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ANTONIO ZANETEL

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Finito di iltampa re n el m.èse di ap1rilè 1'978
pree_eo la Li.totÌiPOl!rafja Alcione • Trento
Copertina di Siilvano pr,of. .R@cebio

I
Mia mogliej Angelina Alessandrini, ed io
DEDJCHfA/\10 queste pagine
ai nostri ex alunni ed ex alunne

NOTA .D ELL'AUTORE

(<Lo scopo e i limiti>)

Lo scopo di questo lavoro è so·praittutto quello di segnalare il con-


tributo che ,«UOMINI», figli della nostra terra, d.al cuore ricolmo di
ideali e dall'm
nttelletto ricco di conoscenze, hanno dato alla scienza, al-
l'arte, alla storia, allo spirito.

Il «DfZIONARIO» trov·ai i suoi limiti geografici nel territorio com-


prendente l'Alta e Bas:sa Valsugana, il Bacino dell'Alto e Medio Fer-
sina; gli Altipiani di Pinè, La.varone e Vigolana, la zona del Tesino ,e
Primiero; e viene presentato solo come «proposta» per ulteriori ricer-
che e verifiche. ]nfatti le notizie 'in esso contenute si fondano quasi
esclusivamente su fonti 'bibliografiche, le qruali non sempre riflettono
integr,e tutte le angolazioni della verità storica.

Là dove mi fu possilbiEe n,orn ho trascurato l'a.nedd!otica, intesa come


mezzo atto :ad introdurre i nostri ragazzi nello studio del passat,o, con
la persuasione e l'augurio che la conoscenza di esso possa facilitarli
nella scelta e nella costruzione del loro avvenire.
Padova, 197.8
A. Zanetef

.ALLA RICERCA DELLE «RADICI,,
DI UNA TERRA E DI UN P'OPOLO

L'impegno di storicizzare il co.n tributo c·ulturafe del Trentino è stato partico-


larmente se·n tito a partire <iaf secolo XVIII; nell'ambito della temperia storiogra-
fica promossa da Ludovico Antonio Muratori.
Nel 1'733 usciva, a Rovereto, una rac·colta di noti.zie su ,s crittori no.stri, dovuta
a Giacomo Tartarofti (fratello minore del c-o ntroversista, Gerolamo), racoolta
accresciuta nel 1777, in una nuova edizione, pubblicata - questa vof'ta - a VeM
nezia, a cura del sacerdote Domenico Tcdeschini. pergfnese. Assai più vasta
informazione intorno ,a glì autori nostri si trova nel tre 110/umi manoscritti (tuttora
Inediti) def fr:ancescan·o Gian Grisostomo Tovazzi (Volano 1731 - Trento 1806).
Tutti gli scrittori ven,u ti dopo, si rifanno a codeste tenti settecentesche. Carlo
Rosmini, c.h e avrebbe inteso scrivere un'opera sugli scri ttori del Trentino., arrivò
solo a stendere un Ragionamento (p·u bblicato nel 1792, a ,Pavia) che .sa:rebbe
dovuto servire da introduzione al suo lavoro sopra gli scrittori tre·ntini, dopo aver
cons11ltato i manoscritti del padre Tovazzi. E Francesco v;gilio Barbacovl (Taio
1730 - Trento 1825), nelle Me1m o1rie stori,che della città e del territorio, di Trento,
dedica il capitolo conclusivo agli uomini illustri e al .letterati trentini.
Chiara - dunque - e londa,ta, l'intenzione di rendere evidente che Il Trentino
era stato parte viva nel movime,n t,o culturale italiano ed europeo, pur ne/Ja sua
situazione limitanea quale territorio ,d i confine e nel relativo distacco dalle altre
aree italiane ,d urante gli ottocento anni della sua indipen·denza politica quale
Principato Vescovile.
Difficile dare una sinte,s i del contributo culturale def Trentino nef secoli; più
difficile ancora operare un'analisi che ne dia fo spessore e f'fmmagJne .
I tentativi co,m pluti in pa.s sato ;n chiave dotta o in chiave popolare dimostrano
quanto sentita però fosse quest'esrgenza.
Vorrei soJo ricordare una ricerca., in questa ma terra, che era stata più che ab-
bozzata da mons. Antonio Rossaro ed ;nfine, per trovare un recente studio al
quale far risali re J'ispirazione della presente noblfe opera dello Zanetel, la fatica
di un bravo insegnante, Luigi Proner, che nel 1959 raccolse in un vo1ume (555
pagine) I suoi «Medaglioni di illustri trentini in un popolare com,pendio di st,o ria
patria,..,
Assegnati molto saggiamente dei precisi limiti territoriali al suo lavoro, Anto-
nio Zanetel è andato via via raccogliendo dalle più disparate torl'ti bibliografiche
ogni notizia riguardante il tema della ricerca: gJf «uomini Illustri» della sua terra.
dei Comprensori della Valle d,e l Cismon,, della Bassa e ciell'Afta Valsugana.
Antonio Zanetel è primierotto, ma è vissuto per anni in Valsugana dove, in-
sieme alla moglie, ha saputo proporre ai suoi alunni, la sua saggezza, l'amore
per if sa.pere, il senso deJl 'ordlne della compiutezza ed infine il signifiicato più
profondo della ricerca storica, intesa come ricerca dello spec;fico d'una terra
e d'u·n a gente, defJa sua anima più nascosta e più vera.
Una lunga minuziosa accuratissima indagine /,o ha portato a consultare ar-
chivi parrocchiali, comunali e privati, biblioteche, riviste e pubbllcazionr di-
menticate da tempo o di solo valore documentaristico. Il lavoro certosino e
oscuro ha dato b,u oni frutti ed ora abbiamo in questo Jlbr:o la chiave interpreta-
tiva della storia della Valsugana e del' Primiero: una storia vista per cosi dire
dal di dentro, nei personaggi, anche minori, ohe contribuirono in maniera egre-
gia alto sviluppo di una co-munità.
Trovtamo qui l'impegno e la testimonianza dei molti, ohe hanno ricerca.to con
sin,c ero amore fa verità , hanno guidato con rettitudine e intelligen.z a il loro popo-
lo. hanno portato con onore Il nome trentJno lontano nel mondo, che si sono va-
riamente prodig.a1ti per migliorare le condi'zionl di vita della /oro gente e p·er aca
crescere l'arco delle conoscenze umane.
Da queste figure si ,d elinea Il carattere della gente di Vals1.1gana e Primiero,
er1EJ<:Je diretta cli ognvno rJi essi. ,U na gente tenace, aperta alfa. vita, fon,d am~nts,f-
mente ottimt-:Sta, generosa, ospitale, profondamente buona, che le avversità
hanno reso sollecita alla solidarietà c,o n chi soffre e all'amore per il prossimo.

È stato detto che in queste nostre val/I, afJa .stor;ca povertà di risorse mate,r iali
si aocompagn,a va quella, ben, più grave, di riso.rse umane. S'è spesso ironizzato
su quelJa che qualcuno definl una «lieve tinta di inerzia· aoqutescenfe,, propria
del carattere dei va/suganotti.
Ecco questo libro dimostra - già lo sapevamo - che qu·e sta fnterpretazfone
1,

non è vera.
Vediamo qui espresso in nomi, in opere, Jn reaJfzz·azioni, l'apporto culturale, fl
contributo di civiJfà e di cultura che la Valsugana e if Primiero hanno dato, al
Trentino. a/J''/talia1 a/l'Europa.
L'Assessorato Provinciale alle Attività Culturali ha voluto pubblicare quest'o-
pera, e diffonderla poi nelle scuoi/e e nei centri culturali, proprio per dare con-
creto seg:n o a /l'identità culturale specifica aei tre Comprensori, per favorire la
coscienza di sé e della propria storia e su que,s ta proiezfone nel futuro delle
conseguenti linee d ·'azion'~, c.ufturafi, polftiche, economiche.
Vc1remmo considerare il Dizionario di zanetel un inizio, un p·r imo passo ver-
sa la «storia» dei Comprensori1.
È un auspicio ma anche un Jn11fto che ogni comprensorio del Trentino pro'ilve-
<ia - in un certo numero di anni - a presenta,r e il proprio Djzionario Biografico,
come prova de/J'a·cqufs'ita coscienza della propria identità, come contributo e
perfezionamento di storia locale, e omaggio a tuttf i valori spirituali, culturali, ar-
tistici f1E,i quaJ; Ja nostra storia si concreta.

dott. Guido l oren:z.l


Assessore alle Attività C111lturali1
della Provincia Autonorna di Trenio
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ACQUIISTAPACE P. PIETRO SIGISMONDO, teologo, nato a


Borgo il 21 dicembre 1711 da Francesco e Orsola A liprandi.
A sette anni entrò nel collegio dei Gesuiti a Gorizia, ma superati
1

gl i studi classici vestì l'abito dei Padlri Be:rnabiti. Terminato brillante-


mente i.I corso di teologia, si dedic,ò a Milano, in Sant' Alessandro, al-
l''ins:e:gnamento della filosofia e quindi occupò anclh.e la cattedra di
teologia.
Fu poi trasferito a Fossombrone, chiamatovi dal vescovo di queHa
città per co·prire l'incarico di teologo di Curia.
Ripreso l'insegnamento, si trasferì a Bologna ove insegnò dappri-
ma in Seminario e poi, su designazione di Papa Benedetto decm m0 - 1

quarto, fu aggregato al collegio dei professori di quella celebre Uni-


versità, presso ~a quaae tenne i corsi di :sçienze teologiche.
L' arcivescovo Card. Malv,ezzi lo assunse inoltre come toolog0 ed a 1

lui affidò l'i111carico dii c,dare gli esercizi spirituali a'ila NobiJètà Bolo-
gn'ese»j dalla quale era altamente stimato.
Assunse fama .anche per i suoi panegirici tra i quali è ricord,a ta
!',Orazione del Beato Alessandro Saul'J. detta nella chiesa di S. Maria
irn Cenobio a Mo nza e che fu stampata a .Lucca nel 1743.
1

A Bologna mori il 19 novembre 1759.

(Montebello.· N'ot~zie Stor., Top.e Relig. della Valsugana e Primiero, pag. 299;
Ambrosi: ScritL Art. Trent., I[ Ed., p,ag. 120; Tovazzt: Bibl.. Tir., pag. 15),

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ALBERTI DEGl!.I D,'ENNO ALBERTO, teo!ogo, nato a Pergine il
29 luglio 1593 da Giuseppe e da Madd:alenèl Ontertolere. Addottora-
tosi in Padova entrò nella Compagnia di Gesù il 15 settembre 1615.
Per 14 anni insegnò rettorica. matematica ed esegesi biblica nel
collegio di Brera in Milano..Fu in Valtellina per co:mbattere le dottri-
ne calviniste e a Milano tenne il provicariato deU'Inquisizio,ne.
Tuttavia non trascurò le opere di cristiana pietà. Lo, si trova infatti
a Cremona per assistere gli ammalati, e fu imtpiegato in ministeri spi-
rituali presso varie Case deUa Compagnia.
Divenne assai noto anche per la difesa dei Gesuiti contro, le idee di
Gasparo S,cioppo (Schoppe vel Scioppius), ftl,osofo e pubblicista tede-
sco. Smdice che costui ablbia scritto ben 23 opere contro Ja Compa-
gnia di Gesù, ma l'Allberti rtroncò la polemica non solo pubblicando i
due rilevant~ lavori di cui ap,presso si dirà,, ma sfidando lo stesso
Scioppo ad una pubblica discussione da tenersi in Bolo,gna. Pare che
l'inteliessato non abbja accolto la sfida, anzi, come fu scritto, incapa-
ce d'imporsi e per dottrina e p,er oratoria, pare anche ne morisse di
rancore.
Ma pure l'Alberti Ìlllcorntrò le sue difficoltà con i superiorm del suo,
Ordine. Manifestò infatti qualche simp atia per il movimento dei <<Pe-
/agisliJJ. Scrisse anzi la Vita di Giacomo Filippo Caso/o, propagatore
appunto di questo movimento. L' Alberti fu coinvolto nel processo,
contro oostoro ed ebbe l'ordine dal Generale della Compagnia di con-
segnare :il manoscritto e quanto possedesse degm scritti del CasoEo ( 13
gennaio 1657),
F u dunque convocato a Roma e quivi rimase come padre spiritua-
le, confessore e predlicatore fino al dm della su.a morte avvenuta iil 3
maggio 1676.
Nel 1632 predicò nella cattedrale ,di Trento e nel 1633 nella chiesa
parrocchiale di Pergine, sua patria.
Ecco le sue o,pere, di cui si ha menzione::
Oenerales Vindiciae adversus famosos Gasparis Scioppii libellos
(2 Voi. Monachii, 1649); Lydius lapis ingenti spiritus ac morum Ga-
sparis Scioppii ... conformatus (Ibid. 1649); Liber co,ntra saltationes
et choreas. -Raradoxa moralia de ornatu mulierum ... pro Confessorifs
et Concionatorilms praecipue eleborata, opera dedicata alla R egina di
Spagna, Maria d'Austria (Mediolani, 1630); In etoquentiae quum sa-
crae tum prophanae corruptores Actlo (Ibid. 1651) Novacula, denti-
scolpium, el strin,gilis ... (opera inedita).

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P,er la sua vasta cultura fu poi incaricato di curare una rnuov.a edi-
zion.e del Dizionario del Calepjno con l'imcarico di aggiornarne e
complettarne l'opera. Mo~te sue no,te inedite servir,ono poi a p. Carlo
d'Aquino per la stesura del suo Lexicon mi./itar:e,

(To,va2zi: Bibl. Tirolese, pag. 24; Antbrosi:· Scritt. Art. Tr., pag. 52; Ambrosi:
Somm. St. trent., Pag. 184; Papadop0U: Hist. Gymn. Pat. I, pag. 197; Matte{: Pi~-
cola Enc. del Trent., Jpag. 97.; Tartarotti: Notizie 1st. degli Scritt. deHa Prov. del Ti-
rolo, Venezia, 1777; Mont,ebel/o: o.e., pag. 396; Pietro de Alessandrini: Memorie di
Pergine, pag. 1.74!; Arch. Rom. Soc. Jes.u: Med. 30, ff. 135, 136, 141 , 14!2; G. M.
Mazzucchel!i: Gli S:eritt. d' ltali.a1 Brescia, 1753, pag. 297; P. Stancov;:ch: Bibiog;r.
degli uomini illustri dell'Istria, Capodistria 1888, pag.. 43; C. So,mmerwogef: Biblio-
thèque de la Comp. de Jésu, I, 8ruxemles•Paris, 1890, coli. 128, 130; VIII ibid.
1898, coll. 1597; XII Touluse 191 L-1930, colJ. 913; J. ll'On Doflinger: F. H . Re1Usch
Gechichte der MoraJtreitigkeiten in der romiscb-Katho.lischen Kir,che, Norlingen,
188,9, I, tpagg. 33,558, 5.5,6, 583,587, 593-11 (docc.) pagg. 302,306,311 e ss, 314,
316; P. Guerrini; I Pelagini di Lombardia nel ((La Scuola Catil.» 1922 s. S, XXIII
pagg. 274-, 275, 285; Idem. m Miscellanea Bresciana, Brescia, 1953, pagg. 59, 96;
M. Pe,drocclri: n quetismo italiano del 600, Roma, 1948, pagg. J.2,34; Id., 11 proble-
ma del la;ssismo nel seç. XVII, Roma, 1953,, p.agg. 15, 50; Diction. d'Hìst. e de
Géagraf. Ecci. 1 coU. 1.575-1576; Dizian. Biografico degli Italiani; Ist. Encicl.
Treccani, I 960, pag. 68 I).

NOTA: La famig!lia Alberti iniziò la sua dimora m Pergine verso


l'anno 15 66. Il v,esçovo Federiç,o Wanga, che tenne il princip.ato dai 9
agosto 1207 :al 6 novembre 1218., anno in cui mori, diede in feudo ai
fratelli Giacomo, R,oberto ed Ottolino d'Enno, ie·on esposto del 9 lu-
glio 1217, il. casteUo omonimo, che dovevasi ergere su una collina
denominata Corona. Ep,però ]a storia di questo castello, che potrebbe
confondersi c,on altri, la si lascia alle ricerche di persona più prepara-
ta in questo campo.

(P, Alessandrini'; Memorie di lP,erginel pag. 174)

ALBERTI DEGLI D''ENNO BARTOILOMEO (1768-18,50). È certa-


mente deUa stessa famiglia perginese. Sue sono le Ricerche slorico-
filosofiche sulle istituzioni cavalleresche. opera stampata a Lugano
nel 180?.

9
Si sa ancora di hui che fu insignito della commend!a dell'Ordine di
Maltta e c.he mo.rì in un suo castello a Collepasso in pro,vincia di Lec-
ce.

(Amo.rosi: Scrilt. Art. Tre111t., pag. 94}.

ALBERTI DEGLII D'l!NN•O FELl'CE,, storico e principe v,escovo di


Trento. Quand'egli iil 4 ottobre 1701 nacque, da. poco i suoi genitori,
Gervasio e contessa Barbera Bortolazzi, si erano trasferiti dalla loro
p·atria perginese in Trento. Non ancorai adolescente rimase orfano
d'entrambi, e tuttavija riusci a portare a compimento gli studi umani-
stici presso la sua città. .
Abbracciato lo stato ecclesiastico, fu ammesso neE Collegio germa-
nico in Roma donde ne uscì addottorato.
Spiravano, in quei tempo, specie in certi settori del clero, sintomi di
notev,ole rilassamento religioso, che erano il riflesso de1la vita e del
carattere dello stesso presule che guidava la Diocesi: iJ principe ve-
scovo Domenico Antorni,o dei conti di Thunn, Le cose declinavamo sia
dal punto di vista religioso che amministrativo tanto che, c,on una
complessa azione politica, il Capitolo della cattedrale riuscì a far no-
minare un vescovo coadiutore le cui mansioni potevano svolgersi con
.amplissimi poteri. Quest'incarico fu coperto d.a Leopoldo Ernesto dei
conti di Firmian, vescovo di Secovia (Istria).
Costui delegò le s,ue mansioni ad un concistoro, ecclesiastico for-
mato da persone pie e capaci e presied·uto da Monsignor Bartolomeo
Antonio Passi di Pressano, vescovo di Pella.. L.1Allberti appunto fu
chiamato a far parte di quest'istituto, ove svolse inc.arichi di premi-
nenza.
Morto il principe vescovo Domenico Antonio, fu chiamato a suc-
c,ed,ergli, con unanimità di consen:si sia religiosi che politici, il degnis-
simo Alberti, il quale prese ufficiale possesso del potere sulla cliocesi il
27 s·e'ttembre 1759. giorno in cui l'imperator,e Francesco I gli c,onces-
.se pure l'investitura politica.
Sciolse il con,cistoro e prese in mano le redini riuscendo, con la sua
religiosità, la sua elevata coltura, il suo intuito amministrativo; a cor-
reggere e a reggere le sorti della curia e della dioçe:si con grande abi-
lità.

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Un episodio tuttavia adom.brò, almento se lo si misura con il metro
d'o,ggidi, il suo governo.
Il noto storico Girolamo Tartarotti ,di Rovereto scrisse la Lettera
seconda d 1un Giornalista d'Italia ad un giornalista oltremontano,
con l:a quale poneva dei dubbi sulla santità e sul martirio del vescovo
Adalberto. Sorse una polemica a non finire alla quale intervennero,
come vedremo, l'Hippoliti ed il de Gaspari. La censura stessa eccle-
siastica decretò che ql!lest'opera del Tartarotti venisse bruciata pagina
per paigin:a, con s,olenne cerimonia, neUa piazza principale di Trento.
E ciò mentre il Ta:rtarotti giaceva a Rover,eto bloccato io letto da
quella grave malattia che presto !'.avrebbe condotto al sepolcro.
Ma ciò, non bastò. Morto il Tartarotti la municipalità di Rovereto
pose il busto dell'illustre cittadino nella chiesa di San Marco, la par-
rocchiale. D:einde irae: la curia di Trento or,dinò di togliere l'effige del
Tartarotti; i R,overetani non ubbidirono e la curia a sua volta decretò
l'interdizione della chiesa. Nella questione fu implicata la stessa corte
di Vienna con la quale l'Alberti addivenne ad un ,compromesso: nulla
obiettava da parte sua c!he il busto venisse collocato nel palazzo pre~
t,orio della cittadina.
Ciò fu fatto e si ristabilì la pace religi,osa e civile.
Tutto sommato risulta dlaill'episodio che anche nella no,stra regione
l'illuminismo stava penetrando ..
Tornando aJ nostro personaggio si deve dire di lui che, con la sua
severa economia, seppe riassestare la finanza della diocesi e benché
venisse tacciato di «grettezza e spilorceriaJ) per nulla arricchi la sua
famiglia. Risiedeva nel Castello del Buon Consiglio ch'egli ornò dì
nuova facciata.
In attesa ,del passaggio per Trento deU' Iefanta di Spagna IsabeUa1
figlia ciel duca dii Parma, che si recava a Vienna per diiveni:re sposa
d!ell'arciduca Giuseppe, per poterla accogli,ere ed ospitare brillante-
mente, dispose la realizzazione di un programma di lavori. Fece sel-
ciare a nuovo diverse vie della città, chiamò, da Verona Francesco
Fonlebass,o per dipingere delle sale in Castello, :rimise a. nuovo i pavi-
menti de] torrione.
Laboriosissimo, nei ritagli di tempo, si rdedicava a studi storici ela-
borando una crona,ca dei fatti riguardanti il Principato dall'anno
1022 aJ 1450 e compliando gli Annali del Principato Ecclesiastico di
1

Tre·nto dei quali Tommaso Gar ne c·urò la stampa.

11
Il principe vesco,vo Degli Alberti Felice, morto il 31 dicembre
I 762, fu certamente una delle figure preminenti tra quel[e cbe ressero
nei secoli la diocesi tridentina.

{Anrhrosi: Scritt. Art. Trent,, pag, 99; Ambrosi; Somm, Stor., l'rent., pagg. 141
e succ., 245; Alberi/ Fr. Felice P.V.: Annali del principato ecci. Trento, Monauni,
1860; P. De Alessa,rdrini: Memorie di Pergine, pagg. 146, 148, 185; Barbacovi:
Memorie storiche della città e ,d,eE territorio di Trento, pag. 83, 176; BrenLari: Gui-
da Trent., I, pag. 43; A. Costa: 1 vescovi di Trento, pagg. 139,194 - 19'6; 371; A.
Gadler: Effemeridi di S,tor. Trent., pagg. varie).

ALBERTI D'ENNO GIUSEPPE VITTORIO, principe vescovo del-


la diocesi ,di Trento. Nacque in Pergine il 24 luglio 1622. Completati
gli studi a Roma, fu creato Canonico della Cattedlrale e quindi vicario
generale e decano del Capitolo.
Fu consacrato vescovo ed assunse il governo spiritua~e della dioce-
si e quello temporale del principato nel 1689.
Ricorrendo con dotte tesi giuridiche e teologiche alJ'Jmperato,re
stesso, ebbe causa vinta nella difesa dei diritti ,del Capitolo in merito
alla reggenza nei periodi, non sempre. brevi, di interregno tra la morte
e la successione del principe vescovo, reggenza c.he intendeva assu-
mersi il governatore del Tiro~o.
Nell'am ministrazio:n,e dell.a diocesi prosegui I.a politica economica
già perseguita dal suo predecessore, quella cioè di incrementare lo
sviluppo delr~ndustria mineraria i'n notevole ripres,ai in q1!legli anni in
tutto il 'Trentino, specie nellJ'Alta Valsugana.
Ma il suo nome è soprattutto ricordato, per la dolcezza ,d'animo, la
moderazione e la giustizi.a del suo governo, n,o,rliché per le doti di
pietà, benevolenza e carità
Morì, dopo soU sei anni di governo, il 3E dicembre [695.

(Anl'brosi: Somm. Stor. Trent., [Pag. 132; L. Proner: Medaglioni TFe:nt., pag. 11 6;
P.de Alessandrini: Mem. di Pergine, pagg. 120, 148, 174. 187; O. .Brentari: Gui.da
Trent., 1, pag. 42; A1nbrosi': Scritt. Art. Tren.t., pag. 87; A. Stella: L'industria mine-
raria dlel Trentino n,el sec. XV [lf su «Studi e Ric,erche stor. sulla Reg. Trent., II»,
,Conn. Econ. Scient. Triveneto dell'Univ. di Padova, Tip. Antoniana, Padova, 195?,
pag. 190; A. C()sta,· I vescovi dli Trento, pagg, 139, 177 - l 79, 372).

12
ALESSANDR I NI GIUSEIPPE, scultore, nacque a Civezzano nel
1754. Nel 1808 lavorava a Trento e ((godeva credito di buon artista».

(Gerola in «Studi Trentini», 1930, pag. 141 ; Weber: Art. Tr,e nt.• pag.. E2),

ALESSANlDIAINI DE NEWENSTEIN (PIETRAPIANA) CAV. PIE•


TRO , storico e romanziere. La famiglia Alessandrini si è consolidata
in Trento sin dal 1442 q uiando un Sandrinus dle Pergamo venne men-
zionato Consul Tridenti. L,o stesso titolo fu attribuito poi anche ad
un suo figlioi Mapheus (1498,).
Un nipote diretto di costui, Petrus, fu nominato Conte Palatino nel
1518 dall'imperatore Massimiliano I, del quale era consigliere, ,c,ome
lo fu poi di ,C arlo V. Figlio suo fu il dottor Giulio; uomo dli alta cultu-
ra scientifica, letterato e fil,osofo, che fu medico aLla corte di Ferdi-
nando I, di Massimiliano II e di Rodolfo II.
Da Rodolfo Il la casata Alessandrini si ebbe il titolo nobiliare dii
Newenstein e come tale c:ostiruì in Civezz,ano, ov,e un ramo collaterale
[Poss,edeva già terre, il pa~azzo ,omonimo.
Da Civezzano la famiglia ebbe ramificazioni anche in Valsugana:
a Campolongo. ,d apprima, e, via via, a Pozza, a Pergine, a Ca.ldonaz-
zo, a Tenna, a Borgo~ ecc. Un ramo è a Taio in Val di Non.
Da questa nobile famiglia uscì appunto il Cav. Pietro de Alessan-
drini ,di cui ci occupiamo. Egli n.acque a Trento il 17 dicembre I 882,
ma può belli essere considerato perginese di ad.azione e rispetto al suo
parentado e per l'attività di studio e ricerca svolto in Pergine dove,
tra l'altro, riordinò il tocale archivio.
Terminati gli studi ginlllasiali ,entrò coma archivista nel Mllln·icipio
di Trento. R itiratosi da questa mansione per ragioni d11 salute, assunse
poi incari,chi direttivi nella Biìb1ioteca civica della stessa sua città.
Di carattere romantiço e sensibile, scrisse di critica. musicale e tea-
trale ed intessè romanzi storici, che allora ebbero notevole successo.
Mori neL I 902.
Ecco alcuni suoi scritti: Aflo sposo, lettera per nozze (Trento, Mo-
nalllni, I 860); Caterina Meld-rassigara. processata quale strega dal
tribunale ,di Bormio, racconto (Trento, 1880); Nostra, nomanzo stori-
co (I Ed., Rovereto, 1884 - Il Ed.t Riva, 1887 - lll Ed. , Trento,
1890); Nostra. dram,na storico in sei atti (Rovereto, 1889) rappre-

13
sentato la prima volta al T,eatro Sociale di Tren.to il primo dicembre
1890, rmpubblicato con riduzione in cinque atti nel 1894 (Rovereto);
Cornelia di Pergine, roma.nzo storico det XIV secolo (IllEd.,m igl:io-
rata: Stab. Tip. G. Z. Trento, 1900); Memorie di Pergine e dei Pergi-
nese (Borgo, Marchetto 1890), volume ripubblicato negli anni recenti
per cl!.lra detl'Amnùni:strazione comunale della cittadina.; Biografie dei
fratelli Agosti110 ,e Carlo Dott.ri Perini (Rovereto, Sottochi~a, 190 1); 1

La BiblioJeca Com.una/e di Trento nel suo ventennio 1869-89 (Borgo,,


M:arclhetto, 1901); Racco/la di memorie e di vari articoli pubblicati
nei patritgiornali (Trento, Scottoni e Vitti, 1903).

(An1brosi: Scritt Art. Tre111L, pagg. 3-49, 522, 532; Ambrosi: S,omm. $tor. Trent.,
[Pag. 245; Gorfer: [ Castelli Trentini, [Pag. 724; Perugini: Cronache di Vigo e Cor-
tesano; L. Proner: Med. Trent., pag. 92; Angelo de Guber11ati!/: Dicti:onna:ire inter-
n~tion~ d~s Eçrivain.s du Mond Lati_11, Florenc, Soc. Tip. fiorefftina, 1905, pag,
19; A. de Gubernaris: Piccolo Dizionario dei Contemporanei italiani, Roma, Ed.
forzani., 1895, pag. 16; Umberto Alessandrini: Ricerche inedite gentilmente con·
cesse in visione: A. Bono,ni: Necrologio, in «Atti Ace. Rovert. Agiati», Serielll, fase.
lii-IV, 1903, pagg. LXXIV-LXXX; Alto Adige, 19, 20 ottobre 1903,).

ALPRUNI FRANCESCO ANTONIO , teologo e filosofo illumini-


sta, nato a Borgo il 4 dicembre 1732. La sua fu 1Un.a vita eh.e presenta
molte luci ed ombre e pur tuttavia la si può interpretare in senso posi-
tivo per i n,otevolii contribut~ dli modernità ch'eglli offrì precorrend,o i
tempi a lui futuri.
Ventunenne entrò a Genova nella Compagnia dei Barnabiti. Desti-
nato all"insegnamento, tenne corsi di filosofia e teologia prima a Todi
quind.i a Rom.a, neJ collegio di San Carlo ai Cattinari Nel 1768 venne
chiamato da p,a pa Clemente XIV a copr~re l'incarico di C,onsultore
dei Sacri Riti.
Era Consultore quando sorsero interminabili discussioni teologiche
su'lla devozione del Sacro C uore. Ili suo pensier,o Jo espresse in una
Dissertazione inserita in «Monumenta selecta» raccolta da C:amillo
BI.asi sotto il titolo De Festo Cordfs Jesu., pubblicata da «Novelle Ec-
ciesiastiché>J (Parigi, 17 ottobre 1771, pag. 168).
Scrisse e dette alle stampe diversi lavori, ma sotto l'an,onimato.
Sempre a Roma godlette la stima e l'amicizi.a di persone autorevoli
ed il Cardinal Herzan lo scelse come suo teologo, n,onostante. sin da
allora manifestasse qualche lieve simpatia per in neogiansenismo.

14
Nel 1790 iniziò la pubblicazione delle sue teorie intorno, alla teolo-
gia rnoral,e con un primo volume intitolato Francisci Antonii Aipruni
Cl. Reg. S. Pauli in Archigymn. Ticin. Tehol. Moral. Professoris de
Olficiis homini christiani libr.i V. Volume I, e nel 1792 ne pubblicò il
secondo. L'opera venne sospesa causa r<le vicende dei tempi, che mu-
tarono ai danni della libertàJ>, scrisse egli, e causa le vicende che lo
condussero. come vedliemo, a vivere più urna vita di azione che di

pensiero.
Nel frattempo il conte di Firmian, !Plenipotenziario per la Lombar-
dia lo aveva ,chiamato a Milano come insegnante di diritto pubbHco
nel R. Ginn. di Brera e quindi come professore di teologia morale
pr,esso l'Università di Pavia. Era pure Censore per il culto, a servizio
del governo austriaco. Fu in questo period,o che, sott,o };influsso delle
oper,e d!el Morntesquieru e di Hume, si orientò decisamente verso lai
corrente illuministica aggancìandosi al riformismo ec,clesiastico giu-
sepp,ino. F'u scritto che si fosse iscritto aUa Massoneria.
Certo che quando i Francesi occuparono Pavia, nel 1796, credette
anche lui, come molti, di trovar,e sulle b,aionette napoleoniclhe quegli
ideali dli libertà che oggi, forse, . rnoi viviamo o dovremmo vivere.
Con l'arrivo di ,costoro l'Alpruni dà una svolta definitiva alJai sua
vita e diventa un agitatore ed uomo politico, «danzerà la carmagno-
/aJ> alle feste delm'albero dell.a libertà, parteciperà! a raduni e convitti
patriottici.
L'albero deUa libertà: un tronco eretto in piazz:a, dipinto con i co-
lori della rivol uzione e con in vetta il berretto frigio; «Albero senza
rami. berretto senza testa ... e si fa Jestal» si [Parodiava in certi am-
bi,enti padovani allora!
Comunque ,con i Francesi mantenne la cattedra presso l;Università
di Pavia. trasformata in cattedra di diritto, entrò a far parte della Mu-
nicipalità di Pavia, divenne membro del Gran Consiglio della Repub-
blica Cisalpina, quale <(Jiun.iore» del dipartimento del Ticin,o (9 no-
vembre 1797').
[n qu,esta sua attività reçlamò I.a difesa dei diritti costituzionali del
collegio legisl.ativo~contro gli .arbritrii de1 Direttorio... naturalmemte s:i
prese urna cantonata; reclamò la nazionalizzazione dei beni ecclesia-
stici, e, vedi l!ln po', ne prese un'altra.
Tuttavia le s,ue sono proposte daJl,e quali tr.as!Pare un ben definito
avveniristico programm,a politico.
Dal 21 marzo al 4 aprile fu Presidente di turno del Gran Consi-
gl io.

15
Con il rientro dell'Austria fu arrestato, processato ( 1899) e sospe-
so dall'insegnamento, che riprend!erà, al ritorno d,ei Francesi, con la
cattedra di diritto costituzionale e giurisprudenza naturale.
Nel 180 2 si ritirò dalla vita attiva per porre fine, come scrisse, <rai
1

,dolori paJlti dalle molte persecuzioni>).


Cessò di vivere il 30 novembre 1814.

(An1brosi: Scritt. Art. Trent., pag. 117 e ss~ Montebello: o.e., pag. 301; Brentari:
Guida Trent. I, pag. J.4!9; Bibl. Ap. Vat. Lat. 9P39 H , 2151, 2631; Arch. Stato Fi-
renze in ,Co rie R iccf: 78 a, 1783 p. li - 79 a. 1784 p. 1 e 80, a. 1784 p. II, ecc,;
Giornale ecclesiastico; VI 1797, pagg. 125, 1:29-X 1795, tpagg. 73. 78, 82, 86, 13,9,_
X II 1797, pag. Ul6 ; Memorie e docum. per la St. Univ.., Pavia: I, 1878 pagg. 295,
329,336. 537, 589; R. Ace. Lincei, Commiss. Atti Cost. Ital. Ass. Repubbl. Ci-
salp., I-IX, Bologna, 1917, L940; Carteggi bresciani inediti ecc. , in BoU. Soc. Pa-
vese Stor.: 1927, pagg. 177, 184,208,226; E. CQdìgnola: Carteggi di giansenisti li-
guri. FI. 1941. I, pagg. XXVII, XXXnV, XL, XCVEI 1 C1 25 - Il, pagg.17,363,481 ,
489,493 - III, pagg. 148, 150, 216; F. H. Reusch: Der ]ndex der verbotenen Bucher,
Bonn: Il, 1885, pag. 963; F. No vati: Delle antiche relazioni tr.a Trento e Cremona;
Arch. S/Qr. Lor11b. S. 3. I, 1894, pagg. 72, 73; A. JJernareggi; Le poliemiche çir,ca la
devozione del S. Cuore alla fine del 700 in La Scuola Catt. 1920, 5 Vol, XIX pagg.
24, 27; G. Catlani: Ia Gians. e la legislaz. della Republ. Cisal!P- Storia XV, 1931,
pagg. 112, a 13; G. Boffiti: ScritL Barbabiti, I, F I 1933, pag. 24; E. RQta: G . Paggi
e la formazione dema psicologia del patriota moderno, Pavia 1923, pag. 129; Idem,

Le origini ,del Rìsorgim. Ila!., MI, 1938, l))agg.. 755, 828, 887, 104 L, 1 l 6 I ; E. Codi-
1

gnola: llluministÈ, giansenisti -e giacobini nell'Italia de~ 700, FI 1947, pagg. 84, 204l,
210, 220, 271, 322, 324; G. Solari: Per la stor. del Gians. ital., «:Riv. di filosofia»
1948. pagg. 48. 49~ E. Damming: Il movim. gians. a Roma nella Il metà del XVlll!,
Città del Vaticano,, 1948, pag. 174; G. Gasperoni:· Settecento ltaliano, Padova
194 l, pagg. 177. 210, 211; L. Mascheroni: Poesie e prose ital.e lat., edite ed. ~nedit,e
in Ani Ateneo Scienze, lett. arti, Bergamo, XVII, E- 1902-1·903, pagg, 167; 169;
Dizionario Biogr. degli Italiani: 1st. Encicl Treccani, 1960, pag. 68E; ecc.).

ALPRUINI GIAMBATTISTA, medlico; figlio di Falcone, ebreo con-


vertitosi al cristianesimo-ço,n il nome di Leopoldo, nacque a Borgo in.
data imprecisata. Lo si ritrovai medico m Vienna durante la peste del
1679-80. Un suo metod,o di cura e di prevenzione dli questa malattia
fu dato alle stampe e pubblicato nelle Effemeridi dlegli Eruditi di
Francia: De Contagiones Viennensis Experimentum medicum Docto-
ris Jo. Baptistae A.lprurti Augustissimae Jmperatricis Eleonora Aula.e
Medi:ci destinati ab Excelso Regimine pro pestiferorum cura (Pragae,
Eph. XII. dje 27 Maii 1680).

16
Il Mo:ntebello parla di una cura basata sul «succo di limoneJJ, ma
111,eJ convento d,ei Francescani di Borgo sussiste un documento mano-
scritto (cosi scrisse l'Ambrosi) che :racconta corne il medico «nella
Piazza dei Cappuccini in Vienna do,ve abitava, tagliò ed aperse ad un
appestato il bubone pestilenziale e racco/tane la materia, essendo egll
perfettissimo nell'arte chimica, ne fece, in -una storta a fuoco, /''oppor-
tune operazioni sino a cavarne il sale, per venir in esalta co;gnizione
d'ella vera natur:a e qualità delJ'orribil'e male e per poter con maggior
senno ed applicazione usar diligenza nel curarlo e trovò quela sale
(cui ass,aggiò .egli stesso e fece assaggiare ad altri) altamente corrosi-
1

va e arsenicale, al che corrispondevano gli sintomi dei pazienti. co·n·


eludendo da ci:ò non esservi più salutiferi rimédi, eh.e gli valutati su-
doriferi per conte,nperare quella grand'acrimonia e come in ejJeJti
moltissimi con ciò guarirono .•.1, Il documento, prosegue d1escrivendo
metodi d'amp,liam.ento della cura.
«La cosa, scrisse l'Arnibro,si, vale per quello che può valere, ma al-
lora i medici divenivano ,celebri quanto più sapevano colpire l'immagi-
nazione del volgo11,
A dlire il vero questo giudizio dell'Ambrosi ci pare piutto,sto ,ap-
prossimativo, forse perché egli fu tratto i111 inganno dalla dizione <<as- •
saggiò)>, che riteng,o debbesi interpretare nel senso di «sperimentò)),
Se vogli.amo inquadrare il medico Alpruni nel suo tempo,, credo
che la sua figura emerga come quella di uno studioso pr,ofessional-
mente aggiornato. Gali1eo co:n le sue lezioni tenute in Padova tra il
1

15 92 ed il 16 aO introdusse appunto quel metodo sperimentale e di ri-


cerca che venne introdotto anche nel campo medico-c.hirurgico. Nulla
obbietta all'idea che l' Alpruni si sia impossessato di questo progresso;
legandone così brillantemente il suo nome.
11 fatto che delJe sue sperimentazioni ci si interessasse a Parigi, a
Praga significa che l'Alpruni era ai contatto con le più avanzate meto-
dologie e c.he certamente la scuola medica patavina dell'epoca non gli
eira ignota.

(A mbrosi: Scritt Art. Trent., pag. 6 I; Montebello: o.e., pag. 301 ; Brent,ari: Gui·
da Tre!!lt., I pag. 349; Tovazzi.: Bibl. tirolese ins. 167 pag. 252; Tovazzi: Medieaem,
n. 230; Emert: «Atti Ace. Agiati» di Rovereto, Serie Ill, Voi. XVIII, 191 2, fase. 2).

ALTHAMER DOTTOR GIORGIO FRANCESCO di Primiero (Fie-


ra). La fam iglia Althamer si accasò in Primiero, provenendo da

17
Fiemme, dopo la metà del 1500, Si ebbe un titolo nobiliare e dette
sacerdoti, notai, avvocati, farmacisti, «diaciari». Il dottor Francesco
Giorgio si lal.llreò a Padova nel 1751 e nel 1752 spos,ò Maria Teresa
1

Past,orini di Fiera.
Il 18 giugno 1753 sti[P,ulò un contratto con i <tmarzoli>J deUa val!Ie
dichmarando ch,e «osserverà la professione con la dovuila e pronta dili-
genza et integrità, tanto con poveri che con ricchi, tanto con persone
rusJiche che con nobili e tanto ne-/ tempo dell'invernata cattiJJ·o, che
nel tempo d'estate e buono, con anco la taciilurnità in casi di mali
scandalosiJ,.
Moll'ì nieJ l 766 Iasciandlo otto figli, dei qu,aJEuno, Ascanio, fu sacer-
dote.

(«S1udi Trent.,>, 1939, n. 4,, p agg, 212,213; «Voci di Primiero», 1953, n. 4 ,e n.


5).

AMBROSI ANGELO, pittore, nato a Borgo. NeJ 1824 ,dipinse un


San Bartolomeo per il gonfalone della chiesa di Caldes ,e Ea p,ala d'al-
tare, un Bambino Gesù con gli strumenti della Passione, per ta chiesa
,di Tersolas in Val di Sole.
Nel 1851 fu chmamaito a restaurare la palla di Santa D'orotea ,dlel
Tobia Pok in San Marco a R.overet,o ed i ritratti della Venerabile
Giovanna Maria della Croce e Fra Tommaso da Bergamo, esistenti
1

n.ella stessa chiesa; ritoccò la Depo,sizione attribuita al Tintoretto, che


trovasi nella chiesa del Suffragio, a Trento.
Sempre per restauro lavorò nel 1852 sul quadro di San Girolamo
d!el Brusasorci, in Santa Maria di Rovereto, e sulla raffigurazione del-
Ja Sacra Famiglia del Moretto,. che trovavasi in casa Salvadori..
Nel 185 9, presso la famiglia Cresseri. restaurò 1J1n Ritratto di ,guer-
riero del Morene..
Dipinse tra le cose di cui si h:a notizia un R'edentore, una Sacra
Famiglia, Le Rovin·e di Cartagine.

( Weber: Art. Trent., J),ag. 13 ; Pertn,: Guida, pag. 131 ; Stefanf A .: p,agg. 85 e
124; M. T'irol. 1852, n. 68).

18
AMBROSI FRANCESCO, :scrittore storico e scientifico. È l'autore
d!al quale abbiamo appres,o la maggior parte delle notizie raccolte in
questo lavoretto ed è uno dei maggiori studiosi della storia deUa no-
stra Regione.
Miglmor bi.ografia di lui non possiamo presentare di quella che egli
stesso tracciò nel Postscriptum auJobiographicum, steso in appendice
all'o,pera sua che va per la maggiore: Scrittori ed Artisti Trentini,
uscita in due edizioni, la seconda delle quali per i tipi di Giovanni
Zippel in Trento nel 1894. 19U
((Nacqui in Borgo di Valsugana a dì 17 nove.mb.re -HW1. . Crebbi
contrastato dai vecchi pregiudizi di fa.miglia che volevano fare di .me
un sacerdote, e dal bisogna altamente sentito di darmi allo studio,,
se11za legare pireventivame·nte ia mia individuale libertà. Chiesi, e non
ottenni, d'uscire di pa.tria a fine di percorrere i corsi regolari del gin-
nasio, onde presi la risoluzione di fare da me rendendomi aut,odidat-
tico. Mi sorresse l'animo, e mi aiutò con libri e buoni consigli, il dot-
to Sacerdote Franc:esco Dall'Orsola, uno degli Eremitani di Sani 'A ·
gostino venuto in patria dopo la soppressione del Convento ,di San
Marco in Trento,· il p. Ca,nillo Terzi d'Alzano, francescano della
provincia di Santo Vigilia, e uomo di vasta dottrina e grande inge-
gno, si associò nell'opera incominciata dal Dall'Orsola; ambedue mi
dfv:ennerv consiglieri ed amici, e da ambedue ritrassi quelle no,rme
che mi .rafferm·arono nella via dello studio. M'applicai da prima alle
Scienze naturali, alla storia ed alla filosofia; la botanica divenn·e la
scienza di mia particolare predilezione, ed ottenni molti incoraggia-
menti da botanici d'istinJi, quali furono Casimiro Sartorelli (nativo di
Telve e farmacista in Borgo. N.R.), Dr Francesco Fac,chini (di Forni
in Fi,emme. N.R.), i Professori Antonio Berto,/ont, Filippo Parlatore, il
Cav'. Alberto Parolini, M J. Gay,. ed altri, che mi favorirono dei loro
lumi e della loro benevolenza.
Nell'anno 1864 mi trasferii a Trento, ,dietro invito di qu,esto spetta-
bile Municipio, il quale, contro ogni mio merito tnovò .di sollevarmi ,al
posto che ora occupo nella Biblioteca e Museo Comunali».
Promotore della sua nomina a questo incarico fu il suo compatrio-
ta il Dr. Carlo Dord~, allora consigliere municipale della città ,di Tren-
to.
In~ziò quindi il suo lavoro compilando un catalogo distinto per ma-
teria ed ordioand.o aJfab eticamente i preziosi manoscritti.
Nel 1869 s,i fa promotore dell'istituzione di una «pubblica cattedra
per lezioni libere e popolari della Storia d'Italia e della letteratura

19
italiana, che doveva considerarsi come connessa alla Civica Bibliote-
ca».
Nel 1873 curò i1 trasloc,o de.Ila bib.lioteca ,dia Via SS. Trinità a Via
Belenzani. .. con I' aluto di sei pompieri (!).
Evidentem,ente non [Poss,edeva [Particolari doti logistiche, se la Dire-
zione della Bi'bliotecai gli procurò un ricruamo ufficiale da parte de[
Municipio per la lentezza dei lavori di trasloco e di riordirnamento
nella nuova sede.
Nel 1881 iniziò la Rivista per l'Archivio Storico per l'Istria, Trieste
e Trento ed egli ne fa l'organo ufficiale della sua biblioteca.
Nel 1881 è uno dei più strenU1i realizzatori per la fondazione del-
1' A.rchivio storico Trentino.
Ma irn questo stesso aMo subisce UJO processo politico per contrav-
venzione aUa Legge sulla Stampa: tratteneva in biblioteca il libro di
V. Zatellm - Trento - Il diritto storico dell'Austria -, operai s,eque-
strata dalla PoJizia1
Tuttavìa non gli fu tolto l'ìnca.rico, che mantenne sino alla morte
che lo cotpì il 9 aprile 1897.
Il Munncipio di T'rento gli destinò (<per riconoscenza» una tomlba
nel famedio.
1 suoi tnto,ln ,di prestigio: si ebbe la medaglia d'argento dal Museo di
Fisica e Storia Naturale di F'irrenze (1850); membro della Società
.zoo-botanica di Vienna (1853}; socio corrispondente de]l' Ateneo d~
Scienze, Lettere ed Arti dm Bassano (1854); Socio della Soc. Botanica
di Ratisbona ( 1854); della Società di Orticoltura del LÈtorale (1859);
dèlla Società zooloftia Trri,estina ( 1860); de[l' Accademia di Agrico,ltu-
ra di Verona (1862); dell'Ateneo di Brescia (18 66); socio e corrispon-
1

dente dell'Accademia Pittagorica di Napoli e deU' Accademia Palermi-


tana ( 1887); socio fondatore della Società Veneto-Trentina di Padova
( 1872); membro e corrispondente deHa Societé Nationale des Scien-
ces NatureUes di Cherbourg (1874); m,edaglia d''o ro dell'Associazione
dei Benemeriti Italiani di Palermo (1876); Socio fondatore della So-
cietà didascalica Italliana di Roma (1879); socio onorario dell 'Acca-
demia d,elle Scienze, Lettere ed Arti ,di Catania ( 187'9).; socio d.ell'Ac-
cademia Ol~mpionica dli Vicenza (1880); delegato con croce d'oro
dell'Istituto Um.berto [, d.i Livorno (1880); consigliere delta ReaJe Ac-
éademia Virgiliana di S,cienze,. etc. di Mantova (1880); consigJiere
della Società Ita1. di Antropologia e Etnologia di Firenze (1880); so-
ci,o della Soc. Botanica di Firenz.e (1889); medaglia scientifica inter~
nazionale dell' Acca,demie Internazionale de Geographie et B.otanique

20
di Le Mans (1894); e natU1raJmente socio dell'Accademia Roveretana
degii Agiati.
Ed ecco la sua ered!ità nel campo storico e scientifico:
OPERE D,I CARATTERE STORICO'-LETIERARIO
Biografia di Angelico Sicca, tipografo (IEMessagger,e Tirolese, Ro-
vereto, 18 6,3 n. 4:8, pagg. 132-1333); Letture popolari di Storia d'Ita-
1

lia, Evo antico, (Trento,, 1869-1871); Gli utensili in pietra selce (da
«Patriota» I del 13 .. 1.1866); Discorso letto in riv'a af lago di Garda
nel giorno del trasferimento delle Ceneri del Comm. Tommaso Gar
da Desen.zano al Cimitero di Trento (Trento, tip. Ku.perr-Fr,onza,
1873 in4°); L 'Evo antico trentino (Trento, 1872); Dante e la natura,
ovlilero fra,nmenti difilosqfla e di storia naturale desunti dalla Divina
Com·media (Padova, Prosperiru, 1874; 8°, pagg. 16); Dante Alighieri
e la Divina Commedia, ragio,namento da una storia ill'edita del Me-
dio Evo (Trieste, Herrmanstorfer, 1874, 8°, pagg. 22); Inquisizione e
GesuiJismo primiJivo, brano di storia del se,c. XVI (Trieste, c.s., 1&74,
8°, pagg. 18):; Il Trentino nel 500, memoria storica (S.S,., Tip. Cellìni,
1875, 8°, pagg. 38); Oggetti preistorl'ci conservati al Museo di Trento
(Boli. dÉ Paleontologia Ital. II, 1876, pagg. 138 e ss.); Profili di una
storia degli scritlori e artisti trentini (Borgo, Marchetto, 1879, 8'\
pagg. 103) ; Di Pie.tro Andrea Mattioli senese e del suo soggiorn,o a
Tretrto. Note biografiche (Trento, Marietti, 1881. &0 , pagg. 18, con ri-
tratto); Sommarlo della Storlia Trentina dai tempi più antichi fino
agli ultimi avvenimenJi (Borgo, Marchetto, I Ed.}; Di Telve e di Fran-
cesco di Castellalto (Ilbidem, 1881); Successo dei conte Ottavio Avo-
gadro che occupò Riva nel 1588, narrato da un anonimo contempo·
raneo (Riva, 1881); La compagnia di Virgilio, Stazio e Dante, ovvero
l Canti XXI-XXV del Purgatorio (Trieste, Herrmanstorfer, i878, 8'\
pagg. 23); Ricordi storie[ (Roma, Art,erio, 1882, pagg. 7); Il passag-
gio del principe Eugenio di Savoia per le A !pi Tridentine (Trento,
Zippel, &0 , pagg. 280, 1883)'; Del V.P·. Gianmichele dei Conti di Sto-
ro e del Trentino durante la guerra di successione di Spagna. Cenni
storici (Trento, ] 885); Carlo Emanuele Madruzzo e la stregoneria
nel Trentino. Appu,iti di storia Trentina (Venezia, Arch. Veneto,
i 88,6); Delle invasfoni francesi nel Trentino sino alla secolarizzazio-
ne del principa'to. Ricordi storici (Trento, Saiser, 8°, pagg. 23); Com-
mentari della Storia Trentina (Rov-ereto, Sottochiesa, 18,87); Jacopo
Acconc;:o o il più antico filosofo trentino (Trento, 1885); Naturalisti
Trentini (Padova, Prosp·er~ni, 18,89, pagg. 31 - Estr. Boli. Soc. Ven.

21
Trent. Scienze natu:r., Tomo JV, n. 3); Due lettere di Clementino
Vannetti e Gian Pietro Muratori (Trento, 1889); I tipografi Lrentini e
le loro edizioni con ispeciale riguardo alle cose teatrali e alla lettera-
tura dtaletlale (Trento, Arch. Stor., 1890); La Biblioteca Comunale
dj Trento. Cenni storici (da c<Stremna Trentina», Zippel, 1890); Lette-
re di uomini illustri ,della Valsugana (iB,assanot I 891); Scrittori e Ar-
tisti Trentini, Il Ed. , notevolmente accresciuta ,e corretta (Trento,
ZippeI, 1894, 8°, pagg. 553); So,mmario della Storia· Trentina dai
tempi più antichi sino agli ultimi avvenimenti JJ ed. con un saggio di
bibliografia storica trentina (Borgo, Tip. Marchetto, 1896).

OPERE G E0 G.RAFICO-SCIENTIFICHE
1

Elenco sistematico delle pz:ante fanerogame del Tiro.lo italiano (Bo-


logna, Annuario delle scienze, ]854); Flora Tiroliae austria'iis IUS<:ita a
puntate co111 inizio dal 1854 e raccolta in due vol. in 8°, Padova
1857); La Gilinsoga parviflora e t Cereali nel Trentino (Bologna,
l 864); Una farfalla, ovvero considerazioni intorno a Ila Terra (Mila-
no, Stab. Agnelli, in 8° p,aigg. 24, 1872); Con.c:e.tto del:la natura presso
glt antichi. Guida per un'escursione nella Valle di Sella e Cima Do-
dici (Trento, T.ip. Seiser, in 8° p,aigg. 16, 1876); Cenni per una' storia
del progresso delle scienze naturali in Italia (.Padova, Tip,. Prosperini,
in 8° pagg. ,45, 1877); L'intelligenza degli animali superiori (Trieste,
Tip. Hérrrnanstorfer, in 8° pagg. 12, 1877); La Valle del Tesino, di-
scorso tenuto agli alpinisti riunitesi a Pieve Tesino il 2 settembre
18 77 (Borgo, Marchetto, pagg. 22, 1878); Trento e il suo circondario
descritti al viaggìatore (Trento,. 1881); Il Cielo (Padova, Tip. Prospe-
rini, in g,o pagg. 20, 1880); Il Cielo, riassunto scientifico letto nella
adunanza della Soc. VeneTrent. tenuta a Schio nei gg. 30, 31 maggio
1880 (Padova, c.s. Estr.. Boll. Soc. Ven-Trent. di scie111Z,e nat. 1880 n.
4); Della Flora' tridentina (Rovereto, Tip. Roveretana, in 8° pagg. 16,
1882); La Terra e i suoi morti i(Triest,e., Tip. 'fomasich, in 8, pagg.
22, 1883); Un canes,tro d'Imenomiceti raccolti nella Valle di Se./la
(Padova, BolJ. ,Soc. Vern. Trent. di Se.~ 1884); Una questione per una
carta geografica (Milano, Arch. Stor. Lomb. 1884)i L 'orso nel Tren-
Jino, cenni storici (Rovereto, A_nn. degli Alp.in., 1886); L'orso nei
Trentino. ed. accre.sciuta e migliorata (Trento, Tip. Scott,oni e Vitti,
in 8°, 1886); L'indicatore per il forestiere a Trento (Trento, Sèottoni
e Vitti, in 16°, 1887); Le piante crittovascolari nel Trentino (Estr. dal
XIV Ann. Soc. AJp. Trent., in 8° pagg. 24, 18$7-88); L'uomo e le sue

22
razze. cenni critico-naturali (Padova, BoU. Soc. Ven. Trent. Se. Nat.
I 890; La Valsugana descritta al Viaggiatore (Bassan,o, 1891 ).
In collaborazione con iil Dr. Francesco Facchini approntò un pre-
zioso Erbario,, che fu donato poi al Museo di Scienze naturali ,di
Trento,.
Fu colla.boratore di molte riviste quali «Mente e Cuore)1 di Trieste,
,<Bollettino di paletnologia italiana);-, «Archivio S.torico Italiano)),
«Bollettino della Società VenetoTrentina di scienze naturaliJ>, ,«Archi-
vio Storico Trentino,1, ,cPro Patria,1, ,,Strenna Trentina1J, ecc .

(A ,mbrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 5 i 1-519; Ambrasi: Somm. Stor. Trent., p.agg.
246-248; Atri a:Acc. Agiati dl Rovereto» 1897 voi. III, pagg. XXXIII-XXXIX: Ne-
crolo,gio; lde,11, Rov,ereto 1903, pag. 664; P. A. Saccardo in «Boli. Soc. Ven. Trent.
,di Sc.>J, Tomo VI, n. 3, 1899:; A. De Gubernatis: Diz:ion, Contemp. etic., pag. 25; A.
Cett(): La Biblioteca Com. di Trento nel ceotennario deUa swa apertu:ra, firenze,
Tip. Leo S. OlshJd, Ed. 1956; Alfonso S,orbel:tf: Dizionario Bio-Biblrografico dei bi~
biiotecar~ e biti>Eiofili itali,ani, Firenze, Tip. c.s., l'933 · Ministero Pubblica. Istruztone,
Di:rez. Generale Ac·cademie e Bibliot.: Ann11ario, Parte II, Palombi Ed., Roma
19:58, pag. 301; D. R. in 1<Atti Ace. Roveret.-», 189'7 Sez. Ili, pagg. XXXIII·
XXXIX).

ANDREATIA PROF. CARLO, naturalista,, mineralogo, petrografoi


nato a Pergine il 23 g,ennaio 1906. Compuiti gli studi ginnasiali in
!Rovereto, frequentò l'Ateneo di Padova pres:so il quale si laureò nel
1928. Rimase presso la stessa Università come assistente di mineralo-
gia e petrografia, quindi conseguì la libera docenza nel 1'932.
Nel 19 36 venne nominato professore stra.ordinario di Mineralogia
1

nell'Università di. Messina e nel 1938 direttore d.e11'Istituto di Minera-


logia e Petrografia dell'U nìversità dì Bologna.
Premio dei Lincei nel à95 l , socio dell'Accademia benedettina delle
Scienze cllell'Istituto di Bologna1 corrispondente dell'Accademia delle
scienze d:i Vienna, membro della Geogical Society of America,socio
benemerito deUa Società delle Scienze naturali del Trentino-Alto Adi-
ge, membro del Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italia-
no ~ ecco taluni dei suoi titoli più prestigiosi.

23,
Morì il 6 febbario 1960 e riposa nel cimitero cli Pergine. Sulla sua
tomba una significativa iscrizione ne condensa la vita e l'animo:
Pr.. ,CIRO ANDREATI'A
D IEDE A BO LOGNA LA FAMA DEL SUO MAG[Sl'ERO INSJGNE
DIEDE ALL'IT ALIA [}0RGOGL10,
DELLE SUE RICERCHE SCIENTIFICHE
MA C 0NSERVÒ AL TRENTINO IL suo AMORE DI FIGLIO
1

SVELANDO IL SEGRETO DELLE SUE MONTAGNÉ


Una solenne cerimonia c:ommemorativa, presenti autorità accade-
mi,che, politiche, religiose fu tenuta nel prim.o anniversario della sua
morte.
Borse di studlio alla sua mem,oria furono istituite dal Comune di
Trento e dalfUniversità cli B,ologna.
Tra i suoi lavori ricordiamo: Bibliografia mineralogica della Vene-
zia Tridentina (Arch. per l'Alto Adige, Anno XXII, 1928); Di una
interessante roccia dei Laghi ,d 'AJE nel Lagorai (Trento: Art. Scoto~
ni, 1929); Giacimento di granito a/mandino nel massiccio di Cima
d'Asia («Stud. Trent, Se. Nat»., 1938, n. 2); Il sottosuolo e le sue pos-
sibilità (Trento,: Tip. Saturnia, 1958 mn 8); La ,formazione gneissico
Klnsigitica di Val d'Ultimo (lbid., 1935); Mineralogia e cristallogra-
fia (Bologna: Libr. Uniiv. S.T'.E.B. 1958 in 8); Panorama minerario
della Ve.nezia Tridentina (Brennero, n. 186,, Anno 1940); Sguardo
alla Geologia della Ve·nezia Tridentina (Ibid. n. 236 Anno 1940); Pi-
ckeringite di Caneza (frento: A:rt. Graf. Sieotoni, 1930); Recensioni
di petrogrqfia (lbid.~ 1930); Relazione sul rilevamento geologico nel-
l'Alto Adige Occidentale, eseguito negli anni 19'30, 31, 32, 33, 34
(Padova: Soc. Coop. Tip., 1935);_ Ricerche di petrografia strutturale -
.S cuola di Innsbruck. 24.1 .1932 - {Viaggi di Stllldijo ed esplor.azioni:
R oma, 19 33); Su .a/cun,e calcoplriti della Venezia Tridentina (C ittà di
1

Casteltio, Soc. Arn. Tip., 1929); Successione della manifestazwni ma-


gnetiche sul masst'ccio Ortles-Clvidale (St. Trent. Anno 23, 1942; Sui
cosidetti Scisti del Verrucano dell'Alto Adige (Stud. Trént., 1939;
Sull'Arsenopirite di Nogaré (Art. G raf. Scotoni, Trento, 1929); S ,ulle
arsenopiriti dei giacim,enti dl Calceranica e Caldonazzo (Ibid. 1928);
Un esempio di pieghe di taglio (Padova: Atti Ace. Ven.eto Tr,e.ntmna,
Vol. XXV, 1935); Cinquant'anni di progresso scientifico: 1907~19.56
(Milano,: Tip. Lit.).

(G. Fagnani.' t< Riv. Mens. del Club Alp. I tal». Vo[. LXXIX n. 7 e 8. T orino
1960; L'Adige del 7.2.1961; F. Trentini: Necrologio in «Atti Ace. Roveret. Agiati».,
1964, Se.rie V, Voi. I V, pag. 138).

24
AN'TOtNELLI PADRE DOTTOR ALDO nacque. il 3 dicembre 1919 a
Canzolino (Pergine). Entrato nei Camilliani venne ordinato sa.cerdote
nel 1945 e volle poi partire come missionario nellio Ylllnnam in Cina.
Stu,dliò medicina per tre anni a Shianghai, ma poi rientrò in Italia per
co,mp·letare g.li studi in Padova. Qui si laureò in medicina e chirurgia
nel 1953. Riiparti subito per l'Oriente e venne eletto Superiore della
vasta missione camilliana che comprendeva territori nella Tailandia,
nell'isota di Formosa e nelle isole Pascadores.
Svolse intensa attivit.à come sacerdote, medico e organizzatore,
istituendo ospedali, amlbulatori, lebbrosaii ed un ampio istituto per la
preparazione: di infermiere.
Nel 19·6·5 t,ornò in Italia e venne chiamato a presidere il Capitolo
generale dell'Ordine, quindi ripartì per la missione.
Colpito da un male ch'egli stess·o diagnosticò irreversibile, fu crua-
mato in Jtalia per seguìre delle cure. Approffittando di una lieve ripre-
sa chiese ed ott,enne di ripartire per inaugurare in Thailandia un vil-
laggio per lebbrosi. Rientrato a Formosa continuò la sua ,attività sino
.all'esaurimento delle forze.
Sul letto dli morte disse: «Se il Signore preferisce alla mia opera la
mia vita, sono pronto e lieto di offrirgliela». Così questa eroica figu ra
di uomo serenamente: morì, in ,quel lontano paese, nei primi giorni del
maggio 1967.

{Vira Trentina del 18 maggio 1967, con fotografia).

ANTON IO DA PRI MII ERO, costruttore ,e scultore in Venezia. Nel


1462 ricevette l'incarico dalla Signoria Veneta,l'offerta e la conferma,
di eseguire e sorvegliare i lavori al Modone.
Ciò è quanto, a. truttoggi, di quest'artista si sia potuto reperire.

(Paofettj: Arte e S,colt. del Rioascim., Venezia I, pag. 44; Thieme: Lex 11, 8,
pag. 17; Weber: ArL T rent. etc. pag. [ 7).

AVANCI NI (DEGLI) DI LEV ICO: LA FAMIGLIA. lÈ certo una delle


più nobili e più antiche famiglie della graziosa ,citttadina. Già dal 1250
il capofamiglia er.a di diritto «camerJengo·1) del principe vescovo {lii

25
Trento, con l'obbligo di «dare lettos et banc.has episcopo quando venit
levigum)> non solo, ma doveva fornire di cav.alli e di quanto abbiso-
gnasse lui ed il suo seguito. Ma ili titolo nobiliare di alto ligillaggio
pervenne alla famiglma ·per merito di A.vancinus de A vanciniis, del qua-
~e diremo appresso.
Qui sotto, in ordine alfabetic:o, qualcosa si dirà di cias,cuno dei per-
sonaggi di questa famiglia, che nel corso dei secoli lasciarono le loro
orme.

(Bibl. Com. Trento: ms. 361 , pagg. 61 e seguenti: A , Célto: Avancir1us Avancini,
conte palati.no e gli Avancini di Le:vico, Stud.. Trent. di Se. Stor. Anno XXX. 1952
Fase. I, pag. 59).

AVANCINI AUGUSTO, uomo politico, nato a Strigno il 28 febba-


ri,o 1968 da Lodlovico, persona che incontr,eremo nelle pagine seguen-
ti.
Rimasto orfano d'ambedue i genitori, ancora in giovanissima età fu
allevato dagli zii in Levico . Nel 1883 iniziò gli stu.di in Trento, ma
dovette interromperli per diletto di mezzi finanziari. Comunque, privi-
tamente, si interessò a studi di carattere storico-politico.
Dal 1887 al 1893 tenne a Bolzano la contabilità di una ditta Com-
merciale. Nel frattempo svo~se intensa attività polit~ca opponendosi al
terntativo di assorbire, ili gruppo etnico italiano di quella città. e del
Trentino irn genere, nel noto mo,vimento pangermanista. Subì un pro-
cesso politico per ,essersi opposto ed aver ostacolat,o la famos.a mani-
festazione iP angermanistica di Pergine.
1

Fu tra i fondatori del Partito S,ocialista Tr,entino e a questa orga-


nizzazione consegn.ò i suoi ideali irred.e.ntistici. Con Cesare Battisti
promosse inutilmente una campag na per ottenere l'istituzione di
un'Università Italiana sia a Trento che a Trieste.
Nea 1903 fu consigliere comunale a Trento e nel 1907 fu eletto de~
putato a Vie,nrna.
La sua politica si trovò in contrasto con quella di Battisti, che, co-
me è noto, dava il P.S.'f. una posizione anti Éntemazionalista e quindi
l'Avancrni si dimise dal parlamento, cedendo ill posto al Battisti stesso
(1910).
Scoppiata la :guerra rimase tra i suoi a 'Trento, quindi si trasferi a
IBreg enz, ne] Vorarllberg, sui confin1 con la Svìzzera.

26

I
Da questa località clandestinamente diresse un centro di informa-
zioni militari in favore dell'Es,ercito ftali aino, fino .a tanto che anche
lui, come molti Trentini, non venne internato e rinchiuso nel campo di
Gross-:Siegk arts.
Do po Caporetto ili suo nome fu trovato dall'esercito invasore tra
gli elenchi degli informatori. Fu perciò processato e condannato a
dieci anni di carcere c.he iniziò ,a trascorrere: a Vienna e a [nnsibruck.
Qui fu. liberato dopo l'armistizio.
Tornato a Trento trovò diffi.coltà a reinserirsi nel partito per il sen-
so (<di umanitarismo,> ch'egli voleva imp:rimer,e all'organizzazione ed
al programma, contrastato dal «massimalismO'J> della vedova Battisti.
Si ritirò a Cles ove il 5 luglio 1939 morì.
Lasci,ò degli appunti e considerazioni inedite.

(A. Zieger: Storia dèl Tre111ti1110 Alto Adige, Trento, 1926, pagg. 207,208; E. Fa·
bie,tri: Cesare Battisti. Firenz:e, 1928; E. Ballisti: Avancini Augt11sto in
1
uTrellltino»
XVII, 1939, pagg.. 201, 204; K. in «Problem:i del lavoro », XII, 1939, pagg. 45 s.;
A .C. 1 nostri moriti in «Studi Trentn., 1939, fase. 4 pagg. 361 -362; F. Berto/di: La
stampa op.eraìa soc. ttent. in «Movim. operaio», III, 19:51, pag. 588; A. Piia.ssio in
Dizionario .Biogr. degli Italiani, lstit. Encicl. T'reccani, 1960, pag. 637).

AVA.NCINI (DE) AVANCIN 0 , «m.iles ac ,eques ,auratus», di Levico.


1

Fu il 111obile ed intrepido cav.aliere e combattente che procurò il titolo


no.biliare alla famigEia sua ed ai suoi ere,di.
Si pose egli al servizio deU'imperatore Carlo V e ne divenne il più
fidato amico e consigtier,e.
Nel 1535 aveva partecipato alla presa di Tunisi, nella guerra con-
tro i Mori. Nel 1541, sempre neHa prosecuzione della guerra, è di
nu,ovo in Algeria per tentare di riconquistare la stessa città nel frat-
tem.po perduta. Nella fatale giornata del 25 novembre, fu lui a salvare
la vita dell'imperatore, il qual!e ·riuscì, battendo in ritirata, :a reimbar-
carsi. In quel frangente I'Avancini bloccò la fuga degli imperiali, riu-
scendo, con un reparto a trattenere l'avan:zata prepotente dei Turchi,
dando appunto il tempo all'imperatore di sfuggire la prigionia.
N,e] 1543 è a fianc,o ,delll'imperat,ore contro Él ribelle duca di Cl,eves
e neUo stesso anno è all'assedio di St. Didier, tenuta da Francesco I.
Il 24 aprile 1547 prese parte alla battaglia di Miihlberg, ·vinta da
Carlo V contro Giovanni Federico di Sassonia. Nel 1552 è partecipe
1

27'
dell'insuccesso delle truppe imperiali n.ell'assedio di Metz, che dlurò
dal 16 gennaio al 26 dicembre.
Il 6 hugH,o 1555, con S·olenne cerimonia, ,è investito del titolo di
,conte pa'lalino: Comes Auratis Sacri Lateranensis PalaJii Aulequae
Nostrae Caes.areae et Jmperialis ConclsJori ComeSJ>.
Il titolo era trasmissib,ile ai fratelli, alle sorelle edi agH eredi
Oltre agli impegni militari rAvancini svolgeva, spesso per incarico
,dell'imperatore, dlelicate missioni ,diplomatiche presso le corti europee.

(Bibliot. Coni. Trento: manoscritto 361, pagg. 61 e ss; A. Cecto: A.A. conte pa-
latino; lde111: Castel Selva ,e Levico, Trento Saturnia, 1952; L. Mazzo/di in Dizion.
Biogr. degli rtalianii, e.e. pag. 639).

AVANCIN I AVANCIN O, poeta e romanziere, [l]ato a Milano il 15


febbraio 1866. Suo padre lasciava la natia Levica nel 1859 per eserci-
tare la professione di medico a Corteno e successivamente! a Edolo,
Bondione, Parabiago e Settimio Milan.ese.
Avaincino inizi,ò e completò gli studi nel ginnasto liceo Cesare Bec-
caria, raggiungendo con onore la maturità cla.ssica. li 3 luglio 1888 si
laureò in !belle lettere press,o l'om,onima Accademia.. Iniziò quindi l'in-
segnamento nel liceo Parini in Mrnano, ma nel contempo collalborarva
co111 diversi giornali.
Fu redattore deU'«Empario PiJtores<:OJ), collabc,ratore cli «Cronaca
RossaJJ, la «FatfallaJJ, del ,«Pro Patria>) di Trieste.
Con Damiano Avancin~, nel 1900 diresse (<il Salotto». Fece parte
della redazione· del «Corrie.re delle maestre>>. Spesso usava gli pseu-
d,onimi di Lodovico Turres o Ald.o Lodovico.
Per rnolt~ anni. fu preside e rettore dlel Collegio Calchi Taeggi. Fu
Presidente dell'Associazione Trentina milanese, Vic,e presidente della
Trento e Trieste, consigliere del Circolo Trentino.
D opo di ,aver diretto per qualche tempo r,L 'Avvenire letterario», la-
1

sciò il giornaEismo per dedicarsi a studi a lui più consoni.


Ricopri anche l'incarico di segretario della Cooperativa Editrice
Italiana.
Morì a Regoledo all'età di 73 anni, til 5 luglio 1939•, lasc.iando una
cospicua produzione letteraria, tra cui:
Rime(Milano, Bortolotti,l6 9 , pagg. 14 1, 1888); Il vile - Bo.zze,tto
(Trieste, Pro Patria, 1889, fase. 1, pagg. 31-39); Novelle lombarde

28
(sono I 2 novelle edite a Milano, Trevisini, 16°, pagg. 171 , 1889);
Fantasia (Trento, Zippel' 1890); Domiziano-Poema drammatico in 5
alti (Milano, Galli, 16°, pagg. 195, 189 I); Fantasie (Stenna Trentina
di letter. e arte, 1891, pagg. 25, 26); Grammatica latinap'€r le classi
ginnasiali (Milano, Galli, pagg. VII - 214, 1891); Finis Poloniae
(«Strenrna Trent. lett. e arte», pa.gg. 29, 30, 1892); Amor.e e d'olore -
Romanzo (Milano, Pirola, 16°, pagg. 251,, 1892); La gloria ~ Versi
(Trento, Z~ppel, 1893); Il Castello di Milano (Milano, Galli, 8°, pagg.
18 , 1894); La gloria («Strenna Trent. lett. arte)), 1894, pag. 10); Le
intime compiacenze - Rime (Milano, Galli, 16° pagg. 183, 1895); Gli
eredi - Scene ,di vita lombarda («Natale Trentino-Strenna» 1898 pagg.
2., 12); All'ombra del faggio - Novelle per giovanette (Milano, HoepDi,
16°, p·agg. VIII + 423, 1899);/l Napoleone d'oro (Paaermo, San-
dron, 16°, pagg. 20, 1899); La caécià-Racconto (Ibidem, [6°, pagg.
18, 1899); L'uomo dei boschi (Ibidem, 16°, pagg. 37); Cantante a
spasso - Racconto (Stenrna del giornale Alto Adige, 1900, pagg. 31-
33 ).; L'uomo dei boschi (c..s., ristampa, 1900); Casa grande (Lancia-
no, Carobba, 16°, pagg. 3E, 1901); I racconti dell'allegro compare -
Letture per la gioventù (Milano, Vallardi, 16°, pa,gg. 418, 1901); Le
Lre disgrazie del Signor Mammolino é il maestro Véntura (Ibidem,
1,6°, pagg. 88, 1901); L'oasi - Romanzo per le famiglie e la gioventù
(Milano, HoepU, 16·0 , pagg. XIV + 613, 1901); La gaia vita - Ro-
manzo (Milano, Agnelli, 8°, pagg. 335, 190 3, con copertina di A. Bel-
1

trame); L'ido/o 'infra11to - Rornanzo (Milano, Boldrini e Castaldi, 16°,


pagg. 328, 1903), tradot~o in tedesco con il titoto di Gotzentriimmer;
L'unico figlio - Bozzetto (Strenna del giornale Alto Adige, pagg. 60-
66, 19,0 3); Polvere ,e ombra - Da Magenta a Solfert,io - Romanzo
storico (Milano, Cogli.ati, 16°, pagg. 525, 1903); Rimedio eroico
(Str,e:nna giom. Alto Adige, pagg. 26 - 29,, l 904); Ptccola grammatfca
italiana per le classi terze elementari (Milano, Vallardi, 16°, pagg..
39, 190 5); Idem per le IV elem. (Ibidem, pagg. 75); Viceversa poi...
1

(Strenna per il giorn. Alto Adige, pagg. 20-23, 1905); L'ameno in-
ganno - Romanzo storico (a puntate su Rassegna NazionaDe di Fire-
zne, annate 1905-1906); Nella veranda - Novelle p.er giovaneJte (Mi-
iano, Hoepli, 16°, pagg. 428, 1906); Piccola storia ,d'Italia (in tre
parti: Età romana, Età di mezzo ed Età contemporane·a, Milano, Pal-
lestrini, pagg. 410., 1906,); In Italia bella - Romanzo storiCìO (pubbli-
cato a puntate su Rass. Naz. di Firenze negli anni 1906-1 907); Al-
l'onibra del faggio ... (II Ed. Milano, Hoepli, 17°, pagg. 366, 1907);
Grammatica della lingua italiana per le scuole medie inferiori (Mila-

29
no, Vallardi, l6'0, pag,g. 154, 1907); Piccola grammatica per te ,classi
,quinta e sesta elernentare (Ibidem, I 6°,. pagg.. 157, 1907}; Sotto la
pergola - Dai ra.cconti dell'allegro compare - Serie I (Ibidem, 8°,
pagg. IV + 234, 1907); Al lume· delle stelle - D'ai racconti' dell'alle-
gro compare - li Serie (Ibidem, pagg. IV + 234, 1907); La nuova
liaJia (Milano, Signorelli, 16° pagg, 31 O, l 908}i L 'esp·erienza ha di-
mostrato che la propagan,da della Dante Alig.hieri deve estendersi etc.
(Milano, Cardari, 8°, p,agg. 8, 1908); Il primo dolore (Lanciano, Ca-
rab·bat I 6°, pagg. 23, 1909); Giacomo Poma (Milano, «L'attualità»,
mag,gìo· 191 0, pagg. 4 1-42); La· sensitiva - Romanzo (a puntate su
1

Rassegnia N az. d.i Firenze, negli .annii 19 I O); Tra una corsa e l'allra -
Bo2zelto (Alto Adige, 1910, a .. 293); I doveri dell'ospitalità ~ Novella
(Ibidem, 1911, n. 294); Il monumento a Dante in Trento (in «Italia
Bella)), Milano, n. 7 del 15 aprile 19 I I); Il Natale nelle poesie francesi
1

e italiane (Milano, «La Coltura Moderna,>, dicembre 19 I 1, pagg. 7'3-


77); I Polontari del 48 nelle Giudicarie (Alto Adige, 15-16 aprii e
1911); L 'eredita - Novella (Ibidem, 1911, n. 17); Tre ,donne e Fedrico
Confalonieri (Milano, <tCultura Moderna», 1911, pagg. 378-381); Il
soliloquio del Cavaliere della Morte - Evocazione S;piritistica in ver$i
(XIII Congresso della Lega Nazionale edito a cura del Comitato per-
g inese, Trento, Scotoni, 9 g iu·ngo 1912, pagg. 39-40); J n Val Braga-
glia Carme (Rovereto, Grandi, [913); Arturo Colauti (Milano, Cu1=
a

tura Moderna, fase. 8, 1913); In memoria del conte Gian Giacomo di


Fellisanl - Canto (Milano, Art. Graf. Lombarde, 8°, pagg. 1O); L 'ita-
lianità del Trentino, Venezia Gfulia e Dalmazia (Milano, Dante
Aligh., [6°, pagg. 28); Il primo dolore (Ristampa, F!irenze, Bempo-
rad, 16°, pagg. 29, 1915); All'ombra del faggio etc. (111 Ed., Milano,
Hoepli, pagg. JCTI + .l 66, con 24 nov,elle, ] 916); La Scuola e la
Dante (Milano, «Patria e ,Colonie». n° 1, pagg. 4); Napoleo·ne III e
l'Italia dopo la caduta del II ministero Menabrea (Roma, Rassegna
della Storia Risorg. A . li, pagg. 61 - 102, 1916); PerCesareBattisti-
Saffica (Milano, Saita, in 4°, pa,gg. 15, 19D.6); Rustica progenie (Fi-
renze, Bempoirad!, 16°, paigg. 31, 1916); Cesare Battisti, la· vita e le
opere (Milano, Valtardi, 19 16); La Dalmazia e l'Italia (Boli. mens.
1 1

Dante Aligh. maggio, 1917); A i figli del mio pensiero - Saffica (Mila-
no, in 16°, pagg. 14); La questio,ne dell'Adriatico - Relazione all'Ass.
,comm. Milanese Dante Aligh, (Milano, 8°, pagg. S:, 1920); Italiani e
Tedeschi in Allo Adige (Milano, Caddeo, 1922 in appendice .a «Una
parte d'ltallia» di L. Boirsieri, pagg. [ 13,-1 40); PiccoJi amici (Firenze,
Bemporad, 8°, pagg. 12, 1923); I l primo dolore (Ibidem, riedizione,

30
1923)~ Rustica progenie (Ibidem, riedizione con aggiunte, 1923); Dalla
coriferenza di Genova in poi (Milano, Storia politica, Voi. II, 1925);
Appendice a Gli Jtalia·ni e il bel J){lese di P'. Orsi (Milano, Va!Eardi,
l 92.5); Odi, Inni. Elegf:e (Milano, Bo,ldrini e Casteid~, 192 7-1928); La
sensitiva-Romanzo (Milano,, Ceschina, 16°, pagg. 400, 1929); S,toria
del Trentino e Alto Adige (in ((Terre Redente e Adriatico», Voi. l ,
pagg_ 137- 185 , Milano, Valardi, 1932); La letJ;er:atura nell'Istria, in
Trleste e in Dalmazia (Ibidem, Voi. II, pagg. 245-293, 1932); L 'ame-
no inganno - Romanzo (Milano, Ceschina, 16°, pag. :520, 1932); Sto-
ria letter:aria d'Jtalla dal 1800 ai giorni nostri (Milano, VaJiardi,
pagg. VIEI + 667, 1933); La letteratura tride,ntina (in «Terre reden-
te e Adriatico», Voi. II, 1932); l Trentini ,a Milano (Milano~ Boli.
mens. Ciechi, 9 settembre 1935); Guglielm,o Oberdan (Milano, Zuc-
chi, 16°, pagg. 140, 19.36); Medaglioni di donne illustri:· Teresa Con-
Jalonieri (Milano, «Corriere delle maestre», 1 ottobre 1937); Vitlorio
Zippel (necrologio su Boll. Dante Aligh. Milano, marzo-aprile 1937,
pag. 4); Va pensiero - Romanzo storico degli irreden:ti (Mitano, Ces
sc hina, I 610 , pagg. ,609, 1938).

(A tnbrosi: Scritt. Art. Trent.,yagg. 338; De Gubernatis: D ictiocu:iaire etc., pa.g.


52; Idem: !Picc. Dizion., pag. 47 ; Biasfni J.: Trentini immigrati nel regno d'Italia,
Milano. 1901. pagg. Vlll e 48; Chi è: Dizion. ital. d'oggi, s,uppl. 1922; pag. 11 6; G.
Fiorio.: A.A. su roTrentino». 1939, 111. 9, pagg. 292-293; G. Garollo: Ojzion, lbjogr.
universale; Milano, Hoepli, pagg. VIIl, 1024; B. Rizzi, Brennero, 27 settembre
1939; T. Rr.>vito: Letterati etc.,pag. 469; irStudi Tre11Jini», 1939; G. F. in Atti Ac-
cademia Rover. Agiati, 1940, Ser:ie TV', Voi. XIV pagg. IITX - XXX. Necrologi su
di lui a.pparvero su «L'Ambrosiano.», su ull Correre della Sera»•, s,u «Jf Corriere
Valsesiano,,, sui «Il Corriere delle Maes.tre.», sul Boll. Millaoese della (( Dante A li-
gkieri. sv «l Diritti della Scùola», su (('TJ Popolò d 'Jtq{Ja» e su «La S.era»).

AVANCINI DAMIAN 0 , letterato, nacque a Levico nel 1871. Laurea-


1

tos~ in lettere insegnò in vari istituti medi di Milano. DaJ 1902 al


1918 fu rettore del Civico Co.llegio ,dl'Adda in Varallo Sesia.
Morì a Milano nel 1962.
Scrisse: L'amore de «I Pr.omessi Sposi (Monza, La Manara, 1898);
L àpprovazione di Rosmini a «I Promessi Sposi;; - Una opinion.e di
Antonio Fogazzaro ( 1902); «LetlaJ>. Divagazioni critic'he (19 I 2);
Bianca Maria Visconti. Certnt biografici (19 12); ((Il Modernissim'OJ)

31
Romanzo (1913); Il Canzonier.e dei miei vent'anni - Poesie (1920).
Nel 1900 era con Avancino Avancini nella r1edazione de ((Il Salot-
to1J. Diresse per allcuni anni la <(Rivista Rosminiana>J.

(F. Tren:tini in. Atti «Accad,em. Rovert. Agiati», 1964, S. V[, Voi. IV, pag. I 39).

AVANCIN I DOTTOR GIROLAM 0 , collaboro, con il medico Pan-


1

cher (V. alla lettera P.) nello studio su Il bagno di Levico nel Trentino
e Relazione della stagione b:alneare del 1872 (Padova,, 1873).

(Amborsi: c.s., pag. 283).

AVANCINII (DEGLI!) GIUSTINIANO, pittore, nato a Levico, il 17


gennaio 1807. Studiò a Padova presso G. Demin e quindi1 per quat- 1

tro anni fu a Milano :so,tto la guida del Pelagi.


Si portò poi a Roma dove incontrò il Cornelius con il quale intra-
p.rese un viaggio a Monaco e poscia si portò a Parigi ove rimase,
sempre insieme al grande artista tedesco, per circa un anno..
Viaggiò l'Euriopa: Dresa, Amburgo, Berliino1 Vienna. Nei suoi la-
vori predlilesse argomenti storici.
A. diciannove a nni scrisse una Novella, che dette alle stampe per i
tipi del Marchesani di Rovereto e l'anno seguente lai illustrò con il
quadro Ferdinando d'Austria,. ,Conte del Tirolo, in atto di vedere alla
finestra la bella Félippina· Wesler. Questo dipi nto trovasi nel Fernan.-
dineum di lnnsbru,ck.
Altre sue opere sono::Cristoforo Colombo aJ convento della Robi-
da,· Il Levita di Efraim, quadri arnbed.ue acquistati dal Municipi0 per 1

il Museo ,di Trento; L'incoronazione della Madonna.


N eH' Arcipretale della sua patria, in Levico, :sul secondo altare a si-
nistra di chi entra in chiesa; si può ammirare una sua Immacolata,
vene·r.ata dai SS. Vincenzo e Biagio.
Morì in giovane età nel 1843, lasciando diversi lavori incompiuti.

32
(Ambrosi: Scritt. Art. Trent.. pag. 288; Idem: Somm. Stor. Storia l"rent., pag.
194: Weber: Art. Trent., pag. 22; Gero/a: Art. Trent. all'Est., pag. 3; Thieme:Koo-
sterUex. Voi. II, pag. 267:; Matt,ei: Encicl. Trent, pag. 1 I ; Il Messaggere Tiro1ese
del 4.10.1843; Brentari: Guida Trent I, pag.g. 292, 294; Gorfer: Valli Trent., pag.
766; G. De Car/i: «Trentino»i agosto 19301 pag, 293; E. Benezit.- Dtction.n. des
Peintres, etc., Tome I • Libraire: Gru.nd, 19'66 p.ag. 300; A. M. Command'ucci: Di-
zi.on. Illustrato Pittori, Disegnatori Ital. Moderni e Contemp,. Ed. Patuzzi, Mii.ano in
I, l i , III e in IV ed. a pag. 86).

AVANCIN I LODOVIICO, patriota, di Levico. Quando gH nacque il


figlio Augusto, del quale sopra si è detto, esercitava l'avvocatura
presso la pretura di Strigno.
Ma il suo nome viene menzionato perché nel 1849 partecipò, vo-
lontario nella Legione, d'Artiglieria Bandiera e Moro, alla difesa di
Marglhera

(A. ,cerco in «Stuelli Trent», Anno XXX. 1952, fase. 1, pag. 59; A. Pitassio in Di-
zion. bio:rgr. degli Ital., Istit. Encicl. Treccani, 1960, pag. 637).

AVANZO GIOVANNII, di.s,egnat.ore, nato a Pieve Tesino il 2 agosto


1804. Di lui viene ricordata una serie di dieci panorami captati neUa
valle· del Reno e quindi litografati.

(Gerola: Art. 'Trent. all'Esteroj [Pag. 3; J. J. Merlo: Kolonjsch.e K i1nster, DUssel-


dorr, E895; Weber: o.e., pag. 23).

AVANZO SEBASTIANO, del


1

Tesino. iniziò nel primo ottocento


un 'attività editoriale a Bruxellles. Sposando n el 182 0 Maria Lodovica,
1

figlia di Domenico Santo Tessari (V. Te:ssari}, fu compartecipe edito-


riale con il T,essari in A·ugusta e a Parigi.
Nel 1840 assunse m proprio il negozio di Parigi.

(Stampe per via, Pieve Tesitio,, Baissa.no, 1972, pagg. 49 e 95).

33
B

BARTOLOMEI di Pergine·: S,imon Pietro senior, Simon Pietro junior,


Francesco Stefano e Felice, qui sotto presentati nello stesso ordine:

BARTOLOMEI SIIMON PIETRO SENIIOR, professore 1e giurecon-


sulto, nato :a Pergine fil 12 giugno 1666. Era figlio di Jacopo, Vic,ario
di Levico e c:ommissario militare. Studiò a P·adova e a lnnsbruck.
Per la SUJa fama di latinista e grecista e p,e:r le su,e conos,cenze giuri-
diche fu chiamato a M.anto,va per coprire la cattedra di Istituzioni.
Tanto fu apprezzato e p,er la dottrina e per le benemerenze, che quella
città lo iscrisse tra i suoi Nobili, con diritto di trasmi:ssione delle cre-
denziali d~ nobiltà aUa sua discendenza.
Nel -settemlbre del 1697 fu eletto Vicario nella giurisdizione di Ko-
ni,gsberg. L'im[l)er,atore Leo,pol,d!o I lo investì del tit,olo di Consigliere
Cesareo (14 marzo 1698),
Mori in Pergine il [4 marzo 1698.
Con1pose W1 manoscritto: Quaestiones et argumenta in tres libros
primos Istitutorom Imperialium: fece stamp.are un'orazione: Idea sa-
pien.tiae et fortitudinis-; recitò una lezione: Legum utilitas et praes-tan-
ti, presente l'imperatore stesso, Ferdinand,o m.

(Montebello; ,o.c.,pag. 400; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 57; Mazzucchelli, Il
P.[,[Pag. 473; P. de Alessandrini: Mem. Per,g., p,ag. 176).

34
BARTQ,LOMEI SIMON PIETRO JUNIOR, glottologo e numisma-
tico, nacque in Pergine il 16 novembre 1709. Il Montebello lo dice fi-
glio dlel sunnominato Simon Pietro, altri lo dicono figlio di un fratello
di costui, che copriva in Pergine le stesse mansioni di giureconsulto e
di Capitano; comunque lo si dice figlio di Jacopo Gaetano e Anna
Gentili.
Studiò a Tr,ento, presso i Gesuiti, poi ad Innsbruck. e quindi a Me-
rano presso i Benedettini.
A Bologna il 2 giugno 17'31 si laureò «in utroque» cioè in diritto
civile e canonico.
Tornato a l'ergine f1U chiamato a reggere quellla comunità e come
Sindaco e come Console per gli anni 1734, l 743, 1744,, 1750.
Esercitò l'avvocatura, ma acquistò fama soprattutto, per i suoi stu-
di di ricerca linguistica, arclheolo,gica e numismati,ca.
Fu il primo che nel Trentino s'occupasse di quest'ultima disciplina
ed il suo s:tudio De Trldentinarum, Veronensium Me·ranensiumque
mone1arum specihus et valore cum hodiernis Monetis Austriads e Ve-
netis comparato fu pubblicato a Trento ,(Monauni!, 1749 )e ristampato
1

da F. Argelati come inserto in suo studio piùi ampio, (Milano, De Mo-


netis: Italiae,, II, 1750,, pa,gg. 225, 259).
S~ dedicò a decifr,are antiche epigrafi e pergamene. Si occupò di
glottologia e, mamoscritto, lasciò un Catalogus multorum verborum
quinque diales.tuum, quibus montani Per.ginenses, Roncegnenses, La-
varonenses, Sep.tem Pagenses et Abbatienses u.lu'ntur, ,che trovasi al
F'ernandiJ!leum di Innsbruck.
Ebbe contatti con studiosi dell'Accademia Etrusca di Cortona (ve-
di: Firenze, Biblioteca Marucelliana,. ms. A 252) e molti studiosi si
servirono delle sue schede ,e cataloghi per ia prosecuzi,one delle ricer-
ch,e conseguenti.
AJtre sue opere: Libellus de Alpinarum Tirolensium orientalium
origlnibus; la diss·ertazione: De rebus Tridentinls; un'epistola De nu-
per detecto lapide Pahensi, artn(1 1763 ad p. Benédiétum Bonellum;
Dissertatio super inscriptione sepulchrali Pai (Povo) reperta.
Morì in Pergjne il 28 novembre 1763 , lasciando incompiuti altri
s1Uoi lavori di ricerca storico-letteraria e studi di diritto civile.

(Ambr,osi: Scritt. Art. Trent., !Pag. 95; Montebello: o.e., pag. 400; Argellati:
Raccolta Scritt. di Monete d'Italia, Milano,, 1759; Matlei: Encicl. trent., p,ag.. 98;
Almar,acco Treni.», 188,6 ; P. de Alessandrini: Memorie di Perg,ine, pag. 177; Mom-
msen: Corp. lnscript. Latin:ae. Voi. I, [Pagg. 259 ess.; G. Mazzantinti: Enventaru dei

35
manoscr1tti delle Bibliot. dl'ltalia, LXV1I, pag. 127; G.M. Marzucche/Ji: Gli Scritt
d 'Italia, II, Brescia, 1758, pag. J74; F. Pergher: Novelle Letterarie, Firenze, 1764,
pagg, 76, 80; Tovazzi: Bibl. Tirol., ms. 571; M. Morizz.o: Memorie... dlell'«Acc. degli
Agiati» p,cr il 150°, Rovereto, 190[, pagg. 342 e ss.; E. Be.n venuti: V,ecchic disserta·
zioni sU11la lingua etrus,ca nellla diocesi di .Bressanone, «Arieh. Stor. Alto Adige" VI,
l 911 , pagg. 456, 464; Melzi: Dizion. opere a:nonmme e pseudonime, Milano, Ili
voll., p·ag. 7; L. Morelli in D~ion. Biosr. degli Italia.ni,, [st. Encicl. Trieccani, 1964
pagg. 679, 680).

BART'OLOMEI FRANCESCO STEFANO, giurecons.ulto, illumini-


sta, nacque a Pergine il 13 gennaio 1738. Era figlio di Simo,n Pietro
Junior. Ebbe vita difficile e contrastata. Dovette subito opporsi aJ p.a~
dre che lo voleva avviare alla ,carriera ec,clesias,tica. Seguì i corsi uma-
nistici presso, i Gesuiti in Trento, ma all>e ,rcategorie di Aristotele>) ed
al rrsistema teologico dei tomisti)) p!['eferiva gli studi scientifici e fùoso-
fici cui si appli,cava s,otto la :gt11id.a di un domenicano del Convento di
San Lorenzo ali' Ad.ige. A Trènto segw anéhe gli studi ,di diritto.
Nel 1760 esercitò a Mantova pratica legale p!l'esso un.'avvocato.
Suo padre però non s'era levat,o ,dli testa l'idea di far cli ·lui un prelato.
A questo scopo lo affi,dò al conte di Firmian, plenipotenziario a Mila-
no, perclhé svolgesse presso d.i lui opera di persuasione.
Il conte 111ei 1763 convocò a Milano il giovane Simon Pietro, ma
egli 1110n s1 lasciò lusingare e prese la strada della sua terra natale, ove
aprì un,o studio legale,
Nel 1766 ottenne la caricai di vicario minerario nella sua borgata,
nomina osteggùata accanitamente dal Cancelliere aulico vescovile che
riteneva i~ Bartolomei di idee troppo «libere)),
Da Pergine spessissimo, scendeva a Trento per sostitu.ire il Pilati,
emerito illumiìnista trentino, sulla c.aittedra di diritto civile.
Il Cancellier.e aulico vescovile non aveva però deposto le armi con-
tro di lui e accus,ò di irregolarità amministrative il Bartolomei nella
su a funzione di giudice m~nerario iin P'ergìne.
In realtà non si trattò che di riaprire una ormai secolare polemica
di competenze per la salvaguard.ia dei diritti, meglio degli interessi
spettanti rispettivamente alle «Camerl! di lnnsbruck e di Trento».
Il 21 dicembre 1772 fu dunque inviata a Pergine una Commissione
,d 'inchiesta composta dal consigliere austriaco Giuseppe Trentinaglia
e dal c,onsigiliere vescovile Alberto Vigilie Alberti.
Richiesto entro quali limiti svolgesse la sua azione il Bartolomei ri-
spose citando unai per una le «istruzio·niJ) che via v:ia. nel corso dei se-

36
coli precendenti, erano state emanate sia dai poteri imperiali èhe dal
Principato vescovile di Trento, dìichiarando di attenersi a queste.
IJ discorso venne quindi deviato ed il Bartolomei non rimase clhe
spettatore dell,e diatribe sorte tra gli avvocati delle due delega.zioni cir-
ca l'interp,retazione delle disposizioni stesse. La Commissione :si sciol-·
se senza aver raggiunto l'accordo.
Il lBartolornem adunque non si era dimostrato troppo comodo in
quel posto a giudizio degli amministratori vescovili e nel 1774, («pro-
moveatur ut moveatur») gli fu concessa la cattedra di istituzioni civili
irn T'rento~ alla quale, dei resto, aveva deliberatamente concor:so.
Tra polemiche, invidie, calunnie riuscì a manten,ere la ç.attedra s,ino
al 1778, quando vinse il concorso pe:r l.ru ,cattedra di Diritto e Pandet-
te presso ~l cotnegio dei Riformatori in Ferrara,
Addottoratosi a Parma, fu in grado cli coprire la ,c attedra in piena
legalità, ma un concorrente ricorse a Roma ed ottenne ch,e egli venis-
se sospeso daUe lezion.L
Cosi venne a trovarsi nuovamente al centro di un conflitto, questa
volta tra il Collegio dei Riformatori dello studio ferrarese ed i] Cardi~
na1 legato. Il Santo Padre pose termin·e al conflitto assegnando defini-
tivamente la cattedra al Ba:rtolomei.
Ma i suoi guai non erano finiti giac,ché lo si voleva allontanare in
ogni modo. Lo si accusava di coltivare st111dJ non ortodossi, di recare
scandalo ai suoi discepoli con dottrine avanzate e non sempre 00111s.o-
ne con la dottrina ufficiale e ,così msuo insegnamento era in contin·ua-
zione sotto il controlll,o del Santo Ufftzi,o.
Nel i 78,5 decise di ab,b andonare la cattedra. Gli si aprivano due:
strade: consigliere aulnco a Trento o consigliere ~n uno dei Tribunali
ed il titolo di consiglier,e dell'infante a Parma.
Si portò dunque a Parma e quivi fu consigliere del supremo Tribu-
na]e di Finanza e più tardi di queUo di Giustizia. Fu insignito de] tito-
lo di conte, tuttavia neppure a Parma s~ ebbe la vita tranquillat :più
volte, come fu, accusato d.i «giacobismo».
Ciò stante, all'arrivo dei Francesi fu dal «Consiglio criminale)>(!'!!)
sospeso e privato dei suoi onorari.
N,el I 806, ((defraudato, annoiato dalla solitudine, entrato nel set-
tantesimo anno», con i soRi venti franchi che il governo gli concesse di
portarsi appresso, rientrò a Pergine.
Ma un uomo di tanta levatura non poteva essere messo da parte.
Durante il Regno, Ita]ico del quale, ~ome è noto, faceva parte an-
che !a nostra Regione, dovette accettare !Pesanti compiti neEla Corte

37
di Giustizia in Trento. E. qui ritrovò non solo l'invidia di qualche av-
vocatu.ncolo, ma la stessa irnimicizia .del Barbacovi (Taio 1738 - Tren-
to 1825). Costui, già assessore de1 tribunale ecclesiastico e cancelliere
au.lico del principato, era certo sulla sponda opposta al pensìero ed
alla cultura del ìBartolomei.
E ricorninciaron,o per lui le persecuzioni, le minacce di prjgione

persmo.
Anche nella vita familiare conobbe il dolore. Si era sposato nel
1763 ed ebbe due figli il primo d,ei quali, Francesco, dopo di aver
conseguito il posto di Consiglier,e P·ro,vinciale a Gorizia e di aver fatto
.acquisto di terre in Salcamo, nei p,r,e.ssi della città, .ancor giovane
morì. Do[PO tre anni venne a morte anche il secondo figlio.
La salute dell'anziano giurista andava precipitosamente declinando
e si ritirò presso i parenti in Gorizia, ma, avvicinandosi la fme, preferì
tornare tra i :suoi monti ,e così, d,opo una vita duramente vissuta al-
l'ombra delle sue idee dii libertà e di lealt.à,morì in Pergine il 19 ago-
sto 1819.
Dette alle stampe: De vitii:S publicae educationis (Venezi,a, 1781);
De iustis patriae potestatis fintbus {Firenze, 1781); articoli vari stam-
pati su Effemeridi Romane tra gli anni 1781 e 1783; S.aggio analiti-
co· dell'apologia di Francesco· Vigilia Barbacovi (Verona, Gilllllari;
1808); Nuov•o metodo di difendere le cause cattive (frento, 1810).
Qualc.he sua opera venne pu'bblicata postuma: Cenni intorno al ca-
rattere, ai costumi e le usanze del _popolo perginese, pubblicato a
Trento nel 1860 per cura dell'Amministrazione municipale di Pergin,e;
Lettere scelte e pubblicate a cura di G. A. Grammatica (Trento,
1861); Pensieri sopra l'educazione delle fanciulle pe.r la nazione ge-
novese (Bergamo, 1886); Lettere al bar·. Gaudenz'Ant'onio (Trento,
1884).
Molti s.uoi manoscritti e lettere sono presso la Biblioteca Comuna.le 1

di T:rento, tra cui Barbaserqftcomachia, Lettera sopra le vicende del-


la sua vita al Sign. Cons. Bar. Gaudenzant de Gaudenti Roccahruna.
Un suo Elogio al Pilati, uscit,o postumo a Parma per i tipi del Bodo-
ni, fu censurato avendo l'aut,ore fama di «luterano» (1). Una s.ua lette-
ra diretta aD. Bodoni è conservata n.el Carteggio Bodaniano nella Bi-
blioteca Palatina di Parma.

(Ambrosf: Allt. Scritt Trent., pag. l 12; Montebello: o.c., pag. 112; Lettera al Bar.
GaU1denti, Bibl. Com. Trento. n. 902; Melz.i: Dizion. opere anonime e pseud., Mila-
no, III voi. pag. 7; P. de Altssandrint:· Mem. Pergiìn.e, pag. 178; «Arch. Stor. per le

38
prov. parmensi»: li Carteggio Bodoniano della. Bibl. Palat. di Parma. XIII. 1913,
pag. 173 ; MelfJOrie «Ac:c. Agiatti di R overeto», 1901 , pag. 562-564; F. Menestrina:
G.D. Romagnosi a Trelilto in «Tridentum» Xl, 1908. pag.g. 149; M. Rigo1ri.- Un il-
luminista trent. del se,c. XVIII... Firenze. 1923, pagg. lo, 74, 76, 95, 182; C. Costa:
Dagli scritti di F.S.B. in «Studi Trent.», VII, 1926, pagg. 1-31; G.F. Torce/lan in
Dizion. bi-0,gr. degli Italiani o.e. pagg. 676, 677, 678; A . Stella: L'industria minera-
ria del Trentino nel sec. XV Il[, Studi e Ricerche storiche sulla R,eg. Trerit. Il,, Pado-
va, Antoniana;, 1957 [Pagg, 187; 189, 201).

BARTOLOMEI FELICE, teoDogo, di Pergine, fratell,o di Simon P.


Senior. Le scarse notizie che si banno dli lui ci dicono che fu elemosi-
niere d'una regina di Polonia, che lasciò varie opere teologiche che
andarono disperse.

(P. de Aiessa11dri11i: Mem. Pergine, pag. 178).

BARTOLOMEO DI MAESTRO NICOLO, da Pergine. Il 22 aprile


1404 sostenne in Padova l'esame privato e dottorato in arti.

(Segar;zzi A.: Studi l'rent. !Trim., 19 24; BrotJo e Zonta: Acta graduum aéca<ie-
1

miorum Gymnasi Patavini ab aruno M·CCCCVI, acta n. 2492-3).

BATTAGLIA VINCENZO, pre,giato restaurat,or,e di quadri. lEra un


pittore veneto e d.i lui si sa sol,o che mori in Borgo, presso l'Ospedale
dei poveri, ini data 28 ottobre 1751.

(Weber: o.e., pag. 3 3 ; Bibliot. Com. Trento, man. 2865).

BATI.AGLIO N I NERI. La storia di q ues,ti battaglioni costituisce


un capitolo dell'odisse,a dei nostri conterranei che. come i Triestini, gli
Istriani e i Goriziani, facevano parte delll'esercito austro-ungarico nel-
la guerra del 15-18,, e che furono prigionieri in Russ:ia.

39
Nel gennaio del 19 15 lo zar Nicola II prese accordi ,con ili governo
1

italiano per il rimpatrio di rutti costoro, che venivano considerati cit-


tadini italiani, seppur irredenti.
I prigionieri erano disseminati un po' dovunque nella sterminata
Russi.a: fu dunq·ue iniziata l'opera del loro concentramento in un uni-
co C8!Illpo a Kirsanoff.
Kirsanoff fu il cam[Po delle illu:sioni e delle speranze svanite. Solo
un circa seimila furono rimpatriati. Imbarcati a.d Arcangelo, via Me-
diterran.eo Artico, Mare dmN,orvegia, Mare del Nord, rientrarono in
Italia. Un secondo, contingente fu bloccato daii ghiacci ad Arcangelo e
drovette tornare al campo di Kirsanoff e le partenze furono sospese.
Fu intrapresa allora la via per la Siberia, Mongolia, Cina.
Il trattato tra Russia e Germania reonch,1sosi a Br,est-Litowsk nel
marzo del 1918 e le precedenti vicissitUJdini della rivoluzione russa
bloccarono la ra.ccolta dei prigionieri non solo, ma avevano creato
gravi problemi nella strategia derna Seconda Intesa. Le potenze alleate
co,ntro gli imperi centrali avevano concentrato considerevoli forze ad
Arcangelo e a Vladivostok e determinarono di unirle a rinforzo dei
. Russi Bianchi, onde ottenere la riapertura del fronte russo contro la
Germania ed Austria.

L'Italia volle unirsi all'impresa e formò a Torino nell'agosto del


1918 un c:orpo di spedizione da unire a quelle truppe.
Questi avvenimenti sorpresero a 'fien-Tsin gli italiani, già prigi,onie-
ri in !Russia. Tra costoro fu c-0stituito un corpo di volontari organiz-
zato nei famosi BATTAGLIONI NERI, ,così chiamati dalle mostrine
il cui colore nero significava «l'oscurità del destino cui andavano in-
contro1J. I volontari ripartirono verso la Russi~ anziché vers·o l'Italia.
In Siberia si ebbero diversi. scontri cruenti: a Semenovka, a Kari-
mova, lungo io Janissei. ..
Zan,ei Giorgio fu Michele nato a Vigalzano nel 1891, durante uno
scontro, moti affogato nell'attraversamento del fiume Manna, largo
1.5 0 metri, il 10 giugno 1919, nell''avanzata del corpo di Spedizione
1

nella foresta del Tajga (Siberia).


Ne~ 1918 era caduto Zanei Anselmo fu Beniamino, nato pur,e a Vi-
galzarw,, nel 1895.
Peruzzi Francesco fu Giuseppe, nato a Levico il 1884, si meritò la
medaglia d''argento col .nastro di Sant'Anna: «Dando prova di corag-
gio e abnegazione affrontava e disarmava due malfattori, che armati
di pistola sf apprestavano ad aggredire l'esercente di un'osteria e la

40
di lui famiglia» (Ordine del giorno del 24 marzo 1919 della Military
Police).
Zanetel Bortolo fu Giacomo, nato a Siror nel 1897, fece parte «dei
tr:e,dici della Tajga», un distaccamento di dodici uomini al comando
di un capitano, aggregato alla, colon.na dell'atamano Krassilì,ukf, le
cui avventure hanno del leggendario.
Ancora Francesco Peruzzi e P. Lorenzim, ambedue di Levico, ven-
gono citati all'ordine del ,giorno (n. 59 del 29 novembre 1919} della
M.P. ,con questa motivrezione: «Durante la sommossa, sotto nutrito
fuoco d'artiglieria e di shrapnel, coadiuvarono ,ejftcacemente il Co-
mandante della M.P., a trarre in salvo donne,fanciulli e non combat-
tenti. dando prova di disprezzo del perico/0J1.
Tanto per citare qual,che caso del comportamento di questi valoro-
si volontari.
Il 9 .agosto del 1919 il Corpo di Spedizione fu ricihiamato in patria
e con esso rientrarono pure i volontari dei Batta,glioru neri.
Dal <rRuolo dei Volontari Trentini net Battaglioni Neri» ecco i no-
mi c!he interessano le nostre vallate:
MOSER Guido di Carlo, Pergine, 1893, sottote:nente; BRENTEL
Giuseppe fu Guglielmo~ Primiero, 1888, sergente; COMP'E R Enrico
fu Francesco, Pergine, 1889, sergente; SORDO Auielio dj Paolo,
Castel Tesino, I 886, sergente; 'T ICCÒ Umberto fUJ 'Silvio, Roncegno,
1884, sergente; ECCHER Paolo, Roncegno., 1880, caporal :maggiore;
GADOTII Roman,o di Vittorio, Civezzano, 1891, capora! maggiore;
NERVO Rodolfo di Battis,ta, Pteve Tesino, 1890, capòral mag,giore;
OSS Rolando di Antonio, Pergine, 1895, caporai maggiore; lUNAL-
DI Isacco di Armenio, Samone, 1892, caporal ma,ggiore; ZiBNTILE
Eustacchio di Bortolo, Strigno, 1892, c.aporal maggiore; BUFFA Vi-
gilio di Adolfo, Cinte Tesino, 1889, sergente; MOSER Giuseppe di
Giuseppe, Miola; 1889, caporale; PA,C E Francesco di Giobatta, Cin-
te Tesin0, 1893, caporale.

SOLDATI:
ANDERLE Giovanni di Giovanni, Pergine, 1896; ANDREATIA
Emilio fu .Battista, Levico, 1890; ANDREATTA Giacomo di Borto-
lo, Civezzano, 1892; ANESI Gìovanni fu Domenico, B,aselga di
Piné, 1894; AVI Michele di Giuseppe, Baselga di Piné, 189,4; BAL-
DI Costante fu Giuseppe, Ospedaletto, 1896; BANCHER Simone,.
Siror, 1892~ BERNARDI Giuseppe di Erminio, Miola, 1894; BO-
NADIMAN G iovanni di Leonardo, Barco, 1892; BOTTEGA Fer-

41
nando di Floriano, Levico, 1898; BRIDI Luigi fu Giacomo,, Vigolo
Vattaro, 1893; BROCH Luigi di Gabriele, Mis ,(Primiero), 1894; CA-
DROBBI Luigi di Giovanni, Baselga di Plné, 1897; CAMPANA
IlodoDfo, di Michele, Levico, 1892; CAMPESTRINI AHno di Giorgio;
Torceg·no, 1894; CAMPESTRINI Pietro di Linda, Torcegno, 1895;
CAMPREGHER Narciso fu Fran.cesco, Calceranica, 188.5 ; CA-
NEP·PELE Giovanni di David.e, Lavarone, 1895; CASTAfNER Atti-
lio di Santo, Cana·l S. Bono, 1893; CASTAINER Fra.ncesco di San-
to, Cana.l S. Bovo, 1885; CECCATO Ferdinando fu Claudio, Cinte
Tes., 1895; CECCATO Severino fu Vi,gilio, Cinte Tes., 1895; CEC-
CON Giusep,pe di Antonio, Canal S. Bovo, 1898; CONCI Pietro fu
.Basilio, Nogaré, 1886; CORONA C~orgio, Mezzano, 1895; CO-
SNER Giovanni fu GiovanrJ, Primiero, 1887; DALLA FIOR Giu-
seppe di Bortolo, Piné, 1896; DALLA PICCOLA Mario, di ·Giusep-
pe, 1896, Pergine; DELVAI Santo fu Giulio, Levico, 1895; D EBIA-
1

SI Lorenz,o di Lorenzo, Cive'Z'!zano,. 1895; DE.BORTOLI Gu-


stavo fu Battista, Teive di Sofra, 1888; DELAI Arturo di Giuseppe,
Pergine. 1899; DELLA !PICCOLA Mario di Giuseppe, Pergine,
1896; DORIGONI Luigi di Giovanni, •Civezzano. 1896; FABBRIS
Ermenegildo di Guerino, Canal San Bovo, 1893; FAC•CHiiNELLI
Giuseppe di Andrea, Pergi.ne, 189 3; F ACC HINELLI Enrico di Gia-
como, Civezzano, 1896; FEDRIZZI Domenic,o di Giovanni, Ronco-
gno, 1896.; FERRARI Severino di Francese.o, Calce.ranica, 1894; FI-
LIPPI Enrico fu Gius,ep,pe, Pergine, 1891; FORADORI Gioachino
di Giobatta, Barco,, 1890; FRANCESCAITI Federico fu Giovanni,
Bedollo. 1894; FRONZA Tullio di Emanuele, Civezzano, 1894;
FRUET Abele di Antonio, Roncogno, 1890; FRUET Angelo di Gio-
vanni,. Bosentino, 1895; IFRUET Emilio di Tommaso, Pergine. 1894;
FURLANJ Isid!oro di Emanuele, Ospedaletto, 1894; GIRARDI Au-
relio di Stefano. Fornace, 1896; GIRARDI Emilio di Emanuele, Per-
gi'ne, 1887; GIRARDI Silvio di Giaco,mo, Levico. 1891; GlRARDI-
NI Gioachino fu Agostino, Pergine, 1894; GOZZER Frances(o fu
Francesco, Pergine, 1897 ; IAGER. Antonio di Gia,com,o, Tonadico.
1896; ISEPPI Angelo fu Bas., C,aldonazzo. I 889; LA.NER Eduino flll
Francesco, Pergin.e, 1892; LAZZERI Celeste di Domenico, Vigalza-
no. I 896; LENZI Angelo di Pietro, Torce,gno, I 894; LENZI Guido
di Massimo, Torcegno, 189,6 LIBERI Carlo fu Clemente, Pergine,
1;

1880; LORENZONI Abramo di Abramo, Ivano, 1897; LOSS Giu-


seppe di Nicolò, Caoria , !892; MARCHESONI Quirino di Giobatta
Caldonazzo, ]897; MENGARDA Beniamino fu Basilio, Samone,

42
1,896; MINATTI Frances,co di Antonio, Grigno, 189 0; MOL[NARI 1

Beniamino di Beniamino, Civezzano, 1896; MONTAGNI Giovanni


fu Giovanni, Grigno, 1890; MOSCHEN Ar,cangelo di Urrba.1110, Selva,
1,893; MOSER Domenico di Demetrio, Vignola, l887; MOSER Oio-
va.nni ,di Giovanni, Miola, 18,97; MOTTER Albino di Giuseppe, Ten-
na; 1895; ORSINGHER Leonardo di Giacomo, Canal S . Bowo,
1,893; ORSINGHER Luigi di Giuseppe, C,a nal S . Bovot 1893; OR-
SINGHER Pietro di Augusto, Borgo, n89,4; OSS-EMERT Luigi di
Stefano, Pergine. 1895; PAOLI Matteo fu Giuseppe, Levico, 1891;
PLANCHER Emilio di Fran.cesco, Pergine, 1895; POSTAI Giilllsto
di Domenico, Roncegno, 1889; PRATI Camillo fu Angelo, Caldo-
nazzo, 1893; PRATI Vittorio di Benedetto Caldonazzo, 18,92; PRA-
TI Ll!ligi Rodolfo, di Bene:detto,, Caldonazzo, 1894; PRIG!HEL Silvio
di Ettore, Levico, 189·2~ RENZI Mentore di Giuseppe, Borgo. 188?;
ROA'f Cirillo di Giuseppe, Borgo, 1893; SARTORI Giuseppe ,di Ce-
Eest:ino, Vigaizano, 1887; SASSELLA Ulderico di Antonio, Grigno.
1896; SCALET Giovanni di Matteo, Transacqua, 1097; SIMIONI
Pietro cli Anto:nio, Mezzano, 18,88; SORDO Severino fiu Giacomo>
Castel Tes., 1887; STENGHELE Pio di Arcangelo, Lavarone. 1894;
STROPA Giacinto dii Abramo,. Telve di Sopra. 1886; TOLDO Al-
fonso di Beniamino, .Susà, 18'9 1; VALANDRO Giovanni di Valenti-
1

no, Spero, 1890; VALENTINI Andrea di Matteo, Piazze, 1893;


VALDUGA Guido, Borgo,• VOLTOLINI Isidoro fu Pietro, Grigno,
18:90; ZANEI Anselmo fu Beniamino, Vigalzano, 1895; ZANEI
Giorgio fu Michele, Vigalzano, 1891; ZANETEL Bortolo di Giaco-
mo Siror, 1897; ZENI Giuseppe di Domenico, Montagnaga, 1894;
zo,I TA Giovanni di Giam·battista, Castel Tiesino, J,891; ZULIANI
Andrea di Battista, Mezzano, 1895.
I Caduti sono ricordati da un monumentino nel cimitero Krano
J ark (Silberia), che porta la scritta:
.«G. SARTORI-PERGJNE / E. FURLANI-RONCHI f SOLDATI D'ITALIA /
MORTI IN SIBERIA I DEVOTI ALLA PATRIA/ GLORIOSA DESIDERATA
/ l COMILJTONJ DEI BATTAGLIONI NERI / CON RIMPIANTO / PER LA
PATRIA I 19'19.
Nel ,cimitiero di Tientsin vi è un altro monumento ch,e ricorda i
FRATELLI SEPOLTI I N CINA/ SOLDATI NEI BAITAGLIONI
NERI.

(G. Bazzanf: Sol.dati Italiani rnella Russia in fiamme, Trento,, Temi, 1933; Idem:
La bandiera dei Battaglioni neri, «Boli, Legione 'frent»., 1923, n. 1, pagg. 1-2-3; E.

43
Da.I Rì: DQçume:l\t.a..zione dèiU~ Campagna del Corpo di spedizione italiana in Estre-
mo Oriente, Ibidem, pagg. 4-5-8-9; G. Cescati: Da Kirsanoff a Tientsin, Ibidem,
pagg. 6-7; Ministero della Guerra: L'Esercito ][taliano oeUa Guerra 15-18,, VII, To-
mo, I; A. Mo/ignotzi: Trentini prigionieri in Russia, Torioo., Soc. Ed. Inter., 1'92·0 ;
G. lJerioldi ìn Atti ((A,ccad. Roveret. Agiati» 1922, Ser. V, Voi. V,pa.gg.1 59-164).

BAZZANELLA DON !MANUELE, giornalista, nato a Borgo il 18


maggio 1.841. Fu deputato al Parlamento austriaco, collaboratore del
((/{ Popolo Trentino)) e di r,Famiglia Cristiana».
Nel 1865 fu tra i fo ndatori de «L.a Voce Cattolica>,, che diresse nei
primi anni dalla. fondazione.

(A. E G.ubernatis m Dictionnaire Intero. dès écrivains, etc., Firenze, 1905).

BAZZANELlA DON G1IOACHINO, ricercatore storico, nato a


Borgo il 20 luglio 1:841. Seguì I.a ·vocazion,e ecclesiastica e dopo esse-
re stato per qualche anno in cura d,anime in di:verse località, n,el 1876
lo si trova curato in Transacqua (Primiero). In quest'anno appt11nto
organizzò con alcuni del 11!.lo,go un [Pellegrinaggio in Terra Santa, im-
presa che un secolo fa non er,a certo di facile attuazione, sia dal pun-
to di vista ec,onomico che logis.tico.
Di questo viaggio lasciò qual,c:he memoria: .«Napoli', scrisse, riem-
pie gli occhi e la mente, ma Roma riempie il cuore)>.
A Napoli la comitiva si imbarcò pe.r poi sba:rc.a re a Giaffa il 7
aprile.
Al ritorno i pellegrini vennero accolti, all'aprirsi della valle, da una
commissione ,di maggiorenti e popolo. Furono accompagnati da un
corteo che raggiunse, rallegrato dal suono delle campan,e. delle sei vil-
le e dalEo sparo de:i mortaretti, l'arcipretaJe ove fu celebrato un :solen-
ne r<Te deumJ>.
Don Gioachino passò poi .a reggere ~a chiesa di Castel Tesino e
qui dette aJ~e stampe le Memorie di Tesino (Feltre, 1884), che venne-
r,o rip11Jbblicate nel 1!936 per cura di M,ons. Biasiori, allora arciprete in
Castello.

44l
Don Gioiehino :scrisse anche un Manuale d'Ufficio per clero curato
(Monauni, Trento, 1905). È costituito da un migliaio di pagine con le
quali vengono spiegate tutte !,e oper:azioni anagrafiche ed amministra-
tive, facenti capo all'Ufficio parrocchiale nel tempo in c.ui vigeva la
legis.Iazione austriaca, che ,delegav·a alle parrocchie l'anagr,afe civile .
Traferito poi come decano, a Strigno, lasciò presso l'ar,cbivio deca-
nale un quaderno dii appunti di storia e cronaiea locale, che risu.lta
una di quelle poche cos·e rimaste dopo là dispersione dei documenti,
perpetrata dur.ante la prima g11Jerra mondiale.

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 533; Idem: Somm. Stor. Trent., pag. 250; Vo·
ci di P'rimiero, 19 54, n. 8).
1

BEBER DON MARIO, poeta nato :a Levico· il 20 novembre 192 1.


Compiuti gli studi ginnasiali e teologici nel Seminario di Trent,o, ven-
ne or,dinato sacerdote nel 1945 a Malé, ove ili Seminario era sfollato a
causa delJa sec,onda g1Ueri1'a mondiale.
Fu in cura d'anime come cooperatore a Vigo Lomaso., a Borgo
Sacco, a Ti,one; per divenire poi insegnante di Religione prima presso
l'<rArcivescovile>) e quindi al! «Tambosi» e poi al «Pot~o».
Degli studenti era padre, fratello e amico e dagli studenti era con-
traccambiato profondamente .in tutti i tre, sentimenti.
Presso i giovani promoveva attività sportive e culturali. Fu assi-
stente nella Società ciclistica e<Aurora» di Trento e a Levico parteci-
pava all'' attivit.à del g,ruppo «Neruda».
«La sua poesia· nasce)J'.a ,dalla sua passione di prete, da quella pas-
sione che ricollega spontaneamente tutto a Dio: quello•ch:e di bene e
quello che di male scorre nel mondo», scrisse di lui Don. Onorio Spa-
da; ,«Forse il più grande poeta religioso dei nostri tempi», lo definì il
Prof. Carmeni.
«Don Mario ha realizzato, nella sua vita e nella sua poesia, se
sJesso, secondo Cristo che .sulla Cro·ce ha trasformato l'amore in do--
lore, perché possiamo trasformarie il dolore in amore». È un pensiero
,espre.sso dall'Assessore Provinciale alle Attività Culturali, Dott. Gui-
do Lorenzi, durante una cerimonia commemorativa. tenuta in Levico
nel ~uglio del 1.977.
Fu stroncato improvvisamente dalla morte il 4 agosto 1975,

45
Le sue opere: Poesie di un prete (Rebellato, 1970); L'amore sporca
(Trento, Monaun.i);, Schegge di Vangelo, che diceva alla radio; Ulti-
mo viaggio (Bologna, E·dl. Boria, 1976), opera pubblicata postum,a.
Quando la morte Io colse stava lavorando per una trilogia.: Il libro
delle scritture.
Con lo speudonimo «Il picchio» collaborava con la stampa locale
po,rgendo ai lettori brani poetici in rima e in prosa.

(Don. O. Spada: Necrologio in Vita Trentina del 7 agosto 1975 ; V. Cristelli e


M .P. Flick in Presentaztone di Ultimo viaggio», 1976; G. Duca: su Adige Panora-
ma, marzo J977, pag. 11; Vari in Numero Unico, Levico, 1977; Vìra Trenti11a del
24 Iuglio 1977).

BELLAT (1DE) DOffOR C·ARLO, medico di Borgo. Di lui si han-


no, editi in Trieste nel 1891, i Resoconti medz~c.i relativi alle stagioni
balneari ,e climatiche d.i Roncegno per gli anni ]888, l 8,89, 1890.
Scrisse inoltre, .inedito, uno studio sull'Acqua minerale naturale arse-
nieale ferrugginosa del Monte Tesabo presso Roncegno.

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent,, 1Pag. 447; O. B rentari: Guida Trent., I, pag. 360).

BENETTI PiROF., MONS. DON CLEMENTE, storico, nato a Bor-


go il 21 settembre 1839. Compi i suoi primi studi sotto la guida di
Don Francesco Ba:zzanella e li proseguì in Rovereto. Seguiti i corsi di
Teologia in Bressanone fu ordinato sacerdote a Trento nel 1862.
Dopo di essere stato in cura d'anime co,m e cooperatore a Grigno,
Imer, Scurelle, Ala, S.. Pietro in Trento, fu chiamato a coprire la cat-
tedra di lingua italiane e lingua tedesca nel Collegio Arciv'escovile di
Trento.
Passò, poi nella Redazione della ,rVoce Cattolica». come tradutt,or,e
ed amministratore.
Morì in Trento il 28 marzo 1907.
T'rad!usse dal tedesco i cinqrue grossi volumi del P. Weiss: «Apolo-
gia· del Cristianesimo» e div,ersi opuscoli dell'archeologo P. Grisar.

46
Tradusse del Pasteur la Storia dei Papi' dalla fine del medioevo
(Trento1 1890; Rom~ Desc.Ieé, 1912.).Dal tedesco tradusse I Papi del
Medioevo (Roma., 1897).
Scrisse: Il Convertiti del secolo decimonono (Trento, 1871);Appunti
critici da servire al Giudizio di Girolamo Savonarola (Trento, 1898);
La questione sactale, ovvero istituzioni di sociologia (Trento, 1897).
Fu il fondatore della B,iblioteca del Ginnasio Vescovile e nel corso
di trent'anni la arricchi di oltre 15.000 volumi.
Ebbe il titolo e le insegne di «Cameriere· ordinarz:o di Sua S.antità».

(p. Emanuele Bazzanella: necrolo1?ii0 in Atti «Ace. R,ov,erebi.. 1997, S. fil, pagg,
LXVII-LIXIX, con ritratto i Ambrosi: Scritt. Art. Trent.; pag. 406 ; A. Costa su
«Voci Amiche», «Borgo, settembre 1959, n. 4; F. Nicolao.· Jmèr, pag. 4 7).

BERTAGNOLI D 0TTOR CARLO. s·crittore agronomo, nato a Per-


1

gine il 2 gennaio 1843. Stud!iò legge ad Innsbrucck e iniziò pratica le-


gale presso l'avvocato Dalla Rosa in Pergme.
Avendo espresso sentimenti dì italianità ed avendo collaborato con
il generale Medici (1866), emfgrò dalla patria natale e si portò nel
Monferrato ove divenne insegnante di lingua tedesca nel R,eggimento
di Cavalleria, pur non sospend!endo gli studi legali, che approfondì
con l'avv,ocato Morini.
Ne.I [868 si trasferì a Firenze ed entrò nell!o studio dell,aUora depu-
tato On. Crispi.
Dopo aver superato regolare concorso, entrò, nel 1870, nel Mini-
stero del.a,Agricoltura. Fece part,e di varie Commissioni tra cui quella
istituita per studiare i prolbiemi della bonifica dell'Agro Pontino.
N,el 1880 è Primo Segretario di Gabinetto del Ministro Depretis;
nel 1885 passa a Direttore della Sezione di Polizia Amministrativa
cui spettava il co111trollo sulle amministrazioni locali, gli interventi p,er
l'igiene publblica, la beneficenza, l'emigrazione1 l'ordine pubblico. Ri-
mase in qu.esta carica anche dopo la caduta di Depretis.
Con il Nicotera, Ministro degli Interni del governo del Rudini, eb-
be funzioni ispettive e funzione di Capo Gabinetto del Sottosegretario
di Stato.

47
Svolse anche importanti missioni diplomatiche all'estero: a Vienna,
a Parigi, a Berlino.
Nel 1893, con il primo, Ministero Giolitti, è direttore capo divisione
agli Interni. Nello stesso, anno viene nominato Prefetto ad Arezzo.
Tra il dicembre 1.893 ed il settembre 1894-è Prefetto ad Agrigento. Si
ebbe in qu.es.to periodo la ramosa sollevazione dei Fa:sci Siciliani, per
cui sottoposta la Regione allo stato d'assedio, dovette deferire i suoi
poteri. all'Esercito,, sottraendosi così alla responsabilità di quem fatti di
1

sangue.
Dal 1 settembre 1894 è prefetto a. Brescia e nel 1896 a Caserta. In
questo stesso anno si ,congedò.
Mori a Friesach, 11ielle Alpi austriache, il 21 lruglio 1896.
Fu un uomo co n tendenze di sinistra, ma, essendo Prefetto in ìBre-
1

scia, ritenne di ritrovare i suoi ideali nella dottrina cristiano-sociale


che :allora appunto si stav·a sviluppando tra i cattolici.
1 1

Nei suoi scritti, nelle conferenze, nelle relazioni ufficiali trattava di


preminenza temi di eco111omia agraria, esprimendo idee progressiste e,
per quei tempi, avveniristiche. Anche l'ag:ricoltura doveva avviarsi
verso l'indlustriali:zzazione e doveva essere superato il sistema della
mezzadria.
Criticò asparamente !a Relazione Iacini sull'inchiesta agraria, la-
mentandone le lacune, denll!nciando, come in essa si fosse sotta,ciuto
((l'assenteismo dei proprietariJ>. O,ccorreva portare l'agricoltura sul
piano dì una nuova e moderna econ.omia di sca:mlb,i, che considerasse
i costi di produzione in rapporto alle richieste di mercato, superando
il sistema chiuso dell'economia agricola basato an,cora in gran parte
sul consu.mo f'amiliare. Era.no idee !base sulle quali si avviava la rea-
lizzazion.e del sistema cooperativistico, che in quegli anni stava timi-
damente ponendo le radici.
Tra ~
suoi scritti: La colonia pa,rziaria (Firenze, Barbera, 1887);
Delle vi'cende dell'agricoltura in Italia (lbid. 1881); Inchiesta agraria
(Rom:a, Botta, 1884); La crisi agraria, alla Camera ed al Serza.to
(Ib,id. 1885); Il riordinamente dell'imposta fondiaria (Roma, Tip. Ca~
mera D·eputati, 1885); J dazi sui cerali (Ibid. 1885); L'economia del-
f'ag·ricoltura in Italia e le sue· trasformazioni, secondo i dati dell'in-
chiesta agraria (Ibid. 1886); Gli scioperi dei co,ntadini (Giornale degli
economisti I, 5-6, 1886, p,agg. 580-591, 667-69 I) in cui sosteneva la
leggittirnità dello sciopero, ma auspicava pene repressive contro l'inci-
tam.ento allo stesso; Emigrazione dei contadini per l'America (Rasse-
gna naz. IX,, I 887, pagg, 94-122); Politica agraria e politica ecclesia-

,48
stica nella questione delle decime (Roma, 1887); Delle trasformazio-
ni vecchie e recenti dell'agricoltura nostra e forestiera {Bologna, Fa-
va, 1888}; I boschi e la nostra politicaforestale (Bologna, 1888); La
pastorizia in Italia (Ibid. 1888).

(Ambr0:si: Scritt. Art. Trent., pag. 329; Calendario Generale del Regno d'Italia,
Roma,, 1880 e ss; Ar-ch. Centr. Stato, Minist. Pubbl. Istruz.: Fascicoli personali bs
169; Mini.si. Interno: Div. I bs 70 e Ruoli d'anzianità bs, 26; De Gubernatis: Pic-
colo ù izion dei Contemp. ital., Roma, 1892, p,ag. 92; G. Caroccf: Agostino Dep,re-
tis e »a politica itaJ. ecc.~ Torino1 1956, pagg. 5.31 -569;, F.Fonzi; Crìspi e le «Stato
di Mhlano». Milano, 1965, pagg. 44Z-448 ; Dizionario del Risorg. Italiano: 11 pag.
253; Enciclop. Europea-amerl'cana: VIII, pag. 408; F. Bonel/i in Dizion. Biogr. de-
gli italiani, 1st. Ed Trtccarli. Vol. 9, pagg. 444-445).

BERTOLIINI STEFANO di Pergine. Er,a professore cli legge ne]Ea


Università di Vienna ai tempi dell'imperatore F erdinando III, (1637-
1657).

(Monteb-eilo: o.e., pa,g. 401).

BERTOLINI STEFANO, entomologo~ nacq1Ue a Civezzano· nel


18,32. Laureatosi. in legge ft11 Commissario politico in Borgo, presso
l'i.r. Capitanato; ma il sll!o tempo libero io dedicò, allo studio degli in-
setti, specie dei Coleotteri., co·n i quali compose una ricca coUezione.
Era in contatto con i maggiori studiosi della materia in tutta Europa.
Fu comlaboratore dlel Bollettino della Società entomologica 'italia·na.
Scrisse: I carabici del Trentino (Venezia, 1867); Neue K aferarten
des Trentino Gebietes (Vienna, 18,68); Agabus venturi nuo va specie
(Firenze, 1870); Una in,ondazione dell'Adige, notizie entomologiche
(Ibidem, 1871 ); Catalogo sinonimico e topografico dei Coleotteri d'I-
talia (llbidem., [872);, Cenni sui Coleotteri della Val di Sole (Ibidem,
1:872); Lettera al Sign. Pietro Bergagli (Ibidem, 1872); Rassegna en-
tomologica. Contribuzione alla fauna italiana degli Emitteri eterotte-
.ri. Notizie dlescur.sione e di caccie ento·mologiche (Ibidem, 1874); Al-

49
cune nozioni sugli insetti e dei loro rapporti coll'agricoltura (Tren.to,
s.a.); Escursioni entomologiche nella Calabria (Firenze, 1875); Sulle
Alpi; rime.mbr:anze di una gita nella Valle trentina dei Coleo·tteri,
stampata a F~renze per cura della So·cietà entomologica italiana.

(Anrbrosi; Scritt. Art.. Trent.; pagg. -436-43 7).

BERTONDELLI G1EROLAMO, medico, storico, nobile del Sacro


Rom ano Impero, nacque a Borgo il 22 gennaio [607. Studiò medi.ci~
na a Padova, a Bofogna e a Roma. Nel 1630 era già dottore.
Le peste di manzoniana memoria raggiunse Levico e fece strage
tra queUa popolazione,, ma il BertondeUi, medico in Borgo, con una
serie di sagge e draconiane disposizioni, precluse al contaggio la sua
borgata e t11.1tta la bassa V rusuganai. Borgo lo co,nsiderò <rpadre della
patria;, ed il suo consiglio diventava legge anche per l;amministrazio-
ne di tutta la comunità. Era pervaso di alto se.nso religioso tanto che,
mortagli la moglie Anna Maria Buffa, nel 1687, a.d ottant'anni si fece
sacerdote.
Morì in Borgo il 24 giugno 1690.
S,uo è un prez·ioso manoscritto, gel,os:amente custodito presso l:a Bi-
blioteca Com. di Trento: Ris.tretto della storia d,é/la Valsugana.
A Venezia pubblicò un opuscolo: Mi'racoli operati dalJ'onnipoten~
za divina ... benedetti dalla santa memoria di Innocenza XI,. ,-;accolti
con diligenza e fedeltà da me dottor Girolamo Bertondelli... Nel
169 1 l1opuscolo venne ristampato con l'aggiunta defila Vita di Inno-
cenzo Xl descritta dal dotto,r G.B. Nella prima edizione si parla di
quattro miracoli, nella seconda di dodici, la maggior parte dei quali
avvenuti in lBorgo.

Sua è una Relatione della Sacra Transla!r'one del Venerab,fle Cor-


po dell'inclit;o Martire San Pr;ospero (Bassano per G. Antonio Re-
m,ondini, 1796 di pag. 48); Il Monastero di S. Anna e le Clarisse a
Borgo (stampat.a .a Cles); scrisse dea Romitaggio di San Silvestro, che
esisteva sulla spon,da opposta del lago omonimo, ora scomparso; ini-
ziò una Storia cro.nologica universale dalla fondazione di Roma, del~
la quale riuscì a tracciarne sei parti.

5,0
Ma l'opera storica di maggior rilievo fu l'Hlstoria di Feltre (Vene~
zi:a, Tip. Vitali, 1673), Per questa sua opera venne inscritto nel libro
d'oro della nobiltà felt ri111a. L' opera venne ristampata recentemente in
• •
copia anastatica.
lFeltre lo ricorda con una lap~de sita nella chiesa di Ognissanti:
A!ETERNAE C()MMENDAT[ON[S VIRO / HTERONIMO BERTONDELLO
DOCTORI / EQUIJE AURATO NOBILI IMIPERJALI /FEL'li'R. CRONISTAE
HISTORICO ELEGANTI / GESTORUM MEMORALIUM FACINORUM /
IMMEMORABI L[UM E XPOSITORJ / OBLIVIONT ADVERSARJO / URBI
BENEMER[TO P 'A TRJCIO ASCRIPTO / ORDINI GRATO f CIVINUS CON-
DIG NO AFFEST0 1
/ AD RECOLENDAM TANTE VIRI MEMOREAM /
MDCLXXXTTJ.

(Ambrosi: ScritL Art. Trent.,pag. 49; Montebetlo: o.e., pag. 297; Tarlarotti: Bi-
bln. Tìrol.; Mons. Fontana in «Strenna T remt.» 1953; Bretrtari: o.e., pag. 349; Se·ra-
gatri in «Stuò~ Trent.", l923, pag. 358; A. FeJfin: StQria di FeHte, pagg. 179; Betta.-
nini in «Morata111arai,, 1948, pag. 24; A. Costa in «Voci Amiche», Borgo. Novembre
1956, pag. 5};

BETTANINI EMANUELE nato a B·orgo nel 1866 e quivi morto


nel 1957. Diplo,mato farmacista esercitò la sua [Professione nella bor-
gata natale. Durante il tempo libero ,si dedicava a studi storici riguar-
danti la sua terra e la sua famiglia.
All'Archivio dell'Accademia Roveretana degli Agiat~ di cui era so~
cio,, donò i suoi manoscritti, «UémtJrie di B orgo e del Trentino)), che
s.ono un ricco materia.le posto a di:spos,izione dei ricercatori.

(U. Tornassoni: Necrologio in Atti «Ace. Roveret. Agiati!I, 1957, S.V. Voi. VI,
pag. I V).

BETTEGA DO'N DOMENICO, ricerc ~tore storico, ·n acque a Pri-


miero (Masi di Imer) il 3 1 agosto 1854. Or,dinato sacerdote il 7 lu-
glio l 87 7, fu prima cooperatore a Fiera, qu~ndi curato a Sir,o r. FUI
durante la sua permanenza qllli che occupò gran parte del suo tempo

51
libero, in ricerche di carattere storico locale. N,el 1890 stese un Rias-
sunto dl storia patria, dedicato agli insegnanti.
Fu amante e ·buon conoscitore di musica. sacra e strinse profonda
amicizia con il Pr,of. Terrabugio, del quale s.aràr fatta menzione più
avanti. Tentò anche la poesia e, come scri:sse il !Prof. Mons. Don. Ste~
fano Fonta111~ ,di ciò < rprodusse poco~ ma squisito».
Da Siror fu trasferjto parr,oco a Pilcante (1896) e poi decano a
MaEè. Mori a Imèr nel 1924.

(«Voci di Prim·ìero,,: Anno, 1941, n° 3, 1954, n. 12; F. Taufer in guida deUe Valli
di Primìero, m977, pagg. 44, 47); F. Nico{ao ùnèr, pag. 11.

BETTE GA EMILIO, magistrato, nato a Primiero ,(Masi di Jmer)


1

nel 1887. Compiuti gli studi gjnnasial!i a Trento passò all'Università


di Innsbruck e poi a Graz o·ve si laureò brillantemente in giurispru-
denza. Allo scoppio della prima guerra mondiale è Pretore a Strigno,
donde parte p,er arruolarsi come irredentista nell'esercito italian.o. Co-
me ta3e ebbe f'j ncarico di coprire la funzio,ne di magistrato in z.ona di
. .
operaz1on1.
Per l'alacrità e compete111z.a svolta in questo incarico fu insignito
delJ'Ordine di San Maurizio e Lazzaro.
Terminata la guerra fu Pretore a Primiero, Giudice e Presidente di
1

Tribunale a Bergamo. 'Termìniò la. su.a carriera co,me Consiglier,e della


Corte d 'Appello di Milano.
Nel 19:54, per raggiunti limiti di età, si ritirò a Chizzoia (Parma)
pres,so la figlia colà sposata. La morte lo colse là nel marzo 1964.

(«Voci di Primiero»; A. 1964, n. 3; «Srudi Trent.», l Trim. 1925, pag. 28).

BETTEGA MICHELE, guida alpina, nato a Primiero (Mezzano) il


19 dicembre I 8.5 J. Il Bettega fu senza dubbio l'antesignano di qu,ella
attività alpinistica primierottai, che tante glorie ha raccolto e sta co-
gliend,o sutle montagne d'Europa e di ~tri Continenti.

52
A vent'anni si trovò «famiglio» a San Martino di Castrozz,a e qui
conobbe ed entrò in amicizia con i primi scalatori esteri che si cimen-
tavano sui nostri monti. Cominciò quindi la sua scuola di roccia «ru-
bando il mestiere», come si diceva allora, e ben presto si mise alla pa-
ri dei maestri, supera.ndone non pochi. Per rendere Pidea dell''uomo e
del come na,cque fil nostro alpinismo locale, daremo, qui sotto un par-
zial,e elenco delle sue scalate e di ciascuna diremo la data, il nome del.
cliente, delle guide c.he con lui collaboravano~ nonch.é l'eventuale
menzione bibliografica.

JPALA DI SAN MARTINO (m. 2987)


Il 23 giugno 1879: si ha la prima scalata di questa cima con Giu~io
Meurer, il marchese A. Pallavicini (morto poi nel 1886 sul Gr,ossglo-
ckner), le guide, ormai note, Santo Sorpaes e Arcangel,o Dim:a.j. Il
Be'ttega vi partecipò come portatore e si comportò cosz' da meritarsi
con questa scalata la nomina a guida. (Alp. Journ. ne, 165; Mitth.,
1879, 166; Oes. A ..z. 1879, 169); 31 agosto 1883= G. Euriger, guida
Dimaj (Zeit.schrift XV, 3 I 2); 17 ago.sto I 885: R. Thaler, C. Candel-
pergher, guida Bern.ard (SAT, Annuario Xll); 17 agosto 1885: C.
Tomè; 18 agosto 18&7: C. Vouwiller, CAI Mfilano (Riv. Mens., 18:87,
399); 2 settembre 1887: Vaccarone, Gonella, Cor à, CAI Torino
(l'bid., 1887, 283); 4 settembre 188·7: D'Anna, CAI Millano (Ibid.,
1887, 291); settembr,e 18,89: Albertario, Bonacossa, Melzi~ guida
Confortala, Cai Milano (Ibid., 1887 1 3,65); 5 settembr,e 1891: Irene
Rigattm, CAI Agordo (Ibid., 189 I ., I 891, 304); 7 luglio 1892,: con il
Wund viene tentata e superata una via nu,ova (Wund: Die Besteigung
des CÌ1n:a. Pala, Stuttgart, 345}; 210 ottobre 1892: F. Pugno, E. Ban-
da, CAI Milano (Riv. Mens., 18,92, 3:2!0);
CIMON DELLA PALA (m. 3]85)
11 Be,ttega, allmeno come glllida, non partecipò alle prime salite. È
noto, almeno agli èsperti, che questa superba vetta venne vinta il 2
giugno 1870.
Ecco la sua attività su qu.es.ta montagna: 15 luglio 1882: E. lEurin"
ger, la guida A.. Lacedeili; 13 agosto 1883: S. Dorigoni, C. Candel-
pergh,er, Tlholer. E. Paternoster, guide Dalla GiacomaeBernard,SAT
1

Trento (Sat, Annuario 1883); 19 luglio 1885 : G. Fischer, V. Sonklar;


29 agosto 1888: M. Ghellini, B. Savardo, CAI Vicenza e l'allievo
Giuseppe Zecchini (Riv. Mens., 1888, 112); S agosto 1889: la vetta
vien super.ata. per una nuova via con socie deL CAI di Milano (Ibid.,

53
1889, 264, 1890, 75); settembre 1892: le signol!'e Silvia Toffol e Ame-
lia Crescini, con i rispettivi mariti e oorn fa guida B. Zagonel.

CIMA ROSETTA (m. 2742)


La vetta fu rag,giruntai la prima volta nel 1870, Il Bettega lo trovia-
mo, attraverso una n.uova via, il 16 settembre 1893 con Walter
Schultze (Oes. A. Z ., 1894r 107).

FIGLIO DELLA ROSETTA (m. 2370)


Il Bettega vi comp·ie La pri·ma salita il. 21 giugno 1889 con von Ru-
dzewski di Monaco, e battezza. il picco co,n il s,uo attuale nome.
(Mitth., 1889, 159).

IL CUSIGLIO (m. 25 10)


Il 3 agosto 1890 ili Bettega, conT.T. Wood, vi sale la prima volta
(Alp. Journ. III, 368). Nel 1894, il 3 1 l111glio, per .altra via, lo s:ale con
G. Levi del CAl Firenze (Riv. Mens., 1895,, 15).

PALA DELLA MADONNA (m. 2733)


Il 12 agosto 18,86 A. Zo1tt e G. Winkler superano per la prima vol-
ta la vetta occidentale. Il 4 :settembre dello, stesso anno, e nello stesso
,giorno, il Bettega. (con il Conte Denis del Champeaux ed Enrico con
1

la guida Barbaria) supera le due cime (Alp. Jouro., Xli, 455). Altre
sue scalate: 21 luglio 1887: S. Zilzer, R. Wolf, guida Dimaj; 6 agosto
· 1888: G. D'Anna (Rjv. Mens., n888, 318 e 1889, 129); 17 giugno
1889: von Rudzewski (Mitt.., 1889, 159); 8 agosto 1889: G. Melzi,
CAI Milano (Riv. Mens., 1889, 77); 14 luglio 1892 : R. Corry (Oes.
Alp. Z., 1889~ 308); 18 agosto 1892: F. P11.1gno, E. Banda, CAI MiJa-
n,o, guida Tavernaro (Riv. Mens., 1892, 319); 25 luglio 1894: G. Le-
vi, CAI Firenze (Jbid., 1894, 14).

IL SASS MAOR (m. 28 12)


La prima fu compiuta il 4 settembre 1875 dagli inglesi lBeachroft e
Tucker, guide Dalla Santa e F. Devouassoud. Il 25 agosto 1881 il
Bett1ega con D. Diamantidi, F. Clesel, guida C1esaletti, 110 risale, però
datla parete Sud (Oes. Alp. Z., 1881, 258); La terza ascensione è an-
cora del Bettega con G. Euringer, g1Uida A. Lacedelli (Zeitschrift, XV,
319).

54
CIMA lPRADIDALI (m. 2754)
Pare sia. stata salita da alpmisti inglesi nel 1874 o 75, sii dà per cer-
to che il Bettega. con T. T. 'W ood e Barbar:ia. l' abbia salita il 7 a.go-
sto 1890 (Alp. Journ., Ili, 368);
CIMA VAL DI ROD A (m. 2790)
1

È documentata la salita del 14 luglio 1889 con O. R . Neumann e


P. Neumann con le guide Zecchini e Dimaj. IJ Be;ttega con N eu-
mann-Neruda vi a.pr,e una nuova via nel 1892, il 15 luglio..
CAMPANILE V AL DI RODA (m. 2767)
Lo Zecchini con il Neumann lo sale la prima volta il 16 luglio.
1889. Il Bettega lo troviamo sul Campanil!e: il 12 agosto 1893 con C.
R iva, G. Melzi del CAJ Milano (Riv. Mens., 1894, 76); il ] 7 settem-
bre 1893 con Walter Schutze (Mitt., 1894, 2 1); il 30 settembre 1894
con G. Levi del CAI Firenze (Riv. Mens., [895, 15).
1

CIMA CANALI {m. 2891)


La prima è del Bettega con Tuckeri il 20 agosto 1879 (Alp.
Journ.,, IX, 37), Vi risali: il 3 settembre ~on G . Ewinger (Zeit., XV,
324); il ,9, agosto 18,8 8 con G . D 'Anna della SAT (Annuario XIV,
226; Riv. Mens., CAI 1888, 318); nel 1889 con Barbaria e Rudze-
wski (Mitt., 1899, 159); per alt!l'a via vi risalì con G. Levi del CAI Fi-
renze, il 28 luglio 1894 (Riv. Men:s., 1895, 15).
Terminiamo qui relenco delle prime importanti ascensioni compiu-
te dal Bettega sul finire dello scorso secolo; elenco che potrebbe pro-
seguire naturalm,ente e si riferisce solo alle impr-ese da lui compiute
sulle PaEe di San Maritino all' ombra delle quali viveva.
La sua attività si svolse su numerose altre cime anche al di fuori dm
Primi<ero: il numero delle sue ascensioni supera le 300! Elegante sulla
1

salita, preciso, prudente, una salute di ferro. Si racconta che durant.e


la salita sruJ Forrnend.atun il prof. Schultz offrisse al Bettega~che s'era
fermato per studiare la via da seguire, il suo bino~,colo: «I miei occh'i,
signore. sono migliori del suo binoccolo» obbiettò cortesemente, e
proseguì la scalata!
Lavorò sulle Alpi di Fassa, sulle Cime di Lavaredo, :sul Cadino.
Toccò la vetta del Monte B.ianco, deE,Qran Paradiso. .. si cimentò sul-
le scogliere della Scozia.
La sua vita è ripiena di episodi colorati d'arguzia, ma conobibe an-
che il frutto amaro dell'invidia degli uomini.

55
Durante la guerra 19[4; 18 compì qualche escursione con gli Alpi-
ni italiani. Per questa attività, dopo Caporetto e su delazione di qual-
cu:no, fu arrestato dagli Austriaci e condotto a Pergine ove, fortuna-
tamente ·u.n giud.ice I-o prosciolse. Ma le tremilla corone~ me due manze,
la vacca e i danni alla sua proprietà che gli Austriaci gli razziarono
all'att,o dell'arresto, non furono certo ripagati da quel «qualcosa,>che
ricevette nel 1926 dal governo italiano.
F1ll spesso ospìt,e all' estero di famiglie altolocate, a Londra, a Vien-
na...., ma preferiva intimamente la conversazione con le sue mucche
ed i silenzi melodiosi delle crode.
Le Pale di San. Martino lo ricordano con For,cella Bettega, la T,orre
Bettega, il Passo lBet,tega; a noi di questo personaggio rimane i.I suo
esempio di onestà, di sch:iettezz.a d'animo, del :suo sens·o del limite; ci
rimane l'azzurrità della sua anima, cioè tutto ciò ch'egli seppe ap-
prendere dalle le.zioni della sua grande maestra: l:a Natura'!

(lJrentari: Guida Trernt. P. Uda pag. 336: Le Pale di San Martino; fJa/tisti: Gui-
,da di Prim., pag. 34; AA.S.T. P'rim. di ieri... e oggi; Ortolani, paig. 110; S .calet,
Faoro, TiriJ1delli: Ouida deUe PaJ!e di San Martino; G. Meneguz.: «Voci di Primie-
ro», Anno 1969, 7-~),; TreCçQni; E11ciclop. Ital. Ed., 1949 pag. 6$8; Ccnighi - Vi-
1
,

schl • Ca/liri su l'Adige 22 giugno, 13, LS l1Uglio E972).

BIZZER ANDREA, ben,efattore, di P.ergin-e, Lo si trova sindaco


d.ella borgata degli arnni 1582, 1590 e 1600. Nel 1601 fece parte della
d.ieta Provinciale ed ottenne, durante il suo mandato un.a riduzione
della «steor,eJ>.
Probabilmente co,priva quella carica a titolo personale giacché solo
nel [ 613 l'Arciduchessa Cliaudia concesse alle comunità di Pergine e
Primi.ero il diritto dli voto per la nomina dlei rappresentanti alla Dieta.
Ma la benemerenza principale del Bizzer fu quella di aver fondato
il <<Monte Santo·>> o Monte di Pietà, come fu iPOi chiamato.
Esistevano a Pergine ed iin altri luoghi deUa Valsugana. ,dlei nuclei di
Ebrei, che praticavano t'usura a dan.no dei poveri artigiani e contadi-
ni. Fu perciò costituito un fondo di so•lidarietà, si direblbe oggidì. Ogni
rappresentante comunale, secondo le proprie disponibilità, versò una
somma si da raggiungere l'importo di <(trecento ragnesiJ>, dal qu.ale si
potevano atting,ere piccoli prestiti a tasso assai ridotto. Il lBizzer, d.o-
po di aver contribuito da «uom.o benestante>>, lasciò pe:r testamento
~he all'estinguersi della sua casata, tutto passasse: alla pia istituzione.

56
Così nel 1613 tutti i beni Bizzer diverunero proprietà dell'istituzione
e: nena sua casa trovò sede il benefico e<Monte di pietà».

(Montebèi/o;• o.e., pag. 389 ~ P. de Alessandrini: o.e., pag. 48 ,e pag. 1'79).

BOGHI MONS. DON GIOVAN BATTISTA, benefattore, nato a


Caldonazzo nel 1804. Compiuti gli s:tu,di ginnasiali a P'adova, seguì
,corsi di Teologia a Trento per poi addottorarsi a Vienna nella ste.ssa
disciplina.
Durante la sua vita coprì cariche ecclesiastiche. ed ebb,e titoli politi-
iei prestigiosi: canonico, sommo scolastico, commissario vescovile per
l''i. R. Gìnnas.io, vicario generale di Curia, protonotario apostolico di
Pio IX con diritto di mitra, prelato ,d!omestico di su.a Santità,, prepo-
sto della Cattedrale, comm,endatore dell'ordine di Francesco Giusep-
pe I.
Pietoso verso, i poveri in vita, alla .sua morte avvenuta nel 1874, ~a-
scmò tutta la sua sostanza alla Congregazione di Carità del suo paese
natale.
C aldonazzo lo ric,or-dla con un.ai lap,ide :sita su una parete interna
de!Da cruesai parrocchia!~.

(S.ag. G.. Gasperelti: Orme !Preziose, Art. Graf. Tridlentum., Trento 1928, pag.
9 2).

BON GASPARE, scultore di figure lignee, nato a Pergine, da


Zua.n di Vignola, Nel 1542 .lavorò come scultore «nel collocamento
della Pala ckll'Altar Maggiore della chiesa di CognolaJ>, oggi distrut-
ta. In un altare gotico della c:hiesa dj Faed.o vi sono :sue statue: Ma-
donna con S. Agata e Caterina,. i Dodici Apos.toli', il Crocefisso.

( Weber: Art. Trernt. etc., pag. 48; V. Zanoiini: Cronachetta di Cogno·la, pag. 19;
Bibl. Co,rr. Trento: ms 2111 ; N. Rasmo in «Trentino», 1935, 7-'.8, pag. 441 ;G.B.
Emert su «Studi Trent.,;, 1939, fase. 3, pag. 224).

57
BONAT VITTORIO, p,edagogo e naturalista, na,cque a Primiero
(Uezzano) 1'8 febbraio 1875. Nel 1894 si diplomò maestro e co,me
talle iniziò la sua attività nel suo paese natale. Fecè poi parte d~ quel
generoso gruppo di maestri trentini che si trasferì in Istria. Qui fu ag-
gr,egarto arll'lstituto agrario di Parenzo. Fu a.pprezzato coUaboraitore
del mensile «L'Istria Agricola».
Dopo essere stato maestro dirigente a Umaigo, fu promosso Ispet-
tore Scolastico di Parenzo, donde diresse per qualche tempo anche le
circoscrizioni di Pìsin,o e Capodistria.
Merita qui menzionare come, sotto la legislazione scolastica au-
striaca, in vigore in Istria co.me nel Trentino~ venissero determinate le
nomine a questa delicata mansione. Da una commissione distrettuale
veniva stillata una terna di nomi scelti tra gli insegnanti più, moral-
mente e professionalmente, validi. Da questa terna il Consiglio Scola-
stico Provinciale elegeva il designato.
Questo basti per determinare la ricchezza dellla personalità del Bo-
nat.
Si dedicò anche a studi di Botanica, classificando piante, ra,c·co-
gliendole in voluminosi albums, S,crisse un fascicolo sui serpenti.
Dopo essere stato poi Ispettore Scolastico a Feltre e quindi a Bel=
luno, :si ritirò ai vita [Pifivata.
Mo:rì a Venezia, nel marzo del 1972, alla bella età di 97 anni.

(n-Vòèi di Primiero»: Anno 1972, n° 4 e n° 6; Tri.esle: Vita Nuova del 3 marzo


1972).

SONETTI ISABELLA, benefattrice, nacque a Trieste dove il pa-


dre, il dottor Giacom.o cli Primiero (Fiera), esercitava la professione
di medico veterinario. Segu,ì poi la famiglia ove il padre fu vìa v.ia de-
signato: a Primiero, a Malé. Allo scoppio della prima guerra mondia-
le, il padre era ad Ala, come veterinario ad!detto alla locale frontiera.
Subito, all'entrata delle truppe italiane, si presentò come croceros-
sina volontaria e « ... prestò servizio continuativo, dalla mobilitazione
al gennaio del 1919, negli osp·e·dali 07 e 051 di Ala e di Av'io, battuti
dal fuoco d'artiglz~eria ed in. fer.ritorio ,d'operazione, con alto spirito
d'altruismo e di abnegazione. Sprezzante del ,contaggi.o, portò nei re-

58
parti infetti cui fu addetta, il conforto della sua i,ifaticabile operosità,
rendendosi preziosa collaboratrice e figura ,di pietos,o sacrificio perso-
nale>>,
Questa la citazione all'Ordine del giorno dello Stato Maggiore del-
la Prima Armata; con il quale venne insignita di medaglia d'oro. dal
Comando stes.so, di medaglia d1argento dalla Direzmone G·enerale deE-
la Sanità del Ministero dell'Interno ,e di due croci di guerra. ,
Ma nelJa sua attività umanitaria, ciò, che .altamente qualifica il suo
lavoro fu la missione di religiosità cristiana elle, in collaborazione
con iJ Cappellano Militare don Celestino Briacea, più tardi vescovo di
Mondovi, svolse tra i feriti, i malati, i morenti.
Nel 1965, in occasione della ricorrenza dell'e.n trata delle truppe ita-
liane in quellla. cittadina, il Consiglio Comunale deliberò ed offri alla
Signora lBonetti la medaglia d'oro.
Finita ta guerra, coniugatasi in Eccheli, viisse, modesta e schiva di
lodi, a Pilcante,
Morì in tardissima età, portando se:mpre con sè1 segreto neJ CUJore, 1

l'amore v~vo al paese dei suoi avi: Primiero;

(A. Zianetel i:n , Voci P.r~mi.ero», Anno 1967, n° 7; D. V. ,Stenico: Lai volontaria
derna pietà in «Trentino0, agosto 1927, pag. 161 ).

BONIINSEGNA CARLO, intagliatore. Di lui si sa che era il Ronce-


gno e che dal [685, al 1690 lavorava in Caldonaizzo.

{Weber: Art. Tr,ent., paig.. 48).

BONOMO (BONHOMO) BEATA GIOVANINA MARIA, nata ad.


Asiago im 15 agosto 160 6, figlia di Giacomo e di Virginia Ceschi di
1
1

Borgo.
Nel marzo del 1615, due anni dopo d'essere rimasta orfana della
madre, fu condotta dal padre nel mon.astero di S. Chiara in Trento.
perché qUJivi si provedesse alla sua educazione.

59
A Trent,o rimase tre anni, ma alla fine del terzo anno, avendo
espresso al padre il desiderio di farsi religiosa, lo tr,ovò dissenziente.
Egli infatti decis,e di distoglier.la da questa intenzio,ne con il portarla
con :sè a Vicenza.
Ma fu inutile ed il 21 giugno del 1621, vincendo la resist,enza dèl
padret potè entrare nel Monastero benedettino di San Girolamo a
Bassano, avendo Ella l'età di 15 anni.
Nel monastero vis:s,e intensamente la sua vocazione ed assurse alle
più alte vette del misticismo. Nef 163.2 si ebbe le Sti.mmate e nei gi,o·
vedi e venerdì riviveva la Passione di Cristo. f'lll dotata del dono defila
bilocazione.
In una delle sue estasi eblbe la grazia di rivedere la sua mamma,
trionfante tra i be-ati del Cielo.

Naturalmente subì tutti i trattamenti che .in quell'epoca la Chiesa


imponeva in quei casi: fu completamente isolata, non poteva nè scri-
vere nè ricevere missive, le fu precluso l'1Uso del parlatorio. :Soffrì poi
m.aJattie lunghe e dolorose, veniva assalita da fe'bbri periodiche ,e pur
tuttavia non :s'alleggeriva deU'attività che il monastero le imponeva.
Fu maestra delle novizie e delle educande, che: tratta·va con intelli-
genza e carità; nei trienni t,6,52-54 e 1664-66 fu badessa.
Mori il prim.o marz.o 1670 Per sua intercessione sono attribuite
1

miracolose guarigioni per cui nel 1699 fu iniziato il processo di beati-


ficazione.

Dal 29 giug,no l 736 le sue ossa ri[Posano in iUil!'urna nella chiesa di


San Gerolamo in Bassano. Il 9 giugno 178 1 venne proclamata beata
da Papa Pio VI.
Scrisse delle opere di carattere ascetico; Tesoro dell'anima Chri-
stiana (Venezia, 1661); Confusione def christiano in non corrisponde-
re all'amo,re mostr:ato da Nostr:o Signore Gesù Cristo nella sua acer-
ba passione e morte (Bas,sano, 1659, Venezia, 1681 ; Bassano, 1859).

(MontelJ,elfo: ,o.e., pag. 462; L. Bracco: Vita della iBeata Joan. Bohonom.i,, Roma,
]886; P. Du Burg: Une exstatique au XVll siècle: la Bienheur,euse Janne Marte
Bohonomo, Parsi, 19 10; F. Segwiiller: Lebeo der silig,en J. M. Bobooomo aus dem
1

Bened.ixtiner,ordeo, Graz. 1921 - Vienna, 1924; P. Dore: La b. G.M. Bonomo, Bre-


scia, i 937; Scipione De Paoli; La b. J. M. B. in BibliQteca Sançtor1,1m dell'Istit.
Giovanni XXVIll, Ponu. Univ. Lat., pag. 346; P. Corradi in «V,oci Amiche•, Borgo,
maggio 19.58. pag. 6; A. Costa: lbid., marzo 19.59, pag. IO).

60
BORE:SA FRANCESCO di S'trigno,, indoratore. Nel 1663 dorò la
pala dell'Altar Mag_gior,e e quella di Sant'.Antonio nella parrocchìale
di Civezzano.

( Weber: o.e., pag. 40).

BO RSI ERI FRANCESCO, medico, di Civezzano e fratello, di


Giambattiista, che troveremo qui sotto. È noto per la sua Lettera
analitica sopra le Osservazioni di chirurgia (Lucca, 1770)con la qua-·
le egli si unisce alla polemica sorta. in merito alle idee espresse dai
m,edico trentino Bartolomeo Gerloni (1736-1806).

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent.,pag. 144; A. Berto/uzza: I rimedi, tip. Dossi, Trento
1977, p:ag. 24).

BOIRSIERI GIAMBATTISTA oe KANILFELD, medico, fratello di


Francesoo, nacque a Civezzano iii 13 febbraio 1725 da Francesco e
Maddalena. Pellegrini. Ebbe fan,ciullezza travagliata:: cieco d'un oc-
chio, malaticcio., a dodici anni perse il padre. Si dedicò agli studi con
l'aiuto di un frate comasco, !Padre Fioretti. A sedlici anni già scriveva
versi lati[lji,
Nel 1743 studia.va a Padova, allievo degli illustri luminari di quel-
l'Aten,eo: Morgagni, Vallisneri, Stellini, Polem e Pontedera.
Nel 1744 si portò :a Bologna per approfondire gli studi di chimica
medica con il Beccari. In quest'anno stesso si ebbe la laurea in. medi-
c.ina, con considerevole anticipo.
Scoppiata a F,aenza un'epidemia di febbri gastriche e biliari, vi fu
inviato ed ottenne ec,cellenti risltltatì curativi. A Faenza rimase come
p:rotomedi,c,o rinunciando all'offerta di coprire lo stesso incarico ri-
sp.ettivamentte a Ferrara~ a Forlì e .a Cesena.
Nel 1764 fu nominato «consigliere dell'inclito magistrato degli il-
lustrissimi Signori Cento Nobili pacifici della città d'i. Faenza» e ne
conseguì la cittadinanza.
Rinunciò alla Cattedra di Ferrara offertagli da. Papa Clemente
XIV, ma nel 1769 accettò le Cattedre di Clinica medica, di Farmacia
e di Chimi.ca di Pavia, offerte d.all'imperattice Maria Teresa.

61
Nel 1778 passò :a Milano come Archiatr.ai dell'arciduca Ferdinan-
do. governatore della Lombardia.
A Milano, il 21 dicembre l 785, mori.
SulJa sua casa natalle in Civezzano venne collocata una lapidle con
queste epigrafe:
QUI NACQUE / G.B.B. / 13 FBBB. 1725 / DELLE UMANE LETTERE
TRENTO / PADOVA BOLOGNA D ELLE MEDICHE SCIENZE / L•EBBER
1

DISCEPOLO / FAENZA E TUTTA EMILIA / PER ANNI VENTIQUATTRO


/ MEDICO VAL!ENTE AMATO CARl1'ATEVOLE / DAL 1770 AL 1779 / 1

PROFESSORE IN PAVIA / VI INSEGNÒ COL METODO DELLA OSSER-


VAZIONE PRATI•CA / AL LETTO DEGLI AMMALATI / NEL J 773-1774-
1777 / RETTORE MAGNIFICO / DA ULTIMO ARCHIATRO REGIO IN MI-
LANO / LUCIDA MENTE SAPERE P'R()FOND 0 / GLI PROCACCIARONO
1

FAMA NON PERITIJRA / LABORIOSO INDEFESSO / SOLO LA MORTE /


GLI TRONCÒ LE MAGNANIME OPERE / MA SOPRAVIV0 NO A LUI / 1

GLI SCRITTI IMMORTALI / CHE AMMIRANO LA PATRIA E LA SCIEN-


ZA / A TANTO ILLUSTRE / A TANTA GLORIA DELLE NOSTRE ALPI /
NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA M 0RTE / L' ASSOCIA-
1

ZIONE MEDECA TRENTINA / RIVERENTE / P/ 21 DICEMBRE 1885.


Ecco la sua produzione medico letteraria: De athelmintica Argenti
vtvi Jacultate (Faenza, 1753); in polemica c,on Panciaticcbi scrisse
una Risposta ... a quanto si ,contiene nella lettera del medico NN
stampata a Faenza e diretta a Teagete Ltbade a Lipsia (Faen'za,
174 7); Delle acque di San Cristoforo (Faenza, 1761 ), che sono degli
stUJdi sulle acqu,e del faentino; a Faenza riordinò l'Archivio Consolare
e curò la stampa dell!e Cronache medioevali, con Silla prefazione
Chronicon Tolosanifaventini, che a tutt'oggi fan t,esto per gli studio-
si; p·ubblicò l!lno stu,dlio dli Numismatica. essendo stato mem.bro della
locale Accademia dei Filoponii; curò ma pubblicazione dei Saggi di
Medicina pratica del suo grande amico e ,collega Dall'Arme Pietro
Paolo (Faenza' 1168); De retardata medicinae pnacticae perfectione
(Papiae, E771 ); Memoria sui nuovi feno·meni' scoperti nell'analisi chi-
mica. del lat.te (Ibid., 1771); Istitutione:s medtcinae pratfcae (Milano,
1781-1788), opera sua maggiore tradotta in lin.gua italiana (F'ire:nze,
1840) e nelle lingue inglese e tedesca. Questo lavoro veniva conside-
rato in Inghilterra uno dei testi principali di medicin.a.
Lasciò scritti inediti, alcuni dei quali furono stampati postumi sotto
il titolo (<J. B. Bursieri de Kanilfeld~,Opera Postuma, quae ex schedis
eius collegit et edfdit Jo Baptista Berti (Ed. Ramazzini di Ur, 1820,

62
L822). Nella B. C. ru Bassano vi è una serie di lettere di G. B. B. ,ad
A. Caldari - E. 4 Busta V - A. 14.
A Milano nel 1854 venne stampato il De pulsihus con brevi notizie
intorno alla persona e le opere di Gian Battista Borsieri de K anilfeld
a cura del m·edico trentino Leonardo dei Clock.
U Dottor Emilio Dalla Rosa, suo concittadi.Dlo che inconilEeremo
più tardi, raccolse del Borsieri le memorie autobiografiche.
Pavia ricorda il maestro con un busto sito sotto i portici.

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent.,, pa.gg. 138, 139. 467; G. M. Mazzucchelli: Gli
Scriitt. d'Italia, li, 3, Brescia, 1762, pag. 1821; G. B. Mittarelli: De Letteratura fa-
ventinorum etc. Venetiis, l77S, pag. 37; G. B. Cornaiani: I Secoli della Letteratura
Italiana, V, Torino 1956, pag. 381; B. Carminati: Prolusione in lode di G.B.B.;Mi-
lano, 18 IO; C. Ugonì: Della Letter:atura Ital. della Il metà del se:c. XVlll, Brescia.
1821, II, VI; E. De Tihaldo: Biografie d!egli Itruliani illustri, Ill, Venezia, 1836, p,ag. •
390; Memorie e dQcumenti per la storia dell'U~ive:rs. di !Pavia e degli uomini più iii-
lustri che v'insegnarono, I, Pavia, 1878, pag, 212; G. C. Tovoni:· Medicaem Triclen-
ti1111Um id est syllabws med.icorum civitatis et dioecesis Tridentinae, Tridenti, 1889,
pag. 9.5; Memorie deJf'l.(Acc. Aginti»., Rovereto, 1905, pag. 478; L. Bonom.i: Natu-
ralisti, medici e tecnici trentini, Trento, 1930, pag. 17; C. Wurzb.aclz: Biographi-
sches: Lex. Etc.., II, pag. 7i6; P. Ca.sìni. U. Baldlini in Dizionario degli Italiani, Voi.
13; Prorrer: Med. Trent. pag,. 20t; Brentari: Guida Trent., I, pag. 255; Leonardo
Cloche: Cenni lbiogr. imtomo a G..B.B., Trento, 1827: Dr. E. Dalla Roso: M:emorie
etc., Trento, Scotoni & Vitti, 1885; La-,.011.sse, Ri:zzoll, II, 1966, pag. 6:83; G.
Chiuppani: Lettere di scritt. tre111t. 111ella B. C. di Bassano, «Trldeotum11-, VI-VII,
pagg. 280~284).

SORTOLIIN I MONS. PASQUALE, nato a Centa il 3 a[P-ril,e 1,892 e


deceduto a Trent,o il 31 marzo 1963. Fu per v,ent'anni decano di Stri~
gno,. Il 21 maggio 1916 assist\':tte: alla drammatica evacuazione della
borgata e neE novembre del 1918 poté tornare, ma solo per osservare
!e d.esola111ti macerie del paese distrutto e cooperare per la ricostruzio-
ne mora.le e materiale.
Dal 1931 al 1955 servì in Curia ,come Vicario gener.ale di Mons.
Endrici ( + 1940) e di Mons. De Ferrari. Furono quasi 24 anni d~ atti-
vità svolta in tempi particolar.mente difficili. Dotato di intelligenza su-
peri,ore, di conoscenza profonda dell'animo umano, sapeva superare
anche le più scabrose situazioni con un prodigioso au1tocontr0Uo e
con fine diplomazia. Un episodio: resasi vacante la sede parrocchiale

63
di UJ!l grosso borgo, gli s.i presentò una commissione di notabili (.... ed
in tempo d.i regime fascista si può facilmente supporre chi fossero co-
storo). Si voleva un parroco che fosse così.... così..., così. ..
Il Vicario :ripeteva con tutta calma: « Uno· così.... vedlamo ...JJ, ed
apren.do lentam,ente il primo cassetto della scrivania, ,cl!opo di aver
sollevato alcune carte: «•.•qui non c'è!».
R,evisionati tutti i cassetti, sprizzando d.agli occhi vividi un'ironia
scherzosa e disarmante, concluse: «Uno come lo volete voi qui non
l'abbiamo ... p·rovate a cer:carlo in Val G(tr:dena!»
Lo scherzo ruppe il ghiaccio ed il parroco venne nominato seguen·
do la normale prassi del conc,ors·o ,curiale e. non quella fascista usa a
decretare le nomine da11' atlto.
Con queste sue capacità seppe cooperare con il suo Vescovo alla
guida deUa Barca tra i marosi di un fa:scismo ormai tracotante, di
una guerra che colpiva le contrade oltre che i fronti, della dominazio,-
ne tedesca ed infme. ancora una volta, all'opera di ricostruzione.
lJn'o,asi di ristoro la cercava nei fuggevoli ritorni nella sua Strigno.
·Q ui aveva arricchito la decanale di un ottimo organo «Mascioni»·, col-
laudato il 4 agosrto 1929 da illustri maestri quali F. Germani dell' AU ·
gusteo di Roma, R. Man.ari della P,ontificia Scuola Superiore di Musi-
ca Sacra, i rtrentini Prof. Dalla Po,rta e R. Lu:neUi.
Dette incarico al pittore Antonio Fasal di affrescare la chiesa e ne
sorti un lavoro non privo di concezione:: un connubio· tra il bizantino
antico e l'impressionismo moderno, che arricchiva il preslbiterio di
una fantasmagoric.a «gloria di colori» (Prof. Segata). Stupendi co-
munque i grafiti. L'opera rimase in,compiuta per la morte del Fasal,
avvenuta in seguito a ferite contratte sul fronte africano. Ora gran
parte del lavoro è stato cancellato.
La salma di Mons. Pasquale riposa nel cimitero di Strigno, accan-
to a quella di Don Antonio Coradello, suo amico e co,nfidente.

(A. Costa: r Vescovi di Trento, pag. 3:52; Musica Sacra, Milano, 1930. n. 5,
pag. 76; A. Zanete.l: ricordi personali).

B0S10 GIOVANNI ,di Primiero. dette un tale incremento al com-


mercio d.eJ legname nena sua valle che l'imperatore Giuseppe II lo
premiò con il diploma di nobiltà con il pr,edicato di c,ChiarofonteJ>,

64
ch'egli sostituì con «C.hiaromonteJ>. Nel 1780 acquistò :il famoso pa-
lazzo Someda, ne ripristinò le strutture e vi realizzò una cappella de-
dicata alla Vergine ed al patrono della sua famiglia, San Francesco di
Paola. Con questo suo operare ·nel campo dell'incoraggiamento all'ar-
te si unì a quel folto g.ruppo d~ intelligenti am.atori che c,ontribuirono
ad arricchire molte case dei nostri ·villlaggi di Primiero di preziosi af-
freschi, 1che l'amministrazione comprensoriale pare sia lodevolmentet
impegnata a salvaguardare.

(Monteòello: o.e., pagg. 440, 441 ; S. F. (Stefano Fontana) in «Voci di Primiero>,,


A. 1967, n. l ; M. Mitahetta Jl..oberti in Guida delle Valli c,tel Primiero, pag. 7 7, pag.
8 2).

BOSI S10 ANTONIO, medico, nato a Borgo il 27 gennaio 184 1.


Dopo di aver seguito i corsi ginnasiali a Venezia si addottorò a pieni
v,o ti in medicina e chirurgia a Padova. Quivi r-imase come assistente
nell'Ospedale Maggiore, s:otto la guida dell'allora famoso Prof. Dott.
Cav. Santello, con il quale condusse approfonditi studi sulle malattie
dei bambini.
Nel 1871 assunse l~ condotta medica cli Cordeno,ns, nel F'riuli, ma
l'anno .appresso fu chlamato a coprire il posto di primario nell'Ospe-
dale di San Donà di Piave.
Ebbe anche altri incarichi tra cui menzioneremo Ea sua attività di
chirurgo nell'Ospedale di Latisana, di Presidente della Società di
Scienze mediche di Co.negliano e 1del Comitato Provinciale 1dli Venezia
dei meruci condotti.
Fu socio dell'«Ateneo Veneto), e dell'«Emulazione di Roma,,. Fu
decorato di medaglia di benemerenza per il contrilbuto dato in favore
·della salute pubblica.
Molte furon,o ed apprezzate le :s ue pubblicazioni. Tra qrues:te: Sto-
ria di due casi di anemia perniciosa (Ven e.zia, 1874); St,oria criti,ca di
1

un fibroma uterino guarito coll'iniezione parenchimatosa df Ergotina 1

(Ibid., J876); Storia di una frattura di èranio (Ibid., 18,76); Discorso


fatto all'apert,ura del Comitato dei medici condotti di Chioggia (Ibid.,
1878}; Co·ntributo allo stu.dio e alla cura della ,difterite (Borgo,
1878):; Commem·orazione del Prof Pietro Castiglioni (Venezia,
1880):; Il baliatico mercen,ario quale causa di frequenti malattie e
mortalità dei bambini (Ibid., 1880); Sulla neceJsità delle co·ndotte ve-

65
terinarie distrettuali (Ibid., 1881); Relazione sopra due libri presenta-
ti alla Soc. di Scienze mediche di Conegliano (Oderzo, 1881), la rela-
zione riguar'da una dissertazione sulla sifùide, del dottor M.A. Levi ed
una Istrodemonornania del dottor Franz:olini; De Carlo Ro,berto Dar~
win, cenno commemorativo letto alla Soc, Sci,enze med. di Coneglia-
no (lbid,, E882); Sulla condizione igienica de! distretto di San Donà
(Ibidl., 1882).
Scrisse inoltre la Commemorazione funebre di Matteo Ceccarel,
letta a Con,egliano e stampata a L,atisana; la Commemorazione del
dottor Achille Armellini, letta a Borgo,; Sulle acque tesobiane di Ron-
cegno nella cura della pellagra, m.e moria letta a Conegliano ,e stam-
pata a Milano;, L'influenza nei bambini, dissertazione pubblicata sul
Giornale ,del Piadra in Napoli.

(A1nbrosi: Scritrt. Art. Tre111t., pag. 463; A. De Gubernatis in Dicti.onaire des écri-
vains du Monde Laiti:ne, Firenze,, 1905 , pag. 180~ Idem: Dizionario biograf. deglE
scritt. Contemp. Firenze, Le Monnier, 1879, pag. 180; Idem: Piccolo Diz:ion.. dei
Contemp. Roma, 1895, :Pag. 136).

BOJTEA DON TOMMASO, p111r essendo nato in Val di Sole, meri-


ta di es.sere citato i111 questa raccolta per gli studi ,ch'egli con.d usse sul-
la storia della valle nel periodo che fu Arciprete Decano in Pergine.
Doblbiamo a lui infatti: Memorie di Pergine e del Perginese (Tren-
rto, 1880); Ancora sui Mocheni (Rovereto: Ann. A lpi Trid., 1882); Le
Carte di Regola (Trento: Arch. Trent. 1892).
Presso l'archivio ,a rcipretale di Pergine esist,e un preciso manoscrit-
lò di Quadri genealogici di famiglie perginesi.

(A mbrosi: Seritt. Art. Trent., ;pa,g. 35 I; P. de Alessandrini: Memorie di Pergine,


citazioni varie)).

BIRENTARI OTTONE, scrittore e giornalista, nacque a S'trigno,


ove suo padre era ufficiale g:iudiziario. Suo padre, Michele, av,e va
spo,sato Elisabetta N egre!Di, nipote del celebre ingegnere. Ottone

66
sembrò aver ereditato dalla famiglia Negrelli le capa,cità intellettuali,
la fortezza di carattere e ti'ecletticità degli impegni.
Lasciato Strigno, seguì il padre a Rovereto, a Malè, a Fondo, a
Cembra. Rimase orfano di padre in tenera età e la vedova sua madre
si stabilì in Rovereto ove il figlio seguì i corsi elementari.
Iniziò poi per volere della madre gli studi. tecnici, che più tardi ab-
lbandonò per dedicarsi ai classicL Raggiunse infatti, sempre a Rovere-
to, la maturità classica nel marzo del 1873.
Presso l'Università di Irnnsbruck scelse la facoltà di materie lettera~
rie, sezione storia e geografia, che proseguì poi ,a Vien.na. Iniziò poi
r insegnamento a Rovereto prima e po,scia a Pisino, ijn Istria.
Acquisita una nuova lall!rea in Padova, ebbe il posto di ruoto per
la cattedra di lettere presso il Ginnasio di Catania.
Nel 1870 è a Bassano del Grappa, insegnante presso quel Liceo,
del quale assumerà la presidenza nel 1870.
Sportivo, escursionista, ciclista egli stesso, intraprese, con l'esem-
p,io, la parola e gli scritti un'azione promotric,e degli sports nelle sç uo-
~e.
Poeta, prosatoret conferenziere, pubblicista, si manifestò sin da
studente quando in Rovereto pubblicò dei versi.
Dal 1887 inÉziò la collaiboraz~one al «Bollettino del Club Alpino
lLaliano». Dal E890 al l 91 O collaborò all:a c,Letteratura>J~ al «Triden-
tum>J, a «Nuova AntologiaJJ, al «Bollettino della Soc. Bibliogr. Italia-
na),, all'<<Almanacco Bempora,dJ>, e ad altre riviste.
Nel 1878 ,aveva sposato Domenica Fusaro.
Abbandonata nel 1890 la dirigenza scolastica ai Bassano, si trasfe-
rmsce a Milano per dedicarsi al giornalismo. Entrò nel Corriere ,dlella
Sera, facendo parte della redazione, ,collaborando nel frattempo con i
giornali loc:ali defila sua Trento, di Catania, di Venezia e Vicenza.
Nel 1908 !:ascia il Corriere e fonda un a rivista turistico-patriottica::
<<[Jalia bella 11.
Scoppìata la prima guerra mondialé, fondò la Lega Nazionale, icon
scopi irredentistici. Nel frattempo, dal Corriere, illustrava a:i l1ettori :i
«Bollettini del Comando Supremo».
U primo settembre 1920 si trasferì ,a Trento per assumere la dire-
zione de La Libertà, quotidiano di tendenza liberale, ma alla ftne cl!el-
lo stesso anno dette Ee dimissioni per divergenze poHticbe con i finan-
ziatori dlel giornale, sganciandosi nel oont,empo dal Partito Liberale
Trentino,.

6,7
N'el 1921 prese parte allle prime elezioni politiche tenute nella no-
stra regione, dopo l'annessione. Me:rita~ per inciso, parlarne. ID R.D.
del f 8 novemlbre 1920, n. 1655 dettav.a le n.orme elettorali per Je Pro-
·vìnce annesse. Con decreto susseguente furono determinati, per la
Venezia Tridentina, i due collegi di Trento e Bolzano.
Per il collegio di Trento furono presentate cinque liste: la lista tede-
sca con contrassegno bianco roccia ,e la scritta «Sud· TirobJ; la Lista
popolare (scudo, crociato con scritta r,Libertas>J),· la lista liberale de-
mocratica (stella d'Italia); la listai socialista (falce, martello e libro);
la lista del blocco economico (incudine; fasci:o; vanga; falce). La 110-
:stra z.ona era ,cos,i rappresentata: nessun candidato nella lista tedesca;
De Gasperi d,ott. Alcide di Amedeo nato a Pieve Tesino, Carbonari
dott. Luigi fu Zaccaria rnato a Carbonare (la moglie era di Strigno),
Romani Pietro fu Romano nato a Borgo, Toffol Valentino fu Bortolo
nato ai Siror, Tamanini Enrico nato a Vigolo Vattaro il 27 luglio
1883, nella lista popolare; Ognibeni dott. Alberto fu Giovanni nato a
Utr,ech, ma con tutta probabilità di origine tesina, nella lista liberale;
111essu111 candidato nella lista socialista; BRENTARJ OTTONE fu Mi-
ch,ele nato a Strigno, per la lista del blocco economico.
L'affluenza alle urne fu bassissima in tu1tt.a la regione: Ro,vereto,
p,er esempio, fu del 75,7, che fu la perc,entuale più alta; Borgo iJ 65,8
e Primiero il 56, n.
A Borgo i popolari ebbero iJ 47,9 per cento; i liberaJ!i il 9,2; i socia-
listi il 39,2 e la lista del. blocco, economico il 3,5; nessun voto alma li-
sta tedesca.
A Primiero E popolari il 47,5; il 4,8 i liberali;. iil 46,9 i socialisti; lo
0,6 la lista del blocco; nessun voto alla lista tedesca.
Il mostro Brentari si ebbe addunque una grave delusione... , ma dal
vaso del'la pol~tica sorte più assenzio• che miele.
Eppure a Br,entari spetta particolare riconoscime.nto, per l'opera ap-
p,a:ssionata e ard·ita s.volta a sostegno della. riicostruzione soprattutto
,di quelle zone del Trentino cb,e ebb,ero Le maggiori distruzioni di guer-
ra. Con articoli, c,onferenze, numeri unici, lettere aperte ad onorevoli,
non si stancava di far presente la tragica sit.uazi,one: paesi distrutti,
campagne incolte e lacerate d!ai crateri delle bombe, il piccolo rispar-
mio, co111 il basso cambio dell:a corona, volatilizzato, le sofferenze dei
vecchi, dei bambini, delle vedove e degli orfani di guerra. Apertamen-
te denunciava: i ritardi burocratici, l'incompetenza delle amministra-
zioni comunali affidate dtautorità ad elementi usciti dall;resercito. Ri=

68
cordate: « ... e con la fllosse.ra, signor Podestà? ... Introdurremmo an-
che quella!...JJ
[I due giugno del 1'920 tenne a Milano la famosa conferenza: L 'al-
legra. agonia del Trentino ..., «Tutt,o il bene vien fatto male, e tutto il
male vien/atto bene», disse tra l'altro ... e presentò un ordine del gior-
no .sottoscritto ed approvato da ben 99 Associazioni.
Verso la fine del 1921, ormai stanco, si ritirò a Rossano Veneto,
nella casa di proprietà della moglie e, compiuti da qualche giorno i 69
annm d'età, mori il [ 7 novembre dello stesso anno.
Dai titoli deE suoi lavori c:he qui sotto pubblichiamo, in parte, tra-
spare Ia vivacità e l'operosità del suo pensiero.
Nel 1874 una sua poesia Per f/ centennario della morté del Petrar-
ca, ,ebbe l'encomi.o del Comitato per le onoranze in Avignone; un'al-
tra poesia Nel centennario della battaglia di L.egnano, fu. pubblicata
per cura d,el Consiglio Comunalè di Alessandria.
Proseguendo: La ginnastica nelle scuole elementari, conferenza
(Bassano, ]880); Le so,cietà ginnastiche, discorso (Ibid. 1880); Stu-
dio, Forza, Onestà, discorso (Ibid., 1880); Il Museo di Bassano illu-
strato (Ibid., 188 I); Gtusto Bellavitis, vita ([bid. , 1880); L ;insegna-
mento della geografia nelle scu,ole secondarie e classiche ([bid.,
188 I); La Casa Remc,ndini e la Co.rte di Spagna, a,neddoto storico
([bid., ] 882); Ai ginnasti con:venuti a Possagno, discorso (Ibid.,
1882); L.a fondazione del Monte di Pietà a Bassano, cenni stori'ci
(Ibid., 1882; Giterelle fra Bassano e Asiago (Ibìd., 1883); L~acqua a
Bassano (lbid., 1883); L'arte aurifera a Bassano (lbid., 1883); Lette-
ra a Don Leone Bracco (Vicenza, 1883); Asiago nel 188.3 (Bassano,
1883); Storia di Bassano e del suo tér.ritorio (Ibid., 1884); ,G. B. Fer-
racina {Ibid. , 1884); Dell'antico splendore dei co.mmerci e delle indu-
strie bassanesi (Ibid., 1885); Giovanni Montini (lbid., 188,5); Guida
storico alpina di Bassano, Sette Comuni, Canale del Brenta, Maro-
stica. Possagno (Thid., 1885); Un grido di dolore· del tiro a segno na-
zionale (]bid., 1885); Guida storico alpina del Cadore (Ibid.~ [886);
Un giorno a Vicenza (lbid., 1887); Guida storico alpina di Vicenza,
Recoaro, Schio (Ibid.., 1887); Guida storico alpina di Belluno, Feltre,
Primiero, Agordo, Zoldo (]bid., 1887); PRIMIERO (Riv. Club Alpi-
no ItaL n° :5, pagg, 144 s.s., 1887); S. I. Ferrazzi, vita (Bassano,,
1887); Dante Alighieri alpinista (Padova, Ed. Drucher, n888); Eceli-
no da Romano nella mente del p·opolo e nella poesia (Bassano, 1888);
Racconti di Storia patria per la ter2a, quarta e quinta elementare
(lbid., 1,889); Brevi racconti .di Storia ebraica, greca e romana ad

69
uso delle classi p.rima e seconda elementare (Ibid., n88·9)i; Geografia
e Sto.ria per la terza elementare (1889); Geografia e Storia per la
quinta elementare {Ibid., 1890); Da Vicenza, Padova, Treviso, Oliiero,
Schio., Arsiéto, Monte Su.mmano (Ib,id., 1890); Da PadovtJ, Trevis,o,
Belluno, Feltre (Ibid., 1890); Giacomo dal Ponte, detto i1 Bassano, -
Il principe Amedeo duca d'Aosta, conferenz,e .tenute· .a Bassano e Ve-
nezia (Padova, 1890); Guida d'i Bassano (I Ed., Bassa.no, 1880, Il
Ed., 1890); Guida della Basilica di S . Antonio· da Padova (lbid.,
1891); GUIDA DEL TRENTINO, opera in quattro v,olumi che ci dà
una visione geografica, storica, artistica e turistica delle nostre vallate
(Bassano, 1891 - 1892); STAZIONI BALNEARI E CLIMATICHE
DEL TRENTIN0 (Ibid., 1892); Il primo maggio, co,iferenza (Ibid.,
1

1893); QUIDA DI LEVICO, VETRIOLO, LAVAR,O NE (Ibict.,


1901); GUIDA DI ROVERETO E CASTELLO DI LIZZANA
(Ibid., 1892); Le Vie di Milano e l'origine dei fono nomi (Venezia,
1889); Guida del Monte Baldo (Bassano, 1893,); Guida di Padova
(Ibid., 1896); Guida del Cadore e della Valle di Zoldo (Ibid., ]896);
Una biblioteca trentina a Milano (Boli. Soc. Bibl. 1898 n. 1 e n. 2);
Guida del Lago di Garda (Torino1 1896); Garih.aldi e il Trentino
(Milano, 190 7); La vita di Garibaldi narrata ai Janciulli (Milano in
1

((lLettillra» del 7. 7. 1907, pagg. 531 ss.): Il secondo battaglione bersa-


glieri volontari di Garibaldi nella campagna del 1866 (Milano,
Agnelli, 1908); Nepomiceno Bolognini (Trento, $cotoni e Vitti, 1909);
I tre roveretani de-i Mille di Marsala {Trento,, <<Studi Trent.», 18. 9.
1909); I TRENTINI DEI MILLE DI MARSALA {Nuova Antolo-
gia, 16. 10. 1910, pagg. 583-5'93); Disertori? Quattro trentini del 23
Bersaglieri processati ne.I 1860 per diserzione e assolti (Trento, C<Tri-
dentum)), 1910); La raccolta tridentina di Brera (Trento, Alto Adi-
g,e, .28 e 29 gennaio 1910); Tre lettere inedite di Giovanni' Prati
(Trento, Alto Adige, :24 maggio 1910); L'ultima malattia di A. Ra-
smini {Trento, Alto Adige, 31 dicemib-re 1910); Una lettera inedita di
G. Prati a G. Garfbaldf, del 26.4.1859 (Trento, Alto Adige, n. 81,
1911); Vittorio Ema:nuele II, re d'Italia (Trento, Alto Adige, n. 70,
1911); I sei deputati e i cinque senato.ri trentini (Trento,, Alto Adige,
n. 70 19 Il); I TRENTINI AD ASPROMONTE (Roma,, 1912); La-
1
,

dinia, Gleno presso Egna (Trento, Zippel, 1913); IL TRENTINO


NELLA QUINTA GUERRA DI INDIPENDENZA (Trento, Zippel,
19]3); IL TRENTINO NELLA QUINTA GUERRA DI INDIPEN-
DENZA (Milano, nel Il Martiriio del Trentino, 1916t pagg. 204 ss.);
Il confine nord dell'Italia settentrionale (Novara, Agostini, 1917);

70
LE ROVINE DELLA GUERRA NEL TRENTINO (Milano, Carda-
nit 1919); LETTERE DAL TR.ENTINO (Trento, Disertori~ 1919);
L'ALLEGRA AGONIA DEL TRENTINO. coriferenza tenuta a Mi-
lano il 12 giugno (Milano,, Car.dani, 1920); / BAMBINI DEL TREN-
TlNO, co,iferenza letta nell'Ass Liberale di Milano il 13 marzo
J 920) (Milano, Cardani, 1920); Congedo da direttore de La libertà
(Trento, «La Libertà)), I dicem.bre 19 20); La toponom.astica deJ Tren-
1

tino (Trento, «La libertà>>, 27 luglio, 1920): il Brentari faceva parte


della R. Commissione per I.a toponomastica delle Nuove Provincie;
Un voto degli ex deputati trentini ([bid., d,el 30 luglio 1920); NON
DIMENTICHIAMO IL TRENTINO (lbid., 16 marzo 1920); Quello
che è utile a sapersi p.er C'h i va nell'Alto Adige (Milano, Cardani,
I 920); La sala Prati (Trento, «Nu,ovo 1·rentino}>, 24 aprile ] 920):;
I BAMBINI DEL TRENTINO AL MARE - DA STRIGNO A
VARAZZE. lettera aperta all'On. Grand. Uff. dr. E. Candiani (Mila-
no, As:soc. Liberale., 1920); Il Castello di Trento: critica del poco che
si è fatto sinora per il restauro (Trento, «La Libertà», .4 febbrai,o
1921); La Casa del soldato (Ibid., 20 marzo 1911); Jacopo e Cesare
Maitei (Ibid., 16 febbrai,o 1921); Trento e i.l M,anzoni (Ibid., 27 mar-
zo 1921); Grande comizio di Atesini contro il comizio dei Trentini
(Venezia, Gazzettino del 10 marzo 1921); I TRENTINI MORTI
PER L'INDIPENDENZA ITALIANA dal 1848 al 1867 (Trento,
«La libertà», 7 aprile 1921); Il primo tricolore solennemente innalzato
al Passo del Brennero (Ibid., :8 aprille 192 [); Rovereto per la torre ci-
vica (Jbid., 12 aprile 1921); Il Re a Trento (Trento, Scottoni~ Vitti,
192 I); I Fratelli Bronzetti (Trento, La Libertà, 26 settembre); La fe-
de di Trento premiata (Ibid., il ottobre 192 i).

(A.mhrosi; Scritt. Art. Trernt., pag, 329; Proner; Medagl. Trent., !Pag. 411 ; Gor-
fer: Le Valli del TrenL, pagg. 789-805; MatLei:: Picc.. Encicl. del Trent. pagg. 70,
185, 190, 220; Pe/lin: Storia di Feltre, èitaz. varie; G. Pedrotti: Atti .«Ace. Agiati»,
R,overeto s.v., 1922, XXXI . XXXIV, necrologio; Cor.riere della Sera, Mfilano 18
novembre 1921, necrologio; Il Nu-0·vo Trerrtin<>», Tr,ento 1,8 novembre 19'21, necro-
logio; T. RoPito: Letterati e giornalisti Ital., Napoli 1922,. 1Pag. 64; F. Menestrina.:
«Studi Trent.», III ( 1922), pagg. 183 e ss.; Ambrosi." Somm. Stor. Stor., Trent., pag.
253; A. De Gubernatis: Diction.aires del écrivains ,ecc., pa,g. 19'5; Idem: Piccolo dì-
zion. dei comtempl, Roma. Por.zan, 189:S.; Idem: Diz;ion. biogr. scritt. conL, Firen.ze,
Le Mo:nnier 1905, pag. 195; V. Stenico: e.Trentino», febbr. 1'9.29, paig. :53, ,con foto-
grafia; li nuovissimo Melzi, Vallardli: Diz. ital. Milano 193:5 pag. 17,8, lJ parte;
«Studi Trentini».· anno I, II, III, citazioni varie).

71
BRIDA GIUSEPPE fu Domenico di Caldonazzo, fu tra i volo,ntari
della Compagnia Svizzera, in Vaticano, al servizio di Papa Pio IX.
Mor~ nel 1860.

(G. Gasperetii: Orme preziose, Trid!entum, 192,8, pag. '92).

BROCCHI G. SEBASTIANO, di P,rlmiero. Scrisse La Madre, im·


pressioni e note' s.uli'educazione popolare (Trieste, 1886). Lo scritto
ebbe vasta eco e com.sensi di critica sulla stampa triesti.na, goriziana e
veneta.

(A rnb.r osi: Scritt. Art. Trent, pag. 405).

BRUNET ANGELO di Primiero (Tonadico). rocciatore. Colpito,


durante u.n'ard.ita scalata, che da solo si stava. studiando,, da un mas-
so staccatosi dall'alto mori tragicamente il 3 ottobre 1954..
Ebbe sin da giovanissimo v~ta difficile e cercava sulle vette di r·ea-
lizzare quelle aspirazioni che tra gli u,omini non riusciva a trovare.
Gli sa attribuiscono le prime sulla «Parete o ~est della Cima Canali
(la Serena)», ((Lo Spigolo Nord-,Ovest- e <<Torre Degasperi.>J pure suR-
la Canali, lo c,Spigolo Castigliani» sulla F['adiusta, lo «Spigolo Est
delta Manstorna1,,.

{1,Voct di Pritniero»: Anno Xli (1954) n° 11).

BRUNI ERMINIA MARITATA MENIN, pittrice, di Borgo, ove


nacque iJ 20 marzo 187'0. Fu a Padova, a Trieste, a Vienna. Nel
l 900, per perfezionare la sua educazione artistica, frequentò a Mona-
co quell'Accademia di Belle Arti sotto la guida del Prof. Hess.

72
Si stabilì poi a Trieste. Allo scoppio della prrma :g uerra mondiale
si trasferì a Trento e iPOi a Schwaz, pr,esso Innspruck, per tornare in-
fine a Trento ove morì nel febbraio 1940,
Trattava con sicurezza l'olio, il pastello. Dipingeva di preferenz.a
fiori, n:ature morte, ritratti e miniature.
P'artecipò a diverse mostre, a Trieste, a Napoli.. Il su,o ,rGladioliJ>,
fu acquistato ,dlal Duca. degli Abruzzi.
Opere sue sono presso il Museo di Trento, la raccolta C,ohen di
Pado,va, Acton di Budapest, e presso l'ormai noto pittore di Borgo,
Guido Poi.o che daUa Bruni si ebbe appunto i primi incoraggiamenti
verso l'art.e pittorica.

(G. Poio: Borgo, Voci Amiche, 964 pag. 6; Idem. ottobre 1966, pag. 6; Idem:
novembre 1966, pag. 6; Dic-embre 1966, pag. 6; Comma11dur:ci: Dizion. Art. lta.1.
Ed. 1969, En,ciclop. U11i~. dell'Arte 11SEOA», Milano t969; G,. Wenter Larini: «Do-
lomiti)), T remto; luglio, 1924 ; «Le Revue du Vrai et de Beau», P aris, 25 agosto
1930; G. Polo: «Economia Trentina», Trento 19'66 1 n. 1).

SIRUSAMOLIN SAC. ANTONIO, prof~.ssore, giornalista, dep·u.ta-


to, nato a Castelnuovo il 17 gennaio 1837. C,ompì gli studi ginnasiali
a R overeto e i teo,Jogici a Trento. Fu in ,cura d'anime a Strigno e
quindi fu chiamato ad insegnare fù,osofia, matematic.a, greco, storia
nel C ollegi,o Ginasio Vescovile di Trento.
Fu collaborat,o r,e di ,,Voce Cattolica,J, de «La Famiglia Cristiana)>
e diresse dal 1888 al 1891 il giornale Il Popolo Tre,ntirzo.
11 gior nale usciva con l'intendimento di «propugnare insie'me i di-
ritti della religione anche quelli conculcati della nazionalità)) e Don
Brusamoli.n <rcompiva la sua missione di pubblicista da uom·o che sa-
peva e seriamente voleva mettere in armon'ia gli ideali di religione
con ,quelli della patria».
Ma in qu,el tempo «anche il piu microscopico pulviscolo di rivendi-
cazione nazio,zaJe dava fast.idio agli occhi dei grandi» .... ed il giornale
venn,e soppresso.
Fu candjdato e deputato della V Curia per il Trentino aUa D ieta di
Innsbruck e a Vienna. o ,urante la campagna elettorale fu fatto ogget-
to du urna «gazzarra invereco.n da di calun.nie,J.... (o tempora, o rno-
res !). Egmi seppe non r.accogliere e cristìainamente perdonare.

73
Infermo, si ritirò nella sua patria di Castelnuovo d.edicandosi all'as-
siste,nza degli amm~ati e ad opere di bontà e carità.
Era socio dlell'.Accademia degli Agiati ed alcuni suoi amici gli dedi-
carono, alla sua morte avvenUJta a Castelnuovo il 3 giungo [ 904, que-
sta e[Pigrafe:
DON ANTONIO BRUSAMOLIN / NA.TO A CASIBLNUOVO / IL 17
GENNAIO 1837 / ECCELSE TRA I CONFRATELLI DI SACERDOZIO I
PER FORZA D'EMPEGNO VASTETÀ DI COLTURA / lNTEGRITA DI VITA
E FERME,ZZA DI CARATTERE / MAESTRO VALENTISS.EMO EDUCATO-
RE EGREGIO / ATIESE PER OLTRE UN VENTENNIO / ALL'IS1'RUZI 0 ~ 1

N E DELLA GIOVENTÙ / NEL GINNASIO VESCOV1lLE DI TRENt O / IN


TEMPI DIFFICIL[ DIFESE CON ARDORE E TENACIA / COLLA STAMPA.
E NELLE AULE P.ARLAMENTARI / 1 DIRI'ITI DELLA CHIESA / E DEL-
LA GENTE TRENTINA / FEDELE SINO ALLA MORTE / ALLE BANDIE-
RE ,cDIO E PATRJAllo / CHIUSE S.ANTAMENTE I SUOI GIORNI / NELL'U-
MILE V!ILLAGGIO NATIO / IL 3 GIDGNO 1904 / LASCIANDO LARGHIS-
SIMA EREDITÀ DI AFFETTI.

(Rovereto, 'Fip. Grandi, 1904!: necliologia di Dom Anto:nio Brusamoliin; A. lJe


Gub,ernati's ; Dictionnaire Intern. etc., pag. 207; Atti «Ace. R<>ver. Agiati»·, 1904,
pagg. LXXV - LXXX, coni ritr~tt,o),

BUFFA ANT'ONIO barone di Ca.stellato, Telve. Figlio del Consi-


gliere Armenio, visse nella s,e.çonda metà d,el 600. Fattosi prete fu. no-
minato Parroco di Strigno, ma poi si ridusse allo stato laicale. Per ra-
gioni politiche :prese in. mo,glie una Zambelli ,onde risolvere una q ue~
stione c!li eredità di giurisdizioni tra le ,due faimiglie. Mantenne la giuri-
sdizione di Caste!llato per sentenza stessa di lPapa Innocenzo XII; che
gliela attribui in seguito alla determinazione d,ella Sacra Rota verso la
quale s.i erano diretti altri p,retendenti.
Il Buffa fece carriera: divenne Auditore :generale deUe Nunziature
di E~vezia. poi di Venezia e quindi di nuovo fu in Elvezia come Visi-
tatore AposJolico. Dopo, di aver rinnUJnziato allo stato religioso fu
Consigliere di Reggenza dell'Austria Superiore ed ottenne i diplomi
nobiliari per sé, per il fratello Pietro Gaspare e per i discendenti.

74

Morì a Innsbruck. Fece stampare: S uprema Augustiss. D,omus Au-


striacae in Comitatum, dominosque Comites Areenses Jurisdictio,
etiam ex historiis; Archivii que Oenipont,ani do<!Umentis demonstrata
(Oenipontant Typis, Jac. Chirostioforì Wagner, 1679).
Lasciò poi un manos,critto inedito sui ,diritti particolari dell'Austria
sul T rentino. E' uno studio di carattere giuridico, non politico.
G.B. Gaspari di Levico, del quale ci occuperemo, scrisse di lui che
,éra c<dottissimo in ogni genere di letteratura)> e che curò una «raccol-
ta delle medaglie d'uomi.ni illustriJ>. I l Montebello lo disse rruomo di
gr,an talento».

(Ambrosi: Art. Scritt. Trent.,pag. 57; Montebel/o: o,.c., paigg,, 260, 261, 465;
Mazzucchefli: fJ IP. IV, pag. 22 75).

BUFFA Bar. ANr:ONIO, pittore e disegnatore , nato a Te/ve nel


1622. Si ritiene che sia la stessa persona, il giureconsulto, di ct11i so-
pra. Se c'è .c.hi ha volontà di appurarlo si faccia sotto... ché potrebbe
essere ·una buo na tesi storico-giuridico-arti:stical
Fu consigliere di reggenza in lnnsbruck .. Pred iligeva dipingere pae-
saggi e battaglie, ,che disegnava con «un sol trattoJJ alla guisa più tar-
di s,eguita dal suo, convalligiano Albano Tomaselli d.i Strigno.
Il Weber ricorda due disegrn.i a mano nella collezione dli Antonio
Ros.chman, rappresentanti l'uno un paesaggio e l'altro Marco Curzio.

( W.ehèr: o.e., pag. 55; Bibliot. Com. Trento: Tr. ms. 2685 ; Thieme: o.e., V, pag.
20 ~).

BUFFA CAPORALE FRANCESCO, di Piewe Tesino, nel 1790


aprì un negozio di stampe ad Amsterdam, d.ando inizio .alla firma
(Fracois Buffa et Fils Editeur (V.itgegeven door Franz Buffa te Zo-
<
nen te Amsterdam)».
La ditta fu prelevata dal tesino Alberto Caramelli e d:a Pietro Be-
guin. Nel 1872 la ditta passò ai soci F'ilippo Tessaro Miola e Jean
Carannellme da costoro, nel 189'5, a.d un olandese.

(Stampe per via, etc., p,ag. 4!9 e 74).

75
BUFFA Bar. CARLO di Telve. Una sua lettera, il cui argomento
riguardava la polemica sorta in merito al riconoscimento de:lta santità!
ed il martirio d,el vescovo Adalberto, è contenuta n.elle Memorie anti-
che di Ro,vereto (Venezia, 1754) dii O. Tartarotti; il noto storiografo
roveretano. Fu così coinvolto nella polemica tr,a Rovereto e la Curia,
del P. V. Alberti degli d'Enno Felice.

(An1brosi: Scritt. Arti. Tr elllt., pag. 85).

BUFFA GIANDOMENICO, miniatore, di Pieve Tesino. Si ha noti-


zia di una sua miniatura fatta ad Augusta nel 1804.

(Weber: o.e., pag.. 56}.

SUIFfA Bar. PIA, pittrice, nata a Tel-ve iil 20 sett,e mbre 1886. Fu
allieva di E·ugenio, Prati, di Francesco Danieli, il troppo poco noto
pittore di Strigno, di Nicolò Canice in Firenz,e., di Bartolomeo Be.zzi,
di Laurenti in Vene:zia. Part,ecipò ad esposizio,nì collettive e ne fece di
personali a Verona e Ven.ezia.
Dipinse un'Aspettazione penosa., per un viennese, un Girovago mu-
sicante, che trov.asi presso il Museo di 'Trento, parecchi Ritratti e
P,aesaggi. Per Telve dipinse la Pala dell'Altar Maggio.re.
Ii Weber le attribuisce «forza di dise:gno, armonia di colo·rito, un.a
vena di JJ9etiea malinconia».

( Weber: o.e., pag. 56; Thieme Becher K iinstlerlex V, 19 11; Commanducci: o .c.,
Ed . 111, IV, pag. 458).

BU FFA IPROF. PIETRO, barone di Castellalto, nato a Telve


1

nell'l87 l. Nel 1908 si ebbe la libera docenza in Zoo]ogìa e Anatomia

76
comparata presso l'Univers1tà di Pad,ova. Fu assistente via via dei
Professori Ca.nestriini, Berlese, Ficalbi e Grassi.
Pubblic,ò degli S1tl!ldi su argomenti zool<ogici ed in particolare sui
Tasanotteri. Si occupò anche di entologia agraria e di bachicoltura.
Ritirate.si a Merano coprì i:mpo,rtanti cariche pubbliche. Dal a935
fu Conservatore Onorario per la Zoo,logia del Museo di Storia. Natu-
rale dli Trento.
A Merano mori il .24 maggio 1941.

(Studi Tre,ztini», 1941, n. 3, pag. 213, con foto).

BUSANA A,BATE CIRILLO, poeta., di Castel Tesino. Nella ,rRac-


colta di componimenti diversi stesi in occasione dell'ingresso in Vene·-
zta del Con·te di Bologna)) (Venezia, 1729), vi so,no tre suoi sonetti.
Fu ac.cademico aspirante di Conegliano.

(Ambrosl': Scritt. Art. i remt., pag. 80).

BUISIN PAOLO, mettereologo, nacque a Primiero (Fiera), i1 27 set-


tembre I 857. Frequentò la scuola :industriale di Predazzo, poii il gin-
nasio liceo prima a Trento, poi a Rovereto. Studiò ingegneria al Poli-
tecnico di Graz e nel ,c,ontempo conseguì ili diploma di professore di
Geometria descrittiva presso l'Università.
Concorse [POÌ ali posto, di assistente nella Specola di Trieste e il po-
sto gli fu conferito nel 1876. Quivi fece studi di metereologia, geode-
sia e astronomia. Per questi campi collaborava a diverse riviste sc,ien-
tifiche. Fece diverse pubblic.azioni d'arg,omento marittimo. Provvide a
far stampare un Bollettino metereologico, ,che fu ili primo stampato
nella nostra lingua. D opo qualche tempo fu promosso a dirigente del-
la Specola stessa, ma il Governo austriaco lo sostituì con un tedesco,
non gradendo che il posto venisse coperto da un italiano.
Rivoltosi perciò ali Governo italiano ottenne di essere nominato
Capo dell'Ufficio cli Ciimatologiia nell'Ufficio centrale di Roma. Cosi

77
ebbe modo <li affermarsi in Italia e all'estero, partecipando ai <:,ongres-
si, pubblicando numerosi stUJdi ,e. relazioni, conquistando fama in Eu-
ropa di stimato esperto.
Diresse gli A.nnali dell'Uff. Centr. di metereologia. Collaborò n,egli
Annali di statistica., nella c,Rivista marittima». nei Bo·llettini ed An-
nuali delJ' Associazione metereologica italiana, Fu corrispondente per
la parte specifiiea della Gazzetta d'Italia, della Rassegna, del Diritto,
,del Popolo, Romano.
Non trascurò la sua regione e scrisse su l'«Alto Adige», su
«Strenna Trentina», ecc.
Abbandonato per ragioni non precisate l'incarico a Roma; assunse
rn C ìrcolo d'Ispezione Catastale ,di Treviso.
Tra i suoi sc:ritti troviamo: fl mareografo ed i valori delle maree
n'ella r.ada di Trieste (Trieste, Progr. dell'Accademia di Comm. e
Nautica); Nefologia (Riv. maritt. 1882); Discorsi popolari di metereo-
logia, con speciale riguardo all'igiene, all'agricoltura ed alle foreste
(Roma, Para via); Fisiologia dei cicloni (Riv. marit., I 882); Determi-
nazione dello stabiliment,o del porto (lbid., 1882); Fisiologia dei ciclo-
ni (Ibid., 1882);. Die Isobarentypen in Italien (Metereo,J. Zeitschr. V.
XIX); Teorie sulle aurore boreali (R.iv. maritt., 1883); Sui tipi isoba-
rici italiani (Nota ~etta all'Ace. dei Lincei il 17 girugno 1883); Misura
delle altezze mediante il ba·rrom,etro (Idem, Roma 1883}; Lezioni po-
polari di astronomia (Roma, Tip. Botta, 1883}; Le predlzfo,n i del
tempo nei principali porti italiani (Riv. marit., 1883); Einige Bemer-
kungen· iiber die analitische Theorie der Cyclonem (Metereol..
Zeitschr., 1884);, Le stelle. La carta celeste dell'emisfero boreale
(Roma. Paravia); Wie men aus der richtung und Drehung der Wien-
de die Aenderung der Isobarentypen betiemen kann (Metereolog.
Zeitschr.); La trasformazione dei tipi isobarici (Riv. marit. [,8 85);
Quelques considerations su, les cartes du temps in Italfe (Annuali
del Congresso di Naincy); Temperatures mov,ennes des principales
stations ital'ienes (Ann. del Congresso di Bi:aritz, 1886); Su/Je varia-
zioni p.eriodiche e non periodiche degli elementi meteorici (Riv. ma-
rit., 1886); La metereologia nel Trentino e i mezzi per promuoverla
(Ann. XIII della Soc. Alp. Trid.); Die Mittelverthn der wichtigset,en
metereologischen Eleme.nte von Palermo (Metereolo,g. Zeitschr., 1887);
Applicazioni dei .tipi isobarici alle predizioni del tempo (Ann. Ass.
Metereol. ltal., 1888); Alcune considerazz'.oni generali sulle predizioni
del tempo (Riv. marit., 1888);; 1Uber die Haussigkeit und Bewegung
der Ge/Jiete Nohen und Mideren Luftdrucke;s auf der nordlichen He-

78
misphtire (Metereolog. Zeitschr., 1888)~ Le temperature ne/l'Emilia,
nella· Lombardia e nel Veneto (Atti Ace. di Bolonga, 1888); Le tem-
perature medie in Italia (Ann. Ass. Metereolog,. Ital.),; Grqfico per le
ridusioni al centr:o trigonometrico (Giornale di topogr., Roma, 1,890);
C'onvergenze mediane e trasformazioni di .coordinate per gli scopi ca-
tastali (Ibid., R.oma, 189 l); Sull'estensione dell'Universo (Trento,
Zippel, 189 I); Un'escursione geologica alpina e un progetto trigono-
metrico (R,overeto, Tip. Roveretana, 1892)... e il già nutrito elenco
potrebbe continuare.
M o_r·1 neIl__ a sua patria _ rurue.
· d'1 P · · ro il_ 27
~ settembr_e 1894,

(Ambrosi: Scrijtt. Art Trent., pag. 417 ; Battisti.• Guida di Prrimiero, pag. 20; Ti-
tele in Primier-o di Ieri.... e di Oggi, pag. 52; A. de GtJbernalis: Piccolo di:zion. dei
cont,emporanei; Idem: Dictionnaire des écrivaiintes etc. 1905, pag. L80),
e

CAM1P 01CHIESA LEONARDO,, pittore; nasceva a Primiero. in lo-


calità Grave, il 28 genn,aio 1823, da famiglia esistente là sin dal prin-
cipio del 500 con il patronimico di <<Feldkircher)}, cognome ,che lo
stesso Leonardo tradusse Ie:tteralmente in c,Campochiesa;>.
Paerduta alle Grave, per unai delle frequ.enti alluvioni del torrente
1
Canali, la casa natj~ fu ospite a Tonadlico dai nonni. A nove anni gli
:morì la madre e qualche anno appresso, èmigrò nel Veneto dove visse
procurandosi un pane servendo qua e là,.
Lo strumento che prefre:riva era però la matita con la quale, dise-
,gnando, raccoglieva le sue impressioni ed osse!l'V.azio,ni su uomini e
,cose. Con l'aiuto di quailche mecenate e con i risparmi c:he accumula-
v·a con i suo,i sacrifici~ riuscì ad iscriversi alla Scuoia di Disegno di
Peltre. Apprese poi pittura e storia defil'arte nel Collegio Mazza di
Verona. Si trasferi poi a Vicen2a.
Per qualche tempo segui IJ!na compagnia. di burattinai, pe.r i quali
dipingeva scene e paesaggi. Lrui stesso divenne discreto prestigiatore e
giocoliere. Era di temperamento estroverso, allegro: intratteneva gli
amici e li divertiva con barzellette, con il canto. la poesia.
Duéante i suoi ritorni in patria studiava il latino ed ebbe ottimo in-
segnante nel Prof. don Michele Corradini, già curato a Tonadico tra
il 1855 ed il 1860. Egli ricambiava le lezioni con di:segni ed imparten-
d.o al suo professore lezioni di prospettiva.
Riusciva in modo particolare nel ritratto. Si narra di un can,e che
fece le feste dinanzi al ritratto del suo padrone, ritenendolo vivo e
reale.
P,ossedeva un finis:s.imo senso d'os.servazione e conservava nella
sua mente per ainni i dettag!li più significativi colti sul volto ,deUe per-
sone. C.apitò che dopo vent'anni dalla sco,m parsa d'una madre di fa-
migli.a i figli si rammaricassero con l'artista cli non possedere un ri-

80
rtratto della cara defunta. Il Campocbiesa mise su tela non solo i li-
neamenti, ma anche i sentimenti della scomparsa tanto, che i figli ne
rimasero profondamente commossi.
Di carattere estroso, i:n arte reagì proponendosi un autocontroUo
che gli permettesse solo di interpretare la natura delle cose e di non
sostituirsi ad esse. Questa sua arte positivisitca gli procurò qualche
critica negativa da parte ,d!ell'incipiente neorealism,o.
Essendo la sua arte in gran p·arte frutto, nell'espressione, di una
tecnica acquisita e scoperta in form:a autodidattica, una lacuna la si
può notare nelle sue com.posizioni d'insieme qualche volta non tecni-
cameote contenute.
Circa la sua produzione si parla di oltre trecento ritratti: «In Pri-
miero feci sette ritratti sopra tela e colore, quar-anta in carta e mati-
La, quattrio a Canale e Caoria, otto a Mezzano e lmer, otto a Siror,
a colori e sopra tela".
Molto in ritratto lavorò in Valsu,gana, Rovereto, a Trento. Parec-
·c'hi gli furono commissionati dell'Accademia degli Agiati di Rovereto.
Suo è un ritràt.to del barone G.B. a Prato, dal quale si ricavarono gli
elementi per la creazione del busto della tomba..
Tre ritratti (1853), relativi ai suoi avi, sono assai ben conservati ,e
tenuti con cura del Rag. Livio Rossi di Borgo Valsugana, fmissimo
mtendi\tore d'arte pittorica,
U Campochies:a dipinse più di sessanta pale d'altare: Il Ce·nacolo a
Verla, una Via Cruds per Cles, per Lomaso, un Battesimo di Gesù
per la ,chiesetta di San Martino in Fiera. Sua è una pala d·' altare della
chiesa di Barco in Valsugana, dipinta nel 1862 e una Crociflssion,e
per Mezzano.Purtroppo la guerra del 15~18 distrusse o disperse molti
suoi lavori, come ne distrusse l'incosciente incuria d.i qu.alché erede.
Un San Sebastiano è sulla facciata della chiesa di San Vittore in To- •

nadico.
Si occupò anche di restauro di antichi dipinti sia di privata che di
pubblica proprietà.
l suoi ultimi anni li trascorse a Trento. Uomo di fede profolllda,
trascorreva gran parte delle mattinate servendo SS. Messe in Duomo.
A Trento morì il 28 aprile 1966 e Ea sua salma riposa nel famedio
di qu,ella città.

(Mons. Prof Don S . Font,ana: Primiero di [eri e di Oggi, pagg.44-46;.Idem:


«Voci dli Primiero», Anno XIX, 1956, n. 4 e o, 5; Weber: o.ç., pag. 59. M. Mira-
bello Roberti in 011ida deUe Valli del Priimiero, 197'7 pagg.83,95; A. Gorfer: Le
Vatai del Trenu. Oirieo.t, pag. 1012 - 1020).

81
CAPPELLO BARTOLOMEO IGNAZIO, pittor,e, nato a Borgo il 3
dicembre 1688 da Jaco,po Antonio e Catterina degli Avancini. Studiò
a Venezia presso il Laizzarini ed il Balestra e quindi si portò a Mode-
na ove studiò le opere del Correggio.
Lo studio d!ei sommi, Tiziano, Verones·e., Correggio, ;procurò al. no-
stro una particolare valentia neilla scioltezza del disegno, nella tonaRità
dei colori e nelle applicazioni prospettiche.
La·v·orò in Noventa per i conti Giovanelli, a Trento per gli A Prato
e per i ,Seracini.
Chiamato alla corte di ,Spira dal Cardinal Damiano conte Scho-
nborn, vi lavorò per q1Uattro anni. Fl!l alla corte dell'elettore di Magon-
za e po,i passò in diversi conventi dell'Alsazia ove lavorò per i Be.ne-
dettini di Gegenbach. Per ili monastero di Aldorf eseguì La Pala di
San Ciriaco, per quello di Offenbach. l'altare di .San Matteo.
Tornato in patria accettò tinvito del conte Welsperg che lo con-
dusse a Innsbruck. Poi fu a Monaco e sl!lccessivamente ad Augusta e
quivi i suoi disegni venivano tradotti per l'incisione.
Altro suo viaggio fu a Salisburgo e a Chiemsee.
Dopo tanto peregrinare tornò, defmiti'vamente in patria, a Borgo,
ove il 19 agosto 1768 morri, lasciando parecchie opere incompiute.

(Ambrosi;- Scritt, Art. Trent.; pag, 154i Idem; Somm. $tor., pag, 189; Montebel-
Jo: o.e., p.ag. 301; Gerola: Art. Trent. Est., pag. 6~ Bothe von undfiir Tiro/, n. 74,
lnnsbruck, 15 settembre: l 82:5; Webet;" o.e., p,ag. 60; Tiro/et Kiinst. pag. 29; P'érini:
Stat Trerut. II, pag. 109; Thieme: V, pag. 55 1; Sochmann: ms .. 1031, pag. 13, In-
nsbruck; Emert: Fonti manoscr. ined. ecc., pag. 49; Brent:ari: Guida Trent., P.l,
pag. 349; G. De Carli: «Trentino», 1930 pag. 211; E. Benezit: Dictiionnaire des
Peintres etc. Tome 2,, p.ag. 303; A. Cesta in «Voci Amichew, novembre 1961, pag.
13).

CAPRARO TOMMASO,, giureconsulto ed economista, nato a Bor-


go nel 1834. D,o po dm aver studiato legge all'Università di In.nsbruck,
esercitò a Trento, a Cembra e a Borgo. Fu a ssai colto in statistica;
economia politica. Nel 1866, con l'avvocato Michele Fogolari, fondò
La B.anca Popola!l'e di Trento e nello stesso anno dette l'avvio a <,Il
Patriotta>J, periodico popo]are d'interessi amministrativi, economici,
agricoli sU!l q uale venivano stampati a:nche temi letterari ed artistici.
Per mezzo dì esso il _ca praro dìvulgav,a le s'll!e dottrine economiche

82
con competenti articolli, riguardanti problemi sia della Regio,ne Trentia
n.a che Alto Atesina, sia del settore pubblico che privato.
Nel l 868 fu eletto d.eputarto per la Valsugana nelle liste del partito
liberale nazionale.
Nel 1880 si ritirò nella sua villla in lBorgo alternando gli studi su
questioni riguardanti l'educazione popolare, su problemi filosofici,
con le occupazioni inerenti l'amminìstrazio111.e agricola, anche dei suoi
poderi.
Mori nel 1920.
Le sue pubblicazioni: Studio sulla statistica della vita .umana (Ro-
vereto, Tip. Caumo, 1862); La· M iseria (Messaggierie di Rovereto,
1863); Della libértà dell'avvocatura - Dissertazione (R overeto, T ìp.
Caumo, B.863); La via della ricche22a (Tr.aduzione da B. Franklin,
Rovereto, Caumo, 1865); Sulla questione sociale, che è la sua opera
maggiore (Bassano, 1887); ,Un viagg.io del maestro Flavio da ... a
Trento (Trento, Zippel, 18,91); Valle di San Valentino - Val di Fumo
(Rovereto, Roveretana, 1892).

(Ambro:;.i; Sciritt. Art. Trent., pag. 399; L.C.S . in «Studi Trent. Scienze storiche»,
1920, fase. 2, pag. 163).

CAPRIS (DE} FRANCESCO LOOOVICO, nacque a Vigolo Vat-


tar:o, il primo ottobre 1719 e morì in Trento il 28 gennaio ]80 1.
Scrisse: La costanza di San Luigi (Trento, 1753) che è UJn'o,pera :sce-
nica.; un manoscritto di So·netti ed altre piccole cose.

(Ambrosi: Scritt. Art Trent., pag. 84).

CARB0 NARI SENATOR LUIGI, nato a Carbonare di Folgaria


1

nel 1880, ma do:micfiliato a S trigno, ove aveva sposato u.na Tiso del
luogo, e crstrignato» di adozione .. Fu la sua una «vita che è stata u.na
b.attaglia per la libertà e per la democ.raz'iaJJ.

83
[niziò la sua attività sociale ancora da studente creando, nel suo
paese natale la Cassa Ruralle e la Famiglia c,ooperativa, e si era nel
E902. Da quest~anno :al 19 12 organizzò più di 40 cooperativ,e.
Nel I 907, studente a Vienna ove s:i laureerà in Giurisprudenza, fu
il terzo imputato tra i 42 stud,enti arrestati per manifestazioni per
l'annessione del Trentino al!l'It:alia.
Era amico intimo di Degasperi e questi lo teneva in grande stima
tanto che nel 1907, in Folgaria, il futuro, grande statista :segnalò, in
un comizio, il giovane ,collaboratore escla:mando: «Trentini, quando
vedete' un uomo come questo, levatevi il cappellOJJ.
Ne~ 1912 era a Trento a fianco di Degasperi nello storico congres-
so dei Cattolici durante il quale fu fon.dato il P·artito Popolare.
NeE1914 venn,e arruolato quale ufficiale austriaco, r,ia fuggi oltre-
passando il confine e si stabil.i a Firenze.
Do[Po la prima guerra mondiale riprese la sua attività cooperativi-
stica e costruì la Federazione deUe leghe dei ,c,ontadini, di cui tenne la
Presidenza sino al 1926. In questa attività organizz1ò un ufficio per
informazioni seriche con corrispondenti a Roma e a Milano, così che
gli allevatori dei bachi erano messi a conoscenza dei movimenti dei
prezzi del s ettore.
Tra iL 1919 ed il 21 organizzò nel Trentino ben 112 ,cooperative di
1

lavoro.
Sempre dopo la prima guerra mondiale, con una marea ,di voti pre-
ferenz,iali fu eletto deputato e t~e rimase fino al a92.6. F u infatti de-
putato al Parlamento per Trento nella XXVI Legislatura. e per il Vene-
to nella xxvn. f'u, anch'egli, dichiarato decaduto daE mandato il 9
novembre 1926.
I Fascisti gli fecero le più lusinghiere proposte onde attir,arlo nel
l,or,o ambito, ma anclh'egli come il Cav. Toffo,l di Siror, che volle scrit-
to sulla sua tomba «Frangar, non flectarJ> (mi spezzerò, ma non ·mi
piegherò}, 00111 si piegò e preferì condurre una vita di stenti piuttosto
che scend,e re a compromessi.
Tirava a.vanti esercitand,o un piccolo commercio per la vendita di
lucido da scarpe, viaggiando di paese in paese con una bicicletta dap-
prima e con una scassata J 100 poi. Conobbe i limitri tra la povertà e
la m iseria, ma era felice: di aver modo, con il suo piccolo commercio,
di entrare in un,infini'tà dì case di vecchi e nuo-vi am:ìci, e di propa-
gandarie la sua fede democratica. Personalmente anch'io debbo a Jui
quella lezio ne che mi aprì gli occhi sull'essenza del fascismo, quand.o
1

lo conolbb:i nel 1937, uscito come ero, come tutti quelli d!ella mia ge-

84
nera:zione, da una scuola nella quale C<mistica fascista» era materia
d'obbligo. •
Membro attivo della re·s.istenza, dopo l'ultima guerra fu nominato,
dal Governo militare alleato, Commissario dell'Ufficio det Lavoro.
Riprese quindi l'attività nel. campo cooperativis,tico e ,dell'Unione
Contadini. All'unanimità, eppur «a scheda segreta>), fu nominato an-
che Presidente della Fed.erazione dei Consorzi Cooperativi. Fu pure
Ispettore della Banca Cattoliça di Trento.
Nel 1946 venne eletto deputato alla Costituente, per l'VIII Colle-
gio d~ Trento, con 4.469 voti di prefrerenza. Nel suo «curricoium>, uffi-
ciale gli si attribuiscono dieci importanti interventi.
Accanito «autonomista» e fervente «antiseparatista» fu s,empre a
fianco di Degasperi, di Mott e di altri parlamentari trentini, come fau-
tore della costituzione della Regione Autonoma..
A lui si erano rivo~ti alcuni comuni deU'Ampezzano, di estrazione
ladina., ond.e essere inseriti nella Regione Autonoma,, durante la stesu-
ra della Costituzione Repubblican.a. A questo scopo aveva steso un
ord.ine del giorno sottofirmato ormai da oltre 28,0 parlamentari. Sem-
brava cosa fatta, ma quando giunse in Parlamento la notizia che al-
cuni giovinastri Én una località del Tr,e,ntino (... e non diremo q·ual e, 1

non però in Valsugan.ai!), avev.ano strappato una bandiera d'Italia, la


quasi totalità dei parlamentari, allarmati anch,e. dai voci interessate che
si infiltrarono nel corridoio parlamentare «dei passi perduti)), ritiraro-
no la firma e la cosa non fu portata a termine, con grave disapp,unto
degli interessati e di Carbonari.
Avendo partecipato a tre legislature si ebbe il titolo di <rsenatore di
diritto».
Rimase in Parlamento sino al 1953, poi non candi1dò. Costitui in-
ve,ce· in Regione una lista «A llean.za contadini ed artigiani>J, con la
quale entrò nel Consìglio Regionale per due anni. 1

Ma ormai le forze andavano diminuendo ed il 20 settembre 1971


mori nella sua casa in Strigno.

(ScaraTJo Ed.; I Supp.a ~Chi è?», Dizion. Biogr. Etal. d'oggi. il Parlam. della Re-
pubbl. ltat nella I Legisl., pagg. 20-43 ; La Navicella Ed.: I Deputati e i Senatori
del I Pari. Ital., Roma, 194!9, pag. 486, con ritratto; L 'A,dige, 21 settembre 197 J;
Vita Trentina, 23 settembre 1971).

85
CARNERI GAETANO, maèstro muratore, di Borgo. Diresse dal
I 730 i lavori per la rifabbrica della chiesa di Telve di Sotto.

(Bre1uari: Guida de1 Trent. P.I. pag. 355),

CARRAIRO PIETRO, apicultore, nat,o a Strigno il 24 settembre


1889 e deceduto a Spera l' 11 settembre 1972. Frequentò quella «vec-
chia scuola» popolare di otto ann~ che ave.v a il grande merito di sol-
lecitare negli alunni l'albitudine a ll'osservazione e di dar loro quella
formazione che li ren,deva capaci ,di sup:erare da sè quei sacrifici crne
la vita di quei tempi avrebbe loro imposto.
T'erminata la scuola ill1!traprese la vita del «pe·rtegante,) (Vedi alla
lettera. P) in Francia, ove ebbe modo di imparare quella lingua.
Tornò per adempire il servizio militare d~leva e nel frattempo scop-
piò la guerr,a del 1915-18. Ferito gravemente durante uno scontro di
pattuglie, riprese conos,cenza, prigioni.ero, in un ospedaae russo,
Rimpatriato dopo la guerra si fermò nella :zona di Strigno e potè
ftnalmente dedicarsi '.llla cultura delle api verso le quali nutriva una
curiosità sin da quando frequentava la prima elementare, come eglii
stesso :scrisse.
Nel 1921 partecipò ad un corso teo,rico-pr.atico di apicoltura a
Trento sotto la guida del Prof. Adami. Ma già era ricco di conoscen-
ze sui metodi coltura in uso tra i nostri apic1U1ltori non solo, ma osser-
vati in Francia ed in Russ!a.
Nel 1924 n.ell'Esposizione apistica di Trento si eblbe il diploma
con «medaglia d 1ora,J. Fu per molti anni Fiduciario degli apicultori
della Valsugana per conto deE Consorzio Provinciale deEl' Agricoltura,
e come itale indirizzò verso «quest'arte;> molti giovani.
Fu celebre la sua rrarnia mobile,>, ma soprattutto per le osservazio-
ru ed esperienze compiute sulla funzio,ne dei fuchi entrò di diritto nel
campo della :scienza. Sconv,olse ii.nfatti le secolari t,eorie esistenti su.i
fuchi e dimostrò che la loro funzione :non si esaurisce solo meUa fe-
condazione delle regine, ma nell!'aveare ademp,iono a mansioni in-
sopprimibili. A questo proposito lasciò un manoscritto ,crMemorie api-

86
stiche» nel quale sono descritte le sue esperienze e la dim,ostrazione
del suo asserto,,
Per tutta ,questa sua attività i compaesani lo chiamavano bonaria-
mente t~Piero Ava>I', ma i competenti lo fecero premi.are con la «Croce
di Cavaliere della Repubblica,,.
Lasciò pure in manoscritto un «Dario» da cui si posson,o ricavare
delle vicissitudi:ni riguardanti i Trentini combattenti e prigionieri in
Ru:s:sia nella. guerra del 1914-18.

(Gazzettino, 3 ~ettembre 1964; «Il Contadino», 1961; a.d.g. m


n Vita Trentina del
24 e 31 dicembre 1964, 14 gennaio 1965).

CAS,AGRANDE ALBERTO, filologo e scrittore, nacque a Torc:e-


gno il ]2 nove.mbre 1841. Figlio di povera famiglia studiò prima pri-
vatamente a Borgo, po,i nel ,ginnasio di Rovereto. Raggiuns·e la cultu-
ra unive.rsitaria a Vienna. D atosi .all'insegnamento esercitò a Trieste,
a C:apodi.stria ed infine resse la Direzione dei Gin!lllasio S,uperiore di
Rovereto.
Scrisse: Catullo ed il suo tempo (Triieste,, 1868);, La JJemtflcenza -
Raccolta di poesie italiane inedite (1878-79); Esercizi di Sintassi
(Trieste~ E8i8 -i9); Esercizi di sintassi greca (T,orino, 1880-1882-
]893); Esercizi di sintassi latina (1883-1885-1888-1893); Es,er:cizi di
morfo.logia greca ( 1888); Esercizi di morfologia· latina (1886-1887);
Grammatica latina (1886); Elementi di prosodia e metrica (1886);
Saggio di sinonimi e· neologismi (1890);, Raccolta di Esercizi greci
per Ginnasi e Licei (1892); Elementi di sintassi greca con appen·dice
sul dialetto omerioo e di Erodoto, ad uso ,dei Licei e Ginnasi Superio-
ri (1892); Poesie sc,eJte di P. Ovidio Nasone (1889);
Come scrittore vero e proprio colla.borava a giornali e riv-iste con
articoli e commenti di carattere letterario.

(Ambrosi: Scrttt Art. Trent.1 pag. 318: A, de 1Guberna1is.: ùiction:nair,e intern.


des écrivains du Mond Latin, Firenze 190:5, pag. 276-277; Idem: Picco1o D i2ion.del
Conte:mp. etc., pag. 200).

87
CASAGRANDE EGIDIO nacque a Borgo nel 1911. Compiuti gli
studi elementari, allora di otto anni, ,d!urante i quali manifestò grande
inclinazione al dijsegno, entrò come apprendista neIPOfficina artistica
L. Taddei di Borgo, la quale aveva già ottenuto ragguardevoli affer-
mazioni alla Fiera Campionaria di Milano nel 1925. Uscito da questa
fucina d'artisti, il Casagrandie aperse urn suo laboratorio a Milano.
Non appena poté conquistarsi uno spazio nella Fiera Campionaria
della m,etropoli lombarda, i suoi lavori ebber,o modo ,di essere parti,co-
larmente apprezzati: anfore, piatti ornaim,entali, vassoÉ, coppe e qu.an-
t'altro la su.a fervida fantasia potev,a tradurre dalla lavorazioI11e del ra-
me e de!rottone, incontrarono il favore degli arredattori. Il suo nome
cominciò a venir s,egnalato dalla stampa specializzata e la critica ad
essergli propizia.
Nel 1935 torn.ò a Borgo e fon.dò lo stabilimento per la lavorazione
del rame e giunse ad occup,are sin 160 operai. P.arteci.pò a mostre ar-
tigianali a Parigi~ a Bruxelles, in Germanm a; fu presente fmo al 1960
alla Campionaria di Firenze. Suoi lavori sono :sparsi in tutto il mon-
do, persino in G iappone.
Tentò, lavori ,di gran mole, come [a bizzarr,a fontana che tr,ovasi al-
l'entrata nord ,di Borgo. Forse avrebbe raggiunto un aut,entico UveE!o
artistico anche in questo ramo, :se la morte no,n lo avesse co[to pre-
maturamente 1'11 giugno 1962.
Tuttavia incontrò apprezzabili commenti la sua statua in rame a
sb,alzo., alta 16 metri, Nostra Signora d'Europa, coHocata sul Pizzo
St,ella dell'Alpe Motta di Sondrio.

(A . Gorfer: Le Valli del Tren. Orienit., pag. 886}.

C.ASTELROTTO (IDE) GIACOMO dei Signori ,dli Strigno, raccogli-


tore di noti.zie storiche trentine. Nacque a Mechel ove il p.adlre, Mi-
chele esercitaiva l'uffi,cio dli Capitano presso i Conti Firmian, nel
I 520.
Dopo di aver studiato legge, fu assunto com,e stimato giureconsul-
to dal Cardinal Madruzzo, dal quel ebbe lodi e favori. Nel 1543 risie-
deva in Borgo quale v1:cario di Telvaoa e suppletorio di ,Castel Selva
per conto appunto del Cardinal Cristoforo Madruzzo. Un fatto di
sangl!le avvenuto al Castello lo indurrà a dare le dimissioni. Nel 1543

88 •
appunto era custode del Castello un messere Giaco.mo delle Giudica-
rie, gi.à ca·merir,e del Card.inale, che si era sposato con una figlia di un
Simonato di F iemrne. Il matrimonio fu combinato dal Madruzzo
(buon'anima!) il quale dette al suo cameriere una moglie ch'egli stesso
arric,chì di ibuona dote. Costei, durante le assenie dei marito «attende·-
va in Caslello a fare banclzettiJ1, e «pareva che trop.oo havesse a·mici=
tia co,n un m.r. Cerato Vic,entino che ivi Juor uscito ,dalla patn:a h·abi-
tava, bel giovane e ben ,disposto et comodo, et anco Z uan da Nago
ca11zeliere». Il marito, informato, ge!oso a torto ,o a ragione, fece im-
pr~gionare i due in separate «s.tantie». Durante la notte, pirecedut,o
da!Ua moglie, che sorreggeva il lumé, entrò prima neUa stanza ove le-
gato giaceva il Cerato; lo pugnalò e gli tagliò i genitali ... quindi passò
nella stanza ov'era lo Zuan, detto T,a chelo, e più o meno Jo servi al'la
stessa guisa. Compiuti i due omicidi, m.arito e mogllie fuggirono in
Cald.ornazzo e da là, p,are in Isvizzera.
La mattina appresso salirono alCastello, il Castelrotto da Borgo ed
il C<flscale» da Trento e trovarorno il Cerato morto ed il Tac!helo ago-
nizzante sì che r<de la a tre ore morse».
In realtà, scrive il Prof. Cetto, in «Castel Selva e Lev.ico», [ I Tache-
lo sopravvisse giac.ché lo si trova nel 154 7 vicevicarmo in Levico.
Dopo questo episodio il Castelrotto dette le dimissioni dal suo in-
carico, sospinto forse anche dal fatto ch'e,gli a.veva tenuto a battesimo
un figlio d,ella... 'buona donna: Gio,vanni.
Di quest'episodio si ha notizia dalle memorie stesse del Castelrotto,
scritte tra il 1571 e il 1586.
Comunque il Castelrotto lo troviamo anche Capitano in Primiero
sino al 1567. Qui stese un prezioso «Urbarioi, (1565)j contenente im-
portanti relazi,oni giuri,diche ed amministrative concernenti la valle ed
in vugore ai suoi tempi.
Morì nel 1586, dopo di aver lasciato deE manoscritti di carattere
storico locale, che costituirono una di elle più atten,d!ibili fon ti per Io
studio delle vicende derna Valsug:a111a e Primiero. Del suo lavoro si
servì abbondante.m ente il MontebeHo. Suo era pure un r,UrbarioJ> di
Stri.gno, purtroppo disperso in seguito a,lla distruzione degli archi.vi
della borgata, d!urante la guerra 1915- 18.

(Ambrosi: Scritt. Art Trent., pag. 26; Bazzanella: ms. presso Arch.. Parroccrn. di
Strigno: Susler: Antichi fatti cli cron:aca Trent., in A.T. 19 12, pagg. 23-25; A. Cet-
to: Castel Selva e Le:vico, 1952, pagg. 340-34 I , 352;, (Stefano Fontana);· Voci di
Primi,ero, A.I, 1941, n. 3).

89
CATTAROZZI MICHELE, pittore. L' A:mbro,s:i lo dice di Telve, il
Weber cli Borgo. li primo lo definisce «di qualche meriJo», il secondo
qualifica i due quadri laterali, che sono nella chiesa di Bedollo e che
furono eseguiti dal Cattarozzi nel 1884~ ((/avori meno che mediocri>J.

(Ambrosi : Scrit!I:. Art Trent.; pag. 157; Weber; o.e., pag. 72; A.. Gorfer: Le Valli
del Treot. orient., pag. 749).

CATTINA,, vel Catina, la bella mugnaia di Caòrso. Era Caòrso un


gruppetto di case, sul ten,ere del Comune di Caldonazzo, allineate
lungo il turbinoso torrente Cenlta e permanentemente mina,c,c_iate dalle
piene. Le case costituenti il paesello erano 34, iJ complesso delle stan-
ze 93, gli avvolti E98, le cantine 2 1, le are 50, i forni 8 e le pro,prietà
59. Nel 1757 la Comunità di Caldonazzo decise di far ev,acuare quel-
le case [l)erico~ose e di sistemare la popolazione nel centro del p.a.ese.
A questo scopo vennero costrlllite le cosiddette «Case Nuove))1 che
oggi sorgono delineando Via Roma.
Tra gli abitanti di Caòrso, costretti ad ,evacuare, ci fu un mugnaio,
il qua.le preferì riparare a Calceranica. Aveva costui una figlia, Cati-
na, che fu resa iHegittimamente madre, con false lusinghe, da un si=
gnorotto locale.
Scacciata in malo modo dal padre, tro,vò accogli,enza presso una
zia in Caldonazzo,, ove applllnto nacque una creaturina, il cadaverino
deUa quale, rigettato dalle acque, fu rinv,enuto sulla spiaggia del lago.
La povera giovane madre fu accusata di infanticidio, condannata
alla fustigazjone., alla berlina per le vie di Caldonaz.zo e infme condot-
ta oltre i confini dell'Impero. Qualche tempo dopo il padre morente
confessò d'esser egli l'infanticida, ma ormai della Catinai non se ne
sap,eva più nulla.
Or avvenne eme il _parroco di Calceranica, don Gaetano (?)! deci-
desse di f:are un viaggio in ItaJia per visitare antichi monumenti, cul-
tore come era di ricerche scientifiche e storiche. Giunse a Roma il 23
settembre 1769. Il giorno precedente era morto U Papa Clemente
XIII e si s.a, quanto le corti europee in simili ev,enti si dessero da fare
per tessere fitte reti di informatorj, di <(buoni uffici» per influire sulla
n,omina del successore. Il prete «tir.olese1J fu consigliato di abbando-
nare la città per non essere coinvolto negli i.ntrighi.

90
Proseguì quindi per Napoli ove prese allog,gio alla ,«Croce dé Mal-
ta),. A Napoli si ebbe due sorprese. La prim:a ,dli trovarsi all,eggerito
da un borsaiolo di tutto il suo avere e di dover tornare in albergo sen-
za un soldo. Lo trasse d'impiccio f albergatore indirizzando il «p.rele
tirolese), in Via Toledo, nel palazzo della «Contessa del Tirolo;),
Introdotto a palazzo si ebbe la seconda sorpresa quando potè con-
statare che la co,nt,essa del Tirolo non era che la «Catina dei/ mugnaio
di Caldona:zzo». L'~ncontro fu ,commoventissimo giacché don Gaeta-
no era sempre stato vÉcino alla povera figliola e sempre l'aveva sca-
gionata.
Cos'era dunqu,e avvenuto? Solo quell,o che può succedere in certi
ambien,ti a fanciulle dotate di n.on comune beHezz.a. Era passata da
cortigiana ad. amante di Ferdinando IV, re ,dli Napoli.
All'epoca dell'incontro Catina vivev,a orIJJai sola, e.on poch:i servi e
• •
con un non ricco appannaggio.
Ma di qu,esto episodio che ,contiene certo un fondo di veridicità
viene data un'altra versione.
C atina orfana di rna.dre, viveva c:orn il padre nel suo mulino sito in
pr,oss.imità ai nuovi arginE ,del Centa. Durante (<Una notte burrascosa),
,dette alma truce la sua creaturina. Il mugna~o al suo rientro, <<ubriaco e
arr.abbiato come era>J afferliÒ l'innocente vittima e la scaraventò nelle
acque turib,inose dell:a roggia. Il cadaverino fu trovato e nel castello di
Catdonazzo fu celebrato un processo, m.a. nessu.no ru in grado di te·
stimo:niare sulla faccend!a. [~ mugnaio venne prosciolto perché <rnes-
sun testimonio poté provare la sua colpa».
Alla figlia venn,e risparmi.ato il r(marchio d'irifamia>J, ma venne
«scopata». fu cioè: cos:tretta ad uscire dal paese, rincorsa da quattro
farnigli del Capitano, che la seguivano :muniti di scopa.
In fondo aale Case Nuove fu accolta. in una içar.ro:zza... perché un
<<santo/o)) ci fu che la protesse. E costui fu niente po' di meno che
Mons. Carlo Sebastiano Trapp, il quale si interessò della poveretta
quand.o apprese che el1a era rimasta vittima delle lusinghe dell'erede
s.uo nipote, che con lo zio p,assava le sue vacanze in Castello, a Ca.1-
donazzo,.
Monsignore collocò la fan,ciull:a presso una nobil d!onna ieon la
quale raggiunse Napoli. Ammessa atta corte napoletana si fece ap~
prezzare ((per la bellezza e per la boniàJ>1 sì da essere insignita di tito-
lo nobiliare.
Dopo tre anni di vita lussuosa Catin.a espresse il desiderio di farsi
monaca. Il parroco di Calceranica, don Gaetano (?), s.i recò a Napoli

91
per esaminare la voca.zione della sua ex p,arrocchiana ed ind!irizzar~a
spiritualmentie.
A ricor,do del fatto vemn.e posta nella chiesa di Caldonazzo una pa-
1

la con Santa Maria Maddalena, la penitente.


In questo racconto ablbiamo, incontrato un personaggio di primo
piano della. storia trentina: Mons. Carlo ,Sebastiano, con.te di Trapp,
,canonico decano della Cattedrale ,dii Trento, b,arone di Cal,donazzo e
Beseno ,e rispettivamente ,«Protettor,e)) delle due Giìuri:sdizioni,. ,canoni-
co palladino per gli affari civili del Prmcipato di Trento com diritto di
<<mensa» in Castello, Sommo scolastico.
Alla morte del P. V. Francesco Felice Alberti d'Enno, (1762) sorse
«il:ra i Trappe e Thunn}) tl!na guerra non solo onomatopeica, per Ea
successione. Allo scrutinio Mons. Trapp raccolse s:etil:e voti, ma altret-
tanti ne raccolse l'arcidmacon,o Pier Vigilio Thunn.
La cosa fu dunque dema.ndata a Roma e Clemente XJII ac,con-
tentò le due fazioni... n,ominando Cristoforo Sizz,o de No,ris.
Mons. Carlo fu l'uniço dei Trapp ,che meriti urn ricordo di ricono-
sc,enza da parte dei Caldonazzesi e non tanto per aver cercato di ri-
parare in certo qual modo all'oltraggi10 fatto da suo nipote nei ,con-
fronti dm C.atina, quanto per L'interessamento che .manifestò al paese.
Tutte le estati villeggiava a Caldonazzo e fu tra i promotori e i solu-
toll'ì del problema dì Caòrs:o, contribuendo, al finanziamento della co-
struzione delle Case Nuove con un prestito di 1000 fiorini. Donò alla
c:hiesa l'altar,e della Madonna delle Gra.zie.,copia settecentesca delle
Madonna dell'Amore di Raffaello (un suo antenato, Osvaldo Trapp1
<>ome ex voto per la peste del 1630, aveva donato la pala di San Si-
sto, opera di L. Fiorentini).
Il benemerito canonico I.asciò mor,endo na somma ingente di 58 mi-
~a fiorini da 1Usa:rsi come le·gati ad opere pie, taluni dei qualli da asse-
gnarsi a Caldonaizzo. Il «legato TrappJJ per la scuola. popolare di
Trento, mi!Ee fiorini, elbbe una sua storia legata .all'a.ttività del beato
Stefano Bellesini.
Morì nel marzo del 1794 e la :sua salma venne traslata a Caldo-
nazzo ,e sepolta . nella parrocchiale, ove un'epigrafe lo riic:orda.
L'enigma però di tutta qu,e-sta picco,la storia sta in quel «don Gae-
ta/iOJJ, parroco di Calceranica. Il signor Vigilie Martinélli di Calcera-
111ica, ora sulla sogli.a. del 103.mo anno d'età, possiede un voluminoso
manoscritto cli un suo vecchio zio, Don Daniele Martinelli, nel quale,
oltre gli alberi gene~og·ici di numerose fa.mi glie• .appaiono gli elenchi

92
cronologici dei parroci e dei cooperatori di quella antica parrocchia,
ma nessu.no di costoro porta il nome di G·aetano.

(L. Feli<:etti: Nuovi rac.conti etc., pagg. 155- 170; G. Gasp.eretti: Orme preziose,
[Pagg. 30-32; G. Marcheso11i: La distruzione di Caò.rso; Pierirri: Novelle; C. Vivaf-
delU e G. Gottardi.- Trento fra siori. etc.;. A. Costa.- J Vescovi di Trento, pag. 197).

CECCATO DOTTOR GAETAINO, medico, dj Cinte Teslno, ove


nacque nel 1864. Compiuti gli studi privatamente dappr.ima, passò
poi nel Ginnasio di Feltre e a Rovereto. Si laureò a Padova. Fu medli-
co in Feltre e poi a Cordignano di Treviso. Scrisse Storia di tre casi
,di onichia maligna curata col nitrato di piombo, previa anestesia col
so./fato di Morfina («Il giornale di Morgagni», Napoli, 1877).

(Ambro·si: Scritt Art. Trent., pag. 413; A. De Gubernatis.· Dictioaaire Intern. des
écrivaìns etc. pag. 301; Idem: Piccolo D izion. dei Contemp. pag. 217).

CECCATO CAV. VIGILIO, benefattore, di Cinte Tesino. Ancor


giovane partì dal suo paese natale com,e commerciante ambulante, se-
g.uendo la via intrapresa da molti s.uoi convalligiani (V. più avanti la
voce «perteganti))).
Dotato di particolare intellligenza fece fortuna s.ì da fondare a Mo-
sca Ulna ditta per il comm,ercio di quadri, incisioni e oggetti d'arte,
che, tra l'altro, godeva il privilegio di servire la Casa Imperiale, oltre
alla nobjltà russa.
Ma più che per lai sua attività commerciale eglli deve: essere ricor-
,dato per la bontà d'an~m,o e per l'opera di assistenza che egli profuse
a. favore dei prigionieri italiani (trentini e triestini) facenti già parte
dell'esercito austro=ungarico.
Egli, Console onorario d'Italia, Presidente della Comera di Com-
mercio e Presidente ,d!ella Dante Alighieri, si sentiva legato all'Italia,
eh.e considerava sua p.atria, pur essendlosi da questa allontanato sin
dai giovane età.

93
Con generosità profuse la sua opera di assistenza ai prigìonieri:
«donava loro cibo, indumenti, denari, visitava i degenti negl:i ospedali,
aveva un coriforto per tutti cosi che per loro dive·nne come un padre
affettuoso».
Piet!l'o Carraro di Strigno, allor.a prigioniero ricoverato in un ospe-
dale per ferite, ricorda nel manoscritto delle sue memorie: «Durante
la mia permanenza a Mosca però un giorno .fui anche confortato: al-

l'insaputa it'ella camerata è comparso, un Signore, andava cercando
Tr-e11tini. Costui era un certo Cav. Ceccato di Cinte Tesino. Il suo at-
to caritatevole fu rlc,oridato ,da ,tutti i feriti trentini che si trovavano in
quell'Ospedale, perché a éiascuno ci' ha rega'lato un rublo in argrento.
Grazie/.» (V. Carraro P.).
In questa azione altamente umanitaria e patriottica coinvolse altre
famiglie oriunde del Tesino come i Fietta, gli Avanzo, i Tessaro i
Broccato.
Collaborò inoltre attivamente con la Commissione che il Governo
Italiano aveva inviato in R.us,sia per trattare il rimpatrio degli irreden-
ti.
Dopo di aver perduto; causa gli eventi rivoluzionari, tutta Ea sua
sostanz~ frutto di anni di lavoro, tom,ò in patria neJ 19 I 8.
Visse gli ultimi anni a Trento e m,orì aU'età di 54 anni il 15 novem-
bre 192] a iBordig_hera ove si era recato per motivi di s.alute.

(G. Bazzani: Soldati ltal. neUa Russia in fiamme, Trento, T.E.M.l. 1933; Jl Con·-
1adi110, 10 111arzo 1920; Rimembranze rosse e dove·roso omaggio al Sfgn. Cav. Cec-
cato 11ef:«Bollettino de!laLegioneTrent.», A. III, n. 1, Gemnaio-febbraio 1923, pag.
14, ricordo con fotografia).

CEOLA BALD0 nativo di Pergine, alb bandonò la borgata nataJe


1
,
1

seguendo in Italia la 15.ma Divisione Medici~ nel 1866. Fu per molti


anni R. Ispettore di Pubblica sicurezza all'allora confine di Ala.
Coprm poi Lo stesso incarico, con la qualifica di Ispettore Superiore,, in
Bologna,
Scrisse un.a Relazione letta al nuovo Consiglio Comunale di Moli-
nella nella seduta inaugurale (Bologna: Soc. Tip,. Comp. 1893).

{Ambrosi: Scritt. Art. Trent., p,a,g. 400).

94
CEOLA MARIO nacque a Pe,:gine il 31 maggio 1894. Fu oondi-
scendepolo, di Daminao, Chiesa nella Scuola Reale di Rovereto. Si in-
serisse poi .al Politecnico di lnnsbruck e ne s,egUJÌ i1 primo corso.
Nel 19 15 espatriò clandestinamente e si presentò come volontario
in Artiglieria. Fece la guerra com,e ufficiale osservatore in Avìazionè,
guadagnandosi la m.edaglia d'argento al vaJor militare (V. Decorati).
T ermmata la guerra conseguì il ,diploma di geometra e come tale
ideò e realizzò il Cimitero di guerra di Castel Dante di Rovereto,. Si
dedicò con fervore p·atriottico alle onoranze ai Caduti e alla raccolta
di cimeli dmguerra.
Nel 1924 assunse la Direzione del Museo Storico di Guerra di Ro-
vereto e q uesto in,carico lo mantenne sino al 1952.
_partecipò al!la Campagna Etiopica. Nell~ultim.a gue:rra fu sul fronte
occidentale e sul fronte allbanese, per finire poi prigioniero in Germa-
nia, Raggiunse il grado di colonnello ·nella Riserva.
Morì a Rovereto il 19 ottobre 1969.
Scrisse: Guida del Museo Storico Italiano della Guerra (Rovereto,
Mainfrini-Grigoletti, 1925, 16° pagg. 48, ili.); Diserzioni - Raccolta dei
più jmportanti strategemmi escogitati dai Trentini per disertare dal-
l'Austria (Rovereto, Grandi, 1928t 8°, pagg. 136); Il Tenente Colon-
nello Aristide Manfrini («Trentino)), 1928, n. .4, pagg. l 2'9-130); Im-
1

pressioni di guerra del pittore Pietro Morando (Ibìdem, 1828, n. 3,


pagg. 77-80); Due volontari perginesi del secolo scorso (Ibidem,
1930, n. 3, pagg. 78-80); ,Guida ,al Museo Storico Italiano delta
Guerra (Rovereto, Mercurio, 1930, 16°, pagg. 82); Il corl'tributa dei
Trentini alla Redenzione (Estr. Boli. Feder, T,orinese dei Combatten-
ti)), La Ghirba, 1931,. pag. 10); Le difese campali austriache nella zo-
na di Rovereto al 24 maggio 1915 (Ro·vereto, Mercurio, 1932); Set-
tant'anni di irredentismo perginese (Ibidem, 1932); Guida a/ Mus,e,o
Storico Italiano della Guerra (Ibidem, 16°1 pagg. 88, 1932); Trento e
i suoi forti ( l 932); Ossario di Castel Dante· («Trentino»; 1933§ pag.
247); Guerra Nostra, 1915-18 (Milano, Marangoni, 16°., pagg,
323),;Per l'Ideale (Rovereto1 Mercurio, n933, pagg.. 35); Guerra Patria
(1933); Guida aneddotica ai campi ,di battaglia dal Gar;da al Rasubfo
(Ibidem, 1934, 16~>, pagg. 254); Guida al Museo Sto,rico etc. (Ibidem,
1936, 16°, pagg. 104); La rivolta di Cattaro (1936); La Madonnina
della trincea («Trentin,o>~, 1937, rnn. 9-10, pag. 278); La guerra sotter-
ranea attraverso i secoli (Rovereto, Tomasi, 1939, 8°, pagg. 72); Pa-

95
subio ,e,-;oico (19.39); Rovereto, baluardo di italia.nità (su «Le cento
città d' Italia illustrat.e», Sonz.ogno, fase. 91 ).

(F. Trentini in Atti «.Accademia Roveret. Agiati», L975, S. VI, Vol. X -XIII,
pagg. 3,30-33l).

CEOLA o SCEVOLA LUIGI, scriittore. Suo pad1re., Andrea, era di


Caldo•nazzo. ma si era trasferito a Brescia, costretto ad espatriare per
motivi politici, e quivi nel 1770 nacque Luigi.
A Brescia il ragazzo si avviiò agli stud:i e li portò a. termine. Fu
profess-ore di rettorica e coprì il [POs.to di Vice segretario dell'Ateneo
bresciano.
S,i trasferì poi a Bologna per coprire l'incarico dii Vicebibliotecarìo
presso queJl:a Università.
Compromessosi poliiticamente, avendo fa·vorito l'espandersi di idee
liberali e caduto il dominio napoleonico verso il quale aveva espresso
le sue simpatie, nel 1815 ri[Par,ò a Milano ove tre anni do,po, 1818,
mori.•
Come scrittor,e appartiene al gruppo neoclassico: Le ìrentatrè b.el~
lezze ,della prefazione accademica dèll'abbate Domenico Gava, pro-
fesso.re di eloquenza (Brescia, 1802); Saggio sulla storia dell'eloquen-
za greca e ragioni della decadenza (ln <cCommentari dlell'Ateneo di
Brescia»·, T ip. Apollo111io, 1908; Sulla eleganza romana (Ibid. 1803);
Muscio Scevola, tragedia (Millano; Tip. Pirotta e Prospero, 1804);
Sulla vera scuola dell'eloquenza (Commentari etc. o.e.. 1802, 1807,
1808); Vita di Orten·sio, oratore romano (Brescia, 1805); Annibale in
B itania, tragedia (Brescia: Tip.. N . Betto.nii, 1805); Priamo alla ten,da
(Ibid. 1806):; Giulia e Romeo, melodramma (ms. m Arch. Ateneo,
Brescia); Lettera di L. (Luigi) S. (Scevola) al Signor .Abo.ìe Giambat-
tista Zo·rz i d'Iseo (Bologna, 1809); Saffo, tragedia (Milano: Sonzo-
gno: 1810); Argia, tragedia (c. s. , 1811); In morte di Maria E.rizzi
G.iorgi, versi (Bologna , 1812); Erode,. tragedia (Milano: Sonzogno,
1813); La Pietà - Carme alla Maestà di Gioacchino Napoleone. re
delle Due Sicilie (Bologna, 18 14}; Giulietta e Romeo, tragedia (Mila-
no: Son:z,o gno. 1816).

Ambrosi: Scdtt. Art Treot., pag. 83 ; Nuova dotirina teatrale desunta da/l'arti-
colo cr.itico, stampato nel n. 10 della Bibl. /tal. contro fe tragedie def proJ: Luigi

96
Scevola ed esposto in vari canoni da un allievo del professore suddetto, Milano,
Son2Qgno 1816, pagg. 35 ss ;, G. B. Corniani: I secoli dellaLetter, ItaJ. dopo il Ri-
sorg,imeruto, Commentari, 1856-1854, Vol. 3; JJihl. Com. Trento, 92-19,20; G. Dan-
dolo: La caduta della Repubblica di Venezia etc,.• in !((Studi Storici - Venezia», 187:S,
pagg. 3.37 :ss; B. Emerf: luigi ScevoDa in «Tridentum», 1.91 J, pagg. 287, 290; B.
Emert: Appunti btibliografici per la. bibliografia di L. Ceola ~ P oesia d'occasi,one per
l'ordinazione del Sac. Luigi Scevola nel 1795 . Rovereto, Tip. Guardi, 19·12; Raf-
faello Prati: Luigi Ceola o Scevola in «Studi Trentini», 1966; n. 4 pa,gg. 312, 399~
Luciano Brida: Bibliografia e scritti ~ntorno a Luigi Scevola, in «Stiudi Trent>>. c.s.).

CESCHI BARONI DI SANTA CROCE. La famiglia C,eschi fu una


delle più nobili e operose di Borgo, e molti suoi figli le dettero lustro
nelle armi e nelle letter,e.
Si ha notizia di un GIULIO CESCHI, guerriero, eh.e combatté per
l'imperatore del Sacro Romano Impero, Rod,olfo II (I 552-16 E2), con-
tro i Turchi e nell'assedio e battaglia di Giavarino col grado, ,di Cap:i-
tano. Con il grado di Sergente Maggiore fiu a s.ervizio di Mattia, fra-
tello di Rodolfo, eh.e governò suEI' Austria, l'Ungheria e la Moravia.
Fu anche aille dipendenze di Filippo III, re di Spagna (1578-1621), e
di Ferdinando II d'Asburgo (1578-1637). FIU in Valtellina, coman-
dante generale deU'Arrnata che azionava contro la Svizzera. In Val-
tellina appunto morì nel 1622).
CESCHI ANTONIO, scrittore secentista, nato a Borgo. Si sa di
lui che copri la carica di istitutore del Consiglio della Comunità di
Borgo. che scrisse un'opera sulla bellezza e la perfezione della lingua
latina e che anch'eg~ì ,era socio di queU'accad,emia Trentina degli Ac-
cesi cui aderivano i nomi migliori della cultura dell'epoca.
CESCHI CARLO ANTONIO di Borgo. Anche cli lui si haàno
scarse notizie. Fu Consigliere Arcidlucale e scrisse un Manuale
christiano-poli:tic-um (Trento,, 172 li.). Morì nella SUia borgata natale il
22 marzo 1760.
CESCHI GIROLAMO ARMEN]Q, di Borgo. Scrisse un libro sul 0

la Nuova idea d'Ungheria, un altro su Ragionamentt sopra il dominio


temporale di Parma e Piacenza ed una Dissertazione circ.a i diritti
sullo stess-o do:minio. Visse tra il 1663 ed il 1742.
CESCHI MA TTlA pure di Borgo. Si fa menzione di un libro suo,
Ot.ium spirituale, edito a Monaco, nel 1617.
CESCHI GIUSEPPE di Borgo. Consigliere del Governo a ln-
nsbruck ove morì nei 1787. Scrisse una Istoria della Città di In-

97
nsbruck, con illl!lstrazio111i, che dedicò all'imperatrice Maria Teresa.
CESCHI PADRE ANT'O N[O nato a Borgo da Giovan.ni e d!alla
nobildonna Laura Trentini. Vestito l'abito, della Compagnia di Gesù,
fu ordinato sacerdote il l ottobre 1643.
Nel 1644 s'imbarcò,come mjssionario, per le Indie. Svolse la sua
attività in India, in Cin:a. ed ultimamente in Etiopia. Tornò poi in Ita-
lia per morirvi in concetto di santità., il 28 maggio 1656. Un suo ri-
tratto era ,etra gli uomini vene·rabili,> nel Colleg:io dei Gesuiti in In-
nsbruck.
CESCHI FORTUNATO SlG[SMONDO, nato a Borgo nel 1689.
Fu ,cavaliere dei Sacro Romano Impero, dottore in teologia, protono-
tatio apostolico, Arciprete di B,orgo dal 171'9 al 1750, Vicario foraneo
della Valls1Ugana e Vicario episcopale.
Portò la chiesa d!i Borgo alle attuali dimensioni.

(Mo.ntebello: o.c.,pagg. 295 ,e ss; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 47, 52, 57,
119;, Ambrosi: Somm. Stor.• pag.. 184;, De Gubernatis: Piccolo Diz~on. dei Cont. al-
la voce CESCHI; A. Costa in «Voci Amiche,. Borgo, dicembre 1956. gennaio
1957, .a,g.osto 1971; -Brent()ri: Guida Trent. P. I, pag. 349).

CETTO PROF. ADOLFO, storico, nato a Selva di Levico nel 1873 e


morto a Trento il 31 dicembre 1963.
Compiuti gli studi ginnasiali a Trento, seguì i corsi deil' Accademia
Scientifico·-letteraria di Milano. Per 40 anni fu professore di lettere
italiane e latine presso il Ginnasio Liceo «G. Prati» di Trento. Fu per
molti anni direttore deUar biblioteca C,omunale della stessa città.
[1 suo nome è annoverato tra i fondatori della Società per gli Stud.i
Trentini di Scienze St,oriche e per molti anni ne coprì la carica di P're-
sid,ent,e. Fu membro degli Amici dell'arte cristiana, della R. Commis-
sione per la Toponomastiiea, socio d,ell'Acca demia degli Agiati di Ro-
vereto, membro per la Deputazione di storia patria per le V,enezie,
della Soprintendenza bibliografica delle Venezie, Medaglia d'oro del
Ministero della Pubblica Istruzione. Pubblicò: Pompei e il Golfo di
Napoli nell'a11tichità - L'eruzione vesuviana del 79 ,d.C. (in <cProgram~
ma del Ginn. Lic. di Trento» - Trento~ Tip. Seiser 1906-1907); Un
quadro di San Simonino nella Pinacoteca Vanucc.i di Perugia (in
<tPro Cultura», Trento, 1910, fac. n, pagg. 45 e ss); La lapide di Ca-

98
ste/ Selva (Ibid. fase. 1, pag. 47-48); Don Riccardo Tabarelli (Ibid.
Fase. 1 pagg.. 54-55); Museo lapidario trentino (Ibid.,fasc. [ pagg.
218-2.22); Ra·ccotta di poesie di ,autori italiani moderni, scelte e anno-
tate da A. Cetto (Trento: Tip. Monauni, 1911, in 8 pag. VI + 496);
Ricordando Gin·o 0 'nestinghel (in «L'eredità spirituale di G. O.», Ro-
vereto, Tip. Grandi 1919, pagg. 16-24); Cenni storici intorno al Li-
ceo rrPrati;; di Trento, dall'origine alla liberazione («Annuario R .
Gin. Liceo Prati», 1915-1918, Trento, Monauni, 1922, pag. 14); Noti-
zie e docum,ento della grande guerra: Heidenreichstein (Studi Trent.
1923, pagg. 338-350); Polemica etrusca fra Carlo Battisti e Fr,ance~
sco Pironti (Brennero, 1, 3, 4 aprile 1934); La lapf,de di Augusto in
S. Apollinare a Piedicastello («Trentino»·, fase. 3, 1934, pagg. 103-
106); A proposito di un monumento sepolcrale del Rinascimento a
Pergine (Stud. Trent. 1940, pagg. 182-218); Condizione morale e re-
ligiosa della diocesi di Trento alla vfgila del Concilio (in <cConeilio di
T rent,o», 1947 fase. 1 pagg. 5877); Un levicense granatiere di Federi=
1

co di Prussia (Corrier,e Tridentino, 27 marzo 1949); La Biblioteca


Comunale di Trento durante l'ultima guerra mondiale (Studi Trent.
19·49); Paulus quondam Danti de Florentia (Ibid., 1949,pagg. 16-25);
Uno storico trentino mura.to.riano e riformatore di scuole in Austria
nei 700: G. Battista de Gaspari di Levico 1702-1768 (lbid., 1950,
fase .. 1-2 pagg. 32-71; fase. 3 pagg.. 358-383; 1951, fase. 2, pagg. 55-
90; fase. 3, pagg. 211 -240); Di un incunab.ulo, della B.C. di Trento -
Crona.ca di Norimberga di Hartmann S chedel (Ibid., 1950, pagg.
229-245); La Bibliot. Com. di Trento nel biennio 1951~1952(lbid.,
1952, fase. 2, 3~ pagg, 247-255); Avancinus Avanci:ni, Conte palatino
e gii A van,cini di Levico (]bid .., 195 1,p,agg. 59-71); Gli incunabuli e la
Bibl. Com. di Trento (L'Adige, 1'953, n. 281); Stampare 1000 copie
fu un record invidiabile (lbid. , 1953, n. 282); Benedetto c ·r-oce in
Trento (Stud. Trentr.., 1952, pag,g. 328-329); Castel Selva e Levico nel-
la sto.ria del Prin·cipato Vescovile di T rento: indagini e memorie
(Trento, Tip. Saturnia, 1952 in 8 pagg. 496); Un ben,emerito della
Scuola Trentina: Giuseppe Dal Ri (Vita Trentina dell'l luglio 1954);
Un prezioso manoscritto· della B. C. di Tre.nto: il Codice 1711- sec.
XII (Stud. Trent.,,1955, pagg,. 273-278); Il busto ,di Dante nella B. C.
di Trento e le onoranzz' di Trento al poeta nel sesto centenario della
sua morte (Ibid. [956, pagg. 73-81); La Biblioteca Comunale di
Trento nel Centenario della .m orte di Dante (Firenze, T ip. Olsclhki,
.1956 Én 16° pagg. X + 240)i Orazione funebre per Severino Colma-
no (Alto AdJige del 25 agosto 1959); l CodZ:c.i viennesi della Biblio,te-

99
ca Vescovile di TrentQ {Studi Trent., 1'958, pagg. 483-4 97); A proposi-
1

to di un. manoscritto
- .- di Pier Andrea Mattioli nella B . C. di Trento
(Ibid., 1959, pagg. 233-257); Le pergamene de/l'Arch. della Compa-
gnia di Carità, depositate presso la B. ,C. di Trento (Ibid.; 1960.,fasc.
3, 109-113); Il quartiere ,e la Chiesa di San Benedett,o in Trento
(Ibid., 1960fasc. 3 pagg. 207-22S; fase. 4 pa,gg. 3 15-325); In memo-
ria di Francesco Meneslrina (Ibid., 1961,fasç. 3, pagg, 232-260); Al-
tenranno - Adalberto ,(Vescovi) e Bar-bacavi Francesco (in Dizionario
biografico degli Italiani, Milano, 1970).
Stu «Studi Tll'entini» pubblicò i necrologi di Augusto A vancini
(1939, pagg., 361-362); Lamberto Cesarini (1942, pagg. 72-84);, Seve-
rino C,olmano (1959, pagg. 411-413); Cesare ,Crist<>Jo,fini (1955,
pagg. 93-95); Giuseppe Dal Rì (1954, pagg. 3,17-323); Giovanni One-
stinghel ( 1920, pag. 75); Leopo,/do Pergher (1960, pagg. 394-396);
Achille Salvetti {1954, pag. 104); Luigi Sette (1960, pagg. 297-303);
Erminio Zaniboni (1923, pagg. 246}.
Recensì scritti e studi di Broll. Suster, Zanetti,. Zaniboni, Campi,
Quaresima ed altri anocra.
MorÈ a Trento il 31 dicembre 1963. •

Stl,lic;lli Trent. 1964, n, l; F. TrentJnì in Att~«Ace. Roveret. Agiati,1,


( (J. .B. Emt:rf;
[ 964. S. V. Voi. IV, pagg. 142-143).

CHILETTO FRANICESCO, _pittore e disegnatore di fumetti, nato a


Torcegno nel 1897 e quivi deceduto nel settembre 1976.
Frequentò per qualc:he t.em.po l'Accademia di Brera Ìill Milano, vi-
vel!ldo stemtatamente in ieonsiderevoli diffi,coltà econ,omiche.
Per campare prodllJc,e.v a disegnii per la pubblicità e poi cominciò, ad
Hlustrare lmbri per ragazzi, novelle per periodici come «Pro Famiglia,)
ed altri.
Ma un, suo più decoroso sostentamento lo trovò dedicando:si, tra i
primi in Italia, al disegno per «fumetti».
ColJlaborò con r,Jl Giornalino.», «L 'Intrepido,,, «Il VittoriosoJ;,
creando personaggi qualm,«-Andus", ii legionario romano. Per Monda-
dori lavorava a c<Topollno,>, <rPaperi'no,>. Tradusse a fumetti qualche
romanzo di Salgari ed ultimamente lavorava intorno al «Marco Vi-
sconti», che rimase incompiuto.

100
I suoi fumetti erano fi rmati «Chiletto>J, oppure «Chifra» o «Fran-
chi". I suoi disegni sono movimentati, sia neHe linee che nelle azioni
ed i visi delle figUite riflettono efficacemente le situazioni ed i senti-
menti delle circostanze che via via si svolgono nei racconti.
Ebbe commissioru an,c he da parte di Editori Argentini.
Si dedicò anche alla parte più nobile dell' arte pittorica: l'olio e l'af-
fresco.. StUoi lavori sono nella chiesetta di San Donà, rione di Trento,.
nelle parrocchiali di Telve e di Telve di Sopra, di Torcegno, I.a deco-
razione a fresco nella chiesa di Bosco di Civezzano, i quadri ai lati
del presbiterio della par-roc:c:hiale di Marter. Suoi sono pure i pannelli
della v·ia Crucis, che si snoda sul pendio del Colle di San Giorgio a
Pieve Tesino.

(G. Oss: in 1,Strenna Trentina», 1977, pagg. 54-:5S; A. Gorfer: Le Valli del
Trent., Orient.., pagg. 464, 87.5, 89.8, 900).

CHIMELI FIILIPPO, benefattore, n.ato a Pe.rgin.e il 31 aprile 1807.


Era figlio d,ella nobil donna Gioseffa dei Guglielmi e dell'avvocato
dottor Carlo. Seguì gli studi ginnasiali .a. Trento e li prosegui presso
l'I. R. Accademi.a Superiore forestale di Mariabrunn.
Dopo essersi impiegato p.resso gli I. R. Ispettorati dei Boschi ri-
spettivamente di Venezia e quindi di Treviso, flll nominato Ispettore
presso l'Amministrazione forestale di Asi.ago da cui passò, a coprire iE
posto di Ispetto,re Ca[PO presso quella del Montelao.
Ancor giovane, a 44 anni, abbandonò la pubblica ammirustrazione
per potersi ritirare nella sua borgata natale, che teneva nel cuore.
Nel 1855, l'anno in cui in Valsugana ii.nfuri:a·va il colera., lo trovia-
mo Podestà. Co,n alto senso cli responsabilità e con intelligenza pren-
deva tutti quei provvedimenti, possibili in quell'epoca, atti a circoscri-
vere il morbo; cercava di mitigarne le pene con sovvenzioni, consigli
e parole di sotrnevo, recandosi senza timore alcuno a visitare di perso-
na gJi infetti.
Questa sua azione non poté essere ignorata dalle «Eccelse Auto-
rità», le quali decretarono dli conferi.rgli la Croce d'oro, .al merito civi-
le, con corona.
Morì il 30 nove:mbre 187'4 ed i rappresentanti comunali deliberaro-
no ·«a,dl unanimità dli premiarlo coll'onore del famedio».

(Alessandrini: Mem. dli Pergine, !Pag. 180).



CH IMELLI GIU SEPPE, giudiee,di famiglia perginese, residente a


1

Este. Scrisse un libro: Storia del gran processo d'Este contro ladroni-
A ripulsa d'ingiusto appunta al principale giudice della stesso (Este,
T ip. A. Stra.tivo, 1887), a chiarificazione e giustificazione del :suo ope-
rato. Ed ecco di cosa :si trattò: nella Bass,a. Padovana, tra Este e la
Romagna, si erano costituite dell e bande cli rapinatori, ladri e gente di
1

malaffare. L'autorità civile di Padova si trov·ò in,capace di reprimere


l'ondata criminosa e chiese ];aiuto dell'autorità militar,e. Il 10 marzo 1

1849 Radetsky costituì un tribunale militare; che dove.v a riunirsi ad


Este. Il Chimelli appuno, fu chiamato come giudice civile con l'incari-
1

co di instruire le pratiche d'accusa. Instruì ben 1402 casi di rapina e


992 per furto. Ma chi erano questi delinquenti? Le bande erano costi-
tuite da renitenti alla leva, da disertori, soldati che, dopo otto anni di
ferma, più non si ad,dlattav:ano alla campagna, .... forse anche da ex pa-
triotti sbandati dopo la guerra del '48.
Ai processi si volle d:are un colore politico ed appunto il Chimelli
1

scriss e il suo libro a salvaguardia del suo patriottismo.


1

Di politico forse non c'era che uno speudo alibi. .. erano d'altrond,e
i tempi in cui nella vicina Romagna regnava la prepotenza di Stefano
Pellone, il pascoliano «passator cortese)>, che la storia !ha oggi ridi-
mensionato come uno spregiudicato malfattore.
Il tribunale riuscì a bonificare la zona con 385 fucilazioni, nessuna
1

deUe quali tlllttavia ricadde sulla responsabilità del Chimelli essendo,


:s ia il giudizio che la condanna, prerogativa esclusivamente militare.

(Pedrotti: un !libro del nna.gistrato trentino G. Chimelli :sui processi d'Este, Tren-
to, S,cotoni, I 9rJ.J.).

CHIMELLI GUIDO di Pergine. Essendo pod,e stà defila borgata, in


occasione dell'inaugurazione dell'Asilo infantile. avvenuta il 17 agosto
I 884, scrisse una memoria: Sulle prime istituzioni a fàllore dell'in-
fanzia e sugli asili, edita a Trento nel 1886.

(Ambr;osi: Scritt. Art. Trent.t pag. 357i />. Alessandrini: Mem. !?ergine, pag.
1,89).

102
CIBINI A,NTONIO, avvocato ed economista, nato a Telve ~1 10 ot-
tobre 1863. Esercitò .a Vienna rendendosi insigne. Pubblicò, in lingua
tedesca opere di economia politica. L' Am brosi ne cita tre, pubblicate
rispettivamente ad lnnsbruck nel 1796, a Vienna nel 18,16 e aa terza
nu,o,vaimente a Vienna nel 1817.
Ebbe una figlia sposata al Tenente Mare.sciallo de Gebler e figlio di
costoro fu Carlo de Gebler il quale scrisse uno Studio su Galileo re-
lativo ai rapporti tra lo scienziato e la Curia di Roma. Qu.est',opera è
stata tradotta dal Bar. A b. Giovanni a Prato e data alle stampe p.er i
tipi del Le Monnier (Firenze, 1879).

(Amhrosi: Scr-itt. Art. Trèl1t.,. pag. 115 ; Ambrost: Somm:. Stor. Trent, pag. ~ 87).

CI BINI GIOVAN ANTONIO, dì Telve, fu Consigliere Concis.torEa-


le del Principe Ve.scovo dm Bressanone e Reggente di quel Seminario.
Visse sulla seconda metà del 700.

(MontebeJlo: o.e., pag. 142).

CIPOLLA BALDESSARE, pittore, nacque a B orgo nel 1769, mor-


to nel I 847. Studiò a Milano e si dedicò :alla de,corazione teatrale.

(Thi,eme v. Becher, IKiinstlerlex. va,


1912; Benezit: Dictionnaiire etc .• Paris, Il,
1960;, A. Comanducci: Dizi.on. illlustr. dei pitt. etc. V, Il pag: 746.

CIPOLLA TEBALDO, pittore, dì B ,o rgo. Con tutta probabilità è la


stessa persona del Baldassare. Lavorò per molti .anni nel teatro della
Scala di Milano, sotto la direzione del Sanquirico. Dipinse, con Giu-

103
seppe Am brosi di Trento, il palcoscenico e diversi scenari de! Teatro
Socialle di Trento.
Visse la sua piena .attività sugli anni di mezzo del sec,olo scorso.

(Weber: o.c.,p:agg. 14, 80; Consolati.' Guida di Trento; Emert: Fonti manoscritte
inedite, pagg. 41, 5 5, S8, 80, 83.

CLAMER CRISTOFORO, arciprete in Pergine. Pervenne a questo


incarico all'età dli appena 26 anni. Sotto di lu~ scriss.e il Montebello,
si diede principio ,«alla fabbrica della presente Chi,esa». Il de Alessan-
drin~ attribuisce a lui anche le chiesette delle Anime, o, Sa.nt' Antonio,
nel luogo ov'era il -cim.iter,o (1521) e la cappella di S. Nicolò, ora San
Carlo (1519).
Era dottor,e in legge e nel 1489 fu 11.ominato cappellano onorario
de!Plmperatore Massimiliano. Il suo nome,. insieme a quelJo di altre
casate, appariva fuso nella «Campagna Canopa)) (1520); un suo ri-
tratto, era nella Canonica con. quest'iscrizione: «Cristoforo Clamer
P!e·banus Perzini sanctitate cospiéuus. Obiit peste)),
Ma la figura di quest'uomo rifulse soprattutto per la sua dedizione
nell'assistenza agli appestati nella pestilenza dell"anno 1511 ed in
quella del 152 1. Dur.ante quest'ultima egli stesso prese il contaggio e
ne mori. Fu sepolto «irt cimiterio in loco qui dicitur vulgo sotto i
piombi)}. Sulla sua tomba fu scritta la seguente iscrizione:
11AEDIS ERAM PASTOR TRICENNIS AMPLTUS / ANNIS CRISTOPHO-
RUS CLAMER CONDITUS HACCE DOMO I HUMANA SORTlS MEMOR
EXORATA VIATOR / POLVERE PRO M:ISERO NUMINA SOLO DE]. Vl-
XJlf ANN[S 66, OBIIT 9 J lJNI MDXXI.
Da quest'isctizione si deduce che guidò di persona le sorti d.eUa
parrocchia per trent'anni ,e clhe dedicò i rimanenti dieci anni aUa sem-
plice cura d'anime, senza responabilità politiche ed amministrative,
alle ,quali rinunciò iPro'babilme111te, come S'uggerisce il Mont,ebello,dalla
sopravvenuta debilitazione fisica conseguente al superlavoro cui si era
sottoposto.

(Montebello: o.c.,pagg,394, 395; P. de Afessandrt1n•i: Memorie di Pergine, paiH~,


54, 55, 51, 65, 66, J 51; Bibl. Co112. Trento: ms. 20 e ms. 10912: di Ippoliti sulle
Iscrizioni lapidarie esistenti nel Borgo di Pergine).

104
COLMANO ZEFFIIRINIO (SEVER INO) STEFANO, giornalista e
professore cti lettere, nacque a Levico e quivi morì il 24 agosto 19 59. 1

Fece le elementarm ai Levico, il girnnasmo a T'rento. Percorse glm studi


superiori presso l'Accademia scientifico letteraria di Milano, della
q1Uale era p,residente i1 trentin,o Vigimi,o f nama, e vi si laureò in lettere .
Si dette ali giornalismo perseguendo id,eaH socialisti. Fu collaboratore
dmCesare Battisti negli anni 1900-1902.
Nel 1901 condlusse la campagna contro ill cosidetto rrPanaminio di
L ,elliCO>J con il quale si accusava l'amministrazione locale di malversa-
zioni. Subì processi ,e condanne. Net 1902 fondò un SIIJO settimanale
d~ propaganda socialista, «El Batocio;> che uscì dal 24 aprile al 18
settembre dell'anno seguente.
L'attività irntrapresa tuttavia, anche per la malfrenata irr1Uen·z a gio-
vanile, non gli consentiva di superare le difficoltà economiche. De<:ise
allora di sosternere g~i «esami di nostrifìcazione», non essendo giurid!i-
camente valida in Austria la sua laurea conseguEta a Milano, e li so-
tenne a Graz nel 1907. S,i dette quindi all'insegnamento e coprì runa
catt,edra :a Br,egenz nel Vorarlberg, presso quel ginnasi,o, e quivi rima-
se fino ail 1915.
li 27 aprile di quell'anno passò, attraverso la Svizzera, a Milano e
si presentò come vol,ontario n,ell'Esercito Italiano.
Data la sua perfetta ,conoscenza della lin.g ua tedesc.a e delle condi-
zioni pohtiche d.ell'Austria, fu assegnato all'Ufficio informazioni de~
controspionaggio con il compito di spo,gliare la stampa austriaca e
germairuica e di darrne quotidianamente rapporto al Comando Supre-
mo.
Il 25 aprile 1916 entrò a far parte a Parigd dell'Ufficio Stampa del-
1a Missione Militare Italmana con i1 medesimo incarico. Dal febbraio
del 1918 al febbraio del 19 19, sempre a Parigi, ,ebbe rn compito d~:re-
1

di,gere il «Bulfetin qu,otidien1J di notiz.ie italiane da diramarsi alla


stampa francese m,etropolitana e coloniale.
Dal febbraio del 1919 al 21 luglio dello stesso ainno fu addetto al-
l' Ufficio Stampa del Ministero d,egli Affari Esteri, sempre con la stes-
sa mansione, ,clJli fu aggiunto i] compito di Archivista.
A Partgi incontrò 'l'amicizia di Edoard.o Benes,. che ne] 18 divenne
Mi:nistro degli Esteri del Governo Provvisorio della Cecoslovacchia.
F u pure Presidente della ((Società Italia Irredenta» che fu un'asse-
, . . . '. ...
c1az1on,e sorta co,n 1ntentm patr1ott1cm.
Terminata la guerra rientrò, neUa scuola ,come professore a Bolza-
no, [Pr~ma nelle Magistrali e quindi nel Gti nnasio Liceo "G. Carducci)>.

105

Nel contempo·, come pubblicista, collaborava con «Il Resto del Carli-
no)>.
A Bolzano fu membro del Comitato Conco,rso Forestieri.
Nel 1937 si ritirò in pensione nella sua Levico, interessandosi viva-
ceme·nte ai problemi locali. Nel 1957 fu membro del Comitato Eco-
nomico di Studio per i problemi della Valsugana e d,edicò parte della
sua attività all'incre,mento delle attività della. locale Azienda di Cur:a.
Fu ins,ignito della ,croce di cavaliere.
Tra le s·ue pubblicazioni: Per g:li operai vecchi ed invalidi, per Je ve·-
dove e gli orfani degli operai - Conferenza t,enuta il 21 seLt. 1921
(stampata in 1,6°, pag. 20); Il Panaminio di Levico (Appendice ai nu-
meri 16-63 del 1902 e 9-7 del 1903 de[ «Batocio»; La Batta.glia ,di
Levico (Bolzano; Tip. Athes. 16°, pagg. 312); Edoardo Benes e l'lta~
lia du.rante la I Guerra Mondiale («Carro Minore)> A. Ill, n° 2); La
figura ,di Ettore Tolomei (Trento, Monauni, 1957, in 8° pagg, 32);
Wilson e la Vetta a•11alia (Alto Adige, 1952, n° 54);. Un illustre levi"
cense dimenticato - G. B. Gaspari de Monterzo1JJ0 (Alto Adige, 1952,
n° 166); L'Italianità del Trentino in alcuni documenti (L' Adige,
1953, n° 68).

(A rch. Parr. Levico; A. Cerio: Necrologio in «St1Ud[ Trentinia, 1959 pa_gg. 411·
413).

CONIC I BARTOL0 M MEO, ingegnere e architetto, nacque a Bo-


1

senJino nel 1841. Scrisse: Nuova armatura meccanica per traforazio-


11i sotterranee (1868:); Questioni del giorno: riflessioni di un brontolo-
ne (1875); Relazione del progetto di prosciugamento del lago di Cal=
donazzo {Trento, 1879, 16°); Processo politico di un· Trentino in In-
nsbruck nel J,883 (1884); Le vere ,cause delta depressione mora/e-po-
litico~economica dell'Italia = Introduzione (1895); L 'ac,qua potabile in
Padova (I 887); La questione edilizia in Roma (1887); Sulle opere da
costruir.si in Cagliari (1887) e qualche studio di economia politica e
sociale. Lavorò in costruzione di ferrovie e strade, ampliò il Palazzo
delle Logge in F'irenze e qujvi adattò il Palazzo Vecchio a Sede del
Senato (1865) e quindi allo scopo confo,rmò Palazzo Madama in
Roma (1871).

106
Chiesta ed ottenuta nel 1870 la cittadinanza italiana, al su,o rientro
nel Trentino nel 1883 fu condannato a tre ann.i di carcere dluro per
.alto tradimento.
(A,nbro,si: Scritt. Art. Trerut., pag. 509; A. De Gubernatis: Dictionnaire etc., pag.
370; Histoire' Gér,éra/ des hommet de science (Ginevra, 1871); E. Dr.o/ in Studi
Tremt:ini).

CONCI DON EMAN UELE nato a Nogaré nel 1855. IFu trai i pioe
nieri del cooperativismo trentino. Fu curait,o a Caldonazz:o dal 18 88
al 1909 e quivi fondò l'Asilo e I.a Cass,a Rur.ale. La borgata lo ricor-
da con un'epigrafe sita nella Cappelletta del cìmitero. Le due benefi-
che istituzioni sussistono tuttoggi.

CORAADI FRA.NCESCO, pittore, di Borgo. È uno dei più antichi


pittori trentini che ~e documentazionE storiclhe ricordino. Prese pairte
alla guerra rustica e fu tra ~ capi degli insorti borghesani. Come con-
danna si ebbe mozza la lingua (Vedi voce: Guerra Rustica), sulla
p,ubblica piazza in Trento il 23 dicembre 1525.
Ristabilitosi in quallche modo e rimarginatesi la terribile fernta, nel
1526 stesso iniziò la decora:zio:ne det presbiterio d.ella chiesa dli San
Rocco in Borgo, rappresentandovi la. vita del Santo titolare della chie~
setta, oggm rimessa con s.apiente restauro, illustrando il l.avoro con di-
dascalie in volgare. Il Weber intiravvidle nella sua pittura l'influe·nz:a
veneziana e ne apprezzò il buon colorito. Anche qualche affresco del-
la clhiesetta di San Valentino in SçureHe fu a lui attribuito.

(Weber: o.c.,pag.85; Ambrosi: Scritt. Art. Tremt., pag. 38; L. Felicefti: Nuovi
raccoriti e Descrizioni del Trentino, pag. 76; Weber: ASPS, pag. 572; Cetto: Castel
Selva etc., pag. 299; Bibf. Com. Trento.: mss. Sl e :5.3; Stellimauro: De bello rustico
et tum ulto et,c., Ed. Sard~gna, Venezia 18,89; Brentari: Guida Treot. I, pag. 348; G.
de Car/i in Trentino,, i 930, pag. 284).

CORRADO DA PEAGINE. pi.ttoire. Il 27 aprile 1508 fece un con-


tratto con i fabbticeti di Lisignago per dipingere la chiesa di San lBia-
g,ìo, ora distrutta, con il tema delle « Vergini prudenti e le Vergi.ni
stolte,,. Un affresco a lui attribuito è sull'arco dlel presbiterio d!elia
chiesa di Fornace,, dedicata :a Santo Stefano.

101·
Sul collle di Tenna, n,ella chies,etta di San VaJlentin.o, esistono avanzi
di suoi affreschj rappresentanti Ea «Y:ergine, San Valenti.no, San R·oc-
COJ>, e le insegne nobi1iari delle famiglie 'T rapp e Matsch. Il lavoro è
firmato: <<Cor.radus perginensls pinxit 1498,J).

{Weber: o.c.,pag. 85; Idem: in Studi Trent. 192.7, fas,c. Il, pag. 141; «Triden-
tum», an. VIII pag. 299; Dr. Ausserer.- iPersea - Pergine, Achloss und Gericht etc.
Wien, 1915-16 pa.g.. 56; Paolo M. Tua Én Riv. «Triderntlllm», pag. 22.4; Arch. Parr.
Lisig,tago,· Arc!i. Co,n. Pergine; L. Brida: Fanorama storico di Caldonazzo, pagg.
162- I 66, con tre ill.ni; G. de Carli in «Trenti'.no»; agosto 1930, pag. 284).

CRIVELLI ANDREA, architetto, figlio di Leonard.o da Castel Te-


sino. Questa cittadinanza gli è attribuita dal Weber, me:ntre il Prof.
Cetto ce ne dà una p·iù completamente circostanziata.
Secondo una tradizion,e a suo, tempo raccolta nella fa.miglia Crivell~
di Pergine, e secon.do certe documenta'z.ioni milanesi, SUJl ·fmire del
1400 tre fratelli sarebbero stati costretti a fuoriuscire da Milano e si
sarebbero trasferiti nel Trentino. Uno dei tre, Giorgio,, si sareblbe rifu-
giato a Castel Tes.ino ed avrebbe più tardi raggiunto il fratel1o Ser
Leon:ard.o in Pergine, .a meno che ambed.ue avessero insieme raggiun-
to Pergine. Qui dettero origine a due :rami della famiglia Crivelli. In
quest,e famiglie troviamo capitani, regolani, podestà ed uomini affer-
mat~si 111.el campo della politica e della pulbblica amministrazione.
Il padre di An,drea, ìn un rogito de"I 17 ottobre 1502 vien dett,o
«Leonardo Crivelli di Castel Tesino, cittadino di Trento», mentre in
altri documenti lo si dice «da Castel Tesino abitante in Pe.rgine>, ,op-
pure ,,da Pergine, cittadino di TrentOJ). Certo è che Andrea si stabilì
in Trento, che abitava im S:anta Croce, che gestiva 1Una «farmaciaJ>.
Era comunque un uomo che possedeva le caratteristi,che poHedriche
comuni a certi uommni d''ingegno d,ell'epoca cinq1Uecentesca; lo si pu,ò
definire archit,etto solo n,el senso ampio ,della dizione consider.andone
la sua molteplice e spesso disparata a.ttività.
Nel 1525 viene etietto console in Trento. D urante la gu.e rra rustica,
come già Miichelan,gelo iPer la difesa di Firenze ed il Cellini per quella
di Castel S,a nt'Ang,elo, organizzò le opere di difesa delle mur.a di
Trento, assalite dalle colonne dei rustici che dalle valli scendevano fu-
ribondi ,e decisi a penetrare nel capoluog,o.

108
Dll!rante il consolato fu pure tesoriere della città ed assis,tente del-
l'ingegnere Ludovico Zaffran. nella fabbrica del Castello. Più tardi
Bernardo Clesio g.li assegn,ò la sopraintendenza ai lavori subentrando
allo stesso Z:a:ffran. Suo compito era di. provvedere ai materiali dico-
struzio,ne, sceg~iere gli artisti e determinare la sceita del da farsi. Egli
sottoponeva le opere artistiche, gli sclhizzi delle pitture e quanto ,oc-
correva a~ Cardinale e a lui relaziona.va sull'esecuzio:n.e e sui relativi
pagamenti.•
Così restaurò Castel Selva~ Castel T'oblino, Castet Tenno,, il palaz-
zo vescovile di Cavalese. Il Cardinale stesso redargum, con l.ettera spe-
dita da Prag,a nel 1537, il capitano di Cavalese, Simone Botch, e lo
driffidava di non prendere altra iniziativa senza dipendere dal CriveUi.
Anche il Cardinal Madru.zzo si avvalse della sua opera. Il Consi-
gli,o cittadino, c,on deUbera d,el i 6 aprile 1538, incaricò, il Crivelli e
mastro Aadrea Tag~ìapietra ,di correggere gli errori commessi da D,o-
menico dli Vezzano e Giovanni Cestari, nella costruzione del ponte di
San Lorenzo.
Il 154:8 era di passaggio a Tr,ento Filippo di Sp,agna ed il Consiglio
deUa città ìncaricò il Crivelli a provved,ere perché sotto il suo control-
lo venissero ,confezionati, per rimport,o di 100 scudi, due piatti d'ar-
1

gento sui quali dovevano essere cesellate le arm~ della città.


Nel 1549 diresse i lavori per la costruzione della parrocchiale di
Sa.n Pao,lo d.'Epan.
Co,n Alessand.r,o Longhi fu invitato daJ Governo tir,olese a I 111-
nsbruck per studiare la progettazione dleUa chiesa di Co,rte, che dove-
va servire come maU1soleo di Massimiliano. Nel 1552 è di nuovo a 1111-
nsbruck per mettere a punto il suo progetto che fu prescelto tra i con-
correnti. Nel 15.5 3 iniziarono i lavori sotto la sua direzione. Morir.à a
ottantan111i, :senza veder compiuta la sua ultima opera.

(Weber: o.c.,1Pag. 91; Idem: Appunti per la Stor. dell'Arte ne] Trentino, Studi
Trent. 1925, IV, pagg. ]5[-354; ar.Tren:tln.OJJ del 30 agosto,pag.:2,87; A. Cetto: Ca-
stel Selva e Levic-0, pagg. 3 I 5, 328; Semper: Il Castello del Buon Consiglio, Tren-
to, 1914; M~tìèStrina ir1 «Tridenrum» a. VII, p,agg. 97 ss.; «Arch. Staio», Trento:
Rogiti Giov. GugllieLmo Calavino;, Ibidem: Rogiti notaio, Angelo Costede; Bibl.
Co,n. Trento: ms. n. 21 ID, n. 2525, ms.cav.Giuliani; Bib/. Com. Trenw: ms, n, 335
e ms. n. 34-7 dell 'A:rch. cons.; Kunstfrieind VI, 7; A usserer-Gerola: Documenti
Clesi.ani etc.; Mischellanea Ven,eto, Venezia, 1924; Mittheilungen der Zentral Com-
missi,on, etc.,Wien. pag. 189 ; C. Atz: Kunnstgeschuchte vom Tiro! un Vorarlberg,
Innsbruck, L909, pag. 49,3; P. ,d,e Alessandri,ii: o.ç,, pagg. !81, 182 e varie).

109
CROCIATI (1). Nel 1096 as:sumeva l'episcopato ed il principato di
Feltre Arbone di Vi,cfor e come suo primo atto fu quello di caldeggia=
re Ja partecipazione dei s,uoi sudditi alla I Crociata. Diede all'uopo
l'i111carico a suo -padre Giovanni de Vid,or, di organizzare l'impresa e
di condurla a termine. Cosi si fece "gran qua.ntità d'huomini anco per
la ValsuganaJJ (Bertondelliì nella ((Historia di feltre).
11 Monte.bello parla di un ANGELO GOFFREDO dei Signori del
Tesino che <rper invito di Arpone Vescovo di Fe·ltre s'incaminò alla te-
sta di 300 uo·mini alla conquista ,della Terra Santa)>.
Da un antico elenco steso da Tizjano Cittadiru, feltrino, appaiono
tra i partecipanti VITT·O RE MANFREDO, BELL.ATO da Grigno,
TOMEO e ROBERTO da Tesino, RI•C CARDO RICCARDELLI e
CORRADO da Primiero.
Nulla mi fu dato di co·noscer,e circa la partecipazione deH'Alta Vala
sugana, che certo fu presente con l'ingaggio fatto dal primcipato di
Trento.

(Monteb.eilo: o.e. pag. 218; A. Pe/lin: Storia di Feltre, pagg. 48 e 5 1; Bren-tari:


Guida TrenL V.I.. pag. 378; Sive: «Strenna Trent.111 1932, pagg. 117-119; A. Zie-
ger: Primiero e na s111a storia, pag. t9; Mons. don S. Fontana in «Voci di Primiero»,
1942, n. 7),

110
D

DAL CASTAGNÈ ALBINO, incisore medaglista., nato a To·rcegno


nel 1877 e morto a Clusone (Bergamo) ne:I 1952. Visse a Mii.ano per
,circa quarant'anni e lavorò, pr,esso lo stabilimento Jhonsorn.
Incise più di un centinaio di medaglie ritraendo uomini di scuola,
,dli scienza, letterati, artilsti. Fu certamente uno dei medaglisti più ap-
prezzati della prima metà del 900. Incise anche oltre una decina di
targhe ~l]ustranti effemeridi o ,avvenimenti d'attualità. Al Museo di
Trento regalò otto delJ.e :sue medaglie.
Ecco le sue medaglie riferite a trentini: 19041 Giovanni Lorenzoni,
professore di diritto all'Unmversità di Innsb,ru,ck (bronzo); 190 7, Mas-
simiiian·o de Mersi. presidente della ,$.ezjone di Trento del Cons.
Prov. dell'Agricoltura (oro e: argento); 1912, Antonio Tambosi, po-
d!està di Trento (bronzo, dorato); 19181 Gianni ,Caproni, ingegn,ere ae-
ronautico; 1918, Trento e MonumenJo a Dante, (bronzo); 19 19, 1

Mons. Celestino Endricl, Aircivesco·vo di Trento; 1920, Municipio di


Trento a ricordo della festa dell'Annessione; 1925, Campana dei Ca-
duti, di Rovereto; 1929, Giubileo, di Mo,ns. Celestino Endrici; 1'91 t , li
Consiglio Provinciale dell'Agricoltura di Trento a Francesco Tornasi
(Targa ,di mm 100 per 90).

(Velia Johnson: Medaglie e targhette di A. O.al Castagnè in «Medaglia111 A. I, 1119,


dicembre 1971, pagg. 42-69; «Rivista Trentina•, 19'10, IO, pagg. 188, 189; V. Z.:
Un artist:a trentino vincitore del premio Principe Umberto in 11Stwdi T rentin:ii., 1924.
I, pagg. 86<, 87; V. Johnson: Una famiglia di artigmani medaglisti, Milano 1966,
pag. I 03; S. C. Johnson: Le rivendicazioni italiane del Trentino e dèllii Venezi(il
Giulia nelle medaglie in «Rivista Ital. di Numismatica», XXX, Seconda Serie:, Voi.
V, 1922, pag. 31 L n° 631.; A. Peri.ni: Contributo alla Medaglistica Trentina XII,
Milano, Cart. Lit. Tip. Cre$pi, 1'911; Idem: Contributo alla medaglistica Trentina
in «Boli. lt!ll. di Numismaitica e Arte:•, n° 3, 4, 19 14; L. Lune/li in .:Studi Trent.»,
1

! 972. fase. 2, pagg. 253-2S8).

11 l
DALCASTAGNÉ DON GIOACHINO, nato a Torcegno l' l l giu-
gno 1849. Scrisse La Valsugana con Primiero e 17esino separate da
Feltre, nella nuova circoscrizione della diocesi di Trento nel 1786
(Trento, S,o otoni e Vitti1 188:6).
Da questa pubbiica:zione prend!iamo un pensiero suo, d'altronde ri-
preso dal Pellim nella sua Storia di Fe1tr,e: «Per quelli di Valsugana in
particolare (... e per quelli del Primiero è il caso di aggiungere), è bel-
lo rammentarlo. fu vantaggiosa e cara la dipendenza ,da Feltre. La-
sciamo ai dotti le questioni etnogrcifiche: ricordiamo solo che qffra-
tellati in realtà per lingua. indole e tradizioni al popolo della V:enezia
e con esso in continuo scambio di affari, gli antenati nastri divideva-
no pur il sentimento religioso più schietto e semplice del credente ita-
liano, e l'amore alla patria co,muneJ>.
Come nota storica riteniamo d;uopo ricordar,e che il Principe Ve~
scovo di Feltre ebbe i~ potere spiritu.ale e tern.porale sulla Valsugana,
sino al Maso Desiderio, Tesino e Primiero con ,diploma del 3 I mag-
gio 1027 dall'imperatore Corrado II e che tale potere lo tenne appun-
to sino al l 786. Sino a tale data esercitava anche il potere spirituale
e solo questo, sulle Foranie di Pergine, Calceranica,, che politicamen-
te dipendev:a1110 dal Principato di Trento. foranie suddivise in quattro
parrocchie.

(Almbrosì: Scritt. Art. T rent., pag. 533; Idem: Somrn. Stor. Trent,pag. 25 8; A
Pellin: Storia di Feltte, pa;g. 200).

DALLA BRIIDA ANGELICO GIUSEPPE, pittore, nacque a Caldo-


naz·zo nell'agosto del 1874 e morì presso il ricovero di Mezzolombar-
do, su~finire del febbraio del 1959. lFu pressoché autodidatta. Qt11alche
consiglio, specie sulia composizione dei colori, lo ebbe da Eugenio
Pr.a tmquando da ragazzo, a Caldonazzo, contemplava il lavoro del
grande maestro, cercando di «rubargli il mestiere».
Incontrerà poi Bartolommeo Bezzi il q uaJe, notando nel giovane
grandi attitudine all'ar te, lo volle con sè a Venezia. Ma fil Dalla Brida
a Venezia si sentiva spaesato e) dopo qualche me.se1 tornò tra. i suoi
monti e le sue valli.
Intraprese una vita e la prose,g,ui su una linea tracciata sui limiti tra
la povertà e la miseria. T rov,av.a. rifugio in ricoveri di fortuna, siti ai

112
margini dei centri :albitati, nei qu:ali ripo,neva e ac,catast.a,va le sue mi-
sere cose, assaporando nei grandi silenzi i consigli e gli incitamenti
de·Ua sua grande maestra: la Natura.
Pur non e.ssen.do socievole non era un misa.ntropo: la sua pittura
era fatta di un umanesimo interiore che trovava contatti solo con il
dolore della gent-e colpita da calamità, con. la tristezzai dei vicoli dei
poveri, con la mestizia degli animi e d,eUe cose.
Non dava valore al denaro, e non ne possedeva, spesso, neppure
quel tanto che gli bastasse per procurarsi pennelli e colore per la ta-
voloz.za: lavorava di preferenza a spatola, quando non addirittura
con le ditta. Non raramente i colori se li arrangiava ricavandoli striz-
zando certe erbe; certe radici, certe foglie: ce~ebri i suoi «verdi». La
gente comune non lo derid.eva, Jo comJ>ativ,a éOme uomo stravagaintè
per 10· meno. Spesso per un piatto di minestron.e consumato nell'aia di
qualche fattoria offriva una sua tela, ma lo, S[Provveduto agricoltore la
rifiutava ritenendola un ingombro inutile.
Solo verso la fine della sua vita la sua arte fu notata ed apprezzata
da qualche raro intendente. Ultimamente partecipò a .mostre region.ali
e provinciali. Qualche suo lavoro è presso, il Museo Diocesano di
Trento e presso l'Amministrazione Provinciale, moltissimi presso p,ri-
v,ati.
La sua attività viene suddivisa grosso modo in tre periodi: PRIMO
PERIODO:
Durante il profugato a Mittendort (1915-1918). Acquistano oggi
partico~are vallore Gli spulciatori, Funerale d'inverno. Profughi, ecc.,
ch,e oltre ad essere delle vere oper,e: d'arte sono una dolorosa testimo-
nianza delle sofferenze subite dalla nostra ,g,ente in quell'epoca.
SlECQNDO PERIODO (tra le due guerre): Castel Tablino, Le ba-
gnanti al lago di Caldonazzo, L'Adige a San Michele, San Michele
all'Adige, L 'incen,d w, della Villa a Caldonazzo ( 179 6: ricostruzione
1

fantasiosa), Sagra di San Giuseppe a Trento, ecc.


TERZO PERIODO (]94 0-1959'): La mia casa in fiamme, Ven-
1

demmia a CaJdonazzo, Il bombardamento di Calceranica, Il lago di


Caldonazzo, Le bagnanti (soggetto ripetuto più volte co,n intuizioni e
dimensioni varie), San Michele all'Adige,, Interni di paese ecc.
Notevoli le sue riprese notturne degli squarci disegnati dai vicoli di
Trento, di piazza del Duom,o, sotto il calore tiepido ,della luce l1Unare.
Nel 1961 fu tenuta a Trento una sua retrospettiva. Domenica, 14
agosto 1977, il sindaco di Caldonazz:o Valentino Campregher scoprì
una targa commemorativa sulla casa natale del pittore, in Vi:a Villa.

113
Sulla piazzetta ,antistante un bel gruppo di ragazzi partecipava al mi-
niconcorso di pittura, indetto dal Centro di coltura «La Fonte» di
Caldonazzo ed a costoro disse parole di incoraggiam,ento l1esimio pit-
tore Prof. Luigi Marzari - Prati, mentre il discorso commemorativo
fu tenuto dal concittadino Prof. Raffaello Prati.

( G. Polo: Catalogo della M,ostra Prov. Trento, 196 I; A. Com1nanu.cti: Dizi,or.a-


liio Pitt., etc., IV ed., pagg. 890-891; L'Adige del 28 febbraio 1959, con fotografia
C. Mu11ari: DaJlabrida, Ed. TI Castello. Trento, Saturnia. 19,67, con 34 riproduzioni
L. Brid" t O. March.eso1rf: testimòniàfize orali; L "Adige del 17 agosto 1977).

DALlABRIDA PROF. DON COSTANTE~ n.ato a Vigolo Vattaro


il 9 luglio 1880. Dopo di aver compiuti gli studi presso il Ginnasio
Vescovile ed il conseguente seminario teologico, fu ordinato saicerdlote
in Trento, il 9 lugUo 1905.
DaU'ag,osto 1905 al giugno del 1906 fu cooperatore in Caldonazzo
e quindi fu chiamato alla Reda:zio:n.e de <rIf Trentino», diretto da De-
gasperi. Passò poi come redattore ,del settimanale «La Squil/aJ>.
Fondò e dir,e:s:se il Segretariato operaio, compiendo un importante
lavoro organrzzativo nel settore. Nel 1907 fu presente al Co.ngresso
<CChristliche Gewérkschaftert» di Jenbach. Compì poi un giro per or-
ganizzare g1i. operai italiani nel Voralberg (ai Bludenz, .Bregenz, Fel-
dkirch, ecc.), ove incontrò p,ure le operaie che lavoravano «nej bom-
basi),, 111.elle fabbriche tessili cioè.
Nel 1908 partecipò al «Christliche Texilarbeiter» di Hohenems.
Fino al 1919 fu direttore della Società Operaia Cattolica.
Nel 1914 costituì un Segretariato per i richiamati e progughi, per i
quali costruì centri di assistenza con ,cucine e dormitori.
Dopo la guerra ebbe incarico dal generale Pecori Giraldi di orga-
nizzare il rientro dei profughi nei singoli paesi. .. taluni dei quali com-
pletamente di.strutti e compì un'opera colossale.
Nel 1924 proseguì gli studi, già iniziati a Vienna, e si laureò a Na-
poli con 11 O e lode in Scienze naturali, embriologia e anatomia com-
parata.
[n:segnò nel CoUegio Vescovile di Trento matematica e fisica, nel-
l'Istituto Magistrale di Trento e Rovereto. Infine prestò la sua opera

114
di professore presso i Cavanis a San Vito di Cadore e dal 1948 nel
Collegio Canova a Possagno.
Qui morti il 26 ottobre 1966. Nel 1'9'55 fu insignito deUa Commen-
da deUa R euplbblica.

(Vira Trentina: 3 novembre 1966).

DALLA ROSA EMILIO, medico, nato, a Civezzano il 16 m.aggio


1840. Compì gli studi ginnasiali a Trent,o e frequentò l'Università di
Praga ove si laureò il primo marzo 1865.
Dal primo ottobre 1876 fu Direttore dell'Ospedale Civile di Trento
ac:quistand.o fama per la sua capacità, disinteresse, coscienza e pre-
mura.
Pubblicò: Raggua,glio clinico dell'Ospedale ,Civile di Trento n.ef-
l'anno 1866 (Bologna, Rivista Clinica 1867); Ragguaglio clinico per
l'anno 1867 (lbid. 1868); Un caso dz' menengite cerebro-spinale reu-
ma.tica, lettere al Prof Luigi Concato (Ibi,d., 1868); Ragguaglio etc.
per l'anno 1868 (Ibid.5 1869); Due casi clinici di erifì~ema cutaneo di
perforazione del bronco sin'istro (Ibidem); Comunica~ion-efra una ca-
verna tubercolosa ed una vena polmonare, enfisema: ,d e[ cuore destro
(Ibidem); Memorie autobio.grafiche di Giacmbattfsta Borsieri~ compi-
late dai ntanoscritti della Civica Biblioteca di Trento (Trento, Scoto-
ni e Viti, 1885, I volume in 81>).

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 139,466-467; A. D,e G.uhernatis; Piccolo Di-
zion. etc., pag. 287).

DALLA ROSA ENRICO, magistrato. nativo di Pergine ove vide Ea


1

luce nel 1832. Si larureò ad I:nnsbruck nel 1855. Compì fil t riennio di
pratica presso l'avvocato AngeEo Ducati di Trento.
Com lai Divisione Medici scese nel Veneto, infatti, quando questa
regmome fu nél 1866 aggregata al R,egno Itallico, lo troviamo Segreta-
rio di Consiglio presso l'allora Tribunale d' Appetmo di Venezia.

115
Fu poi promosso ,e nominato Procuratore del Re presso il Tribuna-
le civile correzionale d!i Bas:san,o. Con lo stesso grado e la stessa fun-
1

zione passò poi a Legnago e a Modena. Si ebbe pure la reggenza del-


1

la Procura di Verona. Fu Consigliere di Corte d'Appello rispettiva-


mente a Br escia,. a Genova e a Venezia.
1

Tra le su,e opere: Rendimento di conto dell'Amministrazione della


giustizia nel circondario del R. Tribunale civile e correzionale d'i
Bassano (Ba·ssano, 1874); Relazione etc. (Bassano, 1875); consimili
Relazioni scri:sse per il Tribunale di Verona (Verona, 1876); cli Le-
gnago (Legnago, 187,, 1878, 187 9):; di Modena (Modena, 188 1,
1

1882, 1884).

(A,nbrosi: Scritt. Art. Trent., p.ag. 402; L. Lucchini: Rassegna critica dustatistica
comp,arata; A. De Gubernatis: Piccolo Dizion. etc., pag, 287},

DANIELI FRANCESCO, pittore, di Strigno ove nacque nel 1853.


A tredici anni si trasferì con la famiglia a Verona. Si dedicò dappri-
ma, seguendo i desideri della famiglia., a studi di matematica e di
scienze, ma, seguendo la sua vera inclinazio,ne, Ii abbandonò, per de-
dicarsi alJa pittura. Segui pertanto gli studi aritmstici presso l'Accade~
mia CignaroH di Verona e fu allievo del Noni.
Prima di dediicarsi con intero impegno alla pittura insegnò per
qualche anno alla Bocconi di Milano e poi fu insegnante di disegno a
Verona.
Aibbando'nato l'insegna.mento si ritirò a Riva d'Arcano, nel Comu-
ne di San Daniele del Friuli, presso il fratell,o dottor Filotimo il q,uale
esercitava la professione del rnedlico in quella località.
A Riva d'Arcano morì all'età di 73 anni.
I suoi quadri: Al Bosco, studio dal vero, /Pulcini, I Broccoli, che
mandò alla mostra di Venezja nel ] 881, Il Grillo,, e,spos,to a Milano
1

nel 1883. Qu.e.st'ultiimo insieme a Il Guado, fu anche all'esposizione di


Roma (1883). A Torino inviò nel 1884 Il Boscaiolo, a Milano nel
1885 Sera, a Venezia nel 1887 La Via Pérduta.. Il suo S'avvicina il
temporale fu premiato con medaglia d'oro dal Ministero della Pubbli-
ca Istruzione.
Tra i suoi dipinti collocati in Italia ,ed all' estero, ove tenne anche
1

qualche espos~zione, sono ricordati Le Mammole, Sui Prati., Tramon-


to, La Colazlone, Alla Messa Prima, In Chiesa.

116
Su'i colli del Friuli è presso il Museo Civico di Trento e Gli Emi-
g.ranti del Friuli in America.
Altri lavori come L'Autoritratto, Mortis R,eligio, Stella Mattutina,
Ponticello, La Dor:miente sono presso suoi faimili airi a Strigno, a Bol-
zano, San Remo e nel Friuli.
L'arte sua compenetrata da una tenue velatura si regge su un (tdi-
segno fermo e sicuro e sulla tonalità monoco,rdeJJ del colore. Spesso si
espresse con piccole tele crdi gentile saporeJ>, e pertanto non vanno, di-
menticati il su,o Molino di Campagnola, Mattino difesta eMeriggjo.
Fu amico di E ugenio Prati ed ebbe come allieva Pia Buffa, come si
è già detto.

(Ambrosi: Scritt. Art.. Trent..;pagg, 945, 496; Weber: o.e. _pag. 98~ Thieme u.Be-
cker etc. 1913, pag. VlII ; «Vita italiana», 1896, pa.g,. 469 ; «Natura e Arte», 19001
Ill,[Pag.224; Catalogo A!ss. Art,. ltal.,Firenze. 1911; A Comman,ducci: Ed. I, Il, III.,
IV, pag. 915; A. De Gubernatis: Dizion. Art. ItaJ. Viventi. 1889).

DAZIARO GI USEPPE1 commerciante ed e·ditore d'Arte, di Tesi- -


no. P artito sulla prima adolescenza come «perteganteJ, (V la voce sot-
to la lettera P.) v,er.so l'inizio del1'8,00 è stato tra i primi a dare al
·commercio,, già ambulant,e, delle stampe una stabilità cli sede. Con .la
sua c,casélla)) vìaggiò vendendo le stampe in Austria, in Polonia, Li-
tuarnìai, Lettonìa, Ucraiina, fornendosi spesso a Varsavia presso un ne-
gozio ivi aperto dal SUIO conter.raneo Dal Trozzo.
Nel 1827 aprì un suo negozio in piazza Lubianca prima e alPonte
dei Mall!iscalchi poi, con l'aiuto del fratello Giacomo, nel 183:8 allestì
u.n ampio nego.zio in Piazza dell'Ammiragliato, dava!111ti al Palazzo
Imperiale di Pietroburgo;
Nel 1850 aprì un negozio a Parigi, sull Boulev:ardl des Italiens ed un
quarto lo aprì nel ,centro di Varsavia.
La sua attività venne a costituire un vero ,centro di coltura nel
,campo dell'arte in Russia. Egli infatti non si accontentava di introdur-
re in Russia opere dall'O ccidente, ma dette impulso a che gli artisti
locali esprimessero i modelli degli usi, costumi, folklore, arte locale. E
fu per questa benemerenza che i bolscevichi liberaron·o il titolare erede
della ditta su ordine di Lunaciarski, commissario all'istruzione, il qua.-

117
le ritenne la ditta «assai benemerita, avendo in passato pubblicato e
diffo.so in Russia moltissime stampe rispecchianti la· vita del popolo
russo, atJe a favorire il suo risfeglio èd il conse.guimenJo dei suoi
ideali».
Aila morte sua avvenuta nel 1S.65,. g.li successe il figlio maggiore
portante lo stesso nome del padre: Giuseppe. Il secondogenito Ales-
sandro era mItalia, volontario garibaldin,o prima, nellla divisione Me·-
dici poi, e subentrerà al fratello nel 1892. Il negozio di Pietroburgo
verrà poi rilevato d.al Frattini.
Come tutti i Tesmi, come già vedemmo del Ceccato, anche iE Da-
ziaro er.a legato d'affetto, di ricordi e di rimpianto alla sua patri.a. Nel
giugno del 1846 scriveva alla madre da Pietroburgo, tra ['altro: «...
desidero molto dal momento eh.e gli affarì mi permettera di ventre al-
la Patria in Epoca d'Estate, acio poter percorrere tutti li sitti, che da
fanciullo frequentai per far Zoehi Jimal et strasinar fascine. le Com·
pa,gnie et le Riunioni più importati non mi da Jistessa sodisfazione,
come quella. di perV'en.ire un- giorno, a. poter coila passar.e un epoca
con Jranquillita ed admirare quelle Benedetti montagne, che praticai
cola sega roncola e manarino... ».
Una preziosa ,collezione di stampe della ditta Daziario. in Italia è
presso l'Ing. Ettore Gaudenzi di Vicenza.

{B. Passaniani: Stampe pe:r vìa, Art. Graf. R. Manfrini, Calliano, 1972, pagg. 25
e 27; E. Fietta: Ibid .• pagg. 37. 38. 79 e :seg.; Copialettere Daziaro in proprietà del-
r Jng. E. Gaudenzi, Vicenza; Cata/ogue des pubblications rrusses, polonaises et firan-
,caises par Daziaro, Parigj, l 8S7),

D E BALLAIRINI ANNA, pittrice, nata Trento nel 1820 e m.orta a


1

Pergfne il ,6, felbbraio 1906. Preferiva la tecnica dell'acquerello e trat-


tav,a paesaggio e figura. Era figli:a ,clii Domenico, paesaiggista nato a
Cracovia e morto a Rovereto nel· t891.

(A. Coll1marrducci, EV Ed., pag. 939).

1[8
DECORATI AL VALOR Mll lTARE DELLA I GUERRA MON-
DIALE (1915-18)

ESERCITO ITALIANO.

Ava1nclnl Arturo, di Gedeone, nato a Levico net 1894, Tenente de-


gli Alpini: ENCOMIO ,S OLENNE.

Ava1nzo Umberto di Floriano, nato a Pieve Tesi'no nel 1S:95, Te-


nente degli Alpini: ENCOMIO SOLENNE.

Banettl Isabella: MEDAGLIA D'ORO, MEDAGLIA D1ARGEN-


TO, DUE CROCI DI GUERRA (Vedi alla lettera B).

Bonmassarl Giovanni di Silvio, nato a Levico n,el 1891, Tenente


degli Alpini:
MEDAGLIA DI BRONZO: «U:ffic.iale informatore di un centro di
raccolta durante la, recente offensiva, sprezzante del pericolo e solo
animato ,dlal l,alto senso del dovere, sotto violento fuoco nemico per-
correva ripetutamente le nostre linee per riconoscere movimenti nemi-
ci. e raccogliere notizie, che furono di grande aiuto all'opera dei co-
mandi, dando bell'esempio di abnegazione e di coraggio» (Monte
Grappa, 24 ottobre - 3 novembre 1918).
MEDAGLIA DI BRONZO: <,Uffic:iale osservatore, sapend,o che ili
suo osservatorio era stato distrutto dall'artiglieria nemica, im.mediata-
men.te si recava suti posto; con ferrea volontà di sacrificio, rimaneva
più ore ad osservare, durante un intensissimo bombardamento, rife-
rendo importanti notizie. In più di 150 ricognizioni av,eva arrischiato
la vita, callmo e sereno» (Monte Solarolo, 8 dicembre 1917).

119
Bordato Bllce, che sposerà poi in Zanghellini, di Strigno: CROCE
DI GUERRA (Vedi: Informatori del SIM).

Boso Maria nata a Caoria nel 1895.


MEDAGLIA D'ARGENTO: «Costante esempio d'italianità. allo
scoppiare della gue,rra italo-austriaca, sfid!ando pencoli e patimenti
pur di cooperare con le slile _deboli forze al trionfo d ella ,caUJs,a nazio-
1

nale; condannata a due anni di carcere duro per aver favorito la fug
in Italia di un fratello soldato nell!'esercito austriaco, durante la pri-
gionia contraeva un morbo clhe la trasse poi all!a tomba, vittima eroi-
ca delle aspirazioni nazionali per le quali aveva lottato e sofferto.
DalJ'ap,rile l9 15 ,a lJ'll febbraio 1917. {S No,vembr,e 1924).

Brandolanl Luigi di Gi,ovan Battista, nato a Strigno nel 1888, Ca-


pitat110 d'artiglieria da campagna.:
MEDAGLIA D'ARGENTO: «Ufficiale di collegamento, assolse
sempre con mirabile coraggio il suo com,pito. Durante un combatti-
mento e s,otto il tiro dell'artiglieria, si offrì d,i andare con un soldato
avversario ad intimare Ja resa a diverse centinaia di nemiici, pur sa-
pendo che se l'impresa falliva, egli come di:sertore austriaco avrebbe
affrontato morte sicu.ra» (P'euma, 8 agosto 1916).

Buffa Glino di Francesco, nato a Pieve Tesino nel 1889, Tenente


degli Alpini:

MEDAGLIA DI BRONZO: «,Co,mandante di una sezione di mi-


traglieri in posto ,a,vanzato, co,n fermezza e ardimento vi si mant,ene-
va, saldamente resistendo alla forte pressione nemic,a. Ricevuto l'ordi-
ne di ripiegare, eseguiva il movimento in modo perfetto., proteggendo
altri reparti ,e caduto, il caporal maggiore capo arma prendeva il suo
posto facendo flilOCo fmo all'ultima cartuccia. Rientrava ton le armi

120
ed i suoi uomini al completo e trasportando alcuni feriti e morti».
(Monte Sassuma, 14 novembre 1917).

MEDAGLIA D'ARGENTO; (<Durante tre giorni di violento bom-


bardamento nemico dava costante esempio di belle virtù militari. Fe-
rito leggermente una prima volta alla testa e ad una gamba, non :si fa-
ceva neppur medicare. Ferito una seconda volta da una pallottola al
collo, resisteva ancora in linea fino al termine dell'azione>), (Monte
Solarolo, 11-14 dicembre 1917).

Ceccon Giovanni Battista d.i Bortolo, nato a Caoria nel 18'96,


Sottotenente degli Alpini:

MED'AGLIA DI BRONZO: «Con slancio e coraggio guidava il


ploto:ne all''assalto di una forte posizione nemica. Col suo esempio
animava i propri soldati e, benché fatto segno a violento fuoco di mi-
tragliatrici ed artiglieria avversaria, nonostante le gravi perdite subite
dal suo reparto, resisteva lll!ngamente». (Monte Vodice, 18 maggio
1917).,

Ceola Mario di Emilio, nato a Pergtne nel 1894, Tenente di Arti-


glieria da Fortezza:
MEDAGLIA D'ARGENT<O: ~Irredento e dall'Austria cond.annato
a m.orte affrontava serenamente il capestro slanciandosi con sereno
entusiasmo, quale osservatore, in ~oli audaci primeggiando sempre
per ardire e spre,zzo del pericolo. Alto esempio di completa dedizione
alla Patria e d.i luminoso eroismo». (Cielo del Trentino: 3 agosto
1917.; 8 ottobre 19 ]8).

ENCOMIO SOLENNE: «Il comandante dell'Aureonatica della


VII Armata tribll!ta um encomio al T,en. osserv. Neri Sign. Angelo
(Ceola Mario) della 136.ma squadriglia per l'osservazi,o ne di tiro ese-
guita il 10 corr. mTione, in condizioni difficilissime di tempo e per la
man,c anza di scorta)). (rione, [ O agosto 1918).

121
Cli'tlmelll Luciano di Eduino, nato a Pergine nel 18,82, Sottotenen-
te di Cavallerja:

MEDAGLIA DI BRONZO: «Al comand!o di una sezione automi-


tragiiatrici bersagliava con fuoco efficace la trincea nemica. Tornato
dall'incursione e trovata ingombra la strada da un'altra mitragliatrice
colpita dall',a rtiglieria avversaria, :sotto ili persistente tiro nemico,
sprezzante del pericolo, scendeva dalla macchina per diirigere la dilli~
cile manovra del ritorno». (Stra.da Berna-Biglia, 19 agosto 191 7).

Degol Giuseppe di Pietro, nato a Strigno nel 1882, Sotto,tenente


d!egli Alpini:

MEDAGLIA D'ORO: «Trentino di nascita di classe anziana, ma


ancora vincotato al :servizio militare de1l'eser,cito austriaco, lasciava in
Au.stralia, dove a·veva stabilito i propri interessi,. la moglie ed i figli
colà residenti, per venire a combattere volo·ntario l'ultima guerra d'in-
dipendenza. Si distinse per audaci imprese di ricognizione, co,ndotte
sempre a termine con feli,ce risultato, nelle quali catturò diverse pattu-
glie avversarie. C,om;\'l(!ante di una grossa pattuglia scelta, si slancia~
va alla testa dei suoi uomini aM'attacco di nemici in rorte posizione.
Colpit,o mortalmente al petto, continuò 8rl incitve i pr,opri uomini .a
perseverare nell'aziene ,e col suo esempio e coUa sua parola, seppe in-
fondere in essi tanto slancio ed ardire, c,!11~ essi sebben di gran lunga
inferiori di numero, in un nuovo e più furioso assalto riuscirono a
sloggiare ì1 nemico ,e a v,olgerlo in fuga. Esausto esalava l'ultimo re-
s.piro al grido di (<Viva l'Italia». (Corna Calda, Albaredo, 14 novem-
bre 1915).

Garba1rl Ezio di Ubaldo, nato a Pergine nel 1894, Tenente degli


Alpini:
CROCE DI GUERRA AL V M. «Comand.ante di una compagnia
di Alpini, valorosamente conservava la posizione affidatagli e malgra-

122
do la scarsità deg!li organici efficacemente cooperava alla riuscita del-
l'azio,ne catturan,dlo parecchi prigionieri e dando bell'esempio di ten,a-
cia e di valore,>. (Monte Solarolo, 25 dicembre 19 il 7.

Garbar! Mario dli Uballdo, nato a Pergine nel 1897, Sottotenente


de,gJi Alpiru:
MEDAGLIA D'ARGENTO.~ «Comandante di una sezione mitra-
gliatrici in un cruento combattimento ad oltranza, accer,chiato con le
sue armi da s,overchianti f.orze nemiche, dopo aver contrastato passo
a passo l'incalzante e travol,gent.e ,avanzata, esaure.ndo tutte le mu.ni-
zioni, lasciava la giovane vita :Sul campo della lotta gridando alto il
nome d'Italia per la quale era corso a ç,ombattere dalla natia terra ir-
redenta». (Monte Fontane!, Val Cancino, t 3 dicembre 1917).

Len1zl Ruggero di Augusto, nato a Borgo nel 1892, Temente degli


Alpini:
ENCOMIO SOLENNE: «Nativo del Tren.tino, arruolatosi volon-
tario in un rep,arto degli Alpini, sempre primo in ogni arrischiata im-
presa, dimostrava in ognii circostanza di guerra sprezzo de] pericolo e
alti sensi patriottici, e dav:a costante esempio dj virtù militari>,. (Cima
Vezzena, 12 lug1io ~ 25 agosto 1915).
MEDAGLIA DI BRONZO: «Comandante di una sezione di mi-
tragliatrici, durante violenti attacchi nemici si ,comportava val!orosa-
mente edl era di bell'esempio, ,ai propri dipendenti. Per meglio battere
le dense masse attaccanti, portava le sue armi fuori dagli apposta-
menti, concorrendo ,efficacemente a respingere l'attacco nemico, dan-
do prova di c:oraggio e di elevate virtù militari». (Col della Berretta,
Vicenza 22s26 novembre 1917).

M,a ccanl Glullo di Remigio, nato a Casteln'-'ovo nel 1887, Capita-


no degli Alpini:
MEDA GLIA DI BRONZO: «S,otto l'intenso fuoco nemico d'arti-
glieria e mitr-ag3.iatrici condu:sse la compagnia all'assalto riuscendo

123
nello scopo assegnatogli e man.tenendo la posizione, no,nostante un
violento contrattacco avversario». (Monte Cima, Val Bella, 19 giugno
1916).

Marchesonl Glullo di Paolo, nato a Caldonazz,o nel 1891 , Sotto-


tenente d,egli Alpini:
MEDAGLIA .D I BRONZO: «Al ,c,omando del proprio plotone re-
sisteva a ben sei attacchi nemici dando con il suo coraggio e la su.a
calma bell'esempio ai dipendenti». (Monte Fontane!, Val Calcino, 13
dicembre 1917).

Mollnarli Vincenzo di Prospero, nato a Olle-Borgo, nel 188'9', Te-


nente degli Alpini:
MEDAGLIA D"ARGENTO: «Da luogo molto esposto, col fuoco
della propria sezione mitragliatrici, ricacciava l'avversario e rimasto
gravemente ferito non a.bbandonava le proprie armi se non quando
stremato cli forze, dovette essere trasportato al posto di medicazione».
(Monte Cima, 26 maggio 1'9 16).
ENCOMIO SOLENNE (Val di Sella, 30 agosto 1916).

Nlcolussl Ottone di Davide, nato a Luserna nel 1886, ,Capitano


medico:
CROCE n1· GUERRA AL V.M.

Peruzzl Francesco fu Giuseppe, nato a Levico nel 1884 MEDA -


GLIA. D'ARGENTO e CITAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO
(Vedi: Battaglioni Neri)

Pelrl Guido di Antonio, nato a Serso nel 1:893, Sottotenente degli


Alpini:
MEDAGLIA D'ARGENTO «Mentre ritto sulla trincea, quasi in at-
to di sfida, noncurante del violento fuoco di fucileria e bombe, ,osser-

124
vava le mosse del nemico, cadeva colpito mortalmente al cuo:re». {Pal
Grande, 20 settembre 1916).

Pittar Giuseppe di Borgo, Tenente degli Alpini:

MEDAGLIA D'ARGENTO: «Con gi,ovanile entusiasm,o ed anima-


to dell'ardente d.esiderio di dare il proprio ·sangùe per Ea patria, spo,n-
taneamente ,chiedeva di portarsi avanti, alta testa di un reparto, per
conquistare iuna posizione perduta. Ottenuta l'autorizzazione,, tra-
scinò con l'esempio e con. la par,ola, i. suoi. uomini fino a pochi passi
dall'avversario. iFerito continuava ad animare i suoi uomini alla lot-
ta». (Col Dell'Orso, Solarolo, 25 novembre 1917).

Ponte Renzo di Vigolo Vai/aro .


MEDAGLIA. D'ARGENT<O «Sempre alla testa dei suoi dipendenti
dava prova di coraggio ed energia mirabili, con sprezzo del pericolo,
sott,o il fuoco, ,delle mitragliatrici nemiche, si slanciava all' assalto tra-
scìnand,o i propri soldati fin sotto i reticolati nemici, facendo prigi,o-
rueri fra i quali un ufficiale e catturando una mitragl!iatrice>, (Col Del
Rosso, 30 girugno 1918).

Rlpp.a Guido di August,o, nato a Grigno n,el 1898, Tenente degli


Alpini:
MEDAGLIA DI BRONZO:· «:Nella fase criti,ca di un combatti-
mento trascinava il proprio plotone a. rec.uperare una trincea abban-
donata da un altro reparto, dimostrando grande arditezza e serena
calma. Ricevuto !',ordine di ripiegare,, S·ebbene fosse in posizione difli-
cile e molto battuta, eseguiva il movimento, in mod,o regolare, portan-
do i feriti ne111e 111ostr1e linee». (Monte F,ontanasecca, Treviso, 21 no-
vembre 1917).

125
Somadossl Mario di Massimiliano, .nato a Fiera di Primiero nel
1886, Primo Capitano Medico:
CROCE DI GUERRA .AL V.M.

Sustell' Guglielmo di Guido,, nato a Strigno nel 1892, Tenente pa-


racadutista.:
MEDAGLIA D'ARGENTO;· «Ufficiale osservatore di pallone fren-
tao, :aggredlito durante una ascensione dia un velivolo nemico che J,o
faceva segno di razzi incendiari e scariche di mitragliatrici, nonostan-
te che l'involucro del JP'allone fosse in più parti colpito, chiedeva di re-
stare in ascensione e continuava fmo a sera l'osservazione del settore
nemico». (Sdraussina,. 17 ottobre 1916,).
MEDAGLIA D'ARGENTO: <cDall'iruzio della campagna prestan-
do servizio di osservatore dal pallone frenato ha compiuto oltre 200
ascensioni di guerra dimostrando in ogmi occasion.e calma e .ardimen-
to e sprezzo del pericolo. Attaccato da llln velivolo nemico che incen-
diava il pallo·ne, con grande calma provvedeva ad aiutare il compa-
gno di navicella,. un aerostiere, a gettarsi col paracadute, quind!i rac-
colti gli strumenti di bordo si gettava egli ste:sso appena in tempo per
sfuggire a certa morte. Mirabile esempio di cosciente coraggio e fer-
mezza». (Cars.o-Pia.ve, 19 l 6-I 917).
1 1

T1re,ner Glo Batta di Silvio, nato .a Ftera di Primiero nel 18 77, Ca-
pitano del Servizio Informazioni:
MEDAGLIA D'ARGENTO': «Volontario irr~dento, durante 17
m.e.si di c.ampagna, :stette sempre al fronte nemico. In numerose ardi~
tissime ricognizioni, conscio, ma sprezzante del pericolo, si spingeva
fin contro le linee avversarie, tornando a1 comando della T'e.rz,a Ar-
mata. con notizie utilissime al buon esito delle nostre operazioni».
(Carso Goriziano, ottobre 19 16).

Trentini Barone lgnazlo di Vittorio, n.ato a Vigolo Vattaro nel


188'9', Maggiore di Fanteria:

126
MEDAGLIA DI BRONZO: •«Sempre in testa al proprio reparto l,o
portava all'attacco di forti trinceramenti nemici, spingen,dosi fin prese
so i reticolati e s,ebben,e fatto segno d'intenso fuoco nemico che cau-
sava forti perdiìt,e, rimaneva sulla posizione raggiunta, incitando con
l'esempio più che con le parole i suoi ,dipendenti alla resistenza».
(Vanzi, Laghi, 14 luglio 19 16}.
1

MEDA.GLIA D'ARGENTO: «Superando gravi difficoltà di terre-


no, alla testa di una pattuglia, con grande coraggio e spirito di sacrifi-
ci,o fece irruzione su due Ouardlie nemiche riuscendo ad anientare una
parte dei compo,nenti dli esse, ,ed a fare dieci prigionieri». (Mo,nte Ma-
rio, 1 fiebbraio 191 7).
MEDAGLIA D'ARGENTO: «Comandante di una compagnia
d'assalto, in terreno difficile, asso,lse con prontezza ed intelligenza il
proprio mandato, primo fra i primi arditi del suo reparto, sotto il vio-
1,ento fuoco nemico di fucileria, mitragliatrici ed il lancio di bombe a
mano., gravemente ferito in più parti, diede ancora mirab1le esempio
di fermezza». (Altipiano della Bainzizza, 28 agosto, 1917).
MEDAGUA DI BRONZO: Comandante cli ,compagnia, stabiliva
attravers,o grand,e diffico,ltà di terreno e vincendo l'accanita resistenza
nemica, il collegamento fra due grandi unità. Volontariamente offer-
tosi per fugare pattuglie nemiche annidatesi in cas:e, provviste di mi-
tragliatric.i, riusciva nel compito catturando prigionieri». (Scolo Pol-
zembo, Piave, 23 giugno 1818).
CA VA.LIBRE DELL'ORDINE MILITA.RE DI SA VO/A.: «Co-
mandante dli un reparto inviato sulla sinistra del Chiese, per eseguire
una non facile operazione al di là dell,e lPiccole Guardie nemiche, con-
statato che le posizioni si presentavano favorevoli per ampliare l'ope~
razione, con ammir,evole iniziativa e con magnifico slancio si gettava
sull'avversario,. del quale ignorava forza e composizione e riuJsciv:a,
grazie al contegno energico e risoluto, dopo breve lottai senza sub,ire
alcuna p~rdita, a ,catturare 21 militari nemici». (Tives1 Val Giudicarie,
8 agosto 1918).
MEDA GLIA Dl BRONZO: «Comandante volontario del reparto
1

ardi.ti del reggimento, attaccava in pieno giorno una Gran Guardia


avversaria quantunque le ·vedette di questa l'avessero palesemente
avistato. Fattto segno ad intenso fuoco di fucileria, coni stpeciale istinto
e ferma decisione slanciava avanti il proprio reparto, avendo ragione
dell'avversario e facendo a!lcuni prigionieri». (Pra Ma.ggio,re, Val Dao-
ne, 12 settembre 1918).

127
TschurtslhenthaHer Carl!o di Antonio, nato a Borgo neJ 1896, Sot-
totenente dei Bersaglieri:
MEDAGLIA D'ARGENTO: «AUia testa del suo plotone, lo condu-
ceva brillantemente aill'attacco ricacciando il nemico che già stringeva
da vicino il tratto di fronte a lui affidato. Cadeva colpito a morte».
(Monte Mirzli, 2 dicembre 1915}.

Valdagnl Vincenzo di Francesco, nato a Pergine nel 1868, Tenen-


te Colonnelao Medico:
MEDAGLIA DI BRONZO: «Resse la Direzione dell'Ospedale da
guerra n° 60 con saggio criterio e geniali iniziative, portandolo al
massimo rendimento e risc111ote111d,o l'approvazione delle superiori au-
torità militari».

Zan,ettl Carlo di Francesco, nato a Levico nel 1861, Capitano Me-


dico:
MEDAGLIA D 1ARGENTO: «Si arruolava volontario a 54 a.nni
come capitano medicoJ dando pr,ova costante di profondo spirito di
sacrificio. Invitato più vo1te a prestare l'opera sua nelle retrovie,
sprezzante dei disagi e dei pericoli s,emp,re si rifiutava chiedendo inve-
ce ed ottenendo di rimanere su prima line,a. fu momento assai criti,co
seppe çon ,energia esemplare, assicurare l'efficenza ed il funzi,onamen-
to del pro,prio servizio». ,(Isonzo,, Trentino, marzo 1916; dicembre
19 l 7).

Zanghelllnl Paola., ch,e sposerà poi in Patemolli, di Strigno:


CROCE DI GUERRA AL V M.: «Animata da alti sentimenti di
italianità e di fede nella nos.tra causa, offrivasi volontariamente quale
inforrnatric,e alle truppe combaitternti, nell',agosto 1915, passando ripe-
tutam,en.te, fra grandi pericoli, le linee: austriache, forniva importanti
notizie sui movimenti del nemico nel settore di Telve e Carzano,
nonché su.Ile postazioni delle sue artiglierie lun1go le linee attualimente
occupaite».

128
ESERCITO AUSTRO-UNGARICO

&adocchi Virginio di Carlo di Pergi'ne.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE:· t<Comandava lì 28
marzo 191·6 in Galizia una picco,la pattuglia di cacc. imp.t fece pri-
gioniera un.a truppa d'esplorazione del nemico di 60 uomini dopo lun-
go e rtenace combattimento».

BaruchelH Albino di Emanuele di Bosentino.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: <cSi trovava come
cacc. imp. nelle giornate dai 19-26 luglio 1915 sul Monte Piano quale •
vedetta in prossimità det nemico su d'un posto ![}[OD ripar,a.to dal for-
midabile bo:mbardamento dell'artiglieri.a e non gli si poteva dare il
cambio. Nullos.tante rim.ase costantemente fe!l'mo al suo posto finch,é
fu gravemente ferito».

Be1rlanda Attillo di Mansueto di Susà.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLA.S SE: «!Era un caposquadra
dei cacc. irnp. di speciale bravura. In gennaio 191.5 egli si assunse
spontaneamente il compito di tagliare i reticoJati dei Russi sul loro
fronte nonostante veemente fuoco nemico e di aprire così una breccia
per la propria trupp a. Sotto formidabile fuoco egli levò da un albero
1

la bandiera di segnale dei nemici, mostrò pure rimarcih.evole bravura


nelle ricognizioni contro il nemico e nel salvataggio del proprio co-
mandante ,di compagnia fe:rito»,

Be1rnardl Mansueto di Vtgalzano.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Portò il 31 agosto
1914 a Ko.rzov-Telatyn il suo comandante di battaglio,ne gravemente
ferito fra un veemente fuoco nemico al posto di sanità e prese poi
parte ai 14 ottobre al passaggio del San dlistinguendosi per grande va-
lore fmché rimase ferito».

129
Degas,perl Augusto Emanuele di Civezzano.
MEDAGLIA D'ORO: «Salvò ,ai 2 maggi,o 1915 sul fronte russo la
propria compagnia da. un grave pericolo, gettandosi risolutamente e
sprezzante deUa morte sul nemico che incalzava il fianco sinistro, uc-
cidendo l'uffi,ciale in capo e respingendo colla sua squadra fil pericolo-
so attacco».

Froner Cristiano fu Cristiano, di Frassilongo.


MEDA GLIA D'ARGENTO D:I I CLASSE: «Rimase n,el giorno
12 djcembre 1915 in Volinia, benché gravemente ferito, al suo posto
di scolta d'appr,esso al nemico prestando servizio, finché non gli fu
dato il cambio».

Gasperl Carlo di Vigo di Piné.


MEDAGLIA D'ORO: «Si distinse il 25 ottobre 1917 in modo spe-
... ,, ne11__ a pre.sa v..1•ass a1
c1we . to ve __ onte ea a1• Le
..1 1 M .. av an -
_ _ nostre truppe ilP
zata dopo d'aver rotto, la fronte nemi<ca a Flitscln erano esposte al
fuoco n.emico dal Monte Caal,. per cui venne spedita una compagnia
di sto·rmo a prender d'assalto Ma cima di quel monte. Il caporale Ga-
speri con pochi uomini fu il primo che con grande sangue freddo in-
coraggiando i suo,i compagni salendo ta china scoscesa raggiunse la
vetta difesa tenacemente da un battaglione di Alpini nemici. Gasperi
coi suoi incusse al nemico un. tale terrore, che· questi cedette la posi-
zione abbandonando 360 prigionieri, 4 cannoni e 2 moschetti. Gaspe-
ri si mostrò pure valoroso nel respingere i tre successivi forti c;:on-
troatta.cchi nemici».

Grlsen11 Giacomo fu Giacomo di Baselga di Pin·é.


MEDAGLIA D'AR'GENTO DI I CLASSE: ,«Caporale dei bersa-
glieri imp. sempre zelante e prode nel combattere1 si meritò ai 6 gen-
naio 1916 sul fr,onte italiano per intrepidezza segnalata la Med. d'arg.
a1 v.m. I cl.}>.

130


!Longh1I Federico di Pietro di Lavarone.
MEDAGLIA D'ARGENTO DI I E Il CLASSE E DI BRONZO.:
«Sgombrò quale sergente dii gendarmeria li 12 aprile 1916 con 4!0 uo-
mini il paese di Prezzo presso Creto dal nemico cagionando,gli sensi-
bili perdite e fè.ce prigioneiri 14 uomini con un ufficiale. 1In seg,uito so-
stenn,e con buon successo quale comandante d'un reparto di circa 80
uomini in posizione avanzata nella val Chiesa d iversi combatti.menti».

Mlartlnelll Giuseppe di Angelo di Calceranica.


MEDAGL IA D'ARGENTO DI I CLASSE: ((Mostrò il suo valore
in un attacco dei cacc. imp. presso Limanova li 17 novembre 1914
nel quale in,contro, perd,ette la gamba destra. Nei molti ,combattimenti~
ai quali aveva preso parte ,c;t:iede col s:uo esemplare e valoroso conte-
• •
gno sempre ottimo esempio a1• compagni».

Melchlorl Riccardo di Bieno.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I E Il CLAS'S E: <cCombattè ai 18
febbraio 19 15 sull'argine del Dunajec, raccolse gli uomini che retro-
,cedlevano incalzati da vicino, li condu:Sse ai grid.o di hurrà a nuovo,
assalto sgombrando una tri'ncea daJ nemic,o».

Mlchelonl Demetrio di Tomaso di Vattar;o.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Si mostrò valoroso
in urn attacco presso Rawa-Rusk,a, ali quale pres:e parte lì 6 maggio
1915 come cacc. imp. Quell'attacco gli costò però la gamba sinistra».

Motté,r Enrico fu Giovanni di Tenna.


MEDA GLIA D 'ARGENTO DI I E Il CLASSE': «Si mostrò in
molti combattimenti a.ssai valoroso. Nel maggio 1917 egli inflisse al
nemico che sul fronte ,all'Isonzo s'avanzava all'attacco, col suo picco-
lo drappe1Jo e con una mitragliatrice tali perdite, che l'avversario fu
' . .
costretta a nt11rars1».

131
Pasquallnl Giovanni di Antonio di Bosentino,.
MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Ha combattu-
to coi ca,cc. irnp. in Galizia. Lì 14 dicembre 1914 arrestò presso Ra-
dlow colla sua mitragliatrice un attacco dei Russi e terminate le mu-
nizio-ni salvò da solo la mitragliatrice. Inanche il 25 febbraio 19 15
mostrò p,resso Zak.linz il suo val.ore ed in quell'in,contro fu gravemen-
te Ferito>~.

Plnta.relll Giuseppe fu Stefano di Serso.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «In qualità di capo-
squa,d ra dei cacc. imp. con una piccola pattuglia fece prigioniero nel
settembre 1914 in Galizi,a un forte ·reparto russo con alcuni ufficiali e
durante un attac,co salvò al proprio co,mandante la vita atterrando
l'aggressore dal qua.le veniva minacciato».

Sartorl Danlele di Arcangelo di Roncegno.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Espugnò li 30 mag-
gio 191 6 qual.e cacc,iatore e plo,toniere, a,g,endo a sangue freddo e ri-
1

soluto, la vetta. d.el Monte Rover, do·v,e fece prigionieri 6 ufficialli ne-
mici e respinse poi anche quale sentinella su quella cima un attacco
nemico con granate a mano».

Slmlon Pietro di Francesco di Transac,qu.a.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Era come sergente di
gendarmeria comandante sulla costa ,dli Salò che serviva di punto
d'appoggio alla nostra posizione sulla Cima d'Oro. Mediante m a sua
accorta direzione ed intrepidezza potè con deboli for2e respingere un
veemente attacco nemico e cagionare all'avversario gravi perdite».

Stefanl Luigi di Giuseppe _~i Castel Tesino.


MEDAGLIA D'ARGENTO' DI I CLASSE: <~Si è distinto nel set-
tembre 1915 presso Tarnopoli tagliando con. temeraria intrepidezza e

132
di.sprezzo della morte i reticolati nemici e rendendo cosi possibile l'as-
salto a stormo. In quel medesimo assalto venne ferito da parecchie
baionettate)).

T,amanlnl Camlllo fu Giovanni Battista di Vigolo Vraltaro.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: c<Gendarme di campo,
si annunziò lì 4 dicem.bre 1'9 14 in Tarnova in Galizia spontaneamente
1

quale comandante di una pattuglia per un'importante impresa e potè


rapportare al reggimento per tempo importanti ref.erti quale risultato
della patruglia. In occasione d'un a.ttacco notturno, che il nemico
tentò, di sorpresa, il Tamanini diede ai suoi compagni col proprio san-
gue freddo, col suo contegno imperterrito e colla s,ua grande presenza
di. spirito un esempio edificante».
CROCE D'ARGENTO AL M.C.COR. : Lì 30 no·vembre 1916 egli
salvò con proprio pericolo di vita un compagno i()rossimo ad esser
soffocato d!a una. laviina sul Brenner».

Tavernaro Mlc'.hele Angelo di Transacqua.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI, I CLASSE: Diede in tutt~ i com-
battimenti prova di valore e bravura quale comandante di squadra ali
fronte meridionale e condusse in specÈal modo, ai 4 settembre 1915 la
sua squadra senza gravi perdite con molta abilità nell'assalto ,a stor-
mo.

Toldo E1nrlco di Larvarone.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI I CLASSE: «Si mostrò intrepido
eroe specialmente nei ripetuti attacchi contro un punto d'appoggio
nemico presso Posina il 1 giugno 1916, dove egli stesso venne ferito.
Dopo ma.ncati tutti gli ufficiali della compagnia egli ordinò sotto for-
tissimo fuoco nemico il resto della truppa, condusse i suoi regolar-
mente indietro e si curò del salvataggio di tutti i feriti».

133
,

Zampedrl Eduino di Guerriero di Viarago.


MEDAGLIA D'ARGENTO DI l E 11 CLASSE. MEDAGLIA DI
BRONZO, MEDAGL,l A GERMANICA DI GUERRA: c<Si segnalò
quale sergente di gendarmeria in Val Daone di frequente per il sl!lo
valore. Alla m.età di dicembre 19]5 con una pattuglia potè in parte
disfare ed in parte far prigioniera l!lna pattuglia del nemico molto più
,numerosa. Più tardli partecipò con buon successo a ,diversi combatti-
menti di pattuglie, ritornò con prigionieri e riportò come ibottino armi
.. .
e :mun1z1on1>>,

DE GASPERI ON. ALCIDE. Il nome di quest'uomo,, segnato nella


Storia d'Italia e d'Europa, entra a tutto diritto, in questa raccolta.
Nacq u.e infatti a Pieve Tesino il 3 aprile 1881 da .Amedeo, orirundo ,da
Sardagna, e da Mari.a Morandmi di Predazzo. Il padre esercitava la
funzione di capo posto della gendarmeria loc,ale. A Borgo Deg.a:speri
trovò il nido degli affetti, sposando donna Francesca Romani, ed infi-
ne a Sella di Borgo si spense il 19 agosto 1954. Naturalmente no,n
possiamo che rim.and!are il lettor,e alla copiosa b,ibliografi,a, che in Ita-
lia e alll'estero si è éteata sulla vita e le attività di questo grande spiri-
to.
Tuttavia. per sfatare qualche ombra che può ricadere sulla nostra
gente ritengo di dover chiarire quanto è stato scritto circa l'episodio
dell'arresto che in Borgo Degasperi subi il 26 nov,embre 1926. All'in-
fame operazione partecipò «il pode:stà di Strigno e un individuo che
si presentava come Cattaneo,) definito come ç,r'l{f]ìcia/e avanguardisti».
Chi erano costoro?' Si tratta di certo Ciro BonoU, un ro,magnolo,
che tra il 1919-20 si era portato a Strigno per aprire uno spaccio per
i lavoratori impegnati nella ricostruzione del paese. Nel 1922 era se-
gretario del fascio e poi podestà dal 1926 al [93 1. Per lo stesso pe-
riodo era :stato anche Ispettore del fascio per la Zona che comprende-
va Primiero, Valsugana e l'altipiano di Folgaria. Era lui che faceva la
proposte per la nomina dei segretari politici e dei podestà di tutta la
Zona. A.ttaccato s,ul piano morale, dovette albb,a ndonare il paese.
Del Cattaneo non si sa nulla: forse era un ex gradluato dell'esercito,
italiano rimasto in Valsugana co,111 i lavorattori del genio militare o per
affari rilguardanti danni di guerra.

134
La nostra popolazione addunque non sol,o rimase fuori dalla vicen-
da, ma ne rimase costernata... perché Degasperi., in Valsugana, era
uno, di e asa !

DEGASPERI DOTI. AUGUSTO , frate1Jo di Alcide, nacque a Ci-


vezzano il 18 aprille 1893. Anch'egli durante gli studi medi ed univer-
sitari militò neUe organizzazioni catto!ich,e, divenendone dirigente.
li 25 febbraio del 1919 fu eletto vicepresidente ,dlel SAIT e manten-
ne l'ufficio fino al 6 novembre 192 6,, giorno in cui le squadre fasciste
1

invasero e distrussero la sede.


Inizi.ò per lui oome per tutti gli antifascisti un periodo di sofferenze
e limitazioni economiche.
Terminata la guerra rientrò nei SAIT divenendone presidente. Fu
pure presidente, dal 1950 al 1963,, della Banca di Trento e Bolzano,
della Società Finanziaria Trentina, della Società Mobiliare e deH'Im -
mobiliare Agraria di Trento.
Fu presidente della ,Società «San Marco,J editrice ,dlel «Gazzettino»
di Venezia.
A Milano, ove fece parte del gruppo della Resistenza, entrò anche
nell'am.ministr.azione de «Il Popolo», organo della Democrazia Cri-
stiana e fu consulente di vari enti economici,, industriali e commercia-
li.
A Milano morì il 13 dicembre 1966 e la sua salma fu trasportata a
Predazzo per essere tumulata nella to,mlba di famiglia.

( Vita Trentina del 15 dicem.bre 1966).

DEMAfflÈ P. IIDELFONSO, nacque ai Sant'Agne:se di Civezzano.


Nel I 9 19 entrò a nei Cappuccini ii.n Trento e nel 1926 fu ordinato sa-
cerdote. Si laureò irn Sacra Teologia nel 19 28 presso la Gregoriana in
1

Roma1 ed in questa materia ternne cattedra presso il Seminario Serafi-


co di Trento., Coprì per molti anni l'ufficio di Superiore Provinciale,
per 21 anni fu consigliere ed economo della P'r,ovincia francescana,
per sei anni custode provinciale. Dal 1952 al 1955 fu ministro pro-
vinciale.

135

Il V,escovo lo chiamò come esaminatore del Clero per le confessio-


ni e lo nominò censo,re e,cclesiastico.
A Mantova, presi accordi con q_uella Curia, fondò la parrocchia dli
Santa Luci.a, nel rione Borgo Tè Brunetti,.che ancor oggi è affidata ai
Cappuccini di T:rento.
Morì nell'infermeria del convento di Rover,eto il 5 gennaio 1966.

( Vita Trentina, I 3 _gennaio 1966).

DI DANIELE FRANCO, scrittore, nacque a Caldonazzo il 1 mar-


zo 1854 da BartoEomeo e da Domenica Tornasi. Fu insegnante di ~et-
tere nel Ginnasio Rubini di Romano Lombardo, e via via in A,equavi-
v.a delle Fonti (Bari), a Chieti, ,a Novara, a 'Napoli, a Milan,o ed infine
a1 <,Torquato Tasso» di Roma, dopo essere passato per quello di Ca-
merino. Dal 1938 riposa nel cimitero di Caldonazzo.
Di Dui abbiamo: Passaggio dal Latino nell'Italiano (Torino, Loe-
scher, 1885); Dis,corso inaugurale della Società Dante Aligh.ierl di
Girgenti (Girgenti, Athena, 1895); La linqua nella vita dei popoli:
,Grecia, Roma., Italia moderna (Ibid. 1895); Tren'linismi - Note
(Trento, Scotoni, 1932).

(Ambr.osi: Scritt. Art. Trent., pagg. 349, 350).

DII VINA PADRE MAURIZIO, di B orgo collaborò con padre Igna-


zio Bam[Pi alla composizion,e del Cerimoniale ecclesiastico regolare
della Prorvincia riformata di Trento, stamp,ato rnel 1742.

(Ambrosi; Scritt. Art. Trent., pag. l 23;Me/zi; Anonimi è PseiUdonimi, l, pag. 197).

DOFIF SOTTA PROF. REMIGIO , n.a.to a Jm,e.r nel 1906 e quivi


morto il 17 settembre 1958. Dopo di aver ,c,omcluso il suo servizio di
ins,egnante di .lettere e filosofia in vari Istituti si ritirò nel suo paese
natal,e ove svolse una caritatevole attività sociale: impartiva lezioni
agli studenti, insegnava la dottrina cristiana ,ai bambini, teneva letture
e conferenze n,e1 circoi,o di lettura. Religiosissimo, quotidian.ame111te
frequentava la sua chiesa.
Scrisse deUe saporosissime poesie nel dialetto primierotto e toccò
anche i più limpidi sentimenti popolari.. Ecco qualch,e t itolo: ,Caza
grossa, Taute, Despò Ros,ari, Ten·ebrae, ecc...

(«Voci di Primiero», 1958, pag. 4 del n. 10; Giemme in «Voci di Primiero», 1967,
pag. 8 del n. 6).

DORDI DOTTOR BENEDETIO nato a Borgo il 14 ,aprile 1864 e


,deceduto iJ 27 agosto 1941.
Laureatos,i in medjcina a Graz: nel 1887 fu .assistente in quella cli-
nica chirurgica e lo stesso incarico lo assunse poi a Vienna.
Dal 1892 a1 1894 fu presso l'Ospedale di Borgo, sua patria, donde
passò come primario nell'Ospedale di Rovereto.
Durante Ia guerra 15-18 fu nell'Ospedale principa1le di Vienna e
quindi fu staccato, nella stessa città, nell'Ospedale dei feriti di guerra1
il Wilhelmhospital.
Modesto, non volle pubblicar,e i suoi strudi e tuttavia i s1Uoi consulti
erano richiesti assai spesso sia in R egione che fuori.
Ritira.tosi nel 1935 si dedicò a studi e ricerche sul cancro e sull'e-
nergia raggiante.

(Atti i«Accademia Rover. Agiati», Anno Ace. 199»200, Serie IV. Vo.. XVI.II,
pagg. XVII - XVIII - 195 1).

DORDI CARLO, ,avvocatto e scrittore, di B orgo. Nacque l' l 1 ago·


sto 1815. Si laureò in giurisprudenz.a ,a Padov.a. Esercitò avvocatura
prìma ad Ala e poi si trasferì definitivamente a Trento. Entrò nel
Consiglio Comunale della citttà, portando il :su,o contributo d'intelli·
genza e saggezza. F'u lui che appoggiò, e a ragion veduta, la richiesta
del compatriota. Francesco Ambros:i tendente ad otten.ere l'incarico di
bibliotecario nellat Biblioteca comunale. Fu presidente della Camera

137
degli Avvocati, fu rappr,esentante alla Dieta Provinciale e al Consiglio
dell'Impero, ové svòlse azione per ma salvaguardia dell'italianità delle
nostre genti.
Fu collaboratore, c·on articoli di vari argomenti, della stampa loca-
le. Scri:sse poesie d'occasione. Presso qualche famiglia di Borgo viene
tramandata in manoscritto una copiosa polemica in versi sorta tra
A.rnaldo Fusinato ed il Dordi sulle ·vicissitudini d'un ballo locale.
Durante la. stagione estiva dimorava per qualche tempo in lllna sua
villetta in Val di Sella. Qui appunto morì il 6 orttobre 1892. La salma
ebbe solenni funebri e fu trasportata. a Trento, su de]ibera del Consi-
glio di quella città, e deposta nel Famedio. Sulla sua tomba venne si-
stemato un busto opera di Andrea Malfatti di Mori. Un altro busto è
stato elaborato dal trentino U.mberto Somadossi.
Tra le sue opere: Della vita e delle opere di Gian Battista Taddei
(Trento, ]857); Le Ballale a Giuseppina R ina/di - Dordi (Ibid.,
1858); L'Avvenire - Carme in oc,casione delle nozze Ciani - Bassetti
(Ibid. 1862); Due sorelle - Racconto (Ibid., 1875);. Discorso alla Die-
ta di lnnsbruck, sezione del 26 ottobre 1882 (Trento: Alto Adige);
Dolo.re e speranza - Ad una madre in morte di un su.o figlio (Trento:
«Strenna Trent.» 189 I); Don Gius,eppe G.raztolf - Necrologio Obid.
1892).

(Ambrosi: Scriti. Art. 'frent., pagg. 195, 196, 503, 504; Idem;· Somm. Stor.
Trent., pag. 260; A. De Gubernatis: Piccolo diz. etc., pag. 349).

DORDI FERDINANDO di Borgo Nacque il 19 aprile 1810. Fu giu-


recornsulto, ma questa sua professione non g li era congeniale per cui
l' abbandonò per dedicarsi, ~on maggiori soddisfa:zioni, a studi d.i eco-
nomia, di statistica, di storia e politi,ca. Scrisse qualche articolo, :sulla
stampa locale, ma senza fir ma essendo schivo di notorietà. Contribuì
validamente per l'attuazione del progetto della costruzione ,dlella ferro-
via della Valsugana.
D i carattere eccessivamente modesto e timido teneva gelosamente
per sè e per uno stretto circolo d'amici i suoi scritti, la gran parte dei
qua!É furono distrutti 1 dietro suo esplicito volere durante la sua ultima
malattia. Mori ti' 11 gennaio 18 68). 1

(AmbriOsi: Scritt. Art, Trent., pagg. 238, 239).

138
DORID I GIUSEPPE, gesuita di Borgo ove, dopo la soppressione
della Compagnia, mori n.el 1784. Fu «eccellente maestro della scienza
filosofica» ed av·e va preparato :per le stampe un intero corso di questa
materia. Fu canonico di P:e dena.

( MonJebe/lo,: o.c.,pagg. 300. 301; Mons. A. Codelli: ScritL Friulani Austriaci,


Gorizia, I Ed., 1783, pag. I 03., II Ed., 1785 , pag. a32).

DORDI GIUSEPPE FERDINANDO di B,orgo. Fece parte del


Consiglio di Trento, che fu costituito, dai Francesi entrati in questa
città il 5 settembre 1796 ed il suo incarico durò fmo al loro ritiro, il 5
novembre d ello stesso anno.

(Ambrosi: Somm. Star. Trent., pag. 153).

DORDI MARCANTONIO, pittoreJ ritenuto di Borgo. Di lui si sa


solo che morì all'età di 65 .anni e che tr·a qual,che sua ,opera «di scar-
sa invenzione e scarno colorito» vi è qualche dip,into «buono».

(Weber: o.e., pag. 105).

DORIGATTi ANT0NIO di Pieve Tesino. Su nomina deL Cardinal


1

Clesio ( 15 i 4- 15 39) fu con Angelo Costede <(commissario e riformato-


re speciale)>. Con altri notai firmò i dodici volumi del Codi,ce Clesia-
no. Fu pure consigliere del Cardinal Cristoforo Madruzzo ( I 539-
1567). Lo stemma del Dori.g atti è tra quelli incisi sul portale della ba-
silica di Santa Maria Maggiore in Trento.

(A . Gorfe r: Le Valli del Trent. Orient., pag. 948).

139
E

ECCEL CAV. AnlLIO di Pergine. L, 11 febbraio 1971 si spe,gneva


a Tr,ento, ottantatreenne, dopo di aver speso lllna vita nel campo edlll-
c:ativo e del s,erviizio sociale. Insegnante elementare, insegnò in varie
sedi del Trentino. Fu poi dìr,ettore Didattico a Pergine e alle rr Verdi»
di Trento. Qui si prese a cruore jp•airticotarmente l'educazione dei mi-
norati ed iniziò un colloquio attivo con i genitori ind.icendo numerosi
convegni. Fu poi nominato ispettore scolastico ed. allarg,ò il suo cam-
po di attività.
Fu per moJti anni presidente del patronato di assistenza per gli ex
carc,erati ed in questa SU!a opera profuse il meglio di se stesso. Per
questo si ebbe la medaglia di bronzo della Repubbli.ca al merito della
redenzione sociale.
Fu. pure dellegato dell'Unione Italiana Ciechi e consigliere deH 'ospe-
1

dale infantile provinciale.

(Vita Trentina, 11 febbr aio 197 I).

EREMITI. Tra la fine del 1S.00 e la prima metà del 600 c'era an-
che nelle nostre zone chi aspirava aJ <(posto» di eremita.
I romitaggi più ambiti erano qlllellm di San Biagio a Levico, di San
Silvestro a M:arter, di San Lorenzo in Borgo, di Santa Margherita in
CastelnUJovo, di San Vendemiarno a Fracena e quello di San Silvestro
attiguo alma chiesetta omonima «supra montem positam)1 in prossimità
dli Passo Gobbera.

140
A San Vendemiano è legata la nota leggenda di Borgo Careno. Si
aar.ra ch,e nell'an:sa d.e1 monte Efre, ove oggi a pressapoco si ann.ida
Fracena, ,esist,esse un gruppetto di casupole, Borgo Careno appunto;
A ciascuna di queste casupole, sul tardo di un lontano pomeriggio,
lbUJssò un pov,eraccio chiedendo, ,ospitalità, ma invano. L'ospitalità la
trovò presso il romito di San Vendemiano il quale, ai.I suo mattutino
risveglio, non ritrovò più il SlllO misterioso o,spite e con grande s,go-
mento n,on vide neppure le casupole d,el paesello., sotterrate orribil-
mente da una frana di massi.
L'aspi.rant-e eremita d,oveva presentare ,dlelle credlenziali di Curia è
per essere assunto doveva essere ben accetto sia al giurisdicent,e che
alla popolazione dei luogo.
Gli eremiti dovevano osservare Ja regola di qualche Ordine Reli-
gioso e vestirne l'abito. D,ovevano provvedere al proprio sostentamen-
to lavorando ltorticello ed era loro co,ncesso in determinati periodi, ,e
solo in ,quelli, di procurarsi qualcosa con la questua. Era loro proibito
di oltrepassare la soglia di qualsiasi casa a meno che non vi si recas-
sero per assistere gli infermi, compito ch~era d'obbligo... perché così
era organiz.zata «l'assistenza sanitaria)) in quei tempi.
Dovevano, poi tenere pulita la chiesetta, suonare la campana alle
ore stabilite ed alla parrocchiale potevano recarsi per ricevere i Sacra-
menti e per le ,osservanze festive.
In questi eremitaggi si susseguirono diversi ro,miti, specie prove-
nienti da fuori circon,dario. Ne presenter,e.mo qualcuno.

P,ellauro Fra Domenico, nativo di Torcegno. Fu dapprima al ser-


vizio del1a famiglia P'oppi in Borgo e quivi assi:steva alla lettura delle
v.ite dei Santi che consitudlinariamente si teneva.
Pellegrinò poi a Roma, Assisi, Loreto ed aJ ritorno si e.ostruì una
caparnna al di là d,ellai sponda del Lago Morto, che in qUJei tempi si al-
largava sul fondo valle tra Marter e Novaledo. Nacque così l'eremo
di San Silvestro. Co.n offerte e con il proprio lavoro reostruì una chie-
setta, al decoro della qu.ale provvedeva fervorosamente.
Viveva di preghiera e lavoro e solo nelle domeniche e nelle feste di
precetto lasciava la sua cella per recarsi a Roncegno per assistere alla
Messa e a rricevere i Sacramenti, e poi tornava «,a l suo Cielo», come
era solito dire. Solo d.urante i suoi uJtim·i anni di vita ottenne che la
Messa venisse celebrata nella sua ,chiesetta.

141
Dormiva su W1 letto di tavole, ma pas:savai gran p,arte della notte in
preghiera. Si cibava parcamente tma sola volta al gJorno. Era prodigo
,di consigti e distribuiva consoluione ai molti che lo visitavano.
Morì in concetto di santità im 29 mar:zo 1640, all'età di 80 .anni. Am
suoi funerali accorse U1no stuolo cli gente e tutti volevano appropriarsi
,di qualclie reliquia tant,o «che quando l'hautorità de maggiori non si
fòsse frapposta, nella tomba sarebbe ito quale uscì dal ventre mater-
lTOJJ,
Qualche giorno, dopo la sua morte la salma fu esumata a che un
pittore ritra,esse le semfb,ianz,e del sant'uomo ed il «corpo fu trovato
con stupo.re fresco e spirante profumo». Dopo 17 anni,quando s,i do-
vette S·eppelli.re un altro eremita, la salma del Pellauro fu nuovamente
trovata tincorrotta.
Furono f.atti due suoi ritratti; uno per Torcegno, }''altro per Santa
Brigida.

(Ber tondel/i: Ristretto denla vita di Domenic,o Pellauro, in appendice al Ristretto


della Valsugana, Padova, 1665; MoHtébello: o.e., pagg. 306, 307, 308; R emo Zot-
tele in «Studi Trentini», 1961, fase. l, pagg. 18:-20; Atti Vis. Feltre, Voi. II, pag.
455 ; A. Costa in «Voci Amiche, Borgo, febbrai.o 1965., pag. 9).

«Schlavo111us•, Fra Paolo, viveva presso la chiesetta di :San Vende-


miano di Fracena. Non si conosce di dove fosse nativo, ma lo si men-
ziona perché da certo suo attieggiamento si possono dedurre: déll.e: co-
noscenze suUa disciplina ecclesiastica cui erano sottoposti gli erem·iti
e come il loro «stato giuridico» venisse a creare contrasti tra ili potere
civile ,e quello ecclesìastico.
Costui aveva condotto un.a vita avventurosa: fu marinaio sopra um.
vascello ed era sotto,posto alle dipendenze cli «un padrone chiamato
Zanetto di Cinta ,(?)~ ancor lui1 schiavone».
Fatto prigio,niero dei corsari, presso Zara, flll venduto ad un turco
che lo adlibì a pastore, Gli venne l'idea di fuggire e fece «voto di ca-
s.tità» qu.ando lai fuga gli fosse riuscita., ciò ch,e di fatto attu,ò con suc-
cess,o. Pellegrinò a Roma ed a Loreto. Quivi incontrò l'eremita di San
Vendemiano che gli cedette la «sede~>.
Presentatosi al Castellano d'Ivano ottenne di poter installarsi, e
credo sia proprio il caso d.i dire cosi, nell'eremo di Fracena..

142
Quando il vescovo di Feltre, Iacopo Rovellio da Salò (1584-161 O),
fece la sua visita al decanato di Strigno, nell'agosto del 1590, e venne
a sapere che l'eremita di San Vendemiano non vestiva l'abito d'allcun
ordine religioso nè s'era legato ad alcuna corrispondente «regola,,, };e-
remita ebbe l'ordine di recarsi a Feltre per regolarizzare presso la Cu-
ria la sua posiz.ione. Lo «Sclhiavo.nus,;., pago del permesso del giurisdi-
cente Conte, non si preoccupò den1·ordine vescovil!e. Dalla curia fu ri-
chiamato più volte :sinché glì fu inflitta la scomunica. Lo scomunicato
non potè più entr·ar,e in chie.sa e presso la gente, che fo sfuggiva come
da un appestato, non potè più questauare.
Allora si decise finalmente di recarsi a Feltre ove fece atto di sotto-
missione, gli fu tolta la scomuniica e poté il 23 gennaio 1591, tornar-
sene nel suo eremo di San Vendemiano, completam,ente riabilitato.

(R. Zolle/e: o.e., paigg. 20, 21; Atti Vis. Fe/tre. Voi. I, pag. 403).

Negri (Vel De Nlgrls) Fra Gl.acomo, frequentò la s:cuola a. 1Borgo


e poi passò .alle dipendenze del Cardinal Madruzzo (1567-1600 in 1
)

Trento. Con il Ca,rdinale stesso an.dò a Roma ove apprese l'arte del
cuoco ,e come tale servì nella casa del Cardinal Guastavillano e poi a
Venezia presso, il Patriarca Grimmi.
Per voto tornò a Roma e quindi decise di vestire l'abito del Pelle-
grino neH'eremo, di San Lorenzo in Borgo. Da papa Clemente VITI
ottenne l'indulgenza plenaria per chi visitasse la chiesetta di s.an Lo-
renzo nel giorno dedicato al Sa:nto.

(R. Za11ele: c.s..; Arch. Vesc. Feltre; Status Cleri.. pag. 470).

Seglhetta Fra Cristoforo di Vigolo Vattaro. Don Antonio Pater-


nollo, pievano, ,d!i Se.rvo, cane-elliere e visitator,e generale del vescovo
di Feltre Agostino Gradenigo da Venezia {1610-1628), visitò la chi,e-
setta di San Silvestro (Imer, Passo Gobbera) e trovò ,che Fra Cristo-

143
foro I' <rheremita no,n habet cellam in qua habitare possit». Avendo
constatato che l'eremita possedeva le prescritte credenziali curiati or-
dinò alle popolazioni dm Imer e di Mezzano di provveder alla costru-
zione dell'abitacolo e proibì al Seghetta di allontanarsi dall'eremo,
concedendogli solo la possibilità di questuare per 15 giorni all'anno;

(R. Zottele: c.s.; Atti Vis. Fe{Jre: Voi. II - Ultima ·parte).

NOTA : Per un,a conoscenza più ampia su quest'argomento riman-


diamo il nostr,o lettore sullo studio: Notizia storiche sugli eremiti !tren-
tini, pubblicato d!a Remo Zottele su «Studi Trentini di Scien.ze Stori-
che'>> dell'anno 1961, nel quale vengono menzionati, tra gli altri, Sar-
tori fra Giorgio eremita di San Lorenzo, il sacerdote Michele Taba-
relli de Fatis, eremita in San Biagio a Levico, Z,ampiccolo fra Giaco-
mo da Samone, eremita a San Vendemiano, Becele fra Cristoforo da
Castelnuovo, eremita in Santa Margherita, fra Glielmi ve! de Glielmis
di Borgo eremita a :S:am Silvestro di Marter.

EIRET'ICII • Leggendo le pubblicazioni su questo argomento e con-


frontand,o diverse documentazioni pare che non si sia stabilita in Val-
sugana una vera e propria «setta» organizzata di er,etici.
Avevano presa invece, sia tra certe per:sone altolocate, tra certo
basso clero e tra il popolo, idee seminate da viandanti che dal Nord
scendevano in Italia, o vi,ceversa: idee anabatiste, luteranee, calvini-
ste. A queste si [l)Otev,ano aggiungere quelle che spo,ntaneament,e ger-
mogliavano tra i fumi del vino delle bettole e ,quelle che nascevano
come reazione allo stato di povertà e miseria della plebe o come pro-
testa mugugnata contro il precetto ecclesiastico cli «pagare le decime)).
Siamo nell'epoca del Con,cilio di Trento (1545-1563).
E veniamo agli l!lomini ed ai fatti.
Il 5 marzo del 1546 don Gabriele P,avino, curato di Grigno, de-
nunciò neUa Curia di Feltre, ANTONIO DE RIPA, girurisdicente del
Castel d'Ivano per il conte Wolkestein il quale., con FRANCESCO
SfLLANO di Scurelle, nell'osteria dell' Anzel Foc,empt, in Grif(no.

144
durante una discussione coni un Eutera.no, o tale ritenuto, tra l'altro
disse: « ... vui sete boni christiani et meglior christiani ch:e non son
preti et questi frati ,et questi vescovi et Cardinali, li quali fa.no et ordi-
nano quello che non ordinò Christo, perché Christo non disse: lte et
celebrate, ma el disse: Ite e predicate. Et {o,ro fanno celebrar quatti~
dfe per vivi et per motri che son tutti robamenti et non val niente, ma
fanno per far le spese».
[l Silllano poi cominciò a cantare «certas cantilenas obbrobriosas
contra sanctam Sedem Apostolicam et prelaturam1J,
A sostegno di qUJesta accusa, Don Pavino citò come testimoni i fra-
telli Benedetto, Minato e Giannantonio Minati, i due figli dell'oste, il
maestro calzolaio Geremia; Zanetto figlio del tessitore Angelo, tutti
di Grigno e N.atale il banditore del giudizio del Castel ,d'Ivano (Arch.
Vesc. F,eltre:, vo.. XXI, f. 170).
NeU'otto,bre ,cfel 1549' troviamo lo stesso sacerdote GabrieJe Pavino
in Curia a Feltre l:atore di una lettera del Parroco di Levico Lucio
Riomolo Pincio, figlio delle storico ed umaniista mantovano Giano
PirroJ con la quale veniva denunciata una «Leva mi/ignantium Levi-
gi» costituita da PRE ZUAN UAJA che predicava .«quello che gh,e
ordinava DOMENICO VALERIAN Dl UAJA ... en bandito per here-
tico dal vescovà de Tne.nto ,e teritorio>J; LUNARDO Vicaro, «il qual
contrasta de la chiesa et' ordini et gradi sui," ZORDAN, su,o figlio
che «per heretico fu retegnudo in lo castel de la Si/va»,' VETOR di
LIBARDI che «dise esser bestie tutti quelli che lassano beni stabili a
la chiesa zòè preti e che ha impropetado unlver:salmente li sacerdoti
scularezzando (siie) in casa sua uno che lzavea servito, al sacerdote in
la messaJJ,; ANTONIO suo «fio/o che leze libri prohibitf in casa11,·
JACOMO, merzaro che «dlse a queli che co,mpra candele esser ma-
fia far dir messe». L'elenco segna altri nomi: Antonio Rosso, Jacomo
del Cunte, Toni Mioro, Michiel Furlani teiaro, Bernardin Maria,
Francesco Ce,caro, Grignolo de la Selva, Domenico Vajan. (Arch.
vesc. Feltre, vo. XVl, p. 31).
Il 4 ma,ggio 1556 il visitatore curiale della diocesi assumeva in Tel-
ve la dichiarazione di don Francesco Lania da ,Carciano con la ,quale
affermava che GIACOMO merciaiolo girovago, figlio del defunto
Pietro de Malenk deUa Valtellina divulgava idee caJviniste.
L'anno successivo allo stesso visitatore il parroco di Vigolo Vatta-
ro. don Antonio Tabarelli, denunciava la presenza di due eretici.
(Arch. c.s. voi. XXXII, pag. 70 e f. 33 del 29.5.1556}. Nel 15'57 lo
stesso vicario pro seguendo la visita a Castelnuovo, vi scopre MAO-

145
DALENA mogEie di BERNARDIN, oste in q1Uel paesello, la ,quale,
durante l'interrogàt-0,rio risultò avere opinioni erronee sull'intercessio-
ne dei Santi.
Il visitatore poi, nello stesso anno, raccolse a Calceranica, e a Bor-
go deJle testimonianze sulle idee e sul comportamento di un cappella-
no, FABRIZIO MUSOCCO, già pri:missario in Borgo e ,quin.di pas-
sato a Levico, «uomo·fantastico», come lo definì un suo collega don
Apollonio Tisoto. Fu accusato di «hauer rob·ado una p:aten.a ed una
tovaja>J, quand'era in Borgo, di mangiar «aarne la quadragesima et li
veneri et sabbi et altri zornl proibiti», di aver detto ch,e «I. son danari
buttadi via quelfi che se danno ali preti comenzando da mi». Fu dap-
prima sospeso a divinis e quindi fa staccato l'ordine al parrooo di Le-
vico di licenziare il M usocco e di non ammetterlo né alla oe]ebrazione
della messa, né alla predicazione, né ad altre funzioni ecclesiastiche.
L'ordine fu ,esteso a tutte le parrocchie della diocesi. (Arch. c.s. voi.
XXX1, f. ii es.ec.).
A questo punto sale alla ribalta un ailtrQ personaggio: GRIFFE-
RIO ROCCO, notaio a Levico_, amico del Musocco ((bandito ab oppi-
do ,Citadelle, perché eretico e disseminatore di eresia». Dalle assun-
zioni assl!lnte risultò infatti al vis,itatore curiale çhe il Griferio «non be-
ne sentiehat de fide)) e che era immerso «in pravitate lutherana et he-
reticaJ>.
Nel frattempo aill~ Clllria di lFeltre pervenne l:a notizia eh.e anche in
Primiero si stava ann.idan.do l'idea eretica e quali sospetti f1Urono fatti
i nomi ,dli GASPARE ZANTIJS, TOMMASO CORRADINUS de
villa Primerij e B,APTISTA JACINUS de Scirore.
Il vescovo coadiutore Filippo Maria Campeggio, che succederà po1
nel 1559, allo zio Tomaso nella catted!ra v,escovile di Feltre, decise di
apriire un·'inquisizione sia nei confronti del Grifferio, che nel frattempo
si era trasferit,o a Ronceg_no, sia nei confronti dei JPrimierotti. A que-
sto scopo chiese l'aiuto «del braccio secolare» ,al conte Crist.ofo,ro di
Welsperg, :signore di Telvana e di Primiero.
Dalla richiesta vescovfile sortì ru.na polemica di comjpetenze tra il
potere ecclesiastico e quello secolare per cui il cancelliere e notaio v,e-
scovile Giovanni Zanetelli ebbe il suo bel daffare.
Per farla breve il Grifferio :si rifugiò a «Cavorzo sotto Caldonaz-
ZOJ>, nella giurisdizione dei Signori di Castel Beseno.
Di Cavorzo, o Caorso, era anche l'eretico BONO tessitore, il quale
al vicario del vescovo Campeggi, il 13 febbraio 155·7, aveva dichiara-
1

to che «la messa n.on sta altro che la memoria della vera passio.n di

146
Messer Jesu Christo ... , chi non va a messa· de zorni et feste solemne,
mi credo che no"l fazzi peccà morta!, digando a casa sua il pater no-
ster, l'av·e et il credo. Mi credo che tncora fn peccà mortai uno che
vadi a robar et a dar bote a questo,e a quello et che mormori del pro-
ximo...1>, Sottoposto al. br,a.ccio secolare fu imprigionato per ordine di
Osvaldo Trap[P·, signore di Beseno e Caldonazzo. Dopo qualche gior-
no si dichiarò «hon,o christiano» e fu lilberato ,e :si rifugiò a Vigol,o
Vattaro,
'
Ma il cappellano di Vigo venne a conoscenza che il detto Bono da
Cavorzo affermava che per nulla la prigion,e gli aveva fatto cambiar
idea.
Giunta la cosa a Feltre il vescovo chiese nuovamente al Signore djj
Beseno di impri,gionar,e «il .noto BONO da Cavorzo e URBAN DEL
MONTE da Caldonazzo, seminatori di zinzanie». (Arch. c.s., vol.
XXXIV, f. i 7).
Tra gli eretici era pure collocato MAURIZIO DA CALDONAZ-
ZO, che negava «che'l ge fusse purgatorio».

Tornando nella B,assa Valsugana, troviamo a Bien·o il curato Gio-


vanni Tommaso Amalfitano, un sacerdote davvero intransigente, Con
una sua Jettera del 3 settembre 1558, denuncia tri porci neretici>J ,e di-
ce che tra loro vi sono «i cagni gross{, senzafreno et timor di Dio» e
(<a suo, indicfo pare che (tra costoro) ci siano vidilicet i'l capitano del
Castel d'Ivano (Gasparo Genetti), il suo vica·rio a Strigno (Zu:ane de
Rip,a}, pre' Thamio Boso et Joan Baptista, fratello del vicario (notaio,
çhe aveva studiato a Padov·a) et lo piovan de R.oncigno.. .,, i'/fra·te pre-
dicator de grigno (sic)... A questi tali seguitano multi altri cagno/'i-
ni... che in pubblico stanno latriando ... biastimano .la chiesa et suoi
ministri cum suoi sacramenti».
Nella lettera, tra i ;((ca,gnolini» denuncia Joan Michele Pass:in.gari,
B,aptista Bon.adè, mastro Peregrino sarto, Togno Noero, Thomeo ne-
pote de 'Togno,, mastt.ro Stefano Sumonato, Fabiano Buffa da Pieve
Thasino, c,Habitanti in Strigno». Anche il vicari,o parroccliiale di Le-
vico affermò, il 16 settembre, che a Strigno si trovano crluteran.i» éo-
me il «Cosn·er del Castel d'Ivano, un:fratello del capitano, Zamqatti-
sta Rippa, uno che ha nome Permiano et un Zorzi et un Motes Ma~
thio, fradeii e fio/i de Messere Biasio Castelrotto», ed insinua ,di non
saper se partecipasse «ai pranzi d'i grasso pre' Th.omio, ma ha ben in-
teso dire che pre ~ Thomio non è tnoppo cattolico»,

147
Q·ueste deposizioni ,sono confermate dal viceplebano di Pergine ed
il pievano di Borg,o afferma c.he «è/ama de pre'Thomio, il quale, co-
me si dice, è abbr;ogator delle messe·» ,c he era quanto dire che «le
messe celebrate per i defunti non avessero seffragio per le anime dei
morti;J, così come veniva messa in dubbio l'intercessione dei Santi.
Questo ccpr,e"Thomio» fmì per essere il vero capro es,piatorio per
tutte le eresie della diocesi feltrina.
Questo sacerdote,, don Tomaso Boso, era nato a Castel Tesino tra
il 151 O ed ìl 1517. Era tiglio di Giovanni del fu Donato de Bo.siis.
Non possedendo nulla. [Per essere atnmesso a11a tonsura ebbe «malle-
veria davanti alla Curia dì Feltre» da parte di una qruindicina di suoi
concittadini. Il 27 settembre 1541 fu ordinato sacerdote ,ed ebibe il be-
neficio della chiesa cli San Rocco a Castel Tesino. Nel 15.54l è pieva-
no a Strigno.
Sottoposto a inquisizione :si pres.entò a Feltre il 21 settembre 1558
e nelio stesso ,giorno fu incarcerato. Il processo durò diversi mesi.
Furono convo,cati diversi sacerdoti della Valsugana. La posizione
dell'inquisito venne aggravata dal curato di Bieno, da un fra Mauro
de.i minori, dal curato di Telve, don Bernardino Barlbusi, il quale af-
fermò che «quando eran caldi del vin, el vica.rlo dz' St.rigno, su·o Jrade-
Jo ... maestro Ceppa Zudet ... stuzzicavano pre'Thomio (in materia di
fede) e questo disse: Conzella a vostro, modo; deme pur da mangiar e
da bever a mi/;,J.
Deposero in favore don Serafmo de Ganza111i, cappellano di Scurel-
le, che per quanto crede don Thomio «bene sentit de fide»,· don Ni-
co,lò de Floriani, prlmissario in Strigno che disse: «Quanto alla vita
sua mi non la ho se non bona...». Confermò invece tra gli eretici, oltre
ai citati in questo scritto, anche Z anvacharo di Grigno.
Nel frattempo aU'accl!lsato fu inflitta la .scomunica. Il 24 gennaio
I 8:59 finalmente confessò d'essere mcorso negli err,ori imputati,g.li ,e di
averli appresi dall'opera deU'Ochino. [I 31 detno stesso mese rispose ai
suo,i inquisitori di voler rientrare nella Chiesa. Fu perciò allestita la
cerimonia deU'.abiura e stabilite le pe.ne.
TI 2 febbraio ebbe luogo, nella cattedrale di Feltre, allla presenza
de] vescovo coadiutore, la sin.golare funzione.
Il povero eretico, «indutus habitello coloris crucei cum crucibus ru-
heis a parte a.nteriori et posteriori dicti habitelli» less.e la formula del-
1' abitura, la sottofirmò con i testimoni, giurando su un messale. Poi
dovette prostrarsi davanti al ves:covo, il quale, in segno di perdono, lo
sollevò e lo abbracciò.

148
Ma gli rimasero le pene: rimaneva «sospeso a divinis.» per due an-
ni, per un anno doveva portare l'abito degli abiuranti, nena quarta
domenica del mese doveva assistere in cattedrale a Feltre alla messa
con in ma.no una candela accesa, la stessa cosa doveva fare ogni ter-
za domenica del mese nella parrocchial,e di Strigno, dov,eva digiu.nare
a pane ed acqua ogni venerdì. Gli furono poi imposte particolari pre-
ghiere.
Le pene però gli furono ridotte nel tempo: il 15 dicembre 1859 gli
fu concesso ,di celebrare fa Messa ed il 21 o,ttobr,e 1572, lo si ril,e:va
da una lettera ch'egli scrisse all:a.Curi.a diFeltre, è già reintegrato nella
piena funzione di «pievano di Strigno».

I così definiti «cag,zi grossi» se la cavarono con lo scambio di qu.al-


,che lettera. i principe vescovo di Feltre era piuttosto aliieno, dal ri=
,c hiedlere l'ai'uto del braccio secolare, sa:pendo che gli Asburgo, di cui
,era vasallo, non erano entusiasti di queste pr,ocedure.

Nell'Archivio di Stato ai FrarÉdj Venezia (Indice del S.. Ufficio, bu-


ste 51, 36, 41) giaciono i documenti relativi ai processi dei presunti
,eretici ANTONIO CERRA di Pergine e MARTINO PATERNOL-
LO di Strigno. I p,r,ocessi si conclusero per ambedue con l'assoluzio-
ne.

*
**
In Primiero, oltr,e ai già citati, risultarono incriminati di eresia il
calzolaio GASPARE TAUT, che v·enne mterrogato, e venne incarce-
rato lo, «scrittore,1 TOMASO C0RRADINO come «ereJico ostina-
1

to».

(Tutti gJi atti riguardanti le notizie, i processi per la Valsugana e Primiero sono
reperibili negli Atti delf Archivio Vescovi.Ile di Fettre; Sac. V. ZanoJfni: Er,etici in
Valsuga:na durante il Concilio di Trento ~Tr,ento, Tìp. Artigianelli, 1927; A.. Pellin:
Storia di .Feltre, pagg. 160-164; ,L , Brida: !Panorama Storico di Caldonazzo, pagg.
186· I 88).

149
ESE,RCITO (NELL') NAPOLE 0NICO 1

I v,olont,arl
È rimasta notizia di due fratelli arruolatosi volontari :nella milizia
napoleonjca. Si tratta dei fratelli SALVA.D ORI di Pergine:
SALV ADORI PIETRO nacque nel 1779. A 18 nni si arruolò nel
Reggimento Vicenza che diverrà poi il [Il Battaglione della VII Le-
gione. Prese parte nel 1797 alle operazioni in Romagna. Seguì poi il
suo reparto in F rancia. Nel 1800 riattraversò le Alpi valicando i] S,ain
Bernardo con Napoleone. Nel 1903 fu nominato :sergente e quindi
sergente maggiore nelle ,camp,agme del 1805-07. Nel 1807 fece parte
come sottotenente dell'Armata di Napoli. Nel ] 809 combattè corntr,o i
briganti nel dipartimento. Ne[ 1810 entrò nell'esercito del Regno Itali-
co. Nel1!a campagna del [813 fu capitano nel VII Reggimento, di li-
nea. Nel 1821 lo si trova pens.ionato a Trento ove qualche anno do,po
mori.•
SALV ADORI ARCANGELO nacque nel 1876. Servi nell'Eserci-
to del Re,gno Italico. Nel 1814 era tenente quartier mastro nella I
Compagnia operai militari. Mori da pensionato a Venezia.

I Co.scritti
C,on i~Trattato di Parigi (28 feblbraio 191 O) il Trentino Alto Adige
venne a co,stituire con i suoi 264.159 abitanti un dipartimento del Re-
gno Italico. Uno dei primi atti (26 giugno 191 O) fu quello di decretare
la coscrizione obbligatoria.
Tutti i giovani dai 20 ai 25 anni venivano, iscritti nelle liste cU leva,
ma l'a:rrtuolamento avveniva ·per sorteggio e l'operazione proseguiva
sino al comprimento dei contingenti stalb,illiti dai comandi mil!itari..
Ai giovani migliori, più prestanti e di censo prestigioso, eran. riser-
vati quattro, posti nelle «Guardie d'onore imperiali» e venti posti nei
« Veliti».

Nelle guardie d'onore lmpeirlall


AVAN,CINI PIETRO di Levico.
CHIMELLI GIUSEPPE di Pe.rg:tne, che prese parte alla Campa-
gna di Russia e che venne d.ato per dlisperso durante la ritirata tra
1

Foninkoe e la Nara (19-22 ottobre 1812).

]50
Nel veliti:
CETTO ALESS,A NDRO di S~lva, che fu fatto prigioniero nei
pressi di Vilna nella. prima decade di dicembre 1812, durante la ritir,a-
ta idi Russia.
COFLER LE·OPOLDO di Borgo, disperso durante la ritirata nello
scontr·o di Smorgonich del 5 dicembre 1812.
CONCI GIOVANNI di Centa
POLA NICOLÒ di Caldonazzo
SARTORELLI PIETRO di Telve
SARTORI AGOSTINO di Lavarone
1

VINCIGUERRA ,GIACOMO di Pergine, fatto prigioniero nei


pressi di Vilna nella prima decade del dicembre 1812.

In altri reparti:
ANESI BA.TTISTA di Pergine, cacciatore del1e guardie, disperso
il 4 dicembre nello scontro di Oziama (Russia.
ARMELLINI ANTONIO ,di Olle, cac,ciatore delle guardie, disper-
so iJ 23-2,4 ott,obre 1812 nello scontro di Malojaroscawetz.
A VANCINI GIACOMO di Selva, deceduto in servizio d~ guarni-
gione nel Regno nel 1812.
BOLLER DOMENICO di Roncegno, disperso durante la Campa-
gna di Lipsia.
BOIRGHETTI ANTONIO di Caoria, ferito nel 181 I ad Almania
durante la Campagna di Sp.agna.
BUFFA BATTISTA di Castel Tesino, del I Regg. di linea, fatto
prigioniero a S:ava nel 1813.

CADRUBBI GIUSEPPE ANTONIO di Strignoj nato nel 1875,


sottotenente nel Ili Regg. di linea. Morì ne.IJ11ospedale dli Trento nel
1

1834. La famiglia Cadrubbi si spense .a Strigno nel 1850.


CAMPOSTR[NJ DOMENICO di Torcegno, del 1° Regg. di li-
nea, disperso nello, scontro di Weichsselburg del 16 s,ettembre 1913.
CAMPREGHER BATTISTA di CaldonazzoJ cacciatore deLle
guardie, disperso nello scontro di Ma:tosarosslawetz, 23-24 ottobre
1812.

151
CA.RAMELLA BATTISTA di Pieve Tesino, cacciatore deUe guar-
die, del l O Batt. di linea, disperso il ] 6 settembre 1812 a Weichssel-
burg (Russia).
CASAGRANDE BORTOW di Pergine, disperso nella Campa-
gna di Lipsia.
CASAGRANDE GIUS,E PPE, probabilmente di Pergine, del 1°
Regg, di linea, disperso a Weichsselburg (V.s).
CEJLLI BATTISTA di Tezze, disperso nenia Campagna di Lipsia.
DALPRÀ BORIODO di Roncegno, idem.
D;ANNA GIUSEPPE nato a B'orgo -nel 1792, tenente nel 111°
Regg. di linea, decorato della med!aglia di S. Elena.
DONATI GIORGIO di Levico deceduto in servizio a Como, il 26
giu,gno 1812.

FA,C CHINELLI GIUSEPPE di Levico, del V0 Regg. di linea, de-


ceduto in servizio a Fermo (Ancona) il 9 no,vembre 1812.
LORENZI GIOVANNI di Pergine, d,el 1° Reg:g. di linea, caduto
ad Almona neE 1811, durante ma Campagna di Spagna.
MAGNAGO V AL.E NTINO di Cos.tasavina, cacciatore deUe guar-
die, prigio,niero a Vilna il 6 dicembre 1812.
MENATO BATTISTA di Castel Tesino, caduto nella Campagn.a
di. Spagna nel 18 I 2.
MOAR GAETANO di Borgo, disperso n.ella Campagna di Lipsia.
MORANDUZZO BORTOLO di Castel Tes.ino, idem.
NIC0 LETTI TOMAS·O di Selva,, sergente nel 1° Regg. di linea.
1

NOLHENBUHLER GIOVANN[ di Sant'Orsola, cacciatore delle


gu.ardie,, disperso neUo scontro di Krasnoe, in Russia, il 16 novembre
1812.

ODORlZZI PIETRO di Bieno, dec,eduto in servizio a Como il 31


marzo 1811,
P'AOLI ANTONIO di Pergine. cacciatore deUe guardie, disperso
neUo scontro di Malosaroslawetz (V.s.).

.PAR.0 LI BATTISTA di Pergine, disperso nella Campagna di Li-


1

ps1a.
PASSAMANI PIETRO di Tenna., idem..
PATERNO DOMEN[CO di Samone, idem.

152
PINTAREL BATTISTA di P'e.rgine~ del 1° Regg. di linea, disperso
a Wes,chsselburg (V.s.}.

PRUNER BA'l"fISTA di Bosentino, caporale, disperso nella Cam-


pagna di Lipsia.

RODIGHIERO BORTOLO di Borgo, del ill0 Regg. di linea, di-


sperso irn Russia.
ROPELAT'O PAOLO di Strigno, cacciatore della guardia, djsper-
so nello scontro di Dorogobus.ch (V.s.).

SORDO GIUSEPPE di Borgo; del [ 0 Regg. di Eine.a, disperso in


Russia.

TAMANfNI AMBR.OGIO di Vtgo!o Vattaro, artigliei:ia a ~avallo,


disperso in Russia.
TOLLER GIUSEPPE di Calcerantca, sergente nel 1° Regg. di li-
nea, disperso in Russia.
TOLLER O. di Calceranica, sergente, disperso nella Campagna di
Lips~a.
TROITER BATTISTA di Primiero, del I 0 Regg, di line~ ferito
neUo scontro, di Ballltzen il 21 maggio 1813 e ricoverato nell'ospedale
di Dresda.
VALCANOYER GIOVANNI BIASON di Castagnè, dei caccia~
tori della guardia, disperso il 9 settembre 1812 a Mosisk, sulla via di
Mosca.
VAIS di B,~e.no, pontoniere, fatto prigioniero nei pressi di Vil111a
(V.s.).

ZANATIN GIUSEPPE di Castel Tesino, del III0 Regg. a cavallo,


disperso in R uss.ia.
ZANETTI VALENTINO di Madrano del V0 Regg. di linea, dece-
duto in servizi-o ad Ancona il 15 febbraio 18]3 ..
ZAMPIERI BATTISTA di Tesino, del 1° Regg. di linea, disperso
a Weichsselburg (V ,s.),

(P. Pedro11i: l contingenti di leva, glli ufficiali e i s,oJdatj del dipartimento detil' Al-
to Adige, (Estr. Archivio 'frent. [Peli l'Atto Adige, A . ID).

153
F

FACCENDA DON ALMIRIO, nacque ,a Tòrcegno il 21 ottobre


1908. Fu protagonista di un episodio che commosse i catt,olici~ du-
rante la prima guerr,a mondiale.
Il 19 ottobre 1915, improvviso e perentori,o, giunse l1ordine dell'au-
torità mi1itare di evacuare il paese entro poche ore. Ne derivò un in-
·descrivibile doloroso tramb1Usto. Qualc1Uno si ricordò che nella c,hie-
setta del paese vi era pure unaPersona, che doveva essere evacuata':
•Gesù Eucaristia. D'altronde il curato, d.on Guido Franzelli, di senti-
menti italiani, era già stato arrestato qualche ora prima, per essere in-
ternato i111 Boemia e senza dargli neppure la possibilità di salutare al-
cuno.
Prima. di partire la popolazione si riunì nella ,chiesetta e fu conve-
nuto, anche su istruzioni del curato don Guid,o çbe previde il suçce-
,dersi delle cose, che il piccolo Almirio, bim.bo di appena sette anni,
,con l'ass,istenza della maestra, distribuisse ai pres·enti le SacreSpecié"
IJ bambino fu de.finito «il Tarcisio delle Alpi».
Segui quindi nel profugato, a Trecate, la sua famigfila. Enltrò poi
nella Congregazione dei Padri Giuseppini e fu ordinato sacerdote nel-
1',ottobre del 1938. Dal 1942 al 1951 flll parroco a Candia nelle Puglie;
,dal 'S: l al ,54 a Milano, nella parrocchia. della Madonna dei Poveri, e
,da qui tornò nelle Puglie, parroco, a Marglherita di Savoia, in Provin-
,cia di F,oggia.
Dalla C,ongregazione fu poi designato a coprire la cattedra di teo-
logia dogmatic.a. e pastorale. Tornò in cura d'anime come parroco dj
San Giuseppe in. Roma.
A Roma, presso la casa madre, mori il primo gennaio 1'9 68. 1

(Vjra Trenti na del ,5 agosto 1965 e I 8 gennaio 1968:; Voci Amiche, Borgo,; 1968,
:gennaio, pag. 14 e febbra.io, pag.. J 3).

154
FACCHINELILI DA STRIGNO, dottore, nel 1665 venne inviato a
Innsbruck come deputato per la giurisdizione di Pergine alla Dieta.
Come ho gi:à detto (V. Bizzer Andrea) il diritto di rappresentanza alla
Dieta di Innsbruck fu concesso all'Università ,dli Pergine e a quella di
Primiero d ali' Arciduchessa Claudia nel 16 l 3.

(De Alessandrini: Memo,rie di Pergjne, pag. 4,8).

FA CCHINI DON VENANZIO, parroco in


1
Torcegno,, nel 1867
scrisse una cronaca (manoscritto) relativa alle vicende di questo pae-
se.

(1rS1,udJ Treni.»; Anno, 19,31. fase. 3, pag,. 272).

FACHINIELLI DON GASP'ARO fu protagonista di un episodio


dal quale traspare come la lotta tra Chlesa. e Stato si manifestasse an-
che nei piccoli celllitri.
M,orto nel 167,8 ili piovano di Telve; il sacerdote Busana, il Vesco-
vo, in seguito atile istanze della popolazione di T,elve, nomin,ò il vec-
chio G,asparo Fachinelli, già pievano a Strigno. Ma l'imperatore Leo-
poldo nominò parroco in Telve Giuseppe Lupi di Tr,ento,, dottore in
Teologia.
Giunse costui, da Vienna, a Telve proprio mentre Don Gasparo si
apprestava in chiesa a celebrare la Me:ssa. Dapprima sostenne le parti
1

del v,escovo, ma poi WTI1ilmente levò la stola e la porse «cortesemente))


al Lupi, dichiarando çhe ben vol,entieri deponeva «quella croce» su!Ee
sue spalle, giacché egli se l'era accollata s,olo per accondiscendere «al-
le altrui preghiere».

(M(Jntebe/fo,: o,.c., jpagg. 246,247).

155
FAIFOFER PROF. AURELIIANO, matematico, nacque a Borgo
nel 1843. Compiuti gli studi ginnasiali a Padova, studiò scienze mate-
matiche in quella Università ove si laureò nel 1863. Presso la stessa
Universmtà rimase poi per cinque amni come assistente aHa Cattedra
di Geometria.

Nel l 868 fu nominato profes,sor,e titolare di matematica nel Liceo
Marco Foscarini di Venezia.
Scrisse un nutrito numero di libri e.li testo, taluni dei quali raggiun-
sero un notevole numero di edizioni: Elementi di Aritmetica (Venezia,
Tip. Emiliana, 1877, 16°, pagg. 391); Elementi di Geometria (Ibidem,
1878, 16°, pagg. 5 05); Elementi di Trigonomet.ria (Ibidem, III Ed.,
1880); Elementi dl Aritmetica (Ibidem, VI E,d!., 1881 ); Traduzione
delle' Lezioni sulla teoria dei numeri di P.G. Lejuene DirichleJ (Ibi-
dem, 188 1); Elementi di A.lgebra (Ibidem, IV Ed., 1882); Elementi di
Geome'lria (Ibidem, III Ed., 1,882); Trattato ,di Geometria intuitiva
(Ibid,em, VI Ed., 1882)~ Traduzione della Geometria di posizion,e del
Dottor Teodoro Reve (Ibidem, 1884); Elementi di' algebra ad uso de-
gli Istituti tecnici (1° biennio) e dei Licei (Ibidem, 1887, 16°, pagg.
39.3}; Tt,attato di Aritmetica pratica ad uso dei ginnasi inferiori e
delle Scuole .tecniche (Ibidem, 1887, 16°', pagg. 174); Elementi di Al-
gebra ad uso degli !stil. tecn. e Licei (Ibidem, VII Ed., 1888); Ele-
menti di Aritmetica ad ziso ,d.el Ginnasio superiore e delle Scuole nor-
mali (Ibidem, X Ed., 1888}; Tratta'to di Geo,n.etria intuitfv:a ad uso
delle Scuole Tecn. e norm. (Ibidem. X lEd., 1888); Trattalo di Arlt-
metica pratica ad uso dei' Ginn. ief. e delle SèU,ole Tecn . (Ibidem, XI
Ed., 1888); Tavole di Loga'ritmi a cinque decimali dei numeri interi
da l a 10909 e delle funzioni trigonometriche di minuto in minuto
(Ibidem, 1888, 16°, pagg. LXXVII]); Il primo libro di Euclide acco-
modalo per i Ginnasi (Ibidem, ID Ed., 1888, 16°, pagg. 97); Elemenli
di Trigonometria piana e' tavole logaritmico~Trigonometriche ad uso
dei Licei (Ibidem, 1888, 16°, pagg. 92); Trattato di Ariltttetica
teorico-pratica e pri,zcipi di Algebra con tavole logaritmiche ad uso
delle Scuole Tecn. (.fui,dem, VUI Ed., 1888, 16(\ pagg. 217); Elementi
di Aritmetica ad uso del Ginn. Sup. e delle Scuole n.orm. (Ibidem, X
Ed.,migliorata, 1888); Elementi di Trigonometria p ian'a e .tavola
1

logaritmico-Tn"gonometriche ad uso dei Licei (Ibidem, V Ed., 188,8);


Elementi di Geometria ad uso dei Licei (Ib,idem, 1888, 16°, pagg.
55 1); Elementi di Aritmetica ad uso del Ginn. Sup. e Scuole norm.
(Ibidem, X IEd., 1889, 16°, pagg. 301); Elementi dt Aritmetica ad uso
degli 1st. Tecn. e Ginn. Sup. (Ibidem, 1893, 16°,, pagg. 304); Tratlato

156
di Geometria intuitiva ad uso delle Scuole second. Norm. (Venezia:
Tip. Sorteni-Vidotti, 1900, XL Ed., 8°, pagg. 166}; Trattato Geom.
Intuitiva (Ibidem, 1908, 8°, pagg. 166, XXX[X Ed.); Elementi di tri-
gonometria piana e tavole logaritmico-Tr:igon,ometriche ad ,uso dei
Licei Obidem, 1908; XXII Ed.; pagg. 94, Tav. 4-XVJJID; Elementi di
Algebra ad uso degli 1st. Tecn. e dei Licei (Ibidem, 1908, 16°, pagg,
436); Elementi di Algebra a,d uso della Prima classe liceale (Ib.idem,
1909, II Ed., pagg. 196); Trattato di geometria intuitiva ad uso delle
Scuole s,e,c. e norm . (I bidem, 1909, XL·Ed,., 8'0 , pagg. 166); Elementi
.di Geometria ad uso degli 1st. Tecn. (Ibidem, 19 12, 16'0 , pagg. 436);
Elemen.ti di G:e,ometria ad uso dei Licei (Ibidem, 1917, 16°, pagg.
44!0); Eleme,nti di Trigonom,e.tria piana ad uso dei Licei (Ibidem,
I 9 17, 16°, pagg,. 92); Leztorti di Geometria (Ibidem, 1818, XLV Ed..,
I 6°, pagg. 164); Trattato di Geometria intuitiva (Ibidem, 1918, XL
Ed., pagg. 164).

(Ambr0<si: Sieritt. Art. Trent., pagg. 4 1.5-417 ~ .4. De ,Gubernati.s: Piccolo Diz.
etc.; ldem; Dictionnaire lntern, des Èscrivans du Monte lati111).

fEDl ER PADRE MAUR IZIO, di ,Borgo, dei minori riformati. Fu


professore di fisica presso il Liceo leg,ale di Trento, catechista, lettore
teologico e confessore tedesco presso il seminario negli annj 1773-
1786 e 1788-1 798. Morì nel 1798 ad Arco.

(M. Morizzo: Cronaca mneditai dei Francese. Riforn.; Tornasi Luigi: L'università
d1 Trento ie il Liceo ~g:ale nel sec, XVIIr in «Trideotum»~ 1902 fase. XVII, XVllIJ
pag. 357).

FELIX GIO. ANDREA, chirurgo, nacque a Pieve Tesino ne~ 1618


da Bortolo, (tmonico parrocchiale· e tessitore», ,e da Domenica. Eser-
citò la sua arte in Tesin.o e nel 1665 in Primiero.

(MQns. Stefano Fontana in KStudi 'Trentini», 19391 fase. 4, pag. :204).

157
FIETTA BADALAII FRATIELLI EDOARDO, EUGENIO, CARL0 1
,

di Pierve Tesino, Nel 1840 aprirono un primo negozio di stampe a


1

Strasburgo, con la scritta editoriale «Strasbourg. FietJa Jrères».


Eu,genio e Carlo iPassarono poi a Metz. Con la titolarità di
r<Edouard Fietta, edfteur, 14 rue du Dome, Strasbourg» risulta ap-
punto la suddiviisione della primitiva ditta.
P~ù tardi però si trova riunita la ditta ,con «FieJta FrèresJ, con gli
indirizzi delte dl!le case di Metz e di Strasburgo.
La dlitta ce:ssò la sua attività nel 188.$.

(Stampe J>er via, Art. Graf. Manfrini, Rovereto, 1972,, Catalogo della mQstr a
cura di B. Passamani, pag. 91).

FIETTA CHIOLI GIUSEPPI! , di Pfeve Tesino do,po ave.r lavorato


come ambulante e ra,gazzo di bottega, aprì un proprio neg,ozio a Pie-
troburgo.
Il negozio sarà eh.i.uso in seguito alla rivoluzione.

(Stampe per via, c.s., pag. 50).

FIETTA CHIOLI SANTO di Pieve Testno ove nacque il 1° novem-


bre 1849. Fece gli stru:di ginn.asiali a. Trento, gli universitari ad In ·
nsbruck,, ove per tre anni studiò filosofia. Dopo aver insegnato per
due anni nel ginnasio di Rovereto, frequentò a Padova l'Università e
si laureò in lettere.
Insegnò a Caltanissetta ed eb,be la titolall'ità ,della cattedra di lettere
presso il Ginnasio «Tiz fa·no» d:i Belluno.
Si occupò cli studi :sulla sua terra natale e scrisse: Notizie storico-
critiche intorno a Tesino e i suoi abitanti in generale con particolare
rigua.rdo alle donne di Pieve e al loro vestiario (Borgo: Marchetto,
1878);, Capitoli degli uomini ,di Tesino e la ,legge della Serenissima
nell 1anno 1487 - preceduti da. ossenazioni (Ibidem, [885); Sentenza
arbitrai.e (scritta nel dialetto veneto) da un documento del 1472 esi-

158
stenie ne'll'Archivio di Pieve Tesino (Trento: $cotoni-Vitti, 1890);
Esempio di procedura spizziativa sulla contravvenzioni boschive
(1548). Carta dei beni .dot:afi (Riguardano la Valle di Testno), (Ibi-
d.em., 1899); Lettere a un vicino, (Tre:nto, Ibidem, 1899).

(Ambrosi: Scritt. Alli. 'frent., pag. 374; Ibidem; :Somm. St,or. l"rent., pag. 2.6 l;
Brentari: Guida Trent., V. !l)ag. 3,8,1i A. De Gubrernatis: Dictionaiire lnternatio111aJ
des Ecrivans d u Monde Latin).

FIETTA GIOVANNI, notaro di Pieve Tesino·, pubblicò gli Statuti


delle Tre Giurisdizioni di Telvana, Ivano e Castellalto con la dichia-
razione italiana del testo latino, e l'aggiunta di ricchissime tavole
(Bassano, 1721).

(A ,mbrosi: Scritti, Art. Trent., pag. 58).

.
FILIP'PII NICOLO, po~ta, nato a Civezzano il 27 ottobre 1798 e
quivi morto I' 11 gennaio 1850. Studiò a Trento e a Padova ov,e in-
contrò Nicolò Tommaseo col quale entrò in stretta amicizia e del
q UJale condivideva gli ideali patriottici. Di carattere estremamente sen-
sibile e di t,emperamento melanconico, si ritirò in p·atria. Scrisse nu-
merose poesie che andava pubblicando anonime. Di lui restano: Ode
in morte della Contessa Augusta dei Si2zo (Scelta di poesie tirolesi,
Trento, 18301 pag. 149); Ode alla giovinetta, per le nozze Filippi-
Biasoleito (Trento, Zippel, 1886); Lettere Tommaseo·-Filfppl (Trento,
Zippel, 1879 e 1886).

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 169, ] 70; Scipione Sighele: Della scelta di
poesie e:dite ed inedite ,di vari autori Tirolesi - Discorso, Rovereto, 1835, pag. 29;
Brentari: Glllida T'rent,, 1. pag. 255),

159
F1ILIPP1INI DOTTOR NOB. ANTONIO di Grigno. LO sì trova chi-
·rurgo :presso l'Ospedale di Fe1tre dal 18 60 al 1861 e medico dal 1861
1

a! 1&86.

(D.A. Pellin; :Storia di FeLtre, pagg. 309, .31 O).

FIOAENTINII GIACOMO, pittore, di Borgo. Dipinse nel 1642 la


P·ala della Mad,onna del Carmin.e nella parroc:chial,e di Calceranica. Il
Qill.adro porta la sua firma. Nèl 1659 dipinse a Borgo i due taberna,co-
li dlel ponte di Piazza sul Brenta.

(Weber: o . c., pag. I 18; ,1rTrident:um», XII, pag.. 166}.

FIIORENTINI LEONARDO notaio archivista di Borgo. Visse intor-


no al seicento. Ra,ccolse ed ordinò un copioso archDvio di scr~tture di-
strib,uendole sec,ondo gli argo:menti e formandone lllina quarantin.a di
volumi dei q uaH ciascuno fu fornito d.i meticoloso ind.ice.
Il diligente lavoro er.a depositato nella c,casa della ComunltàJ) in
Borgo.

(M ontebeJfo: o.e., pag. 285).

FIORENTINI! LE.ONARDO, pittore di Borgo. Si sa cihe nel 1615


dipinse la tela per iJ ~onfal,one di San Rocco ,di Borgo e che fu padre
dj Lorenzo di cui si parla qui sotto.

(,Weber: o.e., pag. I I 8).

160
F IORENTI NI LORENZ.O, fi,glio di Leonardo, pittore. Nacque a
Borgo pare nel 1580. Fu «miniatore· e dipintore in olio>J. È sua una
pala d''altare della chiesa dei Padri Fran,cescani cli Borgo. Nel 1600
decorò con pitture l'orchestra del.la chiesa di P,ergiine. Nel 16 l i dipin-
se una tela per un gonfru!one di Borgo. Per la chiesa di Caldonaizo
dipins,e la Pala di San Sisto, su commissione del Conte Trapp,. La Pa-
la ~u consegnata il 2] febbraiò 1632.
Suo è pure il disegno architettonico della cihiesetta d:i Onea in Bor-
go. Negli anni 116,27 e 1628 fu sindaco di Borgo.

(Ambrosi: Sc:ri.tt. Art. 'frent., pa.g. 64; Weber: o.e., pag. 118; Botlea: Memorie di
Pergine, pag. 47 ; P. De Alessandrini: Memorie di Pergine, pagg. 88, 95; L. B'rida:
Panorama storico di Caldonazz.o, pag. 191, 192, 193; Rogiti not. Leporini, Arch.
Parr., Pergine; Arch. Parr., Borgc; B r,entari: Guida Tren.t. i, pag. 348; (}. Dé Car-
lini; «Trentino», agosto, 1930, pag. 288).

FLORIANI EMILIO, ufficiale di cancelleria giudiziaria, conserva-


t,or,e di libro fondiario. Nacque a Strigno il 5 maggio 1869 e quivi
morì ml I O marz.o 1953. Fu cancellìere a Strigno presso la Pretura,
quindi presso il tribuna!e di Rovereto. Ritiratosi in quiescenza a Stri-
gno vi coprì, per molti anni, la carica di giudice conciliatore. Fu tra i
fòndatori della Cassa Rurale del luo.go. Scrisse: Il libro fondiario,
manuale pratico (Trento, Tip. Dioces. 1912); Il Tutore (lbid., 1914);
li libri tavo/'ari (Rovereto, Tip. C; Tornasi; 1932); La chiesetta di Lo-
retto a Strigno (Trento, Tip. Artig., 1950), manualetto stampato ano-

nimo.
La famiglia possiede dei preziosi manoscritti e notazioni riguardan-
ti i suoi stu:di sulla storia locale

FONTAN ANTONIO (PAOLIN I), impresario ferr,otranviario, nato


a Siror il 7 lugHo 1856, da Nicolò. Figlio dm numerosa famiglia, rima=
se orfano di padre. A 12 anni, ottenuto un prestito dalft' Amministra-
zione Comunale, di qualche «fiorino», ieon Martino Orsingher, Vitto-
rio e Giovann~Toffol (i futuri pionieri dell'industria alberghiera di Pri-
miero), emigrò seguendo la sorte dei numerosi «msenpòneriJ> (Eisen-
bahner).

161
In~ziò come manovale nel V,orarlbreg e passò poi in Boemia dive-
nendo quivi giardiniere capo :presso una nobile famiglia della zona. In
Boemia sposò Giuseppina Mally (7 dicembre 1865, 5 maggio 1935).
Lo :si ritrova poi nei lavori di fortificazioni nel Caucaso ove già pos-
sedeva u.n'impresa di tras,porti. Si dedicò quindi nei settore della vìabi-
lità, specialmente Cerroviaria. Costruì ìnterì lotti di via'bilità ferroviaria
e contrilb-uì alla realizzazione della Transiberiana. Ebbe credito una
sua tecnica particolare~ attuata per la costruzione delle arcate dei
ponti. In Russia ottenne alti riconoscimento e fu Consulente del Mini-
stro dei lavori pubblici, presso la. corte dello Zar.
lEra uomo gmusto e di cuore. Provvide, ad ese:mpio, a sUJe spese .a
inviare neUa Clinica di Pad.ova, ,ove fu operat,o, iJ suo compatriotta
Giobatta Longo.
Perdette tutti i suo.i beni durante la rivoluzione d'ottobre e,, come
((capmtalista)), avrebbe perduto anche la vita. se i suoi operai stessi non
fossero intervenuti a sua difesa adducendo le prove della sua equità
ed umanità, ch'eran requisiti della sua 1coscienza e del suo agire.
Riuscì a tornare in patria, a Primiero, ove condusse i suoi ultimi
giorni in decorosa povertà ed ove morì l'l l gi11Jgno 1940.

FONTANA MONS. PROF. STEFAN 0, storico, nacque a Siror;


1

nel 1886. A dodici anni entrava nel Seminario di Trento ove conseguì
la maturità classica e compì gli studi teologici. Il 21 dicembre 1909 fu
ordinato sacerd,ote. Dopo di aver frequentato per quattro anni l'Uni-
versità a Innsbruck si laureò in filosofia.
Nel 1915 fu nominato profes·sore nel Seminario di Trento, ma in
seguito a_gji eventi bellici si trasferì a Feltre per entrare come inse-
gnante e vicedi rettore di quel Semina.rio.
Durante l'estate del 1916, accompagnò e seguì come assistente una
parte dei profughi dli Siror, che furono distribuiti tra Serravalle, Gavi
e Arquata Scrivia. I profughi, in segno di ricon,oscenza, dopo il ritor-
no consegn.arono al giovane sacerdote una pergamena che lo ricorda
come «beneamato sac,erdote - nel tempo dell'esilio - prodigo di cri-
stiana ,e illuminata assistenza - di prote2ione e co'lfortoJ>.
Oltre a queste attività trovò il modo ,e il tempo per addottorarsi an-
che presso l1Università di Padov·a.
Terminata la prima guerra mo111di.aile tornò nel suo :seminario di
Trento come :professore di italiano, latino, greco e tede5co, e [Per mol-

162
ti anni come ,1 i-c,ediretto,re. Insegnò per 25 anni, finché la salute glielo
concesse.
Fu un ricercatore minuzioso di documentazioni riguardanti la sto-
ria di Primiero, non solo, ma del Trentino in genere e fu ritenuto i.n
questo campo un esperto. Purtroppo la sua forse eccessiva ritrosia ed
umiltà gli impedì sempre di mandare alle stampe uno studio iunitario e
solo dietro pressioni si decid,eva a pubblicare qualche. p·e:rla delle sue
ricerche.
Fu, co111 Don Giovanni Gubert ed i sacerdoti della. valle, fondatore
del mensil,e r<Voci di Primiero», periodico di informazioni anagrafich,e,
storiche e d'attu.alità della valle, foro di discussione di problemi reli-
giosi, economici e sociali, legame che unisce alla propria t,e rra tutti
coloro che per v.arie contingenze della vita ne so·no staccati fisicamen-
te.
Su <rVoci di PrimierOJ), il caro r,Don. Stefe·n», come tutti lo chiama-
vano e come voleva essere chiamato in patria, scrisse una copiosa se-
rie di articoli storici, quasi tutti anonimi.
Morì a Trento, il 21 febbraio 1972. Lasciò tutte le sue annotazioni
storiche al Comune di S,iror con la clausula che fossero custodite in
un armadio in ferro da porre nell'archivio dell!a Canonica: ciò che il
Comune scrupolosamente attuò.
Ecco qualcosa tra le sue pulbblicazioni:: Il vescovo di Feltre Giaco-
mo Rovellio a Trento - Per il XXV ann,o di episcopato di Mons. En-
drici (Trento, 192'9'); La Jamiglia e il palazzo Someda in Primiero
con 1 ili. e I tav. («Studi Trernt»·, 19 38 fase. li 3, 4 pagg. 229-247);
Contributi alla serie dei medici trentini - I sanitari di Primiero nel
1600 e 1700 (lbid., fase. 4 pagg. 201-218); L'Istituto Arcivescovile di
via Madruzzo nel settantesimo di vita («Strenna Trentina», 1940)';
Un'apparizione clamorosa a San Martino di Castrozza (lbid., 1931,
pag. 35); La cavalc:ata di Car:lo di Lussemburgo attraverso Fiemme e
Primiero (Ibid., 1941); Sguardo storico alla Valle di Primiero («Voci
Primiero», 1942,. n. 7); 1 Pievani di Primiero (Ibid., 1942, n. .3); Paro-
le rivolte al nuovo decano (Don Luigi Orsi) - Discorso (Ibid., 1942.,
n. 8); La biblioteca del Seminario Mi,iore e il Museo Diocesano du-
rante l'ultima guerra («Studi T rent.», 1946, f. 1, pagg. 8 I e ss.); Lo
scultore G. Moena (Ibid., 1947, f.. 1, pagg. 44-49); La parrocchia di
S.trigno diventa ... cattedrale («<Strenna Trentina)>, 1949); Don Vigilia
Prof. Zanolini - Necrologio e .bibliogrqfia (Studi Trent., 1950, f. li 1,
2, pag. 152-15 8); Negrelli («Strenna Trentina, 1950); Una peste a
Trento (Ibid., 1951); La famiglia Poppi a Borgo e a Primiero (Ibid.,

163
195 1); Padri e Sacèrdo,ti (Ibid, 1953); Maestri Comacini in Primiero
(Bolzano, <(Cultura Atesina>>, V); Antonio Rosmini .nelle lettere scritte
da Don Luigi Sonn a Don Simon Michele Tevini; 1811-1857 (<(Studi
Trent.», 1955, f. 4, pagg. 450~487); Un episodio della guerra del
1866 a Calceranica(«Strenna Trent.)>, 1955); Strascichi di guerra nel-
l'Altipiano di Pinè Obid., 1956); I[ vecchio campanon,e del Duomo
(Ibid., 1956); Il Cardinale Cristoforo, Madru.zzo governat,ore a Mila-
no (Ibid., [957); La vecchia arcipretale di Primiero (Trento, Temi;
1959 - Estr. <<Studi Trent.», 1959, fase.. 2 on 2 ill. e 13 tav.),; Sul Jo-
ponimo di Siror («Studi Trent.», 1961, f. 3, pagg. 173-275); Primiero
nell'alluvion·e del 4 novembre 1966 (Rovereto, Art. Graf. Manfrini,
1966); Notizie Ecclesiastiche di Siro,, (Idem, 1966); Come vede le no-
stre Dolomiti e il nostro ha·cino un covalligiano ((<Voci Prim.», n. 6 e
n. 8); Come un patriarca di Aquileia friulano diventò ... primierol.to
(Ibid., 1967, n. l ); Don Aurelio Gu·a dagnini - Necrologio (Ibi d.,
1967,, n. 2); Una conversione (Ibid., 19'7 1, n. l);, La Calaita (Ibid.,
1971., n. 2); Tentativ/1 giovanili di versione dal latino in dialetto pri-
mierotto - Virgilio - Egloga IX - Esametri (Ibid., 197·2, n. 7, 8 -
[PUbbl. Postumo); Una sgradita visita perturbatrice (Ib,id..1 1972, n. 5):;
Chiara di Welsperg - Pronl'pote di Pio IV - Nipote di San Carlo -
Signora di Te/vana (Borgo: Voci Amich,e·, maggio 1959~ pag. 10).
Meritano inoltre di essere registrati i suoi. scritti da lui firmati che
appaiono in «Primiero di ieri e di oggi)), edlito a cura dell'Azienda
Autonoma di Sog,giomo e Turismo della valle (T'r,ento, Saturniaj
1956): Il lago delle streghe (pagg. 72-75); Siror (pagg,. 8 1-83); Delit-
to e perdono (pagg. 191-193); La famiglia e il palazzo Someda
(pagg. 221 -224); Una memorabile caccia .all'orso in Caoria (p,agg.
244-246); L'Altare Maggi'ore gotico, nell'Arcipretale (pagg. 302-3,03).

(«Vòéi di Pn'mlero»;· 1959, n. 12; lbidem: 1915, n. :5, n. 7; n. 8; A. Pellin: Storia


di Feltre, pag. 19,6; L'Amico del Popolo, settim.anale, Bellu1110, 29 aprile 1972; A.
Simion.· Primiero oasi di pace, Vittorio Venetò, Ed. TIP,SE, pag. 114).

FRANCESCO da Borgo, pittore. Gli sono attribuite le pitture <:he


ad,orrnav,ano l'a.bsidle delta chiesa di San Lorem:o in Borgo.

Weber: o.e., pag.. 1.26; MiJtheilunghen e.e. ee:c., Vien,nia, 1912; Gòrfer: Le Vali~
del Trentino, pag. 78 E),,

164
FRANCESCO DI CASTELLALTO, Telve. Il Montebello io defini-
sce r(uomo il più famoso nei consigli e nell'armi che abbia prodotto, la
Valsugana),. ru paggio alla Corte cli Massimiliano I. Durante le guer-
re di Fiandra contro il Re di Francia Lodovico XI, raggiunse il grado
di Capitano. Tornato a Telve, l'imperatore Massimiliano, diretto nei
Veneto, sétlì nel suo castello e lo portò con sè~come colonnello, e co-
me tale ~I Castellalto partecipò allla aizioni militari ,di Verona, Vicenza
e Padova.
Morto Massimiliano, Carlo V lo volle Consigli.ere e lo nominò Co-
lonnello Generale ,dlel Tirolo.
Nella Valsugana god.e:va stima e fama di essere uomo benevolo,
ma terribile n,ell'applicazione della giustizia. La sua figura si addom-
bra infatti durante la repressione della G.U1er:ra Rustica.
Partecipò alle sessioni del Con,cilio di Trento come Capitano della
città e come p~enipotenz.iario dell'Imperatore.
A Trento morì il 29 novembre 1555 e la su:a salma fu trasportata
a Te!ve e racchiusa m un sarcofago .. Nella Galleria Arciducale di
Ambras, fra le insegne degli uomini illustri, vi è esposta la sua arma-
tura.

(Montebeflo." o.e., pa;gg. 2SS, 2:57),

FRAINCESCO da Scurelle. Sappiamo che nel 1405 fu rettore di


Grammatica .a Bassano e vi insegnò per dieci ,anni.

(Weber: «Studi T.rent.•, !920, f. 3, pag. 198; G. Ch.iuppani: Storia di una scuola
di grammatica, ecc. Venezia, 1915}.

f 1RATINI FORTUNATO, medico e naturalista~ nacque a Castel


Tesino il 3 set,tembre 1854. Studiò dapprima privatàrnente in patria,
poscia, dopo aver frequentato gli studi liceali a FeEtre, si inserisse al-
1~uruversità di Padova ,ove si laureò nel 1876. Frequentò poi l'Urniver-
sità di Innsbruck, ove sostenne, dopo due anni, gli esami di «nostrifi-

165
cazione)) che gli consentivano di esercitare anclile entro i confini del-
l'imper,o.
Prestò quind!i servizio a Mezzolombardo come tenente medlico dei
Bersagli eri.
Abbandonato il Trentino fu medico pratico a Pedavena, presso
Feltre, e nea contempo proseguiva gli studi pres.s·o l'Università di Tori-
no, ove [P'f ese la libera docenza in Igiene, nel 1881.
1

Come assitente nella. corrispettiva cattedra passò all'Università di


Padova a fianco del Prof. Bernardo Panizza. Ritiratosi il titolare gli
S1Uccesse. Durante il periodo di insegnamento ai Padova., che durò fi-
no al 1892, gli si fa merito di aver ,potenziato il Gab:inetto d'Igiene
dell' Ateneo.
Dal 1892 c:oprì l'incarico, che mantenne per ventuno anni, di Me-
dico Provinciale di Udine. Per lunghi periodi lo fu Mche di Belluno e
di Treviso.
Durante i suoi periodi di ferie assunse per vari. anni la Direzione
Sanitaria dello stabilimento di Vetriolo.
Nel [915 si trovava a Cosenza per alJestirvi un servizio igienico
antimalarico provinciale.
Nel novemb:re del 1915 , data Ea situazione bellica, fu trasferito a
Ravenna, ove rimase s.ino ali 1925., anno in cui lasciò l'impiego per ri-
tirarsi nena casa di campagna presso Beltuno.
Così ebbe il tempo libero per occU1parsi di agricoltura, di appro-
fondire ulteriormente gli studi medici, di dedicarsi a studi scientifici e
letterari, di esprimere il suo temperamento con la poesia.
Casa sua era un centro di cultura.: la moglie, signora Anna .Berton,
era pur lei :scrittrice; la figlia Carlotta, esperta e cultrice e conos,citrice
di lingu,e straniere, coadiuvava con il padre nella traduzione in versi
italiani di poesie tedesche, inglesi, francesi, norvegesi.
Fu onorato co,n la Commenda della Corona d'Italia ed eibbe le in-
segne di Cavalier Ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Morì it 24 dicembre 1928.
La sua produzione letteraria fu copiosissima. La vedova donò alla
iBiblioteca Comunale di Trento, quanto potè essere salvato dalla di -
struzione che subì la casa durante l'incursione nemica dopo Caporet-
to, e ,quanto il Fratìni produss,e di inedito tra il 1919 e la data della
su.a monte.
Così in quella 'biblioteca in manoscritto si possono trovare 4,6 volu-
m~ scritti con lo pseudonimo di Giovanni Loria; 18 sono di poesie
originali e 28 sono di traduzioni d'arutori francesi, tedeschi, ecc.

166
IL Fratini fu collaboratore degli «Annali della s :ocietà Alpinisti Tri-
dent,J>~ di cui era socio.
I suoi scritti: Osservazioni pratiche sopra due casi di cancro alla
mammella, operati in Padova nella Clinica Chirurgica, nell'anno sco-
laslico 1875-76 - Tesi di Laurea (Feltre, Tip. Gastaldi, 1877); In ,oc-
casi,one del pran·zo dato dagli Alpinisti Trident. in Pieve Tesino - Di-
scorso (f'eltre, Idem, 1877); Una gita sotterranea sul m'onte Tesobo
(Rovereto, Annali ,dlel!a S.A.T., 1977); Da Castel Tesino a Canal
San Bovo, pel Monle Brocc,one (Milano, Ed. Lombarde, 1878); Lun-
go il Senaiga (Rovereto, 1879, con 14 tav. illustr.); Sugli Antichi
ghiacciai del Feltrino - Memorie (Rovereto, 1881 , con 14 tav. 11-
lustr.); La pellagra e l'a.bolizione del grano turco - osservazioni e pro-
poste (f'eltre, Castaldi, 1882); Corso di lezioni popolari d'igiene e
medicina pratica (Feltre, Gastaldli, 1883); Sull'origine e svuotamento
de( Lago Nuovo e di Caorla (R,overeto, 1883); Le inondazioni in rap-
porto con .la salute ,delle popolazioni colpite (Ibid. 1883); Gli scoscen-
dimen.ti celebri del Feltrino (Ibid., 1883); I terreni morenici e le fiu -
mane (Ibid., 1883); L'igiene delle vest.imenta ( 1883); L'umidità delle
vesti (Bologna, 1884); Osservazioni pratiche sopra due casi di cancro
alla mammella (1884);Storia di un voluminoso libro - fibroma al dor-
so, aspo.rtato con la legatura elastica (1884),; La guarigione radicale
e senza dolore dell'onichia maligna (Pia,cenza, 1884); Sugli antichi
ghiacciai del Feltrino ·- Escursioni (Rovereto, Sottochiesa, 1884);
Sull'origine romana dei Telini (Ibid., 1884); Sulla deviazione della
colonna vertebrale in seguito al portar pesi (Trento, 1885); Le valli di
Primiero e di Canal S,an B·ovo, illustrate ad uso guida (Rovereto,
Sottochiesa, 1885); Sulla bonifica dell'e paludi della Secca, nel bellu-
nese {Belluno, 1886); Lungo il Senaiga ·- Escursione alpina - Descri-
zione e studi (Rovereto, Sottochies:a, 1886); Contribuzione allo studio
dei microrganismi nel suolo - in collaborazione con il Prof. Pagliani
e col Dottor Maggiora - (Milano, 1887); Acqua potabile e ileo-tifo
(Ibid. , 1888); Le classi povere di fronte alle malattie epidemiche -
Prelazione al corso di epid'emiol0:gia e igiene professionale (Ibid. ,
1888-89); Indicatori automatici inodori per le fosse fisse (Ibidem,
1889); Sul miglior metodo di fognatura per la città di Padova (Pado-
va, 1889); Il compito dell'Igiene e dellTgienista (Trento, 1889); Una
caserma in costruzione a Belluno (Perugia, 1889); / boschi conside-
rati nella loro relazione colla malaria (Piacenza, 1,8 89); Progetto di
massima per la costruzione di un lazzaretto da cotruirsi a Feltre
(Feltre, 1889, con Tav.); La profilassi tellurica della materia (1889);

167

L'arte del coronaio in rapporto al! 1igiene (Feltre, 1889, con fotogra-
fie); Il gozzo endemico e 'le acque calcareo-magnesiache (Feltre,
.11889); La ginnastica ,del contrappes,o e un caso di paresi fnjantile
(Napoli, 1889); Fisiopatologia di una centenaria e relative considera~
zioni igieniche (Feltre, n889); Ricerche :battereologiche sulle acque
termali di Abano {Ibid., 1889); Le classi agiate di fronte alle malattie
epidemiche - Prelezione (18,89); L'industria dei legnami in rapporto
all'igiene (Piacenza, 1890); Il pulviscolo piombifero nelle fabbriche di
Litargirio e specialmente ne'/ locale dei fo,rni (Feltre, 1890); Gli espe-
rimenti sul lavoro manuale educativo istituiti nella R .. Scuola norma-
• le femminile di Padova (Padova, 1890); Ricerche bactereologich'e sul-
le supposte acque gozzifere del Colmeda in Provincia di Belluno,
(Feltre, 1.890); Ric,erche ba,ctereologic'he sulle acque potabili di Pado-
va (Feltre, 1890); Il massaggio del crasso nella stitichezza da torpore
intestinale (Roma, 1890); Esperienze sul:Z'appa,recchio Bartolomei nel
bagno secco a vapore (Torino,, 1890, con disegno); Il medico ingieni-
1
sta e l ingegnere nello studio e nell'insegnamento nell'ingegneria sani-
taria (Ibid!., 1.890); La latteria di Santa Giustina bellunese, studiata
sotto il punto di vista igienico (Feltre, 18 90)~ L 'acqu'a potabile propo-
1

sta pel Comun.e di Pedav:ena - Indagini chimiche, microscopiche e ba-


ctereologich.e e relativo giudizio igienico (Feltre, 1890 Sulla diffi- 1
);

coltà della diagnosi del tifo addominale (Milano, 1890); I dilettanli


della scienza ed il progetto di una nuova scuola ,a F. (Feltre, 1890); Il
massaggio nella diagnosi e nel trattamento di un caso di artrite d'in-
certa natura (Roma, 1890); Il lazzaretto di Padova, progetto di mas-
sima - In collaborazione col Dottor L. Munaron (Feltr-e, 1890}; L 'a-
sma degli operai addetti alla confezio,ne dei semi di bachi (1890); Sul
potere patogeno del suolo di Padova (1891); Il nostro ptano di difesa
contro il colera, con speciale riguardo alla Provincia del Fri,uli
( 1892); Norme pr.atiche per la disiefe:zione nei casi di malattie i'lfetti-
va (1892); Vetriolo, stabilimento termale climatico (1892); Relazione
sull'igiene e santtà pubblica nella Provincia di Udine durante il 1893-
95 (1895); Inchiesta sull'Istituto degli esposti a Udine (1898); .Intime
1

voci-Pseudo,n.imo: Giovanni Loira (Feltre, 1900); Rime allegre - idem


(Feltre, 1901).

(Ambrosi: Scritt. Arrt. Trent., pagg. 467-469'; Brent'1rf: Guida Trent. I, [Pag. 2:'/7;
L. Ce.sari11j Sforza: Studi Trent.», 1929, f. I, pagg. 73 e ss.; A. De Gubernatis: Di-
1

ctmonnaiJ"e d,es Écrmvant. etc., pag. S:53; Primiero di ieri e oggi, 1956, pag. 125).

168
F RATI NI DOTTOR GIANMARIA; medico, figlio del sovramenzio-
1

nato dottor Fortunato. Allo sco·ppi,o ,della guerra del 19]5 si arruolò
volontario e fu comandato a prestar servizio nel!'ospedaie militare ,di
Genova. Qui incontrò un morbo che lo condusse alla morte il t 7 ago-
sto 19] 8, stro:ncandogli un''attività certamente degna del curriculum
del padre. Lasciò: Deviazioni etniche e varietà patologiche del tipo,fi-
sionomico negli alienati (Udine, Tip. D. Del B,ian,co, 1909).

(L. Cesarini So:frza: «Studi Trent.~, 1929, f. 1, pag. 74).

FRONER RAG. GI OVANNI nato a Roncegno il ]5 marzo ]860 e 1

quivi deceduto il 16· ottobre 195 0. Fu per diversi lustri il responsabile


1

primo dell'amm~ni:strazione comunale della sua cittadina ed operò,


anche come alberg.atore; sì da incrementare lo sviluppo turisti,co e ter-
male del noto [P iccolo oentro.
1

Mandò alle stampe: Impianto e tenuta della contabilità comunale


col giornale mastro americano, accessibile a tutti (Trento, Tip. N a-
zionale, pagg. 63, mod. 7); La contabilità comunale ed il giornale
mastro americano accessibile a tutti. Manualetto teortco pratico con
7 modelli di registrazione (Trento, Art. Graf. Tridentum, 1929, 8°,
pagg. 61).

FUGANTI CESARE nato a Tonadico 1' 11 gennaio 18167 da Felice


e Bartoliomea Cemin di Siror. Suo padre, vistasi distrutta da un in-
cendio la sua casa in Tonadico, decise di emigrare unendosi probabile
mente ali.a tornata d'emigrazioni ch'ebbe luogo in quegli anni settan-
ta.
Venduti i suoi immobili si diresse, con la moglie e i sei figli, verso il
Sud America. Dur,ante il viaggio morì, quando il figlio maggiore, Ce-
sare a.ppunto, aveva appena ,dlieci anni.
Superate ie prime inimmaginabili difficoltà la famiglia prese respi-
1

ro, tanto che Cesare nel 1890 si s.posò a Porto Allegre.


Si stabilì a Santa Maria nello Stato del R:iogran.d e del Sud ove in-
crementò mna prima azienda agricola ch'ebbe poi un grande svilluppo.

169
Apri poi delle Case Commerciali con neg.ozi ricchi d'og.ni tipo di
merce a Londina, a Maringà nel Paranà, a San Paolo, a Rio de Ja-
neiro. A Londrina sviluppò una grossa azienda agricola. di oltre 8000
ettari:: la «Fazenda Tres Irmaos.», con :allevamenti di bovini, suini,
equini, piantagioni di c.affè, granaglie, molini,. segherie. Tutto ciò con
alle spalle un ben organizzata struttura commerciale che si espande in
tutto i1 Brasile, in Europa,, in Asia.
Per le sue attività fu considerato un pio.mere ed il governo lo g,r,ati-
ficò con il titolo di commendat,or,e.
Morto il primo dicembre 1949, trasmise la sua attività ai figli Giu-
lio, Gm orgio ed O·scar, ch,e la mantengono in effici,enza.
Ricordò il paese natale devolvendo un considerevole contributo per
]a costruzione della locale Scuola Materna.

(«floci di Primiero», 1950, n. 4 ; Primiero di .ieri e oggi, pag. 86).

FUSIO BARTOL.OMEO, di Borgo. F111 prim.a giudice ed avvocato


poi, nel 1613 entrò nei Teatini in Venez.ia. Fu convincente predicato-
1

re. Papa Urbano VIII (1623-1644) lo nominò s:uo Commissario e Vi-


sitatore Apostolico presso vari,e Curie e Corti d'Europa. Erano item-
pi in cui il papato si trovò coinvolto .nel processo a Galilei e .alla con-

danna di Giansenio non solo, ed ebbe ad inserirsi rnetaa difficile situa-
zione politica creatasi a causa d!ella successione di Carlo V.
Il Papa lo designò «in pectoreu vescovo di Nepi, ma il Fusio morì
prima della effettiva destinazione.

{Montebe/Jo; o.e., pa,g. 297).

170
G •

GADENZ TULLIO, poeta, nato a Fiera di Primiero il 19 aprile


19 10. Fr,equentò le scuole medie a Rovereto e poscia studiò legge a
1

Padova e la esercitò a Milano.,


Si dedicava aUe pandette per senso del dovere, ma l'anima sua vi-
veva nel tormento artistico ch'egli., per senso di naturale modestia,
cercava di nascondere agli altri e forse anche ,a se stesso.
La vita artificiosa della metropoli lombarda, e tormentosa in quegli
anni di guerra, pesava sul suo spirito di poesia, familiare ai colloqui
solitari o con i maestosi [P·ersonaggi che nei tardi tramonti vagano per
le vette dolomitiche o con re ombre dei boschi romiti.
La sua produzione sarebbe stata ricca di sensi e di :sentimenti se la
morte non lo avesse colto tragicamente nel pomeriggio ,dell'otto aprile
1945.
La sua salma fu rinvenuta sul sentiero che ogg.i porta il suo nome
e che da fondo valile ,costeggia, tra spessi e cupi boschi, il Cismon, e
sale sino a San Martino.

E ormai eccepÈta çomuneme111te la versione secondo la quale sareb-
be stato, ucciso da un ignoto soldato germanico. ,a tradimento quasi,
con ur11 colpo alma nucca, allo scopo di rapirgli quanto portava con
sè: la borsa in cuoio, la stilografica, l'o.rologio.
Un episodio d.i guerra che ha strappato iin Primiero UJna pianta
d'alloro che vigoros,amente germogliava.
Di lui abbiamo ritrovato; Cavalcata crepuscolare («Trentino·»,
maggio 1927, pag. 96); Cimitero di guerra (Ibid., dicembre ] 927,
pag. 276); Incantesimi (Ibid.1 dicembre 1928, pag, 419); Le aquile -
Pala di San Martino - Sptgofo S.,O. - Via Zagonel (Brennero dell'ot-
to gennaio 193 1 e ripubblicat,o su «Primiero di ieri e cli oggi», 1956,
pagg. 177-179):; Il Ci:mon della Pala - Relazione al Concorso Ascen-

111
sioni Alptne (Brennero del 21 gennaio 193 1); Mattino d'inverno a
Passo Rolle (c<Trentino», gennaio 1933, pag. 15); La valle di Primiero
(Ibid., marzo 1933, pag. 1[ 1); Colbricon (Ibid., ]uglio-ag,o sto, 1933 ,
pag. 303); Ricordo (Ibid.., luglio-agosto 1934, paig. 251); Il cuculo
(lbid., pag. 251); Vento sugli ,alb.eri - Liriche (Rovereto, Tip. Delfi-
n,o); Melodie della sera (Melodie ~ Cipressi Romani - RintocchO, r ac-
colta di p,oes.ie edite dalla Prora di Milano, 1939; Il Mattino (poesia
pubblicata postuma su «Montanara>,, 1939, pag. 33).

(M. GaJvagnini: T.G., poeta lirico su Gazzettino del 27 maggio 1948; A. Zane-
Jel: T.G. L'usignolo solitario della Dolomiti, «Montanara•, 1949, pagg. 32-33; A.
Sim·ion: Primiero oasi dm pace, pagg. 13'1, 132).

GADLEIR ARCANGELO GIOVANNI , giornalista, nato a Zivign.a -


go, il 9 settembre 1880 da Stefano e G roffMaria. Iniziò la sua carrie-
·ra ,giornalistica n.el 1905 entrando nella redazione de il rr Trentino,),
Fu. poi per molti anni collalboraitore e quindi coredattore di « Vita
TrentinaJJ , I suoi scritti apparsi spesso con gli pseudonimi di Franco,
Novello, o Vico di Torre Vanga, svolti in 39 anni di attività giornaJ~-
stica, formerebbero dei ponderosi volumi, se raccolti. CoHaborò ,an-
che a ((Strenna Trenttna>).
Su Vita Trentina redigeva la ben nota «Rubrica. dell'Erborista,,.
Conoscitore di diverse lingue straniere era prodigo di consigli e di
aiuto verso i suoi numerosi amici studenti ed universitari.
Qualche volta scrivev,c4 esprimendosi saporosamente, in vernacolo.
In due edizioni uscirono «Le piante nostre a.miche» (I Ed. Trento, Ar-
tigianelli, 1938). Sue sono «Effemeridi ,Storiche TrentineJ> (Rovereto
Tip. Ugo G randi,, 191 lj 8°, pagg. 216).
Si spense in Trento 1'8 gennaio 1944,

(A de Gentilotti in Vita Trentina dlel 27 gennaio 1944).

GAIGHER 0RAZIO, pittore, nacque a B arco il 20 aprile 1870.


1

Trascorse la sua fanciullezza a Cortina d'Ampezzo ove suo padre si

172
era trasferito come insegnante. Seguiti i corsi di medicina si laureò in
Innsbruck ed aperse a Salisburgo una clinica di cui egli stesso ne fu il
direttore. Tuttavia la s:ua indole e 1a sua sensibilità fu sempre attratta
dall'arte e solo ·per non tradire le attese della famiglia si dedicò alla
medicina raggiu.ngendo anche irn questo c.am[PO buon esito.
Un giorno decise ,dli dedicarsi tutto alla pittura e per perfezionare lai
sua tecnica di autodidatta frequentò scuole accademiche a Lo,ndra e:
a Parigi, ove incontrò ottimi maestri quali Umberto Herkomer, Lefe-
bvre, Roberto Fleury, Eugenio Carrière. Passato in Spagna divenne
amico di Gioacchino SoroiJa.
Girò l'Europa e nel 1926 andò in Argentina e da là raggiunse la
Patagonia. Raccolse ovunque suggestivi paesaggi, specie in Patagonia
ove si espresse interpretando quei misteriosi squarci e panorami.
Co,mpose anche qualche lavoro di carattere religioso ed a lui vien
attribuita una pala d'altare della chiesa di Pieve Tesino. Altri suoi la-
vori sono proprietà delle chiese di Barco, di Torcegno, di Villabassa
En Alto Adige e di Sali:slburgo.
La sua spe-<eializzaz.ione pittorica però la espresse nel ritratto. Ne
eseguì oltre duecento, in Eur;opa, in America. Fu spesso ospite in Va-
ticano ove compose i ritratti di Pio X, di Benedetto XV, di Pio XI, di
molti cardinali e vescovi. Anche il vescovo di Trento. il compianto
Mons. Endrici, posò per lui.
Partecipò a. molte mostre internazionali, ottenendo ll!lsinghieri com-
menti ,dalla stampa d'ogni paese.
Integrò la sua attività eseguendo anche degli «ex libris» in acquai
forte.
I suoi ultimi anni li passò a Madonna: d.i Campiglio, durante la sta-
gione estiva, e: a Merano durante quella invernale. Tenne la residenza
a Merano pe.r circa 30 anni, durante i ,qualj aveva ric:operto la caricai
di Presidente degli Artisti della provincia di Trento e Bolzano.
A Merano morì nel 1938.

(Gerola: Art. Trent Est., pag. 13; L. S ,ervolini: Dizion. ilE. incisori ital. m.od. e
contémp., Gorli~h, Milano, 19SS, iPag, 352; Vita d"A.rJe, 1908, pag. 350; The Stu-
dio, 51, 1913, pag. 331; A.rset L,abor, 1911, pag, 480, di M. Mor.assoi Thieme ,etc.•
13,.pag. 73, ed. 1920; Coma1.1ducci: Dizion. illl. etc., IIl-fV Ed.; A. Gorfer: u Valli
del T irentimo Occ., pag. 803; Idem: Le valli del Tremt. orient., pag. 872; Mattei:
Picc. Encicl.. Trent., pag. 101; G. Scanni in Vita Trentina, 8 ottobre I 970).

173
GALICI LISANDRO, pittore, di Pergine. La famiglia Gallici d.a
Cremona si trasferì nel Trentino verso i primi del cinquecento. Si ha
infatti che nel secondo decennio del cinquecento a Sevignano .si con-
trattava con Giacomo Antonio Galici per lavori di pittura e indoratu-
ra di un~cfanchona del A ltar Grande de la Giesia di San Nicolò» .
.A Pergine della stessa famiglia tr,oviamo il pittore Lisandro, figlio
del «M.ro Giacomo de ,Gal;:cii del borgo di Pergine».
Il 2 febbraio del 1982. il pittore Lisandro viene investito dal vice
Capitan,o del Castello, Sam·uel Semon, di una casa crdiscoperta,1 e di
un piccolo ,orto attiguo. A Pergine sposò nel 1584 una Domenica An-
na figlia dei fu Benedetto Zambait «caliegaro,1 bergamasco, trasferi-
tosi egli pure in PergÉne.
La famiglia Galici fu particolarmente dedita alla pittura in quanto
pare che ad essa apparte·nes.sero anche gli a rtisti Nuzi.o e la di lui fi-
gtia Fede Galicia.
11 Weber ritiene che Lisandro lavorasse nella clhiesa Par!l'occhiale
di Santa Maria di Baselga di Pinè, nel 1565.

(We.ber: o.e., pagg. J 3 e 132; A rch. Ar.cipr,et.: Urbario di Castel Pergine).

GALV.ANI EGIDIO nato a Borgo il 25 maggio 1873 da Carlo e


Giovanna Masina. Aiutava il padre nei lav,ori agricoli. Durante il
tempo libero riuscì,, corn attrezzatura rudimentale, a costruirsi una fi-
1

sarmonijca. II lavoro fu apprezzato da un costruttore di strumenti mlll-


sicali di Bolzano iJI quale volle con sè il Galvan.
Nell'anno 1901 tornò ,a Borgo dove iniziò a lav,orare da indipen-
dente. La piccola fabbrica di fisarmoniche si ampliò sì d.a dare lavoro
ad una qU1arantina di operai, e si andò svilupp.a ndo con I.a costruz~one
di armonium. Questi strumenti, di robusta fattura e di buona sono-
rità, venivano spediti in tutte le parti d~ltali~ in Austria, Germania,
Svizzera.
Nel 1905 gli fu attribuita la medaglia d'oro all'Esportazione Uni-
versale del Belgio. Morì il 27 febbraio 1944, ma il ti.glia Ettore ne
continuò !,attività. Gli armonium ocGa1van» vinsero il «Diploma de
Honor)> al concorso di Caracas, nel 1949. Ora gli strumenti vengono
piazzati in rutto il mondo.

(P. M. Levri i111 «Studi Trent.», 1968, fase:. 3, pag. 380; R. Galvan in 11.otizie ma·
noscritte).

I 174
GARBARI TULLIO, pittore, nato a Pergine i1 14 agost,o 1892 e
mo:rto a Parigi 1'8 ottobre 1931. Suo avo era Garbari Gioachino na-
to a Caldonazzo nel 1824 il quale, essendo all,o ra sindaco di qu.esta
!borgata., accolse le truppe del generale Medici (1886) come si conve-
niva ai sensi delle sue idee nazionali, compromettendosi col regime
aUJstriaco. Il nostro pittore stesso si arruol,ò come volontario, nel
19151 nell'esercito italiano, ma le commissioni mediche non lo riten-
nero idoneo ai servizi di linea.
Frequentò l'istituto tecnico di Ro,ver,eto e quindi passò all'Accade,-
mia di Venezia. Fu del gruppo di «Cà PesaroJ.>, con Moggioli, Nino
Rossi, Semeghini. Nel 19 19 to.rn Ò a Parigi e si dedicò ai .studi umani-
1

stici. Nel 1924 si stabilì a Trento ove svolse una intensa attività arti-
:sticai.
Nel 1931 si trasferì a Parigi ove entrò a far parte del gruppo «Rei-
ttassance».
Tra le sue opere: La famiglia del ca.rrardore; Umiltà,· Giovann,a,·
Paesaggio Trentino; Madon·na con Bambino; Trlorifo di' San Tom-
maso; Natura morta; L.'aratura; Figure; La Famiglia,~ Il Pigiatore,·
Testa retica; La corte delle colombe; La contadina dal grembiule
rosso; San Cn·stoforo; Composizione; Il Pastore; ... ed un'infinità
d'altri lavori.
Come xilografo compose tra l'altro due Scene Campestri per la
mostra di Amsterdam (16 maggio - 7 luglio 1936) e :sei Scene campe-
stri (Mi~arno Anonima Ed. Arte, 1'9'30).
Si occupò di studi di filosofia, teologia e letteratura collaborando
con s.critti suilla stampa locale e lasciando compioso materiale mano-
scritto. Collaborò a «Voce» di Soffici e Papini.
Delle sue opere talune stanno in Musei Nazionali, nel Museo, Dio-
cesano di Trento,, nella Galleria di C,à. Pes,aro a Venezia e presso suoi
er,ed.L
Partecipò a molte mostre tra le quali la Collettiva Zanin, Oppi,
G,arbari a Milano nel 1923; l'Internazionale cli V,enezia n.el 1928; il
Salon de la Renaissance di Parigi nel 1931.
Suoi lavori furono presenti nella lBiennale di Venezia del 193,2, nel-
la Trjveneta dm Padova nello stesso anno, durante .la quale gli fu de-
cretata la medaglia d'oro; n.ella Galléria del Milione a Milano nel
1936, ove furono esposti una cinqUJantin,a dei suoi quadri; nell.a qua-
driennale Romana del 1948; nella Galleria Gianferrari di Milano nel
1949; nella «Primi Esp·ositori di Cà Pesaro,) in Venezia nel 1958.

1'75
Suoi ql!ladri apparvero anche in qualche mostra a Var.savia, Cra-
covia; Vienna.

(La biennale di Venezia. 19'33, pag. 161; Expositiorr des peiinrres Zanini,, Oppi e
Garbari, Miìlano, 1933; Dom,us. Milano, 1931; L'Ambrosia.no, Milan.o, 28 ottobre
1931; G. Cerrina,: in 4KProvi.ncia dì Bolzano,., 20 agosto l 9J:3; Severini: in «Casa
IBella», Milano novembre 1932; V. Costantini: Scultura e pittlilra Italiana contemp.,
Milano, 1940; G. Rotta: Art. dell'800 e del 900, Bologna, 193-8; E. Padovano; Di-
zion, Ant. Contemp., 195 1, pag;g. 14!6 e ss, ; E. Mastrolonardo: in Meridiano, Ro-
ma, 3 settembre 1939; L. Servolini:· Dizion. Incis. Ital. Moderni e contemp., Mila-
no, 1955; Oalletlf e Comesa.sca; B-ncicEop. Pitt. ltal., 1951; U. Nebbia: Pittura Ital.
del 900, Milano, 1946; S. Branzi: mn Osservatore Politico ed Econom. Bologna,
196 I : Comanducci.: Ed. I-II-III-IV; G. Polo: in «Voci Amiche», Borgo, settembre
1966; G. Pancheri: Nel X anniversario della mor,te - L 'Adige, 1'953, n° 301;, C.
Pio~'<ln: Biblionech.e e Musei, 1931, IV, pag. :374; «·Studi Trentini»: 193 1,, r. 3, pag.
275; Ibidem: 1931, f. 4., pag. 3 75; Ibidem:· 193 2, f. 4 pag. 301; Vita Trentina del 23
get11aaio 1939).

,GAROLLO (G,AROLO), GOTTARDO, storico e geografo, nato a


Levico il 20 gennaio 1850 e s,pentosi a Milano il 18 settembre 1917.
Completati gli studi m,edi ed universitari si dedicò all'insegnamento
via via nei ginnasi di Rav,enna, Viterbo, Oneglia. Nel 1879 è or,dina-
ri,o ali R. Istituto Tecnico di Udine e nel 1882 passò nell'omonima
scuola di Milano. L'Ambro,si lo definisce «uno dei più diligenti e· ope-
rosi scrittori, di che si loda il Trentino».
Ecco la sua produzi,one: Gli Ostrogoti prima della loro venuta in
Italia (Padova, Tip. Minerva, 1872); Teodorico, re dei Goli e degli
ltalia·nf (Firenze, Tip. Gazzetta d'Itallia., 1879); Padre Antonio Zuc-
che/li, missionario nel Congo - Lettura p.resso l'Accademia di Udine
(U'dine, 1881); Stanley e B.razzi al Congo - Conferenza priesso la So-
cie/;à Geografica Italiana (Milano~ 1883); Degli Abitan'ti e dei pnodot-
ti del Sudan - c :oriferenza (Roma, 1885); La Terra. Manuale di Geo-
grafia di Alfeo Pozzi, rifatto da G. G. (Milano, 1886); Notizie geo-
groflche e statistiche premesse all'edizio12e dell'Atlante geografico del

Dr. Kierp (Hoepli: Ed. 188·7, Rd. 1889); Atlante Geografi,co e Storico
dell'Italia (Idem, 1890); Uno· sguardo alla Terra - Geografia popola-
re (Milano, Valllardi, 189·0-1892); Piccola Enciclopedia Hoeplt (Mila-
no, 1890), della quale fu il Direttore e per la quale fu insignito del• ti-
tolo di Cavaliere della Co:rona d'Italia; Dottor Cav. Giulio Monselise
- Necrologio (Rovereto, Sottochiesa, ] 900); Geografia elementare -

176
Libro di testo ad uso delle scuole medie (Hopeli, 1906-191 O); Gli
Stati del Mondo: Dizionario .biografico universale (Idem, 190 7); Gli 1

Stati del Mondo: notiziario statistico ed economico in h·ase ai dati


più recenti (Idem, 1910); Dizionario geogrqfico tJJtiversale·, composto
con Ea collaborazione di Loren.zo Anig e ristampato nel 1'9'29 con in
dati del dopoguerra (Hoepli).

(Ambrosi.- Scritt. Art. Trent., pag. 354;. A. P. in «Studi Treotinill, 1921, fase" l,
pag. 68; A. De Guberna1is: Dictionn.aire mntern. etc. pag .• 69,0).

GASPARIS (DE) GIOVANBAnlSTA DE MONTENOVO, stori-


co e riformatore dlélle scuole in Austria. Nacque a Levico il 18 agosto
1702. La famiglia si era stanziata a l.evico da quando suo nonno
Giambattista, oriundo di Pinè. vi si era recato in qualità di luogote-
nente vescovile.
Com:piuti gli studi elementari nella sua cittadina, :passò nelle scuole
di Grammatica presso i Gesuiti in Trento. Nel 1720 si laureò brillan.-
temernte: in diritto civile e canonico a Innsbruck..
Nel 1722 intraprese la carriera ecclesiastica, ma d,ovette stroncarla
a causa della morte del padre e dovette assum,ersi la responsabilità
materiale ed educativa dei suoi sei fratelli minori. A Levico si Cermò
per cinque anni superando difficoltà economiche inenarrabili.
Nel 1729 fu assunto come «gentiluomo)> al seguito dell'Ambascia-
tore Im peria~e a Venezia, po·sto al quale ben presto rinunciò. Lavorò
ìnvece, .dJalle 12 alle 14 ore al giorno, come traduttore per conto déllé
case editrici veneziane e padovane. Così ebbe modo di .ampliare la 1

sua cultura e di venir in contatto con le migliori menti dell'Ateneo pa-


tavino. Passò poi a Milano come :segretario dea!a contessa Clelia Bor-
romeo.
Fu q.uindi a Trento, chiamatovi dai provicario vescovile, il quale
desiderava ch'egli si dedicasse alla costituzione ,dli un centro di studi
stori,ci. Ma il vescovo era. sordo a tali proposte. Il de Gasparis ac--
cettò dunque con tutto entusiasmo la cattedra di Storia nel collegio
benedettino di Ettal, in Baviéra.
Qui non si fermò molto, attirato come fu dal desiderio di pass:are a
Salisburgo ove la corte dell'Arcivescovo Leopoldo Ele:uterio Firmian

177
era un ,cenacolo di lettere ed Arti ed ove avrelbbe trovato altri trentini
di chiara fam.a.
Durante la permanenza a Salislburgo [Per le sue idee rinnovatri,ci,
che lo tenevano schierato con l'abate e storico Muratori, col quale te-
neva un'assigua corrispondenza, si trovò a cozzare contro la staticità
artistotelica, e di comodo, imperante i!fll quella Università.
Condensò atlora il. suo illurnil111isti.co pensiero in Vindiciae adversus
l uviavienses (stampate a Venezia, Tip. Pasquali ed uscita a Colonia
presso Pietro Marteau, MDCCXLI) opera impegnata nei conc:etrti
espressi in perfetto latino, classico e che ebbe grande risonanza in tut-
ta Europa. L.'Arcivescovo stesso ordinò c!he gli studli d!ell'Un:iversità
sallisburghese venissero riformati secondo le linee programmatiche
enunciate dal De Ga:sp·eris.
A Saus·burgo scrisse anche la storia dell'eresia luterana svoltasi in
quell'Arcivescovato~ m.a ili Firmian ne pose il veto per la pubblicazio-
ne, onde non urtare più oltre persone ancora viventi.
Pensò allora di acc-ettare la proposta che gli venne offerta nel 1741
dal Vescovo di Kulm, Gran Cancelliere della Coron.a, che pare gli
proponess,e· di scriv1er,e la Storia della Polonia.
Partì da Salisburgo nel 1742 e gli si apri un periodo di guai, bloc-
cato come fu dal vagare delle truppe durante la guerra di successione.
Fu ospite ,o r ,q ua or là ai Praga, a Dresda, a Lipsia. Tornò a Salisbur-
go, ove trovò l'aria cambiata, si rimise in viaggio per Vienna ed altre
località, mai trovando una posizione di tra1nquilla stabilità... finché
decise di accettare la nomina di Auditore Generale del Principato di
Castiglione dèlle Stivierè.
Cosi potè, finalmente, tornare in [talia. A Castiglion,e arrivò nel
1757 e si trovò subito avviluppato in grovigliati affari. Dovette far
imprigionare il suo predecessore e processa.rio per malversazioni. Il
process.o lo condusse con ecce.z.ionale competenza, ma con la con-
danna del reo si attirò gli odi dei manutengoli segreti di costui. Per
rappresaglia essi imbastirono contro di lui, «con ispergiuri e testimo-
nianze false, fatti inventati di sana pianta di ogni genere», ·una tela
sub·dola di accu:se. Sottoposto lui stesso ad un process,o non solo ne
usc:ì pienamente assolto, ma la sua fam.a ne fu accresciuta per la su,a
brillante autodifesa, pronunciata davanti all'imperatrice stessa, Mari.a
Teresa, a Vienna.
Con l'assoluzione si accompagnò la proposta fattagli dall'impera-
trice di coprire aa cattedra di Storia all'Università di Viema. Fu no-

178


minato Consigliere di Regg.enza e poi si ebbe la Sovraintendenza agli
Studi di Umanità.
I111naugurò le sue lezioni universitarie il 5 n,ovembre I 75.9 ed iniziò
quell'attivìtà di riformatore che fu incis.iva nella scuola mitteleurope,a.
Naturalmente non gli mancarono ancora le angustie, le polemiche, le
difficoltà., ma ·tutto seppe supe!l'are con m a sua immutata tenacia co-
struita e sost,e,nuta dalla sua cultura.
Nel i 767 scrisse per !'A,ccademia delle Scienze di Baviera l'Histo-
ria crttica de·/or.ma Boiorum ducatus sub stirpe Agilojìngica. opera
che gli valse la nomma a. socio, In quelllo stesso anno, per onorare la
guarigione dal vaiolo dell'imperatrice scrisse un poemetto di 110 ver-
si: Soteria A.ugustalia. Sotto ii titolo di Verii generis carmina rag,-
gruppò sue poesie laitine e italiane.
Oramm la sua salute andava declinando. Morì «per irrfiammazion.e
di cerebro.>)•, il 27 ottobr,e 1768,.
N,egli uttimi giorni della malattia. preso da un eccesso di febbre ,e
di ,sconforto,, bruciò tutti i manoscritti ch'eran pronti per 1a pubblica-
zione, tra cui l'importante De Causis.
][J fratello, padre Lazzarò (V.. sotto) curò la pubblicazione postuma
di quan to potè rac,cogtiere.
G ian Battista si era sposato mel 1761 con Maria de Herling, figlia
di l .lJ n Consigliere dii Reggenza. Fu iem che amorevolmente lo sostenne
è ]o curò e clhe volle sulla sua tomba apporre questa significativa epi-
grafe:
IOH. BAPTISTAE ALOIS,1 0 DE GASPERIS / A NOVO MONTE
TR IDENTINO/EX PIIS NOBILI:BUSQUE PARENTmUS/ ANNO MDCCII - IV -
NONAS/ AUOUSTl NATO / QUI LITTERIS A PRIMA AETATE / ADDU-
CTUS OMNIGE NAM / ROMANAMGRAECAMESTRUSCAM/ ERUDIZIO-
NEM COMPARAVJT / C•OMPLUR[BUS t'IALIAE AC GÈRMANIAIE / AC-
CADEMIS COOPtATUS I LITTER.A'TORUM ET ILLUSTRIUM DIGNITA-
TIBUS / VIRUM UBIQUE AMICITIIS FLORUI'T / IN AULIS ETlAM PfilN-
CIPUM SPECTATISSJMU'S / VARIA SIBl COM MISSA MUNERA / OB ELE-
GANTI OREM STUDIOR.UM I NSTAURATIONEM / 0B IPSAM VERITATIS
CAUSAM IMPAVIDE / ADSERTAM / OB !P'UBBLICA PR[VATAQ'UE IURA
VINDICATA / ADVIERSAM ALIQUANDO FARTUNAM / EXP'ERTUS / IN-
GENTI MAR[AE THERESlAE AUGUSTAE I BENEFICIO EXCELSI REGI-
MINIS / AUSTRlAE lNFERIORJS CONSILIARIBUS / ET IN VINDOBO-
NENSJ GYMNASlO I HUMANIORUM LITIERARUM / AC HISTORIA-
RUM PROFESSOR RENUNCIA TUS EST / INTEGRO TUM DECENNIO /
LABORI BUS LICIET AITRITUS 'JRANQUILLE / VVUT / AST INVIDA

179
MORS / MORS HEU TANTUM VIRUM / RELIGIONE E1' PIETATE OMNI-
QUE VlRTUTUM / G·ENERE lNSIGNEM / VINDOBONAE RAPUIT VI KAL
NOVEMBR[S / ANNO AERAE VULGARIS MDCCLXVIII / IN METROPO-
LITANO TEIMPLO APUD / SANCTAM TECLAM / HOC AMORJS FIDEI-
QUE MONIMENTUM / CLA.RA MARIA D!E HAERJNG / MAESTlSSlMA
VIRO SUO / BENEMERITI / P.C.
Oltre ai lavori sopra segnalati ci restano di lu~: Specimen disserta-
tionis de Xenophonte Ephesio (Colonia, 1741 ); Positiones Juridi:co-
Historicae de Systemate lmpe.rii Romanorum Germanici (Vindobo-
nae, Kaliwoda, MDCCLXIV, opera ristampata nel 1770); E compa-
rata cum disciplinis aliis historiarum praestatta (Vindobonae, Trat-
tenr, li'59), prelezione pronunciata all'atto ,di assumer·e: la cattedra a
Vienna; Archiepiscoporum Salisburgentium res aduque Westfalicos
conventus in Luteranismum ge:stae (Venezia, A. Zattam,
MDCCLXXIX), pubblicata postuma; In·s.tructo pro scholis humanio-
ribus, eh.e contiene le norme d,eUla riforma scolastica introdotta uffi.-
cialmente in tllltte le scuole della. Monarchia con decreto cli Corte dlel
4 febbraio 1764. IL dottor R. Peinlich la pubblicò in ccJahrbuch deir
Lehranstalt; Graz, (187]).
La s,econda parte dell'opera Anchiepisc·oporum Salisburgensium
etc. fu pubiblicata in versione tede.s,ca a cura di Fr. Xav.. Hubér, col ti-
tolo: Akten Geschtcte der beriihmtem salzburgischen Emigration
( 1790).

(Montebello: o.e., pag. 35 5; Amhrosi: Scritt. Art. Trent.. pagg. 57, 80, 9'4; A m-
brosi: Somm. Stor., pag. 187; A. CeLto: Castel Selva e Levi.Co etc., pagg. 385-403,
456-457; idem; Uno storaco trentino muratoriano e riformatore delle scuoEe in Au-
stria in <CStudi Tr,entini», 1950. f. 1-2, pagg. 32-71; f. 3, pagg. 358-383; 195 1, f. 2,
pagg. 55-90; f. 3, pagg. 211-240; Anonima (V. sotto: P. Lazzaro): Della vita, dlegli
studi e degli scritti di G.B. de G. trentino, Venezia, MDCCLXX; tip, Antonio Zat-
ta ; C. Frati: J!.,ovod. Ant. Muratori nelle sue relazioni col P. G. G. Trombelli e con
G. B. Oasperi, in Collectanea etc. in onore di ILeone O!sc!<i, Monaco, 192I). 1

GASPAIRIS (DE) PADRE LAZZARO, domenicart,o, di Levico e


fratello di Gi.am Battista. Uom.o di v:a.sta erudizione e saggezza, fu v,a-
lido collaboratore e consigliere del fratello, del quale fu s:pesso ospite.

180
Sçrisse sotto rano,ni:m.ato,: Della vita, degli studi e degli scritti di G.
B. de Gasperis, trentino (Venezia., Antonio Zatta, 1770); Difesa del
Cardinal Cristoforo Madruzzo Vescovo e principe di Trento contro
Natale de 1 Conti (Venezia, A. Zatta, 1763).

(Mo11,t~bel/o: o.e., pag. 355).

GASPERI PROF. RICCARDO nacque a CaJdonazzo 1'8ag,osto


1914 e, colto da improv·viso :malore, decedette iil 2 novembre 1977,
quand'ancor.a gli inchiostri necessari a stamp,are, questo «Dizionario»
non erano del tutto, consumati.
Nato da famiglia ìn,digente ,as,sai, egli dimostrò come con il proprio
tavoro e c,on ferrea volontà ,ci sì può costruire una vita di prestigio.
Fornitosi di di1Ploma magistrale, iniziò quella sua carriera di inse-
gnante ,che durerà 42 anni, come maestro elementare a Barco. Lau-
reatosi n.el frattempo fu prot:e.ssore di lettere nel Ginnasio liceo «Prati»
di Trento e quindi nell'Istituto magistrale della stessa città.
Critico d.' arte tenne, tra t'altro, :Sllll quotidiano «L 'A,digeJJ, per diver-
si anni, la recensione sulle ,«prime visi,orni)) dei prodotti cinematografi~
ci, sottolineando e-on gusto e compet,enza, con argute e sane osserva-
zioru artistiche, socio-morali ed estetiche,, quanto di migliore e di peg-
giore si rifletteva sugli schermi ,cittadini, fornendo ai lettori un giudi-
zio obbiettivo e corretto, che serviva a molti co,me ottimo orienta.men-
to.
Caldonazzo ricord.a ancora il giovane studente ed. ili giovane pro-
fessore fattosi anima della locale ftlod!rammatica. nei te.mpo in cui i
giovani erano attratti più dal <d°are» che d al «contestare».
Scrisse, oltre alle numerose collaborazioni con la stam.pa locale,
Per Tr:ento e Trieste l'amara prova del 1866 (Trento., Saturnia,
1968). Si tratta di due ,grossi volumii, frutto di intelligente ricerca sto-
rica, e che riflettono, gli eventi ,e. i sentimenti della 111ostr,a1popo,lazione
durante la spedizi,one, in Valsugana, della divisione Me,dìci.
La sua scomparsa, lutto della scuola e delaa cultura trentina, venne
dolorosamente annunciata dalla nostra stampa regionatle.

181
GENTILI MARI.A GIUSEPPiE,, nacque a Pergine e: nella sua bor-
gata servì gratuitamente quale a:rcbivis,ta ·per ben 18 anni. Agli effetti
della conoscenza. storica e deUe vicend,e locali so,no utiliss.irne le anno-
ta:zioni che via via stillava a margine dei libri dei sindaci. Lasciò an-
che delle memorie in merito alla spartizione delle spese che le comu=
nità doveva sostenere causa !"invasione franc,ese, quand'egli per il be-
ne plllbblico dovette accettare la gravosa carica di Deputato plenipo-
tenziario per Pergine e Caldon.azzo. Morì nel l S:51 e la rappresentan-
za comunale stabilì di porre nella chiesa parrocchiale una lapide ieon
la seguente iscrizione:
ALLA MEMORIA / DEL NOIBil.E / GIUSEPPE MARIA GENTILE / A
MAR.TI NSIBRUN / PERGINESE / UOMO I NTEGERRIMO / FILANTROPO
DOTTO E PIO / OTT[ MO MAGISTlRATO I C OL CONSIGLIO E COLL' 0PE· 1

RA / IN TEMPI CALAMITOSI / GIOVÒ ALLA PATRIA / ARCHIVISTA È


SINDACO / D]LEGIENTISSIMO / NE RACCOLSE CUSTODÌ / 'LE ANTICHE
MEMORIE / NE PR 0PUGNÒ I DIR1ITI / [L COMUNE IDI PERGINE /
1 1

RICONOSCENTE.

NOTA: la famiglia Gentili proveniva da Castel Tes,ino. Il cognome


con l'andar dei tempi si tramutò in Zentile.

(P. ,de .Alessandrini: Memorie di Pergine, pagg. 182, 183).

GIACOMO ANTONIO, pittore, di Pergine (?). Il 16 dicembre


1534 lo :si trova a Trento nello studio ,del notaro Patone come teste in
una compravendita. Potrebbe essere un Giacomo Antonio de Galitiis
da Cremona, che pare S'i sia stabilito a P'e rgine (Vedi Galici Lisan-
dro), come potrebbe ,essere un m.r. Giacomo ,di Trento, pittore, soc:io
di Jacopo da P,onte.

(Weber: Studi Trentimit 1928J pag. 139; Arch. S1or. Trentino: Not. Patarie;
A rch. Trento, XXII, 129; E. Gerola in 111Tridemtum». X, pag. 16 7).

182
GI.ANl:TTINI DOMENICO di Levfc;o, Nel 1635 fu cr~ato parroco
della sua Pieve natale. Fu u,o mo di g:rande pietà e carità: fo11dò un
ospedale in Levi,c-0 e una clhiesa con beneficio a Selva. Fu Protonota-
rio Apostolico, Cancelliere dell'Arciduchessa Cla.udia e nel 1646 fu
fatto Canonico in Trento. Morì a Roncegno nel 1647., all~età di anni
58. La sua salma fu tumulata in Levico.

(MontebeJ{,o: o.e., pag. 358).

GIONGO FRANCESCO ANT0NIO, scultore, nato ai Gionghi di


1

Lavarone, ·verso il 1720. Av,e ndo sin da piccolo manifestato grande


inclinazione verso il disegno,, fu mandato a. Trento ove imparò ,dise-
gno e scultura. D,ella sua vita poco si conosce. Delle sue opere la
maggiore fu la Fontana del Nettuno sita in Piazza del Duomo in
Trento, che scolpì con l'aiuto dello scultore Stefano Sulterio di Como.
L'opera fu portata. a termine nel 1769. Su un supporto di base v'era-
no circoscolpite queste parole: <rMagn'ificum hunc Fontem Cum
Aquarum Perpetuo Cursu Despe,rantiòus Ombibus Franciscus An
longo Tri. us Fecit», con le quali lo scultore manifesta più la soddi-
sfazione d'aver risolto il problema delte tubature dell'acqua, che rultri
non seppero risolvere, che n,on l'aver dato alla c.itt.à una !brillante ope-
ra d'arte.
Per Lavarone intagli,ò un Crocefisso m liegno e due Angeli.
Per l'altar deU'Adldolorata del Duomo nel 1659 fu:se quattro vasi
per i fio,ri. Nel 1760 ripulì l'antipendio, ,dello stesso altare. A lui ,è at-
tribuita la fontana della Villa Salvadori a Gabbiolo, ora distrutta. A
lui fu attribuit,o l'altare di marmo della c!hiesa di Sant'Anna, sempre
in Trento.
La moglie Catterina gli mori a 4!4 anni il 17 maggio 1767 e fu se-
polta in Santa Maria e lui la seguì il 20 febbraio 1776..

(Bibi. Com. Trento:ms. 1207: 1207, 427, 2111, 161;Arch.cap.Capsa,o;Arch.


cons. n. 3949 ; 549, 3701, 36991 4320, 3551, 3727 ; Albertini: La Fontana deti !Net·
tuno a Trento: Studi Tirent. 19'29, pag. 97; Weber; o. c., pag. 141; Ambròsi: Scritt.
Art,; pag, l 59i Proner; Med. tr,ent., pag. 265 ; Pacher: Trento nell'Arte, pag. 33; G.
Emert, L. Menapace: Monumenti del Trentino, pag. 192).

183
GIOVANIELLI FAANCESC'ANTONIO di Canal San Bovo fu Consi-
g:tiere Aulico ai Vienna. Im Vienna mori nel 1759.

(Montebello: o.e., pag. 428}.

GIOVANNI DE STRIGNO: il 15 fe bbraio 1612 lo si trova notaro


e cancelliere in Pergine, ove stende un atto col quale si sancisce che
«li masi posti e giacenti alla Costa, a ,Casaline e a VigalzanO)J delbba~
no continuare a fruire delle «antique libertà e ragioni)).

(P. de Alessandrini in Memorie di Per.gine, p.ag. 24).

G10IO PROF. AUGIU STO, poeta e scrittore :nato a Blu,denz (Vo-


r:a.lb,erg). Suo padr,e,Dionisio, era di Levico ove era nato il [3 settem-
bre 1851, ed era magistrato. Così Augusto, seguendo il padre, passò
l'infanzia e la prima giovinez:z,a a Livinallongo, a Cavalese, a Rovere-
to.
Compiuti gli studi medi si addottor,ò in lettere a In_nsbruck.
Di sentimenti italiani fu tra gli internati di Katzenau (1915). Ar-
ruolato di forza, q1Uale irredentista, fu mquadrato nella famigerata
Compagnia di disciplina di EMs, IV Bersaglieri (V. Internati).
Fu esimio educatore, poeta, letterato critico e .studioso del folclore.
Insegnò a Trento al Ginnasio, alle Magistrali, aU.' Istituto Tecnico.
Mo,ri a Smarano (Val di Non) il 20 s.ettembre 1943.
Tra i suoi scritti: Materiali su un gi.udizio su Cristofor:o Busati,
poeta (A·nn. Ginn. S,up., Trento, 1912.- 13); Fior di Spina = Fiaba in
tra atti, musicata dal rn.stro M. Floriani ( 1920); Il Manzoni e il Prati
(su «Il Nuovo Trentino»• .22 maggio [923); Del pensiero dJ Giovanni
Prati (Ibidemt 30 giugno 1923); Paesaggi pratiani (Ibidem):; Giovanni
Prati (in «Strenna Trentina», 1923, pag. 155); Luisa Anzoletti (su. ·«Il
Nuovo Trentino»,, 20 settembre 1925); Marebbe niella storia e nelle
leggende (Arch. per l'Alto A,dige, A. ID); Tempo passato,(su c<Tr,enti-
no», n. 7, [925); Della poesia patrit,ottica di un oscuro poeta nostro:

184
Ignazio Puec.her Passavalli (Trento, Monauni, 1928); Preghiera ,alla
venerabile Maddale11a,. Canossiana - Sonetto (Canossi.ane, Trento, [
Cent. Fond., 1928, pag. 31); Alla Madodnna delle Laste (Santuario
Madonna delle Laste, Trento, 19 30); Assaggio d'inventario della let-
1

teratura d'u11a regione italianissima («Scritt. Trent.J>, Trento, 1931,


pag. 97); Scienza e Fede - Canto, musica di Mons. C. Ecch.e r (Tren-
to, Stefani, 19 34); Inquietudini ~«Poesia)), 1935, pag. 65); Ottobrate
1

([bidem, pag, 50); A.i margini della città nell'ora an,telucana (Ibidem,
I 937, pagg. 50-5 I); Verità, Esperienza - Epigrammi (Iibidem, pag.
54}; Romanticismo trentino (Como, Ed. Cavaleri, 1937); Rtnnova-
mento ("Poesié:t>), Trento, 1937, pag., 50); Contadini (Ibidem, 1938,
pag. 43); li diamante (Ibidem, pag, 42}; l miei (<<Scritt. Trent.», 1939,
pag. 34); Beato Stefano Be/lesini - Episodi musicali, musicati dal
m.stro R. Lunelli (Trento, Ardesi, 1940); Fraternità (sl!l «Strenna
Trentina», 1942., pag. 76); Carla <kJle. Beffe - Recensione («Tren.tino>;,
1926, pag. 109); L'Italia e il Tourt'ng (Ibidem, 19'27, pag. [34); Mo-
stra retrospettiva di Eugenio Prati (Ibidem, pag. 14); tradusse dal la-
tino Sarca di P. Bembo (Atti «Ace. Rover,et. Agiati», pagg, 56-93).

(A. Zieger in Atti «Accademia Rovere/. Agiati», 1949, Serie IV vol. XVll, pagg.
53-54; Manlio Gofo: Augusto ,Goio, Tre,nt''anni dopo, Trento, Ti!P, Atgècntarium,
1973; L. r., Necrologio in Atti «Ace.. Rover. Agiatill, 1951, Serie IV, Voi. XVIIl,
pag. XX).

GRAMIMATICA GUSTAVO ADOILFO di Riva di Trento. Lo si


menziona onde aver occasione di segnalare Me sue due seguenti pub~
blicazi.oni: La Valsugana climatica {Rovereto, 189,0); L'avvenire del-
la Valsugana (Ibidem,. 189 I ).

(A mbrosi: Scritt. Art Trent., pag. J.58)..

GRANDI PROF. DOTTOR GIIIJLIO na.cque a Pergine nel 1789 e


mori a Trieste nel ]963.
Compiuti gli studi ginnasiali .a Rovereto conseguì poi la laurea in
medicÉna e quindi la libera docenza in clinica odontoiatriica. Fu pri-

185
mario medico stomatologico degli Ospedali Riruniti di Trieste. Pub-
blicò oltre cinquanta studi di stoma.tQ/ogia in Riviste italiane e stra-

a1ere.
Occl!lpav,a il tempo libero in studi, scritti e conferenze d'arte e storia.
Fu un pioniere dell~istituzione degli :ambulatori scolastici odontoiatri-
ci. Fu socio e corrispondente di numerose Società stomatologiche ita-
liane ed estere e partecipò a molti congressi medi,c:i.
Fu decorato della Commenda della Corona d'[talia, della medaglia
d'oro di !benemerenza d,el Ministero dell'Istruzione e gli flllrono confe~
rite diverse onorificenze straniere.

(F. Trentini in Atti «Accadi. Roveriet. As:i~ti», 1964, Serie V, Voi. IV, pag. 142).

GRAZI.ADEI BONAVENTURA,, medico. Suo padire, di CaldQrtaz-


zo. era addetto alla tesoreria del regno a Bergamo e quivi nacql!le il
21 settemlbre 1,8,52 Sl!IO figmio Bonaventura. Questi, co·mpiuti gli studi
ginna.siali in Milano, Napoli, a Torino si laureò in medicina net 1877.
Presso questa università fu assistente per qualche 81Jlno e, dopo aver
ottenuta la libera docenza, tenne catte,dra come incaricato dell'inse-
gnamento di Clinica medica propedeu.tica.. Susseguent,emente per tte
an.n.i fu primario dell'Ospedale Maggiore dli Torino e poi Medico Ca-
po nell'Ospedale Mauriziano Umberto I.
Socio ordinario dell'Accademia Medica di Torino, fu umo studioso
accurato e medico coscienzioso.
Le sue opere: Intorno all'importanza diagnostica dell'esame degli
sputi nelle varie forme di pneumonite · in collaborazione con· il Prof.
Bozzolo (Torino,, Arch. deHa Soc. Medica, 1878); Sulla termometrica
deJle ascelle e degli spazi inJercostali nelle malattie di petto - in colla-
borazione· col Sign. Fiorini (Torino, 1879); Ii paracemium coli uma-
num in Italia etc. (Ibidem, 1880); Sopra una larva di .dittero Jrovata
neJl'intestirzo umano - Comunicazione (Ibidem, 1882, ,con l'av.); Sul-
la cianosi intensa a proposito di un vizio del cuore sinistro (Milano,
((Gazz. degli Osped.», 1882); Il Timolo nell'anachilosto - anemia (To-
rino, 18 82); Comunicazione antipiretica della Cairina (Torino~
Giorn. della Raccol. dei Medici, 1883); La Cairlna, nuovo antipireti-
co (Riv. ((Chimica e Farmac.>> Fase. 11, 1884) ~Esito raro di peritonite
(Estr. (<Gazzetta Med.» ,dli Torino, 18'9 1); Contributo nella diagnosi
1

186
del Carcinoma dello stomaco; Sulla ventilazione polmonare dei sani;
Sulla presenza e ricchezza in glucosio nei versamenti sierosi puro/en-
ti e nei liquidi endocis'tici; Un caso di morbo, di Addison, guarito con
la linfa Koch (Studi p:ubblicati e letti nell'Ace. de.i Medici, Torino,
1891 ).

(Am brosi: Scritt. Art. 'frent., pag. 477;,


1

GAAZl1AOEI DAMIANO, bot:anic,o. N.a.cque in Caldonazzo il 22


marzo 1842 e quivi morì rs novembre 1909. Esercitò la professione
del farmacista nella sua borgata, ma fu soprattutto cultore ,di botani-
ca e studioso di prolblemi storico locali.
Di lui abbiamo: Di,sc:orso intorno allo stato geologico-botanico ,di
Lavarone (Ann. Soc. Alp., 188 I}; Vegetali selvatici e mangerecci ,nel
Trentino {Rovereto, Ann. Alp. Trent. 1884); Per lo studio di casa no-
stra. Nomi propri locali di Caldonazzo (Tr,ento, Soc. Tip. Trent.,
1899); Nomi propri locali di Caldo,nazzo («Tri,dentum», Anmo II,
fase. VIIIIX, 1899); L'Archivio Comunale di Caldonazzo («Triden-
tUJm>), Anno V, 1902, pag. 158 e s.s.); ,Carta di Regole del Comune di
Bosentino e Mugazone, fatta sotto il Cardinal Lodovico Madruzzo
Trento, Soc. Ed. Trent., 1907); Pergamena dell'Archivio Comunale di
Bosentino (Ibidem, 1907).
Ca!donazzo ricordla il Graziadei con un monumentino graziosa-
mente coU,ocato.,

(Ambrosi: Scritt. Art. 1'rent., pag. 450).

GRAZIADEI ID ARIO, figlio del succitato Damiano, nacque a Cal-


donazzo nei 18,73 ed era pure lui farmacista. Come tale esercitò a
CaJdonazzo, Levico, Pergine, Primiero, Strigno ed in altre località del
Trentino sinché la morte non lo ,colse in Cles il 15 n,ovembre 1941.
Fu uno studioso della zoologia dei molluschi {malacologia) e come
tale era noto in Italia e all'estero,. Fu conservatore onorario del Mu,-
seo di Storia Naturale di Trento.,

18,7
Lasciò scritti: Nate malacotogz~che trentine («Studi Trentini», 1932,
f. 2.; pag. 112; 19321 f. 3-4, pag. 234}; La pseudonanodonta depressa
Muhfeld e l'Hydr:obia Steini Martens, a Levico (Ibidem, 193J, fase.
1, p ag. 42); Fauna malacologica di Primiero (Ibidem~ ] 937, pagg.
22); Fauna malacologica giudicarleS'e - Val ,del Chiese e Val del Sar-
ca superiore (Ibidem, I 93,5, pag. 68); Note malocologiche trentine
(Ibidem, pag" 19).

(«Studi Trentini di Scienze Nat.J1, 1941; fase. J, pag. 213).

GRAZIADEI VITTORIO, filologo e scrittore~ di Caldon,azzo. Nac-


que a Milano, ove la famiglia ,si era tra:sferita1, nel 1857. Studliò rispet-
tivame.nte a Milano, Napoii, Cremona e si laureò in lettere presso l'A-
teneo torinese.
A Torino iniziò la carriera dell'insegnamento: nel R.. Istituto Inter-
nazionale, nel Circolo Fil1ologico. P:ass-ò poi a Firenze neU~Istitut,o di
Belle Arti. Coprì poi l.a c·attedrru di :Storia nel Liceo di quella città. Si
ebbe poi la cattedra di lettere nel Liceo di Palermo. Fu pure provvedi-
tore agii Studi in Salerno.
Nel 1884 sposò Clelia Garibaldi, figlia del famoso personaggio, ma
l'unione non durò molto.
Come scrittore collaborò a molte riviste trattando argom.enti di ca-
rattere letterario, storico ,e critico. Compose anche poesie.
Morì a Napoli il 19 lugli,o 19.26.
Tra i suoi scritti : R'enzo Tramalino e Giovan:n i Bougee - Studio
critico (Milano., «Pungolo della Domenica», Luglio-Agosto, 1883);
Archiloco studiato nei suoi frammenti, ricerche filologiche (Torino,
Riv . di ((Filo.logia classica», 1884); La parte di Cavour - Sintesi slori-
ca (Torino, 1885); Alma s~gnosa - Studio dante!lco (Roma., 1889);
Come dice il poeta - Commedia in un atto in versi (Firenze, «Riv. Eu-
ropea», 1888); Il pianto e il n'so in Omero - Studio critico ed estetico
(Roma, 1890); Passeggiate Siciliane (Milano, Pens. Ital., 1891); Un
sone,tto a Vittorio A/fieri (1903),· Lo sdegno di Dante (1904); Pasqui-
no in Sicilia n,ef 600 e nel 70,0 (1907}; dal tedesco tradusse La Storia
della Sicilia di Holm:

(L .C.D. in «Stuelli Trent.)}, 1926, 1, f. 3, pag. 299; A. Faggi: Marzocco, 17 otto-


bre l 926~ A.mbrosi: Scritt. Art. Trent,, pagg. .324-32:5; Brentari: Guida del Trent.,
I, pag. 329; A. De Gub·ernatis: Dictionnrure del Intera., etc. pag. 7,64 ).

188
GRETTER DOMENICO, magistrato, nato a Castagnè n.el 1775.
Durante i~governo bavarese (gennaio 1806 - febbraio 181 O) fu giurdi-
c,e patrimoniale a Calliano. Nel 1808 fu avvocato a P,ergin.e.
Passò poi quruche tempo a Milano e tornò a Trento come giudice
della Corte di Giustizia.
Nel 1813 spo s,ò la figlia di Domenico Ostoja, primo Presidente· del-
1

la Corte di Giustizia in Verona, Venerabile della Loggia massonica;


Amalia Augusta, di Brescia. Probabilmente fu egli stesso :nella masso-
neria in quanto nei su,oi confronti fu svolta s,u questo proposito un'in-
clhiesta o,r,di111ata dal governo.
Caduto il Regno Italico e ca:lmatosi le acque della politica c,oprì in
Brescia la funzione di Consigliere di Tribunale.

(SJudi Trentir1i», 1925, fase. 4, pag. 330; A. Zieger; I Franchi Muratori del
Trentino, 1925, pag. 225; A. Lu.zio: La Massoneria sotto il Regno Italico etc., Mila-
no, 1918, p·agg,. 102).

GUADAGNINI MONS. AUGU,ST 0 ERNESTO di Transacqua.


1

Nacque il 22 no,vembre 1879 e fu ordinato sacerdote il 7 luglio 1901.


Mons. Celestini Endrici, [Principe vescovo di Trento, lo scelse come
cappella.no, suo particolare segretario,. Funse anche da segretario del
tribunale ecclesiastico «pro causis matrimoniaJibus». I1 Papa lo no-
minò suo cameriere segreto con diritto .al titolo momsignorile.
Anima el,etta e pia, ìntelli,gente ed intuitivo, fu accanto al :s'Ulo ve-
scovo anche nel triste periodo del suo internamento a Villa San Ni-
colò, a Vienna, nell'abazia del villaggio ,di Beiligenk.r,euz,, nel B aden,
nel periodo dalPl marzo 1916 al t 3 novembre 1918..
Morì nel palazzo vesc,ovile di Trento il 9 settembre 1919.
La sua salma, mestamente accompagnata dallo stesso Mons. En-
drici, fu trasportata a Transacqua ed ivi tumulata.

(rrVoci di Primiero», 1949; V. Zano1inl: I1 Ves·covo di Trento e il Governo Au-


striaco, Trento, Tip.. Esperia, 1934).

189
GIUADAGNINi DON AURELIO, salesiano, nacque a Transacqua
ili :26 novernbre 1874. Visse la prmia giovinezza presso lo zio Don Ni-
1

cola, a Bressanone, ove frequentò le classi elementari e alcune ginna-


siali. Lo zio Don Nicola lo affidò poi a Torino nelle m.ani stesse di
San Giovanni Bosco. Così divenne salesiano. Proseguì gli studi a To-
rino, a Gorizia e venne ordinato sacerdote a Trento il 25 giugno
1897.
Prestò poi la :sua opera di insegnant,e a Gorizia per cinque anni e
poi per una decina a Penango (Asti}.
Ne! 19 I 2 gli fu affidata la direzione del collegio tedesco di Wer-
1

nsee in Stiria. Proseguì la sua miraibile azione con l'erezione di opere


salesiane in B,aviera, a Essen, m Polonia, a Budapest e nel Tirolo, su -
perando ovunque 1dlifficoltà economiche e politiche.
Tornò in Italia,. a. Bollengo (Ivrea), ove si erano rifiugiati gli studen-
ti tedeschi d.i Wernsee.
Trascorse [a sua serena vecchiaia nella casa madre di Torino ove
se:renamente morì il 4 dicembre 19 66~ nella bella etài di 92 anni.
1

(trVoci di Primiero», 1951, n. 6; f.s. in «V1oci d~ Primiero•, 1967, n. 2).

GUAPAGNINI DOTTOR CARL0 nato a Tran.sacqull nel 1868.


1
,

Fu medico per dieci anni a Imer, sette a Fiera po i si trasferì a Vene~


1

.zia e quind!i a Firenze. Racco1se docU1menti e memorie che nell'ultima


guerra gli amdarono distrutte. Morì a Firenze iil 3 novembr~ 1953. La
sua salma fu sepolta a Tramsacqua, rnella tomba di famiglia. Alle sue
esequie era p·resente l'allora ottantenne Don Aurelio, suo fratello.

(«Voci di Primiero», 1953, n. 11).

GU ERRA RUSTICA. Più clhe una guerra fu ~na ribeHione del po-
1

pofo basso le c1Ui cause furono le solite: la miseria, Le angherie e i sop-


prusi dei feudatari,, dei Éoro scagnozzi, i ,capitani dei castelli, lseccessi-
va fiscalità. dei tributi civili e delle decime ecclesiastiche. L'occasÉone:

190
in Germania le dottrine del Mi.mzen che proclamavano la «co,mun·an-
za dei beniJJ dettero esca alle ribellio,ni in quei :siti e l'eco di quelle ri~
belli,oni giunse anche nelle nostre valli.
Per evitare episodi di sangue, già avvenuti in Alto Adige, fu indetta
a Me·rano un «dieta del popolo minuto». La Dieta si apri il 30 maggio,
152.5. Vi convennero rappresentanti di tutte le valli. Pergine inviò,
TOMMASUS di Costasavina, GBRARDINUS BRUTUS de Ma-
drano,· Civezzano FRANCISCUS de CaJdonazzQ,· Levfco ,((e/ CHE-
MEL et A GNOL calia.ro.». In quella dieta fu steso un elenco di richie-
ste da sottoporre al duca Ferdinando, tC·onte del Tirolo.
Questi indisse ]a Dieta di Innsbruck e a questa invitò rappresen-
tanti dei ,«rustici». A questa ,dieta Pergine delegò FRAN CICUS PI-
1

LONUS, detto Clauser (da Cles), impiegato contabile delle miniere;


Levico il rnotaro J. DOMINICUS VALERIANUS e ser GUGLIEL--
MUS, CHIMELLI; Primiero PIETRO TODESCO e BA'l'1'1STA
GRASPlNEL. Pare che alla dieta partecipasse anche certo CRI-
STlEL di Vigo di Pinè.
La· riunione ebbe inizio il 21 giugno, ma il ,dluca, per mezzo dei
s·uoi tirapiedi, seppe co,sì bene manovrare i lavori che le riforme chie-
ste a Merano furon qui nella quasi totalità rifiutate:: ((la dieta è finita
con contentezza della civiltà)> scriveva da lnnsbruck ai Consoli di
Trento Girolamo della Rosa, r,appresentante della «gente bene» di
Trento.
Il ritorno dei delegati del popolo, disillusi e irritati, dette iniz.io alla
rivolta.
Il 20 agosto si tenne in Pergine in casa di Francesco Pilono una
riunione alla quale parteciparono tra gli altri JBARTHOLAMEUS
SALVADORI e PETRUS CIO LA cli CaldonazzoJ NICOLÒ DI
FEDiERICI di Roncogno ed un dele.gato di Nomi (Val Lagarina).
Ma le cose ,or.mai precipitavano. Il 25 agosto gli Strignati e i Bien·
nati, d.opo aver dato l'assalto al Castel d'Ivano, attesero s·ul ponte del
Chiepena il capitano Giorgio Pue1er: si aprì una disputa chìiusa da
urna schiopettata tirata da :SIMONE de Gentililbus de Strigno; che di-
sar<:ionò, e ferì mortalmente il Pueler. GIACOMO SNAIDER pure di
Strigno finì il m.alcapitato tagliandoglli con una spada le gambe. (Il
Pueler fu sepolto a Pergine e nella parrocchiale una lapide lo ricorda}.
La tradizione, tuttoggi viva nella borgata, racconta che i resti del
malcapitato, ,siano stati portati in piaz:za e che og,ni capo famiglia del
contado abbia dato un significativo schlaffo ml volto del cadavere.

191
Di partecipare al[a macabra cerimonia si rifiutò solo un «NICOLET-
TI DI OSPEDALETTO».
Per questo il Nicoletti ed i suoi furono investiti del diritto di pesca
e di caccia, diritto ,che: la famiglia godette per qualche secolo.
La massa dei rivoltosi mosse verso Castel Telvana, ma fu respinta
dal Welsperg. Così, uniti ai rivoltosi di Bor,go, ,condotti da SEBA-
STIANO della SBBTIA, marciarono verso il Cirè di Pergine ove
convennero i rivoltosi di Caldonaz:z,o, Levico, Civezzano, Miola, Vi~
golo Vattaro e Povo. Di qui scesero su Trento, via Civ,e.zzano. Co-
gnola. Si scrisse che fossero circa 4000..., ma arm.ati ,come la loro po-
vertà poteva pennettere.
Giunti sotto il Castello le guardie finsero di star dalla loro parte e
ciò per guadagnare iil tempo necessario per puntar loro contro l'arti-
glieriia.Bastaro,n o poche cann.o nate per sgominare quella massa di po-
veri diavoli... , che avviliti e paurosi più di prima se ne tornarono alle
Eoro catapecchie.
Frattanto 1~Autorità. emanò i decreti pe.r l'arresto dei maggiori re-
spons.abili. Fu messa una taglia di 50 ragnesi da erogare a che avesse
1

condotto uno di costore e l'assoluzi,one di ogni condanna a chi ne


avesse ucciso alm.eno uno.
VETIOR de PIERO GRANDE, sindaco di Levico, VETTOR DE
LIBARDO, GASPARO DE BONTURA e .ANTONIO• ROSSO,
membri del Comitato rivoluzionario, GUIELMO DEL CHIM:ELLO,
deputato alla ,dieta cli Merano,. MATHIO TRENTINEL.LO, addetto
logistiico, come si direbbe oggi, DOMENICO VALERIANO, deputa-
to a lnnsfb,ruck, MATHIO DE LI.BARDO, vessfilifero dei rivoltosi,
BERN.ARDO BAREZZA, il notaio dei contadini, riuscirono a fuggi-
re come altri.
Il 2 ottobre a Trento suonò per- i condannati la «Renga». In quel
giorno caddero cinque te.ste e tra queste quella di CRISTELLO DA
PINÈ e quella di lBARTOLAMEO SALVADOR! di Caldo.n azzo.
Il 16 ottobre fu decapitato GIACOMO CORRADI di Borgo; il 14
aprile 15.2.6, NICOLÒ FBDERICI di Roncogno; il 15 luglio. SIMO-
NE DE GENTILI ,di Strigno, l'u<:cisore del PiUeler.
Altre terribili condanne furono eseguite: il 2 ottobre 1525 ebbe
mozza la lingua PIETRO COLA di Caldonazzo. Il 23 dicembre fu
mozzata la lin.gua al pittore FRANCESCO CORRADI (V. alla lette-
ra C) e a :suo nipo,te GAUDENZIO, ambedue di Borgo. A FILIPPO
da Como, tagliapietr.a in Valsugan.a, furono cavati gli occhi. Le singo-
le comunità dovettero poi sborsare pesanti risar,c:irnenti.

192
Così ebbe terminé I.a triste vicenda che la storia fa passare per
«Guerra rustica», ma che, in Trento, i ricetti «fedelini» degli Asburgo
definirono la «Guerra de.i Camèr»... alludendo al misero sacco dì vet-
tovag1i,e che ciascun ... «combattente»1 portava con sè.
Tuttavia, come dissi, non fu un episodio staccato, ma fu la ,com-
partecipazione della nostra gente ad u.n movimento ben più vasto del
qu.aile gLi studiosi d'oggidì stanno riesaminando cause ed effetti. 'fra il
1960 ed il 1965 usciro.no due volumi, a P.raga, trattanti quest'argo-
mento. Pare anche che la t,elevisione austriaca stia girando in questi
giorni un rtlm documentario sulla vita di Michael Gaism,a:yr, fo-
mentatore della rivolta nel Tirolo e ché, fuggito a Padova, fu raggiun-
to da emissari prezzolati ed ucciso con quarantadue coliP·i di s.pada.

(Montebello: o.c.,pagg. 1 a7-12.6,; A. Cetto: Castel Selva e Levico, pagg. 273-311;


L. Feliceltì: Nuovi racconti, ete., pasg. 53-76; Ambrosi: Somm. Sto.r. Trent., pagg.
92-99; P. de AJessandrini: Memorie di Pe.rgine, pagg. 71-73; ,4. Stélla: La rivolµ-
zion.e contadina del 1525 e l'utopia di Michael Gaismayr, Padova, Liviana, 1975;
Stellimauro: De beUo rustico et tumulto, etc.• V,enzia, Ed. Sardagna, 1889; A. Zie·
ger: Storia del Tre111t. e Alto Adige, pagg. 106-10&; L . Brida: Panorama storico di
Caldonazzo, pagg. 7[-73,; Idem; Un condottiero alla G. R. n~ Trentmo, etc., in
«S1iudi Trentini», 1976, rasè. 3, pagg. 276-2:9'2:; E. F'ranzin: Gm Austriaci ali.a risco-
!Perta etc., in Gazzettino del 9 giugno 19 77).

GUGLIELMII DOTTOR ANDREA, medico fisico, nato a Pergine


nel 1667 dal nob. G. Battista e Sibila Poladra, famiglia questa orillln·-
da da Castel Te.sino.
Ebbe la laurea in fllosofia e medicina in !Padova nel 1688. L'S feb-
braio 1690 lo si 1trova in Ptimiero ove viene riconfermato nel servizio
medico per altri tre arn.ni Prob,abilmente la riconferma si rinnovò via
via in ql!lanto nel I 7 ]5 è ancora in Primiero,
Nel 1705 sposò Veronica Dorotea Stozzoni de Adamoff di San
Michele all'Adige. Era questa vedova di Ferdinando Grandi di Borgo.
Nel 1694 s,tese, come era d'uso, wstamento, Chiese ed ottenne di
essere sepolto nell'Arcipretaie di Fiera.

(Don S. Fonta·na iin «S,tudi Trentini»., 1939, fase. 3; pag. 210).

193
H

H_E ROLDI (DEGLI) ANTONIO, detto Azolino dispose, nel marzo


del 1545, che gli Statuti comunali di Pergine venissero tradotti in lin~
gua volgare «a comodo massime di quelli che non intendano il latino,
li quali è la mazo·r parte, e questo da farsi con ogni dilfgent(a, scien-
zia e intelligerttia possibili, senza alcun errore o emendazione. visto e
correto da homeni dotti cioè lurisperti e Dottori li qu.ali se sotto,s·c·ri-
vano a detto libro de statuto vu.lgar, acciò se possi prestar ampia et
iuridica /edeJJ.

(P. de Alessandrini: Memorie di Pergine, pag. 60).

lrlll PPOLITI: vedi lppoliti.

HOLZHAUZE:R DON MAffEO, nacqu,e a Borgo nel 1880 e quivi


morì il 20 novembre 1940. Fu catechista nelle elementari ,di Levico e
di Trento.
Qual~ espert,o di mineralogia fu tra i fondatori del Museo di Storia
Naturale di Tr,e:nt.o del quale divenne Conservatore onorario, per la
sezione mineralogica.

(«SJudi Treni.,,, 1941, fase .. 3, pag. 21.2, con fotogr,afLa)..

194
I

IERLI GIACOMO DIONISIO, medico tisico, di Fiera. Nacqu,e nel


173,0 da Gio. Batta ed Elis,abetta Lodovica di Carlo B,en. La famiglia
lerli (Jorl), di origine tedesca, si insediò nella valle nel 1630, ove il ca-
postipite del ramo primierotto fungeva da scrivano negli uffici mine-

ran.
Dionisio si iscrisse in medicina a Padova nel 1739. L'anno succes-
sivo e'bbe l'incarico di pronunciare il discorso per l'inizio dell'anno ac-
cademiico. Nel 174 2 si laureò brillantemente.
Non ottenne la condotta in Fiera per' non soppia.ntare Giuseppe
Rachini, in servizio da più di 20 anni, e perché ne ,«bastava uno solo».
Nel l 746 sposò Elisabetta nob. Waiz, figlia dell'officiante cerareo,
ma l'anno seguente morì.

(S. Fontana in «Studi Trent.•, 1939, fase. 4, pag. 312).

IPPOLIJI DON AMBROGIO, di Pergin'e. Dopo aver eretto a sue


spese una cappellania nella chiesetta di Santa Elisalbetta ( 1710) in
lPergine, si ritirò in eremitaggio sui monti del Vicentino.

(P. dè Alessandrini; Memorie di Pergine, pag. 186}.

195
IPP'OLITI (IPPOLl1i0, HIPPOLITI) CAV. BALDASSARE., medi-
co fisico e archeologo~ di Pergine. Raccolse ed illustrò un copios,o nu-
mero di documenti di storia patria che egli ritrascrisse e commentò
raccogliendoli poscia in 14 volumi: Mon.umenta Ecclesiae ac Prin,ci-
patus Tridentini. Sotto il titolo di Histori:ae Ducatus Tridentini sub
Regibus ltaliae, Longobardis, Francis atque Germanis Breviarium,
che va dal 565 al 1214..
Scrisse pure De ,circumforaneis Medicorum vanitatibus. poemetto
in versi latini.
Tenne una copiosa corrispondenza con gli uomini di scienza e di
lettere dei tempo, trattando con essi di s,ingole materie, oltre che di ar-
gomenti di medìcinai, storia, governo della cosa pubblica, archeologia.
Fu sindaco nella sua patria rispettivamente negli anni 1769, 1770 e
nel 1779.
Morì nel 1780 all'età ,rdi anni 54 e me·s.i 3'>,.

(P. de Alessandrini: Memorie di Pergine, pag. l S.5, 186; Montebello: o.c.,pag.


399, 400; B'ibl. C<Jm. Trento: racc. Mazzetti; Arch. Peirgine; Ambrosi:· Scritt.
Treni., pag. IO1, I 02),

IPPOLITI PADRE GIUSEPPE, .al secolo Francesc,Antonio, fratel-


lo del succitato cav. Baldessare. Nacque nel 1711 a Pergine. Entrò
nell'ordine dei Riformati e divenne lettore di filosofia e teologia. Fu
arch~vista presso il principato di Trento, chiamato a quel posto dal
P.V. Francesco Felicè degli Alberti. Riordinò i documenti e ne fece
un Excerpta analitica. Entrò in polemica in difesa del Bonelli scriven-
do la Risposta di un Giornalista oltramontano alla lettera seconda di
un Giornalista d'Italia.
Morì rnel convento di Pergine ù 12 febbraio 17·62. Il s.uo necrologio
e l'elenco delle suè opere inèdite fu stampato sul Giornale deì Lettera-
ti d'Italia.

(Ambrosi: Scritt. Art. Tre:lllt., pag. 101; ldem: Somm. Storia Trent., pag. 187; A.
de Alessandrini: o.c .• pag. 185 : Montebello: o.c.,pag. 399; KStudi Trentini», 1927,
fase. 2; Mattet: o.e., pag. 98~ Certo: Castel Selva etc,, pag. 110),

196
IIPPOLI TI PADRE IPPOLITO, al! secolo Baldassare. Nacque a
Perglne il 3 settembre 1642. Fu forse la figura preminente dell!a casa-
ta degli Hippoliti ed anch'egl:i entrò nell'ordine dei Riformati. Filll c-on-
fessore e confidente di Eleonor,a Arciduchessa d' A·ustria e di Carlo V
duca di Lor,ena. Questi lo portò con sé nella guerra contro i Turcllti,
durante la quale entrò in reonfidemza con l'imperatore Leopoldo dive-
nendo confess:ore di Corte e Consigliere. L'imperatore stesso gli affi-
dava missioni diplomatiche all'estero,. Fu messo dell'Imperatore pres-
so il Papa Innocenzo XI, in R oma. Servì in. Austria per 22 anni.
Si ritirò, sofferente ,alla vista, nel convento, di San Bernardino in
Trento ove H 2 genn.aio 1715 morì.
Scrisse De Campo Martio apud ur/Je'm tridentinam, dissertazione
citata nei Cenni storici Sllllle antiche relazioni fra 'Trento e Cremon.a
(Milano, II ed., pag. 58).
Alla chiesa parroc-chiale di Pergine donò una reliquia di ,Santa Co-
stanz,a ch'egli p,er questo :scopo ottenne dalla regina di P'olonia nel
1685. Scrisse inoltre Horticello di meditazioni (Innsbruck, 1678) ed
altre opere ascetiche·,

{Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 52; P. de Alessandrini: o.e., pagg,, 118, 119-
185; Montebelto: o.e., pa_g. 397. 398).

I PPOLITI BARONE LUIGI nato a Borgo il 12 marzo 1843 da


Giuseppe. Dal IO otto,b re 1872 al 19 novembre [878 fu Podestà di
Borgo. Visse le vicende dell'epoca occupandorSi attivamente d,ellla pro-
pria borgata. Fu deputato al parlamento di Vienna e alla Dieta di l n-
nsbruck. Fu no:minato p atrizio tirolese, ciambellano di Sillla Maestà,
Cavaliere della Corona Ferrea. Morì il 17 gennaio 1910.

(A. Co.sia su «Voci Amiche», Borgo, ottobre 1961, pag. 6).

I ARENDENTISTI: sotto questa voce verranno menzionati .molti di


coloro che operarono per salvaguardare i val,ori etnici della nostra re-
gione. Troveremo no.mi di combattenti volontari (legionari), cospirato·-

197
ri, informatori militar~ perseguitati politici, internati: se i reggitori del-
la cosa pubblica avessero agito ed agissero in nome di costoro, certa-
mente l'Italia sareblbe oggi quella nazione seria, irn.pegn,ata e onesta
ch'essi scelsero co,me lo,ro ideale e che te:nevano in cuore.

1848
8 febbraio: scoppia.no a PadcJva i moti studenteschi.. Vi partecipò
lo :studente RO;SANELLI GIUSEPPE di Vitale e Gasperini Maria,
nato a Tenna nel 1.8,32. Aveva·nascosto sotto il pavimento della sua
camera una ventina di fucili. Sfuggì afila ]Polizia saltando dalla fmestra
e si rifugiò in Svizzera.
Ai moti studenteschi di Verona parteciparono A VANCINI LO-
DOVICO di Levico,, e lo, studente VALDAGNI LUIGI di Pergine.
13 apriie: ,a Tione :si costituì una compagnia dei corpi franchi
con lo scopo di occupare la valle di Non. All'azione partecipò, con il
grado di ufficiale contabile, MARTINI LEOPOLDO di Francesco e
Mauro Domenica, nato a Pergine il 18 ,dicembre 1818. Era diur!ll!ista
nel Giudizio di Tione,
1 m,agglo: si costituisce a Brescia l'Associazione Trentina. LEO-
POLDO MARTINI (V.,s.) è tra i frrmatari dell'atto costltuziona1e.
4 maggio: si apre l'arruolamento volontario nella costituita Legio-
ne Trentina. Tra i volontari si trovano: Sottotenente LEOPOLDO
MARTINt, Sottotenente PlETRO RINALDI di Strign,o ed i gregari
DANIELE GRAZIAD,E[ di Caldonazzo, SIMONE BOND di Pri-
,miero, MARTIN0 PIVIO d~ Strigno, GIOVANNI RA'iIINI di Ca-
1

nal San Bovoi GIOVANNI BUFFA di Pieve Tesino, FRANCESCO


ROCCHETTI dì Pergine.
Il reparto viene dislocato tra. C,affaro., Pres,eglie e Idro. Dopo Cu-
:stozza (23-25 luglio) ili corpo :si ritira in Piemonte e viene sciolto. In
seguito aH'armistizio fiu bandita dall' Alll!stria un'amnistia e qualcuno
dei legionari tornò in patria.
8 maggio: viene costituito a Padova un Comitato Trentino per
l'arruolamento di volontari, che vennero inqu,adrati nei corpi veneti.
Tra gli arruolati LODOVICO A VANCINI (V.s.) e DOMENICO
BENETTI di Roncegno. I corpi veneti combatterono a Vicenza e fu.-
ro,no po,i impiegati nella difesa di Venezia. Il Benett.i fu ferito im com-
battimento.
Nel frattempo venivano pers,eguiti dalla polizia austriaca OBER
FRANCESCO dli Primiero, arrestato perché in possesso di manifesti-

198
rni rivoluzi,onari; SARTORI· RAIMONDO, geometra, di Primiero,
processato perché in calce al boll,ettino cli guerra affisso in piazza
aveva scritt,o: «Non è vero/»,· DALLA ROSA ENRICO di Pergine,
perché trovato !in possesso di runa sua lettera contenente «una conso-
lantissima n.otizia1>; MENGUZZATO PIETRO~ chierico, di -Pieve
Tesino. arrestato per discorsi antia1U1striacanti; D-ON VESCO, parro-
co di Primier:o, per aver fatto propagan,da per la separazione dal Ti-
rol,o; DON PIETRO GUETTI, parroco di P:inè, per «l'irifida condot-
ta politica>,; DON ANTONIO ZANGHELLINI (di cui si vedrà ap-
presso (V.lettera Z); GIUSEPPE BAZZANELLA, ALESSANDRO
BOSJS,IO, STEFANO BATTISTI di Borgo, accusati di aver affisso a
rutti gl!i .a.ngoii delle vie ,d!ella borgata un manifes.to in versi.

1849
20 marzo: la Legione Trentina, che nel settembre del 4,8 si era ri-
costituita in un unico battaglione, per J'a,ccorrere dei volontari, viene
a formare la 25.ma e la 26.ma Compagnia di Bersaglieri Trentini. Vi
ritroviamo I..eopo,ld,o Martini, Rocchetti Fr.ancesco, con iJ grado di
sottotenente, Rattini Giovanni, caporale, Pivio Martino ed in più OSS
PIETRO, di Zava d 'Ischia, figlio di Vito e Pincigher Maria, MOT-
TER VALENTINO di Valentino e Corradì Marianna, nato a Zivi-
gnago. Nei poch._i giorni di guerra le due compagnie agirono come
forze di manovra.
Nell'esercito regolare piemontese militavano come volontari n.elle
campagne del 48 e del 49 RINALDI FERDINANDO, fratello di
Pietro, di Strigno, sergente nel 10° Fanteria e TASSAINER. CRI-
STIANO di Leonardo e Zor Maddalena nato a Maso Tassainer di
Palù.
Dopo la sconfitta cli N,ovara (23 marzo), le due compagnie cli Ber-
s.aglieri Trentini vennero sciolte a Bobbio, il 3 aprile.
Ma iillon tutti tornarono ai loro privati quartieri, un gruppo cli tren-
tini costitlllitosi ·nuov,amente irt. Battaglione Bersaglieri volse verso la
difesa di Roma. Il ,ç orpo si imbar(!,ò a Livorno ~ sb,arcò ad Orbetello.
L~8 maggio entrò itn Roma e si pose a,gli ordini di Manara. l !lli questo
,corpo ritroviamo Motter Valentino, Oss Pietro, Pivio Martino, Ratti-
.ni Giovanni, a Tassainer Cristiano, che per poter partecipare alla
,campagna garibaldina si era congedato dall'esercito regolare edl intiine
troviamo MARZARI CARLO di Vigolo Vattaro.
Con Manara i volontari combatteron.o a Monte Mario (t3 mag-
gio) a Velletri (19 rna,ggi,o), a San Pancrazio e a Villa Corsmi (3 giu-

199
gno). Il 2 luglio, caduto Manara, il corpo si sciolse. Alcuni, com.e il
Rattini, fuggirono con Garibaldi. Il Rattini fu fatto prigioniero con al-
tri, nelle Valli dèl Po e condotto a Pola.
Alla difesa di Marghera e di Venezia partecipò l'Avancini Lodovi-
co, gregario nella Legione d'Artiglieria Ban.diera e Mor,o.

1855
LEOPOLDO MARTINl, entrato nell'esercito regolare, partecipò
alla Guerra in Crimea. VengoD10 liberati i FRATELLI SARTENA
(Vedi: Sartena}.

1858
La Gazzetta del Popolo di Torino aprì una sotto:scrizione per offri-
re 100 cannoni alla difesa ,clii Alessandria. Tra i firmatari si leggono i
nomi di Enrico Dalla !Rosa di Pergine e delle sorelle Rinaldi di Stri-
gno. Ell'ano sorelle dei volontari Pietr,o e Fell'dinando.

1859
Alla campagna del 59, inquadrati nell'esercito regolare: piemontese
parteciparo·no: RINALDI FERDINANDO di Strigno, sergente nel
10° Fanteria, partecipò alla b.attag!ia di Monte Suello; P'A NIZZA
nob. POMPEO di Cive2.2ano, caporale nel 14° Regg. Fanteria, com-
1

battè a Vinzaglio, a San Martino e Solferino; ZANOTTO ENRICO


di Torcegno; ALESSANDRO DAZIARO (V. Daziaro Giuseppe) di
Pieve Tesino e OS,S PIETRO di Zavà di Rergine, che parteciparono
ai combattimenti di P·alestro e ,di Monte Suell0; ROCCHE'l"hl EMI-
1

LIO, fratello di Francesco, ed il fratello LUDOVICO GIUSEPPE. Il


primo prese parte, com~ sottotenente, alla ricognizione oltre il Sesia
ed al combattimento della Madonna della Scoperta. Ed infine il più il-
lustre dei combattiimenti: LEOPOLDO MAR.TINI che, al comando
della sua Compagnia, la X.ma del 3° Battaglion,e Bersaglieri, ieaddè a
San M.artino. NeU'Ossario di quel colle su una colonna è illlcisa que-
sta epigrafe:
«LEOPOLDO MARTINI / NATO A PERGlNE NEL TRENTINO / IL 18
XII 1818 / VOL;ONTARIO DELLA LEGIONE TRENTINA / NEL 1848 / POI
LUOGOTENENTE DEI BERSAGLIERI/ ALLA TESTA DELLA SUA COM-
PAGNIA / X DEL III BATIAGLIONE / NELLE PRIME ORE DEL 24 GIU-
GNO 1859 / ALL'ASSALT0 DE.LLA MADONNA D ELLA SCOPERTA /
1 1

EROICAMENTE MORIVA/ LE SUE OSSA RICORDAN 0 / TRENTO. 1

200 1
Nell'ottobre del ]859 il patriotta LODOVICO WEISS di Strigno,
oltrepassò il confm,o pr,esso Peschiera per r,ecare a Garibaldi una ban-
1diera, ricamata dalle donne di Strigno, ed un :messaggio delle donne
trentine,
Questo messaggio sarà poi lan ciato su Trento, presso il Castello
1 1

da Gabriele D'Annunzio nel volo che effettuò sopra la città il 20 set-


tembre 1915.
Ed ora una cu!l'iosità.: qualche anno addietro il rag. Livio Rossi di
Borgo, ripristinando rn pavimento del suo studio, sito in quella che un
tempo era «Casa D·ordi,>, trovò scritta sul roves<:io di un'asse dell'im-
piantito, con matita. a grossa grafite, questa significativa scritta: ((An-
no 1859 - la desiderata guerra - finalmente ragiungerà»·.
Il reperto vien ora conservato in cornice e S·Otto vetro dal di]igente
scopritore.

1860
I mllle di Garlbaldl, Da Quarto, coni Garibaldi, salparono due no-
stri conterranei: lFATTORI BIOITON ANTONIO di Castel Tesino
e SARTORI PIETRO, iCl!etto «Bezzo» di Levico. Di ambedue: si han-
n,o scarse notizie. Il Biotton era nato nel 1836, aveva sposato una
Dallemule. Dopo le campagne visse nel Vercellese: a Graglia, a Oc-
clhieppe ed infin.e ,a Zub:iena. D·opo aver subito l'amputazione di una
gamba, morì nell'ospedale di Novara il 19 giugno 1879. Il Sartori era
nato nel 183 I re,dl al fonte battesimale prese il nome di Pietro Giovan
Battista. Nel 1859 Javor:ava ieome. prestinaio presso il forno della sus-
sistenza piemontese in Milano. Terminate le campa.g,ne, si stabilì a
Como,, in via Borgo Vico, 16. Morì in quell'ospedale il 7 agosto
1870.
L'immagine dei due era tra quelle contenute nell'album di fotogra-
fLe che Garibaldi teneva a Caprera accanto al suo letto di morte.
La spedizio1ne Medici. Il luogotenente dì Garibaldi, Giacomo Me-
dici, il futuro generale, provvide ad una seconda spedizione di volon-
tari per la Sicilia. 11 gruppo partì in parte da Genova ed in partte da
Cornigliano il 9/10 giugn,o 1860. Fra gli imbarcati ,c he raggiunsero la
Sicilia vi furono: CHIN[ E.M ANUELE di Pergine, ch,e comlbatterà a
Castelmorrone col battaglione Bronzetti; GIONGO LUIGI di Pergi-
ne, che combatterà! s,uJ Volturno con la V Comp. Brig. Gaeta; M 0 - 1

RELLI ANT0NIO di Canezza,· MOSER GIUSEPPE di Pergine,


1

che comlbattè a Mila.zzo conquistandosi la medaglia al valor militare

201
sul Volturno e fu fatto prigioniero, ma quindi liberato a Gaeta dalle
truppe del Gen. Cialdini; ... il «gio'Vanetto)) MOSER di Pergine che,
secondo una lettera di Angelo Ducati diretta a Gazzoletti, «moriva
vittima .del suo coraggio nelle acque del Volturno)); ROCCHETI'I
LOD0 VIC'O GIUSEPPlE (V.s.).
1

L'eser·clto merldlonale. Superato lo Stretto di Messina, Garibaldi


riordinò le sue forze, che ogni giorno andavano vieppiù aumentando
per l'accorrere di volontari e costituì quello che fu poi chiamato «L 'e-
sercito Meridionale». Tra i volontari. in questo esercito troviamo:
CASAGRANDE GIOVANNI di Borgo; CATIAROZZI EUGE-
NI10 di Fierozzo; DALMASO DOMENICO di Te.lve; DANIEL]
ARCADIO e FILOTIMO di Strigno; FRIGHELLO LUIGI di Ron-
cegno; LAZZARI FRANCESCO di Pergine,· OGNIBENI L0 DO- 1

VICO di Lewico; OSS GIUSEPPE di Pergine; PAOLI CARLO di


Petgine,· PASQUAZZO DOMENICO di Ivano, che .morirà nel 65 in
Ancona assistendo i colerosi; ANTONIOLLI CLEMENTE di Levi-
co; PODA GIUSEPPE di Caldonazzo; ROCCHETTI F'RANCE-
SCO ,e GIUSEPPE di Pergin,e; SARTORI EDOARDO e PIETRO
di Levico; S,E GA'fO FEDELE di Borgo; STOPPA GIOVA.NNI di
Telve; TA,SSAINER lBORTOLO di Palù; WAISS CESARE di Stri-
gno.

La campagna delle Marche. L' l l settemlb·re le itruppe piemontesi


al comando dei g.enerali Cialdini e Della R.occa oltrepassarono il con-
fine. Le millizie pontifice, sconfitte a Casteltìdardo, si ritirarono ad
Ancona. La città, assediata, si arrese il 29 settembre. Le Marche e
l'Umbria corn plebiscito si univano al Regno di Vittorio Emanuele.
A questa azione parteciparono: NERV 0 NERVISKl di ,Castel Te-
1

sino, capitano comandante la ,43.ma Comp. dell'l l Btg, combattè a


Castelfidar,d!o e fu alla presa di Ancona, guadagnandosi la crCroce di
Cavaliere dell'Ond/n.e Militare di SavoiaP.; FRANCESCO NEGRI d.i
Strigno, si ebbe I.a «me({aglia d'argento)) a1I valor militare alla presa di
Ancona; EDOARDO GIANES,ELLI di Levico, caporale,; fu ,allla pne-
sa di Ancona; PANIZZA nob. !POMPEO (V.s.), com·battè a Monte

202
Polito e a Monte Pelago, guadag.nandosi una «menzione ono,revo/e,,;
BORDATO MOSJÈ di Scurelle·; CAMPRBGHER ANDR!EA di
Centa; CATIAROZZI EUGENIO di Fierozzo; CAITAROZZI
GIAMBATTISTA di Fierozzo; CEOLA WRENZO di Ca.lceranica;
DALLA FIOR GIORGIO di Sternigo, ufficiale addetto al comando;
DALMASO PRIMO di Roncegn,o; FRIGHELLO LUIGI di Ronce-
gno; RINALDI FERD INANDO di Strigno, che ebbe una «menzio-
1

ne onorevoleP> nel combattimento ,dli Vezza; ROSI GIAMB.ATIISTA


di Borgo; ECCHER de ED0ARDO di Susà, ufficiale del Genio, Mi-
1

litare; FR.UET GIUSEPPE di Zav:à di Pergine: Frate.ili GIRARDI


ANTONIO e GIOVANNI di Canezza,• LANNER FELICE di Per-
gine; LAZZlERI FRANCESCO, LAZZERI GIOVANNI B.A'l"l'le
STA, MAR.GONI GlOV ANNI BATIISTA, MARIOTII BORTO-
LO, OSS GIUSlEPlPE, VINCIGUERRA LUIGI, tutti di Pergine;
ROCCHETTI EMILIO,, sottotenente che a Capua si guadagnò la
«medaglia d'arge·nto J> p,er il coraggio dimostrato nell'impianto di linee
1

telegrafiche eseguito sotto il tiro del nemico; ROSANELLI GWSEP-


PE di Tenna (V.s.); TASSAINER CRISTIANO' di Palù, capitan,o
nel Corpo Guide a Pi,ed.i; FRUBT GIUSEPPE di Pergine; MOSER
DO·MENICO di Faida,· MOSER GIOVANNI e MOSER PIETRO
di Pinè.
Prima di chiudere quest'annata merita segnalare come nella notte
tra il 23 ed il 24 giugno vennero corttempo:rarte·ame-nte arrestati vari
trentini: a Trento, a Rovereto ed altrove. A Pergine venne :arrestato
DALLA ROSA ENRICO.
Taluni di costoro vennero confinati mBoemia ed in Moravia. Altri
furono liberati dopo pochi giorni.

l fuonusciti trientiru avevano organizzato nella regione una fitta rete


di corrispondenti ai quali veniva spedito [Per la clan.destina diffusione,
copioso materiale di pro[Paganda e stampa. [ corrispondenti per la
nostra parte erano a Pergine: il dottor Enrico Dalla Rosa, il medico
llertolli, il negoziante Pietro Paolli, Eduino Chimelli e Carlo; per Cal-
donazzo: G.ioac,chino Garbari, gestore dell'Hotel; a Levico,: il dottor
Riccard,o Rin.aldi, Lazzaro Slucca, Cirillo B:ros,o, Ignazio Bertol,dli,
Gian Battista Villi; a Borgo: Francesco Ambrosi, il dottor Luigi Sar-
torelli, Carlo Bellotti, podestà, Ferdinando e Augus.to Belletti; a Stri-
gno: il dottor Pietro Rmaadi; a Ivano Fracena:· il! curato Don Giusep-

203,
pe Grazioli; a Pieve Tesino: Giuseppe Pellizzaro, Giuseppe Rio, Gio-
vanni .Buffa; a Te/ve.: un certo Dal Maso.
Il 27 feblbraio 1863 Ergisto Bezzi penetrò nel Tre.ntino con lo sc,o-
po di or,gani.zzare una rivolta popolare. Toccò trutti i principali capo-
luoghi. È certo che a Petgine s.i incontrò con il 1110b. Pompeo Paniz.za,
che assumerà il nome di battaglia Moseherisio, Eduino Cbimelli, che
assumerà il nome di Antonio Cuen, D~la Rosa dottor Enrico con lo
pseudonùno di R izti.
L'azione era prevista in ampio raggio in q11Janto coinvo:lgeva anche
il Friuli. Le riU1nio,ni, a cui partecipava il Painizza, si tenevano a Pa,do-
va. Compito primo era quello di introdurre le armi nel Trentino·,
11 19 agosto in UJli sottotetto di Padova si tenne una delle riunioni
conclusive. Con rappresentanti del Friuli, del Trentin.o, tra cui il Pa-
nizz.a, I.a riunione ebbe tiermine non dopo di aver concordato un'azio-
ne comune con i Comitati di Torino e di Milano.
Lai polizia austriaca però prevenne tutte le mosse: nella stessa not-
te del convegno, di Padova la polizia attuava arresti in tutto il Trenti-
no. Pompeo Panizz.a ebbe appen.a il tempo di tomar,e, inconscio, .a
- Pergine per essere tratto in arresto il 24 agosto. Con lui vennero arre-
stati il Chimelli; PINTER FRANCESCO di Pergine, un postiglione
che fac,eva ,servizio tra Pergine e Tre.nto, ma che aveva introdotto ar-
mi con qualche suo viaggio a Bassan,o se non addirittura da Manto-
va; MOSER DOMENICO., quale arruolaltore di volontari; TO,MASI
LUIGI, detto <rBarbuson», calzolaio, tutti di Pergine.
Panizza venne condannato a 12 anni di carcere duro, ChimeUi a
cinque. Vennero rilasciati, in seguito all'amnistia che l'Austria dovette
concedere con il trattato, di pace susse.guente alla guerra del 1866,
Arriestati i capi e fuggiti i luogotenenti, l'insurrezione non poté rea-
lizzarsi.

1866
Si ebbe sentore di guerra nelle nostre zone con la retata che la po-
lizia attuò nei confronti dei «vigilati politici». A Pergine furono arre-
stati irnmediataun,e.nte MOSER DOMENICO, TOMASl LUIGI e
PINTER FRANCESCO, che erano stati in precedenza. rilasciati con
libertà vigilata. I prirru due furono internati nella fortezza di Teme-
swar in Transilvania, mentre il Pinter, in seguito alle istanze della mo-
glie, f11J confinato a Vipiteno.

204
A Strigno furono arrestati il geometra FIORI LIBORIO e LINO
OSTI; a Roncegno PRIMO DALMASO e LUIGI FRISINGHELLI.
Un ripensamento politico impedì l'arresto del podestà di Strignot il
dottor PIETRO RINALDI e del consigliere comunale di Levico, dot-
tor Riccardo, fratello del dottor Pietro.

.
Combattenti nella divisione M,edici': Tenente ALESSANDRO
D AZIARO di Pteve Tesino, del 2° Batt. Bersaglieri, 62° Regg. lPrese
1

parte al combattimento di Primolano ove fu leggermente ferito. Attuò


una digression.e di marcia salendo il Murello, passando ·per Pieve ove
fu ,calorosamente accolto, scendendo poi su Strigno. Sergente PAOLI
ALF·ONSO di Pergfne1 2° Regg. 11 .ma Comp., combattè: a Pr-imola-
no. Sergente CHINI EMANUELE di /'iergine. CEOLA BALDO o
BALDiESSARE, nato a Pergine il 29 novembre 1846. Volontario nel-
la guerra del 66, partecipò ai combattimenti nella Valsugana. Conge-
dato seguì la carriera nella Pubblica Sicurezza: fu questore di Milano
( 1899~190 5), Ispettore Generale al Ministero degli Interni (1907-
1

19091). Fu Commendatore di San Maurizio e Lazzaro, Grand!'Ufficia-


le d:eUa Coro·na di Prussia, Cavaliere della Legione d'O nore. Morì a
Milano il primo, aprile 19 13.

Comba1ttentl In a,l trl reparti regolar!: Sergente GIONGO LUIGI


di Pergine. Diurnista presso l'Ufficio espropri dell.e Ferrovie, attra-
versò il confine. Fu con la spedizione Medici in Sicilia, combattè sul
Volturno. Passato nei granatieri dell'iEsercito regolare cadde at Cu-
stozza il 24 giugno. Con il Gion.go, a Custozza, ,cadde anche ZAM-
BELLI ·CLAUDIO di Civezzano. Altro cornlbattente in reparti re.go-
lari fu LEONE WEISS di Strigno.

Combattenti c·orn Garlbaldl: PAOLI CARLO di Pergine, fre-


quentò L'Istituto Tecnico Castellini di Camerlato (Como) ove ebbe un
bacio da Garibaldi quando q.uesti visitò il collegio. Nel 66 fu.ggì d.a

205
Trento e si arruolò nel 2° Regg. 3° Batt. Il Comp. dei Corpi Volonta-
ri di Garibaldi, combatté a Bezzecca; CHIMELLI CARLO ,di Pergi-
ne era nelle Guide a cavallo ed a Bezzecc,ai meritò, la crmedaglia d'ar-
gento»;A VANZO FILIPPO dli Pieve Tesino; BORDATO MOSÈ di
Scurelle, CA1TAROZZI EUGENIO E GIAMBATTISTA cli Fie-
rozzo, D.A NIELl FILOTIMO di Str:igno, DALMASO PRIMO di
Roncegno,, ECCHER DE EDOARDO ed ENRICO di Pergine,
MARGONI GIANBATTISTA di Pe,rgine, MORADUZZO lPIE-
TRO di Pieve Tesino, OBER.0 SLER GIUSEPPE, OSS GIUSEPPE
1

di Pergine, ROCCHETTI EMILIO di Pergine, RINALDI FERDI-


NANDO di Strigno, ROSANELLI GIUSEPPE di Pergine, SPAGO~
LA ALESSANDRO di Borgo, PICCININI VINCESLAO di Pergi-
ne, WEISS GIOVANNI dmStrigno.

A u:ssa fu presente VALDAGNI dottor LUIGI di F,e:rdinandlo e


Dalla Rosa Angela, nato a Pergine il 5 agosto 1910. Lo trovammo
presente! :alle dimostrazioni quarantottesche in Veron.a o,ve era studen-
te liceale. Nel 1856 si laureò a Padova. Dopo aver ottenuto a Torino
J,a laurea integrativa venne assunto, su domanda, nella Regia Marina
(1862) come medico di corvetta di II Classe.
Fu di guarnigione a Genova, A·ncona e nell'isola della Maddalena.
Curò, a Caprera1 Garibaldi per i postumi de,11a ferita alla gamba., con-
tratta ad Asprom.onte. Il Valdaigni del Condottiero conservava un si-
garo regalate:gli ad un ram.oscello d'alloro colto nel giardino.
Il 23 febbraio 1863 compì un viaggio di circumnavigazione suita
«pirocorvetta» San Giovanni ail comando della qua1!e era l'ammiraglio
F.aa ,cl!i Bruno che a Lissa si immergerà con la s:ua nave. il «Re d'Ita-
lia»,.
Alla battaglia di Lissa pr,ese parte sulla «Vitt,orio Emanuele».
Nel 1865, per l''opera prestata nella cura ai colerosi dj A.ncona, gli
1

fu decretata la «medaglia d'argénto al valore)> e venne insignito ,del-


l'ordine di «Cavaliere della Coronti».
1
Con,g,edatosi fu medico a Miane (Trevi.so) tino al [877 e quindi fu
medico condotto a Pergine., sua patria, sino al 1895.
Sulla sua tomba è posta quest'epigrafe, dettata dal figlio l'avvocato
Cav. Angelo: [N MEMORIA / DI / LUIGI VALDAGNI / CAVALIERE
DELLA CORONA D'[TALIA / DECORATO 1N ANCONA AL VALOR CIVI-
LIE / QUARANT'ANNI MEDICO CHIRURGO NELLA REGIA MARINA /

206
IN MIANE VENETA IN PERGINE / GIOVÒ A MOLTI / NOCQUE SCIEN-
TlFICAMENTE A NESSUNO / AMÒ LA PATRIA E LA FAMIGLIA / A
QUESTA DIEDE A QUELLA OFFERSE LA VITA / VIDE A LISSA / LON-
TANARE LA SUA PIÙ DOLCE SPE RANZA / MA CON QUESTA ANC0 RA 1

NEL CUORE / MORÌ CRISTIANAMENTE IN PERGINE / AJDDI S AGO-


STO 1910 / IN UNA VITA D'OLTRETOMBA / NELLA QUALE FERMA-
MENTE CREDEVA / POSSA EGLI ESULTARE / ALLA REDENZIONE
D ELLA PATRIA E DELLE ANIME.
Durant,e la guerra del 14-18 quest'epigrafe costò al figlio Cav.
Angelo J'a,ccusa di alto tradimento. La condanna f11J s,ospesa con
l'amnistia conseguente alla salita al trono di Carl,o I.

I clvlll comprom essos!I polltlcamente ,durante la spedizione


1

Medici l1n ·valsugana: ALPRUNI BENEDETTO di Roncegno, seguì


come volonta.rio il Medici.
ANDREAITA GAETANO, insegnante di Costas:avina, si vestiv,a
da contadino e con una gerla in spalla si portava, superando sentieri
impossilb,iEi del Cimirlo, a Trento per raccogliere notizie e riferirle allo
stato maggiore del Medici. Fu sospes.o dall'insegnamento.
A VANCINI DEGLI CESARE di Levico, studente in legge a Pa-
dova. Se,g.uì la ritirata de~ Medici. Tornato si ebbe 14 giorni di carce-
re.
AVANCINI DEGLI GIROLAMO medico condotto di Levico,·
«ilalianissimoJ) si ritirò con Medici, pur essendo membro della depu-
tazione comunale.
BERTAGNOLLI CARLO, praticante in pretura ,a Pergfne, si ri-
tirò con Medici Fu sospeso e licenziato dall'ufficio.
BROILO CIRILLO di Caldonazz·o, aveva procurato carte topo-
grafiche allo stato maggiore italiano. Si ritirò con Medici._
BORTOLAMEOITl GIUSEPPE di Vigolo VaLtaro, armaloiio in
Pergine, fu rinchiuso in carcere e condannato per aver tentato di «an-
dare a Trento a uccidere il comanda'nte aus.triaco gen . Kuh.er». Dalla
prigione uscì malato e morì giovane lasciando la moglie e un bambi-
no.
BOSO GIO BA'I TISTA detto «Caretta- di Castel Test,io~espose
la bandiera all'avvicinarsi d,e.i bersagli,eri. Tre mesi dj carcere.
CAPPELLO f'ELI,C E di Borgo. Si ebbe l'arresto.

207
CARLI dottor ANTONIO, resse il Co,mune di Pergin.e, mentre fil
podestà S-ittoni era in missione per consegnare un indirizzo a Vittorio
Emanuele. Fu de.nunciato come «garibaldino» dagli austriacanti loca-
li.
CASAGRANDE ANTONIO, mugnaio, di Bedollo, si espresse di-
cen,cflo che ((l'Austria la deve perder la guerra p:erché i diritti i è ,dei
Talian'i e non dovemo essere uniti ai Todeschi». Fu processato e. p.ro-
sciol to p,er mancanza di prove.
CECCATO GIULIO di Castel Tesino, sfregiò e fe,ce a pezzi l'a-
quila imperiale che sovsrastava la porta della taba,ccheria di suo pa-
dre.
CHIMELLI F'AMIGLIA di Pergine: mand,ò notizie ai patriotti di
Trento servendo,si di due ragazzi. I due, un certo Comper e Valcano-
ver Giuseppe, usarono l'espediente, per passare innosservati, di trasci-
nare le catene dei lari striscicandole per lucidarle, come era d'uso, sul
ghiaino della strada. Arrivati a destinazione scu c.irono dai panciotti le
1

• •
m1s:s1ve.
CHIMELLI TERESA di Pergine ebbe modo di conoscere il capi-
tano dei C.avaleggeri di Monferr,ato Costanzo lLuzzago, che sposerà
l'anno appresso,
COLPI GIANBATTISTA di Pergine si ebbe la casa devastata do-
po la parten.za del Medici, per reazione dei locali austriacanti con
l'appoggio delle truppe austriache.
DALLA ROSA DOTTOR ENRICO di Pergfne. Fu una delle fi-
gure ·più appariscenti dell'irredentismo perginese ed 1,11n instancabile
organizzatore. Fu accusato d'aver propagandato in tutta la V,alsuga-
n.a l'arruolamento volontario. Fu lui che stese l'indirìzzo rivolto a Vit-
tori,o Emanuele. Si ritirò con Medici.
DALLA ROSA GlACOMO di Pergine, pa,dr,e di Enrico, si ebbe
come il Colpi la casa devastata,
DALLAGO A CH]LLE, possidente, di Levico, seguì Medici.
1

DALMASO PRIMO di Roncegno, vigilato speciale, fu internato.


DALSASSO PIETRO di Borgo, scortato a Trento.
DIVINA FRANCESCO di B'orgo, anche lui scortato a Trento.
DIVINA LUIGI, agente di c,ommercio in Strigno, si allontanò con
Medici.
DORIGATO DON GIOVANNI BATTISTA, ((cop·a.rroco» di Ca-
sJel Tesino. espose la bandier.a in attesa dei bersaglieri italiani, che
d'altrondero giunsero solo a Pieve: tre mesi di arresto.

2i08
DOR.IGATO PffiTRO, fornaio, di Castel Tesino: un mese ,d'arre-
sto per aver esposto la bandiera d'Italia.
FERRAI PIETRO, oste e ~alzoiaio, detto «Molla», di Borgo ac-
colse gli italiani «girando per il paese con bandiere come un pazzo».
Promosse arruolamenti. Seg11ì il Medici.
GARBARI GIOACHINO nato a Caldonazzo nel 1824, «i'nteme-
raJo palriota - delle· idee nazionali e· liberali - strenuo propugnato-
re;, (epigrafe sulla tomba), avo del pittore Tullio Garbari e dei volon-
tari della prima guerra mondiale Garbari Mario, ed Ezio.. Come sinda-
co provvide all''allo,ggiamento ed al rifornimento del rep.arto del Colo-
nello Negri, che pervenne a Caidlonazzo, via Quaere e Lochere. Gesto-
re dell'Hot,el provvide «alla cottura di gran mole di po[e,nta». Segui il
Medici nella ritirata.
GARBAR! VALENTINO,, di Levi.co, ebbe la casa devastata da
elementi austriacanti.
GIONGO .ALBERTO di Pergine, studente di legge in Padova, fra-
tello di Giuseppe, accolse Ee truppe italiane indossando la camicia
ro:ssa. Seguì il Medici, ma al ritorno in patria si ebbe un mese d'arre-
sto.
GIONGO GIUSEPPE di Pergi11e1 attuario presso la locale pretura
fu sospeso dalll'impie.go avendo egli ornato la casa della bandiera ita-
liana ed avendo proposto 'l]IUa festa luminaria :in onore delle tr·uppe
italiane. Fu riassunto in servi·z.io nel 18 75, senza possibilità però di
avanzamenti di carriera.
GIRARDI GIOVANNI, pretore a Strigno, rimase fermo al posto
contr,avvenendo alle disposizioni delle autorità alllstria,che.
LIBORIO FIORI, perito geometra di Strigno, già arrestato, ,e rila-
sciato, segui il Medici n,ella ritirata.
MARIETTI Fratelli, stampatori in Trento,. oriundi di Bien·o. segna-
lati come irredentisti.
MARIOTTI CARLO, perito geometra di Pergine: seguì il Medici.
MARTIN1 S,ILVIO di Pergine, scrivano d'avvocato. Seguì il Me-
d!ici, ma al suo ritorno si ,ebbe un me.se d'arresto come sottoscritto,re e
pr,opagandista per l'arruolamento.
MENGHIN TEMISTOCLE, pretore in Bo.rg,,o, rimase al posto
suo come il pretore di Strigno.
MOSE.R GIUSEPPE di Pergine, ma residente in Trento era un
sorvegliato speciale ,com,e irredentista.
OSTI LINO di S1rig120, già arrestato e rilasciato, seguì il Medici
nella ritirata.

209
PACCANARl GIUSEP·PE, vetturale~ di Borgo. Trattenuto dal 3
al 13 agosto nelle c,arceri di Trento come «sospétto».
PAOLI PIETRO P AOL0 negoziante di Pe.rgine. Nella vetrina del
1

suo negozio aveva disposto le tele sii da compone la bandiera italia-


na. Se,guì jl Medici.
PICCININI VINCESLAO, possidente di Pe,rgine, collaboratore
del Dalla Rosa. Si allontanò con Medici.
RJNALDI DOTTOR PIETRO, medico e podestà di StrignoJ se-
g.nalato come ((nemico ,dello stato e fautore di rivoluzio.ni». I!I fratello
Ferdinando militava con Garibaldi verso Bezzecca. Fece parte della
delegaziortè pèr la consegna dèll'indirizzo a Vittorio Emanu·ele. Seguì
il Medici.
RINALDI DOTTOR RICCARDO, fratello di Pietro e Fer,dinan-
do, consigliere comunale a Levico. Anch'egli fece parte della. deputa-
zione con il fratello. S,i allontanò con Medici.
ROMANESE DON ELIGIO aveva partecipato con i giovani di
Levìco alla manifestazione ,dli simpatia per le truppe italiane tenuta a
Caldonazzo. Fu arrestato.
ROSANELLI CARLO, filandiere, di Pergine, si allo,ntanò con il
Medici
SARTORELLI DOTTOR EGIDIO, medico in Borgo. C,o mpro-
messosi seglll!Ì il Medici. Tra l'altro aveva pro,vveduto lo Stato M.ag-
giore di carte geografiche locali.
SARTORI LORENZO di Roncegno segw ,come volontario il Me-
dici.
SAR.TORI DOTTOR PIETRO di Pergfne, ospitò nella sua casa il
generale e si po:rtò a Verona a rendere omaggio al re d'Italia.
Su casa Sartori in Pergine è murata l'epigrafe: D A QUESTA CASA/
1

CHE FU SUO QUARTIER GENERALE / GIACOMO MEDICI / ADDI X


AGOSTO MDCCCLXVI / ORDINAVA ANGOSCIATO / LA RITIRATA
DELLE SUE T'RUP'PE / D ESTANDO PERGfNE. / DA UN PRJMO SOGNO
DI REDENZIONE.
SFORZA (DEGL1) FERDINANDO, atruario di pretura in
Borgo,.
SEMBIANTI GIUSEPPE impiegato esattoriale in P:ergine si ebbe
tre mesi ,dl'arresto.
SITTONI DOMENICO, podestà di Pergine, fu tra i latori dell'in-
dirizzo a Vittorio Emanruele. Si allontanò con Medici.
SITTONI CONTE FRANCESC0 pretore in Primiero. Non si al-
1
,

lontanò ,d!al posto è si giustificò con questa onesta e saggia lettera del

2:10
3 l luglio 1866: (<lo sono del sommesso parere che la continuazione
delle funzioni pretari'ali sia possibìle sotto qualsiasi incursione,
purché l''I.R. impiega'to si a.stenga da o.gni politica e curi solo la vita e
la proprietà dei suoi amministrati. Non si sa comprendere il motivo e
non si vede nella disposizione che un abbandono del popoloi un tor-
mento dell'impiegato. Io sarei del sommesso parere di lasciar tutti al
posto loro» ...evidentemente non era u.n «pretore d'assalto»l
VALCANOVER v·ed. CATTERINA di Pergine, madre di uno dei
p,iccoli messaggeri defila famiglia Chlmelli, tenne nascosto un soldato
br,es,cia1110, gravemente ammalato e lo fece fu.ggir-e d·opo d'averlo cura-
to.
VEDOVA ING. DA VIDE di Pergine segnalò al comand.o italiano
movimenti di truppe austriache.
VOLTOLINI CARLO di Borgo subì l'arresto.
WEISS FERDINANDO~ possidente di Strigno. seguì il Medici.
WILLI GIO BATTISTA,podestà di Levico, si allontanò con il Me-
dici.
ZOTTA BAILO PIETRO, capo co:mune di Pieve Tesino, festeggiò
l'arrivo in paese dei bersaglieri del Tenente Daziaro «facendo eccheg-
gia re l'intera vallata colle sue villanie e baccanti evvi'v:a». Il pretore d.i
Strigno mimimizzò l'accu.sa affermando che era stata fatta dai «un mi-
litare intrigante».
ZANELLA DOTTOR PIETRO; rned.ico, primario in Borgo, con-
tribuì a togliere e calpestare l'aquila imperiale della pretura. Si allon-
tanò col Medici.
ZANETI[ ERNESTO, commerciante di semi di ba,co da seta in
Borgo. Fece parte della. delegazione incaricata di portare l'indirizzo a
Vittorio Emanuele. Anch'egli si allontanò co,n il Medici.
SJ fa notare che le parole scritte tra virgolette furono to,lte dalle de~
nunce dellla polizia. In genere le co,ndanne flllrono particolarmente leg-
gere e cjò si spiega in gran parte giacché i sentimenti dei pretori c,olli-
.mano con quegli dei processandi.
Comunque ne1Jle clausole ,dell'armistizio di Cormon:s (12 agosto) vi
,era quella di n,on molestare la popolazione tirolese per le o:pinioni
,espresse durante l'occupazione Medici. [I plenipotenziario austriaco
non volle f!l.fmare la clausula, ma il trattato cli pace impose all' A.ustria
un'amnistia generale per tutti i reati politici
1867
Tra i. volontari che presero parte all'ultima impresa g,aribaldina,
quella condotta nell'Agro R,omano nel tentativo di conquistare Roma,

211
ci furono ANDER.LE LEONARDO di Pergine, CHIMEl.LI AU-
GUSTO, nato a Este da famigliaperginese, GIAMBATTISTA CAT-
TAROZZI di Fierozzo e DANIEL[ FILOTIMO di Strigno.
Combatterono a Monte Rot,ondo contro i papalini e fll!rono sopraf-
fatti dai nuovi fucili francesi, r<les chassepotsJ>, a Mentana.

NOTA: Tra i volontari garibaldini dei q uaJi si hanno scarse notizie circa lai loro
partecipazione a combattimenti sono da an11overare SARTORI TEOFILO di Pri-
1niero (V. Sartori Teresa), NERVO GIUSEPPE di Pieve Tesino e certamente qual-
che altro.

. .. fino al 1918
Terminata la terza gu,erra d'indipendenza italiana il Trentino, come
è no,to, rimase ancora entro i confllli dell'Impero Austro-U:ngarico ed
il movimento irredentistico nei nostri paesi contLnuò la sua attività.
Sorsero società sport~ve, ·complessi bandistici e corali, associazioni
culturali a sfondo programmatico nazionale e soprattutto sì rinvigorì,
con l'ins,crmzione di molti soci, Ja «JLEGA NAZJONA LE», che fu la
più attiva associazjone clhe contrastò il ((VOLKBUND», quel movi-
menil:o cioè sorto per ~a tedeschizzazione dei nostri territori.
Ma l'azione più rischiosa fu svolta n.ella clandestinità da tutti colo-
ro che facevano parte di quella rete di informatori militari tesa nel
Trentino dal reridenese TuUio Marc!hetti.

Informatori del SIM (Servizio Informazione Militare): BEN AV..


VOCATO CARLO di Fiera. fu l'animatore del1'irred.entismo nel Pri-
m:iero. Già dal 1907 passava informaz.ioni in Italia. Con lui coopera-
vano il figlio dottor Giuseppe e la figlia Sig.na EDVIGE, maritata poi
GALANTE.. Accolse egli il March,etti, falso professore di botanica.
BEN DOTIOR GIUSEPIPE di Fiera, fiduciario del SIM sin dal.
1903. Le sue notizie filtravano attraverso il Pontet. Egli intatti aveva
libero accesso nella caserma della Guardia di Finanza in quanto pro-
prietario, del fabbricato sito colà sul confine esistente. 'T ra l'altro il
Ben trasmjse il piano di mob,ilitazione di Primie:ro,. In ess.o era [Previ-
sto lo sgombero delle truppe dalla valle del Cismon ed il conseguente
ritiro sulla linea Rolle-Panevaggio, ,come di fatto avvenne.

212
Pur essendo alfiere nelle riserve, quale sospetto ]POiitico non otten-
ne ,dlall'Austria la promozione ad ufficiale. Arruotatao neU'agosto del
19 l 4 fu inviato in Russia ,con un reparto di marci.a. e quindi trasferito
111erna compagnia di ,disciplina «P.u Enns», ed infine inviato in una lo-
calità malarica della Polonia. Fu retrocesso a soldato semplice perché
irredentista, ma non furono trovate prove della sua attività di infor-
matore.
BERNABÈ ENRICO di Pergine. forniva notizi,e specie durante iJ
[Periodo nel quale era sorvegliante tecnico. nei lavori di fortificazione
sul Panarotta.
BORDATO BICE in ZANGHELLINI di Strigno. Durante la pri~
ma occupazi.one della borgata fungeva da informatrice sul movimento
delle pattuglie nemiche e da [Portaordini nelle zone avanzate. Si ebbe
la croce di guerra. Avendo ili generale Amari, comandante della Bri-
gata VenezÉa, avuto sentore che il comando austriaco aveva emanato
c.ategorici or,dlini per la cattura della B,ordato, consigliò la coraggiosa
signorina di abbandonare il paese (v. Dec,orati).
B·OSO MARIA nata a Caorla nel E895: ved!i Decorati.
BROC CATI GIUSEPPE di Pieve Tesino. Farmacista a Lamon
1

rac,coglieva notizie nei suoi rientri in Pieve. 11 17 agosto del 14 venne


appunto arrestato a Pieve per alto, tradimento. Dopo tre mesi di car-
cere fu rilasciato. Da Pieve sc.appò rifugiandosi presso il fratello dot-
tor Alberto a Sovrarnon.te.
BUFFA BARONE GIUSEIPPE di Telve. Richiamato in servizio
militare austriaco a Trento. fece parte d.i un gruppo cittadino di infor-
matori fruen,do della possibilità che gli offriva la ,divisa militare di en-
trare neUe caserm,e. Nerna primavera del 1915 tentò la fuga, ma ripre-
so fu condannato a tre anni di carcere scontati .a Theresienstaadt.
Finì ~a guerra sul fronte romeno.
BUFFA BARONE DOTTOR RAIMONDO cli Tielve, fratello di
Giuseppe.. Con il fratello barone CARLO e le c111gine bar.sse AUGU-
STA e RAIMONDA, faç,eva parte del gruppo informatori di Tie1ve.
Arruolato dall'Austria fu assegnato ad una compagnia di marcia
per la GaHzià. Si autolesionò e consenziente un medico militare tren-
tino ottenne una licenza per malattia. Prima del termine della licenza
oltrepassò il confine a Primolano.
BUF.FA RODOLFO di PievP T~:,·tno. Compiuti gii studi a Roma,
tornò a Pieve ed entrò 11e1 servizio informatori. Un giorno il Sergente
di gendaTt t"·ti.a Anderle, un trentino,. ,g:li fece intendere... che durante
J..., notte lo avrebbe arrestato! Così potè fuggire.

2 13
,Si arruolò !P<>i volontario e fu come te.nente medico a:ssegnato al
Servmzio Sanitario Militare.
COLIPI GIUSEPPE cli Levtco. Fu tra i più attivi informatori ed
una figura molto discussa. Fu pro,cessato a Rovereto per essere :stato
tra i promotori delle dimostrazioni di distlllrbo effettuate contro la fa-
migerata manif.e:stazione pangermanistica che elb,be luogo il 26 luglio
1907 a Pergine. Cresciuto in una famiglia «che conservava [e lettere
di Garibaldi co.me relique» non poteva non sentirsi altamente italiano.
Spirito bizzarro ,e.d! irrequieto., fu licenziato da di.versi impieghi, fu
però attivissimo nell'attività informativa ed era in r<}Ontatto diretto con
l'Ufficio SIM dello Stato Maggiore di R.oma. 'T ra l'altro, sotto il no-
me di Vittorio Greco, aprì a Trento una ·Casa ,dli piacere, ove le allegre
donnine avevano l;irncarico di carpire notizie dagli ufficiali e sottuffi-
ciali austriaci freqlllentanti l'ambiente. Assunto come impiegato nena
Banca Cooperativa di Trento commise l'errore di appropriarsi di una
forte somma c!he, second.o come si espresse poi, ,doveva servire per
costitll.lire delle bande armate. partigmane. Per la verità il comporta-
mento del Colpì può trovaire non dico una gius.tificazione, ma ,certo
un.a. spiegazione ~n un precedente fatto consimile avvenuto in Rende-
na nel 1,865: «il fallimento Marchetti».
Mancando nella Rendena Cass.e di risparmio, il Marchetti co,stituì
lllna. specie di banco di deposito, ma spese poi gran parte dei capitali
depositati e da Comuni e da privatit Ìl1! finanziamenti politici in favore
del movimen.to irredentistico.
Il C,olpi fu dunque condannato a 11 anni e tre mesi di carcere du-
ro, che scontò a Stein. Certamente la grave pena fu aggravata dalla
sua attività politica se anch,e la madre ADELE DEGLI A VANCIN1
e le due sorelle IERTA e RAFFAELLA subirono un lungo periodo
di detenzione.
Il Colpi fu liberato .il 7 dicembre 1918, tr,e giorni prima d i aver
completamente portato a termine il periodo di pena.
Al suo ritorno a Levico fu accolto freddamente, dai concittadini..
Per vivere si dedicò, alla raccolta di res.iduati di guerra, ma il 7 dicem-
bre del 1919 nell'anniversario della sua scaircerazionet una bomba gli
scoppiò tra le ntani ponendo fine allla sua vita.
-- -.-:--:::::::-=~
CRESCINI GIUSEPPE- dtJ>e78im>-.Era in relazione con il legio-
nario e garibaldino Rocchetti Emilio. A SUOl'fsç.-hk_e ~ricolo si pro·
Cil.lfava foto.grafie di forti, topografie di strade e sentier~t'er._endo
personalmente alle spese. --- ...._

214
CEOLA CAV. UFF. MARIO (V. Ceola Mario e v, Decorati), di
Pergine. Aveva freqrue,ntato il primo corso di Ingegneria a Vienna ed
essendo, allo scoppio della guerra,, troppo giovane, fu ìimpiegato dal
Genio Militare austriaco nei lavori di fortificazione sul Calisio.
D'opo d'essersi appropriato della carta aill'l :250.000 della zona con
i rispettivi piani di lavoro, riparò in Italia e come volontario prestò
servizio prima in Artiglieria e quindi neU'areonautica come ufficiale
osservatore, D~resse per molti anni lo stori,c,o Museo di Guerra di Ro-
vereto.
COSTA CELSO, maestro, di Scurelle. Fiduciario del SIM per la
zona ebbe per collaboratori il fratelllo ER.METE ed il cugino ,COSTA
ENRICO. Le notizie raccolte venivano trasmesse attraverso il D'AN-
NA d~ Telve. Ermete, :soldato in Riva n,el 164 Batt. Landsturm, di-
sertò nel maggio del 15. Il maestro, riformato per esiti di una rottura
del braccio contratta da ragazzo, insegnava, al!lo scoppio della guer-
ra, a Grigno. Obfb,e diente alle disposizioni governative condusse i suoi
alunni lungo il Brenta ,rper raccogliere rottami di metalli per la p.a-
Jria>), Epperò, dlopo di aver detto agli alunni: «Tornate a casa senza
di me... e salutaten-1.i le vostre famiglieJ,, segui fil corso del fiume sin
oltre il confine.
Aggregato al Comando della Brigata Venezia rientrò il 24 maggio,
Fu Commissario a Scurelle e a Pieve Tesino, poi funzionario viag-
giante deU' Alto Commissariato Profughi.
D'ANNA DE CELÒ CA V. GIUSEP'P E di Telv:e. Esercitava il
co,mmercio del legname e così si recava spesso a Bassano, avendo
modo di trasmettere alla sezione locale del SIM le informazioni che i
!baroni Buffa di Telve ed i Costa di Scurelle gli procuravano.
Tra i suoi collaboratori furon,o anche NARDELLI LUIG[ e ZAN-
GRANDE PIETRO, ambedue di Telve.
Si arruolò volontario tra gli AJpin.i, ma fu poi comandato nei Ge-
nio Militare per il quale trattava partite di legname.
DEMAITÈ LUIGI di Vigo.lo Vattaro. Imperia! guardia di f1tnanza
al confine del Pontet (Primiero), :passava le notizie ru c·olleghi italiani.
Sospettato1 nel 18 fece sette mesi 1dli carcere militar,e.
DIVINA ERMETE e GIOVANNI ,di Borgo. Le notizie da loro
rac,colte venivano trasmesse a Bassano dalla R.OSSO BEPPI (Giu-
seppina), mo,desta commerciante ambulante. Ambedue i fratel!li si ar-
r1Uolairono nell'Esercito Italiano. Giovanni cadde in Val Calam,ento il
28 ottobre 1915.

215
DORIGHELLI AMALIA di Roncegno, con espedienti vari tra-
smetteva le notizie via Primolano.
PEZZI VlTTORIO di Borgo, segretario del circolo trentino cli Ve-
rona,. coadiuvava per l'espatrio clandestino dei Trentini verso l'Italia.
FRISANCO UMBERTO di Pergine. In servizio militare s·ugli Al-
tipiani, prima della gu,erra, vedendo oltre confine ì soldati italiani
gridò loro: << Viva l'lt,a/ial Viva Garibaldi! >J. Bbb•e un mese di carcere.
A. Trento organizzò un servizio iinformatlvo e trasmetteva il materiale
aUa Signorina DORIGHELLI di Roncegno, che provvedeva a farlo
pervenire oltre Primolano.
Amico di Cesare Battisti riuscì, passando, il oorume a Peri1 :a fargli
avere un iPifezioso plico segreto,;
Sfug,gì, al suo rientro, .all'arresto ripassando il confine, questa volta
però attraverso la Valsugana.
FIEITA BATIIS'fA fu Bortolo cli Pieve 'Eesino. Tornato in patria
da Metz, ov,e risiedeva, per passarvi qualche giorno di ferie, tr.as:mise
prezi,ose notizie riguardanti quel settore. Nell'apri.le del 15 passò in
Italia. La gendarmeria in suo luogo arrestò un suo omonimo, conta-
dino, che dovette farsi ben tre mesi di carcere prima che l'equivoco
fosse chiaritoi
GARBARI CAV. EZIO di Pergine. Entrò diciannovenne nell'or-
ganizzazione. Operava da falso escursionista sugli Altipiani commisu-
rando strade, de1Positi., guarnigioni, manovre e ricercando sentieri per
fughe dal Trentino..
Arrestato e rinchiuso in un alberghetto a Lavarone Chiesa, riuscì
ad ev.a,cfere saltando dalla finestra. (V. Decorati).
GARBARI TULLIO di Pergine (V. Garbari Tullio), stu,dente pres-
so l'Accademia dì Venezia. I suoi viaggi a Venezia. servivano anéhe
per tra:smette.re materiale informativo. Tra l'altro eseguì a penna uno
schizzo del forte di Roncegno, ch'egli stesso conse.gnò a Bassano, al-
l'ufficio SIM.
Scoppiata la guerra si arruolò volontario negli Allpini, ma per una
sopraggiunta matattia venne riformato.
GHIRARDON TULLIO di Borgo. Era tra ,gli informatori di
Trento, ove dimorava. Come sospetto di spio,naggio si fece due mesi
di carcere.
1
GRANELLO GUGLIELMO di Pieve Tesino, detto il <rgarfbaldi-
no;>. Membro di tutte le societ:à irredentistiche:, raduna.va nel suo al-
bergo gli irredentisti della zona. Fu arrestato il 18 marzo del 1915 a
Rovereto· ove si era recato a trovare la sorella Linda, moglie de~ far-

216
macista Gaspare de Cobelli. Condotto oltre Brennero potè ria·vere la
libertà a fine guerra.
LOSS SILVIO APR[L di Canal Sa·n B0110. OsJPitò il Marchetti e
fu valido collaboratore del SIM per la sua zona.
1

MARCHETTO AILDO e GALVAN EGIDIO di Borgo. Si occu-


pavan,o, oltr,e .c.he al servizio informativo, anche dell'espatrio clande-
stino.
Aldo traversò più vo~te il c.onfme nei pressi di Verona.
MARCHETTO MARIA di Pieve Tesino. Stabilitasi nel maggio
del 1915 a Lamon fu preziosa co,lllaboratrice del SIM.
MIORI A VV. GUIDO di Levico, fece parte del gruppo o~Anna.
MONAUNI TULLIO di Pergine, presidente della locale Sezione
della Lega Naeionale per molti anni, fu processato per i fatti di Pergi-
ne del 26 luglio 1907 e fl!l membro delle s,egrete associazio.ni SIM di
Pergine e Trento.
Tentò nel ' 15 di oltrepassare fil confine e ai questo scopo si affidò
ad una guida che conoscesse i sentieri adatti. La guida però, dopo di
aver intascato il patuito compenso, diresse iJ cliente dritto dritto verso
un posto di blocco austriaco. Il Monauni fu quindi arrestato, proces-
sato. Dopo di aver passato qua.lche tempo in carcere, fu inviato sul
fronte russo, inquadrato in una Compagnia di disciplina. lnf'me però
fu. uno trai i no,n molti fortunati reduci da quel micidiale. fronte. Nel
frattempo fu arrestata anche sua moglie, la ,signora Amalia Palaoro,
che venne internata, con le sue due bambine, in un paesetto di monta-
gna nempressi ,dii Innsbruck.
NARDE LLI LUIGI di Te/ve fu ,collaboratore del gruJPpo D'Anna.
NONES CARLOTTA e GISELLA di Pergine. Gestivano un al-
berghetto ai Compi ed ospitarono il Marchetti che ;SÌ portò nel]a zona
per rilievi di carattere militare e collalbor,aro,n o con lui non solo, ma
tesero intorno a lui una z:ona di protezione cosicché poté sfuggire ai
gendarmi ch'ebbero avuto sentore della sua presenza.
OGNIBENI DOTTOR ALBERTO di Pieve Tesino . Ancora da
studente in medicina approffittava dei suoi viaggi a Padova per far
pervenir e oltre confine il materiale che il cugino fotografo gli procura-
1

va.
PALA ORO UMBERTO di R oncegno. Chiamato alle armi nel
1904 ed .as:seg:naito .al deposito d'artiglieria in Trento, aveva l'incarico
1

di tenere il registro materiali dei diversi forti militari. Egli, senza alcun
lucr,o, trasmetteva copia degli elen.chi dei matie:riali ad agenti del SIM

217
ijt:aliaino. L' 11 s,etttembre 1909 fu ,arrestato e dopo quindici mesi di de-
tenzione fu assolto per insufficienza di prove.
RELLA UGO, farmacista in Strigno, Capo della Sez:ion.e del Tou-
ring Club Italiano,, fiduciario della S.A.T. e della Leg,a Nazionale, fu
attivo collaboratore del SIM. Distillav·a dell'ottimo elisir di china e
possedeva. una buona raccolta di bottiglie..., che gli servivano ,a far
parlare gli ufficiali di stanza a Strigno, e che egli riuniva nel suo acco-
gliente retrobottega.
Ospitò il Marchetti che si nascondeva s,otto il falso nome di Ing.
Giovanni e che dlalla popolazione veniva chiiamato «Giovanni lo zop-
pOJ>, peJiché tate si fmse durante tutta [a permanenza a Strigno.
I tl!'e, .il Rella, il Marchetti ed il Pr,of. Suster Gtliido,, provvidero a
tracciare una topografia dei sentieri del gruppo di Cima D'Asta.
Richiamato nel 1914 ,come farmacista ebbe vita dura dati i prece-
denti politici. IFu accusato di irrede.ntism.o, di antimilitarismo e fu sal-
vato dall'amnistia conseguente alla salita al trono cli Carlio 1. Arresta-
to nuovam,ente venne iniziato un processo contro di lui a Linz. ii 30
ottobre 1918, ma l'armistizio ne impedì la prosecuzione.
11 Rella, spirito allegro e profondamente amato dalla popolazio.ne,
morì in patria nel 1929.
SCOTO'NI CESIRA nata VALENTINI di Pergine. Sposatasi a
Trento, fu la madre del decorato Mario Sc,otoni. ]nsieme agli indu-
menti trasmetteva al figlio a Verona certe carte topografich.e, infor-
mazioni, servendosi di persone fidate.
TISOT MARIA di Tonadico. Sposa ad Ermenegildo Facc:hin, oste
,a Lamon, approfittava delle sue puntate a Tonadico ove aveva i geni-
tori, per trasmettere oltre conf'me il materiale che gli agenti di Primie-
ro le fornivano.
11 12 aprile del 1918 fu sorpres,a a Tonadico dal rientro degli au-
striaci e passò s,ette mesi di carcere a lnnsbruck. La prigionia le minò,
la salute e nel marz,o del 1925 mori all'età di 33 ann'Ì.
TOMMASINI OTTONE di Pergine. Scope.rto dalla polizia come
spia nemiica fu con,cllannato per alto tradimento a otto mesi di carcere.
,dluro aggravato da un digiuno al .mese, che scontò a Stein (Au.stri.a
Alta). Fu poi internato a Katzenau e quin.di spedito in Bosnia, donde
fuggì. Dalla sua bocca mai uscì il nome di uno solo dei suoi complici,
nonostante i mezzi studiati per «farlo cantare».
V ALDAGNI ANGELO· di Pergine e MIORI GUIDO, SLUCCA
MATTEONI GINO e GIOVANNI di Levico fecero parte a Trento
di un gruppo ristretto e veriSo il 1893 cercarono di organiziare

218
,clandestinamente le linee per la costituzione di 111n futuribile battaglio-
ne alpini «Trento>;. Erano in contatto con le organizza:zioni italiane.
ZANGRANDE GIULIA di Te/ve. Serviva al gruppo D'Anna per
trasmettere il materiale a Bassano ove spesso si recava.

Nelle carceri 1emmlnlll languiirono, oltre alla BOSO MARIA (V.


Decorati), aUa TISOT MARIA, A VANCINI (DEGL1) ADELE!
!ERTA e RAFFAELLA, qu,est'ultime rispettivamente madre e sorel-
le del Colpi (V. Informatori del SIM):
COPAT AUGUSTA di Vigalzano. Nel pubblico esercizio gestito
dalla madre, si accese una discussione tra giovinastri. Augusta inter-
venne in difesa delritalia e gettò nel fuoco del caminetto una bandie-
rina .austriaca.. Il fatto fu risaputo ed il 20 giugno 1915; la giovane
venne arrestata e condannata a due anni di carcere ,duro. Fu rilascia-
ta il 23 gi1Ugno 1917.
LlBARDI CATERINA di Levico,. Internata in Moravia, manifestò
pubblicam,ente i s.uoi sentimenti d'italianità. Fu arrestata per alto tra-
di:mentto e per «Pubblico turbamento», reati commessi nel marzo del
1916 a Wezck (Morra·via). A Bruno, la sera del 31 luglio, fu condan-
nata a ,otto mesi di carcere duro, inasprito con periodici digiuni e con
gia,cilio .su assi.
PECORARO MARIANNA di Strig,no. Aveva 710 anni! Subi un
anno di carcere per l'accusa. di aver aiutato dei concittadini a diserta-
re. Morì in seguito ai 1P·atimenti subiti.

I caduti. Tra gli irredentisti vanno a.nnoverati anche i combattenti


volontari nella guerra 191.5-18, taluni dei quali sono già stati menzio-
nati (V. Dècòraiti). Una speciaae menz.ion.e merittan,o i Caduti: AVAN-
CJNI GIULIO, soldato Alpino, di Le·vico (Cogru Zugna, 15 luglio
19[5); DIVINA GIOVANNI, soldato alpino, di Borgo (Val Cala-
mento, 20 ottobr,e 1915);, DIVINA SILVIO, soldato bersagliere, cti
Borgo (Sieme, 15 agosto 1915); GARBARI MARIO (V. Decorati);
LUCCHI OTTONE, soldato bersagliere, di Levico (Sterne, 15 agosto
1915); MOLINARI VINCENZO, ten,ente mitragliere degli Alpini, di
O.Ile, deceduto a Vicenza ili 15 giugno 1916, m seguito a ferite subite

219
in azione di guerra condotte suJl'Ortigara (V. Decorati); PETRI GUI-
DO (V. Decorati); POLA ALBERTO, sottotenente degli Alpini, di
Roncegno (Monte Fontanone, 11 dic,embre 1917); RIPPA GUIDO
(V. Decorati); RIPPA VITTORIO, di Borgo. ferito in azione di guer-
ra. 1'8 marzo I 9 17 e deceduto di coinseguienza il 12 luglio dello stesso
1

anno; SARTORI FRANCESCO, soldato alpino, di Le111ico.

GII Internati di Kalzenau. Appena si ebbe :sentore deDJ'imminente


apertura d.elle ,ostilità sul fr,onte italiano, o ad ostilità appena iniziate,
la gendarmeria austriaca s:i dette da fare per purgare le nostre zone di
elementi ritenuti filoitaliani. Bastav.ano pochi ind:izÈ ·per essere arresta-
ti:: una maestra, ad esempio, Lo fu perché il capo della gendarmeri.a
notò che stilla cattedra dell'insegnante vi era u111a copi.a del libro r<Le
mie PrigiontJ> del Pellico. Gli arrestati vennero inviati nel famigerato,
cam.po di Katz,enau. T aluni degli arrestati furono però prelevati dal
campo e forzosamente arruolati chi nella Co,mpagnia di discipJina.
(P. U. Enns) e chi nella Compagnia di disciplina (P. U. Benesov), ed
inviati sul fronte russo.
Ecco l'elenoo deglm internati: AGOS,TINI GIUSEPPE di Carzano
(P.V. Benevos),· ALBERTINI EMILI0 di Borgo (P.U. Benesov),"
1

AMORTH GEOV ANNI di Levico (P.U. Benesov); ANDREOLLO


AGNESE di Borgo,- ANESI GIOVANNI di Pinè (P.U. Benesov);
ANESI LUIGI dli Pinè,· ANESI GWSEPPE di Pergine,· ANGELI
FIORAVANTE di Marter; AN'JONIOLLI CORRADO di Levico;
ANTONIOLLI Dr. GIOVANNI di Strigno (P.U. Benesov); AR-
MELLINI FERDINANDO di Borgo,· A VANCINI EDVIGE di Te/-
ve·; AVANCINI EMMA di Telve; AVANC:INI GIUSEPPE di Levi-
co; BAILONI AUGUSTO di Vigolo Vattaro (P.U. Benesov); BAL-
DESSARI GIOVANNI di Pinè,· BALDESSARI GlliSE.PP!E di Le-
vico; BAMPI DON ANTONIO di Santa Brigida; BARATTO GIU-
SEPPE di Strigno; .BASSO EMILIO di Borgo; BATTAINI GINE-
VRA di Borgo,· BATTISTI EZIO dm Borgo,· BATTISTI ZE.F FIRl-
NA di Torcegno,; BELLA T (de) Dr. CARLO di Borgo; BEN ETTI
PIETRO di Borg,o (P.U. Enns),' BENETTI PIO di Borgo; BERTA-
MINI dr. GIOVANNI di Pergine,· BIANCHINI V]OLA di Vigolo
Vattaro,: BOMBASSARO NAPOLEO·NE di Borgo; BONETTI
GIACOMO di Primiero,· BONETTI GIUSEPPE di Fiera; B0R- 1

220
GHESI PIO di Rergine; BOTTEGA FLORESTANO di Levico;
BOZZELLA AR.TURO di Borgo; BRANDALISE ELSA di S1ri-
gno; BUFFA RO.D OLFO di Cinte Tesino,'. CAMINOLLI FER.DI-
NANDO di Borgo; CAMPANA MICHELE di Levico; CAPPELLO
LE0 POLDO GIUSEPPE di Borgo; CAPRA GIUSEPPE di Carz,a-
1

no; CARAR O ROSA di To·rcegna; CAR.LE-T TINl GIUSEPPE di


Scure'/le,· CATAROZZI R.OMANO di Telve; CEOLA ANGIOLET-
TA di Pergine; CEOLA EMIL10 di Pergine; CEOLA NORINA di
Perg.ine; CHIESA ANTENORE di La'Varon'f!; CIPRIANI ANGELI-
NA ,di BQrgo,· CIPRIANI ANNA di ll.onçegno; CIPRIANI ELISA
di Borgo; COSTA QUIRINO di Scurelle,· COSTA SA~UELE di
Scurelle; C.RESCINI GIUSEPPE d.i Pergine; DALClEGGIO LUIGI
di Roncegno; DALLABETTA. ANT'O NIO di Miola di Pinè; DAL-
LA GIACOMA GIDLIBTTA di Levico; DALLA T'O RRE GIO-
VANNI di Pergin:e (P.U. Enns); DALLEMULE GIACOMO dj Ca-
stel Tesino; DALLALDO ALDO di Borgo; DALALDO FERNAN-
DA di Borgo; DALLALDO ROLANDO di Borgo,'. DALSASSO
GIUSEPPE di Roncegno (P.U. Benesov); DALTROZZO SILVIO di
Borgo (P. U. Benesov),· DEANESI Dr. NICOLA di Borgo; DECAR-
LI BEN][AMINO di Civezzano; DELAI TULLIO di Pergine,· DEL-
LAMARIA CLEMENTINA di B,orgo; DELUCA EGIDIO di Gri-
gno; DESSIGNORI LUIGI di Borgo; DIVINA EMANUELE di
Borgo; DOFF SOTTA GIOVANNI di Primiero·; DORIGATTI VI-
GILIO di Miola di Pinè; DORIGHELLI MASSIMO di Roncegno;·
DUCATI FRANCESCO di Vigolo VattarQ; ECCEL GIOVANNI
di Telve; ECCHER RODOLFO dì Torcegno; ESPEN LillGI di
Strigno; F AJTINI LUIGI di Scurelle; FEDEL ANTONIO di Civez=
zano,· FEDEL DINA, FEDEL EMILIA, FEDEL EMMA, FEDEL
FRANCESCO, FEDEL LUIGI, FED EL VIRGINIA e FEDELE
1

AUGUSTA, FEJDELE FRANCESCO, FED·ELE GEMMA, FEDE-


LE LUIGI, FEDELE MILLI, FEDELE VIRGINIA, tutti di Telve
(sic nell'elenco); FEDELE ZITA di Borgo,· FERRARI GUSTAVO
di Calceranica; FERRARl RAFFAELE d.i Vigolo Vattaro; FER-
RAZZA DON BRUNO di Levico,· PILIPPI GUIDO d.i Civezzano;
FONTANA GIOV,, BATTISTA di Canal Sa.n Bovo,: FRACALOSSI
GIUSEPPE di P~rgine~· FRAITON REMIGIO di Te/ve,· FR]SAN-
CO MARIA di Pe.rgine; FURLANI ANTONIO di Vattaro,· FUSI-
NATO GIUSEP.PE di Novaledo; FUSSBERGHER dr. CARLO di
Pergine; GABR!ELLI COSTANTE di Levico,· GAROLLO CIRIL-
LO di Levico; GAROLLO LUIGIA di Levico; GASPER.INI AME-

221
DEO di Pergine: GUADENZI FIORIDA di Torcegno,· GIACO-
MELLI ALBINO di Vattaro; GIACOMELLI GIOV. BATTISTA dm
Caldonazz,o; GILLI FRANCESCO di Primiero; GIONGO CIRO di
Lavarone (P.U. Enns); GIONGO LUIGI di Lavaro,ne; GIONZER
LEONIDA di Roncegno: GIOVANELLI GIOV. BATTISTA di Cal-
,donazzo~· GIRARDI EDUINO di Levico; GIRARDI ERNESTO di
Levico (P.U. Enns): GOIO prof. AUGUSTO di Levico (P.U. Enns);
GONZO PROSDOCIMO di Tezze; GRASSI ALFREDO di Levico;
GRAZIADEI ETTORE di Calceranica (P.U. Be·nesov); GRAZIA-
DEI LORENZO di Calcertznìca (P.U. Enns); GUBERT LUIGI di
Fiera di Primjero,· JANESELLI AFRA, JANESELLI ALBINA, JA-
NESELLI ANGELICA, J ANESELLI ANGELINA, JANESELLI
FRANCESCO, rutti di C,a/donazzo: J ANESELLI LUIGI di Pergi-
n·e,· JORIATI GIOVANNI di Pinè; JlORIS ROMANO di Levico;
LANZINGHER GIOVANNI di Levico (P.U. Benesov); LARGAIO-
1

LI Dr. FRANCESC·O di Civezzano; LIBARDI SIL'VIO di Levico;


1

LINHART ANNA di P,e.rgine,· LINHART LIDIA ,di Pergine,· LON-


1GO Don MICHELE di San Martino di Castrozza,: LONGO GIU-
SEPPE di Castelnuovo; LOSS ANTONIO di Canal San Rovo;
LOSS EMILIO di Canal San Bovo,· LOSS FANNY di Canal San
Bovo; LOSS GIUSEPPE di Caoria; LOSS LUIGIA e LOSS MA-
IRIA, ambedue di Canal San Rovo; LOSS RAFFAELE di Caoria;
MACCANI ANNA di Castelnuovo,· MACCANI MARIO di Castel-
nuovo (P.U. Benesov); MARTINELLI ANNA d.i Calceranica;
MAR TINELLI BENIAMINO di Novaledo (P.U. Benesov), MARTI-
NELLI DON DOMENICO di Scurelle; MATTIVI VIGILIO di
Pinè; MENIN ALBINO di Strigno; MEZZANOTTE GAETANO
di Pieve Tesino; MITTEMPERGHER GIULIO di Caldonazzo;
MONTIBELLER !PIETRO di Roncegno; MORANDUZZO ANNI-
BALE di Borgo (P.U. Enns); MORELLI Dr. QUIRINO, MORELLI
GIOVANNI, MORELLI UMBERTO (P.U. Benesov), MORELLI
QUIRINO ,(P.U. Benesov)J tutti di Canezza,· MOSCHEN RAIMO,N-
DO di Levico; NARDELLI LUIGI di Telve (P.U. Beneso,,); OBBER
ATTILIO di Primiero (P.U. Benesov),· OSTI FAUSTO di Scurelle;
OSTI LEOPOLDO di. Strigno (P.U. Ben,esov); PAOLI PIA di Pergi-
ne; PAOLI ROBERTO di Pergine; PATERNOLLIEMILIA di Stri-
gno,· PATERNOLLI NARCISO di Strigno,· PEROTTO CATERI-
NA di Primiero; PIFFER ORESTE di Borgo; PINTARELLI EG I-
DIO (P.U. Benesov); PIVA GlliL]A~ PlVA UMBERT0 tutti di1
,

Pergine; PODA ,dr. MAR.10 di Civezzano; POLA AiBELAR.DO ,


1

222
ADELINA, JOLANDA, MARCELLA, MARIA, MARCO, RA-
FAELLE, SANZIO e MARIO, tutti di Roncegno; PRATI ANGE.ILI-
CA, BIANCA e CESIRA di Caldonazzo; PRATI dr. CESARE di
Levico,· PRATI GIUSEPPE- e PIA di Caldonazzo; PREDELLI
EMANUELE di CaJdo,naz:zo,· RAMP ANELLI FRANCESC0 di 1

Castelnuovo (P.U. Enns); R.ASMO LAURA di Levico; R.E FATII


DON CESARE di Pergin'e; REGAZZI ANTONIO di Borgo (P.U.
Enns): RIGO CARLO e RIGO GIACOMO di Vigolo Vattaro; RI-
GO dr. A,QOST[NO di Borgo; RIGO dr. FERDINANDO cli Borgo
(P.U. Enns); RIZZI GIUILIO di Rergin'ei ROCCHETT[ GIOVAN-
NI di Levico,' RO MAN ERMANO di Pieve Tesino; R,QPPìELE
EM1LIO di Strigno (P.U. Benesov),· ROSANIELLI CESARE, RO-
SANELLI UMBERTO di Pergine,· SARTORI dr. NARC[S0 di Ci-
vezzano; SARTORI PIA ,e SARTORI MARIA di Pergine; SETTE
SILVIO di Pergine,; SIGHiELiE BORTO,LO, GI 0VANNI, STEFA-
1

NO, tutti di Mio/a di Pinè; SIMEONI FELICE di Borgo; SLUCCA


MATTEONI dr. GINO ,di Levico,· SOTTOPIETRA VALENTINO
d.i Boséntino,· SPAGOLA ANGEL[NA dj Telve; SPAGOLA AR-
MANDO ed ELVIRA di B'orgo; SPECHER STEFANO di Ronce-
gno (P.U. Enns); SPERANDIO LIBERA di Caoria;· STEFANI
GlOVANNl di Castel Tesino; STRADA SILVIO di Caidonazzo;
STROBELE LUIGI di Pergine; STROSIO PIER LUIGI di Torce-
gno; STRICHER FELICE di Roncegno,· TAMANINI AMALIA,
ANTONIO e GUGLIELMO di Vigolo Vattaro; T'HIELLA LUIGI
di Roncegno; TIECHER GIUSEPPE di Levico; T 0FFOL dr. VA-
1

LENTINO di Primiero; TOMASELLI EMIL]O, GIUSEPPE e GUI-


DO di S,trigno; TOMASI GIUSElPPE di Levico; TOMAS[ PIETRO
di Pinè; TOMASIN[ OTTONE d.i Pergine (P.U. Benesov); TOMIO
ALESSANDRO; ALFREDO~ AMELIA, ANNA, VALENTINO di
Borgo,· TONDINI ANGELJNA, BORTOLO, GIUSEPPE di Pinè,·
TONONI ALD0 (P.U. Benesov), BASILIO, ENZO (P.U. Benesov),
1

di Civezzano; VALDAGNl dr. ANGELO di Pergine (P.V. Benesov);


VANIN PIO di Strigno,• VENZO GIUSEPPE di Borgo; VICENTI-
NI ZEFFIRINO di Levico; VINOTTI LUC[A di Sant'Orsola;
VOLTOLINI EUSTACCHIO di Strigno; WEISS: PIETRO di. Scu-
r:elle; ZAMBONI EMANUELE, GIOVANNI, LUIGI, MARIA di
Vigolo Vattaro,,· ZANGHELLINI LEONE di Strigno,· ZANONI
ELIGIO di Borgo; ZONER DOMENICO e GIOV. BATTISTA di
Vigolo.

223

Molti irredlerntisti però riuscirono a sfuggire in tempo ail'arr•esto ed
all'internamento oltrepassando, come si è detto la frontiera, oppure
gmocando all'atto dell'arresto qualche astuzia come fece ad esempio
DON VITO TAMION, curato a Siror, che con una banale pretesto
sfuggì ai gendarmi tra i boschi dei «C:am,oi», località nei pressi di San
Martino di Castrozza, o come fece un gruppo di Primierotti che la se-
ra del 15 ma.g,gio si fecero li'berare dai Bersaglieri Italiani che bivac-
cav,o nel bosco sopra Transacqua, trattenendo d''astuzia, i gendarmi
con pinte di birra. Di Primiero tuttavia furono internati anche a Kai-
tz.enau. DALLA SEGA FRANCESCO e l'ing. KOCK,

(Livio Marchetti: il Trentino nei Risorgimento, Milano, Albrighi-Segati, 19 I 3;


Tullio Marchetti: Luci nel buio, Arti Graf. Scotoni, Trento, 1934; R. Gasperi: Per
Trento e Trieste l'amar.a prova del 1866, Saturnia, Trento, 1968; O. Brentari: Gari-
baldi e il Trentino, Milano, 1907; Idem: Iaseçondo batt~glio!!le bersaglieri volontari
di Garibaldi nella Campagna del ]866, AgneUi" Milano, 1908; A . Branca;· La Cam-
pagna dei Volontari ltalia111i nel Tirolo. Le Monnier Firenze; ,Circolo Trentino Mila=
nese: I Trentini ,che presero rparte alle Campa,gne per l'Indipendenza italiana çlaJ
D.848 in poi, Milano; Alem·andi:· I volontari ~n Lombardia e 111el Tirolo nell'aprile del
1848, Haller, iBerna, 1849; A. Noaro: Dei volontari in Lombardia e n:el Tirolo e
r.eUa dife.sa di Venezia. Zacchi-Bon11t Torino, 1850; L . M archetii: La Legione
Trentina in «Trideotum» A. VIII-IX; Bice Rizzì: Testimonianze Trentine 1750-
1918, Tìp. Mutilati lnv., 'frento, 1953; M. Ceola; Set1a11t'anni dì irredentismo per-
ginese. Rovereto, Mercurio, E932; ((fllustrazione Italiana», A. XXXVII, 1910: I
Miale, pag. 44]; G. /J. Miramonti: Il sacrifici.o, delle donne trentine, D.915-18, Tren-
to, Scotoni5 1924; Tardivi Ernesto; Donne Trent~ne, ILucca~ Tip. G. Casini, 1919,
pagg. 42, 43; Domenica del Corriere, Milano, n. 7: Eroiche donne trentine: O.
Brentari: I Trentini d.ei Mille di Mars11la in «Nuova Antolo-g,ia», 16 ottobre 1910;
Alto A.d(ge de! 14-15 dicembre 1910: L'Esercito Meridionale; C. Zanghe/Jini: La
Ba:ssa Valsugana tra due fuochi, Trento, Temi, 1973; Enciclopedia biogr. lta/., del-
l'lstit. Edit Jtal., Voi. XL, pag. 348; Romano Joris: Katzen:au - Impressioni e me-
morie di un internato, Trento, Scotoni, 1929).

224
L

LENEA GASPAR, decoratore, di Pergine. Avrebbe lavorato con


G. Morandini di Predazzo e G. Grober di Sover, nel 1663, nella com-
posizione dell'an cona baroc,car della parrocchiale di Sego:nzano.

(A. Gorfer: Le Valli del Treoti. Orient., p.ag. 486).

LENZI DOIN GIOVANNI B.ATTISTA di Torcegno. Nacque 1'11 lu-


g~io 184 U. Fu parroco nel Blegio e scrisse il Catalogo dei Parroci del
Blegio con relative notizie storiche (Rovereto, Grigoletti, 1891, in 8°).

(A111brosi: Scritt. Art. Trent., pag. 361).

LEONARDELLI BONAVENTURA di Fafda di Piné. Fu gesuita e


scrisse l1n'structio practica ordinarfo,r um (Tridenti, 1730). Morì in
Augusta verso il 1745 ..

(Ambrosi: Scritt. Art, Trent., pag. 122).

225
LEONARDI GUSTAV 0 di 1
Civezzano. Compiuti gli studi second.ai-
ri a Rovereto, si laureò a Padova in Scienze Naturali. Il Pro[ Cane-
strini I.o nominò ,assistente alla cattedra di Zoologia e Anatomia com-
parata.
Fu poi assi.stente a Portici (Napoli) presso il Laboratoll'io di Zoolo-
gia generale e Agraria della Scuola Superiore d'Agricoltura. L'incari~
c:o l,o coprì perdiecianni.,finocioè al 1914 quando., vinto régola.ré
concorso, fu nominato Ispettore di I Classe per la Fitopatologia eco-
me tale assegnato a Ventimiglia.
Fu approfondito studioso delle cocciniglie e degli acari, tanto che i
suoi saggi critici pubblicati via via su questi argomenti formavano te-
sti di alta specializzazione.
Si parla di oltre ottanta lavori pubblicati .. Ne lasciò du.e di inediti:
Elenco degli i'trsetti dannosi osservati in Jtalfafino al 1910 e una Mo-
11ografia delle cocciniglie italiane. Quest'ultimo lavoro, c,ontenuto in
555 pagine con 370 figure, fu pulbblicato a Portici nel 1920, come
opera postuma. Morì infatti nell'agosto del 1919.

(B. Pati$i in Studi Trent., 1921, I Trim., p,ag,g. 69-70).

LEPORINI (LA FAMIGLIA RAMO DI PERG1INE). La famigHa


Leporini prese iJ suo domicilÉo in Pergine nella seco-nda metà del se-
colo XVI, provenendo da Thiene (Vicenza}. Nel 1.580 era insegnante
della scuola comunale della borgata ORAZIO LEPORINI.
La famiglia diede a Pergine diversi Sindaci tta i quali FRANCE-
SCO (1759-1760) il quale don.ò al Comune tre qu.8!dri recanti reffige
rispettivamente di Giuseppe Vittorio, Francesco Felice degliAlberti,
ambedue, come si ,è detto, principi vescovi di Tre.nto, e di Giambene-
detto dei Gentilotti. Fu pure questi principe vesco,vo di Trento, per
pochi mesi essendo stato colto dalla morte. Era nato a Trent,o e di
Pergfne era la ma-dir-e sua la baronessa CECILIA D,EI LENER.
Nel 1796, all'avvicinarsi dei Francesi, iil P. V. conte Thunn con.-
se.gnò la città di Trento ad un Consiglio provvisorio del quale fece
parte un LEPORINI di Pergine. All',en.trata dei Francesi anche il Le-
porini subì l'arresto. Fu con.dotto, con gli altri, a Milano ove rimase
per qua~che mese, quindi fu liberato, ma d estituito deU'incarico. Di
questa famiglia fu pure ISIDORO l.,EPORINI, ing,egner,e. Scri:sse un

226
Saggio, sopra le ,dannose esalazioni delle paludi del tronco dell'Adige
dalla confluenza dell'Eisak e quella di Lavis - Osservazioni e rimedi
{1784); Sul regolamento della Fersine relativamente al tronco da
Pan.te Cornicchio all'Adig,e (1784); Considerazioni sopra l'apologia
del Barbacovi (1808). Fu al servizio de1 P. Ve.scovo di Tr,ento quale
regol.ano maggiore di Pergine. Era socio dell'«Accademia dei' Ftsio ~
critici ,di SienaJ, e della «Re:ale Peloritana di Messina>1.

(Montebello: o.e:., pag. 407; A . de Alessandrini: Memorie di Pergme, pag. 188; F.


Ambrosi: Sommario Stor. Trent., pag, 153),

LEPORINI (LA FAMIGLIA RAMO DI PRIMIERO). La famiglia


Leporini di Primiero trasse orig.ine da gru.ella di Pergin,e provenendo
da là FRANCESCO LEPORINI nominato cap,itano per il distretto
appunto di Primiero (I 660). Quest'ufficio venne esercitato anche da
un suo nipote FERDINAND0 (1727-1747). 1

Da questa famiglia uscì anche GIUSEPPE !LUIGI VENERAN-


n,o, che fu la figura più illustre della casata. Avviato agli :studi legali
nel 1733, era consigliere della nazione germanica tra gli studenti in
Padova, ove nel 1736 si laureò.
Fece rapida carriera. Lo si trova infatti nel 1748 professore di di-
ritto privato a Vienna e avv,ocato di quella Nunziatura Apostolica,
nel 1750.
Fu insegnante di storia del fu1turo imperatore Giuseppe II.
Nei 1769 tenne lai cattedra di storia presso la :stessa Università.
Nel 1772 venne nominato consigliere iim.periaile.
Dopo un periodo nei quale coprì la funzione di «fiscale>) a Milano,
fu richiamato ai Vienna nel 1775 con la funzione di «fiscale aulicoJ>
dell'impero.
Nel I 763 dall'imperatrice Maria Teresa fu inviato a Roveretò to-
me arbitro, conciliatore tra la città di Rovereto ed il P. V,es.covo dli
Trento nella famosa diatriba sorta in morte del Tartarotti. (V. Alberti
degli D'Enno Felice).
Rovereto lo accolse come socio nell'«Accademla deglt Agiati»,
Dal conte Carlo Firmian, governatore di Milano,, fu in<:aricato di
stendere un Catechismo più aderente alle nu,ove correnti, che si stav.a-
no sviluppando con E'iUuminism,o. Il Leporini scrisse un'Istruzione

227
cristiana in forma di catechismo, suddivisa in tre parti (febbraio
1773). L,opera fu apprezzata da valenti teolo,ghi, anche perché stesa
con la dovuta equilibrata moderazione, tuttavia la curia milan.ese no:111
dette il «nihil obstat» per la :pubblicazione.
Per poter IP,assar,e i suoi ultimi giorniì nella sua natia Primiero si
procurò quivi qualche bene immobile, ma la morte lo colse a Vienna
il 19 marzo 1779.

(« Vocii di Primiero», 1957, n. 4; Montebeflo: o.e., pag, 44-0; Mons. Stefano Fon-
tana: La famiglia Leporini in «Studi Trenl,, 138, n. 3-4, pagg. 229-247; Brent< ari
Guida Trent., Il, pag. 219; Idem: Guida Alp. Belluno,, ecc_ ; C. Batlisti: Guida di
Primiero, pag. i8; A. Pellin: Storia di Feltre, pag.. 195; M . Lar;cher in «Strenna
Trentiilla», 1975 pag. 23; M. Mirabella Roberti: in Guida delle Valli del Primiero,
1977, pag. '92).

llBARDI GIOVANNI ANDREA di Levico. Fu colui che procttrò alla


casata il titolo n,obiiliar,e. Gli fu conferito in Castel Pergine il 22 ago-
sto 15 11 dall'imperatore Massimiliano, co,me ricompensa dei servizi
prestati sia in campo militare che amministrativo in occasione della
guerra contro la Repubblica di Venezia.

(A. ,Cetto: Castel Selva, etc.• pag. 222)-

LIBARDI GIOVANNI ANDREA di Levico, giurista. Mandò alle


stampa «parecchi consulti», uno dei quali indirizzato al vescovo di
F,eltre scritto allo scopo ,dli legalizzare il matrimonio di Giacomo
Avancini e Francesca Battisti (Tridenti, 177'7).
Fu governatore di Castellairo trentino nel Mantovano,, consigliere
del P. Ve.scovo di Trento e commissario in Cald,onazzo.

(Ambrosi: Scritt. art. trent .• p,a:gg. I 14-1 [ 5).

22S:
LIBARDONI MONS. MARCO, vescovo mission,ario, titolare d' A-
frica e prelato di Huari (Perù). N,acque a Leviieo il 26 giu.gno 1907. A
24 anni, dopo di aver lavorato nel panifi,cio del pa,dre e dopo di aver
compiuto il servizio militare, erntrò nella Congregazione degli Obblati
i111 Asti. Nel 1940 fu ordinato sacerdote e nel 1948 parti com,e missio-
nario verso il P:erù.
Nella festa ,di Ognis:S.anti del 1964 fu solennemtente ordinato ve-
scovo e la cerimo:nia si svolse nell'Arcipretale dli Levico. La consacra-
zione fu espletata dal Cardinal Landazuri, arcivescovo di Lima e Pri-
mate ,del Perù, e dal[~Arcivescovo di Trento mons. Al,essandro Maria
I

Gottar,di.
Svolgeva la s,ua missione episcop,ale n,elrHuari, vasta re,gione che si
estende suita ,Cordigliera della Ande, popolata da oltre 300 mila abi-
tanti, quasi tutti Indios.
Nel gennaio del 1'965 fece una !breve visita alla sua Levico, ma
tornò nella sua missione per morirvi .il 2 o,ttobre. 1966.
La Repubblica, Peruviana, riconoscendo le :su.e benemrenz,e anche
civili, lo aveva nominato cavaliere.

(Vita Tre,u11n·a del 27 ottobre; 3, novembre e 15 dicembre 1966).

LIMANA CAV. LUIGI di Borgo. Fu canceli,ere di tribunale a Bres-


sanone, Trento, Pergine. Lasciò scritto: Battaglia di S. Osva:/do; Bat-
taglia di Carzano,· Borgo nella Buffera; Togo - racconto; Battaglia
delt'Orti~anar: L~impresa Medici;
È morto a Borgo nel 1967,

(A r.Co. m «Voci Amiche», Borgo, maggio 1967,, pag. 11).

LIMANA, D 0N LUIGI di
1

Borgo. Fu missio,nario e per molti anni


Prefetto Apostolico del Bengala Centrale. Tradusse in bengalese il

229

Catechismo e scrisse una Storia Sacra, sempre in be;ngallese.


Tornato in patria vi morì il 17 marzo 1870.

(Ambrosi: Sctitt. Art. Trent., pag, 256; A . Tait: Vita di G. Na:pumiceno Tschlde-
rer. Venezia, 1905).

LINZO O LIN,Z Gl 0VANNI, architetto e scultore. La di lui vita è


1

qu.anto di stravagante s:i possa immaginare ed è comprensibile solo, se


la si considera come una: vita d'un artista malato di mente, costretto
a vivere in tempi duri nei quali l'ignoranza,, la presuntuosità., i pregiu-
dizi toccavano anche i ceti che avrebbero dlovuto per la loro respon-
sabilità di igoverno ,essere comprensivi e sag,gi.
Era nato, a Pergine e lo si ritiene scolaro di Vincenzo Grandi, l'au~
tore deUa elegantissima cantoria di Santa Maria Maggiore in Trento,
e condiscepolo di Alessandro Vittoria.
Veniva comunemente chiamato «Motschon o MocctòflJ).
Stava già affermandosi nella sua ,arte quando,, nel 1545, venne pre-
so da aJ~ucinazioni. Tra l'altro diceva di aver avuta una vision.e che lo
convinse a credersi «un fratello corporale di CristOJ>.
Forse [Per sfuggire ai trib,unali ,d!ell'Inquisizione andò a lnnsbruck,
poi a Basilea, a Zurigo ed infine a Lucerna.
Sono diverse le su,e ,opere, tra cui: Sansone che strozza un' leone;
gruppo posto sulla fontana a Zurigo, sita tra l'Abbazia z.um Ruden
ed il palazzo di città;
A L111ce.r111a, ove erasi trasferito nel 15:57 condusse fino al secondo
piano la costruziorne del «palazzo dello scludascio);, cioè del borgo-
mastro Lucca Ritter, in stile rinascimentale.
A questo lavoro a.tt~se sino al 17 marzo 1559, giorno a lui nefasto.
Proprio in questo giorno infatti do,veva av,er luogo in città la proces-
sione religiosa del «Muse.gg)J, ed il nostro artista prese a ,discut,ere
problemi religiosi proprio con il borgom,astro s,tesso.
La discussione si accalorò ed il! Lin.to riprese nelle sue argom,enta-
zioni i temi che gli venivano dettati da.ila Sll!a mente allucinata. Fu
perciò denunciato, arrestato e so,ttoposto a [Processo.
Egli., tenace nelle :sue idee, no[)J si scosse e fu c,ondannato. Fu deca-
pitato 1'8 maggio 1559 ed il suo corpo venne gettato aUe fiamme.
.
Sia il Weber che il Cerasola ritengono che a questa fine sia malaU!-
guratamente pervenuto non tanto per le sue idee, ,quanto per l'ignobi-
le az.ione del borgomastro il quale vide non solo la possibilità di im-
porre le sue grete idee, m,a di saldare nel contempo, senza spesa alclll-
na, l'onorario dell'architetto.
Certo è che il Linzo più che un eretico fu un visionario e tuttavia
non privo di genio.

(Weber: o.e..• pag. 172.; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 4 2; Cerasole Vìctor
dans l'Arts, l maggio 1885, n. 499; Gerota; Art. Trent. Ester., pag. 17;. Geschi-
flsfreund, voi. XXV, Tans, p,ag,. 219 ; E. v1>n Berlspec-h: Deitche Renaissance, parte
VII, Liepz.ing, 1873; Thie1ne U. Becker, voi. XXII](, [Pag. 493 ; V. Zanofinf; Pro-
gramma dell'Annuario VIII del Ginnasio vescov. di Trento, 1909, pag. 25; B.C.
Trento, ms. 3155; Ambros,i; Somm. Stor., pag. 183).

LONGO EMANUELE, pU!bblicista~ nato a Castelnuovo il 10 novem-


bre 185 1. ,Studiò a Rovereto e a Venezia. D:iresse a MiLano La Gaz-
zetta Nazionale e sempre a Milano, fondò e diresse il periodico «Le
Curiosità dell'erudizione)), stilllato in domandle e risposte e discussi,orni
(MHano, Verri, 1891-92·93).
Passò poi a Trento quale redattore dell'Alto .Adige. Collaborò ad
c,Usi e ,costumi del Trentino>) e alla stesura del XIII. Annuario della
Soc. Alp. Trid. (Rovereto., 1888). Compilav,a canzoncine, mattinate,.
fiabe, frottole, ecc. della Valsugana. Tra l'altro: Fatto di cronaca
(Trento, Zippel 1892); Nostalgia (Ibidem, 18'92).

(Arnbr()si: Scritt. Art. Trent., [Pag. 341; A. Prati;' 1 Valsuganotti, pag. 193).

LONGO MAR,IA TERESA, p,ittrice e scultrice, di Castelnuovo. Ap-


presa J'.arte, si trasferì in Francia ove nel gill!gno del 19.29 aperse una
sua perso,nale alla «Galleria CarmineJ,1 espo,nendovi busti e bassorilie-
vi di «garbata fattura».
Pare abbia composto per la chiesa di Castelnuovo tre pale d'altare.

(Gerola: Art. Treat. Est.,pag. 18; «Studi TrentinJ1,1, 1930, f. 3, pag. 284; Por-
chier Edouard: Au Saloll! d'Art. pliovecal a GaI1ary in Le petit Marseillais, 27 ago-
sto 1931).

231
LOSS GIUSEPPE nato a Caoria nel 1831 da Domenico detto
«ZuscoJ1 e da Giuseppina sorella dell'in.g. Luigi Negrelli, la
«partigiana>, antinapoleonica (V. Negrell~).
Fu capitano distrettuale a Cles dal 31 m:ar.z.o al 20 giugno 1876 e
a Primiero dal 14 maggio 1879 al 20 marz.o 1:880.
Studioso di scienze naturali pubblicò parecchi opuscoli: Del Casei-
ficio. ovvero trat.taLo teorico pratico razionale per la fabbricazione del
bu,tirro e formaggio ed ,altri prodo,tti del ltztte (Trento, Tip. Kupper-
F'ronza, 1871, con tavole illustrative)~ Illustrazione delle piante figu-
rate di' Pier Mattloli (Ibi,d. 1870); L'Alta Valle di Non (Trento,
1871); La Valle di Non ~ Saggio illustrativo delle Alpi Tride.ntine
(Trento, 1873); L 'Anaunia - Saggio di geologia delle stesse Alpi
(Trento; 197'3); Impressioni di v:iaggio da, Predazzo a Primziero (Ibìd.,
1873); Trattati geologici su Primiero e Borgo-Sass Maor e Cima
d'Asta (Ibid. [875).
Lasciò molto mat.eriale manoscritto tra cui un abbozzo di storia di
Primiero. Ques.to materiale fu largamente d',aiuto aJ cugino Ottone
Brentari per gli studi clhe questi compi nella zona.
Per un male incurabile dovette lasciare la carica in Primiero e por-
tarsi a Venezia per cura, ma quivi morì il 18 maggio 1880.

(F. Ambrosi: Naturalisti Trent., Pado,va, Prosperi, 1.889, pagg,. 27-28 ~ Idem:
Somm. Stor. Trent, pag. 194; «'Voci di Primiero» 1941 , o0 - 1950, n° 5; Primiero,
di Jert e di ,oggi, pa,gg. 43-44; G. Andreatta: Bezirk e Compliensorio nel Trentino,
Trento, Saturnia,, 1975, pag. 27; F. Nicolao: [mèr, pag. 11).

LUCIAN (S0 RELLE) di Tona·dtco. Lai maggiore delle tre sorelle fu


1

Suor Teresa, nata nel 184.5. Prese il velo nella Canossiane. Venticin-
quenne partiva per Hong-Kong (Cina), ove rimase per 41 anni. Vi:sse
pienamente l'opera missionaria con tanto z,elo e carità d'essere defini-
ta <ranima di fuoco')>. Il Governo portoghese le conferi una «medaglia
d'onoreJ> per l'opera svolta tra gli ammalati c,ontagiosi. Lei commentò
l'onorificenza con: «avrei preferito mi avessero dato un s,acco di riso
per i miei poverelli».
Morì a Macao ed il Senato di quella allor.a Colonia. volle intitolar-
ne una via della stessa città.
Suor Teodora, nata nel 1858, entrò pur lei nelle Canossiane e se-
gui la sorella a Hong-Kong, ,ove rimase sino .alla morte avven.uta nel

232
] 927,. Fu per 9 armi superiora di quella Missione e si dedicò all'edu-
cazione dei giov.ani aprendo scuole, orfanatrofi e case per l'infanzia.
Suor Maddalena, nata nel 1865, fu la terza sorella che si dedicò,
al servizio missiona.rio. Dalila M'issione di Hong-Kong passò a Bel-
gaum (India), ove fondò una casa della quale fu superiora per m,olti
.
anru.
Nel 1922 dall'«obbedienzaJ> fu richiam,ata, dopo 36 anni di perma-
nenza in India, in Italia e da qui invìata a W,elwyn (Londra).
Mo,ri nel 1936 nella Casa di Sotto Co~lina (Bergamo) dove, alrap-
prossimarsi del 50° cli vita relig,iosa, era stata collocata ai riposo.
Tonadico, su iniziativa del concittadino Don Pietro Simeon, eresse
alle tre sorelle un monumentino e l'Amministrazione Comunale, nel
novembre del 19 5 l, deliberò ,di dedicare loro anc·he una via del paese.
1

(((" Voci di Primierò».' 1949, n° 11; 111° 12 - 19 SO, n° 1;. Primiero di ieri e di oggf,
pagg. 50; :51 , ,con foto; C. .Battisti: Guida di Primi,ero, pag. 23; M. Mirabella Ro~
berti in Giuda derna Valli di Primiero, pag. 95).

LUNARDONII AGOSTIN0 esperto di cose agricole e forestali,


1
,

nacque a Borgo il 13 dicembre 1858. Riuscì ad inlziare e: pr,oseguire


gli studi superando l,e gravi difficoltà che gli provenivano d.al1a scair-
sezz.a dei mezzi fmanziari della famiglia. A Roviereto frequentò la
Scuo~a Superiore e, a Vienna (187,Se1881), quella agricolo-forestale.
Sempre a Vienna fu assistente alla. cattedra di z,oologia agraria del
Prof. Henschel.
Compiuti i 17 mesi di servizio militare, si portò in Alb,ainia quale
ingegnere forestale: al servizio della ditta A; Monos, con l'incarico di
stimare tailuni boschi.
Dopo essere stato per q·ualche tempo in Slavonia, entrò al servizio
del Marchese di Torre Alfirno in Roma (1884).
Servito costui per circa un anno, passò presso l'On. Fazza!i'i per il
quale tenne l'ammini:Strazione delle foresta e delle miniere in Calabria.
Laureatosi nel frattempo presso la Scuola Superiore in Portici
(I 886), pa.ssò al servizio dello Stato, avendo nello stes:so anno vint,o il
concorso per l'incarico di Vice Segretario al Mmnistero dell' A.gricoltu-
rai, Industria e Commer,cio.

23:3
Con le sue pubblicazioni vin:se poscia il concorso per cattedra di
estimo ed agraria presso gli Istituti Tecnici e più tardi consegui 1:a li-
bera docenza presso la Scuola di lP'orticì.
Insegnò an,che, temporaneamente, matematica e scienze naturali
presso il Ginnasio Romano «Ennio Quirino Visconti),.
Con.oscitore dell'mtaliano~ del tedesco, del franceset deJJ'inglese e
dello ,spagnolo, curò per molti anni le pubblicazioni in queste lingue
che la rivista «Italia enologica», di cui fu pure redattore, la «Settima-
na vinicola))· e-0 altre stampe andranno via via pubblicando.
Tra le sue innumerevoli pubblicazioni : Le cause dell'ascensione
.della linfa del Prof. Boehm, traduzione dal tedesco (Fir,enze, Nuova
Rivista Forestale, 18,80) ; Il nuovo apparecchio germinatore del Prof
Liebenberg ([bid., 1880); L'escursione scientifico Jorestale degli alun-
ni della Scuola Superiore agricolaforestale dt Vienna nei domini sie-
siani dell'Arc. Alberto (Ibid.~ 1881); La temperatura dell'albero in re-
lazione cogli agenti estranei - Riassunto di un lavoro dei Prof.ri Bo-
.hem e Breitelohner (Ibid .., 18&1}; Anfa;ngs griinde der endlichen Dif
ferenzen (Vienna, 188 1); La MeJonta volgare (Rovereto, 1884); I riti
nunzia/i dei cattolici albanesi (Ibid., 1884):; / querceti delta Slavo·nia
(Firenze, ,<N. Riv. Forest.» 1885); I nostri alberi da bosco. loro çom-
p·ortamento e proprietà di R. Hess, traduzione corredata da molte no·
te ed aggiunte (Rovereto, 1885);. Da Monasterace a Terra San Bru-
no (Firenz,e, <{N. Riv. Forest.», 1886); Manualetto popofar,e ,di silvi-
coltura (Rovereto, 1887); La storia della Filossera in Italia e all'e~
stero (Roma, <<Boli. Soc. dei Vitic. ItaJ.,,, 1887); Della cultura, ,ed ,uti-
lizzaziotze dei salici da vimini (Roma., ((Giornale d'Agric. Pratica»,
1887); Dell'importanza dell'insegnamento forestale nelle scuole su-
per. d'Agricolt. (Ibid., 1887); Gli Elateridi del Polesine e del Verone-
se (Ibid., 1&88); Dei metodi curatici pe·r combattere la Filossera· (Ro-
ma, <(Boil. Vite. Itai.l>, 188,Q); L 'an'tonomo dei meli {Roma, «Giorrn.
D' Ag.r. Prat.», 1888).; Le cavallette - Coriferenza al Consorzio Agrar.
,di Roma (1888); La questione fi[Josserica in Toscana (((Boll. Vitic.
l tal.>l, 1888); Le industrie casalinghe all'Esposizio.ne regionale veneta
,del 1887 (Roma, «Gi,orn. Agric.», 1888); Lo zafferano e la coltiva2io-
ne (Ibid., 1888); La Filosser.a (L'«Italia Enol.», 1889); La tign·ola del-
le viti nel vigneti dei Castelli Romani (Conferenza tenuta a Roma e
.a d Albano, 1889): La tignola dell'uva e le forficule (Roma, <<ltal.
Enol.», 1889); I filossericfdi (Ibicll., !889); Gli insetti nocifl!i ai noslri
o·rii, campi, frutteti e boschi (Napoli, 1889, I Vol. di pagg. 570); ope-
ra premiata dal Ministero dell'Agricoltura e dlalle Esposizioni Interna-

234
ziortali di Roma (1889), Parigi (1890) e Vienna (1890); Gli insetti no-
civi alle viti (1889), prezioso vademecum stampato in va.rie edizioni,
ch'ebbe diplomi e medaglie, che fu tradotto in portoghese, croato,
g,reco; La Filossera in Italia nel 1889 (Roma, ~<Ital. Enol.>>, 1889);
Delle olive (Conferenza tenuta in Roma nel 188,9); I Boschi, La Coci-
niglia degli agrumi, Il Castagno (Torino, Encicl. Ital.); I topi campa-
gnoli .rrel Ferrarese e n1ella Puglia (Bologna, «Giorn. dell'Agric.»,
1890); Le viti americane in Francia, sun,to della relazione teti.esca
dell'J.R. Cons. A. De Petris-Cagnodo, (Roma, «BoU. Min. Agric.»,
1890); Das Landwerlhschaff!iche Unterrichtswesen ltaliens des P'rof.
Patanè - trad, ,dall'italiano (Vienna, 1890); Jf Ceftide e .la sua coltiva-
zione (Torino, Encicl. Ital 1890); L'alleanza con la Germania e· il
co,rzmercio vinario italiano (Roma, «Soc. Vit. Itat>>, 1890); / ,discorsi
degli aspiranti alla D:eput.azione e gli interessi agrari e commerciali
(Ibid., 1891); I vini Italiani in Germania (Ibid., 1891); Il trattato di
commercio con l'Austria, Ungheria e gli in.teressi dell'enologia italia-
na (Ibid. 1890); Le viti ,americane e le cure antifilo.sserica (Ibid.,
I890); Il valore del cosiddetto pratico esame dei vini (Ibid., 1891);
Gli attestati di privativ:a industriale e i fl'llosseridici (Ibìd., 1891);
L 'ìndustria acetico/a in Italia (.Roma, «Italia enol.», 1891 ); La cocci-
niglia del gelso (Torino, Enciclop. Ital. 189 ]).

(A,nbrosi: Scritt. Art. Tre111t, pagg. 450, 451, 452, 453 ~A. De Gubernatis: Pie-
eolo Diz.ìon. dei Contemp.).

LUNELLI FRANCESCO di Civezzano, nato il 26 gennaio 1792.


Superò gli studi teologici nel Seminario di T rento, alternò i suoi studi
letterari con quegli scientifici. Fu professore di fisica nel liceo di Tren-

to. Cur.ava nelle Appendici del «Messaggere di RoveretoJ> la rubrica
metereologica. Fu il primo a sostenere che la «Chiare·ntana» dantesca
sia la <<Canziana)), località sopra Levico ed a ,questo proposito pub-
blicò Voce C hiarentan·a di Dante (Trento, 1864).
Pub,blicava anche notizie di storia patria su «Cor,0:grafla tkll'Jta-
liaJ,.
Morì a Trenrto il 7 novembre 1874.

(A mbrosi: Scritt Art. Trent., pag. 179: O. Brentarf: Guida Trent., P. I, pag.
25>).

235
M

MAIER JOMMA,SO {MAYER) di P,ergine.Nel 17'77 propose al Co-


mune un progetto per l'a'bbassamento, del letto del fiume Brenta, a:sse-
rendo che il livello del lago si sarebbe a sua volta abbassato, e quindi
la vasta piana lacustre, che si stendeva tra il lago e le case di Pergine,
si sarebbe bo,nific ata non solo, ma. poteva essere tra.sformata in fertile
campagna. Ma i contadini, usi a ricavare dai cannetti iJ «far lettOJJ
per le bestie, gli furono contro ,e lo accusarono di essere l!ln pazzo vi-
. .
s1onar10.
Fu rinchiuso persino in manicomio, ma i medici Eo dimisero in
quanto perfettamente sano di m,ente.

Il P. Vescovo fece aJllora rivedere dai periti il progetto del Maier e


dietro loro approvazio111.e ,d!ette ordine c.he il pr,ogetto venisse attuato.
Arnzi .autorizzò il Maier a portare la spada per difendersi eventual-
mente dagli interessati accaniti oppositori.
Nel frattempo aveva sposato una Alessandrini, ma la sua famiglia
rimase perennemente povera.
La bonifica fu terminata nel 1820 ed i terreni furono suddivisi tra
diverse famiglie di Pergine, Vignola, Ischia, Susà, etc.
Il Maie:r però, non potè vedere compiuto il suo sogno, mori infatti
11 11 marzo 1911.
Più tardi fu inscritto tra i benemeriti della ilJ<atria e nel 1887 l'Am-
ministrazione Comunale deliberava di porre il s1110 ritratto nella sala
consigliare.

236
Oggi al Maier è dedicata ·una delle vie più ampie ed antiche della
cittadina e recentemente a lui venne dedica.ta la Biblioteca comunale
sita nel rinnovato edificio in Piazza Serra.

(A. de Alessandrini: Memorie di Pergine, paigg. 188, 189; Bottea: Memorie di


Pergine, pagg. I O, in; Se:rate al caminetto sul giornale irLa Valsugana», A . I[;
Brentari: Guida Trent., pag. 242; l'!Montanare~, !941, pag. 84; Montebell<>: o.e.,
pagg. I 68, I 69; Vita Trent., 1 ma.g,giio 1977, pag. 16).

MARCHESONI PROF. VITTORIO, naturalista, di ,Caldonazzo.


Nacque a Malè cvaa di No·n) ov,e risiedev.a ma famiglia per ragioni di
lavoro: suo padre era capostazione.
Compi1Uti gli studi ginnasiali e liceali presso il coUe.gio vescovile di
Trento·, si portò, a Padova per proseguire gai studi e quivi, ii 12 no-
vembre 1937, si laureò con 110/110 in scienze naturali. Rimase poi
Assistente presso l'Istituto Botanico della stessa città e dal 1 luglio
1939, in seg·u,ito a concorso, venne nominato Assistente ordìnario.
Seguito ril corso allievi ufficiali ne uscì con il grado cli sottotenente
d'Artiglieria. Come tal e fu richiamato 1'8 gennaio 1941 ed inviato sru I
fronte albanese da cui rientrò con il grado di tenente. Fu quindli invia-
to nella Pe,nisola Salentina come comandante di un reparto di antiae-
rea. Dopo t 8 settembre 1943 collaborò con le truppe alleate come
comandante di una batteria.
Congedato, nel luglio ,del 45 rientrò a Padova ove nel 1948 ottenne
la libera docenza in Bo,tanica.
N,e] dicembr,e del 1951 entrò nel ruolo di professore str,aordinariO
nelruniversita di Camerino e nel dicembre del 19.54 fu nominato ordi-
nario. Dal 1951 al 1957 fu Preside della F:aooltà di Scienze della stes-
sa ·u niversità e nel novembre del 1960 fu ·nominato Rettore. Nel
1961 rinunciò, a questo incarico prestigioso per asswnere la ,cattedra
di Fisiologia Vegetale della Facoltà d~ Scienze in Padova.
Durante la s1Ua carriera d'insegnamento tenne corsi di Botanica,
Erboristeria, di Chimica Agraria, Botanica Farmaceutica e ·veterina-
ria, FisEologia Vegetale, etc.
Nel l954 sucoesse al ,dir. G. Battista Trener come direttore scienti-
fico, dea Museo di Storia Natural!e della Regione Trentino A.lto Adige.
Grande suo merito fu quello cli rinnovar,e e potenziare il Giardin,o
Alpino delle Viette sul Bondone.

237
Fu socio di molti Enti scmentifici: dell'Istituto Marchigiano per le
Scienze, Arti e Lettere, dal 1956; dell'Accademia Roveretana degli
Agiati dal 1960; dell'Is.titUJto Veneto Scienze, Lettere ed Arti dai
1960; dell;Accademia Italiana delle Scienze Foresta.li dal 1960; del~
~, Accademia di Agric,; Sci,e.nze; Letter. di Verona dal 1961; dell'Ac-
cademia Nazionale dlei Lincei dal 1962.
Fu inoltre, dlal 19 62, Presidente della S,oc. per le Scien.ze Naturali
1

del Trentino, Alto Adige e Membro del Consiglio N az:ionale delle Ri-
cerche.
Un male incurabile lo stroncò a Padova il 12 .luglio, 1963.
Nel pomeriggio del giorno successivo alla Sl!la morte, presso l'Uni-
versità di Padova, al mesto suono della campana del Bo, si è svolto
nel cortile antico delr Ateneo il tradizionale commiato accademico
con il rito dell' ,r,alza bara», presenti autorità accade.miche di Padova,
Ferrara, Camerino ed un folto stuolro di suoi allievi. La Salma prose-
guì poi per Trento e venne composta nella camera ardente allestita
presso il Museo di Storia Naturale. Venne tummata a Povo, ove risie-
dono i suoi familiari. Povo lo onora co,n il SlllO «Circolo Cultura/e)> a
lui d.edicato.
I suoi lavori: Le alghe epilltiche del piano niviale del Cevedale
(Memor. Ace. Se. Lett. Art.>l·, LIV, 1938, pa_gg. 45-67); Alghe in Mis-
sione Biologica nel paese di Borana (Mem. Ace. deU'Istit. Centro
Studi per !'A.O.I.», 1939, pagg. 391-420); La v·egetazione del settore
Sud-Orientale del Parco Naz. dello Stelvio (Me.m. «Ace. Lett., Arti e
Scienze», LV., 1939, pagg. 101-134); Le alghe epilitiche di alta mon-
tagna nel Gruppo del Cevedale («Giorn. Botanico Ital.», XIVI, 1939.,
pagg. 389-436); llflloplacton del lago di Nemi (<,futern. Rev. ges Hy-
drob. u. Hydrogr.», 40, 1940, pa,gg. 305-3,45); Primo saggio di rice.r-
che sulfiloplancton di alcuni laghi dell'Umbria, Abruzzo, Campania
(«Giorn. Bot. It.a:1. », XL'VII, 1940, pagg . .539-558); Osservazioni sul
filoplancton dei laghi craterici dell'Appennino centro-meridionale
(Ibidem, XL VII, 1940, p,agg. 229-233); Sulla posizione sistematica
del Glenodinium determinante l'arrossame.nto del lago di Tovel («Stu~
dm Trent. Se. Nat.», XXII, 1941, pa.gg. 1-8); Analisi foLogeografica
degli elementi floristici del bacino atesino. I. Dati climatici e storici
ed' elemento mediterraneo (Mem. Museo St. Nart. Ve.nezia Trident.
VIl, ]946, pagg. I 78); Il popolamento algologico delle acque del De-
serto Libico («Gmorn. Bot. !tal.», LIII, 1947, pagg. 524-534); Flora
aigologica del Fezan e della regione del Gat (Mem. 1st. ltal. I,dlrob.,
Pallanza, Il, 194 7; pagg. 43 3-461); A.spetti ecologici e fitogeografici

238
della vegetazione algole,gtca delle regio,ni del Deserto Li'"bico (R,end.
Ace. Naz. Lincei, VIII, 1947, pagg. 334-339); La scoperta della Be-
tulla Nana L. sul versante meridionale ,de/le Alpi (Lavori di Bot. in
occasione del 70° genetliaco di G. Gol a, 194 7, pagg. E-8); Analisi fi-
toge,ograflca degli eleme·nti del bacino atesino, Il. Elemento subatlan-
tico ed elemento orientale (Mern. Museo St. Nat. Ven. T ri,d!., VIII,
I 94i, pagg. 1-40); Ent.rofismo e popolamento a ,Oscillatoria rube-
s.cens D.C. nei {aghi di Caldo,nazzo e Levico (Boli. Pesca, Fisc. Idrob.
1111 1948, pagg. 1~2:8); Un nuovo periodo ,di osservazioni sulfiloplan-
cton di Nemi {Hydrob., I. 1949, pagg. 333-345}; Variabilità; differen-
ziazione e osserv. biologiche .su una Cianoflcea (Rend. «Ace. Naz.
Linceh>, VIII, 194'9 pagg. 227-232); Ricerche idrobiologic,he nei laghi
1
,

di Levico e Caldonazzo. Dati ambientali e loro correlazione ,oon la


produttività fitoplanctonica (Arch. Ocean. e Lim.ol., VI, 1'949, pagg.
1-95); Ricerche idrobiologiche ai laghi di Caldon:azzo e Levico. Inse-
diamenti pelagici, litorali, bentonict (Arch. Ocean. e Lemnot VII,
1950, pagg., 1-103); Ricerche orientative sulla microflora pelagica del
Garda («Studi Trent. Se. Nat.», XXIX, 1952, pagg. 81-109); Cause
del Disboscamento degli Appennini («Boli. Soc. Eistachiana»,, XLV,
1952, pagg. 131-145); Il lago di Molveno e le foreste· riaffioranti i'n
seguito al[o, svaso (<<Studi Trent. Se. Nat.», XXXI, 1954, pagg. 1-16);
Il trasformismo della Laguna Veneta e la vivificazione marina. 3. Ri-
c,erche sulle variazioni quantitative del filoplancton (Offic. Ferrari -
Venezia, 1954, pag_ g. 153-285); Appu:ntl idrobiologici sul lago Pilato -
,quota J 940 - nei Monti Sibillini (Boll. «Soc. Eustachiana - Cameri-
no», XLVII, 1954, pagg. 131-144), in co.l laborazione con G.P. Mo-
retti; Lago di' Tovel («Natura Alpina», Trento ; VI, 1955, pagg. 3-7);
Impressioni di un rviaggio in Lapponia e nella Norvegia artica. Ana-
logia fra la flora artica e la flora alpina (Ibidem, VII, 1956,, pagg. 1-
6); Le lac de Gard (Guida Itiner. Escurs. Phytogeogr. Alpes orienta-
les, 1956, pagg. 48-64)~ La valle di Tovel (Soc, Alp. Trld. XIX, 1956,
pag. 1-3); È cambiato molto il clima in epoca storica,? («Nat. Alp.)),
Trento, Vlll, 1957, pagg. 1-4); Storia climatico forestale dell'Appe·n-
nino Umbro-Marchigiano (Ann. di Bot., Romat Voi. XXV, 19,57,
iP,agg. 1-39); /!Giardino alpino delle Viotte nel Mont:e Bondon,e (<<Na-
tura Alp.>,, Trento, VIII, 1957, pagg. 69~76); Le barbe di bosc:o (Ibi-
dem, 1957, pagg. 96-100); li contributo dell'Erborist,er,ia Naz. alla
Farmacia·. Estratti sintettici delle lezfoni tenute nel n Corso prepar.
di Far.macia, lenuto nell'Unlvers. di Camerino nell'anno ace. 1956-57
(Ed. «Ricerche»,, Roma, 1957, pagg. 111- 116); Il Giardino Alpino

239
delle VJotte sul .Monte B·ondòne (Boll. «Soc. Alp. Trid»., XXI, 1958,
pagg. 3-7); Aspetti mediterrane'i lungo il ma·rgine meridionale deile
A /p'i con partico·lare riguardo al settore pre,afpino antistante ,al Baci-
no· Atesino («Studi Trent. Se. Nat.» XXXV, 1958, pagg. 47-6,9); Ri-· 1

cerche ge:osedimentalogiche e paleobotaniche su depositi fluviali e la-


custri della Bassa Valle del Sarca, pr.esso Lirifano di 'Forbole · Tren-
to (Ibidem, XXX V, 1958, pagg, 71-94), in collaborazione con G .
Venzo e A. PaganeiLi; La datazione col metodo del Carbonio. 14 del
lago di Tovel e dei resti vegeta,li riemersi tn seguito a.llo svaso (Ibi-
dem, XXXV, 1958, p,agg. 95-98); Importanza. del Pino nero, dell'A-
bete, del Ta'Sso e dell'Agrifoglio .nella storia climatico-forestale del-
l1Appennino Umbro-Marchigiano («Monti e Boschi)), IX, 1958, pagg.
535-540); il Cem·bro, l albero piiù espressivamente a,/pino {«Natura
1

Alp.,>, Trento, IX, 1·959, pagg. 3~4); La Val di Tovel e il <rLago Ros,
so» (}Ibidem, IX, 1959, pagg. 37-76); Aspettifitogeogrqfici del Trenti-
no e dell'Alto Adige (c,Monti e Boschi», X, 1959, pagg. 304-310); Im-
portanza del fattore storico climatico ,e dell'azione antropica nell'evo-
luzione della vegetazione forestale nell'Appennino Umbro March fgia-
no (Ann·uali ((Ace. 1tal. Se. Forestali», Firenze, v,ol. Vlil, 1959, pagg.
327-343); Ricerche pollino.logiche· in sedimenti torbosi della pianura
Padana ((«Giorn. Bot. Ital.,> Voi. LXVI, 1959, pagg. 336-339); Li-
neame.nti paleobotanici dell'interglaciale Riss-Wurm nella pianura
Padana (Ibidem, Voi. LXVII, 196,0, pagg. 306-311); Ricerche sul
quat:ernario della pianura Padana. 1. An.alisi polliniche di sedimenti
torbo-lacustri di Padova e Sacile (Rend. <tI$t. Se. Univers.» Cameri-
no, Vol. I, n960, pagg. 47-54), in collaborazione con .A. Paganelli;
Dal Leccio al Cembro - Guida itinerario preparata in occ:asione del-
l'escursione sociale della Soc. Bot. ltal. nel Trentina - 18, 20 giugno
1962 («Studi Trent. Se. Nat.», XXXIX; 1962, pagg. 1-59); Escursio-
ne deila Soc. !tal. nel Trentino occidentale («Giornale Bot. !tal.», Vol.
LXIX, 1962, pagg, 343-358); Escursione della Soc.
Nat. /tal. nel
Tr:entino occidentale («Giornale lBot. Ital.)), Vol LXIX, 1962, pagg.
343-J,58); Protezione .della macchia mediterranea degli ambienti na-
turalistici litoranei («NatUJra e Montagha)), Bologna; Serie Il; A. III;
1963, pagg,. 105-115).

(A, GètQfa in. «Studi Trent. Se. N at.1", 1963, n. 3 pagg. 26 i e ss, con ·bibUografìa;
Gazzettino. l d di IPadova del 13 luglio, pag. 1:2 e del 14 luglio 1963, iPagg. 4 e 12~
F. Trentini' in «Atti Ace. RovereL, Agiati i 964, Serie V, V,ol. IV, pagg;. 150- I 5 I).

240
MARCHESONI VITTORIO DI EUGENIO di Caldonazzo ove
nacque il 3 agosto 1890. Si dedicò per 46 anni all'attività magistrale
come ma.estro per 14 anni e quindi come direttore didattico. La sua
fu una vocazione vissuta e trasfusa soprattutto nei giov·ani insegnanti
ch'egli sapeva legare alla scuola come ad uno scopo di vita.. Svolse la
sua attività di dir,ettore a L~vico, Borgo e a Trento. Ultimamente fu
nominato Ispettore Scolastico. Fu assessore alla Pubblica [struzione
del Comune di Trento, P11esidente di quel Patronato Scolastico, soci<o
e tra i fondatori e membro del Consiglio della Scuola Regionale di
Servizio Sociale,, Vice Presidente della «Dante Alighieri».
Fu Vice Presidente della Federazione degli Asili Infantili e delle
Scuole Materne di Trento, giudice del. Tribunale dei minorenni~ mem-
bro del Consiglio di amministrazione del Consorzio cooperativo dei
produttori agricoli.
A Caldonaizzo era sindaco della Cassa Rurale, presid!ente della Pro
Loco, dell'Associazione agraria. Se: Caldonazzo oggidì in Valsugana
tiene il primato nelle culture agricole, molto lo si deve alla :sua opera
di istruzione e di convincimento.
[l] Ministero deU' Agricoltura e Foreste gli concesse la «medaglia
d'oro» al m.erito silvano, il Ministero della Pubblica Istr111zioné la «me-
daglia d'orOJ> al merito edu.c:ativo ed ii Ministero d,egliì interni la ((Cro-
ce di cavaliere,>.
Fu collabor,atore de <(L'A,dige», specie per la pagina dedicata ai ra-
gazzi. Scrisse, tra i'altro, Lettura espressiva e recitazione - Problemi
della Scuola ele,mentare nel decennale della riforma (Trento, 1933).
Scomparve il 20 marzo, 1976.

(L 'Adige del 21 marzo 1976).

MARCHE I IO GIOVANNI, nel 1875 aprì in Borgo l'omonima Ti-


pogr,afia che, tra l'altr,o dette a111e stampe molti dei lavori di studiosi
locali o della zona.

(Ambrost: Somm. Stor. Trent., pag. 190).

24 1
MARCHIORETTO PIETRO,, pittore. Come l'Ambrosi lo ritiene
<(Solo in pa,rte per trentino>J, così noi lo riteniamo solo in parte valsu~
ganotto, quantunque della Valsugana egli ,abbia fatto la patria sua.
Era nato infatti a Lamon nel 1763, secondo l' Ambro,sì, nel 1772 se-
condo il Weber, nel 1761 secondo il Pellin.
Figlio di poveri campagnoli, all'età di tredici a.nni fu mandato, co-
me allora si u.sava fare in ,quelle terre, perché provvedesse al proprio
sostentament,o, a Bassano e quind!i a Ramone presso Castelfranco
Veneto, ove servì, n,ovello piccolo Giotto, com,e pastore nei greggi del
gentiluomo veneziano Pietro Ciuran. Questi, avendone scoperto le
1110n comuni qualità artistiche, lo fece conos.cere al noto pittore Gio-
va:nni Gaetano Lazzarini, iii quale non solo lo condusse con sè neUa
sua s,cuola in, Venezia, ma tanto gli si affezionò che lo lasciò erede dei
SIUOi beni.
Il Marchioretto, fattosi apprezzare come paesaggista, prese a viag-
giare, dopo la morte del SUIO benefattore, n,elle provincie venete e lom-
lbarde, purtroppo scialando tutto e trascurando il 1avoro. Sulla retta
via fu ricondotto dal pittore Francesco C'ancitak e così lo troviamo
maestro dii disegno in Casa Ottolini in Verona, ove rimase tre anni.
Fu poi a Bressanone nell'istituto di ,çaJçografi:a. Chiuso questo isti-
tuto s.eguì la contessa K.ilmansegg di Hannover nei suoi viaggi in
Lomba.rdlia e per lei disegnò stu[l)ende ·vedute di quella regione.
Fu poi a Borgo, per tre anni ove disegnava lavori che poi venìvano
incisi in rame a Vienna e ad Augusta. A B,orgo dipinse la Deposizio-
.ne dalla Croce per la chiesa decanafe di Strigno.
Richiamato a Bres.sarnone dipinse un santo :sepolcro nel duomo.
Quivi conobbe il principe russo Rasumo,vski, che lo voleva .portare
con sè, ma, pavido dei climi di quelle terre, preferì accettare l'incarico
di insegnante di disegno e prospettiva in Trento; ove rimase :per
quattro anni.
Passò poi a Telve ove si stabilì ,definitivamente sposan do Elisabetta
1

Fr.anceschi dalla quale eblbe dei figli, che non seguiron,o però le ,orme
paterne. Morì, a 56 anni, in Telve nel 1828.
Tra i suoi lavori di C'Ui si ha notizia: Una ventina di _paesaggi, lavo-
rati alcuni per un v,es,covo francese, altri per ufficiali fran.cesi commis-
sionatigli durante la permanenza delle truppe napoleoniche in Valsu-
gn.a ; Serie di vedute italiane e· p•aesaggi ideologi.ci incisi dallo Zanon
di Venezia; Una quarantina di vedute per la contessa Kilmanseg:g;
Ventiquattro vedute tirolesi commissionategli dallo stesso Zanon: Do-
dici vedute dei dintorni di Verona per il conte Bovio di Feltre.

242
Suoi lavori esistono in casa Giobbe a Lamo111, in Casa Mangotti a
Fonsa.so, nella v:illa GUJarnieri ad Arsié, quasi tutti paesaggi sul Ci-
smon.
Altri: ,Sei vedute atesine, nel Museo Naz. di Trento; Una trentina
di quadri erano nella ,casa Buffa di Borgo; un panorama su Strigno,
in Casa Su:ster di Strigno; ,Una pala era nel]a chiesa ,di Lui di Lamon.

(Ambrosi: Scritt. Art Treot., pag. 154; Weber; Art. Trent,, pag. 189; Eco delle
Alpi, 1:5 luglio 1838; Studi Trentini A. VIII, 9; Tiro/. Kunst. Lexikon; Brentarf:
Guida Trent. , II, pag, 211; A. P~lfitt: Storia di Feltt,e, p,ag. 215; Nicolò Rasm<> su
1

!((Rivista Augusta>), Bolzano, 1943, pagg. 18-20).

MARI ETTI di Bieno n.el 1828 fondò la sua Casa Editrice mTren.=
to.
(A mhrosi: Somm. Stor. Trent., pag. 190; A. Zanetel su l' Adige del 20 20 luglio
1952, n. 172).

IMAR11NELLII VlffOAIO, attore drammatico, nato a Caldonazzo


nel 1902. 'fra il 1923 ed il 1925 studiò re,citazione a Milano. Nel
1926 debuttò, come attor giovine nella Compagnia di Alda lBorelli.
Lavorò poi con la Compagnia Pirandello, nella Za-Bum., ed in altre.
Nel 1933 è alla CINES di R.oma, ma nel 1936 abbandonò l'arte
per non subire pressioni politiche, e: si ritirò, a Calldonazzo.
Fruend!o delle nozioni pittoriche apprese a Brera, si dedicò aila pit=
tura dimostrando buone doti n,el ritr,atto e nella natura morta.
Morì nel 1945.

(Pacher in •<Studi Trent.», 1946, fase. 1, pag. 67).

MEI KELP!CK MARl,A ORSOLA di Francesco Giuseppe e Orsola


Spizer, nata a Borgo il 31 dicembre 1738. Nella chiesetta di ,One.a, il
primo ottobre 1760, sposò Giuseppe Paolo Bellesìni, notaio in Tren-

243
to. IJ matrimonio fu celebrato da P. Fulgenzio degli Agostiniani; fra-
tello della sposa.
Uno dei suoi figli, Luigi, nato il 25 novembre 1774, entrerà pur
egl:i come lo zio n,egli Agostiniani ed il 27 dicembre 1904 sarà portato
agli onori degli altari sotto il nome di Beato Stefano .Be/lesini.

(Decanato, di Borgo: numero umico, Giornata Eucaristica, 11 maggio 1924, pag.


1O; C. V1'vaJdellt' e G. ,Gottardi: Tr@nto, fra siori... etc.; A. Costa su «Strenna Trenti-
.na», 1974, pag. 9; A .. Goif.er: Le valli del Tre:nt. Orie:nt, pagg. 88:5, 892).

MENEGHEffl ANGELO GABRIELE nato a Fiera ii 27 no,vembre


1884 da Vittorio e D·ellantorua Cristina. Entrò nell'Ordine dei Cap-
puccini col nome di Vitale, in Brasile ove erasi recato c,on la famiglia.
Fu oirdli111ato sacerdote il i o, marzo 1909.
Fu oratore fecondo, donatore di carità apostoli,ca. Fu superiore in
diverse case dell'Ordine nello Stato di San Paolo.
Mori il 13 febbraio 1937 e la Prefettura di Piracic,aba, 19 anni do-
po l:a. sua morte, gli dedicò una via: « Via Padre Vitale da Primiero,.).

(« Voci di Primiero», 1956, n. 7).

MEZZANOTTE DOMENICO di Tesino. Costruì nei 1766 l'orolo-


gio del campanile ,di Pergine, mentre nel 1774 aveva costruito quello
per il campagnile di Borgo.

(P. Del Alessandrini: Memorie di Pergine1 pag. 150; Brentari: Guida Trent., II,
pag. 246).

MICHELI CLOTILDE di Imer, Nacque a'l l settembre 1849, Nel


1891 la si trova a Caserta con il nome di suor Maria Serafina ed in
questa città, ,c,on l'approvazi,one del 'Vesco,vo. fondò l'Istituto delle

244


Suore degli A111gelt Nel 1936 Pio Xl ap,provò de,fin.itivamente la Con-
gregazione ed i suoi statuti ed il Governo Italiano le conces:se il rico-
nos,cimento giuridico.
Il 2 luglio dlel l 941 l70sservatore Romano, sotto il titolo dli Un cin-
quantenario d'una lslttuziorze, ricordò l'oper.a della fondatrice. La
congregazione nel 50° poteva annoverare 60 case, distribuite a Udi-
ne, N'apoli., Benevento, Avellino, Campobasso, Salerno, Lecce, R.agu-
sa, con circa 400 sUJore che svolgevano la loro attività in Orfanatrofi,
Educandati, Ospedaili, Case di Cura, Ricoveri, Seminari, Scuole Ma-
terne.
Purtroppo durante la seconda guerra mondiale diverse case anda-
rono dis:tru tte.
La vita e le opere di Suor Serafina sono descritte in un libro dj 400
pagine, compilato da Sante Montanaro.
L.a pia suora morì il 24 marzo 19 I 1..

(NIFLO in «Voci di Primiero», 196:5, n. l; Ibid., n. 9; F. Nicolao: I,m,èr, pag._g.


122-123).

MINATI GIOV'ANNI ANTONIO, scultore in Pergine. Si ha notizia


che nel 1625 indo,r,ò la pala dell'altare della parrocchiale di Calcerani-
ca; che nel 1635 ebbe un pag:a:m,ento per la doratura della Pala di
San Valentino e per il co,mpirnento della doratura della Pala dell'altar
maggiore della chiesa dii Santa Maria, sempre in Calceranica; che nel
1637 co,m.pì la doratura del tabernacolo della stessa chiesa e che at-
tuò altri lavori nella. clhiesa di S. Ermete; che nel 1941 dorò la pala di
San Francesco.
Nel 1645 e: nel I 641 lo si ritrov.a ancora al lavor,o nelle c!hiese di
Calceranica. Inoltre lavorò m San Mauro e :a B.aselga. Non si sa
quando e dove sia. nato, ma non è un azzardo ritenere che fosse clii
Valsugana.

( We,b.er: o.e., pag. 200; Arch. Parr. di Calceranica e Baselga; uTridentum», VII,
16, 57).

245
MOLI NARI EGIDIO, maestro elementare, nato a Bieno il 13 gen-
naio I 884 da Dionisio e Domenica Ferrari. Insegnò per molti anni
neHa scuola di Borgo e ,di quella scuola tenne Ea dirigenza.
Fu tra i fondatori d!ella «Società Valsuganese dei Maestri Cattoli-
ci)) e presidente della «Federazione magistrale del Trentino».
Con lo pseudonimo di «Egimio» scriveva articoli di carattere organiz-
zativo e didattico su «L'Educatore», organo della stessa Federazione.

(A. Costa su «Voci Amiche», Borgo, Gennaio 1965).

MONTEBELLO GIUSEPPE ANDREA nato a Roncegno il 23 di-


cembre 1741. Nel registro dei nati ,dli quella parrocchia infatti al n. 61
dello stesso annò si legge: «Iosep,h Andteas filius D. i Iosephi Antonii
Montibelle·r et D.ae Dominicae l'eresiae, uxori:s ei.us legitima.e, hester-
na die bora quarta pomeridiana natus, baptizatus fuit a me Jo. Bapta
de Victore Cappelllano,, quem susceperunt de sacro fonte c!ar. mus D.
Joseph Antonio Cibini de Telvo et D.m Maria Magdalena uxor O.i
Andrea,e Montibeller».
Entrò nei Riformati col nome di Pietro P,aolo, assumendo il nome
dei SS. Patr,oni della sua parrocchiale.
Scrisse Notizie storiche topografiche e religiose della Valsugana e
Primiero Rovereto, Marchesani, [ 793. L'editore Rag. LEvio Rossi di
Borgo ne curò, nel 1973, La ristampa anastatica.
Presso la biblioteca francescana cli Trento del M,ontebello esistono
due manoscritti: Concordia dtvin. Scripturarum et de Antech,risto,
plico di 802 pagine, e Lettere di Si'lvio Candido per confutare il li-
bro: Corrispondenza di due ecclesiastici sulla questione: è egli tempo
di abolire il celibato, plico di 257 pagine con allegate 24 lettere.
Lo studioso morì nel convento di San Bernardino in T'rento il 2 di-
cembre 1813.

(Ambrosi: Scritt Art. Trent.. pag. 92; A. Prati: I Valsuganotti, pag. l93; A. Co-
sta in «Studi Trentini», 1973, n. 4 pag. 498: Ambrosi: Somm. Stor. Treni., pag.
187; A. Pe/lin: Storia di Feltr,e, pag. 200),

246
MORANDI ANTONIO , intagliatore, :incisore in legno, di Pieve Te- 1

sino. Scolpiva ed intagliava nel legno figure di animali e forse egli


stesso ne fruiva per stampare i modelli su carta.
Fattosi :religioso nei Riformati pare abbia don.ato i suoi stampi li-
gnei al Remondini di Bassano. Tuttavia in convento continuò la sua
,attività artistica in collaborazione con il confratello P, Francesco Du-
. .
s1n1.
Morì in Trento nel convento di San Bernardino il 16 ottobre 1656.

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pa,g, 67 ; Weber: o.e. pag. 204 ; Fra Casimiro: Me-
1

morie storiche delle chiese dei frati minori, 1764, pag. 158; G. de Carlini in a:Trenti-
no:», 1930, pag. 289; O. Dell'Antonio: I Frati Minori ne.I Trentino, Trento. 1947,
pag. 13,2; Ba:zzanella: Memorie di !Pieve T,esino,, L884; Brentari: Glllida Trent., l ,
pa:g. 379; B . Passamanf in Stampe per Via, IBa;Ssan.o 1972).

MORIZZO PADAE 1M ARC0 storico, naçque a Borgo il 24 agosto


1
,

I 849, da Maurizio e da Rosa Copat, e fu battezzato con il nome di


Luigi. Entrato nei frati minori riforma.ti prese il nome di M,arco. Fu
ordinato sacerdote il 29 dicembre 1872.
Fu lettore e bibliotecario nel convento, di San Bernardino a Trento
e ;SÌ occupò del riordino dei numerosi manoscritti lasciati dia molti
suoi confratelli studiosi, tra cui quelli del Tovazzi. Fu l'ordinatore de:l-
le biblioteche di San Rocco in Rovereto, di quelle di Cles:, P·er:gine,
Mezzolomb.ardo, Borgo.
In campo religioso ,era ritenuto el,oquente e suasivo predicatore.
Chiamato ad ordinare la biblioteca dell'Ordine Francescano in Ro-
ma, dovette declinare l'incarico per ragioni di salute. Morì infatti a
Trento il 24 maggio 19 15. Era socio, deli' Accademia degli Agiati cli
Rovereto.
Oltre a curare annualmente il Catalogus Cleri della Diocesi Tri-
d,entina, trovò ìll tempo di scrivere numerosi studi: .Serie dei parroci
di Casteln.uovo (Borgo, Marchetto, 1884); Cronachetta ecclesiastica
di Mezzolombardo (Trento; 1888); Idem per la parr:occhia di Ossana
(Trento, 1889); Mediceum Tridentinum - Riedizz'.one con aggiu,nte del-
l'opera del Tovazzi (Trento, 1889); Notizie della peste di Levico nel
1636 (Ibid., 1889); Cronachetta ecci. della curazia dl Cagno/a (Tren-
to, 1890); Elenco dei rettori della chiesa di Mattarello (Trento,

247


1890); Scrittori francescani riformati del Trentino (Trento, 1890);
Statuti ,della Giurisdizione di Talvana, Borgo, Castelnuovo, Roncegno
dei 1574 (Trento, Monauni, 1895); Cronachetta del Monastero di
San Carlo in Rovereto (Atti «Ace. Agiati di Rovereto», 1900); Eço
delle feste del XV centenario dei SS. Martiri A.nauniensi, o,ssia la
Pieve di San Zeno - Notizie topografiche, civili e religiose (Trento,
1903); Le chtese di San Vigflio nella diocesi di Trento (Trento,
1905); Regesta Codicis Clesiani (Ri.v. Trident dal 1907 al 1915...
OilJera incompiuta); L 'Ur.bario di Castel Tesino (Arch. Trident. II; III,
191 O); L 'Urbari() di Castel Stenico (Ibid., IV, 1910); Regesto del/'Ur-
hario del Castel del Buon Consiglio di Trento (Atti «Ace. Agiati, Ro~
vereto», Ill, IV, 1910 - I. III, IV, 1911 . J[, 1912 ~ I, II, 1913 . IV,
1914... o,pera incompiuta); L'Archivio Municipale di Borgo («Triden-
tum», 19 IO);
Lasciò poi. n.el]a biblioteca di San Bernardino di Trento importanti
manoscritti!t tra i quali; Storia dei Francescani nel Trentino dal 1210
aJ 1907 (4 volumi); Cronaca francescana trentina da:/ 1211 al 1888
(due volumi); Regestro de.Ile investiture del convento di San Lorenzo;
Cenni storici del già convento delle clarisse di Sant'Anna in Borgo.
A cura dell'editore Rag. Livio Rossi dì Borgo quest'ultimo manoscrit-
to è stato dato alle stampe nel 1976; Regesto delle investitu.re del Ca-
stello di Pergine (Trento, Bibl. Com., n. 1987); Regesto di Caste.I Be-
seno, Cast,ellalto (Ibid. n. 3464); Regesto Jnvesttture ecclesiastiche
deJl'Arc. Vescovo di Trento (Ibidem, .n. 3464); Idem dei nQ,tari Fran-
cesco e Marc'Antonio Scutelli di Trento.1590-1641, di Antonio Ba-
gnudetli di Clese, a. 1619-1645 (Ibid., n. 3033).

(Ambr.osi: Scritt. Art. Trent., pag, 101 e pag, :3:5:2; Idem: Somm., Stor. Trent.,
[l)ag. 273; A, Pellin: Storia di Feltre. pag. ;200; A. D'e Gubernatis: Pic,colo ,cliz.. dei
contemp. pag. 626; Idem: Dictionnair,e lliltern. des éscrivains etc. pag. 102:6; Mini-
stero Pub(. Istru:z Annuario delle biblioteche [tali.ane ecc. pag. 303; A. Costa, Bor-
go, ·«Voci Amiche», 196S; p,o, tin «Studi Trentini», A. I, 1920, ll Trim. pagg, J 64-
16:S; F. Simonetta; Cenni Storici del già ,c onvento ecc., pag. 49;, C . Dori'goni: La
biblioteca dei p·adri francescani di Trento, pagg. 30,.32 e :52; S.B.: L'Adige del 31
dicembre I 976).

MORIZZO PADRE MAURIZIO, nato a Borgo il 10 ottobre 1843.


Era fratello di p. Marco e come lui fu accurato investigatore e racco-
glitore di documenti storici relativi principalmente alla storia del suo

248,
pae.se natale. Di salute ieagio,nevole sopportò con vero spirito ascetico
i rigori della regola dell'ordine dei Riformati nel quale, com,e il fratel-
lo, militava. Dedicatosi all'insegnamento fu pure per i giovani confra-
telli maestro di cristiana rassegnazione e serafica letiizia nel dolore.
Fu anch'egli :so,cio dell'Accademia deg[i Agiati ,dli Rovereto.
Di lui abbiamo: Storia del congresso di Trento, tenuto tra gli im-
periali e i veneti dopo la' guerra di Massimiliani I (Borgo, Marchetto,
1884); Documenti pubblicati nel solenne ingress,o del M .R. Don Cara
lo HelJweger nella Parrocchia di Castelnuovo {Ibid., 1885); Serie dei
Parroci e dei Sindaci di Bor8.o, coi rispettivi cenni storici (Ibid.,
1886); Un cenno su Lavarone (Tbid., 1889); Statuto della giurisdizio-
ne di Telvana {Trento, Monauni, 1895); L ~ rchivio Municipale di
Borgo (1,Tridentum)), XII, 191 O, pagg. 161-1 72);
Presso la Bibl. Civica ,dii Trento vi sono diversi manoscritti riguar-
danti la V~sugana {n. 2885, 2686, 1687). Scrisse poi una Storia del
distretto di Borgo {4 volumi in foglio - [8'9 1 - 1892), rimastaci pure
1

• •
1n mamo.scritto.

(Ambrosi: Scrittt. Art. Trent., pag. 360; A. Prati: I Valsugamotti, p,ag. 193; A. De
GubernaJis: Dictio.nnaire des: éscrivains etc., pag. 102,6; Ibidem: Piccolo dizion. dei
Contemp., pagg. 626, 627),

MOSCHEN PROF. LAMBERTO, naturalis,ta, nacque a Levico il


14 ottobre 1853 e quivi morì il 22 aprile 1932. Compiuti gli studi gin-
nasiali a Trento si laureò in scienze fisico-matematiche e naturali
presso l'Università di Innsbruck e di Vienna..
Nel E877 si laureò prure a Padova in scienze naturali e insegnò
questa dis,cipilina nel ginnasio liceo «Tito Livio» della stessa città.
Sempre a Padova fu assistente del Prof. Giovanni Canestrini, ana
cattedra di zoologia, anatomia ,e rtlosofia comparate, ,cllal 1878 al
1882. Nel 1881 aveva ottenuta la libera docenza.
Fu poi insegnante di chlrmca e fisica n.el liceo di Girgenti nel 1882
e ,quindi cli scienze: naturali nei liicei «Umberto I» di Palermo e al ,«M.
Foscarini» a Venezia.
Nel 188,4 venne nominato alla cattedra di storia naturale nel li-
ceo «Umberto I» di Roma. Nel 1'901 passò al «Tasso>J e quindi tornò
al1-((Umberto I», ove inse~nò fino al [924.

249
Dall'l marzo 1887 al 31 dice,m bre 1899 fu Assistente di Antro-
pologia nell'Università di Roma, ove aveva ottenuta la secon,d!a libera
docenza. Presso questa Università fu chiamato a rappresentare i liberi
docenti della facoltà di Scienz,e nel Consiglio d'istituto.
Fu membro e se.gretario della Società Rom:ana di Antropologia e
segretario della Società Veneto-Trentin.a di scienze n atur,ali.
Nel 1924 si ritirò a. riposo nella sua Levico.. Nel 1925 gli fu confe-
rita la «commenda della Corona d'Italia».
Tra i numerosissimi suoi scritti vengono segnalati: Intorno all'indi-
ce nasale del cranio trentino (Venezia, 1879); Studi sull'indice cefali-
co dei Trentini (Padova, 1880); Sull'indice nasale dei crani ven:eti
(Padova, 18,80); Osservazioni morfologiche sui crani del Veneto e del
Trentino (Ibid. 1882); Sulla divisione a·nomala de·ll'apofisi mastoidea
in crani umani (Ibid., 1882); Sopra un cranio deformato, dall'ossario
di San. Martino (Venezia, 1879, in collaborazione con il Prof. Cane-
strini); S,opra due cranii di Botucudi {Padova, 1880); Sopra un cra-
1

nio deformato scavato in Piazza del ,Capitaniato in Padova (lbid.,


1880); A noma/Le di cranii trentini (Ibid. 1881}; Di alcuni' cranti' sco-
perti nelle necropoli atesine (Venezia, 1882); Antropologi.a fisica del
Trentino (Padova, ] 880 Crani peruviani del Museo antropologico di
1
);

Rom·a (Firenze, 1887); Aggiunta alla fauna aracnologica del Trenti-


no (Padova,, 1879); Sopra un ibrido naturale di Fringilla montifrin-
gilla (lbid .• 1880); Della diffusione del Both.riocephalus latus in Italia
(Ibid., 1882); J principi della classificazione zoologica (Venezia,
1884); Elementi di botanica descrittiva ,ad uso delle SCU'o/e secondarie
(Milano, 1886); Indic,e cefailo degli Italiani di R. Livi (To-
rino, 1887); Nozioni di fisica e storia naturale per le scuole ele-
mentari (Milano, 1889); Nozioni ,di scien'ze naturali ad uso dei ginna-
si (Ibid., ]890); I caratteri ,fisici e le origini dei Tre·ntini (Roma,
1892)i La st,atura dei Trentini corifro·ntata ,c,on quella dei Tirolesi e
degli Italiani delle provincie venete, lombarde e piemontesi (Torino,
1893}; Due scheletri di Melanesi (Roma, 1892); Quattro decadi di
1

cranii modern:i della Sicilia e il metodo naturale nella determ'ina·zio-


ne delle varietà del cranio umano (Pad.ova, 1893); Elementi di bo.ta-
nica ad uso dei ginnasi e dei licei (Roma, ]894); Crani romani .nella
prima epoca cristiana (Roma, 1894); Il m,etodo natunale in cr;aniolo-
gia (Firenze, 1895); Una centuria di crani um.bri moderni (Roma,
1896}; Sull'antrop()metrica militare del dott. Livi (lbid., 18,96); Noti-
zie archeologiche Ob,id., 1896); Crani moderni di Bologna (Roma,
1899),; Nuove con.tribuzion.i alla craniologia di Bologna (Roma,

250
190 l ); I colo.ri degli Animali (Pado,v a1 1882); Catalogo sistematico
delle principali piante utili (Torino, 1894).
Tradusse in lingua italiana La vita delle piante, de:/ Prof. A. Kern.er
(Torino,, 1884); I diversi apparecchi col mezz,o dei quali sono fecon-
date per gli insetti le orchidee, di C. D·arwin (Torino, 1883), in colla-
borazione con il Prof. Canestriru; Le ,diverse forme dei fiori in piante
de.Ila stessa speci,e, di C. Darwin (To,rino, 188,4), in collabor.az.ione
,c,s.; La Terra, del dr. A. Neumayr (Torino, .1896-97, Vol. 2); Album
di fiori, di Mesdorffer Kohler e Rudel (Tori111o, 1901).

(Ambrosi: Scdtt. Art. Trent., pag,g. 25:2, 406; crStudi Trent.», 1932, fa:sc. 2, pagg.
131-133, corn foto; L. Bonomi: Naturalisti, medici trentini, Scotoni, Trento, 1930;
Ambrosi: Somm. Stor. Trent., pag. 275; A. De Gu.bernatis: Decttionn:aire lntern.
etc., [Pag. 1030 Idem: Piccolo Dizio,n, etç., pag. 631).
1
;

M01T DOTT·OR ANGELO GIACOMO,, senatore della Repubblica,


nato da Pietro a Fiera il 3 luglio 1902 e prematuramente scomparso
nell'ospedale di Borgo Valsugana il 18 luglio 196.3.
La famiglia M ott si era consolidata in Primiero da q1UaJche secolo,
forse discendendo da un Gabriele Moth che quivi si trovava verso la
metà del 500 come Vicario Minerario... , ma ciò è da dimostrare.
Mrnitante sin da giovanissimo n,ella parte cattolica si trovò coinvol-
to a Padova nelle lotte, specie :nel 1921, tra ,cattolici e fascisti
Già presid!ente del Circolo giovanile di Azione Cattolica, si inseris-
se pure nel 1920 nel Partito P·opolare divenendo Segretario della Se-
zione di Primiero.
Laureatosi trovò gravi difficoltà nell'esercizio della sua professione
medica, aven.do rifiutato lai tessera fascista, necessaria allora per svol-
gere qualsiasi pubblica professione.
Lo sostenne in quel diffi,cile periodo il medico eo,ndotto cli Fiera, il
benemerito, dr. Nicoletti, nativo di Vattaro. ,che lo assunse come suo
aiuto, il quale gli diede la possibilità di esercitare a San Martino di
Castrozza. Più tardi il dr. Mott sposerà. la figlia del dr. Nicoletti, I.a si-
gnora Iolanda Italia.
Specializzatosi poi in radiologia, aprirà UlilO studio privato a Riva.
Durante l'ultima guerra fu ufficiale medico e prestò il suo servizio
presso diversi Ospedali Militari.

251

Dopo l'otto settembre entrò nella resistenza e fu tra i gruppi del


Tennese e della val di Ledro. Fe.ce parte delle forze partigiane della
Democrazia Cristiana ed il suo nome fu trovato n,elle li:ste dei «sorve-
gliati speciali» dlella IPO!u:ia fascista. Nel su,o «curriculum» viene defini-
to come perseguitato politico.
Per la prima legislatura parlame.ntare Degasperi stesso gli ,offerse
la candidatura per il collegio di Pergine. Datosi all'attivit.à politica
con il senso di chi accetta un incarico «per dovere di cristiana solida-
rietà», seppe circondarsi dlella stim.a dei colleghi e dell'amore dei suoi
elettori. NeUe elezioni otten.ne 34.942 voti di preferenza (1948). fece
parte ,della IX Commissione per l'Industria e Commercio intern,o ed
estero e del Turismo.
Nel. 1953 venne rieletto con 35.081 voti di preferenza oon i quali
superò il <cquorum» con il 65 per cento. Il questa legislatura fu mem-
bro della V Commissione per le Finanze e Te.soro, membro della
C.E.C.A. (Comunità Europea Carbone e Acciaio,), Sottosegretario .al-
le finanze dal luglio, 1953 al geMaio 1954, Sottosegretario al Tesoro
dal Gennaio I 954 al maggio 1957, Alto C,ommissario per l'Igiene e
Sanità dal maggio 1957 a1 giugno del 1958.
Appassionato sin da giovane allo studio di problemi di economia
politica, che coltivava privatamente ,durante ·il suo tempo libero, poté
realizzare la sua cultura apportando un suo attivo, profiquo ed ap-
prezzato contribu.to all'impostazione ed. alla soluzione delle iniziative
riguardanti la creazione del «pool)) del carbone e dell'acciaio, dei pro-
blemi riguardanti i mercati internazionali, i dazi, i consumi.
Fu relatore dei bilanci d.el Ministro del Tesoro, del Ministero delle
Finanze. Compì studi per la riforma de,gli Enti Previdenziali, come
Alto Commissariato nel corrispettivo Ministero.
NeE 195,8 venne rieletto e si ebbe .35.404 voti. di preferenza ed
entrò subito nella V Commissione per la Finanza e Tesoro. Ma ormai
cominciò a manifestarsi quella malattia che lo stava debilitando fisi-
camente e che non potè essere superata nepp·ure con cure chirurgiche
e tuttavia, sostenendosi con ammirevole forza morale, rimase vicino
ai suoi elettori sino all'ultimo.
Ciò che evidenz.iav,a il Sen. Mott era la sua modestia, la sua dedi-
zione. Con i suoi elettori teneva continui contatti e [Pe,riodicamente vi-
sitava le amministrazioni comunali del suo collegio, spesso risolven-
done con intuiziOfié, competenza ,e tenacia i problemi. È da ricordare,
ad esempio, il lavoro politico ch.'egli svolse perché otto comuni deUa
Bassa Valsugana si costituisser,o in Consorzio per 1a costruzione del-

252
l'acquedotto di Cimon R.ava, il fmanziamento de~ quale egli stesso
aveva inserit,o nel bilancio deillo Stato e che p,er difficoltà d''intesa,
sorte tra le: rispettive amministrazioni locali di diverse estrazioni poli-
tiche, rischia.va di cadere in prescrizione.
Merito del Sen. Mo,tt fu pure d'aver salv.aguardato dalla naziona-
lizzazione le aziend!e Elettriche Municipali, e Primiero deve a lui in
particolare l'.acuto piano di finanziamento per la costruzione di una
nuova centrale elettrica. A.nche il piano di attuazione per le rettifiche
della strada dello Schert.er lo si deve a Ju.i. La sua immatura scompar-
s,a fu certamente una remora per la soluzione di mo,lti problemi.

(Montebello: o.e. pag. 216; L'Adige del 19 llllglio 1963; Vita Trentina del 25 lu-
glio 1963; «Voci di Primjero»: A. 1948, n. 7 - A. 1953:, n. 9 - A.. 1963, n. 8; Scar,a-
no Ed.• Roma: SulPP· a «Chi è'?», Di.zion. lttal. d'oggi, pagg. 2195; La Navicella
Ed., Romai: Deputati e Senatori del I i>arlarn. Ital. 1949, pag.. 577 òòfi fot,o ; Ibidem,
1

per il Ir Pari., 1955, pag. 491; Ibidem, per i1 Ili Parl., 1960, pag. 540).

MOTT PADRE FEDELE, mis.sionario, e scrittore, nacque a Fiera il


6 gennaio 1885. Ancor bambino seguì la famiglia in Brasille quando il
padll'e suo,, Giambattista, e la m,adre Giovanna Simeoni deçisero di
trovare coià un più sicuro sostentamento per i figi.i. Si stabilirono nel-
la città di San Paolo.
Compiuti gli stu,dli, entrò nei Cappuccini e fu ordinato sacerdote
nel giu.gno del 1907. Fu guardiano per due tornate del convento del -
1

1' ((Immacolata Concezione di San Paolo», custode provinciale del -


l'Ordine, catechi:sta ed insegnante di Filosofia e Teologia nel semin,a-

rio diocesano di Taubatè,, nel seminario serafico dii Sa!l'll Fedele.
Per oltre 25 anni fu redattore e direttore della rivista Anais Franci-
scano,s, fu collalboratore del settimanale «La Squilla»,e del quotidiano
di Botucatù.
:Scrisse, oltre a vari canti e romanzi, Capuchlnos in terra de Santa
Cruz; Pedagogia do catechismo,· .Som.os e fomos a Atlan.tada.
,organizzò. il Gramio Bento XV, organizzazio,ne g~ovanile che ebbe
qua:Jche centin.aio di membri attivi.
Morì a Botucatù il 1'9 febbraio del 1968 e i suoi funerali ebbero
luogo a spese dell'Autorità civile, con grande concorso di po:polo e ,d!i
emin.enti personalità.

(.r Voci di Primiero, A. E949, n. 3 e A. 1968, n. 1O).

253
MOffER A.BATE DR. GIIACOMO, teologo, di Tenna, ove nacque
il l8 ottobre 1828. Compiuti gli studi ginnasiali e liceali a Trento, nel
1851, passò a Roma ove nel 1855 conseguì la laurea in Teologia e
venne consacrato sacerdote·.
Su sua richiesta fu mandato in «missione;, nella California, e l'Ar-
civescovo di San Francisco lo volle suo segretario. Desid,eroso di de-
dicarsi alila cura d'anime fu assegnato nella parrocchia assai vasta dm
Stocklon.
Nel 1872 per motivi di salute dovette tornare in patria.
Fu uno dei !P·rimi e dei. JPiÙ strenui difensori della filosofia rosminia-
na nel periodo in cui si accesero le ben. note polemiche.
Scrisse: Il Dimitatur della Sacra Congregazione dell'Indice e An-
tonio Rosmini, in risposta ad alcuni articoli del M.R. Prof Giuseppe
Lange (Tre:nto, Seiser, 1880); La Santa Sede e Antonio Rosminl alla
luce dei documenti e fatti storici nuovamente riveduti e co,ifrontati
(Ibidem, 1881). Mori il 29 maggio 1903.

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg . .252 e 406 ; A. De Gubernatis in Piccolo Di-
2:iom. dei Contemp·., pag. 632; A.B. in Atti «.Ace. Roveret. Agiati», 1903 Serie III,
fase. Il, pagg. XLIX-L).

254
N

NARDELLI ENRICO di Telve. Era socio e corrispond.ente della


benemerita rivista «Studi Trentini di scienze naturali» e contribuiva
allla raccolta di rocce e minerali utili, specie m Valsrugana, per la se-
zione agrogeologica.
Mori vittima di una disgrazia alpinistica sull,e Alpi Piemontesi nel
1928.

(«Studi Treni.», 1928, fase . .2, pag. 202).

NAURIZI O (I) sono tre: Francesco di Norimberga, Paolo figlio di


Francesco ed Elia figlio di Paolo. Sono con;siderati di Borgo essendlo-
si quivi trasferito Francesco ed essend!o quivi probabilmente nati sia
Paolo che Elia.
OPERE DI PAOLO
Paolo ebbe molte commissioni a Trento. Quivi viene a. lui ,attribuita
quella che era la pala d'altare nel duomo di Trento, rappresentante
una Vergine incoronata con San Vigili<>, tela del 1583 ora conservata
nel Museo diocesano. Nello stess:o Museo sono conservati un. dossale
del 1591 cioè la Natività ,e Adorazione dei Magi, una tavola d,efinit.a
come Messa di San Gregorio.
Nel 1583 lo si trova impegnato a realizzare dei lavori commissio-
nategJi dall'Arciduca Fer,dinarndo a Innsbruck., Nel 1588 è impegnato
con contratto per dipingere la Pala dei S S. Vito e Corona a Levico.

25S
Nel 15,89 dipins.e due quadri per la decana1le di Strigno. Il primo,
un'Immacolata con un Bambino in braccio e oon la scritta HOC
,OPUS FECIT FIERI UNIVERSITAS P·LEBATUS STRIGNI GUQ
BERNANTE JOANNE !BAPTISTA DE ·V][LLA. ANNO DNI
MDLXXXIX, fu l'unico quadro della. preziosa colllez.ione. posseduta
dalla chiesa di Strigno, che si sia :salvato dall,e spogliazioni della pri-
ma guerra mondiale. Purtroppo «quod non fecerunt !barbari, fecerunt
Barberini»: infatti il quadro fu tolto dalla sacrestia e gettato neEsotto-
tetto della chiesa. La preziosa cornice di tipo olandese andò semidi~
strutta,
Il .secondo, portante la scritta «Paulus Naur. Pixit anno 1589», è
dettagliatamente descritto dall' Atz e trattandosi di un lavoro proba-
bilmente asportato, me trascriviamo la ,dlescrizione n,ella traduzione
dal tedesco. Il qu.adro «rappresenta il Vescovo S. Ulrico (ma, come
afferma pure il Weber e come è più probabile, un San Zenone, patro-
no appunto dell' Arcipretale) nel ben modellato piviale; in attegg.ia-
mento rigido e austero, con una coron'a d'oro ai piedi e ricche dora-
ture. La test:a del santo è ,piccola e scarna, il naso aquilino. Lo sfon~
do è formato da un paesaggio con orizzonte lontano»,
Nel Museo d.i Trento vi sono due quadri, ambedue datati 1590: il
primo è una Decollazione di San Paolo e l'altro Ea Crucifìssione di
San Pietro.
Nel 1:591 dipinse una Sant'Anna, per l'altar maggiore della chiesa
di So,pramonte ed una pala per l'altare di sinistra della stessa c!hiesa.
Nel 1594 lavorò per la chiesa di San Mauro di Pi111è: un lavoro
complesso di figure di santi,, di 5<:,ene bibliche ed ornam.entalii.
Nel 1595 lavorò nella parrocchiale di Baselga di Pinè. La Bibliote-
,ca C,om. dì Trento conserva il suo testamento dettato nel 1597.
OPERE DI ELIA
Elia lo si trova pittore· aulico in Innsbruck nel 1623. Nel 1625 lo
si trova ,a dipingere un quadro abbozzato da certo Kager d'Augusta.
Nello stesso anno man.dava un ritr,atto in miniatura all' Arcidu.ca
Leopoldo chiedendogli di poter recarsi a Vienna ove sua madre, che
colà conviv,eva con un signore protestante, aveva divisato di abban-
donrure la reliigio,ne cattolica.
Il soggiorno a Vienna non fu lungo giacché nel novem.bre è di nuo~
v,o alla eone di lnnsbruck e tuttavia non s.appiamo, ,quale esito abbia
sortito la su:a m:issio,ne presso la madre.
Nel 163 0 disegnò la figlllra cli San Vigilio, che fu incisa da Volfan-
1

g,o Kilian di Augusta come sottocopertina all'o,pera apologetica che i

256
Gesuiti, da poco introdottosi a Tr,ento, dedicarono a Carlo Emanuele
Madruzzo.
Elia lavorò per diverse chiese dipingendo pale o ,quadri: per Calvi-
no, (1630), per San Bernardino a Trento (1634), pe.r la parrocchiale di
Banale (1642), ove dipinse una pala e due quadri, per Ea cappella di
Busso~Guard.a, per Tavodo (1649), per Folgaria (1650) dove dipinse
un San Lorenzo con i SS. Barba.ra, Bonifacio ed altri santi.

LORENZO NAURIZIO
Non è tesi eoces,sivam,ente azzardata ritenere che Lorenzo apparte-
nesse alla stessa famiglia di Paolo ed Elia e però non rè dato di cono-
scere àncora con qualie grado di parentela i Naurizio fossero uniti.
Lorenzo dip.inse nel 1565 degli affreschi sulla facciata della chiesa
di S. Margherita in Castelnuo,vo e probabilmente dipinse anche, le im-
magini degli Apostoli che ornavano (~antica absirde, demolita con i re-
staruri del 1845.

(AmbrQsi; Scritt. Art. Trentini, p.a.g. 64; Weber: o.e. p!\g. 200; B.C. Trento: ms,
1,80, 607; To1Jazzi: Notitia Eccl,esiarum, pag. 200; Bottea: Cronaca di Folgaria,
pag. 93,; «Tridentum», VIT, pag. [08; VI, pagg. 25 1-258; V pag. 458; Jahrbuch der
Sammlung;en etc., Vol.11041 · Kunstfreund, 1875, pag. 85; Mitteheilungen C.C.
XXVE, pag. 78; S{VE in «Studi Trent.», 1960 pagg. 33-47; Arch. Stor., Rogito
l!;l:asse(ti; Arclz. Tr,, XXX, 159: Gor,ger: o.e. p~gg. 786, 721, 719, 602; Brentari;
GuidaTrent., n, pag. 348:: Karl Atz: Kunstg,echichte von Tirol · Vorarlberg, 1909).

NEGRELL.I (ILA FAMIGIL IA). La famigliaNegrelli pare avesse ori-


gine in Genova e da là un ramo si trasferì in Vicenza ove nel 1175
prestò giuramento ai Signori di quella città. Verso il 1400 dei Negrelli
si trovano in Valstagna Un Ne,grelli fu general1e nell'esercito dell'Im-
peratore Leopoldo I{ 1658-1705) e ,si distinse con l'Armata ,di EU,GE-
NlO di Savoia nel passaggio delle ,Chiuse di Verona (1710). Il IO no-
vembre del 176 ] , proveruente da Valstagn:a., giunge in Primiero Nic-
colò Negrelli con la moglie Anna Ceccato e quivi si accasò. Quattro
anni dopo e precisamente il 7 novembre 176.5 nasceva in «Borgo
Fiera»

257
ARCANGELO MICHELE MARIA PROSIDOCIMO VINCENZO,
che consìderiamo il capostipite dei N egrelli dì Prìmiero. Angelo Mi-
-chele,, come egli si firmava, lo troviamo ragazzino di sette anni a Si-
ror pres.so il Sac. Cristoforo Manuali, uomo «co,nosciuto anche all'E-
stero per la sua dottrina e per le doti personali che lo distinguevanoJJ.
L'anno Slllccessivo ha ca.me pedagogo, il «santo/o della sorella Ca-
terina)),, la quale acquis,terà no:torietà«nel Trentino per fama di caccia-
trice intreptda e d,'f valorosa guerrieraJ). Il pedagogo era certo l'abate
Giuseppe Piazza che aveva una metodologia piuttosto stravag.ante e
1

sotto costui il ragazzo poco con,clu.se. Angelo Michele tuttavia, fre-


quentandlo corsm presso questo o quello, crebbe con una. buona cultu-
ra. Seguendo la sua tendenza, terminati gli studi, si dedicò al com-
m,ercio e per mezzo di esso raggiunse l'agiatezza.
Nel 1787 sposò Elisabetta Wiirtemberg di Tonadico: ,«,/a sua Betti-
na,J.
Nel maggio del 1796 arrivavano gli echi della calata ,di Napoleone
in [talia e Primiero «dietro oridini superiori spedì la su,a e,ompagnia di
bersaglieri, con tamburo e bandiera, a presidiare le bocche del Tren-
tino al Casotto, in territorio, Vicentino».
ìPer rendersi conto degli avvenimenti Angelo intrap,r,ese un viaggio
verso Trento e Riva ,ed ,ovunque notò «un'immensità di truppe dJ ogni
arma: cavalleria, infanteria, artiglieria». Avuto poi :sentore dell'avan-
zata francese tornò in Primiero.
Nel gennaio del 1797 lo troviamo a Rosà, nei pressi di Bassano,
ove aveva ~cumulato, su mandato del comando dell'esercito austria-
co, una gran quantità di legna d.a ardere. Nel frattempo, però gli Au-
striaci vennero b.a.ttuti a Rivoli (geill!naio 97) ed il generale napoleoni-
co Massen.a. si apprestava ad entrare in Bassano, per cui iii Negreilli,
dopo un viag,g,io periglioso, riuscì a riportarsi ai casa.
Le esigenze del suo commercio lo portarono a Venezia ove assistette
allo spoglio della città dla parte dei francesi e potè «arn·vare a v.e,dere
,e.o' propri occhi tutt,o l'ammasso di ingenti quantità di argenterie get~
late alla rinfusa i'n un gran salone a San Polo».
Con la terza coalizione antinapo.leonic.a i Francesi si erano nu.ova-
mente introdotti nella Valsugana ed anche la Comunità di Primiero fu
obbligata a fornire v,ettovagliamento alle truppe dell'invasore.
Le contribuzioni furono talmente esose che fu indetta ,a Scurelle in
Valsugana una riunione ,dli deputati per conc(?rdare una linea comune
tendente ad ottenere qua!lche sgravio. A questa riunione f11.1 «unani-
m,ente» delegato il Negrelli. La sessione no,n concluse a nulla in quan-

258
to si cercava di guadagn.ar tempo in attesa di rinforzi ,81Ustria.ci... ar-
rivò invece Austerlitz e la pace ,di Presburgo ed i Francesi si ritir,ar,o-
no n:el Veneto, mentre il Trentino [Passò dalla padella nelle bra,ce del
re di Baviera.
Nel 1809 ebbe inizio la ribelli,one d,ei Tirolesi di Andrea HofTer
contro il governo di Baviera che a null'.altro era approdato che ad ini-
micarsi il popolo.
Giunta in Primiero la notizia dell'insurrezi,011e tirolese, Negrelli
venne designato all'incarico della difesa del1a valle e di approntare
milizie. Fu stabilito di armare quattro compagnie di bers,aglieri e di
aggregarl,e ad un corpo di spedizione non solo, ma di costituire dei
gruppi armati a difesa della valle, il comando di uno dei quali fu as-
sunto da una figlia di N egrelli stesso.: Gius_eppina.
Negrelli invece si arruolò volontario col grado, di tenent,e aiuta111te 1

nei Battaglione del maggiore Della Notte. Parti per Feltre, ove fece
stampare ,e,distribuire un «proclama alla popolazione», quindi precor-
rendo il battaglione ad una giornata di marciai, probabilmente con.
compiti di intendenz.a, proseguì per Asiago, Schio, Valdagno.
In seguito ai progressi francesi dovette battere in ritirata e, dlopo
essere passato con un viaggio fortunoso per Grigno e Levico, rientrò
in Primiero. Qui riusèì, con sagge mo:sse diplomatiche, a tener lonta-
ne le truppe francesi, rendendosi garante dell'ordine pubblico di fron-
te al generale francese Peiry, che lo aveva con·vocato a Cavalese ove
affrontò con ammirevole franchezza e coraggio una difficile situazio~
ne, che gH rendeva precaria la ·vita .stessa. Us:ò tutti i mezzi per far
fronte alle richieste sempre più esigenti dei dominatori, che impoveri-
van.o la popolazione, opponendosi spesso energicamente tanto dai ve-
nir considerato un sabotatore. Fu cosi che, approfittando dei fatto
che si trovasse in Feltre, in visita :ai suoi tre figli studenti presso quel-
~a scuoJa., la gendarmeria francese lo arrestò per rinchiuderlo nella
fortezza di Pallanza.
In seguito ai.Ila definitiva caduta di Napoleone fu liberato il 20 apri-
le 1814 e potè finalmente tornare in Priimiero. ]l suo viaggio di ritor-
no fu un trionfo: a Valstag,n a, ove esercitava il suo «germano» dottor
Michele, fu accolto al suono delle campane. Una deputazione della
valle di Primiero~capeggiata dal podestà Pietro Longo, lo accolse al
Pontet ove ricevette gli onori militari da p·airte di un reparto di C,ac-
ciatori Trentini. A Fiera giuns,e men.tre le campan,e della valle facev·a-
no eco alla gioia di tutti.

259
Ma le sue afflizioni non ebbero termine. Le vicissitudin.i sue trova-
rono come conclusione un grave dissesto finanziario della famiglia,
anche pérché diversi suoi debitori si resero insolventi. Co-sì fu costret-
to a chiedere un impiego pubblico. Gli fu offerto il posto di ispettore
alle foreste, ma egli per non soppiantare il suo compatriota Amato
Althamer, si accontentò di lavorare in suo sottordi11e in qualità di
craggiun.tOJJ, ma da costui «non ebbe riconoscen'za alcuna».
Nonostante la sua intensa vita affaristica e politica lo impegnasse a
1

fondo; mai non trascurò la famiglia. Ebbe dièci figli tra cui: Anna
sposa a Pietro Zanghellini, come si ·vedrà più avanti; Giuseppina che
venne nominata «damaJ> dell'Istituto, Neistad e si ,ebbe l'auto-riizza:zio-
ne a fr,egiarsi «del distintivo di u·na decorazione al valo•r militare» per
la. campagna antifrancese;
,. Teresa, Rosa sposa al nob. Giorgio Piazza
di Im,e:r, Luigi, l'Ingegnere, Nicola, il Monsignore, Francesco e Mi-
chelangelo.
Fu dunque egli un uom,o con un carattere al di sopra del comune,
di scrupolosa onestà, di estremo coraggio sia civico eh.e morale e di
profonda religiosità.
Era solito scrivere delle amotazioni giornaliere interçalate da co,m-
menti, considerazioni, pensieri religiosi e sociali: da. esse si può rica-
vare 0001 visione completa degli usi, dei costumi, della morale dell'e-
poca e degli avvenimenti militari e politici del periodo ,della domina-
zione francese del Trentino sud-orientale, del Vicentino e del Lombar-
do Veneto, in genere.

LUIGI MARIA NICOLÒ NEGRELLI, ingegnere, figlio di Arcange-


lo {Angelo) Michele, nato a Fiera il 23 gennaio 1799. Sebbene nelle
zone di confine deU'Impero (Arco, Riva., Rovereto, Stri,gno, Primie-
ro}, su ordinanza di Maria Teresa d'Austria, già funzionassero dal
1775 le scuole pubbliche con l'obbligo a tutti i ragazzi dai sei ai dodi-
ci a.nni di firequentarle·, Luigi preferì essere seguito nei suoi studi da
insegnanti privati quali l'umanista Serafino Pastorini ed il sacerdote
dottor Pasi. Pa,ssò poi nel Seminario di Fettre. Nell'agosto del 18 15
presso questa :scuola si ebbe il primo premio in Architettura e il! pri-
mo premio di fi.gura.
Conseguita la maturità a Feltre, il 18 dicembre 1817 partì alla vol-
tai di Innsbruck ove presso il Politecnico seguì i corsi di Ingegneria.

260
Il suo primo irnp,iego lo trovò presso l'Ufficio statale dei Lavori, da
cui ebbe l'incarico di «completare la carta idrografica dell'Inn nel
tratto fra lnnsbruck e Wattens» Passò poi in Pus.teria per riparare la
viabilità della zon.a gravemente compromessa dall'alluvio,ne.
Successivamente fu a Landeck con l'incarico della direzione dei l.a-
vori e<per la ,costruzi'one del ponte sull'Inn e della $trada per Merano».
Nel 1825 diresse i lavori per «l'incanaliz.zazione del Reno dal Princi-
pato del Liechnste·in al Lago di Costanza;>, lavoro resosi difficile non.
tanto per l,e difficoltà tecniche quanto per quelle fin.anziarie e politiche
che intercorrevan,o tra l'Austria ed il piccolo Cantone di San Gallo in
Svizzera.
Per le sue capacità tecniche e per le sue doti personali eb,be modo,
di farsi apprezzare dalle autorità cantonali svizzere. Gli fu offerto il
posto di Ispettore generale delle strade e degli ,a..ç.quedotti nel Cantone
di San Gallo. Egli lo accettò dando al Cantone una struttura stradale
consona allo, sviluppo di trasformazione che la zona aveva intrapreso,
non sol,o, ma stese pure «il piano regolatore della città capoluogoJJ.
Col primo g,ennaio 1836 passò a Zurigo per la «progettazione eco-
struzione del ponte sulla Miinster» e per realizzare e.on un suo studia-
to sistema di pompe il servizio idrico della ,città. All'inaugurazione
del maestoso ponte fu coniata una medaglia d'oro: <rAll'architetto del
ponte sul Miinter - Lui'gi Negre/li - la città di Zurigo -
MCCCXXXVJI/1>.
In questo periodo intraprese un viaggio .attraverso la Fran,cia, il
Belgio e l'Inghilterra, raccogliendo, «appunti te,cni,c.i:», che diedle alle
stamp·e in lingua italiana, fr-anc·ese e tedesca.
Durante la sua permanenza a Zurigo tracciò a grandi linee il pro-
getto «.della ferrovia Zurigo-Basilea», che trovò la realizzazion,e qual-
che anno dopo.
Poi to:mò in At11stria per assumere l'incarico di Ispettore delle Fer-
rovi,e: settentrionali austriache e quello di Direttor,e d.ei lavori. Ed ecco
che, o su sua diretta prog,ettazione o comunque sotto la sua direzio-
ne, le vaporiere cominciarono a percorr,ere ((la Vienna-L-eopoli, la
Praga-Olmutz, la Praga-Pardubitz, la Brunn-Bohmisch-Trubau;i>.
Per la. su.a incomparabile attività fu premiato con il ti.toto di «Co.n-
sigliere R'egio Imperiale>J.
Il 27 ago,sto del 1848, tornata nel Veneto, un'apparente calma, fu a
Verona, quindi a Mila.n,o in qualità di «Commissario per gli affari
Ferroviari del Lombardo Veneto», e più tardi anche in qualità di ((Di-
rettore Superiore delle Pubbliche CostruzioniJ>,. con la qualifica di

261
((Consigliere di I Class,eJ,. Disegnò il piano generale della rete ferro-
viaria con un'ampia visione europeistica, tracciando una «Milano-
Trieste, una Verona-Br:ennero. una Verona-Bologna>>, con le dirama-
zioni <rMilano-Pavia, Milano-Pia,cenza, Bergamo-Lecco, Padova-Bo-
logna, Mestre-Udine».
[n questo periodo formulò dei prog,etti per il collegamento delle li-
nee ferroviarie tra i vari stati d'Europa. Dall'Imperatore di Germania
si ebbe ralta onorificenza dell' «Ordine dell'Aquila Rossa>).
Nell'attuazione del s:uo programma nel Lombardo Veneto trovò
difficoltà enormi dato rn di:ffi.cile periodo politico. Basti pensare che il
20 marzo del 49, mentre Carlo Alberto varcava il Ticino, Negrelli
presiedeva a Milano, in qualità di «Commissario Ministeriale»1l''A s-
semblea generale della Soéietà per le ferrovie dei Lombardo,-Veneto.
Tre giorni dopo Carlo Alberto viene sconfitto a Novara ed inizia-
no a Milano i preliminari di pace, ai quali partecipa anch,e il Neg.relli
in funzione appunto, dellla sua alta carica tecnico-:a.mninistrativa.
Mentre i vari tron.chi ferroviari énttano sù] piano di attuazione e: dii
ristrutturazione,, Negrelli si preoccupa della salvaguardia del patrimo-
nio artistico delle singole città, delle viabilità carraie, delle comunica-
zioni telegrafiche. Caduta Venezia fu compito suo la ricostruzione
«dei 45 archi del ponte sulla La,gunaJ),
Ogni tanto doveva abbandonare il suo studio di Verona per recarsi
ovunque la sua opera venisse [Press,antemente richiesta: in. Austria; in
Svizzera e via dicendo.
Nei 1850 l'Imperatore d'Austria lo nominò (<Cavaliere della Coro-
na di Ferro» e venne ins.éritto nell'albo deUa nobiltà co,n il titolo di
«Mondelba» per le grandiose opere da lui espresse ed attuate lungo
appunto i coil'si dell'Elba e dellai Moldava.
Grandi opere e grandi onori, che non poterono non aizzare l'invi·
dia di :perfidi concorr,enti. Fu così che verso la metà di settembre ,del
1855, c,ome fulmine a ciel sereno; gli arrivò un dispaccio da Vienna,
firmato Toggelburg, col quale gli veniva tolto i!lllderogabilmente ogni
• •
1ncar1c·o.
Cosa era successo'? Inattaccabile siul piano professi,onale, io si at-
taccò sul piano politico. Egli era allieno alla politica del potere, anche
se esperto nena politica economica.
«La L-0mbardia e il Veneto, scriveva nel 1849, devono mensilmente
pagare 5 milioni di corone per tasse e cio,è tanto quanto, le altre pro-
vince insieme... inoltre l'amministrazione militare .è qui odiata dalla

262
popolazione... e le truppe ramm'olliscono nell'ozio e nell'abbondanza
di denaro».
Pitù oltre ebbe a lamentars che il Ministero di Vienna «non dava ri=
sposta alle sue lettere, dormiva se l'Italia domandava qualche cosaJ!,
Non poteva poi non essere nota alla polizia l'azione antiaustriaca
condotta dal nipote abate Zamghellini, del qùale si dirà piÙ! oltre.
Non UJltimo pretesto fu l'aver il Negrelli assunto nel suo studio
l'Ing. Bourelly, uomo che si er.a. prodigato, per a',opera di difesa della
repubblica. veneziana del '49.
Così il 27 ottobre del 1855 abbandonò definitivamente Verona per
tornare a Vienna, e potè, finalmente, dedicarsi per intero al problema
che più l,o appassionava: «il taglio di Suez».
A Suez guatavano i grossi capitali delle Compagnie di Navigazio-
ne, a Suez miravano le aspirazioni politiche dei Governi ed infine a
Suez era rivolto l'interesse tecnico e di prestigio dei migliori ingegneri
d'Europa. N egrelli si pose tra costoro e al di sopra ,di costoro.
E.gli cominciò ad interessarsi di fatto al !l)roblema sin dal 1840 con
un',attività intereuropea che si concluse con la fondazione della «So-
cietà di Studi pel Canale di SuezJ>. L'atto costitutivo, f'rrmato, il 30
novembre 1846,ris:ultò compo.sto da un gruppo in,glese con l'ing. Ro-
bert Stephenson, u111 gruppo italo-tedesco con ting. Negrelli, n,e.1 frat-
tempo pienamente riabilitato, dalla ,Corte di Vienna, ed un gruppo
francese con l'ing. Paul Talabot.
Negrelli ancor nel gennaio del 1847 riusciva ad organizzare il suo
gruppo che risu1tò composto dali Lloyd e dalla Camera di ,Commer-
cio e dal Municipio di Trieste, dalla Camera di Commercio di Vene-
zia, delPUnione Industriale della bassa Austria e da alcuni grossi no-
mi di Lipsia. Negrelli, a nome del suo gru[Ppo, spedì in Egitto una
missione tecnica con il compito ,dli eseguire tutti quei rilievi che gli
erano necessari per stendere un progetto di massima.
Più tardi partì anche una missione francese la quale poco concluse,
mentre :Stephenson, all'insaputa di tutti, si portò in Egitto con la pro-
posta di costruire u.na ferrovia in luogo del taglio delPistmo.
Tutto ciò mise in crisi la società, ed entrò in gioco l'astuto Lesseps.
Costui, già age.nte segreto di Napol,e onel in Egitto, si era creato
durante la sua permanenza in quelle contrade queU' «entourage» che
gli permise di imbastire la trama dell'azione per irriposs:essarsi deU'.irn-
presa.
Riuscì pertanto a sopp iantare la «Società degli Studi» con l'istitu-
1

zione della «-Compagnia Universale del Canale marittimo di Suez))

263
non solo, ma ottenne per questa dal Vicerè d'Egitto la privativa del
lavoir,o. La lungimiranza del Lesseps per,ò non poteva ignorare Ne-
grelli, che fu chiamato ,a far parte dei soci fondatori della Compagnia.
Primo atto della Compagnia fu. q uel!a dii invitare otto nazioni a no-
minare dei rappresentanti qualificati per formare la «Commissione
Superiore Tecnica». L'Austria nominò Negrelli; ili quaae subito parti
tper l'Egitto onde mettere ,a punto nei dettagli il progetto già da lui
stesso, come s'è visto, stilllato in linea di massima.
La commissione tecnica non ebbe dubbi sulla scelta del progetto
Negrelli ed il progettista fu n,ominato dal Viceré ct•Egitto, su proposta
del Lesseps stesso, «Ispettore de.Ila Costruzione di Suez».
Purtroppo un male incurabile gli impedì di assumere di fatto la sua
funzione: fu infatti colto daila morte in Vienna il I ottobre del 1858 e
nel famedio di quella città fu sepolto. Riposa accanto alle to,m.be di
Beethoven, Schiller.•.
È doveroso ricordare come eg;li, pur attenagliato dalla sua vasta ed
impegil!ativ.a .attività, mai abbia trascurato i suoi obblighi familiari che
lo tenevano avvinto sia allla famiglia paterna, che alla sua propria. Si
era sposato in prime nozze nei 18,29 con Amalia Von Pirkenau di
Kiagenfurt, donna che le procurò non poche preoccupazioni anche
per la malattia. di petto che si portava appresso e che la condusse a
morte a soli 34 anni, nel 1841.
Nel 1847 sposò Carolina, «Lotti» com,e eg1i affettuosa;mente. la.
c:hia·mava, figlia del Consigliere di Stat,o Giovanni Battista Weiss voi[]J
Stankenfels. Con lei trascorse giorni telici a Vienna,. a Verona ove eb-
be dimora. Nei suoi scritti ricord.a il meraviglioso viaggio tatto con lei
e gli onori ricevuti a Parigi durante la famosa Esposizione.
Dei suoi figli ricorderemo Oscar, già co:mandmte del 14° Regg.
Fanteria e qumndi generale, Luigi ,che una morte prema.tura gli troncò
l'initrapresa !brillante carriera militare e Maria, sposata Grois, la quale
!fu l'animatrice dell'azione giuridica invano condotta per ottenere dalla
Cornp,agnia del Canal,e i riconoscimenti morali e finanziari ,conse-
guenti agli eredi.
Non va dimenticato ancora come Negrelli non mancasse di render-
si utile alla sua terra natale: elaborò un «progetto per il congiungi-
mento stradale di Primiero con FeJtre e la Valsugana, attraverso lo
Schen.èrJ>, ma dalle :superiori autorità fu ritenuto troppo dispendioso e
imponente, rispetto aUe esigenze degli 1 t 500 abitanti che allora for-
mavano, la Comunità di Primiero!

264
Del progetto ·venne attuata solo quella parte che fu chiamata «la
S cala di Prtmolano,J·, che si anrampica ancor oggi maestosa sullo
st-esso tracciato di N egr,elli..
La morte del grande ingegnere lasciò, un vasto rimpianto, del quale
si fece eco la stampa dì tutta Europa.
Primiero ricorda il s.uo figlio con una lapide sita sulla sua casa na-
tale e con un ricordo in br,onzo raffigurante Negrelli che dà il benve-
nuto agli ospiti della Valle.
Trento lo ricorda con un monumento descrittivo della sua opera
del Canale di Suez e con un bassorilievo sotto la pensilina. della sta-
zione ferroviari.a della città. Una targa è s.ulla facciata della stazione
di Prerov, importante centro ferroviario della Moravi.a centr,aJe.
Molte città italiane come Bologna, Milano, Padova, Trieste, Cata-
nia ecc. gli hanno dedicato vie o piazze.
Ma forse il miglior mod!o per onorarne la memoria vorrebbe essere
quello di far proprio !il moto che egli sin da studente si impose e se-
guì: «Fedele al dovere, fermo nel diritto».

i'
NEGRELLI MONS. NICOLA, fratello dell'Ing. Luigi~ scrittore e
poeta, nato Fiera 25 maggio 1801. Dopo aver seguito i corsi ele-
mentari come il fratello, cioè pr-es s0 istitutori privati, compì gli studi
1

ginnasiaJj nel Collegio Vescovile di Feltre. Mentre il fratello Luigi a


chiusura dell'anno scolastico 181-4 -15 si conquistava il primo premio
in Architettura e quello in Figura, egli otteneva il primo premio nella
scuola umanistica.
Proseguì gli studi nel Seminario di Bressanone e quivi fu ordinato
sacerdote. Dal 1827 ali 29 fu «Provvisore Curato ,a Caoria» quindi si
tr,asferì a Vienna in qu~tà di Professo re di lLirtgué o.rientali. Fu poi
nominato prefetto della biblioteca privata del!la Casa Imperiale e pro-
tonotario dell'archidiocesi di Praga, lettore dell'J!mperatrice Maria
Anna dì Sassonia,, Cavaliere dell'ordine dì F.ra:ncesco Giuseppe, ca-
meriere segreto di sua Santità.
Fu deputato alla Dieta di Innsbruc!k in rappresentanza dell!e Valli
di Primier,o, Fiemrne e Fassa. Più tardi entrò a far parte del Parla-
mento di Vienna.
Per Primiero vi era un urgente problema da portare a ri:sol111zione:
la strada tra Ponte1t e Fonsazo, che si s:nodava su territorio italiano.

265
Era necessaria un·'azion,e: diplomatica tra i due governi Mons. Nicola
si portò a Roma, ove rimase tre mesi, con l'incarico e l'impegno delle
trattative che si avviarono a buon esito tanto che nel 1879 si potè da-
re il primo colpo, di piccone.
In quella circostanza fu ric,evuto a Roma dal papa P'io IX dal qua-
le ebbe in regalo per la chiesa Arcipretalie di Primiero uno splendido
,calice bizantino fregiato di sm,alti.
Mons. Neg.rellli ebbe vita lunga e multiforme attività. Morì a :Sali-
s·burgo il 27 gennaio 1890 1

Si dedicò anche a traidu:zioni di ,opere dal tedesco: Tre novelle scel-


te del Can. Schmid (Trento,, 1829); Poesfe di Uhland, saggio d'una
versione italiana (Milano, 1836); Novelle di Enrico Schoke (Vìenna,
1838, Firenze, 1848); Storia di Santa Elisabetta d',Ungheria del
Conte di Montalembert - traduzione (Vienna 1838); Poe:sie di Uhalnd
e di altri autori tedeschi imitate (Venezia, 184 7). Nel l &30 compose
un poemetto in quattro canti: Il Rebrut e lo rovine delle·Alpi Canale-
si (Trento 1830); La Chiesa Catto/i:ca negli Stati Uniti d'America
(Verona, Libanti, 1853, 8'9).
L'Accademia degli Agiati di Rovereto lo comm.emorò nei suoi atti
(Rovereto, 18 91, pag. XXIII) con una Necrologia se.ritta ctaa Dr.
Ignazio Pu.echer-Passavalli.
Aggiungeremo che fu collaboratore della Rivista Vienntse. con
Tommaso Gar, co,n il filologo Bol.z.a e con il summenzio:nato P·uee
chèr-Passavalli.

NEGAELLI MICHELS ANGELO, fratello dell;Ingegnere e del


Monsignore. Aillch'egli fece i suoi studi a F,eltre, poi pass.ò a Vero,na.
Frequentò pomla facoltà di giurisprudenza ad Inn.sbruck e a Graz.
Fece pratica a Primiero,, a Cavalese, fu attuario a Lavis, giu.dioe ag-
giunto a Mezzolombardo. Nel 1843 è giudice a Cembre~ dal 46 al 48,
a Riva. Nel a8-49 è giudice a Fiera. Ma anche s:u lui l'attività del ni-
pote abate Zanghellini rivolta verso idee risorgimentali ebbe co,nse-
guenze dolorose: fu trasCerito d''ufficio a Mori, nel 1854~ dove si recò
c,col cuore stracciato,>.
Tornò nella .sua Primiero n.el 1870, dopo ·d'essere collocato a ripo-
so. Nel 18-71 venne nominato Podestà ed il suo nome è tra i realizza-
tori della stra,dla dello Schenèr.

266
Lasciò un Giornale per uso della Fam(glia Negrelli di Primiero,
daJ quale si possono ricavare d,elle. intere.ssanti notizie locali con i rife,-
rimenti storici dell'epoca.

(Adami GUllJtiero: Albero gene.alogico della Famiglia N. di Valstagna e Primie-


ro, Trento, 19411; Idem: Il Canale di. Suez e l'ing. L.N., Trento, Nicolog!O, 1'9,37;
Idem: L'ing. L.N. - Il Canalle di _Suez, Trento~ 1969; Idem.- in memoria dell'eminen-
te ing. L.N., Atti «<Ace. Agiati, Rovereto», V'J , 1959; Idem: L.N. ingegnere, Tren·
to, Arti grafiche Scotoni., 1929'; Idem: Per l'italianità di L.N., Trentino, n. 10, 1940;
Idem: Ricordando la nobile vita e le opere dell'ing. L.N., -«Economia Trentina», A.
IV. n. 6, pag. 6, 1955: Idem: Tardive rivendicazioni tede.scbe :sulll'ing. IL.N., Trento;
Temi. 1941:; Ide,n: L.N. in «Studi Trentini», 1929, fase. 1; E. .Bordignon: L. N. Pa-
dova, Tip. Antoniana, 1914; A. Zìeger: Primiero e la sua storia, Trento·, Temi,
197:5; A.mbrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 295, 296-180-301; Idem: Somm. Stor.
pag. 134; lJirk A. Alois von Neg.relli: IDie Lebensgeseschichte eines lngenieursi
Wien, 19'25, 2 Voi. con ritratto, 1925; C.. :Battisti: Guida di Primiero, Tmp. Trenti-
na, 1912, pag. 20; L. Proner: MedagJioni Trent..Tremto, Terni, 19:59, pa.g. 418 ;
AA.ST: Pdnùero di ieri e di oggi, Trento,Saturnia., 1956, pagg. 30,, 39; A. Zanetel
in «Montanara», 1949, pagg,. 69 70, 1 l; G. lJiasetJi: ll romanzo di due mari, Mila-
1
,

no. Va.lardi, 1942; M. Baratta: L.N. e il Canale di Suez, Pavia, Istit. Geogr. Univ.,
1925; Idem·: l'Italia e il Canale di Suez in Rivista La Geografia, 1929, n. 3 e 6; D.
Pranzelores: L.N. su Il Br-ennero del 14 e 1S febbraio 1929; Tridentinus: L.N. nel
Corriere Mercantile del 18-18 giugno, l929 ~ F. Rizzati: La gloria dm Lesseps su
Domani d'Italia dell' 11 luglio 1929; Fame usurpate su Il Nazionale, Torino, ZO Ju-
giio e 21 settembre 1929: L'autore del progetto del Canale di Suez su (ff/lustrazio-
ttè Italiana» del 10 dicembre 1929; Una gloria italiana su La Gazzetla del Popo-/o,
Torino, 4 dicembre 192'9 i Suez e Panama SUI Il Popolo, Trieste, 1 dicembre 1929;
A. Levi - Cases: Nel 60.mo anllliversario del Canale di Suez ne Il Corriere della Se·
ra, 17 novembre 1929; A. Bernasconi: L.N. ne la 'Tribune de Genève, 1929.; F.
T«iani: 0 111oranie a L.N, Corriere de!Jai :Sera, 1929; U, P'iancas.te/Ji: II Canàle di
Sruez e L.N. in «Rivista delle Colonie Italiane». aprile, E930; G. Boschieri: L,N, di-
fensore del Palazzo dlei Dogi in «Studi Trentini», 1930, fase. 3, pagg. 246-248; A.
Muratori: A:nn:ali Stor. d'Italia, anno 170E; A. Pellin: Storia di Feltre, pagg. 195,
220; Titoli accademici di L. N. in 1rSt.u,di Trent.», 1930, fase. 2, pag. 177; Ibidem:
Monumento a Negrenli a Trento del1'arch. 'fiellai trVoci di Primiero», A. 1942, n.
12 - A 1949, n. 6,. 7, IO, 11 , A. 1952, n. 10; A. 1953, n. 12, A. 19:54, n. 5; n. 5;
A. 1956, n. 9, A. 19158, n. 9, A . 1963, n. 4, A. 1969, n. 9-11 ; G. Meneguz su «Voci
di P'rimiero•, 1968, n. 5; Idem.: Briciole di temp~ passati su «Voci di Primiero», An-
no 1969 e ss; Pueccher Passava/li Ignazio in Atti «Accadi. Ro,ver. Agiati», [890,
Pagg. xxrn-XXI; F. Tau/er: La Valle di Primiero, al tempo di Napoleone, etc.,
Ibidem 1'9.57, pagg. 93-95 ; M. Mirabella Roberti in Guida della V.alli sul. Primiero,
I 977, pagg. 81, 92; Ognibeni T. L.N. nel I SO.mo dalla nascita in Atti Congr. N az.
Navig. l tai. 9-12 giugno 1949, pp. 35-40; Brentari; Italia b.ella dcl 31 agosto 1913;
Illustrazio,ne ltaJìana del 10 novembre 1929; G. Zimolo in dizionario del Risorgj-
meilito maz., pagg. 682-684).

267
NIEGRl 0LI GIACOMO di Civezzano. Nel 177:5 con Fusari di Bas~
1

san.o è impegnato nella costruzione dell'altar maggiore della chiesa di


Cognola. Lavorò anche in altre chiese tra. le qU1ali la parrocchiale di
Pinè.

(Weber: o.e., pag. 213).

NEGRIOLiLI GIANGIAC 0MO, lapicida, di Civezzano. Nel 1721 è


1

impegnato .nella scalpellatura degli stipiti in pietra dei due portali del-
la chiesa di Caldonazzo, Nel 183:5 la chiesa venne prolungata di lllna
decina di metri, ma fu riutilizzato il lavoro d el Negriolli.
1

(S. Brida; I quadri della Via Clr1Ucis 111e!la parr.te di Caldonazzo; Temi, Trento;
a976, Estr. Studi Tirent.. 1976, n. 3, pa,gg. 293-298).

NOCHER FRANCESC'ANTONIO ROMANO di Borgo ove nac-


que il 7 ottobre 1717. Fu Vicario di Borgo, Podestà dli Rovereto e
Pretore in Riiva Morì il 17 maggio 1798 lasciando inedite opere di
amena lettura; versi in latino; Un'opera <rdegn,a di stampa», come la
definì il Montebello,, è Syriae et Palesttnae locorum nova et ac,curata
descriptio, e l'altra D'e Ven,etia et histo·ria Galliae traspadanae regio-
nibus.
Alle stampe: fu dato il De Venetia et Risto.ria decima iuxta Augusti
divtsionem Italiae seguita poi da traduzione in volgare (Trieste, Ar-
cheografo N .S. II Vol. 1870). Era solito accompagnare i suoi scritti
geografico-storici con cartine geografiche da lui stesso disegnate.

(A.mbrosi.: Scritt. Art. Trent., pagg. 9:5, 116, :524; Ambrosi: Somm. Sitor., pag.
187; Moncebello: o.e. pag. J.01).

NOCH ER GIUSEPPE DO MEN IC0


1
di Borgo. Fu il padre di
1
,

Francese' Antonio e lui pure fu insigne giurista. Di lui resta Ulil mano-
scritto di Consigli Legali'.

(Ambrosi: Seritt. Art. Trent. , pag. 95; Ambrosf.: Sommario Sto.r. Trent., pag,187).

268

081:ROSLER da Roncegno, scrisse una breve monografia s.ul suo


p,aese natale (Trento, 1902).

(Mattei: Picc. EncicU. T.rent., pag. [ 13).

OCHNER DON FEADIINANDO di Pergine. Nacque il 5 nov·embre


1837. Fu curato a Serso. S crisse Sant'Ermete, ovvero i primordi della
1

fede in Valsugana · Racconto, (Trento, Monauni, 1878); Ermete, epi-


sodio dell'epoca di Traiano (Pa:rma, Tip. San Paolo, 188,3); Eroismo
di unaflglia di Maria - Dramma in tre atti (Modena, Tip. Pontificia
delf[mm. Concez., 1883); Per i·occasione in cui il Rev. Mons. Luigi
Gentilini celebra il ·25mo dei suo giubileo decanale in Calavino (Tren-
to, Monauni, 1880); Scoperte archeologiche a Serso (Voce C,attolica
del 15.5.1891, n. 53, del 22.5.1894, n. 59, 28.2.1895 n. 24;
12.9.1896, n. E0:5).
Presso la Bibl. Vescov. di Tr,ento esiste un suo manoscritto: Libro
personale di poesie e memorie, clh.e riveste un certo interesse dal pun-
to di vista storico locale.

(Ambrosi: Scritt Art. Trent., pag. 409 ; Idem: Somm. Stor. Trent., pag. 215; A.
Prati: I Valsuganotlti, pag. 19'3; A. De Gubernatis: Picc. Dizion. dei Contemp.,
pagg. 651, 652; R. Gasperf: per Trento e Trieste etc., pag. S24).

269
ORLER MONS. RODOLFO, nato a Volcan (Michjgan - Stati Unj-
ti) il 27 novembre 1892 da Pietro e Zugliani Orsola di Mezzano, se-
guì ancora fanciullo il rientro in patria dlei suoi genitori.
Visse dunque a Mezzano sino a 17 anni, cioè sino a quando non
entrò nella congregazione d,ei Comboniani. A 24 anni fu consacrato
sacerd,ote. Finita la prima guerra mondial,e, partì per ili Bath-el-Gha-
zal (Africa Centrale), ove svolse la sua attività missionaria tra gu,elie
tribù.
Nel 1929 fu richiamato, per ragioni di salute, mItalia e gli fu affi-
data la ,direzione de1la Scuola Apostolica di Tlhiene.
Nel 193 I tornò in Africa, a Porto Sudan. Nominato in quello stes-
so anno Assistente Generale della Congreg.azi,orne e Superiore della
casa madre di Verona, tornò in Italia.
Ma il 14 dicemlbre 1933 fu nominato Vicario Apostolico deEla sua
prima Missjone nel B,ahar-el-Ghazall, così quelle, popolazioni poterono
riavere il !oro «Abuna Roler».
La più mistica soòdisfazione l'ebbe quando potè ordinare il primo
sacerdot,e indigeno della su.a Missione, il 21 dicembre 1944.
Morì, tra la costernazione dei suoi fedeli, il 17 lug:lio 1946, a Waiu.
Al suo arrivo in missione i cattolici erano circa 8000, aUa sua morte
erano saliti a 30 mila.
Mezzano gli dedicò una delle sue piazze.

(«Voci di Pritnl'ero». A. 1949, n. 6 · A. 1960,. n. 9» «Strenna Trzentina», 1947,


pag.. 64 A. 1976, n. 7-8.

OSS ING. DOMIENICO, nato a Ischia (Pergine) il 25 ma·rzo 1860


e morto a Trento il 22 marz,o 1922. Compimti gli studi medi e supe-
riori a Trento, frequentò il Politecni,co a Vienna e quindi la :scuola di
applicazione per ingegneri in Roma, ove si laureò in ingegneria civile.
Fu tra i collaboratori nei rilievi per la costruzione di ferrovie iin Bo-
snia. A Roma lavorò nelle costruzione edili. A 'Trento ebbe la direz.i,o-
ne dei I.avori ·per la sistemazione della ,confluenza dell'Adige e delFA-
v11s10 .
Ingegnere m1!1Ilicipale a Riva, stese il piano,regolatore dell:a. cittadina
ed il piano id!roelettrico del Tonale. A Riva organizzò la Prima Mo-

270
stra elettronica. Ideò un Jdro,metro registratore che fu premiato all'e-
spo,sizione di Parigi.
Suoi i progetti per l'allora nuovo stabilimento balneare di Levico, i
progetti per gli ospedali di Mori, Tavon, Riva, Bezz.ecca, e suo il pro-
getto idroelettrico di Fi.es sul Sarca.
Nel 1903 ebbe la Direzione della Scuola Arti e mestieri in Trento e
nel 1904 fu n,ominato Ispettore di tutte le Scuole Industriali di Trento.
Nel 1922, cagionevole di salute, si ritirò a riposo.

(W. in «Studi Trent.» 192:4, Fase. 2, Pag. 157).

271
/

PACHER GIUSEPPE, medic,o, nato a Roncegno il 3 febbraio


] 815. Fu dapprima allievo del sacerdote Francesco Dall'Orsola in
Borgo, proseguì gli :studi a T.rento e p,assò per le università di P,adova,
Praga; Vienna. 1111 questa città s:i laureò in medicina, nel 1842 e l'anno
slllsseguente, con somma lode, in chirurgia.
Nell'Ospedale M,aggiore di Vienna fu assistente del Prof. Sgmund,
col quale intrecciò un'amicizia. che durò fino alta morte.
Dopo di aver visitato diverse cliniche dei più illustri professori ,del-
l'epoca quali in P'rof. Skoda, nel 1845 tornò in patria.
Esercitò la professione a Strigno, a Roncegno e nel 1848 ebbe la
condotta. medica di Levico e la direzione deE locale stabilimento bal-
neare. Suo merito particolare fu quello di valorizza:re le acque termali
e dal 1860, anno dlell',erezione d.i un più ampio stabilLmento, si occupò
esclusivamente degli studi idrotermali e terapeutici.
No,n solo approfondi gli :studi di analisi e di cura delle acque, ma si
preoccupò di r:ar conoscere, specie in Germania ed in Austria, i !benefi-
ci effetti ,delle acque levicensi.
Pubblicò: Le acque ferrugin,ose di Levico nel Trentino (Trento,
186 I}, lav,oro condotto in collaborazione con. il dottor Girolamo
Avancini; Il bagno di Levico,, nel Trentino, e relazione della stagione
balneare del 1872 (Padova, [873); Resoconto della stagione 1874,
dei bagni' di Levico (Milano, 1875); Relazion·e della stagtone 1875
dei bagni di Levico (Padova ]876), della quale è stata scritta dal Dot-
1

tor De Cristofori una positiva recensione sugli Armali Unive.rs. di


Medicina di quello stesso anno; I Resoconti medici delle stagioni
1877, 78, 81 , 81, 83 (Padova, 1:878-83).
Fece pure pubblicare l,e. analisi eseguite dai Proff. Barth e Weidel,
sulla costituzion,e della acque di Levico.

272
Il dottor Pacher deve essere conside:r,ato un pi,oni.ere nel campo del-
le cUJre balneari della cittadin,a valsuganese.
Morì il 15 aprile 1884.

( A.rtibrosi: Seri tt. Art.. Trent., pagg. 2&2, 283 ).

PAOLI DON FRANCESC,O, filosofo, nato a Pergine il 19 luglio


1808. Ordinato sacerdote nel 1832 fu assunto come segretario del ve-
scovo di C'. remona. Nel 1839 si trasferì a Domodossola ed entrò ne:i
Ro,sminiani. Fu rettore di quel collegio e professore di metodlica. Serv:ì
nello stesso tempo come segretario del grande filosofo roveretano e
ne divenne amic,o e confidente tanto, che alla di lui morte (1 luglio
1855) .si trovò ad esserne l'erede continuatore d,ell'opera.
Il 5 ottobre 1869 si trasferì a Ro,vereto ove svolse una assai molte-
plice attività: fu Rettore della Casa, Vicario della carità temporale,
.assistente dei Superiore generale della Comunità rosminian.a.
Non solo esplicò una. generosa op.e ra di assistenza ai poveri, mR
trovò il tempo da dedica!l"e all'attività culturale. Indirizzò i programmi
d'azione detil' Accademia r,Yveretana degli Agiati allo studio dell'idea
rosminiana e del sommo roveretano prese a pubblicarne glr Atti.
La sua opera si svolse anche illtrove. Infatti, nel corso della su.a vi-
ta ~o si può trovare a Roma (1861) ove tenne un ciclo spiritu.ale ai
detenuti politici; a Firenze (1862) come professore ,di fl1oso,fia nel Re-
gio Liceo; a Figlio.e Valdarno ( 1863) ove apri ,e diresse te scuole po-
polari;' a Genova (1864) ove teneva lezioni di Catechismo ai bamib,ini
del sUJburbio di San Francesco all' Alibero.
Diceva: «I fanciulli sono biade in e.rba, .nelle quali non è posslbi.le
discernere né le quantità né le qualità di frutti: quelli che pro,mettono,
non rare volte falliscono alla prova, mentre per converso riescono· be-
ne molti di cui pareva che nulla si po.tesse sperare».
M. dr Manfroni su il giornalle «Il Diritto», scrisse di lui: «fu un pre-
te bianco1, perché «per luf .la religio.ne non era una veste ,che si indos-
sa per poter dire la messa ... per lui la religione era atmosfera nella
quale lo spirito vive:va>>.
Questo suo spirito trasmetteva con l'esempio di vita, con la s,u a pa-
rola, con i suoi se.ritti. Ten!!lle Lnnumerevoli conferenze (.35 ad esempio
pres,so }''«Accademia Roveret. A.giati>,, su vario argomento, negli anni

273
in cui ne fru il Presidente), fu collaboratore cllell~lstitutoreJJ di Torino,
de «La Donna di Famiglia» di Genova, diresse il «Bolletttno Rosmi-

ntanoJ,.
Nel luglio del 1888, affranto dalla lotta sorta contro le idee filo,sofi-
che e morali del Rosmini, si ritirò nuovam,ente a Domodossola, ,ove il
14 giugno 1891 mo,rì.
Scrisse tra l'altro: Le figlie della carità (Lugano·, 1,836}; L'elogio
funebre di M. Carlo Emanuele Sardagna, Arcivescovo di Cesarea
(Lugano, 1840).; Dei meriti pedagogici di Antonio Rosmini (Torino,
1856); Discorso letto per l'inaugurazion,e del monumento ,a Rosmini
a Stresa (Ibid., 18:59}; ES;posizione del principio filosofico di Antonio
Rosmini e sua armonia con la· dottrina cattolica (Verona, 1859); I
sofismi (Lucca, 1862); Dell'animismo (Bo1ogna, 1865); Del linguag-
gio popolare e filosofico (Torino, 1867); Il matrim'onio e la famiglia
.umana secondo Dio (Torino, 1870); Antoni:o Rosmini e la sua prosa-
pia-monografia (Rovereto., 18:80); Della vita di Antonio Rosmini-Ser-
bati-Memorie (Torino, 1,880); L'Accademia di Rovereto dal 1850 al
1880 (Rovereto, 1882); Vita di Suor Giovanna Maria (Rovereto,
1882); Vita di Leonardo Rosminf (Ibid., 1882); Della vita di Antonlo
Rosmini-.Serbati, Memorie delle sue virtù (Ro,vereto, 1884); Forza e
materie - Lettura accademica (Rovereto: Atti Ace. Agiati, 1884); Le
forze della n·atura (Ibi,dem, 1884); Sulla legge morale - lettura ([bi-
dem, 1885); Del mot:o (Ibidem, 1885); Pensiero ed affetto (Ibidem,
1887); Delle caus,e (Ibidem, 1887); Mente e cuore di Antonio Rosmi-
ni - discorso (Ibidem, 1888); Sugli Statuti dell'Accademia Rovereta-
na (Ibidem, 1,888); In morte di Aless,andro Manzoni (Ibidem, 1888).
Del Manzoni,. come il Rosmlni, coltivava l'amicizia.

(Ambrosi: Scritta Art Trent., pagg. 24·91 250; M. dr. Manfroni in Alti •Accad.
Rovert. Agiati», 1891, J>agg, 178-201 + XV-XVII; Idem i.n Atta etc. 1908, pag.
LXXI-LXXIV, con fotografia),

PAPA GIOVANNI DONATO, chirurgo, ,di Pergine, ove nacqu.e da


Silvestro e Maria Barbara Althamer di Primiero, nel 1587. T:ra il
1.611 e il 1628 è medi.co in Primiero.

(Don. S. Fontana ;n <cStudi 1'rent.», 1939, fase. 4 pag, 203),

274
PAPA SILVESTRO, chirurgo, di Pergine. Sposò una Margheri-
ta Filippi di Terlago. Veniva detto «barbiera)), ma nel 1610 è in Pri-
miero come «chyrurl!US et habitatur Mercati» (cioè a Fiera).

( Don .S. Fontana in «Studi Trelllt.,, [939, fase. 4, pag. 203).

PASQUAllNI SEVERINO di Tesino. Lavorò come commesso


presso la ditta Daziaro a Pietroburgo. Durante la rivolu.zione russa
venne imprigionato. Liberato rientrò, senza alcun mezzo, in patria e
lavorò com,e fattorino sull'autocorriera del luogo.
Più tardi, fruen.do della sua esperienza e dli qualche ,c:ono,scenza
riusci ad aprire a Parigi una casa editoriale nel campo llitografico, che
svolse la sua attività sino allo scoppio della secondla guerra mond.iale.

(Stampe per via, Art. Graf. Manfrini, Calliano, 1972, pag. 97).

PASTOR.IMI PAOLO Gl10VANNI di Fiera. La famigmia si era ac-


casata a Primiero vers,o la seconda metà del 600 e proveniva da11 bel-
lunese. Nacque a Canal San Brovo, rove il padre era farmacista, nel
1
1755. Suo fratello FRANCESC 0 fu decano a Levico e morì all'età
di 91 .anni.
Nel 1778 ,e ra medico in Fiera. Anche suo figlio Felice seguì la pro-
fessione del padre.

(Don S . Fontana in «Studi Trent.», 1939, fase. ·4, pag, 2.15).

PATERNO FERDINANDO di Telve. N'acque il 9 lu.glio 1779. Dato-


si alla carriera ecclesiastica, nel 1812 era primissairio a Tezze. Fu so-
lerte cultore di studi botanici. Di indlole tranquilla, viveva solo e l'uni-
co inter,esse c.he avesse era quello delle frequenti escursioni sui monti
di Bassano, Feltre, Bellu.no, durante le quali raoc:olse una ieospicua
varie·t à di erbe. I suoi studi e le sue osservazioni furono, assai preziose

275 ·
ai botanici suoi contemporanei, con i quali era in stretto e continuo
rapporto.
Il suo erbario era ricchissimo e le sue scoperte e osservazioni costi-
tuivano testo tra i naturalisti.

( Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 267; Idem: Scritt. ,e Natural. Trento., 1888,
pag. i 8).

PATe RNOLl O FRANCESCO ANTONIO di Str(gno. Il suo nome


è legato alla sua opera.: Estratto e Registro ,di lettere spirituali con
breve narrazione della vita del Molto Rev. padre ANTONIO CE-
SCHI DI SANTA CROCE del Borgo di Valsugana, che fu missiona-
rio apostolico in India nelle Missioni dei Gesuiti (Trento, .Zanetti,
168.3 ). Il Patern.ollo era notaio.

(Ambrosi; Scritt. Art. Trent., pag. 53; A. Zanete/ su L'Adige del 25 novembre
1954).

PELLIZZARO BALDIESSARE di Pieve Te.sino. Nel 1894, per i tipi


di Scotoni e Vitti di Trentoruscì un suo volumetto di storia patria::
Pieve Tesino e la sua Vicinia,

(Ambrosi: S.critt. Art. Trent., pag. 534)..

PELLI ZZARO di Tesino. Di IUJi si hanno notizie molto ristrette. Fu


mercante ed ed.itore di stampe artistiche a Grand, ove abitava in rue
du Solei!, al numero 3, sulla [P•rima metà dell'800.

(Stampe _per via. M:anfrini, Callliano, L972, pag. 94).

276
PERTEGAN11 (I): cosi venivano chiamati n,ella parlata tesina i
mercanti girovaghi. Erano costoro gente intraprendente e coraggiosa,
che, «pertica su pertica)>, batteva le strad.e portando stille spalle nella
(<,caséla» un carico d;arte, di religion,e e di piccole comodità da. distri~
lbuire tra le folte d'Europa e del mond,o.
Cominciano i perteganti la loro attività verso il 1600, quando una
FAMIGLIA GALILO di Castel Tesino cominciò a raccogliere e a la-
vorare le pietre focaie. Queste venivano affidate ai venditori ambulan-
ti Più tardi costoro alleggerirono il loro carico con stampe religiose e
profane e con bigiotterie.
Verso la seconda metà del 700 l'imperatric,e Maria Teresa d'Au-
stria, la « Teresorta» come veniva chiamata dalle nostre popo,lazioni
con un senso di affettuoso rispetto, incrementò questa attività, conce-
dendo ai girovaghi delle particolari prerogative. Ciò allo scopo di «al-
leggerire i confini dell 1impero1J dalla sovrappopolazione. Epperò nes-
suno poteva intraprendere questo lavoro, ed alcun ,altro,. se prima, se-
condo Ie disposizioni imperiali, non avesse adempiuto, afil'((obbligo
scolas ticOJJ, che fu introdotto, come dissi altrove, :nel 177 5.

Dato che l'obbligatorietà scolastica aindava sino ai dodici an!ll!i


d'età, molti tredicenni seguivano come s.ervi apprend.isti ,qualche
,esperto girovago o :si accodavano direttamente al padre.
La vita loro era dura ,e tutto si svolgeva sotto l'impegno del rispar-
mio. Giravano, i perteganti, città e camp.agne, quest'ultime in modo
particolare.
Si spinsero ovunque in Europa. Raggiunsero la Danimarca, la
Norvegia, la Siberia, Costantinopoli, il Messico, l'Argentina, il Perù, e
via diicendo.
Verso la metà dell'800 111.ella loro «casèfa)) agg.iunsero occhiali e
lenti e nelle nostre campagne gli anziani aspettavano pazientemente il
«Kromer» che passasse per rornire loro o per cambiare gli occhiali
tanto utili sp.ecie alle donne anziane eh.e non riuscivano più ad «infi-
lar il filo nella gusela», o ai nostri «siegadori» c:he ad occhio nudo
non riuscivano, più a «battere il filo della Jalce».
Ecco cos'erano <(i pertegantiJ>.' gente che portava gioia e sollievo,
che nutriva la curiosità dei bambini avidi di conoscere quali altre me..
raviglie racchiudesse ciascuno dei cassettini della «caséla».
Diversi, come i Daziaro, i Pelilizz:aro, i Fietta, i Buffa, si fermarono

277
ed aprirono quei fam,osi negozi, di cui si è già singolarmente parlato,
che furono centri d'arte e di coltura.

(E. Fietta: Il Comm.e;rcio Tesino nel mond!o - Stampe per via., pagg. 31"42; Don
N. Sordo: I Tesini nel mondo» Stampe per v~a, pagg. 31-42; Don N. Sordo: l Tesi-
ni in Russia, c<Str,enna Trentina», 194 1, p,ag.. 117).

PHIITZER (FITZER-flZER) PIETRO de Primer (?). Di lui si ha


memoria in u.na lapid!e murata sulla facciata esterna della chiesetta di
San Carlo in Pergine:
PRO,BO A.C VIGILANTI / VIRO P!ETRO PH1TZER DEPRIMER / OFF,0
VlCAR-1ATUS PERZINI / ANNOS V PERFUNCTO / HER!EDES CARNES-
SARI / POSUERUNT ANNO NI MDLVIll KAL. MAY.
Ma il suo nome lo si tro,va an,che nell,e cronache. 11 17 gennaio
1532 ìl cardinal Bernardo Clesio confermò il Prtvilegium per lo sfrut-
tamento di certe miniere della V al del Fersina alla compagnia :mi-
lliètatia di P', Pfitschet. Nel 1551 venne sospesa la prod·uzione delle
mini,ere di Viarago e la compagnia di Pietr,o Pfisc.her (Fizzer) e Batti-
sta da Prato pag.arono come «tassa sull'argento)> «16 Mark e 5 /01».
Nel 1552 Pietro Pfitscher pesò «42 quintali e 8'4 libre di rame, 45
quintali e 27 libre di piombo,,.
Nel 1547 llln certo «Veyt Pfltscher (Fizzer)>J,. certamente un co·n-
sanguineo di Pietr;o, lavorava nelle miniere di «Sant Jéirg e Sant Ja-
cobJ> che producevano argento presso Viarago.
Il 29 aprile 1546 <rM.r Piero Fitzer)> lo si trova con.vocato con i
maggiorenti della Cornurutà in casa del «Sindico» per· trattare proble-
mi riguardanti la «Repubblica de Perzine». Il ((Fizer Pietro:)) fu anche
sindaco della borgata tra il 1553 ed il 1556.
Fiu dunque un uomo legato alla politica amministrativa ed eco:no-
mica deila zona.
I Fizzer d'altronde proseguirono l'attività mineraria anche dopo la
morte di Pietro, sia nella zona di Pergine eh.e di Levico.
Non si ha notizia che i !Pfitscher operassero nelle miniere cli P:rt-
miero apparendo tra gli impresari minerari di questa zona solo un
«Fuchser,, che potreblbe essere azzardato accostare al cognome dei

278
«Phitzer», anche se in quel periodo il latino, il tedesco ed il volgare
spesso ;si confondevamo... ed i «notari» locali no,n erano certo dei let-
terati, ma spesso solo dei patriconi de.Ila «penna d'oca».

(P. de Alessandrini: Memorie di Pergine, pagg. 80, 81, 153~ A. Stella: L'indu-
stria ro_inerari.a del Princ. Vesc. dj Trento 111,ei sec. XVI e: XVII, Stediv, Padova,
p,agg. IO, 14, :22, 34, 36).

PIAZZA GIUSEPPE BENEDETTO, di Fiera, figlio del notaro o


cancelliere Giorgio Fr~cesco, nacque rnel 1703. Laureatosi in medi-
cina a Padova nel 1727 mori tre anni dopo, all'inizio della carri,era.
La famiglia Piazza dette notai, religio,s:i,, sacerdoti, un capitano di
giurisdizione, vicari, giudici e can,cellieri (V. Neg:relli).

(Mons. D Fontana in «St1t1dt Trentini», 1939, fase. 4, pag. 212).


1

PIEIR PAOLO da Roncegno,. Scrisse delle Notizie storiche della


Valsugana, dette alla stampa una Lettera ad un Cavaliere (Trento,
1808) in difesa di Padre Bonelli di Cavalese, e qualche libricino r,e]i-

g1oso.

,(Ambrosi: Scritt. Art. Trrent., pag. :534; Largaioli: Bibliogr. Trent.).

PIVA GIOVANNI, archlitetto ed ingegnere, di Pergine. Nacque nel


1800 e morì a Trento il 25 aprile 1855. È sua la struttura architetto-
nica del Cimitero di Rovereto. Fu direttore tecnico pr,ovinc:iale e co-
struì la strada da Trento alla Valsuganat quella del To,nale, regola-
rizzò il corso dell'Adige a Cadino e costruì lo Stabilimento Bagni di
Comano.

(Amòrosi: Scritt. Art. Trentini, pag. 298; Weber: o.c.,pag. 227; G. De Carli su
«Trerntirno», Agosto I 930; Brer:itari: Guida Trent., I. pag. 84.

279
POLETTO GIACOMO di Stri'gno (?). Scrisse un romanzo: Anto-
nio Berttzzolo, ossia il Castel d'Ivano (Padova, Tip. Seminario,
]872).

(A. Prati: l Valsuganotti, pag. i94),.

POLO VINCENZO GIUSEPPE, musicista, di Borgo.. N.a cque da


Nicolò e da Candida Spa.gola Si dedicò a st1Udi musicali sotto la gui-
da del maestro triestino Hermann. Di sentimenti r,eligi,osi predillesse la
musi,c a sacra. Tra le sue compo.sizioni vengono ricordate: Ave Maris
Stella; Dal' tu,o stellato soglio;· un Cantico alla Vergine; O Saluta-

Scrisse anche qualche pezzo per band!a. Morì a Borgo :il 5 agosto
1944.

(G.N.P. SIU «Voci Amiche», Borgo, giugno 1961, pag. 11).

POMBEN I DOTTOR AD0 LFO, giurista, di Vigolo Vattaro. N.ac-


1

que nel 1899. Condusse i suoi studi superiori in Trento. Chiamato al-
lei armi combattè n.el.ll'ultima fase della guerra mondiale 1914~18> do-
po di che potè portare a termine in Padova la laurea in giurispruden-
za.
Entrato in Magìstratura fu pretore ad Ortisei, Rovereto, Riva del
Garda e Brunico.
Fu giudlice istruttore a Bolzano, durante la seconda guerra mo!l1!-
diale, e potè assolvere il delicato mcari,co con saggia prudenza e giUJ-
stizia,, anche in grazia della sua perfetta con,o scenza d.ella lingua tede-
sca.

280
Nel 1953 fu nominato Consigliere di Corte d'Appello in Trento e
nel 1960 fu commissario per la liquidazione degli usi civic.i.
Collocato a riposo co,l grado di Consigli,ere onorario di Corte di
Cassazione si dedicò a perfezionare con 1lllla nuova edizione il suo
volume· sul «Libro FondiariOJJ (Trento, Monauni, 1971).
Morì a Tre.nto il 31 gennaio 1977.

(Vita Trentina, 6 febbraio 1977, pag. 4).

POPPI BALDASSARE di Borgo. Alla morte del ventisettenne Gia-


como Annibale d.ei conti Welsperg, signore di Primiero, il Poppi, nel
E621, venne nominato Commiss.ario Arciducame con la funzione di tu-
telare gli interessi del piccolo erede, barone Marco Sigism,ondo, e del-
la vedova con.tessa Beatrice dei Lodron.
Di preclara prudenza ed onestà, :seppe attirarsi la stima e l'affetto
del gio,vane barone tanto che gilllnto questi a quell'età che gli conce-
deva di fruire i pieni ,diritti legalli lo nominò Capitano della casata.
Con questa nuova funzione il Poppi prolungò la sua permanenza in
Primiero sino alla sua morte. Fu sepolto nelll'Arcipretale di Primiero e
vi fu quivi collocata questa epigrafe:

BALTHASSAR POPPI J. C. CL.ARISS. SEREN. CElS. PRIMEI CAP[TA~


1

NEVS ET COMMISSARIVIS, PRAEFECTURA PER ANNO$ XXXVII FUN-


CTUS. JUSTITIA CONSTANS. PIETATE IN'S IGNIS, JURISPRUDEN'flA
PRAECELLENS, OMNWM LA VDIBVS MERVITDECORARI. CVJUS ANI-
MAM COELVM [)ETENET. OSSA HOC SEPVLCKRO tEGVNTVR. MEMO-
RIA BEN E GES'FORUM IN CORDIBVS CVNCTORVM SERVATVR. OBIIT
1

ANNO DNI MDCLVIII AETATIS SVAE LVIII.

(Montebello.: o.e., pag. 457. 4!58; M. Mirabella Robert.i in Guida d~lle Valli del
Primiero, 1977. pag. 86).

281
ESTRATTO DELL~ALBERO GENEALOGICO
PRATI GIACOMO AN'TONIO
DELL.A FAMIGLlA ,.:PRATI• DJ CALDONAZZO
I
I
Stefmno
1730
I

Stefano Giovanni
(Miotti) (Stefa:r:moi)
1'763, 1756 1

Dorotea
Mnraro
l Nozz,e II Nozze I
D,om Stefano
Caterina Lucia
Tornasi Zamboni 1716 Atcipr.
S,. Maria Magg.
I I I
Giu·seppe
I
Domefliic.o
Trento I
DON GIACOM 0 1
Stefano II N1
1782 .1803 [190 18:08 Elisall
Pur. in Calceraruca. I Nozze I Nozz~ Luci:a f'ont~
Antoni,etta Gio'ì.,.afln,a Garfbari
.Dorigoni Bert-0fdi I
G:io,
I 11
Lor,enzo Do1JJ
18
1842, Ter
. . Gi U1,,1,1Cè
...:,; ·Giuseppe Leo,
l.t,

MICHELAN'G ELO GIULI,Q Anaçleto .Probo E.U GEN]Q,


]865 1860 Teod
1
1856 1850 1842
c.,oliina
11
Natalia li
Lucia. in Erisliiai S.J)O
Mattie Marzari FiM.Ùck Vassemw DAM
• GRAZ
EDMONDO ERI.BERTO LUIGI ROMUALDO Rinaldo ANGELICO GUIDO
PiRATI PROF. ANGELICO, glottologo e dialettologo,, figlio del ·pit-
tore Eugenio di Caldonazzo, nacque ad Agnedo nel 1883. Compì gli
s·tudi elementari e ginnasiali a Trento e questi ultimi li proseguì nel
collegio salesiano Man:fredini di Este. Fu per qualche mese neU'un.i-
ver,5ità di Friburgo. Prima. dello scoppio della guerra 1914-18. fu pro-
fessore ad Or·:«:!tO e s.uccess.ivamente a Modena dove insegn.ò presso
quell;l:stituto Tecnico. Avuta la 11ibera docenza in glottologia con una
brillantissima laurea, fu professore della materia nell'Università di Pi-
sa. Tuttavia il curricu]um ,dei suoi studi e la figura dello studioso, che
non fu mai <estrudente».; appariranno più evidenti da questa pagi.na au-
tobiografica: «Ancor gio,vanetto.futpreso dall'amore per le cose sciene
tifiche e mi detti a coltivare alcune scienze', storia naturale, geogrqfi-
ca, etnografia,. geologia, sinché cominciarono a interessa:rmi molto i
dialetti e sentii manifestarsi in me l'attitudine e etimologizzare: degli
etimi mi si presentavano spesso alla mente, soprattutto durqnte le mie
cammina.te, etimi che s:ottopon,evo prima o poi alla mia critica. Fu
cosi' che principiai a occuparmi di etimologia e di altri argomenti lin-
guistici. e conttnuai a occuparmene sia pure con interva'ili anche di
anni, in cut mi in.teressavo di altri argomenti, e sta pure con con l'a-
more dei primi tempi. Molto giovamento ricavai per i miei studi dalla
conoscenza delle cose di campagna. essendovi nato e vissuto a lungo,
e poi a più ripre'se, in campagna, anche prendendo partè ai lavori
campestri,· dalle osservazio,ni e dalla conoscenza delle cose naturali,
degli animali, delle piante; dall'interessamento per svariati mestieri e
per le altre materie di sludio, tra le quali le credenze· e i cos.tumi. Mi
tenni a contatto con la parlata dei con.tadini, dei popolani, immede:si-
mandomi nei loro, concetti, nelle loro espressioni... Dopo di aver fatto
le prim,e quat.tro classi del ginnasio, la quarta ripetuta più volte', pas-
sai e ,compii gli studi ,nella scuola commerciale di Trento. Non feci
studi superiori ... Fui solo per due mesi, nel gennaio e nel febbraio del
1911. come uditore, alle lezioni ,di grammatica storica italia.na di ,
KarJ von Ettamyer, all'Università di Frlburgo, col profitto di vedere
quanto il modo di considerare le cose linguistiche di lui fosse diffe- \

rente dal mio . Nel 1924 ottenni l'insegnamento libero di dialettologia


italiana, ma insegnai solo dal novembre del 1950 al 1954, sv,olgendo
un corso di lezto,ni nell'Università di PisaJ;.

Naturalmente ql!lesta pagina non. è che l'espr,essione del suo senti-


mento schivo di qualunque notorietà. E tuttavia il suo nome era co-
nosciuto come di un esperto nelle maggiori università europee ed

283
americane, come lo testimoniano i numerosi messaggi pervenuti alla
famiglia in occasione della sua s:comparsa.
Ultimamente risiedeva a Velletri, dove aveva acquistato una caset-
ta, nella quale trascorreva il tempo nei s,uoi studi preferiti. Sentendosi
però venir meno le forze ·volle tornar,e nella sua terra natale. Durante
il viaggio però morì,. il 31 gennaio 1960. Le sue spoglie giaciono nella
tomba di famigHa nel piccolo cimitero de1 villaggio.
I suoi scritti: Nuovo contributo geonomastico: ba,cino superiore del
fiume Brenta (c<Riv. Ge,ogr. Ital.» XIV, Firenze, [90 7, pagg. 152-159;
1 1

221-229); Nomi locali del Trentino («Riv. Tridentino A. lX, 19 09}; 1

Ricerche di' toponomastica trentina {«Pro Cultura>), A. I, Rovereto,


1910, pagg. 72; riprodotto su Arcb. Glott. A. XVIII, 1918); Il costu-
me nuziale della stroparia a Cen.ta («Pro Cultura»; A. I, pagg, 128-
129, 191 O)i Contro una pretesa leggenda riguardante le acque mine-
rali di Levico (Ibid., A. I, pag. 272); Le note di un ignoto da Callia-
no sui fatti d'arme del 1796 - Sull'origine del nome locale di Roverè
della Luna (lbid., I, 1910, pag. 402)~ Etimologie (Archiv. G!ott. Tori-
no, 1911 e 1913, pagg. 272-288; 390-438; 499 -5 04); Il nome di San
1 1

Romedio (Arch.. Trident. XXVI, 1911, pagg. 284-285); Escursio ni to-


1

ponomastiche nel Veneto (Revue ,d e Dial. Rom. V. :Bruxelles, V,


1913, pagg. 89-]41, pagg. 139-194); Q·uestioncelle di toponomastica·
Trentina {«Pro Cultura:», V, Rovereto, 1914, pagg. 35 e ss.); / tronca-
menti nel Venet<? e un'esortazione agli studiosi (Bulletin ,d e Diat
Rom., VI, 1914; pagg. 89-9 7); L'italiano e il parlare della Valsugana
(Roma,, Tip. Maglio,ne e Strini, 1916; II Ed. 1917, pagg. 80); Etimo-
logia e appunti V'ari (Arch. Glott, XVIII, 1918, pagg. 328~344); Ret~
tifiche numism,atiche: le Sirene in Fauna e Flora di F. Gnecchi («Riv.
ltal. di Numism. e Scienze affrni», .A. XXXII, Voi. 11; pag. 119); Ap-
punti lingufs.tici (((Studi Trent.», 1921 , f asc. 2, p agg. 45-60 Raggra-
1
);

nellando (Arch. Glotl XVIII, 1922, pagg. 395-471 e 603); I Valsu-


ganotti - La gente di urta regione naturale (Torino, Ed. G. Chiantore,
1923), ristampato in copia anastatica a cura deUa Libreria Rag. Livio
Ro.ssi di Borgo Vailslllg,ania nel 1974); La leggenda di B,orgo Careno
(((Studi Trent.», 1923, fase. 3, pagg. 146 e :ss); I Castelli Trentini no-
minati da Paolo Diacono (Ibid., 1923, fase. 1, pagg. I 8-23); Un ribel-
le nel regno etc. di Vittoria B'e·rtoldi - Recensione (lbid., 1924, fase.
2, pagg. 184 e ss); Il Trentino: dal dialetto alla lingua - Libro per glf
esercizi di traduzione dal dialetto trentino - approvato dalla Co,mm.
Minister., Vòl. I per la III Elementare - Vol. II per la IV Elem .. - Voi.
III per la V Elemen:. (Milano, Tip. Trrevisìni e Rover,eto, Art. Gtaf.

284
Manfrini, 1924); Folclore Trentino (Milano, 1925); Sguardo gene.raie
.a l folclore trentino - Le·zio.ne introduttiva al Corso per insegnanti ele-
mentari, tenuto a Malè nel 1924 (Trento, Arti Graf. Tridentum,
1925); Folclore Trentino - per le scu,ole medie e le persone colte con
disegni di Italo Cinti e dt Guido Prati (Milano, Ed. L. Trevisini,
192:S., 10~ pagg. 191); Un trentino che predica alle cortigiane di Ro-
ma nel 1566 (c{St11.ld!i Trent.», 1929, fase. 3, pagg. 261 e ss); La festa
dei bambini il giorno di Santa Lucia (Arch. Folclor. 1929, III, pag.
273); Ancora del nome Orvieto (Torino, Ed. Chlantore - Loescher,
1930 - Arch. Glott. Voi. XXIV, pagg. 56-59); Composti imperativi
quali casati e soprannomi (Paris:, «Revue Ling. Rom.», 1931, pagg.
250-268}; I Vo,cabolari delle parlate italiane - ,Opera bibliografica
(Roma, Ed. Capo11era, 1931); Nomi di luoghi i(Tip. Simoncini - Estr.
da «L' Italia dialett.», 1931); Spiegazioni di nomi di luoghi del Friuli
{«Revue de ling. », 1936); Dizionario di Marina - dietro incarico del-
l'Ace. d'Italia (Rom~ 1937); Voci di gerganti, vagabondi e malviven,
ti, sludiati nell'origine e nella storia - Opera realizzata in co.llabora-
tione con il fratello Guido (Pìda, 1940); Vocabolarfo etimologico ita-
liano (Milano, Garzanti, 195 E); Prontuario di parole moderne (Ro-
m.a, ed. Ateneo, 1952).; Chiesa per «rifugio» tn siciliano e in altri dia-
letti (Pailermo, Tip. G. Mos:i, ]953); Vicende di parole: a) Termini di
marina; b) Termini diversi (<(Revue Ling. R.om.», 1955); Nomi com-
posti con verbi (Ibid.., 1958); Storie di parole italiane (Milano, Feltri-
nelli, 1960); Dizionario Valsuganotto (Firenze, Tip. L'Impronta,
1960), opera stampata sotto· l'egidia d,el]'lst. Ital. Colla.b. culturale
Venezia-Roma; Etimo.logie venete (Ibidem, 1968}, opera stampata a
cura del Prof. Pellegrini e Prof. Falena, sotto l'edidia dell'Istit. Collab.
cultur.a V,e nezia-Roma.
F'u inoltre coU.aboratore de «L'Archivium Romarucum» (Ed. Leo
Olschk, di Lingua Nostra, Firenze).

(A!. Zan.eJef su L'Adige del l' I febbraio 1961. del 19' febbraio 1961, dell'l luglio
196,l i Guido Prati: note manoscritte; G. Tom,n(iSini: Néçrologio di A.P. in «Studi
Trentinia, 1961, fase. 1, !l)agg, 90-9'4i Rizzo/i Larousse: 'Encicl. U niver., MilMo,
1970, pag. l38;«0ggi» 5 ottobre 1940, pag. 76; F. Trentini in «Atti Ace. Roveret.
Agiati, Serie V, V,ol. 1V, pag. l 57).

PRATI EDMONDO, figlio di Michelangelo ·di C,aldonazzo e di


Mattie Carolina, brasiliana, nato a Paysandoù (Uruguay) il 17 aprile

285
1889. A Trento segui corsi serali nelle Scuole Industriali. A Salto
(UrugU!ay) studiò anatomia plastica e dal 19,20 seguì a Milano i c,ors,i
re,g.olari della Scuola Superiore d'Arte di :Brera.
Per 12 anni fu professor,e ,di disegno e scultura della scuola d'arte
appli,c ata dell'Università di Montevideo e per 10 anni fu «Jefe Con-
servador,y Director de la Officina Artistica del Palacio Legislativo)>.
Suoi sono i grandi porta.li del palazzo del parlamento di Montevi-
deo e nel salone «dei passi perduti» dello stess,o pallazzo furono collo-
cati suoi bassorilievi e numerose sue statue.
Nel giardini di Moilltevid,eo vi iè «una serie di statue di indios:n, se-
gnalate da Virgilio LilU sul Corriere della Sera.
In piazza a Montevideo vi è la sua «statua del gener:ale Artigas>),
fusa a Firenze. Nel 1963 scolpi il «monume.nto equestre del gen. San
Martin», eroe deU'indipendenza. d!eU'.Arg,entina e del Perù, situato a
Buenos Aires.
Scolpì numerosi busti: «di J. E. Rodò, di Garib,aldi, di Bolivar, di
Franco De/ano RooseveltJ>. Per la Legione Trentina scolpì «il busto di
Ce.sare BattistiJ>. Partecipò alla II Biennale d'Arte di Venezia.
Nella cappella del cimitero di Caldonaizzo vi è, fuso bron:zo un
(lCristo morente in croce)>, Si racconta. appunto che avendo, durante
la cerimonia solenne della consacrazione, fil Vescovo benedicente 1',o-
pera fatto osservare all'artista come al Crocefisso mancass,e Ja tradi-
zionale ferita al costato, lo s:cultore abbia di contro rispo,sto che la fe-
rita fu Catta a C:risto morto, non a Cristo morente.
Si racconta anche che come modello per l'opera avesse scelto, pa-
gan,dolo l.autamente, un po,vero «cristo» di Caldonazzo. Lo legò sal-
damente con delle funi ad un.a rozza croce, dopo di ch,e !',artista ,se ne
andò tranquillamente a pesca/re al lago. Tornò dopo qualc:he ora e
trovò il dis:graziato semis·venuto... come volevasi dimostrare!
Per Caldonazzo eseguì «l'affre:sc,o di San S'isto» sito sopra il porta-
le della parrocchiale e numerosi suoi «medaglioni e bassorilie31i» sono
su tombe dei suoi parenti.
Nella sua patria di Caldon.azzo soleva tornare sovente e molti ri-
cord.ano ancora la :Sua alta figura che. cavalcava run bri,oso puro san-
gue lungo le strade di campagna. L'ultima volta tornò per porre un
cippo sul luogo ove suo pa,dre venn,e: ucciso dalle trruppe austriache
durante la prima guerra mondiale, come si potrà leggere sotto il no,me
di Michelangelo.
Nel 1938 vinse il concorso nazionale u:ruguajano per un monu-
mento ai «fondatori della Patria».

286
F'u collaboratore della rivista «El Davld» e su di essa scrisse una
quindicina drarticoli. Tra :il 1956 ed il 60 pubblicò g]]i editori.aili 1rCritf-
ca y Griego» su «I,uormacfon d'Arte». Pubblicò t.L a Escoltura Grie-
go su «Tecnic'a y su Ambiente» (1948); Anto,[ogia di un Artista (Mon-
tevideo, 1967). Fu più volte premiato con medag.lie di vario genere, si
ebbe il «gran premio, d'onore» del Ministero uruguayano dell'Istruzio-
ne, la «medaglia d'argent,<J» all'Esposizione: Internazionale d.i Parigi
( 1937).
Morì .a Montevideo nel 1970.

(Gerola: Art. T!rent. E·st.,pag. 22; Trentino, ottobre L930, pag. 3:54; R. Prati:
La scolatura di E.P., «Trellltino•, Il, 1935, pagg. 53 e :ss; trStudt Trent» .. 1937, fase.
4, pag. 336; R. Prati: Studi Trentini», 197 I, fase. 2 !Pag8. 241-24 7; L . ]Jrida: Pa.no-
rama Stor. di Caldoraaz:z:o, pag. 183; E.. Benezir: Dictionnaire des Peintres etc. To-
mo 7, pag. IO).

PAAT1I ERIBERTO, fratello gemello di Edmondo, nacque ,egli pure


a Paysandù il 17 aprile 1,889. Anch'egli, dedito all'arte, insegnò per
molti anni diségno orrtamérttale nel liceo governativro e nelle scuole in-
dustriali di Salto nell'Uruguay. Fu apprezzato soprattutto come eccel-
lente ritratista.

(Gerola: c.s., pag. 22),.

PRATI EUGENIO, pittore:, di Caldonazzo. Non solo è il più emi-


nente artista che abbia dato la Valsu.gana nel secolo XIX, ma, come
atTerma il Weber, fu «uno· dei più eletti che abbta dato il Trentino)),
Nato il 27 gennaio 1842 da Domenico e da Garbari Lucia, primo-
genito cli ben 12 figli, si:n da bambino dette a mostrar,e la sua preziosa
dote artistica sì che il padre, al!l'opportuna età,, condusse il figlio a Ve-
nezia ove, n.el 1856, inizi,ò i corsi presso quell'A,ccademia.

Sottò la guida di illu:stri maestri quali Michelang,e:lo Grigoletti,


Pompeo :Molmenti, Carlo B,laas:, fece tali progressi cbe gli meritarono

287
numerosi premi tra cui qu,attro medaglie d'argento e due di bronzo.
Così ,quando nel 1866 :si portò a Firenze per perfezionarsi presso
quell'Accademia, potè presentarsi con un breve, ma sicwro e promet-
tente «curriculum» d'artista. P'resso quella Acca.dem.ia nel 1868 gli fu
conferito il premio triennale cons,istente nella medaglia d'oro e una
somma di denaro. Il premio non v,eniva co,n fe-rito da ben otto anni.
A Firenze entrò in contatto con i principali esponenti di quel cena-
colo d'arte e coltura. Quivi divenne: runico del poeta Giovanni Prati e
di Andrea Maffei ..
Anche il suo maestro A.ntonio Ciseri lo ebbe ,caro ed appunto per
questo, oltre che per la sua prestante figur~ lo ritrasse al c:e,ntro del
suo famoso quadro della «Deposizio·ne», tra i discepoli ,che portano
C'. risto al sepolcro,.
A Firenze si fermò ]2 anni e dopo una breve perm.anenza a Cal-
donaz:z:o riparti per R.oma, ove si trattenne per circa un anno.
Tornato nella sua terra sposò Ersilia Vassellai di Agnedo ed in
questo tra111quillo villaggio si recò ad abitare corn la moglie e la picco-
la Raffaella. Quivi glii nacquero anch,e i due maschi: Angelico e Gui-
do.
Nel 189:5 si trasferì a Trento per avere maggior comodità per l'i-
struzione dei figli, e si dette all~insegnamento del disegno.
Amante della musica, fu amico di Puccini e di Ricordi. Come ar~
chitetto disegnò il campanile di Agnedo, assai grazioso.
Si dedicò anche all'apicultura e costruì un'arnia pre.miata a Vienna
nel 1903.
A Caldonazzo chiuse i su.oi giorni 1'8 marz,o 1907, vittima di una
po.lmorute procurata.gli dalla fredda aria della Val del Centa, ove si
era recato per lav,orare quello che sarà l'ultimo suo quadro rimasto
incompiuto: «La seconda madre»: una giovanetta recante sulle spalle
un agnellin,o, orfano di una pecora caduta d:alla monit:ag,na. Il quadro
do·veva essere esposto a Monaco,.
Per quanto riguarda }''elenco delle opere del Prati, oltre trecento, ri-
mandiamo il nostro lettore alla Collana di Artisti Trentini curata da
Riccardo Marroni (E.P. pittore - Trento, Saturnia, 1956); verranno
qui sotto elencate le opere che furon.o presentate in diverse mostre (di
ognuna, tra parentesi, [a data e la loiealità della mostra) quellle eh.e so-
no in dotazione a Musei e Gallerie e quelJ!e esposte nelle chiese.
OPERE ESP,O STE 1N MOSTRE
Ritorno di Dante (già presso Galleria, Pisani, Roma, 1874); Se-
guestro (1882, Roma e Monaco); Piccola mendicante (1877, premio

288
Espos. Firenze); Girovaghi (1879, Firenze, venduto a New York};
Amor non prende ruggine (1879, Monaco venduto c.s.);Medita:ione e
lavoro (1879, esposto e vend1Uto a Monaco); Uva e pesche (esposto a
Monaco e venduto a Berlino, 187·9); Dlv:orzio (1880, Milano); E,gizia-
na (]88 0, esposto e venduto a Mona,co); Zingara (1880, idem); Alla
1

mia vecchietta (1881, Roma, Milano, Venezia); Istruzione della non·-


na (1881; Milano e venduto per Londra); Nozze d'oro (1881, Milano,
Parigi, Nizza, ove gli viene attribuita la «medaglia d'argento», Lon-
,dra, Monaco, Vienna, Trento. Acquistato dall'im[Peratore d'Austria
Franc,esco Giuseppe); Abbandonata (esposto e premiato a Nizza e
venduto, per Londra, 1883); Fate Pace (1.883, T,orino); Mendicante
(1883, Torino, Verona); Uva (1883, Roma, lnternaz. - Torin,o, Na-
zion.); All'ovile (Intern. Roma, 18:83); Idilio (1884, Torino); In cam-
pagna (1884, Torino); Momento propizio (1884; idem); Timore
{1885, Perm. Milano); Uomo che piang,e è preso (1886, Milano); Tra-
ditore (1886, Venezia);, Abile (]886, Venezia); Ancora un momento
(1887, Venezia); Tempo è denaro (1887, Venezia, Bologna); Da Mas-
saua (1887, Venezia); In attesa dello sposo (]887, Ven,ezia); Sono
soldato (Perman.1 Milall!o); Primo amore (1888, Monaco); Studio e
lavoro (1889, Intero., Firenze); .Solitudine (1889, I Bienn., Venezia);
Primi fiori ([889, •Genova, «medaglia d'oro» a Chicago, Berlino~Pie-
troburgo); Prendete (18,90, Venezia,, Vienna dove: fu venduto); Amore
(1892, Parigi); Tra il sì e il no (18'9 6, esposto e venduto a Monaco);
1

Suono dell"A.ngelus. (Esposto a Torino nel 1898); La spina (190.2,


Monaco, venduto per Amburgo); Pura (a Monaco nel 1903, a Mila-
no nel 1906); Ottobre (1906, Milano); Rosa mistica (1892, Parigi ed
ivi venduto a Enrico di Borbone),;. Mater admirabilis (1889, premiato
alla mostra Arte Sacra, Torino Gorizia); Riposo in Egitto (1898,
esposto e premiato a Torino}; Consummatum est (]906, Milan,o).
IN DOTAZIONE A MUSEI
Ritorn·o di Dante (1874, già presso la Gall!eria Pisani, Roma); Pri'-
mo incontro di Dante con Beatrice (1875, Museo Naz. Trénto); Pic-
cola mendicante (1887, Gall. Art. Mod., Roma); Tintoretto che scac-
cia Ma rio ( l 865, disegno, Museo N az. Trento); La vistiazione (boz-
z,etto, Museo Naz. Trento); Autoritratto (Circolo Artistico Firenze);
Andrea Malfatti (1871, ritratto, Museo Naz. Trento); Don Gi'useppe
Grazio/i' (1889, ritratto, Museo Naz. Trento); Contadina sorridente
(1894, Museo Naz. Trento); Indecisione (1896, Museo Naz. Trento);
Lettura (Museo Naz. Trento); Piccolo Cantiere (1900, Museo Na:z.
Trento); Pura (Museo Naz. Trento).

289
PRESSO CHIESE
.S . Adalberto (1873, Ca,ppella Villa Bemardelli in Gocciadoro,
Trento):; Immacolata { 1874, Cappella Collegio Arciv. Trei[]Jto); S . An-
tonio (1875, parrocchiale di L.asino); Immacolata (parrocchia di Stri-
gno, pala d'altare scomparsa nella guerra 19 ] 5-18, modella della qua-
1

le fu una Maria Morelli cli C.ald,onazzo, soprannominata per l'appun-


to <<la madonna di Strigno»); San Vigilia (nel Seminario Minore di
Trento, scomparso nel bomib·arda.mento aereo del 13.5. 1944); San
Giu·seppe (1878, arcipretale di Villa Lagarina); San Luigi (gonfalone
a Venezia); Cristo morto (1884, convento dei Francescani in lBorgo
Valsu,gana); Addolorata (1885, chiesa di Ronchi Valsugan.a); San
Luigi (1895; arcipretale di Pergine); S ,S . Cosma e Damiano (1895,
chiesa di Vela di Trento); Sacro Cuore (1897, ,chiesa di Sopramonte
di T.rento); Presepio (1898, chiesa di Caldon.azzo).
A~ nutrito elenco d!elle opere cur,a.to da Ricca:rdo Maroni e Giorgio
Wenter nella Collana di Artisti Trentini, va aggiunto il ritratto del 1de-
cano di Strigno, don Zanollo, commissionato «al distinto pittore Pra-·
tiJ> dal clero, del Decanato in occasion,e del 25 anniversario dell'in-
gresso a Strigno dell'em.erito curator,e d'anime" nel 18:81, ritratto già
esistente presso la canonica di ,ruella !borgata..

(Per la bibliografia rimandiamo il niostro lettore aila C,ollana di cui si è detto.cui


devesi però aggiungere: A.Z.: Il ricordo di E.P. s ullo sfondo agreste di Agnedo, l'A-
dige del 13.3.1957; Sac. Ettore Viola: E.P. Pittore dell'Ottocento, Stab. tip. Prese),
Bolzano, 1957; L. Proner: MedagEio111i T11entini, 1959, pag. 486; G. Marzari: E.P .•
nel 50.mo della morte iin «Studi Trent.» 1957, fase. 4, ]>a,gg, 390, 392; /spett. Scol.
G. M archesoni: !testimonianze or ali).

PRATI DON GIAC 0MO nato a Caldo,nazzo., da Stefan,o e Cateri-


1

na 'Tornasi nel 1782 ,e morto nel 1854. Fu parroco a Ca.lceranica.


Viene ricordato come poeta.

(Brentari: Guida Trent.,P. I, pag. 308).

PRATI G1IULIO, pittore, fratello di Eugenio, nato a Caldona·zzo ia


19 dicembre 1860. Dal fratelllo appr,ese i primi rudimenti del disegno

290

do,po di che frequentò t'Accademia di Milano dal 1884 al 1890, di-


stinguendosi particolarmente tra gli allievL C,ominciò l'Ac-ca:demia do~
po di aver fatto fino ai vent'anni il fabbro, tuttavia sotto la guida di
ottimi maestri come Brambillo, Casnedi e Bertini riaggìunse ottimi ti-
sultati.
Durante le vacanze del primo anno dipinse due q·uadretti: Il fuoco
si spegne (proprietà GaU,earni, Milano) e Non so la lezione (proprietà
Rossi a Buenos Aires). Presentati ambedue all'Esposizione di Firenze
ebbero l'onore d'essere menzionati su ·«Italia ArtisticaJ>. Ottenne poi il
primo premio in prospettiva con La chiesa di S. Antonio di Milano.
Con questi lavori ottenne da lrulsbruck una borsa triennale di studio
di 500 fiorini.
Nel 1895 esegui Uva e Autunno, esposti alla biennale di Venezia ed
acquistati dal Fernandiineum di lnnsbruck.
Dal 1896 al 1903 fu a Buenos Aires ove elaborò ritratti e nature
morte ed ebbe un premio all'Esposizione Colmena d,ella stessa città.
Soggiornò poi a Uruguyana ove esegui ritratti per i rna,ggiorernti,
quat.tro anni a Mendozza.
Altre sue opere sono: Cantanti al -verde (Museo Naz. Trento); Ti-
ziano· insegna il colore a Irene di Spilimbergv (Società Gondranò di
Milano); Uva (Schraemli di Milano), esposta a Torino nel 1908, e a1
S.alone di Parigi n,el 191 O; Giuseppe ebreo spogliato dai fratelli; A ila
cerca; Il Bambino.
Fini i suoi giorni a Caldoll!azzo.

(AmbroS'i: Scritt. Art. Trent., pag. 493 ; V. Zippel: Un pittore trentino a Parigi in
Alto Adjge dlel 13 marzo 1911; crTrldentum», I, pag. 279 é V pag. 329; Gero/a:
Art. Tren. Est., pag. 23 ; Thfeme U. !Bec'.k,er etc., 1933, XXVII; Commanducci: Di-
zion. etc. ed. ni I-11-.IIl-[V; Brentari: Guida Trent., I, pag. 309).

PRATI GUIDO, nato a Agnedo 1''8 novemlbre 1884 e quivi morto il


31 luglio 1967.
Era fratello d.i Angelico e figlio del pittore Eugenio. Compiuti gli
studi superiori a 'Trento, prese parte come ufficiale degli Alpini e vo-
lontario alla guerra 1915-1,8. .
Si introdusse poi in una tribù zingara condividendone la vita liber.a
e raminga. Da ess:a. ,ebbe «il battesimo di sangue» di cui andava fiero.

• 29a
Di temperamento piuttosto introverso e sensibili.ssimo, si esprimeva
intensamente con la chitarra classica di cui era espertissimo suo·nato-
ré. Ma, schivo comie era, si produceva solo a sollievo déi s.uoi com-
paesani nella piccola osteria di Agnedo e sol,o qualche intimo amico
ed intend,e.nte potè appieno apprezzare la s·ua altissima arte musicale.
Era anche otttimo, disegnatore e membro dell'Accademia di Vien-
na, ma ben pochi io seppero. Con Italo Cinti. illl!lstrò il lilbro del fr.ateia
lo Angelico Folclore Trentino per le persone colte e per le scuole me-
die (Milano, Ed. Trevisini, 1925). Con il fratello An.gelico collabor,ò
poi nella stesur.a di Vocf di gerganti. vagabondi, etc. (Pisa, 1940),
mettendo a frutto le osservazioni raccolte dur,ante il periodo gitano.
Spirito libero e pur attaccato ai valori umani come servì da com-
battente volontario nella prima guerra mondiale così seppe eludere la
seconda, della quale non condivideva gli errati idleali. Ed UISÒ un'astu-
zia degna della sua intelligenza. Richiamato con il grado di capitano,
anzicché in divisa si presentò con E'abito più sdruscito che possedesse
e con u.n a s]abrata valigia tenuta insieme dallo, spago. Fu congedat,o
come indegno dei grado!
JEra molto ben voluto dalla popolazione e fu amo,r,evolme.nte curato
e assistito dalle tre nipoti.
Una sua poesia in lode «del ValtinelloJ)1 il vino dell'ansa di F'race-
na, che un tempo onorava la corte di Vienna, è pubblicata in Poesie
dialettali Valsuganotte (Borgo, 19,69).

(Pitt. L. Prati - Mazzari: t,estimonia.n.ze orali; A. Zanelef: ricordi personali;


Strenna Trentina, 197 1, pag. 89-9 I).

PRATI MICHELANGELO, nato a Caldonaztò il 27 ag.osto 1865


dal geometr.a Domenico e Garbari Lucia, fratell,o del pittore Eugenio
e padre di Edmondo ed Eriberto. Rimasto ,orfano in ~enera età, visse
18 anni a Borgo presso parenti. EmÈgrò quiindi in America, ove sposò
la brasiliana Carolina Mattie. Oltre ad Edmondo ed Eriberto ebbe
Italo e tre figlie: Adelia,. Sara ed Astenia. T,ornato nel 1906 lavorò un
po' a Milano e un po' altrove:.
Allo scoppìo della prima guerra mondiale s.i trovava a Bressanone
e perciò si ritirò a Caldlonazzo presso la casa paterna: Molino Prati.

192


Adiacente alla casa gli Austriaci avevano fatto passare una linea di
difesa, che poi fecero saltare~ ,danneggiando in modo, irreparabile la
casa stessa. Michelang,elo riuscì a salvare quallche suppellettile e qual-
che quadro del figlio Eugenio, trasportando quanto poté in casa di
una sua parente, Lucia Agostini. Purtro:ppo parecchi lavori del pittore
in quell'occasione andarono perduti.
In Caldonazzo incontr,ò Emanuele Curzel, red.uce dalla Galizia e
poco pr,openso a ritornarvici e con lui si dette alla macchia. Si siste-
marono nel ((Crozz,o dell'Agola», sul monte Cimone; vivendo di cac-
cia e pr,oc-urandosi nel paese,, ormai sì che deserto, qualche derrata.
Furono traditi però da un ftl di fwm,o che: usciva dall'antro ,e che fu •
vedll!to da un ufficiale austriaco, che girava solitario nel bosco. Si
fermò anzi egli a confabulare con i due quasi familiarmente .... , do,po
che essi ebbero riposto le «doppiette».
L'incontro li mise all'erta cos~ abbandonarono fil rifugio e, seguen-
do il letto del Brenta jper non lasciare orme, scesero sin verso Marter.
Ormai stanchii si ricover,arono in una vecchia bIDta,, in località «Bru-
1

stoladiJ>.
Ma ormai tutta la zona era posta in allarme dai Comandi austria-
ci... il focherello che i due avevano acceso n,ella baita fu notato ,dlagli
osservatori del Forte della Panarotta.
La baita fu dunque circo,ndata. Dallo scontro a fuoco il Curz,el
riuscì fortunosamente: ,a. sciogliersi e poté raggiungeré le linee italiane,
verso Vezzena, ma Michelangelo trovò invece malauguratame.nte la
morte.
Era il 13 dicembre 1915.
Con una solenne cerim,onia, alla quale partecipò il figlio Edmondo.,
nell'aprile 1936 fu posto un cip:po sul luogo del sacrificio.

PRATI R0MUAL,DQ, pittore, di Caldonazzo, figlio di Probo e di


1

Natalia Fianick, nacque il 3 febbraio 1874. Probo era fratello ,d!el pit-
tore Eugenio e quindi Romualdo e:ra nipote.
,compiuti dapprima degli studi artis.tici presso la Scuola Profess.io-
nale di Trento, p.assò all'Accademia di Venezia. Nel 1891 ottenne il
«primo premiai> nel corso speciale per vedute. di paese e di marine e
nello stesso anno si ebbe il «diploma df merito»con menzione onore-
vole di secondo gr.ado per il corso normale.

293
SE trasferì poi a Porto Allegre (Brasile) ove rimase per dieci anni
come insegnante di pittura presso una scuoia locale e lavorando nel
contempo, specie nei ritratti.
Nel 1895 tornò in Europa e seguì corsi di perfezionam,ento presso
l'.Accademia di Parigi. Qui si fermò per otto anni, string,endo rapporti
d'amicizia con Eugenio Carrière e F,erdinando Humbert.
Sempre a Parigi aprì uno studio e si creò buona fama nel ritratto
ad olio, tanto che i migliori nomi della società metropolitana faceva-
1110 a gara per ottenere da lui delle pose.
Dal 1914 visse in Italia e dal 1919 si stabili a Roma ove aperse
runa scuola per stranieri.
Tra i suoi quadri: Braghe vecie e busi nuovi («Medaglia ,d'argento»
all'Espos. di Porto AIJ!egre, 1898); Dolce far niente (((Medag:lia d'o-
rOJJ a Rio de Janeiro, 1902); Abbeveratorio; Ritorno dal lavoro; du-
rante ia sua permanenza a Parigi, quasi annu,almente partecipava;
con ritratti o nature morte o altri soggetti, alle Mostre allestite nel Sa-
lon des Artites Francais; Ritorno dalle nozze (1922); Ladroncella
(1906); Cesta rovesciata (1906)~ L'abbeverato,~ò (1911); Il Moschet-
,tiere (I Bienn. Arte, Trento).

(A.mbrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 493; Gerola: o.e., pag.. 23; V. Zippel: Un pitto-
re trent. a Parigi su l'Alto .Adige del 13 marz:o 1911; G. De ,Car,/i su ,Trentino,o,
Agosto 1930; pag. 259; 1r'fren1ino», ottobre, 1928, pag. 337; G.S. in Stuelli Trentini;
1930, fase. 3, pagg. 289-290~ Comanducci: Dizionario etc., Ed. III e IV ; Thieme u.
Becker, etc., 1913, XXVII,· C. Piovan in Trenttno, ma:rzo 193n, pag. 81).

PROSPERO ANTO,N IO di Tonadic:o ove nacque i.I 25 agost,o 1801


dall'oste Battista, detto Marchet da Zorz.oi e Apollonia Praclel.
Contemporaneo di Luigi Negrelli si trovò con lui nel Collegio Ve-
scovile di Feltre ove nel 1815 ottenne il «4#premio di Grammati'caJJ.
Purtroppo, date le scarse possibilità finanziarie della famiglia, dovette
sospendere la frequ,enz.a :scolastic.a, ma non gli studi. Si coltivò infatti
nelle scienze e tenne corrispondenza con celebrità scientifiche euro~
pee. Per conto proprio srtud:iò pure medicina e passava intere n.ottm al
capezzale dei malati.
Nel 1830 sposò Federica Sartori, zia della santa giovane Teresa
Sartori che trov,eremo più avanti, e si stabili definitivamente a Fiera
di cum fu per diversi anni B,orgomastro.

294
Fu tra i promotori dellla costruzione della strada di collegamento
dello Schener, incrementò l'istruzione pubblica e popolar,e, promosse
iniziative per razionalizzare la cultura agraria e la pastorizia.
Fu scrittore ((forbito,> e poeta. Mori :il 2 gennaio 18,73, declamando
la sua ultima poesia Alla Luce.
Per testamento legò alla comunità «due locali della sua casa» af-
finché servissero come centro di lettura. Questo centro doveva essere
aperto a tutti, ma in esso era vietato il gioco ,e [a ven,dita di alcoolici.
Al centro [egò t111tti i suoi libri, il suo medagliere, e 500 fiorini. Il par-
roco era chiamato a «garantire il pubblico sulla moralità>;. In una ve-
trina dovevano essere conservati i libri degli alpirùsti. Era amico del-
l'ingJeseBall, che fece .stampare a Londra una «Guida ,di PrimieroJ>,
ed :il cui nome è perennemente ricord.ato dall'omonimo passo, sulle
pale di San Martino.

(«Voci di Primiero», 1956, n. 11 e m. 12; Prof don S '. Fontana: A.P. in Primiero
di ieri e di oggà, pagg, 36-39; E. BQrdignort: L"UiSì Negr,elH, Padova, 1941, pag. 96;
è . .Battisti: Guida di. Primiero, pag. 20; .Brenta.ri: GuidaTrent., P. II pag. 219;
Idem: Guida Alp. di iB!elluno, Feltre, Primie.ro e Zoldo; «Studi Treni.», 1923, fas-c.
3, pag. 201.

PRUDEL !DOMENICO MARIA di Serso. fu sacerdote e se.risse:


Compendioso, trattato de' principali doveri degli Ecclesiastici (Vene-
zia, Stamperia Baglioni, 1789); Dottrina Cattolica ossia Idea fonda-
mentale della vera nozione sull'usura', e dei mezzi migliori per poter
questa frenarsi senza penalità (Ibid., 1794); Lettera in risposta ad un
amico che gli' chiedev:a contezza del Santuario della B. V. di ,Caravag-
gio di Montagnaga (Trento, 1800).

(Montebello: o.e., pag. 467; Ambrosi: Som.m. Stor. Trent., pag. 284).

PUECIH ER PASSAVALLI IGNAZIO, vivace ed elegante scr:ittore


1

e poeta, nato a Levico nel 1818. Suo padre, dottor Giorgio, era giudi-
ce in ,quella cittadina e la madre fu Amalia de Bellat di Borgo, Termj-

295
nati gli studi ginnasiali e liceali a 'Trento, segui i corsi universitari pri-
ma ad Lnnsbruck e poi a Vienna, ,ove si addottorò in legge.
Termin.ati gli studi entrò come praticante nello studio dell'Avvoca-
to Dottor Angelo Ducati; in Trento. Dopo tre anni conseguì a In~
nsbruck, presso il Tribunale d'Appello, l'abilitazione.
Onde conseguire un maggior prest~gio professionale ed una più va-
sta conosce.nza professionale, ii 7 feblbraio 1841, conseguì la laurea
relativa anche presso l'Università ,di Padova.
Esercitò ]'avvocatura prim.a ad Ala e q1U1indi a. Monza, ottenendo
presso quel tribunale una notorietà che si estese anclhe in altre città
italiane.
Nel 1880 passò a Firenze e poi, per poter seguire il figlio ingegne-
re, nominato Segretario della Direzione Generale delle Ferrovie Meri-
dionali, si trasferi in Ancona.
Affezionato al figlio, lo segll1Ì a Bologna, a Foggia, di nuovo a Fi-
renze, a Verona.
L' Arnbrosi lo definisce «uomo di elevati sentimenti e di profonda
cultura>). Ancora studente a Vienna scrisse All1ltalia ,di O'Werback,
ode stampata in quella Rivista Viennese diretta dall''allora noto filo,to-
go Giambattista Bo1za, ed alla quale collabor:a.vano l'alba.te Nicola
N,egrelli e T,ommaso Gar.

Sem.pre a Vienn.a tradusse in vers.i italiani Gli eroi di Uhland; A Ila
mia spada, ode di Teodoro Komer.
Poi scrisse: li ritorno del proscritto lombardo (Trento, racc,olta
<<Soccorsi al povero»); Il mio tdeale - Ode· (Rovereto, Messagg. tiroI.,
4 ottobre 1839);, Ida - Poema (T'r~nto, 1840), opera lodata dal Mes-
s,agg. Tirolese, dal Corri,ere delle Dame e lusinghevolmente commen-
tata da Nico•lÒ Tommaseo sulla Gazzetta di Venezia; Carmi (Trento,
Monauni, 1840); La battaglia di Calliano del 10 agosto 1487 ·~ Poe-
ma (Ibid., 1842); Soc,corasi il povero Obid., 1842); Calata e sconfitta
dei Cimbri in Italia (Ibid., 1843); Primi Canti (Milano, Reina, 1844);
Sulla Trentina Letteratura del sec. XIX - Memoria (Pado,va, Giorna-
le Eug,aneo, n. 23, 1844); Ver~i (Trento, Monauni, 1847); Egnone,
ossia Trento, che si toglie dalla tirannide di Eccelino da Romano -
Pensieri ([bmd., 1848); Sulla necessità della popolare educazione nel
Trentino - Discorso letto all'Accad. di R,overeto (Giornale di Trento,
I 850, n.ri 93, 94, 95); A Trieste, ,città illustre d'Italia (Monza, Co:r-
bétta, 1865); Il XX settemb.re 1870 Ode (Ibid., 1870); All''Italia -
1
-

Ode (lbid., 1871); All'amico ideale - Ode (Ibid. , 1871); Versi che par-
.lano di patria e di amore (lbid., I 871); La .battaglia di Leg.nano -
Canto (Milano,, Barberini, 1876); Al Trentino = Canzone (Monza,
C,orbetti, 1878).; Poesie liriche (Ibid., n879') ; li pontefice Leone XIII
ai giornalisti cattolici - Ode (Milano" [ ,879); Il Giammai di Leone
XIII - Ode {Firenze, Giusti, 188 l); / Vespri Siciliani - Ode (Ibid.,
1882)., lavoro che ebbe un riconoscimento d.a parte della Municipalità
palermitana, che mandò all'autore una «medaglia. ,d'a·rgento»,: Viaggio
da Desenzano a Trento (Milano, 1884); Poesie lirich:e (Ancona,
1884); A Fran,cesco Podesti, nella ricorrenza del suo 8.5.mo - So.netto
(L'Ordine, Le Monnier, n. 88, 1885); Commemorazione degli amici
defunti (Vigevano, Spargella, 188,6); La Certosa di Bologna - Sonetto
(Ibid.,, 1996); Nuove poesie (Milano, Ducati, 1887); La Trentina Let-
tera.tura nella prima metà del sec. XIX (Trieste, «Pro Patria», 1888);
Voci dal Trentino - Poesie scelte (Milano, Varisco, 1889); Mortezza
(Trieste, «Pro Patria», 1889); Un momento a Dante Alighieri nella
città di Trento (Foggi~ Pollice, 1890 Ultime poesie liriche (Verona,
1
);

Zuppini, 1893); Breve ,cenno sull'illustre città di Verona (Verona,


Zu.ppini, 1894).
Morì a Verona il 30 marzo 1896. Dal 1869 gli venne riconosciuto
il titolo di «Avvocato consulente della Real CasaJJ.

"Amb
1, r.nsi: Scritt. Art.. Trertt.
_ ,.., - naog.
,r-..o 301
• · -304·
. ..,,.,.,
· n...b,;,.-· -.•....
, A. lJevu:...,nc:1 _1,,,.,..,._
;.. p· .., Di-
... ,.,..,,.. _
zion. Contemp., pag. 724; A. Z.: Necrologio in t1.Atti A.cc. Roveret. .Agiatii", 1.896,
Serie III, pag,g. XVII1-XX).

297

RA,CHINI ANTONIO DA SEGUSINO, medico in Primiero. Si sta-


bilì nella valle nel 1684 e l'anno successivo, nella seduta del 26 feb-
braio, marzoli d,ell:a valle e il bo:rg:omastro di Fiera lo designarono
nel servizio medico, servizio confermato negli anni 1689, 1693, 1715.
Nel 1685 sposò Margh·erita, figlia del nobile Fran,ces.co Giuseppe
Scopoli di Tonadic,o, e le nozze furono celebrate nella ca[Ppella del
palazzo Someda. Alla morte del suocero ebbe dei fastidi onde venire
in possesso delr er,edità della moglie.
Nel [ 6'95 fu nommato procuratore del Priorato di San Martino,
per l'amministrazione ,dei !beni che il Priorato possedeva :nel trevigia-
no.
Si ha ·memoria di quattro suoi figli:: GIUSEPPE ANTONIO, nato
nel 1693, pure medico ,a Fiera e c:he ebbe nove figli dalla moglie C,a-
terina S,copoli; GIUSEPPE TRAIANO, na,to nel 1729, laureatosi a
Padova in medicina, dove nel 175 1 fu «assessore' ,anatomico»,· SIGI-
SMONDO, dottore in. legge, nato ne.l 1742; un FRANCESCO che
sostituì :il padre nell'amministrazione dei beni del Priorato nel Veneto.
Di ìui si hanno: Memorie dell~Ospitale e Monastero de/li Santi
Martino e Giuliano,. che anticamente s.i ritrovava sopra il monte· di
Castro.zza nella valle di Primiero, e che di presente possiede il nome
di Priorato. Il manoscritto di questo lavoro fu ritrascritto dal padre
'fovazzi. e si trova nella Biblioteca di San Bernardiino in Trento. Parte
del manoscritto fu fatto stampare nel 1863 dal Dottor Carlo Ferini.
Scrisse inoltre, e rimane in manoscritto: Succinto ragguaglio della
Valle d'i Primiero (1723).

(D.S. Fontana SUI Primiero cli ieri e dli oggi, pag. 268; <KVoci di Primiero", 1941,,
n. 3; Ambrosi: Scritt. Art. 'Trent. ,pag.102; Idem: Somm. Stor. Trent., pag. 285 ; D.
S. Fc,ntona: «Stu<ii Trentirni)I. 193,9, fase. 4!, pagg. :20 8, 209; C. Battisti: Guida di
1

Primiero, iPag. 18).

298
RIGONI ANT 0NIO, nato a Lavarone e dom.iciliato a Vienna. Alla
1

,sua morte legò al Comune di Lavarone la rendita di fiorini 6 miJla per


l' <cistituzione in perpetuo d'una scuola tedesca, con un maestr<> esclu-
sivamente ,di nazionalità tedesca»,
Il fru.tto ainnu.o era di fiorini s;o circa.
«La lodevole r:appresentanza, radunata a sessione, con. assoluta
ma.ggioranza deliberò di NON accettare iflorini del defunto A..R. pel~
la istituzione della scuola te,desca».

(Dal PQpalo TrenJino, sotto il rtitono di «Una batteria smontata.; Morizzo P.


Maurizio:· Un cenno su Lavarone}.

RIZZOLI GIUILIO, fu capitan·o in Primiero e scrisse: Notizie stori-


che di Primiero (F'eltre, 1900); Popo1o.zioni e costituzioni antiche di
Vaisugana. Primiero,. Fiemme, Fassa, Cadore. Ampezzano (Feitre,
1906).

(«Voci di Primiero», 1941» n. 3).


A0 DOLFI FRANCESC'ANTONI O, di Borgo. Nacque il 9 agosto
1

1717 e morì in Trento il 9 settembre 1780. F111 provicario del P.. Ve-
scovo di Trento Francesco F,elice degli Alberti e del suiccessore Cri-
stoforo Siz:z:o. Fu uomo, illuminato e ripieno di virtù.
Pubblicò un''Orazione in: morte di S.A.R . Francesco Felice d:cgli
A/berti P.V. di Trento (Trento, 1763, op. in 4<>); un'Istruzione p'er le
mammane (1766),, opera tradotta in tedesco dall'Arciprete di Besenel-
lo, il conciittadino CristoCoro C:eschi e segnalata dal Go,verrno di In-
ns bruck.
Scrisse inoltr,e sonetti, poesie, un Epi.talomio per le nozze di un
conte Giovanefili, prefazioni ,e numerosi liibri di cui si interessava alla
pubblicazione, sermoni religiosi ed .a bbozzava le lettere pastorali.

(Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 127:; Idem: Somrn. Stor. Trent., pagg. 145,
188, 285; Montebello: o.e., pagg. 300, 465; A. Costa in «Voci Amiche». Borgo, di-
cembre 1965).

299
AOIMANESE PR OF. RUIG GERO, nato a Pergine il 17 gi\lgno
1

188~. La famiglia era orill!nda di Levico. Il papà Riccardo, morto a


Torino il 1 agosto 1922, era. professore di fisica e matematica e fu
per quallche tempo aiuto di Marconi.
Frequentò Ee scuole medie e superiori a Trento e si laureò ii111 medi-
cina e chirurgia a Torino il 2 luglio 191 O. Il 14 gennaio 192.2 si abi-
litò alla libera docen,za in medicina legale.
Dall'ottobre del 1911 aù 1'913 fu assist,e:nte alla cattedra di medici-
na legale a Torino e quindi fino al novembre ,del 19 14 fu assistente di
1 1

anatomia patol,ogica presso l'Università di Pisa. Tornò poi a Torio.o


come assistente in medicina legale.
Il 16 ottobre 1920 fu nominato aiuto, dal 19:22 ai 1924 fu incari-
cato all'insegnamento delle medicina legale. 11 1'0 dicembre 1924 fu
nominato, pr,ofessore straorcllinario di ruolo presso l'Università di Bari.
Fu poi a Càgliari, Parma ,e: finalmente a Torino.
Nel 1904 aveva ottenuto il «diploma di stenog.raflaJJ con la vota-
zione di n,ove decimi, presso il Lìceo Gioberti di Torin,o e nel 1912
aveva seguito un corso di crimologia presso l'Università di Berlino.
Durante la prima guerra mondiale servì come volontario nella Cro-
ce Rossa ed ebbe i.a «Croce di guerra» dal Comando del XVI Corpo
d'Armata (5 gennaio 1919) e la «Medaglia di benemerenza» per i vo-
lontari della Guerr.a Italo, Austriaca per le Campagne del 15, 16, 17 e
18.
Fu. socio emerito dell'Accademia di Medicina di Torino, «Medaglia
d'oro dei benemeriti della scuolaJJ (3 luglio 1958); «Matricola di Dia-
mante)> dei Touring Club Itali.ano, membro del personale ufficiale del-
la Croce Rossa Italiana. Nell'esercito raggiunse il grado di Maggiore
Medico.
In occa.sione ,del terremoto di Messina (28 dicembre 1908) si ebbe
la menzione onorevole per l'opera prestata.
A. Toirino Condò, il Mus,eo di Antropo.logia ,criminale e ne fu per
molto tempo il direttore. Anch.e l'Università di Torino, il 6 giugno
1951 , gli c-0 nferì la «medaglia d'oro)) per «il lungo servizio prestato
1

nell'AteneoJ1,
È rinomato il Testo di Medicina Legale, scritto in col]abora:zione
con Carrara e Canuti (Ed. Minerva).

(«Studi TrentiniilJ, 193,3, fase. 3, pag. 248).

300
ROMANI ON. PIET1RO nacq_ue a Borgo il 12 luglio 1885.. Primo-
genito di una numerosa famiglìa, rimasto orfano in giovane età, seppe
assumersi prematuramente responsabilità da adulto.
Dovette iinfatti interro-m.pere gli studi di economia e commercio in-
trapresi presso l'Università di Vienna.
Coinvolto anch'egli nei moti degli studenti. italiani venne a trovarsi
compagno di cella del futuro cognato On. Alcide Degasperi, del quale
condivideva e i sentimenti relligiosi e quelli _politici.
Nelle elezioni del 1921, le prim.e ,del Trentino divenuto :italiano~ fu
deputato a Parlamento con De Gasperi, Carbonari e Tamanini, mili-
tando anch'egli nel Partito· Popolare.
Durante l'ultima guerra entrò nella Resistenza. Dal 194.5 al 194 7
diresse àa Democrazia Italiana Trentina ,e fece parte del Comitato di
Liberazione.
[ Tedeschi, il 2 maggio del 1945, prima di ritirarsii dettero alle
fiamme la SU!a casa fai Bor,g,o. Sul luogo della casa distrutta sorge ora,
s.u suo desiderio, la :s cuola Materna.
Abbandonata la politica attiva, si dedicò alla politica econ.o mica e
finanziaria della Regio.ne come Presidente dellai Banca di Trento e
Bolzano, defila Immolbiliare Trentina e della S.P.A. Cofler di Roveree
t,o.
Maria Roma.n a Catti Degasperi scrisse di lui: «De Gasperi e Ro-
mani ebbero due vite diverse, ma vicine: tutte e due soffriro,ro per la
liberLàJJ·.
Morì il 24 dicembre 1974.

(A . Costa in «Vocii Amiche:». Borgo, 1974, pag. 8; Ibidem, 1915, pa:g. 6).

ROMEDI (DE) ANTONIO, pittor,e, presu.nto nativo di Borgo. Nel


1735 dipinse la chiesa delle Orsoline in Trento, rappres:entand,o nei
pennacchi i quattro, dottori della chiesa ,e nei riquadri della volta San-
t'Orsola con le Vergini. Sempre a Trento dipinse la sala del palazzo
Alberti.

(A mbrosi: Scritt. Art Trent.; pag. 64; G.B. Emert: o.c., pagg. 46, 50, 84, 85; Ap-
punti Sperges; H. Ammer: Die Entwicklung d. barok ecc. in 'Tiro!, Strasburg, I 912,

301
pagg. 225, 226; Thieme Beck;er: Le.xic. d. !Bil.dl, ecc. Leip,zig, 1934, v. XXVIII, p,ag.
:560; Weber: o.c., pag. 103,; Rosati: Il Convento e la chiesa deUe Figlie d.eJ S. Cuore
io Trento, Rovereto, 1905, pag. 30).

ROPELE GIORGIO, oriundo di Strigno. Era sacerdote e notaio.


Esercitò a S,trada di Pieve di Bono dal 1675 al 1712. Trascors,e glli ul-
timi anni della sua ·vita come primiss,ario a Prezzo. Di lui ci r,esta:no
cinque plichi di «rogiti» presso l'Archivio, di Stato in Trento.

(P. Pi22ini in StreMa Tremtina 1978, pagg:. 99, 100).

RUSCA CARLO, di Pergine .. Fu avvocat,o e giurista e nominato


Consig.liere dall'Arciduca Leopoldo. FIUI commissario ad Arco.
Nel 1600 si trasferì a Borgo per esercitarvi la. fu!l1!zione di Vicario.
È noto come nei 1500 sorgessero, di tanto in tanto, lotte furibonde
per il possesso dei boschi e dei pascoli delle zone montane.
Mas,n ade di Feltrini, di Vicentini facevano irruenza rispettivamente
nel Pri:mierotto, nel Tesino ed in Valsugana, apportando distruzioni,
in,cendi, :saccheggi e vittime, di co,ntro restituiti. ·
Per por termine ,a ciò, finalmente, nel 1605, fu costituito a Trento
un giuri al qual.e parteciparono commissari austriaci, veneti, trentini,
rappresentanti gli interessi feudali e comunitari. In quelll'occasioné si
addivenn.e ad una determinazione di confini, che, più o meno, perdura
tutt'oggi.
Di questa commissi,one appunto fu membro j]j Rusca, quale avvo-
cato per lai comunità di Grigno. Molto si deve a lui se i nostri comu·
ni, specie Grigno, fruiscono dlel loro spazio vital,e anche verso i coney-
ni con il Veneto.

(Mon·tebello: o.c., pagg. 114, 115; P. de Alessandrini.: Memorie di P,ergine, pag.


192).

3,02
s

SAL.V Offl MARIA, di T'rento, sposa a Gedeone Vettorazzi di Le-


vico. Morì v·entiduenne il 16 marzo 1843, pochi mesi dopo le nozze.
Il mariito affranto fece stampare le sue Poesie (Trieste, 1843).

( Ambrosi: Scritt. Art. Tren1L, pa_g. 186).

SAMONATO PIETRO di Bieno. Figlio di povera famiglia, si dette


al commercio di stampe per conto del Remondini di Bassano. Come
tale si trovò ad esercìtare in Roma, in piazza Navona e ad essere in-
consapevolmente coinvolto in uno spiacevole aff;ire che gli procurò
qualche mese di prigione.
Nel Venerdì ;Santo del 1772 «diversi Santari,> vendevano tra l',altro
una stampa raffigurante il Redentore e i Santi in gloria al centr,o del-
1'immagine, le anime purganti chie salivano :al ci,elo dal Purgatorio e
sulla sinistra venivano immersi nelle fiamm.e: ,d!ell'lnferno i peccatori:
un Giudizio U niversal,e.
Tra le fiamme dei «maledfcti in ignem aeternum» era po.sto in evi-
denza, con la scritta «Potentes potentes torment,a patientur»; lo stem-
ma di una casata ,spagnola.
«Fatale giornata ,fu .quella del dì 21 Ap·r ile del corrente anno 1772,
nel dl cui memorabile seguì in Roma la· carcerazione dell'onestissimo
Uomo· Pietro Samonato Tirolese del quale avendo s.·eguito l'arresto da
Birri(... che gli avevano trovato appunto u:na di tali stampe, NR) fu
egli da quegli condotto alla di loro Guardiola, lvi strettamente custo=

303
dito con catena al piede, senza che nessuno potesse parlargli...». n
Sam.onato fu iPOi liberato anche per l'Intervento del Governo de!ll'Au-
stria Superiore presso «Sua Maestà Imperiale .Regia Apostolica».
Il prover''uomo era «capo di una Famtglia nu.merosa di quindici
persone», ivi compresi i suoi otto, figli.

(SJampe per 11ia, Manfrini, Calliano, 1972, pagg. 46-4'8; Gazzetta di Fi'renze, 28
aprile l 772; Arcliùv. IR.emondinià).

SAATENA (FRATELLI). Ambedue, Iginio, nato il 20 novembre


18l0, e Giuseppe, nato il 2 mano 1832, erano figli di Cristoforo cli
Tonadico e di Margherita De Martini. Ambedue nacquero ,a Predaz-
zo ove H padre, calzolaio, si era tr.asferito, E!b,bero una sorella, Ama-
lia. Il padre, mortagli la moglie tornò in Primiero ,e, passato a secon-
de :nozze, e:bbe altri quattro figli.
Iginio diunque, ancora adolescente, dovette allontanarsi e si portò a
Venezia, garzone ,d!'osteria in Campo San Gallo. Intelligente e di bel-
l'aspetto fu assunto ,quale dom,estico dalla cantante Anna La Grange;
impegnata alla Fe-nice nella stagione lirica del 1847-48. Al seguito di
lei toccò le principali città d''Eur,opa. A Parigi entrò ne!ll,e buone gra-
zie della madre d!ella cantante, la quale provvide alla sua frequenza ai
corsi serali.
Ottenuta una certa cultura fu dapprima come scrivano alle dipen-
denze ,d'un ingegn.ere e quindi presso il procuratore di Stato Bonald.
Ebbe co,si modo di entrare in certo ((entourage;,i della borghesia re-
pubblicana. di Parigi: i fratelli La Grange, la famiglia Bonald, Cle-
mentina Robert, scrittrice di romanzi impegnata an,c he politicamente.
A Parigi ebbe modo, di incontrarsi anche con Angelo Brofferio, uomo
politico e letterato di principi liberali e repubbliicani, avversario, poi1
di Cavour.
Malauguratamente. il Capitaniato di Cavalese, da cui tra l'altro di-
pendeva allora anche Priimiero, estrasse a sorte proprio il suo nome...
il suo «numero rfvidibf/e», come si diceva, che lo costringeva a presta-
re servizio militare in Austria. La «longa manu:s» del Capitanato rag-
giunse l'Ambasciata Austriaca a Parigi. Il Sartena sj vide costretto ad
abbandonare la Francia. Nei dicembré addunqu,e del 1852 lasciò Pa-
rigi munito di una lettera di raccomandazione della cantante La

304
Grang,e, rivolta al fratel.lo militante nell'e.sercito piemontese, tendente
ad ottenerne l'arruol:a.m,ento volontario.
Ma Ea polizia piemontese non era da memo di quella austriaca neE
fiuta.re l'odore repubblicano~ che l'ambiente frequentato daJ Sartena a
Parigi aveva fatto gi1111lligere nei Commissariati del reame piemontese.
Inutile fu anche l'udienza che ,egli chiese al g.enerale Lam,armora.
Si deci,s,e dunque ad entrare in Lombardia, non immaginando che
la gendarmeria austriaca era già stata m,essa in guardia da una de-
nuncia anonima. F'u arrestato a Mag,enta, 1'8 dicembre, perquisito e
denunciato dli alto tradimento per il po:s:sesso ,di armi e s,critti sedizio-
si. Racchiuso dapprima. nel Castello di Milano, fu poi trasferito in
quello di Mantova, quando le forche di Belli.ore erano in p,ienai effi-

c1enza.
Fu éhiuso nella c,ella che era già del conte Mo:ntanari. Sulle pareti
disegnò, un mappamondo che fu, «riconosciuto c:ome un progetto di ri-
voluzione mondiale».
L.a sua posizione si aggr·avò per la dis,cutibile astuzia dell'inquisito-

re Kraus. Questi infatti trasferì nella cella con lui il famige.rato, Luigi
Castellazzo, un ex patrio,ta diven.uto poi traditore e delatore. Il Sarte;
na si confidò e questi denunciò le sue confidenze. La lettera del Ca-
stellazz.o scritta il 26 dicembre del 1852 e diretta all'I.R. Auditorato
di Mantova, è assai cir,costanziata. Vi sono dei nomi ,cui al Cast.ellaz-
zo avrebbe dovuto rivolgersi per far distruggere certa documentazio-
ne compromettente per il S.artena, vi sono frasi dal Sartena pronun-
ciate, asserzio,ni, le intenzioni rivoluzionarie e via dicen.do.
Con q1U1est,o atto di accusa del Castellazzo, con i corpi del reato,
pistole, lettera del Brofferio, un romanzo della Clemen.ce Roboert, il
Kossuth -et les Hongrois con il quale veniva attaccata l'Austria, carte
ed inni repubblicani sequ,e:strategli ,al confine, c'era materia più che
sufficiente per un processo politico.
Purtroppo la denuncia del Castellazzo c-oinvolse anche il fratello di
lginio: GIUSEPPE.
Nel 1847 Iginio aveva chiamato presso ,di sè a Venezia il fratello,
amlora quindicenne. Al tempo d,ell'arresto di Igirrlo però, Giuseppe si
trovava a Padova crimpiegato nello studio dell'lng. P,ertile», come
precisò ili C astellazzo nella famìgerata denuncia.
Anche Giuseppe fu dunque :arrestato, con.dotto a Mantova e rin-
chiuso nella cella ove aveva tributato, Ciro Menotti.
Il ·vescovo ,di Mantova, Mons. Martini stesso, rese testimonianza
degli inenarrab:illi p atimenti subiti dai due prigionieri. Nulla poterono
1

305
ottenere il loro padre, Cristoforo e la sorella Amalia, per alleviarne le
soffere.nze.
Ambedue i fratelli fmirono per essere ricov,eratl nell'Ospedale mili-
tare. Igirnio fu investito dallo :scorbuto e dall'idropisia, causa il malsa-
no nutrimento e l'umidità della cella.
Giuseppe', cihe era più gracile assai del fratello, per Ie percosse e
per l'atropina che gli veniva somministrata per strappargli d.elle con-
fessioni, fu preso da una malattia cerebrale, dalla quale mai poi si ri-
prese. Dopo la liberazione ebbe dei momenti di lucidità, ma il suo ca-
rattere rimase ottuso, taciturno sospettoso, misantropo; cioè comple-
tamente opposto allla sua precedente indole aperta ed allegra.
Gli atti dell'inchiesta e del p,rocesso di Mantova furono poi tra-
smessi al Tribunale Superiore d'Appello di Venezia.
Da questi atti traspare la lucidità di mente, la risolutezza di carat-
tere e la fortezza d'animo, soprattutto dì Iginio, più forte anche strUJt-
turalmente di Giuseppe ormai debilitato fisicam,ente e psicologica·-
mente.
I due, a cagione della loro perd.uta salute e perc:hé la Corte di Ve-
nezia non ritenne del tutto attendibile la deposizione Castellazzo, ven-
nero finalmente liberati: Giuseppe il 6 dicembre 1854 ed Iginio il 2
feb,braio a855.
In Primiero non. tornarono, giacché il padre si era trasferito a Fe1-
tre con la famiglia.

(A. Luzio: l martiri cli Belfiore e il loro proc,esso, I E,diz, Milano, 1905. V. II,
pag;g. 309-315~ Idem: Prigionieri trentini nel Castello di Mantova in Alto Adige,
23-2.4 febbraio 1904; L. Marthètti: Il 'frent. nel Risorg., pagg. 315,. 316, 1913-; P .
Pedrotti.: li processo dei fratelli S.; Trento, Mllltilatii Inv., 1934; Arch. di Venezia:
Atti proce,gso Santena, I.B. 12, 1,854; B. Rizzi: Testimomanze Trent, 1953, pag.
27; N. Trolter in Primiero di Ieri e dJi oggi, pagg. 139-144; Ditionari<J del Risorg.
Mjlano, Vallecchi, 193 7, pag. 221 ).

SARTORELILI CARLO, pittore di Telve. Morì nel 1808 all'età di


55 anni. Una sua tela, nella parrocchiale ,di Telve, rappresenta i ,S S.
Vito e Modesto, con l'esaltazione della Croce.
11 quadro è interes:sante dal! punto di vista storico perché vi si trova
,dipinto il maniero di Castellalto, così come era nel 1793.
1

{Weber: o.c.,pag.267; -irStudi Trentini», 1932, pag. il.38; Gorfer: Guida.etc.,pag.


782; Idem: I Castelli Trent, pag. 744).

306
SARTOREILLI CASIMIRO, naturalista, di Telve ove nacque il 4
marzo 1774. Fu nella farmacia di Antonio, Crescini in Borgo come
dipendente dapprima e quindi, dal 1805, come proprietario.
Fu appassionato raccoglitore di piante, minerali ed allestì un mu-
seo nel quale figuravano, imp,agliate, le varietà di animali ed uccelli
che stazionavano in Vaàsugana.
Il su,o erbario erru ricco di specie «indigene ed estere» ed egli era in
corrispondenza con illustri naturalisti della sua epoca.
Fece parte della Commissione, is.tituita a Borgo, per lo studio della
sistemazione dei torrenti ,e scrisse, rimasta inedita, una Memoria sul
modi dl controllare ed arrrestarre le fra·ne. Morì 1"8 ma1rz.o 1852.

(Ambrosi: N aturalis:ti Trentini, Padova. 1869, pagg. 17, 18; Idem: Scritt. Art.
Tr,ent., pag. 26 7).

SARTORELLI GIAMBATTISTA, fratello di Casimiro. Nacque in


Telve I' 11 agosto 1780. Anche per lui il primo libr,o di studio furono
la natura, i campi, i boschi, le rocce, i torrenti, gli animali, le p,iante.
Il suo studio però volse verso lo specifico studio degli alberi. Per la
:sua profond,a conoscenza in questo ramo fu nominato Ispettore Fore-
stale nella provincia di Bergamo.
s~:risse Degli alberi indigeni ai boschi dell1talia superiore (Milano,
1816); Mez.zi di conservare i boschi mediante la regolarità dei tagli
(Milano, 1826); Memorie (Atti dell~lstituto Lombardo, di cui era
membro); Monografia sulle Quercie, lavoro rimasto im manoscritto.
Morì a Bergam,o nel marzo del 18:53.

(Ambrosi: Scritt. Art., Trent pagg;. 266, 267; Idem: Naturalisti Tremt., pag. 16).

SARTORI ELIA, medico,, nato a Ospedaletto il 13 ottobre 1853.


Prese il posto del benemerito dottor Giuseppe Pacher nella direzione
delle terme di Levico. Seguendo l'esempio dei suoi predecessori conti-
nuò a pubblicare i resoconti medici annuali sull'attività curativa delle
terme.

307
Di lui si hanno: R,esoconto medico delta stagione 1885 dei bagni di
Levico (Venezia, 1886); L'acqua minerale di Levico (Napoli, Tip. E.
Delken, 1887); Su'/l'utilttà e sulle varie indica·zioni dell'acqua ,arseni-
co - ferriginoso - rameica di Levico nelle rnalatJie muliebri (Torino,
<c.Gaizzetta Medica», 1888); Rendiconto medico del triennio 1886-
1888 dei ba,gni di Levic,o nel Trentino (Ibidem, 1889); Aerztlicher Be-
richt iiber Cur-Seison in Jahre 1889 zu Le11ico (Wien, 1890); La cu-
ra balneare di Levico nel Trentino nel triennio J,889-18'91 (Torino,
]891 , op. in 8°).

(A.mbrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 441)i.

SARTO,RI FRANCO, musicista, nato a Levico nel 1892 e morto


nell'Ospedale di Borgo il 9 dicembre 1965. Tenne cattedra per dieci
anni nel Liceo Musicale di 'Trento, per pianoforte. Passò a Ravenna e
quindi al Liceo Musicale di Verona ove copri la ,cattedr,a di musica
anche presso l'Istituto Magistrale. A Verona fece parte di un rinoma-
to trio. Sue comp_osizioni ottenne:ro «grandi" applausi a Berlino e a
Dresda;). Er.ano dei «Trii;) di notevole concezione e costruzione. Il
suo Trio, 4, alpino fu definito come «espressione viva di un'anima che
ama, soffre e palplta,) (M.stro Vito Reali).
Oltre ,a varie p,agine di carattere poiifo,nico scrisse due o,perette ch,e
incontrarono buon successo al Teatro Sociale di Trento: Regfnetta
dei Bosco e Mistero di San Vigilia, opera lirico drammatica in sett,e
quadri su parole di Raffaele Prati di Caldonazzo.

(U. Tomazzoni è F. Ferrati: Necrologia in "!Atti Ace. R·over. Agiati", 1966, Se-
rie V[, Voi. V, pagg. 119-120 »; Studi Trentini», 196i, fa.se. 1, pagg. 92-93; R. de
1

Angelis m «Rivista Nazionale di Musica», Roma, luglio 1924).

SARTORI LUIGI di Primie·ro, fu noto apicultore. Inventò l'ar.nìa


che per più di un cinquantennio venne usata, specie in Italia e che era
nota sotto, il nome di «Arnia Sarto,ri-,,J.

308
Scrisse anche un Manuale ,d'apicultura, che fu ritenuto com.e una
deHe opere più valide circa quest'argomento.
M,orì il 27 ottobre 1921, a Milano, all'età di 87 anni.

(« Trentino», ottobre 193 1,. pa.g. 318; rrStudi Trentini», 1921, rsc. 4, pag. 358;
« Voci di Primiero», 1953, !Il. 9)
1•

SARTOAI VIRGINIA M.AAIIA TERESA, nata a Molaren (Primie-


ro) ìi1 12 maggio 1844 da Federico e Amalia Paterno di T,elve. Fu la
quinta di otto fratelli. Di animo profondamente religioso, agogilllava
dedicarsi compl,etamente .al servizio di Dio, entrando in un ordine re-
ligioso. Purtrop[Po ogn.i qualvolta stava per entrare in convento veni-
va trattenuta da gravi doveri verso aa famiglia. Dapprima ne fu tratte-
nuta dalla sua salute stessa, poi nel 1869, fu il fratello Teofilo, grave-
ment,e malato, che le impedì la realizzazione del suo sogno.
Teofilo, studente in medicina in Padova, fu un fervente mazziniano
e garibaldino. Con le idee patriottic:he bevette però anche quello spirie
to d!'antireligiosità allora in v,o ga e perdette del tutto la Fede in Dio.
Tornato in Primiero all'ultimo stadio della malattia di quel s.eco!o, la
tubercolosi, venne amorevolmente assistito dalla sorella, la quale, con
umiltà, pazienza e fervore religio,so, riusci a riportare Dio nel cuore
del giovane morente. Morì infatti T,eofilo, pienam.ente riconciliato con
Dio, il 12 febbraio 1870.
Nel 1867 era morto il padre.. Nd settembre del 1871, a 33 anni,
moriva i] fratello Candido·, già professore ,di filosofia a Treviso; due
mesi dopo moriva la sorella Diomira.
Teresa perciò dovette rinunciare definitivament,e all'idea dli entrare
in convento, per no.n lasciare sola la madre. Si dedi,c,ò allora comple-
tamente ad opere di assistenza sociale.
Fu per sua iniziatiiva clhe il decano Don Giuseppe Sartori, suo pa-
rente, fece arrivare a Fiera le Suore della Divina Provvidenza n.el
1870 e per sua iiniziativa che la chiesa venne arri,cchita ,della statua
dlell' Addolorata e di quattro palme d'argento.
Molto tempo lo dedi,cava alla preghiera e a scrivere pensieri spjri-
tu,ali.
Nel periodo che poté seguire a Trento il corso di Studi scrisse qu,e-
sti appunti ch,e rimangono pu.r sempre d'attualità: 1. Lo studio devesi

riguarda.re come un'azione importa·nte; 2. Il tempo destinato allo stu-


dio è un do.no di D·io, di cui si dovrà rendere conto: 3. Bisogna dedi-
carsi allo studio con moderazione e regolatezza; 4. Lo studio è il nu-
trimento dell~antma.· se è buono essa verrà ben nutrita,· se è cattivo
avverrà il ,contrario; 5. È d;uopo studiare con esattezza e costanza.
Nel 1877 l,e moriva la madre e lei la seguì il 29 maggio del 1879.
Non erano ancora trascorsi due anni che il sacerdote Don Giovan-
ni Battista Deper ritenne doversi mandare alle stampe la vita di que-
sta giovan.e virtuosa.
ln appendice al libro, sono pubblicate delle preghiere che Teresa
scrisse tra cui delle Novene per S. Francesco di Sales (1873-1878),
per l'Epifania e per la festa dello Sposali.zio di Maria (1876), per
Natale (1877). Vi sono poi altre Supp/'iche e Preghz7ere.

(D.G,.B. Un esempio aUe giovani, ossia cenni intorn.o alla vita di Tresa Sartori d!a
Primiero, Ala, 1880; Vo.ci di Primiero; 1'953, n. 9; 1961; n.ri 8 e 9·; Primiero di ieri
e di ogg.i, pag. 50).

SA.RTORI PROF. CAV. TULLIIO DI MONTECROCE di Primiero.


La famiglia Sartori si stabili in Prhni,ero con l'ingegnere F'ioravante,
nel 1760. La famiglia si suddivise in diversi rami da cui uscirono il
garibaldino T'eoftlo, la santa gio,varie Teresa e urta serie di notai, far-
macisti, profes sori, sacerdoti, cancelieri e periti, che onorano la conca
di Primiero. Il nonno appunto del prof. Tullio era il notaio Francesco
Antonio, perito tragicamente nel fomo (<<C,ar:zicto»)' della «ferrarezzaJ,
di Tr:a.nsacqua nel 181 7.
Il prof. Tullio nacque a Trento dal Cav. Giovanni, consigliere e be-
nemerito per aver ottenuto presso la Luogotenenza il completamento,
delle pratiche necessarie per la co,strùzione della strada di Schenèr.
Nato dunque il 7 aprile 1862 freqiUlentò le :s,cuole a Trento. Presso
le Univ·ersità di Innsbruck, di Vienna e di Firenze studiò filosofia e
giurisprudenza.
Dopo un breve periodo espletato nella carrier.a amministrativa in
Trieste, si dedicò all'insegnamento come professore. straordinario di
diritto germanico presso l'Università di Innsbruck (1893). Nel 1904
fu professore e de,cano della Facoltà di giurisp111rd,enza italiana., sem-
pre presso la stessa Università.
Visse gli anni difficili dell,e lotte trai studenti italiani di senso e di
nazionalità e p,angermartisti, cui parteciparono, ,come è noto De Ga-
sper:i, R.omani di Borgo, Carbonari, Cesare Battisti e molti altri.
Nel 1905 mori e la sua salma riposa nella. tomba di famiglia nel ci-
mitero arcipretale. di Fiera.
Ci rimangono: D'ie Thal und Gerichtsgemelnde Fleims und ihr
Statuterrecht (Irnnsbruck, 1891); Uber die Reception der· Fremdem
Rechte in Tiro/ und die Tiroler Landes (Ibidem, 1895); Un .Progetto
di erezione di una università a Trento nel secolo XVI (Trento, Soc.
Ed. Trent., 1899); Di un tentativo, dei giureconsulti trentini di ottene-
re il privilegio di conferire la laurea (Ibidem, 1900);. Dr. Hans von
Voltolini - Die se/testen Statuten von Trient und ihre Ueherlieferung
(Vienna, Gerold, 1902); Geschicte des landschaftlichen Sternwesens
in Tiro/ von Jr. Maximilian I bis Maria Theresia (Innsbruck, 1902);
Die aeltesten Statuten von Trient und ihre Ueberlieferung («'friden-
tum>,, 1'903); Corso di storia del Dlritto Pubblico germanico, opera
postuma, curata dal Prof. dr. Andrea Galant,e, con l'aggiunta di note
bibliografiche (T'rento, Monauni, 1908).

(« Voci di Primiero», 19,5,3.1 n. 9i Pr:imiero di ieri e di oggi, p.a_gg., 52-53; C. Batti-


sti: Guida di. Primiero, pag. 23; «Trentino,», giugno 119291, pag. 168.; A. Galante:
Commemorazione del prof. T.S.M. in «Atti A,ccad. Roveret. Agiati», 1905, fase. 2;
F. Largaioli in Bibliogr. del Trentino, 1904~ G. Faustin.i in «Studi Trent», fase. 3,
!Pag. 292; Dr. Menestrina in «Tridentuim», 1902, fase. III, pag. 1.36).

SCAIRPA PADRE ANGELICO, cappuccino, aa se,col,o Camillo,


nacque a Fornace il [9 settembre 1907. Compiuti gli studi e[eme111tari
nel suo paese natale, entrò nel Seminario, Serafico dei Cappuccini in
r ·re.nto. Superato il noviziato e gli studi teologici venne ordinato sa-
cerdote.
<rDopo un brillante ini::zio di apostolato della Parola i.n Dio.cesi)),
sospinto d.a. ,ardente desiderio, missionario, ottenn,e di poter partire, nel
1936, per l'Etiopia. Per un primo periodo fu professore di Lettere La-
tine e Gr·eche nel Liceo di Addis Abeba.: poi «raggiunse il suo vero
campo, ,di lavoro nel GurachèJ>, e precisamente nell.a stazione di Ende-
ber.
Corn un tragico telegramma giunto al Convento dei Cappuccini in
Trento, il 14 aprile 1938 si annunciava che in quella stazione «trova-

3 ]1
rono morte glorios'a Padre An:gelico da Fornace, Padre TeoJofilo da
Villamontagna e fna Pietro da Sam'oclevo».
Particolari della tragica fine deì tre missionari giunse più tardi a
Trento per mezzo di due accorate lettere: una di P. Gabrielle da Ca-
sotto ed! una d.i P. Cirillo da Bedollo. Dopo la «.solenne e ordinata»
1

c,elebra:zione della festa delle Palme, «completata con la recita del S,.
Rosario e della benedizione delSantissimo,ci dividemmofelid per por-
tarci nelle n'Ostre stanze... Alle diciasette la festa si cambiò in lutto,J>.
Infatti una ventina di «sciftià» (banditi), travestiti con divisa di trup-
pa regolare indigena, fiecero irruzione nella missione. Padre T,eofilo e
fra Pietro trovarono morte imme,diata, mentre i resti carbonizzati di
p. Angelico, in:sieme con quelli di un domestico e qillelli d11 oo r,agaz-
z,etto, furono trovati il mattino seguente :nei pressi della Missione.

(Vita Trentina, 24 aprile 1938 ,e 1:8 maggio 1938; KA,ml'c.o Serajtc,0)), Trento,
1939; «Calvario Cappuccino Trentino, niunero unico, Trento, 1938; «In Memo-
rfam», numero unico, Trento, 1938).

SCARTEZZINI GIOVANNI BATTISA ANTONIO, pittore, di Ci-


vezzano. Dipingeva di preferenza scene storiche e fiori su drappi di
seta. Parte della sua produzione figurava nella Galleria Esterhz,y in
Budapest. Lo si può ritenere del 1600.

(A mbrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 64; Brentari: Gu:ida Trent., I, pag. 2:5 5).

SCEVOLA LUIGI! (V. CEOLA,),

SCOPOLI PAOL0 ANTONIIO, di Tonadfco. Ultimo dei 15 figli del


1

notaio Gio. Batta e Maria Elisa Lazzaris, nacque nel 1724.


Si adottorò in P'adova in fisica e medicina ed entrò in servizio me=
d!ico in Primiero nel 1750.

(D.S. Fontana in «Studi Trent.», 1939, fase. 4, :pagg. 211-214).

312

SEMBIANTI PROF. REMO, nato a Borgo il 31 gennaio, 1911 e


mancato a Milano il 19 aprile 1966. Seguj i corsi ginnasiali e lice,ali in
Rovereto edl ,ottenne la laurea in scienze agrarie presso l'Università ,dli
Bolo.g,na.
NeUa seconda guerra mondiale servì come ufficiale pilota. Era tito-
lare di cattedra iJl Estimo, Agricoltura ed Eçonomia nella Seiione
Geometri dell'Istitut,o Tecnico «rFontana» di Rovereto.
Era ritenuto W1 esperto nel suo, ramo ed era consulente tecnico ed
organizzativo della Società degli Agricoltori della Valle Lag,arina. È
da ritenere che molto merito abbia ,egli avuto nello svil1llppo agricolo
di quell.a zona.
Collaborava con scritti di carattere divul,gativo relativi alla mate-
ria, alla rivista «Seme».

(F. Trentini in Atti «Ace. Rovert. Agi:ati:», 1966, Serie VI, Voi. V], pag. 314).

SETTI NICOL6 di Borgo. Entrò nell'ordine dei G,esuiti, fu inse-


gnant,e di ruosofia a Friburgo, a Innsbru,ck. F·u poi scelto come istrut-
tore dei prin.cipi Antonio e Massimiliano di Sassonia.
Morì infine a Dresda nel 1782, ove fungeva da confessore della
duchessa. Scriss;e una Dfsertatio idraulica de cursu fluminum ed una
sull.a Cultura del suolo patrio. Evidentemente possedeva U!llat m,ente
eclettica.

(Montebe/Jo: o.e., pag. 300).

SICCO (XICHO) DE RICCI (RIZZI) POLENTON, crorusta, sto·-


rico, letterato di Levico.
Lo si presume nato nel 137:5 o 13,76. D'altronde il Tovazzi, in un
documento riportato in copia nel suo «Compendiu.rn Diplomaticum>~,
riscrive:· «Ann. 1399 lndfct. 7 die Mercurli primo Iannuarii, in Ca-
stro Cl'adonatii. in ,Camera Magna Domini Xichonis infrascripti,
praesentibus Venerabili viro Domino Praesbytero Thoma quondam

313
Christofono de Bono ... è segnato Xfcho filius Ser Bartholomei dicti
Polentoni de Riciis de Lev.igo, habitator Burgi Ausugii publicus Jmp.
auct. Not. scrfp,sti>),
Q'uesto Bartolomeo era figlio di tal Mancadante di Levico, pur egli
però abitante in Borgo.
Il suo primitivo nome er:a :addunque ì(i,c.ho, ma pare che egli stesso
lo abbia trasformato in Sicco. Anche il cognome Ricci o Rizzi fu ac-
compagnato o cam.biato in Polent,on. E non è che si deb,b a ironizzare
1

sulla parola: questo cognome nel Veneto, allora ,era di prestigio se i


Signori stessi di Ravenna, ,che ospitarono Da.nte, erano i Da Polenta
o Polentoni.
La famiglia di Sicco si tr.asferì presto in Padova e quivi il ragazzo
formò la sua cu[tura. Lo troviamo negli anni 1329 e 1393 a seguire i
corsi di rettorica e poesia dell'esim.io pr,ofessore Giovanni di Conver-
sino, che fu tipico esempio c<del conubbio ltaliano della cultura giu.ri-
dica co·n la letteraturaJJ·. E Sicco ne seguì, nella sua molteplice attie
vità, la scuola.
Nel 1396 aprì uno studio notarile in Padova e dal 1401 al 1405 fu
notaio dei Signori della città: i Carraresi.
Dal 1411 fu notaro pubblico del Comune e dal 1415 a.1 1430 fu
cance1liere della Città.
Nel 1431 si ritirò a vita privata. Morì tra il 7 dicembre 14146 ed il
17 gennaio 1461. Fu sepolto rnella chiesa di Salll Leonardo, con il fr.a-
te]lo Francesco. Purtroppo con la distruzione di questa ,chiesa arnche
le sue spoglie furon,o disperse.
Di certo ebbe tre figli: Modesto, Lazzaro e Michele. Nel 17'78 il
Collegio dei notai di Padov,a deliberò di erigergli una statua. Opera di
Pietro Danieletti, la statua la si ·può ammirare tutto oggi al n. 39, tra
quelle che in Prato della Valle circondano l'Isola Memmia.
Sulla colonna portante la statua è ìncisa questa .epigrafe:
XJCAONl RICCIO POLENTONO / TR.IDENTINO J AB ACTlS CJVITATIS
PA.TAVJ / PHlLOLOGO ERUDITO I POST RENATAS LITTERAS I CATJ-
NAM COMOEDlAM RE.STITUIT l SOLIDALI BENEMERITI I AN.
MDCCLXXVIII.
A proposito del fratello Francesco, si sa che questi fu allievo del
grammatico Stefano da Cles; che nel 13'78, ili 18 gennaio, si ebbe la
tonsura dal Ves,covo Nicolò, vicario del P. Vescovo di Trento Alberto
Il Conte di Ort,e.nburg ( 1363-13,90).
Ecco un elenco di opere: Comperr.dio Scriptorum Iflustrium latinae
lingue, in 18 volumi cui dedicò ben 2.5 anni di lavoro. Ques:t'opera fu

314
ristampata in pregiata edizione nel 1928 per iniziativa dell'«American
Accademyi, (Roma; Tip. B.L. Ullman, 1828). Mons. Iginio R.ogger ne
stese la recensione su «Studi Trentini» (1948, fase. 2, pagg. 160-162).
Continuando: Relazione sulla scoperta delle presunte ossa di Tito
Livio (14-13); Relazione sull'l'ncendio del palazzo della Regione in
Padova (1420); Commento a tre orazlon:i dt Cicerone (14!13);, De ra-
tione studenti (1415), opera andata perduta;, Cati:nia, de Sicco Polen-
ton a Jacomo badover inscripta e intitolata.
Si narra la storia ili un venditore di catini e le sue vicende si svol-
gono nell'ambie.nte·popolaresco e gogliardico della Padova del tempo.
Nei 1419 l'opera ifu tradotta in volgare padovano dal fig!lio Michele e
da lui adattata alle scene e così stampata in Trento. Fu uno dei primi
lavori di stamp.a in Trento e· fu attuato con i caratteri di Leonardo,
Longo: «Post Tenebras spero Lucem, MCCCLXXXII, die XXVIII
Marcii>J.
Ed ancora: Trattato sulla confessione, dedicato al vescovo di Pa-
dova Pietro Donà (]419); Oratio pro nobili de CampQ/ongo ad irrtroi-
tus vicariati Tridenti (]418); Raccolta exemplorum e sono sei libri
scritti per diletto· e co·n essi vuol consegnare esempi di scrittori anti-
chi al figlio Modesto (1438); Vita del Beato Antonio Manzoni, detto
Pellegrino e della Beata Elena E.nS'e.Zmini, ambedue di Padov.a, dedi-
cate all'ammaestrame111to religioso del figliio Lazzaro; lai Vita d,ell.a B.
Enselmini è stata pubblicata negli «Acta Sanctorom», tomo II, no-
vembre 1894,, pagg. 512-5 171 Bruxelles e, recentemente, in riassunto,
da P. Ruggero Lotto su «S. Antonio e la sua Ar;ceila» {Ed. Grande
Patrono, Padova, 1970); Vita di S. Antonio, stampata a Bol,ogna nel
1757; Vita di Lucio Annea Seneca; Epistola de Agello apud Bolcia-
nos citra T:erraduram:, data P'atavii XIV Kal. Febbr. 1415; due Epi-
stole, dellJe quali una diretta a Fantino Dandolo (]420); Vita di Ora-
zio .e di Ovidio.

(Ambrosi: Scritt. ArL Tremt., pagg. 13, 14; Idem·: Somm. Stor. Trent., pag. 182;
A{fredo Prof. Daitnaso: Note sull'attività letteraria ,d,ell'lllmanista S.P. P.a dova,
1955-56; idem in «Studi Trentini», 1955, fase, l, pagg, 3-27, fase, 2/3, pagg/236-
1

264; 1956, fase. m, pagg. 22-48; A. Segarfz.zi: La Catima, le Orazioni e le Epistole


di S. P., Bergamo, Ist Art. Graf. 1:899; A. Cetto: Castel Sela, pag. 95; B. Brune/li;
I teatri di Padova, Ti!P. Draghi, Padova, 1921, pagg. 26, 27; G. Amati: Ricerclhe sto-
rico etc., Milano, 1828, voi. V, p:ag. 12.9; F. Novati: Albertino Mussato e S.P.,
Arch. St.or. Trieste; 1883, I[, pag. 79; Brentari: Gumda Trent., I, pag. 25 ,e 292;
Brunacci: De re nummaria Pataviorum, Vienezia, 1744; Melzi: iPseudonimi., I, tpag.
42.9; Frapporti: Di.scorsi,. pag. 550; E. Scorzon: Il prato della valle e le sue statue,

315
Ed. Lint, Trieste:, 1975, pag. 108; L ..Prone,: Med.a.gli<>ru Trent., pag. 59,; O. Vedo-
va: Biografia degli scrittori padovan~ ll, pagg. 119-123; GÀ. Cfbotto: 1'eatr,o Ve,
nieto,Parma, 1960; G. Costa in. «Trentino», 1935, n. 9/10 pa.gg. 492, 493 ; Weber in
«Studi Trent», Fase. 3, 1920, pag. 201 ; Larga{,oJ{ in A tti ·«Accad. Roveret. Agiati»;
1904, pag. 215-217).

SOMEDA Flb\TELLI FERDINANDO, GIULIO CESARE E OT-


TAVIANO di Primiero. Portavmo il titolo nobiliare di Chlaromo·nte.
La Carniglia Someda appare sull'inizio del 1500 ed il capostipite fu
Giovanni Battista che commerci,a:va in legname. Fu gue,sta famiglia
che costruì l'omonimo palazzo. I più illustri della famiglia furono, i tre
fratelli definiti ((uomini d'arme e di scienze». A i tempi di Ferdinando
III (1637-1657) Ferdinando raggiunse il grado di colonnello e glli altri
di capitano.

(MonJebe/lo.· o.c.,pag. 44!0; C. Battisti: Guida di Primier,o., pag. 28; .Bren.tari:


Guida Trent., n~p,ag. 2 19; Idem.- Guida Alp. Belluno etc.; A. Pellin.- Storia di Fel-
tre, pag. 195; Primiero di Ieri e di Oggi, pag. 28; M . Mirabella Roberti in Guida
delle Valli del Primiero, 1'977, pag. 92)•


~OURDEAU BA,RONE AUG1USTO, min.erologo, nato a Levico il
15 maggio 18.86. Seguì i corsi ,dli legge all'Università di Innsbruck e di
Vienna, frequentando nello stesso tempo i laboratori di mineralogia.
In questa materia :si perfezionò presso il Museo di Corte cli Vienna.
Avviatosi alla ,carriera amministrativa, presto l'abbandonò per· se-
guire la sua attitudine.
S,crisse una Memoria: I Minerali di Monte Fronte,. presso Levico
(Zeitschrift des Fernadeum, Kel. 37,1893~ pagg. 311~342).
Fu collaboratore di Gasser nella stesura del Mirrerallen Tirols.
Esperto di chimica mineralogi,ca e metallurgica scopri il mer,curio, .nei
minerali della miniera di Schawz.
Raccolse egli stesso più dli 3000 pezzi, levigandoli e classrucan.d oli
con curai meticolosa e competente. Nella collezione fi.gurano qualche
centinaio di cristalli perfetti.

316
Suo grande merito fu la fondazione della «Sezione Mineralogica))
del Museo di Trento, della quale fu per molti anni primo conservato-
re.
Al Museo di Trento cedette una collezion.e petrografa costituita da
circa 1400 pietre, da lui stesso levigate a mano.
Mori in Levico il 25 ottobre 1926.

(«Studi Trentini», Cl. Il. fsc. 2, pagg. 1.8'9-190, con f,oto).

SliEFANI PROF. ATTILIO, naturalista, nato a Borgo nel n851.



Dopo aver compi1Uto gli studi ginnasiali a Rovereto e di av·er studiato
1

storia naturale all.' Università dli l111nsbruck, fu insegnante nella scuola


di Pirano, ove rimase per dodici anni.
Nel 1887 fu insegnante di matematica e fisica nella scuola magi-
strale di Rovereto. Fu socio dell'KAccademia degli Agiati».
Pubblicò: Contribuzione alla flora di Pirano (Trieste, 1884); Chi-
mica organica per gli Istituti Magistrali (Rovereto, Grigoletti, 1891);
1
curò gli Atti dell «Accademia degli Agiati»~ per la parte scientifica;
Igiene, per i Licei femminili (Ro·veretot Grandli, 1910); La.flora diPt-
rano arricchita dall'elenco delle piante indigene di Capodistria di An-
tonio Lores (Rovereto, Grigoietti, 28 94); Sommario ,analitico ,della
1

flora di Rovereto (Rovereto, Sottochiesa,. 1899); Geometria per gli


Istituti Magistrali (Vi,enna, 1892).

(A.mbrosi: Scritt. Art Trent., pag. 540).

STEFANI GIUSEPPE, giornalista, nato a Pirano d'Istria nel 1887.


Era figlio del succitato Attilio, di Borgo, e di Lucrezia Ventrellai, di
origine napoletana.
Studiò ai Rovereto e quin,di a Trieste. Iniziò l'attività giornalistica
presso «Il Piccolo» di Trieste. Fu poi redattore a Roma della ,«-Idea
Nazionale». Tornò a Trieste come redattore capo ancora de «Il Pic-
co./QJ> (1919) e passò poi con la stessa qualifica presso «Il Co.r,riere
della SeraJJ.

317
Nel 1915 si arruolò come v,olontario ,e nel 1918 fu capogabinetto
di Francesco Salata.
Riprese poi l'attività giornalistica come inviato speciale in Alsazia
e Lorena, in Austria, in Ungheria. Tornato a Trieste fu Capo Ufficio
Stampa delle «Assicurazioni Generali» (1930) e poi anche del <(Lloyd
Triestino)), Di questi Enti ne pubblicherà una d.ocumentata storia.
Morì a Pado·v a il 20 aprile 1966.
Scrisse: Il Convito - Versi ad Antonietta: Bonelli {Vita Trentina, 9
marzo 1907); Il primo soggiorno, di A. Gazzo/etti a Trieste - 1837-
J.848 (Italiani visitate il Trentino, 1907, pagg. 128-147); Rovereto -
Cenni storici - La città (Ibidem, 26 giugno 1909}; Bianca Laura Sai-
banti {Rovereto, Economia, 4°, pagg. 7, 1909); Antonìo Gazzoletti 1

alla Camera e i suoi opuscoli («Tridenturn», 1911, fase. 1-2); Miscel-


lanea Gazzolettia,na (Trento, «Pro Cultura», fa.se. 4-5, 1912, pagg.
1195-217); L'Istria (Torino., «L'ora presente», 8°, p:a,gg. 22, 1915);
L ~ustria degli Asburgo ~ L'Austria dei popoli (Roma, Cappelli,
8°.,pagg. 160, 1919); Il movimentojugo,slavo (Ibidem, 8°, pagg. 61,
1919); La legge elettorale politica per le nuowe province (Rocca S.
Cassiano, Cappelli, I Ed. 1921, pagg. 160-II Ed!. 1924, pagg. 172);;
Gli ac:cordi con gli stati successori in materia di debiti (Trieste, 1924,
p,agg. 104); Il centennario delle As:sicuraziont Generali (Ibidem,
1931, pagg. 308); Antonio Gazzo,[etti ne,Jla rivoluzione del 184& (Ibi-
dem, 1935, pagg. 14.3); L'investimento della Galiola e l'avviso al ne-
mico (Trieste, «Nazario Sauro e l'Italia», 1936,, pagg. 243-242); Il
Lloyd Triestino - Contributo ,a/la Storia italiana della navigazione
marittima (Milano, Mondadori, 19'38, pagg. XII + 584), in collalbora-
zione, con Bruno Astori; Gabriele D~A.nn.unzio e gli Irredentisti (Trie-
ste, Tip. Giulian.a, 1939, pagg. 58)~ Trieste e l'Austria ,dopo la restau-
r(lzione - Dai carteggi della polizia imperiale («Archeografo Triesti-
n,o)li, S. IV, Voi. 11]-IV, Trieste, 1940); Verdi a Trieste (Trie.ste, C,ap-
pel1i, 1951, pagg. 291); Studenti di Padova - Lettere giovanili di Co-
stantino Ressanan (Trieste, «La Porta Orientale)), 3-4, marzo aprile,
5-6, maggio giug.no, 1952); Giulietta Guitciardi nella vita segreta di
Beethoven («Nuova Antologia», Roma, 1954, pagg. 217-230); Cavour
e la Venezia Giulia (Firenze; Le Monnier, 1955., pagg. 5 04); Assicu-
1

ra·zioni Ge.nerali di Trieste e Venezia ~ L "assicurazione a Venezia


dalle origini alla fine della Serenissima (Bolo,gna, ]956, pagg. VII+
627);, Kqfka e lTtalia («Nuova Antologia», Roma, maggio 1957,
pagg. 67-68); La litica italiana e l'Irredentism,o da Goffredo,Mamelli
a D'Annu·nzio (Roma, Cappelli, 1959, pagg. 320)'; Il secentenario

318
dantesco nella Venezia Giulia («Archivio, Veneto», 1960, pagg. 97-
157); I Greci a Tn:este nel 700 (Trieste., Monciatti, 19,6,0); Figure del-
lànti Risorgimento - Carlo Catinelli (<<Gorizia nel Risorgimento»,
1961 , pagg. 48-88); J prigionie'ri dello Spielberg sulla via dell'esilio
(Udin.e, Del Bianco, 1963 , pagg . 212); Ilprobléma dell'A.driatico nel-
le guerre del Rls,orgimento (Ibidem, 1965, pagg. 103); Ri,cordi di
fronte al problema del confin'e ,orie11tale (Trieste, ((La Porta Orienta-
le)), 1964).
Sue sono alcune recensi,oni come: Giuseppe Montanelli e la To-
scana di Assunta Marradi (Trento·, «Pro, Cultura», 19 1O, fa.se. [V,
pagg. 365-367); Aneddoti, ricordi, memori:e etc. di E. Benvenuti (<fTri-
dentum,>, l91 l, pagg. 229); Graf Camillo B'enso von Cavour di Karl
Ciambmayr (Ibidem, 1911, pag. 230); Note milanesi e tr,e.ntine di Ot-
tone Bre.ntari (Ibidem, 191! 1, pagg. 229-230); Von Badeni bis Stukh
di Karl Ciabmayr (Ibidem, 1912, fase. VII-VIII, pag. 377-379).
1

(g.b.e.; Necrologio e C.S . Pisani: bilbliografia in «Stllldi T'rentini», 1966., fase. 2,


[l)agg. 183 e ss.).

STEFAN I DON GIUSEPPE nato a Canezza nel 1908. Compì gli


studm ginnasiali e teologici presso il Seminario di Trento.
Nel ] 936 si laureò in lettere presso ]' Università Cattolica di Mila-
no. Fu insegnante di lettere e storma presso il Seminario ed insegnante
di Arte nel ginnasio vescovile pareggiato. Seppe farsi amare ed ap-
prezzare d,a superiori e allievi.
Fu ,collaboratore di diversi organi di stampa locale, tra i quali
((Studi Trentini».. Morì il 26 giugno 1955.

(m.c. in ((Studi Trentini»,, 195,6, fase. 4, pag. 52 1).

STEFENELLI N 0EMI, poetessa, nacque a Civezzano il 12 aprile


1

1905 , Ered!itò il gusto poetico dalla madre Te.resita degli Alessandrini


che [Pubblicava i suo~ scritti su «L 'Alto Adige:»: vivi quadretti di vita
trentina e non di rado con sott,ointesi irredentistic.i.

319
Compiute le Magistrali, la signorina Noemi sposò Ferruccio Stefe-
nelli, già medaglia d' or,o e volontario nella guerra 1915-18.
Entrato il marito nella carriera diplomatica, lo segui in Tunisia, in
Cina, ove rimase ben 13 anni, nel Cong,o Belga e nel Ghana.
Nel 1956 sì trovò a Saigon ed è interessante una sua .Lettera al
Prof Giulio Emert, per la descrizione degli avvenimenti che dettero
inizio nel Vietnam al travaglio sociale, po]itico e militare di quella na-
.
z10111e.
Morì a Trento il 15 fllovembre 1969.
Scrisse: No,velle (Trento, Temi, 1938),, con illustrazioni di G.B.
Emertj Lontano - Liriche (Trento, Ed. Trentini, Tip. Mutilati 1111v.
1935), con disegni di Guido Polç, di Borgo.· Po.esie (:sparse su diversi
numeri di «·Trentino»); Haru no Kaz ~ Vento di primavera - Raccolta
dl novelle (Trento, 19 3 8).
Fu pi.ù volte invitata a tenere deUe Conferenze ailla <<Pro Cultura»
in Trento.

(.B. Rizzi: Nec.rologio su «Studi Trentini», 1970, fase. 4, paigg. 285-386; ibidem,
pagg. 3,87-389, la Lettera al Prof. Emert; F. Trentini in Atti «Ace. R,o·veret. Agiati»,
1975, S. VI, Voi. X-XIf[, iPagg. 3 54-355).

STRADA (DELLA), DON DOMENICO figlio di Leonardo cli Cen-


ta. Fu rettore a Salvarese (Padova}, missione che abbandonò il 26
novembre 1676.
Ama chiesa di Cmldo,nazzo donò una pala: un San Giovanni Batti-
sta tra S,arn Domenico e Sant' Antonio. In alt,o tra gli angeli u.na Ver-
gine incorona.ta c,on Bambino in braccio.
Sulla destra in basso uin ritratto in busto, forse di Don Domenico
stesso. Il quadro porta ta scritta; <(lo Domenico della
Strada ho fatto
fare questa op.era per mia devozione, come fondatore della primissa-
ria di Caldonazz,o, 1682».
Morendo infatti lasciò un legato per 1a fondazione del beneficio
primissa:riale di Caldonazzo, comprend,ente tutti i s.uoi immobili con
l'obb~igo tra l'altro del beneficiario di «tener scola, mediante però la
dovuta recognizione».

(L, Brida: Panotama Storico di Ca~donazz.ò, pagg. 198-200).

320
STROBELE INGEGNERE disegnò la facciata della parrocchiale di
Pergine, che fu costruita dal 1863 a[ 1965.

(Brentari: Guida Trent., I pag. 245),

STROSIO ANDREA, arciprete e prelato di R,overeto. Nacque a


Torcegno il 3 aprile 1812. Compiuti gli studi presso, il ginnasio liceo e
teoLog~a nel Seminario dt Trento, ordinato sacerdote; e dopo di aver
per qualche anno retto la parrocchia del suo paese natale fu, nel
18 51, chiamato a Rovereto.
Ricoprì a Rovereto per molti anni la cari-ca: di presidente deU',rAc-
cademia degli Agiati». Fervente rosminiano, scrisse: C,onsiderazioni
in difesa del sistema dell'Ente ideare (Rovereto, 1858):; La ,civiltà ca·t-
tolica e le difesa dell'Ente idea1e=discorso (Lucca, 1859); Sulla que~
slione se l'Ente ideale sia lddio ovver;o una cr:eatura {Rovereto,
1859); Della vita e della fa.ma di Antonio Rosmtni,frammenti istori-
co - critici (Trento, 1879); Discors,o accademico critico m,orale (Ro-
vereto, I882 ), in difesa ,di R,osmini contro la « Voce Cattolica,1 di
Trento e l',rOsservatore>> di Milano.
Tradusse dal tedesco in italiano il libro di Beda Weber: ,Giovanna
Maria della Croce ed il suo tempo (Ala, 1873).
Morì a Milano il 24 settembre l 882.

(A mbrosi: Scritt. Art. Trent., pag. 247)

SUSTER PROF. GUIDO, storico e letterato, di Strigno. Vi nac-


que il 18 febbraio 1859 e vi frequentò le scuo!e el,e·m,entari. Compiuti
gli studi medi a Trento passò all;università di Vienna.
Sentendosi attratto dalla cultura italiana p,assò all'Università di Bo-
logna, ove per due anni fu aElievo di Carducc.i. Però nel 1884 è a Ro-

32 1
ma e quivi si laurea brillantemente in lettere. Nello stesso anno inizia
l'insegnamento a Reggio Calabria, e nel seguente anno passò aJ: Liceo
,1Umberto ]J>, in Roma.
Lasciò l'insegnamento nel 1891 e si a,ccasò in Strigno. Trascorreva
il suo tempo ded.icandosi agli :studi preferiti di storia trentina, soprat-
tutto, ad amministrare la sua sostanza agricola e pre:ndendo parte at-
tiva nella soluzione dei problemi locali.
Fu membro operoso nelle società irredentistiche trentine e quin,di
sorvegliato dalla gendarmeria. Subì due mesi di arresto clhe scontò nel
castello di Trento e quindi fu esiliato.
Rientrò in [Patria neH'agosto del 1915 ed ebbe l'incariço di a111111~ni-
strare il Comune. Toccò a lui l'ingrato incarico di far sgomberare il
paese, su ordine militare, prima della ((spedizione punitiva austrfa,caJJ.
Si prodigò in quest'opera con senso di responsabilità ed altruismo.
Parti per ultimo, senza aver nulla portato via dalla sua villetta. Fu
così che la sua ricca libreria, le collezioni di monete, di incisioni, di
ogg,etti antichi; di quadri a.ndlarono dispersi.
Si :rifuggiò co,n la famiglia a Firenze. Qui perdette la figlia Elena,
vittima del tifo di cui si infestò mentre prodigava la sua opera di in-
fermiera volontaria

.

Terminata la guerra tornò a Strigno, o meglio tra I.e maceri,e di
Strigno distrutta. Dal gennaio de] 1922 ai settembre del 19 23 fu sin-
1

daco è poi Commissario prefetizio sino al 1925.


Furono questi gli anni più dolorosi della sua vita, ,costat.ando come
I.a sua instancabile attività ricostruttrice venisse troppo spesso b]occa-
ta da quell'irragion,evol,e: burocrazia da lui, dal suo amico Brentari e
da molti altri denunciata.
Morì nella sua borgata il 12 giugno 1930. La sua salma venn.e ac-
compagrnata ai cimitero da uno stuolo di comp,atriotti e da arn_iici con-
venuti da dovunque un po'. Il discorso sulla sua tomba fu tenuto dal
Cav. Adone Tomaselli, ispettore scolastico, ·pure di Strigno:... «che
lieve ti sia la terra, che dolci e miti ti sien le aure e le piogge e che ti
sorrida ne.Ile pupille ad ogni ritorno di primavera la visione dei fiori
bianchi e carnici dei pometi che ti circondano e che tu creasti con an-
sia amorosa/')),
Ecco una sua bibli,ografia: Le biblioteche - Carme (Bologna1 Zani-
cbeUi, 1881 ).; Un cronista trentina del secolo XVI (Trento, Marietti,
]882); A Firenze (Borgo, M.archetto, 1882); Le origini di Jacopo Or-
tis e di Ugo Fo,sco[o, (Bologna., Fava e Graragnani, 1883); Un croni-
sta trentino del secolo XVI: Giacomo Cast,elroito (Trento, «Arch.

322
Stor.>~, 1883t A. [. fase. [I pagg. 247-255); Una lettera di Nicolò
Tommaseo (Roma, «Domenica Letter .», 1883); / Trentini alla Uni- •
versità di Bologna nei secoli XVI e XVII (Roma, «Arch. Stor.», per
Trieste, Istria, Trent.>), etc. Voi. III fsc. [, II, pagg. 99~1I O, 1.884); Il
Petrarca parodiato (Roma, «Domenica Letter.», 1884); L'Eneide di
Vi'rgilio, tradotta da Annibal Caro, con note (Na.poli, 1885); I Mille
di Assab - C,anzone (Reggio Cailalbria, Ceruso, 1.885); Roma - Cant.o
1

(Roma, Mantngana, 1886); Del Castello d'Ivano e del borgo di Stri-


g;10 («Arch. Stor. Trento» A. V, fase. I, 1886, pagg. 33-78); Vicari
della Valsugana inferiore dal 1430 .al 1569 - Appunti e notizie
(<(Arch. Star. Trieste, Istria, Trent.», Voi. III. f. 3-4, 1884-1886, pagg.
3 Il ); Sull'origì11e ,di Jacopo Ortis - Note critiche («Fracassa della
Domenica)), 111, 1886); Gli eroi di Dogali - Ode (Ro,ma, 887); La Re-
gola di Scurelle 1552 (Lanciano, Carabba, 1887); Del pittore Albano
Tom·asel/i di Strigno - Memoria (Trento, 887); Retorica greca e lati-
na compendiata ad uso delle scuole classic'he (Torino, Paravia,
1887); Satirae Lucilianae ratioque sit Oratio quam in Atheneo Pata~
vino die Xli Mense Januarii 1887 Petrus Rosi habuit («Rivista stori-
co filos. 1>., A. XVI, pag. 140, 1887); D'e altera quadam scripta •
oratio-
nis quae a Maecio Fa.Leonio Nicomacho Tacito Augusto· habita est
(«Ibidem)>, A. VII, f. 4=5, 1888, pag.. 247); Nuovi emendamenti al pa-
negirico ,di Plinio a Traiano (Ibidem, A. XV'll, f. 8-9, 1888, pag.
420); Notizia e classif(caziQ.ne dei codici contenenti tf Panegirico di
Plinio a Traiano (Ibidem, A. XVII, f. 11-12, 188, pag. 504); ltsenti-
menlo della ,gloria nella letteratura ro·mana (Lanc.ian,o, Carobba,
1889); Gli scrittori della storia Augustea secondo lo storico Flavio
Biondo (« Rmv. Stor.. Filos. e istruz. Classica)), A. XVI, f. 9-10); I pr:e~
1

cusso.ri di Cicerone (Ibidem,. pag; 420)i Miscellanea critica (Ibidem;


A. XIX, f. 1-3); De Plinio (Torino, Loescher, 1889); Quaestiuncula
plautina (G,ottingen, Phi[ologus, 1889, pag. 3); Lettere inedite di Pie-
tro Selvatico alla memoria del pittore Albano Toma·se'lli di Strigno
(Trento, 1889); Studi sul panegirico di Plinio - I c:o,dici - Il lesto· -
L 'imi/azione (Estr.. Rendiconto solenne adunanza dell'«Accademia
dei Lincei», del 1892), opera premiata dall 'Ace. stessa, (Alto Adige,
11 giugno J892); L'origine del volgare di Valsugana Bassa (Trento,
Tip. Trent., 1900); Contributo alla cartogrcifìa trentina (Trent,o,
S-T ET, 1901); Le origlni del Volgare in Valsugana Bassa in docu-
.m enti Jati11.i dei s.e,c. Xli, XJV(«Tridentum», A. III, fase. II, p,agg. 49 -
75, III, pagg. 9'7-113, IV, pagg. 156-172); Contributo alla cartografia
Jrentina - Antica carta Keografica di Vals.ugana Bassa (Trento, «Tri-

323
dentumn, 1901, fase. II, p,agg. 49-60); Recensione a Notizie storiche
di Primie.ro di Giulio Rizzali = Fe.ltre, Zanuzzi, 1900 (ctArch. Trent)).
XVI, fase. I, pagg. 126-127, 19,0 l)i Delle due Cu.rtes trentine Navium
e Sagum dell'anno 888' - Nuova interpretazione storica. ,con appendi-
ce (Ibidem, XVI, 1901, fase. 1;. pagg. 13-33); Di Antonio da Trento e
dei suoi chiaroscuri (Ibidem,, XVII, fase. I, pagg. 5-3 2, 1902); Del-
l'incisore trentino AJiprando Caprioli (Ibidem, XVIII, fase. li, pag,g.
144-206, tavv. 6, 1903); D'i Giuseppe Nìcolò da Vicenza incisor:e ,del'
sec. XVI, erro.neamente creduto da Trento («Tridentum», VI, fase. II,
1903, pagg. 64((-67); Recensione a Largaioll prof. Filipp,o: Blbllogra-
fia del Trentino, 1473-1903 (Atti «Accad. Agiati Rovereto», A.
CLIV, Serie II, vot X; fase. III-IV, pagg. 253-255, 1904); Degli
Ebrei, p•retesi uccisori del B. Simone (Alto Adige, 17-18 gennaio
1904); Francesco di Castelrotto (<cArch. Trent.», I, 19·0 5); Il Trentino
pei forestiere («Strenna deU'Alto Adige)>, 1905, pag. 34); Rapporti
personali e politici dei Signori di Castelrot.to coi Carraresi di Padova
(Attt «Ace. Scienz. Veneto, - Trentina» - Istriana», 1906-1907); La po-
lilica - Poemetto (Trento, Zippel, 1907); Briciole di storia trentino ve-
neta {Ibidem, m907, pagg. 78-98); Gli italiani alle antiche fiere di
Bolzano (ç<Arch. per r Alto Adige», 1908., fase. IV, pagg. 454-460);
Quando e da chi fu fondato il Principato di Trento (Ibidem, A. IV,
fese. III-IV, pagg. 331-367, 1909); Relazione di un viaggio fatto at-
traverso il Tr:entino (c<Arch. Trentino)), XXV, 1910, fase. 11-Ill, pagg,.
149-153); Ancora del pre·sunto diploma corradiarro («Arch. Alto Adi-
ge>), .A V pag. 158);, Trento in un pronostico del 1493 («Arch. 'frent».,
A. XXVI, fase. I, pagg. 57-59 1911); Cronaca di Bressanone e Bru-
1
,

nico - Comunicazione (<cArch. Alto A.dige», A. VII, pagg. 7, 1922);


Antichi fatti di cronaca trentina («Arch. Stor. Trent», A. XXVII ,
Fase. I-II, pagg. 20-44); Della «Chiarentana;> dantesca e della sua
vera lezione (L'Adige, 7~8 dicembre 1912);. Bibliografia del Cardinal
Bernardo Clesio («Arch. Trent»; XXVJI1 fase. 1V; ]912, paigg. 240·-
242); Per la cronaca antica di Bressanone e Brunico («Arch. Alto
Adige», A, VII, fase. I, 1912, pagg. 119-121); La battaglia di Co-
stantino contro Massenzio, incisa .da un trentino (L'Alto Adige, 6-7
dicembre 1913); Antichi festeggiamenti italiani a Bolzano («Arch.
Trent.>,; A. lll, Fase. rv, 1913, pagg. 208-210); Per la morte di Nico-
la Il, nel sessagesimo della sua prelazione - Ode (Firenze, Giuntina,
1918); A Gabrie,le D'Annunzio nel I annivers,ario del suo volo su

Vien·na. il Municipio di Strigno - Ode (Firenze, B~bera, 1919); Per
l'abdìcazione di Guglielmo Il - 9 novembre 19'18 - Ode (Trento,

324
Scotoni-Vitti, n920 Trieste coro dei bambini di Valsugana Bassa
1
) ;

(Milano, Assoc. Liberale, 1920), ode in a.ppendice a «/ bambinf del


Trentino,, di Ottone iBrentari; Ai fratelli d'Italia - Inno di pacifica-
.zione (Trento, Scotoni-Vitti, 1924); Per il martirio di Cesare Battisti
- Sonetto. Per il martirio di Fabio Filzi - Sonetto, (Ibidem, 1924),;
il giubileo dell'anno 1575, inco.nografato da un incisore trentino
(Bollett. «Schola»·, 1[, 12, 1925); Ancora della formazione ,de/ Princt-
p.ato Ecclesiastico di Trento («Studi Trent. », 1925, fase. IV, pag. 298-
306); D i un incisore trentino: Davide Weiss (Ibidem, 1925, pagg. l -
i 2, tav. I, ritratti 3); Di una incisione dedicata ad Alessandro Vitto-
ria (Ibidem, 1925, fase. III, pagg. 244-266); All'eroico colonnello
Umberto Nob.ile per la magnifica trasvolata polare (Trento1 Scotonia
·vitti, 1926); Delizie sociali - Poema satirico in otto quadri, con pro-
logo (Ibidem, 1927) ,di pagg. 158; Della prima marca tridentina
.nel/'888 («Studi Trent.», 1926, fase. I pagg. 31-36).

(A1nbrosi; Scrint. Art. Trent., pag. 327 ; L. ,Cesarini Sforza: G.S . , Necrologio e
bibliografia in c<Studi 'frent.», 1930, fase. III; C. Zangheliini: La Bassa Valsugan.a
tra due fuochi, Tren to, 1973, [P~gg. 20, 2 I, 22; A. [)e Gubernatis; Picc,olo Dizion.
Contem,p. pagg, 860. 861).

SUSTER ING. GllJGLIELM•O, figlio del letterato Guido. Nacque a


Strigno il .16 agosto 1892. Compiute le elementari ·nella sua borgata,
proseg,uì gli studi nel ColJlegio ((MarconiJ> dli P.adlova, al «Marco Fosc,a-
riniJ> ,di Venezia. Si iscrisse poi alla racoltà di ingegneria a Liegi (Bel-
gio). Scoppiata la guerra deJ [914, quandogià le truppe germaniche
:stavan,o occupan,do proditoriamente quella piccola nazione, na:scosto
in un carro bestiame, riusci a raggiungere l'Italia. Quando l'Itallia
chiamò alle armi la sua classe, :si presentò,. ma riconosciuto co me
straniero, fu dimesso.
Allo scoppio della g,uerra con l'Italia si presentò allora come vo-
~ontairio. Prestò servizio in aereonautica e si gu.adagnò, raggiungendo
il grado di capitano, tllltte le promozioni r<per merito di guerraJJ oltre
a <rdue ntedaglie· d'argento, la croce di bronzo e la croce belga di
guerra". È considerato uno trai i pionieri dlel paracadutismo moderno.
Aveva imparato a lanciarsi dall'alto quando la parola <(paracadutista))
non era ancora coniata La rischiosa azione veniva allora chiamata

325
<rsalto·,) e questo era effettuato dai pall!oni crDrakenJJ·. Ben due volte il
suo apparecchio venne atterrato dai nemici ed egli tiuS·èÌ a s,alvarsi
fortunosamente.
Certe sue azioni presero la fantasia deUa popolazione ed a Milano
in una publblica cerimonia gli fu conferita l'«aqui/a d;oro>J.
Terminata la guerr.a torn,ò :a Liegi ove portò a termine gli studi lau-
reandosi in ingegneria. Nella. sua carriera raggiunse la posizione di in-
gegnere capo delle ((Acciaierie Cockerill Ougrée di Athos (Belgio),>.
Per la Silla attività fu i!lllsignito del titolo ,di <rCavaliere della Legion
d'onore di Leopofdo>J,
Morì il 17 lugli.o 1958. La sua s,alma riposa nella tomba di famiglia
in Strigno.

(Secolo illustrato, Anno VI, .n. 6, pagg. 222; G. Civi'nini: Draghi, Salsicce e altri
volatili mn «Lettura)), riv. men:s. Corriere della S,era,. A. XVIIl, n. 4, 1918, pagg.
235-23-7; A, Natale: Lettere aJ Direttore, Corriere della Sera, 29 rnovemlbre 1963, Il
primo paracadutista; A. Zanerel su L'Adige de! n9 e 22 agosto 1958).

326
T

TACCHI GIUSEPPE di Borgo. Eresse, tra i1 1775 ed il 1763, il


campanile ,d!ella parrocchiale di Asiago abbattuto poi, durante la
guerra 15-18, da un proietto austriaco che si disse sparato da un
gr·osso cannone sito in Calceranica.
\

(Weber: o.e., pag. 28:5).

TAMANINI ANT 0NIO di 'Valleotino nato a Vigolo Vattar o. Lasciò


1

iJ :paese natale per viaggiare l'Italia, soffermandosi per qualche tempo


a Roma quindi a Napoli. Si stabili ,dleflnitivamente a Modena ove nel
1790 gestiva una libreria. Il Tovazzi lo definisce «Professor Artis Li-
brariae·))'.
A Mantova si costruì una villa nella quale ospitò; il 24 maggio
1815, Papa Pio VII che tornava nella su,a sede romana dopo il turbi-
ne napoleonico. In questa villa il Papa ricevette la visita d'omaiggi,o
del duca di Modena Francesco IV, entrato che fu anch'egli in posses~
so del ducato, dopo il C,ongresso di Vienna.
A ricordo deU',evento il Tamanini fece murare sulla facciata della
villa un'epigrafe.

·(E. Tarnanini; Vigo]o Vattaro nella Storia, pagg. 99- 100; Tovazzi: Compendium
diplomatmcum; Messaggero Tirolese, 8 agosto 18j5; C.S. Pisani su aTI Brenneiro», 7
febbraio n938).

327
T'AMANIN I PROF. ENRICO nato a Vig,olo Vattaro il 27 luglio
I 883. Compiuto il ginnasio e liceo a Rovereto seguì i co.rsi unmversita-
r'i a Vi.enna prima e in [nnsbruck poi, conseguendo l'albilitazione al-
l'insegnamento della Storia e Geografia e successivamente dell'Italia-
no e ,del Fran.cese.
Fu docente all;Istituto Ma,gistrale di Rovereto e quindi pa:s:sò alla
Scuo,la reale d.eUa stessa città!.
Nel 1915 riparò a Milano ove insegnò nella Scuola normale <cC.
Terza,,.
Terminata la guerra tornò a Rovereto per insegnarvi ne!l'Istituto
Tecnico. Politicamente militò nel campo cattolico e fu membro d,el
Consiglio Comunale di Rovereto.
Con Degasperi fu deputato al Parlamento per il Partito Popolare
nelle prime elezi,oni svoltesi dopo l'Annessione della nostra Regione
all'Italia.
Tornato alla scuola, insegnò nei Liceo Scientifico di Mer.ano, nerna
Scuola complementare dì Rovereto e poi tornò nell'Istituto Tecnico
della stessa città.
Nel 1932 si trasferì prima come insegnante e quindi come preside
nell'Istituto Tecnico <rCaio Plinio)) di Como. In qualità di preside
tornò nel Trentino e dal 1950 al 53 fu p,r,eside del <,Tambosf;>, in
Trento.
A Trento morì il 16 gennaio 1972.
Fu collaboratore di diverse riviste di storia patria. Di lui fu segna-
lato: Don Gio Battista Azzolini (1906); Una pagina gloriosa di storia
roveretana (1908); Per gli studi danteschi nel Trentino (1911); Luci e
ombre nella s.toria roveretan,a del secolo XVI (1913); Rovereto e Riva
in ,due acquerelli del secolo XVII (1929); Contributo alla iconografia
di Rovereto (1930); I castelli della Valle Lag,arina (1932-1934); Cen-
ni storici dell'Istituto Tecnico di Como (1940); La ,Chiesa Abbaziale
di Abbadia Cerreto (.1 944); L'istruzione tecnica nella Provincia di
Como· (1 '950); Appunti di Storia Trentina (1958); La Chiesa di San-
ta Maria del Carmine e ti Convento Carmelitano di Rovereto (1964);
Vigolo Vattaro nella storia (1966).
lPer le sue doti di insegnante e di studioso gli fu assegnata la <<Com-
menda ,della Corona d'Italia)).

(F. Trentini in Atti «Ace. Roveiret. Agiati», 1975, Serie VI, Voi. X-XIII, pagg,.
355-356).

328
TAMIANINI GIOVANNI di Caldon·azzo, ma disce,ndente da una fa-
miglia di Vigolo V , attaro.,
D ura.nte la prima guerra di success1one (1701-1714) il generale
1

francese Vandòme, risale.ndo la Val del Sarca piombò, via Cadine, su


Trento e si bloccò sui margini delP Adige. I Trentini infatti, abbattuto
l'unico ponte sul fiume, schierarono, a difésa i lor,o soldati tra Matta-
rello e Gardolo. Un settore del fronte,-fu presidiato dia! Tamaniini, che
da C aldonazzo era accorso con una scrniera di circa duec,ento armati.
Tenne il settore s.inché i Francesi si furo no ritirati.
Partecipò poi, nel 1733, alla difesa dei Monti Vicentini. Per queste
sue campagne militari, si ebbe dal vescovo Domenico Antoni,o dei
cont~ Thunn, il ttitolo nobiliare, che trasmise a suo figlio il dotttor Pme-
tro, pretore in Riva, col quale il ratmo si spen:se.

(E . Tanian'ini: Vigolo Vattaro e la sua Storia, pagg. 94-95 ~ F. Manci: Nobiliare,


Voi. Il, fogli 439-443, Bi'bliot. Com., T rellito).

TARGA DOMENICA di Montagnaga. Nac·que da Nicolò e Cristel


Domenica d~ Puel di Montagnaga, una famiglia &i contadini clhe abi-
tavano nella frazioncella di Varda {Guardia, Guard:a-Warda, Guay-
ta), il 9 agosto 1699. RaggiUJnta una certa età le fu affidato il compito
di far pascolare le vaccherelle, fonte unica cli sostentamento della fa-
migli,ola.
Fu durante l'ora del pascolo che sulla radura del Palustèl, oggi la
Comparsa. le sarebbe per la prima volta apparsa la Vergine; il 14
maggio 1729.
Ebbe poi altre quattro v.isio11'11i: fil 26 maggio e 1'8 settemibre nella
chiesa del villaggio; il 10 :settembre in Pralongo, ove: oggi sorge la
cappella della Quarta Comparsa, ,ed il 26 maggio dell'anno s,uccessi-
1

vo nuovamente nella chiesa del villaggio.


Le visioni in chiesa venivano percepite dalla Targa :perché quivi si
portava a pregare dinanzi al quadro della V,ergine di Caravaggio di-
pinto dalla pittr.ice trentin,a Elena Zambalti-Marchetti (1676-1759),.su
ordinazione di Domenico Moser di Montagnaga il quale aveva divul-
gato in Pinè il culto della Vergine venerata ill!el santuario omonimo del
Venet,o .

329
Domenica, dopo le visioni, si m,a ntenne quale era: un'lllmi1e e mo-
desta contad!ina, chiusa. nei suoi colloqui mìstici e felice di non cono-
scere altri orizzonti se non quegli stagliati · dalle sue montagne.
Mori il 24 ottobre 1764. Venne sepolta il 26 ottobre nel cimitero di
Sant'Anna. <(Secondo sua di~posizione testamentaria,J. !1 c.im~t1ero di
Monta,gnaga in quei tempi era presso le mura della chiesa. N ell'inter-
no della chiesa venne posta una lapid,e secondo la quale la salma sa-
rebbe sepolta nell.a chiesa stessa, ma il parroco don Pietro Guetti
scrisse che la salma fu sepolta nei [Pressi dell'«epitafio.J), ma nella par-
te esterna deina chiesa.

(La Madonna di Caravaggio, Trent<o; Artigianelli, 1911 ; Padre P. Frisanco: Bre-


vi noti.zie sull.a Scala Santa, Trento, Artigianelli, 1906;, Brentori: Guida Trent, I,
pag. 266; A. Gorfer: Le Valai d,el Trent. Orient., pagg. 737, 738, 740).

TERRABUGIO PROF. COMM. GI USEPPE nacque «da'/ buio del-


la terra)), co·me egli stesso era solito dire,>, a Fiera il 13 maggio 1842,
da Giovanni e da Laura della nolbile famiglia. Pasotti de Friedenberg
da Tuenno. Compì gli studi ginnasiali e liceali a 'Trento, Feltre, Vene~
zia. Si inserisse poi alla Facoltà di Giuris,prudenza in Padova.
Già all'età di quattro anni manifestò la sua attrazione verso la m.u-
sica e a ott,o anni cominciò a studiare il pianoforte e l'ottavino con. rn
maestro della locale banda musica.le.
A Padova alternava lo stud.io delle pandette con lezioni private
d'armonia e contrappunto, che prendeva dal maestro Melchiore lBaffi,
sicché nel 18 73 decise dì dedicarsi esclusivamente alla musica ecl a
tale scopo si inserisse al Conservatorio, d!i Mo,naco, ove ebbe la fortu-
na dli incontrare maestri come il Prof. Peter Cornelìu.s e il Prof. Jo-
seph Reinbe.rg.
Nel 1874 dedicò alla Corale cli Trento il suo primo lavoro impe-
gnativo: Messa a tre voci pari, con accompagnamento d'organo e or-
chestra.
Finito, il conservatorio continuò privatamente studi di perfeziona-
mento e cos~, ad -esem!l)io, seguì corsi di liturgia con il Prof. Boraga: a
R.atisbona, ove si era creato in quei tempi un rinomato centro di studi
musicali sacri.

330
Nel 1883 si trasferi a Milano e fu collaboratore nella rivista rrMusi-
ca Sacra),, fondata dia D0111 Guerrin.o Amelli nel 1877. Entrato don
Amelli nell'Ordine dei Ben.e.dettini, Terrabugio, niel 1885, assunse la
redazion,e e la ,direzione della rivista, compito che mantenn.e sino al
1924. Egli seppe dare alla pubbiic.azione una tale folata d'aria nuova,
soprattutto per il ,contributo di riforma, che i suoi biografi lo defini-
scono rifondatore di Musica SacraJ>; Certo che se non lo fu nei con-
fronti della <(testata» della Rivista, lo fu rispetto ai contenuti di rinno-
vamento.
La rivista trattava i temi appunto della «riforma della Musica Sa.-
era,,. Infatti anche la mu:sica di chiesa aveva assunto toru plateali,
gettandosi negli a1nples.si di una musica ritmi,co-melodica eh.e stimola-
va più i muscoli delle gambe più clhe elevare verso Dio i sentimenti
del cuore... epperò non proprio sino al punto in cui è giunta certa mu-
sica pseu,do-sacra d'oggidì!
Terrabugio, attraverso la rivista, riportò in primo piano la funzione
dello strumento p,rincipe: l'organo; organizzò convegni cli studio, e di
propaganda aventi lo scopo di divulgare quei motivi di serietà, d''im.-
pegno e di fede religiosa che son.o il fondamento della musica di chie-
sa. La sua azi.one fu così mo,Iteplice e profondamente condotta che gli
meritò nl titolo di c<padre della n,uova musica sacra italiana».
Sempre a Milano, con Mons. Jacopo Tomadini, aperse u.na scuola
di musica, in Via Santa Sofia, con: la convinzione «che il canto e il
suono diventano, se ben eseguiti, mezzi di elevazione individuale e di
collettiva edificazio.ne,,.
Esperto critico d'arte si esprimeva con una prosa «agile e pens,o-
saJJ, Dmceva: ((Non c'è musica più eleva·ta', su,blime, della musica sa-
cra, .quand'essa sia come dovrebbe essere una preghiera ed un collo-
quio con DiOJ>.
Sfogliando i fascicoli della rivis:ta tro·verem.o interessanti cronache
musicali anche. Così, ad esempio, nella ru.brica ((Note· estere;J v,enia-
m,o a sapere che ((a Canal San Bov·o, nel Trentino, la festa di San
Bartolomeo (del l909) venne solennizzata con ottime esecuzioni. Sul-
l'organo famoso dell'immortale Calido, sedeva,... il m.stro Carlo Pai-
nich della Cappella di San Giusto di Trieste. La messa sc·ritta e di-
ret.ta dal Prof Terrabug:o, meritò al ,coro il plauso del m'aestro per la
vera espressione e sicurezza d'attaccoJ>. La crornachetta è firmata
<(Guste!e,J («Musica Sacra», sett. 1909; A. XXXIII, pag. 144).
Cosi il giorno deU' Assunzion,e a Fiera, nell'agosto d,el 19 11 <<Un
modest,o e assai bene· educato coro esegui la Messa II del Vit.adini,

331

'
che nel pubblico delloto ha fatto bella impressione, specialmente nella
colonia dei molti fores,tiert che convengono d'estate. Piacque la n·ovità
delle idee e si lodò la scorrevolezza delle frasi; per di pzu la chiarez-
za e la facoltà dell'esporre, il che non si trova tant,o Jacilmenle. Ven-
ne eseguito anche un Offertorio del m .stro Terrabugio, scritto per
l'occasione ((< Musica Sa,craJ>, 1911, A. XXXV, pag. ] 14 ).
Al Terrabugio venne affidato anche il delicato incarico di revisio-
nare gli archivi musicali di numerose cattedrali dell'Alta Italia come
Milano, Padova, Venezia, Pa vìa. Sempre a Milano fece parte del con-
'siglio d'amministrazione del[a Fabb:riceria del Duomo e fu responsa-
bile dell'efficienza della Cappella Musicale.
A cura della rivista «Musica Sacra» venivan.o pubblicate mensil-
mente, mn inserto, del]e composizioni per organo o composizioni cora-
li, moltissime delle ,qualli portano la firma del Terrabugio.
Egli contrasse, nell'ambiente m·usic,ale, moltissime amicizie come
quena di Verdi, Puccini, Boito,, Ravanello e Grassi di Pa,dova, Lunel1i
di Tre·nto, Painich di Trieste, Bossi, Tebatdini e via dicend.o.
Ma l'amicizia più profonda la ebbe con <rD'Otl BepiJ>, colui che sarà
Patriarca a Venezia e salirà poi sugli altari come «Papa San Pio X,J,
amicizia fondata su profondi sentimenti umani e religiosi e di comu-
nanza d'intenti· e cli ideali; non per nulla il papa Pio X fu il papa della
riforma della rinrusica sacra,
'ferrabugio nel 1869 aveva sposato Donna Amèlia (Liii) de Willen-
burg, «me,nte eletta e memoria straordinaria, rigida esecutrice dei
precetti della Santa Chiesa caltollca, benefattrice con C'hi sapeva es-
sere poveri>J, morta,gli a Milano il 3 dicembre 1922 e della quale egli
stesso ne tracciò il profilo. D,orma Lilì era nata a Palermo il 26 aprile
1846, da famiglia nobile viennese ed oltre a dedicarsi al c,pazienteJ> la-
voro di famiglia si dedic,ava ad opere pie. Scrisse ,qualche opuscolo di
preghìere.
R!imasto vedovo iniziò ,a tracciare le basi per la cessione dea perio-
dico così che nel tardio autunno del 1924 lasciò Mitano e si ritirò nel-
la sua Primiero, a Fiera, nella srua casa sita di fronte alla Torre cam-
panaria della chiesetta della Vergine cieli'Auto, Torre della cui costru-
zione egli fu il più solerte propugnator,e, il maggìor contribuente e del-
la quale disegnò ta fiorentinezzante archìtettura. ·
Una denle sue ultime pubbliche :apparizioni fu al Congresso Q,rga-
nistico Italiano tenuto a Trento nel 1930 d,el quale con un applauso
d'apoteosi fu unanimemente chiamato alla Presidenza. Era stato, tr,a
l'altro, membro di commissioni per collaudo di numerosi organi.

332
In Primiero, giornalmente, la mattina per tempo e nel tardo pome-
riggio faceva le s.ue passeggiate soffermandosi a colloquio con la gen°
te del luogo, contadini, operai, bambini da cui coglieva la musicalità
del dialetto del luogo, cercando di far loro valorizzare gli usi~i costi.I-
mi e gli ,oggetti del passato. Il rimanente della giornata lo tra:sc,orreva
nel suo studio correggendo spartiti di giovani autori o curando una
ricca corrmspondenz.a. Era di unturniltà eccessiva forse. Diceva: «.Per
la mu·sica sono diventato una rapa sapiente)), lamentandosi così, nei
suoi ultimi anni, per l'affievolirsi dell'ispirazione. E tuttavia l'ultima
sua composizione, un'Av:e Maria, scritta per organo all'età di 90 anni
(L'Organista Liturgico A.I, Fase. 2, Nov,embre 1932, pag. 120 - Ed.
Musicali Carrara, Bergamo), dimostra proprio il contrario! È una mi-
stica composizione di poche righe: un condensato di motivi d;ampio
spazio, appena accennati, ch,e. si elevan.o, in fiduciosa e calma pre-
ghiera, verso il cielo, decisi e libiranti come vette dolomitiche e legati
insieme da un soffi.o ricorrente di speranza, come la brezza che fa
cantare Le cime degli abeti dei nostri fitti boschi.
La musica di Terrabugio non fu mai «trawolgenleJJ. Fu una musica
<<COStroila>J da una mente che dominava sul cuore=una musica r,diffi-
cile1,, fu detta. Certamente una musica diffici.le come difficile è: la
,<preghiera>) consapevole di una [Persona ferma nella fede e nella cri-
. '
st1ana p1eta.
.
Nel 1897 era stato nominato <<Cavaliere di San Gregorio Magno)>,
dalla Santa Sede; nel 1925 fu nominato «Commendatore nello stesso
ordine)); Nel 1902 ebbe una .(( menzione onorevole)> in Firenze, ,al Con-
corso di Musica Sacra; fu m.embro dell'Accademia di Santa Cecilia
in Roma,socio e corrispondente della Regia Accademia dell'Istituto
Musicale di Furenze,
Nella sua vame aveva speso parte della sua attività e a lui si deve
se tlllttte le chiese fu rono dotate di ottimi organi. Si interessava anche
dlei cori del decanato e d,elle curazie. Li aveva nel cuore. Era amico e
consigliere musicale di Don Domenico Bettega, che aveva costituito a
Siror un coro d'alto livello.
Mori, 1'8 gennaio 1933, d'una morte invidiabile e significativa. Nei
mom,enti preagonici, con debole voce si rivolse verso la persona che
amorevolmente lo assisteva: «Mina, disse, apri la flnesJra: senti che
passa il coro della Fiera ... no... no ... è quello di Siror ... no... no... è un
coro d'angeli... è una musica di Cielo ... )> E fu.cono le sue ultime paro-
le..

333
La sua produzione artistica fu poderos,a: si parla di oltre 200 opere
edite: 12 Messe da 1 a 4 voci, Ves,pri, Inni, Mottetti, Litanje, Canti
ambrosiani, sonate e fughe per organo, offertori, preludi, finali~ ,eleva-
• •
z1on1.
La quasi totalità d,elle sue compo,sizioni veniva stampata a Milano
per i tipi degli Editori Bertaretli. Tra l'altro quivi tr,oviamo; Op. 60,
Messa in onore di San Francesco d'Assisi, a 2 v. con organo; Op.
84, Messa in onore della Madonna del Buon Consiglio, 2. Ten.e B.
con organo,; Op. 35 Messa in ,onore di San Marco., 2 Ten.e 2B. con
organo; Op. 62', Messa Ambrosiana, 2 Teo.e B. con organo; Op. 90,
Messa, Sopr. Contr. Ten.B con organo e quartetto d'archi; Op. 13,
Messa in la ad una voce o Coro a.ll'runisono, con organo; Op. 35,
Messa in honorem Sancti Marci, 1 Ten.e 2 B. con org,ano; Op. 39,
Messa brieve in honorem B . Alexandri Sauli, Sopr. Contr. T,en. B. ed
organo; Op. 41, Messa in onore del B. Bernardiri() da Feltre, Contr.
Ten. B. con organo; Op. 45, Messa in onore di S. Agostino Papa,
So,pr. Contr. Ten. B. s,enza aecomp,agnarnento; Op. 59, Messa ,((in ho-
norem S. Gregorii Magni», 2 Tene B. con organo; Op,. 65, Messa da
Requiem ai due voci con organo. Sua è anche una Mes.sa da Requtem
a sei voci; Canti liturgici per tutto l'anno ecclesiastico a due voci pari
o dispari, con o senza accompagnamento, in 3 volumi; Op. 58, Salmi
per tutto l'anno· per due cori., 2 Ten. e 2 B. con organo; Op. 92, Falsi-
bordoni per tut.ti i Salmi, Sopr. Contr. Ten. B. con organo ... e l'elen-
co proseguirebbe a I.ungo,.
La sua Messa solenne (Pentecoste 1890) fu particolarmente segna-
lata dalla critica e dichiarata c<notevole sì dal lato contrappuntistico
quanto per l'ispiraz'ione assai elevata».
Terralb ugio fu an!111overato tra i più competenti studiosi di Monte-
verdi, del quale e:u rò un'antologia di composizioni sotto il titolo, di
<tSacrae Cantiune:ulae».
Compose tuttavia anche musica d:a camerat ,quaiftetti, Ouverture,
una romanza per MS..o Br. con pianoforte intitolata Alla Musica Sa-
cra;unFinale-Flautato, Marcia, Op. 153. pubblicato con hl motto
((Usque ad terrae nostraefineS)J con il titolo «Per la liberazione delle
terre irredente,1.
Molto ha lasciato di inedito, tra cui un Inno degli artesani primie-
rotli a tr-e voci pari, divertente brindisj dialettale.

(Hugo Reimann: Dictionn.aire ,de Musique - Paris, 1:2 Ed. 19•13,, p~g. 1016~
Mons. De{lino Nova: ,.Musica Sacra», Milllillo, fase. 1, 1956; Renato Lunelli: El no-

334
vantesimo genetriaco di l!IR musicista trentino, Tr,ento, Mutilati I nv. Bstr. dia 'f<Tren-
tin-0», 1932, n. 5; Idem: o:r. in Primi,ero di Ieri e di Oggi, pag. 46-50; D.r. G.T. in-
sig.nìto- da S.S, Pio XI ,d,ella comm, di San Gteg. Magno, ({Studi Treni. 1924, Fase.
2, pag. 182; A. Della Costa e GM. Gatti: Dizionario di Musica, pag. 416; Tr,ecca-
ni: Diz. Encicl. Ita.l. , Roma 1961, XII, pag. 109; «Trentino,» 1933, Febbraio, pag.
77; G. T:ebaldi in «Bol1ettino Cecili.anoJ1, 1933; àSJridi Trent.», 1930, fase. 3,.·pagg.
:271, 2.72; A. PeJ/Jn: Storia di Feltre, pag,g. 19S e 220; Vita Trentina, 29 felbbraio
1'908 i V1'.ta TrenJina, 12·genrnaio E933; C. battisti.: Guida di Primiero; pa,g. 23; Vo-
ci di Primier<> 1943, n. 1 ~ 1971, n. 7~8; A. Zanetef: ricordi perso111ali; Ricordi Ed.,
Eniciclopedia della Musica, 1964, Voi. IV, pag. 372; C. Schmidl: Di:zion. Universa-
le de~Musicisti, Ed. Sonzogno, Milano, 1929,. Voi. 11, pa_g. 587; A. D'e Angelis: Di-
zion. dei Musicistt~ Tip. Ausonia; Roma, MCMXXII.; pag_g, 4180-481 ; F. Ahbiati:
Storia della Musica, Bologna, Garzanti, 1950, Voi. El, p.ag. 127; G. Tebaldini: L'air-
,chivio Musierule delta Cappella Antoniana in Padova, Antoniana 1895, pag;. 119;
M. Mirabella Roherti in Guida delle Valli del Primiero, 197'?, pagg. 88, 93, 95,
102; A. Gorfer: Le valli del Trent. Orient.j pagg, 868, 10171 1019, 1021, 1022).

TE:SSARi (TESSARO • I) FRATELLI GIOVANNI, l!>OME.NICO


SANTO, ANTONIO di Piev;e Tesino. Anche loro, ,come tanti, intra-
presero ancor giovanissimi la non comoda attività del «pertegant,e'>>.
Giovanni e Domenico Santo trasformarono al plurale il loro oo-
gnom.e, avendo i due fratelli costituito una stessa ditta. Aprirono in-
fatti negozi a Parigi, ad Augusta e, oltre ad essere corrispondenti dei
Remondin~,di Bassano, lavorarono con unai pr,opria stamperia. La lo-
ro attività commerciale si estese e le loro stampe si divulgaro,no non
solo in Francia, ma anche nel Mittel-Europa ed in Russia.
Le I.oro stampe portano date che vanno dalla fme del 1700 alla pri-
ma metà del 1800. Nel 1840 infatti il negozio di Parigi passò ali'A-
vanzo.
Antonio, Tessaro, il fratello, lavorò· invece in proprio, aprendo un
negozio, a Gand.

(Stampe per via, Manfri.ni, Calliano, 1972, pa,gg. 70-73, 9'3)..

TODESCHINI DOMENICO FRANCESCO, di Pergin,e. La fami-


glia Todesclùni la si menziona a Pergine nel 1499 per il dono che fécé
,alla locale chiesa di Santa Maria di un altare in legno per il S. Croci-

335
fisso. Nel 1676 un Domenico T. ottiene dal vescovo di Feltre il per-
m.esso di porre un banco segnato alla sua famiglia nellla parrocchiale.
La figura. più iltiustre della casata fu Francesco Domenico del quale si
conosce la data di morte, 1783, red il titolo di qualche sua opera man-
data alle s.tampe. Proseguì nella compilazione del Saggio della biblio-
teca tirolese, già iniziato dal Tartarotti, che fece stampare sotto que~
sto, pomposo titolo: Saggi della Biblioteca Tirolese, ossia Notizie
istoriche degli Scrittori della pro3Jincia del Tirolo di Giacomo Tarta-
rotti Roveretano, e da Domenico Francesco Todeschini Prete Pergi-
nese, Proton. Ap.ostolico, Accademico Agiato e Pericolante Pelortta.no
dt Giunte e Note accresciuto (Venezia, 1777). Di quest'opera, dedica-
ta al P. Vescovo di Trento, ne pubblicò solo la prima parte: la Scan-
zia prima. Ma pubblicò .anche Nuovo trionfo della verità, ossia rela-
zfone del giudicio pubblicato in Vien.na afarvore del trattato della Re-
golata divoziQne di Lam'indo Pritanio (Lucca, 1759); La mammana
instruita del Barufaldi colle no,te di Domenico Todeschini di Pergine
('Trento, per Michele Battisti, 1760); Lettera sopra la distribuzione
della comunione durante la messa (Gorizia, per Valerio Valeri, senza
an1110); Errori di stampa notati nel libro 2, Cap.. 2 del Tomo XII della
Storia letteraria d'Italia (Messina, 1759); Feudo predlale dimostrato
di d.ominio diretto della Chiesa di Feltre (Foglio in stampa, senza da-
ta e· luo,go). Lasciò anche un manoscritto, Apoteosi Lamindiana, in
po~emica con P. Vittorio da Cavalese «intorno .al voto sanguinario e
la seconda parte della Biblioteca Tirolese>).

(MontebeJ/o: ò.é. pagg. 401 , 402, 467; Ambr:()si: Scritt. Art. Trent, pagg. 86-87-
521; De Alessandrini: Storia di Per,gine, pagg. S4-114-194}.

T'OGNOLLI GI OVANNII, pittore, cli Bieno. Nacque il 16 giugno


1786, m una famiglia poverissima. Giovanissimo si portò a Livorno
press:o il suo parente, Domenico Dal Negro, che colà aveva apert,o un
negozio dmstampe. Il gio,vane manifestò s,ubito la sua indole arti:stica
tanto che i pittori Morghen e Toffanelli espress,ero alta ammira.zio-ne
nel.l'osservare i suoi disegni.
A 22 anni, su consiglio dei due m.aestri, si re.cò a Roma ed entrò
neUo studio di U!l1 tal Del Brate e quin,di fu assunto dal Cano,va Stés-1

so, come disegnatore. Dopo la morte del Can,o va (1821) compì qual-

336
che viaggio all'estero, a Parigi, a Vienna, ma dal 1781 si può affer-
mare che sia vissuto sempre a Roma od almeno quivi era il suo stu-
dio, Viene soprattutto ricordato per la religiosità e la bellezza deMe
su,e Sacre Famiglie, ma fu apprezzato anche come ritrattista.
Ebbe la nomina di Professore deU'«Accademia artisttca inglese,) ,d)j
Roma.
Nel 1831 espose a Roma diversi quadri: Silentium, Madonna con
Bambino, San Giovanni, Santa Elisabetta. La sua arte si richiama al
Caracci. Disegnò anche il busto di Canova intagliato da Augusto S,e-
rafini.
Morì il 31 maggio 1862.,

(Ambrosi; Scritt. Art. Trent., pag. 228; Idem: Somm. Stor. Trent.,pag. 194; We-
ber: o.e., pag. 288; Tirolis,che KiinsteJer Lex., pag, 250; Tor. Bote, 1925, n. 29;
Wiirzbach, Biograf. Lex:.• 1882, pag. 46; ,O. Brent.ari: Guida Trent., E; pag. 382; E.
Benezit: Dictionnaire etc., 1966, Voi. 8. pa:g. 332).

TOLOMEI! !PROF. GIAN PAOLO, giurista. Nacque a Loreggi,a


(Padov,a) il 10 dicembre 1814 d.a Bernardo e Brigida Fraincescotti.
Suo padre era qi Pergine e si era trasferito a Trieste, a Venezia e fi-
nalmente a Loreggia, ove gli nacque il terzogenito Gian Paolo appun-
to.
Fino, a dieci anni fruì della :scu,ola paterna. Nel 1824 si trasferì a.
Treviso e nel limite di dieci anni percors,e gli studi elementari, ginna-
siali e liceali. Nel novembre del 1834 si iscrisse in Ji>adova allla Fa-
coltà di Studi Giuridici Politici. Durante i quattro anni l!lniversitari
ebbe a compagno ed amico Giovanni Prati.
IL primo settem.bre del 18.38, si laureò e nelllo :stesso an__no p1,i'bblicò la
sua tesi di laurea: r<Sul Pensionatico, ossia sulla servitù del JXIScolo
invernale delle pecore, avuto riguardo alle sole provincie Venete -
Dissertazione (Padova., Pana.dai, 1838). Il lavoro, ampliato, verrà
1

pubblicato in se,c,onda ediziione neL 1824 (Venezia, Fontana, 1842).


Per questa pubblicazione verrà chi.amato dal Vicere ,del Lombardo
Veneto per red~gere una legge che regolasse la materia, cosa attuata
con Ordimanza Imperiale del 1856.
Dopo qualche tempo di tirocinio presso l'Avvocato Brusoni, entrò
nell'Università ,come assistente del Prof. Giuseppe Todeschini, aUa

3,37
Cattedra di Diritto Naturale e Penale; nel 18.42 venne nominato sup-
plente e quindi con risoluzione sovrana del 9 marzo 1844 fu professo-
re di cattedra, succedendo al Todeschini.
Oltre alla sua ,attività cli insegnante, si occupò anche con azioni di
vita civica, sia amministrativa che politica. FU! nel Consiglio Comuna-
le di Padova, in quello di Torreglia, ove si recava a villeggiare. Fu
neUa Deputazione Provinciale, quando vigeva il regime austriaco, nel
Consiglio Provinciale costituito con le leggi deJ nuovo regno italico,
del quale fu per qualche tempo presidente, Nel 1867 fu eletto deputa-
to per il Collegio di Pieve dli Cadore: non entrò in parlamento a c:au~
sa del sorteggio per eccedenza nel numero dei professori eletti.
Su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione fu nominato
r,Cavaliere>J 1'8 giugno 18168; « CommendatoreJ> il 2 gennaio 187.3. Su
1

propo·sta del Ministro· dj Grazia e Giustizia «Cavaliere Mauriziano}) e


poi <rCommendatore». Nel febbraio del 1876 fu nominato «Grand''U f
ficiale della Corona d'Italia» e il 4 dicembre 1890 «Senatore del Re·
gno».
·Come scienzi.ato fu: Socio del R. Istituto Veneto; dell'A,c,cademia
Pa.lelimitana, dell' Acc. Scienze Lettelie ed Arti di Acireale, dell'Ace.
Scienze Lettere ed Arti di lPadova, Urbino, Bovolenta (Pad,ova), della
Virgiliana di Manto·v·a, del Circolo Giuridico di Palermo, della So-
cietà Italiana d'Igiene, dell'Ateneo Veneto.
Partecipò a numerosi Congressi: aJ Congresso Giuridico Italiano
di Roma nel 1873; al Congresso dei dotti a Palermo, ove fu Vicepre-
sidente d,ella :sezione legale; al Congresso intemaz.io111ale di Benefic,e.111·
za in Milano nel 1880, ove fu Presidente della 21 Sezione; al Co:n-
gresso Internazionale Giuridico di T,orino nel 1880, ove fu Presiden-
te della Sezione per la difesa sociale; al 3° Congresso Giuridico Na·
zionale del 1891, del quale fu tra i coordinatori.
Nel 1874 rappresentò il governo al Centenario Petrarchesco .. Fu
Commissario Governativo all'Università di Camerino, membro del
Consiglio Superiore delll'Istruzione P·ubblica (I 889-1892), fect parte
dema Commissione permanente peli la. stesura del Codice Penale del
Regno d'Italia.
Fu lui che tenne il discorso ufficiale in occasione della prima visita
dE Vittorjo Emanueie II, avvenuta dopo l'annessione del Veneto (1
agosto 1866), in Padova.

Si deve ricordare che fu pure Pr,esidente onorario della Società


Margherita di Savoia per i liberati dal carcere.

338
A Roma fu ospite del Ministro degli Interni e fu ricevuto da Um-
berto, I e da Leone XIIJ.
Morì a Padova il 9 maggio 1893. GLi sopravvisse la moglie Elis,a-
betta Gen_nari, che aveva sposato nel 1838; Ea figlia Antonietta :sposa-
ta Boscaro-Bortolan; il figlio Ugo, impiegato nel Genio Civile, che
aveva subita. «onorata prigionia,> al tempo austriaco e che aveva ser-
vito la patri.a, durante J,e guerre di indipendenz,a.
Un figlio, Emilio, Eo perdette quattordicenne nel 1859. Nel 1888
perdette il tiglio Luigi di 30 anni ed il figlio Antonio di 49. Quest'ulti-
mo aveva coperto la carì,ca di Sindaco di Padova e fu lui che rese gli
onori ,a re Umberto I ,dlurante la sua visita alla città. Questo suo figlio
Antonio fu defiìnirto «lustro di PadovaJ> e fu pronosticato come una
,rgloria della letteratura Italiana»: lasciò infatti dei versi e v.arie com-
.
pos1z1oru.
Siamo i:n grado di dare un elenco quasi completo delle p11.1bblicazio-
ni dJi Gian Paolo Tolomei:
DIRITTO FILOSOFICO: Corso elementare di Diritto naturale e
razionale (Voi. 3,, Padova, Bianchi, 1849); La vera dlgnità dell'uomo
richiede che la libertà si coordini con l'autorità. Discorso inaugurale
per l'apertur:a di tutti gli studi nell1 Univers. di Padova (Pdova, Anto-
nelli, ]853); Corso elementare di diritto naturale e razionale·. Il Ed.,
ampliata (Voi. 2, Padlova, Bianchi, 1885). Dal 1856 al 1867 furono
fatte a Napoli altre tre edizioni.
DIRITTO E, PROCEDURA PENALE: ,«Discorso di apertura
delle torn'ate dell'Accade1nia di esercizio pei dibattimenti penali (Ace.
da lui stesso fondata). Il Discorso venne pubblicato neU'«Eco dei Tri-
bunali,> (Venezia, 1856) e separatamente (Padova, Bian.chi, I 856);
Polemica sul qu:esito: «se a forma del Regolamento Austriaco 1853 di
procedura penale si possa tener tutto il dibattimento penale senz,a la
presenza dell'imputato» («Eco dei Tribunali», Venezia, rn. 765 del
1857 e n. 773 del 1858); Diritto penale. Elementi ,e studi proposti a
sc:o/ari sui punti fondamentali della sci,enza e della legislazione pena-
le avuto riguardo al codice penale a,ustriaco (Vot 1, Padova, Bianchi,
J 863); Diritto penale filosofico e positivo austriaco avuto speciale ri-
guardo alle pro·vincie Lombardo-Venete (Vol. 1, Padova, Bianchi,
1866); Osservazioni al libro I del progetto 1866 del Co,dice penale
italiano (Firenze, Tip. R,eale, 1866); Lavori sul p rogetto del Codice
1

penale del Regno d'Italia nel 1866, 67, 68, quale membro della Com-
missi,o,ne governai iva e della sotto Commissione di redazione (Vol. 2,
Fir,en.ze, Tip. Reaie, 1870), pubblicati a cura del Ministero di Grazia

339
e Giustizia; Sulla Memoria del dr. G.L. Giane'ili intorno alfe cause
che escludono l'imputabilità etc. Considerazioni (Gazzetta medica
Italiana, 186 7, n. 52); Quale sia il prfncip.io del suprremo giure puniti~
vo che nella materia dei reati contro la religione corrisponda alle giu-
~te esigenze del vero incivilimento (Firenze, Riv. Legisl. e Giuris;pr.,
1867); Sul pnogetto di legge per le unificazioni de/:le leggi penali nelle
diverse provincie del Regno, (V,enezia, «Eco dei Tri!b,unalj»~ 1868); Sul
progetto - 1858 - del Codice penale del Regno d'Italia - Relazione
letta al R. 1st. Veneto (Atti Istit. Ven., Serie Ill, Voi. XIlI, 1868); Sul
confronto del progetto 1868 del Cod. Pen. def Regno d'Italia c,o/le
leggi vigenti (Venezia, «Eco de:i Tribunali», 1869); Sulla relazione
della Commissione parlamentare intorno all'u11ifìcazione legislativa
proposta dal Ministro De Filippo. Lettera a F. Carrara (Arch. Giu-
rid., Voi. III, 1869); Sulle confessioni stragtudiz'iali in materia penale
(«Giornale delle Leggi», Genova - «Eco, dei Tribunali», Venezia,
1872); Sul diritto di difesa durante l'istruzione preparatoria dei pro-
cessi penali (« Gior111ale delle Leggi» 1874; n. 9); Diritto e procedura
1

penale esposti analiticamente ai suoi sc;o/ari (P.adlova, Sacchetto,


1874-75); Ancora sulla tesi «se l'ammenda possa essere assunta co-
me unic,o fondamento e fine della pena («Giornale delle Leggi, 1875,
n. 46); Fino a qua.i punto il modo di esecuzione della pena dev'essere
determinata dalla legge. L'amministrazione delle carceri dev'essa go-
dere di un quafche po·tere discrezionale. etc. (Riv. delle discipline car-
cerarie, Roma, A·. VI, 1876); Sul progetto di un codice p.enafe del Reg
gno d'Italia presentato nell'anno 1868 e sui progetti successivi fino al
maggio 1876 (Attì R. Ist. Ven., Voi. II, Serie V, 1876); Sul paragr.. 2
dell'Art. 2'26 del progetto Senatorio del Codice pe·nate del Regno d'I-
talia («Giornalle ,dlelle Leggi», Ge.nova, 1877); Lavori vari sul pro!(elto
Se·natorio del Codice penale, fatti quale membro della Comm. mister.
del 1878 di riesame etc. (Roma, Stamperie reale, 1878); Studi into.r-
no al progetto del Codice penale del Regno d'Italia - Rassegna del te-
slo e della Relazione Minlst., etc. (Riv. Penales V. III, 1887); Sui di-
ritti di querela nei reati di diffa·mazione, di livello e d'ingiuria (Ibi-
dem. V. VII, 1878); La Costituzione criminale di Carlo V. del 1532,
detta volgarme.nte la ((Carolina»,, confrontata colle .leggi penali de/-
l'Impero Germanico del 1879 (Ibidem, Vol. XI, 1879); Sul terzo te-
ma svolto dal Congr. Giuridico intern. di Torino nel settembre 1880:
«sull'ammontzione, sulla sorveglian·za speciale della pulizia ed istituti
consimili), (R. 1st. Veneto, 1881); Su/J'odi:erno sistema penale nel R,e-
gno d'Italia (Pado,va, 1883); Sulla memoria ,,!!Nichilismo de.I Diritto

340
pena/eJ> del Prof. Bucceilati (Riv. critica del Prof. Schupfer,, Anno It
n. 3); Sul lavo,ro del Lucchini «Dis,r:orsi di apertura ect:> >, (Ibidem,
Anno II, rn. 3); Sui delitti ,rcabusi dei ministri dei Culti nell'esercizio
delle loro funzioni,,, a forma del nuovo progetto del Codice penale
Sa!Velli (Atti R. 1st. Veneto, Voi. II, S,erie VI); Sul nuovo sistema p·e=
nate del predetto progetto (R.iv. penale etc., Firenze, Le Monnier,
1884); Sul lavoro di Emilio Dorso di Carminati «La pena di ,morte
di fronte alla necessità,, alla giustizia e alla ,mora/e)) (Riv. critica, A ,
II, n. 2); Sul lavoro di F. Puglia «Istituzioni di procedura penale»
(Ibidem, A. II, n. '9); Simili di A . Buccellati «Istituzioni di .Diritto e
di procedura penaleJ> {Ibidem, A. 11, n. 10); Sui delitti e sulle con:-
travvenzi.oni (Riv. penale ,del Lucchini, Bologna, Voi. XXl[I, pag,g.
,472 e ss.); Sul saggio ,critico del Prof Lucchini «I Semplicisti del Di-
ritto penale,,, - Articoli critici (Roma, Opinione, n. 186, n. I 88, n.
102); l vecchi e nuovi orizzonti d.el Diritto penale - Due Lezioni (Pa-
dova, D rucker, 188 7)'; Sui progetti di' un Codice penale c,omune a tutto
il R,egno d;Italia, da quello Senatorio del 1875 all'ultimo del Garda-
sigilli Zanardelli del 1887 (Atti R. 1st. Ven . , Voi. Vi, Serie VI,
1888); Sull'odierna questione degli abusi dei ministri dei Culti etc.
(Atti Ace. di Padova, 1888); Sulla retroattività della nuova legge p·e-
nale più mite etc. (Riv. penale, Vol. XXIX-IX, Serie 11, fase:. 3); Dei
delitti contro il buon costume e contro l'ordine della famiglia secondo
il nuovo codice (Ibidem, fasé 4 e 5, 1889); Su'! capoverso dell'Art . 46
del nuovo Codice penale (Atti 1st. Ven. dicembre 1889); Delucidazio-
ni de.ll'Art. 276 del nuovo Codice etc. («Legg,e», Vol. I, n. 2; p:a,g. 6 6,
1

1889); Polemica e difesa del capoverso dell'Art. 46 del nuovo, Codice


penale (Gior nale <cil Veneto», Padova, marzo 1890, n. 77 e n. 84);
Sull'Art. 3 9 delle disposizioni transito.rie per [''attuazione del' nuovo
codice («Monitore>) dei Tribunali di Milano, n. 8, pag. 159,. 1890);
Sulla seduzione me,diante promessa non adempiuta o mediante sfmu-
la.z ione di ma.trimonio (Atti Ace. di Padova, 18,90).
D[P·LOMAZIA: La diplomazia europea e la questione se la guer~
ra dia al vincitore il diritto di spogliare il vinto delle opere della
scienza e dell'arte o dei monumenti storici per arricchire ed abbellire
con esse il proprfo paese (Padova, Randi, 1886); La costituzion'e del
23 dicembre 1876 dell'Impero Ottomarz,o e la Diplomazia Europea
(Atti 1st. Ven. V,ol. IV, :Serie VII).
PENSIONATICO: v.s. Tesi di ~aurea e Sei a.rticoli ,d i polemica •

sta·mpati sul Giornale di Padova «Il Tornaconto» (1847, 1dal n. 23 al


48) per difendere la proposta da lui fatta dell'affra111catura della ser-

341
vitù su,ddetta; Commenta all'Imperiale Ordinanza del 25 giugno
1856, ,che abolì questa servitù («Eco dei Tribunalb>, Venezia, 1857).
VARIA: Sulla interpretazjone dell'Art. 162 della Legge Comunale

e Provinciale Italiana del 1865 {Atti Co.ns. Com.unale di Padova,
18,67); Sulla circoscrizione giudiziaria ,della provincia di PadoYa -
R'. elazione al c ·ons. Prov. nell'Adunanza del 18 aprile 1871 (Atti del
Cons. Prov., e Padova, Sacchetto, 1971); Sulla riforma del carcere
giudiziario di Padova - Relazione (Atti Cons. Prov., 1,872); Patrona-
to pei liberati dal carcere - Rendiconlo morale ed economico nel III
anni sociale nell'Assemblea dei soci il 28 .aprile 1890 (Padova, Cre-
scini, 1890).
COMMEMORAZIONI: In morte del Prof Giuseppe Dalluscheck
(«Eco, dei Tribunali», Venezia, 1966}; Sulla vita e sugli scritti ,del
Prof. Giuseppe Munari - Tedeschi (Atti Ace. di Padova, dicembre
1878); Commemorazione del defunto prof. ab. G.P. Pertile, letta nel-
l'Aula Magna delf'Univ. il dì 11 maggio 1884 (Pad,ova, Randi, 1884);
Commemorazione d'e/ Prof L. Bellevite, letta nell'Aula Magna del-
l'Univ., J'8 dicembre 1885 (PB!dova, Randi, 1886).

(Ambrosi: :Scritt. Art. Tr,ent., pagg. 360-363; .F. Lampertico: Commemorazion.e


di G.P.T. in Atti R. 1st. Ven., Voi. VII, Serie VIl-1:895-96; A. Cavagnari: Comme-
morazione del Senator P r,of. G .P.T., letta nell'Aula Magna dlelJ'Unive di Padova il 3
dicembre 1893, Pa.dova, Rand!i, 1894).

TOMASELLI AILBANO, pittore, n.ato a Strigno il 26 mat~o 1833.


Nato da famigHa poveris.sima, tr,ovò sulla sua strada g,enerosi mece-
nati. :Suo padre, tessitore al tem.po delle f!llande, morì a 48 anni la-
sciando moglie e figli nella più completa in,diigenza, ma Alba.no po,té
inserirsi nell'attività artistica veramente per un provvidenziale caso
fortuito. Si introdusse infatti un giorn.o di nascosto, insieme a d un
coetaneo, nella sala di Casa Rinaldi in Strigno e quivi si mise a rico-
piare clandestinamente le pitture clhe allora abbellivano le pareti. Fu
scoperto dalla padrona di casa, la signora Rinal,di, la quale intuì di
trovarsi di fronte ad un genio. Lo avviò, lei stessa ag.li studi non solo,
ma lo raccomandò a Tommaso Gar, al Barone Giovanni a Prato, i
quali contribuirono alle spese per mantenerlo agli studi presso l'Acca-
demia di Venezia, Costoro lanciar,ono anche un appello alla cittadi-
nanza di P'adova, imvitandota ad «un'opera di Patria B,eneficenza»~

342
affinché venisse aiutato un giovanetto nel quale albergava <<Una vera
luce di genio, che opportu·namente diretto:! assecondato, potrebbe u.n
giorno crescer /rutto df glor1:a all1tali'a1J.
La sottoscri.zione si ap,erse ed il giovane studente doveva ogni anJ!lo
presentare un lavoro di pittura, cesellatura o in altra tecnica figurati-
va, che sarebbe poi estreatto a sorte tra i S·Ottoscrittori. Nel 1852 il
Preside dell'Acc.ademi.a, il Marchese Pietro Selvatico, che amava Al-
bano come un padr,e il fi,glio, scriveva all'Ing. Danieli in Padova:
((Non faran.no, i patroni del Tomaselli, opera di carità soltanto, aiute-
ranno a crescer forte un intelletto già divenuto poderosissimo,· perché
il nostro non è più uno scofarino abile c·he copia bene: è già un arti-
sta che proc·ede si'curo innanzi a passi da gigante, lascia indietro di
lunga mano anche quelli che tanto prima di lui incominciarono, la
dij]ìcile via. In quest'anno ha fatto progressi piuttosto prodfgiosi che
rari, si che egli lavora adesso a un gran disegno che· a me pare cosa
meravigliosa. E non a me so/amen.te, ma a quanti si conoscono d'ar-
te. Le basti sapere che Hayez n,el guardare questo disegno ne rimase
stupito e fo disse .lavoro di provettissimo. Infatti vi è altezza di con-
cetto, cotzcezioni, elegan.za, arie di teste 'Stupende ,d'affetto, pieghe mi-
rabilmente gettate e disegnate, in una parola tutti quei pregi che non
possono venire se non dal genio sorretto da forti studi)). Il TomaseHi
disegnav ai di getto, senza mai cancellare il fatto.
Sarebbe troppo lungo elencare la serie dei premi che di anno in .an-
no si accaparrava tra quegli posti in palio d"lstituto, ma non si deve
sottacere l'esito del concorso bandito, dlall' Accademia nell'anno ]85 1-
52. «Non ho speranza alcun'a1) era il m,oto della sched:a anonima rela-
tiva ad un acquerello 0,54 per 0,80, raffigurante l'Unzione di David.
La. Commissione giudicatrice così si espresse, assegnando al disegno
il primo premio: «L'autore colse egregiamente il soggetto e s'ad-
denlrò nello spirtto delle sacre pagine. La scena è mirabilmente rap-
presentata. Lo spirito attinto dai sommi esemplari e più dalla scelta
natura, si mo·stra squisitamente puro. Oltremodo bella si manifesta la
maniera del piegare i panni e di delineare ogni singolo particolare
delle figure. In una paro.fa, l'opera, condotta con molta valentia, ap=
palesa.grandissima po,ten.za d'i'ngengo e copia di studi>). Alla vermfica
deUe sch-ede cr{'operafornita di grandi e verame.nte ammirabili bellez-
ze,1, risultò essere quella del To:ma.selli, allora diciannovenne.
L'attestazione migliore si ebbe con due deliberazione del C'.onsiglio
dell'Accademia: con la prima fu ioc.aricato di diping.ere la pala del-
l'Assunzione per la chiesa di Malpuga in Dalmazia; con la secondai

343
nel 1855, gli com.missiornò la pala della Chiesa di Arsiero: un ql!ladro
di m. 3,35 per m. 4,93, rappresentante SanMiche1e. Di quest'opera
esistono nel Museo di Padova i cartoni, mentre l'opera fil portata a
termine, causa la morte del Tomaselli; dal Ghedin.a dli Cortina d' Am-
pezzo. Fu definito; ,dal Paoietti,. ,«un lavoro di vaste dimensioni degno
di un artista co·nsumato, anzricché di un giovinetto,>,
Nel 1856 il ,consigli.o d'Accademia de,cise, con voto unanime, dm
invia.rio a proprie spese a Roma1 onde potesse completare la sua cul-
tura artistica.
Purtroppo d!U1rante il viaggio fu colto da 1U1n assalto del male che da
qualche tempo· lo tormentava, una forma specifica all'intestino. Mori
a Firenze il 1O dicembre 1856, assistito dagli amici scon~·ertati tr:a i
q1Uali il Signorini, il Fattori.
La sua morte è registrata. in Santa Maria Maggiore, al n. .517 del
Registro d,ei morti, sotto la data appunto d,el 101 dicembre 18516: «È
passato all'altra vita nel Popolo di Santa Maria Maggiore compreso
nella comunità di F'irenze T .A. di anni 22, pittore - Era oriundo di
Venezia addetto all'Accademia delle Belle Arti, come pittore... ,>.
La salma fu tumulata nel 'prona.o della chiesa di San Minato, tra le
salme deglli uomini :illustri. Camillo Boito ne dettò l'epigrafe:
A.I. DI STRINGO / PITTORE TUTTO BIZZARIE FERVORI SPERANZE
f MORTO A FIRENZE A 23 ANNI / MIENTRE IL GENIO DELL'ARTE
PR•OME'I"I ENDOGLI GLORIA E ALLEGREZZA / GLI SORRIDEVA / QUI
NE COMP·OSERO ILA SALMA / UNA :SERA PIOV0SA E CUPA/ GLI AMI-
1

C[». La tomba portava il n. 37, l 8 Fila.


Nel 1957, per ragioni di sicurezza il Genio Ci.vile e la
Sovr.ainten,denza ai Monumenti di Firenze hanno deciso un rad:ica~e
resta.uro del Pronao ed i marmi che rico:i:>rivano le tombe, ridotti a
pezzi, furono conserv·ati negl~ scantinati del tempio. Il Sindaco di Fi-
renze, La Pira, 1110,n pose a!lcuna obiezione a che la pietra sepolcrale,
pur nelle condizioni nelle quali si trovava; venisse trasferita nel paese
natale del T omaselli.
La morte dunque chiuse C<i nerissimi e sfavillanti)> occhi del «pitto-
re delle Grazie)>, come lo defmì il S,iginorini, e la. costernazione scese
tra gJi amici.: «Per me era tutto», disse Pompeo Momenti; ((per me è
stato il più bel talent.o ,artistico che io abbia mai conos,ciutOJ> disse il
Paoletti. Ma le parole più accorate uscirono dal suo maestro; iJ Mar-
chese Selvatico: ,«Povero Tomasellil Sul fior deJl'étà. colla certezza di
salire ad u.11 seggio dell'arte che le grige rinomanze non arrivano nep-
pure a scorgere... morire, Dio· gran.de, Dio buon.o/ Perché togliere

344
q.ueste vite che potrebbero servire a rigenerazione della misera arte
presente tn Italia? Io quasi per l'angoscia bestemmio; E quale sciagu-
ra per l'Accademia, a cui era luce e segno della via da seguirsi»!
Diamo or:a qui dli seguito un più dettagliato curriculum :artistico:
18,49-50 nella scuola di statuaria riceve il «premio per disegno di
gruppo», il < <premio per copta di statua),, il «p.remio 4accessit' per la
cop'ia delle piegheJ; e rnella scuola di pittura la «meda·gfia in ra,meJ; per
l'azione ,del nudo a memoria; nel 1850~51 e:bbe una borsa di studio
annua di Lire 600, che g)i durò sino alla morte, il «primo accessit,;
per l'invenzione storica in disegnar il «premio per figura palliataJ;, un
Gesù nell'atto di benedire, il «primo accessitJ; per l'azione d.el nudo
aggruppato, la «medaglia di ram:e»' per la composizione st,orica;
1851 -52 con l'Unzione di David, ricevet~e, come si è detto, il! «pre.mio
di prima ,classe con medaglia)) e con Io stesso lavoro si ebbe anche il
«premio destinato all'incisione» la <(medaglia di rame» per la compo-
sizione storica di seconda classe; 1852-53 meritò U «premio Selvati-
co;; da Lire 300 per una c,omposizione storica il Pietro de' Rossi eletto
genera.le dell'armata di t,e.rra dei Veneziani, si stacca dalla moglie e
dai figli piangenti. In quest'anno dipinse anch,e un acquerello La
morte del Carreggio; 1954, vinse il ,c,oncorso di prima ,classe con l'ac-
querello Le jiglte di Ferdinando, re dei Romani, offrono doni a Tizia-
no cJ1e doveva farne il ritratto. Nello stesso anno !l'icevette uno spe,cia-
le invito dalla Direzione della Società per le Belle Arti di Ve.nezia, on-
de «arricchire con op.ere di sua mano,J l'Esposizione che si sarebbe
aperta, ed è di quest'anno la commissione per la prua della çhiesa di
Malpuga; 1955, Filippo /V di Spagna che segna la· croce dì Calatra-
va sul petto del ritratto del pittore ·vetazquez. la Società delle Belle
Arti duPraga gli fa pervenire l'invito di partecipare alla mostra che si
sarebbe aperta ne!ll'aprile, l'Accademia gli commmise la pala d''ailtare
per Arsiero, di cui si è gjà detto: 1956, San Sebastiano, me.zza figu-
ra a nudlo, La Foscari respinge i messi del Senato che si pres,entano
per domandare il ,co,rpo del defunto Doge. Con questo quadro otte,nne
il premio triennale di Lire 2.400 con più l'indennità dì viaggio per
raggiungere la scuola di perfezionamento in Roma... o «dove meglio
gli placesse)).
Altri lavori: presso il Museo di Trento esistono un cartone incom-
piuto, u 111a Santa Caterina portata in cielo, La festa dei fiori in· Vene~
zia,, uri Redentore e diversi schizzi a carboncino.
Si ha menzione di una Madonna con putto «dove c'è l'anima di
Raffa·e/lo,) (Boito,), un~I mmaco1ata. disegno idi grandi proporzioni, un

345
Attila che cavalca sulle rovine ,di Aquileia, il Ft:ore della passione
dov'è raffigurata la Vergine che porge il fiore della passione al Bam·
bino, lavoro esposto a Venezia nel 1854,, il Ritratto del Barone a
Prato.
A Strigno vi è il suo Autoritratto ed una Immacolata presso gli
eredi di Nerino Tomaselli. Sempre a Strigno, in casa. Sust,er vi è il rit-
tatto dipinto dallo Zona.

(P. Selvatico: A.T. su. Gazzetta Ufficiale cli Venezia,, 18:5 6, n. 290t pag. 1165 ; A.
1

Mqffei: Ad A, T. - Sonetto - su gazzetta Uff. Venezia, n. 298; Del pittore A.T,., tiro-
lese su Osservatore Dabnato,, 18:5,6, n. 1f2; F. Barlan': I fancil!llti cenebri ,d'Italia an-
tichi e modernj, Milano, G. Agenlli, 1867; G. M. Bourel{j: Cento biograf. di fan-
ciulli iHustri etc. Milano, G. Gnocchi, 1867; Caml'/lo Boito su «Rassegna artistica»,
Nuova A ntol. ottobre l 87J.; Il «Pittore Bizzarro» in Storielle IVarie, Milano, T!l'e-
ves, 1876; Ambrosi: Scritt. Art. Trent., pagg. 289, 290; Dr. C. Wtirzbch. IB:iograli-
sches Lex.. etc., Vienna, 1882; Messaggero Tirolese, Rov,ereto, 17 agosto !852;
Weber: o.e., p.ag. 2&9; G. Suster:: Del pittore A.T., 'Jrento, Zippe], 1887: Idem: Let-
tèt iin«lite cli Pietro Selvatico ad A.T., Trento, 1889; A.T. il piccolo Raffaello tren-
tino d~ J. Pastorelli su Alto Adige, 11.6.1953; Pippo di Fonteselva; Medaglioni
Trentini; Comanducci, Diz:ion. etc. I, Il, LII, EV Ed. !Pag. 735; Elenco oggetti d'arte
ammessi all'Esposiz. nelle sale dell' J.r.Accademia Veneta di Belle Arti, agosto 1855,
al n. 5; Ambrosi.: Somm. Stor. Trent.,, p.ag. 194; Memorie manoscritte di Don Giu-
seppe· Busalo di Arsiero; Bre'lttari: Guida Trent., I, pag. 371; Invito ad un'opera di
patria beneticemza-sottoscrmzion,e in favore di A.T., 1:5 settembre 1847, Padova; So-
maré: Storia della ptitt. Ital. dell'800, Voi.I, pag. 530 1 1828; Die Kg/. Gallerien d.
1

A'kademie von Venedig, 1915; Emporio pittori, 1865; II, f.. 97; Thieme Becher Lex.
etc.; L. Proner: Medaglioni Trent, 1959, [l)ag. 4!60; Marroni: Collana Art. Trent.
Eogenio Prati, pag. 33; Ce-11tennario A.T. su «Studi Trent.», 1857, fase. 1/2:, pag.
162; A. Zanelel su L'Adige del 20 novembre e 28 dicembre il9:S6 e del 5 febbraio •
1957; E. Benezit: Di,c tionnaire etc., 1966., Voi. 8, pag. 357).

TOMASELLI FRANCESCO, pittore, ritrattista. Lo si crede di Val-


sugana, forse di Pergine, forse di Strigno o di Grigno. Nel 1809 era a
Innbruck ove incise il ritratto di Andrea Hoffer.

(Weber: o.c.,pag. 290; Nagler. Lex. XXI, 183; Wurzbach etc. Voi. 46, pag. 66:
G. GeroJa: Art. Trent. Est., pag. 29); E. Benezit: Dictionnaire, etc., 1966, pa,g.
3:57).

346
T'OMASELLI IGNAZIO, pittore, di Grigno. Dipingeva fiori e fru tti
verso la prima metà dell'800. Ventotto dei suoi disegni stanno presso
la biblioteca di Innsbruck.

(Weber: o.c..,pa:g. 290; Nagler Lex. XXl 1 18 3; Wiirzbach, Voi. 461 pag, 66).

JOMASINI DON PROF. GIULIO nacque a Pergine il 20 agosto


1907. Compiuti gEi medi e teologici presso il Seminario di Trento,
venne ordinato· sacerdote nel 1931, Proseguendo gli studi si laureò in
letter,e presso l'Università Cattolica di Milano nel 1939.
Fu poi insegnante presso il Pareggiato di Trento e si dedicò con
impegno ad attività parascolastiche educative presso i giovani. Fu ret-
tore della chiesa deU' Annu.nziata, cornaboratore e consulente ecclesia-
stico d el quotidiano «L 'AdigeJ>, indagator e profondo dei fondamenti
1 1

linguistico-dialettale della re,gione e poeta.


Morì, stroncato dalla s.ua molteplice attività il 18 settembre 1965.
1

La sua attività storico-letteraria fu assai co,piosa: I due primi con-


gressi Eucaristici decanali di Pergine («Opere di apostolato»·, Pergine, 1

1936, pagg. 74-84); Ii gergo del merciai ambulanti della Valle del
Tesino (<cAevum», 1941, n. l, 2, Milano, pagg. 42 e ss.); Arte religio-
sa df Eugenio Prati (~<Trentino», 1943, n. I, pag. 8 e n.. 6 pag. 3); Il
« ta'ron,) degli spazzacamini rtonesi (,«Studi Trent.», 19 46, f asc. 4,
1

pagg. ·40-55); Due pittori trentini E. Prati e G. B. Chiocchetti


(«Strenna Trentina», 194 7, p agg. 64-66); Il « taro n>; della Val Rende-
1

na («Studi Trent.)), fase. 4,, pagg. 279·305); Glicerio Ricamboni ~ N:e-


crologio (Ibidem, 1949, fase. 3, pagg. 206-208)~ Inventore di poeste ~
Silvio Caldenia (((Strenna Trent.J>, 1949, pag. 63); lpo,tesi archeologi-
1

che linguistiche («Studi Trent.»1 1950, fsc. 1, 2~ pagg,, 72-91); Recen-


siollé a C. Battisti,· Avviamento allo studio del latino volgare (Ibidem,
1950 pagg. 301-304); Minime di grammatic:a dialettale: la vocale
1
,

prostetjca nel Trentino (Ibidem, 1950 fase. 1, 2, pagg. 115-117); Ca-


1
,

listo - Calisberg - Mons. Argentarium (<(Strenna Trentina», 1950,


pagg. 37-39); La chiesetta di San Silvestro a Viga Lomaso (Ibidem,
1950 pagg. l O1-104); Minime di gr:amm,atica dialettale: i suffissi in-
1
,

dicanti incolato («Studi Trentini>), 1951, fase. 3,, pagg. 294-298); Mi-
nime di grammatica dialettale: il supe.rlativo (lbid,em, 19 51, f asc. 4,
1

pagg. 427-43 l); Recensione a A. Zieger: Andalo, Trento, Dossi e C.

347
1951 (Ibidem, 1'9 51, fase. 4., pagg. :534-535); Il cognome di Gerardo
P:atég («Strenna Trentina)), 19.51, pagg. 334-341); Il centro archeolo~
gico di Vigo Lomaso {Ibidem, 195 ], pagg, 83-85); Minime di ,gram-
matica dialettale: il genere de.gli idronomi («Studi Trentini», 19,52,,
fase. 2, pa'gg. 186-19'9),· Recensione a C. Battisti - G. Alessio: Dizio-
nario etimologico italiano (Idibem, l9S2, pagg. 359-360);, Recensione
a A. Prati: Vocabolario etimologico italiano (!Ibidem, 1952, pag. 360);
Recensione a Atlante topon,omastico della Venezia Tridentina(Ibidem,
1953, fase. 4, pagg. 331-333, 531-532); Recensioni a G.S. Martini:
331-333, 531-532); Recensioni a G.S. Mart.ini: Vocabolario
Voc.gardenese-italiano {Ibid,e.m, 1953, fase. ,4, pagg. 533-534); Beren-
gario Gerola·-Necrologio(Ib,id,em, pagg. 505-510); Chiesa, Famiglia,
Scuola (Trento, Artigianelli, pag. 62, I 953); Recensione ad Atlante
toponomastico della Venezia Tridentina (t<Studi Trentini», 1954, fase.
4, pagg. 476~490); Il punto sopra una wecchia questione storica (Ibi-
dem, 1954,, fase. 2-3, pagg. 276-282); Recens.ione a A .Zteger: Castel
Campo (IbidJem, 1954, fase. 2, 3, pagg. 329, 333); Recensione a Lioe
nello Grof: Il dialetto Trentino etc. (Ibidem, 1956, fase. 1, pagg. i 28-
130); Raccogliendo le briciole - Risposta a lettera aperta di E. Qua-
resim,a {Ibidem, 1955, fase. 4; pagg. 522-527); Le·palatali nei dialetti
del Trentino (Milano, F.lli Bocca Ed., 1955,pagg. 264), stampa della
sua tesi di laurea ,del 1939; Recensione a C. Battisti e M.L. Vecchi:
Atlante toponomastico della Venezia Tride,ntina («Studi Tre111t.»,
1956, fsc. 3, pagg. 400-405); Per una storia popolare della Regione
(L'Ad~ge, 1956 1 n. 290); Recensione a C. B,attisti ,e M.L. Vecchi:
Commento ai fogli XI dell'Atlante toponomastico (<<Studi Trentini»,
1956, p,agg. 400-404); Il prof. G.T. commemora a Caldonazzo
l'80.mo della morte di E. Prati {Ibidem, 1957, fase. l, 2, p,ag. 163);
Recensione a Wiirzer B. - Riedl F.M..• Die deutschen Sprachinseln
im Trenti'no und im Oberitalien {Ibidem, 195;8, pagg. 168-IBO); Profi·
lo linguistico della regione tridentina (Centro Studi Pedagogici
A.I.M.C., Dispensa I; Trento, Stàmpa Rapida, ]957, pagg. 92, tav.
4); Recensione a A. Zieger: La giovinezza di G. Segantini {«Studi
Trent.», 1950 fase. 1, pag. 106); Malcostume sco,/asttco (L'Adige,
19·5 9); Profilo, linguistico della Regione Tridenti.ria (Trento, Saturnia,
1·960, pa.g. 128, II Ed.); Recensione a F. Caproni: Il Sommoi/ago
(«Studi Tr,ent.» [960, fsc. 4, pagg. 397-,4 03); Angelico· Prati - Necro-
logio (Ibidem, 1961, fsc. 1, pagg. 90-94); Recensio,ne a C.B.: I nomi
locali del Catinaccio (Ibidem, pagg. 290-292); La base «tar» e il no-
me di Trento (Ibidem, 1962, fase. 2, pagg. 16,8-185); Recensione in

348
E. Winkler: Il più antico Vocabolario latino-polacco (Ibidem, 1962,
pagg. 225-226}; La Scuola e i Cattolici: Un decennio di lotta per la li-
bertà della Scuola (Trento; Artigianelli, 1'960, pagg. XJII-374); Ec.hi
delle onoranze di Ala a Padre Antonio Bresciani («Quattro Vicaria-
ti», Ala, 1963, pagg. 30-3.5) scritto sotto lo p,s.eudonimo di Simonati
Luigi: ·Il termine «artdrona» («Studi T're.ntini», 1964, fse. 2, pagg. 197-
1. 99); Rec:e.nsione a C. Battisti: I Castelli dell'Alto Adige e la loro in-
terpretazione toponomastica (Ibidem, ]964, fa:sc. 1, pagg. 107-1 09);
li proc,esso a Galileo - di'sc.ussione prematura («Vita e Pensiero)), Mi-
lano, 1964, pagg. 335-3,45); Recensione a E. Quaresima: Vocabolario
anaurico e solandr;o etc, («Studi Trentini», 1965,, pagg. 308~314); J
dialetti trentini (Università di Messina, Convegno etc., Messinaj Sam-
per, 1965, p,agg. 14); Pantelleria («Universo», Firenze, Istit. geogr.,
1965, pagg. 551-567); Il mistero dell'Jmpen·itenza n.e/Ja Divina Com-
media· - Jn·dagine nel mondo morale dantesco (Bolza:no, il CristaElo,
1965, pagg. 103-123).

(E. Quaresima: Necrolo,gio, «Studi Trentini,,., 1965, fase. 4, pag,g. 405-410, con
bibliografia; L'Adige del 19 settembre 1965; Vita Trentina, 23 settembre 1965; U.
Tornaz2011i e F. Ferrari in «Atti A ce. Ro,veret. Agiati,,. 19'66, Serie VI, VoI. V,
pagg. 119-120}.

TOMMASO FU ZANINO di Pergine. Il suo nome viene proposto


giacché ci richiama ad tun aspetto d,ell'organizzazione sociame dell'epo-
ca. Nel 1423 il T. fu Z. lasciò alla «FradagliaJJ d,ei lavoratori un letto
per <(collocarvi .un povero artista irifermo>J. La moglie poi, sua erede,
legò alla Fr.adagli.a uno stabile con ann.essa una ca,s.a seppur dirocca-
ta.. L'episodio confer.ma. addunque che anche in Valsugana, nel !Perio-
do dei Comuni, i lavoratori si univano in «Fre:daglieJ> o, come nel Ve-
neto, in ,«Fraglie1J o ,<rCorporazioni» altrove, ossia in fratellanze tra
coloro che esercitavano la :stessa attività.
Queste associazioni di minatorij mugnaij tessitori, carrettieri; fab-
bri, ecc. non solo erano fattori di progresso, ma oostitu~vano delle
forze: politiche, che in qualche modo riuscivano a temperare il potere
del castellano imperiale.

349
Certo 1è che se nei centri importanti queste organizzazioni poterono
esprimere una forza politica, non altrettanto poterono fare nei p.iccolÈ
centri ove la loro attività si espress,e quasi assolutamente nell'u nica
attività di reciproca assistenziale.

(l'. de Alessandrini: Memorie d.i Peligine, pag. 4:S).

TONELLI CAMILLO di Levicio. Nacque il 23 novembre 1784 e


morì il 22 marzo 1849. Viene ricordato per aver tradotto in versi ita-
liani deUe poesie di Gellert: Odi, sermoni, prose con cenn·i intorno al-
la vita dell'Autore (Trento, 1927, 1930).

(A n1brosi; Scritt. Art. Trent., pag. 170').

TONl:Lll CARLO, medico, di Levico. Fu il primo che abbia steso


un.o studio scritto e stampato e ch,e dette l"avvio all'attività termale
della cittadina: Delle acque mir.tera/i ,di Levico -Dissertazione Chimi-
1

co Clinica di Carlo Tonelli Patricio Tirolese (Rovereto, 1785). N,ella


prima parte dà la localiizzazione delle fonti e quindi passa all'analisi
deUe acque.
Era nato il 4 aprile 1759.

(Montebelfo: o.c.,pagg. 360-364; Ambrosf: Scritt. Art. Tre111t.. pag. 143: lde.m.-
Somm. Snor. Trent., pag. 189; Brencari: Guid.a Trent, I, pag. 304).
1

TONELLI TOMMASO, avvocato, nat0 nel 178 7 a Levico. Svolse


1

Ea sua attività di preminenza a Firenze. Ci lasciò queste opere: Sulle


prigioni e sul sistema pen'itenziario (Firenze, 1845); tradusse la Vita
di Poggio Branco/ini, scritta da. Guglielmo Sh,epherd (Firenze, 1825,
2 Voi. in 8); c;t:ello stesso Poggio ne ordinò, :annotò e ne curò la stam-

350
pa: Epistolae edites collegit et emendavit plerasque ex codd. mss.
eruit ordine chrono,/ogico di.sposuit noti.sque illustravit (Firenze~
1832),
A Firenze mori il 30 ottobre 18.S. l .

(A mbrosi: S.critt Art. Trent., pag. 226).

TONIOILLI BAIRTOL,OIMEO, maestro faleg name e intagliat,ore di


Regnana (Pinè). Lavorò con altre maestranze nena parrocchiale di
Bedollo, verso m 1784.

(A. Gorfer; Le Valli del Trent. Orient., pag. 749; Arch. Parr. di Bedollo, I Libro
de~ conti).

TRENE,R GIOVANN!I BATTISTA, nato a Fiera da famiglia oriun-


da di Rovereto, nel 18 77. A Rovereto iniziò gli studi medi e li com-
pletò a 'frento. Discepolo del geologo Suess, si iaure,ò a Vienna. As-
sunt,o poi da quella Università ebbe l'incarico di condU1rre dei rilievi
geologicj nel Trentino.
Cognato di Cesare Battisti collaborò con lui nella rivista «Trfden-
tum)> da questi fondata nel ]898.
Nel 1915, prima dell'intervento italiano alla guerra, las:ciò Vienna
ed assunse un incari,co presso l'Istituto geologìco dell'Università di
Padova.
Arruol.atosi come volontario venne assunto come interprete presso
il Comando Supremo. Nel novemb,re del 1918 fu tra la. Commissione
che sti:lizzò le condizione del!'Armistizio di Villa Giusti (V. Decorati).
Tornò a Trento dopo la guerra e fu tra i dirigenti del Museo di
Scienze naturali del quale divenne direttore. collaboratore di «Natura
Alpina" e di «Studi Trentini di scienz,e naturali,1.
Fu. tra i promotori della co,5truzion.e ,dei monumenti a padre Euse-
bio Chini ed .al suo cornpatriotta Luigi Negrelli.
Morì a Trento il 5 maggio 1954.

351
Ecco qualcosa tra le sue pubblicazione: Industrie vecchie e nuove
(Annuario (<Studi Trent.», 1899, A.V., pagg. 143-195); Le antiche mi-
niere di Trento storia e geologia (Annuario Soc. Alp. Trent., Voi.
XX, pagg. 27-·89); Notizie sul progetto del Card. Madruzzo di erige-
re in Trento ,un ginnasio ed uno «studio generale et pleno), («Triden-
tum», 1900, fase. X, pagg. 425-44 l); Notizie sulle antiche miniere di
Trento - nuovi documenti (Ibidem, [901, fase. IX, pa.gg. aà-393) ; Per
una ricerca d'arte antica a Trento - Appello ai cittadini (Ibidlem,
1902, fase. II I, pagg. 123-125); La geologia dei gruppi del Lagorai e
Cima D'Asta conferenza pr,esso 1st. G'eolog. di Vienna (Ibid!em,
e

1902, fase.. II, pag. 94); Lafesta di San Vigilia a Trento nel cinquen-
cento (Ibidem, pag. 95); Di ,alcuni laghi scomparsi nel Trentino - No-
te per servire alla limnologia trentina (Ibidem, fase. IV, pagg. 217-
222)~ Notizie per la storia dell'arte nel Trentino (Ibirdem, fasc. IX,,
pagg. 408-426 e fase. X, pagg. 45&-464); Un professore tr:entino di
teologia a Jnnsbruck - P. Flaviano Ricci di Cembra (Ilbidem. fase.
VI, pag. 276); Di un'antica miniera rCli Villazzanno (Ibidem, fase. I,
pag. 39); Una città del Trentino (Ibidem, fase. VI, pag. 282); I confini
linguistici in Val d'Adige (Ibidem, fase. III, pag. 125); Un artista che
ama dirsi trentino alla dieta di Jn,nsbru.ck - Gino Fogolari (Atti «Ac-
cademia Agiati, Rovereto», Serie III, Vol. IX, 1903); Le marmite dei
Giganti di Nago («Vita Trentina», fase. IV, 1903, p,agg. 67-68); 11
Rondone (Ibidem, fase. IV, IP,ag. 61-66); Come si illustrafoto·grafica-
men!e (A'tti «Acç. Agiati, Rovereto>->, Serie III1 Vol. VIII, fase. I, pag..
16-17 e ((Trid.entuma», 1904, fase. IV, pag. 187); Escursioni geologi-
che nel Trentino (((Tr.identum1>, l 903t fase., rr, pag, 83); Sul servizio
idrografico nel Trentino (Ibidem, 1903, fase. IV, pag. 183); Le oscil-
/la.zioni secolari del ci/ma nei Trentino (Ibidem, 1904, fase .. V, pagg.
208-223 e Annuario Soc. Alp. T ridentini, XX[II, 1904 pag., 78); /
terremoti nel Trentino - notizie storiche dal sec. III al s,ec. XVIII
(((Trident11.1m)), 1903, fase. 1, pagg. 6-12); L'abate' Giacom·o Bresadola
- gloria italiana («Trentino», A. Ili, fase. II, 1927, pagg., 25,-,33); Don
Luigi Baro/di (Boli. ;Soc. Scienze Naturali Trent. , Alto Adige, A. IV,
fase. I, 1953, pagg. 5~6); Cesare Battisti geografo («Natura Al[Pina»,
A. V. fasc. I, pagg, 2-8).

(M. Ferrari O.B.T. - Necrologio in «Natura Alpina», maggio 1924; G..B. Em·ert:
G.B.T. in «Stl\ldi Trentini Scienze N:atur-", 1954, fasç. 2, 3, [Pàgg. 324-326; M. Fer-
rari: Nel primo centenmario deUa nascita di G.B. Trener, «Strenna Trentina», 1977,-
pagg. 77-79, con fotografia; L. f. in Attti «·Ace. Roveret. Agiati>1, 1954, Serie V,
Vol. III, pa,gg. XXXI . XXXII).

352
TROGHER GIUSEPPE, medico; figlio dmLeopoldo., di Ronc·egno.
Collaborò co.n iL padre nella stie.sura d,el libretto· Acque di Sella, Pràe
e Zaberle (Trento, l 788).

(Am·brosi: Scritt. Art. Tr,ent., p:ag. 142).

TROGHER LEOPOLDO di Ronc~gno. Visse tra il 1720 e il 179·2.


Passò la maggior parte della vita come medico condotto in Borgo.
L:asciò in manos_critto la descrizione della Febbre con:tagiosa del 1752
e 1753, osservata epidemica in Roncegno e l'altra descrizione Febbre
verminosa, maligna ,e contagiosa, che irifestò nella prfmavera del
175'6 Castelnuovo, TeJve e Olle, luoghi della Vafsugana nel Tirolo.
Le du.e descrizioni furono stampate neU'opera Saggi di Medicina pra~
tica del dottor Pietro Paolo dall' Arme di Trento, pubb1icaita postuma
a cur:a del dottor G~ambattista Borsieri di Civezzano.
Insieme al figlio Giuseppe pubblicò le Acque di Sella, Paàe e Za-
berle (Trento, l 788).

(A morosi: Scritt. Art. Trentini, pag. L4!2; Idem: Somm. Storia Trent., pag. 189;
Morrtehello: o .e., pagg. 31 O, 3 mi ).

TROTTER DON BARTOLOMEO di Fiera, nato neE1748. Il padre,


Celso, fu notaro in Primiero per una cinquantina d'ann.i, nel 1744
«piirgermaster in Fiera)>, Morì nello stesso giorno in cui le morì la
mogEie, iE 2 maggio 1786, 1asciando 12 figli, tra i quali appunto lBar-
tolomeo. Questi fu ordinato sacerdote nel 1771. Fu maestro dei prin-
cipi di Colalto e pos.cia fu segretario del principe di Metternich. Tra-
scorse Ja sua vita in parte a Graz ed in parte a Vienna. Quivi morì
nel 1819.

(«Voci di Prim'ieno», 1959, n. 8).

353
TU1RRA IPROF. DON ALBINO, musicista, n.acque a Tonadico il
19 dicembre 19 26. Fin da bambino dimostrò la su.a propensione ver-
1

so la musica. li parr,oco di allora, il cordiale don Guido Polo, intuì le


capacità del giovinetto e gU fornì i primi rudimenti musicali, tanto che
non ancora un,dic,e.nne fu in :grado di accompagnare all'organo il coro
parrocchiale) che sotto appU!nto la guida del parroco, a.veva raggiun~
to un certo, livello di esecuzion.e.
Seguì i corsi gi!llnasiali e di teologia presso il Seminario di Trento e
nel 1951 fu ordinato sacerdote. Contemporaneamente, sotto la guida
del maestro Mezzena, si diplomò in pianoforte. Proseguì gli studi mu-
sicali dipl,om.ando,s.i in org.ano con il maestro T.agliavini, nel Conser-
vatorio di Bolzano.
Fu insegnant,e collaboratore di Mons. Eccher nella scuola di Musi-
ca Sacra, quindi insegnante d'organo e composizione presso il Liceo
Musicale «GianferrariJ> in Trento.
Si co,nquistò grande .merito nella difesa e neEripristino degli organj
antichi d,ella regi,one,. che andavano v.ieppiù deteriorandosi nel disinte-
resse generale. Progettò organi nuovi come quello della Chiesa Maria
Ass unta di Merano, esprimendo le conoscenze acquisite nello studio
degli organi antichi. Abile e coscienzioso concertista, s,apeva trarre
dai vecchi org.ani dei timbri e m,odulazioni insperati. Primo in Italia
concertò una combinazione music,ale oorn organo e: cembalo.
Dm carattere un po' chiuso, come in genere quasi tutti i primierotti,
si apriva con gli allievi dei quali diveniva amico ed ai quali, come ai
pocihi amici, donava la sua spontanea affabilità.
Durante una su.a v'isiita ai genitori in Tonadico fu colto da improv-
vis,o malore. Ricoverato a Feltre vi morì il 2 marzo 1970. Non aveva
che 43 anni ed il programma della sua proficua attività !io si può dire
stroncata malauguratamente: solo artisti come lui posson,o esprimere
una «musica sacra,> ,c.he sia veramente preghiera di elevazione a Dio.

(d.A. Caroua: necrologio in Vita Trentina del 5 marzo 1970; Voci di Primiero;
1970, n. 3; L . Tis,ot: In morte di d..A.T. - versi ~ in Voci di Primier,o, E970, n. 4;
Voci dì Prill1ier<J, 19?0, n. 6; Strenna Trentina: L'<>rsan<> c;li d..t\..T., 1965, pagg.
54-55; A. Zanetel: ricord~ personalli).

354

UDISCALCO vel ODESCALCO da Fornace (?). Fu vescovo di


Trento da!J;855 a11;864. Con suo atto investi un s.uo com.paesano,
R ein·aldo da Fornace. della riscossione delle decime e dell'ammini-
strazione dei beni ecclesiastici in quel di Caldaro> con l'obbligo di «di-
fendere la Chiesa dai barbari,,.
Per certi diritti amministrativi su tali beni nacque una v,erten:z,a tra
la chiesa di T·rento, e quella di Frising:a, p,e:r la soluzion,e della quale
furo mo scomodati l'imperatore Lodovico il Germ.ani.co e Leopoldo Il,
re d;]taJia..

(Ambrosi: So·mm. Stor. Trent., pag. 23 ; A. Zieger: ,S tori a del Trentino e ,dell' Allto
Adige, pag. 38; .A. Costa: l Vescovj di Trento, pag.. 49; A. Gorfer; Le Valli del
Trenl. Orient., pag. 4 70).

355
V

VALDAGNI GIANNANT 0NI0 1 benefattore, di Pergine. Fu dele-


1

gato della Curia nella soluzione di importanti uffici e fu Protonotario


ApostoIico.
Alla sua morte ( l 793) lasciò tutta la sua so:stanza a favore degli
artigiani infermi e commise ili lascito di distribui r,e annualmente sei
coperte di lana a famiglie povere della borgata.

(P. de Alessandrini: Memor:ie' di !Pe·rgine, pag. 194).

VALD AGNI GIOVAN BATTISTA, di Pergine. Nato nel 1712, da


1

famiglia religiosissima, nel 173,4 veniva colpit,o da t1na djsgrazia fami-


liaFe che lo sconvolse profondamente. fil seltte febbraio infatti ,di quel-
l'am.1110, gli nascev.a il figlioletto. ma, cinqu.e giorni dopo., le moriva la
giovane sposa Regina Salvadori. Sorretto nei dolore da un suo zio ge-
suita, decise di abbracciare lo stato sacerdotale ed ebbe la gioia di ve-
dersi seguito suUa stessa strada dal figUo!o.
A lui vengon attribuite queUe mistiche preghi.ere·, che venivano reci-
tate sino a qualche tempo a.ddietro durante le Quaranta Ore, date alle
stampe la prima volta nel 1760,
L'autore morì in Pergine il 24 marzo 1793, lasciando tutto il suo
patrimonio alle ,opere di carità della borgata.

(D.S .. Fontana Sili «Strenna Trentina», J953. pag, 37).

356
VALDAGNI STf:FANO, benefattore, di Pergine. Con testamento
del li 0r lasciò due te.rzi della sua considerevole sostanza al Sa.nto
1

Monte di pietà, g~à fondato da Andrea Bizzer nel 1611, ed il rima-


nente terzo all'Ospedale di S,anto Spirito.

(P. de Alessandrini: Memorie di Pergine, IJ)ag. 194).

VALLESI N I (VELLESI N I aut VALASSI NI), pittore e ar,chitetto,


nato a Jmer nel 17]0 d.a GUBERT RODOLFO. Fu chiamato dalla
Zarina Caterina II ( 1762- 1796) i.n Russia e raggiunse il grado di co-
lonnello.
A lui viene attribuit,o un affresco esistente a Imer, su una parete
delta casa che anticamente veniva denominata «Castèl dei Gubetti), o
dei «Valassin·),, L'affresco che porta la data ,d!el [ 749 riproduce in al-
to L,ei Presentazione di Maria al tempi(), e nella parte inferiore i San-
ti Si.mone, Giovan Battista, Appollonia,. Bartolome.o e Antonio da Pa-
dova.

(Weber: o.e., pag, 304; Gerofa: Art Til'ent. Ester., pag. 32; Idem: Un elen,c,o di
Art. Trent. etc., su Studi Trentini~ 19301 fase, 2; .Brentari; GU1ida Trent., II, pag.
219; D.P. Sinion in Primiero di Ieri e di Oggm, pag. 291; N .F. :su Voci di Primiero,
1965, :n. I.O; Ibidem: 19·66, n. 6; C. JJ.att1'sti; Gllida di Primiero, pag, 18; E. Bene-
zt't: Dictionnaire etc., pag. 505; A. Go,fer: Le Valli del 'frent. 0rient., :pag. I 007; F.
1

Nico!ao,: Im èr, pagg. 68-122).

VENDRAMO da Piubago. Nel 1368 una com.missione di rappre-


sentanti ,di Primiero e dell'Agordino raggiunse u.n'intes.a circ.a la defi-
nizione dei confmi tra le due zone, risolven.do cosi una vertenza che
durava da decenni. Tra i firmatari del testo degli accordi, steso dal
<r.notaro Simone da Transo.equa)>, appare appunto il nome di Ven,d ra~
mo da Piubago,
PiU1bago o Plubag.o era un gruppetto di case, sito tra Siror e Tona-
dico, completamente sotterrato da una grossa frana staccatasi dal
monte sovrastante, le dimensioni della quale si possono tuttoggi !Più O·

357
meno determinare, osservando i'a.vvallame·nto disegnato sul monte
stesso. $.j disse che la frana fosse stata prodotta da un terremoto sus-
seguito ad .un'aUuvion,e tra :gli anni 1114 o 111 i. Tuttavia nel 13,68
troviamo un irappreserntante di questo piccolo centro abitato. Chi ~ra
dunque questo Vendlramo? Forse un abitante di q111alche omonima lo-
calità dell'Agordino? Un discendente d~una famiglia che vide la sua
casa distrutta con P1ub·ago? O che altro?

(« Voci di Primiero», 1942, n. 6 ; M. Mirabella Rober1i in Guida della Valli di


Primiero, p.a.g. 99 ~ A. Gorfer: Le VaUi del Tlient. Orient., pag. 1026}.

VETTORAZZII GEDEONE ,di Levico. NeJ 181.5, quasi cland.estioa~


mente, venne perfezionato il progetto, per la costituzione del!la Confe-
derazione germa.nica .cui ad!erì l'Austria con tutti i suoi territori, com-
presi quegli italiani fra cui il «Tirolo mtridion ale». Non è che i Trenti-
1

ni iossero consenzienti, tuttaltro! Tuttavia lai Confederazione non det-


te segni di preoccupante attività sino al 1848. Fu con i fatti di quea
st'anno cruciale che la Confederazione riprese la sua attività. Fu in-
detta in quest'anno appunto un'assemblea costituente a Fran,cofort,e.
Dal.le e~ez~oni a doppio grado, che ebbero luogo il 30 aprile ed il 7
maggio, sortirono eletti per il ,collegio di Levico il Vettora.zzi e, come
sostituto, Emilio A vancini.
I deputati trentini si presentarono con un programma massimo che
consisteva nella richiesta del~a separazione dalla Confederazio,ne e
con l'unione del Trentino al Lombardo Veneto, e con un programma
minimo che era quello di ottenere, almen,o, un'ampia autonomja del
Trentino.
li Vettorazzi, consenziente in pieno a questa politica, era guidato
non solo da sentimenti etnici, ma anche da considerazioni economi-
che basate dai danni deri·vanti all'economia trentina dai dazi doganali
istituiti sull.a frontiera meridio!Il:ale del Tre.ntino, che creavano una
barriera economica con la Lombardia e il Veneto. Una sua lettera su
qu,esto argomento venne pubblicata sulla,cStireMa dell'Alto Adige,>
del 1905.

(L. Marchetti: li Trentino nel Risorgimento1 1913. [l)a_gg, 18:4 e ss; Strenna «AJto
Adige•, 1905).

358
VISINTA~NER AMABILE di Vigolo Vattaro. Nata il 16 dic,embre
1865, all',età d.i dieci anni emigrò con la famiglia in Brasile.. Con il no-
me di Madre Paolina fondò la. Congregazione delle Piccole Suore del-
l'Immacolata Conc,ezioné. La fondazione religiosa, che s,i occ'upa del-
l'educazione della gioventù e dell'assistenza, gestisce asili d'infanzia,
scuole, ·pensionati per 3:nziani, ospedali. Aprì opere missionarie
presso gli lndios. L;istituzion,e annovera un centinaio di case ,e racco-
glie un migliaio di suore.
Madre Paolina partecipò alla creazione, nello stato di Santa Cate-
rina, del. villaggio di Vigolo .
Mori a San Paolo il 9 luglio 1942. Nel 1964 venne iniziato il pro-
cesso diocesanto con lo scopo di condurre Madre Paolina all'onore
degli Altari.

(E. Tamanini; Vigolo Vattaro e la sua Storia, p;ag. 112}.

359
w

WIE BER GIAMBATTl:STA di Zivignago. Studioso di storia locale


scrisse un Saggio sull'origine dei popoli Trentini e sui loro costumi
avanti l'Era Volgare (Trento, 1861, in 8()). Fu parroco ad Albiano.

(Ambrosi: So.mm. Stt>ria Trent., pagg. 19J e 29'9; Idem: .Scrltt. Ari. Trent., pag.
224).

WEISS ADOLFO: Vedi dlopo di Weiss. Isidoro.

WEISS DAVIDE, pittore ed incisore, nato a Strigno il 15 gennaio


1775 da Giovan Battista e da Caterina Lenzi. Non vi sono notizie
,circa la sua fanciullez.z.a, ma la sua propensione all'arte fu presto sco-
perta dal concittadmo Asc.anio Castelro,t to, Agente alla Conte di
Vienna, che lo volle con sé nella capitale ove il Weiss, verso il 1970
poté iniziare i corsi nella fiorente c,A ccademia Teresiana,J e seguire le
lezioni di Quirino Mark; di Fuger e Mauser.
Dedicatosi «all'arte minoreJ> ebbe <rtali e tante commission'i da do-
verlo considerare uno dei più perfetti incisori del suo tempo».
Dopo di aver lavorato per qualche anno ad Augusta, poté reali:zaa-
re il s11.10, sogno: quello di trascorrere qualche period,o in. Rom.a, per
avv1ç1narsi ai capolavori di quella. città.

360
Ritornò quindi a Vienna ove visse sino allla morte avvenuta nel
1846 . Il Suster divide [a sua opera di i.ncisore in: Ritratti di imperato-
ri e imperatrici quali Francesco I e Francesco II, Maria Luisa d'Este,
Maria Luisa di Francia, arciduca F,erdinando d'Au:stria, Carlo d' Au-

stria, Giusep.pe Antonio Palatino, Elisabetta d'Austria, principessa di
,Savoia Carignaao; Ritratti di gen.era/i quali Melas, Suwarov, Nelson,
WeJlinton; Ritratti di Artisti quali Korn, Welser, Seegner; letterati
c,ome Coler, Wetter, Collin..
Trattò anche con le sue incisioni soggetti vari di propria creazione
o tolti da artisti celebri (Raffaello, Caracci, o ,otci, ed altri} o da. artisti
minori (Kaufman~ Fedrn, Morlad, Tofanelli...).
Nel lavoro usò diverse tecniche tra cui quella così detta «a grani-
toi), che gli concesse di raggiungere, specie nel ritratto femminile, una
inusitata d,elicatezza ,di riproduzione. Ne è esempio, il R itratto,. [Pieno
vivace arguzia e di fm.issimi lineamenti, della contessa polacca Ko-
morwka.
Si dedicò anclhe alla pittura, ma con meno impegno.
Egli pose la sua arte a servizio dei maggiorenti di Vienna, di Var-
savia e di altre città polacche e tedesche,. ma ~oprattutto a serv~zio
derne sue preclar,e intuizioni artistiche.

( Weber: o.c.,pag. 31 l ; Wù"rzbach: Biogr. Lex. etc. Voi. LIV, pag. 93; G. Sust.er:
Di un i:ncis-0re Trent. etc. «Studi Trentini», 1925, fase. I, pagg.. I- 12, I tav ., ritrattÉ
3; Gerola: Art.. Trent. Est.,pag.33; Idem: Un elenco art. trent. etc. tiStudi Trenl1>.•
-19 30, f:asc. 2; Chinone, manuale cultura etc., Trento, Multilati inval. 1936, pag.
322; Brentari: Guida l'rent. I. pag. 359; «Trentino», nov,embre 1933, pag. 451, con
foto; C. Migazzi su lfStrenna TrentiinaJl 1933, pag. 103: Proner: Medagl. T rent.,
pag. 262; A. Zanetel; Uno di Strigno trattò etc. su L'Adige d.el 7 dicembre 1954;
G. de Carlt su ,<Trentino», agosto 1930, pagg. 293 -294; G. Po{o su «Voci Arniche».
Borgo, Gennaio 1967; M. Larcher su «Str,enna Tre!lltina», 197.5, pag. 23 ; E. Bene-
zit: Dictionnaire etc., 1966, pag. 701).

WEISS ISID0 RO PIETRO, inc:isore, di Strigno. Tutti gli storici


1

che ricordano i due Weiss, D avide ed Isidoro, li f~nno passare per


1

fratelli. Mai qlllesta che non poté che essere una congetura. viene
smentita dagli atti di nascita esistenti pr,esso l'archivio parrocchiale di
Strigno che danno !;Isidoro nato il 4 aprile 1774 d.ai Felice e Mari.a
Purin.

361
Il valore di Isidoro viene comunemente messo in se;condo ordine
nei confronti dei tavori di Davide e certo c,on ragione, tuttavia anch'e-
gli non mancò di notevoli commissioni che ne avvalorano l'arte. Inci-
se, infatti m n·rratti di Federico il Grande, di Fede,rico Guglielmo Il e
Federico Gugife,[mo III di Prussia, della regina Maria Luisa, per no-
min:a.rne alcuni.
Anche della sua vita co.me di quella di David.e, si conosce p,oco: si
s.a tU!ttavia che 1av,orò in Austri~ in Germania e che nel 1808 si tro-
vava ,a Vilna, in Lituania, ove pare abbia inciso i ritratti del genera.le
Bennigsen e di H. Strojnowki.

(Bibliog., come sopra).

WEISS ADOLFO,, pittore, nato a Vienna nel 1823. Era figlio del-
l'inici:so,re: Davide di Strigno. A tredici anni entrò in Accademia. Di
lui si sa solo che prese parte con un ritratto all'Esposizione del 1846-.

(Bibliog. come sopra).

WEIS,S GIOVANNI, medico, nato a Condino il 21 febbraio 1844


• da famiglia oriunda di S'trigno. Prese parte con. i garibaldini alla guer-
ra del 1866. Compiuti gli studi ginna:siali e liceali a Trento, si addo-
torò a Padova nel 1869. Fu poi assistente p:resso questa Unìversità
neUa cattedra di Storia Naturale prima e di Anatomia patologica poi.
A spese del Governo fu poi inviato a Berlino per aggior.namenti
nelle scienze patoliche. Fu pure a. Vienna.
Fu poi incaricato all'insegnamento di patologia ed anait,omia presso
l'Università di Ferrara Nel 1881 ebbe la titolarità per la stessa catte-
dra a Messina. ..
I suoi scritti: Uber die Bildung un.d die Bedeutung der Reinsen-
zllen (Berlino, Arch,. Virschow, 1:876); Beitrage .z ur Lehere von ,der
P:ankeasver:danung (Ibidem, 1876); Ricerche anatomiche intorno, al
cervelletto di colombi sani e'd operati nei canali semicircolari (Ferra-

362
ra, 1877); Dei progressi dell'anatomia patologica e def suoi rapporti
colla patologia generale-Pr.elezio.ne (Ibidem, 1877); Contribuzlone al-
lo studio dell'anemia (Ibidem, 1878); Di un nuovo reagente alla sostan-
za amiloide· (Torino, Arch. di Rizzonero, 1879); Delle acque ferro ar-
senicali e della stazione idroterapica di Ronceg1to (Borgo, 1879);
Carcinoma primitivo della faringe (Padova, «Gazzetta medica,,,
1880); Un caso df sclerosi late.raie amiotrofica (T,orino, «Arch. Sci,en,
ze Mediche,>, 1880). Con:siderazioni degli studenli intorno alla Q'ue-
stione universitaria (Ferrara, 1880); Dei p.iù recenti studi intorno alla
LubercoJosi (Milano, «Univers. Medica», 1881); Mixofibroma multiplo
con endoartrite obliterante (Ibidem, 188 1); Dei progressi del metodo
della patologia genera/e-Prelezione (Messina, 1882); La valle di Sel-
la, stazione climatica e idroterapica per bambini (Padova, «Gazzetta
medica», 1882); Di Marcello Malp.ighi e delle sue opere-Dlscorso
(Messina, 1883).

(A mbrosi: Scritt. Art. T·rent., pag. 478: Brentari: Guida Trent, I, tpag. 362; Ga-
rolo: Dizionario biografiço).

WEISS PIETRO di Strigno. Giuseppe Maria Gentili, nel 1810 sin-


daco di Pergine av,eva in programma di far aprire in Valsugana delle
fabbriche ru ceramica per «.instoviglie, porcellaneJJ che potessero com-
petere con le terraglie in.gJesi, essendo I.a Valsu.gana ricca «di terre co-
lorite per pittori)). Per erigere la fabbrica occorreva però incrementare,
Jo scavo del carbone. Si portò quindi nella «Valsugana inferiore allo
scopo di destare dell'entusiasmo convinto non mancare in quella par-
te della nostra valle degli uomini intraprende.nti, illumir:tati ,e zelanti
al pubblico bene ed il sig. Pie.tro Weiss, uomo già vantaggiosamente
c·onosciuto per varie utilissime intraprese nel suo Strigno ed in Scu-
relle, dare a noi suoi' compatrlotti il nobile esempio d'impiegare il suo
tempo nel procurare al nostro Paese, collo scavo dell'enunciato car-
bone, una risorsa tanto necessaria ...)).
Per questa lusinghiera lode ho ritenuto che il Weiss meriti d'essere
menzionato in questa raccolta di nomi.

(A. de· A.lessandrini; Memoria di Pergjne, pag. 158: Arch. Pergine: Libro dei Sin-
daci, anno 1810}.

363
z

ZAGONEL BORTOLO , guida alpina, nacque a Tonadico nel 1868.


Ottenne la patente di guidla nel 1,888, quand'era appena venten,ne, e
se la meritò con indjviduali azioni di soccorso alpEno.
Fu allievo del Bettega ,c,on il qua.le con.dijvi:se molte ascensioni. La
sua carriera si aprì con delle storiche scalate: nel 189.2. la parete Sud-
Ovest della Rosatta (m. 2742) con A. Crescini e A. Tavernaro; nel
189J là Cima Pradidali (2700) con le sign.ne Imminck e Inner,k.ofler
e Él d.o tt. Kent (Oes. A.Z., E893), la Torre bassa del Vaio/et (m.
2807)' con Welly Rickn,ers e A. Tav,ernaro,; nel 1889 la Cima di Val
di Ro,da (m . 2700) con Oscar R. Neumainn di Monaco e Paul Neu-
mann di Berlino (v. Ers,chliessumg,, 423);, nel I 898 la Cresla Nord-
Ovest della Pala di San Martin,o (m. 2987) con Oscar Scht11ster e A.
Tavérrilàro; nel 1901 la parete Sud della Marmo,lada con Bettaga e
1

B,eatrice Tho,masson.
Fu dunque con il Bettega, Antonio Tavernaro e Giuseppe Ze,c-chi-
ni, tutti di Primiero, tra i pionieri del glorioso alpinismo locale.
Lo Zagonel mori il 28 marzo 19:51 , a San Martino di Castrozza,
ove aveva pr,e.so ad abitare, dopo di aver compiuto un numero incail-
colabile di scalate.

(G. Meneguz s u «Voci di PrEmiero», 1969, r11. 10; G. Franceschini su «Oggi» del 7
dicembre 1950 e su Primiero, di Ieri e di Oggi, pagg. 156-160; G. Rey: Alpinismo
acrobatico; Bren'tari: Guiclia Trent. Pante LI ; Conighi - Vischi - Callin su L'Adige,
22 giugno, 13 e lS luglio 1972),

364
ZANEI GIOVANNI, scrittore, n.aito a Canzolino il 30 gennaio 1

1843. Compiuti gli studi ginnasiali a Trento, frequentò l'Università a


Vienna e poi a Padova ove si laureò in lettere.
L'Ambrosi scrisse che «dal padre imparò ad essere un galantuomo
e dall'Avvocato Angelo Ducati, presso il quale abitò per due anni co-
me insegnante dei suoi.figli, imparò ad essere italianOJ>.
Infatti anch'egli fu uno degli studenti trentini che preferirono ab-
ibando,nare l'Università viennese per seguire a Padova il richiamo del-
la cultura italiiana.
Fu ins,e.gnante di latino e greco nei lièei: ad Aquila, a Benevento, a
San Remo.
Nel 1884 fu chiiamato a reggere la presid,e nza dei liceo di Messi-
na, poi di Reggio Calabria ove nel contem.po dirigeva il Convitto
Nazio:nal,e. Passò poi a Cosenza e ,da qui fu mandato a Cividale per
:aprire un Convitto Nazionale.
Esperto quindi anche di questioni organizzative ed arnministrartive
nel campo della :scuola, fu inviato ad Aosta con l'incarico di dirigere
simu~taneamente il Ginnasio Liceo, la Scuola tenica ed il Convitto
Nazionale.
Nei suoi scritti trattò argomento di letteratura, di filosofia, di ar-
cheologia e scrisse anche pezzi di colore:: Giam,batista Vico fondatore
della scuola storico-filologica (Benevento, 1972); Armonia cosmica
del s.istema di Pitagora (San Remo, 1872); Due odi greche (R.eggio
Calabria, 1883); Bernar,dino Telesio precurso.re di Cario Darwin
(Cosenza, 1889-1891); Ai Crati-O'de greca (Udine, 1890); Alla pipa-
Ode greca (Cividale, 1892); Inaugurandosi in Mollano Uffugo la la-
pide alla memoria di Achille Sacchini (C,osenza, 1891}; Pietro Abe-
lardo nella leggen.da trentina (Cividale, 1893), dissertazione premiata
dall, Accademia dei Lincei; Il Canopo nella villa Ae1ia Madriana TI-
burtin'a in relazione al culto delle divinità alessandrine nel mondo
greco-romano (Atti «Ace. Agiati, Rovereto», 1903, Voi. IX); De He-
ronda Mimorum scriptore super in lu·cem restituto (Torino, 1894); Al
velocipide - Saffica greca (Torino, 189 5); Per il terremo,to nelle Cala-
1

brie (settembre, 1905) - Versi in latino (Rovereto, Tip. Grandi,


1905).; Sette epigrqfi latine in on:ore di Antonio Rosmlni (Ibidem, Tip.
Grigoletti,, 1897).

(Ambrosi: Scriitt. Art. Trent, pag. 346; irRaccoglitore», Rovereto,, 4 novembre


I &93).

365
ZANETELLI DOTT. DON AUGUSTO, teologo. Nacque a Trento
il 24 ottobre 1858, da famiglia oriunda da Siror. Il nonn,o infatti Gio-
van Battista Zanetelli (ramo Pochi) di Siror, quivi nato nel 1785, si
-
trasferì a Trento ove apri un n.egozio di chincaglierie ed og,getti d'an-
tiquariato. Fu lui che donò alla chiesa di Siror una Deposizione, di
fattura secentistica e che fu dipinta per la famiglia imperiale di Leo-
poldo I.
La famiglia Zanetelli proviene senza d.ubbio da Feltre ove l'omoni-
ma casata possedeva il castello di Mugnai. Un Tomaso Didimo Za-
nettelli er~ insegnante di gr,ammatica a Feltre nel 1500 e: passò tra gli
illustri d:i qu,ella città non tanto per E'amicizia che l,o legava alfallora
Patriarca di A.quiJeia, Ermolao B.a.rbaro, quanto per la fama di ottimo
latinmsta e grecista e poeta. Un Giovanni Zanettetli, come si è già vi-
1

sto, era vicario della Curia dli Feltre durante l'epoca. dei processi agli
eretici.
Alla stessa famiglia feltrina ap,parteneva un CRIST,Q FORO ZA-
NETELLO, medico chirurgo in Fiera verso la metà del 1600. Nel
1660 infatti, come ,contropartita alle su,e prestazioni, acquistava un
terreno tra Doltra e Val Melai, in quel di Mezzano; nel 1664 c,ompe-
rava uno stabile in Trainsacqua. Non era più in vita nel 1668 agendo
in qu,est'anno come suo curatore testam,entario il dottor Giorgio Al-
thamer.
Nella prima metà d.el 1500 appare in Siror un Antoni,o Nico]ò Za-
nettelli e fu il capostipite del ramo primierotto. Oggidì il cognome si è
an,dato via via semplificandosi in Zan,etel, confondendosi probabil-
mente co,n altre schiatte.
Sempre da questa famiglia un troncone si ,dipartì da S,iror e si tra-
piantò in Germania. Un Jhoan Zanettel fu un pioniere deU'aviazione
german.ica. Abbattuto l'apparecchio, sul cielo delle P·aludi del lPripet,
riuscii a salvarsÈ. Fatto prigioniero, evase. Durante l'ultima guerra fu
comandante di un campo scuola della (<Luftwaffe>>col grado di c:olon-
nello.
A Siror la famiglia diede 21 marzoli e 14 massairi. D.a questa tami-
giia uscì la prima donna che nella valle si sia laureata in fisica ed una
prima laureatasi in giurispurdenza. Di quest'ultima è uscito recemte-
mente un manuale di conversazione Italo-araba; u.nico oggi in Italia.
Ma la :figura più eminente fu certo Don Augusto. Compiuti gEi
studi presso il Seminario di Trento, fu ordinato sacerdote a Roma,
ove era studente presso la Gregoriana., il 28 ottobre 1883. Nel 11884
si ebbe la laureai in teologia. Già presso !"Università ebbe ai farsi nota-

366


re ta111t,o da divenire il c,onfidente d!el professore di morale il quale affi-
dava a lui lai lettura ,dei suoi manoscritti riservati.
Laureato, fu mandato in çura d'anime come coopera1tore a Pieve
Tesino e poscia presso la parrocchia di San Pietro a Trento,.
Nell'ottobre del 1887 fu incaricato dell'insegnamento presso, il Coi-
legio, Vescovile e quindi, com.e insegnante di teologia morale, presso il
Seminario della città, n,onché di propedeutica.
Pub,blicava i suoi studi teologici sul «San Vigilio, pe.riodico teologi-
co prt1,tico11, ma li firmava con la s:em.plice lettera «N)>,
Lasciò anche qualche· manoscritto di composizione musicale.
Morì :a Trento il 20 marz,o 1912 e legò tutta la. sua sostanza al Se;
1

'
m1nar10.'

«Uomo franco; leale, amico e propugnato,re del wero, rigido custode


e vittima del dovere. maestro intellige·nte; chiaro, irifaticabilej giudice
perspicace del bello nelle arti e nelle lettere, sacerdote intemerato ...)1,
così Io ricordano i suoi ex alunni.

(V. Zanoiini in <«San Yigilio», A. III, n. 2 - NecroEogio; Fabio Straudl su l'«:Eoo


del Seminario». marzo 1959, pagg. 56, 57; «Voci di Primiero.», 1958, n. 12; A .. Pe-
lin: Stori.a di Feltre, pa.gg. 114!, 132: DQn St,efano Fontana: Albero genalogiço delaa
Fam. Zanete!, ms; Idem; Notizie Ec.clesiastiche di Siror, pagg. :34, 61; Idem in
«StU1di Trentini>,, l 939, fase. 3, pag. 205).

ZANGHELLINI ABATE ANTONIO, di Fiera. Era figlio del dottor


Pietro Zang·hellini di Strigno, che esercitav,a la condotta medica in
Primiero. Questi ebbe vita breve:: morì infatti, coEt,o da improvviso
malore, in piazza a Fiera, all'età di 36 annit lasciando vedova la tren-
totenne Anna Negrelli, sorella dell'ing,. Luigi, ed orfano il figlio Anto-
nio di 8 anni, con le sorelline.
Trasferitasi la vedova in Feltre, dette la possibilità al figlio di dedi-
carsi agli studi, cosa che ad Antonio riuscì facile, data la vivacità del
suo ingegno e l'acutezza d'intuizione. Dedica1tosi ,egli alla carriera ec-
ctiesiastica, fu ordinato s,acerdote in Padova nel 1841 e celebrò la sua
prima messa n.eUa chiesa ,degli Angeli in Feltre.
Ancor giovane fu ,chiamat,o ad insegnare nel Ginnasio vescovile
dell a cittadina, scuola frequentata allora da.i più brillanti in.gegni del
Feltrino, del Bellunese, del Primierotto e della Valsu,gana.

367
Giovane sacerdote1 si infiammò d'amor patrio e volle prendere par~
te ,atti va alle lotte per l'11.1nità d'Italia. Nel 1848 costituì a F eltre~ con
un celebrt. «proclama), da lui stesso composto, la Guardia ci'vic,a.
Guidò egli in persona, col grado di capitano, un centinaio di comb,at-
tent:i volontari. Via Bassano e Vicenza raggiunse, sotto il comando
del ge:nerale Sanfermo, le alture tra Montebello e Sorio,, con il c,ompi-
to di presidiarle. L'8 ap,rile si ebbe u.no scronrtro con gli Austriaci che
non poteva essere favorevole. Tuttavia il ,generale Sanfermo, nel suo
rapporto cita la «fermezza ,del degno comandante prof. abate Zan-
ghellini;,,. Feltre riservò grandi onori ai reduci ,e l'abate Zanghellini:
<rPotessi ancora brandire con una mano la spada, coll'altra la ,croce,
correre i paesi, infiammarli .a insorgere... Io .non amo la guerra, amo
fa libertà ... e vinceremo e la croce, sovrapposta al vessillo d'Italia, si
vedrà ancora sulle estreme vette delle· Alpi».
Coerente alle sue parolet si portò a Venezia e prese parte all'epica
resistenza di quella città nel 1849.
Terminata la guerra, la prima dell'indipendenza italiana, fu perse-
guiito dalle autorità austriache e fu esonerato dall'insegnamento,.
Tomò perciò in Primiero, ospite dei nonni Negrellli e poté, nel dolore,
avere I.a consolazione di assistere entra.mbi nell'addio della loro mor~
te.
Per i buoni uffici dello zio Mons. Nicola, poté dedicarsi alla cura
d,anime nella curazia dt M'ezzano. Nel contem.po tuttavia non manca-
va di avere contatti

con i mazziniani di oltre il Totoga. Fu nel J,853
che gli fu imposto di abbandonare la curazi.a a causa dell'immaginoso
<ifatto del Fedai».
La sera del 17 novembre, 1853, a notte inoltrata il ((Curato di Mez-
zano» si fa accomp.agnare da certo Martino Loss, servo in casa della
ziaRosaNegrelLi~ maritata Piazza, su verso il Fedai, località montana
sulle v,ette Felrtrine.
«C'è un m,oribondo lassù, in una baita. Mi ha chiamato un fore -
stiero.»], disse Don Zanghellini al suo a,c,compagnatore. ,rEd ora tu
fermati qui ed aspettami».
Dopo parecchio, tempo il prete fu di ritorno: crÈ morto.», disse. In-
fatti il Loss affer.mò di aver visto, tra le omb:re del bosco, due persone
,che trasportavano un fardello, La cos,a passò sulle voci in tutta la
valle. Il pretore, Angelo Michele Negrelli1 zio dell' abate Zanghellini
ordinò un'inchiesta e la ricerca dal fanto,m atico cadavere. Non si
trov,ò nulla.

3,68
In realtà l'abate Zanchellini si era incontrato lassù, di nottetempo,
con alcuni patriotti tra cuii il conte Onigo ,di Venezia, ,allo scopo di
s:tudliare il modo di collocare anche in iPrimiero delle cedole del presti-
• •
to, m azzLruano.
La Polizia austriaca, che da tempo sorvegliava il combattente del
1848 e 49, ,ordinò un'inchiesta. Don Zan.ghellini rimase fisso sulla sua
versione. Una commis:sione fu iinviata in Primiero e giunse il 15 di-
cembre; Nulla si trovò, pur tuttavia Don Zanghellini fu diffidato a la-
sciare la valle e, lo zio pretore fu trasferito d'ufficio a Mori.
Il prete partì ,da Primiero «r:ass,egnato e povero» ed il pretore «con
il cuore stracciato». Sono parole tolte dal diario dii Angelo Miclhele
Negrelli.
Da Feltre Don Zanghellini si portò a Rovigo ove riprese l'insegna-
mento e fimalmente potè ritornare nella sua scuola di Feltre. Insegnò
per qualche anno, ma nel I 878, morì lasciando nello strazio la vec-
chia madre e le sorelle.
Ma lasciò ,anche molti manoscritti contenenti il frutto dei suoi studi
stolfmco-critici. Scrisse anche. una Storia di Feltre e molti articoli per
giornali. PurtrOiPPO molto materiale fu dato alle fiamme dalle sorelle o
perché non ne conoscevano l'importanza o perché te:mevano che fos-
sero scritti compromettenti.
È rjmasto: Di tre lapidi /eltrine Programma del Ginnasio Liceo
e

Vesc. per l' anno 1861 (Feltre, Tip. del Seminario); Prosa dell'ab. Z .
alla legione Cacciatori delle Alpi (Venezia, Gasperi, 1849; Della via
Claudia Augusta A ltinate (((La Pr,ov. di Belluno, A. 'VII, n. l] 6-119-
120, 187'4).

(Voci di Primiero, 1941, n. 7 • 1942, n. 12 • 1953, n. 11; G. Meneguzz in «Voci


di Primiero>, 1972, 111. 7, 8, 9, 10; A. PeJfin: Storma dii Feltre, pagg. 46, :54, :56, 122,
123, 206, 207, 216,, 217 ; Don L. FeJicetti: Nuovi R.a<:çonti del Trentino, 19:31,
pagg.. 43-SI; E. lager: Storia doc. dei Corpi militari veneti etc., pagg. 35, 36, 62;
M. Ant. Sanfermo su «Caffé Pecilrocchi• del 24-27 atprile 1:848 e 1-4 maggio 1848;
Legione Croc-. Treviso cap. 15).

ZAN01LINI PROF. DON VIGILIO nato a Per,gin,e il 9 ottobre


1862. Bimbo di otto mesi rimase orfano del padre, avvocato, ma
trovò nella madre un'educatrice d'alti sensi. Seguendo la vocazione
al sacerdozio compi gl~ ;Studi ginnasiali e teologici presso il Seminario

3,69
di Trento. Completò poi la sua cultura frequentando l'Università a
Vienna e a Innsbruck. Fu ordinato sacerdote il 17 luglio 1886 e subi-
to fu assegnato afil'insegnamento presso il Ginnasio pareggiato arcive-
scovile di Trento. Qruivi insegnò per 410 anni. Per20 anni coperse il
posto di prefetto degli studi e per quattro anni fu direttore dell'Istitu-
to.
Scoppiata la prima guerra mondiale riparò a Lugano e quindi a
Padova. Fu poi a Feltre ove compi minuziose ricerche presso [' Archi-
vio Vescovile di quellla città. Dopo Caporetto ripar,ò a Roma, Termi-
nata ta guerra tornò a Trento.
Fu membr:o dell'((Accademla Rorveretana degli Agiati»~Corrispon-
dente della «Commissione per la conservazione dei monumenti di
Vienna)>, membro della ((Deputazione di Storia Patria per le Vene~
zie», Monsignore e Canonico onorario del[a Cattedrale».
Quindicenne ancora scriveva scenette e dialoghi per i suoi compa-
gni e, pmù grandicello, trattatelli. ascetici per le congregate di S,aint' An-
gela.
Morì a Trento, il 12 gennaio [950, lasciando una copio,s a produ-
zione Ietteraria e storica:
Elegia di Tibullo - versione poetica (F,anfani, giornale di filosofia,
Firenze, A . lii, 188,3 n. 16-17, pag. 262), firmato Raffaello Bor... ; Un
viaggio di San Carlo Borr,omeo a Tre.nto (Voce Cattolica, 1884, n.ri
12 7, 128,, 129); Canzone a Don Antonlo Leonardi (Trento, Artigia-
nelli, in 8, pagg. 7), anonimo. Intorno a una nuova edizione del Bo-
nelli (Il Popolo Trentino, 1889, n. 41), ,c on firma Erasmo; I due tro-
vatori - Dramma in 4 atti con prologo (I Ed., Trento, Artigianelli,
1889, in 16, pagg. 96; II Ed., 1911); Ode saffica a Don Giuseppe
Ducati (Trento, Scotomi - Vitti, 1889, in 8° patgg. 7); Crona,chette Ec-
clesiastiche della Curazla di Cognola di G.G. Tovazzi - Traduzione
(Trento, Artigianelli, 1890, in go pa,g.g. 23); Dante e Colombo - R icor-
do del W Centen. della scoperta dell'America (Trento, Scotoni-Vitti,
1892, pagg. 26); Compendio storico della letteratura italiana: dalle
origini alla mo,te di LA. Muratori (Treinto, Artigianelli, 1892, in 8°,
pagg. 216); La letteratura italtana nel periodo del Rinascimento (Ibi-
dem, 1897); Torquato Tasso - Tragedia in cinque atti - Riduzione
della tragedia di Giacometti (Trento, 1898, pagg. 106); Per la storia
del D·uomo di Trento (Atti «Ace. Agiatb>, Rovereto, ]899, pagg. 97-
16·6); Uno studio sulla delinquenza nei Trentino e la Storia-Recen-
sione (Trento, Monauni, 1898, in ] 6°, p.a.g. 41); La rinuncia di Cor-
rado ,di Beseno al Vescova,do di Trento (Trento, Programma Ginn.

370
Col vesc. Anno scol. 1901-1902, pagg. 5,-40); Docmuenti del mona~
stero di San Lorenzo fuori le mura di Trento (Rivista «Trent.». 1902,,
pagg. 284-304); I carmi d,e' gli umanisti trentini nell 1età del rinasci-
men'to (Ibidem, 1902, pagg. 44-8:3), firmato Erasmo di San Gregorio;
Spigolature d'archivio (Trento, programma Ginn. etc. 1903, pagg.
43-46); Classificazione dei manoscritti del Capitolo, depositali nel
Museo Diocesano di Trento (Riv. Trent., 1903, n. 3); Dell'Educazio-
ne (Trento, Artigianell~ 1904, in 16°, pagg. 34), anonimo; Splgolatu-
re d'archi'.lio (Trento., Programma etc. 1904-1905, pagg, 5-42); Versi
nella prosa (Riv. «'frent.>}, 1906, pagg, 197-221), firmato D.A.C.,;
'
BriccicJre letterarie (Ibidem, 1906, pagg, 1-9), firmato Erasmo di San
Gr,eg,orio; Recensione a L'Italia alla'fine del sec. 18<' nel é<Viaggio» e
nelle altr:e opere di G.W. Goethe di E'. Zanihoni - Napoli, Ricciardi,
1906 (Ibidem, 1906, pagg. 162, 263); Pro biblioteca (Trento, Artigia-
nelli, 19,07, in 16°, pagg., 26); Tridentum-Frammento poetico (Festi-
vità Vigiliane, Trento, 1907, pag. 2); Spig;olature d'archivio (Trento,
Programma etc. 1908-1909, pagg. 5-116); Appunti e documenti per
una storia dell''eresia luterana nella dloces.i di Trento (Trento, Pro-
gramma etc. 1909, pagg. 56 e ss.); Un breve di Paolo III a favore di
Teob.aldo {Riv. «San Marco», Rovereto, 1909, pagg. 337-342); C.las-
siflcazlone dei manoscritti del Capitolo depositati nel museo diocesa-
no di Trento (Riv. «Trent.», 1909, pagg. 1.30-136); li beato Enrico da
Bolzano (Riv. «San Vigilia», Trento, 1910, pagg. 181-191); Il re è
pazzo - ossia Calo VI di Francia - Dramma in j att,i (frento, Arti-
gianelli, in 16°, tp,agg. 114, 1910); Scritti vari di G. Po/etti - Siena,
1910 - recensione (Trento, Riv. («San Vigilia)), 1910, pagg. 243-246);
Il divino artista di L. Anzoletti - Milano, Cogliatti, 1910 - Recensio~
ne (Trento, Ibidem, 191 O, pa,g.g. 148,- 149); Luigi di Camoens - Ridu-
zione - dramma in 5 atti (Trento, Artigianelli, in 16°, pagg. 111,
1910 Inventario dei m,obili del Castello del Buon Consiglio sulla
1
);
1

scorta di G. Sizzo (Annuario del Ginn. Vesc. Trento, 1911-1912,


pagg. 5-41); Storia e logica in uno studio su «Lajìi,osofia nella lette-
ratura moderna» (Riv. <cTrent.», pagg. 193 -221), firmato Erasmo di
San Gregorio; Esposizione della Sant,a Messa - Scrittura del 300
(Trento, Comitato Diocesano, 1911); Don Augusto Prof. Zanettellf -
Necrologio (Riv. «San Vigilia», 1912); Dieci anni di pontificato (Riv.
((San Vigillio», 1913); I predicatori del Duomo fino al 1840 (Trento,
1

Comitt. Di.oc., 1913); Intorno a un'opera di Carl'Antonio Pilati (Riv.


«Trent.», 1913); Padre Giuseppe Musacea - Cenni biografici (Trento,
Annuario dei Parroc~ 1914); La Croce Rossa - Per la costituzione

37 1
'
,dell'Assoc. Fem.m. in Trento i(Tr,e.nto, Comit. Dice. 1914, in 8°, pag.
14); L'insegnamento del diritto canonico ai chierici trentini verso la
fine del sec. XVIII {Riv. «San Vigilia» 19 ]5, pagg. 1-18); Elementi di
logica ad uso delle Medìe (Trento, Monauni, 1915, in 8°, pagg. 175);
Elementi di logica deduttiva e induttiva ad uso, delle scuole Medie
(Ibidem, 1915); Le reliquie -dei martiri d·Anaunia in Milano e p./trove
(Bollettino del Cliero., Tre.nto, 1917, pagg. 10·9-112); Il Vescovo di
Trento e il gove.rno ,austriaco durante la guerra europea (Mitamo, Ed.
Vita e Pensiero, 19 19, in 8°, I Ediz.ione - II Ediz. Migliorate e aurnen·
tata, 'Trento, Tip. Es,peria, 1934, in 8°, pagg. pagg. 287); Il Codice
dantesco del Seminario maggio.re ,di Trento GStudi Trentini>), 1921,
pagg. 315-3 25); La biblioteca di un sacerdote tre·ntino del '500 (<(Stu-
di Trentini», 19.22, pagg. 2i01-228). Si tratta de.Ila biblioteca di Don
Giovanni Fezio, nato mTermenago, ma che ebbe licem:a di celebrare
e di cura d'anime a Roncegno il 23 maggi.o 1537, dal vescovo ,d!i fel-
tre, e che dal 1545 fu vicari,o in Pergine; Spigolature d'archivio (Ibi-
dem, ]922, fase. 1, p~g. 1-]7), in cui si trovano alcune pagine relative
a Lfbri eretici trovati in Grign,{) e a Borgo; Ale·ssan.dro Manzoni e E.
Renan (ll Nuov,o Trentino, 1923 , n. 27); Dopo quindici anni - Dram-
ma in quattro atti con prologo (Milano, Maiocchi, 1924, in ft6°, pagg.
102); Mons. Giovan Battista Zanella - Nec.rologio (Trento, Art. Graf.
Tridentum, 1924, in 8° pagg. 23); Un saccheggio e un incendio a
Trento - nell'anno 1301 (Riv. «Trent.», 1924, pagg. 140-143); Per la
.storia di San Vig:ilio (Bo-Il. del Clero, 1924 - pagg. 186-192); Il Dot-
tor Valerio Rossi '(Ibidem, 1924); Per la storia di San Vigilio (Ibi-
dem, 1925 pagg. 1-9, 59-67, 113-]21, 147-156):; Collezione d'oggetli
d'arte emigrata da Trento a Siena («Studi Trentini», 1925, fase. 2,
pagg. 1-123); L 'istruzion·e religiosa nelle scuole Medie (Il nuovo
Trentino, 1925, n. 58}; Eretici in Valsugana durante il concilio di
Trento (Annuario scol. Coll. Vesc. 'Trento, 1927, pagg. 3-78); Una
lettere inedita del beato Roberto Bellarmino (Trento, Artigianelli.
1926, in 8° pagg. 9); I martiri dell'Anaunia ad Joannem u Const.
Episcopum (Ibidem, 1927, in :8° p-agg. 7 I); / parroci di a /cune pievi
fino al ,tempo di Bernardo Clesfo, (B,oll. Clero., 1927, n. :5); Nuove spie
gola·ture d'archivio (Annuario etc. anno scol. 1927, n. 5); Nuove spi-
golature ,d'archivio (Annuario ,etc. anno, scol. 1927-28, pagg. 3-28,
1929)~ A Te. o beata/ - Versi (La Beata Capitamio, Trento Art. Graf.
Tridentum, 1927., pagg. 5-7); Per l'interpretazione delle lettere di San
Vigilio (Trento, Artigianelli, 1932 ripreso daJ Bol!l. Clero 1928, pagg..
40-50 e 146-151); Per l'interpretazione della lettera di San VigiJio a

372
San Giovanni Grisostomo a proposito di Anagna o Anaunia, polemi-
ca oon Mons. Zambiasi (Trento Artigianelli, 1928); La «Civitas,J di
San Vigilia J> In occasione del XXVI anno di episcopato del P. V. Ce-
lestino Endrici (Trento, Art. Graf. Tridentum, 1929); I parroci di
Meano fino al sec. XVI (Boli. Clero, 1930, pagg. 36-37):; Documenti
sulle terre dell'Alto Adige, dell'Arch. Capitolare di Trento jlno al
1400 - Regesti - (Arch. per !'A/A., 1930, pagg. 135-226 e 46,7-558);
1 Parroci di San Pietro e Paolo in' Trento (B.oll. Clero, 1930, pagg.
171-175); Eredità ed inventari di due borghesi trentini al principio
de.I '400 (Atti <<Soc. Ital. per il progresso Scienze» Voi. II, Trento-Bol-
zano, 1930); Del .raccoglimento spirituale - Massim,e di cof1.dotta per
le Orsoline Secolari (Tre.nt,o, Artigianelli, 1930); I Parroci della Pieve
di Flavon (Boll. Clero, E93 l, pagg. 34-38); Per un commento alle let-
tere di San Vigilia (Boll. Clero, 1931, pagg. 138-144, 170-176 e
1932, pagg. 77-84, 101-109); I Pievani di Pergine sino al Concilio di
Trento (Pergine, Ricordi perginesi, Togler, ]932); Remedio di Thaur
(Eolo,g na; L'Avvenire d'Italia, 1934, n. 23), fum,a to Ermagora Fortu-
nato; Splendore di /ed.e di studenti trentini nel 1600 e nel 1700 (Fe-
deraz. Univ. Cattol. Ital, Trento, 1934, pagg, 36-4 I); Gli Apostoli nella
Passione (Boll. Clero. 1935); Origine e arcipreti della Pieve di Ledro
fino al 1500 (V,alle di Ledro e la sua Pieve, Trento, Esperia, pagg. 13-
14); Mons. Michele Lessi («Studi Trentini»J 1936, pagg. 127-128), fir-
mato E.d.S.G.; San Vigilio e Ja bontà verso il prossimo (Convegno
triveneto Confer. San Vincenzo, Trento, 1937, p.agg. 17-19); La -v,oce
<(Civitas)) nella Sacra Scrittura e in San Vigilio (Boll. Clero, 1939,
pagg. 308=324); La martire S . Innocenza di.Arco e il suo culto (Arco,
Tip. Arcense, 1940, in 8'\ pagg. 36); Brevi no.tizie sul convent,o di
San Marco - Nel centennario della morte del Beato Bellesini (Pergi-
ne, Torgler, 194 1, pagg. 86-D.03); Le reliquie ritrovate in Cattedrale
negli altari abbattuti pèr la co,struzione dell'altar maggione - 173.9
(«Studi Trentini», 1942, f. 3 pagg. 155-169).

(Don Stefano Fontana: Mons. V.Z . - Necrologro in «Studi Trenti.ni8, 19:50. fase.
1-2; idem: In morte ili Mons .. V.Z. l'uomo il sacerdote, iii maestr-0., lo studioso su Il
Popolo trentino, 1950, n. 12; Idem in Vita Trentina, 1950, n. 3; A .. De Gubernatis:
Dicti.onnaire etc.. pag. 1494; Atti «Ace. Roveret. Agiati», 1951, S. IV, Voi. XVII,
pagig. XXVll· XVlll).

373
ZECCH INI GIUSEPPE, guida alpina, nacque a Transacqua il 15
giugno 1855 da Giuseppe e Angela Partel. Iniziò la vera e propria at-
tività di gujda nel 1877 e fu anch'egli con Bettega e lo, Zagonel tra i
pionieri dell'alpinismo primierotto, E.eco talune sue imprese:
CJMON DELLA PALA (m. 1385)
11 agosto 1893 effettl!IÒ la prima del Becco del Cimone (m. 3100)
con Gilberto Melzi.
20 ag,osto 1893, il Cimon con Carlo Riva, Anbrey H.e Byrich
R.eynairds.
27 agosto 1894, il Citnon, con Giuseppe Rovignai del CAI di Ve-
rona e Anto,nio Morandi del CAI di Vicenza.
DENTE D EL C/MONE (m. 2672)
1

15 settembre 189 l , con Rosa Frieman (V. relazione su Oes. A.Z.


1891, 253).
17 luglio 1892 con Diamantidi di Vienna (Oes A.Z., 1892. 168).
PALA DI SAN MAR'TINO (m. 2987)
28 agosto 18'94 con il conte Antonio Morandi Bonacorsi del CAI
di Vicenza.
CAMPANILE DI VAL DI RODA (m .. 2600)
16 luglio 1889 con N eumann.
13 a,g.osto 1894 c,on Carlo Garbari del CAI di Trento.
CIMA JMMJNK (m . 2850)
21 agosto 189] con Jeanne Im.mink di Amsterdam, Eugenio Zan-
der dli Stetti no, e la ,guida Angelo Dimay (Mitt., l 891 , 156).
PALA DELLA MADONNA (2733)
21 luglio 1887 con Nicolò Zugin Tauro di Feltre e la guida Bette-
gai.
SASSO CAMPO (m. 2771)'
18 luglio 1892 con Diamantidi di Vienna, Norman Neruda di Lon-
dra e la guida P.ietro Kotter (Oes A.Z., 1892, 268; Mitth., 1893, l i6).
CIMA D'OLTRO (m. 2615
23 luglio 1892 con Di.a.mantidi e la guidla K,otter (Oes A.Z. 1892,
169).
SASSO D'ORTIGA (m. 2587)
22 luglio 1892 con Diamantidi e la guida Kotter
PUNTA CINQUE DITA (m. 2997)
4 settembre 189 1 con Janne lmmi111k e la guida Giuseppe Kimay.
Naturalmente la sua attività fu ben più c,onsistente di quanto sopra
si abbia mel]zionato ed il suo n.orne era noto in tutto l'ambient,e alpi-
nistico, europeo.

374
L'episodio più tormen.toso della sua vita fu ,costituito dalla prjma
invernale d,ella Croda Grande (m. 2954), sulle Pale di San Martino,
tentata il 17 marzo 1900. Bloccati da una tormenta senza fme, per
due notti, lo Zecchini, che accompagnava Oscar Schuster di Vienna,
si ebbe il oongelamento di alcune dita, che gJi furono poi amputate.
Così mutilato tuttavia proseguì il :suo coraggioso lavoro, sinché
l'età rnon _gli permise più temerarie imprese.
Morì a Transacqu.a il 19 dicembre 1936. Il s.uo nome è riportato in
molte riviste alpine.

(G. Menegutz in «Voci di Primiiero», 1969, n. 12; Brentari: Guida Treot. 11 Par-
te; Conighi-Vischi'-Callin su m' Adige, 22 giugno, 13 e 1S luglio 1972).

ZI LOTTE DOMENICO B:ERNARDO, pittore e incisore. Na.c.que a


Bo,rgo nel 1700. Apprese il disegno a Bassano e quindi pittura e inci-
sione a Venezia. Raggiunta una certa agiatezza si procurò una ricca
e scelta collezione di stampe. Cur,ò l'amicizi,a di diversi artisti deU'e-
poca. Dipinse alcuni paesaggi che incise all'acquaforte. lnc.idev.a lavo-
ri d'altri artisti ed il suo lavoro veniva. assai apprezzato ancih.e per la
tecnica. Verso la fine del sec. XVIIl viveva anéora a Venèzia, ove di-
morò quasi stabilmente.
Di lui si ricordano: . Un pasto,re seduto ai piedi di uno scoglio; Pa-
storella con gregge; Veduta di un bosco con sullo sfondo il famoso
ponte di Bas·sano, Prefe:riva paesaggi di montagna.

(Arch. S . Mari:O Magg. Trento • Ticozzi, IV, 106; Weber: o.c., pag. 317).

ZORTEA FROF., DON CELSO di Ime.r, nato il 27 a.g osto, 1886.


Entrò nella Pia Società Salesiana a Gorizia e fece professione a Schio
nel 1905 .. Nel 1914 fu ordinato sacerdote. Pro,seguì poi gli studi lau-
reandosi in Diritto. Insegnò questa dottrina a Chieri e quindi nel
1940 passò a Monteo.rtone oome ptofessore di Morale. Morì il 23
gennaio .1952.

(trVoci di Primiero», 19:52, n. 3).

375
ZORTEA LUIGI, ceramista, nato a Zortea di Canal San Bovo il
1879. Iniziò la sua attività artistica a 12 anni dimostrando «intelli-
genz·a, buon gusto e sensibilità nan comuni».
Fu allievo dei professori Lorenzon e Passarm. Passò poi a Milano,
nella fabbrica di procellane artistiche del Prof. Favris Luigi.
Tornato a Bassano, verso il 1928 si mise a lavorare in proprio con
un pie.colo forno alles.tito in casa.
Espose suoi lavori alla Triennale di Milano, alla Mostra d'Arti di
Firenze, con il «Gruppi di elementi» a Bruxelles, ed ebbe la «medaglia
d'oro».
Con un «Trionfo» partecipò alla Mostra Internaziona:Ie di Pari,gi,
do,ve si conquistò la seconda «medaglia d'oro». Premio si ebbe anche
in una mostra in New York.
Espose a Lipsia, a Tripoli, a Tel Aviv, Padova, Vicenza. Partecipò
ali.a Bi.ennale di Venezia.
A Milano collaborò con l'architetto Ponti, per il quale allestiva ce-
rami-che decorative per sale, teartll'i, negozi, salotti.
Diciotto delle sue ceramiche erano sulla nave Conte ·Grande e sul
Biancamano.
La sua scomparsa avvenuta in Bassano il 19 novembre 1950 la-
1

sciò grande rinì.pianto nell'ambiente di quell'artigianato artistico.

(Nietta Zanetli in Gazzettino del 17 dicemlbre 1950; Architt. PonJi' in «Domus»,


1951 ; Voci di Primiero». 1951, n. 2).

ZORZI (DE) MIICHELE, pittore, nato a Mezzano il 5 febbraio


1874. Forse fu avviato all'arte dal comp.atriotta Val.lesini. Di lui si
hanno scarse notizie. Studiò a Venezia. Dipinse «buoni affreschi» nel-
la chiesa di San Gregorio a Mezzano, ricoperti poi, sui finire dello
sc,orso secolo da «una man.o di bianco», come si suol dire, taluni dei
quali fortunatamente ripristinati.
Ventenne prese a girare l'Italia e la .Francia. A Lione, sovvenziona-
to da un prelato locale, intrapprese gli stU1di ecclesiastici. OrdiDJato sa-
cerdote esercitò la cura d'anime in qu.ella ,citt.à. Fu nominato canoni-
co della Cattedrale. A Lione mori nel 1867.

376
Non tornò più in patria; ma. di essa si ricordava inviando qualche
pianeta alla sua chiies:a battesimale di Mezzano.

(Primiero di' Ieri e di Ogg(, pagg. 28-2·9; Brentari: Guida Trent. P. II. pagg. 216-
219; Battis·ti: Guida di Primiero, pag. 18; Gerola: Art. Tremt. Este:r.,pa,g. 34; We-
ber: o.c.,pag. 3I 8; E. BenezfJ.: Dictionnaire etc. ,pag. 866; M. Mirabella ~oberti su
Guida delle Valli del Prhl'lliero, 1977. pag;. 102).

ZOTII GIUSEPPE, disegnatore ,ed architetto, nato a Borgo il 24


giugno 1882. Studiò"a Vienitl!a arte applicata sotto la guida del prof.
Hoffmamn. Irtiiziò a lavorate indi[Pendentemente nel 1912.
Dapprima progettava disegru per arredamento, per stoffe, vetri, ce-
ramiche. !Poi progettò ville e costruzioni varie per casate signorili. La-
vorò in Cecoslov:ac:chia, pre.sso Skoda e a Pilsen. Suo fu il restauro e
l'arredamento dei castelli di Lobez e di Hauska.
1

Ultimamente viveva a Vienn.a.

(Gerola: Art. Trent. Ester., pag. 34).

377
Dello stesso .autore:

Da Primierv: ric<>struzione dei Comuni (Popolo Tr,e:ntino,


20.10.1946); Da Strig,no: ricostruzione dei Comuni (Corriere Triden-
tino, 29.1.1974); Calendimarzo, ,dolce festa di primave.t a (Ibidem,
7.3.1947); Un primato ed(ficante: oltre· mezzo secolo di vita scolasti-
ca del Cav. Uff. Adone Tomaselli (Popolo Trentino, 20. Il .1947); Al-
ma Tomaselli - Necrologio («Vocé dei Maestri», 15.12.1947); La
maestra Caterina Taufer - Necrologio («Montanara», 194!8, pagg.
33-34); Problemi regionali: i Comuni debbono appoggiare la valoriz-
.zazione turistica (Popolo Trentino, 15. l. l 948); La chiesetta di To-
maselli di Strigno (Ibidem~ 12.2. 1948); Primiero: salviamo i ricordi
di un passato illustre (lbÌdem, 6.6.1948}; La gioventù di Mezzano ha
la sua casa nuova (Ibi,dem, 27.7.1948); Luigi Negrelli Cav. di M old-
Elba - Nel 150 anniversario della nascita (((Montanara>~, 1949,
pagg. 69-70-71); Tullio Gadenz, l'usignolo sollta.riò delle Dolomiti
(Ibidem, 1949, pagg. 32-33); La ,s·cuola sia nelle proporzioni del fan-
ciullo («Voci di Primiero», 1949, n. 3); Scuola e ambiente (Ibidem,
1949., n. 4); Non uccidere lo spirito delle istituzioni (Popolo Tr,entino,
22.10.195 0); Scurelle dà esempio di tenace attività costrultiva - ln-
1

,chiesla (Ibidem. 16.3.1950); A Spera molto si fa perché poco si spera


- Inchiesta (Ibidem, 16.4. 1950);. I figlioli, questi sconosciuti («Voci
di Primiero», 30.12. I 950); Mons. A.ntonio Coradello - Necrologio
(L'Adige, 24.1.195 1); Idem {Vita Trentina, 1.2.1951); Apoteosi - In
memoria di Mons. Corradello (Levico, Tip. Avancini, 1951, pagg. 7~
,8); Pr;ovincia in vetrina.~ Strigno (L'Adige, 11 ma.ggio 1952); Lunga e
triste sto.ria dell 1acquedotto di Cimon Rava (Alto Adige, I 9. i .19.52);
Provincia in vetrina: Bieno (L'Adige, 20.7.1952.); La cassa rurale di

379
Strigno («La Cooperazione TrentinaJll, settembre 1952, pagg. 175·
176); Edilizia scolastica per Camuni ricchi (Alto Adige, 14.10.1952);
Mons. Silvio Cristofolini - Necrologio (L'Adige, 21 -25.5.1953); Pro-
vincia in vetrina: Villagnedo (Ibidem, 11.4.1954); Mons. Antonio Co-
radello e la scuola (La «Squilla Francescana», 19:54, n. 1); Unafeitce
sintesi di opere chiude un ciclo· di attfvit.à a Strigno {L'Adige,
29.9.1954); Scuola e Cooperazione («La Cooperazione Trentina.», ot-
tobre 1954, pagg. 205-206-207); Aciquaper se.i Co·muni con il grande
acquedotto di Cim·on Rava (L'Adige, 26.10.1954); Il castello della
bontà (lb.idem, 28.10.1954); Nomi che .son.o entrati ne'ila storia di
Strigno (Ibidem, 25 .. 11.1954); Un incisore di Strign:o inventò la tecni·
ca a quarzo (Ibidem, 7.12.1954); Nel campanile di Strigno un brac-
coniere svevo («Strenna Trentina», 1955:, pa,g, 109); Storia dell'asilo
di Strigno (Vita Trentina, 6.1.1955); Un episodio della vita di Lul"gi
Negrelli (L'Adige, 22.1.1955); Provincia in vetrina: Ospedaletto (Ibi-
dem, 7.7,19.55); Fede·le copia della Santa Casa la chiesetta di Loreto
in Strigno (Ibidem, 29.9.1955); Cav. Ufl. Adone Tomaselli = Necro-
logio (Ib,idem, 20-27.10. I 955); Giuliana Osti - Necrologio (Strigno,
• 17. 1.2.. l 9 S:S); Un Istituzione da salvaguardare: la struttura della
scuo la elementa.re (L'Adige, 28.8.1956); Per il centenario della morte
1

di A /bano Tomaselli (Ibidem, 20.1 1.1956); Ricordo del trentino Alb·a-


no Tomaselli nelle pa.role degli amici e dei critici (Ibidem,
28.12.1956); AgnedQ (su E. Prati - Ediz. Parrocchia di Caldonazz.o,
lt)ag. 40); Il ricordo di Eugenio Prati sullo sfondo agreste di' Agnedo
(L'Adige, 18.3. 1957); Campane a ma:r:tello nel cuore delta notte nel-
l'autun,w del 1881 in B<L$sa Valsugana (Ibidem, 17.5. 1'957); Le spa-
ventose alluvioni nella Bassa Valsugana nel 1882 (Ibidem,
24.:5 . 19:57); S'trigno. nel 1851, prodigo· d'acqua e generoso ti vino -
Noterelle storiche (Ibid,em, 20.11.1957); Dove ora sorge il massiccio
castello d'Ivano v'era un tempo un monastero di Templari - Note di
storia (Ibidem, 1.12.1957); Cen·t'anni fa la piaga della febrina di-
strusse i bachi ,da seta della valle - Note di storia {Ibidem,
6.3.1958); lng. Guglielmo Suster - Necrologio (lb idem, 19.7.1958);
1

Funzionava a Strigno nel i/ontano 1776 una scuola crsecondo il nuovo


metodo» Ort>,idem, 21,8.1958); Il dr. Renato Tomase/li~ medico dei po-
veri - Necrologio (Ibidem, 30.12.1958); Sulla Pala Bianca la supre-
ma riabilitazione del caporale .Nendini («Strenna Trentina», 19.59,
pagg. 47-48); L'organizzazione della scuola elementare nel distretto
di Strigno cent'anni fa· (L'Adige 1.3.1959); La Bassa Valsugana ri-
sen.te ancor oggi delle distruzioni della guerra 1915-18 •
(Ibidem,

13.9.1959); Il codice penale di altri tempi nella Bassa Valsugana
(Ibidem, 22. l 1.1959); La triste storia di Fri'.zzone, un paese che ha.
cessatQ per sempre di vivere (Ibidem, 10.2.1960); La storia della
chiesa di Villa (Ibidem, 28.2.1960); Strigno sulla via della rinascita
dop,o anni ed anni di depressione.: sguardo panoramico sugli avveni-
menti del 1959 (Ibidem,, 17.3.1960); Nonostante la terr:a avara e le
vicissitudini storiche la gente di Villagnedo è ottimista (Ibidem,
8.5.1960); Nel 164.5 venne costruita da Don Castelrotto la chiesetta
di Loretto in Strigno, copia esatta della Sa·nta Casa (Ibidem,
7.10.1960); La particol.are ben:ev:olenza per Strigno, di1111Jstrata da
Mons.. Tschiderer (Ibidem, 11.12.1960); La· struttura scolastica pri-
maria nel Trentino: resisteranno ancora i suoi cardini.? (Ibidem,
31.1 =1.2.1961 - «Scuoia Italiana Moderna», 5.4.1961); Si ,è spento,
un insigne glottologo: Angelico Prati (L.'Adige, 1.2. I 961 ):; Affettuo:so,
ricordo di Angelico Prati, uo,mo di scienza, poesia e cuore (Ibidem,
19. 2. 1961); I maggiori filologi italiani e stranieri valutano l'opera va-
sta di Angelico Prati (Ibidemt I. 7.1961 );; La chiesetta dei S,anti Vlto,
Modesto e Crescenzia nelle testimonianze degli storici della Vafsu:ga-
na (Ibidem, 16.9.196 1); Padova: storia, leggende e tradizioni raccon-

tate ,a i ragazzi parte, 1970, pa,gg, 24 - 11• parte,, 1971, pagg. 35 -
E.d. cicolst. in 300 copie dai IV Ciirc. didatt di Pado,va); Lettura
aperta agli alunni di 111 D («Voci di Primiero,»., 1976~ n. 6); L,astuzia
di un disertore primierotto («Strenna Trentina», 1977~ pagg.. 142-
143); In memoria di Oreste Novellf Necrologi() (Il Corriere Apuano,
n. 34 del 20 agosto 1977); Primiero: centro strategico di una ma·nca-
ta invasione nel Trentino· («Strenna Trentina» 1978, pagg. 127-128),

381

INDICE
(L'indice è limitato ai nomi clbe etnologicamente appartengono al
Trentino o che vi abbiano correlativa attinenza)

Acconcio Jacopo, 21 Amalfitano Gio,v,. Tommaso, 147


Acquistapa.ce Francesco, 7 Ambr,osi Angelo, 18
• Pietro Sigisnwndo, 7 • Fra,zcesco, 17, 19, 90, 103, 104,
Adalberto Vescovo, 11, 76, 100 l 37, I 76, 203, 242, 365
Adami Prof., 86 » Giuseppe, 103
Agnol Caliaro, 191 Amorth Giovanni, 220
Agostini Giwseppe,220 Anderle Giovanni, 41
» Lucia, 293 » Leonardo, 212
Mberti (deg/0 d'Enn<>, Fam .• 9 » sergente, 2 13
» Alberto. 8 Andreatta C1'ro, 2']
• Alberto Vigilio1 36 » Emilio, 4 m
» Bartolomeo, 9 » Gaetano, 207
• Felice, IO, 76, 92, 196, 226, 227, » Giacomo, 41
229 Andreolo Agnese, 220
• Gervasio; 1O Anesi B.attista. 15 l
» Giacomo, 9 • Giovanni, 41, 220
1 Giuseppe, 8 » Gilllseppe, 220
»· Giuseppe Vftt.,. 12, 226 li Luigi, 220
~ Ottollino, 9 Angeli Fioravante, 220
» Roberto, 9 Angelo Go!Trecf.o; ·L LO
Albertini Emilio, 220 » tessitore,, 145
Alberto Il Vescovo, 314 Antonelli Aldo, 25
Al~sandrini (de) Fam., 1J, 104 Antonio da Primiero, 25
» Giiulio 1 t 3 » da 'Trento, 324
li Giuseppe, I 3 AntonioUD Clemente, 202
lii M.aier, 23,6 li Corrado, 220
» M:apheus, i 3 » Giovanni, 220
» Pietr-0, 11, 104 Anzoletti L., 184, 371
• Petrus, 13 Armellini Achille, 66
» Sand.rinus, 13 » Antonio, 1.5 I
lii Teresita, 319 lii Ferdinando, 220
Alessandro Vittoria, 230, 325 Avanci:nì (tkgll) Fam., 25
Aliprandi Orsola, 7 it Arturo, :219
Alpruni Falcone; 16 )lo Augusto, 26, JJ, 100
» Frane. Antonio, 14 li Avancino (a), 29, 27, 99
» Giambattista, 16 » A.vancino (b), 28, 32
» Léopoldo, 16 » Caterina, 82
Alteruranno Vcs,covo, 100 • Cesare, 207
Althamer A.mato; 260 * (Colpi) Adele; 219
» Ascanio, 1,8 li Damiano. 28, J i
» Barba:ra, 274 lii Edvige, 220
• Giorgio Fr.a,nc., 17 • Emilio, 358

383
11 Emma, 220
· ,. Stefano, 199
• Giacomo, 151. 228 » Zeffirina, 220 1

,, Girolamo, 32. 207, 2 71 BazzaneUa Emanuele, 44


• Giulio, 2 19 »· Francesco, 46
• Giuseppe, 220 ,, Gioachino. 44
• Giustiniano, 32 » Giuseppe, 199
» Lodovico. 26. J J. J98. 200 Beber Mario, 45
• Pietro, 150 Beeele Cristoforo, [44
Avanzo, 94 Betlat Amalia, 29:5
,, Filippo, 206 » Carlo, 46, 220
• Giovanni, 33 BellatQ (I.a Grigno., 11O
» Sebastiano, 33 Bellesini. Giuseppe, 243
». Umberto·, 119 » (beato)i Stefano, 9:2, 185, 244, 373
A vi Michele, 4 [ Bellotti Augusto, 203
Azzolino Gio Batta,. 3,28 , Carlo, 203
Bad~cchl Virgilio, 1:29 » Ferdinando, 203
Bag111udelli Antonio, 248 Ben CarEo, 195, 212
Bailoni Augusto, 220 • Edvige, 2[2
Baldessari, Giovanni, 220 ,, Elisabetta, 195
» Giuseppe, 2:2(} 11 Giuseppe, 2 12
B:alldi Costante, 4 l Benetti Clemente, 46
Bampi Antonio, 220 » Domenico, 19,8
• Ignazio, 136 » Pietro, 220
B.a.ncber SimQne, 4 l » Pio, 220
Ba:ratto ,Gilllseppe, 2:20 Berlanda Attilio, 129
B.atbaeovi Frane. Vigilio, 38, I 00, Bernabè Enriço, 213
227' .Beroardi Giuseppe, 41
Barbusi Bernardo, 148 • Mansueto, 129
Barezza Bémàrdo, 1'92 Bernardin Maddalena, 145
Baroldi Luigi, :35.2 1t Maria, 145
Bartofomei Felice, 39 IBertagnoli Carlo, 47. 207
li Frane. Stefano•, 34. J6, 38 Bertamini Gi.ovanni, 220
» Jacopo, 34 Bertoldi lgnaz:io, 2.03
» Jacopo Gaet.!l'.no,, 35 Be.rtolinì Stefano (CivezJ, 49
li Simon Pietro Jun., 34. J5, J6 » Stefano (Pergine), 49
» Simon Pietro Sen., 34, 35, 39 Bertolli, 203
Bartolomoo di Nicolò, 39 Berton Frattini Anna, 166
Baruch.e'lli Ambino, 129 Bor,dond!elli Girolamo, 5(); 110
Basso Emilio, 220 Bettaini Ginevra, 220
BattagHa Vincenza, 39 • Bettanin:i Emanuélé, 51
Battaglioni. Neri, 39 'Bettega Domenico, 53, 333
Battisti Carlo, 99, 34 71 348, 3 49 , Emilio, 53
11 Cesare, 26, 30, 105, 216, 28,6, 311, » Michele, 54, 364, 374
325, 3:51, 352 Bez.z:i Bartolomeo, 76, 112
Ernesta,. :2 7' » Egisto, 204
» Ettore, 220 Bianchini 'Viola, 220
» Ezio, 220 Biasori Mons., 44
» Francesca, 228 Bizzer Andrea, 56, l .5J, 357

384
Boghi Giovanni, 57 iBridi Luigi, 42
Boller Domenico, 15 E Broccati Allberto, 213
Bolognini Nepomiceno, 70 » Giuseppe. 2: I 3
Bombassaro Nap,oleone, 220 Broccato, 94
Bon Gaspare, 5 7 Brocchi Sebastiano, 72
Bonadè Battista, I 4 7 Broch Luigi, 42
Bonadiman Giovanni, 4 l !Broilo CiriiUo, 207
Bonat Vittorio, 5 9 Bronzetti Frat,, 71, 203
Bond Simone,, 198 B:roso Cirillo. 203
Bonelli Antonietta, 318 lBruinet Angelo, 72
» Benedetto, 196, 2 79. 3 70 !Bruni Menin Erminia, 72
~ Pietro, 35 IBrusamolin Antonio, 73
Bornetti Giacomo, 58, 220 Brutus Gherarinus, l 91
,, Giuseppe, 220 Buffa, 277
.,; Isabella, 58, 119 » Anna Maria, :5 0 1

Boninsegna Carlo, 60 » An.tònio (a), 74


Bonmassari Gi,ov.aJlfilÌ,, 119 » Antonio (b), 75
Bono da Corso. 146, 147 » Armenio, 74
Bonomo (beata) Gic>~anna, 59 Buffa Augusta, 21.3
Bordato Bice, 1210, 213 » B atlista, 151
» Mosè, 2.03, 206 )i Caponale Franceseo, 75
Boresa Francesco, 61 111 Carlo,. 76, 213
Borghesi Pio, 220 li F.abiano, 147
Borghetti Anto.rtio,, 1s:l )i Giandcmenf.c(J, 76
Borsied Francesca, 61 111 Gino; 120
» Giambattìsta, 61, 11S, JSJ » Giovanni, 1'98, 204
i8ortolameotti Giuseppe, 207 » Giuseppe, 2 13
Bortolazzj Barbara, IO » Pia,, 76, 117
Bortolini Pasquale, 63 » Pietre, 76
Bos.io Gio11anni, 64 li Piet:ro Gaspare. 74
Bosisio Alessandro, 199 » Raimonda, 213
.» Anlanio, 65 ,. Raimondo, 213
Boso Gio Batta, 2 071
» Rodoffo, 2 I 3, 221
» Maria, 120, 21~, 219 » V igilio, 4 i
Ili Thomio, 147, 148 Bru5ana, 155
Bottea Tomaso, 66 » Cirillo, 77
Bottega Ferdinando, 41 Brusio Paolo, 77
> Florestano, 221 Cadrobbi L1Uigi, 42
B,oz2oneUa Arturo, 221 Cadrubbi Giuseppe, 151
Brandalìse Elsa, 221 Caldena Silvio, 347
Brandolani Luigi, 120 Caminolli Fe:rdinando, 221
Brentarj Michel:e, 66 Campana Mich.ele, 221
,. Ottone, 66, 232,, 3'22, 325 ,. Rodolfo, 42
Brente) Giuseppe, 41 Campestrini Alino, 42
Bresadola Giaeomo> 35;2 » Pietro. 42
Bresciani Antonio, 349 Campochiesa Leonarda, 80
Brida Domenico, 72 Campostrini Domenico, 151
» Giuseppe, 72 Campregber Andrea, 203

385
» Battista, 151 li Gaetano. 93
11 Narcisio, 42 it Giulio, 208
» Valentino, 113 li Severino, 42
Canepele Giovanni, 4i li Vlgi/iQ, 93
Canestrini Giovanni, 77~ 226, 249, Ceccon Giov. Battista, 121
251 » Giuseppe, 4 2
Cappello Barl'O'/, Ignazio, 82 Celli Battist:a, 152
li Felice,. 2.07 Cemi111 Bartolomea. 169
lii Jacomo Ant., 82 Ceola Andrea, 96
li Leopoldo Gius., 221 )I! Angioletta, 221
Capra Giuseppe, 221 » Baldo, 94, 205
Capraro TO'mma10 821
, • Emi.lia, 221
Caprioli Aliprando, 324 li Lorenzo. 203
Capris (de)Francesro, 83 » Mario, 95, 121, 215
Caproni Gianni, l 1J li Norina. 221
CarameUe Battista. l $2 » Scevola Luigi, 96
Caramelli Alberto, 75 Cerra Antonio, 149
li Jean,, '7 5 Ceschi Agostino, 276
Cararo Rosa, 22il » Antonio, 97
Carb-Onrui Luigi. 68, 8J, JQJ, J I 1 • Afll'O.lliO p., 98
Carletitini Giuseppe, 221 Jt Carlo Antonio, 9'7
Car'li Antonio, 208 :» Crist,oforo, 299
Carmeni Pr,o t, 45 i Fortun. Si.gisr:na., 98
Carnern Gaetano, 86 > Giovanni, 98
Carraro Pietro. 86, 94 :. ,GirQ/amQ Armeni<>, 97
Casa.grande Alberto, 87 , Giulio, 97
» Antonio, 208: 11 •Giuseppe, 97
" Bortolo, I S2 > Ma11ia, 97
» Egidio, 88 li Virginia, 59
• Giov~n.i, 202 Cestari Giov.anni, 109
li Giuseppe; 152 Cetto Adolfo, 89, 98, 108
Castainer Attilio, 42 :» Alessandro, l :5 1
,. Francesco, 42 Ceppa Zudei, 148
Caistelrrotto Ascanio, 360 Chemel, 191
lii Biasio, 147 Chiara de Welsperg, J 64
lii Francesco, 324 Chiesa Antenore, 221
li Giacomo, 88. 122 » Darniamo, 9 5
» Michele, 88 Chiletto Francesco, 100
Cattarozzi Eugenio, 20:2, 203, 2·06 Chimelli Fam., 208, 211
» Giambattista, 203, 306, 121 » Augusto, 212
212 • Carlo, l O1, 203, 206
» Mic:he/e, 90 it Eduino, 203, '20·4
» · Romano, 221 • Filippo. 101
Cattina da Caorso, 90 » Giuseppe (a.). 102
Cecaro Francesco, 145 • Giuseppe (b), 150
Cec,c.ato, 11 8, • Guglielmo, 19·l , I 92
li Anna, 257 • Guid.Q~ 102
» Ferdinando, 42 • Luciano, 122

' 3,86
11 Teresa, 208 » Enrico, 215
Chimello (del) Guielmo. I 9 1, J 92 !Il Ermete, 2 m5
Chini Emanuele, 201,. .205 » Quirino, 221
,, Eusebio, 3:51 • Samuele, 221
Chioccetti Giambattista; 347 Costede Angelo, 139
Cibini Antonio, 103 Crescini Amelia, 5 5
i. Giovan Antont'.o, 103 li Antonio,, 307, 364
• Gius. Antonio, 246 • Giuseppe, 2 I4, 221
Ciola Petrus, 19 l -I 92 Cristel vel Cristelilo, 191, 192
Cipolla Baldassare, i 03 • Domenica. 3 29
.li Tebaldo, i OJ Cristofolini Cesare, 100
Cipriani Angelina, 221 Crive'11i Andrea., 108
11 Anna, 221 11 G·iorgio, 108
• Elisa, 221 » Leonardo, I 08
Cirillo p. da Bedollo, 312 Crociati (I). 110
Clamer Crìstofòro, 104 Cu.riel Emanuele, 293
CJesio Ber:nardo, I09, 139, 278 Dal Castagné Albino, 111
324, 372 ,. Gioachino, I J.4
Clock Leonardo, 64 Dailceggio ILuig:i, 221
Cobelli (de) Gaspare, 2.17 DaJlab,ett.a Antonio, 221
Cofler Leopoldo, I 5 I Dalla Brida Angelico Gius., 1Jl
Cola Pietro. I 92 » Costante, J14
Colmano Zeffirino 99, 100, 105 DaU a Fior Giiorgio, 203
Colpi Adele, 214, 219 ,. Giuseppe, 4 2
• Giambattista, 208 Dalla Giacoma1 221
• Giuseppe. 214 DaJlago Ach.ille, 208
• },erta, 214, 219 Dallaldo Aldo, 22 1
• Raffaella, 214, 219 » Fernanda, 221
Comper, 2:08 » Rolando, 221
,. Enrico, 4 I D·alla !P:iccola Mario, 42
Conci Bartolomeo, 106 Da Il a IP-0rtai Prolf., 64
,. Emanuele, 107 Dall''Arme P. Paolo, 62, 353
" Giovanni, 15 1 Dalla Rosa Angela, 206
• Pietro, 42 » Emilio, 63, J I 5
Copat Augusta, 2 l 9 • Enrico, 47, 115, 199, 2()(), 203, 204,
» Rosa, 219 208, 210
Coradello Antonio, 50 111 Giac,omo, 208
Corona Giorgio, 42 » Girolamo. 191
Corradi Francesco, 107,, 192 Dalla Sega Pra.nceseo, 224
» Giacomo, 192 Dalla Torre Giovanni, 221
• Marianna, 199 Dallem ule Giacomo; 221
Corradimi Michele, 80 Dall'Orsola francesco, 19, 272
Corradimus Tomaso,. 146, 149 Dal Maso, 204
Corrado d.a Beseno, 370 • Domenico, 202
• da Pergine, 107 • Primo, 203, 205, 2 06, 208
1

» da Primiero; 110 Dal Negro Domenico, 336


Cosmer Giovanni, 42 Dal Prà IBortolo, 152
Costai Celso, 21 :S Dal Rì Giuseppe, 99, 100

387
Dal Sasso Ghuseppe, 221 » Zua:n, 147
11 !Pietro, 208 Dessign.ori Lujgi, 22[
Dal Trozzo, 117 Di Daniele Bartolomeo, 136
Daltrozzo Silvio, 221 • Franco. 136
Danieli Arcadio, 202 Divina Emanuele, 221
» Filotiino, 116, 202, 2,06., 2 f? » E:rmete, 215
li Francesco, 76, 116 11 Francesco, 208
D'Anna, 215, 2 19 11 Luigi, 208
:» de Celo Giu:s., 215 li Giovanni, 215, 219
» Giuseppe, 152 ,. Maurizio, 116
Daziaro, 118, 27.5, 277 11 Silvio, 219
:» Alessandro, 118, 200, 205. 211 Dotl Sotta Giovanni, 221
» Giuseppe, 117,118,200 11 .Re1nigio, 136
» OiacòmQ, 11 7 D omenico d:a v.ezzano, 109
Deanesi Nicola, 221 Donati· Glorgio, 152
De Ba!Eerin Anna, 118 Dordi Benedetto, i 37
» Domenico, 118 • Carlo, 19, 137
Debiasi Lorenzo, 42 .11 Ferdin,antW, 138
De Bontura Gasparo, 192 » Giuseppe, 1 J.9
De Bortoli Gustav,o, 42 Giuseppe Ferdin ., 139
De Bosis Giov.anoi, 148 » MarcanJonio. 139
De Carli Beniamino, 221 Dorigati Antonio, 139
Decorati VaJCilr Militare, 119 ,. Vmgilio, 221
De Ferrari Mons. Carlo, 49 Dorigato Oiov. Battista; 208
De Floriani Nicolò, 148 » Pietro, 209
De Ganzani Serafino, 148 Dorighelli Amalia, 216
De Gasperi: Alcide, 68, 84, 85', 114, » Massimo, 221
134. 135, 101, 311 Dorigooi Luigi, 4 2
» Amedeo, i 34 Ducati Angelo, I 15, 202, 2 96, 36>5
» Augusto, I 30, J 35 » Francesco, 221
» C.atti Romana~ 301 » Giuseppe, 370
De Gentili Simone, 191, 192 Dusini Francesco. 247
Degoa Giuseppe, 122 Eccel A ttiiio. J 40
Delai Arturo, 42 » Giovanni, 221
» Tullio,, 2Z I Ecèher Mons., 185, 354
Dellamania Clementina, 221 » Edoardo, 203, 206
Dellantonio Cristina, 244 » Ernrrico, 206
Dell.a Piccola Mario, 4 2 » Rodolfo, 221
Del Mont U.rban, 14 7 » Paolo, 41
Deluca Egidio, 42 Emert Giulio, 320
De Malenclk Giacomo, 1.415 Endrici Mons., 63, 111, I 63, 173
De Martini Margherita, 304 189, 3 73
Dematté I deifonso, 135 Enrico (beato) da Bolzano, 3 71
11 Luigi, 2 I:S Eremiti, 140
De Mersi MassimiUano, 111 Eretici. 144
Deper G. Battista, 31O Ermete (Sarnl'), 269
De Ripa Anllonio, 144 Esercito (nel/? Napoleonico, 150
» Joan Baptista, 147 Espen Lulgi, 221

388
fabris Ermenegildo, 42 " Margherita, 275
Faccemda Aimino, 154 » Nico,[ò, 159
Facchinelli da Stngnc,, 155 Filippini Antonio, 160
» Ernrcco, 4!2 Filippo da Como,, 192
> Giuseppe, 42, l 52 Fiorentini Giacomo, 160
Fa.echini Francesco, 19, 23 » Leonardo (a), 160
» Venanzio, J55 • Leonardo {b), 160
Faclhinelli Gasparo, i .55 ,. Lorenzo, 92', 161
Faifoer Aureliano, 156 Fiori' Liberio, 20.5. 209
Faitini Luigi, 221 Firmian (Contm), 88
Fattori Biotton Ant():nio, 201 » Carlo, 1:5, 3 6, 227
FedeE Antonio; 221 • l&Opò.ldo, 10, 177
)) Dima, 221 Floriani Emilio, 161
11 Emilia, 221 • M .. 184
» Emma, 221 Foce:mpt Anz.el, 144
11 Francesco, 2 2 I Fogolari Gino, 3.5:2
» Luigi, 2 21 » Miclhele, 82
11 V1rgini.a, 221 Fontam Antonio, 161
!Fedele Augusta, 221 111 Maliy Giuseppina, 162
,. Francesco, 221 Fon.tana Gio Battista, 221
11 Gemm:a, 22 I Fontana Mans. Stie/ano, 52, 162'
11 Luigi, 221 Foradori Gioachino, 42
» Milli, 22 1 Fracalossi Giuseppe, 221
li Virgiraia, 22: I Francescatti Federico, 42
» Zita, 2.21 F:ranceschi Elisabetta, 242
Federici Nicolò, 191, 192 Francesoo da Borgo, 164
Fedler Maurizf,o, 157 » da CasteJfaJto, 21, 16:5
Fedrizzi Domenic·o, 42 » da Scure/te. 16S,
Felix Bortolo, l 57 Framcescotti Brigida. 3 37
» Gio Andrea, 157 Franciscus d:a Caldonazzo, 191
Fermiano da Strigno, 14 7 Fran:z:elli Guido, 154
Ferr.u Pietro, 209 fratmn Carlotta, 166
Ferrarli Domenica, 246 » Fortunato, 165, 169
» Gustavo, 221 » Gianmaria, 169
» Raff.aetie, 221 Frattini, 1 J 8
» Severino, 42 Fratton Remigio, 2:21
Ferrazza Brurno, 221 Fliighello Lui,gi, 202, 203
Fezio Giovanni, 3 72 Frisanco Maria1 221
Fezzi V'ittorio, 2 I6 » Umberto, 216
Fianick Natalia, 282, :293 Frisin,ghelli Luigi, 205
Fietta, 94, 277 Froner Cristiano, 130
» Badalai Frat., 158 » Giovanni, 169
» Battista, 2 I 6 Fronza Tullio, 42
» Chio/i Glu:seppe, 158 Fruet Ab,ele, 42
» Chio/i Santo, 158 »• Angelo, 42
» Giovanni, 159 » Emilio, 42
Filippi Enrico, 4 2 » Giuseppe 203
» Gwdo, 22 m Fuganti Cesare, 169

389
11 Eredi, 170 Genetti Gasparo. 147
Furlan Antoni.o, 221 Gennari IEHsali:>etta, 3 39
Fulrani E., 43, Gentili Anna, 3S
11 Isidoro, 4 2 • Maria Giuseppe, 182, 363
11 Michele, 145 Gentilibus (de) Simone, 19 I
Fusinato Giuseppe, 221 GentiEini Luigi, 269
F1,1si<> BariQ/omeo, 170 Geremia calzolaio, 145
Fussemberg Carlo, 221 Gerloni Bartotormeo, 62
Gabrielle p. da Casotto, 312 Gerola Berengario, 348
Gabri elli Costante, 221 Gh irardon Tullio, 2 I 6
Gadenz Tullio, J 71 Gia:comeUi Albino, 222
Gadler Arcangelo, 172 ,. Gio Batta, 222
Gadotti Raimondo. 4 1 GÈacomo Antonio, I 81
Gaetano don, 90, 91 , 92 , delle Giudicarie, 89
Gaigher Orazio, 172 , mastro, 182
Galicia Fe-de, 174 • :mercjaiolo, I 4S
Galici Giac. Antonio. I 74 GianeseHi Edoardo, 2r02
» Lisantf.ro, 174, 182 Gi anettini Domenico. 183
• Nuzio, 174 Gian Moena, 163
G.alitiis. Giac. Antonio, 182 Gianmichele Vescovo, 21
Gallo Fam., 277 Gilli France:ico, 222
Galvan Carlo, 174 Gio:ngo Alberto, 2.09
1

11 Egfdio, 174, 217 , Caittenina, a83


"' Ettoll'e, 174 , Ciro, 222
Oanzaru (de) Serafino, 148 ,. Francesc·'Antonio, 181
Gar Tomaso, 11 , 2a. 266, 296, 342 " Giuseppe, 209
Garbari Carlo, 374 :, Luigi, 201, 205, 222
• Ezio, 122, 209, 216 Gionzer Leonida, 2:22
• Gioachino, l 75, 203., 209 Giovanelli Gio B.attista, 2:22
» Lucia, 282, 287, 292 a Frane. A ntoni<>, 184
• Mario,, 123, 209, 219 Giovanma dleUai Croce, 18, 274. 321
.. Tullio, 17J, 209. 116 Giovanni da: StrigJtò, 184
• Valentino, 209 Girardi Antonio, 203
Garollo Cirillo, 22 I 11 AU!relio, 42
• Gottardo, J 76 • Eduino, 222
., Luigia, 221 11 Ernesto, 222
Gasparsi (de) Gh)v, BattisJa, .l.l, Girardi
iS, 99, 106, 177, 180, /81 " Emilio, 4 2
•· Lazzaro. l 79, J 80 • Giovanni, 203, 309
Gasperi Carlo, 130 » Silvio, 42
»• RfcctJrda, 181 Girardini Gioachino, 42
Gasperini Amedeo, 221 Glielmi dia Borgo, 144
,.. Maria, 198 G,ojo Augustn. 184, 222
Gaudenz'Antonio, 38 • Dionisio., l 84
Gaudenzi Fiorinada. 222 Gonzo Ptrosdlocimo, 222
Gaudenzio da Borgo, 192 Gottardi Mons., 229
Gazzol-etti Antonio, 202, 318 Gozzer Fr·anctsco, 42
Gebler Carlo, I 03 Grammatica Gustavo A doJfo; 38, 185

390
Grandi Ferdinando, 193 • Luigi, 197
» Giulio, J85 Irredentisti. 197
• Vi111çen20, 130 Iseppi A'ngelo, 4 2
Granello Guglielmo, 216 Jlacirnus Baptista, J4,6
• Linda. 216 Jacomo del Cunte, 145
Graspinel Battista, 191 • mer~aro, 14:5
Grassi Alfredo, 222 » da Ponte; i45
Graziadei Bonaventura, 186 Janeselli Afra., 222
• Damiano, 187 J~ .esielli Albina, 222
, Daniele, 198 » Angelica; 222
:» Dario, l 87 , Angelina, 222
:» Ettore, 222 • Francesço, 222
> Lor,enzo, 222 11 Luigi. 2.22
> ViJtvrio, 1$8 J oriati Giovanni, 222
Grazioli Giuseppe, 13,81 203j 289 Joris; Romano, 222
Gretter Domenico. 189 K.ock ing.• 224
Grifferio Rocco, 146 Laner Ediiino, 42
Grignolo de la Selva, 145 Lanner Felice, 203
Grisenti Giacomo, 130 Lanza Francesco, J45
Gtober G., 22S Lanzingher Giovanni, 222
Groff LioneUo, 348 Largaioli Enrlco, 324
11 Maria, l 72 • Fra111cesco, 222
Guadagnini Augusto, 189 ,Lazzeri Ceteste, 42
11 A ureJio,, 164. 190 • Francesco, 202, 203
• Carlo. J9Q » GÈ0 Batta., 203
1

» Nicola, l 90 » M. Enisa; 312


Gubert Luigi, 222 Le111er Cecilia, 226
» Giovam1j don, 163 :. Gaspar, 22.5
» Rodolfo, .351 Lenzi Angelo, -42
Guerra Rustica, 190 :» Caterina, 360
Guglielmi Andrea., 193 » Giovan BatJisla, 225
11 G. Battista, m93 » Gujcfo, 42
,. GiosefTa, I OI > Rugger.o, 123
Guetti Pietro don, 199j 3,30 !Leo,111ardelli Bonaventura, 225
Gustele di Canal S..B., 331 l..eonardi Antonio, 370
Hellweger Carlo, 249 11 Gustavo, 226
Heroldi (degli), Antonio, 194 Leporini Farn.1 227
H ippoaiti, 11, 194 • iFerdinando, 227
Holzllauzer MatJeo, I 94 • Francesco, 226,, 227
lager Antonio, 42 • Giuseppe, 2,2?
Ierli Giac. Dionisio, 195 • Isidoro, 226
> Gio Batta, 19,5, • Orazio, 226
lnama Vigilia. 105 Lessi Michele, 373
Innocenza (S.) d'Arco, 373 Libardi A ntonio. 145
lppoliti Ambrogio, 19.5 "' Caterina, 219
» Baldassare,, 196 11 Giov. Andrea (a). 128
» Giuseppe. 196 • Giov. Andrea (b). 2'28
• Jppolilo, .J 97 » Silvio, 222

39 1
1t Vettor. 145 Maffei Andrea., 288
Libardo Mathio, .192 Mag.nag,o Valentino, 152
Libardoni Marco, 2.2'9 Maier Tommaso, 216
Liberi Carlo, 42 Malfati Andrea, I 3,8, 289
Limana Luigi, 229 Manfrini Aristide, 95
» (CavJ, Luigi, 229 ManU1ali Cristoforo, 258
Linhart Anna, 222 Ma.rchesanil, 32
11 Lidi.a, 222 Mar,chesoni Giulio, l 24,
lmnzo Giovanni, 230 • Quirino., 42
Lodron (dei) Beatrice, 281 • Vittorio (a), 217
Lon,gh:i Alessandro, 109 » Vittorlo (b), 241
• Federico., 13 J Marchetti. 214
Longo Ema·nué/e, 2JJ » Tullmo, 212, 217, 2 t8
li Gio !Batta, 162 Marchetto Aldo, 217
,. Giuseppe, 222 11 Maria,. 217
11 l&onardo, 31 S » Giovanni, 241
» Maria Teresa. 131 Marchioretto Pietro, 242
» Mic!h,ele, 2 22 Margoni Gio Battista, 203, 206
li Pietro; 259 Marietti da Bieno, 209, 243
Lorenzi Giovanni, 152 Mariotti Bortolo, 203
» (dot't.) Guido, 45 ,. Carlo, 2,09
Lorenzi ni P., 4 l M8.1ironi Riccardo, 2'90
Lorenzoni Abramo, 42 Matrtinelli Anna, 222
11 Giovanni, 11 l 11 Beniamino, 222
Loss Antonio, 22 2 !li Daniele, 92
i. Domenico, 232 » Domenico, 222
1t F.milio, 222 li Giuseppe, I 31
11 Fanny, 222 )I Vigilio, 9 2
» Giuseppe (a). 2 J2 )I Vfttorio,, 243
» Giuseppe (b). 42 Martimi Francesco, 198
» Giuseppe (e), 222 » Leopoldo, 198, 199, 200
Loss Luigia, 222 » SiEvio, 209
»Maria, 222 Martiri Amaunie111si, 248, 312
» Màttino, 368 M.arzari Carlo,, I 99
• Raffaele, :2 2:2. 11 Prati Luigi* 114, 282
11 Silvio Aprii, 217 Masina Giovanna, 174
Lucchi Ottone, 2 a9 Ma ttioli P'. A.n dire a, 21, 100
Lucian sorelle. 212 11 P., 232
Lu:nardo viearo, 145 Mattivi Vigilio, 222
Lunardoni Agostino, 233 Maurizio da Caldonazzo, 147
1

LuneUi Francesco. 135 Mauro Domenica, J 9'8


» Renato, 64!, 185 Meikel[Peck Frane. Gius., 243
Lu[PÌ Giuseppe, 155 • Fulgenzio, 244
Maccani Anna, 222 » Maria Or.sola, 24J
» Giulio, 123 Melcbiori Ricair-00·, 131
» Mario, 222 Menato Battista, 152
Madruzzo Card., 21 , 88, 109, Meneghe:tti Angelo, 144
139., 143, l 64, 181, 187, 257, 352
1 " Vittorio, 224

392
Mene-strina Francesco, 100 Domenic-0, {e), 329
»
Mengarda Beniamino, 42 » Giovanni (a), 43
MenghiJt Temistocle, 209 » Giovanni (b), 203
Meng111zzato Pietro, 199 • Giuseppe (a), 41
Menin Albino, 222 11 Giuseppe (b), 201, 209
Mezzanotte Domenico, 244 » Guido, 41
» Gaetano, 222 » Pietro, 203
Mezzena M.stro, 3 54 Motes Mat.hjo, 147
Miche:li Clotilde, 244 Moth Gabriele, 25 J
Micheloni Demetrio, 13 l Mon A rigelo Giacomo, 85,. 25 I
Mina (T·aufer - Zanet.el Domenica), » Fedele, 253
:l33 li Giamb~ttista, 253
Minati Frat., 145 » Nicoletti Ioland~ 2:53
» Giov. Antonio, 245
1 » Pjetro, 2:5 1
Minatti Francesco, 4 3 Motter Albino, 4.3
Miorm Guido, 217, 2 18 )I Enrtco, l 3 l
Mioro T,oni, 14.5 • Giacomo, 254
Mittempergher Giulio, 222 :» Va:lentino, 199
Moar Gaetano, I 52 Musocco Fabrizio, 146
Moggioli pitt., 115 ,. Giuseppe, 371
MoEinari Beniamino, 43 Nar,d,eUi Enrico, 255
)I Dionisio, 246 111 Luigi, 2 I 5, 217, 222
:>1 Egidw, 246 Natale banditore, 145
» Vincenzo, 124, 2 l 9 Naurizio Eiitz, 155, 256, 257
Monauni Tullio, 217 » Lorenzo, 257
Montagn:i Giovanni, 43 • Pao/0 255, 257
1
,

Montebello Gius. Andrea, 17, J5, NegrelJi Fam., 157, 367


75. 89, 104, 110, 246, 268 »Anna, 260, 367
Montibeller Giuseppe, 246 • Are. Mi'.chele. 258, 260
• Pietro, 222 » Carolina, 264
Morandi Antonio, 247 11 Caterina, 258
• Maria, 134 • Elisabetta, 66
Morandini~ 225 111 Francesco, 260
Moranduzzo Annibale, 222 » Gmusep;pina, 232, 2.59, 260
» Bortolo, 152 » Luigi ln;g., 163, 232. 260, 265, 294,
» Piiétro, 206 151, 367
Morelli Arntonio, 201 » Lui,gi Juin., 2<i4
• Giovanni, 222 • Maria (Grois), ,264
11 Maria, 290 » Michele Angelo, 260, 2:68, 166, 269
» Quirino, 222 • Nicola Mo11s., 260, 165, 296, J68
» Umberto, 222 • Nicolò, :2 57
Morizz:o Marco, 247, 148 • Oscar, 264
» Maurizio, 247, 248 » Rosa, 260, 368
Mosclhen Arcangelò, .4 3 » Teresa, 260
» Lamberto, 249 Negri F rancesoo, 202
» Raimondo, 222 i> Giacomo. 143
Moser Domenico (a), 43 Negrriolli Gl'acomo, 268
,. Domenico (lb), 203, 204 » Giandomenico, 268

393
Nervo Giuseppe. 212 » Carlo, 202, 20:'i
lt Nervisld, 202 » Francesco, 2 73
• Rodolfo, 41 » Matteo, 43
Nicoletti da O:specialetto, 192 1 Pia, 222
» dottor. 251 » Pietro, 203
11 Tomaso, I 52 • Pieitro Paolo, 2 I O
Nicolò Vesoo·vo, 314 li Roberto, 222
Nicolussi Ottone, 124 Papa Giov. Do,rrato, .2 74
Nocher Frane. Antonio, 268 111 Silvestro, 2 7.5
» Gtus. Domenico, 268 PaJroli Battista, 152
Nolhénbuhler Giovanni, l S2 Partel Angela, 3741
Nones Carlotta, 217 Pasotti Laura., 330
• Gisella, 2 I 7 Pasqualini Giovanni, 132
Obber Attilio, 222 » Saverio, 275
Obe1 Francesco, 198 Pasquazz:o Dom.enico, 202
Oberosler da Roricegn<>, 269 Passamni Pietro, 152
• Giuseppe, 206 Passi Bart. Antonio, l O
Ochne:r Ferdinando, 169 Passingari Joam Michele, 14 7
Odorizz:i Pcetro, I 52 Pastorini Feliice, 27:'i
Og.nibeni Alberto, 68, 217 • Francesco, 27 5
» Lodovico, 202 • M. Ter~sa, 18
Onestinghel Gino, 99 i, Paolo, 275
» Giovanni, 100 Paterno Ameliia. 309
Onteirto1ere Maddalena, 8 » Domenico,. 15 2
Orler Pietro, 2'70 • Ferdinand(). 2 75
• Rodolfo Mons .• 170 Paternolli Emilia:, 222
Orsi Luig~, 163 • Narciso. 222
Orsmngher Lzonardo, 43 PatenaoUo Antonio, 143
1t Luigi, 43 » Frane. Antonio, 276
• Martino,, 161 li Martino, 149
• Pietro, 43 Pauone Notaro, l 8.2
Os:s .Domenico, 2 70 Pavino Gabriele, 144, 14S
» Emert Luig,i, 43 Pecoraro Marianna, 219
, Giusepl>Ct 202, 203. 206 PeUaur,o Domenico, 141
:» Rolando, 41 Pellegrini Maddalena. ,61
• P:ietro, 199, 200 Pellizzaro, 276, 277
Osti Fausto, 222 » Baldessare, 276
,,. Leopoldo, 222 li Giuseppe, 204
• Linoi 205, 209' Peregrino ,sarto., 14'1
P'accanari Giuseppe, 210 Pergher Leopoldo, 100
P·ace Fganeesco. 41 Ferini Agostino, 14
P'acher, 32 ,. Carlo, 14, 298
• Giuseppe, 272, 307 Per,otto Caterina. 222
P·alaoro Ameliai 217 Perteganti, .2 ii
• Umberto, 217 Peruzzi Francesco, 40, 41 , 124
Pa:nizza Pompeo, 200, 202, 204 Petri Guido, 124, 220
Paoli Alfons.o, 205 Phitzer Pietro, 2 78
,,. Antonio, I 52 Piazza Giorgio, :260, 279

394
» Gius. Benedetto. 258, 2 79 • Angelica, 223
Piccinini Vinceslao, 20'6, 210 » Angelico, 282. 183, 288, 291, 192,
Pier Paolo da Roncegno, 2 79 34-8
Pietro dia ,Sa.moclevo, 3 12 » Astenia, 292
Piff.er Giuseppe, l 25 • Bianca, 223
» Oreste, 222 » Camillo, 43
Pilati Carl'Antonio, 36, 38, 371 • Cesare, 223
Pilonus Franciscus, 191 • Cesira, 223
.Pincio Lucio Romolo, 145 Prati Domenico, 282, 287, 2·92
PimtareUi Battista, 153 » Edmondo, 281, 285, 287, 291, 293
> Egidio, 222 » Eriberlo, 282, 287, 192
li 1Giuseppe, I 32 » Eugenio, 76, 112', 117, 185, 282,
Pinter Francesco, 20,4 283, 187, 290. 19[, 292. 29J, 347,
Piva Giovanni, 2i9 348
111 Giulia, 222 » Giacomo, 182, 290
J11 Um'berto, 222 » Oiovaritii, 70, 184, 28:S, 337
Pivio Marllino, l 98, l 99 » Giulio, 181., :290
Plancher Emilio, 43 » Giuseppe, 223
!Poda Mario; 222 • Guido, 282, 28S, 288, 291
!Il Gi1useppe, 2 02 » Italo, 292
P'ola A l>elardo, 222 ,.. Ll!ligi Rodolfo, 4.3
» Adelina, 22:3 • Marzari Luigi, 114, 282
» Alberto, 220 » Maittiè Carolina, E92, 282, 285
» Iolanda, 223 ., Michelangelo,, 282, 285. 286, 292
» MarceUa, 223 »· Pia; 223
,. Marco, 223 »· Probo, 293
• Maria, 223 » Raffaele, 114, 308
11 Mario, 223 • Raffaella. 288
» Nicolò, 1S l » Romua/dc, 282, 293
11 lla.ffaele, 223 » Sara, 292
11 Sanzio, 223 » Stefano, 282, 290
Poladra SpbiJa, 193 11 Vittorio, 413
Poletto Giacomo, 280 PredeU:i Emanuele, 213
Polo G\lido, 73, 320 Prighel Silvio, 4 3
• Guido don; 354 Pros:pero Antonio, 294
.11 Nicolò, 280 » Battista,. 2 94
• Vincenzo Gius., 280 Prudei Domenico, 295
Pombeni Adolfo, 280 Pruner B,attista. l 53
Ponte Jlacopo, 182 Puecher Passavallli Gmorgio, 295,
• Renzo, 125 » lgnwio, 185, 266, 295
Poppj Fam., 141, 1631 Pueler Giorgio, 19 E, 192
» Baldassare, 281 Purin Ma.ria, 36 I
Postai Giusto, 43 Quaresima E., 100, 349
Fradel Apollonia, 294 Rachini Antonio, 298
Prato (A) IBattista, 81 , 278 » Gius. Antonio, 195, 298
• Giovanni, I 03, 342 )IFrancesco, 298
Prati Fam .• 182 » Sigismondo, 298
• Adelin:a, 292 » Troia.mo, 298

395,
RampaneUi Fra.111cesco. 2.23 Ropele Giorgio (a), 302
Rasmo l:aura, 223 • Giorgio (b), 223
Ratlin Giovanni, 198, 199, 200 Roppele Emilio, 223
Refatti Cesare., 223 RosaneUi C.arlo, 210
Reinald,o da Fornace., 355 • Cesare, 223
Rella Ugo, 218, » Giuseppe, I 98, 203, 206
1

Reg.azzi Antonio, 223 • Umlberto, 223


Renzl Mentore, 4 3 » Vitale, 198
Ricamboni Glicerio; 34 7 Rosi Giambattista, 2·03
Riccardo Ricard-elli, I IO Rosmcni A111t<0111io, 31, 70,, 164, 254,
Ricci Flaviano, 352 2:74, 321, 365
Rigo Agostino, 223 • Leonardo, 276
11 Carlo, 223 Rossi Livio, 81, 201, 246, 2:48, 284
» Ferdinando, 22.3 " Valerio, 372
» Giacomo, 2 23 Rosso Antonio, l 45,, l 92
Rigoni Antonio, 299 • 'Beppi. 215
Rinaldi-Dordi Giuseppina, 138 Rusca Carlo, 302
Rinaldi
. Ferdinando, 199, 200,, 2.03 , :Sa.ibanti Bianca, 3 18,
206, 210 :S,alvadoiri Arcangelo, 150
11 lsacc-0, 41 , Bartolomeo, l 91, 19 2
11 Riccardo, 20'3, 205. 2 1O » Regina, 356
• sorelle e Casai, 200, 342 » Pietro, 150
111 P'ietro, 198, 199, 200,, 203, ~05, 210 Salvetti Achille, I 00
Rio Giuseppe, 204 Salvotti Maria, 303
Ripp.a Guid.o, 125, 220 S.amon:ato Pietro, 303
)l Vittorio, 220 Sardagna M.C, Emanuele, 274
111 Zambattista, 147 Sarterna Fratelli, 304
Rizzi Giulio, 223 » Amalia, 306
Rizzali Giulio. 2 99, .J 2'4 11 Cristofo-ro, 304
Roat Cirillo, 43 Sartorelli Carlo, .106
Roberto da Tesino, 11 O » Casimiro , 19, 307
Rocchetti Emilio, 200, 203, 206 n Egidio, 2 IO
214 » Giambattista, 307
111 Francesco,. 198, 199, 200, 202. » Luigi, 203
» Giovanni, 223
1 » Pietro, 15 1
li·Giuseppe, 202 Sartori Agostino, l 51
» Lodov. Gius., 200, 202 li Candido, 3 091
Rodighiero Bortolo, 15 3, li Daniele, I 32
Rodolfi Frane. Antonio, 299 • Diomira, 309
Rogger mons. Iginio, 3 15 li Edoardo, 202
Roman Erm:ano, 223 » Elia, 307
Romaoese Eli,gio, 21 O » Federica, 294!
» Riccardo, 300 » Federico, 3,09
» Ruggero, 300 » Fioravante, 3 1O
Romani Francesca,· 134 ,. Francesco, 220
» Pietro, 68. 301, 311 ,. frane. Antonio, 310
Romedli Antonio, 301 • Franco• .J()8
Ropelato Paolo, 153 • G., 43

396
»Gio:rgio, 144 » Stefano, 223
» Giovanni, 3 1i() Silano Francesco, 144
» Giuseppe (a), 43 Simeo111i Felice, 223
» Giuseppe (b ), 309 » GiovaMa, 253
Sartori Lorenzo, 21 O Simion Pietro, 132
» Luigi, 308 » Piet.ro don, 233
» Maria,. 223 Simioni Pietro, 4 3
» Narciso, 223 Simonato da Fiemme, 89
» Pia, 223 Simone Notaro, 357
» Raimondo, I 99 Sittoni Francesco, 2 10
» Pietro, 201, 202, 210 » Domenico, 210
» Teofilo, 212, 309, 310 Sizzo Augllstai, I 59
» Teresa, 194, 310 » de Nor:is C., 92, 299
» Tullio Montecroce, 310 » G., 371
Sassella Uld,ermco, 43 Slucca Lazzaro, 203
Sbetta Sebastiano, 192 Slucca M:atteonii Gino, 218, 223
Scalet Giovanni, 43 » Giovanni, 218
Scarpa Angelico Camillo, 311 Srnaider Giacomo; I 91
Scartezzin:i Gio Battista, 312 Somadossi Mario, 126
Scevola Cei<>la Luigi, 312 » Umberto, 138
Schi.avonus Paolus, 142 Someda Fam., I 63, 164, 298, 316
Scopoli Francesco, 298 » Fratelli, 316
,., Gio Battmsta, 312 'I! Giov. Battiista, 3 16
»• Margherita, 298 Sorut Luigi, I 64
» Paolo· A.ntottio, J 12 Sordo Aurelio, 41
Scotoni Mario. 218 » Giuseppe, a13
ScuteUi Francesco, 248 » Severino. 43
» Marcantorn.io, 248 Sottoi!)iet:ra V.alenlino, 223
Segata Prof., 50 Souirdeau Augusto, 316
Segato Fedele, 202 Spada Onorio, 45
Seg,ltetta Cristofo.ro, 143 Spagola Alessandro, 206·
Selvatico Pietro, 3,23, 343, 344 » An:g,e!lina, 223
.Sembianti Giuseppe, 21 O i. Armando, 223
» Remo. 313 » Candida, 280
Semon S ,amuel, J 74 »> Elviira, 223
Sette Luigi, 100 Specher Stefano, 223
» Sii vio,. 223 Sperandio Ljbera., 223
Setti Nicolò, 313 Spi:zzer Oil'sola, 243
Sforza Ferdinando, 210 St,efani Attilio, J 17
Sicca Angelico, 21 » Gjovanni, 223
Sicco (Xicoo) Bartolomeo, 314 »- Giuseppe, 317
» Francesco, 314 • Giuseppe dori., 319
» Macadante, 314 »• Ll!lig;i, 132
» Mièhéle, 3 14 Stefano da Cles, 314
» Modesto, 3 l 4 Stefenelli r ,erruccio, 320
» Pole11toH,, J'l J
Ricci » Noemi, 319
S:igbele Bortolo, 223 Stenghele Pio, 43
» Giov.annj, 223 Stoppa Giovanni, 202

397
Stozzoni Veron. Dorotea, 1'93, ,. Santo Domenico, 3 3
Strada Domenico, 320 Tessaro, 94
• l..eo nardo, 320 » Miola Filippo, 75
• Silvio, 2 23 Tevini Simo:n Michele, 1641

Stricher Felicei 223 ThielUa Luigi, 223


Strobele Ing., 321 Thoma Cristoforo, 3 [3
11 Luigi, 223 Thomeo da Strigno, 147'
Stropa Giacinto. 43 Thun C. Domenico Antonio, 10. 226
Strosio A nd~ea. 321 329
!)t Pier Luigi, 2 23 11 C. Pier Vigilio, 92
S·u:mmonato Stefano, l 47 Ticcò Umberto. 41
Su,ster Elena, 322 Tie:ch.et Giuseppe, 2 23-
:. ,Guido, 100, 2/8, 32.1, 32.5 Tisot Maria, 218, .219'
:» ,Guglielmo, 116, 325 Tisoto Apollonio, 146
Tabar,elli Antonio, J45 Todeschi.ni Domenico, Francesco, JJ5
:» de Fatis Michele, 144 Todesco Pietro, l 91
, Riccardo, 99 Toffol Giovanni, 161 1

Tacchi Giuseppe, 327 » Silvia, 5 5


Taddei Giambattista, 138, » Valerntino. 6,8, 84, 223
)I L., 88 » Vittorio, i 61
Tagliapietr.a Andrea, 109 f ogno 'Noero, 147
Tamanin~ 301 Tognolli Giol}Qnni, 336
» Amalia, 223 'il'oldo Alfons~ 43
• Am.br,ogio, 15 3, » Enrico, l 33
» Antonio, 22·3 Toller Giuseppe, l:53
• Antonio, 127 » o., 15 l
» Cam.il!lo, 133 Tolomei Antonio, 339
» Enrico, 68, JOJ, 328 a Bernardo, 337
» Giovanni, 3'29 ,. Ettor,e, 106
• Guglielmo, 2i3 » Giampaolo, J37
» Pietro, 329 11 Luigi, 339
li Valentino, 327 li Ugo, 339
Tambosi Antonio, 111 Tomaselli Adone, 322
Tamion Vito, 224 • Albano, 75, J1J, 342
targa Domenica, .Jl9 » Emilio, 223
11 Nicolò 329 , Francesco, J46
Tartarotti, 227 • Giuseppe, 2 23
» Giacomo, 336 » Guido, 223
.11 Gir,olamo, 11, 76 11 Ignazio, 347
Tassainer Bortolo, 202 11 Nerino. 346
» Cri~ti:ano, 199, 2103 Tornasi Cat~rina, 282, 2'90
li Leonardo, 199 • Domenica, 136,
'faut Giuseppe, 149 • Francesco, 11 l
'faver111a.to Antonio, 55, 364 11 Giuseppe, 2:23
11, Michele, 133 • Luigi, 2 04
Teofifo da Villamontagna, 312 » Pietro, 223
Terralbrugio Giuseppe, 52, JJO Tomasini Giulio, 347
Tessari Fratelli, .115 Torneo da Tesino, l 110

398
Tornio Alessandro, 223 • L.uigi, I 98. 206
• A!lfredo, 223 i. Stefano,, 357
• Amelia; 223 -. Vjrncenzo; 128
,, Anna, 223 Valduga .Guido, 4!3
11, prè, 147, 148 Valentini Andl!'ea, 43
, V alellitino, 2 23 • Scotoni Cesira, 218
Tomm:aslni Ottone, 2.18, 223 Valer:iano Domenico, 191, 192
Tommaso fu Zanino, 349 Va/lesini. 357
'fommasl!ls de Costasavina, 191 Vanetti Clementino, 22
Tondini Angelina, 223 Vanin Pio, 223
»· Bortolo, 223 Vasseilai-Prati Ersilia, 288
• Giuseppe, 223 Vedova Davide, 211
'fanelli Camillo, 350 Veyet Ptìtscher, 278
» Carlo, 350 Vendramo da Piubago, 357
• Tommaso, J50 Ventrella Lucr,ezia, 3 17
'fomtolli Bartolomeo. J'51 Veozo Giuseppe, 2.2.3,
'fo11oni Aldo, 223 Vesco dont 199
,. Basimio, 223 Vettor de Pietro Gr.ande, 192
"' Enzo,, 223 » de Li.bardo, 192
Tovazzj, 247, 2'98, 313, 327, 370 Vetto-razzi Gede()ne, JQJ, 358
'Frapp Carlo SebasL, 91, 92 Vicentini Zeffirino, 223
• Osvaldo, 92, 147, 161 Victore de Jlo Batta, 246
Trener Giovan BatJisJa. I 16, 237, Vinciguerra Giacomo, 151
351 • Luigi, 203
Trentio Laura, 98 Vènotti Luçia, 223
'frentinaglia Giuseppe, 36 Vnsintainer Amabi'le, 3·59
Trentinello Matteo, 192. Vittore Ma:nfredo, I 10
1

1'rentio Ignazio, 126 Vittorio da Cavalese, :3 36


Trogher Giusep~, 353 Volto.lini Carlo, 22 1
» Leopoldo, 35.3 ,. Eustacchio, 223
'frotter Bartolomeo, 353 • Isidoro, 4 3
» Battista, 153 Von !Pirkenan-Negrelli Amalia, 264
» Celso, 353 Wang,a iFed'.erico, 9
'fschurshenthaller Carlo, [28 Weber Gimabatti'sta, 3'60
'furra Albino, 354 :» s., '75, 90. 107, 108, 174,
Uaja Domenico, 145 231, 242, 256, 287
,. Zuan, 145. Weiss Adolfo, 360, 362
Udiscalco da F,orna,ce. 355 ,. Cèsare, 2:02
Vais di Bieno, 15 3 :» Davide. 325, .3'60, 361, 362
Vayan Domenico, 145 ,. Elisabetta, 195
Valandro, Giovanni, 145 ,. Felice, 361
Valcanover Caterina, 21 I » Ferdinando, 21 I
•· Giovanni, 15 3 ,. Giov. Bàttista (a), 2-64
» Giuseppe, 208 :» Giov. Battista (b), :360
V~dagni Angelo, 206,. 2 18, 223 » Jsidor.o·, 161
»· Ferdinando, 206 ,, l.e-o·ne, 205
» Gianantonio, 356 ,. Lodovico, 20 I
, Giovan Battista, 356 • Pietro (a), 223

399
» Pietr<> (b), 363 ZangheJl.ini Antonio, /99, 263
Welsperg, 82, 192 266, 367
» Cristoforo, 14·6 » !Leone, 223
» Giacomo, 2 8 1 » Paola. I 28
» Sigismondo, 28 I » Pietro, 260. 367
Weriter Giorgio, 290 Zangr.ande GiU1lia, 219
Willenburg Amelia, 332 » Pietro, 215
Willi aut Vili Gio .Batta, 203. 211 Zaniboni Erminio, 100
Wolkestèin, 144 Zanolini Vfgi!io, 163, 369
Wiiirtemberg Elisabetta~ 258 Zanollo doni 290
Zaffran Lodovico, m09 Zanoni Eligio. 223
Zagornel .B'or:tol.o, 54, 171, 364, 374 .Zanotto Emico, 200
.Zamlbait Domenica,. i 74 Zantus Gaspare, 146
Zamòattì Marchetto Ele111a1 329 Zanvacharo da Grigno, 148
Zambelli, 74 Zecchimi Giuseppe, 53, J'64, J74
» Cl.audio, 205 Zeni Giuseppe, 43
Zambiasi Mons., 373 Zentile Fam., 43
Zamboni Emantuele, 223 » Eustacchio, 41
» Giovanni, 223 Zieger A., 347, 348
» Luigi, 2 23 Zilotti Domenico. 375
» Maria, 223 Zi;ppe1 Giovamni, 19
Zamped!rm Eduino, 134 » Vittorio, 31
Zampiccolo Giacomo, 144 Zoner Do:menico, 223
Zampieri '.Battista, 153 » Giov. Battista, 223
Zamatin Giuseppe, ·153 Zorr Maddalena, 199
Zanei Anselmo, 410, 43 Zordan de Lunardo, 145
» Giorgio, 40, 43 Zortea Celso, ]75
» Giovanni, 365 » Luigi, 3 76
Zanella Giov. Battista, 3- 72 Zorzi da Strigno, 147
» Pietro, 2 11 » Michele, 376
Zanetel Bortolo, 4 1, 43 Zotta Bailo Pietro, 211
Zanetelli Augusto, 366, 371 » Giovanni, 43
» Giovanni, 146, 366 Zottele Remo, 144
Z:anettelli Ant Nicolò, 366 Zotti Giuseppe. 377
Zainette11o Cristoforo. 366 Zuan de Nago, 89
Zane:tti Carlo, 12:8 » de Vignol.a, 57
» Ernesto, 211 Zuçç!,elli Antonio, 176
» VaJentimo, I 53 Zudei Ceppa, 148
Zanetto da Cinte, 142 Zugliani OrsoUa, 270
» da Grigno, 14!5 Zuliarrti Andlrea, 43

ERRATA-CORRIGE
Pag. 23, riga 20, leggere: ANDREATTA PROF. CIRO...
Pag. 32;, riga 5~ leggere: collaborò col medioo Pach~t ...
Pag. 92, riga I 2, leggere: TrapiP e Thu.n...
IP'a.g. 212, riga 33, léggére: P'aneveggio...
lP'a.g. 252. riga 28. leggere: Alto Co,mmissario....

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