cura del Rag. Livio Rossi di Borgo Valsugana, fmissimo
mtendi\tore d'arte pittorica,
U Campochies:a dipinse più di sessanta pale d'altare: Il Ce·nacolo a
Verla, una Via Cruds per Cles, per Lomaso, un Battesimo di Gesù
per la ,chiesetta di San Martino in Fiera. Sua è una pala d·' altare della
chiesa di Barco in Valsugana, dipinta nel 1862 e una Crociflssion,e
per Mezzano.Purtroppo la guerra del 15~18 distrusse o disperse molti
suoi lavori, come ne distrusse l'incosciente incuria d.i qu.alché erede.
Un San Sebastiano è sulla facciata della chiesa di San Vittore in To- •
nadico.
Si occupò anche di restauro di antichi dipinti sia di privata che di
pubblica proprietà.
l suoi ultimi anni li trascorse a Trento. Uomo di fede profolllda,
trascorreva gran parte delle mattinate servendo SS. Messe in Duomo.
A Trento morì il 28 aprile 1966 e Ea sua salma riposa nel famedio
di qu,ella città.
81
CAPPELLO BARTOLOMEO IGNAZIO, pittor,e, nato a Borgo il 3
dicembre 1688 da Jaco,po Antonio e Catterina degli Avancini. Studiò
a Venezia presso il Laizzarini ed il Balestra e quindi si portò a Mode-
na ove studiò le opere del Correggio.
Lo studio d!ei sommi, Tiziano, Verones·e., Correggio, ;procurò al. no-
stro una particolare valentia neilla scioltezza del disegno, nella tonaRità
dei colori e nelle applicazioni prospettiche.
La·v·orò in Noventa per i conti Giovanelli, a Trento per gli A Prato
e per i ,Seracini.
Chiamato alla corte di ,Spira dal Cardinal Damiano conte Scho-
nborn, vi lavorò per q1Uattro anni. Fl!l alla corte dell'elettore di Magon-
za e po,i passò in diversi conventi dell'Alsazia ove lavorò per i Be.ne-
dettini di Gegenbach. Per ili monastero di Aldorf eseguì La Pala di
San Ciriaco, per quello di Offenbach. l'altare di .San Matteo.
Tornato in patria accettò tinvito del conte Welsperg che lo con-
dusse a Innsbruck. Poi fu a Monaco e sl!lccessivamente ad Augusta e
quivi i suoi disegni venivano tradotti per l'incisione.
Altro suo viaggio fu a Salisburgo e a Chiemsee.
Dopo tanto peregrinare tornò, defmiti'vamente in patria, a Borgo,
ove il 19 agosto 1768 morri, lasciando parecchie opere incompiute.
(Ambrosi;- Scritt, Art. Trent.; pag, 154i Idem; Somm. $tor., pag, 189; Montebel-
Jo: o.e., p.ag. 301; Gerola: Art. Trent. Est., pag. 6~ Bothe von undfiir Tiro/, n. 74,
lnnsbruck, 15 settembre: l 82:5; Webet;" o.e., p,ag. 60; Tiro/et Kiinst. pag. 29; P'érini:
Stat Trerut. II, pag. 109; Thieme: V, pag. 55 1; Sochmann: ms .. 1031, pag. 13, In-
nsbruck; Emert: Fonti manoscr. ined. ecc., pag. 49; Brent:ari: Guida Trent., P.l,
pag. 349; G. De Carli: «Trentino», 1930 pag. 211; E. Benezit: Dictiionnaire des
Peintres etc. Tome 2,, p.ag. 303; A. Cesta in «Voci Amichew, novembre 1961, pag.
13).
82
con competenti articolli, riguardanti problemi sia della Regio,ne Trentia
n.a che Alto Atesina, sia del settore pubblico che privato.
Nel l 868 fu eletto d.eputarto per la Valsugana nelle liste del partito
liberale nazionale.
Nel 1880 si ritirò nella sua villla in lBorgo alternando gli studi su
questioni riguardanti l'educazione popolare, su problemi filosofici,
con le occupazioni inerenti l'amminìstrazio111.e agricola, anche dei suoi
poderi.
Mori nel 1920.
Le sue pubblicazioni: Studio sulla statistica della vita .umana (Ro-
vereto, Tip. Caumo, 1862); La· M iseria (Messaggierie di Rovereto,
1863); Della libértà dell'avvocatura - Dissertazione (R overeto, T ìp.
Caumo, B.863); La via della ricche22a (Tr.aduzione da B. Franklin,
Rovereto, Caumo, 1865); Sulla questione sociale, che è la sua opera
maggiore (Bassano, 1887); ,Un viagg.io del maestro Flavio da ... a
Trento (Trento, Zippel, 18,91); Valle di San Valentino - Val di Fumo
(Rovereto, Roveretana, 1892).
(Ambro:;.i; Sciritt. Art. Trent., pag. 399; L.C.S . in «Studi Trent. Scienze storiche»,
1920, fase. 2, pag. 163).
nel 1880, ma do:micfiliato a S trigno, ove aveva sposato u.na Tiso del
luogo, e crstrignato» di adozione .. Fu la sua una «vita che è stata u.na
b.attaglia per la libertà e per la democ.raz'iaJJ.
83
[niziò la sua attività sociale ancora da studente creando, nel suo
paese natale la Cassa Ruralle e la Famiglia c,ooperativa, e si era nel
E902. Da quest~anno :al 19 12 organizzò più di 40 cooperativ,e.
Nel I 907, studente a Vienna ove s:i laureerà in Giurisprudenza, fu
il terzo imputato tra i 42 stud,enti arrestati per manifestazioni per
l'annessione del Trentino al!l'It:alia.
Era amico intimo di Degasperi e questi lo teneva in grande stima
tanto che nel 1907, in Folgaria, il futuro, grande statista :segnalò, in
un comizio, il giovane ,collaboratore escla:mando: «Trentini, quando
vedete' un uomo come questo, levatevi il cappellOJJ.
Ne~ 1912 era a Trento a fianco di Degasperi nello storico congres-
so dei Cattolici durante il quale fu fon.dato il P·artito Popolare.
NeE1914 venn,e arruolato quale ufficiale austriaco, r,ia fuggi oltre-
passando il confine e si stabil.i a Firenze.
Do[Po la prima guerra mondiale riprese la sua attività cooperativi-
stica e costruì la Federazione deUe leghe dei ,c,ontadini, di cui tenne la
Presidenza sino al 1926. In questa attività organizz1ò un ufficio per
informazioni seriche con corrispondenti a Roma e a Milano, così che
gli allevatori dei bachi erano messi a conoscenza dei movimenti dei
prezzi del s ettore.
Tra iL 1919 ed il 21 organizzò nel Trentino ben 112 ,cooperative di
1
lavoro.
Sempre dopo la prima guerra mondiale, con una marea ,di voti pre-
ferenz,iali fu eletto deputato e t~e rimase fino al a92.6. F u infatti de-
putato al Parlamento per Trento nella XXVI Legislatura. e per il Vene-
to nella xxvn. f'u, anch'egli, dichiarato decaduto daE mandato il 9
novembre 1926.
I Fascisti gli fecero le più lusinghiere proposte onde attir,arlo nel
l,or,o ambito, ma anclh'egli come il Cav. Toffo,l di Siror, che volle scrit-
to sulla sua tomba «Frangar, non flectarJ> (mi spezzerò, ma non ·mi
piegherò}, 00111 si piegò e preferì condurre una vita di stenti piuttosto
che scend,e re a compromessi.
Tirava a.vanti esercitand,o un piccolo commercio per la vendita di
lucido da scarpe, viaggiando di paese in paese con una bicicletta dap-
prima e con una scassata J 100 poi. Conobbe i limitri tra la povertà e
la m iseria, ma era felice: di aver modo, con il suo piccolo commercio,
di entrare in un,infini'tà dì case di vecchi e nuo-vi am:ìci, e di propa-
gandarie la sua fede democratica. Personalmente anch'io debbo a Jui
quella lezio ne che mi aprì gli occhi sull'essenza del fascismo, quand.o
1
lo conolbb:i nel 1937, uscito come ero, come tutti quelli d!ella mia ge-
•
84
nera:zione, da una scuola nella quale C<mistica fascista» era materia
d'obbligo. •
Membro attivo della re·s.istenza, dopo l'ultima guerra fu nominato,
dal Governo militare alleato, Commissario dell'Ufficio det Lavoro.
Riprese quindi l'attività nel. campo cooperativis,tico e ,dell'Unione
Contadini. All'unanimità, eppur «a scheda segreta>), fu nominato an-
che Presidente della Fed.erazione dei Consorzi Cooperativi. Fu pure
Ispettore della Banca Cattoliça di Trento.
Nel 1946 venne eletto deputato alla Costituente, per l'VIII Colle-
gio d~ Trento, con 4.469 voti di prefrerenza. Nel suo «curricoium>, uffi-
ciale gli si attribuiscono dieci importanti interventi.
Accanito «autonomista» e fervente «antiseparatista» fu s,empre a
fianco di Degasperi, di Mott e di altri parlamentari trentini, come fau-
tore della costituzione della Regione Autonoma..
A lui si erano rivo~ti alcuni comuni deU'Ampezzano, di estrazione
ladina., ond.e essere inseriti nella Regione Autonoma,, durante la stesu-
ra della Costituzione Repubblican.a. A questo scopo aveva steso un
ord.ine del giorno sottofirmato ormai da oltre 28,0 parlamentari. Sem-
brava cosa fatta, ma quando giunse in Parlamento la notizia che al-
cuni giovinastri Én una località del Tr,e,ntino (... e non diremo q·ual e, 1
(ScaraTJo Ed.; I Supp.a ~Chi è?», Dizion. Biogr. Etal. d'oggi. il Parlam. della Re-
pubbl. ltat nella I Legisl., pagg. 20-43 ; La Navicella Ed.: I Deputati e i Senatori
del I Pari. Ital., Roma, 194!9, pag. 486, con ritratto; L 'A,dige, 21 settembre 197 J;
Vita Trentina, 23 settembre 1971).
85
CARNERI GAETANO, maèstro muratore, di Borgo. Diresse dal
I 730 i lavori per la rifabbrica della chiesa di Telve di Sotto.
86
stiche» nel quale sono descritte le sue esperienze e la dim,ostrazione
del suo asserto,,
Per tutta ,questa sua attività i compaesani lo chiamavano bonaria-
mente t~Piero Ava>I', ma i competenti lo fecero premi.are con la «Croce
di Cavaliere della Repubblica,,.
Lasciò pure in manoscritto un «Dario» da cui si posson,o ricavare
delle vicissitudi:ni riguardanti i Trentini combattenti e prigionieri in
Ru:s:sia nella. guerra del 1914-18.
87
CASAGRANDE EGIDIO nacque a Borgo nel 1911. Compiuti gli
studi elementari, allora di otto anni, ,d!urante i quali manifestò grande
inclinazione al dijsegno, entrò come apprendista neIPOfficina artistica
L. Taddei di Borgo, la quale aveva già ottenuto ragguardevoli affer-
mazioni alla Fiera Campionaria di Milano nel 1925. Uscito da questa
fucina d'artisti, il Casagrandie aperse urn suo laboratorio a Milano.
Non appena poté conquistarsi uno spazio nella Fiera Campionaria
della m,etropoli lombarda, i suoi lavori ebber,o modo ,di essere parti,co-
larmente apprezzati: anfore, piatti ornaim,entali, vassoÉ, coppe e qu.an-
t'altro la su.a fervida fantasia potev,a tradurre dalla lavorazioI11e del ra-
me e de!rottone, incontrarono il favore degli arredattori. Il suo nome
cominciò a venir s,egnalato dalla stampa specializzata e la critica ad
essergli propizia.
Nel 1935 torn.ò a Borgo e fon.dò lo stabilimento per la lavorazione
del rame e giunse ad occup,are sin 160 operai. P.arteci.pò a mostre ar-
tigianali a Parigi~ a Bruxelles, in Germanm a; fu presente fmo al 1960
alla Campionaria di Firenze. Suoi lavori sono :sparsi in tutto il mon-
do, persino in G iappone.
Tentò, lavori ,di gran mole, come [a bizzarr,a fontana che tr,ovasi al-
l'entrata nord ,di Borgo. Forse avrebbe raggiunto un aut,entico UveE!o
artistico anche in questo ramo, :se la morte no,n lo avesse co[to pre-
maturamente 1'11 giugno 1962.
Tuttavia incontrò apprezzabili commenti la sua statua in rame a
sb,alzo., alta 16 metri, Nostra Signora d'Europa, coHocata sul Pizzo
St,ella dell'Alpe Motta di Sondrio.
88 •
appunto era custode del Castello un messere Giaco.mo delle Giudica-
rie, gi.à ca·merir,e del Card.inale, che si era sposato con una figlia di un
Simonato di F iemrne. Il matrimonio fu combinato dal Madruzzo
(buon'anima!) il quale dette al suo cameriere una moglie ch'egli stesso
arric,chì di ibuona dote. Costei, durante le assenie dei marito «attende·-
va in Caslello a fare banclzettiJ1, e «pareva che trop.oo havesse a·mici=
tia co,n un m.r. Cerato Vic,entino che ivi Juor uscito ,dalla patn:a h·abi-
tava, bel giovane e ben ,disposto et comodo, et anco Z uan da Nago
ca11zeliere». Il marito, informato, ge!oso a torto ,o a ragione, fece im-
pr~gionare i due in separate «s.tantie». Durante la notte, pirecedut,o
da!Ua moglie, che sorreggeva il lumé, entrò prima neUa stanza ove le-
gato giaceva il Cerato; lo pugnalò e gli tagliò i genitali ... quindi passò
nella stanza ov'era lo Zuan, detto T,a chelo, e più o meno Jo servi al'la
stessa guisa. Compiuti i due omicidi, m.arito e mogllie fuggirono in
Cald.ornazzo e da là, p,are in Isvizzera.
La mattina appresso salirono alCastello, il Castelrotto da Borgo ed
il C<flscale» da Trento e trovarorno il Cerato morto ed il Tac!helo ago-
nizzante sì che r<de la a tre ore morse».
In realtà, scrive il Prof. Cetto, in «Castel Selva e Lev.ico», [ I Tache-
lo sopravvisse giac.ché lo si trova nel 154 7 vicevicarmo in Levico.
Dopo questo episodio il Castelrotto dette le dimissioni dal suo in-
carico, sospinto forse anche dal fatto ch'e,gli a.veva tenuto a battesimo
un figlio d,ella... 'buona donna: Gio,vanni.
Di quest'episodio si ha notizia dalle memorie stesse del Castelrotto,
scritte tra il 1571 e il 1586.
Comunque il Castelrotto lo troviamo anche Capitano in Primiero
sino al 1567. Qui stese un prezioso «Urbarioi, (1565)j contenente im-
portanti relazi,oni giuri,diche ed amministrative concernenti la valle ed
in vugore ai suoi tempi.
Morì nel 1586, dopo di aver lasciato deE manoscritti di carattere
storico locale, che costituirono una di elle più atten,d!ibili fon ti per Io
studio delle vicende derna Valsug:a111a e Primiero. Del suo lavoro si
servì abbondante.m ente il MontebeHo. Suo era pure un r,UrbarioJ> di
Stri.gno, purtroppo disperso in seguito a,lla distruzione degli archi.vi
della borgata, d!urante la guerra 1915- 18.
(Ambrosi: Scritt. Art Trent., pag. 26; Bazzanella: ms. presso Arch.. Parroccrn. di
Strigno: Susler: Antichi fatti cli cron:aca Trent., in A.T. 19 12, pagg. 23-25; A. Cet-
to: Castel Selva e Le:vico, 1952, pagg. 340-34 I , 352;, (Stefano Fontana);· Voci di
Primi,ero, A.I, 1941, n. 3).
89
CATTAROZZI MICHELE, pittore. L' A:mbro,s:i lo dice di Telve, il
Weber cli Borgo. li primo lo definisce «di qualche meriJo», il secondo
qualifica i due quadri laterali, che sono nella chiesa di Bedollo e che
furono eseguiti dal Cattarozzi nel 1884~ ((/avori meno che mediocri>J.
(Ambrosi : Scrit!I:. Art Trent.; pag. 157; Weber; o.e., pag. 72; A.. Gorfer: Le Valli
del Treot. orient., pag. 749).
90
Proseguì quindi per Napoli ove prese allog,gio alla ,«Croce dé Mal-
ta),. A Napoli si ebbe due sorprese. La prim:a ,dli trovarsi all,eggerito
da un borsaiolo di tutto il suo avere e di dover tornare in albergo sen-
za un soldo. Lo trasse d'impiccio f albergatore indirizzando il «p.rele
tirolese), in Via Toledo, nel palazzo della «Contessa del Tirolo;),
Introdotto a palazzo si ebbe la seconda sorpresa quando potè con-
statare che la co,nt,essa del Tirolo non era che la «Catina dei/ mugnaio
di Caldona:zzo». L'~ncontro fu ,commoventissimo giacché don Gaeta-
no era sempre stato vÉcino alla povera figliola e sempre l'aveva sca-
gionata.
Cos'era dunqu,e avvenuto? Solo quell,o che può succedere in certi
ambien,ti a fanciulle dotate di n.on comune beHezz.a. Era passata da
cortigiana ad. amante di Ferdinando IV, re ,dli Napoli.
All'epoca dell'incontro Catina vivev,a orIJJai sola, e.on poch:i servi e
• •
con un non ricco appannaggio.
Ma di qu,esto episodio che ,contiene certo un fondo di veridicità
viene data un'altra versione.
C atina orfana di rna.dre, viveva c:orn il padre nel suo mulino sito in
pr,oss.imità ai nuovi arginE ,del Centa. Durante (<Una notte burrascosa),
,dette alma truce la sua creaturina. Il mugna~o al suo rientro, <<ubriaco e
arr.abbiato come era>J afferliÒ l'innocente vittima e la scaraventò nelle
acque turib,inose dell:a roggia. Il cadaverino fu trovato e nel castello di
Catdonazzo fu celebrato un processo, m.a. nessu.no ru in grado di te·
stimo:niare sulla faccend!a. [~ mugnaio venne prosciolto perché <rnes-
sun testimonio poté provare la sua colpa».
Alla figlia venn,e risparmi.ato il r(marchio d'irifamia>J, ma venne
«scopata». fu cioè: cos:tretta ad uscire dal paese, rincorsa da quattro
farnigli del Capitano, che la seguivano :muniti di scopa.
In fondo aale Case Nuove fu accolta. in una içar.ro:zza... perché un
<<santo/o)) ci fu che la protesse. E costui fu niente po' di meno che
Mons. Carlo Sebastiano Trapp, il quale si interessò della poveretta
quand.o apprese che el1a era rimasta vittima delle lusinghe dell'erede
s.uo nipote, che con lo zio p,assava le sue vacanze in Castello, a Ca.1-
donazzo,.
Monsignore collocò la fan,ciull:a presso una nobil d!onna ieon la
quale raggiunse Napoli. Ammessa atta corte napoletana si fece ap~
prezzare ((per la bellezza e per la boniàJ>1 sì da essere insignita di tito-
lo nobiliare.
Dopo tre anni di vita lussuosa Catin.a espresse il desiderio di farsi
monaca. Il parroco di Calceranica, don Gaetano (?), s.i recò a Napoli
91
per esaminare la voca.zione della sua ex p,arrocchiana ed ind!irizzar~a
spiritualmentie.
A ricor,do del fatto vemn.e posta nella chiesa di Caldonazzo una pa-
1
92
cronologici dei parroci e dei cooperatori di quella antica parrocchia,
ma nessu.no di costoro porta il nome di G·aetano.
(L. Feli<:etti: Nuovi rac.conti etc., pagg. 155- 170; G. Gasp.eretti: Orme preziose,
[Pagg. 30-32; G. Marcheso11i: La distruzione di Caò.rso; Pierirri: Novelle; C. Vivaf-
delU e G. Gottardi.- Trento fra siori. etc.;. A. Costa.- J Vescovi di Trento, pag. 197).
(Ambro·si: Scritt Art. Trent., pag. 413; A. De Gubernatis.· Dictioaaire Intern. des
écrivaìns etc. pag. 301; Idem: Piccolo D izion. dei Contemp. pag. 217).
93
Con generosità profuse la sua opera di assistenza ai prigìonieri:
«donava loro cibo, indumenti, denari, visitava i degenti negl:i ospedali,
aveva un coriforto per tutti cosi che per loro dive·nne come un padre
affettuoso».
Piet!l'o Carraro di Strigno, allor.a prigioniero ricoverato in un ospe-
dale per ferite, ricorda nel manoscritto delle sue memorie: «Durante
la mia permanenza a Mosca però un giorno .fui anche confortato: al-
•
l'insaputa it'ella camerata è comparso, un Signore, andava cercando
Tr-e11tini. Costui era un certo Cav. Ceccato di Cinte Tesino. Il suo at-
to caritatevole fu rlc,oridato ,da ,tutti i feriti trentini che si trovavano in
quell'Ospedale, perché a éiascuno ci' ha rega'lato un rublo in argrento.
Grazie/.» (V. Carraro P.).
In questa azione altamente umanitaria e patriottica coinvolse altre
famiglie oriunde del Tesino come i Fietta, gli Avanzo, i Tessaro i
Broccato.
Collaborò inoltre attivamente con la Commissione che il Governo
Italiano aveva inviato in R.us,sia per trattare il rimpatrio degli irreden-
ti.
Dopo di aver perduto; causa gli eventi rivoluzionari, tutta Ea sua
sostanz~ frutto di anni di lavoro, tom,ò in patria neJ 19 I 8.
Visse gli ultimi anni a Trento e m,orì aU'età di 54 anni il 15 novem-
bre 192] a iBordig_hera ove si era recato per motivi di s.alute.
(G. Bazzani: Soldati ltal. neUa Russia in fiamme, Trento, T.E.M.l. 1933; Jl Con·-
1adi110, 10 111arzo 1920; Rimembranze rosse e dove·roso omaggio al Sfgn. Cav. Cec-
cato 11ef:«Bollettino de!laLegioneTrent.», A. III, n. 1, Gemnaio-febbraio 1923, pag.
14, ricordo con fotografia).
94
CEOLA MARIO nacque a Pe,:gine il 31 maggio 1894. Fu oondi-
scendepolo, di Daminao, Chiesa nella Scuola Reale di Rovereto. Si in-
serisse poi .al Politecnico di lnnsbruck e ne s,egUJÌ i1 primo corso.
Nel 19 15 espatriò clandestinamente e si presentò come volontario
in Artiglieria. Fece la guerra com,e ufficiale osservatore in Avìazionè,
guadagnandosi la m.edaglia d'argento al vaJor militare (V. Decorati).
T ermmata la guerra conseguì il ,diploma di geometra e come tale
ideò e realizzò il Cimitero di guerra di Castel Dante di Rovereto,. Si
dedicò con fervore p·atriottico alle onoranze ai Caduti e alla raccolta
di cimeli dmguerra.
Nel 1924 assunse la Direzione del Museo Storico di Guerra di Ro-
vereto e q uesto in,carico lo mantenne sino al 1952.
_partecipò al!la Campagna Etiopica. Nell~ultim.a gue:rra fu sul fronte
occidentale e sul fronte allbanese, per finire poi prigioniero in Germa-
nia, Raggiunse il grado di colonnello ·nella Riserva.
Morì a Rovereto il 19 ottobre 1969.
Scrisse: Guida del Museo Storico Italiano della Guerra (Rovereto,
Mainfrini-Grigoletti, 1925, 16° pagg. 48, ili.); Diserzioni - Raccolta dei
più jmportanti strategemmi escogitati dai Trentini per disertare dal-
l'Austria (Rovereto, Grandi, 1928t 8°, pagg. 136); Il Tenente Colon-
nello Aristide Manfrini («Trentino)), 1928, n. .4, pagg. l 2'9-130); Im-
1
95
subio ,e,-;oico (19.39); Rovereto, baluardo di italia.nità (su «Le cento
città d' Italia illustrat.e», Sonz.ogno, fase. 91 ).
(F. Trentini in Atti «.Accademia Roveret. Agiati», L975, S. VI, Vol. X -XIII,
pagg. 3,30-33l).
Ambrosi: Scdtt. Art Treot., pag. 83 ; Nuova dotirina teatrale desunta da/l'arti-
colo cr.itico, stampato nel n. 10 della Bibl. /tal. contro fe tragedie def proJ: Luigi
96
Scevola ed esposto in vari canoni da un allievo del professore suddetto, Milano,
Son2Qgno 1816, pagg. 35 ss ;, G. B. Corniani: I secoli dellaLetter, ItaJ. dopo il Ri-
sorg,imeruto, Commentari, 1856-1854, Vol. 3; JJihl. Com. Trento, 92-19,20; G. Dan-
dolo: La caduta della Repubblica di Venezia etc,.• in !((Studi Storici - Venezia», 187:S,
pagg. 3.37 :ss; B. Emerf: luigi ScevoDa in «Tridentum», 1.91 J, pagg. 287, 290; B.
Emert: Appunti btibliografici per la. bibliografia di L. Ceola ~ P oesia d'occasi,one per
l'ordinazione del Sac. Luigi Scevola nel 1795 . Rovereto, Tip. Guardi, 19·12; Raf-
faello Prati: Luigi Ceola o Scevola in «Studi Trentini», 1966; n. 4 pa,gg. 312, 399~
Luciano Brida: Bibliografia e scritti ~ntorno a Luigi Scevola, in «Stiudi Trent>>. c.s.).
97
nsbruck, con illl!lstrazio111i, che dedicò all'imperatrice Maria Teresa.
CESCHI PADRE ANT'O N[O nato a Borgo da Giovan.ni e d!alla
nobildonna Laura Trentini. Vestito l'abito, della Compagnia di Gesù,
fu ordinato sacerdote il l ottobre 1643.
Nel 1644 s'imbarcò,come mjssionario, per le Indie. Svolse la sua
attività in India, in Cin:a. ed ultimamente in Etiopia. Tornò poi in Ita-
lia per morirvi in concetto di santità., il 28 maggio 1656. Un suo ri-
tratto era ,etra gli uomini vene·rabili,> nel Colleg:io dei Gesuiti in In-
nsbruck.
CESCHI FORTUNATO SlG[SMONDO, nato a Borgo nel 1689.
Fu ,cavaliere dei Sacro Romano Impero, dottore in teologia, protono-
tatio apostolico, Arciprete di B,orgo dal 171'9 al 1750, Vicario foraneo
della Valls1Ugana e Vicario episcopale.
Portò la chiesa d!i Borgo alle attuali dimensioni.
•
(Mo.ntebello: o.c.,pagg. 295 ,e ss; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 47, 52, 57,
119;, Ambrosi: Somm. Stor.• pag.. 184;, De Gubernatis: Piccolo Diz~on. dei Cont. al-
la voce CESCHI; A. Costa in «Voci Amiche,. Borgo, dicembre 1956. gennaio
1957, .a,g.osto 1971; -Brent()ri: Guida Trent. P. I, pag. 349).
98
ste/ Selva (Ibid. fase. 1, pag. 47-48); Don Riccardo Tabarelli (Ibid.
Fase. 1 pagg.. 54-55); Museo lapidario trentino (Ibid.,fasc. [ pagg.
218-2.22); Ra·ccotta di poesie di ,autori italiani moderni, scelte e anno-
tate da A. Cetto (Trento: Tip. Monauni, 1911, in 8 pag. VI + 496);
Ricordando Gin·o 0 'nestinghel (in «L'eredità spirituale di G. O.», Ro-
vereto, Tip. Grandi 1919, pagg. 16-24); Cenni storici intorno al Li-
ceo rrPrati;; di Trento, dall'origine alla liberazione («Annuario R .
Gin. Liceo Prati», 1915-1918, Trento, Monauni, 1922, pag. 14); Noti-
zie e docum,ento della grande guerra: Heidenreichstein (Studi Trent.
1923, pagg. 338-350); Polemica etrusca fra Carlo Battisti e Fr,ance~
sco Pironti (Brennero, 1, 3, 4 aprile 1934); La lapf,de di Augusto in
S. Apollinare a Piedicastello («Trentino»·, fase. 3, 1934, pagg. 103-
106); A proposito di un monumento sepolcrale del Rinascimento a
Pergine (Stud. Trent. 1940, pagg. 182-218); Condizione morale e re-
ligiosa della diocesi di Trento alla vfgila del Concilio (in <cConeilio di
T rent,o», 1947 fase. 1 pagg. 5877); Un levicense granatiere di Federi=
1
99
ca Vescovile di TrentQ {Studi Trent., 1'958, pagg. 483-4 97); A proposi-
1
to di un. manoscritto
- .- di Pier Andrea Mattioli nella B . C. di Trento
(Ibid., 1959, pagg. 233-257); Le pergamene de/l'Arch. della Compa-
gnia di Carità, depositate presso la B. ,C. di Trento (Ibid.; 1960.,fasc.
3, 109-113); Il quartiere ,e la Chiesa di San Benedett,o in Trento
(Ibid., 1960fasc. 3 pagg. 207-22S; fase. 4 pa,gg. 3 15-325); In memo-
ria di Francesco Meneslrina (Ibid., 1961,fasç. 3, pagg, 232-260); Al-
tenranno - Adalberto ,(Vescovi) e Bar-bacavi Francesco (in Dizionario
biografico degli Italiani, Milano, 1970).
Stu «Studi Tll'entini» pubblicò i necrologi di Augusto A vancini
(1939, pagg., 361-362); Lamberto Cesarini (1942, pagg. 72-84);, Seve-
rino C,olmano (1959, pagg. 411-413); Cesare ,Crist<>Jo,fini (1955,
pagg. 93-95); Giuseppe Dal Rì (1954, pagg. 3,17-323); Giovanni One-
stinghel ( 1920, pag. 75); Leopo,/do Pergher (1960, pagg. 394-396);
Achille Salvetti {1954, pag. 104); Luigi Sette (1960, pagg. 297-303);
Erminio Zaniboni (1923, pagg. 246}.
Recensì scritti e studi di Broll. Suster, Zanetti,. Zaniboni, Campi,
Quaresima ed altri anocra.
MorÈ a Trento il 31 dicembre 1963. •
100
I suoi fumetti erano fi rmati «Chiletto>J, oppure «Chifra» o «Fran-
chi". I suoi disegni sono movimentati, sia neHe linee che nelle azioni
ed i visi delle figUite riflettono efficacemente le situazioni ed i senti-
menti delle circostanze che via via si svolgono nei racconti.
Ebbe commissioru an,c he da parte di Editori Argentini.
Si dedicò anche alla parte più nobile dell' arte pittorica: l'olio e l'af-
fresco.. StUoi lavori sono nella chiesetta di San Donà, rione di Trento,.
nelle parrocchiali di Telve e di Telve di Sopra, di Torcegno, I.a deco-
razione a fresco nella chiesa di Bosco di Civezzano, i quadri ai lati
del presbiterio della par-roc:c:hiale di Marter. Suoi sono pure i pannelli
della v·ia Crucis, che si snoda sul pendio del Colle di San Giorgio a
Pieve Tesino.
(G. Oss: in 1,Strenna Trentina», 1977, pagg. 54-:5S; A. Gorfer: Le Valli del
Trent., Orient.., pagg. 464, 87.5, 89.8, 900).
Este. Scrisse un libro: Storia del gran processo d'Este contro ladroni-
A ripulsa d'ingiusto appunta al principale giudice della stesso (Este,
T ip. A. Stra.tivo, 1887), a chiarificazione e giustificazione del :suo ope-
rato. Ed ecco di cosa :si trattò: nella Bass,a. Padovana, tra Este e la
Romagna, si erano costituite dell e bande cli rapinatori, ladri e gente di
1
Di politico forse non c'era che uno speudo alibi. .. erano d'altrond,e
i tempi in cui nella vicina Romagna regnava la prepotenza di Stefano
Pellone, il pascoliano «passator cortese)>, che la storia !ha oggi ridi-
mensionato come uno spregiudicato malfattore.
Il tribunale riuscì a bonificare la zona con 385 fucilazioni, nessuna
1
(Pedrotti: un !libro del nna.gistrato trentino G. Chimelli :sui processi d'Este, Tren-
to, S,cotoni, I 9rJ.J.).
(Ambr;osi: Scritt. Art. Trent.t pag. 357i />. Alessandrini: Mem. !?ergine, pag.
1,89).
102
CIBINI A,NTONIO, avvocato ed economista, nato a Telve ~1 10 ot-
tobre 1863. Esercitò .a Vienna rendendosi insigne. Pubblicò, in lingua
tedesca opere di economia politica. L' Am brosi ne cita tre, pubblicate
rispettivamente ad lnnsbruck nel 1796, a Vienna nel 18,16 e aa terza
nu,o,vaimente a Vienna nel 1817.
Ebbe una figlia sposata al Tenente Mare.sciallo de Gebler e figlio di
costoro fu Carlo de Gebler il quale scrisse uno Studio su Galileo re-
lativo ai rapporti tra lo scienziato e la Curia di Roma. Qu.est',opera è
stata tradotta dal Bar. A b. Giovanni a Prato e data alle stampe p.er i
tipi del Le Monnier (Firenze, 1879).
(Amhrosi: Scr-itt. Art. Trèl1t.,. pag. 115 ; Ambrost: Somm:. Stor. Trent, pag. ~ 87).
103
seppe Am brosi di Trento, il palcoscenico e diversi scenari de! Teatro
Socialle di Trento.
Visse la sua piena .attività sugli anni di mezzo del sec,olo scorso.
(Weber: o.c.,p:agg. 14, 80; Consolati.' Guida di Trento; Emert: Fonti manoscritte
inedite, pagg. 41, 5 5, S8, 80, 83.
104
COLMANO ZEFFIIRINIO (SEVER INO) STEFANO, giornalista e
professore cti lettere, nacque a Levico e quivi morì il 24 agosto 19 59. 1
105
•
Nel contempo·, come pubblicista, collaborava con «Il Resto del Carli-
no)>.
A Bolzano fu membro del Comitato Conco,rso Forestieri.
Nel 1937 si ritirò in pensione nella sua Levico, interessandosi viva-
ceme·nte ai problemi locali. Nel 1957 fu membro del Comitato Eco-
nomico di Studio per i problemi della Valsugana e d,edicò parte della
sua attività all'incre,mento delle attività della. locale Azienda di Cur:a.
Fu ins,ignito della ,croce di cavaliere.
Tra le s·ue pubblicazioni: Per g:li operai vecchi ed invalidi, per Je ve·-
dove e gli orfani degli operai - Conferenza t,enuta il 21 seLt. 1921
(stampata in 1,6°, pag. 20); Il Panaminio di Levico (Appendice ai nu-
meri 16-63 del 1902 e 9-7 del 1903 de[ «Batocio»; La Batta.glia ,di
Levico (Bolzano; Tip. Athes. 16°, pagg. 312); Edoardo Benes e l'lta~
lia du.rante la I Guerra Mondiale («Carro Minore)> A. Ill, n° 2); La
figura ,di Ettore Tolomei (Trento, Monauni, 1957, in 8° pagg, 32);
Wilson e la Vetta a•11alia (Alto Adige, 1952, n° 54);. Un illustre levi"
cense dimenticato - G. B. Gaspari de Monterzo1JJ0 (Alto Adige, 1952,
n° 166); L'Italianità del Trentino in alcuni documenti (L' Adige,
1953, n° 68).
(A rch. Parr. Levico; A. Cerio: Necrologio in «St1Ud[ Trentinia, 1959 pa_gg. 411·
413).
106
Chiesta ed ottenuta nel 1870 la cittadinanza italiana, al su,o rientro
nel Trentino nel 1883 fu condannato a tre ann.i di carcere dluro per
.alto tradimento.
(A,nbro,si: Scritt. Art. Trerut., pag. 509; A. De Gubernatis: Dictionnaire etc., pag.
370; Histoire' Gér,éra/ des hommet de science (Ginevra, 1871); E. Dr.o/ in Studi
Tremt:ini).
CONCI DON EMAN UELE nato a Nogaré nel 1855. IFu trai i pioe
nieri del cooperativismo trentino. Fu curait,o a Caldonazz:o dal 18 88
al 1909 e quivi fondò l'Asilo e I.a Cass,a Rur.ale. La borgata lo ricor-
da con un'epigrafe sita nella Cappelletta del cìmitero. Le due benefi-
che istituzioni sussistono tuttoggi.
(Weber: o.c.,pag.85; Ambrosi: Scritt. Art. Tremt., pag. 38; L. Felicefti: Nuovi
raccoriti e Descrizioni del Trentino, pag. 76; Weber: ASPS, pag. 572; Cetto: Castel
Selva etc., pag. 299; Bibf. Com. Trento.: mss. Sl e :5.3; Stellimauro: De bello rustico
et tum ulto et,c., Ed. Sard~gna, Venezia 18,89; Brentari: Guida Treot. I, pag. 348; G.
de Car/i in Trentino,, i 930, pag. 284).
101·
Sul collle di Tenna, n,ella chies,etta di San VaJlentin.o, esistono avanzi
di suoi affreschj rappresentanti Ea «Y:ergine, San Valenti.no, San R·oc-
COJ>, e le insegne nobi1iari delle famiglie 'T rapp e Matsch. Il lavoro è
firmato: <<Cor.radus perginensls pinxit 1498,J).
{Weber: o.c.,pag. 85; Idem: in Studi Trent. 192.7, fas,c. Il, pag. 141; «Triden-
tum», an. VIII pag. 299; Dr. Ausserer.- iPersea - Pergine, Achloss und Gericht etc.
Wien, 1915-16 pa.g.. 56; Paolo M. Tua Én Riv. «Triderntlllm», pag. 22.4; Arch. Parr.
Lisig,tago,· Arc!i. Co,n. Pergine; L. Brida: Fanorama storico di Caldonazzo, pagg.
162- I 66, con tre ill.ni; G. de Carli in «Trenti'.no»; agosto 1930, pag. 284).
108
Dll!rante il consolato fu pure tesoriere della città ed assis,tente del-
l'ingegnere Ludovico Zaffran. nella fabbrica del Castello. Più tardi
Bernardo Clesio g.li assegn,ò la sopraintendenza ai lavori subentrando
allo stesso Z:a:ffran. Suo compito era di. provvedere ai materiali dico-
struzio,ne, sceg~iere gli artisti e determinare la sceita del da farsi. Egli
sottoponeva le opere artistiche, gli sclhizzi delle pitture e quanto ,oc-
correva a~ Cardinale e a lui relaziona.va sull'esecuzio:n.e e sui relativi
pagamenti.•
Così restaurò Castel Selva~ Castel T'oblino, Castet Tenno,, il palaz-
zo vescovile di Cavalese. Il Cardinale stesso redargum, con l.ettera spe-
dita da Prag,a nel 1537, il capitano di Cavalese, Simone Botch, e lo
driffidava di non prendere altra iniziativa senza dipendere dal CriveUi.
Anche il Cardinal Madru.zzo si avvalse della sua opera. Il Consi-
gli,o cittadino, c,on deUbera d,el i 6 aprile 1538, incaricò, il Crivelli e
mastro Aadrea Tag~ìapietra ,di correggere gli errori commessi da D,o-
menico dli Vezzano e Giovanni Cestari, nella costruzione del ponte di
San Lorenzo.
Il 154:8 era di passaggio a Tr,ento Filippo di Sp,agna ed il Consiglio
deUa città ìncaricò il Crivelli a provved,ere perché sotto il suo control-
lo venissero ,confezionati, per rimport,o di 100 scudi, due piatti d'ar-
1
(Weber: o.c.,1Pag. 91; Idem: Appunti per la Stor. dell'Arte ne] Trentino, Studi
Trent. 1925, IV, pagg. ]5[-354; ar.Tren:tln.OJJ del 30 agosto,pag.:2,87; A. Cetto: Ca-
stel Selva e Levic-0, pagg. 3 I 5, 328; Semper: Il Castello del Buon Consiglio, Tren-
to, 1914; M~tìèStrina ir1 «Tridenrum» a. VII, p,agg. 97 ss.; «Arch. Staio», Trento:
Rogiti Giov. GugllieLmo Calavino;, Ibidem: Rogiti notaio, Angelo Costede; Bibl.
Co,n. Trento: ms. n. 21 ID, n. 2525, ms.cav.Giuliani; Bib/. Com. Trenw: ms, n, 335
e ms. n. 34-7 dell 'A:rch. cons.; Kunstfrieind VI, 7; A usserer-Gerola: Documenti
Clesi.ani etc.; Mischellanea Ven,eto, Venezia, 1924; Mittheilungen der Zentral Com-
missi,on, etc.,Wien. pag. 189 ; C. Atz: Kunnstgeschuchte vom Tiro! un Vorarlberg,
Innsbruck, L909, pag. 49,3; P. ,d,e Alessandri,ii: o.ç,, pagg. !81, 182 e varie).
109
CROCIATI (1). Nel 1096 as:sumeva l'episcopato ed il principato di
Feltre Arbone di Vi,cfor e come suo primo atto fu quello di caldeggia=
re Ja partecipazione dei s,uoi sudditi alla I Crociata. Diede all'uopo
l'i111carico a suo -padre Giovanni de Vid,or, di organizzare l'impresa e
di condurla a termine. Cosi si fece "gran qua.ntità d'huomini anco per
la ValsuganaJJ (Bertondelliì nella ((Historia di feltre).
11 Monte.bello parla di un ANGELO GOFFREDO dei Signori del
Tesino che <rper invito di Arpone Vescovo di Fe·ltre s'incaminò alla te-
sta di 300 uo·mini alla conquista ,della Terra Santa)>.
Da un antico elenco steso da Tizjano Cittadiru, feltrino, appaiono
tra i partecipanti VITT·O RE MANFREDO, BELL.ATO da Grigno,
TOMEO e ROBERTO da Tesino, RI•C CARDO RICCARDELLI e
CORRADO da Primiero.
Nulla mi fu dato di co·noscer,e circa la partecipazione deH'Alta Vala
sugana, che certo fu presente con l'ingaggio fatto dal primcipato di
Trento.
110
D
11 l
DALCASTAGNÉ DON GIOACHINO, nato a Torcegno l' l l giu-
gno 1849. Scrisse La Valsugana con Primiero e 17esino separate da
Feltre, nella nuova circoscrizione della diocesi di Trento nel 1786
(Trento, S,o otoni e Vitti1 188:6).
Da questa pubbiica:zione prend!iamo un pensiero suo, d'altronde ri-
preso dal Pellim nella sua Storia di Fe1tr,e: «Per quelli di Valsugana in
particolare (... e per quelli del Primiero è il caso di aggiungere), è bel-
lo rammentarlo. fu vantaggiosa e cara la dipendenza ,da Feltre. La-
sciamo ai dotti le questioni etnogrcifiche: ricordiamo solo che qffra-
tellati in realtà per lingua. indole e tradizioni al popolo della V:enezia
e con esso in continuo scambio di affari, gli antenati nastri divideva-
no pur il sentimento religioso più schietto e semplice del credente ita-
liano, e l'amore alla patria co,muneJ>.
Come nota storica riteniamo d;uopo ricordar,e che il Principe Ve~
scovo di Feltre ebbe i~ potere spiritu.ale e tern.porale sulla Valsugana,
sino al Maso Desiderio, Tesino e Primiero con ,diploma del 3 I mag-
gio 1027 dall'imperatore Corrado II e che tale potere lo tenne appun-
to sino al l 786. Sino a tale data esercitava anche il potere spirituale
e solo questo, sulle Foranie di Pergine, Calceranica,, che politicamen-
te dipendev:a1110 dal Principato di Trento. foranie suddivise in quattro
parrocchie.
(Almbrosì: Scritt. Art. T rent., pag. 533; Idem: Somrn. Stor. Trent,pag. 25 8; A
Pellin: Storia di Feltte, pa;g. 200).
112
margini dei centri :albitati, nei qu:ali ripo,neva e ac,catast.a,va le sue mi-
sere cose, assaporando nei grandi silenzi i consigli e gli incitamenti
de·Ua sua grande maestra: la Natura.
Pur non e.ssen.do socievole non era un misa.ntropo: la sua pittura
era fatta di un umanesimo interiore che trovava contatti solo con il
dolore della gent-e colpita da calamità, con. la tristezzai dei vicoli dei
poveri, con la mestizia degli animi e d,eUe cose.
Non dava valore al denaro, e non ne possedeva, spesso, neppure
quel tanto che gli bastasse per procurarsi pennelli e colore per la ta-
voloz.za: lavorava di preferenza a spatola, quando non addirittura
con le ditta. Non raramente i colori se li arrangiava ricavandoli striz-
zando certe erbe; certe radici, certe foglie: ce~ebri i suoi «verdi». La
gente comune non lo derid.eva, Jo comJ>ativ,a éOme uomo stravagaintè
per 10· meno. Spesso per un piatto di minestron.e consumato nell'aia di
qualche fattoria offriva una sua tela, ma lo, S[Provveduto agricoltore la
rifiutava ritenendola un ingombro inutile.
Solo verso la fine della sua vita la sua arte fu notata ed apprezzata
da qualche raro intendente. Ultimamente partecipò a .mostre region.ali
e provinciali. Qualche suo lavoro è presso, il Museo Diocesano di
Trento e presso l'Amministrazione Provinciale, moltissimi presso p,ri-
v,ati.
La sua attività viene suddivisa grosso modo in tre periodi: PRIMO
PERIODO:
Durante il profugato a Mittendort (1915-1918). Acquistano oggi
partico~are vallore Gli spulciatori, Funerale d'inverno. Profughi, ecc.,
ch,e oltre ad essere delle vere oper,e: d'arte sono una dolorosa testimo-
nianza delle sofferenze subite dalla nostra ,g,ente in quell'epoca.
SlECQNDO PERIODO (tra le due guerre): Castel Tablino, Le ba-
gnanti al lago di Caldonazzo, L'Adige a San Michele, San Michele
all'Adige, L 'incen,d w, della Villa a Caldonazzo ( 179 6: ricostruzione
1
113
Sulla piazzetta ,antistante un bel gruppo di ragazzi partecipava al mi-
niconcorso di pittura, indetto dal Centro di coltura «La Fonte» di
Caldonazzo ed a costoro disse parole di incoraggiam,ento l1esimio pit-
tore Prof. Luigi Marzari - Prati, mentre il discorso commemorativo
fu tenuto dal concittadino Prof. Raffaello Prati.
114
di professore presso i Cavanis a San Vito di Cadore e dal 1948 nel
Collegio Canova a Possagno.
Qui morti il 26 ottobre 1966. Nel 1'9'55 fu insignito deUa Commen-
da deUa R euplbblica.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 139,466-467; A. D,e G.uhernatis; Piccolo Di-
zion. etc., pag. 287).
luce nel 1832. Si larureò ad I:nnsbruck nel 1855. Compì fil t riennio di
pratica presso l'avvocato AngeEo Ducati di Trento.
Com lai Divisione Medici scese nel Veneto, infatti, quando questa
regmome fu nél 1866 aggregata al R,egno Itallico, lo troviamo Segreta-
rio di Consiglio presso l'allora Tribunale d' Appetmo di Venezia.
115
Fu poi promosso ,e nominato Procuratore del Re presso il Tribuna-
le civile correzionale d!i Bas:san,o. Con lo stesso grado e la stessa fun-
1
1882, 1884).
(A,nbrosi: Scritt. Art. Trent., p.ag. 402; L. Lucchini: Rassegna critica dustatistica
comp,arata; A. De Gubernatis: Piccolo Dizion. etc., pag, 287},
116
Su'i colli del Friuli è presso il Museo Civico di Trento e Gli Emi-
g.ranti del Friuli in America.
Altri lavori come L'Autoritratto, Mortis R,eligio, Stella Mattutina,
Ponticello, La Dor:miente sono presso suoi faimili airi a Strigno, a Bol-
zano, San Remo e nel Friuli.
L'arte sua compenetrata da una tenue velatura si regge su un (tdi-
segno fermo e sicuro e sulla tonalità monoco,rdeJJ del colore. Spesso si
espresse con piccole tele crdi gentile saporeJ>, e pertanto non vanno, di-
menticati il su,o Molino di Campagnola, Mattino difesta eMeriggjo.
Fu amico di E ugenio Prati ed ebbe come allieva Pia Buffa, come si
è già detto.
(Ambrosi: Scritt. Art.. Trent..;pagg, 945, 496; Weber: o.e. _pag. 98~ Thieme u.Be-
cker etc. 1913, pag. VlII ; «Vita italiana», 1896, pa.g,. 469 ; «Natura e Arte», 19001
Ill,[Pag.224; Catalogo A!ss. Art,. ltal.,Firenze. 1911; A Comman,ducci: Ed. I, Il, III.,
IV, pag. 915; A. De Gubernatis: Dizion. Art. ItaJ. Viventi. 1889).
117
le ritenne la ditta «assai benemerita, avendo in passato pubblicato e
diffo.so in Russia moltissime stampe rispecchianti la· vita del popolo
russo, atJe a favorire il suo risfeglio èd il conse.guimenJo dei suoi
ideali».
Aila morte sua avvenuta nel 1S.65,. g.li successe il figlio maggiore
portante lo stesso nome del padre: Giuseppe. Il secondogenito Ales-
sandro era mItalia, volontario garibaldin,o prima, nellla divisione Me·-
dici poi, e subentrerà al fratello nel 1892. Il negozio di Pietroburgo
verrà poi rilevato d.al Frattini.
Come tutti i Tesmi, come già vedemmo del Ceccato, anche iE Da-
ziaro er.a legato d'affetto, di ricordi e di rimpianto alla sua patri.a. Nel
giugno del 1846 scriveva alla madre da Pietroburgo, tra ['altro: «...
desidero molto dal momento eh.e gli affarì mi permettera di ventre al-
la Patria in Epoca d'Estate, acio poter percorrere tutti li sitti, che da
fanciullo frequentai per far Zoehi Jimal et strasinar fascine. le Com·
pa,gnie et le Riunioni più importati non mi da Jistessa sodisfazione,
come quella. di perV'en.ire un- giorno, a. poter coila passar.e un epoca
con Jranquillita ed admirare quelle Benedetti montagne, che praticai
cola sega roncola e manarino... ».
Una preziosa ,collezione di stampe della ditta Daziario. in Italia è
presso l'Ing. Ettore Gaudenzi di Vicenza.
{B. Passaniani: Stampe pe:r vìa, Art. Graf. R. Manfrini, Calliano, 1972, pagg. 25
e 27; E. Fietta: Ibid .• pagg. 37. 38. 79 e :seg.; Copialettere Daziaro in proprietà del-
r Jng. E. Gaudenzi, Vicenza; Cata/ogue des pubblications rrusses, polonaises et firan-
,caises par Daziaro, Parigj, l 8S7),
1[8
DECORATI AL VALOR Mll lTARE DELLA I GUERRA MON-
DIALE (1915-18)
ESERCITO ITALIANO.
119
Bordato Bllce, che sposerà poi in Zanghellini, di Strigno: CROCE
DI GUERRA (Vedi: Informatori del SIM).
nale; condannata a due anni di carcere duro per aver favorito la fug
in Italia di un fratello soldato nell!'esercito austriaco, durante la pri-
gionia contraeva un morbo clhe la trasse poi all!a tomba, vittima eroi-
ca delle aspirazioni nazionali per le quali aveva lottato e sofferto.
DalJ'ap,rile l9 15 ,a lJ'll febbraio 1917. {S No,vembr,e 1924).
120
ed i suoi uomini al completo e trasportando alcuni feriti e morti».
(Monte Sassuma, 14 novembre 1917).
121
Cli'tlmelll Luciano di Eduino, nato a Pergine nel 18,82, Sottotenen-
te di Cavallerja:
122
do la scarsità deg!li organici efficacemente cooperava alla riuscita del-
l'azio,ne catturan,dlo parecchi prigionieri e dando bell'esempio di ten,a-
cia e di valore,>. (Monte Solarolo, 25 dicembre 19 il 7.
123
nello scopo assegnatogli e man.tenendo la posizione, no,nostante un
violento contrattacco avversario». (Monte Cima, Val Bella, 19 giugno
1916).
124
vava le mosse del nemico, cadeva colpito mortalmente al cuo:re». {Pal
Grande, 20 settembre 1916).
125
Somadossl Mario di Massimiliano, .nato a Fiera di Primiero nel
1886, Primo Capitano Medico:
CROCE DI GUERRA .AL V.M.
T1re,ner Glo Batta di Silvio, nato .a Ftera di Primiero nel 18 77, Ca-
pitano del Servizio Informazioni:
MEDAGLIA D'ARGENTO': «Volontario irr~dento, durante 17
m.e.si di c.ampagna, :stette sempre al fronte nemico. In numerose ardi~
tissime ricognizioni, conscio, ma sprezzante del pericolo, si spingeva
fin contro le linee avversarie, tornando a1 comando della T'e.rz,a Ar-
mata. con notizie utilissime al buon esito delle nostre operazioni».
(Carso Goriziano, ottobre 19 16).
126
MEDAGLIA DI BRONZO: •«Sempre in testa al proprio reparto l,o
portava all'attacco di forti trinceramenti nemici, spingen,dosi fin prese
so i reticolati e s,ebben,e fatto segno d'intenso fuoco nemico che cau-
sava forti perdiìt,e, rimaneva sulla posizione raggiunta, incitando con
l'esempio più che con le parole i suoi ,dipendenti alla resistenza».
(Vanzi, Laghi, 14 luglio 19 16}.
1
127
TschurtslhenthaHer Carl!o di Antonio, nato a Borgo neJ 1896, Sot-
totenente dei Bersaglieri:
MEDAGLIA D'ARGENTO: «AUia testa del suo plotone, lo condu-
ceva brillantemente aill'attacco ricacciando il nemico che già stringeva
da vicino il tratto di fronte a lui affidato. Cadeva colpito a morte».
(Monte Mirzli, 2 dicembre 1915}.
128
ESERCITO AUSTRO-UNGARICO
129
Degas,perl Augusto Emanuele di Civezzano.
MEDAGLIA D'ORO: «Salvò ,ai 2 maggi,o 1915 sul fronte russo la
propria compagnia da. un grave pericolo, gettandosi risolutamente e
sprezzante deUa morte sul nemico che incalzava il fianco sinistro, uc-
cidendo l'uffi,ciale in capo e respingendo colla sua squadra fil pericolo-
so attacco».
130
•
!Longh1I Federico di Pietro di Lavarone.
MEDAGLIA D'ARGENTO DI I E Il CLASSE E DI BRONZO.:
«Sgombrò quale sergente dii gendarmeria li 12 aprile 1916 con 4!0 uo-
mini il paese di Prezzo presso Creto dal nemico cagionando,gli sensi-
bili perdite e fè.ce prigioneiri 14 uomini con un ufficiale. 1In seg,uito so-
stenn,e con buon successo quale comandante d'un reparto di circa 80
uomini in posizione avanzata nella val Chiesa d iversi combatti.menti».
131
Pasquallnl Giovanni di Antonio di Bosentino,.
MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Ha combattu-
to coi ca,cc. irnp. in Galizia. Lì 14 dicembre 1914 arrestò presso Ra-
dlow colla sua mitragliatrice un attacco dei Russi e terminate le mu-
nizio-ni salvò da solo la mitragliatrice. Inanche il 25 febbraio 19 15
mostrò p,resso Zak.linz il suo val.ore ed in quell'in,contro fu gravemen-
te Ferito>~.
soluto, la vetta. d.el Monte Rover, do·v,e fece prigionieri 6 ufficialli ne-
mici e respinse poi anche quale sentinella su quella cima un attacco
nemico con granate a mano».
132
di.sprezzo della morte i reticolati nemici e rendendo cosi possibile l'as-
salto a stormo. In quel medesimo assalto venne ferito da parecchie
baionettate)).
133
,
134
La nostra popolazione addunque non sol,o rimase fuori dalla vicen-
da, ma ne rimase costernata... perché Degasperi., in Valsugana, era
uno, di e asa !
135
•
(Ambrosi; Scritt. Art. Trent., pag. l 23;Me/zi; Anonimi è PseiUdonimi, l, pag. 197).
(«Voci di Primiero», 1958, pag. 4 del n. 10; Giemme in «Voci di Primiero», 1967,
pag. 8 del n. 6).
(Atti i«Accademia Rover. Agiati», Anno Ace. 199»200, Serie IV. Vo.. XVI.II,
pagg. XVII - XVIII - 195 1).
137
degli Avvocati, fu rappr,esentante alla Dieta Provinciale e al Consiglio
dell'Impero, ové svòlse azione per ma salvaguardia dell'italianità delle
nostre genti.
Fu collaboratore, c·on articoli di vari argomenti, della stampa loca-
le. Scri:sse poesie d'occasione. Presso qualche famiglia di Borgo viene
tramandata in manoscritto una copiosa polemica in versi sorta tra
A.rnaldo Fusinato ed il Dordi sulle ·vicissitudini d'un ballo locale.
Durante la. stagione estiva dimorava per qualche tempo in lllna sua
villetta in Val di Sella. Qui appunto morì il 6 orttobre 1892. La salma
ebbe solenni funebri e fu trasportata. a Trento, su de]ibera del Consi-
glio di quella città, e deposta nel Famedio. Sulla sua tomba venne si-
stemato un busto opera di Andrea Malfatti di Mori. Un altro busto è
stato elaborato dal trentino U.mberto Somadossi.
Tra le sue opere: Della vita e delle opere di Gian Battista Taddei
(Trento, ]857); Le Ballale a Giuseppina R ina/di - Dordi (Ibid.,
1858); L'Avvenire - Carme in oc,casione delle nozze Ciani - Bassetti
(Ibid. 1862); Due sorelle - Racconto (Ibid., 1875);. Discorso alla Die-
ta di lnnsbruck, sezione del 26 ottobre 1882 (Trento: Alto Adige);
Dolo.re e speranza - Ad una madre in morte di un su.o figlio (Trento:
«Strenna Trent.» 189 I); Don Gius,eppe G.raztolf - Necrologio Obid.
1892).
(Ambrosi: Scriti. Art. 'frent., pagg. 195, 196, 503, 504; Idem;· Somm. Stor.
Trent., pag. 260; A. De Gubernatis: Piccolo diz. etc., pag. 349).
138
DORID I GIUSEPPE, gesuita di Borgo ove, dopo la soppressione
della Compagnia, mori n.el 1784. Fu «eccellente maestro della scienza
filosofica» ed av·e va preparato :per le stampe un intero corso di questa
materia. Fu canonico di P:e dena.
139
E
EREMITI. Tra la fine del 1S.00 e la prima metà del 600 c'era an-
che nelle nostre zone chi aspirava aJ <(posto» di eremita.
I romitaggi più ambiti erano qlllellm di San Biagio a Levico, di San
Silvestro a M:arter, di San Lorenzo in Borgo, di Santa Margherita in
CastelnUJovo, di San Vendemiarno a Fracena e quello di San Silvestro
attiguo alma chiesetta omonima «supra montem positam)1 in prossimità
dli Passo Gobbera.
140
A San Vendemiano è legata la nota leggenda di Borgo Careno. Si
aar.ra ch,e nell'an:sa d.e1 monte Efre, ove oggi a pressapoco si ann.ida
Fracena, ,esist,esse un gruppetto di casupole, Borgo Careno appunto;
A ciascuna di queste casupole, sul tardo di un lontano pomeriggio,
lbUJssò un pov,eraccio chiedendo, ,ospitalità, ma invano. L'ospitalità la
trovò presso il romito di San Vendemiano il quale, ai.I suo mattutino
risveglio, non ritrovò più il SlllO misterioso o,spite e con grande s,go-
mento n,on vide neppure le casupole d,el paesello., sotterrate orribil-
mente da una frana di massi.
L'aspi.rant-e eremita d,oveva presentare ,dlelle credlenziali di Curia è
per essere assunto doveva essere ben accetto sia al giurisdicent,e che
alla popolazione dei luogo.
Gli eremiti dovevano osservare Ja regola di qualche Ordine Reli-
gioso e vestirne l'abito. D,ovevano provvedere al proprio sostentamen-
to lavorando ltorticello ed era loro co,ncesso in determinati periodi, ,e
solo in ,quelli, di procurarsi qualcosa con la questua. Era loro proibito
di oltrepassare la soglia di qualsiasi casa a meno che non vi si recas-
sero per assistere gli infermi, compito ch~era d'obbligo... perché così
era organiz.zata «l'assistenza sanitaria)) in quei tempi.
Dovevano, poi tenere pulita la chiesetta, suonare la campana alle
ore stabilite ed alla parrocchiale potevano recarsi per ricevere i Sacra-
menti e per le ,osservanze festive.
In questi eremitaggi si susseguirono diversi ro,miti, specie prove-
nienti da fuori circon,dario. Ne presenter,e.mo qualcuno.
141
Dormiva su W1 letto di tavole, ma pas:savai gran p,arte della notte in
preghiera. Si cibava parcamente tma sola volta al gJorno. Era prodigo
,di consigti e distribuiva consoluione ai molti che lo visitavano.
Morì in concetto di santità im 29 mar:zo 1640, all'età di 80 .anni. Am
suoi funerali accorse U1no stuolo cli gente e tutti volevano appropriarsi
,di qualclie reliquia tant,o «che quando l'hautorità de maggiori non si
fòsse frapposta, nella tomba sarebbe ito quale uscì dal ventre mater-
lTOJJ,
Qualche giorno, dopo la sua morte la salma fu esumata a che un
pittore ritra,esse le semfb,ianz,e del sant'uomo ed il «corpo fu trovato
con stupo.re fresco e spirante profumo». Dopo 17 anni,quando s,i do-
vette S·eppelli.re un altro eremita, la salma del Pellauro fu nuovamente
trovata tincorrotta.
Furono f.atti due suoi ritratti; uno per Torcegno, }''altro per Santa
Brigida.
142
Quando il vescovo di Feltre, Iacopo Rovellio da Salò (1584-161 O),
fece la sua visita al decanato di Strigno, nell'agosto del 1590, e venne
a sapere che l'eremita di San Vendemiano non vestiva l'abito d'allcun
ordine religioso nè s'era legato ad alcuna corrispondente «regola,,, };e-
remita ebbe l'ordine di recarsi a Feltre per regolarizzare presso la Cu-
ria la sua posiz.ione. Lo «Sclhiavo.nus,;., pago del permesso del giurisdi-
cente Conte, non si preoccupò den1·ordine vescovil!e. Dalla curia fu ri-
chiamato più volte :sinché glì fu inflitta la scomunica. Lo scomunicato
non potè più entr·ar,e in chie.sa e presso la gente, che fo sfuggiva come
da un appestato, non potè più questauare.
Allora si decise finalmente di recarsi a Feltre ove fece atto di sotto-
missione, gli fu tolta la scomuniica e poté il 23 gennaio 1591, tornar-
sene nel suo eremo di San Vendemiano, completam,ente riabilitato.
(R. Zolle/e: o.e., paigg. 20, 21; Atti Vis. Fe/tre. Voi. I, pag. 403).
Trento. Con il Ca,rdinale stesso an.dò a Roma ove apprese l'arte del
cuoco ,e come tale servì nella casa del Cardinal Guastavillano e poi a
Venezia presso, il Patriarca Grimmi.
Per voto tornò a Roma e quindi decise di vestire l'abito del Pelle-
grino neH'eremo, di San Lorenzo in Borgo. Da papa Clemente VITI
ottenne l'indulgenza plenaria per chi visitasse la chiesetta di s.an Lo-
renzo nel giorno dedicato al Sa:nto.
(R. Za11ele: c.s..; Arch. Vesc. Feltre; Status Cleri.. pag. 470).
143
foro I' <rheremita no,n habet cellam in qua habitare possit». Avendo
constatato che l'eremita possedeva le prescritte credenziali curiati or-
dinò alle popolazioni dm Imer e di Mezzano di provveder alla costru-
zione dell'abitacolo e proibì al Seghetta di allontanarsi dall'eremo,
concedendogli solo la possibilità di questuare per 15 giorni all'anno;
144
durante una discussione coni un Eutera.no, o tale ritenuto, tra l'altro
disse: « ... vui sete boni christiani et meglior christiani ch:e non son
preti et questi frati ,et questi vescovi et Cardinali, li quali fa.no et ordi-
nano quello che non ordinò Christo, perché Christo non disse: lte et
celebrate, ma el disse: Ite e predicate. Et {o,ro fanno celebrar quatti~
dfe per vivi et per motri che son tutti robamenti et non val niente, ma
fanno per far le spese».
[l Silllano poi cominciò a cantare «certas cantilenas obbrobriosas
contra sanctam Sedem Apostolicam et prelaturam1J,
A sostegno di qUJesta accusa, Don Pavino citò come testimoni i fra-
telli Benedetto, Minato e Giannantonio Minati, i due figli dell'oste, il
maestro calzolaio Geremia; Zanetto figlio del tessitore Angelo, tutti
di Grigno e N.atale il banditore del giudizio del Castel ,d'Ivano (Arch.
Vesc. F,eltre:, vo.. XXI, f. 170).
NeU'otto,bre ,cfel 1549' troviamo lo stesso sacerdote GabrieJe Pavino
in Curia a Feltre l:atore di una lettera del Parroco di Levico Lucio
Riomolo Pincio, figlio delle storico ed umaniista mantovano Giano
PirroJ con la quale veniva denunciata una «Leva mi/ignantium Levi-
gi» costituita da PRE ZUAN UAJA che predicava .«quello che gh,e
ordinava DOMENICO VALERIAN Dl UAJA ... en bandito per here-
tico dal vescovà de Tne.nto ,e teritorio>J; LUNARDO Vicaro, «il qual
contrasta de la chiesa et' ordini et gradi sui," ZORDAN, su,o figlio
che «per heretico fu retegnudo in lo castel de la Si/va»,' VETOR di
LIBARDI che «dise esser bestie tutti quelli che lassano beni stabili a
la chiesa zòè preti e che ha impropetado unlver:salmente li sacerdoti
scularezzando (siie) in casa sua uno che lzavea servito, al sacerdote in
la messaJJ,; ANTONIO suo «fio/o che leze libri prohibitf in casa11,·
JACOMO, merzaro che «dlse a queli che co,mpra candele esser ma-
fia far dir messe». L'elenco segna altri nomi: Antonio Rosso, Jacomo
del Cunte, Toni Mioro, Michiel Furlani teiaro, Bernardin Maria,
Francesco Ce,caro, Grignolo de la Selva, Domenico Vajan. (Arch.
vesc. Feltre, vo. XVl, p. 31).
Il 4 ma,ggio 1556 il visitatore curiale della diocesi assumeva in Tel-
ve la dichiarazione di don Francesco Lania da ,Carciano con la ,quale
affermava che GIACOMO merciaiolo girovago, figlio del defunto
Pietro de Malenk deUa Valtellina divulgava idee caJviniste.
L'anno successivo allo stesso visitatore il parroco di Vigolo Vatta-
ro. don Antonio Tabarelli, denunciava la presenza di due eretici.
(Arch. c.s. voi. XXXII, pag. 70 e f. 33 del 29.5.1556}. Nel 15'57 lo
stesso vicario pro seguendo la visita a Castelnuovo, vi scopre MAO-
145
DALENA mogEie di BERNARDIN, oste in q1Uel paesello, la ,quale,
durante l'interrogàt-0,rio risultò avere opinioni erronee sull'intercessio-
ne dei Santi.
Il visitatore poi, nello stesso anno, raccolse a Calceranica, e a Bor-
go deJle testimonianze sulle idee e sul comportamento di un cappella-
no, FABRIZIO MUSOCCO, già pri:missario in Borgo e ,quin.di pas-
sato a Levico, «uomo·fantastico», come lo definì un suo collega don
Apollonio Tisoto. Fu accusato di «hauer rob·ado una p:aten.a ed una
tovaja>J, quand'era in Borgo, di mangiar «aarne la quadragesima et li
veneri et sabbi et altri zornl proibiti», di aver detto ch,e «I. son danari
buttadi via quelfi che se danno ali preti comenzando da mi». Fu dap-
prima sospeso a divinis e quindi fa staccato l'ordine al parrooo di Le-
vico di licenziare il M usocco e di non ammetterlo né alla oe]ebrazione
della messa, né alla predicazione, né ad altre funzioni ecclesiastiche.
L'ordine fu ,esteso a tutte le parrocchie della diocesi. (Arch. c.s. voi.
XXX1, f. ii es.ec.).
A questo punto sale alla ribalta un ailtrQ personaggio: GRIFFE-
RIO ROCCO, notaio a Levico_, amico del Musocco ((bandito ab oppi-
do ,Citadelle, perché eretico e disseminatore di eresia». Dalle assun-
zioni assl!lnte risultò infatti al vis,itatore curiale çhe il Griferio «non be-
ne sentiehat de fide)) e che era immerso «in pravitate lutherana et he-
reticaJ>.
Nel frattempo aill~ Clllria di lFeltre pervenne l:a notizia eh.e anche in
Primiero si stava ann.idan.do l'idea eretica e quali sospetti f1Urono fatti
i nomi ,dli GASPARE ZANTIJS, TOMMASO CORRADINUS de
villa Primerij e B,APTISTA JACINUS de Scirore.
Il vescovo coadiutore Filippo Maria Campeggio, che succederà po1
nel 1559, allo zio Tomaso nella catted!ra v,escovile di Feltre, decise di
apriire un·'inquisizione sia nei confronti del Grifferio, che nel frattempo
si era trasferit,o a Ronceg_no, sia nei confronti dei JPrimierotti. A que-
sto scopo chiese l'aiuto «del braccio secolare» ,al conte Crist.ofo,ro di
Welsperg, :signore di Telvana e di Primiero.
Dalla richiesta vescovfile sortì ru.na polemica di comjpetenze tra il
potere ecclesiastico e quello secolare per cui il cancelliere e notaio v,e-
scovile Giovanni Zanetelli ebbe il suo bel daffare.
Per farla breve il Grifferio :si rifugiò a «Cavorzo sotto Caldonaz-
ZOJ>, nella giurisdizione dei Signori di Castel Beseno.
Di Cavorzo, o Caorso, era anche l'eretico BONO tessitore, il quale
al vicario del vescovo Campeggi, il 13 febbraio 155·7, aveva dichiara-
1
to che «la messa n.on sta altro che la memoria della vera passio.n di
146
Messer Jesu Christo ... , chi non va a messa· de zorni et feste solemne,
mi credo che no"l fazzi peccà morta!, digando a casa sua il pater no-
ster, l'av·e et il credo. Mi credo che tncora fn peccà mortai uno che
vadi a robar et a dar bote a questo,e a quello et che mormori del pro-
ximo...1>, Sottoposto al. br,a.ccio secolare fu imprigionato per ordine di
Osvaldo Trap[P·, signore di Beseno e Caldonazzo. Dopo qualche gior-
no si dichiarò «hon,o christiano» e fu lilberato ,e :si rifugiò a Vigol,o
Vattaro,
'
Ma il cappellano di Vigo venne a conoscenza che il detto Bono da
Cavorzo affermava che per nulla la prigion,e gli aveva fatto cambiar
idea.
Giunta la cosa a Feltre il vescovo chiese nuovamente al Signore djj
Beseno di impri,gionar,e «il .noto BONO da Cavorzo e URBAN DEL
MONTE da Caldonazzo, seminatori di zinzanie». (Arch. c.s., vol.
XXXIV, f. i 7).
Tra gli eretici era pure collocato MAURIZIO DA CALDONAZ-
ZO, che negava «che'l ge fusse purgatorio».
147
Q·ueste deposizioni ,sono confermate dal viceplebano di Pergine ed
il pievano di Borg,o afferma c.he «è/ama de pre'Thomio, il quale, co-
me si dice, è abbr;ogator delle messe·» ,c he era quanto dire che «le
messe celebrate per i defunti non avessero seffragio per le anime dei
morti;J, così come veniva messa in dubbio l'intercessione dei Santi.
Questo ccpr,e"Thomio» fmì per essere il vero capro es,piatorio per
tutte le eresie della diocesi feltrina.
Questo sacerdote,, don Tomaso Boso, era nato a Castel Tesino tra
il 151 O ed ìl 1517. Era tiglio di Giovanni del fu Donato de Bo.siis.
Non possedendo nulla. [Per essere atnmesso a11a tonsura ebbe «malle-
veria davanti alla Curia dì Feltre» da parte di una qruindicina di suoi
concittadini. Il 27 settembre 1541 fu ordinato sacerdote ,ed ebibe il be-
neficio della chiesa cli San Rocco a Castel Tesino. Nel 15.54l è pieva-
no a Strigno.
Sottoposto a inquisizione :si pres.entò a Feltre il 21 settembre 1558
e nelio stesso ,giorno fu incarcerato. Il processo durò diversi mesi.
Furono convo,cati diversi sacerdoti della Valsugana. La posizione
dell'inquisito venne aggravata dal curato di Bieno, da un fra Mauro
de.i minori, dal curato di Telve, don Bernardino Barlbusi, il quale af-
fermò che «quando eran caldi del vin, el vica.rlo dz' St.rigno, su·o Jrade-
Jo ... maestro Ceppa Zudet ... stuzzicavano pre'Thomio (in materia di
fede) e questo disse: Conzella a vostro, modo; deme pur da mangiar e
da bever a mi/;,J.
Deposero in favore don Serafmo de Ganza111i, cappellano di Scurel-
le, che per quanto crede don Thomio «bene sentit de fide»,· don Ni-
co,lò de Floriani, prlmissario in Strigno che disse: «Quanto alla vita
sua mi non la ho se non bona...». Confermò invece tra gli eretici, oltre
ai citati in questo scritto, anche Z anvacharo di Grigno.
Nel frattempo aU'accl!lsato fu inflitta la .scomunica. Il 24 gennaio
I 8:59 finalmente confessò d'essere mcorso negli err,ori imputati,g.li ,e di
averli appresi dall'opera deU'Ochino. [I 31 detno stesso mese rispose ai
suo,i inquisitori di voler rientrare nella Chiesa. Fu perciò allestita la
cerimonia deU'.abiura e stabilite le pe.ne.
TI 2 febbraio ebbe luogo, nella cattedrale di Feltre, allla presenza
de] vescovo coadiutore, la sin.golare funzione.
Il povero eretico, «indutus habitello coloris crucei cum crucibus ru-
heis a parte a.nteriori et posteriori dicti habitelli» less.e la formula del-
1' abitura, la sottofirmò con i testimoni, giurando su un messale. Poi
dovette prostrarsi davanti al ves:covo, il quale, in segno di perdono, lo
sollevò e lo abbracciò.
148
Ma gli rimasero le pene: rimaneva «sospeso a divinis.» per due an-
ni, per un anno doveva portare l'abito degli abiuranti, nena quarta
domenica del mese doveva assistere in cattedrale a Feltre alla messa
con in ma.no una candela accesa, la stessa cosa doveva fare ogni ter-
za domenica del mese nella parrocchial,e di Strigno, dov,eva digiu.nare
a pane ed acqua ogni venerdì. Gli furono poi imposte particolari pre-
ghiere.
Le pene però gli furono ridotte nel tempo: il 15 dicembre 1859 gli
fu concesso ,di celebrare fa Messa ed il 21 o,ttobr,e 1572, lo si ril,e:va
da una lettera ch'egli scrisse all:a.Curi.a diFeltre, è già reintegrato nella
piena funzione di «pievano di Strigno».
*
**
In Primiero, oltr,e ai già citati, risultarono incriminati di eresia il
calzolaio GASPARE TAUT, che v·enne mterrogato, e venne incarce-
rato lo, «scrittore,1 TOMASO C0RRADINO come «ereJico ostina-
1
to».
(Tutti gJi atti riguardanti le notizie, i processi per la Valsugana e Primiero sono
reperibili negli Atti delf Archivio Vescovi.Ile di Fettre; Sac. V. ZanoJfni: Er,etici in
Valsuga:na durante il Concilio di Trento ~Tr,ento, Tìp. Artigianelli, 1927; A.. Pellin:
Storia di .Feltre, pagg. 160-164; ,L , Brida: !Panorama Storico di Caldonazzo, pagg.
186· I 88).
149
ESE,RCITO (NELL') NAPOLE 0NICO 1
I v,olont,arl
È rimasta notizia di due fratelli arruolatosi volontari :nella milizia
napoleonjca. Si tratta dei fratelli SALVA.D ORI di Pergine:
SALV ADORI PIETRO nacque nel 1779. A 18 nni si arruolò nel
Reggimento Vicenza che diverrà poi il [Il Battaglione della VII Le-
gione. Prese parte nel 1797 alle operazioni in Romagna. Seguì poi il
suo reparto in F rancia. Nel 1800 riattraversò le Alpi valicando i] S,ain
Bernardo con Napoleone. Nel 1903 fu nominato :sergente e quindi
sergente maggiore nelle ,camp,agme del 1805-07. Nel 1807 fece parte
come sottotenente dell'Armata di Napoli. Nel ] 809 combattè corntr,o i
briganti nel dipartimento. Ne[ 1810 entrò nell'esercito del Regno Itali-
co. Nel1!a campagna del [813 fu capitano nel VII Reggimento, di li-
nea. Nel 1821 lo si trova pens.ionato a Trento ove qualche anno do,po
mori.•
SALV ADORI ARCANGELO nacque nel 1876. Servi nell'Eserci-
to del Re,gno Italico. Nel 1814 era tenente quartier mastro nella I
Compagnia operai militari. Mori da pensionato a Venezia.
I Co.scritti
C,on i~Trattato di Parigi (28 feblbraio 191 O) il Trentino Alto Adige
venne a co,stituire con i suoi 264.159 abitanti un dipartimento del Re-
gno Italico. Uno dei primi atti (26 giugno 191 O) fu quello di decretare
la coscrizione obbligatoria.
Tutti i giovani dai 20 ai 25 anni venivano, iscritti nelle liste cU leva,
ma l'a:rrtuolamento avveniva ·per sorteggio e l'operazione proseguiva
sino al comprimento dei contingenti stalb,illiti dai comandi mil!itari..
Ai giovani migliori, più prestanti e di censo prestigioso, eran. riser-
vati quattro, posti nelle «Guardie d'onore imperiali» e venti posti nei
« Veliti».
]50
Nel veliti:
CETTO ALESS,A NDRO di S~lva, che fu fatto prigioniero nei
pressi di Vilna nella. prima decade di dicembre 1812, durante la ritir,a-
ta idi Russia.
COFLER LE·OPOLDO di Borgo, disperso durante la ritirata nello
scontr·o di Smorgonich del 5 dicembre 1812.
CONCI GIOVANNI di Centa
POLA NICOLÒ di Caldonazzo
SARTORELLI PIETRO di Telve
SARTORI AGOSTINO di Lavarone
1
In altri reparti:
ANESI BA.TTISTA di Pergine, cacciatore del1e guardie, disperso
il 4 dicembre nello scontro di Oziama (Russia.
ARMELLINI ANTONIO ,di Olle, cac,ciatore delle guardie, disper-
so iJ 23-2,4 ott,obre 1812 nello scontro di Malojaroscawetz.
A VANCINI GIACOMO di Selva, deceduto in servizio d~ guarni-
gione nel Regno nel 1812.
BOLLER DOMENICO di Roncegno, disperso durante la Campa-
gna di Lipsia.
BOIRGHETTI ANTONIO di Caoria, ferito nel 181 I ad Almania
durante la Campagna di Sp.agna.
BUFFA BATTISTA di Castel Tesino, del I Regg. di linea, fatto
prigioniero a S:ava nel 1813.
151
CA.RAMELLA BATTISTA di Pieve Tesino, cacciatore deUe guar-
die, del l O Batt. di linea, disperso il ] 6 settembre 1812 a Weichssel-
burg (Russia).
CASAGRANDE BORTOW di Pergine, disperso nella Campa-
gna di Lipsia.
CASAGRANDE GIUS,E PPE, probabilmente di Pergine, del 1°
Regg, di linea, disperso a Weichsselburg (V.s).
CEJLLI BATTISTA di Tezze, disperso nenia Campagna di Lipsia.
DALPRÀ BORIODO di Roncegno, idem.
D;ANNA GIUSEPPE nato a B'orgo -nel 1792, tenente nel 111°
Regg. di linea, decorato della med!aglia di S. Elena.
DONATI GIORGIO di Levico deceduto in servizio a Como, il 26
giu,gno 1812.
ps1a.
PASSAMANI PIETRO di Tenna., idem..
PATERNO DOMEN[CO di Samone, idem.
152
PINTAREL BATTISTA di P'e.rgine~ del 1° Regg. di linea, disperso
a Wes,chsselburg (V.s.}.
(P. Pedro11i: l contingenti di leva, glli ufficiali e i s,oJdatj del dipartimento detil' Al-
to Adige, (Estr. Archivio 'frent. [Peli l'Atto Adige, A . ID).
153
F
(Vjra Trenti na del ,5 agosto 1965 e I 8 gennaio 1968:; Voci Amiche, Borgo,; 1968,
:gennaio, pag. 14 e febbra.io, pag.. J 3).
154
FACCHINELILI DA STRIGNO, dottore, nel 1665 venne inviato a
Innsbruck come deputato per la giurisdizione di Pergine alla Dieta.
Come ho gi:à detto (V. Bizzer Andrea) il diritto di rappresentanza alla
Dieta di Innsbruck fu concesso all'Università ,dli Pergine e a quella di
Primiero d ali' Arciduchessa Claudia nel 16 l 3.
155
FAIFOFER PROF. AURELIIANO, matematico, nacque a Borgo
nel 1843. Compiuti gli studi ginnasiali a Padova, studiò scienze mate-
matiche in quella Università ove si laureò nel 1863. Presso la stessa
Universmtà rimase poi per cinque amni come assistente aHa Cattedra
di Geometria.
•
Nel l 868 fu nominato profes,sor,e titolare di matematica nel Liceo
Marco Foscarini di Venezia.
Scrisse un nutrito numero di libri e.li testo, taluni dei quali raggiun-
sero un notevole numero di edizioni: Elementi di Aritmetica (Venezia,
Tip. Emiliana, 1877, 16°, pagg. 391); Elementi di Geometria (Ibidem,
1878, 16°, pagg. 5 05); Elementi di Trigonomet.ria (Ibidem, III Ed.,
1880); Elementi dl Aritmetica (Ibidem, VI E,d!., 1881 ); Traduzione
delle' Lezioni sulla teoria dei numeri di P.G. Lejuene DirichleJ (Ibi-
dem, 188 1); Elementi di A.lgebra (Ibidem, IV Ed., 1882); Elementi di
Geome'lria (Ibidem, III Ed., 1,882); Trattato ,di Geometria intuitiva
(Ibid,em, VI Ed., 1882)~ Traduzione della Geometria di posizion,e del
Dottor Teodoro Reve (Ibidem, 1884); Elementi di' algebra ad uso de-
gli Istituti tecnici (1° biennio) e dei Licei (Ibidem, 1887, 16°, pagg.
39.3}; Tt,attato di Aritmetica pratica ad uso dei ginnasi inferiori e
delle Scuole .tecniche (Ibidem, 1887, 16°', pagg. 174); Elementi di Al-
gebra ad uso degli !stil. tecn. e Licei (Ibidem, VII Ed., 1888); Ele-
menti di Aritmetica ad ziso ,d.el Ginnasio superiore e delle Scuole nor-
mali (Ibidem, X Ed., 1888}; Tratta'to di Geo,n.etria intuitfv:a ad uso
delle Scuole Tecn. e norm. (Ibidem. X lEd., 1888); Trattalo di Arlt-
metica pratica ad uso dei' Ginn. ief. e delle SèU,ole Tecn . (Ibidem, XI
Ed., 1888); Tavole di Loga'ritmi a cinque decimali dei numeri interi
da l a 10909 e delle funzioni trigonometriche di minuto in minuto
(Ibidem, 1888, 16°, pagg. LXXVII]); Il primo libro di Euclide acco-
modalo per i Ginnasi (Ibidem, ID Ed., 1888, 16°, pagg. 97); Elemenli
di Trigonometria piana e' tavole logaritmico~Trigonometriche ad uso
dei Licei (Ibidem, 1888, 16°, pagg. 92); Trattato di Ariltttetica
teorico-pratica e pri,zcipi di Algebra con tavole logaritmiche ad uso
delle Scuole Tecn. (.fui,dem, VUI Ed., 1888, 16(\ pagg. 217); Elementi
di Aritmetica ad uso del Ginn. Sup. e delle Scuole n.orm. (Ibidem, X
Ed.,migliorata, 1888); Elementi di Trigonometria p ian'a e .tavola
1
156
di Geometria intuitiva ad uso delle Scuole second. Norm. (Venezia:
Tip. Sorteni-Vidotti, 1900, XL Ed., 8°, pagg. 166}; Trattato Geom.
Intuitiva (Ibidem, 1908, 8°, pagg. 166, XXX[X Ed.); Elementi di tri-
gonometria piana e tavole logaritmico-Tr:igon,ometriche ad ,uso dei
Licei Obidem, 1908; XXII Ed.; pagg. 94, Tav. 4-XVJJID; Elementi di
Algebra ad uso degli 1st. Tecn. e dei Licei (Ibidem, 1908, 16°, pagg,
436); Elementi di Algebra a,d uso della Prima classe liceale (Ib.idem,
1909, II Ed., pagg. 196); Trattato di geometria intuitiva ad uso delle
Scuole s,e,c. e norm . (I bidem, 1909, XL·Ed,., 8'0 , pagg. 166); Elementi
.di Geometria ad uso degli 1st. Tecn. (Ibidem, 19 12, 16'0 , pagg. 436);
Elemen.ti di G:e,ometria ad uso dei Licei (Ibidem, 1917, 16°, pagg.
44!0); Eleme,nti di Trigonom,e.tria piana ad uso dei Licei (Ibidem,
I 9 17, 16°, pagg,. 92); Leztorti di Geometria (Ibidem, 1818, XLV Ed..,
I 6°, pagg. 164); Trattato di Geometria intuitiva (Ibidem, 1918, XL
Ed., pagg. 164).
(Ambr0<si: Sieritt. Art. Trent., pagg. 4 1.5-417 ~ .4. De ,Gubernati.s: Piccolo Diz.
etc.; ldem; Dictionnaire lntern, des Èscrivans du Monte lati111).
(M. Morizzo: Cronaca mneditai dei Francese. Riforn.; Tornasi Luigi: L'università
d1 Trento ie il Liceo ~g:ale nel sec, XVIIr in «Trideotum»~ 1902 fase. XVII, XVllIJ
pag. 357).
157
FIETTA BADALAII FRATIELLI EDOARDO, EUGENIO, CARL0 1
,
(Stampe J>er via, Art. Graf. Manfrini, Rovereto, 1972,, Catalogo della mQstr a
cura di B. Passamani, pag. 91).
158
stenie ne'll'Archivio di Pieve Tesino (Trento: $cotoni-Vitti, 1890);
Esempio di procedura spizziativa sulla contravvenzioni boschive
(1548). Carta dei beni .dot:afi (Riguardano la Valle di Testno), (Ibi-
d.em., 1899); Lettere a un vicino, (Tre:nto, Ibidem, 1899).
(Ambrosi: Scritt. Alli. 'frent., pag. 374; Ibidem; :Somm. St,or. l"rent., pag. 2.6 l;
Brentari: Guida Trent., V. !l)ag. 3,8,1i A. De Gubrernatis: Dictionaiire lnternatio111aJ
des Ecrivans d u Monde Latin).
.
FILIP'PII NICOLO, po~ta, nato a Civezzano il 27 ottobre 1798 e
quivi morto I' 11 gennaio 1850. Studiò a Trento e a Padova ov,e in-
contrò Nicolò Tommaseo col quale entrò in stretta amicizia e del
q UJale condivideva gli ideali patriottici. Di carattere estremamente sen-
sibile e di t,emperamento melanconico, si ritirò in p·atria. Scrisse nu-
merose poesie che andava pubblicando anonime. Di lui restano: Ode
in morte della Contessa Augusta dei Si2zo (Scelta di poesie tirolesi,
Trento, 18301 pag. 149); Ode alla giovinetta, per le nozze Filippi-
Biasoleito (Trento, Zippel, 1886); Lettere Tommaseo·-Filfppl (Trento,
Zippel, 1879 e 1886).
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 169, ] 70; Scipione Sighele: Della scelta di
poesie e:dite ed inedite ,di vari autori Tirolesi - Discorso, Rovereto, 1835, pag. 29;
Brentari: Glllida T'rent,, 1. pag. 255),
159
F1ILIPP1INI DOTTOR NOB. ANTONIO di Grigno. LO sì trova chi-
·rurgo :presso l'Ospedale di Fe1tre dal 18 60 al 1861 e medico dal 1861
1
a! 1&86.
160
F IORENTI NI LORENZ.O, fi,glio di Leonardo, pittore. Nacque a
Borgo pare nel 1580. Fu «miniatore· e dipintore in olio>J. È sua una
pala d''altare della chiesa dei Padri Fran,cescani cli Borgo. Nel 1600
decorò con pitture l'orchestra del.la chiesa di P,ergiine. Nel 16 l i dipin-
se una tela per un gonfru!one di Borgo. Per la chiesa di Caldonaizo
dipins,e la Pala di San Sisto, su commissione del Conte Trapp,. La Pa-
la ~u consegnata il 2] febbraiò 1632.
Suo è pure il disegno architettonico della cihiesetta d:i Onea in Bor-
go. Negli anni 116,27 e 1628 fu sindaco di Borgo.
(Ambrosi: Sc:ri.tt. Art. 'frent., pa.g. 64; Weber: o.e., pag. 118; Botlea: Memorie di
Pergine, pag. 47 ; P. De Alessandrini: Memorie di Pergine, pagg. 88, 95; L. B'rida:
Panorama storico di Caldonazz.o, pag. 191, 192, 193; Rogiti not. Leporini, Arch.
Parr., Pergine; Arch. Parr., Borgc; B r,entari: Guida Tren.t. i, pag. 348; (}. Dé Car-
lini; «Trentino», agosto, 1930, pag. 288).
161
In~ziò come manovale nel V,orarlbreg e passò poi in Boemia dive-
nendo quivi giardiniere capo :presso una nobile famiglia della zona. In
Boemia sposò Giuseppina Mally (7 dicembre 1865, 5 maggio 1935).
Lo :si ritrova poi nei lavori di fortificazioni nel Caucaso ove già pos-
sedeva u.n'impresa di tras,porti. Si dedicò quindi nei settore della vìabi-
lità, specialmente Cerroviaria. Costruì ìnterì lotti di via'bilità ferroviaria
e contrilb-uì alla realizzazione della Transiberiana. Ebbe credito una
sua tecnica particolare~ attuata per la costruzione delle arcate dei
ponti. In Russia ottenne alti riconoscimento e fu Consulente del Mini-
stro dei lavori pubblici, presso la. corte dello Zar.
lEra uomo gmusto e di cuore. Provvide, ad ese:mpio, a sUJe spese .a
inviare neUa Clinica di Pad.ova, ,ove fu operat,o, iJ suo compatriotta
Giobatta Longo.
Perdette tutti i suo.i beni durante la rivoluzione d'ottobre e,, come
((capmtalista)), avrebbe perduto anche la vita. se i suoi operai stessi non
fossero intervenuti a sua difesa adducendo le prove della sua equità
ed umanità, ch'eran requisiti della sua 1coscienza e del suo agire.
Riuscì a tornare in patria, a Primiero, ove condusse i suoi ultimi
giorni in decorosa povertà ed ove morì l'l l gi11Jgno 1940.
nel 1886. A dodici anni entrava nel Seminario di Trento ove conseguì
la maturità classica e compì gli studi teologici. Il 21 dicembre 1909 fu
ordinato sacerd,ote. Dopo di aver frequentato per quattro anni l'Uni-
versità a Innsbruck si laureò in filosofia.
Nel 1915 fu nominato profes·sore nel Seminario di Trento, ma in
seguito a_gji eventi bellici si trasferì a Feltre per entrare come inse-
gnante e vicedi rettore di quel Semina.rio.
Durante l'estate del 1916, accompagnò e seguì come assistente una
parte dei profughi dli Siror, che furono distribuiti tra Serravalle, Gavi
e Arquata Scrivia. I profughi, in segno di ricon,oscenza, dopo il ritor-
no consegn.arono al giovane sacerdote una pergamena che lo ricorda
come «beneamato sac,erdote - nel tempo dell'esilio - prodigo di cri-
stiana ,e illuminata assistenza - di prote2ione e co'lfortoJ>.
Oltre a queste attività trovò il modo ,e il tempo per addottorarsi an-
che presso l1Università di Padov·a.
Terminata la prima guerra mo111di.aile tornò nel suo :seminario di
Trento come :professore di italiano, latino, greco e tede5co, e [Per mol-
162
ti anni come ,1 i-c,ediretto,re. Insegnò per 25 anni, finché la salute glielo
concesse.
Fu un ricercatore minuzioso di documentazioni riguardanti la sto-
ria di Primiero, non solo, ma del Trentino in genere e fu ritenuto i.n
questo campo un esperto. Purtroppo la sua forse eccessiva ritrosia ed
umiltà gli impedì sempre di mandare alle stampe uno studio iunitario e
solo dietro pressioni si decid,eva a pubblicare qualche. p·e:rla delle sue
ricerche.
Fu, co111 Don Giovanni Gubert ed i sacerdoti della. valle, fondatore
del mensil,e r<Voci di Primiero», periodico di informazioni anagrafich,e,
storiche e d'attu.alità della valle, foro di discussione di problemi reli-
giosi, economici e sociali, legame che unisce alla propria t,e rra tutti
coloro che per v.arie contingenze della vita ne so·no staccati fisicamen-
te.
Su <rVoci di PrimierOJ), il caro r,Don. Stefe·n», come tutti lo chiama-
vano e come voleva essere chiamato in patria, scrisse una copiosa se-
rie di articoli storici, quasi tutti anonimi.
Morì a Trento, il 21 febbraio 1972. Lasciò tutte le sue annotazioni
storiche al Comune di S,iror con la clausula che fossero custodite in
un armadio in ferro da porre nell'archivio dell!a Canonica: ciò che il
Comune scrupolosamente attuò.
Ecco qualcosa tra le sue pulbblicazioni:: Il vescovo di Feltre Giaco-
mo Rovellio a Trento - Per il XXV ann,o di episcopato di Mons. En-
drici (Trento, 192'9'); La Jamiglia e il palazzo Someda in Primiero
con 1 ili. e I tav. («Studi Trernt»·, 19 38 fase. li 3, 4 pagg. 229-247);
Contributi alla serie dei medici trentini - I sanitari di Primiero nel
1600 e 1700 (lbid., fase. 4 pagg. 201-218); L'Istituto Arcivescovile di
via Madruzzo nel settantesimo di vita («Strenna Trentina», 1940)';
Un'apparizione clamorosa a San Martino di Castrozza (lbid., 1931,
pag. 35); La cavalc:ata di Car:lo di Lussemburgo attraverso Fiemme e
Primiero (Ibid., 1941); Sguardo storico alla Valle di Primiero («Voci
Primiero», 1942,. n. 7); 1 Pievani di Primiero (Ibid., 1942, n. .3); Paro-
le rivolte al nuovo decano (Don Luigi Orsi) - Discorso (Ibid., 1942.,
n. 8); La biblioteca del Seminario Mi,iore e il Museo Diocesano du-
rante l'ultima guerra («Studi T rent.», 1946, f. 1, pagg. 8 I e ss.); Lo
scultore G. Moena (Ibid., 1947, f.. 1, pagg. 44-49); La parrocchia di
S.trigno diventa ... cattedrale («<Strenna Trentina)>, 1949); Don Vigilia
Prof. Zanolini - Necrologio e .bibliogrqfia (Studi Trent., 1950, f. li 1,
2, pag. 152-15 8); Negrelli («Strenna Trentina, 1950); Una peste a
Trento (Ibid., 1951); La famiglia Poppi a Borgo e a Primiero (Ibid.,
163
195 1); Padri e Sacèrdo,ti (Ibid, 1953); Maestri Comacini in Primiero
(Bolzano, <(Cultura Atesina>>, V); Antonio Rosmini .nelle lettere scritte
da Don Luigi Sonn a Don Simon Michele Tevini; 1811-1857 (<(Studi
Trent.», 1955, f. 4, pagg. 450~487); Un episodio della guerra del
1866 a Calceranica(«Strenna Trent.)>, 1955); Strascichi di guerra nel-
l'Altipiano di Pinè Obid., 1956); I[ vecchio campanon,e del Duomo
(Ibid., 1956); Il Cardinale Cristoforo, Madru.zzo governat,ore a Mila-
no (Ibid., [957); La vecchia arcipretale di Primiero (Trento, Temi;
1959 - Estr. <<Studi Trent.», 1959, fase.. 2 on 2 ill. e 13 tav.),; Sul Jo-
ponimo di Siror («Studi Trent.», 1961, f. 3, pagg. 173-275); Primiero
nell'alluvion·e del 4 novembre 1966 (Rovereto, Art. Graf. Manfrini,
1966); Notizie Ecclesiastiche di Siro,, (Idem, 1966); Come vede le no-
stre Dolomiti e il nostro ha·cino un covalligiano ((<Voci Prim.», n. 6 e
n. 8); Come un patriarca di Aquileia friulano diventò ... primierol.to
(Ibid., 1967, n. l ); Don Aurelio Gu·a dagnini - Necrologio (Ibi d.,
1967,, n. 2); Una conversione (Ibid., 19'7 1, n. l);, La Calaita (Ibid.,
1971., n. 2); Tentativ/1 giovanili di versione dal latino in dialetto pri-
mierotto - Virgilio - Egloga IX - Esametri (Ibid., 197·2, n. 7, 8 -
[PUbbl. Postumo); Una sgradita visita perturbatrice (Ib,id..1 1972, n. 5):;
Chiara di Welsperg - Pronl'pote di Pio IV - Nipote di San Carlo -
Signora di Te/vana (Borgo: Voci Amich,e·, maggio 1959~ pag. 10).
Meritano inoltre di essere registrati i suoi. scritti da lui firmati che
appaiono in «Primiero di ieri e di oggi)), edlito a cura dell'Azienda
Autonoma di Sog,giomo e Turismo della valle (T'r,ento, Saturniaj
1956): Il lago delle streghe (pagg. 72-75); Siror (pagg,. 8 1-83); Delit-
to e perdono (pagg. 191-193); La famiglia e il palazzo Someda
(pagg. 221 -224); Una memorabile caccia .all'orso in Caoria (p,agg.
244-246); L'Altare Maggi'ore gotico, nell'Arcipretale (pagg. 302-3,03).
Weber: o.e., pag.. 1.26; MiJtheilunghen e.e. ee:c., Vien,nia, 1912; Gòrfer: Le Vali~
del Trentino, pag. 78 E),,
164
FRANCESCO DI CASTELLALTO, Telve. Il Montebello io defini-
sce r(uomo il più famoso nei consigli e nell'armi che abbia prodotto, la
Valsugana),. ru paggio alla Corte cli Massimiliano I. Durante le guer-
re di Fiandra contro il Re di Francia Lodovico XI, raggiunse il grado
di Capitano. Tornato a Telve, l'imperatore Massimiliano, diretto nei
Veneto, sétlì nel suo castello e lo portò con sè~come colonnello, e co-
me tale ~I Castellalto partecipò allla aizioni militari ,di Verona, Vicenza
e Padova.
Morto Massimiliano, Carlo V lo volle Consigli.ere e lo nominò Co-
lonnello Generale ,dlel Tirolo.
Nella Valsugana god.e:va stima e fama di essere uomo benevolo,
ma terribile n,ell'applicazione della giustizia. La sua figura si addom-
bra infatti durante la repressione della G.U1er:ra Rustica.
Partecipò alle sessioni del Con,cilio di Trento come Capitano della
città e come p~enipotenz.iario dell'Imperatore.
A Trento morì il 29 novembre 1555 e la su:a salma fu trasportata
a Te!ve e racchiusa m un sarcofago .. Nella Galleria Arciducale di
Ambras, fra le insegne degli uomini illustri, vi è esposta la sua arma-
tura.
(Weber: «Studi T.rent.•, !920, f. 3, pag. 198; G. Ch.iuppani: Storia di una scuola
di grammatica, ecc. Venezia, 1915}.
165
cazione)) che gli consentivano di esercitare anclile entro i confini del-
l'imper,o.
Prestò quind!i servizio a Mezzolombardo come tenente medlico dei
Bersagli eri.
Abbandonato il Trentino fu medico pratico a Pedavena, presso
Feltre, e nea contempo proseguiva gli studi pres.s·o l'Università di Tori-
no, ove [P'f ese la libera docenza in Igiene, nel 1881.
1
166
IL Fratini fu collaboratore degli «Annali della s :ocietà Alpinisti Tri-
dent,J>~ di cui era socio.
I suoi scritti: Osservazioni pratiche sopra due casi di cancro alla
mammella, operati in Padova nella Clinica Chirurgica, nell'anno sco-
laslico 1875-76 - Tesi di Laurea (Feltre, Tip. Gastaldi, 1877); In ,oc-
casi,one del pran·zo dato dagli Alpinisti Trident. in Pieve Tesino - Di-
scorso (f'eltre, Idem, 1877); Una gita sotterranea sul m'onte Tesobo
(Rovereto, Annali ,dlel!a S.A.T., 1977); Da Castel Tesino a Canal
San Bovo, pel Monle Brocc,one (Milano, Ed. Lombarde, 1878); Lun-
go il Senaiga (Rovereto, 1879, con 14 tav. illustr.); Sugli Antichi
ghiacciai del Feltrino - Memorie (Rovereto, 1881 , con 14 tav. 11-
lustr.); La pellagra e l'a.bolizione del grano turco - osservazioni e pro-
poste (f'eltre, Castaldi, 1882); Corso di lezioni popolari d'igiene e
medicina pratica (Feltre, Gastaldli, 1883); Sull'origine e svuotamento
de( Lago Nuovo e di Caorla (R,overeto, 1883); Le inondazioni in rap-
porto con .la salute ,delle popolazioni colpite (Ibid. 1883); Gli scoscen-
dimen.ti celebri del Feltrino (Ibid., 1883); I terreni morenici e le fiu -
mane (Ibid., 1883); L'igiene delle vest.imenta ( 1883); L'umidità delle
vesti (Bologna, 1884); Osservazioni pratiche sopra due casi di cancro
alla mammella (1884);Storia di un voluminoso libro - fibroma al dor-
so, aspo.rtato con la legatura elastica (1884),; La guarigione radicale
e senza dolore dell'onichia maligna (Pia,cenza, 1884); Sugli antichi
ghiacciai del Feltrino ·- Escursioni (Rovereto, Sottochiesa, 1884);
Sull'origine romana dei Telini (Ibid., 1884); Sulla deviazione della
colonna vertebrale in seguito al portar pesi (Trento, 1885); Le valli di
Primiero e di Canal S,an B·ovo, illustrate ad uso guida (Rovereto,
Sottochiesa, 1885); Sulla bonifica dell'e paludi della Secca, nel bellu-
nese {Belluno, 1886); Lungo il Senaiga ·- Escursione alpina - Descri-
zione e studi (Rovereto, Sottochies:a, 1886); Contribuzione allo studio
dei microrganismi nel suolo - in collaborazione con il Prof. Pagliani
e col Dottor Maggiora - (Milano, 1887); Acqua potabile e ileo-tifo
(Ibid. , 1888); Le classi povere di fronte alle malattie epidemiche -
Prelazione al corso di epid'emiol0:gia e igiene professionale (Ibid. ,
1888-89); Indicatori automatici inodori per le fosse fisse (Ibidem,
1889); Sul miglior metodo di fognatura per la città di Padova (Pado-
va, 1889); Il compito dell'Igiene e dellTgienista (Trento, 1889); Una
caserma in costruzione a Belluno (Perugia, 1889); / boschi conside-
rati nella loro relazione colla malaria (Piacenza, 1,8 89); Progetto di
massima per la costruzione di un lazzaretto da cotruirsi a Feltre
(Feltre, 1889, con Tav.); La profilassi tellurica della materia (1889);
167
•
L'arte del coronaio in rapporto al! 1igiene (Feltre, 1889, con fotogra-
fie); Il gozzo endemico e 'le acque calcareo-magnesiache (Feltre,
.11889); La ginnastica ,del contrappes,o e un caso di paresi fnjantile
(Napoli, 1889); Fisiopatologia di una centenaria e relative considera~
zioni igieniche (Feltre, n889); Ricerche :battereologiche sulle acque
termali di Abano {Ibid., 1889); Le classi agiate di fronte alle malattie
epidemiche - Prelezione (18,89); L'industria dei legnami in rapporto
all'igiene (Piacenza, 1890); Il pulviscolo piombifero nelle fabbriche di
Litargirio e specialmente ne'/ locale dei fo,rni (Feltre, 1890); Gli espe-
rimenti sul lavoro manuale educativo istituiti nella R .. Scuola norma-
• le femminile di Padova (Padova, 1890); Ricerche bactereologich'e sul-
le supposte acque gozzifere del Colmeda in Provincia di Belluno,
(Feltre, 1.890); Ric,erche ba,ctereologic'he sulle acque potabili di Pado-
va (Feltre, 1890); Il massaggio del crasso nella stitichezza da torpore
intestinale (Roma, 1890); Esperienze sul:Z'appa,recchio Bartolomei nel
bagno secco a vapore (Torino,, 1890, con disegno); Il medico ingieni-
1
sta e l ingegnere nello studio e nell'insegnamento nell'ingegneria sani-
taria (Ibid!., 1.890); La latteria di Santa Giustina bellunese, studiata
sotto il punto di vista igienico (Feltre, 18 90)~ L 'acqu'a potabile propo-
1
(Ambrosi: Scritt. Arrt. Trent., pagg. 467-469'; Brent'1rf: Guida Trent. I, [Pag. 2:'/7;
L. Ce.sari11j Sforza: Studi Trent.», 1929, f. I, pagg. 73 e ss.; A. De Gubernatis: Di-
1
ctmonnaiJ"e d,es Écrmvant. etc., pag. S:53; Primiero di ieri e oggi, 1956, pag. 125).
168
F RATI NI DOTTOR GIANMARIA; medico, figlio del sovramenzio-
1
nato dottor Fortunato. Allo sco·ppi,o ,della guerra del 19]5 si arruolò
volontario e fu comandato a prestar servizio nel!'ospedaie militare ,di
Genova. Qui incontrò un morbo che lo condusse alla morte il t 7 ago-
sto 19] 8, stro:ncandogli un''attività certamente degna del curriculum
del padre. Lasciò: Deviazioni etniche e varietà patologiche del tipo,fi-
sionomico negli alienati (Udine, Tip. D. Del B,ian,co, 1909).
169
Apri poi delle Case Commerciali con neg.ozi ricchi d'og.ni tipo di
merce a Londina, a Maringà nel Paranà, a San Paolo, a Rio de Ja-
neiro. A Londrina sviluppò una grossa azienda agricola. di oltre 8000
ettari:: la «Fazenda Tres Irmaos.», con :allevamenti di bovini, suini,
equini, piantagioni di c.affè, granaglie, molini,. segherie. Tutto ciò con
alle spalle un ben organizzata struttura commerciale che si espande in
tutto i1 Brasile, in Europa,, in Asia.
Per le sue attività fu considerato un pio.mere ed il governo lo g,r,ati-
ficò con il titolo di commendat,or,e.
Morto il primo dicembre 1949, trasmise la sua attività ai figli Giu-
lio, Gm orgio ed O·scar, ch,e la mantengono in effici,enza.
Ricordò il paese natale devolvendo un considerevole contributo per
]a costruzione della locale Scuola Materna.
170
G •
111
sioni Alptne (Brennero del 21 gennaio 193 1); Mattino d'inverno a
Passo Rolle (c<Trentino», gennaio 1933, pag. 15); La valle di Primiero
(Ibid., marzo 1933, pag. 1[ 1); Colbricon (Ibid., ]uglio-ag,o sto, 1933 ,
pag. 303); Ricordo (Ibid.., luglio-agosto 1934, paig. 251); Il cuculo
(lbid., pag. 251); Vento sugli ,alb.eri - Liriche (Rovereto, Tip. Delfi-
n,o); Melodie della sera (Melodie ~ Cipressi Romani - RintocchO, r ac-
colta di p,oes.ie edite dalla Prora di Milano, 1939; Il Mattino (poesia
pubblicata postuma su «Montanara>,, 1939, pag. 33).
(M. GaJvagnini: T.G., poeta lirico su Gazzettino del 27 maggio 1948; A. Zane-
Jel: T.G. L'usignolo solitario della Dolomiti, «Montanara•, 1949, pagg. 32-33; A.
Sim·ion: Primiero oasi dm pace, pagg. 13'1, 132).
172
era trasferito come insegnante. Seguiti i corsi di medicina si laureò in
Innsbruck ed aperse a Salisburgo una clinica di cui egli stesso ne fu il
direttore. Tuttavia la s:ua indole e 1a sua sensibilità fu sempre attratta
dall'arte e solo ·per non tradire le attese della famiglia si dedicò alla
medicina raggiu.ngendo anche irn questo c.am[PO buon esito.
Un giorno decise ,dli dedicarsi tutto alla pittura e per perfezionare lai
sua tecnica di autodidatta frequentò scuole accademiche a Lo,ndra e:
a Parigi, ove incontrò ottimi maestri quali Umberto Herkomer, Lefe-
bvre, Roberto Fleury, Eugenio Carrière. Passato in Spagna divenne
amico di Gioacchino SoroiJa.
Girò l'Europa e nel 1926 andò in Argentina e da là raggiunse la
Patagonia. Raccolse ovunque suggestivi paesaggi, specie in Patagonia
ove si espresse interpretando quei misteriosi squarci e panorami.
Co,mpose anche qualche lavoro di carattere religioso ed a lui vien
attribuita una pala d'altare della chiesa di Pieve Tesino. Altri suoi la-
vori sono proprietà delle chiese di Barco, di Torcegno, di Villabassa
En Alto Adige e di Sali:slburgo.
La sua spe-<eializzaz.ione pittorica però la espresse nel ritratto. Ne
eseguì oltre duecento, in Eur;opa, in America. Fu spesso ospite in Va-
ticano ove compose i ritratti di Pio X, di Benedetto XV, di Pio XI, di
molti cardinali e vescovi. Anche il vescovo di Trento. il compianto
Mons. Endrici, posò per lui.
Partecipò a. molte mostre internazionali, ottenendo ll!lsinghieri com-
menti ,dalla stampa d'ogni paese.
Integrò la sua attività eseguendo anche degli «ex libris» in acquai
forte.
I suoi ultimi anni li passò a Madonna: d.i Campiglio, durante la sta-
gione estiva, e: a Merano durante quella invernale. Tenne la residenza
a Merano pe.r circa 30 anni, durante i ,qualj aveva ric:operto la caricai
di Presidente degli Artisti della provincia di Trento e Bolzano.
A Merano morì nel 1938.
(Gerola: Art. Trent Est., pag. 13; L. S ,ervolini: Dizion. ilE. incisori ital. m.od. e
contémp., Gorli~h, Milano, 19SS, iPag, 352; Vita d"A.rJe, 1908, pag. 350; The Stu-
dio, 51, 1913, pag. 331; A.rset L,abor, 1911, pag, 480, di M. Mor.assoi Thieme ,etc.•
13,.pag. 73, ed. 1920; Coma1.1ducci: Dizion. illl. etc., IIl-fV Ed.; A. Gorfer: u Valli
del T irentimo Occ., pag. 803; Idem: Le valli del Tremt. orient., pag. 872; Mattei:
Picc. Encicl.. Trent., pag. 101; G. Scanni in Vita Trentina, 8 ottobre I 970).
173
GALICI LISANDRO, pittore, di Pergine. La famiglia Gallici d.a
Cremona si trasferì nel Trentino verso i primi del cinquecento. Si ha
infatti che nel secondo decennio del cinquecento a Sevignano .si con-
trattava con Giacomo Antonio Galici per lavori di pittura e indoratu-
ra di un~cfanchona del A ltar Grande de la Giesia di San Nicolò» .
.A Pergine della stessa famiglia tr,oviamo il pittore Lisandro, figlio
del «M.ro Giacomo de ,Gal;:cii del borgo di Pergine».
Il 2 febbraio del 1982. il pittore Lisandro viene investito dal vice
Capitan,o del Castello, Sam·uel Semon, di una casa crdiscoperta,1 e di
un piccolo ,orto attiguo. A Pergine sposò nel 1584 una Domenica An-
na figlia dei fu Benedetto Zambait «caliegaro,1 bergamasco, trasferi-
tosi egli pure in PergÉne.
La famiglia Galici fu particolarmente dedita alla pittura in quanto
pare che ad essa apparte·nes.sero anche gli a rtisti Nuzi.o e la di lui fi-
gtia Fede Galicia.
11 Weber ritiene che Lisandro lavorasse nella clhiesa Par!l'occhiale
di Santa Maria di Baselga di Pinè, nel 1565.
(P. M. Levri i111 «Studi Trent.», 1968, fase:. 3, pag. 380; R. Galvan in 11.otizie ma·
noscritte).
I 174
GARBARI TULLIO, pittore, nato a Pergine i1 14 agost,o 1892 e
mo:rto a Parigi 1'8 ottobre 1931. Suo avo era Garbari Gioachino na-
to a Caldonazzo nel 1824 il quale, essendo all,o ra sindaco di qu.esta
!borgata., accolse le truppe del generale Medici (1886) come si conve-
niva ai sensi delle sue idee nazionali, compromettendosi col regime
aUJstriaco. Il nostro pittore stesso si arruol,ò come volontario, nel
19151 nell'esercito italiano, ma le commissioni mediche non lo riten-
nero idoneo ai servizi di linea.
Frequentò l'istituto tecnico di Ro,ver,eto e quindi passò all'Accade,-
mia di Venezia. Fu del gruppo di «Cà PesaroJ.>, con Moggioli, Nino
Rossi, Semeghini. Nel 19 19 to.rn Ò a Parigi e si dedicò ai .studi umani-
1
stici. Nel 1924 si stabilì a Trento ove svolse una intensa attività arti-
:sticai.
Nel 1931 si trasferì a Parigi ove entrò a far parte del gruppo «Rei-
ttassance».
Tra le sue opere: La famiglia del ca.rrardore; Umiltà,· Giovann,a,·
Paesaggio Trentino; Madon·na con Bambino; Trlorifo di' San Tom-
maso; Natura morta; L.'aratura; Figure; La Famiglia,~ Il Pigiatore,·
Testa retica; La corte delle colombe; La contadina dal grembiule
rosso; San Cn·stoforo; Composizione; Il Pastore; ... ed un'infinità
d'altri lavori.
Come xilografo compose tra l'altro due Scene Campestri per la
mostra di Amsterdam (16 maggio - 7 luglio 1936) e :sei Scene campe-
stri (Mi~arno Anonima Ed. Arte, 1'9'30).
Si occupò di studi di filosofia, teologia e letteratura collaborando
con s.critti suilla stampa locale e lasciando compioso materiale mano-
scritto. Collaborò a «Voce» di Soffici e Papini.
Delle sue opere talune stanno in Musei Nazionali, nel Museo, Dio-
cesano di Trento,, nella Galleria di C,à. Pes,aro a Venezia e presso suoi
er,ed.L
Partecipò a molte mostre tra le quali la Collettiva Zanin, Oppi,
G,arbari a Milano nel 1923; l'Internazionale cli V,enezia n.el 1928; il
Salon de la Renaissance di Parigi nel 1931.
Suoi lavori furono presenti nella lBiennale di Venezia del 193,2, nel-
la Trjveneta dm Padova nello stesso anno, durante .la quale gli fu de-
cretata la medaglia d'oro; n.ella Galléria del Milione a Milano nel
1936, ove furono esposti una cinqUJantin,a dei suoi quadri; nell.a qua-
driennale Romana del 1948; nella Galleria Gianferrari di Milano nel
1949; nella «Primi Esp·ositori di Cà Pesaro,) in Venezia nel 1958.
1'75
Suoi ql!ladri apparvero anche in qualche mostra a Var.savia, Cra-
covia; Vienna.
(La biennale di Venezia. 19'33, pag. 161; Expositiorr des peiinrres Zanini,, Oppi e
Garbari, Miìlano, 1933; Dom,us. Milano, 1931; L'Ambrosia.no, Milan.o, 28 ottobre
1931; G. Cerrina,: in 4KProvi.ncia dì Bolzano,., 20 agosto l 9J:3; Severini: in «Casa
IBella», Milano novembre 1932; V. Costantini: Scultura e pittlilra Italiana contemp.,
Milano, 1940; G. Rotta: Art. dell'800 e del 900, Bologna, 193-8; E. Padovano; Di-
zion, Ant. Contemp., 195 1, pag;g. 14!6 e ss, ; E. Mastrolonardo: in Meridiano, Ro-
ma, 3 settembre 1939; L. Servolini:· Dizion. Incis. Ital. Moderni e contemp., Mila-
no, 1955; Oalletlf e Comesa.sca; B-ncicEop. Pitt. ltal., 1951; U. Nebbia: Pittura Ital.
del 900, Milano, 1946; S. Branzi: mn Osservatore Politico ed Econom. Bologna,
196 I : Comanducci.: Ed. I-II-III-IV; G. Polo: in «Voci Amiche», Borgo, settembre
1966; G. Pancheri: Nel X anniversario della mor,te - L 'Adige, 1'953, n° 301;, C.
Pio~'<ln: Biblionech.e e Musei, 1931, IV, pag. :374; «·Studi Trentini»: 193 1,, r. 3, pag.
275; Ibidem: 1931, f. 4., pag. 3 75; Ibidem:· 193 2, f. 4 pag. 301; Vita Trentina del 23
get11aaio 1939).
176
Libro di testo ad uso delle scuole medie (Hopeli, 1906-191 O); Gli
Stati del Mondo: Dizionario .biografico universale (Idem, 190 7); Gli 1
(Ambrosi.- Scritt. Art. Trent., pag. 354;. A. P. in «Studi Treotinill, 1921, fase" l,
pag. 68; A. De Guberna1is: Dictionn.aire mntern. etc. pag .• 69,0).
177
era un ,cenacolo di lettere ed Arti ed ove avrelbbe trovato altri trentini
di chiara fam.a.
Durante la permanenza a Salislburgo [Per le sue idee rinnovatri,ci,
che lo tenevano schierato con l'abate e storico Muratori, col quale te-
neva un'assigua corrispondenza, si trovò a cozzare contro la staticità
artistotelica, e di comodo, imperante i!fll quella Università.
Condensò atlora il. suo illurnil111isti.co pensiero in Vindiciae adversus
l uviavienses (stampate a Venezia, Tip. Pasquali ed uscita a Colonia
presso Pietro Marteau, MDCCXLI) opera impegnata nei conc:etrti
espressi in perfetto latino, classico e che ebbe grande risonanza in tut-
ta Europa. L.'Arcivescovo stesso ordinò c!he gli studli d!ell'Un:iversità
sallisburghese venissero riformati secondo le linee programmatiche
enunciate dal De Ga:sp·eris.
A Saus·burgo scrisse anche la storia dell'eresia luterana svoltasi in
quell'Arcivescovato~ m.a ili Firmian ne pose il veto per la pubblicazio-
ne, onde non urtare più oltre persone ancora viventi.
Pensò allora di acc-ettare la proposta che gli venne offerta nel 1741
dal Vescovo di Kulm, Gran Cancelliere della Coron.a, che pare gli
proponess,e· di scriv1er,e la Storia della Polonia.
Partì da Salisburgo nel 1742 e gli si apri un periodo di guai, bloc-
cato come fu dal vagare delle truppe durante la guerra di successione.
Fu ospite ,o r ,q ua or là ai Praga, a Dresda, a Lipsia. Tornò a Salisbur-
go, ove trovò l'aria cambiata, si rimise in viaggio per Vienna ed altre
località, mai trovando una posizione di tra1nquilla stabilità... finché
decise di accettare la nomina di Auditore Generale del Principato di
Castiglione dèlle Stivierè.
Cosi potè, finalmente, tornare in [talia. A Castiglion,e arrivò nel
1757 e si trovò subito avviluppato in grovigliati affari. Dovette far
imprigionare il suo predecessore e processa.rio per malversazioni. Il
process.o lo condusse con ecce.z.ionale competenza, ma con la con-
danna del reo si attirò gli odi dei manutengoli segreti di costui. Per
rappresaglia essi imbastirono contro di lui, «con ispergiuri e testimo-
nianze false, fatti inventati di sana pianta di ogni genere», ·una tela
sub·dola di accu:se. Sottoposto lui stesso ad un process,o non solo ne
usc:ì pienamente assolto, ma la sua fam.a ne fu accresciuta per la su,a
brillante autodifesa, pronunciata davanti all'imperatrice stessa, Mari.a
Teresa, a Vienna.
Con l'assoluzione si accompagnò la proposta fattagli dall'impera-
trice di coprire aa cattedra di Storia all'Università di Viema. Fu no-
178
•
minato Consigliere di Regg.enza e poi si ebbe la Sovraintendenza agli
Studi di Umanità.
I111naugurò le sue lezioni universitarie il 5 n,ovembre I 75.9 ed iniziò
quell'attivìtà di riformatore che fu incis.iva nella scuola mitteleurope,a.
Naturalmente non gli mancarono ancora le angustie, le polemiche, le
difficoltà., ma ·tutto seppe supe!l'are con m a sua immutata tenacia co-
struita e sost,e,nuta dalla sua cultura.
Nel i 767 scrisse per !'A,ccademia delle Scienze di Baviera l'Histo-
ria crttica de·/or.ma Boiorum ducatus sub stirpe Agilojìngica. opera
che gli valse la nomma a. socio, In quelllo stesso anno, per onorare la
guarigione dal vaiolo dell'imperatrice scrisse un poemetto di 110 ver-
si: Soteria A.ugustalia. Sotto ii titolo di Verii generis carmina rag,-
gruppò sue poesie laitine e italiane.
Oramm la sua salute andava declinando. Morì «per irrfiammazion.e
di cerebro.>)•, il 27 ottobr,e 1768,.
N,egli uttimi giorni della malattia. preso da un eccesso di febbre ,e
di ,sconforto,, bruciò tutti i manoscritti ch'eran pronti per 1a pubblica-
zione, tra cui l'importante De Causis.
][J fratello, padre Lazzarò (V.. sotto) curò la pubblicazione postuma
di quan to potè rac,cogtiere.
G ian Battista si era sposato mel 1761 con Maria de Herling, figlia
di l .lJ n Consigliere dii Reggenza. Fu iem che amorevolmente lo sostenne
è ]o curò e clhe volle sulla sua tomba apporre questa significativa epi-
grafe:
IOH. BAPTISTAE ALOIS,1 0 DE GASPERIS / A NOVO MONTE
TR IDENTINO/EX PIIS NOBILI:BUSQUE PARENTmUS/ ANNO MDCCII - IV -
NONAS/ AUOUSTl NATO / QUI LITTERIS A PRIMA AETATE / ADDU-
CTUS OMNIGE NAM / ROMANAMGRAECAMESTRUSCAM/ ERUDIZIO-
NEM COMPARAVJT / C•OMPLUR[BUS t'IALIAE AC GÈRMANIAIE / AC-
CADEMIS COOPtATUS I LITTER.A'TORUM ET ILLUSTRIUM DIGNITA-
TIBUS / VIRUM UBIQUE AMICITIIS FLORUI'T / IN AULIS ETlAM PfilN-
CIPUM SPECTATISSJMU'S / VARIA SIBl COM MISSA MUNERA / OB ELE-
GANTI OREM STUDIOR.UM I NSTAURATIONEM / 0B IPSAM VERITATIS
CAUSAM IMPAVIDE / ADSERTAM / OB !P'UBBLICA PR[VATAQ'UE IURA
VINDICATA / ADVIERSAM ALIQUANDO FARTUNAM / EXP'ERTUS / IN-
GENTI MAR[AE THERESlAE AUGUSTAE I BENEFICIO EXCELSI REGI-
MINIS / AUSTRlAE lNFERIORJS CONSILIARIBUS / ET IN VINDOBO-
NENSJ GYMNASlO I HUMANIORUM LITIERARUM / AC HISTORIA-
RUM PROFESSOR RENUNCIA TUS EST / INTEGRO TUM DECENNIO /
LABORI BUS LICIET AITRITUS 'JRANQUILLE / VVUT / AST INVIDA
179
MORS / MORS HEU TANTUM VIRUM / RELIGIONE E1' PIETATE OMNI-
QUE VlRTUTUM / G·ENERE lNSIGNEM / VINDOBONAE RAPUIT VI KAL
NOVEMBR[S / ANNO AERAE VULGARIS MDCCLXVIII / IN METROPO-
LITANO TEIMPLO APUD / SANCTAM TECLAM / HOC AMORJS FIDEI-
QUE MONIMENTUM / CLA.RA MARIA D!E HAERJNG / MAESTlSSlMA
VIRO SUO / BENEMERITI / P.C.
Oltre ai lavori sopra segnalati ci restano di lu~: Specimen disserta-
tionis de Xenophonte Ephesio (Colonia, 1741 ); Positiones Juridi:co-
Historicae de Systemate lmpe.rii Romanorum Germanici (Vindobo-
nae, Kaliwoda, MDCCLXIV, opera ristampata nel 1770); E compa-
rata cum disciplinis aliis historiarum praestatta (Vindobonae, Trat-
tenr, li'59), prelezione pronunciata all'atto ,di assumer·e: la cattedra a
Vienna; Archiepiscoporum Salisburgentium res aduque Westfalicos
conventus in Luteranismum ge:stae (Venezia, A. Zattam,
MDCCLXXIX), pubblicata postuma; In·s.tructo pro scholis humanio-
ribus, eh.e contiene le norme d,eUla riforma scolastica introdotta uffi.-
cialmente in tllltte le scuole della. Monarchia con decreto cli Corte dlel
4 febbraio 1764. IL dottor R. Peinlich la pubblicò in ccJahrbuch deir
Lehranstalt; Graz, (187]).
La s,econda parte dell'opera Anchiepisc·oporum Salisburgensium
etc. fu pubiblicata in versione tede.s,ca a cura di Fr. Xav.. Hubér, col ti-
tolo: Akten Geschtcte der beriihmtem salzburgischen Emigration
( 1790).
(Montebello: o.e., pag. 35 5; Amhrosi: Scritt. Art. Trent.. pagg. 57, 80, 9'4; A m-
brosi: Somm. Stor., pag. 187; A. CeLto: Castel Selva e Levi.Co etc., pagg. 385-403,
456-457; idem; Uno storaco trentino muratoriano e riformatore delle scuoEe in Au-
stria in <CStudi Tr,entini», 1950. f. 1-2, pagg. 32-71; f. 3, pagg. 358-383; 195 1, f. 2,
pagg. 55-90; f. 3, pagg. 211-240; Anonima (V. sotto: P. Lazzaro): Della vita, dlegli
studi e degli scritti di G.B. de G. trentino, Venezia, MDCCLXX; tip, Antonio Zat-
ta ; C. Frati: J!.,ovod. Ant. Muratori nelle sue relazioni col P. G. G. Trombelli e con
G. B. Oasperi, in Collectanea etc. in onore di ILeone O!sc!<i, Monaco, 192I). 1
180
Sçrisse sotto rano,ni:m.ato,: Della vita, degli studi e degli scritti di G.
B. de Gasperis, trentino (Venezia., Antonio Zatta, 1770); Difesa del
Cardinal Cristoforo Madruzzo Vescovo e principe di Trento contro
Natale de 1 Conti (Venezia, A. Zatta, 1763).
181
GENTILI MARI.A GIUSEPPiE,, nacque a Pergine e: nella sua bor-
gata servì gratuitamente quale a:rcbivis,ta ·per ben 18 anni. Agli effetti
della conoscenza. storica e deUe vicend,e locali so,no utiliss.irne le anno-
ta:zioni che via via stillava a margine dei libri dei sindaci. Lasciò an-
che delle memorie in merito alla spartizione delle spese che le comu=
nità doveva sostenere causa !"invasione franc,ese, quand'egli per il be-
ne plllbblico dovette accettare la gravosa carica di Deputato plenipo-
tenziario per Pergine e Caldon.azzo. Morì nel l S:51 e la rappresentan-
za comunale stabilì di porre nella chiesa parrocchiale una lapide ieon
la seguente iscrizione:
ALLA MEMORIA / DEL NOIBil.E / GIUSEPPE MARIA GENTILE / A
MAR.TI NSIBRUN / PERGINESE / UOMO I NTEGERRIMO / FILANTROPO
DOTTO E PIO / OTT[ MO MAGISTlRATO I C OL CONSIGLIO E COLL' 0PE· 1
RICONOSCENTE.
(Weber: Studi Trentimit 1928J pag. 139; Arch. S1or. Trentino: Not. Patarie;
A rch. Trento, XXII, 129; E. Gerola in 111Tridemtum». X, pag. 16 7).
182
GI.ANl:TTINI DOMENICO di Levfc;o, Nel 1635 fu cr~ato parroco
della sua Pieve natale. Fu u,o mo di g:rande pietà e carità: fo11dò un
ospedale in Levi,c-0 e una clhiesa con beneficio a Selva. Fu Protonota-
rio Apostolico, Cancelliere dell'Arciduchessa Cla.udia e nel 1646 fu
fatto Canonico in Trento. Morì a Roncegno nel 1647., all~età di anni
58. La sua salma fu tumulata in Levico.
183
GIOVANIELLI FAANCESC'ANTONIO di Canal San Bovo fu Consi-
g:tiere Aulico ai Vienna. Im Vienna mori nel 1759.
184
Ignazio Puec.her Passavalli (Trento, Monauni, 1928); Preghiera ,alla
venerabile Maddale11a,. Canossiana - Sonetto (Canossi.ane, Trento, [
Cent. Fond., 1928, pag. 31); Alla Madodnna delle Laste (Santuario
Madonna delle Laste, Trento, 19 30); Assaggio d'inventario della let-
1
([bidem, pag, 50); A.i margini della città nell'ora an,telucana (Ibidem,
I 937, pagg. 50-5 I); Verità, Esperienza - Epigrammi (Iibidem, pag.
54}; Romanticismo trentino (Como, Ed. Cavaleri, 1937); Rtnnova-
mento ("Poesié:t>), Trento, 1937, pag., 50); Contadini (Ibidem, 1938,
pag. 43); li diamante (Ibidem, pag, 42}; l miei (<<Scritt. Trent.», 1939,
pag. 34); Beato Stefano Be/lesini - Episodi musicali, musicati dal
m.stro R. Lunelli (Trento, Ardesi, 1940); Fraternità (sl!l «Strenna
Trentina», 1942., pag. 76); Carla <kJle. Beffe - Recensione («Tren.tino>;,
1926, pag. 109); L'Italia e il Tourt'ng (Ibidem, 19'27, pag. [34); Mo-
stra retrospettiva di Eugenio Prati (Ibidem, pag. 14); tradusse dal la-
tino Sarca di P. Bembo (Atti «Ace. Rover,et. Agiati», pagg, 56-93).
(A. Zieger in Atti «Accademia Rovere/. Agiati», 1949, Serie IV vol. XVll, pagg.
53-54; Manlio Gofo: Augusto ,Goio, Tre,nt''anni dopo, Trento, Ti!P, Atgècntarium,
1973; L. r., Necrologio in Atti «Ace.. Rover. Agiatill, 1951, Serie IV, Voi. XVIIl,
pag. XX).
185
mario medico stomatologico degli Ospedali Riruniti di Trieste. Pub-
blicò oltre cinquanta studi di stoma.tQ/ogia in Riviste italiane e stra-
•
a1ere.
Occl!lpav,a il tempo libero in studi, scritti e conferenze d'arte e storia.
Fu un pioniere dell~istituzione degli :ambulatori scolastici odontoiatri-
ci. Fu socio e corrispondente di numerose Società stomatologiche ita-
liane ed estere e partecipò a molti congressi medi,c:i.
Fu decorato della Commenda della Corona d'[talia, della medaglia
d'oro di !benemerenza d,el Ministero dell'Istruzione e gli flllrono confe~
rite diverse onorificenze straniere.
(F. Trentini in Atti «Accadi. Roveriet. As:i~ti», 1964, Serie V, Voi. IV, pag. 142).
186
del Carcinoma dello stomaco; Sulla ventilazione polmonare dei sani;
Sulla presenza e ricchezza in glucosio nei versamenti sierosi puro/en-
ti e nei liquidi endocis'tici; Un caso di morbo, di Addison, guarito con
la linfa Koch (Studi p:ubblicati e letti nell'Ace. de.i Medici, Torino,
1891 ).
18,7
Lasciò scritti: Nate malacotogz~che trentine («Studi Trentini», 1932,
f. 2.; pag. 112; 19321 f. 3-4, pag. 234}; La pseudonanodonta depressa
Muhfeld e l'Hydr:obia Steini Martens, a Levico (Ibidem, 193J, fase.
1, p ag. 42); Fauna malacologica di Primiero (Ibidem~ ] 937, pagg.
22); Fauna malacologica giudicarleS'e - Val ,del Chiese e Val del Sar-
ca superiore (Ibidem, I 93,5, pag. 68); Note malocologiche trentine
(Ibidem, pag" 19).
188
GRETTER DOMENICO, magistrato, nato a Castagnè n.el 1775.
Durante i~governo bavarese (gennaio 1806 - febbraio 181 O) fu giurdi-
c,e patrimoniale a Calliano. Nel 1808 fu avvocato a P,ergin.e.
Passò poi quruche tempo a Milano e tornò a Trento come giudice
della Corte di Giustizia.
Nel 1813 spo s,ò la figlia di Domenico Ostoja, primo Presidente· del-
1
(SJudi Trentir1i», 1925, fase. 4, pag. 330; A. Zieger; I Franchi Muratori del
Trentino, 1925, pag. 225; A. Lu.zio: La Massoneria sotto il Regno Italico etc., Mila-
no, 1918, p·agg,. 102).
189
GIUADAGNINi DON AURELIO, salesiano, nacque a Transacqua
ili :26 novernbre 1874. Visse la prmia giovinezza presso lo zio Don Ni-
1
GU ERRA RUSTICA. Più clhe una guerra fu ~na ribeHione del po-
1
190
in Germania le dottrine del Mi.mzen che proclamavano la «co,mun·an-
za dei beniJJ dettero esca alle ribellio,ni in quei :siti e l'eco di quelle ri~
belli,oni giunse anche nelle nostre valli.
Per evitare episodi di sangue, già avvenuti in Alto Adige, fu indetta
a Me·rano un «dieta del popolo minuto». La Dieta si apri il 30 maggio,
152.5. Vi convennero rappresentanti di tutte le valli. Pergine inviò,
TOMMASUS di Costasavina, GBRARDINUS BRUTUS de Ma-
drano,· Civezzano FRANCISCUS de CaJdonazzQ,· Levfco ,((e/ CHE-
MEL et A GNOL calia.ro.». In quella dieta fu steso un elenco di richie-
ste da sottoporre al duca Ferdinando, tC·onte del Tirolo.
Questi indisse ]a Dieta di Innsbruck e a questa invitò rappresen-
tanti dei ,«rustici». A questa ,dieta Pergine delegò FRAN CICUS PI-
1
191
Di partecipare al[a macabra cerimonia si rifiutò solo un «NICOLET-
TI DI OSPEDALETTO».
Per questo il Nicoletti ed i suoi furono investiti del diritto di pesca
e di caccia, diritto ,che: la famiglia godette per qualche secolo.
La massa dei rivoltosi mosse verso Castel Telvana, ma fu respinta
dal Welsperg. Così, uniti ai rivoltosi di Bor,go, ,condotti da SEBA-
STIANO della SBBTIA, marciarono verso il Cirè di Pergine ove
convennero i rivoltosi di Caldonaz:z,o, Levico, Civezzano, Miola, Vi~
golo Vattaro e Povo. Di qui scesero su Trento, via Civ,e.zzano. Co-
gnola. Si scrisse che fossero circa 4000..., ma arm.ati ,come la loro po-
vertà poteva pennettere.
Giunti sotto il Castello le guardie finsero di star dalla loro parte e
ciò per guadagnare iil tempo necessario per puntar loro contro l'arti-
glieriia.Bastaro,n o poche cann.o nate per sgominare quella massa di po-
veri diavoli... , che avviliti e paurosi più di prima se ne tornarono alle
Eoro catapecchie.
Frattanto 1~Autorità. emanò i decreti pe.r l'arresto dei maggiori re-
spons.abili. Fu messa una taglia di 50 ragnesi da erogare a che avesse
1
192
Così ebbe terminé I.a triste vicenda che la storia fa passare per
«Guerra rustica», ma che, in Trento, i ricetti «fedelini» degli Asburgo
definirono la «Guerra de.i Camèr»... alludendo al misero sacco dì vet-
tovag1i,e che ciascun ... «combattente»1 portava con sè.
Tuttavia, come dissi, non fu un episodio staccato, ma fu la ,com-
partecipazione della nostra gente ad u.n movimento ben più vasto del
qu.aile gLi studiosi d'oggidì stanno riesaminando cause ed effetti. 'fra il
1960 ed il 1965 usciro.no due volumi, a P.raga, trattanti quest'argo-
mento. Pare anche che la t,elevisione austriaca stia girando in questi
giorni un rtlm documentario sulla vita di Michael Gaism,a:yr, fo-
mentatore della rivolta nel Tirolo e ché, fuggito a Padova, fu raggiun-
to da emissari prezzolati ed ucciso con quarantadue coliP·i di s.pada.
193
H
194
I
195
IPP'OLITI (IPPOLl1i0, HIPPOLITI) CAV. BALDASSARE., medi-
co fisico e archeologo~ di Pergine. Raccolse ed illustrò un copios,o nu-
mero di documenti di storia patria che egli ritrascrisse e commentò
raccogliendoli poscia in 14 volumi: Mon.umenta Ecclesiae ac Prin,ci-
patus Tridentini. Sotto il titolo di Histori:ae Ducatus Tridentini sub
Regibus ltaliae, Longobardis, Francis atque Germanis Breviarium,
che va dal 565 al 1214..
Scrisse pure De ,circumforaneis Medicorum vanitatibus. poemetto
in versi latini.
Tenne una copiosa corrispondenza con gli uomini di scienza e di
lettere dei tempo, trattando con essi di s,ingole materie, oltre che di ar-
gomenti di medìcinai, storia, governo della cosa pubblica, archeologia.
Fu sindaco nella sua patria rispettivamente negli anni 1769, 1770 e
nel 1779.
Morì nel 1780 all'età ,rdi anni 54 e me·s.i 3'>,.
(Ambrosi: Scritt. Art. Tre:lllt., pag. 101; ldem: Somm. Storia Trent., pag. 187; A.
de Alessandrini: o.c .• pag. 185 : Montebello: o.c.,pag. 399; KStudi Trentini», 1927,
fase. 2; Mattet: o.e., pag. 98~ Certo: Castel Selva etc,, pag. 110),
196
IIPPOLI TI PADRE IPPOLITO, al! secolo Baldassare. Nacque a
Perglne il 3 settembre 1642. Fu forse la figura preminente dell!a casa-
ta degli Hippoliti ed anch'egl:i entrò nell'ordine dei Riformati. Filll c-on-
fessore e confidente di Eleonor,a Arciduchessa d' A·ustria e di Carlo V
duca di Lor,ena. Questi lo portò con sé nella guerra contro i Turcllti,
durante la quale entrò in reonfidemza con l'imperatore Leopoldo dive-
nendo confess:ore di Corte e Consigliere. L'imperatore stesso gli affi-
dava missioni diplomatiche all'estero,. Fu messo dell'Imperatore pres-
so il Papa Innocenzo XI, in R oma. Servì in. Austria per 22 anni.
Si ritirò, sofferente ,alla vista, nel convento, di San Bernardino in
Trento ove H 2 genn.aio 1715 morì.
Scrisse De Campo Martio apud ur/Je'm tridentinam, dissertazione
citata nei Cenni storici Sllllle antiche relazioni fra 'Trento e Cremon.a
(Milano, II ed., pag. 58).
Alla chiesa parroc-chiale di Pergine donò una reliquia di ,Santa Co-
stanz,a ch'egli p,er questo :scopo ottenne dalla regina di P'olonia nel
1685. Scrisse inoltre Horticello di meditazioni (Innsbruck, 1678) ed
altre opere ascetiche·,
{Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 52; P. de Alessandrini: o.e., pagg,, 118, 119-
185; Montebelto: o.e., pa_g. 397. 398).
197
ri, informatori militar~ perseguitati politici, internati: se i reggitori del-
la cosa pubblica avessero agito ed agissero in nome di costoro, certa-
mente l'Italia sareblbe oggi quella nazione seria, irn.pegn,ata e onesta
ch'essi scelsero co,me lo,ro ideale e che te:nevano in cuore.
1848
8 febbraio: scoppia.no a PadcJva i moti studenteschi.. Vi partecipò
lo :studente RO;SANELLI GIUSEPPE di Vitale e Gasperini Maria,
nato a Tenna nel 1.8,32. Aveva·nascosto sotto il pavimento della sua
camera una ventina di fucili. Sfuggì afila ]Polizia saltando dalla fmestra
e si rifugiò in Svizzera.
Ai moti studenteschi di Verona parteciparono A VANCINI LO-
DOVICO di Levico,, e lo, studente VALDAGNI LUIGI di Pergine.
13 apriie: ,a Tione :si costituì una compagnia dei corpi franchi
con lo scopo di occupare la valle di Non. All'azione partecipò, con il
grado di ufficiale contabile, MARTINI LEOPOLDO di Francesco e
Mauro Domenica, nato a Pergine il 18 ,dicembre 1818. Era diur!ll!ista
nel Giudizio di Tione,
1 m,agglo: si costituisce a Brescia l'Associazione Trentina. LEO-
POLDO MARTINI (V.,s.) è tra i frrmatari dell'atto costltuziona1e.
4 maggio: si apre l'arruolamento volontario nella costituita Legio-
ne Trentina. Tra i volontari si trovano: Sottotenente LEOPOLDO
MARTINt, Sottotenente PlETRO RINALDI di Strign,o ed i gregari
DANIELE GRAZIAD,E[ di Caldonazzo, SIMONE BOND di Pri-
,miero, MARTIN0 PIVIO d~ Strigno, GIOVANNI RA'iIINI di Ca-
1
198
rni rivoluzi,onari; SARTORI· RAIMONDO, geometra, di Primiero,
processato perché in calce al boll,ettino cli guerra affisso in piazza
aveva scritt,o: «Non è vero/»,· DALLA ROSA ENRICO di Pergine,
perché trovato !in possesso di runa sua lettera contenente «una conso-
lantissima n.otizia1>; MENGUZZATO PIETRO~ chierico, di -Pieve
Tesino. arrestato per discorsi antia1U1striacanti; D-ON VESCO, parro-
co di Primier:o, per aver fatto propagan,da per la separazione dal Ti-
rol,o; DON PIETRO GUETTI, parroco di P:inè, per «l'irifida condot-
ta politica>,; DON ANTONIO ZANGHELLINI (di cui si vedrà ap-
presso (V.lettera Z); GIUSEPPE BAZZANELLA, ALESSANDRO
BOSJS,IO, STEFANO BATTISTI di Borgo, accusati di aver affisso a
rutti gl!i .a.ngoii delle vie ,d!ella borgata un manifes.to in versi.
1849
20 marzo: la Legione Trentina, che nel settembre del 4,8 si era ri-
costituita in un unico battaglione, per J'a,ccorrere dei volontari, viene
a formare la 25.ma e la 26.ma Compagnia di Bersaglieri Trentini. Vi
ritroviamo I..eopo,ld,o Martini, Rocchetti Fr.ancesco, con iJ grado di
sottotenente, Rattini Giovanni, caporale, Pivio Martino ed in più OSS
PIETRO, di Zava d 'Ischia, figlio di Vito e Pincigher Maria, MOT-
TER VALENTINO di Valentino e Corradì Marianna, nato a Zivi-
gnago. Nei poch._i giorni di guerra le due compagnie agirono come
forze di manovra.
Nell'esercito regolare piemontese militavano come volontari n.elle
campagne del 48 e del 49 RINALDI FERDINANDO, fratello di
Pietro, di Strigno, sergente nel 10° Fanteria e TASSAINER. CRI-
STIANO di Leonardo e Zor Maddalena nato a Maso Tassainer di
Palù.
Dopo la sconfitta cli N,ovara (23 marzo), le due compagnie cli Ber-
s.aglieri Trentini vennero sciolte a Bobbio, il 3 aprile.
Ma iillon tutti tornarono ai loro privati quartieri, un gruppo cli tren-
tini costitlllitosi ·nuov,amente irt. Battaglione Bersaglieri volse verso la
difesa di Roma. Il ,ç orpo si imbar(!,ò a Livorno ~ sb,arcò ad Orbetello.
L~8 maggio entrò itn Roma e si pose a,gli ordini di Manara. l !lli questo
,corpo ritroviamo Motter Valentino, Oss Pietro, Pivio Martino, Ratti-
.ni Giovanni, a Tassainer Cristiano, che per poter partecipare alla
,campagna garibaldina si era congedato dall'esercito regolare edl intiine
troviamo MARZARI CARLO di Vigolo Vattaro.
Con Manara i volontari combatteron.o a Monte Mario (t3 mag-
gio) a Velletri (19 rna,ggi,o), a San Pancrazio e a Villa Corsmi (3 giu-
199
gno). Il 2 luglio, caduto Manara, il corpo si sciolse. Alcuni, com.e il
Rattini, fuggirono con Garibaldi. Il Rattini fu fatto prigioniero con al-
tri, nelle Valli dèl Po e condotto a Pola.
Alla difesa di Marghera e di Venezia partecipò l'Avancini Lodovi-
co, gregario nella Legione d'Artiglieria Ban.diera e Mor,o.
1855
LEOPOLDO MARTINl, entrato nell'esercito regolare, partecipò
alla Guerra in Crimea. VengoD10 liberati i FRATELLI SARTENA
(Vedi: Sartena}.
1858
La Gazzetta del Popolo di Torino aprì una sotto:scrizione per offri-
re 100 cannoni alla difesa ,clii Alessandria. Tra i firmatari si leggono i
nomi di Enrico Dalla !Rosa di Pergine e delle sorelle Rinaldi di Stri-
gno. Ell'ano sorelle dei volontari Pietr,o e Fell'dinando.
1859
Alla campagna del 59, inquadrati nell'esercito regolare: piemontese
parteciparo·no: RINALDI FERDINANDO di Strigno, sergente nel
10° Fanteria, partecipò alla b.attag!ia di Monte Suello; P'A NIZZA
nob. POMPEO di Cive2.2ano, caporale nel 14° Regg. Fanteria, com-
1
200 1
Nell'ottobre del ]859 il patriotta LODOVICO WEISS di Strigno,
oltrepassò il confm,o pr,esso Peschiera per r,ecare a Garibaldi una ban-
1diera, ricamata dalle donne di Strigno, ed un :messaggio delle donne
trentine,
Questo messaggio sarà poi lan ciato su Trento, presso il Castello
1 1
1860
I mllle di Garlbaldl, Da Quarto, coni Garibaldi, salparono due no-
stri conterranei: lFATTORI BIOITON ANTONIO di Castel Tesino
e SARTORI PIETRO, iCl!etto «Bezzo» di Levico. Di ambedue: si han-
n,o scarse notizie. Il Biotton era nato nel 1836, aveva sposato una
Dallemule. Dopo le campagne visse nel Vercellese: a Graglia, a Oc-
clhieppe ed infin.e ,a Zub:iena. D·opo aver subito l'amputazione di una
gamba, morì nell'ospedale di Novara il 19 giugno 1879. Il Sartori era
nato nel 183 I re,dl al fonte battesimale prese il nome di Pietro Giovan
Battista. Nel 1859 Javor:ava ieome. prestinaio presso il forno della sus-
sistenza piemontese in Milano. Terminate le campa.g,ne, si stabilì a
Como,, in via Borgo Vico, 16. Morì in quell'ospedale il 7 agosto
1870.
L'immagine dei due era tra quelle contenute nell'album di fotogra-
fLe che Garibaldi teneva a Caprera accanto al suo letto di morte.
La spedizio1ne Medici. Il luogotenente dì Garibaldi, Giacomo Me-
dici, il futuro generale, provvide ad una seconda spedizione di volon-
tari per la Sicilia. 11 gruppo partì in parte da Genova ed in partte da
Cornigliano il 9/10 giugn,o 1860. Fra gli imbarcati ,c he raggiunsero la
Sicilia vi furono: CHIN[ E.M ANUELE di Pergine, ch,e comlbatterà a
Castelmorrone col battaglione Bronzetti; GIONGO LUIGI di Pergi-
ne, che combatterà! s,uJ Volturno con la V Comp. Brig. Gaeta; M 0 - 1
201
sul Volturno e fu fatto prigioniero, ma quindi liberato a Gaeta dalle
truppe del Gen. Cialdini; ... il «gio'Vanetto)) MOSER di Pergine che,
secondo una lettera di Angelo Ducati diretta a Gazzoletti, «moriva
vittima .del suo coraggio nelle acque del Volturno)); ROCCHETI'I
LOD0 VIC'O GIUSEPPlE (V.s.).
1
202
Polito e a Monte Pelago, guadag.nandosi una «menzione ono,revo/e,,;
BORDATO MOSJÈ di Scurelle·; CAMPRBGHER ANDR!EA di
Centa; CATIAROZZI EUGENIO di Fierozzo; CAITAROZZI
GIAMBATTISTA di Fierozzo; CEOLA WRENZO di Ca.lceranica;
DALLA FIOR GIORGIO di Sternigo, ufficiale addetto al comando;
DALMASO PRIMO di Roncegn,o; FRIGHELLO LUIGI di Ronce-
gno; RINALDI FERD INANDO di Strigno, che ebbe una «menzio-
1
203,
pe Grazioli; a Pieve Tesino: Giuseppe Pellizzaro, Giuseppe Rio, Gio-
vanni .Buffa; a Te/ve.: un certo Dal Maso.
Il 27 feblbraio 1863 Ergisto Bezzi penetrò nel Tre.ntino con lo sc,o-
po di or,gani.zzare una rivolta popolare. Toccò trutti i principali capo-
luoghi. È certo che a Petgine s.i incontrò con il 1110b. Pompeo Paniz.za,
che assumerà il nome di battaglia Moseherisio, Eduino Cbimelli, che
assumerà il nome di Antonio Cuen, D~la Rosa dottor Enrico con lo
pseudonùno di R izti.
L'azione era prevista in ampio raggio in q11Janto coinvo:lgeva anche
il Friuli. Le riU1nio,ni, a cui partecipava il Painizza, si tenevano a Pa,do-
va. Compito primo era quello di introdurre le armi nel Trentino·,
11 19 agosto in UJli sottotetto di Padova si tenne una delle riunioni
conclusive. Con rappresentanti del Friuli, del Trentin.o, tra cui il Pa-
nizz.a, I.a riunione ebbe tiermine non dopo di aver concordato un'azio-
ne comune con i Comitati di Torino e di Milano.
Lai polizia austriaca però prevenne tutte le mosse: nella stessa not-
te del convegno, di Padova la polizia attuava arresti in tutto il Trenti-
no. Pompeo Panizz.a ebbe appen.a il tempo di tomar,e, inconscio, .a
- Pergine per essere tratto in arresto il 24 agosto. Con lui vennero arre-
stati il Chimelli; PINTER FRANCESCO di Pergine, un postiglione
che fac,eva ,servizio tra Pergine e Tre.nto, ma che aveva introdotto ar-
mi con qualche suo viaggio a Bassan,o se non addirittura da Manto-
va; MOSER DOMENICO., quale arruolaltore di volontari; TO,MASI
LUIGI, detto <rBarbuson», calzolaio, tutti di Pergine.
Panizza venne condannato a 12 anni di carcere duro, ChimeUi a
cinque. Vennero rilasciati, in seguito all'amnistia che l'Austria dovette
concedere con il trattato, di pace susse.guente alla guerra del 1866,
Arriestati i capi e fuggiti i luogotenenti, l'insurrezione non poté rea-
lizzarsi.
1866
Si ebbe sentore di guerra nelle nostre zone con la retata che la po-
lizia attuò nei confronti dei «vigilati politici». A Pergine furono arre-
stati irnmediataun,e.nte MOSER DOMENICO, TOMASl LUIGI e
PINTER FRANCESCO, che erano stati in precedenza. rilasciati con
libertà vigilata. I prirru due furono internati nella fortezza di Teme-
swar in Transilvania, mentre il Pinter, in seguito alle istanze della mo-
glie, f11J confinato a Vipiteno.
204
A Strigno furono arrestati il geometra FIORI LIBORIO e LINO
OSTI; a Roncegno PRIMO DALMASO e LUIGI FRISINGHELLI.
Un ripensamento politico impedì l'arresto del podestà di Strignot il
dottor PIETRO RINALDI e del consigliere comunale di Levico, dot-
tor Riccardo, fratello del dottor Pietro.
.
Combattenti nella divisione M,edici': Tenente ALESSANDRO
D AZIARO di Pteve Tesino, del 2° Batt. Bersaglieri, 62° Regg. lPrese
1
205
Trento e si arruolò nel 2° Regg. 3° Batt. Il Comp. dei Corpi Volonta-
ri di Garibaldi, combatté a Bezzecca; CHIMELLI CARLO ,di Pergi-
ne era nelle Guide a cavallo ed a Bezzecc,ai meritò, la crmedaglia d'ar-
gento»;A VANZO FILIPPO dli Pieve Tesino; BORDATO MOSÈ di
Scurelle, CA1TAROZZI EUGENIO E GIAMBATTISTA cli Fie-
rozzo, D.A NIELl FILOTIMO di Str:igno, DALMASO PRIMO di
Roncegno,, ECCHER DE EDOARDO ed ENRICO di Pergine,
MARGONI GIANBATTISTA di Pe,rgine, MORADUZZO lPIE-
TRO di Pieve Tesino, OBER.0 SLER GIUSEPPE, OSS GIUSEPPE
1
206
IN MIANE VENETA IN PERGINE / GIOVÒ A MOLTI / NOCQUE SCIEN-
TlFICAMENTE A NESSUNO / AMÒ LA PATRIA E LA FAMIGLIA / A
QUESTA DIEDE A QUELLA OFFERSE LA VITA / VIDE A LISSA / LON-
TANARE LA SUA PIÙ DOLCE SPE RANZA / MA CON QUESTA ANC0 RA 1
207
CARLI dottor ANTONIO, resse il Co,mune di Pergin.e, mentre fil
podestà S-ittoni era in missione per consegnare un indirizzo a Vittorio
Emanuele. Fu de.nunciato come «garibaldino» dagli austriacanti loca-
li.
CASAGRANDE ANTONIO, mugnaio, di Bedollo, si espresse di-
cen,cflo che ((l'Austria la deve perder la guerra p:erché i diritti i è ,dei
Talian'i e non dovemo essere uniti ai Todeschi». Fu processato e. p.ro-
sciol to p,er mancanza di prove.
CECCATO GIULIO di Castel Tesino, sfregiò e fe,ce a pezzi l'a-
quila imperiale che sovsrastava la porta della taba,ccheria di suo pa-
dre.
CHIMELLI F'AMIGLIA di Pergine: mand,ò notizie ai patriotti di
Trento servendo,si di due ragazzi. I due, un certo Comper e Valcano-
ver Giuseppe, usarono l'espediente, per passare innosservati, di trasci-
nare le catene dei lari striscicandole per lucidarle, come era d'uso, sul
ghiaino della strada. Arrivati a destinazione scu c.irono dai panciotti le
1
• •
m1s:s1ve.
CHIMELLI TERESA di Pergine ebbe modo di conoscere il capi-
tano dei C.avaleggeri di Monferr,ato Costanzo lLuzzago, che sposerà
l'anno appresso,
COLPI GIANBATTISTA di Pergine si ebbe la casa devastata do-
po la parten.za del Medici, per reazione dei locali austriacanti con
l'appoggio delle truppe austriache.
DALLA ROSA DOTTOR ENRICO di Pergfne. Fu una delle fi-
gure ·più appariscenti dell'irredentismo perginese ed 1,11n instancabile
organizzatore. Fu accusato d'aver propagandato in tutta la V,alsuga-
n.a l'arruolamento volontario. Fu lui che stese l'indirìzzo rivolto a Vit-
tori,o Emanuele. Si ritirò con Medici.
DALLA ROSA GlACOMO di Pergine, pa,dr,e di Enrico, si ebbe
come il Colpi la casa devastata,
DALLAGO A CH]LLE, possidente, di Levico, seguì Medici.
1
2i08
DOR.IGATO PffiTRO, fornaio, di Castel Tesino: un mese ,d'arre-
sto per aver esposto la bandiera d'Italia.
FERRAI PIETRO, oste e ~alzoiaio, detto «Molla», di Borgo ac-
colse gli italiani «girando per il paese con bandiere come un pazzo».
Promosse arruolamenti. Seg11ì il Medici.
GARBARI GIOACHINO nato a Caldonazzo nel 1824, «i'nteme-
raJo palriota - delle· idee nazionali e· liberali - strenuo propugnato-
re;, (epigrafe sulla tomba), avo del pittore Tullio Garbari e dei volon-
tari della prima guerra mondiale Garbari Mario, ed Ezio.. Come sinda-
co provvide all''allo,ggiamento ed al rifornimento del rep.arto del Colo-
nello Negri, che pervenne a Caidlonazzo, via Quaere e Lochere. Gesto-
re dell'Hot,el provvide «alla cottura di gran mole di po[e,nta». Segui il
Medici nella ritirata.
GARBAR! VALENTINO,, di Levi.co, ebbe la casa devastata da
elementi austriacanti.
GIONGO .ALBERTO di Pergine, studente di legge in Padova, fra-
tello di Giuseppe, accolse Ee truppe italiane indossando la camicia
ro:ssa. Seguì il Medici, ma al ritorno in patria si ebbe un mese d'arre-
sto.
GIONGO GIUSEPPE di Pergi11e1 attuario presso la locale pretura
fu sospeso dalll'impie.go avendo egli ornato la casa della bandiera ita-
liana ed avendo proposto 'l]IUa festa luminaria :in onore delle tr·uppe
italiane. Fu riassunto in servi·z.io nel 18 75, senza possibilità però di
avanzamenti di carriera.
GIRARDI GIOVANNI, pretore a Strigno, rimase fermo al posto
contr,avvenendo alle disposizioni delle autorità alllstria,che.
LIBORIO FIORI, perito geometra di Strigno, già arrestato, ,e rila-
sciato, segui il Medici n,ella ritirata.
MARIETTI Fratelli, stampatori in Trento,. oriundi di Bien·o. segna-
lati come irredentisti.
MARIOTTI CARLO, perito geometra di Pergine: seguì il Medici.
MARTIN1 S,ILVIO di Pergine, scrivano d'avvocato. Seguì il Me-
d!ici, ma al suo ritorno si ,ebbe un me.se d'arresto come sottoscritto,re e
pr,opagandista per l'arruolamento.
MENGHIN TEMISTOCLE, pretore in Bo.rg,,o, rimase al posto
suo come il pretore di Strigno.
MOSE.R GIUSEPPE di Pergine, ma residente in Trento era un
sorvegliato speciale ,com,e irredentista.
OSTI LINO di S1rig120, già arrestato e rilasciato, seguì il Medici
nella ritirata.
209
PACCANARl GIUSEP·PE, vetturale~ di Borgo. Trattenuto dal 3
al 13 agosto nelle c,arceri di Trento come «sospétto».
PAOLI PIETRO P AOL0 negoziante di Pe.rgine. Nella vetrina del
1
lontanò ,d!al posto è si giustificò con questa onesta e saggia lettera del
2:10
3 l luglio 1866: (<lo sono del sommesso parere che la continuazione
delle funzioni pretari'ali sia possibìle sotto qualsiasi incursione,
purché l''I.R. impiega'to si a.stenga da o.gni politica e curi solo la vita e
la proprietà dei suoi amministrati. Non si sa comprendere il motivo e
non si vede nella disposizione che un abbandono del popoloi un tor-
mento dell'impiegato. Io sarei del sommesso parere di lasciar tutti al
posto loro» ...evidentemente non era u.n «pretore d'assalto»l
VALCANOVER v·ed. CATTERINA di Pergine, madre di uno dei
p,iccoli messaggeri defila famiglia Chlmelli, tenne nascosto un soldato
br,es,cia1110, gravemente ammalato e lo fece fu.ggir-e d·opo d'averlo cura-
to.
VEDOVA ING. DA VIDE di Pergine segnalò al comand.o italiano
movimenti di truppe austriache.
VOLTOLINI CARLO di Borgo subì l'arresto.
WEISS FERDINANDO~ possidente di Strigno. seguì il Medici.
WILLI GIO BATTISTA,podestà di Levico, si allontanò con il Me-
dici.
ZOTTA BAILO PIETRO, capo co:mune di Pieve Tesino, festeggiò
l'arrivo in paese dei bersaglieri del Tenente Daziaro «facendo eccheg-
gia re l'intera vallata colle sue villanie e baccanti evvi'v:a». Il pretore d.i
Strigno mimimizzò l'accu.sa affermando che era stata fatta dai «un mi-
litare intrigante».
ZANELLA DOTTOR PIETRO; rned.ico, primario in Borgo, con-
tribuì a togliere e calpestare l'aquila imperiale della pretura. Si allon-
tanò col Medici.
ZANETI[ ERNESTO, commerciante di semi di ba,co da seta in
Borgo. Fece parte della. delegazione incaricata di portare l'indirizzo a
Vittorio Emanuele. Anch'egli si allontanò co,n il Medici.
SJ fa notare che le parole scritte tra virgolette furono to,lte dalle de~
nunce dellla polizia. In genere le co,ndanne flllrono particolarmente leg-
gere e cjò si spiega in gran parte giacché i sentimenti dei pretori c,olli-
.mano con quegli dei processandi.
Comunque ne1Jle clausole ,dell'armistizio di Cormon:s (12 agosto) vi
,era quella di n,on molestare la popolazione tirolese per le o:pinioni
,espresse durante l'occupazione Medici. [I plenipotenziario austriaco
non volle f!l.fmare la clausula, ma il trattato cli pace impose all' A.ustria
un'amnistia generale per tutti i reati politici
1867
Tra i. volontari che presero parte all'ultima impresa g,aribaldina,
quella condotta nell'Agro R,omano nel tentativo di conquistare Roma,
211
ci furono ANDER.LE LEONARDO di Pergine, CHIMEl.LI AU-
GUSTO, nato a Este da famigliaperginese, GIAMBATTISTA CAT-
TAROZZI di Fierozzo e DANIEL[ FILOTIMO di Strigno.
Combatterono a Monte Rot,ondo contro i papalini e fll!rono sopraf-
fatti dai nuovi fucili francesi, r<les chassepotsJ>, a Mentana.
NOTA: Tra i volontari garibaldini dei q uaJi si hanno scarse notizie circa lai loro
partecipazione a combattimenti sono da an11overare SARTORI TEOFILO di Pri-
1niero (V. Sartori Teresa), NERVO GIUSEPPE di Pieve Tesino e certamente qual-
che altro.
. .. fino al 1918
Terminata la terza gu,erra d'indipendenza italiana il Trentino, come
è no,to, rimase ancora entro i confllli dell'Impero Austro-U:ngarico ed
il movimento irredentistico nei nostri paesi contLnuò la sua attività.
Sorsero società sport~ve, ·complessi bandistici e corali, associazioni
culturali a sfondo programmatico nazionale e soprattutto sì rinvigorì,
con l'ins,crmzione di molti soci, Ja «JLEGA NAZJONA LE», che fu la
più attiva associazjone clhe contrastò il ((VOLKBUND», quel movi-
menil:o cioè sorto per ~a tedeschizzazione dei nostri territori.
Ma l'azione più rischiosa fu svolta n.ella clandestinità da tutti colo-
ro che facevano parte di quella rete di informatori militari tesa nel
Trentino dal reridenese TuUio Marc!hetti.
212
Pur essendo alfiere nelle riserve, quale sospetto ]POiitico non otten-
ne ,dlall'Austria la promozione ad ufficiale. Arruotatao neU'agosto del
19 l 4 fu inviato in Russia ,con un reparto di marci.a. e quindi trasferito
111erna compagnia di ,disciplina «P.u Enns», ed infine inviato in una lo-
calità malarica della Polonia. Fu retrocesso a soldato semplice perché
irredentista, ma non furono trovate prove della sua attività di infor-
matore.
BERNABÈ ENRICO di Pergine. forniva notizi,e specie durante iJ
[Periodo nel quale era sorvegliante tecnico. nei lavori di fortificazione
sul Panarotta.
BORDATO BICE in ZANGHELLINI di Strigno. Durante la pri~
ma occupazi.one della borgata fungeva da informatrice sul movimento
delle pattuglie nemiche e da [Portaordini nelle zone avanzate. Si ebbe
la croce di guerra. Avendo ili generale Amari, comandante della Bri-
gata VenezÉa, avuto sentore che il comando austriaco aveva emanato
c.ategorici or,dlini per la cattura della B,ordato, consigliò la coraggiosa
signorina di abbandonare il paese (v. Dec,orati).
B·OSO MARIA nata a Caorla nel E895: ved!i Decorati.
BROC CATI GIUSEPPE di Pieve Tesino. Farmacista a Lamon
1
2 13
,Si arruolò !P<>i volontario e fu come te.nente medico a:ssegnato al
Servmzio Sanitario Militare.
COLIPI GIUSEPPE cli Levtco. Fu tra i più attivi informatori ed
una figura molto discussa. Fu pro,cessato a Rovereto per essere :stato
tra i promotori delle dimostrazioni di distlllrbo effettuate contro la fa-
migerata manif.e:stazione pangermanistica che elb,be luogo il 26 luglio
1907 a Pergine. Cresciuto in una famiglia «che conservava [e lettere
di Garibaldi co.me relique» non poteva non sentirsi altamente italiano.
Spirito bizzarro ,e.d! irrequieto., fu licenziato da di.versi impieghi, fu
però attivissimo nell'attività informativa ed era in r<}Ontatto diretto con
l'Ufficio SIM dello Stato Maggiore di R.oma. 'T ra l'altro, sotto il no-
me di Vittorio Greco, aprì a Trento una ·Casa ,dli piacere, ove le allegre
donnine avevano l;irncarico di carpire notizie dagli ufficiali e sottuffi-
ciali austriaci freqlllentanti l'ambiente. Assunto come impiegato nena
Banca Cooperativa di Trento commise l'errore di appropriarsi di una
forte somma c!he, second.o come si espresse poi, ,doveva servire per
costitll.lire delle bande armate. partigmane. Per la verità il comporta-
mento del Colpì può trovaire non dico una gius.tificazione, ma ,certo
un.a. spiegazione ~n un precedente fatto consimile avvenuto in Rende-
na nel 1,865: «il fallimento Marchetti».
Mancando nella Rendena Cass.e di risparmio, il Marchetti co,stituì
lllna. specie di banco di deposito, ma spese poi gran parte dei capitali
depositati e da Comuni e da privatit Ìl1! finanziamenti politici in favore
del movimen.to irredentistico.
Il C,olpi fu dunque condannato a 11 anni e tre mesi di carcere du-
ro, che scontò a Stein. Certamente la grave pena fu aggravata dalla
sua attività politica se anch,e la madre ADELE DEGLI A VANCIN1
e le due sorelle IERTA e RAFFAELLA subirono un lungo periodo
di detenzione.
Il Colpi fu liberato .il 7 dicembre 1918, tr,e giorni prima d i aver
completamente portato a termine il periodo di pena.
Al suo ritorno a Levico fu accolto freddamente, dai concittadini..
Per vivere si dedicò, alla raccolta di res.iduati di guerra, ma il 7 dicem-
bre del 1919 nell'anniversario della sua scaircerazionet una bomba gli
scoppiò tra le ntani ponendo fine allla sua vita.
-- -.-:--:::::::-=~
CRESCINI GIUSEPPE- dtJ>e78im>-.Era in relazione con il legio-
nario e garibaldino Rocchetti Emilio. A SUOl'fsç.-hk_e ~ricolo si pro·
Cil.lfava foto.grafie di forti, topografie di strade e sentier~t'er._endo
personalmente alle spese. --- ...._
214
CEOLA CAV. UFF. MARIO (V. Ceola Mario e v, Decorati), di
Pergine. Aveva freqrue,ntato il primo corso di Ingegneria a Vienna ed
essendo, allo scoppio della guerra,, troppo giovane, fu ìimpiegato dal
Genio Militare austriaco nei lavori di fortificazione sul Calisio.
D'opo d'essersi appropriato della carta aill'l :250.000 della zona con
i rispettivi piani di lavoro, riparò in Italia e come volontario prestò
servizio prima in Artiglieria e quindi neU'areonautica come ufficiale
osservatore, D~resse per molti anni lo stori,c,o Museo di Guerra di Ro-
vereto.
COSTA CELSO, maestro, di Scurelle. Fiduciario del SIM per la
zona ebbe per collaboratori il fratelllo ER.METE ed il cugino ,COSTA
ENRICO. Le notizie raccolte venivano trasmesse attraverso il D'AN-
NA d~ Telve. Ermete, :soldato in Riva n,el 164 Batt. Landsturm, di-
sertò nel maggio del 15. Il maestro, riformato per esiti di una rottura
del braccio contratta da ragazzo, insegnava, al!lo scoppio della guer-
ra, a Grigno. Obfb,e diente alle disposizioni governative condusse i suoi
alunni lungo il Brenta ,rper raccogliere rottami di metalli per la p.a-
Jria>), Epperò, dlopo di aver detto agli alunni: «Tornate a casa senza
di me... e salutaten-1.i le vostre famiglieJ,, segui fil corso del fiume sin
oltre il confine.
Aggregato al Comando della Brigata Venezia rientrò il 24 maggio,
Fu Commissario a Scurelle e a Pieve Tesino, poi funzionario viag-
giante deU' Alto Commissariato Profughi.
D'ANNA DE CELÒ CA V. GIUSEP'P E di Telv:e. Esercitava il
co,mmercio del legname e così si recava spesso a Bassano, avendo
modo di trasmettere alla sezione locale del SIM le informazioni che i
!baroni Buffa di Telve ed i Costa di Scurelle gli procuravano.
Tra i suoi collaboratori furon,o anche NARDELLI LUIG[ e ZAN-
GRANDE PIETRO, ambedue di Telve.
Si arruolò volontario tra gli AJpin.i, ma fu poi comandato nei Ge-
nio Militare per il quale trattava partite di legname.
DEMAITÈ LUIGI di Vigo.lo Vattaro. Imperia! guardia di f1tnanza
al confine del Pontet (Primiero), :passava le notizie ru c·olleghi italiani.
Sospettato1 nel 18 fece sette mesi 1dli carcere militar,e.
DIVINA ERMETE e GIOVANNI ,di Borgo. Le notizie da loro
rac,colte venivano trasmesse a Bassano dalla R.OSSO BEPPI (Giu-
seppina), mo,desta commerciante ambulante. Ambedue i fratel!li si ar-
r1Uolairono nell'Esercito Italiano. Giovanni cadde in Val Calam,ento il
28 ottobre 1915.
215
DORIGHELLI AMALIA di Roncegno, con espedienti vari tra-
smetteva le notizie via Primolano.
PEZZI VlTTORIO di Borgo, segretario del circolo trentino cli Ve-
rona,. coadiuvava per l'espatrio clandestino dei Trentini verso l'Italia.
FRISANCO UMBERTO di Pergine. In servizio militare s·ugli Al-
tipiani, prima della gu,erra, vedendo oltre confine ì soldati italiani
gridò loro: << Viva l'lt,a/ial Viva Garibaldi! >J. Bbb•e un mese di carcere.
A. Trento organizzò un servizio iinformatlvo e trasmetteva il materiale
aUa Signorina DORIGHELLI di Roncegno, che provvedeva a farlo
pervenire oltre Primolano.
Amico di Cesare Battisti riuscì, passando, il oorume a Peri1 :a fargli
avere un iPifezioso plico segreto,;
Sfug,gì, al suo rientro, .all'arresto ripassando il confine, questa volta
però attraverso la Valsugana.
FIEITA BATIIS'fA fu Bortolo cli Pieve 'Eesino. Tornato in patria
da Metz, ov,e risiedeva, per passarvi qualche giorno di ferie, tr.as:mise
prezi,ose notizie riguardanti quel settore. Nell'apri.le del 15 passò in
Italia. La gendarmeria in suo luogo arrestò un suo omonimo, conta-
dino, che dovette farsi ben tre mesi di carcere prima che l'equivoco
fosse chiaritoi
GARBARI CAV. EZIO di Pergine. Entrò diciannovenne nell'or-
ganizzazione. Operava da falso escursionista sugli Altipiani commisu-
rando strade, de1Positi., guarnigioni, manovre e ricercando sentieri per
fughe dal Trentino..
Arrestato e rinchiuso in un alberghetto a Lavarone Chiesa, riuscì
ad ev.a,cfere saltando dalla finestra. (V. Decorati).
GARBARI TULLIO di Pergine (V. Garbari Tullio), stu,dente pres-
so l'Accademia dì Venezia. I suoi viaggi a Venezia. servivano anéhe
per tra:smette.re materiale informativo. Tra l'altro eseguì a penna uno
schizzo del forte di Roncegno, ch'egli stesso conse.gnò a Bassano, al-
l'ufficio SIM.
Scoppiata la guerra si arruolò volontario negli Allpini, ma per una
sopraggiunta matattia venne riformato.
GHIRARDON TULLIO di Borgo. Era tra ,gli informatori di
Trento, ove dimorava. Come sospetto di spio,naggio si fece due mesi
di carcere.
1
GRANELLO GUGLIELMO di Pieve Tesino, detto il <rgarfbaldi-
no;>. Membro di tutte le societ:à irredentistiche:, raduna.va nel suo al-
bergo gli irredentisti della zona. Fu arrestato il 18 marzo del 1915 a
Rovereto· ove si era recato a trovare la sorella Linda, moglie de~ far-
216
macista Gaspare de Cobelli. Condotto oltre Brennero potè ria·vere la
libertà a fine guerra.
LOSS SILVIO APR[L di Canal Sa·n B0110. OsJPitò il Marchetti e
fu valido collaboratore del SIM per la sua zona.
1
va.
PALA ORO UMBERTO di R oncegno. Chiamato alle armi nel
1904 ed .as:seg:naito .al deposito d'artiglieria in Trento, aveva l'incarico
1
di tenere il registro materiali dei diversi forti militari. Egli, senza alcun
lucr,o, trasmetteva copia degli elen.chi dei matie:riali ad agenti del SIM
217
ijt:aliaino. L' 11 s,etttembre 1909 fu ,arrestato e dopo quindici mesi di de-
tenzione fu assolto per insufficienza di prove.
RELLA UGO, farmacista in Strigno, Capo della Sez:ion.e del Tou-
ring Club Italiano,, fiduciario della S.A.T. e della Leg,a Nazionale, fu
attivo collaboratore del SIM. Distillav·a dell'ottimo elisir di china e
possedeva. una buona raccolta di bottiglie..., che gli servivano ,a far
parlare gli ufficiali di stanza a Strigno, e che egli riuniva nel suo acco-
gliente retrobottega.
Ospitò il Marchetti che si nascondeva s,otto il falso nome di Ing.
Giovanni e che dlalla popolazione veniva chiiamato «Giovanni lo zop-
pOJ>, peJiché tate si fmse durante tutta [a permanenza a Strigno.
I tl!'e, .il Rella, il Marchetti ed il Pr,of. Suster Gtliido,, provvidero a
tracciare una topografia dei sentieri del gruppo di Cima D'Asta.
Richiamato nel 1914 ,come farmacista ebbe vita dura dati i prece-
denti politici. IFu accusato di irrede.ntism.o, di antimilitarismo e fu sal-
vato dall'amnistia conseguente alla salita al trono cli Carlio 1. Arresta-
to nuovam,ente venne iniziato un processo contro di lui a Linz. ii 30
ottobre 1918, ma l'armistizio ne impedì la prosecuzione.
11 Rella, spirito allegro e profondamente amato dalla popolazio.ne,
morì in patria nel 1929.
SCOTO'NI CESIRA nata VALENTINI di Pergine. Sposatasi a
Trento, fu la madre del decorato Mario Sc,otoni. ]nsieme agli indu-
menti trasmetteva al figlio a Verona certe carte topografich.e, infor-
mazioni, servendosi di persone fidate.
TISOT MARIA di Tonadico. Sposa ad Ermenegildo Facc:hin, oste
,a Lamon, approfittava delle sue puntate a Tonadico ove aveva i geni-
tori, per trasmettere oltre conf'me il materiale che gli agenti di Primie-
ro le fornivano.
11 12 aprile del 1918 fu sorpres,a a Tonadico dal rientro degli au-
striaci e passò s,ette mesi di carcere a lnnsbruck. La prigionia le minò,
la salute e nel marz,o del 1925 mori all'età di 33 ann'Ì.
TOMMASINI OTTONE di Pergine. Scope.rto dalla polizia come
spia nemiica fu con,cllannato per alto tradimento a otto mesi di carcere.
,dluro aggravato da un digiuno al .mese, che scontò a Stein (Au.stri.a
Alta). Fu poi internato a Katzenau e quin.di spedito in Bosnia, donde
fuggì. Dalla sua bocca mai uscì il nome di uno solo dei suoi complici,
nonostante i mezzi studiati per «farlo cantare».
V ALDAGNI ANGELO· di Pergine e MIORI GUIDO, SLUCCA
MATTEONI GINO e GIOVANNI di Levico fecero parte a Trento
di un gruppo ristretto e veriSo il 1893 cercarono di organiziare
218
,clandestinamente le linee per la costituzione di 111n futuribile battaglio-
ne alpini «Trento>;. Erano in contatto con le organizza:zioni italiane.
ZANGRANDE GIULIA di Te/ve. Serviva al gruppo D'Anna per
trasmettere il materiale a Bassano ove spesso si recava.
219
in azione di guerra condotte suJl'Ortigara (V. Decorati); PETRI GUI-
DO (V. Decorati); POLA ALBERTO, sottotenente degli Alpini, di
Roncegno (Monte Fontanone, 11 dic,embre 1917); RIPPA GUIDO
(V. Decorati); RIPPA VITTORIO, di Borgo. ferito in azione di guer-
ra. 1'8 marzo I 9 17 e deceduto di coinseguienza il 12 luglio dello stesso
1
220
GHESI PIO di Rergine; BOTTEGA FLORESTANO di Levico;
BOZZELLA AR.TURO di Borgo; BRANDALISE ELSA di S1ri-
gno; BUFFA RO.D OLFO di Cinte Tesino,'. CAMINOLLI FER.DI-
NANDO di Borgo; CAMPANA MICHELE di Levico; CAPPELLO
LE0 POLDO GIUSEPPE di Borgo; CAPRA GIUSEPPE di Carz,a-
1
221
DEO di Pergine: GUADENZI FIORIDA di Torcegno,· GIACO-
MELLI ALBINO di Vattaro; GIACOMELLI GIOV. BATTISTA dm
Caldonazz,o; GILLI FRANCESCO di Primiero; GIONGO CIRO di
Lavarone (P.U. Enns); GIONGO LUIGI di Lavaro,ne; GIONZER
LEONIDA di Roncegno: GIOVANELLI GIOV. BATTISTA di Cal-
,donazzo~· GIRARDI EDUINO di Levico; GIRARDI ERNESTO di
Levico (P.U. Enns): GOIO prof. AUGUSTO di Levico (P.U. Enns);
GONZO PROSDOCIMO di Tezze; GRASSI ALFREDO di Levico;
GRAZIADEI ETTORE di Calceranica (P.U. Be·nesov); GRAZIA-
DEI LORENZO di Calcertznìca (P.U. Enns); GUBERT LUIGI di
Fiera di Primjero,· JANESELLI AFRA, JANESELLI ALBINA, JA-
NESELLI ANGELICA, J ANESELLI ANGELINA, JANESELLI
FRANCESCO, rutti di C,a/donazzo: J ANESELLI LUIGI di Pergi-
n·e,· JORIATI GIOVANNI di Pinè; JlORIS ROMANO di Levico;
LANZINGHER GIOVANNI di Levico (P.U. Benesov); LARGAIO-
1
222
ADELINA, JOLANDA, MARCELLA, MARIA, MARCO, RA-
FAELLE, SANZIO e MARIO, tutti di Roncegno; PRATI ANGE.ILI-
CA, BIANCA e CESIRA di Caldonazzo; PRATI dr. CESARE di
Levico,· PRATI GIUSEPPE- e PIA di Caldonazzo; PREDELLI
EMANUELE di CaJdo,naz:zo,· RAMP ANELLI FRANCESC0 di 1
223
•
Molti irredlerntisti però riuscirono a sfuggire in tempo ail'arr•esto ed
all'internamento oltrepassando, come si è detto la frontiera, oppure
gmocando all'atto dell'arresto qualche astuzia come fece ad esempio
DON VITO TAMION, curato a Siror, che con una banale pretesto
sfuggì ai gendarmi tra i boschi dei «C:am,oi», località nei pressi di San
Martino di Castrozza, o come fece un gruppo di Primierotti che la se-
ra del 15 ma.g,gio si fecero li'berare dai Bersaglieri Italiani che bivac-
cav,o nel bosco sopra Transacqua, trattenendo d''astuzia, i gendarmi
con pinte di birra. Di Primiero tuttavia furono internati anche a Kai-
tz.enau. DALLA SEGA FRANCESCO e l'ing. KOCK,
224
L
225
LEONARDI GUSTAV 0 di 1
Civezzano. Compiuti gli studi second.ai-
ri a Rovereto, si laureò a Padova in Scienze Naturali. Il Pro[ Cane-
strini I.o nominò ,assistente alla cattedra di Zoologia e Anatomia com-
parata.
Fu poi assi.stente a Portici (Napoli) presso il Laboratoll'io di Zoolo-
gia generale e Agraria della Scuola Superiore d'Agricoltura. L'incari~
c:o l,o coprì perdiecianni.,finocioè al 1914 quando., vinto régola.ré
concorso, fu nominato Ispettore di I Classe per la Fitopatologia eco-
me tale assegnato a Ventimiglia.
Fu approfondito studioso delle cocciniglie e degli acari, tanto che i
suoi saggi critici pubblicati via via su questi argomenti formavano te-
sti di alta specializzazione.
Si parla di oltre ottanta lavori pubblicati .. Ne lasciò du.e di inediti:
Elenco degli i'trsetti dannosi osservati in Jtalfafino al 1910 e una Mo-
11ografia delle cocciniglie italiane. Quest'ultimo lavoro, c,ontenuto in
555 pagine con 370 figure, fu pulbblicato a Portici nel 1920, come
opera postuma. Morì infatti nell'agosto del 1919.
226
Saggio, sopra le ,dannose esalazioni delle paludi del tronco dell'Adige
dalla confluenza dell'Eisak e quella di Lavis - Osservazioni e rimedi
{1784); Sul regolamento della Fersine relativamente al tronco da
Pan.te Cornicchio all'Adig,e (1784); Considerazioni sopra l'apologia
del Barbacovi (1808). Fu al servizio de1 P. Ve.scovo di Tr,ento quale
regol.ano maggiore di Pergine. Era socio dell'«Accademia dei' Ftsio ~
critici ,di SienaJ, e della «Re:ale Peloritana di Messina>1.
227
cristiana in forma di catechismo, suddivisa in tre parti (febbraio
1773). L,opera fu apprezzata da valenti teolo,ghi, anche perché stesa
con la dovuta equilibrata moderazione, tuttavia la curia milan.ese no:111
dette il «nihil obstat» per la :pubblicazione.
Per poter IP,assar,e i suoi ultimi giorniì nella sua natia Primiero si
procurò quivi qualche bene immobile, ma la morte lo colse a Vienna
il 19 marzo 1779.
(« Vocii di Primiero», 1957, n. 4; Montebeflo: o.e., pag, 44-0; Mons. Stefano Fon-
tana: La famiglia Leporini in «Studi Trenl,, 138, n. 3-4, pagg. 229-247; Brent< ari
Guida Trent., Il, pag. 219; Idem: Guida Alp. Belluno,, ecc_ ; C. Batlisti: Guida di
Primiero, pag. i8; A. Pellin: Storia di Feltre, pag.. 195; M . Lar;cher in «Strenna
Trentiilla», 1975 pag. 23; M. Mirabella Roberti: in Guida delle Valli del Primiero,
1977, pag. '92).
22S:
LIBARDONI MONS. MARCO, vescovo mission,ario, titolare d' A-
frica e prelato di Huari (Perù). N,acque a Leviieo il 26 giu.gno 1907. A
24 anni, dopo di aver lavorato nel panifi,cio del pa,dre e dopo di aver
compiuto il servizio militare, erntrò nella Congregazione degli Obblati
i111 Asti. Nel 1940 fu ordinato sacerdote e nel 1948 parti com,e missio-
nario verso il P:erù.
Nella festa ,di Ognis:S.anti del 1964 fu solennemtente ordinato ve-
scovo e la cerimo:nia si svolse nell'Arcipretale dli Levico. La consacra-
zione fu espletata dal Cardinal Landazuri, arcivescovo di Lima e Pri-
mate ,del Perù, e dal[~Arcivescovo di Trento mons. Al,essandro Maria
I
Gottar,di.
Svolgeva la s,ua missione episcop,ale n,elrHuari, vasta re,gione che si
estende suita ,Cordigliera della Ande, popolata da oltre 300 mila abi-
tanti, quasi tutti Indios.
Nel gennaio del 1'965 fece una !breve visita alla sua Levico, ma
tornò nella sua missione per morirvi .il 2 o,ttobre. 1966.
La Repubblica, Peruviana, riconoscendo le :su.e benemrenz,e anche
civili, lo aveva nominato cavaliere.
LIMANA, D 0N LUIGI di
1
229
•
(Ambrosi: Sctitt. Art. Trent., pag, 256; A . Tait: Vita di G. Na:pumiceno Tschlde-
rer. Venezia, 1905).
(Weber: o.e..• pag. 172.; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 4 2; Cerasole Vìctor
dans l'Arts, l maggio 1885, n. 499; Gerota; Art. Trent. Ester., pag. 17;. Geschi-
flsfreund, voi. XXV, Tans, p,ag,. 219 ; E. v1>n Berlspec-h: Deitche Renaissance, parte
VII, Liepz.ing, 1873; Thie1ne U. Becker, voi. XXII](, [Pag. 493 ; V. Zanofinf; Pro-
gramma dell'Annuario VIII del Ginnasio vescov. di Trento, 1909, pag. 25; B.C.
Trento, ms. 3155; Ambros,i; Somm. Stor., pag. 183).
(Arnbr()si: Scritt. Art. Trent., [Pag. 341; A. Prati;' 1 Valsuganotti, pag. 193).
(Gerola: Art. Treat. Est.,pag. 18; «Studi TrentinJ1,1, 1930, f. 3, pag. 284; Por-
chier Edouard: Au Saloll! d'Art. pliovecal a GaI1ary in Le petit Marseillais, 27 ago-
sto 1931).
231
LOSS GIUSEPPE nato a Caoria nel 1831 da Domenico detto
«ZuscoJ1 e da Giuseppina sorella dell'in.g. Luigi Negrelli, la
«partigiana>, antinapoleonica (V. Negrell~).
Fu capitano distrettuale a Cles dal 31 m:ar.z.o al 20 giugno 1876 e
a Primiero dal 14 maggio 1879 al 20 marz.o 1:880.
Studioso di scienze naturali pubblicò parecchi opuscoli: Del Casei-
ficio. ovvero trat.taLo teorico pratico razionale per la fabbricazione del
bu,tirro e formaggio ed ,altri prodo,tti del ltztte (Trento, Tip. Kupper-
F'ronza, 1871, con tavole illustrative)~ Illustrazione delle piante figu-
rate di' Pier Mattloli (Ibi,d. 1870); L'Alta Valle di Non (Trento,
1871); La Valle di Non ~ Saggio illustrativo delle Alpi Tride.ntine
(Trento, 1873); L 'Anaunia - Saggio di geologia delle stesse Alpi
(Trento; 197'3); Impressioni di v:iaggio da, Predazzo a Primziero (Ibìd.,
1873); Trattati geologici su Primiero e Borgo-Sass Maor e Cima
d'Asta (Ibid. [875).
Lasciò molto mat.eriale manoscritto tra cui un abbozzo di storia di
Primiero. Ques.to materiale fu largamente d',aiuto aJ cugino Ottone
Brentari per gli studi clhe questi compi nella zona.
Per un male incurabile dovette lasciare la carica in Primiero e por-
tarsi a Venezia per cura, ma quivi morì il 18 maggio 1880.
(F. Ambrosi: Naturalisti Trent., Pado,va, Prosperi, 1.889, pagg,. 27-28 ~ Idem:
Somm. Stor. Trent, pag. 194; «'Voci di Primiero» 1941 , o0 - 1950, n° 5; Primiero,
di Jert e di ,oggi, pa,gg. 43-44; G. Andreatta: Bezirk e Compliensorio nel Trentino,
Trento, Saturnia,, 1975, pag. 27; F. Nicolao: [mèr, pag. 11).
Suor Teresa, nata nel 184.5. Prese il velo nella Canossiane. Venticin-
quenne partiva per Hong-Kong (Cina), ove rimase per 41 anni. Vi:sse
pienamente l'opera missionaria con tanto z,elo e carità d'essere defini-
ta <ranima di fuoco')>. Il Governo portoghese le conferi una «medaglia
d'onoreJ> per l'opera svolta tra gli ammalati c,ontagiosi. Lei commentò
l'onorificenza con: «avrei preferito mi avessero dato un s,acco di riso
per i miei poverelli».
Morì a Macao ed il Senato di quella allor.a Colonia. volle intitolar-
ne una via della stessa città.
Suor Teodora, nata nel 1858, entrò pur lei nelle Canossiane e se-
gui la sorella a Hong-Kong, ,ove rimase sino .alla morte avven.uta nel
232
] 927,. Fu per 9 armi superiora di quella Missione e si dedicò all'edu-
cazione dei giov.ani aprendo scuole, orfanatrofi e case per l'infanzia.
Suor Maddalena, nata nel 1865, fu la terza sorella che si dedicò,
al servizio missiona.rio. Dalila M'issione di Hong-Kong passò a Bel-
gaum (India), ove fondò una casa della quale fu superiora per m,olti
.
anru.
Nel 1922 dall'«obbedienzaJ> fu richiam,ata, dopo 36 anni di perma-
nenza in India, in Italia e da qui invìata a W,elwyn (Londra).
Mo,ri nel 1936 nella Casa di Sotto Co~lina (Bergamo) dove, alrap-
prossimarsi del 50° cli vita relig,iosa, era stata collocata ai riposo.
Tonadico, su iniziativa del concittadino Don Pietro Simeon, eresse
alle tre sorelle un monumentino e l'Amministrazione Comunale, nel
novembre del 19 5 l, deliberò ,di dedicare loro anc·he una via del paese.
1
(((" Voci di Primierò».' 1949, n° 11; 111° 12 - 19 SO, n° 1;. Primiero di ieri e di oggf,
pagg. 50; :51 , ,con foto; C. .Battisti: Guida di Primi,ero, pag. 23; M. Mirabella Ro~
berti in Giuda derna Valli di Primiero, pag. 95).
23:3
Con le sue pubblicazioni vin:se poscia il concorso per cattedra di
estimo ed agraria presso gli Istituti Tecnici e più tardi consegui 1:a li-
bera docenza presso la Scuola di lP'orticì.
Insegnò an,che, temporaneamente, matematica e scienze naturali
presso il Ginnasio Romano «Ennio Quirino Visconti),.
Con.oscitore dell'mtaliano~ del tedesco, del franceset deJJ'inglese e
dello ,spagnolo, curò per molti anni le pubblicazioni in queste lingue
che la rivista «Italia enologica», di cui fu pure redattore, la «Settima-
na vinicola))· e-0 altre stampe andranno via via pubblicando.
Tra le sue innumerevoli pubblicazioni : Le cause dell'ascensione
.della linfa del Prof. Boehm, traduzione dal tedesco (Fir,enze, Nuova
Rivista Forestale, 18,80) ; Il nuovo apparecchio germinatore del Prof
Liebenberg ([bid., 1880); L'escursione scientifico Jorestale degli alun-
ni della Scuola Superiore agricolaforestale dt Vienna nei domini sie-
siani dell'Arc. Alberto (Ibid.~ 1881); La temperatura dell'albero in re-
lazione cogli agenti estranei - Riassunto di un lavoro dei Prof.ri Bo-
.hem e Breitelohner (Ibid .., 18&1}; Anfa;ngs griinde der endlichen Dif
ferenzen (Vienna, 188 1); La MeJonta volgare (Rovereto, 1884); I riti
nunzia/i dei cattolici albanesi (Ibid., 1884):; / querceti delta Slavo·nia
(Firenze, ,<N. Riv. Forest.» 1885); I nostri alberi da bosco. loro çom-
p·ortamento e proprietà di R. Hess, traduzione corredata da molte no·
te ed aggiunte (Rovereto, 1885);. Da Monasterace a Terra San Bru-
no (Firenz,e, <{N. Riv. Forest.», 1886); Manualetto popofar,e ,di silvi-
coltura (Rovereto, 1887); La storia della Filossera in Italia e all'e~
stero (Roma, <<Boli. Soc. dei Vitic. ItaJ.,,, 1887); Della cultura, ,ed ,uti-
lizzaziotze dei salici da vimini (Roma., ((Giornale d'Agric. Pratica»,
1887); Dell'importanza dell'insegnamento forestale nelle scuole su-
per. d'Agricolt. (Ibid., 1887); Gli Elateridi del Polesine e del Verone-
se (Ibid., 1&88); Dei metodi curatici pe·r combattere la Filossera· (Ro-
ma, <(Boil. Vite. Itai.l>, 188,Q); L 'an'tonomo dei meli {Roma, «Giorrn.
D' Ag.r. Prat.», 1888).; Le cavallette - Coriferenza al Consorzio Agrar.
,di Roma (1888); La questione fi[Josserica in Toscana (((Boll. Vitic.
l tal.>l, 1888); Le industrie casalinghe all'Esposizio.ne regionale veneta
,del 1887 (Roma, «Gi,orn. Agric.», 1888); Lo zafferano e la coltiva2io-
ne (Ibid., 1888); La Filosser.a (L'«Italia Enol.», 1889); La tign·ola del-
le viti nel vigneti dei Castelli Romani (Conferenza tenuta a Roma e
.a d Albano, 1889): La tignola dell'uva e le forficule (Roma, <<ltal.
Enol.», 1889); I filossericfdi (Ibicll., !889); Gli insetti nocifl!i ai noslri
o·rii, campi, frutteti e boschi (Napoli, 1889, I Vol. di pagg. 570); ope-
ra premiata dal Ministero dell'Agricoltura e dlalle Esposizioni Interna-
234
ziortali di Roma (1889), Parigi (1890) e Vienna (1890); Gli insetti no-
civi alle viti (1889), prezioso vademecum stampato in va.rie edizioni,
ch'ebbe diplomi e medaglie, che fu tradotto in portoghese, croato,
g,reco; La Filossera in Italia nel 1889 (Roma, ~<Ital. Enol.>>, 1889);
Delle olive (Conferenza tenuta in Roma nel 188,9); I Boschi, La Coci-
niglia degli agrumi, Il Castagno (Torino, Encicl. Ital.); I topi campa-
gnoli .rrel Ferrarese e n1ella Puglia (Bologna, «Giorn. dell'Agric.»,
1890); Le viti americane in Francia, sun,to della relazione teti.esca
dell'J.R. Cons. A. De Petris-Cagnodo, (Roma, «BoU. Min. Agric.»,
1890); Das Landwerlhschaff!iche Unterrichtswesen ltaliens des P'rof.
Patanè - trad, ,dall'italiano (Vienna, 1890); Jf Ceftide e .la sua coltiva-
zione (Torino, Encicl. Ital 1890); L'alleanza con la Germania e· il
co,rzmercio vinario italiano (Roma, «Soc. Vit. Itat>>, 1890); / ,discorsi
degli aspiranti alla D:eput.azione e gli interessi agrari e commerciali
(Ibid., 1891); I vini Italiani in Germania (Ibid., 1891); Il trattato di
commercio con l'Austria, Ungheria e gli in.teressi dell'enologia italia-
na (Ibid. 1890); Le viti ,americane e le cure antifilo.sserica (Ibid.,
I890); Il valore del cosiddetto pratico esame dei vini (Ibid., 1891);
Gli attestati di privativ:a industriale e i fl'llosseridici (Ibìd., 1891);
L 'ìndustria acetico/a in Italia (.Roma, «Italia enol.», 1891 ); La cocci-
niglia del gelso (Torino, Enciclop. Ital. 189 ]).
(A,nbrosi: Scritt. Art. Tre111t, pagg. 450, 451, 452, 453 ~A. De Gubernatis: Pie-
eolo Diz.ìon. dei Contemp.).
(A mbrosi: Scritt Art. Trent., pag. 179: O. Brentarf: Guida Trent., P. I, pag.
25>).
235
M
236
Oggi al Maier è dedicata ·una delle vie più ampie ed antiche della
cittadina e recentemente a lui venne dedica.ta la Biblioteca comunale
sita nel rinnovato edificio in Piazza Serra.
237
Fu socio di molti Enti scmentifici: dell'Istituto Marchigiano per le
Scienze, Arti e Lettere, dal 1956; dell'Accademia Roveretana degli
Agiati dal 1960; dell'Is.titUJto Veneto Scienze, Lettere ed Arti dai
1960; dell;Accademia Italiana delle Scienze Foresta.li dal 1960; del~
~, Accademia di Agric,; Sci,e.nze; Letter. di Verona dal 1961; dell'Ac-
cademia Nazionale dlei Lincei dal 1962.
Fu inoltre, dlal 19 62, Presidente della S,oc. per le Scien.ze Naturali
1
del Trentino, Alto Adige e Membro del Consiglio N az:ionale delle Ri-
cerche.
Un male incurabile lo stroncò a Padova il 12 .luglio, 1963.
Nel pomeriggio del giorno successivo alla Sl!la morte, presso l'Uni-
versità di Padova, al mesto suono della campana del Bo, si è svolto
nel cortile antico delr Ateneo il tradizionale commiato accademico
con il rito dell' ,r,alza bara», presenti autorità accade.miche di Padova,
Ferrara, Camerino ed un folto stuolro di suoi allievi. La Salma prose-
guì poi per Trento e venne composta nella camera ardente allestita
presso il Museo di Storia Naturale. Venne tummata a Povo, ove risie-
dono i suoi familiari. Povo lo onora co,n il SlllO «Circolo Cultura/e)> a
lui d.edicato.
I suoi lavori: Le alghe epilltiche del piano niviale del Cevedale
(Memor. Ace. Se. Lett. Art.>l·, LIV, 1938, pa_gg. 45-67); Alghe in Mis-
sione Biologica nel paese di Borana (Mem. Ace. deU'Istit. Centro
Studi per !'A.O.I.», 1939, pagg. 391-420); La v·egetazione del settore
Sud-Orientale del Parco Naz. dello Stelvio (Me.m. «Ace. Lett., Arti e
Scienze», LV., 1939, pagg. 101-134); Le alghe epilitiche di alta mon-
tagna nel Gruppo del Cevedale («Giorn. Botanico Ital.», XIVI, 1939.,
pagg. 389-436); llflloplacton del lago di Nemi (<,futern. Rev. ges Hy-
drob. u. Hydrogr.», 40, 1940, pa,gg. 305-3,45); Primo saggio di rice.r-
che sulfiloplancton di alcuni laghi dell'Umbria, Abruzzo, Campania
(«Giorn. Bot. It.a:1. », XL'VII, 1940, pagg . .539-558); Osservazioni sul
filoplancton dei laghi craterici dell'Appennino centro-meridionale
(Ibidem, XL VII, 1940, p,agg. 229-233); Sulla posizione sistematica
del Glenodinium determinante l'arrossame.nto del lago di Tovel («Stu~
dm Trent. Se. Nat.», XXII, 1941, pa.gg. 1-8); Analisi foLogeografica
degli elementi floristici del bacino atesino. I. Dati climatici e storici
ed' elemento mediterraneo (Mem. Museo St. Nart. Ve.nezia Trident.
VIl, ]946, pagg. I 78); Il popolamento algologico delle acque del De-
serto Libico («Gmorn. Bot. !tal.», LIII, 1947, pagg. 524-534); Flora
aigologica del Fezan e della regione del Gat (Mem. 1st. ltal. I,dlrob.,
Pallanza, Il, 194 7; pagg. 43 3-461); A.spetti ecologici e fitogeografici
238
della vegetazione algole,gtca delle regio,ni del Deserto Li'"bico (R,end.
Ace. Naz. Lincei, VIII, 1947, pagg. 334-339); La scoperta della Be-
tulla Nana L. sul versante meridionale ,de/le Alpi (Lavori di Bot. in
occasione del 70° genetliaco di G. Gol a, 194 7, pagg. E-8); Analisi fi-
toge,ograflca degli eleme·nti del bacino atesino, Il. Elemento subatlan-
tico ed elemento orientale (Mern. Museo St. Nat. Ven. T ri,d!., VIII,
I 94i, pagg. 1-40); Ent.rofismo e popolamento a ,Oscillatoria rube-
s.cens D.C. nei {aghi di Caldo,nazzo e Levico (Boli. Pesca, Fisc. Idrob.
1111 1948, pagg. 1~2:8); Un nuovo periodo ,di osservazioni sulfiloplan-
cton di Nemi {Hydrob., I. 1949, pagg. 333-345}; Variabilità; differen-
ziazione e osserv. biologiche .su una Cianoflcea (Rend. «Ace. Naz.
Linceh>, VIII, 194'9 pagg. 227-232); Ricerche idrobiologic,he nei laghi
1
,
239
delle VJotte sul .Monte B·ondòne (Boll. «Soc. Alp. Trid»., XXI, 1958,
pagg. 3-7); Aspetti mediterrane'i lungo il ma·rgine meridionale deile
A /p'i con partico·lare riguardo al settore pre,afpino antistante ,al Baci-
no· Atesino («Studi Trent. Se. Nat.» XXXV, 1958, pagg. 47-6,9); Ri-· 1
Alp.,>, Trento, IX, 1·959, pagg. 3~4); La Val di Tovel e il <rLago Ros,
so» (}Ibidem, IX, 1959, pagg. 37-76); Aspettifitogeogrqfici del Trenti-
no e dell'Alto Adige (c,Monti e Boschi», X, 1959, pagg. 304-310); Im-
portanza del fattore storico climatico ,e dell'azione antropica nell'evo-
luzione della vegetazione forestale nell'Appennino Umbro March fgia-
no (Ann·uali ((Ace. 1tal. Se. Forestali», Firenze, v,ol. Vlil, 1959, pagg.
327-343); Ricerche pollino.logiche· in sedimenti torbosi della pianura
Padana ((«Giorn. Bot. Ital.,> Voi. LXVI, 1959, pagg. 336-339); Li-
neame.nti paleobotanici dell'interglaciale Riss-Wurm nella pianura
Padana (Ibidem, Voi. LXVII, 196,0, pagg. 306-311); Ricerche sul
quat:ernario della pianura Padana. 1. An.alisi polliniche di sedimenti
torbo-lacustri di Padova e Sacile (Rend. <tI$t. Se. Univers.» Cameri-
no, Vol. I, n960, pagg. 47-54), in collaborazione con .A. Paganelli;
Dal Leccio al Cembro - Guida itinerario preparata in occ:asione del-
l'escursione sociale della Soc. Bot. ltal. nel Trentina - 18, 20 giugno
1962 («Studi Trent. Se. Nat.», XXXIX; 1962, pagg. 1-59); Escursio-
ne deila Soc. !tal. nel Trentino occidentale («Giornale Bot. !tal.», Vol.
LXIX, 1962, pagg, 343-358); Escursione della Soc.
Nat. /tal. nel
Tr:entino occidentale («Giornale lBot. Ital.)), Vol LXIX, 1962, pagg.
343-J,58); Protezione .della macchia mediterranea degli ambienti na-
turalistici litoranei («NatUJra e Montagha)), Bologna; Serie Il; A. III;
1963, pagg,. 105-115).
(A, GètQfa in. «Studi Trent. Se. N at.1", 1963, n. 3 pagg. 26 i e ss, con ·bibUografìa;
Gazzettino. l d di IPadova del 13 luglio, pag. 1:2 e del 14 luglio 1963, iPagg. 4 e 12~
F. Trentini' in «Atti Ace. RovereL, Agiati i 964, Serie V, V,ol. IV, pagg;. 150- I 5 I).
240
MARCHESONI VITTORIO DI EUGENIO di Caldonazzo ove
nacque il 3 agosto 1890. Si dedicò per 46 anni all'attività magistrale
come ma.estro per 14 anni e quindi come direttore didattico. La sua
fu una vocazione vissuta e trasfusa soprattutto nei giov·ani insegnanti
ch'egli sapeva legare alla scuola come ad uno scopo di vita.. Svolse la
sua attività di dir,ettore a L~vico, Borgo e a Trento. Ultimamente fu
nominato Ispettore Scolastico. Fu assessore alla Pubblica [struzione
del Comune di Trento, P11esidente di quel Patronato Scolastico, soci<o
e tra i fondatori e membro del Consiglio della Scuola Regionale di
Servizio Sociale,, Vice Presidente della «Dante Alighieri».
Fu Vice Presidente della Federazione degli Asili Infantili e delle
Scuole Materne di Trento, giudice del. Tribunale dei minorenni~ mem-
bro del Consiglio di amministrazione del Consorzio cooperativo dei
produttori agricoli.
A Caldonaizzo era sindaco della Cassa Rurale, presid!ente della Pro
Loco, dell'Associazione agraria. Se: Caldonazzo oggidì in Valsugana
tiene il primato nelle culture agricole, molto lo si deve alla :sua opera
di istruzione e di convincimento.
[l] Ministero deU' Agricoltura e Foreste gli concesse la «medaglia
d'oro» al m.erito silvano, il Ministero della Pubblica Istr111zioné la «me-
daglia d'orOJ> al merito edu.c:ativo ed ii Ministero d,egliì interni la ((Cro-
ce di cavaliere,>.
Fu collabor,atore de <(L'A,dige», specie per la pagina dedicata ai ra-
gazzi. Scrisse, tra i'altro, Lettura espressiva e recitazione - Problemi
della Scuola ele,mentare nel decennale della riforma (Trento, 1933).
Scomparve il 20 marzo, 1976.
24 1
MARCHIORETTO PIETRO,, pittore. Come l'Ambrosi lo ritiene
<(Solo in pa,rte per trentino>J, così noi lo riteniamo solo in parte valsu~
ganotto, quantunque della Valsugana egli ,abbia fatto la patria sua.
Era nato infatti a Lamon nel 1763, secondo l' Ambro,sì, nel 1772 se-
condo il Weber, nel 1761 secondo il Pellin.
Figlio di poveri campagnoli, all'età di tredici a.nni fu mandato, co-
me allora si u.sava fare in ,quelle terre, perché provvedesse al proprio
sostentament,o, a Bassano e quind!i a Ramone presso Castelfranco
Veneto, ove servì, n,ovello piccolo Giotto, com,e pastore nei greggi del
gentiluomo veneziano Pietro Ciuran. Questi, avendone scoperto le
1110n comuni qualità artistiche, lo fece conos.cere al noto pittore Gio-
va:nni Gaetano Lazzarini, iii quale non solo lo condusse con sè neUa
sua s,cuola in, Venezia, ma tanto gli si affezionò che lo lasciò erede dei
SIUOi beni.
Il Marchioretto, fattosi apprezzare come paesaggista, prese a viag-
giare, dopo la morte del SUIO benefattore, n,elle provincie venete e lom-
lbarde, purtroppo scialando tutto e trascurando il 1avoro. Sulla retta
via fu ricondotto dal pittore Francesco C'ancitak e così lo troviamo
maestro dii disegno in Casa Ottolini in Verona, ove rimase tre anni.
Fu poi a Bressanone nell'istituto di ,çaJçografi:a. Chiuso questo isti-
tuto s.eguì la contessa K.ilmansegg di Hannover nei suoi viaggi in
Lomba.rdlia e per lei disegnò stu[l)ende ·vedute di quella regione.
Fu poi a Borgo, per tre anni ove disegnava lavori che poi venìvano
incisi in rame a Vienna e ad Augusta. A B,orgo dipinse la Deposizio-
.ne dalla Croce per la chiesa decanafe di Strigno.
Richiamato a Bres.sarnone dipinse un santo :sepolcro nel duomo.
Quivi conobbe il principe russo Rasumo,vski, che lo voleva .portare
con sè, ma, pavido dei climi di quelle terre, preferì accettare l'incarico
di insegnante di disegno e prospettiva in Trento; ove rimase :per
quattro anni.
Passò poi a Telve ove si stabilì ,definitivamente sposan do Elisabetta
1
Fr.anceschi dalla quale eblbe dei figli, che non seguiron,o però le ,orme
paterne. Morì, a 56 anni, in Telve nel 1828.
Tra i suoi lavori di C'Ui si ha notizia: Una ventina di _paesaggi, lavo-
rati alcuni per un v,es,covo francese, altri per ufficiali fran.cesi commis-
sionatigli durante la permanenza delle truppe napoleoniche in Valsu-
gn.a ; Serie di vedute italiane e· p•aesaggi ideologi.ci incisi dallo Zanon
di Venezia; Una quarantina di vedute per la contessa Kilmanseg:g;
Ventiquattro vedute tirolesi commissionategli dallo stesso Zanon: Do-
dici vedute dei dintorni di Verona per il conte Bovio di Feltre.
242
Suoi lavori esistono in casa Giobbe a Lamo111, in Casa Mangotti a
Fonsa.so, nella v:illa GUJarnieri ad Arsié, quasi tutti paesaggi sul Ci-
smon.
Altri: ,Sei vedute atesine, nel Museo Naz. di Trento; Una trentina
di quadri erano nella ,casa Buffa di Borgo; un panorama su Strigno,
in Casa Su:ster di Strigno; ,Una pala era nel]a chiesa ,di Lui di Lamon.
(Ambrosi: Scritt. Art Treot., pag. 154; Weber; Art. Trent,, pag. 189; Eco delle
Alpi, 1:5 luglio 1838; Studi Trentini A. VIII, 9; Tiro/. Kunst. Lexikon; Brentarf:
Guida Trent. , II, pag, 211; A. P~lfitt: Storia di Feltt,e, p,ag. 215; Nicolò Rasm<> su
1
MARI ETTI di Bieno n.el 1828 fondò la sua Casa Editrice mTren.=
to.
(A mhrosi: Somm. Stor. Trent., pag. 190; A. Zanetel su l' Adige del 20 20 luglio
1952, n. 172).
243
to. IJ matrimonio fu celebrato da P. Fulgenzio degli Agostiniani; fra-
tello della sposa.
Uno dei suoi figli, Luigi, nato il 25 novembre 1774, entrerà pur
egl:i come lo zio n,egli Agostiniani ed il 27 dicembre 1904 sarà portato
agli onori degli altari sotto il nome di Beato Stefano .Be/lesini.
(P. Del Alessandrini: Memorie di Pergine1 pag. 150; Brentari: Guida Trent., II,
pag. 246).
244
•
Suore degli A111gelt Nel 1936 Pio Xl ap,provò de,fin.itivamente la Con-
gregazione ed i suoi statuti ed il Governo Italiano le conces:se il rico-
nos,cimento giuridico.
Il 2 luglio dlel l 941 l70sservatore Romano, sotto il titolo dli Un cin-
quantenario d'una lslttuziorze, ricordò l'oper.a della fondatrice. La
congregazione nel 50° poteva annoverare 60 case, distribuite a Udi-
ne, N'apoli., Benevento, Avellino, Campobasso, Salerno, Lecce, R.agu-
sa, con circa 400 sUJore che svolgevano la loro attività in Orfanatrofi,
Educandati, Ospedaili, Case di Cura, Ricoveri, Seminari, Scuole Ma-
terne.
Purtroppo durante la seconda guerra mondiale diverse case anda-
rono dis:tru tte.
La vita e le opere di Suor Serafina sono descritte in un libro dj 400
pagine, compilato da Sante Montanaro.
L.a pia suora morì il 24 marzo 19 I 1..
•
( We,b.er: o.e., pag. 200; Arch. Parr. di Calceranica e Baselga; uTridentum», VII,
16, 57).
245
MOLI NARI EGIDIO, maestro elementare, nato a Bieno il 13 gen-
naio I 884 da Dionisio e Domenica Ferrari. Insegnò per molti anni
neHa scuola di Borgo e ,di quella scuola tenne Ea dirigenza.
Fu tra i fondatori d!ella «Società Valsuganese dei Maestri Cattoli-
ci)) e presidente della «Federazione magistrale del Trentino».
Con lo pseudonimo di «Egimio» scriveva articoli di carattere organiz-
zativo e didattico su «L'Educatore», organo della stessa Federazione.
(Ambrosi: Scritt Art. Trent.. pag. 92; A. Prati: I Valsuganotti, pag. l93; A. Co-
sta in «Studi Trentini», 1973, n. 4 pag. 498: Ambrosi: Somm. Stor. Treni., pag.
187; A. Pe/lin: Storia di Feltr,e, pag. 200),
246
MORANDI ANTONIO , intagliatore, :incisore in legno, di Pieve Te- 1
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pa,g, 67 ; Weber: o.e. pag. 204 ; Fra Casimiro: Me-
1
morie storiche delle chiese dei frati minori, 1764, pag. 158; G. de Carlini in a:Trenti-
no:», 1930, pag. 289; O. Dell'Antonio: I Frati Minori ne.I Trentino, Trento. 1947,
pag. 13,2; Ba:zzanella: Memorie di !Pieve T,esino,, L884; Brentari: Glllida Trent., l ,
pa:g. 379; B . Passamanf in Stampe per Via, IBa;Ssan.o 1972).
247
•
1890); Scrittori francescani riformati del Trentino (Trento, 1890);
Statuti ,della Giurisdizione di Talvana, Borgo, Castelnuovo, Roncegno
dei 1574 (Trento, Monauni, 1895); Cronachetta del Monastero di
San Carlo in Rovereto (Atti «Ace. Agiati di Rovereto», 1900); Eço
delle feste del XV centenario dei SS. Martiri A.nauniensi, o,ssia la
Pieve di San Zeno - Notizie topografiche, civili e religiose (Trento,
1903); Le chtese di San Vigflio nella diocesi di Trento (Trento,
1905); Regesta Codicis Clesiani (Ri.v. Trident dal 1907 al 1915...
OilJera incompiuta); L 'Ur.bario di Castel Tesino (Arch. Trident. II; III,
191 O); L 'Urbari() di Castel Stenico (Ibid., IV, 1910); Regesto del/'Ur-
hario del Castel del Buon Consiglio di Trento (Atti «Ace. Agiati, Ro~
vereto», Ill, IV, 1910 - I. III, IV, 1911 . J[, 1912 ~ I, II, 1913 . IV,
1914... o,pera incompiuta); L'Archivio Municipale di Borgo («Triden-
tum», 19 IO);
Lasciò poi. n.el]a biblioteca di San Bernardino di Trento importanti
manoscritti!t tra i quali; Storia dei Francescani nel Trentino dal 1210
aJ 1907 (4 volumi); Cronaca francescana trentina da:/ 1211 al 1888
(due volumi); Regestro de.Ile investiture del convento di San Lorenzo;
Cenni storici del già convento delle clarisse di Sant'Anna in Borgo.
A cura dell'editore Rag. Livio Rossi dì Borgo quest'ultimo manoscrit-
to è stato dato alle stampe nel 1976; Regesto delle investitu.re del Ca-
stello di Pergine (Trento, Bibl. Com., n. 1987); Regesto di Caste.I Be-
seno, Cast,ellalto (Ibid. n. 3464); Regesto Jnvesttture ecclesiastiche
deJl'Arc. Vescovo di Trento (Ibidem, .n. 3464); Idem dei nQ,tari Fran-
cesco e Marc'Antonio Scutelli di Trento.1590-1641, di Antonio Ba-
gnudetli di Clese, a. 1619-1645 (Ibid., n. 3033).
(Ambr.osi: Scritt. Art. Trent., pag, 101 e pag, :3:5:2; Idem: Somm., Stor. Trent.,
[l)ag. 273; A, Pellin: Storia di Feltre. pag. ;200; A. D'e Gubernatis: Pic,colo ,cliz.. dei
contemp. pag. 626; Idem: Dictionnair,e lliltern. des éscrivains etc. pag. 102:6; Mini-
stero Pub(. Istru:z Annuario delle biblioteche [tali.ane ecc. pag. 303; A. Costa, Bor-
go, ·«Voci Amiche», 196S; p,o, tin «Studi Trentini», A. I, 1920, ll Trim. pagg, J 64-
16:S; F. Simonetta; Cenni Storici del già ,c onvento ecc., pag. 49;, C . Dori'goni: La
biblioteca dei p·adri francescani di Trento, pagg. 30,.32 e :52; S.B.: L'Adige del 31
dicembre I 976).
248,
pae.se natale. Di salute ieagio,nevole sopportò con vero spirito ascetico
i rigori della regola dell'ordine dei Riformati nel quale, com,e il fratel-
lo, militava. Dedicatosi all'insegnamento fu pure per i giovani confra-
telli maestro di cristiana rassegnazione e serafica letiizia nel dolore.
Fu anch'egli :so,cio dell'Accademia deg[i Agiati ,dli Rovereto.
Di lui abbiamo: Storia del congresso di Trento, tenuto tra gli im-
periali e i veneti dopo la' guerra di Massimiliani I (Borgo, Marchetto,
1884); Documenti pubblicati nel solenne ingress,o del M .R. Don Cara
lo HelJweger nella Parrocchia di Castelnuovo {Ibid., 1885); Serie dei
Parroci e dei Sindaci di Bor8.o, coi rispettivi cenni storici (Ibid.,
1886); Un cenno su Lavarone (Tbid., 1889); Statuto della giurisdizio-
ne di Telvana {Trento, Monauni, 1895); L ~ rchivio Municipale di
Borgo (1,Tridentum)), XII, 191 O, pagg. 161-1 72);
Presso la Bibl. Civica ,dii Trento vi sono diversi manoscritti riguar-
danti la V~sugana {n. 2885, 2686, 1687). Scrisse poi una Storia del
distretto di Borgo {4 volumi in foglio - [8'9 1 - 1892), rimastaci pure
1
• •
1n mamo.scritto.
(Ambrosi: Scrittt. Art. Trent., pag. 360; A. Prati: I Valsugamotti, p,ag. 193; A. De
GubernaJis: Dictio.nnaire des: éscrivains etc., pag. 102,6; Ibidem: Piccolo dizion. dei
Contemp., pagg. 626, 627),
249
Dall'l marzo 1887 al 31 dice,m bre 1899 fu Assistente di Antro-
pologia nell'Università di Roma, ove aveva ottenuta la secon,d!a libera
docenza. Presso questa Università fu chiamato a rappresentare i liberi
docenti della facoltà di Scienz,e nel Consiglio d'istituto.
Fu membro e se.gretario della Società Rom:ana di Antropologia e
segretario della Società Veneto-Trentin.a di scienze n atur,ali.
Nel 1924 si ritirò a. riposo nella sua Levico.. Nel 1925 gli fu confe-
rita la «commenda della Corona d'Italia».
Tra i numerosissimi suoi scritti vengono segnalati: Intorno all'indi-
ce nasale del cranio trentino (Venezia, 1879); Studi sull'indice cefali-
co dei Trentini (Padova, 1880); Sull'indice nasale dei crani ven:eti
(Padova, 18,80); Osservazioni morfologiche sui crani del Veneto e del
Trentino (Ibid. 1882); Sulla divisione a·nomala de·ll'apofisi mastoidea
in crani umani (Ibid., 1882); Sopra un cranio deformato, dall'ossario
di San. Martino (Venezia, 1879, in collaborazione con il Prof. Cane-
strini); S,opra due cranii di Botucudi {Padova, 1880); Sopra un cra-
1
250
190 l ); I colo.ri degli Animali (Pado,v a1 1882); Catalogo sistematico
delle principali piante utili (Torino, 1894).
Tradusse in lingua italiana La vita delle piante, de:/ Prof. A. Kern.er
(Torino,, 1884); I diversi apparecchi col mezz,o dei quali sono fecon-
date per gli insetti le orchidee, di C. D·arwin (Torino, 1883), in colla-
borazione con il Prof. Canestriru; Le ,diverse forme dei fiori in piante
de.Ila stessa speci,e, di C. Darwin (To,rino, 188,4), in collabor.az.ione
,c,s.; La Terra, del dr. A. Neumayr (Torino, .1896-97, Vol. 2); Album
di fiori, di Mesdorffer Kohler e Rudel (Tori111o, 1901).
(Ambrosi: Scdtt. Art. Trent., pag,g. 25:2, 406; crStudi Trent.», 1932, fa:sc. 2, pagg.
131-133, corn foto; L. Bonomi: Naturalisti, medici trentini, Scotoni, Trento, 1930;
Ambrosi: Somm. Stor. Trent., pag. 275; A. De Gu.bernatis: Decttionn:aire lntern.
etc., [Pag. 1030 Idem: Piccolo Dizio,n, etç., pag. 631).
1
;
251
•
252
l'acquedotto di Cimon R.ava, il fmanziamento de~ quale egli stesso
aveva inserit,o nel bilancio deillo Stato e che p,er difficoltà d''intesa,
sorte tra le: rispettive amministrazioni locali di diverse estrazioni poli-
tiche, rischia.va di cadere in prescrizione.
Merito del Sen. Mo,tt fu pure d'aver salv.aguardato dalla naziona-
lizzazione le aziend!e Elettriche Municipali, e Primiero deve a lui in
particolare l'.acuto piano di finanziamento per la costruzione di una
nuova centrale elettrica. A.nche il piano di attuazione per le rettifiche
della strada dello Schert.er lo si deve a Ju.i. La sua immatura scompar-
s,a fu certamente una remora per la soluzione di mo,lti problemi.
(Montebello: o.e. pag. 216; L'Adige del 19 llllglio 1963; Vita Trentina del 25 lu-
glio 1963; «Voci di Primjero»: A. 1948, n. 7 - A. 1953:, n. 9 - A.. 1963, n. 8; Scar,a-
no Ed.• Roma: SulPP· a «Chi è'?», Di.zion. lttal. d'oggi, pagg. 2195; La Navicella
Ed., Romai: Deputati e Senatori del I i>arlarn. Ital. 1949, pag.. 577 òòfi fot,o ; Ibidem,
1
per il Ir Pari., 1955, pag. 491; Ibidem, per i1 Ili Parl., 1960, pag. 540).
253
MOffER A.BATE DR. GIIACOMO, teologo, di Tenna, ove nacque
il l8 ottobre 1828. Compiuti gli studi ginnasiali e liceali a Trento, nel
1851, passò a Roma ove nel 1855 conseguì la laurea in Teologia e
venne consacrato sacerdote·.
Su sua richiesta fu mandato in «missione;, nella California, e l'Ar-
civescovo di San Francisco lo volle suo segretario. Desid,eroso di de-
dicarsi alila cura d'anime fu assegnato nella parrocchia assai vasta dm
Stocklon.
Nel 1872 per motivi di salute dovette tornare in patria.
Fu uno dei !P·rimi e dei. JPiÙ strenui difensori della filosofia rosminia-
na nel periodo in cui si accesero le ben. note polemiche.
Scrisse: Il Dimitatur della Sacra Congregazione dell'Indice e An-
tonio Rosmini, in risposta ad alcuni articoli del M.R. Prof Giuseppe
Lange (Tre:nto, Seiser, 1880); La Santa Sede e Antonio Rosminl alla
luce dei documenti e fatti storici nuovamente riveduti e co,ifrontati
(Ibidem, 1881). Mori il 29 maggio 1903.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg . .252 e 406 ; A. De Gubernatis in Piccolo Di-
2:iom. dei Contemp·., pag. 632; A.B. in Atti «.Ace. Roveret. Agiati», 1903 Serie III,
fase. Il, pagg. XLIX-L).
254
N
25S
Nel 15,89 dipins.e due quadri per la decana1le di Strigno. Il primo,
un'Immacolata con un Bambino in braccio e oon la scritta HOC
,OPUS FECIT FIERI UNIVERSITAS P·LEBATUS STRIGNI GUQ
BERNANTE JOANNE !BAPTISTA DE ·V][LLA. ANNO DNI
MDLXXXIX, fu l'unico quadro della. preziosa colllez.ione. posseduta
dalla chiesa di Strigno, che si sia :salvato dall,e spogliazioni della pri-
ma guerra mondiale. Purtroppo «quod non fecerunt !barbari, fecerunt
Barberini»: infatti il quadro fu tolto dalla sacrestia e gettato neEsotto-
tetto della chiesa. La preziosa cornice di tipo olandese andò semidi~
strutta,
Il .secondo, portante la scritta «Paulus Naur. Pixit anno 1589», è
dettagliatamente descritto dall' Atz e trattandosi di un lavoro proba-
bilmente asportato, me trascriviamo la ,dlescrizione n,ella traduzione
dal tedesco. Il qu.adro «rappresenta il Vescovo S. Ulrico (ma, come
afferma pure il Weber e come è più probabile, un San Zenone, patro-
no appunto dell' Arcipretale) nel ben modellato piviale; in attegg.ia-
mento rigido e austero, con una coron'a d'oro ai piedi e ricche dora-
ture. La test:a del santo è ,piccola e scarna, il naso aquilino. Lo sfon~
do è formato da un paesaggio con orizzonte lontano»,
Nel Museo d.i Trento vi sono due quadri, ambedue datati 1590: il
primo è una Decollazione di San Paolo e l'altro Ea Crucifìssione di
San Pietro.
Nel 1:591 dipinse una Sant'Anna, per l'altar maggiore della chiesa
di So,pramonte ed una pala per l'altare di sinistra della stessa c!hiesa.
Nel 1594 lavorò per la chiesa di San Mauro di Pi111è: un lavoro
complesso di figure di santi,, di 5<:,ene bibliche ed ornam.entalii.
Nel 1595 lavorò nella parrocchiale di Baselga di Pinè. La Bibliote-
,ca C,om. dì Trento conserva il suo testamento dettato nel 1597.
OPERE DI ELIA
Elia lo si trova pittore· aulico in Innsbruck nel 1623. Nel 1625 lo
si trova ,a dipingere un quadro abbozzato da certo Kager d'Augusta.
Nello stesso anno man.dava un ritr,atto in miniatura all' Arcidu.ca
Leopoldo chiedendogli di poter recarsi a Vienna ove sua madre, che
colà conviv,eva con un signore protestante, aveva divisato di abban-
donrure la reliigio,ne cattolica.
Il soggiorno a Vienna non fu lungo giacché nel novem.bre è di nuo~
v,o alla eone di lnnsbruck e tuttavia non s.appiamo, ,quale esito abbia
sortito la su:a m:issio,ne presso la madre.
Nel 163 0 disegnò la figlllra cli San Vigilio, che fu incisa da Volfan-
1
256
Gesuiti, da poco introdottosi a Tr,ento, dedicarono a Carlo Emanuele
Madruzzo.
Elia lavorò per diverse chiese dipingendo pale o ,quadri: per Calvi-
no, (1630), per San Bernardino a Trento (1634), pe.r la parrocchiale di
Banale (1642), ove dipinse una pala e due quadri, per Ea cappella di
Busso~Guard.a, per Tavodo (1649), per Folgaria (1650) dove dipinse
un San Lorenzo con i SS. Barba.ra, Bonifacio ed altri santi.
LORENZO NAURIZIO
Non è tesi eoces,sivam,ente azzardata ritenere che Lorenzo apparte-
nesse alla stessa famiglia di Paolo ed Elia e però non rè dato di cono-
scere àncora con qualie grado di parentela i Naurizio fossero uniti.
Lorenzo dip.inse nel 1565 degli affreschi sulla facciata della chiesa
di S. Margherita in Castelnuo,vo e probabilmente dipinse anche, le im-
magini degli Apostoli che ornavano (~antica absirde, demolita con i re-
staruri del 1845.
(AmbrQsi; Scritt. Art. Trentini, p.a.g. 64; Weber: o.e. p!\g. 200; B.C. Trento: ms,
1,80, 607; To1Jazzi: Notitia Eccl,esiarum, pag. 200; Bottea: Cronaca di Folgaria,
pag. 93,; «Tridentum», VIT, pag. [08; VI, pagg. 25 1-258; V pag. 458; Jahrbuch der
Sammlung;en etc., Vol.11041 · Kunstfreund, 1875, pag. 85; Mitteheilungen C.C.
XXVE, pag. 78; S{VE in «Studi Trent.», 1960 pagg. 33-47; Arch. Stor., Rogito
l!;l:asse(ti; Arclz. Tr,, XXX, 159: Gor,ger: o.e. p~gg. 786, 721, 719, 602; Brentari;
GuidaTrent., n, pag. 348:: Karl Atz: Kunstg,echichte von Tirol · Vorarlberg, 1909).
257
ARCANGELO MICHELE MARIA PROSIDOCIMO VINCENZO,
che consìderiamo il capostipite dei N egrelli dì Prìmiero. Angelo Mi-
-chele,, come egli si firmava, lo troviamo ragazzino di sette anni a Si-
ror pres.so il Sac. Cristoforo Manuali, uomo «co,nosciuto anche all'E-
stero per la sua dottrina e per le doti personali che lo distinguevanoJJ.
L'anno Slllccessivo ha ca.me pedagogo, il «santo/o della sorella Ca-
terina)),, la quale acquis,terà no:torietà«nel Trentino per fama di caccia-
trice intreptda e d,'f valorosa guerrieraJ). Il pedagogo era certo l'abate
Giuseppe Piazza che aveva una metodologia piuttosto stravag.ante e
1
258
to si cercava di guadagn.ar tempo in attesa di rinforzi ,81Ustria.ci... ar-
rivò invece Austerlitz e la pace ,di Presburgo ed i Francesi si ritir,ar,o-
no n:el Veneto, mentre il Trentino [Passò dalla padella nelle bra,ce del
re di Baviera.
Nel 1809 ebbe inizio la ribelli,one d,ei Tirolesi di Andrea HofTer
contro il governo di Baviera che a null'.altro era approdato che ad ini-
micarsi il popolo.
Giunta in Primiero la notizia dell'insurrezi,011e tirolese, Negrelli
venne designato all'incarico della difesa del1a valle e di approntare
milizie. Fu stabilito di armare quattro compagnie di bers,aglieri e di
aggregarl,e ad un corpo di spedizione non solo, ma di costituire dei
gruppi armati a difesa della valle, il comando di uno dei quali fu as-
sunto da una figlia di N egrelli stesso.: Gius_eppina.
Negrelli invece si arruolò volontario col grado, di tenent,e aiuta111te 1
nei Battaglione del maggiore Della Notte. Parti per Feltre, ove fece
stampare ,e,distribuire un «proclama alla popolazione», quindi precor-
rendo il battaglione ad una giornata di marciai, probabilmente con.
compiti di intendenz.a, proseguì per Asiago, Schio, Valdagno.
In seguito ai progressi francesi dovette battere in ritirata e, dlopo
essere passato con un viaggio fortunoso per Grigno e Levico, rientrò
in Primiero. Qui riusèì, con sagge mo:sse diplomatiche, a tener lonta-
ne le truppe francesi, rendendosi garante dell'ordine pubblico di fron-
te al generale francese Peiry, che lo aveva con·vocato a Cavalese ove
affrontò con ammirevole franchezza e coraggio una difficile situazio~
ne, che gH rendeva precaria la ·vita .stessa. Us:ò tutti i mezzi per far
fronte alle richieste sempre più esigenti dei dominatori, che impoveri-
van.o la popolazione, opponendosi spesso energicamente tanto dai ve-
nir considerato un sabotatore. Fu cosi che, approfittando dei fatto
che si trovasse in Feltre, in visita :ai suoi tre figli studenti presso quel-
~a scuoJa., la gendarmeria francese lo arrestò per rinchiuderlo nella
fortezza di Pallanza.
In seguito ai.Ila definitiva caduta di Napoleone fu liberato il 20 apri-
le 1814 e potè finalmente tornare in Priimiero. ]l suo viaggio di ritor-
no fu un trionfo: a Valstag,n a, ove esercitava il suo «germano» dottor
Michele, fu accolto al suono delle campane. Una deputazione della
valle di Primiero~capeggiata dal podestà Pietro Longo, lo accolse al
Pontet ove ricevette gli onori militari da p·airte di un reparto di C,ac-
ciatori Trentini. A Fiera giuns,e men.tre le campan,e della valle facev·a-
no eco alla gioia di tutti.
259
Ma le sue afflizioni non ebbero termine. Le vicissitudin.i sue trova-
rono come conclusione un grave dissesto finanziario della famiglia,
anche pérché diversi suoi debitori si resero insolventi. Co-sì fu costret-
to a chiedere un impiego pubblico. Gli fu offerto il posto di ispettore
alle foreste, ma egli per non soppiantare il suo compatriota Amato
Althamer, si accontentò di lavorare in suo sottordi11e in qualità di
craggiun.tOJJ, ma da costui «non ebbe riconoscen'za alcuna».
Nonostante la sua intensa vita affaristica e politica lo impegnasse a
1
fondo; mai non trascurò la famiglia. Ebbe dièci figli tra cui: Anna
sposa a Pietro Zanghellini, come si ·vedrà più avanti; Giuseppina che
venne nominata «damaJ> dell'Istituto, Neistad e si ,ebbe l'auto-riizza:zio-
ne a fr,egiarsi «del distintivo di u·na decorazione al valo•r militare» per
la. campagna antifrancese;
,. Teresa, Rosa sposa al nob. Giorgio Piazza
di Im,e:r, Luigi, l'Ingegnere, Nicola, il Monsignore, Francesco e Mi-
chelangelo.
Fu dunque egli un uom,o con un carattere al di sopra del comune,
di scrupolosa onestà, di estremo coraggio sia civico eh.e morale e di
profonda religiosità.
Era solito scrivere delle amotazioni giornaliere interçalate da co,m-
menti, considerazioni, pensieri religiosi e sociali: da. esse si può rica-
vare 0001 visione completa degli usi, dei costumi, della morale dell'e-
poca e degli avvenimenti militari e politici del periodo ,della domina-
zione francese del Trentino sud-orientale, del Vicentino e del Lombar-
do Veneto, in genere.
260
Il suo primo irnp,iego lo trovò presso l'Ufficio statale dei Lavori, da
cui ebbe l'incarico di «completare la carta idrografica dell'Inn nel
tratto fra lnnsbruck e Wattens» Passò poi in Pus.teria per riparare la
viabilità della zon.a gravemente compromessa dall'alluvio,ne.
Successivamente fu a Landeck con l'incarico della direzione dei l.a-
vori e<per la ,costruzi'one del ponte sull'Inn e della $trada per Merano».
Nel 1825 diresse i lavori per «l'incanaliz.zazione del Reno dal Princi-
pato del Liechnste·in al Lago di Costanza;>, lavoro resosi difficile non.
tanto per l,e difficoltà tecniche quanto per quelle fin.anziarie e politiche
che intercorrevan,o tra l'Austria ed il piccolo Cantone di San Gallo in
Svizzera.
Per le sue capacità tecniche e per le sue doti personali eb,be modo,
di farsi apprezzare dalle autorità cantonali svizzere. Gli fu offerto il
posto di Ispettore generale delle strade e degli ,a..ç.quedotti nel Cantone
di San Gallo. Egli lo accettò dando al Cantone una struttura stradale
consona allo, sviluppo di trasformazione che la zona aveva intrapreso,
non sol,o, ma stese pure «il piano regolatore della città capoluogoJJ.
Col primo g,ennaio 1836 passò a Zurigo per la «progettazione eco-
struzione del ponte sulla Miinster» e per realizzare e.on un suo studia-
to sistema di pompe il servizio idrico della ,città. All'inaugurazione
del maestoso ponte fu coniata una medaglia d'oro: <rAll'architetto del
ponte sul Miinter - Lui'gi Negre/li - la città di Zurigo -
MCCCXXXVJI/1>.
In questo periodo intraprese un viaggio .attraverso la Fran,cia, il
Belgio e l'Inghilterra, raccogliendo, «appunti te,cni,c.i:», che diedle alle
stamp·e in lingua italiana, fr-anc·ese e tedesca.
Durante la sua permanenza a Zurigo tracciò a grandi linee il pro-
getto «.della ferrovia Zurigo-Basilea», che trovò la realizzazion,e qual-
che anno dopo.
Poi to:mò in At11stria per assumere l'incarico di Ispettore delle Fer-
rovi,e: settentrionali austriache e quello di Direttor,e d.ei lavori. Ed ecco
che, o su sua diretta prog,ettazione o comunque sotto la sua direzio-
ne, le vaporiere cominciarono a percorr,ere ((la Vienna-L-eopoli, la
Praga-Olmutz, la Praga-Pardubitz, la Brunn-Bohmisch-Trubau;i>.
Per la. su.a incomparabile attività fu premiato con il ti.toto di «Co.n-
sigliere R'egio Imperiale>J.
Il 27 ago,sto del 1848, tornata nel Veneto, un'apparente calma, fu a
Verona, quindi a Mila.n,o in qualità di «Commissario per gli affari
Ferroviari del Lombardo Veneto», e più tardi anche in qualità di ((Di-
rettore Superiore delle Pubbliche CostruzioniJ>,. con la qualifica di
•
261
((Consigliere di I Class,eJ,. Disegnò il piano generale della rete ferro-
viaria con un'ampia visione europeistica, tracciando una «Milano-
Trieste, una Verona-Br:ennero. una Verona-Bologna>>, con le dirama-
zioni <rMilano-Pavia, Milano-Pia,cenza, Bergamo-Lecco, Padova-Bo-
logna, Mestre-Udine».
[n questo periodo formulò dei prog,etti per il collegamento delle li-
nee ferroviarie tra i vari stati d'Europa. Dall'Imperatore di Germania
si ebbe ralta onorificenza dell' «Ordine dell'Aquila Rossa>).
Nell'attuazione del s:uo programma nel Lombardo Veneto trovò
difficoltà enormi dato rn di:ffi.cile periodo politico. Basti pensare che il
20 marzo del 49, mentre Carlo Alberto varcava il Ticino, Negrelli
presiedeva a Milano, in qualità di «Commissario Ministeriale»1l''A s-
semblea generale della Soéietà per le ferrovie dei Lombardo,-Veneto.
Tre giorni dopo Carlo Alberto viene sconfitto a Novara ed inizia-
no a Milano i preliminari di pace, ai quali partecipa anch,e il Neg.relli
in funzione appunto, dellla sua alta carica tecnico-:a.mninistrativa.
Mentre i vari tron.chi ferroviari énttano sù] piano di attuazione e: dii
ristrutturazione,, Negrelli si preoccupa della salvaguardia del patrimo-
nio artistico delle singole città, delle viabilità carraie, delle comunica-
zioni telegrafiche. Caduta Venezia fu compito suo la ricostruzione
«dei 45 archi del ponte sulla La,gunaJ),
Ogni tanto doveva abbandonare il suo studio di Verona per recarsi
ovunque la sua opera venisse [Press,antemente richiesta: in. Austria; in
Svizzera e via dicendo.
Nei 1850 l'Imperatore d'Austria lo nominò (<Cavaliere della Coro-
na di Ferro» e venne ins.éritto nell'albo deUa nobiltà co,n il titolo di
«Mondelba» per le grandiose opere da lui espresse ed attuate lungo
appunto i coil'si dell'Elba e dellai Moldava.
Grandi opere e grandi onori, che non poterono non aizzare l'invi·
dia di :perfidi concorr,enti. Fu così che verso la metà di settembre ,del
1855, c,ome fulmine a ciel sereno; gli arrivò un dispaccio da Vienna,
firmato Toggelburg, col quale gli veniva tolto i!lllderogabilmente ogni
• •
1ncar1c·o.
Cosa era successo'? Inattaccabile siul piano professi,onale, io si at-
taccò sul piano politico. Egli era allieno alla politica del potere, anche
se esperto nena politica economica.
«La L-0mbardia e il Veneto, scriveva nel 1849, devono mensilmente
pagare 5 milioni di corone per tasse e cio,è tanto quanto, le altre pro-
vince insieme... inoltre l'amministrazione militare .è qui odiata dalla
262
popolazione... e le truppe ramm'olliscono nell'ozio e nell'abbondanza
di denaro».
Pitù oltre ebbe a lamentars che il Ministero di Vienna «non dava ri=
sposta alle sue lettere, dormiva se l'Italia domandava qualche cosaJ!,
Non poteva poi non essere nota alla polizia l'azione antiaustriaca
condotta dal nipote abate Zamghellini, del qùale si dirà piÙ! oltre.
Non UJltimo pretesto fu l'aver il Negrelli assunto nel suo studio
l'Ing. Bourelly, uomo che si er.a. prodigato, per a',opera di difesa della
repubblica. veneziana del '49.
Così il 27 ottobre del 1855 abbandonò definitivamente Verona per
tornare a Vienna, e potè, finalmente, dedicarsi per intero al problema
che più l,o appassionava: «il taglio di Suez».
A Suez guatavano i grossi capitali delle Compagnie di Navigazio-
ne, a Suez miravano le aspirazioni politiche dei Governi ed infine a
Suez era rivolto l'interesse tecnico e di prestigio dei migliori ingegneri
d'Europa. N egrelli si pose tra costoro e al di sopra ,di costoro.
E.gli cominciò ad interessarsi di fatto al !l)roblema sin dal 1840 con
un',attività intereuropea che si concluse con la fondazione della «So-
cietà di Studi pel Canale di SuezJ>. L'atto costitutivo, f'rrmato, il 30
novembre 1846,ris:ultò compo.sto da un gruppo in,glese con l'ing. Ro-
bert Stephenson, u111 gruppo italo-tedesco con ting. Negrelli, n,e.1 frat-
tempo pienamente riabilitato, dalla ,Corte di Vienna, ed un gruppo
francese con l'ing. Paul Talabot.
Negrelli ancor nel gennaio del 1847 riusciva ad organizzare il suo
gruppo che risu1tò composto dali Lloyd e dalla Camera di ,Commer-
cio e dal Municipio di Trieste, dalla Camera di Commercio di Vene-
zia, delPUnione Industriale della bassa Austria e da alcuni grossi no-
mi di Lipsia. Negrelli, a nome del suo gru[Ppo, spedì in Egitto una
missione tecnica con il compito ,dli eseguire tutti quei rilievi che gli
erano necessari per stendere un progetto di massima.
Più tardi partì anche una missione francese la quale poco concluse,
mentre :Stephenson, all'insaputa di tutti, si portò in Egitto con la pro-
posta di costruire u.na ferrovia in luogo del taglio delPistmo.
Tutto ciò mise in crisi la società, ed entrò in gioco l'astuto Lesseps.
Costui, già age.nte segreto di Napol,e onel in Egitto, si era creato
durante la sua permanenza in quelle contrade queU' «entourage» che
gli permise di imbastire la trama dell'azione per irriposs:essarsi deU'.irn-
presa.
Riuscì pertanto a sopp iantare la «Società degli Studi» con l'istitu-
1
263
non solo, ma ottenne per questa dal Vicerè d'Egitto la privativa del
lavoir,o. La lungimiranza del Lesseps per,ò non poteva ignorare Ne-
grelli, che fu chiamato ,a far parte dei soci fondatori della Compagnia.
Primo atto della Compagnia fu. q uel!a dii invitare otto nazioni a no-
minare dei rappresentanti qualificati per formare la «Commissione
Superiore Tecnica». L'Austria nominò Negrelli; ili quaae subito parti
tper l'Egitto onde mettere ,a punto nei dettagli il progetto già da lui
stesso, come s'è visto, stilllato in linea di massima.
La commissione tecnica non ebbe dubbi sulla scelta del progetto
Negrelli ed il progettista fu n,ominato dal Viceré ct•Egitto, su proposta
del Lesseps stesso, «Ispettore de.Ila Costruzione di Suez».
Purtroppo un male incurabile gli impedì di assumere di fatto la sua
funzione: fu infatti colto daila morte in Vienna il I ottobre del 1858 e
nel famedio di quella città fu sepolto. Riposa accanto alle to,m.be di
Beethoven, Schiller.•.
È doveroso ricordare come eg;li, pur attenagliato dalla sua vasta ed
impegil!ativ.a .attività, mai abbia trascurato i suoi obblighi familiari che
lo tenevano avvinto sia allla famiglia paterna, che alla sua propria. Si
era sposato in prime nozze nei 18,29 con Amalia Von Pirkenau di
Kiagenfurt, donna che le procurò non poche preoccupazioni anche
per la malattia. di petto che si portava appresso e che la condusse a
morte a soli 34 anni, nel 1841.
Nel 1847 sposò Carolina, «Lotti» com,e eg1i affettuosa;mente. la.
c:hia·mava, figlia del Consigliere di Stat,o Giovanni Battista Weiss voi[]J
Stankenfels. Con lei trascorse giorni telici a Vienna,. a Verona ove eb-
be dimora. Nei suoi scritti ricord.a il meraviglioso viaggio tatto con lei
e gli onori ricevuti a Parigi durante la famosa Esposizione.
Dei suoi figli ricorderemo Oscar, già co:mandmte del 14° Regg.
Fanteria e qumndi generale, Luigi ,che una morte prema.tura gli troncò
l'initrapresa !brillante carriera militare e Maria, sposata Grois, la quale
!fu l'animatrice dell'azione giuridica invano condotta per ottenere dalla
Cornp,agnia del Canal,e i riconoscimenti morali e finanziari ,conse-
guenti agli eredi.
Non va dimenticato ancora come Negrelli non mancasse di render-
si utile alla sua terra natale: elaborò un «progetto per il congiungi-
mento stradale di Primiero con FeJtre e la Valsugana, attraverso lo
Schen.èrJ>, ma dalle :superiori autorità fu ritenuto troppo dispendioso e
imponente, rispetto aUe esigenze degli 1 t 500 abitanti che allora for-
mavano, la Comunità di Primiero!
264
Del progetto ·venne attuata solo quella parte che fu chiamata «la
S cala di Prtmolano,J·, che si anrampica ancor oggi maestosa sullo
st-esso tracciato di N egr,elli..
La morte del grande ingegnere lasciò, un vasto rimpianto, del quale
si fece eco la stampa dì tutta Europa.
Primiero ricorda il s.uo figlio con una lapide sita sulla sua casa na-
tale e con un ricordo in br,onzo raffigurante Negrelli che dà il benve-
nuto agli ospiti della Valle.
Trento lo ricorda con un monumento descrittivo della sua opera
del Canale di Suez e con un bassorilievo sotto la pensilina. della sta-
zione ferroviari.a della città. Una targa è s.ulla facciata della stazione
di Prerov, importante centro ferroviario della Moravi.a centr,aJe.
Molte città italiane come Bologna, Milano, Padova, Trieste, Cata-
nia ecc. gli hanno dedicato vie o piazze.
Ma forse il miglior mod!o per onorarne la memoria vorrebbe essere
quello di far proprio !il moto che egli sin da studente si impose e se-
guì: «Fedele al dovere, fermo nel diritto».
i'
NEGRELLI MONS. NICOLA, fratello dell'Ing. Luigi~ scrittore e
poeta, nato Fiera 25 maggio 1801. Dopo aver seguito i corsi ele-
mentari come il fratello, cioè pr-es s0 istitutori privati, compì gli studi
1
265
Era necessaria un·'azion,e: diplomatica tra i due governi Mons. Nicola
si portò a Roma, ove rimase tre mesi, con l'incarico e l'impegno delle
trattative che si avviarono a buon esito tanto che nel 1879 si potè da-
re il primo colpo, di piccone.
In quella circostanza fu ric,evuto a Roma dal papa P'io IX dal qua-
le ebbe in regalo per la chiesa Arcipretalie di Primiero uno splendido
,calice bizantino fregiato di sm,alti.
Mons. Neg.rellli ebbe vita lunga e multiforme attività. Morì a :Sali-
s·burgo il 27 gennaio 1890 1
•
266
Lasciò un Giornale per uso della Fam(glia Negrelli di Primiero,
daJ quale si possono ricavare d,elle. intere.ssanti notizie locali con i rife,-
rimenti storici dell'epoca.
•
no. Va.lardi, 1942; M. Baratta: L.N. e il Canale di Suez, Pavia, Istit. Geogr. Univ.,
1925; Idem·: l'Italia e il Canale di Suez in Rivista La Geografia, 1929, n. 3 e 6; D.
Pranzelores: L.N. su Il Br-ennero del 14 e 1S febbraio 1929; Tridentinus: L.N. nel
Corriere Mercantile del 18-18 giugno, l929 ~ F. Rizzati: La gloria dm Lesseps su
Domani d'Italia dell' 11 luglio 1929; Fame usurpate su Il Nazionale, Torino, ZO Ju-
giio e 21 settembre 1929: L'autore del progetto del Canale di Suez su (ff/lustrazio-
ttè Italiana» del 10 dicembre 1929; Una gloria italiana su La Gazzetla del Popo-/o,
Torino, 4 dicembre 192'9 i Suez e Panama SUI Il Popolo, Trieste, 1 dicembre 1929;
A. Levi - Cases: Nel 60.mo anllliversario del Canale di Suez ne Il Corriere della Se·
ra, 17 novembre 1929; A. Bernasconi: L.N. ne la 'Tribune de Genève, 1929.; F.
T«iani: 0 111oranie a L.N, Corriere de!Jai :Sera, 1929; U, P'iancas.te/Ji: II Canàle di
Sruez e L.N. in «Rivista delle Colonie Italiane». aprile, E930; G. Boschieri: L,N, di-
fensore del Palazzo dlei Dogi in «Studi Trentini», 1930, fase. 3, pagg. 246-248; A.
Muratori: A:nn:ali Stor. d'Italia, anno 170E; A. Pellin: Storia di Feltre, pagg. 195,
220; Titoli accademici di L. N. in 1rSt.u,di Trent.», 1930, fase. 2, pag. 177; Ibidem:
Monumento a Negrenli a Trento del1'arch. 'fiellai trVoci di Primiero», A. 1942, n.
12 - A 1949, n. 6,. 7, IO, 11 , A. 1952, n. 10; A. 1953, n. 12, A. 19:54, n. 5; n. 5;
A. 1956, n. 9, A. 19158, n. 9, A . 1963, n. 4, A. 1969, n. 9-11 ; G. Meneguz su «Voci
di P'rimiero•, 1968, n. 5; Idem.: Briciole di temp~ passati su «Voci di Primiero», An-
no 1969 e ss; Pueccher Passava/li Ignazio in Atti «Accadi. Ro,ver. Agiati», [890,
Pagg. xxrn-XXI; F. Tau/er: La Valle di Primiero, al tempo di Napoleone, etc.,
Ibidem 1'9.57, pagg. 93-95 ; M. Mirabella Roberti in Guida della V.alli sul. Primiero,
I 977, pagg. 81, 92; Ognibeni T. L.N. nel I SO.mo dalla nascita in Atti Congr. N az.
Navig. l tai. 9-12 giugno 1949, pp. 35-40; Brentari; Italia b.ella dcl 31 agosto 1913;
Illustrazio,ne ltaJìana del 10 novembre 1929; G. Zimolo in dizionario del Risorgj-
meilito maz., pagg. 682-684).
267
NIEGRl 0LI GIACOMO di Civezzano. Nel 177:5 con Fusari di Bas~
1
impegnato .nella scalpellatura degli stipiti in pietra dei due portali del-
la chiesa di Caldonazzo, Nel 183:5 la chiesa venne prolungata di lllna
decina di metri, ma fu riutilizzato il lavoro d el Negriolli.
1
(S. Brida; I quadri della Via Clr1Ucis 111e!la parr.te di Caldonazzo; Temi, Trento;
a976, Estr. Studi Tirent.. 1976, n. 3, pa,gg. 293-298).
(A.mbrosi.: Scritt. Art. Trent., pagg. 9:5, 116, :524; Ambrosi: Somm. Sitor., pag.
187; Moncebello: o.e. pag. J.01).
Francese' Antonio e lui pure fu insigne giurista. Di lui resta Ulil mano-
scritto di Consigli Legali'.
(Ambrosi: Seritt. Art. Trent. , pag. 95; Ambrosf.: Sommario Sto.r. Trent., pag,187).
268
•
(Ambrosi: Scritt Art. Trent., pag. 409 ; Idem: Somm. Stor. Trent., pag. 215; A.
Prati: I Valsuganotlti, pag. 19'3; A. De Gubernatis: Picc. Dizion. dei Contemp.,
pagg. 651, 652; R. Gasperf: per Trento e Trieste etc., pag. S24).
269
ORLER MONS. RODOLFO, nato a Volcan (Michjgan - Stati Unj-
ti) il 27 novembre 1892 da Pietro e Zugliani Orsola di Mezzano, se-
guì ancora fanciullo il rientro in patria dlei suoi genitori.
Visse dunque a Mezzano sino a 17 anni, cioè sino a quando non
entrò nella congregazione d,ei Comboniani. A 24 anni fu consacrato
sacerd,ote. Finita la prima guerra mondial,e, partì per ili Bath-el-Gha-
zal (Africa Centrale), ove svolse la sua attività missionaria tra gu,elie
tribù.
Nel 1929 fu richiamato, per ragioni di salute, mItalia e gli fu affi-
data la ,direzione de1la Scuola Apostolica di Tlhiene.
Nel 193 I tornò in Africa, a Porto Sudan. Nominato in quello stes-
so anno Assistente Generale della Congreg.azi,orne e Superiore della
casa madre di Verona, tornò in Italia.
Ma il 14 dicemlbre 1933 fu nominato Vicario Apostolico deEla sua
prima Missjone nel B,ahar-el-Ghazall, così quelle, popolazioni poterono
riavere il !oro «Abuna Roler».
La più mistica soòdisfazione l'ebbe quando potè ordinare il primo
sacerdot,e indigeno della su.a Missione, il 21 dicembre 1944.
Morì, tra la costernazione dei suoi fedeli, il 17 lug:lio 1946, a Waiu.
Al suo arrivo in missione i cattolici erano circa 8000, aUa sua morte
erano saliti a 30 mila.
Mezzano gli dedicò una delle sue piazze.
270
stra elettronica. Ideò un Jdro,metro registratore che fu premiato all'e-
spo,sizione di Parigi.
Suoi i progetti per l'allora nuovo stabilimento balneare di Levico, i
progetti per gli ospedali di Mori, Tavon, Riva, Bezz.ecca, e suo il pro-
getto idroelettrico di Fi.es sul Sarca.
Nel 1903 ebbe la Direzione della Scuola Arti e mestieri in Trento e
nel 1904 fu n,ominato Ispettore di tutte le Scuole Industriali di Trento.
Nel 1922, cagionevole di salute, si ritirò a riposo.
271
/
•
272
Il dottor Pacher deve essere conside:r,ato un pi,oni.ere nel campo del-
le cUJre balneari della cittadin,a valsuganese.
Morì il 15 aprile 1884.
273
in cui ne fru il Presidente), fu collaboratore cllell~lstitutoreJJ di Torino,
de «La Donna di Famiglia» di Genova, diresse il «Bolletttno Rosmi-
•
ntanoJ,.
Nel luglio del 1888, affranto dalla lotta sorta contro le idee filo,sofi-
che e morali del Rosmini, si ritirò nuovam,ente a Domodossola, ,ove il
14 giugno 1891 mo,rì.
Scrisse tra l'altro: Le figlie della carità (Lugano·, 1,836}; L'elogio
funebre di M. Carlo Emanuele Sardagna, Arcivescovo di Cesarea
(Lugano, 1840).; Dei meriti pedagogici di Antonio Rosmini (Torino,
1856); Discorso letto per l'inaugurazion,e del monumento ,a Rosmini
a Stresa (Ibid., 18:59}; ES;posizione del principio filosofico di Antonio
Rosmini e sua armonia con la· dottrina cattolica (Verona, 1859); I
sofismi (Lucca, 1862); Dell'animismo (Bo1ogna, 1865); Del linguag-
gio popolare e filosofico (Torino, 1867); Il matrim'onio e la famiglia
.umana secondo Dio (Torino, 1870); Antoni:o Rosmini e la sua prosa-
pia-monografia (Rovereto., 18:80); Della vita di Antonio Rosmini-Ser-
bati-Memorie (Torino, 1,880); L'Accademia di Rovereto dal 1850 al
1880 (Rovereto, 1882); Vita di Suor Giovanna Maria (Rovereto,
1882); Vita di Leonardo Rosminf (Ibid., 1882); Della vita di Antonlo
Rosmini-.Serbati, Memorie delle sue virtù (Ro,vereto, 1884); Forza e
materie - Lettura accademica (Rovereto: Atti Ace. Agiati, 1884); Le
forze della n·atura (Ibi,dem, 1884); Sulla legge morale - lettura ([bi-
dem, 1885); Del mot:o (Ibidem, 1885); Pensiero ed affetto (Ibidem,
1887); Delle caus,e (Ibidem, 1887); Mente e cuore di Antonio Rosmi-
ni - discorso (Ibidem, 1888); Sugli Statuti dell'Accademia Rovereta-
na (Ibidem, 1,888); In morte di Aless,andro Manzoni (Ibidem, 1888).
Del Manzoni,. come il Rosmlni, coltivava l'amicizia.
(Ambrosi: Scritta Art Trent., pagg. 24·91 250; M. dr. Manfroni in Alti •Accad.
Rovert. Agiati», 1891, J>agg, 178-201 + XV-XVII; Idem i.n Atta etc. 1908, pag.
LXXI-LXXIV, con fotografia),
274
PAPA SILVESTRO, chirurgo, di Pergine. Sposò una Margheri-
ta Filippi di Terlago. Veniva detto «barbiera)), ma nel 1610 è in Pri-
miero come «chyrurl!US et habitatur Mercati» (cioè a Fiera).
(Stampe per via, Art. Graf. Manfrini, Calliano, 1972, pag. 97).
275 ·
ai botanici suoi contemporanei, con i quali era in stretto e continuo
rapporto.
Il suo erbario era ricchissimo e le sue scoperte e osservazioni costi-
tuivano testo tra i naturalisti.
( Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 267; Idem: Scritt. ,e Natural. Trento., 1888,
pag. i 8).
(Ambrosi; Scritt. Art. Trent., pag. 53; A. Zanete/ su L'Adige del 25 novembre
1954).
276
PERTEGAN11 (I): cosi venivano chiamati n,ella parlata tesina i
mercanti girovaghi. Erano costoro gente intraprendente e coraggiosa,
che, «pertica su pertica)>, batteva le strad.e portando stille spalle nella
(<,caséla» un carico d;arte, di religion,e e di piccole comodità da. distri~
lbuire tra le folte d'Europa e del mond,o.
Cominciano i perteganti la loro attività verso il 1600, quando una
FAMIGLIA GALILO di Castel Tesino cominciò a raccogliere e a la-
vorare le pietre focaie. Queste venivano affidate ai venditori ambulan-
ti Più tardi costoro alleggerirono il loro carico con stampe religiose e
profane e con bigiotterie.
Verso la seconda metà del 700 l'imperatric,e Maria Teresa d'Au-
stria, la « Teresorta» come veniva chiamata dalle nostre popo,lazioni
con un senso di affettuoso rispetto, incrementò questa attività, conce-
dendo ai girovaghi delle particolari prerogative. Ciò allo scopo di «al-
leggerire i confini dell 1impero1J dalla sovrappopolazione. Epperò nes-
suno poteva intraprendere questo lavoro, ed alcun ,altro,. se prima, se-
condo Ie disposizioni imperiali, non avesse adempiuto, afil'((obbligo
scolas ticOJJ, che fu introdotto, come dissi altrove, :nel 177 5.
277
ed aprirono quei fam,osi negozi, di cui si è già singolarmente parlato,
che furono centri d'arte e di coltura.
(E. Fietta: Il Comm.e;rcio Tesino nel mond!o - Stampe per via., pagg. 31"42; Don
N. Sordo: I Tesini nel mondo» Stampe per v~a, pagg. 31-42; Don N. Sordo: l Tesi-
ni in Russia, c<Str,enna Trentina», 194 1, p,ag.. 117).
278
«Phitzer», anche se in quel periodo il latino, il tedesco ed il volgare
spesso ;si confondevamo... ed i «notari» locali no,n erano certo dei let-
terati, ma spesso solo dei patriconi de.Ila «penna d'oca».
(P. de Alessandrini: Memorie di Pergine, pagg. 80, 81, 153~ A. Stella: L'indu-
stria ro_inerari.a del Princ. Vesc. dj Trento 111,ei sec. XVI e: XVII, Stediv, Padova,
p,agg. IO, 14, :22, 34, 36).
(Amòrosi: Scritt. Art. Trentini, pag. 298; Weber: o.c.,pag. 227; G. De Carli su
«Trerntirno», Agosto I 930; Brer:itari: Guida Trent., I. pag. 84.
279
POLETTO GIACOMO di Stri'gno (?). Scrisse un romanzo: Anto-
nio Berttzzolo, ossia il Castel d'Ivano (Padova, Tip. Seminario,
]872).
Scrisse anche qualche pezzo per band!a. Morì a Borgo :il 5 agosto
1944.
que nel 1899. Condusse i suoi studi superiori in Trento. Chiamato al-
lei armi combattè n.el.ll'ultima fase della guerra mondiale 1914~18> do-
po di che potè portare a termine in Padova la laurea in giurispruden-
za.
Entrato in Magìstratura fu pretore ad Ortisei, Rovereto, Riva del
Garda e Brunico.
Fu giudlice istruttore a Bolzano, durante la seconda guerra mo!l1!-
diale, e potè assolvere il delicato mcari,co con saggia prudenza e giUJ-
stizia,, anche in grazia della sua perfetta con,o scenza d.ella lingua tede-
sca.
280
Nel 1953 fu nominato Consigliere di Corte d'Appello in Trento e
nel 1960 fu commissario per la liquidazione degli usi civic.i.
Collocato a riposo co,l grado di Consigli,ere onorario di Corte di
Cassazione si dedicò a perfezionare con 1lllla nuova edizione il suo
volume· sul «Libro FondiariOJJ (Trento, Monauni, 1971).
Morì a Tre.nto il 31 gennaio 1977.
(Montebello.: o.e., pag. 457. 4!58; M. Mirabella Robert.i in Guida d~lle Valli del
Primiero, 1977. pag. 86).
281
ESTRATTO DELL~ALBERO GENEALOGICO
PRATI GIACOMO AN'TONIO
DELL.A FAMIGLlA ,.:PRATI• DJ CALDONAZZO
I
I
Stefmno
1730
I
Stefano Giovanni
(Miotti) (Stefa:r:moi)
1'763, 1756 1
Dorotea
Mnraro
l Nozz,e II Nozze I
D,om Stefano
Caterina Lucia
Tornasi Zamboni 1716 Atcipr.
S,. Maria Magg.
I I I
Giu·seppe
I
Domefliic.o
Trento I
DON GIACOM 0 1
Stefano II N1
1782 .1803 [190 18:08 Elisall
Pur. in Calceraruca. I Nozze I Nozz~ Luci:a f'ont~
Antoni,etta Gio'ì.,.afln,a Garfbari
.Dorigoni Bert-0fdi I
G:io,
I 11
Lor,enzo Do1JJ
18
1842, Ter
. . Gi U1,,1,1Cè
...:,; ·Giuseppe Leo,
l.t,
283
americane, come lo testimoniano i numerosi messaggi pervenuti alla
famiglia in occasione della sua s:comparsa.
Ultimamente risiedeva a Velletri, dove aveva acquistato una caset-
ta, nella quale trascorreva il tempo nei s,uoi studi preferiti. Sentendosi
però venir meno le forze ·volle tornar,e nella sua terra natale. Durante
il viaggio però morì,. il 31 gennaio 1960. Le sue spoglie giaciono nella
tomba di famigHa nel piccolo cimitero de1 villaggio.
I suoi scritti: Nuovo contributo geonomastico: ba,cino superiore del
fiume Brenta (c<Riv. Ge,ogr. Ital.» XIV, Firenze, [90 7, pagg. 152-159;
1 1
284
Manfrini, 1924); Folclore Trentino (Milano, 1925); Sguardo gene.raie
.a l folclore trentino - Le·zio.ne introduttiva al Corso per insegnanti ele-
mentari, tenuto a Malè nel 1924 (Trento, Arti Graf. Tridentum,
1925); Folclore Trentino - per le scu,ole medie e le persone colte con
disegni di Italo Cinti e dt Guido Prati (Milano, Ed. L. Trevisini,
192:S., 10~ pagg. 191); Un trentino che predica alle cortigiane di Ro-
ma nel 1566 (c{St11.ld!i Trent.», 1929, fase. 3, pagg. 261 e ss); La festa
dei bambini il giorno di Santa Lucia (Arch. Folclor. 1929, III, pag.
273); Ancora del nome Orvieto (Torino, Ed. Chlantore - Loescher,
1930 - Arch. Glott. Voi. XXIV, pagg. 56-59); Composti imperativi
quali casati e soprannomi (Paris:, «Revue Ling. Rom.», 1931, pagg.
250-268}; I Vo,cabolari delle parlate italiane - ,Opera bibliografica
(Roma, Ed. Capo11era, 1931); Nomi di luoghi i(Tip. Simoncini - Estr.
da «L' Italia dialett.», 1931); Spiegazioni di nomi di luoghi del Friuli
{«Revue de ling. », 1936); Dizionario di Marina - dietro incarico del-
l'Ace. d'Italia (Rom~ 1937); Voci di gerganti, vagabondi e malviven,
ti, sludiati nell'origine e nella storia - Opera realizzata in co.llabora-
tione con il fratello Guido (Pìda, 1940); Vocabolarfo etimologico ita-
liano (Milano, Garzanti, 195 E); Prontuario di parole moderne (Ro-
m.a, ed. Ateneo, 1952).; Chiesa per «rifugio» tn siciliano e in altri dia-
letti (Pailermo, Tip. G. Mos:i, ]953); Vicende di parole: a) Termini di
marina; b) Termini diversi (<(Revue Ling. R.om.», 1955); Nomi com-
posti con verbi (Ibid.., 1958); Storie di parole italiane (Milano, Feltri-
nelli, 1960); Dizionario Valsuganotto (Firenze, Tip. L'Impronta,
1960), opera stampata sotto· l'egidia d,el]'lst. Ital. Colla.b. culturale
Venezia-Roma; Etimo.logie venete (Ibidem, 1968}, opera stampata a
cura del Prof. Pellegrini e Prof. Falena, sotto l'edidia dell'Istit. Collab.
cultur.a V,e nezia-Roma.
F'u inoltre coU.aboratore de «L'Archivium Romarucum» (Ed. Leo
Olschk, di Lingua Nostra, Firenze).
(A!. Zan.eJef su L'Adige del l' I febbraio 1961. del 19' febbraio 1961, dell'l luglio
196,l i Guido Prati: note manoscritte; G. Tom,n(iSini: Néçrologio di A.P. in «Studi
Trentinia, 1961, fase. 1, !l)agg, 90-9'4i Rizzo/i Larousse: 'Encicl. U niver., MilMo,
1970, pag. l38;«0ggi» 5 ottobre 1940, pag. 76; F. Trentini in «Atti Ace. Roveret.
Agiati, Serie V, V,ol. 1V, pag. l 57).
285
1889. A Trento segui corsi serali nelle Scuole Industriali. A Salto
(UrugU!ay) studiò anatomia plastica e dal 19,20 seguì a Milano i c,ors,i
re,g.olari della Scuola Superiore d'Arte di :Brera.
Per 12 anni fu professor,e ,di disegno e scultura della scuola d'arte
appli,c ata dell'Università di Montevideo e per 10 anni fu «Jefe Con-
servador,y Director de la Officina Artistica del Palacio Legislativo)>.
Suoi sono i grandi porta.li del palazzo del parlamento di Montevi-
deo e nel salone «dei passi perduti» dello stess,o pallazzo furono collo-
cati suoi bassorilievi e numerose sue statue.
Nel giardini di Moilltevid,eo vi iè «una serie di statue di indios:n, se-
gnalate da Virgilio LilU sul Corriere della Sera.
In piazza a Montevideo vi è la sua «statua del gener:ale Artigas>),
fusa a Firenze. Nel 1963 scolpi il «monume.nto equestre del gen. San
Martin», eroe deU'indipendenza. d!eU'.Arg,entina e del Perù, situato a
Buenos Aires.
Scolpì numerosi busti: «di J. E. Rodò, di Garib,aldi, di Bolivar, di
Franco De/ano RooseveltJ>. Per la Legione Trentina scolpì «il busto di
Ce.sare BattistiJ>. Partecipò alla II Biennale d'Arte di Venezia.
Nella cappella del cimitero di Caldonaizzo vi è, fuso bron:zo un
(lCristo morente in croce)>, Si racconta. appunto che avendo, durante
la cerimonia solenne della consacrazione, fil Vescovo benedicente 1',o-
pera fatto osservare all'artista come al Crocefisso mancass,e Ja tradi-
zionale ferita al costato, lo s:cultore abbia di contro rispo,sto che la fe-
rita fu Catta a C:risto morto, non a Cristo morente.
Si racconta anche che come modello per l'opera avesse scelto, pa-
gan,dolo l.autamente, un po,vero «cristo» di Caldonazzo. Lo legò sal-
damente con delle funi ad un.a rozza croce, dopo di ch,e !',artista ,se ne
andò tranquillamente a pesca/re al lago. Tornò dopo qualc:he ora e
trovò il dis:graziato semis·venuto... come volevasi dimostrare!
Per Caldonazzo eseguì «l'affre:sc,o di San S'isto» sito sopra il porta-
le della parrocchiale e numerosi suoi «medaglioni e bassorilie31i» sono
su tombe dei suoi parenti.
Nella sua patria di Caldon.azzo soleva tornare sovente e molti ri-
cord.ano ancora la :Sua alta figura che. cavalcava run bri,oso puro san-
gue lungo le strade di campagna. L'ultima volta tornò per porre un
cippo sul luogo ove suo pa,dre venn,e: ucciso dalle trruppe austriache
durante la prima guerra mondiale, come si potrà leggere sotto il no,me
di Michelangelo.
Nel 1938 vinse il concorso nazionale u:ruguajano per un monu-
mento ai «fondatori della Patria».
286
F'u collaboratore della rivista «El Davld» e su di essa scrisse una
quindicina drarticoli. Tra :il 1956 ed il 60 pubblicò g]]i editori.aili 1rCritf-
ca y Griego» su «I,uormacfon d'Arte». Pubblicò t.L a Escoltura Grie-
go su «Tecnic'a y su Ambiente» (1948); Anto,[ogia di un Artista (Mon-
tevideo, 1967). Fu più volte premiato con medag.lie di vario genere, si
ebbe il «gran premio, d'onore» del Ministero uruguayano dell'Istruzio-
ne, la «medaglia d'argent,<J» all'Esposizione: Internazionale d.i Parigi
( 1937).
Morì .a Montevideo nel 1970.
(Gerola: Art. T!rent. E·st.,pag. 22; Trentino, ottobre L930, pag. 3:54; R. Prati:
La scolatura di E.P., «Trellltino•, Il, 1935, pagg. 53 e :ss; trStudt Trent» .. 1937, fase.
4, pag. 336; R. Prati: Studi Trentini», 197 I, fase. 2 !Pag8. 241-24 7; L . ]Jrida: Pa.no-
rama Stor. di Caldoraaz:z:o, pag. 183; E.. Benezir: Dictionnaire des Peintres etc. To-
mo 7, pag. IO).
287
numerosi premi tra cui qu,attro medaglie d'argento e due di bronzo.
Così ,quando nel 1866 :si portò a Firenze per perfezionarsi presso
quell'Accademia, potè presentarsi con un breve, ma sicwro e promet-
tente «curriculum» d'artista. P'resso quella Acca.dem.ia nel 1868 gli fu
conferito il premio triennale cons,istente nella medaglia d'oro e una
somma di denaro. Il premio non v,eniva co,n fe-rito da ben otto anni.
A Firenze entrò in contatto con i principali esponenti di quel cena-
colo d'arte e coltura. Quivi divenne: runico del poeta Giovanni Prati e
di Andrea Maffei ..
Anche il suo maestro A.ntonio Ciseri lo ebbe ,caro ed appunto per
questo, oltre che per la sua prestante figur~ lo ritrasse al c:e,ntro del
suo famoso quadro della «Deposizio·ne», tra i discepoli ,che portano
C'. risto al sepolcro,.
A Firenze si fermò ]2 anni e dopo una breve perm.anenza a Cal-
donaz:z:o riparti per R.oma, ove si trattenne per circa un anno.
Tornato nella sua terra sposò Ersilia Vassellai di Agnedo ed in
questo tra111quillo villaggio si recò ad abitare corn la moglie e la picco-
la Raffaella. Quivi glii nacquero anch,e i due maschi: Angelico e Gui-
do.
Nel 189:5 si trasferì a Trento per avere maggior comodità per l'i-
struzione dei figli, e si dette all~insegnamento del disegno.
Amante della musica, fu amico di Puccini e di Ricordi. Come ar~
chitetto disegnò il campanile di Agnedo, assai grazioso.
Si dedicò anche all'apicultura e costruì un'arnia pre.miata a Vienna
nel 1903.
A Caldonazzo chiuse i su.oi giorni 1'8 marz,o 1907, vittima di una
po.lmorute procurata.gli dalla fredda aria della Val del Centa, ove si
era recato per lav,orare quello che sarà l'ultimo suo quadro rimasto
incompiuto: «La seconda madre»: una giovanetta recante sulle spalle
un agnellin,o, orfano di una pecora caduta d:alla monit:ag,na. Il quadro
do·veva essere esposto a Monaco,.
Per quanto riguarda }''elenco delle opere del Prati, oltre trecento, ri-
mandiamo il nostro lettore alla Collana di Artisti Trentini curata da
Riccardo Marroni (E.P. pittore - Trento, Saturnia, 1956); verranno
qui sotto elencate le opere che furon.o presentate in diverse mostre (di
ognuna, tra parentesi, [a data e la loiealità della mostra) quellle eh.e so-
no in dotazione a Musei e Gallerie e quelJ!e esposte nelle chiese.
OPERE ESP,O STE 1N MOSTRE
Ritorno di Dante (già presso Galleria, Pisani, Roma, 1874); Se-
guestro (1882, Roma e Monaco); Piccola mendicante (1877, premio
288
Espos. Firenze); Girovaghi (1879, Firenze, venduto a New York};
Amor non prende ruggine (1879, Monaco venduto c.s.);Medita:ione e
lavoro (1879, esposto e vend1Uto a Monaco); Uva e pesche (esposto a
Monaco e venduto a Berlino, 187·9); Dlv:orzio (1880, Milano); E,gizia-
na (]88 0, esposto e venduto a Mona,co); Zingara (1880, idem); Alla
1
289
PRESSO CHIESE
.S . Adalberto (1873, Ca,ppella Villa Bemardelli in Gocciadoro,
Trento):; Immacolata { 1874, Cappella Collegio Arciv. Trei[]Jto); S . An-
tonio (1875, parrocchiale di L.asino); Immacolata (parrocchia di Stri-
gno, pala d'altare scomparsa nella guerra 19 ] 5-18, modella della qua-
1
290
•
(AmbroS'i: Scritt. Art. Trent., pag. 493 ; V. Zippel: Un pittore trentino a Parigi in
Alto Adjge dlel 13 marzo 1911; crTrldentum», I, pag. 279 é V pag. 329; Gero/a:
Art. Tren. Est., pag. 23 ; Thfeme U. !Bec'.k,er etc., 1933, XXVII; Commanducci: Di-
zion. etc. ed. ni I-11-.IIl-[V; Brentari: Guida Trent., I, pag. 309).
• 29a
Di temperamento piuttosto introverso e sensibili.ssimo, si esprimeva
intensamente con la chitarra classica di cui era espertissimo suo·nato-
ré. Ma, schivo comie era, si produceva solo a sollievo déi s.uoi com-
paesani nella piccola osteria di Agnedo e sol,o qualche intimo amico
ed intend,e.nte potè appieno apprezzare la s·ua altissima arte musicale.
Era anche otttimo, disegnatore e membro dell'Accademia di Vien-
na, ma ben pochi io seppero. Con Italo Cinti. illl!lstrò il lilbro del fr.ateia
lo Angelico Folclore Trentino per le persone colte e per le scuole me-
die (Milano, Ed. Trevisini, 1925). Con il fratello An.gelico collabor,ò
poi nella stesur.a di Vocf di gerganti. vagabondi, etc. (Pisa, 1940),
mettendo a frutto le osservazioni raccolte dur,ante il periodo gitano.
Spirito libero e pur attaccato ai valori umani come servì da com-
battente volontario nella prima guerra mondiale così seppe eludere la
seconda, della quale non condivideva gli errati idleali. Ed UISÒ un'astu-
zia degna della sua intelligenza. Richiamato con il grado di capitano,
anzicché in divisa si presentò con E'abito più sdruscito che possedesse
e con u.n a s]abrata valigia tenuta insieme dallo, spago. Fu congedat,o
come indegno dei grado!
JEra molto ben voluto dalla popolazione e fu amo,r,evolme.nte curato
e assistito dalle tre nipoti.
Una sua poesia in lode «del ValtinelloJ)1 il vino dell'ansa di F'race-
na, che un tempo onorava la corte di Vienna, è pubblicata in Poesie
dialettali Valsuganotte (Borgo, 19,69).
192
•
Adiacente alla casa gli Austriaci avevano fatto passare una linea di
difesa, che poi fecero saltare~ ,danneggiando in modo, irreparabile la
casa stessa. Michelang,elo riuscì a salvare quallche suppellettile e qual-
che quadro del figlio Eugenio, trasportando quanto poté in casa di
una sua parente, Lucia Agostini. Purtro:ppo parecchi lavori del pittore
in quell'occasione andarono perduti.
In Caldonazzo incontr,ò Emanuele Curzel, red.uce dalla Galizia e
poco pr,openso a ritornarvici e con lui si dette alla macchia. Si siste-
marono nel ((Crozz,o dell'Agola», sul monte Cimone; vivendo di cac-
cia e pr,oc-urandosi nel paese,, ormai sì che deserto, qualche derrata.
Furono traditi però da un ftl di fwm,o che: usciva dall'antro ,e che fu •
vedll!to da un ufficiale austriaco, che girava solitario nel bosco. Si
fermò anzi egli a confabulare con i due quasi familiarmente .... , do,po
che essi ebbero riposto le «doppiette».
L'incontro li mise all'erta cos~ abbandonarono fil rifugio e, seguen-
do il letto del Brenta jper non lasciare orme, scesero sin verso Marter.
Ormai stanchii si ricover,arono in una vecchia bIDta,, in località «Bru-
1
stoladiJ>.
Ma ormai tutta la zona era posta in allarme dai Comandi austria-
ci... il focherello che i due avevano acceso n,ella baita fu notato ,dlagli
osservatori del Forte della Panarotta.
La baita fu dunque circo,ndata. Dallo scontro a fuoco il Curz,el
riuscì fortunosamente: ,a. sciogliersi e poté raggiungeré le linee italiane,
verso Vezzena, ma Michelangelo trovò invece malauguratame.nte la
morte.
Era il 13 dicembre 1915.
Con una solenne cerim,onia, alla quale partecipò il figlio Edmondo.,
nell'aprile 1936 fu posto un cip:po sul luogo del sacrificio.
Natalia Fianick, nacque il 3 febbraio 1874. Probo era fratello ,d!el pit-
tore Eugenio e quindi Romualdo e:ra nipote.
,compiuti dapprima degli studi artis.tici presso la Scuola Profess.io-
nale di Trento, p.assò all'Accademia di Venezia. Nel 1891 ottenne il
«primo premiai> nel corso speciale per vedute. di paese e di marine e
nello stesso anno si ebbe il «diploma df merito»con menzione onore-
vole di secondo gr.ado per il corso normale.
293
SE trasferì poi a Porto Allegre (Brasile) ove rimase per dieci anni
come insegnante di pittura presso una scuoia locale e lavorando nel
contempo, specie nei ritratti.
Nel 1895 tornò in Europa e seguì corsi di perfezionam,ento presso
l'.Accademia di Parigi. Qui si fermò per otto anni, string,endo rapporti
d'amicizia con Eugenio Carrière e F,erdinando Humbert.
Sempre a Parigi aprì uno studio e si creò buona fama nel ritratto
ad olio, tanto che i migliori nomi della società metropolitana faceva-
1110 a gara per ottenere da lui delle pose.
Dal 1914 visse in Italia e dal 1919 si stabili a Roma ove aperse
runa scuola per stranieri.
Tra i suoi quadri: Braghe vecie e busi nuovi («Medaglia ,d'argento»
all'Espos. di Porto AIJ!egre, 1898); Dolce far niente (((Medag:lia d'o-
rOJJ a Rio de Janeiro, 1902); Abbeveratorio; Ritorno dal lavoro; du-
rante ia sua permanenza a Parigi, quasi annu,almente partecipava;
con ritratti o nature morte o altri soggetti, alle Mostre allestite nel Sa-
lon des Artites Francais; Ritorno dalle nozze (1922); Ladroncella
(1906); Cesta rovesciata (1906)~ L'abbeverato,~ò (1911); Il Moschet-
,tiere (I Bienn. Arte, Trento).
(A.mbrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 493; Gerola: o.e., pag.. 23; V. Zippel: Un pitto-
re trent. a Parigi su l'Alto .Adige del 13 marz:o 1911; G. De ,Car,/i su ,Trentino,o,
Agosto 1930; pag. 259; 1r'fren1ino», ottobre, 1928, pag. 337; G.S. in Stuelli Trentini;
1930, fase. 3, pagg. 289-290~ Comanducci: Dizionario etc., Ed. III e IV ; Thieme u.
Becker, etc., 1913, XXVII,· C. Piovan in Trenttno, ma:rzo 193n, pag. 81).
294
Fu tra i promotori dellla costruzione della strada di collegamento
dello Schener, incrementò l'istruzione pubblica e popolar,e, promosse
iniziative per razionalizzare la cultura agraria e la pastorizia.
Fu scrittore ((forbito,> e poeta. Mori :il 2 gennaio 18,73, declamando
la sua ultima poesia Alla Luce.
Per testamento legò alla comunità «due locali della sua casa» af-
finché servissero come centro di lettura. Questo centro doveva essere
aperto a tutti, ma in esso era vietato il gioco ,e [a ven,dita di alcoolici.
Al centro [egò t111tti i suoi libri, il suo medagliere, e 500 fiorini. Il par-
roco era chiamato a «garantire il pubblico sulla moralità>;. In una ve-
trina dovevano essere conservati i libri degli alpirùsti. Era amico del-
l'ingJeseBall, che fece .stampare a Londra una «Guida ,di PrimieroJ>,
ed :il cui nome è perennemente ricord.ato dall'omonimo passo, sulle
pale di San Martino.
(«Voci di Primiero», 1956, n. 11 e m. 12; Prof don S '. Fontana: A.P. in Primiero
di ieri e di oggà, pagg, 36-39; E. BQrdignort: L"UiSì Negr,elH, Padova, 1941, pag. 96;
è . .Battisti: Guida di. Primiero, pag. 20; .Brenta.ri: GuidaTrent., P. II pag. 219;
Idem: Guida Alp. di iB!elluno, Feltre, Primie.ro e Zoldo; «Studi Treni.», 1923, fas-c.
3, pag. 201.
(Montebello: o.e., pag. 467; Ambrosi: Som.m. Stor. Trent., pag. 284).
e poeta, nato a Levico nel 1818. Suo padre, dottor Giorgio, era giudi-
ce in ,quella cittadina e la madre fu Amalia de Bellat di Borgo, Termj-
295
nati gli studi ginnasiali e liceali a 'Trento, segui i corsi universitari pri-
ma ad Lnnsbruck e poi a Vienna, ,ove si addottorò in legge.
Termin.ati gli studi entrò come praticante nello studio dell'Avvoca-
to Dottor Angelo Ducati; in Trento. Dopo tre anni conseguì a In~
nsbruck, presso il Tribunale d'Appello, l'abilitazione.
Onde conseguire un maggior prest~gio professionale ed una più va-
sta conosce.nza professionale, ii 7 feblbraio 1841, conseguì la laurea
relativa anche presso l'Università ,di Padova.
Esercitò ]'avvocatura prim.a ad Ala e q1U1indi a. Monza, ottenendo
presso quel tribunale una notorietà che si estese anclhe in altre città
italiane.
Nel 1880 passò a Firenze e poi, per poter seguire il figlio ingegne-
re, nominato Segretario della Direzione Generale delle Ferrovie Meri-
dionali, si trasferi in Ancona.
Affezionato al figlio, lo segll1Ì a Bologna, a Foggia, di nuovo a Fi-
renze, a Verona.
L' Arnbrosi lo definisce «uomo di elevati sentimenti e di profonda
cultura>). Ancora studente a Vienna scrisse All1ltalia ,di O'Werback,
ode stampata in quella Rivista Viennese diretta dall''allora noto filo,to-
go Giambattista Bo1za, ed alla quale collabor:a.vano l'alba.te Nicola
N,egrelli e T,ommaso Gar.
•
Sem.pre a Vienn.a tradusse in vers.i italiani Gli eroi di Uhland; A Ila
mia spada, ode di Teodoro Komer.
Poi scrisse: li ritorno del proscritto lombardo (Trento, racc,olta
<<Soccorsi al povero»); Il mio tdeale - Ode· (Rovereto, Messagg. tiroI.,
4 ottobre 1839);, Ida - Poema (T'r~nto, 1840), opera lodata dal Mes-
s,agg. Tirolese, dal Corri,ere delle Dame e lusinghevolmente commen-
tata da Nico•lÒ Tommaseo sulla Gazzetta di Venezia; Carmi (Trento,
Monauni, 1840); La battaglia di Calliano del 10 agosto 1487 ·~ Poe-
ma (Ibid., 1842); Soc,corasi il povero Obid., 1842); Calata e sconfitta
dei Cimbri in Italia (Ibid., 1843); Primi Canti (Milano, Reina, 1844);
Sulla Trentina Letteratura del sec. XIX - Memoria (Pado,va, Giorna-
le Eug,aneo, n. 23, 1844); Ver~i (Trento, Monauni, 1847); Egnone,
ossia Trento, che si toglie dalla tirannide di Eccelino da Romano -
Pensieri ([bmd., 1848); Sulla necessità della popolare educazione nel
Trentino - Discorso letto all'Accad. di R,overeto (Giornale di Trento,
I 850, n.ri 93, 94, 95); A Trieste, ,città illustre d'Italia (Monza, Co:r-
bétta, 1865); Il XX settemb.re 1870 Ode (Ibid., 1870); All''Italia -
1
-
Ode (lbid., 1871); All'amico ideale - Ode (Ibid. , 1871); Versi che par-
.lano di patria e di amore (lbid., I 871); La .battaglia di Leg.nano -
Canto (Milano,, Barberini, 1876); Al Trentino = Canzone (Monza,
C,orbetti, 1878).; Poesie liriche (Ibid., n879') ; li pontefice Leone XIII
ai giornalisti cattolici - Ode (Milano" [ ,879); Il Giammai di Leone
XIII - Ode {Firenze, Giusti, 188 l); / Vespri Siciliani - Ode (Ibid.,
1882)., lavoro che ebbe un riconoscimento d.a parte della Municipalità
palermitana, che mandò all'autore una «medaglia. ,d'a·rgento»,: Viaggio
da Desenzano a Trento (Milano, 1884); Poesie lirich:e (Ancona,
1884); A Fran,cesco Podesti, nella ricorrenza del suo 8.5.mo - So.netto
(L'Ordine, Le Monnier, n. 88, 1885); Commemorazione degli amici
defunti (Vigevano, Spargella, 188,6); La Certosa di Bologna - Sonetto
(Ibid.,, 1996); Nuove poesie (Milano, Ducati, 1887); La Trentina Let-
tera.tura nella prima metà del sec. XIX (Trieste, «Pro Patria», 1888);
Voci dal Trentino - Poesie scelte (Milano, Varisco, 1889); Mortezza
(Trieste, «Pro Patria», 1889); Un momento a Dante Alighieri nella
città di Trento (Foggi~ Pollice, 1890 Ultime poesie liriche (Verona,
1
);
"Amb
1, r.nsi: Scritt. Art.. Trertt.
_ ,.., - naog.
,r-..o 301
• · -304·
. ..,,.,.,
· n...b,;,.-· -.•....
, A. lJevu:...,nc:1 _1,,,.,..,._
;.. p· .., Di-
... ,.,..,,.. _
zion. Contemp., pag. 724; A. Z.: Necrologio in t1.Atti A.cc. Roveret. .Agiatii", 1.896,
Serie III, pag,g. XVII1-XX).
297
•
(D.S. Fontana SUI Primiero cli ieri e dli oggi, pag. 268; <KVoci di Primiero", 1941,,
n. 3; Ambrosi: Scritt. Art. 'Trent. ,pag.102; Idem: Somm. Stor. Trent., pag. 285 ; D.
S. Fc,ntona: «Stu<ii Trentirni)I. 193,9, fase. 4!, pagg. :20 8, 209; C. Battisti: Guida di
1
298
RIGONI ANT 0NIO, nato a Lavarone e dom.iciliato a Vienna. Alla
1
•
A0 DOLFI FRANCESC'ANTONI O, di Borgo. Nacque il 9 agosto
1
1717 e morì in Trento il 9 settembre 1780. F111 provicario del P.. Ve-
scovo di Trento Francesco F,elice degli Alberti e del suiccessore Cri-
stoforo Siz:z:o. Fu uomo, illuminato e ripieno di virtù.
Pubblicò un''Orazione in: morte di S.A.R . Francesco Felice d:cgli
A/berti P.V. di Trento (Trento, 1763, op. in 4<>); un'Istruzione p'er le
mammane (1766),, opera tradotta in tedesco dall'Arciprete di Besenel-
lo, il conciittadino CristoCoro C:eschi e segnalata dal Go,verrno di In-
ns bruck.
Scrisse inoltr,e sonetti, poesie, un Epi.talomio per le nozze di un
conte Giovanefili, prefazioni ,e numerosi liibri di cui si interessava alla
pubblicazione, sermoni religiosi ed .a bbozzava le lettere pastorali.
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 127:; Idem: Somrn. Stor. Trent., pagg. 145,
188, 285; Montebello: o.e., pagg. 300, 465; A. Costa in «Voci Amiche». Borgo, di-
cembre 1965).
299
AOIMANESE PR OF. RUIG GERO, nato a Pergine il 17 gi\lgno
1
nell'AteneoJ1,
È rinomato il Testo di Medicina Legale, scritto in col]abora:zione
con Carrara e Canuti (Ed. Minerva).
300
ROMANI ON. PIET1RO nacq_ue a Borgo il 12 luglio 1885.. Primo-
genito di una numerosa famiglìa, rimasto orfano in giovane età, seppe
assumersi prematuramente responsabilità da adulto.
Dovette iinfatti interro-m.pere gli studi di economia e commercio in-
trapresi presso l'Università di Vienna.
Coinvolto anch'egli nei moti degli studenti. italiani venne a trovarsi
compagno di cella del futuro cognato On. Alcide Degasperi, del quale
condivideva e i sentimenti relligiosi e quelli _politici.
Nelle elezioni del 1921, le prim.e ,del Trentino divenuto :italiano~ fu
deputato a Parlamento con De Gasperi, Carbonari e Tamanini, mili-
tando anch'egli nel Partito· Popolare.
Durante l'ultima guerra entrò nella Resistenza. Dal 194.5 al 194 7
diresse àa Democrazia Italiana Trentina ,e fece parte del Comitato di
Liberazione.
[ Tedeschi, il 2 maggio del 1945, prima di ritirarsii dettero alle
fiamme la SU!a casa fai Bor,g,o. Sul luogo della casa distrutta sorge ora,
s.u suo desiderio, la :s cuola Materna.
Abbandonata la politica attiva, si dedicò alla politica econ.o mica e
finanziaria della Regio.ne come Presidente dellai Banca di Trento e
Bolzano, defila Immolbiliare Trentina e della S.P.A. Cofler di Roveree
t,o.
Maria Roma.n a Catti Degasperi scrisse di lui: «De Gasperi e Ro-
mani ebbero due vite diverse, ma vicine: tutte e due soffriro,ro per la
liberLàJJ·.
Morì il 24 dicembre 1974.
•
(A . Costa in «Vocii Amiche:». Borgo, 1974, pag. 8; Ibidem, 1915, pa:g. 6).
(A mbrosi: Scritt. Art Trent.; pag. 64; G.B. Emert: o.c., pagg. 46, 50, 84, 85; Ap-
punti Sperges; H. Ammer: Die Entwicklung d. barok ecc. in 'Tiro!, Strasburg, I 912,
301
pagg. 225, 226; Thieme Beck;er: Le.xic. d. !Bil.dl, ecc. Leip,zig, 1934, v. XXVIII, p,ag.
:560; Weber: o.c., pag. 103,; Rosati: Il Convento e la chiesa deUe Figlie d.eJ S. Cuore
io Trento, Rovereto, 1905, pag. 30).
3,02
s
303
dito con catena al piede, senza che nessuno potesse parlargli...». n
Sam.onato fu iPOi liberato anche per l'Intervento del Governo de!ll'Au-
stria Superiore presso «Sua Maestà Imperiale .Regia Apostolica».
Il prover''uomo era «capo di una Famtglia nu.merosa di quindici
persone», ivi compresi i suoi otto, figli.
(SJampe per 11ia, Manfrini, Calliano, 1972, pagg. 46-4'8; Gazzetta di Fi'renze, 28
aprile l 772; Arcliùv. IR.emondinià).
304
Grang,e, rivolta al fratel.lo militante nell'e.sercito piemontese, tendente
ad ottenerne l'arruol:a.m,ento volontario.
Ma Ea polizia piemontese non era da memo di quella austriaca neE
fiuta.re l'odore repubblicano~ che l'ambiente frequentato daJ Sartena a
Parigi aveva fatto gi1111lligere nei Commissariati del reame piemontese.
Inutile fu anche l'udienza che ,egli chiese al g.enerale Lam,armora.
Si deci,s,e dunque ad entrare in Lombardia, non immaginando che
la gendarmeria austriaca era già stata m,essa in guardia da una de-
nuncia anonima. F'u arrestato a Mag,enta, 1'8 dicembre, perquisito e
denunciato dli alto tradimento per il po:s:sesso ,di armi e s,critti sedizio-
si. Racchiuso dapprima. nel Castello di Milano, fu poi trasferito in
quello di Mantova, quando le forche di Belli.ore erano in p,ienai effi-
•
c1enza.
Fu éhiuso nella c,ella che era già del conte Mo:ntanari. Sulle pareti
disegnò, un mappamondo che fu, «riconosciuto c:ome un progetto di ri-
voluzione mondiale».
L.a sua posizione si aggr·avò per la dis,cutibile astuzia dell'inquisito-
•
re Kraus. Questi infatti trasferì nella cella con lui il famige.rato, Luigi
Castellazzo, un ex patrio,ta diven.uto poi traditore e delatore. Il Sarte;
na si confidò e questi denunciò le sue confidenze. La lettera del Ca-
stellazz.o scritta il 26 dicembre del 1852 e diretta all'I.R. Auditorato
di Mantova, è assai cir,costanziata. Vi sono dei nomi ,cui al Cast.ellaz-
zo avrebbe dovuto rivolgersi per far distruggere certa documentazio-
ne compromettente per il S.artena, vi sono frasi dal Sartena pronun-
ciate, asserzio,ni, le intenzioni rivoluzionarie e via dicen.do.
Con q1U1est,o atto di accusa del Castellazzo, con i corpi del reato,
pistole, lettera del Brofferio, un romanzo della Clemen.ce Roboert, il
Kossuth -et les Hongrois con il quale veniva attaccata l'Austria, carte
ed inni repubblicani sequ,e:strategli ,al confine, c'era materia più che
sufficiente per un processo politico.
Purtroppo la denuncia del Castellazzo c-oinvolse anche il fratello di
lginio: GIUSEPPE.
Nel 1847 Iginio aveva chiamato presso ,di sè a Venezia il fratello,
amlora quindicenne. Al tempo d,ell'arresto di Igirrlo però, Giuseppe si
trovava a Padova crimpiegato nello studio dell'lng. P,ertile», come
precisò ili C astellazzo nella famìgerata denuncia.
Anche Giuseppe fu dunque :arrestato, con.dotto a Mantova e rin-
chiuso nella cella ove aveva tributato, Ciro Menotti.
Il ·vescovo ,di Mantova, Mons. Martini stesso, rese testimonianza
degli inenarrab:illi p atimenti subiti dai due prigionieri. Nulla poterono
1
305
ottenere il loro padre, Cristoforo e la sorella Amalia, per alleviarne le
soffere.nze.
Ambedue i fratelli fmirono per essere ricov,eratl nell'Ospedale mili-
tare. Igirnio fu investito dallo :scorbuto e dall'idropisia, causa il malsa-
no nutrimento e l'umidità della cella.
Giuseppe', cihe era più gracile assai del fratello, per Ie percosse e
per l'atropina che gli veniva somministrata per strappargli d.elle con-
fessioni, fu preso da una malattia cerebrale, dalla quale mai poi si ri-
prese. Dopo la liberazione ebbe dei momenti di lucidità, ma il suo ca-
rattere rimase ottuso, taciturno sospettoso, misantropo; cioè comple-
tamente opposto allla sua precedente indole aperta ed allegra.
Gli atti dell'inchiesta e del p,rocesso di Mantova furono poi tra-
smessi al Tribunale Superiore d'Appello di Venezia.
Da questi atti traspare la lucidità di mente, la risolutezza di carat-
tere e la fortezza d'animo, soprattutto dì Iginio, più forte anche strUJt-
turalmente di Giuseppe ormai debilitato fisicam,ente e psicologica·-
mente.
I due, a cagione della loro perd.uta salute e perc:hé la Corte di Ve-
nezia non ritenne del tutto attendibile la deposizione Castellazzo, ven-
nero finalmente liberati: Giuseppe il 6 dicembre 1854 ed Iginio il 2
feb,braio a855.
In Primiero non. tornarono, giacché il padre si era trasferito a Fe1-
tre con la famiglia.
(A. Luzio: l martiri cli Belfiore e il loro proc,esso, I E,diz, Milano, 1905. V. II,
pag;g. 309-315~ Idem: Prigionieri trentini nel Castello di Mantova in Alto Adige,
23-2.4 febbraio 1904; L. Marthètti: Il 'frent. nel Risorg., pagg. 315,. 316, 1913-; P .
Pedrotti.: li processo dei fratelli S.; Trento, Mllltilatii Inv., 1934; Arch. di Venezia:
Atti proce,gso Santena, I.B. 12, 1,854; B. Rizzi: Testimomanze Trent, 1953, pag.
27; N. Trolter in Primiero di Ieri e dJi oggi, pagg. 139-144; Ditionari<J del Risorg.
Mjlano, Vallecchi, 193 7, pag. 221 ).
306
SARTOREILLI CASIMIRO, naturalista, di Telve ove nacque il 4
marzo 1774. Fu nella farmacia di Antonio, Crescini in Borgo come
dipendente dapprima e quindi, dal 1805, come proprietario.
Fu appassionato raccoglitore di piante, minerali ed allestì un mu-
seo nel quale figuravano, imp,agliate, le varietà di animali ed uccelli
che stazionavano in Vaàsugana.
Il su,o erbario erru ricco di specie «indigene ed estere» ed egli era in
corrispondenza con illustri naturalisti della sua epoca.
Fece parte della Commissione, is.tituita a Borgo, per lo studio della
sistemazione dei torrenti ,e scrisse, rimasta inedita, una Memoria sul
modi dl controllare ed arrrestarre le fra·ne. Morì 1"8 ma1rz.o 1852.
(Ambrosi: N aturalis:ti Trentini, Padova. 1869, pagg. 17, 18; Idem: Scritt. Art.
Tr,ent., pag. 26 7).
(Ambrosi: Scritt. Art., Trent pagg;. 266, 267; Idem: Naturalisti Tremt., pag. 16).
307
Di lui si hanno: R,esoconto medico delta stagione 1885 dei bagni di
Levico (Venezia, 1886); L'acqua minerale di Levico (Napoli, Tip. E.
Delken, 1887); Su'/l'utilttà e sulle varie indica·zioni dell'acqua ,arseni-
co - ferriginoso - rameica di Levico nelle rnalatJie muliebri (Torino,
<c.Gaizzetta Medica», 1888); Rendiconto medico del triennio 1886-
1888 dei ba,gni di Levic,o nel Trentino (Ibidem, 1889); Aerztlicher Be-
richt iiber Cur-Seison in Jahre 1889 zu Le11ico (Wien, 1890); La cu-
ra balneare di Levico nel Trentino nel triennio J,889-18'91 (Torino,
]891 , op. in 8°).
•
(U. Tomazzoni è F. Ferrati: Necrologia in "!Atti Ace. R·over. Agiati", 1966, Se-
rie V[, Voi. V, pagg. 119-120 »; Studi Trentini», 196i, fa.se. 1, pagg. 92-93; R. de
1
308
Scrisse anche un Manuale ,d'apicultura, che fu ritenuto com.e una
deHe opere più valide circa quest'argomento.
M,orì il 27 ottobre 1921, a Milano, all'età di 87 anni.
(« Trentino», ottobre 193 1,. pa.g. 318; rrStudi Trentini», 1921, rsc. 4, pag. 358;
« Voci di Primiero», 1953, !Il. 9)
1•
(D.G,.B. Un esempio aUe giovani, ossia cenni intorn.o alla vita di Tresa Sartori d!a
Primiero, Ala, 1880; Vo.ci di Primiero; 1'953, n. 9; 1961; n.ri 8 e 9·; Primiero di ieri
e di ogg.i, pag. 50).
3 ]1
rono morte glorios'a Padre An:gelico da Fornace, Padre TeoJofilo da
Villamontagna e fna Pietro da Sam'oclevo».
Particolari della tragica fine deì tre missionari giunse più tardi a
Trento per mezzo di due accorate lettere: una di P. Gabrielle da Ca-
sotto ed! una d.i P. Cirillo da Bedollo. Dopo la «.solenne e ordinata»
1
c,elebra:zione della festa delle Palme, «completata con la recita del S,.
Rosario e della benedizione delSantissimo,ci dividemmofelid per por-
tarci nelle n'Ostre stanze... Alle diciasette la festa si cambiò in lutto,J>.
Infatti una ventina di «sciftià» (banditi), travestiti con divisa di trup-
pa regolare indigena, fiecero irruzione nella missione. Padre T,eofilo e
fra Pietro trovarono morte imme,diata, mentre i resti carbonizzati di
p. Angelico, in:sieme con quelli di un domestico e qillelli d11 oo r,agaz-
z,etto, furono trovati il mattino seguente :nei pressi della Missione.
(Vita Trentina, 24 aprile 1938 ,e 1:8 maggio 1938; KA,ml'c.o Serajtc,0)), Trento,
1939; «Calvario Cappuccino Trentino, niunero unico, Trento, 1938; «In Memo-
rfam», numero unico, Trento, 1938).
(A mbrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 64; Brentari: Gu:ida Trent., I, pag. 2:5 5).
312
•
(F. Trentini in Atti «Ace. Rovert. Agi:ati:», 1966, Serie VI, Voi. V], pag. 314).
313
Christofono de Bono ... è segnato Xfcho filius Ser Bartholomei dicti
Polentoni de Riciis de Lev.igo, habitator Burgi Ausugii publicus Jmp.
auct. Not. scrfp,sti>),
Q'uesto Bartolomeo era figlio di tal Mancadante di Levico, pur egli
però abitante in Borgo.
Il suo primitivo nome er:a :addunque ì(i,c.ho, ma pare che egli stesso
lo abbia trasformato in Sicco. Anche il cognome Ricci o Rizzi fu ac-
compagnato o cam.biato in Polent,on. E non è che si deb,b a ironizzare
1
314
ristampata in pregiata edizione nel 1928 per iniziativa dell'«American
Accademyi, (Roma; Tip. B.L. Ullman, 1828). Mons. Iginio R.ogger ne
stese la recensione su «Studi Trentini» (1948, fase. 2, pagg. 160-162).
Continuando: Relazione sulla scoperta delle presunte ossa di Tito
Livio (14-13); Relazione sull'l'ncendio del palazzo della Regione in
Padova (1420); Commento a tre orazlon:i dt Cicerone (14!13);, De ra-
tione studenti (1415), opera andata perduta;, Cati:nia, de Sicco Polen-
ton a Jacomo badover inscripta e intitolata.
Si narra la storia ili un venditore di catini e le sue vicende si svol-
gono nell'ambie.nte·popolaresco e gogliardico della Padova del tempo.
Nei 1419 l'opera ifu tradotta in volgare padovano dal fig!lio Michele e
da lui adattata alle scene e così stampata in Trento. Fu uno dei primi
lavori di stamp.a in Trento e· fu attuato con i caratteri di Leonardo,
Longo: «Post Tenebras spero Lucem, MCCCLXXXII, die XXVIII
Marcii>J.
Ed ancora: Trattato sulla confessione, dedicato al vescovo di Pa-
dova Pietro Donà (]419); Oratio pro nobili de CampQ/ongo ad irrtroi-
tus vicariati Tridenti (]418); Raccolta exemplorum e sono sei libri
scritti per diletto· e co·n essi vuol consegnare esempi di scrittori anti-
chi al figlio Modesto (1438); Vita del Beato Antonio Manzoni, detto
Pellegrino e della Beata Elena E.nS'e.Zmini, ambedue di Padov.a, dedi-
cate all'ammaestrame111to religioso del figliio Lazzaro; lai Vita d,ell.a B.
Enselmini è stata pubblicata negli «Acta Sanctorom», tomo II, no-
vembre 1894,, pagg. 512-5 171 Bruxelles e, recentemente, in riassunto,
da P. Ruggero Lotto su «S. Antonio e la sua Ar;ceila» {Ed. Grande
Patrono, Padova, 1970); Vita di S. Antonio, stampata a Bol,ogna nel
1757; Vita di Lucio Annea Seneca; Epistola de Agello apud Bolcia-
nos citra T:erraduram:, data P'atavii XIV Kal. Febbr. 1415; due Epi-
stole, dellJe quali una diretta a Fantino Dandolo (]420); Vita di Ora-
zio .e di Ovidio.
(Ambrosi: Scritt. ArL Tremt., pagg. 13, 14; Idem·: Somm. Stor. Trent., pag. 182;
A{fredo Prof. Daitnaso: Note sull'attività letteraria ,d,ell'lllmanista S.P. P.a dova,
1955-56; idem in «Studi Trentini», 1955, fase, l, pagg, 3-27, fase, 2/3, pagg/236-
1
315
Ed. Lint, Trieste:, 1975, pag. 108; L ..Prone,: Med.a.gli<>ru Trent., pag. 59,; O. Vedo-
va: Biografia degli scrittori padovan~ ll, pagg. 119-123; GÀ. Cfbotto: 1'eatr,o Ve,
nieto,Parma, 1960; G. Costa in. «Trentino», 1935, n. 9/10 pa.gg. 492, 493 ; Weber in
«Studi Trent», Fase. 3, 1920, pag. 201 ; Larga{,oJ{ in A tti ·«Accad. Roveret. Agiati»;
1904, pag. 215-217).
•
~OURDEAU BA,RONE AUG1USTO, min.erologo, nato a Levico il
15 maggio 18.86. Seguì i corsi ,dli legge all'Università di Innsbruck e di
Vienna, frequentando nello stesso tempo i laboratori di mineralogia.
In questa materia :si perfezionò presso il Museo di Corte cli Vienna.
Avviatosi alla ,carriera amministrativa, presto l'abbandonò per· se-
guire la sua attitudine.
S,crisse una Memoria: I Minerali di Monte Fronte,. presso Levico
(Zeitschrift des Fernadeum, Kel. 37,1893~ pagg. 311~342).
Fu collaboratore di Gasser nella stesura del Mirrerallen Tirols.
Esperto di chimica mineralogi,ca e metallurgica scopri il mer,curio, .nei
minerali della miniera di Schawz.
Raccolse egli stesso più dli 3000 pezzi, levigandoli e classrucan.d oli
con curai meticolosa e competente. Nella collezione fi.gurano qualche
centinaio di cristalli perfetti.
316
Suo grande merito fu la fondazione della «Sezione Mineralogica))
del Museo di Trento, della quale fu per molti anni primo conservato-
re.
Al Museo di Trento cedette una collezion.e petrografa costituita da
circa 1400 pietre, da lui stesso levigate a mano.
Mori in Levico il 25 ottobre 1926.
317
Nel 1915 si arruolò come v,olontario ,e nel 1918 fu capogabinetto
di Francesco Salata.
Riprese poi l'attività giornalistica come inviato speciale in Alsazia
e Lorena, in Austria, in Ungheria. Tornato a Trieste fu Capo Ufficio
Stampa delle «Assicurazioni Generali» (1930) e poi anche del <(Lloyd
Triestino)), Di questi Enti ne pubblicherà una d.ocumentata storia.
Morì a Pado·v a il 20 aprile 1966.
Scrisse: Il Convito - Versi ad Antonietta: Bonelli {Vita Trentina, 9
marzo 1907); Il primo soggiorno, di A. Gazzo/etti a Trieste - 1837-
J.848 (Italiani visitate il Trentino, 1907, pagg. 128-147); Rovereto -
Cenni storici - La città (Ibidem, 26 giugno 1909}; Bianca Laura Sai-
banti {Rovereto, Economia, 4°, pagg. 7, 1909); Antonìo Gazzoletti 1
318
dantesco nella Venezia Giulia («Archivio, Veneto», 1960, pagg. 97-
157); I Greci a Tn:este nel 700 (Trieste., Monciatti, 19,6,0); Figure del-
lànti Risorgimento - Carlo Catinelli (<<Gorizia nel Risorgimento»,
1961 , pagg. 48-88); J prigionie'ri dello Spielberg sulla via dell'esilio
(Udin.e, Del Bianco, 1963 , pagg . 212); Ilprobléma dell'A.driatico nel-
le guerre del Rls,orgimento (Ibidem, 1965, pagg. 103); Ri,cordi di
fronte al problema del confin'e ,orie11tale (Trieste, ((La Porta Orienta-
le)), 1964).
Sue sono alcune recensi,oni come: Giuseppe Montanelli e la To-
scana di Assunta Marradi (Trento·, «Pro, Cultura», 19 1O, fa.se. [V,
pagg. 365-367); Aneddoti, ricordi, memori:e etc. di E. Benvenuti (<fTri-
dentum,>, l91 l, pagg. 229); Graf Camillo B'enso von Cavour di Karl
Ciambmayr (Ibidem, 1911, pag. 230); Note milanesi e tr,e.ntine di Ot-
tone Bre.ntari (Ibidem, 191! 1, pagg. 229-230); Von Badeni bis Stukh
di Karl Ciabmayr (Ibidem, 1912, fase. VII-VIII, pag. 377-379).
1
319
Compiute le Magistrali, la signorina Noemi sposò Ferruccio Stefe-
nelli, già medaglia d' or,o e volontario nella guerra 1915-18.
Entrato il marito nella carriera diplomatica, lo segui in Tunisia, in
Cina, ove rimase ben 13 anni, nel Cong,o Belga e nel Ghana.
Nel 1956 sì trovò a Saigon ed è interessante una sua .Lettera al
Prof Giulio Emert, per la descrizione degli avvenimenti che dettero
inizio nel Vietnam al travaglio sociale, po]itico e militare di quella na-
.
z10111e.
Morì a Trento il 15 fllovembre 1969.
Scrisse: No,velle (Trento, Temi, 1938),, con illustrazioni di G.B.
Emertj Lontano - Liriche (Trento, Ed. Trentini, Tip. Mutilati 1111v.
1935), con disegni di Guido Polç, di Borgo.· Po.esie (:sparse su diversi
numeri di «·Trentino»); Haru no Kaz ~ Vento di primavera - Raccolta
dl novelle (Trento, 19 3 8).
Fu pi.ù volte invitata a tenere deUe Conferenze ailla <<Pro Cultura»
in Trento.
(.B. Rizzi: Nec.rologio su «Studi Trentini», 1970, fase. 4, paigg. 285-386; ibidem,
pagg. 3,87-389, la Lettera al Prof. Emert; F. Trentini in Atti «Ace. R,o·veret. Agiati»,
1975, S. VI, Voi. X-XIf[, iPagg. 3 54-355).
320
STROBELE INGEGNERE disegnò la facciata della parrocchiale di
Pergine, che fu costruita dal 1863 a[ 1965.
32 1
ma e quivi si laurea brillantemente in lettere. Nello stesso anno inizia
l'insegnamento a Reggio Calabria, e nel seguente anno passò aJ: Liceo
,1Umberto ]J>, in Roma.
Lasciò l'insegnamento nel 1891 e si a,ccasò in Strigno. Trascorreva
il suo tempo ded.icandosi agli :studi preferiti di storia trentina, soprat-
tutto, ad amministrare la sua sostanza agricola e pre:ndendo parte at-
tiva nella soluzione dei problemi locali.
Fu membro operoso nelle società irredentistiche trentine e quin,di
sorvegliato dalla gendarmeria. Subì due mesi di arresto clhe scontò nel
castello di Trento e quindi fu esiliato.
Rientrò in [Patria neH'agosto del 1915 ed ebbe l'incariço di a111111~ni-
strare il Comune. Toccò a lui l'ingrato incarico di far sgomberare il
paese, su ordine militare, prima della ((spedizione punitiva austrfa,caJJ.
Si prodigò in quest'opera con senso di responsabilità ed altruismo.
Parti per ultimo, senza aver nulla portato via dalla sua villetta. Fu
così che la sua ricca libreria, le collezioni di monete, di incisioni, di
ogg,etti antichi; di quadri a.ndlarono dispersi.
Si :rifuggiò co,n la famiglia a Firenze. Qui perdette la figlia Elena,
vittima del tifo di cui si infestò mentre prodigava la sua opera di in-
fermiera volontaria
•
.
•
Terminata la guerra tornò a Strigno, o meglio tra I.e maceri,e di
Strigno distrutta. Dal gennaio de] 1922 ai settembre del 19 23 fu sin-
1
322
Stor.>~, 1883t A. [. fase. [I pagg. 247-255); Una lettera di Nicolò
Tommaseo (Roma, «Domenica Letter .», 1883); / Trentini alla Uni- •
versità di Bologna nei secoli XVI e XVII (Roma, «Arch. Stor.», per
Trieste, Istria, Trent.>), etc. Voi. III fsc. [, II, pagg. 99~1I O, 1.884); Il
Petrarca parodiato (Roma, «Domenica Letter.», 1884); L'Eneide di
Vi'rgilio, tradotta da Annibal Caro, con note (Na.poli, 1885); I Mille
di Assab - C,anzone (Reggio Cailalbria, Ceruso, 1.885); Roma - Cant.o
1
323
dentumn, 1901, fase. II, p,agg. 49-60); Recensione a Notizie storiche
di Primie.ro di Giulio Rizzali = Fe.ltre, Zanuzzi, 1900 (ctArch. Trent)).
XVI, fase. I, pagg. 126-127, 19,0 l)i Delle due Cu.rtes trentine Navium
e Sagum dell'anno 888' - Nuova interpretazione storica. ,con appendi-
ce (Ibidem, XVI, 1901, fase. 1;. pagg. 13-33); Di Antonio da Trento e
dei suoi chiaroscuri (Ibidem,, XVII, fase. I, pagg. 5-3 2, 1902); Del-
l'incisore trentino AJiprando Caprioli (Ibidem, XVIII, fase. li, pag,g.
144-206, tavv. 6, 1903); D'i Giuseppe Nìcolò da Vicenza incisor:e ,del'
sec. XVI, erro.neamente creduto da Trento («Tridentum», VI, fase. II,
1903, pagg. 64((-67); Recensione a Largaioll prof. Filipp,o: Blbllogra-
fia del Trentino, 1473-1903 (Atti «Accad. Agiati Rovereto», A.
CLIV, Serie II, vot X; fase. III-IV, pagg. 253-255, 1904); Degli
Ebrei, p•retesi uccisori del B. Simone (Alto Adige, 17-18 gennaio
1904); Francesco di Castelrotto (<cArch. Trent.», I, 19·0 5); Il Trentino
pei forestiere («Strenna deU'Alto Adige)>, 1905, pag. 34); Rapporti
personali e politici dei Signori di Castelrot.to coi Carraresi di Padova
(Attt «Ace. Scienz. Veneto, - Trentina» - Istriana», 1906-1907); La po-
lilica - Poemetto (Trento, Zippel, 1907); Briciole di storia trentino ve-
neta {Ibidem, m907, pagg. 78-98); Gli italiani alle antiche fiere di
Bolzano (ç<Arch. per r Alto Adige», 1908., fase. IV, pagg. 454-460);
Quando e da chi fu fondato il Principato di Trento (Ibidem, A. IV,
fese. III-IV, pagg. 331-367, 1909); Relazione di un viaggio fatto at-
traverso il Tr:entino (c<Arch. Trentino)), XXV, 1910, fase. 11-Ill, pagg,.
149-153); Ancora del pre·sunto diploma corradiarro («Arch. Alto Adi-
ge>), .A V pag. 158);, Trento in un pronostico del 1493 («Arch. 'frent».,
A. XXVI, fase. I, pagg. 57-59 1911); Cronaca di Bressanone e Bru-
1
,
324
Scotoni-Vitti, n920 Trieste coro dei bambini di Valsugana Bassa
1
) ;
(A1nbrosi; Scrint. Art. Trent., pag. 327 ; L. ,Cesarini Sforza: G.S . , Necrologio e
bibliografia in c<Studi 'frent.», 1930, fase. III; C. Zangheliini: La Bassa Valsugan.a
tra due fuochi, Tren to, 1973, [P~gg. 20, 2 I, 22; A. [)e Gubernatis; Picc,olo Dizion.
Contem,p. pagg, 860. 861).
325
<rsalto·,) e questo era effettuato dai pall!oni crDrakenJJ·. Ben due volte il
suo apparecchio venne atterrato dai nemici ed egli tiuS·èÌ a s,alvarsi
fortunosamente.
Certe sue azioni presero la fantasia deUa popolazione ed a Milano
in una publblica cerimonia gli fu conferita l'«aqui/a d;oro>J.
Terminata la guerr.a torn,ò :a Liegi ove portò a termine gli studi lau-
reandosi in ingegneria. Nella. sua carriera raggiunse la posizione di in-
gegnere capo delle ((Acciaierie Cockerill Ougrée di Athos (Belgio),>.
Per la Silla attività fu i!lllsignito del titolo ,di <rCavaliere della Legion
d'onore di Leopofdo>J,
Morì il 17 lugli.o 1958. La sua s,alma riposa nella tomba di famiglia
in Strigno.
(Secolo illustrato, Anno VI, .n. 6, pagg. 222; G. Civi'nini: Draghi, Salsicce e altri
volatili mn «Lettura)), riv. men:s. Corriere della S,era,. A. XVIIl, n. 4, 1918, pagg.
235-23-7; A, Natale: Lettere aJ Direttore, Corriere della Sera, 29 rnovemlbre 1963, Il
primo paracadutista; A. Zanerel su L'Adige de! n9 e 22 agosto 1958).
326
T
·(E. Tarnanini; Vigo]o Vattaro nella Storia, pagg. 99- 100; Tovazzi: Compendium
diplomatmcum; Messaggero Tirolese, 8 agosto 18j5; C.S. Pisani su aTI Brenneiro», 7
febbraio n938).
327
T'AMANIN I PROF. ENRICO nato a Vig,olo Vattaro il 27 luglio
I 883. Compiuto il ginnasio e liceo a Rovereto seguì i co.rsi unmversita-
r'i a Vi.enna prima e in [nnsbruck poi, conseguendo l'albilitazione al-
l'insegnamento della Storia e Geografia e successivamente dell'Italia-
no e ,del Fran.cese.
Fu docente all;Istituto Ma,gistrale di Rovereto e quindi pa:s:sò alla
Scuo,la reale d.eUa stessa città!.
Nel 1915 riparò a Milano ove insegnò nella Scuola normale <cC.
Terza,,.
Terminata la guerra tornò a Rovereto per insegnarvi ne!l'Istituto
Tecnico. Politicamente militò nel campo cattolico e fu membro d,el
Consiglio Comunale di Rovereto.
Con Degasperi fu deputato al Parlamento per il Partito Popolare
nelle prime elezi,oni svoltesi dopo l'Annessione della nostra Regione
all'Italia.
Tornato alla scuola, insegnò nei Liceo Scientifico di Mer.ano, nerna
Scuola complementare dì Rovereto e poi tornò nell'Istituto Tecnico
della stessa città.
Nel 1932 si trasferì prima come insegnante e quindi come preside
nell'Istituto Tecnico <rCaio Plinio)) di Como. In qualità di preside
tornò nel Trentino e dal 1950 al 53 fu p,r,eside del <,Tambosf;>, in
Trento.
A Trento morì il 16 gennaio 1972.
Fu collaboratore di diverse riviste di storia patria. Di lui fu segna-
lato: Don Gio Battista Azzolini (1906); Una pagina gloriosa di storia
roveretana (1908); Per gli studi danteschi nel Trentino (1911); Luci e
ombre nella s.toria roveretan,a del secolo XVI (1913); Rovereto e Riva
in ,due acquerelli del secolo XVII (1929); Contributo alla iconografia
di Rovereto (1930); I castelli della Valle Lag,arina (1932-1934); Cen-
ni storici dell'Istituto Tecnico di Como (1940); La ,Chiesa Abbaziale
di Abbadia Cerreto (.1 944); L'istruzione tecnica nella Provincia di
Como· (1 '950); Appunti di Storia Trentina (1958); La Chiesa di San-
ta Maria del Carmine e ti Convento Carmelitano di Rovereto (1964);
Vigolo Vattaro nella storia (1966).
lPer le sue doti di insegnante e di studioso gli fu assegnata la <<Com-
menda ,della Corona d'Italia)).
(F. Trentini in Atti «Ace. Roveiret. Agiati», 1975, Serie VI, Voi. X-XIII, pagg,.
355-356).
328
TAMIANINI GIOVANNI di Caldon·azzo, ma disce,ndente da una fa-
miglia di Vigolo V , attaro.,
D ura.nte la prima guerra di success1one (1701-1714) il generale
1
329
Domenica, dopo le visioni, si m,a ntenne quale era: un'lllmi1e e mo-
desta contad!ina, chiusa. nei suoi colloqui mìstici e felice di non cono-
scere altri orizzonti se non quegli stagliati · dalle sue montagne.
Mori il 24 ottobre 1764. Venne sepolta il 26 ottobre nel cimitero di
Sant'Anna. <(Secondo sua di~posizione testamentaria,J. !1 c.im~t1ero di
Monta,gnaga in quei tempi era presso le mura della chiesa. N ell'inter-
no della chiesa venne posta una lapid,e secondo la quale la salma sa-
rebbe sepolta nell.a chiesa stessa, ma il parroco don Pietro Guetti
scrisse che la salma fu sepolta nei [Pressi dell'«epitafio.J), ma nella par-
te esterna deina chiesa.
330
Nel 1883 si trasferi a Milano e fu collaboratore nella rivista rrMusi-
ca Sacra),, fondata dia D0111 Guerrin.o Amelli nel 1877. Entrato don
Amelli nell'Ordine dei Ben.e.dettini, Terrabugio, niel 1885, assunse la
redazion,e e la ,direzione della rivista, compito che mantenn.e sino al
1924. Egli seppe dare alla pubbiic.azione una tale folata d'aria nuova,
soprattutto per il ,contributo di riforma, che i suoi biografi lo defini-
scono rifondatore di Musica SacraJ>; Certo che se non lo fu nei con-
fronti della <(testata» della Rivista, lo fu rispetto ai contenuti di rinno-
vamento.
La rivista trattava i temi appunto della «riforma della Musica Sa.-
era,,. Infatti anche la mu:sica di chiesa aveva assunto toru plateali,
gettandosi negli a1nples.si di una musica ritmi,co-melodica eh.e stimola-
va più i muscoli delle gambe più clhe elevare verso Dio i sentimenti
del cuore... epperò non proprio sino al punto in cui è giunta certa mu-
sica pseu,do-sacra d'oggidì!
Terrabugio, attraverso la rivista, riportò in primo piano la funzione
dello strumento p,rincipe: l'organo; organizzò convegni cli studio, e di
propaganda aventi lo scopo di divulgare quei motivi di serietà, d''im.-
pegno e di fede religiosa che son.o il fondamento della musica di chie-
sa. La sua azi.one fu così mo,Iteplice e profondamente condotta che gli
meritò nl titolo di c<padre della n,uova musica sacra italiana».
Sempre a Milano, con Mons. Jacopo Tomadini, aperse u.na scuola
di musica, in Via Santa Sofia, con: la convinzione «che il canto e il
suono diventano, se ben eseguiti, mezzi di elevazione individuale e di
collettiva edificazio.ne,,.
Esperto critico d'arte si esprimeva con una prosa «agile e pens,o-
saJJ, Dmceva: ((Non c'è musica più eleva·ta', su,blime, della musica sa-
cra, .quand'essa sia come dovrebbe essere una preghiera ed un collo-
quio con DiOJ>.
Sfogliando i fascicoli della rivis:ta tro·verem.o interessanti cronache
musicali anche. Così, ad esempio, nella ru.brica ((Note· estere;J v,enia-
m,o a sapere che ((a Canal San Bov·o, nel Trentino, la festa di San
Bartolomeo (del l909) venne solennizzata con ottime esecuzioni. Sul-
l'organo famoso dell'immortale Calido, sedeva,... il m.stro Carlo Pai-
nich della Cappella di San Giusto di Trieste. La messa sc·ritta e di-
ret.ta dal Prof Terrabug:o, meritò al ,coro il plauso del m'aestro per la
vera espressione e sicurezza d'attaccoJ>. La crornachetta è firmata
<(Guste!e,J («Musica Sacra», sett. 1909; A. XXXIII, pag. 144).
Cosi il giorno deU' Assunzion,e a Fiera, nell'agosto d,el 19 11 <<Un
modest,o e assai bene· educato coro esegui la Messa II del Vit.adini,
331
'
che nel pubblico delloto ha fatto bella impressione, specialmente nella
colonia dei molti fores,tiert che convengono d'estate. Piacque la n·ovità
delle idee e si lodò la scorrevolezza delle frasi; per di pzu la chiarez-
za e la facoltà dell'esporre, il che non si trova tant,o Jacilmenle. Ven-
ne eseguito anche un Offertorio del m .stro Terrabugio, scritto per
l'occasione ((< Musica Sa,craJ>, 1911, A. XXXV, pag. ] 14 ).
Al Terrabugio venne affidato anche il delicato incarico di revisio-
nare gli archivi musicali di numerose cattedrali dell'Alta Italia come
Milano, Padova, Venezia, Pa vìa. Sempre a Milano fece parte del con-
'siglio d'amministrazione del[a Fabb:riceria del Duomo e fu responsa-
bile dell'efficienza della Cappella Musicale.
A cura della rivista «Musica Sacra» venivan.o pubblicate mensil-
mente, mn inserto, del]e composizioni per organo o composizioni cora-
li, moltissime delle ,qualli portano la firma del Terrabugio.
Egli contrasse, nell'ambiente m·usic,ale, moltissime amicizie come
quena di Verdi, Puccini, Boito,, Ravanello e Grassi di Pa,dova, Lunel1i
di Tre·nto, Painich di Trieste, Bossi, Tebatdini e via dicend.o.
Ma l'amicizia più profonda la ebbe con <rD'Otl BepiJ>, colui che sarà
Patriarca a Venezia e salirà poi sugli altari come «Papa San Pio X,J,
amicizia fondata su profondi sentimenti umani e religiosi e di comu-
nanza d'intenti· e cli ideali; non per nulla il papa Pio X fu il papa della
riforma della rinrusica sacra,
'ferrabugio nel 1869 aveva sposato Donna Amèlia (Liii) de Willen-
burg, «me,nte eletta e memoria straordinaria, rigida esecutrice dei
precetti della Santa Chiesa caltollca, benefattrice con C'hi sapeva es-
sere poveri>J, morta,gli a Milano il 3 dicembre 1922 e della quale egli
stesso ne tracciò il profilo. D,orma Lilì era nata a Palermo il 26 aprile
1846, da famiglia nobile viennese ed oltre a dedicarsi al c,pazienteJ> la-
voro di famiglia si dedic,ava ad opere pie. Scrisse ,qualche opuscolo di
preghìere.
R!imasto vedovo iniziò ,a tracciare le basi per la cessione dea perio-
dico così che nel tardio autunno del 1924 lasciò Mitano e si ritirò nel-
la sua Primiero, a Fiera, nella srua casa sita di fronte alla Torre cam-
panaria della chiesetta della Vergine cieli'Auto, Torre della cui costru-
zione egli fu il più solerte propugnator,e, il maggìor contribuente e del-
la quale disegnò ta fiorentinezzante archìtettura. ·
Una denle sue ultime pubbliche :apparizioni fu al Congresso Q,rga-
nistico Italiano tenuto a Trento nel 1930 d,el quale con un applauso
d'apoteosi fu unanimemente chiamato alla Presidenza. Era stato, tr,a
l'altro, membro di commissioni per collaudo di numerosi organi.
332
In Primiero, giornalmente, la mattina per tempo e nel tardo pome-
riggio faceva le s.ue passeggiate soffermandosi a colloquio con la gen°
te del luogo, contadini, operai, bambini da cui coglieva la musicalità
del dialetto del luogo, cercando di far loro valorizzare gli usi~i costi.I-
mi e gli ,oggetti del passato. Il rimanente della giornata lo tra:sc,orreva
nel suo studio correggendo spartiti di giovani autori o curando una
ricca corrmspondenz.a. Era di unturniltà eccessiva forse. Diceva: «.Per
la mu·sica sono diventato una rapa sapiente)), lamentandosi così, nei
suoi ultimi anni, per l'affievolirsi dell'ispirazione. E tuttavia l'ultima
sua composizione, un'Av:e Maria, scritta per organo all'età di 90 anni
(L'Organista Liturgico A.I, Fase. 2, Nov,embre 1932, pag. 120 - Ed.
Musicali Carrara, Bergamo), dimostra proprio il contrario! È una mi-
stica composizione di poche righe: un condensato di motivi d;ampio
spazio, appena accennati, ch,e. si elevan.o, in fiduciosa e calma pre-
ghiera, verso il cielo, decisi e libiranti come vette dolomitiche e legati
insieme da un soffi.o ricorrente di speranza, come la brezza che fa
cantare Le cime degli abeti dei nostri fitti boschi.
La musica di Terrabugio non fu mai «trawolgenleJJ. Fu una musica
<<COStroila>J da una mente che dominava sul cuore=una musica r,diffi-
cile1,, fu detta. Certamente una musica diffici.le come difficile è: la
,<preghiera>) consapevole di una [Persona ferma nella fede e nella cri-
. '
st1ana p1eta.
.
Nel 1897 era stato nominato <<Cavaliere di San Gregorio Magno)>,
dalla Santa Sede; nel 1925 fu nominato «Commendatore nello stesso
ordine)); Nel 1902 ebbe una .(( menzione onorevole)> in Firenze, ,al Con-
corso di Musica Sacra; fu m.embro dell'Accademia di Santa Cecilia
in Roma,socio e corrispondente della Regia Accademia dell'Istituto
Musicale di Furenze,
Nella sua vame aveva speso parte della sua attività e a lui si deve
se tlllttte le chiese fu rono dotate di ottimi organi. Si interessava anche
dlei cori del decanato e d,elle curazie. Li aveva nel cuore. Era amico e
consigliere musicale di Don Domenico Bettega, che aveva costituito a
Siror un coro d'alto livello.
Mori, 1'8 gennaio 1933, d'una morte invidiabile e significativa. Nei
mom,enti preagonici, con debole voce si rivolse verso la persona che
amorevolmente lo assisteva: «Mina, disse, apri la flnesJra: senti che
passa il coro della Fiera ... no... no ... è quello di Siror ... no... no... è un
coro d'angeli... è una musica di Cielo ... )> E fu.cono le sue ultime paro-
le..
333
La sua produzione artistica fu poderos,a: si parla di oltre 200 opere
edite: 12 Messe da 1 a 4 voci, Ves,pri, Inni, Mottetti, Litanje, Canti
ambrosiani, sonate e fughe per organo, offertori, preludi, finali~ ,eleva-
• •
z1on1.
La quasi totalità d,elle sue compo,sizioni veniva stampata a Milano
per i tipi degli Editori Bertaretli. Tra l'altro quivi tr,oviamo; Op. 60,
Messa in onore di San Francesco d'Assisi, a 2 v. con organo; Op.
84, Messa in onore della Madonna del Buon Consiglio, 2. Ten.e B.
con organo,; Op. 35 Messa in ,onore di San Marco., 2 Ten.e 2B. con
organo; Op. 62', Messa Ambrosiana, 2 Teo.e B. con organo; Op. 90,
Messa, Sopr. Contr. Ten.B con organo e quartetto d'archi; Op. 13,
Messa in la ad una voce o Coro a.ll'runisono, con organo; Op. 35,
Messa in honorem Sancti Marci, 1 Ten.e 2 B. con org,ano; Op. 39,
Messa brieve in honorem B . Alexandri Sauli, Sopr. Contr. T,en. B. ed
organo; Op. 41, Messa in onore del B. Bernardiri() da Feltre, Contr.
Ten. B. con organo; Op. 45, Messa in onore di S. Agostino Papa,
So,pr. Contr. Ten. B. s,enza aecomp,agnarnento; Op. 59, Messa ,((in ho-
norem S. Gregorii Magni», 2 Tene B. con organo; Op,. 65, Messa da
Requiem ai due voci con organo. Sua è anche una Mes.sa da Requtem
a sei voci; Canti liturgici per tutto l'anno ecclesiastico a due voci pari
o dispari, con o senza accompagnamento, in 3 volumi; Op. 58, Salmi
per tutto l'anno· per due cori., 2 Ten. e 2 B. con organo; Op. 92, Falsi-
bordoni per tut.ti i Salmi, Sopr. Contr. Ten. B. con organo ... e l'elen-
co proseguirebbe a I.ungo,.
La sua Messa solenne (Pentecoste 1890) fu particolarmente segna-
lata dalla critica e dichiarata c<notevole sì dal lato contrappuntistico
quanto per l'ispiraz'ione assai elevata».
Terralb ugio fu an!111overato tra i più competenti studiosi di Monte-
verdi, del quale e:u rò un'antologia di composizioni sotto il titolo, di
<tSacrae Cantiune:ulae».
Compose tuttavia anche musica d:a camerat ,quaiftetti, Ouverture,
una romanza per MS..o Br. con pianoforte intitolata Alla Musica Sa-
cra;unFinale-Flautato, Marcia, Op. 153. pubblicato con hl motto
((Usque ad terrae nostraefineS)J con il titolo «Per la liberazione delle
terre irredente,1.
Molto ha lasciato di inedito, tra cui un Inno degli artesani primie-
rotli a tr-e voci pari, divertente brindisj dialettale.
(Hugo Reimann: Dictionn.aire ,de Musique - Paris, 1:2 Ed. 19•13,, p~g. 1016~
Mons. De{lino Nova: ,.Musica Sacra», Milllillo, fase. 1, 1956; Renato Lunelli: El no-
334
vantesimo genetriaco di l!IR musicista trentino, Tr,ento, Mutilati I nv. Bstr. dia 'f<Tren-
tin-0», 1932, n. 5; Idem: o:r. in Primi,ero di Ieri e di Oggi, pag. 46-50; D.r. G.T. in-
sig.nìto- da S.S, Pio XI ,d,ella comm, di San Gteg. Magno, ({Studi Treni. 1924, Fase.
2, pag. 182; A. Della Costa e GM. Gatti: Dizionario di Musica, pag. 416; Tr,ecca-
ni: Diz. Encicl. Ita.l. , Roma 1961, XII, pag. 109; «Trentino,» 1933, Febbraio, pag.
77; G. T:ebaldi in «Bol1ettino Cecili.anoJ1, 1933; àSJridi Trent.», 1930, fase. 3,.·pagg.
:271, 2.72; A. PeJ/Jn: Storia di Feltre, pag,g. 19S e 220; Vita Trentina, 29 felbbraio
1'908 i V1'.ta TrenJina, 12·genrnaio E933; C. battisti.: Guida di Primiero; pa,g. 23; Vo-
ci di Primier<> 1943, n. 1 ~ 1971, n. 7~8; A. Zanetef: ricordi perso111ali; Ricordi Ed.,
Eniciclopedia della Musica, 1964, Voi. IV, pag. 372; C. Schmidl: Di:zion. Universa-
le de~Musicisti, Ed. Sonzogno, Milano, 1929,. Voi. 11, pa_g. 587; A. D'e Angelis: Di-
zion. dei Musicistt~ Tip. Ausonia; Roma, MCMXXII.; pag_g, 4180-481 ; F. Ahbiati:
Storia della Musica, Bologna, Garzanti, 1950, Voi. El, p.ag. 127; G. Tebaldini: L'air-
,chivio Musierule delta Cappella Antoniana in Padova, Antoniana 1895, pag;. 119;
M. Mirabella Roherti in Guida delle Valli del Primiero, 197'?, pagg. 88, 93, 95,
102; A. Gorfer: Le valli del Trent. Orient.j pagg, 868, 10171 1019, 1021, 1022).
335
fisso. Nel 1676 un Domenico T. ottiene dal vescovo di Feltre il per-
m.esso di porre un banco segnato alla sua famiglia nellla parrocchiale.
La figura. più iltiustre della casata fu Francesco Domenico del quale si
conosce la data di morte, 1783, red il titolo di qualche sua opera man-
data alle s.tampe. Proseguì nella compilazione del Saggio della biblio-
teca tirolese, già iniziato dal Tartarotti, che fece stampare sotto que~
sto, pomposo titolo: Saggi della Biblioteca Tirolese, ossia Notizie
istoriche degli Scrittori della pro3Jincia del Tirolo di Giacomo Tarta-
rotti Roveretano, e da Domenico Francesco Todeschini Prete Pergi-
nese, Proton. Ap.ostolico, Accademico Agiato e Pericolante Pelortta.no
dt Giunte e Note accresciuto (Venezia, 1777). Di quest'opera, dedica-
ta al P. Vescovo di Trento, ne pubblicò solo la prima parte: la Scan-
zia prima. Ma pubblicò .anche Nuovo trionfo della verità, ossia rela-
zfone del giudicio pubblicato in Vien.na afarvore del trattato della Re-
golata divoziQne di Lam'indo Pritanio (Lucca, 1759); La mammana
instruita del Barufaldi colle no,te di Domenico Todeschini di Pergine
('Trento, per Michele Battisti, 1760); Lettera sopra la distribuzione
della comunione durante la messa (Gorizia, per Valerio Valeri, senza
an1110); Errori di stampa notati nel libro 2, Cap.. 2 del Tomo XII della
Storia letteraria d'Italia (Messina, 1759); Feudo predlale dimostrato
di d.ominio diretto della Chiesa di Feltre (Foglio in stampa, senza da-
ta e· luo,go). Lasciò anche un manoscritto, Apoteosi Lamindiana, in
po~emica con P. Vittorio da Cavalese «intorno .al voto sanguinario e
la seconda parte della Biblioteca Tirolese>).
(MontebeJ/o: ò.é. pagg. 401 , 402, 467; Ambr:()si: Scritt. Art. Trent, pagg. 86-87-
521; De Alessandrini: Storia di Per,gine, pagg. S4-114-194}.
so, come disegnatore. Dopo la morte del Can,o va (1821) compì qual-
336
che viaggio all'estero, a Parigi, a Vienna, ma dal 1781 si può affer-
mare che sia vissuto sempre a Roma od almeno quivi era il suo stu-
dio, Viene soprattutto ricordato per la religiosità e la bellezza deMe
su,e Sacre Famiglie, ma fu apprezzato anche come ritrattista.
Ebbe la nomina di Professore deU'«Accademia artisttca inglese,) ,d)j
Roma.
Nel 1831 espose a Roma diversi quadri: Silentium, Madonna con
Bambino, San Giovanni, Santa Elisabetta. La sua arte si richiama al
Caracci. Disegnò anche il busto di Canova intagliato da Augusto S,e-
rafini.
Morì il 31 maggio 1862.,
(Ambrosi; Scritt. Art. Trent., pag. 228; Idem: Somm. Stor. Trent.,pag. 194; We-
ber: o.e., pag. 288; Tirolis,che KiinsteJer Lex., pag, 250; Tor. Bote, 1925, n. 29;
Wiirzbach, Biograf. Lex:.• 1882, pag. 46; ,O. Brent.ari: Guida Trent., E; pag. 382; E.
Benezit: Dictionnaire etc., 1966, Voi. 8. pa:g. 332).
3,37
Cattedra di Diritto Naturale e Penale; nel 18.42 venne nominato sup-
plente e quindi con risoluzione sovrana del 9 marzo 1844 fu professo-
re di cattedra, succedendo al Todeschini.
Oltre alla sua ,attività cli insegnante, si occupò anche con azioni di
vita civica, sia amministrativa che politica. FU! nel Consiglio Comuna-
le di Padova, in quello di Torreglia, ove si recava a villeggiare. Fu
neUa Deputazione Provinciale, quando vigeva il regime austriaco, nel
Consiglio Provinciale costituito con le leggi deJ nuovo regno italico,
del quale fu per qualche tempo presidente, Nel 1867 fu eletto deputa-
to per il Collegio di Pieve dli Cadore: non entrò in parlamento a c:au~
sa del sorteggio per eccedenza nel numero dei professori eletti.
Su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione fu nominato
r,Cavaliere>J 1'8 giugno 18168; « CommendatoreJ> il 2 gennaio 187.3. Su
1
338
A Roma fu ospite del Ministro degli Interni e fu ricevuto da Um-
berto, I e da Leone XIIJ.
Morì a Padova il 9 maggio 1893. GLi sopravvisse la moglie Elis,a-
betta Gen_nari, che aveva sposato nel 1838; Ea figlia Antonietta :sposa-
ta Boscaro-Bortolan; il figlio Ugo, impiegato nel Genio Civile, che
aveva subita. «onorata prigionia,> al tempo austriaco e che aveva ser-
vito la patri.a, durante J,e guerre di indipendenz,a.
Un figlio, Emilio, Eo perdette quattordicenne nel 1859. Nel 1888
perdette il tiglio Luigi di 30 anni ed il figlio Antonio di 49. Quest'ulti-
mo aveva coperto la carì,ca di Sindaco di Padova e fu lui che rese gli
onori ,a re Umberto I ,dlurante la sua visita alla città. Questo suo figlio
Antonio fu defiìnirto «lustro di PadovaJ> e fu pronosticato come una
,rgloria della letteratura Italiana»: lasciò infatti dei versi e v.arie com-
.
pos1z1oru.
Siamo i:n grado di dare un elenco quasi completo delle p11.1bblicazio-
ni dJi Gian Paolo Tolomei:
DIRITTO FILOSOFICO: Corso elementare di Diritto naturale e
razionale (Voi. 3,, Padova, Bianchi, 1849); La vera dlgnità dell'uomo
richiede che la libertà si coordini con l'autorità. Discorso inaugurale
per l'apertur:a di tutti gli studi nell1 Univers. di Padova (Pdova, Anto-
nelli, ]853); Corso elementare di diritto naturale e razionale·. Il Ed.,
ampliata (Voi. 2, Padlova, Bianchi, 1885). Dal 1856 al 1867 furono
fatte a Napoli altre tre edizioni.
DIRITTO E, PROCEDURA PENALE: ,«Discorso di apertura
delle torn'ate dell'Accade1nia di esercizio pei dibattimenti penali (Ace.
da lui stesso fondata). Il Discorso venne pubblicato neU'«Eco dei Tri-
bunali,> (Venezia, 1856) e separatamente (Padova, Bian.chi, I 856);
Polemica sul qu:esito: «se a forma del Regolamento Austriaco 1853 di
procedura penale si possa tener tutto il dibattimento penale senz,a la
presenza dell'imputato» («Eco dei Tribunali», Venezia, rn. 765 del
1857 e n. 773 del 1858); Diritto penale. Elementi ,e studi proposti a
sc:o/ari sui punti fondamentali della sci,enza e della legislazione pena-
le avuto riguardo al codice penale a,ustriaco (Vot 1, Padova, Bianchi,
J 863); Diritto penale filosofico e positivo austriaco avuto speciale ri-
guardo alle pro·vincie Lombardo-Venete (Vol. 1, Padova, Bianchi,
1866); Osservazioni al libro I del progetto 1866 del Co,dice penale
italiano (Firenze, Tip. R,eale, 1866); Lavori sul p rogetto del Codice
1
penale del Regno d'Italia nel 1866, 67, 68, quale membro della Com-
missi,o,ne governai iva e della sotto Commissione di redazione (Vol. 2,
Fir,en.ze, Tip. Reaie, 1870), pubblicati a cura del Ministero di Grazia
339
e Giustizia; Sulla Memoria del dr. G.L. Giane'ili intorno alfe cause
che escludono l'imputabilità etc. Considerazioni (Gazzetta medica
Italiana, 186 7, n. 52); Quale sia il prfncip.io del suprremo giure puniti~
vo che nella materia dei reati contro la religione corrisponda alle giu-
~te esigenze del vero incivilimento (Firenze, Riv. Legisl. e Giuris;pr.,
1867); Sul pnogetto di legge per le unificazioni de/:le leggi penali nelle
diverse provincie del Regno, (V,enezia, «Eco dei Tri!b,unalj»~ 1868); Sul
progetto - 1858 - del Codice penale del Regno d'Italia - Relazione
letta al R. 1st. Veneto (Atti Istit. Ven., Serie Ill, Voi. XIlI, 1868); Sul
confronto del progetto 1868 del Cod. Pen. def Regno d'Italia c,o/le
leggi vigenti (Venezia, «Eco de:i Tribunali», 1869); Sulla relazione
della Commissione parlamentare intorno all'u11ifìcazione legislativa
proposta dal Ministro De Filippo. Lettera a F. Carrara (Arch. Giu-
rid., Voi. III, 1869); Sulle confessioni stragtudiz'iali in materia penale
(«Giornale delle Leggi», Genova - «Eco, dei Tribunali», Venezia,
1872); Sul diritto di difesa durante l'istruzione preparatoria dei pro-
cessi penali (« Gior111ale delle Leggi» 1874; n. 9); Diritto e procedura
1
340
pena/eJ> del Prof. Bucceilati (Riv. critica del Prof. Schupfer,, Anno It
n. 3); Sul lavo,ro del Lucchini «Dis,r:orsi di apertura ect:> >, (Ibidem,
Anno II, rn. 3); Sui delitti ,rcabusi dei ministri dei Culti nell'esercizio
delle loro funzioni,,, a forma del nuovo progetto del Codice penale
Sa!Velli (Atti R. 1st. Veneto, Voi. II, S,erie VI); Sul nuovo sistema p·e=
nate del predetto progetto (R.iv. penale etc., Firenze, Le Monnier,
1884); Sul lavoro di Emilio Dorso di Carminati «La pena di ,morte
di fronte alla necessità,, alla giustizia e alla ,mora/e)) (Riv. critica, A ,
II, n. 2); Sul lavoro di F. Puglia «Istituzioni di procedura penale»
(Ibidem, A. II, n. '9); Simili di A . Buccellati «Istituzioni di .Diritto e
di procedura penaleJ> {Ibidem, A. 11, n. 10); Sui delitti e sulle con:-
travvenzi.oni (Riv. penale ,del Lucchini, Bologna, Voi. XXl[I, pag,g.
,472 e ss.); Sul saggio ,critico del Prof Lucchini «I Semplicisti del Di-
ritto penale,,, - Articoli critici (Roma, Opinione, n. 186, n. I 88, n.
102); l vecchi e nuovi orizzonti d.el Diritto penale - Due Lezioni (Pa-
dova, D rucker, 188 7)'; Sui progetti di' un Codice penale c,omune a tutto
il R,egno d;Italia, da quello Senatorio del 1875 all'ultimo del Garda-
sigilli Zanardelli del 1887 (Atti R. 1st. Ven . , Voi. Vi, Serie VI,
1888); Sull'odierna questione degli abusi dei ministri dei Culti etc.
(Atti Ace. di Padova, 1888); Sulla retroattività della nuova legge p·e-
nale più mite etc. (Riv. penale, Vol. XXIX-IX, Serie 11, fase:. 3); Dei
delitti contro il buon costume e contro l'ordine della famiglia secondo
il nuovo codice (Ibidem, fasé 4 e 5, 1889); Su'! capoverso dell'Art . 46
del nuovo Codice penale (Atti 1st. Ven. dicembre 1889); Delucidazio-
ni de.ll'Art. 276 del nuovo Codice etc. («Legg,e», Vol. I, n. 2; p:a,g. 6 6,
1
341
vitù su,ddetta; Commenta all'Imperiale Ordinanza del 25 giugno
1856, ,che abolì questa servitù («Eco dei Tribunalb>, Venezia, 1857).
VARIA: Sulla interpretazjone dell'Art. 162 della Legge Comunale
•
e Provinciale Italiana del 1865 {Atti Co.ns. Com.unale di Padova,
18,67); Sulla circoscrizione giudiziaria ,della provincia di PadoYa -
R'. elazione al c ·ons. Prov. nell'Adunanza del 18 aprile 1871 (Atti del
Cons. Prov., e Padova, Sacchetto, 1971); Sulla riforma del carcere
giudiziario di Padova - Relazione (Atti Cons. Prov., 1,872); Patrona-
to pei liberati dal carcere - Rendiconlo morale ed economico nel III
anni sociale nell'Assemblea dei soci il 28 .aprile 1890 (Padova, Cre-
scini, 1890).
COMMEMORAZIONI: In morte del Prof Giuseppe Dalluscheck
(«Eco, dei Tribunali», Venezia, 1966}; Sulla vita e sugli scritti ,del
Prof. Giuseppe Munari - Tedeschi (Atti Ace. di Padova, dicembre
1878); Commemorazione del defunto prof. ab. G.P. Pertile, letta nel-
l'Aula Magna delf'Univ. il dì 11 maggio 1884 (Pad,ova, Randi, 1884);
Commemorazione d'e/ Prof L. Bellevite, letta nell'Aula Magna del-
l'Univ., J'8 dicembre 1885 (PB!dova, Randi, 1886).
342
affinché venisse aiutato un giovanetto nel quale albergava <<Una vera
luce di genio, che opportu·namente diretto:! assecondato, potrebbe u.n
giorno crescer /rutto df glor1:a all1tali'a1J.
La sottoscri.zione si ap,erse ed il giovane studente doveva ogni anJ!lo
presentare un lavoro di pittura, cesellatura o in altra tecnica figurati-
va, che sarebbe poi estreatto a sorte tra i S·Ottoscrittori. Nel 1852 il
Preside dell'Acc.ademi.a, il Marchese Pietro Selvatico, che amava Al-
bano come un padr,e il fi,glio, scriveva all'Ing. Danieli in Padova:
((Non faran.no, i patroni del Tomaselli, opera di carità soltanto, aiute-
ranno a crescer forte un intelletto già divenuto poderosissimo,· perché
il nostro non è più uno scofarino abile c·he copia bene: è già un arti-
sta che proc·ede si'curo innanzi a passi da gigante, lascia indietro di
lunga mano anche quelli che tanto prima di lui incominciarono, la
dij]ìcile via. In quest'anno ha fatto progressi piuttosto prodfgiosi che
rari, si che egli lavora adesso a un gran disegno che· a me pare cosa
meravigliosa. E non a me so/amen.te, ma a quanti si conoscono d'ar-
te. Le basti sapere che Hayez n,el guardare questo disegno ne rimase
stupito e fo disse .lavoro di provettissimo. Infatti vi è altezza di con-
cetto, cotzcezioni, elegan.za, arie di teste 'Stupende ,d'affetto, pieghe mi-
rabilmente gettate e disegnate, in una parola tutti quei pregi che non
possono venire se non dal genio sorretto da forti studi)). Il TomaseHi
disegnav ai di getto, senza mai cancellare il fatto.
Sarebbe troppo lungo elencare la serie dei premi che di anno in .an-
no si accaparrava tra quegli posti in palio d"lstituto, ma non si deve
sottacere l'esito del concorso bandito, dlall' Accademia nell'anno ]85 1-
52. «Non ho speranza alcun'a1) era il m,oto della sched:a anonima rela-
tiva ad un acquerello 0,54 per 0,80, raffigurante l'Unzione di David.
La. Commissione giudicatrice così si espresse, assegnando al disegno
il primo premio: «L'autore colse egregiamente il soggetto e s'ad-
denlrò nello spirtto delle sacre pagine. La scena è mirabilmente rap-
presentata. Lo spirito attinto dai sommi esemplari e più dalla scelta
natura, si mo·stra squisitamente puro. Oltremodo bella si manifesta la
maniera del piegare i panni e di delineare ogni singolo particolare
delle figure. In una paro.fa, l'opera, condotta con molta valentia, ap=
palesa.grandissima po,ten.za d'i'ngengo e copia di studi>). Alla vermfica
deUe sch-ede cr{'operafornita di grandi e verame.nte ammirabili bellez-
ze,1, risultò essere quella del To:ma.selli, allora diciannovenne.
L'attestazione migliore si ebbe con due deliberazione del C'.onsiglio
dell'Accademia: con la prima fu ioc.aricato di diping.ere la pala del-
l'Assunzione per la chiesa di Malpuga in Dalmazia; con la secondai
343
nel 1855, gli com.missiornò la pala della Chiesa di Arsiero: un ql!ladro
di m. 3,35 per m. 4,93, rappresentante SanMiche1e. Di quest'opera
esistono nel Museo di Padova i cartoni, mentre l'opera fil portata a
termine, causa la morte del Tomaselli; dal Ghedin.a dli Cortina d' Am-
pezzo. Fu definito; ,dal Paoietti,. ,«un lavoro di vaste dimensioni degno
di un artista co·nsumato, anzricché di un giovinetto,>,
Nel 1856 il ,consigli.o d'Accademia de,cise, con voto unanime, dm
invia.rio a proprie spese a Roma1 onde potesse completare la sua cul-
tura artistica.
Purtroppo d!U1rante il viaggio fu colto da 1U1n assalto del male che da
qualche tempo· lo tormentava, una forma specifica all'intestino. Mori
a Firenze il 1O dicembre 1856, assistito dagli amici scon~·ertati tr:a i
q1Uali il Signorini, il Fattori.
La sua morte è registrata. in Santa Maria Maggiore, al n. .517 del
Registro d,ei morti, sotto la data appunto d,el 101 dicembre 18516: «È
passato all'altra vita nel Popolo di Santa Maria Maggiore compreso
nella comunità di F'irenze T .A. di anni 22, pittore - Era oriundo di
Venezia addetto all'Accademia delle Belle Arti, come pittore... ,>.
La salma fu tumulata nel 'prona.o della chiesa di San Minato, tra le
salme deglli uomini :illustri. Camillo Boito ne dettò l'epigrafe:
A.I. DI STRINGO / PITTORE TUTTO BIZZARIE FERVORI SPERANZE
f MORTO A FIRENZE A 23 ANNI / MIENTRE IL GENIO DELL'ARTE
PR•OME'I"I ENDOGLI GLORIA E ALLEGREZZA / GLI SORRIDEVA / QUI
NE COMP·OSERO ILA SALMA / UNA :SERA PIOV0SA E CUPA/ GLI AMI-
1
344
q.ueste vite che potrebbero servire a rigenerazione della misera arte
presente tn Italia? Io quasi per l'angoscia bestemmio; E quale sciagu-
ra per l'Accademia, a cui era luce e segno della via da seguirsi»!
Diamo or:a qui dli seguito un più dettagliato curriculum :artistico:
18,49-50 nella scuola di statuaria riceve il «premio per disegno di
gruppo», il < <premio per copta di statua),, il «p.remio 4accessit' per la
cop'ia delle piegheJ; e rnella scuola di pittura la «meda·gfia in ra,meJ; per
l'azione ,del nudo a memoria; nel 1850~51 e:bbe una borsa di studio
annua di Lire 600, che g)i durò sino alla morte, il «primo accessit,;
per l'invenzione storica in disegnar il «premio per figura palliataJ;, un
Gesù nell'atto di benedire, il «primo accessitJ; per l'azione d.el nudo
aggruppato, la «medaglia di ram:e»' per la composizione st,orica;
1851 -52 con l'Unzione di David, ricevet~e, come si è detto, il! «pre.mio
di prima ,classe con medaglia)) e con Io stesso lavoro si ebbe anche il
«premio destinato all'incisione» la <(medaglia di rame» per la compo-
sizione storica di seconda classe; 1852-53 meritò U «premio Selvati-
co;; da Lire 300 per una c,omposizione storica il Pietro de' Rossi eletto
genera.le dell'armata di t,e.rra dei Veneziani, si stacca dalla moglie e
dai figli piangenti. In quest'anno dipinse anch,e un acquerello La
morte del Carreggio; 1954, vinse il ,c,oncorso di prima ,classe con l'ac-
querello Le jiglte di Ferdinando, re dei Romani, offrono doni a Tizia-
no cJ1e doveva farne il ritratto. Nello stesso anno !l'icevette uno spe,cia-
le invito dalla Direzione della Società per le Belle Arti di Ve.nezia, on-
de «arricchire con op.ere di sua mano,J l'Esposizione che si sarebbe
aperta, ed è di quest'anno la commissione per la prua della çhiesa di
Malpuga; 1955, Filippo /V di Spagna che segna la· croce dì Calatra-
va sul petto del ritratto del pittore ·vetazquez. la Società delle Belle
Arti duPraga gli fa pervenire l'invito di partecipare alla mostra che si
sarebbe aperta ne!ll'aprile, l'Accademia gli commmise la pala d''ailtare
per Arsiero, di cui si è gjà detto: 1956, San Sebastiano, me.zza figu-
ra a nudlo, La Foscari respinge i messi del Senato che si pres,entano
per domandare il ,co,rpo del defunto Doge. Con questo quadro otte,nne
il premio triennale di Lire 2.400 con più l'indennità dì viaggio per
raggiungere la scuola di perfezionamento in Roma... o «dove meglio
gli placesse)).
Altri lavori: presso il Museo di Trento esistono un cartone incom-
piuto, u 111a Santa Caterina portata in cielo, La festa dei fiori in· Vene~
zia,, uri Redentore e diversi schizzi a carboncino.
Si ha menzione di una Madonna con putto «dove c'è l'anima di
Raffa·e/lo,) (Boito,), un~I mmaco1ata. disegno idi grandi proporzioni, un
345
Attila che cavalca sulle rovine ,di Aquileia, il Ft:ore della passione
dov'è raffigurata la Vergine che porge il fiore della passione al Bam·
bino, lavoro esposto a Venezia nel 1854,, il Ritratto del Barone a
Prato.
A Strigno vi è il suo Autoritratto ed una Immacolata presso gli
eredi di Nerino Tomaselli. Sempre a Strigno, in casa. Sust,er vi è il rit-
tatto dipinto dallo Zona.
(P. Selvatico: A.T. su. Gazzetta Ufficiale cli Venezia,, 18:5 6, n. 290t pag. 1165 ; A.
1
Mqffei: Ad A, T. - Sonetto - su gazzetta Uff. Venezia, n. 298; Del pittore A.T,., tiro-
lese su Osservatore Dabnato,, 18:5,6, n. 1f2; F. Barlan': I fancil!llti cenebri ,d'Italia an-
tichi e modernj, Milano, G. Agenlli, 1867; G. M. Bourel{j: Cento biograf. di fan-
ciulli iHustri etc. Milano, G. Gnocchi, 1867; Caml'/lo Boito su «Rassegna artistica»,
Nuova A ntol. ottobre l 87J.; Il «Pittore Bizzarro» in Storielle IVarie, Milano, T!l'e-
ves, 1876; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 289, 290; Dr. C. Wtirzbch. IB:iograli-
sches Lex.. etc., Vienna, 1882; Messaggero Tirolese, Rov,ereto, 17 agosto !852;
Weber: o.e., p.ag. 2&9; G. Suster:: Del pittore A.T., 'Jrento, Zippe], 1887: Idem: Let-
tèt iin«lite cli Pietro Selvatico ad A.T., Trento, 1889; A.T. il piccolo Raffaello tren-
tino d~ J. Pastorelli su Alto Adige, 11.6.1953; Pippo di Fonteselva; Medaglioni
Trentini; Comanducci, Diz:ion. etc. I, Il, LII, EV Ed. !Pag. 735; Elenco oggetti d'arte
ammessi all'Esposiz. nelle sale dell' J.r.Accademia Veneta di Belle Arti, agosto 1855,
al n. 5; Ambrosi.: Somm. Stor. Trent.,, p.ag. 194; Memorie manoscritte di Don Giu-
seppe· Busalo di Arsiero; Bre'lttari: Guida Trent., I, pag. 371; Invito ad un'opera di
patria beneticemza-sottoscrmzion,e in favore di A.T., 1:5 settembre 1847, Padova; So-
maré: Storia della ptitt. Ital. dell'800, Voi.I, pag. 530 1 1828; Die Kg/. Gallerien d.
1
A'kademie von Venedig, 1915; Emporio pittori, 1865; II, f.. 97; Thieme Becher Lex.
etc.; L. Proner: Medaglioni Trent, 1959, [l)ag. 4!60; Marroni: Collana Art. Trent.
Eogenio Prati, pag. 33; Ce-11tennario A.T. su «Studi Trent.», 1857, fase. 1/2:, pag.
162; A. Zanelel su L'Adige del 20 novembre e 28 dicembre il9:S6 e del 5 febbraio •
1957; E. Benezit: Di,c tionnaire etc., 1966., Voi. 8, pag. 357).
(Weber: o.c.,pag. 290; Nagler. Lex. XXI, 183; Wurzbach etc. Voi. 46, pag. 66:
G. GeroJa: Art. Trent. Est., pag. 29); E. Benezit: Dictionnaire, etc., 1966, pa,g.
3:57).
346
T'OMASELLI IGNAZIO, pittore, di Grigno. Dipingeva fiori e fru tti
verso la prima metà dell'800. Ventotto dei suoi disegni stanno presso
la biblioteca di Innsbruck.
(Weber: o.c..,pa:g. 290; Nagler Lex. XXl 1 18 3; Wiirzbach, Voi. 461 pag, 66).
1936, pagg. 74-84); Ii gergo del merciai ambulanti della Valle del
Tesino (<cAevum», 1941, n. l, 2, Milano, pagg. 42 e ss.); Arte religio-
sa df Eugenio Prati (~<Trentino», 1943, n. I, pag. 8 e n.. 6 pag. 3); Il
« ta'ron,) degli spazzacamini rtonesi (,«Studi Trent.», 19 46, f asc. 4,
1
dicanti incolato («Studi Trentini>), 1951, fase. 3,, pagg. 294-298); Mi-
nime di grammatica dialettale: il supe.rlativo (lbid,em, 19 51, f asc. 4,
1
347
1951 (Ibidem, 1'9 51, fase. 4., pagg. :534-535); Il cognome di Gerardo
P:atég («Strenna Trentina)), 19.51, pagg. 334-341); Il centro archeolo~
gico di Vigo Lomaso {Ibidem, 195 ], pagg, 83-85); Minime di ,gram-
matica dialettale: il genere de.gli idronomi («Studi Trentini», 19,52,,
fase. 2, pa'gg. 186-19'9),· Recensione a C. Battisti - G. Alessio: Dizio-
nario etimologico italiano (Idibem, l9S2, pagg. 359-360);, Recensione
a A. Prati: Vocabolario etimologico italiano (!Ibidem, 1952, pag. 360);
Recensione a Atlante topon,omastico della Venezia Tridentina(Ibidem,
1953, fase. 4, pagg. 331-333, 531-532); Recensioni a G.S. Martini:
331-333, 531-532); Recensioni a G.S. Mart.ini: Vocabolario
Voc.gardenese-italiano {Ibid,e.m, 1953, fase. ,4, pagg. 533-534); Beren-
gario Gerola·-Necrologio(Ib,id,em, pagg. 505-510); Chiesa, Famiglia,
Scuola (Trento, Artigianelli, pag. 62, I 953); Recensione ad Atlante
toponomastico della Venezia Tridentina (t<Studi Trentini», 1954, fase.
4, pagg. 476~490); Il punto sopra una wecchia questione storica (Ibi-
dem, 1954,, fase. 2-3, pagg. 276-282); Recens.ione a A .Zteger: Castel
Campo (IbidJem, 1954, fase. 2, 3, pagg. 329, 333); Recensione a Lioe
nello Grof: Il dialetto Trentino etc. (Ibidem, 1956, fase. 1, pagg. i 28-
130); Raccogliendo le briciole - Risposta a lettera aperta di E. Qua-
resim,a {Ibidem, 1955, fase. 4; pagg. 522-527); Le·palatali nei dialetti
del Trentino (Milano, F.lli Bocca Ed., 1955,pagg. 264), stampa della
sua tesi di laurea ,del 1939; Recensione a C. Battisti e M.L. Vecchi:
Atlante toponomastico della Venezia Tride,ntina («Studi Tre111t.»,
1956, fsc. 3, pagg. 400-405); Per una storia popolare della Regione
(L'Ad~ge, 1956 1 n. 290); Recensione a C. B,attisti ,e M.L. Vecchi:
Commento ai fogli XI dell'Atlante toponomastico (<<Studi Trentini»,
1956, p,agg. 400-404); Il prof. G.T. commemora a Caldonazzo
l'80.mo della morte di E. Prati {Ibidem, 1957, fase. l, 2, p,ag. 163);
Recensione a Wiirzer B. - Riedl F.M..• Die deutschen Sprachinseln
im Trenti'no und im Oberitalien {Ibidem, 195;8, pagg. 168-IBO); Profi·
lo linguistico della regione tridentina (Centro Studi Pedagogici
A.I.M.C., Dispensa I; Trento, Stàmpa Rapida, ]957, pagg. 92, tav.
4); Recensione a A. Zieger: La giovinezza di G. Segantini {«Studi
Trent.», 1950 fase. 1, pag. 106); Malcostume sco,/asttco (L'Adige,
19·5 9); Profilo, linguistico della Regione Tridenti.ria (Trento, Saturnia,
1·960, pa.g. 128, II Ed.); Recensione a F. Caproni: Il Sommoi/ago
(«Studi Tr,ent.» [960, fsc. 4, pagg. 397-,4 03); Angelico· Prati - Necro-
logio (Ibidem, 1961, fsc. 1, pagg. 90-94); Recensio,ne a C.B.: I nomi
locali del Catinaccio (Ibidem, pagg. 290-292); La base «tar» e il no-
me di Trento (Ibidem, 1962, fase. 2, pagg. 16,8-185); Recensione in
348
E. Winkler: Il più antico Vocabolario latino-polacco (Ibidem, 1962,
pagg. 225-226}; La Scuola e i Cattolici: Un decennio di lotta per la li-
bertà della Scuola (Trento; Artigianelli, 1'960, pagg. XJII-374); Ec.hi
delle onoranze di Ala a Padre Antonio Bresciani («Quattro Vicaria-
ti», Ala, 1963, pagg. 30-3.5) scritto sotto lo p,s.eudonimo di Simonati
Luigi: ·Il termine «artdrona» («Studi T're.ntini», 1964, fse. 2, pagg. 197-
1. 99); Rec:e.nsione a C. Battisti: I Castelli dell'Alto Adige e la loro in-
terpretazione toponomastica (Ibidem, ]964, fa:sc. 1, pagg. 107-1 09);
li proc,esso a Galileo - di'sc.ussione prematura («Vita e Pensiero)), Mi-
lano, 1964, pagg. 335-3,45); Recensione a E. Quaresima: Vocabolario
anaurico e solandr;o etc, («Studi Trentini», 1965,, pagg. 308~314); J
dialetti trentini (Università di Messina, Convegno etc., Messinaj Sam-
per, 1965, p,agg. 14); Pantelleria («Universo», Firenze, Istit. geogr.,
1965, pagg. 551-567); Il mistero dell'Jmpen·itenza n.e/Ja Divina Com-
media· - Jn·dagine nel mondo morale dantesco (Bolza:no, il CristaElo,
1965, pagg. 103-123).
(E. Quaresima: Necrolo,gio, «Studi Trentini,,., 1965, fase. 4, pag,g. 405-410, con
bibliografia; L'Adige del 19 settembre 1965; Vita Trentina, 23 settembre 1965; U.
Tornaz2011i e F. Ferrari in «Atti A ce. Ro,veret. Agiati,,. 19'66, Serie VI, VoI. V,
pagg. 119-120}.
349
Certo 1è che se nei centri importanti queste organizzazioni poterono
esprimere una forza politica, non altrettanto poterono fare nei p.iccolÈ
centri ove la loro attività si espress,e quasi assolutamente nell'u nica
attività di reciproca assistenziale.
(Montebelfo: o.c.,pagg. 360-364; Ambrosf: Scritt. Art. Tre111t.. pag. 143: lde.m.-
Somm. Snor. Trent., pag. 189; Brencari: Guid.a Trent, I, pag. 304).
1
350
pa: Epistolae edites collegit et emendavit plerasque ex codd. mss.
eruit ordine chrono,/ogico di.sposuit noti.sque illustravit (Firenze~
1832),
A Firenze mori il 30 ottobre 18.S. l .
(A. Gorfer; Le Valli del Trent. Orient., pag. 749; Arch. Parr. di Bedollo, I Libro
de~ conti).
351
Ecco qualcosa tra le sue pubblicazione: Industrie vecchie e nuove
(Annuario (<Studi Trent.», 1899, A.V., pagg. 143-195); Le antiche mi-
niere di Trento storia e geologia (Annuario Soc. Alp. Trent., Voi.
XX, pagg. 27-·89); Notizie sul progetto del Card. Madruzzo di erige-
re in Trento ,un ginnasio ed uno «studio generale et pleno), («Triden-
tum», 1900, fase. X, pagg. 425-44 l); Notizie sulle antiche miniere di
Trento - nuovi documenti (Ibidem, [901, fase. IX, pa.gg. aà-393) ; Per
una ricerca d'arte antica a Trento - Appello ai cittadini (Ibidlem,
1902, fase. II I, pagg. 123-125); La geologia dei gruppi del Lagorai e
Cima D'Asta conferenza pr,esso 1st. G'eolog. di Vienna (Ibid!em,
e
1902, fase.. II, pag. 94); Lafesta di San Vigilia a Trento nel cinquen-
cento (Ibidem, pag. 95); Di ,alcuni laghi scomparsi nel Trentino - No-
te per servire alla limnologia trentina (Ibidem, fase. IV, pagg. 217-
222)~ Notizie per la storia dell'arte nel Trentino (Ibirdem, fasc. IX,,
pagg. 408-426 e fase. X, pagg. 45&-464); Un professore tr:entino di
teologia a Jnnsbruck - P. Flaviano Ricci di Cembra (Ilbidem. fase.
VI, pag. 276); Di un'antica miniera rCli Villazzanno (Ibidem, fase. I,
pag. 39); Una città del Trentino (Ibidem, fase. VI, pag. 282); I confini
linguistici in Val d'Adige (Ibidem, fase. III, pag. 125); Un artista che
ama dirsi trentino alla dieta di Jn,nsbru.ck - Gino Fogolari (Atti «Ac-
cademia Agiati, Rovereto», Serie III, Vol. IX, 1903); Le marmite dei
Giganti di Nago («Vita Trentina», fase. IV, 1903, p,agg. 67-68); 11
Rondone (Ibidem, fase. IV, IP,ag. 61-66); Come si illustrafoto·grafica-
men!e (A'tti «Acç. Agiati, Rovereto>->, Serie III1 Vol. VIII, fase. I, pag..
16-17 e ((Trid.entuma», 1904, fase. IV, pag. 187); Escursioni geologi-
che nel Trentino (((Tr.identum1>, l 903t fase., rr, pag, 83); Sul servizio
idrografico nel Trentino (Ibidem, 1903, fase. IV, pag. 183); Le oscil-
/la.zioni secolari del ci/ma nei Trentino (Ibidem, 1904, fase .. V, pagg.
208-223 e Annuario Soc. Alp. T ridentini, XX[II, 1904 pag., 78); /
terremoti nel Trentino - notizie storiche dal sec. III al s,ec. XVIII
(((Trident11.1m)), 1903, fase. 1, pagg. 6-12); L'abate' Giacom·o Bresadola
- gloria italiana («Trentino», A. Ili, fase. II, 1927, pagg., 25,-,33); Don
Luigi Baro/di (Boli. ;Soc. Scienze Naturali Trent. , Alto Adige, A. IV,
fase. I, 1953, pagg. 5~6); Cesare Battisti geografo («Natura Al[Pina»,
A. V. fasc. I, pagg, 2-8).
(M. Ferrari O.B.T. - Necrologio in «Natura Alpina», maggio 1924; G..B. Em·ert:
G.B.T. in «Stl\ldi Trentini Scienze N:atur-", 1954, fasç. 2, 3, [Pàgg. 324-326; M. Fer-
rari: Nel primo centenmario deUa nascita di G.B. Trener, «Strenna Trentina», 1977,-
pagg. 77-79, con fotografia; L. f. in Attti «·Ace. Roveret. Agiati>1, 1954, Serie V,
Vol. III, pa,gg. XXXI . XXXII).
352
TROGHER GIUSEPPE, medico; figlio dmLeopoldo., di Ronc·egno.
Collaborò co.n iL padre nella stie.sura d,el libretto· Acque di Sella, Pràe
e Zaberle (Trento, l 788).
(A morosi: Scritt. Art. Trentini, pag. L4!2; Idem: Somm. Storia Trent., pag. 189;
Morrtehello: o .e., pagg. 31 O, 3 mi ).
353
TU1RRA IPROF. DON ALBINO, musicista, n.acque a Tonadico il
19 dicembre 19 26. Fin da bambino dimostrò la su.a propensione ver-
1
(d.A. Caroua: necrologio in Vita Trentina del 5 marzo 1970; Voci di Primiero;
1970, n. 3; L . Tis,ot: In morte di d..A.T. - versi ~ in Voci di Primier,o, E970, n. 4;
Voci dì Prill1ier<J, 19?0, n. 6; Strenna Trentina: L'<>rsan<> c;li d..t\..T., 1965, pagg.
54-55; A. Zanetel: ricord~ personalli).
354
•
(Ambrosi: So·mm. Stor. Trent., pag. 23 ; A. Zieger: ,S tori a del Trentino e ,dell' Allto
Adige, pag. 38; .A. Costa: l Vescovj di Trento, pag.. 49; A. Gorfer; Le Valli del
Trenl. Orient., pag. 4 70).
355
V
356
VALDAGNI STf:FANO, benefattore, di Pergine. Con testamento
del li 0r lasciò due te.rzi della sua considerevole sostanza al Sa.nto
1
(Weber: o.e., pag, 304; Gerofa: Art Til'ent. Ester., pag. 32; Idem: Un elen,c,o di
Art. Trent. etc., su Studi Trentini~ 19301 fase, 2; .Brentari; GU1ida Trent., II, pag.
219; D.P. Sinion in Primiero di Ieri e di Oggm, pag. 291; N .F. :su Voci di Primiero,
1965, :n. I.O; Ibidem: 19·66, n. 6; C. JJ.att1'sti; Gllida di Primiero, pag, 18; E. Bene-
zt't: Dictionnaire etc., pag. 505; A. Go,fer: Le Valli del 'frent. 0rient., :pag. I 007; F.
1
357
meno determinare, osservando i'a.vvallame·nto disegnato sul monte
stesso. $.j disse che la frana fosse stata prodotta da un terremoto sus-
seguito ad .un'aUuvion,e tra :gli anni 1114 o 111 i. Tuttavia nel 13,68
troviamo un irappreserntante di questo piccolo centro abitato. Chi ~ra
dunque questo Vendlramo? Forse un abitante di q111alche omonima lo-
calità dell'Agordino? Un discendente d~una famiglia che vide la sua
casa distrutta con P1ub·ago? O che altro?
(L. Marchetti: li Trentino nel Risorgimento1 1913. [l)a_gg, 18:4 e ss; Strenna «AJto
Adige•, 1905).
358
VISINTA~NER AMABILE di Vigolo Vattaro. Nata il 16 dic,embre
1865, all',età d.i dieci anni emigrò con la famiglia in Brasile.. Con il no-
me di Madre Paolina fondò la. Congregazione delle Piccole Suore del-
l'Immacolata Conc,ezioné. La fondazione religiosa, che s,i occ'upa del-
l'educazione della gioventù e dell'assistenza, gestisce asili d'infanzia,
scuole, ·pensionati per 3:nziani, ospedali. Aprì opere missionarie
presso gli lndios. L;istituzion,e annovera un centinaio di case ,e racco-
glie un migliaio di suore.
Madre Paolina partecipò alla creazione, nello stato di Santa Cate-
rina, del. villaggio di Vigolo .
Mori a San Paolo il 9 luglio 1942. Nel 1964 venne iniziato il pro-
cesso diocesanto con lo scopo di condurre Madre Paolina all'onore
degli Altari.
359
w
(Ambrosi: So.mm. Stt>ria Trent., pagg. 19J e 29'9; Idem: .Scrltt. Ari. Trent., pag.
224).
360
Ritornò quindi a Vienna ove visse sino allla morte avvenuta nel
1846 . Il Suster divide [a sua opera di i.ncisore in: Ritratti di imperato-
ri e imperatrici quali Francesco I e Francesco II, Maria Luisa d'Este,
Maria Luisa di Francia, arciduca F,erdinando d'Au:stria, Carlo d' Au-
•
stria, Giusep.pe Antonio Palatino, Elisabetta d'Austria, principessa di
,Savoia Carignaao; Ritratti di gen.era/i quali Melas, Suwarov, Nelson,
WeJlinton; Ritratti di Artisti quali Korn, Welser, Seegner; letterati
c,ome Coler, Wetter, Collin..
Trattò anche con le sue incisioni soggetti vari di propria creazione
o tolti da artisti celebri (Raffaello, Caracci, o ,otci, ed altri} o da. artisti
minori (Kaufman~ Fedrn, Morlad, Tofanelli...).
Nel lavoro usò diverse tecniche tra cui quella così detta «a grani-
toi), che gli concesse di raggiungere, specie nel ritratto femminile, una
inusitata d,elicatezza ,di riproduzione. Ne è esempio, il R itratto,. [Pieno
vivace arguzia e di fm.issimi lineamenti, della contessa polacca Ko-
morwka.
Si dedicò anclhe alla pittura, ma con meno impegno.
Egli pose la sua arte a servizio dei maggiorenti di Vienna, di Var-
savia e di altre città polacche e tedesche,. ma ~oprattutto a serv~zio
derne sue preclar,e intuizioni artistiche.
( Weber: o.c.,pag. 31 l ; Wù"rzbach: Biogr. Lex. etc. Voi. LIV, pag. 93; G. Sust.er:
Di un i:ncis-0re Trent. etc. «Studi Trentini», 1925, fase. I, pagg.. I- 12, I tav ., ritrattÉ
3; Gerola: Art.. Trent. Est.,pag.33; Idem: Un elenco art. trent. etc. tiStudi Trenl1>.•
-19 30, f:asc. 2; Chinone, manuale cultura etc., Trento, Multilati inval. 1936, pag.
322; Brentari: Guida l'rent. I. pag. 359; «Trentino», nov,embre 1933, pag. 451, con
foto; C. Migazzi su lfStrenna TrentiinaJl 1933, pag. 103: Proner: Medagl. T rent.,
pag. 262; A. Zanetel; Uno di Strigno trattò etc. su L'Adige d.el 7 dicembre 1954;
G. de Carlt su ,<Trentino», agosto 1930, pagg. 293 -294; G. Po{o su «Voci Arniche».
Borgo, Gennaio 1967; M. Larcher su «Str,enna Tre!lltina», 197.5, pag. 23 ; E. Bene-
zit: Dictionnaire etc., 1966, pag. 701).
fratelli. Mai qlllesta che non poté che essere una congetura. viene
smentita dagli atti di nascita esistenti pr,esso l'archivio parrocchiale di
Strigno che danno !;Isidoro nato il 4 aprile 1774 d.ai Felice e Mari.a
Purin.
361
Il valore di Isidoro viene comunemente messo in se;condo ordine
nei confronti dei tavori di Davide e certo c,on ragione, tuttavia anch'e-
gli non mancò di notevoli commissioni che ne avvalorano l'arte. Inci-
se, infatti m n·rratti di Federico il Grande, di Fede,rico Guglielmo Il e
Federico Gugife,[mo III di Prussia, della regina Maria Luisa, per no-
min:a.rne alcuni.
Anche della sua vita co.me di quella di David.e, si conosce p,oco: si
s.a tU!ttavia che 1av,orò in Austri~ in Germania e che nel 1808 si tro-
vava ,a Vilna, in Lituania, ove pare abbia inciso i ritratti del genera.le
Bennigsen e di H. Strojnowki.
WEISS ADOLFO,, pittore, nato a Vienna nel 1823. Era figlio del-
l'inici:so,re: Davide di Strigno. A tredici anni entrò in Accademia. Di
lui si sa solo che prese parte con un ritratto all'Esposizione del 1846-.
362
ra, 1877); Dei progressi dell'anatomia patologica e def suoi rapporti
colla patologia generale-Pr.elezio.ne (Ibidem, 1877); Contribuzlone al-
lo studio dell'anemia (Ibidem, 1878); Di un nuovo reagente alla sostan-
za amiloide· (Torino, Arch. di Rizzonero, 1879); Delle acque ferro ar-
senicali e della stazione idroterapica di Ronceg1to (Borgo, 1879);
Carcinoma primitivo della faringe (Padova, «Gazzetta medica,,,
1880); Un caso df sclerosi late.raie amiotrofica (T,orino, «Arch. Sci,en,
ze Mediche,>, 1880). Con:siderazioni degli studenli intorno alla Q'ue-
stione universitaria (Ferrara, 1880); Dei p.iù recenti studi intorno alla
LubercoJosi (Milano, «Univers. Medica», 1881); Mixofibroma multiplo
con endoartrite obliterante (Ibidem, 188 1); Dei progressi del metodo
della patologia genera/e-Prelezione (Messina, 1882); La valle di Sel-
la, stazione climatica e idroterapica per bambini (Padova, «Gazzetta
medica», 1882); Di Marcello Malp.ighi e delle sue opere-Dlscorso
(Messina, 1883).
(A mbrosi: Scritt. Art. T·rent., pag. 478: Brentari: Guida Trent, I, tpag. 362; Ga-
rolo: Dizionario biografiço).
(A. de· A.lessandrini; Memoria di Pergjne, pag. 158: Arch. Pergine: Libro dei Sin-
daci, anno 1810}.
363
z
B,eatrice Tho,masson.
Fu dunque con il Bettega, Antonio Tavernaro e Giuseppe Ze,c-chi-
ni, tutti di Primiero, tra i pionieri del glorioso alpinismo locale.
Lo Zagonel mori il 28 marzo 19:51 , a San Martino di Castrozza,
ove aveva pr,e.so ad abitare, dopo di aver compiuto un numero incail-
colabile di scalate.
(G. Meneguz s u «Voci di PrEmiero», 1969, r11. 10; G. Franceschini su «Oggi» del 7
dicembre 1950 e su Primiero, di Ieri e di Oggi, pagg. 156-160; G. Rey: Alpinismo
acrobatico; Bren'tari: Guiclia Trent. Pante LI ; Conighi - Vischi - Callin su L'Adige,
22 giugno, 13 e lS luglio 1972),
364
ZANEI GIOVANNI, scrittore, n.aito a Canzolino il 30 gennaio 1
365
ZANETELLI DOTT. DON AUGUSTO, teologo. Nacque a Trento
il 24 ottobre 1858, da famiglia oriunda da Siror. Il nonn,o infatti Gio-
van Battista Zanetelli (ramo Pochi) di Siror, quivi nato nel 1785, si
-
trasferì a Trento ove apri un n.egozio di chincaglierie ed og,getti d'an-
tiquariato. Fu lui che donò alla chiesa di Siror una Deposizione, di
fattura secentistica e che fu dipinta per la famiglia imperiale di Leo-
poldo I.
La famiglia Zanetelli proviene senza d.ubbio da Feltre ove l'omoni-
ma casata possedeva il castello di Mugnai. Un Tomaso Didimo Za-
nettelli er~ insegnante di gr,ammatica a Feltre nel 1500 e: passò tra gli
illustri d:i qu,ella città non tanto per E'amicizia che l,o legava alfallora
Patriarca di A.quiJeia, Ermolao B.a.rbaro, quanto per la fama di ottimo
latinmsta e grecista e poeta. Un Giovanni Zanettetli, come si è già vi-
1
sto, era vicario della Curia dli Feltre durante l'epoca. dei processi agli
eretici.
Alla stessa famiglia feltrina ap,parteneva un CRIST,Q FORO ZA-
NETELLO, medico chirurgo in Fiera verso la metà del 1600. Nel
1660 infatti, come ,contropartita alle su,e prestazioni, acquistava un
terreno tra Doltra e Val Melai, in quel di Mezzano; nel 1664 c,ompe-
rava uno stabile in Trainsacqua. Non era più in vita nel 1668 agendo
in qu,est'anno come suo curatore testam,entario il dottor Giorgio Al-
thamer.
Nella prima metà d.el 1500 appare in Siror un Antoni,o Nico]ò Za-
nettelli e fu il capostipite del ramo primierotto. Oggidì il cognome si è
an,dato via via semplificandosi in Zan,etel, confondendosi probabil-
mente co,n altre schiatte.
Sempre da questa famiglia un troncone si ,dipartì da S,iror e si tra-
piantò in Germania. Un Jhoan Zanettel fu un pioniere deU'aviazione
german.ica. Abbattuto l'apparecchio, sul cielo delle P·aludi del lPripet,
riuscii a salvarsÈ. Fatto prigioniero, evase. Durante l'ultima guerra fu
comandante di un campo scuola della (<Luftwaffe>>col grado di c:olon-
nello.
A Siror la famiglia diede 21 marzoli e 14 massairi. D.a questa tami-
giia uscì la prima donna che nella valle si sia laureata in fisica ed una
prima laureatasi in giurispurdenza. Di quest'ultima è uscito recemte-
mente un manuale di conversazione Italo-araba; u.nico oggi in Italia.
Ma la :figura più eminente fu certo Don Augusto. Compiuti gEi
studi presso il Seminario di Trento, fu ordinato sacerdote a Roma,
ove era studente presso la Gregoriana., il 28 ottobre 1883. Nel 11884
si ebbe la laureai in teologia. Già presso !"Università ebbe ai farsi nota-
366
•
re ta111t,o da divenire il c,onfidente d!el professore di morale il quale affi-
dava a lui lai lettura ,dei suoi manoscritti riservati.
Laureato, fu mandato in çura d'anime come coopera1tore a Pieve
Tesino e poscia presso la parrocchia di San Pietro a Trento,.
Nell'ottobre del 1887 fu incaricato dell'insegnamento presso, il Coi-
legio, Vescovile e quindi, com.e insegnante di teologia morale, presso il
Seminario della città, n,onché di propedeutica.
Pub,blicava i suoi studi teologici sul «San Vigilio, pe.riodico teologi-
co prt1,tico11, ma li firmava con la s:em.plice lettera «N)>,
Lasciò anche qualche· manoscritto di composizione musicale.
Morì :a Trento il 20 marz,o 1912 e legò tutta la. sua sostanza al Se;
1
'
m1nar10.'
367
Giovane sacerdote1 si infiammò d'amor patrio e volle prendere par~
te ,atti va alle lotte per l'11.1nità d'Italia. Nel 1848 costituì a F eltre~ con
un celebrt. «proclama), da lui stesso composto, la Guardia ci'vic,a.
Guidò egli in persona, col grado di capitano, un centinaio di comb,at-
tent:i volontari. Via Bassano e Vicenza raggiunse, sotto il comando
del ge:nerale Sanfermo, le alture tra Montebello e Sorio,, con il c,ompi-
to di presidiarle. L'8 ap,rile si ebbe u.no scronrtro con gli Austriaci che
non poteva essere favorevole. Tuttavia il ,generale Sanfermo, nel suo
rapporto cita la «fermezza ,del degno comandante prof. abate Zan-
ghellini;,,. Feltre riservò grandi onori ai reduci ,e l'abate Zanghellini:
<rPotessi ancora brandire con una mano la spada, coll'altra la ,croce,
correre i paesi, infiammarli .a insorgere... Io .non amo la guerra, amo
fa libertà ... e vinceremo e la croce, sovrapposta al vessillo d'Italia, si
vedrà ancora sulle estreme vette delle· Alpi».
Coerente alle sue parolet si portò a Venezia e prese parte all'epica
resistenza di quella città nel 1849.
Terminata la guerra, la prima dell'indipendenza italiana, fu perse-
guiito dalle autorità austriache e fu esonerato dall'insegnamento,.
Tomò perciò in Primiero, ospite dei nonni Negrellli e poté, nel dolore,
avere I.a consolazione di assistere entra.mbi nell'addio della loro mor~
te.
Per i buoni uffici dello zio Mons. Nicola, poté dedicarsi alla cura
d,anime nella curazia dt M'ezzano. Nel contem.po tuttavia non manca-
va di avere contatti
•
con i mazziniani di oltre il Totoga. Fu nel J,853
che gli fu imposto di abbandonare la curazi.a a causa dell'immaginoso
<ifatto del Fedai».
La sera del 17 novembre, 1853, a notte inoltrata il ((Curato di Mez-
zano» si fa accomp.agnare da certo Martino Loss, servo in casa della
ziaRosaNegrelLi~ maritata Piazza, su verso il Fedai, località montana
sulle v,ette Felrtrine.
«C'è un m,oribondo lassù, in una baita. Mi ha chiamato un fore -
stiero.»], disse Don Zanghellini al suo a,c,compagnatore. ,rEd ora tu
fermati qui ed aspettami».
Dopo parecchio, tempo il prete fu di ritorno: crÈ morto.», disse. In-
fatti il Loss affer.mò di aver visto, tra le omb:re del bosco, due persone
,che trasportavano un fardello, La cos,a passò sulle voci in tutta la
valle. Il pretore, Angelo Michele Negrelli1 zio dell' abate Zanghellini
ordinò un'inchiesta e la ricerca dal fanto,m atico cadavere. Non si
trov,ò nulla.
3,68
In realtà l'abate Zanchellini si era incontrato lassù, di nottetempo,
con alcuni patriotti tra cuii il conte Onigo ,di Venezia, ,allo scopo di
s:tudliare il modo di collocare anche in iPrimiero delle cedole del presti-
• •
to, m azzLruano.
La Polizia austriaca, che da tempo sorvegliava il combattente del
1848 e 49, ,ordinò un'inchiesta. Don Zan.ghellini rimase fisso sulla sua
versione. Una commis:sione fu iinviata in Primiero e giunse il 15 di-
cembre; Nulla si trovò, pur tuttavia Don Zanghellini fu diffidato a la-
sciare la valle e, lo zio pretore fu trasferito d'ufficio a Mori.
Il prete partì ,da Primiero «r:ass,egnato e povero» ed il pretore «con
il cuore stracciato». Sono parole tolte dal diario dii Angelo Miclhele
Negrelli.
Da Feltre Don Zanghellini si portò a Rovigo ove riprese l'insegna-
mento e fimalmente potè ritornare nella sua scuola di Feltre. Insegnò
per qualche anno, ma nel I 878, morì lasciando nello strazio la vec-
chia madre e le sorelle.
Ma lasciò ,anche molti manoscritti contenenti il frutto dei suoi studi
stolfmco-critici. Scrisse anche. una Storia di Feltre e molti articoli per
giornali. PurtrOiPPO molto materiale fu dato alle fiamme dalle sorelle o
perché non ne conoscevano l'importanza o perché te:mevano che fos-
sero scritti compromettenti.
È rjmasto: Di tre lapidi /eltrine Programma del Ginnasio Liceo
e
Vesc. per l' anno 1861 (Feltre, Tip. del Seminario); Prosa dell'ab. Z .
alla legione Cacciatori delle Alpi (Venezia, Gasperi, 1849; Della via
Claudia Augusta A ltinate (((La Pr,ov. di Belluno, A. 'VII, n. l] 6-119-
120, 187'4).
3,69
di Trento. Completò poi la sua cultura frequentando l'Università a
Vienna e a Innsbruck. Fu ordinato sacerdote il 17 luglio 1886 e subi-
to fu assegnato afil'insegnamento presso il Ginnasio pareggiato arcive-
scovile di Trento. Qruivi insegnò per 410 anni. Per20 anni coperse il
posto di prefetto degli studi e per quattro anni fu direttore dell'Istitu-
to.
Scoppiata la prima guerra mondiale riparò a Lugano e quindi a
Padova. Fu poi a Feltre ove compi minuziose ricerche presso [' Archi-
vio Vescovile di quellla città. Dopo Caporetto ripar,ò a Roma, Termi-
nata ta guerra tornò a Trento.
Fu membr:o dell'((Accademla Rorveretana degli Agiati»~Corrispon-
dente della «Commissione per la conservazione dei monumenti di
Vienna)>, membro della ((Deputazione di Storia Patria per le Vene~
zie», Monsignore e Canonico onorario del[a Cattedrale».
Quindicenne ancora scriveva scenette e dialoghi per i suoi compa-
gni e, pmù grandicello, trattatelli. ascetici per le congregate di S,aint' An-
gela.
Morì a Trento, il 12 gennaio [950, lasciando una copio,s a produ-
zione Ietteraria e storica:
Elegia di Tibullo - versione poetica (F,anfani, giornale di filosofia,
Firenze, A . lii, 188,3 n. 16-17, pag. 262), firmato Raffaello Bor... ; Un
viaggio di San Carlo Borr,omeo a Tre.nto (Voce Cattolica, 1884, n.ri
12 7, 128,, 129); Canzone a Don Antonlo Leonardi (Trento, Artigia-
nelli, in 8, pagg. 7), anonimo. Intorno a una nuova edizione del Bo-
nelli (Il Popolo Trentino, 1889, n. 41), ,c on firma Erasmo; I due tro-
vatori - Dramma in 4 atti con prologo (I Ed., Trento, Artigianelli,
1889, in 16, pagg. 96; II Ed., 1911); Ode saffica a Don Giuseppe
Ducati (Trento, Scotomi - Vitti, 1889, in 8° patgg. 7); Crona,chette Ec-
clesiastiche della Curazla di Cognola di G.G. Tovazzi - Traduzione
(Trento, Artigianelli, 1890, in go pa,g.g. 23); Dante e Colombo - R icor-
do del W Centen. della scoperta dell'America (Trento, Scotoni-Vitti,
1892, pagg. 26); Compendio storico della letteratura italiana: dalle
origini alla mo,te di LA. Muratori (Treinto, Artigianelli, 1892, in 8°,
pagg. 216); La letteratura italtana nel periodo del Rinascimento (Ibi-
dem, 1897); Torquato Tasso - Tragedia in cinque atti - Riduzione
della tragedia di Giacometti (Trento, 1898, pagg. 106); Per la storia
del D·uomo di Trento (Atti «Ace. Agiatb>, Rovereto, ]899, pagg. 97-
16·6); Uno studio sulla delinquenza nei Trentino e la Storia-Recen-
sione (Trento, Monauni, 1898, in ] 6°, p.a.g. 41); La rinuncia di Cor-
rado ,di Beseno al Vescova,do di Trento (Trento, Programma Ginn.
370
Col vesc. Anno scol. 1901-1902, pagg. 5,-40); Docmuenti del mona~
stero di San Lorenzo fuori le mura di Trento (Rivista «Trent.». 1902,,
pagg. 284-304); I carmi d,e' gli umanisti trentini nell 1età del rinasci-
men'to (Ibidem, 1902, pagg. 44-8:3), firmato Erasmo di San Gregorio;
Spigolature d'archivio (Trento, programma Ginn. etc. 1903, pagg.
43-46); Classificazione dei manoscritti del Capitolo, depositali nel
Museo Diocesano di Trento (Riv. Trent., 1903, n. 3); Dell'Educazio-
ne (Trento, Artigianell~ 1904, in 16°, pagg. 34), anonimo; Splgolatu-
re d'archi'.lio (Trento., Programma etc. 1904-1905, pagg, 5-42); Versi
nella prosa (Riv. «'frent.>}, 1906, pagg, 197-221), firmato D.A.C.,;
'
BriccicJre letterarie (Ibidem, 1906, pagg, 1-9), firmato Erasmo di San
Gr,eg,orio; Recensione a L'Italia alla'fine del sec. 18<' nel é<Viaggio» e
nelle altr:e opere di G.W. Goethe di E'. Zanihoni - Napoli, Ricciardi,
1906 (Ibidem, 1906, pagg. 162, 263); Pro biblioteca (Trento, Artigia-
nelli, 19,07, in 16°, pagg., 26); Tridentum-Frammento poetico (Festi-
vità Vigiliane, Trento, 1907, pag. 2); Spig;olature d'archivio (Trento,
Programma etc. 1908-1909, pagg. 5-116); Appunti e documenti per
una storia dell''eresia luterana nella dloces.i di Trento (Trento, Pro-
gramma etc. 1909, pagg. 56 e ss.); Un breve di Paolo III a favore di
Teob.aldo {Riv. «San Marco», Rovereto, 1909, pagg. 337-342); C.las-
siflcazlone dei manoscritti del Capitolo depositati nel museo diocesa-
no di Trento (Riv. «Trent.», 1909, pagg. 1.30-136); li beato Enrico da
Bolzano (Riv. «San Vigilia», Trento, 1910, pagg. 181-191); Il re è
pazzo - ossia Calo VI di Francia - Dramma in j att,i (frento, Arti-
gianelli, in 16°, tp,agg. 114, 1910); Scritti vari di G. Po/etti - Siena,
1910 - recensione (Trento, Riv. («San Vigilia)), 1910, pagg. 243-246);
Il divino artista di L. Anzoletti - Milano, Cogliatti, 1910 - Recensio~
ne (Trento, Ibidem, 191 O, pa,g.g. 148,- 149); Luigi di Camoens - Ridu-
zione - dramma in 5 atti (Trento, Artigianelli, in 16°, pagg. 111,
1910 Inventario dei m,obili del Castello del Buon Consiglio sulla
1
);
1
37 1
'
,dell'Assoc. Fem.m. in Trento i(Tr,e.nto, Comit. Dice. 1914, in 8°, pag.
14); L'insegnamento del diritto canonico ai chierici trentini verso la
fine del sec. XVIII {Riv. «San Vigilia» 19 ]5, pagg. 1-18); Elementi di
logica ad uso delle Medìe (Trento, Monauni, 1915, in 8°, pagg. 175);
Elementi di logica deduttiva e induttiva ad uso, delle scuole Medie
(Ibidem, 1915); Le reliquie -dei martiri d·Anaunia in Milano e p./trove
(Bollettino del Cliero., Tre.nto, 1917, pagg. 10·9-112); Il Vescovo di
Trento e il gove.rno ,austriaco durante la guerra europea (Mitamo, Ed.
Vita e Pensiero, 19 19, in 8°, I Ediz.ione - II Ediz. Migliorate e aurnen·
tata, 'Trento, Tip. Es,peria, 1934, in 8°, pagg. pagg. 287); Il Codice
dantesco del Seminario maggio.re ,di Trento GStudi Trentini>), 1921,
pagg. 315-3 25); La biblioteca di un sacerdote tre·ntino del '500 (<(Stu-
di Trentini», 19.22, pagg. 2i01-228). Si tratta de.Ila biblioteca di Don
Giovanni Fezio, nato mTermenago, ma che ebbe licem:a di celebrare
e di cura d'anime a Roncegno il 23 maggi.o 1537, dal vescovo ,d!i fel-
tre, e che dal 1545 fu vicari,o in Pergine; Spigolature d'archivio (Ibi-
dem, ]922, fase. 1, p~g. 1-]7), in cui si trovano alcune pagine relative
a Lfbri eretici trovati in Grign,{) e a Borgo; Ale·ssan.dro Manzoni e E.
Renan (ll Nuov,o Trentino, 1923 , n. 27); Dopo quindici anni - Dram-
ma in quattro atti con prologo (Milano, Maiocchi, 1924, in ft6°, pagg.
102); Mons. Giovan Battista Zanella - Nec.rologio (Trento, Art. Graf.
Tridentum, 1924, in 8° pagg. 23); Un saccheggio e un incendio a
Trento - nell'anno 1301 (Riv. «Trent.», 1924, pagg. 140-143); Per la
.storia di San Vig:ilio (Bo-Il. del Clero, 1924 - pagg. 186-192); Il Dot-
tor Valerio Rossi '(Ibidem, 1924); Per la storia di San Vigilio (Ibi-
dem, 1925 pagg. 1-9, 59-67, 113-]21, 147-156):; Collezione d'oggetli
d'arte emigrata da Trento a Siena («Studi Trentini», 1925, fase. 2,
pagg. 1-123); L 'istruzion·e religiosa nelle scuole Medie (Il nuovo
Trentino, 1925, n. 58}; Eretici in Valsugana durante il concilio di
Trento (Annuario scol. Coll. Vesc. 'Trento, 1927, pagg. 3-78); Una
lettere inedita del beato Roberto Bellarmino (Trento, Artigianelli.
1926, in 8° pagg. 9); I martiri dell'Anaunia ad Joannem u Const.
Episcopum (Ibidem, 1927, in :8° p-agg. 7 I); / parroci di a /cune pievi
fino al ,tempo di Bernardo Clesfo, (B,oll. Clero., 1927, n. :5); Nuove spie
gola·ture d'archivio (Annuario etc. anno scol. 1927, n. 5); Nuove spi-
golature ,d'archivio (Annuario ,etc. anno, scol. 1927-28, pagg. 3-28,
1929)~ A Te. o beata/ - Versi (La Beata Capitamio, Trento Art. Graf.
Tridentum, 1927., pagg. 5-7); Per l'interpretazione delle lettere di San
Vigilio (Trento, Artigianelli, 1932 ripreso daJ Bol!l. Clero 1928, pagg..
40-50 e 146-151); Per l'interpretazione della lettera di San VigiJio a
372
San Giovanni Grisostomo a proposito di Anagna o Anaunia, polemi-
ca oon Mons. Zambiasi (Trento Artigianelli, 1928); La «Civitas,J di
San Vigilia J> In occasione del XXVI anno di episcopato del P. V. Ce-
lestino Endrici (Trento, Art. Graf. Tridentum, 1929); I parroci di
Meano fino al sec. XVI (Boli. Clero, 1930, pagg. 36-37):; Documenti
sulle terre dell'Alto Adige, dell'Arch. Capitolare di Trento jlno al
1400 - Regesti - (Arch. per !'A/A., 1930, pagg. 135-226 e 46,7-558);
1 Parroci di San Pietro e Paolo in' Trento (B.oll. Clero, 1930, pagg.
171-175); Eredità ed inventari di due borghesi trentini al principio
de.I '400 (Atti <<Soc. Ital. per il progresso Scienze» Voi. II, Trento-Bol-
zano, 1930); Del .raccoglimento spirituale - Massim,e di cof1.dotta per
le Orsoline Secolari (Tre.nt,o, Artigianelli, 1930); I Parroci della Pieve
di Flavon (Boll. Clero, E93 l, pagg. 34-38); Per un commento alle let-
tere di San Vigilia (Boll. Clero, 1931, pagg. 138-144, 170-176 e
1932, pagg. 77-84, 101-109); I Pievani di Pergine sino al Concilio di
Trento (Pergine, Ricordi perginesi, Togler, ]932); Remedio di Thaur
(Eolo,g na; L'Avvenire d'Italia, 1934, n. 23), fum,a to Ermagora Fortu-
nato; Splendore di /ed.e di studenti trentini nel 1600 e nel 1700 (Fe-
deraz. Univ. Cattol. Ital, Trento, 1934, pagg, 36-4 I); Gli Apostoli nella
Passione (Boll. Clero. 1935); Origine e arcipreti della Pieve di Ledro
fino al 1500 (V,alle di Ledro e la sua Pieve, Trento, Esperia, pagg. 13-
14); Mons. Michele Lessi («Studi Trentini»J 1936, pagg. 127-128), fir-
mato E.d.S.G.; San Vigilio e Ja bontà verso il prossimo (Convegno
triveneto Confer. San Vincenzo, Trento, 1937, p.agg. 17-19); La -v,oce
<(Civitas)) nella Sacra Scrittura e in San Vigilio (Boll. Clero, 1939,
pagg. 308=324); La martire S . Innocenza di.Arco e il suo culto (Arco,
Tip. Arcense, 1940, in 8'\ pagg. 36); Brevi no.tizie sul convent,o di
San Marco - Nel centennario della morte del Beato Bellesini (Pergi-
ne, Torgler, 194 1, pagg. 86-D.03); Le reliquie ritrovate in Cattedrale
negli altari abbattuti pèr la co,struzione dell'altar maggione - 173.9
(«Studi Trentini», 1942, f. 3 pagg. 155-169).
(Don Stefano Fontana: Mons. V.Z . - Necrologro in «Studi Trenti.ni8, 19:50. fase.
1-2; idem: In morte ili Mons .. V.Z. l'uomo il sacerdote, iii maestr-0., lo studioso su Il
Popolo trentino, 1950, n. 12; Idem in Vita Trentina, 1950, n. 3; A .. De Gubernatis:
Dicti.onnaire etc.. pag. 1494; Atti «Ace. Roveret. Agiati», 1951, S. IV, Voi. XVII,
pagig. XXVll· XVlll).
373
ZECCH INI GIUSEPPE, guida alpina, nacque a Transacqua il 15
giugno 1855 da Giuseppe e Angela Partel. Iniziò la vera e propria at-
tività di gujda nel 1877 e fu anch'egli con Bettega e lo, Zagonel tra i
pionieri dell'alpinismo primierotto, E.eco talune sue imprese:
CJMON DELLA PALA (m. 1385)
11 agosto 1893 effettl!IÒ la prima del Becco del Cimone (m. 3100)
con Gilberto Melzi.
20 ag,osto 1893, il Cimon con Carlo Riva, Anbrey H.e Byrich
R.eynairds.
27 agosto 1894, il Citnon, con Giuseppe Rovignai del CAI di Ve-
rona e Anto,nio Morandi del CAI di Vicenza.
DENTE D EL C/MONE (m. 2672)
1
374
L'episodio più tormen.toso della sua vita fu ,costituito dalla prjma
invernale d,ella Croda Grande (m. 2954), sulle Pale di San Martino,
tentata il 17 marzo 1900. Bloccati da una tormenta senza fme, per
due notti, lo Zecchini, che accompagnava Oscar Schuster di Vienna,
si ebbe il oongelamento di alcune dita, che gJi furono poi amputate.
Così mutilato tuttavia proseguì il :suo coraggioso lavoro, sinché
l'età rnon _gli permise più temerarie imprese.
Morì a Transacqu.a il 19 dicembre 1936. Il s.uo nome è riportato in
molte riviste alpine.
(G. Menegutz in «Voci di Primiiero», 1969, n. 12; Brentari: Guida Treot. 11 Par-
te; Conighi-Vischi'-Callin su m' Adige, 22 giugno, 13 e 1S luglio 1972).
(Arch. S . Mari:O Magg. Trento • Ticozzi, IV, 106; Weber: o.c., pag. 317).
375
ZORTEA LUIGI, ceramista, nato a Zortea di Canal San Bovo il
1879. Iniziò la sua attività artistica a 12 anni dimostrando «intelli-
genz·a, buon gusto e sensibilità nan comuni».
Fu allievo dei professori Lorenzon e Passarm. Passò poi a Milano,
nella fabbrica di procellane artistiche del Prof. Favris Luigi.
Tornato a Bassano, verso il 1928 si mise a lavorare in proprio con
un pie.colo forno alles.tito in casa.
Espose suoi lavori alla Triennale di Milano, alla Mostra d'Arti di
Firenze, con il «Gruppi di elementi» a Bruxelles, ed ebbe la «medaglia
d'oro».
Con un «Trionfo» partecipò alla Mostra Internaziona:Ie di Pari,gi,
do,ve si conquistò la seconda «medaglia d'oro». Premio si ebbe anche
in una mostra in New York.
Espose a Lipsia, a Tripoli, a Tel Aviv, Padova, Vicenza. Partecipò
ali.a Bi.ennale di Venezia.
A Milano collaborò con l'architetto Ponti, per il quale allestiva ce-
rami-che decorative per sale, teartll'i, negozi, salotti.
Diciotto delle sue ceramiche erano sulla nave Conte ·Grande e sul
Biancamano.
La sua scomparsa avvenuta in Bassano il 19 novembre 1950 la-
1
376
Non tornò più in patria; ma. di essa si ricordava inviando qualche
pianeta alla sua chiies:a battesimale di Mezzano.
(Primiero di' Ieri e di Ogg(, pagg. 28-2·9; Brentari: Guida Trent. P. II. pagg. 216-
219; Battis·ti: Guida di Primiero, pag. 18; Gerola: Art. Tremt. Este:r.,pa,g. 34; We-
ber: o.c.,pag. 3I 8; E. BenezfJ.: Dictionnaire etc. ,pag. 866; M. Mirabella ~oberti su
Guida delle Valli del Prhl'lliero, 1977. pag;. 102).
377
Dello stesso .autore:
379
Strigno («La Cooperazione TrentinaJll, settembre 1952, pagg. 175·
176); Edilizia scolastica per Camuni ricchi (Alto Adige, 14.10.1952);
Mons. Silvio Cristofolini - Necrologio (L'Adige, 21 -25.5.1953); Pro-
vincia in vetrina: Villagnedo (Ibidem, 11.4.1954); Mons. Antonio Co-
radello e la scuola (La «Squilla Francescana», 19:54, n. 1); Unafeitce
sintesi di opere chiude un ciclo· di attfvit.à a Strigno {L'Adige,
29.9.1954); Scuola e Cooperazione («La Cooperazione Trentina.», ot-
tobre 1954, pagg. 205-206-207); Aciquaper se.i Co·muni con il grande
acquedotto di Cim·on Rava (L'Adige, 26.10.1954); Il castello della
bontà (lb.idem, 28.10.1954); Nomi che .son.o entrati ne'ila storia di
Strigno (Ibidem, 25 .. 11.1954); Un incisore di Strign:o inventò la tecni·
ca a quarzo (Ibidem, 7.12.1954); Nel campanile di Strigno un brac-
coniere svevo («Strenna Trentina», 1955:, pa,g, 109); Storia dell'asilo
di Strigno (Vita Trentina, 6.1.1955); Un episodio della vita di Lul"gi
Negrelli (L'Adige, 22.1.1955); Provincia in vetrina: Ospedaletto (Ibi-
dem, 7.7,19.55); Fede·le copia della Santa Casa la chiesetta di Loreto
in Strigno (Ibidem, 29.9.1955); Cav. Ufl. Adone Tomaselli = Necro-
logio (Ib,idem, 20-27.10. I 955); Giuliana Osti - Necrologio (Strigno,
• 17. 1.2.. l 9 S:S); Un Istituzione da salvaguardare: la struttura della
scuo la elementa.re (L'Adige, 28.8.1956); Per il centenario della morte
1
381
•
INDICE
(L'indice è limitato ai nomi clbe etnologicamente appartengono al
Trentino o che vi abbiano correlativa attinenza)
383
11 Emma, 220
· ,. Stefano, 199
• Giacomo, 151. 228 » Zeffirina, 220 1
384
Boghi Giovanni, 57 iBridi Luigi, 42
Boller Domenico, 15 E Broccati Allberto, 213
Bolognini Nepomiceno, 70 » Giuseppe. 2: I 3
Bombassaro Nap,oleone, 220 Broccato, 94
Bon Gaspare, 5 7 Brocchi Sebastiano, 72
Bonadè Battista, I 4 7 Broch Luigi, 42
Bonadiman Giovanni, 4 l !Broilo CiriiUo, 207
Bonat Vittorio, 5 9 Bronzetti Frat,, 71, 203
Bond Simone,, 198 B:roso Cirillo. 203
Bonelli Antonietta, 318 lBruinet Angelo, 72
» Benedetto, 196, 2 79. 3 70 !Bruni Menin Erminia, 72
~ Pietro, 35 IBrusamolin Antonio, 73
Bornetti Giacomo, 58, 220 Brutus Gherarinus, l 91
,, Giuseppe, 220 Buffa, 277
.,; Isabella, 58, 119 » Anna Maria, :5 0 1
385
» Battista, 151 li Gaetano. 93
11 Narcisio, 42 it Giulio, 208
» Valentino, 113 li Severino, 42
Canepele Giovanni, 4i li Vlgi/iQ, 93
Canestrini Giovanni, 77~ 226, 249, Ceccon Giov. Battista, 121
251 » Giuseppe, 4 2
Cappello Barl'O'/, Ignazio, 82 Celli Battist:a, 152
li Felice,. 2.07 Cemi111 Bartolomea. 169
lii Jacomo Ant., 82 Ceola Andrea, 96
li Leopoldo Gius., 221 )I! Angioletta, 221
Capra Giuseppe, 221 » Baldo, 94, 205
Capraro TO'mma10 821
, • Emi.lia, 221
Caprioli Aliprando, 324 li Lorenzo. 203
Capris (de)Francesro, 83 » Mario, 95, 121, 215
Caproni Gianni, l 1J li Norina. 221
CarameUe Battista. l $2 » Scevola Luigi, 96
Caramelli Alberto, 75 Cerra Antonio, 149
li Jean,, '7 5 Ceschi Agostino, 276
Cararo Rosa, 22il » Antonio, 97
Carb-Onrui Luigi. 68, 8J, JQJ, J I 1 • Afll'O.lliO p., 98
Carletitini Giuseppe, 221 Jt Carlo Antonio, 9'7
Car'li Antonio, 208 :» Crist,oforo, 299
Carmeni Pr,o t, 45 i Fortun. Si.gisr:na., 98
Carnern Gaetano, 86 > Giovanni, 98
Carraro Pietro. 86, 94 :. ,GirQ/amQ Armeni<>, 97
Casa.grande Alberto, 87 , Giulio, 97
» Antonio, 208: 11 •Giuseppe, 97
" Bortolo, I S2 > Ma11ia, 97
» Egidio, 88 li Virginia, 59
• Giov~n.i, 202 Cestari Giov.anni, 109
li Giuseppe; 152 Cetto Adolfo, 89, 98, 108
Castainer Attilio, 42 :» Alessandro, l :5 1
,. Francesco, 42 Ceppa Zudei, 148
Caistelrrotto Ascanio, 360 Chemel, 191
lii Biasio, 147 Chiara de Welsperg, J 64
lii Francesco, 324 Chiesa Antenore, 221
li Giacomo, 88. 122 » Darniamo, 9 5
» Michele, 88 Chiletto Francesco, 100
Cattarozzi Eugenio, 20:2, 203, 2·06 Chimelli Fam., 208, 211
» Giambattista, 203, 306, 121 » Augusto, 212
212 • Carlo, l O1, 203, 206
» Mic:he/e, 90 it Eduino, 203, '20·4
» · Romano, 221 • Filippo. 101
Cattina da Caorso, 90 » Giuseppe (a.). 102
Cecaro Francesco, 145 • Giuseppe (b), 150
Cec,c.ato, 11 8, • Guglielmo, 19·l , I 92
li Anna, 257 • Guid.Q~ 102
» Ferdinando, 42 • Luciano, 122
' 3,86
11 Teresa, 208 » Enrico, 215
Chimello (del) Guielmo. I 9 1, J 92 !Il Ermete, 2 m5
Chini Emanuele, 201,. .205 » Quirino, 221
,, Eusebio, 3:51 • Samuele, 221
Chioccetti Giambattista; 347 Costede Angelo, 139
Cibini Antonio, 103 Crescini Amelia, 5 5
i. Giovan Antont'.o, 103 li Antonio,, 307, 364
• Gius. Antonio, 246 • Giuseppe, 2 I4, 221
Ciola Petrus, 19 l -I 92 Cristel vel Cristelilo, 191, 192
Cipolla Baldassare, i 03 • Domenica. 3 29
.li Tebaldo, i OJ Cristofolini Cesare, 100
Cipriani Angelina, 221 Crive'11i Andrea., 108
11 Anna, 221 11 G·iorgio, 108
• Elisa, 221 » Leonardo, I 08
Cirillo p. da Bedollo, 312 Crociati (I). 110
Clamer Crìstofòro, 104 Cu.riel Emanuele, 293
CJesio Ber:nardo, I09, 139, 278 Dal Castagné Albino, 111
324, 372 ,. Gioachino, I J.4
Clock Leonardo, 64 Dailceggio ILuig:i, 221
Cobelli (de) Gaspare, 2.17 DaJlab,ett.a Antonio, 221
Cofler Leopoldo, I 5 I Dalla Brida Angelico Gius., 1Jl
Cola Pietro. I 92 » Costante, J14
Colmano Zeffirino 99, 100, 105 DaU a Fior Giiorgio, 203
Colpi Adele, 214, 219 ,. Giuseppe, 4 2
• Giambattista, 208 Dalla Giacoma1 221
• Giuseppe. 214 DaJlago Ach.ille, 208
• },erta, 214, 219 Dallaldo Aldo, 22 1
• Raffaella, 214, 219 » Fernanda, 221
Comper, 2:08 » Rolando, 221
,. Enrico, 4 I D·alla !P:iccola Mario, 42
Conci Bartolomeo, 106 Da Il a IP-0rtai Prolf., 64
,. Emanuele, 107 Dall''Arme P. Paolo, 62, 353
" Giovanni, 15 1 Dalla Rosa Angela, 206
• Pietro, 42 » Emilio, 63, J I 5
Copat Augusta, 2 l 9 • Enrico, 47, 115, 199, 2()(), 203, 204,
» Rosa, 219 208, 210
Coradello Antonio, 50 111 Giac,omo, 208
Corona Giorgio, 42 » Girolamo. 191
Corradi Francesco, 107,, 192 Dalla Sega Pra.nceseo, 224
» Giacomo, 192 Dalla Torre Giovanni, 221
• Marianna, 199 Dallem ule Giacomo; 221
Corradimi Michele, 80 Dall'Orsola francesco, 19, 272
Corradimus Tomaso,. 146, 149 Dal Maso, 204
Corrado d.a Beseno, 370 • Domenico, 202
• da Pergine, 107 • Primo, 203, 205, 2 06, 208
1
387
Dal Sasso Ghuseppe, 221 » Zua:n, 147
11 !Pietro, 208 Dessign.ori Lujgi, 22[
Dal Trozzo, 117 Di Daniele Bartolomeo, 136
Daltrozzo Silvio, 221 • Franco. 136
Danieli Arcadio, 202 Divina Emanuele, 221
» Filotiino, 116, 202, 2,06., 2 f? » E:rmete, 215
li Francesco, 76, 116 11 Francesco, 208
D'Anna, 215, 2 19 11 Luigi, 208
:» de Celo Giu:s., 215 li Giovanni, 215, 219
» Giuseppe, 152 ,. Maurizio, 116
Daziaro, 118, 27.5, 277 11 Silvio, 219
:» Alessandro, 118, 200, 205. 211 Dotl Sotta Giovanni, 221
» Giuseppe, 117,118,200 11 .Re1nigio, 136
» OiacòmQ, 11 7 D omenico d:a v.ezzano, 109
Deanesi Nicola, 221 Donati· Glorgio, 152
De Ba!Eerin Anna, 118 Dordi Benedetto, i 37
» Domenico, 118 • Carlo, 19, 137
Debiasi Lorenzo, 42 .11 Ferdin,antW, 138
De Bontura Gasparo, 192 » Giuseppe, 1 J.9
De Bortoli Gustav,o, 42 Giuseppe Ferdin ., 139
De Bosis Giov.anoi, 148 » MarcanJonio. 139
De Carli Beniamino, 221 Dorigati Antonio, 139
Decorati VaJCilr Militare, 119 ,. Vmgilio, 221
De Ferrari Mons. Carlo, 49 Dorigato Oiov. Battista; 208
De Floriani Nicolò, 148 » Pietro, 209
De Ganzani Serafino, 148 Dorighelli Amalia, 216
De Gasperi: Alcide, 68, 84, 85', 114, » Massimo, 221
134. 135, 101, 311 Dorigooi Luigi, 4 2
» Amedeo, i 34 Ducati Angelo, I 15, 202, 2 96, 36>5
» Augusto, I 30, J 35 » Francesco, 221
» C.atti Romana~ 301 » Giuseppe, 370
De Gentili Simone, 191, 192 Dusini Francesco. 247
Degoa Giuseppe, 122 Eccel A ttiiio. J 40
Delai Arturo, 42 » Giovanni, 221
» Tullio,, 2Z I Ecèher Mons., 185, 354
Dellamania Clementina, 221 » Edoardo, 203, 206
Dellantonio Cristina, 244 » Ernrrico, 206
Dell.a Piccola Mario, 4 2 » Rodolfo, 221
Del Mont U.rban, 14 7 » Paolo, 41
Deluca Egidio, 42 Emert Giulio, 320
De Malenclk Giacomo, 1.415 Endrici Mons., 63, 111, I 63, 173
De Martini Margherita, 304 189, 3 73
Dematté I deifonso, 135 Enrico (beato) da Bolzano, 3 71
11 Luigi, 2 I:S Eremiti, 140
De Mersi MassimiUano, 111 Eretici. 144
Deper G. Battista, 31O Ermete (Sarnl'), 269
De Ripa Anllonio, 144 Esercito (nel/? Napoleonico, 150
» Joan Baptista, 147 Espen Lulgi, 221
388
fabris Ermenegildo, 42 " Margherita, 275
Faccemda Aimino, 154 » Nico,[ò, 159
Facchinelli da Stngnc,, 155 Filippini Antonio, 160
» Ernrcco, 4!2 Filippo da Como,, 192
> Giuseppe, 42, l 52 Fiorentini Giacomo, 160
Fa.echini Francesco, 19, 23 » Leonardo (a), 160
» Venanzio, J55 • Leonardo {b), 160
Faclhinelli Gasparo, i .55 ,. Lorenzo, 92', 161
Faifoer Aureliano, 156 Fiori' Liberio, 20.5. 209
Faitini Luigi, 221 Firmian (Contm), 88
Fattori Biotton Ant():nio, 201 » Carlo, 1:5, 3 6, 227
FedeE Antonio; 221 • l&Opò.ldo, 10, 177
)) Dima, 221 Floriani Emilio, 161
11 Emilia, 221 • M .. 184
» Emma, 221 Foce:mpt Anz.el, 144
11 Francesco, 2 2 I Fogolari Gino, 3.5:2
» Luigi, 2 21 » Miclhele, 82
11 V1rgini.a, 221 Fontam Antonio, 161
!Fedele Augusta, 221 111 Maliy Giuseppina, 162
,. Francesco, 221 Fon.tana Gio Battista, 221
11 Gemm:a, 22 I Fontana Mans. Stie/ano, 52, 162'
11 Luigi, 221 Foradori Gioachino, 42
» Milli, 22 1 Fracalossi Giuseppe, 221
li Virgiraia, 22: I Francescatti Federico, 42
» Zita, 2.21 F:ranceschi Elisabetta, 242
Federici Nicolò, 191, 192 Francesoo da Borgo, 164
Fedler Maurizf,o, 157 » da CasteJfaJto, 21, 16:5
Fedrizzi Domenic·o, 42 » da Scure/te. 16S,
Felix Bortolo, l 57 Framcescotti Brigida. 3 37
» Gio Andrea, 157 Franciscus d:a Caldonazzo, 191
Fermiano da Strigno, 14 7 Fran:z:elli Guido, 154
Ferr.u Pietro, 209 fratmn Carlotta, 166
Ferrarli Domenica, 246 » Fortunato, 165, 169
» Gustavo, 221 » Gianmaria, 169
» Raff.aetie, 221 Frattini, 1 J 8
» Severino, 42 Fratton Remigio, 2:21
Ferrazza Brurno, 221 Fliighello Lui,gi, 202, 203
Fezio Giovanni, 3 72 Frisanco Maria1 221
Fezzi V'ittorio, 2 I6 » Umberto, 216
Fianick Natalia, 282, :293 Frisin,ghelli Luigi, 205
Fietta, 94, 277 Froner Cristiano, 130
» Badalai Frat., 158 » Giovanni, 169
» Battista, 2 I 6 Fronza Tullio, 42
» Chio/i Glu:seppe, 158 Fruet Ab,ele, 42
» Chio/i Santo, 158 »• Angelo, 42
» Giovanni, 159 » Emilio, 42
Filippi Enrico, 4 2 » Giuseppe 203
» Gwdo, 22 m Fuganti Cesare, 169
389
11 Eredi, 170 Genetti Gasparo. 147
Furlan Antoni.o, 221 Gennari IEHsali:>etta, 3 39
Fulrani E., 43, Gentili Anna, 3S
11 Isidoro, 4 2 • Maria Giuseppe, 182, 363
11 Michele, 145 Gentilibus (de) Simone, 19 I
Fusinato Giuseppe, 221 GentiEini Luigi, 269
F1,1si<> BariQ/omeo, 170 Geremia calzolaio, 145
Fussemberg Carlo, 221 Gerloni Bartotormeo, 62
Gabrielle p. da Casotto, 312 Gerola Berengario, 348
Gabri elli Costante, 221 Gh irardon Tullio, 2 I 6
Gadenz Tullio, J 71 Gia:comeUi Albino, 222
Gadler Arcangelo, 172 ,. Gio Batta, 222
Gadotti Raimondo. 4 1 GÈacomo Antonio, I 81
Gaetano don, 90, 91 , 92 , delle Giudicarie, 89
Gaigher Orazio, 172 , mastro, 182
Galicia Fe-de, 174 • :mercjaiolo, I 4S
Galici Giac. Antonio. I 74 GianeseHi Edoardo, 2r02
» Lisantf.ro, 174, 182 Gi anettini Domenico. 183
• Nuzio, 174 Gian Moena, 163
G.alitiis. Giac. Antonio, 182 Gianmichele Vescovo, 21
Gallo Fam., 277 Gilli France:ico, 222
Galvan Carlo, 174 Gio:ngo Alberto, 2.09
1
390
Grandi Ferdinando, 193 • Luigi, 197
» Giulio, J85 Irredentisti. 197
• Vi111çen20, 130 Iseppi A'ngelo, 4 2
Granello Guglielmo, 216 Jlacirnus Baptista, J4,6
• Linda. 216 Jacomo del Cunte, 145
Graspinel Battista, 191 • mer~aro, 14:5
Grassi Alfredo, 222 » da Ponte; i45
Graziadei Bonaventura, 186 Janeselli Afra., 222
• Damiano, 187 J~ .esielli Albina, 222
, Daniele, 198 » Angelica; 222
:» Dario, l 87 , Angelina, 222
:» Ettore, 222 • Francesço, 222
> Lor,enzo, 222 11 Luigi. 2.22
> ViJtvrio, 1$8 J oriati Giovanni, 222
Grazioli Giuseppe, 13,81 203j 289 Joris; Romano, 222
Gretter Domenico. 189 K.ock ing.• 224
Grifferio Rocco, 146 Laner Ediiino, 42
Grignolo de la Selva, 145 Lanner Felice, 203
Grisenti Giacomo, 130 Lanza Francesco, J45
Gtober G., 22S Lanzingher Giovanni, 222
Groff LioneUo, 348 Largaioli Enrlco, 324
11 Maria, l 72 • Fra111cesco, 222
Guadagnini Augusto, 189 ,Lazzeri Ceteste, 42
11 A ureJio,, 164. 190 • Francesco, 202, 203
• Carlo. J9Q » GÈ0 Batta., 203
1
39 1
1t Vettor. 145 Maffei Andrea., 288
Libardo Mathio, .192 Mag.nag,o Valentino, 152
Libardoni Marco, 2.2'9 Maier Tommaso, 216
Liberi Carlo, 42 Malfati Andrea, I 3,8, 289
Limana Luigi, 229 Manfrini Aristide, 95
» (CavJ, Luigi, 229 ManU1ali Cristoforo, 258
Linhart Anna, 222 Ma.rchesanil, 32
11 Lidi.a, 222 Mar,chesoni Giulio, l 24,
lmnzo Giovanni, 230 • Quirino., 42
Lodron (dei) Beatrice, 281 • Vittorio (a), 217
Lon,gh:i Alessandro, 109 » Vittorlo (b), 241
• Federico., 13 J Marchetti. 214
Longo Ema·nué/e, 2JJ » Tullmo, 212, 217, 2 t8
li Gio !Batta, 162 Marchetto Aldo, 217
,. Giuseppe, 222 11 Maria,. 217
11 l&onardo, 31 S » Giovanni, 241
» Maria Teresa. 131 Marchioretto Pietro, 242
» Mic!h,ele, 2 22 Margoni Gio Battista, 203, 206
li Pietro; 259 Marietti da Bieno, 209, 243
Lorenzi Giovanni, 152 Mariotti Bortolo, 203
» (dot't.) Guido, 45 ,. Carlo, 2,09
Lorenzi ni P., 4 l M8.1ironi Riccardo, 2'90
Lorenzoni Abramo, 42 Matrtinelli Anna, 222
11 Giovanni, 11 l 11 Beniamino, 222
Loss Antonio, 22 2 !li Daniele, 92
i. Domenico, 232 » Domenico, 222
1t F.milio, 222 li Giuseppe, I 31
11 Fanny, 222 )I Vigilio, 9 2
» Giuseppe (a). 2 J2 )I Vfttorio,, 243
» Giuseppe (b). 42 Martimi Francesco, 198
» Giuseppe (e), 222 » Leopoldo, 198, 199, 200
Loss Luigia, 222 » SiEvio, 209
»Maria, 222 Martiri Amaunie111si, 248, 312
» Màttino, 368 M.arzari Carlo,, I 99
• Raffaele, :2 2:2. 11 Prati Luigi* 114, 282
11 Silvio Aprii, 217 Masina Giovanna, 174
Lucchi Ottone, 2 a9 Ma ttioli P'. A.n dire a, 21, 100
Lucian sorelle. 212 11 P., 232
Lu:nardo viearo, 145 Mattivi Vigilio, 222
Lunardoni Agostino, 233 Maurizio da Caldonazzo, 147
1
392
Mene-strina Francesco, 100 Domenic-0, {e), 329
»
Mengarda Beniamino, 42 » Giovanni (a), 43
MenghiJt Temistocle, 209 » Giovanni (b), 203
Meng111zzato Pietro, 199 • Giuseppe (a), 41
Menin Albino, 222 11 Giuseppe (b), 201, 209
Mezzanotte Domenico, 244 » Guido, 41
» Gaetano, 222 » Pietro, 203
Mezzena M.stro, 3 54 Motes Mat.hjo, 147
Miche:li Clotilde, 244 Moth Gabriele, 25 J
Micheloni Demetrio, 13 l Mon A rigelo Giacomo, 85,. 25 I
Mina (T·aufer - Zanet.el Domenica), » Fedele, 253
:l33 li Giamb~ttista, 253
Minati Frat., 145 » Nicoletti Ioland~ 2:53
» Giov. Antonio, 245
1 » Pjetro, 2:5 1
Minatti Francesco, 4 3 Motter Albino, 4.3
Miorm Guido, 217, 2 18 )I Enrtco, l 3 l
Mioro T,oni, 14.5 • Giacomo, 254
Mittempergher Giulio, 222 :» Va:lentino, 199
Moar Gaetano, I 52 Musocco Fabrizio, 146
Moggioli pitt., 115 ,. Giuseppe, 371
MoEinari Beniamino, 43 Nar,d,eUi Enrico, 255
)I Dionisio, 246 111 Luigi, 2 I 5, 217, 222
:>1 Egidw, 246 Natale banditore, 145
» Vincenzo, 124, 2 l 9 Naurizio Eiitz, 155, 256, 257
Monauni Tullio, 217 » Lorenzo, 257
Montagn:i Giovanni, 43 • Pao/0 255, 257
1
,
393
Nervo Giuseppe. 212 » Carlo, 202, 20:'i
lt Nervisld, 202 » Francesco, 2 73
• Rodolfo, 41 » Matteo, 43
Nicoletti da O:specialetto, 192 1 Pia, 222
» dottor. 251 » Pietro, 203
11 Tomaso, I 52 • Pieitro Paolo, 2 I O
Nicolò Vesoo·vo, 314 li Roberto, 222
Nicolussi Ottone, 124 Papa Giov. Do,rrato, .2 74
Nocher Frane. Antonio, 268 111 Silvestro, 2 7.5
» Gtus. Domenico, 268 PaJroli Battista, 152
Nolhénbuhler Giovanni, l S2 Partel Angela, 3741
Nones Carlotta, 217 Pasotti Laura., 330
• Gisella, 2 I 7 Pasqualini Giovanni, 132
Obber Attilio, 222 » Saverio, 275
Obe1 Francesco, 198 Pasquazz:o Dom.enico, 202
Oberosler da Roricegn<>, 269 Passamni Pietro, 152
• Giuseppe, 206 Passi Bart. Antonio, l O
Ochne:r Ferdinando, 169 Passingari Joam Michele, 14 7
Odorizz:i Pcetro, I 52 Pastorini Feliice, 27:'i
Og.nibeni Alberto, 68, 217 • Francesco, 27 5
» Lodovico, 202 • M. Ter~sa, 18
Onestinghel Gino, 99 i, Paolo, 275
» Giovanni, 100 Paterno Ameliia. 309
Onteirto1ere Maddalena, 8 » Domenico,. 15 2
Orler Pietro, 2'70 • Ferdinand(). 2 75
• Rodolfo Mons .• 170 Paternolli Emilia:, 222
Orsi Luig~, 163 • Narciso. 222
Orsmngher Lzonardo, 43 PatenaoUo Antonio, 143
1t Luigi, 43 » Frane. Antonio, 276
• Martino,, 161 li Martino, 149
• Pietro, 43 Pauone Notaro, l 8.2
Os:s .Domenico, 2 70 Pavino Gabriele, 144, 14S
» Emert Luig,i, 43 Pecoraro Marianna, 219
, Giusepl>Ct 202, 203. 206 PeUaur,o Domenico, 141
:» Rolando, 41 Pellegrini Maddalena. ,61
• P:ietro, 199, 200 Pellizzaro, 276, 277
Osti Fausto, 222 » Baldessare, 276
,,. Leopoldo, 222 li Giuseppe, 204
• Linoi 205, 209' Peregrino ,sarto., 14'1
P'accanari Giuseppe, 210 Pergher Leopoldo, 100
P·ace Fganeesco. 41 Ferini Agostino, 14
P'acher, 32 ,. Carlo, 14, 298
• Giuseppe, 272, 307 Per,otto Caterina. 222
P·alaoro Ameliai 217 Perteganti, .2 ii
• Umberto, 217 Peruzzi Francesco, 40, 41 , 124
Pa:nizza Pompeo, 200, 202, 204 Petri Guido, 124, 220
Paoli Alfons.o, 205 Phitzer Pietro, 2 78
,,. Antonio, I 52 Piazza Giorgio, :260, 279
394
» Gius. Benedetto. 258, 2 79 • Angelica, 223
Piccinini Vinceslao, 20'6, 210 » Angelico, 282. 183, 288, 291, 192,
Pier Paolo da Roncegno, 2 79 34-8
Pietro dia ,Sa.moclevo, 3 12 » Astenia, 292
Piff.er Giuseppe, l 25 • Bianca, 223
» Oreste, 222 » Camillo, 43
Pilati Carl'Antonio, 36, 38, 371 • Cesare, 223
Pilonus Franciscus, 191 • Cesira, 223
.Pincio Lucio Romolo, 145 Prati Domenico, 282, 287, 2·92
PimtareUi Battista, 153 » Edmondo, 281, 285, 287, 291, 293
> Egidio, 222 » Eriberlo, 282, 287, 192
li 1Giuseppe, I 32 » Eugenio, 76, 112', 117, 185, 282,
Pinter Francesco, 20,4 283, 187, 290. 19[, 292. 29J, 347,
Piva Giovanni, 2i9 348
111 Giulia, 222 » Giacomo, 182, 290
J11 Um'berto, 222 » Oiovaritii, 70, 184, 28:S, 337
Pivio Marllino, l 98, l 99 » Giulio, 181., :290
Plancher Emilio, 43 » Giuseppe, 223
!Poda Mario; 222 • Guido, 282, 28S, 288, 291
!Il Gi1useppe, 2 02 » Italo, 292
P'ola A l>elardo, 222 ,.. Ll!ligi Rodolfo, 4.3
» Adelina, 22:3 • Marzari Luigi, 114, 282
» Alberto, 220 » Maittiè Carolina, E92, 282, 285
» Iolanda, 223 ., Michelangelo,, 282, 285. 286, 292
» MarceUa, 223 »· Pia; 223
,. Marco, 223 »· Probo, 293
• Maria, 223 » Raffaele, 114, 308
11 Mario, 223 • Raffaella. 288
» Nicolò, 1S l » Romua/dc, 282, 293
11 lla.ffaele, 223 » Sara, 292
11 Sanzio, 223 » Stefano, 282, 290
Poladra SpbiJa, 193 11 Vittorio, 413
Poletto Giacomo, 280 PredeU:i Emanuele, 213
Polo G\lido, 73, 320 Prighel Silvio, 4 3
• Guido don; 354 Pros:pero Antonio, 294
.11 Nicolò, 280 » Battista,. 2 94
• Vincenzo Gius., 280 Prudei Domenico, 295
Pombeni Adolfo, 280 Pruner B,attista. l 53
Ponte Jlacopo, 182 Puecher Passavallli Gmorgio, 295,
• Renzo, 125 » lgnwio, 185, 266, 295
Poppj Fam., 141, 1631 Pueler Giorgio, 19 E, 192
» Baldassare, 281 Purin Ma.ria, 36 I
Postai Giusto, 43 Quaresima E., 100, 349
Fradel Apollonia, 294 Rachini Antonio, 298
Prato (A) IBattista, 81 , 278 » Gius. Antonio, 195, 298
• Giovanni, I 03, 342 )IFrancesco, 298
Prati Fam .• 182 » Sigismondo, 298
• Adelin:a, 292 » Troia.mo, 298
395,
RampaneUi Fra.111cesco. 2.23 Ropele Giorgio (a), 302
Rasmo l:aura, 223 • Giorgio (b), 223
Ratlin Giovanni, 198, 199, 200 Roppele Emilio, 223
Refatti Cesare., 223 RosaneUi C.arlo, 210
Reinald,o da Fornace., 355 • Cesare, 223
Rella Ugo, 218, » Giuseppe, I 98, 203, 206
1
396
»Gio:rgio, 144 » Stefano, 223
» Giovanni, 3 1i() Silano Francesco, 144
» Giuseppe (a), 43 Simeo111i Felice, 223
» Giuseppe (b ), 309 » GiovaMa, 253
Sartori Lorenzo, 21 O Simion Pietro, 132
» Luigi, 308 » Piet.ro don, 233
» Maria,. 223 Simioni Pietro, 4 3
» Narciso, 223 Simonato da Fiemme, 89
» Pia, 223 Simone Notaro, 357
» Raimondo, I 99 Sittoni Francesco, 2 10
» Pietro, 201, 202, 210 » Domenico, 210
» Teofilo, 212, 309, 310 Sizzo Augllstai, I 59
» Teresa, 194, 310 » de Nor:is C., 92, 299
» Tullio Montecroce, 310 » G., 371
Sassella Uld,ermco, 43 Slucca Lazzaro, 203
Sbetta Sebastiano, 192 Slucca M:atteonii Gino, 218, 223
Scalet Giovanni, 43 » Giovanni, 218
Scarpa Angelico Camillo, 311 Srnaider Giacomo; I 91
Scartezzin:i Gio Battista, 312 Somadossi Mario, 126
Scevola Cei<>la Luigi, 312 » Umberto, 138
Schi.avonus Paolus, 142 Someda Fam., I 63, 164, 298, 316
Scopoli Francesco, 298 » Fratelli, 316
,., Gio Battmsta, 312 'I! Giov. Battiista, 3 16
»• Margherita, 298 Sorut Luigi, I 64
» Paolo· A.ntottio, J 12 Sordo Aurelio, 41
Scotoni Mario. 218 » Giuseppe, a13
ScuteUi Francesco, 248 » Severino. 43
» Marcantorn.io, 248 Sottoi!)iet:ra V.alenlino, 223
Segata Prof., 50 Souirdeau Augusto, 316
Segato Fedele, 202 Spada Onorio, 45
Seg,ltetta Cristofo.ro, 143 Spagola Alessandro, 206·
Selvatico Pietro, 3,23, 343, 344 » An:g,e!lina, 223
.Sembianti Giuseppe, 21 O i. Armando, 223
» Remo. 313 » Candida, 280
Semon S ,amuel, J 74 »> Elviira, 223
Sette Luigi, 100 Specher Stefano, 223
» Sii vio,. 223 Sperandio Ljbera., 223
Setti Nicolò, 313 Spi:zzer Oil'sola, 243
Sforza Ferdinando, 210 St,efani Attilio, J 17
Sicca Angelico, 21 » Gjovanni, 223
Sicco (Xicoo) Bartolomeo, 314 »- Giuseppe, 317
» Francesco, 314 • Giuseppe dori., 319
» Macadante, 314 »• Ll!lig;i, 132
» Mièhéle, 3 14 Stefano da Cles, 314
» Modesto, 3 l 4 Stefenelli r ,erruccio, 320
» Pole11toH,, J'l J
Ricci » Noemi, 319
S:igbele Bortolo, 223 Stenghele Pio, 43
» Giov.annj, 223 Stoppa Giovanni, 202
397
Stozzoni Veron. Dorotea, 1'93, ,. Santo Domenico, 3 3
Strada Domenico, 320 Tessaro, 94
• l..eo nardo, 320 » Miola Filippo, 75
• Silvio, 2 23 Tevini Simo:n Michele, 1641
398
Tornio Alessandro, 223 • L.uigi, I 98. 206
• A!lfredo, 223 i. Stefano,, 357
• Amelia; 223 -. Vjrncenzo; 128
,, Anna, 223 Valduga .Guido, 4!3
11, prè, 147, 148 Valentini Andl!'ea, 43
, V alellitino, 2 23 • Scotoni Cesira, 218
Tomm:aslni Ottone, 2.18, 223 Valer:iano Domenico, 191, 192
Tommaso fu Zanino, 349 Va/lesini. 357
'fommasl!ls de Costasavina, 191 Vanetti Clementino, 22
Tondini Angelina, 223 Vanin Pio, 223
»· Bortolo, 223 Vasseilai-Prati Ersilia, 288
• Giuseppe, 223 Vedova Davide, 211
'fanelli Camillo, 350 Veyet Ptìtscher, 278
» Carlo, 350 Vendramo da Piubago, 357
• Tommaso, J50 Ventrella Lucr,ezia, 3 17
'fomtolli Bartolomeo. J'51 Veozo Giuseppe, 2.2.3,
'fo11oni Aldo, 223 Vesco dont 199
,. Basimio, 223 Vettor de Pietro Gr.ande, 192
"' Enzo,, 223 » de Li.bardo, 192
Tovazzj, 247, 2'98, 313, 327, 370 Vetto-razzi Gede()ne, JQJ, 358
'Frapp Carlo SebasL, 91, 92 Vicentini Zeffirino, 223
• Osvaldo, 92, 147, 161 Victore de Jlo Batta, 246
Trener Giovan BatJisJa. I 16, 237, Vinciguerra Giacomo, 151
351 • Luigi, 203
Trentio Laura, 98 Vènotti Luçia, 223
'frentinaglia Giuseppe, 36 Vnsintainer Amabi'le, 3·59
Trentinello Matteo, 192. Vittore Ma:nfredo, I 10
1
399
» Pietr<> (b), 363 ZangheJl.ini Antonio, /99, 263
Welsperg, 82, 192 266, 367
» Cristoforo, 14·6 » !Leone, 223
» Giacomo, 2 8 1 » Paola. I 28
» Sigismondo, 28 I » Pietro, 260. 367
Weriter Giorgio, 290 Zangr.ande GiU1lia, 219
Willenburg Amelia, 332 » Pietro, 215
Willi aut Vili Gio .Batta, 203. 211 Zaniboni Erminio, 100
Wolkestèin, 144 Zanolini Vfgi!io, 163, 369
Wiiirtemberg Elisabetta~ 258 Zanollo doni 290
Zaffran Lodovico, m09 Zanoni Eligio. 223
Zagornel .B'or:tol.o, 54, 171, 364, 374 .Zanotto Emico, 200
.Zamlbait Domenica,. i 74 Zantus Gaspare, 146
Zamòattì Marchetto Ele111a1 329 Zanvacharo da Grigno, 148
Zambelli, 74 Zecchimi Giuseppe, 53, J'64, J74
» Cl.audio, 205 Zeni Giuseppe, 43
Zambiasi Mons., 373 Zentile Fam., 43
Zamboni Emantuele, 223 » Eustacchio, 41
» Giovanni, 223 Zieger A., 347, 348
» Luigi, 2 23 Zilotti Domenico. 375
» Maria, 223 Zi;ppe1 Giovamni, 19
Zamped!rm Eduino, 134 » Vittorio, 31
Zampiccolo Giacomo, 144 Zoner Do:menico, 223
Zampieri '.Battista, 153 » Giov. Battista, 223
Zamatin Giuseppe, ·153 Zorr Maddalena, 199
Zanei Anselmo, 410, 43 Zordan de Lunardo, 145
» Giorgio, 40, 43 Zortea Celso, ]75
» Giovanni, 365 » Luigi, 3 76
Zanella Giov. Battista, 3- 72 Zorzi da Strigno, 147
» Pietro, 2 11 » Michele, 376
Zanetel Bortolo, 4 1, 43 Zotta Bailo Pietro, 211
Zanetelli Augusto, 366, 371 » Giovanni, 43
» Giovanni, 146, 366 Zottele Remo, 144
Z:anettelli Ant Nicolò, 366 Zotti Giuseppe. 377
Zainette11o Cristoforo. 366 Zuan de Nago, 89
Zane:tti Carlo, 12:8 » de Vignol.a, 57
» Ernesto, 211 Zuçç!,elli Antonio, 176
» VaJentimo, I 53 Zudei Ceppa, 148
Zanetto da Cinte, 142 Zugliani OrsoUa, 270
» da Grigno, 14!5 Zuliarrti Andlrea, 43
ERRATA-CORRIGE
Pag. 23, riga 20, leggere: ANDREATTA PROF. CIRO...
Pag. 32;, riga 5~ leggere: collaborò col medioo Pach~t ...
Pag. 92, riga I 2, leggere: TrapiP e Thu.n...
IP'a.g. 212, riga 33, léggére: P'aneveggio...
lP'a.g. 252. riga 28. leggere: Alto Co,mmissario....
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