Sei sulla pagina 1di 3090

Storia e cultura della Scandinavia presenta per la prima volta un ritratto del mondo scandinavo

come una grande regione culturale prima che geografica. Opera unica nel suo genere, risultato di

lunghi anni di ricerche, il testo attraversa la storia della regione e dei popoli, le loro espressioni

sociali e religiose, gli sviluppi politici ed economici seguendo il reale percorso che, al di là di

preconcettie stereotipi, ha accompagnato la formazione dei moderni Stati nordici. I quali, pur

presentando le caratteristiche di quella che è solitamente intesa come comunità scandinava, hanno

avuto una storia propria, che non solo ne ha definito i tratti distintivi, ma nel corso dei secoli ha dato

luogo a guerre, rivalità e rappresaglie. E tuttavia questo lavoro mostra al contempo come si sia giunti

all’attuale clima di cooperazione e alla considerazione di cui essi godono come modelli di

democrazia, senza dimenticare di sottolineare il contributo che possono portare all’attuale mondo

globalizzato.

Il volume, arricchito da illustrazioni, affianca alla trattazione storica, momenti di

approfondimento culturale, così come citazioni di testi originali che offrono un approccio diretto a

diversi e significativi stadi nello sviluppo di Paesi che la geografia ha relegato all’estremo Nord, ma

che da sempre sono interlocutori e protagonisti di primo piano nello scenario della vecchia Europa.
Storia e cultura della Scandinavia presenta per la prima volta un ritratto del mondo scandinavo

come una grande regione culturale prima che geografica. Opera unica nel suo genere, risultato di

lunghi anni di ricerche, il testo attraversa la storia della regione e dei popoli, le loro espressioni

sociali e religiose, gli sviluppi politici ed economici seguendo il reale percorso che, al di là di

preconcettie stereotipi, ha accompagnato la formazione dei moderni Stati nordici. I quali, pur

presentando le caratteristiche di quella che è solitamente intesa come comunità scandinava, hanno

avuto una storia propria, che non solo ne ha definito i tratti distintivi, ma nel corso dei secoli ha dato

luogo a guerre, rivalità e rappresaglie. E tuttavia questo lavoro mostra al contempo come si sia giunti

all’attuale clima di cooperazione e alla considerazione di cui essi godono come modelli di

democrazia, senza dimenticare di sottolineare il contributo che possono portare all’attuale mondo

globalizzato.

Il volume, arricchito da illustrazioni, affianca alla trattazione storica, momenti di

approfondimento culturale, così come citazioni di testi originali che offrono un approccio diretto a

diversi e significativi stadi nello sviluppo di Paesi che la geografia ha relegato all’estremo Nord, ma

che da sempre sono interlocutori e protagonisti di primo piano nello scenario della vecchia Europa.
Gianna Chiesa Isnardi già professore ordinario di Culture e Letterature Scandinave

all’Università di Genova (dove nel 1992 ha fondato la sezione di Studi Nordici), ha dedicato le sue

ricerche al mondo scandinavo medievale e moderno. Per Bompiani ha curato nel 2004 Racconti

popolari e fiabe islandesi.


Gianna Chiesa Isnardi già professore ordinario di Culture e Letterature Scandinave

all’Università di Genova (dove nel 1992 ha fondato la sezione di Studi Nordici), ha dedicato le sue

ricerche al mondo scandinavo medievale e moderno. Per Bompiani ha curato nel 2004 Racconti

popolari e fiabe islandesi.


TASCABILI BOMPIANI
TASCABILI BOMPIANI
GIANNA CHIESA ISNARDI

STORIA E CULTURA DELLA SCANDINAVIA

UOMINI E MONDI DEL NORD

STORIA

PAPERBACK
GIANNA CHIESA ISNARDI

STORIA E CULTURA DELLA SCANDINAVIA

UOMINI E MONDI DEL NORD

STORIA

PAPERBACK
eISBN 978-88-587-7119-8

Realizzazione editoriale a cura di Compos90 e Zungdesign

© 2015 Bompiani/RCS Libri S.p.A.

Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano

I edizione “Storia Paperback” maggio 2015

L'editore si rende disponibile ad assolvere i propri impegni nei confronti dei titolari di eventuali

diritti sui contributi pubblicati e per eventuali fonti iconografiche non identificate.

In copertina: Figura di sciatore, una delle oltre tremila immagini conservate nella ‘galleria d’arte

rupestre’ di Alta (Finnmark)

foto: Enrico Isnardi. Progetto grafico: Polystudio. Copertina: Sara Pallavicini.

Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore.

È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.


eISBN 978-88-587-7119-8

Realizzazione editoriale a cura di Compos90 e Zungdesign

© 2015 Bompiani/RCS Libri S.p.A.

Via Angelo Rizzoli 8 - 20132 Milano

I edizione “Storia Paperback” maggio 2015

L'editore si rende disponibile ad assolvere i propri impegni nei confronti dei titolari di eventuali

diritti sui contributi pubblicati e per eventuali fonti iconografiche non identificate.

In copertina: Figura di sciatore, una delle oltre tremila immagini conservate nella ‘galleria d’arte

rupestre’ di Alta (Finnmark)

foto: Enrico Isnardi. Progetto grafico: Polystudio. Copertina: Sara Pallavicini.

Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore.

È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.


Questo libro è dedicato a tutti i miei studenti:

a quelli che ho avuto,

a quelli che avrei voluto avere,

a quelli che (forse) avrebbero voluto esserlo.


Questo libro è dedicato a tutti i miei studenti:

a quelli che ho avuto,

a quelli che avrei voluto avere,

a quelli che (forse) avrebbero voluto esserlo.


PREMESSA

Ho cercato di scrivere un libro utile. Questo lavoro nasce da una lunga esperienza

nell’insegnamento universitario di “Culture e Letterature Scandinave”, disciplina che si

colloca in un settore che negli ultimi decenni ha conosciuto in Italia un interesse crescente e

nel cui ambito è aumentato significativamente il numero dei testi disponibili sia per gli

studiosi sia per i lettori interessati alla cultura del Nord Europa. Interesse parallelo, del resto,

alla diffusione dello studio delle lingue nordiche, a sua volta testimoniato tra l’altro dalla

quantità di opere letterarie scandinave pubblicate in buone traduzioni dall’originale. È

opinione ormai consolidata che la padronanza di una lingua e la conoscenza della letteratura

che ne è espressione non siano di per sé sufficienti, quando manchi l’approfondimento degli

elementi storico-culturali correlati: la disciplina che – con un termine non proprio felicissimo

– viene definita ‘culturologia’ trova in ciò la propria giustificazione. Questo tipo di

osservazioni, ormai ampiamente condivise, sul rapporto tra lingua e letteratura da una parte e

cultura dall’altra, risale a studi effettuati in Russia e negli Stati uniti, rispettivamente negli

anni ’70 e ’80 del secolo scorso:1 studi i cui sviluppi si rivelano particolarmente attuali in un

periodo in cui un approfondimento delle radici della cultura europea appare tanto necessario

quanto improrogabile.

Questo lavoro si propone di offrire un supporto culturale indispensabile allo studio delle

lingue e delle letterature scandinave. Su di esse, come elementi vitali di una cultura, esso è

del resto in buona parte costruito, anche perché a tale studio deve, come detto, sottostare. In

ampia prospettiva vi sono naturalmente inseriti tutti quegli elementi (archeologici, storici,
artistici, economici, politici, sociali, religiosi e via dicendo) la cui interazione è stata

nga esperienza determinante nella formazione e nello sviluppo della cultura scandinava.

sciplina che si Diverse note sono state inserite nel testo con diversi scopi. Innanzi tutto note di carattere

esse crescente e esplicativo, là dove si è ritenuto che fosse opportuno un chiarimento; in secondo luogo note

bili sia per glicontenenti informazioni aggiuntive importanti per ulteriori indagini ma che, tuttavia, se

allelo, del resto,inserite nel discorso principale, lo avrebbero senza dubbio appesantito; in terzo luogo note di

tra l’altro dalla rimando ad altri punti del testo in cui si fa riferimento (magari da una diversa prospettiva) a

all’originale. Èun medesimo dato. Fatta eccezione per opere che trattano temi in questo contesto molto

della letteraturaspecifici o, al contrario, solo marginali, le indicazioni bibliografiche vengono date in forma

ndimento deglisintetica rimandando ai titoli compresi nell’elenco che si trova in fondo al volume; quando

prio felicissimo questi titoli sono compresi in una sezione bibliografica diversa da quella relativa al paragrafo

Questo tipo diin questione la stessa è stata indicata tra parentesi.

a da una parte e

tivamente negli

nte attuali in un

anto necessario

llo studio delle

cultura, esso è

o, sottostare. In

ologici, storici,
artistici, economici, politici, sociali, religiosi e via dicendo) la cui interazione è stata

determinante nella formazione e nello sviluppo della cultura scandinava.

Diverse note sono state inserite nel testo con diversi scopi. Innanzi tutto note di carattere

esplicativo, là dove si è ritenuto che fosse opportuno un chiarimento; in secondo luogo note

contenenti informazioni aggiuntive importanti per ulteriori indagini ma che, tuttavia, se

inserite nel discorso principale, lo avrebbero senza dubbio appesantito; in terzo luogo note di

rimando ad altri punti del testo in cui si fa riferimento (magari da una diversa prospettiva) a

un medesimo dato. Fatta eccezione per opere che trattano temi in questo contesto molto

specifici o, al contrario, solo marginali, le indicazioni bibliografiche vengono date in forma

sintetica rimandando ai titoli compresi nell’elenco che si trova in fondo al volume; quando

questi titoli sono compresi in una sezione bibliografica diversa da quella relativa al paragrafo

in questione la stessa è stata indicata tra parentesi.


1 Il riferimento è alle teorie dei russi E.M. Vereščagin e V.G. Kostomarov e a quelle

dell’americano E.D. Hirsch; vd. LOTMAN JU.M., “I due modelli della comunicazione nel sistema della

cultura”, in LOTMAN JU.M. – USPENSKIJ B.A., Tipologia della cultura, a cura di FACCANI R.–

MARZADURI M., Milano 2001, pp. 111-113.


1 Il riferimento è alle teorie dei russi E.M. Vereščagin e V.G. Kostomarov e a quelle

dell’americano E.D. Hirsch; vd. LOTMAN JU.M., “I due modelli della comunicazione nel sistema della

cultura”, in LOTMAN JU.M. – USPENSKIJ B.A., Tipologia della cultura, a cura di FACCANI R.–

MARZADURI M., Milano 2001, pp. 111-113.


RINGRAZIAMENTI

Nei lunghi anni in cui ho lavorato a questo libro in diverse occasioni ho avuto bisogno di

aiuto (grande o piccolo) e di consiglio. Sperando di non dimenticare nessuno desidero perciò

elencare (in doveroso ordine alfabetico) le persone sulla cui cortesia e disponibilità ho potuto

contare. Ciascuno saprà riconoscere il motivo della mia riconoscenza. Grazie dunque

innanzitutto a:

Davide Finco, Christina Gillhardt, Enrico Isnardi, Magne Malmanger, Susann Silander

Ma anche a:

Mette Abildgaard, Bjørn Abusdal, Aage Andersen, Andrea Berardini, Björk Thor, Guido

Borghi, Tage Boström, Bragi Þorgrímur Oláfsson, Luca Busetto, Maria Teresa Chiesa,

Gianfranco Contri, Pia Dandanell Parrot, Roberto De Pol, Øystein Ekroll, Vidar Enebakk,

Urban Engvall, Martina Esposito, Laura Federico, Sigurgeir Finnsson, Kristin Flagstad,

Britta O. Frederiksen, Katti Frederiksen, Staffan Fridell, Anneli Fuchs, Michael H. Gelting,

Joachim Gerdes, Guðrún Sverrisdóttir, Hans Christian Gulløv, Susanne Hartvig, Frode

Havekamp, Richard Heijkenskjöld, Åsa Henningsson, Henrik Hornemann, Jógvan í Lon

Jacobsen, Jökull Sævarsson, Liv Kalveland, Christer Karlsson, Satu Kiviniitty, Nina Korbu,

Jemima Koukkunen, Finn J. Kramer-Johansen, Anne Jorunn Kydland, Merya Kyto, Johanna

Laakso, Britt-Marie Lagerqvist, Christer Lagvik, Alessio Lancioni, Giovanni Lugaro, Heléne

Lundgren, Bo Lundström, Erlend Lønnum, Chris Madsen, Agneta Malmsten, Paolo Marelli,

Ingrid Martinengo, Ida Merello, Tanya Moeller, Nicholas Mozzato, Lars Munkhammar, Bill

Nilsson, Cecilia Nilsson, Lars Norman, John O. Norrman, Oddur Sigurðsson, Birgitta Olson,
Páll Sigurðsson, Karl Peder Pedersen, Sophie Petit, Ragnheiður Mósesdóttir, Franco Reuspi,

vuto bisogno diSara Risberg, Nadia Risso, Örjan Romefors, Thomas Roth, Eilov Runnestø, Laura Salmon,

desidero perciò Enrica Salvaneschi, Elisabeth Sandström, Anna Maria Segala, Eva Selvik, Dariusz Sendula,

bilità ho potutoSigrún á Heygum Óláfsdóttir, Steinunn Sigurðardóttir, Claudia Silveira Oliveira, Jørgen

Grazie dunqueStender Clausen, Elezelien Streef, Bruno Svindborg, Erik Swierstra-Banke, Ole Henrik

Sørensen, Younis Tawfik, Britt Eli Thingstad, Úlfar Bragason, Lorenzo Valle, Monia

Vezzoni, Viðar Hreinsson, Daniele Volta, Lena Wahlberg, Gunnel Waxell, Pär-G. Werkelin,

Henrik Williams, Anna Wolodarski, Bernd Zillich, Eva Zillich, Örn Hrafnkelsson. E anche a

rk Thor, Guido tutto il personale delle Biblioteche universitarie Carolina Rediviva e Karin Boye di Uppsala,

Teresa Chiesa,a quello della sala Diamanten della Biblioteca Reale di Copenaghen, a quello della

Vidar Enebakk,Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bergen.

ristin Flagstad, Un pensiero grato (e purtroppo postumo) a Gimmi Anastasio per i tanti buoni consigli e a

ael H. Gelting,Tryggve Sköld per la autorevole consulenza sulla cultura sami.

Hartvig, Frode E, ancora, un sentito riconoscimento a chi, presso la Casa Editrice ha promosso la

Jógvan í Lonpubblicazione di questo lavoro: Elisabetta Sgarbi e Oliviero Toscani e a chi ha portato un

y, Nina Korbu,contributo fondamentale alla sua migliore realizzazione: Silvia Borghesi, Elvira Modugno,

Kyto, JohannaMarco Piani.

Lugaro, Heléne

Paolo Marelli,

nkhammar, Bill

Birgitta Olson,
Páll Sigurðsson, Karl Peder Pedersen, Sophie Petit, Ragnheiður Mósesdóttir, Franco Reuspi,

Sara Risberg, Nadia Risso, Örjan Romefors, Thomas Roth, Eilov Runnestø, Laura Salmon,

Enrica Salvaneschi, Elisabeth Sandström, Anna Maria Segala, Eva Selvik, Dariusz Sendula,

Sigrún á Heygum Óláfsdóttir, Steinunn Sigurðardóttir, Claudia Silveira Oliveira, Jørgen

Stender Clausen, Elezelien Streef, Bruno Svindborg, Erik Swierstra-Banke, Ole Henrik

Sørensen, Younis Tawfik, Britt Eli Thingstad, Úlfar Bragason, Lorenzo Valle, Monia

Vezzoni, Viðar Hreinsson, Daniele Volta, Lena Wahlberg, Gunnel Waxell, Pär-G. Werkelin,

Henrik Williams, Anna Wolodarski, Bernd Zillich, Eva Zillich, Örn Hrafnkelsson. E anche a

tutto il personale delle Biblioteche universitarie Carolina Rediviva e Karin Boye di Uppsala,

a quello della sala Diamanten della Biblioteca Reale di Copenaghen, a quello della

Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bergen.

Un pensiero grato (e purtroppo postumo) a Gimmi Anastasio per i tanti buoni consigli e a

Tryggve Sköld per la autorevole consulenza sulla cultura sami.

E, ancora, un sentito riconoscimento a chi, presso la Casa Editrice ha promosso la

pubblicazione di questo lavoro: Elisabetta Sgarbi e Oliviero Toscani e a chi ha portato un

contributo fondamentale alla sua migliore realizzazione: Silvia Borghesi, Elvira Modugno,

Marco Piani.
Nella figura: le regioni scandinave (fig. 1)
INTRODUZIONE

Il concetto culturale di Scandinavia

Dal punto di vista culturale, l’area attualmente definita ‘Scandinavia’ è un mondo assai

più variegato di quanto una conoscenza superficiale lasci supporre: risultato di molteplici

vicende storiche, di contrapposizioni e sovrapposizioni di diversi fattori la cui elaborazione e

interazione si è sviluppata in un percorso durato molti secoli. In effetti nella valutazione della

cultura scandinava un elemento condiziona solitamente il giudizio. Si tratta del carattere di

persistente affinità che – non solo agli occhi del resto del mondo – accomuna i Paesi nordici,

unendoli in una sorta di ‘cultura panscandinava’: un fatto che – se da una parte si fonda su

precise motivazioni – 1 ci fa d’altro canto correre il rischio di sottovalutare le caratteristiche

proprie di ciascuna nazione e, conseguentemente, di ignorare la complessità che esiste in

quella regione. A questa considerazione occorre aggiungerne altre. La prima è che – almeno

per la fase più antica – non ha alcun senso parlare di nazioni – né, tanto meno, di Stati

nordici – al modo in cui noi li intendiamo secondo criteri moderni. La Scandinavia della

preistoria, a esempio (molto dissimile da quella attuale anche nell’aspetto geomorfologico),

era un territorio senza confini al cui interno – in aree diverse per latitudine, altitudine, clima e

disponibilità di risorse – vivevano e si muovevano gruppi di uomini che solo una valutazione

superficiale giudicherebbe uniformi nelle abitudini e nell’organizzazione sociale. Infatti: se

nel periodo più antico la Danimarca e il sud della Svezia costituiscono un’area piuttosto

omogenea, che si estende alla Norvegia meridionale (soprattutto nella zona costiera),

differenze anche considerevoli si riscontrano nelle altre zone norvegesi (soprattutto quelle
interne),2 così come in quelle del nord della Svezia (più legate, queste ultime, alla Finlandia

settentrionale). Del resto anche in epoca storica non ha senso parlare di ‘nazioni’ o di ‘stati’

un mondo assainordici, almeno fino alla fase finale dell’epoca vichinga, quando sarà davvero avviato il

o di moltepliciprocesso di trasformazione dell’antica organizzazione sociale secondo strutture ricalcate sui

elaborazione e modelli dell’Europa continentale.

alutazione della D’altronde: con l’espressione ‘cultura scandinava’, ci si riferisce qui soprattutto al

del carattere dipatrimonio culturale dei Paesi nei quali si parlano lingue del gruppo nordico, idiomi

i Paesi nordici,riconducibili, attraverso il ramo germanico, a una matrice indoeuropea.3 Questo presupposto

arte si fonda suimpone una notevole forzatura al concetto di ‘scandinavo’ così come lo si intende in senso

e caratteristichegeografico: esso infatti esclude, nella sostanza, quasi tutto ciò che si richiama alla cultura

à che esiste infinlandese (per la precisione ciò che è di matrice finnica),4 mentre fa spazio a quella

è che – almenoislandese, sviluppatasi in un territorio che da un punto di vista strettamente geografico

meno, di Stati certamente non appartiene a quell’area (come del resto, a rigore, la Danimarca).5 D’altra

andinavia della parte la comunanza linguistica (quale in particolare quella che unisce il danese, lo svedese e

omorfologico),il norvegese)6 corrisponde all’affermarsi di una cultura che ha preso, nella sostanza, il

itudine, clima esopravvento. Essa dunque si presenta come elemento determinante, anche se naturalmente in

una valutazione un contesto come questo si dovranno tenere ben presenti molti altri aspetti (storici, sociali,

ciale. Infatti: seeconomici, artistici, folcloristici, religiosi e via dicendo).

n’area piuttosto Ma in queste valutazioni anche il fattore geografico trova – seppure con le limitazioni

zona costiera),sopra evidenziate – la propria rivincita. Infatti, se la cultura scandinava mostra ancora oggi

prattutto quelle un forte grado di omogeneità (che si estende in buona misura anche alle zone nelle quali
, alla Finlandiaprevalgono lingue diverse e diverse etnie) ciò è dovuto in gran parte alla posizione periferica

oni’ o di ‘stati’di queste terre nel panorama europeo: una situazione che ha favorito il formarsi e l’affermarsi

vero avviato il del concetto culturale di un mondo definito alquanto genericamente ‘nordico’, il quale – pur

ure ricalcate suinella complessità delle vicende storiche e delle importanti interrelazioni con il resto del

continente – ha continuato nel corso dei secoli a guardare con grande attenzione al proprio

soprattutto alinterno.

nordico, idiomi Omogeneità e autoreferenzialità da una parte; diversificazione e relazioni con l’esterno

sto presuppostodall’altra: questi dunque i due principali presupposti sui quali i Paesi della Scandinavia

ntende in sensodevono oggi misurare il proprio rapporto con l’Europa. Una situazione i cui sviluppi sono

ma alla culturadestinati a incidere in misura determinante sulla ‘cultura scandinava’ che è – per altro – in

pazio a quellaperenne evoluzione, come del resto è ovvio che sia.

ente geografico

D’altra

se, lo svedese e

lla sostanza, il

naturalmente in

(storici, sociali,

n le limitazioni

tra ancora oggi

one nelle quali


prevalgono lingue diverse e diverse etnie) ciò è dovuto in gran parte alla posizione periferica

di queste terre nel panorama europeo: una situazione che ha favorito il formarsi e l’affermarsi

del concetto culturale di un mondo definito alquanto genericamente ‘nordico’, il quale – pur

nella complessità delle vicende storiche e delle importanti interrelazioni con il resto del

continente – ha continuato nel corso dei secoli a guardare con grande attenzione al proprio

interno.

Omogeneità e autoreferenzialità da una parte; diversificazione e relazioni con l’esterno

dall’altra: questi dunque i due principali presupposti sui quali i Paesi della Scandinavia

devono oggi misurare il proprio rapporto con l’Europa. Una situazione i cui sviluppi sono

destinati a incidere in misura determinante sulla ‘cultura scandinava’ che è – per altro – in

perenne evoluzione, come del resto è ovvio che sia.


1 Come verrà evidenziato nel corso di questo studio, ragioni geografiche, storiche, politiche e

sociali hanno certamente contribuito a determinare il forte grado di omogeneità che distingue l’area

scandinava; d’altro canto a palese dimostrazione di quanto i popoli nordici sentano – molto più di

altri – di appartenere a una grande comunità, sarà qui sufficiente ricordare l’esistenza del Consiglio

nordico, un’istituzione nata nel 1952, con finalità politiche e culturali e alla quale tutti questi Paesi

aderiscono (vd. pp. 1234-1235).

2 Tuttavia va precisato che per molti aspetti anche le coste settentrionali della Norvegia risultano

legate alla cultura delle aree meridionali.

3 Vd. oltre, pp. 157-161.

4 Si ritiene utile chiarire qui che con l’aggettivo ‘finnico’ ci si riferisce a tutto ciò che è

autenticamente riconducibile alla cultura suomalainen (in particolare, quindi, alla lingua che

appartiene al gruppo dell’ugrofinnico distinto dall’indoeuropeo). Il termine ‘finlandese’ verrà invece

usato per indicare ciò che risulti essere il prodotto della tradizione indigena nella sua interazione con

le altre culture (in particolare la svedese ma anche, innanzi tutto, la russa) con le quali nel corso dei

secoli essa è venuta in contatto.

5 La delimitazione su base linguistica del concetto di ‘scandinavo’ determina anche l’esclusione

di tutta l’area lappone (che di seguito verrà definita con l’appellativo più corretto di sami). Ma i

rapporti culturali tra queste popolazioni e quelle nordiche e il fatto che gran parte dell’area abitata dai

Sami appartiene alla Norvegia e alla Svezia, ne impone la trattazione in appendice, per quanto

limitatamente agli aspetti principali (vd. App. 2).

6 Un notevole grado di affinità (che facilita la reciproca comprensione dei parlanti) lega tuttora

queste lingue, che hanno conosciuto una notevole evoluzione rispetto all’islandese (idioma che è

diretta filiazione del norvegese medievale e resta caratterizzato da forti tratti di arcaicità).
iche, politiche e

distingue l’area

o – molto più di

za del Consiglio

tutti questi Paesi

orvegia risultano

tutto ciò che è

alla lingua che

ese’ verrà invece

a interazione con

uali nel corso dei

nche l’esclusione

). Ma i

l’area abitata dai

dice, per quanto

anti) lega tuttora

e (idioma che è
CAPITOLO 1

La preistoria

1.1. Dopo il ‘grande freddo’: le prime tracce dell’uomo in Scandinavia

Al tempo dell’ultima grande glaciazione, la cui estensione aveva ricoperto

completamente per circa 100.000 anni il territorio dell’Europa settentrionale,1 le terre e i

mari della Scandinavia giacevano sotto un’immensa crosta di ghiaccio. La storia dell’uomo –

nella misura in cui siamo in grado di delinearla – ha dunque inizio in questi territori solo

quando, a seguito di un innalzamento della temperatura, il fronte dell’enorme massa gelata

cominciò a regredire dalle coste verso le aree più interne e al contempo verso settentrione.2

Sebbene si possa ritenere che le regioni scandinave avessero conosciuto la presenza di esseri

umani anche durante le lunghe fasi interglaciali,3 è infatti solo da questo periodo che le tracce

dell’uomo nelle terre settentrionali appaiono inequivocabili e, al contempo, sufficientemente

chiare. Dal punto di vista geomorfico inoltre, sono questi – fino all’incirca al 4500 a.C. – i

millenni nel corso dei quali il territorio viene definitivamente assumendo la conformazione

attuale.4

L’arrivo di gruppi di persone che si spinsero verso nord, affidando il proprio

sostentamento alla caccia e alla pesca, fu naturale conseguenza del progressivo ritirarsi del

fronte dei ghiacci. Questi uomini, i primi che ci hanno lasciato testimonianze certe della loro

presenza nelle regioni scandinave (riconducibili in taluni casi fino al XIII millennio a.C.)

paiono appartenere alla cosiddetta ‘cultura di Amburgo’5 e si collocano dunque nell’ultima

fase del paleolitico. Tracce dei loro insediamenti sono state ritrovate soprattutto in
Danimarca,6 ma anche in Svezia;7 una striscia di terra sull’Øresund univa a quel tempo il

territorio danese con l’attuale regione della Scania e questa fu la via percorsa dai primi

uomini che penetrarono nelle zone meridionali di quella che è ora la penisola scandinava per

veva ricopertospingersi poi sempre più avanti. Il paesaggio in cui essi si trovarono a vivere aveva un

le terre e i aspetto tipicamente artico: la vegetazione, costituita prevalentemente da muschi e licheni

ria dell’uomo –forniva nutrimento alle renne, che migrando verso nord in seguito allo scioglimento dei

ti territori solo ghiacci, avevano indotto i cacciatori a seguirle.8 Il miglioramento del clima determinò in

me massa gelataseguito una graduale diffusione di altre specie vegetali, soprattutto betulle nane (insieme a

2diversi tipi di piante da brughiera ed erbacee tipiche dei climi freddi) e animali quali lupi,

esenza di esseribisonti, cervi, cavalli selvatici, orsi, ghiottoni, alci, linci, lepri artiche, castori.

do che le tracce Naturalmente, durante questi primi millenni (forse già dal 13.500 a.C.),9 la sola regione

ufficientementedanese e l’area più meridionale della Svezia (Scania) possono dirsi totalmente sgombre dai

al 4500 a.C. – i ghiacci (in queste zone cominciano infatti a comparire anche i primi pini), il fronte dei quali

conformazionerisulta arretrato fino alla fascia tra il 59° e il 60° parallelo attorno all’11.000 a.C., mentre la

striscia costiera norvegese – esposta all’influsso del mare – ne appare priva, almeno in parte,

ndo il proprio già verso il 10.000 a.C. e completamente verso l’8500 a.C. Intorno al 6500 a.C infine, la

ivo ritirarsi delmaggior parte della regione scandinava sarà libera.

certe della loro Tra il 12.000 e il 10.700 a.C. si collocano i reperti rinvenuti in una serie di siti dalle

millennio a.C.)caratteristiche simili: questi ritrovamenti sono attribuiti alla cosiddetta ‘cultura di

que nell’ultimaBromme’,10 diffusa in Danimarca, nella Svezia meridionale e anche nella Germania

soprattutto insettentrionale (tra l’Elba e l’isola di Rügen).11 Com’è logico attendersi, essi danno palese
a quel tempo iltestimonianza di un’economia basata in primo luogo sulla cattura di prede animali: utensili

corsa dai primicomuni realizzati in selce sono punte che presentano un’estremità assottigliata per essere

scandinava perinserita in un manico, punzoni e raschiatoi per le pelli, più tardi anche arpioni.12 Sino a

ivere aveva unqualche decennio fa le tracce più antiche di una presenza umana in Norvegia erano state

uschi e licheniindividuate in un sito risalente al periodo tra il 7600 e il 7000 a.C.13 Scoperte recenti hanno

cioglimento deituttavia consentito di retrodatare la presenza dell’uomo in queste regioni financo di tremila

a determinò inanni.14 Qui d’altra parte le culture dette rispettivamente ‘di Fosna’ e ‘di Komsa’, ampiamente

nane (insieme atestimoniate nel mesolitico, potrebbero forse affondare le proprie radici addirittura in questo

mali quali lupi,periodo.

1.2. L’età della pietra nel Nord

la sola regione 1.2.1. Uomini, natura e prede animali: il mesolitico

te sgombre dai Con la dovuta dose d’approssimazione, la fase iniziale del mesolitico è collocata nel

fronte dei quali Nord attorno al 9500 a.C.15 Di qui in poi le tracce della presenza dell’uomo nelle regioni

a.C., mentre lascandinave si fanno ben più numerose e significative. Ciò è certamente da mettere in

lmeno in parte,relazione anche con un fattore climatico assai importante che comportò ovvie ripercussioni

0 a.C infine, lasulle condizioni di vita degli uomini: l’avvento del periodo cosiddetto ‘boreale’ (8500-6800

a.C.) che prende nome dai venti secchi boreali, cioè provenienti da settentrione. Preceduto da

rie di siti dalleuna fase ‘preboreale’ (9500-8500 a.C.)16 – nella quale le condizioni climatiche tendenti a un

ta ‘cultura di deciso miglioramento segnano il passaggio dalla flora e dalla fauna tipica della tundra a

ella Germania quella della foresta (con la diffusione definitiva di betulle e la comparsa di pini e noccioli,

si danno palesementre tra gli animali troviamo ora anche uri e cinghiali) – esso fu segnato da un nuovo
nimali: utensiliaumento della temperatura media, che raggiunse livelli superiori a quelli attuali. In

liata per essereconseguenza di questa variazione climatica le regioni scandinave conobbero, almeno nelle

Sino azone più meridionali, la crescita di una vegetazione assai ricca: querce, tigli, olmi, frassini,

gia erano stateaceri conquistarono il territorio dando vita a una foresta vergine in cui trovarono il proprio

e recenti hannohabitat numerose specie animali. I reperti archeologici non possono mostrarci altre tracce se

anco di tremilanon quelle lasciate da uomini che si sostentavano con la caccia, la pesca, la raccolta dei

a’, ampiamente vegetali commestibili. Nel mesolitico gli archeologi hanno evidenziato in Danimarca e nella

ittura in questoSvezia meridionale la cosiddetta ‘cultura di Maglemose’17 (che si protrae fino al 6800 a.C.);

in antichi bacini lacustri presso i quali dovevano spesso trovarsi gli insediamenti (e nei quali

è conservata tanta parte dei reperti preistorici della Scandinavia) sono stati rinvenuti oggetti

d’uso quotidiano: microliti tipici del periodo (usati in particolare come punte di freccia),

è collocata nelutensili di corno, di osso (tra i reperti più frequenti uncini, ami, asce, pugnali) o anche di

o nelle regioni legno, che rivelano una buona abilità tecnica e il cui sviluppo si lega alle accresciute risorse

da mettere inofferte dal territorio. Diversi oggetti sono talvolta artisticamente decorati con motivi

ie ripercussionigeometrici, figure animali o anche umane.18 Inoltre sono stati rinvenuti resti di cibo e tracce

le’ (8500-6800del basamento di capanne a pianta ovale o rettangolare, che dovevano avere le pareti e il tetto

e. Preceduto dadi corteccia o di giunco.19 In quest’epoca cominciano a popolarsi anche le zone della Svezia

he tendenti a un centrale20 e l’isola di Gotland.

della tundra a Il periodo successivo è quello della cultura detta ‘di Kongemose’21 (circa 6800-5500

pini e noccioli,a.C.) maggiormente legata all’ambiente marino e costiero. Da un lato ciò pare dipendere

o da un nuovodalla diminuzione della selvaggina dovuta al propagarsi (almeno a sud) di una foresta
elli attuali. Indominata dalle latifoglie e da un fitto sottobosco: conseguenza, a sua volta, di un clima caldo

o, almeno nellee umido che rappresenta – in quello che è definito ‘periodo atlantico’ (all’incirca tra il 6800 e

, olmi, frassini, il 3500 a.C.) – la fase più calda dell’era post-glaciale. Dall’altro lato ciò si lega a un aumento

arono il propriodelle risorse marine conseguenti ai cambiamenti geo-morfologici che avevano dato origine al

i altre tracce se Mare Litorina. Della cultura di Kongemose, che riguarda principalmente le zone danesi e

la raccolta deiquelle della Svezia meridionale,22 ci restano numerosi reperti, soprattutto punte di frecce,

nimarca e nellaasce, trapani, raschiatoi, coltelli, punzoni, ami, arpioni. Anche qui non mancano interessanti

o al 6800 a.C.);decorazioni.23

enti (e nei quali In Norvegia il mesolitico conosce due culture principali: quella cosiddetta ‘di Fosna’,24 e

nvenuti oggettiquella – ben più settentrionale – ‘di Komsa’.25 Entrambe – che, come detto sopra, potrebbero

nte di freccia),forse affondare le proprie radici nell’epoca precedente – si estendono con limitate

ali) o anche di innovazioni per un lunghissimo periodo di tempo. Anche qui i reperti testimoniano di gruppi

resciute risorsedi uomini le cui abitudini di vita erano strettamente legate ai cicli della vita animale. Il

ati con motiviterritorio nel quale era diffusa la cultura di Fosna comprende in primo luogo l’area orientale

di cibo e traccedel fiordo di Oslo, le isole al largo di Bergen e la costa delle regioni di Møre e Trøndelag

pareti e il tetto(fino all’altezza di Trondheim): si tratta dunque di insediamenti strettamente dipendenti dalle

ne della Sveziarisorse marine. Gli utensili sono esclusivamente di selce. Non si conoscono tracce di

abitazioni. Parallelamente tuttavia si trovano siti anche presso corsi d’acqua fra le montagne,

irca 6800-5500certamente collegati alla presenza di animali selvatici. Qui l’uso d’utensili realizzati con

pare dipenderemateriale lapideo locale anziché con la selce (e l’esistenza di ‘cave’ dalle quali esso era

di una forestatratto) indica scarsi contatti con gli abitanti delle coste e la permanenza in zona di questi
un clima caldouomini per l’intero periodo dell’anno.

rca tra il 6800 e Molti degli insediamenti attribuiti alla cultura di Komsa sono collocati presso il mare

a a un aumentoaperto (da Tromsø fino alla penisola di Kola): essi dovevano presumibilmente essere

dato origine alutilizzati nei mesi in cui si godeva di un clima più favorevole e mostrano dunque un carattere

zone danesi edi provvisorietà, mentre taluni rifugi invernali, costruiti all’interno dei fiordi in posizione

punte di frecce,riparata, risultano più grandi e meglio attrezzati. Siamo quindi di fronte, con molta

ano interessantiprobabilità, a gruppi di semi-nomadi che si spostavano a seconda delle stagioni: sulle coste e

le isole durante l’estate e al riparo dei fiordi in inverno. Tracce della loro presenza sono, tra

el’altro, cerchi di pietre all’interno dei quali sono stati ritrovati resti della lavorazione di

pra, potrebberoutensili. L’economia della cultura di Komsa era basata soprattutto sugli animali marini (tra

o con limitatecui le foche), sugli uccelli e sulle renne.

niano di gruppi Un’altra cultura identificata in Norvegia è quella, più recente, detta ‘di Nøstvet’ (5500-

vita animale. Il 4000 a.C.),26 individuata nell’area del fiordo di Oslo ma anche in altre zone meridionali del

l’area orientalePaese, cui si affianca sulle coste occidentali della Svezia quella detta ‘di Lihult’.27 Essa si

re e Trøndelagcaratterizza in particolare per la tipicità delle numerose asce (dette, appunto, ‘asce di

dipendenti dalleNøstvet’ o ‘asce di Lihult’): oggetti certamente d’uso quotidiano, ma anche, verosimilmente,

cono tracce disimboli di potere o strumenti rituali.

ra le montagne, L’uomo dell’età della pietra, cacciatore, pescatore e raccoglitore di vegetali commestibili,

i realizzati con dovette vivere in comunità più o meno grandi a seconda delle risorse offerte dal territorio.

quali esso eraNaturalmente questi gruppi avevano bisogno di vaste aree sulle quali spostarsi nel continuo

zona di questiinseguimento di prede animali e dunque certamente ci furono lotte per lo sfruttamento del
territorio; di sicuro tuttavia ci furono anche contatti pacifici e nell’interesse reciproco furono

presso il marestretti legami (a esempio attraverso lo scambio di merci o le unioni matrimoniali). Si può in

bilmente esserequalche modo immaginare quali dovessero essere i rapporti interni ed esterni e il

que un caratterefunzionamento di queste comunità osservando società analoghe ancora presenti in diverse

di in posizionearee del pianeta in periodo storico. È evidente che in una economia basata sostanzialmente

nte, con molta sulla cattura di prede animali (cui si affianca la raccolta di vegetali commestibili),28

ni: sulle coste el’elemento determinante nella vita degli uomini sta nel rapporto con la natura, fonte primaria

senza sono, tra di sostentamento. L’atteggiamento dell’uomo nordico primitivo nei confronti delle forze –

lavorazione diconsiderate potenti e misteriose – che sentiva presenti nell’universo circostante e il suo

mali marini (traconseguente tentativo di stabilire con loro un contatto per trovare un giusto equilibrio nelle

difficoltà della vita quotidiana, dovettero dunque sfociare in una religiosità espressa – come

Nøstvet’ (5500- sempre è il caso in questi contesti – attraverso credenze e rituali di carattere magico nei quali

meridionali deli gesti ma anche gli oggetti (magari amuleti) rivendicano la loro importanza. Del resto, il

Essa si senso di questo rapporto uomo-ambiente e uomo-animale, nel quale il bisogno elementare

punto, ‘asce di della sopravvivenza s’intreccia con la soggezione verso forze percepite come magicamente

verosimilmente, efficaci, si situa all’interno della concezione di un universo i cui elementi non sono

considerati isolati, né indipendenti le sue manifestazioni: al contrario tutto risulta

li commestibili, intimamente interconnesso; in un ambito culturale di questo tipo “tra la parte e il tutto, tra

e dal territorio.l’individuo e la specie, tra il simbolo e ciò che esso rappresenta, tra fenomeni che avvengono

si nel continuocontemporaneamente prevale un legame inscindibile”.29 Naturale conseguenza di un

fruttamento delatteggiamento di questo tipo sono i riti che vengono praticati e nei quali la morte
eciproco furono dell’animale assume un significato che va ben oltre quello del semplice soddisfacimento

niali). Si può indell’istinto della fame.

d esterni e il Tracce di tali riti paiono ben rappresentate nel Nord. In tal senso va letta – in primo luogo

senti in diverse– tutta una serie di incisioni rupestri, scene di caccia,30 di pesca31 o anche semplici

sostanzialmenteraffigurazioni di animali (selvaggina ma anche animali marini), che si ritrovano soprattutto in

28Norvegia (dalle coste della regione di Sogn e Fjordane su fino all’estremo nord del Paese)32 e

, fonte primaria nella Svezia centrale.33 A volte ci troviamo di fronte alla raffigurazione di centinaia di

ti delle forze –soggetti, come a Vingen34 dove sono rappresentati circa millecinquecento cervi (o forse

stante e il suorenne) alcuni fermi, altri in corsa, taluni forse coricati (quindi uccisi?).35 In taluni casi

equilibrio nellevediamo animali sul cui corpo sono segnate linee che paiono voler indicare gli organi

spressa – comeinterni.36 Sulle isole Notön e Brådön e sulle pareti di roccia sottostanti l’imponente cascata di

magico nei qualiNämforsen (ora sfruttata ai fini della produzione di energia, nella regione svedese di

a. Del resto, ilÅngermanland) il numero degli animali raffigurati (soprattutto alci) supera i

gno elementaremillequattrocento.37 Un’espressione artistico-rituale che si protrarrà a lungo nel tempo.38

e magicamenteRaffigurazioni molto simili sono state ritrovate in gran quantità in territorio russo, soprattutto

enti non sonopresso il Mar Bianco e il lago Onega.39

o tutto risulta È probabile che presso questi siti avessero luogo diverse cerimonie caratteristiche delle

te e il tutto, trasocietà di cacciatori: cerimonie d’iniziazione dei giovani, cerimonie per ottenere una

che avvengono abbondante cattura di prede, cerimonie per propiziarsi lo spirito degli animali, cerimonie ‘in

guenza di unriparazione’ delle uccisioni avvenute,40 cerimonie contro gli spiriti maligni, cerimonie

quali la morted’individuazione e consacrazione di animali totemici. Forse anche matrimoni e riti funebri.
oddisfacimentoIn diverse occasioni queste cerimonie rappresentarono momenti d’aggregazione e di scambio

fra i diversi gruppi. Certamente in questo ambito un ruolo di rilievo fu svolto dai più anziani,

in primo luogodai capi (individui le cui qualità emergevano nel contesto, non di rado drammatico, della

anche semplicilotta quotidiana per la sopravvivenza) e, probabilmente, da sciamani. Taluni oggetti (in

o soprattutto inparticolare amuleti, figure animali, attrezzi decorati) dovettero legarsi alla pratica magica,

epiuttosto che alle attività quotidiane. La sfera del sovrannaturale fu certamente segnata da un

di centinaia diintreccio di credenze e tabù.

cervi (o forse Ma i riti degli uomini che vissero nelle regioni scandinave durante il mesolitico sono

In taluni casidestinati a rimanerci, per la gran parte, ignoti. A loro sono comunque certamente legati i

care gli organiritrovamenti di diverse offerte votive:41 asce di pietra (per la maggior parte), ma anche altri

nente cascata dioggetti d’uso quotidiano (pugnali, punte di lancia, raschiatoi, schegge di selce utilizzate

one svedese dicome una sorta di coltello) così come perle d’ambra e, in qualche caso, resti di cibo. Taluni

lci) supera i utensili (in particolare asce o mazze)42 ebbero certamente la funzione di status symbol

38 parallelamente a quella di strumenti rituali.

sso, soprattutto Le cerimonie dovettero toccare i momenti significativi dell’esistenza di questi uomini:

dunque, immancabilmente, anche quello della morte. Per un lungo periodo di tempo le

tteristiche dellesepolture non recano particolari segni distintivi: i defunti sembrerebbero spesso

r ottenere unasemplicemente inumati nei luoghi in cui erano vissuti. Tombe di un certo interesse

i, cerimonie ‘in compaiono dal settimo millennio a.C.,43 cimiteri veri e propri solo verso la fine del

gni, cerimonie mesolitico.44 Siti di notevole interesse sono, in particolare, quello di Bøgebakken (comune di

i e riti funebri.Vedbæk, Selandia) e quelli di Skateholm (presso Trelleborg in Scania) scoperti negli anni
ne e di scambio ’70 del secolo scorso. Il primo presenta diciassette tombe semplici, collocate in file parallele,

dai più anziani,tutte, tranne tre, contenenti i resti di un solo individuo (in totale le persone sepolte sono

mmatico, della ventidue); i cadaveri (tranne uno in posizione supina) sono cosparsi d’ocra rossa. Nelle

uni oggetti (in tombe si trovano doni funebri: pietre e corna di cervo, le donne portano ornamenti di denti

pratica magica, animali.45 Una donna, presumibilmente morta di parto, è collocata accanto a un bambino il

e segnata da un cui corpo è deposto sull’ala di un cigno; un’altra tomba contiene una ‘sepoltura di famiglia’:

l’uomo – ucciso da una freccia di osso che è ancora conficcata tra le vertebre del collo – è

mesolitico sonosepolto con la moglie e il figlio. I cadaveri dei più anziani poggiano il capo su grandi palchi

amente legati idi cervo (segno presumibile di particolare distinzione sociale).46 A Skateholm (dove si

ma anche altriconoscono tre siti principali)47 si possono riconoscere diversi usi funerari, inclusa la

selce utilizzatecremazione. I corpi sono collocati in differenti posture (rannicchiati, distesi, seduti). Di

di cibo. Taluni particolare rilevanza in questo sito è la presenza di resti di cani, sepolti da soli o insieme a

status symbolesseri umani, talora – proprio come questi – fatti oggetto di doni funebri: un palese

riconoscimento al ruolo svolto da questi animali in una società di cacciatori.48 A Skateholm

questi uomini: II sono state rinvenute anche tracce di una struttura cerimoniale. Ciò confermerebbe l’ipotesi

do di tempo leche alle tombe fosse attribuita una molteplice funzione: piuttosto che costituire

ebbero spessosemplicemente la dimora del defunto, esse segnerebbero uno spazio sacro, sarebbero il luogo

certo interesse della devozione per gli antenati, nel quale e dal quale emana il loro potere spirituale capace

so la fine deldi marcare il territorio cui è legata la comunità che lo abita. Della possibilità di sacrifici

ken (comune diumani (ma forse più semplicemente di una morte in battaglia, per assassinio o per disgrazia)

perti negli annitestimoniano le ferite riscontrabili su diversi cadaveri (ritrovati in cimiteri analoghi).
n file parallele, Se il mesolitico fu nel Nord un periodo lunghissimo durante il quale la vita quotidiana

ne sepolte sonodegli uomini nelle diverse zone dovette procedere secondo modelli per molti aspetti costanti,

ra rossa. Nelleesso fu senza dubbio segnato anche da tensioni e inquietudini. Gli uomini di quel tempo

amenti di dentis’incontrarono e talvolta, certamente, si scontrarono. D’altronde, nonostante le difficoltà

un bambino ilnegli spostamenti e il numero relativamente esiguo d’individui rispetto alla vastità del

ra di famiglia’:territorio, noi possediamo precise testimonianze di contatti fra i diversi gruppi, ben evidenti

re del collo – èlà dove possiamo constatare la contemporanea presenza di utensili o tecniche riconducibili a

u grandi palchi differenti culture.

eholm (dove si È tuttavia nelle zone più meridionali che – come pare logico attendersi – ci troviamo di

ari, inclusa lafronte a un maggiore dinamismo; risulta a esempio che la lavorazione dell’argilla

esi, seduti). Di(considerata un tipico prodotto del neolitico) abbia fatto la sua comparsa (nella prima metà

oli o insieme adel quinto millennio a.C.) nelle zone della Danimarca e della Svezia meridionale all’interno

ebri: un palesedella cultura cosiddetta ‘di Ertebølle’,49 sviluppatasi tra il 5500 e il 4100 a.C.: una società

A Skateholm con una economia basata sulla caccia, ma dipendente in misura assai consistente anche dalla

erebbe l’ipotesicattura di prede acquatiche, come dimostrano le grandi quantità dei cosiddetti ‘scarti di

che costituirecucina’ (danese køkkenmøddinger), veri e propri cumuli costituiti da avanzi di cibo (in

ebbero il luogoparticolare gusci di molluschi e resti animali) ma anche da oggetti di pietra e argilla.50 La

pirituale capacecultura di Ertebølle testimonia con chiarezza il progressivo affermarsi di insediamenti fissi

lità di sacrifici che raggiungono dimensioni significative in territori ben definiti.

o per disgrazia) 1.2.2. Rivolgimenti economici e sociali: il neolitico

In effetti la cultura di Ertebølle introduce ai grandi cambiamenti del neolitico. Questo


vita quotidianaperiodo (che nel Nord si situa tra il 4100 e il 2300 a.C.) è segnato da una vera e propria

aspetti costanti,rivoluzione economica, dovuta alla comparsa accanto ai sistemi tradizionali della caccia e

di quel tempodella pesca, che tuttavia largamente sopravvissero, di nuovi modi di sostentamento:

te le difficoltàallevamento e agricoltura.51 L’innovazione fu introdotta da sud.52 È certo che gli abitanti

alla vastità deldella Scandinavia meridionale furono coinvolti nel processo da cui sarebbero scaturiti grandi

pi, ben evidentimutamenti economici e sociali. Gli uomini appartenenti alla cultura di Ertebølle vennero

riconducibili averosimilmente in contatto con gruppi riferibili all’area cosiddetta della ‘ceramica a nastro’,53

una cultura che copriva una vasta zona nelle regioni centrali d’Europa (dall’attuale Belgio

ci troviamo difino all’Ungheria, passando per diversi territori della Germania e della Polonia e toccando a

ne dell’argillasud la Svizzera e l’Austria). Costoro praticavano (a quanto pare già dal 6000 a.C.)

ella prima metàl’allevamento degli animali e anche qualche forma di coltivazione della terra. Queste

nale all’internotecniche penetrarono gradatamente verso nord, probabilmente fin dal primo neolitico, ma la

C.: una societàloro diffusione fu molto lenta,54 conoscendo a un certo punto addirittura un evidente

nte anche dallaregresso.55 Fattori economici e sociali ma anche climatico-ecologici furono determinanti al

ddetti ‘scarti diriguardo. La prima cultura contadina scandinava è nota come ‘cultura della ceramica

nzi di cibo (inimbutiforme’ (per via della produzione di vasi con il collo a imbuto): certamente affermata in

LaDanimarca fin dal 3900-3800 a.C., essa risulta estesa anche a una vasta area dell’Europa

sediamenti fissicontinentale.56 L’agricoltura è ancora di tipo primitivo, soprattutto si alleva bestiame (in

particolare pecore, ma anche capre e maiali, più raramente bovini) al quale sono destinati

pascoli e spazi in prossimità delle abitazioni; la coltivazione di cereali è praticata in campi

olitico. Questo ricavati dall’abbattimento di alberi là dove la foresta è meno fitta (a ciò certamente servirono
vera e propriale asce numerosissime e ben rifinite che sono state ritrovate), lo sfruttamento dei terreni è

della caccia elimitato nel tempo. Mentre si osserva un progressivo miglioramento della tecnica e degli

sostentamento: utensili, si ritrovano (in Danimarca fin dal 3500 a.C.) le prime tracce d’aratura del terreno

che gli abitanti (per quanto con mezzi del tutto primitivi) e si constata, nell’ultimo periodo del neolitico, la

grandicomparsa del carro.57 Nel 2800-2700 a.C. l’agricoltura risulta diffusa in Danimarca, nella

ebølle venneroSvezia centro-meridionale e sulle coste interne del Baltico così come su quelle norvegesi, su

53fino all’altezza di Tromsø.

’attuale Belgio Va da sé che le innovazioni economiche provocarono mutamenti nell’organizzazione

ia e toccando asociale. Evidente appare innanzi tutto l’aumento di insediamenti caratterizzati da maggiore

dal 6000 a.C.) stabilità (si resta legati a una determinata area quantomeno per il periodo di sfruttamento

a terra. Questedelle sue risorse, per spostarsi poi in un terreno ‘vergine’ non di rado poco lontano), così

neolitico, ma lacome la comparsa di costruzioni a carattere difensivo, che segnalano l’accresciuto interesse

ra un evidente per le risorse di un determinato territorio. Tra gli oggetti rinvenuti nei siti molti (in

determinanti alparticolare le asce) rivestono un indubbio carattere cultuale e simbolico.

della ceramica Nell’ambito della cultura contadina che – seppure in forme ancora molto semplici – si

nte affermata inviene affermando, testimonianze di straordinaria rilevanza sono costituite dalle tombe

ea dell’Europa megalitiche, imponenti monumenti funerari che cominciano a comparire nel Nord verso la

va bestiame (inmetà del IV millennio a.C.58 Una prima espressione di queste sepolture maestose paiono

sono destinatiessere i tumuli allungati (talora contenenti una camera mortuaria) presenti sul territorio

ticata in campi danese.59 Grandi tombe (dolmen) si ritrovano poi nella Scandinavia meridionale, dal 3000

mente servironoa.C. circa anche in Norvegia;60 spesso sono ancora ricoperte da tumuli che in taluni casi
to dei terreni èsuperano, qualche volta anche di parecchio, i cento metri di lunghezza.61 In Danimarca sono

tecnica e deglidette dysser, sing. dysse; in Svezia dösar, sing. dös; in Norvegia dysser, sing. dysse (bm) e

ura del terreno dysjar, sing. dys (nn). All’inizio vi erano inumati i resti di pochi defunti, certamente persone

del neolitico, la che ricoprivano un ruolo di prestigio nella società: l’oneroso lavoro di molti richiesto dalla

animarca, nellacostruzione di queste opere dovette presumibilmente servire a preservare la memoria di quei

e norvegesi, supochi che seppero consolidare un’autorità capace di imporsi su un’area più estesa e su un

maggior numero di persone. Le tombe megalitiche si sviluppano talora in seguito in

organizzazioneimponenti ‘tombe a corridoio’,62 nelle quali sono invece conservati i resti di molti individui

ati da maggiore(in taluni casi centinaia): sepolture ‘di famiglia’ o cimiteri della collettività nei quali una

di sfruttamento sorta di anonimato accomunava tutti gli appartenenti a un medesimo gruppo?

o lontano), così Sebbene resti difficile definire nei particolari il significato della costruzione di questi

sciuto interesse monumenti, appare comunque evidente che essa si lega a una nuova e più complessa

siti molti (in organizzazione sociale che vede il sorgere di comunità costituite da gruppi di villaggi, a loro

volta riunite in nuclei di più ampie dimensioni che vanno a costituire un clan il cui tessuto

o semplici – siconnettivo si realizza tramite unioni matrimoniali, associazioni cultuali, riti officiati da

e dalle tombepersone appartenenti alle famiglie eminenti che cominciano a vantare una ‘nobile

Nord verso lagenealogia’. Rispetto a una società di questo tipo i monumenti megalitici dovettero fungere

aestose paiono come ‘punti di riferimento’ sociali, culturali e religiosi. I vincoli di parentela si rafforzarono

ti sul territorionel richiamo ad antenati comuni, ai quali dovette essere riservato un culto inteso a

onale, dal 3000 sottolineare la loro interrelazione con i vivi. Il legame così prepotentemente evidente con il

e in taluni casiterritorio lo testimonia. Per l’uomo del neolitico l’appartenenza a pieno titolo a un clan
Danimarca sonorivestiva un’importanza fondamentale, costituendo e regolando il legame che univa individui

) eche vivevano una vita sostanzialmente uniforme in insediamenti sparsi su un’area piuttosto

amente personeestesa.

richiesto dalla L’esistenza di un contesto sociale nel quale la ‘centralità’ di luoghi ritenuti sacri è

memoria di queielemento determinante, è riaffermata, almeno in Danimarca, da scoperte (piuttosto recenti) di

estesa e su un complessi di grandi dimensioni nei quali certamente si svolgevano momenti determinanti

in seguito indella vita religiosa della comunità.63 Come detto: l’introduzione di un’economia agraria (uno

molti individuisviluppo che tra l’altro contribuisce a determinare uno stato di disparità fra i sessi)64 produsse

à nei quali unauna diversa organizzazione sociale. Conseguenze come l’aumento demografico, la creazione

di un legame assai più stretto con il territorio e la necessità della sua migliore gestione

zione di questifavorirono l’affermarsi di capi locali preposti all’amministrazione delle risorse e dunque

più complessaresponsabili del benessere di tutti: un compito che conferì loro anche un’autorità magico-

villaggi, a lororeligiosa, cui tutta la comunità sentiva di poter fare riferimento. La stretta interrelazione tra le

il cui tessutofunzioni del capo (il cui status è espresso nel possesso di oggetti fortemente simbolici quali

riti officiati dain particolare grandi asce o scettri di pietra) e il benessere della comunità è – verosimilmente

e una ‘nobile– il fondamento stesso di quell’idea di società a carattere marcatamente collettivo della quale

vettero fungerepaiono dare testimonianza i reperti. Là dove collettivismo non significa parità di condizione,

si rafforzaronogiacché la stratificazione sociale, l’attribuzione di diversi compiti e – appunto – la presenza

culto inteso a di persone di rango superiore è chiaramente delineata. Questo tipo di organizzazione sta alla

evidente con ilbase di una struttura tribale capace di ordinarsi secondo un modello assai solido, che – come

clanappare chiaro da testimonianze posteriori (tra cui, in primo luogo le incisioni rupestri dell’età
univa individui del bronzo) – perdurerà nel tempo.65

n’area piuttosto In questo contesto l’elemento magico-religioso riveste un ruolo fondamentale. Ma

l’oggetto centrale dell’interesse – e, conseguentemente, del culto – è costituito ora dalle forze

ritenuti sacri è ritenute capaci di promuovere la fertilità. Gli elementi della natura nei quali questa capacità

tosto recenti) diappare incarnata suscitano la venerazione degli uomini. A partire dal neolitico le paludi

ti determinantidiventano luoghi sacrificali frequentati con regolarità (in qualche caso, forse più

mia agraria (unosemplicemente, conservano ‘depositi’ di materiale); una consuetudine che si protrarrà assai a

produsselungo.66 I reperti di quest’epoca sono costituiti frequentemente da utensili agricoli,67 oggetti

co, la creazioned’uso quotidiano (non di rado di dimensioni tali che l’uso rituale, la funzione di offerta

gliore gestione votiva e la distinzione sociale dell’offerente risalta con tutta evidenza), resti di cibo o di

sorse e dunqueanimali domestici. Ai riti di fecondità si collegavano certamente anche le cerimonie in onore

utorità magico-dei defunti considerati protettori della comunità familiare, antenati capaci di trasmettere

rrelazione tra lefecondità alla propria stirpe e alla propria terra,68 ma anche – per converso – esseri potenti in

simbolici qualigrado di provocare danno ai viventi. Nelle sepolture collettive ritroviamo tracce di focolari,

verosimilmenteforse legati a banchetti funebri: dunque il ricordo di un culto dei morti che lascerà tracce

tivo della quale copiose nel prosieguo dei secoli. Del resto i defunti sono riforniti di ciò che li aveva

à di condizione,confortati in vita: cibo, bevande, ma anche asce,69 pugnali, gioielli d’ambra, vasi di argilla

o – la presenza decorata,70 strumenti della vita quotidiana, non di rado resi (ritualmente?) inutilizzabili.

zazione sta allaCome detto: in una società che, secondo una radicata concezione, intende ogni forma di

do, che – comeesistenza come manifestazione di un tutto indistinto le cui componenti non cessano di

rupestri dell’età interagire, il mondo dei defunti s’intreccia con quello dei vivi, vi si affianca e lo condiziona.
In tale prospettiva vanno lette anche, ragionevolmente, le tracce – difficilmente confutabili –

damentale. Madi riti che prevedevano sacrifici animali, umani e pratiche d’antropofagia.71

ora dalle forze Dal terzo millennio a.C. si manifestano all’interno della civiltà megalitica istanze nuove

questa capacitàe, per molti versi, rivoluzionarie. In Scandinavia occorre rilevare innanzi tutto un’espansione

litico le paludidelle aree colonizzate, legata, probabilmente, a una crisi delle risorse alimentari determinata

aso, forse piùda peggiorate condizioni climatiche, che incidendo sulla produzione agraria crearono anche i

protrarrà assai apresupposti per l’occupazione di nuovi territori e per un aumentato ricorso alle risorse

oggettimarine.72 Attorno al 2800 a.C. cessa quasi improvvisamente la costruzione delle tombe

ione di offerta megalitiche che sono sostituite da sepolture singole collocate sotto tumuli o sottoterra. La

sti di cibo o didifferente posizione nella quale viene collocato il cadavere sottolinea differenze fra i sessi.73

monie in onoreSul continente europeo si sono affermate culture nuove: quella cosiddetta della ‘ceramica dei

di trasmetterevasi caliciformi’ (o anche ‘dei vasi campaniformi’ o ‘a fasce’) nelle zone occidentali, quella

esseri potenti indella ‘ceramica a cordicella’74 nelle zone centrali e orientali. In Danimarca si parla di ‘cultura

cce di focolari, delle tombe singole’ (presente anche nelle zone dei Paesi Bassi e della Germania

e lascerà tracceoccidentale), nelle altre zone della Scandinavia meridionale (Svezia, Norvegia ma anche in

ò che li avevaFinlandia) di ‘cultura delle asce da combattimento’. Queste armi ben rifinite e levigate

vasi di argilla costituiscono infatti i reperti eccellenti del neolitico recente e sono state ritrovate in gran

) inutilizzabili.numero (in taluni casi esse sono dette anche, per via della forma, ‘asce a sagoma di nave’).

ogni forma di Per lungo tempo questi rivolgimenti culturali sono stati attribuiti all’invasione di un

non cessano dipopolo guerriero, spintosi verso nord dalle regioni meridionali e orientali del continente:

e lo condiziona.cavalieri nomadi75 che utilizzavano il carro, uomini la cui cultura (e la cui lingua) di matrice
te confutabili –indoeuropea avrebbe finito – pur recependone molti aspetti – per prevalere su quella delle

popolazioni di sostrato.76 A questi gruppi fu dovuta, secondo alcuni, la ripresa

a istanze nuove dell’agricoltura in buona parte delle terre nordiche.77 Questa interpretazione è stata sostenuta

o un’espansioneda molti studiosi, non ultimi alcuni storici della religione e studiosi di mitologia78 che hanno

ari determinataritenuto di poter ‘leggere’ un ricordo di questi eventi remoti nel mito della guerra fra le

rearono anche ifamiglie divine degli Asi e dei Vani, riferito soprattutto dal celebre letterato e mitografo

rso alle risorse islandese Snorri Sturluson.79 Negli ultimi decenni del secolo scorso tuttavia, quest’ipotesi è

ne delle tombestata messa in discussione da più parti.80

o sottoterra. La In ogni caso: le tombe singole possono ragionevolmente essere considerate come

73 espressione di una visione di vita individualistica, in forte contrasto con il collettivismo

a ‘ceramica deiattribuito agli uomini della civiltà megalitica. Si tratta di semplici sepolture, collocate in

cidentali, quellaposizione dominante, spesso prospicienti il mare, in alcuni casi (specie in Danimarca) lungo

parla di ‘culturavie di comunicazione. Talora segnalate da un basso tumulo, contengono di solito i resti di

ella Germaniaun’unica salma:81 il morto vi era inumato all’interno di una bara di legno, in posizione

ia ma anche inrannicchiata, gli uomini sono spesso provvisti di un’ascia da combattimento collocata

nite e levigateaccanto al capo. Nei sepolcri sono stati ritrovati molti ornamenti, per le donne gioielli

trovate in grand’ambra (ma anche d’osso), utensili da lavoro e vasi d’argilla. Un cambiamento radicale

negli usi funerari che corrisponderebbe dunque a una diversa visione di vita che viene

nvasione di unincuneandosi nella società. La questione se ci si trovi di fronte a una innovazione introdotta

del continente: in seguito a una vera e propria invasione dall’esterno o piuttosto a un cambiamento legato a

gua) di matricefattori interni combinati con la penetrazione graduale e non violenta di nuovi venuti resta
su quella delleaperta, ed è uno dei problemi più discussi relativi al neolitico in Europa. Certo è che di nuovo

ni, la ripresaassistiamo a una fase cruciale nella storia culturale della Scandinavia, destinata a lasciare

stata sostenutaun’impronta decisiva che permarrà nel corso dei millenni successivi. Due concezioni di vita,

che hannocollettiva e individualistica, coesisteranno per lungo tempo: la seconda, che pare esprimersi

a guerra fra lenelle nuove istanze culturali, si svilupperà a fianco – e assai spesso in contrasto – con l’ideale

ato e mitografodi una società aggregata attorno alla grande comunità basata sui vincoli di sangue e su una

quest’ipotesi èconcezione naturalistica dell’esistenza, il clan che con più opportuno termine tedesco molti

studiosi preferiscono designare come Sippe.82 Questa dicotomia, che ha dunque radici molto

nsiderate comelontane nel tempo, permarrà in modo evidente nel prosieguo della storia culturale e sociale

il collettivismodella Scandinavia, nelle sue certezze, ma anche – e forse soprattutto – nei suoi conflitti.

re, collocate inQuando finalmente (assai tardi!) compariranno fonti scritte, esse ancora ne daranno palese

nimarca) lungo testimonianza. Nei testi relativi alla religione pagana della Scandinavia questo dualismo

solito i resti diapparirà chiaramente proiettato nelle famiglie divine dei Vani e degli Asi. Dèi della comunità

o, in posizionei primi, privi di caratteristiche strettamente personali che non siano quelle che ne sottolineano

mento collocatail legame colla fecondità e la magia,83 dèi individualisti e guerrieri i secondi, per molti tratti

donne gioiellicollegabili al mondo religioso indoeuropeo.

mento radicale La zona di contatto tra le popolazioni stanziate nelle regioni scandinave e il resto

vita che vienedell’Europa, dalla quale sarebbero giunti nel Nord impulsi decisivi di cambiamento, è

zione introdottaindividuata nella cosiddetta ‘cerchia nordica’: un’area ben definita fin dall’età della pietra,

amento legato ache comprende le regioni tedesche del Mecklemburgo, della Bassa Sassonia e dello

ovi venuti restaSchleswig-Holstein, la Danimarca e le regioni meridionali della Svezia e della Norvegia.84
è che di nuovoUn ambito di grande dinamismo, dal quale – come già si è visto – si sarebbero

inata a lasciare progressivamente diffusi verso Nord modelli e istanze culturali destinati a prevalere, non da

ncezioni di vita,ultimo un idioma di chiara matrice indoeuropea. È a quest’area e a questo periodo che,

pare esprimersiverosimilmente, possiamo far risalire il primo nucleo di quelli che saranno i Germani del

o – con l’idealeNord. Fatte queste considerazioni appare tuttavia al contempo assai chiaro che essa presenta,

angue e su unarispetto al totale della regione scandinava, un’estensione ridotta. La sua importanza trova la

e tedesco moltipropria ragione nel fatto che da qui si sarebbe propagata verso settentrione una

ue radici molto‘colonizzazione culturale’ destinata a segnare il destino delle nazioni nordiche.

turale e sociale Come sopra si è detto, taluni studiosi hanno voluto interpretare la narrazione relativa alla

i suoi conflitti.guerra tra gli Asi e i Vani come un riflesso mitologico dell’incontro e dello scontro fra la

daranno palese società di sostrato e quella degli invasori appartenenti all’area culturale indoeuropea. Le due

uesto dualismo famiglie divine che si affrontano in un conflitto che avrà termine solo con una tregua, vale a

della comunitàdire (nel linguaggio simbolico del mito) con un accordo capace di far convivere il più

ne sottolineanopacificamente possibile entrambe le parti, sarebbero i rappresentanti delle due culture: quella

per molti trattidegli invasori, guerriera, individualista, patriarcale (gli Asi) e quella della popolazione di

sostrato: agraria, collettivista, forse legata a strutture matriarcali (i Vani). Il sincretismo

nave e il restoreligioso e sociale caratteristico di molti momenti della vita culturale scandinava troverebbe

ambiamento, è in quest’accordo una prima significativa testimonianza.

età della pietra, Dalla Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson:

ssonia e dello “Odino partì con l’esercito contro i Vani, ma essi resistettero bene e difesero la loro terra. La

vittoria toccò un po’ agli uni un po’ agli altri; gli uni e gli altri saccheggiarono il Paese avversario
84
– si sarebberoarrecando danni. Quando ambedue furono stanchi, indissero un convegno di pace e si accordarono

evalere, non da e si scambiarono degli ostaggi. I Vani mandarono i loro uomini più eminenti, Njǫ˛rðr l’opulento e
suo figlio Freyr; e gli Asi in cambio quello che si chiamava Hœnir, dicendolo assai adatto a fare il
o periodo che,
capo; era un uomo grande e bellissimo. Con lui gli Asi mandarono quello che si chiamava Mímir,
i Germani del
uomo sapientissimo. I Vani mandarono invece quello che nel loro consesso era il più saggio. Costui
e essa presenta,
si chiamava Kvasir. E quando Hœnir giunse nel Paese dei Vani fu subito fatto capo. Mímir lo
ortanza trova la
consigliava in ogni cosa. Hœnir però quando stava in mezzo all’assemblea o a una riunione senza
ettentrione una
che Mímir stesse accanto e gli giungeva qualche caso complicato, dava sempre la medesima

risposta: ‘decidano altri’; così diceva. Allora i Vani sospettarono che gli Asi avessero barato nello
one relativa alla scambio degli ostaggi. Perciò presero Mímir, lo decapitarono e mandarono la testa agli Asi. Odino

o scontro fra la prese la testa e la spalmò con erbe in modo che non putrefacesse, cantò su di essa degli incantesimi e

uropea. Le due le diede potere magico tale che essa parlava con lui e gli rivelava molte cose nascoste. Odino stabilì

a tregua, vale aNjo˛rðr e Freyr sacerdoti sacrificatori ed essi furono díar85 con gli Asi. La figlia di Njo˛rðr era

onvivere il piùFreyja. Ella fu sacerdotessa sacrificatrice. Per prima insegnò agli Asi la magia che era comune fra i
Vani. Quando Njo˛rðr era tra i Vani egli aveva posseduto sua sorella, poiché tale era la legge
culture: quella
laggiù. Loro figli furono Freyr e Freyja. Ma fra gli Asi era proibito il matrimonio tra parenti così
popolazione di
stretti.”86
Il sincretismo
*
nava troverebbe
Dall’Edda di Snorri Sturluson:

“[…] gli dèi [ i.e. gli Asi] ebbero un conflitto con il popolo che si chiama dei Vani. Ma essi

indissero un convegno di pace, stabilirono la tregua in questo modo che entrambi si recarono a un
la loro terra. La
recipiente e vi sputarono la propria saliva. Ma al momento di separarsi gli dèi presero quel segno di
Paese avversario
pace e non vollero che perisse, e ne crearono un uomo; questi si chiamava Kvasir; è così saggio che
e si accordarono nessuno [può] domandargli qualcosa di cui non conosca la risposta.”87

rðr l’opulento e In questa sede è tuttavia naturalmente doveroso rilevare, almeno brevemente, aspetti

i adatto a fare ilculturali, diversi e pur importanti, legati ad altre regioni scandinave. Di grande interesse

chiamava Mímir,
appare a esempio l’area gravitante sul Mar Baltico, la cui dinamicità è testimoniata nello
ù saggio. Costui
scambio di merci e nell’evidente influsso che le culture di zone orientali paiono capaci
capo. Mímir lo
esercitare sulle regioni svedesi prospicienti le coste.88 Nella regione finlandese infatti si
a riunione senza
conosce (fin dal 4500 a.C. circa) la ‘cultura della ceramica a pettine’ (così definita per via
re la medesima
delle decorazioni prodotte con un utensile di tale forma) che trova precisi riscontri nel
ero barato nello
territorio della Russia centro-settentrionale e in quello norvegese del fiordo di Varanger in
a agli Asi. Odino

gli incantesimi e
Finnmark. All’ultima fase dell’età della pietra (attorno al 2000 a.C.) vanno fatti risalire

ste. Odino stabilìalcuni insediamenti di particolare interesse collocati in quest’area, che testimoniano la

rðr era presenza di uomini che, almeno per il semestre invernale, abitavano in costruzioni

era comune fra iraggruppate presso la costa.89 Allo stesso tempo nelle aree più interne, evidentemente meno

ale era la leggepopolate, persisteva un’economia basata sulle risorse della caccia che in più di un’occasione

tra parenti così


dovette difendersi dall’espansionismo di quella agraria. In realtà tra i due princìpi economici

ci furono certamente, nelle zone di contatto, degli scontri, ma anche – forse più spesso –

interrelazione e coesistenza. Ciò appare chiaro non soltanto dalle indubbie testimonianze di

interscambi commerciali tra le diverse regioni, ma anche nell’ininterrotta raffigurazione di


ei Vani. Ma essi
prede animali nelle incisioni rupestri collocate in zone nelle quali è appurata la presenza di
si recarono a un
una pratica agricola, per quanto in alcuni casi limitata. D’altra parte non solo dalle regioni in
ero quel segno di

è così saggio che


cui prevalevano la caccia e la pesca, ma anche da qui provengono ugualmente prodotti assai
raffinati di arte figurativa, come piccole statuette di animali (soprattutto la testa, utilizzata

emente, aspetticome elegante impugnatura di utensili o di armi)90 che – al pari delle incisioni sulle pareti di

rande interesse roccia – dovettero essere il risultato di un’attività artistica sicuramente connessa a fini

timoniata nellomagico-rituali.

paiono capaci 1.3. La ‘rivoluzione del metallo’: l’età del bronzo

ndese infatti si 1.3.1. L’età del rame

definita per via Traffici e scambi commerciali sono ben testimoniati nelle regioni scandinave fin dalla

si riscontri nelcultura della ceramica imbutiforme. Tracce dell’importazione occasionale di oggetti di rame

di Varanger in (lame, oggetti d’uso ornamentale) provenienti dalle zone sud-orientali del continente

no fatti risalirerisalgono addirittura a un periodo tra il 4100 e il 3200 a.C. L’età del rame vera e propria

estimoniano la (calcolitico) si situa nel Nord tra il 2300 e il 1700 a.C. Qui tuttavia questa definizione sta

in costruzionipiuttosto a indicare il lungo periodo di transizione tra il neolitico e l’età del bronzo, durante il

ntemente menoquale l’importazione di oggetti di metallo, provenienti da zone prossime alla Scandinavia

di un’occasione (Europa centrale e occidentale) si fa consistente: nelle regioni del Nord, infatti, la civiltà

ncìpi economicineolitica ‘si trascina’ almeno fino al 1800-1700 a.C. ed esse restano in sostanza estranee alla

se più spesso –lavorazione di questo nuovo materiale almeno fino a quella data.91 L’abilità degli artigiani

estimonianze di nordici continua a produrre innanzi tutto manufatti di selce, quali in particolare punte di

ffigurazione di freccia, falci (oggetti di chiaro valore simbolico ritrovati in numero cospicuo)92 o splendidi

a la presenza di pugnali (rifiniti al punto da imitare la lucentezza del metallo) che diverranno simbolo di uno

dalle regioni instatus sociale di prestigio. I primi manufatti di metallo (bronzo o anche oro) di una certa

e prodotti assaiimportanza sarebbero giunti in Scandinavia dalle zone dell’arcipelago britannico. Si tratta
testa, utilizzatasoprattutto di asce e lame (Svezia, Norvegia), ma anche di eleganti collari ornamentali

i sulle pareti di(Danimarca). Ma l’impulso decisivo alla diffusione degli oggetti in bronzo giungerà nel Nord

connessa a fini– come altrove – dalla cosiddetta ‘cultura di Únêtice’,93 una società a economia agraria che

aveva saputo sviluppare la tecnica di lavorazione dei metalli e i cui prodotti appaiono diffusi

in molte zone dell’Europa, dalle pianure ungheresi al Mediterraneo, dalle Alpi alla

Scandinavia.94

dinave fin dalla L’età del rame è segnata nelle regioni nordiche anche da un mutamento degli usi funerari.

oggetti di rame Alle tombe interrate sotto il livello del suolo vengono ora affiancandosi le cosiddette ‘tombe

del continentein lastra di roccia’,95 sepolture generalmente orientate da nord a sud, con pareti di pietra

vera e propriainfisse nel terreno alle quali ne è sovrapposta un’altra come copertura. La presenza in queste

definizione stasepolture dei resti di diverse persone ha indotto taluni a considerarle in una sorta di

onzo, durante ilcontinuità con i monumenti megalitici, ciò tuttavia appare, alla luce delle più recenti

lla Scandinaviaindagini, poco probabile.96 Comunque sia, queste sepolture (anche in considerazione di un

nfatti, la civiltàloro evidente utilizzo nella prima età del bronzo), testimoniano un crescente legame con il

za estranee allaterritorio, un ampliamento delle aree abitate e un consolidamento dell’organizzazione

degli artigianisociale. Del resto – sebbene si abbiano buone testimonianze di insediamenti caratterizzati da

colare punte di una certa continuità e da una significativa dimensione fin dalla tarda età della pietra – i primi

o splendidivillaggi veri e propri compaiono nel sud della Scandinavia proprio in questa fase.97

simbolo di uno 1.3.2. Un’epoca ricca di reperti

o) di una certa Ben più chiaramente delineata rispetto a quella del rame e assai ricca di reperti

nnico. Si tratta significativi, l’età del bronzo riveste in Scandinavia un interesse straordinario. La si colloca
ari ornamentali fra il 1700 e il 500 a.C., suddividendola ulteriormente in fasi successive.98 Di primaria

ungerà nel Nordimportanza sono naturalmente i prodotti in bronzo, numerosi e in molti casi di

mia agraria che pregevolissima fattura. Ma prima ancora che di una ‘rivoluzione economica’ legata

ppaiono diffusiall’introduzione e all’uso di manufatti in metallo,99 essi danno testimonianza dell’importanza

dalle Alpi alla simbolica e rituale che nel contesto sociale era loro attribuita, come fra gli altri mostra, a

esempio, il ritrovamento di Lilla Bedinge (nella regione svedese della Scania) dove in un sito

gli usi funerari. dal chiaro carattere votivo sono state rinvenute splendide asce (1700 a.C. circa).100 Ancora

siddette ‘tombenell’età del bronzo più recente il numero di oggetti di metallo che si ritrova negli

pareti di pietrainsediamenti risulterà insignificante, a paragone della quantità e della ricchezza di quelli

senza in questerecuperati dalle tombe o dai luoghi di culto, a dimostrazione del fatto che tali manufatti

n una sorta dirivestivano una funzione particolare, piuttosto che essere comunemente utilizzati nell’attività

lle più recentiquotidiana.

derazione di un I reperti presentano una grande varietà e non di rado accurata decorazione.101 I siti

e legame con ilrelativi a questi ritrovamenti sono tombe, luoghi di culto (spesso paludi o torbiere che

organizzazioneconservano la caratteristica di spazi cerimoniali),102 ma anche – nel sud della Scandinavia –

caratterizzati dagrossi depositi, secondo un uso che risulta ben testimoniato fin dall’ultima fase dell’età della

pietra – i primipietra.103 Nel periodo più antico troviamo asce (di dimensioni massicce e dalla lama

tipicamente incurvata), spade (in buona parte chiaramente prodotti d’importazione: un’arma

‘nuova’ nella quale la forma dell’impugnatura suggerisce almeno inizialmente un uso più

icca di reperti simile a quello di un pugnale che non di una spada vera e propria), punte di lancia, persino

o. La si collocascimitarre.104 E poi oggetti d’uso personale come tutuli,105 anelli, bracciali, lunulae,106 fibule,
Di primariarasoi, spilloni, bottoni, pinze, pettini.

molti casi di Reperti di grande significato sono costituiti dai cosiddetti ‘carri solari’, fra i quali

nomica’ legatal’esempio eccellente è senza dubbio quello rinvenuto a Trundholm (regione danese della

dell’importanzaSelandia nord-occidentale): un disco solare (rivestito da una lamina d’oro sottile e decorata)

altri mostra, ae un cavallo, che apparentemente lo traina, sono collocati su una semplice struttura fornita di

dove in un sito ruote come un carro.107 Indizio più che verosimile di un culto del sole, ampiamente

Ancoratestimoniato del resto anche nelle incisioni rupestri (che sono certamente da annoverare tra i

i ritrova neglidocumenti più interessanti della fase più recente dell’età del bronzo),108 e connesso – almeno

hezza di quelliper alcuni aspetti – ai riti legati alla morte, secondo quanto testimoniano anche raffigurazioni

e tali manufattisu pietre tombali, a esempio a Kyrkjeeide (nella regione norvegese di Sogn e Fjordane) ma,

zati nell’attivitàsoprattutto, a Kivik (Svezia, costa orientale della Scania, 1200 a.C. circa), dove sulle pareti di

un celebre sepolcro compaiono diversi simboli accanto a quello che senza dubbio vuole

I siti essere interpretato come un corteo funebre in onore del defunto.109 Destinato a perdurare nel

o torbiere chetempo e strettamente connesso al concetto di fertilità, il culto del sole (se non l’eccelsa

Scandinavia – certamente una delle principali divinità) parrebbe introdotto nella cultura di sostrato dai

se dell’età dellanuovi venuti (indoeuropei),110 tuttavia non ci sono sufficienti elementi per escludere che

e dalla lamapossa piuttosto essere il risultato di una fusione dei diversi aspetti che esso potrebbe aver

zione: un’arma avuto presso ciascuna delle due componenti che andarono a costituire la nuova società

nte un uso più nordica.111

lancia, persino Ritrovamenti da attribuire alla fase più recente dell’età del bronzo sono costituiti ancora

fibule, da armi (soprattutto spade e scudi) che testimoniano l’affermarsi di un ideale guerriero,
offerte votive112 tra cui si annoverano coppe e boccali in oro,113 gioielli, oggetti da toeletta

ri’, fra i qualid’uso verosimilmente cultuale (rasoi, pinzette, pettini, aghi per tatuaggi), figure di animali,

ne danese dellamodelli di aratri e di navi e oggetti d’uso sacro quali i lur (sorta di grande tuba dalla canna

tile e decorata)allungata e inarcata in avanti e verso l’alto), strumenti musicali certamente usati in contesti

uttura fornita di rituali. Di questi ultimi ci sono giunti esemplari di ottima fattura soprattutto dalla

e, ampiamente Danimarca.114 Particolarmente interessanti sono anche alcune statuette di bronzo, tra cui due

annoverare tra ifigure maschili provviste di elmi cornuti che brandiscono un’ascia e altre femminili (vestite

nesso – almenosolo con un gonnellino), qualcuna in posizione acrobatica.115 Queste figure erano

e raffigurazioniprobabilmente poste su un supporto in legno a forma di nave votiva, motivo che richiama una

e Fjordane) ma,tradizione egizia ben consolidata.116 Da collegare allo svolgimento di riti e cerimonie anche

e sulle pareti dimanufatti accuratamente lavorati riferibili a finimenti per cavalli e componenti metallici di

a dubbio vuolecarri.

a perdurare nel Nell’età del bronzo più recente un numero consistente di reperti è costituito in particolare

e non l’eccelsada oggetti d’uso femminile: gioielli,117 recipienti da appendere alla cintura, fibule.118

di sostrato daiParallelamente nelle incisioni rupestri appaiono le prime figure di donna (sempre tuttavia in

escludere cherelazione con figure maschili), mentre le ricche sepolture non sono più riservate

o potrebbe averesclusivamente agli uomini. Assai interessante è anche la comparsa di statuette di bronzo

nuova societàraffiguranti una donna nuda con una o entrambe le mani sul petto e solo ornata con una

collana.119 Tutto ciò è stato messo in relazione al culto di una dèa della fecondità – forse un

ostituiti ancorariflesso di quello della Grande Madre – introdotto dall’esterno.120 Occorre del resto attribuire

deale guerriero, grande rilevanza al fatto che molti reperti e molte figure incise sulle pareti di roccia
getti da toeletta richiamano – in misura che non pare casuale – simboli e immagini di zone anche assai

gure di animali,lontane.121 Un chiaro indizio, questo, della circolazione di merci, ma soprattutto di idee.

uba dalla cannaParallelo allo sviluppo del commercio (stabilito nei rapporti tra persone eminenti con

usati in contesti‘corrispondenti’ anche a grande distanza) fu infatti, naturalmente, quello delle arti e

oprattutto dalladell’artigianato, ampiamente testimoniato nella fattura dei reperti. Gli intensi rapporti

nzo, tra cui due commerciali riguardano in primo luogo l’Europa continentale e le isole britanniche, zone in

mminili (vestitecui venivano esportate verosimilmente pellicce e ambra (un genere ‘di lusso’ che risulta ben

figure erano commercializzato a partire dal IX secolo a.C. e dal quale i mercanti nordici a lungo trarranno

he richiama unaottimi profitti).122 Al notevole sviluppo mercantile alludono senza dubbio, al di là del loro

erimonie anchevalore simbolico, i molti carri e le navi raffigurati nelle incisioni rupestri o ritrovati come

nti metallici dioggetti rituali.

1.3.3. Disegni sulla pietra e riti antichissimi

o in particolare D’assoluta rilevanza è il fatto che un gran numero dei reperti di questo periodo trova

118precise corrispondenze nelle raffigurazioni realizzate contemporaneamente sulle pareti di

mpre tuttavia inroccia, un esercizio artistico che dovette avere, in misura preminente, funzione cultuale. Ben

più riservatenota anche nell’Europa continentale, l’arte rupestre vantava nel Nord una lunghissima

uette di bronzotradizione,123 ma il numero delle incisioni su pietra realizzate nell’età del bronzo, non trova

ornata con unauguali né per quantità né per qualità.124 Queste incisioni sono presenti in tutta la Scandinavia,

ndità – forse unma la distribuzione dei siti non è omogenea. In Svezia esse si ritrovano dalle zone

resto attribuiremeridionali fino alle regioni centrali di Jämtland e Ångermanland con maggiore

areti di rocciaconcentrazione in Scania, in Östergötland e nelle zone delle coste occidentali (innanzi tutto
ne anche assaiin Bohuslän). In Norvegia sono diffuse soprattutto a sud: Rogaland, specie in Jæren, Østfold,

attutto di idee.Vestfold, Sunnhordland, Hardanger e nella regione centrale di Trøndelag (sul versante

eminenti con orientale del fiordo di Trondheim). In territorio danese le incisioni sono eseguite per lo più su

o delle arti e massi isolati (magari appartenenti a un’antica sepoltura): ciò dipende dalla conformazione

ntensi rapporti geografica del territorio nel quale non si trovano (fatta eccezione per l’isola di Bornholm)

nniche, zone inlastre di pietra adatte allo scopo. Qui il maggior numero si ha nella zona settentrionale della

che risulta benSelandia e, appunto, a Bornholm. Va posto l’accento sul fatto che le incisioni rupestri si

lungo trarranno trovano per lo più in prossimità di terreni adatti alla coltivazione, distese d’acqua (laghi,

l di là del lorofiordi) o lungo l’antica linea costiera; di solito esse sono realizzate in luoghi di facile accesso,

ritrovati comeil che ne sottolinea la frequentazione da parte dell’intera comunità. La loro distribuzione su

un’area vastissima testimonia la diffusione di una visione religioso-mitologica

fondamentalmente uniforme.

o periodo trova Nell’insieme, per molti versi caotico, delle figure incise sulla pietra troviamo una grande

sulle pareti di ricchezza di motivi: misteriosi reticolati,125 cavità coppelliformi,126 alberi (talora su

e cultuale. Benimbarcazioni), armi,127 navi,128 carri, ruote,129 cerchi e dischi solari: un simbolo,

na lunghissimaquest’ultimo, che si impone come assolutamente ‘dominante’, indizio certo di un culto del

onzo, non trovasole legato a complessi rituali (tra l’altro nelle incisioni più recenti dall’inizio del I millennio

la Scandinavia,a.C. il simbolo della nave e quello del cavallo – entrambi preposti a trasportare questa

ano dalle zone divinità – si combinano, là dove vediamo raffigurate navi con teste di cavalli sulla prua e/o

con maggioresulla poppa).130 E ancora: impronte di mani e di piedi (forse a indicare il punto di contatto di

i (innanzi tutto una divinità – evidentemente antropomorfa – con il mondo degli uomini),131 capi di vestiario
Jæren, Østfold,(in rari casi), animali, con verosimile allusione anche a un loro uso sacrificale (bovini, maiali,

g (sul versantecavalli, cani, forse anche cervi e alci) o a una funzione simbolica (in particolare le serpi), ma

ite per lo più su anche – e soprattutto – figure antropomorfe. Uomini a bordo di una nave (in alcuni casi in

conformazioneatteggiamento d’invocazione della divinità,132 in altri nell’atto di brandire un’ascia,133 o – più

a di Bornholm)semplicemente – come equipaggio), uomini armati,134 uomini che cacciano, uomini che

entrionale dellacombattono, uomini al lavoro con un aratro primitivo,135 uomini che danzano o fanno

ioni rupestri siacrobazie,136 uomini con maschere animali (sciamani?),137 uomini che suonano il lur (a volte

d’acqua (laghi,a bordo di un’imbarcazione),138 uomini in atteggiamento di preghiera,139 altri infine che

facile accesso,celebrano un matrimonio o consumano un’unione sessuale.140 L’aspetto della vita in

distribuzione sucomunità e quello della fecondità (inequivocabilmente presente nelle tante figure – anche

ioso-mitologicaanimali –141 dotate di chiarissimi attributi fallici)142 si propongono come elementi

predominanti.143 L’attribuzione ad alcuni soggetti di armi (arco, lancia, spada o ascia) va

amo una grandeconsiderata in relazione alla tipologia dell’arma medesima in quanto essa può di volta in

beri (talora suvolta sottolineare elementi cultuali (soprattutto l’ascia) o guerrieri, se non ancora legarsi a

un simbolo,scene di caccia, antico e certamente mai del tutto abbandonato sistema di sostentamento, la

di un culto del cui buona riuscita restava legata a riti magici che prevedevano l’invocazione di potenze

del I millennio superiori.144 È tuttavia lecito supporre che in diversi di questi casi ci si trovi di fronte alla

sportare questarappresentazione di divinità, soprattutto quando le dimensioni della figura armata sono molto

i sulla prua e/omaggiori rispetto a quelle che le stanno intorno:145 ciò testimonierebbe il loro carattere

o di contatto diantropomorfo, ed esse dovrebbero verosimilmente incarnare le forze della natura su cui

capi di vestiarioesercitano il proprio dominio.146


(bovini, maiali, Su quest’ultimo punto le interpretazioni restano tuttavia divergenti. Per quanto, pur di

re le serpi), mafronte a tesi anche ben argomentate che sostengono il carattere assolutamente aniconico (vale

n alcuni casi ina dire il rifiuto di qualsiasi rappresentazione della divinità) delle raffigurazioni rupestri147 (il

o – piùche in ogni caso non significa ‘assenza’ della divinità), non si possano sottovalutare i diversi

no, uomini cheindizi (primo fra tutti, come detto, la dimensione delle figure) che paiono invece indicare il

nzano o fanno contrario. Certamente la fase religiosa che qui è testimoniata appare ancora chiaramente

(a volte legata a culti di tipo naturalistico (la cui evidenza più incontestabile è il manifesto

altri infine che riferimento alla divinità-sole); tuttavia la possibilità di riconoscere nelle incisioni rupestri

della vita infigure divine, innanzi tutto un ‘dio con l’ascia’ ma anche, probabilmente, un ‘dio della

figure – anche fecondità’ – che evolveranno nel corso dei secoli in figure di assoluto prestigio fatte oggetto

come elementidi un culto ben radicato – pare del tutto concreta. 148 E tuttavia, almeno nel primo caso (che è

ada o ascia) vadel resto il più plausibile),149 non bisogna dimenticare che oltre a essere emblema sacro del

può di volta indio del tuono, strumento capace di mettere in moto l’energia divina che consente al cielo di

ncora legarsi afecondare la terra, l’ascia può essere intesa come utensile, come arma, come simbolo di

stentamento, lastatus sociale eminente, come strumento cultuale.150 Ma qui occorre ragionevolmente

one di potenzericordare che le incisioni dell’età del bronzo sono, per così dire, ‘spalmate’ su un periodo di

vi di fronte allatempo assai lungo, durante il quale, evidentemente, le concezioni religiose andarono incontro

mata sono moltoa un’evoluzione e dunque certamente videro la nascita di divinità antropomorfe.

loro carattere L’affermazione di Folke Ström, secondo la quale gli uomini dell’età del bronzo attribuivano

natura su cuialla divinità un carattere scarsamente differenziato, il che sarebbe espresso nella commistione

di diverse figure e di diversi simboli,151 andrebbe forse corretta in questo senso.


quanto, pur di Come sopra accennato, nelle incisioni rupestri dell’età del bronzo lo studioso svedese

aniconico (valeOscar Almgren ha riconosciuto un carattere indiscutibilmente rituale e cultuale.152 A distanza

(ildi molti anni la sua analisi resta in gran parte condivisibile, in particolare là dove egli indaga

alutare i diversi il simbolo della nave come oggetto votivo e cerimoniale (il che è tra l’altro sottolineato dal

vece indicare il fatto che in qualche caso essa appare sollevata da figure umane,153 trainata da cavalli154 o

ra chiaramentesistemata su una slitta).155 Almgren riconduce la frequentissima rappresentazione di questo

è il manifesto simbolo a culti ben noti nell’area mediterranea (latina, greca, egizia ma anche babilonese)

cisioni rupestririlevandone inoltre le connessioni con la tradizione religiosa germanica e quella popolare

, un ‘dio dellaeuropea più tarda legata al carnevale.156 A questo contesto egli riferisce anche gli altri

io fatte oggetto simboli che ricorrono con maggior frequenza, ritenendo che ci si trovi davanti alla

imo caso (che èrappresentazione di ‘drammi rituali’ (a esempio battaglie o unioni sessuali simboliche) legati

blema sacro del a momenti determinanti della vita della comunità che si riproponevano ciclicamente nel

ente al cielo dicorso dell’anno. Una interpretazione che del resto in diversi casi risulta di un’evidenza

me simbolo diindiscutibile.157 A partire, naturalmente, dalle allusioni a cerimonie collegate al culto del

agionevolmentesole, elemento religioso dominante dell’età del bronzo nordica, verosimilmente interpretato

u un periodo disulla base di considerazioni mitologiche relative alle diverse fasi del ‘ciclo vitale’ di questo

darono incontroastro.158

antropomorfe. E, d’altronde, l’atto di raffigurare le scene sulla pietra dovette avere lo scopo di renderle

zo attribuivanosacre, rappresentando i gesti con cui erano sancite di fronte alla divinità (e verosimilmente

la commistionecon il concorso della divinità medesima) le circostanze determinanti dalle quali dipendeva

l’esistenza stessa della comunità.159 Lo svolgimento delle cerimonie – che doveva aver luogo
udioso svedesenei momenti particolarmente significativi del ciclo annuale (com’è ragionevolmente

A distanza ipotizzabile in una società di tipo agrario) e raccogliere diversi gruppi stanziati nel medesimo

ove egli indaga territorio – può essere immaginato almeno approssimativamente: processioni con carri e/o

sottolineato dalnavi cultuali, suonatori di lur (allo scopo di richiamare l’attenzione della divinità), danze,

osacrifici, libagioni rituali, offerta di doni gettati nelle acque o depositati, alla mercè della

zione di questonatura, in luoghi ritenuti sacri. In qualche caso i dati forniti dalle incisioni rupestri possono

che babilonese)essere integrati con altri indizi, come nel caso delle informazioni fornite da taluni siti danesi

quella popolarenei quali sono stati ritrovati resti che alludono in modo piuttosto esplicito a sacrifici animali e

anche gli altri umani (le cui vittime dovettero essere presumibilmente degli schiavi).160

vi davanti alla 1.3.4. Vita sociale

mboliche) legati Una cultura fondata sostanzialmente su un’economia agraria, basata sull’allevamento del

iclicamente nelbestiame (bovini, pecore, capre, maiali e anche cavalli) e la coltivazione della terra (per

di un’evidenzaquanto ancora limitata e condotta con mezzi primitivi), si era dunque ormai affermata,

ate al culto delalmeno nelle zone meridionali della Scandinavia.161 L’organizzazione cui essa aveva dato

nte interpretatovita, certamente più complessa di quella dei gruppi di cacciatori e pescatori dell’età della

itale’ di questopietra, venne ulteriormente sviluppando, sulla base della struttura sociale che vediamo

affermata nel periodo megalitico, un ancor più marcato rapporto con il territorio, nel quale

opo di renderle ‘centri di potere’ politico e religioso emergono ormai chiaramente. Comunità in cui si

verosimilmentevenivano rafforzando differenze di status (legate probabilmente a fattori quali la nascita o il

quali dipendevamatrimonio) e che riconoscevano autorità economica, sociale e religiosa a personaggi

veva aver luogo eminenti, capi dai quali tutta la collettività si aspettava guida e protezione. Una società basata
agionevolmentein buona misura su un modello teocratico. Il numero molto elevato di reperti di carattere

i nel medesimocultuale (e la presenza di sepolture riferibili a individui investiti di poteri magico-

ni con carri e/osciamanici)162 informano che la sfera magico-religiosa dovette essere predominante e

ivinità), danze, permeare a fondo la vita di quelle comunità. L’economia di queste società doveva attribuire

lla mercè dellaai capi anche il compito di redistribuzione delle ricchezze (legato alla gestione delle materie

upestri possonoprime e al possesso di oggetti di prestigio), e considerare inoltre l’aspetto guerriero.163 Tutto

aluni siti danesiciò avrebbe determinato l’emergere di una aristocrazia fondata su elementi politico-religiosi,

crifici animali esocio-economici e organizzativo-militari. Un’ipotesi questa non certamente dimostrabile del

tutto, ma che pare ragionevole.164 A quest’organizzazione corrispondono tra l’altro gli

insediamenti abitativi formati ora da piccoli gruppi di case in cui le abitazioni, generalmente

allevamento delorientate in direzione est-ovest, si presentano (soprattutto nella fase mediana dell’età del

della terra (per bronzo) come grandi costruzioni (talvolta lunghe fin quasi 50 mt. e larghe 8-9 mt.) con una

mai affermata,suddivisione interna.165 Gli scavi effettuati soprattutto in territorio danese hanno reso

ssa aveva datopossibile seguire l’evoluzione delle costruzioni a uso abitativo nell’età del bronzo.166 Pure

ri dell’età della considerando l’importanza di questo tipo d’aggregazione, e i probabili contatti in una rete di

e che vediamoalleanze, resta tuttavia del tutto improponibile l’idea che già ci si possa trovare di fronte a

torio, nel qualeuna qualche, per quanto primitiva, forma di Stato.167 Siamo piuttosto ancora nell’ambito

unità in cui si della comunità allargata a tutti i consanguinei, la Sippe. Come si è visto anche la lettura delle

i la nascita o ilraffigurazioni rupestri di questo periodo va certamente in questa direzione.

a a personaggi 1.3.5. Le dimore dei morti

a società basata Nel corso dell’età del bronzo si assiste in Scandinavia a diversi mutamenti nelle tipologie
erti di caratteredi sepoltura. Nella fase più antica (dal 1500 a.C.) conosciamo grandi tumuli (eretti in numero

poteri magico-davvero considerevole) che contengono tombe di personaggi eminenti (uomini, ma anche

redominante e donne) e che con le loro imponenti sagome tuttora segnano in molte località il paesaggio

oveva attribuirenordico: un uso sepolcrale diffuso da sud (in particolare dallo Jutland).168 A essi

ne delle materiecorrispondono massicci cumuli di pietre in talune zone della Svezia meridionale (soprattutto

Tuttoaree interne, isole di Öland e di Gotland),169 sulle coste e sulle isole finlandesi e in buona

olitico-religiosi,parte della Norvegia.170 La concentrazione di questi monumenti corrisponde, verosimilmente,

imostrabile del ad aree territoriali sottoposte a uno stesso potere politico-economico, certamente legato

tra l’altro gliall’accesso e alla gestione del metallo (con carattere di vero e proprio monopolio). La

i, generalmentemagnificenza delle sepolture, così come la ricchezza dei reperti testimoniano il prestigio

na dell’età delsociale (o quello guerriero, quando si ritrovano armi che presentano segni di utilizzo) di cui

-9 mt.) con unagodevano i loro possessori (la cui sepoltura doveva prevedere lunghi e complessi rituali):

se hanno reso individui appartenenti a famiglie il cui predominio era ormai affermato e che gestivano

Pureun’economia fiorente. Siamo ancora in una fase nella quale le risorse che la natura offre allo

ti in una rete disfruttamento agricolo e all’allevamento paiono illimitate. A parte qualche eccezione171

vare di fronte a questo tipo di sepoltura scomparirà nell’età del bronzo recente.

ora nell’ambito Almeno in parte l’uso di cremare i defunti (che nel continente è testimoniato fin

la lettura delledall’epoca dei monumenti megalitici) è conosciuto nelle regioni nordiche dalla prima fase

dell’età del bronzo, sebbene se ne abbia qualche sporadica testimonianza già nel neolitico

(Jutland, Scania). Alla diffusione di questa pratica (in particolare dall’età del bronzo recente,

nelle tipologie dunque dal 1100 a.C.) si lega un nuovo tipo di sepoltura. I resti del defunto sono ora inumati
eretti in numeroall’interno di un contenitore (talora in legno, più spesso in argilla), il corredo funebre si

mini, ma ancheriduce a pochi doni di limitato valore. Una novità che parrebbe da collegare all’influsso dei

tà il paesaggiocosiddetti ‘campi di urne’, diffusi in area continentale172 (e riconducibili a loro volta alla

A essicultura detta ‘di Hallstatt’),173 ma certamente connessa anche alla creazione di ‘cimiteri’

ale (soprattuttolegati a nuclei abitati (un utilizzo del territorio che si attesterà nell’età del ferro). Talora

desi e in buona queste urne hanno l’aspetto di una piccola casa174 oppure alludono al morto nei tratti del viso

verosimilmente,impressi sull’argilla.175 D’altro canto l’affermazione di questo nuovo rituale funerario

tamente legato potrebbe anche testimoniare una profonda modificazione (in senso spiritualistico) nella

monopolio). Laconcezione dell’aldilà:176 luogo a cui avrebbe accesso solo l’anima, la quale dunque per

ano il prestigioraggiungerlo con più facilità e immediatezza dovrebbe liberarsi al più presto del corpo. In

utilizzo) di cuiogni caso, tenuto conto che nell’età del bronzo permane, parallelamente, la pratica

mplessi rituali): dell’inumazione si potrebbe anche pensare, più semplicemente, a usi funerari diversi

che gestivano collegati alla diversa posizione sociale del defunto, o – almeno in taluni casi – all’uso di

natura offre allocremare coloro che dovessero, per qualche ragione, essere sacrificati, magari per seguire

171 nell’aldilà chi già in questa vita aveva esercitato su di loro il proprio dominio.177 Del resto la

società nordica mostra ormai una chiara tendenza alla differenziazione sociale.

estimoniato fin Alla fase più recente dell’età del bronzo appartengono imponenti monumenti i cui

alla prima fasemigliori esempi si ritrovano nelle zone del Baltico, in particolare sull’isola di Gotland ma

ià nel neoliticoanche a Öland e Bornholm. Si tratta di grandi pietre infisse nel terreno a disegnare una o più

bronzo recente,navi di notevoli dimensioni (skeppsättningar).178 Certamente essi si legano a riti funebri (la

ono ora inumaticui relazione con il simbolo della nave non è limitata al mondo nordico: basti pensare al
redo funebre sitraghettatore Caronte!) e mostrano di essere in diretta continuità non solo con l’uso talora

all’influsso dei testimoniato in epoca più antica di deporre il cadavere del defunto in un’imbarcazione,179 ma

loro volta allaanche con quello (noto fin dalla prima fase dell’età del bronzo) di ricoprire una sepoltura a

ne di ‘cimiteri’forma di nave con un tumulo. Del resto questa consuetudine ricomparirà in varie forme

l ferro). Taloranell’età del ferro (con l’imbarcazione talora coperta o, di nuovo, ben visibile in superficie);

ei tratti del visofinché l’uso della nave diverrà emblema stesso dei funerali d’epoca vichinga. Ma l’immagine

tuale funerariodella nave è certamente legata anche all’importanza che il commercio per vie marittime

ualistico) nelladovette rivestire a livello economico e, di conseguenza, sociale. Diversi tumuli sono collocati

ale dunque perin posizione dominante sul mare, evidentemente con l’intento di renderli ben visibili ai

o del corpo. Innaviganti,180 ma forse anche con quello di ‘ricordare’ o ‘indicare’ al defunto le vie del mare.

nte, la praticaD’altronde l’evidente parallelismo tra l’uso di questo simbolo e la sua massiccia presenza

unerari diversi nelle incisioni rupestri non può non suggerire un valore cultuale e religioso. Un nesso può

asi – all’uso diessere trovato nel fatto che le raffigurazioni su pietra di navi sopra le quali si trova il disco

ari per seguiresolare alludono al percorso rituale che il sole deve percorrere fino al sopraggiungere della

Del resto la notte, quando gli abitanti delle coste lo vedono scomparire nell’oceano: un’idea, questa, che

si lega al concetto del mare come ‘altro mondo’.181 Non è un caso che monumenti funebri di

onumenti i cuistraordinaria importanza, quali la già citata tomba di Kivik182 e il tumulo norvegese di

di Gotland maMjeltehaugen183 mostrano nella ricca decorazione delle pareti figure d’imbarcazioni.

gnare una o più 1.3.6. Uno sguardo verso l’estremo Nord

riti funebri (la Come accennato in precedenza le zone della Scandinavia coinvolte negli sviluppi

basti pensare alculturali di cui si è trattato erano sostanzialmente quelle meridionali e costiere, sebbene
on l’uso talora percorsi paralleli (compresa una certa diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento, in ogni

macaso evidentemente influenzata dalle condizioni climatiche) siano documentati nell’estremo

una sepoltura aNord dai reperti (anche di notevole valore) e dalle sepolture in un’area che scende fino alla

in varie formezona meridionale della regione di Tromsø, comprendendo le isole Lofoten.184 Le zone più

e in superficie);settentrionali e interne della Norvegia, così come le regioni centrali e settentrionali della

Ma l’immagineSvezia, gran parte della Finlandia e la penisola di Kola restavano legati a un’economia basata

r vie marittimesostanzialmente sulla raccolta e sulla cattura di prede animali e ricevevano influssi culturali

i sono collocatisoprattutto da oriente.185 Gli studiosi usano la definizione di ‘età del bronzo artica’186 in

ben visibili ai riferimento a queste culture, che certamente mostrano tutta la loro vitalità. Caratteristica delle

le vie del mare.zone centro-settentrionali è la cosiddetta ‘ceramica all’asbesto’ (un materiale, proveniente

siccia presenza probabilmente dalla Finlandia, che ridotto in polvere era mescolato all’argilla) della quale ci

. Un nesso puòrestano oggetti decorati variamente. Resta aperta la questione se a questa civiltà sia legata la

si trova il discocomparsa dei primi Sami sul territorio della penisola scandinava, ipotesi per altro

ggiungere dellaprobabile.187 Ma oggetti di bronzo (anche di fattura assai pregevole) si ritrovano fino alle

dea, questa, cheregioni del Mare di Barents e se nelle zone interne restavano in largo uso materiali come la

menti funebri diquarzite, è tuttavia altresì dimostrato che molti cacciatori disponevano di armi in bronzo.

o norvegese di

negli sviluppi

stiere, sebbene
percorsi paralleli (compresa una certa diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento, in ogni

caso evidentemente influenzata dalle condizioni climatiche) siano documentati nell’estremo

Nord dai reperti (anche di notevole valore) e dalle sepolture in un’area che scende fino alla

zona meridionale della regione di Tromsø, comprendendo le isole Lofoten.184 Le zone più

settentrionali e interne della Norvegia, così come le regioni centrali e settentrionali della

Svezia, gran parte della Finlandia e la penisola di Kola restavano legati a un’economia basata

sostanzialmente sulla raccolta e sulla cattura di prede animali e ricevevano influssi culturali

soprattutto da oriente.185 Gli studiosi usano la definizione di ‘età del bronzo artica’186 in

riferimento a queste culture, che certamente mostrano tutta la loro vitalità. Caratteristica delle

zone centro-settentrionali è la cosiddetta ‘ceramica all’asbesto’ (un materiale, proveniente

probabilmente dalla Finlandia, che ridotto in polvere era mescolato all’argilla) della quale ci

restano oggetti decorati variamente. Resta aperta la questione se a questa civiltà sia legata la

comparsa dei primi Sami sul territorio della penisola scandinava, ipotesi per altro

probabile.187 Ma oggetti di bronzo (anche di fattura assai pregevole) si ritrovano fino alle

regioni del Mare di Barents e se nelle zone interne restavano in largo uso materiali come la

quarzite, è tuttavia altresì dimostrato che molti cacciatori disponevano di armi in bronzo.
1 Al momento della sua massima estensione (circa 18.000 anni a.C.) il perimetro del ghiaccio

lasciava libere a meridione solo le coste sud-occidentali dello Jutland, scendeva nel territorio

dell’odierna Germania seguendo pressappoco l’attuale corso dell’Elba fin sotto a Berlino, risaliva

passando a nord di Varsavia, percorreva la zona sopra l’alto corso del Dnepr e infine, a nord di

Mosca, puntava decisamente verso le coste prospicienti la penisola di Kola. Anche le attuali isole

britanniche, fatta eccezione per le zone meridionali dell’Irlanda e della Gran Bretagna, erano

completamente ricoperte dai ghiacci.

2 L’andamento climatico non fu tuttavia costante. Un deciso miglioramento è registrato verso il

14.000 a.C., mentre attorno all’11.000 a.C. si produsse un peggioramento tanto brusco quanto,

tuttavia, di breve durata (circa 500 anni).

3 Ciò appare possibile, considerati i lunghi periodi interglaciali caratterizzati da un clima mite che

consentiva una ricca presenza di flora e di fauna. In tale senso pare testimoniare il ritrovamento in

Danimarca di tracce antichissime, forse attribuibili a una presenza umana, che in alcuni casi

(Hollerup a est di Randers, nello Jutland, dove sono state rinvenute ossa di daino che erano state

incise per estrarne il midollo: il resto di un pasto degli uomini di Neandertal?) potrebbero risalire

all’ultimo periodo interglaciale, ma in altri (Vejstrup presso Christiansfeld nello Jutland meridionale

ed Ejbj Klint presso l’Isefjorden nella Selandia settentrionale, dove sono stati rinvenuti frammenti di

pietra che paiono rozzamente lavorati), addirittura a quello precedente. Vd. MØHL-HANSEN 1954,

FÆSTER 1955 e JOHANSEN – STAPERT 1995-1996. Anche in Finlandia, sono state ritrovate tracce della

presenza di un uomo primordiale che risalirebbero a circa 100.000 anni fa (vd. TARKIAINEN 2008

[App. 1], p. 14).

4 Quando l’immane peso del ghiaccio che aveva oppresso le terre fu rimosso, si verificò un

movimento isostatico di sollevamento della terra. Contemporaneamente l’acqua prodotta dallo


etro del ghiaccio scioglimento dell’enorme massa ghiacciata si riversò nel mare provocando un movimento eustatico

va nel territorio d’innalzamento. Questi fenomeni hanno avuto effetti drammatici in Scandinavia, dove tra l’altro si

Berlino, risalivapossono riconoscere le tracce di antiche linee costiere a un’altitudine di parecchie decine di metri, in

nfine, a nord dialcuni casi anche oltre i 200 mt. (come a esempio nella regione svedese di Ångermanland, dove esse

e le attuali isolesono riconoscibili addirittura a 285 mt. di altezza sull’attuale livello del mare). Rilevanti

Bretagna, eranocambiamenti geo-morfologici si verificarono anche rispetto al Mar Baltico. Esso si formò

inizialmente come un grande lago glaciale (11.800-8300 a.C.) che in alcune fasi segnate da migliori

egistrato verso ilcondizioni climatiche poté trovare sbocco a occidente verso il mare; successivamente si venne

brusco quanto,formando il cosiddetto Mare Yoldia (dal nome del mollusco Yoldia arctica che vi viveva), in diretta

comunicazione con l’oceano; questa fase si colloca tra l’8300 e il 7500 a.C. In seguito (7500-6000

n clima mite chea.C.) a causa di un innalzamento delle terre piuttosto rapido esso divenne nuovamente un enorme

ritrovamento inbacino, il cosiddetto Lago Ancylus (dal nome del gasteropode d’acqua dolce Ancylus fluviatilis),

e in alcuni casiesteso su una superficie ben più vasta dell’attuale. La presente conformazione del Baltico cominciò a

che erano statedelinearsi quando (circa 6000 a.C.) – in seguito a una nuova immissione di acqua di mare – cominciò

otrebbero risalirea formarsi il cosiddetto Mare Litorina (che prende nome dal gasteropode marino Littorina littorea) il

land meridionalequale avrebbe separato definitivamente il sud della Svezia dall’Europa continentale cui per lungo

uti frammenti di tempo era appartenuto. In questo periodo conosce dunque il proprio termine il cosiddetto fastlandstid

1954, (letteralmente “periodo continentale”), espressione regionale (in particolare danese) con la quale si fa

vate tracce dellariferimento al fatto che il corpo del continente europeo si spingeva molto più a Nord rispetto alla

2008 situazione odierna in un’estensione che raggiungeva gran parte delle attuali coste orientali della Gran

Bretagna e inglobava l’intera Danimarca, comprendendo anche il sud della Svezia che costituiva una

o, si verificò un sorta di penisola protesa verso settentrione.

a prodotta dallo 5 Con tale nome si designa (a motivo della concentrazione di reperti significativi nella zona di
imento eustaticoAmburgo) una cultura di cacciatori collocabile tra il 15.000 e il 12.400 a.C. e diffusa su un’area che

ove tra l’altro siva dall’Inghilterra (allora unita al corpo del continente europeo da terre che sarebbero state

ecine di metri, insuccessivamente sommerse dalle acque) al Belgio, ai Paesi Bassi, alla Germania settentrionale, a una

nland, dove esse parte della Danimarca e a una piccola porzione della Scania.

mare). Rilevanti 6 In particolare a Brænøre, Jels e Slotseng nello Jutland (vd. HOLM J., “Settlements of the

Esso si formòHamburgian and Federmesser Cultures at Slotseng, South Jutland”, in Journal of Danish

gnate da migliori Archaeology, X [1991], pp. 7-19 e HOLM – RIECK 1992) e a Sølbjerg nell’isola di Lolland; i

amente si venneritrovamenti risalgono al XIII millennio a.C.

iveva), in diretta 7 Il sito cui ci si riferisce è quello di Mölleröd presso il lago Finjasjön in Scania, datato verso la

uito (7500-6000fine del XIII millennio a.C. (vd. LARSSON L., “The Earliest Settlement in Southern Sweden. Late

mente un enormePalaeolithic Settlement Remains at Finjasjön, in the North of Scania”, in Current Swedish

),Archaeology, II [1994], pp. 159-177).

altico cominciò a 8 Vd. TANSEM 1988.

mare – cominciò 9 Si accettano qui, ove non diversamente specificato, le datazioni proposte in BURENHULT 1999-

) il2000, I-II (B.2), in quanto fondate su metodologie puntualmente discusse (vd. ivi, I, pp. 48-51) e che

le cui per lungoritengo pienamente condivisibili. Del resto esse trovano sostanziale riscontro in JENSEN 2001-2004, I-

fastlandstidIV (B.2).

con la quale si fa 10 Dal nome di un sito danese nei pressi di Sorø, in Selandia; vd. MATHIASSEN – IVERSEN 1946.

Nord rispetto alla 11 In Svezia essa è rappresentata in particolare da ritrovamenti archeologici nella Scania

entali della Granmeridionale: Segebro (su cui vd. LARSSON L., “En boplats från äldre stenåldern vid Segebro”, in

he costituiva unaLimhamniana [1978], pp. 7-20), Karlsro e Annavälla.

12 Per la precisione questi ultimi sono da attribuire alla cultura danese detta ‘di Lyngby’ (località

ivi nella zona di dello Jutland settentrionale, su cui vd. WESTERBY E., “Da Danmarks ældste Stenalderboplads blev
a su un’area chefundet”, in AaNOH 1986, pp. 43-69) che pare collegata con la cultura di Ahrensburg (località non

sarebbero statelontana da Amburgo).

entrionale, a una 13 Il riferimento è a Høgnipen nelle vicinanze di Sarpsborg, nella regione meridionale di Østfold

(vd. JOHANSEN E., “Høgnipen-funnene. Ett nytt blad av Norges eldste innvandringshistorie”, in

ttlements of the Viking 1964, pp. 177-179).

rnal of Danish 14 Negli anni tra il 1988 e il 1990 è stato scavato un sito a Galta (area nord-occidentale dell’isola

la di Lolland; idi Rennesøy, nella regione di Rogaland) dove sono stati rinvenuti diversi utensili di selce che

testimoniano della presenza umana in quella zona in un periodo che va dal 9500 all’8400 a.C.

a, datato verso la (secondo la cronologia proposta in LILLEHAMMER 1994 [B.2], p. 21). Molto più a nord, a Sarnes

rn Sweden. Late(sull’isola di Magerøya, presso Capo Nord) sono state ritrovate nel 1993 le tracce di un insediamento

Current Swedishla cui datazione va collocata al più tardi attorno al 9300 a.C. (LILLEHAMMER 1994, p. 24; non così

BURENHULT 1999-2000 [B.2], I, p. 192 che lo pone tra l’8200 e il 7500 a.C.). Un sito addirittura più

antico potrebbe essere quello, scoperto nel 1941, di Blomvåg (su un’isola a circa 30 km. a nord-ovest

1999- di Bergen, comune di Øygarden) dove oltre a resti di piante e di animali (acquatici e terrestri ma

pp. 48-51) e cheanche uccelli) sono stati rinvenuti frammenti di selce. In questo caso la presenza umana risalirebbe

2001-2004, I-addirittura al periodo tra il 10.700 e il 10.200 a.C. (LILLEHAMMER 1994, p. 20; vd. anche JOHANSEN

A.B. – UNDÅS I., “Er Blomvågmaterialet et boplassfunn?”, in Viking 1992, pp. 9-26). In questo

contesto va infine considerato il ritrovamento fatto presso Store Myrvatn nel comune di Gjesdal

ici nella Scania(Rogaland), allo stato attuale il più antico sito rinvenuto in zone di montagna. Scavato alla fine degli

vid Segebro”, inanni ’80 esso viene ricondotto al periodo tra l’8800 e l’8600 a.C. (LILLEHAMMER 1994, p. 29).

15 Così in BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 179. Altri propendono per una datazione posteriore,

Lyngby’ (località intorno all’8000 a.C. (vd. MITHEN 1994, p. 79).

lderboplads blev 16 È evidente che trattandosi di epoche tanto remote la definizione cronologica proposta dai
urg (località nondiversi studiosi può andare soggetta a variazioni, anche se non eccessivamente consistenti. A

esempio in MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2), pp. 22-23, è fornito uno schema nel quale i limiti dei

ionale di Østfolddiversi periodi sono spostati in avanti rispetto a quelli qui riportati, a eccezione del termine del

ingshistorie”, in periodo ‘atlantico’ (su cui vd. p. 19) che viene anticipato di 500 anni.

17 Dal nome della palude detta Maglemose nei pressi di Mullerup in Selandia. Sempre in

dentale dell’isolaSelandia, nella palude di Vig, è stato trovato lo scheletro di un uro con ancora conficcati microliti

sili di selce che appartenuti alle armi con cui era stato ucciso (vd. HARTZ N. – WINGE H., “Om Uroxen fra Vig, saaret

00 all’8400 a.C. og dræbt med flintvaaben”, in AaNOH 1906, pp. 225-236). Questo animale doveva costituire una

a nord, a Sarnespreda prediletta per gli uomini della cultura di Maglemose, come dimostra anche lo scheletro di

un insediamentoPrejlerup, Selandia nord-occidentale (vd. AARIS-SØRENSEN K. – BRINCH PETERSEN E., “The Prejlerup

p. 24; non cosìAurochs – an Archaeological Discovery from Boreal Denmark”, in Striae, XXIV [1986], pp. 111-

o addirittura più117). Particolarmente interessanti sono in Svezia i reperti della palude di Ageröd (Ageröd I B), nei

km. a nord-ovestpressi del lago Ringsjön, nella Scania meridionale, datati attorno all’8500 a.C. (vd. ALTHIN C.A.,

ci e terrestri ma“Agerödsutgrävningarna. Undersökningar av mesolitiska boplatser i Skåne 1946-47”, in FV 1947,

mana risalirebbe pp. 348-353). Siti riconducibili alla cultura di Maglemose (individuata all’inizio del XX secolo) sono

OHANSENstati ritrovati in un’area che va dall’Inghilterra all’Estonia. Vd. anche SARAW 1904 e GRØN 1995.

9-26). In questo 18 Tra questi si segnalano oggetti a forma di Y ricavati da palchi di cervo, come a esempio quello

mune di Gjesdaldi Sjöholmen in Scania o quello della palude di Kalundborg in Selandia e l’osso di uro su cui sono

to alla fine degliincise cinque figurine umane rinvenuto a Ryemarksgård nella Selandia occidentale. Quest’ultimo

presenta la più antica immagine di esseri umani conosciuta in territorio danese: si confrontino le due

zione posteriore, figurine incise su un bastone di corno di cervo rinvenuto nella palude di Viksø (Selandia

settentrionale), il bastone di corno di Åmose (ancora in Selandia) sul quale sono rappresentati un

ica proposta dai cacciatore e la sua preda (sul sito vd. MATHIASSEN TH., Stenalderboplatsen i Aamosen, København
e consistenti. A 1943), il manico d’ascia di Tågerup (Scania). Piccole figure animali realizzate in ambra rinvenute in

quale i limiti deiDanimarca avevano probabilmente la funzione di amuleti per i cacciatori (vd. a esempio la testa

del termine deld’alce ritrovata a Egemarke in Selandia). Altri amuleti (con altri scopi!) dovevano essere taluni

oggetti a forma di fallo (come quello i cui pezzi sono stati rinvenuti nel sito di Holmegård V nella

ndia. Sempre inSelandia meridionale).

nficcati microliti 19 Vd. ANDERSEN K. 1951: “Hytter fra Maglemosetid. Danmarks ældste boliger”, in NMA 1951,

en fra Vig, saaret pp. 69-76 e LARSSON M., “Stenåldersbondens hus”, in PA VI: 4 (1988), pp. 10-13.

va costituire una 20 Il territorio era ancora in gran parte invaso dall’acqua. Insediamenti anche molto antichi (fino

e lo scheletro diall’8500 a.C.) sono stati tuttavia individuati in tempi piuttosto recenti (anni ’90) nell’area di

., “The PrejlerupStoccolma. Una abitazione stabile, la più antica del Nord, pare essere quella rinvenuta a Smedby

[1986], pp. 111- (circa 10 km. a ovest della città svedese di Kalmar): vd. WESTERGREN E., “Det äldsta kända huset i

Ageröd I B), nei Norden”, in PA VI: 4 (1988), pp. 4-6. Va del resto anche rilevato che recenti ritrovamenti relativi

C.A., all’età della pietra hanno messo in discussione la teoria secondo la quale costruzioni ben strutturate

1947, realizzate con grossi tronchi risalirebbero solo all’età del ferro (vd. HALÉN O., “Timmerhus från

XX secolo) sono stenåldern omkullkastar gamla teorier”, in PA XIII: 2 [1995], pp. 4-7).

21 Dal nome di un sito che si trova nella zona occidentale della Selandia.

a esempio quello 22 I siti di maggiore interesse – oltre naturalmente a quello di Kongemose – si trovano a

uro su cui sonoVillingebæk e Månedalen sempre in Selandia e, per la Svezia, a Segebro (cfr. nota 11), Häljarp,

le. Quest’ultimo Tågerup e Ageröd (cfr. nota 17), tutti nella regione della Scania.

onfrontino le due 23 Vd. a esempio l’ascia rinvenuta nella palude di Jordløse (Selandia) su cui è rappresentata una

Viksø (Selandiafigura, forse di donna, e quella di Værebro (sempre in Selandia) sulla quale sono incisi motivi

rappresentati un geometrici.

, København 24 Dal nome di un’isola nell’arcipelago di Kristiansund sulla costa norvegese (Møre e Romsdal).
mbra rinvenute in 25 Nome dovuto ai primi ritrovamenti effettuati nel 1925 nella zona della montagna detta

esempio la testaKomsafjellet (regione di Alta, Finnmark). Sulle coste di questa regione non si trova la selce (che

no essere talunialtrove è materiale caratteristico con cui sono realizzati molti reperti): qui venivano dunque utilizzati

lmegård V nellasoprattutto quarzo e quarzite. La denominazione ‘cultura di Komsa’ è stata in seguito messa in

discussione e attualmente diversi archeologi preferiscono usare l’espressione più generica “età della

1951,pietra più antica” (eldre steinalder); ciò soprattutto per il fatto che l’area su cui si estende questa

cultura è molto vasta, seppure essa presenti forti tratti di omogeneità.

olto antichi (fino 26 Nøstvet è un sito che si trova all’interno del Bunnefjorden, una ventina di km a sud-est di Oslo.

90) nell’area di 27 Dal nome di un sito presso Skee nella regione svedese occidentale di Bohuslän; vd.

enuta a SmedbyBRAMSTÅNG C., Lihult- och limhamnsyxor. En undersökning av senmesolitiska förekomster i

sta kända huset iHalland, Göteborg 1990 e BRØGGER A.W., Øxer av Nøstvettypen. Bidrag til kundskapen om ældre

ovamenti relativinorsk stenalder, Kristiania 1905. In BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 224, è proposta una datazione

ni ben strutturatepiù arretrata: secondo questo studioso infatti la cultura di Lihult sarebbe in declino già nel 5000 a.C.

Timmerhus från 28 Un compito questo affidato alle donne insieme alla cattura di pesci e animali di piccola taglia.

29 Questo aspetto è stato assai ben analizzato dallo studioso Folke Ström (STRÖM 1967 [B.7.1],

pp. 9-12, la citazione da p. 10).

– si trovano a 30 Si vedano a esempio le raffigurazioni della caccia all’orso e alle renne che si trovano sul

ota 11), Häljarp,pannello roccioso di Bergbukten I (Jiepmaluokta, cfr. nota 33).

31 Si veda, fra le incisioni norvegesi ritrovate nella zona di Alta, la rappresentazione della pesca

appresentata unadi un ippoglosso (Bergbukten IV B, Jiepmaluokta, cfr. nota 33). Sulla parete di roccia è chiaramente

no incisi motiviindividuabile l’immagine di una piccola imbarcazione dal bordo della quale pende una lenza cui il

pesce è attaccato per la bocca.

32 Nelle regioni più settentrionali ci troviamo di fronte a un tipo d’arte preistorica che
montagna dettacontrassegna una fascia di territorio estesa alle zone settentrionali della Russia, dalla Siberia fino allo

va la selce (chestretto di Bering.

dunque utilizzati 33 In Norvegia si contano più di cinquemila figure in circa settanta siti, tremila solo nella superba

eguito messa ingalleria d’arte rupestre di Jiepmaluokta (toponimo sami che significa “Baia delle foche”, norv.

nerica “età dellaHjemmeluft) all’estremità occidentale della città di Alta (sami Áltá o Alattio) in Finnmark. Qui

i estende questapossiamo ammirare raffigurazioni che si richiamano a stili diversi, riconducibili non solo al

lunghissimo periodo di tempo nel quale le incisioni furono realizzate (verosimilmente tra 6200 e

sud-est di Oslo. 2000 anni fa), ma anche – naturalmente – alla loro diversa origine e funzione. Il sito di Jiepmaluokta

i Bohuslän; vd.è il più ricco di incisioni in tutto il Nord, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 1985.

a förekomster iNel territorio di Alta si trovano comunque altri siti di grande interesse. Nella Svezia centrale si

kapen om ældrecontano circa duemila figure in una dozzina di siti.

ta una datazione 34 Nel Nordfjorden (regione di Sogn e Fjordane, Norvegia occidentale). Un altro sito norvegese di

grande importanza è quello di Ausevik (Høydalsfjorden, nella medesima regione) dove sono incise

circa quattrocento figure.

1967 [B.7.1], 35 L’impressione è che qui sia rappresentato un sistema di caccia che consisteva nello spingere gli

animali verso dirupi nei quali essi precipitavano: i loro corpi feriti o senza vita erano poi raccolti ai

e si trovano sul piedi del precipizio; vd. BLEHR O., “Når villreinen løper dit du vil. En fangstmetode, og det spor efter

den i dag kan fortelle om fortidens jegersamfunn”, in UTNE A. (red.), Jakt, fiske og sanking før og

zione della pesca ved siden av jordbruk, Tromsø 1982, pp. 1-29.

ia è chiaramente 36 Come appunto a Vingen o in altri siti norvegesi (a esempio Ringsaker in Hedmark e

una lenza cui ilMøllestufossen, presso Dokka in Oppland). L’applicazione di questa tecnica ad animali marini si

ritrova a esempio nel sito di Hammer sul Beistadfjorden, Nord-Trøndelag (dove sono raffigurati una

preistorica chebalena e alcuni pesci) o in quello di Drammen su un ramo occidentale del fiordo di Oslo (dove si può
Siberia fino allovedere una balena lunga 2.3 mt.).

37 In BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 218 e, soprattutto, p. 395, è tuttavia proposta per questo

olo nella superba sito una datazione parecchio più tarda. Vd. anche FORSBERG L., “En kronologisk analys av

le foche”, norv. ristningarna vid Nämforsen”, in ENNB, pp. 247-261.

Finnmark. Qui 38 L’arte delle incisioni rupestri si protrarrà nel Nord per un lunghissimo periodo (fino a settemila

bili non solo alanni) e non di rado i medesimi ‘laboratori artistici’ rimarranno in uso fino al neolitico e all’età del

mente tra 6200 ebronzo, il che rende assai problematica una sicura determinazione cronologica delle singole

di Jiepmaluoktaimmagini. Tra le più antiche possono certamente essere annoverate quelle delle regioni norvegesi da

manità nel 1985. Trøndelag verso nord che secondo alcuni sarebbero da datare tra il 7900 e il 6500 a.C. (LILLEHAMMER

vezia centrale si1994 [B.2], p. 51).

39 Vd. RAUDONIKAS W.J., Les gravures rupestres des bord du lac Onega et de la Mer Blanche, I-

sito norvegese diII, Leningrad 1936-1938. Cfr. nota 32.

dove sono incise 40 Folke Ström richiama a questo proposito taluni riti sami legati alla caccia all’orso ancora ben

documentati in epoca storica (STRÖM 1967 [B.7.1], p. 10). Del resto al culto dell’orso si legano

nello spingere glianche, verosimilmente, immagini incise sul pannello di Bergbukten I (Jiepmaluokta, cfr. nota 33).

no poi raccolti aiVd. HELSKOG K., “Björnejakt och ritualer for 6200-3700 år siden”, in Ottar, CLVI (1985), pp. 7-11 e

og det spor efterHELSKOG 1988. Vd. pp. 1389-1390.

g sanking før og 41 In genere si possono considerare offerte votive gli oggetti ritrovati in più di un esemplare, in

alcuni casi in gran quantità (quando non si tratti di materiale depositato in attesa di essere

in Hedmark e riutilizzato), soprattutto se essi appaiono disposti in modo simbolico come, a esempio, cerchio,

nimali marini si semicerchio o triangolo o, particolarmente per le asce o i pugnali, con la parte offensiva rivolta in una

o raffigurati unadeterminata direzione.

Oslo (dove si può 42 Quali, a esempio, talune mazze a forma di croce con quattro punte, non di rado
geometricamente decorate, ritrovate in Norvegia (LILLEHAMMER 1994 [B.2], p. 46).

posta per questo 43 Si vedano le tombe di Korsør Nor in Selandia, di Bäckaskog e Tågerup in Scania, di Stora

ogisk analys avBjers e Kambs, entrambe sull’isola di Gotland (BURENHULT 1999-2000 [B.2], I, p. 232). I morti sono

seduti in posizione raccolta, quasi rannicchiata (hocker). A Bäckaskog nella tomba di una donna

(fino a settemila erano stati deposti una fiocina e un coltello per scuoiare. In Norvegia le tombe più antiche (risalenti

tico e all’età delal settimo millennio a.C.) sono quelle di Bleivik (presso Haugesund) e di Vistehola nel distretto di

ca delle singoleJæren, entrambe dunque nella zona sud-occidentale.

oni norvegesi da 44 La loro comparsa è forse da mettere in connessione con un aumento demografico, collocato da

ILLEHAMMERS.J. Mithen (MITHEN 1994, pp. 123-125) attorno al 4500 a.C. In BURENHULT 1999-2000 (B.2) I, pp.

230-241, la cronologia è retrodatata di almeno 750 anni. Qui inoltre (p. 240) si rilevano le ragioni

, I- fondamentali della comparsa dei cimiteri, segno innegabile di un legame con il territorio.

45 Vd. ALBRETHSEN – BRINCH PETERSEN 1975; LARSSON L., Ett fångstsamhälle för 7.000 år sedan.

’orso ancora benBoplatser och gravar i Skateholm, Malmö 1988 e, del medesimo autore, “Grav eller dödshus?”, in

ll’orso si leganoPA VI: 4 (1988), pp. 7-9. In un caso è utilizzato anche un dente umano. Qui si può forse far

ta, cfr. nota 33).riferimento alla tomba danese di Dyrholmen nello Jutland orientale dove ossa umane incise e

1985), pp. 7-11 espezzate per estrarne il midollo costituiscono il possibile indizio di una forma di cannibalismo; vd.

DEGERBØL M., “Et knoglemateriale fra Dyrholm-bopladsen, en ældre stenalder-køkkenmødding. Med

un esemplare, insærligt henblik paa uroksens køns-dimorphisme og paa kannibalisme i Danmark”, in MATHIASSEN

attesa di essereTH. – DEGERBØL M. ET AL., Dyrholmen, en stenalderboplads paa Djursland, København, 1942, pp.

sempio, cerchio,105-128 e MITHEN 1994, pp. 123-125. Questa pratica pare testimoniata anche in sepolture di epoca

iva rivolta in una più tarda: nel tumulo che ricopriva la magnifica tomba di Håga (regione svedese dell’Uppland)

risalente alla fase iniziale dell’età del bronzo recente (1100-900 a.C.) sono stati ritrovati resti di

e, non di radoanimali e di esseri umani, verosimilmente sacrificati e, presumibilmente, consumati in un banchetto


in onore del defunto, persona certamente assai eminente come mostra il ricco corredo funebre

Scania, di Storaritrovato; vd. ALMGREN 1905 (vd. nota 171), p. 36 e pp. 44-45 in particolare. Cfr. oltre, nota 71.

32). I morti sono 46 Caso unico nel suo genere (almeno allo stato attuale dei reperti disponibili) è quello di una

ba di una donnadonna dall’apparente età di circa cinquanta anni alla quale è riservato il medesimo onore. Differenze

antiche (risalentinella disposizione dei corpi sottolineano del resto differenze sociali.

a nel distretto di 47 Il più antico è quello che va sotto la denominazione di Skateholm II: qui le prime sepolture

sono datate attorno al 5250 a.C.

ico, collocato da 48 Ma si veda anche la tomba di un cane a Gøngehusvej (Vedbæk, Selandia). La presenza di cani

2000 (B.2) I, pp. nelle tombe si constaterà anche in epoca vichinga; essa testimonia anche il legame di questo animale

evano le ragionicon il Regno dei morti, legame del resto simboleggiato dal cane Garmr che, secondo il mito, fa la

guardia davanti al cancello di Hel, custode dell’aldilà (CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 570-571).

7.000 år sedan. 49 Nome di un sito che si trova sul Limfjorden nella parte settentrionale della regione danese dello

er dödshus?”, in Jutland.

si può forse far 50 Questi cumuli di veri e propri rifiuti sono presenti, oltre che in Danimarca (si vedano in

umane incise eparticolare i siti di Ertebølle, Bjørnsholm e Flynderhage, tutti nello Jutland), in altre regioni europee

annibalismo; vd.(Portogallo, Galizia, Francia, Inghilterra e Irlanda).

enmødding. Med 51 Com’è lecito attendersi il sistema economico basato sulla caccia e sulla pesca continuò a

ATHIASSENprevalere nelle zone più settentrionali e interne. In Norvegia in particolare si rileva la tendenza a una

nhavn, 1942, pp. significativa espansione dell’economia di caccia (soprattutto quella alla renna), dovuta

polture di epoca verosimilmente alla migliorata qualità delle armi usate, e tuttavia parallela alla diffusione della

se dell’Uppland)pratica agricola. La persistenza d’una cultura di cacciatori e pescatori è evidente, tra l’altro, nel

ritrovati resti diconsiderevole numero d’incisioni rupestri raffiguranti animali: renne, alci, cervi, orsi, balene, pesci,

in un banchettopalmipedi, ma anche una volpe (a Drammen sul fiordo di Oslo) e un cane (a Skjomen, ramo del
corredo funebrefiordo detto Ofotfjorden nel distretto di Nordland, dove presso il mare si trovano un’ottantina di

incisioni). Anche diverse sculture raffiguranti animali (in ardesia, osso, argilla o ambra) vanno

è quello di unaverosimilmente collegate ai rituali magici connessi.

nore. Differenze 52 La pratica dell’agricoltura si era diffusa in Europa dalle zone balcanico-elleniche, dove era

giunta tra il 7000 e il 5400 a.C.

prime sepolture 53 Questo tipo di ceramica prende nome dalla decorazione a strisce variamente disposte.

54 La prima fase della diffusione dell’agricoltura nelle regioni scandinave copre un lungo arco di

presenza di canitempo che va all’incirca dal 4000 al 2800 a.C. (LILLEHAMMER 1994, p. 59, cfr. BURENHULT 1999-

i questo animale2000, I, p. 275 e MAGNUS – MYHRE 1986, pp. 62-66, tutti in B.2).

ndo il mito, fa la 55 Le rilevazioni archeologiche hanno mostrato inequivocabilmente che attorno al 3000 a.C. la

pratica agricola sembra scomparsa tanto dalle coste della Norvegia quanto da gran parte della Svezia

one danese dellomeridionale (esclusa la zona sud-occidentale del Paese e le isole di Öland e Gotland), dove invece

risultava esercitata cinquecento anni prima. Qui si evidenzia ora una società che basa il proprio

ca (si vedano in sostentamento sulla caccia, la pesca (sia di mare sia d’acqua dolce) e nell’ambito della quale si

regioni europeecollocano i manufatti della cosiddetta ‘ceramica a fossette’ (la cui decorazione è ottenuta producendo

sui manufatti piccole cavità; cfr. nota 72). La sola regione danese parrebbe esente da questo regresso

esca continuò a(vd. LILLEHAMMER 1994 [B.2], p. 59).

a tendenza a una 56 In particolare alla Polonia meridionale, alla Boemia, al Mecklemburgo e ai Paesi Bassi.

renna), dovuta 57 Tracce precedenti (almeno dell’uso della ruota) sono tuttavia riconoscibili in Danimarca (vd.

diffusione della JENSEN 2001-2004 [B.2], I, p. 318). I primi ritrovamenti di ruote in Danimarca sono stati fatti a

e, tra l’altro, nelKideris e Bjerregårde, entrambi presso Herning nello Jutland centrale (III millennio a.C.).

si, balene, pesci,Sull’aratura preistorica vd. GLOB 1951.

omen, ramo del 58 Con ciò si va a evidenziare un legame più stretto con un determinato territorio, nelle cui risorse
o un’ottantina ditrova sostentamento un numero cospicuo di persone; vd. la discussione (e i riferimenti) su questo

o ambra) vannopunto in BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 287. Qui si fa notare come zone meno densamente

popolate siano caratterizzate da un diverso tipo di sepoltura a livello del terreno, rappresentato in

eniche, dove eraDanimarca (Jutland occidentale e, in parte, centrale) dalle cosiddette stendyngegrave, vale a dire

“sepolture con un cumuli di pietre”. Va tuttavia notato che queste ultime non contengono resti umani,

il che può dipendere dalla natura chimica del terreno in cui si trovano, ma più probabilmente dal loro

un lungo arco diuso temporaneo nel quadro di complessi rituali funerari (cfr. sotto, nota 68); esse si collocano in un

1999-periodo un po’ più tardo rispetto alle tombe megalitiche (BRØNDSTED 1957-1960² [B.2], I, pp. 313-

317; JENSEN 2001-2004 [B.2], pp. 398-402).

o al 3000 a.C. la 59 Nel sito di Barkær nello Jutland orientale (e in quello, analogo, di Stengade, in Langeland) i

arte della Sveziaresti di costruzioni un tempo considerate di tipo abitativo si sono poi rivelati appartenere a lunghe

nd), dove invece camere mortuarie (vd. GLOB P.V., “De dødes lange huse”, in Skalk, 1975: 6, pp. 10-14).

basa il proprio 60 Si veda la tomba rinvenuta nella località di Skjeltorp nella regione di Østfold, ricostruita –

o della quale sialmeno in parte – nel 1944; vd. ØSTMO E., “Megalittgraven på Skjeltorp i Skjeberg”, in Viking 1982,

nuta producendo pp. 5-35. Tracce di altre tombe di questo tipo si trovano nella zona del fiordo di Oslo (vd. in

a questo regressoparticolare Holtenes).

61 Vedi, tra i più imponenti, quelli danesi di Kardyb (lungo 185 mt.) e il cosiddetto Langdyssen

(“Dysse lungo”, in origine 172 mt.) presso Thisted, entrambi nello Jutland occidentale.

Danimarca (vd. 62 Vd. a esempio la ‘tomba a corridoio’ doppia di Troldhøj (Stenstrup in Selandia), quella di

sono stati fatti a Tvedskov (Fionia), quella che comprende tre camere collocate in fila (Hvissehøj, Jutland

millennio a.C.).settentrionale), quella di Øm (Selandia centrale), una delle meglio conservate. In Danimarca queste

costruzioni sono definite jættestuer (“camere dei giganti”), giacché la credenza popolare ne attribuiva

nelle cui risorsela costruzione a questi esseri, considerando impossibile che degli umani fossero in grado di spostare
menti) su questomassi di tali dimensioni. In svedese esse sono dette gånggrifter. Nelle tombe megalitiche i morti non

eno densamentepresentano segni di cremazione.

rappresentato in 63 A esempio il sito di Sarup nella Fionia sud-occidentale; vd. ANDERSEN N.H., “Sarup. Befæstede

, vale a direneolitiske anlæg og deres baggrund”, in Kuml, 1980, pp. 63-103 e JENSEN 2001-2004 (B.2), I, pp.

gono resti umani,384-392. Si veda tuttavia anche il sito svedese di Dösjebro (vd. ANDERSSON M. – SVENSSON M.,

bilmente dal loro “Palissadkomplexet i Dösjebro”, in BURENHULT 1999-2000 [B.2], I, pp. 306-309).

collocano in un 64 Mentre nelle società di cacciatori e raccoglitori un’equa suddivisione dei compiti determina

B.2], I, pp. 313-comunemente una sostanziale parità fra i sessi, l’organizzazione della società contadina spinge la

donna in una posizione d’inferiorità (vd. REEVES-SANDAY P., Female Power and Male Dominance.

in Langeland) iThe Origins of Sexual Inequality, Cambridge 1981 e anche PRICE D.T. – FEINMAN G.M. [eds.],

rtenere a lunghe Foundations of social inequality, New York 1995).

65 Vd. oltre, 1.3.3.

old, ricostruita – 66 Basti pensare a quanto lo storico latino Tacito ancora scriveva nella sua Germania (cap. 12),

1982,un’opera la cui composizione si situa nel 98 d.C. (cfr. p. 71, nota 33 e anche p. 182 con nota 318).

di Oslo (vd. inAncora nella letteratura scandinava medievale le paludi appaiono come luoghi nei quali venivano

eseguite condanne a morte mediante affogamento; un elemento, questo, che rivela il collegamento

Langdyssendell’aspetto sacrificale con quello giuridico (per le fonti letterarie scandinave medievali vd. CHIESA

ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 490 e p. 497, note 160 e 163). In generale il culto legato a particolari luoghi

andia), quella dinaturali (boschi, pietre, fonti, paludi) doveva essere ancora vitale in epoca medievale, come si rileva

issehøj, Jutlandda precisi divieti in tal senso introdotti dalle leggi cristiane. Vd. a esempio nella Legge dell’Uppland

animarca queste (Upplandslagen), sezione relativa alle leggi ecclesiastiche (Kyrkobalken) del 1350 circa, il preciso

lare ne attribuivadivieto di “sacrificare agli dèi pagani e credere nei boschi e nelle pietre” (pp. 11-12: Ængin skal

grado di spostareaffguþum blotæ ok ængin a lundi ællr stenæ troæ). Il culto delle fonti fu in gran parte assorbito in
tiche i morti non rituali cristiani e mancano divieti specifici (fatta eccezione per le Leggi di Canuto il Grande, vd. p.

313); tuttavia è da ritenere che tale senso avessero in ogni caso i divieti relativi alle pratiche pagane

Sarup. Befæstede(vd. ARWIDSSON G., “Källa”, in KHLNM X [1965], coll. 53-57).

004 (B.2), I, pp. 67 Un valore particolare pare da attribuire alla falce. Sarà tuttavia certamente l’ascia (che apparirà

M.,in seguito come simbolo del dio del tuono) a rivestire per secoli un grande valore simbolico, seppure

varino le forme con le quali essa viene rappresentata; vd. STRÖM 1967 (B.7.1), p. 14.

ompiti determina 68 Testimonianza di riti legati al potere magico-religioso del defunto in relazione alla sua stirpe e

tadina spinge laal suo territorio, potrebbero forse essere le cosiddette ‘case dei morti’ (di cui tuttavia – almeno fino a

Male Dominance.ora – è noto in area scandinava il solo esempio di Tustrup, in Djursland, Danimarca); qui i morti

G.M. [eds.], erano collocati fino a che il processo di decomposizione non restituiva che lo scheletro, il quale era

poi inumato in tombe vere e proprie. Per esempi più tardi di questa consuetudine vd. JENSEN 2001-

2004 (B.2), II, pp. 386-388.

(cap. 12), 69 A sottolineare il significato simbolico dell’ascia (ma anche della mazza) i pendagli con questa

2 con nota 318).forma realizzati in ambra, da utilizzare come oggetti ornamentali, che segnalano la supremazia

i quali venivano sociale di chi li indossa.

il collegamento 70 In taluni casi il numero di vasi d’argilla (spesso ridotti in pezzi) rinvenuto presso le tombe

HIESAmegalitiche è altissimo. Offerte votive o comunque oggetti rituali? È più che probabile. D’altra parte

particolari luoghiil ritrovamento in siti danesi di resti di tamburi in argilla, lascia intendere che i cerimoniali fossero

e, come si rilevapiuttosto complessi (JENSEN 2001-2004 [B.2], I, p. 404).

ge dell’Uppland 71 Cfr. sopra, nota 45. Vd. STRÖMBERG 1971 e BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 300 e p. 310. A

circa, il precisopratiche rituali o comunque di tipo magico (ma forse più semplicemente all’esercizio di un’arte

Ængin skalmedica primitiva) vanno riferiti i diversi casi di trapanazione del cranio che sono stati rilevati. Se ne

arte assorbito inhanno testimonianze in Danimarca fin dall’età della pietra (Døjringe e Gandløse in Selandia, Grydhøj
, vd. p. sull’isola di Ærø – un sito che presenta diversi resti anche di epoche successive – e Næs sull’isola di

pratiche paganeFalster), ma anche in seguito. In Svezia si segnalano pochi casi, in particolare quello di Gillhög

(Scania); vd. HANSEN S., “Om forhistorisk trepanation i Danmark”, in AaNOH 1889, pp. 170-185;

cia (che appariràRETZIUS G., “Om trepanation af hufvudskålen, såsom folksed i forna och nyare tider”, in Ymer, XXI

mbolico, seppure(1901), pp. 11-28 e FISCHER-MÖLLER K., “Trepanation og kranielæsion i stenalderen. Nyopdagede

tilfælde fra Fyen”, in AaNOH 1935, pp. 109-116.

alla sua stirpe e 72 La cultura degli uomini stanziati nelle regioni costiere e ‘specializzata’ nello sfruttamento delle

– almeno fino arisorse marine (assai ben testimoniato dai moltissimi strumenti in osso) ma basata anche

rca); qui i mortisull’allevamento del maiale si colloca, come detto, nella tradizione della cosiddetta ‘ceramica a

etro, il quale erafossette’ (cfr. nota 55), che – certamente almeno in Danimarca – non risulta collegata con la cultura

2001- di Ertebølle. Piuttosto, come suggerisce J. Brøndsted (BRØNDSTED 1957-1960² [B.2], I, pp. 247-249)

fra di esse si potrebbero supporre dei contrasti: l’analisi del celebre reperto di Porsmose (presso

dagli con questaNæstved in Selandia) dove è stato rinvenuto lo scheletro di un uomo dell’apparente età di 30-40 anni

o la supremaziaucciso da due frecce che ancora sono conficcate nel suo corpo (una nel petto e l’altra tra il naso e il

palato), attribuisce appunto queste armi all’area della ‘ceramica a fossette’, dal che si potrebbero

presso le tombededurre (lasciandosi tentare da una conclusione) rapporti di carattere bellicoso con altri gruppi. E

ile. D’altra partetuttavia altri indizi testimonierebbero di una coesistenza piuttosto pacifica. Nell’ambito della

imoniali fossero‘ceramica a fossette’ sono molto interessanti i ritrovamenti di ricche sepolture, particolarmente

numerose nell’isola di Gotland (dove tra l’altro sono stati rinvenuti richiami per uccelli,

300 e p. 310. Aprobabilmente i primi strumenti musicali conosciuti nel Nord); così come (presumibilmente) i resti di

rcizio di un’arte una grande palizzata che proteggeva un’area destinata fra l’altro anche a un uso cultuale che si

ati rilevati. Se netrovano ad Alvastra (nella regione svedese dell’Östergötland): vd. BROWALL H., Alvastra

elandia, Grydhøjpålbyggnad. Social och ekonomisk bas, Stockholm 1986.


Næs sull’isola di 73 Gli uomini vengono collocati sul lato destro e ‘orientati’ da ovest a verso est, le donne,

uello di Gillhögcollocate sul lato sinistro, sono ‘orientate’ da est verso ovest.

89, pp. 170-185; 74 La decorazione dei manufatti era ottenuta applicando una cordicella sul materiale ceramico

, XXI ancora fresco.

en. Nyopdagede 75 La precisa determinazione cronologica dell’introduzione (e della diffusione) del cavallo

domestico in Scandinavia resta un problema di difficile soluzione. La prima raffigurazione di questo

fruttamento delle animale nel Nord è probabilmente quella che troviamo incisa sulla pietra di Järrestad (nr. 4) nella

a basata ancheregione svedese della Scania. Questa raffigurazione risale all’età del bronzo più recente e corrisponde

etta ‘ceramica aal ritrovamento di tutta una serie di finimenti in bronzo, non di rado di accurata fattura, risalenti al

ta con la cultura medesimo periodo e ritrovati in numero rilevante (e verosimilmente legati all’utilizzo di cavalli e

, I, pp. 247-249)carri in contesti rituali; vd. p. 45). All’età della pietra più recente risale un reperto di grande interesse:

orsmose (presso nel fango del corso d’acqua detto Ulltorpsån in Scania è stato ritrovato il cranio di un cavallo nel

età di 30-40 anniquale era conficcato con molta forza un pugnale di selce: ricordo della morte sacrificale di un

ra tra il naso e il animale che rivestiva particolare importanza dal punto di vista sociale, cultuale e religioso? Vd.

he si potrebberoANDERSSON 1901, pp. 82-84.

n altri gruppi. E 76 Lo studioso inglese C. Renfrew (Archaeology and Language. The Puzzle of Indo-European

ell’ambito dellaOrigins, London 1989²) ha tuttavia ritenuto di poter dimostrare che la diffusione delle lingue di

particolarmenteceppo indoeuropeo sia piuttosto da collegare alla affermazione dell’agricoltura e vada quindi

mi per uccelli, riportata indietro nel tempo fino a farla risalire – addirittura – al VII millennio a.C. Su questo punto

lmente) i resti divd. la discussione in JENSEN 2001-2004 (B.2), I, pp. 501-503.

o cultuale che si 77 Vd. sopra, nota 55. Come detto, il problema del regresso della pratica agricola aveva toccato

Alvastrasoprattutto le regioni svedesi e norvegesi. Vd. LILLEHAMMER 1994 (B.2), pp. 56-67. La ‘cultura delle

asce da combattimento’ risulta, del resto, legata piuttosto allo sfruttamento dei pascoli.
o est, le donne, 78 Vd. DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, pp. 210-211 e riferimenti ivi citati. In questo contesto merita

una menzione la teoria formulata nel secolo scorso dallo studioso K.A. Eckhardt (ECKHARDT 1940), il

teriale ceramicoquale ha ritenuto di poter interpretare la cultura nordica delle tombe megalitiche come espressione di

un popolo che praticava il culto dei Vani e che aveva una struttura sociale a carattere matriarcale: a

one) del cavallo essa si sarebbe contrapposto – e sovrapposto – il popolo delle asce da combattimento, il cui credo

azione di questoreligioso si esprimeva nella venerazione degli Asi, rappresentanti di una società fondata sul diritto

stad (nr. 4) nellapatriarcale (sui due gruppi divini vd. oltre: 3.3.2). La struttura matriarcale sarebbe dunque stata

nte e corrispondepresente in Scandinavia ben prima che influssi diffusisi da sud grazie agli intensi scambi commerciali

ttura, risalenti ale culturali dell’età del bronzo permettessero a concezioni religiose orientali e mediterranee (zone

izzo di cavalli enelle quali il matriarcato era in vigore in misura più o meno significativa) di trasmettere fino al Nord

grande interesse:culti e riti (testimoniati dai reperti archeologici e forse anche dalle incisioni rupestri) quale, in

di un cavallo nel particolare, quello della Grande Madre. In effetti, il culto nordico dei Vani (certamente più antico di

sacrificale di unquello degli Asi), società divina dal carattere marcatamente collettivo e che conosceva l’uso del

e religioso? Vd.matrimonio endogamico (un elemento che questo studioso segnala come indizio certo di diritto

matriarcale: op. cit., pp. 84-85) risulta essenzialmente incentrato sul concetto principe della

f Indo-Europeanfecondità, incarnato soprattutto nella dèa Freyja, alla quale pare possibile ricondurre le altre due

e delle lingue didivinità principali (entrambe di sesso maschile) appartenenti alla medesima famiglia divina, il padre

e vada quindiNjǫrðr e il fratello Freyr (su queste figure divine vd. oltre, pp. 174-175). In questo contesto sarebbe

Su questo puntodi grande importanza l’annotazione di Snorri Sturluson (vd. nota successiva), che indica Freyr e

Freyja come figli di Njǫrðr e della di lui sorella (Ynglinga saga, cap. 4; vd. brano citato alle pp. 37-

la aveva toccato38). Volendo percorrere questa strada si possono forse rintracciare ‘ricordi’ di una società matriarcale

La ‘cultura delleanche nel ruolo di particolare importanza che ancora in epoca storica viene attribuito nel mondo

nordico a figure sovrannaturali femminili di secondo piano, quali le valchirie, le dísir e le norne, di
contesto meritacui è data ampia testimonianza nelle fonti scritte (vd. oltre, p. 177). In questo ambito merita una

1940), il citazione anche la teoria formulata dallo studioso O. von Friesen, il quale proponeva (VON FRIESEN

me espressione di1932-1934 [C.3.2]) che l’etimo della parola nordica konungr “re”, fosse da far risalire a *kuenungaR

re matriarcale: acon il significato di “figlio o consorte di una donna” nella quale ultima si sarebbe dovuta riconoscere

nto, il cui credola dèa della fecondità. Pur tenendo nel debito conto questi fattori pare tuttavia azzardato determinare

ondata sul diritto in modo conclusivo la presenza in epoca tanto remota di una struttura sociale su base matriarcale

be dunque statanelle zone del Nord. Questo anche – e soprattutto – perché l’eco del culto meridionale della Grande

mbi commercialiMadre, certamente testimoniato in Scandinavia nell’età del bronzo, pare giustificarlo in modo più

diterranee (zonesoddisfacente e, al contempo, più semplice. Anche più recentemente tuttavia si è voluta riproporre

tere fino al Nordl’idea che la cultura delle tombe megalitiche (in particolare quella che costruiva le jættestuer, cfr.

pestri) quale, innota 62) conoscesse una struttura sociale nella quale le donne avevano una posizione di predominio

nte più antico di (GLOB 1971 [B.2], pp. 99-100).

osceva l’uso del 79 Vd. i testi riportati alle pp. 37-38. Su Snorri Sturluson vd. p. 287, nota 13.

certo di diritto 80 Una valutazione assai equilibrata su questa questione si trova in LILLEHAMMER 1994 (B.2), pp.

o principe della 80-81.

urre le altre due 81 Ci sono tuttavia anche sepolture che contengono due scheletri. Di particolare interesse è la

a divina, il padretomba rinvenuta presso Bergsvägen a Linköping (Svezia); in essa si trovavano i resti di un uomo, di

contesto sarebbeuna donna e di un cane accanto ai quali erano stati collocati ricchi doni funebri: asce, vasi d’argilla,

e indica Freyr epugnali, una lesina, anelli di corno e un ago da cucito in osso.

itato alle pp. 37- 82 In tedesco Sippe significa “stirpe”, “schiatta”: una parola che dunque ben esprime il concetto

cietà matriarcaledella grande famiglia allargata a tutti coloro che si riconoscevano discendenti di un antenato comune

buito nel mondo e che costituiva il nucleo della società nordica. La Sippe, che svolgeva anche funzioni giuridiche,

e le norne, diesercitava la propria egemonia su un determinato territorio le cui risorse sfruttava economicamente.
mbito merita unaSu questo si veda, ancora, SCHRADER 1929 (A), II, pp. 399-411, dove l’argomento è opportunamente

RIESEN trattato nella prospettiva più ampia della cultura dei diversi popoli indoeuropei; soprattutto però si

Rfaccia riferimento a SAAR – STRAUCH 2005. Il concetto di Sippe e la sua rilevanza per la società e

vuta riconoscerel’individuo sono assai ben delineati anche in SCOVAZZI 1957 (B.8) un lavoro che, seppure datato,

dato determinareresta a mio parere di fondamentale importanza per lo studio delle antichità germaniche e nordiche

base matriarcale(vd. in particolare le pp. 151-153 e le pp. 201-211).

ale della Grande 83 Tra l’altro, come detto (vd. nota 78), le fonti informano che presso di loro era in uso il

rlo in modo più matrimonio endogamico (sul materiale mitologico-religioso relativo ai Vani vd. CHIESA ISNARDI

voluta riproporre20084 [B.7.1], p. 276).

, cfr. 84 Dal punto di vista archeologico le regioni costiere della Norvegia meridionale mostrano chiare

ne di predominiotestimonianze di contatti costanti con le regioni danesi, in particolare con la penisola dello Jutland.

Questi contatti diretti hanno consentito a molte delle innovazioni provenienti da sud di estendersi

facilmente a quelle zone: un flusso di merci e di idee che – per così dire – ‘chiude’ ben

1994 (B.2), pp. determinandola la ‘cerchia nordica’. La Norvegia orientale mostra invece contatti privilegiati con le

contigue regioni svedesi.

re interesse è la 85 Precedentemente (cap. 2) Snorri aveva precisato che questo è l’appellativo con cui venivano

ti di un uomo, didesignati i sacerdoti preminenti del tempio degli Asi, al tempo in cui questi vivevano nel loro Paese

e, vasi d’argilla,d’origine.

86 La Saga degli Ynglingar (Ynglinga saga) costituisce la prima parte dell’opera di Snorri

prime il concettoSturluson nota come Heimskringla (vd. pp. 321-322). DLO nr. 1.

antenato comune 87 Sull’opera di Snorri Sturluson nota come Edda vd. pp. 287-290. Il brano qui riportato è tratto

zioni giuridiche,dalla seconda parte, Dialogo sull’arte poetica (Skáldskaparmál). DLO nr. 2.

conomicamente. 88 Questo tipo d’influssi risulta evidente, tra l’altro, in diversi oggetti di probabile uso cultuale,
opportunamentecome idoli, asce (in particolare l’ascia con il manico in forma di testa d’alce, rinvenuta ad Alunda

prattutto però sinella regione svedese di Uppland, forse un prodotto di importazione) od oggetti ornamentali.

per la società e 89 Tra i reperti relativi sono di particolare interesse due figure antropomorfe rinvenute nella

seppure datato,località dei Karlebotn (comune di Nesseby). Immagini di divinità o figure d’antenati fatti oggetto di

niche e nordichevenerazione? A est di Karlebotn, nella località detta Gropbakkeengen, sono stati ritrovati i resti di un

insediamento di dimensioni notevoli (circa novanta basamenti di abitazioni) che parrebbe essere stato

ro era in uso ilutilizzato durante tutto il corso dell’anno.

SNARDI 90 I migliori esempi sono forse la foca e l’uccello dalle zampe palmate realizzati in steatite scura e

ritrovati rispettivamente a Madla e Høyland nella regione norvegese sud-occidentale di Rogaland

mostrano chiare (Jæren).

la dello Jutland. 91 Va tuttavia ricordato che in due siti l’uno danese (Gallemose nello Jutland orientale, cfr. sotto,

sud di estendersinota 100), l’altro svedese (Pile in Scania) sono stati ritrovati manufatti in bronzo di probabile

– ‘chiude’ benproduzione indigena che farebbero risalire i primi tentativi di lavorazione del metallo nel Nord al

rivilegiati con le 2000 a.C. circa; la qualità degli oggetti rinvenuti risulta in ogni caso inferiore a quella dei prodotti

d’importazione.

on cui venivano 92 Si veda, tra gli altri, il ritrovamento norvegese di Tjølling (nella regione di Vestfold) dove sono

no nel loro Paesestate rinvenute dieci falci di selce collocate insieme in una combinazione certamente non casuale,

probabile offerta votiva a una divinità della fecondità.

’opera di Snorri 93 Dal nome di un sito che si trova nei pressi di Praga. La cultura di Únêtice copriva una vasta

area tra l’attuale Repubblica Ceca (Boemia, Moravia), la Slovacchia, la Polonia, la Germania.

riportato è tratto 94 La lavorazione del metallo era per altro praticata anche nei territori centrali danubiani e a

occidente nelle regioni atlantiche, essa però attorno al 2000 a.C. conobbe una straordinaria

bile uso cultuale,espansione nell’area della cultura di Únêtice.


enuta ad Alunda 95 Queste tombe sono presenti soprattutto in Svezia (dove sono dette hällkistor) nelle regioni di

Götaland, Värmland e Närke.

rinvenute nella 96 Vd. al riguardo la discussione in BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, pp. 385-388.

i fatti oggetto di 97 Si veda in particolare il sito di Fosie, un complesso di una settantina di costruzioni di notevoli

ovati i resti di undimensioni (tra 13.5 e 17.5 mt. di lunghezza per una larghezza di circa 6 mt.) le cui fondamenta sono

ebbe essere stato venute alla luce nel 1979 presso Malmö, nella regione svedese della Scania. In territorio norvegese

gli insediamenti dell’età del bronzo sono molto più rari. Sul sito di Fosie nel corso dei secoli vd.

n steatite scura eBJÖRHEM N. – SÄFVESTAD U., Fosie IV. Byggnadstradition och bosättningsmönster under

ale di Rogaland senneolitikum, Malmö 1989 e dei medesimi autori, Fosie IV. Bebyggelsen under brons- och

järnålder, Malmö 1993.

entale, cfr. sotto, 98 Al riguardo si fa ancora riferimento alla cronologia proposta dal celebre archeologo svedese

nzo di probabileOscar Montelius (MONTELIUS 1986 [B.2]) che prevedeva tre periodi di due secoli ciascuno per l’età

allo nel Nord al del bronzo antica (äldre bronsålder: 1700-1100 a.C.) e tre periodi di due secoli ciascuno per l’età del

uella dei prodotti bronzo recente (yngre bronsålder: 1100-500 a.C.).

99 Gli oggetti in bronzo risultano diffusi, seppure in numero minore, anche nelle zone più

tfold) dove sono settentrionali dove l’economia restava basata sulla caccia e sulla pesca. Si parla in proposito di una

nte non casuale, ‘età del bronzo artica’ (LILLEHAMMER 1994 [B.2], p. 105).

100 In Danimarca un sito interessante da questo punto di vista è quello di Gallemose (Jutland

opriva una vastaorientale) dove sono stati rinvenuti oggetti votivi quali asce, grandi anelli (bracciali?) e la parte

metallica del giogo di un carro. Si vedano anche i siti svedesi di Fjälkinge e Pile, entrambi in Scania

li danubiani e a e quello danese di Torsted nello Jutland occidentale. Cfr. sopra, nota 91.

na straordinaria 101 Inizialmente motivi geometrici, spirali, poi motivi a stella (con un numero variabile di raggi) e

ondulati.
) nelle regioni di 102 In diversi casi pare lecito ritenere che questi oggetti costituissero una sorta di ‘tesoro del

tempio’: si considerino, a esempio, i reperti di Vestby nella regione norvegese di Hadeland a nord di

Oslo, fra cui si distinguono due arieti di bronzo ottimamente lavorati. Vd. BJØRN A., “Vestby-fundet.

zioni di notevoli Et yngre bronsealders votivfund fra Hadeland”, in UOS II (1929), pp. 35-73, dove questo

ondamenta sono ritrovamento è tra l’altro messo in relazione con quelli del sito di Härnevi (Uppland) in Svezia.

ritorio norvegese 103 Vd. a esempio le venti punte di lancia e la falce in bronzo rinvenute nel sito norvegese di

so dei secoli vd. Svenes (comune di Nord-Aurdal, in Oppland), il più ricco dell’età del bronzo antica in questo Paese.

smönster underIn Svezia sono particolarmente interessanti i siti di Fröslunda (presso le rive meridionali del lago

der brons- ochVänern), e di Hassle (Närke).

104 Si vedano i reperti di Rørby (Selandia), Norrö (Östergötland) e Södra Åby (Scania). Sulla

heologo svedese lama della sciabola di Rørby è stilizzata una nave con il suo equipaggio. Qui ci troviamo di fronte a

iascuno per l’etàun simbolo religioso che ricorda da vicino le analoghe raffigurazioni delle incisioni rupestri (su cui

uno per l’età delvd. il paragrafo successivo).

105 Tutulus (pl. tutuli) è il nome che viene dato a oggetti usati dalle donne come ornamento per il

nelle zone più vestiario. Essi presentano varietà nelle forme e nelle dimensioni (anche in relazione all’epoca alla

proposito di unaquale risalgono). Si tratta in sostanza di placche di bronzo di forma tonda con la parte centrale

sporgente come una punta, fornite sul retro di un occhiello o di una barretta per fissarle alla cintura.

llemose (JutlandSono senza dubbio oggetti dalla funzione esclusivamente decorativa, che presentano in molti casi una

ciali?) e la parteaccurata lavorazione.

trambi in Scania 106 Si tratta di collari d’oro a forma di mezzaluna provenienti probabilmente, fin dall’età del

rame, dalle isole britanniche.

iabile di raggi) e 107 Questo straordinario oggetto (rinvenuto casualmente nel 1902) è esposto al Museo Nazionale

di Copenaghen (Nationalmuseet). Risale al XIV secolo a.C. Vd. MÜLLER S., “Solbilledet fra
ta di ‘tesoro del Trundholm”, in NF I, Kjøbenhavn, 1890-1903, pp. 303-325; DRESCHER H., “Neue Untersuchungen

deland a nord di am Sonnenwagen von Trundholm”, in AA XXXIII (1962), pp. 39-62; OLRIK A., “Nordisk og lappisk

“Vestby-fundet. Gudsdyrkelse. Bemærkninger i andledning af solvognen fra Trundholm”, in DS 1905, pp. 40-57.

3, dove questoAltri oggetti simili ma di minore pregio sono stati rinvenuti in Svezia: presso Tågaborg (Scania) e

nell’isola di Gotland presso Eskelhem; vd. MONTELIUS O., Bronsåldersfyndet från Eskelhem (språklig

ito norvegese dibearbetning av B.W. AXELSSON), Stockholm 1993 (rist.). Evidente appare il carattere religioso-

in questo Paese.mitologico del cavallo come animale legato ai culti solari. Il valore cultuale e simbolico del carro è

idionali del lagopresente anche in reperti di altro tipo, di chiaro influsso (quando non di fattura) continentale. Si tratta

di carri sui quali è posto un bacile, verosimilmente destinato a contenere bevande sacre (Hedskoga in

y (Scania). SullaScania e Skallerup in Selandia) e di un tamburo (reperto unico nel suo genere) sorretto da dieci ruote

viamo di fronte ache ne formano la base circolare (Balkåkra, Scania). Questo oggetto (le cui dimensioni sono 27 cm.

i rupestri (su cui di altezza e 45 cm. di diametro) trova un corrispondente praticamente identico in un altro rinvenuto

nella località di Hasfalva nell’attuale Ungheria. La sua funzione di tamburo non è tuttavia certa,

ornamento per il seppure sia incontestabile l’utilizzo in ambito rituale (vd. KNAPE A. – NORDSTRÖM H-Å., Der

ne all’epoca alla Kultgegenstand von Balkåkra, Stockholm 1994 e JENSEN 2001-2004 [B.2], II, p. 64).

la parte centrale 108 Vd. paragrafo successivo.

arle alla cintura. 109 Sulla tomba di Kivik vd. anche oltre, nota 170. A loro volta le scene e i simboli qui raffigurati

in molti casi unasono da collegare all’ambito simbolico-religioso delle incisioni rupestri (vd. soprattutto ALMGREN

1926-1927, pp. 170-176).

fin dall’età del 110 Vd. STRÖM 1967 (B.7.1), pp. 20-21.

111 Questo, naturalmente, a condizione che si accetti la teoria tradizionale di una ‘invasione’ nei

Museo Nazionaleterritori della Scandinavia meridionale di gruppi provenienti dall’esterno (vd. sopra, pp. 33-35).

“Solbilledet fra 112 Oggetti spesso ritrovati in coppia o palesemente e volontariamente resi inutilizzabili.
Untersuchungen 113 Si veda, in particolare, il ritrovamento nella palude di Mariesminde in Fionia di un grande

ordisk og lappisk vaso di bronzo (di provenienza italica) al cui interno erano raccolti undici boccali d’oro. Si tratta qui,

1905, pp. 40-57.verosimilmente, di oggetti prodotti in epoca più antica (età del bronzo media), ma rifiniti (con

aborg (Scania) eeleganti manici la cui parte terminale raffigura una testa di cavallo) nell’età del bronzo recente e poi

(språkligutilizzati come offerta votiva (vd. BROHOLM 1943-1949 [B.2], III, p. 272, IV, pp. 248-249 e Pl. 63 a e

attere religioso- 63 b). I ritrovamenti di oggetti di questo tipo e di grande valore sono comunque piuttosto numerosi.

olico del carro è 114 Magnifici lur sono stati rinvenuti in diversi siti, specialmente in paludi, come a

nentale. Si trattaRevheimsmyra (presso Stavanger in Norvegia), ma – soprattutto – in Danimarca: vd. tra gli altri i

cre (Hedskoga inritrovamenti di Maltbæk e Folvisdam (entrambi nello Jutland centrale) e di Tellerup (in Fionia). Il lur

to da dieci ruote più antico (dalla forma più semplice) risale alla media età del bronzo ed è stato rinvenuto a Gullåkra

oni sono 27 cm.(Scania); vd. HAMMERICH A., “Om Bronzelurerne som Musikinstrumenter”, in AaNOH 1903, pp. 62-

n altro rinvenuto72 e BROHOLM H.CHR. – LARSEN W.P. ET AL., The Lures of the bronze age. An archaeological,

è tuttavia certa,technical and musicological investigation, Copenhagen 1949.

Der 115 Si tratta, in particolare, dei reperti di Grevensvænge (presso Næstved, nella Selandia

meridionale; cfr. nota 132; vd. DJUPEDAL R. – BROHOLM H.CHR., “Marcus Schnabel og

Bronzealderfundet fra Grevensvænge”, in AaNOH 1952, pp. 5-59). Delle sei statuette di questo sito,

oli qui raffiguratiritrovate nella seconda metà del XVIII secolo, ben quattro sono andate perdute. Ne possediamo

LMGREN tuttavia un paio di illustrazioni dalle quali possiamo comprendere che esse rappresentavano un atto

cultuale, come appare non solo dalla postura delle figure ma anche dal fatto che due di esse – in

posizione simmetrica – brandivano un’ascia. È assai interessante notare che le figure maschili di

a ‘invasione’ neiquesto gruppo recano sul capo un elmo provvisto di corna, un particolare che richiama

immediatamente il ritrovamento di due elmi di pregevolissima fattura e molto simili a questi, fatto in

una palude presso Viksø (Selandia settentrionale; vd. NORLING-CHRISTENSEN H., “The Viksø
nia di un grandeHelmets”, in AA XVII [1946], pp. 99-115; cfr. nota 137). Non è difficile immaginare che questi

oro. Si tratta qui, copricapi fossero utilizzati in contesti cerimoniali. Un confronto può essere fatto anche con una sorta

ma rifiniti (condi frontale in bronzo provvisto di due corna e decorato con una lamina d’oro rinvenuto a Hagendrup

nzo recente e poinella Selandia occidentale e collocabile tra il 1500 e il 1100 a.C.: un oggetto certamente d’uso rituale,

eforse appartenente al ‘corredo’ di un sacerdote o forse utilizzato per decorare la statua di una divinità

(vd. JENSEN 2001-2004 [B.2], II, p. 297). I reperti di Grevensvænge appartengono all’età del bronzo

paludi, come arecente (vengono fatti risalire al periodo 1100-900 a.C.), tuttavia G. Burenhult ritiene che il

vd. tra gli altri iritrovamento fra altri oggetti di due figurine di bronzo in un sito svedese (Stockhult, Scania

lur settentrionale) possa esservi messo in relazione, sebbene in quest’ultimo caso la datazione si situi tra

enuto a Gullåkrail 1500 e il 1350 a.C. (BURENHULT 1999-2000 [B.2], I, pp. 416-417).

1903, pp. 62- 116 Analoga destinazione dovevano avere le statuette di bronzo danesi di Fårdal; vd. oltre, nota

archaeological,119 e nota 132. Sull’uso delle navi votive vd. ALMGREN 1926-1927, pp. 64-85. I parallelismi sono

notevoli, va tuttavia osservato che in Egitto non compare il simbolo del cavallo solare.

nella Selandia 117 Si veda a esempio il ricco sito danese di Vognserup Enge (Selandia occidentale) nel quale

s Schnabel ogsono stati rinvenuti duecentoquarantadue ornamenti femminili. Al riguardo si tenga presente che non

te di questo sito,solo il bronzo ma anche l’oro viene utilizzato come materia prima per la realizzazione di molti

Ne possediamomanufatti.

entavano un atto 118 Questi oggetti (in sostanza grosse spille a chiusura per fermare la stoffa) mostrano una

due di esse – in evoluzione nelle dimensioni e nella lavorazione, fino a raggiungere nella fase finale dell’età del

gure maschili dibronzo proporzioni ragguardevoli cui si accompagna una accurata decorazione. Mentre nel periodo

e che richiamapiù antico esse si ritrovano parimenti nelle tombe degli uomini così come in quelle delle donne, nella

a questi, fatto infase più recente paiono essere un oggetto di uso quasi esclusivamente femminile.

H., “The Viksø 119 Questi reperti si trovano per lo più in Svezia (Scania e anche Västergötland) e in Danimarca.
inare che questiSi vedano come ottimi esempi le statuette ritrovate a Stora Månstorp in Scania, a Viksø in Selandia e

he con una sortaa Fårdal nello Jutland settentrionale (cfr. nota 116 e nota 132), dove tuttavia la figura femminile (la

uto a Hagendrupdèa della fertilità medesima?) è in ginocchio e porta una gonna corta che pare fatta di cordicelle: un

nte d’uso rituale, capo di vestiario (utilizzato in contesti cerimoniali?) che ritorna anche in altri casi (vd. a esempio i

a di una divinità reperti di Grevensvænge, cfr. nota 115) e che risulta molto simile a quello indossato dalla giovane

ll’età del bronzodonna sepolta nella tomba di Egtved (vd. oltre, nota 168). Statuette di donna realizzate in creta e

lt ritiene che ilrisalenti già al neolitico sono assai comuni nelle zone dei Balcani e nelle regioni danubiane, ma non

tockhult, Scaniacompaiono in Scandinavia, se si fa eccezione per alcuni esempi nelle isole Åland, come una statuetta

azione si situi trarinvenuta a Jettböle che rappresenta una figura col viso piatto, il naso prominente e gli occhi ben

marcati, il corpo solo abbozzato e senza arti, segnata da una serie di punti che potrebbero indicare i

l; vd. oltre, notacapelli, le vesti o, forse, dei tatuaggi.

parallelismi sono 120 I ritrovamenti (soprattutto in Danimarca) di trecce di capelli (vd. a esempio le sette trecce di

sicuro carattere votivo rinvenute nella palude di Sterbygård, presso Hobro, Jutland settentrionale)

entale) nel qualesono da riferire verosimilmente al culto di questa dèa e vanno probabilmente messi in connessione

presente che noncon il taglio rituale della chioma delle donne (BRØNDSTED 1957-1960² [B.2], II, pp. 277-278). Anche

zazione di moltipettini finemente lavorati (a esempio quello rinvenuto in Danimarca a Vrønding, Jutland orientale,

sul quale sono riprodotti due cerchi/ruote solari) possono essere ricondotti a questo contesto.

a) mostrano unaD’altronde alcuni oggetti di bronzo di questo periodo sono decorati con teste di donna che presentano

nale dell’età del particolari acconciature (vd. il coltello di Javngyde, Jutland orientale e lo spillone di Horne, Fionia;

entre nel periodocfr. l’acconciatura mortuaria della donna di Skrydstrup, vd. nota 168). Si consideri infine che nelle

elle donne, nellaincisioni rupestri le donne sono caratterizzate dalla lunga chioma.

121 Il riferimento è soprattutto all’Egitto, alla Grecia, all’Anatolia, alla Siria, alla Mesopotamia.

e in Danimarca. 122 Vd. JENSEN J., Nordens guld. En bog om oldtidens rav, mennesker og myter, København 1982.
ksø in Selandia e 123 Vd. sopra, pp. 21-23. D’altronde fin dall’epoca dei monumenti funerari megalitici sulle pietre

ra femminile (lache fungono da copertura si trovano incisi diversi simboli (croci all’interno di una circonferenza,

di cordicelle: uncavità coppelliformi, navi), un uso che si protrae nel tempo e che si esprimerà in epoca più tarda da

(vd. a esempio iuna parte nell’uso di innalzare per il defunto lapidi con incisioni runiche, dall’altra nelle

to dalla giovaneraffigurazioni delle celebri pietre dell’isola di Gotland (NISSEN FETT 1942 [B.7.1], p. 13; vd. oltre, p.

izzate in creta e86 e pp. 92-93 rispettivamente).

nubiane, ma non 124 Va qui precisato che a questo punto del discorso il riferimento è alle incisioni rupestri riferibili

me una statuettaalla società agraria, risalenti all’età del bronzo con qualche ‘sforamento’ nella primissima fase

e gli occhi bendell’età del ferro: esse vengono tradizionalmente distinte da quelle attribuibili a una società di

ebbero indicare icacciatori e pescatori. La distinzione corrisponde anche, grossolanamente, a una suddivisione per

aree geografiche: nelle zone più settentrionali troviamo per lo più incisioni relative ad animali

le sette trecce diselvatici e alla caccia, mentre in quelle meridionali incisioni legate a una società di carattere

d settentrionale)prevalentemente agrario. Vd. MOBERG C-A., “Vilka hällristningar är från bronsåldern?”, in Tor, III

i in connessione (1957), pp. 49-64 e HAGEN A., “De to slags helleristninger”, in BVBIB, pp. 129-144.

277-278). Anche 125 Vd. a esempio le incisioni di Sotorp e di Vitlycke (entrambe in Tanum, Bohuslän) dove la

utland orientale, presenza di due navi stilizzate vicino a un ‘reticolato’ ha fatto supporre che si tratti della ‘carta

questo contesto.topografica’ di un arcipelago (in ALMGREN 1926-1927, pp. 145-146 questa spiegazione viene accolta

a che presentanocome l’unica possibile, seppure con qualche riserva).

di Horne, Fionia; 126 L’incisione di queste cavità (ben nota almeno dal neolitico) si protrae in alcuni casi fino

infine che nelleall’età vichinga, il che rende assai difficile stabilirne la datazione e la funzione (sono destinate a

raccogliere l’acqua lustrale che cade dal cielo e dunque inserite in rituali sacrificali e di fecondità?),

anche perché successivamente esse risultano localmente utilizzate per cerimonie in onore degli elfi

København 1982. (vd. oltre, pp. 177-178 e p. 197). S. Müller (“Skaalformede Fordybningen, hellige Tegn for Ilden”, in
litici sulle pietreAaNOH 1917, pp. 86-98) le riteneva collegate alla simbologia del fuoco. Esse d’altronde erano

na circonferenza,presenti in diversi casi anche sui monumenti e i reperti megalitici (cfr. nota 123), insieme a spirali,

poca più tarda dalinee zigzaganti, serpi schematizzate. Spesso questi disegni si confondono nel coacervo di figure

dall’altra nelledisegnate sulla medesima superficie. Nelle incisioni dell’età del bronzo queste cavità paiono tuttavia

. 13; vd. oltre, p. in diversi casi avere la funzione di ‘marcatore femminile’, forse in connessione con riti che

prevedevano la ‘presenza’ di una divinità di questo sesso. Vd. anche LIDÉN 1938.

rupestri riferibili 127 In alcuni casi (vd. in particolare le incisioni svedesi di Simris, nr.19, in Scania, di

primissima faseLeonardsberg in Östergötland, di Himmelstadlund presso Norrköping e di Flyhov in Västergötland)

a una società di esse hanno dimensioni sproporzionate rispetto alle figure umane che le brandiscono, il che ne

suddivisione persottolinea in modo evidente la funzione sociale e rituale, piuttosto che l’uso pratico.

ative ad animali 128 Come detto, molti siti sono posti in prossimità di quella che era la linea della costa nell’età del

ietà di caratterebronzo: ciò potrebbe, almeno in parte, spiegare la frequenza di questo simbolo. Le raffigurazioni di

, IIInavi ci consentono di immaginare, quantomeno a grandi linee, quale forma dovessero avere le

imbarcazioni in questo periodo (tutte rigorosamente spinte da remi e senza vela) e anche di

ohuslän) dove ladistinguere una evoluzione (verso l’inizio del I millennio a.C. le immagini acquisiscono maggiori

ratti della ‘carta dettagli). Comunque nelle incisioni rupestri la costante combinazione di questo simbolo con figure

one viene accoltacome ruote e dischi solari, uomini in atteggiamenti cultuali, animali, ne sottolinea la fondamentale

importanza dal punto di vista religioso e cerimoniale. La nave inoltre è (naturalmente!) collegata ai

alcuni casi fino riti funerari. Accuratamente stilizzata essa (insieme ad altri motivi presenti nelle incisioni rupestri) si

sono destinate aritrova altresì nella decorazione di armi e rasoi verosimilmente utilizzati in contesti rituali (si vedano

e di fecondità?),a esempio il rasoio di Vestrup, nel Himmerland danese e quello di Neder Hvolris, presso Viborg

onore degli elfinello Jutland centrale, risalenti al IX secolo a.C.; su entrambi è tra l’altro raffigurato il carro solare,

egn for Ilden”, in immagine ben nota dal celebre reperto di Trundholm più antico di almeno cinquecento anni; cfr. p.
d’altronde erano 43 con nota 107).

nsieme a spirali, 129 Vd. MONTELIUS O., “Hjulet som en religiös sinnebild i förkristen och i kristen tid”, in NTVKI

acervo di figure XXIV (1901), pp. 1-38.

à paiono tuttavia 130 Basti osservare, fra i tanti, il sito norvegese di Revheim (presso Stavanger) dove il disco del

ne con riti chesole costituisce il punto di riferimento ‘centrale’ rispetto a tutta una serie di figure (orme di piedi,

cavità coppelliformi, navi). D’altronde le raffigurazioni (per quanto in molti casi stilizzate) di un

9, in Scania, diculto solare sono assai frequenti: si prenda a esempio la scena rappresentata su una parete di roccia a

n Västergötland)Bergby (Borge, Østfold, Norvegia), dove si distinguono chiaramente almeno due figure in

cono, il che ne atteggiamento adorante rivolte verso il disco solare; vd. ALMGREN 1926-1927, pp. 86-102.

131 Se ne vedano ottimi esempi nelle incisioni svedesi di Hjulatorp (Småland), di Godegård nella

costa nell’età delregione di Västergötland e di Högsbyn (in Dalsland), in quelle norvegesi di Randaberg (nel distretto

raffigurazioni di di Jæren) e di Selbu (Trøndelag meridionale), in quelle danesi di Godensgård (Jutland settentrionale)

vessero avere lee Lille Havelse (Selandia settentrionale); vd. ALMGREN 1926-1927, pp. 212-218.

ela) e anche di 132 Si veda in territorio svedese l’ottimo esempio di Bro (Tanum, Bohuslän) dove sono

iscono maggiori rappresentati due uomini che con le mani alzate sorreggono un’imbarcazione a sua volta occupata da

mbolo con figure altri uomini nell’atteggiamento di invocare la divinità. Questa incisione (e altre simili, a esempio

la fondamentalequella di Heden, Kville, Bohuslän) richiama in modo palese l’uso di piccole navi votive: in tal senso

nte!) collegata aitestimonia l’importante (e tuttavia più tardo) ritrovamento a Torshøj (presso Nors nello Jutland

sioni rupestri) sisettentrionale) di un centinaio di piccole imbarcazioni realizzate in bronzo e lamina d’oro. Anche le

rituali (si vedanostatuette di bronzo rinvenute a Grevensvænge (cfr. nota 115) così come quelle di Fårdal (Jutland

s, presso Viborgcentrale, cfr. nota 116 e nota 119), dovettero decorare navi votive, come mostra una ricostruzione

o il carro solare,effettuata a cura del Museo di Malmö (Malmö Museer).

ento anni; cfr. p. 133 Gesto certamente di carattere rituale. Cfr. fra l’altro i reperti di Grevensvænge (vd. nota 115) e
anche le raffigurazioni sul rasoio di Vestrup (vd. nota 128).

NTVKI 134 Tra le armi raffigurate è piuttosto raro lo scudo; cfr. nota 127.

135 Un’attività frequente per gli agricoltori dell’età del bronzo che – come mostrano alcune

dove il disco delraffigurazioni che si trovano nella zona di Tanum (Bohuslän, Svezia) – veniva certamente consacrata

e (orme di piedi, con precisi rituali. A Litsleby si riconosce un uomo intento ad arare: nella mano tiene un ramoscello

stilizzate) di un(o un piccolo albero), il suo organo maschile è chiaramente raffigurato in posizione eretta. Del resto

parete di roccia al’atto medesimo dell’aratura della terra poteva simbolicamente rappresentare l’atto sessuale e di

due figure inconseguenza l’aratro essere inteso con un simbolo fallico. Anche le incisioni di Aspberget (dove si

vede un uomo che guida un aratro trainato da due animali) e di Finntorp (dove due scene di aratura

i Godegård nella sono accompagnate da figure di uomini in atteggiamento adorante) vanno interpretate in questo

erg (nel distrettosenso. A questo elemento si possono anche collegare i solchi d’aratura rinvenuti sotto tumuli danesi e

nd settentrionale)tracciati (verosimilmente nel corso di un rituale) prima della costruzione della sepoltura.

136 Anche a questo atteggiamento va attribuito, con molta probabilità, un significato rituale; vd. a

län) dove sonoesempio le raffigurazioni svedesi di Boråserödberget (Svarteborg, Bohuslän), di Högsbyn

volta occupata da(Tissleskog, Dalsland) e, in particolare, la ‘danzatrice’ di Fossum (Tanum, Bohuslän) tra le cui

imili, a esempio gambe è incisa una cavità coppelliforme (cfr. nota 126).

tive: in tal senso 137 L’immagine di uomo-animale compare anche fra gli oggetti in bronzo. Si tratta di reperti che

rs nello Jutland rappresentano il cosiddetto ‘uomo-uccello’ sulla cui fronte, sopra gli occhi, si protende il becco di un

d’oro. Anche lerapace (si veda la figura in bronzo rinvenuta a Glasbacka, regione svedese di Halland e quella

Fårdal (Jutlanddell’uomo-falco di Lyngby, in Halland). Quattro ‘uomini-uccello’ sono raffigurati in una incisione

na ricostruzione rupestre svedese a Kallsängen (Bottna, Bohuslän). Sull’incisione di Heden (Kville, Bohuslän) si può

forse riconoscere un uomo con una maschera da cervo tenuto per la coda da un altro uomo e da un

(vd. nota 115) esuo aiutante. Tra gli altri esempi si può citare qui l’uomo con elmo cornuto e lur sopra una
imbarcazione raffigurato a Lilla Gerum (Tanum, Bohuslän; vd. anche l’incisione di Kalleby). A

queste raffigurazioni di uomini-animali vanno presumibilmente collegati anche gli elmi cornuti di

mostrano alcuneViksø (vd. nota 115). Figure simili si ritrovano anche in epoca ben più tarda, come sui celebri corni

mente consacratadi Gallehus (vd. oltre, p. 87, nota 91).

ne un ramoscello 138 Vd. a esempio l’incisione di Kalleby (Tanum, Bohuslän).

eretta. Del resto 139 Vd. le incisioni di Finntorp (Tanum) e di Ryxö (Svarteborg) nel Bohuslän.

to sessuale e di 140 Vd. a esempio la scena riprodotta a Vitlycke (Tanum, Bohuslän). Particolarmente intrigante è

pberget (dove si tuttavia la raffigurazione che si trova a Varlös (nella medesima zona), dove alle spalle di una coppia

scene di aratura che sta consumando un’unione sessuale si vede una figura armata di arco, pronta a scagliare una

retate in questo freccia in direzione della schiena dell’uomo; O. Almgren (ALMGREN 1926-1927, pp. 116-117)

o tumuli danesi e suggerisce di riferire la scena al dramma rituale della lotta tra il dio dell’inverno e il suo rivale, il dio

della fecondità. A contesti ‘matrimoniali’ vanno collegati anche altri reperti. Innanzi tutto una piastra

ato rituale; vd. adi arenaria di forma tonda (probabilmente il coperchio di una urna funeraria) sulla quale sono

), di Högsbyn rappresentati un uomo e una donna che si tendono l’un l’altra le braccia: alle spalle della donna si

uslän) tra le cuitrova un albero (NISSEN FETT 1942 [B.7.1], p. 17). Assai più tardi (nel periodo delle migrazioni) si

collocano oggetti con immagini analoghe, rinvenuti in Svezia (vd. i ritrovamenti dell’isola di Helgö

tta di reperti chesul Mälaren) ma anche in Danimarca (Lundeborg in Fionia) e in Norvegia: lamine d’oro che

de il becco di unraffigurano una coppia in atteggiamento amoroso; tutti oggetti che sarebbero da riferire a un culto

Halland e quelladella fecondità. Vd. LAMM J.P., “Tunn guldfolie gäckar forskare”, in PH 1992: 1, pp. 36-39.

in una incisione 141 Vd. a esempio l’incisione di Sandåker (Näsinge, Bohuslän), dove si riconosce chiaramente un

Bohuslän) si puòcervo maschio con l’organo sessuale prominente. Fra gli altri esempi Backa, Litsleby, Massleberg e

ro uomo e da unAspberget tutti in Bohuslän.

sopra una 142 Qui vanno collegati i ritrovamenti di pietre di esplicita forma fallica, non di rado collocate
di Kalleby). A nelle tombe della tarda età del bronzo o di quella del ferro, o poste all’aperto come quella di

elmi cornuti diNordheim nella regione di Rogaland in Norvegia (dove ne sono state rinvenute una trentina). Da

sui celebri corni riferire a riti di fecondità sono anche, evidentemente, il fallo e la vulva, apparentemente utilizzati

come strumenti per affilare aghi (per tatuaggi rituali?), trovati nel sito svedese di Fosie (su cui cfr.

nota 97).

143 Rifacendosi a un lavoro di E. Østmo (ØSTMO 1998), J. Jensen ritiene tuttavia che le incisioni

mente intrigante è rupestri vogliano sottolineare non tanto l’aspetto della fecondità, quanto piuttosto quello della virilità

lle di una coppia(JENSEN 2001-2004 [B.2], II, p. 486).

a scagliare una 144 Alcune incisioni che si legano alla caccia paiono tuttavia davvero limitarsi alla illustrazione di

7, pp. 116-117) momenti di vita quotidiana: tali sono, in particolare, quelle in cui sono raffigurati strumenti per

suo rivale, il diocatturare gli animali (tra di esse riveste un particolare interesse il disegno di una sorta di boomerang

tutto una piastrariconoscibile in un sito norvegese nel Nordfjorden; NISSEN FETT 1942 [B.7.1], p. 14).

sulla quale sono 145 Si vedano innanzi tutto raffigurazioni come quella popolarmente definita del ‘calzolaio’ di

le della donna siBacka (Brastad, Bohuslän), armato di martello e quella del ‘dio con la lancia’ di Litsleby (Tanum,

le migrazioni) siBohuslän): in entrambe i personaggi sono dotati in modo evidente di un fallo grosso e prominente.

ll’isola di Helgö 146 Vd. STRÖM 1967 (B.7.1), pp. 25-29.

mine d’oro che 147 Vd. in particolare ALMGREN 1962.

ferire a un culto 148 Il riferimento è, rispettivamente, a Thor, erede del ‘dio con l’ascia’ (vd. già MONTELIUS 1910

[indicazione bibliografica a p. 173, nota 288]) e a Freyr dio fecondo la cui caratteristica fallica è ben

e chiaramente untestimoniata da reperti e fonti di epoca successiva (cfr. oltre, p. 166, pp. 171-173 e il testo a p. 186).

by, Massleberg e 149 Vd. MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2), p. 139, pp. 164-166 e p. 175, dove si sostiene che nell’età

del bronzo ci si possa ragionevolmente riferire e a un ‘dio con l’ascia’ (il cui culto sarebbe

di rado collocatetestimoniato in particolare nelle incisioni rupestri) e a una ‘dèa con la collana’ (il cui culto, come
come quella di detto, emergerebbe da reperti dell’età del bronzo più recente; cfr. p. 163).

una trentina). Da 150 Non mi spingerei, come fa J. Brøndsted (BRØNDSTED 1957-1960² [B.2], I, pp. 198-199 e II, p.

emente utilizzati87) fino a sostenere che, quantomeno in età più antica (il suo riferimento è al periodo tra il 2500 e il

Fosie (su cui cfr. 2300), l’ascia medesima fosse considerata una sorta di divinità.

151 STRÖM 1967 (B.7.1), pp. 28-29.

a che le incisioni 152 ALMGREN 1926-1927, passim.

ello della virilità 153 Vd. a esempio le incisioni svedesi di Backa (Brastad, Bohuslän), dove una figura umana su

una imbarcazione trainata da due cavalli ne solleva una più piccola, di Ryxö (Svarteborg, medesima

a illustrazione di area) e di Himmelstadlund presso Norrköping (Östergötland).

ati strumenti per 154 Vd. l’incisione di Ekenberg presso Norrköping (ALMGREN 1926-1927, p. 77).

boomerang 155 Vd. soprattutto le incisioni di Gisslegärde (Bottna), di Ryland (Tanum), di Lyse (Lyse) e

anche di Vitlycke (Tanum), tutte in Bohuslän.

del ‘calzolaio’ di 156 ALMGREN 1926-1927, pp. 23-85.

Litsleby (Tanum, 157 In questo senso sono certamente da interpretare raffigurazioni come quella della nave di

Bjørnstad (Skjeberg, Østfold, Norvegia) sulla quale oltre a un equipaggio di quarantotto persone e a

due figure minori, si vedono a prua e a poppa due individui di dimensioni più grandi e due più piccoli

che sollevano in alto un’ascia; quella della nave di Aspberget (Tanum, Bohuslän) sulla quale sono

1910chiaramente distinguibili dei suonatori di lur o quella della nave di Sottorp (Tanum, Bohuslän) sopra

tica fallica è ben la quale vi sono figure che brandiscono un’ascia e volteggia un acrobata. Sono rari, al contrario, i casi

in cui le incisioni paiono semplicemente voler rappresentare momenti di vita quotidiana: un esempio

iene che nell’età è certamente la scena raffigurata su una parete di roccia a Dysjaland (comune di Sola nel distretto

ui culto sarebbe norvegese di Jæren), dove si vede un pastore con il suo cane che fa la guardia a un piccolo gregge.

cui culto, come 158 Vd. la raffigurazione schematica di questo ciclo come proposta in JENSEN 2001-2004 (B.2), II,
p. 486.

198-199 e II, p. 159 ALMGREN 1926-1927, pp. 138-140.

o tra il 2500 e il 160 Vd. BROHOLM H.CHR. – FISCHER MØLLER K., Tre offerfynd fra den yngre bronzealder, NMA

1934, pp. 23-28.

161 Come già si è avuto occasione di osservare è evidente che essa non avrebbe mai del tutto

bandito l’economia basata sulla caccia e sulla pesca, che spesso sopravvisse parallelamente, non di

figura umana surado ben integrata. Si veda d’altronde il caso della Norvegia, dove in diverse località (a esempio nel

eborg, medesima sito di Ruskenesset in Hordaland, ancora legato alla tecnologia degli uomini dell’età della pietra) si

trovano – in piena età del bronzo (ma sarà naturalmente così anche nell’età del ferro) – chiare tracce

dell’esistenza di gruppi di cacciatori (vd. BRINKMANN A. – SHETELIG H., Ruskenesset. En stenalders

di Lyse (Lyse) ejagtplass, Kristiania 1920). Nelle zone più interne o settentrionali è del resto del tutto naturale – a

motivo delle condizioni territoriali e climatiche – la persistenza di una economia di caccia (magari

talvolta affiancata dall’allevamento). Assai interessanti sono in particolare i ritrovamenti avvenuti

la della nave dinella zona del fiordo di Varanger (estremo nord del Paese), dove è stata accertata l’esistenza di

totto persone e a insediamenti risalenti a questo periodo. È chiaro, dunque, che nelle diverse zone del Nord ci furono

e due più piccolidiverse economie e anche diversi tipi di organizzazione sociale; in MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2), pp.

sulla quale sono189-190, si collega la persistenza di società a struttura tribale semplice – rispetto ad altre dove si

Bohuslän) sopra andava affermando, seppure non ancora su vasta scala, un potere centrale – alla necessità degli

l contrario, i casiuomini di adattarsi alle condizioni ambientali.

ana: un esempio 162 Vd. a esempio la tomba danese di Hvidegården (vicino a Kongens Lyngby nei pressi di

Sola nel distrettoCopenaghen) in cui il morto è fornito, oltre che di una spada, di una serie di oggetti contenuti in un

sacchetto di cuoio (parti di animali, pietre, bastoncini) che alludono in modo piuttosto esplicito al

1-2004 (B.2), II, ‘corredo’ di uno sciamano (vd. JENSEN 2001-2004 [B.2], II, pp. 301-310, dove questi ritrovamenti
vengono messi in relazione con le raffigurazioni che si trovano sulle pareti della tomba di Kivik, su

cui vd. sopra, p. 43 e oltre nota 170). È possibile che le figure di uomini-animali che si trovano nelle

NMAincisioni rupestri, così come i reperti che vi sono collegati (vd. sopra p. 50 e nota 137) vadano

ricondotte qui.

be mai del tutto 163 È probabile che fin dal II millennio a.C. si fossero formati in Scandinavia i primi eserciti, per

elamente, non di quanto ancora numericamente limitati (JENSEN 2001-2004 [B.2], II, pp. 225-227).

à (a esempio nel 164 Vd. la discussione in MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2), pp. 188-190 (cfr. nota 161).

à della pietra) si 165 Tracce di questo tipo di costruzioni si trovano soprattutto in Danimarca (siti di Ristoft, Bjerg,

o) – chiare tracceSpjald nello Jutland e Højgard nella Selandia meridionale) ma anche nel sud della Svezia (sito di

et. En stenalders Fosie IV presso Malmö, dove tuttavia si trovano anche i resti di abitazioni risalenti ad altri periodi;

utto naturale – acfr. sopra, nota 97); si vedano inoltre siti norvegesi, quale – in particolare – quello di Landa (nella

i caccia (magariregione di Rogaland). Soprattutto nelle zone della Svezia centro-orientale sono state escavate anche

amenti avvenuti le fondamenta di fortificazioni usate, verosimilmente, come ‘luoghi centrali’ di ritrovo per gli abitanti

ta l’esistenza didi diversi piccoli nuclei e in cui, di conseguenza, si celebravano momenti significativi della vita della

l Nord ci furono comunità, quali a esempio riti e cerimonie religiose.

1986 (B.2), pp. 166 JENSEN 2001-2004 (B.2), II, pp. 65-67, pp. 109-120 e pp. 339-352.

ad altre dove si 167 Come bene si argomenta in SCOVAZZI 1957 (B.8), pp. 181-182.

a necessità degli 168 Di rilevante interesse sono le tombe danesi di Skrydstrup ed Egtved (nella zona centro-

meridionale dello Jutland) e di Borum Eshøj (Jutland orientale). Nei primi due tumuli sono sepolte

by nei pressi didue giovani donne, nel terzo sono state ritrovate tre bare che contenevano rispettivamente un uomo

i contenuti in unanziano, uno giovane e una donna anziana. La donna di Egtved, d’età compresa fra i diciotto e i

tosto esplicito alventicinque anni, dai capelli biondo chiaro tagliati corti, indossa una casacca corta e una gonna fatta

esti ritrovamenti di cordicelle, inoltre porta una cintura intrecciata fermata da un tutulus, due braccialetti di bronzo
mba di Kivik, su(uno per braccio) e un orecchino. All’interno della tomba è stato ritrovato anche un contenitore di

e si trovano nellecorteccia di betulla con tracce di una bevanda alcolica (probabilmente una sorta di birra dolcificata

ota 137) vadano con miele). Un fiore (Achillea millefolium) rinvenuto nella bara indica che la sepoltura (che viene

fatta risalire al periodo attorno al 1370 a.C.) avvenne in estate. Nella tomba si trovano anche i resti

rimi eserciti, per cremati di un bambino dell’apparente età di otto o nove anni. Molto giovane (e in parte

mummificata) è anche la donna sepolta a Skrydstrup, dai capelli accuratamente acconciati, con un

paio di grandi orecchini d’oro e indosso una casacca e una grande gonna. I reperti si sono mantenuti

di Ristoft, Bjerg, in buono stato grazie alle massicce bare di legno di quercia protette da imponenti tumuli di torba. A

a Svezia (sito diesempio nelle tombe di due uomini eminenti (Muldbjerg, Jutland centro-occidentale e Trindhøj,

ad altri periodi; Jutland meridionale) sono assai ben conservati gli abiti indossati dai defunti: un berretto di forma

di Landa (nella tonda, un camiciotto di lana e un mantello. In Norvegia (dove la sepoltura sotto tumuli compare in

e escavate ancheparticolare nelle aree sud-occidentali di Vest-Agder e Sunnhordland) riveste grande importanza la

o per gli abitanti tomba della ‘donna di Rege’ (nel distretto di Jæren). Qui la defunta è deposta in una camera di pietra

vi della vita dellae indossa ricchi ornamenti di bronzo. Certamente in queste tombe il corredo funebre è collegato alla

posizione sociale del morto, il che spiega anche la presenza di oggetti particolari come a esempio lo

sgabello pieghevole di legno di frassino, con resti del sedile in pelle di lontra (simbolo della

‘superiorità’ del defunto rispetto ad altre persone assise nel medesimo consesso) rinvenuto nel

lla zona centro-tumulo danese di Guldhøj (Jutland meridionale). Vd. THOMSEN TH., Egekistefundet fra Egtved fra

muli sono sepolte den ældre bronzealder, København 1929; BROHOLM H.CHR. – HALD M., Skrydstrupsfundet. En

amente un uomosønderjydsk kvindegrav fra den ældre bronzealder, København 1939; BROHOLM 1943-1949 (B.2), I,

fra i diciotto e ipp. 89-91, p. 99, pp. 106-107, pp. 112-113, p. 120 ed EGENÆS LUND H., “En eldre bronsealders ornert

e una gonna fattagravhelle fra Rege i Håland på Jæren”, in Stavanger Museums Årshefte (1933-1934), pp. 49-53.

ialetti di bronzo 169 Un ottimo esempio è il grande cumulo di Uggårda, nella zona sud-orientale dell’isola di
un contenitore diGotland (alto 7 mt. e con un diametro di circa 45 mt.).

birra dolcificata 170 Questi cumuli di pietre sono detti in danese røse (pl. røser); in svedese röse (pl. rösen); in

oltura (che vienenorvegese røys (pl. røyser, bm), e røys (pl. røysar, nn). Il più importante che si conosca (seppure non

ano anche i restirestituito all’antica magnificenza dopo scavi di studio) è certamente la tomba di Kivik in Scania, al

ane (e in partecui interno sono state rinvenute lastre di pietra riccamente decorate (che formavano la camera

conciati, con unmortuaria di un personaggio di alto rango); vd. MOBERG C-A., Kivik. Bredarör och andra

i sono mantenuti fornminnen, Stockholm 1975³.

muli di torba. A 171 Come il tumulo detto Hågahögen (presso Uppsala nell’Uppland svedese, 1100-900 a.C.), una

tale e Trindhøj,delle tombe più ricche di oggetti d’oro (vd. ALMGREN O., Kung Björns hög och andra fornlämningar

berretto di formavid Håga, Stockholm 1905) o, in Danimarca, il grandioso tumulo di Lusehøj nella regione della

muli compare inFionia risalente al IX secolo a.C. (vd. THRANE H., Lusehøj ved Voldtofte- en sydvestfynsk storhøj fra

de importanza layngre broncealder, med bidrag af I.TKOCZ og K.R. JENSEN m.fl., Odense 1984). Altri tumuli danesi di

camera di pietra notevoli dimensioni eretti nell’ultima fase dell’età del bronzo sono da considerare nel contesto della

e è collegato alla decadenza di questo periodo (JENSEN 2001-2004 [B.2], II, pp. 505-510).

me a esempio lo 172 In BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 439 una diretta derivazione viene tuttavia messa in

a (simbolo delladubbio. In Svezia un ‘campo di urne’ di notevole interesse è stato rinvenuto presso Simrishamn in

o) rinvenuto nelScania.

t fra Egtved fra 173 Dal nome di un celebre sito in territorio austriaco. Questa cultura è suddivisa in quattro fasi

strupsfundet. En (A, B, C e D) che coprono il periodo dal 1100 al 600 a.C. L’uso di raccogliere i resti cremati del

43-1949 (B.2), I,defunto in una piccola urna ha tuttavia la sua origine nelle zone mediterranee e si lega alla cosiddetta

onsealders ornert‘civiltà di Villanova’ (dal nome del sito che si trova nei pressi di Bologna).

174 Si veda, in particolare, l’esempio eccellente di Stora Hammar in Scania. In effetti nel Nord

ale dell’isola diquesto reperto è l’unico che possa in qualche modo reggere il paragone con le urne a forma di casa
ritrovate sul continente.

); in 175 Il riferimento è qui a siti danesi come Vesterby in Langeland e Ingstrup in Vendsyssel. Di

sca (seppure nonparticolare interesse è anche l’urna rinvenuta a Røgind (presso Viborg nello Jutland) che combina il

vik in Scania, almotivo della casa con quello del volto. In Danimarca si trovano un centinaio di reperti di questo tipo

avano la camera(per lo più nella zona dello Jutland), essi risultano invece assai scarsi in Svezia (e comunque limitati

arör och andraalla Scania).

176 Vd. HARDING A., “Reformation in Barbarian Europe 1300-600 BC”, in CUNLIFFE 1994 (B.2),

00-900 a.C.), unapp. 320-321 (e, per certi aspetti, anche ARTELIUS 1998). Non è tuttavia neppure da escludere che

a fornlämningar questo uso fosse dovuto (almeno in parte) a ragioni di carattere pratico.

lla regione della 177 Questa idea pare perdurare nel tempo, se dobbiamo – a mio parere ragionevolmente – credere

fynsk storhøj fra a testimonianze più tarde (periodo vichingo) di carattere sia archeologico (come quella della tomba di

tumuli danesi di Oseberg dove insieme alla regina fu sepolta un’altra donna, presumibilmente una schiava che dovette

el contesto dellaseguirla nella morte) sia letterario (come il resoconto di Ibn Faḍlān testimone oculare del funerale di

un capo vichingo nel corso del quale la donna del morto venne uccisa e posta sulla pira insieme a lui;

uttavia messa in vd. oltre, p. 116 con nota 65; cfr. anche il testo di Ibn Rustah riportato alle pp. 116-118).

o Simrishamn in 178 Sing. skeppsättning. Particolarmente degno di nota è il monumento di Rannarve sull’isola di

Gotland. Esso è costituito da ben quattro navi funerarie in pietra collocate l’una dietro l’altra per una

sa in quattro fasi lunghezza totale che raggiunge circa 36 mt.

resti cremati del 179 Un uso tuttavia non necessariamente legato solo a valenze simboliche o rituali di particolare

ga alla cosiddettarilievo, come giustamente si rileva in BURENHULT 1999-2000 (B.2), p. 75.

180 In Norvegia merita una citazione il tumulo noto come Tjernagelhaugen (comune di Sveio

effetti nel Nordnella regione di Sunnhordland) la cui sagoma è stata per secoli ben visibile su un promontorio.

a forma di casaQuesto tumulo imponente (ora tuttavia in rovina) è ricordato dal poeta islandese Þorarinn Lingua che
loda (loftunga) nel carme Tøgdrápa (titolo dal significato incerto, forse Carme encomiastico di/per i

Vendsyssel. Di vent’anni), composto nel 1028. Qui (str. 5) si legge: “E gli uomini fedeli della corte [di Canuto]

) che combina ilpassarono velocemente davanti all’antico tumulo di Tjernagel; là dove la mandria della terra delle

rti di questo tipo prue [i.e. “il mare”, quindi nell’insieme “la flotta”] sfrecciò davanti al Capo Stadt, il navigare del

omunque limitati guerriero non era [certo uno spettacolo] modesto”; DLO nr. 3.

181 Su questo vedi le considerazioni proposte in CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 350-352 e pp.

1994 (B.2),477-478. Vd. anche ALMGREN 1926-1927, pp. 41-42.

da escludere che 182 Cfr. sopra nota 170.

183 Sull’isola di Giske nella regione di Sunnmøre. Si tratta di una tomba di particolare importanza

lmente – credereproprio per la ricca, non usuale, decorazione interna (vd. MANDT G., “Mjeltehaugen på Giske – en

la della tomba digåte i norsk forhistorie”, in INDRELID S. – UGELVIK LARSEN S. [red.], Sunnmøres forhistorie. 1. Fra de

hiava che dovetteførste fotefar, Ålesund 1984, pp. 70-80). Degno di nota da questo punto di vista è anche il tumulo di

e del funerale di Sagaholm (presso Jönköping in Svezia, risalente all’incirca al 1450 a.C.; vd. GOLDHAHN J., Sagaholm

ira insieme a lui; – hällristningar och gravritual, Jönköping 1999).

184 Ne dà testimonianza, tra l’altro, la presenza di incisioni rupestri di carattere ‘agrario’ (cfr.

arve sull’isola disopra, nota 124) fin nella regione di Finnmark (sull’isola di Sørøya e nella località di Apana gård

ro l’altra per unanell’area di Alta).

185 Rapporti privilegiati dovettero poi svilupparsi con la cosiddetta ‘cultura di Ananjino’ che

ali di particolare aveva il proprio centro nella regione russa tra il bacino centrale del Volga e quello del Kama e che

conobbe la massima fioritura tra l’800 e il 200 a.C.

omune di Sveio 186 Vd. sopra, nota 99.

un promontorio. 187 Vd. MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2), pp. 200-202. Vd. anche LILLEHAMMER 1994 (B.2), pp. 135-

arinn Lingua che136 dove è riportata una cartina che indica l’estensione della ‘ceramica all’asbesto’, diffusa nella
miastico di/per i Norvegia e nella Svezia centro-settentrionale, nella penisola di Kola, nella quasi totalità della

orte [di Canuto] Finlandia e nei territori russi a essa adiacenti.

della terra delle

, il navigare del

p. 350-352 e pp.

olare importanza

n på Giske – en

istorie. 1. Fra de

nche il tumulo di

Sagaholm

re ‘agrario’ (cfr.

à di Apana gård

i Ananjino’ che

del Kama e che

4 (B.2), pp. 135-

o’, diffusa nella


Norvegia e nella Svezia centro-settentrionale, nella penisola di Kola, nella quasi totalità della

Finlandia e nei territori russi a essa adiacenti.


CAPITOLO 2

Verso la storia: l’età del ferro

2.1. La Scandinavia e il continente

Nell’età del ferro la Scandinavia fa il proprio definitivo ingresso nella storia europea. La

fine dell’età del bronzo era stata determinata sostanzialmente da una crisi

nell’approvvigionamento, manifestatasi a partire dal IX-VIII secolo a.C. A ciò si

accompagnò una situazione continentale nella quale vennero privilegiati i contatti con il

meridione: di conseguenza le regioni nordiche risentirono notevolmente della loro posizione

periferica. Va poi aggiunto che l’inizio dell’età del ferro, collocato attorno al 500 a.C., è

segnato in Scandinavia da un peggioramento delle condizioni climatiche1 con conseguenti

progressive modificazioni nella vegetazione2 che andarono a incidere sull’attività agricola e

quindi sulla popolazione. Questi fattori stanno, almeno in parte, alla base dei molti

cambiamenti che coinvolgeranno il mondo nordico, non da ultimo – probabilmente – la

migrazione di popolazioni che lasceranno le terre d’origine, prendendo la via del sud in

diverse direzioni. Un altro elemento fondamentale di questo periodo è l’affermazione delle

tribù celtiche: nei 500 anni precedenti la nascita di Cristo i Celti seppero espandere la loro

influenza culturale3 in larga parte dell’Europa centrale – e oltre –4 contribuendo in modo

determinante alla diffusione della lavorazione del ferro; certamente le tribù germaniche

(quindi anche quelle nordiche) dovettero apprenderla da loro:5 in tal senso testimonia, tra

l’altro, l’etimologia della parola che lo designa nelle loro lingue (dunque anche in quelle del

gruppo nordico) la quale rimanda direttamente al celtico.6 L’introduzione del nuovo metallo
non ebbe tuttavia effetti immediati e dirompenti, forse per la difficoltà di apprendere le

tecniche di lavorazione del nuovo materiale.

Se da una parte l’innegabile declino che segna l’inizio dell’età del ferro scandinava (una

ria europea. Lafase che oltre a tutto risulta piuttosto povera di reperti), è stato attribuito proprio

da una crisiall’espansione dei Celti,7 occorre d’altronde considerare che nel Nord l’influsso culturale di

.C. A ciò siquesto popolo è constatabile in misura cospicua soprattutto nella regione danese, se pure se

contatti con il ne trovino testimonianze certe anche più a nord (Öland, Gotland). Ma singolarmente si

loro posizioneconstata che questo influsso risulta più marcato nel momento in cui i Celti appaiono in

al 500 a.C., èregresso. Tra i reperti nordici di impronta celtica il più celebre è certamente il bacile in

on conseguenti argento rinvenuto a Gundestrup (Jutland settentrionale).8 È probabile che all’influsso celtico

ività agricola esiano dovuti anche importanti mutamenti nella sfera religiosa (da qui forse furono ripresi i

base dei molti modelli delle divinità successivamente affermatesi) e in quella politica.

abilmente – la L’età del ferro scandinava è suddivisa in periodi successivi: età del ferro celtica o

via del sud inpreromana (500 a.C.-nascita di Cristo),9 età del ferro romana (nascita di Cristo-400 d.C.),10

ermazione delleetà delle migrazioni (400-550 d.C.), età dei Merovingi o età di Vendel11 (550-800 d.C.).12

pandere la loro Essa costituisce certamente un periodo di inquietudini e di grandi cambiamenti. I reperti

uendo in modo archeologici che – come si è detto – risultano scarsi nella fase iniziale,13 tornano in seguito a

bù germanicheessere abbondanti, vari e diffusi, ma mostrano evidenti varianti regionali testimoniando

testimonia, tradifferenze culturali non soltanto tra le aree più meridionali e quelle settentrionali, ma anche

he in quelle deltra zone con diversi profili ambientali e, di conseguenza, con diverse risorse per la vita degli

nuovo metallouomini. Il sud della Scandinavia è naturalmente sempre più coinvolto con il resto d’Europa.
apprendere leRitrovamenti di grande valore lo dimostrano inequivocabilmente con esempi numerosi e

talvolta eccellenti, quali i due vasi d’argento rinvenuti in una tomba nella località di Hoby

candinava (una(Lolland, Danimarca), su cui sono riprodotte scene ispirate all’Iliade.14 Nell’età del ferro

ribuito proprioromana la presenza nell’area scandinava di merci provenienti dai territori dell’Impero (il cui

sso culturale di limes era costituito dal fiume Reno che rappresentava anche una frequentata via di trasporto)

nese, se pure seè ampiamente testimoniata da numerosi e pregevoli manufatti, tra cui molti eleganti oggetti

ngolarmente siper guarnire la tavola (bicchieri di vetro, brocche, recipienti, colini).15 Il ritrovamento di

lti appaiono inquesti reperti nell’area nordica (soprattutto in Danimarca e Svezia, ma – come detto – anche

nte il bacile in in Norvegia)16 si spiega in primo luogo con un vero e proprio commercio che dovette essere

influsso celticoassai attivo nelle zone di confine, dove i nordici fornivano prodotti necessari ai soldati

furono ripresi iromani: innanzi tutto pelli, lana e forse prodotti alimentari, ma anche merci di maggior

pregio come l’ambra e, certamente, schiavi. In secondo luogo (nel caso di oggetti di

ferro celtica oparticolare valore) si tratta molto probabilmente di doni offerti (non da ultimo per fini

10politici) a capi tribù e uomini influenti.

2.2. Nuove strutture abitative e rivolgimenti sociali

menti. I reperti Con il passare dei secoli si assiste a un’ulteriore espansione della pratica agricola

ano in seguito a(certamente favorita dalla diffusione di strumenti come a esempio la falce di ferro che

testimoniandoconsentiva di raccogliere maggiori quantità di fieno per i mesi invernali), che diviene

onali, ma anche intensiva (alla prima età del ferro risale la pratica di concimare il terreno); si coltivano

per la vita degli soprattutto cereali e si allevano diversi animali la cui carne (insieme al formaggio) costituisce

resto d’Europa.la base nutrizionale della popolazione. Tra gli animali domestici compare il gatto, mentre il
mpi numerosi e cavallo pare essere un animale il cui possesso conferisce prestigio: il consumo della sua

ocalità di Hobycarne va verosimilmente ricondotto a un ambito rituale. A tutto ciò corrispondono

ll’età del ferro insediamenti che in molti casi vengono a costituire (nella fase più antica soprattutto in

l’Impero (il cuiDanimarca) dei veri e propri villaggi stabili.17 Le costruzioni hanno – almeno inizialmente –

via di trasporto)dimensioni minori, ma il numero di quelle che costituiscono un nucleo abitativo aumenta

eleganti oggettisensibilmente. In una fase successiva si torna a edifici di notevoli dimensioni e di forma

itrovamento di allungata, nelle quali trovano ricovero uomini e animali. Talora compaiono anche strutture

e detto – ancheminori utilizzate come luoghi di lavoro; i recinti per gli animali e gli appezzamenti destinati

e dovette esserealle coltivazioni risultano ben definiti. In diversi casi è presente un’area centrale sgombra,

ssari ai soldatiprobabilmente riservata a un uso sacro. Naturalmente l’evoluzione degli insediamenti

rci di maggiordell’età del ferro mostra differenze a seconda delle zone e della fase storica di riferimento.18

o di oggetti diDall’inizio del IV secolo a.C. diversi nuclei abitati cominciano a essere difesi da recinti.

ultimo per finiProbabilmente ci si trova di fronte a ‘villaggi organizzati’, in cui vivevano persone legate da

vincoli di parentela e nei quali vigeva una precisa regolamentazione del diritto di sfruttare le

risorse della terra. È questo un elemento che attrae la nostra attenzione, dal momento che

pratica agricolaanche l’edificazione in tutti i Paesi dell’area nordica (dalla Norvegia alla Finlandia) di vere e

e di ferro cheproprie fortificazioni (per altro un tipo di costruzione in qualche caso già noto dall’età del

i), che divienebronzo e che trova precisi paralleli sia sul continente sia nelle isole britanniche) conoscerà un

o); si coltivanointenso sviluppo tra l’età del ferro preromana e il periodo delle migrazioni. La tipologia (che

gio) costituiscenaturalmente dipende in buona parte dalla conformazione del terreno) e la distribuzione di

gatto, mentre ilqueste costruzioni non sono affatto omogenee e il loro scopo si può supporre molteplice:
sumo della suadifesa dei campi e del bestiame, recinzione di un luogo di culto e/o di mercato, barriera

corrispondonocontro incursioni nemiche. Molte di queste fortificazioni resteranno in uso per un periodo di

a soprattutto intempo assai lungo, almeno fino all’età vichinga ma anche oltre.19

o inizialmente – Legate agli insediamenti abitativi si trovano, per buona parte dell’età del ferro, tombe

tativo aumentapiuttosto semplici, in genere con corredo funerario scarso o addirittura mancante: i resti del

oni e di formamorto, di solito cremati e talora raccolti in un contenitore, sono deposti in fosse ricoperte da

anche strutturepietre e riunite per lo più in veri e propri cimiteri della comunità,20 un uso questo che si

amenti destinaticollega alle consuetudini riscontrabili nell’ultima fase dell’età del bronzo. Talvolta a fungere

ntrale sgombra, da ‘marcatori delle tombe’ sono collocati massi di una certa dimensione innalzati in

li insediamentiprossimità delle sepolture, magari disposti secondo forme geometriche (bautasteinar): se ne

18trovano in Svezia, in Norvegia e in Danimarca, in particolare nell’isola di Bornholm; in

ifesi da recinti.qualche caso risalgono già all’età del bronzo. Singolari monumenti sepolcrali sono i

rsone legate da cosiddetti domarringar (letteralmente “cerchi del giudizio”) cerchi di pietre (spesso in

o di sfruttare lenumero simbolico: sette, nove) che si trovano soprattutto nelle zone della Svezia centro-

l momento chemeridionale (particolarmente in Västergötland), ma anche nelle zone orientali della

andia) di vere eNorvegia; il termine popolare con cui vengono designati allude al fatto (per altro non

oto dall’età deldimostrato) che in questi luoghi si tenessero le assemblee.21

e) conoscerà un Le semplici sepolture della prima fase dell’età del ferro paiono dare testimonianza di

a tipologia (cheun’organizzazione sociale che – quantomeno di fronte alla morte – esprime una concezione

distribuzione di sostanzialmente egualitaria: essa sarebbe da mettere in relazione da una parte con la

orre molteplice:distribuzione della popolazione in piccoli insediamenti del tutto simili, dall’altra con la
ercato, barrieranecessità di uno sforzo collettivo a sostenere la diffusione della pratica agricola. Ma questo

r un periodo di quadro (nel quale vanno comunque rilevate differenze regionali anche piuttosto marcate)22 è

destinato a modificarsi rapidamente. Ben presto infatti (i primi esempi risalgono all’età del

el ferro, tombeferro preromana) cominciano ad apparire sepolture ben più ricche di doni funebri la cui

ante: i resti deltipologia corrisponde alla posizione sociale del defunto. Assai interessanti sono le tombe di

sse ricoperte da guerrieri: facilmente distinguibili per il corredo di armi di cui il morto è provvisto per il

o questo che siviaggio nell’aldilà, esse danno una chiara indicazione dell’importante ruolo svolto da questi

volta a fungere individui nel processo di edificazione di una nuova struttura sociale, nella quale i centri di

ne innalzati inpotere che venivano prevalendo (certamente fondati sul consolidamento di una società e di

): se neuna economia contadina) dovettero sostenere la propria ascesa su una potenza di tipo militare

i Bornholm; in da cui ebbe origine, a sua volta, una ‘classe aristocratica’ (e non si dimentichi la funzione

polcrali sono isvolta dal guerriero come tramite di nuove idee e differenti modelli di vita con i quali è

etre (spesso invenuto in contatto). Nella prima parte dell’età del ferro quest’evoluzione appare, per ragioni

Svezia centro- innanzi tutto geografiche, assai più evidente nelle regioni danesi, più esposte alle innovazioni

orientali della provenienti dall’esterno e più facilmente coinvolte negli avvenimenti continentali; essa può

(per altro non tuttavia essere constatata anche nella Svezia meridionale (comprese le due isole di Öland e di

Gotland) e sulle coste meridionali della Norvegia. Influssi stranieri (da parte del mondo

estimonianza diromano ma anche delle tribù germaniche continentali) sono, da questo punto di vista, assai

una concezione probabili.23 Il lungo processo che – attraverso interminabili lotte e aspri contrasti – avrebbe

a parte con la portato la nobiltà dei Paesi nordici alla creazione di stati nazionali trova le proprie remote

all’altra con laradici in quest’epoca.24 All’uso della cremazione25 si affianca di nuovo (in particolare nel
ola. Ma questoperiodo attorno alla nascita di Cristo e certamente per influsso esterno) quello

èdell’inumazione e buona parte delle sepolture più ricche conserva dunque lo scheletro del

gono all’età deldefunto. I doni funebri ne testimoniano la posizione sociale,26 straordinari corredi e magnifici

funebri la cui gioielli sono riservati alle donne.27

ono le tombe di Certamente le tombe di guerrieri indicano una società inquieta, lotte per il predominio

provvisto per il territoriale ed economico. Conflitti nei quali il possesso della tecnologia legata al nuovo

svolto da questimetallo e ai suoi prodotti (in particolare le armi) dovette essere determinante e cagionare un

uale i centri diprofondo mutamento degli equilibri e un ulteriore rafforzarsi della disparità sociale.

una società e diCaratteristico di questo periodo è d’altronde il ritrovamento (principalmente in area danese e

di tipo militarenell’età del ferro ‘romana’) di grandi quantità di armi (spesso rese inutilizzabili),

chi la funzione verosimilmente strappate a nemici sconfitti e offerte a divinità avide di sacrificio e di

a con i quali è venerazione.28 Ciò pare corrispondere a una forte, progressiva affermazione di dèi con un

are, per ragioni carattere marcatamente individualista. In proposito sono state richiamate le testimonianze di

alle innovazionialcuni storici, quali in particolare Giulio Cesare e Paolo Orosio i quali riferiscono di usi

entali; essa può simili da parte di tribù barbare (rispettivamente i Galli e i Cimbri).29 La testimonianza di

le di Öland e diPaolo Orosio merita particolare attenzione, in quanto riferita a una etnia che – seppure

arte del mondo difficile da definire nella sua realtà (celtica/germanica?) –30 era certamente stanziata ben

o di vista, assaiaddentro al territorio danese.31 A riti in onore della divinità è verosimilmente riferibile anche

rasti – avrebbeil ritrovamento (soprattutto in Danimarca e nella Germania settentrionale, ma anche in

proprie remote Svezia e Norvegia, nei Paesi Bassi e nelle isole britanniche) di un gran numero di cadaveri di

particolare nelpersone uccise e gettate nelle acque di una palude, verosimilmente in un rituale sacrificale.32
sterno) quelloL’ipotesi che si trattasse di persone resesi colpevoli di qualche reato e, dunque, giustiziate33

o scheletro del giustificherebbe la punizione come atto dal duplice scopo di ‘purificare’ la società e di

redi e magnificiplacare le potenze divine. La gran parte di questi cadaveri risale al periodo tra il 100 a.C. e il

500 d.C.34

r il predominio Nell’età del ferro romana, fino al periodo delle migrazioni si collocano cospicui tesori

egata al nuovo(ritrovati talora insieme alle armi), in diversi casi gettati in paludi o nascosti sotto massi, un

e cagionare unuso che pare estendersi rispetto al passato.35 Si tratta di oggetti preziosi d’oro o d’argento

sparità sociale. (talora anche monete romane, bizantine e bratteate).36 Accanto all’ipotesi che si tratti

n area danese e‘semplicemente’ di offerte votive alla divinità si è voluto anche pensare che – almeno in

inutilizzabili), qualche caso – ci si trovi di fronte a beni nascosti dai proprietari (ed evidentemente in molti

sacrificio e dicasi mai più recuperati): sintomo di una situazione di disagio e di inquietudine; in tal senso

e di dèi con un vanno forse intesi soprattutto i notevoli ritrovamenti databili nell’età delle migrazioni.37

estimonianze diD’altra parte si è anche messo in relazione questo fatto con una testimonianza molto più

eriscono di usi tarda, ricordando le parole di Snorri Sturluson a proposito delle leggi dettate dal dio Odino:

estimonianza di“[…] ognuno sarebbe giunto nella Valhalla con le ricchezze che aveva sulla pira e avrebbe

che – seppureusufruito anche di ciò che personalmente aveva sotterrato.”38

e stanziata ben Come per l’età del bronzo, anche per quella del ferro occorre naturalmente distinguere gli

riferibile ancheinsediamenti più a nord rispetto a quelli compresi nella cosiddetta ‘cerchia nordica’ o

, ma anche in comunque gravitanti su di essa. Nelle zone più settentrionali pare protrarsi la tradizione

o di cadaveri diculturale dell’età del bronzo, tenuto conto della scarsità di reperti in ferro ritrovati. In effetti,

32sebbene ci siano (soprattutto nella fascia intermedia) tracce certe di un’espansione della
33pratica dell’agricoltura e dell’allevamento,39 resta limitata la produzione di manufatti in

la società e diceramica (lavorata con l’asbesto). I siti da attribuire alla cultura scandinava si trovano più

a il 100 a.C. e ilfrequentemente nelle zone costiere, mentre quelli riconducibili alla cultura sami si collocano

di norma nelle zone interne. Nell’area del Mar Baltico si riconoscono agevolmente

cospicui tesoriinterferenze culturali con l’area finnica. La varietà degli insediamenti si riflette nelle

sotto massi, unnumerose sepolture che presentano differenti caratteristiche. Tenuto conto delle condizioni

oro o d’argento ambientali, le diverse risorse (prodotti agricoli e d’allevamento, prede catturate con la caccia

si che si trattio con la pesca) risultano essere oggetto d’intensi scambi commerciali.

he – almeno in 2.3. Popoli e patrie

emente in molti Ma le inquietudini dell’età del ferro dovevano prorompere in movimenti di popoli, grandi

ne; in tal sensomigrazioni che avrebbero prodotto trasformazioni profonde ed epocali nel continente

37europeo. È in questa fase che anche le tribù nordiche si affacciano oltre i propri confini.

anza molto piùQuando nel V secolo d.C. gli Unni sotto la guida di Attila si muovono verso occidente,

dal dio Odino:diversi gruppi d’etnia germanica si uniscono a loro. Tra gli altri i Burgundi e i Gepidi,

pira e avrebbe popolazioni di stirpe gotica e dunque – verosimilmente – d’origine scandinava, che si

trovano ora sul continente. Molte tribù nordiche si erano infatti da tempo mosse in diverse

e distinguere glidirezioni abbandonando le sedi originarie.

hia nordica’ o Ben nota è innanzi tutto la migrazione dei Goti che all’inizio del II secolo d.C. erano

si la tradizionescesi dal Nord per insediarsi in zone dell’attuale Polonia, sul basso corso della Vistola.

ovati. In effetti,Questa notizia ci viene in primo luogo da Giordane, grande storico del suo popolo, al quale

spansione delladobbiamo anche altre informazioni sulle tribù stanziate nelle terre nordiche.40 Seguendo la
di manufatti ingeografia tradizionale Giordane considera la penisola scandinava (Scandia/Scandzia)

si trovano più un’isola41 che, con efficace immagine letteraria, definisce madrepatria di popoli: “[…] l’isola

mi si collocano della Scandia, quasi un’officina di popoli o certamente come una vagina di nazioni […]”

o agevolmente (“[…] Scandza insula, quasi oficina gentium aut certe velut vagina nationum […]”) dalla

i riflette nellequale i Goti sarebbero migrati verso il continente europeo.42 L’origine nordica di questo

elle condizionipopolo sarebbe del resto confermata non solo da una serie d’isoglosse tra la lingua dei Goti43

te con la cacciae l’antico nordico,44 ma soprattutto da diversi toponimi, in particolare svedesi (innanzi tutto

Gotland, ma anche Göteborg, Götaälv, Götland) ai quali viene accostato il danese Bornholm

(da un antico Borgundarhólmr): essi, infatti, appaiono ben difficilmente spiegabili se non con

i popoli, grandila presenza di popolazioni gotiche in quei territori.

nel continente In Scandinavia Giordane45 colloca diverse tribù: tra di esse gruppi destinati a emergere

propri confini.come gli Svear (Suehans o Suetidi) antenati degli Svedesi, i diversi gruppi di Goti (Vagoth,

erso occidente, Gauthigoth, Ostrogothae), i Danesi (Dani), gli Eruli (Heruli), i Sami (Screrefennae, cioè

ndi e i Gepidi,“Finni sciatori” e Finni). Altre tribù citate sono collocabili con un margine più o meno

ndinava, che siaccettabile di probabilità nelle diverse regioni nordiche: Adogit, cioè *(H)alogii, in

osse in diverseHålogaland, nell’estremo nord della Norvegia; Bergio, abitanti di Bjäre nella Scania nord-

occidentale; Hallin, abitanti di Halland nella parte sud-occidentale della Svezia; Ahelmil,

colo d.C. eranocioè (autem) *Heinii, abitanti di Himle, poco più a nord dei precedenti; Finnaithae, abitanti

o della Vistola.di Finnveden, nella parte sud-occidentale della regione svedese di Småland; Fervir, abitanti

opolo, al qualein un’area limitata (Fjäre) nella parte settentrionale di Halland; Mixi cioè forse *Hixi, abitanti

Seguendo ladell’isola di Hisingen sulle coste svedesi del Bohuslän; Raumarici, abitanti del potente
)Regno di Raumaríki (Romerike) nella zona a nord-est di Oslo; Aeragnaricii, cioè (ac)

oli: “[…] l’isola Ragnaricii, abitanti di Ranríki, da collocare in Svezia nel Bohuslän settentrionale; Grannii,

i nazioni […]”abitanti di Grenland sul fiordo norvegese detto Langesundfjorden nel Telemark; Augandzi,

) dallaabitanti di Agder, zona meridionale della Norvegia, Taetel e Rugi cioè, verosimilmente,

rdica di questoAetelrugi (vale a dire “Rygir autentici”), abitanti della regione norvegese di Rogaland nel

43 sud-ovest del Paese (probabilmente costoro sono così definiti per distinguerli dai Holmrygir

si (innanzi tutto“Rygir insulari”, citati nelle fonti nordiche);46 Arochi, cioè *(H)arothi, abitanti della regione

Bornholmnorvegese occidentale di Hordaland e Ranii, cioè *Raumi, abitanti nella regione norvegese di

abili se non conMore e Romsdal. Per altre denominazioni di tribù (Theustes, Liothida, Euagre, Otingis,

Vinoviloth, Eunixi) rimangono molti dubbi nell’identificazione.47

nati a emergere Ma anche altre tribù germaniche potrebbero avere origine scandinava. Di difficile

Vagoth,definizione appare il problema dei Vandali e quello, a esso connesso, dei Silingi cui fa

, cioèriferimento il celebre geografo Claudio Tolomeo di Alessandria definendoli Silingai

ne più o meno (Σιλίγγαι).48 Secondo teorie risalenti ai primi decenni del secolo scorso,49 queste popolazioni

, insarebbero emigrate dalla Scandinavia nella prima fase dell’età del ferro, in ogni caso non più

a Scania nord-tardi del II secolo a.C. La loro origine nordica sarebbe dimostrata da una serie di nomi di

, luogo. Ai Vandali si riferirebbe il toponimo danese Vendsyssel (un tempo Vaendael,

, abitantiVaendelsysael, che indica la punta settentrionale dello Jutland), mentre il nome dei Silingi

, abitantisarebbe da collegare con quello della Selandia (in antico nordico Selund/Silund o Seland) e,

, abitantiverosimilmente, anche con quello della Slesia (< Silesia). Queste teorie hanno cercato

nti del potente sostegno soprattutto in speculazioni archeologiche, mancando qualsiasi indicazione nelle
(ac)fonti scritte. Le quali invece risultano fondamentali in altri casi.

Grannii, Innanzi tutto per i Longobardi, la cui origine scandinava risulterebbe dalle testimonianze

, quasi concordi di diversi testi che li riguardano.50 Un’informazione differente sembrerebbe

verosimilmente,tuttavia venire dalla cosiddetta Historia Langobardorum codici gothani, risalente al IX

i Rogaland nel secolo, nella quale si afferma che la sede originaria di questo popolo era presso un fiume,

Holmrygirdetto Vindilicus agli estremi confini della Gallia.51 A proposito di questo popolo non

ti della regionedisponiamo tuttavia di testimonianze di carattere toponomastico52 e l’eventuale conferma

ne norvegese didell’informazione fornita dalle fonti scritte resta affidata ancora una volta a speculazioni di

Otingis,tipo archeologico. Secondo taluni i Longobardi sarebbero effettivamente migrati dalla zona

meridionale della Svezia, la regione della Scania, attorno all’inizio dell’età del ferro.53 Di

va. Di difficilecerto c’è che fin dal I secolo a.C. ci sono tracce della loro presenza sul basso corso dell’Elba,

Silingi cui fazona dalla quale una parte di loro si sarebbe poi dispersa fra i Sassoni, mentre un’altra parte

Silingaisi sarebbe mossa verso l’Italia.

ste popolazioni Notizie ben più precise si hanno invece a riguardo dei Cimbri e dei Teutoni. Nel

ni caso non piùpenultimo decennio del II secolo a.C., abbandonate le terre d’origine (con ogni probabilità lo

erie di nomi diJutland e lo Schleswig-Holstein), essi avevano sconfinato nei territori dell’Impero, spinti

Vaendael,verosimilmente dalla necessità di trovare nuove terre da colonizzare. Nel breve volgere di

ome dei Silingiuna decina d’anni, dopo un’iniziale affermazione, tanto i Cimbri, direttisi verso l’Italia,

) e, quanto i Teutoni, stabilitisi in Gallia, sarebbero stati definitivamente sconfitti, scomparendo

hanno cercatocosì dalla storia.54 La sede originaria dei Cimbri dovette essere nella zona settentrionale della

dicazione nellepenisola dello Jutland, come testimonia il toponimo Himmerland (anticamente


Himbersysael) che contiene un evidente riferimento a questa tribù. Un collegamento con il

e testimonianzenome dei Teutoni si ritrova nel toponimo Thy (anticamente Thiuth) che designa il territorio a

te sembrerebbesettentrione del Limfjorden nella zona nord-occidentale della medesima penisola dello

risalente al IXJutland. Ai Cimbri e ai Teutoni sono verosimilmente collegabili anche i Harudi e gli

esso un fiume, Ambroni. Il nome dei primi, ricordati al fianco di Ariovisto nella battaglia contro l’esercito di

to popolo non Cesare, è stato infatti collegato a quello dell’attuale Harsyssel (a sud-ovest del Limfjorden

tuale conferma nello Jutland). Questo toponimo risale a un più antico Harth, Harthesysael.55 Il nome degli

speculazioni diAmbroni sarebbe invece da riconoscere in quello dell’isola di Amrum (in antico danese

grati dalla zonaAmbrum) che si trova a occidente dello Schleswig.56

Di Una vicenda complessa è certamente quella degli Eruli (anch’essi forse d’etnia gotica)

corso dell’Elba,che compaiono dal III secolo sulla scena del continente. Secondo Giordane essi erano stati

e un’altra partecacciati dalle loro sedi originarie (l’isola danese della Selandia?) dai Dani.57 In seguito ad

alterne vicende culminate nella sconfitta subita a opera dei Longobardi (nel 505 circa) una

i Teutoni. Nelparte di loro era rifluita in Scandinavia, una terra con la quale essi – stando almeno alla

ni probabilità lotestimonianza di Procopio di Cesarea – avevano mantenuto stretti contatti.58 Nonostante il

’Impero, spintitotale silenzio su di loro nelle fonti nordiche l’origine scandinava di questo popolo potrebbe

reve volgere di essere plausibile.59 D’origine nordica sono certamente anche i Rugi (ant. nord Rygir, Rygjar),

verso l’Italia, migrati dalla Norvegia occidentale verso il continente, in particolare verso le coste della

i, scomparendoPomerania (dove li colloca Tacito),60 dalle quali scenderanno poi fino alle regioni attuali

entrionale delladella bassa Austria in un territorio da loro chiamato Rugiland. Questo nome ricorda

(anticamentesenz’altro il toponimo Rogaland (che designa una regione nella Norvegia sud-occidentale).61
gamento con ilCome si è detto, Giordane li ricorda fra le ventisette tribù nordiche delle quali elenca i nomi62

na il territorio ae li definisce Aetelrugi vale a dire “Rugi autentici” distinguendoli in tal modo dagli ulmerugi

penisola dellovale a dire dai “Rugi insulari” (ant. nord. Holmrygir, dove hólmr “isola”).

i Harudi e gli Su un diverso versante del continente europeo un ruolo di primissimo piano doveva

tro l’esercito diessere svolto da altre tribù d’origine nordica, gli Juti e gli Angli che nella seconda metà del V

del Limfjordensecolo avrebbero accompagnato i Sassoni nella conquista della Britannia, come ben

Il nome deglitestimonia, innanzi tutto, il Venerabile Beda.63 Entrambe queste tribù provenivano dalla

antico danese penisola danese dello Jutland (“Terra degli Juti”, appunto), dove la presenza degli Angli è

ricordata nel toponimo tedesco Angeln (danese Angel), regione a sud del fiordo di Flensburg.

d’etnia gotica) 2.4. Resoconti di viaggio

essi erano stati Le notizie riguardanti le tribù germaniche di stirpe scandinava fornite da Giordane, così

In seguito adcome le informazioni che ci vengono da Procopio,64 risalgono al VI secolo d.C. Già in

505 circa) unaprecedenza, tuttavia, alcuni autori classici avevano inserito nelle loro opere riferimenti alle

do almeno allaterre e agli uomini del Nord.65 In effetti la prima menzione delle regioni scandinave è

Nonostante ildavvero antica. Essa si trova nel resoconto di una celebre spedizione via mare, redatto dal

opolo potrebbe greco Pitea (Πυθέας) di Massalia (Marsiglia) che ne fu protagonista. Il testo originale di

),Pitea, il cui titolo doveva essere Intorno all’oceano (Περὶ ὠκεανοῦ) non ci è pervenuto, ma a

le coste della esso si fanno numerosi riferimenti in autori più tardi. Questo viaggio, effettuato attorno al

regioni attuali 322 a.C. toccò dapprima Gibilterra, costeggiò il Portogallo e la Francia e puntò poi verso

nome ricordanord, in direzione dell’Inghilterra, della Scozia e delle Orcadi, superate le quali raggiunse (a

61 quanto risulta dopo sei giornate di navigazione) la terra denominata Thule (Θούλη),
62 verosimilmente le coste della Norvegia oltre il 65° parallelo).66 Una spedizione precedente

ulmerugiverso le terre del Nord aveva toccato solo le isole britanniche. Si tratta del viaggio compiuto

dal navigatore ed esploratore cartaginese Imilcone (latino Himilco, fenicio Chimilkât),

o piano dovevaall’inizio del V secolo a.C.67 Di qualche secolo successiva è la notizia che ci viene da

nda metà del V un’iscrizione sul cosiddetto Monumentum Ancyranum (il tempio fatto erigere da Augusto ad

nia, come ben Ankara) dalla quale risulta che le navi romane avevano raggiunto le terre dei Cimbri.68 Ma

venivano dalla che le conoscenze geografiche relative al Nord restassero assai imprecise appare chiaro

a degli Angli èancora nel II secolo d.C. dalle informazioni fornite da Claudio Tolomeo. Sulla base del suo

testo di geografia (inteso come manuale per cartografi) e redatto verso il 150 d.C. vennero

nel medioevo tracciate delle carte. In esse la Svezia sarebbe la più grande e la più orientale

Giordane, cosìdelle isole dell’oceano definito (più tardi anche in Giordane) ‘germanico’ (Germanicum

lo d.C. Già in mare o Germanicus oceanus) e sarebbe abitata dai Goutai (Γοῦται), cioè dai Goti.69

riferimenti alle Dal resoconto di Pitea di Massalia:

i scandinave è “La più settentrionale di tutte le isole britanniche si chiama Thule; la sua latitudine si trova nelle

vicinanze del mare coagulato70 e a sei giornate di viaggio a nord di Albione.71 A Thule tutta l’orbita
are, redatto dal
del sole si compie sopra la terra e coincide con quella del polo celeste tramite la costellazione
sto originale di
dell’Orsa, quella artica.72 Là i barbari ci hanno mostrato la regione nella quale il sole va a
pervenuto, ma a
coricarsi. Esso resta costantemente tra loro. È anche risultato in effetti, che in questa regione la
tuato attorno al
notte è piuttosto breve, in alcuni luoghi dura due, in altri tre ore, così che il sole una volta
puntò poi verso
tramontato dopo un intervallo davvero breve subito di nuovo sorge. Là in estate si susseguono i
ali raggiunse (a
giorni e, inversamente, in inverno le notti e devono esserci dei luoghi nei quali solo una volta
), all’anno c’è il giorno e solo una volta la notte.
one precedente Da Capo Caledonia per il viaggio verso Thule ci vogliono innanzi tutto due giorni, poi si arriva

aggio compiutoalle Ebridi, cinque isole i cui abitanti non conoscono i frutti della terra e vivono solo di pesce e di
carne. Il secondo punto di sosta per il viaggiatore è offerto dalle Orcadi, che distano dalle Ebridi
),
sette giorni e [sette] notti di viaggio. Esse sono disabitate, non hanno foreste e sono ricoperte solo di
he ci viene da
giunchi; per il resto ci sono strisce di spiaggia desolate e rocce. Dalle Orcadi il viaggio dura cinque
da Augusto ad
giorni e [cinque] notti. Thule è una terra estesa che produce molti frutti. I suoi abitanti all’inizio
Ma
della primavera vivono in mezzo al bestiame, [nutrendosi] di vegetali, poi di latte; per l’inverno
appare chiaro
raccolgono i frutti dei campi. Hanno le donne in comune; nessuno mantiene un matrimonio durevole.
la base del suo
Nei territori vicini alla zona fredda sono soprattutto molto rare le piante coltivate e gli animali
0 d.C. vennerodomestici, o mancano del tutto. Là ci si nutre di miglio, vegetali, frutti e radici. Dove tuttavia

la più orientalevengono coltivati cereali e prodotto miele, se ne trae una bevanda. I cereali a causa della scarsità di

Germanicumluce solare e per le piogge vengono trebbiati nei granai, grosse costruzioni, in cui si portano le

spighe.”73

Solo molti secoli più tardi, in piena epoca vichinga (IX secolo) e, di conseguenza, in uno

ine si trova nellescenario profondamente modificato, due viaggiatori, l’anglosassone Wulfstan e soprattutto

ule tutta l’orbitaOhthere (il norvegese Óttarr), entrambi alla corte del re anglosassone Alfredo (Ælfred) il

la costellazione
Grande, lasceranno un resoconto dei loro viaggi in queste zone. In particolare Óttarr,
ale il sole va a
originario di una località nel nord del suo Paese (forse dell’isola di Kvaløya a ovest di
uesta regione la
Tromsø), riferisce notizie delle zone del Mar Bianco (Bjarmaland) verso le quali si era
sole una volta
spinto, così come fornisce informazioni sull’economia delle aree più settentrionali della
si susseguono i
Norvegia e sulle merci (pelli, pellicce, piumini, avorio di tricheco, funi per navi in pelle di
i solo una volta
foca e di tricheco) da lui caricate sulla sua imbarcazione per un viaggio verso sud (un mese
rni, poi si arrivadi navigazione fino al grande mercato di Skiringssal (Skíringssalr/Kaupang) presso Larvik

olo di pesce e diall’estremità occidentale del fiordo di Oslo (Viksfjorden).74

ano dalle Ebridi


2.5. Un alfabeto nordico
ricoperte solo di
Per un lunghissimo periodo di tempo gli uomini del Nord ci hanno lasciato solo
ggio dura cinque
testimonianze archeologiche o iconografiche. Per lunghissimo tempo hanno parlato una
bitanti all’inizio
lingua a noi completamente sconosciuta. Recenti ricerche hanno sostenuto la tesi che le
e; per l’inverno
lingue diffuse nel nord dell’Europa prima dell’affermazione del proto-nordico (che com’è
imonio durevole.
noto costituisce un ramo del germanico ed è quindi da ricondurre alla famiglia delle lingue
ate e gli animali

i. Dove tuttavia
indoeuropee) appartenessero a un gruppo proto-uralico che dunque ora sarebbe rappresentato

della scarsità diin queste regioni solo nel finnico e nelle lingue dei Sami. Speculazioni di carattere lessicale

ui si portano lefornirebbero anche informazioni non secondarie sulla vita delle popolazioni che parlavano

questi idiomi.75

eguenza, in uno Solo dal II-III secolo d.C. compaiono in Scandinavia le prime testimonianze scritte,

an e soprattuttoredatte nell’alfabeto che dal nome dei segni che lo compongono, le rune, è detto runico.

) ilSebbene le iscrizioni siano state ritrovate in una vasta area che va dal cuore del continente

ticolare Óttarr,europeo alla Scandinavia e dalle coste dell’Atlantico alla Romania, coprendo quindi la gran

øya a ovest diparte dei territori che hanno conosciuto la presenza di popolazioni germaniche, si può

le quali si eraconstatare che fin dalla fase più antica le più numerose appartengono all’area nordica, dove

entrionali delladel resto esse continueranno a essere realizzate in gran quantità per il lungo periodo di tempo

navi in pelle diin cui quest’alfabeto sarà impiegato. Iscrizioni runiche si trovano anche nelle colonie

o sud (un meseoccupate dai vichinghi, dalla Russia alla Groenlandia. Comparse come detto nel II-III secolo
) presso Larvikd.C. le rune resteranno in uso (seppure con scopi differenti)76 almeno fino ai secoli XII-XIII.

La causa principale del loro abbandono va individuata innanzi tutto nell’introduzione

dell’alfabeto latino in conseguenza della cristianizzazione; tuttavia va tenuto conto del fatto

o lasciato solo che l’utilizzo dei due sistemi era tutt’altro che sovrapponibile. In ogni caso le rune non

no parlato unaconobbero un declino definitivo e il loro utilizzo resta testimoniato in diversi contesti fino a

la tesi che leun’epoca piuttosto recente.77

ico (che com’è Le questioni legate all’origine e alla natura delle rune sono state a lungo dibattute.

lia delle lingueTramontata l’antica (e per certi versi ‘sentimentale’) ipotesi che esse siano un prodotto

e rappresentatooriginale, diversi studiosi hanno cercato di individuare l’alfabeto che ne costituirebbe il

rattere lessicalemodello. Le teorie proposte chiamano in causa quello latino, quello greco e quello nord-

che parlavanoetrusco. Secondo la prima ipotesi la nascita dell’alfabeto runico sarebbe una testimonianza

supplementare degli incisivi influssi operati dalla cultura meridionale sul mondo germanico e

onianze scritte,nordico. Tale sarebbe il caso anche se si accettasse la proposta, ancora relativamente recente,

è detto runico.di E. Moltke,78 il quale ritiene che le rune abbiano avuto origine in Danimarca, in un’area

del continenteben lontana dal centro dell’Impero romano, il che renderebbe ragione delle notevoli

o quindi la grandifferenze e delle peculiarità che si riscontrano rispetto al suo modello. La derivazione

aniche, si puòdall’alfabeto greco (in particolare dal corsivo greco, integrato con segni latini) è una teoria

a nordica, dove piuttosto antica e superata, giacché essa si fonda in buona misura sui contatti dei Goti con i

eriodo di tempoGreci, un evento storico che mostra incongruenze cronologiche con la comparsa delle prime

e nelle colonieiscrizioni.79 Un’ultima teoria (che ha ottenuto significativo consenso) vuole infine

nel II-III secolosottolineare la derivazione delle rune dall’alfabeto nord-etrusco, definizione con la quale
secoli XII-XIII.s’individua una serie di segni (che mostrano evidente affinità con l’alfabeto etrusco

ell’introduzione dell’Italia centrale) utilizzati per iscrizioni ritrovate nelle zone delle Alpi orientali (il che ha

conto del fatto indotto taluni a definire quest’alfabeto piuttosto come nord-italico).80

so le rune non Accanto a questo importante problema, che ancora non conosce una soluzione certa, resta

contesti fino a da definire nei suoi contorni precisi un’altra questione fondamentale legata all’uso di questi

segni. Le rune infatti costituiscono una serie di caratteri certamente connessi alla sfera

ungo dibattute. magica. Ciò è rilevabile innanzi tutto in molte tra le iscrizioni più antiche (diverse delle quali

no un prodottorisultano incise su amuleti od oggetti d’uso personale) che mostrano un chiaro carattere

costituirebbe ilmagico, sia proponendo parole o formule beneauguranti,81 sia – in testi un po’ più estesi –

e quello nord- dando voce a vere e proprie maledizioni.82 Inoltre talora i segni runici sono palesemente

a testimonianzautilizzati per esprimere il loro intrinseco valore simbolico, piuttosto che quello meramente

do germanico efonetico: in qualche caso essi appaiono ripetuti senza un preciso significato, al solo scopo di

amente recente,rafforzarne il potere magico.83 D’altro canto va anche considerato che l’utilizzo delle rune

arca, in un’area appare fin dall’inizio connesso ai rituali in onore dei defunti (il che in epoca vichinga si

delle notevolitradurrà nelle numerosissime lapidi di carattere commemorativo). Non soltanto infatti nelle

La derivazionetombe sono stati ritrovati oggetti con iscrizioni,84 ma testi runici risultano incisi in presenza

ni) è una teoriadi sepolture. Particolarmente interessanti da questo punto di vista sono i casi dell’iscrizione

i dei Goti con igotlandese di Kylver e di quella norvegese di Eggjum (nella regione di Sogn e Fjordane).

rsa delle primeL’una (prima metà del V secolo) riporta su una riga la serie ininterrotta dei ventiquattro segni

vuole infine dell’alfabeto runico antico (qui per la prima volta elencati) e poi il palindromo sueus (di

e con la quale significato oscuro). L’altra, che risulta essere la più lunga redatta con l’alfabeto runico
lfabeto etruscoantico,85 si fa risalire attorno all’inizio dell’VIII secolo: l’interpretazione del testo resta

entali (il che ha tuttavia per molti aspetti assai difficoltosa.86 Va notato che in entrambi questi casi le

iscrizioni erano state realizzate in modo da essere visibili solo dall’interno della tomba.

one certa, resta L’aspetto magico-religioso si rileva del resto anche dall’etimologia della parola “runa”

ll’uso di questi(ant. nord. rún, pl. rúnar) che significa “segreto”, “mistero” e appare connessa con diversi

nessi alla sfera termini delle altre lingue germaniche, in particolare verbi che hanno il senso di “sussurrare”,

erse delle quali“bisbigliare”, “fare un discorso segreto”.87 Del resto: mentre due pietre runiche (tra l’altro

chiaro caratterenon fra le più antiche) sottolineano il carattere “divino” di questi segni,88 alcune fonti che –

po’ più estesi – sebbene redatte in forma scritta molto più tardi – sono certamente collegate alla tradizione

no palesementeorale e alle credenze magico-religiose del paganesimo nordico, testimoniano non soltanto la

ello meramente loro stretta relazione con il dio Odino (il quale dal loro possesso traeva le proprie qualità di

al solo scopo didio-mago conoscitore dei segreti dell’esistenza),89 ma fanno anche preciso riferimento

izzo delle rune all’uso magico delle singole rune.90 Testimonianze di questo tipo non possono certamente

oca vichinga si essere sottovalutate.

nto infatti nelle Del resto che la scienza delle rune sia patrimonio di pochi è attestato – innanzi tutto – nei

cisi in presenzadiversi casi in cui ci troviamo di fronte all’orgogliosa rivendicazione di paternità di talune

dell’iscrizioneiscrizioni, che talora consistono solo nell’affermazione dell’identità dell’incisore.91

gn e Fjordane).L’apposizione della ‘firma’ è ancora testimoniata in epoca vichinga, vale a dire in una fase

ntiquattro segninella quale l’alfabeto runico risulta utilizzato in misura preponderante per iscrizioni di

(dicarattere commemorativo. Occorre qui osservare che in diversi casi la figura del ‘maestro di

alfabeto runico rune’ appare strettamente connessa alla sfera magico-religiosa. In un certo numero di queste
del testo restaiscrizioni nelle quali ci troviamo davanti all’indicazione dell’autore (otto occorrenze) costui

questi casi lesi definisce erilaR/irilaR, termine che pare poter essere inteso come denominazione propria

del ‘maestro di rune’.92 Questa parola ha innescato tutta una serie di speculazioni, dal

a parola “runa”momento che essa parrebbe essere corradicale di termini come il nordico jarl, l’anglosassone

ssa con diversieorl e l’antico sassone erl (derivati da un protogermanico *erlaz) con i quali si designa un

di “sussurrare”,uomo di livello sociale assai eminente.93 Inoltre essa è stata avvicinata all’etnonimo Eruli (in

iche (tra l’altro questo caso la radice sarebbe un protogermanico *erulaz),94 un popolo la cui sede originaria

une fonti che – va verosimilmente individuata – come è stato detto – nella regione danese (Selandia e isole

alla tradizionevicine) dalla quale, secondo Giordane, esso sarebbe stato espulso dai Dani.95 Se si volesse

non soltanto lacombinare la teoria di E. Elgqvist, secondo il quale gli Eruli costituivano piuttosto che un

oprie qualità dipopolo vero e proprio una classe di guerrieri aristocratici,96 con quella sostenuta in

iso riferimento particolare da K. Helm, per il quale il culto di Odino sarebbe stato da costoro introdotto in

ono certamenteScandinavia nel corso della loro ‘migrazione di ritorno’ agli inizi del VI secolo d.C.,97 si

sarebbe tentati di stabilire ulteriori collegamenti: in una simile ipotesi di lavoro ci si

nanzi tutto – neiincamminerebbe tuttavia su un campo minato, dal momento che i numerosi elementi da

ernità di taluneconsiderare – non ultimi la mancanza di una corrispondenza diretta tra i segni runici e il

91dio,98 la datazione precisa delle singole iscrizioni (in ‘troppi’ casi anteriori al VI secolo),99 la

dire in una faseloro collocazione geografica, gli elementi forniti dall’iconografia (raffigurazioni di divinità

er iscrizioni di sulle bratteate) – non hanno ancora trovato una definitiva e concorde interpretazione.

del ‘maestro di Come che sia le iscrizioni runiche ci permettono innanzi tutto (pur con le molte

umero di questelimitazioni dovute da una parte alle difficoltà di interpretazione e dall’altra al lessico
orrenze) costuifortemente circoscritto) di conoscere la lingua parlata (e, almeno in parte, anche la lingua

nazione propriapoetica)100 all’epoca della loro realizzazione nelle regioni danesi e in quelle centro-

eculazioni, dal meridionali della Svezia e della Norvegia. Esse inoltre costituiscono testimonianze dirette e

l’anglosassonenon condizionate sulla vita degli uomini nordici nell’età del ferro.

i si designa un *

(in Tavola della serie dei segni runici (fuþark) e delle loro corrispondenze nell’alfabeto

sede originarialatino (con le opportune integrazioni)101

Selandia e isole Alfabeto runico antico e corrispondenze:

Se si volesse

iuttosto che un
Alfabeto runico recente e corrispondenze:
a sostenuta in

ro introdotto in

si Il segno (che si ritrova nell’islandese moderno come þ) rappresenta una fricativa

di lavoro ci sidentale sorda (come th nell’inglese thin); rappresenta il suono a che nel fuþark recente è

osi elementi da assai spesso una a nasalizzata (e viene dunque traslitterata con ą o con A); il segno (raro)

egni runici e ilche viene traslitterato con E (o con ė o ï) rappresenta una e molto chiusa (suono intermedio

latra e e i); (più tardi ) viene traslitterato con R a indicare il valore fonetico di una antica s

ioni di divinitàsonora rotacizzata e probabilmente pronunciata in protonordico come approssimante


102
(post)alveolare; "⋄ (traslitterato con ŋ) esprime la nasale velare (come nella ng del tedesco

con le molte singen).

altra al lessico 2.6. L’età dei Merovingi


anche la lingua Come è stato detto, l’età dei Merovingi (550 d.C.-800 d.C.) è definita preferibilmente in

quelle centro-Svezia età di Vendel.103 In questo periodo sono poste le basi di quella che sarà l’evoluzione

nianze dirette epolitica, sociale e culturale dell’era vichinga. I reperti sono di straordinario interesse e assai

spesso di raffinata fattura. Armi, fibulae, lamine lavorate con diverse immagini, finimenti per

le cavalcature e altro ancora danno testimonianza di una tecnica eccellente. Del resto –

ze nell’alfabeto certamente fin dall’età del bronzo – la figura del fabbro-artigiano, capace di dominare il

fuoco per plasmare il metallo e infondervi forma per poi arricchirla con preziose decorazioni

(una competenza in un certo senso intesa come scienza magica), era oggetto di una specifica

considerazione e si vedeva dunque riconosciuta una specifica posizione all’interno della

società:104 un fatto che anche in ambiente scandinavo avrà ricadute nella letteratura

mitologica.105

Un’aristocrazia costituita da sovrani locali sostenuti da una considerevole forza militare

a una fricativaha assunto un ruolo preminente. Un credo religioso che ne legittima il potere è ora ben

recente èconsolidato nei suoi vari aspetti. D’altra parte solo da questa fase (mentre la religione pagana

(raro)va trovando nuovi equilibri)106 possiamo parlare con certezza di un’iconografia riferibile alle

ono intermediodivinità,107 le cui testimonianze sono per altro riconoscibili anche su diversi reperti (elmi,

s lamine, bratteate). Tumuli maestosi che ancora segnano il paesaggio nordico costituiscono la

approssimante sepoltura e tramandano il ricordo di questi personaggi. Tra questi monumenti i più famosi

del tedescosono certamente quelli svedesi di Gamla Uppsala (Uppland) e di Högom (Medelpad) o quelli

norvegesi di Olvishaugen (presso Alstadhaug nel fiordo di Trondheim), di Jellhaugen

(Østfold) e di Raknehaugen (Romerike), il più imponente di tutti.108 Ma il ricordo di questi


eferibilmente inuomini viene ora affidato, per la prima volta, anche a fonti di carattere letterario. Sebbene

rà l’evoluzionelontani nello spazio e nel tempo, testi come il poema anglosassone Beowulf (Bēowulf)

nteresse e assaicomposto verosimilmente verso l’inizio dell’VIII secolo e che affonda in buona parte le

ni, finimenti perproprie radici in ambito scandinavo e la Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson, redatta

te. Del resto –poco dopo il 1230 e a sua volta basata innanzi tutto sul poema Enumerazione degli Ynglingar

di dominare il(Ynglingatal, che in essa ci viene tramandato) del poeta (scaldo) norvegese Þjóðólfr di Hvinir

ose decorazioni(attuale Kvinesdal nella regione meridionale di Vest-Agder) vissuto nel IX secolo, mostrano

di una specificacoincidenze certamente non casuali nella citazione di sovrani svedesi riconducibili a questo

ll’interno dellaperiodo.109 È questo, quantomeno, il caso di Ōhthere-Óttarr e di Ēadgils-Aðils, ma studi

ella letteratura approfonditi hanno rivelato altre interessanti convergenze.110 È d’altronde ben più di una

semplice ipotesi che proprio qualcuno dei personaggi citati in queste opere abbia trovato

e forza militare sepoltura nei tumuli maestosi di cui si è detto. Risale dunque già alla prima fase dell’età dei

otere è ora benMerovingi e a dinastie capaci di affermarsi e gestire in modo coordinato le risorse di un

eligione paganadeterminato territorio, la creazione di centri di potere nei quali va individuato il nucleo dei

ia riferibile alle futuri stati nordici. In tal senso il sostegno da parte di una classe sociale di nobili guerrieri

si reperti (elmi,dovette risultare decisivo.

costituiscono la Il riflesso dell’importanza riconosciuta ai ‘guerrieri del re’ è evidente in magnifiche

nti i più famosi sepolture nelle quali il cadavere del defunto è posto in una nave funeraria accompagnato da

delpad) o quellianimali (particolare è la sepoltura di cavalli) e da un ricco corredo nel quale sono comprese

di Jellhaugenarmi di pregevolissima fattura.111 La presenza delle armi non va tuttavia sopravvalutata: altri

cordo di questioggetti non di rado di notevole valore (corni potori, calici di vetro, utensili d’uso quotidiano)
erario. Sebbeneindicano chiaramente che l’attività militare costituiva solo un aspetto di un’esistenza

) caratterizzata da diversi interessi, un contesto in cui i notabili locali potevano garantire al

buona parte le sovrano supporto economico (non si dimentichi che dall’VIII secolo assisteremo a una

urluson, redattaulteriore espansione della pratica agricola con conseguenti riflessi sul piano sociale) e

degli Ynglingarcommerciale, così come sostegno in caso di guerra. D’altronde a questo periodo

óðólfr di Hvinir appartengono anche superbe sepolture riservate a donne.112 L’intensa attività di scambi è

ecolo, mostranoevidente nella tipologia medesima dei reperti, spesso di provenienza straniera: del resto va

ucibili a questoricordato che in questa fase si colloca l’affermazione di centri commerciali di grande

, ma studiimportanza, quali Dankirke presso Ribe nello Jutland (nucleo della prima ‘città’ danese)113 e

ben più di unaHelgö sul Mälaren in Svezia.114 Ideale guerriero e interesse mercantile: due elementi

e abbia trovato caratterizzanti che segneranno in seguito il periodo vichingo.

ase dell’età dei Reperti di grande interesse, per quanto provenienti da un’area circoscritta, sono le

e risorse di un cosiddette ‘pietre di Gotland’, sulle quali ci è stata tramandata una ricca iconografia che

to il nucleo deifornisce una notevole serie d’informazioni su diversi aspetti della società nordica.115 La loro

nobili guerrieriproduzione, che si protrarrà per lungo tempo, conosce tre periodi principali (V-VII secolo,

VIII-IX secolo e X-XII secolo) l’ultimo dei quali si estende oltre la fine del periodo vichingo.

in magnifiche Sulle pietre di Gotland (la cui tecnica compiuta suggerisce, almeno inizialmente, modelli ed

compagnato da esecutori stranieri) è possibile ‘leggere’ simboli e figure nel cui dispiegarsi si intrecciano

sono compresestrutture culturali arcaiche e idee nuove (non da ultimo nella sagoma delle pietre medesime:

avvalutata: altridapprima simili a un’ascia con la ‘lama’ rivolta verso l’alto, successivamente di forma

uso quotidiano) fallica). Le più antiche tra queste pietre (originariamente posizionate nelle necropoli come
di un’esistenza ‘marcatori di sepoltura’) riprendono e trasformano, perpetuandone tuttavia il significato più

no garantire alprofondo, motivi e simboli geometrici (cerchi, spirali, ‘nodi’, dischi con disegni che

steremo a unasuggeriscono un movimento rotatorio) legati alla tradizione. Ma sulle pietre di Gotland

ano sociale) ecompariranno anche (specie nel periodo medio) figure che propongono chiari riferimenti a

questo periodo quel patrimonio mitologico delle popolazioni nordiche che impareremo a conoscere da fonti

tà di scambi èscritte ben più tarde, ma delle quali tuttavia queste pietre costituiscono in diversi casi un

ra: del resto vaimportante contraltare iconografico.116 Del resto buona parte delle leggende eroiche che

ciali di grandesaranno riversate nei preziosi manoscritti islandesi sono palesemente riconducibili al periodo

e delle migrazioni. Il più antico testo scritto che vi accenni sarà, nella prima metà del IX

due elementisecolo, la pietra runica svedese di Rök (Östergötland).117 Fin dal periodo delle migrazioni le

pietre di Gotland mostrano anche raffigurazioni di imbarcazioni a remi, un motivo che se da

scritta, sono le un lato ricorda i numerosissimi battelli cultuali presenti nelle incisioni rupestri dell’età del

conografia chebronzo, anticipa dall’altro le successive immagini di navi cariche di guerrieri vichinghi

La loro(finalmente dotate della tipica vela quadra) che affrontano un mare agitato. Anche un

(V-VII secolo,influsso dello stile decorativo dell’arte cristiana vi sarà a un certo punto riconoscibile. Col

riodo vichingo.tempo si affermerà la consuetudine di collocare queste pietre in luoghi di passaggio.

nte, modelli ed Centri di potere, dinastie e sovrani che s’impongono rivendicando una legittimazione

i si intrecciano religiosa, guerrieri, ricchi contadini, commercianti ma anche persone di condizioni sociali

etre medesime: modeste (della cui vita non ci restano tuttavia che scarse testimonianze): il quadro della

mente di formasocietà scandinava dell’epoca dei Merovingi prefigura già sotto molti aspetti le

necropoli comecaratteristiche di quella vichinga.


significato più

on disegni che

tre di Gotland

ri riferimenti a

noscere da fonti

diversi casi un

de eroiche che

cibili al periodo

ma metà del IX

e migrazioni le

otivo che se da

stri dell’età del

rrieri vichinghi

ato. Anche un

onoscibile. Col

legittimazione

ndizioni sociali

il quadro della PERIODO STORICO CRONOLOGIA CLIMA

olti aspetti le Calcolitico (età del


2300-1700 a.C. periodo sub-boreale
rame)

1700-1100 a.C. (età del bronzo antica) ultima fase del periodo sub-boreale (fino al
Età del bronzo
1100-500 a.C. (età del bronzo recente) 500 a.C.)

500 a.C.-anno zero (età del ferro celtica o

preromana)

anno zero-400 d.C. (età del ferro romana)

Età del ferro 400 d.C.-550 d.C. (età delle migrazioni) periodo sub-atlantico (dal 500 a.C. in poi)

550-800 d.C. (età dei Merovingi o età di

Vendel)

800-1066 d.C.120 (periodo vichingo)


1100-500 a.C. (età del bronzo recente) 500 a.C.)

500 a.C.-anno zero (età del ferro celtica o

preromana)

anno zero-400 d.C. (età del ferro romana)

Età del ferro 400 d.C.-550 d.C. (età delle migrazioni) periodo sub-atlantico (dal 500 a.C. in poi)

550-800 d.C. (età dei Merovingi o età di

Vendel)

800-1066 d.C.120 (periodo vichingo)


1 Per molto tempo si è ritenuto che questo evento climatico si fosse manifestato piuttosto

repentinamente e in un arco di tempo relativamente breve. Ricerche più recenti hanno invece

dimostrato che esso fu il risultato di un andamento di lungo termine (vd. in particolare AABY B.,

“Cykliske klimatvariationer de sidste 7500 år påvist ved undersøgelser af højmoser og marine

transgressionfaser”, in Danmarks Geologiske Undersøgelse / Geological Survey of Denmark, Årbog

1974, pp. 91-104).

2 In Scandinavia si venne a stabilire un clima sostanzialmente simile a quello attuale: nelle foreste

ripresero il sopravvento la betulla e le conifere. Sulla vegetazione dovette del resto incidere anche

l’attività umana, in particolare l’abbattimento di alberi per utilizzarne il legname e per la creazione di

pascoli.

3 Le caratteristiche fondamentali della cultura e dell’arte celtica vengono ricondotte ai reperti

rinvenuti nell’importantissimo sito di La Tène, sulle sponde del lago di Neuchâtel in Svizzera, luogo

sacrificale frequentato per molti secoli dalle tribù di questa etnia.

4 È noto che essi si spinsero da una parte fino alle regioni iberiche così come, dall’altra, giunsero

attraverso la penisola balcanica fino all’Asia Minore dove si stabilirono nella regione che da loro fu

detta Galazia (nome tratto dal termine Γαλάται, con il quale i Greci li designarono, corrispondente al

latino Galli, quindi “Celti”).

5 A parte una presenza sporadica (e dunque casuale) di reperti in ferro risalenti a epoche antiche

(tra il XII e il IX secolo a.C., vd. PLEINER 1980, p. 378) si può affermare che nel Nord l’età del ferro

prende l’avvio tra l’VIII secolo (Danimarca) e il VI secolo (Norvegia) a.C. (ibidem, pp. 375-415, vd.

ivi la tabella a p. 383).

6 DE VRIES 1962² (B.5), p. 287 e p. 291.

7 In particolare lo studioso Sune Lindquist (LINDQUIST 1920) ha coniato l’espressione ‘Ansa


festato piuttostoceltica’ per indicare l’espansione di un mercato continentale che avrebbe tagliato fuori le regioni del

ti hanno inveceNord, anche geograficamente sfavorite. Vd. anche BERTILSSON 1995.

B., 8 Si tratta di un bacile, conservato nel Museo Nazionale di Copenaghen (Nationalmuseet), del

moser og marine diametro di quasi 1 mt., sul quale sono istoriate scene che fanno in buona parte riferimento a figure

, Årbogdella mitologia celtica. La destinazione rituale del reperto è chiaramente testimoniata dal fatto che

esso, prima di essere depositato in una palude era stato volutamente reso inutilizzabile (vd. MÜLLER

ale: nelle foreste S., “Det store sølvkar fra Gundestrup i Jylland”, in NF I, 1890-1903, Kjøbenhavn, pp. 35-68; KLINDT-

o incidere anche JENSEN O., Gunde strup ke de len, Nationalmuseet, København 1961 e BERGQUIST A. – TAYLOR T.,

er la creazione di“The Origin of the Gundestrup Cauldron”, in Antiquity. A quarterly review of archaeology, LXI

(1987), pp. 10-24. Simile a quello di Gundestrup è il calderone di Brå (presso Horsens, Jutland

ndotte ai repertiorientale). Altri reperti danesi di chiara impronta celtica sono due carri (anch’essi resi inutilizzabili)

Svizzera, luogorinvenuti nella palude di Dejbjerg presso Ringkøbing, Jutland occidentale (vd. PETERSEN H.,

Vognfundene i Dejbjerg Præstegårdsmose ved Ringkøbing 1881 og 1883, Kjöbenhavn 1888). Oggetti

ll’altra, giunserodi origine celtica si trovano anche nella Svezia meridionale, assai pochi in Norvegia (MAGNUS –

ne che da loro fuMYHRE 1986 [B.2], pp. 220-222).

corrispondente al 9 La prima definizione viene usata soprattutto in relazione alle zone danesi. Per le altre regioni si

preferisce invece la definizione di ‘età del ferro preromana’.

a epoche antiche 10 Da taluni ulteriormente suddivisa in ‘età del ferro romana antica’ (nascita di Cristo-200 d.C.)

rd l’età del ferro ed ‘età del ferro romana recente’ (200-400 d.C.).

pp. 375-415, vd. 11 Questa definizione, che fa riferimento all’importantissimo sito di Vendel, è più opportuna a

riguardo della Svezia, dove appunto si trova (nella regione di Uppland) questa località. Taluni

studiosi preferiscono le seguenti denominazioni: ‘età del ferro germanica recente’ (per la Danimarca

pressione ‘Ansae la Scania), ‘età di Vendel’ per la Svezia ed ‘età dei Merovingi’ per la Norvegia e la Finlandia.
ori le regioni delTalora è utilizzata anche la definizione ‘età delle migrazioni recente’.

12 A rigore va considerata come appartenente all’età del ferro anche l’epoca vichinga (800

), deld.C.-1066 d.C.). Tuttavia, poiché questo periodo costituisce per la storia della cultura nordica una

rimento a figurefase di particolare rilievo e di importantissimi cambiamenti (fatta oggetto di numerosissimi studi), si

ata dal fatto che è ritenuto opportuno trattarlo qui in un capitolo a parte.

ÜLLER 13 A essa sono tuttavia riferibili alcuni recipienti di argilla contenenti offerte in cibo (in

-particolare ossa di ovini) rinvenuti in numero cospicuo soprattutto nello Jutland ma anche in

T.,Norvegia e Svezia (NISSEN FETT 1942 [B.7.1], p. 9 e note relative). Inoltre vanno ricondotti a questa

, LXIfase i ritrovamenti di Gundestrup (vd. sopra e nota 8) e della nave di Hjortspring (vd. oltre, p. 70,

Horsens, Jutlandnota 28).

esi inutilizzabili) 14 Le immagini sono ‘firmate’ da un artista per altro ignoto che vi ha inciso le scritte

H.,XEIPIΣOΦOΣ EΠOEI e CHIRISOPHOS EPOI. I reperti sarebbero da collocare nei primi decenni

n 1888). Oggettidell’Impero, tuttavia il nome SILIUS inciso sul fondo di questi oggetti rimanderebbe ai primi decenni

– d.C. (inizio dell’età del ferro romana), quando un comandante con questo nome era a capo

dell’esercito romano nella provincia della Germania superiore (14-21 d.C.). Vd. FRIIS JOHANSEN K.,

e altre regioni si“Hoby-Fundet”, in NF II, 1911-1935, Kjøbenhavn, pp. 119-164.

15 In Svezia sono assai interessanti i siti di Gödåker (Uppland), di Öremölla (Scania, cfr. nota 23)

Cristo-200 d.C.)e di Östra Varv (Östergötland). Il primo (il cui nome significa “Campo della dèa”) risulta essere un

luogo di carattere religioso frequentato per lungo tempo: ivi si trova una fonte sacrificale nella quale

più opportuna a sono stati rinvenuti resti di uomini e di animali; nelle vicinanze è situato un cimitero con bautasteinar

località. Taluni(vd. oltre, p. 68); vd. EKHOLM G., “Gödåker. De senaste bidragen till Upplands fornhistoria”, in UFT

per la DanimarcaXLI (1927), 10: 2, pp. 120-130. Anche nell’isola di Gotland (Havor) sono stati rinvenuti oggetti di

a e la Finlandia. importazione di ottima fattura; vd. NYLÉN E. – LUND HANSEN U. ET AL., The Havor hoard. The Gold –
The bronzes – The fort, Stockholm 2005. In Norvegia vanno segnalati il sito di Tu (Jæren) dove è

a vichinga (800stato trovato un calice con una scritta augurale in caratteri greci (ΠIE ZHΣAIΣ KAΛOΣ: “bevi e vivi

tura nordica unabene”) e quello di Solberg (Buskerud) da cui provengono parti di un vaso di vetro di finissima fattura

sissimi studi), sie decorato in oro prodotto ad Alessandria d’Egitto; assai interessanti sono anche i diversi oggetti

rinvenuti nella tomba di Store-Dal in Østfold (cfr. nota 20 e nota 27). In Danimarca conosciamo

erte in cibo (inreperti di questo tipo già nell’età del bronzo. Si veda a esempio il sito di Rosbjerggård (Rørbæk,

nd ma anche inHimmerland) dove da una palude è stato riportato alla luce un recipiente in bronzo di probabile

condotti a questaorigine etrusca (o comunque di imitazione di oggetti simili prodotti in tale area; JENSEN 2001-2004

(vd. oltre, p. 70, [B.2], II, p. 418).

16 Vd. MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2), pp. 326-330 e pp. 333-338.

inciso le scritte 17 In talune zone sono tuttavia stati rinvenuti i resti di fattorie isolate, specialmente in Norvegia

ei primi decenni dove si trovano anche tracce di abitazioni all’interno di grotte (in particolare nelle zone montuose ma

ai primi decennianche sulla costa) utilizzate per lo più nell’età del ferro romana e nel periodo delle migrazioni

ome era a caposoprattutto da cacciatori. In questo Paese si ritrovano insediamenti agricoli stabili a partire dalla metà

K., dell’età del ferro preromana (MAGNUS – MYHRE 1986 [B.2], p. 230, p. 266 e p. 272).

18 Una particolare tecnica di costruzione caratterizza a esempio l’isola svedese di Gotland, dove si

nia, cfr. nota 23)trovano fattorie costituite da un numero limitato di abitazioni con basamenti in pietra (tra l’età del

risulta essere unferro romana e l’età delle migrazioni), il miglior esempio nella località di Vallhagar (vd. STENBERGER

icale nella quale M. – KLINDT-JENSEN O. [eds.], Vallhagar. A migration period settlement on Gotland, Sweden, I-II,

bautasteinarCopenhagen 1955). Per avere una idea delle tipologie di insediamento abitativo nell’età del ferro si

UFTvedano i villaggi danesi di Grøntoft, Hodde e Vorbasse (tutti nello Jutland sud-occidentale); si tenga

venuti oggetti di presente che le ricerche archeologiche in questo campo sono state portate avanti soprattutto in questo

oard. The Gold –Paese (vd. BECKER C.J., “Ein früheisenzeitliches Dorf bei Grøntoft, Westjütland”, in AA XXXVI
u (Jæren) dove è[1965], pp. 209-222; BECKER C.J., “Das zweite früheisenzeitliches Dorf bei Grøntoft, Westsjütland”,

: “bevi e viviin AA XXXIX [1968], pp. 235-255; BECKER 1987; HVASS S., “Das eisenzeitliche Dorf bei Hodde,

finissima fatturaWestjütland”, in AA XLVI [1975], pp. 142-158; HVASS S., “Die völkerwanderungszeitliche Siedlung

i diversi oggetti Vorbasse, Mitteljütland”, in AA XLIX [1978], pp. 61-111 e HVASS 1979). In Svezia si vedano tra gli

arca conosciamoaltri i siti di Fosie e Uppåkra (Scania) e Nibble (Uppland). In Norvegia il sito di Ullandhaug presso

rggård (Rørbæk,Stavanger (V-VI secolo d.C.), che è stato ricostruito, e quello di Klauhaugane (presso Nærbø, Jæren)

nzo di probabile con le abitazioni poste secondo un ovale attorno a un’area al centro della quale si trova quello che

2001-2004 doveva essere lo spazio sacro della comunità. Questo villaggio, che risulta abitato tra il 200 a.C. e il

200 d.C. mostra chiara affinità con nuclei di case presenti sull’isola svedese di Öland. Simili

insediamenti norvegesi sono, innanzi tutto, quello di Dysjane (anch’esso in Jæren), pressoché

ente in Norvegiaidentico a Klauhaugane e altri anche nelle regioni più settentrionali (vedi, in particolare quelli di Bø e

ne montuose maSteigen sull’isola di Engeløya; MAGNUS – MYHRE 1986 [B.2], pp. 312-316).

delle migrazioni 19 Tra i siti più significativi fino a ora investigati dagli archeologi quelli di Eketorp (sull’isola

partire dalla metàsvedese di Öland; vd. BORG K. – NÄSMAN U. ET AL. (eds.), Eketorp. Fortification and settlement on

Öland/Sweden. I. The Monument, II: The Setting, Stockholm 1976-1979), di Torsburgen (in

Gotland, dove siGotland), assai imponente, di Havor (anch’esso in Gotland; cfr. nota 15), di Gamleborg sull’isola

etra (tra l’età del danese di Bornholm, di Vanhalinna (presso Turku in Finlandia); vd. ENGSTRÖM 1991.

TENBERGER 20 Una concentrazione di questi cimiteri si ha nelle regioni svedesi di Västergötland, Östergötland

, I-II,e nell’isola di Gotland. In taluni casi le pietre che segnalano le tombe sono disposte in cerchio (si

l’età del ferro sivedano come esempi Dragby in Uppland e Vallhagar in Gotland). In Norvegia sono noti, in

dentale); si tengaparticolare, il ‘cimitero’ di Gunnarstorp (Østfold), la necropoli di Hunn (anch’essa in Østfold) che

rattutto in questoconserva tra l’altro la ricca tomba di un guerriero risalente alla fase più recente dell’età del ferro

XXXVI romana (vd. RESI H.G., Gravplassen Hunn i Østfold, Oslo 1986) e quella di Store-Dal (Østfold; cfr.
t, Westsjütland”, nota 15 e nota 27): esse consentono di osservare diversi tipi di sepoltura che testimoniano dei

Dorf bei Hodde,mutamenti negli usi funerari tra la prima età del ferro e quella ‘romana’ (LILLEHAMMER 1994, p. 142;

eitliche Siedlung MAGNUS – MYHRE 1986, pp. 225-226, entrambi in B.2).

si vedano tra gli 21 Vd. SAHLSTRÖM 1942.

llandhaug presso 22 Vd. BURENHULT 1999-2000, II, pp. 250-257, MAGNUS – MYHRE 1986, pp. 217-220; JENSEN

o Nærbø, Jæren)2001-2004, III, p. 62 (tutti in B.2).

trova quello che 23 In questo senso testimonia anche la presenza all’interno delle sepolture di oggetti di notevole

a il 200 a.C. e il valore importati dai territori dell’Impero. Si vedano a esempio le tombe danesi di Varpelev e Valløby

di Öland. Simili(entrambe nella Selandia orientale) e quella di Öremölla in Svezia (cfr. nota 15). Da questo punto di

æren), pressoché vista è anche interessante notare come nella tomba svedese di Lagerlunda (Östergötland) siano stati

are quelli di Bø eritrovati, fra l’altro, due calderoni di ferro prodotti a imitazione di analoghi oggetti di area

mediterranea.

ketorp (sull’isola 24 Del resto siti come quello danese di Gudme con il vicino porto di Lundeborg (Fionia), dove

nd settlement on sono stati ritrovati i resti di quello che, affermatosi a partire dal III secolo, dovette divenire uno dei

Torsburgen (in centri più importanti del periodo delle migrazioni (vi si ritrova anche la dimora di un capo),

leborg sull’isolaconfermano pienamente questa ipotesi. Il fatto che il nome Gudme possa derivare da *Gudhem (cioè

*Guðheimr) “Dimora della divinità” confermerebbe l’interrelazione tra il potere politico e quello

nd, Östergötland religioso; vd. KROMANN A. – NIELSEN P.O. ET AL., “Gudme og Lundeborg. Et fynsk rigdomscenter i

ste in cerchio (sijernalderen”, in NMA 1991, pp. 144-161; THRANE H., “Das Reichtumszentrum Gudme in der

ia sono noti, inVölkerwanderungszeit Fünens”, in HOGA, pp. 299-380 e JØRGENSEN L., “The warrior aristocracy of

in Østfold) cheGudme. The emergence of landed aristocracy in Late Iron Age Denmark?”, in PSESBN, pp. 205-220.

dell’età del ferro 25 Anche in sepolture che contengono i resti cremati del defunto si possono trovare ricchi doni

Dal (Østfold; cfr.funebri (vd. come esempio eccellente le tombe norvegesi sulle isole di Godøy/Godøya e di
estimoniano deiHaramsøya al largo di Sunmøre).

1994, p. 142; 26 Vd. in particolare la tomba di Lilla Jored nel Bohuslän, le tombe danesi di Hoby (cfr. p. 65 e

nota 14) e Juellinge sull’isola di Lolland (vd. MÜLLER S., “Juellinge-Fundet og den romerske Periode.

Med mikroskopiske Undersøgelser af B. GRAM”, in NF II, Kjøbenhavn 1911-1935, pp. 1-54).

ENSEN 27 Vd. la tomba danese di Himlingøje (certamente un centro del potere aristocratico nella

Selandia orientale) nella quale, tra l’altro, è stato rinvenuto sotto la lingua della defunta un pezzetto

getti di notevoled’oro, particolare constatato anche in altri casi, che ricorda senza dubbio l’uso greco della cosiddetta

rpelev e Valløby‘moneta di Caronte’ con la quale il morto doveva pagarsi il passaggio nell’aldilà (su questo

questo punto di importantissimo sito vd. LUND HANSEN U., Himlingøje – Seeland – Europa. Ein Gräberfeld der

tland) siano statijüngeren römischen Kaiserzeit auf Seeland, seine Bedeutung und internationalen Beziehungen,

oggetti di areaKøbenhavn 1995; cfr. nota 84). In Norvegia è interessante la tomba di Nordre Rør (Østfold), ma

soprattutto, nella necropoli di Store-Dal (cfr. nota 15 e nota 20), la splendida sepoltura di una donna

g (Fionia), dovevestita in abiti eleganti e ornata di preziosi oggetti d’oro. Tra i manufatti deposti accanto al cadavere

divenire uno dei alcuni sono di provenienza romana (vd. PETERSEN J., Gravplassen fra Store-Dal i Skjeberg, Kristiania

ra di un capo), 1916). Altre tombe norvegesi particolarmente interessanti (risalenti al IV secolo d.C.) sono quelle di

(cioèSætrang (Buskerud) dove sono sepolti insieme un uomo e una donna i cui cadaveri sono riccamente

politico e quelloornati di gioielli preziosi e provvisti di oggetti personali (armi per l’uomo e fusi per la donna, oltre a

rigdomscenter idoni funebri destinati a entrambi) e Kjorstad (in Gudbrandsdalen, dove è sepolta una donna). In

Gudme in derSvezia risulta di notevole interesse la tomba nr. X di Tuna (Västmanland), contenente magnifici

or aristocracy of gioielli d’oro (vd. NYLÉN E. – SCHÖNBÄCK B., Tuna i Badelunda. Guld, kvinnor, båtar, I-II, Västerås

, pp. 205-220. 1994).

ovare ricchi doni 28 Si vedano, in particolare, i siti di Thorsberg/Torsbjerg (nell’attuale regione tedesca dello

øy/Godøya e diSchleswig-Holstein), Ejsbøl (Jutland sud-orientale) e Illerup Ådal (Jutland orientale), Vimose e
Kragehul (Fionia) e Hjortspring (sull’isola di Als dove nella palude è conservata anche una nave, la

oby (cfr. p. 65 e più antica che sia stata ritrovata nel Nord, risalente al V-IV secolo a.C.). Anche nel sito di Nydam

omerske Periode.(Jutland sud-orientale) sono state scoperte due navi e i resti di una terza, un tipo di ritrovamento che

conosce paralleli soprattutto in Norvegia. Questo tipo di offerte sacrificali si protrae fino all’ultima

istocratico nellafase dell’età del ferro (vd. BURENHULT 1999-2000 [B.2], II, p. 447 e inoltre: FABECH 1991;

unta un pezzettoENGELHARDT C., Thorsbjerg mosefund. Beskrivelse af de Oldsager som i aarene 1858-1861 ere

della cosiddetta udgravede af Thorsbjerg mose ved Sønder-Brarup i Angel, København 1863; ILLKJÆR J., Illerup

ldilà (su questoÅdal. Et arkæologisk tryllespejl, med bidrag af maleren og grafikeren R. FRIBERG, Moesgård 2000;

Gräberfeld derENGELHARDT C., Vimose Fundet. Fynske Mosefund II, København 1869 (nuova ed. 1970);

en Beziehungen, ENGELHARDT C., Kragehul mosefund. 1751-1865. Et Overgangsfund mellem den ældre Jernalder og

ør (Østfold), maMellem-jernalderen, København 1867 (nuova ed. 1970); ROSENBERG G., Hjortspringfundet, med

ura di una donnabidrag af K. JESSEN og FR. JOHANNESSEN, København 1937; KAUL F., Da våbnene tav.

anto al cadavere Hjortspringfundet og dets baggrund, Nationalmuseet, København 1988; ENGELHARDT C., Nydam

, Kristianiamosefund 1859-1863, København 1865 (nuova ed. 1970); BEMMANN G. – BEMMANN J., Der

.) sono quelle diOpferplatz von Nydam. Die Funde aus dem älteren Grabungen: Nydam I und Nydam II, I-II,

sono riccamenteNeumünster 1998). Vd. anche ILLKJÆR J. – LØNSTRUP J., “Interpretation of the great Votive Deposits

la donna, oltre a of Iron Age Weapons”, in Journal of Danish Archaeology, I, pp. 95-103.

una donna). In 29 Cesare riferisce (Commentariorum belli gallici, VI, 17) che i Galli avevano l’abitudine di

enente magnificioffrire il bottino conquistato al dio della guerra; Paolo Orosio (V secolo) informa che dopo la

, I-II, Västeråsdevastante sconfitta (105 a.C.) inflitta alle truppe romane ad Arausio sul Rodano (odierna Orange,

regione francese della Provenza) i Cimbri “[…] gettarono nel fiume l’oro e l’argento, le corazze degli

ne tedesca dello uomini furono fatte a pezzi, i finimenti dei cavalli furono distrutti, i cavalli medesimi furono annegati

tale), Vimose e tra le onde e gli uomini furono impiccati agli alberi con una corda al collo […]” (Historiarum
che una nave, laadversum paganos libri VII, V, 16; DLO nr. 4).

el sito di Nydam 30 In effetti la definizione precisa della realtà etnica dei Cimbri (e dei Teutoni che comunemente

ritrovamento che sono loro associati) appare assai difficile. Dal punto di vista archeologico non ci sono nella zona di

e fino all’ultimariferimento evidenze di una sostanziale differenza tra le tribù germaniche e quelle celtiche; inoltre è

1991;noto che Cesare non doveva avere le idee molto chiare in proposito. Un aiuto potrebbe venire in

e 1858-1861 erequesto contesto da elementi linguistici, ma le testimonianze che possediamo sulla lingua di queste

Illeruppopolazioni restano poca cosa, anche se farebbero propendere per il carattere ‘celtico’ delle

Moesgård 2000; medesime. In proposito si veda MARKALE J., I Celti, Milano 1982, pp. 51-53.

ova ed. 1970); 31 Vd. p. 77.

dre Jernalder og 32 Tra i cadaveri più ben conservati quelli dell’uomo di Tollund (Jutland centrale) che era stato

, med impiccato; dell’uomo di Grauballe (Jutland centrale) cui era stata tagliata la gola e della donna

a våbnene tav. ritrovata nella palude di Borre (Himmerland, una regione nella quale sono stati rinvenuti i cadaveri di

Nydam due donne e di un uomo) che era stata immersa nelle acque dopo aver subito pesanti maltrattamenti

Der(tra cui l’asportazione dello scalpo); vd. GLOB 1973, pp. 21-32, pp. 33-48 e pp. 71-72,

, I-II,rispettivamente. Vd. tuttavia anche JENSEN 2001-2004 (B.2), II, pp. 389-390 e pp. 397-398.

Votive Deposits 33 Come pare tra l’altro suggerire in particolare Tacito, il quale (Germania, cap. 12) riferisce che

ladri, omosessuali e traditori venivano uccisi e gettati in acque paludose; cfr. sopra, p. 31 con nota 66.

no l’abitudine diSulla condanna a morte come ‘atto sacrale’ vd. STRÖM F., On the Sacral origin of the Germanic

ma che dopo laDeath Penalties, Uppsala 1942.

odierna Orange, 34 GLOB 1973, p. 75.

, le corazze degli 35 Vd. a esempio in Danimarca il sito di Ginderup (Jutland nord-occidentale) dove sotto un

furono annegatipavimento sono state rinvenute delle monete romane, quello di Brangstrup (Fionia) dove si contano

Historiarumquarantotto monete d’oro, quello di Dalshøj (Bornholm, risalente all’età dei Merovingi) con monete
d’oro e gioielli; in Norvegia il sito di Store Oma (Jæren) dove sotto un muro in pietra sono stati

he comunemente ritrovati spranghe e anelli d’oro a forma di spirale per un peso totale di 637 gr. In Svezia cospicui

no nella zona diritrovamenti sono stati fatti nella palude detta Skedemosse (sull’isola di Öland, uno dei territori più

eltiche; inoltre èricchi di oro da questo punto di vista) e a Vittene (Västergötland). Nel primo caso (il sito è l’unico in

otrebbe venire interritorio svedese che corrisponda ai grandi depositi di armi che si trovano in Danimarca) sono stati

lingua di questerinvenuti, insieme a molte armi, sette bracciali e due anelli d’oro di pregevolissima fattura per un

e ‘celtico’ dellepeso totale di 1.3 kg.; inoltre sono stati ritrovati resti di uomini e di cavalli, verosimilmente

sacrificati; su Skedemosse vd. l’esaustivo studio di U.E. Hagberg (The Archaeology of Skedemosse

I-IV, Stockholm 1967-1977). Nel secondo caso (un sito che comprende un insediamento databile tra

le) che era statol’età del ferro preromana e la prima fase dell’età del ferro romana) sono stati rinvenuti (tuttavia

a e della donnasparsi) oggetti d’oro per un peso totale di 1.9 kg. (vd. LUNDKVIST L., “Vittene och guldets folk”, in

nuti i cadaveri di PA XVI: 1 (1998), pp. 3-8). Molti degli oggetti compresi in questi ‘tesori’ risultano di provenienza

ti maltrattamentistraniera, anche da zone assai lontane come le regioni del Mar Nero (JENSEN 2001-2004 [B.2], III, p.

8 e pp. 71-72,492).

36 Le bratteate sono imitazioni di medaglioni romani impressi su un solo lato (ma lo stile è

12) riferisce checaratteristicamente germanico), usate soprattutto come amuleti, come dimostra anche il fatto che in

. 31 con nota 66.diversi casi recano incise iscrizioni runiche (vd. 2.5) di carattere magico, come a esempio i termini

of the Germaniclaukr “aglio” (con evidenti collegamenti alle proprietà di questa pianta) o alu una parola che dal

punto di vista linguistico corrisponde al più tardo ǫl “birra”, ma il cui significato nelle iscrizioni

runiche non è del tutto chiaro, fermo restando un collegamento con la sfera magica (vd. KRAUSE

) dove sotto un 1971 [B.5], p. 145 e p. 175 in particolare e KRAUSE 1966 [C.2.5], pp. 239-260, passim). Su una

dove si contanobratteata danese rinvenuta a Skrydstrup sono riportate entrambe queste parole (ibidem, p. 163). In

ngi) con monete generale sulle bratteate vd. MACKEPRANG 1952, DÜWEL 1988 e DÜWEL 1992 (entrambi in C.2.5),
pietra sono stati AXBOE 2004.

Svezia cospicui 37 Si vedano ‘tesori’ risalenti a questo periodo quale, in particolare, quello di Timboholm in

o dei territori piùSvezia, dove è stato ritrovato oro per 7 kg. Importanti ritrovamenti sono noti anche in epoca

sito è l’unico invichinga; vd. oltre, pp. 216-217 con nota 453.

marca) sono stati 38 Ynglinga saga, cap. 8. DLO nr. 5.

ma fattura per un 39 Che in Svezia è ben testimoniata a esempio nel sito di Gene nella regione di Ångermanland

verosimilmente(vd. RAMQVIST P.H., Gene. On the origin, function and development of sedentary Iron Age settlement

y of Skedemosse,in Northern Sweden, Umeå 1983).

mento databile tra 40 La sua opera De origine actibusque Getarum (Getica), composta nel 551 è basata – secondo

nvenuti (tuttaviaquanto afferma l’autore medesimo (vd. il “Prologo”, p. 52) – su uno scritto di Cassiodoro, redatto

guldets folk”, incirca trent’anni prima ma che purtroppo è andato perduto. È stato sostenuto, ma pare poco plausibile,

o di provenienzache Cassiodoro avesse avuto notizia delle tribù che abitavano la penisola scandinava dal sovrano

004 [B.2], III, p. nordico Rodvulf, il quale – secondo quanto riferisce Giordane stesso (Getica, III, 24) – si era

rifugiato presso Teodorico il Grande insieme a uomini del suo seguito (vd. SVENNUNG 1967, p. 182).

o (ma lo stile è 41 Getica, III, 16-19. Sull’etimologia di Scandinavia, che resta dibattuta, vd. SVENNUNG 1963 e DE

he il fatto che inVRIES 19622 (B.5), pp. 482-483 (voce Skáney).

sempio i termini 42 Getica, IV, 25.

a parola che dal 43 In epoca storica, quando compaiono informazioni certe a loro riguardo in autori come Plinio,

o nelle iscrizioni Tacito e Tolomeo (vedi rispettivamente: Naturalis Historia, IV, 14; Germania, cap. 44 e Γεωγραφικὴ

a (vd. KRAUSE Ὑφήγησις, III, v, 8; cfr. II, XI, 16), i Goti risultano stanziati lungo il basso corso della Vistola. Essi

). Su unaformano il gruppo dei Germani orientali. La loro lingua (che conosciamo soprattutto grazie alla

, p. 163). Intraduzione della Bibbia eseguita dal vescovo Wulfila nel IV secolo) costituisce dunque il ramo

rambi in C.2.5),orientale delle lingue germaniche, ormai estinto.


44 In particolare il riferimento è ai seguenti fenomeni linguistici comuni: 1) rafforzamento

i Timboholm in consonantico di */-jj-/ in occlusiva (rappresentata in gotico da ddj e in antico nordico da ggj):

anche in epocaesempio got. twaddjē e ant. nord. tveggja “di due”; 2) rafforzamento consonantico di */-ww-/ in

occlusiva velare labializzata (rappresentata sia in gotico sia in antico nordico da ggw): esempio got.

triggws e ant. nord. tryggr, da un più antico triggwaR, “fedele”; 3) sviluppo di un suffisso -īn- tanto

i Ångermanlandin gotico quanto in nordico nel participio presente femminile: esempio: got. gibandei(n), ant. nord.

n Age settlementgefandi, cfr. ant. alto ted. gebantiu, ant. ingl. giefendu/giefende “che dà”; 4) presenza della categoria

dei verbi deboli incoativi (quarta classe) formati col suffisso got. -nan, ant. nord. -na: esempio got.

basata – secondo waknan e ant. nord. vakna “destarsi”; 5) seconda persona singolare del preterito indicativo dei verbi

ssiodoro, redattoforti con desinenza -t: esempio: got. graipt, ant. nord. greipt, cfr. ant. alto ted. grifi, ant. ingl. gripi

poco plausibile,“afferrasti”; 6) /i/ > /e/, /u/ > /o/ davanti a /h/; 7) presenza in gotico e in ant. nord. di pronomi

ava dal sovrano interrogativi quali, rispettivamente hvarjis e hverr (<*ga-hvarjiz) “quale?”, derivazioni in -j- dal

II, 24) – si era germanico comune *xwa-/xwe-. Vd. SCOVAZZI 19946 (B.5), pp. 9-10 (dove tuttavia questi fenomeni

linguistici comuni vengono ritenuti insufficienti per rendere verosimile l’esistenza di un gruppo

DElinguistico gotico-scandinavo); vd. KUHN H., Kleine Schriften. Aufsätze und Rezensionen aus den

Gebieten der germanischen und nordischen Sprach-, Literatur- und Kulturgeschichte, Berlin 1969-

1972, I, pp. 169-204 e pp. 246-290 e, soprattutto, SCARDIGLI 2002 con i riferimenti bibliografici e la

ori come Plinio,discussione relativa.

Γεωγραφικὴ 45 Getica, III, 19-24.

ella Vistola. Essi 46 SVENNUNG 1967, p. 106.

tutto grazie alla 47 Sulle tribù nordiche elencate in Giordane vd. in particolare SVENNUNG 1967, pp. 32-110, su cui

dunque il ramo qui ci si basa e anche WEIBULL 1948, pp. 54-69 con i riferimenti citati. In questo contesto va ricordata

anche la tribù dei Khaideinoi (Χαιδεινοί) menzionata da Tolomeo (Γεωγραφικὴ Ὑφήγησις, II, 16)
1) rafforzamento nella quale potrebbero essere riconosciuti i Heiðnir, il cui nome si ricollega, per la prima parte, a

):quello della regione norvegese di Hedmark (vd. NIELSEN 2000 [B.5], p. 339 e note relative). Vd.

-/ in SVEINSSON 1917, OXENSTIERNA 1948, WAGNER 1967, WESSÉN 1969, HACHMANN 1970 e SØBY

): esempio got.CHRISTENSEN 2002.

tanto 48 Γεωγραφικὴ Ὑφήγησις, II, XI, 10.

, ant. nord. 49 Ben riassunte e discusse in NERMAN 1924, pp. 22-26.

a della categoria 50 La principale è certamente l’opera di Paolo Diacono, Storia dei Longobardi (Historia

: esempio got.Langobardorum, I, 2, 7), redatta nell’VIII secolo. D’altra parte questa fonte, così come la Storia dei

icativo dei verbiDanesi (Gesta Danorum) di Saxo grammaticus (vd. pp. 322-323) che si rifà a Paolo Diacono

gripicitandolo esplicitamente (VIII, XIII, 2) risale a una tradizione più antica, rappresentata soprattutto

ord. di pronomi dalla cosiddetta Origine del popolo dei Longobardi (Origo gentis Langobardorum, p. 2), un testo

- dalredatto in aggiunta all’Editto di Rotari e databile nella seconda metà del VII secolo.

questi fenomeni 51 Successivamente tuttavia questo testo aggiunge (p. 8) che i Longobardi (il cui nome viene

za di un gruppoanche qui attribuito, secondo l’etimologia tradizionale, alle “lunghe barbe”, cfr. PAOLO DIACONO,

nsionen aus den Historia Langobardorum, I, 8; vd. nota successiva) si trasferirono a Scatenauge sul fiume Elba.

, Berlin 1969- Questo toponimo può con una certa facilità essere paragonato con quelli che designano nelle altre

bibliografici e la fonti la Scandinavia (Scathanavia, Scadanam, Scadinavia, Scatinavia), il che lascerebbe supporre

una errata interpretazione della tradizione leggendaria relativa a questo popolo da parte dell’estensore

dell’opera.

52 La corretta etimologia del nome Longobardi (cfr. nota precedente) parrebbe quella tradizionale

p. 32-110, su cuiche lo interpreta come “[coloro che hanno una] lunga barba”; in ogni caso anche se si volesse fare

esto va ricordata riferimento a un’altra ipotesi che li intende come “[coloro che sono armati di una] lunga alabarda”

, II, 16)resterebbe escluso qualsiasi collegamento con nomi di luogo. Sull’etimologia del nome dei
a prima parte, a Longobardi vd. BRUCKNER W., Die Sprache der Langobarden, Strassburg 1895, pp. 33-34 e DE VRIES

te relative). Vd.1962² (B.5), p. 345. Anche il termine Vinnili (forse “guerrieri”), che secondo le fonti citate era quello

ØBY originario di questo popolo, non trova alcun riscontro in nomi geografici scandinavi.

53 Queste teorie sono piuttosto antiche: vd. NERMAN 1924, p. 33. Una conferma dell’origine

scandinava di questa popolazione verrebbe, secondo J. Ficker dallo studio del diritto longobardo

(“Das langobardische Recht und die skandinavischen Rechte”, in Mitteilungen des Instituts für

Historia österreichische Geschichtsforschung, XXII [1901], pp. 1-50). Per una storia dei Longobardi si

Storia deirimanda a PRIESTER 2004.

Paolo Diacono 54 Si ricordi tuttavia quanto è stato detto sopra (nota 30) sulla difficoltà di una definizione certa

ntata soprattutto dei Cimbri e dei Teutoni dal punto di vista etnico. Sui Cimbri vd., tra l’altro, BRÅTEN 1988.

, p. 2), un testo 55 È altresì possibile che ai Harudi sia collegato il nome della regione norvegese di Hordaland,

nella quale – seguendo una via marittima che i dati archeologici indicano come molto frequentata –

cui nome viene essi sarebbero migrati (LILLEHAMMER 1994 [B.2], p. 163).

IACONO, 56 Vd. NERMAN 1924, p. 42.

sul fiume Elba. 57 Getica, III, 23. Ciò sarebbe avvenuto all’incirca attorno al 200 d.C. (cfr. NIELSEN 2000 [B.5],

gnano nelle altrepp. 357-358). A riguardo delle popolazioni presenti sul territorio danese vd. SEEBOLD 1995.

erebbe supporre 58 Vd. PROCOPIO 1961, VI, XIV, 37-42; VI, xv, 1 e VI, xv, 27-36. Qui si riferisce tra l’altro che gli

rte dell’estensoreEruli che si trovavano nei territori del Danubio, dopo aver sacrificato il loro ultimo re di nome

Ochus, si rivolsero a quelli fra di loro che erano rimasti nella madrepatria per poter avere un nuovo

uella tradizionalesovrano che discendesse dalla medesima dinastia. In quanto segretario privato del generale bizantino

e si volesse fareBelisario, Procopio è generalmente considerato uno degli storici più informati della sua epoca.

lunga alabarda” 59 Vd. HOFFMANN 1995, p. 82.

del nome dei 60 Germania, cap. 44.


RIES 61 Data la presenza certa dei Rugi sulle coste della Pomerania, è forse possibile porre in relazione

citate era quello con loro il nome dell’isola di Rügen, di mediazione slava: derivazione discussa, ma verosimile (cfr.

Bornholm < Borgundarhólmr). L’etnonimo Rugi a sua volta è connesso da A. Bach (Deutsche

rma dell’origine Namenkunde, Heidelberg 1952-1954, I [Die deutschen Personennamen], 1, p. 310) col sostantivo

ritto longobardo *rugi, m. “segala”: essi sarebbero dunque i “coltivatori di segala” o “coloro che si nutrono di segala”.

des Instituts fürVd. anche Geographische Namen in Deutschland. Herkunft und Bedeutung der Namen von Ländern,

i Longobardi siStädten, Bergen und Gewässern, 2. überarbeitete Auflage von D. BERGER, München-Leipzig-Wien-

Zürich 1999, p. 245 e STEINHAUSER W., “Rügen und die Rugier”, in Zeitschrift für slavische

definizione certaPhilologie, XVI (1939), pp. 1-16.

62 Vd. p. 75.

se di Hordaland, 63 Vissuto tra il 672 (o 673) e il 735 scrisse tra l’altro la Storia ecclesiastica del popolo inglese

lto frequentata –(Historia ecclesiastica gentis Anglorum, vd. I, 15; cfr. V, 9). Sul territorio inglese Procopio colloca

tre tribù: i Britannici, gli Angli e i Frisoni (PROCOPIO 1962, VIII, XX, 6-7).

64 Egli ci fa sapere tra l’altro che presso i Gautoi (Γαυτοί), tribù scandinava, avevano trovato

2000 [B.5],rifugio gli Eruli al loro ritorno in quelle regioni (PROCOPIO 1961, VI, XV, 26). Questo autore dà anche

notizie su Thule (Θούλη) i cui abitanti definisce Thuliti (Θουλῖται; PROCOPIO 1961, VI, XV, 4-26) e

tra l’altro che glicita i “Finni sciatori” (Σκριθίφινοι, cfr. in Giordane gli Screrefennae; vd. p. 75). Su Thule vedi poco

imo re di nome avanti.

avere un nuovo 65 Le notizie di carattere geografico che troviamo in Giordane si rifanno innanzi tutto ad autori

enerale bizantino come Tolomeo e Pomponio Mela (I sec. d.C.) il quale nella sua opera De chorographia fa

riferimento alle terre del Nord citando (III, 31) un ampio golfo definito Codanus e (III, 54) l’isola di

Codannovia (secondo la lezione del manoscritto principale, il Vat. Lat. 4929 della seconda metà del

IX secolo). Il primo costituisce la parte occidentale del Mar Baltico: le isole in esso comprese alle
orre in relazionequali Pomponio Mela allude sono quelle che si trovano fra lo Jutland e la penisola scandinava. Il

verosimile (cfr.nome dell’isola Codannovia è invece da intendere con ogni probabilità (come ben spiegato in

DeutscheSVENNUNG 1963 [C.2.3.], pp. 11-13) come una forma corrotta di Scadinavia. In proposito Pomponio

0) col sostantivoMela afferma: “[...] in quel golfo, che abbiamo chiamato Codanus, l’eccellente Scandinavia che

trono di segala”.tuttora appartiene ai Teutoni e che sopravvanza le altre [isole] sia per la fertilità sia per la

en von Ländern, dimensione” (DLO nr. 6; cfr. PLINIO, Naturalis Historia, IV, 13 [96] e Tacito, Germania, cap. 1, dove

n-Leipzig-Wien-si fa riferimento al Mare del Nord che circonda ampie penisole sinuose e gli immensi spazi della

ift für slavischeScandinavia). Giordane si richiama anche alla rappresentazione del mondo secondo il modello

proposto dallo scienziato greco Eratostene nel III secolo a.C. (cfr. nota successiva). A Tolomeo

Giordane (che lo cita espressamente insieme a Pomponio Mela in Getica III, 16) si rifà anche dal

el popolo inglesepunto di vista etnografico (vd. WEIBULL 1948 [C.2.3], pp. 44-52). Del resto possiamo in parte

Procopio collocaestendere alle tribù settentrionali le notizie sui Germani continentali, citati per la prima volta da

Cesare (Commentariorum belli gallici, passim), e quelle fornite da Tacito, il quale fa comunque

avevano trovatopreciso riferimento ai popoli nordici in diverse occasioni (Germania, capp. 37, 40 e 44, in

autore dà anche particolare).

, 4-26) e 66 Vd. PYTHEAS 1959, dove sono raccolti tutti i dati relativi. Alle notizie fornite da Pitea in

Thule vedi pocorelazione alle terre settentrionali fanno riferimento in particolare Strabone (che, come d’altronde

Polibio, si dimostra molto critico nei suoi confronti) e Plinio il Vecchio. L’opera di Pitea era ben nota

zi tutto ad autorinell’antichità: tra l’altro Eratostene per disegnare la sua mappa e per il calcolo della circonferenza

fadella terra aveva utilizzato le misurazioni e le osservazioni di Pitea riguardo al Nord (vd. ibidem, p.

III, 54) l’isola di 18 e anche Die geographischen Fragmente des Eratosthenes, neu gesammelt, geordnet und

econda metà delbesprochen von H. BERGER, Lipsia 1880, pp. 73-74, pp. 143-155, pp. 207-208 e pp. 213-221). Per la

so comprese alle collocazione di Thule vd. PYTHEAS 1959, pp. 29-32, pp. 73-74 e la cartina che si trova in fondo al
la scandinava. Ilvolume. Per la relazione tra Thule e la Scandia negli autori antichi vd. SVENNUNG 1967 (C.2.3), p.

ben spiegato in194, nota 539. Nell’VIII secolo si fa riferimento a Pitea e a Thule nell’opera più avanti citata di

posito PomponioDicuil (vd. p. 121) che la chiama Thile/Thilen e la definisce un’isola (VII, 7-13). Probabilmente egli

Scandinavia chela identifica con l’Islanda. Così si intende del resto in modo esplicito soprattutto nelle Opere dei

tilità sia per lavescovi della Chiesa di Amburgo (Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum, IV, XXXVI), un testo

, cap. 1, doveredatto in latino (e terminato probabilmente attorno al 1075) dello storico della Chiesa Adamo da

mensi spazi della Brema (morto nel 1081), autore le cui informazioni venivano soprattutto da fonti danesi; così

ondo il modello ugualmente in uno scritto di carattere storico sulla Norvegia redatto in latino, la Storia della Norvegia

va). A Tolomeo(Historia Norwegie, VIII, pp. 68-70; cfr. qui p. 411). Nella sua Storia dell’antichità dei re norvegesi

si rifà anche dal(Historia de antiquitate regum Norwagensium, cap. 3 e cap. 12; cfr. qui p. 411) Theodricus

ossiamo in parteMonachus sostiene invece di non poter né affermare né negare che tale identificazione sia corretta.

prima volta daSaxo grammaticus parla di (ultima) Tyle identificandola con la Glacialis insula di cui dà una

ale fa comunquedescrizione nella Prefazione della sua opera (Gesta Danorum, Præfatio, II, 7). Così, ancora, nel Libro

7, 40 e 44, in dell’insediamento (Landnámabók, vd. p. 310) che riferisce le prime vicende della nazione islandese

(vd. oltre, 3.2.5), dove ci si richiama all’opera del Venerabile Beda, in particolare al Libro [delle

rnite da Pitea insuddivisioni] del tempo (De temporibus liber, cap. 7) e al Libro del computo del tempo (De

come d’altrondetemporum ratione liber, cap. 31) cfr. Opera didascalica, p. 590 e p. 379 (vd. Landnámabók, p. 31). E

itea era ben notapoi nella versione D della Saga del vescovo Guðmundr (Guðmundar biskups saga) traduzione

lla circonferenzaislandese della biografia di questo prelato (1161-1237) scritta in latino attorno al 1345 da Arngrímur

, p. Brandsson: “[…] in quella terra che i libri chiamano Thile, ma che i nordici nominano Islanda” (DLO

t, geordnet undnr. 7). Si veda infine il cosiddetto Libro di Flatey (letteralmente “Isola piana”), un imponente

213-221). Per lamanoscritto risalente alla seconda metà del XIV secolo, che contiene storie di re norvegesi (già note

rova in fondo alda altre fonti ma qui integrate con informazioni altrove non presenti), testi poetici, saghe e annali fino
1967 (C.2.3), p. al 1394 (Flateyjarbók, I, p. 247; vd. qui p. 424). In un manoscritto islandese della metà del XIII

avanti citata disecolo (Gml. kgl. sml. 1812, 4to conservato presso l’Università di Reykjavík, Stofnun Árna

obabilmente egliMagnússonar í íslenskum fræðum) si trovano dei riferimenti di carattere geografico: qui Thule (Tile)

Opere deicompare nell’elenco delle terre europee, tuttavia accanto all’Islanda (Alfræði Íslenzk, III, p. 72: “[…]

), un testoTile, Island, Norvegie […]”). La diffusione delle notizie su Thule, considerata come limite del

hiesa Adamo damondo, si rileva anche dalla celebre citazione di Virgilio nelle Georgiche, dove in riferimento a

onti danesi; cosìOttaviano il poeta così si esprime: “a te sia sottomessa l’ultima Thule” (Georgicon libri quattuor, I,

a della Norvegia30, p. 154: “tibi serviat ultima Thule”), passo citato da Giordane in Getica, I, 9. Altri poeti latini che

dei re norvegesiricordano questa terra sono Silio Italico (I secolo d.C.) che nell’opera Le guerre puniche (Punica) ne

411) Theodricussottolinea l’alone di mistero definendola “ignotam […] Thylen” (III, 597; I, p. 158) e Publio Papinio

ione sia corretta.Stazio (I secolo d.C.) che nelle sue Selve (Silvae, IV, 4, 62, p. 912) fa riferimento alle “coste

di cui dà unadell’oscura Thule” (“nigrae litora Thyles”). L’espressione “ultima Thule” si ritrova anche nella

LibroLegge di corte (Lex castrensis) di Svend Aggesen (su cui vd. p. 132) con riferimento all’estensione

azione islandese dell’impero di Canuto il Grande (cap. 1, p. 67: “ultima Thyle”).

Libro [delle 67 Costui, seguendo per altro rotte già tracciate, si era diretto – primo navigatore proveniente dal

De Mediterraneo – verso l’Europa nord-occidentale: navigando lungo le coste iberiche e francesi aveva

, p. 31). Eraggiunto il territorio della Britannia. Il suo viaggio è ricordato in particolare nel poema latino di

) traduzioneRufo Festo Avieno (IV secolo d.C.) Litorali marini (Ora Marittima, vv. 383-414, p. 34; cfr. Plinio,

45 da Arngrímur Naturalis Historia, II, 67). Per i viaggi atlantici precedenti a quello di Pitea vd. BIANCHETTI 1998, pp.

o Islanda” (DLO 47-52.

), un imponente 68 Il testo sul tempio di Ankara è bilingue: latino (inciso sulle pareti interne del pronao) e greco

rvegesi (già note (sulla parete esterna della cella). Il testo latino recita: “La mia flotta ha veleggiato sull’oceano dalla

ghe e annali finofoce del Reno verso la regione in cui sorge il sole, fino ai confini [del territorio] dei Cimbri, dove
la metà del XIII nessun romano prima di allora era giunto né via terra né via mare; e i Cimbri e i Harudi e i Semnoni e

Stofnun Árnale altre tribù germaniche della medesima zona chiesero per mezzo di messaggeri la mia amicizia e

)quella del popolo romano” (DLO nr. 8). Vd. SCHEDE M. – KRENCKER D., Der Tempel in Ankara

“[…]Berlin-Leipzig 1936; cfr. le parole di Plinio: “Da Cadice e dalle colonne d’Ercole circumnavigando

come limite della Spagna e le Gallie attualmente tutto l’occidente è navigato. In verità l’oceano settentrionale è stato

in riferimento anavigato per la maggior parte, per disposizione del divino Augusto la Germania è stata

, I,circumnavigata da una flotta fino al promontorio dei Cimbri e di là fu visto da lontano o conosciuto

ri poeti latini cheper sentito dire un mare immenso, che si estende fino alla regione della Scizia e alle zone ghiacciate a

) necausa dell’eccessiva umidità.” (DLO nr. 9). Cfr. Rex gestae divi Augusti, pp. 15-19.

e Publio Papinio 69 Vd. Getica, III, 18 e XXIII, 120; SVENNUNG 1967 (C.2.3), p. 9, pp. 14-18 e p. 25, nota 73. La

ento alle “costecitazione dei Goti da parte di Tolomeo è la prima in ordine di tempo.

ova anche nella 70 Con questa espressione si intende naturalmente il mare che nella stagione fredda si ricopre di

to all’estensioneghiacci; cfr. TACITO, Germania, cap. 45 e le annotazioni proposte nell’edizione qui utilizzata, p. 194.

71 Nome comunemente attribuito alla Gran Bretagna (cfr. PLINIO, Naturalis Historia, IV, 16 dove

e proveniente dalsi riferisce di Tyle).

e francesi aveva 72 Con ciò si intende, come precisato in Strabone, che il tropico estivo si identifica con il circolo

poema latino diartico.

. 34; cfr. Plinio, 73 Testo ripreso dalla ricostruzione proposta in PYTHEAS 1959, pp. 110-111. Sul viaggio di Pitea si

1998, pp.rimanda a HERGT 1893, CHEVALLIER 1984, BIANCHETTI 1998 e CUNLIFFE 2001.

74 Il testo si trova in aggiunta alla traduzione anglosassone dell’opera di Paolo Orosio: The Old

pronao) e grecoEnglish Orosius, pp. 13-16. Per una traduzione in lingua inglese con commento vd. LUND N. (ed.),

sull’oceano dallaTwo Voyagers at the Court of King Alfred. The Ventures of OHTHERE and WULFSTAN together with the

dei Cimbri, doveDescription of Northern Europe from Old English Orosius, York 1984. Su Skiringssal vd. p. 141. Sui
udi e i Semnoni eviaggi di Wulfstan e di Óttar si rimanda anche a LOIKALA 1995 e BATELY – ENGLERT 2007.

a mia amicizia e 75 Vd. BURENHULT 1999 (B.5).

mpel in Ankara, 76 Tra cui quello di mandare dei messaggi. Tale è, a esempio, il caso del celebre Snorri Sturluson

circumnavigando (vd. p. 287, nota 13) che fu assassinato il 23 settembre 1241 su mandato del re norvegese Håkon

entrionale è statoHåkonsson, nonostante fosse stato messo sull’avviso da un messaggio scritto in caratteri runici; vd. la

ermania è stataSaga degli Islandesi (Íslendinga saga), capp. 300-301.

ano o conosciuto 77 Esso infatti è a lungo testimoniato in ambiti rurali, in Norvegia ancora agli inizi del XX secolo.

zone ghiacciate aVd. MUSSET 1965, pp. 339-341. Una serie di rune è incisa – addirittura! – su un calice danese per la

messa che verosimilmente risale al 1227 (vd. STEPHENS G. “En dansk Præstekalk med runer”, in

. 25, nota 73. LaKsam I [1874-1877], pp. 524-535).

78 MOLTKE 1985 b.

dda si ricopre di 79 Vd. tuttavia MORRIS 1988, dove si cerca di superare questa difficoltà facendo piuttosto

riferimento a un alfabeto greco arcaico.

, IV, 16 dove 80 Vd. in particolare RIX 1992, MARKEY 1998, MARKEY 1999 e MEES 2000.

81 Cfr. nota 36.

ica con il circolo 82 Vd. l’iscrizione di Björketorp (Blekinge, Svezia, seconda metà del VII secolo) dove si legge

uþArAbAsbA/ hAidRunoronu/ fAlAhAkhAiderAg/ inArunARArAgeu/hAerAmAlAusR/

iaggio di Pitea si utiARwelAdAude/ sARþAtbArutR che (secondo l’interpretazione proposta in KRAUSE 1966, pp. 214-

218) significa: “Profezia di male! Ho nascosto qui la serie delle rune luminose, rune magiche. Con

The Old comportamento perverso senza pace, straniero è di una morte maligna chi distrugge [questo

N. (ed.), monumento].”

together with the 83 Si vedano a esempio l’incisione sulla pietra di Ellestad (presso Söderköping, Östergötland,

al vd. p. 141. SuiSvezia, datazione incerta), quella di Gummarp (Blekinge, Svezia, VII secolo), quella sul manico di
lancia di Kragehul (Fionia, Danimarca, VII sec.), quella sull’amuleto di Lindholm (Scania, Svezia,

VI sec.).

Snorri Sturluson 84 Si veda a esempio la tomba danese di Himlingøje (fase più recente dell’età del ferro romana;

orvegese Håkon cfr. nota 27) dove tra i doni del ricco corredo funebre della defunta sono state trovate due fibule sulle

teri runici; vd. laquali erano state incise rispettivamente le parole hariso (nome proprio) e widuhudaR (da leggere

quasi certamente widuhundaR “cane del bosco”), probabilmente un antroponimo maschile; o la

zi del XX secolo. tomba norvegese di Øvre Stabu (Oppland) dove insieme ad altri oggetti si trova una punta di lancia

ice danese per lacon sopra inciso raunijaR, verosimilmente “che mette alla prova”.

med runer”, in 85 Dell’alfabeto runico si conoscono due serie. Quella antica consta di ventiquattro segni e risulta

in uso fino alla seconda metà dell’VIII secolo. Dopo di ciò compare la serie recente, ridotta a sedici

segni, che presenta due varianti principali.

acendo piuttosto 86 Vd. tra l’altro JACOBSEN L., Eggjum-stenen. Forsøg paa en filologisk Tolkning, København

1931 e MAGNUS B., “Eggjasteinen. Et dokument om sjamanisme i jernalderen?”, in INDRELID S. –

KALAND S. ET AL. (red.), Festskrift til Anders Hagen (= Arkeologiske Skrifter fra Historisk Museum,

Universitetet i Bergen: 4), Bergen, 1988, pp. 342-356.

o) dove si legge 87 DE VRIES 1962² (B.5), pp. 453-454.

R/ 88 Si tratta della pietra di Noleby (VII secolo) e di quella di Sparlösa (IX secolo), entrambe nella

1966, pp. 214-regione svedese di Västergötland.

ne magiche. Con 89 Il riferimento è, soprattutto, al carme eddico Dialogo dell’Alto (Hávamál in Edda poetica), str.

istrugge [questo138-163 (vd. p. 292).

90 Si veda innanzi tutto il carme dell’Edda poetica dal titolo Viaggio di Skírnir o Dialogo di

g, Östergötland, Skírnir (Fǫr Skírnis o Skírnismál, vd. p. 292) nel quale costui, servitore del dio Freyr, minaccia la

la sul manico digigantessa Gerðr (che non vuole accettare di sposare il dio) di scaricarle addosso una terribile serie di
(Scania, Svezia,maledizioni incidendo segni runici potenti. Tra gli esempi che si possono trovare nelle saghe

islandesi, basti citare qui l’episodio riportato nella Saga di Egill Skalla-Grímsson (Egils saga Skalla-

el ferro romana;Grímssonar, capp. 72 e 76), dove si riferisce della malattia di una ragazza provocata da un uomo

e due fibule sulleinesperto che – avendo intagliato delle rune allo scopo di farla innamorare – aveva messo in pratica

(da leggereuna procedura sbagliata.

o maschile; o la 91 Un ottimo esempio è l’iscrizione su uno dei due celebri corni d’oro di Gallehus (Jutland

a punta di lanciameridionale, Danimarca, VI secolo d.C.). Rinvenuti nel medesimo luogo a circa 100 anni di distanza

(1639 e 1734), essi erano riccamente istoriati (nelle immagini raffigurate A. Olrik ha voluto

ro segni e risultariconoscere rispettivamente gli dèi Odino, Freyr e Thor: vd. “Gudefremstillinger på Guldhornene og

e, ridotta a sediciandre ældre Mindesmærker”, in DS 1918, pp. 1-35). Purtroppo questi due reperti eccellenti sono

andati perduti (sottratti nel 1802 furono fatti fondere) e non ci restano che delle copie realizzate in

, København base a disegni. Uno di loro recava un’incisione in caratteri runici: ek hlewagastiR holtijaR horna

S. –tawido “io, Hlevagast [figlio] di Holti feci il corno” (KRAUSE 1966, pp. 97-103). Su questi reperti vd.

storisk Museum,anche BRØNDSTED J., Guldhornene. En oversigt, Nationalmuseet [København] 1954.

92 Vd. KRAUSE 1966, pp. 43-44. Non così tuttavia in MUSSET 1965, pp. 149-150; in DE VRIES

1962² (B.5), p. 104 il termine è inteso solo come allusione a una funzione sacerdotale.

), entrambe nella 93 Vd. ANDERSEN H., “Om urnordisk erilaR og jarl”, in Sprog og kultur, XVI (1948), pp. 97-102 e

anche DE VRIES J., “Über das Wort ‘Jarl’ u. seine Verwandten”, in La nouvelle Clio, VI (1954), pp.

), str.461-469. Sulla dignità di jarl vd. p. 210.

94 Vd. KRAUSE 1971 (B.5), p. 141.

Dialogo di 95 Vd. p. 78 e note 57, 58 e 64.

eyr, minaccia la 96 Vd. ELGQVIST 1952 (C.3.3), pp. 109-135 e anche: ELLEGÅRD A., “Who were the Eruli?”, in

terribile serie diScandia, LII (1986), pp. 5-30; OLSEN M. – SHETELIG H., Kårstad-ristningen. Runer og
vare nelle saghehelleristninger, Bergen 1929, pp. 58-60; HOUGEN B. – OLSEN M., “Runespennen fra Bratsberg i

gils saga Skalla-Gjerpen”, in Viking 1937, pp. 65-68; KRAUSE 1966, p. 44. Del resto la teoria di Elgqvist è accettata

cata da un uomo da diversi runologi ed è ritenuta probabile anche in studi recenti; vd. BIRKMANN 1995, p. 156, ma

messo in pratica anche HULTGÅRD 1998 (B.7.1), pp. 715-725, dove si sottolinea il carattere di formula cultuale

delle iscrizioni in cui compare il termine ek “io”, sempre collegato al termine erilaR/irilaR. Vd.

Gallehus (Jutlandanche NIELSEN 2000 (B.5), p. 51.

anni di distanza 97 HELM 1925 (C.3.3), p. 19.

Olrik ha voluto 98 Contrariamente a quanto avviene per altre due divinità principali quali Týr (il cui nome

Guldhornene ogcorrisponde a quello della runa ↑) e Thor che in diverse occasioni viene direttamente invocato a

eccellenti sonoconsacrare le rune medesime (cfr. p. 171 con nota 280).

opie realizzate in 99 Vedi le datazioni proposte in KRAUSE 1966, pp. 313-318, da cui comunque si rileva che le

hornaiscrizioni ‘eruliane’ appartengono alla fase più antica.

questi reperti vd. 100 Vd. oltre, p. 284.

101 Le serie qui riportate (riprese da MUSSET 1965, p. 21) costituiscono uno schema sommario

RIES dell’alfabeto runico a ventiquattro e a sedici segni (serie ‘antica’ e ‘recente’). Per ragioni di

semplicità non si dà conto delle varianti, per le quali si rimanda alla letteratura critica citata in

48), pp. 97-102 ebibliografia.

, VI (1954), pp. 102 Ovvero come una fricativa molto debole, articolata nel luogo alveolare (come s) o più

posteriore. Tale suono si fuse successivamente con la liquida r, sicché quando venne adottato

l’alfabeto norreno di origine latina la distinzione scomparve anche dal punto di vista grafico.

103 Vd. sopra, nota 11.

e the Eruli?”, in 104 Sul carattere ‘sacrale’ della figura del fabbro vd. ELIADE M., The Forge and the Crucible, The

gen. Runer ogUniversity of Chicago Press 1978² e anche ROBINS W., The smith. The traditions and lore of an
n fra Bratsberg iancient craft, London 1953.

gqvist è accettata 105 Celebre è la figura del mitico fabbro Vǫlundr, vd. oltre, pp. 218-219 con nota 460.

1995, p. 156, ma 106 Dalla fine del V secolo si assiste tra l’altro alla progressiva perdita di importanza delle paludi

formula cultualecome luoghi rituali della comunità.

. Vd. 107 Cfr. pp. 164-166.

108 Questo tumulo ha una larghezza di 95 mt. e un’altezza di 15 mt. In realtà, considerati i pochi

resti ritrovati all’interno, è difficile stabilire se si tratti di una vera e propria tomba oppure di un

ýr (il cui nome monumento eretto in memoria di un personaggio eminente; vd. GRIEG S., “Raknehaugen”, in Viking

mente invocato a1941, pp. 1-28 e SKRE D., “Raknehaugen. En empirisk loftsrydding”, in Viking 1997, pp. 7-42. Sui

tumuli di Gamla Uppsala vd. NERMAN B., Vilka konungar ligga i Uppsala högar?, Uppsala 1913 e

si rileva che leLINDQVIST S., Uppsala högar och Ottarshögen, Stockholm 1936. Sul tumulo di Högom vd. RAMQVIST

P.H., Högom. The excavations 1949-1984, Umeå 1992.

109 Altre fonti di Snorri sono il poema Enumerazione dei Háleygir (Háleygjatal) dello scaldo

chema sommarioEyvindr Finnsson Plagiatore (skáldaspillir) e l’anonimo testo di carattere genealogico intitolato Sui

Per ragioni di re dell’Uppland (Af upplendinga konungum).

critica citata in 110 Ho cercato di riassumere questi dati (anche con riferimento ad altre fonti) nell’introduzione

alla traduzione della Saga degli Ynglingar (CHIESA ISNARDI 1977, pp. 56-58); rimando comunque

) o più innanzi tutto a CHAMBERS R.W. – WRENN C.L., Beowulf. An Introduction to the Study of the Poem

venne adottato with a Discussion of the Stories of Offa and Finn, Cambridge 1959, pp. 1-40. Un ottimo commento al

Beowulf si trova anche in ORCHARD A., A Critical Companion to Beowulf, Cambridge 2003. In questa

questione entrano altresì in gioco figure di principi danesi e ci si rifà anche ad altri testi, in ambito

, Theanglosassone in particolare al Wīdsīð, un poema allitterante (risalente verosimilmente al VII secolo)

and lore of annel quale l’autore che, come rivela il nome, è un grande viaggiatore (letteralmente il titolo significa
“viaggio ampio”, cioè “viaggio in lungo e in largo” ma qui deve naturalmente essere riferito alla

persona e diviene dunque “grande viaggiatore”; vd. ed. cit. in EF, p. 210), fornisce una sorta di

anza delle paludielenco delle diverse tribù da lui visitate e dei loro principi.

111 Si vedano, in particolare, le tombe svedesi di Vendel e di Valsgärde (Uppland) su cui si

rimanda a Graffältet vid Vendel, undersökt af HJ. STOLPE, beskrivet af T.J. ARNE, teckningarne

onsiderati i pochiutförda af O. SÖRLING, Stockholm 1912; ARBMAN H., “Vendelfynden”, in UFT (1938), XLVI: 2, pp.

ba oppure di un1-28; LINDQVIST 1926 e NORR S. (red.), Valsgärde studies. The place and its people, past and present

VikingUppsala 2008.

97, pp. 7-42. Sui 112 Cfr. sopra, p. 69 con nota 27.

Uppsala 1913 e 113 Su Dankirke vd. THORVILDSEN E., “Dankirke”, in NMA 1972, pp. 47-60 e HANSEN H.J.,

AMQVIST“Dankirke. Jernalderboplads og rigdomscenter. Oversigt over udgravningerne 1965-1970”, in Kuml,

1988-1989, pp. 201-247.

) dello scaldo 114 Più tardi tra i reperti rinvenuti a Helgö comparirà, addirittura, una figura di Buddha

Sui proveniente dalla penisola indiana (si confronti l’immagine che decora un secchio rinvenuto nella

celebre nave funeraria di Oseberg, IX secolo). Su Helgö si veda HOLMQVIST W. – GRANATH K-E.

nell’introduzione (foto), Helgö den gåtfulla ön, Uddevalla 1969.

mando comunque 115 Vd. LINDQVIST 1941-1942, HOLMQVIST 1952 e NYLÉN 1978.

udy of the Poem 116 In ciò esse trovano un parallelo con le pietre vichinghe sulle isole britanniche (vd. SHETELIG

mo commento al 1933 [C.3.1], pp. 214-230).

e 2003. In questa 117 Vd. BUGGE S., Der Runenstein von Rök in Östergötland, Schweden, nach dem Tode des

i testi, in ambitoVerfassers herausgegeben von M. OLSEN, unter Mitwirkung und mit Beiträgen von A. OLRIK und E.

te al VII secolo)BRATE, Stockholm 1910.

il titolo significa 118 I tre periodi che prendono nome di Dryas (dalla pianta Dryas octopetala, in italiano “camedrio
sere riferito allacervino” della famiglia delle Rosacee) sono contrassegnati da un clima artico e dalla vegetazione

sce una sorta di tipica della tundra. Tra di essi si collocano due stadi intermedi caratterizzati da temperature più

elevate (clima sub-artico) nei quali la vegetazione conosce soprattutto lo sviluppo delle betulle. Il

pland) su cui si primo è detto ‘periodo di Bølling’ dal nome di un lago ormai prosciugato che si trovava nello Jutland

, teckningarne centrale, il secondo è detto ‘periodo di Allerød’ per via degli studi su sedimenti in un sito nel

8), XLVI: 2, pp.territorio di Allerød nella Selandia settentrionale. Le datazioni (basate su BURENHULT 1999-2000

past and present,[B.2], I, pp. 163-164) non possono naturalmente essere definite con assoluta precisione (cfr. le lievi

variazioni in JENSEN 2001-2004 [B.2], I, p. 58).

119 Questo periodo è volentieri definito nei testi di archeologia nordici come “età della pietra

H.J., agraria” (dan. bondestenalder, norv. bondesteinalder, sved. bondestenålder).

Kuml, 120 Vd. p. 107, nota 33.

gura di Buddha

rinvenuto nella

K-E.

HETELIG

h dem Tode des

und E.

aliano “camedrio
cervino” della famiglia delle Rosacee) sono contrassegnati da un clima artico e dalla vegetazione

tipica della tundra. Tra di essi si collocano due stadi intermedi caratterizzati da temperature più

elevate (clima sub-artico) nei quali la vegetazione conosce soprattutto lo sviluppo delle betulle. Il

primo è detto ‘periodo di Bølling’ dal nome di un lago ormai prosciugato che si trovava nello Jutland

centrale, il secondo è detto ‘periodo di Allerød’ per via degli studi su sedimenti in un sito nel

territorio di Allerød nella Selandia settentrionale. Le datazioni (basate su BURENHULT 1999-2000

[B.2], I, pp. 163-164) non possono naturalmente essere definite con assoluta precisione (cfr. le lievi

variazioni in JENSEN 2001-2004 [B.2], I, p. 58).

119 Questo periodo è volentieri definito nei testi di archeologia nordici come “età della pietra

agraria” (dan. bondestenalder, norv. bondesteinalder, sved. bondestenålder).

120 Vd. p. 107, nota 33.


CAPITOLO 3

Verso il mondo esterno: il periodo vichingo

3.1. Il movimento vichingo

3.1.1. Contrasti sociali

Per quanto – come si è visto – in alcune aree del Nord si fosse ormai manifestata

chiaramente una tendenza alla formazione di centri di potere piuttosto solidi gestiti da

personaggi appartenenti a dinastie eminenti e sostenuti da una aristocrazia guerriera (il che

dunque apriva ampi spazi a prospettive individualistiche), la società scandinava restava

tuttavia nella sostanza saldamente ancorata a una struttura di tipo tribale alla quale ogni

membro della comunità doveva riferirsi a riguardo di ciò che segnava i momenti

determinanti della sua esistenza, e l’antica organizzazione manteneva sostanzialmente la

propria efficacia. Dunque le crescenti istanze soggettive, che nell’età del ferro si manifestano

con indiscutibile evidenza, erano inevitabilmente destinate a collidere con la visione di vita

tradizionale.1 La questione dovette avere, evidentemente, un forte impatto sociale. Il mondo

nordico verso la fine dell’età del ferro è per molti versi ancora permeato dal principio del

collettivismo: i legami familiari costituiscono il collante fondamentale dei rapporti

interpersonali e sociali e i componenti della comunità (alla quale, con vincolo indissolubile e

per una sorta di continuità inviolabile, seguitano ad appartenere anche i defunti che

garantiscono ai discendenti fecondità e protezione) condividono vita quotidiana, fede

religiosa e, soprattutto, destino. All’interno della Sippe2 devono prevalere vincoli di assoluta

lealtà e pace, con ciò intendendo il concetto espresso nel termine friðr, cioè “la feconda
evoluzione di una società naturale e collettiva legata da rapporti di parentela che [...]

determina anche l’uguaglianza, la parità dei diritti e, per così dire, l’interscambiabilità in ogni

circostanza.”3 Gli atti fondamentali dell’esistenza (a esempio il matrimonio) hanno il solo

scopo di accrescere il benessere della comunità; la sorte e l’onore individuale assumono un

mai manifestatasenso solo in riferimento a quella; l’imprescindibile dovere della vendetta per i congiunti

olidi gestiti da(che può essere rivolta non soltanto contro l’effettivo uccisore ma altrettanto opportunamente

uerriera (il che contro un suo parente) mostra con tutta evidenza la sacralità dei legami di sangue, dalla quale

ndinava restavaè tutt’altro che disgiunto l’aspetto ‘economico’ del benessere e della difesa della propria

alla quale ognistirpe (il che spiega i casi in cui veniva pattuito e accettato un guidrigildo, cioè una

va i momentiricompensa sotto forma di beni o di denaro che ‘sanava’ il delitto commesso). Proprio

tanzialmente lal’associazione fra grandi famiglie (Sippen) fonda potentati di una certa entità geografica,4 che

si manifestano in qualche forma vengono a costituire nuclei di Stato. In questo quadro, che in buona parte ci

visione di vita viene delineato da fonti scritte di epoca ben più tarda, tra cui, in particolare, le saghe degli

ciale. Il mondoIslandesi (redatte in un ambiente particolarmente conservatore e la cui affidabilità pare da

al principio del questo punto di vista sufficientemente sicura),5 eromperà un elemento destinato a

e dei rapporti sconvolgere gli equilibri e a dare impulso a profondi cambiamenti: l’ideale di vita dei

indissolubile e vichinghi.

i defunti che In effetti costoro incarnano il principio dell’individualità inteso come tensione verso la

uotidiana, federealizzazione di obiettivi personali, di carattere tanto economico quanto politico e sociale.

coli di assoluta L’associazione di questi uomini, che conoscerà forme regolamentate,6 darà vita a gruppi ben

oè “la fecondadefiniti che troveranno uno sfogo al loro desiderio di affermazione nelle imprese che li
entela che [...]renderanno famosi. Sebbene sia evidente che i vichinghi non sono – come la tradizione

biabilità in ognipopolare si ostina a credere – un popolo, bensì piuttosto degli individui che in contrasto con

) hanno il solola società tradizionale perseguivano nuovi valori, non è difficile comprendere la ragione di

e assumono unquesto diffuso malinteso, in quanto essi, spinti dalle proprie aspirazioni di arricchimento e

per i congiuntisuccesso, si presentarono agli occhi del resto del mondo come gli unici, temibili e terribili

opportunamenterappresentanti delle popolazioni del Nord. Tuttavia: una gran parte degli abitanti della

gue, dalla quale Scandinavia restava nelle terre d’origine e continuava a vivere secondo i canoni della società

a della propria contadina tradizionale. Nelle fonti scritte, soprattutto islandesi, il contrasto tra queste due

gildo, cioè unavisioni di vita appare evidente e sarebbe irrealistico non prenderne atto. Ci fu un tempo in

messo). Proprio cui, nel mondo scandinavo, quel conflitto tra padri e figli che si rinnova a ogni cambio

chegenerazionale venne in un certo senso a coincidere con una contrapposizione che si potrebbe

n buona parte cidefinire epocale, con un momento di rivolgimento sociale inarrestabile. Il contrasto tra

, le saghe deglil’esigenza di una adesione a modelli di vita tradizionali e il desiderio di una affermazione

dabilità pare dapersonale divenne in molti casi assai duro e diede luogo a dissidi e separazioni.7 L’antica

o destinato asocietà contadina sarebbe stata capace di sopravvivere e di adattarsi alle nuove istanze, ma i

ale di vita deicambiamenti che il mondo nordico avrebbe conosciuto in conseguenza dell’affermazione

dell’ideale vichingo sarebbero risultati decisivi.

nsione verso la Come si è detto le radici di questa dicotomia sono da ricercare molto indietro nel tempo.

itico e sociale. Nel mondo delle tribù germaniche fin dall’epoca antica erano presenti gruppi organizzati di

ta a gruppi benuomini al seguito di un capo la cui regola di vita era la ricerca di un’affermazione per

imprese che liconseguire la quale essi non esitavano ad affrontare imprese rischiose. Questo tipo di
e la tradizioneaggregazione, che è già delineata in un testo come la Germania di Tacito, dove ha nome

n contrasto concomitatus,8 viene con termine tedesco definita dagli studiosi Gefolgschaft.9 È importante

re la ragione didomandarsi quali cause abbiano a un certo punto determinato nella società nordica

arricchimento eun’espansione di questo fenomeno tale da produrre effetti così rilevanti, dal momento che

mibili e terribiliessa non solo si situa in un determinato periodo di tempo, ma coinvolge altresì tutte le genti

i abitanti della scandinave. Le cause del movimento vichingo ritenute più probabili sono sostanzialmente le

ni della societàseguenti: una crescita demografica che avrebbe sottratto risorse a buona parte della

tra queste duepopolazione, una trasformazione e un nuovo sviluppo del commercio tra la Scandinavia e gli

fu un tempo inaltri Paesi, l’attitudine guerriera di questi uomini, il desiderio di arricchimento e di successo,

a ogni cambio il raggiungimento di una tecnica nautica di livello molto elevato che permetteva di costruire

che si potrebbeimbarcazioni in grado di affrontare con notevole sicurezza il mare aperto.10 Inoltre si è

Il contrasto traconsiderato che l’espansione vichinga starebbe in un certo senso a rappresentare una sorta di

a affermazioneappendice delle grandi migrazioni che – come si è visto – avevano coinvolto in misura

L’antica considerevole anche tribù provenienti dal Nord. Molto probabilmente nessuna di queste

ve istanze, ma iipotesi può offrire da sola una soluzione al problema ed è ragionevole supporre che fattori

ll’affermazionediversi abbiano contribuito in diversa proporzione a questo fenomeno.11 Certamente non

aiuta granché neppure l’etimologia del termine “vichingo” (antico nordico víkingr, m.; cfr.

etro nel tempo.víking, f., “scorreria”) che resta, a sua volta, uno dei problemi sostanzialmente insoluti della

i organizzati difilologia nordica, sebbene la più probabile interpretazione sia quella che rimanda al nordico

fermazione pervík (f.) “baia” (con l’aggiunta del suffisso -ing) proponendo dunque il significato di “predone

Questo tipo di [che approda] nelle baie” o “predone [che va] di baia in baia”.12 Si tenga del resto presente
dove ha nome che questa parola risulta attestata al di fuori dell’area nordica già nell’VIII secolo (inglese

È importanteantico wicing e alto tedesco antico wīhhing) e inoltre che i termini víkingr e víking

ocietà nordica compaiono in un numero limitato di casi sulle pietre runiche del periodo vichingo, mostrando

l momento cheinfine una certa diffusione nella poesia (soprattutto scaldica)13 e nelle fonti islandesi.

sì tutte le genti In ogni caso è verosimile che questi gruppi raccogliessero con una certa facilità giovani

tanzialmente le che, seppure appartenenti a diverse famiglie, erano stati allevati insieme, secondo un uso –

na parte della frequente in Scandinavia – per il quale spesso i figli venivano fatti crescere presso persone di

candinavia e gli grado sociale meno elevato. Anche la posizione di inferiorità (non da ultimo dal punto di

o e di successo,vista ereditario) di molti figli cadetti o illegittimi che si sentivano frustrati nelle proprie

eva di costruire ambizioni dovette essere determinante al riguardo. Le fonti ci informano di una cerimonia

Inoltre si ècon la quale si poteva divenire “fratelli di sangue”, una pratica che presumibilmente si estese

are una sorta dia quanti volevano costituire nuovi rapporti e porre su basi diverse la propria vita e il proprio

volto in misuradestino. È infatti molto importante considerare, accanto all’aspetto guerriero, i patti (con

suna di questesolide basi di carattere economico e commerciale) che univano questi uomini, legami stretti

orre che fattorisulla base di precisi negozi giuridici14 e dei quali dunque il cosiddetto “giuramento di

Certamente nonfratellanza di sangue” (fóstbrœðralag), la cui cerimonia viene descritta nei particolari nella

, m.; cfr.islandese Saga di Gísli Súrsson (Gísla saga Súrssonar), poteva costituire la solenne

te insoluti dellaconsacrazione.15 In proposito va osservato che – in un certo senso paradossalmente – il

anda al nordiconuovo rapporto che si veniva a creare riproponeva, per molti aspetti, valori e obblighi che

ato di “predonericalcavano quelli presenti nella società tradizionale, che pure questi uomini abbandonavano

l resto presenteper intraprendere una vita nuova. Perché, se è vero che essi voltavano le spalle ai doveri
secolo (inglese nascenti da quei vincoli di sangue che per secoli avevano costituito il punto di riferimento

víking fondamentale del tessuto sociale, è altrettanto vero che tra di loro si costituiva un nuovo

ngo, mostrando legame in base al quale essi si obbligavano alla reciproca vendetta e alla condivisione di un

comune destino. Come se, allontanandosi dall’ambiente in cui avevano le proprie radici (e

facilità giovani nel cui ambito va comunque ricondotta l’origine dell’istituto del fóstbrœðralag), i vichinghi

condo un uso –sentissero in qualche modo il bisogno di ricostituire (seppure in diversa forma) le certezze

esso persone dicontro le quali si erano ribellati, ricreando rapporti analoghi a quelli che con le loro scelte

mo dal punto diavevano reciso. E così coloro che dal punto di vista della società tradizionale venivano

ti nelle proprieconsiderati come ribelli, quando non addirittura come malviventi,16 appaiono spesso, non

una cerimonia soltanto nella tradizione leggendaria ma anche nella più concreta poesia scaldica, come

mente si estesepersonaggi segnati da forti princìpi morali e, assai sovente, da un ineluttabile destino. È stato

vita e il proprioopportunamente osservato che la gran parte del movimento vichingo fu innanzi tutto –

ro, i patti (con accanto alle spedizioni guidate (tuttavia solo in un secondo momento) da importanti sovrani

i, legami stretti– un movimento nato nell’ambito di una aristocrazia rurale che, logorata da tensioni locali,

“giuramento diandò cercando uno sbocco alle proprie ambizioni insoddisfatte al di fuori dalle terre di

particolari nellaorigine.17

ire la solenne Certamente i gruppi di vichinghi non vanno immaginati come ‘bande allo sbando’ né, al

ossalmente – il contrario, idealizzati in termini di letteratura eroica, come per lungo tempo avverrà nell’ottica

e obblighi che del movimento ‘goticista’18 o più tardi di quello romantico: una tendenza che ha, del resto,

abbandonavano radici lontane come appare (ma non solo!) nel caso esemplare della Saga dei vichinghi di

palle ai doveri Jómsborg (Jómsvíkinga saga), un testo medievale (la cui redazione scritta risale agli inizi del
o di riferimento XIII secolo) incentrato sull’esaltazione delle virtù di un gruppo scelto di guerrieri e del loro

uiva un nuovocapo Pálnatóki che avevano sede nella fortezza di Jómsborg.19 Se è d’altronde testimoniato

divisione di unche gruppi di vichinghi organizzati occupavano vere e proprie postazioni militari dalle quali

roprie radici (e partivano per le loro incursioni, è altrettanto vero che non è assolutamente possibile

), i vichinghiricondurre a un modello generale (certamente legato ad aspirazioni nazional-culturali e a

ma) le certezzericostruzioni letterarie piuttosto che a effettivi fattori storici) un fenomeno che presenta molti

n le loro scelte e diversi aspetti (economici, sociali, politici, militari, forse persino esplorativi) e che – non lo

onale venivano si dimentichi! – copre un arco di tempo di quasi trecento anni.

no spesso, non Dalla Saga di Gísli Súrsson:

scaldica, come “Andarono dunque fuori su Eyrarhválsoddi e là incisero nel terreno una zolla erbosa, in modo

che entrambe le estremità fossero fisse nel terreno, e misero là sotto una lancia intarsiata, tale che
destino. È stato
un uomo potesse con la mano toccare il chiodo che tiene ferma la punta. Tutti e quattro dovevano
innanzi tutto –
ora passare là sotto, Þorgrímr, Gísli, Þorkell e Vésteinn. E ora si tagliarono una vena e fecero
portanti sovrani
scorrere il loro sangue insieme in quella terra da cui era stata tagliata via la zolla erbosa e
tensioni locali,
mescolarono tutto insieme, terra e sangue, e infine caddero tutti in ginocchio e pronunciarono il
i dalle terre di
giuramento che ciascuno avrebbe vendicato l’altro come il proprio fratello, e chiamarono a

testimoni tutti gli dèi.”20


o sbando’ né, al
3.1.2. Partenze
verrà nell’ottica
Per quanto la Scandinavia avesse in precedenza conosciuto consistenti migrazioni di
e ha, del resto,
popoli, nessuna di esse avrebbe provocato conseguenze di così ampia portata come il
dei vichinghi di
movimento dei vichinghi: esso infatti non solo ebbe effetti notevoli dal punto di vista dei
le agli inizi del
Paesi verso i quali costoro si mossero, ma – soprattutto – determinò nel mondo nordico
rrieri e del lororivolgimenti che non esiteremo a definire epocali. Dei vichinghi si hanno le prime notizie

de testimoniato verso la fine dell’VIII secolo, quando le navi provenienti dal Nord fanno la loro comparsa

itari dalle quali sulle coste inglesi.21

mente possibile 3.1.3. Navi vichinghe

al-culturali e a Le navi utilizzate dai vichinghi erano il risultato di una tecnica di costruzione affinatasi

e presenta moltinel corso dei secoli22 e capace di produrre imbarcazioni destinate a usi diversi (militari,

) e che – non lo commerciali, per la pesca o anche, semplicemente, per brevi traghettamenti all’interno dei

fiordi). Le fonti scritte non offrono molte informazioni al riguardo, ma (oltre a fornire termini

generici come bátr “barca” e skip “nave”) distinguono comunque (seppure non siano del

erbosa, in modotutto chiare le differenze), tra knǫrr “nave mercantile” (una sorta di vascello per tutti gli usi

arsiata, tale che


provvisto di coperta a prua e a poppa), byrðingr “nave da carico”, kaupskip “nave
uattro dovevano
mercantile”, karfi “galea veloce”, skúta “piccola imbarcazione”, “cutter”, ferja “traghetto”,
a vena e fecero
eikja “piccolo traghetto”, snekkja “nave da guerra veloce” (nel linguaggio poetico detta
zolla erbosa e
fley),23 skeið “nave da guerra”,24 dreki “nave da guerra con una testa di drago sulla prua”.
pronunciarono il
Nomi di imbarcazioni di tipo mercantile importati dal basso tedesco sono búza (attestato dal
e chiamarono a
XIII secolo; la forma basso tedesca deriva, a sua volta, dal medio latino buza/bucia) e

kuggi/kuggr (forse tuttavia dal frisone).25 Una piccola “imbarcazione a traino”, una sorta di

scialuppa aveva nome epitirbátr.26 In ogni caso i testi lasciano chiaramente intendere quale
migrazioni di
valore fosse attribuito alle navi e come esse rappresentassero un vero e proprio motivo di
ortata come il
orgoglio per sovrani e guerrieri. Celebre fra tutte è certamente l’imbarcazione appartenuta al
nto di vista dei
re norvegese Olav Tryggvason (vissuto tra il 968 o 969 e il 1000), alla quale era stato
mondo nordico
e prime notizieattribuito l’efficace appellativo di “Lungoserpente” (Langdreki).27 Si trattava di una nave

loro comparsaassai lunga (tali imbarcazioni erano designate anche con il termine langskip): a prua e a

poppa recava rispettivamente la testa e la coda di un drago, su ciascun lato trovavano posto

trentaquattro rematori. Al re Olav è attribuita anche la costruzione di un vascello con ben

zione affinatasi sessanta postazioni per rematori su ogni lato. Al posto delle teste di drago (decorate con vari

iversi (militari,colori) potevano a volte trovarsi delle teste umane artisticamente raffigurate. Anche le prue

all’interno deierano talora dipinte.28

fornire termini Notizie ben più precise ci vengono da fortunati ritrovamenti archeologici, in primo luogo

non siano delquelli delle navi funerarie norvegesi di Oseberg, Gokstad (ritrovate sotto tumuli nella regione

per tutti gli usi di Vestfold) e Tune (in Østfold) e quelli danesi di Skuldelev (nel fiordo di Roskilde: in

“navequesta località sono state rinvenute cinque diverse imbarcazioni, tre mercantili e due da

“traghetto”,guerra).29 La nave di Oseberg (IX secolo), vascello funerario che probabilmente contiene i

o poetico dettaresti d’una superba regina di nome Ása, ci appare in tutta la sua magnificenza più come uno

go sulla prua”. status symbol che come una imbarcazione destinata a solcare l’oceano. Notizie tecnicamente

(attestato dalpiù interessanti si ricavano dall’esame del vascello di Gokstad, così come da quelli di

) eSkuldelev. Le navi dei vichinghi venivano spinte dai remi o dal vento: la loro tipica vela

o”, una sorta diquadra (raffigurata per la prima volta sulle pietre di Gotland nell’VIII secolo) le rendeva

intendere qualecapaci di sfruttarne al meglio la forza (anche quando esso non era favorevole). Si trattava di

oprio motivo diimbarcazioni agili (e dunque veloci) costruite per lo più in legno di quercia e di pino. Le navi

e appartenuta almercantili, sulle quali era previsto un ampio spazio per il carico, avevano un equipaggio

quale era statonumericamente più limitato (fino a otto uomini) e potevano portare merci fino a venticinque
va di una navetonnellate. Nelle condizioni migliori la velocità poteva raggiungere i tredici nodi. Nelle navi

): a prua e ada guerra lo spazio destinato all’equipaggio era, naturalmente, più ampio. L’imbarcazione nr.

rovavano posto2 di Skuldelev, a esempio, che è una delle più grandi navi vichinghe conosciute (risale al

ascello con ben1060 circa), raggiungeva i 30 mt. di lunghezza e poteva ospitare un equipaggio di sessanta

ecorate con varipersone. È stato calcolato che, spinta a remi, potesse mantenere una velocità media di cinque

Anche le prue nodi. Tra le navi norvegesi la più grande è quella di Gokstad che risale alla fine del IX

secolo: lunga circa 23.8 mt. e larga 5.2 mt. poteva contenere 16 coppie di rematori.

in primo luogo Lo scaldo Sighvatr Þórðarson (ca.995-ca.1045) nel suo componimento Canzoni del viaggio a

uli nella regioneoriente (Austrfararvísur) così esprimeva il gusto vichingo dell’andar per mare:
“Ero spesso felice, quando al largo
di Roskilde: in
aspra intemperie tra i fiordi
antili e due da
nella tempesta, la vela gonfia di vento,
ente contiene i
del signore degli Strindir distendeva;
a più come uno
il cavallo degli abissi avanzava magnifico
ie tecnicamente
(le chiglie incidevano il gioiello di Listi)
me da quelli di
quando spingevamo le navi sul mare
loro tipica vela schiumeggiante oltre lo stretto.”30

olo) le rendeva 3.1.4. Destinazione occidente

). Si trattava di In breve tempo le incursioni si intensificarono creando scompiglio e terrore. Per quanto si

di pino. Le navivogliano ‘depurare’ dai toni eccessivi e dalle forzature stilistiche i resoconti dei tanti autori

un equipaggiocristiani che riferiscono di questi eventi, pure si deve ammettere che il dilagare delle bande

o a venticinquevichinghe fu, soprattutto nei Paesi europei, un fenomeno sconvolgente che avrebbe visto
nodi. Nelle navil’azione di uomini abili, determinati e non di rado spietati, incidere profondamente sugli

mbarcazione nr.equilibri del continente. L’Inghilterra e l’Irlanda, mete favorite dei vichinghi provenienti

sciute (risale aldalla Danimarca e dalla Norvegia, dovevano conoscere una lunga serie di devastazioni. È qui

ggio di sessantaappena il caso di citare l’assalto al celebre monastero di Lindisfarne al largo della costa del

media di cinqueNorthumberland (8 giugno 793), a quello di Lambey nei pressi di Dublino (795), a quello

lla fine del IXassai celebre di Iona nelle isole Ebridi (che subì attacchi successivi nel 795, nell’801 e

nell’806). Una parte delle isole britanniche cadde sotto il controllo degli uomini del Nord.

ni del viaggio aMentre i suoi compatrioti si installavano negli arcipelaghi delle Shetland (in nordico

Hjaltland) e delle Orcadi (Orkneyjar) – delle quali sarebbero rimasti padroni fino al XV

secolo –31 un norvegese, detto dagli Irlandesi Turgeis (dunque in nordico Þorgestr), si

impossessò di diversi territori fino a proclamarsi (nell’843) re di tutti i Norvegesi in Irlanda.

Egli fece inorridire i cristianissimi abitanti dell’isola proclamandosi anti-abate a

Clonmacnois: introdusse il culto di Odino e di Thor e impose la moglie Ota (dunque in

nordico Auðr) come sacerdotessa, facendola salire sull’altare a proferire vaticini al modo

delle antiche sibille nordiche. In seguito, sopraffatto dagli isolani, venne fatto annegare nel

lago detto Lough Owel (845). Dopo di lui fu tuttavia la volta di Óleifr il Bianco (Óleifr inn

hvíti Ingjaldsson, che nelle fonti celtiche compare come Amlaib), il quale nell’853 fondò il

e. Per quanto siRegno di Dublino (durato fino al 1171), che mantenne fino all’871 quando decise di tornare

dei tanti autoriin patria lasciando in Irlanda il fratello Ívar (Imar).32 La presenza e il dominio norvegese

are delle bandenelle isole britanniche sarebbero successivamente andati incontro ad alterne vicende,

e avrebbe vistoconnotate da attacchi e contrattacchi, vittorie e sconfitte, rivalità e alleanze non solo con i
ndamente suglinativi ma anche tra i diversi gruppi di vichinghi (ivi compresi quelli provenienti dalla

ghi provenientiDanimarca). Un intreccio di eventi che ebbe protagonisti di primissimo piano (quali, tra gli

astazioni. È quialtri, i due Olav: Olav Tryggvason e Olav il Santo, grandi cristianizzatori della Norvegia) e

della costa delculminò nella battaglia di Stamford Bridge (25 settembre 1066), quando il re norvegese

(795), a quelloAraldo di Duro consiglio (Haraldr inn harðráði Sigurðarson) fu battuto (perdendo la vita)

795, nell’801 edall’ultimo re anglosassone Aroldo (Harold). Il che avveniva solo venti giorni prima che

mini del Nord.questi (il 14 ottobre) venisse a sua volta sconfitto nella celebre battaglia di Hastings dal

nd (in nordico normanno Guglielmo il Conquistatore (Vilhjálmr Róðbertsson, nelle fonti nordiche

oni fino al XVsoprannominato bastarðr: “bastardo”).33 Ma la presenza dei vichinghi norvegesi nelle isole

), sibritanniche avrebbe lasciato molte tracce, non ultimo dal punto di vista linguistico (basti

gesi in Irlanda.pensare che lo shetlandese e l’orcnoico, il dialetto delle isole Orcadi, erano lingue di ceppo

anti-abate anordico),34 ma anche nei reperti archeologici e nell’iconografia: l’isola di Man a esempio

Ota (dunque inconserva testimonianze di tutto rilievo.35

aticini al modo Le diverse zone dell’Inghilterra subirono numerosi attacchi e conobbero una consistente

to annegare nelpresenza dei vichinghi danesi. Provenendo dalla Francia essi avevano cominciato a muoversi

Óleifr innin questa direzione fin dall’anno 835 con una spedizione all’isola di Sheppey (nell’estuario

ell’853 fondò il del Tamigi a est di Londra) che insieme a quella di Thanet (anch’essa nel Kent) divenne poi

ecise di tornare una loro base. La loro avanzata conobbe un momento culminante nell’865 quando un grande

minio norvegeseesercito guidato dai figli del semi-leggendario Ragnarr Brache di pelo (loðbrókr),36 diede

lterne vicende,inizio a una conquista territoriale che avrebbe messo a repentaglio l’esistenza stessa dei regni

non solo con ianglosassoni: York (antico nordico Jórvík) fu conquistata nell’867, la Mercia e il Wessex
ovenienti dallanell’869. Emblema della resistenza contro gli invasori è certamente il sovrano del Wessex,

o (quali, tra gliAlfredo il Grande (848-899) capace di respingere i Danesi, infliggendo loro una severa

lla Norvegia) esconfitta nella celebre battaglia di Edington nel Wiltshire (878) e, successivamente, di

l re norvegese riconquistare Londra (886).37 Tuttavia, nonostante il successo di Edington, egli dovette

rdendo la vita) venire a patti con i suoi avversari, in particolare con il loro capo Guthrum (nordico

orni prima cheGuthormr); infatti se costui accettò il battesimo avendo come padrino il medesimo Alfredo,

di Hastings dalottenne al contempo di consolidare la propria autorità su una vasta area dell’Inghilterra nord-

fonti nordicheorientale che restò, a tutti gli effetti, territorio danese: questa zona sarebbe stata detta in

gesi nelle isoleseguito Danelagu (cioè “[territorio sottoposto alla] giurisdizione danese”).38 Dopo questi fatti

nguistico (bastil’andamento dei rapporti tra gli Inglesi e i vichinghi (non solo i danesi ma anche i norvegesi)

ingue di ceppo è costituito da una serie altalenante di vittorie e di sconfitte (basti come esempio il caso di

Man a esempioYork, in Northumbria, alternamente conquistata e ceduta dai signori nordici – anche in lotta

tra loro – e dagli anglosassoni), di alleanze e di rivalità, di successi non solo militari ma

una consistentepolitici: il tutto, naturalmente, condizionato alle personalità che entravano in gioco.39 Tra

iato a muoversiqueste spicca certamente la figura di Canuto il Grande (in nordico “il Potente”, Knútr inn ríki

y (nell’estuario Sveinsson), con il quale il dominio danese in Inghilterra raggiungerà il proprio culmine nel

nt) divenne poi1017, anno in cui egli verrà riconosciuto unico sovrano del Paese, un titolo che – affiancato a

ando un grandequelli di re di Danimarca, re di Norvegia, signore di Scozia e d’Irlanda – lo costituiva

diedepadrone di un vero e proprio impero sul Mare del Nord. Un risultato per altro temporaneo, se

stessa dei regnisi pensa che solo venticinque anni dopo gli Inglesi saranno in grado di scegliersi un proprio

cia e il Wessex sovrano.40


no del Wessex, La presenza dei Danesi in Inghilterra avrebbe lasciato tracce copiose: innanzitutto – come

oro una severaè lecito attendersi – nei territori del Danelagu dove possiamo ricondurre a radici scandinave

essivamente, dinon solo numerosi toponimi41 (tra i più significativi quelli in -by, dal nordico bú “dimora”,

n, egli dovette“nucleo abitativo”, “fattoria”;42 in -toft, dal nordico topt/toft “terreno su cui è costruita una

hrum (nordicofattoria” e in -thorp, dal nordico þorp “piccolo villaggio”, “gruppo di casolari”, più

esimo Alfredo,raramente “fattoria isolata”) ma anche alcune strutture sociali e aspetti giuridici.43 Essa

nghilterra nord- avrebbe altresì esercitato un profondo influsso sull’antico inglese che doveva accogliere e

e stata detta inriversare nella lingua moderna tutta una serie di vocaboli nordici, quali (solo per citare alcuni

Dopo questi fatti esempi significativi): birth “nascita”, booth “baracca”, “bancarella” (da una forma nordica

che i norvegesi) ricostruita *bóð, vd. ant. isl. búð “alloggiamento provvisorio”, “capanno”, “baracca” e sved.,

mpio il caso didan. bod “bancarella”, “negozio”), both “entrambi”, bull “toro”, call “chiamare”, cast

– anche in lotta “gettare”, crawl “strisciare”, cut “tagliare”, die “morire”, egg “uovo”, fellow “compagno” (un

olo militari maparticolare sviluppo del nordico félagi, termine che indicava un socio dal punto vista

Tracommerciale),44 get “ottenere”, “ricevere”, give “dare”, happy “felice” (formato su happ

Knútr inn ríki“buona sorte”), hit “colpire”, husband “marito” (dal nordico húsbóndi il “fattore/padrone di

rio culmine nelcasa”), ill “cattivo”, kid “capretto”, knife “coltello”, law “legge”, leg “gamba”, low “basso”,

e – affiancato aoutlaw “fuorilegge”, race “corsa”, “gara”, ransack “saccheggio” (un termine davvero

– lo costituiva significativo!), root “radice”, same “stesso”, sister “sorella”, skin “pelle”, skirt (in nordico

temporaneo, seskyrta “camicia con le maniche lunghe”) che prenderà il senso di “gonna” (accanto a shirt

iersi un proprio “camicia” di derivazione anglosassone), skull “cranio” (probabilmente dal nordico

skolptr/skoltr “muso”), sky “cielo”, take “prendere”, their “loro” (poss.), they/them
nzitutto – come“essi/loro”, though “benché”, thrift nel senso di “prosperità”, trust “fiducia”, ugly “brutto”

dici scandinave(nordico uggligr “spaventato”), want “volere”, weak “debole”, window “finestra” (dal

“dimora”,nordico vindauga, letteralmente “occhio del vento”), wing “ala”, wrong “errato”.45 Nei testi

è costruita una anglosassoni compaiono inoltre, in qualche caso, antroponimi di chiara origine nordica, a

casolari”, piùesempio Grimcetel (< Grímkell), Lefer (< Leifr) o Ulf (< Úlfr): essi però non saranno

Essaconservati nell’inglese moderno.

va accogliere e Sul continente i vichinghi, in maggioranza danesi, si erano mossi fin dai primi decenni

per citare alcunidell’800 (le prime incursioni risalgono agli anni 819-820). A partire dall’843 essi si

forma nordicaprocurarono una base logistica nel luogo (un’isola a sud dell’estuario della Loira) in cui un

aracca” e sved.,tempo sorgeva il celebre monastero di Noirmoutier fondato da San Filiberto, da loro

castripetutamente assalito e infine distrutto: mete preferite delle loro incursioni furono le regioni

compagno” (undella Frisia (l’importante città commerciale di Dorestad fu da loro razziata per quasi

dal punto vistatrent’anni), della Francia e della Germania. Gli eredi di Carlo Magno erano troppo deboli e

happtroppo impegnati in lotte per il potere, per questo le incursioni dei Normanni parvero

tore/padrone diinarrestabili. Diverse località francesi dovettero subire attacchi e saccheggi: tra le altre Rouen

“basso”,(841), Nantes (843), Bordeaux (852), Poitiers e Tours (853), Orleans (856) e anche Parigi

rmine davveroche fu saccheggiata per ben tre volte (845, 856-857 e 861).46 Dalla Francia i vichinghi si

(in nordico spinsero nella penisola iberica (dove attaccarono città come Lisbona, Siviglia e Cadice) fino

shirtalle coste del Marocco (844). Ma anche ben più a nord diverse città assai importanti non

e dal nordicofurono risparmiate: dopo Utrecht e Anversa, Amburgo fu devastata nell’845. La risoluzione

they/them di pagare ingenti somme di denaro (il cosiddetto danegeld) in cambio di una relativa
“brutto”tranquillità per le città, i monasteri e le popolazioni divenne una dura consuetudine. Non

“finestra” (dalsempre tuttavia ciò era sufficiente a frenare le aggressioni.

Nei testi D’altra parte non si deve pensare che i vichinghi attaccassero i Paesi dell’Europa dandosi

gine nordica, aa saccheggi e a devastazioni senza altra motivazione se non quella di dar sfogo alla loro

ò non sarannoirruenta violenza e a una insaziabile brama di ricchezza. Seppure questo aspetto vada tenuto

nella dovuta considerazione, si farebbe torto alla loro intelligenza e alla sagacia politica dei

i primi decenniloro capi, ove lo si volesse considerare predominante. Condottieri leggendari come a esempio

all’843 essi siRagnarr Brache di pelo, forse colui che nell’845 aveva conquistato Parigi, Guthrum, che

Loira) in cui unaveva ottenuto da Alfredo il Grande il riconoscimento dei confini del Danelagu, o, più tardi,

iberto, da loroÞorkell l’Alto (inn hávi) Strút-Haraldsson, uno dei celebri vichinghi di Jómsborg,47

urono le regioniprotagonista all’inizio dell’XI secolo di molte delle vicende politiche inglesi, erano infatti

ziata per quasiabili capitani ma anche intelligenti uomini politici, che per il raggiungimento dei loro

troppo deboli e obiettivi sapevano ben sfruttare quei requisiti di concretezza e di crudo realismo che

manni parvero caratterizzavano il temperamento dell’uomo del Nord. Si può qui tra l’altro osservare, a

a le altre Rouenesempio, che seppure fra le cause dell’espansione vichinga sia da escludere qualsiasi finalità

e anche Parigidi carattere religioso,48 la fede pagana di questi uomini fu, in ogni caso (e almeno per un

a i vichinghi sicerto periodo), un elemento determinante che non solo li sostenne nelle loro azioni, ma

e Cadice) finocontribuì a creare quello stereotipo di ‘barbari pagani’ che per lungo tempo avrebbe

importanti nondominato l’immaginario delle popolazioni cristiane d’Europa: del che essi si mostrarono ben

La risoluzioneconsapevoli utilizzandolo abilmente a proprio vantaggio.

di una relativa Del resto, proprio sul territorio francese (che conoscerà terribili devastazioni almeno per
suetudine. Nontutto il IX secolo) i vichinghi daranno esemplare dimostrazione del loro opportunismo e della

grande capacità di adattarsi con profitto a nuove situazioni. In più di una occasione infatti

Europa dandosiessi vi si erano stanziati più o meno stabilmente, fino a quando nell’anno 911 il sovrano

sfogo alla loroCarlo il Semplice stipulava con il capo normanno Rollone (Hrólfr, detto Gǫngu-Hrólfr, cioè

tto vada tenuto“Rollone il Pedone”)49 lo storico trattato di St. Clairsur-Epte. In base a questo accordo Carlo

cia politica deiconcedeva ai Normanni un territorio (che da loro avrebbe preso il nome di Normandia) a

come a esempiopatto che essi lo riconoscessero come proprio sovrano, che si convertissero alla fede cristiana

Guthrum, che(Rollone fu battezzato nel 912) e lo aiutassero nella difesa contro altre bande di vichinghi.50

, o, più tardi,Nel breve volgere di poche generazioni essi si dimostrarono capaci di consolidare il loro

47potere su questa regione, rendendola prospera e stabile. E alla nuova veste di ‘signori

si, erano infattifrancesi’ questi vichinghi si adeguarono presto in misura pressoché totale: nel ducato di

mento dei loroNormandia, organizzato secondo strutture socio-politiche di stampo continentale, anche la

o realismo chelingua nordica fu dimenticata a favore del francese.

ro osservare, a Nel dialetto normanno tuttavia dovevano essere accolte e sopravvivere diverse parole di

ualsiasi finalitàorigine nordica. Esempi significativi sono: biter “toccare” (nordico bíta “mordere”),

almeno per un embarnir “mettere incinta una donna” (nordico barna, formato su barn “bambino”, “figlio”),

oro azioni, macotin “piccola casa” (nordico kot), étoc “tronco d’albero” (nordico stokkr), eyer “vedere”,

tempo avrebbe“osservare” (nordico eygja), melgreux “erba che cresce sulle dune” (composto con i termini

mostrarono bennordici melr “duna” e gras “erba”), riméé “brina” (nordico hrím), rogue “uova di pesce”

(nordico hrogn), sigle “vela” (nordico segl), ullac “fuorilegge” (nordico útlagi). Dal dialetto

oni almeno perdella Normandia alcune parole sono entrate nella lingua francese: termini come équiper
tunismo e della(donde l’italiano equipaggiare) “provvedere del necessario” (nordico skipa “disporre”,

ccasione infatti“organizzare”, “sistemare”), flâner “andare a zonzo”, “bighellonare” (nordico flana “correre

911 il sovranoprecipitosamente senza prestare attenzione”), [courir le] guilledou “andare alla ricerca di

, cioèavventure amorose”, un curioso sviluppo del nordico kveldúlfr, letteralmente “lupo della

o accordo Carlosera”51 (vedi anche il normanno varou “lupo mannaro”, nordico vargúlfr), hangar “rimessa”,

Normandia) a“capannone” (nordico heimisgarðr/*hemsgarðr “fattoria”, “domicilio”). Significativo

a fede cristiana certamente il fatto che una gran parte dei termini di origine normanna provenga dal lessico

50 marinaresco, un ambito nel quale i vichinghi avevano dimostrato eccellenza e superiorità.

solidare il loroTra gli esempi più interessanti bateau “barca” (nordico bátr), esquif “schifo”, “barchetta”

este di ‘signori(nordico skip, “nave”), carlingue (italiano carlinga) “paramezzale” (nordico kerling), colin

: nel ducato di“nasello” (nordico koli “platessa”, “sogliola”), crabe “granchio” (nordico krabbi), havre

ntale, anche la“piccolo porto” (nordico hǫfn/hafn), lingue “merluzzo” (nordico lyng-fiskr “molva”), quille

“chiglia” (nordico kjǫlr), vague “onda” (nordico vágr).52 Tracce degli insediamenti vichinghi

verse parole di in Normandia restano naturalmente nella toponomastica, soprattutto in componenti di nomi

“mordere”),di luogo che un tempo dovettero essere in uso anche come nomi comuni. Tali sono, tra gli

bino”, “figlio”),altri, termini o suffissi quali -bec/-becq “ruscello” (nordico bekkr): a esempio Beaubec,

“vedere”, Crisbecq; -bu(t)/-bye (cfr. la forma danese býr, norvegese bær “insediamento abitativo”):53 a

o con i terminiesempio Tournebu, Hambye; -dal/-dalle “valle” (nordico dalr): a esempio Tyrdal,

uova di pesce”Briquedalle; -dike/-dick (nordico díki “fossato”): a esempio Hague-Dike, Le Dick/Le Dicq;

). Dal dialettohogue/hougue “poggio”, “altura” (nordico haugr “tumulo”, “collinetta”): a esempio La

équiperHogue, Les Hougues; homme/ houlme/-hou “isola” (nordico hólmr): a esempio Le Homme,
“disporre”, Le Houlme, Lihou; londe/-lon “boschetto” (nordico lundr): a esempio La Londe, Boclon; -nez

“correre(nordico nes “promontorio”): a esempio Nez, Bec du Nez; -tot (nordico topt/toft “terreno su

alla ricerca dicui è costruita una fattoria”): a esempio Epretot, Bactot (la cui prima parte risale al nordico

nte “lupo della bakki “altura”, “rilievo”); -tourp/-torp (nordico þorp “piccolo villaggio”, “gruppo di

“rimessa”,casolari”): a esempio Le Torp, Clitourps; -tuit (nordico þveit “appezzamento di terreno”): a

Significativo esempio Vautuit, Gonnetuit; -vic (nordico vík “baia”): a esempio Sanvic, Selvic; o, infine, un

nga dal lessico termine come il nordico kirkja “chiesa” (danese kirke) che si ritrova a esempio in

a e superiorità.Querqueville.54 Nei nomi di diverse località (soprattutto in -tot e -ville) sono inoltre

o”, “barchetta”riconoscibili numerosi antroponimi nordici (a esempio Grémonville formato su Geirmundr,

colinHerquetot e Herqueville, formati su Helgi, Quettetot e Quetteville formati su Ketill). Anche

havrealcuni nomi di persona e cognomi normanni recano traccia evidente dell’onomastica nordica:

quillesi vedano nomi propri come Tostain (nordico Þorsteinn) ed Etain (nordico Eysteinn) o

menti vichinghicognomi come Hérou, formato su Hérúlfr e Vimond formato su Vémundr.55

ponenti di nomi Abbastanza paradossalmente saranno proprio i Normanni, guidati da Guglielmo il

ali sono, tra gliConquistatore nella celebre battaglia di Hastings (1066), a segnare il definitivo tramonto

Beaubec,dell’era vichinga56 e a introdurre in Inghilterra, insieme al proprio dominio, la lingua

afrancese, determinando cambiamenti radicali nell’antico inglese e ‘deviandolo’ in buona

, parte dalle sue origini anglosassoni (e dunque – a ritroso – germaniche).57

Dick/Le Dicq; 3.1.5. Destinazione oriente

La Se sul fronte occidentale l’azione dei vichinghi danesi e norvegesi si tradusse in azioni di

Le Homme,attacco e conquista, sul fronte orientale – area nella quale il quadro era ben diverso – i
-nez vichinghi svedesi (noti come Vareghi o Variaghi)58 trovarono ampi spazi per promuovere

“terreno su importantissimi commerci. Le zone a sud e a est della Svezia erano abitate da tribù di etnia

isale al nordicobaltica e finnica, le cui condizioni di vita non erano certamente paragonabili a quelle dei

”, “gruppo diPaesi verso i quali si indirizzavano le azioni di conquista dei Norvegesi e dei Danesi (seppure

di terreno”): a questi ultimi si fossero mossi anche, almeno in parte, verso i territori slavi lungo le rive

; o, infine, unmeridionali del Baltico). Spingendosi a est i vichinghi svedesi (che pure parteciparono a

a esempio in spedizioni nei Paesi occidentali)59 si trovarono davanti un immenso territorio nel quale

) sono inoltreseppero creare centri di grande dinamismo. Essi penetravano in quelle regioni dalle coste del

Geirmundr,Baltico, procedendo poi verso l’interno. Uno dei primi insediamenti svedesi sul territorio

). Ancherusso fu nella località da loro detta Aldeigjuborg o Aldeigja (Cmapaя Дa∂oƨa) nei pressi del

mastica nordica:grande lago Ladoga (dove tra l’altro è stata rinvenuta una iscrizione runica in versi risalente

) oal IX secolo). Di lì, utilizzando le due vie di comunicazione naturali costituite dal corso dei

fiumi Dnepr e Volga,60 raggiunsero mete molto lontane ma importantissime per lo sviluppo

a Guglielmo ildei loro traffici. Da una parte, attraversato il Mar Nero, si trovarono a Bisanzio, da loro detta

nitivo tramonto Miklagarðr (o anche Mikligarðr, Garðr) la “Metropoli”61 (dove alcuni di loro andranno a

inio, la linguaformare il corpo delle guardie scelte dell’imperatore),62 dall’altra al di là del Mar Caspio

dolo’ in buona raggiunsero i ricchi mercati arabi dove potevano vendere le loro merci (pelli, pellicce, pece,

schiavi) e addirittura incrociare la via della seta. I rapporti fra i Vareghi e le popolazioni da

loro incontrate in queste zone sono ben testimoniati tanto nei reperti (a esempio le monete

sse in azioni di arabe ritrovate non solo lungo le vie commerciali percorse ma anche nelle regioni nordiche,

ben diverso – iin particolare sull’isola di Gotland) quanto nelle fonti scritte. Numerose pietre runiche
per promuovereinnalzate (in particolare in Svezia) per ricordare e onorare coloro che erano partiti in cerca di

da tribù di etniafortuna recano interessanti testimonianze.63 Inoltre ci sono fonti latine, bizantine, russe e

ili a quelle deiarabe. Tra queste ultime alcune forniscono notizie assai interessanti a riguardo degli usi e dei

Danesi (seppurecostumi di questi uomini, come, in particolare, le informazioni su diversi aspetti della vita dei

i lungo le rivenordici fornite da Ibn Rustah (prima metà del X secolo)64 e da Ibn Faḍlān, un diplomatico

parteciparono aarabo (in viaggio per conto del califfato di Bagdad tra il 921 e il 922) che aveva incontrato i

torio nel quale Vareghi sul Volga e aveva avuto l’opportunità di assistere al funerale di uno dei loro capi,

dalle coste del arso solennemente sulla nave insieme a una schiava e a diversi animali tutti sacrificati in suo

si sul territorioonore.65

) nei pressi del Il resoconto sui Vareghi (ar-Rūsīya) di Ibn Rustah:

n versi risalente “Per quanto riguarda ar-Rūsīya, essi vivono su un’isola (o una penisola) che sta in un lago.66

L’isola sulla quale abitano ha un perimetro pari a tre giornate di viaggio ed è ricoperta di foreste e
te dal corso dei
di fitti cespugli. È molto insalubre e così paludosa che la terra ondeggia quando ci si cammina
per lo sviluppo
sopra. Hanno un principe che si chiama āqān-Rūs. Essi compiono razzie tra gli aṣ-Ṣaqāliba [gli
o, da loro detta
Slavi] quando utilizzano le navi per arrivare da loro; li fanno prigionieri e li portano a azarān67 e
oro andranno a
ai Bulgār [Bulgari] e là li vendono. Non hanno campi, ma vivono solo di quanto importano dalla
del Mar Caspio
terra degli aṣ-Ṣaqāliba. Quando uno di loro ha un figlio, il padre va dal neonato con la spada
pellicce, pece,
sguainata. Egli fa così e la getta davanti a lui e gli dice: ‘Io non ti lascio alcun possedimento, tu hai
popolazioni dasolo quello che ti guadagni con questa tua spada’. Essi non hanno alcun possedimento terriero

mpio le monete[fattorie] né villaggi o campi. La loro unica occupazione è il commercio di zibellini e scoiattoli e

gioni nordiche,altri tipi di pellicce, che essi vendono a quelli che le comprano da loro. Come pagamento prendono

pietre runichedenaro, e lo ripongono nella loro cintura. Sono puliti nei loro abiti, e gli uomini si ornano con
artiti in cerca dibracciali d’oro. Trattano bene i loro schiavi, ed essi indossano abiti raffinati, poiché si dedicano al
68
antine, russe ecommercio con grande assiduità. Hanno molte città. Sono generosi nei confronti della loro gente,
onorano i loro ospiti e trattano bene con gli stranieri che cercano asilo presso di loro, e con tutti
o degli usi e dei
quelli che usano far loro visita. Non permettono che alcuno di loro li molesti o faccia loro qualcosa
tti della vita dei
di male. E ogni qual volta qualcuno osa far loro qualche torto o sopruso, essi lo aiutano e lo
un diplomatico
difendono. Hanno spade salomoniche.69 Nel caso in cui un gruppo fra loro sia chiamato alla guerra,
eva incontrato i
allora tutti si muovono insieme. Non si separano, ma restano insieme contro i loro nemici come un
o dei loro capi,
[unico] uomo finché non li abbiano sconfitti. Se uno di loro deve intentare una causa contro un altro,
acrificati in suo
allora lo convoca davanti al principe, dove entrambi procedono. Se quest’ultimo [il principe] regola

la questione fra loro, deve essere come egli vuole. Ma se non possono accordarsi secondo la sua

decisione, allora egli ordina loro di risolvere la questione tra di sé con le loro spade, così al
66
vincitore appartiene la spada più affilata. I congiunti dei due escono e si schierano con le loro
perta di foreste espade. Poi i due combattono fra loro. E quello fra i due che è superiore all’altro, sarà quello che

o ci si camminaottiene la soluzione da lui desiderata nella questione. – Essi hanno i loro ’aṭibbā’70 che decidono su

aqāliba [gliciò che possiedono come se fossero i padroni, quando ordinano loro di sacrificare al loro creatore

e ciò che essi desiderano fra donne, uomini e bestiame. E quando gli al-’aṭibbā’ hanno preso la

importano dallapropria decisione, allora essi non hanno alcuna possibilità di sottrarsi al loro ordine. Aṭ-ṭabīb71

to con la spadaprende da loro la persona o l’animale, gli avvolge una corda al collo e lo impicca a un palo di legno

sedimento, tu haifinché non spira. Poi egli dice: ‘Questa è una offerta a Dio.’ – Possiedono coraggio eroico e valore,

dimento terrieroe quando invadono il territorio di una stirpe [straniera], non desistono finché non lo hanno

ini e scoiattoli ecompletamente devastato. Prendono prigioniere le loro donne e rendono schiavi [gli uomini]. Essi

mento prendono hanno corpi prestanti e bell’aspetto e sono audaci. Ma la loro audacia non la dimostrano sulla terra.

ni si ornano conI loro attacchi e le spedizioni li intraprendono solo con le navi. – Essi portano (ampi) calzoni
hé si dedicano al(sarāwīlāt); per ciascuno di essi ci vogliono all’incirca 100 álnir72 di stoffa. Quando uno li indossa li

della loro gente,arrotola attorno alle ginocchia e li fissa lì così. Nessuno di loro va fuori per fare i propri bisogni da

loro, e con tuttisolo, ma in compagnia di tre dei suoi compagni, che gli fanno la guardia. Ciascuno di loro ha la

ia loro qualcosapropria spada con sé, perché presso di loro c’è assai poca sicurezza e molti tradimenti. E quando

lo aiutano e loqualcuno possiede qualcosa, allora suo fratello o il suo compagno che sta con lui punta a poterlo

mato alla guerra, uccidere e depredare. – Quando fra di loro muore un notabile, essi scavano una tomba come una

nemici come ungrande casa e lo depongono là. Insieme a lui mettono i suoi abiti e i bracciali d’oro che portava e

contro un altro,inoltre molto cibo e recipienti per bere e monete. Essi mettono anche la sua sposa favorita nella

principe] regolatomba insieme a lui, quando ella è ancora in vita. Ma poi l’apertura della tomba viene ostruita, così

secondo la sua ella muore là.”73

o spade, così al Certamente la vicenda dei Vareghi sulle vie dell’est conobbe anche, accanto all’aspetto

ano con le lorocommerciale, azioni bellicose allo scopo di imporre il predominio e assicurarsi l’egemonia su

sarà quello che


determinati territori, assalti e tentativi di conquista: Bisanzio fu attaccata nell’860, nel 907 e
che decidono su
nel 941 (con una grave sconfitta dei vichinghi), mentre nel 945 un ulteriore tentativo si
al loro creatore
risolse con la conclusione di un patto commerciale; Baku nell’Azerbajgian fu presa di mira
hanno preso la
nel 912 (scorreria che si concluse con una pesante sconfitta) e anche zone iraniane subirono
71

ripetuti assalti.
un palo di legno
Come detto, l’attuale Russia era al tempo dei vichinghi una regione sterminata e poco
eroico e valore,

é non lo hanno
ospitale, abitata da tribù pagane. Costoro chiamarono i Vareghi con il nome di Rus’ dal quale

gli uomini]. Essi deriva il toponimo Russia.74 La prima citazione di questo nome (rhos) risale all’anno 839.75

rano sulla terra.Sebbene non paia possibile dare credito alla Cronaca di Nestore76 che, indulgendo all’aspetto

o (ampi) calzoni leggendario, attribuisce a tre fratelli svedesi (Rurik, Sineus e Truvor),77 chiamati a mettere
uno li indossa liordine e governare le tribù slave, la fondazione dello Stato russo (862), è tuttavia opinione

propri bisogni dacondivisa che il nucleo di quest’ultimo si sia effettivamente venuto formando intorno ai

no di loro ha la
grandi borghi commerciali dei vichinghi: Novgorod, Gnezdovo-Smolensk, Kiev, che erano
menti. E quando
stati trasformati in veri e propri centri di potere ben organizzati.78 Forse si potrebbe persino
punta a poterlo
supporre che il termine russo per “città” gorod (ƨopo∂), seppure di provata origine slava,79
omba come una
sia stato rafforzato nell’uso dalla parola nordica garðr (“gruppo di case”, “fattoria”),
ro che portava e
foneticamente affine, comunemente utilizzata dai vichinghi svedesi per indicare nuclei
sa favorita nella
abitati. D’altronde nella lingua russa dovevano entrare almeno alcuni antroponimi di certa
ene ostruita, così
origine scandinava, come Rurik, Igor’, Oleg/Olg, Ol’ga, Uleb, Rogvolod, Turebern: questi

anto all’aspettonomi, attestati in antiche fonti russe come la già citata Cronaca di Nestore, trovano precisa

i l’egemonia sucorrispondenza nello svedese delle iscrizioni runiche (le forme sono rispettivamente:

’860, nel 907 eHrörikR, Ingvarr, Hälgi, Hälga, OlafR, Ragnvaldr, Þorbjorn).80 A un certo punto della

ore tentativo si loro storia i principi vichinghi provenienti dalla Svezia compaiono in prima persona come

u presa di miraeffettivi signori della Russia: nella seconda metà del IX secolo la città e la regione a sud di

aniane subironoNovgorod (detta dai nordici Garðaríki o Garðaveldi),81 a esempio, erano governate da capi

svedesi, come del resto Kiev. Ed erano in realtà svedesi i ‘russi’ che nel 912 stipularono

rminata e poco(secondo quanto riferisce la Cronaca di Nestore) un accordo con Leone, Alessandro e

dal quale Costantino, imperatori.82

75
Ma la vastità e l’impraticabilità del territorio russo doveva forse stimolare fra gli Svedesi

endo all’aspetto anche un vero e proprio desiderio di avventura, certamente comunque combinato con scopi

amati a mettere commerciali e/o militari. E in effetti la tradizione leggendaria questo lascia intendere a
ttavia opinione proposito della spedizione nelle zone orientali guidata (probabilmente nel 1041) dal celebre

ando intorno aicondottiero Ingvarr (Yngvarr), soprannominato Gran viaggiatore (víðfǫrli), discendente per

Kiev, che eranoparte di padre dalla famiglia reale svedese e protagonista dell’omonima saga leggendaria che

otrebbe persinoindica come motivazione del viaggio la sua insoddisfatta aspirazione al trono.83 Almeno

79 ventuno iscrizioni runiche si ritengono indubitabilmente connesse a questo evento che –

e”, “fattoria”),seppure a quanto pare conclusosi con la morte di gran parte dei protagonisti – ebbe

indicare nucleicertamente vasta risonanza. Pur ‘depurando’ per quanto possibile il racconto della saga (la

ponimi di certacui composizione – non lo si dimentichi – va collocata nell’ambiente culturale islandese) e

: questivalutando correttamente il suo rapporto con i dati obiettivi forniti dalle iscrizioni runiche,

trovano precisaresta comunque assai difficile definire la vera natura di questa spedizione, talora intesa come

ispettivamente: un vero e proprio viaggio di esplorazione.84

rto punto della 3.1.6. Isole atlantiche e destinazioni impreviste

a persona come La grande abilità marinaresca dei vichinghi li portò, inevitabilmente, a solcare rotte

egione a sud diatlantiche. Fu così che essi raggiunsero anche terre piuttosto lontane, la cui colonizzazione è,

vernate da capisenza dubbio, riconducibile ai movimenti di questi uomini. È questo il caso, innanzi tutto,

912 stipularono delle Føroyar, le “Isole delle pecore”. Verso l’anno 725 (forse anche prima) alcuni monaci

, Alessandro eirlandesi si erano stabiliti nell’arcipelago. Essi ne erano stati cacciati attorno al 795 dai

vichinghi e si erano rifugiati in Islanda. Nel Libro della dimensione dell’orbe terrestre (Liber

fra gli Svedeside mensura orbis terrae), redatto da Dicuil (del quale non si sa altro se non che era abate di

inato con scopi Bosham nel Sussex, uno dei due monasteri fondati nel sud dell’Inghilterra dagli Irlandesi) e

cia intendere a portato a termine nell’825, si afferma tuttavia che le isole erano ‘abitate’ solo da pecore e da
41) dal celebreuccelli marini: “Ci sono molte altre isole nell’oceano a nord della Britannia che possono

discendente per essere raggiunte dalle isole britanniche settentrionali con un viaggio diretto di due giorni e

eggendaria chedue notti se le vele sono gonfiate di continuo da un vento favorevole. Un ecclesiastico devoto

Almenomi disse di aver navigato per due giorni e una notte d’estate in una barca con due banchi di

o evento che –rematori e prese terra in una di queste. C’è un altro gruppo di piccole isole, quasi tutte

gonisti – ebbeseparate da stretti canali di acqua; in queste per quasi cento anni hanno vissuto eremiti partiti

o della saga (ladalla nostra Scozia.85 Ma al modo in cui esse sono rimaste deserte dall’inizio del mondo, ora

ale islandese) eallo stesso modo per via dei predoni normanni sono svuotate degli anacoreti, e invase da

rizioni runiche, innumerevoli pecore e da molte diverse specie di uccelli marini. Non abbiamo mai trovato

ora intesa comequeste isole citate nelle opere degli autori.”86 Il primo nordico che si stabilì nell’arcipelago

risulta tuttavia essere, nell’825 circa, tale Grímr kamban (“Pettine”?). Un primo stanziamento

da parte di coloni norvegesi ebbe luogo negli anni tra l’885 e l’890.87 Attorno al 900 i Faroesi

a solcare rotteistituivano la loro assemblea, primo organo governativo, a Tinganes “Promontorio

olonizzazione è,dell’assemblea” (località attualmente compresa nell’area della capitale Tórshavn), sull’isola

o, innanzi tutto,di Streymoy. Fonte privilegiata sulla prima fase della storia delle Føroyar (dalla metà del X

alcuni monaci alla metà dell’XI secolo) è la Saga dei faroesi (Færeyinga saga), un testo redatto

rno al 795 daipresumibilmente in Islanda all’inizio del XIII secolo, che tuttavia non sempre risulta

Liberaffidabile.

che era abate di Nella seconda metà del IX secolo veniva scoperta e gradatamente colonizzata l’Islanda:

agli Irlandesi) e questo fatto – dipendente in primo luogo dalla complessa situazione politica norvegese –

da pecore e da avrebbe determinato il sorgere di una vera e propria nazione: esso sarà dunque trattato nel
ia che possono paragrafo successivo, nel contesto della formazione del nucleo degli stati nordici.88

di due giorni e Dall’Islanda dovevano tuttavia partire i primi marinai che avrebbero avvistato le coste

esiastico devoto groenlandesi. Secondo quanto riferiscono la Saga di Eirik il Rosso e la Saga dei

n due banchi diGroenlandesi,89 questa terra era stata avvistata per la prima volta da tale Gunnbjǫrn Úlfsson

ole, quasi tutte mentre navigava verso occidente. Egli aveva scorto delle isole (verosimilmente nelle

o eremiti partitivicinanze di Angmagssalik) che da lui avevano preso il nome di Gunnbjarnarsker “scogli di

del mondo, oraGunnbjǫrn” (un toponimo noto in Islanda fino al XVII secolo). Si suppone che questo

eti, e invase daavvistamento possa essere collocato nei primi decenni del X secolo.90 I primi nordici a

mo mai trovato esplorare quella terra furono successivamente Snæbjǫrn Verro (galti) Hólmsteinsson e Hrólfr

nell’arcipelagodi Rauðisandr (inn rauðsenzki) Þorbjarnarson.91 Il primo viaggio in Groenlandia del celebre

o stanziamentoEirik il Rosso (Eiríkr rauði) si colloca nell’anno 982, il primo insediamento da lui stesso

al 900 i Faroesifondato nel 985 o 986. Fu Eirik a coniare il nome Grœnland “Terra verde”, perché secondo

“Promontorioquanto è riferito in queste stesse fonti, “egli disse che la gente ci sarebbe andata molto

havn), sull’isolavolentieri, se la terra avesse avuto un bel nome” (“hann kvað menn þat mjǫk mundu fýsa

alla metà del Xþangat, ef landit héti vel”).92

n testo redatto Ma gli uomini del Nord dovevano raggiungere anche le coste del nord-est americano.

sempre risultaCosì come è certo che alcuni navigatori e coloni di origine norvegese visitarono queste

regioni e per un certo periodo di tempo vi si stabilirono,93 altrettanto vero è che essi vi

zzata l’Islanda:giunsero la prima volta per caso. Le notizie relative ci vengono in particolare dalla Saga di

ca norvegese –Eirik il Rosso e dalla Saga dei Groenlandesi, due testi che tuttavia divergono in parecchi

que trattato nelpunti. Il primo avvistamento delle coste americane, a esempio, è attribuito dalla Saga di Eirik
il Rosso a Leifr, figlio di Eirik, partito dalla Norvegia per la Groenlandia, ma approdato ben

vistato le coste più a ovest;94 secondo la Saga dei Groenlandesi invece lo scopritore sarebbe piuttosto Bjarni

Saga dei Herjólfsson, un personaggio che, per altro, compare solo in questa fonte. Qui si riferisce che

rn Úlfsson egli con il suo equipaggio si trovava in viaggio verso la Groenlandia (dove intendeva visitare

milmente nelleil padre): ma finito fuori rotta avrebbe avvistato le coste americane, senza però prendere

“scogli diterra. Di ciò diede notizia quando finalmente approdò alla sua iniziale destinazione.95 In

one che questoeffetti nell’ottica dei navigatori scandinavi le coste americane non rappresentavano nulla di

primi nordici a più di un territorio che si trovava a ovest di altri (occupati in epoca relativamente recente)

insson e Hrólfrcome le Forøyar, l’Islanda e la Groenlandia e non è un caso che la prima ‘spedizione’ verso

ndia del celebrequelle terre partisse proprio da qui, organizzata (questa volta certamente) nell’anno 999 o nel

o da lui stesso1000 dal figlio di Eirik il Rosso, Leifr il Fortunato (inn heppni). Le terre visitate dai nordici

perché secondosul nuovo continente vennero battezzate con i nomi di Helluland (“Terra dalle rocce piatte”:

e andata moltol’isola di Baffin?), Markland (“Terra delle foreste”: il Labrador?) e Vínland (“Terra del

k mundu fýsavino”, la cui collocazione è assai dibattuta). A quanto pare il primo nordico a fondarvi una

colonia fu (qualche anno dopo) l’islandese Þorfinnr karlsefni96 con la moglie Freydís

-est americano.Eiríksdóttir: il loro figlio Snorri fu, probabilmente, il primo europeo a nascere in terra

sitarono queste americana.97 Le colonie americane degli uomini del Nord restarono attive fino alla prima

o è che essi vimetà del XIV secolo. Questo almeno è quanto si dovrebbe poter dedurre dalla notizia

Saga disecondo la quale nel 1347 un’ultima nave era tornata da un viaggio in quelle regioni (per la

ono in parecchiprecisione da Markland).98 Certo la vita dei nordici in quelle terre lontane non dovette essere

Saga di Eirikfacile tenuto conto in primo luogo dell’ostilità degli indigeni e delle difficoltà di
approdato bencomunicazione: verosimilmente dunque esse non rappresentarono nulla di più di una remota

piuttosto Bjarnicolonia, ragion per cui la disputa che vorrebbe contrapporli a Cristoforo Colombo come

si riferisce che‘autentici’ scopritori dell’America non ha, in realtà, alcun significato.99

endeva visitare Dalla Saga di Eirik il Rosso:

però prendere “Leifr si mise in viaggio e per molto tempo stette in mare aperto e trovò delle terre, di cui prima

non conosceva l’esistenza. Là c’erano campi di grano spontaneo e vi cresceva la vite. Là c’erano
In
degli alberi che si chiamano mǫ˛surr,100 ed essi da tutti questi presero qualche campione, alcuni
tavano nulla di
alberi [erano] così grandi che [erano] adatti [per costruire] una casa.”
amente recente)
“Si fece un gran parlare, che [alcuni] uomini potessero cercare quella terra che Leifr aveva
edizione’ verso
trovato […] Poi prepararono quella nave […] e per ciò furono ingaggiati venti uomini, e avevano
’anno 999 o nel
poco denaro, non più che armi e viveri […] A lungo errarono sul mare, ma non arrivarono alla rotta
tate dai nordici
che volevano […] Tornarono indietro in autunno ed erano assai stanchi ed estenuati […].”
e rocce piatte”: “A Brattahlíð101 si parlava molto, che [alcuni] uomini dovessero cercare il buon Vínland, e si

(“Terra del diceva che si doveva andare là per trovare buone terre fertili […] Essi avevano in tutto

a fondarvi unacentoquaranta uomini, quando fecero vela […] Allora videro una terra e misero [in mare] una

moglie Freydís scialuppa ed esplorarono la terra; là trovarono grandi rocce piatte, e molte larghe dodici álnir.102

ascere in terraC’era una gran quantità di volpi. Essi diedero nome a quella terra e la chiamarono Helluland. Di là
veleggiarono per due giorni e due notti,103 dirigendosi da sud a sud-est, e trovarono una terra tutta
fino alla prima
coperta di foreste con molti animali […] e chiamarono […] la terra Markland. Di là veleggiarono a
e dalla notizia
sud seguendo la costa per un bel po’ e giunsero a un promontorio; la terra stava a dritta, là c’erano
regioni (per la
lunghe spiagge e sabbia. Essi remarono fino a riva […].”
n dovette essere
“E una mattina presto, mentre si guardavano attorno, videro un gran numero di canoe di cuoio
e difficoltà di
[…] Allora essi remarono incontro [a loro] ed erano stupiti di fronte a quelli che stavano davanti, e
ù di una remotascesero a terra. Erano uomini scuri e brutti e avevano sulla testa una brutta capigliatura; avevano

Colombo comeocchi grandi e gote larghe. Restarono un po’ ed erano stupiti di fronte a quelli che stavano davanti,
poi remarono via verso sud oltre il promontorio […].”104

3.1.7. Ritorni

rre, di cui prima Molti di coloro che lasciarono la Scandinavia nel periodo vichingo non vi avrebbero mai

vite. Là c’erano più fatto ritorno. Le iscrizioni runiche in questi secoli testimoniano in numero davvero

ampione, alcuniconsiderevole il ricordo di uomini periti lontano da casa, talora per una disgrazia o un

naufragio, talora combattendo virilmente. Parecchi tuttavia sarebbero tornati: innanzi tutto
che Leifr aveva
molti commercianti, che per la natura stessa della loro attività dovevano continuamente
omini, e avevano
approvvigionarsi di merci. Ma anche molti avventurieri e capi militari che avevano trovato
varono alla rotta
fortuna in Paesi stranieri rientravano spesso nelle terre d’origine, a volte per riorganizzarsi, a

volte per preparare altri attacchi e stringere alleanze. Questo movimento di persone che
on Vínland, e si
recavano con sé nuove esperienze e nuove idee non sarebbe rimasto senza conseguenze
vevano in tutto
decisive per il futuro delle terre nordiche.
o [in mare] una
Dalla Saga di Egill Skalla-Grímsson:
102
“Questo disse mia madre, star ritto sulla prora,
Helluland. Di là
che a me si dovrebbe comprare guidare la nave preziosa,
o una terra tutta
un’agile nave e magnifici remi, e poi dirigere al porto,

à veleggiarono a andar via coi vichinghi, colpire un uomo e un altro.”105

dritta, là c’erano 3.2. Il nucleo delle nazioni nordiche

3.2.1. Tradizione e innovazione


i canoe di cuoio
Certamente, come si è rilevato in precedenza, nei Paesi scandinavi nuclei di potere
avano davanti, e
liatura; avevanocentralizzato si erano venuti formando fin dall’età dei Merovingi, tuttavia i primi segnali di

stavano davanti, questa evoluzione possono essere rintracciati già nell’età delle migrazioni se non addirittura

in precedenza. In realtà, come è lecito attendersi, il processo di creazione degli stati nordici si

protrasse per un periodo di tempo assai lungo e il suo corso fu determinato da diversi
avrebbero mai
elementi, non ultima la forza intrinseca delle concezioni che per secoli avevano sostenuto la
umero davvero
società tradizionale la quale, dunque, seppe opporre una forte resistenza alle novità che
disgrazia o un
venivano introdotte e – seppure infine dovette soccombere – fu tuttavia capace di mantenere
i: innanzi tutto
in vita valori secolari che in misura notevole vennero assimilati al nuovo, condizionandolo.
continuamente
L’elemento guerriero, strettamente legato all’aspetto economico, aveva prodotto
vevano trovato
arricchimento e insieme alleanze e antagonismi, sui cui esiti si fonda in buona parte
iorganizzarsi, a
l’enuclearsi degli stati. Fu dunque da un intreccio di guerre, conquiste, sconfitte, accordi e
di persone che
rivalità che vennero emergendo figure autorevoli e intraprendenti che seppero porre le basi di
za conseguenze
quelle che sarebbero state le monarchie nordiche, il cui potere si sarebbe diffuso in vaste aree

nei diversi Paesi.

Ma questo processo si innestava su una struttura che era, di fatto, ancora tribale e nella

quale ai sovrani era attributo potere limitato sia dal punto di vista territoriale sia da quello

amministrativo: essi infatti erano piuttosto individui eminenti all’interno della comunità (che

sostanzialmente si fondava sul richiamo a un antenato comune ritenuto divino) e a loro era

affidato il compito di gestire il bene di tutti svolgendo il ruolo di intermediari tra le potenze

sovrannaturali e il popolo, cui dunque dovevano garantire fecondità e benessere. L’aspetto


uclei di potere
giuridico era perciò strettamente legato a quello religioso. Le caratteristiche di questo tipo di
primi segnali disignore fecondo e protettore, questo ‘sovrano sacro’, trovano un riflesso, a esempio,

non addirittura nell’iscrizione (seppure lacunosa) che si trova sulla pietra runica di Stentoften (Blekinge,
106
i stati nordici siSvezia, metà del VII secolo circa) dove (nella prima parte) si legge: niuhAborumR/

nato da diversi niuhagestumR/hAþuwolAfRgAfj/ hAriwolAfR A××usnuh×e/: “Ai nuovi contadini/ ai

no sostenuto lanuovi ospiti [forestieri]/ Haduwolf diede [una buona] annata/Hariwolf per […] è ora
107
alle novità che protezione.” Una fonte ben più tarda (la Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson) che

ce di mantenereriferisce delle vicende (in buona parte leggendarie) della stirpe regale degli Ynglingar,

ondizionandolo.discendenti dell’antenato divino Yngvi-Freyr (divinità feconda per eccellenza) esprime

veva prodottoancora tutto il significato di questa figura nella drammatica vicenda del re svedese Dómaldi,

n buona partesacrificato dai sudditi (che, si dice, aspersero gli altari con il suo sangue) perché durante il
108
nfitte, accordi e suo regno c’era stata persistente carestia.

porre le basi di Ma i vichinghi, per la natura stessa delle loro scelte di vita e delle associazioni che erano

so in vaste areeandati a costituire, contrapponevano a questa visione comunitaria un forte individualismo:

conseguentemente quelli tra di loro che emersero come condottieri eccellenti si adoperarono

a tribale e nellaper introdurre nei loro Paesi d’origine e nelle terre da loro conquistate monarchie di tutt’altra

e sia da quellonatura, certamente influenzate dai modelli che avevano conosciuto nel resto d’Europa. Come

a comunità (che detto si trattava di individui determinati a gestire in prima persona la propria vita e il proprio

no) e a loro eradestino e la loro ambizione, parallela – ma per molti versi conseguente – all’arricchimento e

i tra le potenzeal successo economico, fu certamente quella di porre le basi di una diversa struttura sociale,

ssere. L’aspetto adeguata alla gestione delle grandi ricchezze accumulate e del potere che ne derivava.

i questo tipo diTuttavia la persistenza di una concezione sacrale della regalità resta chiaramente testimoniata
so, a esempio,in diversi casi.109 A esempio a riguardo del celebre sovrano norvegese Olav Haraldsson

ften (Blekinge,(Óláfr inn helgi Haraldsson, 995-1030),110 proclamato santo e divenuto emblema stesso del

/cristianesimo, una fonte lascia intendere che egli in realtà era la reincarnazione di un suo

i contadini/ ai antenato, Olav Guðrøðarson, soprannominato “elfo di Geirstaðir” (Geirstaðaálfr), un re che

per […] è oraaveva garantito ai sudditi prosperità e pace e al quale dopo la morte essi innalzavano

Sturluson) chesacrifici. Di un altro sovrano norvegese, Halvdan il Nero (Hálfdan svarti Guðrøðarson) è

egli Ynglingar, ricordato che quando morì il suo corpo venne sezionato in quattro parti che furono poi

lenza) esprime sepolte in quattro diverse province: ciò perché gli abitanti di ciascuna lo reclamavano per

edese Dómaldi,aver garantite prosperità e pace.111 Certamente va riferita qui anche la tradizione svedese

erché durante ildella Eriksgata, cioè il percorso che il re neoeletto doveva fare attraverso le diverse regioni

del Paese per prestare giuramento ed essere accolto dal popolo come dispensatore di pace e

zioni che erano abbondanza.112

individualismo: Come che sia, la costituzione di una autorità centralizzata nei Paesi nordici non fu

si adoperarono certamente un risultato conseguito senza difficoltà e diversi furono gli ostacoli che si

chie di tutt’altrafrapposero alla sua affermazione. Il primo è senza dubbio da individuare nella rivalità che

’Europa. Come contrapponeva coloro che aspiravano al potere, certamente un elemento di grave instabilità.

vita e il proprioQui occorre tra l’altro tenere ben presente che nel periodo vichingo i nordici non avevano

arricchimento eancora delineato una chiara cognizione della loro appartenenza a una nazione ‘danese’,

truttura sociale,‘svedese’ o ‘norvegese’ che fosse. Le alleanze che si formavano erano determinate da

e ne derivava.interessi dinastici e/o economici, complicate da intrecci di parentela e non di rado finalizzate

nte testimoniata a vantaggi diversi che in determinate occasioni andavano a convergere. Anche dal punto di
lav Haraldsson vista geografico i confini degli stati che si venivano enucleando erano in larga parte dissimili

lema stesso deldagli attuali: basti pensare che la regione svedese meridionale della Scania era allora

ione di un suo danese,113 e anche che il dominio del re norvegese si estendeva a diversi territori dell’attuale

), un re che Svezia. Il potere dei re svedesi e, in buona parte, di quelli norvegesi inoltre si infrangeva

ssi innalzavano verso nord, quando ci si spostava in regioni (comunque ritenute di scarso interesse

) èeconomico) che erano abitate dalle popolazioni sami che ben poco avevano a spartire con la

che furono poicultura delle zone più meridionali.

eclamavano per Ma un altro elemento ebbe un ruolo determinante. L’antica società tribale scandinava

dizione svedeseconosceva – sulla scorta di quella germanica – uno strumento di governo molto antico:

diverse regioni l’assemblea (in ant. nordico þing).114 In essa i notabili e gli uomini eminenti si incontravano

satore di pace eper discutere e dirimere i problemi, per promulgare le leggi e per emettere i giudizi.115 Il

potere riconosciuto a tali assemblee era fortemente radicato ed esso venne perciò spesso a

nordici non futrovarsi in posizione di notevole contrasto con quello centralizzato determinando una

ostacoli che siconflittualità che avrebbe creato gravi difficoltà ai sovrani. L’autorità e l’indipendenza delle

ella rivalità cheantiche assemblee infatti resisteranno a lungo, manifestandosi in seguito in diversi casi sotto

rave instabilità.forma di insubordinazione e insofferenza nei confronti del governo centrale.

ci non avevano Occorre inoltre rilevare che i grandi cambiamenti introdotti nell’era vichinga, se poterono

zione ‘danese’, avviarsi e trovare il proprio sviluppo grazie alla presenza dei centri di potere più ampio che si

determinate daerano enucleati nei secoli precedenti, incontrarono allo stesso tempo forti ostacoli nelle

rado finalizzatecontese determinate dai diversi interessi e dalle contrastanti ambizioni di coloro che li

he dal punto di governavano. La conflittualità che segna le vicende storiche legate alla formazione e al
a parte dissimiliconsolidamento degli stati scandinavi è certamente figlia di questa situazione.

ania era allora 3.2.2. Danimarca

tori dell’attuale Il primo nucleo di un potere che superava confini limitati si era manifestato in

e si infrangeva Danimarca, nella regione della Selandia, fin dall’ultima fase dell’età del ferro romana. Esso

carso interesseera in grado di far sentire la propria autorità in gran parte delle regioni meridionali della

spartire con laScandinavia e la sua influenza si può constatare per tutto il periodo delle migrazioni.116 È

d’altronde in questa fase che si conoscono località di sicura importanza, quali a esempio

bale scandinavaGudme nella regione della Fionia117 o Lejre e Tissø in Selandia.118 Agli eventi storici

o molto antico:riferibili a queste fasi e ai personaggi che ne furono protagonisti si riferiscono diverse fonti.

si incontravanoNella Storia (Historiarum libri X) di Gregorio di Tours compare nell’anno 515 un re danese

Ildi nome Chlochilaicus:119 costui sarebbe stato ucciso nel corso di un attacco sulle coste

perciò spesso a francesi;120 resta evidentemente assai difficile stabilire l’estensione del suo potere. Altre

erminando unanotizie troviamo nel già citato poema anglosassone Beowulf e in alcune saghe norrene. La

pendenza delle Saga di Rolf [Magro come un] palo (Hrólfs saga kraka, redatta nel XIV o XV secolo), che si

versi casi sottosofferma sulle vicende di un celebre sovrano danese, ha carattere quasi del tutto

leggendario;121 similmente, per buona parte, la Saga degli Skjǫldungar (Skjǫldunga saga,

ga, se poteronocomposta verosimilmente verso la fine del XII o l’inizio del XIII secolo)122 il cui titolo si

iù ampio che siriferisce alla stirpe di origine divina dei primi sovrani di questo Paese, discendenti di Skjǫldr

ostacoli nelle (“Scudo”), detto figlio di Odino, i medesimi che nel Beowulf sono detti Scyldingas: a essa si

i coloro che lirifà, da un punto di vista formale, un testo come la Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson.

ormazione e alAnche altri scrittori ‘storici’ come Svend Aggesen che redasse in latino una Breve storia dei
re della Danimarca (Brevis historia regum Dacie, dalle origini al 1185)123 e – soprattutto –

Sassone grammatico (Saxo grammaticus), autore (anch’egli in latino) della celebre Storia dei

manifestato inDanesi (Gesta Danorum) che si riferisce in modo ben più esteso (sedici libri) al medesimo

o romana. Esso periodo di tempo,124 indulgono – a riguardo della fase più antica – al medesimo

eridionali dellacompiacimento leggendario, facendo risalire la dinastia danese nel primo caso a

ÈSkjold/Skiold125 e nel secondo a Dan (mitico re dal quale dunque il Paese avrebbe tratto il

uali a esempionome).126 Una maggiore chiarezza non ci viene da altre fonti, quali in particolare la Cronaca

i eventi storicidi Lejre (Chronicon Lethrense), successiva al 1160, le genealogie (tra cui quella attribuita al

o diverse fonti. medesimo Svend Aggesen) e i cataloghi di sovrani danesi.127

15 un re danese A diversi personaggi citati in questi testi possiamo attribuire una probabile storicità,

cco sulle costetuttavia le vicende che a loro riguardo sono narrate travalicano senza dubbio la realtà dei

o potere. Altrefatti.128 È praticamente impossibile liberare dalle concrezioni leggendarie nomi come quello

he norrene. La di Halvdan (ant. ingl. Healfdene, significativamente “Semidanese”), ricordato nel Beowulf,

V secolo), che siun personaggio collocabile forse nel V secolo; del già citato Rolf (vissuto nel VI secolo?)

uasi del tuttosignore di Lejre; di Ivar [il cui potere] abbraccia ampi [territori] (Ívarr Hálfdanarson

ldunga saga,víðfaðmi, VII secolo), sovrano della Scania che era divenuto signore di tutta la Danimarca e,

il cui titolo sisecondo diverse fonti, addirittura di tutta la Scandinavia e oltre;129 di Araldo Dente di

ldrbattaglia (Haraldr hilditǫnn)130 che avrebbe unificato la Danimarca e imposto il proprio

: a essa sidominio anche su buona parte della Svezia e di suo nipote Sigurd Anello (Sigurðr hringr) a

norri Sturluson. lui opposto nell’epica battaglia di Brávellir (bellum Brawicum, VII secolo? – VIII secolo?),

Breve storia deicombattuta forse (se combattuta!) nella regione svedese dell’Östergötland presso Bråviken e
– soprattutto –che vide Araldo soccombere, non senza l’intervento di Odino che sotto le mentite spoglie del

Storia deisuo auriga lo fece sbalzare dal carro e ne provocò la morte.131 Storia intrecciata alla leggenda

i) al medesimodunque, ma dietro la quale possiamo comunque riconoscere il progressivo affermarsi di

al medesimodiversi potentati, le loro alleanze e rivalità in un percorso che porterà infine alla costituzione

primo caso adi un dominio esteso a territori più ampi. Del resto anche un’altra figura del tutto

vrebbe tratto illeggendaria, quella del mitico re Fróði (che per molti versi riprende le caratteristiche del dio

Cronaca della fecondità Freyr), sovrano (durante il cui regno viene collocata la nascita di Cristo!)

ella attribuita alfecondo e capace di garantire ai sudditi prosperità e pace132 rivela la persistenza nella

tradizione culturale danese della figura del re sacro di cui sopra si è detto.

babile storicità, In realtà, tornando a dati concreti, possiamo riconoscere un segnale effettivo

io la realtà deidell’affermarsi di una potenza danese nel rafforzamento della costruzione del famoso

mi come quellobastione difensivo noto come Dannevirke o Danevirke (Danavirki, la cui prima realizzazione

, dovrebbe risalire al 737)133 per iniziativa di Goffredo (Godfred/Godofridus/Guthifridus ma

nel VI secolo?)anche Gøtrik/Gøtricus),134 il primo sovrano (804-810) con un potere effettivamente esteso a

Hálfdanarsontutto il Paese, capace di sottomettere i Frisoni e diverse popolazioni slave e di minacciare

a Danimarca e,persino l’imperatore Carlo. Questo bastione, che sarà rafforzato e accompagnato da tutta una

raldo Dente di serie di fortificazioni (e la cui costruzione si protrarrà fino al 1160) aveva lo scopo di

osto il proprioproteggere il confine meridionale dello Jutland.135 Per salvaguardare gli interessi

) a commerciali danesi nell’anno 808 questo re aveva distrutto il mercato degli Obodriti a Reric

– VIII secolo?), (nei pressi dell’attuale Wismar, o forse di Lubecca), dando contemporaneamente impulso a

esso Bråviken eHedeby (l’attuale Schleswig), dove fece trasferire i commercianti (qui risultano coniate nella
ntite spoglie delprima metà del IX secolo le prime monete danesi). Anche i successori di Goffredo (a quanto

a alla leggendapare ucciso da un uomo del suo seguito), il nipote Hemming (noto solo da fonti latine come

o affermarsi diHemmingus, sovrano negli anni 810-812)136 prima e il figlio Horik (Horicus ma anche Rørek,

lla costituzione re dall’813 all’854)137 poi – quest’ultimo in particolare piegando le aspirazioni di Araldo

gura del tutto(Harald/ Haraldus) Klak,138 sconfitto definitivamente nell’827 – sarebbero stati capaci di

ristiche del diomantenere un potere sostanziale su tutto il territorio danese (esteso allora verosimilmente

cita di Cristo!)oltre che allo Jutland e alle isole, alla Scania e ad alcune zone della Norvegia orientale).

ersistenza nellaQueste notizie ci vengono in buona parte da fonti latine anche contemporanee, come gli

Annali del Regno dei Franchi (Annales Regni Francorum)139 che riferiscono dei rapporti di

gnale effettivoquesti re con l’Impero.

ne del famoso Nel IX secolo e per buona parte del X, mentre i vichinghi danesi imperversavano in Paesi

ma realizzazionestranieri, la loro patria conosceva lotte intestine e un certo ridimensionamento del potere

macentrale. E in effetti solo a partire da Gorm il Vecchio (Gormr inn gamli Hǫrða-Knútsson) e

amente esteso ada suo figlio Araldo Dente azzurro (Haraldr blátǫnn Gormsson), prenderà il via una dinastia

e di minacciarereale danese vera e propria (934). Di incerte origini, Gorm riuscì a sconfiggere i principi

ato da tutta una locali e, soprattutto, a scacciare gli Svedesi che fin dal 910 si erano insediati, con il capo

va lo scopo divichingo Olof prima e con il figlio di lui Gnupa poi, nell’importante centro di Hedeby

gli interessigovernando anche buona parte delle isole danesi. Una pietra runica di Jelling (nello Jutland,

Obodriti a Rericluogo in cui nel 958 venne sepolto Gorm il Vecchio) rappresenta, nella sua breve quanto

ente impulso a efficace iscrizione, una sorta di certificato di nascita dello Stato danese: haralt kunukR baþ

no coniate nellakaurua kubl þausi aft kurmfaþursin aukaft þAurui muþur sina sa haraltr ias sAR uan
fredo (a quantotanmaurk/ ala auk nuruiak/ auk tani (karþi) kristnA: “Il re Araldo fece fare questo

nti latine comemonumento [in memoria] di Gorm suo padre e di Thyre sua madre, quell’Araldo che

Rørek,conquistò tutta la Danimarca/ e la Norvegia/ e fece cristiani i Danesi.” A Jelling si trova

zioni di Araldoanche un’altra pietra runica (la prima in ordine di tempo, 935 circa) fatta erigere da Gorm

stati capaci dimedesimo per la moglie Thyre (Þyri), la quale nel testo viene definita tanmarkaR but

verosimilmente “prosperità della Danimarca”.140 Su queste pietre compare per la prima volta il nome di

egia orientale).questo Paese (come pure quello della Norvegia).

anee, come gli Nel 1013, in seguito a una lunga serie di attacchi, Svend Barba forcuta (Sveinn

dei rapporti ditjúguskegg Haraldsson, 986-1014), figlio di Araldo Dente azzurro succeduto al padre in

circostanze non del tutto chiarite,141 avrebbe infine conquistato l’Inghilterra, divenendone in

savano in Paesi tal modo il primo re danese: poco dopo tuttavia egli moriva improvvisamente. Ma la sua

ento del potereeredità sarebbe andata a un figlio destinato a diventare celebre: Canuto il Grande, vero e

) eproprio signore di un ‘impero del Nord’.

via una dinastia Descrizione della Danimarca dalle Opere dei Danesi di Saxo grammaticus:

ggere i principi “I limiti di questa regione sono dunque in parte demarcati dal solo confine di un altro [Paese],

in parte circoscritti dalle onde del mare che la tocca. L’Oceano infatti bagna e circonda la zona
ati, con il capo
centrale, esso talora si insinua negli anfratti tortuosi delle insenature [a formare] chiusi bracci di
ntro di Hedeby
mare, talora si espande nell’ampiezza di un golfo più aperto e dà origine a molte isole. Il che fa sì
(nello Jutland,
che la Danimarca, disegnata dai flutti del mare che la circonda, abbia poche zone ininterrotte di
a breve quanto
terraferma, le quali sono differenziate da una così grande frammentazione dei marosi a seconda
baþ
delle diverse angolature di tortuosi canali. Tra [le regioni] del Regno danese lo Jutland occupa il
uan
primo posto a motivo dell’estensione e del [fatto che dà] inizio [al territorio], essa infatti è
ece fare questonell’ordine la prima e quella che come posizione si spinge più in là, arrivando a i confini con la

ell’Araldo che Germania […] In essa c’è un golfo che si chiama Limfjorden, ha una tale abbondanza di pesce che
pare garantisca agli abitanti non meno cibo di tutto il terreno [coltivato…] Oltre lo Jutland, verso
Jelling si trova
est, si trova [l’isola di] Fionia, che un braccio di mare davvero stretto separa dal continente. La
rigere da Gorm
quale perciò a ovest è rivolta verso lo Jutland, ma a est verso la Selandia, [una regione] che deve
but
essere lodata per la grande abbondanza di risorse. Quest’isola, che per bellezza sopravanza tutte le
olta il nome di
altre province del nostro territorio, può essere considerata il cuore della Danimarca, perché una

uguale distanza nello spazio [la] divide dai confini estremi del territorio.”142
Sveinn
3.2.3. Svezia
uto al padre in
Per quanto allettante sia l’idea che il nucleo del futuro Regno svedese possa essere già
divenendone in
riconosciuto nel passo tacitiano relativo alla tribù dei Suiones143 e quindi fatto risalire
nte. Ma la sua
addirittura al I secolo d.C., è evidente che anche in Svezia diversi centri di potere si erano
Grande, vero e
consolidati piuttosto nei secoli precedenti il periodo vichingo in aree particolarmente

avvantaggiate dal punto di vista delle risorse economiche e commerciali; le testimonianze

archeologiche di contatti con l’Impero romano (e la conseguente circolazione di merci di


un altro [Paese],
prestigio) si legano all’affermarsi di signorie capaci di imporsi – grazie all’acquisizione di
irconda la zona
ricchezza e alla capacità di stringere utili alleanze – oltre confini limitati. Nei secoli V-VI
chiusi bracci di
d.C. la Svezia ci appare come un territorio economicamente vivace e nel quale si vengono
sole. Il che fa sì

ne ininterrotte di
delineando le regioni che andranno a costituire la struttura del futuro Regno: Götaland (la

arosi a seconda“terra degli Götar” [pronuncia: /'jø:tar/]), suddivisa in Västergötland e Östergötland; Uppland

utland occupa ilcon la regione gravitante sul lago Mälaren (dove la località di Helgö acquisisce rilevante

], essa infatti èimportanza) e il suo amplissimo retroterra che costituiscono il territorio degli Svear;144 le
i confini con la grandi isole baltiche di Öland e Gotland. L’affermarsi di potentati locali è confermato anche

nza di pesce chedalla grande quantità di beni preziosi (a esempio le ricche offerte votive databili tra il III e il

o Jutland, verso
VI secolo d.C.) che testimoniano di una aristocrazia che andava fondando il proprio
al continente. La
predominio su basi non solo commerciali e militari ma anche religiose. Del resto, come si è
egione] che deve
detto, a partire da questo periodo si colloca nel Nord una sorta di ‘regolamentazione’ della
pravanza tutte le
religione pagana capace di ‘ordinare’ i diversi elementi su base sincretistica. Tre fattori
rca, perché una
fondamentali: potere economico, politico-amministrativo e religioso si consolidano a

vicenda, dando forza a principati che costituiranno le fondamenta del futuro Stato svedese.

La notevolissima quantità di oro che affluisce nel Nord, i grandi tumuli – a esempio quelli di
ossa essere già
Gamla Uppsala nell’Uppland – innalzati a ricordo di sovrani eminenti e poi, ancora, i
di fatto risalire
ritrovamenti archeologici di località come Vendel o Valsgärde ne recano eccellente
potere si erano
testimonianza.
particolarmente
Tuttavia, dal punto di vista delle fonti scritte, anche per quanto riguarda la storia della
e testimonianze
Svezia in questi primi secoli della sua trasformazione in stato, ci si deve accontentare di
one di merci di
riferirsi a testi di carattere leggendario: in buona parte si tratta dei medesimi da cui traiamo le
acquisizione di
notizie sulla Danimarca, ma questo è del tutto naturale, dal momento che le vicende di questi
Nei secoli V-VI
popoli sono strettamente interconnesse. Il già citato poema anglosassone Beowulf ci mostra
uale si vengono
gli Svear (ant. nordico Svíar, ant. ingl. Sweōn o anche Sweō-ðeōd) in lotta contro i Geati (ant.
o: Götaland (la
ingl. Geātas): con grande probabilità questo nome fa riferimento agli Götar, tuttavia non è da
ötland; Uppland
escludere totalmente una diversa opinione secondo la quale esso rimanderebbe, piuttosto,
isisce rilevante
agli Juti.145 È verosimile che in questo conflitto gli Svear abbiano avuto la meglio (la loro
le
nfermato ancheaffermazione sugli Götar si collocherebbe verso la metà del periodo delle migrazioni),

bili tra il III e iltuttavia non ci vengono tramandati nomi di re di questo popolo il cui potere possa essere

ndo il propriodefinito sovraregionale, né pare possibile determinare cronologicamente con precisione

esto, come si èquando e se gli Götar abbiano di fatto perduto la propria autonomia. È verosimile che si sia

entazione’ dellatrattato in realtà di un processo lento e graduale.146 Assai importanti sono anche le

ica. Tre fattoriinformazioni fornite nella Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson, che a sua volta si fonda,

consolidano a come detto,147 sul poema Enumerazione degli Ynglingar del poeta norvegese Þjóðólfr di

Stato svedese.Hvinir. La palese corrispondenza linguistica tra i nomi di personaggi qui ricordati con altri

empio quelli diche si trovano nel Beowulf ha indotto, come già rilevato, a tentativi di ricostruzione di quei

poi, ancora, ilontani eventi, basati anche sulle evidenze archeologiche: molti dubbi sono tuttavia destinati

ano eccellentea perdurare.148 La saga menziona tutta una serie di re ‘svedesi’ sulla cui storicità (o

quantomeno su quella degli eventi a loro collegati) non è possibile avere certezze: è

a la storia dellaprobabile tuttavia che i conflitti che secondo Snorri li opposero a sovrani di Paesi vicini

accontentare dirispondano a situazioni reali; un qualche fondamento storico dovrebbero avere anche vicende

a cui traiamo lepersonali, quali in particolare quella di Dómaldi Vísbursson, che rifletterebbe una concezione

cende di questi sacrale della regalità, o quella di Ingjaldr Ǫnundarson detto “di cattivo consiglio” (inn

ci mostraillráði), il cui comportamento privo di scrupoli nei confronti di altri sovrani locali (da lui

tro i Geati (ant.uccisi con l’inganno per impadronirsi dei loro territori) ben testimonia la tendenza alla

uttavia non è dacreazione di potentati più estesi.149 Un re ‘svedese’ sarebbe stato, secondo Saxo

ebbe, piuttosto,grammaticus, Sigurd Anello, sopra menzionato, in realtà il nipote del danese Araldo Dente di

meglio (la lorobattaglia, il cui nonno materno era Ivar Halvdanarson, Colui [il cui potere] abbraccia ampi
le migrazioni),[territori], sovrano che – a quanto pare – era stato capace di imporre il proprio dominio su

re possa essereregioni svedesi e danesi, su parte dell’Inghilterra se non, addirittura, su alcune zone della

con precisioneGermania e della Russia;150 costui avrebbe posto fine al dominio della dinastia degli

imile che si sia Ynglingar a Uppsala. A Sigurd Anello Araldo, zio materno, avrebbe affidato il governo della

sono anche leregione abitata dagli Svear e del Västergötland, per poi combatterlo nell’epica battaglia di

volta si fonda,Brávellir. Altre notizie, come quella relativa al celebre Ragnarr Brache di pelo che sarebbe

ese Þjóðólfr distato sovrano di Svezia, sono da ritenere totalmente prive di fondamento.151

ordati con altri In un quadro ben lontano dall’essere chiarito definitivamente, l’evoluzione dei potentati

ruzione di quei risulta comunque palese; assai interessante è, a esempio, l’informazione che ci viene da

uttavia destinatiSnorri Sturluson secondo il quale l’antenato divino dei re svedesi della stirpe degli

cui storicità (oYnglingar, Yngvi-Freyr, si stabilì a Uppsala e decretò che là si dovessero pagare i tributi,

ere certezze: è terre e beni mobili, il che venne formando il patrimonio della Corona dei sovrani che dopo di

di Paesi vicinilui regnarono in quel luogo:152 una annotazione che conferma lo sviluppo, dal punto di vista

e anche vicendeeconomico, di un potere centralizzato.

una concezione In relazione alle visite del missionario Ansgar (Anskarius),153 il suo biografo Rimbert

inn(morto nell’888) cita due sovrani che governavano l’importante centro commerciale di Birka

ni locali (da luisul lago Mälaren:154 Björn (Bern), incontrato da Ansgar nell’anno 830 e Olof (Olef) nell’852

a tendenza alla circa.155 Altri sovrani degli Svear sono ricordati. Seppure sia più che probabile che nessuno

secondo Saxodi loro avesse giurisdizione su un’area sufficientemente vasta rispetto all’estensione

Araldo Dente digeografica del Paese e che dunque altri signori continuassero a esercitare la propria autorità

abbraccia ampiin diverse regioni, appare tuttavia evidente che i sovrani di Uppsala occupavano una
rio dominio su posizione di crescente prestigio. Nella seconda metà del X secolo si colloca la figura di Erik

une zone della il Vittorioso (Segersäll, in ant. nord. Eiríkr inn sigrsæli Bjarnason), vincitore sul rivale

dinastia degliStyrbjörn, alleato dei vichinghi danesi, nella piana di Fyrisvellir presso Uppsala (evento

il governo dellacollocabile poco prima del 990) e divenuto dunque anche signore di Danimarca. Suo figlio

ica battaglia diOlof Skötkonung, indicato come il primo re cristiano della Svezia, diventerà alla morte del

elo che sarebbepadre (994 o 995) sovrano degli Svear e degli Götar.

Descrizione della Svezia dalle Opere dei vescovi della Chiesa di Amburgo di Adamo da Brema:

ne dei potentati “Quindi faremo una breve descrizione della Sueonia o Suedia [la Terra degli Svear]:156 essa ha

a ovest gli abitanti di Götaland e la città di Skara, a nord gli abitanti di Värmland con i Finni
he ci viene da
sciatori,157 il cui inizio è [in] Hälsingland; a est per [tutta] la lunghezza ha quel Mar Baltico, di cui
la stirpe degli
prima abbiamo detto. Lì c’è la grande città di Sigtuna; a oriente invece arriva ai Monti Rifei,158 dove
pagare i tributi,
[ci sono] vaste aree desertiche e nevi altissime, e dove folle di uomini mostruosi impediscono un
ani che dopo di
ulteriore accesso. Là ci sono Amazzoni, Cinocefali, Ciclopi che hanno un occhio solo sulla fronte; là
l punto di vista
ci sono quelli che Solino159 chiama Imantopodi, che saltano su un piede solo, e quelli che gustano la

carne umana al posto del cibo, ragion per cui si rifugge da loro, e parimenti a [buon] diritto [di
ografo Rimbert loro] si tace.160 Il re danese [Svend Estridsen], che spesso ricordo, mi riferì che dalle montagne

erciale di Birkaerano soliti scendere degli uomini di modesta statura, ma dagli Svear a stento contrastabili per la

) nell’852forza e l’agilità. ‘E di loro è incerto da dove vengano; talora una volta all’anno, oppure dopo tre

ile che nessuno anni’, disse, ‘arrivano improvvisi. Se a questi non ci si oppone con tutte le forze, devastano l’intera

all’estensioneregione, e di nuovo si ritirano’. Molte altre cose si sogliono raccontare, che io ho omesso per amore
di concisione, da coloro che affermano di averle viste.”161
propria autorità
3.2.4. Norvegia
ccupavano una
a figura di Erik In Norvegia la suddivisione tribale e la frammentazione in piccoli regni era favorita,

itore sul rivaleancor più che altrove, dalla conformazione geografica del territorio e dalla varietà delle

Uppsala (eventorisorse in esso presenti. Tuttavia i medesimi fattori economici, sociali e religiosi che avevano

arca. Suo figlioprovocato la progressiva trasformazione politica nei territori danese e svedese operarono

alla morte delanche qui. L’evidenza archeologica testimonia una concentrazione abitativa nell’area del

fiordo di Oslo, nelle zone sud-occidentali del Paese e nel Trøndelag. I rapporti commerciali

con il continente sono ben testimoniati nell’età del ferro romana da ricchi reperti. Più tardi

essa hatumuli grandiosi risalenti al V secolo e analoghi soprattutto a quelli svedesi,162 o reperti come

and con i Finni


la tomba contenente oggetti di pregevolissima fattura (in particolare una fibbia in bronzo e
ar Baltico, di cui
argento) rinvenuta ad Åker (presso Hamar nella regione di Hedmark, VII secolo), un tempo
dove
probabilmente posta sotto un tumulo, confermano l’affermarsi di famiglie (dunque dinastie)
impediscono un
assai potenti.163 Anche altre testimonianze, come a esempio una serie di costruzioni
o sulla fronte; là
fortificate lungo il versante orientale del lago Mjøsa (nella medesima regione), disposte per
li che gustano la
una lunghezza di circa 50 km., potrebbero far supporre l’esistenza di una confederazione
buon] diritto [di

dalle montagne
amministrativa fra diversi gruppi estesa a un territorio di una certa ampiezza. Più tardi anche

ntrastabili per lalo sviluppo di centri importanti quali Skiringssal presso Larvik, nella regione di Vestfold o

oppure dopo tre Lade (Hlaðir) presso Trondheim, risulterà parallelo a quello di località danesi e svedesi come

evastano l’interaHedeby o Birka, centri mercantili ma anche punti di riferimento culturali. Luoghi nei quali,

messo per amore non a caso, in epoca vichinga il commercio sarà svolto sotto la protezione di un signore.

Tuttavia, attorno all’inizio del IX secolo, seppure in alcune zone si venissero enucleando

strutture politico-economiche di più vasta portata, la Norvegia risultava frammentata in


ni era favorita,numerose piccole signorie locali rette da capi la cui autorità non andava oltre territori tutto

a varietà delle sommato limitati.

osi che avevano Dal punto di vista delle fonti scritte non possediamo per la Norvegia più antica una

dese operaronotradizione storico-leggendaria paragonabile a quella che riguarda la Danimarca e la Svezia.

a nell’area del La Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson fa semplicemente derivare la dinastia norvegese

rti commercialida un ramo di quella svedese.164 Il riferimento è, in particolare, alla stirpe che governava

eperti. Più tardil’area di Vestfold (zona occidentale del fiordo di Oslo), una delle regioni i cui sovrani

o reperti comeavrebbero giocato un ruolo decisivo nel processo di unificazione del Paese. Questa

bia in bronzo e affermazione, che si trova anche nell’anonima Storia della Norvegia (Historia Norwegie), un

colo), un tempotesto in latino composto verosimilmente attorno al 1220,165 risulta per altro radicata nella

unque dinastie) tradizione, come dimostra il fatto che era nota agli scaldi (primo fra tutti quel Þjóðólfr di

di costruzioniHvinir sul cui poema si fonda il racconto di Snorri): essa tuttavia è quasi certamente una

e), disposte perforzatura storica.166

confederazione La nascita di uno Stato e di un Regno norvegese si fa risalire alla seconda metà del IX

Più tardi anchesecolo e all’abilità politico-militare del celebre Araldo Bella chioma (Haraldr inn hárfagri

e di Vestfold oHálfdanarson), figlio di Halvdan il Nero, signore del Vestfold (area che, lo si ricordi, aveva

e svedesi come collegamenti privilegiati e di lunghissima data con quella danese dello Jutland) e parente di

uoghi nei quali,quel Ragnvald Alto nell’onore (Rǫgnvaldr heiðumhár Óláfsson) i cui antenati lo scaldo

di un signore.Þjóðólfr aveva cantato nel suo poema. Impegnandosi in quella che può essere definita una

ero enucleandovera e propria spedizione vichinga all’interno del suo Paese, Araldo (la cui nascita si colloca

frammentata in attorno all’850) con abile mossa diplomatica si alleò con il signore (jarl)167 di Lade Håkon
re territori tutto(Hákon Grjótgarðsson) che governava la regione del fiordo di Trondheim (territorio nel

quale si era avviato il processo di allargamento e di consolidamento di un potere

più antica una centralizzato) e si imparentò con lui sposandone la figlia Åsa (Ása). Poi si rivolse contro i

rca e la Svezia.piccoli sovrani locali delle diverse regioni meridionali della Norvegia, sconfiggendoli l’uno

astia norvegese dopo l’altro; alcuni di essi si coalizzarono contro di lui, ma furono sconfitti nella celebre

che governava battaglia di Hafrsfjorden (Hafrsfjǫrðr, sulle coste di Rogaland). La data della battaglia di

i i cui sovraniHafrsfjorden è incerta: la tradizione la poneva nell’anno 872 (18 luglio), è però verosimile

Paese. Questa che essa abbia avuto luogo attorno all’890. Come che sia: con questa vittoria il signore di

), un Vestfold si impadroniva di tutti i possedimenti territoriali (óðul, sing. óðal) dei nemici

o radicata nellasconfitti, costringeva i liberi contadini a farsi suoi sudditi e diveniva in tal modo sovrano di

uel Þjóðólfr ditutto il Paese, allargando il proprio dominio alle Shetland, alle Orcadi e ad alcune regioni

certamente unadella Svezia (875). La precisa cronologia del regno di Araldo è dibattuta: volendo seguire le

indicazioni fornite dallo storico medievale islandese Ari Þorgilsson detto il Saggio (inn

da metà del IXfróði)168 egli avrebbe governato la Norvegia tra l’872 e il 933 circa. È tuttavia probabile,

dr inn hárfagricome si è detto sopra, che le date debbano essere spostate in avanti.169 L’importanza storica

i ricordi, avevadi questo fatto avrebbe guadagnato al sovrano un alone leggendario. Già la Canzone per

nd) e parente diAraldo (Haraldskvæði), testo altrimenti noto come Dialogo del corvo (Hrafnsmál), attribuita

enati lo scaldoal poeta Þorbjǫrn Artiglio di corno (hornklofi) o – almeno in parte – a Þjóðólfr di Hvinir, lo

ere definita unadescrive come una figura degna di grande ammirazione, che si staglia vittoriosa sulla massa

ascita si collocadegli sconfitti in fuga.170 Più tardi Snorri Sturluson nella sua storia dei re norvegesi

di Lade Håkon(Heimskringla) introduce la sua vicenda presentandolo come un predestinato alla vittoria
(territorio nelprima ancora della nascita, essendo il suo successo prefigurato in un sogno fatto dalla

di un poteremadre.171 Un ingrediente in più – e non secondario – nella ‘costruzione’ di una nuova

rivolse contro iautorità. Tuttavia: i risultati conseguiti da Araldo che tre anni prima di morire aveva

iggendoli l’unonominato proprio erede il figlio Eirik Ascia insanguinata (Eiríkr blóðøx) – una decisione che

ti nella celebreavrebbe determinato un grave contrasto con gli altri fratelli – non ebbero carattere definitivo.

lla battaglia diIn epoca successiva infatti, lotte dinastiche e interferenze straniere portarono a una nuova

però verosimile frammentazione del Paese. Nel 935 Håkon il Buono (Hákon góði Haraldsson) scacciava il

ia il signore difratellastro Eirik e si impadroniva del trono. Eirik Ascia insanguinata si stabiliva in

) dei nemiciInghilterra (regnando a York in Northumbria) dove sarebbe morto nel 954. La sua vedova,

odo sovrano dil’energica Gunnhild (Gunnhildr)172 e i figli sostenuti dal sovrano danese Araldo Dente

alcune regioni azzurro (rispettivamente loro fratello e zio) avevano sempre considerato Håkon un

endo seguire leusurpatore. Dopo un lungo conflitto egli veniva sconfitto e ucciso nel 961 e uno dei figli di

innEirik, Araldo Manto grigio (Haraldr gráfeldr Eiríksson), saliva al trono. Il suo potere

avia probabile,sarebbe stato tuttavia rovesciato attorno al 970 per opera di Håkon jarl, figlio dello jarl

portanza storica Sigurd (Sigurðr) di Lade, almeno inizialmente uomo di fiducia del sovrano danese. D’altra

Canzone perparte fin dalla morte di Håkon molte regioni norvegesi erano in realtà finite sotto il controllo

), attribuita di capi locali o dei medesimi figli di Eirik. Saranno in seguito piuttosto altre figure di grande

lfr di Hvinir, lospicco nel panorama vichingo a porre le basi – in tempi certamente più maturi – del futuro

osa sulla massaRegno norvegese unificato. Tra essi in primo luogo i celebri recristianizzatori Olav

i re norvegesiTryggvason e Olav il Santo, che tra la fine del X e i primi decenni dell’XI secolo sapranno

ato alla vittorialegare gli interessi politici a un’opera, anche violenta, di cristianizzazione: un’attività che,
gno fatto dallaincidendo profondamente sui valori tradizionali della società norvegese,

di una nuovacontemporaneamente ne intaccherà in modo definitivo gli antichi poteri, grazie anche a una

morire avevasapiente riorganizzazione legislativa e alla regolamentazione del credo religioso. Nel 1046

a decisione chesarà poi Araldo di Duro consiglio, reduce dalle imprese e dalle avventure di una vita vichinga

ttere definitivo.trascorsa in gran parte in Paesi lontani, a imporre in Norvegia un dominio che mortificherà –

no a una nuovaannientandole quasi del tutto – le aristocrazie locali, fino a quando le sue ambizioni per la

) scacciava ilCorona di Inghilterra non lo vedranno soccombere nella celebre battaglia di Stamford Bridge

si stabiliva in(25 settembre 1066).173

La sua vedova, Descrizione della Norvegia dalla Storia della Norvegia:

Araldo Dente “Dunque la Norvegia ebbe il proprio nome da un certo sovrano che si chiamava Nor.174 Tutta la

Norvegia è una terra vastissima, ma per la massima parte inabitabile per via dell’eccesso di monti e
ato Håkon un
di boschi e di luoghi freddi. La quale a oriente inizia con un grande fiume,175 a occidente in verità si
uno dei figli di
volge e si ripiega verso settentrione lungo un confine incurvato. È una terra molto tortuosa dalla
Il suo potere
quale si protendono innumerevoli promontori, segnata longitudinalmente da tre zone abitabili: la
jarl
prima, che è la più grande e in prossimità del mare; la seconda interna che viene anche definita
danese. D’altra
montuosa; la terza boscosa che è abitata dai Finni, ma non viene coltivata. Invero circondata a
otto il controllo
occidente e a settentrione dai flutti dell’oceano, a meridione per certo ha la Danimarca e il Mar
igure di grandeBaltico, ma [dal]la parte del sole [nascente] Svealand, Götland, Ångermanland e Jämtland. Le quali

uri – del futuro regioni ora – grazie a Dio – sono abitate da genti cristiane. In effetti verso settentrione oltre la

nizzatori OlavNorvegia si espandono da oriente molti popoli che sono – ahimè – dediti al paganesimo, vale a dire i

ecolo saprannoCareli e i Kveni, i Finni cornuti e i due gruppi di Bjarmiani.176 Ma su quali popoli abitino al di là di

un’attività che, questi, non sappiamo nulla di certo. Tuttavia alcuni marinai, desiderosi di navigare dall’Isola dei
à norvegese,ghiacci [l’Islanda] alla Norvegia, furono spinti dal turbine di venti contrari verso un territorio

zie anche a unaartico, alla fine approdarono tra i Groenlandesi e i Bjarmiani, dove affermano di aver trovato
uomini di corporatura impressionante e una Terra delle vergini (delle quali si dice che concepiscano
ioso. Nel 1046
bevendo dell’acqua). Da costoro invero la Groenlandia è divisa da massi ghiacciati; questa patria
na vita vichinga
scoperta e colonizzata dagli abitanti di Thule [gli Islandesi]177 e rinvigorita dalla [diffusione della]
e mortificherà –
fede cattolica costituisce il confine occidentale dell’Europa che arriva quasi [alla longitudine] delle
mbizioni per la
isole dell’Africa, là dove i flutti dell’oceano dilagano. Oltre i Groenlandesi verso settentrione i
tamford Bridge
cacciatori incontrano in verità degli omettini, che chiamano Skrælingar;178 i quali quando da vivi

vengono feriti con le armi, le loro lesioni diventano chiare senza sangue, ai morti invece il sangue

cessa a stento di sgorgare. Ma hanno grave carenza di metallo di ferro, [perciò] utilizzano denti di
Tutta la
pesce al posto dei dardi e pietre aguzze al posto dei coltelli.”179
ccesso di monti e
3.2.5. Colonizzazione dell’Islanda
dente in verità si
Sebbene le ragioni che hanno determinato la nascita della nazione islandese nel IX secolo
o tortuosa dalla
siano da ricondurre al periodo vichingo, essa va tuttavia inquadrata per molta parte in una
one abitabili: la
prospettiva completamente diversa. Secondo il Libro dell’insediamento l’isola era stata
e anche definita
scoperta casualmente: il merito di questa scoperta non è tuttavia attribuibile con certezza.
ero circondata a

imarca e il Mar
Infatti i due manoscritti principali in cui questo testo è conservato si contraddicono in

mtland. Le qualiproposito.180 In entrambi vengono fatti i nomi di un vichingo, tale Naddoddr, e di uno

entrione oltre lasvedese di nome Garðarr Svávarsson, ma il primo avvistamento viene attribuito ora all’uno

imo, vale a dire iora all’altro. Come che sia: mentre Naddoddr avrebbe dato all’isola il nome “Terra della

abitino al di là di neve” (Snæland), poiché nel momento in cui ripartiva era in corso una grande nevicata sulle

re dall’Isola dei
montagne, Garðarr (che secondo la versione che lo vede arrivare dopo Naddoddr si era recato
rso un territoriolà su consiglio della madre che era una veggente) l’aveva – con un bel po’ di presunzione –

di aver trovatobattezzata “Isolotto di Garðarr” (Garðarshólmr). È detto comunque che questa terra fu molto

he concepiscano
elogiata. La colonizzazione dell’Islanda prese il via con Flóki Vilgerðarson, partito dalla
ti; questa patria
Norvegia. Secondo la leggenda, costui si era portato sulla nave tre corvi: quando liberò il
diffusione della]
primo quello volò indietro verso la nave e così anche il secondo. Ma il terzo volò davanti alla
ongitudine] delle
prua nella direzione in cui poi essi avvistarono la terra. Flóki impose all’isola il nome
so settentrione i
definitivo di “Terra del ghiaccio” (Ísland, da cui quello dei suoi abitanti: Íslendingar). Egli si
i quando da vivi
era preoccupato di portare con sé del bestiame e si era costruito una casa, ma la sua
invece il sangue

tilizzano denti di
permanenza non fu fortunata e dopo un paio di anni tornò in Norvegia.181 L’isola pareva

destinata a rimanere una terra disabitata – fatta eccezione per pochi eremiti (papar)

provenienti dalle isole celtiche che vi si erano stabiliti alla ricerca di una perfetta solitudine

e nel IX secolo–182 ma gli eventi che agitavano i Paesi nordici (particolarmente la Norvegia) dovevano

lta parte in unarisultare determinanti al riguardo.

isola era stata Le fonti riferiscono i fatti con molti dettagli. Il primo vero colono a sbarcare in Islanda e

e con certezza.a restarvi (verosimilmente nell’874) fu il norvegese Ingólfr Arnarson. Egli si era recato là

ntraddicono inuna prima volta insieme al suo fratello di sangue Hjǫrleifr, ed essi avevano trascorso

oddr, e di unol’inverno nelle zone orientali per poi fare ritorno in Norvegia. È detto che costui

uito ora all’uno successivamente aveva innalzato un grande sacrificio per avere indicazioni circa il proprio

me “Terra dellafuturo. Il responso era stato che egli avrebbe dovuto vivere in Islanda. Insieme a lui, ma su

e nevicata sulleun’altra nave, era partito Hjǫrleifr, del quale tuttavia è precisato che “non voleva mai fare

ddr si era recatosacrifici” (vildi aldri blóta). Quando arrivarono in vista delle coste meridionali dell’isola le
i presunzione –loro navi furono spinte dalle correnti in diverse direzioni. Ingólfr toccò terra presso la foce

a terra fu moltodel fiume Jökulsá, mentre Hjǫrleifr approdò più a ovest. Avvenne però che gli schiavi

n, partito dallairlandesi che Hjǫrleifr aveva condotto con sé lo uccisero e fuggirono rifugiandosi nelle isole

uando liberò ilche ancor oggi da loro prendono nome: le Vestmannaeyjar al largo della costa sud-

olò davanti allaoccidentale dell’Islanda sono infatti le “Isole degli uomini dell’Ovest” (così i nordici

l’isola il nomedesignavano gli Irlandesi). Quando Ingólfr trovò il cadavere dell’amico, comprese subito ciò

). Egli siche era accaduto e lo vendicò uccidendo i suoi assassini. La storia ricorda che egli commentò

asa, ma la suail fatto con queste parole: “[…] e vedo che così succede a chi non vuole innalzare sacrifici”

L’isola pareva(“[…] ok sé ek svá hverjum verða ef eigi vill blóta”).183 Ma Ingólfr prima di partire non si era

) limitato a innalzare un sacrificio. Egli aveva smontato dalla sua abitazione le cosiddette

fetta solitudine“colonne del trono” (ǫndvegissúlur) cioè i pilastri (probabilmente due dei quattro che

egia) dovevanoreggevano il tetto) tra i quali era collocato il “sedile d’onore” (ǫndvegi) del padrone di casa

(di fronte a quello ve n’era un altro, solitamente riservato all’ospite d’onore)184 e le aveva

are in Islanda eportate con sé sulla nave. Giunto in prossimità della costa le aveva gettate fuoribordo e dopo

si era recato là varie ricerche le aveva ritrovate e si era stabilito definitivamente là dove esse avevano

vano trascorso toccato terra, nei pressi dell’attuale capitale Reykjavík. Di Ingólfr è detto che “[…] era il più

tto che costuifamoso di tutti i coloni, perché venne qui in una terra disabitata e per primo la abitò.”185

circa il proprio Dopo di lui l’isola fu popolata da una serie di pionieri. Tra i primi Grímr (detto Skalla-Grímr,

me a lui, ma sucioe “Grímr il Calvo”) Kveld-Úlfsson, padre del celebre scaldo Egill;186 Þórólfr Barba di

voleva mai fare Mostr (Mostrarskegg) Ǫrnólfsson, grande devoto del dio Thor;187 Auðr di Profondo pensiero

ali dell’isola le(in djúpauðga o in djúpúðga) Ketilsdóttir, figlia di un hersir188 norvegese divenuta cristiana
presso la foce durante un soggiorno in Irlanda; Geirmundr Hjǫrsson detto, per il colorito scuro, Pelle

che gli schiavid’inferno (heljarskinn); Ævarr il vecchio (enn gamli) Ketilsson, che in anticipo aveva

dosi nelle isoleoccupato una terra per il figlio Véfrøðr, ma quando questi arrivò non lo riconobbe subito ed

ella costa sud-ebbe una fiera disputa con lui; Helgi il Magro (enn magri) Eyvindarsson, ricordato per la sua

(così i nordicititubanza in materia religiosa, che andò a vivere a nord nella regione dell’Eyjafjörður;189

prese subito ciòHrollaugr Rǫgnvaldsson, fratellastro del duca normanno Rollone, che si recò in Islanda per

egli commentòseguire il proprio destino; Ketilbjǫrn il Vecchio (enn gamli) Ketilsson, del quale è detto che

alzare sacrifici” con i suoi giunse a un fiume nel quale perse la propria ascia: quel fiume venne dunque

artire non si erachiamato Öxará, cioè “Fiume dell’ascia”, è il corso d’acqua che scorre nella località di

e le cosiddette Þingvellir, dove per secoli fu tenuta l’assemblea generale degli Islandesi.

ei quattro che La maggior parte dei primi coloni islandesi furono norvegesi che lasciarono la patria

padrone di casa d’origine in un flusso durato diversi decenni. Essi provenivano soprattutto dalle zone

e le avevaoccidentali (specialmente sud-occidentali) del Paese. Le ragioni politiche e sociali di questo

oribordo e dopoesodo sono state ormai da tempo ben spiegate e non c’è bisogno di rimetterle in

e esse avevanodiscussione:190 costoro furono infatti, in gran parte, persone che sceglievano l’esilio

“[…] era il piùvolontario come estremo gesto di ribellione, lasciando la loro terra in opposizione a un

185sovrano, Araldo Bella chioma, che imponeva un nuovo potere. Quale che sia il giudizio su

Skalla-Grímr,questo re – che nelle fonti islandesi viene dipinto come un despota aggressivo e determinato

órólfr Barba di che non si poneva limiti nel raggiungimento dei propri obiettivi,191 mentre in un altro testo

ofondo pensiero che contiene storie di re norvegesi, la Bella pergamena (Fagrskinna, non a caso composto in

venuta cristianaquesto Paese) appare come un sovrano saggio e illuminato –192 è un fatto che la società
to scuro, Pelleislandese fu fondata innanzi tutto da uomini che nutrivano un forte attaccamento alla

anticipo avevatradizione dalla quale trassero i modelli di riferimento per la nuova comunità che andavano

nobbe subito ed edificando. E se è pur vero che fra i primi abitanti dell’isola le fonti citano anche personaggi

rdato per la suache avevano conosciuto un’esperienza di vita vichinga, è altrettanto vero che diversi fra loro

189non avevano trovato nelle scorrerie la fortuna cercata. Tutti comunque considerarono il

ò in Islanda pertrasferimento nella nuova patria come la possibilità di una sistemazione che altrove, magari

uale è detto cheper diverse ragioni, non sarebbe stata possibile. L’Islanda, terra di ampia estensione e anche

venne dunquerelativamente ricca di risorse (soprattutto per l’allevamento del bestiame), costituiva un

ella località di approdo adeguato per chi desiderasse costruirsi una vita migliore e, soprattutto, indipendente.

I nuovi arrivati – che portarono con sé il proprio desiderio di libertà e di autosufficienza

arono la patria economica – diedero dunque vita a una società fortemente legata alla tradizione.

utto dalle zone Le fonti riferiscono di alcuni coloni che si trasferirono sull’isola perché così voleva il

ociali di questoloro destino,193 con ciò alludendo all’innalzamento di sacrifici divinatori o all’ascolto di

i rimetterle inpresagi, ma anche all’attuazione di gesti concreti, come quello, riportato in più d’una

ievano l’esilio circostanza (a partire, come si è visto, dal primo colono Ingólfr Arnarson) di recare sulla

posizione a un nave le “colonne del trono” e gettarle fuori bordo, una volta avvistata la terra, per poi

a il giudizio sustabilirsi là dove esse fossero state spinte a riva dalla corrente. Questi comportamenti

o e determinato avevano certamente un significato preciso nel quadro delle convinzioni religiose e della

n un altro testoconcezione del mondo di questi uomini. Essi certamente esprimevano un attaccamento a

so composto in credenze fortemente radicate, come dimostrano in questi contesti diversi riferimenti al dio

che la società Thor,194 divinità di origini antichissime e certamente legata, in quanto protettore della
accamento allacomunità umana, alle concezioni di vita della Sippe. Di un forte legame con le tradizioni che

à che andavano costoro si lasciavano alle spalle testimonia anche l’episodio relativo a Kveld-Úlfr e a suo

che personaggi figlio Skalla-Grímr, costretti ad abbandonare la Norvegia per il forte contrasto che opponeva

diversi fra lorola loro famiglia al re Araldo Bella chioma. È detto infatti che Kveld-Úlfr, ormai anziano e

onsiderarono ilmalato, cessò di vivere sulla nave prima di raggiungere l’Islanda. Sentendosi prossimo alla

altrove, magarimorte egli aveva ordinato ai suoi uomini che il suo cadavere fosse posto in una cassa e che

ensione e ancheessa fosse gettata fuori bordo. Il figlio, che aveva raggiunto le coste islandesi con un’altra

, costituiva unnave, non appena ebbe notizia dell’accaduto si adoperò per trovare il luogo in cui la bara del

o, indipendente. padre aveva toccato terra e lì volle stabilire la propria residenza.195 Difficilmente questo

autosufficienzaepisodio appare spiegabile se non con la profonda fede nei valori della famiglia, comunità

resa feconda dal proficuo legame dei vivi con gli antenati defunti.

é così voleva il Del resto un legame sacro con la nuova patria si esprimeva anche nell’usanza di

o all’ascolto di “consacrare a sé la terra” (“at helga sér landit”) riferita in diverse circostanze. Si trattava di

o in più d’unauna sorta di rito che in varie forme (attraverso l’uso di una freccia infuocata, di falò o di altri

di recare sullasimboli come un’ascia ma più tardi anche una croce) consentiva di ‘marcare’ il territorio del

terra, per poiquale dunque si entrava nel pieno possesso anche da un punto di vista legale.196

comportamenti Se comunque non tutti quelli che si trasferirono in Islanda furono spinti oltre che da

eligiose e dellaragioni politiche, economiche, familiari e sociali anche da motivazioni legate alla

attaccamento a salvaguardia della tradizione, è indubbio che la costituzione di una società secondo schemi

erimenti al dio tramandati da secoli parve adattarsi assai bene ai diversi bisogni dei singoli. La

protettore della colonizzazione ebbe come conseguenza la frammentazione del territorio in possedimenti che,
e tradizioni che per quanto anche molto estesi, restavano comunque di entità limitata rispetto alla superficie

ld-Úlfr e a suodel Paese: qui gli uomini eminenti e le loro famiglie esercitavano il proprio dominio. Una

o che opponevaforma di ‘governo’ comune venne affidata alle assemblee (inizialmente solo distrettuali),

rmai anziano eorgano cui venivano demandate – secondo una tradizione antichissima – le decisioni di

i prossimo allacarattere legislativo e giudiziario. Come precedentemente accennato,197 l’assemblea

una cassa e cherappresentava nel mondo germanico il momento solenne nel quale venivano discusse le

esi con un’altra questioni rilevanti e assunti i provvedimenti importanti. L’assemblea generale degli Islandesi

n cui la bara del(Alþingi) venne istituita nel 930 (a più di cinquanta anni dall’arrivo dei primi coloni),

ilmente questo contemporaneamente vennero emanate le cosiddette “Leggi di Úlfljótr” (Úlfljótslǫg), che

iglia, comunitàentrarono in vigore in tutto il Paese.198 Úlfljótr fu il primo a ricoprire l’ufficio di

lǫgsǫgumaðr (letteralmente “uomo che dice la legge”), persona incaricata per un periodo di

nell’usanza ditre anni di presiedere le riunioni e all’occorrenza recitare la legge (che, lo si ricordi, aveva

e. Si trattava disolo una redazione orale). L’assemblea generale si teneva ogni anno nella piana di Þingvellir

di falò o di altri(letteralmente “Piani dell’assemblea”), presso la grande spaccatura che divide la piattaforma

il territorio delcontinentale europea da quella americana, sotto la quale scorre il fiume Öxará e si trova il più

esteso lago islandese l’Ölfusvatn. Qui c’è la cosiddetta “Rocca della legge” (Lǫgberg), dalla

nti oltre che daquale non soltanto il lǫgsǫgumaðr ma ogni partecipante all’assemblea poteva prendere la

ni legate allaparola.199 L’assemblea aveva funzioni sia legislative sia giudiziarie. Nei giorni in cui essa

econdo schemi aveva luogo si riuniva la cosiddetta lǫgrétta, organismo legislativo al quale erano ammessi i

ei singoli. Ladignitari detti goðar,200 il lǫgsǫgumaðr, altri nove membri (ciascuno con due assistenti) e

ssedimenti che,(dopo la cristianizzazione) i due vescovi islandesi. La “corte di giudizio” aveva nome dómr.
o alla superficieBenché la nascita di questa importante istituzione costituisca un momento determinante nella

o dominio. Unastoria della nazione islandese, in essa non può ancora essere vista l’espressione di una

lo distrettuali),qualche forma di ‘Stato’.201

le decisioni di Seppure per molti versi originato da situazioni concrete e da fattori obiettivi, il desiderio

l’assembleadi salvaguardare le antiche consuetudini ha costituito un elemento determinante della storia

ano discusse le islandese. L’albero si giudica dalle foglie e dai frutti ed è dunque evidente che il forte

degli Islandesitradizionalismo che per secoli ha segnato questa società, il suo apparire fin da principio una

primi coloni), ‘nazione’ cioè una comunità fortemente vincolata a elementi (di carattere culturale, religioso,

), chesociale e politico) sentiti come irrinunciabili, non sarebbe stato possibile senza queste

re l’ufficio dipremesse. E, d’altronde, il ‘malessere norvegese’ nei confronti di questo piccolo Paese e il

r un periodo didesiderio (realizzatosi solo tra il 1262 e il 1264) di imporvi il proprio dominio, conducono –

i ricordi, avevada un’opposta prospettiva – alla medesima conclusione.

Þingvellir La colonizzazione dell’Islanda (iniziata nell’874)202 si considera dunque completata

e la piattaformanell’anno 930, con l’istituzione dell’assemblea generale.203 L’affermazione dell’assemblea

e si trova il piùcome strumento di governo ‘democratico’204 in contrapposizione all’autorità dei sovrani che

), dallanegli altri Paesi scandinavi tendeva a ridurre in modo consistente il potere di questi

eva prendere laorganismi diffusi a livello locale, ‘misura’ qui il diverso percorso verso la costruzione di uno

orni in cui essaStato nazionale. D’altronde proponendo queste considerazioni non si deve cadere in una

rano ammessi i visione, per così dire, ‘integralista’: se infatti è vero che la base della società islandese si

ue assistenti) e costituì su questi princìpi, è altrettanto vero che i valori e i modelli di vita dei vichinghi non

dómr.le furono del tutto estranei. Infatti seppure si debba constatare che essa fondava la sua stessa
erminante nellaragion d’essere su uno spirito antivichingo,205 è allo stesso tempo del tutto evidente che con

essione di unail susseguirsi delle generazioni la giovane nazione conobbe al proprio interno tensioni,

aspirazioni e conseguenti contrasti. Come sopra accennato le nuove idee avanzavano anche

ivi, il desideriolà dove la difesa della tradizione era più forte: molti giovani islandesi ne furono attratti, come

nte della storia– con inequivocabile testimonianza – ci viene riferito in diverse saghe.

nte che il forte

a principio una

urale, religioso,

e senza queste

colo Paese e il

o, conducono –

que completata

dell’assemblea

dei sovrani che

otere di questi

truzione di uno

cadere in una

età islandese si

i vichinghi non

va la sua stessa
ragion d’essere su uno spirito antivichingo,205 è allo stesso tempo del tutto evidente che con

il susseguirsi delle generazioni la giovane nazione conobbe al proprio interno tensioni,

aspirazioni e conseguenti contrasti. Come sopra accennato le nuove idee avanzavano anche

là dove la difesa della tradizione era più forte: molti giovani islandesi ne furono attratti, come

– con inequivocabile testimonianza – ci viene riferito in diverse saghe.


Nel testo norvegese noto come Specchio del re (Konungs skuggsjá)206 si parla delle ‘meraviglie’

di alcuni Paesi tra cui l’Islanda della quale si descrivono, tra l’altro, particolarità geologiche come

vulcanismo, attività geotermica e attività sismica:

“Riguardo ai ghiacci che si trovano in Islanda, mi pare che possa essere [uno scotto] che quel

Paese paga per la sua posizione, che è vicina alla Groenlandia, e c’è da aspettarsi che di là venga

molto freddo, dal momento che essa è ricoperta di ghiaccio più di tutte le [altre] terre. Ora, dato che

l’Islanda riceve molto freddo da quella direzione e tuttavia poco calore dal sole, ha

conseguentemente sovrabbondanza di ghiacci sulle creste delle sue montagne. Ma, a proposito del

fuoco eccezionale che c’è là, io non so bene che cosa dovrei dire, dal momento che esso ha una

strana natura. Ho udito che nell’isola di Sicilia c’è un fuoco immenso [di potenza] eccezionale207 e

mi è stato detto che San Gregorio nei [suoi] Dialoghi208 ha affermato che nell’isola di Sicilia ci sono

luoghi di tormento nel fuoco che c’è là.209 Ma è di certo molto più probabile che ci siano luoghi di

tormento in quel fuoco che c’è in Islanda, poiché il fuoco che (è) nell’isola di Sicilia si nutre di

sostanze vive, dal momento che consuma terra e legno […] Il fuoco che è in Islanda, invece, non

brucia il legno, anche se ci viene gettato [sopra] e neppure la terra; ma prende a proprio nutrimento

pietre e rocce dure e ne trae forza come l’altro fuoco dalla legna secca, e non c’è mai pietra o roccia

così dura che esso non la sciolga come cera e non la bruci poi come olio grasso. E seppure sul fuoco

tu getti del legno sarà solo bruciacchiato e non vorrà ardere. Ora, dal momento che questo fuoco

non vuole nutrirsi di altro che di cose morte, e rifiuta tutte le sostanze di cui l’altro fuoco si nutre, si

può affermare con certezza che questo fuoco è morto e pare del tutto probabile che sia il fuoco

dell’inferno, perché là tutte le cose sono morte. Mi pare anche che [certe masse d’]acqua che sono

là [in Islanda] siano della stessa natura morta del fuoco di cui abbiamo parlato. Perché là ci sono

sorgenti che ribollono impetuosamente di continuo sia in inverno sia in estate. A volte il bollore è
elle ‘meraviglie’così violento che esse scaraventano l’acqua in alto per aria. Ma qualsiasi cosa si metta vicino alle

geologiche comesorgenti al momento del getto, si tratti di stoffa o legno o qualsiasi cosa sia, se quell’acqua la tocca

quando cade, si trasformerà in pietra. E mi pare assai probabile che quest’acqua debba essere

scotto] che quel morta, visto che trasmette la qualità della morte a qualsiasi cosa bagni con il suo spruzzo, poiché la

che di là venga natura della pietra è morta. Ma se quel fuoco non fosse morto e avesse origine da qualche

re. Ora, dato cheparticolarità o evento nel Paese, la cosa più probabile sarebbe, in relazione alla formazione del

dal sole, ha territorio, che le sue fondamenta si siano formate con molte vene, passaggi vuoti e cavità profonde.

a proposito del Ma poi potrebbe avvenire o per via dei venti o della forza dei marosi rumoreggianti che queste vene

che esso ha unae cavità siano così rigonfie di aria, che non sopportino la pressione della corrente e può succedere

eche ne derivino i grandi terremoti che si verificano in questo Paese. Ora, se ciò possa avere una

di Sicilia ci sonoqualche probabilità o logica, potrebbe essere che dall’intensa attività nelle viscere della terra si

i siano luoghi di accenda e compaia il grande fuoco che arde in diverse zone del Paese.”210

icilia si nutre di 3.2.6. Nomi di popoli

nda, invece, non Nel periodo vichingo emergono definitivamente dal coacervo delle tante tribù scandinave
oprio nutrimento
gli etnonimi con i quali i popoli nordici verranno definitivamente designati.
ai pietra o roccia
Dei Danesi (Dani) aveva parlato Giordane211 nel VI secolo d.C., inserendoli nell’elenco
eppure sul fuoco
delle tribù nordiche e informandoci che avevano origine dai Suetidi (vedi sotto) e che si
che questo fuoco
erano stabiliti nelle regioni danesi dopo averne scacciato gli Eruli. Essi compaiono altresì in
fuoco si nutre, si
Procopio (∆ανοί)212 e in altre fonti, anche straniere, come il Beowulf anglosassone (Dene),
che sia il fuoco
che tuttavia è in buona parte ambientato proprio in Danimarca. La tradizione leggendaria
]acqua che sono

erché là ci sono
riportata in alcuni testi li vuole discendenti di un mitico antenato Dan, dal quale la

volte il bollore èDanimarca (Danmǫrk) avrebbe tratto il nome.213 In realtà l’etimologia del nome Danir è
metta vicino allecontroversa. C’è chi lo intende come “abitanti della valle” (per la precisione abitanti del

l’acqua la toccaterritorio paludoso al confine meridionale dello Schleswig), chi lo riporta a un significato di

ua debba essere
“bosco”.214 Su di esso è comunque formato Danmǫrk, dove mǫrk “foresta”, propriamente da
pruzzo, poiché la
intendere come foresta che segna una regione di confine.
gine da qualche
La prima citazione degli Svedesi risale molto più indietro nel tempo. La troviamo infatti
a formazione del
nella Germania di Tacito,215 se – come pare ragionevole – i Suiones da lui ricordati sono da
cavità profonde.
identificare con gli Svíar (sved. ant. Svear), tribù non a caso insediata nella regione
che queste vene
dell’Uppland, centro politico e religioso assai vitale nel Paese, cui dunque per la prima volta
e può succedere

possa avere una


nella storia si farebbe riferimento. Costoro vengono detti da Giordane Suehans e anche

re della terra siSuetidi. La doppia denominazione, che potrebbe lasciar intendere l’esistenza di due diverse

stirpi di ‘Svedesi’, è in realtà (come è stato da tempo dimostrato) dovuta al fatto che

Giordane aveva informazioni provenienti da diverse fonti.216 La prima definizione

ribù scandinave corrisponde all’etnonimo Suiones presente in Tacito e ai Sueones in Adamo da Brema217 (cfr.

ant. ingl. Sweōn), la seconda va ricondotta al toponimo Svíþjóð (sved. ant. Svethiudh)

doli nell’elenco“Svezia” che in realtà vale letteralmente “popolo svedese” (dove þjóð “popolo”, cfr. ant.

sotto) e che siingl. Sweō-ðeōd). Nella forma latinizzata questo termine compare come Svetia/Svecia.

aiono altresì inL’etimologia del termine Svíar è dibattuta: esso è stato inteso come “membri del popolo” o

),“[coloro che sono] indipendenti”, o anche “parenti acquisiti per matrimonio”; come “abitanti

one leggendariadi Svinnegarnsviken” (baia nel lago Mälaren che sarebbe la loro sede originaria) o come

, dal quale la“popolo di mare”. È anche possibile un collegamento con il nome del cinghiale (in

èriferimento alla radice *suī) secondo una teoria che ricorda come taluni nomi di popolo si
one abitanti delleghino ad animali. Il nome odierno della “Svezia”, Sverige, risale alla forma Svíaríki (sved.

n significato diant. Svearike/Sverike/Sverighe) e significa “Regno degli Svíar”.218

ropriamente da Più tardo (e al contempo più semplice) l’etnonimo che designa i Norvegesi i quali non

sono altro che gli “Uomini del Nord” (Norðmenn): lo stesso termine che, nella forma

roviamo infattilatinizzata, Normanni, è utilizzato copiosamente e comunemente dagli storici europei

cordati sono dadell’epoca a indicare, genericamente, i vichinghi (privo dunque di qualsivoglia distinzione

nella regionenazionale). In tal senso testimonia, a esempio, Eginardo biografo di Carlo Magno, quando

r la prima voltascrive: “I Danesi come pure anche gli Svedesi, che noi chiamiamo Normanni, e che

e anche occupano le coste settentrionali e tutte le isole che vi sono comprese.”219 Il nome della

di due diverse Norvegia, Nóregr è invece da far risalire a un più antico *Norðvegr (cfr. la forma latinizzata

ta al fatto cheNorthvegia) con il quale si indicava la “via del Nord”, cioè la rotta verso nord e gli

ma definizione insediamenti che si susseguivano lungo le coste.220

(cfr. Assai agevole è, infine, la spiegazione del nome degli Islandesi: antico nordico

) Íslendingar. Si tratta infatti, semplicemente di una derivazione dal nome del Paese, Ísland,

polo”, cfr. ant.mediante il suffisso -ing, comunemente utilizzato (al pari di -ung) nella formazione di nomi

. che designano gli appartenenti a una medesima stirpe o a un medesimo gruppo.221

i del popolo” o Un breve cenno merita in questo contesto anche il nome dei Goti, una etnia assai

come “abitanti importante cui – come è stato detto – la tradizione assegna la sede originaria in Scandinavia.

inaria) o comeL’etimologia di questo etnonimo è assai incerta: forse lo si può intendere come “forti nella

l cinghiale (inprocreazione”.222 Al loro nome parrebbe anche legato quello degli Götar che, a loro volta,

mi di popolo si dovrebbero corrispondere ai Geātas del poema anglosassone Beowulf o, forse, agli Juti.223
(sved.Comunque sia questo etnonimo era certamente riferito a una tribù eminente: basti pensare

che Gautr (o Gauti) è un appellativo di Odino e che le genealogie conoscono un sacro

gesi i quali nonantenato che compare come *Gaut in Giordane (nella forma Gapt, evidente errore

e, nella formagrafico),224 Gausus fra i Longobardi225 e Géat nelle dinastie reali anglosassoni.226

storici europei 3.2.7. Lingue nazionali

glia distinzione Come sopra è stato osservato, non ha senso, almeno fino alla fase iniziale del periodo

Magno, quandovichingo, distinguere gli “uomini del Nord” in base a un criterio di appartenenza ai singoli

rmanni, e chePaesi al modo in cui li intendiamo al giorno d’oggi. Non solo gli stranieri li consideravano

Il nome della genericamente “Normanni”, ma essi medesimi non avevano coscienza di una identità

orma latinizzata nazionale che solo da allora veniva, seppur lentamente, emergendo. Tuttavia, proprio nel

rso nord e glicorso del periodo vichingo, il rafforzarsi dei nuclei di potere centralizzato formatisi nei secoli

precedenti (al quale corrisponde la progressiva affermazione degli etnonimi di cui è detto al

antico nordico paragrafo precedente) trova il proprio parallelo in una prima diversificazione della lingua

Ísland,antico nordica in idiomi nazionali che saranno, innanzi tutto, il danese, lo svedese e il

azione di nominorvegese. Certamente il processo di differenziazione delle lingue scandinave ha conosciuto

tempi piuttosto lunghi, basti pensare che almeno inizialmente con l’espressione dǫnsk tunga,

una etnia assai letteralmente “lingua danese” si indicava genericamente la lingua scandinava: un fatto che

in Scandinavia.sottolinea le scarse differenze percepite (a esempio in Inghilterra “danese” era sinonimo di

ome “forti nella“scandinavo”).227 Tale definizione verrà poi sostituita (a partire dal XIII secolo) da norrœn

e, a loro volta,tunga (letteralmente “lingua norvegese”) detta anche più semplicemente norrœna “norreno”,

223un termine – quest’ultimo – che rimarrà a designare l’idioma nel quale la tradizione orale
e: basti pensaresarebbe stata riversata in preziosi manoscritti. Ma è comunque chiaro che la prima vera

scono un sacrodefinizione delle diverse identità nazionali va certamente ricercata, anche da un punto di

evidente errore vista linguistico, nel periodo vichingo.

Le lingue scandinave costituiscono il ramo nordico delle lingue germaniche (e risalgono

dunque al ceppo indoeuropeo).228 Ne condividono sostanzialmente l’impianto morfo-

ale del periodosintattico e la maggior parte del lessico. Caratteristiche peculiari cominciano a differenziare

nenza ai singolifin dalla fase più antica (II-III-V secolo) il cosiddetto protonordico,229 un idioma che si

consideravanosvilupperà in modo ben distinto e che costituisce la base delle lingue moderne. Ma parlare

di una identitàdell’antico nordico come di un sistema sostanzialmente uniforme è possibile in senso stretto

via, proprio nelsolo fino al VII secolo. Convenzionalmente resta accettabile la suddivisione in tre fasi

matisi nei secoliprincipali. La più antica è quella del protonordico o nordico runico (II/III-VIII secolo) così

di cui è detto aldetto in quanto le sue prime attestazioni si trovano, appunto, nelle iscrizioni runiche. Questa

ne della linguafase conosce naturalmente suddivisioni ulteriori.230 Segue il periodo del nordico vichingo

o svedese e il(IX-XI secolo): la lingua parlata nel Nord è ancora testimoniata da iscrizioni runiche, tuttavia

e ha conosciuto in esse si manifesta ora una marcata differenziazione in direzione dei diversi idiomi

nsk tunga,nazionali. L’ultima fase, quella del cosiddetto nordico classico o norreno (dal XII alla metà

a: un fatto chedel XIV secolo), fa riferimento alla testimonianza dei numerosi testi della tradizione

era sinonimo diletteraria da ricondurre – per la gran parte – all’ambito islandese, cioè a un Paese la cui

norrœnlingua era la diretta filiazione dell’antico norvegese, parlato dalla maggior parte dei coloni

“norreno”, che si erano stabiliti nell’isola.

radizione orale Le caratteristiche principali che distinguono l’antico nordico all’interno del gruppo
la prima veragermanico sono innanzi tutto di carattere fonetico e morfologico. Tra le più ‘vistose’: la

da un punto dicosiddetta ‘frattura’ cui va incontro la vocale /e/ che diventa /ja/ o /jǫ/ quando in sillaba

seguente si trovino rispettivamente /a/ oppure /u/ (es.: ant.nord. stjarna “stella”, cfr. ted.

he (e risalgono Stern; ant. nord. hjarta “cuore”, cfr. ted. Herz; ant. nord. jǫrð “terra”, cfr. ted. Erde; ant.

mpianto morfo-nord. jǫfurr “cinghiale”, cfr. ted. Eber, ma ant. alto ted. ebur);231 la caduta di /j-/ e /w-/ in

a differenziareinizio di parola, la seconda in un numero più circoscritto di casi232 (es.: ant. nord. ár “anno”,

idioma che sicfr. ted. Jahr e ingl. year; ant. nord. ungr “giovane”, cfr. ted. jung e ingl. young; ant. nord.

rne. Ma parlare ríta “incidere”, “scrivere”, cfr. ingl. write; ant. nord. rangr “storto”, “errato”, cfr. ingl.

in senso stretto wrong); la caduta di -n finale di parola (tranne che nei monosillabi con vocale breve), un

one in tre fasifenomeno che risulta ben visibile nell’infinito dei verbi ma non solo (vd. a esempio ant. nord.

III secolo) cosìkoma “venire”, cfr. ted. kommen; ant. nord. fara “andare”, “viaggiare”, cfr. ted. fahren; ma

runiche. Questa anche ant. nord. þá “allora”, cfr. ingl. then); una forte tendenza all’assimilazione

ordico vichingoconsonantica (es.: ant. nord. gull “oro”, cfr. ted. Gold, ingl. gold; ant. nord. drekka “bere”,

uniche, tuttaviacfr. ted. trinken, ingl. drink; ant. nord. dóttir “figlia”, cfr. ted. Tochter, ingl. daughter);233

diversi idiominumerosi casi di metafonia ben distinti da quelli presenti in altre lingue germaniche. Notevoli

al XII alla metàinnovazioni del nordico (introdotte nel periodo vichingo) sono poi la nascita di una forma

ella tradizionemedio-passiva del verbo costruita con l’uso del suffisso -sk (forse da un riflessivo sik “sé”)

un Paese la cuiche si perpetua nelle lingue moderne come -s in danese, norvegese (variante bokmål) e

parte dei colonisvedese e -st in norvegese (variante nynorsk) e in islandese (esempio ant. nord. kalla

“chiamare”, kallask “essere chiamato”); la comparsa dell’articolo determinativo (tratto dal

no del gruppo dimostrativo) posto in posizione finale rispetto al sostantivo (esempio: ant. nord. dagr-inn “il
iù ‘vistose’: la giorno”, masch., cfr. ted. der Tag e ingl. the day; ant. nord. tunga-n “la lingua”, femm., cfr.

ando in sillabated. die Zunge, ingl. the tongue; ant. nord. land-ið “la terra”, neutro, cfr. ted. das Land, ingl.

tella”, cfr. ted.the land) e la comparsa di nuovi pronomi.

; ant. In realtà quando si parla di antico nordico ci si riferisce, quasi sempre, alla lingua che

/ inconosciamo attraverso i testi della tradizione medievale islandese. Ma lasciando da parte le

“anno”,suggestioni letterarie e limitandosi al punto di vista strettamente linguistico va invece

; ant. nord.sottolineata la presenza di varianti dialettali (che in taluni casi risalgono addirittura al V-VI

ato”, cfr. ingl.secolo) in base alle quali è stata stabilita una prima distinzione in due ‘sottogruppi’: quello

cale breve), undelle lingue scandinave orientali e quello delle lingue scandinave occidentali. Nel primo sono

mpio ant. nord. tradizionalmente compresi il danese, lo svedese e il gutnico, idioma di Gotland, area

; maculturale ben precisa con tratti distintivi chiaramente marcati. Esso mostra in effetti una

l’assimilazionenotevole autonomia e conserva (soprattutto dal punto di vista fonetico) tratti di forte

“bere”,arcaicità, per molti versi dunque può essere considerato un ramo a parte.234 L’insieme delle

233 lingue occidentali comprende il norvegese,235 l’islandese e il faroese. Anche nell’arcipelago

niche. Notevoli delle Forøyar infatti si sarebbe sviluppato un idioma distinto, per altro una lingua che (fatta

a di una formaeccezione per pochissimi documenti) sarebbe rimasta relegata per molti secoli al solo uso

“sé”)parlato. Il faroese – come è del resto lecito attendersi a motivo della storia della

) e colonizzazione delle isole – presenta affinità con i dialetti norvegesi occidentali; dal punto di

kallavista morfologico esso resta assai conservativo (caratteristica che lo avvicina all’islandese).

ativo (tratto dalAl gruppo delle lingue scandinave occidentali occorre infine ascrivere anche i dialetti

“il(definiti con termine inglese norn) parlati per un lungo periodo nei possedimenti dei nordici
ua”, femm., cfr.in diverse aree delle isole britanniche quali alcune zone della Scozia (in particolare la contea

, ingl.di Caithness (nordico Katanes) sulla punta settentrionale, che dipendeva dalle Orcadi)236 e le

Ebridi (Suðreyjar), ma – soprattutto – nelle Shetland (Hjaltland) e nelle Orcadi (Orkneyjar).

alla lingua che Questi ultimi si sono estinti assai tardi (l’orcnoico nella seconda metà del XVIII secolo, lo

ndo da parte leshetlandese tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX).237

tico va invece Le lingue scandinave orientali si differenziano da quelle occidentali per le seguenti

irittura al V-VI principali caratteristiche: tendenza alla chiusura dei dittonghi (esempio: sved. e dan. sten, ma

gruppi’: quelloisl. steinn “pietra”); una maggiore frequenza di casi di frattura (esempio: dan. jeg, sved. jag,

Nel primo sonoentrambi da una forma antica jak ma isl. ant. ek “io”);238 una minore tendenza a fenomeni

Gotland, area come la metafonia, l’assimilazione e la caduta di /w-/ in inizio di parola.239 Tuttavia la

a in effetti unasuddivisione nei due gruppi qui indicati, per quanto sostanzialmente corretta, non deve essere

tratti di forterigida, sia per la presenza di varianti dialettali all’interno delle due aree, sia per il fatto che

L’insieme dellenelle zone di contatto (come i territori di confine tra la Svezia e la Norvegia) si possono

nell’arcipelagofacilmente riconoscere influssi reciproci.

ngua che (fatta Un apporto assai interessante allo studio degli insediamenti umani nel territorio della Scandinavia

coli al solo usoe al loro legame con la formazione e l’evoluzione delle strutture sociali è venuto da ricerche di
carattere lessicale che hanno per oggetto denominazioni delle diverse realtà abitative nel corso dei
la storia della
secoli, uno studio che ha dato risultati proficui, seppure naturalmente la determinazione delle varie
ali; dal punto di
tipologie sia tanto più ardua quanto più si procede a ritroso nel tempo (in particolare risulta assai
a all’islandese).
difficile determinare in quale misura toponimi legati a nuclei abitati ben testimoniati fin dalla prima
nche i dialetti
parte dell’età del ferro siano in realtà retrodatabili all’età del bronzo).
enti dei nordici
I termini cui si fa riferimento compaiono generalmente come secondo elemento di nomi
colare la contea composti. Un buon numero risale ai primi secoli d.C. (tuttavia con numerosi esempi di sicura

e ledatazione anteriore) o – quantomeno – all’età delle migrazioni, taluni restano ‘produttivi’ anche
successivamente. Tra questi sono annoverati -by/-bø (talora non composto) che significa “fattoria”,
).
“villaggio” (ma potrebbe avere un senso originario di “terreno coltivato”); -heim/-hem “fattoria”,
XVIII secolo, lo
“insediamento” ma anche “distretto”, “zona di abitazioni” (il significato originario sarebbe tuttavia

“dimora”, “luogo di residenza”); -ingi/-ungi (presente anche in zone settentrionali della Germania)
per le seguenti
che originariamente designerebbe un insediamento di proprietà di un gruppo ben definito;240 -land(a)
, ma
“distretto” ma in alcune occorrenze forse “isola” (in ogni caso originariamente si intenderebbe
jag,
“appezzamento di terreno”, “terreno di proprietà” o “terreno adatto alla coltivazione”); -lev/-löv
nza a fenomeni(limitato alle zone danesi e al sud della Svezia) che indicherebbe una proprietà terriera lasciata in

Tuttavia laeredità; -lösa/-løse con un probabile significato originario di “prato”, “pascolo” o “radura”; -sta(d)/ -

non deve essere sted (e il più tardo isl. -staðr/-staðir), che è stato messo in relazione con i toponimi inglesi in -stead e

per il fatto chequelli tedeschi in -statt/-stedt o -stätten/ -stetten, e dovrebbe indicare (ma l’etimologia è stata a lungo

gia) si possonodiscussa) un insediamento circondato da campi; -tun(a) (che non di rado compare anche
autonomamente) che significa “recinto”; -vin(i), elemento toponomastico caratteristico della

Norvegia, che rimanda a un significato di prato”, “pascolo”.


ella Scandinavia
“All’età vichinga (nel corso della quale, come detto, molti tra i precedenti restano produttivi)
o da ricerche di
vanno fatti risalire i toponimi in -bolstaðr “terra di una fattoria o di un villaggio”; -hult “foresta”,
ve nel corso dei
forse più precisamente “foresta decidua coltivata”; -rum “spazio aperto” verosimilmente in una
zione delle varie
foresta (con probabile riferimento a un luogo in cui gli animali possono pascolare); -riuð/-rydh
lare risulta assai
“radura”;241 -setr/-sæter “prato isolato”, “prato in una foresta”; -toft(a)/ -tompt(a) forse “terreno su
i fin dalla prima
cui è costruita una fattoria”, o “fattoria abbandonata”, se non “recinto”, “ovile”; -þorp (forse anche

previchingo) “insediamento” (in età vichinga certamente in riferimento a uno di tipo secondario,
emento di nomi
sempi di sicura distaccato rispetto a uno più antico: “piccolo villaggio”, “gruppo di casolari”, più raramente “fattoria

roduttivi’ anche isolata”); -þveit “radura” con riferimento alla colonizzazione di aree boschive. Altri termini risalgono

nifica “fattoria”,a un probabile composto *nybyli “nuovo insediamento”.

“fattoria”, Certamente una puntale e corretta valutazione che consideri tanto la localizzazione quanto la

sarebbe tuttaviafrequenza delle diverse tipologie lessicali può fornire utilisime informazioni sul progressivo sviluppo

della Germania)della ‘occupazione’ del territorio da parte dell’uomo.242

-land(a) 3.3. Il paganesimo nordico

si intenderebbe 3.3.1. La sfera religiosa


löv
Dal punto di vista della storia religiosa l’età vichinga rappresenta un momento
rriera lasciata in
determinante sotto diversi aspetti. Certamente l’evento più importante è la grande svolta che
-
vedrà (nei modi e per le ragioni che verranno esposte in un capitolo successivo) i popoli
e
scandinavi convertirsi al cristianesimo.243 Non di meno, in questo stesso periodo il
a è stata a lungo
paganesimo nordico appare ancora vitale, seppure – per come lo possiamo ricostruire sulla
compare anche
base delle diverse fonti a disposizione –244 esso mostri al contempo di trovarsi in situazione
atteristico della
di crisi. Questa del resto riguardava, come si è visto, la società medesima ed è dunque ben

stano produttivi)comprensibile che molti aspetti della vita ne fossero coinvolti.

“foresta”, I popoli nordici avevano alle spalle una tradizione religiosa secolare che affondava le

milmente in una proprie radici nel neolitico e si era venuta consolidando nell’età del bronzo. È infatti ovvio

rydhritenere che cambiamenti radicali nell’atteggiamento religioso e nei rituali a esso connessi

orse “terreno su
avessero accompagnato il passaggio da una società la cui economia era basata sulla cattura di
(forse anche
prede animali e sulla raccolta di vegetali commestibili a una di tipo nuovo, che recependo la
tipo secondario,
pratica dell’allevamento e dell’agricoltura come fonte principale del proprio sostentamento,
ramente “fattoria aveva conseguentemente mutato il proprio atteggiamento nei confronti delle potenze

ermini risalgono sovrannaturali. In effetti, seppure non si debba cadere – come talora avviene – nella

tentazione di collegare fra loro con eccessiva superficialità elementi molto lontani nel tempo
azione quanto la
e si debba procedere nella valutazione dei dati con una giusta dose di cautela, è indubbio che
ressivo sviluppo
una parte non secondaria di ciò che conosciamo della religione nordica dell’età del bronzo e

di quella delle epoche successive trova riscontro nel paganesimo nordico di età vichinga. Se

a esempio ammettiamo l’esistenza nell’età del bronzo di un ‘dio con l’ascia’ e di una ‘dèa

con la collana’ risulta difficile negare che essi trovino poi i loro eredi nelle figure di Thor e di
un momento
Freyja. Al contempo però dobbiamo riconoscere che la nostra conoscenza della religione
ande svolta che
nordica delle epoche più antiche resta limitata, il che si riflette, di conseguenza, in opinioni
ssivo) i popoli
divergenti.245 Allo stesso modo, seppure risulti del tutto evidente che la dèa *Nerthus, la
sso periodo il
“Terra mater” venerata (secondo la testimonianza di Tacito) nelle regioni danesi nella prima
ricostruire sulla
fase dell’età del ferro romana,246 è una divinità della fecondità e al contempo sia indiscutibile
si in situazione
che il suo nome riappare molto più tardi nelle fonti islandesi in forma maschile come quello
d è dunque ben
del dio dell’abbondanza Njǫrðr (un parallelo che dal punto di vista linguistico non lascia

adito a dubbi),247 noi non possiamo trarre in proposito conclusioni definitive, soprattutto
he affondava le
perché il caso di *Nerthus/Njǫrðr (seppure possa essere convincentemente risolto pensando a
È infatti ovvio
figura androgina o, meglio, a una coppia divina unita in una ierogamia cultuale)248 ci pone di
a esso connessi
fronte al problema, mai completamente risolto, dell’effettiva importanza rivestita
sulla cattura di
anticamente in ambito religioso da figure femminili che sembrano poi cedere il passo a un
he recependo la
pantheon al cui interno – fatta la dovuta eccezione per la dèa della fecondità Freyja (che non
sostentamento,
delle potenzea caso è detta figlia di Njǫrðr) e, volendo, anche per Frigg sposa di Odino (della quale è detto

vviene – nella tra l’altro che conosce il destino) – le divinità maschili mostrano di avere un assoluto

ntani nel tempo predominio.

è indubbio che In effetti la religione pagana scandinava di età vichinga è piuttosto il risultato di un

tà del bronzo e processo giunto a maturazione nelle epoche immediatamente precedenti: periodo delle

età vichinga. Semigrazioni ed età dei Merovingi. Le divinità infatti cominciano a delinearsi in modo chiaro

’ e di una ‘dèa in questi secoli, quando tutta una serie di raffigurazioni iconografiche ci consente di

ure di Thor e diriconoscere, con sufficiente certezza, gli dèi di cui in seguito le fonti scritte daranno debito

della religione conto. Certo è possibile individuare rappresentazioni di divinità anche in reperti piuttosto

nza, in opinioniantichi. Oltre alla cosiddetta ‘dèa con la collana’ e al ‘dio con l’ascia’, sopra citati,249 vanno

, laricordate la divinità maschile della fecondità rappresentata da un idolo di legno (alto 88 cm.)

nesi nella primacon volto barbuto e corpo appena accennato, ma chiaramente connotato da un evidentissimo

sia indiscutibileattributo fallico (Broddenbjerg, presso Viborg, Jutland, probabilmente tarda età del

ile come quello bronzo),250 e il suo ‘contraltare’ marcatamente femminile: una figura realizzata in legno di

tico non lasciabetulla alta 1.05 mt. e ritrovata a Ræbild (Himmerland).251 All’influsso celtico sono da

ive, soprattuttoascrivere immagini alquanto enigmatiche, come la statuetta in bronzo (un tempo quasi

olto pensando acertamente ornata di una collana) del cosiddetto ‘uomo di Laxeby’ (Öland) risalente all’età

ci pone didel ferro preromana, un periodo dal quale ci giungono altre raffigurazioni di figure maschili.

tanza rivestitaPiù avanti, nel VI secolo d.C., troviamo un ‘dio con la collana’, statuetta di legno alta 42 cm.

e il passo a unrinvenuta in Danimarca (Rude Eskildstrup, Selandia): si tratta di una figura di uomo in

Freyja (che nonposizione seduta, che indossa una tunica lunga fino ai piedi, con tracce di un nastro
la quale è dettoincrociato sul petto, baffi, barba sul mento, occhi chiusi, mani sul grembo che paiono reggere

re un assolutoun oggetto (un’offerta votiva?). Attorno al collo ha una collana lavorata.252 Dalla regione

norvegese di Romerike, nella località di Frøyhov (un toponimo che significativamente vale

risultato di un“tempio di Freyr”) proviene una statuetta di bronzo che raffigura un uomo con indosso uno

periodo dellestretto gonnellino, una cintura e dei calzoni. Sulla parte inferiore della gonna sono tracciati

in modo chiaroalcuni segni, due dei quali potrebbero essere rune; il reperto risale all’età del ferro romana.

ci consente di E tuttavia solo sulle bratteate (che compaiono dal V secolo) noi cominciamo a poter

daranno debito ‘leggere’ nelle raffigurazioni iconografiche allusioni certe a caratteristiche ben definite degli

eperti piuttosto dèi vichinghi e, di conseguenza, a poterli identificare in modo attendibile. Parallelamente

vannoaltri oggetti (a esempio elmi risalenti al periodo di Vendel253 o lamine raffiguranti una coppia

no (alto 88 cm.)in atteggiamento amoroso)254 riportano figure che certamente vanno ricollegate a motivi

n evidentissimoreligiosi noti da fonti più tarde. Così come avviene, inoltre, per le celebri pietre di Gotland, in

tarda età delparticolare quelle del periodo intermedio (VIII-IX secolo),255 che anticipano

ata in legno di iconograficamente materiale mitologico e leggendario che sarà successivamente riversato nei

celtico sono datesti scritti. Al periodo propriamente vichingo risalgono tra l’altro importanti raffigurazioni

n tempo quasiche si ritrovano nelle isole britanniche e che fanno indubbio riferimento alla religione pagana

risalente all’etàdegli uomini nordici e al loro patrimonio di tradizioni.256 Chiare indicazioni ci giungono

figure maschili.successivamente da oggetti legati al culto degli dèi: piccole statuette – come quella di Freyr

gno alta 42 cm.(chiaramente connotata da un fallo di grosse dimensioni) rinvenuta a Rällinge

ura di uomo in (Södermanland, Svezia, XI secolo)257 e quella di Thor rinvenuta a Eyrarland (Eyjafjörður,

e di un nastroIslanda, inizio dell’XI secolo) –258 o amuleti come i ‘martelli di Thor’ numerosi e di
paiono reggerelavorazione più o meno accurata (se ne veda un ottimo esempio nel reperto di Erikstorp

Dalla regione nell’Östergötland svedese).259

ativamente vale È tuttavia un dato di fatto che la ricostruzione della religione pagana della Scandinavia

on indosso unovichinga, così come noi la conosciamo, dipende in misura notevolissima da testi successivi

a sono tracciati(come l’Edda poetica o l’Edda di Snorri Sturluson)260 redatti (seppure sulla base di materiale

preesistente) in epoca ormai cristiana e nei quali l’aspetto letterario riveste una grande

nciamo a poterimportanza, il che certamente non agevola il confronto tra i dati che vi sono contenuti e

n definite degli quanto può essere dedotto dall’esame del materiale archeologico e iconografico.

Parallelamente Nel tentare di definire i contorni di un quadro tutt’altro che nitido e omogeneo sia dal

anti una coppia punto di vista diacronico sia da quello sincronico, gli elementi in nostro possesso vanno

egate a motiviinoltre ‘incrociati’ con le informazioni fornite dalla toponomastica, dati oggettivi che

e di Gotland, insegnalano luoghi legati a qualche forma di culto oppure alla venerazione di un singolo dio.

he anticipanoQuesto studio produce interessanti risultati in quanto consente di osservare come divinità un

nte riversato neitempo grandemente venerate siano poi per qualche motivo decadute;261 stimolante è anche

i raffigurazioni l’osservazione d’una distribuzione niente affatto uniforme del culto degli dèi maggiori che

eligione paganaappare concentrato in determinate aree, risultando dunque connesso a precisi presupposti

ni ci giungonosociali e politici. Questo fatto si lega alla constatazione che il politeismo scandinavo di epoca

quella di Freyrvichinga non è un sistema religioso ben strutturato e interconnesso quanto, piuttosto, un

a a Rällinge insieme di credenze e di culti collegati a divinità di varia natura che vanno ricondotte a una

d (Eyjafjörður,diversa origine, incarnano differenti valori e rispondono dunque a diversi bisogni di gruppi

numerosi e disociali e di singoli fedeli. In questo contesto lo studioso inglese E.O.G. Turville-Petre ha
to di Erikstorpsaputo dare il giusto rilievo a episodi relativi all’esperienza religiosa di talune figure citate

nelle fonti, episodi che ‘letti’ in questa prospettiva danno esemplare testimonianza di questa

lla Scandinaviasituazione. Egli si richiama, in particolare alle vicende di personaggi islandesi come il

testi successivi celebre scaldo Egill Skalla-Grímsson (in questo caso rifacendosi a precedenti osservazioni di

ase di materiale Sigurður Nordal) o Víga-Glúmr dei quali è riferita la ‘conversione’ dalla fede in un dio a

ste una grandequella in un altro.262 Una vicenda come quella di Hrafnkell, goði263 del dio Freyr, narrata

ono contenuti enella saga omonima,264 testimonia del resto tutta l’importanza di un intimo rapporto tra uomo

e dio, un rapporto che, come ha mostrato Marco Scovazzi, è riconducibile ai canoni di un

mogeneo sia dalvero e proprio negozio giuridico.265 Hrafnkell infatti, dopo aver dato prova di straordinaria

possesso vannodevozione a Freyr che considerava in tutto e per tutto suo patrono (arrivando per questo a

oggettivi che rendersi colpevole di omicidio), lo abbandonò quando si rese conto che tanta fede non aveva

un singolo dio. sortito gli effetti da lui sperati. In effetti sono numerosi i casi in cui tra l’uomo nordico e la

ome divinità undivinità si stabilisce un rapporto esclusivo di fiducia nel quale il dio deve mostrarsi capace di

molante è ancheascoltare le preghiere del suo fedele e di corrispondere ai suoi bisogni, divenendo dunque un

èi maggiori che fulltrúi cioè un “patrono” (letteralmente “[un essere in cui riporre] piena fiducia”) sul quale si

cisi presuppostipossa fare totale affidamento. Questo atteggiamento religioso riflette, evidentemente, una

dinavo di epocasituazione sociale complessa e in trasformazione, nella quale la forza delle nuove concezioni

o, piuttosto, undi tipo individualistico si misurava con la solidità della tradizione che continuava piuttosto a

icondotte a unafare riferimento a divinità protettrici della comunità e a riti legati al suo benessere. Una

sogni di gruppiprospettiva, questa, nella quale sono particolarmente interessanti altri episodi che segnalano

urville-Petre hail forte contrasto tra le due divinità maggiori, Odino e Thor,266 un contrasto che trova precisi
ne figure citateriflessi anche nella letteratura mitologica.267

ianza di questa Ma i diversi casi qui citati rappresentano in realtà dei segnali che ci riportano a quello

andesi come il scenario di ‘crisi’ religiosa cui si è sopra accennato: uno scenario che vede la graduale

osservazioni di decadenza di antiche certezze, spinge a rifugiarsi in scelte personali e determina altresì (al

ede in un dio acontempo spiegandoli) due fatti di grande importanza che constatiamo nell’età vichinga. Il

o Freyr, narrataprimo è la comparsa dei cosiddetti goðlausir menn, letteralmente “uomini senza dio”, dei

pporto tra uomo quali è detto che avevano rigettato la fede nelle antiche divinità pagane e credevano solo

ai canoni di un“nella propria forza e nel proprio potere” (“á mátt sinn ok megin”), una espressione che

di straordinarialascia comunque sottintendere una fiducia nelle forze magiche.268 Il secondo è la relativa

do per questo a facilità con la quale, almeno inizialmente, la figura di Cristo trovò una propria collocazione

fede non aveva nell’universo religioso dei popoli nordici: essi infatti non lo considerarono se non una

mo nordico e ladivinità in più che andava a inserirsi in un pantheon già affollato di figure di maggiore o

trarsi capace di minore importanza.

endo dunque un 3.3.2. Gli dèi

ia”) sul quale si Innanzi tutto gli Asi. Il dio Odino, che sale prepotentemente alla ribalta del mondo

entemente, unareligioso dei popoli nordici nel periodo dei Merovingi,269 è la divinità che meglio incarna lo

ove concezionispirito vichingo. Personalità individualista e spregiudicata, non ha riguardo per i vincoli

uava piuttosto afamiliari, si compiace della guerra e nella sua dimora, la Valhalla, si circonda dei guerrieri

benessere. Unamigliori, morti in battaglia (un destino da lui medesimo stabilito): costoro nell’ultimo giorno,

che segnalanoil terribile ragnarøkkr “fato degli dèi”,270 l’apocalisse nordica, lo affiancheranno nella

he trova precisibattaglia definitiva contro le forze del male. Dio mago (e sciamano) che conosce i segreti del
mondo dei vivi e di quello dei morti, esperto del potere delle rune nelle quali è contenuta

ortano a quelloogni sapienza, Odino è altresì un dio viaggiatore, una caratteristica che (come suggerisce tra

ede la gradualel’altro l’interpretatio romana che lo intende come Mercurius)271 si collega anche all’aspetto

mina altresì (al commerciale. Il dio è inoltre il protettore dei poeti cui elargisce il dono di quest’arte: un fatto,

età vichinga. Ilquesto, che richiede una ulteriore sottolineatura, là dove si osservi che la poesia scaldica (che

senza dio”, dei prende nome dal termine skáld, n., “poeta” e che fiorirà nel Nord a partire dal IX secolo)

credevano solo nasce nell’ambiente ristretto delle corti vichinghe (dove gli scaldi sono assai spesso anche

espressione che guerrieri seguaci di un signore) e si presenta come un prodotto letterario la cui fruizione è

do è la relativariservata ai pochi che ne sanno comprendere le oscure metafore e apprezzare la metrica

ia collocazionesevera e complessa. I toponimi (ma anche un antroponimo)272 che alludono esplicitamente al

no se non unaculto di Odino sono presenti in misura maggiore in Danimarca e in Svezia (da sud fino al

di maggiore oVästergötland, all’Östergötland e all’Uppland). In Norvegia il loro numero è più limitato ed

essi compaiono nelle zone sudoccidentali (in particolare nel Vestfold)273 e in località

dell’area centro-occidentale in prossimità della costa o nelle vicinanze di fiordi.274

alta del mondo Significativamente però risultano totalmente assenti in un Paese come l’Islanda, dove al

eglio incarna locontrario il culto di Thor è ampiamente e chiaramente testimoniato. Indubbiamente Odino ha

o per i vincoliil carattere di un dio individualista e spregiudicato, modello e idolo dei guerrieri che lo

da dei guerrieriinvocano per ottenere la vittoria.275 Il suo legame con il mondo vichingo è palese anche là

’ultimo giorno,dove si consideri che egli appare come il capo di una schiera di seguaci, un vero e proprio

cheranno nellacomitatus: siano i morti in battaglia che dimorano con lui nella Valhalla o i ‘guerrieri furiosi’

sce i segreti deli berserkir (letteralmente “camicie d’orso”, detti altrimenti úlfheðnar, letteralmente
ali è contenuta“casacche di lupo”), individui (costituiti in gruppi, forse vere e proprie congregazioni) che,

e suggerisce trasecondo la testimonianza di Snorri nella Saga degli Ynglingar, erano a lui votati.276 È

nche all’aspettoverosimile che si trattasse di guerrieri che indossavano travestimenti animali: il che del resto

st’arte: un fatto,sarebbe già testimoniato nella raffigurazione di un uomo armato rivestito con una pelle di

ia scaldica (che lupo che si trova su una lamina che decorava un elmo rinvenuto a Torslunda sull’isola di

dal IX secolo) Öland (periodo di Vendel). Queste caratteristiche del dio, così come la sua padronanza delle

ai spesso ancherune deporrebbero a favore di una sua affermazione piuttosto tarda nell’ambito religioso

cui fruizione èscandinavo (tesi sostenuta da diversi studiosi a partire dal danese H. Petersen).277

zare la metrica Ma questo punto costituisce uno dei problemi più dibattuti relativi al paganesimo

splicitamente alnordico. Pure volendo lasciare da parte le teorie di G. Dumézil, che riconosce in Odino il

(da sud fino al corrispondente del dio indoeuropeo della Sovranità (la quale insieme alla Forza e alla

più limitato edFecondità sarebbe la prima delle tre ‘funzioni sociali’ che – secondo la sua opinione –

e in localitàcostituivano la ‘struttura ideologica’ di quel mondo), occorre tuttavia ammettere che diversi

274 indizi paiono deporre a favore dell’antichità del culto di questo dio il quale, a esempio,

slanda, dove alagisce da protagonista dei miti della creazione, è definito in talune fonti278 “Padre di tutti”

mente Odino ha (Allfaðir) – un appellativo che potrebbe tuttavia essere influenzato da concetti cristiani – ed è

guerrieri che loindicato come capostipite (o comunque membro eminente) di dinastie reali. In realtà il

palese anche làproblema non è risolvibile semplicemente accettando o rigettando l’ipotesi di un ‘ingresso’

vero e propriopiù antico o più recente di Odino nel pantheon nordico: sebbene presente fin da tempi remoti

uerrieri furiosi’egli avrebbe potuto restare, almeno fino a un certo punto, una divinità di secondo piano,

, letteralmenteoppure nelle aree in cui egli pare non comparire affatto (in particolare presso i Goti)
regazioni) che,‘mascherare’ la propria identità sotto un altro appellativo (Gautr).279

È Il dio Thor si mostra innanzi tutto come protettore della fecondità e della famiglia

il che del resto(significativamente il mito lo descrive regolarmente impegnato a combattere i giganti che

on una pelle dirappresentano un costante pericolo per la comunità degli uomini e degli dèi). Nemico dei

da sull’isola didemoni del male (come testimonia anche la presenza della sua arma magica, il ‘martello’, su

adronanza dellediverse pietre runiche),280 egli fu certamente oggetto di viva devozione nelle zone più

mbito religiosotradizionaliste della Scandinavia, tuttavia fu piuttosto popolare anche fra i vichinghi nelle

isole britanniche,281 un dato questo che – seppure restino del tutto valide le ragioni del suo

al paganesimocontrasto per così dire ‘ideologico’ con Odino – non ci consente di formulare al riguardo

sce in Odino ilgiudizi categorici (in questo contesto si dovrebbero d’altronde tenere in considerazione le

a Forza e allaaree di provenienza dei diversi gruppi di nordici presenti sul territorio inglese). La forza della

sua opinione – tradizione incarnata nel culto di Thor, verosimile erede del ‘dio con l’ascia’, ne aveva fatto

tere che diversiuna divinità la cui venerazione era talmente radicata che, anche per i vichinghi, sarebbe stato

ale, a esempio,assai difficile abbandonarla del tutto.

“Padre di tutti” Il ‘martello’ del dio Thor riprende con ogni probabilità la funzione di strumento sacro e

cristiani – ed è utensile cosmico che nell’antica iconografia è attribuita all’ascia o alla croce uncinata,282

ali. In realtà ilrappresenta il volano dell’energia cosmica e la forza del cielo che feconda la terra: il mito

di un ‘ingresso’riferisce che esso era posto in grembo alla sposa il giorno delle nozze.283 Non casualmente

da tempi remotil’interpretatio romana intende Thor come Giove, signore del cielo che fa scendere la pioggia

secondo piano,feconda.284 Il radicamento del culto di questo dio (che in sostanza rispecchia i valori e la

presso i Goti)mentalità della Sippe)285 negli ambienti tradizionali è attestato in molte fonti286 e riflesso in
un congruo numero di toponimi teofori formati con il suo nome.287 Esso appare

della famigliaparticolarmente diffuso in Islanda, dove la sua venerazione si constata anche nei numerosi

e i giganti cheantroponimi. Certamente dovette trattarsi di un culto molto diffuso che non solo si ricollega

i). Nemico deialla tradizione religiosa testimoniata nelle incisioni rupestri, ma – seppure evidentemente

il ‘martello’, su sotto nuove forme – traspare talora anche dopo la conversione al cristianesimo.288 D’altra

nelle zone piùparte sarà piuttosto Thor e non, in un certo senso sorprendentemente, Odino, l’eroe della

vichinghi nellebattaglia dei pagani contro “il bianco Cristo” (Hvíta-Kristr), il nuovo dio proveniente dal

ragioni del suosud.289 Una constatazione, questa, che trova il proprio fondamento nei diversi episodi riferiti

are al riguardonelle fonti, dove Thor più di altri appare incarnazione dei valori tradizionali.290 I due dèi, il

nsiderazione lenuovo e l’antico, si affronteranno in un duello nel quale Thor dovrà definitivamente

. La forza dellasoccombere:291 i magici e potenti amuleti raffiguranti il suo martello verranno gradatamente

ne aveva fattosostituiti da altri in forma di croce.

i, sarebbe stato Al tempo dei vichinghi gli antichi dèi della famiglia dei Vani erano ormai a pieno titolo

integrati fra gli Asi. È certamente significativo che fra questi ultimi l’unica figura femminile

umento sacro edi una certa importanza – Freyja, dèa della fecondità e della magia – sia originariamente una

282 divinità vanica. In effetti ella pare prevalere nella venerazione addirittura su Frigg, sposa di

la terra: il mitoOdino, con la quale mostra tuttavia di condividere diversi e non secondari aspetti. Se infatti

on casualmenteda una parte il numero di toponimi teofori a lei collegabili appare chiaramente superiore

ndere la pioggiarispetto a quelli riconducibili a Frigg292 e – almeno in una fonte – si fa chiaro riferimento ad

ia i valori e la altari e templi innalzati in suo onore,293 è tuttavia a Frigg che si rifà, nelle lingue germaniche,

e riflesso inil nome del venerdì.294


Esso appare Ai Vani appartengono come Freyja anche Njǫrðr, suo padre, e Freyr, suo fratello. Il nome

e nei numerosidel primo risulta essere inequivocabilmente la forma nordica (e tuttavia maschile!) del latino

olo si ricollega *Nerthus295 che, come sopra si è accennato, era stato attribuito da Tacito a una dèa della

evidentementefertilità – la Terra madre medesima – assai venerata nelle regioni tedesco-danesi tra il

D’altraMecklemburgo, lo Schleswig-Holstein e lo Jutland.296 A giudicare dai toponimi teofori il

no, l’eroe della culto di Njǫrðr (invocato tra l’altro per ottenere una pesca abbondante) e quello di Freyr, dio

proveniente dal della fecondità per eccellenza, risultano ben presenti in Norvegia e in Svezia;297 in

i episodi riferitiquest’ultimo Paese del resto Freyr doveva essere particolarmente venerato nelle regioni

I due dèi, il dell’Uppland, come risulta non solo da notizie contenute nelle fonti, ma anche dal suo

definitivamentelegame con la stirpe regale degli Ynglingar (la quale aveva sede a Uppsala) che a lui (Yngvi-

o gradatamenteFreyr) faceva risalire la propria origine.298 Certamente la venerazione per le divinità della

fecondità ha radici antichissime, legate a culti naturalistici, come dimostra, tra l’altro, il

ai a pieno titolo cosiddetto ‘culto del fallo’, che trova la sua più singolare descrizione in una fonte in cui si

gura femminileriferisce di una famiglia di contadini norvegesi abitanti in una zona isolata che veneravano il

nariamente unafallo di un cavallo (animale del resto chiaramente connesso al culto di Freyr).299

Frigg, sposa di Naturalmente il paganesimo nordico conosce tutta una serie di altre divinità, di maggiore

petti. Se infattio minore importanza. In età vichinga appare in declino il culto di Týr (Mars

mente superiorenell’interpretatio romana),300 che mostra carattere giuridico ed è patrono dell’assemblea.

o riferimento adL’etimologia del suo nome, che risale a una radice indoeuropea *diēu, lo identifica tuttavia

ue germaniche,come dio supremo del cielo, una funzione attribuibile anche a Ullr, il quale secondo la

testimonianza dei toponimi doveva – in una sorta di alternanza – essere venerato nelle aree in
ratello. Il nomecui il culto di Týr non era presente.301 Se la devozione nei confronti di entrambi questi dèi

hile!) del latinomostra (particolarmente per il secondo), i segni di un regresso quasi definitivo, è tuttavia

a una dèa della interessante rilevare come i toponimi teofori mettano in luce un rapporto privilegiato del dio

co-danesi tra ilsupremo del cielo Týr/Ullr con la figura di *Nerthus-Njǫrðr. Una vicinanza da interpretare

onimi teofori ilcome la traccia di antichi riti di ierogamia?

lo di Freyr, dio Alla sfera della tradizione mitologica (per altro strettamente legata alle concezioni

inreligiose in quanto ne costituisce un supporto fondamentale) appartengono (piuttosto che alla

o nelle regionitradizione cultuale) altri dèi di una certa importanza. Innanzi tutto Heimdallr, della cui

anche dal suovenerazione resta forse una traccia302 (seppure egli sia ignoto ai toponimi): dio guardiano che

he a lui (Yngvi-sorveglia l’ordine cosmico e che solo conosce il momento in cui questo ciclo di esistenza

e divinità dellavolgerà al termine ed egli dovrà dar fiato alla tromba che segnerà l’inizio della battaglia

a, tra l’altro, il escatologica dell’ultimo giorno. Poi Baldr, figlio di Odino e di Frigg (della cui venerazione

fonte in cui si abbiamo del resto solo qualche indizio),303 il dio luminoso, protagonista di uno dei racconti

e veneravano ilpiù drammatici del mito: ucciso per una trama ordita contro di lui dal malvagio Loki, egli è

destinato a restare nel Regno degli inferi fino alla fine di questo ciclo per tornare a regnare

tà, di maggioresul prossimo. E, infine, proprio Loki: spirito inquieto, arguto e malvagio, dio creatore e

Mars distruttore, padre di esseri demoniaci che nell’ultimo giorno si schiererà al fianco delle forze

dell’assemblea.del male. Di un suo culto non ci sono, evidentemente, notizie, tuttavia la sua figura ha

entifica tuttavialasciato importanti tracce nel folclore.304

ale secondo la Le fonti scritte riferiscono anche dell’esistenza di diverse divinità minori sulle quali non

ato nelle aree indisponiamo che di scarse informazioni; queste figure restano dunque difficilmente valutabili,
ambi questi dèi seppure – almeno in un caso (quello di Bragi, indicato da Snorri Sturluson come dio della

tivo, è tuttavia poesia) – possiamo persino supporre che si tratti di una figura di carattere esclusivamente

ilegiato del dio letterario.

da interpretare 3.3.3. Un universo animato

Ma per comprendere appieno l’universo religioso del paganesimo nordico occorre

alle concezioniprendere atto che in esso esistono, accanto agli dèi, tutta una serie di figure sovrannaturali di

uttosto che allasecondo piano, ben presenti nell’immaginario e nelle credenze dell’uomo del Nord, che ne ha

dallr, della cui conservato in molti casi traccia assai viva nel folclore. Il riferimento è qui ai giganti, stirpe

o guardiano cheantichissima, considerati assai sapienti e non di rado intesi come incarnazione degli aspetti

clo di esistenza oscuri e pericolosi della natura; agli elfi e ai nani, da interpretare verosimilmente come

della battaglia manifestazione degli spiriti dei morti (tali sarebbero al femminile anche le dísir, sing. dís),

cui venerazione alle norne, dèe del destino che tessono la trama della vita, alle valchirie, inviate da Odino per

no dei raccontidecidere la sorte delle battaglie e accogliere nella Valhalla gli eroi morti. Un culto degli elfi

gio Loki, egli è (che pare aver lasciato tracce nel folclore)305 è testimoniato in talune fonti, così come un

rnare a regnareculto delle dísir a proposito delle quali si fa anche riferimento a un tempio,306 nulla è invece

dio creatore eriferito in tal senso a riguardo delle norne e delle valchirie. Esse d’altronde non paiono essere

anco delle forze nulla di più se non una incarnazione del concetto di destino, entità suprema e indifferente – il

sua figura hacui potere è superiore a quello degli dèi medesimi – e nei cui confronti l’uomo avverte

soltanto un sentimento di consapevole rassegnazione.

sulle quali non Ma l’uomo del Nord, che aveva ereditato dai suoi antenati l’idea di un universo ‘vivo’ del

mente valutabili, quale si sentiva parte integrante e con il quale manteneva una costante interrelazione, credeva
come dio dellaanche all’esistenza di spiriti legati a luoghi particolari (quali le landvættir, “spiriti del luogo”

esclusivamente che possono manifestare benevolenza o ostilità nei confronti degli uomini), spiriti domestici

(verosimilmente gli antenati defunti legati al luogo in cui avevano vissuto),307 spiriti

acquatici e marini: questi ultimi, in particolare, assai temuti dai naviganti, in quanto

ordico occorreconsiderati mostri capaci di provocare naufragi per divorare gli equipaggi. Di diversi esseri

ovrannaturali disovrannaturali di secondo piano (in primo luogo gli elfi) si riteneva che dimorassero in

Nord, che ne hapiccole alture o massi, non di rado in prossimità delle abitazioni degli uomini. Tutte queste

i giganti, stirpecredenze si legano, evidentemente, alle condizioni ambientali ma affondano altresì le proprie

ne degli aspettiradici in una consolidata tradizione naturalistica, come mostra in particolare la persistenza di

milmente comeun culto del sole, oggetto di una venerazione antichissima risalente almeno al sistema

),religioso dell’età del bronzo,308 ma che – seppure in forme non esplicite – è rintracciabile ben

te da Odino per addentro al medioevo come si deduce non solo da taluni episodi citati nelle fonti, ma anche

culto degli elfidalla lettura di un carme di dichiarata ispirazione cristiana che tuttavia, non solo nel titolo

, così come unCarme del sole (Sólarljóð), conserva tracce di questa radicata devozione.309

nulla è invece 3.3.4. La concezione del mondo

n paiono essere La tradizione mitologica disegna un universo che si estende nel tempo e nello spazio a

indifferente – ilformare una misura di esistenza, un ciclo che segue e precede altri cicli in una serie replicata

l’uomo avverteall’infinito. Quando la quantità di tempo assegnata a ogni ciclo sarà colma, verrà la fine del

mondo, l’apocalisse nordica. La terra e gli uomini saranno sconvolti da inimicizie, conflitti

verso ‘vivo’ deled eventi disastrosi. Gli dèi combatteranno contro le forze del male, annientandosi a vicenda.

azione, credevaPoi tutto ciò cesserà e sorgerà un nuovo ordine, un nuovo ciclo e un nuovo mondo. Ma su ciò
piriti del luogo” che sarà nessuno, neppure gli dèi, sa dire qualcosa.310

piriti domestici Il mondo così come immaginato nella concezione nordica è nato dal corpo di un gigante

spiritiprimordiale, Ymir, sacrificato dagli dèi: dalla sua carne fu tratta la terra, dal sangue il mare,

anti, in quanto dalle ossa le montagne, dalla chioma gli alberi, dal cranio il cielo, dal cervello le nuvole.

Di diversi esseri Esso conosce una estensione orizzontale: all’esterno il buio e il mistero del caos, poi

dimorassero inl’oceano (nei cui abissi giace il serpe cosmico, avvolto attorno alla terra come un anello), poi

ni. Tutte questele spiagge, poi il mondo degli uomini Miðgarðr (“Recinto di mezzo”, tratto dalle

ltresì le proprie sopracciglia di Ymir) e, al centro, le dimore degli dèi che vivono in Ásgarðr (“Recinto degli

a persistenza diAsi”). Contemporaneamente tuttavia esso si ordina su un’asse verticale sviluppandosi su

eno al sistemanove mondi di cui quello infimo è il Regno dei morti (governato da Hel, figlia di Loki e di

ntracciabile benuna gigantessa) e quello supremo la dimora degli dèi. Degli elfi luminosi si dice che vivono

fonti, ma anchenel cielo più alto. Gli uomini abitano dunque nel punto in cui il mondo orizzontale e quello

solo nel titoloverticale si intersecano. Ma l’immagine dell’universo presente è espressa anche in quella

dell’albero cosmico, Yggdrasill, le cui radici affondano nel Regno degli inferi, mentre i rami

si stendono su tutta la terra e coprono il cielo. La simbologia dell’albero come essere vivente

nello spazio acapace di incarnare e di trasmettere la forza della vita e della crescita risale, almeno, alle

a serie replicataincisioni dell’età del bronzo.311 Sotto l’albero cosmico (forse un frassino) c’è la fonte del

verrà la fine deldestino presso la quale dimorano le norne.

micizie, conflitti La concezione del destino è certamente una delle componenti fondamentali della

ndosi a vicenda.mentalità pagana dell’uomo del Nord. Nella tradizione della Sippe esso era una condizione

ondo. Ma su ciòlegata alla comunità e come tale si proiettava su tutti i suoi membri, i quali dunque non solo
erano legati da vincoli di parentela e da esigenze di natura economica, giuridica o religiosa,

o di un gigantebensì anche dall’inevitabile coinvolgimento in una sorte comune. Ma anche quando

sangue il mare, l’individuo si allontanava dalla Sippe per privilegiare un’esperienza personale di vita (come

vello le nuvole.è, evidentemente, il caso di coloro che erano animati dallo spirito vichingo) il destino

del caos, poiincombeva su di lui inevitabile. Ripetutamente le saghe suggeriscono che la grandezza

un anello), poi dell’eroe non consiste tanto nella capacità di opporsi al fato quanto in quella di accettarlo.312

”, tratto dalleDel resto i miti ricordano che anche gli dèi vi sono ineluttabilmente sottomessi: i drammatici

(“Recinto degliracconti relativi all’ultimo giorno, parlano, non a caso, di ragnarøkkr “fato degli dèi”:313

viluppandosi suallora tutti periranno nella battaglia finale.

lia di Loki e di Strettamente connessa all’idea del destino è quella della fortuna, un concetto ben ribadito

dice che vivono nelle fonti, là dove la fortuna (nel senso di sorte) si manifesta non di rado nelle vesti di spiriti

zontale e quellocustodi che assumono sembianze animali o talvolta di donna, recando presagi. Questi spiriti

anche in quella sono noti (soprattutto nella tradizione islandese) come hamingja e fylgja (la prima pare più

i, mentre i ramipropriamente legata alla Sippe, la seconda all’individuo) ma anche come hugr, una parola

e essere vivente con cui si esprime la manifestazione del nucleo spirituale di un essere. La “fortuna” vera e

e, almeno, alle propria è detta in antico nordico gæfa, gipta o heill (l’ultima denominazione pare più

c’è la fonte delpropriamente intesa in riferimento a una comunità): al primo termine è sottinteso un senso di

intrinseca ‘bontà’, al secondo di ‘dono’, il terzo richiama invece l’idea della sacralità e indica

damentali delladunque nella fortuna una condizione felice (che tuttavia può manifestarsi in misura maggiore

una condizioneo minore) conseguente a un contatto fruttuoso con le forze che governano l’esistenza.314

unque non solo Il patrimonio mitologico-religioso del paganesimo scandinavo è assai ricco, ed è
dica o religiosa, indubbio che l’insieme di queste credenze doveva condizionare profondamente la vita

anche quandodell’uomo del Nord in tutte le sue manifestazioni. Tuttavia, nel momento in cui lo ritroviamo

e di vita (comeespresso in forme letterarie o iconografiche di notevole qualità (testi e figure la cui

ngo) il destino‘fruizione’ appare destinata in primo luogo a una élite) abbiamo ragione di domandarci in

e la grandezzaquale misura queste conoscenze e queste concezioni fossero diffuse e radicate negli strati

312inferiori della società. Questo è, naturalmente, un problema di difficile soluzione, in quanto

si: i drammatici le fonti archeologiche, iconografiche e letterarie fanno evidente riferimento alla vita delle

313persone eminenti, prima che a quella dell’uomo comune, la quale dal punto di vista del

rapporto con il sovrannaturale pare esprimersi piuttosto in forme di carattere per così dire

tto ben ribadito‘secondario’, quali la magia, la superstizione e il folclore. D’altronde si deve constatare che,

e vesti di spiritipur limitandoci agli ambiti sociali rispetto ai quali abbiamo sufficienti testimonianze, le

i. Questi spiritidifferenze sono molte e notevoli.

prima pare più Un ottimo esempio di questa situazione è offerto dal concetto di aldilà nel mondo

, una parolascandinavo. In effetti il Regno dei morti non è costituito sic et simpliciter dalla Valhalla. In

fortuna” vera e modo inequivocabile ci viene riferito nelle fonti che questo luogo è riservato ai guerrieri

zione pare più scelti di Odino che vi godono del cibo dell’immortalità e vi trascorrono il tempo

eso un senso di esercitandosi quotidianamente per la battaglia dell’ultimo giorno nella quale combatteranno a

acralità e indicafianco del dio. Ma nell’immaginario nordico pagano i morti vanno anche ad abitare presso

misura maggioreHel, figlia di Loki, guardiana del Regno delle tenebre: al dio Baldr medesimo toccherà questa

sorte. Altre testimonianze si rifanno a un’antichissima concezione, secondo la quale i defunti

ai ricco, ed èdimorano nelle alture (dunque, di conseguenza, nei tumuli). Ed è altresì riferito che taluni, in
amente la vita particolare i morti annegati, vanno a stare presso la gigantessa Rán (“Predatrice”), moglie del

ui lo ritroviamogigante-dio del mare Ægir, che ne raccoglie i cadaveri con una rete.

figure la cui Al di là d’una corretta valutazione degli elementi che ci vengono forniti dalle diverse

domandarci infonti, non si possono dunque trarre conclusioni di carattere generale, piuttosto occorre

cate negli straticonstatare la complessità della situazione che si lega non solo alle diverse componenti sociali

ione, in quanto e alla diversa concezione di vita, ma anche (in misura non secondaria) alla tradizione

alla vita dellereligiosa così come radicata e stratificata in un determinato ambiente.

nto di vista del 3.3.5. Luoghi e oggetti di culto

re per così dire Secondo Tacito i Germani non possedevano templi ma si limitavano a officiare i propri

constatare che,riti in luoghi naturali come boschi sacri (“lucos et nemora”).315 Almeno per quanto riguarda

stimonianze, lele regioni scandinave (a proposito delle quali l’autore mostra del resto conoscenze assai

limitate) questa affermazione corrisponde solo in parte alla situazione reale.316 Qui infatti

ilà nel mondo accanto a riscontri certi dell’uso di tenere cerimonie presso particolari ambienti naturali come

lla Valhalla. In alture, pareti di roccia, caverne (che talora ne recano testimonianza in incisioni rupestri)317 e

ato ai guerrieripaludi (con la loro lunghissima tradizione di luoghi sacrificali privilegiati),318 le evidenze

rono il tempoarcheologiche dimostrano l’esistenza, fin da tempi assai antichi, di veri e propri luoghi di

ombatteranno a culto. In taluni casi si sono potute individuare costruzioni preposte a un uso cultuale fin

d abitare pressodall’età della pietra:319 siti danesi come quelli di Troldebjerg (nella parte meridionale

toccherà questadell’isola di Langeland) e Tustrup (nello Jutland orientale) ne recano testimonianze

quale i defuntisufficientemente certe.320 All’età del bronzo (1000 a.C. circa), risale il luogo di culto

o che taluni, in ritrovato a Sandagergård (Selandia settentrionale)321 così come una serie di recinzioni
ce”), moglie del(terrapieni o palizzate) che verosimilmente circondavano aree destinate a un uso rituale e ad

altre attività comunitarie (a esempio a Odensala nell’Uppland svedese);322 del resto

ti dalle diverse l’esperienza religiosa degli uomini del Nord, strettamente legata ai vari momenti della vita

uttosto occorrequotidiana, accomunava i diversi elementi in una visione di insieme, la cui legittimità e

mponenti socialisacralità era sottolineata in particolari occasioni. Ciò spiega a esempio il motivo per cui

alla tradizioneaspetti cerimoniali di grande importanza siano collegabili ai luoghi nei quali sono presenti

sepolture, come appare, fin dalla fase più antica dell’età della pietra in un sito di tutto rilievo

come quello di Skateholm.323 Aree sacre dovettero essere, quasi certamente, anche quelle

fficiare i proprisulle quali venivano eretti i cosiddetti domarringar.324 Qui si deve constatare un elemento di

quanto riguardanotevole continuità testimoniato in molti casi dalla ripetuta frequentazione, in epoche

noscenze assaidiverse, dei medesimi spazi sacri (il che non di rado vale anche per i luoghi di sepoltura che

Qui infattipresentano tombe per così dire ‘primarie’ e ‘secondarie’) che in diversi casi conosceranno,

ti naturali comeuna volta affermatasi la cristianizzazione, la presenza di una chiesa.325 All’ultima fase del

e paganesimo nordico (dunque in pieno periodo vichingo) risale la costruzione di veri e propri

le evidenzetempli, alcuni dei quali vengono descritti nelle fonti islandesi, come il celebre tempio di Thor

ropri luoghi dieretto dal suo grande devoto, il colono Þórólfr Mostrarskegg, di cui riferisce la Saga degli

uso cultuale finuomini di Eyr e diversi altri.326 Il più celebre tempio di epoca vichinga pare essere senza

te meridionaledubbio quello che, secondo la testimonianza di Adamo da Brema, era stato eretto a

testimonianzeUppsala.327 Resta comunque probabile che ancora nell’ultima fase del periodo vichingo,

luogo di culto immediatamente prima della cristianizzazione, i popoli nordici tenessero i loro riti sia

e di recinzioniall’aperto sia in templi veri e propri, sia – in taluni casi – in abitazioni private.
uso rituale e ad Per i luoghi sacri abbiamo diverse designazioni. Stafgarðr, un termine menzionato in un

del restotesto giuridico, la Legge dei Gotlandesi (Guta lag),328 indica forse un recinto (garðr) con

menti della vita all’interno un pilastro o un palo (stafr):329 ciò ricorderebbe l’antica venerazione per colonne

ui legittimità eche dovevano verosimilmente simboleggiare l’asse del mondo. Vé (etimologicamente

motivo per cuiconnesso al gotico weihs “sacro”) viene usato in diversi contesti e sebbene non paia possibile

i sono presentidefinirne un significato univoco,330 certamente rappresenta la designazione esemplare di

di tutto rilievospazio cultuale, come mostra la tradizione secondo la quale al suo interno erano

e, anche quelleassolutamente interdette le armi e qualsiasi forma di violenza.331 Interessante al riguardo è

un elemento dianche la constatazione dell’uso di questo termine in nomi propri composti, a indicare

one, in epoche(almeno inizialmente) persone ‘consacrate’ che forse svolgevano un’attività legata al culto,

di sepoltura checome appare del tutto evidente almeno in un caso specifico.332 Un altro termine assai

conosceranno,interessante che indica un luogo sacro è hǫrgr. È verosimile che nella fase più antica esso si

ultima fase delriferisse a una sorta di altare all’aperto costituito da un cumulo di pietre. Ciò è suggerito

di veri e propriinnanzi tutto in un carme eddico, là dove la dèa Freyja in prima persona parla di un “altare” a

tempio di Thorlei innalzato da un suo devoto “con pietre accatastate” (“Hǫrg mér gerði,/ hlaðinn

Saga degli steinom”),333 una testimonianza che insieme ad altre ha anche indotto a ritenere che questo

re essere senzatipo di struttura fosse dedicata alle divinità femminili. Altre fonti lasciano intendere che

stato eretto asuccessivamente un hǫrgr trovasse posto all’interno di una costruzione in legno.334 Il termine

riodo vichingo,nordico che in maniera più esplicita reca il significato di tempio è tuttavia hof. Questa parola,

i loro riti siache compare con frequenza nelle fonti islandesi, indica chiaramente una costruzione

destinata a un uso sacro, un ‘tempio’ – non di rado di grandi dimensioni –335 che talora i
enzionato in uncoloni innalzavano presso la propria fattoria.

) con Dalla Saga degli uomini di Eyr:

one per colonne “Là egli fece innalzare un tempio, ed era una grande costruzione; c’era una porta alla parete

laterale verso il fondo; là dentro c’erano le colonne del trono336 e in esse dei chiodi; essi erano detti
mologicamente
chiodi divini.337 All’interno era tutta una zona sacra. Nella parte più interna del tempio c’era una
n paia possibile
costruzione simile al coro che si trova ora nelle chiese, e nel mezzo del pavimento c’era un
e esemplare di
piedistallo come un altare, e là c’era un anello aperto di venti aurar: là si dovevano prestare tutti i
interno erano
giuramenti; il sacerdote doveva portare quell’anello alla mano338 durante le adunanze. Sull’altare ci
e al riguardo è
doveva essere anche un catino sacrificale, e in esso un rametto sacrificale che fungesse come un
osti, a indicare
aspersorio, con cui si doveva aspergere dal catino quel sangue che era detto sacrificale; era il
legata al culto, sangue versato da quegli animali che erano offerti agli dèi. Attorno all’altare in uno spazio a parte

termine assaiera fatto posto alle effigi degli dèi. Tutti gli uomini dovevano pagare il tributo al tempio e avevano

ù antica esso si l’obbligo di [seguire] il sacerdote a tutte le assemblee, come ora i þingmenn con i [loro] capi,339 ma

Ciò è suggeritoil sacerdote doveva mantenere il tempio a sue spese affinché non decadesse e celebrarvi i riti
340
di un “altare” asacrificali.”
*
gerði,/ hlaðinn
Dalle Opere dei vescovi della Chiesa di Amburgo di Adamo da Brema:
nere che questo
“Questa gente ha un tempio molto importante, che si chiama [tempio di] Uppsala, che si trova
o intendere che
non lontano dalla città di Sigtuna.341 In questo tempio, che è completamente adorno di oro, il popolo
Il termine
venera le statue di tre divinità. Così Thor, il più potente fra loro, ha il suo trono nel mezzo della sala,
Questa parola,
Odino e Freyr trovano posto ai suoi lati. Il loro significato è in questo modo: ‘Thor’, dicono, ‘è
na costruzione
signore dell’aria e governa il tuono e i fulmini, i venti e le piogge, il buon tempo e le messi. Il
che talora isecondo Odino, che significa furore, governa le guerre e conferisce all’uomo coraggio contro i
nemici. Il terzo è Freyr che elargisce ai mortali pace e piacere’. La sua immagine essi rappresentano

con un imponente fallo. Odino in verità lo scolpiscono armato al modo in cui i nostri raffigurano

porta alla pareteMarte, mentre Thor con il suo scettro pare somigliare a Giove […].”342

; essi erano detti Riproduzioni iconografiche della divinità sono note, come si è visto, fin da un’epoca

empio c’era unamolto antica, seppure almeno in alcuni casi la loro interpretazione come tali non sia del tutto

mento c’era un certa. Le fonti (in particolare quelle scritte) che si riferiscono al periodo vichingo ci

o prestare tutti i
consentono al contrario di non nutrire dubbi al riguardo. Non soltanto infatti abbiamo notizia
ze. Sull’altare ci
di vere e proprie effigi di dèi conservate nei templi e nei luoghi di culto,343 ma possediamo
ungesse come un
anche importanti reperti che ci consentono di capire quale immagine fosse attribuita alla
acrificale; era il
divinità nel paganesimo scandinavo in epoca vichinga. Il riferimento è qui a statuette come
o spazio a parte
quella del dio Thor e del dio Freyr alle quali si è già fatto riferimento.344 Queste statuette
empio e avevano
hanno dimensioni ridotte, il che ne indica il probabile utilizzo personale e/o familiare,
ma

celebrarvi i riti
secondo una tradizione antica che mostra una diffusa consuetudine all’uso di amuleti su cui,

in taluni casi, erano incise iscrizioni runiche di carattere beneaugurante. Anche le bratteate

sulle quali è riconoscibile l’immagine di una divinità possono essere richiamate in questo

contesto.345 Nella Saga dei valligiani di Vatnsdalur è riferito che un norvegese di nome

ala, che si trova Ingimundr il Vecchio (inn gamli) possedeva un amuleto in argento con l’effigie del dio

di oro, il popolo
Freyr; questo idolo – che egli aveva smarrito in circostanze oscure – fu poi da lui stesso
mezzo della sala,
rinvenuto in Islanda, nel luogo in cui egli si sarebbe stabilito, costruendovi anche un tempio:
Thor’, dicono, ‘è
ciò a indicare una precisa corrispondenza fra il volere della divinità e il destino dell’uomo.346
po e le messi. Il
Significato analogo pare avere anche l’uso di incidere l’effigie del dio Thor sulle “colonne
oraggio contro i
si rappresentanodel trono”.347 Nella Saga di Alfredo (Hallfreðar saga) soprannominato Poeta turbolento

ostri raffigurano(vandræðaskáld), inoltre, si fa riferimento a una effigie in stagno del dio Thor, che il

protagonista avrebbe conservato segretamente nella sua borsa, nonostante si fosse fatto
in da un’epoca
battezzare avendo come padrino il re Olav Tryggvason in persona. Questo fatto, prontamente
non sia del tutto
riferito al re da tale Kálfr (una denuncia di cui Alfredo si sarebbe preso feroce vendetta) non
do vichingo ci
poté essere provato: tuttavia la vicenda di questo poeta che – indotto dal sovrano norvegese
abbiamo notizia
ad abbracciare la nuova religione – esprimeva in celebri versi il proprio attaccamento alla
ma possediamo
fede degli antenati, lamentandosi di dover rinunciare alla loro venerazione, ben rappresenta
e attribuita alla
lo scenario religioso in un’epoca di crisi e di cambiamenti, quale certamente fu il periodo
statuette come
vichingo.348
Queste statuette
3.3.6. Divinità e territorio
e/o familiare,
Come si è avuto modo di accennare scrivendo del culto degli dèi, il paesaggio nordico è
amuleti su cui,
costellato di nomi di luogo che rimandano alla religione pagana. Taluni appaiono legati a
che le bratteate
culti naturalistici molto antichi: occorrenze quali a esempio Solberga (letteralmente
mate in questo
“Montagna del sole”) o Ljusnarsberg (“Montagna luminosa”) in Svezia349 sottintendono
egese di nome
probabilmente un legame con l’antichissimo culto del sole, risalente come si è visto almeno
’effigie del dio
all’età del bronzo. Anche nomi di luogo che ricordano spazi cerimoniali (a esempio Lund, in
oi da lui stesso
Svezia, un termine che significa “boschetto”) possono essere ricondotti qui. Vi sono poi i
nche un tempio:
casi in cui l’antica sacralità del luogo trapela in toponimi ‘marcati’ da termini che ne rivelano
346
esplicitamente la natura di centri di culto. A forme primitive di ‘santuari’ possono essere
sulle “colonne
riferiti quelli in cui compaiono elementi come stafr “pilastro”, o stokkr “tronco”: qui si può
oeta turbolento pensare alla presenza di colonne o pilastri ritenuti sacri (in quanto immagine dell’albero

o Thor, che ilcosmico che regge l’universo), la cui venerazione è d’altronde ben testimoniata presso altre

si fosse fattopopolazioni germaniche, in particolare i Sassoni.350 La diffusione sul territorio di luoghi di

to, prontamenteculto è riconoscibile piuttosto agevolmente quando nel toponimo compaiano denominazioni

e vendetta) nonquali vé, hǫrgr e hof:351 si vedano a esempio Viborg (dove -borg < biarg “altura”),352 in

rano norvegeseDanimarca, Visby353 in Gotland; Hörgsholt, Hörgshóll, Hörgsnes in Islanda (dove hǫrgr è

accamento allacombinato rispettivamente con holt “boschetto”,354 hóll “collinetta” e nes “promontorio”);

ben rappresentaHof e Hofstaðir (letteralmente “luoghi del tempio”) in Islanda, Hove, Hovby in Danimarca. A

te fu il periodoquesto gruppo vanno riferiti infine anche nomi di luogo in cui compare l’aggettivo heilagr

“sacro”: si vedano a esempio Helgenæs “Promontorio sacro” in Danimarca, Helgøya “Isola

sacra” in Norvegia o Helgafell “Montesacro” in Islanda, ma – soprattutto – Helvi (<

aggio nordico èHelghawi) “Santuario sacro” sull’isola di Gotland.355 In questo contesto sono stati talora

paiono legati a presi in considerazione anche toponimi in cui compaiono riferimenti ad animali in quanto

(letteralmentepotrebbero alludere a riti in cui essi erano le vittime sacrificali: qui tuttavia la valutazione

sottintendono richiede ogni cautela.

è visto almeno I nomi di luogo che contengono un preciso richiamo alla divinità possono essere di

, incarattere generico, alludere a un gruppo di divinità (in particolare gli Asi o divinità minori

. Vi sono poi icome le dísir) o a un singolo dio. In ogni caso essi collegano il nome con l’indicazione della

che ne rivelano morfologia geografica di un determinato luogo o di strutture realizzate con l’intervento

possono esseredell’uomo. Esempi di queste tipologie sono nomi quali Gudme (<*Gud-hem < *Guð-heimr)

co”: qui si può “Dimora della divinità” in Danimarca,356 Goðafoss, Goðasteinn, Goðafjall (rispettivamente
gine dell’albero“Cascata”, “Pietra”, “Montagna degli dèi”), in Islanda;357 Oslo (che con ogni probabilità

ata presso altresignifica “Radura degli Asi”)358 e Disa(v)in “Prato delle dísir” in Norvegia, Disevi

rio di luoghi di“Santuario delle dísir” in Svezia; Odense (< Othinsvæ) “Santuario di Odino”, Onsild/Vonsild

denominazioni“Collina” (o forse “Luogo sacro”) di Odino” e Tislund “Boschetto di Týr” in Danimarca,

inFriggeråker “Campo di Frigg” in Svezia, Þorsnes “Promontorio di Thor” in Islanda,

è Frøyjunes “Promontorio di Freyja” e Nærøy (< Njarðøy) “Isola di Njǫrðr” in Norvegia,

promontorio”);Torsharg “Altare” (o “Tempio”) di Thor” in Svezia, Frøyshof e Norderhov (< Njarðarhof)

n Danimarca. A “Tempio di Freyr” e “di Njǫrðr” in Norvegia.

heilagr Naturalmente i toponimi riferiti a una singola divinità consentono di osservare la

“Isola diffusione della sua venerazione nelle diverse aree, e anche di constatare l’esistenza di un

(<culto diversificato, come parrebbe essere il caso della dèa Freyja, alla quale risultano dedicati

ono stati taloraluoghi che ricordano un appellativo che le è attribuito.359 Inoltre nei casi in cui un

mali in quanto componente del toponimo faccia riferimento a un elemento del paesaggio ritorna immediato

la valutazioneil collegamento con le informazioni relative alle forme primitive della religione germanica, i

cui riti erano svolti in gran parte in determinati ambienti le cui caratteristiche naturali

sono essere disuggerivano l’idea di un più facile contatto con le potenze ritenute divine. Ciò anche se –

divinità minori come è stato osservato – luoghi di culto realizzati dalla mano dell’uomo sono noti fin da

dicazione dellaepoche antiche.

on l’intervento Certamente la valutazione di questo tipo di toponimi e il loro effettivo legame con culti

)pagani deve passare al vaglio di una severa verifica che nel considerare la forma del nome

rispettivamentetenga conto anche del possibile riferimento a elementi diversi (a esempio un più ‘semplice’
gni probabilità collegamento a nomi propri, la possibile corruzione delle forme, l’influsso di fattori legati al

Disevifolclore, la ‘contaminazione’ con luoghi di culto cristiani) e prenda in esame non solo la loro

Onsild/Vonsild distribuzione ma anche la frequenza e la tipologia delle eventuali combinazioni.

in Danimarca, 3.3.7. Divinità ed esseri umani

or” in Islanda, Tracce corpose del rapporto fra l’uomo e l’universo religioso pagano sono facilmente

” in Norvegia,rintracciabili in numerosi antroponimi.360

) Innanzi tutto, evidentemente, quelli nei quali compare un primo elemento Guð-/Goð-

“dio” (a esempio i maschili Guðleifr, Guðmundr, Goðgestr o i femminili Guðrún, Guðríðr) o

di osservare la Ás- “dio”, “ase” (esempio i maschili Ásbjörn, Ásgeirr o i femminili Ásgerðr, Ástríðr forse da

esistenza di unriportare ad *Ásfríðr “bella come una dèa”) il che li ‘marca’ esplicitamente (almeno

sultano dedicati all’origine) come nomi di carattere religioso. Alla medesima tipologia potrebbero essere

casi in cui unricondotti anche antroponimi come i maschili Ragnarr, Ragnvaldr e i femminili Ragnhildr,

orna immediatoRagnheiðr, ove il primo elemento fosse riconducibile con certezza al termine regin o rǫgn

ne germanica, i(neutro pl.), designazione indistinta dell’insieme delle potenze divine.

istiche naturali In altri casi abbiamo l’indicazione di una divinità specifica:361 questo riguarda – in primo

Ciò anche se –luogo – il dio Thor, che si ritrova in un nutrito elenco di nomi di persona362 la cui massiccia

ono noti fin da presenza testimonia la particolare ‘popolarità’ di cui egli dovette godere, una constatazione

evidentissima soprattutto in Islanda, dove ai numerosi antroponimi si affiancano molti

game con cultitoponimi che fanno riferimento alla venerazione nei suoi confronti. Assai meno frequenti

orma del nomesono i nomi propri che rimandano ad altre divinità. A riguardo di Odino si può osservare che

più ‘semplice’ la natura terribile e temibile di questo dio, dotato di una personalità prepotente e
fattori legati al spregiudicata, benevolo e malevolo, soccorrevole e letale, poteva forse scoraggiare i fedeli: il

non solo la loro suo culto non dovette essere diffuso fra la gente comune come quello di Thor, piuttosto fu

prerogativa di cerchie di guerrieri e di nobili. Il suo nome era ritenuto potente e al contempo

temibile e quindi verosimilmente per questo interdetto nell’uso.363 Del resto è noto dal mito

ono facilmente che Odino medesimo possedeva un numero assai grande di appellativi, dietro ai quali si

celava nelle diverse occasioni. Possibili antroponimi riferiti al suo culto vanno dunque

Guð-/Goð-piuttosto cercati altrove. Alcuni, come a esempio Gautrekr o Végautr contengono una

) ocomponente Gaut- /-gautr che potrebbe riferirsi all’appellativo del dio Gautr (o Gauti) da

forse daintendere verosimilmente come “[sacro progenitore degli] Götar”;364 è tuttavia possibile che

mente (almeno la loro origine sia da riferire a una semplice indicazione di appartenenza etnica.

trebbero essereAll’appellativo Grímr (o Grímnir) “mascherato” pare corrispondere fin troppo agevolmente

Ragnhildr,l’identico antroponimo, il che tuttavia non autorizza a collegare direttamente l’uso di questo

gn nome con la venerazione per questo dio; d’altronde esso costituisce anche un frequente

elemento nei composti (esempio: Grímkell, Þórgrímr, maschili e Grímhildr, femminile).

arda – in primo Da ricondurre al culto di Odino è probabilmente un nome di persona come Hrafn “corvo”

a cui massiccia(animale a lui sacro), mentre Úlfr “lupo” e Bjǫrn “orso” (entrambi frequenti come elementi

a constatazionedi composti) potrebbero legarsi (almeno in origine) all’appartenenza alle congregazioni dei

fiancano molti‘guerrieri furiosi’ consacrati al dio, che combattevano come invasati e dei quali è detto che

meno frequenti non temevano né il ferro né il fuoco.365 Altri nomi propri che fanno riferimento ad animali (a

ò osservare cheesempio Ari “aquila”, Haukr o Valr “falco”) sono verosimilmente da ricondurre (il che del

à prepotente eresto è almeno in parte anche il caso di Úlfr e Bjǫrn) all’uso di maschere animali in contesti
giare i fedeli: ilrituali. Va tuttavia anche considerato che l’uso di nomi di persona riferiti ad animali è ben

or, piuttosto futestimoniato nella tradizione indoeuropea.

e e al contempo Anche il raro Bragi (che nella letteratura mitologica è il nome del dio della poesia)366 va

è noto dal mito verosimilmente riferito a Odino, non soltanto perché esso è noto come un suo appellativo, ma

etro ai quali sianche perché la poesia è un dono speciale che egli elargisce agli uomini.

vanno dunque Gli antroponimi collegati alle divinità dei Vani fanno riferimento in primo luogo a Freyr

ontengono una(si vedano i maschili Freybjǫrn, Freysteinn e i femminili Freydís, Freygerðr). Inoltre – con

) dail conforto di notizie che ci vengono dalle fonti –367 possiamo ricondurre alla venerazione di

ia possibile chequesto dio i nomi che si rifanno al suo appellativo Yngvi, utilizzato nella forma Ing-/Yng-,

enenza etnica. non di rado in composti (si vedano Ingi, Ingjaldr, Yngvarr, maschili, ma anche Ingunn,

po agevolmente Ingiborg, femminili); Ynglingar (masch. pl.) è d’altronde la denominazione degli

l’uso di questoappartenenti a una celebre stirpe regale per buona parte leggendaria che si richiamava ad

e un frequente antenati divini (quale, in particolare, Yngvi-Freyr) e che, secondo la tradizione, aveva

governato nell’Uppland svedese, regione in cui la devozione per questo dio appare – anche

“corvo”per la testimonianza degli antroponimi teofori – diffusa e radicata.368 A una divinità dei Vani,

come elementiGerðr la sposa del dio Freyr, è verosimilmente riferibile l’elemento -gerðr presente in diversi

ngregazioni deinomi femminili369 (vedi come esempi Ásgerðr, Steingerðr, Þorgerðr).

uali è detto che Altri nomi propri sono in qualche modo legati a divinità di secondo piano. Tali sono, in

o ad animali (aparticolare, quelli che contengono l’elemento Álf- (talora semplicemente Al-) o -álfr “elfo”

urre (il che del(esempi: Álf, Gandalfr ma anche Alrekr, maschili e Álfgerðr, Álfhildr, femminili) e anche,

mali in contestiquelli – solo femminili – che presentano -dís come secondo termine di un composto (Alfdís,
d animali è benHalldís, Þórdís e il già citato Óðindísa).370

A culti e riti pagani rimandano infine antroponimi che, pur non facendo in molti casi

vadiretto riferimento a una divinità, risultano legati alla definizione del concetto di sacralità:

appellativo, maHelgi (masch.) e Helga (femm.) significano infatti “sacro”/”sacra” o

“consacrato”/”consacrata” (in nordico l’aggettivo è heilagr). Altri nomi composti con termini

o luogo a Freyrin diverso modo legati alla sfera religiosa possono essere collegati ad antiche funzioni

). Inoltre – con sacerdotali o accogliere riferimenti al rito: tale è il caso di quelli che contengono elementi

venerazione diquali vé “santuario” (esempio Vébjǫrn, Végeirr maschili e Védís, Végerðr femminili); ketill

Yng-,“bacile”, con probabile riferimento a un sacro bacile sacrificale (esempio il maschile Ketill,

Ingunn,anche in composti come Askell, Hrafnkell, Þorkell, dove -kell < *-ketill, e Katla, femminile);

inazione degliforse anche laugr “bagno”, “lavacro” (a esempio Áslaugr, Gunnlaugr maschili e Áslaug,

richiamava ad Geirlaug femminili). Assai più discutibile resta il caso dei nomi in cui compare la parola

dizione, avevasteinn “pietra” (a esempio Eysteinn, Steinarr e Steinbjǫrn, maschili e Steinunn, Steinvǫr,

appare – anche femminili), in quanto un collegamento con pietre sacrificali si basa su ipotesi molto labili

vinità dei Vani,piuttosto che su dati concreti. Anche un antroponimo come il maschile Vésteinn “pietra del

sente in diversi santuario”, che da questo punto di vista parrebbe assai allettante, potrebbe in realtà essere

semplicemente il risultato d’una ‘meccanica’ composizione di elementi consueti in ambito

o. Tali sono, inantroponomastico.

“elfo” Similmente dovrebbero essere considerati i nomi legati alla sfera mitologico-poetica in

minili) e anche, cui si inquadrano le figure delle valchirie, divinità di secondo piano che sono spesso

Alfdís,designate in relazione alla loro funzione guerriera. I termini tratti da questo ambito che con
più frequenza compaiono nell’antroponomastica sono gunnr e hildr, entrambi sinonimi

o in molti casipoetici per “battaglia”. Questi elementi si ritrovano in diversi nomi sia maschili sia femminili

tto di sacralità:(a esempio Gunnar, Gunnbjǫrn, Gunnlaugr e Hildulfr, maschili; Gunnhildr, Gunnlǫð,

o”/”sacra” o Brynhildr, Hildigunnr, femminili), ma è probabile che il loro uso sia stato legato a una sorta

osti con terminidi ‘moda’, piuttosto che alla venerazione nei confronti di questi esseri sovrannaturali.

ntiche funzioni 3.3.8. Feste, riti e sacrifici

ngono elementi Nelle fonti nordiche sono presenti in diverse occasioni riferimenti a feste comunitarie. Si

ketilltrattava non di rado di occasioni nel corso delle quali si suggellava un patto sacro fra le

, persone (matrimonio, costituzione di una società, impegno solenne assunto con un

, femminile);giuramento, banchetto in onore di un defunto) riaffermando al tempo medesimo un legame

Áslaug,con le potenze sovrannaturali. Ma il calendario conosceva anche solennità che cadevano in

mpare la parola particolari periodi dell’anno: attorno alla metà di ottobre a esempio si tenevano le cosiddette

r,“notti d’inverno” (vetrnætr), mentre più avanti (ma la collocazione resta discussa)

esi molto labiligiungevano i giorni degli jól, una festa che sarebbe stata sostituita dalle celebrazioni legate al

“pietra del Natale cristiano che nelle lingue scandinave – e non solo – ne conserva il nome.371 I giorni

in realtà esseredegli jól erano occasione di riti collegati all’antica venerazione per il sole, di spiriti che

sueti in ambitotornavano sulla terra, di culti di fertilità. Anche denominazioni di feste sacrificali come

haustblót “sacrificio d’autunno”, miðsvetrarblót “sacrificio di metà inverno” e sumarblót

gico-poetica in“sacrificio d’estate” sottolineano una precisa scansione temporale. Le fonti informano che il

e sono spesso primo si teneva dopo il raccolto in coincidenza con le “notti d’inverno” e aveva lo scopo di

ambito che coninvocare la fecondità; il secondo (la cui connessione con gli jól resta incerta)372 doveva
ambi sinonimipropiziare un buon raccolto o la pace e il buon andamento dell’inverno; il terzo aveva luogo

li sia femminiliverso la metà di aprile, quando il risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale dà

, l’avvio alla buona stagione, e veniva innalzato per ottenere la vittoria (in questo periodo fu

gato a una sortapoi collocata la Pasqua cristiana).373

Del resto le pratiche sacrificali sono antiche come l’idea stessa di culto. Come sopra è

stato rilevato il ricordo di sacrifici (anche umani) è ben leggibile nel materiale archeologico

comunitarie. Sinordico, il quale mostra come essi siano in chiara connessione con la venerazione delle

tto sacro fra le divinità ma anche con i riti funerari e, dunque, verosimilmente con il culto dei morti.374

ssunto con un Scene sacrificali sono raffigurate su reperti archeologici come il celebre bacile di Gundestrup

imo un legame(che tuttavia, come è stato detto, va più propriamente ricondotto alla sfera culturale

he cadevano inceltica),375 compaiono sulle pietre di Gotland376 e – a quanto pare – anche sull’arazzo

no le cosiddette ritrovato nel corredo funerario di Oseberg (sul quale dal cosiddetto ‘albero di Odino’

resta discussa)pendono corpi di impiccati). Le fonti scritte, tanto quelle classiche quanto quelle più recenti,

azioni legate alalludono in diverse circostanze a riti sacrificali. Il quadro che ne emerge non risulta tuttavia

I giornicompletamente chiaro, dal momento che queste pratiche corrispondono alla evoluzione e alla

, di spiriti chestratificazione di diverse istanze di carattere religioso determinatesi nel corso dei secoli.

acrificali come La tradizione nordica definisce il sacrificio con il termine blót, di discussa etimologia.377

sumarblót A diversi personaggi le fonti attribuiscono l’appellativo di blótmaðr “uomo [dedito] ai

nformano che il sacrifici” (in qualche caso si parla di blótmaðr mikill “uomo molto dedito ai sacrifici”).

eva lo scopo diCome è stato rilevato in precedenza si ha notizia di sacrifici rivolti a elementi della natura

doveva(boschi, cascate, alture, rocce)378 e – in qualche caso – ad animali (mucche, verri o


zo aveva luogocavalli):379 una consuetudine che affonda le proprie radici in culti naturalistici mai del tutto

go invernale dàabbandonati anche quando si vennero affermando divinità antropomorfe. Alle concezioni di

esto periodo fuvita espresse nella mentalità comunitaria della Sippe vanno ricondotti i riti “per la prosperità

e la pace” (“til árs ok friðar”), “per il buon raccolto” (“til gróðrar”), “per la pace e il [buon]

Come sopra ècorso dell’inverno” (“til friðar ok vetrarfar”), così come allusioni a sacrifici innalzati in

le archeologico onore di sovrani ritenuti, evidentemente, dispensatori di fecondità per la comunità. A queste

nerazione delle medesime concezioni vanno riferite anche informazioni relative a re immolati dal popolo, in

374quanto ritenuti incapaci di elargire fecondità e benessere ai propri sudditi.380

e di Gundestrup Ma come sopra accennato le fonti nordiche conoscono anche il sacrificio per ottenere la

sfera culturalevittoria (“til sigrs”), o altri di carattere personale: a esempio per godere di una lunga vita

che sull’arazzo (“til langlífs”) o anche, più semplicemente, per ottenere vento favorevole per la navigazione

bero di Odino’(“til byrjar”). Grande importanza avevano i riti per conoscere il proprio destino (“til

elle più recenti,fréttar”), quando si compiva l’atto definito “fella blótspán” “lasciar cadere i rametti

risulta tuttavia sacrificali” (in sostanza “tirare la sorte”) un gesto ben noto alla tradizione germanica, come

voluzione e allatestimonia innanzi tutto Tacito.381

Dalla Saga di Håkon il Buono di Snorri Sturluson:

377 “C’era anticamente l’uso, quando ci doveva essere un sacrificio, che tutti i contadini si recassero

là, dove c’era il tempio, e là portassero le loro provviste, quelle che erano necessarie nel corso della
mo [dedito] ai
festa. A quella festa tutti dovevano prendere parte alla bevuta di birra. Venivano anche uccise tutte
o ai sacrifici”).
le specie di bestiame e anche cavalli, ma tutto quel sangue che versavano era detto sangue
nti della natura
sacrificale e catini sacrificali quelli in cui il sangue era contenuto, insieme ai rametti sacrificali, che
ucche, verri o
erano fatti come aspersori, con ciò si dovevano irrorare gli altari tutto insieme e anche le pareti del
ci mai del tutto tempio esternamente e internamente e anche aspergere le persone, ma la carne doveva essere bollita

e concezioni di per essere gustata dalla gente. In mezzo al pavimento del tempio dovevano esserci dei fuochi e sopra
dei bacili. Ma colui che era il capo e faceva la festa, doveva portare la coppa ricolma (full) attorno
er la prosperità
al fuoco, allora doveva consacrare la coppa ricolma e tutto il cibo sacrificale; il primo brindisi (full)
pace e il [buon]
doveva essere per Odino – questo doveva essere bevuto per la vittoria e per il sovrano del proprio
ici innalzati in
Regno – ma poi [c’era] il brindisi (full) di Njǫrðr e il brindisi (full) di Freyr, per la prosperità e la
unità. A queste
pace. Allora era abitudine di molte persone bere subito dopo la coppa del principe (bragafull). Le
i dal popolo, in
persone bevevano anche una coppa (full)382 per i loro congiunti, quelli che erano stati tumulati e

quelli erano detti brindisi in memoria (minni).”383


per ottenere la
Il termine che, quantomeno in epoca pagana, designava il “sacerdote” era goði (pl.
una lunga vita
goðar), gyðja (pl. gyðjur) quello per “sacerdotessa” (tuttavia anche “dèa”): entrambi
la navigazione
verosimilmente formati su goð “dio”, il che denota inequivocabilmente la sacralità della
“til
funzione.384 È tuttavia immaginabile che talune cerimonie (almeno quelle di carattere
adere i rametti
privato) fossero officiate da membri eminenti della famiglia.
ermanica, come
In altri casi abbiamo riti sacrificali di carattere diversificato, a esempio quello in cui si

faceva precipitare la vittima da un’altura, il sacrificio per affogamento (di tradizione

antichissima), l’offerta alla divinità di un animale da parte di un singolo e poi sacrifici


dini si recassero
specifici offerti a persone defunte (ritenute capaci di trasmettere fecondità) o a divinità
e nel corso della
minori come le dísir (dísablót) o gli elfi (álfablót). Usanze di quest’ultimo tipo si collegano
nche uccise tutte
tuttavia anche alla sfera della magia e, soprattutto, a quella del folclore, là dove a esempio, si
ra detto sangue
ritiene che questi esseri siano capaci di provocare infermità o malattie o comunque di
ti sacrificali, che

che le pareti del


danneggiare l’uomo in diversi modi.
va essere bollita È assai probabile che i riti seguissero regole determinate, in relazione alla potenza

ei fuochi e sopra sovrannaturale cui il sacrificio veniva innalzato, allo scopo e alla tipologia del sacrificio

attorno
medesimo. È indubbio, a esempio, che il sacrificio umano per impiccagione (cioè senza
(full)
spargimento di sangue)385 fosse un tributo al dio Odino,386 come testimonia – fra l’altro – un
rano del proprio
celebre mito nel quale il dio medesimo dichiara di essersi sottoposto a un rito iniziatico
a prosperità e la
(immolato a se stesso) impiccandosi all’albero cosmico.387 Del resto la pratica dei sacrifici
. Le
umani risulta ancora in uso in epoca vichinga. Essi erano previsti – secondo la testimonianza
stati tumulati e
di Adamo da Brema (un resoconto redatto nella seconda metà dell’XI secolo) – nel corso

della grande festa che si teneva ogni nove anni nel celebre tempio di Uppsala. Egli riferisce
(pl.
che durante questa celebrazione venivano sacrificati animali di sesso maschile (in particolare
èa”): entrambi
cavalli e cani) e uomini, i cui corpi restavano poi a penzolare dagli alberi sacri nel bosco
sacralità della
adiacente il tempio.388 Seppure la testimonianza di Adamo sia tutt’altro che inattaccabile e si
le di carattere
possa ritenere che in età vichinga i sacrifici umani fossero comunque meno diffusi che in

precedenza,389 non di meno va considerato che in molti casi la morte violenta inflitta a un
quello in cui si
nemico390 o subita da un sovrano391 mostra (anche quando ciò non venga esplicitamente
(di tradizione
dichiarato) le caratteristiche di un rito sacrificale cruento. Un possibile aspetto ‘giuridico’ dei
e poi sacrifici
sacrifici umani, suggerito dall’espressione dœma til blóts “condannare al sacrificio” è
à) o a divinità
difficile da valutare, anche perché compare in un numero limitato di casi.392
po si collegano
Spazi deputati ai sacrifici erano dunque le aree cerimoniali comuni (templi o siti naturali)
ve a esempio, si
ma anche – e non di rado – abitazioni private, luoghi nei quali, anche dopo l’affermazione
o comunque di
della fede cristiana molti dei riti antichi avrebbero ancora potuto trovare sicura collocazione
ne alla potenzaal riparo da sguardi indiscreti.

a del sacrificio 3.3.9. Magia

ne (cioè senza La pratica magica è antica quanto l’uomo. Essa è espressione del suo bisogno di porsi in

fra l’altro – un relazione con le potenze sovrannaturali che governano l’esistenza dell’universo.

n rito iniziaticoPerennemente intrecciata con la religione se ne distingue – almeno in linea di principio – per

ca dei sacrificila disposizione nei confronti di quelle potenze, quando anziché venerarle e invocarle si sforza

a testimonianzadi influenzarle orientando il corso degli eventi secondo le necessità del momento.393 Nei fatti

lo) – nel corsoquesto limite è difficile da fissare con precisione. A esempio l’offerta di un sacrificio,

a. Egli riferisce elemento caratteristico della vita religiosa, può anche essere intesa come una pratica magica,

e (in particolare dal momento che essa ha lo scopo dichiarato di influenzare l’atteggiamento delle potenze

sacri nel boscosovrannaturali nei riguardi dell’uomo. Credenze e pratiche magiche hanno accompagnato fin

nattaccabile e si da tempi remoti anche la vita dei popoli del Nord. Testimonianza diretta ce ne viene a

o diffusi che inesempio – dall’età della pietra fino a quella vichinga – dal ritrovamento (spesso all’interno di

nta inflitta a unsepolture) di amuleti, oggetti ritenuti capaci di contenere e trasmettere qualche forma di

esplicitamenteenergia spirituale. Naturalmente la magia è una manifestazione della vita sociale e – come

o ‘giuridico’ deitale – è soggetta a costante trasformazione, parallelamente all’evolversi della società

l sacrificio” è medesima. Se dunque, come precedentemente si è avuto modo di constatare,394 nell’età della

pietra antica la società nordica doveva conoscere riti magici connessi all’economia basata

i o siti naturali) sulla caccia e/o sulla pesca (a esempio cerimonie volte a facilitare la cattura di prede

l’affermazione animali), la ‘rivoluzione agricola’ determinò, conseguentemente, lo sviluppo di nuove forme,

ra collocazionelegate piuttosto alla fertilità dei campi e al vigore del bestiame.


Se si accetta l’idea che alla società delle tombe megalitiche corrisponda sul piano

religioso la venerazione per la famiglia divina dei Vani,395 sarà inevitabile l’inserimento in

ogno di porsi intale ambito della pratica magica che, secondo quanto afferma Snorri Sturluson, era comune

dell’universo. fra di loro, una ‘scienza’ che Odino poté apprendere da Freyja, allorché questa dèa venne

principio – peraccolta fra gli Asi.396 Ben poco di più è dato sapere, in quanto le fonti si limitano ad

ocarle si sforzaaggiungere che grazie all’esercizio della loro arte magica i Vani erano in grado di prevedere

Nei fatti il futuro.397 Tuttavia, tenuto conto della natura di queste divinità e della tipologia della

i un sacrificio,società nella quale dovette svilupparsi il loro culto, è plausibile che si trattasse soprattutto di

pratica magica,una magia di carattere naturalistico con rituali mirati a promuovere la fecondità: un

o delle potenzerapportarsi con le forze della natura per entrare in contatto con loro e trarne frutti benefici per

compagnato finla comunità. Questo tipo di magia vanica, nella quale Odino era stato istruito da Freyja viene

ce ne viene adefinita seiðr (un termine che etimologicamente dovrebbe essere connesso a parole che

so all’interno di hanno il senso di “legare”):398 una pratica di carattere estatico-sciamanico che pare

alche forma dicaratterizzata al femminile e il cui esercizio da parte degli uomini prevedeva oscenità (ergi),

ciale e – comedi tipo quasi certamente omosessuale, cui Odino medesimo, a quanto risulta, non aveva

i della societàpotuto sottrarsi.399 Tuttavia a riguardo di Odino (dio-mago per eccellenza) le fonti informano

nell’età delladel fatto che egli aveva acquisito anche competenze magiche di altro tipo – legate cioè al

conomia basatapossesso e alla conoscenza delle rune – in seguito a un sacrificio iniziatico nel quale si era

attura di predeimmolato a se stesso, restando appeso per nove notti all’albero cosmico.400 Ciò gli aveva

di nuove forme,consegnato, insieme alle rune, il possesso di canti magici grazie ai quali aveva il dominio

sulle cose del mondo. Pare del tutto verosimile che le due diverse circostanze facciano
onda sul piano riferimento al sovrapporsi nella figura del dio di cognizioni magiche di diversa natura.401

’inserimento in Accanto alla magia naturalistica nella quale è stato istruito da Freyja, Odino mostra di

on, era comunepossederne una di tipo nuovo, legata al solo potere della parola, una scienza conseguita al

esta dèa vennetermine di un viaggio iniziatico nel Regno dei morti. Seppure le fonti che riguardano la

si limitano ad pratica magica in epoca vichinga non consentano – per quanto le allusioni siano abbastanza

do di prevedere numerose – di definire i contorni precisi della materia (la cui stessa natura induce del resto

tipologia della alla reticenza), è possibile tuttavia rilevare una qualche distinzione tra procedure legate

e soprattutto diall’antica magia di tipo naturalistico e quella, certamente più recente, legata al potere della

fecondità: unparola e collegata all’uso dei segni runici. Come si è avuto modo di osservare altrove,402 il

utti benefici percollegamento fra l’uso grafico e l’uso magico di questi segni sta nella loro qualità di simboli

da Freyja vieneche concentrano la forza e richiamano il potere dell’elemento in essi rappresentato; la

o a parole che capacità di scrivere (= incidere le rune) diventa dunque capacità magica, manipolazione di

nico che pareentità ritenute potenti perché evocatrici di forze positive o nefaste ed è parallela alla magia

),verbale nella quale la parola o la formula hanno potere evocativo e vanno perciò usate con

ulta, non avevasaggezza e moderazione.403 Del resto il collegamento tra figure di scaldi e magia verbale

fonti informanoappare inequivocabile, così come è del tutto evidente la relazione tra componimento poetico

– legate cioè ale formula magica: l’esistenza di un metro poetico detto galdralag, il cui nome si riconnette al

nel quale si eratermine galdr “canto magico” (ma anche semplicemente “magia”) sottolinea stretti contatti.

Ciò gli avevaIn questo contesto deve dunque essere citata anche una pratica che va sotto il nome di níð,

eva il dominioletteralmente “ingiuria” o “diffamazione” (con precise ricadute penali), che fa riferimento

stanze facciano alla preparazione e all’esposizione di simboli dal carattere offensivo e/o magico, con lo
401 scopo di oltraggiare pubblicamente e annientare socialmente una persona, a esempio

dino mostra di raffigurandola (nel cosiddetto tréníð “contumelia [incisa] su legno”) in atteggiamenti

a conseguita al omosessuali o facendola oggetto di maledizioni (legate all’innalzamento del cosiddetto

e riguardano laníðstǫng “palo di infamia”) che tra l’altro appaiono legate alla simbologia erotica di un

ano abbastanzaanimale come il cavallo, intesa tuttavia in senso assolutamente osceno. Questa pratica, che

nduce del resto nella testimonianza dei testi di carattere giuridico appare tanto radicata quanto pericolosa, si

ocedure legate esprime anche attraverso la composizione di “canzoni di infamia” (níðvísur, sing. níðvísa),

al potere della capaci – evidentemente – di recare alla vittima un pesante oltraggio con altrettanta

ilefficacia.404 Del resto in due fonti si ha un collegamento diretto tra la pratica magica operata

alità di simboliper mezzo di simboli e la magia verbale con riferimento a formule e alle rune.405 In nordico

ppresentato; laviene definito col termine níðskáld un poeta (scaldo) abile nel comporre versi di infamia;406

anipolazione dianche altri termini quali ákvæðaskáld, letteralmente “scaldo che compone versi magici” e

llela alla magiakraftaskáld, letteralmente “poeta dotato di forza magica” sono certamente da ricondurre a

erciò usate conquesto ambito.

magia verbale Fatte queste osservazioni resta comunque difficile definire un quadro preciso delle

nimento poeticopratiche magiche in epoca vichinga, anche se esse compaiono nelle fonti con una certa

si riconnette al frequenza. Del seiðr sappiamo che veniva esercitato da una persona (uomo o donna) che

stretti contatti.utilizzava una sorta di impalcatura, seiðhjallr (necessaria per separarsi simbolicamente dal

níð,mondo) e si avvaleva dell’ausilio di un gruppo di aiutanti che attorniavano l’officiante

fa riferimento intonando canti. La “maga” era detta seiðkona, seiðmaðr il “mago” (dove kona “donna” e

magico, con lo maðr “uomo”) oppure vǫlva o spákona “indovina”. In una fonte i canti che accompagnavano
na, a esempioil rito sono definiti varðlokur “richiami per lo spirito protettore (vǫrðr)”.407 Per molti versi

atteggiamenti (in particolare lo stato di trance nel quale cadeva chi lo esercitasse) il seiðr appare in

del cosiddettoimmediata relazione con la pratica magica dei Sami, alla quale spesso le fonti fanno

a erotica di unriferimento indicandoli con il nome di Finni e sottolineando la loro notevole competenza in

sta pratica, che questo campo. Lo stato di trance del mago o della maga si collega all’idea di distacco

o pericolosa, sidell’anima dal corpo e al potere attribuito all’anima medesima, nucleo spirituale di un essere

),(hugr).408 A questi concetti è legata tutta una serie di credenze in base alle quali si riteneva

con altrettantache talune persone (o per meglio dire il loro nucleo spirituale) potessero assumere diversi

magica operataaspetti (spesso di animali) e in tale veste operare azioni magiche. Ciò poteva avvenire in

In nordicodeterminate situazioni, in particolare quando ci si trovava in uno stato di trance o durante il

406sonno. Per tale motivo a esempio occorreva evitare di uccidere una persona mentre dormiva,

versi magici” e perché nel caso in cui la sua anima in quel momento si fosse trovata al di fuori del corpo, in

da ricondurre a seguito alla morte non avrebbe potuto rientrarvi e sarebbe dunque divenuta potenzialmente

molto pericolosa.

o preciso delle Le persone capaci di cambiare aspetto sono definite in nordico con l’aggettivo hamramr,

con una certaletteralmente “potente [nel mutare] il proprio aspetto (hamr)”. Nel complesso di queste

o o donna) che credenze rientrano dunque a esempio figure di streghe che durante la notte se ne vanno in

bolicamente dal giro utilizzando come cavalcatura il proprio bastone magico o il cui spirito cavalca le persone

ano l’officianteche dormono provocando asma e senso di soffocamento (talora sino alla morte), o – ancora –

“donna” eanimali magici che portano a compimento malefici. Tra le pratiche attribuite agli esseri

compagnavanostregoneschi è nota anche quella detta útiseta, letteralmente “sedere all’aperto”, con ciò
Per molti versi intendendo l’abitudine di maghi e streghe di rimanere seduti all’aperto durante la notte in

appare in attesa di stabilire un contatto con qualche spirito.409

le fonti fanno In nordico l’idea della qualità magica, turpe e pericolosa di un essere capace di

competenza indanneggiare gli umani è espressa nel termine gandr che può valere “magia”, “bacchetta

dea di distaccomagica”, “oggetto magico usato dalle streghe”, “lupo” o “mostro”. Questo termine compare

ale di un esserein forma latinizzata nella Storia della Norvegia redatta in latino, dove lo si mette in relazione

uali si riteneva con la magia praticata dai Sami “per mezzo di uno spirito immondo che chiamano ‘gand’”

ssumere diversi (“per immundum spiritum quem ‘gandum’ vocitant”).410 È questa una parola che esprime un

eva avvenire inconcetto di magia rispetto alla quale è possibile individuare una sorta di ‘presa di distanza’

o durante ilgià nel testo di una iscrizione runica norvegese del V secolo d.C.411 Essendo del tutto

mentre dormiva, evidente che tale allusione non può assolutamente essere riferibile all’influsso dell’ideologia

ri del corpo, in cristiana, è possibile che qui ci si trovi di fronte alla rivendicazione di una dignità religioso-

potenzialmentesacerdotale parallela alla distinzione tra una ‘magia bianca’ (che si sarebbe in seguito evoluta

in rituali religiosi) e una ‘magia nera’, che veniva esercitata senza alcun timore reverenziale e

hamramr,oltrepassando senza scrupoli il confine del sacro. Tuttavia è anche possibile collegare questa

esso di queste testimonianza ad altre, di epoca successiva, che dimostrano come le forme della magia più

se ne vanno inantica, così come quella dei Sami (che per taluni aspetti risultano a essa affini) venissero

valca le personecensurate e considerate espressione di condizione sociale modesta (o comunque degradata) o

e), o – ancora –di popolazioni ritenute culturalmente inferiori.412 Uno sviluppo per certi versi parallelo si

uite agli essericonstata là dove si rilevano chiari segnali di un affrancamento della composizione versificata

perto”, con ciòda esigenze di carattere magico.


ante la notte in Come che sia, la diffusione di credenze e pratiche magiche perdurerà nel tempo: l’idea di

una forza misteriosa che anima e attraversa l’universo e di conseguenza ciascun essere e con

sere capace dila quale è dunque necessario stabilire qualche forma di contatto, sarà a lungo mantenuta. Ciò

ia”, “bacchetta è dimostrato non soltanto dall’insistenza e dalla determinazione con la quale i legislatori

rmine comparecristiani si sforzeranno di sradicare ogni forma di magia, ma anche dal fatto che i fedeli del

ette in relazionenuovo dio venuto dal Sud, il Cristo, vedranno in lui prima di tutto un mago dotato di qualità

”straordinarie, capace di sconfiggere anche la morte. Del resto anche in pieno periodo pagano

che esprime un la forza e la popolarità dei singoli dèi era dovuta – sostanzialmente – alle loro qualità

esa di distanza’magiche, talora concentrate e simboleggiate in oggetti particolari da loro posseduti, senza i

sendo del tuttoquali essi paiono ridursi a figure mediocri quando non addirittura grottesche.413

o dell’ideologia Dalla Saga di Eirik il rosso:

gnità religioso- “In quel distretto c’era una donna che si chiamava Þorbjǫrg, era una indovina ed era detta

‘piccola veggente’. Aveva avuto nove sorelle, e tutte erano indovine, ma lei sola ora viveva. Era
seguito evoluta
abitudine di Þorbjǫrg, durante l’inverno, recarsi ai conviti, soprattutto la invitavano presso di sé
e reverenziale e
quelle persone che avevano curiosità di conoscere il proprio destino o l’andamento dell’annata […]
ollegare questa
Þorkell invitò l’indovina a casa ed ella fu ben accolta, come era usanza quando si dovevano
della magia più
accogliere donne di questo tipo. Le era stato preparato un sedile d’onore e sotto di lei era stato
ffini) venissero
posto un cuscino, dentro dovevano esserci piume di gallina. E quando ella alla sera arrivò insieme
ue degradata) o
all’uomo che le era stato mandato incontro, era abbigliata così: aveva un mantello blu con un
ersi parallelo sinastro, ed era ornato di pietre fino in fondo; aveva al collo perle di vetro, in testa un cappuccio nero

ione versificatadi pelle d’agnello foderato di pelliccia di gatto bianca; aveva in mano un bastone con un pomo, esso

era ornato con ottone e con pietre sotto al pomo; cingeva una cintura,414 [appeso] alla quale c’era
empo: l’idea diun grande borsellino di pelle, e là ella conservava gli oggetti magici di cui aveva bisogno per la sua

un essere e con scienza. Ai piedi aveva scarpe di pelle di vitello pelose con lunghi lacci e grandi bottoni di stagno
alle estremità. Alle mani aveva guanti di pelle di gatto che internamente erano bianchi e pelosi. E
mantenuta. Ciò
quando ella entrò, a tutta la gente parve doveroso rivolgerle saluti deferenti. Ella li accettò a
ale i legislatori
seconda di quanto le garbavano le persone. Allora il padrone di casa Þorkell la prese per mano e la
che i fedeli del
condusse al sedile che era stato preparato per lei. Þorkell la invitò a dare uno sguardo alla gente di
otato di qualità
casa, al bestiame e alla fattoria. Ella era di poche parole su tutto. La sera furono apparecchiati i
periodo pagano
tavoli, e occorre dire che cosa era stato cucinato per l’indovina. Le era stato preparato del porridge
le loro qualità
con latte di capra, e cucinati tutti i cuori degli animali a disposizione. Ella aveva un cucchiaio di
sseduti, senza iottone e un coltello con il manico di avorio di tricheco con due anelli di rame e la punta spezzata. E

quando i tavoli furono sparecchiati, il padrone di casa Þorkell andò da Þorbjǫrg e le chiese che

impressione avesse avuto, e quale idea [si fosse fatta] della fattoria e del modo di fare della gente e

ina ed era dettaquanto ci avrebbe messo a capire ciò che le chiedeva e che la gente aveva grande curiosità di

ora viveva. Erasapere. Ella dichiarò che non avrebbe detto nulla prima del mattino successivo, dopo averci dormito

ano presso di sé la notte. E al mattino, quando era giorno inoltrato, fu preparata per lei l’attrezzatura di cui aveva

dell’annata […]bisogno per mettere in pratica la magia. Ella chiese di avere delle donne, che conoscessero i carmi

ndo si dovevanoche erano necessari per la magia e che si chiamavano Varðlokur. Ma queste donne non si trovavano.

di lei era stato Allora si cercò nella fattoria, se qualcuno [li] conoscesse. Allora Guðríðr disse: ‘Io non sono una

a arrivò insiememaga né un’indovina, tuttavia Halldís, la mia madrina, in Islanda415 mi insegnò un carme che ella

tello blu con unchiamava Varðlokur.’ Þorkell disse: ‘Sai le cose al momento giusto.’ Ella disse: ‘Questa è una

n cappuccio neroprocedura per la quale non intendo essere di alcun aiuto, poiché sono una donna cristiana.’

on un pomo, essoÞorbjǫrg disse: ‘Così può essere, che tu possa venire in aiuto alla gente di qui, ma non diventerai

alla quale c’erauna donna peggiore di prima; io chiederò a Þorkell di procurare quelle cose che sono necessarie.’
sogno per la suaÞorkell esortò Guðríðr, ed ella affermò che avrebbe fatto come lui voleva. Allora le donne si

bottoni di stagnodisposero in cerchio attorno all’impalcatura, ma Þorbjǫrg stava sopra. Guðríðr allora recitò il

anchi e pelosi. Ecarme così bene e piacevolmente, che a nessuno dei presenti pareva di aver mai udito il carme

Ella li accettò arecitato con voce più armoniosa. L’indovina la ringraziò per il carme e disse che molti spiriti erano

se per mano e la arrivati e che pareva [loro] di udire qualcosa di bello, perché il carme era stato recitato così bene –

rdo alla gente di‘ma prima volevano separarsi da noi e non darci ascolto. Ma ora mi sono chiare molte delle cose

apparecchiati i che prima mi erano nascoste e molte altre […].’ Poi le persone andarono dall’indovina e ciascuno

rato del porridgechiedeva quello che era più curioso di sapere. Ella era anche disponibile nel rispondere; poco andò

un cucchiaio didiversamente da ciò che aveva previsto. Dopo di ciò la mandarono [a chiamare] da un’altra

unta spezzata. E fattoria; ella allora si recò là.”416

e le chiese che

are della gente e

nde curiosità di

o averci dormito

ura di cui aveva

scessero i carmi

non si trovavano.

Io non sono una

n carme che ella

: ‘Questa è una

onna cristiana.’

a non diventerai

ono necessarie.’
Þorkell esortò Guðríðr, ed ella affermò che avrebbe fatto come lui voleva. Allora le donne si

disposero in cerchio attorno all’impalcatura, ma Þorbjǫrg stava sopra. Guðríðr allora recitò il

carme così bene e piacevolmente, che a nessuno dei presenti pareva di aver mai udito il carme

recitato con voce più armoniosa. L’indovina la ringraziò per il carme e disse che molti spiriti erano

arrivati e che pareva [loro] di udire qualcosa di bello, perché il carme era stato recitato così bene –

‘ma prima volevano separarsi da noi e non darci ascolto. Ma ora mi sono chiare molte delle cose

che prima mi erano nascoste e molte altre […].’ Poi le persone andarono dall’indovina e ciascuno

chiedeva quello che era più curioso di sapere. Ella era anche disponibile nel rispondere; poco andò

diversamente da ciò che aveva previsto. Dopo di ciò la mandarono [a chiamare] da un’altra

fattoria; ella allora si recò là.”416


3.4. Il mondo nordico nel periodo vichingo

3.4.1 Insediamenti abitativi ed economia

La vita quotidiana in epoca vichinga si svolgeva in villaggi più o meno grandi oppure in

fattorie indipendenti che costituivano delle vere e proprie unità abitative ben organizzate (il

primo tipo di insediamento è assai più frequente al sud, il secondo al nord). Certamente la

notevole espansione dei villaggi costituisce una caratteristica di questo periodo: è evidente

che si lega agli sviluppi sociali ed economici delle aree maggiormente avvantaggiate dal

punto di vista produttivo (in particolare dunque regioni come, in primo luogo quelle danesi),

mentre la fattoria isolata abitata da individui legati da vincoli familiari (e in molti casi dai

loro ‘domestici’) si mantiene là dove le condizioni e le risorse ambientali limitavano

giocoforza il numero delle persone. Diversi insediamenti sono stati scavati e studiati.417

Piuttosto comune è la casa allungata, talora con le pareti arrotondate, che riprende (anche con

variazioni) un modello costruttivo di antica tradizione. Gli edifici, per lo più di pianta

rettangolare, presentano un tetto sostenuto da pilastri. Ai lati vi erano delle panche in mezzo

alle quali stava il cosiddetto “sedile d’onore”, riservato al padrone di casa. Naturalmente

nelle abitazioni più ricche questo “sedile d’onore” (ǫndvegi, letteralmente “[sedile d’]onore

opposto”)418 e quello – di fronte – destinato all’ospite più eminente erano realizzati in modo

da rimarcare l’importanza sociale di chi vi prendeva posto. Le fonti, in particolare quelle

islandesi, fanno riferimento ai pilastri che stavano ai lati di questo sedile (ǫndvegissúlur) e

attribuiscono loro un’importanza quasi religiosa.419 I materiali di costruzione sono innanzi

tutto legno e pietra (soprattutto nei basamenti), talora canniccio ‘intonacato’ e poi torba e
zolle. Il loro uso dipende, naturalmente, dalle condizioni climatiche della zona di riferimento:

nelle regioni più settentrionali è evidente la necessità (e dunque la consuetudine) di

randi oppure inprevedere un migliore isolamento termico delle abitazioni. Una sola porta di ingresso,

organizzate (il nessuna finestra alle pareti (un elemento che verrà inserito in un secondo tempo), un’apertura

Certamente lanel tetto per fare entrare un po’ di luce e sfiatare il fumo del fuoco che arde al centro sul

odo: è evidente pavimento. Altra luce diffusa dalle lampade. Alle pareti panche, utilizzate nella notte come

vantaggiate dalgiacigli. L’arredamento ridotto all’essenziale: qualche cassapanca, magari un rozzo tavolo.

quelle danesi),Naturalmente occorre distinguere tra le semplici case della gente comune e le dimore di

n molti casi daiprestigio le quali non solo sono meglio rifinite (magari con un rivestimento delle pareti

tali limitavanointerne) e fornite di un arredamento più ricco ma mostrano anche una suddivisione degli

417 spazi più articolata (a esempio possono esserci piccoli vani laterali destinati a ospitare i letti

nde (anche condelle persone più importanti, il che garantisce allo stesso tempo maggiore riservatezza e

o più di piantamaggiore sicurezza). Presto compariranno una suddivisione in ‘stanze’420 così come

anche in mezzo costruzioni destinate a scopi specifici: capannoni di ricovero per le imbarcazioni nei mesi

. Naturalmente invernali, officine, magazzini, stalle (prima in molti casi agli animali era assegnato uno

sedile d’]onorespazio accanto agli uomini), fienili, piccole costruzioni destinate ai lavori delle donne

lizzati in modo(tessitura e cucito) o ad altri usi.

rticolare quelle L’economia si fondava sull’agricoltura (curata in buona parte dalle donne e dagli schiavi)

) econ prevalenza dell’allevamento (bovini, ovini, suini, ma anche cavalli e animali da cortile)

e sono innanzinelle aree le cui condizioni climatiche non erano favorevoli alla coltivazione; la cattura di

’ e poi torba eprede animali (caccia e pesca) conservava la sua importanza anche in relazione al fatto che
di riferimento:essa forniva merci da vendere (come pelli e pellicce). Il commercio (anche quello locale, più

nsuetudine) didifficile da definire nei suoi aspetti)421 appare ulteriormente esteso e consolidato. A ciò si

ta di ingresso,collega, evidentemente, l’affermazione delle prime città (le già citate Helgö e Birka sul

po), un’aperturaMälaren in Svezia, Hedeby e Ribe in Danimarca, Skiringssal, detta altrimenti Kaupang, un

de al centro sul nome che ben ne sottolinea l’attività mercantile,422 in Norvegia).423 Uno sviluppo in questo

ella notte comesenso si definirà tuttavia solo nella fase finale del periodo vichingo quando gli interessi

n rozzo tavolo.politico-economici di sovrani ed ecclesiastici favoriranno lo sviluppo di località come

e le dimore diSigtuna e Skara in Svezia, Nidaros (Niðaróss, l’attuale Trondheim), Oslo e Bergen in

nto delle paretiNorvegia, Viborg, Roskilde, Odense, Aarhus424 e Lund in Danimarca.425 In relazione al

divisione degli fiorire del commercio constatiamo anche la comparsa delle prime monete nordiche (le più

a ospitare i lettiantiche a Hedeby nella prima metà del IX secolo, ma una coniazione significativa si avrà

riservatezza esoltanto a partire dagli ultimi decenni del X secolo), così come la chiara definizione di un

così come sistema di misure e di valori, ben testimoniato nel ritrovamento di bilance e pesi.426

azioni nei mesiNonostante lo sviluppo del commercio gran parte delle materie prime veniva tuttavia

assegnato unoprodotta e lavorata localmente e i prodotti di pregio importati restavano privilegio delle classi

ri delle donnesociali più elevate. Naturalmente il contributo delle diverse voci economiche varia a seconda

dell’area considerata e l’alternarsi di periodi di prosperità o gravi ristrettezze mostra di

e dagli schiavi) dipendere strettamente da stagioni segnate da un clima più o meno favorevole.

mali da cortile) 3.4.2. Organizzazione sociale

e; la cattura di Nel periodo vichingo la stratificazione sociale risulta ben marcata e definibile piuttosto

one al fatto chechiaramente. Al vertice della società c’erano figure di capi e di sovrani. In uno studio
uello locale, piùtutt’altro che superato Claudio Albani427 ha evidenziato come l’istituto monarchico così

lidato. A ciò sicome si è venuto configurando nei Paesi nordici abbia alle spalle un lungo processo. La

gö e Birka sul forma più antica di autorità dovette essere quella che legava alla figura del sovrano una

ti Kaupang, unfunzione sacrale, secondo quanto in precedenza è stato rilevato.428 Questo tipo di potere, che

uppo in questo si espletava comunque in ambiti territorialmente limitati, costituiva un principio assai

do gli interessiradicato, tanto è vero che continuò a esistere, manifestandosi in diverse forme, anche nel

località comeperiodo vichingo. A esso – e al suo caratteristico intersecarsi di autorità sociale e al

o e Bergen incontempo religiosa – va ricondotto il dominio di molti capi locali. L’Islanda fornisce un

In relazione al ottimo esempio di questa doppia funzione nelle figure dei goðar, al contempo sacerdoti e

ordiche (le piùrappresentanti legali di una comunità (sebbene la seconda funzione diventi poi

ficativa si avràpredominante).429 L’idea di regalità come condizione sacrale avrebbe a lungo accompagnato

finizione di unle figure dei sovrani nordici e delle loro dinastie.

426 Ma accanto all’aspetto della prosperità che deriva da una economia fiorente e da un

veniva tuttaviaproficuo rapporto con le forze divine, c’è quello della forza e della difesa della società

egio delle classiaffidata alle capacità militari. In questo ambito si sviluppa naturalmente un altro tipo di

varia a secondaautorità, assai più della precedente legata a qualità personali piuttosto che a ragioni

ezze mostra didinastiche o familiari. È d’altronde evidente che ove si verifichi la felice combinazione di

questi due elementi in un’unica figura il suo prestigio sarà grandemente accresciuto e,

contemporaneamente, sarà agevolato quel processo di associazione di individui e risorse che

nibile piuttostodetermina la formazione di nuclei più o meno estesi di potere.

In uno studio Quanto qui sommariamente ricordato costituisce il fondamento delle tipologie di autorità
onarchico cosìpresenti nella Scandinavia di epoca vichinga, in una situazione che tuttavia presenta tratti di

o processo. La complessità. In una società che aveva una base a carattere sostanzialmente tribale, seppure

el sovrano unaavesse già conosciuto importanti forme di aggregazione e di concentrazione del potere, il

o di potere, chefrazionamento dell’autorità era un dato di fatto, complicato da alleanze, rivalità, disparità

principio assai delle forze. Del resto, se non altro a giudicare dai protagonisti degli eventi e dei conflitti che

rme, anche nelin epoca vichinga condussero alla formazione degli stati nazionali, non è dato osservare

tà sociale e alforme sociali di preclusione assoluta a posizioni di un certo rilievo (con speciale riguardo a

nda fornisce unquello ottenuto per via militare), rimanendo ovviamente nella cerchia degli uomini liberi.

mpo sacerdoti e Quando i discendenti di importanti dinastie vorranno imporre la propria autorità su territori

e diventi poi di grande estensione, sia coloro che cercheranno di opporsi, sia coloro che sottomettendosi e

accompagnato stringendo utili alleanze sapranno lucrare posizioni più o meno vantaggiose, saranno da

ricercare in questo ambito. La gran parte dell’aristocrazia nordica discenderà da queste

orente e da unpersone e dalle loro famiglie.

a della società Nel periodo vichingo accanto alla figura del re (konungr)430 emergono quelle dei

un altro tipo dicosiddetti jarlar (sing. jarl), ben noti soprattutto in Norvegia. Il termine, corradicale

che a ragioni dell’inglese earl, indicava personaggi investiti di una autorità pari quasi a quella di un

ombinazione di sovrano. Sebbene a riguardo della Svezia le informazioni siano più scarse, sappiamo tuttavia

accresciuto e,per certo che la carica di jarl dovette essere presente anche in quel Paese fin dal periodo

ui e risorse chevichingo: del resto in epoca successiva il prestigio di un personaggio come il celebre Birger

jarl431 mostra di fondarsi su una tradizione ben consolidata. La medesima situazione è

ogie di autoritàipotizzabile per la Danimarca, seppure il termine non sia attestato nelle fonti più antiche.432
resenta tratti di Ufficio di una certa importanza dovette essere quello di hersir (pl. hersar) cui si fa

tribale, seppureriferimento a proposito della regione norvegese del Trøndelag e delle zone costiere

e del potere, iloccidentali: questa funzione era probabilmente legata a incombenze di tipo militare, come

valità, disparitàrivela anche l’etimologia del nome che lo ricollega a herr, “schiera” “esercito”. La carica di

dei conflitti chehersir, piuttosto antica, sarebbe decaduta nel corso dell’XI secolo.

dato osservare I sovrani del periodo vichingo (e similmente gli jarlar) mostrano in misura predominante

ciale riguardo ale caratteristiche del capo guerriero, piuttosto che quelle del sovrano fecondo (sebbene queste

i uomini liberi.ultime continuino a trasparire nelle fonti). Ciò si osserva anche dalla presenza accanto a loro

orità su territoridel gruppo degli “uomini di corte”, la cosiddetta hirð. Con questa parola non ci riferisce

ttomettendosi egenericamente alle persone che affiancavano il re essendo legate a lui (e alla sua politica) da

se, saranno dacomuni interessi. Diversi testi informano infatti che la hirð (le cui radici vanno certamente

derà da questericercate in quello che con termine tacitiano viene definito comitatus)433 era una istituzione

vera e propria, disciplinata da norme precise che regolavano il rapporto fra il sovrano (o

ono quelle deicomunque il capo) e i suoi uomini.434 Fedeltà assoluta e disponibilità totale nei confronti del

ne, corradicalesignore da parte dei componenti della hirð in cambio di equa e generosa (qualche volta

a quella di un generosissima) ricompensa e di sicura protezione. Le fonti letterarie (in particolare la poesia

ppiamo tuttaviascaldica, poesia innanzi tutto ‘cortese’)435 esprimono non di rado nell’elogio del signore un

fin dal periodogiudizio di approvazione della sua condotta nei confronti degli uomini della corte. Non

celebre Birger mancano, per converso (specie in testi di carattere ‘storico’), giudizi di disapprovazione

ma situazione èsociale espressi su taluni sovrani. Della necessità di guadagnarsi il consenso e di istituire una

efficiente organizzazione militare molti signori appaiono dunque ben consapevoli,


) cui si fadimostrandosi capaci di costituire il proprio potere sui diversi territori e di trarne benefici di

zone costiere carattere economico (tributi) ma anche risorse umane (uomini d’armi reclutati

militare, comeall’occorrenza). Una testimonianza lessicale in questo senso viene dal termine ant. nordico

o”. La carica di leiðangr che designa l’arruolamento di uomini per spedizioni marinaresche, includendo

anche la raccolta di navi e mezzi finanziari a quello scopo.436

a predominante Nella classe degli uomini liberi rientrano anche coloro che con espressione tanto generica

(sebbene questequanto inadeguata si usa definire ‘liberi contadini’. In realtà si trattava di persone di diverso

a accanto a loropeso sociale, in relazione alla famiglia di appartenenza, alla loro posizione al suo interno

non ci riferisce(capofamiglia o familiare, a esempio fratello minore), all’estensione delle terre possedute

sua politica) da (nella maggioranza dei casi da lungo tempo patrimonio indiviso) o condotte in locazione. Si

nno certamentetrattava d’una componente sociale di grande importanza che produceva beni indispensabili e

una istituzionecontrollava una notevole quota della ricchezza disponibile attraverso una gestione ben

a il sovrano (o organizzata (le fonti fanno preciso riferimento anche a figure di amministratori) legata non

ei confronti delsoltanto al lavoro agricolo ma anche ad altre attività artigianali, come quella del fabbro o del

(qualche voltacarpentiere. Il termine nordico con cui si designano le persone più ragguardevoli in questo

colare la poesiacontesto è bóndi che ha senso di “proprietario terriero” (talora si trova óðalsbóndi, dove óðal

del signore unindica il “possedimento di proprietà della famiglia”).437 Nell’evoluzione della società

ella corte. Nonscandinava gli appartenenti a questa categoria sociale ebbero diversi destini. Come mostrano

isapprovazionele vicende relative alla colonizzazione dell’Islanda molti di loro avevano una visione di vita

di istituire unafortemente tradizionale e preferirono l’esilio volontario quando si trovarono di fronte alla

n consapevoli,necessità di accettare un nuovo ordine sociale e divenire a tutti gli effetti sudditi di un
arne benefici disovrano. Altri (non pochi) si adeguarono e seppero allearsi al potere centrale, fornendo

armi reclutati sostegno economico e militare. Ciò del resto avvenne anche fra gli Islandesi: le saghe infatti

ne ant. nordicoconoscono diversi personaggi (soprattutto appartenenti alle giovani generazioni) che

he, includendoseguendo il richiamo d’una vita avventurosa cercarono fortuna nelle spedizioni vichinghe ed

entrarono a far parte delle corti di grandi sovrani, talora anche inglesi.438

e tanto generica La società nordica conosceva gli schiavi (non di rado prigionieri di guerra ai cui figli

sone di diverso toccava la medesima sorte) la cui posizione non garantiva diritti e ai quali venivano affidati i

al suo interno lavori più gravosi; spesso costoro erano oggetto di disprezzo, quando non di maltrattamenti.

terre possedute Nei diversi codici di leggi è ben evidenziato il loro irrilevante valore sociale.439 Nelle fonti

in locazione. Siletterarie essi vengono spesso descritti come privi di qualità e di personalità. Ma gli schiavi

indispensabili efacevano comunque parte, se non altro a motivo del loro lavoro, della grande comunità

a gestione bendomestica e, talvolta (a esempio per la liberalità del padrone) potevano essere affrancati (il

ori) legata non che doveva avvenire con un pronunciamento ufficiale di fronte all’assemblea). Nel corso del

del fabbro o delXIII secolo con la definitiva affermazione del cristianesimo, l’avvento di nuovi mezzi di

evoli in questo sostentamento e il rafforzamento del potere centrale, la condizione di schiavitù andò via via

óðalscomparendo.440

e della società Una condizione peggiore di quella degli schiavi era certamente sperimentata da coloro

Come mostrano che in base a una decisione assunta dall’assemblea erano dichiarati “fuorilegge” (in nordico

visione di vitaútilegu maðr, ma anche – un termine che ben rivela la loro condizione di reietti –

o di fronte alla skógarmaðr, letteralmente “uomo [che vive] nella foresta”).441 In realtà una sentenza di

i sudditi di unquesto tipo poteva essere più o meno grave, nel senso che in alcuni casi la sanzione era
trale, fornendolimitata nel tempo o era data, in alternativa, la possibilità del pagamento di una somma di

le saghe infattidenaro per annullare o ridurre la condanna. Ma per chi fosse stato giudicato meritevole di

nerazioni) cheuna punizione definitiva che dovesse durare per il resto dei suoi giorni, le condizioni di vita

ni vichinghe ed divenivano difficilissime. A costui infatti nessuno poteva dare aiuto, ricovero o qualsivoglia

forma di assistenza. I suoi beni venivano confiscati, egli doveva allontanarsi dalla famiglia

erra ai cui figlinei cui confronti non aveva più diritti ed era costretto a cercare di sopravvivere con i propri

nivano affidati imezzi contando solo sulle sue forze. Chiunque avrebbe potuto ucciderlo senza incorrere in

maltrattamenti.alcun tipo di ritorsione. Seppure nei diversi codici di leggi siano presenti distinzioni legate al

Nelle fonti territorio di riferimento, in tutti emerge tuttavia la sostanziale estrema gravità di una tale

Ma gli schiavi condanna. La quale ha certamente radici molto antiche, se si pensa che essa in realtà consiste

ande comunità nell’espulsione dalla Sippe, un organismo che – come si è visto – aveva per secoli costituito

re affrancati (il il punto di riferimento essenziale di ogni individuo, non da ultimo dal punto di vista

). Nel corso deleconomico. Con ciò si dichiarava dunque la ‘morte sociale’ (e di conseguenza assai spesso

nuovi mezzi dianche fisica) di una persona.442

tù andò via via La letteratura mitologica dedica all’origine delle classi sociali un intero componimento in

versi che ha nome Carme di Rígr (Rígsþula). Vi si narra che il dio Heimdallr, disceso nel

ntata da coloromondo degli uomini con il nome di Rígr,443 fu ospitato da tre coppie di sposi: Ái ed Edda

ge” (in nordico(“Bisnonno” e “Bisnonna”), Afi e Amma (“Nonno” e “Nonna”), Faðir e Móðir (“Padre” e

ne di reietti –“Madre”). In ciascuna occasione egli giacque tre notti nel medesimo letto degli sposi e in

na sentenza di seguito le tre donne generarono un figlio. Il figlio di Edda ebbe nome Þræll (“Schiavo”),

la sanzione eraquello di Amma ebbe nome Karl (“Uomo libero”, “Contadino”), quello di Móðir ebbe nome
una somma di Jarl (“Uomo nobile”, “Guerriero”). Del primo è detto che si sposò con Þír (“Schiava”) e da

o meritevole dilei ebbe molti figli e figlie (a costoro sono attribuiti nomi che fanno riferimento a lavori

ndizioni di vitagravosi o alla rozzezza dell’aspetto); da loro sono derivate le stirpi degli schiavi. Del secondo

o o qualsivogliaè detto che sposò Snør (“Nuora”) e da lei ebbe molti figli e figlie (a costoro sono attribuiti

i dalla famiglianomi che fanno riferimento alla classe sociale dei liberi contadini, anche in relazione a un

ere con i propriaspetto curato e ad apprezzabili qualità caratteriali);444 da loro sono derivate le stirpi dei

nza incorrere in liberi contadini. Del terzo, infine, è detto che sposò Erna (“Attiva”, “Vigorosa”) e da lei ebbe

nzioni legate almolti figli e figlie (i cui nomi fanno riferimento a legami familiari, trasparente indizio di una

vità di una talesottolineatura dinastica); da loro sono derivate le stirpi degli uomini nobili e dei guerrieri. Il

n realtà consiste mito aggiunge che Heimdallr, tornato sulla terra, riconobbe come proprio il figlio Jarl, al

secoli costituitoquale insegnò le rune e donò possedimenti. Il più giovane dei figli di Jarl, che eccelleva in

punto di vistaogni cosa, aveva nome Konr. Con un abile gioco di parole l’ignoto versificatore lo definisce

za assai spesso“il giovane Konr”, in nordico Konr ungr (dove ungr “giovane”): dalla fusione di questi due

termini risulta konungr “re”.

mponimento in Seppure la donna nel mondo vichingo si trovasse in una posizione meno svantaggiata

llr, disceso nel rispetto ad altre società, ella restava in ogni caso, almeno dal punto di vista strettamente

Eddalegale, in una condizione di inferiorità. Nell’elaborazione mitologica della struttura sociale

(“Padre” el’elenco dei figli di Jarl non comprende nomi femminili! Ogni donna aveva comunque un

degli sposi e intutore, si trattasse del padre o di un altro membro maschile della famiglia; la sua autonomia

(“Schiavo”),era fortemente condizionata e la sua condotta sessuale ben più controllata rispetto a quella

óðir ebbe nome dell’uomo: è sufficiente ricordare qui che il marito (che pure godeva di ampia libertà nei
“Schiava”) e darapporti con altre donne) aveva, in caso di adulterio, il diritto di uccidere la moglie e il di lei

mento a lavori amante. Tra le diverse forme di matrimonio445 quella che aveva maggiore rilevanza era nella

vi. Del secondosostanza un contratto utile a rafforzare legami e a determinare conseguenze sociali e

o sono attribuitipolitiche: nella sua stipula la volontà della donna non aveva praticamente alcun peso. Ci sono

relazione a un– addirittura – testimonianze della ‘cessione’ della propria moglie a un altro uomo (come

ate le stirpi dei ‘eredità’ o gesto di munificenza).446 Solo lo stato di vedovanza affrancava – almeno in parte

”) e da lei ebbe– dall’autorità patriarcale. Il divorzio (con le sue precise conseguenze nei rapporti tra le

e indizio di unafamiglie) era ottenibile con una certa facilità, ma esigeva, proprio per la sua ricaduta sociale,

dei guerrieri. Illa presenza di testimoni. Ciò nonostante appare evidente dall’esame delle fonti che molte

l figlio Jarl, alfigure di donne, specialmente tra quelle appartenenti ai ceti più elevati, godevano da parte

he eccelleva indegli uomini di stima e considerazione. Numerosi episodi citati nelle saghe degli Islandesi ne

ore lo definisceforniscono ragguardevoli esempi, suggerendo in diversi casi una profonda ammirazione nei

ne di questi dueconfronti di personaggi femminili (come è il caso di Bergþóra Skarpheðinsdóttir, moglie di

Njáll Þorgeirsson o di Auðr Vésteinsdóttir, moglie di Gísli Súrsson).447 Né mancano, accanto

no svantaggiataalle valchirie, mitologiche donne guerriere, figure capaci di assumere in prima persona

ta strettamente iniziative coraggiose se non addirittura temerarie, progettando e conducendo a termine con

truttura sociale determinazione i loro propositi: basti pensare alla condotta di Guðrún, così come descritta

a comunque unnelle fonti relative al ciclo dei Nibelunghi,448 o alla vicenda di Hervǫr, eroina-guerriera della

sua autonomia leggendaria Saga di Hervǫr e di re Heiðrekr.

ispetto a quella Come in ogni epoca anche nel periodo vichingo il ricordo dell’appartenenza a famiglie

mpia libertà neieminenti è affidato dopo la morte a tombe sontuose. L’immaginario comune che lega i riti
moglie e il di lei funerari di epoca vichinga alla nave ha una propria giustificazione sostanziale nelle evidenze

vanza era nellaarcheologiche. In età vichinga l’uso della nave funeraria, caratteristico delle sepolture di

uenze sociali eguerrieri dell’epoca di Vendel, si estende e si differenzia in varie forme. Nelle zone svedesi,

n peso. Ci sonocosì come in quelle sottoposte al dominio dei Danesi (Scania compresa, dunque)

o uomo (comericompaiono i cosiddetti skeppsättningar, monumenti funerari costituiti da pietre infisse nel

almeno in parteterreno a formare la sagoma di una imbarcazione.449 Tra i più noti quello di Kåseberga

rapporti tra le (Scania) noto con il nome di Ales stenar450 e quello di Anundshögen (Västmanland).

icaduta sociale,Altrettanto importanti sono tuttavia le navi funerarie in legno, rinvenute sotto tumuli nelle

onti che molteregioni norvegesi di Østfold e Vestfold. Fra di esse i celebri vascelli di Oseberg e di Gokstad.

evano da parteIn particolare la nave di Oseberg, costruita per la sepoltura di una regina di nome Ása (forse

gli Islandesi nela medesima citata nella Saga degli Ynglingar),451 è arricchita da un sontuoso corredo:

mmirazione neiaccanto alla nobile defunta infatti sono stati rinvenuti i resti di una donna (verosimilmente

óttir, moglie di una schiava), di quattro cani e quindici cavalli, una slitta e un carro, attrezzi per la tessitura e

ancano, accanto l’agricoltura, utensili per la tavola, pettini, spille e un arazzo sul quale è raffigurata tra l’altro

prima personauna sorta di processione. Nella nave di Gokstad – che conteneva i resti di un uomo – sono

o a termine constati rinvenuti diversi oggetti tra cui assi di legno intagliate in forma di testa equina,

come descrittaframmenti di una tavola da gioco con relative pedine, vassoi, un’ascia in legno

-guerriera della(evidentemente di valore esclusivamente simbolico e cultuale).452 In Danimarca è notevole la

tomba di Ladby (Fionia) nella quale dovette essere sepolto con tutti gli onori un ‘re locale’.

enza a famiglieRicordi di una aristocrazia influente e benestante, la cui potenza economica era sostenuta da

e che lega i riti ricchi traffici commerciali che facevano affluire nelle terre nordiche ingenti ricchezze, non di
nelle evidenze rado rinvenute in depositi (veri e propri ‘tesori’ contenenti grandi quantità di argento lavorato

le sepolture die non) presenti in Norvegia, in Danimarca e in Svezia (soprattutto nelle isole di Öland e

e zone svedesi,Gotland).453

presa, dunque) Ma gli omaggi riservati dopo la morte a personaggi importanti trovano conferme anche

ietre infisse nelnelle fonti scritte. Innanzi tutto il noto resoconto del diplomatico arabo Ibn Faḍlān454 che

o di Kåsebergaaveva assistito alle esequie di un capo vichingo; poi l’altrettanto celebre passo di Snorri

(Västmanland). Sturluson che dopo aver riferito del dramma mitologico incentrato sulla morte del dio Baldr,

to tumuli nellefiglio prediletto di Odino e di Frigg, ne descrive il funerale sontuoso organizzato dagli Asi:

g e di Gokstad. un racconto nel quale forse si vuole suggerire che le persone eminenti possiedono – almeno

ome Ása (forsedi fronte alla morte – una dignità pari a quella degli dèi.

ntuoso corredo: Da Edda di Snorri Sturluson:

verosimilmente “Ma gli Asi presero il cadavere di Baldr e lo portarono al mare. La nave di Baldr si chiamava

Hringhorni, essa era la più grande di tutte le navi; gli dèi volevano spingerla [sull’acqua] e fare là il
er la tessitura e
funerale di Baldr. Ma la nave non avanzava. Allora mandarono a cercare in Iǫtunheimr [il Paese dei
urata tra l’altro
giganti] quella gigantessa che si chiamava Hyrrokkin, e quando ella arrivò cavalcava un lupo e
n uomo – sono
aveva serpi velenose per briglie; ella balzò giù dalla cavalcatura e Odino chiamò quattro
i testa equina,
berserkir455 per fare la guardia alla cavalcatura ma non poterono tenerlo fermo finché non lo
scia in legno
abbatterono. Hyrrokkin andò al dritto di prua dell’imbarcazione e la spinse avanti al primo
ca è notevole la
scossone, così che sprizzò fuoco dai rulli e tutte le terre tremarono. Allora Thor si infuriò e afferrò il
i un ‘re locale’.martello e le avrebbe fracassato la testa, se tutti gli dèi non avessero chiesto grazia per lei.

ra sostenuta da Poi il cadavere di Baldr fu portato fuori sulla nave, e quando sua moglie Nanna, figlia di Nepr,

cchezze, non divide questo schiantò dal dolore e morì; ella fu posta sulla pira e fu appiccato il fuoco. Thor stette là
rgento lavoratoe consacrò la pira con [il suo martello] Mjǫllnir, ma davanti ai suoi piedi corse un nano, quello che

ole di Öland e aveva nome Litr, Thor gli diede un calcio col piede e lo gettò nel fuoco, ed egli bruciò.
A questa cremazione venne una folla di ogni genere. Innanzi tutto occorre dire di Odino, che con

lui andò Frigg e le valchirie e i suoi corvi. E Freyr andò nel carro con quel verro che si chiama
conferme anche
Gullinbursti o Slíðrugtanni. E Heimdallr cavalcò il cavallo che si chiama Gulltoppr, e Freyja guidò i
che
suoi gatti. Là venne anche una grande folla di giganti della brina e giganti delle montagne. Odino
passo di Snorri
pose sulla pira l’anello d’oro che si chiama Draupnir, da allora esso acquisì la virtù che ogni nove
e del dio Baldr,
notti ne sgocciolano otto anelli d’oro di pari peso. Il cavallo di Baldr fu condotto alla pira con tutti i
zzato dagli Asi:
finimenti.”456
dono – almeno
3.4.3. Artigiani e artisti

I reperti dell’età vichinga sono numerosi e assai pregevoli. La lavorazione dei metalli

mostra livelli di alta qualità: gli artigiani scandinavi producevano armi:457 spade, lance, asce
aldr si chiamava
(tradizionale arma nordica da combattimento), scudi, elmi,458 archi; e poi finimenti per
cqua] e fare là il
cavalli, chiavi e serrature, utensili di uso quotidiano. La loro abilità era il frutto di una lunga
imr [il Paese dei
tradizione e seppure nelle fattorie non mancasse l’officina in cui il padrone di casa o
lcava un lupo e
comunque qualche lavoratore esperto poteva realizzare oggetti di metallo o eseguire lavori
chiamò quattro

o finché non lo
manuali (si tenga presente che il termine nordico smíðr vale “fabbro”, ma anche più in

avanti al primogenerale “artigiano”), la figura del fabbro come maestro conoscitore di segreti e capace di

nfuriò e afferrò il produrre manufatti di grande pregio (ivi compresi gioielli e monili) dovette suscitare al

contempo considerazione e timore. Del resto la ‘sacralità’ del suo lavoro è riflessa nei testi

a, figlia di Nepr,mitologici, là dove si dice che gli dèi alle origini lavorarono come fabbri; persino la

co. Thor stette là


produzione della poesia, arte sacra riservata a pochi, è assimilata all’opera di questi
nano, quello che artigiani.459 La letteratura leggendaria reca evidente traccia di queste credenze soprattutto

nella vicenda esemplare del fabbro Vǫlundr dalla quale traspare chiaramente la sua
i Odino, che con
importanza nel contesto di una società in cui è fondamentale ostentare il potere attraverso
o che si chiama
simboli di prestigio.460
e Freyja guidò i
Oggetti in metallo di grande valore e di finissima decorazione erano ben noti in
montagne. Odino
Scandinavia fin dall’età del bronzo. La loro produzione mostra anche la ricezione di influssi
tù che ogni nove
artistici stranieri (a esempio nella prima età del ferro è evidente l’impronta celtica). Uno stile
a pira con tutti i
tipicamente nordico viene tuttavia prendendo forma. L’evoluzione si può notare, tra l’altro,

sulle molte spille (fibulae) la cui lavorazione si fa sempre più accurata fino a conoscere nel

periodo vichingo decorazioni realizzate secondo schemi assai elaborati (per certi versi quasi
one dei metalli
contorti) che spesso riprendono motivi zoomorfi da tempo affermatisi (seppure a partire da
ade, lance, asce
modelli stranieri) nel gusto germanico e destinati a diventare un elemento caratteristico
i finimenti per
dell’arte del Nord.461 La quale (estesa anche alle aree colonizzate) presenta una marcata
to di una lunga
stilizzazione ‘specializzandosi’ in diversi ‘sottotipi’ (stile di Borre, di Jelling, di Mammen, di
rone di casa o
Ringerike e di Urnes).462 Si tratta di un’arte in cui si predilige una decorazione fitta, che
eseguire lavori
tende a coprire lo spazio con linee (talora anche punti) per lo più curve, che si snodano e allo
a anche più in
stesso tempo si annodano a formare percorsi intricati nel cui insieme compaiono a volte
eti e capace di
anche motivi vegetali (un elemento ‘importato’ che acquisterà importanza solo nella fase
tte suscitare al
finale del periodo vichingo). Intrecci che tra l’altro si ritrovano non solo sulle pietre di
iflessa nei testi
Gotland,463 ma anche su diverse pietre runiche, là dove si segnalano i molti casi in cui
bri; persino la
l’iscrizione è racchiusa nel corpo di serpi che si contorcono e a volte si annodano su se
pera di questi
nze soprattuttostesse. Tuttavia quando il motivo zoomorfo delle pietre runiche si ispira a un cervo è facile

amente la suapensare a un influsso dell’arte cristiana. Uno stile altrettanto elaborato (detto ‘di Oseberg’)

otere attraversoriguarda la lavorazione del legno.464

Talora la decorazione per quanto ricca serve da sfondo a figure cui è affidata una diversa

no ben noti in funzione. Tale è, a esempio, il caso delle banderuole appartenute a navi vichinghe, tra cui

ione di influssi quella gotlandese di Källunge e quella norvegese di Heggen (stile di Ringerike, XI secolo).

ltica). Uno stileSu entrambe è tracciata di profilo la figura di un animale (nel caso di Heggen ripetuta in

tare, tra l’altro,dimensione maggiore e minore) che ritorna sotto forma di piccola scultura indipendente

a conoscere nelsaldata all’estremità superiore della banderuola medesima: una fiera (se non un leone,

certi versi quasiquantomeno un quadrupede in parte ispirato a esso) in atteggiamento di guardia, espressione

ure a partire dasimbolica di una autorità che esige rispetto. Esso d’altronde si richiama in modo evidente alla

caratteristicocosiddetta ‘grande bestia’, motivo artistico che si ritrova, tra l’altro, su uno dei lati della

ta una marcatacelebre pietra di Jelling (stile di Mammen, seconda metà del X secolo) fatta innalzare dal

di Mammen, disovrano danese Araldo Dente azzurro e che reca una decisa affermazione della sua autorità

zione fitta, cheregale.465 Compito di incutere timore (in questo caso evidentemente agli spiriti maligni

snodano e allodell’aldilà) dovevano avere anche le teste animali con le fauci spalancate, mirabilmente

paiono a voltescolpite nel legno da ottimi artisti, facenti parte del magnifico corredo funebre di Oseberg.466

solo nella fase I prodotti artistici realizzati in legno, materiale ben più deperibile del metallo e della

sulle pietre dipietra ci sono pervenuti, evidentemente, in quantità minore. Sappiamo tuttavia che l’arte

olti casi in cuidell’intaglio dovette essere ben praticata nel Nord, come dimostrano non soltanto i reperti

nnodano su se disponibili (tra i quali, appunto, quelli eccellenti di Oseberg), ma anche notizie contenute
n cervo è facilenelle fonti, che testimoniano di come essa fosse talora legata anche a fini religiosi. Sulle

o ‘di Oseberg’)“colonne del trono” di Þórólfr Mostrarskegg era a esempio incisa, come si è visto, l’effigie

del dio Thor;467 in un’altra fonte si riferisce che una tale di nome Gríma, conoscitrice di arti

ata una diversamediche, aveva l’immagine del medesimo dio incisa nel legno sulla parte anteriore dei

chinghe, tra cuibraccioli del suo sedile.468 E del resto ciò che resta del Carme encomiastico della casa

ke, XI secolo).(Húsdrápa) dello scaldo Úlfr Uggason descrive le scene mitologiche raffigurate sulle pareti

gen ripetuta indella magnifica dimora islandese di Óláfr Hǫskuldsson, soprannominato il Pavone (pái), a

a indipendenteHjarðarholt.469 Questo carme, se da una parte si rifà a una tradizione scaldica ben radicata,470

non un leone,dimostra dall’altra come l’iconografia vichinga rifletta altresì la popolarità di storie

dia, espressionemitologiche che conosciamo da fonti di carattere letterario. Chiari riferimenti di questo tipo

do evidente allasi ritrovano del resto non soltanto sulle pietre di Gotland di questo periodo,471 ma anche su

o dei lati dellamanufatti presenti nelle colonie britanniche472 e, con espressione talora iconograficamente

a innalzare dal elementare, su pietre che, in taluni casi, conservano anche iscrizioni runiche.473

lla sua autorità La forza e la vitalità di questa tradizione artistica sono dimostrate dalla persistenza delle

spiriti malignisue forme e dei suoi motivi ispiratori anche nell’ambito di un’arte ‘cristiana’: ciò è

, mirabilmentedimostrato innanzi tutto dalle raffigurazioni su croci nelle isole britanniche ma anche – con

tecnica artisticamente esemplare – dalla lavorazione dei portali di due celebri chiese

metallo e dellanorvegesi. Quello, sopra citato, della chiesa di Urnes, la più antica (XII secolo) fra le

avia che l’artecosiddette ‘chiese di legno’ (stavkirker), sulle rive meridionali del Lustrafjorden nella

oltanto i repertiregione di Sogn e Fjordane, è decorato da un complicato intreccio di motivi zoomorfi,474

otizie contenutementre su quello della chiesa di Hylestad (Setesdal nella regione di Aust-Agder, XII secolo)
religiosi. Sullesono raffigurate scene che si riferiscono al mito di Sigurðr e dei Nibelunghi.475

visto, l’effigie Un carattere artistico è infine da attribuire a pregiati manufatti in tessuto che

oscitrice di artiparallelamente ‘dipingono’ scene di vita quotidiana come l’arazzo ritrovato all’interno della

e anteriore deisepoltura di Oseberg476 o quello di Bayeux in Normandia, certamente di origine

tico della casa vichingonormanna.

rate sulle pareti

), a

470

arità di storie

i di questo tipo

ma anche su

nograficamente

ersistenza delle

istiana’: ciò è

ma anche – con

celebri chiese

secolo) fra le

rafjorden nella

474

der, XII secolo)


sono raffigurate scene che si riferiscono al mito di Sigurðr e dei Nibelunghi.475

Un carattere artistico è infine da attribuire a pregiati manufatti in tessuto che

parallelamente ‘dipingono’ scene di vita quotidiana come l’arazzo ritrovato all’interno della

sepoltura di Oseberg476 o quello di Bayeux in Normandia, certamente di origine

vichingonormanna.
1 Sebbene ormai datati, restano a mio modo di vedere del tutto affidabili e convincenti i risultati

degli studi condotti su questo aspetto da M. Scovazzi. Questo studioso, analizzando l’antica società

germanica e nordica da una prospettiva giuridica, ha saputo evidenziare chiaramente la presenza e

l’interrelazione delle due componenti (comunitaria e individualistica), sottolineando il loro ‘peso’

nella evoluzione della società scandinava (SCOVAZZI 1957 [B.8], pp. 201-257 e pp. 258-263).

2 Vd. sopra, p. 36 e nota 82.

3 SCOVAZZI 1957 (B.8), p. 204.

4 A questo tipo di associazione viene convenzionalmente dato il nome di Bund. Su questo,

ancora, SCOVAZZI 1957 (B.8), pp. 251-252 e pp. 267-276.

5 Nonostante una nutrita serie di studi abbia ben sottolineato l’aspetto letterario piuttosto che

storico di questi testi, condivido l’opinione di Marco Scovazzi (SCOVAZZI 1957 [B.8], pp. 85-87)

secondo la quale essi comunque riflettono in buona parte strutture socio-culturali assai antiche.

6 Nella terminologia nordica queste associazioni vengono definite félag, termine composto da fé

(n.) “denaro”, “ricchezza” e lag (n.) “compagnia”, “associazione”, il che chiaramente esprime

l’aspetto commerciale di tali accordi. Più tardi un altro termine significativo indicante un’alleanza di

carattere commerciale sarà gildi “gilda”, una tipologia di associazione introdotta nel Nord da

mercanti scandinavi o stranieri e solennemente istituita nel corso di un convito nel quale avvenivano

libagioni consacratorie (in nordico il termine gildi ha infatti anche il significato di “convito”). Su

questo vd. CAHEN 1921 (B.7.1), pp. 91-96, passim.

7 Solo per portare un esempio basterà qui citare la vicenda (seppure in buona parte

fantasticamente elaborata) di un personaggio vissuto tra il X e l’XI secolo, Gunnlaugr, detto “Lingua

di serpente” (ormstunga) del quale è riferito nell’omonima Saga di Gunnlaugr Lingua di serpente

(Gunnlaugs saga ormstungu), composta nel XIII secolo. Assai significativo dal punto di vista di
incenti i risultati quanto qui esposto è un episodio che narra di come il protagonista, seppure giovanissimo, volesse

o l’antica societàpartire dall’Islanda per tentare la sorte all’estero. Di fronte al netto rifiuto del padre a fornirgli

nte la presenza e l’equipaggiamento e i beni necessari per tale viaggio (“Non otterrai da me il consenso e non andrai

do il loro ‘peso’ da nessuna parte, prima che io lo voglia”; DLO nr. 10) egli si era allontanato da casa, abbandonando

la famiglia e andando a vivere nella fattoria di alcuni conoscenti. In seguito Gunnlaugr avrebbe

comunque finalmente ottenuto di entrare in società con altri acquistando una quota pari alla metà di

una nave e quindi partire per l’estero.

. Su questo, 8 Capp. 13-14.

9 Letteralmente “seguito”, quindi “[schiera al] seguito [di un capo]”. Il termine è, appunto,

rio piuttosto chericalcato sul latino comitatus “accompagnamento”, “scorta”, “seguito”. Sulla questione si rimanda

B.8], pp. 85-87) anche in questo caso a SCOVAZZI 1957 (B.8), pp. 211-223.

10 Già Tacito (Germania, cap. 44) aveva riferito della grande abilità marinaresca dei Suiones

fé(verosimilmente gli Svear, una delle tribù svedesi) e, certamente, le diverse raffigurazioni di navi

amente esprimerisalenti a epoche anche assai antiche dimostrano in maniera inequivocabile l’esperienza dei popoli

te un’alleanza di nordici in questo campo. Ma nell’epoca vichinga la nave diviene un vero e proprio strumento di

ta nel Nord daconquista.

quale avvenivano 11 Una utile discussione su questo aspetto si può trovare in JONES 1977, pp. 190-213 e BARBARANI

i “convito”). Su1987, pp. 327-433.

12 In DE VRIES 1962² (B.5), pp. 662-663 si dà conto delle diverse opinioni. Vd. anche ASKEBERG

in buona parte1944 (C.2.1), pp. 114-183; HELLBERG S., “Vikingatidens vikingar”, in ANF VC (1980), pp. 25-88;

gr, detto “LinguaHØDNEBØ F., “Hvem var de første vikinger?”, in MoM 1987, pp. 1-16; HOLM G., “Ordet viking än en

ngua di serpentegång”, in MoM 1988: 1-2, pp. 144-145; HØDNEBØ F., “Ordet viking. Replikk til Gösta Holm”, in

punto di vista di MoM 1988: 1-2, pp. 146-151; HOLM G., “Orden víkingr, m., och víking, f. Replikk til en replikk”, in
nissimo, volesseMoM 1988: 3-4, pp. 188-189 e HOFSTRA T., “Changing views on Vikings”, in Tijdschrift voor

padre a fornirgliSkandinavistiek, XXIV (2003), pp. 147-159 (dove si riassume la questione); cfr. nota 221.

nso e non andrai 13 Vd. oltre, pp. 297-309.

a, abbandonando 14 Si vedano in particolare il patto che costituiva una società (félag) e l’appartenenza ad

nnlaugr avrebbe associazioni o confraternite (gildi); vd. SCOVAZZI 1957 (B.8), pp. 223-226; cfr. sopra, nota 6.

pari alla metà di 15 Vd. BØ 1959 e testo a p. 102.

16 Nelle fonti più tarde non è infrequente che il termine “vichingo” venga usato in senso

denigratorio. Se ne veda un esempio già nella Saga di Gunnlaugr Lingua di serpente (un testo

mine è, appunto, redatto, come si è detto, nel XIII secolo) a proposito di un certo Þórormr, definito – con intendimento

tione si rimanda spregiativo – “il più grande predone e vichingo” (cap. 7, p. 72: “inn mesti ránsmaðr ok víkingr”) e

nel Libro dell’insediamento (Landnámabók) dove un tale Þorbjǫrn viene detto “vichingo e

Suiones malfattore” (p. 200: “víkingr oh illmenni”). In SCOVAZZI 1957 (B.8), pp. 222-223 si rileva,

urazioni di naviopportunamente, l’affinità che per taluni versi li legava ai berserkir, i ‘guerrieri furiosi’, devoti di

ienza dei popoliOdino, divinità che incarna al meglio lo spirito vichingo (su di loro vd. oltre, p. 170-171).

rio strumento di 17 BARBARANI 1987, pp. 346-347.

18 Vd. oltre, pp. 578-584.

ARBARANI 19 Da collocare verosimilmente alla foce del fiume Oder nella località di Wolin.

20 DLO nr. 11. Una informazione coerente con quella della Saga di Gísli viene (anche se in forma

SKEBERG più concisa) dalla Saga dei fratelli di sangue (Fóstbrœðra saga, cap. 2).

980), pp. 25-88; 21 Nella Cronaca anglosassone è riferito l’episodio relativo al governatore del Dorset, il quale

rdet viking än envenne a sapere che tre navi cariche di stranieri erano approdate sulla costa di Dorchester; con i suoi

Gösta Holm”, inuomini si recò sul posto per vedere di che si trattava, e voleva condurli dal re ma venne assalito e

il en replikk”, inucciso. Queste furono le prime navi ‘danesi’ che giunsero in Inghilterra. Siamo nell’anno 787 (The
Tijdschrift voorAnglo-Saxon Chronicle, I, pp. 96-97; II, pp. 47-48).

22 Il ritrovamento della nave norvegese di Kvalsund (in Sunnmøre) risalente al periodo dei

Merovingi consente di constatare l’evoluzione delle imbarcazioni scandinave rispetto a ritrovamenti

appartenenza adpiù antichi (Hjortspring, Nydam, cfr. sopra, p. 70, nota 28); vd. SHETELIG H. – JOHANNESSEN FR.,

Kvalsundfundet og andre norske myrfund av fartøier, Bergen 1929 e anche MAGNUS – MYHRE 1986

(B.2), pp. 440-443.

usato in senso 23 Vd. il testo originale della citazione poetica riportata a p. 126 (DLO nr. 21).

(un testo 24 Questa parola è attestata anche in due iscrizioni runiche di epoca vichinga: sulla pietra svedese

on intendimento di Esta (Södermanland, metà dell’XI secolo) e su quella danese di Tryggevælde (Selandia).

) eQuest’ultima risale all’inizio del X secolo e riporta dunque la più antica attestazione del termine,

tto “vichingo einteso qui tuttavia nel senso di “sepoltura in forma di nave”, con un preciso riferimento a un uso

2-223 si rileva,antico ripreso e ben attestato in epoca vichinga (vd. oltre, p. 216). S.B.F. Jansson (JANSSON 1984³

uriosi’, devoti di[C.2.5], p. 53) ha in proposito opportunamente rilevato che questo termine viene usato nella Saga

degli Ynglingar di Snorri Sturluson (cap. 23) per indicare la nave funeraria sulla quale venne posto,

per suo stesso ordine, il celebre re Haki ancora agonizzante.

25 Vd. DE VRIES 1962² (B.5), p. 66 e p. 333.

26 È curioso segnalare che nel linguaggio metaforico questa parola ha il significato di “individuo

nche se in formatardo, pigro o inerte”: efficace immagine presa a prestito dal mondo della marineria!

27 Altre navi di questo tipo sono note dalle fonti. A esempio la nave del missionario Þangbrandr,

Dorset, il qualequasi distrutta per una tempesta (evento cantato in celebri versi dalla poetessa Steinunn Refsdóttir,

hester; con i suoi cfr. p. 173, nota 291 e p. 307, nota 79) aveva nome Vísundr (“Bisonte”); il medesimo nome è altrove

venne assalito eriferito alla nave del celebre sovrano norvegese Olav il Santo: vd. a esempio la Saga di Olav il Santo

The(Óláfs saga helga) redatta da Snorri Sturluson, cap. 144 (cfr. cap. 182) dove essa è definita “la più
grande di tutte le navi” (p. 267: “allra skipa mest”) e descritta con una testa di bisonte decorata con

e al periodo dei oro sulla prua; cfr. la versione della saga (nota come Helgisaga Óláfs konungs Haraldssonar) nelle

to a ritrovamenticosiddette “saghe dei re” (Konunga sǫgur), I, cap. 69 dove si aggiunge che il sovrano in persona

., guidava questa magnifica nave.

1986 28 Nella Canzone per Araldo (Haraldskvæði) attribuita allo scaldo Þorbjǫrn Artiglio di corno (e in

parte a Þjóðolfr di Hvinir), composta in onore di Araldo Bella chioma dopo la battaglia di

Hafrsfjorden (Hafrsfjǫrðr, su cui vd. oltre, pp. 142-143), si legge (str. 5): “[…] il signore dei

la pietra svedese Norvegesi/ egli governa le chiglie profonde/ le rosse carene,/ i rossi scudi,/ i remi catramati,/ le tende

ælde (Selandia).bagnate di acqua di mare” (DLO nr. 12). Con “tende” si fa riferimento a semplici ripari in stoffa che

one del termine, venivano sistemati sulle navi. Allusioni a decorazioni colorate si trovano anche nella Saga di Egill

imento a un usoSkalla-Grímsson, cap. 16 (dove si fa anche riferimento a un vela con bande verticali blu e rosse) e

1984³cap. 36.

Saga 29 Un ritrovamento più recente è quello di Foteviken in Scania; vd. INGELMAN-SUNDBERG C. –

ale venne posto,SÖDERHIELM P., Vikingaskepp Foteviken. Marinarkeologisk undersökning 1982, Malmö 1983 e

inoltre (sulle altre navi vichinghe ritrovate): NICOLAYSEN 1882; SHETELIG 1917; BRØGGER – FALK ET

AL. 1917-1928; BRØGGER – SHETELIG 1953; SJØVOLD 1959; OLSEN – CRUMLIN-PEDERSEN 1978;

ato di “individuoMARSTRANDER 1986; DAMGARD SORENSENS [sic] 1992; CRUMLIN-PEDERSEN 1997; CRUMLIN-PEDERSEN

– OLSEN 2002.

ario Þangbrandr, 30 DLO nr. 13. Le kenningar (metafore, vd. p. 298) sono da intendere così: “signore degli

nunn Refsdóttir, Strindir” è Olav il Santo mentre “gioiello di Listi (un leggendario re del mare)” è il mare stesso.

o nome è altrove 31 Vd. oltre, p. 457. In proposito si rimanda a HELLE K., Orknøyene i norsk historie – The

di Olav il Santo Orkneys in Norwegian History, Bergen 1988. Anche le Ebridi (in nordico, significativamente

è definita “la piùSuðreyjar “Isole del sud”) furono raggiunte dai vichinghi norvegesi, molti dei quali vi si stabilirono;
nte decorata con qui tuttavia i coloni provenienti dalla Scandinavia non prevalsero sugli abitanti celtici, come invece

) nelleera avvenuto negli arcipelaghi delle Shetland e delle Orcadi; vd. BRØGGER 1930 e GOODRICH-FREER

vrano in persona1898-1901.

32 Per una ricostruzione di questi eventi vd. SVEINSSON E.ÓL., “Fórmali”, in Laxdœla saga (EF),

lio di corno (e inpp. LXVI-LXXI.

la battaglia di 33 L'atunno 1066 segna simbolicamente la fine dell’era vichinga, seppure almeno fino al 1263 i

] il signore dei nordici tentassero qualche ulteriore incursione (JONES 1977, pp. 438-439).

tramati,/ le tende 34 Una valutazione dell’impatto della lingua nordica nelle regioni dell’arcipelago britannico

pari in stoffa che(compresa la questione dei territori scozzesi, delle Ebridi e dell’isola di Man) si trova in BARNES 2002

Saga di Egill(B.5), dove è brevemente discussa anche la situazione linguistica in altre aree colonizzate dai nordici

ali blu e rosse) e(Normandia, Groenlandia, Russia). Vd. anche, del medesimo autore, The norn language of Orkney

and Shetland, Lerwick 1998 e JAKOBSEN J., Etymologisk ordbog over det norrøne sprog på Shetland,

C. –I-II, København 1908-1921.

Malmö 1983 e 35 Assai interessanti sono qui (ma anche nella regione dirimpettaia del Cumberland,

ETparticolarmente a Gosforth) le raffigurazioni incise su pietre e croci che rappresentano diverse scene

1978;nelle quali è possibile leggere un chiaro riferimento a storie appartenenti al patrimonio mitologico

EDERSENnordico (vd. KERMODE 1904 [C.3.1]; cfr. p. 93 con nota 116).

36 Così detto perché portava calzoni di cuoio con il pelo sopra. A lui è dedicata la leggendaria

: “signore degliSaga di Ragnarr Brache di pelo (Ragnars saga loðbrókar); cfr. p. 134, nota 137.

37 La città era stata assalita una prima volta nell’anno 842 e in seguito (872) era finita sotto il

k historie – Thecontrollo danese. Nell’anno 994 fu di nuovo attaccata dal norvegese Olav Tryggvason alleato del

gnificativamente danese Svend Barba forcuta ma la coraggiosa resistenza degli abitanti costrinse i nordici a ritirarsi.

vi si stabilirono; 38 Il Danelagu (ingl. Danelaw) si estendeva su un’area amministrativamente disomogenea:


ici, come invececomprendeva infatti oltre a diversi domini scandinavi limitate enclavi anglosassoni e piccole

REERrepubbliche aristocratiche. Questi territori sarebbero stati restituiti definitivamente alla sovranità

della Corona inglese nel 937.

(EF), 39 Una eco delle epiche lotte contro i nordici si trova in diversi testi della letteratura anglosassone.

La battaglia di Brunaburh ricorda la brillante vittoria ottenuta nell’anno 937 dal re Ethelstano

no fino al 1263 i(Æðelstân), nipote di Alfredo, contro un esercito misto scoto-normanno in una località non

identificata (da collocarsi probabilmente sulla costa occidentale dell’Inghilterra tra Chester e

elago britannicoDumfries). La battaglia di Maldon rievoca invece lo scontro avvenuto il 10 o l’11 agosto del 991, nel

2002quale il capo dell’esercito anglosassone Byrhtnoht, eorl dell’Essex, perse la vita. Un altro (breve)

zzate dai nordicitesto poetico, cui è stato dato il titolo La presa dei cinque borough, commemora la riconquista nel

guage of Orkney942 da parte del re inglese Edmondo (Eadmund) dei borough (circoscrizioni amministrative) di

rog på Shetland, Leicester, Lincoln, Nottingham, Stamford e Derby che facevano parte del Danelagu; sui cinque

borough vd. HALL R.A., “The Five Boroughs of the Danelaw. A Review of Present Knowledge”, in

el Cumberland, CLEMOES P. – KEYNES S. ET AL. (eds.), Anglo-Saxon England, XVIII (2007), pp. 149-206.

no diverse scene 40 Alla morte di Canuto il Grande (tumulato nella cattedrale di Winchester), avvenuta nel 1035,

monio mitologicogli era succeduto dapprima il figlio Araldo, poi (alla morte di questi) un altro figlio, Hǫrða-Knútr,

descritto come un personaggio feroce e vendicativo. Costui morì nel 1042 e l’assemblea nazionale

ta la leggendariainglese, witan (o, più precisamente, witenangemot “assemblea dei saggi”) nominò come suo

successore Edoardo (Eadward), noto come il Confessore (se andettere).

era finita sotto il 41 I toponimi di origine nordica in Inghilterra sono circa 1400 (sull’argomento vd. tra l’altro

vason alleato delFELLOWS JENSEN 1986 e FELLOWS JENSEN 1994); qui va segnalato che alcuni sono riferibili al culto di

divinità come Odino e Thor (TURVILLE-PETRE 1964 [B.7.1], pp. 71-72 e p. 94).

te disomogenea: 42 Cfr. il termine inglese by-law che ha senso di “town law”.


assoni e piccole 43 Il che trova interessanti riscontri nel lessico: si vedano termini quali wapentake (ant. ingl.

te alla sovranitàwæpen-tæc) “suddivisione di una contea”, un curioso sviluppo del nordico vápnatak, letteralmente

“afferrare le armi”, un gesto di valore legale con il quale nel corso dell’assemblea si esprimeva il

ura anglosassone.proprio consenso brandendo e agitando le proprie armi (cfr. la Germania di Tacito, cap. 11); husting

al re Ethelstano“corte”, “tribunale”: ant. nord. húsþing “assemblea convocata da un re o da uno jarl” (vd. p. 210);

na località nonriding “divisione amministrativa” (< þriðing “terza parte di una contea”, cfr. ant. nord. þriðjungr

a tra Chester e “terza parte [legale] di un’assemblea”). Nel Domesday Book, dove sono elencati i possedimenti del

osto del 991, nelRegno inglese dopo la vittoria di Guglielmo il Conquistatore ricorre il termine socmannus

Un altro (breve)(corrispondente del danese sognman) con il significato di “uomo libero” (e anche sochemanna

a riconquista nelfemina “donna libera”); per le occorrenze vd. FOY J.D., Domesday Book, 38, Index of Subjects,

mministrative) di Chichester 1992, pp. 70-74; vd. anche MAITLAND F.W., Domesday book and beyond. Three essays in

; sui cinque the Early History of England, London and Glasgow 1961 (seconda ristampa dell’edizione del 1897),

Knowledge”, in pp. 95-109 e FUCHS R., Das Domesday Book und sein Umfeld. Zur ethnischen und sozialen

Aussagekraft einer Landesbeschreibung im England des 11. Jahrhunderts, Stuttgart 1987, pp. 393-

venuta nel 1035,399.

rða-Knútr, 44 Cfr. nota 6.

mblea nazionale 45 Vd. HOGG R.M. (ed.), The Cambridge History of the English Language, I: “The Beginning to

minò come suo1066”, Cambridge 1991, pp. 320-336 e KLEIN E., A Comprehensive Etymological Dictionary of the

English Language, I-II, Amsterdam-London-New York 1966-1967, alle voci relative. L’influsso

to vd. tra l’altronordico non è limitato alla ricezione di termini: la preposizione till a esempio ha assunto il senso di

eribili al culto di “fino a” per analogia con il nordico; un altro esempio significativo è la parola bloom “fiore” che

riprende questo senso dal nordico blóm, mentre il parallelo antico inglese blōma significava “lingotto

di ferro” ed è rimasto nel lessico della metallurgia; allo stesso modo plough trae il significato di
(ant. ingl. “aratro” dal nordico plógr, mentre l’ant. ingl. plow indicava una “misura di terra”. Particolare è il

, letteralmentecaso del termine dream: questa parola in antico inglese significava “gioia”, “felicità”, “musica”,

a si esprimeva il“divertimento”; si è quindi supposto che il significato attuale di “sogno” sia dovuto a un adattamento

husting al nordico draumr, tuttavia questo caso non è del tutto chiarito (vd. ONIONS G.T [ed.], The Oxford

” (vd. p. 210);Dictionary of English Etymology, with the assistance of G.W.S. FRIEDRICHSEN and R.W. BURCHFIELD,

þriðjungrOxford 1966, p. 289). Assai interessante è anche la forma plurale del presente indicativo del verbo

possedimenti delessere: are, verosimilmente ricalcata sul nordico eru “sono” (sindon in ant. ingl., ma aron nella

socmannusvariante del dialetto della Northumbria). Sui prestiti nordici in inglese vd. anche BJÖRKMAN 1900-

sochemanna 1902; BJÖRKMAN 1901; BJÖRKMAN 1910; SERJEANTSON M.S., A History of Foreign Words in English,

dex of Subjects,London 1935; GEIPEL 1971. Sui reciproci influssi nei testi di carattere letterario e non vd. HOFMANN

. Three essays in1955.

zione del 1897), 46 Un ulteriore attacco a Parigi, che tuttavia fallì, ebbe luogo tra l’885 e l’886.

en und sozialen 47 Vd. sopra, p. 101.

t 1987, pp. 393- 48 Vd. CHIESA ISNARDI G., “Paganesimo e cristianesimo: la religione in Scandinavia come

marcatore di identità culturale nel contesto europeo”, in Nord ed Europa. Identità scandinava e

rapporti culturali con il continente nel corso dei secoli – The North and Europe. Scandinavian

The Beginning toIdentity and Cultural Relations with the Continent through the Centuries, Atti del Convegno

Dictionary of the Internazionale di Studi, Genova 25-27 settembre 2003, Genova 2004, pp. 51-59.

ative. L’influsso 49 Questo soprannome gli derivava dal fatto che essendo egli di corporatura molto robusta nessun

sunto il senso dicavallo riusciva a reggere il suo peso, ragion per cui doveva andare a piedi. È incerto se Rollone

“fiore” chefosse di origine danese o norvegese; vd. JONES 1977, pp. 242-243.

nificava “lingotto 50 Queste notizie ci vengono, in particolare, da Dudone di Saint-Quentin, cronista normanno del

il significato diX-XI secolo (nato tra il 960 e il 965, morto certamente prima del 1043), autore dell’opera Dei
. Particolare è il costumi e delle gesta dei primi duchi di Normandia (De moribus et actis primorum Normanniæ

icità”, “musica”,ducum), composta nel 1017 circa; vd. XXV-XXVI, pp. 165-167 e XXX, p. 170.

a un adattamento 51 Questa parola è attribuita come soprannome a un norvegese di nome Úlfr Bjálfason, il quale,

The Oxfordsecondo il racconto della Saga di Egill Skalla-Grímsson, era un ottimo amministratore dei suoi beni,

URCHFIELD, alla sera tuttavia “[…] si faceva irritabile, sicché pochi potevano rivolgergli la parola; egli amava

cativo del verbo dormire la sera. La gente diceva che potesse cambiare aspetto in molti modi; egli era detto Lupo della

nellasera (Kveld-Úlfr)”. (DLO nr. 14).

1900- 52 Del tutto particolare il caso dei punti cardinali: nord, sud, est e ovest. Questo tipo di

Words in English,denominazioni (che dal francese si è esteso ad altre lingue romanze tra cui l’italiano) non era presente

OFMANNin latino, ma va riferito piuttosto all’ambito delle lingue germaniche. A quanto pare però,

curiosamente, i vichinghi stanziati in Normandia avevano ‘perso’ queste parole e le avevano

‘recuperate’ dall’area anglosassone, trasmettendole poi alla lingua francese (vd. WARTBURG W.,

Französisches Etymologisches Wörterbuch. Germanische Elemente, XVII, Basel 1966, p. 603).

andinavia come 53 Questo tipo di toponimi è molto più frequente in Inghilterra, cfr. sopra, p. 109.

tà scandinava e 54 Anche altri toponimi come a esempio Criqueville, Criquebeuf parrebbero riconducibili a

e. Scandinavianquesto termine. Non così tuttavia intende J. Renaud (RENAUD 1989, p. 191) che li ritiene formati sul

i del Convegno nordico kriki “angolo”, “incavo”; vd. anche JORET CH., Des caractères et de l’extension du patois

normand. Étude de phonetique et d’etnographie, Paris 1883, pp. 44-45 e p. 72.

o robusta nessun 55 Naturalmente la frequenza e la distribuzione di questi nomi sono diversificate. Per un’analisi

certo se Rollone più approfondita si rimanda a RENAUD 1989, pp. 153-198, da cui è tratta buona parte degli esempi qui

riportati. Si consultino anche JORET 1883 (vd. nota precedente); MOISY H., Dictionnaire du patois

ta normanno delnormand, Caen 1887; DUBOSC G., “Quelques noms de lieux normands”, in Chroniques du Journal de

DeiRouen, 26 giugno 1922; ADIGARD DES GAUTRIES 1954; DE GOGOR 1958 e FELLOWS JENSEN 1994.
rum Normanniæ 56 Vd. sopra, nota 33.

57 Vd. BLAKE N. (ed.), The Cambridge History of the English Language, II: 1066-1476

álfason, il quale,Cambridge 1992, pp. 15-20.

ore dei suoi beni, 58 Questo nome va probabilmente connesso a quello della dèa Vár, una divinità minore della

rola; egli amavaquale è detto che presiede ai giuramenti (CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 61): un evidente

detto Lupo dellariferimento ai patti che questi uomini stringevano fra loro.

59 Se ne ha evidenza, tra l’altro, dalle iscrizioni runiche svedesi (JANSSON 1984³ [C.2.5], pp. 79-

Questo tipo di96).

non era presente 60 La navigazione sui grandi fiumi russi non era però del tutto agevole e nei tratti particolarmente

anto pare però,difficoltosi le navi venivano tirate a riva e trasportate fino al punto in cui la corrente e l’andamento

e e le avevanodei corsi fluviali permetteva di farle di nuovo scendere in acqua.


61
W., L’idea di una città fortificata e difesa si ritrova in un altro, seppure meno usuale, nome dato a

questo luogo: Miklaborg, letteralmente “grande cittadella”, “grande castello”. Alle città come luoghi

di commercio ben protetti e difesi fanno riferimento anche i nomi nordici di Aldeigjuborg-Staraja

riconducibili aLadoga, Holmgarðr-Novgorod (russo Ho ƨopo∂), e Kœnugarðr-Kiev (ucraino Kuï ), dove garðr è

tiene formati sul“recinto”.

ension du patois 62 Già dall’anno 911 si ha notizia di nordici in servizio presso la corte bizantina, ma la celebre

Guardia varega (Væringjalið “corpo dei Vareghi” o Væringjalǫg “lega dei Vareghi” o Væringjaseta

e. Per un’analisi“guardia dei Vareghi”) al servizio personale dell’imperatore sarà costituita nel 988. Fra gli

degli esempi quiappartenenti al corpo delle guardie vareghe è celebre la figura di Araldo di Duro consiglio, il

nnaire du patoismedesimo che sarebbe divenuto re di Norvegia (1047) e sarebbe poi morto in Inghilterra, sconfitto

es du Journal dedagli anglosassoni nella battaglia di Stamford Bridge (vd. sopra p. 107 e più avanti p. 144).

63 CUCINA 1989, passim e CUCINA 2001, I, pp. 13-43. In epoca vichinga l’alfabeto runico conosce
un preponderante uso commemorativo.

1066-1476, 64 Autore di un testo di carattere geografico e astrologico dal titolo Libro degli ornamenti preziosi

(Kitāb al-A’lāq an-nafīsa) di cui rimane solo il settimo volume. La parte relativa ai Vareghi (ar-

ità minore della Rūsīya) qui riportata è ripresa da BIRKELAND 1954, pp. 16-17.

1): un evidente 65 A lui si deve il celebre (e frequentemente citato) resoconto relativo nell’opera Lettera o Breve

libro (Risāla). Sull’uso di sacrificare la donna del defunto vd. SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 79-82.

[C.2.5], pp. 79- 66 Verosimilmente questo luogo va identificato con Holmgarðr (Novgorod).
67
Località che si trovava sulla riva orientale del Volga e che un tempo si chiamava amlī .

i particolarmente 68 Cioè luoghi in cui svolgevano il proprio commercio (cfr. nota 61). Come giustamente

te e l’andamento sottolineato da H. Birkeland (IBN RUSTAH, Kitāb al-A’lāq an-nafīsa, nota 11, p. 135), questa

affermazione non si pone in contrasto con quella precedente secondo cui i Vareghi non avevano

ale, nome dato avillaggi. In effetti qui si intende sottolineare che essi non si dedicavano all’agricoltura bensì al

ittà come luoghi commercio e che quindi non avevano villaggi contadini quanto piuttosto centri commerciali.
69
-Staraja Il riferimento è spiegato da D.A. Chvol’son nella sua prima edizione del testo di Ibn Rustah:

èИЗ cmiя o xoЗapaxъ, зypmcaxъ, бo ƨapaxъ, Ma∂bяpax c a яHaxъ u pyccaxъ aбy-a u

axMe∂a бeHъ oMapъ uбHъ-∂acma, HeuЗ cmHaƨo ∂oce apaбcкaƨo nucame я Ha£a a x

a, ma la celebre кa, no pyкonucu бpumaHcкaƨo MyЗeя бъ nep bι paЗъ, uЗ a ъ, nepe e ъ u oбъяcHu ъ ∂.

Væringjasetaa. x o bco Hъ, C.-ΠeтepбypΓb 1869, pp. 195-196. Con l’espressione “spade di Salomone”, i

el 988. Fra glimusulmani solitamente intendevano le spade, forgiate dai geni per il re Salomone; ma qui non si fa

uro consiglio, ilriferimento a questo. Piuttosto si potrebbe pensare che il termine “salomoniche” celi il nome di una

hilterra, sconfittolocalità oppure di un Paese, nel quale queste spade venivano prodotte (Selmân nel Khorassan). Forse

Ibn Rustah definiva così le spade dei Vareghi, solo perché somigliavano a quelle, che a loro volta

o runico conosceerano simili alle spade dei Franchi (molto apprezzate nel Nord Europa), solo più piccole e più
levigate. Secondo Ibn Faḍlān le spade dei ‘Russi’ erano larghe, con la lama ondulata ed

namenti preziosieffettivamente di manifattura franca.

ar- 70 Mago o medicine-man.

71 Forma singolare di al’-aṭibbā’.

Breve 72 Vd. nota 102.

73 Cfr. sopra, nota 65. Il testo è basato sulla traduzione di H. Birkeland, vd. Ibn Rustah, Kitāb al-

A’lāq an-nafīsa, pp. 16-17.


74
È uno di quei casi in cui il nome dei conquistatori è stato attribuito ai territori conquistati:

me giustamente vedasi a esempio Francia da Franchi, Normandia da Normanni, Lombardia da Longobardi, Bulgaria

p. 135), questada Bulgari (popolazione turanica); VASMER M., Russisches etymologisches Wörterbuch, Heidelberg

ghi non avevano 1950-1958 (ΦACMEP M., эmuMo oƨu£eкu c o apb pyccкoƨo яэbικa, MOCKBa 1964), III, p. 505.

coltura bensì al 75 Essa si trova negli Annali di S. Bertino, nella parte (835-861) redatta da Prudenzio, vescovo di

Troyes e cappellano dell’imperatrice Giuditta moglie di Ludovico il Pio (Annales bertiniani, p. 44).

o di Ibn Rustah:Ivi si dice che questi rhos accompagnarono la legazione bizantina presso l’imperatore Ludovico il

u Pio.
76
La definizione tradizionale Cronaca di Nestore (per la quale si è qui consultata la versione

ъ ∂.italiana Il racconto dei tempi passati […] [Πo ecmb peMeHHbιx em]) si basa sull’attribuzione

di Salomone”, idi questo scritto a un monaco di tale nome, vissuto nel convento Pečerskij a Kiev verso la fine del

ma qui non si faXII secolo: costui in realtà ne curò piuttosto la rielaborazione.

li il nome di una 77 Questi nomi dovrebbero corrispondere ai nordici Hrœrekr (runico svedese HrörikR) “ricco di

horassan). Forsefama”, Signjótr “che usufruisce della vittoria” (non attestato nelle fonti nordiche occidentali ma

che a loro volta frequente in Svezia; vd. E. WESSÉN Nordiska namnstudier. Östnordiskt i vikingatidens namnförråd,

iù piccole e piùUppsala 1927, p. 108) e Þorvarðr “guardiano del dio Thor”.


ma ondulata ed 78 Altre notizie sui Vareghi in Russia si trovano in una fonte bizantina: il manuale di governo dal

titolo De administrando imperio, scritto tra il 948 e il 952 da Costantino Porfirogenito per il figlio

(vd. in particolare cap. 2 e cap. 9); sull’argomento vd. BOYER 1991. Una interessante ed equilibrata

valutazione della questione dei Vareghi in relazione alla sua ‘ricezione’ nei testi svedesi di carattere

storico si trova in LATVAKANGAS A., Riksgrundarna. Varjagproblemet i Sverige från runinskrifter til

Kitāb al-enhetlig historisk tolkning, Turku 1995. Si veda anche FRANKLIN S. – SHEPARD J., The Emergence of

Rus 750-1200, London 1996.

itori conquistati: 79 VASMER M., op. cit. (vd. nota 74), I, p. 443.

gobardi, Bulgaria 80 Ma si veda anche il russo Askold, cfr. ant. isl. Hǫskuldr. Vd. THOMSEN 1877, pp. 131-141;

, Heidelberg BUGGE 1885, WESSÉN 197510 (B.5), pp. 93-94; MELNIKOVA 1996, e SVANTE 1989.

964), III, p. 505. 81 Cioè “Regno” (o “Impero”) delle città” per via dei centri che vi sorgevano in relazione al

nzio, vescovo difiorente commercio che vi si svolgeva; cfr. sopra, nota 61.
82
, p. 44). Il racconto dei tempi passati […] (Πo ecmb peMeHHbιx em), p. 18.

tore Ludovico il 83 Saga di Yngvarr Gran viaggiatore (Yngvars saga víðfǫrla).

84 La questione è chiaramente esposta e discussa in CUCINA 1989, pp. 198-243.

ltata la versione 85 Verosimilmente tuttavia l’Irlanda.

sull’attribuzione 86 DLO nr. 15.

verso la fine del 87 Si trattò tuttavia di esuli che lasciavano la loro patria in conseguenza della tirannia di Araldo

Bella chioma: un flusso parallelo a quello che spinse molti verso l’Islanda; vd. nota successiva.

) “ricco di 88 Vd. 3.2.5.

e occidentali ma 89 Eiríks saga rauða e Groenlendinga saga: cap. 2 e cap. 1 rispettivamente; cfr. la Landnámabók,

ens namnförråd,p. 131.

90 Vd. Eiríks saga rauða, p. 199, nota 11.


le di governo dal 91 Landnámabók, pp. 194-195.

nito per il figlio 92 Eiríks saga rauða, cap. 2, p. 201. Si veda anche il racconto del Libro dell’insediamento

te ed equilibrata (Landnámabók, pp. 131-135).

edesi di carattere 93 Ciò è indiscutibilmente dimostrato dagli scavi effettuati da archeologi norvegesi nella località

n runinskrifter tildi L’Anse aux Meadows (vd. INGSTAD A.S., The Discovery of a Norse Settlement in America.

he Emergence ofExcavations at l’Anse aux Meadows, Newfoundland 1961-1968, Oslo-Bergen-Tromsø 1977). Qui è

stato successivamente ricostruito presso la riva del mare un gruppo di case secondo i modelli

dell’architettura abitativa norvegese dell’epoca; vd. anche LJUNGQVIST CHARPENTIER F., “L’Anse aux

77, pp. 131-141;Meadows – sagornas Leifbodar?”, in PA XIX: 3 (2001), pp. 26-27. In relazione alla presenza dei

nordici nel continente americano è stata rivendicata anche la ‘scoperta’ di diverse pietre runiche (tra

o in relazione alle quali la più nota è forse quella di Kensington nel Minnesota), che tuttavia si sono dimostrate dei

falsi.

94 Saga di Eirik il Rosso, cap. 5 (vd. brano citato alla fine del paragrafo).

95 Saga dei Groenlandesi, cap. 2.

96 Il soprannome significa verosimilmente “dotato di qualità promettenti” (JÓNSSON F., “Tilnavne

i den islandske oldliteratur”, in AaNOH 1907, p. 293).

97 Su altri nordici che in precedenza sarebbero vissuti in America (in particolare tale Ari

rannia di AraldoMársson), vd. GHM I, pp. 150-168; vd. anche BEAUVOIS E., “La grande-Irlande ou pays des blancs

précolombiens du nouveau monde”, in Journal de la societé des Américanistes, I: 1-2 (1904), pp.

189-229.

Landnámabók, 98 La diffusione delle notizie relative a queste terre è testimoniata dalle diverse citazioni di

Vínland. La prima in ordine cronologico si trova nell’opera di Adamo da Brema, il quale riferisce che

essa era considerata un’isola: “Inoltre, nominò ancora un’isola da molti incontrata in quell’oceano,
che viene detta Vínland, a motivo del fatto che là le viti nascono spontaneamente producendo un

ell’insediamentoottimo vino. Del resto siamo venuti a sapere che là abbondano anche i prodotti della terra non

seminati, non in base a una credenza leggendaria, bensì a un sicuro resoconto dei Danesi” (DLO nr.

esi nella località16; cfr. ibidem, p. 110, scolio 37, dove di Odinkar, vescovo di Ribe, è detto che era figlio di Toki,

ent in America.comandante vinlandese). L’annotazione relativa alla fertilità del luogo trova corrispondenza in una

msø 1977). Qui èfonte quale il Libro dell’insediamento, in essa si legge infatti la definizione Vínland it góða, cioè “il

condo i modelli buon Vínland” (Landnámabók, p. 162 e p. 241); cfr. il Libro degli Islandesi (Íslendingabók) di Ari il

F., “L’Anse aux Saggio (inn fróði) Þorgilsson (1067 o 1068-1148), cap. 6; vd. KRISTJÁNSSON J., “Vinland the Good”,

alla presenza deiin HØDNEBO – KRISTJÁNSSON 1991, pp. 25-27. Inoltre questa terra è citata negli Annali islandesi agli

ietre runiche (traanni 1121 (cfr. pp. 279-280 con nota 197) e 1347 (IA, p. 213 e p. 403) così come in un testo islandese

o dimostrate dei di carattere enciclopedico (che la nomina insieme a Markland): qui tuttavia la citazione è da ritenere

spuria (Alfræði Íslenzk, I, p. 12). Una allusione a Vínland sarebbe da riconoscere, secondo S. Bugge,

nell’iscrizione runica norvegese di Hønen (Buskerud, XI secolo); vd. OLSEN-LIESTØL ET AL. 1941

(C.2.5), II, pp. 35-37. Vd. RAFN 1841 pp. 32-37 dove si fa riferimento ai viaggi (ivi compresa una

F., “Tilnavnespedizione nelle zone polari) effettuati tra il 1266 e il 1347; STORM 1887, HERMANNSSON 1909,

HERMANNSSON 1936, BRØGGER 1937, BRØNDSTED 1950, KRAUSE 1969, PÁLSSON 2001 (dove si

ticolare tale Ariprendono in considerazione le fonti celtiche) e anche (sulla questione della presunta ‘mappa di

pays des blancs Vínland’) KEJLBO I., “The Authenticity of the Vinland Map”, in Geografisk Tidsskrift, XCII (1992),

1-2 (1904), pp. pp. 1-13 e SEAVER K.A., Maps, Myths and Men. The Story of the Vinland Map, Palo Alto Calif. 2004.

99 In RAUSING G., “Bronzealderens Columbus” (Skalk, 1977: 1, pp. 9-10) si considera

erse citazioni dil’eventualità di un contatto tra le regioni del Nord e il continente americano addirittura nell’età del

uale riferisce chebronzo.

in quell’oceano, 100 L’albero cui viene dato nome mǫsurr è verosimilmente una specie di acero.
e producendo un 101 Brattahlíð (l’attuale Qassiarsuk in fondo al fiordo di Tunulliarfik) era il nome

della terra non dell’insediamento groenlandese in cui viveva Eirik il Rosso (NØRLUND P. – STENBERGER M.,

anesi” (DLO nr. Brattalid, Copenhagen 1934).

ra figlio di Toki, 102 Misura di lunghezza (sing. alin) che corrisponde a circa 45 cm.

pondenza in una 103 L’espressione usata nella saga (tvau dœgr) non è tuttavia del tutto chiara in quanto il termine

, cioè “ildœgr può indicare tanto lo spazio di tempo del giorno o della notte (dunque dodici ore) quanto un

) di Ari ilgiorno astronomico (dunque ventiquattro ore). Quest’ultimo pare tuttavia il senso più probabile

nland the Good”, quando si fa riferimento a periodi di navigazione.

agli 104 DLO nr. 17-20. I brani qui riportati sono tratti dalla Saga di Eirik il Rosso. In questo testo si

n testo islandeseriferisce dell’occasione in cui Leifr e i suoi uomini diedero nome alle terre di Helluland e Markland.

one è da ritenereIl nome Vínland vi compare al cap. 8 (nel brano qui riportato) come già noto. Alla sua origine fa

condo S. Bugge,invece riferimento la Saga dei Groenlandesi (Grœnlendinga saga, cap. 3) dove si dice che Leifr

. 1941avrebbe chiamato così quella terra in quanto vi erano state trovate delle viti e dell’uva.

vi compresa una 105 DLO nr. 21. I versi sono dello scaldo Egill Skalla-Grímsson (910-990); su di lui vd. oltre, pp.

1909,306-307.

2001 (dove si 106 Si confronti anche l’iscrizione della pietra svedese di Sparlösa (Västergötland, inizio del IX

sunta ‘mappa disecolo). Su di essa, a questo proposito, si legga LINDQUIST I., Religiösa runtexter II. Sparlösa-stenen,

, XCII (1992),ett svenskt runmonument från Karl den stores tid upptäckt 1937. Ett tydningsförslag, Lund 1940.

Alto Calif. 2004. 107 Interpretazione basata su KRAUSE 1966 (C.2.5), pp. 209-214. La parte finale dell’iscrizione

0) si considerarecita: hideRrunonofelẠḥekA hederA ginoronoR/ herAmAlAsARArAgeu/weḷẠdudsAþAtbAriutiþ, un

ttura nell’età delformula magica del tutto simile a quella che si trova sulla pietra di Björketorp (vd. p. 85, nota 82).

Cfr. qui il testo inciso sulla bratteata danese di Skodborg (Jutland meridionale, periodo delle

migrazioni): auja alawin auja alawin auja alawin j alawid “Salute, Alawin! Salute, Alawin!
) era il nomeSalute, Alawin! Buona annata, Alawid!” (KRAUSE 1966, pp. 241-244).

M., 108 SNORRI STURLUSON, Ynglinga saga: “Dómaldi raccolse l’eredità di suo padre Vísburr e

governò le terre. Durante il suo regno ci furono in Svezia fame e carestia. Allora gli Svedesi fecero a

Uppsala grandi sacrifici. Il primo autunno sacrificarono dei buoi ma il raccolto non migliorò affatto.

quanto il termineL’autunno seguente innalzarono un sacrificio umano ma il raccolto fu uguale se non peggiore. Il

i ore) quanto un terzo autunno gli Svedesi convennero numerosissimi a Uppsala, al tempo in cui doveva aver luogo il

so più probabilesacrificio. I capi tennero consiglio e furono d’accordo tra loro che la carestia doveva dipendere da

Dómaldi, loro re, e anche che dovevano sacrificarlo per [ottenere] la prosperità, assalirlo, ucciderlo e

n questo testo si aspergere gli altari del suo sangue, e così fecero” (DLO nr. 22). Vd. STRÖM F., “Kung Domalde i

and e Markland. Svithjod och kungalyckan”, in SoS, XXXIV (1967), pp. 52-66 e LÖNNROTH E., “Dómaldi’s death and

la sua origine fathe myth of sacral kingship”, in LINDOW – LÖNNROTH ET AL. 1986 (C.5.2), pp. 73-93. Cfr. anche, nella

i dice che Leifr medesima saga (cap. 43) la vicenda del re svedese Olof Diboscatore (trételgja) Ingjaldsson – di cui si

precisa che era poco dedito ai sacrifici – che fu bruciato vivo in casa per la medesima ragione. Qui si

lui vd. oltre, pp. può anche richiamare l’annotazione del biografo di Ansgar Rimbert (Vita Anskarii, cap. 26) che

riferisce come nel corso del suo secondo viaggio in Svezia il missionario fosse venuto a conoscenza

nd, inizio del IX del fatto che gli Svedesi adoravano come un dio un sovrano deceduto di nome Erik (Ericus).

Sparlösa-stenen, 109 Questa idea è stata talora messa in dubbio da studiosi autorevoli (in particolare in BAETKE

1964), ma ultimamente ha trovato nuovi sostenitori. Per una sintesi del problema vd. GRÄSLUND 1997

le dell’iscrizione(C.4.1), pp. 49-50 e i riferimenti relativi, cui si aggiunga VON FRIESEN 1932-1934, HÖFLER 1959,

, unSTRÖM 1959, MC TURK 1974-1977 e anche STEINSLAND 1992 e STEINSLAND 2000.

p. 85, nota 82). 110 Un soprannome meno noto di questo re era anche “il Grosso” (inn digri). Regnò dal 1015 al

e, periodo delle1028. Vd. oltre, pp. 254-257.

Salute, Alawin! 111 Per una più ampia valutazione di queste notizie e l’indicazione delle fonti vd. CHIESA ISNARDI
20084 (B.7.1), p. 310 e p. 445.

padre Vísburr e 112 Si tratta dell’itinerario che i sovrani svedesi nel medioevo dovevano percorrere nelle diverse

Svedesi fecero aregioni per ricevere l’omaggio e l’atto di sottomissione da parte dei dignitari locali preposti a

migliorò affatto.ciascuno dei distretti amministrativi (lagsagor, vd. p. 358) nei quali il Regno era suddiviso. Le leggi

non peggiore. Ilemanate verso la metà del XIV secolo dal re Magnus Eriksson (Legge generale per il Paese di

eva aver luogo ilMagnus Eriksson; vd. pp. 354-355) si esprimono in proposito in questo modo: “Ora il re dovrà

eva dipendere dapercorrere a cavallo la sua Eriksgata, e gli uomini delle [diverse] regioni dovranno seguirlo e

lirlo, ucciderlo econsegnargli degli ostaggi, tali che egli sia garantito e sicuro, e pronunciare quel giuramento che

Kung Domalde iprima è stato detto. E il re in ogni regione e lagsaga dovrà promettere e affermare di mantenere i

maldi’s death andpropri giuramenti nei loro confronti, quelli pronunciati a Uppsala, quando per la prima volta fu

Cfr. anche, nella accettato come sovrano./ § 1. Ora egli dovrà cavalcare seguendo il corso del sole attraverso il suo

ldsson – di cui siPaese. Allora quelli che abitano nella lagsaga dell’Uppland lo seguiranno attraverso di essa fino a

a ragione. Qui siSträngnäs. Là gli abitanti del Södermanland lo accoglieranno e gli andranno incontro con scorta e

, cap. 26) cheostaggi e lo accompagneranno a Svintuna. Allora gli abitanti dell’Östergötland gli andranno incontro

uto a conoscenzacon i loro ostaggi e lo accompagneranno attraverso la loro regione fino al centro della foresta di

Holaved. Là gli abitanti dello Småland gli andranno incontro e lo accompagneranno fino a Junabäck.

AETKE Là gli abitanti del Västergötland gli andranno incontro con scorta e ostaggi e lo accompagneranno

1997fino a Romundeboda. Là gli abitanti del Närke gli andranno incontro e lo accompagneranno

1959, attraverso la loro regione fino al ponte di Uppbåga. Là gli abitanti del Västmanland gli andranno

incontro con scorta e in pace (qui frid nel senso di “sicurezza all’interno della comunità”, vd. p. 97

egnò dal 1015 al con nota 3) e lo accompagneranno fino al ponte di Östen. Là gli abitanti dell’Uppland gli andranno

incontro e lo accompagneranno fino a Uppsala. § 2. Allora questo re è legalmente introdotto nel

SNARDI Paese e nel Regno, e ha percorso a cavallo la sua Eriksgata. Egli è scelto così come prescrive la legge
e con giuramenti e parole ha reso al suo Paese e agli uomini del suo Paese ciò che deve loro e ciò che

ere nelle diverse essi hanno dovere di adempiere” (DLO nr. 23).

ocali preposti a 113 D’altra parte si è visto che questa regione fin dal periodo preistorico ha sempre gravitato verso

ddiviso. Le leggi la Danimarca. In effetti essa è rimasta territorio danese fino al 1658 quando, in seguito al trattato di

per il Paese di pace di Roskilde fu ceduta alla Svezia insieme al Halland, al Blekinge, all’isola di Bornholm (che

“Ora il re dovràsarebbe successivamente ritornata sotto la Corona danese), alla regione del Bohuslän, tolta alla

anno seguirlo eNorvegia (che perdeva anche il distretto di Trondheim, successivamente recuperato); vd. oltre, p. 533

giuramento che con nota 13.

e di mantenere i 114 Termini corrispondenti nelle lingue scandinave moderne sono il danese ting “camera” (del

a prima volta fu parlamento), “corte d’assise”; il norvegese ting “tribunale” (storting “parlamento”, letteralmente

attraverso il suo“grande t.”); lo svedese ting “udienza di prima istanza”, l’islandese þing “parlamento”. Come si vede

so di essa fino ain queste lingue è ben conservato il ricordo della duplice funzione legislativa e giudiziaria dell’antica

ntro con scorta eassemblea (vd. MODÉER – ANDERSEN ET AL. 1974 e BECK – WENSKUS ET AL. 1984).

ndranno incontro 115 Già Tacito (Germania, cap. 11) fa preciso riferimento a questa istituzione.

della foresta di 116 In HEDEAGER 1992 (C.2.2) l’analisi archeologica ben evidenzia i presupposti della formazione

fino a Junabäck. di uno stato danese fin dall’età del ferro romana.

ccompagneranno 117 Cfr. p. 69, nota 24.

ccompagneranno 118 In CHAMBERS – WRENN 1959 (vd. p. 91, nota 110), pp. 16-20 è convincentemente proposta

nd gli andrannol’ipotesi che a Lejre si trovasse la celebre e magnifica reggia Heorot (“Il Cervo”) fatta costruire dal re

unità”, vd. p. 97danese Hrothgar (Hrōðgār) le cui vicende sono narrate nel Beowulf. Su Lejre vd. CHRISTENSEN T.,

and gli andrannoLejre – syn og sagn, Roskilde 1991 e LARSEN A-CHR. (red.): Kongehallen fra Lejre. Et

te introdotto nelrekonstruktionsprojekt. International workshop 25.-27. november 1993 på Historisk-Arkæologisk

rescrive la legge Forsøgscenter, Lejre, om rekonstruktionen af vikingehallen fra Gl. Lejre og et vikingetidsmiljø, Lejre
ve loro e ciò che1994.

119 Che verosimilmente corrisponde al nordico Hugleikr (ricordato nella Saga degli Ynglingar di

e gravitato versoSnorri Sturluson) e all’anglosassone Hygelac del Beowulf; vd. JONES 1977 (C.3.1), pp. 39-40 e pp.

uito al trattato di 51-52.

i Bornholm (che 120 Libro III, 3.

huslän, tolta alla 121 Le sue vicende, in particolare il contrasto con un sovrano svedese, sono ricordate anche

vd. oltre, p. 533nell’Edda di Snorri Sturluson (Skáldskaparmál, cap. 8).

122 Vd. p. 595, nota 306.

“camera” (del 123 Vd. p. 323.

o”, letteralmente 124 Vd. pp. 322-323.

o”. Come si vede 125 Brevis historia regum Dacie, pp. 96-97. A Svend Aggesen si deve anche la Legge di corte

ziaria dell’antica (Lex Castrensis, cfr. p. 394, nota 261) e una genealogia dei re danesi di cui resta solo la prefazione

(riportata nell’ultimo foglio del ms. AM 33, 4to, conservato presso l’Università di Copenaghen,

Nordisk Forskningsinstitut); cfr. nota 127.

della formazione 126 Gesta Danorum, I, I, 1.

127 Vd. Chronicon lethrense, pp. 43-53 (in particolare Dan è citato alle pp. 43-44); cfr. le Serie e

genealogie dei re dei Danesi (Series et genealogiæ regum Danorum), pp. 157-194 dove Dan è

emente propostaindicato sempre come progenitore (p. 159, p. 161, p. 167, p. 175, p. 177 e p. 186) mentre

a costruire dal reSkjold/Skyld compare fra i primi re danesi ma non come progenitore (p. 161, p. 167, p. 175 e p. 186).

T., 128 Nella “Introduzione” alla versione italiana dei carmi dell’Edda poetica, P.G. Scardigli,

n fra Lejre. Etpropone opportune osservazioni sul meccanismo attraverso il quale personaggi ed eventi storici

risk-Arkæologiskdivengono protagonisti e materia di letteratura leggendaria: vd. Il Canzoniere eddico, a cura di P.G.

, LejreSCARDIGLI, Milano, 1982, pp. VII-VIII.


129 Vd. Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson, cap. 41, p. 72 con nota 4 nella quale si dà conto

didelle altre fonti.

pp. 39-40 e pp. 130 Secondo il racconto di Saxo grammaticus (Gesta Danorum, VII, x, 4) questo curioso

soprannome gli derivava dal fatto che avendo egli perduto due denti a causa di un bastone lanciato da

un nemico, questi erano miracolosamente ricresciuti, tuttavia piuttosto sporgenti.

ricordate anche 131 Vd. questo episodio (e fonti relative) in CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 211. Sui re danesi di

questo periodo vd. JONES 1977 (C.3.1), pp. 53-65.

132 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 180 e p. 280.

133 Vd. SKOVGAARD-PETERSEN 1981, p. 14. Qui si anticipa la datazione relativa all’inizio di questa

costruzione, tradizionalmente collocata nell’anno 808; sul Dannevirke vd. MÜLLER S. – NEERGAARD

Legge di corteC., Danevirke. Archæologisk undersøgt, beskrivet og tydet, in NF I, 1890-1903, pp. 197-302; LA

olo la prefazioneCOUR VILH., Danevirkestudier. En Arkæologisk-Historisk Undersøgelse, København 1951 e KÜHL J.

di Copenaghen,– HARDT N., Danevirke. Nordens største fortidsminde, Herning 1999.

134 A proposito di questo personaggio, così come della sua famiglia le fonti non mostrano

precisione né concordanza; vd. SAXO GRAMMATICUS 1979-1980, II, pp. 147, nota 175, p. 148, nota

Serie e 176, p. 150, note 1 e 2.

194 dove Dan è 135 L’edificazione di altre imponenti fortificazioni-basi militari (come Trelleborg in Selandia,

p. 186) mentreFyrkat e Aggersborg nello Jutland e Nonnebakken in Fionia), legate alla figura del re Svend Barba

p. 175 e p. 186). forcuta si collegherà in seguito (tra il X e l’XI secolo) all’affermazione definitiva di un potere

P.G. Scardigli, centralizzato basato anche sulla militarizzazione del territorio. Vd. NØRLUND P., Trelleborg, med

ed eventi storicibidrag af K. JESSEN, København 1948; OLSEN O. – SCHMIDT H. ET AL., Fyrkat. En jysk vikingeborg, I-

, a cura di P.G.II, København 1977 e ROESDAHL E., “Vikingernes Aggersborg”, in NØRGAARD F. – ROESDAHL E. ET

AL. (red.), Aggersborg gjennem 1000 år – Fra vikingeborg til slægtsgård, Herning 1986, pp. 53-93.
quale si dà conto 136 Adamo da Brema (Gesta Hammaburgensis […], I, XIV) sostiene tuttavia che egli fosse il

cugino (patruelis) di Goffredo.

questo curioso 137 Forse sarebbe addirittura possibile identificare in questo re il mitico capo vichingo Ragnarr

stone lanciato daBrache di pelo (che in Saxo grammaticus sarebbe Regnerus, di cui tratta il libro IX); vd. SAXO

GRAMMATICUS 1979-1980, I, pp. 277-278; cfr. sopra nota 36.

. Sui re danesi di 138 Questo soprannome attribuito successivamente è di significato incerto; vd. JÓNSSON 1907

(indicazioni alla nota 96), p. 292 e p. 334.

139 Annales Regni Francorum, pp. 86-98, passim; vd. anche l’opera di Adamo da Brema (Gesta

l’inizio di questa Hammaburgensis […], I, XIV-XV) e, naturalmente, quella di Saxo grammaticus (Gesta Danorum,

EERGAARD libro IX).

A 140 Sull’interpretazione di questa espressione vd. NIELSEN 1983 (C.2.5), pp. 100-101.

J. 141 Vd. JONES 1977 (C.3.1), pp. 138-139.

142 Prologo (Præfatio) II, 1-3 (DLO nr. 24).

ti non mostrano 143 Vd. p. 155 con nota 215.

75, p. 148, nota 144 In questo periodo si afferma anche Uppåkra, in Scania, un centro la cui importanza culminerà,

secondo la testimonianza fornita dai reperti archeologici, nel X secolo. Va però tenuto presente che la

org in Selandia,Scania era in realtà piuttosto una regione danese (vd. sopra, nota 113).

re Svend Barba 145 Vd. ALBANI 1969 (C.6), p. 127.

va di un potere 146 Vd. NIELSEN 2000 (B.5), p. 337. Non così intendono studiosi del passato: STJERNA 1905

, med(C.2.3), TUNBERG 1940 e NERMAN 1941.

, I- 147 Vd. sopra, p. 91.

ET 148 L’intera questione è ben sintetizzata in JONES 1977 (C.3.1), pp. 43-53; cfr. sopra, p. 91 e nota

110. Vd. anche CHAMBERS – WRENN 1959 (vd. medesima nota), pp. 333-345.
che egli fosse il 149 La vicenda di Dómaldi è narrata nel cap. 15 (cfr. p. 128 con nota 108), quella di Ingjaldr nei

capp. 34 e 36-38 (cfr. p. 346, nota 74).

ichingo Ragnarr 150 Vd. il Frammento su alcuni antichi re dell’impero dei Danesi e degli Svedesi (cfr. p. 323, nota

AXO 126), passim.

151 Cfr. sopra, p. 134 con nota 137.

1907 152 Ynglinga saga, cap. 10.

153 Vd. oltre, pp. 240-241.

Gesta 154 La città, costruita sulla piccola isola di Björkö sul Mälaren dovette fiorire tra la fine dell’VIII

Gesta Danorum, secolo e il 975 circa; cfr. p. 208.

155 Vita Anskarii; cap. 11 e cap. 26; Björn è citato come un sovrano ben disposto nei confronti dei

missionari.

156 Per la doppia denominazione vd. oltre, pp. 155-156.

157 I Sami (detti in Giordane Screrefennae, cfr. p. 75).

158 Si tratta di una catena montuosa citata nei testi antichi ma la cui effettiva esistenza è assai

tanza culminerà,dubbia e l’eventuale collocazione ignota (vogliono forse indicare gli Urali?).

o presente che la 159 Il riferimento è a Caio Giulio Solino (Caius Iulius Solinus), autore latino vissuto nel III o IV

secolo d.C., e alla sua opera di carattere corografico Raccolta di cose memorabili (Collectanea rervm

memorabilium) nella quale rifacendosi ad autori precedenti (principalmente Plinio e Pomponio Mela)

1905 elenca notizie strane e curiose relative a popoli e Paesi. Il suo lavoro fu molto diffuso nel medioevo.

160 La citazione di popolazioni ‘meravigliose’ tra le quali si ritrovano i Ciclopi con un occhio solo

e i Cinocefali, cioè coloro che hanno la testa di cane, riecheggia evidentemente informazioni diffuse

pra, p. 91 e notafra gli scrittori dell’antichità.

161 Gesta Hammaburgensis […], IV, XXV (DLO nr. 25). Sulla concezione geografica del Nord in
la di Ingjaldr neiAdamo vd. BJØRNBO A.A., “Adam af Bremens Nordens Opfattelse”, in AaNOH 1909, pp. 120-244.

162 Questi tumuli sono presenti anche in Danimarca, seppure con minore frequenza rispetto al

(cfr. p. 323, notapassato e concentrati in alcune zone (vd. BRØNDSTED 1957-1960² [B.2], III, pp. 183-184 e pp. 284-

285).

163 I due tumuli maggiori, entrambi nella regione del fiordo di Oslo, sono il cosiddetto Jellhaugen

in Østfold e il Raknehaugen in Romerike (Regno dei Raumarici, ricordati da Giordane tra le tribù

nordiche; vd. sopra p. 75). Quest’ultimo tumulo è il più grande di tutta la Scandinavia (vd. sopra, p.

la fine dell’VIII90 e nota 108).

164 Capp. 42-46.

nei confronti dei 165 Capp. IX-X.

166 Vd. WESSÉN E., “Inledning”, in SNORRI STURLUSON, Yngligasaga, utgiven av E. WESSÉN

Stockhom-København-Oslo 1964, pp. XII-XVIII.

167 Vd. p. 210.

esistenza è assai 168 Vd. oltre, p. 310.

169 Vd. JONES 1977 (C.3.1), p. 87 e nota 3. Sulla cronologia relativa al regno di Araldo vd.

suto nel III o IVAÐALBJARNARSON B., “Formáli”, in SNORRI STURLUSON, Heimskringla, II, pp. LXXI-LXXXI e DE VRIES

ollectanea rervm 1942, pp. 103-117. In generale su Araldo vd. KOHT 1955.

Pomponio Mela) 170 Vd. in particolare le str. 9-11 (in Skj I: A, p. 26, B, p. 23).

171 L’episodio ci è narrato nella Saga di Hálfdan il Nero (Hálfdanar saga svarta, seconda parte

n un occhio solo della Heimskringla, cap. 6). Qui si racconta che la madre del futuro re aveva sognato di stare in

rmazioni diffusegiardino e di togliere una spina dalla propria camicia: ma quando l’ebbe in mano essa crebbe fino a

diventare un grande virgulto, sicché da una parte attecchì nel terreno mettendo velocemente le radici

afica del Nord ine dall’altra si protese in alto nel cielo. In tal modo divenne un albero tanto grande che pareva
estendersi su tutta la Norvegia e oltre. Su questo motivo letterario vd. DE VRIES 1942, pp. 96-97.

uenza rispetto alSempre Snorri nei capitoli 3 e 4 della Saga di Araldo Bella chioma (Haralds saga ins hárfagra, terza

3-184 e pp. 284- parte della Heimskringla) riferisce che costui, vistosi rifiutato da una giovane donna che lo riteneva

un sovrano con un potere troppo limitato, fece giuramento di impadronirsi di tutta la Norvegia,

ddetto Jellhaugenimpegnandosi a non tagliarsi i capelli, né a pettinarsi finché non avesse raggiunto il proprio scopo.

dane tra le tribùPer questo motivo gli fu dato il soprannome “Spettinato” (lúfa) che divenne in seguito “Bella

via (vd. sopra, p.chioma” (inn hárfagri), quando egli – raggiunto finalmente il proprio obiettivo – si fece tagliare e

pettinare i capelli (cap. 23).

172 Secondo Snorri Sturluson e altre fonti costei era figlia di Ǫzurr toti (soprannome di significato

incerto, forse “Bitorzolo”, dal momento che toti significa “protuberanza simile a un capezzolo”),

ESSÉN,della regione settentrionale norvegese di Hålogaland (Hálogaland, a nord del Trøndelag) ed era

cresciuta tra i Sami (Finni), il che spiegherebbe il fatto che era considerata esperta di magia. Più

probabile invece, che ella fosse – come vuole una diversa tradizione – figlia del re danese Gorm il

Vecchio. Secondo le saghe dei re, dopo la morte di Araldo Manto grigio (su cui poco più avanti) ella

o di Araldo vd.era fuggita nelle Orcadi rimanendovi per il resto della vita. Nella Saga dei vichinghi di Jómsborg

RIES (cap. 5), tuttavia, si racconta che ella fu attirata in Danimarca con una falsa proposta di matrimonio

da parte del re danese, ma una volta giuntavi fu assassinata a tradimento gettata in una palude. Sulla

scorta di questo racconto alcuni studiosi del passato hanno voluto riconoscere proprio in Gunnhild il

, seconda partecadavere di una donna ritrovato nella palude di Haraldskjær nello Jutland centrale. Questa

gnato di stare inidentificazione è tuttavia del tutto errata, sebbene ormai la sconosciuta il cui cadavere è stato

ssa crebbe fino a ritrovato in quel luogo sia comunemente nota come ‘la regina Gunnhild’ (GLOB 1973 [C.2.2], pp. 55-

cemente le radici58).

ande che pareva 173 Vd. sopra, p. 107.


1942, pp. 96-97. 174 Costui a quanto pare apparteneva a una famiglia di ‘giganti del ghiaccio’ ricordata in diverse

, terzafonti; vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 321 e note relative. Questa etimologia è, evidentemente,

a che lo ritenevaerrata; vd. sotto, p. 156 con nota 220.

tta la Norvegia, 175 Sull’interpretazione di questo punto vd. Historia Norwegie, p. 113.

il proprio scopo. 176 I primi (ant. nord. Kirjálar, finnico Karjalasete) sono collocati in Carelia (Kirjálaland),

n seguito “Bellaregione a oriente della Finlandia; i secondi (ant. nord. Kvenir/Kvænir, finnico Kveenit) in

si fece tagliare eKvenland/Kvænland, toponimo che a quanto pare si riferisce alla terra a est della Norvegia

settentrionale (vd. tuttavia CLEASBY-VIGFUSSON 1957 [B.5], p. 362, dove, in riferimento alla citazione

me di significato di questa terra che si trova nel cap. 14 della Saga di Egill Skalla-Grímsson, si pensa a una zona del

un capezzolo”), territorio russo settentrionale abitata dai Ciudi). Questo toponimo è stato falsamente inteso come

øndelag) ed era “Terra delle donne”, il che si ricollega a notizie che si trovano in autori antichi e medievali e che

ta di magia. Più hanno dato adito a molte speculazioni (vd. NORDAL S., “Formáli”, in Egils saga Skalla-Grímssonar

danese Gorm il p. XXVII; cfr. p. 1352, nota 4). Più in generale vd. KUUJO E.O. – NISSILÄ V., “Karelen”, in KHLNM VIII

o più avanti) ella(1963), coll. 279-286 e LUUKKO A., “Kväner”, in KHLNM IX (1964), coll. 599-602. La definizione

ghi di Jómsborg“Finni cornuti” traduce l’etnonimo nordico Hornfinnar, che fa riferimento alla credenza

ta di matrimoniosull’esistenza di uomini ai quali cresceva un corno sulla fronte; infine i Bjarmiani (ant. nord.

una palude. SullaBjarmar) – che a quanto pare sono suddivisi in due gruppi (vd. Historia Norwegie, I, p. 54; cfr.

io in Gunnhild ilMHN, p. 75, nota 1) – erano le popolazioni insediate in Bjarmaland che dovrebbe essere identificata

centrale. Questacon le zone più settentrionali della Russia sulle coste del Mar Bianco; su di loro vd. VILKUNA K.,

cadavere è stato“Bjarmer och Bjarmaland”, in KHLNM I (1956), coll. 647-651 e STANG H., Bjarmene – deres

3 [C.2.2], pp. 55-identitet, eksistensgrunnlag og forbindelser med andre folkeslag. Et problem i Nord-Russlands

forhistorie, Oslo 1977.

177 Su Thule vd. p. 80, nota 66.


ordata in diverse 178 Si tratta degli Eschimesi. Lo stesso nome viene dato agli indigeni dell’America settentrionale

, evidentemente,(vd., in particolare, la Saga di Eirik il Rosso e la Saga dei Groenlandesi).

179 Historia Norwegie, I (DLO nr. 26).

180 Landnámabók, pp. 34-37. In realtà è dimostrata una ‘colonizzazione’ delle Vestmannaeyjar

),(di fronte alla costa meridionale) già dall’VIII secolo (vd. THEÓDÓRSSON P., “Aldur landnáms og

) ingeislakolsgreiningar”, in Skírnir, CLXXI (1997), pp. 90-110 e, del medesimo autore, “Norse

della NorvegiaSettlement of Iceland close to A.D. 700?”, in NAR XXXI: 1 (1998), pp. 29-38.

nto alla citazione 181 È detto che Flóki e i suoi, impegnati nella caccia e nella pesca, non si preoccuparono di

a a una zona del procurarsi fieno per il bestiame che morì durante l’inverno. L’anno dopo Flóki avrebbe voluto

nte inteso cometornare indietro ma dovette fermarsi per recuperare tale Herjólfr, la cui imbarcazione era andata alla

medievali e chederiva. È riferito che al ritorno in Norvegia Flóki parlava male dell’Islanda a chi gli chiedeva notizie,

alla-Grímssonar,mentre Herjólfr ne diceva un gran bene (Landnámabók, pp. 36-39).

VIII 182 Traccia della loro presenza resta in toponimi islandesi come Papafjörður, Papey e Papós

2. La definizione(dove -fjörður “fiordo”, -ey “isola” e -óss “foce”, “estuario”). Sui papar vd. SVEINSSON E.ÓL.,

alla credenza“Papar”, in Skírnir, CIXX (1945), pp. 170-203 e PÁLSSON H., “Minnisgreinar um Papa”, in Saga, V

miani (ant. nord. (1965), pp. 112-122. Monete romane risalenti al 300 d.C. circa sono state recentemente ritrovate in

, I, p. 54; cfr. Islanda. Non è stato possibile tuttavia stabilire se esse siano state portate dai coloni o dai mercanti o

ssere identificatase navi romane abbiano potuto raggiungere l’isola, salpando verosimilmente dall’Inghilterra.

K., 183 Landnámabók, pp. 41-44.

armene – deres 184 Vd. oltre, p. 207.

Nord-Russlands 185 Landnámabók, pp. 40-47; la citazione originale in DLO nr. 27.

186 Cfr. nota 51, p. 150 e pp. 306-307.

187 Vd. p. 183. Mostr (Moster) è il nome dell’isola norvegese da cui egli proveniva e che si trova
ca settentrionalepresso le coste della regione di Hordaland.

188 Vd. oltre, p. 211.

189 Vd. p. 224.

Vestmannaeyjar 190 Vd. SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 395-416, ma anche l’opinione contraria espressa in FOOTE –

dur landnáms ogWILSON 1973 (C.3.4), p. 53.

autore, “Norse 191 Si veda come esempio assai significativo il racconto della Saga di Víglundr (Víglundar saga):

“E un’altra cosa non fu tuttavia di minore importanza che non andò bene a nessuno di coloro che si

reoccuparono di opposero alla sua volontà, alcuni furono cacciati dalla [loro] terra, alcuni uccisi; il re allora si

avrebbe volutoimpadronì di tutti i beni che avevano lasciato, ma molti uomini di grande importanza fuggirono dalla

e era andata allaNorvegia e non sopportarono le imposizioni del re, quelli che appartenevano a grandi stirpi, e

chiedeva notizie,preferirono abbandonare i loro possedimenti terrieri e i parenti e gli amici piuttosto che sottostare alla

schiavitù e al giogo del sovrano, e in molti si diressero verso diverse terre. Al suo tempo l’Islanda fu

Papós ampiamente colonizzata, perché in quel luogo si diressero molti di coloro, che non tolleravano il

E.ÓL.,potere del re Araldo” (DLO nr. 28); cfr. la Saga di Hǫrðr Grímkelsson (Harðar saga

, VGrímkelssonar), nota anche come Saga dei difensori dell’isola (Hólmverja saga), cap. 1. La parte

mente ritrovate ininiziale (capp. 3-30) della Saga di Egill Skalla-Grímsson è dedicata per buona parte alla figura di

o dai mercanti oquesto sovrano e ai contrasti che lo opposero a personaggi di prestigio. Si vedano anche, in questo

contesto, la Saga degli uomini di Eyr (Eyrbyggja saga), capp. 1-2, la Saga dei valligiani di

Vatnsdalur (Vatnsdœla saga), capp. 8-10, la Saga dei valligiani di Laxárdalur (Laxdœla saga), cap.

2, la Saga di Gísli, cap. 1 (nella versione più lunga, p. 3) e la Saga di Grettir Ásmundarson (Grettis

saga Ásmundarsonar), un testo tuttavia piuttosto tardo, capp. 2-3 e cap. 7. Anche nel Libro

dell’insediamento si trovano diverse allusioni ai rapporti tra il re Araldo e coloro che scelsero di

va e che si trova riparare in Islanda.


192 Cfr. p. 410. Al cap. 2 si legge: “Araldo suo figlio assunse il regno dopo il padre Hálfdan il

Nero. Egli allora era giovane per il numero degli anni, ma completamente formato in tutte le doti che

si addicevano a un re cortese. La chioma gli era cresciuta molto e aveva un colore particolare, assai

–simile alla vista alla bellezza della seta. Era l’uomo più bello e più forte e così imponente come si

può vedere dalla sua pietra tombale, quella che si trova a Haugasund. Era assai saggio e previdente e

):ambizioso, in ciò lo rafforzavano la fortuna e il progetto, che egli sarebbe diventato signore del

di coloro che siRegno dei Norvegesi, sicché dalla sua stirpe è stata onorata questa terra e così sarà sempre. A lui

i; il re allora siresero omaggio gli anziani con saggi consigli e supervisione del progetto. I giovani e gli uomini

a fuggirono dallavalenti desideravano [unirsi] a lui a motivo degli splendidi doni e del fasto regale […]” (DLO nr. 29).

grandi stirpi, e A Haugasund (Haugesund) nella regione di Rogaland si trova il cosiddetto Haraldshaugen (“tumulo

he sottostare alladi Araldo”).

mpo l’Islanda fu 193 È questo un elemento assai importante nella concezione del mondo dei popoli nordici pagani

on tolleravano il(vd. oltre, pp. 179-180).

Harðar saga 194 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 228-230.

cap. 1. La parte 195 Egils saga Skalla-Grímssonar, capp. 27-28.

rte alla figura di 196 Vd. STRÖMBÄCK D., “Att helga land. Studier i Landnáma och det äldsta rituella

anche, in questobesittningstagandet”, in Festskrift tillägnad Axel Hägerström den 6. september 1928 av filosofiska

dei valligiani dioch juridiska föreningarna i Uppsala, Uppsala 1928, pp. 198-220.

), cap. 197 Vd. p. 130.

Grettis 198 Vd. p. 386.

Libro 199 Vd. LÁRUSSON M.M., “Lǫgsǫgumaðr”, in KHLNM XI (1966), col. 137 e KÅLUND KR., “Det

che scelsero diislandske lovbjerg”, in AaNOH 1899, pp. 1-8.

200 Cfr. p. 197 con nota 384 e p. 209. Vd. LÁRUSSON M.M., “Lögrétta”, in KHLNM XI (1966),
padre Hálfdan ilcoll. 136-137; LÁRUSSON ÓL., “Goði og Goðorð”, in KHLNM V (1960), coll. 363-366 e SAMSON 1992

n tutte le doti che(C.6.4).

particolare, assai 201 Vd. SCOVAZZI 1975 (B.8), p. 267-268 e p. 292.

ponente come si 202 Su questa data vd. BENEDIKTSSON 1986 (C.5.2), pp. CXXXV-CXXXIX (§ 17. Tímatal).

io e previdente e 203 All’assemblea generale degli Islandesi (Alþingi) e alla sua storia è interamente dedicato il

ntato signore delnumero CIV della rivista Skírnir, uscito nel 1930, anno della celebrazione del millennio di questa

rà sempre. A lui istituzione.

ani e gli uomini 204 In realtà, secondo tradizione, all’assemblea potevano partecipare solo i rappresentanti legali e

]” (DLO nr. 29).gli uomini eminenti delle diverse comunità.

(“tumulo 205 Vd. SCOVAZZI M., “Dalla Scandinavia all’Islanda”, in SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 395-416.

206 Vd. p. 377.

li nordici pagani 207 L’allusione è, evidentemente, innanzi tutto all’Etna.

208 Il riferimento è all’opera Dialogorum Libri IV del Papa San Gregorio Magno. Questo testo era

stato tradotto in islandese e fa parte del gruppo delle heilagra manna sǫgur (vd. p. 326 con nota 133),

I, pp. 179-255 (la citazione cui qui si fa riferimento si trova a p. 245).

äldsta rituella 209 Il riferimento è al purgatorio o, più probabilmente, all’inferno.

28 av filosofiska 210 Konungs skuggsjá, p. 18 (DLO nr. 30).

211 Getica, III, 23.

212 PROCOPIO 1961, VI, xv, 3 e 29.

213 Vd. sopra, p. 132 con note 126 e 127. Per i possibili corrispondenti di questo re leggendario in

., “Det altre fonti vd. SAXO GRAMMATICUS 1979-1980, II, p. 25. Saxo riferisce che Dan aveva un fratello di

nome Angul dal quale avrebbero preso nome gli Angli (I, I, 2). Costui compare come tale anche in

XI (1966), una genealogia danese: Incerti auctoris genealogia regum Danie, p. 186.
1992 214 Vd. DE VRIES 1962² (B.5), p. 73; WESSÉN 197510 (B.5), pp. 25-26.

215 Germania, cap. 44: “Poi, in quello stesso Oceano, le genti dei Suiones, che si distinguono per

le flotte oltre che per i guerrieri e le armi. La forma delle navi in questo differisce: che da entrambe le

parti una prua presenta un frontale predisposto per l’approdo. [Le navi] non sono manovrate con le

mente dedicato ilvele né [essi] attaccano i remi alle fiancate in ordine [regolare]: il remeggio è libero e modificabile,

lennio di questacome in taluni fiumi, in una o in un’altra direzione, a seconda delle necessità. Presso di loro sono in

onore anche le ricchezze, per questa ragione uno solo esercita il potere senza alcuna restrizione, con

esentanti legali ediritto assoluto all’obbedienza. Né le armi, come presso gli altri Germani, sono a disposizione di tutti,

ma [sono tenute] rinchiuse con un custode, e addirittura uno schiavo, dal momento che l’Oceano

impedisce improvvise incursioni dei nemici e inoltre schiere armate in ozio facilmente si

abbandonano alla tracotanza: e in realtà non è interesse del re affidare le armi né a un nobile, né a un

uomo libero, né certamente a un uomo affrancato” (DLO nr. 31). In NIELSEN 2000 (B.5), p. 337 si

Questo testo eraricorda che questa citazione potrebbe avere un precedente in Plinio, là dove (Naturalis Historia, IV,

26 con nota 133), 13 [96]) egli fa riferimento agli abitanti dell’isola detta Scatinavia (cfr. p. 79, nota 65): ivi

l’espressione Hillevionum gente potrebbe infatti essere una corruzione di *illa Suionum gente. Una

possibile allusione ai Suiones si può forse leggere là dove Tolomeo (Γεωγραφικὴ ‘φήγησις, III, v, 8)

nomina i Sulones (Σούλωνες), anche perché nel medesimo contesto egli fa riferimento ai Finni

(Φίννοι, sui quali cfr. II, XI, 16).

216 SVEINSSON 1917 (C.2.3), pp. 147-148; cfr. p. 74, nota 40.

re leggendario in 217 Gesta Hammaburgensis […], passim.

va un fratello di 218 Vd. DE VRIES 1962² (B.5), pp. 568-569 e WESSÉN 197510 (B.5), pp. 26-27.

me tale anche in 219 DLO nr. 32; cfr. ADAMO DA BREMA, Gesta Hammaburgensis […], I, XIV: “Infatti i Danesi e gli

altri popoli che si trovano oltre la Danimarca, dagli storici dei Franchi sono tutti chiamati Normanni”
(DLO nr. 33).

distinguono per 220 Vd. DE VRIES 1962² (B.5), pp. 411-412; WESSÉN 197510 (B.5), p. 28. Vd. tuttavia anche

e da entrambe lel’ipotesi di A. Noreen (Svenska etymologier, Uppsala 1897, pp. 22-24) che lo intende come la “via

manovrate con lestretta”. Una disamina delle diverse ipotesi etimologiche si trova in SEIP 1923, pp. 9-14.

o e modificabile, 221 Si vedano esempi come Ynglingar, i discendenti del mitico antenato degli Svedesi Yngvi-

o di loro sono in Freyr (cfr. pp. 174-175), Skjǫldungar, i discendenti del mitico antenato dei Danesi, Skjǫldr (cfr. p.

a restrizione, con132), Vǫlsungar, gli appartenenti alla stirpe leggendaria dei Volsunghi, Niflungar, “Nibelunghi”, ma

posizione di tutti, anche víkingar (sing. víkingr), “vichinghi” (verosimilmente formato su vík “baia”; cfr. sopra, p. 99 e

to che l’Oceanonota 12).

o facilmente si 222 DE VRIES 1962² (B.5), p. 159.

n nobile, né a un 223 Vd. sopra, p. 137.

(B.5), p. 337 si 224 Getica, XIV, 79.

, IV, 225 Prologo dell’Editto di Rotari, p. 2.

9, nota 65): ivi 226 Vd. HACHMANN 1970 (C.2.3), pp. 45-46 e pp. 55-56.

. Una 227 Vd. SNORRI STURLUSON, Heimskringla, I, p. 3, nota 4.

, III, v, 8) 228 Pur se si accetti la tradizione che assegna ai Goti una origine scandinava non pare possibile

imento ai Finniimmaginare l’esistenza di un gruppo linguistico gotico-nordico, seppure queste lingue condividano

alcune isoglosse significative (vd. sopra, p. 74 con nota 44). Del resto si constata anche l’esistenza di

isoglosse tra le lingue del gruppo nordico e quelle del germanico occidentale: tra le più rilevanti il

passaggio di /*ē1/ (< /*ē / indoeuropea)/ ad /ā / (con conseguente sviluppo di /*ē2/); il passaggio di

/*-ō/ finale (< indoeuropeo /*ā /) a /-u/; la chiusura dei dittonghi atoni germanici /*ai/ e /*au/

atti i Danesi e glirispettivamente in /ē / e /M /; il rotacismo del germanico /*z/ > /r/; la presenza di pronomi

mati Normanni”dimostrativi con rafforzativo /-si/, /-se/. Naturalmente a questi fenomeni (non tutti riferibili alla
medesima fase temporale) si affiancano isoglosse di tipo morfologico, così come la condivisione di

d. tuttavia ancheparticolari sviluppi tra il nordico e singole lingue dell’area occidentale. Tra questi ultimi

nde come la “viaparticolarmente ‘vistoso’ risulta il fenomeno di caduta della /*-n/ finale (che si evidenzia soprattutto

nell’infinito dei verbi) che il nordico condivide con il frisone. Vd. NIELSEN H.F., “Nordic-West

Svedesi Yngvi-Germanic relations”, in BANDLE 2002-2005 (B.5), I, pp. 558-568 e QUAK A., “Nordic and North Sea

ldr (cfr. p.Germanic relations”, ibidem, I, pp. 568-572.

Nibelunghi”, ma 229 Vd. NIELSEN 2002 (vd. nota precedente).

fr. sopra, p. 99 e 230 Ibidem, p. 617.

231 Il fenomeno della frattura vocalica è presente, seppure in altre forme, anche in area

anglosassone. In nordico la frattura non avviene se la /e/ è preceduta da /v/, /u/, /l/, /r/; se è seguita da

/h/; se sta in sillaba che non porta l’accento principale.

232 All’inizio di parola davanti alle liquide /l/ e /r/; davanti alle vocali scure; se preceduto da /ō/,

/g/, /k/; dopo sillaba chiusa non terminante in /g/ o /k/.

233 I casi di assimilazione (totale o parziale) sono i seguenti: /lþ/ (non costantemente), /lR/ (tranne

che nei monosillabi con vocale breve dove > lr), /ðl/ e /rl/ (in età recente) passano a /ll/; /rs/ (in età

on pare possibilerecente), /tt/ (fenomeno germanico) e /sR/ passano a /ss/; /rz/ e /rR/ passano a /rr/; /nk/ passa a /kk/;

gue condividano/nt/, /ht/, /þt/, /dt/, /ðt e /tk/ (non costantemente) passano a /tt/; /ðd/ e /zd/ passano a /dd/; /np/ e /mp/

che l’esistenza di passano a /pp/; /nþ/, /nR/ e /zn/ passano a /nn/; /mf/ passa a /mm/. Inoltre n > m davanti a p.

e più rilevanti il 234 Vd. pp. 1435-1436 con note 107-109.

; il passaggio di 235 La lingua norvegese andrà in seguito incontro a eventi in conseguenza dei quali compariranno

/ nel secolo XIX due varianti dette rispettivamente bokmål e nynorsk. La prima, in quanto fortemente

nza di pronomi influenzata dal danese, presenta molti tratti tipici delle lingue scandinave orientali. Su questo si veda

tti riferibili alla11.3.3.1.


a condivisione di 236 Va tra l’altro segnalato che il nome del capoluogo di questa regione, Wick, è chiaramente

a questi ultimi derivato dal nordico vík “baia”.

enzia soprattutto 237 Vd. sopra, p. 107 con nota 34. La scomparsa di questi dialetti va messa in relazione anche

., “Nordic-West all’esaurirsi dei commerci che per lungo tempo avevano collegato la Norvegia a queste isole.

ic and North Sea 238 Una ‘frattura’ peculiare delle lingue nordiche orientali è quella che riguarda la vocale /y/ che

davanti ai nessi /ngw/, /nkw/, /ggw/ passa a /iu/; vd. a esempio il verbo “cantare”: in isl. syngja, ma

sjunge (< siunge) in danese (forma arcaica) e sjunga (< siunga) in svedese. Diverso è tuttavia il caso

del gutnico (vd. p. 1435 con nota 107).

, anche in area

/; se è seguita da

/,

R/ (tranne

/ (in età

/;

mp/

ali compariranno

uanto fortemente

Su questo si veda
236 Va tra l’altro segnalato che il nome del capoluogo di questa regione, Wick, è chiaramente

derivato dal nordico vík “baia”.

237 Vd. sopra, p. 107 con nota 34. La scomparsa di questi dialetti va messa in relazione anche

all’esaurirsi dei commerci che per lungo tempo avevano collegato la Norvegia a queste isole.

238 Una ‘frattura’ peculiare delle lingue nordiche orientali è quella che riguarda la vocale /y/ che

davanti ai nessi /ngw/, /nkw/, /ggw/ passa a /iu/; vd. a esempio il verbo “cantare”: in isl. syngja, ma

sjunge (< siunge) in danese (forma arcaica) e sjunga (< siunga) in svedese. Diverso è tuttavia il caso

del gutnico (vd. p. 1435 con nota 107).


239 Qui si dà conto solo dei fenomeni più vistosi, per un quadro più dettagliato si rimanda a

SCHULTE 2002 (B.5).

240 Si consideri l’uso del suffisso -ing/-ung, utilizzato per formare nomi di popoli o

denominazioni di gruppi (vd. p. 156 con nota 221).

241 Questo suffisso sarà molto produttivo in epoca post-vichinga: vd. oltre p. 390.

242 Vd. STRANDBERG 2002, pp. 674-682 e FRIDELL 2002.

243 Vd. cap. 4.

244 Per un excursus sulle fonti vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 677-685.

245 Come sopra si è riferito, in MAGNUS – MYHRE 1986 (B.2) si sostiene che nel quadro religioso

dell’età del bronzo il ‘dio con l’ascia’ e la ‘dèa con la collana’ sono le uniche divinità della cui

venerazione si abbia certezza (vd. p. 52, nota 149). Tuttavia dobbiamo considerare anche opinioni

contrarie. A esempio, come è stato detto, lo studioso B. Almgren ha ritenuto di poter escludere che

nelle incisioni rupestri dell’età del bronzo sia possibile individuare la raffigurazione di una qualsiasi

divinità, dal momento che – secondo il suo parere – ci troviamo di fronte a un atteggiamento

religioso aniconico (ALMGREN 1962 [C.1.3]; cfr. p. 51). Un altro esempio di diversa e del tutto

particolare interpretazione dei dati archeologici relativi alla religione dell’età del bronzo viene offerto

da J. Brøndsted il quale piuttosto che pensare a un ‘dio con l’ascia’ preferisce intendere l’ascia

medesima addirittura come una sorta di divinità (vd. sopra, p. 52, nota 150).

246 Vd. oltre, p. 174 con nota 296.

247 Vd. nota 295.

248 Vd. DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, pp. 164-165.

249 Vd. p. 45 con nota 119 e p. 52 con nota 149.

250 Vd. JENSEN 2001-2004 (B.2), II, pp. 487-488. Con questo vanno confrontati altri reperti, come
ato si rimanda ai resti di una effigie maschile in legno rinvenuti a Rosbjerggård (Jutland settentrionale) e altri simili

tra cui, in particolare, la figura ritrovata nella palude di Spangeholm (Vendsyssel, Jutland

mi di popoli osettentrionale) che nella sostanza è costituita solo da un organo sessuale maschile della lunghezza di

64 cm. (vd. JENSEN 2001-2004, III, p. 192).

251 Vd. RIISMØLLER P., “Frøya fra Rebild”, in Kuml, 1952, pp. 119-132.

252 Cfr. la figurina maschile in bronzo rinvenuta in un tumulo tombale nella foresta di Søholt

(Lolland, 500 d.C. circa). Qui va naturalmente considerato il ritrovamento parallelo di importanti

collari d’oro la cui lavorazione ricorda la ‘collana’ di questo ‘dio’ (si vedano i reperti svedesi di

quadro religiosoÅlleberg e Möne in Västergötland): questi monili avevano certamente una funzione rituale, per cui la

divinità della cuistatuetta danese potrebbe forse rappresentare una persona investita della dignità sacerdotale.

e anche opinioni 253 In particolare quello sul quale è raffigurato il dio Odino accompagnato dai suoi due corvi (uno

er escludere cheche lo precede e uno che lo segue) in sella a una cavalcatura di fronte alla quale si trova una serpe.

di una qualsiasi 254 Cfr. p. 50, nota 140. Si vedano anche le lamine d’oro rinvenute a Hauge (distretto di Jæren,

n atteggiamentoNorvegia meridionale) da collocare cronologicamente nel periodo vichingo.

versa e del tutto 255 Vd. sopra, pp. 92-93. È certamente molto difficile dubitare che il cavaliere che cavalca un

nzo viene offerto destriero dotato di otto zampe (si veda la pietra di Tjängvide) sia qualcuno di diverso da Odino,

intendere l’asciapossessore del mitico destriero Sleipnir che aveva appunto questa caratteristica.

256 Vd. sopra p. 107 con nota 35.

257 Singolarmente simile a questa è una statua in pietra calcarea che si trova nel cimitero di

Lokrune sull’isola di Gotland.

258 A questa si può forse accostare la pedina da gioco in ambra alta 4.7 cm. rinvenuta presso

Roholte (Selandia meridionale) e risalente all’epoca vichinga. Essa raffigura la parte superiore del

ltri reperti, comecorpo di una figura maschile che si tiene la barba.


ale) e altri simili 259 Questo tipo di reperti è piuttosto frequente; vd. SKOVMAND 1942 (C.3.4), pp. 64-65. Un altro

dsyssel, Jutlandinteressante reperto d’epoca vichinga da richiamare qui è una statuetta realizzata in avorio di tricheco

ella lunghezza dirinvenuta a Lund (Scania) che rappresenta una figura seduta che si tiene la lunga barba; sul retro è

inciso un martello di Thor; cfr. nota precedente.

260 Vd. oltre, pp. 287-296.

foresta di Søholt 261 L’esempio più ‘classico’ è forse quello del dio Ullr della cui venerazione ci restano tracce solo

elo di importantinei toponimi che – d’altronde – indicano anche l’esistenza di una divinità dal nome molto simile,

eperti svedesi di*Ullin, per altro totalmente sconosciuta alle fonti scritte. Vd. la cartina riportata in DE VRIES 1970³

rituale, per cui la(B.7.1), II, p. 155.

262 TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), p. 69.

oi due corvi (uno 263 Su questa carica vd. oltre, p. 197, con nota 384.

264 Saga di Hrafnkell, goði [del dio] Freyr (Hrafnkels saga Freysgoða). Se è pur vero che questa

istretto di Jæren,saga è in realtà frutto di invenzione letteraria (vd. oltre, p. 312 con nota 90) è altrettanto vero che le

saghe traggono in gran parte la propria ispirazione dal patrimonio cultural-tradizionale scandinavo.

e che cavalca un 265 SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 377-383.

verso da Odino, 266 Vd. a esempio l’episodio relativo al re svedese Erik il Vittorioso del quale è detto che ebbe la

meglio in uno scontro contro un devoto del dio Thor dopo essersi recato nel tempio di Odino e

avergli affidato la propria vita (per la fonte vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 210 e p. 257, nota

nel cimitero di 154).

267 Vd. soprattutto il Carme di Hárbarðr (Hárbarðsljóð) che si trova nell’Edda poetica (vd. pp.

rinvenuta presso 292-293): in esso Odino (Hárbarðr) e Thor si contrappongono in un dialogo nel quale si scambiano

rte superiore delreciproci insulti (per i dettagli vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 621 e p. 629, nota 10); vd. anche

l’episodio narrato nella leggendaria Saga di Gautrekr (Gautrekssaga) nel quale Odino e Thor
64-65. Un altrostabiliscono il destino dell’eroe Starkaðr emettendo nei suoi confronti decreti contrastanti (per i

vorio di trichecodettagli vd., ancora, CHIESA ISNARDI 20084, pp. 418-419 e p. 427).

barba; sul retro è 268 CHIESA ISNARDI 1992, p. 326. Sui goðlausir menn vd. tra l’altro STRÖM 1967 (B.7.1), pp. 246-

248 e TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), pp. 263-268.

269 Resta valida al riguardo la discussione, seppure assai datata, proposta in DE VRIES 1933.

stano tracce solo 270 Erroneamente, sulla scia wagneriana questa parola viene comunemente tradotta come

me molto simile,“crepuscolo degli dèi” (Götterdämmerung). Wagner del resto riprende una interpretazione più antica

1970³espressa, a esempio, in opere di fine Settecento composte da poeti inglesi, come Thomas James

Mathias (ca.1754-1835) e Joseph Sterling (date di nascita e morte ignote). Nella prima edizione

dell’Edda (1665), il danese Peder Hansen Resen nella Prefazione al lettore (che segue la lunga e

dotta dedica al re Federico III) definiva il ragnarøkkr come “l’estrema distruzione di tutto l’universo”

vero che questa(Petri Joh. Resenii Præfatio ad Lectorem benevolum et candidum de Eddæ editione, settima pagina,

tanto vero che leper altro non numerata: “om Ragnarocker seu extremo interitu totius universi”); vd. Edda (edizione

seicentesca di PEDER HANSEN RESEN); cfr. p. 587.

271 Il parallelismo, noto da fonti latine, ma non solo (TURVILLE-PETRE 1964 [B.7.1], pp. 71-73)

detto che ebbe la risulta evidente anche nel nome del “mercoledì”, Mercurĭi dĭēs, che nelle lingue germaniche conosce

mpio di Odino ele seguenti forme: ant. nordico óðinsdagr, ant. ingl. wōdnesdæg, cfr. medio nederlandese

10 e p. 257, notawōdensdach.

272 In effetti si tratta di un nome femminile Odhindisa (Óðindísa) che compare sull’iscrizione

(vd. pp. runica di Hassmyra (Västmanland), databile poco dopo la metà dell’XI secolo, nella forma declinata

ale si scambianooþintisu; vd. ANDERSSON 1992 (B.7.1), p. 512; cfr. p. 191, nota 363.

ta 10); vd. anche 273 Come opportunamente fa rilevare E.O.G. Turville-Petre (TURVILLE-PETRE 1964 [B.7.1], p. 68)

e Odino e Thor questa zona era il centro del potere del re Araldo Bella chioma, la cui condotta si ispira alla ricerca di
ontrastanti (per iuna affermazione di tipo personale.

274 Vd. la cartina in DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, p. 53.

(B.7.1), pp. 246- 275 In TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), pp. 67-68, è inoltre evidenziato come il rapporto di

venerazione per questo dio fosse alla base, a esempio, delle imprese di sovrani come Araldo Bella

chioma (cfr. nota 273) e di suo figlio Eirik Ascia insanguinata.

e tradotta come 276 Cap. 6: “[…] ma i suoi [di Odino] uomini avanzavano senza corazza invasi dalla furia come

azione più anticacani o lupi, mordevano nei loro scudi, erano forti come orsi o tori. Uccidevano la gente, ma né il

e Thomas Jamesferro né il fuoco li potevano [fermare]. Questa è detta furia dei berserkir’” (DLO nr. 34). Sui

prima edizioneberserkir vd. HÖFLER O., “Berserker”, in HOOPS – BECK 1973-2007² (A), II (1976), coll. 299-304, LID

segue la lunga eN., “Berserk”, in KHLNM I (1956), coll. 501-503 e il più recente NÄSSTRÖM B-M., Bärsärkarna.

tutto l’universo”Vikingatidens elitsoldater, Stockholm 2006.

, settima pagina, 277 Il quale sottolineava che il dio principale della tradizione religiosa scandinava era piuttosto

(edizioneThor e che Odino si era affermato solo in determinati ambiti in epoca vichinga (vd. PETERSEN H., Om

Nordboernes Gudedyrkelse og Gudetro i Hedenold. En Antikvarisk Undersøgelse, Kjøbenhavn 1876,

.7.1], pp. 71-73) in particolare alle pp. 33-137).

maniche conosce 278 Per l’elenco relativo vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 699.

io nederlandese 279 Su questo vd. DUMÉZIL 1959 (B.7.1), pp. 47-57.

280 In qualche caso sulle pietre runiche compare una invocazione al dio perché le “consacri” (si

re sull’iscrizionevedano in particolare le iscrizioni danesi di Glavendrup in Fionia, inizio del X secolo, di Sønder-

forma declinataKirkeby in Falster e di Virring nello Jutland, seconda metà del X secolo, e quella svedese di Velanda

in Västergötland, inizio dell’XI secolo). Su altre pietre (come quelle danesi di Læborg nello Jutland,

64 [B.7.1], p. 68)prima metà del X secolo e quella più tarda, XII secolo, di Hanning, anch’essa nello Jutland) è

ira alla ricerca diraffigurato il martello del dio, strumento eccellente del suo potere contro le forze oscure e pericolose.
Un caso dubbio resta quello di una delle pietre erette presso la chiesa di Täng (Västergötland, X

secolo): vd. GARDELL S., “Till tolkningen av tvenne runristade västgötastenar”, in FV 1934, pp. 339-

e il rapporto di343.

me Araldo Bella 281 TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), pp. 94-97.

282 Fin dall’Ottocento L. Müller (Det saakaldte Hagekors’s Anvendelse og Betydning i Oldtiden,

dalla furia comeavec un resumé en Français, Kjøbenhavn 1877) aveva inteso la croce uncinata (così come la

gente, ma né il trischele) come simbolo di un moto circolare continuo (con probabile riferimento a quello del sole).

LO nr. 34). Sui Essa sarebbe da collegare agli utensili utilizzati per far scaturire scintille e ottenere il fuoco. Si tratta

ID di un simbolo che appare nelle bratteate, ma anche su pietre runiche come a esempio quella

Bärsärkarna.norvegese di Kårstad (Nordfjorden, probabilmente del V secolo), quella danese di Snoldelev

(Selandia, primo periodo vichingo, dove essa è in combinazione con la trischele). Essa inoltre può

ava era piuttostoanche essere riconosciuta (seppure in forma non ‘canonica’) nelle incisioni rupestri: si vedano

Omraffigurazioni come quelle di Boråseberget (Svarteborg, Bohuslän), di Tose (Bohuslän) e, forse,

jøbenhavn 1876,anche quella di Finntorp (Tanum, Bohuslän), che presenta una croce grossolana (quasi una via di

mezzo tra la croce uncinata e quelli che saranno poi i ‘martelli’ di Thor). In questo senso va

verosimilmente letto anche il simbolo simile presente in una incisione nel comune di Esbjerg (Jutland

meridionale) e quello (anch’esso in territorio danese) di Udsholt Blidstrup (Selandia settentrionale)

le “consacri” (si che mostra un piccolo cerchio con un punto al centro dal quale si dipartono quattro ‘raggi’.

colo, di Sønder-Particolarmente intrigante mi pare tuttavia una figura umana fortemente stilizzata (Lökeberget,

edese di VelandaTunge nel Bohuslän) la cui postura pare proporre la forma di una croce uncinata.

rg nello Jutland, 283 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 121; la fonte è il Carme di Þrymr (Þrymskviða)

nello Jutland) ènell’Edda poetica (vd. p. 292). Qui pare possibile un collegamento con l’incisione rupestre di

ure e pericolose. Vitlycke (Tanum, Bohuslän) nella quale si vede una coppia che viene ‘benedetta’ da una figura
Västergötland, X(probabilmente, considerate le dimensioni, una divinità) che brandisce un’ascia.

1934, pp. 339- 284 Come per Odino il parallelo si propone anche per il nome del “giovedì”: in latino dĭēs Iŏvis,

che in ant. nordico è þórsdagr, cfr. ant. ingl. þuresdæg.

285 Vd. p. 36 con nota 82.

dning i Oldtiden, 286 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 228-231.

a (così come la 287 Vd. le cartine in DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, pp. 116-117.

quello del sole). 288 O. Almgren, a esempio, riconosce una continuità tra figure che si ritrovano nelle incisioni

l fuoco. Si trattarupestri come quella di Kalleby (Tanum, Bohuslän), nella quale compare un ‘dio con il martello’,

esempio quellal’iconografia di Thor e l’immagine di Sant’Olav raffigurato su una nave con in mano un’ascia, che si

se di Snoldelevtrova su un sigillo medievale della città svedese di Torshälla (anticamente Torsharg, un toponimo di

Essa inoltre può chiaro carattere cultuale, vd. p. 189) in Södermanland (ALMGREN 1926-1927 [C.1.3], p. 71 e figura

estri: si vedano 39). In questo contesto si veda anche MONTELIUS O., The Sun-god’s axe and Thor’s hammer, London

huslän) e, forse,1910.

quasi una via di 289 Anche se, a onor del vero, occorre specificare che le fonti cui si fa riferimento al riguardo

questo senso vaappartengono prevalentemente, all’area islandese e che nella tradizione norvegese, così come in

Esbjerg (Jutlandambito leggendario – si veda a esempio la Saga di Bárðr (formalmente una ‘saga islandese’ in realtà

ia settentrionale)tuttavia un testo ricco di allusioni a elementi fantastici) – Odino appare in qualche occasione come

quattro ‘raggi’. pericoloso nemico dei cristiani (Bárðar saga, cap. 18). Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 206-

ata (Lökeberget,207.

290 Diversi episodi relativi sono elencati in CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 231-233.

) 291 Questa espressione riprende un episodio riportato tra l’altro nel cap. 102 della Saga di Njáll

ione rupestre didel rogo (Brennu-Njáls saga) nel quale si riferisce che un missionario cristiano di nome Þangbrandr

a’ da una figura aveva fatto naufragio sulle coste dell’Islanda: questo fatto era stato salutato dalla poetessa Steinunn
Refsdóttir (vd. p. 307, nota 79) con la composizione di alcuni versi celebrativi (vd. Skj I: A, pp. 135-

dĭēs Iŏvis, 136, B, pp. 127-128); costei inoltre aveva sostenuto che Thor aveva sfidato Cristo a duello,

domandandosi come il nuovo dio osasse misurarsi con l’antico.

292 Per la loro distribuzione vd. la cartina in DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, p. 309; cfr. ibidem, p. 201.

Per i toponimi riconducibili a Frigg vd. ibidem, p. 303.

293 Vd. p. 184 con nota 333.

o nelle incisioni 294 In ant. nordico frjádagr, cfr. ant. ingl. frīgedæg, ant. alto ted. frīatag, evidenti calchi del latino

con il martello’,dĭēs Vĕnĕris; vd. DE VRIES 1962² (B.5), p. 143.

o un’ascia, che si 295 Il nome latino *Nerthus (nel testo di Tacito nella forma dell’accusativo Nerthum) corrisponde

, un toponimo diesattamente all’antico nordico Njǫrðr: infatti: e > jǫ per frattura da -u-; -u- in sillaba finale caduta in

3], p. 71 e figura quanto vocale breve; s > R per rotacismo (successivamente > r). Inoltre la grafia latina -th- indica

, Londonchiaramente la presenza di una spirante dentale (rappresentata in nordico dal segno -ð-).

296 Germania, cap. 40: “Non hanno singolarmente [le tribù precedentemente citate, vd. sotto]

ento al riguardonulla di particolare, se non il fatto comune che venerano Nerthus, vale a dire la Terra madre, e

e, così come incredono che ella intervenga nelle faccende umane e si rechi tra la gente. In un’isola dell’Oceano c’è

andese’ in realtà un bosco non profanato, in esso [si trova] un carro dedicato [alla dèa], ricoperto da un telo; solo a un

occasione comesacerdote è permesso toccarlo. Questi percepisce la presenza della dèa nel luogo sacro ed ella viene

(B.7.1), pp. 206-trainata da giovenche ed è accompagnata con grande devozione. Allora vi sono giorni e luoghi di

festa che la dèa si degna di visitare come ospite. Non si intraprendono guerre, non si pone mano alle

armi; qualsiasi lama viene messa sotto chiave, la pace e la tregua solo allora sono conosciute, solo

Saga di Njáll allora amate, fino a che il sacerdote riconduca al santuario la dèa, soddisfatta dei rapporti con gli

ome Þangbrandr uomini. Subito il carro e il telo e, per chi vuol crederci, la divinità medesima [cioè un suo simulacro]

oetessa Steinunnviene lavato in un lago appartato. Schiavi officiano, che subito dopo il medesimo lago inghiotte. Di
I: A, pp. 135-qui un arcano terrore e una santa ignoranza su che cosa sia ciò che vedono solo coloro che sono

Cristo a duello,destinati a morire” (DLO nr. 35). Tacito cita sette tribù che adoravano questa dèa: Reudigni, Aviones,

Anglii, Varini, Eudoses (che potrebbero forse essere identificati con gli Juti: vd. MUCH R., Die

, p. 201.Germania des Tacitus, Dritte, beträchtlich erweiterte Auflage, unter Mitarbeit von H. JANKUHN

herausgegeben von W. LANGE, Heidelberg 1967, pp. 446-447), Suarines e Nuitones. Cfr. sopra, p.

164 e nota 248. P. V. Glob (GLOB 1973 [C.2.2], pp. 126-128) ha voluto riconoscere il simulacro di

calchi del latinoquesta dèa nella figura di una divinità femminile (tuttavia senza testa, braccia e piedi) realizzata con

un ramo di legno di quercia ritrovata in una palude a Foerlev Nymølle (Jutland centro-orientale) e si

) corrispondeè spinto a sostenere che i cadaveri rinvenuti nelle paludi danesi (vd. sopra. p. 71 con nota 32) possano

finale caduta in essere i corpi di persone che avevano partecipato alle cerimonie in onore della dèa Nerthus, così

indicacome descritte da Tacito. Il corrispettivo maschile di questa dèa sarebbe il ‘dio di legno’ di

Broddenbjerg (cfr. p. 165 con nota 250).

citate, vd. sotto] 297 Vd. le cartine in DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, pp. 194-195; cfr. ibidem, p. 201.

Terra madre, e 298 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 279-280.

dell’Oceano c’è 299 Si veda il cosiddetto Libro di Flatey (Flateyjarbók, II, pp. 331-336).

un telo; solo a un 300 A lui si rifà il nome del “martedì” (dĭēs Mārtis): ant. nordico týsdagr; cfr. ant. ingl. tīwesdæg,

cro ed ella vieneant. alto ted. ziestag.

iorni e luoghi di 301 In effetti mentre il culto di Ullr risulta diffuso in Svezia e in Norvegia, quello di Týr pare

i pone mano allelimitarsi alle zone danesi (vd. DE VRIES 1970³ [B.7.1], II, pp. 19-20); cfr. nota 261.

conosciute, solo 302 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 222.

rapporti con gli 303 Vd. DE VRIES 1970³ (B.7.1), II, pp. 230-231.

n suo simulacro] 304 Vd. in particolare STRÖM 1956 e ROOTH 1961.

ago inghiotte. Di 305 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 310; cfr. ALMGREN 1926-1927 (C.1.3), pp. 219-220,
coloro che sonosulla possibile relazione delle cavità coppelliformi dette in svedese älvkvarnar con il culto degli elfi.

Aviones, 306 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 301. Tradizionalmente era noto un grande mercato detto

Diedisting, letteralmente “assemblea delle dísir” che si teneva a Uppsala in coincidenza con la prima

ANKUHN luna piena del mese di gói (tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo), in occasione di una riunione

. Cfr. sopra, p. assembleare e di un importante sacrificio (al quale fa riferimento Snorri Sturluson nella Saga di Olav

e il simulacro diil Santo (Óláfs saga helga, cap. 77). È evidente che nel nome è contenuto un rimando al culto delle

di) realizzata condísir; vd. GRANLUND J., “Disting”, in KHLNM III (1958), coll. 112-115; cfr. il testo alle pp. 595-596.

ro-orientale) e si 307 In particolare nel folclore islandese è diffusa anche la credenza nei cosiddetti draugar (sing.

nota 32) possano draugr), spiriti di morti malvivi che tornano a tormentare gli uomini. La tradizione conosceva diversi

èa Nerthus, cosìrimedi per impedire la loro ricomparsa sulla terra (a esempio staccando la testa e ponendola

dio di legno’ diall’altezza delle cosce o conficcando un palo nel corpo perché esso rimanesse fermo nella tomba; vd.

CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 362-364). Con queste credenze parrebbe da mettere in relazione il

ritrovamento del cosiddetto “uomo di Bocksten” (Bockstensmannen), dal nome della palude

(Bocksten in Halland) nella quale il 22 giugno 1936 fu ritrovato il cadavere di una persona giustiziata

alla quale dopo la morte era stato conficcato un palo nel corpo. Il reperto (risalente al XIV secolo) è

īwesdæg, conservato nel museo di Varberg (Halland).

308 Lo studioso J. Helander (“Den svenske solguden og den svenske Tyr”, in Ord och bild, XV

ello di Týr pare[1906], pp. 177-194) mette in relazione il culto del sole, così come testimoniato da reperti dell’età del

bronzo (carri ‘solari’ e incisioni rupestri; vd. sopra, pp. 43-44 con nota 107 e pp. 48-49 con nota

130), con il culto del dio Týr, una figura che in età vichinga appare in decadenza.

309 Vd. oltre, p. 425 e testo alle pp. 426-428. La datazione del carme è dibattuta, probabilmente

esso risale al XII o XIII secolo. Sulle testimonianze tarde riferibili a un culto del sole vd. CHIESA

3), pp. 219-220, ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 70-71 e SCOVAZZI 1957 (B.8), p. 185 e p. 196; cfr. anche CESARE,
Commentariorum belli gallici, VI, 21.

de mercato detto 310 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 186-192.

nza con la prima 311 Cfr. p. 48.

e di una riunione 312 A questo proposito si potrebbero portare numerosi esempi. Tra tutti merita comunque una

Saga di Olavcitazione un celebre episodio narrato nella Saga di Gísli Súrsson (capp. 12-13). Qui si riferisce di

do al culto delle Vésteinn, cognato e “fratello di sangue” di Gísli (vd. sopra testo a p. 102), il quale mentre si stava

recando a trovare l’amico fu avvertito da alcuni messaggeri inviatigli incontro di tornare indietro, in

(sing.quanto per lui sarebbe stato altamente pericoloso farsi vedere nella zona in cui abitava Gísli (il fiordo

onosceva diversidetto Dýrafjǫrður). A causa di un contrattempo tuttavia i messaggeri lo avevano raggiunto in ritardo.

sta e ponendolaAl loro avvertimento egli dunque rispose con queste parole: “Avete detto la verità […] e io sarei

nella tomba; vd. tornato indietro, se mi aveste incontrato prima, ma ora tutte le acque scorrono verso il Dýrafjǫrður e

re in relazione ilio devo cavalcare in quella direzione; e tuttavia lo desidero” (DLO nr. 36). Poco tempo dopo il suo

me della paludearrivo nella casa del cognato, Vésteinn sarebbe stato ucciso; subito dopo aver ricevuto dal suo

ersona giustiziata assassino un mortale colpo di lancia nel petto, egli pronunciò solo due parole: “Colpì giusto” (Gísla

al XIV secolo) è saga, p. 43: “Hneit þar”) e dopo qualche istante cadde a terra morto.

313 Vd. p. 169 con nota 270.

, XV 314 Vd. DE VRIES 1962² (B.5), p.197, p. 168 e p. 218 rispettivamente; vd. anche SCOVAZZI 1957

eperti dell’età del(B.8), pp. 206-207. In questo contesto l’uomo nordico dava particolare importanza al sogno, inteso

48-49 con nota sia come veicolo di contatto con il sovrannaturale sia come momento in cui, seppure in forma

simbolica, potevano essere preannunziati eventi futuri; vd. LARSEN S., “Antik og nordisk

a, probabilmenteDrømmetro”, in AaNOH 1917, pp. 37-85; KELCHNER G.D., Dreams in Old Norse literature and their

HIESAaffinity in folklore, Cambridge 1935 e TURVILLE-PETRE E.O.G., “Dreams in Icelandic Tradition”, in

ESARE,Folklore, LIX (1958), pp. 93-111.


315 Germania, cap. 9.

316 Tacito medesimo del resto pare contraddirsi quando parla del ‘santuario’ della dèa *Nerthus

(cap. 40; cfr. p. 174 con nota 296). Inoltre negli Annali (Annales, I, 51) fa riferimento, a riguardo dei

a comunque unaMarsi, a un celebre tempio denominato Tanfana (I, p. 38: “celeberrimum illis gentibus templum,

ui si riferisce diquod Tanfanae vocabant”). Anche in questo caso resta tuttavia incerto se il riferimento sia a una

e mentre si stavacostruzione a uso cultuale o, piuttosto, a un bosco sacro al cui interno si trovava un altare.

rnare indietro, in 317 Come è quasi certamente il caso di quella detta Solsemhulen (isola di Leka nella regione

va Gísli (il fiordonorvegese del Nord-Trøndelag). Qui sono state trovate incisioni rupestri (tra cui tredici figure umane

giunto in ritardo.e un segno simile a una grande croce) oltre a ossa umane e animali, utensili, un corno potorio e una

à […] e io sareiscultura raffigurante un uccello, la grande alca (Alca impennis) ormai estinto. I reperti dovrebbero

rður e risalire alla fase più recente dell’età della pietra.

mpo dopo il suo 318 Ancora nel Libro dell’insediamento si fa riferimento a individui come Þorir Pezzettino

ricevuto dal suo(snepill) Ketilsson, Eyvindr Loðinsson e Þorsteinn Naso rosso (rauðnefr) Hrólfsson che veneravano

Gíslarispettivamente un bosco, delle pietre e una cascata (Landnamabók, pp. 270-271, p. 273 e p. 358);

anche la Saga della cristianizzazione (Kristni saga, un testo tramandatoci anonimamente, tuttavia

probabilmente scritto da Sturla Þórðarson, nipote di Snorri, verso la metà del XIII secolo e nel quale

1957è riportata una breve storia della Chiesa islandese fino al 1118) fa riferimento (cap. 2) alla

al sogno, inteso venerazione per una roccia nella quale si riteneva vivesse uno spirito; così anche il Breve racconto di

eppure in formaÞorvaldr Gran viaggiatore I (Þorvalds þáttr víðfǫrla I, cap. 3; vd. p. 264, nota 149).

ntik og nordisk 319 NISSEN FETT 1942 (B.7.1), p. 23.

erature and their 320 JENSEN 2001-2004 (B.2), I, pp. 392-398. Siamo verso la fine del IV millennio a.C. Vd. anche

ic Tradition”, inil complesso di Samp (Fionia sud-occidentale), risalente al 3400 a.C. – che certamente prevedeva

anche un uso cultuale – e altri simili (JENSEN 2001-2004, I, pp. 384-392 e anche pp. 288-289). Per la
Svezia vd. p. 30, nota 63.

*Nerthus 321 Vd. KAUL F., “Sandagergård. A Late Bronze Age Cultic Building with Rock Engravings and

o, a riguardo dei Menhirs from Northern Zealand, Denmark”, in AA LVI (1985), pp. 31-54 e JENSEN 2001-2004 (B.2),

ntibus templum,II, pp. 442-443.

mento sia a una 322 BURENHULT 1999-2000 (B.2), II, pp. 83-89.

323 Cfr. sopra, pp. 24-25.

ka nella regione 324 NISSEN FETT 1942 (B.7.1), p. 24. Vd. sopra, p. 68.

ici figure umane 325 Del resto il forte legame con luoghi tradizionalmente considerati ‘sacri’ è ben testimoniato nel

no potorio e una Libro dell’insediamento, là dove si fa riferimento a tale Loptr Ormsson che – emigrato dalla

perti dovrebberoNorvegia in Islanda – ogni tre anni ritornava nella terra di origine per innalzare sacrifici nel tempio

che suo nonno aveva custodito (Landnámabók, pp. 368-369).

Þorir Pezzettino 326 Vd. il testo riportato alle pp. 184-185 e anche nota 340.

che veneravano 327 Vd. il testo riportato a p. 186 e anche nota 342.

p. 273 e p. 358); 328 Guta lag, ed. PIPPING, p. 7 (cfr. ed. GANNHOLM, p. 22 [4]); cfr. p. 198, nota 389. Nelle leggi

mamente, tuttavianorvegesi cristiane dell’Eidsivating è contemplato il divieto di tenere in casa un pilastro (stafr) e di

ecolo e nel qualevenerarlo: “nessuno dovrà avere in casa sua un palo o un altare. [compiere] magie o [tenere] un

to (cap. 2) alla sacrificio, o ciò che riguarda gli usi pagani” (DLO nr. 37).

reve racconto di 329 Vd. KOCK A., “Etymologisk belysning av några nordiska ord och uttryck”, in ANF XXVIII

(1912), pp. 199-205; cfr. p. 188.

330 Nell’Edda di Snorri Sturluson, a esempio, là dove è riferito l’episodio dell’incatenamento del

o a.C. Vd. anchelupo Fenrir, incarnazione del principio del male (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 63-66), esso

mente prevedevadefinisce la dimora stessa degli dèi.

288-289). Per la 331 Diversi esempi in proposito sono riportati in BRIEM 1945 (B.7.1), pp. 131-132. Una particolare
espressione “lupo nel luogo sacro” (“vargr í véum”) designava la persona che avesse infranto questo

Engravings and divieto e, di conseguenza, venisse bandita.

2001-2004 (B.2), 332 Nel Libro dell’insediamento si fa riferimento a tale Geirr, che viveva a Sogn in Norvegia. Di

lui si legge: “Geirr si chiamava un uomo eminente [che abitava] a Sogn; egli era detto Végeirr,

poiché era assai dedito ai sacrifici; egli aveva molti figli: il maggiore dei suoi figli era Vébjǫrn

Campione di Sogn (Sygnakappi), e poi [c’erano] Vésteinn, Véþormr, Vémundr, Végestr e Véþorn,

ma la figlia [si chiamava] Védís” (DLO nr. 38). Chiaro esempio di una ‘famiglia consacrata’! Cfr. p.

testimoniato nel193.

emigrato dalla 333 La fonte è il Carme di Hyndla (Hyndluljóð, vd. p. 295), str. 10, p. 289.

rifici nel tempio 334 Vd. BRIEM 1945 (B.7.1), pp. 133-134.

335 Nella Saga dei valligiani di Vatnsdalur (cap.15) si fa riferimento a tale Ingimundr il Vecchio

(inn gamli) il quale avrebbe innalzato un grande tempio lungo cento piedi; vd. anche la Saga degli

uomini di Kjalarnes (Kjalnesinga saga), cap. 2; cfr. nota 340.

389. Nelle leggi 336 Vd. sopra pp. 147-148 e p. 150. La saga (cap. 4, ma vd. anche Landnámabók, p. 124) precisa

) e diche sulle “colonne del trono” di Þórólfr era scolpita l’immagine del dio Thor.

ie o [tenere] un 337 Questo particolare fa forse riferimento a una storia mitologica relativa al dio Thor, al quale, in

seguito a un duello con un gigante, era rimasto conficcato nella testa un frammento della cote

XXVIIIlanciata contro di lui dal suo avversario (CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 137-139 e p. 146, nota 8).

338 O forse al braccio. L’interpretazione dipende in effetti dal peso dell’anello che secondo uno

catenamento del dei manoscritti era di venti, secondo un altro di due aurar (sing. eyrir), unità di peso su cui vd. p.

pp. 63-66), esso209, nota 426; cfr. la Saga di Víga-Glúmr, cap. 25.

339 Vd. oltre, p. 380.

. Una particolare 340 Cap. 4 (DLO nr. 39). Cfr. la Saga di Håkon il Buono di Snorri Sturluson, quinta parte della
e infranto questo Heimskringla (Hákonar saga góða, cap. 14) e la Saga degli uomini di Kjalarnes (Kjalnesinga saga,

cap. 2 e capp. 4-5). In quest’ultima è descritto un tempio nel quale si trovavano le effigi di Thor e di

in Norvegia. Dialtre divinità; questa fonte aggiunge che all’interno c’era un fuoco sacro che doveva ardere

a detto Végeirr, continuamente e che fuori dall’ingresso del tempio si trovava una fonte sacrificale (blótkelda) nella

rn quale venivano affogate le persone destinate al sacrificio. A una fonte sacrificale fuori dal celebre

égestr e Véþorn,tempio di Uppsala fa riferimento anche Adamo da Brema (Gesta Hammaburgensis […], scolio 138).

nsacrata’! Cfr. p. Del resto nella Saga dei valligiani di Vatnsdalur (cap. 30) si fa riferimento a una “fossa sacrificale”

(blótgrǫf) utilizzata per sacrifici umani e animali (si confronti anche il cap. 15 della medesima saga,

cfr. nota 335). Molti altri luoghi sacri sono menzionati nelle fonti. Tra i più importanti il grande

tempio nella località di Mære (Mæri o Mærin) presso Sparbu nella regione norvegese di Nord-

mundr il VecchioTrøndelag cui fa riferimento tra l’altro Snorri Sturluson in un paio di occasioni, affermando che Thor

Saga degliera là il dio maggiormente venerato (Óláfs saga Tryggvasonar, capp. 68-69 e Óláfs saga helga, cap.

108; cfr. la versione norvegese della Saga di Olav Tryggvason [Óláfs saga Tryggvasonar] scritta in

, p. 124) precisalatino attorno al 1190 da Oddr Snorrason monaco di Þingeyrar, in Saghe dei re [Konunga sǫgur], I,

cap. 54; cfr. anche Landnámabók, p. 307 e p. 309; per altre fonti vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p.

Thor, al quale, in 268, nota 57). In Norvegia doveva essere celebre anche il tempio di Lade, che secondo la tradizione

mento della cote era dedicato a numerosi dèi (vd. in particolare la versione della Saga di Olav Tryggvason di Oddr

e p. 146, nota 8). Snorrason, in Konunga sǫgur, I, cap. 20; cfr. la Óláfs saga Tryggvasonar di Snorri Sturluson, cap.

che secondo uno59): in questo tempio aveva luogo il sacrificio la cui descrizione è riportata più avanti (vd. pp. 196-

eso su cui vd. p.197). Un altro celebre tempio era stato edificato in Gudbrandsdalen (Guðbrandsdalir) nella regione

di Oppland (vd. oltre, p. 256). A edifici sacri innalzati in onore del dio Freyr fanno riferimento

innanzi tutto la Saga di Hrafnkell goði del dio Freyr (cap. 2), la Saga di Víga-Glúmr (Víga-Glúms

uinta parte della saga, vd. in particolare il cap. 9) e il cosiddetto Breve racconto di Ǫgmundr Botta (Ǫgmundar þáttr
jalnesinga saga,dytts, pp. 112-115; vd. anche CHIESA ISNARDI 20084, p. 282 e note relative). Cfr. infine la Saga di

ffigi di Thor e diEgill Skalla-Grímsson (Egils saga Skalla-Grímssonar, cap. 49). Un ricco tempio dedicato a diversi

doveva arderedèi è citato nella Saga degli abitanti di Fljótsdalur (Fljótsdæla saga, cap. 26): è questo tuttavia un

) nella racconto composto in epoca piuttosto tarda (forse addirittura nel XV secolo) e di conseguenza le

fuori dal celebrenotizie che riporta possono facilmente essere eco di testi precedenti (cfr. CHIESA ISNARDI 20084, p.

, scolio 138).231 e p. 268, nota 61). Letterariamente caricata ed eccessiva è certamente anche l’informazione

ossa sacrificale”fornita nella Saga dei vichinghi di Jómsborg (Jómsvíkinga saga, cap. 7) a riguardo di un tempio

medesima saga,dedicato a Thor e definito Goðheimr (letteralmente “Dimora del dio”) che doveva trovarsi nella

ortanti il granderegione svedese di Götaland e conservava, secondo questa fonte, ben cento immagini sacre. Essa

vegese di Nord-tuttavia trova conferma nella versione della Saga di Olav Tryggvason di Oddr Snorrason (Konunga

mando che Thorsǫgur, I, cap. 15).

, cap. 341 Il riferimento è forse da intendere a Birka, la celebre città-mercato di epoca vichinga (cfr. p.

] scritta in141 e p. 208).

], I, 342 Gesta Hammaburgensis […], IV, XXVI-XXVII (DLO nr. 40). Una indagine archeologica sul

[B.7.1], p. tempio di Uppsala si trova in NORDAHL E., … Templum quod Ubsola dicitur… i arkeologisk

ndo la tradizionebelysning, med bidrag av L. GEZELIUS och H. KLACKENBERG, Uppsala 1996; vd. anche GRÄSLUND A-

di OddrS., “Adams Uppsala – och arkeologins”, in UAB (1997), pp. 101-115. E inoltre: LINDKVIST S.,

i Sturluson, cap.“Hednatemplet i Uppsala”, in FV 1923, pp. 85-118 e HULTGÅRD A., “Från ögonvittnen til retorik.

nti (vd. pp. 196-Adam av Bremens notiser om Uppsalakulten i religionshistorisk belysning”, in UAB (1997), pp. 9-

) nella regione50. Di notevole interesse anche le osservazioni di E. Wessén sulla rappresentazione dei pagani

anno riferimentosvedesi fatta dall’autore (“Några anmärkningar till Adams av Bremen framställning av Norden och

Víga-Glúmsuppsvearnas hedendom”, in WESSÉN 1924, pp. 131-198).

gmundar þáttr 343 Ibn Faḍlān riferisce tra l’altro che i Vareghi possedevano delle effigi di divinità intagliate nel
Saga dilegno (Risāla, p. 20).

edicato a diversi 344 Vd. sopra, p. 166.

uesto tuttavia un 345 Vd. sopra, p. 165.

conseguenza le 346 Capp. 10, 12 e 15. Cfr. il Libro dell’insediamento (Landnámabók, p. 218). Cfr. nota 335.

, p. 347 Vd. pp. 147-148 e p. 150. Secondo la versione della Saga di Olav Tryggvason di Oddr

e l’informazioneSnorrason, lo jarl Eirik (Eiríkr) aveva sulla prua della sua nave l’effigie del dio Thor, tuttavia in

do di un tempioseguito la tolse e la distrusse e al suo posto collocò la croce cristiana (vd. Konunga sǫgur, I, cap. 73).

va trovarsi nella 348 Vd. Saga di Alfredo, capp. 5 e 6 e il testo alle pp. 231-232.

agini sacre. Essa 349 Gli esempi qui riportati sono selezionati con gli unici criteri della rappresentatività e di una

Konungaagevole comprensione. Per quanto riguarda la frequenza e la valutazione dei toponimi si rimanda alla

letteratura critica indicata in bibliografia.

vichinga (cfr. p. 350 Presso di loro era venerata la celebre colonna Irminsûl, abbattuta secondo la testimonianza di

diverse fonti per ordine di Carlo Magno nell’anno 772 (vd. DE VRIES 1970³ [B.7.1], II, p. 386 dove

archeologica sulsono citate le fonti). Cfr. p. 179 e p. 183.

… i arkeologisk 351 Vd. sopra pp. 183-184.

A- 352 Vd. AA. VV., Danmarks Stednavne, udgivet af Stednavneudvalget, IX, København 1948, pp.

S., 1-2.

ittnen til retorik. 353 Per il significato di -by vd. p. 161.

(1997), pp. 9- 354 Il significato di “collinetta pietrosa” è successivo.

ione dei pagani 355 Denominazioni di luoghi sacri parrebbero essere anche vangr “campo [del tempio]”, da

g av Norden och considerare tale quantomeno quando il toponimo si trova nei pressi di un luogo di culto cristiano, e

*ál- (<*alh-, cfr. gotico alhs “tempio”), un termine scomparso dal lessico ma che sarebbe

nità intagliate nelriconoscibile in toponimi quali a esempio Ælin (<*Ál-vin) “Campo del luogo sacro” in Norvegia o
Aal, Aale, Aalum in Danimarca (vd. BRINK S., “Har vi haft ett kultiskt *al i Norden?”, in SN pp. 107-

121).

356 Vd. p. 69, nota 24.

357 Su Goðafoss cfr. tuttavia p. 267 con nota 156.

di Oddr 358 Esso deriva da un antico *Áslo/Óslo, a sua volta da áss/óss “dio”, “ase” + *lo che

Thor, tuttavia inindicherebbe un prato pianeggiante vicino all’acqua (cfr. faroese lón “pianoro vicino al mare” e

anche ingl. loo “spazio aperto”, ripreso dall’antico norvegese, un termine che verosimilmente

significava “boscaglia”, “sottobosco erboso” oppure “radura”, secondo altri tuttavia “boschetto”); vd.

ntatività e di unaSANDNES J. – STEMSHAUG O. (red.), Norsk stadnamnleksikon, Oslo 1980, pp. 244-245 e pp. 206-207 e

mi si rimanda alla anche WETÅS Å., “Kva er tydinga av namnet Oslo? Ein enket bland åtte granskarar i Noreg og

Sverige / What is the meaning of the name Oslo? An enquête among eight scholars in Norway and

testimonianza diSweden”, in MoM 2004, pp. 129-147.

, II, p. 386 dove 359 Si tratta del toponimo Härnevi (forse < *Hǫrnar vé “santuario di Hǫrn”) attestato in almeno

quattro occorrenze nella Svezia orientale e che dunque risalirebbe all’appellativo della dèa Hǫrn, da

intendere forse “[dèa del] lino” (o “divinità-lino”).

nhavn 1948, pp. 360 Nel testo noto come Libro di Haukur [Erlendsson] (Hauksbók, vd. p. 426) è conservato un

breve brano che riferisce dell’importanza per i pagani di dare ai propri figli nomi tratti da quelli delle

divinità: “È affermazione degli uomini saggi, che nel passato ci fosse l’uso di trarre da quelli degli

Dèi i nomi dei propri figli, così come dal nome di Thor [Þórr] Þórólfr oppure Þorsteinn, Þorgrímr;

del tempio]”, daoppure chi si chiamava Oddr, dal suo nome [del dio] doveva piuttosto chiamarsi Þóroddr […] oppure

culto cristiano, e[il nome composto poteva essere] Þorbergr, Þórálfr, Þorleifr, Þorgeirr. E ancora altri nomi sono tratti

ma che sarebbedagli dèi e dagli Asi, sebbene la maggior parte da Thor; così spesso gli uomini avevano allora due

o” in Norvegia o nomi; ciò pareva opportuno per [avere] lunga vita e fortuna; per quanto alcuni li maledicessero di
pp. 107-fronte a un Dio, ciò non avrebbe dovuto danneggiarli, nel caso che essi avessero un secondo nome”

(DLO nr. 41). Qui si evidenzia l’uso, assai comune alla tradizione nordica, dei nomi composti; infatti

si riteneva che essi, collegando la persona con una entità superiore (una divinità, un antenato, il clan)

potessero in qualche modo recare protezione e fortuna. Si confronti la Saga di Þorsteinn Bianco

che (Þorsteins saga hvíta), cap. 8: “Era allora credenza della gente, che le persone che avevano due nomi

cino al mare” e vivessero più a lungo” (p. 19: “Var þat átrúnaðr manna, at þeir menn skyldi lengr lífa, sem tvau nǫfn

verosimilmente hefði”). Cfr. anche il Carme di Hyndla, dove alla str. 28 si legge: “erano uomini consacrati agli dèi”

“boschetto”); vd.(p. 293: “þeir vóro gumnar/ goðom signaðir”).

5 e pp. 206-207 e 361 E. Wessén ha sostenuto che gli antroponimi che contengono il nome di una divinità specifica

arar i Noreg og(in particolare Thor) siano in realtà una variante di quelli più antichi formati su Ás- “dio”, “ase”

s in Norway and(WESSÉN 1927 [indicazioni a p. 119, nota 77], pp. 82-83).

362 Vd. gli esempi alla nota 360.

estato in almeno 363 A riguardo dell’unico nome maschile comunemente a lui riferito, Odinkar, J. Kousgård

, da Sørensen ha convincentemente dimostrato che esso è da intendere in tutt’altro modo: significa infatti

verosimilmente “[persona] incline alla collera e alla pazzia” (“Odinkar og andre navne på -kar”, in

è conservato unNoB LXII [1974], pp. 108-116). A quanto pare dunque l’unico antroponimo riferibile con certezza al

tti da quelli dellenome di Odino resta il femminile Odhindisa (Óðindísa); cfr. p. 170 con nota 272. L’affermazione di

e da quelli degliSnorri Sturluson (Saga degli Ynglingar, cap. 6) secondo la quale il nome Auðun deriverebbe da

steinn, Þorgrímr;quello di Odino (Óðinn) è del tutto priva di fondamento, corrette sono invece le derivazioni che nella

oddr […] oppurestessa occasione egli trae dal nome di Thor.

nomi sono tratti 364 Vd. sopra, p. 157 con note 222-226.

evano allora due 365 Vd. pp. 170-171 con nota 276.

maledicessero di 366 Vd. p. 176.


secondo nome” 367 In particolare dalla Saga degli Ynglingar di Snorri Sturluson, cap. 10.

composti; infatti 368 Vd. anche l’opinione di W. Krause (“Ing”, in Nachrichten der Akademie der Wissenschaften

)in Göttingen. Philologisch-Historische Klasse, X: 5, [1944], pp. 229-254).

Þorsteinn Bianco 369 Vd. LAUR W., “Die germanischen Frauennamen auf -gard /-gerðr und ihr Ursprung aus dem

vevano due nomi Bereich des kultischen”, in BGDSL LXXIII (1951), pp. 321-346.

fn 370 Vd. p. 170 con nota 272; cfr. nota 363.

nsacrati agli dèi” 371 Vd. danese, svedese e norvegese (bm) jul, norvegese (nn) jol, faroese e islandese jól, ma anche

inglese yule, finnico joulu, estone jõulu, sami norvegese juovla.

divinità specifica 372 Vd. BRIEM 1945 (B.7.1), pp. 157-158.

“dio”, “ase” 373 Vd. SNORRI STURLUSON, Saga di Olav il Santo, capp. 107, 109 e 117 e anche Saga degli

Ynglingar, cap. 8, dove queste celebrazioni si fanno risalire a una legislazione religiosa imposta da

Odino in persona. Snorri medesimo tuttavia nella Saga degli Ynglingar (cap. 38) fa riferimento a un

, J. Kousgårdre che “si recò […] a Uppsala per innalzare un sacrificio, secondo l’uso all’inizio dell’estate, allo

: significa infatti scopo di ottenere la pace” (DLO nr. 42).

”, in 374 La persistenza di sacrifici in onore di defunti ai quali era, evidentemente, attribuita la facoltà

e con certezza aldi intervenire proficuamente a vantaggio dei vivi è testimoniata in diverse fonti anche piuttosto tarde;

’affermazione divd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 445-447.

deriverebbe da 375 Vd. sopra, p. 63 con nota 8.

vazioni che nella 376 Vd. sopra, pp. 92-93. Il riferimento è, in particolare, alla pietra di Hammars I (VIII-IX secolo).

377 Per le diverse ipotesi vd. DE VRIES 1962² (B.5), p. 45.

378 Vd. p. 182, nota 318.

379 Vd. TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), p. 249.

380 Vd. p. 128 con nota 108. In proposito vd. CHIESA ISNARDI 1993 (cfr. p. 325, nota 130).
381 Germania, cap. 10.

r Wissenschaften 382 Il significato dei termini full, bragafull (o bragarfull) e minni non è univocamente definito.

Vd. TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), p. 259 e, soprattutto CAHEN 1921 (B.7.1), pp.172-197. Nella Saga

rsprung aus demdegli Ynglingar (cap. 36) di Snorri Sturluson il bragafull viene messo in relazione con il banchetto

funerario in onore di un morto.

383 Hákonar saga góða, cap. 14 (DLO nr. 43). Cfr. nella medesima saga i capp. 17 e 18 dove si

, ma ancheallude a sacrifici tenuti presso i templi di Lade e di Mære (su cui cfr. nota 340).

384 In realtà questi termini sono noti soprattutto da fonti islandesi. Nel resto della Scandinavia la

parola goði si ritrova in testi runici in Norvegia e in Danimarca. La prima occorrenza è quella

Saga deglidell’iscrizione norvegese di Nordhuglo (V secolo, cfr. oltre, nota 411) nella quale compare gudija

giosa imposta da col verosimile significato di “sacerdote”; le altre riguardano la pietra di Helnæs e di quella nr. 1 di

riferimento a unFlemose (entrambe in Fionia e risalenti all’inizio del periodo vichingo) sulle quali si fa riferimento a

dell’estate, alloun nuRa kuþi “goði degli abitanti di Næs (verosimilmente Helnæs)”: costui nel primo caso aveva

fatto erigere la lapide in memoria del nipote, mentre nel secondo è egli stesso la persona per cui il

ribuita la facoltàmonumento runico è stato innalzato. In Danimarca troviamo anche una allusione a un “Alli il Pallido

e piuttosto tarde;(?) goði dei luoghi sacri” (ala : sauluakuþa), che pare essere a capo di un gruppo di persone, sulla

pietra di Glavendrup (Fionia, inizio del X secolo); cfr. sotto, p. 209. Nello svedese antico si ritrova il

termine guþi in composti che indicano località: in guthagarthom (DS II, nr. 1130, 6 giugno 1295, p.

(VIII-IX secolo).187); apud curiam nostram gwdhdathoorph (DS III, nr. 1782, 11 marzo 1311, p. 7); de gudhaby (DS

III, nr. 2398, 1 aprile 1323, p. 593); jn guþabodhom (DS V, nr. 4116, 25 ottobre 1346, p. 618) e in

casi analoghi in cui compare il composto liuþguþi “goði del popolo”; è difficile tuttavia avere

certezze in proposito. Vd. SÖDERWALL 1884-1918 (B.5), I, p. 432 e p. 771 e anche LUNDGREN 1878 a

pp. 11-12.
385 Al cui proposito si può richiamare anche la testimonianza di Ibn Rustah: vd. testo riportato

amente definito. alle pp. 116-118 (in particolare p. 118).

Saga 386 Già Tacito faceva riferimento a sacrifici umani in onore di questo dio (Germania, cap. 9, dove

con il banchettoOdino, secondo la consueta interpretatio romana, è definito Mercurius).

387 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 89-90.

17 e 18 dove si 388 Gesta Hammaburgensis […], IV, XXVII: “Pertanto hanno dei sacerdoti assegnati a tutti i loro

dèi, che offrano sacrifici per il popolo. Se incombe una pestilenza o una carestia si sacrifica al dio

a Scandinavia laThor, per una guerra a Odino, se si deve celebrare un matrimonio a Freyr. Inoltre è d’uso ogni nove

orrenza è quellaanni celebrare a Uppsala una festa comune a tutte le province della Svezia. Dalla qual festa davvero

gudijanessuno è esentato. I sovrani e le tribù, insieme e singolarmente recano i propri doni a Uppsala, e – il

di quella nr. 1 diche è più crudele di qualsiasi punizione – coloro che si sono già convertiti al cristianesimo si

fa riferimento asottraggono a quelle cerimonie pagando. Il sacrificio dunque è così: di ogni essere vivente, che sia

rimo caso avevamaschio, offrono nove esemplari, col cui sangue è consuetudine placare gli dèi. Ma i corpi vengono

ersona per cui il appesi in un bosco che sta vicino al tempio. Quel bosco infatti è tanto sacro per i pagani che in esso i

n “Alli il Pallido singoli alberi sono ritenuti divini a causa della morte o della decomposizione delle vittime. Là con gli

di persone, sullauomini pendono anche cani e cavalli, e un cristiano mi ha riferito di aver visto il loro corpi appesi

ntico si ritrova ilinsieme [in numero di] settantadue. Per il resto i canti, che in tale rito sacrificale si usano intonare,

giugno 1295, p. [sono] molti e vergognosi, ragion per cui è meglio tacerne” (DLO nr. 44). Nello scolio 141 (137) si

DSaggiunge che questo sacrificio avveniva nei giorni intorno all’equinozio di primavera. È stato tuttavia

346, p. 618) e inopportunamente rilevato che la descrizione di Adamo riecheggia per molti versi l’analogo resoconto

e tuttavia averecontenuto nella Cronaca di Thietmar di Merseburgo a proposito della grande festa sacrificale che si

a,teneva a Lejre in Danimarca (Selandia) ogni nove anni in gennaio e durante la quale venivano

sacrificati agli dèi novantanove uomini, cavalli, cani e galli (I, XVII).
d. testo riportato 389 È difficile stabilire quanto credito si possa dare a una fonte come la Saga dei Gotlandesi (Guta

saga) là dove a riguardo degli abitanti di Gotland dice così: “La gente credeva nei boschi e nei

, cap. 9, dove tumuli, nei luoghi sacri (wi, corrispondente a vé, cfr. pp. 183-184) e nei recinti in cui c’era una

colonna sacra (stafgarþa, corrispondente a stafgarðar; cfr. p. 183 con note 328 e 329) e negli dèi

pagani. Essi sacrificavano i loro figli e le loro figlie e il bestiame con cibo e bevande” (DLO nr. 45).

nati a tutti i loro Questa saga risale al XIII secolo.

i sacrifica al dio 390 È questo, a esempio, il caso dell’uccisione di un nemico inflitta per mezzo della cosiddetta

d’uso ogni nove“aquila di sangue” (blóðǫrn), una pratica assai crudele che consisteva nel tranciare le costole a colpi

ual festa davvero d’ascia e strappare fuori i polmoni lasciandoli penzolare sulla schiena come ali.

a Uppsala, e – il 391 Vd. p. 128 con nota 108.

cristianesimo si 392 Cfr. la Saga degli uomini di Eyr, cap. 10 e il Libro dell’insediamento (Landnámabók, p. 126)

vivente, che sia dove si fa riferimento a una pietra (definita Þórs steinn “pietra di Thor”) sulla quale venivano uccisi

i corpi vengonogli uomini destinati al sacrificio.

gani che in esso i 393 STRÖM 1967 (B.7.1), pp. 164-165.

ttime. Là con gli 394 Vd. sopra, pp. 21-22.

oro corpi appesi 395 Vd. sopra, pp. 32-37.

i usano intonare, 396 SNORRI STURLUSON, Ynglinga saga, cap. 4.

olio 141 (137) si 397 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 276 e p. 286, nota 8.

a. È stato tuttavia 398 Vd. DE VRIES 1962² (B.5), pp. 467-468 dove si dà conto anche di altre possibilità.

nalogo resoconto 399 In tal senso testimonia chiaramente Snorri Sturluson là dove (Ynglinga saga, cap. 7) afferma:

sacrificale che si“Odino possedeva l’arte, da cui scaturisce un grande potere e che egli stesso esercitava, che si chiama

quale venivanomagia (seiðr) […] E questa magia quando è messa in atto comporta una tale impudicizia che ai

maschi parve che praticarla non fosse senza vergogna; e quest’arte fu insegnata alle sacerdotesse”
Guta(DLO nr. 46). Anche un carme eddico, Le invettive di Loki (Lokasenna, vd. p. 293), str. 23-24, fa

nei boschi e neiesplicito riferimento a tali comportamenti da parte del dio e di Loki medesimo.

in cui c’era una 400 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 89-92.

329) e negli dèi 401 Il che viene in effetti ‘riassunto’ nel capitolo 7 della Saga degli Ynglingar, là dove Snorri

e” (DLO nr. 45).Sturluson descrive le caratteristiche del dio.

402 Vd. CHIESA ISNARDI 1996, pp. 20-21 e note relative.

della cosiddetta 403 Vd. CHIESA ISNARDI 1992, p. 328.

e costole a colpi 404 Vd. l’esempio riportato alle pp. 227-228 con nota 19.

405 Si tratta della Saga dei valligiani di Vatnsdalur (capp. 33-34, p. 88 e p. 91) e della Saga di

Egill Skalla-Grímsson (cap. 57, p. 171).

, p. 126) 406 Un ottimo esempio è Gunnlaugr Illugason Lingua di serpente (ormstunga) a proposito del

venivano uccisi quale l’omonima Saga di Gunnlaugr Lingua di serpente (Gunnlaugs saga ormstungu) suggerisce che

avesse ereditato tale capacità dal bisnonno (cap. 4).

407 Si tratta della Saga di Eirik il Rosso (si veda la citazione alle pp. 205-206).

408 Vd. p. 180.

409 Si veda a esempio quanto riferito di un personaggio di nome Sveinn, soprannominato “Corda

attorno al petto” (Brjóstreip), nei capp. 65 e 66 della Saga degli uomini delle Orcadi (Orkneyinga

saga), così come la proibizione relativa a tale pratica che si trova nelle leggi norvegesi del Gulating,

nel cui testo si prevedono pesanti sanzioni per coloro che stanno seduti all’aperto per “risvegliare gli

cap. 7) afferma:spiriti maligni. per esercitare con ciò pratiche pagane” (NGL I, p. 19 [32]: “at vekia troll upp. at

va, che si chiamafremia heiðrni med þvi”).

pudicizia che ai 410 Historia Norwegie, p. 60.

lle sacerdotesse” 411 Si tratta dell’iscrizione di Nordhuglo (Hordaland), il cui testo recita: ek gudija ungandiR i
3), str. 23-24, fah/// da intendere “io, sacerdote, immune contro la magia a H[uglo]”.

412 Vd. CHIESA ISNARDI 1996, p. 24 e pp. 27-29.

413 L’esempio migliore di questo è certamente il racconto del componimento eddico Carme di

, là dove SnorriÞrymr dove si riferisce del furto del martello di Thor da parte di un gigante. È riferito che il dio, pur

di rientrare in possesso del suo magico utensile, fu costretto a travestirsi da donna, fingendosi la dèa

Freyja che il gigante aveva chiesto in sposa (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 118-121).

414 Il termine nordico, non del tutto chiaro, è hnjóskulindi: forse di trattava di una cintura con

funghi di quelli che crescono sul legno, usati come esca per il fuoco o a scopi medicinali.

Saga di 415 Si tenga presente che gli avvenimenti qui riferiti si svolgevano in Groenlandia.

416 Eiríks saga rauða, cap. 4 (DLO nr. 47). Cfr. il cap. 10 della Saga dei valligiani di Vatnsdalur

a proposito deldove si fa riferimento a una situazione analoga e si precisa (l’azione si svolge tuttavia in Norvegia)

) suggerisce che che la maga era di etnia sami.

417 FOOTE – WILSON 1973, pp. 149-158; BARBARANI 1987 (C.3.1), pp. 138-140.

418 Vd. anche altre spiegazioni in DE VRIES 1962² (B.5), p. 687.

419 Cfr. pp. 147-148 e p. 150; vd. BIRKELI E., Høgsætet. Det gamle ondvege i religionshistorisk

nominato “Corda belysning, Stavanger 1932.

Orkneyinga 420 Vd. a esempio il sito di Jarlshof nelle Shetland, così denominato da Walter Scott (1771-1832)

esi del Gulating,nel suo romanzo Il pirata (The Pirate. By the Author of “Waverley, Kenilworth” &c. In Three

r “risvegliare gliVolumes. Vol. I [II-III]. Edinburgh, Printed for Archibald Constable and Co. And Hurst, Robinson

kia troll upp. atand Co., London 1822).

421 FOOTE – WILSON 1973, pp. 192-195.

422 In antico nordico del resto il termine kaupangr significa “centro commerciale”, “mercato” e si

iritrova nelle diverse forme (dan. købing, sved. köping, norv. kaupang), da solo o in composti, nei
toponimi che indicano, appunto, questo tipo di località (vd. p. 390). Per l’etimologia, che rivela gli

influssi anglosassoni e basso-tedeschi, vd. DE VRIES 1962² (B.5), p. 304.

Carme di 423 Vd. CLARKE – AMBROSIANI 1995; HOLMQVIST W., Swedish Vikings on Helgö and Birka

to che il dio, pur (photographer: K-E. GRANATH), Stockholm 1979; AMBROSIANI B., Birka vikingastaden, I-V,

ingendosi la dèa Stockholm 1992-1996; JANKUHN J., Haithabu, ein Händelsplatz der Wikingerzeit, Neumünster 19634;

ERIKSSON H.S., Hedeby. En søhandelsstad i vikingetiden, København 1967; FEVEILE CL. (red.), Ribe

una cintura constudier. De ældste Ribe, udgravninger på nordsiden af Ribe Å 1984-2000, I-II, København 2000-

2006; BLINDHEIM CH., “The Market Place in Skiringssal. Early Opinions and Recent Studies”, in AA

XXXI (1960), pp. 83-100; BLINDHEIM CH., Kaupang. Vikingenes handelsplass, Oslo 1972 e SKRE D.

ni di Vatnsdalur,(ed.), Kaupang in Skiringssal, [Århus-Oslo] 2007.

via in Norvegia) 424 Per il nome di questa città si userà qui sempre la grafia Aarhus (stabilita ufficialmente nel

2010) anziché quella, parallela, Århus (tranne quando esso faccia parte di una indicazione

bibliografica, nel qual caso sarà riportato così come stampato sul libro).

425 BARBARANI 1987 (C.3.1), pp 135-136. Si ricordi che la regione della Scania (nella quale si

eligionshistorisktrova la città di Lund) apparteneva al Regno danese.

426 La scala (così come riportata in FOOTE – WILSON 1973, p. 197) è la seguente: 1 mǫrk

cott (1771-1832)(“marco”, pl. merkr) = 8 aurar (sing. eyrir) = 24 ørtogar (sing. ørtog) = 240 peningar (sing. pening).

In ThreeUn pening costituiva la moneta d’argento di base. È da ricordare che, come del resto in Europa e

Hurst, Robinsonnell’Asia occidentale, l’argento costituiva un comune e pregiato mezzo di pagamento.

427 ALBANI 1969 (C.6).

428 Vd. sopra, pp. 127-128.

”, “mercato” e si 429 Cfr. sopra, p. 197 con nota 384.

in composti, nei 430 Cfr. sopra, p. 34, nota 78.


ia, che rivela gli 431 Vd. oltre, pp. 350-353.

432 FOOTE – WILSON 1973, p. 135.

Helgö and Birka 433 Vd. sopra, pp. 98-99 con note 8 e 9.

, I-V, 434 Sono noti infatti veri e propri codici di leggi che regolavano il rapporto del re con i suoi

;uomini: un esempio più tardo è il cosiddetto Elenco [delle leggi] di corte (Hirðskrá), raccolta delle

Ribenorme relative alla corte del re norvegese Håkon Håkonsson e di suo figlio, Magnus Emendatore di

øbenhavn 2000-leggi Håkonsson; vd. p. 369; cfr. p. 394, nota 261.

AA 435 Vd. oltre, pp. 297-309.

D. 436 Vd. oltre, p. 330.

437 Un altro termine in uso in Norvegia è hǫldr o hauldr, vd. FOOTE – WILSON 1973, pp. 84-85.

ufficialmente nel Cfr. p. 142.

una indicazione 438 Un bell’esempio letterario di questo mondo e della sua mentalità si può leggere nelle pagine

della Saga di Egill Skalla-Grímsson (soprattutto i primi trenta capitoli).

a (nella quale si 439 Vd. WILLIAMS 1937, NEVÉUS 1974 (C.6.2), KARRAS 1988, IVERSEN 1997 e LINDKVIST –

MYRDAL 2003.

rk 440 FOOTE – WILSON 1973, pp. 77-78.

). 441 La valenza legale del termine traspare dal fatto che esso era utilizzato anche in Islanda, un

esto in Europa ePaese in cui – per evidenti ragioni climatico-ambientali – non c’erano foreste in cui rifugiarsi.

442 Le saghe degli Islandesi ci ricordano tragiche figure di ‘fuorilegge’, lasciando a volte

intendere tale condanna come conseguenza di un destino di sfortuna, piuttosto che di colpe vere e

proprie. Celebri fra tutti sono Grettir Ásmundarson e Gísli Súrsson vissuti in quella condizione per

molti anni. A loro sono dedicate rispettivamente la Saga di Grettir Ásmundarson (Grettis saga

Ásmundarsonar) e la Saga di Gísli Súrsson.


443 Presumibilmente “re”, dal celtico righ.

444 Uno tuttavia è detto Seggr “Guerriero”. Assai interessanti nell’elenco dei nomi dei figli di

Amma sono Hǫldr e Bóndi (che riprendono termini sopra trattati), ma anche Drengr, Þegn e Smiðr. Il

del re con i suoiprimo (che ha senso di “uomo giovane”) e il secondo (che significa “uomo libero”, cfr. ingl. thane)

), raccolta delle paiono alludere in epoca vichinga a una determinata condizione sociale (vd. FOOTE – WILSON 1973,

s Emendatore di pp 105-108). Smiðr che significa “fabbro”, “artigiano” si riferisce in modo evidente all’importanza di

queste figure nell’economia della società vichinga (vd. p. 90 con nota 104 e p. 219 con note 459 e

460).

445 Analiticamente esaminate in SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 1-98.

1973, pp. 84-85. 446 Il riferimento è qui a un episodio narrato nella Saga di Egill Skalla-Grímsson, cap. 9 e alla

Saga degli uomini di Flói (Flóamanna saga), cap. 17.

gere nelle pagine 447 Il riferimento è alla Saga di Njáll del rogo e alla Saga di Gísli Súrsson. Due episodi

significativi in proposito sono riportati e tradotti in CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 22-23.

– 448 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 395-400. Di lei è detto che per vendicarsi del marito

che le aveva fatto assassinare i fratelli fu capace di uccidere i propri figli e di cucinare i loro cuori che

diede poi in pasto al consorte, facendogli credere che si trattasse di cuori di vitello, per rivelargli

he in Islanda, uninfine la terribile verità.

449 Cfr. sopra, p. 59 con nota 178.

sciando a volte 450 Una interpretazione ‘astronomica’ di questo monumento si trova in MYLLENBERG B., “Visar

di colpe vere e Ales stenar antalet soltimmar året runt?”, in PA XIII: 1 (1995), p. 37; vd. anche SVENSSON KR., “Ales

a condizione per stenar”, in PH 2006: 2, pp. 48-62. Il poeta Anders Österling (vd. p. 1171) ha composto una poesia dal

Grettis sagatitolo Ales stenar, compresa nella raccolta Suono dal mare (Tonen från havet, Stockholm 1933, pp.

47-49) musicata in seguito da Michael Waldenby (n. 1953), op. 51.


451 Cap. 48.

nomi dei figli di 452 Cfr. pp. 104-105.

. Il 453 Tra i più celebri i ritrovamenti norvegesi di Grimestad (Vestfold, X secolo), con braccialetti,

)barre d’argento e monete, e quello di Hoen (Buskerud) risalente al IX secolo: un tesoro che tra l’altro

1973,testimonia una grande abilità nell’arte orafa. Di notevole interesse è la recente scoperta presso

all’importanza diSpillings nell’isola di Gotland del più importante tesoro d’argento di quest’epoca per un peso totale

9 con note 459 edi 65 kg. (qui sono stati ritrovati anche oggetti in bronzo accuratamente custoditi); vd. STRÖM J. –

WIDERSTRÖM P., “Världens största vikingaskatt!”, in PA XIX: 2 (2001), pp. 10-12. Assai interessante

è anche il ritrovamento di Grisebjerggård in Selandia, comprendente duecentosessantadue pezzi

, cap. 9 e allad’argento, oltre a milletrentotto monete arabe (dirham) e a novantuno monete dell’Europa

occidentale. Questi depositi (forse, in qualche caso, da considerare offerte votive) danno ulteriore

. Due episoditestimonianza degli intensi rapporti commerciali con altri Paesi, come dimostra tra l’altro la notevole

quantità di monete straniere rinvenute; cfr. pp. 71-72 con nota 37.

icarsi del marito 454 Cfr. p. 116 con nota 65.

e i loro cuori che 455 Vd. pp. 170-171 con nota 276.

lo, per rivelargli 456 Edda: Gylfaginning, cap. 49 (DLO nr. 48). La traduzione è ripresa da SNORRI STURLUSON,

Edda, a cura di G. CHIESA ISNARDI, Milano 2003, pp. 101-102, cui si rimanda per il significato dei

nomi mitologici.

B., “Visar 457 È noto tuttavia che in molti casi le armi (soprattutto le spade) erano di provenienza straniera

., “Ales (FOOTE – WILSON 1973, pp. 273-275).

to una poesia dal 458 Non è affatto vero, come ritenuto da una tradizione popolare tanto radicata quanto errata, che

kholm 1933, pp.gli elmi dei vichinghi fossero ornati di corna. Così come chiaramente mostrano i reperti archeologici

(vd. già i celebri elmi svedesi di Valsgärde e di Vendel, le raffigurazioni delle pietre di Gotland – a
esempio quella di Smiss I – e, soprattutto, la testa di guerriero realizzata in osso rinvenuta a Sigtuna e

risalente all’XI secolo) essi avevano forma piuttosto semplice (seppure la decorazione fosse accurata)

con braccialetti,ed erano spesso forniti di una protezione per il naso. Elmi provvisti di corna come quelli, assai

oro che tra l’altrocelebri di Viksø (vd. p. 44, nota 115), che comunque appartengono a un periodo più antico, dovevano

scoperta presso avere funzione esclusivamente rituale. È possibile che essi siano in qualche modo collegati al ricordo

er un peso totale di un culto del toro di derivazione celtica.

J. – 459 A Mästermyr nella parte meridionale dell’isola di Gotland è stata rinvenuta la ‘cassetta degli

Assai interessantearnesi’ di un fabbro (tarda età vichinga): la ricchezza e la varietà degli utensili in essa contenuti

essantadue pezzitestimoniano la notevole specializzazione di questi artigiani (vd. ARWIDSSON G. – BERG G., The

ete dell’Europa Mästermyr Find. A Viking Age Tool Chest from Gotland, Stockholm 1983 o, più concisamente,

danno ulterioreROSBORN S., “Verktygen i Mästermyr”, in PH 1994: 4, pp. 20-21).

’altro la notevole 460 A Vǫlundr è dedicato un componimento eddico che si intitola, appunto, Carme di Vǫlundr

(Vǫlundarkviða). Di lui si dice che era stato sposo di una valchiria. Assalito e derubato dagli uomini

di un re di nome Níðuðr era stato poi mutilato, esiliato su un isolotto e costretto a lavorare per il

sovrano. Di tutto ciò Vǫlundr si era crudelmente vendicato, dapprima uccidendo i figli del re e

TURLUSON, traendo coppe preziose dai loro crani, poi approfittando della figlia del sovrano, da lui resa incinta.

il significato dei Aveva infine confessato al re ogni cosa, senza tuttavia che quello potesse vendicarsi, in quanto il

fabbro, seppure mutilato alle gambe aveva potuto librarsi, irraggiungibile, nell’aria (vd. CHIESA

enienza stranieraISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 439-442 e note relative, con indicazione delle fonti). Nel mondo

germanico la notorietà di questa figura è testimoniata in area tedesca (dove il nome dell’eroe è

uanto errata, cheWielant/Welant) e anglosassone (dove il nome dell’eroe è Veland/ Velond), vd. GRIMM 1968 (B.7.1),

perti archeologiciI, pp. 312-313. È opportuno tuttavia sottolineare qui anche talune coincidenze con il mito greco di

e di Gotland – a Dedalo, come la prigionia imposta da un re (in questo caso Minosse di Creta) e la fuga per le vie del
enuta a Sigtuna e cielo (vd. GRAVES R., I miti greci, Milano, 1987³, pp. 282-289). Si osservi che anche il mito greco

e fosse accurata)definisce Dedalo un fabbro, e che il motivo del labirinto ritorna in ambito nordico dove il termine

me quelli, assai vǫlundarhús, letteralmente “casa di Vǫlundr” (cfr. ingl. Wayland’s house), significa, appunto,

antico, dovevano “dedalo”, “labirinto”.

llegati al ricordo 461 Il modello più antico è da ricercare assai indietro nel tempo, innanzi tutto nei motivi dell’arte

degli Sciti approdati nel cuore dell’Europa per il tramite della cultura celtica. Anche le spille

la ‘cassetta degliutilizzate nell’abbigliamento dei soldati romani furono certamente fonte di ispirazione. In seguito

n essa contenutisono stati rilevati influssi dell’arte anglo-irlandese, di quella carolingia (in particolare per

Thel’inserimento, a partire dall’inizio del IX secolo, del motivo della cosiddetta ‘bestia che afferra’, una

ù concisamente,sorta di animale fantastico che si congiunge, come avvinghiandovisi, alle restanti componenti della

rappresentazione grafica, quando non addirittura alla propria figura). I primi esempi dei motivi

lundr ornamentali zoomorfi fortemente stilizzati tipici dell’arte nordica risalgono al V-VI secolo d.C.

ato dagli uomini 462 Lo stile di Borre (840-980 d.C.) prende nome da reperti (in particolare delle briglie) rinvenuti

a lavorare per ilin un ricco tumulo sepolcrale del Vestfold (Norvegia); quello di Jelling (870-1000 d.C.) si richiama

i figli del re einnanzi tutto alla decorazione di una coppa in argento ritrovata in una sepoltura della necropoli reale

lui resa incinta.danese di Jelling; quello di Mammen (960-1020 d.C., assai simile al precedente, del quale costituisce

arsi, in quanto il una elaborazione) da un’ascia decorata rinvenuta in questa località dello Jutland; quello di Ringerike

HIESA (980-1090*) dalle diverse pietre runiche decorate rinvenute nella municipalità norvegese (in

nti). Nel mondoBuskerud) che porta questo nome; quello di Urnes, infine (1050-1170*), che certamente risente di

ome dell’eroe èinflussi cristiani, dal celebre portale della chiesa in legno (stavkirke) che si trova in questa località

1968 (B.7.1),(regione di Sogn e Fjordane, Norvegia; vd. sotto, p. 222). La cronologia è ripresa da FOOTE – WILSON

il mito greco di1973, p. 287, dove si precisa che le date asteriscate si riferiscono all’Irlanda, in quanto in Scandinavia

uga per le vie del questi stili risultano esauriti già in precedenza.
he il mito greco 463 Vd. sopra, pp. 92-93.

dove il termine 464 Ciò a motivo del fatto che le sue migliori espressioni si ritrovano nella celebre nave funeraria

nifica, appunto, di Oseberg (vd. p. 104).

465 Vd. sopra, p. 135.

i motivi dell’arte 466 Cfr. nota 464.

Anche le spille 467 Vd. p. 184, nota 336.

zione. In seguito 468 Fóstbrœðra saga, cap. 23.

particolare per 469 Cfr. il racconto della Laxdœla saga, cap. 29, dove è riferito che lo scaldo compose questo

che afferra’, una carme trovandosi ospite in questa casa in occasione di un matrimonio.

omponenti della 470 Vd. oltre, p. 306.

empi dei motivi 471 Si vedano in particolare le pietre di Hammars I e III, di Ardre VIII, di Smiss I, di Tjängvide I, di

Hunninge I e di Tängelgårda. Già sulla pietra di Austers (risalente al periodo precedente,

briglie) rinvenutiprobabilmente al V secolo) si può forse riconoscere nella raffigurazione di un drago con le fauci

d.C.) si richiama spalancate davanti al quale c’è una figura umana una allusione alla storia del celebre eroe Sigurðr (il

a necropoli reale Sigfrido della tradizione continentale).

quale costituisce 472 Tra i più celebri certamente la croce e la pietra di Gosforth (Cumberland), la pietra di Ramsey

ello di Ringerikee la croce di Kirk Andreas (entrambe sull’Isola di Man) e il cosiddetto Franks Casket, cofanetto in

à norvegese (inosso di balena proveniente dalla Northumbria (VIII-IX secolo) raffigurante una scena del mito di

mente risente diVǫlundr (vd. sopra, nota 460).

n questa località 473 Vd. in particolare la pietra di Altuna (Uppland, Svezia, XI secolo), la pietra di Hunnestad

ILSON(Scania, Svezia, X-XI secolo), la pietra di Ledberg (Östergötland, Svezia, XI secolo) e quella di

o in ScandinaviaRamsundsberget (Södermanland, Svezia, XI secolo).

474 Cfr. sopra, nota 462.


475 In realtà quest’ultima chiesa è stata demolita nel 1838 per costruirne una nuova. I due celebri

re nave funerariaportali si trovano ora conservati nel Museo storico-culturale (Kulturhistorisk museum) di Oslo. Sulle

stavkirker vd. oltre, pp. 270-272; cfr. p. 319.

476 Vd. HOUGEN B., “Osebergfunnets billedvev”, in Viking 1940, pp. 85-124.

compose questo

di Tjängvide I, di

odo precedente,

ago con le fauci

e eroe Sigurðr (il

pietra di Ramsey

, cofanetto in

cena del mito di

ra di Hunnestad

olo) e quella di
475 In realtà quest’ultima chiesa è stata demolita nel 1838 per costruirne una nuova. I due celebri

portali si trovano ora conservati nel Museo storico-culturale (Kulturhistorisk museum) di Oslo. Sulle

stavkirker vd. oltre, pp. 270-272; cfr. p. 319.

476 Vd. HOUGEN B., “Osebergfunnets billedvev”, in Viking 1940, pp. 85-124.
Apparato iconografico capitoli 1-3
Apparato iconografico capitoli 1-3
Fig. 2

Utensili di selce ritrovati nei siti di Segerbro e Alleröd (§ 1.1 e § 1.2)


Fig. 2

Utensili di selce ritrovati nei siti di Segerbro e Alleröd (§ 1.1 e § 1.2)


Fig. 3

Incisioni rupestri di Jepmaluokta presso Alta nella regione di Finnmark (vedi qui)
Fig. 3

Incisioni rupestri di Jepmaluokta presso Alta nella regione di Finnmark (vedi qui)
Fig. 4

Oggetti caratteristici della ‘cultura della ceramica imbutiforme’ (vedi qui)


Fig. 4

Oggetti caratteristici della ‘cultura della ceramica imbutiforme’ (vedi qui)


Fig. 5

Carro solare di Trundholm (vedi qui)


Fig. 5

Carro solare di Trundholm (vedi qui)


Fig. 6

Immagini su una parete all’interno della tomba di Kivik in Scania (p. 43)
Fig. 6

Immagini su una parete all’interno della tomba di Kivik in Scania (p. 43)
Fig. 7

Incisioni rupestri dell’età del bronzo (§ 1.3.3). Un esempio dal sito di Stora Backa (Bohuslän)
Fig. 7

Incisioni rupestri dell’età del bronzo (§ 1.3.3). Un esempio dal sito di Stora Backa (Bohuslän)
Fig. 8

Skeppsättning nell’isola svedese di Öland (vedi qui)


Fig. 8

Skeppsättning nell’isola svedese di Öland (vedi qui)


Fig. 9

Bratteata di Skodborg nello Jutland: su questo tipo di oggetti sono talora rappresentate figure che

possono forse alludere a una divinità (vedi 1 e 2)


Fig. 9

Bratteata di Skodborg nello Jutland: su questo tipo di oggetti sono talora rappresentate figure che

possono forse alludere a una divinità (vedi 1 e 2)


Fig. 10

Le terre abitabili secondo Eratostene: si noti come Thule fosse considerata un’isola collocata

nell’emisfero boreale (vedi qui)


Fig. 10

Le terre abitabili secondo Eratostene: si noti come Thule fosse considerata un’isola collocata

nell’emisfero boreale (vedi qui)


Fig. 11

Pietra runica svedese di Steninge (Uppland) raffigurata in una incisione del 1624 di Johannes

Bureus e successivamente andata perduta. L’iscrizione risale all’XI sec. (§ 2.5)


Fig. 11

Pietra runica svedese di Steninge (Uppland) raffigurata in una incisione del 1624 di Johannes

Bureus e successivamente andata perduta. L’iscrizione risale all’XI sec. (§ 2.5)


Fig. 12

Fibula d’argento riccamente decorata risalente al VI-VII sec. (vedi qui)


Fig. 12

Fibula d’argento riccamente decorata risalente al VI-VII sec. (vedi qui)


Fig. 13

Pietra di Tjängvide I (Gotland, VIII-IX sec.). Si noti nella parte superiore il cavaliere sul destriero

a otto zampe: è il dio Odino in sella al mitico Sleipnir (vedi qui)


Fig. 13

Pietra di Tjängvide I (Gotland, VIII-IX sec.). Si noti nella parte superiore il cavaliere sul destriero

a otto zampe: è il dio Odino in sella al mitico Sleipnir (vedi qui)


Fig. 14

Le rotte e le vie percorse dai vichinghi (§§ 3.1.2 - 3.1.6)


Fig. 14

Le rotte e le vie percorse dai vichinghi (§§ 3.1.2 - 3.1.6)


Fig. 15

Testa di drago appartenente alla celebre nave funeraria di Oseberg in Vestfold, risalente al IX

secolo (vedi 1 e 2)
Fig. 15

Testa di drago appartenente alla celebre nave funeraria di Oseberg in Vestfold, risalente al IX

secolo (vedi 1 e 2)
Fig. 16

Maschera d’argento rinvenuta a Gudme in Fionia, risalente al III-IV sec. d.C. (vedi qui)
Fig. 16

Maschera d’argento rinvenuta a Gudme in Fionia, risalente al III-IV sec. d.C. (vedi qui)
Fig. 17

Uno degli elmi ritrovati nel celebre sito di Vendel nell’Uppland (vedi qui)
Fig. 17

Uno degli elmi ritrovati nel celebre sito di Vendel nell’Uppland (vedi qui)
Fig. 18

Immagine della ‘divinità dal grande fallo’ rinvenuta a Broddenbjerg nello Jutland (vedi qui)
Fig. 19

La triade divina Odino, Thor e Frigg come rappresentata nell’Atlantide del goticista Olof

Rudbeck (§ 3.3.2 e vedi qui)


Fig. 19

La triade divina Odino, Thor e Frigg come rappresentata nell’Atlantide del goticista Olof

Rudbeck (§ 3.3.2 e vedi qui)


Fig. 20

Amuleto a forma di ‘martello di Thor’ ritrovato nell’isola svedese di Öland (vedi qui)
Fig. 20

Amuleto a forma di ‘martello di Thor’ ritrovato nell’isola svedese di Öland (vedi qui)
Fig. 21

Tra i luoghi naturali consacrati alla divinità è noto in Islanda Helgafell il “Montesacro” sulla

penisola di Snæfellsnes (vedi qui)


Fig. 21

Tra i luoghi naturali consacrati alla divinità è noto in Islanda Helgafell il “Montesacro” sulla

penisola di Snæfellsnes (vedi qui)


CAPITOLO 4

Una nuova religione

4.1. Missionari cristiani e devoti pagani: il credo nuovo e l’antico

I popoli nordici erano venuti sporadicamente in contatto con la religione cristiana anche

precedentemente all’età vichinga, tuttavia senza conseguenze particolari sulle loro credenze e

sul loro stile di vita. L’inizio del lungo e complesso processo di cristianizzazione della

Scandinavia va in effetti riportato ai primi decenni del IX secolo, quando prendono il via le

missioni ufficiali condotte da Ebone (Ebbone) di Reims (che aveva avuto l’incarico

direttamente dal Papa)1 prima e da Ansgar poi.2 Una iniziativa, quest’ultima, inserita nel

programma di cristianizzazione a suo tempo avviato da Carlo Magno e strettamente connesso

alle mire espansionistiche della dinastia carolingia, che aveva già conosciuto campagne

religiose nei confronti di popolazioni (come i Sassoni) stanziate in zone prossime alla

Scandinavia, quanto meno alle regioni danesi. L’attività apostolica di Ansgar è ben

testimoniata da Rimbert (circa 830-888), suo biografo e successore all’arcivescovato di

Brema: la Vita di Ansgar (Vita Anskarii) terminata a metà degli anni ’70 costituisce infatti

una fonte preziosa a riguardo delle fasi iniziali del processo di cristianizzazione dei popoli

nordici. In realtà, nonostante l’enfasi propagandistica, l’opera di Ansgar non poté conseguire

risultati stabili: essa infatti appare chiaramente legata alle sorti politiche di sovrani danesi e

svedesi nei loro rapporti con l’impero carolingio e resta – per così dire – ‘localizzata’ in

centri strategici (Hedeby e Ribe in Danimarca e Birka in Svezia). D’altronde che il processo

di introduzione della nuova religione fosse legato, oltre che all’espansionismo della Chiesa, a
interessi dinastici e politici (non a caso importanti santi nordici apparterranno a famiglie

reali!), è un fatto certo, così come la constatazione che nella cristianizzazione dei Paesi

scandinavi giocarono un proprio ruolo iniziative diverse promosse da diverse aree

cristiana anchegeografico-politiche: quella della Chiesa inglese, della tedesca e della francese, senza

loro credenze etralasciare gli importanti impulsi venuti dal cristianesimo orientale attraverso i contatti con

izzazione dellaBisanzio.

endono il via le La definitiva affermazione del nuovo credo avrebbe conosciuto tempi lunghi e fasi

vuto l’incaricocomplesse. Né del resto essa sarebbe potuta avvenire – nonostante la determinazione dei

ma, inserita nelfautori della nuova religione – se dal punto di vista religioso il mondo nordico non si fosse

mente connesso trovato in epoca vichinga in quella fase di crisi dei valori cui sopra si è fatto cenno:3 una crisi

iuto campagneche lasciava spazio a nuove forme di credo, possibilità del resto rafforzata dalla natura

prossime allamedesima del paganesimo che consentiva, come si è visto, di privilegiare la venerazione di

Ansgar è benuna determinata divinità rispetto ad altre. Il che – almeno inizialmente – spalancò le porte al

rcivescovato di “bianco Cristo”, il nuovo dio proveniente dal Sud. La crisi religiosa di epoca vichinga è

ostituisce infattid’altronde testimoniata non soltanto dalla presenza dei sopra ricordati “uomini senza dio”

ione dei popoli(goðlausir menn)4 ma anche dai casi di ‘conversione’ dalla venerazione di una divinità a

poté conseguire quella di un’altra, in relazione a mutate necessità o al mutato stile di vita.5 Esempio

ovrani danesi e emblematico della ‘parificazione’ di Cristo agli dèi pagani è la vicenda di uno dei primi

‘localizzata’ incoloni islandesi, tale Helgi Eyvindarson detto il Magro (magri) stabilitosi nel luogo da lui

che il processodenominato Kristnes (letteralmente “Promontorio di Cristo”, in realtà la sua fattoria presso il

della Chiesa, afiume Þverá superiore che sfocia nell’Eyjafjörður non molto lontano dall’attuale città di
nno a famiglieAkureyri). Di lui (che era stato allevato in Irlanda, il che ben spiega il suo rapporto con la

zione dei Paesifede cristiana) è detto nel Libro dell’insediamento che era un devoto del dio Thor ma anche

a diverse areeche credeva in Cristo: “egli era molto confuso nella fede; credeva in Cristo, tuttavia invocava

rancese, senzaThor per i viaggi in mare e per le decisioni difficili e per tutto quanto gli pareva più

o i contatti conimportante.”6 Un ottimo esempio di come nella maggior parte dei casi la conversione non

fosse capace – quantomeno inizialmente – di incidere in profondità nell’animo dell’uomo del

i lunghi e fasiNord. In tal senso testimonia, tra l’altro, lo sconforto di un arcivescovo di Reims che

rminazione deiall’inizio del X secolo in una lettera indirizzata al Papa Giovanni I lamentava il fatto che i

co non si fosse Normanni nonostante fossero stati battezzati e ribattezzati sempre tornavano alle loro

una crisiabitudini pagane uccidendo i fedeli, massacrando i sacerdoti e continuando a sacrificare ai

ta dalla natura loro dèi.7

venerazione di Nell’introduzione della nuova fede nei Paesi nordici non c’è spazio per aspetti teologici o

ancò le porte al argomentazioni filosofiche intorno a un astratto concetto di divinità: Cristo appare piuttosto

oca vichinga ècome una figura forte e vittoriosa (capace di sconfiggere anche la morte!), un capo sul quale i

mini senza dio”seguaci possono fare affidamento nel momento del bisogno, un ‘mago’ che con i suoi

una divinità amiracoli mostra di possedere una dottrina superiore a quella degli dèi tradizionali.8 Un

Esempioesempio assai significativo in proposito si trova nel racconto del cronista sassone Widukind

uno dei primidi Corvey (vissuto nel X secolo) a riguardo della conversione del re danese Araldo Dente

el luogo da luiazzurro, il quale dopo una discussione su chi fosse più potente tra Cristo e gli Asi propose al

attoria presso ilvescovo Poppone di rimettersi al giudizio dell’ordalia: sottoposto alla prova del guanto di

attuale città diferro rovente il vescovo estrasse la mano senza il benché minimo segno di bruciatura, il che
rapporto con laconvinse Araldo della potenza ‘magica’ del nuovo dio che fu da lui dichiarato l’unico che

Thor ma anchedovesse da allora in poi essere venerato in Danimarca.9 È dunque l’immagine di un Cristo

ttavia invocavaglorioso e di un capo vittorioso quella che si afferma in Scandinavia: troppo lontani dalla

gli pareva piùmentalità nordica sarebbero stati concetti legati a una divinità umile, sofferente e sottomessa,

onversione noncosì come i richiami al perdono in un mondo che da tempo immemorabile considerava la

o dell’uomo delvendetta come un dovere morale nei confronti dei consanguinei. Del resto (ma in questo sono

di Reims chefacili i richiami a modelli contemporanei continentali) la prima iconografia cristiana mostra il

va il fatto che icrocifisso in atteggiamento composto, solenne e grave, figura che si ispira piuttosto all’ideale

vano alle loro di un capo.10 Il che, per restare aderenti al concreto realismo dei nordici si riflette in

a sacrificare aicomponimenti poetici nei quali Cristo è indicato da metafore quali munka reynir, munka

valdr e munka dróttin che lo indicano come “[colui] che mette alla prova”, “guida” e

petti teologici o“signore dei monaci”, mentre il suo Regno è collocato a Roma o in Grecia.11 Queste

ppare piuttostometafore palesemente ne ricalcano altre con le quali si suole designare il principe nel

capo sul quale irapporto con gli uomini del suo seguito.

che con i suoi Naturalmente nella loro predicazione i missionari dovettero tenere debito conto di tutto

Unquesto, tralasciando gli aspetti del cristianesimo più ostici e lontani dalla visione di vita

sone Widukind tradizionale dell’uomo del Nord ed enfatizzando ciò che di più poteva impressionarlo. Il che

e Araldo Denteriguarda, a esempio, il concetto di un aldilà nel quale l’uomo sarebbe stato premiato o punito

Asi propose al per le sue azioni in questa vita: un’idea come quella dell’inferno, fino ad allora totalmente

a del guanto diestranea alla mentalità nordica (che piuttosto immaginava che il morto potesse conservare lo

ruciatura, il chestatus sociale di quando era in vita), dovette certamente avere una propria efficacia, come
ato l’unico chetestimonia non solo una precisa affermazione in tal senso dello scaldo Alfredo Poeta

ne di un Cristoturbolento,12 ma anche l’esplicita introduzione di questo concetto nella trattazione

po lontani dallaescatologica affidata al mito, come appare dal racconto dell’Edda di Snorri Sturluson13 nella

e e sottomessa,quale è ripreso e citato il testo della Predizione dell’Indovina (Vǫluspá), un carme eddico

considerava lapure di sicura origine pagana, che illustra l’origine e la fine del mondo14 (a meno che

in questo sonol’introduzione di questi elementi non sia dovuta a una più tarda elaborazione di eruditi

stiana mostra ilcristiani). Certamente l’idea di un aldilà che separa definitivamente i buoni dai cattivi dovette

ttosto all’idealecollidere con il concetto tradizionale della riunificazione del defunto con gli antenati

ci si riflette inappartenuti alla sua stirpe:15 in un certo senso paradossalmente, l’accettazione di questo

munkaconcetto fu forse più facile per i guerrieri che comunque si attendevano in ‘premio’

va”, “guida” el’ammissione tra gli eletti di Odino nella Valhalla.16 A margine va qui opportunamente anche

Questenotato come, in relazione alla mutata concezione dell’aldilà, si assista a un cambiamento

il principe neldegli usi funerari con la decadenza dell’antico uso di cremare i defunti (al quale tuttavia già

in età vichinga si affiancava – un primo probabile influsso cristiano – la sepoltura in bare,

o conto di tuttocamere sepolcrali o fosse) e la conseguente diffusione della consuetudine di deporli in

visione di vita semplici tombe senza provvederli di alcun dono funebre. Superata è la necessità di aiutare il

sionarlo. Il chemorto nel suo cammino verso l’aldilà e, insieme, il timore di un suo possibile e temuto

emiato o punitoritorno!

lora totalmente A sfavore dei missionari giocava non solo molta parte della dottrina che essi andavano

e conservare lopredicando, ma probabilmente anche aspetti esteriori del culto. Se da una parte è vero che i

efficacia, comepagani furono colpiti da determinati riti, così come dall’uso dell’incenso, dalla luce delle
Alfredo Poetacandele, dai canti e dal suono delle campane (che nella tradizione delle fiabe popolari

ella trattazione nordiche resterà uno dei deterrenti più efficaci contro gli esseri di natura malvagia

nellagenericamente collegati al paganesimo),17 è altrettanto vero che alcuni aspetti delle norme di

n carme eddicovita cristiana dovettero parere loro disprezzabili. In proposito si può qui richiamare il

(a meno checosiddetto Breve racconto di Þorvaldr Gran viaggiatore.18 Vi si parla del vescovo tedesco

ione di eruditiFederico (Friðrekr) giunto in Islanda su invito di tale Þorvaldr, da lui conosciuto e battezzato

i cattivi dovettein Germania, con l’intenzione di diffondere la nuova dottrina. L’opera del vescovo e del suo

on gli antenatiospite, che fungeva da assistente, ebbe qualche successo ma incontrò al contempo una feroce

ione di questo opposizione da parte di molti pagani, i quali giunsero a progettarne l’assassinio. Il massimo

no in ‘premio’del disprezzo fu tuttavia gettato su di loro con la composizione di un ‘verso di infamia’

unamente anche (níð)19 che li accusava di comportamento omosessuale, ingiuria tra le più gravi che potessero

n cambiamentoessere recate. Forse l’atteggiamento del vescovo, i suoi inviti all’umiltà e alla sottomissione,

uale tuttavia già ma anche il suo modo di abbigliarsi (tra l’altro secondo la regola egli non portava la barba)

poltura in bare,fecero nascere nei pagani un profondo senso di disprezzo culminato nell’accusa di essere una

e di deporli in‘donnicciola’.

sità di aiutare il Paganesimo e cristianesimo convissero fianco a fianco per molto tempo tra tolleranza e

sibile e temutofastidio, diffidenza e curiosità. Talora i pagani accettarono, probabilmente in più di un caso

per convenienza, una sorta di ammissione parziale nella comunità cristiana (divenendo in

essi andavanosostanza catecumeni), con l’atto della cosiddetta prím-signing (prima signatio). Ma non di

rte è vero che irado si verificarono delle reazioni anche molto violente. E d’altronde anche da parte dei

dalla luce dellecristiani l’evangelizzazione fu portata avanti, in diverse circostanze, con metodi brutali: basti
fiabe popolaripensare all’opera dei due Olav, i grandi cristianizzatori della Norvegia;20 in un paio di casi si

atura malvagia fa anche riferimento a figure di martiri pagani, persone che rifiutarono ostinatamente di farsi

delle norme dibattezzare, preferendo morire fra i tormenti.21 L’orgoglio pagano, tante volte testimoniato

i richiamare il nelle fonti, si sarebbe piegato solo davanti alla dimostrazione di una ‘superiorità magica’ del

escovo tedescoCristo rispetto agli dèi tradizionali, o sarebbe stato sconfitto dalla determinazione e dalla

uto e battezzato aggressività di taluni sovrani, o avrebbe saputo accortamente indietreggiare di fronte a lucide

scovo e del suoconsiderazioni di carattere politico. I missionari dovettero spesso accontentarsi di far

mpo una feroce accettare ai nordici almeno gli aspetti esteriori del culto: l’importanza di cerimonie come il

nio. Il massimobattesimo o la sepoltura in terra consacrata, la necessità della partecipazione ai riti e della

rso di infamia’recita delle preghiere furono enfatizzate con grande fervore. Ma esse tuttavia parrebbero in

vi che potesseromolti casi rappresentare l’unico tangibile risultato raggiunto.

sottomissione, E tuttavia, fatto del resto inevitabile, in qualche modo le due religioni si mescolarono e si

ortava la barba) sovrapposero. Innanzi tutto le pratiche cristiane seppero assorbire progressivamente parte del

sa di essere unacerimoniale pagano: a esempio i riti per la fecondità (certamente antichissimo retaggio della

religione vanica) furono riferiti a Cristo o alla Madonna22 e brindisi in onore degli dèi furono

tra tolleranza ededicati alle nuove potenze celesti.23 Ma anche la simbologia antica fu opportunamente

più di un casosostituita da una nuova che però non la cancellava del tutto: mentre i reperti archeologici

(divenendo inmostrano la diffusione di oggetti ispirati all’arte cristiana è facile a esempio constatare come

). Ma non digli amuleti a forma di croce siano – almeno inizialmente – palesemente ispirati a quelli

he da parte dei raffiguranti il ‘martello’ di Thor.24 Del resto anche l’invocazione a questo dio perché

di brutali: basti consacri pietre runiche innalzate in memoria,25 lascerà il posto a quella per il defunto rivolta
n paio di casi sialla divinità cristiana che comparirà in un numero ben più frequente di casi. E certamente i

tamente di farsi ‘miracoli’ attribuiti ai diversi santi (specie se, come Sant’Olav di Norvegia erano stati re e

te testimoniato quindi conservavano agli occhi dei sudditi un alone di sacralità pagana)26 dovettero apparire

rità magica’ delcome il risultato di qualità magiche, piuttosto che dell’intervento divino.27

nazione e dalla Ma l’introduzione delle concezioni cristiane e la loro commistione con le consuetudini

fronte a lucideantiche si può riconoscere anche in riferimento alla tradizione letterario-mitologica del

tentarsi di far paganesimo nordico. Sopra è stato rilevato come il concetto cristiano di premio o punizione

imonie come il dopo la morte sia assorbito nel testo di un carme pagano come la Predizione dell’Indovina, il

e ai riti e dellaquale del resto nel racconto escatologico della fine del mondo (ripreso ed elaborato da Snorri

a parrebbero in Sturluson)28 pare risentire ampiamente del tema dell’apocalisse. Questa corrispondenza

dovette essere ben presente alla mente di colui che redasse la versione del medesimo carme

mescolarono e siche si trova, insieme ad altri testi, nel cosiddetto Libro di Haukur (Hauksbók).29 In essa

mente parte delinfatti è contenuta la str. 65, certamente apocrifa, che così recita: “Allora viene il potente al

o retaggio della giudizio degli dèi (o forse “al grande giudizio”),/ possente dall’alto,/ colui che tutto governa”

degli dèi furono(“þa kemr hinn riki at regin domi/ ǫflugr ofan/ sa er ǫllu ræðr”).30 Un caso certamente non

opportunamenteisolato. Infatti il mito che racconta della spedizione del dio Thor presso il gigante Hymir, nel

rti archeologicicorso della quale egli cercò di trarre dalle profondità dell’oceano il serpe cosmico e di

onstatare comeucciderlo,31 è forse legato alla tradizione biblica del Leviatano32 (in questo senso potrebbe

spirati a quellitestimoniare tra l’altro l’iconografia sulla pietra di Gosforth nella regione del Cumberland).

sto dio perchéAnche a riguardo di Odino è possibile supporre che il mito che racconta di come il dio si

defunto rivolta fosse immolato a se stesso tramite l’impiccagione all’albero cosmico, possa in qualche modo
E certamente i collegarsi al racconto cristiano della crocifissione. Del resto alla figura di Cristo, vittima

erano stati re esacrificale innocente, è stata collegata anche quella di Baldr, che accolto nel Regno degli

vettero apparireinferi ne tornerà per governare il prossimo ciclo di esistenza.33 Anche l’utilizzo in riferimento

a Odino di un appellativo come Allfaðir/Alfǫðr “Padre di tutti” o la sua definizione come ‘dio

le consuetudinicreatore’ possono essere ricondotti qui.

-mitologica del Quanto questa sovrapposizione sia stata concreta e in quale misura la persistenza del

mio o punizione credo pagano fosse tangibile è rilevabile da numerose circostanze. Innanzi tutto la

, ilpropaganda dei promotori della nuova fede che cercarono in ogni modo di eliminare gli dèi

borato da Snorridella tradizione facendoli apparire come veri e propri dèmoni pericolosi e funesti: nelle fonti

corrispondenzascritte (che, non lo si dimentichi furono redatte in questa forma in epoca cristiana e per la

edesimo carme gran parte da eruditi di ambiente ecclesiastico), sono inseriti numerosi episodi che hanno lo

In essascopo di dimostrare questa asserzione.34 Poi la testimonianza delle leggi emanate dopo la

ne il potente alcristianizzazione, nelle quali l’insistenza con la quale vengono ripetuti i divieti relativi a

tutto governa”tradizioni religiose pagane riflette, evidentemente, la difficoltà di sradicarle. Le punizioni per

certamente nonchi si renda colpevole di reati quali il culto di divinità pagane, la venerazione di luoghi

ante Hymir, neltradizionalmente considerati sacri, il possesso di oggetti legati ai riti pagani, sono pesanti e

e cosmico e dicontemplano tra l’altro la possibilità di essere dichiarato ‘fuorilegge’ e la confisca dei beni a

senso potrebbefavore del vescovo.35 Ma le pratiche pagane, soprattutto quelle di carattere magico, dovettero

l Cumberland). tuttavia perdurare ed essere messe in atto in forma più o meno segreta.

come il dio si Nella Saga di Alfredo si narra del protagonista, poeta islandese giunto alla corte del re norvegese

n qualche modo Olav Tryggvason, che fu da questi praticamente costretto a rinnegare l’antica fede e a convertirsi. Ma
Cristo, vittimaAlfredo non era affatto un cristiano convinto e pur accettando (per motivi di convenienza) il

el Regno deglibattesimo (per il quale aveva ottenuto che il re in persona fosse suo padrino) espresse in alcuni versi
tutto il suo rimpianto per gli dèi della tradizione, pur dichiarando (probabilmente solo per non
o in riferimento
dispiacere al suo patrono!) la sua piena adesione alla nuova fede:
zione come ‘dio
“Così fu un tempo, che io il signore

di Hliðskjalf, veloce nel pensiero,


persistenza del
mutata è la fortuna degli uomini,
nanzi tutto la
potevo ben venerare.
liminare gli dèi
Tutta la stirpe umana per il favore
esti: nelle fonti di Odino componeva canti,

istiana e per la dei nostri antenati mi ricordo,

di che hanno lo l’eccellente condotta;

manate dopo la ma svogliato, poiché il potere di Viðrir

ivieti relativi a ben piaceva al poeta,

rivolgo al marito di Frigg


e punizioni per
odio, poiché Cristo serviamo.
zione di luoghi
Tu che favorisci gli uomini! Noi ripudiamo
sono pesanti e
il nome dell’officiante il sacrificio del corvo,
fisca dei beni a
nel paganesimo, quello che
agico, dovettero
dagli uomini lodato, meditava l’inganno.

Con me Freyr si adiri e Freyja,


del re norvegese
l’anno scorso tralasciai le illusioni di Njǫrðr,
a convertirsi. Ma
Grímnir [lo] venerino i mostri;
convenienza) il e [anche] Thor il potente;

se in alcuni versi di Cristo solo io voglio, e di Dio,

te solo per non l’amore tutto invocare,

siamo stanchi per la collera del figlio

[che] ha glorioso potere sotto il padre del mondo.

Del signore degli uomini di Sogn questo

è [ora] l’uso, che impediti [ci] sono i sacrifici;

il volere delle norne un tempo onorato

per lo più dovremo rifuggire

tutti gli uomini abbandonano

la venerazione di Odino;

io sono anche costretto a [lasciare] i figli di Njǫrðr

per invocare Cristo.”36

4.2. Religione e politica

4.2.1. La conversione in Danimarca

Ad Alcuino, maestro di Carlo Magno e figura insigne della cultura d’epoca carolingia,

dobbiamo le notizie sul primo contatto tra il mondo danese e la religione cristiana. Nella sua

agiografia del santo missionario anglosassone Willibrord (ca.658-739), egli scrive che costui,

incaricato di predicare il Vangelo fra le popolazioni della Frisia, aveva cercato di estendere la

sua opera in quell’area, dovendo tuttavia desistere per la ferma opposizione di un sovrano di

nome Ongendus (in nordico, verosimilmente, Angantýr), definito “uomo più crudele di

qualsiasi fiera e più duro di qualsiasi pietra” (“homo omni fera crudelior et omni lapide
durior”).37 Siamo all’incirca nell’anno 700. A quanto pare i Danesi erano ben capaci di

contrastare il potere di Carlo Magno: nel 782 un loro re di nome Sigfrido (Sigfred), presso il

quale aveva trovato rifugio il famoso condottiero Widukind che aveva guidato i Sassoni nella

lotta contro l’imperatore, è ricordato (evidentemente per l’importanza politica che rivestiva)

in relazione a queste vicende e alle conseguenti trattative. Successivamente, come sopra

accennato, il sovrano danese Goffredo, uno dei figli di Sigfrido, era arrivato a minacciare il

potere di Carlo.38 Ma l’assassinio di Goffredo (810) e le lotte dinastiche a esso conseguenti

avrebbero cambiato questa situazione, con importanti ripercussioni sul piano religioso. Il

successore, Hemming, concluse nell’811 la pace con Carlo Magno nei pressi del fiume Eider

(danese Ejderen), riconosciuto evidentemente come confine naturale tra i due territori, ma

alla sua morte (812) esplosero i contrasti dinastici e la ricerca di forti alleanze portò alcuni

dei pretendenti al trono danese ad avvicinarsi ai rappresentanti della dinastia carolingia. Fu in

questo clima che ebbe luogo la prima missione ufficiale verso le terre nordiche. Attorno

all’anno 822 l’arcivescovo Ebone di Reims forte dell’appoggio del Papa (certamente in

poca carolingia,accordo con l’imperatore Ludovico il Pio) intraprendeva, affiancato da Halitgar vescovo di

tiana. Nella suaCambrai e da Willerich, vescovo di Brema, l’evangelizzazione delle zone danesi. Questa

rive che costui,missione ebbe scarso successo, tuttavia la prima conversione ‘ufficiale’ di un danese sarebbe

di estendere laavvenuta solo pochi anni più tardi. Uno dei pretendenti al trono infatti, Araldo Klak,39

i un sovrano dicacciato dai figli del re Goffredo nell’826, andò a cercare sostegno presso Ludovico il Pio

più crudele dinella residenza di Ingelheim a sud-ovest di Magonza: nel contesto di questa alleanza egli

et omni lapideaccettò di farsi battezzare nel corso di una cerimonia sontuosa insieme alla sua famiglia e a
ben capaci di quattrocento seguaci; poi, forte dell’appoggio ottenuto (l’imperatore in persona era stato suo

), presso ilpadrino), tornò in patria, nello Jutland, accompagnato dal giovane Ansgar (Anskarius, 801-

i Sassoni nella865) e da Autbert (Autbertus), monaci benedettini del monastero di Corvey (fondato pochi

a che rivestiva)anni prima in Westfalia sulle rive della Weser come una sorta di filiale di Corbie), la cui

te, come sopra missione poteva godere anche del sostegno di Papa Gregorio IV. A Hedeby Ansgar riuscì a

a minacciare ilfondare una piccola scuola e ottenne alcune conversioni. Solo un anno dopo tuttavia Araldo

sso conseguenti veniva cacciato, Autbert moriva e Ansgar doveva quindi ritirarsi: egli portò con sé alcuni

no religioso. Ilneofiti perché ricevessero l’educazione cristiana nei conventi. La missione di Ansgar riprese

del fiume Eider non molto tempo dopo avendo come meta principale la Svezia.40 In seguito egli diveniva

ue territori, maabate di Corvey e primo titolare dell’arcivescovato di Amburgo (832), sede dalla quale si

ze portò alcunisarebbe dovuta organizzare la conversione dei popoli nordici; dopo un incontro con Gregorio

arolingia. Fu in IV inoltre riceveva il pallio e veniva nominato legato pontificio per la Scandinavia e le

rdiche. Attornomissioni slave.41

(certamente in Erano tuttavia anni di forti contrasti: se da una parte è vero che probabilmente i vichinghi

gar vescovo di non avevano interesse a osteggiare in maniera troppo aggressiva la religione di molti dei

danesi. Questamercanti che avevano rapporti d’affari con loro, è altrettanto vero che in quei decenni le loro

danese sarebbescorrerie si erano fatte sempre più frequenti e che essi ormai compivano incursioni nel cuore

39 stesso dell’Impero.42 Incursioni che, come si è visto, non risparmiarono Amburgo, che

Ludovico il Pioattaccata e devastata nell’845 dovette assistere anche alla completa distruzione della sua

ta alleanza eglicattedrale. In questa occasione Ansgar riuscì a stento a fuggire, rifugiandosi a Brema, la cui

ua famiglia e adiocesi in seguito (864) il Papa Niccolò I avrebbe unificato proprio con Amburgo, dando vita
na era stato suoa quella che a lungo sarebbe stata la sede amministrativa del cristianesimo nel Nord.43 Dopo

, 801-la catastrofe Ansgar seppe gradatamente riprendersi: fu capace di instaurare buoni rapporti

(fondato pochicon il re danese Horik (che pure aveva ordinato il saccheggio dell’845!) e dare nuovo

Corbie), la cuiimpulso alla propria missione, questa volta con più fortuna; la prima chiesa danese sarebbe

Ansgar riuscì apresto stata costruita nell’importante centro commerciale di Hedeby (850), una seconda

tuttavia Araldo sarebbe sorta qualche anno dopo a Ribe. Dopo la morte di Horik (854) le persecuzioni dei

ò con sé alcuni cristiani ripresero, tuttavia Ansgar riuscì in qualche modo a stabilire buone relazioni anche

Ansgar ripresecon il suo successore, ottenendo qualche concessione: in ogni caso la sua morte, avvenuta

o egli divenivanell’865, segna una interruzione nell’opera di cristianizzazione del Nord. Dopo di lui

e dalla quale si Rimbert, che lo sostituì e ne scrisse la biografia, tentò di portare avanti la sua attività tuttavia

o con Gregoriocon scarso successo.

candinavia e le Nei decenni successivi la storia danese resta per molti versi oscura. Si sa che i Danesi che

si trovavano in Inghilterra ebbero contatti più che casuali con la religione cristiana, come

ente i vichinghi dimostra soprattutto il caso del loro condottiero di nome Guthrum che in seguito all’accordo

ne di molti deicon il re anglosassone Alfredo il Grande aveva accettato (certamente per convenienza

decenni le loropolitica) di essere battezzato (878).44 Inoltre secondo Adamo da Brema l’arcivescovo Unni

rsioni nel cuore nominato titolare della sede di Amburgo-Brema si adoperò per riprendere in modo

Amburgo, cheprogrammatico la missione di Ansgar.45 Nell’anno 934 si ha notizia di un re di nome Gnupa

zione della sua(tuttavia di origini svedesi)46 che fu costretto ad accettare il battesimo (e il pagamento del

a Brema, la cuitributo!) in seguito a una sconfitta subita a opera dell’imperatore tedesco Enrico I, noto come

rgo, dando vita l’Uccellatore (Heinrich der Vogler o der Finkler). Già pochi anni dopo (946 circa) le fonti
Dopo citano vescovati a Hedeby/Schleswig, Ribe e Aarhus (una città fondata solo all’inizio del

buoni rapportisecolo) istituiti per iniziativa dell’arcivescovo di Amburgo-Brema, Adaldag. Il quadro si fa

e dare nuovonuovamente più chiaro. Gnupa viene sconfitto da Gorm il Vecchio che sale al trono, dando il

danese sarebbe via a una vera dinastia reale danese. I celebri monumenti di Jelling ricordano questo sovrano,

), una seconda la moglie Thyre e il figlio Araldo Dente azzurro (940-986): quell’Araldo che, secondo il

ersecuzioni dei racconto di Widukind di Corvey sopra ricordato,47 nell’anno 960 si convertì al cristianesimo

relazioni anchedi fronte all’efficacia delle parole del vescovo Poppone ma, soprattutto, di fronte alla qualità

morte, avvenuta‘magica’ del dio cristiano che aveva saputo proteggere il suo fedele nel corso di una

d. Dopo di lui difficilissima prova.

attività tuttavia Certo la decisione di Araldo non fu presa repentinamente e le motivazioni non furono

solo queste. Suo padre Gorm, secondo la testimonianza (tutta da verificare) di un suo

he i Danesi chesuccessore Svend Estridsen (vedi oltre, in questo medesimo paragrafo), era stato un pagano

cristiana, comedeterminato a sradicare il cristianesimo dal proprio Paese: scacciava i sacerdoti e molti ne

uito all’accordofaceva uccidere per mezzo della tortura.48 È difficile stabilire il momento in cui Araldo Dente

er convenienzaazzurro lo sostituì sul trono (probabilmente prima della di lui morte). Certamente i rapporti di

civescovo Unniquesto re con i sostenitori del cristianesimo erano già maturati prima che egli accettasse il

dere in modo battesimo. Di importanza rilevante nella sua decisione dovette essere la situazione di

di nome Gnupaconflitto che lo opponeva all’imperatore tedesco Ottone I, testimoniata fra l’altro

pagamento del dall’evidenza archeologica di lavori di rafforzamento dell’importante bastione difensivo, il

co I, noto comeDannevirke, che proteggeva i confini meridionali dello Jutland. Come che sia, il complesso

6 circa) le fontidi Jelling immaginato da Gorm il Vecchio (che vi aveva fatto innalzare un monumento in
o all’inizio delpietre a forma di nave49 e una pietra runica in memoria della moglie Thyre)50 come un centro

Il quadro si fadi carattere pagano, fu da principio arricchito da parte dello stesso Araldo di un tumulo

trono, dando ilmaestoso per la solenne sepoltura del padre (958). Ma una volta divenuto cristiano Araldo

questo sovrano,avrebbe modificato considerevolmente la struttura del complesso. Il monumento a forma di

che, secondo ilnave fu eliminato e un secondo tumulo fu innalzato allo scopo di ostentare la potenza della

al cristianesimodinastia; soprattutto però fra i due grandi tumuli fu eretta una chiesa in legno, nella quale, è

onte alla qualitàlecito supporre, vennero traslate le spoglie di Gorm. Accanto alla chiesa dalla parte

l corso di unameridionale Araldo fece erigere la celebre pietra runica che su un lato reca nell’iscrizione

sopra ricordata la orgogliosa rivendicazione del suo potere,51 ma su un altro mostra anche – e

oni non furonosoprattutto! – la prima immagine di Cristo conosciuta nel Nord.52 Trasferita la sede regale a

are) di un suo Roskilde (dunque in una località presso il mare) il sovrano stesso sarebbe infine stato sepolto

tato un pagano nella Chiesa della Trinità da lui fatta costruire in quel luogo.

doti e molti ne I successori di Araldo saranno dunque, almeno formalmente, re cristiani pronti a

ui Araldo Denteinterpretare un ruolo di primo piano: promotori di una politica espansionistica e protagonisti

nte i rapporti didi dure lotte per il predominio. Tra di loro figure di spicco quale, fra tutte, Canuto il Grande,

gli accettasse ilabile politico, guerriero determinato e diplomatico intelligente che seppe porsi all’altezza

a situazione didell’imperatore tedesco e del Papa, un re – quasi certamente più inglese che danese –53 che

ata fra l’altroalla morte (1035) verrà tumulato con tutti gli onori nella cattedrale di Winchester. Con

ne difensivo, ill’ascesa al trono di Svend Estridsen, nipote per parte di madre di Canuto il Grande, la

a, il complessoposizione del cristianesimo danese fu rafforzata. Svend (il cui regno si colloca tra il 1047 e il

monumento in1074) è il sovrano che tante informazioni passò ad Adamo da Brema, che di lui ci rivela le
come un centrovirtù (definendolo intelligente e istruito), ma anche i gravi vizi (in particolare la lussuria) che

o di un tumulolo rendevano disubbidiente ai precetti cristiani.54 Quali che fossero i suoi comportamenti

ristiano Araldonella vita privata Svend si adoperò molto per la Chiesa: innanzi tutto cercò di collaborare con

ento a forma dil’arcivescovo di Amburgo-Brema, Adalbert, che nel 1053 era stato nominato dal Papa

a potenza della proprio legato e vicario per l’intera Scandinavia (comprese l’Islanda, la Groenlandia, la

o, nella quale, èFinlandia e il territorio dei Sami). E ciò nonostante il fatto che con lui Svend avesse avuto un

esa dalla partegrave conflitto quando era stato costretto ad annullare il proprio matrimonio con una nobile

nell’iscrizionesvedese sua parente.55 In questo periodo fu riorganizzata la Chiesa danese che tramite

mostra anche – eaccorpamenti e suddivisioni fu ripartita negli otto vescovati (Hedeby/Schleswig, Ribe,

la sede regale aAarhus, Viborg e Vestervig56 nello Jutland; Odense in Fionia; Roskilde in Selandia e Lund in

ne stato sepoltoScania) che a lungo ne avrebbero costituito l’ossatura. Sebbene il sovrano si fosse riservato il

diritto di nomina dei vescovi,57 questo atto servì a rafforzare la presenza e il funzionamento

stiani pronti adella struttura ecclesiastica, fino ad allora non ben radicata sul territorio. Il risultato fu

a e protagonisticonsolidato con la costruzione di molte nuove chiese (qualche centinaio secondo le

nuto il Grande,entusiastiche stime di Adamo da Brema).58 Tutto questo agevolò in misura cospicua il lavoro

orsi all’altezzadi diffusione della nuova fede, che – se da un punto di vista formale era ormai largamente

cheaccettata – restava tuttavia in realtà sostanzialmente estranea alla mentalità e ai

Winchester. Concomportamenti della maggior parte delle persone. Ma Svend aveva in mente anche un

o il Grande, laprogetto più ambizioso: egli aspirava a una maggiore indipendenza della Chiesa nordica,

a tra il 1047 e ilcomunque sottoposta alla supremazia di quella tedesca. Un progetto che avrebbe cominciato

lui ci rivela lea prendere forma quasi trent’anni dopo la sua morte, nel 1103, con la fondazione a Lund del
la lussuria) che primo arcivescovato per i Paesi del Nord (con giurisdizione su Danimarca, Svezia, Norvegia,

comportamentiIslanda e sulle diverse colonie nordiche) e con l’affidamento dell’incarico di primo

collaborare conarcivescovo ad Asger Svendsen, figlio di un capitano jutlandese – dunque un danese! – già

inato dal Papavescovo nella medesima sede.

Groenlandia, la Nel frattempo la Danimarca aveva trovato il proprio rex et martyr nella figura di Canuto

avesse avuto unil Santo (Knud den hellige), figlio di Svend salito al potere nel 1080 (o 1081). Egli aveva

con una nobilefavorito la Chiesa, in particolare quella di Lund (cui aveva donato ricchi possedimenti),

se che tramitevedendo in quell’alleanza l’occasione per rafforzare il potere della Corona. Ma seppure

hleswig, Ribe,mascherata dietro all’immagine del re devoto, la sua politica autoritaria si era scontrata

andia e Lund incontro i potentati locali e aveva determinato una rivolta aperta nello Jutland. Il re (che tra

osse riservato ill’altro voleva imporre il pagamento delle decime) fu cacciato e inseguito fino a Odense dove

funzionamento si rifugiò nella chiesa di Sant’Albano. Qui fu raggiunto e ucciso dagli inseguitori insieme al

Il risultato fufratello Benedetto (Benedikt) il 10 luglio 1086. Ma l’abilità degli ecclesiastici di Odense e la

io secondo ledeterminazione del fratello Erik il Buono (Ejegod),59 sfuggito alla morte in quella occasione,

spicua il lavorolo trasformò presto in un martire che aveva dovuto soccombere per la propria fede. Si sparse

mai largamentela voce che presso la sua tomba fossero avvenuti dei miracoli e che egli, trovato sull’altare

mentalità e aicon le braccia spalancate e ferito da una lancia, avesse in un certo senso condiviso la morte di

mente anche unCristo.60 Canuto fu dunque dichiarato santo e gli fu preparata una superba sepoltura proprio a

Chiesa nordica,Odense. A Canuto succedette Oluf (nato nel 1050 circa), noto con il triste soprannome di

bbe cominciatoFame (Hunger) per via della carestia che caratterizzò il suo regno. Costui sarebbe poi morto

one a Lund del nel 1095 (forse in una sorta di sacrificio per la fecondità come il re svedese Dómaldi),61 anno
ezia, Norvegia,in cui salì al trono Erik il Buono, in seguito deceduto a Cipro nel corso di un viaggio verso la

arico di primo Terrasanta (1103) intrapreso allo scopo di visitare Gerusalemme, liberata dal dominio

n danese! – già mussulmano in seguto alla prima Crociata.62

Negli Annali di Xanten (abbazia presso la foce del Reno in Westfalia), un testo risalente alla fine

gura di Canutodel IX secolo, si riferisce degli assalti e delle devastazioni che i vichinghi guidati da Ragnarr
(Reginherus) avevano portato nell’anno 845, tra gli altri luoghi, in Francia. E tuttavia il testo lascia
81). Egli aveva
chiaramente intendere che questi pagani avevano poi subito la punizione divina per le loro azioni
possedimenti),
scellerate:
a. Ma seppure
“In quello stesso anno in molti luoghi i pagani irruppero contro i Cristiani, ma fra loro più di
i era scontrata
dodicimila furono uccisi dai Frisoni. Una parte di loro si diresse in Francia, e là caddero tra loro
d. Il re (che tra
più di seicento persone. Ciò nonostante a motivo della [sua] ignavia Carlo [il Calvo] diede loro
a Odense dove
molte migliaia di libbre d’oro e d’argento perché andassero via dalla Francia, il che del resto
itori insieme alfecero. Tuttavia i monasteri di molti santi furono distrutti, e presero prigionieri molti Cristiani […]

di Odense e laIn seguito però quei predoni furono colpiti da una grande epidemia, a causa della quale anche il

uella occasione,condottiero di quegli scellerati, che aveva depredato i Cristiani e i luoghi santi, di nome Ragnarr,

fede. Si sparseper castigo di Dio, perse la vita. Convocato dunque un consiglio, trassero la sorte, per sapere da

vato sull’altarequale dei loro dèi dovesse dipendere il rimedio, ma la sorte non diede responso positivo. Tuttavia un
Cristiano prigioniero presso di loro li convinse a trarre la sorte di fronte al dio dei Cristiani, il che
viso la morte di
fecero e la sorte diede per loro responso positivo. Allora il loro re di nome Rorik per quattordici
oltura proprio a
giorni si astenne [dal consumare] carne e idromele insieme a tutto il popolo dei pagani. E cessò la
soprannome di
morìa, e rimandarono al proprio Paese tutti i prigionieri Cristiani che avevano.”63
ebbe poi morto
4.2.2. La conversione in Svezia
anno
Come sopra è stato detto la prima missione di Ansgar in Danimarca aveva avuto ben
viaggio verso la scarso successo. Inaspettatamente tuttavia gli si aprirono le porte della Svezia: nell’829

a dal dominioinfatti il re degli Svear Björn mandava dei delegati a Worms da Ludovico il Pio per discutere

questioni commerciali e considerare l’eventualità di accogliere missionari a Birka.64 Ansgar,

isalente alla fine designato per questo nuovo incarico, partì insieme a un monaco di nome Witmar (Witmarus)

dati da Ragnarre all’inviato dell’imperatore; è riferito che sul mare essi furono assaliti dai pirati e depredati

via il testo lascia


dei doni che recavano al signore svedese e di molti libri ecclesiastici. Dovettero dunque
er le loro azioni
proseguire in gran parte a piedi e raggiunsero Birka (presumibilmente nella primavera

dell’830) dopo un viaggio assai faticoso lungo percorsi disagevoli. Ansgar fu ben accolto dal
a fra loro più di
re Björn,65 il quale dopo aver consultato i suoi consiglieri gli permise di predicare il Vangelo;
caddero tra loro
il missionario si trattenne un anno e mezzo e battezzò tale Herigarius (in nordico
alvo] diede loro
verosimilmente Hergeirr), prefetto della città, il quale a quanto pare fece costruire una chiesa
il che del resto

lti Cristiani […]


sul suo terreno: costui risulta dunque essere il primo cristiano svedese. Birka, come

a quale anche il sottolinea Rimbert, collaboratore e biografo di Ansgar, era considerata una sorta di limite

i nome Ragnarr,estremo del mondo al quale il missionario portava la luce della fede.66 In effetti questo centro

e, per sapere da si trovava sul lago Mälaren nella regione dell’Uppland non lontano da Uppsala, centro

tivo. Tuttavia unpolitico e religioso degli Svear, nel quale sorgeva il celebre tempio descritto da Adamo da

Cristiani, il che
Brema.67 Dunque sebbene questo luogo, per sua stessa natura di mercato, fosse permeato da
k per quattordici
una atmosfera di tolleranza, le decisioni del re (certamente improntate a ragioni politiche)
agani. E cessò la
venivano a scontrarsi con un ambiente nel quale il paganesimo era fortemente radicato e la

volontà dell’assemblea aveva considerevole peso. Perciò la missione, in un primo momento

promettente, diede alla fine ben miseri frutti. Già verso la fine degli anni ’30 il vescovo
veva avuto ben
vezia: nell’829Gauztbert (Gauzdbertus/Gaudbertus), nipote di Ebone di Reims che – nominato responsabile

io per discuteredi quel territorio nell’832 era stato inizialmente ben accolto e aveva potuto costruire una

Ansgar,chiesa a Sigtuna – veniva cacciato per l’opposizione dei pagani locali: il suo collaboratore

) Nithard (Nithardus) subiva il martirio ed egli doveva spostare la propria attività all’interno

rati e depredati della diocesi di Brema. Nonostante la crisi degli anni ’40, grazie ai buoni uffici del re danese

vettero dunqueHorik, con il quale aveva diplomaticamente saputo instaurare buoni rapporti, Ansgar poté

nella primaveracomunque ritornare in Svezia (852 circa), una visita nella quale fu accompagnato da

ben accolto dalRimbert: qui fu accolto da un sovrano di nome Olof (che gli concesse anche di costruire delle

care il Vangelo;chiese) e poté riorganizzare la piccola comunità cristiana svedese, la quale tuttavia doveva –

us (in nordicocome del resto precedentemente – accogliere tra i propri fedeli mercanti stranieri e schiavi,

ruire una chiesa senza che il fervore missionario riuscisse a scalfire (se non in minima parte) il credo religioso

. Birka, comedella popolazione locale. Dopo la morte di Ansgar, pur tra molte difficoltà i rapporti tra la

sorta di limitesede di Amburgo-Brema e la Svezia dovettero in qualche modo proseguire: si sa, a esempio,

ti questo centroche Rimbert aveva visitato la parrocchia danese di Hedeby/Schleswig ma anche quella

Uppsala, centro svedese di Birka. Rimbert moriva nell’888. Si dovranno ora attendere alcuni decenni prima

o da Adamo da di avere nuove informazioni sulla Chiesa svedese; Adamo da Brema resta singolarmente

se permeato da silenzioso: la prima notizia di rilievo che ci fornisce successivamente è relativa

gioni politiche)all’arcivescovo Unni (che dopo un periodo di stasi aveva ripreso in modo programmatico

te radicato e lal’opera di cristianizzazione nel Nord) morto il 17 settembre dell’anno 936 durante una visita

primo momentoa Birka.68

’30 il vescovo Poco si sa del X secolo. Adamo cita tale Liafdag (Liafdagus, probabilmente vescovo di
to responsabile Ribe) – il quale a quanto pare compiva anche miracoli – che aveva predicato la buona

o costruire unanovella in Svezia e in Norvegia; inoltre informa che l’arcivescovo di Brema Adaldag

o collaboratore (Adaldagus) aveva inviato in Svezia il vescovo Odinkar il Vecchio (Odinkarus senior).

ività all’internoSempre secondo lo stesso autore nell’anno 984 il celebre re svedese Erik (Hericus) Segersäll,

ci del re danese morto nel 994 o 995, avrebbe accolto il battesimo in Danimarca, ma sarebbe tornato

ti, Ansgar potéall’antica fede una volta ritornato in patria.69 Erik Segersäll è considerato il primo sovrano

compagnato dacapace di estendere il proprio potere su tutte le regioni che costituivano la Svezia nel

i costruire delle medioevo: Svealand, Västergötland e Östergötland. Egli inoltre regnò per un paio di anni

ttavia doveva –anche sulla Danimarca dopo averne scacciato Svend Barba forcuta. La notizia del suo

nieri e schiavi,battesimo e della successiva apostasia confermerebbe dunque (a meno che non si tratti di una

credo religiosoinvenzione di Adamo) il disinvolto uso politico della religione cristiana fatto dai nordici:

i rapporti tra laragioni di convenienza politica e sociale sconsigliavano a quanto pare a un sovrano legato

i sa, a esempio, alla ricca ma pagana regione dell’Uppland l’accettazione della nuova fede.70

a anche quella Ma se la zona attorno al lago Mälaren e a Uppsala, dove sorgeva il celebre tempio

decenni primapagano, era particolarmente ostile alla nuova religione, il malanimo nei confronti dei

singolarmentecristiani, parallelo alla radicata osservanza dei culti tradizionali, restò a lungo diffuso anche

nte è relativain altre aree. In questo contesto è assai interessante la testimonianza dello scaldo Sighvatr

programmaticoÞórðarson, inviato in missione diplomatica nel Västergötland dal sovrano norvegese Olav il

rante una visita Santo agli inizi dell’XI secolo. Di questo viaggio Sighvatr redasse un resoconto poetico dal

titolo Canzoni del viaggio a oriente (Austrfararvísur). Qui egli riferisce delle traversie cui

ente vescovo di era andato incontro, tra l’altro la richiesta di accoglienza per la notte presso alcune fattorie
icato la buona svedesi, respinta per ben quattro volte dai diversi proprietari, impegnati in celebrazioni

Brema Adaldagpagane che – come almeno in un caso è chiaramente specificato – si stavano svolgendo in

).onore degli elfi. Va tra l’altro osservato che la prima fattoria dalla quale Sighvatr era stato

, malamente cacciato aveva nome Hof, il che sottolinea chiaramente la presenza di un luogo

arebbe tornatodedicato al culto pagano.71

primo sovrano Nelle zone occidentali della Svezia sarebbero giunti missionari inglesi. Qui si trova (in
72
la Svezia nelVästergötland) la località di Husaby (sede di una residenza reale) dove, secondo una
73
un paio di anni radicata tradizione, il re Olof Skötkonung (salito al trono alla morte del padre Erik

notizia del suoSegersäll), sarebbe stato battezzato (nell’anno 1008?) da un missionario di nome Sigfrido

n si tratti di una(detto arcivescovo di York) in seguito proclamato santo. Con lui, è riferito, si convertirono al
74
tto dai nordici:cristianesimo mille persone e sette tribù. Fu dunque in questa medesima regione, dapprima

sovrano legatoa Husaby e poi a Skara, che venne istituita la prima sede vescovile svedese, la quale, secondo
75
la medesima tradizione sarebbe stata affidata a Sigfrido. Se è certo che queste notizie sono

celebre tempio in buona parte poco verosimili e piuttosto frutto di elaborazioni dettate da interessi politici

confronti dei(in particolare il desiderio di ricondurre a un’unica figura di sovrano la cristianizzazione del
76
o diffuso anchePaese), l’indicazione relativa al luogo in cui avvenne la solenne cerimonia del battesimo

scaldo Sighvatr reale e fu fondata la prima sede vescovile sottolinea tuttavia come nelle zone occidentali

rvegese Olav il della Svezia la nuova religione abbia potuto affermarsi (nonostante difficoltà e resistenze)

nto poetico dalalmeno un secolo prima rispetto a quella orientale dell’Uppland. La preferenza di Olof

le traversie cui Skötkonung per Husaby e Skara rispetto a Sigtuna, sede regale, per la creazione di un primo

alcune fattorieimportante centro cristiano è stata considerata frutto di una politica che si proponeva di
77
in celebrazioni sottrarre la Chiesa svedese all’influenza di quella tedesca; è probabile però che si debba più

o svolgendo insemplicemente accettare la spiegazione fornita da Adamo da Brema il quale riferisce che

ghvatr era stato questo re, desideroso di diffondere la nuova fede, meditava di distruggere il tempio di

nza di un luogoUppsala ma aveva dovuto trasferirsi nel Västergötland a causa della reazione dei numerosi
78
pagani che lo avevano invitato, se voleva essere cristiano, a farlo da un’altra parte. Costoro

Qui si trova (ininfatti non soltanto non tolleravano imposizioni ma riconoscevano in quel tempio il proprio

e, secondo una centro spirituale: esso del resto sorgeva in un luogo che – si noti – dista da Sigtuna circa 40
79
del padre Erikkm., cioè, all’epoca, un solo giorno di viaggio. D’altronde anche per Olof Skötkonung la

nome Sigfrido conversione al cristianesimo fu legata a fini politici: come re cristiano di Svezia egli cercava

convertirono aluna forte legittimazione. La coniazione delle prime monete svedesi (fatta a Sigtuna a partire

ione, dapprimadal 995) risale al periodo del suo potere: sebbene l’interpretazione delle iscrizioni sia in

quale, secondodiversi casi problematica (soprattutto nelle monete prodotte in una seconda fase, quando i

ste notizie sono maestri coniatori inglesi lasciarono il lavoro che fu affidato ad artigiani svedesi certamente

nteressi politicianalfabeti),80 è innegabile che la presenza accanto alla figura del sovrano (indicato prima

anizzazione delcome re di Sigtuna, poi come re degli Svedesi) del simbolo della croce sia una indiscutibile

a del battesimotestimonianza numismatica che tra l’altro contribuirebbe a far anticipare la datazione

one occidentalitradizionale della sua conversione. Un episodio, del resto, che rimane tutto da verificare nei

tà e resistenze)tempi e nelle modalità. Un re cristiano, Olof, come gli altri coinvolto in lotte per la

erenza di Olofsupremazia nel Nord81 e in importanti sviluppi politici, a motivo dei quali tra l’altro diede in

one di un primosposa la propria figlia al principe Jaroslav I (Ярос а , 978-1054), figlio e successore di

i proponeva diquel Vladimiro I (B a∂uMup, ca.958-1015) che aveva guidato i sudditi del Regno di Kiev
he si debba piùverso la fede cristiana. Una scelta nella quale non si possono escludere interessi nei confronti

le riferisce che della Chiesa bizantina.82 Alla sua morte, avvenuta nel 1022, Olof fu sepolto nella chiesa di

e il tempio di Husaby nel Västergötland, là dove – secondo la tradizione – era avvenuta la solenne

e dei numerosicerimonia del suo battesimo.

Costoro Dalla Leggenda di San Sigfrido:

mpio il proprio “Mentre il santo padre San Sigfrido era con il re [di Svezia], i tre figli di sua sorella, di cui si è

detto, si trovavano a Växjö, dove egli aveva costruito una chiesa di legno, essi predicavano e
igtuna circa 40
recavano molto profitto alla comunità. Ma siccome non conoscevano [bene] la lingua del Paese,
la
avevano preso con sé degli uomini eminenti del distretto, con i quali tenevano consiglio, e a loro
zia egli cercava
erano così legati, che mostrarono tutte le loro cose nascoste. Quando quelli videro i loro preziosi
igtuna a partire
averi, come a esempio piatti e preziose scodelle d’argento,83 il demonio, che è nemico di ogni buona
scrizioni sia in
azione, insinuò nel loro cuore il modo in cui potevano uccidere quei tre uomini santi. Avevano timore
fase, quando i
della comunità e trassero la sorte fra loro, al modo in cui gli eretici e i pagani un tempo usavano
desi certamentefare, e la sorte cadde su otto di quei dodici. Nottetempo entrarono dove erano coricati quei santi

(indicato prima uomini e li trascinarono fuori e li decapitarono tutti e tre. Quando ebbero compiuto questo infame

na indiscutibiledelitto, presero le loro teste e le misero in un’urna e vi legarono una grossa pietra, che una coppia di

e la datazionebuoi a fatica poteva trainare, e le immersero in quel lago che si trova vicino alla chiesa.

a verificare nei Quando gli assassini tornarono indietro, presero i corpi e legarono una corda attorno ai piedi e

li trascinarono in un luogo difficile da raggiungere anche per gli animali, e [nel quale] mai giungeva
in lotte per la
il sole, e gettarono un grande cumulo di pietre su quei santi corpi, sperando che ciò restasse
l’altro diede in
nascosto a Dio al quale tutte le cose sono manifeste. Ma Dio non volle che ciò restasse a lungo
e successore di
celato, ma volle rendere onore ai suoi uomini santi: [perciò] là dove essi giacevano erano soliti
Regno di Kiev
radunarsi dei corvi e schiamazzare, e di notte su di loro splendeva dal cielo una luce che non era
si nei confrontivisibile prima che essi arrivassero là. Quando i miscredenti videro ciò, si aspettavano che le cose per

nella chiesa di loro dovessero migliorare rispetto a prima: e riferirono l’uno all’altro questa strana cosa. I nemici
di Dio ebbero timore della sua vendetta, e che alla comunità fosse resa nota la loro azione, e presero
uta la solenne
di notte i corpi, là dove li avevano collocati, e li misero in un luogo che a Dio era noto, ma nessun

altro conosce, a motivo dei peccati della comunità.

Il demonio si rallegrò molto della morte degli uomini di Dio, e si diffuse molta barbarie nella
orella, di cui si è
nuova comunità cristiana, ad alcuni insinuò nel cuore la superbia, ad altri l’ira, ad altri l’omicidio.
i predicavano e
Quando San Sigfrido seppe che i figli di sua sorella erano [stati] assassinati, ringraziò Dio che li
ngua del Paese,
aveva liberati dagli affanni di questo mondo con la corona del martirio […] Poi San Sigfrido ritornò
nsiglio, e a loro
nel[la regione del] Värend e trovò che i figli di sua sorella erano [stati] assassinati, come prima
o i loro preziosi
abbiamo detto, da nemici ed erano perdute tutte le cose che aveva portato con sé nel Paese, e quel
co di ogni buona
che era anche peggio, c’erano alcuni che volevano rigettare la fede. L’uomo di Dio aggiunse fatica
. Avevano timore
al proprio dolore e di notte vegliava in preghiera, e di giorno predicava e si preoccupava della
n tempo usavano
superstizione di quelli che si erano allontanati dalla fede, e accoglieva amorevolmente quelli che
ricati quei santi
volevano conservare la [dottrina] cristiana e non si risparmiava nel servizio di Dio. In quel tempo
to questo infame
l’uomo di Dio pregava Dio che gli rivelasse che cosa ne era stato dei figli di sua sorella. Una notte
he una coppia di
uscì dal suo alloggio [e camminava] dolente intorno al lago che sta a sud della chiesa di Växjö, e

allora vide in mezzo al lago tre belle luci splendenti come stelle, e venivano da est verso il lago in un
attorno ai piedi e
luogo che allora stava davanti alla linea della riva. Quando le luci giunsero vicino a riva, l’uomo di
le] mai giungeva
Dio si tolse dai piedi le scarpe ed entrò lieto nell’acqua incontro a loro, e lodò la misericordia di
che ciò restasse
Dio, che voleva onorare i suoi uomini santi. Quando l’uomo di Dio giunse così vicino che poteva
restasse a lungo
toccarle, le luci scomparvero; egli cercò come poté e trovò un’urna nella quale c’erano tre teste, e
ano erano soliti
una grossa pietra legata, come prima è stato detto; egli la prese e la portò a riva e si mise in grembo
uce che non era
o che le cose perle teste piangendo, e con affetto spontaneo disse: ‘Dio si vendichi’. Allora la voce di una testa

na cosa. I nemicirispose e disse: ‘sarà vendicato’, la seconda rispose: ‘quando’, la terza disse: ‘sui figli dei figli’. Le

azione, e preseromedesime teste sembravano in buone condizioni come se fossero state staccate dal corpo lo stesso

noto, ma nessungiorno. Questa fu una grande opera di Dio, e sia lode da tutte le creature, che Dio volle rallegrare il

suo servitore con questo portento, che la luce si mostrò nella tempesta sul lago e che una pietra così

a barbarie nella grossa potesse galleggiare fino a riva, e che delle teste che da così tanto tempo erano state tagliate,

altri l’omicidio. avessero ancora la facoltà di parlare. Allora l’uomo di Dio fu felice di questi portenti, così divenne

raziò Dio che liancora più forte nel servizio di Dio e conservò quelle teste con grande amore.”84

Sigfrido ritornò Figlio e successore di Olof fu Anund (il cui regno si colloca tra il 1022 e il 1051), il

nati, come primaprimo sovrano svedese che accanto al nome nordico ne ebbe uno, Jákob, che si richiama alla

nel Paese, e quel


tradizione biblica: una scelta che – secondo la testimonianza di Snorri Sturluson – aveva
o aggiunse fatica
suscitato la contrarietà dei pagani.85 Anche il suo fratellastro e successore, Edmund il
eoccupava della
Vecchio (den gamle) 1050-1060 era, a quanto pare, un convinto cristiano. Ma è con l’ascesa
mente quelli che
al trono (1060) di Stenkil, jarl del Västergötland, descritto da Adamo come un uomo molto
o. In quel tempo
pio, che la Chiesa svedese riceve un decisivo impulso. Stenkil che – come era lecito
orella. Una notte
attendersi – trovava appoggio soprattutto nelle zone occidentali del Regno, favorì l’opera dei
hiesa di Växjö, e

erso il lago in un
missionari e promosse l’istituzione di una sede vescovile a Sigtuna, dunque nelle vicinanze

a riva, l’uomo di del grande centro pagano di Uppsala. Ma il conflitto non era risolto. Adamo da Brema

misericordia diriferisce tra l’altro che durante il regno di questo sovrano il vescovo di Sigtuna, Adalvard

icino che poteva (Adalwardus) e quello della Scania Eginone avevano progettato di distruggere il tempio. Il re

erano tre teste, e tuttavia li convinse a desistere da una azione che a lui sarebbe costata la corona e a loro la

i mise in grembo
vita.86 Tra il 1066 e il 1087 i fautori del paganesimo passarono al contrattacco, ed è un fatto
oce di una testache i successori di Stenkil ebbero notevoli problemi: nel 1075 il figlio Halsten (per altro in

igli dei figli’. Le difficoltà anche in precedenza) venne cacciato; riuscì poi a tornare nel 1079 insieme al

l corpo lo stesso
fratello Inge, poco dopo costoro compaiono come re degli Svear in due lettere del Papa
olle rallegrare il
Gregorio VII.87 Solo cinque anni più tardi (1084) anche Inge fu tuttavia costretto a fuggire
e una pietra così
nel Västergötland a causa del rifiuto di innalzare sacrifici pagani. Al suo posto veniva
no state tagliate,
nominato il cognato Sven, detto Sven il Sacrificatore (Blot-Sven). Vittima eccellente di questi
nti, così divenne
tumulti religiosi fu tra gli altri il vescovo Eskil di Strängnäs (di nazionalità inglese e parente

di San Sigfrido), primo martire svedese, tumulato nella località di Tuna in Södermanland che
2 e il 1051), il
da lui avrebbe preso nome di Eskilstuna. Furono questi certamente anni difficili. Adamo da
si richiama alla
Brema ricorda a esempio che i cristiani che volevano sottrarsi all’obbligo di partecipare alle
rluson – aveva
grandi celebrazioni pagane di Uppsala dovevano riscattarsi versando una somma di denaro,
re, Edmund il
ma soprattutto che nel corso di queste celebrazioni si facevano ancora sacrifici umani.88
a è con l’ascesa
Un’ottica alla quale può riferirsi anche un episodio (ancora ricordato in Adamo)89 relativo a
un uomo molto
un missionario il quale aveva distrutto un idolo raffigurante il dio Thor, motivo per cui i
ome era lecito
pagani lo uccisero e lo gettarono in una palude, dunque immolandolo a quegli stessi dèi che
vorì l’opera dei
egli aveva oltraggiato con il suo comportamento. Nel 1087 re Inge sconfiggeva Sven il
nelle vicinanze
Sacrificatore uccidendolo, dopo di che il grande tempio pagano di Uppsala veniva dato alle
amo da Brema
fiamme: questo episodio segna simbolicamente il definitivo trionfo della nuova religione.90
tuna, Adalvard
L’affermazione della religione cristiana in Svezia è testimoniata da diverse iscrizioni su
il tempio. Il re
pietre runiche risalenti all’XI secolo.91 Non soltanto si trovano monumenti sui quali è
rona e a loro la
innegabilmente presente la croce cristiana, ma i testi fanno ripetuti riferimenti alla nuova
o, ed è un fatto
en (per altro infede, allorché si chiede per l’anima del morto il soccorso di Dio, di Cristo, della Madonna o

079 insieme almagari dell’arcangelo Michele. Per il defunto viene invocata la luce del paradiso e la

ettere del Papamisericordia divina. Assai interessanti sono alcune iscrizioni upplandesi nelle quali si allude

tretto a fuggire a persone morte “in abiti bianchi”,92 cioè con la veste battesimale (sacramento magari

o posto venivasomministrato negli ultimi istanti di vita); un’allusione che in un paio di casi si collega con

ellente di questil’indicazione che la morte è avvenuta in Danimarca, Paese nel quale – come si è visto – la

glese e parentereligione cristiana era ormai, almeno dal punto di vista ufficiale, pienamente affermata.93

dermanland che Solo nel XII secolo la Chiesa svedese riuscirà a stabilirsi definitivamente su tutto il

cili. Adamo daterritorio. Attorno al 1120 conosciamo le diocesi di Skara (costituita fin dal 1020 circa),

partecipare alleLinköping, Västerås, Strängnäs (precedentemente Eskilstuna) e Sigtuna (che verso il 1140

mma di denaro,verrà trasferita in quello che era stato il grande centro pagano di Uppsala). A queste si

88aggiungerà nel 1170 il vescovato di Växjö. Nel 1160 il re Erik, che era stato promotore di

relativo auna crociata in terra finlandese, veniva ucciso dal principe danese Magnus Henriksson,

otivo per cui i pretendente al trono. Tra la fine del secolo e la prima metà del successivo il suo culto si

li stessi dèi che sarebbe affermato ed egli sarebbe divenuto il santo patrono del suo Paese. Una tradizione

iggeva Sven ildestinata a durare a lungo, tanto che egli è effigiato dalla seconda metà del XIV secolo sullo

veniva dato allestemma della città di Stoccolma. Nel 1164 Uppsala era dichiarata sede arcivescovile (con

giurisdizione sui quattro vescovati di Skara, Linköping, Strängnäs e Västerås): la bolla

se iscrizioni supapale relativa è il più antico documento in cui si fa riferimento al Regno di Svezia come

nti sui quali èretto da un unico monarca.94

enti alla nuova La conversione dei popoli nordici al cristianesimo è naturalmente ‘marcata’ anche dalla comparsa
ella Madonna odi antroponimi chiaramente legati alla nuova religione. Certamente i primi a cui essi furono imposti

paradiso e laerano figli di famiglie di ceto elevato, principi o comunque nobili interessati all’affermazione della
Chiesa. Come per il re svedese Anund Jakob non sono rari i casi in cui a un nome pagano se ne
e quali si allude
affianca uno cristiano. Del resto la ‘polemica’ dei pagani in relazione a questa decisione, sopra
amento magari
ricordata, rivela la grande importanza simbolica attribuita al legame fra il nome e colui che lo porta,
i si collega con
secondo una tradizione che nel Nord era ben consolidata.95 I più ‘antichi’ tra i nomi cristiani entrati
e si è visto – la
in Scandinavia sono Andreas, Benedikt, Gregorius, Jákob, Jóhan/Johannes, Laurentius/Lars,

Markús, Marten/Martin, Magnus (dal nome del martire del III secolo), Nicolaus/Nikolás/Nils,
ente su tutto il
Páll/Pawel (da Paulus), Petrus/Pétr, Stephanus/Stefan, Thomas, che sono testimoniati almeno dal
al 1020 circa),XII secolo (qualcuno già nell’XI); ma anche nomi biblici come Abrahám, Absalon e Áron. Fra i nomi

e verso il 1140 femminili sono molto antichi Cecilia e Helena/Elen attestati già nel X secolo, poi anche Anna,

a). A queste si Kristína/Kirsten, Lucia, Margareta/Magga, Sophia (XII secolo). Il numero e la frequenza dei nomi

o promotore dicristiani crescerà notevolmente nei secoli successivi (fino al XV). La loro diffusione è naturalmente

us Henriksson,legata alla popolarità delle diverse figure del mondo cristiano (personaggi della Bibbia o santi) dei
quali si chiede la protezione. Per questo motivo presto saranno considerati ‘cristiani’ anche nomi
il suo culto si
appartenenti alla tradizione onomastica pagana, i cui prestigiosi titolari li avranno tuttavia ‘nobilitati’:
Una tradizione
è questo il caso, in primo luogo, di Olav/Olof, Knud/Knut (Canuto), Erik, i santi sovrani protettori del
IV secolo sullo
popolo, ma anche di altri come, più tardi, Santa Brigida (Birgitta).96
ivescovile (con
4.2.3. La conversione in Norvegia
terås): la bolla
I primi contatti fra il mondo norvegese e il cristianesimo furono il naturale risultato dei
di Svezia come
rapporti di quel Paese con l’Inghilterra. Il che significa che ben prima dell’epoca dei due

Olav, i grandi cristianizzatori, il problema del contrasto tra le due religioni si era già posto in
e dalla comparsa
maniera concreta. Snorri Sturluson lo fa capire chiaramente quando riferisce le vicende del re
i furono impostiHåkon il Buono.97 Costui, figlio di Araldo Bella chioma, era stato mandato in Inghilterra dal

fermazione dellapadre per esservi educato alla corte del re Ethelstano.98 Questo fatto aveva naturalmente

me pagano se ne
avuto riflessi anche sull’educazione religiosa di Håkon, il quale una volta divenuto sovrano
decisione, sopra
del proprio Paese, si era proposto di incoraggiare la diffusione del cristianesimo. Tuttavia,
olui che lo porta,
ben conscio del forte radicamento della tradizione pagana e della necessità di rafforzare la
i cristiani entrati
propria autorità, egli aveva inizialmente proceduto con molta cautela, progettando di
Laurentius/Lars,
promuovere la nuova religione una volta consolidata la propria posizione. Snorri informa
aus/Nikolás/Nils,
dunque che Håkon praticava la sua fede di nascosto, rispettando il precetto della domenica e
niati almeno dal

. Fra i nomi
il digiuno del venerdì. Egli tuttavia aveva stabilito per legge che la festa pagana degli jól99

Anna, venisse spostata per coincidere con le celebrazioni del Natale cristiano. Ma i tempi non erano

quenza dei nomisufficientemente maturi o, piuttosto, Håkon non aveva un potere abbastanza solido per

e è naturalmenteimporre l’accettazione del nuovo credo. Snorri riferisce che il sovrano riuscì a convincere

o santi) deidiverse persone, soprattutto tra i suoi amici, a farsi battezzare e anche che volle chiamare un

ani’ anche nomi


vescovo e dei missionari dall’Inghilterra. Egli inoltre avrebbe fatto consacrare delle chiese
tavia ‘nobilitati’:
affidandole a dei sacerdoti. Ma Håkon incontrò molte resistenze, soprattutto nella regione del
ani protettori del
Trøndelag, governata dallo jarl Sigurd, fervente adoratore degli dèi pagani. È riferito che i

notabili del Trøndelag posero al re una alternativa: essi lo avrebbero accettato come sovrano

e gli avrebbero garantito la loro fedeltà a condizione che rinunciasse alla nuova fede e
ale risultato dei
manifestasse chiaramente con il proprio comportamento la sua devozione per le antiche
’epoca dei due
divinità. Håkon cercò dapprima in ogni modo di sottrarsi: alla fine tuttavia dovette cedere di
era già posto in
fronte alla necessità di non perdere la preziosa alleanza di questi capitani, i quali tra l’altro
e vicende del re
Inghilterra dal per dimostrare tutta la loro determinazione avevano distrutto tre chiese e ucciso i rispettivi

a naturalmentesacerdoti. Di fronte a una esigenza di carattere politico il sovrano dovette dunque rinunciare

venuto sovranoalla sua fede e – nonostante il desiderio (espresso nell’approssimarsi della morte) di poter

simo. Tuttavia, vivere abbastanza da recarsi in terra cristiana per riparare alla colpa commessa – morì come

di rafforzare laun pagano e come tale ebbe sepoltura.

progettando di Al re norvegese Håkon il Buono è dedicato il Dialogo per Håkon (Hákonarmál) composto dallo

Snorri informa scaldo Eyvindr Finnsson Plagiatore (skáldaspillir). Si tratta di un testo che ricorda la battaglia nella
quale Håkon cadde, sconfitto dai figli di Gunnhild, vedova di Eirik Ascia insanguinata. Al termine
ella domenica e
della battaglia, il sovrano viene condotto dalle valchirie nella Valhalla, dove egli teme l’ira di Odino,
99

il cui culto un tempo aveva abbandonato. Sarà tuttavia ben accolto fra gli eletti del dio, per aver
empi non erano
saputo tornare alla fede degli avi:
nza solido per
“Il principe questo disse, Le nostre armature,

cì a convincere arrivava da uno scontro, disse il re buono,

lle chiamare un era tutto macchiato di sangue: vogliamo averle noi stessi;

molto ostile elmo e corazza


are delle chiese
ci pare essere Odino; debbono essere ben custoditi,

ella regione del temiamo davvero il suo umore. è bene tenerli a portata di mano.

È riferito che i La pace degli einherjar Allora si comprese

pienamente godrai; quanto questo re avesse


o come sovrano
accetta la birra degli Asi; ben rispettato i santuari,

nuova fede e nemico degli jarlar, quando per dare il benvenuto

per le antiche qui dentro tu a Håkon giunsero

hai otto fratelli – disse Bragi. tutte le potestà e potenze divine.”100


ovette cedere di
A Håkon da loro sconfitto, succedevano sul trono i figli della regina Gunnhild. È riferito
quali tra l’altro
che durante il periodo in cui essi governavano il Paese, si era verificata una grande carestia.
ciso i rispettiviSecondo consuetudine i sudditi ne avevano incolpato i sovrani,101 rei per di più, di essersi

nque rinunciarefatti battezzare in Inghilterra, tralasciando di conseguenza i riti sacrificali volti a ottenere la

morte) di poterbenevolenza degli dèi. Di loro è detto che distruggevano i templi e impedivano i sacrifici,

sa – morì come procurandosi in tal modo molte inimicizie. Il giudizio del popolo parve ben giustificato:

quando infine Håkon jarl prese il potere e reintrodusse la consuetudine delle cerimonie

) composto dallopagane la situazione migliorò immediatamente.102 Questi avvenimenti si svolgevano, come

la battaglia nellasopra è stato detto,103 nella seconda metà del X secolo. Håkon jarl infatti saliva al trono

nata. Al termine
attorno al 970 inizialmente sostenuto, dal re danese Araldo Dente azzurro, quell’Araldo che
me l’ira di Odino,
aveva voluto il cristianesimo come credo ufficiale del proprio Paese; dal punto di vista
del dio, per aver
religioso ciò parrebbe dunque un paradosso: in realtà è piuttosto una testimonianza ulteriore

della effettiva autonomia di comportamento dei sovrani rispetto alla fede professata, che

mostra una volta di più di costituire un fattore di carattere sostanzialmente politico.

Il che appare con tutta evidenza anche quando si guardi alla figura e all’opera del primo

dei due grandi cristianizzatori della Norvegia. Olav Tryggvason, discendente di Araldo Bella

chioma, aveva alle spalle una lunga carriera. Negli ultimi decenni del X secolo era stato a

lungo in Russia e poi aveva partecipato a spedizioni vichinghe anche nelle isole britanniche:

nell’anno 991 aveva sconfitto nella celebre battaglia di Maldon l’esercito inglese e aveva

imposto il pagamento del danegeld.104 Nel 994 insieme al sovrano danese Svend Barba

forcuta aveva addirittura assalito Londra, senza tuttavia conquistarla.105 Ma le

‘frequentazioni’ inglesi di Olav certamente lo avevano avvicinato alla religione cristiana e in


nhild. È riferito
Inghilterra egli aveva quindi accettato il battesimo impartitogli dal vescovo di Winchester
grande carestia.
più, di essersimentre il re inglese in persona, Ethelredo (Æðelréð) faceva da padrino.106 Il che gli offrì una

lti a ottenere lagiustificazione ulteriore per perseguire il disegno di diventare signore dei Norvegesi.

vano i sacrifici, Nell’anno 995 Olav Tryggvason infatti tornava in patria, recando con sé dei missionari,

en giustificato:rovesciava il potere di Håkon jarl e si imponeva al popolo come sovrano, dando il via a un

delle cerimonie programma generale di cristianizzazione, in molti casi forzata quando non addirittura

olgevano, comeviolenta. Noi possediamo diverse versioni della saga che racconta la sua vita (Saga di Olav

saliva al tronoTryggvason):107 tutte riferiscono con dovizia di particolari l’opera di diffusione della nuova

uell’Araldo chereligione da lui promossa con straordinario impegno. Ma se nelle zone meridionali il terreno

punto di vistaper la definitiva accettazione del nuovo credo era stato almeno in parte preparato da alcuni

nianza ulterioredei suoi predecessori, molte resistenze furono invece incontrate nelle zone centrali e

professata, chesettentrionali (Trøndelag e Hålogaland), dove la tradizione religiosa pagana rimaneva molto

forte. Qui Olav procedette con totale determinazione e, si potrebbe dire, con furia vichinga:

opera del primoin diverse occasioni egli agiva in prima persona, a esempio distruggendo idoli o templi

di Araldo Bella pagani. A simboleggiare la presenza del nuovo ordinamento religioso egli volle costruire una

colo era stato achiesa sulla penisola di Nidarnes (alla foce fiume Nidelva), luogo in cui sarebbe sviluppata la

ole britanniche:città di Nidaros, attuale Trondheim, da lui dunque a quanto pare fondata.108 Altre chiese egli

nglese e avevafece edificare in ogni distretto, garantendo buone prebende. Ma l’opera di cristianizzazione

e Svend Barbanon si fermò entro i confini del suo Paese. Olav infatti si preoccupò di estendere la nuova

Ma lefede ai possedimenti norvegesi: Forøyar, Orcadi, Shetland e Groenlandia. Egli inoltre inviò

ne cristiana e in in Islanda il missionario Þangbrandr.109 Ma nonostante il prestigio e il carisma del sovrano,

di Winchester che le fonti descrivono come bello e intelligente, forte e coraggioso, allegro e amichevole, il
he gli offrì una regno di Olav Tryggvason doveva durare solo un lustro. Nell’anno 1000 infatti egli si

dei Norvegesi.scontrava nella battaglia navale di Svolder (forse nell’Øresund o presso Rügen)110 contro il

dei missionari,danese Svend Barba forcuta che, alleato con lo svedese Olof Skötkonung, mirava a

ando il via a unimpadronirsi di quella Norvegia che già in passato era stata, almeno in parte, sotto il dominio

non addiritturadei sovrani danesi. In questa battaglia – per la quale aveva cercato il sostegno del nobile

Saga di Olavpolacco Boleslao il Coraggioso (Bolesław Chrobry, 967-1025) –111 Olav sarebbe stato

one della nuova sconfitto perdendo la vita. Il Paese veniva dunque diviso tra i vincitori e i capitani norvegesi

ionali il terrenoloro alleati e pareva andare incontro a una frammentazione. Ma una nuova figura carismatica

arato da alcunisi profilava all’orizzonte.

one centrali e Ovav Haraldsson vantava a sua volta una discendenza diretta da Araldo Bella chioma di

imaneva moltocui era pronipote per parte paterna. Come molti giovani nordici aveva una ricca esperienza di

furia vichinga: vita vichinga. Era stato dapprima nelle zone del Baltico, poi in Inghilterra per parecchio

idoli o templitempo, poi in Spagna e in Francia. Qui naturalmente aveva soggiornato anche nel ducato di

le costruire unaNormandia, nel quale fin dalla sua istituzione i nordici avevano accettato la religione

be sviluppata lacristiana.112 Probabilmente fu proprio a Rouen, antica capitale della Normandia che Olav

Altre chiese egliricevette il battesimo (1013 o 1014).113 Nel 1015 egli tornava in patria con due navi e più di

ristianizzazione duecento uomini. Grazie ai successi militari, alle ricchezze accumulate, alla capacità

ndere la nuova politica,114 e alla fortuna personale,115 gli riuscì di ripetere le imprese del celebre antenato

gli inoltre inviòsottomettendo tutta la Norvegia. Riproponendo il motivo ricorrente che lega la gloria di

ma del sovrano,personaggi eminenti a una particolare predilezione divina, lo scaldo Óttar il Nero (svarti), in

e amichevole, ilun carme dedicato al sovrano si esprimeva così: “Ora tu governi/ tutto il Regno, che era
infatti egli si tenuto prima/ da cinque principi. / [Dio ti rafforza grandemente] […].”116

contro il I predecessori di Olav Haraldsson, che avevano suddiviso la Norvegia in diverse regioni

, mirava asotto diversi governi, erano almeno formalmente re cristiani. Nessuno di loro però si era

sotto il dominiopreoccupato di portare avanti la solerte opera in favore della conversione intrapresa da Olav

egno del nobileTryggvason, e questo tanto meno nelle zone settentrionali, dove – come si è visto – il

sarebbe statoradicamento del paganesimo era molto forte. Olav Haraldsson considerò invece che la

pitani norvegesipropria missione di sovrano fosse non solo quella di dare al Paese una struttura statale ben

ura carismaticadefinita ma, parallelamente, di organizzare l’impianto della Chiesa norvegese. In quest’opera

egli fu coadiuvato dal vescovo Grimkel (Grímkell), suo amico personale. Come altri

Bella chioma diecclesiastici che circondavano il sovrano, Grimkel era di nazionalità inglese, ciò nonostante

ca esperienza dila Chiesa norvegese si sviluppò nella sfera d’influenza dell’arcivescovato di Amburgo-

a per parecchioBrema, dove Grimkel si era recato inviato da Olav. La collaborazione fra il re e il vescovo

e nel ducato dista certamente alla base della struttura fondamentale del diritto ecclesiastico: assai importante

to la religioneda questo punto di vista fu la partecipazione del re e del vescovo all’assemblea di Mostr

andia che Olav(Mosterting, 1024 circa). In quella occasione furono poste le basi del futuro diritto norvegese

ue navi e più die la posizione della Chiesa fu legalmente consolidata.117 Come nel caso del suo omonimo

, alla capacitàpredecessore l’opera evangelizzatrice di Olav fu portata avanti con ogni mezzo (non di rado

elebre antenatoviolentemente) anche dal sovrano in persona. Molti si convertirono per convenienza, molti

ga la gloria di per imposizione, altri si opposero e furono sconfitti. Tra questi ultimi merita una citazione il

), in hersir118 Guðbrandr noto come Dala-Guðbrandr, il quale abitava in Gudbrandsdalen

Regno, che era(Guðbrandsdalir). Costui era un importante e ricco capitano sulla cui terra sorgeva un
celebre tempio pagano dedicato a Thor. Egli dapprima manifestò una forte opposizione nei

diverse regioni riguardi di Olav e della sua opera di cristianizzazione; tuttavia dopo che il re ebbe fatto

oro però si eradistruggere un simulacro del dio pagano accettò di farsi battezzare insieme ai suoi.119 Un atto

apresa da Olavche nell’ottica pagana segna – come una sorta di rito magico – la formale accettazione della

si è visto – ilnuova religione e ‘marca’ dunque i seguaci del re.120

invece che la Naturalmente benché la posizione del sovrano fosse molto forte, la sua condotta e la sua

tura statale benambizione gli avevano procurato parecchi nemici. I quali non esitarono a venire allo scoperto

In quest’operaquando Canuto il Grande decise di far valere le proprie pretese sul Regno di Norvegia. Olav

le. Come altrifu disconosciuto da molti e costretto ad abbandonare il Paese e il potere (1028). Tentò

ciò nonostantetuttavia di riconquistarli. Nell’estate del 1030 rientrò in patria dalla Svezia con un esercito.

o di Amburgo- Questa volta però la fortuna aveva piuttosto abbandonato lui. Il 29 luglio egli si scontrava

re e il vescovo con i suoi nemici nella celebre battaglia di Stiklestad (Stiklarstaðir, nella zona nord-orientale

ssai importantedel fiordo di Trondheim) nella quale perdeva la vita. Con la morte di Olav Haraldsson,

mblea di Mostrsoprannominato il Grosso (inn digri) nasceva la leggenda di Olav il Santo (inn helgi),

iritto norvegesepatrono della Norvegia. La dichiarazione di santità del sovrano (proclamata fin dal 3 agosto

l suo omonimodel 1031) fu dovuta, in gran parte, all’abilità del vescovo Grimkel ma anche a una serie di

zo (non di rado circostanze (come la carestia che colpì il Paese dopo la scomparsa del sovrano, la notizia di

venienza, moltipresunti miracoli avvenuti subito dopo la sua morte e il fatto che il suo corpo a un anno di

una citazione il distanza fu ritrovato intatto).121 Le spoglie furono deposte solennemente nella chiesa di San

GudbrandsdalenClemente a Nidaros e in breve tempo attorno alla sua figura si costruì una leggenda, la cui

rra sorgeva unpopolarità è ben testimoniata, tra l’altro, dalle diverse redazioni della sua biografia.122 Per il
opposizione neiRegno di Norvegia Olav avrebbe costituito un punto fermo, una figura carismatica la cui

l re ebbe fattoimportanza per il popolo sarebbe andata ben oltre i suoi reali meriti (o demeriti) storici: egli

Un atto era ora il perpetuus rex Norvegiæ,123 il modello cui tutti i successori avrebbero dovuto

cettazione dellaispirarsi.

Già nel 1032 lo scaldo Þorarinn Lingua che loda nel Carme del mare quieto (Glælognskviða)

ondotta e la suadedicato a Sveinn Alfífuson, figlio del re danese Canuto il Grande si esprimeva così:
“Prega Olav egli ottiene
re allo scoperto
che ti conceda da Dio stesso
Norvegia. Olav [egli è un uomo di Dio] prosperità e pace

(1028). Tentò la sua terra; per tutti gli uomini.”124

*
con un esercito.
Del 1040 è invece il Carme encomiastico in memoria di Olav il Santo (Erfidrápa Óláfs helga)
gli si scontrava
dello scaldo Sighvatr Þórðarson nel quale tra l’altro si legge:
a nord-orientale
“A noi si addice rallegrarci [Dio rende potente il sovrano]
av Haraldsson, per la festa di [Sant’]Olav senza impedimento

), padre di Magnus nella mia casa.”125

in dal 3 agosto La costruzione di uno Stato cristiano ha anche bisogno di santi. Soprattutto perché il

e a una serie dipotere politico si intreccia con quello della Chiesa per conseguire comuni interessi. In

no, la notizia di quest’ottica va dunque inquadrata anche la figura di Sunniva, la santa di nobili origini

po a un anno di irlandesi. Secondo la tradizione ella aveva ereditato il Regno dal padre, ma un re pagano

a chiesa di Sanaveva conquistato la sua terra. Poiché egli voleva prenderla in moglie, Sunniva era fuggita

eggenda, la cui per mare con alcuni seguaci e dopo diverse peripezie aveva infine preso terra nell’isola di

Per ilSelja (nella regione di Sogn e Fjordane), trovando rifugio in caverne e sostentandosi con la
ismatica la cuipesca. Quando il pagano Håkon jarl126 cercò di catturarli in seguito ad accuse di furto mosse

iti) storici: eglidagli abitanti della zona, essi si rivolsero a Dio chiedendo la pace eterna per le loro anime:

rebbero dovutoallora le caverne sarebbero crollate. Il suo corpo incorrotto venne poi ritrovato e devotamente

deposto in uno scrigno dal re Olav Tryggvason (996). La diffusione della sua venerazione

)come protettrice della Norvegia occidentale (una venerazione ulteriormente estesa a partire

dal 1170 quando le sue reliquie furono traslate nel duomo di Bergen), così come la presenza

sull’isola di un convento benedettino a lei intitolato, non esclude affatto che si possa trattare

di una figura del tutto leggendaria. Sull’isola di Selja ebbe poi sede anche il primo vescovo

delle regioni occidentali (Vestlandet). Nelle zone orientali della Norvegia (Østlandet) si

sarebbe invece diffusa nel secolo successivo la venerazione per San Hallvard (Hallvard
)
Vebjørnsson di Lier in Buskerud), parente per parte di madre di Olav il Santo, ucciso in

giovane età per aver cercato di salvare una donna ingiustamente accusata di furto. La

leggenda vuole che dopo la sua morte avvenissero dei miracoli ed egli fu dunque dichiarato

santo. Successivamente il suo corpo fu trasportato a Oslo e Hallvard divenne il protettore

ttutto perché ildella città; durante il regno del re crociato Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme (Jórsalafari)

ni interessi. In fu poi edificata una chiesa a lui intitolata nella quale le sue spoglie furono venerate fino alla

i nobili originiriforma.

a un re pagano Dopo la morte di Olav Haraldsson un vero ‘miracolo’ doveva comunque avvenire: nel

niva era fuggitagiro di pochi anni, dopo interminabili lotte, la Norvegia avrebbe conosciuto una

ra nell’isola di pacificazione politica segnata dall’ascesa al trono di Magnus, figlio undicenne del sovrano,

ntandosi con lachiamato a regnare da quegli stessi uomini che avevano combattuto contro suo padre (1035).
di furto mossePer tre generazioni l’unità dello Stato norvegese sarebbe stata garantita e recisi i legami

le loro anime: (talora di vera e propria soggezione) con il Regno danese. A Magnus detto il Buono (Magnús

e devotamenteinn góði Ólafsson), morto nel 1047, sarebbe succeduto il fratellastro di Olav, Araldo di Duro

ua venerazione consiglio, il quale come suggerisce il soprannome possedeva sufficiente carattere per imporre

estesa a partireun dominio saldamente centralizzato. A questo re la tradizione attribuisce la fondazione di

me la presenza Oslo.

si possa trattare La figura di Araldo, come sopra è stato detto, è rappresentativa del declino dell’età

primo vescovovichinga che si concluderà simbolicamente con la sua morte nel 1066.127 Il che implica anche

) sila constatazione di notevoli cambiamenti nella struttura sociale della Norvegia, cui

vard (Hallvard corrisponde dal punto di vista religioso l’affermazione definitiva del nuovo credo. Stroncata

anto, ucciso inma anche, per certi versi, esaurita la reazione dei pagani, la Chiesa norvegese cominciò a

ta di furto. Laespandersi e a organizzarsi sul territorio. Furono costruiti luoghi di culto affidati a sacerdoti

nque dichiaratonon più solo stranieri e le cerimonie religiose poterono svolgersi regolarmente: la presenza

ne il protettore costante dei religiosi fra la gente cominciò a produrre i propri effetti anche dal punto di vista

)di una diffusione meno superficiale della dottrina e dei precetti cristiani. Il che ebbe

nerate fino allaimportanti conseguenze nella redazione delle leggi. Durante il regno (1066-1093) di Olav il

Quieto (ant. nord. kýrri), figlio di Araldo di Duro consiglio, furono organizzate le prime tre

e avvenire: nelsedi vescovili norvegesi, la cui giurisdizione doveva corrispondere alla suddivisione

onosciuto unaamministrativa: Nidaros, l’attuale Trondheim, Bergen (Bjǫrgvin), città appena fondata (1070)

ne del sovrano, nella quale il sovrano aveva la propria residenza128 (questa sede vescovile sostituì quella di

o padre (1035). Selja) e Oslo (che venne istituita intorno al 1075). Verso la fine degli anni ’20 del secolo
recisi i legamisuccessivo fu, come si dirà poco oltre, la volta di Stavanger. Qualche decennio dopo, nel

Magnús1152-1153, il legato papale l’inglese Nicola (Nicholas) Breakspear (futuro Papa col nome di

Araldo di DuroAdriano IV) nel corso di un viaggio nei Paesi nordici fondava la quinta diocesi a Hamar e

ere per imporreistituiva a Nidaros il primo arcivescovato norvegese.129 Anche qui dunque ci si affrancava

a fondazione didalla tutela della sede di Amburgo-Brema. Sulla nomina dei vescovi l’ultima parola spettava

tuttavia al re come rappresentante del popolo.

declino dell’età All’inizio del XII secolo la Norvegia era governata da Øystein (Eystein) e da suo fratello,

e implica ancheil sopra menzionato Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme, figli di Magnus Piedi nudi (Magnús

Norvegia, cuiberfœttr Óláfsson)130 e dunque nipoti per parte di padre di Olav il Quieto. Sigurd doveva il

redo. Stroncata proprio soprannome alla partecipazione a una crociata in Terrasanta (1108-1111), il che ben

ese cominciò ane delinea la figura di sovrano cristiano (a lui è dovuta tra l’altro l’introduzione delle

dati a sacerdotidecime). Dopo la morte di Øystein (1123) egli rimase unico signore del Paese fino alla sua

nte: la presenzascomparsa (1130). Snorri Sturluson riferisce che tanto Øystein quanto Sigurd furono molto

l punto di vistaattivi nella costruzione di edifici religiosi (e non solo): il primo fece erigere il monastero noto

i. Il che ebbecome Munklífi (letteralmente “Vita monacale”) a Bergen e diverse chiese; al secondo si deve

093) di Olav iltra l’altro la Chiesa della [Santa] Croce (Krosskirkja) a Kungälv, una “chiesa di legno”

ate le prime tre(trékirkja) di grande valore artistico.131 E tuttavia, pur avendo combattuto per la fede, Sigurd

a suddivisione non esiterà a porsi in contrasto con la Chiesa, al punto che, per poter divorziare dalla moglie

fondata (1070)e unirsi alla sua concubina, istituirà la diocesi di Stavanger (1128) ponendovi a capo un

ostituì quella dimonaco inglese, tale Reginaldo (Reinaldr) e ottenendo da lui il consenso negato dal vescovo

’20 del secolo di Bergen: il che gli costerà l’interdizione da parte dell’autorità ecclesiastica.
nnio dopo, nel 4.2.4. La conversione in Islanda

pa col nome di Anche in Islanda, dove pure non c’erano sovrani desiderosi di rafforzare la propria

cesi a Hamar eposizione, la conversione al cristianesimo doveva avvenire per motivi politici. Come sopra è

ci si affrancavastato detto, prima dell’arrivo dei nordici l’isola era divenuta rifugio di alcuni eremiti, noti con

parola spettava il nome di papar;132 un loro coinvolgimento nella diffusione della religione cristiana tra i

nuovi coloni è tuttavia del tutto improbabile: infatti come si precisa nel Libro degli Islandesi

da suo fratello,(Íslendingabók, composto attorno al 1125) da Ari il Saggio (inn fróði) Þorgilsson, quando

Magnúsgruppi di nordici cominciarono a insediarsi stabilmente sull’isola questi eremiti si

igurd doveva ilritirarono.133 Del resto in analoghe circostanze la medesima cosa era avvenuta, secondo la

111), il che bentestimonianza di Dicuil, alle Forøyar.134 Le prime tracce della nuova fede in Islanda vanno

oduzione dellepiuttosto ricercate fra i coloni medesimi, alcuni dei quali avevano soggiornato nelle isole

se fino alla suabritanniche e quindi erano venuti in stretto contatto con la religione cristiana. Nel Libro

d furono molto dell’insediamento si parla a esempio di Auðr di Profondo pensiero Ketilsdóttir: costei era

monastero notostata moglie del re vichingo di Dublino, Óleifr il Bianco,135 dal quale aveva avuto un figlio di

secondo si devenome Þorsteinn, detto [il] Rosso (rauðr). Dopo la morte del marito e del figlio ella si era

hiesa di legno”trasferita in Islanda con dei servitori. Stabilitasi a Hvammur í Dölum, nella parte nord-

la fede, Sigurd occidentale dell’isola, frequentava un luogo di preghiera denominato Krosshólar, in quanto là

re dalla moglieella aveva fatto innalzare delle croci (letteralmente il toponimo significa “Collinette delle

dovi a capo uncroci”): Auðr infatti era battezzata. Alla sua morte fu seppellita, come da lei stessa richiesto,

ato dal vescovosulla riva, nella striscia di terra che viene sommersa dall’alta marea, dal momento che ella

non voleva riposare in suolo non consacrato. È riferito tuttavia che dopo la sua scomparsa la
fede dei suoi andò deteriorandosi.136 Di un altro colono, Ørlygr Hrappsson, è detto

zare la propriachiaramente che era stato educato nelle Ebridi dal vescovo Patrizio: dopo un viaggio

. Come sopra èburrascoso verso l’Islanda approdò in un fiordo nella zona nord-occidentale dell’isola al

remiti, noti conquale diede nome Patreksfjörður (“Fiordo di Patrizio”). Nella nuova patria egli recava con sé

e cristiana tra idel legname per costruire una chiesa, una campana, un plenarium (libro contenente i Vangeli

degli Islandesie brani della Bibbia), una moneta d’oro e della terra consacrata, doni del vescovo.

gilsson, quando Successivamente tuttavia si rimise in mare, alla ricerca del luogo nel quale – secondo le

esti eremiti si parole profetiche del suo maestro – avrebbe dovuto stabilirsi. Giunse così al monte Esja, a

uta, secondo lanord di Reykjavík dove costruì una chiesa in onore di San Colombano per il quale egli e i

n Islanda vannosuoi avevano grande venerazione.137 Tra i primi cristiani islandesi è noto anche tale Ketill,

nato nelle isoleindicato come figlio di Jórunn Sponda del buon senso (manvitsbrekka)138 e soprannominato

Libroil Buffone (fíflski), forse un segno del disprezzo che i pagani avevano per coloro che si erano

óttir: costei eraconvertiti. Per parte di madre costui era parente di Auðr di Profondo pensiero. Di lui è detto

vuto un figlio diche abitava a Kirkjubœr (letteralmente “Fattoria della chiesa”), dove un tempo erano vissuti

glio ella si era dei papar: un luogo “nel quale i pagani non potevano abitare” (“eigi máttu þar heiðnir menn

lla parte nord-búa”).139 In seguito (1186) questa località sarebbe divenuta sede di un monastero benedettino

lar, in quanto làfemminile.

Collinette delle È evidente che la fede di molti dei primi cristiani islandesi era legata a soggiorni nelle

stessa richiesto, isole britanniche;140 oltre a costoro bisogna considerare gli schiavi al loro seguito, i quali

mento che ella erano in gran parte cristiani, anche se è evidente che la loro posizione sociale impediva di

ua scomparsa laorganizzare il culto e – a maggior ragione – di promuovere azioni missionarie. Molti fra gli
psson, è dettoIslandesi che seguitavano a percorrere le vie del mare vennero poi certamente in contatto con

po un viaggio il cristianesimo, non solo in Paesi come l’Inghilterra o l’Irlanda ma anche in regioni

le dell’isola alscandinave nelle quali la nuova religione si stava già affermando. Nella Saga di Gísli, che fa

li recava con sériferimento ad avvenimenti svoltisi nella seconda metà del X secolo, si fa notare a esempio

nente i Vangeli che il protagonista continuava a organizzare celebrazioni tradizionali pagane, tuttavia aveva

i del vescovo.tralasciato la pratica dei sacrifici dopo che era stato in Danimarca.141

e – secondo le Le vie percorse dal nuovo credo per arrivare in Islanda furono sostanzialmente due. Da

l monte Esja, auna parte erano talora gli stessi Islandesi che rientrando in patria da Paesi stranieri

l quale egli e iintroducevano la nuova dottrina, dall’altra ci furono veri e propri missionari inviati a quello

che tale Ketill,scopo.

oprannominato Il primo caso è rappresentato in modo esemplare dalla vicenda (cui si è già fatta

oro che si eranoallusione) di Þorvaldr Koðránsson, ritornato dalla Germania come cristiano in compagnia del

o. Di lui è dettovescovo tedesco Federico con l’intenzione di predicare il Vangelo.142 Nonostante una serie di

po erano vissuti buoni risultati attribuiti alla loro iniziativa, l’effettiva qualità della conversione di Þorvaldr si

ar heiðnir menn misura nella sua reazione al verso di infamia (nel quale era contenuta una esplicita accusa di

ero benedettinoomosessualità) che dai pagani era stato rivolto a lui e al vescovo nel corso dell’assemblea

generale, dopo che essi avevano cercato di promuovere la dottrina cristiana.143 Egli infatti

soggiorni nelleuccise i due uomini che avevano composto la strofa, vendicandosi dell’onta subita.

seguito, i qualiNonostante questo grave episodio gli sforzi missionari dei due continuarono ottenendo

ale impediva di ancora qualche successo (le fonti fanno anche riferimento alla costruzione di un paio di

ie. Molti fra glichiese), ma scatenando al contempo una forte reazione. Alla fine è detto che, dopo
in contatto con l’assassinio di un avversario pagano ordinato da Þorvaldr al proprio schiavo, il vescovo

che in regionidecise di ritornare sul continente. Di Þorvaldr è riferito che continuò a professare la propria

, che fafede e fece anche un pellegrinaggio in Terrasanta. L’opera evangelizzatrice di Federico in

otare a esempioIslanda si colloca negli anni tra il 981 e il 986.

, tuttavia aveva I primi missionari erano stati mandati nell’isola probabilmente per iniziativa

dell’arcivescovo Adaldag (Adaldagus) nel corso del lungo periodo (937-988) in cui egli

lmente due. Da aveva retto la sede di Amburgo-Brema. Successivamente (996), durante il regno di Olav

Paesi stranieriTryggvason in Norvegia, il sovrano in persona – impegnato in un vasto programma di

inviati a quellocristianizzazione – aveva inviato in Islanda un tale di nome Stefnir, indicato nelle fonti come

islandese (figlio di Þorgils Eilífsson e pronipote di Helgi bjóla),144 tuttavia forse straniero.

si è già fattaCostui aveva predicato il Vangelo nonostante l’ostilità dei pagani e dei suoi stessi congiunti,

compagnia delma non riuscendo a ottenere risultati soddisfacenti aveva cominciato a distruggere i luoghi di

nte una serie diculto pagani e le immagini degli dèi. Per questo motivo era stato processato all’assemblea e

e di Þorvaldr sidichiarato fuorilegge. Un processo nel quale l’accusa era stata sostenuta dai suoi stessi

licita accusa di parenti, in quanto “il cristianesimo allora era definito una vergogna per la famiglia”

dell’assemblea(“kristnin var þá kǫlluð frænda skǫmm”). In quell’occasione era stata promulgata una legge

Egli infatti che garantiva ai familiari di coloro che si fossero convertiti alla nuova religione la possibilità

ell’onta subita.di perseguirli.145 Successivamente, negli anni 997-999 era stata la volta di Þangbrandr

rono ottenendo (Theobrandus), anche lui inviato personalmente da Olav Tryggvason. Costui era dunque

di un paio di giunto nell’isola dove aveva subito avviato la propria missione, ottenendo buoni risultati. Ma

etto che, dopomolti erano i pagani che gli si opponevano e, come il vescovo Federico, egli fu fatto oggetto
avo, il vescovodi ‘versi di infamia’. Per questo motivo Þangbrandr insieme a un suo compagno uccise gli

ssare la propriaautori di tali versi e di conseguenza fu dichiarato fuorilegge. Tornato in Norvegia il

di Federico in missionario riferì al re questi fatti, dicendosi assai scettico sulla possibilità che gli Islandesi

accogliessero la fede cristiana: “‘Alcuni mi hanno diffamato’, disse egli, ‘ma alcuni volevano

per iniziativauccidermi. E alla fine sono stato dichiarato fuorilegge all’assemblea generale, ed è certo che

88) in cui eglila gente di quella terra non accoglierà mai la fede, tranne poche persone.’”146 È riferito che a

regno di Olavqueste parole Olav si adirò terribilmente e per rappresaglia voleva torturare o uccidere tutti

programma digli Islandesi di fede pagana che si trovavano in Norvegia: la sua ira fu placata solo quando

elle fonti comecostoro – per intercessione di Kjartan Óláfsson, Gizurr il Bianco (inn hvíti) Teitsson (che in

forse straniero.Islanda aveva accolto Þangbrandr) e Hjalti Skeggjason, eminenti islandesi cristiani che si

tessi congiunti, trovavano a corte – accettarono il battesimo. Inoltre i capitani promisero al re che si

gere i luoghi di sarebbero adoperati per il trionfo della fede cristiana nell’isola.

all’assemblea e La violenta contrapposizione tra pagani e cristiani islandesi è testimoniata nelle fonti in

dai suoi stessidiversi episodi: nel Paese si erano infatti venute formando due fazioni fieramente

er la famiglia”contrapposte non soltanto dalla professione della fede ma anche da ragioni pratiche.

lgata una leggeAvveniva, a esempio, che coloro che si erano convertiti alla nuova religione rifiutassero il

ne la possibilitàpagamento del tributo dovuto al tempio,147 ma anche che essi si sottraessero ai riti pagani che

di Þangbrandrerano legati allo svolgimento di atti pubblici.148 Naturalmente i cristiani cercavano di

tui era dunquediffondere la nuova dottrina sostenendo la ‘qualità magica’ del nuovo dio (un motivo

oni risultati. Ma costantemente ripetuto nelle fonti dove con enfasi si sottolinea l’inferiorità degli dèi e degli

fu fatto oggettospiriti pagani in paragone alla potenza del dio cristiano).149 Il contrasto religioso condusse gli
agno uccise gli Islandesi sull’orlo della guerra civile. Hjalti Skeggjason, che è appena stato citato come

in Norvegia ilmediatore presso il re Olav Tryggvason, si trovava in Norvegia in seguito a una decisione

he gli Islandesidell’assemblea generale che in quello stesso anno 999 lo aveva condannato a un esilio di tre

alcuni volevanoanni. Nel corso del dibattito infatti, egli dall’alto della cosiddetta Rocca della legge aveva

, ed è certo cheosato declamare un breve ‘componimento di infamia’ indirizzato contro le divinità pagane:

È riferito che a“Io non voglio bestemmiare gli dèi,/ [ma] Freyja mi sembra una cagna;/ sempre uno dei due

o uccidere tutti sarà/ Odino oppure Freyja una cagna.”150 Nonostante la proscrizione Hjalti tornò in Islanda

ata solo quandoinsieme al suocero Gizurr il Bianco per l’assemblea dell’anno successivo. Portavano con sé

Teitsson (che inun sacerdote e del legname per costruire una chiesa. I suoi lo accolsero con calore, ma i

cristiani che si nemici volevano impedirgli di partecipare al dibattito e tra le due fazioni si venne quasi allo

o al re che si scontro. Alla fine tuttavia essi presero parte all’assemblea e perorarono la causa cristiana. È

riferito che mentre tenevano il loro discorso giunse di corsa un uomo, portando la notizia che

a nelle fonti innel distretto di Ölfus era in corso una eruzione vulcanica. I pagani affermarono subito che

oni fieramente quell’evento era dovuto all’ira degli dèi di fronte alle parole dei cristiani. Al che il goði

gioni pratiche.Snorri Þorgrímsson oppose con logica tagliente la seguente risposta: “Per che cosa erano

e rifiutassero iladirati gli dèi quando qui ardeva la lava sulla quale ci troviamo adesso?” (“Um hvat reiddusk

i riti pagani che guðin þá er hér brann hraunit er nú stǫndu vér á?”).151 Questa frase esprime mirabilmente il

i cercavano dicrudo realismo degli uomini del Nord.

dio (un motivo A fronte di una situazione di forte tensione e contrasto l’assemblea fu sospesa ed

egli dèi e deglientrambe la parti si riunirono separatamente. Secondo la Saga della cristianizzazione152 i

so condusse glipagani avrebbero addirittura preso la decisione di sacrificare due uomini per ciascuno dei
to citato comequattro settori amministrativi (fjórðungar) in cui era suddiviso il Paese,153 affinché le divinità

a una decisioneintervenissero a impedire la diffusione della nuova religione. Una decisione cui alcuni

un esilio di tre cristiani avrebbero opposto quella di fare altrettanto, tuttavia scegliendo per il sacrificio non

lla legge avevagli uomini peggiori bensì i migliori fra loro, in modo che questa offerta fosse gradita a Cristo

divinità pagane:ed egli garantisse loro la vittoria. Ciò tuttavia – ammesso che sia vero – non avvenne. A

pre uno dei dueÞorgeirr Þorkelsson goði degli abitanti di Ljósavatn e lǫgsǫgumaðr in carica fu chiesto,

ornò in Islandaseppure fosse pagano, di redigere le leggi per i pagani e quelle per i cristiani. Si dice che egli

ortavano con séritiratosi nei suoi alloggiamenti stese su di sé il proprio mantello e rimase coricato in quella

on calore, ma iposizione per tutto il giorno e tutta la notte. È stato suggerito che con questo atto Þorgeirr

enne quasi alloabbia compiuto una sorta di rito pagano di conoscenza.154 Come che sia il giorno dopo egli

usa cristiana. È convocò tutti gli uomini all’assemblea e tenne un celebre discorso, ispirato a grande realismo

o la notizia chee rivelatore di lungimiranza politica. Riuscì infatti a far comprendere agli Islandesi che una

ono subito che divisione della legge avrebbe avuto come conseguenza una divisione e un indebolimento

goðidella nazione. Sebbene nelle parole di Þorgeirr non ci fossero allusioni esplicite in tal senso,

che cosa eranoè evidente che egli si rendeva ben conto del pericolo che un Paese diviso potesse divenire

m hvat reiddusk facile preda del sovrano norvegese, la cui zelante opera di cristianizzazione aveva certamente

mirabilmente ilscopi di potere. Si trattava, dunque, di evitare una ‘crociata’. Alle parole di Þorgeirr tutti

acconsentirono e fu deciso che il cristianesimo dovesse divenire religione ufficiale

fu sospesa ed dell’Islanda. Ma che la decisione fosse basata su considerazioni di carattere pratico e di

iopportunità politica appare subito chiaro quando si legge che – evidentemente per

er ciascuno deiaccontentare la fazione pagana – fu stabilito che a riguardo dell’uso di esporre i bambini e a
nché le divinitàquello di consumare carne di cavallo (una consuetudine strettamente collegata ai riti

one cui alcunisacrificali in onore degli dèi pagani) si dovessero seguire le leggi antiche. Inoltre fu disposto

l sacrificio nonche chi voleva innalzare sacrifici potesse farlo di nascosto, seppure dovesse incorrere in una

gradita a Cristo sanzione se ci fossero stati dei testimoni. Il senso pratico aveva dunque portato a un

on avvenne. Acompromesso basato sulla convenienza. E che la conversione dei riottosi pagani fosse dovuta

rica fu chiesto,solo a questo e dunque accettata senza convinzione né – tantomeno – entusiasmo, appare

Si dice che egli anche da una notazione marginale al racconto di questi avvenimenti, allorché si precisa che

ricato in quellauna gran parte dei nuovi ‘cristiani’, quando cavalcarono via dall’assemblea furono battezzati

to atto Þorgeirr nella sorgente calda di Reykjalaug in Laugardalur dal momento che non volevano entrare

iorno dopo eglinell’acqua fredda.155 Secondo la tradizione popolare Þorgeirr, goði degli abitanti di

grande realismoLjósavatn, una volta tornato a casa, prese le immagini sacre degli dèi pagani e andò a gettarle

andesi che unanella vicina cascata di Goðafoss (letteralmente “Cascata degli dèi”).156

indebolimento Dalla Saga della cristianizzazione:

ite in tal senso, “Þorvarðr Spak-Bǫðvarsson fece costruire una chiesa nella sua fattoria ad Áss. Ciò dispiacque

molto alle persone che erano pagane. Un uomo si chiamava Klaufi, figlio di Þorvaldr Refsson di
otesse divenire
Barð. Era un capo. Questa faccenda di Þorvarðr gli dispiacque molto ed egli andò a trovare
eva certamente
Arngeirr, fratello di Þorvarðr e gli offrì questa alternativa: se preferiva dar fuoco alla chiesa o
di Þorgeirr tutti
uccidere quel prete che il vescovo aveva mandato là.
gione ufficiale
Allora Arngeirr rispose: ‘Io sconsiglio i miei amici di fare del male al prete, perché mio fratello
re pratico e di
si è vendicato ferocemente di offese minori. Io penso che sia una buona idea quella di dar fuoco alla
entemente per
chiesa, tuttavia non voglio averci a che fare.’
e i bambini e a Poco dopo Klaufi di notte andò là e voleva dar fuoco alla chiesa. Essi erano dieci in tutto, ma
ollegata ai ritiquando arrivarono al recinto della chiesa parve loro che il fuoco divampasse da tutte le finestre

ltre fu dispostodella chiesa, e così andarono via perché la chiesa sembrava tutta avvolta dalle fiamme. Ma quando
egli venne a sapere che la chiesa non era bruciata andò là la seconda notte, e [c’era anche]
ncorrere in una
Arngeirr, e pensava di dar fuoco alla chiesa. Ma quando essi ebbero fatto irruzione nella chiesa egli
e portato a un
accese il fuoco con [legna di] betulla nana secca, ma il fuoco stentava a divampare. Allora egli si
ni fosse dovuta
chinò e soffiò là dentro oltre la soglia. Allora arrivò sul pavimento una freccia oltre la sua testa e
siasmo, appare
un’altra tra la tunica e il fianco. Perciò egli balzò su e affermò che non avrebbe aspettato la terza.
é si precisa che
Così Arngeirr tornò a casa.
urono battezzati
E quella chiesa fu fatta sedici anni prima che il cristianesimo fosse accettato per legge in Islanda
olevano entrare[…].”157

gli abitanti di *

andò a gettarle Dalla Predicazione cristiana di Þangbrandr:

“In estate il prete Þangbrandr andò all’assemblea generale con Hallr. Ma quando essi giunsero

a sud in Skógasveit, i pagani pagarono quell’uomo che in Islanda era il più famoso per la magia del

. Ciò dispiacquedemonio, che si chiamava Galdra-Heðinn, perché con la sua arte facesse in modo che il prete

valdr Refsson diÞangbrandr sprofondasse vivo giù nella terra. Hallr e i suoi trascorsero la notte a Kirkjubœr. Là

andò a trovareviveva allora Surtr Ásbjarnarson, figlio di Þorsteinn, figlio di Ketill il Buffone. Gli appartenenti a

co alla chiesa oquesta famiglia avevano abitato a Kirkjubœr uno dopo l’altro ed erano tutti cristiani, dal momento

che nessun pagano aveva mai potuto vivere là. E quel giorno in cui Hallr e i suoi cavalcarono via da

rché mio fratelloKirkjubœr, allora la terra si aprì sotto Þangbrandr e il suo cavallo sprofondò, ma lui riuscì a

di dar fuoco allascendere dalla groppa e poté trovare aiuto con il soccorso di Dio e dei suoi compagni di viaggio.”158

Dopo le decisioni dell’assemblea generale dell’anno 1000 la Chiesa islandese poté

dieci in tutto, masvolgere liberamente la propria attività. È certo che essa fu portata avanti anche da persone
tutte le finestreprovenienti dall’estero; nel Libro degli Islandesi159 vengono elencati i vescovi stranieri

mme. Ma quandoinizialmente attivi nel Paese: tre di loro (Pietro, Abramo e Stefano) vengono definiti ermskir,

e [c’era anche]
un termine che letteralmente dovrebbe significare “armeni”, ma la cui interpretazione in
nella chiesa egli
questo contesto resta dubbia.160 Almeno da un punto di vista formale ed esteriore in Islanda
re. Allora egli si
la cristianizzazione procedette piuttosto in fretta: al posto dei templi pagani vennero erette
re la sua testa e
chiese cristiane e i goðar sostituirono le incombenze legate all’antica fede con quelle della
spettato la terza.
nuova. Per mantenere accanto a quella politica la dignità e la rappresentanza religiosa essi

assicurarono presso le chiese la presenza di un prete, a volte assumendolo, non di rado


legge in Islanda
occupandosi di fornire l’istruzione necessaria per tale incarico a una persona appartenente

alla loro famiglia. Il caso più evidente è certamente quello di Gizurr il Bianco, il cui figlio

Ísleifr fu inviato a Herford in Westfalia per compiere gli studi religiosi. Consacrato vescovo

do essi giunsero a Brema nel 1056 egli tornò in patria l’anno successivo e si stabilì nella residenza di famiglia

per la magia del di Skálholt (che sarebbe così divenuta la prima sede vescovile islandese) fondandovi anche

odo che il prete


una scuola. A quanto pare egli era un personaggio molto benvoluto: “uomo bello di aspetto e
a Kirkjubœr. Là
molto popolare fra tutta la gente e sempre giusto e onesto, generoso e gentile e mai ricco”,
i appartenenti a
considerato “re e vescovo del Paese finché visse”;161 la sua nomina rispondeva al desiderio
ni, dal momento
degli Islandesi di affidarsi alle cure religiose di un compatriota che comprendesse il loro
valcarono via da
modo di vivere e – considerazione niente affatto secondaria – la loro lingua. Per altro si deve
ma lui riuscì a
tenere presente che la Chiesa islandese fu costretta fin dall’inizio ad adattarsi alla struttura di
158

una società basata su poteri locali che riconoscevano come unica autorità quella
islandese poté
dell’assemblea nella quale essi stessi avevano grande voce in capitolo: di conseguenza nella
che da persone
escovi stranierisua organizzazione dovette giocoforza sottostare alle decisioni dei capitani. Costoro erano

, del resto eredi di quella comunità di coloni che avevano dato vita a un nuovo stato proprio a

erpretazione inmotivo della fiera opposizione a un potere superiore che voleva soggiogarli. Anche dal punto

riore in Islandadi vista d’una effettiva conversione delle anime il cammino fu certamente assai difficile. Gli

vennero eretteIslandesi, come si è appena detto, erano insofferenti a ogni tipo di imposizione e dunque

on quelle della furono cristiani tiepidi, restii ad accettare imposizioni e precetti che riguardavano la loro vita

a religiosa essiprivata.

o, non di rado Figlio e successore di Ísleifr fu Gizurr, titolare per ben trentasei anni (1082-1118) di

na appartenenteSkálholt, da lui stabilita come sede vescovile permanente con la donazione alla Chiesa della

co, il cui figlioproprietà che era appartenuta alla sua famiglia (1104). Gizurr è ricordato come un

sacrato vescovopersonaggio molto amato dagli Islandesi, capace per la sua indiscussa autorità di istituire

enza di famiglia(1096 o 1097) il pagamento delle decime (consuetudine introdotta per la prima volta in un

ndandovi anchePaese scandinavo).162 Su richiesta degli abitanti delle zone settentrionali dell’Islanda egli

ello di aspetto einoltre stabilì (1106) una seconda sede vescovile a Hólar in Hjaltadalur affidandola a Jón

e e mai ricco”, Ǫgmundarson, suo discepolo che aveva studiato e soggiornato all’estero, il quale vi fondò

eva al desiderioanche una scuola. Jón Ǫgmundarson (morto nel 1121) e Þorlákr Þórhallsson (vescovo di

endesse il loroSkálholt, 1133-1193), sarebbero divenuti i primi santi islandesi (rispettivamente nel 1198 e

Per altro si devenel 1200).

alla struttura di La storia dell’introduzione del cristianesimo in Islanda è ben documentata in diverse fonti

autorità quellanazionali,163 il che consente di conoscerla nei dettagli. Va tuttavia considerato che si tratta di

nseguenza nellascritti redatti in ambiente ecclesiastico e dunque ispirati a una retorica cristiana, che non di
Costoro erano rado decade nel propagandistico. Il che se da una parte ne condiziona la valutazione storica e

stato proprio al’aspetto letterario-stilistico, risulta dall’altra indice della necessità del mondo religioso di

Anche dal puntoelaborare testi utili a far radicare il messaggio cristiano nella coscienza del popolo.

sai difficile. Gli 4.3. Chiese di legno e chiese di pietra

zione e dunque Le prime chiese nordiche vennero, naturalmente, costruite in legno. Questo materiale,

ano la loro vitache in altre zone dell’Europa era da tempo limitato nell’uso, fu invece impiegato, almeno

inizialmente, in Scandinavia. Questa era del resto la consuetudine nel Nord, dove la

(1082-1118) dicostruzione in legno poteva talora presentare all’esterno un rivestimento in pietre e zolle. È

lla Chiesa dellanaturalmente vero che l’introduzione della cultura cristiana doveva determinare anche la

dato come un ricezione di tecniche costruttive e forme artistiche nuove: esse tuttavia sarebbero state

orità di istituirecombinate con elementi tradizionali. Gran parte delle chiese di legno innalzate in

ma volta in unScandinavia nei primi secoli dopo la cristianizzazione non esiste più. Tuttavia in Norvegia,

ell’Islanda eglidove su un totale calcolato di circa milletrecento chiese erette a partire dalla metà del XII e

idandola a Jónfino alla metà del XIV secolo, la maggioranza (settecentocinquanta circa) dovevano essere di

quale vi fondòlegno, una trentina di queste costruzioni si è conservata fino ai giorni nostri. Esse sono note

on (vescovo dicon il nome di stavkirker (letteralmente una stavkirke è una “chiesa [sostenuta] su colonne

ente nel 1198 e[di legno]”). Le chiese di legno scandinave, i cui pilastri si reggevano su una base che

rimaneva nascosta sotto il pavimento, si fondavano su un modello piuttosto semplice,

in diverse fonticostituito da una navata singola con annesso un presbiterio. Ricerche specifiche hanno

o che si tratta di mostrato che questo schema rimanda a quello di edifici religiosi minori presenti nel resto

ana, che non did’Europa a partire dal X secolo. Ma in Norvegia, dove la tradizione dell’uso del legno nelle
azione storica ecostruzioni era destinata a perdurare a lungo nel tempo, la semplice struttura originaria venne

do religioso di affinandosi e arricchendosi in forme più elaborate. Innanzi tutto accanto ai modelli più

semplici sorsero (a partire dalla fine del XII secolo) chiese di legno nel cui interno venne

introdotta una serie di colonne che oltre a sostenere il tetto creavano navate laterali. La

uesto materiale,decorazione degli edifici trovò poi motivo di ispirazione nell’arte vichinga, come mostra

piegato, almenochiaramente la complessità della decorazione dei portali164 e in diversi casi la presenza di

Nord, dove la teste di draghi al vertice dei frontoni (che ben ricordano quelle issate sulle prue delle

pietre e zolle. Èimbarcazioni).165 Ma anche motivi artistici importati (a esempio decorazioni con motivi

minare anche lavegetali) furono utilizzati. Diverse ipotesi sono state fatte a riguardo del modello cui queste

sarebbero statecostruzioni dovettero ispirarsi: chiese romaniche, templi pagani, sale per le celebrazioni di

o innalzate infeste, addirittura navi. È probabile che in Norvegia esse abbiano sviluppato il loro stile

ia in Norvegia, particolare per influsso anglo-normanno.166

metà del XII e È certo che le stavkirker furono, almeno inizialmente e nella forma più semplice,

evano essere dicostruite anche in Svezia e in Danimarca. In questi due Paesi le prime chiese sorsero,

Esse sono note secondo quanto viene riferito, ai tempi della missione di Ansgar.167 Di quelle realizzate in

uta] su colonnelegno e risalenti al primo periodo della cristianizzazione non restano che scarse tracce, fatta

u una base che eccezione per la stavkyrka di Hemse in Gotland, almeno in parte conservata nel Museo

tosto semplice,Storico (Historiska Museet) di Stoccolma (l’unica chiesa svedese di questo tipo mantenutasi

ecifiche hannointatta è a Hedared in Västergötland, ma la sua costruzione si colloca probabilmente nei

esenti nel restoprimissimi anni del XVI secolo).168

del legno nelle La prima chiesa danese in pietra di cui si abbia notizia fu innalzata a Roskilde (ca.1026),
riginaria vennenel luogo in cui sorgeva una vecchia chiesa in legno dedicata alla Trinità;169 a essa diverse

ai modelli piùaltre seguirono (fra cui il duomo di Aarhus che risale alla seconda metà del XII secolo) e

i interno vennemolte sono le testimonianze di una intensa attività costruttiva: si scelgano qui come esempi la

ate laterali. Lacripta della chiesa di Nostra Signora (Vor Frue Kirke) a Aarhus risalente alla seconda metà

a, come mostradell’XI secolo e la chiesa di Hover (XII secolo) nello Jutland. Nei secoli successivi si

la presenza di cominciarono a utilizzare i mattoni e il numero degli edifici destinati al culto cristiano andò

ulle prue delle aumentando così come, in molti casi, la dimensione. In Svezia le prime costruzioni religiose

oni con motivirealizzate in pietra risalgono alla fine dell’XI secolo, dal XII il loro numero dovette

dello cui queste aumentare considerevolmente, seppure non ci rimangano che i resti delle chiese di San Pietro

celebrazioni die di Sant’Olof (anch’essa in rovina ma meglio conservata) a Sigtuna (Uppland);170 in questa

ato il loro stilemedesima località nella prima metà del XIII secolo sarebbe stata eretta la chiesa di Maria

(con annesso convento, fatto demolire dal re Gustavo Vasa dopo l’introduzione della riforma

più semplice, protestante): questo edificio rimane tra le migliori testimonianze della cultura cristiana

chiese sorsero,medievale nel Paese. Come si è detto, l’utilizzo della pietra nella costruzione di edifici

le realizzate inreligiosi (e le forme di pittura e scultura a essa collegate) fu introdotto in Scandinavia in

rse tracce, fattaseguito alla cristianizzazione: precedentemente questo materiale veniva qui utilizzato solo in

vata nel Museoalcuni casi (a esempio per bastioni difensivi). Sebbene il modello delle chiese in pietra mostri

po mantenutasivariazioni anche notevoli esso è dunque sostanzialmente improntato a una architettura di

babilmente nei importazione. Si possono così riconoscere applicazioni dello stile romanico prima (tra il XII

e la seconda metà del XIII secolo) e di quello gotico poi (tra la fine del XIII e il XIV secolo)

kilde (ca.1026), e diversi altri influssi.


a essa diverse In Norvegia, dove secondo le fonti storiche, le prime chiese vennero fatte erigere verso la

l XII secolo) emetà del X secolo da re Håkon il Buono,171 l’utilizzo del legno doveva, come detto,

come esempi lamantenersi a lungo. Tuttavia non mancarono chiese di pietra (la prima dedicata alla Madonna

a seconda metàa Nidaros, seconda metà dell’XI secolo).172 Da segnalare anche la grande chiesa romanica

li successivi sieretta dai Norvegesi a Kirkwall nelle Orcadi nel secolo successivo. Anche qui si riconoscono

o cristiano andòfacilmente i modelli stranieri (non da ultimi gli influssi anglosassoni) seppure, come altrove,

uzioni religiosesi ricerchino delle variazioni. Si può tuttavia certamente affermare che talune stavkirker nulla

umero dovetteavevano da invidiare a queste costruzioni in pietra, neppure alla grande cattedrale di Nidaros

se di San Pietrorealizzata ampliando la chiesa di Cristo dopo che la città era divenuta sede arcivescovile

in questa(1152-1153).

chiesa di Maria Anche in Islanda nonostante la difficoltà di reperire grandi quantità di legname (che

ne della riforma come precisano le fonti veniva talora importato)173 furono costruite diverse chiese. Alcune

ultura cristianadovettero essere del tipo delle stavkirker norvegesi, sebbene il modello rimanesse assai

zione di edificisemplice (tale doveva essere in particolare la chiesa di Valþjófsstaður in Fljótsdalur, di cui ci

Scandinavia in resta il portale), altre ricalcarono il comune metodo di costruzione che prevedeva di ricoprire

tilizzato solo inuna struttura di legno con pietre e torba, tecnica costruttiva che si ritrova in Groenlandia e

in pietra mostrinelle Føroyar. Non si conoscono chiese islandesi in pietra risalenti al medioevo.

architettura di 4.4. Consolidamento delle chiese nordiche

rima (tra il XII In Paesi come la Danimarca, la Svezia e la Norvegia dove il processo di formazione di

il XIV secolo)stati su modello europeo era in pieno svolgimento, la conversione avrebbe contribuito ad

accrescere il potere centrale e, di conseguenza, la stabilità politica: almeno inizialmente il


erigere verso laforte legame di dipendenza reciproca tra Chiesa e Stato si rileva tra l’altro dal fatto che le

a, come detto,unità amministrative dell’una e dell’altro appaiono assai spesso sovrapponibili. La

a alla Madonna collaborazione tra queste due istituzioni si manifestò anche nella promozione da parte di

hiesa romanicadiversi sovrani nordici di nuovi vescovati, così come nella concessione di privilegi

si riconosconoecclesiastici e nel sostegno alla costruzione di nuove chiese. Inoltre alcuni fra loro

e, come altrove,intrapresero delle vere e proprie crociate contro popolazioni ancora pagane: iniziative dietro

nulla le quali non è difficile riconoscere intenti di natura politica ed espansionistica. Non soltanto,

drale di Nidaroscome si è visto, il sovrano norvegese Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme aveva partecipato a

e arcivescovileuna crociata in Terrasanta,174 ma spedizioni cui veniva data una giustificazione legata al

dovere missionario dei sovrani cristiani furono condotte anche nei confronti di popolazioni

i legname (che vicine. Lo stesso Sigurd insieme all’allora re danese Niels figlio di Svend Estridsen aveva

chiese. Alcunecondotto nel 1123 una crociata nella regione svedese di Småland, dove resisteva una sacca di

imanesse assai paganesimo. Successivamente il re danese Valdemaro I (1131-1182) con il sostegno di

sdalur, di cui ci Absalon Hvide vescovo di Roskilde e arcivescovo di Lund utilizzò la lotta contro la

eva di ricoprirepopolazione dei Vendi come pretesto per l’unificazione nazionale.175 Al termine di una

Groenlandia esanguinosa guerra civile scoppiata nel 1131 quando suo padre Canuto Lord (Knud Lavard,

nato nel 1096 ca.), che sarebbe poi stato dichiarato santo,176 era stato assassinato, egli era

rimasto unico sovrano del Paese, ma la pacificazione era tutt’altro che raggiunta. I Vendi,

i formazione dipopolazione slava stanziata nelle regioni del Holstein orientale, del Mecklemburgo e della

contribuito adPomerania, erano stati parzialmente sottomessi in precedenza, ma quelli fra loro che

inizialmente il abitavano nelle zone più orientali mantenevano indipendenza politica e fede pagana. Dopo
dal fatto che leun primo tentativo da parte dell’arcivescovo danese Eskil (1147) Valdemaro li attaccò

apponibili. La insieme ad Absalon, vescovo di Roskilde, e conquistata nel 1169 l’isola di Rügen177 dove si

one da parte ditrovava la loro capitale, li costrinse a riconoscerlo come sovrano e a convertirsi in massa.178

ne di privilegiA questa ‘crociata’ seguì, con la benedizione di Papa Alessandro III, quella contro gli Estoni

alcuni fra loro(un tentativo in questa direzione era già stato fatto nel 1197), i cui territori settentrionali

niziative dietrofinirono sotto il dominio del re danese Valdemaro II (1170-1241) nel 1219.179 In Svezia le

a. Non soltanto,mire espansionistiche del sovrano guardavano a est verso la Finlandia. Con il pretesto di

va partecipato a portare la parola del Vangelo, il re Erik Jedvardsson (data di nascita incerta), coadiuvato

zione legata alEnrico (Henrik), consacrato vescovo di Uppsala dal legato papale Nicola Breakspear che egli

di popolazioniaveva seguito dall’Inghilterra, intraprese una crociata in quelle terre (ca.1155). Si trattava in

Estridsen avevarealtà di una spedizione punitiva che aveva lo scopo di fermare incursioni in territorio

va una sacca disvedese. Secondo la tradizione i Finlandesi furono sconfitti e dovettero accettare il battesimo

il sostegno diche fu loro impartito alla fonte di Kuppis (Kupittaa, presso Åbo). Rimasto in terra finlandese

lotta contro lail vescovo fece costruire una chiesa a Nousis (finnico Nousiainen), dove si dedicò all’attività

termine di unamissionaria. In seguito fu tuttavia ucciso da tale Lalli che, scomunicato a causa di un

Knud Lavard,assassinio, lo aggredì armato di ascia a Kirkkosaari (“Isola della chiesa”) sul lago ghiacciato

sinato, egli eradi Kjulo (Köyliö) il 20 gennaio 1156 (ma la data, come quella della crociata resta incerta). In

iunta. I Vendi, conseguenza della morte patita per la devozione al cristianesimo e di miracoli avvenuti

mburgo e dellapresso la sua tomba, Enrico veniva proclamato santo protettore della Finlandia. Nel 1300 le

i fra loro chesue spoglie vennero trasferite da Nousis alla cattedrale di Åbo. Questo racconto segue una

e pagana. Dopoconsolidata tradizione che resta ciò nondimeno tutta da verificare:180 infatti è probabile che in
maro li attaccò questo Paese fossero già presenti nuclei cristiani, formatisi verosimilmente per iniziativa

dove si della Chiesa russa (e del suo retroterra bizantino). In ogni caso, sebbene in seguito a questa

178 ‘crociata’ non si riuscisse a costituire un dominio stabile sulle terre finlandesi, questo evento

ontro gli Estonifu comunque di straordinaria importanza perché diede inizio a quel rapporto di dipendenza

ri settentrionalidella Finlandia dalla Corona svedese che sarebbe durato assai a lungo nel tempo.181 Il re Erik

In Svezia le sarebbe morto pochi anni dopo (18 maggio 1160) e in seguito considerato santo protettore

n il pretesto didella Svezia, divenendo anche oggetto d’una leggenda a lui dedicata (Erikslegenden). Nel

ta), coadiuvato1164 veniva istituito l’arcivescovato di Uppsala al quale rispondeva tra l’altro anche il

akspear che eglivescovo di Nousis, località nella quale la sede vescovile finlandese restò fino al 1229,

). Si trattava inquando fu trasferita a Korois (finnico Koroinen) nelle immediate vicinanze di Åbo. Il

ni in territorioprogressivo rafforzamento dell’autorità delle Chiese scandinave, assai spesso

are il battesimoopportunamente alleate con il potere statale è scandito dunque dalla serie delle ‘crociate

terra finlandesenordiche’, che con la giustificazione della cristianizzazione di popolazioni ancora pagane,

dicò all’attività permise una espansione territoriale e l’imposizione del dominio dei ‘re cristiani’ (soprattutto

a causa di undanesi e svedesi). Di seguito sono elencate le date degli avvenimenti più significativi e degli

lago ghiacciatoattacchi portati nei confronti di queste popolazioni (in particolare quelle stanziate attorno al

esta incerta). InMar Baltico).

racoli avvenuti 1142: “il principe svedese” e il suo vescovo portano un attacco nella regione di Novgorod ma

ia. Nel 1300 levengono respinti182


1147: crociata danese contro i Vendi (collegata a una iniziativa dei Sassoni)
onto segue una
1155 ca.: crociata del re svedese Erik Jedvardsson e del vescovo Henrik in Finlandia
probabile che in
1169: vittoria dei Danesi guidati da Valdemaro I e dall’arcivescovo Absalon sui Vendi con la
e per iniziativaconquista dell’isola di Rügen

eguito a questa 1171 o 1172: invito del Papa Alessandro III ai sovrani nordici a intraprendere crociate contro gli

Estoni e i popoli pagani loro vicini183


, questo evento
1185: attacco di un gruppo di Norvegesi sulle coste finlandesi
o di dipendenza
1187: incursione degli Estoni sul lago Mälaren, dove la città di Sigtuna viene data alle fiamme e
Il re Erik
l’arcivescovo ucciso
santo protettore
1191: spedizione danese contro la Finlandia
). Nel
1197: attacco danese all’Estonia
’altro anche il
1206: proclamazione di possesso delle isole estoni di Saaremaa e Hiiumaa184 da parte del re
fino al 1229, danese Valdemaro II e dell’arcivescono Andrea Sunesen con l’appoggio di Papa Innocenzo III185

nze di Åbo. Il 1219: vittoria di Valdemaro II sugli Estoni a Lyndanisse186

assai spesso 1220: attacco del re svedese Johan Sverkersson all’Estonia e successiva sconfitta svedese a

delle ‘crociateLihula (dopo che il sovrano era ritornato in patria)

ancora pagane, 1237: appello del Papa Gregorio IX agli Svedesi per una crociata contro i Tavasti (popolazione

finnica) che avevano rinnegato la fede cristiana187


ani’ (soprattutto
1238: crociata in Finlandia di Birger jarl188
ificativi e degli
1245: il re danese Erik Soldo dell’aratro189 pianifica con l’appoggio del Papa Innocenzo IV una
ziate attorno al
crociata in Estonia che tuttavia non verrà effettuata190

1249: nuova crociata in Finlandia di Birger jarl


di Novgorod ma
1256 o 1257: invito del Papa Alessandro IV a una crociata in Carelia191

1293: crociata e conquista della Carelia guidata dal reggente svedese Torgils Knutsson (e

costruzione della fortezza di Viborg)

1298: nuova crociata svedese in Carelia guidata dal reggente svedese Torgils Knutsson
sui Vendi con la
1348-1351: guerra del re svedese Magnus Eriksson contro i Russi (ricondotta almeno in parte a

ociate contro glimotivazioni religiose)192

Nel quadro delle crociate contro le popolazioni pagane del Baltico un ruolo di primo

piano venne svolto dai Cavalieri dell’Ordine teutonico e da quelli dell’Ordine livoniano
ta alle fiamme e
(Portaspada), fondato nel 1202 da Albrecht von Buxthoeven (1165-1229) vescovo di Riga e

assorbito dal primo nel 1237.

Il carattere in gran parte temporale del potere della Chiesa (che dunque in seguito sarebbe

inevitabilmente venuto a collidere con quello dello Stato) è manifesto nel coinvolgimento dei
da parte del re
vescovi e degli ecclesiastici nella vita politica, così come nei contrasti e nelle alleanze che li

videro protagonisti, a seconda della convenienza. Come caso esemplare basterà ricordare la

nfitta svedese a
battaglia di Foteviken (presso l’attuale Höllviken, in Scania) combattuta il 4 giugno 1134

nella quale il figlio illegittimo del re danese Erik il Buono, Erik egli stesso – successivamente

asti (popolazionericordato con il soprannome di Memorabile (emune) – pretendente al trono, affrontò le truppe

dello zio, il re Niels Svendsen e di suo figlio Magnus che vennero sconfitte: al fianco di Erik

(che sarebbe dunque divenuto re di Danimarca) l’arcivescovo Asser, in un combattimento nel


nnocenzo IV una
quale persero la vita cinque vescovi e sessanta sacerdoti.

In Islanda, dove l’autorità politica era, almeno in parte, nelle mani dell’assemblea

generale, la Chiesa venne sviluppandosi, se non altro inizialmente, come un settore di quel

medesimo potere, che tuttavia restava frammentato tra i diversi capitani locali: non di rado
ils Knutsson (e
(come del resto altrove in Scandinavia) le regole della nuova religione venivano aggirate,

come dimostra innanzi tutto l’inosservanza pressoché generalizzata della regola del celibato
lmeno in parte aper i membri del clero, i quali continuarono a contrarre matrimonio almeno fino alla prima

metà del XIII secolo (l’ultimo vescovo sposato, Magnús Gizurarson di Skálholt moriva nel

ruolo di primo1237), finché – quando le norme divennero più severe e precise – si passò in molti casi

rdine livonianosemplicemente alla convivenza.193 D’altronde il primo diritto canonico islandese

scovo di Riga e(Kristinréttur forni), predisposto dall’assemblea generale negli anni tra il 1122 e il 1133

dimostra in modo chiaro il legame di subalternità della Chiesa rispetto ai poteri locali.

seguito sarebbeQuando le autorità ecclesiastiche islandesi cercarono di spezzare questi vincoli dovettero

volgimento deifronteggiare una forte ostilità da parte dei grandi capitani, il che è dimostrato fra l’altro nelle

alleanze che li vicende personali di celebri vescovi come Þorlákr il Santo (inn helgi) Þórhallsson e

erà ricordare laGuðmundr il Buono (góði) Arason vescovo di Hólar (1161-1237). Il secondo in particolare

4 giugno 1134fu addirittura cacciato e costretto per due volte all’esilio, rimanendo in sostanza privo di

uccessivamentesede.194

frontò le truppe In ogni caso la presenza delle chiese nordiche ormai organizzate avrebbe costituito un

l fianco di Erikfattore politico destinato a giocare un ruolo decisivo negli equilibri degli stati scandinavi,

mbattimento neldeterminando coinvolgimenti, interferenze e contrasti che si sarebbero trascinati fino alla

riforma protestante. Un elemento assai importante per l’acquisizione della consapevolezza da

dell’assembleaparte degli ecclesiastici di possedere una forza autonoma fu la diffusione delle idee

settore di quelriformatrici dei monaci cluniacensi promosse dal Papa Gregorio VII, basate sulla superiorità

ali: non di radodella Chiesa rispetto al potere temporale, il che sottraeva in gran parte ai principi la

ivano aggirate, possibilità di interferire nell’organizzazione della gerarchia ecclesiastica.195 Si vennero in

ola del celibatosostanza a creare due governi paralleli, statale e religioso, una situazione che avrebbe
fino alla primagenerato notevoli conflitti.

holt moriva nel Ma una crescente autonomia si venne realizzando anche all’interno della sfera religiosa.

ò in molti casi Il grande prestigio e l’autorità dell’arcivescovato di Amburgo-Brema (legato a una figura

nico islandese carismatica come quella di Ansgar) cominciò infatti a declinare dopo la fondazione, nel

1122 e il 11331103, di quello di Lund, divenuto in breve tempo punto di riferimento del mondo religioso

i poteri locali. scandinavo. Nel 1133 falliva il tentativo del Papa Innocenzo II di riportare le chiese nordiche

ncoli dovettero sotto l’autorità dell’arcivescovo di Amburgo-Brema, così come (1158) sarebbe fallito quello

fra l’altro nelle analogo di Federico Barbarossa. Anzi – come sopra è stato detto – proprio nel corso di questi

Þórhallsson edecenni altri centri del potere ecclesiastico si sarebbero costituiti in Scandinavia: in Svezia

o in particolarel’arcivescovato di Uppsala (1164) e qualche anno prima (tra il 1152-1153) in Norvegia

stanza privo dil’arcivescovato di Nidaros (Trondheim). A quest’ultimo era data giurisdizione anche sulle

Orcadi e le Shetland (una diocesi istituita nel 1050 circa),196 sulle Ebridi e l’isola di Man,

be costituito un sulle Føroyar (che nel 1100 avevano ottenuto una sede vescovile propria a Kirkjubøur

tati scandinavi,sull’isola di Streymoy), sull’Islanda (dove si trovavano le sedi di Skálholt e Hólar) e sulla

cinati fino alla Groenlandia. Secondo quanto tramandato negli Annali islandesi in questa lontana colonia nel

sapevolezza da1112 (o forse 1113) era giunto un islandese di nome Eiríkr uppsi (verosimilmente da leggere

one delle ideecome Gnúpsson): costui viene indicato come il primo vescovo groenlandese; di lui si sa per

ulla superioritàcerto che nel 1121 partì per un viaggio missionario in America (Vínland) dal quale non

ai principi laavrebbe più fatto ritorno. Dopo aver atteso a lungo e invano, i coloni nordici inviarono un

Si vennero in proprio emissario, tale Einarr Sokkason di Brattahlíð, dal re norvegese Sigurd Viaggiatore a

e che avrebbe Gerusalemme con la richiesta di istituire una diocesi in Groenlandia: il sovrano acconsentì ed
essa fu attiva a Garðar (attuale Igaliku) a partire dal 1124; il suo primo titolare fu il

sfera religiosa.norvegese Arnaldo (Arnaldr).197

to a una figura In un primo momento l’espansione dell’istituzione ecclesiastica risulta avvenire ad alti

ondazione, nel livelli, in un rapporto fra principi e vescovi che coinvolgeva in misura sostanziale solo i ceti

mondo religioso sociali più elevati. Del resto, anche se si guarda al fenomeno dei pellegrinaggi verso Roma o

chiese nordichela Terrasanta (una consuetudine ben testimoniata a partire dal X secolo), risulta evidente che

be fallito quellosi trattava di un esercizio di devozione – non di rado praticato da donne – possibile solo per

corso di questichi possedesse mezzi finanziari adeguati.198

avia: in Svezia La diffusione della fede cristiana anche fra gli strati inferiori della popolazione fu

3) in Norvegiaagevolata innanzi tutto dalla costruzione di molte nuove chiese presso le quali andarono a

one anche sulle risiedere sacerdoti con l’incarico di prendersi cura delle comunità locali: il primo nucleo

l’isola di Man, dell’organizzazione ecclesiastica fu costituito dalla “parrocchia” (dan. sogn, sved. socken,

a a Kirkjubøur norv. sogn/sokn, isl. sókn). È difficile stabilire (soprattutto in Danimarca e in Svezia) in quale

e Hólar) e sullamisura la distribuzione e l’organizzazione delle parrocchie venisse adeguandosi a preesistenti

ana colonia nelstrutture o se essa dipendesse piuttosto da fattori locali (a esempio la presenza di un

ente da leggerepersonaggio eminente che si adoperava per la costruzione di una chiesa).

di lui si sa per Lungo e contrastato fu tuttavia il processo di imposizione delle regole di vita cristiana a

dal quale nonpersone che nei confronti della religione avevano da secoli mantenuto un atteggiamento di

ci inviarono un sostanziale libertà e che dunque solo faticosamente si adeguarono a regole che la Chiesa

d Viaggiatore avoleva piuttosto severe. La diffusione della nuova fede si avvalse in gran misura della

o acconsentì edpropagazione del culto della Madonna e dei santi, spesso legato alla esibizione di sacre
o titolare fu ilreliquie (vere o presunte) e, naturalmente, alla proclamazione di miracoli. La predicazione

costante, l’introduzione di regole di comportamento (partecipazione ai riti, digiuni, penitenza

avvenire ad altie comunione), la cura dei poveri e degli ammalati (spesso affidate a istituzioni ecclesiastiche)

ziale solo i cetiriuscirono però gradatamente a influenzare l’animo degli uomini del Nord e, almeno

i verso Roma o esteriormente, la religione cristiana risulta pienamente praticata in Scandinavia a partire dal

ta evidente che XII secolo. In realtà resta dubbio se la nuova visione di vita avesse potuto radicarsi nelle

ssibile solo per coscienze.

Fondamentale fu anche la fondazione nei territori nordici (a partire dal XII secolo) di

popolazione fumolti conventi (sia maschili sia femminili):199 la presenza di diversi ordini (agostiniani,

uali andarono abenedettini, cistercensi, giovanniti, premostratensi, e – dal XIII secolo – francescani e

l primo nucleodomenicani) è testimoniata tra l’altro nei resti, più o meno ben conservati, di queste

socken,costruzioni. I religiosi si adoperarono per la diffusione della fede fra larghi strati della

Svezia) in quale popolazione, specie nelle città ma anche in località isolate.200 Tuttavia il loro compito non si

si a preesistentilimitò alla divulgazione della dottrina cristiana a livello popolare: i conventi furono anche

presenza di unimportanti centri di studio e di sapere, che avrebbero svolto un ruolo essenziale nel quadro

della cultura nordica del medioevo.

vita cristiana a

teggiamento di

che la Chiesa

n misura della

izione di sacre
reliquie (vere o presunte) e, naturalmente, alla proclamazione di miracoli. La predicazione

costante, l’introduzione di regole di comportamento (partecipazione ai riti, digiuni, penitenza

e comunione), la cura dei poveri e degli ammalati (spesso affidate a istituzioni ecclesiastiche)

riuscirono però gradatamente a influenzare l’animo degli uomini del Nord e, almeno

esteriormente, la religione cristiana risulta pienamente praticata in Scandinavia a partire dal

XII secolo. In realtà resta dubbio se la nuova visione di vita avesse potuto radicarsi nelle

coscienze.

Fondamentale fu anche la fondazione nei territori nordici (a partire dal XII secolo) di

molti conventi (sia maschili sia femminili):199 la presenza di diversi ordini (agostiniani,

benedettini, cistercensi, giovanniti, premostratensi, e – dal XIII secolo – francescani e

domenicani) è testimoniata tra l’altro nei resti, più o meno ben conservati, di queste

costruzioni. I religiosi si adoperarono per la diffusione della fede fra larghi strati della

popolazione, specie nelle città ma anche in località isolate.200 Tuttavia il loro compito non si

limitò alla divulgazione della dottrina cristiana a livello popolare: i conventi furono anche

importanti centri di studio e di sapere, che avrebbero svolto un ruolo essenziale nel quadro

della cultura nordica del medioevo.


1 STFM I, nr. 1, anno 822, pp. 1-3.

2 Sempre dal Papa era venuto l’incarico ad Ansgar: STFM I, nr. 2, anni 824-827, pp. 4-5.

3 Vd. p. 163 e pp. 168-169.

4 Vd. pp. 168-169 con nota 268.

5 Vd. p. 167 con nota 262.

6 DLO nr. 49.

7 Citata in MUSET 1967, p. 276 e nota 25.

8 Il poeta Torbj.rn Scaldo delle dísir, a esempio definisce il battesimo come “la più grande fortuna

[… elargita] dal Bianco Cristo” (Skj I: A, p. 144, B, p. 135: “Hvítakrists […] hæsta giptu”),

attribuendo, ovviamente, al termine “fortuna” il senso che esso aveva per i pagani (vd. sopra, p. 180).

9 Storia dei Sassoni (Rerum gestarum Saxonicarum), II, LXV. Cfr. la versione della Saga di Olav

Tryggvason di Oddr Snorrason nelle Konunga s.gur, cap.15 e la Ólafs saga Tryggvasonar di Snorri

Sturluson, cap. 27. Alla vicenda allude anche Adamo da Brema (vd. Gesta Hammaburgensis […], II,

scolio 20).

10 Vd. FUGLESANG S.H., “Crucifixion iconography in Viking Scandinavia”, PEVC pp. 73-94.

11 Vd. STRÖMBÄCK 1975 (C.4.2), pp. 53-56.

12 Vd. la Saga di Alfredo poeta turbolento, cap. 11: “Ora io presto dovrei morire,/da giovane ero

pungente con la lingua,/ senza timore, se l’anima mia/ sapessi salva;/so che io non mi preoccupo di

nulla,/ morire deve ognuno, eccetto che ho paura/dell’inferno, Dio scelga,/ dove debba consumar

l’esistenza” (DLO nr. 50).

13 Cap. 52.

14 Si vedano in particolare le str. 38-39 e 64. Vd. anche il carme eddico Dialogo di Reginn

(Reginsmál), str. 3-4.


15 Else Mundal (MUNDAL 1992, p. 313) ricorda opportunamente a questo proposito che pochi anni

prima dell’introduzione del cristianesimo in Islanda esisteva una legge che consentiva ai familiari di

chi si fosse convertito alla nuova religione il diritto di punirlo. Ciò in perfetto accordo con l’idea –

fondamentale per la società nordica tradizionale – dell’unità della famiglia al di sopra di qualsiasi

esigenza di carattere personale. Il concetto di aldilà come luogo nel quale ci si riunisce con i defunti

della stirpe è ben esemplificato nella Saga degli uomini di Eyr (cap. 11) dove si dice che tale

Þorsteinn Þórólfsson detto Mangia merluzzo (þorskabítr) dopo la morte era stato accolto con grandi

ù grande fortunafesteggiamenti nel tumulo dei suoi avi e invitato a prendere posto accanto a suo padre.

), 16 Un influsso cristiano si può forse notare anche nella descrizione della Valhalla fatta da Snorri

d. sopra, p. 180). Sturluson là dove (Edda, cap. 40) egli sottolinea il fatto che questo è un luogo dove non può entrare e

Saga di Olav uscire chiunque lo voglia: ciò potrebbe far pensare alle parole di Cristo sulla difficoltà di essere

di Snorriammessi nel Regno dei cieli (il riferimento è, in particolare al Vangelo secondo LUCA [XIII, 22-25],

[…], II,vd. La sacra Bibbia, Nuovo Testamento, pp. 138-139).

17 Vd. a esempio il Breve racconto di Þorvaldr Gran viaggiatore I (Þorvalds þáttr víðfǫrla I),

cap. 3 e anche la Predicazione cristiana di Þangbrandr (Kristniboð Þangbrands), cap. 1.

Quest’ultimo testo è compreso nella cosiddetta Grande saga di Olav il Santo (Óláfs saga

e,/da giovane eroTryggvasonar en mesta); vd. HALLDÓRSSON 2003 (C.4.2), pp. CXCVIII-CCII.

mi preoccupo di 18 Vd. Þorvalds þáttr víðfǫrla I e Þorvalds þáttr víðfǫrla II, passim. A questa vicenda fa

debba consumar riferimento anche la Saga della cristianizzazione: vd. in particolare il cap. 4.

19 Vd. pp. 201-202 e pp. 262-263. Il verso rivolto a Þorvaldr e a Federico recitava così: “Ha

generato il vescovo/ nove figli,/ di tutti loro/ Þorvaldr è il padre” (DLO nr. 51).

alogo di Reginn 20 Vd. sotto, pp. 252-257.

21 Vd. SNORRI STURLUSON, Saga di Olav Tryggvason, cap. 76 e capp. 78-80. La veridicità di
o che pochi anniqueste storie è stata messa in dubbio da F. Paasche (PAASCHE 1958, pp. 132-133).

va ai familiari di 22 Ciò appare evidente non soltanto dalla constatazione che la predicazione cristiana riferiva al

ordo con l’idea –nuovo dio la creazione dell’intero universo e di conseguenza il potere su tutti i suoi elementi, ma

opra di qualsiasi anche da altri indizi, allorché – a esempio – troviamo riferita a Cristo e alla Madonna l’antica formula

sce con i defunti“per la prosperità e la pace” (“til árs ok friðar”) ricorrente nei sacrifici pagani di fecondità (vd. le

si dice che taleleggi del Gulating in NGL I, § 6, p. 6); cfr. pp. 195-196.

colto con grandi 23 Nella Saga di Olav Tryggvason (cap. 35) a esempio Snorri Sturluson fa riferimento a un

convito, al quale erano presenti anche i famosi vichinghi di Jómsborg, dove fu fatta una bevuta in

a fatta da Snorrionore di Cristo e una in onore dell’arcangelo Michele. Del resto O. Olsen (OLSEN 1966 [B.7.1], pp.

non può entrare e48-49) sostiene che il riferimento al “dio onnipotente” (“hinn almáttki áss”) invocato in una solenne

ficoltà di essereformula di giuramento insieme a Freyr a Njǫrðr (vd. tra l’altro Landnámabók, p. 315), sia da

[XIII, 22-25],ascrivere all’influsso delle concezioni cristiane, piuttosto che da riferire, come parrebbe probabile, al

dio Thor (vd. TURVILLE-PETRE 1972 [C.3.3]); cfr. tuttavia anche le opinioni divergenti di J. de Vries

I), (DE VRIES 1931 [C.3.3]) che lo identifica con Odino e di H. Pálsson (“Áss hinn almáttki”, in Skírnir,

), cap. 1.CXXX [1956], pp. 187-192 che pensa addirittura a Ullr); cfr. inoltre CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p.

Óláfs saga 230 e p. 268, note 55 e 56.

24 Particolarmente significativo da questo punto di vista è un reperto rinvenuto a Birka (la città

uesta vicenda fa vichinga sul Mälaren) e risalente all’XI secolo: una croce cristiana in filigrana d’argento il cui stile

risente in modo evidente di quello dei ‘martelli’ di Thor.

citava così: “Ha 25 Vd. p. 171 con nota 280.

26 Cfr. sopra, pp. 128-129.

27 Solo per fare un esempio si pensi all’episodio riferito da Snorri Sturluson nella Heimskringla

La veridicità di (Saga di Olav Tryggvason, capp. 78-79) secondo il quale il vescovo Sigurd che si trovava insieme al
re Olav Tryggvason aveva calmato una tempesta di mare con preghiere e acqua benedetta. Ciò

stiana riferiva al ricorda immediatamente le qualità magiche rivendicate da Odino, capace di placare i marosi con la

uoi elementi, ma recita di canti magici (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 89 e p. 209).

l’antica formula 28 Vd. la sua Edda, capp. 51-52.

fecondità (vd. le 29 Vd. p. 426.

30 Vd. Hauksbók, p. 192.

riferimento a un 31 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 128-134.

ta una bevuta in 32 Vd. Libro di Giobbe III, 8 e, soprattutto, XL, 25-32; Salmi LXXIV, 14 e CIV, 26; Isaia,

1966 [B.7.1], pp.XXVII, 1.

o in una solenne 33 In passato queste e altre similitudini sono state enfatizzate soprattutto nei lavori dello studioso

p. 315), sia da norvegese S. Bugge il quale riteneva altresì che nelle storie mitologiche nordiche si potesse

bbe probabile, al chiaramente riconoscere l’influsso di racconti del mondo classico (vd. BUGGE S., Studier over de

nti di J. de Vriesnordiske Gude- og Heltesagns Oprindelse, I-II, Christiania 1881-1896, in particolare: I, pp. 32-79

Skírnir, [“I. Den islandske Mythes Balder i Forhold til Kristus”], pp. 291-393 [“Oden i Galgen og Yggdrasils

(B.7.1), p. Ask”] e anche pp. 192-265 [“III. Den islandske Balders-Mythe navnlig i Forhold til Achillea-

Sagnet”]) dove egli ritiene di poter constatare palesi richiami alla vicenda dell’eroe greco Achille

a Birka (la cittànella versione del mito di Baldr fornita da Saxo grammaticus.

gento il cui stile 34 Se ne vedano alcuni esempi in relazione a Odino riportati in CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1) alle

pp. 206-207. Questo tema è presente anche al di fuori della Scandinavia. Nelle Vite dei Santi redatte

dall’erudito anglosassone Ælfric (ca.955-ca.1020), abate di Cerne nel Dorset, è scritto a esempio a

riguardo di San Martino che il demonio aveva l’abitudine di manifestarsi a lui, assumendo le

Heimskringlasembianze degli dèi pagani: talora come Mercurio (vale a dire Odino: Oþon), talora come Giove

ovava insieme al(vale a dire Thor: Þor), talora come Venere (vale a dire Frigg: Fricg); vd. Ælfric, Live of Saints, II, p.
a benedetta. Ciò264.

e i marosi con la 35 Vd. a esempio in Norvegia le leggi antiche del Gulating (Den ældre Gulathings-Lov) in NGL I,

p. 18 (30), quelle antiche del Frostating (Den ældre Frostathings-Lov), ibidem, p. 152 (III, 15) e

quelle cristiane dell’Eidsivating (Den ældre Eidsivathing-Christenret), ibidem, p. 383 (24); vd. anche

le norme promulgate dall’arcivescovo Jon il Giovane (den yngre) in NGL II, p. 381 (56).

36 DLO nr. 52. In questi versi secondo la consuetudine scaldica Alfredo fa sfoggio di abilità

poetica, utilizzando metafore e appellativi con i quali si riferisce a diverse figure. In particolare

Isaia, alludono a Odino le kenningar (vd. p. 298): “signore di Hliðskjalf” (il suo trono, o forse la sua rocca;

vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 58 e p. 78, nota 6), “marito di Frigg” e “officiante del sacrificio

ori dello studiosodel corvo” (animale sacro al dio) e gli appellativi Viðrir e Grímnir (su cui vd. CHIESA ISNARDI 20084,

diche si potessep. 209 e p. 205); al re Olav fanno invece allusione le kenningar “[colui] che favorisce gli uomini”,

Studier over dequi usata al vocativo (con “uomini” si è tradotto il termine nordico hǫlda, genitivo plurale di hǫldr,

are: I, pp. 32-79letteralmente “libero contadino”, “proprietario terriero”; cfr. p. 212, nota 437) e “signore degli

en og Yggdrasilsuomini di Sogn (distretto della Norvegia occidentale)”. Cfr. p. 187.

old til Achillea- 37 Vita Willibrordi, pp. 123-124.

oe greco Achille 38 Vd. pp. 133-134.

39 Vd. p. 134 con nota 138. Su di lui vd. Series ac brevior historia regum Daniae. A Dan ad

(B.7.1) alle Waldemarum II, cap. 51, p. 162.

redatte 40 Vd. paragrafo successivo.

itto a esempio a 41 STFM I, nr. 3, anno 832, pp. 5-11; cfr. il documento successivo (nr. 4, del 15 maggio 834, pp.

i, assumendo le 11-20, nel quale l’imperatore Ludovico il Pio affida all’arcivescovato di Amburgo e ad Ansgar la

ora come Gioveresponsabilità della missione nei Paesi nordici). Vd. anche: nr. 5, aprile 846, pp. 20-21; nr. 6, marzo

, II, p.849, p. 21; nr. 7, tra l’855 e l’858, p. 21. Diversi altri documenti negli anni successivi confermano il
grande interesse dei papi e degli imperatori nei confronti delle regioni nordiche (ibidem, pp. 30-61).

I,Cfr. sopra, note 1 e 2.

. 152 (III, 15) e 42 Vd. sopra, pp. 110-111.

3 (24); vd. anche 43 STFM I, nr. 8, anno 858 (864), p. 21.

44 Vd. sopra, p. 108.

foggio di abilità 45 Gesta Hammaburgensis […], I, LXI.

e. In particolare 46 Vd. sopra, p. 135.

orse la sua rocca; 47 Vd. p. 225.

nte del sacrificio 48 Gesta Hammaburgensis […], I, LV.

, 49 Vd. p. 216. Questo monumento avrebbe dovuto essere il più grande nel suo genere in tutta la

isce gli uomini”,Danimarca. Sulla sede regale di Jelling vd. HELTOFT J., Kongesædet i Jelling, København 1957;

ldr,KROGH K.J., “The royal Viking-Age Monuments in Jelling in the Light of Recent Archaeological

e “signore degliExcavations”, in AA LIII (1982), pp. 183-216 ed EBBESEN KL., Jelling. Arkæologi og historie

Copenhagen 1990.

50 Vd. sopra, p. 135.

51 Vd., ancora, p. 135.

aniae. A Dan ad 52 La pietra ha tre lati: su uno è incisa l’iscrizione runica, su un secondo l’immagine di Cristo, il

terzo è decorato da motivi zoomorfi, in particolare con la figura di una ‘grande bestia’ sul cui corpo è

a sua volta attorcigliata una serpe (stile di Mammen, cfr. p. 220 con nota 462 e p. 221).

maggio 834, pp. 53 Così, con buone ragioni, si sostiene tra l’altro in WINDING 1997 (B.3), p. 26.

o e ad Ansgar la 54 Gesta Hammaburgensis […], III, LIV.

-21; nr. 6, marzo 55 Gesta Hammaburgensis […], III, XII.

vi confermano il 56 Successivamente trasferita a Børglum e poi a Ålborg.


, pp. 30-61). 57 Regolamentata o meno, questa consuetudine fu a lungo in uso soprattutto in Danimarca e in

Norvegia. Solo in seguito al concordato di Worms (1122) i sovrani rinunciarono (almeno

formalmente) a interferire nelle nomine episcopali.

58 Gesta Hammaburgensis […], IV, VII.

59 Il soprannome è forse una forma corrotta di egode “sempre buono”. Saxo grammaticus spiega

che il suo regno era stato segnato da abbondanza e prosperità e che egli ebbe questo appellativo non

soltanto per le virtù personali bensì anche per il benessere goduto dal popolo durante il periodo in cui

aveva governato il Paese (Gesta Danorum, XII, III, 1).

60 Per le fonti vd. Danakonunga sǫgur, B. GUÐNASON gaf út, Reykjavík 1982 (ÍF: 35), pp. CXIX-

genere in tutta la CXXI. Si confrontino qui le circostanze della morte del re norvegese Øysteinn (Eysteinn) Haraldsson

øbenhavn 1957; (morto nel 1157, cfr. p. 363 con nota 148) così come narrate da Snorri Sturluson nel cap. 32 della

t ArchaeologicalSaga dei figli di Araldo [gilli], quattordicesima parte della Heimskringla (Haraldssona saga; il

ogi og historie,soprannome gilli, di derivazione celtica, significa “Servitore [di Cristo]).

61 Cfr. p. 128 con nota 108. Alla ‘strana’ morte di Oluf allude Saxo grammaticus (Gesta

Danorum, XII, II, 1-3).

62 Si trattò in realtà di un viaggio a metà tra il pellegrinaggio e la spedizione militare. Erik perì a

gine di Cristo, il Cipro, mentre la moglie Bodil proseguì fino a Gerusalemme dove tuttavia morì anch’ella: vd. SAXO

a’ sul cui corpo è GRAMMATICUS, Gesta Danorum, XII, VII, 6 e Saga dei discendenti di Canuto [il Grande] (Knýtlinga

saga), cap. 81. A questo re è dedicato il Carme encomiastico per Erik (Eiríksdrápa) dello scaldo

Markús Skeggjason (morto nel 1107) al quale la saga si rifà.

63 DLO nr. 53; cfr. sopra, pp. 110-111.

64 A quanto pare già in precedenza il cristianesimo aveva fatto la propria comparsa in quella

regione: da evidenze archeologiche risulta infatti in Svezia una significativa presenza di oggetti
Danimarca e in decorati con motivi cristiani databili prima della missione di Ansgar (LUNDÉN 1983, p. 16). Si veda

ciarono (almeno anche HOLMQVIST V., “Was there a christian mission to Sweden before Ansgar?”, in Early Medieval

Studies, VIII – Antikvarisk Arkiv, LVII (1975), pp. 33-55.

65 Vita Anskarii, capp. 10-11; cfr. p. 139 con nota 155.

mmaticus spiega 66 Vita Anskarii, cap. 25.

o appellativo non 67 Vd. sopra il testo a p. 186.

il periodo in cui 68 Gesta Hammaburgensis […], I, LXII. Adamo riferisce che il suo corpo fu sepolto a Birka,

mentre la testa fu staccata e inumata nella cattedrale di San Pietro a Brema. Una procedura che

CXIX- certamente si lega all’idea che il corpo di un uomo dalle doti particolari conservi in sé anche dopo la

einn) Haraldssonmorte una forza magicamente prodigiosa: il che era facilmente comprensibile per i pagani nordici i

nel cap. 32 della quali mostrano di aver avuto la medesima considerazione nei riguardi del cadavere di sovrani ritenuti

; ilcapaci di promuovere il benessere dei sudditi anche dopo la morte. Si veda in particolare l’episodio

relativo al re norvegese Halvdan il Nero sopra ricordato (vd. p. 129).

Gesta 69 Gesta Hammaburgensis […], XXVI e XXX.

70 Va tra l’altro rilevato che dopo la morte di Erik (995 circa) la sua vedova, madre di Olof

itare. Erik perì aSkötkonung, primo vero re cristiano degli Svedesi (vd. poco oltre) avrebbe sposato il medesimo re

AXOdanese Svend Barba forcuta, il che lascia chiaramente intendere motivazioni politiche legate a questi

Knýtlinga eventi; cfr. sopra, p. 139.

) dello scaldo 71 Vd. sopra, p. 184.

72 Cfr. p. 360 con nota 135.

73 Il significato di questo soprannome (ant. sved. skotkonongær) resta incerto. Probabilmente

mparsa in quellatuttavia esso va inteso come “skattkonung” (dove skatt “imposta”, “tassa”, “tesoro”) con riferimento

senza di oggettial fatto che egli fu il primo sovrano svedese a battere moneta. A questo re ‘cristianizzatore’ è
, p. 16). Si vedadedicata la breve opera in knittelvers (vd. p. 396, nota 268) dell’ecclesiastico Andreas Johannis Prytz

Early Medieval(1590-1655) dal titolo Olof Skötkonung. Cioè una piacevole commedia, sul potente e altamente

lodato re di Svezia di nome Olof Skötkonung. Come egli abbia eliminato il paganesimo dalla Svezia e

riportato la fede cristiana (Olof Skottkonung. Thed är een Lustigh Comoedia, om then Stormächtige

och Högtberömde Sweriges Konung, Olof med nampnet Skottkonung. Huru han Hedendomen j

Swerige affskaffat haffuer, och igen vprättadt then Christna Troona, 1620), scritta in occasione del

sepolto a Birka,matrimonio di Gustavo II Adolfo con Maria Eleonora di Brandeburgo (1599-1655), celebrato il 25

a procedura che novembre 1620 (cfr. p. 473, nota 43).

sé anche dopo la 74 Queste notizie vengono in primo luogo dalla cosiddetta Leggenda di Sigfrido (in svedese

pagani nordici iSigfridslegenden), un testo pervenutoci in diverse versioni. A esse si aggiungono informazioni

i sovrani ritenuticontenute nell’elenco dei sovrani svedesi (Kungakrönikan) e in quello dei vescovi di Skara

colare l’episodio(Biskopskrönikan), due testi redatti dopo il 1240 che si trovano in aggiunta alle leggi del

Västergötland (Västgötalagen). La data del 1008 (ma forse il riferimento è al 1006 o 1007), così

come l’allusione alle “mille persone e sette tribù” (“mille homines et septem plebes”) che sarebbero

, madre di Olofstate battezzate insieme al re si deduce da una notizia contenuta in una lettera inviata all’imperatore

o il medesimo re Enrico II dal missionario e arcivescovo tedesco Brunone di Querfurt attivo soprattutto in Polonia tra

he legate a questiil X e l’XI secolo; vd. “Epistola Brunonis ad Henricum regem / List Brunona do króla Henryka”, in

Monumenta Poloniae Historica, Series nova – Tomus IV, fasc. 3 / Pomniki Dziejowe Polski, Seria II

– Tom IV, część 3, Warszawa 1973, pp. 97-106 (in particolare pp. 105-106). Su Sigfrido vd. innanzi

tutto SCHMID T., Den helige Sigfrid, Lund 1931.

o. Probabilmente 75 Questa versione sarebbe confermata dalla Saga di Olav Tryggvason così come contenuta nel

con riferimentoLibro di Flatey (Flateyjarbók, I, p. 512) dove si afferma tra l’altro che Sigfrido (Sigurðr) era stato

istianizzatore’ ècondotto con sé dall’Inghilterra dal re norvegese Olav Tryggvason (I, p. 195 e p. 244). Una versione
as Johannis Prytzdiscordante si trova in Saxo grammaticus (Gesta Danorum, X, XI, 6) secondo il quale il re Olof

ente e altamentesarebbe stato convertito da un vescovo di nome Bernardo, forse lo stesso cui fanno riferimento

mo dalla Svezia eAdamo da Brema e Ari Þorgilsson che lo definisce “il Letterato” (cfr. pp. 420-421 con nota 356).

en Stormächtige 76 Vd. SAWYER 1986, pp. 223-226.

n Hedendomen j 77 Vd. HALLENCREUTZ 1995, pp. 42-43.

in occasione del 78 Gesta Hammaburgensis […], II, LVIII. Secondo Adamo da Brema la prima diocesi fu istituita a

), celebrato il 25Skara (1014) e affidata al vescovo Thurgot (Thorgatus).

79 Come specifica ancora Adamo: “[…] pose la sede nella città di Sigtuna, che dista da Uppsala

(in svedeseun giorno di viaggio” (ibidem, IV, XXIX: “[…] sedem posuit in Sictona civitate, quae distat ab

no informazioniUbsola itinere diei unus”).

escovi di Skara 80 Vd. MALMER B., Olof Skötkonungs mynt och andra Ethelred-imitationer. Några svensk-

alle leggi delengelska myntproblem, Stockholm 1965.

06 o 1007), così 81 Tra l’altro egli fu a fianco del danese Svend Barba forcuta contro il sovrano cristiano

) che sarebbero norvegese Olav Trggvason, sconfitto e ucciso nella celebre battaglia di Svolder, forse nell’Øresund

ta all’imperatore(1000); cfr. p. 254.

to in Polonia tra 82 È evidente che in conseguenza dei movimenti dei Vareghi si erano determinati contatti con il

óla Henryka”, inmondo della Chiesa bizantina. Già attorno all’874 (dopo che alcuni rus’ erano stati negli anni

, Seria IIprecedenti battezzati) un arcivescovo era stato inviato in missione a Kiev. Ma il paganesimo dei

frido vd. innanziVareghi non sarebbe stato per il momento intaccato. Solo nel secolo successivo si ha notizia di una

chiesa edificata in quella città (944). Un momento decisivo per l’affermazione della religione

me contenuta nel cristiana in quelle regioni era stato, nell’anno 988, proprio il battesimo del principe Vladimiro che

) era statoaveva dato il via alla cristianizzazione delle popolazioni slave.

4). Una versione 83 Il riferimento è, molto probabilmente, a oggetti destinati alle cerimonie religiose.
quale il re Olof 84 DLO nr. 54.

anno riferimento 85 Vd. la Saga di Olav il Santo di Snorri Sturluson, cap. 88: “[…] nacque la vigilia del giorno di

San Giacomo. E quando doveva battezzare il bambino, il vescovo gli diede nome Giacomo. Quel

nome non piacque agli Svíar e dissero che mai un re degli Svíar si era chiamato Giacomo” (DLO nr.

55). È assai probabile, seppure non del tutto certo, che dietro al nordico Jákob si debba riconoscere il

cesi fu istituita anome dell’apostolo Giacomo, fratello di Giovanni, piuttosto che quello del patriarca Giacobbe.

Poiché la festa di questo santo cade il 25 luglio, Anund sarebbe dunque nato il giorno 24 di quel

dista da Uppsalamese. Saxo grammaticus che ascrive al vescovo Bernardo la conversione di Olof (vd. sopra, nota 75)

quae distat abattribuisce il nome cristiano a quel sovrano.

86 Gesta Hammaburgensis […], IV, xxx.

Några svensk- 87 STFM I, nr. 27, 4 ottobre 1080, pp. 61-62, nella quale il Pontefice si rivolge “a I., glorioso re

degli Svedesi” (“I., glorioso Suetonum regi”) e la successiva (ibidem, nr. 28, pp. 62-64,

ovrano cristiano probabilmente del 1081), indirizzata a Inge e Halsten.

rse nell’Øresund 88 Vd. sopra, p. 198 con nota 388.

89 Gesta Hammaburgensis […], II, LXII.

ati contatti con il 90 Queste notizie si trovano nella parte finale (di carattere piuttosto genealogico e storico) della

stati negli annileggendaria Saga di Hervǫr e di re Heiðrekr (Hervarar saga ok Heiðreks konungs), cap. 16; cfr.

paganesimo deiSNORRI STURLUSON, Saga dei figli di Magnus (Magnússona saga, dodicesima parte della

ha notizia di unaHeimskringla), cap. 24.

della religione 91 Particolarmente interessante è l’iscrizione sulla pietra di Frösö in Jämtland nella quale si fa

e Vladimiro che riferimento a tale Östman (austmąþ[r]) che avrebbe cristianizzato la regione (che si trova nella

Svezia centrale e confina con la Norvegia).

92 JANSSON 19843 (C.2.5), pp. 116-118.


93 Anche in Danimarca e in Norvegia si trovano iscrizioni runiche che riflettono in modo esplicito

ilia del giorno dila diffusione dei concetti cristiani.

Giacomo. Quel 94 STFM I, nr. 43, 5 agosto 1164, pp. 80-82; vd. anche il documento successivo, riportato in DS I,

como” (DLO nr.nr. 50, pp. 72-73 (medesima data).

ba riconoscere il 95 Vd. OTTERBJÖRK R., “Namngjeving”, in KHLNM XII (1967), coll. 206-211.

riarca Giacobbe. 96 Per il dettaglio delle occorrenze e la loro distribuzione geografica si rimanda a JANZÉN A., “De

iorno 24 di quelfornvästnordiska personnamnen”, in NK VII (1947), pp. 140-144; HORNBY R., “Fornavne i Danmark

d. sopra, nota 75) i middelalderen”, ibidem, pp. 211-223 e GRAPE A., Studier över de i fornsvenskan inlånade

personnamnen (företrädesvis intill 1350), I, Uppsala 1911, pp. 79-89; vd. inoltre MELDGAARD

VILLARSEN 1994.

“a I., glorioso re 97 Vd. sopra, pp. 143-144.

28, pp. 62-64, 98 Per questo motivo aveva anche il soprannome di “figlioccio di Ethelstano” (Aðalsteinsfóstri).

99 Vd. sopra, p. 194 con nota 371.

100 Da Hákonarmál, str. 15-18 (DLO nr. 56). Gli einherjar sono i guerrieri scelti di Odino che

dimorano nella Valhalla, Bragi è il dio della poesia. La kenning (vd. p. 298) “nemico degli jarlar”

o e storico) dellavale “principe”, “guerriero”. L’idea che a chi offendeva gli dèi pagani dovesse essere interdetto

), cap. 16; cfr.l’accesso alla Valhalla si ritrova nella Saga di Njáll del rogo (cap. 88) dove si riferisce di Hrappr

ma parte dellaǪrgumleiðason il quale aveva distrutto un celebre tempio nella regione norvegese di

Gudbrandsdalen: “Ma gli dèi non si vendicano di ogni cosa immediatamente, e quell’uomo che ha

nella quale si facompiuto questo sarà cacciato dalla Valhalla e non potrà mai entrarvi” (DLO nr. 57).

he si trova nella 101 Cfr. sopra, pp. 127-128 con nota 108.

102 Vd. SNORRI STURLUSON, Saga di Araldo Manto grigio (Haralds saga gráfeldar, quinta parte

della Heimskringla), capp. 2 e 16 e anche Saga di Olav Tryggvason, cap. 16. Il poeta Einarr Helgason
n modo esplicito Suono della bilancia (skálaglamm) nel suo componimento Carenza dell’oro (Vellekla) dedicato a

Håkon lodava esplicitamente questo comportamento (str. 15-16): “Il saggio, ben noto alle genti,/ tutte

I,le terre devastate/ del tempio di Einriði e degli dèi,/ subito rese veri santuari per il popolo,/ Hlóriði

della chiostra delle lance/ portò su tutto il mare testimonianza/ [gli dèi lo guidano]/ della morte in

battaglia, sulla via dei giganti.// E gli dèi benevoli si volgono/ ai sacrifici/ [il potente guardiano

A., “Dedell’arrossata asse dello scontro di Hlǫkk/ è per questo onorato];/ ora la terra germoglia come prima,/

navne i Danmarkil generoso fa sì/ che gli utilizzatori del ponte delle lance,/ di nuovo pópolino felici i santuari degli

enskan inlånade dèi.” (DLO nr. 58). Le allusioni poetiche del testo vanno interpretate come segue: Einriði è

ELDGAARDappellativo di Thor; la kenning (vd. p. 298) “Hlóriði (appellativo di Thor) della chiostra delle lance

(lo scudo)” vale “guerriero”; “via dei giganti” è la “montagna” (un riferimento che tuttavia rimane

oscuro); il “guardiano dell’arrossata (dal sangue) asse dello scontro di Hlǫkk (nome di una

valchiria)”, cioè dello scudo, è il “guerriero”; gli “utilizzatori del ponte delle lance (lo scudo)” sono i

“guerrieri”. Il soprannome dello scaldo Einarr è legato al fatto che egli aveva ricevuto in dono dallo

lti di Odino chejarl Håkon come compenso per questo componimento una bilancia che poteva emettere un suono

”premonitore. Dello jarl Håkon è altrove riferito che era stato in Danimarca e lì aveva ricevuto il

essere interdettobattesimo. Tornando in Norvegia aveva distrutto un tempio in cui Thor era venerato insieme ad altre

erisce di Hrapprdivinità (in numero di cento) e si era impadronito delle ricchezze che in esso erano contenute. In

norvegese diseguito però, riconvertitosi al paganesimo aveva fatto ricostruire tanti templi quanti ne erano stati

ell’uomo che ha distrutti (vd. in particolare la versione della Saga di Olav Tryggvason di Oddr Snorrason nelle

Konunga sǫgur, I, cap. 15; cfr. la Saga di Olav Tryggvason di Snorri Sturluson, cap. 27 e p. 185, nota

340).

, quinta parte 103 Vd. pp. 143-144.

Einarr Helgason 104 Vd. p. 108, nota 39.


) dedicato a 105 Vd. p. 108 con nota 37.

o alle genti,/ tutte 106 L’importanza dell’incontro fra i due sovrani risalta anche nel racconto della Cronaca

popolo,/ Hlóriðianglosassone (The Anglo-Saxon Chronicle, I, p. 243, II, p. 106) dove tuttavia non si fa riferimento al

]/ della morte inbattesimo di Olav.

otente guardiano 107 Vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 (B.4), pp. 270-271.

lia come prima,/ 108 Per la storia della città si rimanda a AUTHÉN BLOM G. – DANIELSEN R. ET AL., Trondheim bys

i i santuari deglihistorie, I-IV Suppl., Trondheim, 1956-1973.

segue: Einriði è 109 Vd. oltre, pp. 263-264.

ostra delle lance 110 Vd. MOBERG O., “Slaget i Svolder eller slaget i Öresund? Lokaliseringen av Olav

e tuttavia rimaneTryggvasons sista strid”, in NHT XXXII (1940-1942), pp. 1-26.

k (nome di una 111 Costui, che nel 1025 sarebbe divenuto il primo re di Polonia, è ricordato nelle fonti nordiche

o scudo)” sono icome Búrizláfr.

uto in dono dallo 112 Vd. p. 112.

mettere un suono 113 Nella sua Storia dell’antichità dei re norvegesi, Theodricus Monachus (vd. p. 411) afferma

aveva ricevuto il tuttavia che è difficile stabilire se egli fosse stato battezzato in Normandia oppure in Inghilterra (cap.

insieme ad altre 13).

no contenute. In 114 In particolare egli seppe portare dalla sua parte, rispetto ai grandi capitani e ai sovrani locali

nti ne erano statiche avevano autorità su territori piuttosto estesi, molte persone meno favorite dal punto di vista

Snorrason nellesociale (ma non per questo sprovviste di beni) le quali intravedendo la possibilità di lucrare posizioni

27 e p. 185, nota più vantaggiose tolsero il loro appoggio a quei capi per rivolgerlo a lui.

115 L’allusione è voluta. Snorri infatti riferisce che Olav, nel corso del viaggio di ritorno in

Norvegia, fu spinto dalle condizioni del mare a sbarcare nell’isola di Selja (Sæla). Ripresa la rotta

verso sud incontrò casualmente il giovane jarl Håkon Eiriksson, che allora governava insieme allo
zio Sveinn Håkonsson. Olav lo catturò insieme ai suoi uomini e lo liberò solo in cambio della

Cronaca promessa di lasciare la Norvegia e di non opporsi mai a lui. È riferito che Olav rivolse al giovane

fa riferimento al queste parole: “[…] è finita ora la vostra (i.e. ‘della tua famiglia’) fortuna” (vd. SNORRI STURLUSON

Saga di Olav il Santo, cap. 30: “[…] farnir eruð þér nú at hamingju”). Sul concetto di fortuna nel

mondo nordico, intesa come una qualità magica legata a un individuo o a una stirpe, vd. sopra, p.

Trondheim bys 180.

116 La citazione è tratta dalla strofa 18 del carme Riscatto per la testa (Hǫfuðlausn) composto dal

poeta attorno al 1023 per riconquistare il favore del sovrano, il quale – adirato per la composizione di

ringen av Olavuna strofa d’amore rivolta alla regina – lo aveva fatto imprigionare (DLO nr. 59). Cfr. p. 1429, nota

77.

le fonti nordiche 117 Vd. il Compendio delle storie dei re norvegesi (Ágrip af Nóregs konunga sǫgum, su cui p.

320), cap. 19. Secondo la Storia dell’antichità dei re norvegesi di Theodricus Monachus (cap. 10) in

questa località Olav Tryggvason aveva precedentemente fatto edificare la prima chiesa norvegese;

p. 411) affermacfr. p. 417, nota 348.

Inghilterra (cap. 118 Vd. p. 211.

119 Vd. SNORRI STURLUSON, Saga di Olav il Santo, cap. 112 e la versione di questa saga contenuta

ai sovrani locali nella Flateyjarbók, II, pp. 188-192 (cfr. Konunga sögur, I, pp. 253-254).

al punto di vista 120 Del resto Snorri riferisce che prima della battaglia nella quale re Olav avrebbe perso la vita i

lucrare posizionisuoi uomini lanciarono questo grido di battaglia: “Avanti, avanti, uomini di Cristo, uomini della

croce, uomini del re!” (Óláfs saga helga, in Heimskringla, cap. 226, p. 378: “fram, fram, Kristsmenn,

gio di ritorno inkrossmenn, konungsmenn!”).

Ripresa la rotta 121 Vd. in particolare il testo latino Acta Sancti Olavi regis et martyris (pp. 132-144); cfr. p. 321,

ava insieme allo nota 119.


in cambio della 122 Vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 (B.4), pp. 268-270.

volse al giovane 123 Questa definizione si trova nella Historia Norwegie (p. 86). Per tutto il medioevo Nidaros

TURLUSON,(Trondheim) fu meta di pellegrini che veneravano le spoglie del santo conservate in uno scrigno (sul

to di fortuna nel che vd. EKROLL Ø., “Olavsskrinet- myter og fakta”, in Spor. Nytt fra fortiden, XV: 30 [2000], pp. 8-

pe, vd. sopra, p.11).

124 Glælognskviða, str. 9 (DLO nr. 60). Si noti che l’espressione “prosperità e pace” (“ár ok

) composto dalfriðr”) si richiama alla tradizione dei sacrifici pagani innalzati per ottenere la prosperità e la pace

composizione di(“til árs ok friðar”); cfr. pp. 195-196.

Cfr. p. 1429, nota 125 Str. 25 (DLO nr. 61).

126 Cfr. p. 144 e p. 252.

, su cui p. 127 Vd. p. 107 con nota 33.

chus (cap. 10) in 128 Sulla storia della città vd. FOSSEN A.B., Bergen bys historie, I-IV, Bergen 1995.

hiesa norvegese; 129 Un primo arcivescovo norvegese era stato Reidar (Hreiðarr), vescovo di Nidaros, che nel

1150 o 1151 si era recato a Roma dal Papa che lo aveva consacrato: egli però morì durante il viaggio

di ritorno. Il primo vero arcivescovo norvegese, consacrato da Nicola Breakspear fu dunque Jon

a saga contenutaBirgersson (morto nel 1157). A questa diocesi venne data giurisdizione sulla Chiesa d’Islanda, di

Groenlandia, delle Forøyar e delle isole britanniche (Orcadi, Shetland, isola di Man).

be perso la vita i 130 Questo soprannome è dovuto al fatto che il sovrano, che voleva stabilire un Regno norvegese

to, uomini della nelle regioni celtiche, aveva l’abitudine di vestirsi secondo l’uso locale, portando abiti che lasciavano

ram, Kristsmenn,le gambe scoperte; vd. la Saga di Magnus Piedi nudi (Magnúss saga berfætts), undicesima parte

della Heimskringla di Snorri Sturluson (cap. 16). Questo re era noto anche come Styrjaldar-Magnús

144); cfr. p. 321,cioè “Magnus il guerriero”, appellativo tuttavia meno comune (JÓNSSON 1907 [vd. p. 123, nota 96], p.

254).
131 Magnússona saga, cap. 14 e cap. 32. Sulle chiese di legno vd. 4.3.

edioevo Nidaros 132 Vd. sopra, pp. 146-147 con nota 182.

uno scrigno (sul 133 Si legge: “In quel tempo […] c’erano qui uomini cristiani, che i Norvegesi chiamano papar

30 [2000], pp. 8-ma essi poi se ne andarono via poiché non volevano stare insieme a uomini pagani. E lasciarono

dietro di sé libri irlandesi, campane e pastorali, dal che si poté comprendere che erano uomini

“ár okirlandesi” (Íslendingabók, cap. 1; DLO nr. 62).

sperità e la pace 134 Vd. sopra, p. 121. Ciò avveniva attorno all’anno 795. È verosimile che alla ricerca della

solitudine gli eremiti si fossero trasferiti dalle Forøyar proprio in Islanda.

135 Cfr. p. 106 con nota 32 e p. 148.

136 Landnámabók, pp. 139-140 e pp. 146-147. Nella Saga dei valligiani di Laxárdalur (cap. 7)

non si fa alcun riferimento alla fede cristiana di questa donna (qui chiamata Unnr) e di lei è detto che

fu sepolta sotto un tumulo (dunque secondo la tradizione pagana). In ogni caso la confusione

Nidaros, che nelreligiosa che doveva regnare almeno fra i suoi appare chiaramente anche nella prima fonte dove si

urante il viaggioaggiunge che costoro avevano grande venerazione per le collinette sulle quali erano state innalzate le

r fu dunque Joncroci. Là era stato costruito un altare (hǫrgr, vd. p. 184) e si facevano dei sacrifici: “essi pensavano

esa d’Islanda, di che sarebbero morti nelle collinette” (Landnámabók, p. 140: “trúðu þeir því at þeir dœi í hólana”);

ciò fa riferimento alla credenza pagana secondo la quale i morti andavano talora a dimorare nelle

Regno norvegesemontagne e nelle alture (vd. p. 181).

ti che lasciavano 137 Landnámabók, pp. 52-54.

undicesima parte 138 Questo curioso soprannome letteralmente significa “Pendio dell’intelletto umano”; il termine

yrjaldar-Magnús“pendio” (qui reso con “sponda”) fa probabilmente riferimento al suo petto formoso.

123, nota 96], p. 139 Landnamabók, pp. 323-324 (la citazione da p. 324). Cfr. il testo a p. 268.

140 Come si afferma esplicitamente nel Libro dell’insediamento: “Così dicono gli uomini saggi,
che alcuni coloni che hanno popolato l’Islanda fossero battezzati, per la maggior parte quelli che

venivano da occidente sul mare [cioè dalle isole britanniche]. In proposito sono ricordati Helgi il

papar,Magro [cfr. p. 224], Ørlygr il Vecchio, Helgi bjóla, Jǫrundr il Cristiano, Auðr di Profondo pensiero,

ani. E lasciarono Ketill il Buffone e ancora molte persone che vennero da occidente sul mare, e alcuni di loro

he erano uominimantennero bene la fede cristiana fino al giorno della morte. Ma così andò solo in pochi luoghi nelle

famiglie, perché i figli di alcuni di loro innalzarono dei templi e fecero sacrifici, e il Paese restò

alla ricerca dellacompletamente pagano per quasi cento anni” (DLO nr. 63). Il significato del soprannome bjóla non è

del tutto chiaro. È tuttavia probabile che esso ricalchi il nome irlandese Beól(l)án, che forse era stato

dato a Helgi al momento del battesimo.

(cap. 7) 141 Gísla saga, cap. 10.

di lei è detto che 142 Vd. sopra, pp. 227-228.

o la confusione 143 Cfr. pp. 201-202 con nota 404.

ma fonte dove si 144 Vd. sopra, nota 140.

state innalzate le 145 Vd., in particolare, la Saga della cristianizzazione, cap. 6 e il cosiddetto Breve racconto di

“essi pensavano Stefnir Þorgilsson (Stefnis þáttr Þorgilssonar), capp. 1-2. Quest’ultimo comprende le notizie

);riguardanti questo personaggio riprese da diverse fonti: vd. HALLDÓRSSON 2003, pp. CLXXXI-CLXXXIV.

a dimorare nelleLa citazione da Kristni saga, p. 17; cfr. Stefnis þáttr, p. 105. Cfr. nota 15.

146 Kristniboð Þangbrands, cap. 3 (DLO nr. 64); cfr. la Saga della cristianizzazione, cap. 9, il

Libro degli Islandesi, cap. 7, la Saga di Olav Tryggvason nella Heimskringla di Snorri Sturluson,

mano”; il termine cap. 73 e cap. 84 e la Storia dell’antichità dei re norvegesi di Theodricus Monachus, cap. 12.

147 Vd. il caso di tale Þorleifr il Cristiano (kristni) che abitava nella località detta Krossavík

(“Baia delle croci”) riferito nella Saga degli abitanti di Vápnafjörður (Vápnfirðinga saga), cap. 5.

gli uomini saggi,Sull’obbligo del tributo vd. la fonte citata alle pp. 184-185.
parte quelli che 148 Cfr. Þorvalds þáttr víðfǫrla I, cap. 5.

icordati Helgi il 149 Un ottimo esempio in tal senso è offerto da un episodio riferito nel Breve racconto di

ofondo pensiero,Þorvaldr Gran viaggiatore (Þorvalds þáttr víðfǫrla I, cap. 3; cfr. Kristni saga, cap. 2). Vi si racconta

e alcuni di loro che il padre di Þorvaldr, Koðrán, venerava uno spirito che dimorava in un masso vicino alla sua

ochi luoghi nellefattoria. Questo spirito, definito spámaðr, letteralmente “indovino”, “profeta”, ma anche ármaðr

e il Paese restò(termine che indica un uomo di fiducia di un re o di un nobile [cfr. p. 372] e qui dunque usato in

non è senso figurato) lo aiutava in diversi modi, predicendogli il futuro, prendendosi cura del suo bestiame

he forse era stato e dandogli buoni consigli su come comportarsi. Il figlio allora disse che il vescovo Federico (a sua

volta definito spámaðr!) avrebbe dimostrato la superiorità del dio cristiano. Il che avvenne quando

questi per tre giorni di seguito si recò al masso nel quale viveva lo spirito pagano, cantò salmi e irrorò

la pietra con acqua benedetta. Ciò fu sufficiente a scacciare il demone e a convincere Koðrán a

ricevere il battesimo.

150 L’episodio è ricordato in diverse fonti: vd. Íslendingabók di Ari Þorgilsson, p. 15, Kristni

reve racconto disaga, cap. 10, Kristniboð Þangbrands, cap. 2 e Brennu-Njáls saga, cap. 102. Le prime due fonti

ende le notizieriportano solo i due versi iniziali. Il testo completo qui citato è ripreso da Kristniboð Þangbrands,

CLXXXI-CLXXXIV. cap. 2 (DLO nr. 65). Nella Saga di Njáll del rogo il testo presenta qualche piccola variante.

151 Kristni saga, cap. 12, p. 33. Il racconto di questi eventi si trova anche nella cosiddetta

ilKristnitakan (Accettazione del cristianesimo), capp. 1-2, un testo ripreso dalla Grande saga di Olav il

Snorri Sturluson,Santo su cui vd. HALLDÓRSSON 2003, pp. CCVI-CCIX; vd. anche Íslendingabók, cap. 7.

152 Cap. 12.

detta Krossavík 153 Vd. oltre, pp. 386-387.

), cap. 5. 154 AÐALSTEINSSON 1978, pp. 103-123.

155 Kristni saga, cap. 12, Kristnitakan, capp. 1-2, Íslendingabok, cap. 7.
156 Questa notizia è riportata in KÅLUND 1877-1882 (B.1), II: 1, p. 150: “Secondo la tradizione

eve racconto diGoðafoss ha preso nome dal fatto che dopo l’accettazione del cristianesimo Þorgeirr vi gettò dentro i

2). Vi si raccontasuoi idoli” (“Godafoss skal i følge sagnet have fået navn af, at Torgejr efter antagelsen af

o vicino alla suakristendommen kastede sine afguder deri”).

ármaðr 157 Kristni saga, cap. 3 (DLO nr. 66); cfr. Þorvalds þáttr víðfǫrla I e II, cap. 5.

dunque usato in 158 Kristniboð Þangbrands, cap.1 (DLO nr. 67). Si ricordi che Kirkjubœr era considerato un

del suo bestiameluogo sacro ai cristiani (cfr. sopra, p. 262), il che del resto risulta evidente dal nome

Federico (a suadell’insediamento, letteralmente “Fattoria della chiesa”; cfr. Kristni saga, cap. 8 e Brennu-Njáls

avvenne quandosaga, cap. 101, dove si precisa che il mago per ottenere il proprio scopo aveva innalzato un grande

ntò salmi e irroròsacrificio pagano.

incere Koðrán a 159 Íslendingabók, cap. 8.

160 Nella fonte i nomi sono Petrus, Abrahám e Stephanus. M.M. Lárusson (“On the so-called

Kristni‘Armenian bishops’”, in Studia Islandica, XVIII [1960], pp. 23-38) suggerisce che essi in realtà

prime due fonti provenissero dalle regioni del Baltico. Nel testo che porta il titolo Stimolo all’appetito [del sapere]

boð Þangbrands, (Hungrvaka, su cui vd. p. 424), cap. 2, si allude a vescovi stranieri giunti in Islanda i quali nei

confronti del popolo erano assai indulgenti: “Ragion per cui divennero molto popolari presso le

nella cosiddettapersone cattive, finché l’arcivescovo Adalberto mandò una sua lettera in Islanda e proibì alla gente di

e saga di Olav il accettare da loro qualsiasi servizio [divino] e disse che alcuni erano scomunicati e tutti avevano agito

senza il suo permesso” (DLO nr. 68). È probabile che si tratti delle medesime persone e che essi

fossero dunque considerati degli eretici.

161 DLO nr. 69-70; cfr. ADAMO DA BREMA, Gesta Hammaburgensis […], IV, XXXVI.

162 Vd. LFI I, pp. 1-9 (data non ulteriormente specificata).

163 Raccolte convenzionalmente sotto il nome di “saghe dei vescovi” (biskupa sögur), vd. oltre,
ndo la tradizione pp. 325-326. A esse si aggiungono alcuni capitoli (7-10) del Libro degli Islandesi di Ari Þorgilsson il

vi gettò dentro i Saggio e i capp. 100-105 della Saga di Njáll del rogo nei quali ritorna la narrazione delle vicende del

r antagelsen afmissionario Þangbrandr. Anche in altre fonti come le diverse saghe dedicate a Olav Tryggvason (in

particolare la Grande saga di O.T. della fine del XIII secolo, contenuta nella Flateyjarbók, e la

versione di Oddr Snorrason; vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 [B.4], pp. 270-271), così come in Adamo da

a considerato un Brema, si trovano importanti riscontri. Inoltre fa interessanti riferimenti a questo periodo anche la

ente dal nome Storia dell’antichità dei re norvegesi di Theodricus Monachus, cap. 12.

Brennu-Njáls 164 Una trentina dei quali, recuperati da chiese demolite per essere sostituite da altre, sono

alzato un grandeconservati nei musei norvegesi.

165 Ma si veda anche il fonte battesimale in legno della chiesa svedese di Näs (Jämtland) risalente

al XII secolo e ora conservato presso il Museo storico (Historiska museet) di Stoccolma.

On the so-called 166 Il migliore esempio è certamente la chiesa di Borgund (Sogn e Fjordane), altre assai pregevoli

he essi in realtàsi trovano a Hopperstad e Urnes (entrambe in Sogn e Fjordane), a Heddal (Telemark) e a Kvernes

tito [del sapere](Møre e Romsdal). La magnifica chiesa costruita a Gol (Buskerud) si trova ora all’interno del Museo

anda i quali nei di storia popolare (Norsk Folkemuseum) di Oslo.

opolari presso le 167 Vd. p. 234 e p. 240.

oibì alla gente di 168 In Svezia sono comunque conservate pregevoli chiese di legno (una decina) con diversa

tti avevano agitotecnica costruttiva risalenti al medioevo: la più antica si trova a Granhult (Småland) e risale al 1220

rsone e che essi circa.

169 Essa in seguito sarebbe stata ampliata e modificata fino a divenire l’attuale duomo della città

(vd. KRUSE A., Roskilde domkirke, Roskilde 2005).

170 Il modello della chiesa di Sant’Olof è da riconoscere in quella dedicata a Cristo

), vd. oltre,(successivamente ampliata e rinnovata fino a diventare il duomo di Trondheim) fatta erigere a
Ari Þorgilsson ilNidaros dal re norvegese Olav il Quieto attorno al 1070. Quest’ultima a sua volta si rifaceva

delle vicende delall’architettura religiosa anglosassone. Si ricordi qui che Sigtuna fu sede vescovile, trasferita a

v Tryggvason (inUppsala nel 1164.

, e la 171 Vd. sopra, p. 250.

me in Adamo da 172 Diverse chiese come il duomo di Stavanger, quello di Bergen, ma qui anche la chiesa della

periodo anche la Madonna (Mariakirken) e quella della Croce (Korskirken), e la vecchia chiesa di Aker (Gamle Aker

kirke) di Oslo furono iniziate nel XII secolo.

e da altre, sono 173 Vd. a esempio p. 261 e p. 265.

174 Vd. pp. 259-260. Anche in un breve testo in lingua latina, composto da un monaco

mtland) risalentesconosciuto, ma vissuto presumibilmente nel monastero premostratense di Tønsberg, si fa riferimento

a una spedizione guidata da capitani danesi in Terrasanta tra il 1191 e il 1192. Esso porta il titolo

e assai pregevoli Storia della spedizione dei Danesi a Gerusalemme (Historia de profectione Danorum in

ark) e a KvernesHyerosolymam); vd. SKOVGAARD PETERSEN K., A Journey to the promised Land. Crusading Theology

terno del Museo in the Historia de profectione Danorum in Hyerosolymam (c.1200), Copenhagen 2001.

175 Cfr. oltre, p. 333.

176 Le sue reliquie furono deposte in uno scrigno nella chiesa di Ringsted (Selandia) nel 1170. A

ina) con diversaCanuto Lord saranno consacrate diverse gilde danesi.

e risale al 1220 177 Su Rügen cfr. p. 78, nota 61.

178 In seguito alle lotte contro questo popolo il re danese Canuto VI, figlio di Valdemaro, assunse

duomo della cittàil titolo di “re dei Vendi”, denominazione dei sovrani danesi che sarebbe rimasta in vigore fino al

1972. Nel contesto della rivalità dano-svedese esplosa nel XVI secolo anche il re Gustavo I Vasa

dicata a Cristodecise poi di assegnarsi questo appellativo. In questo caso tuttavia ci si basò, erroneamente, sulla

) fatta erigere apresunta identità tra i Vendi e i Vandali, i quali (secondo il racconto di Giordane, Getica, IV, 26)
volta si rifacevaerano stati sconfitti nelle regioni prospicienti il Mar Baltico dai Goti provenienti dalla Scandinavia,

vile, trasferita adunque dai ‘gloriosi antenati’ degli Svedesi (cfr. 9.2.1).

179 È tra l’altro verosimile che il nome della capitale estone Tallinn derivi da *Taaninlinna cioè

“città/castello dei Danesi”; vd. KISS L., Főldraizinevek etimológiai szótára, Budapest 19882, II, pp.

e la chiesa della610-611.

Gamle Aker 180 Sulle vicende e la morte del vescovo Enrico vi sono diverse fonti e discordanti; vd. HEIKKILÄ

2009; vd. anche GALLÉN J., “Till historien om St Henriks reliker och hans grav i Nousis”, in Finskt

Museum, LXXIX (1972), pp. 33-38.

da un monaco 181 Vd. LINDKVIST 1996.

si fa riferimento 182 Questa informazione si trova nella Cronaca di Novgorod (Hoϭƨopo∂cκaя κapaMЗuHcκaя

so porta il titoloemonucb), trad. inglese, pp. 17-18.

e Danorum in 183 STFM I, nr. 48, 11 settembre 1171 o 1172, pp. 93-94.

sading Theology 184 Dette rispettivamente in danese Øsel e Dagø, in svedese Ösel e Dagö.

185 Cfr. p. 333.

186 Cioè l’attuale Tallin. Il nome Lyndanisse deriva dall’antico slavo orientale Ledenets, reso in

dia) nel 1170. Alatino Lidanisa, in danese (appunto) Lyndanisse e in svedese Lindanäs.

187 STFM I, nr. 86, 9 dicembre 1237, pp. 180-181 (anche in DS I, nr. 298, p. 290; cfr. nr. 84, 19

febbraio 1236, pp. 178-179).

demaro, assunse 188 Sulla quale vale la pena di leggere NORDLING C.O., Vad gjorde Birger Jarl i Finland. En ny

in vigore fino al teori om målet för och syftet med Birger Jarls korståg, Vasa 1975.

Gustavo I Vasa 189 Vd. p. 344, nota 70.

oneamente, sulla 190 Vd. DD I: 7, nr. 165, 20 febbraio 1245, pp. 150-151; cfr. ibidem, nr. 168, pp. 156-157 e nr.

, IV, 26)169, p. 157, entrambi in data 24 febbraio 1245.


alla Scandinavia, 191 STFM I, nr. 106, 1256 o 1257, pp. 212-213.

192 Una sintesi delle crociate nordiche si trova in GALLÉN 1964 (vd., in particolare, coll. 212-214).

cioèVd. anche SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 23, p. 63.

, II, pp. 193 La sostanziale inosservanza dell’obbligo del celibato costituiva non solo in Islanda ma anche

negli altri Paesi nordici un problema rilevante per le autorità ecclesiastiche, che fecero ricorso a

EIKKILÄ diversi mezzi (perdita dell’incarico, minaccia di scomunica, vantaggi fiscali per gli osservanti,

Finsktdisposizioni ereditarie sfavorevoli ai figli degli ecclesiastici) per imporlo. Ciò nonostante il problema

si trascinò a lungo. In Danimarca il celibato fu imposto dal sinodo tenuto a Schleswig nel 1222, in

Svezia da quello di Skänninge (Östergötland) nel 1248. In Islanda l’ultimo vescovo cattolico Jón

Arason aveva notoriamente diversi figli, due dei quali furono uccisi assieme a lui, alla conclusione

della strenua lotta condotta contro l’introduzione della riforma protestante (vd. 8.1.4). Per una sintesi

sull’argomento vd. GALLÉN J., “Celibat”, in KHLNM II (1957), coll. 545-548 e anche, per la

Norvegia, GUNNES E. “Prester og deier – sølibatet i norsk middelalder”, in IMSEN S. – SANDVIK G.

(red.), Hamarspor. Eit festskrift til Lars Hamre: 1912 – 23. januar 1982, Oslo 1982, pp. 20-44. Del

, reso inresto questo ‘problema’ si legava alla persistenza di concezioni pagane, in quanto nel passato il

matrimonio non costituiva un vincolo sacro bensì, piuttosto, un legame che si inquadrava nell’ambito

0; cfr. nr. 84, 19della più ampia concezione di vita della Sippe.

194 Vd. oltre, p. 382.

i Finland. En ny 195 Ildebrando di Soana (1025/1030-1085) il futuro Papa San Gregorio VII era stato,

probabilmente, un monaco dell’ordine cluniacense. Nonostante fosse uscito personalmente sconfitto

nella disputa che lo opponeva al potere dell’imperatore le sue idee furono poi affermate nel

p. 156-157 e nr.concordato di Worms del 1122.

196 Questo vescovato sarebbe passato sotto l’arcivescovato scozzese di St. Andrews nel 1472.
Anche le Orcadi ebbero il proprio santo protettore nella figura dello jarl Magnus Erlendsson,

e, coll. 212-214).assassinato nel 1115.

197 Le fonti fanno riferimento a un progetto di cristianizzazione dei coloni groenlandesi da parte

slanda ma anche del re Olav Tryggvason, il quale aveva incaricato Leifr, figlio di Eirik il Rosso, di portare in quella

fecero ricorso aterra la parola del Vangelo; vd. la Saga dei Groenlandesi, cap. 4, la Saga di Eirik il Rosso, cap. 5 e la

r gli osservanti,Saga della cristianizzazione, cap. 12. È detto che la moglie di Eirik il Rosso, Þjóðhildr

tante il problemaJǫrundardóttir, aveva fatto erigere la prima chiesa in quella terra nei pressi della fattoria di Brattahlíð

wig nel 1222, in e anche che ella si era allontanata dal marito che non voleva accogliere la fede cristiana. A Garðar

vo cattolico Jónvenne eretta una cattedrale intitolata a San Nicola che aveva giurisdizione su sedici parrocchie;

alla conclusionel’ultimo vescovo, Andrea (Anders), vi giunse all’inizio del XV secolo (1406). Vd. il Breve racconto

). Per una sintesidei groenlandesi (Grœnlendinga þáttr), cap. 1; cfr. DN XVII: 2, nr. 849, 6 gennaio 1053, pp. 771-

e anche, per la772 (e anche nr. 852, 27 maggio 1133, pp. 776-777); gli Annali islandesi del 1112 (1113) e del 1121

G.(IA, p. 251 e poi p. 19, p. 59, p. 112, p. 320, p. 473) e Flateyjarbók, III, p. 454 e p. 512). Vd anche

2, pp. 20-44. DelPLOVGAARD K., “Da Grønland fik sit første bispesæde”, in Tidsskriftet Grønland, XII (1963), pp.

to nel passato il 463-469. In PRAUSE G., Niemand hat Kolumbus ausgelacht, Düsseldorf-Wien, 19862, pp. 315-316, si

rava nell’ambitoricorda la contestata teoria dello studioso di diritto ecclesiastico Luka Jelic, il quale aveva sostenuto

che i vichinghi giunti nell’America del Nord fossero già cristiani (Die Evangelisierung Amerikas vor

Kolumbus, relazione presentata al Congresso Internazionale Cattolico di Parigi del 1891); secondo

VII era stato,Prause (che riprende ricerche di K. Reichardt e R.S. Lopez) a questa teoria andrebbe collegata la

lmente sconfitto realizzazione della celebre (ma falsa!) ‘mappa di Vínland’. A riguardo della cristianizzazione delle

oi affermate nelcolonie americane si ha anche notizia di tre sacerdoti che nel XIII secolo sarebbero partiti per un

viaggio missionario in quei luoghi; cfr. STORM 1887 (C.3.1), pp. 313-319.

drews nel 1472. 198 Testimonianze in questo senso si trovano anche nelle iscrizioni runiche; vd. CUCINA 1994-
nus Erlendsson,1995, pp. 178-189 e anche CUCINA 2001 (C.3.1), I, pp. 39-41. Verso la metà del XII secolo l’abate

islandese Nicola (Nikulás) Bergsson di Munkaþverá (morto nel 1159) redigeva un Itinerario

nlandesi da parte (Leiðarvísir) rivolto a coloro che volevano intraprendere un pellegrinaggio verso Roma e la

portare in quellaTerrasanta (da lui stesso compiuto tra il 1149 e il 1154); questo testo è conservato in un manoscritto

, cap. 5 e la del 1387 (AM 194 8vo); vd. MAGOUN F.P., “The Pilgrim-Diary of Nikulas of Munkathvera. The Road

Rosso, Þjóðhildrto Rome”, in MS VI (1944), pp. 314-354 e RASCHELLÀ F.,: “Devozione cristiana e leggenda

oria di Brattahlíðgermanica nell’‘itinerarium’ dell’abate Nicola di Munkaþverá”, in CIPOLLA A. (a cura di),

stiana. A Garðar L’immaginario nelle letterature germaniche del medioevo, Milano 1995, pp. 257-273. A un autore

edici parrocchie;definito “frate Maurizio” (assai verosimilmente un monaco di Bergen, inviato del re norvegese in

Breve raccontoScozia nel 1264 e nel 1281) è attribuito un Itinerario verso la Terrasanta (Itinerarium ad terram

o 1053, pp. 771-sanctam) redatto in latino. Del 1150 circa è un’altra fonte in latino che fa riferimento a un viaggio

1113) e del 1121verso i luoghi santi compiuto dal vescovo danese Svend di Viborg e da suo fratello Eskil (Iter

512). Vd anche Hierosolymitanum Svenoni Episcopi Viburgensis et fratris ejus Eskilli).

XII (1963), pp. 199 Non di rado la vita nei conventi femminili rappresentava la scelta di importanti famiglie per le

, pp. 315-316, sifiglie non sposate; vd., tra l’altro, ANDERSSON C., Kloster och aristokrati. Nunnor, munkar och gåvor

aveva sostenuto i det svenska samhället till 1300-talets mitt, Göteborg 2006.

ng Amerikas vor 200 Persino in Groenlandia furono fondati due conventi: uno femminile appartenente all’ordine

1891); secondo benedettino che si trovava nei pressi di Narsarsuaq sul fiordo di Uunartoq, e uno maschile dell’ordine

bbe collegata la agostiniano, eretto presso Tasermiut, sul fiordo omonimo.

nizzazione delle

ro partiti per un

1994-
1995, pp. 178-189 e anche CUCINA 2001 (C.3.1), I, pp. 39-41. Verso la metà del XII secolo l’abate

islandese Nicola (Nikulás) Bergsson di Munkaþverá (morto nel 1159) redigeva un Itinerario

(Leiðarvísir) rivolto a coloro che volevano intraprendere un pellegrinaggio verso Roma e la

Terrasanta (da lui stesso compiuto tra il 1149 e il 1154); questo testo è conservato in un manoscritto

del 1387 (AM 194 8vo); vd. MAGOUN F.P., “The Pilgrim-Diary of Nikulas of Munkathvera. The Road

to Rome”, in MS VI (1944), pp. 314-354 e RASCHELLÀ F.,: “Devozione cristiana e leggenda

germanica nell’‘itinerarium’ dell’abate Nicola di Munkaþverá”, in CIPOLLA A. (a cura di),

L’immaginario nelle letterature germaniche del medioevo, Milano 1995, pp. 257-273. A un autore

definito “frate Maurizio” (assai verosimilmente un monaco di Bergen, inviato del re norvegese in

Scozia nel 1264 e nel 1281) è attribuito un Itinerario verso la Terrasanta (Itinerarium ad terram

sanctam) redatto in latino. Del 1150 circa è un’altra fonte in latino che fa riferimento a un viaggio

verso i luoghi santi compiuto dal vescovo danese Svend di Viborg e da suo fratello Eskil (Iter

Hierosolymitanum Svenoni Episcopi Viburgensis et fratris ejus Eskilli).

199 Non di rado la vita nei conventi femminili rappresentava la scelta di importanti famiglie per le

figlie non sposate; vd., tra l’altro, ANDERSSON C., Kloster och aristokrati. Nunnor, munkar och gåvor

i det svenska samhället till 1300-talets mitt, Göteborg 2006.

200 Persino in Groenlandia furono fondati due conventi: uno femminile appartenente all’ordine

benedettino che si trovava nei pressi di Narsarsuaq sul fiordo di Uunartoq, e uno maschile dell’ordine

agostiniano, eretto presso Tasermiut, sul fiordo omonimo.


CAPITOLO 5

Cultura e società

5.1. Nuovi apporti culturali

Gran parte dei missionari che avevano predicato il Vangelo nei Paesi nordici erano di

provenienza straniera. Così, almeno inizialmente, anche molti di coloro che andarono a

occupare posizioni di prestigio nella gerarchia ecclesiastica che si veniva stabilendo. Costoro

evidentemente portarono con sé il bagaglio della loro formazione culturale che fu introdotto

in Scandinavia insieme alla nuova religione. Stranieri furono anche, naturalmente, i primi

monaci: i conventi sorsero dunque non soltanto come centri religiosi ma anche come punti di

riferimento di una cultura che naturalmente era legata a finalità religiose, ma si richiamava a

un retroterra classico fino ad allora estraneo al mondo scandinavo. L’apertura di nuovi

orizzonti costituì un forte richiamo. Il primo nordico di cui sappiamo per certo che si recò

all’estero per motivi di studio (a Herford in Westfalia) fu l’islandese Ísleifr Gizurarson, che

tornato in patria nel 1057 sarebbe divenuto vescovo nel proprio Paese.1 Molti avrebbero

seguito il suo esempio e gli studenti nordici avrebbero a lungo frequentato università

straniere. Nel XIII secolo sono note a Parigi scuole per danesi e svedesi, del resto nella

capitale francese (dove si formeranno diversi personaggi di rilievo, tra cui il danese Saxo

grammaticus)2 aveva studiato (tra il 1070 circa e il 1076) un altro islandese, Sæmundr

Sigfússon (1056-1133) detto il Saggio (fróði), il primo studente proveniente dal Nord che –

per quanto se ne sappia – si sia formato a quella scuola: figura celebre per l’erudizione e

rimasta nella tradizione leggendaria che attribuiva al suo percorso di apprendimento un


carattere addirittura magico, come resta ben testimoniato nella raccolta dei racconti popolari

e delle fiabe islandesi.3

Un movimento di uomini (e di idee) si andò stabilendo e i nordici intrapresero anche lo

ordici erano di studio del latino, destinato a imporsi come lingua della cultura. Naturalmente il latino era la

he andarono alingua ufficiale della Chiesa e dunque con esso cominciarono a diffondersi testi di carattere

ilendo. Costororeligioso, agiografie, epistole, cronache e scritti storici. Un flusso culturale destinato a

he fu introdottoinfluenzare in misura sostanziale la cultura scandinava.

lmente, i primi 5.2. La letteratura norrena4

e come punti di È indiscutibile che una ‘rivoluzione’ fondamentale fu dovuta alla introduzione nel Nord

si richiamava adell’alfabeto latino. Come sopra è stato detto i nordici disponevano della serie delle rune che

ertura di nuovituttavia venivano utilizzate per iscrizioni brevi di carattere magico o, più tardi e assai spesso,

erto che si recòepigrafico.5 Solo in un numero limitato di casi – i più noti dei quali sono rappresentati dalle

Gizurarson, che iscrizioni sulle pietre svedesi di Rök (Östergötland, IX secolo) e di Karlevi (Öland, inizio

Molti avrebberodell’XI secolo) – i testi runici presentano un carattere ‘letterario’, più specificamente

ntato universitàpoetico.6 È del resto evidente che la tecnica dei maestri di rune, i quali incidevano i segni su

del resto nella pietre o oggetti di materiale rigido, costituiva di per sé ostacolo all’ampiezza del testo, sia a

il danese Saxomotivo della limitatezza della superficie disponibile, sia per la natura stessa del lavoro.7

dese, SæmundrL’alfabeto latino al contrario aveva una lunga tradizione di utilizzo per la compilazione di

dal Nord che –manoscritti: l’uso di inchiostri e di materiale ‘cartaceo’ consentiva una relativa rapidità nella

l’erudizione escrittura. Va inoltre considerato che le lettere dell’alfabeto latino erano ritenute

rendimento unsemplicemente uno strumento necessario a fissare per iscritto dei testi, mentre le rune – come
cconti popolarisi è visto – conservavano un carattere per molti versi magico e sacrale.

Le autorità ecclesiastiche e quelle politiche compresero rapidamente l’importanza di

resero anche lodisporre dei testi in forma scritta, fondamentali per il consolidamento del loro potere. Ciò si

e il latino era la tradusse nella redazione di opere di carattere religioso da una parte e nella codifica di

esti di carattereordinamenti giuridici dall’altra. Ma nelle zone occidentali della Scandinavia – in Norvegia e,

ale destinato asoprattutto, in Islanda – l’introduzione dell’alfabeto latino (importato dall’Inghilterra)8 e la

fondazione di scuole presso i centri ecclesiastici (cattedrali e conventi) costituì l’occasione

per riversare in preziosi manoscritti gran parte del patrimonio mitologico e letterario del

zione nel Nordpassato pagano, così come composizioni poetiche di epoca vichinga, scritti nei quali era

e delle rune chetramandata memoria di personaggi o di famiglie eminenti, storie di re o racconti leggendari.

e assai spesso,Il che, rivitalizzando l’eredità culturale del passato, ispirava allo stesso tempo la produzione

presentati dalle di opere nuove e determinava il fiorire di una attività letteraria che rappresenta uno dei

(Öland, inizio contributi più significativi che il Nord abbia dato alla storia della letteratura europea. Centri

specificamentedi questo fecondo esercizio di scrittura furono Nidaros in Norvegia, sede dell’arcivescovato e

vano i segni sua lungo capitale del Regno, ma – soprattutto – i monasteri, le scuole e talvolta le ricche

del testo, sia adimore private islandesi: qui fu portata avanti una intensa attività i cui risultati restano, senza

7voler cadere in esagerazioni, davvero sorprendenti, tenuto conto, tra l’altro, del fatto che il

ompilazione diriferimento è a un Paese che nel corso del XIII secolo non superava i 39.000 abitanti.9 I

a rapidità nella prodotti letterari più noti che ne risultarono sono testi di carattere mitologico o eroico,

erano ritenute componimenti poetici, saghe familiari, leggendarie e ‘storiche’:10 essi meritano dunque in

le rune – comequesto contesto una trattazione a parte.


La lingua nella quale queste opere sono scritte viene comunemente definita ‘norreno’, un

’importanza di termine che deriva dall’aggettivo norrœnn (“nordico”, “norvegese”) e con il quale in ambito

o potere. Ciò si linguistico e letterario si fa riferimento all’ultima fase dell’antico nordico detto anche

ella codifica di ‘nordico classico’ (tra il XII e la metà del XIV secolo).11

– in Norvegia e, 5.2.1. Letteratura mitologica ed eroica

e la Il paganesimo scandinavo possedeva un patrimonio mitologico-religioso ricchissimo.

ituì l’occasioneUna parte affondava le proprie radici nella più vasta cultura germanica, sia per quanto

e letterario delriguarda l’aspetto più propriamente legato alle figure degli dèi, sia per quanto concerne la

i nei quali eratradizione eroico-leggendaria. Ma rispetto alla Scandinavia nel mondo germanico

onti leggendari. continentale e nelle isole britanniche la conversione al cristianesimo aveva avuto luogo

o la produzionealcuni secoli prima e la conseguenza era stata un sostanziale tracollo della cultura pagana, il

esenta uno deicui ricordo si era disperso e frammentato o magari incrociato con elementi della cultura

europea. Centricristiana. Questo fatto, così come la constatazione delle effettive differenze esistenti tra le

arcivescovato etribù nordiche non soltanto al loro interno ma anche – a maggior ragione – con gli altri

lvolta le ricchegruppi di Germani, sottolinea la necessità che nello studio degli elementi letterario-mitologici

i restano, senza che sono stati conservati nel Nord non si cada nella tentazione di considerare comunque

del fatto che il‘germanico’ tutto il materiale ‘nordico’ di cui si dispone e neppure – naturalmente – il

I contrario. Anche perché si deve tenere presente, come sopra è stato rilevato, il fatto che il

ogico o eroico, patrimonio letterario e mitologico nordico fu riversato nei manoscritti in un’epoca nella quale

tano dunque inil paganesimo era ormai tramontato, il che evidentemente determinò le concrete condizioni

per un influsso della cultura cristiana dell’autore o dello scriba nella redazione del proprio
a ‘norreno’, unlavoro.12

quale in ambito Un curioso destino accomuna nel nome i due testi fondamentali della mitologia nordica,

co detto ancheentrambi conosciuti sotto il titolo di Edda. In realtà l’unico ad avere pieno diritto di

chiamarsi così è un’opera dello storico e letterato islandese Snorri Sturluson.13 Una precisa

indicazione in proposito si trova infatti nel più antico dei manoscritti in cui essa è

so ricchissimo.tramandata, il Codex Uppsaliensis dove si legge: “Questo libro si chiama Edda. È stato

sia per quanto composto da Snorri Sturluson secondo il modo in cui qui è ordinato” (“Bók þessi heitir

nto concerne la Edda. Hana hefir samansetta Snorri Sturlu sonr eptir þeim hætti sem hér er skipat”).14 Il

do germaniconome Edda è stato oggetto di numerose speculazioni ma una spiegazione etimologica del

va avuto luogotutto soddisfacente non è ancora stata trovata.15

ltura pagana, il Sebbene sia – e non a torto – considerato una sorta di summa, nella quale possiamo

ti della culturatrovare fondamentali notizie sulla cosmogonia e la cosmologia nordica, sulla natura e la

esistenti tra levenerazione degli dèi, sulle loro vicende e sulle storie di diversi eroi, questo libro non è nato

– con gli altri per rispondere all’esigenza di diffondere informazioni di carattere religioso e mitologico.

rario-mitologiciL’Edda di Snorri (composta attorno al 1220) è certamente un’opera che ha come fine quello

rare comunquedi dare degli insegnamenti, ma si tratta di insegnamenti legati piuttosto all’ambiente culturale

turalmente – ile letterario nel quale Snorri si muoveva. È stata piuttosto la popolarità di alcune delle sue

o, il fatto che ilparti (le uniche comunemente selezionate e tradotte) a farne per il lettore moderno una fonte

poca nella qualeprimaria per la conoscenza del paganesimo nordico. Ma per comprendere la vera natura del

rete condizioni libro è sufficiente guardare alle tre sezioni nelle quali esso è suddiviso. La terza, certamente

one del propriola meno popolare e conosciuta, fu composta per prima. Si tratta di un carme che ha per titolo
Enumerazione dei metri poetici (Háttatal), esibizione di maestria versificatoria16 dedicata al

ologia nordica,re Håkon e allo jarl Skule. Un esercizio che dovette far riflettere l’autore sulla situazione in

ieno diritto dicui si trovava l’arte degli scaldi, i rinomati poeti nordici, sopravvissuta al mondo vichingo

Una precisanel quale era maturata e dunque inesorabilmente destinata alla decadenza o, quantomeno, alla

in cui essa ètrasformazione. Al suo carme Snorri accostò allora un testo dal titolo Dialogo sull’arte

Edda. È statopoetica (Skáldskaparmál) affidando a un immaginario dialogo tra Bragi (dio della poesia) e

Bók þessi heitirÆgir (gigante-dio del mare), svoltosi in occasione di un banchetto tenutosi nella dimora degli

Il dèi, una serie di delucidazioni relative alla tecnica poetica, arricchite da racconti mitologico-

etimologica del leggendari e dalla citazione di versi di celebri scaldi. Con ciò fornendo la spiegazione di

diverse kenningar,17 ma proponendo anche numerosi sinonimi poetici (heiti) e infine una

quale possiamoserie di þulur (sing. þula) in sostanza elenchi di nomi poetici e mitologici occorrenti all’ars

ulla natura e laversificandi degli scaldi. La narrazione relativa alle figure e alle storie degli dèi (patrimonio

ibro non è natodi conoscenze indispensabili agli scaldi nordici) avrebbe poi definitivamente prevalso nella

o e mitologico. stesura di quella che sarebbe divenuta la prima parte dell’opera: L’inganno di Gylfi

ome fine quello (Gylfaginning). Qui, rifacendosi allo schema del certame sapienziale si immagina che un

biente culturaleleggendario re svedese, Gylfi appunto, si rechi sotto travestimento nel Paese degli Asi dove

lcune delle sue incontra una triade divina (in realtà Odino sotto triplice veste) alla quale pone una lunga serie

derno una fontedi domande sull’origine e l’ordinamento del mondo, le caratteristiche e le vicende degli dèi,

vera natura del il destino inesorabile che travolgerà tutto. Alla fine del dialogo si suggerisce che Gylfi, che

rza, certamenteaveva pensato di ingannare gli Asi, fosse stato in realtà a sua volta ingannato, in quanto essi

he ha per titolo (che lo avevano riconosciuto fin dall’inizio) lo lasciarono solo nel mezzo di un pianoro
dedicata alfacendo scomparire ai suoi occhi ogni traccia del luogo in cui li aveva visitati. Ma Gylfi

la situazione intornato al suo Paese raccontò ogni cosa di ciò che aveva visto e udito. Alle tre parti dell’Edda

mondo vichingo è anteposto un Prologo, nel quale emerge chiaramente come la formazione dell’autore sia da

uantomeno, allaricondurre a un ambiente cristiano (il paganesimo vi viene presentato come un travisamento

alogo sull’arte della realtà): qui egli tra l’altro si premura di sottolineare una visione evemeristica18 a

della poesia) eriguardo degli dèi pagani.19

la dimora degli È comunque grazie a Snorri che noi apprendiamo la gran parte della letteratura

onti mitologico- mitologica nordica. Le nostre conoscenze sarebbero certamente ben più limitate se non

spiegazione didisponessimo di questa opera, senza la quale le informazioni che ci vengono dall’Edda

) e infine unapoetica e le allusioni degli scaldi resterebbero di difficile (in taluni casi impossibile)

arsinterpretazione.20 Anche se è evidente che la sua testimonianza non è ineccepibile in quanto

dèi (patrimonioin qualche occasione si rilevano nelle sue conoscenze mitologiche lacune e imprecisioni delle

e prevalso nellaquali egli non pare preoccuparsi particolarmente. Snorri infatti era un letterato cresciuto in un

ganno di Gylfiambiente cristiano e formatosi a una scuola improntata a schemi culturali di importazione, il

magina che unche quantomeno condizionò il suo modo di considerare il materiale trattato, privilegiandone

degli Asi dovechiaramente la funzione letteraria.

una lunga serie Nell’Edda di Snorri Sturluson l’esposizione dei temi mitologici e della loro utilizzazione

cende degli dèi, a fini letterari si avvale in misura cospicua di una nutrita serie di riferimenti. Si tratta

che Gylfi, che sostanzialmente di citazioni da carmi a contenuto mitologico e leggendario che l’autore

, in quanto essimostra di ben conoscere, così come della menzione di versi ripresi dai componimenti di

di un pianorotaluni scaldi, utili a mostrare con esempi concreti l’uso della materia poetica trattata. I
itati. Ma Gylfiriferimenti ai poemi antichi (che insieme agli altri appaiono comunque anche come una sorta

Eddadi esibizione della propria dottrina) hanno lo scopo fondamentale di dimostrare la correttezza

ell’autore sia da dell’informazione, secondo la concezione (non di rado suggerita nei testi nordici) che

un travisamentoriconosce veridicità a tutto quello che appartiene alla tradizione antica. Ma le citazioni

acontenute nell’Edda restituivano alcuni carmi in forma frammentaria e altri ignoravano del

tutto.

ella letteratura Snorri Sturluson moriva assassinato, come sopra è stato detto, nel 1241. Alcuni secoli

imitate se nondopo i Paesi scandinavi vivevano in un’atmosfera culturale di ritorno al passato, un

Edda umanesimo nazionalistico nel quale la ricerca della tradizione e del patrimonio dei popoli

si impossibile)nordici costituivano l’interesse centrale per gli uomini di cultura e di potere. Un clima nel

pibile in quantoquale la figura e l’opera di Snorri avrebbero costituito punti di riferimento fondamentali.21 E

precisioni dellefu proprio in questo contesto che, nel 1643, il vescovo islandese Brynjólfur Sveinsson di

cresciuto in unSkálholt (1605-1675) venne in possesso di un manoscritto medievale risalente al 1270 circa,

mportazione, ildella cui importanza egli si rese immediatamente conto. Questo prezioso codice fu in seguito

privilegiandone(1662) donato al sovrano di Danimarca (Paese del quale l’Islanda era ormai da tempo una

colonia), il re Federico III, e per questo motivo fu indicato come Codex Regius (2365, 4to,

ro utilizzazioneattualmente conservato a Reykjavík).22 In esso era contenuta una serie di carmi anonimi,

menti. Si trattatrascritti su pergamena verso la fine del XIII secolo da un ignoto raccoglitore islandese, al cui

io che l’autoregusto, alle cui scelte e alle cui conoscenze, si deve dunque la redazione di un lavoro che in

mponimenti di parte potrebbe anche essere stato ispirato dall’esempio dell’Edda di Snorri. Il vescovo

etica trattata. IBrynjólfur – ritenendo invece che la raccolta fosse una sorta di ‘precedente poetico’ di quella
come una sortae attribuendone erroneamente la redazione al celebre erudito medievale Sæmundr Sigfússon

e la correttezza –23 vi annotò le seguenti parole: Edda Sæmundi multiscii 1643. Da allora i due testi hanno

ti nordici) checondiviso il medesimo nome. E tuttavia: fin dalla prima (assai parziale) edizione (che in

Ma le citazionieffetti comprendeva solo i due carmi iniziali) questa Edda fu definita ‘antica’ e ‘poetica’ per

ignoravano deldistinguerla da quella ‘recente’ e ‘prosastica’ di Snorri; inoltre a causa dell’errata

attribuzione fatta da Brynjólfur Sveinsson essa è stata a lungo nota anche come Edda ‘di

. Alcuni secoli Sæmundr’ (una definizione dunque antiquata e superata) in contrapposizione all’altra detta

al passato, un appunto Edda ‘di Snorri’.24

onio dei popoli L’anonimo raccoglitore dei carmi dell’Edda poetica ha ordinatamente disposto i testi in

e. Un clima neldue sezioni principali. I cosiddetti ‘carmi degli dèi’ e i ‘carmi degli eroi’. All’interno di

Equesto semplice schema si possono individuare altri gruppi, enucleati sostanzialmente

ur Sveinsson diattorno a singole figure. Ma la valutazione è assai più complessa. Innanzi tutto bisogna

e al 1270 circa,prendere in considerazione l’aspetto cronologico, cioè la data di stesura definitiva di ciascun

ce fu in seguitocomponimento (che dovrebbe oscillare tra il IX e il XII secolo), una ricerca nella quale ci si è

i da tempo unabasati tra l’altro su elementi linguistici, stilistici, metrici, religiosi, archeologici. Poi occorre

2365, 4to,esaminare la tipologia e i motivi ispiratori che rispondono a schemi ed esigenze poetiche di

carmi anonimi,diversa natura. Troviamo così temi di carattere mitologico (cioè in sostanza letteratura

slandese, al cuisapienziale, funzionale rispetto alle credenze religiose di una società), religioso-cultuale,

n lavoro che in magico, didattico, tecnico-letterario, eroico-leggendario espressi con una varietà di schemi

rri. Il vescovopoetici che vanno dal certame sapienziale alla narrazione in forma drammatica,

etico’ di quella dall’impostazione profetica all’espressione di carattere gnomico e sentenzioso, dalla


undr Sigfússon ‘rigidità’ nell’elencazione di avvenimenti inesorabilmente determinati dal volere del fato alla

due testi hannomanifestazione d’una volontà eroica. Allo stesso tempo è presente una diversità di registri

dizione (che instilistici nella quale ricorrono di volta in volta toni altamente drammatici, pacatamente

e ‘poetica’ pernarrativi, inaspettatamente quotidiani, improvvisamente ingiuriosi e talora persino comici se

usa dell’errata non addirittura grotteschi. Elementi che non di rado si affiancano, si sovrappongono e si

‘di intersecano all’interno del medesimo testo in un insieme difficile da districare.

e all’altra detta Un tono profetico contraddistingue il carme che apre la raccolta, la cosiddetta Predizione

dell’Indovina (Vǫluspá), nel quale una veggente riassume nella propria visione l’origine del

sposto i testi inmondo, i più drammatici avvenimenti relativi agli dèi e la descrizione dell’ultimo giorno. Un

All’interno dialtro carme mitologico, il Dialogo di Vafþrúðnir (Vafþrúðnismál) che riferisce d’una sfida

sostanzialmente tra il gigante Vafþrúðnir e Odino, incrocia lo schema del certame sapienziale con

i tutto bisogna l’evocazione di cruenti rituali, menzionando esplicitamente la condanna a morte (per

itiva di ciascundecapitazione) per colui che soccombe. Tema, questo, suggerito anche nel Dialogo di Alvíss

ella quale ci si è(Alvíssmál) dove tuttavia l’esposizione della scienza del nano Alvíss (“Omnisciente”) – che

ici. Poi occorreal termine di un lungo interrogatorio al quale è sottoposto dal dio Thor troverà la morte – si

nze poetiche dipresenta come esposizione di un ricco materiale destinato all’uso letterario piuttosto che

anza letteraturacome dottrina religioso-mitologica. La quale invece nel Dialogo di Grímnir (Grímnismál)

igioso-cultuale,torna a legarsi al tema dei rituali sacrificali, là dove si racconta che Grímnir (cioè Odino)

rietà di schemidiede voce al proprio sapere dopo essere stato sottoposto a tortura con il fuoco da un re di

a drammatica,nome Geirrøðr. Lo stesso legame tra conoscenza e rito è del resto evidente nel cosiddetto

tenzioso, dallaDialogo dell’Alto (Hávamál) nel quale ancora una volta Odino in prima persona fa
ere del fato allariferimento all’acquisizione di una scienza sacra grazie a un sacrificio iniziatico in cui si è

rsità di registriimmolato a se stesso. Ma nel carme la rivelazione della dottrina del dio si manifesta in realtà

i, pacatamente come una sorta di agglomerante che tiene unita una serie di strofe che la ricerca filologica ha

rsino comici secercato di riportare a singoli carmi (o a parti di essi), combinati in un insieme non organico

appongono e siche accosta scienza mitologica e sapienza magica a una poesia di carattere sentenzioso che

esprime una filosofia costruita su precetti di vita quotidiana. D’altronde aspetti di ‘ordinaria

Predizioneumanità’ nei carmi degli dèi si ritrovano anche là dove storie mitologiche, che affondano le

ne l’origine delproprie radici in antichissime concezioni del mondo e in drammi religioso-rituali, vengono

imo giorno. Unaffidate a narrazioni poetiche che non disdegnano la sottolineatura di una dimensione

sce d’una sfidaquotidiana. Così il Viaggio di Skírnir o Dialogo di Skírnir (Fǫr Skírnis o Skírnismál) che

apienziale con narra dell’innamoramento del dio Freyr per Gerðr, figlia di giganti, ‘ricordo’ mitologico del

a morte (per rituale della ierogamia fra cielo e terra;25 così il Carme di Hymir (Hymiskviða) nel quale si fa

alogo di Alvíssriferimento al tentativo di Thor di trarre dalle profondità marine il serpe cosmico nemico

sciente”) – chedegli dèi e di ucciderlo; così anche il Carme di Þrymr (Þrymskviða) che, riferendo del furto

rà la morte – sidel martello di Thor – utensile sacro – da parte dei giganti e di come esso fu recuperato, non

o piuttosto cheesita a inquadrare il dio in una prospettiva grottesca. E, ancora, il Carme di Hárbarðr

)(Hárbarðsljóð) dove il conflitto che oppone Thor a Odino (che sotto le mentite spoglie di un

ir (cioè Odino) traghettatore gli nega l’attraversamento di un fiordo sulla propria imbarcazione) assume i

oco da un re ditoni del litigio di bassa lega, dietro al quale tuttavia si cela il ricordo del contrasto ben più

nel cosiddettosignificativo tra due visioni di vita e, conseguentemente, di credo religioso (incarnate nelle

ma persona fa figure dei due dèi) opposte e per molti versi inconciliabili. Così, infine – forse soprattutto –
tico in cui si è l’Invettiva di Loki (Lokasenna), i cui versi, percorsi dal tono dell’insulto, mettono a nudo –

nifesta in realtàper bocca di Loki – i peggiori vizi degli dèi, abbassandoli a personaggi tutt’altro che

ca filologica ha‘celesti’.26

e non organico Fatta eccezione per il Carme di Vǫlundr (Vǫlundarkviða) che riferisce le vicende del

sentenzioso chemitico fabbro Vǫlundr (figura nota in tutta l’area germanica),27 i ‘carmi degli eroi’ sono

tti di ‘ordinariaenucleati attorno alle figure di due celebri personaggi: Helgi e Sigurðr (il Sigfrido della

he affondano letradizione germanica continentale). Sebbene abbiano verosimilmente tratto spunto da

ituali, vengonovicende effettivamente avvenute e da personaggi realmente esistiti (basti pensare alla

na dimensionecitazione, all’interno del ciclo di Sigurðr, della figura di Ermanarico, in nordico

) cheJǫrmunrekkr, morto attorno al 375 d.C.) i ‘carmi degli eroi’ tutto possono rappresentare

mitologico deltranne che una testimonianza storica, per quanto estremamente corrotta. Il meccanismo di

) nel quale si fa trasposizione del materiale storico in materiale epico-leggendario entra in funzione con

osmico nemico sorprendente rapidità e con conseguente inevitabile stravolgimento dei fatti, dal momento

rendo del furtoche nella ‘costruzione’ poetica gli equilibri vengono completamente modificati.28 Tenuto

recuperato, nonconto del lunghissimo lasso di tempo nel corso del quale il tema epico venne elaborato e

e di Hárbarðrrielaborato, della migrazione e ricezione delle tematiche, delle concrezioni e degli squilibri,

te spoglie di un della sensibilità artistica di chi infine gli conferì la forma nella quale esso ci è finalmente

ione) assume igiunto (per di più da un Paese come l’Islanda molto lontano dalle regioni nelle quali si era

ntrasto ben più originariamente formato) è del tutto evidente che ben altro rispetto a una supposta quanto

(incarnate nelleimprobabile verità storica andrà ricercato in questi testi. Piuttosto vi andranno ritrovati

se soprattutto – motivi certamente diffusi nella poesia epica germanica continentale, non soltanto – come è
ettono a nudo –stato accennato – nella corrispondenza delle figure dei protagonisti, bensì anche in tematiche

i tutt’altro che che costantemente la percorrono: il senso della vita come fugace momento di luce tra due

poli di oscurità, l’impari lotta dell’individuo contro il destino, il valore morale della fedeltà e

le vicende dell’ignominia del tradimento, la ricerca di una ‘eternità’ assicurata solo dalla memoria (nella

egli eroi’ sonoqual cosa tanta parte della poesia medesima trova la propria giustificazione). Eco d’un

Sigfrido della mondo perduto che ci trasmette (non soltanto in prospettiva eroica) valori morali e modelli di

atto spunto dacomportamento che risalgono assai indietro nel tempo e che – nonostante le dovute cautele

ti pensare allainterpretative – offrono diretta testimonianza di una precisa concezione della società umana.

o, in nordico La poesia eddica utilizza diversi metri: il fornyrðislag (“misura delle antiche storie”) cui

o rappresentaresi affiancano con minore frequenza il málaháttr (“metro del discorso”), il ljóðaháttr (“metro

meccanismo didei carmi”) e il galdralag (“misura dei canti magici”). Il loro uso appare legato alla tipologia

n funzione condel dettato poetico.29 I primi due (che in pratica si differenziano per il numero minimo delle

, dal momentosillabe in un verso) rimandano alla metrica della poesia germanica, testimoniata a esempio in

Tenutocelebri testi come il Beowulf anglosassone, il Canto di Ildebrando (Hildebrandslied) tedesco

nne elaborato eo Il Salvatore (Heliand) sassone. Questi metri si fondano sostanzialmente sull’uso combinato

degli squilibri,dell’allitterazione, espediente fonetico che richiama l’attenzione dell’uditore – non si

ci è finalmentedimentichi che queste composizioni erano pensate per la recitazione! – per mezzo della

elle quali si eraripetizione del medesimo suono iniziale e dell’accento principale, elementi ai quali viene

upposta quanto affidata una funzione espressiva ma anche sintattica: otto versi brevi vengono collegati in

dranno ritrovaticoppie (legate dall’allitterazione) a formare quattro versi lunghi; solitamente una coppia di

tanto – come èversi lunghi (helmingr, cioè “semistrofa”) racchiude un concetto compiuto (nei carmi più
he in tematicheantichi, assai meno rigorosi dal punto di vista formale, questi helmingar sembrano

di luce tra duerappresentare la vera unità metrica di base). Ciò facilita la comprensione del discorso

e della fedeltà e poetico, pur in presenza di allusioni e riferimenti di carattere evocativo. Il ljóðaháttr (e il

memoria (nella galdralag che ne costituisce una variante) non trova corrispondenti al di fuori del Nord ed è

one). Eco d’unun metro piuttosto irregolare: come il fornyrðislag e il málaháttr presenta due versi legati

ali e modelli didall’accento e dall’allitterazione, a essi se ne aggiunge tuttavia un terzo contenente due

dovute cauteleaccenti principali e che allittera solo al proprio interno. Inoltre i versi possono avere un

numero di sillabe inferiore rispetto a quello minimo richiesto per il fornyrðislag (quattro) e il

che storie”) cuimálaháttr (cinque). Una strofa completa contiene dunque solitamente sei versi anziché otto.

(“metroIn realtà, sebbene le edizioni critiche presentino comunemente i componimenti eddici

o alla tipologia ordinatamente suddivisi in strofe, nei carmi più antichi tale distinzione non appare, come si è

o minimo delleaccennato, del tutto ovvia. Essa si affermò, verosimilmente, per influsso della poesia

ta a esempio inscaldica, ben più strettamente regolata dal punto di vista formale (soprattutto da quello del

) tedescocalcolo delle sillabe). Anche una figura poetica come la kenning (metafora che allude a una

’uso combinatoentità sfidando il fruitore della poesia a intuirne il nome nascosto sotto un indovinello

tore – non siessenziale)30 compare nell’Edda poetica con frequenza molto minore rispetto alla poesia

er mezzo dellascaldica e comunque in forme semplici; lo stesso si può affermare rispetto all’uso di sinonimi

ai quali vienepoetici (heiti), seppure la tecnica della variazione (cioè la riproposizione di un medesimo

ono collegati inconcetto con parole nuove) appaia proficuamente utilizzata.

e una coppia di Per la sua stessa natura di raccolta, l’Edda poetica è un’opera per certi versi ‘casuale’. E

(nei carmi più proprio in base alla considerazione che i carmi raccolti nel Codex Regius sono riuniti dal
sembranogusto antiquario di un unico raccoglitore, ci si è adoperati per ritrovare altrove componimenti

e del discorsoa essi riaccostabili per tipologia di contenuto e caratteristiche metriche. Tra questi si

(e il segnalano in particolare carmi di carattere mitologico. Innanzi tutto i Sogni di Baldr (Baldrs

i del Nord ed èdraumar), in cui si fa riferimento al celebre mito della morte di questo dio. Questo testo è

due versi legatitramandato in un manoscritto eddico risalente all’inizio del XIV secolo (AM 748 4to), nel

contenente duequale si ritrovano sei ‘carmi degli dèi’ più il Carme di Vǫlundr. Poi il Canto di Grotti

ssono avere un(Grottasǫngr) legato al mito del magico mulino appartenente al mitico re Fróði che macinava

(quattro) e ilpace e prosperità (ripreso nell’Edda di Snorri); il Carme di Rígr (Rígsþula) nel quale si narra

si anziché otto. della discesa fra gli uomini del dio Rígr (Heimdallr) in veste di progenitore delle classi

nimenti eddicisociali,31 conservato nel codice dell’Edda di Snorri noto come Wormianus (AM 242 fol.

pare, come si èrisalente alla metà del XIV secolo); il Carme di Hyndla (Hyndluljóð), detto anche Vǫluspá

o della poesiabreve (Vǫluspá in skamma), tramandato nel Libro di Flatey (Flateyjarbók) e infine due carmi

o da quello del noti come Canto magico di Gróa (Grógaldr) e Dialogo di Fjǫlsviðr (Fjǫlvinnsmál), in realtà

he allude a unadue parti del Dialogo di Svipdagr (Svipdagsmál), riportati in diversi manoscritti cartacei del

un indovinelloXVII secolo e oltre che contengono copie dell’Edda. I primi due e il quarto erano certamente

etto alla poesianoti a Snorri. Diversi carmi eroici che presentano carattere ‘eddico’ sono tramandati in vari

uso di sinonimi testi: essi sono stati editi con il nome di Eddica minora.32 Va però osservato che, fatta

i un medesimoeccezione per il Carme di Hlǫðr (Hlǫðskviða), probabilmente degli inizi del X secolo, questi

componimenti risalgono al più presto a non prima dell’XI secolo, per la maggior parte al XII-

rsi ‘casuale’. EXIII. Insieme all’Edda poetica e a quella di Snorri essi ben documentano la diffusione e la

sono riuniti dalpopolarità della materia mitologica e leggendaria nel mondo nordico. Del resto all’area
componimentisvedese (dalla quale non ci vengono documenti scritti di questo tipo) appartiene la celebre

Tra questi sipietra runica di Rök, sulla quale un incisore che si firma Varinn (runico uarin) ha lasciato

Baldrs versi (in fornyrðislag) nei quali si fanno riferimenti a storie eroiche e leggendarie che

Questo testo è dovevano essere ben note nel IX secolo, seppure per noi restino inesorabilmente oscure (solo

), nel vi riconosciamo un’allusione a Teodorico, re degli Ostrogoti).33 Ma la fortuna di queste

Canto di Grottitematiche si può constatare anche da testimonianze iconografiche presenti non solo in area

ði che macinavascandinava (raffigurazioni sulle pietre di Gotland34 e su pietre runiche) ma anche nelle isole

el quale si narrabritanniche (basti l’esempio della croce di Gosforth nel Cumberland e di quella di Kirk

ore delle classiAndreas nell’isola di Man, con le loro evidenti allusioni ad alcuni miti).35

AM 242 fol. Per l’irrisolvibile questione delle motivazioni della scelta, per la difficoltà di definizione

luspádelle problematiche relative ai singoli carmi, per la varietà dei temi trattati, per la ricchezza e

nfine due carmila variazione stilistica, l’Edda poetica resta un’opera complessa. E tuttavia è certamente qui

), in realtàche dobbiamo ricercare la parte più consistente e più ‘autentica’ di quel patrimonio

itti cartacei del mitologico che costituisce l’oggetto privilegiato dell’esercizio poetico degli scaldi,

ano certamentetrasformandosi poi definitivamente in pura materia letteraria, come inequivocabilmente

mandati in varidimostrerà l’Edda di Snorri.

vato che, fatta 5.2.2. Elogio del principe e altro ancora

X secolo, questi L’apprezzamento per l’opera dei poeti e il gusto dell’ascolto dei loro componimenti è

or parte al XII-certamente ben testimoniato nel mondo nordico. Non solo. Anche le fonti relative ad altre

diffusione e laaree germaniche lasciano chiaramente intendere la considerazione che era dovuta al cantore –

l resto all’area si pensi alla figura dello scop (sceop) nel mondo anglosassone – e all’oggetto della sua
tiene la celebre declamazione. D’altronde testi come il Beowulf o la Predizione dell’Indovina prendono avvio

) ha lasciatocon un esplicito invito all’ascolto. La posizione del poeta è socialmente ben definita. Essa

eggendarie chetrova la propria collocazione nelle corti (presso le quali in effetti egli vive godendo della

nte oscure (sologenerosità del signore), dove la recitazione del componimento risponde all’esigenza

rtuna di questedell’intrattenimento ma è anche al contempo (e forse soprattutto) esibizione di un raffinato

on solo in areaprodotto artistico (parallelo allo sfarzo che ostenta oggetti e armi preziose) e contenitore per

nche nelle isolela memoria. Sia essa la memoria di storie che appartengono alla tradizione mitologica e

quella di Kirkleggendaria, sia l’elogio di personaggi (tema prediletto l’encomio del signore, sebbene sia

tassativamente prescritta ogni forma di adulazione)36 sia la sottolineatura di eventi da

à di definizionetramandare ai posteri, sia il ricordo (per quanto sfocato) d’una antica funzione magico-rituale

r la ricchezza edella poesia, sia il desiderio di lasciare testimonianza di sé affermando la propria qualità

certamente quiartistica (e, magari, salvarsi la testa). Dal che risulta evidente che quando si parla di ‘poesia

uel patrimonioscaldica’,37 ci si riferisce genericamente a un’arte che in realtà ne contiene diverse e che, con

degli scaldi,il passare del tempo, andrà ulteriormente aprendosi a nuove forme espressive, indotte dalle

uivocabilmentetrasformazioni sociali e dal profondo mutamento degli ideali morali e religiosi. Sicché, alla

fine, ciò che in sostanza giustifica una comune definizione rispetto a questa varietà di

risultati espressivi è, piuttosto, l’aspetto tecnico che la caratterizza.

omponimenti è Il quale va individuato innanzi tutto nell’esibizione di una metrica contraddistinta da una

elative ad altrevarietà e da una severità che non trovano eguali. Sopra è stata ricordata l’Enumerazione dei

uta al cantore –metri poetici di Snorri, nella quale in centodue strofe è utilizzato un centinaio di modelli

getto della suametrici differenti. Il metro scaldico per eccellenza è il dróttkvætt (“metro di corte”),
prendono avvioconsiderato la base di tutti gli altri. Seppure ciò non sia del tutto corretto (sono noti infatti

n definita. Essaaltri metri, per così dire, ‘minori’) è tuttavia vero che gran parte dell’arte scaldica si fonda

godendo della sull’utilizzo di questa misura poetica e delle sue varianti. Con esso si costruisce generalmente

de all’esigenzaun verso di sei sillabe, ciascuna delle quali termina con un trocheo. Il che viene combinato

di un raffinato con l’uso dell’accento e dell’allitterazione, cui si aggiunge l’accorgimento poetico della rima

contenitore perinterna (hending), il tutto basato su regole che si fanno col passare del tempo più rigide.

e mitologica eNella poesia scaldica l’uso delle kenningar è travolgente.38 Le kenningar semplici sono

re, sebbene siacostituite da due elementi, uno dei quali, di solito al genitivo, agisce come elemento

a di eventi damodificatore rispetto all’altro, il cui significato usuale viene abbandonato in favore di uno

magico-ritualenuovo prodotto per combinazione. Esempi accessibili con immediatezza: “rugiada delle

propria qualità ferite” il sangue, “fragore delle armi” la battaglia, “luna delle palpebre”, gli occhi. Si tratta di

parla di ‘poesia un artificio poetico che si ritrova nella letteratura anglosassone e in qualche caso anche in

verse e che, conquella germanica continentale. Ma le kenningar degli scaldi possono anche essere doppie,

e, indotte dalletriple, quadruple e così via (cioè costituite da tre, quattro, cinque o più elementi) come

osi. Sicché, allaspiegato da Snorri (che le definisce nel primo caso tvíkennt, nel secondo rekit):39 ai poeti è

esta varietà dituttavia esplicitamente sconsigliato indulgere in eccessive (e tantomeno ulteriori) forzature.40

Una kenning ha lo scopo di determinare (kenna við) poeticamente un nome e un concetto per

ddistinta da unamezzo di altri, di proporre in sostanza una originale variazione. Un’esigenza che del resto

umerazione deiviene soddisfatta anche con l’uso dei sinonimi poetici (heiti) puntualmente elencati, come le

naio di modelli kenningar, da Snorri medesimo a seconda delle diverse categorie poetiche di riferimento.41

tro di corte”), Questa elencazione rivela – in un certo senso sorprendentemente – un repertorio tutto
ono noti infattisommato alquanto circoscritto, essa tuttavia testimonia l’esistenza di un preciso linguaggio

aldica si fondaelitario, separato da quello comune e in molti casi intelligibile solo da pochi. Il che non

e generalmentedipende soltanto dalla materia mitologica che in misura così cospicua impregna i versi, né

iene combinato dalla nobile arcaicità di taluni vocaboli, piuttosto dall’intreccio, regolamentato con precisione

etico della rimae tuttavia difficile da districare, di questi elementi con quelli più strettamente metrici e

mpo più rigide.formali. Con il risultato di una poesia allo stesso tempo rigorosa e sovrabbondante. Uno

semplici sonosviluppo peculiare del mondo nordico42 le cui ragioni non sono ancora state chiaramente

come elementoindividuate,43 ma il cui risultato è una tipologia poetica specifica il cui esercizio dovette

n favore di unoprevedere un addestramento mirato sotto la guida di un esperto. Al che – anche se nelle fonti

“rugiada delle non si trovano riferimenti espliciti – è tuttavia possibile (e plausibile!) riconoscere diverse

cchi. Si tratta diallusioni.44 Carattere leggendario hanno, evidentemente, informazioni relative a scaldi che

e caso anche in avrebbero acquisito la qualità poetica in maniera del tutto straordinaria: così Egill Skalla-

essere doppie,Grímsson che avrebbe cominciato a comporre versi compiuti fin dall’età di tre anni, o

elementi) comeSighvatr Þórðarson che – inizialmente assai poco dotato e ben poco considerato – sarebbe

ai poeti èdivenuto un abilissimo poeta dopo aver catturato un pesce particolare che nessuno riusciva a

40 prendere e averlo mangiato cominciando dalla testa.45 Almeno nel primo caso è evidente

un concetto perun’allusione al mito, là dove si dice che Odino può rendere gli uomini capaci di esprimersi in

a che del restoversi con la stessa facilità con cui parlano.46

encati, come le L’aspetto elitario della poesia scaldica è infatti metaforicamente spiegato dove si

racconta che l’arte poetica è, in sostanza, un magico idromele sottratto dal dio ad alcuni

repertorio tuttogiganti. Tale liquido prezioso, capace di rendere poeta chi lo beva, viene da lui liberamente
ciso linguaggiodonato.47 Del resto è ben noto (e non solo da questo episodio) che Odino è dio della poesia,

chi. Il che nonuna caratteristica alla quale si lega la sua conoscenza della magia e il possesso delle rune.

egna i versi, néNel che è sottolineata non soltanto la distinzione sociale accordata dalla conoscenza di ardue

con precisionediscipline, ma anche il latente e irrisolto rapporto tra poesia e magia verbale da una parte, che

mente metrici e si intreccia dall’altra con quello tra poesia e rune. Un rapporto che non si deduce soltanto da

bondante. Unoelementi puramente mitologici (in primo luogo l’elencazione dei ‘canti magici’ conosciuti e

te chiaramenteutilizzati da Odino medesimo e strettamente connessi al possesso del segreto delle rune),48

ercizio dovettebensì anche da constatazioni concrete. Infatti mentre da un lato la poesia mostra (soprattutto

he se nelle fontinel caso della poesia d’infamia49 e della poesia d’amore) chiari rapporti con la magia, ben

noscere diversetestimoniati da incontestabili riscontri giuridici;50 abbiamo dall’altro (se pur si volesse

ve a scaldi cheignorare, considerandola letterariamente manipolata, la testimonianza della Saga di Egill

sì Egill Skalla-Skalla-Grímsson, celebrato poeta e conoscitore di magia runica) notizia di maestri incisori di

di tre anni, orune che si definiscono ‘scaldi’.51

erato – sarebbe Dunque la poesia scaldica è – almeno inizialmente – poesia cortese legata a quella élite

suno riusciva aguerriera e vichinga la cui progressiva affermazione rispetto alla parte più tradizionale della

caso è evidentesocietà si rispecchia facilmente nella letteratura e nell’arte. Il primo scaldo di cui si abbia

di esprimersi in notizia è Bragi Boddason detto il Vecchio (inn gamli), vissuto nel IX secolo e, a quanto pare,

attivo alla corte svedese, forse addirittura presso quel medesimo re Björn incontrato a Birka

iegato dove sidal missionario Ansgar nell’anno 830.52 Non è tuttavia chiaro se egli fosse svedese o

l dio ad alcunipiuttosto norvegese. Modello poetico quasi mitizzato (al punto che pare lecito pensare che il

lui liberamente dio della poesia con il medesimo nome ricordato in particolare nell’Edda di Snorri sia in
io della poesia, realtà ispirato alla sua figura),53 fu a lungo (ma probabilmente erroneamente) ritenuto

esso delle rune.creatore del verso scaldico per eccellenza il dróttkvætt.54 Di Bragi oltre ad alcune strofe

scenza di arduesciolte ci resta (seppure incompleto) il Carme encomiastico per Ragnarr (Ragnarsdrápa),

a una parte, checomponimento esemplare di quel tipo di arte scaldica che sceglie come proprio oggetto la

uce soltanto datraduzione poetica di un altro prodotto artistico: qui un magnifico scudo istoriato con scene

ci’ conosciuti e tratte dalla tradizione mitologica ed eroica che si vuole sia stato donato al poeta da Ragnarr

48 Brache di pelo.55 La ‘descrizione dello scudo’ come percorso poetico si ritrova anche nel

stra (soprattutto componimento di un altro scaldo del IX secolo, Þjóðolfr di Hvinir, vissuto alla corte di

n la magia, benAraldo Bella chioma, che reca il titolo Lungo come un autunno (Haustlǫng). Sono testi nei

pur si volessequali la materia mitologica mostra di aver dimenticato la propria natura funzionale (del resto

Saga di Egillgià nel Carme encomiastico per Ragnarr essa appare quasi sopraffatta dalla materia eroica)

estri incisori diper divenire ornamento: tendenza a un assoluto sopravvento, come conferma l’uso a fini

strettamente tecnici che gli scaldi faranno delle kenningar a contenuto mitologico, molte

élitedelle quali non saremmo in grado di comprendere se non disponessimo delle spiegazioni di

adizionale della Snorri.56

di cui si abbia Ogni componimento scaldico ‘cortese’ è dedicato a un signore. È un dono con cui il

, a quanto pare,poeta ricambia la generosità di chi lo ospita, che a sua volta spesso lo premierà con un nuovo

ontrato a Birkadono, consuetudine ben testimoniata nel lessico dai termini bragarlaun “dono per una

osse svedese o poesia” e skáldfé “ricompensa dello scaldo”. Odino medesimo prescrive: “all’amico l’uomo

o pensare che ildeve essere amico e ricambiare dono con dono” e ancora: “un dono chiede sempre un

di Snorri sia in contraccambio”,57 e tuttavia in qualche caso la generosità del signore appare davvero
mente) ritenutosorprendente!58 Del resto la sua nobiltà si misura anche dal fatto che uno o più poeti

d alcune strofesoggiornino presso di lui, dedicando alla sua persona e alle sue imprese componimenti che ne

),perpetueranno la memoria. Diversi scaldi sono legati a importanti figure di sovrani. Þjóðolfr

prio oggetto ladi Hvinir, precedentemente menzionato, è noto altresì per la composizione della cosiddetta

riato con scene Enumerazione degli Ynglingar, un poema nel quale si fa risalire la dinastia norvegese di

oeta da Ragnarr Rǫgnvaldr Alto nell’onore (heiðumhár), cugino di Araldo Bella chioma, alla stirpe svedese

rova anche neldegli Ynglingar, a loro volta fatti discendere dagli dèi. Amico intimo di Araldo Bella chioma

o alla corte diera il poeta Þorbjǫrn Artiglio di corno (hornklofi) al quale si deve almeno una parte della

. Sono testi neiCanzone per Araldo (Haraldskvæði), testo altrimenti noto come Dialogo del corvo

onale (del resto(Hrafnsmál), nel quale in uno scambio di strofe tra un corvo e una valchiria si elogiano le

materia eroica)qualità del sovrano, sottolineandone tra l’altro la generosità nei confronti dei poeti (str. 18-

ma l’uso a fini 19).59 Sopra sono stati ricordati Eyvindr Finnsson Plagiatore, cantore del sovrano Håkon il

tologico, molte Buono60 ed Einarr Helgason Suono della bilancia che aveva dedicato un poema allo jarl

e spiegazioni diHåkon.61 Alla corte del cristianissimo Olav Tryggvason doveva giungere l’islandese Alfredo

Óttarson, il “Poeta turbolento” (vandræðaskáld), legato al sovrano da un rapporto non

dono con cui il sempre facile per motivi di contrasto religioso62 (in precedenza del resto egli aveva composto

à con un nuovoun poema elogiativo per il signore pagano della Norvegia, lo jarl Håkon).63 Un altro

“dono per unaislandese, Sighvatr Þórðarson sarebbe divenuto invece, nonostante la diffidenza iniziale, non

l’amico l’uomo solo poeta ma anche amico e consigliere di Olav il Santo.64 La sua opera più nota, Canzoni

ede sempre undel viaggio a oriente (Austrfararvísur), descrive le avventure affrontate nel corso di un

appare davveroviaggio nelle regioni svedesi, intrapreso nelle vesti di inviato del re.65 Certamente doveva
no o più poetiaver avuto un rapporto di consuetudine con il defunto anche l’anonimo compositore del

onimenti che neDialogo per Eirik (Eiríksmál), celebre componimento commissionato dalla regina Gunnhild,

ovrani. Þjóðolfrvedova di Eirik Ascia insanguinata alla morte del marito (954), nel quale si descrive la

della cosiddettamagnifica accoglienza a lui riservata nella Valhalla. I sovrani nordici avrebbero mantenuto la

a norvegese di consuetudine di ospitare poeti presso la loro corte almeno fino alla seconda metà del XII

a stirpe svedese secolo: uomini che li avrebbero ripagati con l’immortalità poetica e anche, talvolta, con la

o Bella chiomaloro stessa vita.66 Per quanto se ne sa, l’ultimo poeta di corte attivo presso un sovrano

una parte dellanorvegese e autore di carmi elogiativi cortesi è Einarr Skúlason (XII secolo);

ogo del corvo significativamente però costui era un ecclesiastico: l’incontro dell’arte scaldica con le

a si elogiano letematiche cristiane avrebbe contribuito in misura consistente al declino di questo tipo di

i poeti (str. 18-poesia.

vrano Håkon il Certo alle corti ci furono tra gli scaldi anche rivalità e conflitti. Un celebre esempio è

jarlriportato nella Saga di Gunnlaugr Lingua di serpente, dove si racconta di due poeti islandesi,

andese AlfredoGunnlaugr Illugason appunto e Hrafn Ǫnundarson che si trovavano alla corte del re svedese.

n rapporto nonEntrambi avevano composto una poesia per il sovrano e ottennero di recitarla. Ma tra di loro

veva compostosorse un contrasto su chi avrebbe dovuto recitare per primo. Al che il sovrano, pur dando la

Un altro precedenza a Gunnlaugr (a motivo del suo difficile carattere) chiese a ciascuno di valutare il

za iniziale, noncomponimento dell’altro. I giudizi furono reciprocamente taglienti, ma Gunnlaugr umiliò

Canzoni ulteriormente il rivale con queste parole: “[…] perché componi un flokkr sul re […] o non ti

el corso di un pare degno di una drápa?”67 Il che, mentre ci conferma la maggiore difficoltà e il maggiore

amente doveva pregio artistico di un componimento rispetto a un altro (più breve e senza ritornello il primo,
ompositore deldalla struttura articolata e marcatamente elogiativo il secondo),68 sottolinea anche una rivalità

gina Gunnhild,artistica che certamente non si manifestò solo in questa occasione.

si descrive la In Islanda, è noto, non c’erano sovrani. E tuttavia un gran numero di scaldi furono

ro mantenuto laislandesi. Essi poterono naturalmente dedicarsi alla poesia di carattere encomiastico, dal

a metà del XII momento che molti di loro presero il mare e si recarono presso le corti. E tuttavia soprattutto

talvolta, con lanei loro versi si dovevano sviluppare motivi ispiratori che accolti nello spazio poetico vi

sso un sovranoavrebbero portato una grande innovazione, seppure le regole metriche e formali restassero

(XII secolo); inalterate. La poesia scaldica, nata come descrizione di oggetti preziosi (poesia come

caldica con le ornamento) e come elogio di personaggi celebri e delle loro imprese, era un’arte di carattere

questo tipo dioggettivo. Ma quando i poeti cominciarono a riversarvi le proprie sensazioni e le proprie

speranze, i propri dubbi e i propri dolori essa si aprì all’espressione soggettiva, il che diede

ebre esempio èorigine a componimenti che con minore difficoltà possono essere apprezzati da un lettore

poeti islandesi,moderno, che più agevolmente vi riconosce un’eco della propria esperienza. Si sviluppò

del re svedese.dunque una poesia di riflessione e di ricerca, d’amore e di invidia, di rabbia e di speranza.

. Ma tra di loroUna poesia del sentimento umano che talvolta dovette affrancarsi da preconcetti e timori (è il

o, pur dando lacaso, come sopra accennato, della poesia d’amore), tal altra fu però capace di offrire sollievo

no di valutare ilnelle difficoltà, quando non addirittura di porsi come ragione di vita. E così troviamo,

nnlaugr umiliò ricordate soprattutto nelle saghe degli Islandesi, celebri figure di poeti, come i già menzionati

re […] o non tiAlfredo Óttarson Poeta turbolento, Gunnlaugr Illugason Lingua di serpente e Kormákr

à e il maggioreǪgmundarson, tutti protagonisti di storie d’amore infelici che accompagnarono la loro vita, o

rnello il primo,altri, come Gísli Súrsson, che nella poesia cercava lo sfogo ai tormenti d’una grama esistenza
che una rivalitàda fuorilegge.

Ma nell’accogliere nuove tematiche la poesia scaldica dovrà adeguare e arricchire il

i scaldi furono proprio linguaggio anche utilizzando in modo diverso le proprie risorse. E così a esempio

comiastico, dal nella poesia d’amore si affollano le kenningar per ‘donna’ assai spesso costruite con il nome

avia soprattutto di una divinità femminile determinato da elementi ricorrenti quali il lino o comunque un

azio poetico vi tessuto o un capo di vestiario, l’oro (spesso celato da una kenning tradizionale) o i gioielli

mali restassero(per citare solo le più comuni): un repertorio alquanto prevedibile. Ma vi troviamo anche

(poesia comeguizzi di una nuova creatività, quando a esempio lo scaldo Kormákr, colpito da un amore a

arte di carattereprima vista per Steingerðr, la descrive come “Hrist dell’onda […] di cipolle”, accostando al

ni e le proprierichiamo a una valchiria (Hrist) l’allusione alla minestra che la ragazza sta preparando;69 o

va, il che diedequando Gísli Súrsson si riferisce al pianto della moglie Auðr, dolente per l’assassinio del

ti da un lettorefratello, con le parole: “Gná degli anelli lascia cadere/ l’onda dell’onde con noci [di lutto],

za. Si sviluppò[scende] dalla bianca foresta del margine delle palpebre/ nel grembo della donna,

a e di speranza. l’interdizione del riso”,70 nelle quali a una ordinaria kenning per “donna” (“Gná”, divinità

tti e timori (è il femminile, “degli anelli”) se ne accosta un’altra del tutto originale che immagina le lacrime

offrire sollievodure e pesanti di un pianto disperato come noci che si rovesciano dagli occhi.

così troviamo, Nell’ottica dell’adeguamento poetico va inquadrato anche ciò che resta del

già menzionaticomponimento dal titolo Carme encomiastico della casa dello scaldo Úlfr Uggason che,

nte e Kormákrdescrivendo le scene mitologiche raffigurate sulle pareti d’una ricca dimora islandese,

o la loro vita, oevidentemente riprende le tecniche precedentemente utilizzate per le ‘descrizioni dello

grama esistenzascudo’.71
Certamente la figura che meglio incarna diversi aspetti della poesia scaldica è quella di

e arricchire ilEgill Skalla-Grímsson (910-990?). Islandese, discendente di una famiglia che aveva scelto

così a esempiol’esilio in opposizione al sovrano Araldo Bella chioma, egli mostrò fin da bambino una

ite con il nomedecisa predisposizione per la poesia, così come per la vita avventurosa e guerriera. La saga

o comunque un che lo vede protagonista narra con dovizia di particolari la sua esistenza e le vicende che lo

ale) o i gioiellicoinvolsero, dalle quali egli spesso trasse ispirazione per componimenti che variano dalla

roviamo anche poesia d’amore al carme encomiastico, dalla auto-esaltazione (non solo come poeta) allo

da un amore asfogo di sentimenti personali. Nell’ambito della poesia scaldica cortese Egill è autore di un

, accostando al Riscatto per la testa (Hǫfuðlausn) composto per il suo grande avversario, Eirik Ascia

oinsanguinata che lo aveva fatto prigioniero e che su insistenza della moglie Gunnhild voleva

l’assassinio delcondannarlo a morte. Su consiglio di un fedele amico, il hersir Arinbjǫrn Þórisson, egli

noci [di lutto], trascorse la notte componendo questo carme, nonostante la regina avesse tentato di

della donna,distoglierlo dall’opera facendo ricorso alla magia. L’abilità poetica gli valse la grazia.72 Del

“Gná”, divinitàresto, l’uso di comporre un hǫfuðlausn è una pratica altrove testimoniata73 che non pare

gina le lacrimeazzardato legare al ricordo di certami sapienziali di carattere rituale e cruento, così come

suggerisce l’eddico Dialogo di Vafþrúðnir.74 E proprio per Arinbjǫrn, amico fraterno, Egill

che resta delavrebbe composto un carme encomiastico, un dono poetico con il quale ricompensarlo per la

Uggason che,fedeltà e il costante sostegno: “Ladro d’amicizia ch’io/ debba esser chiamato/ e disonesto/

mora islandese,col boccale di Viðurr/ indegno di ogni lode/ e trasgressore di patti,/ se per il suo sostegno/

escrizioni dello non dessi ricompensa […].”75 La Canzone per Arinbjǫrn (Arinbjarnarkviða) appartiene

all’età matura di Egill, quindi alla sua pienezza artistica. Maturità che è ancor meglio riflessa
dica è quella diin un lungo poema successivo, La perdita irreparabile (o anche La vendetta impossibile) dei

he aveva sceltofigli (Sonatorrek) considerato il capolavoro di questo poeta. Il testo fu composto poco dopo il

a bambino una960. Dopo la morte del figlio Gunnarr dovuta a una malattia, Egill perdeva anche il maggiore

erriera. La sagae prediletto Bǫðvarr a causa di un naufragio. L’uomo prepotente e coraggioso che, come

vicende che loracconta la sua saga, non aveva avuto timore di affrontare molti pericoli e molti nemici

e variano dallaappariva ora schiantato dal dolore. Inutile cercare conforto di fronte a lutti dei quali nessuno

me poeta) alloavrebbe potuto prendere vendetta perché causati da avversari sovrannaturali. Egill decise di

è autore di un lasciarsi morire. Solo l’intervento della figlia Þorgerðr lo scuoterà, quando ella gli chiederà

o, Eirik Asciadi vivere ancora, almeno il tempo necessario per comporre un carme in memoria dei figli: la

Gunnhild volevapoesia – che sola può garantire il ricordo (e quindi una sorta di eternità) a chi è scomparso –76

Þórisson, egli restituirà al contempo al poeta una ragione per continuare a vivere.77

esse tentato di Le rime sciolte (lausavísur) di Egill sottolineano i momenti cruciali della sua esistenza.

Del Esse sono caratterizzate da straordinaria efficacia espressiva, che alterna un linguaggio

che non pare diretto all’uso misurato delle kenningar e a sapienti scelte allitterative. Secondo la sua saga,

nto, così come già all’età di sei anni, dopo aver ucciso un compagno di giochi, il poeta volle sottolineare il

fraterno, Egillproprio carattere indomito con dei versi definendosi, nelle parole della madre, un ‘vichingo

mpensarlo per la nato’.78 Egli avrebbe continuato a comporre commenti poetici alle proprie vicende e alle

o/ e disonesto/proprie imprese, toccando le tematiche preferite della vita guerriera e delle corti, ma

l suo sostegno/estendendo altresì il proprio spazio poetico per includervi lo sfogo di sentimenti quali amore

) appartiene o tormento, desiderio o rabbia, ma anche – verrebbe da dire naturalmente! – fiera

meglio riflessaostentazione della propria arte (e della propria scienza runica). È opinione condivisa che
deiEgill Skalla-Grímsson sia stato il più grande fra gli scaldi.79

to poco dopo il La lettura dei versi di questi poeti presenta diverse difficoltà. Innanzi tutto si tratta di

che il maggioreproblemi di carattere testuale, dovuti alla forma spesso corrotta nella quale molti

ioso che, comecomponimenti ci sono pervenuti in codici che, lo si ricordi, appartengono a una tradizione

e molti nemiciscritta non esente da errate letture o cattive interpretazioni. Poi ci sono problemi di

i quali nessunoattribuzione: i versi che nelle fonti vengono ascritti agli scaldi presentano non di rado forme

Egill decise dipoetiche e linguistiche che mal si accordano con il periodo in cui costoro risultano essere

lla gli chiederàeffettivamente vissuti (si vedano a esempio i poeti protagonisti delle saghe omonime), il che

oria dei figli: lacomporta, quantomeno, una rielaborazione da parte dell’autore della saga. D’altronde

76all’interno del testo il rapporto tra il racconto e i versi è tutt’altro che lineare, seppure le parti

poetiche paiano in molti casi costituire una sorta di ‘filo conduttore’ sulla cui base si

a sua esistenza.enucleano e talora si sottolineano le vicende narrate.80 Naturalmente è anche possibile

un linguaggioattribuire la composizione dei versi a un autore diverso dal redattore della saga; soprattutto

ndo la sua saga,nel caso dell’inserimento di composizioni palesemente estranee al contesto narrativo.81

e sottolineare il Maggiore fiducia possiamo forse accordare ai componimenti degli scaldi che contengono

e, un ‘vichingol’elogio di principi e il riferimento alle loro gesta, come riscontro di eventi storicamente

vicende e alleaccertati: si può infatti constatare che la norma della veridicità dovette essere correttamente

delle corti, maseguita nella maggior parte dei casi, come del resto testimonia Snorri Sturluson, il quale nel

nti quali amorePrologo della Saga degli Ynglingar scrive così: “Prendiamo per vero tutto ciò che in quei

mente! – fiera poemi si trova a proposito delle loro spedizioni e delle loro battaglie. È infatti abitudine dei

condivisa chepoeti, massimamente lodare colui al quale allora si trovano di fronte, ma nessuno oserebbe
declamare a lui stesso delle imprese che tutti gli ascoltatori, e così egli medesimo, sapessero

utto si tratta di essere falsità e invenzione, ciò sarebbe allora ironia anziché lode.”82

a quale molti Sighvatr Þórðarson, strofa sciolta (lausavísa):

una tradizione “Ascolta i miei versi, principe,

albero del destriero delle tende


o problemi di
azzurrocupe,83 perché io so comporre,
n di rado forme
un poeta tu devi averlo; pure
risultano essere
se le rime di tutti gli altri scaldi
monime), il che
non vuoi sentirle,
ga. D’altronde
nondimeno, signore,
seppure le parti
basterò io per te a far poesia.”84
lla cui base si
Quando Snorri Sturluson scriveva la sua Edda la poesia scaldica era già inesorabilmente
anche possibile
avviata verso il proprio declino. Esso fu provocato da una parte dai rivolgimenti che
aga; soprattutto
determinarono lo sfaldamento dell’antica struttura politico-sociale e, insieme, il

dissolvimento dell’ideale di vita vichingo; dall’altra dalla forza dirompente della nuova
che contengono
cultura fortemente influenzata e condizionata dalla tradizione classico-cristiana. E tuttavia i
ti storicamente
poeti nordici a lungo si sforzarono di adeguare la loro arte, applicando l’antica disciplina
e correttamente
formale a nuovi contenuti. Essa tuttavia sarebbe inesorabilmente tramontata nel XIV secolo.
on, il quale nel
5.2.3. Memoria e identità collettiva
ciò che in quei
La letteratura norrena – come del resto le altre forme dell’arte nordica – appartiene in
ti abitudine dei
primo luogo al mondo dell’aristocrazia. Ciò è evidente innanzi tutto quando si prendano in
ssuno oserebbe
esame le composizioni poetiche legate all’ambiente delle corti. Ma la poesia scaldica, come
simo, sapessero si è visto, non resta limitata a questo spazio. Nelle opere dei poeti nordici, in particolare degli

scaldi islandesi, si esprime parallelamente la voce di un mondo contadino nel quale una

borghesia benestante e politicamente influente ha stabilito il proprio potere. Precedentemente

sono state prese in esame le motivazioni che avevano portato i primi coloni alla decisione di

trasferirsi in Islanda per costituirvi una nuova nazione: tra di esse certamente il forte

attaccamento ai valori tradizionali. Ma una nazione per essere tale ha bisogno di una forte

specificità culturale e di un legame con il passato: l’esigenza di ricordare le proprie radici, il

desiderio di ribadire la propria identità ma anche, più che probabilmente, l’urgenza di sentirsi

comunità spinsero gli Islandesi a raccogliere e a tramandare notizie su coloro che avevano

dato inizio alla loro storia. Questo si constata in primo luogo nel cosiddetto Libro

dell’insediamento (Landnámabók), giuntoci in cinque versioni (di cui una frammentaria)


nesorabilmente
risalenti a due più antiche, una delle quali redatta nei primi anni del XII secolo da Ari
volgimenti che
Þorgilsson con l’aiuto di tale Kolskeggr Ásbjarnarson, per altro sconosciuto, ma come Ari
, insieme, il
definito il Saggio.85 Qui con attenzione meticolosa sono registrati in dettaglio i nomi dei
te della nuova
fondatori della patria islandese, con precisa indicazione delle loro parentele e della loro
na. E tuttavia i
provenienza, accompagnata – in qualche caso – da brevi notizie sulla loro vita. Uno
ntica disciplina
strumento attraverso il quale i discendenti di quei coloni potevano rintracciare le proprie

origini, appagando il bisogno di riconoscersi come appartenenti a una determinata famiglia

(elemento fondamentale, lo si ricordi, della mentalità nordica tradizionale) a sua volta


– appartiene in
inserita nel più ampio contesto della giovane nazione islandese. Ma anche un modo per
si prendano in
affermare la supremazia di quelle famiglie. Analoga a questa è certamente la prima
scaldica, come
articolare deglimotivazione per la redazione di quelle storie che andranno a formare il corpus delle celebri

nel quale una“saghe degli Islandesi” (Íslendinga sǫgur), che del resto la palesano apertamente nelle

recedentementedettagliate genealogie dei diversi protagonisti. Il che, se per un lettore moderno costituisce un

lla decisione dielemento che pare appesantire inutilmente il racconto, significava per l’ascoltatore del tempo

amente il forteun concreto coinvolgimento nella trama degli eventi narrati, che in tal modo venivano

no di una forte saldamente ancorati alla realtà nella quale egli si trovava a vivere.86 E si è detto – non a caso!

roprie radici, il – ascoltatore, dal momento che una saga (il termine è connesso etimologicamente al verbo

genza di sentirsisegja “dire”)87 era innanzi tutto un testo che veniva riportato oralmente: fatto, questo, che

ro che avevanonon soltanto ebbe benefici effetti sulla codificazione e la circolazione di una lingua

Libronazionale, ma contribuì a diffondere il senso dell’appartenenza alla comunità che al tempo

frammentaria)stesso era produttrice e fruitrice di questo tipo di prodotto letterario. Il resoconto di eventi

secolo da Ari significativi riportati durante le occasioni di incontro (assemblee, visite, feste, riti e

, ma come Aricelebrazioni) fu certamente una importante consuetudine. Ma il processo che portò alla

glio i nomi deiformazione delle saghe degli Islandesi in forma di racconti correttamente strutturati nei quali

le e della loro confluirono elementi diversi (tradizione narrativa orale, circolazione di componimenti

loro vita. Unopoetici, formazione e conoscenze dell’autore, fattori socio-ambientali) fu certamente lungo.

ciare le proprieMolto tempo doveva passare tra le vicende da cui esse traggono spunto e la loro definitiva

minata famiglia elaborazione letteraria. Basti ricordare che la versione scritta di questi racconti risale, al più

e) a sua voltapresto, al XIII secolo.88 Il rapporto tra gli elementi della tradizione orale e la composizione

e un modo perdelle saghe è stato bene (e, a mio modo di vedere, definitivamente) chiarito in uno studio

mente la primaancora piuttosto recente di Hermann Pálsson.89


delle celebri È del tutto evidente che le saghe degli Islandesi, seppure legate a vicende e a personaggi

ertamente nellericonducibili per la maggior parte agli anni fra il 930 (istituzione dell’assemblea generale di

o costituisce unÞingvellir) e il 1050 circa, non costituiscono (e non possono costituire) testi di carattere

atore del tempostorico. Il che non dipende solo dal fatto che in esse sono presenti, in misura maggiore o

modo venivanominore, anche motivi fantastici, bensì soprattutto dalla constatazione che la materia ‘storica’

o – non a caso! è divenuta oggetto di una elaborazione letteraria che le ha gradatamente imposto le proprie

mente al verboregole e le proprie finalità. Ciò è dimostrato esemplarmente dal caso della Saga di Hrafnkell

tto, questo, chegoði del dio Freyr, ineccepibile dal punto di vista della credibilità degli eventi narrati e

di una linguatuttavia frutto, senza ombra di dubbio, di invenzione letteraria.90 D’altro canto questa

à che al tempo osservazione non deve essere portata alle estreme conseguenze,91 in quanto in ogni caso le

conto di eventisaghe sono riconducibili a un ambiente ben determinato e circoscritto, la cui mentalità e il cui

e, feste, riti eordinamento esse ci trasmettono (anche se i singoli elementi vadano attentamente vagliati).

che portò alla Sicché sarebbe insensato rigettare tutte le informazioni che da qui ci vengono sul piano delle

tturati nei qualicredenze religioso-mitologiche, delle consuetudini sociali e giuridiche e delle tradizioni

componimentifolcloristiche e magiche. Tanto più che esse trovano non di rado conferma in testimonianze

tamente lungo.archeologiche, artistico-iconografiche e toponomastiche.

loro definitiva È opinione ben condivisibile che le saghe degli Islandesi costituiscano la prima forma di

nti risale, al piùromanzo europeo. E tuttavia fin dal passato un acceso dibattito ha riguardato la formazione

a composizionedi questi testi. Il contrasto ha visto opporsi, in particolare, i fautori della cosiddetta

o in uno studioFreiprosalehre (la versione scritta delle saghe si limiterebbe a riversare nei codici testi ben

strutturati, sia dal punto di vista contenutistico sia da quello formale, attraverso una lunga e
e a personaggiconsolidata tradizione orale) e quelli della Buchprosalehre (le saghe sono opera di autori che

blea generale diconsapevolmente hanno redatto elaborandoli in forma letteraria elementi del patrimonio

sti di carattereculturale nazionale). Le conclusioni sono state, sostanzialmente, a favore dei secondi. E

ura maggiore otuttavia, come ben evidenziato in studi più recenti,92 il contributo della tradizione orale deve

materia ‘storica’ ricevere un giusto riconoscimento ed essere opportunamente rivalutato. Certo ci troviamo di

posto le propriefronte a testi che per scelte costruttive, analogie ed espedienti stilistici vanno a costituire un

ga di Hrafnkellvero e proprio genere letterario.93 Del resto, come è stato detto, anche quando si prendano in

eventi narrati eesame i testi poetici che non di rado sono inseriti nel contesto del racconto (soprattutto nelle

o canto questa saghe incentrate sulla figura di celebri scaldi ai quali queste composizioni vengono

in ogni caso leattribuite), è possibile verificare che essi presentano – tranne forse in qualche caso –94 forme

mentalità e il cuiche difficilmente si accordano con l’epoca nella quale avrebbero dovuto essere composti:

mente vagliati).piuttosto è possibile anche qui riconoscere l’intervento di chi li ha rielaborati conferendo la

sul piano delleforma nella quale ci sono trasmessi. Innanzi tutto le saghe sono costruite su uno schema

delle tradizionidrammatico, essenzialmente fondato su questa sequenza: introduzione, conflitto, climax,

n testimonianzevendetta, riconciliazione, conseguenze.95 Ciò consente di organizzare la narrazione di

vicende non di rado complesse e riferibili a diverse situazioni e personaggi. Poiché – anche

prima forma diquando traggano lo spunto (e prendano il titolo) da un protagonista che per le sue particolari

o la formazionequalità o imprese emerge rispetto ad altri – questi racconti restano comunque affreschi della

ella cosiddettavita di una comunità, dove al criterio della selezione è preferito quello dell’apertura che

codici testi benconsente di accogliere diversi spunti narrativi. Mentre, al contempo, la trama del racconto e i

rso una lunga epersonaggi principali si connettono e riconducono a un contesto sociale dal quale non
ra di autori chepossono prescindere. Per questo una ‘saga’ nell’accezione comune è immaginata come un

del patrimonio tessuto narrativo riguardante le vicende di una grande famiglia o comunque di una

dei secondi. Ecomunità,96 riflesso letterario di una mentalità tradizionalista che in queste opere riversò il

ione orale deve proprio bisogno di identità, consolidando la propria memoria.

o ci troviamo di Saghe celebri come la ‘grande’ Saga di Njáll del rogo97 (un vero e proprio capolavoro di

a costituire untecnica narrativa), la Saga di Egill Skalla-Grímsson (da taluni attribuita a Snorri Sturluson),

si prendano inla Saga di Gísli Súrsson e quella, piuttosto tarda, di Grettir Ásmundarson (entrambe

oprattutto nelleincentrate su celebri figure di ‘fuorilegge’), la Saga dei valligiani di Laxárdalur (per molta

zioni vengonoparte imperniata su drammatiche vicende legate a una fiera figura femminile); saghe che

formeraccontano di intense quanto infelici (ma sempre molto concrete) storie d’amore (come la

ssere composti: Saga di Kormákr, la Saga di Alfredo Poeta turbolento, la Saga di Gunnlaugr Lingua di

i conferendo la serpente); saghe che delineano difficili destini personali (come la Saga di Hrafnkell goði del

su uno schemadio Freyr o la Saga di Víga-Glúmr) o ancora saghe più propriamente riferite alle vicende di

, una comunità (come la Saga degli uomini di Eyr o la Saga dei valligiani di Vatnsdalur) –

narrazione di solo per citarne alcune! – condividono con le altre (anche quelle meno note) una serie di

Poiché – anche elementi caratteristici. Innanzi tutto una narrazione che si mantiene su un piano oggettivo,

e sue particolarievitando qualsiasi coinvolgimento dell’autore, il quale si limita a presentare i fatti nella loro

affreschi dellasuccessione temporale, senza indulgere a inutile retorica né a forme di ridondanza stilistica o

ell’apertura chelessicale, prediligendo al contrario l’allusione o l’attenuazione della notizia (frequente è a

del racconto e iesempio, il ricorso alla litote). Al proprio fruitore (ascoltatore o lettore che sia) il racconto

dal quale non fornisce semplicemente gli elementi da cui trarre inevitabili conclusioni, non di rado
ginata come unsottolineando i fatti e le situazioni attraverso commenti brevi, quasi sottintesi, o facendo

munque di una ricorso a una non meglio specificata quanto sintetica ‘opinione della gente’ (il che tra l’altro

opere riversò ilrimarca l’impatto sociale delle vicende narrate). Per fare un esempio: nella Saga di Gísli si

racconta che il protagonista – che per il dovere della vendetta verso un ‘fratello di sangue’

o capolavoro diaveva assassinato il marito della sorella – una volta stava seduto all’aperto e rivoltosi verso il

orri Sturluson), tumulo del cognato ucciso recitò una poesia. In quei versi, per quanto di interpretazione assai

rson (entrambedifficile, era ammessa la sua responsabilità nell’omicidio; il senso del componimento fu

(per moltacompreso e ciò determinò per lui la proscrizione e infine la morte. Questa azione del

ile); saghe cheprotagonista assolutamente determinante per il prosieguo della storia viene sintetizzata con

more (come la poche parole: “Gísli allora recitò una poesia, e mai avrebbe dovuto [farlo]” (“Gísli kvað þá

augr Lingua divísu, er æva skyldi”).98 D’altro canto, frasi come “Alla gente parve che […]” o “la gente

deldisse che […]” ricorrono con una certa frequenza. E tuttavia, pur sullo sfondo di questa

alle vicende disocietà presente e osservatrice, le saghe tendono a evidenziare avvenimenti legati ai destini di

) –singole persone, caratteri ancora una volta disegnati con pochi tratti, brevi descrizioni nelle

e) una serie diquali sono tuttavia sottintesi alcuni degli elementi che, insieme a una serie di forze esterne

iano oggettivo,(eventi solo apparentemente casuali), metteranno in moto il meccanismo del dramma.

fatti nella loroGunnlaugr Lingua di serpente, protagonista della saga omonima, la cui favella mordace

anza stilistica o insieme al carattere prevaricatore innescherà il desiderio di vendetta del rivale Hrafn (con il

(frequente è a quale alla fine della saga si darà reciproca morte) viene descritto con queste parole: “Così è

sia) il racconto detto di Gunnlaugr, che egli era maturato precocemente, [era] grande e forte, coi capelli

, non di radocastano chiaro che cadevano assai bene, cogli occhi neri e il naso un po’ brutto e gradevole in
tesi, o facendoviso, snello di vita e con le spalle larghe, straordinariamente ben fatto, molto irruente in tutta

l che tra l’altro la [sua] indole e precocemente ambizioso e in ogni cosa ostinato e duro e grande scaldo e

sipiuttosto pronto a comporre versi d’infamia e detto Gunnlaugr Lingua di serpente.”99 Ma che

ello di sangue’queste descrizioni rispondano a fini letterari si comprende bene anche là dove la saga utilizza

ivoltosi verso illa tecnica del raffronto, sottolineando le qualità negative di alcuni personaggi (a esempio un

pretazione assaifratello) per esaltare nel confronto le doti di un protagonista. Nella stessa ottica va inquadrato

mponimento fuil ricorso delle saghe all’ironia (o al sarcasmo), espressi ancora una volta in modo allusivo,

esta azione delquasi prudente. A esempio nella Saga di Njáll del rogo nell’episodio dell’attacco alla casa di

sintetizzata con uno dei protagonisti, Gunnarr di Hliðarendi, è riferito di tale Þórgrímr che, arrampicatosi sul

“Gísli kvað þá tetto per verificare la presenza di Gunnarr all’interno guardando attraverso un’apertura sul

…]” o “la gentetetto, venne da questi ferito all’addome con una alabarda. Quando ridiscese uno dei

ondo di questacompagni gli chiese: “‘È a casa Gunnarr?’ ‘Verificatelo voi’, rispose Þorgrímr, ‘io so solo

gati ai destini diche la sua alabarda è a casa.’ Dopo di che cadde giù morto.”100

escrizioni nelle Le saghe, è stato detto, prediligono contenuti drammatici. Nel che non soltanto

di forze esterneriecheggiano in parte i temi della tradizione epica, ma rispecchiano una visione di vita nella

o del dramma.quale un valore di primaria importanza è quello dell’onore che si manifesta nella fedeltà

avella mordace totale alla propria stirpe, nel dovere imprescindibile della vendetta e nella rassegnata

e Hrafn (con il sottomissione alla propria sorte (molto spesso anticipata in sogni premonitori che

parole: “Così ècostituiscono un motivo ricorrente). I racconti sottolineano caratteristiche personali come

rte, coi capelli l’orgoglio e la fierezza, il coraggio e l’intraprendenza, la lealtà e il senso della giustizia ma

o e gradevole inanche la pazienza e la perseveranza. Le sole doti che possono assicurare fama dopo la morte.
irruente in tuttaE, magari, anche un ricordo letterario.

grande scaldo e 5.2.4. I racconti del tempo passato

Ma che In un testo islandese che nella sua prima redazione risalirebbe ai primi decenni del XIII

la saga utilizza secolo, la Saga di Þorgils e di Hafliði (Þorgils saga ok Hafliða),101 è riferito un episodio

i (a esempio unfrequentemente citato. Si racconta che nel mese di luglio del 1119, in occasione del

a va inquadratomatrimonio tra due persone appartenenti a importanti famiglie celebrato a Reykjahólar, gli

modo allusivo,ospiti furono tra l’altro allietati da un narratore di storie, tale Hrólfr di Skálmarnes, il quale li

cco alla casa diintrattenne raccontando una saga, da lui stesso composta, che riguardava avventure di

rampicatosi sulvichinghi ed eroi. Nella medesima occasione un prete di nome Ingimundr Einarsson (che

un’apertura sulsappiamo essere morto nel 1169) espose la Saga di Ormr scaldo di Barrey (Orms saga

iscese uno deiBarreyjarskálds), un testo andato perduto. Entrambe le narrazioni furono integrate con la

mr, ‘io so solorecitazione di diverse strofe, nel secondo caso il dicitore recitò anche un suo flokkr.102 Delle

saghe offerte agli ospiti del banchetto nuziale non ci resta testimonianza certa. Sappiamo solo

e non soltantoche il racconto di Hrólfr si riferiva tra l’altro alle vicende di Hrómundr Grípsson, norvegese,

ne di vita nellaprotagonista di una storia leggendaria assai tarda (probabilmente della prima metà del XVII

ta nella fedeltàsecolo) che ci è pervenuta col titolo di Saga di Hrómundr Grípsson (Hrómundar saga

ella rassegnata Grípssonar) rielaborazione di un testo poetico, Griplur, risalente all’inizio del XV secolo, il

remonitori checui rapporto con la perduta versione originaria della storia non siamo tuttavia in grado di

personali comedefinire. Ma al di là di queste considerazioni, l’episodio citato – oltre a costituire un’ottima

lla giustizia matestimonianza della consuetudine detta sagnaskemtan “raccontare (letteralmente “intrattenere

dopo la morte.con”) storie” – rivela anche la popolarità, accanto alle saghe degli Islandesi, di storie di
carattere leggendario, che pure suscitavano un forte interesse, come dimostra tra l’altro

l’annotazione della medesima fonte, secondo la quale le persone erano in grado di far risalire

ecenni del XIIIla propria discendenza fino a Hrómundr. Del resto qui si aggiunge che anche un personaggio

ito un episodiodi alto rango come il re norvegese Sverre Sigurdsson103 trovò questo tipo di racconti molto

occasione deldivertenti.

Reykjahólar, gli Questo genere di saghe, del quale abbiamo numerosi e considerevoli esempi, va sotto la

arnes, il quale lidenominazione di “saghe del tempo antico” (fornaldarsögur), sulla base della definizione

a avventure didata nel XIX secolo dal filologo danese Carl Christian Rafn che raccolse questi testi in una

Einarsson (cheedizione completa.104 Si tratta di storie che traggono la propria ispirazione da materiale

Orms sagaappartenente alla tradizione nordica e dall’epoca semi-leggendaria precedente la

ntegrate con lacolonizzazione dell’Islanda (fatto salvo qualche collegamento genealogico il mondo

Delleislandese vi è praticamente assente) seppure – almeno nel caso della Saga dei Volsunghi

Sappiamo solo(Vǫlsunga saga) – le radici affondino nella più antica tradizione eroica germanica. Un

son, norvegese,insieme di racconti accomunati dal carattere leggendario, il che in primo luogo significa

metà del XVIIaccoglimento di motivi ispiratori di varia natura (purché in qualche modo legati a un tema –

rómundar sagao a una sequenza di temi – principale) e loro connessione ai fini della composizione di un

el XV secolo, ilinsieme per quanto possibile coerente, fortemente marcato dalla presenza di elementi magici

via in grado die mitologici da una parte e di azioni di carattere straordinario (e dunque spesso improbabili)

tuire un’ottimadall’altra. Il che determina un equilibrio di natura quasi esclusivamente letteraria, sostenuto

nte “intratteneredalle diverse componenti del quadro narrativo.

esi, di storie di Per fare un esempio concreto: la geografia delle saghe leggendarie è prevalentemente
ostra tra l’altrosimbolica, dal momento che nei diversi ‘luoghi’ fra i quali si muovono i protagonisti sono

do di far risalire dislocati spazi che conferiscono alle azioni un determinato significato. Il Nord estremo si

un personaggiopresenta come regno della magia e del mistero, pericolosamente abitato da stregoni o da

racconti moltoesseri sovrannaturali (orchi e giganti); la Russia come territorio in cui intraprendere

un’avventura quando non una esplorazione; le regioni meridionali (i cui riferimenti

mpi, va sotto laevidenziano molta ignoranza, grossolani errori e notevoli lacune) come un mondo civile e

ella definizioneaffascinante mentre le zone più esterne (a ovest l’Irlanda e a est i territori delle steppe)

esti testi in unatornano a inquietare per la presenza di esseri dotati di qualità magiche e il compiersi di fatti

e da materialeprodigiosi.

precedente la E, similmente, la ‘storia’. Che nelle saghe leggendarie riposa – tutt’al più – sulla presenza

gico il mondo di nomi riferibili a personaggi realmente esistiti, tuttavia completamente sradicati dal loro

dei Volsunghi contesto e inseriti in meccanismi narrativi che ne snaturano la realtà effettiva, rimodellandoli

germanica. Unin nuove forme.105 Del resto si constata che come lo spazio anche il tempo è simbolico e si

luogo significa piega all’andamento della narrazione comprimendosi o dilatandosi per assecondare le

ati a un tema – esigenze del racconto. E dunque non dovrà meravigliare che a esempio un celebre eroe come

posizione di unOddr della freccia, protagonista della saga omonima (Ǫrvar-Odds saga) sia destinato a

elementi magicivivere trecento anni.

so improbabili) Tuttavia le saghe leggendarie non sono un gruppo del tutto omogeneo, il che ha suggerito

raria, sostenutouna ulteriore suddivisione fra “saghe eroiche” (Heldensagas), “saghe vichinghe”

(Wikingersagas) e “saghe d’avventura” (Abenteuersagas): suddivisione che, seppure in

revalentementebuona parte soddisfacente,106 lascia tuttavia aperta la questione del rapporto tra questi
otagonisti sonoracconti (quantomeno quelli inseriti nella sottocategoria delle “saghe d’avventura”) con altri

Nord estremo siprodotti letterari che vengono classificati come “saghe cavalleresche originali” (riddara

a stregoni o dasǫgur).107

i intraprendere Tra le saghe leggendarie sono assai note la Saga dei Volsunghi che rielabora in un

cui riferimenticontesto ben più ampio le vicende dei due celebri eroi eddici Helgi e Sigurðr e la Saga di

mondo civile eOddr della freccia nella quale la figura dell’audace protagonista, determinato a decidere in

ri delle steppe)prima persona della propria vita (nel che si sottolinea la proiezione vichinga verso nuovi

ompiersi di fatti ideali), dovrà tuttavia alla fine soggiacere a un destino che in gioventù aveva superbamente

sfidato rispondendo con sprezzanti parole all’indovina che glielo preannunciava (nel che si

– sulla presenzasottolinea la forza dei valori tradizionali).

adicati dal loro Molti indizi testimoniano della diffusione e della popolarità di questi racconti. Anche

rimodellandolinelle zone orientali della Scandinavia (Danimarca e Svezia) dove una letteratura in lingua

è simbolico e sinazionale avrà origine più tarda recependo in primo luogo modelli meridionali, troviamo

assecondare leprove certe della fortuna di tale genere. In Danimarca la testimonianza più evidente ci viene

ebre eroe come dall’opera di Saxo grammaticus,108 che – pur scrivendo in latino – fa ampi riferimenti a storie

sia destinato ae a figure leggendarie, alcune delle quali trovano riscontro nelle “saghe del tempo antico”,

mentre altre (come nel caso della vicenda del celebre Amleto)109 ci sono tramandate solo

he ha suggeritonella sua opera. Saxo grammaticus inserisce nella narrazione anche carmi eroici (ovviamente

he vichinghe” in versione latina), secondo un uso ben presente nelle saghe leggendarie.110 In Svezia, dove

he, seppure inpure mancano documenti letterari, la diffusione di queste storie conosce testimonianze

orto tra questiiconografiche, in particolare sulle pietre di Gotland111 su alcune delle quali accanto a
ntura”) con altriraffigurazioni che rimandano a storie mitologiche si possono ‘leggere’ allusioni alle vicende

riddaradi eroi leggendari: certamente, in primo luogo, al ciclo dei Nibelunghi, ma anche all’infelice

re Víkarr, sacrificato a Odino tramite impiccagione e trafittura di lancia, secondo il racconto

rielabora in undella Saga di Gautrekr (Gautreks saga).112 Queste raffigurazioni, che risalgono per la

Saga dimaggior parte all’VIII-IX secolo, si inseriscono d’altronde nel più ampio contesto di una

o a decidere inricca iconografia a tema mitologico-leggendario che comprende anche pietre (con o senza

ga verso nuoviiscrizioni runiche) e prodotti di alto artigianato presenti, come si è già detto, non solo nei

a superbamentePaesi nordici ma anche nelle colonie vichinghe.113

ava (nel che si 5.2.5. Storiografia (laica e religiosa)

All’interno della ricca letteratura in lingua norrena (alla quale tuttavia si affianca una

acconti. Anche importante produzione in latino) meritano considerazione anche opere di intento più

atura in linguastrettamente storiografico, con le quali si contribuisce al consolidamento dell’identità

onali, troviamonazionale illustrando le dinastie e i personaggi le cui vicende hanno accompagnato (e

vidente ci vieneincarnato) l’idea stessa del nuovo modello di Stato che si è venuto strutturando. È una

rimenti a storiestoriografia nella quale l’esercizio genealogico si affianca all’elogio delle virtù del signore

tempo antico”,(tanto assiduamente praticato dagli scaldi), mentre il ricorso all’elemento leggendario

ramandate solocontraddistingue non soltanto il racconto dei tempi più lontani (riconducendo le grandi

ici (ovviamentefamiglie e dunque le più nobili figure ad antenati prestigiosi come gli dèi medesimi) ma

In Svezia, doveanche diversi momenti ed episodi significativi della vita dei protagonisti, che vengono in tal

testimonianzemodo fatti risaltare e posti su un piano superiore, con evidenti ricadute sul significato delle

uali accanto aloro azioni. Un esempio fra tanti: a proposito del sovrano Araldo Bella chioma, Snorri
oni alle vicende Sturluson lascia chiaramente intendere che il suo destino di grandezza era preannunciato in

nche all’infeliceun sogno fatto dalla madre, mentre successivamente lega la sua determinazione e i suoi

ndo il raccontosuccessi al giuramento di non tagliarsi né pettinarsi i capelli finché non fosse divenuto

salgono per la signore di tutta la Norvegia.114

contesto di una La finalità di queste opere storiche è dunque, innanzi tutto, di natura politica. Nel periodo

e (con o senzasuccessivo all’era vichinga, che vede consolidarsi la formazione degli stati nordici, questi

o, non solo neiinteressi sono ovviamente quello della Corona e quello della Chiesa. La diversa situazione

dei singoli Paesi dà ragione dei risultati in questo campo. Esemplare è il caso norvegese. In

questo Paese, ancor più che altrove, il processo di conversione al nuovo credo era andato di

si affianca una pari passo con la costruzione di un saldo potere centrale. Figure come quella di Olav

di intento più Tryggvason e di Olav il Santo, i due grandi sovrani cristianizzatori, avevano portato a

to dell’identità compimento l’opera a suo tempo intrapresa da Araldo Bella chioma, favorendo altresì

compagnato (e l’istituzione di un potere ecclesiastico e giovandosi intanto del suo sostegno. Negli ambienti

urando. È unaecclesiastici che – non lo si dimentichi! – gestivano nella sostanza l’attività culturale e

irtù del signore letteraria, si manifestò dunque un interesse alle vicende della nazione che avrebbe portato

to leggendarionumerosi frutti. Se alcune opere – come la Storia dell’antichità dei re norvegesi scritta in

endo le grandilatino dal monaco Theodricus/Theodoricus (Þórir)115 o l’anonimo Compendio delle saghe

medesimi) ma dei re norvegesi (Ágrip af Nóregs konunga sǫgum) che costituisce il più antico testo di storia

vengono in talnorvegese in norreno – sono quasi certamente composte da norvegesi, altre risultano, per

ignificato dellecerti versi sorprendentemente, opera di eruditi islandesi. Come il celebre Sæmundr Sigfússon

chioma, Snorriil Saggio (il cui lavoro sui primi re norvegesi è tuttavia andato perduto), o l’abate del
reannunciato inconvento di Þingeyrar Karl Jónsson il quale è autore della prima delle cosiddette “saghe dei

azione e i suoire” (konunga sǫgur) che ci sia pervenuta: la Saga di Sverre (Sverris saga) scritta durante un

fosse divenuto soggiorno di qualche anno in Norvegia su diretto incarico del sovrano Sverre Sigurdsson (il

cui regno si colloca fra il 1184 e il 1202) che, a quanto pare, seguiva da vicino il lavoro (del

ca. Nel periodoresto in gioventù egli era stato istruito per divenire sacerdote). E tuttavia non dobbiamo

nordici, questirestare troppo sorpresi. I rapporti tra gli abitanti dell’isola e l’antica madrepatria restavano

versa situazionestretti, la necessità di mantenere buoni rapporti evidente,116 il bisogno di dar lustro alle grandi

o norvegese. In famiglie sottolineandone prestigiose parentele diffuso, la perizia letteraria degli eruditi

o era andato diislandesi ben nota. Del resto il migliore fra questi testi è di gran lunga un’imponente opera di

quella di OlavSnorri Sturluson (altrimenti celebre per la sua Edda) alla quale dalle parole iniziali viene

vano portato a attribuito il titolo di Orbe terrestre (Heimskringla), composta poco dopo il 1230: in essa

vorendo altresì l’autore ripercorre tutta la storia dei re norvegesi dalle origini (fatte risalire, attraverso un

Negli ambientiramo della dinastia svedese, a Odino) fino al 1177. Seppure naturalmente si rifaccia ad altre

vità culturale eopere117 e manifesti chiaramente un intento storico, Snorri rielabora la materia trattata

avrebbe portatoconferendo al proprio discorso un’eccellenza letteraria che giustifica ogni eventuale addebito

scritta indal punto di vista dell’attendibilità. Alcuni secoli più tardi questo testo costituirà un punto di

dio delle sagheriferimento fondamentale per il recupero dell’orgoglio dei popoli nordici. Nucleo centrale

o testo di storiadella Heimskringla (e, verosimilmente, prima parte composta dall’autore) è la Saga di Olav il

e risultano, perSanto (della quale per altro si deve a Snorri una versione a parte ancor più completa) che

undr Sigfússoninsieme alla Saga di Olav Tryggvason costituisce il fulcro dell’intero lavoro.118 Ciò

, o l’abate del corrisponde allo straordinario interesse per le figure dei due grandi sovrani norvegesi,
dette “saghe dei dimostrato dall’esistenza di diverse versioni delle loro biografie,119 nel che è sottolineato

ritta durante un come l’attenzione maggiore si focalizzi su personaggi che incarnano al contempo un potere

e Sigurdsson (iltemporale e un interesse religioso. Si è visto come accanto alle versioni norrene delle “saghe

o il lavoro (del dei re” norvegesi vi fossero anche opere redatte in latino. Scelta certamente determinata dalla

non dobbiamo ‘universalità culturale’ di questa lingua, appresa da eruditi nordici ormai apertisi alla dottrina

patria restavano e alla civiltà del meridione. Ma anche dalla consapevolezza di una diversa prospettiva storica

ustro alle grandie politica che vede le nazioni scandinave pienamente coinvolte nel contesto europeo. È

a degli eruditiquesto, in particolare, il caso della Danimarca, dove la redazione della storia patria trova la

onente opera di migliore espressione nell’opera del chierico Saxo grammaticus, sopra ricordato, un autore del

e iniziali viene quale si hanno per altro poche notizie: a quanto pare segretario dell’arcivescovo Absalon

l 1230: in essaHvide (autorevolissima figura di religioso e di politico),120 morì certamente dopo il 1208 e

e, attraverso unprima del 1219 (forse nel 1216). Anche qui naturalmente ci si muove in primo luogo

rifaccia ad altrenell’ambiente ecclesiastico. Saxo scrive le Opere dei Danesi (Gesta Danorum), su

materia trattata sollecitazione di Absalon medesimo (come esplicitamente dichiara nella Prefazione)121 e le

ntuale addebitodedica, insieme al re, al di lui successore (e nipote) Andrea (Anders) Sunesen.122 L’opera di

uirà un punto diSaxo, sviluppata in sedici libri (di cui i primi nove di carattere più marcatamente

Nucleo centrale leggendario) che vanno dalle origini fino al 1202, costituisce (oltre che un documento

Saga di Olav il‘storico’) palese testimonianza della evoluzione culturale del mondo nordico in un Paese

completa) checome la Danimarca nel quale (anche per ragioni geografiche) la contiguità con il resto del

Ciòcontinente stimolava inarrestabili cambiamenti. Se l’opera di Saxo resta per molta parte dei

rani norvegesi,suoi contenuti letteratura ‘scandinava’, essa mostra al contempo (e non solo nella scelta della
e è sottolineatolingua latina) l’adeguamento a canoni di importazione e il profondo cambiamento indotto dal

empo un potere contatto e dallo studio della cultura meridionale.123 Sicché quando nei secoli XVI e XVII

ne delle “sagheessa sarà intesa come punto di riferimento fondamentale per il mondo culturale danese,124

eterminata dallaproporrà un’immagine delle antichità nordiche già profondamente rivisitata. Parallelo al

isi alla dottrina lavoro di Saxo è quello, meno notevole, di Svend Aggesen così come la redazione delle

spettiva storica prime cronache in latino.125 Questi lavori trovano un corrispondente nella Saga degli

sto europeo. ÈSkjǫldungar, testo norreno (la cui versione più antica dovrebbe risalire alla fine del XII o

patria trova laall’inizio del XIII secolo) che illustra in forma leggendaria la storia danese a partire dal

o, un autore delmitico Skjǫldr (detto figlio di Odino e considerato il primo re danese) fino a Gorm il

scovo Absalon Vecchio. Essa tuttavia ci è giunta solo in forma frammentaria.126 La redazione di una storia

dopo il 1208 e danese in Islanda è giustificata dall’ambizione della illustre famiglia degli Oddaverjar127 di

n primo luogo far risalire la loro genealogia a questa nobile stirpe. Dei re danesi da Araldo Dente azzurro,

), su figlio di Gorm il Vecchio fino a Canuto (Knud) Valdimarson (il cui regno va dal 1182 al

e le1202) tratta la Saga dei discendenti di Canuto [il Grande] (Knýtlinga saga).128 Se, come

L’opera diprobabile, l’autore di questo testo è da identificare nell’islandese Óláfr Þórðarson Poeta

marcatamentebianco (hvítaskáld), nipote di Snorri, la motivazione del lavoro va ricercata nel desiderio del

un documento re Valdemaro II di vedere redatta in lingua nordica una storia della monarchia danese più

co in un Paese recente. Questo progetto avrebbe dunque preso forma durante un soggiorno di Óláfr

con il resto delÞórðarson in Danimarca (1240-1241) e avrebbe corrisposto al bisogno della Corona danese

molta parte deidi disporre di un’opera che la ponesse sul medesimo piano di quella norvegese,

ella scelta dellamagnificamente illustrata nella Heimskringla di Snorri Sturluson, testo al quale l’autore della
ento indotto dalSaga dei discendenti di Canuto mostra palesemente di ispirarsi.

li XVI e XVII Dalle Opere dei Danesi di Saxo grammaticus:

124 “Infatti un tempo alcuni iniziati nell’arte magica, vale a dire Thor e Odino e molti altri abili nel

sorprendente artifizio dei sortilegi, ottenebrate le menti dei semplici, presero ad arrogare a sé il
ta. Parallelo al
rango di divinità. Certamente diffusero lo speciale contagio del loro inganno in Norvegia, in Svezia e
redazione delle
in Danimarca, [che] indotte in errore dalle insidie di quella vana credulità, promossero la dedizione
Saga degli
al culto loro dovuto. E in effetti il frutto del loro intrigo crebbe a tal punto che [anche] gli altri
fine del XII o
venerarono in loro una certa potenza divina e li considerarono dèi o sodali degli dèi; agli autori di
se a partire dal
una stregoneria innalzarono voti solenni e a una illusione sacrilega riconobbero il rispetto dovuto a
ino a Gorm il
ciò che è sacro.
ne di una storia Dal che deriva, che la regolare successione dei giorni presso di noi viene indicata con i nomi di

diquelli, mentre è noto che gli antenati dei Latini per le stesse parole adattarono di volta in volta o la

Dente azzurro,denominazione [tratta] dai loro dèi o dal numero dei sette pianeti. Che dunque questi che venivano

va dal 1182 al venerati dai nostri non siano quelli che gli antichi fra i Romani chiamavano Giove e Mercurio, o ai

Se, comequali la Grecia e il Lazio tributavano l’assoluta venerazione della superstizione, risulta con certezza
dalla medesima denominazione dei giorni [della settimana]. Infatti i giorni che da noi sono detti di
órðarson Poeta
Thor o di Odino, presso di loro sono chiamati giorno di Giove o di Mercurio. Di conseguenza se
el desiderio del
accettiamo che Thor [sia] Giove e Odino Mercurio, in conformità con la definizione
chia danese più
dell’interpretazione sopracitata, dobbiamo convincerci che Giove sia figlio di Mercurio, a fronte
iorno di Óláfr
dell’affermazione dei nostri secondo i quali Thor è stato generato da Odino [come] si sostiene nella
Corona danese
credenza popolare. Ma dal momento che i Latini con una opinione di tenore contrario sostengono
ella norvegese,
che Mercurio è figlio di Giove, risulta che, mantenendo la loro affermazione, comprendiamo [che]
e l’autore dellaThor [è] diverso da Giove e anche Odino da Mercurio.”129
Le origini d’una storiografia nazionale svedese sono più recenti. Da una parte ciò va

ricondotto al fatto che la definitiva accettazione del cristianesimo e il consolidamento della

olti altri abili nel Chiesa erano avvenuti qui più tardi rispetto agli altri Paesi nordici, dall’altra a una situazione

arrogare a sé il
che di fatto (come si vedrà nel capitolo successivo) vedeva la Svezia (almeno fino all’epoca
vegia, in Svezia e
dei folkungar) ancora in difficoltà nello stabilire un potere centrale effettivo. Una prima
sero la dedizione
‘storia’ svedese ci viene dunque piuttosto da fonti straniere, in particolare dalla prima parte
[anche] gli altri
della Heimskringla di Snorri Sturluson, la Saga degli Ynglingar: un testo che – come si è
èi; agli autori di
detto – prende ispirazione dai versi della Enumerazione degli Ynglingar dello scaldo
rispetto dovuto a
norvegese Þjóðólfr di Hvinir e riferisce le vicende, in buona parte leggendarie, degli

ata con i nomi di


appartenenti alla più antica dinastia di re svedesi, discendenti dall’antenato divino Yngvi-

olta in volta o laFreyr, succeduto al padre Njǫrðr (a sua volta succeduto a Odino) nel governo della Svezia

sti che venivano(un ‘Regno’ in realtà limitato alla sola regione dell’Uppland).130

e Mercurio, o ai In Islanda, come noto, non c’erano sovrani. Qui dunque la storiografia doveva percorrere

ulta con certezza altre strade. A cominciare dalle saghe degli Islandesi, di cui (compreso il limitato valore

noi sono detti di


storico) si è detto. Esaurito quel filone non si sarebbe tuttavia esaurita la tendenza a registrare
conseguenza se
gli avvenimenti e le gesta dei personaggi di rilievo capaci di influenzare i destini della
la definizione
nazione, sicché il lungo e deleterio periodo delle guerre intestine che avrebbe portato alla
ercurio, a fronte
perdita dell’indipendenza nazionale – l’epoca, cosiddetta, “degli Sturlungar” (Sturlungaǫld,
si sostiene nella
1180-1264) – sarebbe stato puntualmente descritto in quell’insieme di racconti che va,
rario sostengono
appunto, sotto la comune denominazione di Saga degli Sturlungar.131 Ma se nel Paese
prendiamo [che]
mancava un’autorità statale effettiva (ché l’assemblea nazionale di Þingvellir fungeva
na parte ciò vapiuttosto da luogo di confronto, non avendo tra l’altro alcun potere esecutivo), ben presente

lidamento dellaera al contrario l’autorità religiosa. Ciò fece sì che gli Islandesi vedessero in diversi

una situazionerappresentanti della Chiesa importanti figure di riferimento, alle quali dunque furono

o fino all’epocadedicate biografie: lavori che accanto all’intento propagandistico possono vantare un

vo. Una primaindubbio valore documentario. Questi testi vanno sotto la denominazione di “saghe dei

alla prima partevescovi” (biskupa sǫgur) e si riferiscono, tra l’altro, ai protagonisti della cristianizzazione

he – come si èdell’isola, così come a illustri religiosi, fra gli altri i vescovi Jón Ǫgmundarson e Þorlákr

dello scaldoÞórhallsson, primi santi islandesi.132 Un genere che per molti versi si lega (come del resto la

gendarie, degli storiografia relativa ai grandi sovrani cristiani) a scritti di carattere agiografico (tanto

divino Yngvi- originali quanto tradotti) che vanno sotto la denominazione di “saghe dei santi” (heilagra

no della Svezia manna sǫgur),133 redatti fin dal tardo XI secolo (i manoscritti più antichi risalgono al tardo

XII). Il che, per così dire, chiude il cerchio, riconducendo gran parte dell’attività letteraria

veva percorrereagli interessi della Chiesa.134

limitato valore

nza a registrare

i destini della

bbe portato alla

ld,

cconti che va,

a se nel Paese

gvellir fungeva
piuttosto da luogo di confronto, non avendo tra l’altro alcun potere esecutivo), ben presente

era al contrario l’autorità religiosa. Ciò fece sì che gli Islandesi vedessero in diversi

rappresentanti della Chiesa importanti figure di riferimento, alle quali dunque furono

dedicate biografie: lavori che accanto all’intento propagandistico possono vantare un

indubbio valore documentario. Questi testi vanno sotto la denominazione di “saghe dei

vescovi” (biskupa sǫgur) e si riferiscono, tra l’altro, ai protagonisti della cristianizzazione

dell’isola, così come a illustri religiosi, fra gli altri i vescovi Jón Ǫgmundarson e Þorlákr

Þórhallsson, primi santi islandesi.132 Un genere che per molti versi si lega (come del resto la

storiografia relativa ai grandi sovrani cristiani) a scritti di carattere agiografico (tanto

originali quanto tradotti) che vanno sotto la denominazione di “saghe dei santi” (heilagra

manna sǫgur),133 redatti fin dal tardo XI secolo (i manoscritti più antichi risalgono al tardo

XII). Il che, per così dire, chiude il cerchio, riconducendo gran parte dell’attività letteraria

agli interessi della Chiesa.134


1 Vd. sopra, p. 269.

2 Vd. pp. 322-323.

3 La raccolta, curata da Magnús Grímsson (prematuramente scomparso) e, soprattutto, da Jón

Árnason (vd. p. 1074 con nota 485), dedica alla figura di Sæmundr oltre quaranta racconti (vd.

Íslenzkar þjóðsögur og ævintýri, I, pp. 469-486 e III, pp. 490-494). La traduzione italiana di alcuni

racconti incentrati sulla figura di questo celebre erudito e sulle sue qualità magiche (che egli avrebbe

appunto appreso in Francia in una scuola che a quanto pare era gestita nientemeno che dal diavolo in

persona!) si trova in Racconti popolari e fiabe islandesi, a cura di G. CHIESA ISNARDI, Milano 2004,

pp. 250-254. Del resto a questa scuola leggendaria, detta Svartiskóli, letteralmente “Scuola nera” (da

taluni erroneamente identificata con l’Università di Parigi) si fanno diversi riferimenti a proposito di

alcuni stregoni islandesi.

4 In un testo di cultura generale si giustificherà il cospicuo spazio dedicato alla letteratura

norrena. Ciò è dovuto, naturalmente, al contributo importantissimo da essa dato alla letteratura

europea; in questo contesto tuttavia si è considerato in primo luogo il fatto che nell’esposizione

rientrano agevolmente numerosi e significativi riferimenti alla società scandinava del periodo.

5 Vd. 2.5.

6 Vd. MUSSET 1965 (C.2.5), pp. 301-307 e anche (per la Svezia) JANSSON 19843 (C.2.5), pp. 136-

150 e inoltre CUCINA 1989 (C.3.1), pp. 511-542. In Norvegia mostra, almeno in parte, carattere

poetico il testo della pietra di Eggjum (da datare all’incirca all’inizio dell’VIII secolo); cfr. p. 93 con

nota 117, p. 86 con nota 86 e p. 296.

7 È detto tuttavia nella Saga di Egill Skalla-Grímsson (cap. 78) che la figlia del poeta invitò il

padre a comporre un carme che ella avrebbe inciso (evidentemente in caratteri runici) su un pezzo di

legno. Riferimenti analoghi si trovano nella leggendaria Saga di Oddr della freccia (Ǫrvar-Odds
saga), cap. 40 e cap. 46.

8 In Islanda inizialmente fu introdotto il cosiddetto ‘minuscolo carolino’, integrato con i segni þ, y

prattutto, da Jón e æ; in Norvegia fu invece utilizzato il ‘minuscolo anglosassone’ (vd. WESSÉN 197510 [B.5], pp. 35-

nta racconti (vd. 36), un uso che in seguito (inizio del XIII secolo) influenzò l’alfabeto islandese introducendovi il

taliana di alcuni segno ð come variante posizionale di þ.

che egli avrebbe 9 Vd. SIGURÐSSON 1989 (C.6.4), pp. 126-129.

he dal diavolo in 10 Il termine saga in antico nordico significa semplicemente “storia”. E di una ‘storia’ questo tipo

, Milano 2004,di testo può infatti avere tutte le caratteristiche: cronaca, resoconto, biografia, leggenda, racconto di

Scuola nera” (dainvenzione. La particolare accezione semantica che questa parola ha assunto nelle lingue moderne

nti a proposito di (fatta eccezione per l’islandese in cui conserva il significato originale) dipende proprio dalla fortuna

delle saghe nordiche, soprattutto delle saghe degli Islandesi, racconti incentrati sulle vicende di

o alla letteraturagrandi famiglie o comunità (vd. oltre, 5.2.3, 5.2.4, 5.2.5).

o alla letteratura 11 Vd. pp. 157-158.

nell’esposizione 12 È pur vero che ancora all’inizio del XIII secolo si trova un’allusione alla fede in Odino

nell’episodio relativo all’apparizione del dio prima della battaglia di Lena in Västergötland (cfr. p.

347, nota 81) e che la tradizione popolare conservava nel folclore buona parte del patrimonio pagano.

(C.2.5), pp. 136-Tuttavia il primo caso si può agevolmente interpretare come un semplice motivo letterario, mentre

parte, caratterenel secondo appare evidente che la persistenza nel folclore di forme dell’antico credo va riferita a una

o); cfr. p. 93 con sfera sociale sostanzialmente estranea a quella nella quale si muovevano gli eruditi e i letterati.

13 Nato a Hvammur, nell’Islanda occidentale nel 1178 o 1179, Snorri era discendente di una

el poeta invitò il importante e facoltosa famiglia. Ambizioso e intelligente, crebbe a Oddi, località nella quale si

i) su un pezzo di trovava una celebre scuola, fondata da Sæmundr Sigfússon. Grazie alle doti personali e alle

rvar-Oddsopportunità offerte dalla condizione sociale privilegiata, seppe affermarsi nella vita politica così
come nell’ambito culturale. Nel 1206 si stabilì a Reykholt, che sarebbe divenuta sua residenza

y definitiva. Ebbe un matrimonio poco felice con una donna di famiglia benestante e in seguito

[B.5], pp. 35-relazioni con diverse altre, in particolare una concubina con la quale convisse fino alla morte di lei.

ntroducendovi il Per due volte ricoprì la prestigiosa carica di lǫgsǫgumaðr presso l’assemblea generale (vd. pp. 151-

152 con nota 199) e per due volte fu in Norvegia. La prima (1218-1220) vi incontrò il giovane re

Håkon Håkonsson, appena quattordicenne, coadiuvato nel governo del Paese dallo jarl Skule

oria’ questo tipoBårdsson. Nel viaggio successivo (1237-1239) Snorri venne a trovarsi di fronte a una situazione

nda, racconto diprofondamente mutata: un grave contrasto, in sostanza una guerra civile, opponeva lo jarl e il

lingue modernesovrano. Questo conflitto (su cui vd. oltre, p. 368) ebbe gravi conseguenze anche per Snorri che –

prio dalla fortunaavendo manifestato il proprio sostegno a Skule piuttosto che al sovrano – fu da questi ritenuto un

sulle vicende ditraditore e, un paio d’anni dopo il suo ritorno in Islanda, fu fatto assassinare nella sua casa da un

sicario (23 settembre 1241).

14 Il manoscritto (De la Gardie nr. 11) risale al 1300 circa ed è conservato nella biblioteca

a fede in Odino universitaria di Uppsala Carolina Rediviva.

ergötland (cfr. p. 15 Sono stati suggeriti collegamenti con Edda, nome mitologico che significa “Ava”, “Bisnonna”

trimonio pagano.(cfr. p. 214); con la località islandese di Oddi, dove Snorri era cresciuto (in questo caso il nome

etterario, mentre significherebbe “Libro di Oddi”); con il sostantivo nordico óðr, m., nel significato di “poesia”

va riferita a una(dunque “Poetica”); con un participio *eddr “onorato” (dunque “[Libro su argomenti] degni di

onore”); con il verbo latino ēdo, ēdere “produrre”, “pubblicare”. Vd. KROGMAN W., “Die ‘Edda’”, in

cendente di unaANF L (1934), pp. 243-249; ANDERSEN H., “Smaa kritiske Streiftog. 2. Edda”, in ANF LII (1936), pp.

à nella quale si67-70; GUTENBRUNNER S., “Der Büchertitel Edda”, in BGDSL LXVI, pp. 276-277 e DE VRIES 19622

personali e alle(B.5), p. 93. Talora queste ipotesi sono molto antiche: si legga la Prefazione di Resen alla sua

vita politica cosìedizione dall’Edda del 1665 (su cui vd. p. 587), prima e seconda pagina, non numerate.
ta sua residenza 16 Questo componimento trova un precedente nella cosiddetta Chiave dei metri poetici

nte e in seguito (Háttalykill) composta tra il 1140 e il 1150 dallo scaldo islandese Hallr Þórarinsson insieme a

alla morte di lei.Rǫgnvaldr Kali jarl delle Orcadi e scaldo lui stesso.

ale (vd. pp. 151- 17 Vd. oltre, p. 298.

trò il giovane re 18 Il riferimento è allo scrittore greco Evemero (Eυήμεϱoς), vissuto tra il IV e il III secolo a.C.,

Skule secondo il quale gli dèi non erano altro se non potenti signori che erano stati capaci di farsi

a una situazionericonoscere una natura divina e quindi di farsi adorare. L’opera di Evemero, Scrittura delle cose

e ilsacre (‘Iεϱὰ ảναγϱαϕή), è pervenuta solo in frammenti.

per Snorri che – 19 Sulla composizione dell’Edda vd. HOLTSMARK 19712, pp. XI-XIV.

uesti ritenuto un 20 Vd. l’analisi di U. Seelow (“Quello che resta del mito dei vichinghi nelle saghe /

a sua casa da unFornaldarsögur as sources of old norse mythology”, in MVASCA, pp. 119-131) che cerca di

evidenziare il materiale di carattere mitologico che ci sarebbe tramandato se non disponessimo delle

nella bibliotecadue ‘Edde’ e dovessimo fare riferimento solo alle notizie contenute nelle saghe leggendarie (su cui

vd. 5.2.4).

va”, “Bisnonna” 21 Vd. pp. 585-587.

sto caso il nome 22 In genere con la definizione Codex Regius si indica un codice appartenuto alla collezione

cato di “poesia”attualmente conservata, per la maggior parte, nella Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek) di

menti] degni diCopenaghen.

”, in 23 Vd. pp. 283-284 con nota 3.

LII (1936), pp. 24 Vd. la Prefazione all’edizione di Resen (cfr. sopra, nota 15): “L’Edda è duplice: più antica o
2
autentica quella poetica; la seconda più recente o volgare. L’autore dell’Edda più antica è detto

Resen alla suaSæmundr Sigfússon, chiamato comunemente “Saggio” (fróði)”; DLO nr. 71.

25 Il componimento fa riferimento al fatto che Skírnir, servitore di Freyr, si reca nel mondo dei
ei metri poetici giganti per presentare a Gerðr le profferte amorose del dio.

nsson insieme a 26 In realtà, come è mostrato in PIZARRO J.M., Studies in the Function and Context of the Senna in

early Germanic Narrative, Harvard 1976, il dialogo ingiurioso e violento, letterariamente ben

codificato, è il riflesso di una sorta di ‘prova di ammissione’ di un nuovo venuto che deve dimostrare

l III secolo a.C., le proprie qualità morali e intellettuali. Nell’Edda poetica questo schema si ritrova – oltre che

capaci di farsinell’Invettiva di Loki – nel Carme di Hárbarðr e nel dialogo furioso e insultante che si svolge tra

ittura delle coseSinfjǫtli e Guðmundr nel carme eroico dal titolo Primo carme di Helgi uccisore di Hundingr

(Helgakviða Hundingsbana in fyrri), alle strofe 32-44 (Edda poetica, pp. 135-137).

27 Vd. p. 219 con nota 460.

i nelle saghe / 28 Cfr. p. 132, nota 128.

1) che cerca di 29 In particolare il fornyrðislag è il metro ‘epico’, mentre il ljóðaháttr viene utilizzato per versi di

sponessimo dellecarattere magico-formulare o gnomico.

gendarie (su cui 30 Vd. p. 298. Esempi di kenningar sono presenti in diversi casi nelle citazioni di strofe proposte

in questo lavoro. Vd. p. 105, nota 30; p. 232, nota 36; p. 251, nota 100; p. 252, nota 102; p. 306, nota

75; p. 309, nota 83 e p. 417, nota 348.

o alla collezione 31 Vd. p. 214.

) di 32 Si tratta per lo più di carmi contenuti nelle saghe leggendarie (vd. oltre, 5.2.4), cui si aggiunge

il Canto di Dǫrruðr (Darraðarljóð) tramandato nella Saga di Njáll del rogo, un testo messo in

relazione con la battaglia di Clontarf presso Dublino (combattuta il venerdì santo del 1014) nella

ice: più antica oquale si scontrarono un esercito irlandese e uno nordico (dunque cristiani contro pagani): qui si

ù antica è detto immaginano dodici valchirie intente a tessere una tela fatta di visceri umani grondanti di sangue con

un telaio le cui parti sono costituite da lance, frecce e spade e i cui pesi sono teschi.

a nel mondo dei 33 Cfr. p. 93 con nota 117.


34 Vd. pp. 92-93.

xt of the Senna in 35 Vd. KERMODE 1904 (C.3.1).

erariamente ben 36 Vd. oltre, p. 308 con nota 82.

deve dimostrare 37 Il termine è ripreso dal sostantivo nordico skáld, che significa “poeta”. Un termine

ova – oltre checuriosamente neutro, il che vuole forse sottolineare il primato del prodotto poetico sull’autore.

che si svolge traL’etimologia di questa parola è discussa: sono stati proposti collegamenti con l’ant. irlandese scél

ore di Hundingr“racconto”, cimrico chwedl “favola” ulteriormente messi in relazione con il greco νíσπω

“annunzio”, “canto”; il basso tedesco medio schelder “cantore itinerante” (nederlandese medio

schelder “[colui che] ammonisce”, alto tedesco medio schelta “autore di poesia ingiuriosa”; con una

radice germanica *skawan “guardare”, “vedere” dalla quale si sarebbe sviluppato *skwaðla “ciò

zzato per versi diattraverso cui si percepisce qualcosa”, “sacerdote oracolare”; con l’islandese moderno skáld “uova di

pesce” (e dunque in relazione alla eccitazione dell’animo?); infine con la radice di skilja “separare”.

i strofe proposteVd. DE VRIES 19622 (B.5), p. 481 e STEBLIN-KAMENSKIJ M.I., “On the Etymology of the Word skáld”,

102; p. 306, notain BENEDIKTSSON J. – SAMSONARSON J.ET AL. (ritnefnd), Afmælisrit Jóns Helgasonar. 30. júni 1969,

Reykjavík 1969, pp. 421-430, dove si fa il punto sulle precedenti ipotesi.

38 Sulle kenningar scaldiche vd., innanzi tutto, MEISSNER 1921, KRAUSE 1930 e MAROLD 1983.

, cui si aggiunge 39 Enumerazione dei metri poetici (Háttatal, p. 215). Vd. gli esempi riportati in MEISSNER 1921,

n testo messo inpp. 40-41.

del 1014) nella 40 Vd. il “Prologo” al Quarto trattato grammaticale islandese (su cui vd. p. 429 con nota 381), p.

o pagani): qui si155, dove agli scaldi viene raccomandato di utilizzare “kenningar non ulteriormente caricate rispetto

nti di sangue con a quanto Snorri consente” (“kenningar æigi lengra reknar enn Snorri lofar”).

41 Skáldskaparmál, passim.

42 Inteso in senso lato, come dimostra la presenza di scaldi (tra i quali il celebre jarl Rǫgnvaldr
Kali, morto nel 1158) nella colonia insulare delle Orcadi.

43 TURVILLE-PETRE 1976, pp. LIII-LIX.

44 A esempio è detto che Einarr Helgason Suono della Bilancia desideroso fin da giovane

a”. Un termine d’apprendere l’arte poetica fece amicizia con il celebre scaldo Egill Skalla-Grímsson, con il quale

etico sull’autore.discusse di poesia in occasione di una assemblea. In un’altra circostanza Einarr, che aveva ricevuto in

scéldono uno splendido scudo istoriato, lo appese sul letto di Egill, come per sfidarlo a tradurre in poesia

νíσπωle scene che vi erano raffigurate. Egill in un primo tempo si adirò lamentando la fatica richiesta da un

erlandese mediotale lavoro, poi tuttavia si dedicò a comporre una ‘descrizione dello scudo’ (vd. poco oltre) della

uriosa”; con unaquale tuttavia ci resta solo l’attacco (Saga di Egill Skalla-Grímsson, cap. 78). Del poeta Þorleifr

“ciòÁsgeirsson Scaldo dello jarl (jarlsskáld) è riferito che era stato allevato fino all’età di diciotto anni

“uova didallo zio materno, Skeggi Skinna-Bjarnarson (detto Miðfjarðar-Skeggi), il quale, seppure non sia

“separare”.ricordato fra gli scaldi, gli aveva insegnato molto “nell’antica dottrina”: Breve racconto di Þorleifr

he Word skáld”,Scaldo dello jarl (Þorleifs þáttr jarlsskálds), cap. 2, p. 216: “í fræðum fornligum”. In altri casi lo

r. 30. júni 1969,studio e l’esercizio dell’arte poetica sembrano essere una ‘tradizione di famiglia’: si veda per

esempio lo scaldo Erpr il Curvo (lútandi), suocero di Bragi Boddason, Gunnlaugr Lingua di serpente

(ormstunga) bisnonno dell’omonimo poeta (che aveva anche lo stesso soprannome) protagonista di

1921,una saga nella quale sono riportati i suoi versi (per altro Erpr e Bragi erano loro antenati), Sighvatr

Þórðarson figlio di Þórðr Scaldo di Sigvaldi (Sigvaldaskáld) o, ancora, Hofgarða-Refr Gestsson,

con nota 381), p.figlio della poetessa Steinunn (vd. p. 307, nota 79). Del resto l’Edda di Snorri è intesa proprio come

caricate rispetto un manuale di poesia!

45 Vd. Saga di Egill Skalla-Grímsson, cap. 31 e la versione a se stante (e più completa rispetto a

quella contenuta nella Heimskringla) della Saga di Olav il Santo (Saga Óláfs konungs hins helga) di

gnvaldr Snorri Sturluson, II, pp. 706-707.


46 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 202 e pp. 251-252, note 42-45. Si confronti la storia

dell’eroe Starkaðr, ibidem, p. 419. Per la vicenda di Sighvatr cfr. TURVILLE-PETRE 1958 (vd. p. 180,

fin da giovanenota 314), pp. 104-105 dove si ricordano casi analoghi.

son, con il quale 47 Vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 90-92. Nel mito si trova una allusione ironica, quando si

aveva ricevuto in dice che Odino – che aveva bevuto il liquido prezioso e travestito da aquila volava veloce verso la

radurre in poesiadimora degli Asi – dovendo in tutta fretta rigurgitarlo in un recipiente – ne lasciò cadere una parte

ca richiesta da unche rimase a disposizione di chiunque volesse: quella è la parte dei poetastri.

poco oltre) della 48 Dialogo dell’Alto, str. 138-163 (pp. 40-44); vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 202.

el poeta Þorleifr 49 Vd. sopra, pp. 201-202.

di diciotto anni 50 Vd. CHIESA ISNARDI 1996 (C.3.3), pp. 17-31. È forse possibile riconoscere un tentativo di

seppure non siainfluenzare poeticamente (e dunque magicamente) il volere di una fanciulla anche in strofe composte

conto di Þorleifrdal celebre re norvegese Araldo di Duro consiglio (cfr. p. 107 e p. 144) il quale, lamentandosi della

. In altri casi lofreddezza dell’amata (una principessa russa), insensibile alle sue qualità di uomo e di guerriero

ia’: si veda peralludeva nel ritornello alla donna senza tuttavia farne esplicitamente il nome. Il verso suonava così:

ngua di serpente “Tuttavia la Gerðr (divinità femminile) dell’anello d’oro (kenning per “donna”) in Russia si prende

) protagonista digioco di me” (Skj I: A, pp. 357-358, B, pp. 328-329: “þó lætr Gerðr í Gǫrðum gollhrings við mér

ntenati), Sighvatrskolla”). La scelta di celare il nome della donna sotto una kenning (per la quale l’abilità del poeta

a-Refr Gestsson,sceglie il nome della divinità femminile Gerðr che allittera con Gǫrðum, dativo di Garðar “Russia”)

esa proprio comeè verosimilmente parallela a quella di altri poeti che in tal modo evitavano spiacevoli conseguenze

legate alla composizione di carmi d’amore.

mpleta rispetto a 51 JANSSON 19843 (C.2.5), p. 138. Come detto alcune pietre runiche recano testi di indubbio

) dicarattere poetico (cfr. p. 284 con nota 6).

52 Vd. p. 139 con nota 155 e p. 240.


onfronti la storia 53 TURVILLE-PETRE 1976, pp. XXV-XXVI.

1958 (vd. p. 180, 54 Ibidem, p. XXIV. È possibile che questo metro con il suo sistema di conteggio delle sillabe sia

stato introdotto piuttosto per influsso celtico.

onica, quando si 55 Vd. sopra, p. 107 con nota 36 e p. 134, nota 137.

a veloce verso la 56 Si vedano come esempi alcune kenningar mitologiche per “oro”: esso può essere detto “seme

cadere una partedi Kraki” perché un mitico re danese, Rolf [Magro come un] palo (kraki; cfr. pp. 131-132 con nota

121) mentre fuggiva da un nemico aveva seminato delle monete d’oro: così gli inseguitori si

fermarono per raccoglierle ed egli ebbe salva la vita; può essere detto “chioma di Sif” (moglie del dio

Thor) perché Loki aveva tagliato i capelli alla dèa e per sottrarsi all’ira del marito le aveva fatto fare

un tentativo didai nani una chioma tutta d’oro che cresceva come i capelli naturali; può essere detto “fardello di

strofe composteGrani” perché Sigurðr caricò sul dorso del proprio cavallo Grani l’oro sottratto al serpe Fáfnir dopo

mentandosi della averlo ucciso. Queste e altre storie sono riportate nel Dialogo sull’arte poetica di Snorri.

o e di guerriero 57 Hávamál, str. 42 e str. 145 (p. 23: “Vin sínom scal maðr vinr vera,/ oc gjalda gjǫf við gjǫf” e

so suonava così:p. 41: “ey sér til gildis gjǫf”). Questo precetto si inquadra all’interno della funzione sociale svolta

Russia si prendedallo scambio di doni, ben testimoniata anche in area nordica, sia nell’ottica della società comunitaria

llhrings við mér fondata sulla Sippe, sia in quella delle corti dei signori e dei loro seguaci. Va tra l’altro rilevato che

abilità del poeta agli oggetti donati veniva spesso legata una valenza magica, il che caricava un eventuale furto di

“Russia”)particolare gravità; vd. HAMRE L., “Gåve”, in KHLNM V (1960), coll. 653-661.

voli conseguenze 58 Si legga a esempio dalla Saga di Gunnlaugr Lingua di serpente (cap. 8): “Il re lo ringraziò per

la poesia e chiamò a sé il suo tesoriere e disse così: ‘Come ricompenserò la poesia?’ Egli rispose:

esti di indubbio‘Come volete voi, signore?’ disse egli. ‘Come è ricompensata,’ disse il re, ‘se io gli do due navi?’ Il

tesoriere rispose: ‘Ciò è troppo, signore,’ egli disse, ‘altri re danno come dono per la poesia ricchi

oggetti preziosi, buone spade o begli anelli d’oro.’ Il re gli diede la sua veste di scarlatto nuovo, una
tunica ornata di una guarnizione e un mantello con ottime pelli e un anello d’oro, che pesava un

delle sillabe siamarco” (DLO nr. 72). Un marco è un’unità di peso e di valore corrispondente circa a mezza libra

(cfr. p. 209, nota 426).

59 Cfr. p. 142-143.

sere detto “seme 60 Vd. p. 251.

31-132 con nota 61 Vd. p. 252, nota 102.

li inseguitori si 62 Vd. sopra, p. 187 e pp. 231-232.

” (moglie del dio 63 Cfr. sopra, p. 144 e p. 252.

aveva fatto fare 64 È riferito che il poeta, recatosi alla corte di Olav il Santo, voleva rendergli omaggio con un suo

etto “fardello di componimento. Il re rispose che non voleva che si facesse della poesia su di lui e che neppure

erpe Fáfnir dopoavrebbe potuto ascoltarla, probabilmente – come opportunamente suggerisce Ludovica Koch (KOCH

1984, p. 147) – per il legame tra la composizione poetica e la tradizione pagana. Ma Sighvatr

einsistette e poté infine recitare i suoi versi (SNORRI STURLUSON, Saga di Olav il Santo, cap. 43); vd. il

ne sociale svoltatesto della strofa tradotto a p. 309.

cietà comunitaria 65 Vd. p. 242.

altro rilevato che 66 Con gli altri uomini di corte i poeti condividevano l’obbligo della fedeltà verso il sovrano, il

ventuale furto diche comportava anche l’impegno a seguirlo nelle imprese guerresche. A questo proposito merita una

citazione un episodio narrato nella Saga dei fratelli di sangue (cap. 24) e relativo al poeta Þórmoðr

e lo ringraziò perBersason detto Poeta di Kólbrún (Kolbrúnarskáld) dal soprannome della donna da lui cantata,

a?’ Egli rispose: Þorbjǫrg Sopracciglia scure (Kolbrún): costui ferito a morte nella battaglia di Stiklestad (cfr. p. 256)

do due navi?’ Ilsi strappava dal cuore la punta di freccia con la quale era stato trafitto. Vedendo attaccati ai barbigli

la poesia ricchi brandelli di carne rossi, bianchi, gialli e verdi, esclamò: “Il re ci ha nutriti bene, c’è del grasso alle

latto nuovo, unaradici del cuore di quest’uomo” (Fóstbrœðra saga, p. 276: “Vel hefir konungrinn alit oss, hvítt er
o, che pesava unþessum karli um hjartarøtr). Poi, recitata un’ultima poesia, spirò.

ca a mezza libra 67 DLO nr. 73. Ciò determinò la rottura della loro amicizia con conseguenze drammatiche.

68 Vd. anche il cap. 91 della Saga di Araldo Sigurdsson (Haralds saga Sigurðarsonar, nona parte

della Heimskringla di Snorri Sturluson) dove si dice che il re Araldo di Duro consiglio prima della

battaglia in cui avrebbe trovato la morte recitò una strofa che trovò, egli stesso, “mal composta” (illa

kveðit) e subito corresse.

69 Kormáks saga, cap. 3, p. 209: “brims Hristar […] lauka.” Così intende, a mio modo di vedere

correttamente, Ludovica Koch (KOCH 1984, p. 201).

aggio con un suo 70 DLO nr. 74.

i e che neppure 71 Vd. sopra, p. 221.

OCH 72 Saga di Egill Skalla-Grímsson, capp. 59-61.

na. Ma Sighvatr 73 Cfr. p. 255, nota 116.

, cap. 43); vd. il 74 Vd. pp. 291-292.

75 DLO nr. 75. “Boccale di Viðurr” è una kenning per “poesia” che fa riferimento a quest’arte

come liquido (cui qui si allude con “boccale”), cioè “idromele” di Odino (di cui Viðurr è uno degli

rso il sovrano, ilappellativi).

posito merita una 76 In un celebre passo del Dialogo dell’Alto Odino medesimo indica la buona fama – che

l poeta Þórmoðropportunamente andrà affidata alla poesia – come unica forma di immortalità per gli umani: “Muore

da lui cantata,la ricchezza, muoiono i congiunti,/ ciascuno ugualmente muore;/ ma la fama non muore mai,/ per chi

stad (cfr. p. 256)se ne procura una buona.// Muore la ricchezza, muoiono i congiunti,/ ciascuno ugualmente muore;/ io

accati ai barbigli conosco una cosa sola che non muore mai:/ il giudizio su ogni morto” (Hávamál, str. 76-77; DLO nr.

è del grasso alle 76).

alit oss, hvítt er 77 Saga di Egill Skalla-Grímsson, cap. 78.


78 Vd. il testo riportato a p. 126.

79 Qui occorre anche ricordare almeno due poetesse. La prima è Steinunn Refsdóttir, della fine

, nona partedel X secolo, la seconda Steinvǫr Sighvatsdóttir (morta nel 1271), nipote di Snorri Sturluson per

iglio prima della parte di padre, citata in una versione (U) dell’Enumerazione dei poeti (Skáldatal), un elenco (per

illaaltro non completo) di scaldi che arriva fino al 1300 circa (vd. SIMEK – PÁLSSON 1987 [B.4], p. 317).

Di quest’ultima tuttavia non ci restano versi.

modo di vedere 80 Un esempio evidente di poesia funzionale alla narrazione della saga è quello dei versi

‘infantili’ che il celebre scaldo Egill Skalla-Grímsson avrebbe composto all’età di tre anni! (Egils

saga Skalla-Grímssonar, cap. 31); cfr. p. 299.

81 Talora si è tuttavia supposto (in particolare a riguardo dei versi attribuiti a Gísli Súrsson nella

saga omonima) che ci si possa trovare di fronte a un prodotto poetico originale o, comunque,

piuttosto antico (la questione è ben riassunta in TURVILLE-PETRE 1976, pp. 50-51).

82 Ynglinga saga, Prologo (DLO nr. 77).

ento a quest’arte 83 La kenning va intesta così: “destriero delle tende azzurrocupe” è la “nave”, “albero della nave”

ðurr è uno degliè il “signore del mare”, il “guerriero”. L’immagine dell’albero nelle metafore che indicano il

guerriero è frequente e fa riferimento alla fermezza di chi resta saldo di fronte al pericolo.

ona fama – che 84 DLO nr. 78. Vd. SNORRI STURLUSON, Saga di Olav il Santo, cap. 43; cfr. nota 64.

i umani: “Muore 85 Sulla formazione di quest’opera, sulla sua evoluzione fino a diventare il testo di cui oggi

ore mai,/ per chidisponiamo e sul suo valore come documento storico vd. JÓHANNESSON J., Gerðir Landnámabókar

mente muore;/ ioReykjavík 1941; BENEDIKTSSON J., “Formáli”, in Íslendingabók. Landnámabók, pp. V-CLIV e PÁLSSON

76-77; DLO nr.1999, pp. 7-12.

86 Hermann Pálsson (PÁLSSON 1999, p. 18) richiama qui opportunamente un commento inserito

nella tarda versione del Libro dell’insediamento contenuta nel Libro di Þórðr (Þórðarbók, AM 106
fol., redatto nel XVII secolo da tale Þórður Jónsson di Hítardalur, morto nel 1670, e conservato

dóttir, della finepresso l’Università di Reykjavík, Stofnun Árna Magnússonar í íslenskum fræðum) e tuttavia

rri Sturluson per verosimilmente ripreso dalla versione originaria del testo. Lo si riporta qui nella traduzione inglese

, un elenco (perdel medesimo autore (The Book of Settlements. Landnámabók, translated with Introduction and Notes

87 [B.4], p. 317). by H. PÁLSSON and P. EDWARDS, University of Manitoba Press 1972, p. 6): “People often say that

writing about the Settlements is irrelevant learning, but we think we can better meet the criticism of

quello dei versiforeigners when they accuse us of being descended from slaves and scoundrels, if we know for

Egilscertain the truth about our ancestry. And for those who want to know ancient lore and how to trace

genealogies, it’s better to start at the beginning than to come in at the middle. Anyway, all civilized

sli Súrsson nella nations want to know about the origins of their own society and the beginnings of their own race.”

e o, comunque, 87 DE VRIES 19622 (B.5), p. 459 e p. 467; cfr. nota 10.

88 La Saga della battaglia nella brughiera (Heiðarvíga saga), considerata la più antica fra le

saghe degli Islandesi, dovrebbe essere stata composta attorno al 1200. Altre saghe risalenti ai primi

bero della nave” decenni del XIII secolo sono la Saga dei fratelli di sangue e la Saga dei figli di Droplaug

che indicano il(Droplaugarsona saga). Il periodo di massima fioritura del genere è considerato il XIII secolo, anche

se talune saghe risultano ben più tarde, come la Saga degli abitanti di Fljótsdalur, forse addirittura

del XV secolo.

esto di cui oggi 89 PÁLSSON 1999.

Landnámabókar, 90 Come dimostrato in un celebre saggio di S. Nordal (Hrafnkatla. Mit einem Auszug auf deutsch

ÁLSSON Reykjavík-Kaupmannahöfn 1940).

91 Come è stato il caso dello studioso tedesco W. Baetke (BAETKE 1956).

mmento inserito 92 Vd. in particolare BYOCK 1993, pp. 8-10.

AM 106 93 È per altri versi verosimile che la stesura delle saghe sia dovuta, almeno in parte, all’iniziativa
70, e conservatodei grandi capitani che al contempo gestivano buona parte della vita ecclesiastica (cfr. pp. 381-382).

) e tuttavia 94 Vd. sopra, nota 81.

aduzione inglese 95 Individuato e analizzato in ANDERSSON 1967, pp. 3-30.

uction and Notes 96 Basti pensare a ‘saghe’ moderne come I Buddenbrook. Decadenza di una famiglia di Thomas

le often say thatMann (Buddenbrooks. Verfall einer Familie, 1901) o La saga dei Forsyte (The Forsyte saga) di John

t the criticism ofGalsworthy (una serie di testi usciti fra il 1906 e il 1921; edizione con introduzione di G. HARVEY,

if we know for Oxford 1995). Ma nell’accezione islandese una saga resta semplicemente una “storia” (cfr. nota 10).

and how to trace 97 Brennu-Njáls saga, di solito più semplicemente indicata come Saga di Njáll.

way, all civilized 98 Gísla saga, cap. 18, p. 58.

99 Gunnlaugs saga ormstungu, cap. 4 (DLO nr. 79); cfr. p. 304.

100 Njáls saga, cap. 77; DLO nr. 80.

più antica fra le 101 Originariamente un testo indipendente, questa saga ci è pervenuta all’interno della ben più

risalenti ai primiampia Saga degli Sturlungar (Sturlunga saga).

gli di Droplaug 102 Saga di Þorgils e di Hafliði, cap. 17; sul componimento poetico detto flokkr vd. p. 304.

III secolo, anche 103 Vd. oltre, pp. 364-367.

forse addirittura 104 Fornaldar sögur nordrlanda eptir gömlum handritum, utgefnar af C.CHR. RAFN, I-III,

Kaupmannahöfn 1829-1830. Su Carl Christian Rafn vd. p. 918 e p. 945.

105 Tale è il caso di personaggi come Attila o Ermanarico presenti nella Saga dei Volsunghi, ma

szug auf deutsch,anche del semi-leggendario Ragnarr, protagonista dell’omonimo racconto (Saga di Ragnarr brache

di pelo); vd. sopra, p. 107 con nota 36 e p. 134, nota 137.

106 Si accoglie qui la catalogazione delle “saghe del tempo antico” proposta nel fondamentale

volumetto di K. Schier (SCHIER 1970, pp. 72-78).

rte, all’iniziativa 107 Con questa definizione si fa riferimento a storie composte in Islanda a imitazione di “saghe
cavalleresche” tradotte in norvegese da originali stranieri (in particolare francesi), testi che avevano

avuto una notevole diffusione anche nell’isola. Per questo tipo di racconti sono utilizzate talora altre

denominazioni, come “saghe fiabesche” (Märchensagas) o (meno recentemente) “saghe

miglia di Thomas menzognere” (lygisǫgur). La definizione di questi sottogruppi resta discussa; lo ‘stato della

) di John questione’ è ben riassunto in FERRARI F., “Il motivo del viaggio nelle fornaldarsögur”, in VVLSMM,

ARVEY, pp. 169-171. Cfr. pp. 413-414.

108 Vd. pp. 322-323.

109 La storia di Amleto (Amlethus), riferita da Saxo grammaticus nel III e IV libro della sua opera,

non trova riscontri nell’area scandinava occidentale, se non nell’allusione contenuta in una strofa

sciolta (lausavísa) dello scaldo islandese Snæbjǫrn (XI secolo), il quale in una kenning definisce il

mare “mulino di Amleto” (Amlóða líðmeldr); vd. Skj I: A, p. 211, B, p. 201. In area islandese

no della ben piùriferimenti a questo personaggio si trovano ben più tardi nelle Ambáles rímur (Canzoni di Ambáles),

di cui si conoscono versioni differenti e alle quali si rifà la Saga di Ambáles (Ambáles saga). Questi

testi risalgono alla seconda metà del XVII secolo (la saga verosimilmente all’ultimo decennio). Per

una analisi del ‘mito di Amleto’ si rimanda al classico testo di DE SANTILLANA G. – VON DECHEND H.,

, I-III,Il mulino di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo, Milano 1983.

110 I carmi eroici contenuti nelle saghe leggendarie fanno parte del gruppo dei cosiddetti Eddica

, ma minora (vd. sopra, p. 296). Tra quelli proposti da Saxo grammaticus in versione latina i più celebri

Ragnarr brachesono il Dialogo di Bjarki (Bjarkamál) che in lingua norrena ci è tramandato solo in forma

frammentaria (vd. SIMEK–PÁLSSON 1987 [B.4], p. 38) e il cosiddetto Carme di Ingjaldr, recitato dal

nel fondamentalecelebre eroe Starkaðr (Starcatherus) per rimproverare Ingjaldr (Ingellus) della sua deprecabile

condotta (vd. Gesta Danorum, II, VII, 4-28 e VI, IX, 3-18, rispettivamente). Il Carme di Ingjaldr è

azione di “saghestato proposto in versione danese da Axel Olrik (Danmarks heltedigtning. En oldtidsstudie, II,
esti che avevanoKøbenhavn 1910, pp. 24-28.

zzate talora altre 111 Vd. pp. 92-93.

emente) “saghe 112 Cap. 7.

lo ‘stato della 113 I più importanti esempi di questa iconografia sono riprodotti in CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1).

VVLSMM,Vd. in primo luogo: p. 65, p. 92, p. 94, pp. 130-131, p. 133, p. 158, p. 161, pp. 176-177, pp. 187-188,

p. 190, p. 205, p. 386, p. 390, p. 392, p. 397, p. 399, p. 419, pp. 440-441. Cfr. sopra, pp. 221-222 con

nota 472.

o della sua opera, 114 Vd. p. 143, nota 171.

uta in una strofa 115 Vd. p. 411.

definisce il 116 Basti pensare alla difficile opera di mediazione che presumibilmente dovette portare avanti

n area islandese Snorri Sturluson, il quale intratteneva i migliori rapporti con la corte norvegese anche allo scopo di

),salvaguardare l’indipendenza della sua patria (ma, certamente, anche i propri interessi personali!).

). Questi 117 Tra cui certamente il Compendio delle storie dei re norvegesi, la cosiddetta Pergamena

o decennio). Permarcia (Morkinskinna, vd. p. 424, del 1220 circa), un testo ricco di aneddoti, e la Bella pergamena

H.,(Fagrskinna) del 1230 circa, che tuttavia ci è giunta solo in copie. Le ultime due si rifanno a loro

volta in buona parte a un testo andato perduto risalente al XII secolo e attribuito a tale Eiríkr Oddsson

Eddica dal titolo Hryggjarstykki (forse “Pelle di vitello”); vd. LIE 1961.

tina i più celebri 118 Saga Óláfs konungs hins helga.

solo in forma 119 Della seconda metà del XII secolo è il testo Opere di Sant’Olav Re e Martire (Acta Sancti

, recitato dalOlavi Regis et Martyris) altrimenti noto come Passione e miracoli del beato Olav (Passio et

sua deprecabilemiracula beati Olavi) – da ricondurre all’ambiente gravitante attorno all’arcivescovo di Nidaros

èØystein Erlendsson (1120?-1188), se non addirittura a lui stesso – che raccoglie le leggende fiorite

, II,intorno a Olav il Santo fin dai primi decenni dopo la morte; cfr. p. 256 con nota 121. Diverse sono le
saghe dedicate a questo santo (frammenti di una sua prima biografia in norreno risalgono già agli

anni tra il 1160 e il 1185), così come a Olav Tryggvason (vd. SIMEK – PÁLSSON 1987 [B.4], pp. 268-

271).

(B.7.1). 120 Vd. p. 274 e p. 333. A lui è dedicato un breve racconto che mette in luce le sue cattive qualità:

77, pp. 187-188, Della brama dell’arcivescovo Absalon e di un contadino (Af ágirnd Absalons erkibiskups ok af einum

pp. 221-222 con bónda).

121 Gesta Danorum, Præfatio, I, 1. Questa informazione è confermata dall’ignoto autore del

Compendio dell’opera di Saxo (Saxonis Gesta Danorvm ab incerto avtore in compendium redacta, p.

216), un riassunto integrato con la cosiddetta Cronaca dello Jutland (Continuatio compendii Saxonis

te portare avantisive Chronica jutensis), e anche da Svend Aggesen, il quale nel cap. 10 della sua Breve storia dei re

che allo scopo di della Danimarca si riferisce a Saxo grammaticus definendolo “contubernalis meus” (letteralmente

“mio camerata”, “mio compagno”); pp. 124-125. La carriera di Absalon viene descritta da Saxo

Pergamenagrammaticus nel XIV libro della sua opera.

Bella pergamena 122 Vd. p. 334-335 e pp. 391-392. Su Anders Sunesen si legga il breve saggio di V. AMMUDSEN,

si rifanno a loro “Anders Sunesen”, in KSam III (1905-1907), pp. 650-664.

e Eiríkr Oddsson 123 Un tipico esempio della trasformazione della materia nordica da parte di Saxo grammaticus si

ha nel libro III (I-IV) delle Gesta Danorum dove si tratta della vicenda relativa all’uccisione di Baldr

(Balderus), episodio che ci è noto dall’Edda di Snorri Sturluson (Gylfaginning, cap. 49). In Snorri

Acta Sanctiquesto racconto presenta in sostanza i segni distintivi del mito. Saxo grammaticus, al contrario, che

Passio etnon vuole raccontare miti ma riferire ogni fatto a personaggi della ‘storia’ danese, converte questi

covo di Nidarosavvenimenti in un dramma romanzato provocato da una competizione amorosa. A quanto pare Snorri

leggende fiorite (si legga il Prologo della Heimskringla) si sforza di separare il mito dalla storia, mentre Saxo

. Diverse sono legrammaticus trasforma il mito in storia.


salgono già agli 124 Vd. pp. 578-580.

7 [B.4], pp. 268- 125 Cfr. sopra, p. 132.

126 Della versione norrena di questa saga ci restano brani sparsi, il più esteso porta il titolo

e cattive qualità: Frammento su alcuni antichi re dell’impero dei Danesi e degli Svedesi (Sǫgubrot af nokkurum

kups ok af einumfornkonungum í Dana ok Svía veldi). Nel XVII secolo l’islandese Arngrímur Jónsson l’Erudito

(lærði, 1568-1648) ne redasse un sunto in lingua latina dal titolo Frammenti di storia danese (Rerum

gnoto autore del danicarum fragmenta; vd. p. 595 con nota 306). Tutti i testi riconducibili alla saga sono stati

, p. pubblicati nell’edizione qui indicata in EF..

mpendii Saxonis 127 Si trattava di uno dei clan familiari più influenti dell’Islanda meridionale, che aveva la propria

eve storia dei reresidenza a Oddi in Rangárvellir dove si trovavano una chiesa e una scuola (presso la quale aveva

(letteralmente studiato anche Snorri Sturluson); cfr. nota 13. A questa famiglia apparteneva tra gli altri Sæmundr il

escritta da SaxoSaggio (vd. pp. 283-284 con nota 3). È possibile che la redazione di una Saga degli Skjǫldungar

possa essere ricondotta all’iniziativa di Páll Jónsson (morto nel 1211), vescovo di Skálholt, che era

MMUDSEN, originario di Oddi.

128 Il titolo è per certi versi fuorviante in quanto la saga tratta anche di antenati di Canuto il

o grammaticus siGrande.

ccisione di Baldr 129 Gesta Danorum, VI, v, 3-4 (DLO nr. 81).

p. 49). In Snorri 130 Cfr. Historia Norwegie, pp. 74-79. In un saggio ho cercato di mostrare come sia possibile

al contrario, che ricondurre le vicende di questi sovrani (dei quali in sostanza vengono riferite soprattutto le

converte questi circostanze relative alla morte) a schemi rituali risalenti a un’antica tradizione (vd. CHIESA ISNARDI

uanto pare Snorri G., “Il re sacrificato. Morte rituale del sovrano nell’antica società nordica”, in I gesti del sacro. Rito e

ia, mentre Saxorituali [= I quaderni di Avallon, XXXI, 1993], pp. 101-122).

131 Vd. pp. 383-384.


132 Cfr. pp. 269-270.

133 Questa denominazione risale all’edizione ottocentesca del filologo norvegese Carl Rikard

o porta il titolo Unger (1817-1897): Heilagra manna sǫgur. Fortællinger og Legender om hellige Mænd og Kvinder.

rot af nokkurum Efter gamle Haandskrifter udgivne af C.R. UNGER, I-II, Christiania 1877.

ónsson l’Erudito 134 In base alla definizione di Unger sono esclusi da questo gruppo altri scritti dedicati agli

Rerum apostoli (postola sǫgur), a diversi personaggi biblici e alla Madonna (in particolare, la Saga di Maria

saga sono statiMaríu saga).

aveva la propria

o la quale aveva

altri Sæmundr il

ldungar

Skálholt, che era

nati di Canuto il

me sia possibile

e soprattutto le

SNARDI

del sacro. Rito e


132 Cfr. pp. 269-270.

133 Questa denominazione risale all’edizione ottocentesca del filologo norvegese Carl Rikard

Unger (1817-1897): Heilagra manna sǫgur. Fortællinger og Legender om hellige Mænd og Kvinder.

Efter gamle Haandskrifter udgivne af C.R. UNGER, I-II, Christiania 1877.

134 In base alla definizione di Unger sono esclusi da questo gruppo altri scritti dedicati agli

apostoli (postola sǫgur), a diversi personaggi biblici e alla Madonna (in particolare, la Saga di Maria,

Maríu saga).
CAPITOLO 6

Le nazioni scandinave tra l’XI e il XIV secolo

Un lungo percorso aveva portato nei Paesi nordici all’affermazione di due poteri

principali e centralizzatori: Stato e Chiesa. In tempi molto lontani la terra era appartenuta alla

comunità: su di essa vegliavano gli antenati e la vita era consacrata a potenze divine che

regolavano il ciclo dell’esistenza. Gradatamente all’interno dei gruppi tribali si era imposto il

dominio di famiglie eminenti e la conclusione di alleanze con altri gruppi aveva dato origine

a federazioni. Struttura tribale e potentati locali erano stati per secoli alla base

dell’organizzazione sociale e politica. Ma, a partire dall’età del ferro romana, gli accresciuti

contatti con altri mondi, ‘esplosi’ nel periodo vichingo, avevano radicalmente modificato

antichissimi equilibri. E una nuova religione aveva fornito un formidabile supporto per

l’affermazione di nuovi prìncipi e di nuovi princìpi. E tuttavia: la tradizione tribale che per

millenni aveva permeato quel mondo continuò sotto molti aspetti a influenzarlo. Innanzi tutto

occorre osservare che – a parte il caso del tutto singolare dell’Islanda, territorio di recente

colonizzazione i cui abitanti (per le ragioni precedentemente esposte) avevano sviluppato fin

dai primi decenni la chiara consapevolezza di appartenere a una nazione ben precisa – i

Danesi, gli Svedesi e i Norvegesi si erano al contrario sempre considerati semplicemente

‘nordici’ e il processo di creazione degli stati nazionali nel senso in cui li intendiamo

attualmente non aveva certamente posto del tutto fine a questo loro modo di pensare. Ciò si

riflette in maniera assai evidente nelle lunghe e sanguinose lotte di potere dei molti sovrani,

finalizzate a imporre il proprio dominio sulle diverse aree scandinave e a estenderlo su nuovi
territori senza riconoscere, se non per motivi di inferiorità politica e militare, la supremazia

di altri. In effetti, quando con ottica moderna si osserva che Canuto il Grande era un re

di due poteriinglese prima che danese, si esprime un giudizio basato su categorie politico-istituzionali che

appartenuta alla Canuto medesimo non avrebbe del tutto condiviso e compreso. Per i signori nordici infatti (e

nze divine cheper i loro seguaci) valeva piuttosto il principio di considerare come proprio territorio e

i era imposto ilpropria patria la zona di origine, la cui potenza e ricchezza le terre conquistate andavano

va dato originesemplicemente ad accrescere. Se poi si tiene conto dei complicati rapporti di parentela che

coli alla baselegavano fra loro le famiglie più potenti, dei figli legittimi e illegittimi, degli interessi

, gli accresciutieconomici e delle alleanze, risulta chiaro che l’impulso al predominio nel Nord (e nelle

ente modificato colonie) restava per molti aspetti ancora legato a una concezione di vita tribale, sulla quale

e supporto perun potere centralizzato fu in grado di imporsi solo grazie a personalità molto forti e

tribale che perdeterminate e all’indispensabile sostegno del potere ecclesiastico.1 Il che spiega la costante

o. Innanzi tuttoingerenza degli uomini di Chiesa negli affari politici: essi in realtà si consideravano a tutti gli

torio di recenteeffetti nel pieno diritto di affiancare la carica religiosa a funzioni civili, e del resto i vescovi e

o sviluppato fingli abati dei grandi monasteri entrarono a far parte, insieme ai nobili di più alto grado, del

ben precisa – iConsiglio del Regno, organismo che si costituì (verso l’inizio del XIII secolo) come centro di

semplicementenotevole potere. Simbolicamente (e pubblicamente) la solidarietà tra Stato e Chiesa si esibiva

li intendiamonelle solenni cerimonie d’incoronazione del re per mano dei vescovi2 o nella partecipazione

pensare. Ciò sidi sovrani a importanti occasioni religiose (come a esempio la consacrazione della cattedrale

i molti sovrani,di Lund nel 1145 da parte dell’arcivescovo Eskil alla presenza di principi danesi e svedesi):

nderlo su nuovisplendori che comunque celavano irrisolte lotte per la supremazia, seppure per portare a
, la supremaziacompimento quel cambiamento radicale che avrebbe adeguato i regni nordici ai modelli

ande era un re statali dell’Europa continentale (incidendo in profondità anche nella struttura sociale e

stituzionali chealterandone gli equilibri) una collaborazione fosse inevitabile. Ma, in realtà, lo Stato e la

ordici infatti (eChiesa avrebbero a lungo costituito due poteri paralleli: una dicotomia che si sarebbe risolta

rio territorio esolo con la riforma protestante.

state andavano Che il senso dell’identità nazionale dovesse essere indicato dall’alto e avesse bisogno di

i parentela checonsolidarsi attorno a figure illustri e simboliche appare evidente. Un ottimo esempio di

degli interessi questo si può trarre da un episodio della vita del celebre re norvegese Olav Tryggvason.

Nord (e nelleCome sopra è stato ricordato, egli periva nell’anno 1000 nella battaglia di Svolder nella quale

ale, sulla qualea bordo della sua magnifica nave Lungoserpente aveva affrontato Danesi e Svedesi alleati del

molto forti eribelle Eirik Håkonsson jarl di Lade.3 Nella saga a lui dedicata Snorri Sturluson descrive il

ega la costante sovrano, in tutta la sua imponenza, con scudo ed elmo dorati, “ben distinguibile dagli altri

avano a tutti gliuomini” (“auðkenndr frá ǫðrum mǫnnum”) e gli mette in bocca le seguenti parole: “Noi non

esto i vescovi eabbiamo paura di quei codardi. I Danesi non hanno coraggio […] Per gli Svedesi sarebbe

alto grado, del meglio restare a casa a leccarsi le loro coppe sacrificali […] da quella parte dobbiamo

come centro di[invece] aspettarci dura battaglia. Quelli sono Norvegesi come noi.”4 Messaggio eloquente

hiesa si esibivaalla nazione. Circa cinquanta anni dopo (1050-1056 circa) saranno stabilite demarcazioni

partecipazioneterritoriali tra Danimarca e Svezia,5 cento anni più tardi, nel 1101 in un incontro tenuto nei

della cattedralepressi dell’attuale Kungälv (località detta allora Konungahella) tra il sovrano danese Erik il

nesi e svedesi):Buono, lo svedese Inge il Vecchio e il norvegese Magnus Piedi nudi verranno per la prima

e per portare a volta definiti i confini fra i tre regni (destinati, per altro, a subire cambiamenti): punti fermi,
dici ai modellialmeno simbolicamente.6

ttura sociale e L’organizzazione degli stati nordici secondo le nuove strutture comportò profondi

à, lo Stato e la cambiamenti all’interno della società, il che in primo luogo coinvolse i contadini. Come

sarebbe risoltasopra è stato detto,7 i liberi contadini detenevano fino all’epoca vichinga un notevole potere

economico e politico. Il possesso e lo sfruttamento delle terre garantivano ai più eminenti fra

esse bisogno diloro solida ricchezza e conseguente prestigio sociale. I contadini partecipavano all’assemblea

mo esempio di(antico organismo politico di eredità tribale) dove potevano far sentire la propria voce e aver

av Tryggvason.parte attiva nell’assunzione di decisioni importanti; inoltre in caso di necessità andavano a

lder nella qualecostituire una forza militare all’interno del territorio.8 Un’usanza, quest’ultima, che in epoca

edesi alleati delvichinga (probabilmente dal X secolo) si era sviluppata nell’istituto del cosiddetto leiðangr,

uson descrive il termine traducibile con ‘leva’, ma che indica, in senso più ampio, il contributo di uomini e

ibile dagli altrimezzi che doveva venire dai liberi contadini in circostanze di guerra.9 Del che i sovrani che

arole: “Noi nonsi andavano imponendo avrebbero fatto un uso cospicuo. La regolamentazione di questa

Svedesi sarebbe‘leva’ – cioè, in sostanza, la definizione su base locale dei contributi dovuti – avrebbe in

parte dobbiamoseguito fornito l’ossatura del sistema fiscale centralizzato: infatti tra la seconda metà del XII

ggio eloquentee il XIII secolo il concorso di uomini e la fornitura di mezzi vennero gradatamente sostituiti

e demarcazionidal versamento di somme in denaro.10 La trasformazione di questo tipo di apporto da

ontro tenuto neiconsuetudine attiva in obbligo passivo è, in un certo senso, simbolica della perdita di peso

o danese Erik il della classe contadina che vede gradatamente diminuire le proprie possibilità di intervento

no per la prima nella gestione del potere. Sono ora infatti piuttosto gli ‘uomini del re’ (la nascente nobiltà) a

ti): punti fermi,ricevere dal sovrano possedimenti (spesso conquistati con la forza) e posizioni di prestigio;
quando fra di loro vi siano rappresentanti delle più eminenti famiglie di liberi contadini agli

portò profondialtri viene a mancare un indispensabile e autorevole sostegno. È questo un passaggio

ontadini. Comefondamentale: a una ‘nobiltà’ sorta dal basso e che esprime istanze sociali se ne sostituisce

notevole potere un’altra, imposta dall’alto. E tenuto conto di altri fattori legati al potere ecclesiastico quali

più eminenti fral’introduzione delle decime e l’abolizione della schiavitù (un fatto che creò un cospicuo

o all’assembleanumero di nuovi agricoltori che lavoravano, assai spesso al servizio dei nuovi possidenti, in

pria voce e aver qualità di fittavoli o braccianti, talora su terreni sottratti alle foreste), i proprietari terrieri

sità andavano a meno facoltosi videro diminuire il loro prestigio, retrocedendo di fatto in una posizione

a, che in epocasociale di minor rilievo.

leiðangr, Un altro cambiamento significativo che nei secoli XII-XIV contribuì in misura

uto di uomini econsistente alle trasformazioni sociali fu l’aumento del numero dei centri abitati di una certa

he i sovrani checonsistenza. Le prime ‘città’ erano sorte già da molto tempo e quasi certamente su modello

zione di questastraniero: tradizionalmente legate all’attività commerciale (basti ricordare i nomi di Hedeby e

ti – avrebbe in Birka) erano collocate non lontano dal mare in posizione favorevole al traffico navale. Ma

da metà del XII con l’affermazione del potere reale centralizzato, così come con l’organizzazione di quello

mente sostituitiecclesiastico, si svilupparono nuclei urbani che divennero sedi della Corona o punti di

di apporto dariferimento religioso (non di rado, naturalmente, le due funzioni andavano a coincidere): così

perdita di pesoRoskilde, Sigtuna, Nidaros, l’attuale Trondheim. Anche il grande sviluppo della Ansa

à di interventotedesca e l’importante ruolo che essa svolse nel Nord fu da questo punto di vista decisivo.

cente nobiltà) a Re, nobiltà, clero, contadini e cittadini saranno dunque negli ultimi secoli del medioevo le

oni di prestigio;componenti costitutive d’una società scandinava in forte trasformazione. Diversa sarà
i contadini agli tuttavia la situazione islandese, dove la mancanza di centri cittadini e, parallelamente, il forte

un passaggioradicamento della cultura contadina presentano un quadro per molti aspetti discordante.

e ne sostituisce La nuova configurazione sociale che andava assumendo forma trovò, naturalmente, il

lesiastico qualiproprio riflesso in importanti cambiamenti dell’ordinamento legislativo e giudiziario. Nel

eò un cospicuo passato la sede in cui si discutevano le cause legali era stata per secoli l’assemblea cui

vi possidenti, inpotevano partecipare solo gli uomini liberi che le presentavano e dibattevano, in taluni casi

oprietari terrieri(come risulta chiaro soprattutto nella tradizione islandese) con l’appoggio di un goði, vero

una posizionerappresentante giuridico di una comunità.11 Nell’assemblea un ruolo di primo piano era

svolto da colui che “recitava la legge” (lǫgsǫgumaðr12 o lagman13 che fosse): il suo ufficio

buì in misuraera di primaria importanza, tenuto conto che a lui era affidata la trasmissione orale delle

ati di una certa norme. Ma una volta sciolta l’assemblea era piuttosto incarico di chi aveva intentato la causa

nte su modellofare sì che la sentenza (ove gli fosse stata favorevole) avesse effetto: ciò è in buona parte da

mi di Hedeby ecollegare con il fatto che all’interno di comunità che restavano comunque numericamente

ico navale. Ma limitate un ‘controllo collettivo’ era ben possibile e che da esso dipendeva la rispettabilità del

zione di quello singolo in ambito sociale, elemento assai importante il cui peso si faceva sentire anche nel

ona o punti dicorso dei processi, soprattutto per il valore da attribuire alle testimonianze. La qual cosa, tra

oincidere): così l’altro, indica chiaramente una giustizia che adegua i propri procedimenti alla posizione della

po della Ansapersona (e alla famiglia cui essa appartiene), con conseguente disparità di trattamento. Il

vista decisivo. cambiamento di questo tipo di ordinamento giudiziario indotto dall’affermazione delle

el medioevo lemonarchie centralizzate (un processo lungo, complesso e difficile da seguire nei dettagli)

. Diversa saràprese il via con la nomina di funzionari del Regno cui furono affidati diversi uffici
amente, il fortenell’amministrazione della giustizia.14 Inoltre occorre considerare che, in molti casi, la

popolazione rurale divenne col tempo dipendente dai grandi proprietari terrieri anche dal

naturalmente, ilpunto di vista legale e mentre la Chiesa propugnava il principio della responsabilità

giudiziario. Nelindividuale, il sistema giudiziario venne adattandosi ai cambiamenti sociali, il che alla fine

’assemblea cuifece sì che l’antica struttura sopravvissuta fino all’epoca vichinga venisse definitivamente

o, in taluni casi dissolta.

, vero 6.1. Danimarca

rimo piano era 6.1.1. Stato, Chiesa e poteri locali

): il suo ufficio Niels Svendsen, salito al trono nel 1104, è – per certi versi simbolicamente – il primo

one orale delle sovrano danese con un nome tratto dalla tradizione cristiana.15 Il suo regno, caratterizzato dal

tentato la causadesiderio di pacificazione e dalla collaborazione con il potere ecclesiastico, terminerà tuttavia

buona parte dain seguito a una guerra civile, un conflitto scatenato nel 1131 dall’assassinio del nipote del

numericamentere, Canuto Lord, da parte del figlio di Niels, Magnus.16 Naturalmente qui non è tanto

ispettabilità del necessario seguire in dettaglio le singole ragioni e l’andamento del conflitto, quanto piuttosto

ntire anche nelconstatare come in esso si evidenzi uno stretto legame fra potere politico e potere religioso,

a qual cosa, tra dimostrato non soltanto dal diretto intervento nelle questioni dello Stato da parte di uomini di

posizione dellaChiesa, ma anche dalla capacità di trasformare vittime di eventi politici in martiri della fede,

trattamento. Ilin questa circostanza, appunto, Canuto. La conclusione della guerra civile vide prevalere

rmazione delleValdemaro I detto poi il Grande (den store), figlio dell’ucciso. La prestigiosa figura di questo

re nei dettagli)sovrano si trovò inizialmente in contrasto con il potere ecclesiastico, nella persona

diversi uffici dell’arcivescovo Eskil (ca.1100-1181/1182, in carica dal 1137 al 1177). Questo conflitto,
molti casi, la determinato tra l’altro dalla posizione del re favorevole a Federico Barbarossa17 (mentre

rieri anche dalEskil parteggiava, evidentemente, per il Papa Alessandro III),18 conobbe momenti di forte

responsabilità tensione, culminati nella scomunica del re e nell’esilio dell’arcivescovo. Nonostante

il che alla finesuccessivi tentativi di riconciliazione, la situazione si sarebbe risolta solo con le dimissioni di

definitivamenteEskil e la nomina dell’abile pastore di Roskilde, Absalon Hvide (1177). Con lui Valdemaro

aveva da tempo impostato una politica di collaborazione, capace di mantenere un giusto

equilibrio tra Corona e Chiesa, anche allo scopo di contrastare la nobiltà e prevenirne le

pretese dinastiche. Si pensi alla crociata contro i Vendi19 che, grazie al pretesto religioso,

ente – il primoconsentì un’espansione territoriale. Alla morte di Valdemaro (1182) gli succedeva il figlio, il

aratterizzato dalgiovane e non particolarmente capace Canuto IV (1182-1202) che si trovò a dipendere

minerà tuttaviadall’abilità politica di Absalon grazie alla cui intraprendenza la Danimarca (mentre poteva

o del nipote deltener testa alle pretese di Federico Barbarossa) estese il proprio dominio sul Baltico, alla

ui non è tanto Pomerania e al Mecklemburgo. Naturalmente dall’opera di Absalon la Chiesa traeva ingenti

quanto piuttosto benefici economici. Durante il regno del fratello di Canuto, Valdemaro II (1202-1241) che

otere religioso,sarà in seguito soprannominato Vittorioso (sejr), l’interesse del sovrano si concentrò sulle

rte di uomini diregioni baltiche e culminò nella conquista dell’Estonia (1219). L’arcivescovo Andrea

artiri della fede,Sunesen (ca.1160/1170-1228), succeduto ad Absalon nella carica e nell’attività politica, ne fu

vide prevaleregovernatore per alcuni anni. I confini del grande Regno danese si estendevano ora dalla riva

figura di questo settentrionale dell’Elba (comprendendo Amburgo e Lubecca)20 ai territori del Mar Baltico.

nella personaMa le fortune di Valdemaro declinarono ed egli, fatto prigioniero da un suo vassallo, dovette

uesto conflitto, cedere diversi territori.21 Il suo tentativo di rifarsi sarebbe naufragato nell’esito sfavorevole
(mentredella grande battaglia di Bornhöved (1227) nella quale i principi tedeschi riuscirono a

omenti di fortesconfiggerlo definitivamente. Questo successo aprì loro le porte del Baltico ed ebbe come

vo. Nonostanteconseguenza un influsso del mondo tedesco sul Nord.

le dimissioni di L’anno 1227 segna dunque per i Danesi l’inizio di un lungo declino che, dopo la morte di

lui Valdemaro Valdemaro II (1241), sarà caratterizzato da lotte interne che di fatto porteranno a una

nere un giustodisgregazione del Paese. Questa disgregazione va ricondotta a diverse ragioni: da una parte

e prevenirne leassistiamo ad accanite lotte dinastiche alle quali si trovano a far fronte sovrani privi di forte

etesto religioso,personalità politica, incapaci di scelte opportune ed eccessivamente (e imprudentemente!)

deva il figlio, ilambiziosi; dall’altra constatiamo il grande potere di una Chiesa sempre più ricca e desiderosa

vò a dipenderedi svincolarsi da qualsiasi interferenza statale; infine troviamo una nobiltà che richiede di

(mentre potevacontinuo maggiori privilegi e ascolto e distribuisce il proprio consenso in ragione di diversi

ul Baltico, alla interessi.

a traeva ingenti La bandiera danese, il cosiddetto Dannebrog (verosimilmente “drappo rosso”)22 presenta una

1202-1241) checroce bianca in campo rosso ed è tradizionalmente considerata la più antica del mondo.23
Probabilmente donata dal Papa, fu ispirata alle bandiere dei crociati o forse all’abito dei giovanniti.
concentrò sulle
Ma è anche possibile che essa fosse lo stendardo dell’arcivescovo Andrea Sunesen. Tuttavia la
escovo Andrea
leggenda vuole che essa sia caduta dal cielo quando i Danesi invocarono l’aiuto di Dio durante la
à politica, ne fu
battaglia di Lyndanisse (l’attuale Tallinn), nel corso della crociata condotta in Estonia dal re
o ora dalla riva
Valdemaro II e dall’arcivescovo Andrea Sunesen (15 giugno 1219). Una leggenda che tuttavia non
el Mar Baltico.
ha una versione univoca.24 La scena è raffigurata in un celebre quadro del 1809 dipinto dal pittore
assallo, dovette
danese Christian August Lorentzen25 e conservato nel Museo statale dell’arte (Statens museum for
ito sfavorevolekunst) di Copenaghen. Naturalmente questa tradizione è fortemente influenzata da racconti come
hi riuscirono aquello relativo alla vittoria di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio del 28 ottobre 312, dove il

ed ebbe comeconfronto fra gli eserciti rivali diviene simbolo di quello tra paganesimo e cristianesimo; così anche
da quello dello scontro tra Mosè e Aronne da una parte e Amalec dall’altra,26 in quanto è riferito che

l’arcivescovo pregava con le braccia tese al cielo: quando alzava le mani i Danesi avevano la meglio,
opo la morte di
quando le lasciava cadere prevalevano i pagani, sicché i vescovi e i chierici andarono a sostenergli le
rteranno a una
braccia, in modo che potesse tenere sempre le mani alzate. Fin dalla seconda metà del XIV secolo
ni: da una parte
questa bandiera appare come emblema danese nel libro di araldica cosiddetto ‘di Gelre’ (Wapenboek
ni privi di forte
Gelre).27
rudentemente!)
Nella seconda metà del XIII secolo i contrasti tra il potere reale e quello ecclesiastico
ca e desiderosa
furono molto aspri. In particolare la Corona venne a trovarsi in conflitto con il vescovo di
che richiede di
Roskilde Jacob Erlandsen (data di nascita ignota), divenuto nel 1254 arcivescovo di Lund, un
gione di diversi
uomo desideroso di affermare la piena autonomia dell’istituzione religiosa rispetto a una

monarchia che – avendo concesso molti benefici – si arrogava molti diritti.28 Al culmine
presenta una
della contesa l’arcivescovo venne addirittura imprigionato con gravi ripercussioni e
23
successivo ricorso all’autorità del Papa. Una lunga disputa, protrattasi oltre la morte del re
o dei giovanniti.
Cristoforo I (1259), dalla quale il prelato sarebbe uscito sconfitto: egli del resto moriva nel
sen. Tuttavia la
1274, un paio di anni dopo aver concordato con il successore Erik Klipping29 una forma di
i Dio durante la

Estonia dal re
riconciliazione. Un secondo principe della Chiesa protagonista di un duro scontro con la

che tuttavia non Corona (in questo caso con il re Erik Menved)30 fu Jens Grand (ca.1260-1327), anch’egli

pinto dal pittore imprigionato, fuggito e rivoltosi a Roma: la conclusione di questa controversia fu, anche in

tens museum for questo caso, ben poco favorevole al prelato che alla fine fu reintegrato ma destinato alla sede

a racconti come di Riga, da lui rifiutata per approdare in seguito a quella di Brema.31 La partigianeria politica
obre 312, dove il degli uomini di Chiesa in questi frangenti si constata tra l’altro nell’appoggio dato al re da

simo; così anche parte dei vescovi dello Jutland.

nto è riferito che


Naturalmente nel pieno delle dispute dinastiche, così come nei contrasti con i principi
evano la meglio,
della Chiesa, i sovrani avevano cercato sostegno nella nobiltà, il che determinò un
o a sostenergli le
rafforzamento della sua posizione, parallelo a un maggiore coinvolgimento nelle vicende
del XIV secolo
politiche. Nel 1282 il re Erik Klipping dovette emanare un decreto (il cosiddetto capitolare di
Wapenboek
Erik) che in gran parte rispondeva all’esigenza di limitare il potere centrale della monarchia,

prevedendo tra l’altro l’obbligo di riunire ogni anno una dieta delle cui deliberazioni il
lo ecclesiastico
sovrano avrebbe dovuto tenere conto.32 Da questo momento il cosiddetto Danehof
n il vescovo di
(letteralmente “corte dei Danesi”, ma reso in latino con parlamentum o consilium) avrebbe
ovo di Lund, un
costituito per centotrent’anni un importante punto di riferimento.33 Questa ‘costituzione’
rispetto a una
pose limiti allo strapotere reale, permise riforme in ambito giudiziario e di fatto istituì una
Al culmine
sorta di parlamento che il sovrano aveva il dovere di consultare. Ma l’assassinio di Erik nel
ripercussioni e
1286 e i cambiamenti politici che ne derivarono comportarono la decadenza di questo
la morte del re
decreto e le vicissitudini cui il Paese dovette andare incontro – anche per gli attacchi portati
esto moriva nel
dai nobili accusati del regicidio rifugiatisi in Norvegia – confermano la sostanziale debolezza
una forma di
della Corona in uno scenario caratterizzato da forze contrastanti, conflitti continui e irrisolti
scontro con la
con i potentati dei Paesi vicini, interessi particolari e assenza di figure reali di sicuro
327), anch’egli
prestigio.
sia fu, anche in
Il brutale assassinio del re Erik Klipping avvenuto il 22 novembre 1286 a Finderup (Jutland), a
tinato alla sede
quanto pare in un fienile, trova eco in diverse fonti danesi. Esso è, in primo luogo, ricordato negli
gianeria politica
o dato al re da annali, fra i quali gli Annali di Ryd (Annales ryenses) precisano in particolare che al sovrano furono

inferte cinquantasei pugnalate.34 Del delitto furono incolpati alcuni suoi uomini tra cui Stig

Andersen, una tra le figure più influenti del Regno. Quanto l’accusa fosse fondata non è dato sapere,
i con i principi
tenuto conto della scarsità e della tendenziosità delle fonti al riguardo. Si deve tuttavia rilevare che
determinò un
un’altra parte politica (gli uomini che erano stati al potere prima dell’emanazione del capitolare di
o nelle vicende
Erik) potesse avere interessi in merito. Ma che il processo contro i presunti colpevoli, tenuto nel
to capitolare di
castello di Nyborg (Fionia) dovesse essere in qualche modo ‘pilotato’ ben si comprende dalla lettura
ella monarchia,
del poema commissionato al Minnesänger Meister Rumezlant di Sassonia (attivo fra gli anni ’70 e
deliberazioni il
’80 del XIII secolo), nel quale si auspica una severa condanna:
Danehof “Voi assassini; esaminate il vostro delitto,

) avrebbe che grande ammasso di peccati mortali

a ‘costituzione’ si accumula nei vostri depositi;

fatto istituì una vedete, il vostro re era il vostro servitore,

inio di Erik nel che vi diede potere e autorità;

voi lo avete assassinato.


enza di questo
Perciò siate sempre più disprezzati, privati d’ogni grazia
attacchi portati
[e d’ogni gioia;
ziale debolezza
l’assassinio è la vostra perdizione:
ntinui e irrisolti
si ponga la croce sulle vostre membra,
reali di sicuro
e vi si uccida, come i pagani.”35

*
erup (Jutland), a
Il ricordo di questo drammatico evento si trova, naturalmente, anche nelle ballate popolari36 che
, ricordato negli
conoscono diverse versioni di questi fatti.37 Almeno in un paio di casi è espresso il punto di vista dei
l sovrano furono fedeli del re e dipinta con toni drammatici la sua triste fine.38 In altri testi, come nella versione più

ini tra cui Stiglunga e dettagliata,39 il motivo dell’ostilità di Stig Andersen nei confronti di Erik Klipping viene

on è dato sapere,individuato nell’oltraggio subito dalla di lui moglie Ingeborg, la quale durante un’assenza del marito,

avia rilevare che impegnato in azioni militari, sarebbe stata costretta a giacere con il sovrano, pur avendone rifiutato le

del capitolare di profferte amorose. Questa versione vuole forse soltanto giustificare la possibile colpa, cercandone

evoli, tenuto neluna spiegazione sentimentale nell’offesa subita.

ende dalla lettura Dalla ballata popolare su Marsk Stig:

ra gli anni ’70 e “Quando partiste dal Paese, Ora non devo più i miei sonni dormire

ero la sposa di un cavaliere: accanto al vostro bianco fianco:

ora sono regina di Danimarca, prima che abbiate ucciso re Erik,

possa valer ben poco. che mi inflisse questa pena.

Quando partiste dal Paese, Ora non voglio più i miei sonni dormire

ero la moglie di un cavaliere: tra le vostre bianche braccia:

ora sono regina di Danimarca, prima che abbiate ucciso re Erik,

per me un tormento costante. che mi inflisse questo dolore.”40

Nei primi decenni del XIV secolo il potere centrale appare fortemente indebolito: alla

morte del re Erik Menved (1319) – che tra l’altro aveva assunto nuove e sfortunate iniziative

nel Baltico e in Svezia – saliva al trono Cristoforo II, costretto a sottoscrivere un forte

ridimensionamento dell’autorità della Corona.41 Nel 1320 il ducato dello Jutland meridionale

(più tardi ducato dello Schleswig)42 era divenuto di fatto (con l’appoggio dei conti del

Holstein) indipendente. In un quadro di incessante conflittualità (tra l’altro segnata, per un

certo periodo, dalla dominazione dell’abile ma dispotico conte Gerardo III di Holstein
che
(Gerhard III. von Holstein), ca.1292-1340)43 lo scontento era diffuso anche per la dissennata
punto di vista dei
politica reale che aveva determinato un tracollo economico e un debito enorme (che invano si
ella versione piùera cercato di arginare con pesanti tassazioni) con conseguente ipoteca di diverse regioni del

vienePaese.44 Alla morte di Cristoforo II la Danimarca resterà per ben otto anni senza un

senza del marito,


sovrano.45
ndone rifiutato le
Gli sviluppi in direzione di uno stato feudale che (seppure non compiutamente) si erano
olpa, cercandone
affermati in Danimarca durante il regno di Valdemaro II46 avevano dunque condotto alla

confusione politica e al disastro economico. Alla fine tuttavia il giovane figlio di Cristoforo

II riuscì a raccogliere nei diversi ambienti consensi sufficienti per salire al trono. Valdemaro

IV (1320-1375), seppure solo ventenne, seppe intraprendere una intelligente politica che gli

permise di ricomporre l’unità del Regno: alcune terre ricevette come dote dalla moglie, altre

poté riscattare (anche grazie alla cessione dell’Estonia nel 1346 ai Cavalieri dell’Ordine

teutonico), altre (quelle ‘svedesi’ di Halland, Blekinge e Scania)47 riconquistò dopo

complesse vicende; altre acquisì militarmente. Inoltre cercò di riaffermare la potenza danese,

sottomettendo tra l’altro le isole di Öland e di Gotland, la cui capitale, l’importante città
indebolito: alla
commerciale di Visby, fu conquistata nel 1361, nel quadro del conflitto contro il potere delle
unate iniziative
città anseatiche.48 Un’azione portata avanti con decisione e senza troppi scrupoli, che tuttavia
rivere un forte
non fu esente da problemi di carattere interno (non va neppure dimenticato che attorno alla
nd meridionale
metà del XIV secolo la peste infuriava in Danimarca): in ogni caso Valdemaro con l’intesa
o dei conti del
per la ‘pace sociale’ (landefred, letteralmente “pace del Paese”) proclamata al Danehof di
segnata, per un
Kalundborg in Selandia nel 1360 ristabiliva definitivamente il potere reale (seppure in
III di Holstein
cambio di diverse concessioni).49 Nonostante le sue scarse conseguenze pratiche questo patto
er la dissennata
è considerato un punto fermo nella storia politico-costituzionale del Paese. Certamente
e (che invano si
erse regioni delquesto re, pur tenendo conto della sua determinazione e dei suoi metodi, fu figura di

anni senza unintelligente politico che con la sua opera pose le premesse per una nuova epoca di grandezza

della Danimarca. Nonostante le diverse e prolungate assenze dal Paese e i rovesci politici e

mente) si eranomilitari subiti negli ultimi anni,50 la sua capacità di offrire ai Danesi un nuovo inizio gli valse

e condotto allail soprannome di Nuovo giorno (Atterdag).51

io di Cristoforo 6.1.2. La società danese

ono. Valdemaro L’organizzazione della società danese negli ultimi secoli del medioevo gravitava, come si

politica che gliè detto, intorno alle due autorità principali, Stato e Chiesa, cui si affiancava una nobiltà che

la moglie, altrefaceva sentire il proprio peso. Lo stato centralizzato che si era venuto costituendo aveva

eri dell’Ordineereditato alcune strutture di epoca vichinga (a loro volta riprese dalla precedente

onquistò dopoorganizzazione tribale) sulle quali aveva appoggiato la propria: antichi distretti

potenza danese,(probabilmente su base militare) noti come hæræth (dan. mod. herred)52 dovevano essere

mportante cittàparte di unità amministrative più grandi (dette nello Jutland sysæl, dan. mod. syssel) la cui

o il potere delle autonomia era sancita dall’esistenza di un’assemblea. Assemblee di maggiore importanza

oli, che tuttaviaerano certamente quelle a carattere regionale, il loro peso ben si constata non solo nelle

che attorno allavicende relative alle lotte per il potere ma anche nella produzione di testi giuridici.53

aro con l’intesaCertamente i membri più rappresentativi all’interno di queste istituzioni, che ricoprivano una

dicarica parallela a quella del lagman svedese54 ed erano eminenti intermediari fra il re e il

ale (seppure in popolo, si giovarono del progressivo distacco fra la Corona e i sudditi, lucrando posizioni

he questo pattosociali di rilievo. Altri ‘nobili’ provenivano, evidentemente, dalla cerchia degli uomini della

se. Certamentecorte (hird), antico organismo di stampo vichingo.55 Ma il numero di queste persone era
i, fu figura di destinato ad aumentare.

ca di grandezza Un elemento fondamentale nei rapporti tra poteri locali e Stato era l’antica istituzione

ovesci politici edella ‘leva’56 che faceva capo a uno styræsman (letteralmente “timoniere”) cui era affidato

inizio gli valseun incarico sia organizzativo sia militare (gestione e comando di una nave): è evidente che

costoro godevano di una posizione sociale di grande prestigio. Come si è detto, l’obbligo

della ‘leva’ venne in seguito sostituito dal versamento di una tassa dovuta da tutti coloro che

vitava, come sierano proprietari terrieri: le persone particolarmente benestanti preferirono tuttavia essere

una nobiltà chedispensate dal pagamento delle imposte in cambio della partecipazione alle azioni militari

tituendo avevacome componenti di un corpo di cavalleria. L’istituzione di questa innovazione fiscale ebbe

lla precedentediverse conseguenze. Se, infatti, da una parte permise ai contadini di dedicarsi al lavoro nelle

ntichi distrettifattorie, determinò dall’altra non solo la formazione di una nobiltà guerriera che godeva di

ovevano essereindubbi privilegi ma anche il ricorso a eserciti costituiti da professionisti.

) la cui Come dimostrato dalla disastrosa politica che condusse alla situazione precedente la

ore importanza salita al trono di Valdemaro Nuovo giorno, il costo delle diverse imprese militari esigeva la

non solo nelle raccolta di molti fondi. I tributi venivano riscossi da un funzionario amministrativo (detto

53 bry[h]ti/brydiæ, dan. mod. bryde, poi umbuthsman, dan. mod. ombudsmand) che nei distretti

ricoprivano unacurava gli interessi della Corona alla quale andava anche la rendita dei molti territori

ari fra il re e ilposseduti.57 Dallo sviluppo dell’amministrazione del Regno nacquero le figure di diversi

rando posizionifunzionari: il marsk (comandante militare),58 il drost (rappresentante del re), il kansler

gli uomini della (cancelliere), il kammermester (letteralmente “maestro di camera”) che si occupava delle

ste persone erafinanze: incarichi che certamente furono affidati a rappresentanti di importanti famiglie. Gli
uomini eminenti del Regno (in sostanza la prima nobiltà danese) vengono indicati con il

ntica istituzionetitolo di herremænd (sing. herremand).59

cui era affidato Accanto allo Stato la Chiesa deteneva un potere notevole, fondato su una solidissima

è evidente cheposizione economica. Non soltanto gli ecclesiastici godevano di esenzioni fiscali, ma

detto, l’obbligo disponevano anche del frutto delle molte donazioni ricevute; inoltre la Chiesa incassava il

tutti coloro chetributo delle decime che era stato introdotto ai tempi dell’arcivescovo Asser (ca.1055-1137),

tuttavia essere zio e predecessore di Eskil. Le somme raccolte con le decime servivano in sostanza per il

azioni militarifunzionamento della struttura ecclesiastica e per la costruzione e il mantenimento degli

ne fiscale ebbeedifici religiosi. Tuttavia la Chiesa seppe anche andare incontro alle necessità del popolo,

i al lavoro nellesoprattutto con l’opera di monaci che fondarono ospedali all’interno dei conventi e dei frati

che godeva dimendicanti che a partire dal secondo decennio del XIII secolo si stabilirono nelle città danesi

a diretto contatto con la gente comune (tra l’altro predicavano nella lingua volgare). Accanto

e precedente la alla potenza economica la Chiesa venne dunque sviluppando una forte autorità politica e

litari esigeva lasociale. Si è visto sopra quali rapporti di collaborazione e contrasto e quali interrelazioni si

nistrativo (dettofossero determinati con il potere statale: qui occorre aggiungere che tra i vari privilegi

che nei distretticonseguiti essa ottenne anche di amministrare in diversi casi la giustizia con propri tribunali.

molti territoriUna chiara rivendicazione dell’autonomia e dei diritti della Chiesa (con scomunica ed

gure di diversiesclusione da qualsiasi pratica religiosa per chi contravvenisse) è contenuta in un

kanslerpronunciamento ufficiale dei vescovi danesi riuniti a Odense nel 1245.60

occupava delle Tanto lo Stato quanto la Chiesa perseguivano una concentrazione dell’autorità in poche

ti famiglie. Gli mani e, contemporaneamente, in pochi luoghi ai quali il popolo dovesse guardare come
indicati con illuoghi del potere. Per questa ragione, oltre che per lo sviluppo dei commerci, diverse località

acquisirono un crescente prestigio. Centri importanti furono per la Chiesa le sedi delle grandi

una solidissimacattedrali e delle chiese più importanti (Lund, Roskilde, Ribe, Viborg),61 mentre lo Stato

oni fiscali, maveniva rimarcando il proprio dominio sul territorio con l’edificazione di castelli fortificati

esa incassava il(parallela al rafforzamento di preesistenti bastioni come il Dannevirke), rappresentazione

ca.1055-1137),anche visiva dell’autorità;62 ciò fece in seguito anche la grande nobiltà, segno della

sostanza per ildisintegrazione del potere centrale.63 Molti nuclei urbani si sviluppano in Danimarca: ai

enimento deglipreesistenti centri di Hedeby/Schleswig, Ribe, Aarhus, Viborg, Ålborg, Odense, Roskilde,

sità del popolo,Ringsted e Lund (diversi dei quali riconducibili all’iniziativa di Canuto il Grande) molti altri

venti e dei fratise ne aggiungono a partire dagli inizi del XIII secolo. Del resto già negli anni ’60 del XII

elle città danesisecolo l’arcivescovo Absalon aveva fatto costruire una fortezza e un convento presso

lgare). Accanto l’Øresund, nella località mercantile di Havn. Il centro che qui si sarebbe sviluppato avrebbe

orità politica e ottenuto nel 1254 il suo primo statuto cittadino64 da Jakob Erlandsen (morto nel 1274),

nterrelazioni sivescovo di Roskilde e poi arcivescovo di Lund (un secondo nel 1294)65 e avrebbe acquisito

i vari privilegicrescente importanza, fino a divenire, nel 1416, la capitale del Regno: Copenaghen

propri tribunali.(København).66 Più tardi (1479) il suo primato sarebbe stato ulteriormente sottolineato con la

scomunica edfondazione (dietro concessione del Papa Sisto IV) dell’università, istituzione destinata

ntenuta in un(seppure non da subito) a rappresentare un fondamentale punto di riferimento culturale per i

Paesi del Nord.67 Nelle città si andò dunque sviluppando (a partire dall’attività commerciale)

utorità in pochela classe dei cittadini (e dei borghesi), nuova componente d’una società in grande

guardare come trasformazione. E non bisogna dimenticare l’immigrazione di mercanti e nobili tedeschi, un
diverse località afflusso destinato a incidere profondamente sulla società danese.

edi delle grandi L’economia si basava ancora in misura massiccia sull’agricoltura e la grande

mentre lo Statomaggioranza della popolazione apparteneva alla classe contadina al cui interno vi erano

stelli fortificatisituazioni di grande disparità. Ciò derivava, innanzi tutto, dal fatto che molti terreni erano di

appresentazioneproprietà della Corona, della Chiesa (si pensi anche alla importante presenza dei monasteri)68

à, segno dellao di persone confluite a diverso titolo nella nobiltà. I contadini danesi erano, almeno

Danimarca: aiformalmente, uomini liberi, ma la loro situazione era determinata da diversi fattori e il

ense, Roskilde,benessere non era necessariamente legato alla condizione di proprietario terriero rispetto a

nde) molti altri quella di fittavolo; inoltre l’abolizione della schiavitù (che risulta definitivamente scomparsa

nni ’60 del XIIdopo il 1250) aveva ‘immesso sul mercato’ lavoratori della terra che, nella maggioranza dei

onvento presso casi, erano totalmente soggetti ai grandi proprietari. In sostanza tutto dipendeva dai beni

uppato avrebbeeffettivamente a disposizione.69 Tra la metà dell’XI e la metà del XIII secolo il mondo

orto nel 1274),agricolo conosce un progressivo sviluppo sia per gli insediamenti che si stabilizzano sotto la

rebbe acquisitoforma prevalente di villaggi rurali (anche per l’introduzione della coltura a rotazione), sia per

o: Copenaghenil progresso della tecnica, sia per l’introduzione di nuove colture (segala). E tuttavia il peso

tolineato con lasociale della classe contadina si indebolisce progressivamente. Così, quando essa verrà

zione destinatapesantemente penalizzata dall’imposizione di tasse e di lavori obbligatori finalizzati a

o culturale per iraccogliere fondi per i progetti militari della Corona,70 i tumulti e le ribellioni di cui si

à commerciale) renderà protagonista saranno domati con grande durezza e brutalità. Successivamente un

ietà in grandeulteriore peggioramento della situazione sarà determinato dalla decisione – presa da molti

bili tedeschi, unpiccoli proprietari in periodi di difficoltà dovuti a cattivo raccolto o a carestie (come quelle
del 1283 e del 1311) – di cedere i propri possedimenti a nobili o a ricchi ecclesiastici: ciò

e la grandeinfatti li libererà dal gravame fiscale, ma ridurrà ulteriormente e inesorabilmente il loro peso

nterno vi eranosociale. Come sopra accennato, attorno alla metà del XIV secolo anche la Danimarca venne

terreni erano dicolpita dall’epidemia di peste che infuriava in Europa. Questo fatto determinò un forte calo

68 della popolazione, con conseguente abbandono di molti terreni per la scarsità di manodopera:

erano, almenola conseguenza fu il declino del latifondo e una ridistribuzione delle terre in poderi meno

ersi fattori e il estesi che venivano dati in affitto.71

riero rispetto a La vita nelle città si fondava innanzi tutto sul commercio e sulle attività collegate alla

ente scomparsalavorazione delle merci. Lì abitavano soprattutto i commercianti (la nascente borghesia) e gli

maggioranza deiartigiani che diedero anche vita alle proprie associazioni (gilde).72 Tra il XII e il XIV secolo

ndeva dai beniprosperò, in particolare in Scania, il commercio delle aringhe che si pescavano in grande

ecolo il mondoquantità nell’Øresund: i suoi centri erano Skanør e Falsterbo su una piccola penisola nel sud

lizzano sotto ladella regione. Un’industria che attirò i mercantili tedeschi che per lungo tempo

azione), sia per spadroneggiarono nel Baltico.

tuttavia il peso Re, dunque, e poi clero, nobili, contadini e cittadini. La società danese di epoca

ndo essa verràpostvichinga aveva delineato quelle che a lungo sarebbero rimaste le sue componenti

ri finalizzati afondamentali. Nel 1468 il re Cristiano (Christiern) I convocherà a Kalundborg (Selandia)

llioni di cui siuna dieta alla quale per la prima volta parteciperanno rappresentanti dei contadini e dei

essivamente un cittadini: definitiva consacrazione politica di questo stato di cose.

presa da molti 6.2. Svezia

ie (come quelle 6.2.1. Stato, Chiesa e poteri locali


cclesiastici: ciò La storia dell’unificazione dello stato svedese è, come si è visto, assai complessa. Fin

nte il loro pesodall’epoca delle grandi migrazioni si era consolidata in questo Paese la supremazia di due

animarca vennegruppi etnici: quello degli Götar (nelle regioni del Väster e dell’Östergötland) e quello degli

nò un forte caloSvear (il cui centro era costituito dai territori attorno al lago Mälaren) cui si affiancavano gli

di manodopera:abitanti della ricca isola di Gotland, posta nel Mar Baltico in posizione commercialmente

n poderi meno privilegiata. In precedenza si è rilevato come il conflitto tra i due nuclei principali dello stato

svedese avesse radici molto lontane nel tempo e come esso avesse avuto riflessi anche sul

à collegate allaprocesso di cristianizzazione. Del resto, quando si parla della Svezia medievale, occorre

borghesia) e gli avere presente un Paese con una superficie assai più limitata dell’attuale: non soltanto –

e il XIV secolocome detto – regioni come la Scania, il Halland e il Blekinge erano di fatto possedimenti

vano in grande danesi, ma i territori settentrionali, solo in parte coltivati, erano per il resto occupati dalle

enisola nel sud popolazioni semi-nomadi dei Sami: basti pensare che nell’XI secolo la ‘linea di confine’

lungo tempopartiva poco a nord dell’attuale città di Umeå (64° parallelo) e tagliando quasi

trasversalmente il territorio incrociava l’odierna frontiera con la Norvegia presso le sorgenti

nese di epocadel fiume che ha nome Österdalälven in Dalecarlia (Dalarna) in prossimità del 62°

ue componenti parallelo.73 Costruire un Regno svedese unificato significò dunque, almeno inizialmente,

borg (Selandia)riunire sotto un’unica Corona i due potentati storici superando al contempo anche i conflitti

contadini e deiche dovevano esserci al loro interno.74 Solo più tardi si poté rivolgere l’attenzione alle terre

settentrionali.75 Naturalmente anche in Svezia l’antica struttura tribale con le sue signorie

locali restava solida. Essa dunque condizionò fortemente il processo di edificazione del

Regno nel quale il potere centralizzato della Corona si impose a fatica restando per lungo
complessa. Fintempo disorganico. In effetti – benché un sovrano come Olof Skötkonung76 paia aver

remazia di dueesercitato un effettivo dominio sovraregionale – i suoi successori risultano espressione

) e quello deglidell’una o dell’altra realtà e le incessanti lotte per il potere riflettono di fatto questa

ffiancavano gli situazione. Ancora nella prima metà del XII secolo ci troviamo di fronte a figure come quella

mmercialmentedi Sverker il Vecchio (den äldre, re dal 1130 al 1156) e Erik Jedvardsson il Santo77 (re dal

ipali dello stato 1150 al 1160), il primo legato agli Götar, il secondo agli Svear, i cui regni per un certo

flessi anche sulperiodo si sovrappongono. La scarsa affidabilità delle fonti non aiuta a delineare chiaramente

ievale, occorrela situazione: a quanto pare tuttavia, benché Sverker fosse considerato sovrano degli Svedesi,

non soltanto –Erik venne proclamato re a Uppsala nel 1150 e succedette a Sverker dopo la di lui morte nel

o possedimenti1156. Come sopra è stato ricordato78 Erik Jedvardsson periva il 18 maggio del 1160

occupati dalleassassinato per mano del pretendente alla corona Magnus Henriksson. Il quale saliva

nea di confine’ effettivamente al trono, ma solo per una breve parentesi. Già nel 1161 infatti, egli cadeva in

agliando quasi uno scontro e Karl Sverkersson (1130-1167) si proclamava sovrano degli Svear e degli Götar

esso le sorgentiesprimendo in modo evidente il desiderio di imporre il proprio dominio sulle due regioni

simità del 62°allora considerate ‘svedesi’. Ancora per molti decenni si assisterà tuttavia a violente lotte tra

o inizialmente,gli eredi di Erik e quelli di Sverker: un conflitto nel quale anche gli aspetti religiosi

anche i conflittigiocheranno un ruolo di primo piano. Nel 1167 Canuto (Knut) Eriksson (morto nel 1195 o

zione alle terre1196) sconfigge Karl Sverkersson e, divenuto re, si adopera per fare dichiarare santo il padre

le sue signoriecercando in tal modo una legittimazione religiosa al proprio potere. In questo modo, grazie

dificazione delalla proclamazione di santità, Erik Jedvardsson dovrà essere riconosciuto sovrano protettore

ando per lungodell’intero popolo, mentre la data del suo assassinio viene proclamata festa religiosa: in realtà
paia avertuttavia il suo culto si diffonderà solo dalla metà del XIII secolo e culminerà nel XV, quando

no espressioneegli sarà considerato patrono del Paese.79 Ulteriore esempio, comunque, della volontà di

di fatto questatrasformare un delitto politico in un martirio. Di fronte alla vicenda di Erik la sorte di

ure come quellaSverker, ucciso da uno scudiero mentre si recava alla funzione della mattina di Natale e

(re dalsepolto nel monastero di Alvastra, non viene enfatizzata con la stessa abilità.80 Le lotte per il

ni per un certo predominio proseguono: nel 1208 ha luogo la celebre battaglia di Lena (Kungslena) in

are chiaramenteVästergötland81 tra Erik Knutsson sostenuto dai Norvegesi e Sverker il Giovane (den yngre)

o degli Svedesi,sostenuto dai Danesi; due anni più tardi in un nuovo scontro a Gestilren82 Sverker avrà di

di lui morte nelnuovo la peggio perdendo la vita: solo nel 1211 Erik sarà tuttavia incoronato ufficialmente a

ggio del 1160Uppsala. Ma una stabilizzazione del Regno resta lontana.

Il quale saliva La battaglia di Lena, nella quale Erik Knutsson sconfisse Sverker Karlsson e le truppe danesi a lui

, egli cadeva inalleate, è rievocata in una ballata popolare di cui si hanno diverse versioni. Si riporta qui quella
svedese:
ar e degli Götar
“Il giovane Ser Sverker
lle due regioni
va a chiedere al re dei Danesi
iolente lotte tra
Sire, prestami i tuoi Uomini
aspetti religiosi
Io voglio uccidere mio fratello.83
orto nel 1195 o
– Gli Svedesi, essi distruggono lo scudo danese,84
e santo il padre
perciò piangono in molti.
o modo, grazie Io ti presterò i miei Uomini,

vrano protettore sia quelli di Halland sia gli Jutlandesi

igiosa: in realtà Sono Uomini tanto abili nel combattimento


nel XV, quando che sanno tendere [l’arco] e scoccare [le frecce].

ella volontà di Era una santa Domenica

era bene ascoltare la Messa


Erik la sorte di
Re Sverker chiama a raccolta la sua gente
na di Natale e
e la fa passare oltre l’Øresund.
Le lotte per il
Era il Giovane re Sverker
(Kungslena) in
giunse a metà dello stretto
)
Se non dovessi vincere oggi
Sverker avrà di
Dio mi conceda di cadere a terra.
ufficialmente a Con lui Ser Ebbe contro la terra di Svezia

pensava di guadagnarsi grande Onore

uppe danesi a lui Ma invece venne sconfitto con tutto il suo esercito

porta qui quella sicché nessuno poté portarne l’annuncio a casa.

Ser Lorentz suo fratello credeva anche lui

di cercare fortuna contro gli Götar

Ma fu ucciso nella stessa spedizione

non poté sfuggire al suo destino.

Tra Berg e Lena

là dove ci fu la battaglia

Un destriero che costava 1200 marchi85

galleggia nel sangue umano.

Tra Berg e Halla

là stridono l’Aquila e il Corvo


Là molte Vedove piangono

per i loro poveri figli senza [più] padre.

Le donne stanno su nelle stanze

aspettano il ritorno dei loro uomini

I cavalli tornano a casa insanguinati,

e le Selle sono vuote.

Gli Svedesi, essi distruggono lo scudo danese,

perciò piangono in molti.”86

E del resto l’elezione del re svedese appare strettamente dipendente dalla volontà di

potentati locali che proclamano il nuovo sovrano nel corso dell’assemblea. A riguardo

dell’Uppland abbiamo notizia di una cerimonia che sanciva l’elezione di fronte ai

rappresentanti del popolo e si teneva nella piana di Mora (circa 10 km. a sud-est dell’attuale

città di Uppsala) dove il neo eletto re degli Svear prendeva posto su una pietra sacra per

ricevere l’omaggio dei sudditi. Una consuetudine, questa, che si vorrebbe molto antica ma

nella quale studi recenti hanno piuttosto individuato una sorta di ‘invenzione

propagandistica’ tardo medievale.87 Nel Västergötland la legge indica la procedura da seguire

per l’elezione del re: dal testo emerge chiaramente il permanere di un rapporto di reciprocità

fra l’eletto e i membri dell’assemblea.88 Rapporto di reciprocità e di assunzione di mutuo

impegno che è assai ben evidenziato anche là dove si descrive la consuetudine legale della

cosiddetta Eriksgata (la cui origine non è del tutto chiarita) secondo la quale il nuovo re

doveva compiere un percorso nelle diverse regioni del Paese per essere ufficialmente e

formalmente accettato in ciascuna di esse.89 In questa usanza (attestata per la prima volta per
il re Magnus Eriksson nel 1335 e per l’ultima per il re Carlo IX nel 1609) parrebbe

perpetuata anche l’antica funzione sacrale della regalità. È dunque evidente che nella

gestione del potere il re svedese doveva tenere ben presenti le deliberazioni e le aspettative

delle realtà locali, i cui rappresentanti più eminenti risultano in un contesto di questo genere

molto influenti.

Innanzi tutto gli jarlar. In Svezia uno jarl era, originariamente, il comandante della flotta

che veniva armata in occasione della ‘leva’90 (un incarico che garantiva notevoli vantaggi e

profitti economici), tuttavia il potere di questi funzionari dovette aumentare parecchio, se


alla volontà di
solo si pensa che negli anni tra il 1222 e il 1250 – i decenni del tormentato regno di Erik
ea. A riguardo
Eriksson, detto il Bleso e lo Zoppo (läspe och halte) – il governo era in sostanza gestito da
e di fronte ai
loro piuttosto che dal re. Sicché non deve meravigliare che una delle personalità più
-est dell’attuale
autorevoli del XIII secolo sia quella di Birger jarl Magnusson (nato nel 1210 circa, morto nel
pietra sacra per
1266), il primo uomo veramente capace di dare un impulso decisivo alla costruzione di un
molto antica ma
Regno svedese forte e di rilevanza europea. La sua vicenda (che segna per la Svezia un
di ‘invenzione
periodo per quanto breve di relativa calma) rappresenta un momento determinante per la
dura da seguire
storia di questo Paese. Birger jarl era originario dell’Östergötland, la sua famiglia – che
o di reciprocità
possedeva la grande dimora di Bjälbo non lontano da Skänninge – era assai eminente,
zione di mutuo
potendo vantare parentele con i sovrani di Danimarca e di Norvegia.91 Birger stesso del resto
ine legale della
aveva sposato la sorella del re Erik Eriksson, Ingeborg (morta nel 1254).92 Questo
ale il nuovo re
matrimonio che vedeva l’unione di un discendente della dinastia di Sverker il Vecchio con
ufficialmente e
una donna della dinastia di Erik il Santo rappresentava simbolicamente l’unificazione della
prima volta per
1609) parrebbe Svezia: ciò a quanto pare era ben presente a Birger, che scelse di consacrarlo con una

ente che nellacerimonia religiosa (uso all’epoca tutt’altro che frequente). Birger era un uomo intelligente e

e le aspettativespregiudicato che perseguiva una politica fortemente accentratrice e al contempo

i questo genere ambiziosamente espansionistica; il suo prestigio crebbe con gli incarichi che gli venivano

assegnati (tra l’altro trattò per il sovrano la difficile questione dei rapporti con il re di

ante della flotta Norvegia) e presto diventò il vero signore del Paese. Da una parte si preoccupò di

voli vantaggi econsolidare la presenza svedese nel Baltico, conducendo crociate in Finlandia il cui scopo era

e parecchio, sein realtà quello di porre un limite all’espansionismo della ‘repubblica’ di Novgorod che

o regno di Erik voleva imporre il proprio dominio nelle medesime zone.93 Probabilmente Birger fu nominato

anza gestito da jarl, in sostanza capo del governo, solo nel 1248 alla morte del suo predecessore e cugino lo

personalità piùjarl Ulf Spaventoso (fase). Due anni dopo, in seguito alla scomparsa del re, saliva al trono

circa, morto nelsuo figlio Valdemaro, egli tuttavia mantenne di fatto il governo nelle proprie mani. Con

struzione di unautorevolezza e disinvoltura Birger jarl promosse un forte potere centrale. Già durante il

er la Svezia un regno di Erik Eriksson (1248) non aveva esitato a far giustiziare Holmger (successivamente

minante per la dichiarato santo) figlio di quel Canuto il Lungo (Knut långe Holmgersson, morto nel 1234)

famiglia – cheche per cinque anni (dal 1229 al 1234) aveva regnato in Svezia costringendo Erik all’esilio

assai eminente,danese; gli avversari da lui combattuti con maggior determinazione furono tuttavia i membri

stesso del resto del partito dei cosiddetti folkungar, nobili che avversavano fieramente il potere centrale:

Questo secondo la Cronaca di Erik (Erikskrönikan) erano essi stessi alla guida della rivolta

il Vecchio conscoppiata nel 1229.94 Nel 1247 Birger otteneva una decisiva vittoria contro di loro nella

ificazione dellabattaglia di Sparrsätra nell’Uppland, sottoponendoli successivamente all’imposizione fiscale


crarlo con una (il che costituisce la prima tassazione regolare istituita nel Paese). Un ulteriore successo egli

mo intelligente eavrebbe conseguito nel 1251 a Herrevadsbro (in Västergötland o in Västmanland). Per una

al contempoironia della sorte i discendenti di Birger jarl, rimasti sul trono svedese fino al 1389, a lungo

he gli venivanosarebbero stati indicati proprio con l’appellativo di folkungar. In realtà il partito dei

rti con il re difolkungar duramente castigato da Birger e dal figlio, il re Magnus Serrature ai fienili

preoccupò di(Magnus ladulås Birgersson, re negli anni 1275-1290),95 scomparirà dalla scena nel 1280

il cui scopo eraquando i suoi ultimi rappresentanti, accusati di lesa maestà, verranno giustiziati.96

Novgorod che Ma Birger jarl è ricordato anche per l’attività di legislatore. Se è possibile che uno dei

ger fu nominatopiù importanti (e il più antico) dei codici svedesi, la Legge antica del Västergötland (Äldre

ore e cugino loVästgötalagen) sia stato almeno in parte da lui stesso ispirato (del tutto verosimilmente dietro

saliva al tronoa quest’opera va riconosciuto il lavoro del fratello di Birger, Eskil, lagman97 di quella

prie mani. Conregione), è certo che nel 1260 circa, nel pieno del suo potere, egli promulgò leggi intese a

Già durante ilreprimere con maggior rigore i reati commessi nelle abitazioni private (hemfrid), nelle chiese

uccessivamente(kyrkofrid), durante l’assemblea (tingsfrid) o nei confronti delle donne (kvinnofrid). Una

morto nel 1234)innovazione per certi versi ‘rivoluzionaria’, in particolare per quello che riguarda le norme

o Erik all’esilioriguardanti le donne. Queste disposizioni ci sono tramandate nelle cosiddette edsöreslagar,

ttavia i membriletteralmente “leggi giurate”,98 nelle leggi regionali e in quelle cittadine.99 Un contributo alla

potere centrale:centralizzazione dello Stato fu anche l’imposizione di una valuta comune che (seppure per un

a della rivoltatempo limitato) andò a sostituire quelle di Svealand e Götaland.100 È in gran parte grazie

o di loro nella all’opera di Birger jarl che lo Stato svedese può dirsi affermato verso la fine del XIII secolo.

osizione fiscaleTuttavia alla sua morte il figlio Valdemaro non avrebbe avuto vita facile e dopo una lunga
e successo egliserie di conflitti sarebbe stato sostituito sul trono dal fratello Magnus Serrature ai fienili

nland). Per una(ca.1240-1290). Non certo inferiore al padre per abilità e determinazione, Magnus sarebbe

l 1389, a lungoriuscito a stabilire princìpi legislativi che di fatto sottraevano ai poteri locali molte delle

il partito deiantiche prerogative.101

ature ai fienili Parallelo allo stabilizzarsi dell’autorità reale era stato il consolidamento di quella

scena nel 1280ecclesiastica. Nel 1164 era stato istituito, come sopra si è detto, l’arcivescovato di Uppsala.

Contemporaneamente la Chiesa aveva rafforzato la sua presenza sul territorio non soltanto

ile che uno deicon la costruzione di nuovi edifici religiosi in pietra al posto delle vecchie chiese di legno,

Äldre ma anche con l’edificazione e la consacrazione di importanti cattedrali, che andavano a

milmente dietrosostituire precedenti e più semplici strutture,102 e la fondazione di molti conventi dei diversi

di quella ordini: tra i più antichi quello di Vreta in Östergötland (benedettino e poi cistercense),

ò leggi intese afondato secondo la tradizione dal re Inge il Vecchio (den äldre) e da sua moglie Helena e

), nelle chiesequelli cistercensi di Alvastra in Östergötland (da cui proveniva Stefano, morto nel 1185,

). Unaprimo arcivescovo svedese),103 Nydala (Småland), Varnhem (Västergötland). Nel XIII secolo

uarda le normesarebbero seguiti monasteri francescani e domenicani. Come in Danimarca la Chiesa ottenne

edsöreslagar,progressivamente una serie di privilegi: già nel 1153 in occasione del sinodo di Linköping

contributo allapresieduto dal legato papale Nicola Breakspear104 era stato istituito il cosiddetto ‘obolo di

(seppure per unSan Pietro’ (in sostanza una tassa a favore del Papa);105 nel 1200, il re Sverker il Giovane

an parte grazie(den yngre) aveva concesso agli ecclesiastici l’esenzione dalle tasse e la possibilità di essere

del XIII secolo.giudicati da un tribunale speciale;106 anche Magnus Serrature ai fienili concedeva molti

dopo una lungaprivilegi.


rature ai fienili Va da sé che gli uomini di Chiesa erano pienamente coinvolti nelle questioni politiche e

Magnus sarebbenon potevano essere messi da parte. Solo per fare un esempio: quando nel 1222 il

ali molte dellegiovanissimo Erik Eriksson (di soli sei anni) saliva al trono, la reggenza venne affidata a

Bengt, vescovo di Skara. Comprensibilmente vediamo vescovi ed ecclesiastici di alto livello

ento di quella provenire dalle famiglie più eminenti: lo stesso Birger jarl, per quanto potentissimo, mostra

ato di Uppsala. di voler mantenere i migliori rapporti con la Chiesa, del resto due suoi fratelli e un figlio

io non soltanto saranno vescovi di Linköping. Egli tuttavia dà prova di considerare gli ecclesiastici piuttosto

chiese di legno, come funzionari del Regno, ottenendo addirittura dal Papa Innocenzo IV un’ordinanza con la

he andavano a quale si impone ai vescovi di sostenere il potere centrale (1252).107 Se, come del resto

enti dei diversiprobabile, anche in Svezia dovettero esserci contrasti, essi non culminarono nelle

oi cistercense), drammatiche contrapposizioni verificatesi in Danimarca e in Norvegia.

moglie Helena e Che il sostegno della Chiesa al potere statale fosse molto importante appare comunque

morto nel 1185,chiaro anche dalle vicende successive alla morte di Magnus Serrature ai fienili: il suo erede,

Nel XIII secoloil figlio Birger, era ancora minorenne e fu quindi affiancato dal Consiglio guidato da Torgils

Chiesa ottenne Knutsson. Seppure gli anni della reggenza fossero segnati da importanti conquiste in

o di LinköpingFinlandia, l’ostilità di Torgils nei confronti della Chiesa così come la discordia fra i figli di

detto ‘obolo diMagnus gli costarono la carica e la vita: nel 1305 egli fu fatto prigioniero; condannato a

rker il Giovanemorte fu giustiziato nel febbraio del 1306. Del resto anche Birger fu fatto prigioniero dai suoi

ibilità di esserefratelli, i duchi Erik e Valdemaro a Håtuna sul Mälaren (Uppland) e rilasciato solo dopo che

oncedeva moltiebbe firmato un accodo con cui cedeva loro gran parte del regno. Del che egli si sarebbe

preso terribile vendetta.108 La crudele e cruenta lotta dinastica si concluse con l’elezione di
ioni politiche eMagnus Eriksson, nipote di Birger, che diventò al contempo re di Norvegia: egli tuttavia

o nel 1222 il aveva solo tre anni (1319).109

enne affidata a L’ascesa al trono di questo sovrano è segnata dall’emanazione della cosiddetta

ci di alto livellofrihetsbrev (letteralmente “lettera della libertà”), una sorta di Magna Charta costituzionale

tissimo, mostra nella quale si ponevano precisi limiti al potere del re (del resto la nobiltà aveva ormai retto le

elli e un figliosorti del Paese per parecchi anni).110 Per quanto Magnus, una volta divenuto adulto, dovesse

iastici piuttosto accettare formalmente queste deliberazioni, egli governò in modo sostanzialmente

rdinanza con la antiaristocratico puntando a limitare i privilegi della nobiltà. Nel 1347 per sua iniziativa una

come del resto commissione si metterà al lavoro per preparare un codice di leggi comune a tutto il Regno: la

minarono nelleLegge generale di Magnus Eriksson (Konung Magnus Erikssons Landslag) che entrerà in

vigore nel 1350 (nel 1352 nelle zone finlandesi soggette al dominio svedese),111 in sostanza

pare comunque la prima costituzione del Paese nella quale sono ripresi molti dei princìpi contenuti nella

li: il suo erede,frihetsbrev. Magnus era un sovrano con un potere territoriale molto esteso: non soltanto

dato da Torgilsinfatti governava la Svezia, ma nel medesimo anno 1319 aveva ereditato anche il Regno di

i conquiste inNorvegia, in seguito alla morte del nonno materno Håkon V Magnusson detto Gambe lunghe

dia fra i figli di(hålegg); inoltre, almeno per un certo periodo (formalmente dal 1332 al 1360) era stato

; condannato aanche signore della Scania.112 Durante il suo regno si diede tra l’altro l’avvio a una

ioniero dai suoi colonizzazione sistematica delle regioni settentrionali.113 Per quanto il suo codice di leggi

o solo dopo chefacesse ampie concessioni agli aristocratici la situazione non era affatto facile. Il desiderio

egli si sarebbedel re di consolidare e ampliare i possedimenti orientali (anche in questo caso mascherato

on l’elezione disotto la pia veste della crociata) lo aveva impegnato militarmente e finanziariamente. La
ia: egli tuttaviasituazione del Paese, tra l’altro colpito dalla calamità della peste, era tutt’altro che tranquilla.

Sicché non si poté evitare l’aperta rivolta, scoppiata nel 1356 e conclusa con la nomina al suo

ella cosiddettafianco del figlio Erik. Tre anni dopo Erik sarebbe morto e Magnus avrebbe potuto riprendere

costituzionalein mano la situazione. Ma non definitivamente. Mentre la posizione di Valdemaro Nuovo

a ormai retto le giorno si rafforzava, quella di Magnus si indeboliva, parallelamente ai successi del re danese

adulto, dovesse in terra svedese.114 Sicché alla fine, nonostante avesse cercato sostegno proprio presso

sostanzialmenteValdemaro, la cui figlia Margherita (Margrete) era andata in sposa a suo figlio Håkon,

a iniziativa una divenuto nel 1355 re di Norvegia,115 egli fu costretto a cedere. Del resto il suo rapporto con

utto il Regno: laHåkon aveva conosciuto conflitti e riappacificazioni. Nel 1363 una delegazione di nobili

che entrerà insvedesi si recava dal duca di Mecklemburgo, cognato di Magnus, per offrire la corona al di

in sostanzalui figlio Albrecht. È evidente che i forti interessi commerciali delle città tedesche svolsero

contenuti nella un ruolo di primo piano in questa vicenda. L’anno successivo Albrecht (svedese Albrekt)

o: non soltantovenne dunque proclamato re di Svezia. Il tentativo di Magnus e del figlio Håkon di

che il Regno di riprendersi il trono svedese finì per Magnus con la cattura e per Håkon con la fuga (1365).

Gambe lungheLiberato qualche anno dopo (1371), Magnus sarebbe morto durante l’esilio norvegese in un

1360) era statonaufragio (1374).

l’avvio a una Lo scontro tra Magnus e i ‘poteri forti’ svedesi trova espressione particolarmente

codice di leggisignificativa nel contrasto che oppose il sovrano a Brigida (Birgitta Birgersdotter, 1303-

ile. Il desiderio 1373), la nobile che, dedicatasi dopo la morte del marito (1344) alla vita religiosa, sarebbe in

aso mascheratoseguito stata proclamata santa (1391). Seppure inizialmente riponesse molte speranze nella

ziariamente. Lafigura di Magnus, ella venne successivamente modificando il proprio giudizio e si espresse in
o che tranquilla.modo assai severo nei suoi confronti (il che influenzerà la visione storica su di lui),116

a nomina al suoarrivando a definirlo “un asino con la corona” (“coronatus asinus”).117 Eppure i rapporti tra i

otuto riprenderedue erano stati anche cordiali: fu infatti il re a donare a Brigida l’edificio, precedentemente

demaro Nuovouna dimora reale, in cui avrebbe avuto sede il celebre monastero di Vadstena

si del re danesenell’Östergötland per l’Ordine Salvatoriano da lei fondato. Ma se l’ostilità di Brigida nei

proprio pressoconfronti di Magnus dipende in primo luogo dalla visione agostiniana dalla quale appare

o figlio Håkon,assai influenzata, non va dimenticato che ella (sempre molto realistica e concreta anche in

uo rapporto conmateria religiosa) era di famiglia assai nobile, figlia e vedova di eminenti funzionari svedesi

zione di nobilied era stata dama di corte.118

al di Conseguenza della feroce lotta dinastica che vide l’assassinio di Torgils Knutsson e la cattura del

desche svolserore Birger a Håtuna è il celebre episodio del cosiddetto ‘convito di Nyköping’. È riferito infatti che
Erik e Valdemaro fecero visita in questa località a re Birger, loro fratello. In quella occasione egli li
)
fece catturare e imprigionare, lasciandoli poi morire di stenti. Così la Cronaca di Erik riporta in toni
glio Håkon di
drammatici il tragico evento:
la fuga (1365).
“Allora il re prese questa decisione
norvegese in un
che catturò entrambi i suoi fratelli

e li gettò nella cella più profonda.


particolarmente
Al re importava poco
rsdotter, 1303- che soffrissero notte e giorno.

iosa, sarebbe in Il ceppo in cui stava il duca Erik,

speranze nella era stato fissato con molti colpi;

e si espresse in e per di più gli davano poco cibo.


116 Ciascuno stava nel suo ceppo,

e i rapporti tra i un blocco grosso, possente, largo.

E se pure stavano in ceppi,


recedentemente
avevano entrambi le catene.
di Vadstena
Erano pesanti e non buone,
di Brigida nei
ciascuna davvero pesante.119
a quale appare
Le loro mani erano inchiodate al ceppo, in avanti.
ncreta anche in
La loro pena era crudele e senza pietà.
zionari svedesi
Se qualche persona avesse visto,

sarebbe stato terribile anche per un pagano.


n e la cattura del Il ceppo del duca Erik era stato ribattuto così forte,
ferito infatti che che un pezzo era schizzato via
occasione egli li e aveva colpito il duca vicino all’occhio.
riporta in toni […]

Andare incontro alla morte

che stava davanti a loro era meglio

dei tormenti che pativano allora.

I ferri al collo erano spessi e larghi

e conficcati nel muro come se

dovessero restarci per sempre.

Il re si compiaceva nel vedere

la loro pena e la loro miseria,

non aveva paura che morissero.”120


6.2.2. La società svedese

Anche in Svezia la costruzione dello Stato centralizzato dovette basarsi su strutture

preesistenti, in primo luogo sui territori rappresentati da un’assemblea. Le fonti al riguardo

sono tuttavia poco chiare: a proposito delle regioni centrali del Paese si ha notizia della

suddivisione in distretti detti hæraþ (sved. mod. härad), termine parallelo al danese herred,

ciascuno dei quali era sottoposto a un hæraþshøfþinge (sved. mod. häradshövding): a questi

dovrebbero corrispondere i cosiddetti hundare nella regione del Mälaren.121 Entrambe le

denominazioni suggeriscono comunque un’origine come ‘distretti militari’.122 Nell’isola di

Gotland il territorio appare suddiviso in frazioni (settingar “sesti” e tredingar “terzi”) un

sistema di cui restano tracce anche sulla terraferma.123 Naturalmente questi distretti erano

riuniti in unità amministrative più grandi che ebbero il nome di lagsagor (sing. lagsaga,

termine la cui etimologia contiene chiari riferimenti sia alla loro ragione giuridica sia alla

consuetudine legata alla trasmissione orale della legge).124 A capo di queste lagsagor c’era

una figura la cui funzione aveva radici molto lontane nel tempo: il laghmaþer o lagman

(sved. mod. lagman) “uomo della legge”, massima autorità giuridica, senz’altro apparentato

al lǫgsǫgumaðr islandese;125 è del tutto ragionevole pensare (anche riflettendo sullo stile

espressivo dei codici giuridici) che con quello condividesse la funzione di mandare a

memoria la legge, recitarla all’occorrenza e presiedere l’assemblea. Con l’evolversi della

società svedese i laghmen (sved. mod. lagmän) seppero adattarsi ai cambiamenti e

mantennero una elevata dignità sociale (a esempio, il fratello di Birger jarl, Eskil

Magnusson, era lagman del Västergötland, il padre di Brigida, Birger Persson, era lagman
dell’Uppland e il marito, Ulf Gudmarsson, lagman del Närke), conservando – almeno fino

rsi su strutturealla fine del XIV secolo – la loro influenza anche in occasione dell’elezione del sovrano. Del

onti al riguardoresto, nonostante la progressiva affermazione del potere centrale, in Svezia – più che altrove

ha notizia della – le assemblee regionali furono capaci di mantenere voce in capitolo nelle diverse

herred,circostanze. Come in Danimarca l’importanza di queste istituzioni è rispecchiata in codici

): a questigiuridici che esprimono le diverse realtà, e lo sforzo della Corona per avocare a sé il potere

Entrambe lelegislativo resterà a lungo condizionato dalla volontà dei potentati locali e della nobiltà.126

Nell’isola di Dall’usanza militare della ‘leva’, di cui s’è detto,127 derivava la carica dello jarl,

“terzi”) undignitario importantissimo che affiancava (quando addirittura non sostituiva) il sovrano.128

distretti erano Ma l’ultimo (e il più potente!) degli jarlar era stato Birger Magnusson che aveva introdotto

lagsaga,in sostituzione la dignità di hertig (“duca”). Con il passare del tempo vennero affermandosi

uridica sia alla(verso la fine del XIII secolo) cariche cui corrispondeva, nei diversi ambiti, una grande

c’eraautorità sovraregionale: il drots (rappresentante del governo centrale)129 e il kansler

lagman(responsabile dell’amministrazione).130 Naturalmente tutte queste persone appartenevano ai

tro apparentatopiù alti livelli della società, a quella nobiltà che si era evoluta dalle antiche posizioni di

endo sullo stilepotere e che godeva di una solida posizione economica (ma che era stata anche avversata e

di mandare a tassata da Birger jarl). Costoro erano indicati con il termine assai significativo di stormæn

evolversi della(sing. stormaþer/storman) “grandi uomini”.

cambiamenti e Fin dalla fine del XII secolo i vescovi e gli uomini più eminenti avevano di fatto assunto

, Eskilimportanti funzioni. Un compito dapprima svolto localmente, ma che gradatamente aveva

lagmancreato un gruppo di persone influenti che formavano una sorta di ‘parlamento’ (herredag).131
– almeno finoE tuttavia solo verso la fine del XIII secolo i nobili svedesi ottennero un definitivo

el sovrano. Delriconoscimento e benefici di carattere feudale. Intorno al 1280, nel corso di una riunione di

più che altrove questo Consiglio tenuta nella residenza reale di Alsnö sul Mälaren, vennero deliberati

nelle diverseprivilegi ed esenzioni fiscali per gli uomini del re e di suo fratello e per coloro che avessero

chiata in codicila possibilità di combattere a cavallo. Questa esenzione (frälse), parallela a quella concessa

e a sé il poterein Danimarca, decretava di fatto la nascita di una nobiltà di stampo europeo.132 Va qui

ricordato che nella deliberazione di Alsnö ci si premura di includere gli uomini dei vescovi,

jarl,riprendendo e allargando i benefici che già nel 1200 il re Sverker aveva concesso agli

128ecclesiastici.133 La Chiesa venne dunque rafforzando una posizione già vantaggiosa derivante

veva introdottoanche dalla florida economia dei monasteri.

o affermandosi Naturalmente in questo quadro anche la classe contadina svedese perde progressivamente

iti, una grandepeso. Essa paga le tasse (a volte assai gravose) per sostenere le iniziative della Corona,

kanslerfunzionari locali addetti a questo compito sono il bryti (sved. mod. bryte) e il foghate (sved.

ppartenevano ai mod. fogde) che ricopre talora anche incarichi giudiziari.134 I contadini hanno inoltre

he posizioni dil’obbligo di contribuire alla difesa del Paese (landvärn) quando necessario e di ospitare il

che avversata esovrano e i suoi uomini quando si trovino nella regione,135 un dovere al quale tuttavia il re

stormænMagnus Serrature ai fienili porrà limitazioni.136 Tra di loro inoltre confluiscono, in posizione

non certo vantaggiosa, gli ultimi schiavi la cui condizione sarà definitivamente abolita dal re

di fatto assunto Magnus Eriksson nel 1335 in occasione della sua Eriksgata.137 Come in Danimarca anche in

atamente aveva Svezia nel XIII secolo si assiste a uno sviluppo dovuto al miglioramento della tecnica,

131all’introduzione di nuove colture e del sistema di rotazione delle coltivazioni e a una nuova
un definitivo organizzazione del lavoro. Ma anche qui le epidemie di peste determineranno in seguito un

una riunione di drastico calo della popolazione e l’abbandono di molti poderi.

nero deliberati Un notevole sviluppo conoscono i centri urbani. In una lettera del luglio 1252 firmata da

ro che avesseroBirger jarl compare per la prima volta il nome di Stoccolma (Stockholmiæ, Anno Domini

quella concessaMCC.LII. mense Julio);138 nella Cronaca di Erik si riferisce che egli “fece costruire una bella

Va qui casa e una buona città”,139 destinata a divenire, come ben sappiamo, la capitale del Regno

ini dei vescovi,(nonostante l’incendio che la devasterà nel 1330). Un nucleo abitativo doveva tuttavia già

concesso agliessere presente in quel luogo, almeno fin dagli ultimi decenni del XII secolo. Birger aveva

giosa derivanteben compreso l’importanza della regione del Mälaren in relazione ai piani espansionistici di

cui egli stesso si era fatto promotore e la città (in primo luogo una fortificazione e poi un

ogressivamente centro amministrativo), situata in un punto strategico e facile da difendere, garantiva a chi la

della Corona,possedesse un controllo economico e politico: per queste ragioni essa avrebbe gradatamente

(sved.acquisito importanza e prestigio (nel 1270 vi fu tra l’altro fondato un convento francescano).

hanno inoltreSimbolicamente Stoccolma verrà ‘nobilitata’ da Magnus Serrature ai fienili che deciderà di

e di ospitare il esservi sepolto.140

le tuttavia il re Centri urbani sviluppati già dal secolo precedente erano Sigtuna nell’Uppland,141 Skara e

no, in posizioneLödöse nel Västergötland; a essi se ne aggiunsero (oltre a Stoccolma) diversi altri favoriti

te abolita dal redalla presenza di commerci, di centri religiosi o castelli reali (Linköping, Strängnäs,

marca anche inEskilstuna, Västerås). Nel 1284 Jonköping sarà la prima località a ottenere un ordinamento

o della tecnica,attestante il suo status di città e i privilegi connessi.142 Nel 1258 con lo spostamento della

e a una nuovasede arcivescovile nella vicina Östra Åros (Uppsala attuale) la vecchia Uppsala (Gamla
o in seguito unUppsala) vede gradatamente scemare l’antico primato.143 Per quanto relativamente vicina a

Stoccolma, la nuova Uppsala riuscirà a conservare il prestigio dell’antica, basti pensare che

1252 firmata daqui sarà istituita nel 1477 la prima università del Nord.144 Nel XIII secolo acquisiscono

, Anno Dominiimportanza strategica anche località nelle quali sorgono fortezze e castelli: Kalmar in

truire una bellaSmåland, Stegeborg in Östergötland, Borgholm sull’isola di Öland e Nyköping in

itale del RegnoSödermanland. Attorno alla metà del XIV secolo una Legge per le città che sostituirà più

eva tuttavia giàantiche forme di diritto municipale145 sarà emanata da Magnus Eriksson (Konung Magnus

o. Birger avevaErikssons Stadslag). La nascita e la crescita di diversi centri urbani è diretta conseguenza

pansionistici didello sviluppo economico che si constata sia nell’agricoltura sia nel commercio.

azione e poi un La nuova struttura della società svedese, risultato dei profondi cambiamenti avviati nel

arantiva a chi laperiodo vichingo e ulteriormente maturati tra la fine dell’XI e i primi decenni del XIV secolo

e gradatamentetroverà la sua consacrazione nel 1359, quando la convocazione del parlamento svedese

o francescano).prevederà per la prima volta la partecipazione dei quattro stati: nobiltà, clero, cittadini e

che deciderà di contadini.146 Ceti che tuttavia avranno un peso ben diverso nello sviluppo del Paese.

6.3. Norvegia

Skara e 6.3.1. Stato, Chiesa e poteri locali

rsi altri favoriti La fondazione di uno stato norvegese centralizzato, già perseguita da Araldo Bella

ng, Strängnäs,chioma nel IX secolo, aveva potuto trovare definitiva consacrazione solo nel momento in cui

un ordinamento il concorso di interessi politici e religiosi si era incarnato nelle figure dei grandi sovrani

ostamento della cristianizzatori: Olav Tryggvason e, soprattutto, Olav il Santo, ‘re e martire’, divenuto dopo

Gamlala morte simbolo esemplare della nazione. Il consenso popolare attorno alla sua persona
amente vicina asarebbe stato abilmente pilotato: nella seconda metà del XII secolo l’arcivescovo Øystein

sti pensare che Erlendsson (che a sua volta sarebbe stato innalzato alla gloria degli altari) ne aveva promosso

o acquisisconoil culto, forse redigendo in prima persona la sua agiografia.147 Forti di questa eredità i

elli: Kalmar insuccessori di Olav, da Magnus il Buono a Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme avevano potuto

Nyköping inrafforzare il potere reale e al contempo promuovere una politica espansionistica che aveva

e sostituirà piùportato, tra l’altro, ai ripetuti tentativi di Araldo di Duro consiglio di conquistare la

onung MagnusDanimarca (naufragati definitivamente nel 1064), alla sua sconfitta contro gli Inglesi nel

ta conseguenza1066, e (tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo) al ristabilimento da parte del re Magnus

Piedi nudi del dominio norvegese sulle Orcadi, le Ebridi, Dublino e l’isola di Man. La

enti avviati nelsituazione del Paese sarebbe tuttavia precipitata alla morte del figlio di Magnus, Sigurd

del XIV secoloViaggiatore a Gerusalemme (1130), un evento che avrebbe scatenato una accanita lotta per la

mento svedesesuccessione nella quale sarebbero intervenuti eredi veri o presunti, alti ecclesiastici e

ero, cittadini epersonaggi eminenti portatori di diversi interessi.

Uno scontro senza esclusione di colpi, basti pensare alle alleanze e rivalità di tre

fratellastri co-sovrani, Inge Schiena curva (krokrygg, ant. nord. krypling, kryppill), Øystein e

Sigurd, figli del re Araldo Magnusson Servitore [di Cristo] (Haraldr Magnússon gilli, 1103-

a Araldo Bella1136, a sua volta figlio di Magnus Piedi nudi). Il che nel 1155 portò all’omicidio di Sigurd

momento in cuida parte della fazione di Inge, apertamente sostenuto dalla Chiesa.148 Ma neppure privo di

grandi sovranimomenti solenni come l’incoronazione (nel corso di una assemblea nazionale tenuta a

divenuto dopoBergen, nel 1163 o 1164) del re bambino Magnus Erlingsson (1156-1184) da parte

la sua personadell’arcivescovo Øystein Erlendsson, dimostratosi anche in questa occasione molto influente
escovo Øystein e capace, come dimostra il giuramento di fedeltà a Roma fatto prestare in tale occasione di

veva promosso fronte al legato papale Stefano,149 e anche il richiamo esplicito a Olav il Santo.150 Comunque

uesta eredità i un conflitto segnato dalla presenza di ‘partiti’. Innanzi tutto quello dei cosiddetti birkibeinar,

avevano potutoletteralmente “gambe di betulla”.151 Costoro erano uomini delle regioni orientali confinanti

stica che avevacon la Svezia e poi anche del Telemark raggruppati nel 1177 per la prima volta sotto la guida

conquistare ladel pretendente al trono Øystein Ragazzina (møyla, ant. norv. meyla, 1157-1177)

gli Inglesi nel Øysteinsson (fattosi proclamare re dall’assemblea di Øyrating in Trøndelag)152 e con lui

del re Magnussconfitti da Magnus Erlingsson appoggiato da capitani locali (lendmenn).153 Un ‘partito’, o

la di Man. Lameglio un ‘esercito di disperati’ che nonostante la disfatta avrebbe presto trovato un capo ben

Magnus, Sigurdpiù prestigioso e capace nella figura di Sverre Sigurdsson (Sverrir Sigurðarson). Cresciuto

nita lotta per lanelle Føroyar, educato alla vita ecclesiastica dal vescovo Roe, cognato di sua madre, Sverre

ecclesiastici eera partito per la Norvegia con l’intenzione di conquistare il trono (1176) dopo che lei,

secondo la storia, gli aveva rivelato che suo padre era, in realtà, Sigurd Bocca [brutta] (munn,

rivalità di tre ant. nord munnr) Haraldsson (il co-sovrano che nel 1155 era stato ucciso a Bergen). Con

), Øystein el’aiuto dei birkibeinar Sverre sarebbe infine riuscito nell’intento e dopo aver sconfitto

, 1103- definitivamente Magnus (1184) sarebbe divenuto unico sovrano del Paese. Ma il suo regno

cidio di Sigurdsarebbe stato segnato da una costante conflittualità tra la Corona e la Chiesa.

eppure privo di Fin dal 1179 quando – dopo la grande vittoria di Kalvskinnet a Nidaros contro il padre

onale tenuta adel re Magnus, lo jarl Erling Collotorto (skakki) –154 era divenuto a tutti gli effetti signore del

1184) da parte Trøndelag, Sverre si era trovato in dura contrapposizione con l’arcivescovo Øystein

molto influente Erlendsson, fervente sostenitore di Magnus. La presa di possesso di Nidaros da parte dei
le occasione dibirkibeinar rappresentava infatti la costituzione di un potere assai sgradito alla Chiesa,

Comunque proprio là dove aveva sede l’arcivescovato, in un luogo ricco di significati simbolici che

birkibeinar,conservava la tomba di Olav il Santo.155 In conseguenza della sconfitta l’arcivescovo era

ntali confinantidunque dovuto fuggire in Inghilterra e nonostante una successiva riconciliazione tra di loro

a sotto la guidasarebbe rimasta una profonda inimicizia. Tra l’altro, prima di morire (1188), Østeyn avrebbe

, 1157-1177) indicato come successore Eirik Ivarsson (1189-1205), vescovo di Stavanger, noto oppositore

e con luidi Sverre ormai divenuto re.

Un ‘partito’, o Per contrastare il potere del nuovo sovrano e dei birkibeinar si fece, naturalmente, ricorso

ato un capo benalle armi. La lotta armata fu condotta e sostenuta (politicamente e ideologicamente)

). Cresciutosoprattutto dal ‘partito’ dei cosiddetti bagler (ant. nord. baglar), letteralmente “pastorali”,

a madre, Sverrefondato nel 1196 sotto la guida del vescovo di Oslo, Nicola (Nikolas) Arnesson (ca.1150-

) dopo che lei,1225). Per tutta la durata del suo regno Sverre sarebbe stato costretto a combattere questo

munn,‘esercito dei vescovi’. Del resto la sua politica mirava a ridimensionare considerevolmente il

a Bergen). Conpotere della Chiesa e i suoi contrasti con l’arcivescovo Eirik Ivarsson (che tra l’altro rifiutò

aver sconfittodi incoronarlo) furono costanti; esemplare è l’episodio, riportato nella saga dedicata al

Ma il suo regnosovrano, dove si riferisce che nel corso di un’assemblea fu discussa la consistenza del seguito

cui l’arcivescovo aveva diritto: il re infatti voleva ridurre il numero di questi uomini da

contro il padrenovanta a trenta (di cui solo dodici armati). Dalla lunga disputa, nella quale le due parti

fetti signore delinvocarono l’autorità di codici giuridici,156 l’arcivescovo uscì sconfitto e dovette rifugiarsi in

scovo ØysteinDanimarca presso Absalon. La fonte precisa che in quel Paese egli fu poi colpito dalla

os da parte deicecità.157 Che Sverre fosse considerato un grande nemico della Chiesa, appare chiaramente
to alla Chiesa,dalla scomunica che gli fu decretata nel 1194 (estesa ai prelati che si erano piegati al suo

i simbolici chevolere e lo avevano accettato come re). Del resto dopo la partenza di Eirik egli era divenuto,

arcivescovo eradi fatto, capo della Chiesa norvegese, arrogandosi il diritto di nomina dei vescovi e ottenendo

ione tra di loroin quello stesso anno di essere incoronato dall’intero collegio episcopale.158

Østeyn avrebbe Dalla Saga di Sverre di Karl Jónsson:

noto oppositore Sverre raccontò il sogno in questo modo che gli pareva di essere arrivato in Norvegia da

occidente sul mare, e di aver ottenuto là qualche dignità, e in particolare di essere stato scelto come

vescovo. Ma gli pareva che ci fosse grande inimicizia nel Paese, per i conflitti fra i sovrani, e gli
almente, ricorso
pareva che Olav il Santo avesse un conflitto con il re Magnus e lo jarl Erling, e che egli stesso
eologicamente)
riflettesse da chi fra loro dovesse recarsi. Gli parve di preferire di far visita al re Olav. E quando
nte “pastorali”,
giunse là fu accolto bene e con grande cortesia. Ma poco tempo dopo che era là avvenne un mattino,
esson (ca.1150-
che gli parve che ci fossero poche persone dal re, non più di quindici o sedici uomini, e il re si
mbattere questo
lavava presso un tavolino in un locale di sopra. E quando si fu lavato, un altro uomo voleva andare
derevolmente ilal tavolino e lavarsi nella stessa acqua in cui si era lavato il re. Ma il re lo spinse via con la mano e

a l’altro rifiutòlo invitò a lasciar stare. Poi chiamò Sverre Magnus e lo invitò a lavarsi in quella stessa acqua. Gli

ga dedicata alparve di fare come egli aveva ordinato. E quando si fu lavato, entrò un uomo di corsa con notizie

enza del seguitourgenti e invitò gli uomini a prendere subito le armi, e disse che i nemici del re erano alle porte. Il re

esti uomini da rispose che non ci sarebbero stati problemi e invitò gli uomini a prendere le loro armi da
combattimento e uscire, e disse che avrebbe [avuto] il proprio scudo e [li avrebbe] protetti tutti con
ale le due parti
quello. Fecero come il re aveva detto. Allora egli prese la sua spada e la porse al giovane Sverre, e
ette rifugiarsi in
poi gli porse in mano il suo stendardo e disse: “Prendi lo stendardo, signore, e ricordati che questo
oi colpito dalla
stendardo lo dovrai portare da ora in poi.”159 Gli parve di prendere lo stendardo, ma con un certo
are chiaramente
timore. Ora il re prese lo scudo e tutti uscirono insieme piuttosto velocemente. Gli parve che la
o piegati al suobalconata coperta là dove uscivano fosse tanto lunga che non era meno di sessanta álnir,160 e gli

li era divenuto,parve di non poter tenere lo stendardo ben eretto finché erano dentro la casa. Ma quando arrivarono
alla porta dalla quale dovevano uscire, vennero loro incontro sette uomini armati e volevano colpire
ovi e ottenendo
l’alfiere, ma il re avanzò con il suo scudo e diede riparo a lui e a tutti loro, sicché nulla li danneggiò.

Poi giunsero all’aperto e su un bel prato. Dopo di ciò gli parve di alzare lo stendardo e di portarlo

contro la schiera del re Magnus e dello jarl Erling, e gli sembrò che quando avanzò, quella schiera
in Norvegia da
immediatamente indietreggiasse.”161
stato scelto come
Il duro contrasto tra due poteri forti non giovava al Paese. Alla morte di Sverre il figlio e
a i sovrani, e gli

e che egli stesso


successore Håkon operò dunque un tentativo di riconciliazione che tuttavia non diede

Olav. E quandorisultati definitivi a causa della sua prematura scomparsa (1204).162 La guerra civile continuò

enne un mattino,fino al 1208, quando venne trovato un accordo sulla divisione del Regno fra i re eletti dalle

omini, e il re sidue opposte fazioni, Inge Bårdsson per i birkibeinar (nominato nel 1204) e Filippus

mo voleva andareSimonsson, nipote del vescovo Nicola Arnesson, per i bagler (nominato nel 1207): il primo

ia con la mano e
avrebbe governato le zone settentrionali e occidentali, il secondo le zone orientali. In questo
tessa acqua. Gli
accordo (che accontentava almeno in parte anche un altro pretendente del partito dei
orsa con notizie
birkibeinar, Håkon jarl, nipote di Sverre) i vescovi ebbero un ruolo fondamentale di
o alle porte. Il re
mediazione.163
e loro armi da
Inge Bårdsson e Filippus Simonsson morivano entrambi nel 1217. Una data, questa, assai
protetti tutti con
importante perché segna l’ascesa al trono (approvata da entrambe le fazioni) del giovane
giovane Sverre, e

ordati che questo


nipote di Sverre, Håkon Håkonsson, sovrano intelligente e riflessivo, ma anche determinato e

ma con un certosenza scrupoli. L’inizio del suo regno è contraddistinto (anche a motivo della giovane età di

Gli parve che la Håkon che al momento della proclamazione aveva solo tredici anni) dalla collaborazione con
e gli il potente jarl Skule Bårdsson, che diverrà suo suocero. Una collaborazione destinata tuttavia

ando arrivaronoa trasformarsi in uno scontro che farà riesplodere le contese per il trono finché, più di

volevano colpire
vent’anni dopo, Håkon sconfiggerà definitivamente Skule vicino a Oslo e questi poi perderà
lla li danneggiò.
la vita ucciso presso il convento di Elgeseter a Nidaros (1240). Collegato a questo conflitto
rdo e di portarlo
sarà anche, l’anno successivo, l’assassinio di Snorri Sturluson, politico (e letterato) islandese
ò, quella schiera
che si era posto in contrasto con il re norvegese.164

Da questo momento il potere della Corona sarà rafforzato: un rafforzamento


verre il figlio e
simboleggiato non solo dalla solenne incoronazione (1247) di Håkon nella cattedrale di
avia non diede
Bergen da parte del cardinale Guglielmo di Sabina (ca.1184-1251), ma anche dalla
civile continuò
successiva statuizione del 1260 nella quale, mentre si dichiarava che il Regno norvegese
i re eletti dalle
dovesse avere carattere ereditario, si stabiliva che la corona avrebbe dovuto restare sul capo
04) e Filippus
di un unico sovrano (il che trasformava in sostanza il consenso delle assemblee in un atto
1207): il primo
formale).165 Abilmente Håkon concesse privilegi alla Chiesa (a esempio nel 1222 riconobbe
ntali. In questo
all’arcivescovo Guttorm il diritto di battere moneta).166 Altrettanto abilmente riformò la corte
del partito dei
(hird) facendone un simbolo del potere regale e di fatto promuovendo un nuovo tipo di
ondamentale di
aristocrazia su modelli stranieri. Inoltre migliorò l’organizzazione del Regno

regolamentandone il Consiglio (riksråd), riordinandone l’amministrazione e creando le


ta, questa, assai
circoscrizioni giudiziarie. Seppe anche esibire tutta la magnificenza della Casa regnante
ni) del giovane
occupandosi della costruzione o ricostruzione di edifici religiosi e secolari: nel 1261 fu
e determinato e
terminata la magnifica residenza reale di Bergen. La sua politica estera fu da una parte
a giovane età di
piuttosto aggressiva ma all’occorrenza aperta all’alleanza verso i vicini nordici, dall’altra
aborazione con
estinata tuttaviaintesa a stabilire importanti relazioni con Paesi anche molto lontani come la Spagna o la

finché, più di Tunisia.167 Nel 1263 Håkon si ammalò e morì nelle Orcadi durante una spedizione nelle isole

esti poi perderàbritanniche. Gli successe il figlio Magnus IV, noto come Emendatore di leggi (lagabøte),

questo conflittosoprannome legato alla promulgazione di un codice comune per tutta la Norvegia. Una

erato) islandese riforma che da una parte introdusse importanti princìpi (a esempio il diritto delle donne

all’eredità, per quanto in misura limitata) mentre dall’altra significò, di fatto, lo svuotamento

rafforzamentodell’antico potere delle diverse assemblee, dalle quali essa fu comunque formalmente

a cattedrale diapprovata tra il 1274 e il 1277/1278.168 Al Codice di leggi del Paese (Landslov) si sarebbero

ma anche dallasuccessivamente aggiunti quelli per le città (Bylov) e per la corte (Hirðskrá).169

egno norvegese Si deve all’opera di Håkon e di suo figlio Magnus (ma anche a quella del ‘nemico’

restare sul capoSkule!) se nel corso del XIII secolo la Norvegia si trasforma in uno Stato ricco e potente con

blee in un attouna fiorente economia, la cui autorità al di fuori dei confini del Paese si estende sulla regione

1222 riconobbesvedese di Jämtland, così come sulle Shetland, le Orcadi, le Ebridi e l’isola di Man, mentre

riformò la corte l’Islanda e la Groenlandia saranno sottomesse al suo dominio.170

nuovo tipo di Magnus Emendatore di leggi aveva dovuto concedere molti privilegi a una Chiesa che

e del Regnoera divenuta sempre più potente e, con taluni suoi rappresentanti (in particolare l’arcivescovo

e creando leJon Raude, 1268-1282), addirittura aggressiva. Nel 1277 era stato siglato a Tønsberg un

Casa regnanteaccordo che di fatto rendeva il potere ecclesiastico parallelo a quello dello Stato, concedendo

ri: nel 1261 fuanche l’esenzione fiscale ai vescovi.171 Dopo la morte di Magnus (1280) tutto ciò avrebbe

u da una partescatenato nuovi e duri contrasti. L’erede al trono, Eirik Magnusson, aveva solo dodici anni e

rdici, dall’altra dunque lo scontro fu, innanzi tutto, tra la nobiltà (in particolare il Consiglio del Regno che
la Spagna o lagestiva la reggenza) e gli ecclesiastici. Il concordato del 1277 fu rigettato, il diritto di battere

ione nelle isolemoneta concesso da Håkon Håkonsson all’arcivescovo cancellato e alle scomuniche si

),rispose con minacce di proscrizione. Alla fine l’arcivescovo e due vescovi dovettero andare

Norvegia. Una in esilio (1282), mentre gli altri ecclesiastici si sottomettevano al potere statale. Il re Eirik,

to delle donneseppure esprimesse un atteggiamento meno radicale dei nobili nel conflitto con la Chiesa,

lo svuotamentoebbe il significativo soprannome di Odia preti (prestehater). La sua politica è segnata, tra

e formalmente l’altro, dalle ostilità con la Danimarca (scoppiate in conseguenza dell’assassinio del re

) si sarebberodanese Erik Klipping)172 ma anche dall’accordo del 1297 secondo il quale l’arcivescovo di

Nidaros diventa un vassallo del re e ottiene il titolo di jarl.173 Dopo di lui il fratello Håkon

a del ‘nemico’Magnusson Gambe lunghe (1299-1319) perseguirà un rafforzamento del potere della Corona

o e potente conaccentrando saldamente nelle proprie mani il sistema amministrativo e fiscale e legando

de sulla regionemaggiormente a sé il Consiglio del Regno.

di Man, mentre Un Regno, dunque, forte e consolidato, che tuttavia andrà incontro a un inaspettato

declino determinato dalla combinazione di diversi fattori di carattere, innanzi tutto, politico e

una Chiesa chedinastico. Come è stato detto, nel 1319 alla morte di Håkon V il re svedese Magnus Eriksson

e l’arcivescovoereditava anche la Corona norvegese, da lui difesa con determinazione di fronte alla ripetuta

a Tønsberg unribellione dei nobili.174 Il trono di Norvegia passava nel 1343 a suo figlio Håkon (seppure

to, concedendoMagnus mantenesse la reggenza) che assumeva effettivamente il governo nel 1355, godendo

tto ciò avrebbedi grande popolarità. Il suo matrimonio con Margherita, figlia del re danese Valdemaro

lo dodici anni eNuovo giorno avrebbe potuto rafforzare il Regno, ma una sfortunata serie di eventi avrebbe

del Regno cheinvece creato i presupposti per un lunghissimo periodo di sottomissione della Norvegia alla
diritto di battereCorona danese.175 Questo declino fu del resto accelerato dalle disastrose conseguenze

scomuniche sidell’epidemia di peste che colpì il Paese tra il 1349 e il 1350, decimando la popolazione e

ovettero andarespazzando via anche gran parte della élite ecclesiastica e statale.

ale. Il re Eirik, 6.3.2. La società norvegese

con la Chiesa, La conformazione geografica della Norvegia, terra modellata dal ghiaccio e caratterizzata

a è segnata, tra da valli, montagne, fiordi e isole aveva certamente favorito nel corso dei secoli la formazione

sassinio del ree la difesa di potentati locali che solo la determinazione politica e la forza militare di alcuni

’arcivescovo disovrani avevano potuto riunire sotto un’unica Corona. E, tuttavia, la storia delle lotte

fratello Håkondinastiche ben riflette il permanere di una identità ‘locale’, elemento capace di condizionare

re della Coronascelte politiche e disegni strategici. La Norvegia è, fondamentalmente, un insieme di realtà

cale e legando regionali la cui storia e il cui sviluppo hanno seguito percorsi diversi. In misura diseguale

esse giocarono dunque il proprio ruolo nella costruzione dello Stato unitario. È ben nota, del

un inaspettatoresto, l’importanza che in questo contesto rivestirono le principali assemblee regionali: il

tutto, politico eFrostating (e anche l’Øyrating)176 per la regione del Trøndelag, il Gulating per le regioni di

agnus ErikssonHordaland, Sogn e Fjordane, l’Eidsivating per la regione dell’Oppland e il Borgarting per

nte alla ripetutaViken, la regione di Oslo. L’istituto dell’assemblea risaliva assai indietro nel tempo, e la sua

Håkon (seppure funzione tradizionale si manteneva per molti aspetti inalterata. Costituire uno stato

1355, godendocentralizzato (un obiettivo che diverse norme indicano come ‘necessario’)177 significò

ese Valdemarodunque inquadrare le realtà regionali in un insieme ben strutturato e di agevole gestione,

eventi avrebbetenuto conto del fatto che la capitale (prima Nidaros in alternanza con Bergen e infine, dal

a Norvegia alla1299, Oslo) non avrebbe comunque potuto essere stabilita in un luogo geograficamente
e conseguenze ‘centrale’. E in questo processo le antiche assemblee vennero dunque, come altrove,

a popolazione eperdendo potere e soprattutto autonomia sia perché i loro membri venivano sempre più

legandosi agli interessi dei sovrani sia perché altri organismi ne rilevavano le funzioni.

Una antica suddivisione del territorio norvegese (verosimilmente precedente al periodo

e caratterizzatavichingo) prevedeva l’esistenza di distretti detti herred (ant. norv. hérað) – tipologia da

i la formazioneriportare a un probabile influsso danese – nelle zone sud-orientali (l’attuale regione svedese

ilitare di alcuni del Bohuslän) e fylke (ant. norv. fylki) nel Trøndelag e nelle zone occidentali. Una

oria delle lottesuddivisione, anche questa, che si collega con l’uso della ‘leva’, poiché – a quanto pare –

di condizionareciascun distretto doveva all’occorrenza fornire dodici navi.178 Il termine herred avrebbe poi

nsieme di realtàassunto il senso prevalente di “zona rurale” (in opposizione a bær “città”).179 I fylker

isura diseguale appaiono talora suddivisi in frazioni.180 Naturalmente per gestire questi distretti il governo

È ben nota, del centrale aveva bisogno di funzionari. Capitani locali erano un tempo i hersar181 la cui

ee regionali: il autorità era declinata verso la fine dell’XI secolo, sostituita (a quanto pare) da quella dei

er le regioni dicosiddetti lendmenn (sing. lendmann, ant. norv. lendr maðr), individui preposti dal re a un

Borgarting per determinato territorio: questa dignità risale probabilmente al tempo di Olav il Santo. Il

tempo, e la suatermine stesso lascia intendere che costoro fossero proprietari di terre, presumibilmente

uire uno stato donate dal sovrano che in tal modo li legava a sé.182 Una figura che nei diversi distretti

significòintegrava l’autorità del lendmann era quella del årmann (pl. årmenn, ant. norv. ármaðr, pl.

evole gestione,ármenn), un amministratore i cui compiti in una fase iniziale corrispondevano grosso modo a

en e infine, dalquelli del bryde (ant. norv. bryti).183 L’autorità e l’influenza dei lendmenn appare evidente

eograficamente nelle vicende legate alle lotte per il potere. A partire dal XIII secolo tuttavia le responsabilità
come altrove, del lendmann risultano progressivamente assunte da un nuovo funzionario, il sysselmann o

no sempre piùsyslemann (pl. sysselmenn e syslemenn; ant. norv. sýslumaðr, sýslumenn), la cui carica

corrisponde alla suddivisione del Paese in “distretti” (ant. norv. sýslur, sing. sýsla).184 Nel

ente al periodo1277 il re Magnus Emendatore di leggi trasformerà il titolo di lendmann in quello di barone

– tipologia da(ant. norv. barrún)185 finché questa dignità sarà abolita da Håkon V Gambe lunghe. Il

egione svedesemedesimo sovrano cancellerà del resto anche l’antica e prestigiosa dignità di jarl, inferiore

ccidentali. Unasolo a quella regale, titolo che in Norvegia aveva nobilissima tradizione:186 basti pensare alla

quanto pare – dinastia degli jarlar di Lade nel Trøndelag (assai potente nel X secolo),187 agli jarlar che – di

avrebbe poi fatto in quasi totale autonomia – governavano le Orcadi (gli unici che insieme ai figli del re

fylkerebbero facoltà di mantenere il titolo dopo che esso fu abolito) o al potentissimo jarl Skule

retti il governoBårdsson, che aveva conteso il trono a Håkon Håkonsson. La decisione di Håkon Gambe

la cuilunghe corrisponde dunque alla volontà di consolidare il potere della monarchia, chiaramente

) da quella deiespressa, per altro, dall’autorità esercitata dal sovrano nei confronti del Consiglio del Regno,

osti dal re a unda lui stesso nominato. Ciò del resto si constata, in diverso ambito, fin dal secolo precedente,

av il Santo. Ilquando (durante il regno di Sverre) non soltanto il potere dei nobili viene ridimensionato ma

resumibilmentecompaiono anche i primi giudici di nomina reale: costoro portano il significativo nome di

diversi distrettilagmenn (sing. lagmann, norv. ant. lǫgmaðr), termine che assai probabilmente si richiama

, pl. come altrove ad antiche funzioni nell’ambito dell’assemblea.188 Al processo di

grosso modo atrasformazione delle antiche dignità ‘nobiliari’ che dal legame con i tradizionali potentati

appare evidentelocali passano a quello con il sovrano e al parallelo sviluppo della corte si lega

e responsabilitàl’affermazione di cariche come il drottsete (ant. norv. dróttseti) “reggente”, il kansler


o“cancelliere” (a partire quantomeno da Magnus Emendatore di leggi), il fehirde (ant. norv.

, la cui caricaféhirðir) “tesoriere” e lo stallare (ant. norv. stallari), il più eminente fra gli uomini di corte e

Nelportavoce del re. In tal modo si viene strutturando la nuova aristocrazia norvegese. La quale,

uello di baronepur godendo di vantaggi ed esenzioni fiscali in misura minore rispetto a quella danese e

mbe lunghe. Ilsvedese, otterrà tuttavia incarichi amministrativi che col tempo si trasformeranno in privilegi

, inferioredi tipo feudale.189

asti pensare alla Come sopra è stato detto la Chiesa norvegese era guidata da uomini volitivi e determinati

che – die aveva costantemente difeso non solo la propria autonomia ma anche il proprio diritto a

e ai figli del re interferire negli affari del Regno. Come negli altri Paesi nordici la sua forza si fondava non

Skulesoltanto sull’autorità dei vescovi ma anche sui capitoli delle cattedrali, i cui componenti

Håkon Gambecostituivano una sorta di ‘consiglio diocesano’. Fin dalla fine del XII secolo gli ecclesiastici

ia, chiaramentesi diedero delle regole proprie ribadendo la loro indipendenza rispetto all’autorità statale: si

glio del Regno,veda, a esempio, il cosiddetto Canone di Nidaros (Canones Nidrosienses) risalente al

olo precedente,1152.190 Del resto la Chiesa andò acquisendo notevole solidità economica, non soltanto per il

mensionato maversamento delle decime (imposte nella prima metà del XII secolo e fortemente avversate),

cativo nome dima anche per le donazioni e i privilegi ricevuti. Divenne dunque un potere parallelo a quello

nte si richiamadello Stato; ottenne propri tribunali e i suoi rappresentanti più prestigiosi ebbero a

processo di disposizione un seguito. Inoltre anche altre istituzioni religiose come i conventi furono, oltre

ionali potentatiche luoghi di ritiro spirituale, centri di una fiorente economia. Conclusa abilmente (e, in

corte si lega sostanza, definitivamente) l’epoca del proselitismo e della conversione con la santificazione

kanslerdel re Olav Haraldsson, il potere ecclesiastico seppe propagarsi nella società norvegese e con
(ant. norv. la istituzione sistematica delle parrocchie191 raggiunse anche gli strati più umili della

omini di corte epopolazione, diffondendo metodicamente la dottrina cristiana e imponendo regole e sanzioni

gese. La quale, per indurre il popolo (ma anche i sacerdoti!) a comportarsi secondo i dettami della Chiesa.

quella danese eAlla quale sono anche dovute le prime forme di ‘assistenza sociale’ (tra l’altro la fondazione

nno in privilegi di ospedali) cui erano destinate (almeno in parte) le elemosine versate per la salvezza delle

anime.

vi e determinati Certamente la classe sociale che subì un arretramento dal punto di vista politico fu, anche

roprio diritto a in Norvegia, quella dei contadini. Come nel resto d’Europa tra il XII e la prima metà del XIV

si fondava nonsecolo il mondo agrario conosce uno sviluppo determinato in buona sostanza dalla

cui componenticolonizzazione di nuove aree legata all’aumento della popolazione. Tuttavia le innovazioni

gli ecclesiasticiintrodotte in Danimarca e in Svezia (in particolare l’uso della cultura a rotazione e la

torità statale: si coltivazione della segala) si affermano in Norvegia solo nelle aree agricole più estese, mentre

) risalente al altrove la conformazione del terreno limita le nuove possibilità e il lavoro continua in gran

n soltanto per il parte a essere svolto secondo i metodi tradizionali (prodotti comuni sono l’orzo e l’avena)

ente avversate), restando legato soprattutto all’allevamento del bestiame. L’antica società contadina, formata

rallelo a quellodai proprietari terrieri che gestivano grandi fattorie nelle quali lavoravano molte persone, è

giosi ebbero aora minacciata da diversi fattori. Innanzi tutto, come si è detto, l’aumento degli insediamenti,

nti furono, oltremolti di piccole dimensioni, che frammentano la gestione e moltiplicano il numero di quanti

bilmente (e, insono provvisti solo di pochi mezzi e divengono assai presto economicamente dipendenti da

a santificazionepoteri ben più forti. Il che significherà, in molti casi, la cessione del proprio terreno a nobili o

norvegese e cona istituzioni ecclesiastiche, seppure l’antico proprietario rimanga al lavoro come fittavolo.
più umili dellaPoi l’imposizione del controllo dello Stato centralizzato che non soltanto acquisisce terre

gole e sanzioni(che poi il re concede talora ai nuovi nobili), bensì impone anche norme che caricano i

mi della Chiesa.contadini di pesi gravosi: tasse, ammende, contributi legati alla consuetudine della ‘leva’192

o la fondazione (che anche in Norvegia divengono, a partire dalla seconda metà del XII secolo, una vera

a salvezza delle forma di imposizione fiscale). Inoltre con l’affermarsi del potere della Corona si stabilirà la

prerogativa reale di gestire i terreni di uso comune, sicché quando questo principio verrà

olitico fu, anchesancito per legge (seconda metà del XII secolo) l’accesso a queste risorse non sarà più un

a metà del XIVdiritto naturale come sempre era stato. A ciò si aggiungano i tributi versati alla Chiesa. Con il

sostanza dallapassare del tempo la classe contadina norvegese perde dunque gran parte di quello che era

le innovazionistato il suo potere decisionale e, insieme, la possibilità di intervenire in modo davvero

rotazione e laincisivo nelle grandi questioni nazionali.

ù estese, mentre Come altrove la trasformazione della società passa attraverso la crescita delle città,

ontinua in granseppure in Norvegia si assista inizialmente allo sviluppo di nuclei preesistenti piuttosto che

orzo e l’avena)alla nascita di nuovi insediamenti urbani. Nel periodo vichingo si erano affermati centri

tadina, formatacommerciali e località di interesse sovraregionale, illustri come sedi di grandi sovrani o per

molte persone, èla presenza delle prime chiese cristiane. Nel corso del XIII secolo questi centri vennero

li insediamenti,acquisendo importanza sempre maggiore, sia per via di un florido commercio con l’estero,

umero di quantisia per la crescente autorità dei sovrani che vi risiedevano, sia per la loro consacrazione come

e dipendenti dapunti di riferimento religiosi. Si trattò, in sostanza, di luoghi strategici, il cui rafforzamento

rreno a nobili opare finalizzato al processo di unificazione nazionale. Il che corrisponde, sul piano militare,

come fittavolo.alla costruzione o al consolidamento di castelli o fortezze quali quelle di Bergen e Tønsberg
acquisisce terreassai importanti al tempo di Håkon Håkonsson, quella di Ragnhildsholmen presso Kungälv

che caricano ifatta costruire da Håkon medesimo, o quelle più recenti di Akershus (compresa nella città di

192 Oslo), Båhus (presso il fiume Götaälv, nel punto in cui i tre regni scandinavi allora

ecolo, una veraconfinavano) e Vardø(y)hus (di fronte alla penisola di Varanger nell’estremo Nord), edificate

na si stabilirà la per iniziativa del re Håkon V Gambe lunghe. Le principali città sono dunque Nidaros, non

principio verrà soltanto porto di primaria importanza per i traffici nel Mare del Nord, ma sede regale

non sarà più un fondata, secondo la tradizione, da Olav Tryggvason193 e meta di pellegrinaggi alla tomba di

a Chiesa. Con il Olav il santo collocata nella sua magnifica cattedrale completata poco dopo l’inizio del XIV

quello che erasecolo;194 Bergen, fondata da Olav il Quieto nel 1070,195 nel cui duomo (Kristikirken) furono

modo davverotraslate le spoglie di Santa Sunniva; Oslo, fondata (o quanto meno ‘promossa’) da Araldo di

Duro consiglio attorno al 1050,196 e divenuta capitale nel 1299 in occasione

cita delle città,dell’incoronazione di Håkon Magnusson; Tønsberg, centro commerciale e sede di monasteri.

ti piuttosto cheIn seguito assumono importanza Hamar in Hedmark e Stavanger sulla costa di Rogaland

affermati centri (sedi vescovili), Kaupanger e Borgund in Sogn e Fjordane, Veøy in Møre e Romsdal (località

di sovrani o percommerciali), Borg (Sarpsborg) in Østfold, Konghelle (Konungahella, presso l’attuale

centri venneroKungälv) e Marstrand (fondata nel 1220 sulla costa di quella che ora è la regione svedese del

io con l’estero,Bohuslän). Qui va ricordata anche Vågan nelle settentrionali isole Lofoten, centro del

acrazione comecommercio del pesce. Naturalmente a questo sviluppo corrispose l’emanazione di leggi

i rafforzamentomunicipali, nelle quali veniva regolamentata la particolare condizione di coloro che vivevano

piano militare,in questi centri, anche allo scopo di evitare la produzione di ‘codici autogestiti’, in particolare

gen e Tønsbergda parte delle diverse corporazioni.197 Norme speciali saranno promulgate in Norvegia per i
presso Kungälv cittadini tedeschi stabilitisi soprattutto a Bergen.

sa nella città di Anche in Norvegia dunque la società si viene progressivamente fondando su quattro

andinavi allora classi (nobiltà, clero, classe dei contadini e classe dei cittadini) al di sopra delle quali sta il

Nord), edificatesovrano. Già a metà del XII secolo, durante la visita del cardinale Nicola Breakspear si ha

e Nidaros, non notizia di una sorta di assemblea del Regno alla quale oltre ai nobili e agli ecclesiastici

ma sede regalevengono convocati anche rappresentanti dei contadini; ciò sarà più tardi confermato, nel

gi alla tomba di1163 (o 1164), all’incoronazione di Magnus Erlingsson.198 Ma il riconoscimento più chiaro

’inizio del XIVdella rinnovata struttura della società norvegese si avrà in un testo del XIII secolo dal

) furonosignificativo titolo di Specchio del re (Konungs skuggsjá) nel quale, addirittura, la sezione

’) da Araldo didedicata alla classe dei commercianti (nucleo dei cittadini) viene trattata prima di quella del

in occasionere e della sua corte.199

de di monasteri. Nel medioevo la situazione politico-sociale dei Paesi nordici doveva essere fortemente

ta di Rogalandcondizionata da un fattore esterno di particolare importanza: la Ansa che, sorta verso la metà del XIII
secolo, conoscerà fino alla fine del XIV il suo massimo sviluppo. Sebbene formalmente costituite in
omsdal (località
associazione solo nel 1358, le città tedesche settentrionali avevano da tempo concentrato i loro
presso l’attuale
interessi sul Mar Baltico così come sul Mare del Nord. Del resto fin dall’epoca vichinga le rotte
one svedese del
commerciali che dalla Russia raggiungevano le coste dell’Europa settentrionale fino all’Inghilterra
ten, centro del
erano molto trafficate. In questo quadro l’isola di Gotland e i diversi porti dei Paesi scandinavi
azione di leggi
costituivano importantissime basi di appoggio. La storia dei rapporti tra la Scandinavia e la Ansa in
o che vivevano
questo periodo è una storia fatta di alleanze e di contrasti, di trattati e di guerre aperte non soltanto
’, in particolarecon i potenti commercianti tedeschi bensì talora anche tra i Paesi nordici. Di seguito sono elencate le

Norvegia per idate e gli avvenimenti più significativi.


1227: le città tedesche di Amburgo e Lubecca sono alleate con i principi tedeschi che

ndo su quattrosconfiggono il re danese Valdemaro Vittorioso a Bornhöved


1250: dopo che nella prima metà del secolo molti commercianti tedeschi si sono stabiliti a Bergen
elle quali sta il
viene concluso un accordo commerciale fra la Norvegia e Lubecca200
reakspear si ha
1250 (o 1251): Birger jarl conclude un trattato con Lubecca e Amburgo nel quale viene
gli ecclesiastici
regolamentata la posizione dei molti tedeschi trasferiti in Svezia,201 una presenza che si farà molto
onfermato, nel
consistente in diversi centri del Paese (Stoccolma, Uppsala, Kalmar, Skänninge, Arboga, Örebro,
ento più chiaro
Söderköping)
XIII secolo dal
1278: il re norvegese Magnus Håkonsson concede immunità speciali ai commercianti tedeschi202
tura, la sezione 1284: il re danese Erik Klipping conclude un accordo con i principi tedeschi e la Ansa, in base al

ma di quella delquale i commercianti tedeschi vedono aumentate le loro opportunità; questo fatto provoca gravi

contrasti con il re norvegese203

sere fortemente 1285: il re svedese Magnus Serrature ai fienili dirime le questioni tra la Norvegia e la Ansa204

la metà del XIII 1294: la Ansa conquista il predominio sul commercio norvegese (il che determinerà reazioni e

ente costituite inuna politica protezionistica)

oncentrato i loro 1307: il re danese Erik Menved diventa protettore di Lubecca205

vichinga le rotte 1317: Lubecca si sottrae al dominio danese

no all’Inghilterra 1323: con la pace di Nöteborg tra Russia e Svezia viene garantito ai tedeschi libero commercio

Paesi scandinavisul fiume Neva verso Novgorod206

avia e la Ansa in 1350 ca.: i commercianti anseatici stabiliscono un loro ufficio amministrativo a Bergen dove

erte non soltanto vivono numerosi e in piena autonomia rispetto al governo norvegese; il quartiere della città noto

sono elencate le come Bryggen (Tyskebryggen) è a tutti gli effetti un quartiere tedesco

1361: il re danese Valdemaro Nuovo giorno conquista l’isola di Gotland e la sua capitale Visby
pi tedeschi cheimponendo un pesante tributo

1362: il re danese Valdemaro Nuovo giorno sconfigge le truppe di Lubecca in una battaglia

stabiliti a Bergennavale sull’Øresund

1367: la Svezia, il Mecklemburgo, il Holstein e le città anseatiche si organizzano per combattere i

nel quale vieneDanesi, una guerra che si estenderà anche alla Norvegia

che si farà molto 1368: Valdemaro Nuovo giorno è costretto a rifugiarsi all’estero e i tedeschi distruggono

Arboga, Örebro, completamente Copenaghen e occupano Skanør e Falsterbo

1369: i Tedeschi conquistano il castello fortificato di Helsingborg; viene siglata la pace tra la

Norvegia e la Ansa207

Ansa, in base al 1370: viene siglata la pace di Stralsund tra i Danesi e i commercianti anseatici che ottengono

o provoca graviimportanti vantaggi (compreso il diritto di partecipare all’elezione del re)208

1389-1399: nel complesso gioco dei conflitti legato alle lotte per il potere in Danimarca e in

Svezia e agli interessi della Ansa si inserisce tra l’altro l’azione di pirati tedeschi – i cosiddetti

minerà reazioni eFratelli vitaliani (Vitalienbrüder) – che compiono attacchi e razzie sia sul mare sia nelle città,

stabilendo la propria sede nell’isola di Gotland (1394), finché verranno sconfitti dai Cavalieri

dell’Ordine teutonico.209

6.4. Islanda

bero commercio 6.4.1. Poteri locali, Chiesa e Stato

Lo Stato islandese era nato quando dalla libera e concorde decisione dei grandi capitani
a Bergen dove
locali era stata istituita l’assemblea generale (Alþingi) da tenersi ogni anno nella piana di
della città noto
Þingvellir. Nel periodo dell’indipendenza (930-1262/1264) essa si svolse regolarmente,

esercitando il potere legislativo e quello giudiziario.210 Il luogo in cui si teneva questa


a capitale Visby
assemblea generale è contraddistinto da uno scenario naturale suggestivo.211 Ma esso godeva

in una battagliaaltresì di un accesso relativamente agevole per coloro che provenivano dalle diverse direzioni

e ciò permetteva ai capi locali con il loro seguito di uomini eminenti di essere presenti in
per combattere i
questa importante occasione. All’assemblea generale furono assunte decisioni fondamentali

per la nazione: a esempio, accogliere il cristianesimo come religione ufficiale del Paese o
chi distruggono
rinunciare all’indipendenza. Fu, quest’ultima, il punto di arrivo di una lunga serie di eventi

segnati da conflitti tra i diversi poteri.


ta la pace tra la
Prima dell’introduzione della nuova religione l’autorità locale era rappresentata dai

ci che ottengono
goðar, cui era affidata la gestione di un tempio attorno al quale si raccoglieva una

comunità:212 tuttavia il loro potere, fondato su salde basi economiche, assunse una

Danimarca e inpreminente connotazione politica; del resto la carica di goði (goðorð), che risale ai tempi dei

hi – i cosiddettiprimi coloni, era una sorta di patrimonio che si poteva ereditare, vendere, acquistare e anche

e sia nelle città,suddividere. Oltre a quello dei goðar l’unico potere esistente a livello locale era detenuto dai

tti dai Cavalieri


diversi capitani, persone eminenti appartenenti a famiglie agiate. Esso si basava su

un’autorità personale riconosciuta a livello familiare e sociale e sulla gestione dei beni. Se è

vero che ogni capofamiglia doveva legarsi a un goði che di solito accompagnava

all’assemblea in qualità di þingmaðr (letteralmente “uomo dell’assemblea”, pl. þingmenn),213


grandi capitani
è altrettanto vero che tale scelta era libera e poteva essere revocata o cambiata all’occasione.
nella piana di
In Islanda l’unica autorità statale in qualche modo riconosciuta era quella del
regolarmente,
lǫgsǫgumaðr,214 che tuttavia svolgeva la propria funzione solo per il breve periodo di due
teneva questa
settimane in cui si svolgeva l’assemblea annuale (tra l’altro questo organismo non aveva,
Ma esso godeva come si è detto, alcuna competenza di carattere esecutivo). Facilmente si constata che

iverse direzionil’organizzazione statale della repubblica islandese era stata concepita in modo da evitare

sere presenti inqualsiasi forma di concentrazione del potere.

ni fondamentali Con la conversione i goðar cercarono naturalmente di mantenere il proprio ruolo sociale

ale del Paese oadeguandolo alla nuova situazione. Essi dunque vollero acquisire la gestione delle chiese e,

serie di eventisoprattutto, dei profitti che ne derivavano. I primi edifici religiosi vennero costruiti per

iniziativa privata sui terreni delle fattorie e furono dunque, di fatto, proprietà dei capitani o

ppresentata daidei goðar. Costoro inoltre si occuparono di affidarle a un prete. In diversi casi il prete era il

accoglieva unafiglio del proprietario della fattoria o del goði. Altre volte era una persona che veniva istruita

, assunse unaa spese di qualcuno da cui dunque dipendeva in tutto e per tutto, restando legata alla chiesa

ale ai tempi deiper tutta la vita. Se questo prete si fosse sottratto al proprio obbligo ciò sarebbe stato

uistare e anche denunciato all’assemblea e nessuno avrebbe potuto intrattenere rapporti con lui: l’unica

era detenuto daipossibilità che costoro avevano per liberarsi da questa ‘servitù’ era di garantire la formazione

si basava su di chi accettasse di sostituirli. Una terza possibilità era quella di assumere un prete per un

e dei beni. Se è determinato periodo di tempo.

accompagnava Appare dunque evidente che – almeno nella fase iniziale – la Chiesa islandese si sviluppò

213 per la libera iniziativa di singole persone, intolleranti nei confronti di qualsiasi tipo di

a all’occasione.organizzazione imposta dall’esterno. Parallelamente la nomina dei vescovi era di competenza

ra quella deldell’assemblea e dunque demandata al volere di chi esercitava maggior influenza. Del resto

periodo di duel’insofferenza nei confronti del potere ecclesiastico si constata anche nei comportamenti

mo non aveva,quotidiani che restavano per molti aspetti indifferenti ai dettami della dottrina cristiana.215
si constata che Fu dunque naturalmente l’assemblea generale a stabilire che anche l’Islanda dovesse

odo da evitareavere il proprio vescovo, scelto nella persona di Ísleifr Gizurarson.216 A partire da lui e dal

suo successore, il figlio Gizurr, la Chiesa islandese cercò di organizzarsi e rafforzarsi,

io ruolo sociale compito tutt’altro che agevole in un Paese nel quale i potentati locali si opponevano a

delle chiese e,qualsiasi forma di autorità centrale. La situazione era, del resto, particolare, dal momento che

ro costruiti permolti uomini di Chiesa appartenevano alle più importanti famiglie e dunque rappresentavano

à dei capitani o soprattutto interessi particolari. Il significato e gli effetti delle deliberazioni vescovili vanno

si il prete era ildi conseguenza considerati alla luce di questo stato di cose. A esempio Hans Kuhn rileva,

e veniva istruita molto opportunamente, come l’imposizione delle decime (1096 o 1097) – introdotte in

gata alla chiesaIslanda prima che in qualsiasi altro Paese nordico – costituisse, piuttosto che il segnale di un

ò sarebbe statorafforzamento del potere ecclesiastico, una novità assai gradita ai grandi proprietari terrieri

on lui: l’unicache, in quanto possessori degli edifici religiosi, ne incameravano la metà.217 Del resto in

e la formazionequesta decisione il vescovo fu sostenuto dal lǫgsǫgumaðr in carica, il poeta Markús

un prete per unSkeggjason (morto nel 1107) e da Sæmundr Sigfússon, illustre personaggio e celebre erudito

di Oddi.218 Come sopra è stato detto,219 l’Antico diritto canonico islandese (Kristinréttur

dese si sviluppòforni), che fu promulgato all’assemblea generale negli anni tra il 1122 e il 1133, ribadisce in

ualsiasi tipo dimodo evidente la sottomissione della Chiesa rispetto ai poteri locali. Nel XII secolo i grandi

di competenzaproprietari delle chiese esercitavano dunque un effettivo predominio. Ma le “saghe dei

enza. Del restovescovi” ricordano figure di prelati che si opposero ai potenti capitani.

comportamenti Innanzi tutto Þorlákr Þórhallsson il Santo. Per la verità Þorlákr era stato nominato

vescovo di Skálholt per volere della potente famiglia degli Oddaverjar:220 ciò tuttavia non gli
slanda dovesseimpedì di provare a imporre la propria autorità sulle chiese locali, i cui amministratori

ire da lui e dalavrebbero dovuto gestirle sotto la sua guida. Un tentativo che ebbe seguito limitato e fu

i e rafforzarsi,fortemente contrastato proprio da uno dei rappresentanti della famiglia degli Oddaverjar, Jón

opponevano a Loptsson, che riuscì a farlo fallire. Þorlákr moriva nel 1193. Pochi anni prima l’arcivescovo

al momento chenorvegese aveva stabilito che i vescovi islandesi non potessero conferire gli ordini religiosi a

appresentavanochi fosse in possesso di un goðorð, sottolineando la necessità di un netto distacco tra il potere

vescovili vannolaico e quello religioso.221 All’inizio del XIII secolo l’opposizione al dispotismo dei capitani

ns Kuhn rileva,locali venne condotta in prima persona dal vescovo di Hólar, Guðmundr il Buono Arason.222

– introdotte in Costui, desideroso di affermare i diritti della Chiesa, venne a trovarsi in dura opposizione con

il segnale di un diversi di loro, fu cacciato e costretto all’esilio norvegese. La contesa non si risolse neppure

oprietari terrieridopo che il vescovo ebbe la possibilità di tornare in patria (1218). Egli infatti fu fatto

Del resto inprigioniero, non poté riprendere possesso della propria sede e fu costretto a vagare per il

poeta MarkúsPaese. Dopo un secondo esilio cercò di rientrare a Hólar ma infine risultò sconfitto e come

celebre eruditotale morì. La sua intensa attività in favore dei poveri e dei diseredati diffuse tuttavia fra

Kristinrétturquesti ultimi la fama della sua santità (nel 1315 i suoi resti furono solennemente deposti in

33, ribadisce inun’urna).

secolo i grandi Nella disputa contro i poteri forti Guðmundur aveva chiesto l’intervento della sede

le “saghe deiarcivescovile di Nidaros, aprendo così la strada all’interferenza straniera. Alla sua morte

(1237), essendo vacante anche la sede di Skálholt, l’arcivescovo decise di nominare per

stato nominatol’Islanda due vescovi norvegesi. Un chiaro segno dell’accresciuto coinvolgimento delle

tuttavia non gliautorità di quel Paese nelle questioni interne islandesi, uno dei fattori determinanti che
amministratori avrebbero condotto – neppure trent’anni dopo – alla fine della repubblica.

o limitato e fu A partire dal XII secolo diversi elementi (non ultimo l’arricchimento legato ai proventi

Oddaverjar, Jónderivanti dalle decime) favorirono in Islanda l’affermazione di poche grandi famiglie, nelle

a l’arcivescovocui mani si concentrò un potere politico sempre più solido e una ingente ricchezza. Ciò

rdini religiosi aavvenne tra l’altro con l’acquisizione da parte di singoli goði di più goðorð con conseguente

cco tra il potereespansione della loro autorità su un più vasto territorio e rafforzamento della loro posizione

mo dei capitani all’interno dell’assemblea. Ciò ebbe innanzi tutto riflessi a livello locale, dove chi rimaneva

222titolare di un unico goðorð finì, inevitabilmente, in minoranza. Naturalmente il bisogno di

pposizione concontare sull’appoggio di personaggi potenti attirò i più e, contemporaneamente, dilatò il

risolse neppurepotere dei cosiddetti stórgoðar (letteralmente “grandi goðar”), che seppero abilmente gestire

infatti fu fattoquesta situazione a fini di un tornaconto personale e familiare. Essi inoltre riuscirono a

a vagare per ilimporre ai propri þingmenn l’obbligo di sostenerli militarmente nei conflitti, il che determinò

confitto e comeil formarsi di schiere armate di notevole consistenza. Una situazione che, inevitabilmente,

use tuttavia frasarebbe sfociata in aspri conflitti.

mente deposti in Il periodo che va dal 1180 al 1262 è noto nella storia islandese come “età degli

Sturlungar” (Sturlunga ǫld), dal nome di uno dei grandi clan familiari islandesi, formato dai

ento della sedediscendenti del goði Sturla Þórðarson di Hvammur í Dölum (noto anche come Hvamm-

Alla sua morte Sturla, 1116-1183).223 È un periodo di durissimi contrasti e di scontri violenti,224 culminati

i nominare pernella battaglia di Örlygsstaðir (1238) nella quale le forze alleate dei Haukdœlir e degli

lgimento delleÁsbirningar (che dominavano rispettivamente su estese regioni a sud e a nord dei due grandi

eterminanti cheghiacciai di Langjökull e Hofsjökull) sconfissero gli Sturlungar (il cui ‘dominio’ copriva
tutta la zona a occidente dei loro territori). L’esito della guerra civile fu inesorabile. Il re

gato ai proventiHåkon Håkonsson, con la cui ascesa al trono si era chiusa in Norvegia la stagione delle lotte

famiglie, nelleintestine, non si fece sfuggire l’occasione. Abilmente cercò di manipolare diversi personaggi

ricchezza. Ciòislandesi di prestigio per raggiungere il proprio obiettivo. Tra gli altri un rappresentante

on conseguente eminente della famiglia degli Sturlungar, Snorri Sturluson che, ritenuto un traditore, fu poi da

loro posizionelui fatto assassinare nel 1241.225 Fu un susseguirsi di contrasti e di vendette, di tentativi di

ve chi rimanevaimporre il potere degli emissari reali e di tradimenti, di scontri cruenti e di episodi di tragica

e il bisogno di ferocia. Infine nel 1262 Gizurr Þorvaldsson (l’unico fra gli ‘uomini del re’ che non era stato

mente, dilatò ilucciso) indusse l’assemblea generale ad accettare un patto, il cosiddetto “Antico trattato”

bilmente gestire(Gamli sáttmáli), in base al quale gli Islandesi giuravano fedeltà al re norvegese in cambio

re riuscirono a del suo impegno a mantenere l’ordine, del rispetto delle loro leggi e della garanzia di un

l che determinòregolare rifornimento di merci per l’isola con sei navi all’anno per i primi due anni e

nevitabilmente,successivamente secondo la necessità. Nel giro di due anni coloro che non avevano

sottoscritto l’accordo furono costretti a farlo.226 Un esito, questo, certamente dovuto – in gran

ome “età degliparte – alla ripulsa per le continue e violente lotte per il potere che avevano insanguinato il

esi, formato daiPaese. Già tra il 1271 e il 1273 tuttavia, il figlio di Håkon, Magnus Emendatore di leggi

come Hvamm-introdurrà in Islanda nuove norme contenute nel codice noto come Fianco di ferro (Járnsíða,

culminaticosì detto con riferimento alla rilegatura del manoscritto o, forse, alla durezza della legge in

kdœlir e degli esso contenuta); successivamente (1281) – tenuto conto della sua difficile applicazione e

dei due grandidella forte opposizione degli Islandesi – esso sarebbe stato sostituito dal cosiddetto Libro di

minio’ copriva Jón (Jónsbók) che prende nome dal giudice Jón Einarsson (morto nel 1306) che lo compilò
nesorabile. Il reper la gran parte e lo fece approvare all’assemblea generale: esso sarebbe rimasto in vigore

gione delle lotteper secoli. Decadeva dunque definitivamente l’antica legge raccolta nella cosiddetta Oca

ersi personaggigrigia (Grágás).227 In Islanda si era passati dal potere dei grandi clan a quello dello Stato.

rappresentante In Islanda uno jarl norvegese riscuote ora il tributo. L’assemblea generale è composta da

ditore, fu poi dadelegati (nefndarmenn) scelti dal re e svolge solo una funzione giudiziaria; la “Rocca della

, di tentativi dilegge” (l’antico e prestigioso Lǫgberg) scompare simbolicamente dalla storia. L’epoca

isodi di tragica‘norvegese’ (norska ǫldin: 1262/1264-1397) segna per l’isola la pacificazione, ma anche un

he non era statoprogressivo declino. Solo la Chiesa riesce a far sentire la propria voce e a ottenere

Antico trattato”significativi risultati. Già nel 1253 era stato deliberato che nei casi di contrasto tra il diritto

gese in cambio laico e quello ecclesiastico quest’ultimo avrebbe dovuto prevalere.228 Successivamente,

garanzia di ungrazie all’opera dell’abile vescovo di Skálholt, Árni Þorláksson (1237-1298), la Chiesa

mi due anni eotterrà il riconoscimento della propria indipendenza e riuscirà a limitare l’interferenza del

non avevano potere temporale nella gestione degli edifici ecclesiastici, acquisendo anche una consistente

ovuto – in granricchezza, sulla base di un accordo stipulato nel 1297 con il sovrano norvegese Eirik Odia

insanguinato ilpreti.229 Al nome di questo vescovo resta legato il Nuovo diritto canonico (Kristinréttur

datore di leggiyngri, noto anche come Canone di Árni) emanato nel 1275.

Járnsíða, Nel 1320 gli Islandesi giurano fedeltà al re di Svezia e Norvegia Magnus Eriksson. I

a della legge intempi migliori sono ormai un lontano ricordo. Il Paese viene dato ripetutamente in pegno:

applicazione e personaggi avidi (e non di rado brutali) cercano di sfruttarne ogni risorsa scontrandosi in

Libro didiverse occasioni contro la ribellione degli abitanti.230 Con l’Unione di Kalmar231 l’isola

che lo compilòseguirà i destini norvegesi, divenendo infine, a tutti gli effetti, una colonia danese.
masto in vigore Nel cosiddetto Quarto trattato grammaticale islandese232 è riportata una strofa nella quale è

Ocaefficacemente espresso un giudizio morale sulla situazione dell’Islanda nel periodo delle guerre
civili:

“Terra intrisa di malvagità


è composta da
poni rimedio all’orrenda scelleratezza;
la “Rocca della
la grande disobbedienza ti procurerà,
storia. L’epoca
Islanda, tormenti;
e, ma anche un
devi temere la guerra,
e e a ottenere
Paese incivile, a meno che non ascolti, doverosamente,
sto tra il diritto chi [cambino qui i costumi]

uccessivamente, raramente utilizza la spada.”233

98), la Chiesa 6.4.2. La società islandese

nterferenza del La struttura della società islandese si era venuta edificando nel tempo. Inizialmente, come

una consistentesi è visto, i coloni che arrivavano sull’isola si impossessavano dei terreni disabitati che

gese Eirik Odia‘consacravano a sé’ con un rito di significato al contempo giuridico e sociale.234

KristinrétturGradatamente, con l’arrivo di nuovi venuti si determinò la necessità di stabilire delle regole e

di istituire una qualche forma di autorità. Nacquero così, sul modello tradizionale, le prime

nus Eriksson. I assemblee locali alle quali certamente parteciparono i primi goðar, eminenti figure di coloni

mente in pegno:o loro congiunti, che avevano autonomamente imposto la propria supremazia in una

scontrandosi indeterminata area. Una situazione, comunque, piuttosto disorganica e inadeguata alle

l’isolanecessità di una popolazione che andava progressivamente aumentando.235 Fu con

l’istituzione dell’assemblea generale (930) che si cominciò a porre mano a questo stato di
fa nella quale ècose. Per stabilire una legge comune per il Paese era stato inviato in Norvegia tale Úlfljótr

odo delle guerre(del quale si dice che aveva sessanta anni e dunque, evidentemente, una lunga esperienza in

proposito), con l’incarico di studiare le norme stabilite dall’assemblea del Gulating e

adattarle alla situazione nazionale (927?). Il Gulating, come si è detto, aveva giurisdizione

sulle regioni di Hordaland, Sogn e Fjordane, dalle quali proveniva buona parte dei coloni.

Úlfljótr tornò in patria dopo tre anni e divenne il primo lǫgsǫgumaðr islandese.236 Attorno

all’anno 965 per iniziativa di Þórðr Sbraitone (gellir) Ólafsson venne introdotta una riforma

con la quale furono istituiti quattro distretti detti fjórðungar (sing. fjórðungr, letteralmente

“quartiere”): occidentale, orientale, meridionale e settentrionale. Nei primi tre vennero

istituiti tre distretti minori che dovevano tenere la loro “assemblea di primavera” (várþing,

ma anche fjórðungsþing) in località prestabilite; a ciascuna corrispondevano tre goðorð

ialmente, come(dunque, in linea di massima tre goðar). Nel quartiere settentrionale invece i distretti furono

i disabitati che quattro, cosicché il numero dei goðorð era di dodici anziché di nove come altrove. Nel Paese

234 il totale dei goðorð era dunque di trentanove; Ari Þorgilsson, che nel Libro degli Islandesi ci

e delle regole edà questa informazione,237 sottolinea tuttavia che all’assemblea generale il peso politico del

onale, le primedistretto settentrionale doveva essere pari a quello degli altri. Contemporaneamente furono

figure di coloni anche nominate delle “corti di giudizio distrettuali” (fjórðungsdómar) cui era demandata

emazia in unal’attività processuale; i loro componenti prendevano parte anche all’assemblea generale. Nel

nadeguata alle1004 venne istituito presso di essa il fimtar-dómr, la “quinta corte di giudizio” che doveva

Fu con giudicare i casi più gravi come falsa testimonianza, corruzione, sostegno ai banditi o anche

questo stato didecidere gli appelli. Le sue sentenze erano definitive.


gia tale Úlfljótr Quando il potere del re norvegese fu stabilito in Islanda, nel Paese venne introdotta – in

a esperienza in analogia con l’organizzazione amministrativa del dominatore – una suddivisione in distretti

del Gulating edetti sýslur (sing. sýsla) cui sovrintendevano funzionari di nomina regia, i sýslumenn (sing.

a giurisdizionesýslumaðr).238 Costoro rispondevano a loro volta a rappresentanti reali di più alto livello,

arte dei coloni.detti hirðstjórar (sing. hirðstjóri).239 Tra coloro che erano al servizio del re norvegese si

Attornopossono dunque trovare i ‘nobili’ islandesi. In realtà in questo Paese non si può parlare di

tta una riformanobiltà in senso stretto, piuttosto della posizione sociale privilegiata di talune persone (alle

, letteralmentequali in seguito venne attribuito il titolo di herra “signore”).

mi tre vennero Una ulteriore unità territoriale islandese è indicata con hreppr (pl. hreppar). Sebbene se

, ne abbia notizia anche precedentemente alla cristianizzazione del Paese, il termine hreppr

goðorð rimanda successivamente all’utilizzo fatto dalla Chiesa della parte (un quarto) delle decime

distretti furonodestinata ai poveri. I hreppar erano dunque ‘comuni rurali’ indipendenti nei quali viveva un

rove. Nel Paesegruppo di contadini e al cui interno erano gestite da amministratori indicati con il termine

cihreppstjórar (sing. hreppstjóri) le situazioni di indigenza e disagio sociale. In queste

eso politico del comunità confluirono molti di coloro che erano stati schiavi o che comunque da loro

eamente furonodiscendevano. La schiavitù, seppure ufficialmente non abolita, scompare in Islanda nel XII

era demandatasecolo, per ragioni di carattere economico e motivazioni religiose.240

a generale. Nel Di conseguenza la società islandese risulta, almeno da un punto di vista esteriore,

io” che dovevacomposta da un’unica classe. E tuttavia le differenze sono notevoli. A parte i più poveri ci

banditi o anchesono anche contadini che dispongono di pochi beni, che lavorano come affittuari nei terreni

di altri o che devono condividere la fattoria. I grandi proprietari terrieri invece godono di un
introdotta – innotevole potere economico che si accompagna al prestigio personale riconosciuto dai

ione in distrettimembri della comunità. E anche se il passaggio dall’una all’altra condizione resta in teoria

(sing.possibile, la progressiva concentrazione di ricchezza di cui si è parlato rafforza l’autorità di

più alto livello,pochi. Il che si tradurrà nella formazione di uno stato oligarchico e di vere e proprie

re norvegese si“signorie” (ríki) gestite dalle più potenti famiglie.

può parlare di In Islanda centri di notevole importanza furono gli staðir (sing. staðr, termine che ricorre

e persone (allenei toponimi). Si trattava di proprietà donate da privati alla chiesa che su di essi sorgeva

(secondo l’esempio del vescovo Gizurr Ísleifsson).241 Spesso questi centri venivano gestiti

). Sebbene se dagli eredi del donatore che ne godeva i profitti: l’amministrazione di queste proprietà fu

hrepprmotivo di aspri conflitti tra il potere ecclesiastico e quello laico dopo l’annessione del Paese

o) delle decimealla Norvegia (un conflitto sanato almeno in parte, come si è detto, nel 1297).242

quali viveva un Dall’arrivo dei primi coloni, dalla costruzione delle prime abitazioni (spesso

con il terminesemplicemente ripari scavati nei fianchi di una collina, ricoperti con un tetto e provvisti di

iale. In queste una porta di legno), dall’introduzione dei primi allevamenti e dal dissodamento dei primi

unque da lorocampi per la coltivazione di cereali, gli Islandesi erano stati capaci di sviluppare una nazione.

Islanda nel XII Il Paese fu disseminato di fattorie e di chiese, sorsero importanti centri di cultura (laici ed

ecclesiastici), la popolazione seppe superare gravi difficoltà243 e darsi regole di gestione della

vista esteriore,vita sociale. Il commercio fiorì (soprattutto per l’esportazione del tessuto di lana grezza detto

i più poveri ci vaðmál,244 pelli di pecora e zolfo). Ma il periodo delle lotte intestine e la conseguente perdita

tuari nei terrenidell’indipendenza deteriorò la situazione. I Norvegesi assunsero il predominio dei commerci

e godono di unnel Mare del Nord, circostanza che fu complicata dal diffondersi in Scandinavia
conosciuto dai dell’epidemia di peste intorno alla metà del XIV secolo, trascinatasi sino agli ultimi anni ’80.

e resta in teoria L’Islanda non fu raggiunta dal contagio, tuttavia se da una parte l’interruzione dei

rza l’autorità dicollegamenti navali lo evitò essa contribuì dall’altra al decadimento della sua economia. Nel

vere e proprieXIV secolo inoltre il Paese fu colpito da una lunga serie di calamità naturali (i terremoti del

1308 e del 1311, le eruzioni del vulcano Hekla nel 1300, 1341 e 1389, del Katla nel 1311,

mine che ricorrequella spaventosa dell’Öræfajökull nel 1362, epidemie che colpirono il bestiame, carestie).

di essi sorgevaCon l’ingresso nell’Unione di Kalmar la situazione di approvvigionamento delle merci

venivano gestitipeggiorò restando affidata ai mercanti di Bergen, alle navi delle città anseatiche e,

ste proprietà fusoprattutto, agli Inglesi, attirati dalle risorse della pesca, la cui presenza (poco gradita al re

sione del Paesedanese e ai commercianti anseatici) si fece costante portando opportunità di lavoro ma anche

conflitti.245 Quando la Norvegia entrò in unione con la Danimarca molti danesi si trasferirono

azioni (spessonell’isola per dominarne la vita politica ed economica. E la peste, che aveva risparmiato il

o e provvisti di Paese a metà del XIV secolo, dilagò per tre anni a partire dal 1402, aprendo un secolo di

mento dei primidecadimento sociale e culturale, tragicamente concluso tra il 1494 e il 1495 da una nuova

re una nazione.epidemia.246

ultura (laici ed Lo sviluppo degli insediamenti abitativi nei secoli XII-XIV è ben testimoniato da una serie di

i gestione dellatoponimi che rendono ragione delle diverse tipologie. Innanzi tutto i nomi terminanti con -rud, -rød e
-ryd che fanno esplicito riferimento all’uso di diboscare foreste per stabilirvi nuovi terreni agricoli:
na grezza detto
questi componenti risalgono ai sostantivi ruð “radura” e rjóðr “area diboscata” (cfr. il verbo ant.
eguente perdita
nordico ryðja “sgombrare”, “dissodare [un terreno boscoso]”, dan. rydde, sved. rödja, norv.
o dei commerci
rydja).247 Analoghi a questi sono in Norvegia i nomi terminanti in -brenna e -sved/-sve (in cui è fatto
n Scandinavia
chiaro riferimento all’uso del fuoco per liberare i terreni dalla vegetazione).248 Alla progressiva
ultimi anni ’80.‘conquista’ delle aree forestali si collegano anche i nomi in -mark “foresta”. Altri toponimi sono

nterruzione dei composti con elementi che alludono allo sfruttamento di diverse zone per uso agricolo: -hester (solo
nella regione svedese del Götaland centrale) “giovane foresta” o “bosco ceduo”; -sel (in Norvegia,
economia. Nel
Svezia e Islanda) e støl (Norvegia) entrambi “pascolo estivo”; -sæter/ -setr/-sætr “prato presso una
(i terremoti del
foresta”, “pascolo estivo”. Diverse occorrenze sono: -bodha/-bodh/-boda/-bo/-bu (che rimanda
Katla nel 1311,
all’ant. nord. búð, pl. búðir) “alloggiamento provvisorio”, “capanno”, “baracca” (soprattutto nella
iame, carestie).
Svezia centrale e meridionale); -bol/-bøle/ -böle (ant. nord. ból) “terreno coltivato con una fattoria”; -
to delle merci
kot “capanna”, “casupola”, “piccola fattoria”; -køp/-köp “proprietà terriera acquistata” (in Danimarca
anseatiche e,
e Svezia); -mala (< måla), frequente nella Svezia sud-occidentale, “terreno misurato” (cfr. sved. mål
co gradita al re“misura”); -vret/-reit (soprattutto, nella seconda forma, in Norvegia) “appezzamento di terreno

avoro ma anchedelimitato”.

i si trasferirono Componenti già noti in epoca precedente continuano in diversi casi a essere produttivi talora

a risparmiato ilaumentando sensibilmente di numero (-by, -hult/-holt, -rum, -thorp, -thvet <-þveit).249 Assai

do un secolo diinteressante è la comparsa di elementi che rimandano inequivocabilmente alla diversa destinazione di
altri insediamenti: così i nomi terminanti in-købing/-köping/-køpung/ -kaupangr alludono
5 da una nuova
esplicitamente a un “centro commerciale”,250 mentre -borgh/-borg definisce luoghi fortificati: un

contesto – quello delle stutture militari – al quale si riferiscono anche -hus con il senso di “casa
da una serie di
fortificata”251 e -holm “isolotto”, ma anche “terra elevata e circondata dall’acqua” (un significato
e
tuttavia secondario).
terreni agricoli:
6.5. Lingue e cultura
cfr. il verbo ant.

, norv.
6.5.1. Vita culturale in Danimarca

(in cui è fatto Il mondo culturale danese tra il XII e il XIV secolo viene pienamente integrandosi in una

Alla progressivaprospettiva europea. Le biblioteche dei conventi e dei capitoli delle cattedrali raccolgono
i toponimi sonomanoscritti preziosi, in primo luogo testi religiosi ma anche opere classiche (i greci in

(solotraduzione latina) e testi di carattere scientifico.252 Gli scambi si intensificano, si ricordi a

(in Norvegia,
esempio la presenza in Danimarca di monaci francesi provenienti dall’abbazia di Cîteaux in
prato presso una
Borgogna (culla della riforma cistercense) nel convento di Esrom (Selandia settentrionale)
(che rimanda
sotto l’autorità dell’arcivescovo Eskil, o il soggiorno nel Paese del monaco Guglielmo
soprattutto nella
(Guillaume de Paris, ca.1125-1203) che dal convento parigino di Santa Genoveffa fu
-
chiamato da Absalon (intorno al 1165) con il compito di riorganizzare il monastero di
a” (in Danimarca
Eskilsø nel fiordo di Roskilde (che nel 1175 sarebbe stato da lui spostato a Æbelholt presso
mål

mento di terreno
Hillerød, nella Selandia settentrionale): figura di assoluto rilievo sia dal punto di vista

culturale, sia da quello dell’impressione che la sua irreprensibile condotta di vita ebbe sul

produttivi talorapopolo danese, il che – dopo la morte – avrebbe giustificato la proclamazione della sua

Assai santità.

a destinazione di D’altra parte diversi personaggi danesi di spicco avevano studiato all’estero: nel XI
alludono
secolo già il vescovo di Roskilde Svend Normand (morto nel 1088) e poi Eskil, Absalon (e
hi fortificati: un
vari altri alti prelati) ma anche Saxo grammaticus e, probabilmente, Svend Aggesen. Molti a
l senso di “casa
Parigi, dove è nota l’esistenza di un Collegium Danicum fondato nel 1275 dal canonico di
” (un significato
Roskilde Peder Arnfast per accogliere gli studenti non benestanti;253 in Francia (ma anche in

Italia e in Inghilterra)254 si era formato Andrea Sunesen, successore di Absalon nella sede

arcivescovile di Lund, autore di un lungo poema (8040 versi!) di carattere didascalico in

latino sui ‘sei giorni’ della creazione e altri temi religiosi dal titolo Hexaëmeron. Nell’ambito
grandosi in una
culturale l’utilizzo del latino è del resto una scelta del tutto naturale,255 almeno per i primi
rali raccolgono
che (i greci inautori tra i quali si segnalano i già citati Saxo grammaticus e Svend Aggesen, ‘costruttori’

no, si ricordi adella storia nazionale. In latino sono redatte le prime ‘cronache’, tra le quali la Cronaca di

a di Cîteaux inRoskilde (Chronicon roskildense) completata prima del 1143. Questo testo (l’unico

settentrionale)riguardante l’intero Paese) mostra come questo tipo di scritti, originato nei conventi, si venga

aco Guglielmoallontanando dagli interessi della Chiesa e apra piuttosto la strada alla storiografia

Genoveffa funazionalistica.256 In latino sono redatti gli Annali, un genere che sarà coltivato soprattutto nel

l monastero di XIII e XIV secolo, sorto a imitazione di modelli stranieri. I più antichi annali danesi sono gli

Æbelholt pressoAnnali di Colbaz (Annales colbazenses) che risalgono già al XII secolo; iniziati a Lund dopo

punto di vista il 1137, furono in seguito portati avanti nel convento di Colbaz, in Pomerania, dove vi

di vita ebbe sulvennero annotati avvenimenti di interesse tedesco. Il latino è, del resto, la lingua della

zione della suaChiesa, istituzione che si premura di formare adeguatamente i propri membri e di diffondere

testi indispensabili all’insegnamento della dottrina cristiana. E di ‘costruire’ leggende su

’estero: nel XIfigure di santi locali (come Canuto il Santo e Canuto Lord) allo scopo di radicare la nuova

kil, Absalon (ereligione nella coscienza del popolo (le prime opere su di loro risultano tuttavia composte da

ggesen. Molti aecclesiastici inglesi).257 La nuova cultura, che assai spesso si lega a una posizione

dal canonico disocialmente elevata (basti pensare che i vescovi e gli eruditi canonici provengono di norma

ia (ma anche in da famiglie eminenti), gravita dunque innanzi tutto intorno al mondo ecclesiastico. Ciò

alon nella sede nonostante il primo testo autenticamente danese non è di carattere religioso:258 si tratta infatti

didascalico indel documento con il quale Canuto il Santo dona delle proprietà alla cattedrale di Lund

. Nell’ambito (1085).259

eno per i primi Di tutt’altra natura sono anche le prime opere scritte in volgare che sono delle raccolte di
en, ‘costruttori’leggi. Così la Legge dello Jutland (Jyske Lov) proclamata al Danehof di Vordinborg nel 1241

Cronaca di(e poi approvata dall’assemblea di Viborg) e voluta, a quanto pare, da Valdemaro II (progetto

testo (l’unicoal quale certamente collaborò il vescovo Gunner di Viborg, morto nel 1251): dunque un

nventi, si vengalavoro che rispondeva all’esigenza della Corona di disporre di uno strumento di controllo.

lla storiografia Pressoché contemporanea è del resto la compilazione (dovuta piuttosto all’iniziativa di

soprattutto nelsingoli esperti) di codici legislativi riguardanti le altre regioni danesi: la Legge della Scania

danesi sono gli(Skånske Lov, il cui manoscritto più antico risale alla seconda metà del XIII secolo)260 e due

ati a Lund doporaccolte di leggi della Selandia, la Legge selandese di Valdemaro (Valdemars sjællandske

erania, dove viLov) e la Legge selandese di Erik (Eriks sjællandske Lov).261 In lingua volgare sono scritte

la lingua dellaanche opere di carattere scientifico ricondotte all’attività del celebre medico ed ecclesiastico

e di diffondereHenrik Harpestræng (canonico a Roskilde, morto nel 1244) il quale aveva certamente

e’ leggende sustudiato all’estero ed era, a quanto pare, medico del re Erik Soldo dell’aratro.262

dicare la nuova Dalla Cronaca degli Slavi (Chronica Slavorum) di Arnoldo di Lubecca:

ia composte da “Della reputazione dei Danesi. I Danesi appunto imitando l’uso dei Tedeschi, che hanno appreso

per lunga convivenza con loro, si conformano nell’abbigliamento e nelle armi agli altri popoli; e
una posizione
quantunque una volta avessero nell’abito l’aspetto di marinai per via della consuetudine [di stare
ngono di norma
sulle] navi, dal momento che abitano zone costiere, ora indossano non soltanto [vesti di] scarlatto,
clesiastico. Ciò
di [tessuto] variopinto, di pelliccia, ma anche di porpora e di bisso. Hanno in abbondanza ogni tipo
si tratta infatti
di ricchezza a motivo della pesca, che ogni anno si esercita in Scania, cui si affrettano i mercanti di
edrale di Lund
tutti i Paesi vicini [che] portano là oro e argento e altre cose preziose, e paragonati alle loro

aringhe salate, che essi per generosità divina possiedono gratuitamente, cedono le loro cose migliori
delle raccolte diper un commercio di poco valore, talora persino naufragando essi stessi [in quelle acque]. La loro
nborg nel 1241terra è piena di ottimi cavalli, per via dei pascoli assai ubertosi nel Paese. E poiché per

aro II (progettol’abbondanza di cavalli si esercitano nell’arte militare, si vantano del combattimento equestre così
come di quello navale. Hanno fatto anche non pochi progressi nelle lettere, poiché i più nobili del
51): dunque un
Paese mandano i loro figli a Parigi, non soltanto per far progredire il clero, ma anche per ricevere
to di controllo.
una educazione nelle scienze mondane. Là istruiti sia nella letteratura sia nell’idioma di quel Paese,
all’iniziativa di
sono divenuti molto preparati, non soltanto nelle arti263 ma anche in teologia. Proprio per la
ge della Scania
naturale scioltezza della lingua non solo sono giudicati arguti negli argomenti dialettici, ma
e due
risultano anche capaci nel trattare le questioni ecclesiastiche dal punto di vista del diritto canonico
ars sjællandske
come da quello del diritto romano.”264
are sono scritte
Per quanto riguarda la qualità letteraria, le opere composte in Danimarca nel XIV secolo
ed ecclesiastico
(ma anche quelle del XV, di cui in parte si riferisce già in questo paragrafo) sono modeste.
eva certamente
La produzione in latino resta consistente e comprende ancora annali, scritti religiosi e

scientifici, biografie di uomini eminenti e anche poesie.265 In volgare possediamo una

letteratura ‘edificante’ che comprende un Lucidarius,266 traduzioni di testi di carattere


e hanno appreso
religioso-educativo, libri di preghiere, leggende legate a racconti biblici o vite di santi, ma
li altri popoli; e
anche poesia religiosa. Tutti testi che riprendono modelli stranieri. Utile testimonianza della
etudine [di stare
lingua danese si trova in un Libro di medicina (Lægebog) che risale alla metà del XIV
esti di] scarlatto,
secolo. Interesse dal punto di vista culturale riveste la nota, diffusa e ricchissima (ne contiene
ndanza ogni tipo

ano i mercanti di
circa milleduecento!) raccolta dei Proverbi di Peder Låle (Peder Låles ordsprog, con testo

gonati alle loro bilingue danese e latino), il cui autore ci è praticamente sconosciuto, solo si suppone che

oro cose miglioripossa essere vissuto, al più tardi, nei primi decenni del XV secolo.267 A parte si può

acque]. La loroconsiderare la cosiddetta Cronaca danese in rima (Den danske rimkrønike) che nel 1495 sarà
. E poiché peril primo libro a essere stampato in Danimarca (a Copenaghen) da Gotfred af Ghemen

nto equestre così(stampatore di origine olandese morto forse nel 1510): un testo in knittelvers268 di carattere

é i più nobili del


epico-cavalleresco ed encomiastico, dedicato a diverse figure di sovrani (da Humble, padre
che per ricevere
del mitico Dan fino a Cristiano I, re dal 1448 al 1481), i quali in prima persona parlano del
ma di quel Paese,
periodo del loro regno. Quest’opera appartiene al genere delle ‘cronache’ (ben note anche in
Proprio per la
ambiente svedese) che riprendendo modelli stranieri (francesi, inglesi e tedeschi) non
ti dialettici, ma
rappresentano nulla di più dell’esigenza di conformare il gusto artistico a modelli in voga nel
diritto canonico
resto d’Europa. Il che, del resto, si constata anche nella diffusione di traduzioni di romanzi

cavallereschi incentrati sulle figure di celebri personaggi le cui vicende allietavano la vita
nel XIV secolo
della nobiltà.
sono modeste.
La produzione letterariamente migliore del periodo è certamente costituita dalle ballate
ritti religiosi e
popolari (folkeviser) che tuttavia per lungo tempo saranno tramandate in forma orale e solo
ossediamo una
nel 1591 verranno riunite in una prima raccolta stampata a cura di Anders Sørensen Vedel.269
sti di carattere
La tradizione scandinava delle ballate esordisce quasi certamente in Danimarca ma si
ite di santi, ma
diffonde rapidamente negli altri Paesi.270 Si tratta di testi composti con accompagnamento
monianza della
musicale per danza in cui la materia nordica si combina con elementi di importazione: in
metà del XIV
primo luogo esse si ispirano alla canzone da ballo francese (ma si è pensato anche alla ballata
ma (ne contiene
inglese e al Minnesang tedesco). Vi confluiscono temi di diversa origine e natura, come il
, con testo
ricordo di eventi drammatici, di figure particolarmente popolari, di esseri magici o
si suppone che
buffoneschi, di antiche storie mitologiche o di tragici amori. Vengono comunemente
A parte si può
suddivise in ballate magiche, legate alla tradizione pagana sugli esseri sovrannaturali; ballate
e nel 1495 sarà
ed af Ghemenleggendarie, così dette perché si ispirano alle ‘leggende’ cristiane (essendo legati al mondo

di caratterecattolico questi testi declineranno dopo la riforma); ballate storiche, che riecheggiando il

Humble, padre forte impatto di drammatici eventi ne adeguano le cause e l’andamento al gusto e alle

ona parlano delaspettative del pubblico soffermandosi sulla psicologia di importanti personaggi, spesso

n note anche infemminili;271 ballate cavalleresche (il gruppo più numeroso), incentrate su figure di

tedeschi) nonappartenenti a una nobiltà che ci appare pienamente conformata a modelli europei; ballate

delli in voga neleroiche, che riprendono temi leggendari (e mitologici) della tradizione nordica; ballate

ioni di romanzigiocose che traggono spunto da situazioni comiche o grottesche della vita quotidiana. Le

etavano la vita ballate costituirono tra l’inizio del XIII secolo e la metà del XIV occasione di svago per le

classi aristocratiche,272 decaddero in seguito a letteratura ‘popolare’.

ta dalle ballate Nel fosco quadro delle cruente lotte di potere che tormentarono la Danimarca nei primi decenni

ma orale e solodel XIV secolo la tradizione ricorda la figura dell’eroico Niels Ebbesen, capace di sfidare e uccidere
l’inviso conte Gerardo di Holstein (1 aprile 1340). La ballata a lui dedicata si snoda in una serie di
269

momenti determinanti: il viaggio a Randers del conte Gerardo nonostante una profezia annunci che in
nimarca ma si
quel luogo troverà la morte (“[…] e da tempo gli era stato predetto,/ che là avrebbe perso la vita.//
ompagnamento
Non per questo volle rinunciare,/ anzi, volle azzardare […]”); l’incontro con Niels Ebbesen sulla
mportazione: in
spiaggia di Randers e il drammatico dialogo fra i due nel quale Niels rifiuta di sottomettersi al volere
nche alla ballata
del conte che alla fine lo pone davanti all’alternativa tra l’esilio e la morte (“Niels Ebbesen, tu ti
natura, come il
esprimi duramente contro di me,/ tu parli troppo a lungo:/ dovrai lasciare la Danimarca,/ oppure ti
sseri magici ofarò impiccare.”); il ritorno a casa di Niels Ebbesen e l’incontro con la moglie che celando i propri

comunementetimori lo istiga all’assassinio (in ciò ricordando le diverse eroine germaniche che incitano l’uomo

naturali; ballateall’azione o alla vendetta: “ [...] non fate sapere a nessuno, che questo consiglio vi venne da una
egati al mondodonna!”); la spedizione di Niels e dei suoi uomini a Randers, dove essi riescono a introdursi

echeggiando ilnell’alloggiamento del conte che Niels uccide tagliandogli la testa; l’orgogliosa rivendicazione
dell’assassinio annunciato a suon di tamburo, la fuga dagli inseguitori tedeschi; la ‘consacrazione’
al gusto e alle
dell’eroe da parte di una donna, voce del popolo danese: “Niels Ebbesen salì a cavallo,/ doveva
onaggi, spesso
galoppare fino a Norring Riis;/ questo devo dire per vero:/ provava angoscia e tormento.// Allora si
su figure di
fermò da una donna,/ ella non aveva nulla se non due pagnotte;/ una la diede a Niels Ebbesen,/
europei; ballate
perché aveva ucciso il conte calvo.// Dio conceda grazia alla tua anima, Niels Ebbesen!/ Finché tu
nordica; ballate
sei in vita,/ molti tedeschi in Danimarca/ dovranno percorrere lo stesso cammino.”273
quotidiana. Le
6.5.2. La lingua danese
di svago per le
Il danese nel quale sono redatti tutti questi testi è, naturalmente, una lingua

profondamente diversa da quella che ci era testimoniata nelle iscrizioni runiche274 e presenta
ei primi decenni
marcate caratteristiche regionali.275 Viene definito “danese medio” e suddiviso in “danese
fidare e uccidere
medio più antico” (ældre middeldansk: 1100-1350) e “danese medio più recente” (yngre
a in una serie di
middeldansk: 1350-1500). Oltre alle caratteristiche delle lingue scandinave orientali,276 si
ia annunci che in
individuano ora nette differenze dallo svedese, in particolare nella semplificazione della
e perso la vita.//

ls Ebbesen sulla
flessione nominale e aggettivale, soprattutto la prima (dove la forma dell’accusativo tende a

mettersi al volere‘coprire’ il nominativo e il dativo).277 Nei secoli XIV e XV pur nella permanenza di varianti

ls Ebbesen, tu tiregionali, si riconosceranno i primi segnali in direzione della codificazione di una lingua

marca,/ oppure tinazionale (che, come mostra il linguaggio burocratico, vede prevalere le forme linguistiche

celando i propri dei codici di legge selandesi). In questo periodo si consolidano cambiamenti caratteristici. La

incitano l’uomo
vocale: ā > å (analogamente poi in svedese):278 si vedano gli esempi di år “anno”, gås “oca”
vi venne da una
(cfr. sved. år, gås, ma isl. ár, gás);279 iu > y dopo r o l postconsonantica, un passaggio,
ono a introdursi questo, in comune con lo svedese che tuttavia in danese andrà successivamente estendendosi

a rivendicazioneanche ad altri casi: si vedano gli esempi di bryde “rompere”, “spezzare” e flyde “scorrere”

‘consacrazione’
(cfr. sved. bryta, flyta, ma isl. brjóta e fljóta) e anche di lys “luce”, tyv “ladro” (cfr. sved.
cavallo,/ doveva
ljus, tjuv); p, t, k > rispettivamente b, d, g:280 si vedano gli esempi di skib “nave”, løbe
mento.// Allora si
“correre” (cfr. sved. skepp, löpa); fod “piede”, gade “strada”, “via” (cfr. sved. fot, gata); bog
Niels Ebbesen,/
“libro”, lege “giocare” (cfr. sved. bok, leka); la fricativa gh > w o i semivocalica (a seconda
esen!/ Finché tu
della posizione): si vedano lav “basso”, plov “aratro” (cfr. sved. låg, plog) e høj “alto”, vej

“via” (cfr. sved. hög, väg); la fricativa th > t (in inizio di parola): questo passaggio, avvenuto

al più tardi nella seconda metà del XIII secolo, si verifica successivamente anche in svedese
e, una lingua
(XIV secolo) e in norvegese (non prima del 1400), si considerino gli esempi di takke
e presenta
“ringraziare”, tung “pesante” (cfr. isl. þakka, þungur); i nessi consonantici ld e nd si
viso in “danese
assimilano in ll e nn (tuttavia senza ricadute nella grafia che, anzi, in diversi casi introduce
yngre
ld, nd al posto di ll, nn);281 le vocali delle sillabe atone passano a æ/e si vedano heste
si
“cavalli” (cfr. isl. hestar, sved. hästar), kone “donna” (cfr. isl kona, sved. kvinna). Altri
ficazione della
cambiamenti riguardano la morfologia e la sintassi, che risente in parte anche dell’influsso
usativo tende a
del latino.
enza di varianti
Il lessico mostra di recepire parole straniere provenienti da diverse aree. Molte entrano in
e di una lingua
danese per il tramite di lingue vicine come i dialetti tedeschi o nederlandesi. Naturalmente
me linguistiche
una buona parte proviene dal latino (che a sua volta si rifà, in diversi casi, a un retroterra
aratteristici. La
greco): molti termini si riferiscono all’ambito religioso (esempi: kloster “convento”, munk
“oca”
“monaco”, nonne “suora”, pilgrim “pellegrino”, ma anche pen “penna”, pergament
un passaggio,
te estendendosi“pergamena” e – più tardi – papir “carta”, skole “scuola”, skrive “scrivere”) ma non solo

“scorrere”(esempi: fennikel “finocchio”, kok, “cuoco”, lilje “giglio”, pil “freccia”, pulver “polvere”,

dro” (cfr. sved.rose “rosa”, spejl “specchio”, spedalsk “lebbroso”, tegl “mattone”). Altre parole, riprese

løbedall’area tedesca (in particolare basso-tedesca), sono riconducibili innanzi tutto al mondo

bogfeudale (esempi: dans “danza”, fyrste “principe”, greve “conte”, jomfru “vergine”,

lica (a seconda“pulzella”, ridder “cavaliere”, ædel “eminente”, “nobile”)282 ma non solo (esempi: angst

vej“angoscia”, eddike “aceto”, forse tuttavia dal medio nederlandese, from “pio”, glas “vetro”,

aggio, avvenutojage, “cacciare”, klog “intelligente”, krig “guerra”, kunst “arte”, kviksølv “argento vivo”,

nche in svedese“mercurio”, marsk < marskalk “comandante militare”, orlov “permesso”, skomager

takke“calzolaio”, spille “giocare”, “suonare”, spillemand “suonatore”, tvivl “dubbio”). Ma in

siquesto periodo affluiscono in danese anche termini originari di altre aree (esempi: perle

i casi introduce“perla” dall’area romanza, læge “medico” e sok “calza” dall’antico inglese, silke “seta”

hestedall’area slava), talvolta assai lontane (esempi: safran “zafferano” e sukker “zucchero”

). Altridall’arabo). Prestiti, come si è detto, spesso mediati. La varietà degli esempi qui volutamente

he dell’influsso ripresi (seppure in numero limitato) da diversi ambiti, riflette il profondo mutamento della

società e del modo di vivere, il che del resto facilmente si constata anche nel rinnovamento

Molte entrano indel lessico danese originario e nel campo dell’onomastica che accoglie apporti stranieri non

. Naturalmente solo legati alla conversione al cristianesimo.283

a un retroterra 6.5.3. Vita culturale in Svezia

munk Seppure i temi e le forme dell’antica tradizione letteraria nordica fossero certamente

pergamentconosciuti anche in Svezia, questo Paese ne offre ben scarse testimonianze scritte: se si
”) ma non soloprescinde da testi che rimandano a forme poetiche incisi su pietre runiche (in particolare

“polvere”, quella di Rök),284 nel periodo più antico il mondo culturale svedese resta da questo punto di

parole, ripresevista singolarmente silenzioso. L’avvio di una attività cultural-letteraria vera e propria si

tutto al mondositua tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo e appare come riflesso e conseguenza del

“vergine”,processo e dello sforzo di edificazione della nazione. Sicché i valori e gli interessi della

angstChiesa e dello Stato si mostrano predominanti. Come altrove la cristianizzazione aveva

“vetro”,introdotto nel Paese la cultura religiosa e la tradizione letteraria meridionale. Centri della sua

“argento vivo”,diffusione furono in primo luogo i monasteri e le diocesi nelle cui biblioteche si

skomager raccoglievano, si studiavano, si copiavano e si traducevano le opere più importanti.285 Per

ubbio”). Ma inaccedere alla cultura era necessario, nella quasi generalità dei casi, passare attraverso il

perletramite della Chiesa e in effetti gli ecclesiastici ne detenevano, accanto agli uomini di legge,

“seta” il monopolio. Ma, qui come altrove, la carriera ecclesiastica era, non di rado, una carriera di

“zucchero”tipo politico: assai spesso interessi personali e familiari piuttosto che una vera vocazione

qui volutamente richiamavano i giovani. I quali in diversi casi si recavano a studiare all’estero. A Parigi

utamento dellaesistevano ‘collegi’ in cui soggiornavano gli svedesi che si formavano presso quella

l rinnovamento prestigiosa università: il Collegium Upsaliense per gli studenti della diocesi di Uppsala,

rti stranieri nonfondato nel 1285 circa da Andrea (Andreas) And che aveva a sua volta studiato nella capitale

francese, il Collegium Lincopense per gli studenti della diocesi di Linköping (sorto nel 1317)

e il Collegium Scarense, per gli studenti della diocesi di Skara (risalente all’incirca allo

ero certamentestesso periodo).286 Ma anche l’Italia (Bologna), la Germania e l’Inghilterra risultano

e scritte: se si frequentate.287 La prospettiva europea diede naturalmente a questi studiosi e alle loro opere
(in particolareun’impronta sovrannazionale, sottolineata del resto anche qui dalla diffusione della lingua

questo punto dilatina come naturale strumento espressivo degli uomini di cultura.288

ra e propria si Il latino era la lingua della Chiesa, e in questa lingua è dunque redatta una ricca

onseguenza delletteratura di carattere religioso che produce innanzi tutto testi destinati alla liturgia (a

interessi dellaesempio uffizi per i diversi santi). In latino si esprime colui che è considerato il primo

zzazione avevascrittore svedese, Petrus de Dacia, frate domenicano, forse originario di Gotland (ca.1235-

Centri della sua1289), autore di una Vita della benedetta Cristina di Stommeln (Vita Christinae

biblioteche siStumbelensis) dedicata alla mistica tedesca (vissuta tra il 1242 e il 1312) da lui conosciuta

Perdurante un soggiorno a Colonia e con la quale mantenne per tutta la vita un intenso rapporto

re attraverso ilepistolare.289 In latino saranno divulgate le celebri Rivelazioni (Revelaciones) di Brigida, un

omini di legge, testo verosimilmente dettato o abbozzato in svedese dalla santa, ma redatto poi da dotti

una carriera diuomini di Chiesa, in particolare i suoi confessori Petrus Olai (Olavi) di Skänninge (morto nel

vera vocazione1378) e, soprattutto, Petrus Olai (Olavi) di Alvastra (ca.1307-1390), il che ancora pone

stero. A Parigi problemi di carattere critico-filologico. Un’opera, questa, dalla quale chiaramente traspare la

presso quella natura pratica e concreta dell’uomo (e della donna!) del Nord (eredità di una non del tutto

esi di Uppsala,sopita tradizione pagana) che permea l’esperienza religiosa conferendole un carattere intenso

o nella capitalee tangibile. Il che è assai ben rappresentato nella personalità di Brigida. Di nobile famiglia

sorto nel 1317)ella si mostrò fin da giovane interessata ai beni spirituali, dedicandosi, dopo la morte del

all’incirca allomarito, alla vita religiosa. Fondatrice nel 1346 dell’Ordine Salvatoriano (riconosciuto poi da

lterra risultano Papa Urbano V), ella restò tuttavia al contempo pienamente coinvolta nelle problematiche

alle loro operepolitiche, come mostra non soltanto la sua polemica nei confronti del re Magnus Eriksson ma
ne della lingua anche il suo impegno per far rientrare il Papa a Roma da Avignone. Certamente con la figura

di questa donna il mondo cristiano scandinavo porta per la prima volta un grande contributo

datta una riccaall’Europa contemporanea. Contributo che è di spiritualità, ma anche di cultura: i conventi

alla liturgia (adell’Ordine fondato da Brigida, in particolare quello di Vadstena, vero e proprio centro

derato il primospirituale e culturale del medioevo nordico, svolgeranno da questo punto di vista un ruolo di

tland (ca.1235-primo piano.290

ita Christinae

lui conosciuta

ntenso rapporto

) di Brigida, un

to poi da dotti

inge (morto nel

he ancora pone

ente traspare la

a non del tutto

arattere intenso

nobile famiglia

po la morte del

nosciuto poi da

problematiche

us Eriksson ma
anche il suo impegno per far rientrare il Papa a Roma da Avignone. Certamente con la figura

di questa donna il mondo cristiano scandinavo porta per la prima volta un grande contributo

all’Europa contemporanea. Contributo che è di spiritualità, ma anche di cultura: i conventi

dell’Ordine fondato da Brigida, in particolare quello di Vadstena, vero e proprio centro

spirituale e culturale del medioevo nordico, svolgeranno da questo punto di vista un ruolo di

primo piano.290
A Brigida presto dichiarata santa è dedicato un celebre uffizio composto dal vescovo Nicolaus

Hermanni (Niklas Hermansson, 1326-1391) di Skara:

“Di Santa Brigida.

Rosa che grondi bontà, stella che stilli splendore, Brigida, recipiente di grazia. Stilla la pietà del

cielo, stilla la purezza della vita nella valle della miseria. Cristo la guida, il dolce medico, ti

predilesse, ti indirizzò nella tenera età. E tu mite, vite verdeggiante progredisti e crescesti fiorendo al

di sopra degli astri. Purificando la mente, fondando la fede l’amore ti cinse e ti legò nel santo

proposito. Tutta bella, tutta fresca ami Cristo, invochi Cristo in ogni momento della vita.

Disponendo delle ricchezze del mondo, nata da nobili il mondo disprezzasti. Vivendo in unione

coniugale con pio studio della condotta seguisti la via di Cristo. All’uomo che viveva con te [ti] elevi

con ogni pensiero e mortifichi la carne. Insegnando all’uomo la retta via e spingendo[lo] alla

perfezione gioiosa ti dedichi a Dio. Pregai e mi fu dato l’intelletto [invocai e venne in me lo spirito

della sapienza e la misi innanzi ai regni e ai troni e dissi che le ricchezze non erano nulla in

paragone di quella]. Regno del mondo.”291

Ma la Chiesa svedese non disdegnò naturalmente di rivolgersi ai fedeli in modo più

diretto, il che permise la circolazione di una letteratura religiosa in volgare, la cui

composizione risale comunque a uomini di cultura. In questo ambito si situa non soltanto la

prima ‘traduzione’ di testi biblici, la cosiddetta Parafrasi del Pentateuco, forse un lavoro

eseguito su richiesta di Brigida, ma – soprattutto – una Raccolta di leggende (Fornsvenskt

legendarium)292 che è, in sostanza, una rielaborazione della Leggenda aurea di Iacopo da

Varazze eseguita da un anonimo frate domenicano originario dell’Östergötland tra il 1276 e

il 1307. Si tratta dunque della prima opera di carattere religioso scritta in svedese che ci è
escovo Nicolausconservata. Accanto a questa raccolta fioriranno poi molte ‘leggende’: tra le più antiche (XIII

secolo) diverse relative a santi ‘svedesi’ come i già citati San Sigfrido,293 Sant’Eskil,294

Sant’Erik e Sant’Enrico (Henrik)295 ma anche Sant’Ansgar, San Botvid e San David.296


Stilla la pietà del
Basati su ‘storie’ assai note tradotte anche in forme iconografiche, questi testi mostrano in
dolce medico, ti
modo evidente un intento didascalico-propagandistico che si fonda su un linguaggio
scesti fiorendo al
semplice ma al contempo fatto di immagini forti e immediate: un modo per colpire e
i legò nel santo
impressionare l’animo dei fedeli. Sicché è del tutto evidente che i riferimenti storici che vi
ento della vita.
sono contenuti sono spesso frutto di manipolazione, quando non addirittura di invenzione. Il
vendo in unione

a con te [ti] elevi


genere delle ‘leggende’ resterà produttivo per lungo tempo. Esclusivo valore di

ingendo[lo] allatestimonianza culturale hanno altre opere di carattere religioso, quali salmi, preghiere,

in me lo spirito ulteriori traduzioni di testi sacri e di opere edificanti (tra cui un Lucidarium).

n erano nulla in Quando nel 1373 Brigida moriva a Roma, in Svezia erano già avvenuti i grandi

cambiamenti che avevano visto l’ascesa al trono, nel 1364, di Albrecht di Mecklemburgo: un

li in modo piùevento che, aprendo una fase del tutto nuova, concludeva di fatto il lungo periodo nel quale si

volgare, la cuiera perseguita la stabilizzazione del Regno. Come è stato detto, i più antichi testi svedesi

non soltanto larispondono concretamente anche agli interessi dello Stato, sicché tra le opere di carattere

orse un lavorolaico va considerata, innanzi tutto, la redazione di raccolte di leggi. Le antiche realtà

Fornsvensktregionali erano in primo luogo espressione di comunità legate da antichissime consuetudini

di Iacopo dagiuridiche. Allo stesso modo della Danimarca ciò appare evidente anche qui: tra il XIII e la

nd tra il 1276 eprima metà del XIV secolo questi codici regionali trovano infatti la loro formulazione scritta.

vedese che ci è Il primo (una delle cui versioni costituisce il più antico libro svedese)297 è la Legge antica del
iù antiche (XIIIVästergötland (Äldre Västgötalagen) redatta attorno al 1220 e riconducibile all’ambiente

294 gravitante attorno a Birger jarl.298 Tra la fine del secolo e l’inizio di quello successivo si

296 collocano la Legge dell’Östergötland (Östgötalagen), la Legge della Dalecarlia (Dalalagen)

sti mostrano ine la Legge del Västmanland (Västmannalagen). Altri codici sono andati perduti. Grande

un linguaggio importanza riveste anche la Legge dei Gotlandesi (Gutalagen), anch’essa redatta attorno al

per colpire e1220, cui è annessa la Saga dei Gotlandesi (Guta saga),299 breve storia dell’isola di Gotland,

ti storici che viin buona parte di carattere leggendario. Nel 1296 il lagman Birger Persson (padre di Brigida)

i invenzione. Ile l’arcidiacono della cattedrale di Uppsala Andrea Andreasson And (date ignote)

ivo valore diproclamavano ufficialmente la Legge dell’Uppland (Upplandslagen), un testo nel quale è

lmi, preghiere,evidente una attenta elaborazione curata da esperti giuridici e alti ecclesiastici. La stessa

impronta si riconosce nella Legge del Hälsingland (Hälsingelagen) che risale al 1320 circa e

venuti i grandinella Legge del Södermanland (Södermannalagen) promulgata nel 1327. Questi codici, che

cklemburgo: unsono suddivisi in sezioni (balkar, sing. balk) a seconda dell’ambito cui si riferiscono,

odo nel quale sirivestono certamente importanza per la storia del diritto piuttosto che per quella della

hi testi svedesiletteratura. Ma essi costituiscono anche una insostituibile fonte di informazioni sulle norme

ere di carattereconsuetudinarie della Scandinavia pagana (e, a ritroso, su buona parte del diritto germanico),

antiche realtàun settore che – considerata la scarsa influenza del diritto romano e la tarda accettazione del

me consuetudinicristianesimo – risulta piuttosto conservativo, anche nell’approccio alle diverse

tra il XIII e laproblematiche che rifugge da astrazioni e generalizzazioni per focalizzarsi su situazioni

ulazione scritta. concrete. Come è stato detto la politica accentratrice della Corona avrebbe prodotto altri

egge antica del importanti codici, fra tutti la Legge generale di Magnus Eriksson.
le all’ambiente Le leggi regionali riflettono in modo esplicito una società segnata da forti disuguaglianze. La

o successivo sicondizione degli artisti – evidentemente assai poco considerati! – appare assai chiaramente da un
passo della Legge antica del Västergotland:
)
“Ogni musicante picchiato, ciò resterà sempre impunito. Ogni musicante ferito, quello che va [in
perduti. Grande
giro] con una giga o un violino o un tamburo, allora si dovrà prendere una giovenca non domata e
datta attorno al
portarla su una collina. Poi si dovrà radere tutto il pelo dalla coda e poi spalmare di grasso. Poi a
ola di Gotland,
lui si dovranno dare delle scarpe appena unte. Allora il musicante dovrà prendere la giovenca per la
adre di Brigida)
coda, un uomo dovrà colpire con una frusta sferzante. Se ce la fa a tenere, allora otterrà quel bene
(date ignote)
prezioso e se lo godrà, come un cane l’erba. Se non ce la fa, si tenga e sopporti quello che ha
sto nel quale è ottenuto, danno e beffa. Non chieda più giustizia di una schiava frustata.”300

stici. La stessa Ma il mondo della corte e quello aristocratico cercarono anche un consolidamento, per

al 1320 circa ecosì dire, ‘culturale’, eleggendosi nuovi modelli di riferimento: anche in Svezia (come del

esti codici, cheresto altrove in Scandinavia) si diffuse dunque il gusto del ‘romanzo cortese’ che trova la sua

si riferiscono, espressione in particolare nella traduzione nelle forme poetiche del knittelvers di testi

er quella dellaincentrati sulle vicende di celebri ‘eroi’ quali Ser Ivano Cavaliere del leone (Herr Ivan

oni sulle normelejonriddaren), Il duca Federico di Normandia (Hertig Fredrik av Normandie), Florio e

tto germanico),Biancifiore (Flores och Blanzeflor). Queste traduzioni si legano all’ambiente della corte

accettazione delnorvegese, dove esisteva al riguardo una certa tradizione. Fu infatti in occasione del

alle diversefidanzamento del duca Erik Magnusson con la principessa norvegese Ingeborg Håkonsdatter

i su situazioni (1302) che la madre di quest’ultima, la regina Eufemia (tedesca di nascita, 1270-1312)

e prodotto altrifaceva eseguire questi lavori in onore del futuro genero; ragion per cui essi sono noti come

Canzoni di Eufemia (Eufemiavisorna). Certamente prodotti letterari indirizzati in primo


uguaglianze. La luogo a una élite aristocratica.301

iaramente da un L’adeguamento a canoni stranieri si mostra chiaramente anche nelle cosiddette

‘cronache’, anch’esse in knittelvers, che si ispirano ai temi della storia svedese,


quello che va [in
costituendone talora l’unica – certo non del tutto affidabile ma ricchissima – fonte. Tale è,
ca non domata e
innanzi tutto, la Cronaca di Erik (Erikskrönikan) che prende il nome dal medesimo Erik
di grasso. Poi a
Magnusson302 (ed è probabilmente destinata al di lui figlio, il re Magnus Eriksson) ma segue
a giovenca per la
i destini del Regno svedese dall’insurrezione dei folkungar contro Erik Eriksson fino al 1319,
otterrà quel bene
anno in cui Magnus sarà eletto re di Svezia.303 Fu composta, presumibilmente da un
ti quello che ha
ecclesiastico, attorno al 1330.304 Nel secolo successivo avremo la Cronaca di Engelbrekt

olidamento, per(Engelbrektskrönikan) scritta, molto probabilmente, da Johan Fredebern (morto nel 1445 ca.,

ezia (come delper diversi anni segretario particolare del Consiglio del Regno) che prende nome dalla figura

che trova la suadi Engelbrekt Engelbrektsson (morto nel 1436), eroe nazionale contro il dominio

di testidell’Unione;305 essa sarà poi incorporata nella Cronaca di Carlo (Karlskrönikan) che fa

Herr Ivan riferimento al re Carlo (Karl) Knutsson Bonde (nato nel 1408 o 1409, morto nel 1470, re di

Florio eSvezia negli anni 1448-1457, 1464-1465 e 1467-1470); a queste si aggiunge la Cronaca di

nte della corteSture (Sturekrönikan) – la cui prima parte (anni 1452-1487) fu composta per incarico del

occasione delreggente Sten Sture il Vecchio,306 mentre la seconda si deve all’iniziativa dell’arcivescovo

g HåkonsdatterJakob Ulfsson.307 In un totale di circa ventiduemila versi308 le ‘cronache’ svedesi danno un

ta, 1270-1312) quadro della storia nazionale dal 1229 al 1520. I modelli sono (come in Danimarca) ripresi

sono noti comedal continente (mutuati dall’ambito francese per tramite tedesco). Appare chiaro che l’intento

zzati in primodi questi lavori è in sostanza quello di illustrare importanti personalità difendendo le ragioni
del loro agire.

elle cosiddette Del resto che la lotta per il potere dovesse basarsi su ideologie politiche ben precise

storia svedese,appare chiaramente da un testo che porta il titolo Um styrilsi kununga ok höfþinga (Sul

– fonte. Tale è,governo dei re e dei capi), probabilmente destinato alla formazione del re Magnus Eriksson

medesimo Erik(se non dei suoi figli), che si rifà allo schema dello speculum regale, in particolare all’opera

sson) ma seguedi Egidio Romano Sul governo dei principi (De regimine principum) scritta nel 1285 per

on fino al 1319, Filippo IV il Bello. Basti osservare che vi si sostiene il principio dell’ereditarietà della

ilmente da un Corona, rispetto a quello dell’elezione del sovrano.

a di Engelbrekt Ma la costruzione di una identità culturale nazionale (ormai chiaramente inserita in una

to nel 1445 ca.,prospettiva europea) passa qui, come altrove, anche nella composizione delle ballate

me dalla figura(folkvisor) – per lunghissimo tempo trasmesse solo in forma orale – alcune delle quali

ro il dominioriprendono importanti avvenimenti della storia svedese.309

) che fa 6.5.4. La lingua svedese

nel 1470, re di La scarsità di testi scritti in svedese nei secoli XII e XIII non facilita una indagine

Cronaca diapprofondita sugli sviluppi della lingua. Più numerose sono le opere databili nel XIV secolo

per incarico delnelle quali la diversità degli argomenti (di carattere giuridico, religioso o profano) offre una

ell’arcivescovonotevole varietà espressiva, che si lega in modo evidente alla tipologia del contenuto. Si

edesi danno unpassa così dallo stile concreto e tradizionale dei codici di leggi all’imitazione di modelli

nimarca) ripresi stranieri nelle opere poetiche, in cui non soltanto compare un numero consistente di termini

ro che l’intentonuovi, ma si constata anche una più marcata evoluzione degli aspetti morfologici e sintattici.

endo le ragioniTra il XIII e il XV secolo (soprattutto nel XIV) ai tratti propri delle lingue scandinave
orientali310 si aggiungono diversi mutamenti; i più appariscenti sono il passaggio di e > ä

he ben precise(graficamente rappresentato da æ): si vedano come esempi bæra (sved. mod. bära) “portare”

Sule læggia (sved. mod. lägga) “porre” (cfr. isl. bera, leggja); la caduta in taluni casi di -r

agnus Eriksson finale: si vedano come esempi han kasta “egli getta” e vi “noi” (cfr. isl. hann kastar e vér).

colare all’operaPiù tardi si assiste al passaggio di ā > å, che tuttavia sarà registrato graficamente solo nel

a nel 1285 perXVI secolo: vd. a esempio år “anno”, nål “ago” (cfr. isl. ár, nál); all’indebolimento delle

editarietà dellavocali finali, al passaggio delle vocali brevi i, y, u > e, ö, o rispettivamente: vd. a esempio

liva > leva “vivere”, skip > skepp “nave” (cfr. isl. lifa, skip); sydher > söder (< södher) “sud”

inserita in una(dall’antico nordico *sunþra, cfr. isl. suðr); sumar > sommar “estate” (cfr. isl. sumar). Delle

e delle ballateantiche spiranti th (fino al 1375 rappresentata con il segno þ) passa a t: a esempio thorn >

une delle qualitorn “spina”, thakka > tacka “ringraziare” (cfr. isl. þorn, þakka).

Nel periodo più recente dello svedese antico (yngre fornsvenska: 1375-1526) si

constatano non irrilevanti differenze dialettali, così come l’affermarsi di un linguaggio

a una indagineburocratico assai influenzato da lingue vicine (basso tedesco e danese). Ciò dipende

nel XIV secolonaturalmente dalle vicende politiche del periodo311 ma anche dalla massiccia presenza di

fano) offre unaimmigrati tedeschi (dovuta all’intraprendenza commerciale delle città anseatiche), i quali

l contenuto. Sispesso occupano posizioni sociali di rilievo.312 La consistente produzione di traduzioni dal

one di modellilatino influisce sugli aspetti stilistici e sintattici della lingua.

tente di termini Parallelamente a quanto avvenuto in danese il lessico recepisce molti termini stranieri.

gici e sintattici. Anche qui le parole riprese dal latino sono innanzi tutto legate all’affermazione della

gue scandinavereligione cristiana (esempi: kyrka “chiesa”, altare “altare”, mässa “messa”, klocka,
ä “campana”, djävul “diavolo”) ma non solo (esempi: brev “lettera” da breve scriptum, kappa

) “portare”“mantello”, “cappotto”, precedentemente kapæ “mantello con cappuccio”, mynt “moneta”,

-r korp “corvo”), neologismi che spesso entrano in svedese per l’intermediazione di altre

).lingue. In relazione al dominio anseatico sul Baltico e alla consistente presenza di cittadini

mente solo nel tedeschi in Svezia è massiccia l’immissione di parole basso-tedesche legate al mondo del

bolimento dellecommercio (esempi: köpa “comprare”, betala “pagare”, räkna, räkning “contare”, “conto”,

vd. a esempio stad nel significato di “città”, un termine che in nordico aveva senso di “luogo”), al mondo

) “sud” feudale (esempi: hov, “corte”, herr “signore”, fru “signora”, hertig “duca”, greve “conte”) o

). Dellead altri ambiti (esempi: bliva “diventare” utilizzato come verbo ausiliare, arbeta “lavorare”,

>gå e stå “andare” e “stare” che, rifatti sul modello tedesco di gân e stân, prendono il posto

degli antichi ganga e standa, resa “viaggio”, da un significato originario di “partenza”,

1375-1526) si“spedizione militare”,313 fordel “vantaggio”, språk “lingua”, bekväm “comodo”, skön

un linguaggio“bello”).314 Un apporto, quello basso tedesco, davvero considerevole e rispetto al quale in

. Ciò dipendequesto contesto ci si deve limitare a fornire un numero assolutamente esiguo di esempi. Altri

cia presenza diprestiti sono di diversa provenienza: a esempio bröd “pane”, båt “imbarcazione” sono

atiche), i qualiderivati dal nordico occidentale; plocka “cogliere”, entrato attraverso il basso tedesco

i traduzioni dal plucken, è di origine romanza come mostra l’ital. piluccare, così anche fin “bello”, dal franc.

fin, ital. fino (entrambi da un lat. med. finus). Come per il danese si sono qui volutamente

rmini stranieri. indicati esempi ripresi da svariati ambiti per mostrare la diversità degli influssi lessicali, tra i

rmazione dellaquali non vanno dimenticati i diversi apporti nel settore dell’onomastica.

, 6.5.5. Vita culturale in Norvegia


kappa Lo Specchio del re che, come si è visto,315 costituisce una interessante testimonianza

“moneta”,dell’evoluzione della società norvegese, è un’opera anonima, forse tuttavia attribuibile

azione di altreall’arcivescovo Einar Gun-narsson (in carica tra il 1255 e il 1263, anno della morte). Sotto

nza di cittadiniforma di dialogo tra padre e figlio esso si propone di istruire e ammonire il giovane

e al mondo del fornendogli una ‘educazione civica’. Secondo un modello di importazione conosciuto anche

ntare”, “conto”,in Svezia,316 che si rifà ai numerosi specula redatti a uso di sovrani o dei loro eredi, il lavoro

go”), al mondoappare chiaramente rivolto alla famiglia reale ed è probabilmente finalizzato alla formazione

“conte”) odei figli di Håkon Håkonsson. Il potere del re (che vi appare come un rappresentante del

“lavorare”,volere di Dio sulla terra) viene enfatizzato, tuttavia per molti versi subordinato a quello della

endono il postoChiesa. Le norme contenute nel Codice di leggi del Paese di Magnus Emendatore di leggi

di “partenza”,appariranno spesso ispirate ai princìpi qui contenuti. Ma quest’opera non è che uno fra i tanti

skönesempi dell’avvenuto pieno coinvolgimento della Norvegia in una prospettiva europea.

etto al quale in In questo Paese come altrove l’introduzione della nuova religione aveva significato anche

di esempi. Altriassiduità di contatti culturali con il resto del continente. Un arricchimento (sostenuto

rcazione” sono dall’introduzione dell’alfabeto latino) che si era innestato nel solco di una ricca tradizione

basso tedesco letteraria. Certo è vero che gran parte di questa tradizione sarebbe poi stata messa per iscritto

ello”, dal franc.soprattutto in ambiente islandese: non bisogna tuttavia dimenticare che fin dall’epoca della

ui volutamentecolonizzazione dell’isola i rapporti tra gli Islandesi e la Norvegia (madrepatria della maggior

si lessicali, tra iparte di loro) erano rimasti assai stretti e che gli scambi culturali erano assidui. Del resto i

primi (e assai prestigiosi) scaldi erano norvegesi: basti ricordare Bragi Boddason317 e

Þjóðólfr di Hvinir,318 ma poi anche Þorbjǫrn Artiglio di corno319 ed Eyvindr Finsson


e testimonianzaPlagiatore.320

via attribuibile Seppure in misura assai minore rispetto all’Islanda, la Norvegia vanta un buon numero di

a morte). Sottomanoscritti contenenti testi redatti in norreno, i più antichi dei quali risalgono alla seconda

nire il giovane metà del XII secolo.321 Sono norvegesi celebri codici come la Bella pergamena

onosciuto anche(Fagrskinna), del 1230 circa, nel quale si raccontano ed esaltano le vicende dei re norvegesi

eredi, il lavoroda Halvdan il Nero fino al 1177, o altri in cui sono trascritte saghe relative a illustri sovrani

alla formazione come Olav Tryggvason e Olav il Santo. Ma che l’attività degli uomini di cultura non si limiti

presentante delalla trascrizione di opere altrui è dimostrato dalla presenza di diversi autori. Innanzi tutto il

o a quello dellavescovo Øystein Erlendsson, cui forse si deve la stesura della Passione e miracoli di

ndatore di leggi Sant’Olav322 (e – a quanto pare – anche del codice detto Penna d’oro)323 o l’anonimo

e uno fra i tantiestensore della versione leggendaria della saga di Sant’Olav,324 contributi norvegesi alla ricca

agiografia sul sovrano patrono del Paese. E poi il compositore della Storia della Norvegia

gnificato anche(Historia Norwegie, un testo la cui datazione resta dibattuta, seppure lo si possa

ento (sostenuto ragionevolmente collocare attorno al 1220) che dichiara di essere il primo a scrivere delle

ricca tradizionevicende patrie in latino,325 e il monaco del Trøndelag Theodricus o Theodoricus (Þórir) la

essa per iscrittocui opera (verosimilmente redatta tra il 1177 e il 1183) porta il titolo Storia dell’antichità dei

dall’epoca dellare norvegesi (Historia de antiquitate regum Norwagiensium) e comprende il periodo dalla

a della maggiorpresa di potere di Araldo Bella chioma fino alla morte di Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme

dui. Del resto i (1030). E ancora l’anonimo (e quasi certamente norvegese) compilatore del Compendio delle

esaghe dei re norvegesi in lingua norrena. Del resto, anche la tradizione storiografica

yvindr Finssonislandese è in gran parte, come si è visto,326 incentrata sui sovrani norvegesi, sicché non è
affatto strano che Sverre Sigurdsson dopo aver conquistato il trono nel 1184 affidi la

buon numero diredazione della sua biografia (Saga di Sverrir) a un islandese, Karl Jónsson (ca.1135-

no alla secondaca.1213), seppure il lavoro sia svolto sotto la sua supervisione.327 Del resto Sverre era stato

la pergamena educato per diventare un ecclesiastico ed è quindi del tutto ragionevole pensare che

dei re norvegesi possedesse una buona formazione e avesse interesse per la cultura (sopra è stato ricordato

illustri sovranicome apprezzasse le saghe leggendarie). Un altro islandese, Sturla Þórðarson nipote di Snorri

ura non si limiti(1214-1284), scriverà la Saga di Håkon (Hákonar saga Hákonarsonar, nota anche come

Innanzi tutto ilSaga Hákonar konungs gamla, cioè Saga di re Håkon il Vecchio) per incarico del figlio di lui

e miracoli diMagnus Emendatore di leggi.328

o l’anonimo Ma di altri sovrani è ben noto l’interesse culturale. Il cronachista Simeone di Durham

vegesi alla ricca(ca.1060-ca.1130) ci informa a esempio che Olav il Quieto si era dedicato allo studio delle

della Norvegia lettere.329 Un altro inglese, lo storico Matteo di Parigi (Matthæus Parisiensis), che aveva

e lo si possavisitato la Norvegia nel 1248, nella sua Cronaca delle cose importanti (Chronica majora)

a scrivere delleparla di Håkon Håkonsson, definendolo “uomo distinto e modesto e ben istruito”.330 Del

) laresto la saga che riferisce della sua vita informa che egli all’età di dieci anni frequentava la

ell’antichità dei scuola (insieme al figlio del re Ingi Bårdsson).331 Il sovrano aveva molti interessi: aveva

l periodo dallaviaggiato molto e amava circondarsi di uomini di cultura; tra l’altro si fa riferimento alla

a Gerusalemmepresenza a corte di un astronomo, tale Guglielmo (Vilhjálmr), in occasione della comparsa di

ompendio delleuna cometa nell’inverno 1239-1240.332 È dunque plausibile che questo re abbia saputo

e storiograficaapprezzare il carme Enumerazione dei metri poetici composto in suo onore da Snorri

i, sicché non èSturluson,333 d’altronde la tradizionale e costante presenza degli scaldi presso le corti (una
1184 affidi laconsuetudine protrattasi per un lunghissimo periodo), la considerazione e i riconoscimenti di

sson (ca.1135-cui essi godevano in quell’ambito dimostra che l’interesse per le lettere non era certo una

Sverre era statonovità. E del resto ad alcuni sovrani norvegesi (Araldo Bella chioma, Olav Tryggvason, Olav

e pensare cheil Santo, Magnus il Buono, Araldo di Duro consiglio, Magnus Piedi nudi e Sigurd

stato ricordatoViaggiatore a Gerusalemme) la tradizione attribuisce la composizione di poesie in prima

nipote di Snorri persona.334 Ma Håkon è comunque un esempio eccellente: la saga a lui dedicata riferisce che

ta anche comenel corso della malattia che lo avrebbe portato alla tomba il re si faceva leggere testi sia in

del figlio di luilatino sia in norreno (questi ultimi quando per l’esaurirsi delle forze gli era divenuto difficile

comprendere una lingua che non era la sua).335

one di Durham Per iniziativa di questo sovrano si diffuse in Norvegia (verosimilmente da ambiente

llo studio delleinglese) anche la letteratura cavalleresca. Le prime a essere tradotte in norvegese, a partire

), che avevadal 1226, furono la storia di Tristano e Isotta (Tristrams saga ok Ísǫndar), quella di Élie di

)Saint Gille (Elis saga ok Rósamundu) e quella di Ivano Cavaliere del leone (Ívens saga);

Delinoltre furono resi in norreno alcuni lais, anche della poetessa nota come Maria di Francia,

frequentava lavissuta verosimilmete tra la seconda metà del XII e gli inizi del XIII secolo (Strengleikar). In

nteressi: avevaalcuni casi le traduzioni sono esplicitamente attribuite a tale Roberto (Roðbert), frate e poi

riferimento allaabate, del quale per altro non si sa nulla di più (forse, almeno a giudicare dal nome, era di

lla comparsa di origini anglo-normanne). A questo contesto appartiene anche la breve Saga del mantello

e abbia saputo(Mǫttuls saga) basata su un fabliau francese il cui argomento è tuttavia legato alla corte

nore da Snorri arturiana. Il favore goduto da questo genere letterario è confermato durante il regno dei

so le corti (unasuccessori di Håkon, almeno fino a Håkon Magnusson336 e alla di lui moglie, la regina
conoscimenti diEufemia:337 molte altre storie cavalleresche verranno infatti rese in norreno, non soltanto

n era certo unaquelle relative a figure leggendarie come a esempio Parsifal (Parcevals saga) o Florio e

yggvason, OlavBiancifiore (Flóres saga ok Blankiflúr), ma anche a personaggi reali come Carlo Magno

nudi e Sigurd(Karlamagnús saga).338 Altri temi saranno ripresi da testi latini sulla guerra di Troia (Saga

oesie in primadei Troiani: Trójumanna saga)339 o dalla Historia Regum Britanniae scritta attorno al 1135

ata riferisce cheda Goffredo (Geoffrey) di Monmouth (Storie dei Britannici: Breta sǫgur); quest’ultimo testo

gere testi sia in(giuntoci in due versioni in manoscritti islandesi) è inteso come continuazione del precedente

venuto difficileed è verosimile (seppure non certo) che la sua prima stesura vada riportata all’ambiente della

corte norvegese. Alla tradizione indiana (per il tramite grecolatino) si rifà poi, addirittura, la

te da ambiente Saga di Barlaam e Josafat (Barlaams ok Josaphats saga).340 In questo contesto va

egese, a partireinquadrata anche la Saga di Teodorico di Verona (Þiðriks saga af Bern), risalente alla metà

uella di Élie di del XIII secolo, nella quale la vicenda di questo sovrano (una tematica ‘approdata’ in

);Norvegia insieme ai commercianti tedeschi) viene rielaborata, manipolata e collegata a storie

aria di Francia,della tradizione epicoeroica nordica, quali in primo luogo quelle riversate nella leggendaria

). In Saga dei Volsunghi.

), frate e poi In occasione dell’incoronazione del re Håkon Håkonsson da parte del cardinale Guglielmo di

al nome, era diSabina ci fu, naturalmente, un banchetto. È riferito che in tale circostanza l’alto prelato pronunciò un
breve discorso:
a del mantello
“Quando le persone furono sazie, il cardinale chiese la parola. Per prima cosa recitò il credo.
egato alla corte
Poi disse così: ‘Sia lode a Dio perché oggi ho compiuto questa missione per la quale ho avuto
te il regno dei
incarico per conto della santa città di Roma e di [Sua] Signoria il Papa e dei cardinali, sicché ora il
oglie, la regina
vostro re è incoronato in modo così solenne che nessuno prima di lui ha avuto tanto onore in
o, non soltantoNorvegia. Dio sia lodato anche per il fatto che non torno indietro come se fossi cacciato. Mi era

) o Florio estato detto tra l’altro che qui la gente era più simile alle bestie che agli uomini, ma mi pare che
abbia un buon comportamento. Vedo qui anche molti stranieri e così tante navi che non ne ho mai
e Carlo Magno
viste di più in un unico porto. Mi era stato detto che mi sarebbe stato dato poco pane e poco cibo,
Saga
niente da bere, se non siero341 o acqua. Ora Dio sia lodato che io qui ho tutte le cose buone, di cui è
attorno al 1135
meglio disporre che mancare. Ora il Signore Iddio vegli sui nostri re, le regine, i vescovi, gli uomini
est’ultimo testo
istruiti e tutto il popolo. Mi conceda qui una missione che a voi rechi onore e a noi tutti gioia tanto in
del precedente
questo mondo quanto nell’altro.’ Poi il cardinale se ne andò con il suo seguito.”342
’ambiente della
Naturalmente la letteratura religiosa era dilagata anche in Norvegia. Naturalmente gli
i, addirittura, la
uomini di cultura erano anche qui, in primo luogo, religiosi e molti di essi avevano studiato
to contesto va
all’estero. A Parigi nell’importante centro rappresentato dal convento di San Vittore aveva
alente alla metà
soggiornato tra gli altri l’arcivescovo Øystein, uno dei promotori della fervida attività
‘approdata’ in
culturale che gravitava attorno alla cattedrale di Nidaros.343 Anche il suo successore Eirik
ollegata a storie
aveva frequentato quella sede. Nei monasteri si lavorava con zelo a traduzioni di carattere
ella leggendaria
religioso (preghiere, brani della Bibbia): questi furono con ogni probabilità i primi testi scritti

in Norvegia. E poi versioni dai Padri della Chiesa, exempla, leggende di santi sia in latino sia
le Guglielmo di
in volgare, testi per la liturgia, omelie. Il più antico manoscritto norvegese è, appunto, una
ato pronunciò un
raccolta di questo genere, il cosiddetto Antico libro norvegese delle omelie (Gamal norsk

homiliebok), nel quale sono tuttavia contenuti anche altri scritti.344 Legate alla ideologia
a recitò il credo.
culturale e religiosa cristiana saranno poi anche le cosiddette ‘visioni’: in lingua norvegese
quale ho avuto

ali, sicché ora il


esse sono rappresentate dalla Duggals leizla, traduzione della celebre Visione di Tnugdal

o tanto onore in(Visio Tnugdali, un testo redatto probabilmente a Ratisbona da un monaco irlandese intorno
cacciato. Mi era alla metà del XII secolo), ma soprattutto dal Canto del Sogno (Draumkvæde), formalmente

ma mi pare cheuna ‘ballata popolare’ (la cui datazione resta incerta), in realtà il racconto poetico di visioni

e non ne ho mai
ultramondane che restano fortemente intrise di suggestioni pagane.
ane e poco cibo,
Tra le omelie antico norvegesi che ci sono conservate è particolarmente interessante la cosiddetta
e buone, di cui è
“Omelia della stavkirke” (Jn dedicatione tempeli. sermo) nella quale i diversi elementi architettonici
scovi, gli uomini
della costruzione di questi edifici di culto vengono messi in parallelo con i diversi elementi della
utti gioia tanto in
Chiesa come istituzione religiosa. Se ne riporta qui una parte:

“Ma poiché nei libri viene chiamata con un unico nome la chiesa e l’insieme del popolo
aturalmente glicristiano, allora dobbiamo dire in qual modo la chiesa indica il popolo [cristiano] o in qual modo il

vevano studiatopopolo cristiano possa essere chiamato dimora di Dio, poiché l’apostolo Paolo disse così: ‘C’è il

n Vittore avevatempio santo di Dio che è costruito dentro di voi.’345 Così come una chiesa è fatta da molti elementi

fervida attivitàmessi insieme, così anche il popolo [cristiano] è riunito in un’unica fede da diversi popoli e lingue.

uccessore EirikUna parte del popolo cristiano è in cielo presso Dio, ma una parte è qui sulla terra. Perciò una parte
della chiesa indica la gloria del Regno dei cieli e una parte i cristiani sulla terra. Il coro indica gli
oni di carattere
uomini santi nel cielo, ma la [navata della] chiesa gli uomini cristiani sulla terra. L’altare indica
rimi testi scritti
Cristo poiché al modo in cui le offerte che sono presentate a Dio non vengono consacrate se non
sia in latino sia
sull’altare, allo stesso modo le nostre azioni non sono gradite se non consacrate dall’amore per
è, appunto, una
Cristo. I paramenti dell’altare rappresentano gli uomini santi che adornano Cristo con le buone
Gamal norsk
azioni, così come disse l’apostolo Paolo: ‘Poiché tutti [voi] che siete battezzati in Cristo avete
alla ideologia
adornato Cristo.’346 Le travi orizzontali [che stanno alla base] della chiesa indicano gli apostoli di
ngua norvegeseDio, che sono le fondamenta di tutta la cristianità. L’ingresso della chiesa indica la giusta fede che

one di Tnugdalci guida nella comunità cristiana. La porta davanti all’ingresso indica gli uomini saggi che con forza

landese intorno si oppongono agli eretici e con la loro dottrina li escludono dalla [comunità] cristiana di Dio. Le
), formalmente assi del pavimento nella chiesa indicano gli uomini modesti che si umiliano seppure vengano onorati

etico di visionie danno tanto più sostegno a tutto il popolo [cristiano] quanto più sono calpestati da tutti. Le panche
della chiesa indicano gli uomini misericordiosi che nella loro misericordia leniscono le pene dei loro

fratelli deboli, così come le panche offrono sollievo a chi si siede. Le due pareti [laterali] della
nte la cosiddetta
chiesa indicano due popoli riuniti in una comunità cristiana, l’uno gli Ebrei, l’altro i popoli pagani.
nti architettonici
La parete frontale che unisce le due pareti [laterali] in un’unica costruzione indica Nostro Signore
si elementi della
che riunisce i due popoli in una fede ed è egli stesso riparo e scudo della sua comunità cristiana. Su

questa parete frontale c’è l’ingresso alla chiesa e le finestre che illuminano la chiesa perché il
eme del popolo
Signore medesimo illumina tutti coloro che si avvicinano alla fede in lui. La parete trasversale che
o in qual modo il
c’è a metà tra la chiesa e il coro indica lo Spirito Santo, perché al modo in cui noi entriamo nella
sse così: ‘C’è il
comunità cristiana attraverso Cristo, così andremo nella gloria dei cieli attraverso la porta della
da molti elementi
misericordia dello Spirito Santo. E così come Cristo ha riunito due pareti, cioè due popoli in una
popoli e lingue.
fede, così lo Spirito Santo riunisce quegli stessi popoli in un unico amore. Su questa parete
Perciò una parte
trasversale c’è una grande apertura, così che dalla chiesa si possa vedere tutto ciò che accade nel
l coro indica gli
coro, perché chiunque trova la porta della misericordia dello Spirito Santo può vedere con gli occhi
. L’altare indica
dello spirito molte cose del cielo. I quattro pilastri agli angoli della chiesa indicano i quattro
onsacrate se non
vangeli, perché la loro dottrina è il sostegno più grande di tutta la cristianità. Il tetto della chiesa
dall’amore per
indica quegli uomini che alzano gli occhi del loro spirito [lontano] da tutte le cose terrene verso la
to con le buone
gloria dei cieli e così con la preghiera proteggono la comunità cristiana contro la tentazione al
in Cristo avete
modo in cui il tetto protegge la chiesa dalla pioggia. I lunghi tronchi nella chiesa sono le travi e le
no gli apostoli di
stanghe che reggono e tengono insieme la capriata del tetto e il rivestimento delle pareti: essi
a giusta fede che
indicano gli amministratori che sono preposti al governo e al progresso della comunità cristiana
ggi che con forza
così come gli abati [sono preposti] ai monaci e i capi al popolo. Le travi trasversali che sostengono
tiana di Dio. Le
vengano onorati le stanghe e reggono i legni che puntellano le travi [del tetto] indicano quegli uomini nella comunità

a tutti. Le panchecristiana che mettono d’accordo i capi temporali con il loro consiglio, così che essi governano la

o le pene dei lorovita dei monasteri e i luoghi santi con le loro ricchezze. Le campane indicano i sacerdoti che con

i [laterali] dellapreghiere e dottrina emettono un suono gradito a Dio e agli uomini. Le croci e i crocifissi indicano

i popoli pagani. gli asceti, che portano sul loro corpo i segni della passione di Cristo, quando si mortificano con

a Nostro Signore digiuni e veglie.”347

nità cristiana. Su Anche per la Norvegia si è osservata l’importanza delle grandi assemblee locali,

chiesa perché il istituzioni di antichissima tradizione. Anche qui dunque la letteratura giuridica riveste uno

e trasversale che
straordinario interesse. Il lavoro di stesura dei diversi codici di leggi risale, verosimilmente,
oi entriamo nella
all’XI secolo (forse già ai tempi di Olav il Santo348 o, quantomeno, a quelli di suo figlio
o la porta della
Magnus). I manoscritti che ci sono giunti sono tuttavia più tardi, il meglio conservato quello
ue popoli in una
della legge del Gulating (Gulatingsloven, 1250 circa). Altri codici sono quelli del Frostating
u questa parete
(Frostatingsloven), del Borgarting (Borgartingsloven) e dell’Eidsivating (Eidsivatingsloven).
ò che accade nel
Il linguaggio, che riflette un diritto consuetudinario, è ricco e immediato ma anche
ere con gli occhi

dicano i quattro
caratteristicamente arcaico; inoltre vi si rilevano chiare impronte di tecniche mnemoniche

etto della chiesatipiche della trasmissione orale.

terrene verso la In Norvegia esistono scarse tracce della poesia in knittelvers, diffusa invece in Svezia e in

la tentazione alDanimarca. Come in questi Paesi constatiamo però il nascere delle ballate popolari (che

sono le travi e le tuttavia saranno raccolte in forma scritta solo nel XIX secolo). Tra le ballate scandinave

elle pareti: essi


quelle più legate alla tradizione letterario-folcloristicopagana (indicate come ballate degli
munità cristiana
eroi e ballate magiche) hanno origine proprio in questo Paese e nelle Føroyar.
i che sostengono
6.5.6. La lingua norvegese
ni nella comunità Fin dal periodo più antico si constata la tendenza del norvegese a presentare varianti

ssi governano ladialettali, caratterizzazione che si accentua nel periodo vichingo, avviando una progressiva

acerdoti che con


differenziazione regionale che corrisponde, naturalmente, alla frammentazione geografico-
ocifissi indicano
storica cui sopra si è fatto riferimento. Si aggiunga che tra i ‘dialetti’ norvegesi vanno
mortificano con
considerate anche le parlate ‘esportate’ dai vichinghi, quantomeno quelle delle Shetland e

delle Orcadi.
semblee locali,
Sebbene il norvegese sia considerato una lingua scandinava occidentale349 esso viene a
ica riveste uno
sua volta suddiviso in occidentale e orientale. Al primo gruppo appartengono, evidentemente,
verosimilmente,
i dialetti delle zone occidentali (Vestlandet), al secondo quelli delle zone orientali (Østlandet)
li di suo figlio
e del Trøndelag. Quest’ultimo gruppo mostra (per quanto in misura disomogenea) tratti
nservato quello
comuni con le lingue scandinave orientali (principalmente la chiusura di dittonghi e il
i del Frostating
passaggio metafonico ia > iæ). L’importanza delle diverse aree linguistiche è tuttavia
).
strettamente legata a fattori storico-culturali. Nel corso del XII secolo, come si è visto, il
iato ma anche
Trøndelag e le regioni occidentali (in particolare la zona di Bergen) esercitano il proprio
he mnemoniche
predominio: le ragioni sono da ricondurre all’intensa attività culturale gravitante attorno

all’arcivescovato di Nidaros, ma anche alla presenza tanto a Nidaros quanto a Bergen di sedi
e in Svezia e in
regali. Del resto nel XIII secolo quest’ultima città conoscerà, soprattutto a partire dal regno
e popolari (che
di Håkon Håkonsson, un vero e proprio periodo di grandezza, divenendo centro di potere e di
ate scandinave
cultura. Questa situazione avrà inevitabili riflessi sulla lingua dei documenti e delle opere più
me ballate degli
importanti redatte in norvegese in cui si evidenzia chiaramente la presenza di forme

caratteristiche di queste due aree, così come lo sforzo di creare una norma. Questo ‘antico
sentare variantinorvegese’ resterà in buona parte inalterato quando il potere reale si sposterà a Oslo: ciò è

una progressivadovuto al trasferimento della cancelleria al seguito del sovrano. Il dialetto delle zone orientali

one geografico- sarà tuttavia presente, seppure in forme meno regolari e più vicine alla lingua parlata. I

orvegesi vannofenomeni linguistici che riguardano il norvegese antico vanno dunque – ancor più che altrove

elle Shetland e– a ‘marcare’ differenze dialettali.350

Anche la lingua norvegese mostra di aver recepito diversi termini stranieri. Già in epoca

esso viene avichinga si era fatto sentire l’influsso di lingue come l’inglese, il frisone e il tedesco, spesso

evidentemente,intermediari di parole latine legate soprattutto alla nuova religione (esempi altari “altare”,

)djofull “demonio”, engill “angelo”, kirkia “chiesa”, klokka “campana”, kross “croce”, prestr

mogenea) tratti “prete”) ma non solo.351 Di una certa importanza è, da queste aree, anche il contributo nel

dittonghi e ilcampo della antroponomastica. L’apporto lessicale tedesco si lega anche alla diffusione di

iche è tuttaviaconcezioni di tipo feudale (esempi: lén “feudo”, riddari “cavaliere”, herra “signore”); esso

me si è visto, ilinoltre sarà fortemente incrementato dalla presenza dei commerciati anseatici nel Paese

tano il proprio(esempi: herbergi “locanda”, slekt “stirpe”, spital “ospedale”, æra “onore”). Inoltre si

avitante attornoritrovano in norvegese (per quanto in numero limitato) anche parole di origine francese

Bergen di sedilegate al nuovo gusto letterario (esempi: kurteiss “cortese”, kærr “caro”).352

artire dal regno Dopo il 1319 la Norvegia andò incontro a un inaspettato declino causato da una

ro di potere e diconcatenazione di eventi. Per di più il quadro di debolezza politica fu aggravato dall’impatto

delle opere piùsulla società norvegese di un fattore devastante, l’epidemia di peste che negli anni 1349-1350

enza di formefece strage della popolazione. Questi anni segnano una svolta dal punto di vista della storia

Questo ‘anticodella lingua norvegese, dal momento che anche all’interno degli strati sociali più elevati, tra i
à a Oslo: ciò èfunzionari statali e gli ecclesiastici, morì un altissimo numero di persone, cosicché venne a

e zone orientalimancare chi poteva portare avanti la tradizione linguistico-letteraria del passato (per altro

ngua parlata. Iormai lontana dalle forme della lingua parlata). Nel secolo XIV il norvegese dunque

più che altrove‘collassò’ restando infine vivo solo nei dialetti. La società, decimata e impoverita, non trovò

le risorse necessarie per sostenere il potere centrale né il patrimonio culturale della nazione.

ri. Già in epocaUn disastro le cui conseguenze si sarebbero fatte sentire per moltissimo tempo. Insieme agli

tedesco, spessoaltri stati scandinavi la Norvegia sarebbe entrata nell’Unione di Kalmar,353 al cui

“altare”, scioglimento tuttavia non avrebbe ritrovato la propria indipendenza, finendo di fatto

prestr sottomessa alla Danimarca (1450). I decenni che precedono questa data sono segnati da una

contributo nelsituazione di decadenza sia dal punto di vista politico sia da quello culturale e linguistico.

a diffusione diL’influsso dei Paesi vicini, Svezia e Danimarca, è dominante,354 favorito dalla debolezza del

signore”); essopotere centrale e della nobiltà (anche numericamente inadeguata), un fattore che spalancherà

atici nel Paesele porte a funzionari statali ed ecclesiastici stranieri, dapprima svedesi e poi danesi (ma anche

re”). Inoltre sitedeschi). Significativamente entrambe le copie del trattato di unione con la Danimarca

rigine francesesaranno redatte in lingua danese. Progressivamente la lingua norvegese sarà abbandonata

tanto dai funzionari governativi quanto dagli ecclesiastici: dopo il 1500 si constata la sua

ausato da una scomparsa dai documenti ufficiali dello Stato così come da quelli della Chiesa che verranno

ato dall’impattod’ora in poi regolarmente redatti in danese: segno di definitivo, inarrestabile declino.

anni 1349-1350 6.5.7. Vita culturale in Islanda

ista della storia Anche in Islanda la cultura scritta e le prime scuole si erano sviluppate in seguito alla

più elevati, tra i conversione. Nel 1056, Ísleifr Gizurarson, primo vescovo del Paese, fondò a Skálholt un
osicché venne acentro per la formazione dei sacerdoti, un esempio che sarebbe stato seguito da Jón

ssato (per altroǪgmundarson quando nel 1106 fu nominato titolare della seconda sede vescovile dell’isola,

vegese dunqueHólar. Lì egli chiamò docenti, anche provenienti dall’estero, a insegnare grammatica (latina),

erita, non trovòmusica e poesia.355 Il contributo degli stranieri fu certamente importante: nel Libro degli

e della nazione.Islandesi, là dove elenca i vescovi stranieri che avevano operato in Islanda, Ari Þorgilsson

po. Insieme aglicita Bernardo il Letterato (Bjarnharðr enn bókvísi Vilráðsson) che sarebbe rimasto sull’isola

al cuiper cinque anni.356 Particolarmente vivaci furono i contatti con l’Inghilterra, per ovvie

nendo di fattoragioni di relativa vicinanza geografica; non a caso l’alfabeto latino introdotto in Islanda fu il

segnati da unaminuscolo carolino arricchito dei segni þ, y, æ ripresi dal minuscolo anglosassone: entrambi

e e linguistico.questi alfabeti erano in uso, appunto, in Inghilterra.357 In un Paese nel quale non c’erano città

a debolezza del le sedi vescovili di Skálholt e Hólar, dove vivevano stabilmente circa duecento persone,

che spalancheràcostituirono certamente luoghi privilegiati di incontri e di scambi, almeno per gli studiosi.

anesi (ma ancheAltri centri di cultura sorsero presso i diversi conventi, specialmente quelli benedettini di

la DanimarcaÞingeyrar (1112) e Munkaþverá (1155), entrambi nel nord, e quelli agostiniani di Þykkvabœr

rà abbandonata(1168) nel sud e Helgafell (1184) sulla riva meridionale del Breiðafjörður dove si erano

constata la suatrasferiti i monaci di un convento fondato nel 1172 sull’isola di Flatey.358 Naturalmente in

sa che verranno questi luoghi il latino era la lingua della cultura: del che tra l’altro resta testimonianza in un

Glossario latino-islandese compilato da un ignoto attorno al 1200.359 Del resto la Saga di

Jón [Ǫgmundarson] il Santo fa riferimento all’interesse degli Islandesi per le letture dei

in seguito allaclassici.360 Molti autori stranieri erano noti e diligente il lavoro di traduzione, soprattutto di

a Skálholt un opere di carattere religioso che dovevano servire alla propaganda della fede, come il diffuso
seguito da JónElucidarius, omelie, leggende di santi (ora tradizionalmente indicate come heilagra manna

ovile dell’isola,sǫgur)361 o la cosiddetta Guida (Stjórn), un testo (certamente, almeno in parte, norvegese) nel

matica (latina),quale sono riportati brani commentati dall’Antico Testamento.362 Anche un’opera come la

Libro degliSaga di Alessandro [Magno] (Alexanders saga), versione in prosa a cura di Brandr Jónsson

Ari Þorgilsson(morto nel 1264) della Alessandreide (Alexandreis, 1184) di Walter di Châtillon (Gualterus

masto sull’isola de Castelione) pare essere concepita come un supporto alla didattica (tale del resto era il suo

erra, per ovviemodello), da parte di un autore (abate di Þykkvabœr e poi vescovo di Hólar) certamente assai

in Islanda fu il attivo come insegnante.363

ssone: entrambi È verosimile che esistessero biblioteche di apprezzabili dimensioni: ciò sarà in seguito

on c’erano cittàtestimoniato quando, in pieno umanesimo nordico, si promuoverà la ricerca degli antichi

ecento persone,manoscritti.364 I primi codici (che risalgono alla fine del XII secolo) conservano testi legati

per gli studiosi. all’attività della Chiesa e frammenti di leggi. Gli argomenti studiati nelle scuole islandesi

i benedettini dierano diversi e andavano dalla religione alla storia, dalla computistica alla grammatica, dalla

i di Þykkvabœrgeografia alle scienze naturali;365 anche in Islanda fu nota, tra l’altro, la traduzione del

dove si eranoPhysiologus (il diffuso Bestiario) che tuttavia ci è giunta in forma frammentaria. Al di fuori

Naturalmente indelle sedi vescovili e dei conventi scuole importanti furono quelle di Haukadalur in

monianza in un Biskupstungur e di Oddi in Rangárvellir (entrambe nel sud del Paese). La prima fu fondata

Saga dida Teitr Ísleifsson (morto nel 1111), figlio di Ísleifr:366 lì sarebbe stato educato Ari

r le letture deiÞorgilsson il Saggio. La seconda, sorta per iniziativa del celebre Sæmundr Sigfússon –

e, soprattutto digratificato come Ari con l’appellativo il Saggio – avrebbe avuto tra i propri allievi anche

come il diffusoSnorri Sturluson, la cui educazione sarebbe stata curata dall’erudito Jón Loptsson (1124-
heilagra manna1197), nipote di Sæmundr per parte di padre. Più tardi anche le abitazioni private di

norvegese) nelimportanti personaggi furono centri di cultura letteraria (così verosimilmente Reykholt,

’opera come laresidenza di Snorri).367

Brandr Jónsson Un importante impulso allo sviluppo del sapere venne dai viaggi di studio degli Islandesi.

Gualterus Già del primo vescovo Ísleifr Gizurarson si sa che si era formato in Westfalia. Parimenti

resto era il suoavvenne con il suo successore, il figlio Gizurr. Sæmundr Sigfússon di Oddi fu, come è stato

ertamente assaidetto, il primo nordico a studiare a Parigi. Sul continente aveva soggiornato per motivi di

studio Jón Ǫgmundarson, vescovo di Hólar. Anche Þorlákr Þórhallsson, il santo vescovo di

sarà in seguitoSkálholt, si era trattenuto all’estero per due anni, frequentando scuole a Parigi e a Lincoln; e

a degli antichi così il suo successore Páll Jónsson che aveva vissuto in Inghilterra. Del resto un’opera come

vano testi legati l’Itinerario (Leiðarvísir) scritto dall’abate islandese Nicola (Nikulás) Bergsson di

cuole islandesiMunkaþverá (morto nel 1159), destinata ai pellegrini diretti a Roma o nella Terrasanta,368

ammatica, dallatestimonia il movimento delle persone verso mete anche assai lontane e, di conseguenza,

traduzione delcontatti culturali di ampio respiro.

aria. Al di fuori In islandese furono redatte importanti opere di carattere giuridico. Negli anni 1117-1118

Haukadalur in(con un ritardo attribuibile probabilmente alla radicata tradizione della trasmissione orale) fu

rima fu fondata messo per iscritto a cura del goði Hafliði Másson (morto nel 1130) un codice di leggi assai

o educato Ari antico, il cosiddetto Catalogo di Hafliði (Hafliðaskrá), che tuttavia è andato perduto.

dr Sigfússon – Conservata in due importanti manoscritti è, invece, la raccolta delle leggi nazionali che va

ri allievi anchesotto il nome di Oca grigia (Grágás):369 questa denominazione sarebbe in realtà appartenuta

optsson (1124-a un codice norvegese del Trøndelag cui si fa riferimento nella Saga di Sverre,370 tuttavia a
ioni private dipartire dal XVI secolo è passata a designare le antiche leggi islandesi.

ente Reykholt, Nel medesimo periodo si manifesta l’interesse per la storia. Mentre Sæmundr si dedica

alla stesura di un’opera sui re norvegesi in latino (tuttavia perduta) il suo contemporaneo Ari

degli Islandesi.si impegna a tramandare la storia islandese in lingua norrena, inserendo gli avvenimenti del

falia. Parimentisuo Paese in una prospettiva più ampia e preoccupandosi di sottolineare le vicende della

u, come è statoChiesa nazionale. Del suo Libro degli Islandesi (Íslendingabók) ci resta solo una versione

o per motivi di piuttosto breve rivista dallo stesso autore. Anche in seguito la storiografia sarà ben coltivata.

anto vescovo diBasti pensare a Eiríkr Oddsson del quale sappiamo solo che trascorse un periodo in Norvegia

i e a Lincoln; eattorno alla metà del XII secolo (a lui è attribuito un testo di storia norvegese dal titolo

un’opera comeHryggjarstykki, forse “Pelle di vitello”, che costituisce la fonte di opere più tarde);371 a Snorri

Bergsson diSturluson con la sua Heimskringla; al biografo di Sverre Sigurdsson, Karl Jónsson; a quello

368di Håkon Håkonsson, Sturla Þórðarson, nipote di Snorri; agli anonimi autori di diverse

i conseguenza,‘saghe di re’, a esempio quelle contenute nella Pergamena marcia (Morkinskinna,372 nella

quale sono riportati anche altri brevi lavori) o, più tardi, nel Libro di Flatey (Flateyjarbók,373

anni 1117-1118 scritto da due ecclesiastici per un importante personaggio islandese) che raccoglie inoltre

ssione orale) fusaghe, racconti (þættir, sing. þáttr) e testi poetici. In questo ambito merita una citazione

e di leggi assaianche il componimento dal titolo Elencazione dei re di Norvegia (Nóregs konungatal)

ndato perduto. dedicato a Jón Loptsson nel quale uno scaldo sconosciuto riassume in ottantatré strofe la

azionali che va storia dei re norvegesi dal Halvdan il Nero a Sverre Sigurdsson. Per altro l’attenzione degli

altà appartenutaIslandesi si rivolge anche alla storia della Chiesa nazionale e dei più eminenti fra i suoi

tuttavia arappresentanti, del tutto comprensibilmente, dal momento che a essa appartiene gran parte
degli autori. Le “saghe dei vescovi” ben evidenziano questo interesse. Tra di esse merita una

mundr si dedica citazione, come testimonianza dello spirito religioso e culturale del tempo, l’anonimo

emporaneo AriStimolo all’appetito [del sapere] (Hungrvaka) dedicato ai primi cinque vescovi della diocesi

vvenimenti deldi Skálholt (1056-1176), un lavoro che però ha anche lo scopo di incoraggiare l’uso scritto

e vicende delladella lingua islandese.

o una versione Si è visto come Ari Þorgilsson con il suo Libro degli Islandesi e soprattutto con

à ben coltivata.l’iniziativa di compilare il Libro dell’insediamento rimarcasse l’importanza per i suoi

do in Norvegiacompatrioti del legame con il passato, ben evidente del resto nella scrupolosa redazione delle

egese dal titologenealogie, strumento culturale di prestigio sociale e di consolidamento del potere. Si è visto

a Snorricome ciò sia da mettere in relazione con la composizione delle saghe, esercizio letterario i

nsson; a quello cui risultati oltrepassano i confini dell’isola per divenire patrimonio di tutti. Alla formidabile

tori di diverse operosità intellettuale e all’amore degli eruditi islandesi per il proprio passato dobbiamo

nellaanche la sapiente trasmissione di testi e materiali della tradizione pagana (poesia eddica,

373poesia scaldica, ma anche ‘saghe leggendarie’) che probabilmente ottusi interessi avrebbero

accoglie inoltre altrove voluto cancellare. Snorri Sturluson, del resto, politico e letterato vissuto in un periodo

a una citazionenel quale il cristianesimo era stabilmente affermato, ben comprende la necessità di far sì che

)quel prezioso patrimonio non vada disperso. Tutte queste opere, il cui interesse (non da

ntatré strofe laultimo storico-sociale) e la cui risonanza travalicano i confini del contesto strettamente

attenzione degliislandese, sono state trattate in precedenza.

nenti fra i suoi Ma le forme, e talora l’ispirazione, dell’antica letteratura restano vive e trapelano anche

iene gran parteda testi chiaramente improntati all’ambiente cristiano. Così vediamo come la poesia scaldica
esse merita unacerchi di adeguarsi a nuovi contenuti e di promuovere nuovi ideali. Ne sono esempi

mpo, l’anonimocomponimenti come il Raggio (Geisli) scritto nel 1153 da Einarr Skúlason per la festa di

vi della diocesiSant’Olaf a Nidaros: in esso il santo riceve l’elogio come figura esemplare di cristiano (di lui

are l’uso scrittosi sottolineano i miracoli piuttosto che le imprese terrene); Sole doloroso (Harmsól) di Gamli

Canonico (kanóki) di Þykkvabœr (anch’egli del XII secolo), che ha piuttosto il tono umile

soprattutto condella preghiera; l’anonimo Carme encomiastico per [San] Placido (Plácítúsdrápa),

nza per i suoiincentrato su una diffusa leggenda popolare o, ancora, Giglio (Lilja) di Eysteinn Ásgrímsson

redazione delle(morto nel 1361), poesia biblica in lingua norrena incentrata sui temi della creazione, del

otere. Si è vistopeccato e della redenzione. Versi ancora scaldici, certo, che tuttavia nello sforzo di adeguarsi

izio letterario iall’ispirazione cristiana restano ancorati a quella nobile arte solo grazie a elementi tecnici.

Alla formidabileIndubbiamente il più intenso componimento poetico cristiano del medioevo islandese,

sato dobbiamoprobabilmente risalente al XII o XIII secolo (seppure le opinioni sulla sua datazione siano

(poesia eddica,tutt’altro che univoche), è il cosiddetto Carme del sole (Sólarljóð), nel quale un padre morto

ressi avrebberodisvela al figlio il mondo dell’aldilà in immagini intrise di terrore apocalittico nelle quali le

o in un periodosuggestioni bibliche si fondono con il retaggio di lontani richiami pagani.

ità di far sì che La predilezione degli Islandesi per la letteratura non si sarebbe affievolita nonostante le

eresse (non dainfelici vicende della nazione. Sicché tanto il XIV quanto il XV secolo conosceranno

to strettamente l’attività di autori e di poeti, ma anche di copisti professionisti chiamati presso le diverse

fattorie. Figura esemplare è tra le altre quella del giudice Haukur Erlendsson (morto nel

rapelano anche1334), probabilmente in prima persona autore del celebre ‘Libro’ che da lui prende nome, la

poesia scaldicaHauksbók,374 una sorta di ‘biblioteca personale’ che contiene saghe, un carme eddico (la
e sono esempiPredizione dell’Indovina), traduzioni, testi di carattere scientifico.375 Le opere di questo

per la festa diperiodo da una parte perpetuano temi tradizionali, dall’altra recepiscono impulsi stranieri.

cristiano (di luiCosì, tra l’altro, fioriscono le cosiddette rímur (sing. ríma) adattamento islandese al genere

) di Gamli della ballata popolare, introdotta nell’isola dai Danesi nel XV secolo.376

o il tono umile Dal Carme del sole:

), “Beni e vita

nn Ásgrímsson strappò alla stirpe degli uomini,

quell’uomo spietato,
creazione, del
a quel cammino
zo di adeguarsi
che egli sorvegliava,
lementi tecnici.
nessun essere vivente poteva arrivare […]
oevo islandese,
Devo raccontare
datazione siano
quanto ero felice
un padre morto
nel mondo della gioia,
o nelle quali le e anche

come ineluttabilmente i figli degli uomini

a nonostante le diventano cadaveri […]

conosceranno Chinato io sedevo

esso le diverse a lungo ripiegato in avanti

molto ero desideroso di vivere,


son (morto nel
ma decise colui
prende nome, la
che era potente,
rme eddico (la
il cammino di chi deve morire è segnato.
pere di questo I lacci della morte

mpulsi stranieri. vennero con durezza

attorti ai miei fianchi,


ndese al genere
volevo strapparli

ma erano forti

è facile muoversi quando si è liberi.

Io solo sapevo

come in ogni modo,

il dolore crescesse per me,

le fanciulle della morte

mi offrivano un mondo

da brividi ogni sera.

Il sole vidi,

vero astro del giorno

precipitare nel mondo dei rumori,

ma il cancello dei morti

udii dall’altro lato

cigolare pesante.

Il sole vidi,

segnato da sanguinanti rune

molto mi ero allontanato dal mondo,

possente mi parve

per molti aspetti,


più di quanto era prima.

Il sole vidi,

così mi parve

come se vedessi il venerabile Iddio,

mi inchinai di fronte a esso

per l’ultima volta,

nel mondo degli uomini.

Il sole vidi

irradiava al punto

che mi parve di perdere i sensi,

ma le [impetuose] correnti di Gilf377

muggivano dall’altra parte

parecchio commiste di sangue.

Il sole vidi

con sguardo tremante

in preda al terrore e prostrato,

poiché il mio cuore

era davvero

andato in pezzi.

Il sole vidi

raramente [fui] più afflitto

molto mi ero allontanato dal mondo,

la mia lingua
paragonabile al legno

e per il resto di ghiaccio.

Il sole non vidi

mai più

dopo quel triste giorno,

poiché le acque dalle montagne

si chiusero davanti a me,

e io agghiacciato fui sottratto ai tormenti.

La stella della speranza volò

quando io nacqui

via dal mio petto,

volò in alto

non si fermò

per poter trovar quiete […]

Devo raccontare

che cosa vidi per prima

quando fui giunto nel mondo dei tormenti,

uccelli bruciacchiati

erano anime

volavano innumerevoli come zanzare.

Vidi da ovest volare

il drago di Ván

e calarsi sul sentiero di Glævaldr,378


scuoteva le ali

così possente che mi parve

si fendesse il cielo e la terra.”379

6.5.8. La lingua islandese

Nel contesto delle lingue nordiche medievali l’islandese occupa una posizione di assoluto

prestigio. Non soltanto la quantità delle opere ma anche la loro qualità letteraria dimostrano

una consapevolezza linguistica e stilistica senza confronti. La predilezione degli Islandesi per

le lettere, una caratteristica che li avrebbe accompagnati nel corso della loro storia, si fonda

del resto fin dal principio su precise competenze. Fin dalla metà del XII secolo ne abbiamo

testimonianza certa. A questo periodo risale infatti (seppure tramandato in un manoscritto più

tardo) il cosiddetto Primo trattato grammaticale, il cui autore, per altro sconosciuto, si

premura (esibendo notevoli competenze) di esporre la fonetica della sua lingua, allo scopo di

creare una norma scritta per agevolare il lavoro dei molti che ora si dedicano alla redazione

di testi.380 Questo lavoro inaugura la serie dei trattati grammaticali (quattro in totale, i primi

due e l’ultimo anonimi) che, seppure non omogenei fra loro, dimostrano la vitalità della

scuola islandese di linguistica (hanno infatti come oggetto grammatica, retorica, stilistica e

uso della lingua) e la profonda conoscenza di modelli stranieri in questo campo.381

È noto che l’islandese antico fu la lingua importata dai coloni norvegesi nella nuova

patria. Tenuto conto della forte caratterizzazione dialettale del norvegese è verosimile che

inizialmente essa non sia stata del tutto omogenea. Ma la situazione sociale dell’Islanda, i

frequenti scambi e le occasioni di incontro determinarono qui la scomparsa di qualsiasi


tendenza alla frammentazione dialettale, caratteristica che ancor oggi, sostanzialmente,

contraddistingue questo idioma. Mentre la lingua della madrepatria andava incontro ai

notevoli cambiamenti che sopra sono stati delineati, l’islandese fu sostenuto da una

produzione letteraria non soltanto straordinaria ma costantemente resa disponibile ai parlanti,


ione di assoluto
i quali – non lo si dimentichi – avevano un radicato un senso dell’identità nazionale.
aria dimostrano
L’islandese è una lingua dai caratteri arcaici che conserva un ricco sistema flessivo e che
gli Islandesi per
mostra da subito un marcato conserva-torismo anche dal punto di vista fonetico (a esempio
storia, si fonda
quando l’antico danese, l’antico svedese e l’antico norvegese presentano la caduta di h
olo ne abbiamo
davanti a l, r, n, questo fenomeno qui non si verifica, nonostante la frequenza dei rapporti
manoscritto più
con gli altri parlanti lingue scandinave). Certamente la sua vitalità nell’impiego quotidiano e
sconosciuto, si
la consapevolezza nell’uso letterario hanno contribuito, insieme all’isolamento del Paese, a
a, allo scopo di
farla rimanere sostanzialmente tale. Nella fase più antica vi si riconoscono pochi
o alla redazione
cambiamenti: l’abbandono dell’uso suffissale di particelle negative (-a, -at, -t, -gi, -ki) o
n totale, i primi
pronomi (esempi: kemrat per kemr eigi “non viene”; emk per em ek “io sono”;382 ma anche
a vitalità della
veitka per ek veit eigi “io non so”); la scomparsa dell’uso della particella perfettiva of/um
rica, stilistica e
(esempio: “sá hon vítt oc um vítt/ of verold hveria”: “ella vedeva lontano e lontano su tutti i

mondi”).383 Successivamente (a partire dal 1250 circa) constatiamo l’allungamento delle


esi nella nuova
vocali posteriori a, o, u, davanti ai nessi lf, lp, lm, lk, lg (esempi: hjálmr “elmo”, mjólk
verosimile che
“latte”, úlfr “lupo”); l’inserimento di una vocale anaptittica tra consonante e r finale (esempi:
e dell’Islanda, i
maður < maðr “uomo”, hvítur < hvítr “bianco”, kemur < kemr “viene”); il passaggio á > ó
sa di qualsiasi
dopo v (esempio vópn < vápn “arma”, isl. mod. vopn); il passaggio dell’antico suffisso per il
ostanzialmente,medio-passivo -sk in -st (< -zt < -z). Importanti sono alcuni cambiamenti nella pronuncia: œ

va incontro ai> æ (pronunciato [ai]); é acquisisce la pronuncia [jε]; ǫ confluisce in ø assumendone la

tenuto da unapronuncia; i nessi ll / rl / rn assumono rispettivamente (a seconda della posizione) la

bile ai parlanti,pronuncia [ l] o [ ]; [rl], [r l] o [r ]; [rn], [r n], [r ], [ n] o [ ].

Naturalmente, seppure assai conservativa e forte della propria tradizione letteraria, anche

a flessivo e che la lingua islandese acquisì diversi termini stranieri. Tuttavia la ricezione di queste parole è

tico (a esempiostata qui più limitata che altrove, anche a motivo della difficoltà di inserimento di tali termini

hnel complesso sistema flessivo di questa lingua. Da lessici stranieri (in particolare il latino

nza dei rapporticon il suo retroterra greco) sono state accolte parole legate alla nuova religione: non soltanto

go quotidiano eprestiti veri e propri (esempi: kirkja “chiesa”, klukka “campana”, engill “angelo”, munkur

to del Paese, a“monaco”) ma anche nuovi significati per termini originari nordici (a esempio il verbo trúa

noscono pochiche ai significati di “ritenere”, “avere fiducia” aggiunge quello di “credere” nel senso di

) o“avere fede religiosa” o freista “provare”, “mettere alla prova” che assume anche il valore di

ma anche“tentare” nel senso di “indurre in tentazione”). Nei testi islandesi dei primi secoli compaiono

of/umanche diverse parole riprese in vario modo dalle altre aree germaniche (esempi: akkeri

ontano su tutti i“àncora” e frú “signora” dall’ant. frisone, klæði “tessuto”, verosimilmente dall’ant. inglese),

ngamento delleun flusso destinato a continuare soprattutto con l’introduzione di nuove merci o nuove

mjólkconsuetudini (esempi: blek “inchiostro” e sápa “sapone” dall’ant. inglese, krydd “spezie” ed

finale (esempi: edik “aceto” dal basso tedesco). Anche nella lingua islandese entrano (in primo luogo per

ó tramite letterario) termini legati all’ambito feudale, soprattutto dall’area tedesca (esempi:

o suffisso per ilriddari “cavaliere”, herra “signore”, usato tuttavia anche per indicare il “Signore Iddio”,
œhæverskur, ma anche kurteis “cortese”, il primo ripreso dal basso tedesco, il secondo

ssumendone ladall’ant. francese). Qualche termine arriva anche (certamente per tramite dei vichinghi) da

a posizione) lazone più lontane (esempi: torg “piazza” dall’ant. russo, fíll “elefante” dal persiano). Fin dai

testi antichi inoltre la lingua islandese mostra la capacità di esprimere concetti nuovi

etteraria, ancheadattando il materiale di cui dispone, calchi che riguardano in primo luogo le parole

queste parole è composte (a esempio il latino conscientia è tradotto con samviska, formato su sam- che ha

o di tali termini senso di “con” e viska riconducibile al verbo vita “sapere”; il latino coaeternus è reso con

icolare il latinosameilífur, composto con sam- ed eilífur “eterno”).384 Ben più tardi, nel secolo XVIII,

ne: non soltantodunque in pieno clima purista, questa creatività si mostrerà straordinariamente produttiva.

munkur 6.5.9. Uno sguardo all’arte e alla musica

trúa Con la conversione alla nuova religione era stata introdotta nel Nord anche l’arte

e” nel senso dicristiana. Precedentemente si è fatto riferimento all’influsso dell’architettura religiosa di

che il valore diimportazione che certamente improntò la costruzione dei luoghi di culto e dei conventi: ciò è

coli compaiono del resto naturale, dal momento che i primi edifici religiosi furono realizzati da missionari o

akkeri comunque da stranieri al seguito dei re cristianizzatori. Nella costruzione si riscontrano

ll’ant. inglese),naturalmente diverse varianti determinate dai modelli ispiratori, dall’importanza e dalla

merci o nuovefunzione dell’edificio, da consuetudini locali. Un caso singolare (non concordemente

“spezie” edchiarito) è quello delle chiese circolari che si trovano sull’isola danese di Bornholm:385 esse

rimo luogo peravevano forse anche funzione difensiva ed è possibile che siano (per quanto indirettamente)

desca (esempi:legate ai Templari e ispirate alla basilica della Resurrezione inserita nella chiesa del S.

Signore Iddio”,Sepolcro a Gerusalemme. Gradatamente le costruzioni religiose in pietra (dall’XI secolo) e in


co, il secondomattoni (dal XII) presero il posto di quelle di legno: naturalmente ciò avvenne soprattutto

i vichinghi) danelle aree più ricche e fiorenti nelle quali si poteva sostenere l’ingente investimento

rsiano). Fin daieconomico necessario.386 Se è vero che diversi elementi dell’arte vichinga furono

concetti nuoviproficuamente intrecciati con i modelli introdotti dall’esterno è altrettanto vero che i risultati

uogo le parolefurono di notevole qualità, basti pensare alle grandi cattedrali (Ribe, Viborg, Roskilde,387

che haLund, Stavanger, Nidaros, Uppsala, Linköping) ma anche a edifici come la celebre chiesa

è reso conabbaziale di Varnhem (Västergötland), magnifico esempio dell’architettura cistercense.388

secolo XVIII, La decorazione risente naturalmente dei medesimi influssi, constatabili sia nel periodo di

prevalenza dello stile romanico, sia – successivamente – di quello gotico. Gli affreschi (non

di rado rifiniti con motivi vegetali e geometrici), propongono temi biblici, così come modelli

d anche l’arteesemplari di devozione (a esempio storie di santi): una forma di indottrinamento assai

ura religiosa di importante in una società nella quale la maggioranza delle persone restava analfabeta. E del

conventi: ciò èresto il più noto artista scandinavo del declinante medioevo sarà quell’Albertus pictor (nome

da missionari o con cui si firmava, ca.1440-ca. 1509) al quale si devono pregevolissime decorazioni sulle

si riscontranopareti di molte chiese svedesi.389 A un artista più tardo, di cui tuttavia non si conosce il nome

ortanza e dalla ma che è noto come “maestro di Elmelunde” (in danese Elmelundemesteren), e alla sua

concordemente scuola sono attribuiti gli affreschi realizzati nel XVI secolo (evidentemente prima

essedell’introduzione della riforma protestante) in alcune chiese sulle isole di Møn e di Falster.

indirettamente) Le sculture religiose sono per lo più realizzate in legno (poi colorato) ma anche in

a chiesa del S. materiali diversi come l’avorio.390 Ragguardevoli i tratti nobili, misurati e austeri che

’XI secolo) e in(soprattutto inizialmente) caratterizzano le figure (in particolare il Crocifisso).391 Tra i
nne soprattuttomanufatti in pietra (su molti dei quali resta traccia dell’antica colorazione) sono di grande

e investimentointeresse i fonti battesimali, in particolare quelli realizzati dai celebri maestri artigiani

chinga furono dell’isola di Gotland, i cui lavori risultano esportati in tutta l’area del Baltico.392

o che i risultati Testimonianze del talento degli artisti nordici sono i celebri portali di legno di talune

387stavkirker norvegesi, che intrecciano motivi zoomorfi e vegetali (ma anche mitologici),393

celebre chiesacosì come le pitture che decorano i frontali d’altare. Diverse chiese vantano pregevoli vetrate

dipinte (in particolare sull’isola di Gotland). Tra i ‘tesori’ conservatici e sopravvissuti

a nel periodo diall’ondata iconoclasta e per molti versi ‘predatrice’ della riforma, diversi oggetti (crocifissi,

i affreschi (nonreliquari, candelabri) provengono dall’estero, acquistati ma anche donati da persone che si

ì come modellierano recate in pellegrinaggio.394

inamento assai Inizialmente l’architettura profana continua a preferire il tradizionale utilizzo del legno,

nalfabeta. E deltuttavia alcuni sovrani promuoveranno la costruzione di importanti edifici: basti pensare

(nomeinnanzi tutto alla grande reggia fatta costruire a Bergen da Håkon Håkonsson (e tuttora

ecorazioni sulle esistente) o al palazzo del re svedese a Vadstena, donato poi a Santa Brigida come sede per il

onosce il nomesuo convento. Significativa si fa anche la costruzione di fortificazioni in pietra e di castelli.395

), e alla suaE tuttavia i resti di costruzioni non destinate a uso religioso restano inferiori per numero.

temente primaSarà piuttosto il XV secolo a conoscere – con la crescente attenzione dei re e dei nobili

scandinavi ai modelli artistici europei – l’abbellimento e la ristrutturazione di molti edifici, in

) ma anche inun secolo nel quale l’influsso delle arti figurative tedesche (parallelo all’importazione di

e austeri chemolti manufatti artistici da questa area) si mostra prevalente.

Tra i *
sono di grande I Paesi nordici avevano, naturalmente, una propria tradizione musicale, della quale per

aestri artigiani altro conosciamo pochissimo. Possiamo fare ragionevoli supposizioni sull’importanza che la

392musica dovette avere in contesti rituali durante l’età del bronzo: ritrovamenti di strumenti

egno di talunequali i lur396 ben corrispondono infatti alle testimonianze iconografiche delle incisioni

393 rupestri. Anche i celebri corni d’oro di Gallehus, risalenti all’età del ferro,397 potrebbero

regevoli vetrateavere avuto analoga funzione. A una componente musicale nello svolgimento dei riti pagani

e sopravvissutiallude Adamo da Brema, il quale tuttavia sottolinea piuttosto il carattere osceno dei testi.398

getti (crocifissi, Più tardi nelle fonti scritte relative al medioevo pagano troviamo una serie di termini che

persone che silasciano intendere un legame fra la musica e la poesia, come pure fra la musica e la magia

(del resto a sua volta il legame tra poesia e magia è assai ben testimoniato). Abbiamo infatti

izzo del legno,parole come ljóð “carme” ma anche “canto”, talora con la connotazione di “canto magico” (a

: basti pensareesempio nell’elencazione dei canti magici dei quali Odino vanta la conoscenza):399 questo

sson (e tuttora termine si ritrova tra l’altro nel titolo di un paio di componimenti dell’Edda poetica;400 galdr

ome sede per ilche ha il significato prevalente di “canto magico”; sǫngr “canto”, “musica” che si lega

395esplicitamente a una funzione di tipo magico nel composto mansǫngr “canto d’amore”.401

ori per numero. Che qualche forma di arte musicale fosse legata a questi contesti è dunque innegabile. Ciò

re e dei nobilisarebbe del resto confermato dall’episodio relativo al nibelungo Gunnarr, del quale è detto

molti edifici, inche suonando un’arpa con le dita dei piedi fu capace di addormentare le serpi velenose che

mportazione diavrebbero dovuto ucciderlo, seppure una, insensibile alla sua melodia, riuscisse a procurargli

la morte.402

Ma nel mondo nordico ci fu certamente anche una musica di carattere più semplicemente
della quale perricreativo, la cui pratica è testimoniata dal ritrovamento di vari strumenti (a fiato o a corda)

portanza che lacosì come da allusioni delle fonti.403 Snorri Sturluson ricorda la presenza di suonatori presso

nti di strumentila corte del re svedese Hugleikr Álfsson,404 mentre Saxo grammaticus fa ripetuti riferimenti

delle incisioni all’arte musicale presso i Danesi.405 In un passo della leggendaria Saga di Bósi e di Herrauðr

potrebbero(Bósa saga ok Herrauðs)406 si parla della grande abilità del protagonista che con la propria

o dei riti paganimusica intrattenne assai piacevolmente i partecipanti a una festa nuziale, i quali – tutti presi

dalla melodia – si misero a ballare. Anche di un altro personaggio leggendario, Nornagestr, è

e di termini chedetto che suonò l’arpa per il re Olav Tryggvason.407 Ulteriori allusioni si ritrovano in diverse

sica e la magiafonti.408 Sebbene in questi contesti la capacità di suonare paia assai positivamente

Abbiamo infattisottolineata, i musicanti (come si è visto in precedenza) non dovevano certo godere di una

anto magico” (aalta considerazione sociale.409 Suonatori ambulanti dovettero poi (su modello tedesco)

questo esibirsi, soprattutto nelle città, in diverse occasioni e nel tardo medioevo abbiamo ripetute

galdrallusioni alla pratica musicale.410 Il più antico documento di musica ‘profana’ della

a” che si legaScandinavia è un testo accompagnato da note dal titolo Ho sognato un sogno questa notte

401(Drømde mik en drøm i nat), conservatoci nel cosiddetto Codice runico (Codex Runicus)

innegabile. Ciòdanese risalente alla seconda metà del XIII secolo.411

el quale è detto Naturalmente la cristianizzazione fu determinante anche da questo punto di vista. Nel

pi velenose cheNord furono infatti introdotti i canti religiosi per accompagnare le cerimonie (dall’Inghilterra

se a procurarglie dalla Germania il canto gregoriano), furono composti inni e uffizi per onorare i santi

nordici,412 la musica continentale fu studiata413 e i modelli europei furono adattati alle

semplicementediverse realtà. Alla fine del XIII secolo risale l’installazione dei primi organi nelle chiese.
fiato o a corda) Sul versante laico la tendenza all’imitazione avrebbe poi trovato ampi spazi di

uonatori pressoespressione nelle melodie di accompagnamento alle ballate popolari.414

etuti riferimenti

i e di Herrauðr

con la propria

uali – tutti presi

o, Nornagestr, è

vano in diverse

positivamente

o godere di una

odello tedesco)

bbiamo ripetute

‘profana’ della

no questa notte

o di vista. Nel

dall’Inghilterra

onorare i santi

no adattati alle
Sul versante laico la tendenza all’imitazione avrebbe poi trovato ampi spazi di

espressione nelle melodie di accompagnamento alle ballate popolari.414


1 In questa sede non sarà evidentemente possibile dar conto delle tante e complicate lotte di

potere che ebbero luogo nei Paesi nordici (per le quali si rimanda alla letteratura storica presente in

bibliografia). Ci si limiterà dunque a riferire delle vicende più importanti, la cui conoscenza risulta

indispensabile nell’ottica di questo lavoro.

2 La prima incoronazione ufficiale nel Nord fu, nel 1163 (o 1164), quella del re norvegese

Magnus Erligsson (vd. pp. 363-364). Nel 1170 a Ringsted, in occasione della proclamazione della

santità di Canuto Lord (vd. p. 274) l’arcivescovo Eskil incoronava solennemente futuro re il figlio di

Valdemaro I, Canuto (di soli sette anni), seppure il padre fosse ancora in vita. Questo atto (il primo

del genere in Danimarca) se da una parte sottolineava la necessità di una ‘consacrazione’ del sovrano,

dall’altro sanciva di fatto l’accettazione del principio dinastico da parte della Chiesa danese. A

quanto risulta la prima solenne incoronazione di un re svedese è quella di Erik Knutsson avvenuta a

Gamla Uppsala nel 1211. Vd. BESKOW P., “Kröning”, in KHLNM IX (1964), coll. 497-502.

3 Vd. sopra, p. 254.

4 Óláfs saga Tryggvasonar, cap. 104 (DLO nr. 82).

5 STFM I, nr. 23, ca.1050-1056, pp. 45-56. Una definizione di confini precedente (riferita

all’anno 954) è verosimilmente da attribuire a un’epoca successiva (ibidem, pp. 54-56).

6 In seguito a questo accordo la figlia di Inge il Vecchio, Margherita (Margareta) andrà in sposa a

Magnus Piedi nudi e avrà di conseguenza il soprannome di Fanciulla della pace (fredkulla). La morte

di Margherita, collocata nel 1117, è molto verosimilmente posteriore (1130). A Kungälv una statua

dello scultore svedese Arvid Källström (vd. p. 1182 con nota 253) ricorda questo storico evento.

7 Vd. p. 212.

8 L’usanza della ‘chiamata a raccolta’ (per ragioni militari ma anche talora per riunioni

assembleari) è tra l’altro testimoniata nel termine nordico herǫr, “freccia di guerra”, a indicare l’uso
mplicate lotte di di scagliare una freccia da un luogo a un altro per avvertire con sollecitudine della necessità di far

orica presente in ricorso alle armi.

onoscenza risulta 9 Per la verità il termine si lega soprattutto alla mobilitazione per operazioni militari sul mare, in

quanto esso può essere inteso anche come “forze navali”, in opposizione a landherr “forze di terra”.

del re norvegeseSu questo punto si veda comunque l’opinione di P. Nyström (“Herraväldet”, in AMBJÖRNSSON R. –

clamazione dellaGAUNT D. (red.), Den dolda historien. 27 uppsatser om vårt okända förflutna, Stockholm 1984, pp.

uro re il figlio di 326-329) che esprime forti riserve sulla effettiva consistenza storica di questa consuetudine.

sto atto (il primo 10 Vd. BJØRKVIK – LÁRUSSON ET AL. 1965 (dove si considera nel dettaglio anche la situazione dei

one’ del sovrano,diversi Paesi) e ARUP 1914.

hiesa danese. A 11 Vd. p. 197 e p. 209.

tsson avvenuta a 12 Vd. p. 151.

13 Vd. oltre, p. 358.

14 Parallelamente il potere legislativo venne trasferito nelle mani del re.

15 Niels è infatti contrazione di Nicolaus (ant. nordico Nikulás).

cedente (riferita 16 Vd. p. 274.

17 Nel 1162 Valdemaro aveva fatto giuramento di vassallaggio all’imperatore.

andrà in sposa a 18 Tra di loro esisteva tra l’altro un lungo rapporto di conoscenza, fin da quando Eskil aveva

). La morteincontrato a Bologna l’allora docente di diritto Rolando Bandinelli (ca.1100-1181) che sarebbe poi

ngälv una statuastato eletto al soglio pontificio (1159). Su Eskil cfr. p. 328 con nota 2.

19 Vd. p. 274. Sulla figura di Absalon vd. OLRIK H., Absalon, I-II, København 1908-1909.

20 Questo confine veniva riconosciuto dall’imperatore Federico II nel 1214 (DD I: 5, nr. 48, pp.

ora per riunioni 75-79, 1214 [Nytår]).

a indicare l’uso 21 Il testo poetico noto come Pianto per la prigionia dei re dei Danesi (Planctus de captivitate
necessità di far regum Danorum), composto da un anonimo, ricorda la cattura e l’imprigionamento del re Valdemaro

II e di suo figlio nel 1223.

itari sul mare, in 22 Vd. DAHLERUP 1993-1997 (B.5), III, coll. 488-489.

“forze di terra”. 23 In epoca vichinga è noto un vessillo rosso con sopra un corvo del dio Odino (vd. CHIESA

R. –ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 553), un simbolo pagano che, evidentemente, fu eliminato con l’affermarsi

kholm 1984, pp.del cristianesimo.

24 Vd. FABRICIUS L.P., “Sagnet om Danebroge og de ældste Forbindelser med Estland”, in KSam I

la situazione dei (1933-1935), pp. 485-533; FLOR K., Om Dannebrog jeg ved… Dannebrogshistorie, vignetter og

tegninger af P. HØYRUP, København 1945, pp. 12-18 e ZERUNEITH K., “Det himmelfaldne flag. Om

Dannebrog som nationalt symbol”, in TFFL, pp. 209-222. Cfr. p. 276 con nota 186.

25 Vd. p. 849.

26 Esodo, XVII, 8-12. Come noto Amalec, nipote di Esaù, era considerato il progenitore della

tribù degli Amaleciti, ostile a Israele e da esso sconfitta. Il paragone è rafforzato dall’annotazione

biblica secondo la quale, dopo la vittoria su Amalec e i suoi, Mosè innalzò un altare che chiamò

Jahve-Nissi, vale a dire “Jahve è la mia bandiera” (La sacra Bibbia, Antico Testamento, p. 112 con

nota 15).

ndo Eskil aveva 27 Il libro di araldica di Claes Heinenzoon, detto ‘Gelre’, venne realizzato tra il 1370 e il 1395.

che sarebbe poiEsso è conservato nella Biblioteca reale (Bibliotheque royale) di Bruxelles (ms. 15652-56). È

composto di 121 fogli. La bandiera danese è riprodotta sul retro del foglio 55. Vd. ACHEN S.T.,

“Gelre våbenbogen og dens danske våbener”, in Heraldisk Tidsskrift, III (1970-1974), pp. 105-116.

I: 5, nr. 48, pp. Sulla bandiera danese vd. anche ENGBLOM CHR. – ENGBLOM L-Å., “Dannebrogen – korsflaggornas

urtyp”, in FFF, pp. 76-77.

us de captivitate 28 Il conflitto ebbe inizio dopo un sinodo riunito nella località di Vejle (Jutland sud-orientale) dal
del re Valdemaro quale era venuta una forte rivendicazione dei diritti della Chiesa (DD II: 1, nr. 176, 6 marzo 1256, pp.

142-144).

29 Questo soprannome può essere inteso come “Testa rasata” (con riferimento a klipning

HIESA“tosatura”). Un’altra interpretazione lo riconnette al termine klipping nel suo significato di “moneta

con l’affermarsiquadrata, ottenuta tramite il taglio di un lungo pezzo di metallo coniato e di valore inferiore a quello

nominale”: essa sarebbe stata emessa da questo re, tuttavia questo tipo di monete pare essere

Icircolato in Danimarca solo a partire dal 1518 (vd. DAHLERUP 1993-1997 [B.5], X, coll. 611-612). Da

, vignetter ogrigettare l’interpretazione popolare che riferiva il soprannome klipping/glipping al verbo glippe

lfaldne flag. Om (arcaico) “sbattere le palpebre”, il che avrebbe alluso a questa abitudine del sovrano.

30 Il soprannome si fa risalire a un più antico men-vætte, cfr. ant. nord. mein(s)-vættr “essere

nocivo”, “spirito malvagio”; vd. DAHLERUP 1993-1997 (B.5), XIII, col. 1359.

progenitore della 31 Le dure condizioni patite dall’arcivescovo nella prigione di Søborg (in Selandia) ispirarono a

dall’annotazione un anonimo autore lo scritto che porta il titolo Una descrizione storica, su un arcivescovo di Lund,

tare che chiamòche si chiamava Ser Jens Grand, che fu imprigionato dal re Erik Menved e poi liberato dalla sua

, p. 112 con stessa prigionia (En historiske Beskriffuelse, Om en Erchebiscop wdi Lund, som hede Herr Jens

Grand, som bleff fangen aff Konning Erich Menduedt Oc siden erlediget aff samme sit Fengsel), un

1370 e il 1395.testo che ci è pervenuto solo nella traduzione dello storico danese Arild Huitfeldt (vd. p. 539)

). Èpubblicata nel 1599. Esso fu poi ristampato nel 1635, nel 1650 e nel 1653. Vd. MACKEPRANG M.,

S.T.,“Krøniken om Jens Grands fangenskab. Dens affattelsestid og værd som historisk kilde”, in DHT III

4), pp. 105-116.(1891-1892), pp. 643-665.

– korsflaggornas 32 Il ‘capitolare’ (håndfæstning, termine che allude all’originaria conferma del suo contenuto con

una stretta di mano) era in sostanza il ‘programma politico’ che il re danese si impegnava a realizzare

ud-orientale) dal al momento della sua elezione. Il capitolare di Erik è il primo che ci sia pervenuto in forma scritta.
marzo 1256, pp. Questa consuetudine, fondamentale nell’ambito di una monarchia elettiva, fu mantenuta fino al 1660,

quando fu introdotto il principio dell’ereditarietà della Corona e l’assolutismo regio (vd. pp. 544-

klipning545). Il capitolare di Erik Klipping è riportato in AaKG II (1856-1860), alle pp. 5-9 (nr. 3: Costitutio

icato di “monetaErici Glipping, Nyburgis anno 1282 die 29 mensis Julii data).

nferiore a quello 33 Il Danehof decadde durante il regno di Erik di Pomerania (vd. pp. 438-439) e fu convocato per

nete pare esserel’ultima volta nel 1413; vd. KROMAN 1957.

oll. 611-612). Da 34 Il testo degli Annales ryenses suona così: “Il re Erik fu ucciso nel letto la notte di Santa Cecilia,

glippedai suoi [uomini], quelli che amava di più, con cinquantasei pugnalate” (DLO nr. 83).

35 DLO nr. 84.

“essere 36 Vd. pp. 396-397.

37 La ballata dal titolo Marsk Stig nelle sue diverse versioni è riportata in DGF III, nr. 145, pp.

dia) ispirarono a 338-385.

vescovo di Lund, 38 Versioni del manoscritto di Svaning, foglio 23 e di quello di Rentzel, Nr. 26 (ibidem, pp. 360-

berato dalla sua361).

hede Herr Jens 39 Manoscritto in folio di Karen Brahe, Nr. 60 e manoscritto di Anna Munk, Nr. 37; ibidem, pp.

), un349-355 (versione contrassegnata con A).

ldt (vd. p. 539) 40 Versione A, str. 33-36 (DLO nr. 85).

M., 41 Il suo capitolare è ripotato in AaKG II (1856-1860) alle pp. 9-11 (nr. 3: Constitutio

III Christophori II, 1320 die 25 Januarii data).

42 Sulla denominazione vd. p. 1414, nota 11.

uo contenuto con 43 Cfr. pp. 397-398. Nel 1326 il conte di Holstein era riuscito a far nominare re il nipote, duca

nava a realizzaredello Jutland meridionale, che fu dunque Valdemaro III (ca.1314-1364). Ma questi era molto giovane

in forma scritta. e Gerardo si era riservato la reggenza. Nel 1329 tuttavia il re Cristoforo II riusciva, seppure tra molte
uta fino al 1660,difficoltà, a riprendersi la Corona danese che avrebbe conservato sino alla morte (1332). Vd. p. 1415.

io (vd. pp. 544- 44 Ciò portò tra l’altro a tumulti e rivolte (come quella del 1312) brutalmente repressi.

Costitutio 45 Una poesia in latino, Pianto sulla situazione del regno di Danimarca (Planctus de statu regni

Danie), composta da un anonimo nel 1329 lamenta la deplorevole situazione politica del Paese.

fu convocato per 46 Vd. tra l’altro ORRMAN 2003, pp. 297-299.

47 Tradizionalmente territorio danese (vd. p. 130, nota 113) la Scania era passata sotto il dominio

di Santa Cecilia,del re svedese Magnus Eriksson nel 1332 in seguito a una iniziativa dei notabili della regione guidati

dall’arcivescovo di Lund Karl Eriksen Galen (in carica dal 1325 al 1334, anno della morte). La

situazione della regione di Halland è più complessa essendo essa di fatto divisa in due zone; vd.

OLSSON G., “Halland”, in KHLNM VI (1961), coll. 58-60. La regione di Blekinge, che era

III, nr. 145, pp.appartenuta al dominio degli Svear, era finita sotto controllo danese nel 1051 per poi rientrare nella

sfera di influenza del re svedese nel periodo di disgregazione della Danimarca.

, pp. 360- 48 Vd. p. 1431 con nota 87.

49 Vd. AaKG II (1856-1860) maggio 1360, pp. 17-21, 24.

, pp. 50 In particolare la sconfitta inflittagli dall’Ansa alleata con la Svezia, il Mecklemburgo e il

Holstein che tra il 1368 e il 1371 lo costrinsero a restare a lungo all’estero per cercare aiuto affidando

il governo al Consiglio.

Constitutio 51 Letteralmente il soprannome significa “Giorno dopo” e fa evidente allusione al fatto che questo

sovrano aveva inaugurato per il suo Paese una nuova stagione.

52 In tal senso testimonierebbe anche l’etimologia, ove sia corretto ricondurla alla combinazione

e il nipote, duca del termine hær “schiera” con il verbo ride “cavalcare” (dunque “esercito a cavallo”). Vd. anche DE

ra molto giovaneVRIES 19622 (B.5), p. 223 (alla voce herað).

eppure tra molte 53 Le più importanti assemblee danesi erano quella di Viborg (nella quale veniva anche eletto il
32). Vd. p. 1415. sovrano) che aveva giurisdizione sullo Jutland (fino al confine meridionale segnato dal fiume Eider)

e sulla Fionia; quella di Ringsted in Selandia, che aveva giurisdizione anche sulle isole di Lolland, di

us de statu regniFalster e su quelle minori; quella di Lund, che aveva giurisdizione sulle regioni ‘svedesi’ di Scania,

Halland e Blekinge. Come si vedrà (pp. 393-394) i tre grandi codici di leggi danesi rispecchiano

questa realtà.

sotto il dominio 54 Vd. oltre, p. 358.

a regione guidati 55 Vd. p. 211.

della morte). La 56 Vd. sopra, p. 330.

n due zone; vd. 57 L’ufficio del bryde origina dall’antica funzione di colui che suddivideva il cibo fra le diverse

ekinge, che erapersone di una fattoria (non di rado uno schiavo). Il progressivo sviluppo di questa funzione

oi rientrare nellatrasformatasi in una carica al servizio del re o di persone importanti (vescovo, nobili) è riassunto in

SKRUBBELTRANG – LID ET AL. 1957, vd. anche NIELSEN 1967.

58 Questa parola è abbreviazione di marskalk (ripreso dal basso tedesco) che si ritrova

nell’italiano maresciallo.

cklemburgo e il 59 Originariamente questa parola si riferiva a una persona che si era assunta l’impegno a

e aiuto affidando partecipare alla ‘leva’ indossando l’armatura completa. Più tardi esso passò a indicare genericamente

un nobile (vd. DAHLERUP 1993-1997 [B.5], VIII, coll. 25-26). Dal XVI secolo compare il termine

fatto che questoadelmand “uomo nobile” la cui prima parte adel- è ripresa dal basso tedesco.

60 DD I: 7, nr. 167, 22 febbraio 1245, pp. 152-156.

la combinazione 61 E più tardi anche Odense, Aarhus, Ålborg, Copenaghen.

DE 62 Toponimi come Fåborg, Kalundborg, Nyborg, Svendborg (dove -borg “luogo fortificato”,

“castello”) ne danno efficace testimonianza.

va anche eletto il 63 Nel 1396 la regina Margherita emetterà un’ordinanza nella quale sarà tra l’altro vietata ai nobili
dal fiume Eider) danesi e svedesi la costruzione di castelli (il testo in AaKG V [1871-1875], pp. 52-57). Cfr. p. 439

ole di Lolland, di con nota 11.

edesi’ di Scania, 64 DD II: 1, nr. 138, 13 marzo 1254, pp. 115-119. Su Absalon vd. p. 274 e p. 333 con nota 19.

esi rispecchiano 65 DD II: 4, nr. 121, 29 gennaio 1294, pp. 85-99.

66 Il nome København vale “porto dei mercanti” (sulla base di købmand “mercante” e havn

“porto”). Saxo grammaticus lo definisce significativamente Mercatorum portus (Gesta Danorum,

passim). Sulla storia della città vd. LUNDBYE P., “Det Ældste Kjøbenhavn”, in AaNOH 1908, pp. 37-

76 e CEDERGREEN BECH S. – KJERSGAARD E. ET AL. (red.) 1967: Københavns historie gjennem 800 år,

bo fra le diverseKøbenhavn 1967.

questa funzione 67 Vd. RØRDAM 1868-1877 (C.9.2.), I, pp. 7-29.

li) è riassunto in 68 I primi monaci (benedettini) erano giunti in Danimarca fin dal tempo di Canuto il Grande, fu

tuttavia l’arcivescovo Eskil a incoraggiare la fondazione di conventi sul suolo danese (in particolare

che si ritrovaegli favorì l’arrivo dei cistercensi, ordine monastico promosso da Bernardo di Chiaravalle di cui era

amico).

nta l’impegno a 69 Un esempio assai significativo in proposito si trova nella Legge selandese di Erik (Eriks

re genericamentesjællandske Lov, I, 48) dove – evidentemente ancora in relazione ai doveri militari dei contadini –

mpare il termine colui che non possiede terre né una propria dimora viene definito “spiut man”, letteralmente “uomo

[armato solo di una] lancia”.

70 Nel 1249 il re Erik, figlio di Valdemaro II, aveva addirittura imposto una tassa sugli aratri:

questo gli procurò il soprannome di Plovpenning, letteralmente “Soldo dell’aratro” (il che non impedì

ogo fortificato”,che dopo il suo assassinio nel 1250 egli fosse sepolto accanto a Canuto Lord e dichiarato santo). Vd.

CHRISTENSEN C.A., “Drabet på Erik 4. Plovpenning og den begyndede legenddannelse”, in KSam VI:

o vietata ai nobili1 (1966), pp. 21-43.


-57). Cfr. p. 439 71 Questo fatto ebbe riflessi anche nella toponomastica; vd. FRIDELL S., “The development of

place-names in the Late Middle Ages”, in BANDLE 2002-2005 (B.5), II, pp. 1187-1188.

72 Cfr. p. 97, nota 6.

73 Vd. in ORRMAN 2003 (C.6.1) la mappa riportata a p. 253.

havn 74 La questione è ben esposta in ALBANI 1969 (C.6), pp. 123-126, dove inoltre si ricorda la

Gesta Danorum, vicenda (per quanto leggendaria) del re degli Svear Ingjaldr Ǫnundarson, che secondo il racconto di

1908, pp. 37-Snorri Sturluson (Saga degli Ynglingar, cap. 36) aveva con l’inganno chiamato presso di sé dei ‘re

gjennem 800 år,distrettuali’ (heraðskonungar, cfr. paragrafo successivo) per poi ucciderli impadronendosi dei loro

territori, il che testimonia come il processo di unificazione dovette attuarsi attraverso sanguinosi

conflitti; qui si citano anche fonti medievali nelle quali la nascita del Regno svedese si riconduce

uto il Grande, fuchiaramente all’unione del territorio degli Götar con quello degli Svear. Cfr. pp. 136-138 con nota

se (in particolare149.

ravalle di cui era 75 In HARRISON 2002, pp. 548-564 è assai ben esposto il processo di progressiva affermazione del

potere dei re svedesi sulle regioni settentrionali nel XIII secolo.

Eriks 76 Vd. p. 139 e pp. 242-245.

i dei contadini – 77 Vd. pp. 275-276.

eralmente “uomo 78 Vd. p. 248.

79 Vd. WEIBULL 1949, THORDEMAN 1954 e GALLÉN-LUNDÉN 1960 (tutti in C.4.4).

assa sugli aratri: 80 Sulle figure dei primi santi svedesi vd. HARRISON 2002, pp. 441-449.

l che non impedì 81 A questa battaglia è legato un episodio riferito al cap. 20 della versione breve delle Saghe dei

arato santo). Vd.baglar (su cui cfr. nota 163) riportata nel manoscritto (AM 47 fol., conservato presso l’Università di

VI:Copenaghen, Nordisk Forskningsinstitut) che ha nome Eirspennill ([Libro] con un fermaglio di

rame), risalente all’inizio del XIV secolo, che contiene notizie sui re norvegesi dal 1035 al 1263 (pp.
development of469-470). Si narra che quattro giorni prima dello scontro un fabbro ricevette la visita di un uomo che

voleva far ferrare il suo cavallo. Comprendendo di trovarsi di fronte a una persona singolare egli gli

fece molte domande, ma l’altro, dopo aver lasciato intendere di essere nientemeno che Odino in

persona, balzò via al galoppo saltando oltre un recinto altissimo. Snorri Sturluson del resto riferisce

tre si ricorda la (Saga degli Ynglingar, cap. 9) che spesso gli Svedesi credevano di veder apparire questo dio prima

do il racconto didell’infuriare di grandi battaglie.

esso di sé dei ‘re 82 Località (che dovrebbe trovarsi nel Västergötland) non identificata con certezza nonostante i

nendosi dei loro diversi tentativi degli studiosi: ciò ha fatto sorgere dubbi sull’effettivo svolgimento di questo scontro;

verso sanguinosivd. STEINWALL Å., “Slaget vid Gestilren kan ha varit ett överfall”, in PH 2010: 7, pp. 12-13.

ese si riconduce 83 Più che probabile riferimento a una guerra civile.

36-138 con nota 84 Con “scudo danese” è tradotta l’espressione piuttosto oscura Dahlebergs skylden che

comunque pare fare riferimento a una località danese non meglio identificata.

affermazione del 85 Unità di peso e di valore (corrispondente all’incirca a mezza libbra) di solito usata in relazione

all’oro o all’argento; cfr. p. 209, nota 426.

86 Per le diverse versioni si rimanda a JONSSON – SOLHEIM ET AL. 1978 (C.6.5), p. 64. Il testo qui

riportato è ripreso da Sveriges medeltida ballader, II, nr. 56, Slaget vid Lena, pp. 237-240 (DLO nr.

86).

87 Vd. HARRISON 2002, pp. 119-129.

88 Äldre Västgötalagen (Retlosæ bolkær, I, p. 151); vd. SCOVAZZI 1957 (B.8), pp. 300-301 e pp.

Saghe dei305-307.

o l’Università di 89 Vd. p. 129 con nota 112. Nel composto Eriksgata (dove gata “cammino”, “strada”), il termine

un fermaglio diErik va inteso, piuttosto che come nome proprio, nel senso di “unico signore” (*ein-rikr), il che del

035 al 1263 (pp. resto corrisponde alla più probabile etimologia di Erik (< sved. ant. Erīker, vd. DE VRIES 19622 [B.5],
a di un uomo chep. 97). Questa spiegazione resta rispetto ad altre (vd. KJELLÉN 1889, pp. 26-27 e anche HASSELBERG

singolare egli gli1959) la più plausibile. Vd. anche SCHLYTER C.J., “Om Konungaval, Eriksgata, Kröning och kungliga

no che Odino inrättigheter, enligt Sveriges gamla lagar. Föreläsningar öfver Upl. KgB 1-3”, in Juridiska

el resto riferisce afhandlingar, I, Upsala 1836, pp. 1-54.

questo dio prima 90 Vd. p. 330.

91 Secondo la leggenda la casata di Birger jarl risaliva a tale Folke Filbyter (Fijlbijter),

zza nonostante isoprannome che indicherebbe chi castrava i cavalli con un morso.

i questo scontro; 92 Successivamente (1261) Birger avrebbe preso in moglie Matilde (Mechtild) di Holstein

(ca.1220-1288), vedova del re Abele (Abel) di Danimarca (1218-1252). Cfr. p. 1415, nota 16.

93 Nell’ambito del conflitto russo-svedese è celebre la battaglia sul fiume Neva (15 luglio 1240)

che nella quale il principe Alessandro Jaroslavič (A eкcaH∂p Яpoc aϭuч, 1220-1263), che da questo

successo avrà il soprannome Nevskij (Heϭcкu ), sconfisse l’esercito svedese. Dopo una lunga serie

sata in relazionedi ostilità il confine finlandese fra Russia e Svezia sarebbe stato tracciato nell’accordo di Nöteborg

(finnico Pähkinälinna, presso il punto in cui il fiume Neva fuoriesce dal lago Ladoga) nel 1323. Esso

. 64. Il testo quiavrebbe dovuto partire dall’attuale Systerbäck (finnico Rajajoki/Siestarjoki, russo Cecmpa) sulla foce

37-240 (DLO nr. del fiume omonimo e, toccando Vuoksen, Särkilahti, Varkaus, Karjalankoski e Kolimakoski

raggiungere la parte settentrionale del golfo di Botnia presso la località di Pattijoki (forse tuttavia, un

poco più a sud, quella di Pyhäjoki sulla foce del fiume omonimo), al di sopra del 64° parallelo. Sulla

p. 300-301 e pp.effettiva linea di confine esistevano tuttavia versioni differenti (vd. LUNDKVIST S. “Iura regni – Rikets

rättigheter. Statsledningen och Övre Norrland under sex århundraden”, in EDLUND L-E. – BECKMAN

ada”), il termineL., Botnia. En nordsvensk region, Höganäs 1994, pp. 73-74 e TARKIAINEN 2008 [App. 1], pp. 101-

), il che del 105). Questo trattato è noto anche come Trattato di Orešek (dal nome russo della località, Ope eк,

[B.5], odierna III ucce bбypƨ). Per un’analisi del testo (redatto in due copie l’una in svedese e l’altra in
ASSELBERG latino, vd. p. 378, nota 206) si rimanda a RYDBERG O.S., Traktaten i Orechovetz d. 12 aug. 1323.

ing och kungliga Kritisk undersökning, Stockholm 1876; vd. anche GALLÉN J. – LIND J., Nöteborgsfreden och Finlands

Juridiskamedeltida östgräns, I-III, Helsingfors 1968-1991.

94 Erikskrönikan, pp. 34-36. Su questo testo si rimanda a p. 406.

95 Il soprannome ladulås, per altro noto solo a partire dal XV secolo, si riferisce presumibilmente

),alle statuizioni contenute nella deliberazione di Alsnö (vd. p. 360) che regolamentava il dovere

dell’ospitalità gratuita ai nobili da parte dei contadini, applicando dunque in certo senso delle

) di Holstein‘serrature’ ai fienili e proteggendone il contenuto; vd. HOLMGREN G., “Namnet Ladulås”, in SOS

1952, pp. 41-71.

(15 luglio 1240) 96 Sulla complessa e importante questione dei folkungar vd. BOLIN 1935, SCHÜCK 1959 e

), che da questo HARRISON 2002, pp. 176-181 dove la questione è ben sintetizzata.

o una lunga serie 97 Vd. oltre, p. 358.

rdo di Nöteborg 98 Ciò fa riferimento al fatto che la loro applicazione era garantita da un solenne giuramento (la

a) nel 1323. Essoparola è formata su ed “giuramento” e svärja “giurare”) del re o dello jarl.

) sulla foce 99 Una ricognizione di queste norme si trova in SCHLYTER C.J., “Utkast till edsörelagarnas

e Kolimakoski historia. Föreläsningar öfver UplL. Kg B. 4-9”, in Juridiska afhandlingar, I, Upsala 1836, pp. 55-

forse tuttavia, un 139.

° parallelo. Sulla 100 Già dalla seconda metà del XII secolo il re Canuto Eriksson aveva introdotto un sistema

ra regni – Rikets monetario regolare. Va tuttavia precisato che accanto alla valuta nazionale Birger jarl ne aveva

ECKMANemesso una ‘personale’ (le monete, stampate su un solo lato, recano la lettera ‘B’) che risulta

App. 1], pp. 101-utilizzata nel Västergötland. Il diritto di battere moneta è significativo del suo enorme potere.

eк, 101 Si veda in proposito l’ordinanza di Skänninge del 1285 (DS I, nr. 813, 23 agosto-31 dicembre,

edese e l’altra inpp. 668-670).


d. 12 aug. 1323. 102 Skara nel 1140, Linköping nel 1251 circa, Strängnäs iniziata nel 1260 circa, Östra Åros, cioè

den och Finlands l’attuale Uppsala (dove sarebbero state deposte le reliquie del santo re Erik) nel 1273, Växjö nel XII

secolo.

103 Su questo importante centro religioso vd. HÅKANSON K. – ROSBORN S., “Klostret vid Vättern”,

presumibilmentein PH 1991: 1, pp. 32-35.

entava il dovere 104 Cfr. p. 259.

erto senso delle 105 STFM I, nr. 38, 28 novembre 1154, pp. 72-74.

S 106 DS I, nr. 115, pp. 139-149 (data generica: 1200).

107 STFM I, nr. 97, 21 ottobre 1252, pp. 202-203.

1959 e 108 Vd. oltre, pp. 356-357.

109 DS III, nr. 2196, 26-28 giugno 1319, pp. 406-409.

110 DS III, nr. 2199, 8 luglio 1319, pp. 411-412.

e giuramento (la 111 Nel 1442 questo codice sarà sottoposto a una revisione e la sua nuova versione promulgata dal

re Cristoforo di Baviera: Legge generale per il Paese di Cristoforo (Kristoffers Landslag).

l edsörelagarnas 112 Vd. sopra nota 47. Nel 1343 Valdemaro Nuovo giorno aveva addirittura ceduto

la 1836, pp. 55-definitivamente Scania, Halland e Blekinge al re svedese (STFM II, nr. 266, 18 novembre 1343, pp.

84-92; SUNDBERG 1997 [Abbr.], nr. 22, pp. 61-62), il che non gli impedì in seguito di riprendersi

dotto un sistemaqueste regioni.

ne aveva 113 Vd. il documento nel quale il re concede a “coloro che credono in Cristo, o vogliono

‘B’) che risultaconvertirsi alla fede in Cristo” di trasferirsi “in quel territorio del nostro Regno, detto Lapponia, che è

adiacente a Hälsingland e a Ångermanland” (DLO nr. 87-88) e colonizzarlo liberamente per sé e per i

sto-31 dicembre,propri eredi, a condizione di pagare le tasse al sovrano e ubbidire alle leggi e agli usi del Hälsingland

(DS IV, nr. 3473, 16 marzo 1340, pp. 700-701).


Östra Åros, cioè 114 Vd. pp. 339-340.

3, Växjö nel XII 115 Fin da quando erano ancora bambini Magnus aveva designato i suoi figli Erik e Håkon eredi

rispettivamente del trono svedese e di quello norvegese. Una decisione che, sottolineando il principio

tret vid Vättern”,di ereditarietà del titolo regale, si inquadra nella sua lotta contro l’aristocrazia che ovviamente

propugnava la carica elettiva.

116 August Strindberg (vd. pp. 1082-1083) centrerà la problematica della penitenza sul contrasto

tra Magnus Eriksson e Brigida nel dramma storico Storia dei folkungar (Folkungasagan).

117 Vd. Revelaciones, III, XXXI, 1, p. 184.

118 Sui rapporti tra Brigida e il potere (sia quello ecclesiastico sia quello statale) vedi

l’approfondita analisi di T. Schmid (SCHMID 1940 a [C.6.5], pp. 37-91: cap. 3 “Folkets ledare”); sul

suo conflitto con il re vd. HERGEMÖLLER U., Magnus versus Birgitta. Der Kampf der heiligen Birgitta

von Schweden gegen König Magnus Eriksson, Hamburg 2003. Sulla figura di questa santa vd. anche

e promulgata dal FOGELKLOU 1973, KLOCKARS 1973 (entrambi in C.6.5) e STOLPE 2003; cfr. oltre, pp. 402-403. A lei è

dedicato il romanzo di Sven Stolpe, Fru Birgitta ler (La nobile Brigida sorride), 1955.

dirittura ceduto 119 Con “ciascuna davvero pesante” si è tradotto lo svedese “hwar thera siu liwspund woogh”

embre 1343, pp. che letteralmente significa “ciascuna pesava sette liwspund”. Quest’ultima è una antica unità di

to di riprendersimisura che corrisponde a 8.5 kg.

120 Il brano è tratto dalla Erikskrönikan (DLO nr. 89). Questi tragici avvenimenti sono rievocati

isto, o vogliono anche in una ballata popolare danese dal titolo Re Birger e i suoi fratelli (Kong Birger og hans

Lapponia, che èbrødre); vd. DGF III, nr. 154, pp. 458-469.

nte per sé e per i 121 Dalla seconda metà del XIV secolo il termine härad verrà esteso anche a questa zona.

del Hälsingland 122 Del resto nella provincia di Roden (sulla costa dell’Uppland) essi prendevano nome di

skeppslag (termine nel quale è chiaramente riconoscibile la parola skepp “nave”). In caso di ‘leva’
per la guerra (vd. p. 330) ciascuno di questi doveva fornire una nave con il suo equipaggio e tutto

ik e Håkon eredil’occorrente.

ando il principio 123 Vd. JANSSON 1970 e HAFSTRÖM 1974.

che ovviamente 124 La parola è infatti composta da lag “legge” e saga dallo sved. ant. sagha “esposizione”,

“racconto” (vd. HELLQUIST 19803 [B.5], II, p. 879). In diversi casi le lagsagor, territori con proprie

nza sul contrastoleggi, coincisero con i länder (sing. land) formati dall’unione di villaggi vicini determinata da

esigenze di carattere giuridico ed ecclesiastico.

125 Vd. p. 151.

lo statale) vedi 126 Basti considerare nella Legge generale per il Paese di Magnus Eriksson le statuizioni

kets ledare”); sul sull’elezione del sovrano e sui limiti al suo potere; vd. in particolare la quarta parte della Sezione

heiligen Birgittarelativa al re (Kununkx balker. IIII, pp. 7-8) dove si insiste sul carattere elettivo del sovrano. Si

a santa vd. ancheconsiderino inoltre le limitazioni al suo potere contenute nella sezione V (pp. 8-14) e le statuizioni

402-403. A lei èrelative al Consiglio del Regno (pp. 19-20).

127 Vd. p. 330.

wspund woogh” 128 Vd. anche p. 210.

antica unità di 129 Il grande potere di queste persone è rappresentato assai bene nella figura del drots Bo Jonsson

Grip (1335-1386) che, nominato a questa carica nel 1375, diventò in breve tempo l’uomo più

ti sono rievocatiinfluente del Regno (a lui furono tra l’altro concessi in feudo la Finlandia e le province di Stoccolma,

Birger og hansNyköping e Kalmar).

130 In Svezia compare anche la dignità di marsk, che sembra tuttavia avere minore peso politico

rispetto alla Danimarca (cfr. p. 342 con nota 58).

devano nome di 131 Sull’origine e gli sviluppi di questo organismo vd. SCHÜCK H., Rikets råd och män. Herredags

In caso di ‘leva’ och råd i Sverige 1280-1480, Stockholm 2005.


quipaggio e tutto 132 DS I, nr. 799, 1285, pp. 650-654; la data, non ulteriormente specificata, è quasi certamente

errata (vd. LIEDGREN J., “Alsnö stadgas språk och datering”, in Rättshistoriska studier, XI [1985], pp.

103-117); vd. anche LÖFQVIST 1935 (C.6.1).

“esposizione”, 133 DS I, nr. 115, pp. 139-140 (data non ulteriormente specificata).

itori con proprie 134 In realtà la figura di questo funzionario è presente in tutti i Paesi nordici con funzioni

determinata dadiversificate a seconda dell’ambito di competenza e del periodo storico; le denominazioni sono: dan.

foged, pl. fog(e)der; sved. fogde, pl. fogdar; norv. (bm) fogd, pl. fogder o anche fut, pl. futer (nn: fut,

pl. futar); isl. fógeti, pl. fógetar o fóviti, pl. fóvitar). Si rimanda qui a NIELSEN 1959 (C.6.1), LJUNG

le statuizioni1959, FLADBY 1959 (C.6.3) e LÁRUSSON 1959 (C.6.4).

Sezione 135 Fattorie destinate a questo scopo dovettero in particolare essere quelle indicate dal toponimo

del sovrano. Si Husaby (vd. FOOTE – WILSON 1973 [C.3.4], pp. 128-129).

) e le statuizioni 136 Contenute nell’articolo 1 del decreto di Alsnö (vd. indicazione alla nota 132).

137 DS IV, nr. 3106, 28 gennaio 1335, pp. 407-408 (sulla Eriksgata vd. p. 129 con nota 112). Già

dal secolo precedente si assiste tuttavia in Svezia a una progressiva scomparsa della condizione di

schiavitù.

Bo Jonsson 138 DS I, nr. 390, p. 354. L’etimologia di questo toponimo non è definitivamente chiarita. Fatto

mpo l’uomo piùsalvo il significato di holm “isola”, stock potrebbe avere senso originario di “tronco”, “palo” con

ce di Stoccolma,riferimento ai pali che venivano usati per realizzare ponti rudimentali, tenuto conto che il nucleo

della città sorge su un gruppo di isole; vd. SAHLGREN J., “Namnet Stockholm”, in NoB XXX (1942),

ore peso politicopp. 141-149.

139 “Birger jarl, quell’uomo saggio./ Fece costruire la città di Stoccolma/ con grande giudizio e

män. Herredags molta intelligenza,/ una bella casa e una buona città/ tutti fecero proprio come lui ordinava./ È uno

sbarramento per il lago,/ così che gli abitanti della Carelia non rechino loro molestia./ Il lago è buono,
quasi certamentevi dico perciò:/ ci sono diciannove parrocchie/ e tutt’intorno al lago sette città./ Là ora c’è allegria e

, XI [1985], pp.molta gioia,/ dove prima c’era dolore e molti lamenti/ per via dei pagani, che li aggredivano.” (DLO

nr. 90). La “bella casa” è certamente una costruzione fortificata. Il riferimento allo “sbarramento per

il lago” contro gli abitanti della Carelia è verosimilmente da collegare anche all’aggressione di pirati

ici con funzioniprovenienti dall’est che nel 1187 avevano attaccato Sigtuna dandola alle fiamme e uccidendo

azioni sono: dan.l’arcivescovo. Queste ripetute incursioni furono certamente tra i motivi che indussero alla

fut,fortificazione di quella che sarebbe diventata la città di Stoccolma. Alla fondazione della quale è

JUNGdedicato un lavoro di Pehr Ulric Huldberg (1784-1834) dal titolo Birger jarl, ovvero la fondazione di

Stoccolma, opera teatrale in tre atti (Birger Jarl, eller anläggningen af Stockholm, skådespel i tre

ate dal toponimoakter, 1835).

140 Sui primi secoli della città si può rimandare qui a diversi studi quali HILDEBRAND H. –

LILJEKVIST F. ET AL., Stockholm under medeltiden och Vasatiden. Kort framställning, Stockholm

n nota 112). Già1897; NERMAN 1922; BOLIN G., Stockholms uppkomst. Studier och undersökningar rörande

la condizione diStockholms förhistoria, Uppsala 1933; AHNLUND 1953.

141 Su Sigtuna vd. FLODERUS E., Sigtuna. Sveriges äldsta medeltidsstad, Stockholm 1941.

te chiarita. Fatto 142 DS I, nr. 789, 18 maggio 1284, pp. 644-645.

nco”, “palo” con 143 Sulle origini della città vd. SUNDQUIST N., Uppsala stads historia: I. Östra Åros. Stadens

to che il nucleouppkomst och dess utveckling intill år 1300, Uppsala 1953.

XXX (1942), 144 Vd. oltre, p. 452.

145 Detto in ant. nord. (e dunque ant. norv.) bjarkeyjarrétt (ant. sved. biærkøarætter, dan. medio

rande giudizio ebiærkeræt). Si tratta del diritto che regolamentava i centri commerciali nordici: forse il primo

ordinava./ È unoelemento della parola deriva dal frisone birk “commercio” (una parola con la quale il toponimo che

/ Il lago è buono,indica l’importante centro vichingo svedese di Birka mostra evidente affinità).
ora c’è allegria e 146 Sulla storia del parlamento svedese (riksdag) vd. HADENIUS S., Riksdagen. En svensk historia,

edivano.” (DLO Stockholm 1944.

“sbarramento per 147 Vd. p. 321, nota 119. Sull’importante figura di questo arcivescovo vd. GUNNES E., Erkebiskop

ressione di pirati Øystein. Statsmann og kirkebygger, Oslo 1996.

me e uccidendo 148 Due anni dopo anche l’altro fratello, Øystein, sarebbe stato ucciso. Inge stesso sarebbe poi

indussero allacaduto nel 1161 in uno scontro presso Oslo con i sostenitori dei fratellastri morti.

ne della quale è 149 In relazione all’incoronazione di Magnus era stata anche emanata una regolamentazione

la fondazione di relativa all’elezione del sovrano nella quale si affermava il principio dell’ereditarietà (e, almeno in

, skådespel i trelinea di massima, quello della primogenitura e della nascita legittima), ma si salvaguardava al

contempo il diritto degli alti ecclesiastici e dei più importanti dignitari di intervenire al riguardo. Si

H. – tratta, in ogni caso, del primo tentativo fatto in un Paese europeo per disciplinare la successione al

, Stockholm trono; vd. il commento nell’edizione a cura di E. Vandvik (Latinske dokument til norsk historie fram

ningar rörande til år 1204, Oslo 1959) che riporta il testo alle pp. 62-65. Vd. anche HOLMSEN A., “Erkebiskop

Eystein og tronfølgeloven av 1163”, in NHT XLIV (1965), pp. 225-266 e TOBIASSEN T.,

“Tronfølgelov og privilegiebrev”, in HOLMSEN A. – SIMENSEN I., Norske historikere i utvalg 2.

Samfunnsmaktene brytes, Oslo 1969, pp. 216-292.

a Åros. Stadens 150 In HOLMSEN 1971-19774 (B.3), I, p. 208, si sostiene tuttavia che il richiamo a Olav il Santo

non è da intendere come un atto di sottomissione alla Chiesa. Appare chiaro in ogni caso che

l’impostazione data dall’arcivescovo Øystein all’investitura di Magnus corrisponde agli interessi

, dan. medio ecclesiastici.

: forse il primo 151 Questo ironico appellativo era dovuto al fatto che costoro, essendo molto poveri, usavano

il toponimo checortecce di betulla al posto delle normali calzature.

152 Ant. norv. Eyraþing. Questa assemblea si affiancava nella regione all’importante Frostating;
n svensk historia, in seguito allo stabilirsi della consuetudine di proclamare qui il re norvegese, essa acquisì particolare

prestigio. Il soprannome di Øystein faceva riferimento ai suoi tratti fanciulleschi quasi ‘femminili’.

Erkebiskop 153 Vd. p. 372.

154 Il soprannome gli derivava dalle conseguenze di una ferita al collo ricevuta durante la sua

esso sarebbe poipartecipazione a una crociata nel 1153.

155 La radicata tradizione secondo la quale la cattedrale di Trondheim (l’antica Nidaros) è stata

egolamentazionecostruita sul luogo della prima sepoltura del santo sovrano è stata negli ultimi decenni messa in

età (e, almeno indiscussione (vd. EKROLL 2000 [C.4.3]).

salvaguardava al 156 L’arcivescovo si richiamava al diritto canonico e al codice (che per altro non possediamo)

e al riguardo. Si definito Gullfjǫðr (“Penna d’oro”) redatto a quanto pare dal suo predecessore Øystein, mentre il re

a successione al faceva riferimento alle statuizioni di Olav il Santo e alla cosiddetta Grágás (“Oca grigia”), codice

rsk historie fram giuridico del Trøndelag fatto risalire al re Magnus Olavsson, figlio illegittimo di Olav (cfr. p. 423).

A., “Erkebiskop 157 Saga di Sverre, cap. 117.

T., 158 La posizione del re e il suo tentativo di limitare il potere della Chiesa è espressa nell’anonimo

kere i utvalg 2.pamphlet, cui il celebre antiquario islandese Árni Magnússon (vd. pp. 587-588) diede il significativo

titolo Discorso contro il clero norvegese (Oratio contra clerum Norvegiæ), conservato in un

a Olav il Santo manoscritto databile tra il 1320 e il 1330 (AM 114 a, 4to) ma certamente riconducibile all’ambiente

n ogni caso chedella corte del re Sverre. Il testo, il cui stile rimanda alla cancelleria reale di Oslo, è infatti molto

de agli interessi probabilmente copia di un più antico originale. In proposito si può leggere GUNNES E., Kongens ære.

Kongemakt og kirke i “En tale mot biskopene”, Oslo 1971.

poveri, usavano 159 La figura dell’alfiere (ant. nord. merkismaðr) godeva di una posizione di prestigio nell’ambito

della corte. Questa persona che doveva sempre seguire il re aveva anche importanti riconoscimenti,

tante Frostating;quale – fra gli altri – il diritto di far parte del Consiglio di reggenza. Questa dignità scomparve nei
cquisì particolare primi decenni del XIV secolo.

160 Vd. p. 125, nota 102.

161 DLO nr. 91.

a durante la sua 162 Assai significativo è il testo della lettera di riconciliazione inviata da Håkon ai vescovi, nella

quale egli dichiara di voler rispettare le prerogative della Chiesa purché ciò non vada a scapito della

Nidaros) è stataCorona e, contemporaneamente, si preoccupa dei contadini, vittime senza colpa di questa vera e

ecenni messa in propria ‘guerra civile’ (DN VIII: 1, nr. 5, 1202, pp. 6-8): “Ora, dal momento che questi dissidi e

questioni ci sono stati a lungo tra di noi, con molte sofferenze e grandi difficoltà per noi e soprattutto

non possediamo) per chi [in ciò] ha avuto meno parte, il contadino, che abita il Paese […]” (DLO nr. 92).

ein, mentre il re 163 Delle lotte fra i birkibeinar e i baglar riferiscono le cosiddette Saghe dei baglar (Bǫglunga

grigia”), codicesǫgur), delle quali possediamo una versione più lunga e una più breve (che arriva fino al 1208). È

interessante notare come l’autore della versione più breve (un islandese) promuova innanzi tutto il

punto di vista dei baglar, mentre la versione più lunga si deve a una persona che appare vicina a una

ssa nell’anonimofigura eminente del partito dei birkibeinar, forse addirittura lo stesso Inge Bårdsson.

e il significativo 164 Vd. p. 287, nota 13.

onservato in un 165 Vd. Norske Middelalder Dokumenter i utvalg ved S. BAGGE – S. HOLSTAD SMEDSDAL ET. AL.,

bile all’ambiente Bergen-Oslo-Tromsø 1973, pp. 104-109. In quegli anni Håkon aveva anche emanato diverse leggi

o, è infatti molto‘nuove’ che riformavano in profondità il diritto norvegese (NGL I, pp. 121-126 e NGL IV, pp. 19-

Kongens ære.25); cfr. GUNNES 1971 in nota 158, p. 366. Cfr. sopra, nota 149.

166 NGL I, p. 446.

tigio nell’ambito 167 La figlia di Håkon, Cristina (1234-1262), fu data in sposa al principe Felipe di Castiglia

i riconoscimenti,(1231-1274) nel 1258; al sultano di Tunisi Håkon inviò una delegazione nel 1262.

à scomparve nei 168 Con l’eccezione – a quanto pare – del Borgarting (cfr. p. 371).
169 Cfr. p. 211 con nota 434.

170 Vd. oltre, pp. 383-384 e p. 1452 con nota 183. L’impero norvegese raggiunse la sua massima

estensione nel 1265, poco dopo l’annessione della Groenlandia e dell’Islanda e prima della cessione

ai vescovi, nella delle Ebridi e dell’isola di Man alla Scozia in cambio del riconoscimento del dominio norvegese sulle

da a scapito dellaShetland e le Orcadi sanciti dal trattato di Perth del 1266 (DN VIII: 1, nr. 9, 2 luglio 1266, pp. 13-17;

di questa vera e cfr. il rinnovo dell’accordo in DN XIX: 1, nr. 482, 29 ottobre 1312, pp. 597-603). Nel 1273 una

questi dissidi ecommissione mista norvego-svedese stabiliva la linea di confine tra i due Paesi dal fiume Götaälv

noi e soprattuttoalla regione di Ångermanland (STFM I, nr. 120, pp. 242-262, la data resta tuttavia incerta).

171 NGL II, pp. 462-480.

glunga 172 Vd. pp. 336-338.

fino al 1208). È 173 La notizia in proposito ci viene da un successivo decreto con il quale il re Håkon Magnusson

a innanzi tutto il revocava questo titolo (DN I: 1, nr. 125, 13 gennaio 1310, pp. 113-114).

pare vicina a una 174 Nel 1332 appena assunte in pieno le proprie funzioni Magnus era entrato in conflitto con i

Norvegesi, tra l’altro destituendo il potente Erling Vidkunsson (1293-1355), una sorta di governatore

generale nominato nel 1323 dagli ecclesiastici e dai nobili, il quale aveva di fatto sino ad allora

.,gestito la politica del Paese: costui fu dunque uno dei capi della rivolta contro il sovrano trascinatasi

ato diverse leggifino all’anno successivo. Un’altra rivolta ebbe luogo tra il 1338 e il 1339.

IV, pp. 19- 175 Vd. 7.1.

176 Vd. nota 152.

177 Basti pensare alle norme sopra citate relative al diritto di salire al trono.

lipe di Castiglia 178 Vd. la versione della Saga di Olav Tryggvason di Oddr Snorrason, cap. 45: “E fra i Norvegesi

si chiama fylki quello che deve fornire dodici navi equipaggiate di uomini e armi, e su ogni nave

[devono] esserci sessanta o settanta uomini, come era d’uso” (DLO nr. 93). Sulla consuetudine della
‘leva’ vd. sopra, p. 330.

e la sua massima 179 Vd. CLEASBY – VIGFUSSON 1957 (B.5), p. 257.

ma della cessione 180 Abbiamo infatti termini quali þriðjung (pl. þriðjungar) “terzo”, fjórðung (pl. fjórðungar)

o norvegese sulle “quarto”, séttungr (pl. séttungar) “sesto”, áttung (pl. áttungar) “ottavo”, talora usati in relazione a

1266, pp. 13-17;suddivisioni amministrative di tipo ecclesiastico.

). Nel 1273 una 181 Vd. sopra, p. 211.

al fiume Götaälv 182 Vd. in proposito, HELLE 1998 (B.3), II, pp. 148-151 e SCHREINER 1936. Nell’iscrizione runica

svedese di Turinge (Södermanland, seconda metà dell’XI secolo) si trova l’espressione “i migliori

uomini del Paese” (bistra mana : a : lanti) che conosce un precedente nell’iscrizione sulla pietra

danese di Skivum nello Jutland (l(ą)nt : mąną : baistr) risalente al X secolo. Qui la contiguità dei

åkon Magnussontermini (mana : a : lanti e l(ą)nt : mąną) ha indotto taluni studiosi a riconoscere una allusione a

funzionari come i lendmenn norvegesi che avrebbero potuto essere presenti anche in questi Paesi (la

n conflitto con i questione è ben sintetizzata in CUCINA 1989 [C.3.1], p. 184, nota 575).

ta di governatore 183 Vd. KRAG 1982; cfr. sopra, p. 341 con nota 57 e p. 360.

o sino ad allora 184 In Norvegia alle funzioni dello syslumann paiono corrispondere anche quelle del fogd (ant.

rano trascinatasinorv. foguti/fogutr); cfr. nota 134.

185 E, contemporaneamente, quello di skutilsvein (pl. skutilsveinar, letteralmente “ragazzo [che

siede] a tavola”) che indicava una determinata dignità fra gli uomini di corte (tuttavia di grado

inferiore a quella dei lendmenn) in riddari “cavaliere”.

186 Il decreto di cancellazione è del 17 giugno 1308 (NGL IV, pp. 74-81); vd. SCHREINER J.,

E fra i Norvegesi “Retterboten av 1308”, in NHT XXXI (1937-1940), pp. 1-27. Cfr. p. 210.

, e su ogni nave 187 A costoro era forse dedicata una saga che ritroviamo in forma frammentaria nella Bella

nsuetudine dellapergamena e nella Heimskringla di Snorri Sturluson (vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 [B.4], p. 169).
188 Cfr. p. 151 e p. 358.

189 La trasformazione della nobiltà norvegese, non più espressione di potentati locali bensì

) piuttosto definita dal rapporto personale del singolo con il sovrano, appare in forma tangibile nelle

ti in relazione aparole di incitamento rivolte da Sverre Sigurdsson ai birkibeinar prima della battaglia di Kalvskinnet

del 19 giugno 1179: “Ora vi spiegherò che cosa voi avete da guadagnare. Colui che di fronte a

testimoni veritieri uccide un lendmann, questi diventerà lendmann. Ognuno acquisirà la dignità che si

iscrizione runica sarà procurata da sé. Diventerà uomo di corte colui che uccide un uomo di corte, e per questo avrà da

sione “i migliorinoi molte altre cose buone [sotto forma di doni] d’onore. Ora dobbiamo agire per questo […]”

ione sulla pietra(Sverris saga, cap. 35; DLO nr. 94).

la contiguità dei 190 In questo testo si esprime l’adeguamento della Chiesa norvegese al diritto canonico. Il

una allusione a manoscritto in cui esso è contenuto è stato scoperto da W. Holtzmann a Londra negli anni ’30 del

n questi Paesi (laNovecento e da lui pubblicato nel 1938 (HOLTZMANN W., “Krone und Kirche in Norwegen im 12.

Jahrhundert [Englische Analekten III]”, in Deutsches Archiv für Geschichte des Mittelalters namens

des Reichsinstituts für ältere deutsche Geschichtskunde (MGH), II, 1938, pp. 341-400, il testo alle

(ant.pp. 376-400). Questo manoscritto risale all’inizio del XIII secolo, tuttavia resta dubbio se la

redazione di questo testo si leghi alla istituzione dell’arcivescovato di Nidaros o se esso sia stato in

te “ragazzo [che seguito rielaborato dall’arcivescovo Øystein Erldensson.

uttavia di grado 191 Che tuttavia, come altrove, paiono in diversi casi formarsi attorno a chiese fatte costruire da

importanti personaggi.

J., 192 Vd. p. 330.

193 Vd. la Saga di Olav Tryggvason di Snorri Sturluson, cap. 70 (cfr. p. 253).

Bella 194 Nella sua Storia dell’antichità dei re norvegesi, Theodricus Monachus (vd. p. 411) definisce

significativamente Nidaros “capitale di tutto il Regno” (cap. 10, p. 17: “caput totius regni”).
195 Vd. la Saga di Olav il Quieto (Óláfs saga kyrra, decima parte della Heimskringla di Snorri

tati locali bensìSturluson), cap. 2.

a tangibile nelle 196 Vd. la Saga di Araldo Sigurdsson (Haralds saga Sigurðarsonar), cap. 58. Per la storia più

a di Kalvskinnetantica della capitale norvegese vd. NEDKVITNE A. – NORSENG P.G., Byen under Eikaberg. Fra byens

che di fronte aoppkomst til 1536, Oslo 1991 (= Oslo bys historie, I).

la dignità che si 197 La regolamentazione dei codici per le città è dovuta soprattutto a Magnus Emendatore di

er questo avrà da leggi; cfr. nota 145.

per questo […]” 198 Vd. HOLMSEN 1971-19774 (B.3), I, pp. 197-198 e p. 206.

199 Lo Specchio del re è un’opera incompleta: delle quattro parti previste (dedicate

tto canonico. Ilrispettivamente ai commercianti, al re e alla sua corte, agli ecclesiastici e ai contadini) solo le prime

egli anni ’30 del due sono state portate a termine.

Norwegen im 12. 200 DN V: 1, nr. 4, 6 ottobre 1250, pp. 3-5.

telalters namens 201 STFM I, nr. 94, 1250 o 1251, pp. 197-199; vd. anche STFM I, nr. 107, 15 agosto 1256 o 1260

400, il testo alle(vd., ibidem, nota 1, pp. 214-215), pp. 213-215 in cui i privilegi concessi da Birger jarl a Lubecca

ta dubbio se lavengono confermati.

esso sia stato in 202 DN V: 1, nr. 10, 18 luglio 1278, pp. 10-12.

203 DD II: 3, nr. 104, 17 agosto 1284, pp. 112-113; nr. 110, 29 novembre 1284, pp. 117-118 e nr.

atte costruire da 111, 29 novembre 1284, pp. 118-119, ma, soprattutto, nr. 116, 29 novembre 1284, pp. 123-124.

204 STFM I, nr. 140, 3 luglio 1285, pp. 288-290; cfr. nr. 141, 7 ottobre 1285, pp. 290-291; nr. 142,

31 ottobre 1285, pp. 292-297; nr. 142 a, stessa data, p. 298 e nr. 142 b, stessa data, pp. 298-299.

205 DD II: 6, nr. 75, 4 luglio 1307, pp. 64-65.

p. 411) definisce 206 STFM I, nr. 205: I, 12 agosto 1323, pp. 434-504 (da pp. 504 a p. 513 il successivo trattato di

pace tra la Norvegia e Novgorod, nr. 205: II, 3 giugno 1326); SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 17, pp. 51-
di Snorri52.

207 DN VIII: 1, nr. 186, 3 agosto 1369, pp. 232-233 e nr. 187 (stessa data), pp. 234-235.

Per la storia più 208 DD III: 8, nr. 449, pp. 468-479; nr. 450, pp. 479-484; nr. 451, pp. 484-486; nr. 452, pp. 486-

aberg. Fra byens493; nr. 453, pp. 493-495; nr. 454, pp. 495-496 e nr. 455, pp. 496-498, tutti in data 24 maggio 1370.

209 Più oltre (pp. 540-543) è inserito uno schema analogo relativo al periodo dal XV al XVII

s Emendatore disecolo. Sui Fratelli vitaliani cfr. p. 438, nota 7.

210 Vd. pp. 151-152.

211 Nel Libro degli Islandesi (cap. 2) Ari Þorgilsson informa che esso fu scelto da tale Grímr

eviste (dedicategeitskǫr (forse “Capelli di capra”), che a questo scopo aveva viaggiato per tutta l’Islanda. Vd.

ni) solo le primeBJÖRNSSON BJ.TH., Þingvellir. Staðir og leiðir, Reykjavík 19944.

212 Vd. p. 197 con nota 384 e p. 209.

213 Il goði e i suoi þingmenn erano dunque solitamente un gruppo compatto che portava avanti

osto 1256 o 1260determinati interessi.

a Lubecca 214 Vd. p. 151.

215 Nel Diplomatarium islandicum sono conservate diverse lettere di rimprovero dell’arcivescovo

Øystein Erlendsson per il comportamento degli isolani non conforme ai dettami della Chiesa (DI I:

pp. 117-118 e nr.nr. 38, 1173, pp. 218-223; nr. 40, 1176 circa, pp. 230-233; nr. 53, 1179, pp. 258-260 e nr. 54, 1180,

pp. 260-264); si ricordi che la provincia ecclesiastica islandese era passata nel 1152-1153 dalla

290-291; nr. 142, giurisdizione dell’arcivescovato di Lund a quello di Nidaros.

216 Cfr. p. 269.

217 KUHN 1971, p. 42 e pp. 112-113. Si tenga presente che i goðar erano esentati dal pagamento

essivo trattato di delle decime.

.), nr. 17, pp. 51- 218 Vd. ARI ÞORGILSSON, Libro degli Islandesi, cap. 10. Su Sæmundr Sigfússon vd. pp. 283-284
con nota 3.

219 Vd. p. 278.

nr. 452, pp. 486- 220 Vd. p. 323 con nota 127.

221 Vd. DI I, nr. 72, 1190, pp. 289-291.

dal XV al XVII 222 In questo contesto si inserisce l’episodio dello scontro avvenuto il 9 settembre 1208 a Viðines

(presso Hólar) tra gli uomini del vescovo e alcuni potenti goðar con i loro seguaci. In quell’occasione

trovò la morte il goði Kolbeinn Tumason (n. 1171), del quale è detto che prima di morire compose

to da tale Grímrl’inno dal titolo “Ascolta creatore dei cieli” (Heyr himna smíðr) che è rimasto un classico della

a l’Islanda. Vd. poesia religiosa islandese ed è considerato il più antico salmo composto in Islanda.

223 Hvammur í Dölum si trova nella zona occidentale dell’Islanda sul fiordo omonimo.

224 In DE VRIES 1964-1967 (B.4), II, pp. 4-6 è ben riassunta la serie degli eventi che diede il via

e portava avantialle lotte violente e sanguinose che sfociarono nella guerra civile.

225 L’importanza di Snorri come figura politica è sottolineata non soltanto dalla duplice nomina a

lǫgsǫgumaðr, ma anche dalle missioni diplomatiche da lui compiute all’estero tra il 1218 e il 1220:

dell’arcivescovoinnanzitutto in Norvegia proprio alla corte di Håkon Håkonsson, ma anche (nel 1219) in Svezia

I:(forse addirittura visitando il luogo in cui sarebbe poi sorta Stoccolma); tra l’altro in questo Paese

0 e nr. 54, 1180,egli aveva incontrato a Skara Eskil, lagman dei Västgötar e fratello di Birger jarl. Su Snorri cfr. p.

1152-1153 dalla287, nota 13; cfr. anche p. 368.

226 L’accordo fu poi rinnovato nel 1302. Questo trattato consentiva al re norvegese di raggiungere

un risultato lungamente perseguito. Già di Araldo Bella chioma è detto che aveva cercato di

ti dal pagamentosottomettere gli Islandesi al proprio potere, inviando nell’isola come emissario tale Uni (figlio di quel

Garðarr che era stato tra i primi ad avvistare l’isola, cfr. p. 146), promettendogli in cambio il titolo di

vd. pp. 283-284jarl. Ma la sua missione era stata un fallimento (Landnámabók, pp. 299-300). Anche il re Olav il
Santo aveva fatto il medesimo tentativo, affidando l’incarico a Þórarinn Nefjólfsson: al rifiuto degli

Islandesi questi aveva chiesto che concedessero al sovrano almeno l’isolotto settentrionale di

Grímsey, ricevendo tuttavia un ulteriore diniego. Un nuovo inutile passo era stato fatto con Gellir

Þorkelsson (vd. SNORRI STURLUSON, Saga di Olav il Santo, capp. 125-126 e cap. 136).

e 1208 a Viðines 227 Vd. p. 423.

n quell’occasione 228 DI II, nr. 1, 1 giugno 1253, p. 1.

morire compose 229 DI II, nr. 167, 2 maggio 1297, pp. 323-325.

un classico della 230 Si ricordi qui, a esempio, il governatore Smiður Andrésson (data di nascita ignota), di origini

norvegesi, al quale si opposero gli abitanti dell’Eyjafjörður che lo uccisero con i suoi uomini nella

località di Grund l’8 luglio 1362.

che diede il via 231 Vd. 7.1.

232 Vd. p. 429 con nota 381.

duplice nomina a 233 Il riferimento è agli ecclesiastici. DLO nr. 95.

l 1218 e il 1220: 234 Vd. p. 151 con nota 196. Nella Saga di Þórir del pollame (Hœnsa-Þóris saga) al cap. 9 si

1219) in Svezialascia intendere che i terreni sui quali sorgevano fattorie abbandonate (nel caso specifico in seguito a

in questo Paeseun incendio) erano da considerarsi a disposizione di chi ne prendesse possesso secondo le procedure

Su Snorri cfr. p. stabilite.

235 È verosimile che circa 20.000 persone si siano insediate sull’isola durante il periodo della

se di raggiungerecolonizzazione e che il loro numero sia poi salito fino a raggiungere nel XIII secolo una cifra variante

veva cercato ditra le 32.500 e le 39.000 persone (vd. BENEDICTOW 2003, p. 247).

Uni (figlio di quel 236 Vd. p. 151.

ambio il titolo di 237 Cap. 5.

che il re Olav il 238 Cfr. p. 372.


n: al rifiuto degli 239 Con l’introduzione del dominio norvegese in Islanda il ‘governatore’ Gizurr Þorvaldsson

settentrionale di(1208-1268) aveva avuto il titolo di jarl; questo titolo tuttavia era stato abolito qualche anno dopo la

fatto con Gellir sua morte. Dal XV secolo il titolo di hirðstjóri fu sostituito da quello di höfuðsmaður e la carica

affidata a stranieri.

240 KUHN 1971, pp. 107-108. L’introduzione, nel 1016 circa, del divieto di ‘esporre’ i neonati

(pratica che doveva riguardare in primo luogo i figli di persone prive di sufficienti mezzi di

sussistenza) determinò l’incremento numerico degli schiavi modificando il rapporto tra la loro

gnota), di origini produttività e i costi per il loro mantenimento.

uoi uomini nella 241 Vd. sopra, p. 269; cfr. p. 162.

242 Vd. sopra, p. 385.

243 Attorno all’anno 934 a esempio c’era stata una spaventosa eruzione vulcanica (cfr.

Landnámabók, p. 328 e pp. 330-331), a quanto pare addirittura peggiore di quella che avrebbe

devastato il Paese tra il giugno del 1783 e il febbraio del 1784 (su cui vd. pp. 724-726). Le terribili

) al cap. 9 siconseguenze di questa eruzione furono tuttavia superate dal momento che la densità abitativa ancora

ifico in seguito a relativamente bassa scongiurò effetti tragici pari a quelli verificatisi nel XVIII secolo. Vd. STOTHERS

ndo le procedureR.B., “Far Reach of the Tenth Century Eldgjá Eruption, Iceland”, in Climatic Change, XXXIX: 4

(1998), pp. 715-726, dove si dà conto di tutte le fonti che fanno riferimento a questo evento.

il periodo della 244 La parola significa letteralmente “misura di tessuto”, nel che è indicato chiaramente anche il

una cifra variante suo valore come merce di scambio (vd. FOOTE – WILSON 1973 [C.3.4], p. 55).

245 In questo ambito va ricordato il naufragio di venticinque navi mercantili inglesi sulle coste

islandesi nel 1419, così come l’aggressione da parte dell’equipaggio di una flotta inglese che nel

1431 operò saccheggi e uccisioni e anche l’assassinio del rappresentante reale Björn Þorleifsson

(nato attorno al 1408) da parte degli Inglesi nel 1467; inglesi furono anche tre vescovi delle diocesi
zurr Þorvaldssond’Islanda: John Williamson Craxton (morto attorno al 1440), nominato prima per la diocesi di Hólar

che anno dopo la(1425) e poi per quella di Skálholt (1435), John Bloxwich (date ignote), nominato a Hólar (1435), e

e la carica Robert Wodborn (date ignote), suo successore (1441): in realtà solo il primo fu in Islanda tra il 1427

e il 1433 (o 1434). Non fa dunque meraviglia che il XV secolo sia ricordato nella storia islandese

sporre’ i neonati come “periodo inglese” (enska öldin). Vd. ÞORSTEINSSON 1970 (C.7.4).

icienti mezzi di 246 Vd. JÓHANNESSON Þ., “Plágan mikla 1402-1404”, in Skírnir, 1928, pp. 73-95.

orto tra la loro 247 Una buona parte dei quelli del secondo tipo risalgono tuttavia, secondo S. Fridell, al periodo

vichingo (FRIDELL 2002 [C.6], p. 974): a questo studio, in primo luogo, si rimanda.

248 In nordico il verbo brenna significa “incendiare”, mentre sviða “bruciacchiare” fa riferimento

a un’area forestale che è stata ripulita con il fuoco per la coltivazione.

vulcanica (cfr. 249 Cfr. pp. 161-162.

ella che avrebbe 250 Cfr. p. 208, nota 422.

726). Le terribili 251 Si pensi alla fortificazione detta Akershus a Oslo, alle rovine dell’imponente fortezza di

abitativa ancoraHammershus sull’isola di Bornholm, o anche al termine hus nel senso di “casa fortificata” usato in

TOTHERS relazione alla fondazione di Stoccolma da parte di Birger jarl (vd. p. 361 con nota 139).

, XXXIX: 4 252 In Danimarca grande rilievo ebbe il celebre monastero di Sorø, nella Selandia sud-occidentale,

fondato dal padre dell’arcivescovo Absalon Asser Rig (ca.1080-1151), che costituiva il più grande

ramente anche il complesso conventuale del Nord. Dopo la riforma esso fu trasformato in una celebre accademia,

importante punto di riferimento del mondo culturale danese. Cfr. p. 466 con nota 19, p. 570 con nota

glesi sulle coste 176, p. 774, nota 408 e p. 884 con nota 90.

inglese che nel 253 Tra gli eruditi danesi formatisi in Francia nel XIII secolo il filosofo Boëthius (Bo) de Dacia

jörn Þorleifsson(morto nel 1280 circa) che avrebbe anche insegnato presso l’Università di Parigi (forse tuttavia

ovi delle diocesisvedese: vd. NORDSTRÖM J., “Bidrag rörande Boetius de Dacia”, in Samlaren, VIII [1927], pp. 39-47)
diocesi di Hólare il teologo e filosofo Martinus de Dacia (Morten Mogensen, morto a Parigi nel 1304), cancelliere del

Hólar (1435), e re Erik Menved e avversario dell’arcivescovo Jens Grand (cfr. p. 336); più tardi (negli anni ’70 del

landa tra il 1427 XIV secolo) Jacobus Nicholai de Dacia (morto dopo il 1379) autore in latino di versi in onore della

storia islandeseMadonna e di un testo sulla metrica (Liber de Distinccione Metrorum). Cfr. anche nota 262.

254 Rispettivamente a Bologna e a Oxford. A Bologna risultano aver studiato anche gli

arcivescovi Jens Grand ed Esger Juul (morto nel 1325). Vd. l’elenco riportato in CARØE K., “Danske,

ridell, al periodonorske og holstenske studerende ved universitetet i Bologna 1289-1525”, in KSam VI (1911-1913),

pp. 375-381.

e” fa riferimento 255 Un latino nel quale tuttavia non di rado vengono inserite, adattandone la forma, parole danesi

(vd. SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], I, pp. 205-206).

256 Di un certo interesse è anche la Cronaca di Lejre (cfr. p. 132), che trattando esclusivamente

del periodo pagano si pone come una sorta di introduzione alla Cronaca di Roskilde, che prende

ente fortezza diavvio ‘solamente’ dall’anno 826 (e sarà poi estesa dal 1140 ca. al 1157).

tificata” usato in 257 Il primo testo, redatto verosimilmente da un sacerdote anglosassone attivo presso la chiesa di

Sant’Albano a Odense, va collegato con la solenne deposizione delle reliquie: si intitola Passione di

sud-occidentale,San Canuto Re e Martire (Passio Sancti Canuti Regis et Martyris). Il secondo, opera di Ælnoth di

va il più grande Canterbury (date ignote), che viveva in Danimarca, è databile al 1120 circa: come si comprende

ebre accademia,anche dal titolo Opere del Re Svend Magnus e dei suoi figli e Passione del gloriosissimo Re e

, p. 570 con notaMartire Canuto (Gesta Swenomagni Regis et Filiorum eius et Passio gloriosissimi Canuti Regis et

Martyris) riguarda anche il re Svend Estridsen e i suoi figli (la parte dedicata a Canuto inizia al cap.

) de Dacia5). A Canuto Lord era dedicata una agiografia redatta da tale Robert, monaco del convento

gi (forse tuttaviacistercense di Ely (nella parte orientale del Cambridgeshire), un testo andato perduto. Un altro

1927], pp. 39-47)inglese per altro sconosciuto è l’autore della Storia di S. Canuto condottiero e martire (Historia S.
), cancelliere delCanuti ducis et martyris) composta probabilmente in occasione della solenne incoronazione del figlio

egli anni ’70 del di Valdemaro I (vd. p. 328, nota 2).

si in onore della 258 Non si sa infatti se il cosiddetto Libro di Dalby (Dalby-bog), manoscritto finemente miniato

risalente alla seconda metà dell’XI secolo e che contiene i Vangeli e altri scritti, sia stato composto

diato anche glinel luogo in cui è stato conservato (il convento agostiniano di Dalby in Scania) o se provenga

K., “Danske,dall’estero. Del resto è evidente che gli ecclesiastici stranieri usavano portare con sé testi religiosi da

VI (1911-1913),utilizzare nel loro ministero. Ansgar medesimo lo aveva fatto nel corso del suo primo viaggio, ma i

suoi preziosi volumi erano finiti nelle mani dei pirati che lo avevano assalito (cfr. p. 240). Il

ma, parole danesi manoscritto del Libro di Dalby (Gml. kgl. saml. 1325, 4to) è conservato nella Biblioteca reale (Det

kongelige bibliotek) di Copenaghen. Di quest’opera, a quanto risulta, non è ancora stato pubblicato

o esclusivamente un facsimile né un’edizione critica ed esso è disponibile solo in microfilm. Vd. ANDERSEN M.G.,

, che prende“Dalbybogen. Et evangeliarium fra det 11. århundredes sidste trediedel”, in NTBBV LXXXIII (1996),

nr. 2, pp. 67-128.

esso la chiesa di 259 DD I: 2, nr. 21, 21 maggio 1085, pp. 43-52; vd. HALD KR., “Knud den Helliges Gavebrev. Et

Passione dibidrag til det danske skriftsprogs ældste historie”, in APhS XXI (1952), pp. 105-142. Il più antico

era di Ælnoth di libro del Nord è considerato il Libro dei morti [della cattedrale] di Lund (Necrologium Lundense),

me si comprende attualmente conservato presso la Biblioteca universitaria (Lunds universitets bibliotek) di quella città

oriosissimo Re e(Codex Mediaevalis VItus), in cui, secondo un uso piuttosto diffuso e testimoniato anche altrove,

Canuti Regis etvenivano elencati i decessi, ma nel quale trovano posto molte altre interessanti annotazioni. Risulta

uto inizia al cap. iniziato nel terzo decennio del XII secolo. Di poco posteriore (1139-1146) è il primo Libro delle

co del conventodonazioni [della cattedrale] di Lund (Liber daticus Lundensis), una sorta di ‘registro’ delle donazioni

erduto. Un altro (secondo un uso che si ritroverà comunemente altrove).

Historia S. 260 Si tratta del cosiddetto Codex Runicus (AM 28, 8vo fol.) conservato presso l’Università di
nazione del figlioCopenaghen (Nordisk forskningsinstitut). Una parafrasi latina del testo di questa legge, realizzata da

Andrea Sunesen, si intitola Legge provinciale della Scania di Andrea Sunesen (Andreæ Sunonis Lex

nemente miniatoScaniæ Provincialis).

a stato composto 261 In latino abbiamo la versione di una Legge di corte (Lex castrensis, ant. dan. Withærlagh)

) o se provenga curata da Svend Aggesen, sulla base – secondo quanto da lui stesso affermato (cap. 2) – di un

testi religiosi dariassunto danese delle leggi che Canuto il Grande aveva emanato per gli uomini della sua corte. Si

mo viaggio, ma itratta di un testo di grande interesse che riflette un cambiamento determinante. La ‘corte’ di questo

(cfr. p. 240). Ilre, composta da ben tremila uomini, rappresenta infatti il passaggio dal seguito tradizionale dei capi e

Det dei sovrani vichinghi (vd. p. 211) a un organismo strutturato secondo nuove e diverse necessità

stato pubblicato (comprendeva infatti, su modello inglese, guardie del corpo, guardie di corte e funzionari) che si

M.G.,adegua a un diverso e più vasto potere e che costituisce dunque una prima espressione della nuova

LXXXIII (1996),amministrazione e della nuova ‘nobiltà’. Sul diritto danese nel medioevo vd. FENGER 1983 (B.8).

262 A lui si fanno risalire testi medici che dovettero essere molto diffusi, come dimostrano le

ges Gavebrev. Etsvariate copie manoscritte nelle diverse lingue volgari (danese, svedese, norvegese, islandese; vd.

42. Il più anticoHARPESTRÆNG HENRIK, Danske Lægebog). Con lui è probabilmente da identificare un Henricus de

),Dacia che risulta aver studiato medicina a Orléans nel XII secolo. In Svezia compaiono tuttavia

) di quella città anche testi medici ‘autonomi’. Vd. Läke-och örte-böcker från Sveriges medeltid, utgifna af G.E.

o anche altrove,KLEMMING, Stockholm 1883-1886 (SSFS: 26), dove è comunque compreso anche un testo che si rifà

otazioni. Risultaa Harpestræng (pp. 3-10).

Libro delle 263 Il riferimento è, verosimilmente, alla grammatica, alla retorica e alla filosofia.

’ delle donazioni 264 Chronica Slavorum, III, 5 (DLO nr. 96). Arnoldo (morto intorno al 1212) fu abate del

convento di San Giovanni a Lubecca. La sua cronaca copre gli anni dal 1171 al 1209.

o l’Università di 265 Il genere della poesia in latino a contenuto laico nel XV secolo è rappresentato solo nell’opera
ge, realizzata dadi Morten Børup (morto nel 1526).

reæ Sunonis Lex 266 Quest’opera riprende in traduzione la rielaborazione tedesca di un testo elementare di teologia

scritto in latino e assai diffuso nel medioevo. L’originale è probabilmente da attribuire a Onorio di

)Autun (Honorius Augustodunensis) vissuto nella prima metà del XII secolo, il quale fra i propri

(cap. 2) – di unscritti vanta un Elucidarium, sive Dialogus de summa totius christianae theologiae, nel quale sotto

ella sua corte. Si forma di un colloquio tra discipulus e magister si esaminano i fondamenti della fede cristiana.

‘corte’ di questo 267 Se ne veda l’edizione in Forndanska och latinska ordspråk. Di questa raccolta si conosce

ionale dei capi eanche una rielaborazione svedese (verosimilmente precedente il 1450, edita con il titolo Fornsvenska

diverse necessitàoch latinska ordspråk).

unzionari) che si 268 Il knittelvers (“verso della rima”) è una forma metrica piuttosto libera (il termine ha avuto

ione della nuovaanche connotazione spregiativa), che richiede sostanzialmente la rima o l’assonanza finale per ogni

coppia di versi, ciascuno dei quali ha quattro sillabe accentate separate da una cesura. Nella variante

me dimostrano lepiù rigorosa sono previste otto o nove sillabe per ogni verso, in quella più libera questo limite non è

e, islandese; vd.necessario (vd. HEUSLER A., Deutsche Versgeschichte, Berlin 1956, III, pp. 41-60).

un Henricus de 269 Cento ballate danesi scelte, su ogni genere di ragguardevole impresa guerriera, e altre

mpaiono tuttaviaparticolari avventure, che qui nel regno, si sono compiute con antichi campioni, famosi sovrani o

utgifna af G.E.altrimenti nobili persone, dall’inizio dei tempi fino al giorno presente (It Hundrede vduaalde Danske

n testo che si rifà Viser, Om allehaande Merckelige Krigs Bedrifft, oc anden seldsom Euentyr, som sig her vdi Riget,

ved Gamle Kemper, Naffnkundige Konger oc ellers forneme Personer begiffuet haffuer, aff arilds tid

indtil denne neruærendis Dag). Nel 1695 Peder Syv (su cui vd. pp. 599-600) integrerà il lavoro di

12) fu abate delVedel con una nuova serie di ballate (Et Hundrede udvalde Danske Viser). A partire dalla metà del

XIX secolo sarà poi il letterato e linguista Svend Grundtvig (1824-1883, figlio di N.F.S. Grundtvig

o solo nell’operasu cui vd. pp. 883-884 e pp. 914-915) a raccogliere e catalogare questi testi.
270 In Islanda, dove prendono il nome di rímur (sing. ríma), esse si innestano su una precedente

entare di teologiatradizione di componimenti di contenuto amoroso o canzonatorio che risale al XII-XIII secolo.

uire a Onorio diDifferenziandosi gradualmente dalla ballata vera e propria (e a un certo punto perdendo la funzione

uale fra i propri di testi musicali per il ballo) esse vennero costituendo un genere letterario proprio che riprende tratti

, nel quale sotto caratteristici della poesia scaldica, quali l’allitterazione e le kenningar. Nonostante l’impegno degli

ecclesiastici luterani che, sottolineandone il carattere ‘diseducativo’, si sforzarono di sradicarne la

colta si conoscetradizione a favore di componimenti di contenuto religioso, l’arte delle rímur continuò a essere

Fornsvenskaproficuamente esercitata (cfr. pp. 511-512).

271 Diverse composizioni sono dunque connesse alle vicende politiche danesi (a esempio

ermine ha avuto l’assassinio di Erik II Memorabile nel 1137, quello di Erik V Klipping nel 1286 (vd. i testi riportati

a finale per ogni alle pp. 337-338), l’uccisione del conte Gerardo di Holstein da parte di Niels Ebbesen nel 1340 (vd. il

a. Nella variantebrano che segue). Ma nelle ballate ‘storiche’ sono spesso piuttosto i sentimenti e le figure femminili

esto limite non è legate a sovrani o a personaggi di rilievo a dominare la scena.

272 Insieme a esse giunsero nelle corti nordiche anche le danze eseguite in occasione di feste e

uerriera, e altrecerimonie.

amosi sovrani o 273 DLO nr. 97-100. La ballata su Niels Ebbesen nelle sue diverse versioni è riportata in DGF III,

vduaalde Danskenr. 156, pp. 476-542. Vd. LARSEN S., “Niels Ebbesens Vise”, in AaNOH 1903, pp. 73-147. Cfr. pp.

ig her vdi Riget,338-339 e p. 1415.

uer, aff arilds tid 274 Alcune iscrizioni runiche appartengono tuttavia anche a questo periodo e riflettono,

grerà il lavoro dinaturalmente, l’evoluzione della lingua (vd. SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], I, pp. 191-194).

re dalla metà del 275 Occorre tuttavia considerare che i manoscritti nei quali questi testi ci sono tramandati non

N.F.S. Grundtvigrisalgono al periodo in cui essi furono redatti ma sono copie (o copie di copie) e che, dunque,

l’intervento degli amanuensi ne ha certamente in molti casi influenzato la lingua.


u una precedente 276 Vd. sopra, p. 161.

XII-XIII secolo. 277 Questo fenomeno di indebolimento è evidente soprattutto nel dialetto dello Jutland, dove si

endo la funzione giunge a una vera e propria apocope di tutte le vocali finali atone; di fatto le vocali finali sono

he riprende tratticonservate solo nel dialetto della Scania, regione adiacente a quelle svedesi (WESSÉN 197510 [B.5], p.

l’impegno degli79; SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], I, pp. 224-227). A causa dell’indebolimento delle vocali finali a, i, u

di sradicarne la le parole bisillabe vedono talora di fatto soppressa la declinazione.

ontinuò a essere 278 Per il norvegese vd. SKARD 1972-1979 (B.5), I, pp. 89-90.

279 Si noti che nella grafia dell’islandese medievale il segno grafico dell’acento acuto indica la

nesi (a esempiovocale lunga (cfr. p. 429, nota 380).

d. i testi riportati 280 Un passaggio che nei dialetti della Selandia e dello Jutland si sviluppa ulteriormente in suoni

n nel 1340 (vd. ilfricativi: [v], [ð], [3], rispettivamente, sebbene la grafia di regola non lo registri. Per una disamina

figure femminili dettagliata degli esiti di questi cambiamenti si rimanda a SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), I, pp. 228-235.

281 WESSÉN 197510 (B.5), pp. 80-81; SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), I, pp. 234-235, p. 246, pp. 249-

asione di feste e 250 e p. 252. A quest’ultimo lavoro si rimanda per la disamina dettagliata degli ulteriori cambiamenti

subiti in questo periodo dalla lingua danese.

III, 282 Ma non adel “nobiltà” che sarà recepito più tardi; cfr. nota 59.

73-147. Cfr. pp. 283 Per gli studi sulla storia della lingua danese riveste grande interesse il cosiddetto Libro [dei

possedimenti] terrieri di re Valdemaro (Kong Valdemars Jordebog), la cui parte più cospicua risale

do e riflettono, al 1231. Questo testo di carattere catastale, seppure redatto in latino, è di fondamentale importanza

per lo studio della toponomastica danese.

tramandati non 284 Vd. sopra, p. 284.

e che, dunque, 285 Ciò avviene tuttavia piuttosto tardi rispetto alle zone occidentali della Scandinavia.

286 Vd. HAMMERICH M., “Nordens Universiteter i Fortid og Fremtid”, in Nordisk Universitets-
Tidskrift, VI:1 (1861), pp. 21-26. In questo saggio sono inoltre contenute molte notizie sulla

Jutland, dove sisituazione degli studenti nordici che nel medioevo si formavano all’estero.

ocali finali sono 287 Il primo studente svedese a Parigi fu forse nella prima metà del XIII secolo Stenarus (Stenar),

[B.5], p.più tardi vescovo di Skara; altri più celebri furono Brynolf Algotsson (morto nel 1317), anch’egli

uvescovo di Skara (dal 1278) e autore di inni e di uffizi religiosi in latino (su di lui vd. TYSK K-E.

[red.], Brynolf Algotsson – scenen, mannen, rollen, Skara 1995); Laurentius Olavi (Lars Olofsson) di

Vaxald (Vaksala, nei pressi di Uppsala), autore di opere di teologia; Philippus Ragvaldi (morto nel

o acuto indica la1332) dottore in diritto canonico, poi attivo presso la cattedrale di Lund e forse anche Magister

Matthias (morto nel 1350 ca.), teologo, primo confessore di Brigida e profondo conoscitore della

ormente in suonifilosofia scolastica.

Per una disamina 288 Più avanti (tardo XV secolo) sarà compilato un dizionario latino-svedese, conservatoci nel ms.

Cod. Ups C 20 (Latinskt-Svenskt Glossarium efter Cod. Ups. C 20).

p. 246, pp. 249- 289 Vd. SCHÜCK H., Vår förste författare. En själshistoria från medeltiden, Stockholm 1916.

iori cambiamenti 290 Sulla formazione culturale di Brigida vd. KLOCKARS B., Birgitta och böckerna. En

undersökning av den heliga Birgitta källor, Stockholm 1966.

291 DLO nr. 101.

Libro [dei 292 Esso è noto anche come “Raccolta di leggende di Skänninge” (Skänningelegendariet).

ù cospicua risale 293 Vd. pp. 242-243 con nota 74 e pp. 245-246.

ntale importanza 294 Vd. p. 247.

295 Vd. pp. 275-276. In realtà, come si è visto, alcuni di loro erano stranieri, ma – dal momento

che la loro attività religiosa si era svolta in gran parte in Svezia (e in Finlandia) – erano considerati

santi ‘nazionali’.

isk Universitets- 296 San Botvid è uno dei primi santi di nazionalità svedese. Di lui si dice che era pagano ma dopo
lte notizie sullaun viaggio in Inghilterra si era avvicinato alla fede cristiana che predicò una volta tornato nel proprio

Paese. Fu ucciso a tradimento da uno schiavo che aveva affrancato. La sua morte, che secondo la

tenarus (Stenar),leggenda sarebbe avvenuta nel 1120, pare invece da collocare nel 1080. Insieme a Sant’Eskil è

1317), anch’egliprotettore della regione di Södermanland. San David (morto nel 1082), apostolo del Västmanland, era

K-E.invece un monaco inglese dell’ordine cluniacense, giunto in Svezia come missionario. Sui santi

Lars Olofsson) disvedesi vd. LUNDÉN 19732 (C.4.2).

valdi (morto nel 297 Si tratta del Codex Holmensis B 59, conservato nella Biblioteca reale di Stoccolma (Kungliga

anche Magisterbiblioteket) e risalente al 1280 circa; vd. JÄRV H., “Äldre Västgötalagen – den äldsta boken på

conoscitore della svenska”, in Fenix. Tidskrift för humanism, XIII: 2 (1999), pp. 3-18.

298 Una rielaborazione di questo lavoro fatta negli anni ’90 del XIII secolo viene indicata come

servatoci nel ms.Legge recente del Västergötland (Yngre Västgötalagen).

299 I due testi sono riportati insieme sia nel manoscritto principale Holm B 64, sia in quello meno

importante (AM 54 4to, copia eseguita nel 1587 di un manoscritto del 1470 andato perduto).

h böckerna. En 300 DLO nr. 102.

301 Vd. JANSSON 1945.

302 Se ne veda un esempio nel testo citato alle pp. 356-357.

303 Nel racconto vi è tuttavia una lacuna di quattro anni dal 1313 al 1317.

304 Recentemente è stato pubblicato uno studio di B.R. Jonson (Erikskrönikans diktare – ett

försök till idientifiering, Uppsala 2010) nel quale si ritiene di poter individuare l’autore dell’opera

a – dal momento nella figura di Tyrgils Kristineson (nato tra il 1275 e il 1280, morto certamente dopo il 1340).

erano considerati 305 Vd. sotto, pp. 440-441. Su Johan Fredebern vd. SCHÜCK H., “Hans skrivare – Johan

Fredebern. En pennans man i 1430-talets Stockholm”, in HALLERDT BJ. (red.) Stockholmsutsikter,

pagano ma dopoStockholm 1996, pp. 9-26.


rnato nel proprio 306 Vd. oltre, p. 445.

, che secondo la 307 Cfr. oltre, p. 452.

e a Sant’Eskil è 308 Che la tradizione definisce come Grande cronaca in rima (Stora rimkrönikan).

Västmanland, era 309 Temi di queste ballate sono tra gli altri la battaglia di Lena del 1208 (vd. pp. 347-349), la

onario. Sui santiribellione di Sten Sture, la sua conquista di Stoccolma (1501-1502) e la successiva sconfitta (1520),

la battaglia di Brunnbäck (Dalecarlia) in cui le forze danesi di occupazione furono sconfitte da un

Kungligaesercito di contadini svedesi (1521) e l’affermazione definitiva di Gustavo Vasa (1521). Come si

äldsta boken påvede dall’arco di tempo in cui si svolsero gli avvenimenti ‘tradotti’ in queste opere la tradizione delle

ballate ebbe lunga durata.

ne indicata come 310 Vd. sopra, p. 161.

311 Vd. 7.1.

a in quello meno 312 Su questo aspetto vd. in particolare WESSÉN 19703.

313 Vd. HELLQUIST 19803 (B.5), II, p. 829.

314 Dall’area tedesca entrano in svedese anche desinenze (-ande, -else, -eri, -het, -era, -ig, -bar) e

prefissi (be-, bi-, för-, und- e altri) caratteristici; vd. BERGMAN 19723 (B.5) pp. 79-82.

315 Vd. p. 377.

316 Vd. p. 407.

ns diktare – ett 317 Vd. p. 301.

autore dell’opera 318 Vd. pp. 301-302.

319 Vd. pp. 302-303.

krivare – Johan 320 Vd. p. 303 e il testo a p. 251.

ockholmsutsikter, 321 Secondo Vemund Skard (SKARD 1972-1979 [B.5], I, pp. 69-70) è possibile che fin dall’inizio

del XI secolo libri in lingua norvegese fossero scritti in Irlanda, mentre in Norvegia i primi testi
dovrebbero essere stati composti attorno alla metà del secolo.

322 Vd. p. 321, nota 119.

323 Vd. sopra, nota 156.

pp. 347-349), la 324 Vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 (B.4), pp. 268-270.

sconfitta (1520), 325 Prologo (Prologus), p. 51. Presupponendo una datazione anteriore (attorno al 1170) Asgaut

o sconfitte da unSteinnes ha ritenuto di poter individuare l’autore di questo lavoro nella persona del vescovo Nicola

(1521). Come siArnesson (vd. p. 365): “Ikring Historia Norvegiæ”, in NHT XXXIV, pp. 1-61, in particolare pp. 27-

a tradizione delle33.

326 Vd. pp. 320-321.

327 Vd. pp. 320-321.

328 Questa saga è tramandata tra l’altro nel Libro di Flatey (da qui le citazioni relative). Sturla

avrebbe scritto anche una saga su Magnus che tuttavia è andata perduta (ne restano solo due fogli);

vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 (B.4), pp. 237-238.

)e 329 Storia dei re (Historia regum), § 162, p. 203. Egli precisa anche che il sovrano era molto

devoto, amava leggere libri religiosi e assisteva i sacerdoti nelle funzioni. È noto che il Papa

Gregorio VII aveva invitato questo re a mandare alcuni giovani norvegesi a studiare presso la Curia

per acquisire una completa formazione religiosa (DN VI: 1, nr. 1, 15 dicembre 1078, pp. 1-3).

330 Chronica majora, IV (1066-1093), p. 652: “est enim vir discretus et modestus atque bene

litteratus.”

331 Vd. Hákonar saga Hákonarsonar, cap.10, in Flateyjarbók, III, pp. 11-12.

332 Flateyjarbók, III, p. 134 (cap. 182).

he fin dall’inizio 333 Il carme costituisce, come si è detto, la terza parte dell’Edda (vd. p. 288).

egia i primi testi 334 I loro componimenti si trovano rispettivamente in Skj I: A, pp. 5-6, B, pp. 5-6; Skj I: A, p. 152,
B, pp. 144-145; Skj I: A, pp. 220-223, B, pp. 210-212; Skj I: A, p. 330, B, p. 304; Skj I: A, pp. 356-

361, B, pp. 328-332; Skj I: A, pp. 432-433, B, pp. 402-403; Skj I: A, p. 454-455, B, pp. 422-423.

Come poeta è noto anche lo jarl delle Orcadi, Rǫgnvaldr Kali (vd. Skj I: A, pp. 505-528, B, pp. 478-

508), autore del componimento Chiave dei metri poetici (vd. p. 288, nota 16). Tra i sovrani che,

al 1170) Asgaut almeno occasionalmente, avevano composto versi è ricordato anche il danese Svend Barba forcuta

vescovo Nicola (vd. Skj I: A, p. 186, B, p. 175). Cfr. p. 300, nota 50.

articolare pp. 27- 335 Flateyjarbók, III, pp. 229-230 (cap. 284).

336 Di lui nella Saga di Victor e di Blávus si dice: “Molte cose degne di nota abbiamo udito dire

dell’onorevole signore Håkon Magnusson, re di Norvegia; in particolare che provava molto piacere

nei bei racconti e fece tradurre molte saghe cavalleresche in norreno dalla lingua greca e dalla

relative). Sturla francese” (Victors saga ok Blávus, cap. 1; DLO nr. 103). La Saga di Victor e di Blávus è una saga

solo due fogli);cavalleresca della fine del XIV secolo. Del re Håkon Magnusson si sa che fece tradurre anche

letteratura religiosa: alla sua iniziativa si deve, a quanto pare, la prima versione commentata (per

vrano era moltoquanto assai parziale) della Bibbia. Si tratta, con ogni probabilità dell’opera nota in ambito islandese

oto che il Papa con il titolo di Stjórn (vd. p. 422).

e presso la Curia 337 Vd. p. 406.

338 Versioni della vicenda di Carlo Magno sono presenti anche in area danese e svedese, vd.

estus atque bene HALVORSEN E.FJ., “Karlamagnús saga”, in KHLNM VIII (1963), coll. 286-290.

339 Nota in tre diverse redazioni. È tuttavia incerto se questo testo sia stato redatto in Norvegia

oppure in Islanda, dal momento che la versione originale è andata perduta.

340 Nella versione D della Saga del vescovo Guðmundr si afferma, addirittura, che Håkon

Sverreson (ma il riferimento è – con tutta probabilità – a Håkon il Giovane, figlio di Håkon

I: A, p. 152,Håkonsson), qui definito “il più grande fra i capi e uomo moderato” (“hinn mesti höfðíngi ok
I: A, pp. 356- hófsemdarmaðr”) avrebbe tradotto questo testo in prima persona (Guðmundar biskups saga, cap. 25,

B, pp. 422-423. p. 54).

528, B, pp. 478- 341 Per la precisione il nordico blanda (cfr. il verbo blanda “mescolare”) indica una bevanda fatta

ra i sovrani che, con siero di latte caldo mescolato ad acqua.

nd Barba forcuta 342 Hákonar saga Hákonarsonar, cap. 226 (DLO nr. 104).

343 In questa città sono registrati come studenti, sotto il nome di Theodoricus, il vescovo Tore di

Hamar (1189 o 1190-1196) e Tore Gudmundsson di Viken (den vikværske), regione del fiordo di

biamo udito direOslo, arcivescovo dal 1206 al 1214, anno della morte: uno di loro potrebbe forse essere

va molto piacereTheodricus/Theodoricus Monachus, il non meglio identificato autore della Storia dell’antichità dei re

ua greca e dalla norvegesi. Un altro importante personaggio che risulta essersi formato all’estero è Bjarne Lodinsson

è una saga(morto dopo il 1310) che aveva studiato giurisprudenza a Parigi e poi a Bologna divenendo doctor

e tradurre anchelegum: alla morte di Magnus Emendatore di leggi egli aveva fatto parte, in qualità di cancelliere

commentata (perreale, del Consiglio di reggenza per il giovane erede al trono Eirik Odia preti. Nella prima metà del

ambito islandese XIV secolo abbiamo notizia di due fratelli, Arne e Audfinn Sigurdsson, vescovi di Bergen

rispettivamente negli anni 1304-1314 e 1314-1330, che avevano studiato diritto a Orléans; di Pål

Bårdsson che aveva studiato a Parigi e Orléans e che sarebbe diventato cancelliere reale e poi

e e svedese, vd.arcivescovo (1333-1346); di Bjarne Audunsson, più tardi consigliere di Håkon V, che aveva studiato

diritto a Bologna. La consuetudine di frequentare prestigiose scuole straniere era radicata da tempo:

atto in Norvegiabasti pensare che fin dalla prima metà del XII secolo aveva studiato a Parigi il futuro vescovo delle

Orcadi Guglielmo (Vilhjálmr), morto nel 1168. Cfr. nota 254.

ura, che Håkon 344 Si tratta del manoscritto contrassegnato come AM 619, 4to conservato presso l’Università di

figlio di HåkonCopenaghen (Nordisk Forskningsinstitut). Esso costituisce il più antico libro norvegese giuntoci

esti höfðíngi okquasi per intero (vd. HAUGEN O.E. – OMMUNDSEN Å. [red.], Vår eldste bok. Skrift, miljø og biletbruk i
, cap. 25, den norske homilieboka, Oslo 2010).

345 Sesta lettera ai Corinzi, 19 (La sacra Bibbia, Nuovo Testamento, p. 290: “E non sapete che il

na bevanda fatta vostro corpo è tempio dello Spirito Santo […]”).

346 Il riferimento, che tuttavia si basa su un fraintendimento, è alla Terza lettera ai Galati, 27

(ibidem, p. 329: “Poiché quanti foste battezzati in Cristo, avete rivestito il Cristo”).

vescovo Tore di 347 Jn dedicatione tempeli. sermo (DLO nr. 105).

one del fiordo di 348 Nell’unica strofa che ci resta di un Carme encomiastico per Olav (Óláfs drápa) dello scaldo

be forse essere Sighvatr Þórðarson (1025 circa) si legge: “Tu che stai a poppa della bestia da tiro dell’onda (kenning

l’antichità dei reper “nave”, l’insieme vale “signore del mare”)/ puoi stabilire,// una legge del Paese che resterà,/ per

Bjarne Lodinssonla schiera di tutti gli uomini” (DLO nr. 106). Del resto nella Saga di Olav il Santo Snorri Sturluson

doctor(capp. 57-58) informa che il re aveva stabilito leggi per la sua corte e che insieme al vescovo Grimkel

tà di cancelliere aveva codificato il diritto canonico (cfr. p. 255).

a prima metà del 349 Vd. pp. 160-161.

covi di Bergen 350 Per ulteriori approfondimenti si rimanda a WESSÉN 197510, pp. 58-59, SKARD 1972-1979, I,

Orléans; di Pålpp. 88-96 e, soprattutto, a SEIP 1971, pp. 98-100, pp. 242-245, pp. 375-379 e pp. 407-409 (tutti in

iere reale e poiB.5).

he aveva studiato 351 A esempio gimr (lat. gemma) “gemma” e dreki (lat. draco) “drago”. Una parola inglese assai

dicata da tempo:significativa che entra in norvegese in questo periodo è hirð “corte” (ant. ingl. hírd/híred).

ro vescovo delle 352 Contrariamente al criterio adottato per il danese e lo svedese, lingue per le quali si sono

indicati i prestiti stranieri nella forma moderna, qui si è lasciata la forma medievale della parola,

o l’Università ditenuto conto che quella attuale dipende in diversi casi dai rilevanti influssi subiti successivamente

rvegese giuntoci dalla lingua norvegese.

ljø og biletbruk i 353 Vd. 7.1.


354 Un influsso che in ambito linguistico vede l’acquisizione in norvegese di forme riprese da

non sapete che il queste lingue. Da sottolineare il ruolo svolto (per quanto riguarda lo svedese) dall’ordine fondato da

Santa Brigida.

, 27 355 Vd. la Saga di Jón il Santo, cap. 8, p. 217.

356 Cfr. il testo Stimolo all’appetito [del sapere] (Hungrvaka; su cui vd. p. 424), cap. 3, dove si

dice che egli aveva seguito Olav il Santo dall’Inghilterra e che su suo consiglio si era recato in

) dello scaldoIslanda. Anche Adamo da Brema conferma la presenza di un vescovo con questo nome (Bernardus)

kenningnel gruppo di prelati inglesi al seguito del sovrano norvegese Olav il Santo (Gesta Hammaburgensis

che resterà,/ per[…], II, LVII; cfr. ibidem, II, LV); cfr. anche SAXO GRAMMATICUS, Gesta Danorum, X, XI, 6).

Snorri Sturluson 357 I segni ø e ǫ furono aggiunti poco dopo; il segno ð (utilizzato come variante posizionale di þ)

vescovo Grimkel fu invece introdotto dalla Norvegia all’inizio del XIII secolo. Cfr. p. 285, nota 8 e sotto nota 381.

358 Al 1186 risale il convento benedettino femminile di Kirkjubœr in Síða, sorto in un luogo di

lunga tradizione cristiana (cfr. p. 262). Oltre a questi sono noti quello benedettino di Hítardalur nella

1972-1979, I, zona occidentale dell’isola (1166-1201) e quelli agostiniani di Saurbœr a nord sull’Eyjafjörður

407-409 (tutti in(ca.1200 ma attivo per un breve periodo) e di Viðey (1226) su un’isola al largo di Reykjavík; verso la

fine del XIII secolo sarebbero sorti i conventi di Reynistaður sullo Skagafjörður (femminile,

ola inglese assaibenedettino, 1295) e quello di Möðruvellir in Hörgárdalur (agostiniano, 1296), entrambi nel nord.

L’ultimo convento islandese prima della riforma (agostiniano) sorse nel 1493 a Skríða in Fljótsdalur

le quali si sono(regione nord-orientale dell’isola).

ale della parola, 359 Questo glossario è conservato nel manoscritto che porta la segnatura Gml. kgl. sml. 1812, 4to

successivamente conservato nella Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen; vd. SCARDIGLI P.G. –

RASCHELLÀ F., “A Latin-Icelandic Glossary and some remarks on Latin in medieval Scandinavia”, in

WEBER G.W. (hrsg.), Idee · Gestalt · Geschichte. Festschrift Klaus von See. Studien zur europäischen
forme riprese daKulturtradition – Studies in European Cultural Tradition, Odense 1988, pp. 299-323.

rdine fondato da 360 Il riferimento è, in particolare, a Ovidio, vd. Jóns saga ins helga, cap. 8. La saga precisa

tuttavia che il vescovo proibì la lettura dell’opera di questo autore.

361 Vd. p. 326.

, cap. 3, dove si 362 Vd. ASTÅS R., An Old Norse biblical compilation. Studies in Stjórn, New York 1991.

si era recato in 363 Vd. SIMEK-PÁLSSON 1987 (B.4), pp. 45-46 e pp. 6-7. A Brandr Jónsson è attribuita anche la

)Saga dei Giudei (Gyðinga saga).

Hammaburgensis 364 Vd. pp. 584-588. Della passione degli studiosi islandesi per i libri testimonia un episodio

relativo a un sacerdote di nome Ingimundr Þorgeirsson, il quale in seguito a un naufragio aveva

)perduto in mare una preziosa cassa contenente manoscritti, del che era molto rattristato. Quando

tuttavia essa fu rinvenuta sulla riva egli accorse a recuperarla e si preoccupò di fare asciugare per

o in un luogo di bene i preziosi volumi (Guðmundar saga A, cap. 14). Sul più ampio significato culturale di questo

Hítardalur nella episodio vd. HAGLAND J.R., “Ingimundr prestr Þorgeirsson and Icelandic Runic Literacy in the

sull’Eyjafjörður Twelfth Century”, in Alvíssmál, 1996: 6, pp. 99-108. In OLMER 1902 una ricognizione sui più antichi

ykjavík; verso la libri presenti in Islanda (vd. in particolare, pp. 63-81).

ður (femminile, 365 Si vedano in proposito alcune opere di carattere, per così dire, enciclopedico (su cui vd.

trambi nel nord.SIMEK-PÁLSSON 1987 [B.4], pp. 75-76: “Enzyklopädische Literatur”).

ða in Fljótsdalur 366 Vd. sopra, p. 269.

367 La prima scuola islandese di cui si abbia notizia fu fondata presso il convento di Bær nel

l. sml. 1812, 4toBorgarfjörður dal vescovo inglese Rodolfo (in islandese Rúðolfur/Hróðólfr) nella prima metà dell’XI

P.G. –secolo (su di lui vd. STEFÁNSSON J., “Rúðólf of Bœ and Rudolf of Rouen”, in SBVSNR XIII (1946-

Scandinavia”, in1953), pp. 174-182). Cfr. Islendingabók, cap. 8.

ur europäischen 368 Cfr. p. 280 con nota 198.


369 I due manoscritti principali nei quali è conservata la Grágás sono un “Codice regio”

La saga precisa(Konungsbók: Gl. kgl. sml. 1157, fol.) scritto nel 1260 circa e la cosiddetta Staðarhólsbók (AM 334,

fol.) del 1280 circa (entrambi conservati presso l’Università di Reykjavík (Stofnun Árna

Magnússonar í íslenskum fræðum).

370 Vd. sopra, nota 156.

tribuita anche la 371 Cfr. p. 321, nota 117.

372 Codex regius, Gml. kgl. sml. 1009, fol. conservato nella Biblioteca reale (Det kongelige

onia un episodiobibliotek) di Copenaghen.

naufragio aveva 373 Codex regius, Gml. kgl. sml. 1005, fol. conservato presso l’Università di Reykjavík (Stofnun

tristato. Quando Árna Magnússonar í íslenskum fræðum).

re asciugare per 374 Testo giuntoci tuttavia solo in parte.

lturale di questo 375 I manoscritti in cui esso ci è conservato sono AM 371, 4to (Università di Reykjavík, Stofnun

Literacy in theÁrna Magnússonar í íslenskum fræðum), AM 544, 4to e AM 675, 4to (Università di Copenaghen,

ne sui più antichi Nordisk Forskningsinstitut).

376 Vd. p. 396, nota 270.

dico (su cui vd. 377 L’allusione è certamente a un fiume infernale, un’immagine ben presente nel mondo

mitologico nordico; vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 479-480.

378 Ván è, appunto, uno dei fiumi infernali che origina dalla bava del malvagio lupo Fenrir,

ento di Bær nelnemico degli dèi da essi incatenato (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B. 7.1], p. 480); Glævaldr vale

ma metà dell’XI“signore del mare” (allusione oscura).

XIII (1946- 379 Sólarljóð, str. 1, 33, 36-46, 53-54 (DLO nr. 107).

380 A lui risale la ‘creazione’ del segno ǫ (sostituito a partire dal XVI secolo da ö) e l’uso di

indicare le vocali lunghe con il segno grafico dell’accento acuto.


“Codice regio” 381 Il Secondo trattato grammaticale (XIII secolo) tratta della fonetica islandese (in particolare

AM 334,delle consonanti), con esso è introdotto nella grafia il segno ð (cfr. nota 357); il terzo

Stofnun Árna (Málskrúðsfræði, letteralmente “Scienza dell’ornamento della lingua”), scritto da Óláfr Þórðarson

Poeta bianco (hvítaskáld), nipote di Snorri Sturluson (morto nel 1259), si fonda sui lavori

grammaticali di Prisciano e di Donato; il quarto (XIV secolo) è inteso come continuazione del terzo.

382 Si veda anche la forma ridondante ek emk, letteralmente “io sono io”.

Det kongelige 383 L’esempio riportato è ripreso dalla str. 29 della Predizione dell’Indovina (p. 7).

384 Vd. KVARAN 2005 (B.5), pp. 366-373.

Stofnun 385 Si tratta delle chiese di Østerlars, Nylars, Nyker e Olsker. Tutte risalgono al XII-XIII secolo.

386 Si ricordi qui anche la cattedrale gotica dedicata a San Magnus sull’isola di Streymoy nelle

Føroyar, la cui costruzione fu iniziata intorno al 1300.

Stofnun 387 La quale sarebbe diventata il luogo di sepoltura dei re danesi.

di Copenaghen, 388 Vd. SWANBOM C.G., Varnhems klosterkyrka, Skövde 1965.

389 Detto altrimenti Albrekt il Pittore (målare) egli era in realtà tedesco essendo nato in Assia. Si

trasferì tuttavia in Svezia dove svolse la propria attività dipingendo motivi sacri e realizzando

ente nel mondodecorazioni tessili impreziosite da perle per gli interni delle chiese. Un altro ‘pittore di chiese’ del

XV secolo è il tedesco (?) Johannes Rosenrod, cui si devono in particolare gli affreschi della chiesa

gio lupo Fenrir,di Tensta (Uppland) da lui firmati e realizzati nel 1437. Vd. CORNELL H. - WALLIN S., Johannes

valeRosenrod. En svensk målare från 1437, Stockholm 1962.

390 Si veda il crocifisso realizzato con questo materiale conservato nella chiesa di Herlufsholm

(Selandia meridionale, Danimarca, XIII secolo).

) e l’uso di 391 Ma si veda anche la magnifica scultura raffigurante Olav il Santo un tempo conservata nella

stavkirke norvegese di Fresvik (Sogn e Fjordane), poi demolita, del 1250 circa. Essa si trova ora nel
e (in particolareMuseo storico-culturale (Kulturhistorisk museum) di Oslo.

357); il terzo 392 Vd. ROOSVAL J., Die Steinmeister Gottlands. Eine Geschichte der führenden

Óláfr ÞórðarsonTaufsteinwerskstätte des schwedischen Mittelalters, ihrer Voraussetzungen und Begleit-

onda sui lavoriErscheinungen, Stockholm 1918.

393 Vd. sopra, p. 222.

394 Proprio nell’imminenza della riforma alla chiesa norvegese di Ringsaker in Hedmark fu

donato un magnifico polittico fortunatamente conservatoci.

395 In Norvegia una prima consistente fortificazione è il cosiddetto Sverreborg realizzato da

Sverre Sigurdsson a Trondheim.

i Streymoy nelle 396 Vd. p. 44 con nota 114.

397 Vd. p. 87, nota 91.

398 Vd. p. 198, nota 388.

399 Nel Dialogo dell’Alto (Hávamál, str. 146-163, pp. 41-44).

nato in Assia. Si 400 Il riferimento è al Carme di Hárbarðr (Hárbarðsljóð) e al Carme di Hyndla (Hyndluljóð).

ri e realizzando 401 Vd. CHIESA ISNARDI 1996 (C.3.3), in particolare alle pp. 23-25.

re di chiese’ del 402 Vd. SNORRI STURLUSON, Dialogo sull’arte poetica (Skáldskaparmál, in Edda), cap. 6 e Saga

schi della chiesadei Volsunghi, cap. 39 (37).

Johannes 403 Strumenti il cui uso è ben testimoniato sono una sorta di violino (fiðla) e la giga (gígja),

seppure la differenza non sia del tutto chiara. Così del resto è per l’arpa (harpa) forse, piuttosto, una

di Herlufsholmlira.

404 Saga degli Ynglingar, cap. 22.

conservata nella 405 SAXO GRAMMATICUS, Gesta Danorum, III, II, 1; III, III, 6; VI, VIII, 11 e XII, VI, 1.

a si trova ora nel 406 Cap. 12.


407 Breve racconto di Nornagestr (Nornagests þáttr), cap. 2.

der führenden 408 Vd. VOLLSNES 1999-2001 (B.6), I, pp. 43-44.

und Begleit- 409 Vd. il testo riportato alle pp. 405-406 e le fonti cui si fa riferimento in LING 1967, col. 27.

410 LING 1967, col. 28.

411 Questo codice (AM 28 8vo) contiene, tra l’altro, la più antica legge danese, la Legge della

in Hedmark fuScania (Skånske Lov); cfr. p. 393 con nota 260.

412 Essi in effetti costituiscono l’unico prodotto di una certa originalità; vd. SMITH 2002 (B.6), pp.

rg realizzato da2-3.

413 Vd. Jóns saga ins helga, cap. 8 (cfr. p. 420). Nel medesimo capitolo si precisa in precedenza

(pp. 209-211) che il vescovo aveva proibito espressamente gli antichi canti legati alla magia: la fonte

fa specifico riferimento a termini come galdr, mansǫngr e anche, più genericamente, vísa “canzone”

(forse tuttavia con riferimento alle níðvísur “canzoni d’infamia”, su cui vd. p. 202).

414 La questione della musica che accompagnava le folkeviser (su cui vd. pp. 396-397) è ben

discussa in SCHIØRRING 1977-1978 (B.6), I, pp. 228-244.

Saga

),

se, piuttosto, una


407 Breve racconto di Nornagestr (Nornagests þáttr), cap. 2.

408 Vd. VOLLSNES 1999-2001 (B.6), I, pp. 43-44.

409 Vd. il testo riportato alle pp. 405-406 e le fonti cui si fa riferimento in LING 1967, col. 27.

410 LING 1967, col. 28.

411 Questo codice (AM 28 8vo) contiene, tra l’altro, la più antica legge danese, la Legge della

Scania (Skånske Lov); cfr. p. 393 con nota 260.

412 Essi in effetti costituiscono l’unico prodotto di una certa originalità; vd. SMITH 2002 (B.6), pp.

2-3.

413 Vd. Jóns saga ins helga, cap. 8 (cfr. p. 420). Nel medesimo capitolo si precisa in precedenza

(pp. 209-211) che il vescovo aveva proibito espressamente gli antichi canti legati alla magia: la fonte

fa specifico riferimento a termini come galdr, mansǫngr e anche, più genericamente, vísa “canzone”

(forse tuttavia con riferimento alle níðvísur “canzoni d’infamia”, su cui vd. p. 202).

414 La questione della musica che accompagnava le folkeviser (su cui vd. pp. 396-397) è ben

discussa in SCHIØRRING 1977-1978 (B.6), I, pp. 228-244.


CAPITOLO 7

La grande Scandinavia

7.1. L’Unione di Kalmar

7.1.1. La ‘Signora del Nord’

Una reciproca interferenza e un forte coinvolgimento aveva da sempre caratterizzato la

politica dei Paesi scandinavi, che era stata segnata anche dalla loro capacità di estendere il

proprio dominio oltre i confini nazionali, del resto – come si è avuto modo di constatare –

certamente non intesi in senso moderno. La potenza del Regno danese, a esempio, si era

imposta in Scandinavia tra il IX secolo e la prima metà dell’XI, culminando con il re Canuto

il Grande. Anche il Regno norvegese aveva saputo guadagnare grande prestigio, acquisendo

colonie nelle isole britanniche e imponendo il proprio potere sulle Føroyar,1 sull’Islanda e

sulla Groenlandia. Infine, a un certo punto della loro storia gli Svedesi avevano avuto nella

figura di Magnus Eriksson un sovrano il cui dominio si estendeva a regioni tradizionalmente

danesi, così come al Regno di Norvegia.2 Se le vicende personali di questo re dovevano poi

volgere al peggio,3 gli avvenimenti politici del XIV secolo avrebbero condotto – per tutta una

serie di circostanze – alla unione dei diversi Paesi nordici sotto un’unica Corona. Un

risultato, questo, certamente indotto da una particolare successione di eventi, ma favorito

anche dalla situazione in cui si trovava la nobiltà scandinava. In effetti, mentre l’identità

nazionale dei diversi Paesi veniva progressivamente consolidandosi, il potere centrale

continuava per molti aspetti a essere minacciato: già poco dopo la sua stabilizzazione i

potentati locali avevano trovato nuova forza grazie a un modello, in buona parte ricalcato su
quello feudale, introdotto dal continente. Questo fatto determinò un complesso gioco di

interessi e di alleanze che oltrepassando i confini nazionali creò tra gli appartenenti ai ceti

socialmente elevati una importante ed estesa rete di relazioni.

Nel 1363 il figlio di Magnus Eriksson, Håkon re di Norvegia, aveva sposato la

caratterizzato laprincipessa danese Margherita (di soli dieci anni), figlia di Valdemaro IV Nuovo giorno. Si

di estendere iltrattava, evidentemente, di una unione determinata da ragioni politiche, collegata tra l’altro al

di constatare –patto (tuttavia di breve durata) con il quale i Paesi nordici si erano confederati contro le città

esempio, si eraanseatiche. Nel medesimo anno i nobili svedesi si erano rivolti ad Albrecht di

on il re Canuto Mecklemburgo, offrendo il trono di Svezia al di lui figlio, Albrecht egli stesso, che sarebbe

gio, acquisendostato proclamato re di quel Paese nel 1364. A questi avvenimenti seguirono anni inquieti

sull’Islanda edurante i quali il re danese, in guerra contro le città anseatiche, fu costretto a lasciare il

ano avuto nella potere, Copenaghen fu distrutta e la pace fu siglata in cambio di notevoli concessioni. In

adizionalmente Svezia Albrecht (tra l’altro attaccato da Magnus Eriksson e da suo figlio) vide scemare la

e dovevano poi propria autorità in favore di una nobiltà sempre più potente e aggressiva.4 Nel 1375 moriva

o – per tutta unaValdemaro IV Nuovo giorno: l’anno successivo il Consiglio del Regno, cui era andato il

ca Corona. Unpotere, nominava erede al trono il giovanissimo Olav (nato nel 1370), figlio di Margherita e

nti, ma favoritodel sovrano norvegese Håkon. Margherita divenne tutrice del figlio. Solo dieci anni dopo

mentre l’identità(1380) moriva anche Håkon e Olav, ancora minorenne, ereditava anche la Corona di

potere centraleNorvegia (dalla quale dipendevano ormai le Føroyar, l’Islanda e la Groenlandia). A

abilizzazione iMargherita fu così affidata una nuova reggenza mentre Danimarca e Norvegia vennero legate

arte ricalcato suin quella che doveva essere una unione personale: nessuno avrebbe allora potuto prevedere
plesso gioco diche per una serie di eventi successivi essa sarebbe durata più di quattrocento anni!5 I lutti

artenenti ai cetiinfatti non erano finiti. Il giovane Olav, divenuto maggiorenne nel 1385, moriva solo due

anni dopo: con lui si estingueva la discendenza di Araldo Bella chioma. Nelle mani di

eva sposato laMargherita si concentrava dunque il potere sui regni di Danimarca e Norvegia (con le sue

uovo giorno. Sicolonie), mentre le inquietudini svedesi le avrebbero affidato ulteriori responsabilità. Già nel

ata tra l’altro al1386, alla morte del potentissimo drots Bo Jonsson Grip, il Consiglio si era rivolto a lei,

i contro le cittàopponendosi alle pretese di Albrecht di Mecklemburgo. Così con una serie di riconoscimenti

d Albrecht di Margherita divenne di fatto, in poco tempo, ‘Signora’ di tutto il Nord: proclamata reggente

so, che sarebbe plenipotenziaria di Danimarca nel 1387 e regina di Norvegia nel 1388, fu infine nello stesso

o anni inquietianno dichiarata reggente di Svezia (e dei possedimenti finlandesi).6

to a lasciare il L’anno successivo Albrecht di Mecklemburgo rientrava nel Paese con un esercito ma

concessioni. Inveniva sconfitto e fatto prigioniero ad Åsle presso Falköping (Västergötland). Con

vide scemare lal’eccezione di Stoccolma che rimarrà a lungo in mani tedesche, Margherita governava ora su

el 1375 morivatutta la Scandinavia.7 L’unione così costituitasi sarebbe stata successivamente formalizzata.

ui era andato il Dopo la pace conclusa nel 1395 con Albrecht di Mecklemburgo,8 nel 1396 Erik (polacco

di Margherita eEryk) di Pomerania (1382-1459), già riconosciuto erede al trono di Norvegia (1389), veniva

dieci anni dopo proclamato re di Svezia e, parimenti, di Danimarca. Erik era figlio di Wartislaw (polacco

la Corona diWarcisław) VII e di Maria di Meckemburgo, a sua volta figlia di Ingeborg, sorella di

roenlandia). AMargherita: costei aveva preso con sé il pronipote dopo la morte del figlio Olav. Nel

vennero legatemedesimo 1396 in un’assemblea tenuta a Nyköping (Södermanland) si sottoscriveva un

otuto prevedere accordo che tra l’altro contemplava l’impegno a una ‘pace perpetua’ nel Nord.9 L’anno
I luttisuccessivo (1397) l’Unione dei tre Paesi nordici sarebbe stata ratificata a Kalmar, dove Erik

moriva solo due fu incoronato re: Margherita avrebbe tuttavia di fatto mantenuto il potere fino alla morte

Nelle mani di(1412).10

gia (con le sue L’epoca di Margherita (che nel 1398 riuscirà infine a imporre il proprio dominio anche su

sabilità. Già nelStoccolma) è segnata dalla forte personalità di questa donna, certamente assai capace in

ra rivolto a lei,politica ma anche tendente all’assolutismo. Ella infatti, che era stata assai abile nel

riconoscimentiguadagnarsi il favore e l’appoggio dei nobili, non esitò, una volta consolidata la propria

amata reggenteautorità, a contrastarli: tra l’altro fin dal 1396, per limitarne il potere, aveva proibito loro la

ine nello stessocostruzione di castelli.11 Nello stesso tempo tuttavia seppe mantenere una buona armonia tra

Stato e Chiesa, basata su una intelligente collaborazione. Naturalmente con Margherita la

un esercito maDanimarca ebbe un ruolo guida nell’Unione, il che avrebbe determinato importanti

rgötland). Conconseguenze sia sul piano politico sia su quello sociale.

overnava ora su 7.1.2. Tendenze disgregatrici

e formalizzata. Se si considerano gli atti nei quali venne sancita l’Unione di Kalmar, appaiono ben chiare

6 Erik (polaccole ragioni per cui dopo la morte di Margherita essa si avviò verso una inevitabile

(1389), venivadisgregazione. Si tratta di due documenti principali: quello relativo all’incoronazione di Erik

tislaw (polaccoe quello più propriamente relativo all’Unione. Il secondo in particolare ha dato luogo a

org, sorella di numerose speculazioni, dal momento che esso non presenta le caratteristiche dell’ufficialità:

glio Olav. Nelredatto su carta e non su pergamena, elenca un numero di persone autorevoli incaricate di

ottoscriveva unratificarlo, ma conserva solo il sigillo di alcune di esse (tra l’altro nessun norvegese). Dietro

L’annola stesura dei due testi appaiono del resto evidenti gli interessi contrastanti della Corona da
mar, dove Erikuna parte e della nobiltà dall’altra, il che lascia supporre che le parti in causa si

fino alla morteripromettessero col tempo di correggere a proprio vantaggio questo accordo. Il quale dunque,

al di là delle enunciazioni di principio, vero accordo non fu. A fronte di finalità certamente

minio anche suambiziose – dalla decisione di costituire una unione perpetua tra i tre regni alla affermazione

assai capace indel diritto ereditario sulla Corona, dal principio che ogni Paese dovesse essere governato

assai abile nelsecondo le proprie leggi all’impegno di darsi reciproco soccorso in caso di guerra – esso fu in

data la propria gran parte disatteso, innanzi tutto da Margherita, la quale una volta ottenuto un saldo potere

proibito loro lanelle proprie mani si preoccupò soltanto di raggiungere i propri obiettivi. Si può

ona armonia traragionevolmente ritenere che i motivi fondamentali che portarono all’Unione di Kalmar

n Margherita la siano stati il bisogno di un coordinamento politico nella lotta contro lo strapotere delle città

ato importantianseatiche, così come l’insoddisfazione della nobiltà scandinava che si sentiva minacciata dai

vistosi progressi conseguiti dai molti cittadini tedeschi che avevano acquisito posizioni

sociali prestigiose e remunerative.

iono ben chiare In effetti Margherita era riuscita a mantenere la propria autorità più a motivo dell’abilità

una inevitabilepersonale che in ragione di una effettiva disponibilità dei diversi Paesi a restare uniti sotto

nazione di Erikun’unica Corona. Tra l’altro la sua scelta di affidare anche in Svezia e in Norvegia le cariche

a dato luogo a(e i feudi) più importanti a funzionari danesi aveva generato parecchia insoddisfazione.

dell’ufficialità: Alla morte di Margherita nella stessa Danimarca si manifestarono presto molti segnali di

oli incaricate discontento. Erik di Pomerania fu innanzi tutto impegnato in una lunga guerra contro i conti di

vegese). DietroHolstein nel tentativo di riconquistare il ducato dello Jutland meridionale, guerra complicata

della Corona dadal conflitto con le città anseatiche, che alla fine determinò la sua sconfitta. Nonostante i
ti in causa si proventi del dazio per il trasporto di merci sull’Øresund (introdotto nel 1427 o nel 1429) il re

l quale dunque,venne a trovarsi in una difficile posizione anche per il crescente scontento da parte dei nobili

alità certamentee della popolazione svedese: in questo Paese le decisioni di Erik, che riteneva di poter portare

la affermazioneavanti la politica autoritaria e filo-danese di Margherita, furono fieramente avversate. Nel

sere governato 1434 scoppiò una rivolta nelle zone minerarie della Dalecarlia12 (duramente colpite dalle

erra – esso fu inconseguenze della guerra del re contro i commercianti anseatici) sotto la guida di un

un saldo potere dignitario locale di nome Engelbrekt Engelbrektsson, rivolta che presto si estese. La nobiltà

ettivi. Si può svedese non si lasciò sfuggire l’occasione e in un’assemblea tenuta a Vadstena

one di Kalmar(Östergötland) ritirò il proprio appoggio al sovrano. L’anno dopo ad Arboga (Västmanland),

otere delle cittànel corso di quello che è stato definito il primo ‘parlamento’ svedese, Engelbrekt fu

minacciata dainominato comandante in capo.13 Sebbene egli venisse ucciso poco tempo dopo (1436),14 la

uisito posizionilotta continuò, sotto la guida di Carlo Knutsson Bonde.15 Anche la nobiltà norvegese –

seppure fortemente indebolita dalla politica aggressiva di Margherita – appoggiò la

tivo dell’abilitàribellione, sicché anche in questo Paese ci furono insurrezioni e tentativi di cacciare i danesi

stare uniti sottodalle loro posizioni di prestigio, coronati da qualche successo.16 Del resto per la Norvegia il

vegia le caricheconflitto tra Erik e i commercianti anseatici aveva significato in primo luogo un pesante

aggravio del carico fiscale, in secondo luogo l’attacco a Bergen da parte di pirati tedeschi (i

molti segnali diFratelli vitaliani) nel 1428 e la sua distruzione nel 1429.17

contro i conti di Una serie di mosse politiche e di trattative (tra cui l’accordo raggiunto a Kalmar nel

erra complicata1436)18 non impedì che nel 1439 Erik di Pomerania, nel frattempo ritiratosi nell’isola di

a. Nonostante iGotland, fosse dichiarato decaduto. In Danimarca già dall’anno precedente il Consiglio
o nel 1429) il reaveva proposto come reggente il nipote, Cristoforo (Christoffer/Kristoffer) di Baviera (1416-

parte dei nobili1448), mentre in Svezia questa carica era andata a Carlo Knutsson Bonde. Il tentativo di Erik

di poter portare(appoggiato dagli Olandesi) di riprendere il potere indusse i Danesi a proclamare Cristoforo

avversate. Nelloro re (1440); l’anno successivo egli diveniva ufficialmente anche sovrano di Svezia,

te colpite dalleseppure dovesse accettare pesanti limitazioni della sua autorità a favore del Consiglio del

a guida di unRegno.19 Mentre questi avvenimenti rafforzavano la consapevolezza e la capacità decisionale

tese. La nobiltà della nobiltà danese e svedese, i Norvegesi si mostrarono invece deboli e incerti. Sebbene le

a a Vadstena rivolte antidanesi avessero ottenuto qualche risultato, essi per un certo periodo continuarono

(Västmanland),a rivolgersi a Erik medesimo (minacciando di dichiararlo decaduto), incapaci di assumere

Engelbrekt fudecisioni autonome a riguardo dei destini della nazione. Sicché dapprima costituirono

laun’alleanza difensiva con la Svezia, poi accettarono come loro re Cristoforo di Baviera

tà norvegese –(1441).

– appoggiò la I sentimenti patriottici degli Svedesi desiderosi di recuperare l’autonomia della nazione in

acciare i danesiopposizione al sovrano Erik di Pomerania sono efficacemente espressi dal vescovo Thomas
Simonsson di Strängnäs (ca.1380-1443) nei versi dedicati a Engelbrekt Engelbrektsson (composti
r la Norvegia il
verosimilmente nel 1439), la cui parte finale costituisce un ‘Inno alla libertà’ (Friheten – Nota de
ogo un pesante
libertate) che è divenuto un classico della letteratura svedese:
irati tedeschi (i
“La liberta è la miglior cosa

che si cerca ovunque nel mondo,


o a Kalmar nel
chi la libertà sa gestire.
osi nell’isola di
Se vuoi essere benevolo con te stesso,
te il Consiglio ama la libertà più dell’oro
Baviera (1416- poiché alla libertà segue l’onore.

entativo di Erik La libertà si può davvero paragonare a una torre,

dove un guardiano dà fiato al suo corno:


mare Cristoforo
Stai in guardia!
ano di Svezia,
Quando abbandoni quella torre,
l Consiglio del
e un altro vi entra,
cità decisionale
allora cadi in lacrime.
erti. Sebbene le
E la libertà è come quel luogo,
o continuarono
in cui tutte le cose si susseguono ordinatamente.
aci di assumere Là è bene costruire.

ma costituirono Se la libertà si allontana da te,

oro di Baviera allora la cosa migliore è distrutta.

Così mi pare.

della nazione in Il vecchio testamento e anche il nuovo

escovo Thomas prescrivono la pace in ogni luogo.

ktsson (composti Tuttavia non può esserci pace

Nota de se là non c’è libertà,

che reca pace e protezione

e può scacciare i conflitti.

Tieni la libertà nelle tue mani,

racchiusa e legala con un nastro!

Poiché la libertà è come un falco;

e chi la libertà lascia andare,


dovrebbe essere preso per i capelli

e messo tra gli inetti.

Se la libertà vola via da te,

può poi ben starsene in guardia.

Ovunque tu galoppi o tu corra,

tu non puoi emettere un grido così alto,

deluso resti seduto avvolto nel [tuo] mantello,20

e via è volato il falco dalle mani.

Io ora ti consiglio: abbi cara la libertà,

se puoi comprendere che cosa è libertà!

Non è bene perderla.

Pace e protezione porta nella casa,

conforto e gioia a tutti quelli,

che si riparano sotto i suoi rami.

La libertà è un porto sicuro,

lo indica la libertà con il suo nome,

per coloro che sanno obbedirle.

Un porto riparato da vento e marosi.

La libertà protegge chi è in basso e chi è in alto.

Per questo bisogna guarnire la libertà.”21

A questo punto l’Unione di Kalmar poteva dirsi, almeno formalmente, ricostituita. Essa

si sarebbe tuttavia di nuovo dissolta pochi anni dopo alla prematura morte del sovrano che

aveva solo trentadue anni (1448). Morto, tra l’altro, senza eredi, il che riaprì le dispute e
innescò nuovi conflitti. Gli Svedesi, assai scontenti del dominio danese, elessero Carlo

Knutsson Bonde, che si rivelò tuttavia assai autoritario. I Danesi nominarono il giovane

conte Cristiano (Christiern) di Oldenburg (1426-1481) che accettò di sposare la vedova del

suo predecessore. In Norvegia si era giunti a una svolta decisiva per il Paese: una parte

politica desiderava legarsi alla Svezia e accettare come sovrano Carlo Knutsson, l’altra alla

Danimarca riconoscendo invece Cristiano. In ogni caso un destino di dipendenza. Il conflitto

politico fu risolto nel corso dell’assemblea di Halmstad (1450) che vide riuniti il Consiglio

del Regno danese e quello svedese, allorché la Norvegia fu ceduta al re Cristiano. In questa

occasione si trovò altresì un compromesso preventivo rispetto a future lotte per il potere tra

Danimarca e Svezia. Cercando di salvaguardare l’ideale dell’Unione fu stabilito che alla

morte di uno dei due re ci si sarebbe dovuti adoperare perché l’altro potesse essere eletto al

trono vacante o che vi sarebbe stato nominato un reggente. Alla morte dell’altro sovrano si

sarebbe dovuto eleggere nuovamente un unico re per entrambi i Paesi. Nello stesso anno a

Bergen fu proclamata l’unione definitiva tra la Danimarca e la Norvegia,22 un’unione che

avrebbe dovuto basarsi su un principio di parità ma che vide poi piuttosto la Norvegia

scivolare gradatamente in una posizione di sudditanza, non da ultimo dal punto di vista

culturale e linguistico.

Intanto i contrasti tra i Danesi e gli Svedesi esplosero, dal momento che Cristiano, per

altro appoggiato da quella parte di aristocrazia svedese che era scontenta di Carlo Knutsson,
costituita. Essa
avanzava pretese anche su quel Paese. Ciò portò a una serie di aspri conflitti, che videro
del sovrano che
infine prevalere il re danese che il 23 giugno 1457 fu proclamato anche re di Svezia. Una
prì le dispute e
elessero Carlo vittoria tuttavia non definitiva perché in seguito Carlo avrebbe ripreso il potere gestendolo, a

ono il giovanefasi alterne, tra il 1464 e il 1465 e poi ancora tra il 1467 e il 1470, anno della sua morte.23 Il

e la vedova delsuccessore di Carlo, il reggente Sten Sture il Vecchio (den äldre, ca.1440-1503), avrebbe

aese: una partesaputo respingere le nuove pretese del re danese, infliggendogli una pesante sconfitta a

son, l’altra alla Brunkeberg, presso Stoccolma (1471).24 Ciò gli consentì di mantenere il governo della

nza. Il conflitto Svezia, quasi ininterrottamente, fino al 1503. Le cose in realtà non furono affatto semplici.

niti il Consiglio Alla morte di Cristiano I (1481) infatti gli successe il figlio Giovanni (Hans, 1455-1513),

tiano. In questadivenuto poi anche re di Norvegia (1483); in quel medesimo anno fu concluso un accordo

per il potere traper stabilire in base a quali condizioni egli potesse essere accettato anche come sovrano di

abilito che allaSvezia:25 ciò lo pose dunque in conflitto con Sten Sture finché (1497) riuscì a diventare re di

essere eletto alSvezia, seppure Sten Sture si riprendesse infine (1501) il governo del Paese. Seguirono anni

altro sovrano si inquieti nel corso dei quali la Svezia – governata (non certo senza opposizione!) da

o stesso anno arappresentanti della famiglia Sture – fu nuovamente aggredita dal re danese Cristiano II

un’unione che(succeduto al padre Giovanni nel 1513), che ancora una volta voleva imporre il proprio

to la Norvegiadominio e ricostituire l’Unione. Dopo alterne vicende egli riusciva infine a sconfiggere Sten

punto di vistaSture il Giovane (den yngre, 1492 o 1493-1520), che veniva ferito a morte nella battaglia di

Bogesund (attuale Ulricehamn in Västergötland), conquistava Stoccolma e si faceva

e Cristiano, per proclamare re (1520). Poco dopo, nonostante le promesse di clemenza, colpiva con

Carlo Knutsson, straordinaria ferocia i suoi avversari: con una falsa accusa di eresia più di ottanta persone (ma

itti, che videro il numero preciso resta incerto) furono infatti brutalmente giustiziate in quello che è rimasto

di Svezia. Unatristemente noto come il “bagno di sangue di Stoccolma” (Stockholms blodbad: 7-9
e gestendolo, anovembre 1520).26 I sentimenti antidanesi che erano maturati in Svezia nel corso dei decenni

Il giunsero così al culmine e i rapporti tra i due Paesi conobbero la definitiva rottura. Mentre

1503), avrebbe dopo questi fatti Cristiano II diveniva l’uomo più potente del Nord e si guadagnava il favore

nte sconfitta a di una parte del popolo danese anche grazie all’emanazione di leggi di diritto ecclesiastico e

governo dellaleggi di diritto laico (Gejstlige Lov e Verdslige Lov),27 almeno in parte ispirate a princìpi

ffatto semplici.umanitari (1521-1522), si era già ben profilata all’orizzonte la figura carismatica che avrebbe

, 1455-1513),cambiato i destini della nazione svedese, quel Gustavo Vasa (Gustav Eriksson Vasa o Wasa)

uso un accordo che nel 1523 sarebbe stato eletto sovrano del proprio Paese.

ome sovrano di Negli anni delle lotte politiche che segnano la disgregazione dell’Unione di Kalmar, comincia ad

diventare re diaffermarsi uno ‘stendardo svedese’ da cui poi deriverà la bandiera ufficiale della nazione. Sebbene la
tradizione popolare voglia collegare la sua origine alla crociata di Erik il Santo in Finlandia (1155
Seguirono anni
ca.),28 esso pare innanzi tutto da ricondurre (quantomeno per i colori) agli stemmi di Albrecht di
pposizione!) da
Mecklemburgo29 e di Carlo Knutsson Bonde.30 Per quanto se ne sa le prime apparizioni di un drappo
se Cristiano II
blu con croce gialla risalgono al 1560 in occasione del funerale di Gustavo Vasa: tra le insegne dei
porre il proprio
diversi territori del Regno quella della Finlandia meridionale presentava un elmo appoggiato su due
configgere Sten
lance incrociate ciascuna ornata da una bandiera con una croce gialla in campo blu.31 Di due anni
ella battaglia di
dopo è il primo riferimento ‘ufficiale’: in una lettera reale del 19 aprile 1562 a firma di Erik XIV si
a e si faceva legge che nello stendardo reale (che di ciò, in primo luogo dovette trattarsi) ci dovrà essere “del

a, colpiva con giallo in forma di croce applicato su del blu”.32

nta persone (ma La scelta di un vessillo simile a quello danese ma diverso nei colori è verosimilmente da

o che è rimastointerpretare come un segno di esplicita contrapposizione. Durante la guerra dei sette anni con la

: 7-9Danimarca (1563-1570)33 questo stendardo comparirà fra le insegne innalzate dal celebre
rso dei decennicomandante Klas Kristersson Horn (ca.1517-1566). Inizialmente simbolo del re, la bandiera blu con

rottura. Mentre la croce gialla diverrà definitivamente simbolo della Svezia a partire dal XVII secolo.
Una serie di raffigurazioni ne testimonia il progressivo affermarsi. Assai interessanti sono, in
gnava il favore
particolare, un’immagine conservata nel Museo dell’esercito (Armémuseum) di Stoccolma che
ecclesiastico e
raffigura l’assedio di Riga (1621) da parte delle forze svedesi e un acquerello, custodito nell’Archivio
irate a princìpi
di guerra (Krigsarkivet) a Stoccolma. Nella prima si vedono, fra le tante a strisce ondulate, due
ica che avrebbe
bandiere con la croce e a doppia punta, il che vuole probabilmente indicare l’autorità del re, Gustavo
)
Adolfo II, personalmente impegnato nell’assedio;34 nella seconda navi svedesi che issano la bandiera

giallo-blu (rettangolare o a tre punte) all’ancoraggio presso il porto di Pillau (Бa mu cк


mar, comincia ad
nell’exclave russa tra Lituania e Polonia), raggiunto dalla flotta del re Gustavo Adolfo nel 1626.
ione. Sebbene la
Le più antiche bandiere svedesi che ci siano giunte si trovano nel Museo nazionale
Finlandia (1155
(Rijksmuseum) di Amsterdam: si tratta di due trofei di guerra conquistati nel corso di una battaglia
mi di Albrecht di
navale tra Olandesi e Svedesi nell’Øresund (29 ottobre 1658), un avvenimento raffigurato in un
oni di un drappo
quadro del pittore fiammingo Jan Abramsz Beerstraten (1622-1666) conservato nel Museo Marittimo
ra le insegne dei
Olandese (Nederlands Scheepvaartmuseum).35 Altre opere – come i dipinti realizzati nel 1686 dal
ppoggiato su due
danese Claus Møinichen (ca.1660-ca.1730) ed esposti nel castello di Frederiksborg a Hillerød nella
Di due anni
Selandia settentrionale che illustrano le battaglie navali di Öland (1676) e del golfo di Køge (1677), o
a di Erik XIV si
gli arazzi realizzati dal fiammingo Berent van der Eichen (date ignote) che si trovano nel castello di
ovrà essere “del
Rosenborg a Copenaghen e rappresentano lo scontro navale di Öland e quello di Møn (1677) –

distinguono inequivocabilmente la nazionalità delle navi coinvolte (danesi e svedesi) proprio grazie
rosimilmente da
ai vivaci colori delle loro bandiere.36
ette anni con la
7.2. Tramonto della colonia groenlandese
ate dal celebre
Nel corso del XV secolo la colonia groenlandese andò incontro alla propria decadenza.
bandiera blu conAbitata a partire dall’XI secolo da intraprendenti coloni nordici che vi avevano fondato due

principali insediamenti – quello ‘orientale’ (Eystribygð) nei distretti sud-occidentali di


ressanti sono, in
Nanortalik, Narsaq e Qaqortoq (Julianehåb), dove sorgeva anche la cattedrale di Garðar, e
Stoccolma che
quello ‘occidentale’ (Vestribygð) nell’area orientale del distretto di Nuuk (Godthåb) –37 essa
ito nell’Archivio
aveva potuto prosperare relativamente, nonostante le obiettive difficoltà ambientali,
ce ondulate, due
arrivando a contare una popolazione di qualche migliaio di persone (forse addirittura
à del re, Gustavo
raggiungendo un ‘picco’ di circa 5000). Fonti principali del suo sostentamento erano
ssano la bandiera
l’allevamento e il commercio dei prodotti locali (soprattutto le prede animali catturate con la
cк,
caccia e la pesca), che si appoggiava ai traffici navali norvegesi (si ricordi qui che nel 1261 la

Museo nazionale Groenlandia era passata sotto il controllo del re Håkon Håkonsson, entrando a far parte del

di una battaglia ‘grande impero’ di quel Paese). Ma una serie di fattori ne doveva decretare, fatalmente, il

affigurato in undeclino. La prima causa è certamente da ricercare nel peggioramento delle condizioni

Museo Marittimoclimatiche che cominciò a manifestarsi nel XIII secolo per acuirsi nel XIV: ciò determinò

ati nel 1686 dal


non soltanto una progressiva riduzione delle aree sfruttabili economicamente, ma anche la
a Hillerød nella
necessità di difendersi dagli Eschimesi che per le medesime ragioni volevano usufruire di
i Køge (1677), o
quelle risorse; a ciò si aggiunse l’aumentata difficoltà nel mantenere regolari contatti via
no nel castello di
mare con l’Islanda e la Norvegia (dalla quale, dopo il disastro provocato dalla peste,
i Møn (1677) –
giungevano sempre meno navi). Contemporaneo alla diminuzione dei beni disponibili fu il
i) proprio grazie
calo nella loro richiesta, dovuto alla comparsa di nuove merci che potevano sostituirle (e,

conseguentemente, il disinteresse della Ansa). Il primo dei nuclei abitati da nordici sul

territorio groenlandese a soccombere fu la colonia occidentale: colpita anche da una


pria decadenza.
no fondato dueinvasione di insetti nocivi che devastò gli allevamenti, essa cessò di esistere intorno al 1340.

-occidentali diLa maggior parte delle persone dovette cercare rifugio nella colonia orientale, ma non è

le di Garðar, eescluso che alcuni (forse soprattutto donne) si siano aggregati agli Eschimesi.38

essaL’insediamento orientale resistette fino al XV secolo. Qualche nave vi giunse saltuariamente

ltà ambientali,(anche dopo il 1410, anno nel quale si ha notizia certa del ritorno di un bastimento da quelle

orse addiritturaregioni). Ma il crescente isolamento, le avversità climatiche, la diminuzione del numero dei

ntamento eranocoloni e i loro difficili rapporti con gli Eschimesi ne determinarono l’inesorabile scomparsa.

catturate con laDalla seconda metà del XV secolo e per quasi duecento anni, non ci sarebbero più stati

che nel 1261 laregolari contatti tra quella remota regione e il resto dell’Europa.39

a far parte del Nel XIV secolo si ha notizia di tale Ivar Bårdsson (Ívar Bárðarson), ecclesiastico norvegese, il

e, fatalmente, ilquale (in assenza del vescovo titolare) aveva amministrato la diocesi di Garðar in Groenlandia. Il
resoconto della sua esperienza – che costituisce una importante testimonianza relativa a questo Paese
elle condizioni
– contiene interessanti notizie a riguardo della colonia nordica in quel periodo. Si legga:
: ciò determinò
“Dall’insediamento orientale all’insediamento occidentale ci sono dodici miglia di mare ed è
e, ma anche la
tutto disabitato. Nell’insediamento occidentale c’è una grande chiesa che si chiama chiesa di
no usufruire di
Steinsnes, quella chiesa fu per un po’ cattedrale e sede vescovile, ora gli Eschimesi occupano tutto
ari contatti via
l’insediamento occidentale. Là ci sono a sufficienza cavalli, capre, bovini e pecore, tutti selvatici, ma
to dalla peste,
nessuna persona, né cristiani né pagani.40
disponibili fu il Tutto questo che è stato detto, ci riferì di aver visto Ivar Bårdsson, groenlandese, che per molti

o sostituirle (e,anni era stato intendente presso il vescovato di Garðar in Groenlandia,41 ed egli era uno di quelli

da nordici sulche erano stati incaricati dal lagman42 di recarsi nell’insediamento occidentale contro gli Eschimesi

anche da unaper scacciarli di là. [Ma] quando essi giunsero là non trovarono nessuno, né cristiani né pagani,
ntorno al 1340. solo parecchi animali selvatici e pecore e si cibarono di quegli animali selvatici e pecore, e ne

tale, ma non èpresero quanti le navi potevano trasportarne, e con ciò fecero vela verso casa e il suddetto Ivar con
loro.”43
38

7.3. Vita sociale e culturale


saltuariamente
La difficile situazione politica del XV secolo, con i suoi conflitti e le sue incertezze ebbe,
mento da quelle
naturalmente, riflessi anche sulla vita sociale e culturale dei Paesi nordici. Certamente questo
del numero dei
fu un periodo di riassestamento per la classe contadina, dopo la grave crisi dell’agricoltura
bile scomparsa.
determinata dall’epidemia di peste della metà del XIV secolo (cui erano seguiti diversi
bbero più stati
contagi minori), aggravata nei decenni successivi dal perdurare di condizioni climatiche

ico norvegese, il
particolarmente ostili.44 Uno stato di cose tuttavia complesso sia in relazione alle diverse

Groenlandia. Ilfigure riferibili a quel mondo (liberi agricoltori, fittavoli, braccianti) sia al contesto politico-

a a questo Paesesociale dei singoli Paesi. La situazione era certamente più sfavorevole in Danimarca, dove in

alcuni casi i contadini furono ‘vincolati’ alla terra e si scivolò verso una vera e propria

ia di mare ed èservitù della gleba; tuttavia anche altrove la diminuzione della forza lavoro seguita alle gravi

hiama chiesa di
epidemie, combinata con la necessità del potere centrale, dei nobili e della Chiesa (spesso in
i occupano tutto
conflitto tra loro) di attingere copiosamente alle risorse prodotte determinò non di rado una
utti selvatici, ma
grande quantità di lavoro e un gravoso carico fiscale. È tuttavia vero che in Svezia i contadini

riuscirono comunque a mantenere quella che si potrebbe definire una ‘coscienza di classe’ (e
se, che per molti
dunque una qualche forma di peso politico), mentre in Norvegia il progressivo distacco dal
era uno di quelli
potere centrale favorì una sorta di ripresa delle autonomie locali, riflessa nel rinnovato ruolo
ro gli Eschimesi

tiani né pagani,
svolto dalle corrispondenti assemblee. Pur tuttavia si assiste, in diverse circostanze, a vere e
i e pecore, e neproprie ribellioni, regolarmente soffocate dagli uomini del re e dai nobili.45

uddetto Ivar con Le città nordiche del XV secolo non avevano certamente le dimensioni né l’importanza

di molte di quelle che sorgevano nel resto d’Europa.46 E tuttavia in esse si praticavano

fiorenti commerci e furono fondate corporazioni. Le città avevano statuti propri (anche se in
ncertezze ebbe,
Svezia e in Norvegia risulta l’emanazione di codici ‘urbani’ comuni ricondotti ai re Magnus
tamente questo
Eriksson e Magnus Emendatore di leggi Håkonsson),47 ma allo stesso tempo erano sottoposte
dell’agricoltura
al controllo dell’autorità centrale, sebbene l’amministrazione locale fosse per lo più gestita
seguiti diversi
dai mercanti.
ioni climatiche
Del resto la nobiltà esercitava il proprio potere e traeva il proprio sostentamento piuttosto
ne alle diverse
grazie ai vasti possedimenti terrieri che si era assicurata nel tempo. Caratteristico del XV
ntesto politico-
secolo è una sorta di riassestamento della classe nobiliare che, a fronte di precise istanze
imarca, dove in
della Corona, viene, per così dire, selezionando i propri membri, privilegiando in molti casi
vera e propria
gli esponenti di casate antiche e ormai consolidate rispetto a coloro che avevano conosciuto
guita alle gravi
fortune recenti: si veda a esempio il cosiddetto ‘accordo’ (recess) di Nyköping’ (1396) che
hiesa (spesso in
prevede la restituzione alla Corona dei beni venuti in possesso dei nobili dopo il 1363.48 La
non di rado una
riaffermazione dei privilegi e dei diritti di una casta ‘antica’ e potente e, insieme,
ezia i contadini
l’aggressività di molti dei suoi membri, costituisce dunque la base per la separazione da una
nza di classe’ (e
‘nobiltà bassa’ che viene talora respinta verso la classe dei contadini, i cui più eminenti
vo distacco dal
rappresentanti riescono al contrario in qualche occasione, a elevare il proprio grado sociale.
rinnovato ruolo
Anche la Chiesa aveva dovuto subire pesanti conseguenze dall’epidemia di peste, tradotte
stanze, a vere e
in primo luogo nella sensibile riduzione degli introiti che provenivano dalle terre che essa
amministrava e dalle decime. Ciò nonostante fu capace di riorganizzare la propria situazione

né l’importanzain tempi relativamente rapidi. I secoli XIV e XV costituiscono tuttavia un periodo di tensioni

si praticavanoche si legano, in primo luogo, alle grandi questioni che vedono coinvolta tutta la cristianità

pri (anche se in(il trasferimento della sede papale ad Avignone, lo scisma, le conclusioni del Concilio di

ti ai re MagnusBasilea, la questione di una moralizzazione dei costumi). Come si è accennato in precedenza,

rano sottoposteil Nord porta un consistente contributo al dibattito religioso soprattutto con la figura di Santa

r lo più gestita Brigida. Ma fino alla vigilia della riforma protestante (che per certi versi livellerà molti

contrasti) la lotta politica si rifletterà anche nei rapporti tra il potere centrale (spesso

mento piuttosto abilmente capace di instaurare un interessato rapporto di collaborazione con il papato) e gli

eristico del XV alti ecclesiastici, alleati o avversari, in ogni caso pienamente coinvolti nelle lotte per il

precise istanzepredominio e, non di rado, desiderosi di riaffermare una effettiva autonomia delle chiese

do in molti casinordiche.

ano conosciuto Tra la fine del XIV e il XV secolo, seppure Parigi (così come altri ‘tradizionali’ centri di

ng’ (1396) chestudio) non cessi di essere frequentata, un cospicuo numero di studenti nordici si indirizza

Lapiuttosto verso università sorte in località come Erfurt, Praga, Lipsia, Rostock (dove si ha

te e, insieme,notizia del cosiddetto Collegium Norvegianorum o Bursa Olavi e di iscritti provenienti anche

arazione da unadalla lontana Islanda) e Greifswald (ma anche Vienna e Colonia). Del resto gli atenei

ui più eminentistranieri continuano a svolgere un ruolo di primo piano anche dopo la fondazione delle prime

due università nordiche: Uppsala, sorta nel 1477 (dunque la prima in Scandinavia) per

i peste, tradotteiniziativa dell’arcivescovo Jakob Ulfsson (formatosi a Rostock e a Parigi, morto nel 1521);49

e terre che essache aveva ottenuto la necessaria autorizzazione papale e poi Copenaghen, istituita nel 1479
opria situazione(anch’essa dietro concessione papale), nella città che il re Erik di Pomerania aveva

iodo di tensionidefinitivamente sottratto alla giurisdizione del vescovo di Roskilde. A lungo questi centri di

ta la cristianitàstudio non saranno capaci di contrastare il prestigio di quelli stranieri.50 Innanzitutto in

del Concilio di Danimarca compaiono nel tardo medioevo anche le prime scuole cittadine, le quali pur

in precedenza,restando legate all’ambito religioso costituiscono un punto di svolta rispetto alla tradizione

figura di Santa dell’insegnamento presso le strutture ecclesiastiche.

livellerà molti Ma la necessità d’una approvazione papale per la fondazione delle università nordiche ci

entrale (spessoricorda come il mondo della cultura resti ancora in misura sostanziale ‘monopolio’ della

il papato) e gli Chiesa. È un fatto che le più ricche biblioteche appartengono ai conventi (si stima che quello

lle lotte per ilbrigidino di Vadstena in Svezia possedesse all’inizio del XVI secolo circa 1400 volumi),51

mia delle chiese alle chiese, ai vescovati e ai capitoli, seppure fin dalla fine del XIII secolo si abbia notizia di

singoli eruditi (spesso ecclesiastici ma poi anche sovrani o persone di alto livello sociale) che

ionali’ centri didisponevano di raccolte private di testi.

dici si indirizza Del resto la produzione letteraria resta, in buona parte, ancorata a temi devozionali e

ock (dove si hareligiosi: basti pensare a titoli come Il conforto dell’anima, ispirato a un modello basso

ovenienti anchetedesco (Der Grosse Seelentrost), la cui versione svedese (Siælinna thrøst) va ricondotta

esto gli ateneiall’attività culturale del monastero brigidino di Vadstena,52 mentre quella danese (Siæla

one delle primetrøst) ci resta solo in forma frammentaria, o Libro della tentazione del demonio (Bok aff

candinavia) perdyäfwulsens frästilse),53 ma anche ai versi dedicati alla Madonna (Mariaviserne) dal monaco

49danese Per Ræff Lyllæ vissuto attorno al 1470, così come al protrarsi del genere della

tituita nel 1479 ‘leggenda’ a carattere religioso. E tuttavia già si preannunciano sviluppi futuri: non solo si
merania avevaincrementa il lavoro di traduzione di parti della Bibbia (un ‘esercizio’ che nell’ottica luterana

questi centri di diverrà di importanza fondamentale) ma si dà l’avvio anche a una letteratura salmista, genere

Innanzitutto in che conoscerà un interessante sviluppo dopo la riforma.54 E così, seppure lentamente, anche

e, le quali pur qualche forma di teatro (riproposizione di modelli continentali) muove i suoi primi, per altro

alla tradizione assai incerti, passi.

Del resto in letteratura, come nella vita sociale, l’ideale cavalleresco da una parte e la

sità nordiche ciindiscussa autorità della Chiesa dall’altra cominciano a declinare: si fa strada ora piuttosto un

onopolio’ dellacrudo realismo e una amara ironia, naturale reazione di fronte alle drammatiche vicende

tima che quello sociali e politiche. Il che tra l’altro si constata nella diffusione di una ‘letteratura popolare’

51fatta di proverbi, massime, indovinelli. Ma anche – a livelli culturalmente più elevati – nella

abbia notizia di fortuna (destinata a perdurare nel tempo) di un’opera come la raccolta di novelle che va sotto

llo sociale) cheil titolo Sette saggi maestri (Sju vise mästare, di cui esistono tre versioni collocabili tra il

1420 e l’ultimo decennio del XV secolo), traduzione in lingua svedese di un testo di

i devozionali e provenienza orientale assai diffuso nel medioevo, i cui contenuti sono per molti versi

modello bassotutt’altro che ‘moralizzanti’;55 o, d’altro canto, in quella di uno scritto (ancora svedese) dal

) va ricondottatitolo Una grande satira su tutti gli abati (Aff abotum allum skemptan myklä, prima metà del

SiælaXV secolo), rivolto contro gli uomini di Chiesa, ben più attenti – a quanto pare – alla

Bok affsoddisfazione del proprio stomaco che non alla salvezza delle anime. Una ispirazione di

) dal monacocarattere politico si può forse già intravedere nella storia in knittelvers del Re Alessandro

el genere della(Konung Alexander), resa in svedese (attorno al 1380) per iniziativa del drots Bo Jonsson

uri: non solo si Grip: un lungo testo (più di diecimila versi!) basato non tanto sulla reale storia del grande
’ottica luteranacondottiero, quanto piuttosto sulla Storia delle guerre di Alessandro Magno (Historia de

almista, genere preliis Alexandri Magni), opera in prosa composta dall’arciprete Leone di Napoli tra il 951 e

tamente, ancheil 968 nella quale si rielaborano tarde storie fantastiche di provenienza greca.56 Essa è

primi, per altrotuttavia ben più palese nel cosiddetto Gioco degli scacchi (Schacktavelslek, 1460 circa),

anch’esso in knittelvers, che riprendendo un modello ampiamente diffuso in Europa consente

una parte e laall’autore di esprimere la propria opinione sulla situazione della società svedese (i cui

ora piuttosto unrappresentanti sono simboleggiati dai diversi pezzi del gioco degli scacchi).

matiche vicende Tentativi di ‘autonomia’ della cultura che del resto appaiono paralleli al sorgere di una

atura popolare’ coscienza nazionale, soprattutto là dove essa dà espressione al senso di identità e al desiderio

ù elevati – nelladi libertà soffocati dall’imposizione di un dominio danese nel contesto delle lotte interne

lle che va sottoall’Unione;57 basti pensare al già citato ‘Inno’ del vescovo Thomas Simonsson di

ollocabili tra ilSträngnäs.58 Anche l’Islanda conosce del resto una ‘poesia politica’ nella satira dal titolo

di un testo di“Disonore del mondo” (Heimsósómi), attribuita al poeta Skáld-Sveinn (del quale per altro

per molti versi non si sa nulla) che nei suoi versi denuncia l’arroganza e l’illegalità dei potenti.59

ra svedese) dal La nascita di una storiografia a fini nazionalistici si constata in Svezia sia con la

prima metà delcosiddetta Cronaca in prosa (Prosaiska krönikan o Vetus chronicon Sveciæ prosaicum),60 sia

nto pare – allacon la Cronaca del Regno dei Goti (Chronica Regni Gothorum) scritta su incarico di Carlo

ispirazione di Knutsson Bonde da Ericus Olai (ca.1420-1486), laureato nel 1452 a Rostock, più tardi (1475)

Re Alessandrodottore in teologia a Siena, divenuto arcidiacono e professore all’Università di Uppsala:

Bo Jonssonopere nelle quali si afferma la teoria del primato della nazione svedese, patria d’origine di

oria del grandequei Goti che avevano saputo compiere grandi imprese conquistando vasti territori, il che
Historia dedunque assegnava alla Svezia il diritto di rivaleggiare in grandezza con la Grecia e con

poli tra il 951 eRoma.61 Da qui sarebbe nato il movimento noto come ‘goticismo’ che tanta importanza

Essa è avrebbe avuto nei secoli successivi.62

, 1460 circa), Come è del tutto lecito attendersi la stampa fu introdotta nel Nord dai Tedeschi.63 In

uropa consenteGermania c’erano stampatori ambulanti che si recavano nelle diverse località nelle quali era

svedese (i cui richiesta la loro opera. Fra costoro tale Johan Snell (forse, a giudicare dal cognome, di origini

basso-tedesche) che fu (1482) a Odense – dove il convento di Sant’Albano rappresentava un

sorgere di unaimportante centro di cultura – e successivamente (1483) a Stoccolma dove pubblicò opere in

à e al desiderio lingua latina: i primi libri usciti nel Nord. Un notevole impulso venne naturalmente

le lotte internedall’ambiente ecclesiastico, nel quale presto si era compresa l’importanza di questo nuovo

Simonsson distrumento. Le prime opere in lingua nordica uscirono nel 1495: in Danimarca la Cronaca

satira dal titolodanese in rima64 e in Svezia il Libro della tentazione del demonio, poco sopra citato.65 In

quale per altroIslanda la prima tipografia sorse per iniziativa di Jón Arason vescovo di Hólar che invitò

nell’isola un ecclesiastico svedese, Jón Matthíasson il quale nel 1534 diede alle stampe un

zia sia con labreviario che fu dunque il primo libro islandese.66 La prima opera stampata in Norvegia, un

siamessale, comparirà solo nel 1643:67 questo ritardo e il fatto che qui la maggior parte dei libri

carico di Carlo risulti prodotta all’estero (specie in Danimarca) sottolinea ulteriormente la condizione di

più tardi (1475)decadimento culturale e di dipendenza politica di questo Paese.

ità di Uppsala: 7.4. Verso nuovi equilibri

ria d’origine di Nel 1523 l’ascesa di Gustavo Vasa al trono svedese segna il tramonto definitivo

territori, il che dell’Unione di Kalmar, in un quadro generale nel quale gli equilibri di potere risultano
a Grecia e conprofondamente modificati. Infatti, mentre la Danimarca e la Svezia andranno a costituire due

nta importanzaregni consolidati, assai diverso sarà il destino della Norvegia e dell’Islanda.

Gradatamente il primo di questi due Paesi era divenuto sempre più dipendente dal

Indominatore danese, che era stato capace di accaparrarsi la maggior parte delle posizioni di

nelle quali erapotere (sia nella struttura statale sia in quella ecclesiastica) svigorendo di fatto il tessuto

nome, di origini sociale e culturale della nazione. Simbolicamente il declino di quella che era stata la ‘grande

ppresentava unpotenza norvegese’ è segnato non soltanto dal trattato di Bergen del 1450,68 ma anche dalla

bblicò opere in cessione da parte del re danese Cristiano I delle Orcadi e delle Shetland, date in pegno per la

e naturalmente dote della figlia Margherita (1456-1486), sposa di Giacomo III di Scozia (1469).69 Una

i questo nuovo perdita che, nonostante le successive richieste e promesse, non sarebbe mai stata recuperata.

CronacaAll’inizio del XVI secolo (1507-1508) ci fu un sussulto di ribellione nei confronti del potere

In straniero con una rivolta, divampata soprattutto nella regione di Hedmark, che fu

ólar che invitòinesorabilmente soffocata. Il vescovo di Hamar, Carlo (Karl) Jensson (1460-1512), accusato

alle stampe undi aver sostenuto gli insorti fu imprigionato e morì prima di riacquistare la libertà.

n Norvegia, un Degli antichi possedimenti norvegesi restavano le Føroyar, l’Islanda e la Groenlandia:

r parte dei libridell’ultima si è detto. Le Føroyar furono considerate, almeno inizialmente, una colonia

condizione dinorvegese e governate come tali; nel 1490 i commercianti olandesi ottennero i medesimi

privilegi di quelli anseatici per i traffici con le isole, i cui abitanti alla fine del secolo

subirono gli attacchi di pirati provenienti dalla Francia e dalle terre britanniche. Nel 1521 il

onto definitivore danese, certamente per rimarcare la sua completa autorità, inviava nell’arcipelago un

potere risultanoproprio rappresentante. L’Islanda, dove il XV secolo era iniziato con l’epidemia di peste,
a costituire dueconobbe un drastico calo della popolazione, ma anche – di conseguenza – una maggiore

disponibilità di risorse. Il commercio del pesce si incrementò, sia per la presenza dei

dipendente dalcommercianti anseatici, sia – soprattutto – per quella degli Inglesi che (in qualche caso con

lle posizioni diintenti piuttosto aggressivi) sempre più spesso frequentavano con le loro navi le acque

fatto il tessutoislandesi.70 Tuttavia per l’isola fu questo un secolo di decadimento politico, sociale e

stata la ‘grandeculturale, tragicamente concluso da una nuova epidemia che imperversò nel Paese tra il 1494

ma anche dallae il 1495.71

in pegno per la Il XVI secolo vedrà dunque la Danimarca e la Svezia affermare, con diverse fortune e

Unanon senza reciproci e gravi contrasti, la propria identità nazionale, sociale e statale, mentre

tata recuperata.per la Norvegia e l’Islanda si confermerà una situazione di dipendenza e di declino destinata

ronti del potere a perdurare per lunghissimo tempo.

dmark, che fu

1512), accusato

a Groenlandia:

e, una colonia

ero i medesimi

fine del secolo

he. Nel 1521 il

l’arcipelago un

demia di peste,
conobbe un drastico calo della popolazione, ma anche – di conseguenza – una maggiore

disponibilità di risorse. Il commercio del pesce si incrementò, sia per la presenza dei

commercianti anseatici, sia – soprattutto – per quella degli Inglesi che (in qualche caso con

intenti piuttosto aggressivi) sempre più spesso frequentavano con le loro navi le acque

islandesi.70 Tuttavia per l’isola fu questo un secolo di decadimento politico, sociale e

culturale, tragicamente concluso da una nuova epidemia che imperversò nel Paese tra il 1494

e il 1495.71

Il XVI secolo vedrà dunque la Danimarca e la Svezia affermare, con diverse fortune e

non senza reciproci e gravi contrasti, la propria identità nazionale, sociale e statale, mentre

per la Norvegia e l’Islanda si confermerà una situazione di dipendenza e di declino destinata

a perdurare per lunghissimo tempo.


1 La comunità faroese, formata per la gran parte da coloni di origine norvegese, aveva a lungo

saputo mantenere una certa indipendenza, a dispetto dei tentativi dei re norvegesi di imporre il

proprio dominio sull’arcipelago. Nell’anno 999, nonostante l’opposizione di molti fra gli abitanti, le

isole erano state cristianizzate per volere di Olav Tryggvason; più tardi (1026) Olav il Santo avrebbe

tentato di imporre ai Faroesi le leggi norvegesi e il pagamento del tributo. L’assemblea generale dei

Faroesi, fondata attorno all’anno 900, svolse in pieno le proprie funzioni fino a quando (1271) il re

Magnus Emendatore di leggi estese all’arcipelago la validità del codice di leggi antico del Gulating e

nominò il figlio Håkon duca di Oppland, di Oslo, delle Shetland e delle Føroyar. Dopo di ciò questo

organismo poté avere voce in capitolo solo a riguardo di questioni locali. Le Føroyar dunque

divennero di fatto una colonia norvegese e seguirono i destini di quel Paese (vd. pp. 1436-1439).

2 Si trattava di una unione di carattere personale che cessò nel 1355 quando il figlio di Magnus,

Håkon, divenne maggiorenne e salì al trono di Norvegia.

3 Vd. sopra, pp. 355-356.

4 Nel 1371 egli dovette, tra l’altro, accettare una forte limitazione al proprio potere a vantaggio

del Consiglio del Regno (DS X: 1, nr. X 75, 9 agosto 1371, pp. 61-66).

5 Per la precisone quattrocentotrentaquattro, cioè fino al 1814. Henrik Ibsen (vd. pp. 1077-1078)

definirà questo periodo della storia norvegese “una notte lunga quattrocento anni.” Si legga nel IV

atto del Peer Gynt (1867): “Ahimè, ma poi venne il giogo straniero/ e corruppe la lingua della foresta

vergine./ Una notte di quattrocento anni/ si distese sopra la scimmia;/ e si sa, notti così lunghe/

soffocano [lo spirito] delle popolazioni” (DLO nr. 108).

6 STFM II, nr. 411 a, 22 marzo 1388, pp. 458-464. Nell’accettare l’autorità di Margherita sul

proprio Paese gli Svedesi la definivano “signora plenipotenziaria e giusto padrone” (p. 459:

“futlmechtich fruwæ ogh ræet husbundæ”, un termine, quest’ultimo, solitamente usato in relazione
e, aveva a lungoagli uomini, vd. p. 110).

si di imporre il 7 In questo contesto si inserisce l’attività dei pirati tedeschi detti Fratelli vitaliani, i quali – almeno

ra gli abitanti, leinizialmente – avevano il compito di rifornire di viveri (vitalia, donde il loro nome) la città di

il Santo avrebbeStoccolma, assediata dalle truppe di Margherita, nella quale il numero di cittadini tedeschi era molto

blea generale deielevato. Successivamente tuttavia costoro si diedero a razzie incontrollate, finché furono

ando (1271) il redefinitivamente sconfitti dai Cavalieri dell’Ordine teutonico (cfr. p. 379). Vd. PUHLE M., Die

co del Gulating eVitalienbrüder. Klaus Störtebeker und die Seeräuber der Hansezeit, Frankfurt a.M. 1992.

opo di ciò questo 8 STFM II, nr. 422 1, 17 giugno 1395, pp. 512-524.

Føroyar dunque 9 STFM II, nr. V (Bihang), 20 settembre 1396, pp. 655-664. Secondo l’opinione di H. Norén

(“Drottning Margaretas recess i Nyköping 1396”, in Sörmlandsbygden, 2003, pp. 143-152) questo

iglio di Magnus,atto è di fondamentale importanza in quanto costituisce una premessa determinante dell’Unione di

Kalmar. Con il termine recess si indica il testo di una risoluzione adottata dal re (non di rado un

capitolare) e/o dal Consiglio del Regno, dunque pienamente efficace.

tere a vantaggio 10 STFM II, nr. 423, 13 luglio 1397, pp. 560-585.

11 Vd. la fonte indicata a p. 343, nota 63 (il passo relativo a questa proibizione alle pp. 53-54).

. pp. 1077-1078) 12 L’attività mineraria nella zona risaliva addirittura al VII secolo d.C. Fin dal 1288 si conosce un

Si legga nel IV documento (DS II, nr. 964, 16 giugno 1288, pp. 49-50) che testimonia l’esistenza di questo tipo di

gua della forestaindustria (citata come Tiscasioberg, vale a dire Tiskasjöberg) a Falun dove c’era una grande miniera

lunghe/di rame (Falu kopparberg): dunque una delle più antiche del mondo. L’industria nata qui si chiamerà

di seguito Stora Kopparberg (letteralmente “Grande montagna di rame”) e allargherà la propria sfera

i Margherita sul di attività fino a confluire (1998) nella multinazionale Stora Enso con sede a Helsinki.

drone” (p. 459: 13 Vd. CARLSSON G., Arboga möte 1435, Stockholm 1936.

sato in relazione 14 La data della sua nascita, ignota, è collocabile negli anni ’90 del XIV secolo. Alla sua figura è
ispirato il dramma Engelbrekt di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083) del 1901.

i quali – almeno 15 Su di lui HARRISON D., Karl Knutsson. En biografi, Lund 2004.

ome) la città di 16 In questo quadro si inserisce la figura di Hallvard Ciuffogrigio (Gråtopp), forse da identificare

deschi era moltocon tale Hallvard Toressøn (ca.1390-ca.1438) il quale nel 1438, esauritasi una precedente rivolta che

finché furono aveva visto coinvolti anche dei nobili, guidò una sommossa contadina partita dal Telemark contro i

Diefunzionari danesi e la politica fiscale di Erik di Pomerania. Il ricordo della sua figura leggendaria è

rimasto vivo nella memoria popolare della regione. Vd. DAAE L.,”Bidrag til Norges Historie i Aarene

1434–1442”, in NHT IV (1877), pp. 62-108 (in particolare pp. 86-89) e HENNESEID S., Hallvard

one di H. Noréngråtopp og bondeopprøret i 1438, Drangedal 1988.

143-152) questo 17 Sui Fratelli vitaliani cfr. nota 7.

e dell’Unione di 18 STFM III, nr. 475, 1 settembre 1436, pp. 160-180; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 58, pp. 120-

(non di rado un 121.

19 L’anno successivo egli avrebbe fatto reprimere con la forza una grande rivolta dei contadini

danesi.

20 Qui il senso del testo è poco chiaro. Si potrebbe anche supporre che l’allusione sia piuttosto al

88 si conosce uncappuccio di stoffa che si mette sulla testa dei falchi e che ci si ritrova tra le mani se l’uccello si è

di questo tipo diliberato ed è volato via (vd. ed. cit., p. 78).

a grande miniera 21 Il testo si trova alla p. 178 del manoscritto che porta la segnatura Cod. Holm. B 42 conservato

a qui si chiameràpresso la Biblioteca reale (Kungliga biblioteket) di Stoccolma (DLO nr. 109); vd. BENGTSSON N.A.,

à la propria sfera“Några Bidrag till kännedomen om biskop Thomas’ Frihetsvisa”, in Samlaren, XXVIII (1947), pp.

108-109.

22 STFM III, nr. 490, 13 maggio 1450, pp. 237-241; nr. 491, stessa data, pp. 243-247; SUNDBERG

Alla sua figura è1997 (Abbr.), nr. 64, pp. 130-131. Il trattato definitivo di unione stipulato a Bergen porta la data del
29 agosto (NGL IIR II: I, pp. 54-57).

23 La politica del re danese in Svezia aveva tra l'altro determinato (1463) grave scontento

se da identificare nell’Uppland, dovuto all’introduzione di nuove tasse. In questa situazione l'arcivescovo di Uppsala,

dente rivolta cheJöns Bengtsson (1417-1467), che pure in precedenza aveva collaborato con Cristiano, fu arrestato e

elemark contro i condotto in Danimarca. In seguito a ciò il vescovo di Linköping Kettil Karlsson (ca.1433-1465) si

ura leggendaria è pose alla guida dei rivoltosi che sconfissero i danesi.

Historie i Aarene 24 Vd. LÖNNROTH E., “Slaget på Brunkeberg och dess förhistoria”, in Scandia, 1938, pp. 159-213.

HallvardPer celebrare questa vittoria Sten Sture commissionò al celebre scultore tedesco Bernt Notke

(ca.1440-1509) una statua raffigurante San Giorgio e il drago con la quale si alludeva alla sua vittoria

su Cristiano I. Questa statua, realizzata nel 1489, è conservata nella cattedrale di Stoccolma

nr. 58, pp. 120- (Stockholms storkyrka).

25 Si tratta del cosiddetto Kalmar recess. I lavori preparatori di questo documento erano stati

lta dei contadini svolti all’inizio dell’anno nella città di Halmstad (Halland); vd. CARLSSON G., Kalmar recess 1483,

Stockholm 1955.

e sia piuttosto al 26 L’accusa era stata portata avanti dall’arcivescovo svedese Gustavo (Gustaf) Trolle. Nato nel

se l’uccello si è1488, egli aveva studiato all’estero e dopo il ritorno in patria aveva intrapreso la carriera ecclesiastica

fino alla nomina ad arcivescovo di Uppsala. Entrato in conflitto con Sten Sture il Giovane per via

conservato delle sue idee favorevoli all’Unione, nel 1517 era stato da questi rimosso dall’incarico. Quando nel

N.A.,1520 Cristiano II giunse in Svezia Gustavo Trolle fu subito dalla sua parte e lo incoronò re. Dopo i

VIII (1947), pp.tragici eventi di Stoccolma, riebbe dal sovrano la carica di arcivescovo. Presto dovette tuttavia

lasciare la Svezia e rifugiarsi in Danimarca. Divenuto vescovo di Odense (1534), morì poi (1535) a

UNDBERG seguito delle ferite riportate nella battaglia di Øksnebjerg (Fionia), combattuta nel quadro della

porta la data del“guerra del conte” (vd. p. 464 con nota 13). Al “bagno di sangue di Stoccolma” è ispirato il romanzo
La famiglia Sture; ovvero il bagno di sangue di Stoccolma della scrittrice danese Sophie May

grave scontento(pseudonimo di Sophie Friedr. Elise Mayer, 1788-1827), edito nel 1832 (Familien Sture; eller

covo di Uppsala,Blodbadet i Stockholm).

no, fu arrestato e 27 In realtà il nome attribuito a questi codici non corrisponde se non in parte al contenuto: essi

ca.1433-1465) siinfatti sono stati così definiti in relazione alle prime disposizioni che vi sono contenute. Vd. p. 461

con nota 3.

38, pp. 159-213. 28 Vd. sopra, p. 275. Si racconta infatti che al momento dello sbarco sulle coste finlandesi il re

co Bernt Notkeavrebbe visto una croce d’oro stagliarsi sull’azzurro del cielo. L’episodio, del tutto fantasioso, è

a alla sua vittoriapalesemente ricalcato sulla vicenda relativa alla visione dell’imperatore Costantino prima della

e di Stoccolma battaglia di ponte Milvio (312).

29 Uno scudo suddiviso in quattro settori dei quali quello in alto a sinistra raffigura tre corone

mento erano stati dorate su fondo blu. Le tre corone compaiono come simbolo della Svezia fin dalla prima metà del

mar recess 1483, XIV secolo (TÖRNQUIST 2008, pp. 32-33), ma risultano già presenti in un sigillo reale del secolo

precedente, appartenente al re Magnus Serrature ai fienili (vd. FLEETWOOD H., Svenska medeltida

Trolle. Nato nelkungasigill, I-III, Stockholm 1936-1947, I, pp. 55-58, figure 55, 57, 59, 61, 63, 65; vd. anche un

iera ecclesiastica sigillo della regina Margherita, ibidem, II, figura 56). Esse potrebbero avere un significato religioso,

Giovane per viaalludendo ai tre Re magi, molto venerati nel medioevo le cui presunte reliquie erano state sottratte a

rico. Quando nel Milano da Federico Barbarossa e trasportate a Colonia, che divenne così una frequentata meta di

oronò re. Dopo ipellegrinaggi. È tuttavia anche possibile che questo simbolo voglia alludere ai tre territori (Svezia,

dovette tuttaviaNorvegia e Scania) riuniti per un certo periodo sotto la corona di Magnus Eriksson (cfr. p. 354 e p.

morì poi (1535) a 355, nota 112). Le tre corone dorate in campo blu sono comunque rimaste emblema caratteristico

nel quadro delladella Svezia.

pirato il romanzo 30 Uno stemma suddiviso in quattro settori, al centro dei quali si trova, racchiusa in uno stemma
ese Sophie Maypiù piccolo, una barca dorata in campo rosso (simbolo della dinastia dei Bonde). Nel settore in alto a

lien Sture; ellersinistra e in quello in basso a destra compaiono tre corone dorate in campo blu, mentre negli altri si

vede un leone dorato con la corona in testa sopra tre strisce argentate in campo blu (stemma della

l contenuto: essidinastia detta dei folkungar e del re Magnus Serrature ai fienili).

nute. Vd. p. 461 31 Vd. TARKIAINEN 2008 (App. 1), p. 256. Uno stendardo simile si ritrova poco dopo (1562) come

simbolo di Gotland; vd. NEVÉUS C. – DE WAERN B. J., Ny svensk vapenbok, p. 20.

e finlandesi il re 32 In svedese: “gult udi korssvijs fördeelt påå blott” (il riferimento è ripreso dallo scritto di Clara

tto fantasioso, èNevéus citato in nota 36 [p. 49]).

ino prima della 33 Vd. pp. 531-532.

34 Vd. p. 560. Un’immagine simile, tuttavia assai meno dettagliata è conservata nell’Archivio di

igura tre coroneguerra (Krigsarkivet). Qui si intravede una nave da guerra che inalbera bandiere con la croce.

prima metà del 35 Altre immagini della battaglia sono conservate in disegni (tuttavia non a colori) del pittore

reale del secolo olandese Willem van de Velde il Vecchio (de oude) olandese (1610-1693), che fu testimone diretto

enska medeltida degli avvenimenti.

65; vd. anche un 36 Vd. TÖRNQUIST 2008, pp. 46-53. Notizie sulla storia della bandiera svedese si trovano anche in

ificato religioso,TOLLIN G. - ÅBERG Å. ET AL., Flaggan och fanan. Regler och anvisningar, Stockholm 1999, pp. 9-14 e

o state sottratte a in NEVÉUS C., “Svenska flaggan. Historik och utveckling i praxis och lagstiftning”, in FFF, pp. 45-

quentata meta di55.

territori (Svezia, 37 Un terzo insediamento, detto ‘di mezzo’ (Miðbygð) che si trovava nei distretti di Ivittuut e

(cfr. p. 354 e p. Paamiut (danese Frederikshåb), era considerato parte di quello orientale.

ma caratteristico 38 Vd. BARBARANI 1987 (C.3.1), p. 100 dove si riporta l’ipotesi antropologica di C. Gini su una

crisi dovuta allo squilibrio fra i sessi (vd. ivi il rimando bibliografico a p. 530) e JONES 1977 (C.3.1),

a in uno stemmapp. 326-327.


l settore in alto a 39 Vd. HOLMSEN 1971-19774 (B.3), I, p. 366 e JONES 1977 (C.3.1), pp. 327-330. Cfr. pp. 754-755

ntre negli altri si e pp. 1453-1454.

u (stemma della 40 Questa affermazione è solo apparentemente in contrasto con quella precedente, dal momento

che gli Eschimesi, conducendo una vita nomade, si spostavano da un territorio all’altro nei diversi

opo (1562) come periodi. Qui si intende verosimilmente che, una volta scacciati i nordici, questa zona restò a loro

disposizione per lo sfruttamento delle risorse che poteva offrire.

o scritto di Clara 41 Questa dovrebbe essere la ragione del suo soprannome. È probabile che egli sia rimasto in

Groenlandia circa vent’anni. A Ivar Bårdsson corrisponde verosimilmente Ivarus Barderij,

menzionato in un documento del 25 giugno 1364 (DN IV: 1, nr. 442, pp. 339-341, la citazione a p.

nell’Archivio di 341). Lo studioso norvegese Asgaut Steinnes mette in relazione la figura di Ivar Bårdsson con la

‘spedizione al Polo Nord’ compiuta nel 1360 da un monaco inglese di Oxford, il quale ne avrebbe

olori) del pittore lasciato un resoconto, ora perduto, dal titolo Inventio Fortunata. Una sintesi di quel lavoro fu poi

estimone diretto redatta da un viaggiatore brabantino, tale Jacobus Cnoyen, in un Itinerarium, anch’esso perduto. Del

suo contenuto si riferisce tuttavia in una lettera del 20 aprile 1577 scritta dal geografo belga Gerardus

trovano anche inMercator (1512-1594) che costituisce dunque l’unica fonte disponibile al riguardo. Da qui deriva

1999, pp. 9-14 el’immagine del Polo Nord come un’isola costituita da una rupe magnetica e circondata da quattro

pp. 45-continenti: un’idea che a lungo doveva persistere nelle descrizioni delle regioni artiche. Vd. STEINNES

A., “Ein Nordpolsekspedisjon år 1360”, in Syn og Segn, LXIV (1958), pp. 410-419.

etti di Ivittuut e 42 Vd. p. 373 con nota 188.

43 Det gamle Grønlands beskrivelse (DLO nr. 110).

i C. Gini su una 44 A quanto pare i decenni tra il 1330 e il 1390 costituiscono una fase climatica segnata da un

1977 (C.3.1), abbassamento delle temperature (vd. VAHTOLA 2003, p. 559 e il riferimento ivi riportato).

45 Per un approfondimento in merito si rimanda a ORRMAN 2003, pp. 606-610.


Cfr. pp. 754-755 46 La più grande, Bergen, doveva avere circa 7000 abitanti, Stoccolma e Copenaghen circa 5000-

6000 (vd. DAHLBÄCK 2003, p. 615).

te, dal momento 47 Vd. sopra, p. 362 con nota 145 e p. 369.

’altro nei diversi 48 Cfr. nota 9.

ona restò a loro 49 Su di lui KELLERMAN G., Jacob Ulvsson och den svenska kyrkan, I-II, Stockholm 1953-1940)

50 Vd. SÄLLSTRÖM 1972, JOHNSEN 1972, LAUGESEN 1972 e BENEDIKTSSON 1972 (tutti in C.6.5).

li sia rimasto in 51 Vd. MALIN[IEMI] A., “Studier i Vadstena klosters bibliotek”, in NTBBV XIII (1926), pp. 129-

Ivarus Barderij,153. In VORSTIUS J. – JOOST S., Grundzüge der Biblioteksgeschichte, Wiesbaden 19808, p. 23 si arriva

la citazione a p.alla cifra di circa 1500. Sull’attività quotidiana e culturale nel convento vd. anche RAJAMAA R.,

Bårdsson con laSystrarnas verksamhet, undervisning och uppfostran i Vadstena kloster 1384-1585 / The sister’s

quale ne avrebbeactivity, teaching and training in Birgittine Abbey in Vadstena 1384-1595, Stockholm 1992.

uel lavoro fu poi 52 Vd. THORÉN I., Studier över Själens tröst. Bidrag till kännedomen om den litterära

sso perduto. Del verksamheten i 1400-talets Vadstena, Stockholm 1942.

o belga Gerardus 53 Il titolo completo (indicato nell’ultima pagina) recita: Qui si compone il libro del Maestro

o. Da qui derivaJohan Gerson sulla tentazione del demonio (Här änas mester Johans gerson bok aff dyäfwulsens

ndata da quattrofrästilse): si tratta della traduzione svedese a opera del canonico e teologo di Uppsala Ericus Nicolai

TEINNESdel Trattato delle diverse tentazioni del demonio (Traité des diverses tentations de l’ennemi) del

teologo e mistico francese Johannes (Jean) Gerson (1363-1429), reso anche in versione latina (vd.,

nell’edizione indicata in EF, GLORIEUX P., “Introduction”, p. XVI). Di Ericus Nicolai si sa che aveva

studiato all’estero e che negli anni tra il 1485 e il 1489 era stato attivo presso l’Università di Lipsia

ca segnata da unper poi passare a quella di Uppsala. Vd. anche sotto, nota 65.

54 In questo ambito il componimento migliore (anche perché autenticamente originale) resta

certamente l’anonimo Il giorno benedetto (Then signadhe dagh), svedese (forse tuttavia
ghen circa 5000-originariamente danese), rielaborato in seguito dai protestanti e noto in tutto il Nord.

55 Vd. NOREEN E., “Om ‘Sju vise mästare’ på fornsvenska”, in Samlaren, XXXV (1914), pp. 67-

70. Questa storia avrebbe avuto grande fortuna in Svezia e in Danimarca dove sarebbe stata riversata

nei cosiddetti “libri popolari” (vd. pp. 497-498 e p. 504). Le versioni a stampa (che compaiono a

partire dal XVII secolo riportano un testo modificato rispetto ai manoscritti (vd. Svenska folkböcker,

I, pp. 1-7).

(1926), pp. 129- 56 Vd. BLANCK A., “Konung Alexander, Bo Jonsson Grip och Albrekt av Mecklemburg”, in

, p. 23 si arrivaSamlaren, X (1929), pp. 1-73 e anche RONGE H.H., Konung Alexander. Filologiska studier i en

R.,fornsvensk text, Uppsala 1957.

85 / The sister’s 57 Sulle composizioni ‘politiche’ del tardo medioevo svedese vd. HILDEMAN 1950.

58 Vd. testo alle pp. 442-443.

m den litterära 59 Vd. NORDAL G., Heimsósómi. Athugun á upptökum íslensks heimsádeilukveðskapar, Reykjavík

1982.

bro del Maestro 60 Sulla Cronaca in prosa è verosimilmente basata la cosiddetta Piccola cronaca in rima (Lilla

aff dyäfwulsensrimkrönikan), un testo (di qualche valore letterario ma di ben scarsa consistenza storica) composto

la Ericus Nicolaiattorno alla metà del XV secolo; in esso le diverse figure di sovrani parlano in successione e in prima

) delpersona degli eventi riguardanti il loro regno. La definizione tradizionale Piccola cronaca in rima è

sione latina (vd.,sorta per contraddistinguerla dall’insieme delle cronache che formavano quella che veniva definita

i si sa che avevaGrande cronaca in rima (vd. p. 407 con nota 308). Sull’autore della Cronaca in prosa, per altro

versità di Lipsiaignoto, vd. le osservazioni di G.E. Klemming nell’edizione da lui curata (EF), pp. 292-295.

61 Si veda NYRIN-HEUMANN 1944.

originale) resta 62 Vd. pp. 577-584.

(forse tuttavia 63 Per una breve introduzione alla storia della stampa nei Paesi nordici si rimanda a DAHL –
ROSENKILDE 1957.

V (1914), pp. 67- 64 Vd. pp. 395-396 dove si dà anche conto di altre opere ‘letterarie’ danesi del XV secolo. Per una

be stata riversatastoria del libro in Danimarca vd. NIELSEN, L. Den danske bog. Forsøg til en dansk boghistorie fra

he compaiono aden ældste tid til nutiden, København 1941.

nska folkböcker, 65 Bok aff dyäfwulsens frästilse, uscito per i tipi di Johan Smed (Johannes Fabri) a Stoccolma nel

1495. Vd. nota 53. Per una storia della stampa in Svezia vd. KLEMMING G.E. – NORDIN J.G., Svensk

ecklemburg”, in boktryckerihistoria 1483-1883 (Jubileumsutgåva), Bromma 1983 [1883].

ska studier i en 66 Vd. p. 510 con nota 159.

67 Vd. p. 507 con nota 146.

68 Vd. p. 444 con nota 22.

69 NGL IIR: II: I: nr. 116, pp. 184-185 del 28 maggio 1469; cfr. l’accordo matrimoniale: ibidem,

, Reykjavíknr. 115, pp. 174-183 dell’8 settembre 1468 e Tillæg til no. 115-16, 1 e 2 del 20 febbraio 1471 e del

13 maggio 1472, pp. 185-187.

Lilla 70 Vd. p. 389 con nota 245.

orica) composto 71 Per comprendere in quale misura il dominatore danese imponesse fin da principio la propria

ssione e in primaautorità sul Paese basterà leggere il cosiddetto “lungo emendamento” del re Cristiano I (Kong

èChristian den Førstes den saa kaldede Lange Retterbod del 1450, in KFAaBI I [nr. II], pp. 10-22 con

e veniva definitasuccessiva traduzione in danese) nel quale è prevista tutta una serie di limitazioni alle libertà degli

, per altroIslandesi.


ROSENKILDE 1957.

64 Vd. pp. 395-396 dove si dà anche conto di altre opere ‘letterarie’ danesi del XV secolo. Per una

storia del libro in Danimarca vd. NIELSEN, L. Den danske bog. Forsøg til en dansk boghistorie fra

den ældste tid til nutiden, København 1941.

65 Bok aff dyäfwulsens frästilse, uscito per i tipi di Johan Smed (Johannes Fabri) a Stoccolma nel

1495. Vd. nota 53. Per una storia della stampa in Svezia vd. KLEMMING G.E. – NORDIN J.G., Svensk

boktryckerihistoria 1483-1883 (Jubileumsutgåva), Bromma 1983 [1883].

66 Vd. p. 510 con nota 159.

67 Vd. p. 507 con nota 146.

68 Vd. p. 444 con nota 22.

69 NGL IIR: II: I: nr. 116, pp. 184-185 del 28 maggio 1469; cfr. l’accordo matrimoniale: ibidem,

nr. 115, pp. 174-183 dell’8 settembre 1468 e Tillæg til no. 115-16, 1 e 2 del 20 febbraio 1471 e del

13 maggio 1472, pp. 185-187.

70 Vd. p. 389 con nota 245.

71 Per comprendere in quale misura il dominatore danese imponesse fin da principio la propria

autorità sul Paese basterà leggere il cosiddetto “lungo emendamento” del re Cristiano I (Kong

Christian den Førstes den saa kaldede Lange Retterbod del 1450, in KFAaBI I [nr. II], pp. 10-22 con

successiva traduzione in danese) nel quale è prevista tutta una serie di limitazioni alle libertà degli

Islandesi.
Apparato iconografico capitoli 4-7
Apparato iconografico capitoli 4-7
Fig. 22

Il corpo di Olav il Santo viene posto in un sarcofago: particolare di un frontale di altare (prima

metà del XIV secolo) probabilmente appartenuto alla stavkirke di Haltdalen nella regione di

Trøndelag e ora conservato nel duomo di Trondheim (vedi qui)


Fig. 22

Il corpo di Olav il Santo viene posto in un sarcofago: particolare di un frontale di altare (prima

metà del XIV secolo) probabilmente appartenuto alla stavkirke di Haltdalen nella regione di

Trøndelag e ora conservato nel duomo di Trondheim (vedi qui)


Fig. 23

Il crociato Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme, re di Norvegia, entra a Costantinopoli, detta dai

nordici Miklagarðr (vedi qui)


Fig. 23

Il crociato Sigurd Viaggiatore a Gerusalemme, re di Norvegia, entra a Costantinopoli, detta dai

nordici Miklagarðr (vedi qui)


Fig. 24

La Saga della cristianizzazione (Kristni saga) è una delle fonti primarie sulla conversione degli

Islandesi (§ 4.2.4). Qui è raffigurato il frontespizio dell’edizione voluta da Þórður Þorláksson,

vescovo di Skálholt, uscita nel 1688


Fig. 24

La Saga della cristianizzazione (Kristni saga) è una delle fonti primarie sulla conversione degli

Islandesi (§ 4.2.4). Qui è raffigurato il frontespizio dell’edizione voluta da Þórður Þorláksson,

vescovo di Skálholt, uscita nel 1688


Fig. 25

La magnifica stavkirke di Borgund nella regione norvegese di Sogn og Fjordane (vedi qui)
Fig. 25

La magnifica stavkirke di Borgund nella regione norvegese di Sogn og Fjordane (vedi qui)
Fig. 26

Così in un manoscritto dell’Edda di Snorri Sturluson (Codex Upsaliensis) è immaginato il re

Gylfi che incontra Odino sotto triplice veste (vedi qui)


Fig. 26

Così in un manoscritto dell’Edda di Snorri Sturluson (Codex Upsaliensis) è immaginato il re

Gylfi che incontra Odino sotto triplice veste (vedi qui)


Fig. 27

Figura di cavaliere su un arazzo (1200 ca.) collocato nella chiesa norvegese di Balleshol nella

regione di Hedmark (vedi qui)


Fig. 27

Figura di cavaliere su un arazzo (1200 ca.) collocato nella chiesa norvegese di Balleshol nella

regione di Hedmark (vedi qui)


Fig. 28

Santa Brigida distribuisce la regola del suo ordine. Da una stampa delle sue Revelationes

pubblicata a Lubecca nel 1492 (vedi 1 e 2)


Fig. 28

Santa Brigida distribuisce la regola del suo ordine. Da una stampa delle sue Revelationes

pubblicata a Lubecca nel 1492 (vedi 1 e 2)


Fig. 29

Funzionari reali (fogdar) che intimidiscono e trattano con durezza i sudditi soggetti al pagamento

delle tasse: immagine che si trova nell’opera di OLAUS MAGNUS, Historia de gentibvs

septentrionalibvs (vedi qui)


Fig. 29

Funzionari reali (fogdar) che intimidiscono e trattano con durezza i sudditi soggetti al pagamento

delle tasse: immagine che si trova nell’opera di OLAUS MAGNUS, Historia de gentibvs

septentrionalibvs (vedi qui)


Fig. 30

Sigillo della città di Stoccolma fondata da Birger jarl (vedi qui)


Fig. 30

Sigillo della città di Stoccolma fondata da Birger jarl (vedi qui)


Fig. 31

Da un monastero della Scania settentrionale (forse Herisvad) provengono due manoscritti

contenenti testi antico danesi scritti utilizzando l’alfabeto runico. Qui è riprodotta una pagina della

Legge della Scania riportata nel manoscritto AM 28, 8vo fol. (vedi qui)
Fig. 31

Da un monastero della Scania settentrionale (forse Herisvad) provengono due manoscritti

contenenti testi antico danesi scritti utilizzando l’alfabeto runico. Qui è riprodotta una pagina della

Legge della Scania riportata nel manoscritto AM 28, 8vo fol. (vedi qui)
Fig. 32

Esempio di antico svedese tratto da Il conforto dell’anima (Siælinna thrøst). Il testo recita:

“Quando vai in chiesa, non devi parlare inutilmente, né sussurrare, né scherzare o chiacchierare, e

non parlare alle spalle di qualcuno. Perché tutte le maldicenze, le parole vane e inutili, che le persone

dicono in chiesa, il diavolo le annota scrupolosamente, e te le rinfaccerà [nel giorno del] giudizio di

Dio” (vedi 1 e 2)
Fig. 32

Esempio di antico svedese tratto da Il conforto dell’anima (Siælinna thrøst). Il testo recita:

“Quando vai in chiesa, non devi parlare inutilmente, né sussurrare, né scherzare o chiacchierare, e

non parlare alle spalle di qualcuno. Perché tutte le maldicenze, le parole vane e inutili, che le persone

dicono in chiesa, il diavolo le annota scrupolosamente, e te le rinfaccerà [nel giorno del] giudizio di

Dio” (vedi 1 e 2)
Fig. 33

Scena di aratura su un affresco nella chiesa di Elmelunde sull’isola danese di Møn (vedi qui)
Fig. 33

Scena di aratura su un affresco nella chiesa di Elmelunde sull’isola danese di Møn (vedi qui)
Fig. 34

Crocifisso appartenente all’antica chiesa di Aaby (Jutland), seconda metà del XII sec. Si noti la

severa espressione del Cristo e la corona reale sul capo, particolare che si riscontra solo nel Nord

(vedi qui)
Fig. 34

Crocifisso appartenente all’antica chiesa di Aaby (Jutland), seconda metà del XII sec. Si noti la

severa espressione del Cristo e la corona reale sul capo, particolare che si riscontra solo nel Nord

(vedi qui)
Fig. 35

Albertus pictor, la ‘ruota della vita’, uno degli affreschi nella chiesa svedese di Härkeberga presso

Uppsala, ca. 1480 (vedi qui)


Fig. 35

Albertus pictor, la ‘ruota della vita’, uno degli affreschi nella chiesa svedese di Härkeberga presso

Uppsala, ca. 1480 (vedi qui)


Fig. 36

Il castello di Kalmar, dove nel 1397 fu siglata l’unione fra i Regni nordici, disegnato da Alfred

Larsen (1860-1946; vedi qui)


Fig. 36

Il castello di Kalmar, dove nel 1397 fu siglata l’unione fra i Regni nordici, disegnato da Alfred

Larsen (1860-1946; vedi qui)


Fig. 37

L’ultima pagina del Dyalogus creaturarum moralizatus, un libro stampato a Stoccolma da Johan

Snell nel 1483 (vedi qui)


ccolma da Johan
CAPITOLO 8

Una seconda rivoluzione religiosa

8.1. Stato e Chiesa: la riforma protestante

Tra la seconda metà del XV e i primi decenni del XVI secolo erano dunque state poste in

Scandinavia le premesse di profondi cambiamenti, che – in conseguenza della disgregazione

dell’Unione – avrebbero portato all’affermazione dei due importanti regni di Danimarca e di

Svezia, destinati a giocare un ruolo di primo piano nel quadro della politica europea, mentre

Norvegia e Islanda venivano spinte inesorabilmente in una condizione di inferiorità che si

sarebbe andata consolidando per durare a lungo nel tempo. E tuttavia: l’evoluzione di quelli

che sarebbero divenuti i due ‘stati-guida’ del mondo scandinavo non fu affatto esente da

problemi di carattere interno né da conflitti con le potenze straniere; inoltre una persistente e

radicata inimicizia – derivante dalle vicende del passato ma anche dal desiderio parallelo di

imporre il proprio predominio nell’area – segnava i loro reciproci rapporti. Due fattori

principali furono determinanti ai fini degli sviluppi politici, sociali e culturali cui gli stati

nordici sarebbero andati incontro.

In primo luogo l’introduzione della riforma protestante: un elemento religioso che

(seppure basato su motivazioni di natura confessionale) si venne intrecciando con finalità di

carattere essenzialmente politico e venne dunque utilizzato dai sovrani per rafforzare la

propria autorità. La sua attuazione infatti permise da una parte di stroncare lo strapotere della

Chiesa (e di convogliare nelle casse dei sovrani i suoi beni e le sue entrate), dall’altra (in

particolare nell’ottica danese, ma anche – riguardo alla Finlandia – in quella svedese) di


stabilizzare la supremazia su Paesi ormai considerati alla stregua di semplici colonie,

imponendo insieme a un nuovo ordinamento religioso il definitivo riconoscimento d’un

indiscusso dominio.

ue state poste in In secondo luogo gli sviluppi delle ripetute lotte fra il sovrano e gli esponenti della

a disgregazionenobiltà, sfociati nel XVII secolo nell’imposizione del potere assoluto della monarchia: un

Danimarca e dirisultato certamente favorito dall’assimilazione di modelli stranieri ma frutto, al contempo, di

uropea, mentre lunghi sforzi e ripetuti tentativi in quella direzione. A tutto ciò si accompagna, originandone

nferiorità che sima anche determinandolo, un clima culturale dominato dalla riscoperta e dalla celebrazione

uzione di quellidel patrimonio della tradizione dei popoli scandinavi, un insieme di modelli e di valori (non

fatto esente da di rado per molti versi manipolati e fraintesi) il cui obiettivo divenne, in sostanza,

na persistente e l’esaltazione del mondo nordico che voleva ora orgogliosamente rimarcare il proprio

erio parallelo dicarattere, la propria grandezza e (neppure troppo allusivamente) la propria superiorità.

rti. Due fattori 8.1.1. Società, Chiesa e Corona in Danimarca

ali cui gli stati Come si è detto, il dominio del re danese Cristiano II sulla Svezia non era stato di lunga

durata: già nel 1523, a soli tre anni da quella che pareva una sua definitiva vittoria, gli

o religioso cheSvedesi erano stati capaci di sottrarsi all’autorità straniera, nominando Gustavo Vasa come

o con finalità diproprio sovrano. Ma anche nella madrepatria il destino di Cristiano non sarebbe stato

er rafforzare la favorevole. Qui infatti egli si era adoperato per circoscrivere il potere dei nobili, la cui

strapotere dellagestione dei feudi volle, là dove possibile, affidare a funzionari di nomina regia; inoltre

), dall’altra (inmanifestò l’intenzione di limitare le prerogative ecclesiastiche: scelte che avrebbero portato a

lla svedese) diun aperto conflitto. Il dissidio tra la Corona e la nobiltà aveva radici profonde e la politica
mplici colonie,reale di sostegno ai commercianti delle città lo aveva di fatto accentuato. Parallelamente si

oscimento d’unacuì il contrasto fra la Chiesa e la Corona: anche in questo caso in precedenza le

contrapposizioni non erano certo mancate e la tendenza verso una sempre maggiore

esponenti dellainterferenza del sovrano nelle questioni ecclesiastiche si era manifestata fin dai tempi di

monarchia: unValdemaro Nuovo giorno.1 Nel 1521 Cristiano II aveva manovrato per imporre al Papa

al contempo, diLeone X il suo segretario Didrik Slagheck come arcivescovo danese presso la sede di Lund;

a, originandonepur fondandosi sull’importante questione di principio sul diritto di tale nomina, questa

la celebrazionepolitica sottolineava in realtà il desiderio della Corona di sottrarre all’amministrazione della

e di valori (nonChiesa il territorio da essa gestito (Bornholm e Scania), convogliandolo sotto il proprio

e, in sostanza,potere. Didrik Slagheck era un personaggio tanto ambizioso quanto ambiguo (poche sono le

care il proprionotizie che lo riguardano prima del suo coinvolgimento al servizio del re danese) e in questo

contesto divenne presto un ideale capro espiatorio su cui scaricare l’intera colpa del “bagno

di sangue di Stoccolma” (in particolare l’uccisione di due vescovi), nel quale per la verità

a stato di lunga aveva avuto parte attiva. Di conseguenza egli fu condannato a morte e crudelmente

va vittoria, gli giustiziato affinché subisse la medesima sorte delle sue vittime (24 gennaio 1522).2 Tra il

avo Vasa come 1521 e il 1522 Cristiano II predisponeva anche una nuova legislazione: la cosiddetta “legge

n sarebbe statoecclesiastica” ed emanava una propria “legge civile” accentrando molti poteri.3 Negli

i nobili, la cuiattacchi dei suoi avversari ciò si tradusse nell’accusa di avere non solo un comportamento da

a regia; inoltretiranno ma anche una posizione compiacente nei confronti di quella che era ancora

bbero portato a considerata l’eresia luterana: il che mostra in modo chiaro – una volta di più – come

de e la political’atteggiamento religioso personalmente assunto (o da altri attribuito) si legasse in realtà in


arallelamente sibuona parte a motivazioni di carattere politico.4 In effetti in quel medesimo periodo il re

precedenza leaveva sollecitato l’invio di un predicatore luterano in Danimarca: l’incaricato fu Martin

mpre maggiore Reinhart (o Reinhard) che venne inserito nella facoltà di teologia dell’Università di

n dai tempi diCopenaghen e, senza successo (anche per difficoltà linguistiche che ne fecero l’oggetto di

mporre al Papa caricatura e derisione) prestò la sua opera presso la chiesa di San Nicola (Nikolaj kirke) a

a sede di Lund;Copenaghen.5

nomina, questa Insieme agli alti ecclesiastici anche i nobili mal tolleravano dunque la politica del re e

istrazione dellaapertamente avversavano la palese influenza sulle sue decisioni esercitata da Sigbrit Villoms,

sotto il propriomadre della sua celebre amante Dyveke:6 essi manifestarono ripetutamente la propria

(poche sono lecontrarietà e presto si giunse allo scontro aperto. Già nel 1523 (significativamente il

ese) e in questomedesimo anno nel quale tramontava definitivamente l’ambizioso progetto d’una

olpa del “bagnoincontrastata supremazia danese nei Paesi del Nord), Cristiano II si trovò a fronteggiare una

le per la veritàribellione armata in seguito alla quale fu costretto a lasciare il proprio Regno rifugiandosi nei

e crudelmentePaesi Bassi: al suo posto divenne re lo zio Federico, duca di Schleswig e Holstein, cui si era

Tra ilrivolta una parte della nobiltà e dei vescovi. Gli abitanti delle città, a lui fedeli, cercarono di

siddetta “legge resistere, ma nel 1524 Copenaghen si arrendeva al nuovo sovrano. Cristiano in realtà

Negliprogettava una rivincita per impadronirsi nuovamente del potere: egli tuttavia fu catturato nel

mportamento da1532 e, a dispetto delle garanzie ottenute, imprigionato (prima nel castello di Sønderborg

he era ancora sull’isola di Als e poi in quello di Kalundborg in Sjælland) fino alla morte (1559).

di più – come Il regno di Federico I (1471-1533) fu segnato, come era logico attendersi, da un rinnovato

sse in realtà inpotere della nobiltà che stroncò con durezza i malumori dei borghesi e l’opposizione dei
o periodo il recontadini. Ma anche il potere ecclesiastico (i cui più eminenti rappresentanti erano del resto

cato fu Martinnobili) poteva ora risollevare la testa. Lo statuto emanato poco dopo la proclamazione del

l’Università dinuovo sovrano, lo dimostra chiaramente.7 È evidente che nella sua stesura ebbero un ruolo

ero l’oggetto di fondamentale personaggi influenti come il vescovo di Aarhus Ove Bille (morto nel 1555),8

) a ma anche Poul Helgesen (ca.1480-data di morte ignota), che si era scagliato con veemenza

contro la politica di Cristiano II.9 In ogni caso Federico I – che in seguito a più riprese

olitica del re eavrebbe inviato chiari segnali in favore del nascente movimento luterano – vedrà stabilito

Sigbrit Villoms,nella dieta di Odense (1527) il principio che il re debba essere considerato capo della

ente la propria Chiesa.10 Successivamente (1530) in occasione di una nuova dieta tenuta a Copenaghen

icativamente il(nella quale si discussero le contrapposte posizioni religiose) i luterani poterono presentare i

progetto d’unaloro quarantatré ‘articoli di fede’ (Confessio Hafniensis) e videro riconosciuto il loro diritto a

ronteggiare unaparlare liberamente.11

rifugiandosi nei In questi anni la società danese restava fortemente squilibrata, irrequieta e percorsa da

stein, cui si era sussulti di ribellione che esplosero alla morte di Federico (1533) quando la nobiltà e gli alti

li, cercarono diecclesiastici (naturalmente legati alla dottrina cattolica) deliberarono di sospendere l’elezione

tiano in realtà del nuovo sovrano e di gestire il potere direttamente attraverso il Consiglio del Regno. Tale

fu catturato neldecisione, che doveva scatenare una vera e propria guerra civile, era dovuta al fatto che

di Sønderborg Cristiano, figlio del defunto e candidato naturale al trono, aveva da tempo e con convinzione

abbracciato la fede luterana: un atteggiamento assolutamente inviso a gran parte dell’alta

da un rinnovatonobiltà e, soprattutto, ai vescovi che appoggiavano piuttosto il fratellastro Giovanni (Hans).12

opposizione dei Questo conflitto, noto come “guerra del conte”13 vide gli abitanti delle città (in particolare
erano del restoquelli di Malmö e Copenaghen, che ancora auspicavano un ritorno di Cristiano II) allearsi

clamazione del con Lubecca (scontenta dell’appoggio dato dal Consiglio del Regno agli Olandesi nella loro

bbero un ruoloespansione commerciale sul Baltico): all’inizio essi ottennero una serie di vittorie che

8costrinsero i nobili a ridimensionare le proprie ambizioni. A complicare la situazione

con veemenzaintervenne poi una insurrezione contadina nello Jutland e, con la dura sconfitta dei nobili

o a più ripresenella battaglia di Svenstrup (16 ottobre 1534), parve che le sorti del conflitto fossero ormai

vedrà stabilito decise. In questi frangenti l’opposizione alla nomina del figlio di Federico I era stata superata

ato capo delladalla necessità dei fatti ed egli, proclamato re a Horsens (Jutland) con il nome di Cristiano

a CopenaghenIII, fu dunque a capo della propria fazione. Grazie all’abilità del comandante in capo

ono presentare i dell’esercito – quel Johann Rantzau che già era stato al servizio di suo padre e persino suo

il loro diritto atutore – il nuovo sovrano poté rovesciare una situazione assai sfavorevole: garantitosi

l’alleanza del re svedese Gustavo Vasa che temeva il ritorno di Cristiano II,14 egli avanzò

a e percorsa danello Jutland e in Fionia e cinse d’assedio Copenaghen che fu conquistata il 29 luglio del

nobiltà e gli alti 1536 dopo un anno durissimo che aveva stremato gli abitanti, causando la morte per fame di

ndere l’elezione molti. Cristiano dunque otteneva con le armi quello che molti interessi politici avrebbero

del Regno. Talevoluto negargli.

uta al fatto che Il nuovo sovrano, che avrebbe governato la Danimarca fino al 1559, anno della morte,

on convinzioneera un riformatore convinto e determinato nel raggiungimento dei propri obiettivi. Il primo

parte dell’altaatto da lui compiuto (11-12 agosto 1536), appena preso possesso della sconfitta città di

12 Copenaghen, fu quello di far imprigionare i vescovi che lo avevano osteggiato (accusandoli

(in particolaredi essere la causa del disordine che aveva regnato nel Paese) e di confiscare tutti i loro beni e
ano II) allearsipossedimenti; con parte del ricavato furono coperte le spese della guerra.15 Questa decisione

ndesi nella loro(per molti versi una sorta di ‘colpo di stato’) mutò radicalmente gli equilibri di potere in

di vittorie cheDanimarca: se è vero che il sovrano (tenendo certo in conto l’appoggio ricevuto nel corso

e la situazionedella guerra civile) concesse alla nobiltà di continuare a godere dei suoi molti privilegi, è

nfitta dei nobilialtrettanto vero che egli divenne a tutti gli effetti capo della Chiesa danese, la cui

o fossero ormaiamministrazione venne affidata a funzionari statali,16 mentre il Consiglio del Regno era ora

a stata superatacomposto solo da membri laici. Assai significativo fu anche che la dieta riunita a

me di CristianoCopenaghen nell’ottobre del 1536, per la quale furono convocati rappresentanti delle diverse

ndante in capoclassi sociali danesi, non prevedesse la presenza di ecclesiastici accanto agli esponenti della

e e persino suonobiltà, della borghesia e del mondo contadino. A Cristiano è del resto dovuta una prima

ole: garantitosiintroduzione del principio dell’ereditarietà della Corona: dalle decisioni della medesima

egli avanzòassemblea risulta che se egli non poté stravolgere completamente l’antico e consolidato

il 29 luglio del principio della monarchia elettiva, riuscì tuttavia a ottenere con un compromesso che suo

orte per fame di figlio Federico fosse indicato come successore al trono.17

litici avrebbero Certamente questo re aveva nelle proprie mani un grande potere e lo sfruttò abilmente per

organizzare la vita religiosa secondo i canoni della riforma luterana: l’Ordinanza per la

no della morte,riorganizzazione della Chiesa danese in versione latina è datata 1537 (1539 quella definitiva

iettivi. Il primoin volgare).18 Egli riuscì dunque ad asservirla totalmente allo Stato: gli antichi conventi

confitta città divennero abbattuti o riconvertiti ad altri usi (come nel caso di Sorø nella Selandia sud-

to (accusandolioccidentale che sarebbe poi divenuto una celebre accademia),19 i monaci (innanzi tutto quelli

utti i loro beni edelle città) cacciati,20 le consuetudini tradizionali del cattolicesimo (in particolare i riti
uesta decisionesfarzosi, la venerazione per i santi e per le immagini sacre, l’acquisto delle indulgenze, il

bri di potere in celibato ecclesiastico)21 furono eliminate e totalmente soppiantate dalle regole della nuova

evuto nel corso dottrina nella quale furono istruiti i sacerdoti, mentre anche gli alti ecclesiastici venivano ora

olti privilegi, è– dovendo in sostanza rispondere alla sola autorità del sovrano – scelti tra persone di sua

danese, la cuifiducia. Il legame secolare tra nobiltà e potere ecclesiastico era spezzato. Già nel 1537 (nel

Regno era oramedesimo giorno, il 2 settembre, in cui veniva formalmente proclamata la nuova ordinanza)

dieta riunita aJohann Bugenhagen (1485-1558), stretto collaboratore di Lutero e primo coordinatore della

nti delle diverse Chiesa danese riformata, consacrava i primi sette vescovi luterani del Paese. Nel volgere di

esponenti dellapochi decenni le strutture portanti del cattolicesimo furono smantellate. Il processo iniziato

vuta una primadurante il regno di Federico I fu dunque portato a compimento.

della medesima Nel contesto dello scontro fra cattolici e luterani emerge la figura di Poul Helgesen, fiero

o e consolidatoavversario di Cristiano II. Si legga in proposito il seguente brano tratto dalla sua cosiddetta

messo che suoRisposta a Hans Mikkelsen22 nella quale il riprovevole comportamento del re viene

palesemente ricondotto alla sua propensione verso la dottrina luterana che l’autore definisce

ò abilmente persenza mezzi termini una vera e propria eresia che avvelena le anime. Il tono di questa

per lasemplice ‘risposta’ ben evidenzia il clima di veemente polemica politico-religiosa che segnò

uella definitivail periodo della riforma:

ntichi conventi “Se è vero che gli eretici sono spinti da Dio a trasporre le Sacre Scritture e a proclamare una

Selandia sud-dottrina eretica, allora anche il re Cristiano è spinto da Dio. Ma dal momento che tu23 hai reso nota
la prima parte ti si dovrà dare risposta. La prefazione di Lutero che egli [i.e. il re Cristiano II] ha
anzi tutto quelli
fatto tradurre dal Testamento in tedesco faccia sì che la sua concezione cristiana sia riconosciuta
articolare i riti
come singolare. E chi è colui che non ride sinceramente, allorché tu dal tuo cuore avvelenato ti rendi
e indulgenze, iltanto ignobile e [lo] definisci così amabilmente benevolo signore e sovrano di noi tutti? In che

ole della nuovamisura egli è stato benevolo con te e con i farabutti a lungo noi [lo] abbiamo sperimentato, ma la
benevolenza che egli ci ha dimostrato, noi l’abbiamo pagata piuttosto cara. Se egli userà nei
ci venivano ora
confronti di altre persone quella benevolenza che ha usato con noi, voglia Iddio che non diventi mai
persone di sua
un uomo probo o benigno. Ma quello che tu non puoi sostenere, [è una cosa] che abbia il potere di
à nel 1537 (nel
cambiare nome a tutto [?]: tirannia, crudeltà, oppressione, dominazione, vessazione, tassazione,
ova ordinanza)
assassinio e incendio tu [li] chiami benevolenza e misericordia. Ma a te e ad altri suoi consiglieri,
ordinatore della
che hanno corrotto il suo cuore regale, egli ha fatto una grande grazia, che non vi ha castigato come
Nel volgere di
traditori della sua patria con la morte24 e [la confisca] dei beni. Ma nei confronti di uomini
ocesso iniziato incolpevoli, donne e bambini innocenti ha usato quella benevolenza che il lupo usa avere nei

confronti dell’agnello, come più oltre si tratterà nella prosecuzione di questa risposta, e quale

Helgesen, fierosignificato abbia questo medesimo libro, noi possiamo ben considerare, come è stato detto, sebbene

sua cosiddettatu ci definisca [teste di] legno indurite e altro secondo quanto ti garba.”25

del re viene 8.1.2. Gustavo Vasa: sovranità civile e autorità religiosa

autore definisce È facile comprendere come dopo il “bagno di sangue di Stoccolma” i sentimenti

tono di questaantidanesi fossero in Svezia largamente diffusi. Già nel 1521 c’era stata una sollevazione

giosa che segnòpopolare nella regione della Dalecarlia, guidata da un giovane appartenente alla nobile

famiglia dei Vasa, Gustavo (1496-1560). Estesasi in breve tempo la rivolta (nello stesso anno

proclamare unale sue truppe avevano raggiunto Stoccolma), egli aveva ottenuto l’appoggio della nobiltà

hai reso notasvedese e di Lubecca, assai scontenta della politica di Cristiano II che favoriva il commercio

Cristiano II] ha danese a scapito delle città tedesche. Quando si era messo a capo dell’insurrezione Gustavo

sia riconosciuta
era reduce da diverse peripezie e aveva motivazioni personali più che valide: nel 1518 era
velenato ti rendi
noi tutti? In chestato preso in ostaggio dai Danesi; riuscito a fuggire aveva trovato rifugio proprio a Lubecca,

rimentato, ma lacittà nella quale i malumori contro la politica di Cristiano II erano, come appena detto,

e egli userà nei


tutt’altro che mascherati. Successivamente, nonostante fosse braccato dai Danesi (che tra
non diventi mai
l’altro avevano ucciso suo padre durante il “bagno di sangue di Stoccolma”) egli aveva
bbia il potere di
potuto raggiungere la Dalecarlia da dove avrebbe preso il via la sua marcia verso il potere.
ione, tassazione,
Dichiarato reggente a Vadstena nel 1521, egli fu capace di rafforzare la propria posizione e –
suoi consiglieri,
complice anche la difficile situazione interna della Danimarca – nel 1523 fu proclamato
a castigato come
sovrano degli Svedesi, portando a compimento quello che era stato il sogno degli Sture.26
fronti di uomini

o usa avere nei


Certo i primi anni del regno di Gustavo non furono facili. Innanzi tutto egli dovette

isposta, e qualeaffrontare proprio l’ostilità e le trame degli appartenenti alla famiglia Sture e dei loro seguaci

o detto, sebbeneche volevano vedere sul trono di Svezia un discendente di Sten, o – addirittura – auspicavano

il ritorno di Cristiano II. A questo contesto si lega, almeno in parte, una prima ribellione nella

regione della Dalecarlia, fomentata da Peder Jakobsson Sunnanväder (nato presumibilmente

” i sentimentinel 1508 o 1509), un tempo cancelliere di Sten Sture il Giovane: egli era il vescovo di

na sollevazioneVästerås fatto deporre dalla sua carica dal re; con lui l’arcidiacono Knut Mikaelsson

nte alla nobile(anch’egli destituito), noto come Mäster (Magister) Knut (data di nascita ignota). Alla base

ello stesso annodella loro iniziativa stava certamente anche la difesa della istituzione cattolica minacciata

o della nobiltàdalla politica di Gustavo. Una iniziativa, comunque, sfortunata: dopo essere riparati in

a il commercioNorvegia costoro furono rimandati in Svezia dove andarono incontro a un processo per

ezione Gustavotradimento (fortemente condizionato) e alla condanna a morte (1527). Una sorte

e: nel 1518 eraaccompagnata da pesanti oltraggi e dall’esposizione al pubblico ludibrio cui entrambi furono
prio a Lubecca,penosamente sottoposti.27 Con una politica abile ma soprattutto assolutamente determinata

e appena detto,Gustavo ebbe dunque ragione degli avversari. Così avvenne anche per un pretendente al

Danesi (che tratrono che si proclamava erede legittimo alla Corona di Svezia, sostenendo di essere Nils

ma”) egli avevafiglio di Sten Sture nato nel 1512. La propaganda reale si sforzò di identificarlo in un

verso il potere.millantatore popolano, tale Jöns Hansson originario di Björksta (Västmanland).28 Conosciuto

ia posizione e –con l’enigmatico appellativo di Daljunkern,29 costui comparve in Dalecarlia nel 1527

fu proclamato godendo dell’appoggio dei contadini (che in questa regione avevano orgogliosamente

mantenuto una certa autonomia) i quali diedero vita a una insurrezione. Costretto dalla

to egli dovettereazione del sovrano a fuggire in Norvegia trovò sostegno presso il nobile danese Vincenzo

dei loro seguaci (Vincens) Lunge (ca.1486-1536), membro del Consiglio del Regno norvegese30 la cui

a – auspicavanocognata gli fu promessa in sposa. Egli poi organizzò una spedizione in terra svedese,

ribellione nellaconclusasi tuttavia con un totale fallimento. Dovette quindi riparare in Germania, dove venne

resumibilmenteinfine giustiziato a Rostock su sollecitazione di Gustavo Vasa (1528).

a il vescovo di Desideroso di sostenere il proprio potere ammantandolo di un alone quasi leggendario, il re

nut MikaelssonGustavo Vasa si preoccupò anche di mantenere uno stretto controllo su quanto veniva scritto su di
lui. Per questo motivo diede incarico al vescovo e letterato Peder Swart di redigere una cronaca
nota). Alla base
relativa alle vicende della sua vita.31 Si riporta qui la descrizione di un celebre episodio avvenuto nel
lica minacciata
difficile inverno 1520-1521, quando Gustavo, inseguito dai Danesi, sfuggì loro in diverse occasioni
sere riparati in
in circostanze rocambolesche. In particolare il testo fa qui riferimento alla fuga di Gustavo da Mora,
n processo per
dove egli aveva inutilmente tentato di incitare il popolo alla rivolta.32 È detto che dopo la sua
7). Una sorte
partenza gli abitanti di Mora ebbero conferma del brutale comportamento del re Cristiano II e si
ntrambi furono
pentirono di non aver dato ascolto al giovane rivoltoso; mandarono dunque sulle sue tracce i migliori
nte determinatasciatori che c’erano fra loro. Costoro lo raggiunsero presso Sälen, convincendolo a tornare indietro

pretendente alper dare inizio alla lotta contro Cristiano. Da questo episodio il giornalista Anders Pers (1860-1951)
trasse nel 1922 l’idea di una corsa sugli sci che ripetesse il medesimo percorso: è quella assai celebre
di essere Nils
nota come Vasaloppet (letteralmente “corsa di Vasa”).33
ntificarlo in un
“Una settimana dopo Lasse Olson giunse a Mora e poté dare informazioni più dettagliate sulle
Conosciuto
azioni del re Cristiano, come egli pensasse di percorrere la sua Eriksgata34 nel Paese, e avesse
arlia nel 1527
ordinato di innalzare delle forche presso la sede di ogni funzionario governativo delle zone rurali; e
rgogliosamente
anche che dovevano attendersi presto una lettera a riguardo d’una tassa straordinaria per
Costretto dalla
l’accoglienza che per questo doveva essere fatta. Allora alcuni fra loro mormorarono, dicendo:
anese VincenzoBuon Dio, mi pento [ben più di] una volta che noi abbiamo respinto Gustavo Eriksson. Lasse Olson

la cuidomandò insistentemente sue notizie, e quando ebbe saputo in quale direzione era partito, li

terra svedese,consigliò seriamente di richiamarlo indietro. Poiché (egli disse) voi brava gente adesso avete

nia, dove venneproprio bisogno di quell’uomo, nella misura in cui voi abitanti della Dalecarlia e di tutta la Svezia

non volete essere semplicemente distrutti e annientati.

eggendario, il re Poco dopo giunse là un nobile di nome Inge Mikelson di Nederby in Trögden, egli aveva

niva scritto su di informazioni ancora più dettagliate al riguardo e riferì nei particolari tutte le crudeltà che il Re

ere una cronaca Cristiano aveva commesso a Stoccolma e durante il percorso per uscire dal Paese, ciò descrisse in

dio avvenuto nelmodo circostanziato agli abitanti della Dalecarlia sicché a loro vennero le lacrime agli occhi. Disse

diverse occasioniloro anche così, che nel Paese c’erano parecchi uomini di corte svedesi che si erano dati alla

ustavo da Mora, macchia, che mai si erano piegati al governo danese, né mai lo avrebbero fatto, ma si sarebbero

che dopo la sualiberati e avrebbero difeso la loro vita tanto a lungo quanto avrebbero potuto, il che egli disse di

Cristiano II e sivoler fare, e disse quanto il governo danese sarebbe stato oppressivo per gli Svedesi, poiché essi [i

tracce i miglioriDanesi] non risparmiavano certo il sangue svedese e gioivano nel vedere che molte forche
tornare indietrodondolavano cariche di corpi svedesi.

Pers (1860-1951) Gli abitanti della Dalecarlia ebbero ora grande timore che Gustavo stesse per essere condotto

ella assai celebreoltre le montagne in Norvegia, [così] fecero secondo il consiglio di Lasse Olson e di Inge Mikelson,

e inviarono un tale Engelbrekt con alcuni altri sciatori, i quali procedettero notte e giorno attraverso

dettagliate sullei boschi con quel medesimo incarico e trovarono Gustavo lassù a Lima.35 Essi resero noto subito il

Paese, e avesseloro incarico chiedendogli per amor di Dio di voler tornare indietro, venendo loro in aiuto e

lle zone rurali; e soccorso; essi ora non solo volevano tutti garantirgli fedeltà, devozione, uomini in armi e

raordinaria perubbidienza, ma anche mettere a repentaglio e in gioco insieme a lui vita e sangue. Allora li seguì

arono, dicendo:indietro fino a Mora.”36

son. Lasse Olson Ma i problemi del sovrano non venivano soltanto da coloro che volevano spodestarlo. Fin

e era partito, lidall’epoca di Sten Sture la Chiesa svedese si era trovata in duro contrasto con il potere reale,

te adesso avete
contrasto destinato ora ad acuirsi. Le alte gerarchie ecclesiastiche non vedevano certo di
di tutta la Svezia
buon occhio il diffondersi, per quanto ancora limitato, delle idee luterane, né il desiderio del

re di accentrare ogni forma di potere. Gustavo Vasa dal canto suo comprese immediatamente
gden, egli aveva
– da quell’abile politico che era – come le cospicue ricchezze accumulate dalla Chiesa
udeltà che il Re
cattolica avrebbero potuto facilmente liberarlo dai debiti che aveva contratto per la campagna
ciò descrisse in
contro i Danesi e come, al contempo, una Chiesa indebolita economicamente non avrebbe
agli occhi. Disse

erano dati alla


avuto la forza per contrastare i suoi piani. Per la verità in Svezia non era affatto diffuso

ma si sarebbero(come era il caso innanzi tutto delle città danesi) un eccessivo malcontento nei confronti del

che egli disse diclero cattolico. Al contrario: mentre la popolazione rurale mostrava un notevole fastidio

si, poiché essi [iverso i cambiamenti che convinti predicatori cercavano di introdurre in ambito religioso,

he molte forcheanche innovazioni come l’introduzione della lingua svedese nelle funzioni religiose non
dovevano trovare totale consenso.37 È verosimile piuttosto che la dottrina di Lutero avesse i

essere condottopropri sostenitori soprattutto fra gli abitanti tedeschi di alcune città. L’ostilità dei contadini

i Inge Mikelson,
indusse naturalmente gli ecclesiastici ad appoggiare i tentativi di ribellione contro Gustavo.
giorno attraverso
Si scatenò, in sostanza, una guerra (per quanto non dichiarata) contro il re. Gustavo era
ro noto subito il
determinato e senza scrupoli e non intendeva certamente rinunciare al potere. Colse dunque
loro in aiuto e
senza esitazione l’opportunità irrinunciabile offerta dalla riforma per rafforzare la Corona a
mini in armi e
scapito della Chiesa e sanare al contempo la pessima situazione finanziaria in cui versava il
e. Allora li seguì
Paese: semplicemente espropriò gli ecclesiastici di tutti i loro (sostanziosi) beni. Seppure le

motivazioni ideologiche gli fossero fornite da ferventi sostenitori della dottrina luterana – tra
spodestarlo. Fin
tutti l’arcidiacono di Uppsala e poi cancelliere reale Laurentius Andreæ (Lars Andersson;
il potere reale,
nato nei primi anni ’70 del XV secolo, morto nel 1552) e Olaus (Olavus) Petri (Olof
evano certo di
Persson/Petterson, 1493-1552), anch’egli cancelliere reale –38 il sovrano guardava ben al di
il desiderio del
là delle questioni teologiche di principio che utilizzava al bisogno solo come utili pretesti.39
mmediatamente
Nel 1527 fu convocata una dieta a Västerås, nella quale si sarebbe dovuto discutere della
e dalla Chiesa
difficile situazione in cui si trovava il Regno, tra l’altro minacciato dal rivoltoso noto come
er la campagna
Daljunkern. Questa assemblea avrebbe sancito un cambiamento epocale per la Chiesa
te non avrebbe
svedese.40 Gustavo vi tenne un celebre discorso (eccellenti erano le sue qualità oratorie),41
affatto diffuso
dichiarandosi disposto a lasciare il potere se altri fossero stati in grado di risolvere le
ei confronti del
complesse questioni che si dovevano affrontare. Abilmente sottolineò che la Chiesa non
otevole fastidio
avrebbe potuto sottrarsi al preciso dovere di venire incontro alle necessità del Paese e – al
mbito religioso,
contempo – che la Corona non poteva soddisfare le giustificate richieste dei nobili, i cui beni
i religiose non
Lutero avesse idel resto erano in gran parte finiti nella disponibilità degli ecclesiastici. Riuscì in tal modo a

à dei contadiniportare dalla propria parte la nobiltà che sperava di riappropriarsi di molti possedimenti e

ontro Gustavo. riguadagnare ricchezza e prestigio. La conclusione (appoggiata dai diversi stati, fatta

e. Gustavo eranaturalmente eccezione per i rappresentanti del clero) fu che si diede il via alla confisca dei

. Colse dunquebeni della Chiesa che non ebbe la forza né la possibilità di opporsi. Anche perché Gustavo

are la Corona aaveva abilmente fatto sì che il suo legame con Roma, un tempo saldo, venisse allentato. Nel

n cui versava il testo che recepiva le decisioni assunte (il cosiddetto Västerås recess)42 si parlava,

eni. Seppure lenaturalmente, di alienazione di beni superflui e di un’azione (anche di carattere fiscale)

a luterana – tra regolamentata: in realtà fu dato l’avvio a una vera e propria spoliazione che non risparmiò

;neppure le piccole parrocchie. Inoltre il sovrano veniva nominato capo della Chiesa. In

Olofseguito a tutto questo il principale avversario cattolico del re, il vescovo di Linköping Hans

rdava ben al diBrask (1464-1538) partì per un esilio volontario in Polonia.43

Le statuizioni assunte nella dieta di Västerås rappresentano un momento decisivo per la

discutere dellarealizzazione del grande progetto di Gustavo: costituire uno stato stabile concentrando

toso noto comesaldamente il potere nelle proprie mani. La sconfitta successivamente inflitta ai sostenitori

per la Chiesadel rivoltoso Daljunkern (eliminati senza troppi scrupoli) ha il medesimo significato. Ma le

41 chiare tendenze accentratrici del re, così come la sua disinvolta politica nei confronti della

di risolvere le Chiesa dovevano ancora procurargli dei problemi. Innanzi tutto i tumulti contadini scoppiati

la Chiesa nonnel 1529 soprattutto nelle regioni di Västergötland e di Småland e da lui repressi con estrema

el Paese e – aldurezza. Successivamente, ancora, una nuova rivolta in Dalecarlia, nota come la “rivolta

obili, i cui beni delle campane”: nel 1530 infatti, seguendo l’esempio danese, il re aveva ordinato che una
cì in tal modo acampana per ogni chiesa fosse ceduta per incrementare le finanze dello Stato.44 Anche questa

possedimenti evolta la reazione di Gustavo fu spietata e non risparmiò antichi alleati.

ersi stati, fatta A differenza di Cristiano III, monarca determinato ma allo stesso tempo convinto

lla confisca deiseguace di Lutero, Gustavo guardava alla riforma principalmente dalla prospettiva dei

perché Gustavo possibili vantaggi politici, tenendo innanzi tutto ben presente il progetto di creazione di uno

e allentato. Nelstato centralizzato e ben organizzato sotto diretta e costante supervisione, non volendo che

si parlava,alcun tipo di potere sfuggisse al suo stretto controllo. Una prima conseguenza di questo fatto

arattere fiscale)fu che – a differenza di quella danese – la Chiesa riformata svedese non trovò subito una

non risparmiòprecisa strutturazione. La sua crescita si basò piuttosto sull’iniziativa dei riformatori, ai quali

ella Chiesa. Inil sovrano lasciava una certa libertà. Fu così che Olaus Petri si dedicò alla stesura di un

Linköping Hansmanuale destinato a coloro che dovevano predicare la nuova dottrina.45 Nel 1536 un nuovo

sinodo, tenuto a Uppsala, eliminava definitivamente consuetudini cattoliche come la messa

decisivo per lain latino e l’obbligo del celibato e si può affermare che nel decennio che va dal 1530 al 1540

e concentrandola Chiesa cattolica sia stata sostanzialmente sconfitta. Del resto l’arcivescovo cattolico

a ai sostenitori svedese, Johannes Magnus (Jöns Månsson, 1488-1544), che pure era stato a suo tempo

gnificato. Ma le(1523) nominato proprio da Gustavo, aveva definitivamente scelto l’esilio, quando inviato

confronti dellaall’estero in missione diplomatica (1526) aveva deciso di non fare ritorno in patria recandosi

tadini scoppiatiin Italia, dove sarebbe vissuto fino alla morte.46 Al suo posto sarebbe stato nominato (1531)

ssi con estremaLaurentius Petri (Lars Persson/Pettersson, 1499-1573) fratello di Olaus, che fu dunque il

ome la “rivoltaprimo arcivescovo luterano del Paese. Ma che la condiscendenza del re nei confronti del

dinato che unanuovo clero avesse limiti ben precisi è chiaramente dimostrato dalla sua decisione di mettere
Anche questasotto accusa Olaus Petri e Laurentius Andreæ che nel 1540 vennero, addirittura, condannati a

morte: vittime, assai verosimilmente, del timore di Gustavo di vedersi sfuggire di mano il

empo convintocontrollo della sfera ecclesiastica. E se in seguito i due furono graziati, il risultato fu

prospettiva deicomunque che la Chiesa venne completamente sottomessa allo Stato.47 Un obiettivo per il cui

reazione di uno raggiungimento il sovrano si avvalse della collaborazione del tedesco Georg Norman (morto

on volendo che nel 1553), che era giunto in Svezia nel 1539 raccomandato personalmente da Lutero e

di questo fatto Melantone (Philipp Melanchthon, 1497-1560).

ovò subito una Il re si era infatti circondato di consiglieri tedeschi e la sua attività di rinnovamento del

matori, ai quali Paese procedeva. E tuttavia ancora una volta egli avrebbe dovuto affrontare una rivolta legata

a stesura di un al conservatorismo dei contadini: questa rivolta (la più estesa nella storia scandinava) va

1536 un nuovosotto il nome di Dackefejden “guerra di Dacke”:48 essa ebbe origine dalla regione di Småland

come la messanella primavera del 1542 e si estese all’isola di Öland e ad alcuni territori dell’Östergötland e

al 1530 al 1540del Västergötland. Nonostante gli insorti conseguissero qualche successo, anche importante

scovo cattolico(come il ripristino della tradizione cattolica nei territori sui quali essi avevano ottenuto

o a suo tempogiurisdizione), in capo a due anni essa fu sostanzialmente domata.49 Fu questo l’ultimo

quando inviato rilevante conflitto scatenato contro il potere centrale da tensioni di carattere regionalistico.

patria recandosiDa questo momento in poi e fino alla morte (1560) Gustavo Vasa avrebbe potuto dedicarsi

ominato (1531)alla completa realizzazione del suo progetto di uno Stato potente e ben amministrato,50

he fu dunque ilottenendo tra l’altro una riforma sostanziale dell’ordinamento del Regno: l’introduzione del

ei confronti delprincipio di ereditarietà della Corona, sancito dalla dieta di Västerås nel 1544.51 Il governo

ione di metterefortemente accentratore di Gustavo Vasa (interessato a tutti gli aspetti della vita politica e
a, condannati a sociale) aveva fatto della Svezia un Paese ben organizzato e in crescita,52 che presto avrebbe

gire di mano ilsvolto un ruolo di grande rilievo sulla scena europea. Ciò naturalmente aveva avuto

il risultato furipercussioni anche sulle diverse componenti della società e, di riflesso, sul loro peso

ettivo per il cuipolitico. A parte l’esemplare caso della Chiesa, ridotta, come si è visto, a un condiscendente

Norman (morto strumento al servizio della Corona, anche la nobiltà aveva subito un notevole

te da Lutero e ridimensionamento, mentre i contadini avevano dovuto imparare a disciplinarsi secondo

rigide regole volute dal sovrano in persona.53

nnovamento del Erik XIV (1533-1577), figlio primogenito di Gustavo Vasa e a lui succeduto, è

na rivolta legatacertamente una figura complessa. Dotato di notevoli qualità intellettuali e di acume politico

scandinava) vaera tuttavia psichicamente instabile, una condizione che andò peggiorando negli ultimi anni

one di Småland del suo regno inducendolo tra l’altro ad azioni sconsiderate dettate da comportamenti irosi e

’Östergötland etirannici. Nella sua vicenda e nelle sue decisioni ebbe un ruolo decisivo il consigliere Jöran

che importantePersson (ca.1530-1568) giustiziato quando Erik fu destituito dai fratelli. A Erik si deve, per

evano ottenutoaltro, l’avvio d’una importante politica espansionistica che anticipava quella che avrebbe

questo l’ultimosuccessivamente caratterizzato la “grande potenza” svedese.54 Questo re tentò di contrarre

regionalistico.matrimonio con Elisabetta I di Inghilterra (il che gli avrebbe garantito un’importante

potuto dedicarsiposizione sull’area del Mare del Nord), ma fu respinto; in seguito cercò di sposare altre

50 nobildonne (tra cui Maria Stuarda) a fini evidentemente politici. Suscitando il forte

ntroduzione deldisappunto degli ambienti della corte e della nobiltà prese poi in moglie (segretamente nel

Il governo1567 e ufficialmente nel 1568) una ragazza di modesta condizione, Karin Månsdotter (1550-

vita politica e1612) che divenuta regina avrebbe assunto il nome di Katarina. Rovesciato dal trono dai
presto avrebbefratelli, alleati con gran parte della nobiltà, trascorse in prigionia gli ultimi anni della vita.55

e aveva avuto L’assemblea di Västerås del 1544 aveva anche dichiarato la Svezia un Paese luterano. E

sul loro pesotuttavia la situazione della Chiesa era tutt’altro che definita. Ciò appare evidente dal fatto che

condiscendente uno statuto ecclesiastico predisposto da Laurentius Petri avrebbe ottenuto l’approvazione

un notevoleregia solo nel 1571.56 Ma se questo documento regolava le questioni formali e

linarsi secondoamministrative, l’aspetto più propriamente teologico non era ancora stato chiaramente

precisato: in sostanza ci si era sempre semplicemente richiamati alla necessità di predicare

i succeduto, ècorrettamente la parola del Vangelo basandosi unicamente sulle Sacre Scritture. Questa

acume politicoambiguità risultò evidente proprio durante il regno di Giovanni (Johan) III (1537-1592),

egli ultimi annifiglio di Gustavo succeduto nel 1568 al fratellastro Erik, che lui stesso – a quanto pare –

rtamenti irosi eavrebbe poi fatto avvelenare. Nel quadro delle lotte per il predominio sul Baltico Giovanni,

onsigliere Jöran che aveva sposato (1562) la principessa polacca Caterina Jagellona (Katarzyna Jagiellonka,

rik si deve, per1526-1583), mirava a una unione tra la Svezia e la Polonia, Paese di lunga e consolidata

la che avrebbetradizione cattolica: per questo motivo aveva cercato di riavvicinare la Chiesa riformata

ntò di contrarre all’antica dottrina. Il che si rileva dalla sua Nova Ordinantia Ecclesiastica (1575)57 e dal

un’importantecosiddetto Libro rosso (Röda boken) sulla liturgia (1576) che mostrano una chiara tendenza

di sposare altre controriformatrice.58 Ancora una volta ragioni politiche alla base di scelte religiose. La

itando il fortesituazione si rovesciava qualche anno dopo la sua morte, quando (1599) l’erede Sigismondo

gretamente nel (Sigismund, 1566-1632), re di Polonia dal 1587 e di Svezia dal 1592 venne in pratica

nsdotter (1550-detronizzato dallo zio, il potentissimo Carlo (Karl, 1550-1611), figlio minore di Gustavo

o dal trono daiVasa e duca di Södermanland,59 attorno al quale si erano raccolti i principali esponenti del
luteranesimo svedese, avversi alla politica filo-cattolica di Giovanni e all’unione con la

aese luterano. EPolonia. Nel 1593 un sinodo riunito a Uppsala su sua iniziativa sanciva solennemente la

nte dal fatto chepiena adesione del Paese al credo luterano, facendo inequivocabile riferimento alla cosiddetta

l’approvazione“Confessione di Augusta”.60 Sebbene contrario, il re Sigismondo fu costretto a sottoscrivere

oni formali e questo documento.

to chiaramente 8.1.3. Un’occasione perduta per l’indipendenza

ità di predicare Nel 1450, come è stato detto,61 la Norvegia veniva ceduta al re Cristiano I di Danimarca.

critture. QuestaFormalmente si trattava dell’unione di due regni che avrebbero dovuto mantenere pari

II (1537-1592),dignità: in realtà il potere danese sul Paese era ormai consolidato e né malumori né richieste

quanto pare –non soddisfatte dei Norvegesi poterono scalfirlo. La Norvegia fu dunque di seguito

ltico Giovanni,assoggettata al figlio di Cristiano I, Giovanni, e successivamente a Cristiano II.62 La

, debolezza (non da ultimo numerica) della nobiltà e gli interessi dei diversi membri del

a e consolidataConsiglio del Regno favorivano questo stato di cose. Del resto in Norvegia anche la classe

hiesa riformataborghese (che pure si andava formando) restava divisa in piccoli gruppi e soffocata dal

e dalpotere dei commercianti anseatici.

chiara tendenza Quando, nel corso degli anni ’20 del XVI secolo, il luteranesimo cominciò a farsi strada

e religiose. Lanei Paesi nordici, in Norvegia l’accoglienza della nuova dottrina restò limitata a cerchie assai

ede Sigismondoristrette. Absalon Pederssøn Beyer63 riferisce di un monaco proveniente dalla Germania, tale

enne in praticaAntonio (Antonius)64 che predicava a Bergen, dove – lo si ricordi – era consistente la

ore di Gustavo presenza di cittadini tedeschi.65 Ciò doveva avvenire nel 1526 (al più tardi nel 1528). Nello

li esponenti delstesso periodo abbiamo notizia dell’arrivo di ecclesiastici dalla Germania che cominciarono
’unione con la(comportandosi anche con una certa arroganza) a diffondere la dottrina luterana.66 Ma al di

olennemente la fuori di questo ambito e di quello della famiglia del consigliere del Regno Vincenzo Lunge,

o alla cosiddettale idee riformiste non trovarono un vero seguito.67 Contro di esse vi fu comunque una decisa

a sottoscriverereazione, capeggiata dall’arcivescovo di Nidaros,68 Olav Engelbrektsson (ca.1480-1538),

nella quale motivi religiosi si intrecciarono (ancora una volta!) con precisi scopi politici.

Olav Engelbrektsson, formatosi a Rostock secondo i canoni di una rigida teologia cattolica,69

I di Danimarca. era stato nominato capo della Chiesa norvegese nel 1523, al culmine di una brillante carriera.

mantenere pari La sua adesione alla dottrina tradizionale era totale: fin dal 1519 egli aveva collaborato alla

ori né richiestestesura del cosiddetto Messale di Nidaros (Missale nidrosiense), redatto su iniziativa del suo

que di seguito predecessore Erik Valkendorf (ca.1465-1522) e destinato a tutta l’arcidiocesi norvegese.70

LaOlav Engelbrektsson era uno fra i membri più autorevoli del Consiglio del Regno, organismo

rsi membri delche, dopo la caduta di Cristiano II, aveva assunto il governo della Norvegia e dell’Islanda.

anche la classeCon l’aiuto del danese Vincenzo Lunge – che avendo sposato la figlia del maggiore

e soffocata dal possidente terriero del Paese e consigliere del Regno, Nils Henriksson (ca.1455-1523) era

divenuto a tutti gli effetti un ‘nobile norvegese’ e coltivava grandi ambizioni di potere –71

iò a farsi stradal’arcivescovo aveva stabilito i presupposti in base ai quali il re Federico I poteva essere

a cerchie assai accettato come sovrano di Norvegia: parità di condizioni con la Danimarca, rispetto delle

Germania, taleleggi norvegesi, recupero dei beni perduti sotto l’amministrazione dei precedenti sovrani e un

consistente la impegno formale in difesa dell’ortodossia cattolica. Un impegno che tuttavia (insieme ad

el 1528). Nelloaltri) non fu affatto mantenuto. Con il passare del tempo si constatò infatti che quanto più la

e cominciaronoposizione del sovrano danese veniva consolidandosi, tanto più quella dell’arcivescovo si
Ma al difaceva precaria. Vincenzo Lunge, che, come detto, si era avvicinato alla dottrina luterana

incenzo Lunge,cominciò a considerare poco vantaggioso spendersi per la causa norvegese: da amico e

nque una decisasostenitore dell’arcivescovo divenne infine suo nemico. I Danesi cui egli ora garantiva il

ca.1480-1538),proprio appoggio (tenendo in primo luogo ben presenti i propri interessi personali) si

scopi politici.dimostrarono quanto mai aggressivi e determinati. I feudi principali nei quali si gestiva in

69 sostanza il potere (Båhus, Akershus, Bergenhus) furono tutti affidati a uomini di fiducia del

illante carriera.re e anche a Olav Engelbrektsson fu intimato di cedere il proprio nel Trøndelag. Egli tuttavia

collaborato allanon volle piegarsi e non si diede per vinto: opponendosi alla volontà del sovrano danese non

iziativa del suo volle rinunciare ai suoi possedimenti, si rafforzò militarmente72 e si preparò alla lotta armata,

70 schierandosi (seppure non apertamente) dalla parte del deposto Cristiano II. Del resto gli

gno, organismoobiettivi politico-religiosi dei suoi avversari gli erano ben chiari e un episodio come quello

e dell’Islanda.della spoliazione della Chiesa della Madonna (Mariakirke) di Oslo, compiuta dal principe

del maggioredanese (il futuro Cristiano III) inviato in missione in Norvegia insieme ai suoi uomini (1529),

1455-1523) eradovette apparirgli in tutta la sua gravità. Ma nel 1532 il sovrano nel quale Olav

71Engelbrektsson riponeva le proprie speranze fu, come sopra è stato detto, sconfitto e

I poteva essereimprigionato.73 Quando l’anno dopo il re Federico I morì, in Danimarca si aprì la lotta per la

a, rispetto dellesuccessione e nelle ‘more politiche’ per l’elezione del nuovo re l’arcivescovo indisse

nti sovrani e unun’assemblea da tenersi a Bud (comune di Fræna in Møre e Romsdal) cui convocò i

via (insieme adconsiglieri del Regno, diversi notabili e rappresentanti del popolo: un’occasione per

e quanto più la riaffermare l’autonomia decisionale norvegese. E tuttavia le diverse defezioni evidenziarono

’arcivescovo siquella mancata compattezza che, insieme ad altri fattori, sarebbe stata fatale per le sorti del
ottrina luteranaPaese. Del resto, come si è visto, la contesa danese per il potere sfociò nella guerra del conte

se: da amico ele cui conseguenze portarono al trono il luterano Cristiano III.74 In una situazione fattasi

ora garantiva ildavvero problematica l’arcivescovo intravide una possibile soluzione nell’appoggio al

i personali) si genero di Cristiano II, Federico II di Renania-Palatinato (Friedrich von Pfalz) che, sostenuto

ali si gestiva in dall’imperatore Carlo V, aspirava alla corona che era stata del suocero. Costui gli pareva

ni di fiducia delpoter garantire la continuità della dottrina cattolica (e degli interessi della gerarchia

ag. Egli tuttaviaecclesiastica) in Norvegia. Contando su questa possibilità egli fece assassinare Vincenzo

ano danese nonLunge (1536) e cercò di incitare i Norvegesi alla rivolta, ma il suo tentativo restò senza esito.

lla lotta armata,L’atteso intervento di Carlo V non ci fu e di fronte all’avanzata delle forze danesi inviate da

I. Del resto gli Cristiano III, Olav comprese la propria sconfitta e nella primavera del 1537 scelse l’esilio

io come quello volontario recandosi nei Paesi Bassi, dove rimase fino alla morte avvenuta l’anno successivo.

uta dal principeNel volgere di pochi mesi, nonostante qualche tentativo di resistere, i vescovi norvegesi

uomini (1529),persero i loro beni e la loro posizione (arrendendosi o finendo prigionieri). La partita della

el quale Olav difesa della tradizione cattolica e, insieme, quella di un vagheggiato ritorno all’indipendenza

to, sconfitto edalla Danimarca era definitivamente perduta. Per Olav Engelbrektsson una sconfitta sul

rì la lotta per lapiano religioso, politico e personale riflessa in un giudizio negativo sulla sua figura (più che

escovo indisseverosimilmente influenzato dalla ‘teoria dei vincitori’) per troppo tempo condiviso dagli

cui convocò istorici.75

’occasione per Già dal 1536 re Cristiano III aveva formalmente dichiarato nel suo capitolare che la

i evidenziarono Norvegia doveva a tutti gli effetti essere sottomessa alla Corona danese, abolendone allo

per le sorti delstesso tempo il Consiglio del Regno.76 Contemporaneamente il Paese veniva suddiviso in
guerra del contecinque grandi distretti: Båhus, Akershus, Bergenhus, Steinvikholm (Trondheim) e

tuazione fattasi Vardø(y)hus.77 In coerenza con i propri obiettivi politici e la propria fede questo sovrano

ell’appoggio alvolle naturalmente introdurre la riforma anche in questo Paese: segnale non soltanto di un

) che, sostenutocambiamento nella dottrina religiosa e di un profondo rinnovamento dell’organizzazione

ostui gli pareva ecclesiastica, ma anche – soprattutto – di un riconfermato prepotente dominio straniero.

della gerarchiaL’Ordinanza danese78 fu imposta anche qui. Tra i vescovi consacrati nel 1539 da Johann

inare Vincenzo Bugenhagen79 figurava del resto anche Geble Pederssøn (ca.1490-1557) il quale convertito

stò senza esito. dal cattolicesimo al luteranesimo avrebbe potuto mantenere la sua carica divenendo il primo

anesi inviate davescovo della nuova Chiesa.

7 scelse l’esilio L’introduzione della riforma segnò dunque un ulteriore indebolimento della società

nno successivo. norvegese, paradossalmente soprattutto per quanto riguarda le classi sociali più elevate che

covi norvegesi divennero totalmente dipendenti dal dominatore danese, anche (e forse soprattutto) dal punto

La partita delladi vista culturale. Furono invece piuttosto i contadini (che pure avevano sopportato pesanti

ll’indipendenzacondizioni di vita a causa principalmente della prevaricazione di molti funzionari regi) a

a sconfitta sulconservare il patrimonio della tradizione e – seppure frammentata nei diversi dialetti –

figura (più chel’antica lingua norvegese. Sebbene dal punto di vista economico il Paese conoscesse una

condiviso daglicerta ripresa esso, in seguito a questi eventi, fu definitivamente sottomesso al dominio

straniero.

pitolare che la Nel 1523, dopo la nomina ad arcivescovo norvegese, Olav Engelbrektsson si era recato a Roma

bolendone alloper ottenere l’approvazione papale. Durante il soggiorno in quella città aveva avuto modo di
incontrare il geografo tedesco Jacob Ziegler (1470 o 1471-1549), che nel 1532 avrebbe dato alle
va suddiviso in
Trondheim) estampe una vasta opera al cui interno si trova una sezione dal titolo Scandinavia (Schondia). In

questo sovrano questo testo l’introduzione storica alla sezione che riguarda la Norvegia risente certamente in gran
parte delle opinioni dell’arcivescovo di Nidaros:
soltanto di un
“Norvegia, cioè via settentrionale. Questo Regno è stato per parecchio tempo davvero fiorente,
organizzazione
ed ebbe potestà sulla Danimarca, la Frisia e [diverse] isole in lungo e in largo, finché il governo del
minio straniero.
Paese fu amministrato per via ereditaria. Successivamente durante un interregno, con il consenso
539 da Johann
dei notabili del Paese fu stabilito che i re fossero scelti per via elettiva, ritenendo, che essi avrebbero
uale convertito
amministrato questo Regno con maggiore equità, quanto meno si sentissero sicuri a motivo
enendo il primo
dell’innovazione [introdotta]. Ma avvenne che nella misura in cui qualcuno primeggiava per

ricchezze [e] ambizione ed [era] favorito dalla parentela, di conseguenza nutriva maggiori speranze

o della societàdi conseguire il Regno, ragion per cui si divisero in fazioni e anche gli stranieri si intromisero vista

più elevate che l’opportunità di ottenere il Regno: costoro a seconda di quanto pareva loro [opportuno]

tutto) dal puntoappoggiavano o destituivano le parti in causa. Perciò ora [la Norvegia] è sotto il potere dei Danesi.

portato pesanti Questi non impongono soltanto tasse legali e canoni ragionevoli, ma mettendo insieme tutto ciò che
vale qualcosa [lo] portano in Danimarca, vale a dire fondando la continuità del loro potere sulla
nzionari regi) a
debolezza dei sudditi, del che ci sono in questi tempi molti esempi nel mondo cristiano; infatti, una
versi dialetti –
volta che le virtù che deve avere un principe, cioè il padre della patria, sono andate perdute, resta
conoscesse una
solo la superba arroganza del potente che si manifesta nell’ingiustificato arbitrio verso i sudditi; a
sso al dominio
ciò consegue che i Capi, non essendosi procurati alcuna protezione nell’amore vicendevole con il

popolo, cercano la sicurezza della loro condizione attraverso la forza e il costante deterioramento
a recato a Roma
dei beni di tutti.
avuto modo di
Questa è la sorte della Norvegia: e neppure gli edifici nelle città hanno potuto conservare
vrebbe dato alle
l’antica grandezza e decoro e non c’è speranza che si ponga rimedio alla situazione. E dunque infatti
). In le riunioni comuni su questo non sono permesse e nessuno di propria iniziativa osa fare proposte o

rtamente in gran tentare azioni, non conoscendo la volontà di tutti. A questa difficoltà si aggiunge la conformazione

del territorio, infatti la Danimarca tiene sotto il proprio controllo tutta la navigazione in Norvegia,

davvero fiorente,la quale non può solcare il mare o esportare le proprie merci, con questo re come nemico, non

hé il governo del essendo per di più considerata modesta o poco favorita per quanto riguarda il cielo, la terra o il

con il consensomare. Il Paese esporta nel resto d’Europa il pesce del genere Asellus, reso duro dal freddo e disteso

e essi avrebberosu aste, ragion per cui i Tedeschi lo chiamano Stockfisch. La cattura di questo pesce è

sicuri a motivo raccomandata soprattutto in gennaio, quando fa abbastanza freddo per farlo essiccare; il pesce che

primeggiava per viene catturato nelle stagioni più miti, marcisce e non può essere esportato.”80

aggiori speranze 8.1.4. Potere vescovile e potere coloniale

ntromisero vista La Chiesa nordica prima della riforma aveva esteso ovunque il proprio dominio e
oro [opportuno]
conseguito una forza economica impressionante. Grazie alla sua organizzazione essa riusciva
otere dei Danesi.
a controllare anche le comunità più piccole, esercitando la propria influenza sulla vita di ogni
eme tutto ciò che
individuo. Tuttavia soprattutto in Islanda, dove il potere reale era sentito come un’autorità
oro potere sulla
piuttosto lontana, i vescovi di Skálholt (nel sud-ovest) e di Hólar (a nord nello Skagafjörður)
ano; infatti, una
erano i veri e propri signori dell’isola. Del resto dalla morte di Federico I (1533) e durante la
te perdute, resta
cosiddetta “guerra del conte” – quando non era ben chiaro chi sarebbe divenuto re di
verso i sudditi; a

cendevole con il
Danimarca – essi avevano di fatto governato il Paese, agendo per conto del Consiglio del

e deterioramentoRegno norvegese. In realtà per molto tempo i titolari delle due diocesi islandesi erano stati

imposti dall’esterno (da Nidaros, dal re o dal Papa) in base a interessi che troppo spesso

otuto conservarecertamente non coincidevano con quelli degli abitanti dell’isola: scorrendo la loro lista si

E dunque infattiincontra una cospicua presenza di nomi norvegesi e danesi ma anche svedesi, inglesi,
fare proposte o olandesi e tedeschi. Solo a partire dal 1458 gli Islandesi ebbero di nuovo la possibilità di far

a conformazionesentire la propria voce al riguardo, il che comunque non impedì che due degli ultimi tre

one in Norvegia,
vescovi cattolici di Hólar fossero ancora norvegesi, individui palesemente ben più interessati
me nemico, non
al proprio tornaconto personale che non al benessere della comunità.81 Ma quelli a cui toccò
elo, la terra o il
fronteggiare l’introduzione della riforma erano entrambi islandesi. Ǫgmundur Pálsson (nato
freddo e disteso
nel 1465), vescovo di Skálholt, era stato consacrato nel 1521 mentre Jón Arason (nato nel
questo pesce è
1484) era divenuto vescovo di Hólar nel 1524. Prima degli eventi che li avrebbero visti fare
are; il pesce che
fronte comune contro l’imposizione della nuova dottrina (perché di vera e propria

imposizione si trattò) essi erano stati divisi da durissimi contrasti: Ǫgmundur Pálsson si era

opposto in ogni modo alla nomina di Jón Arason (cercando addirittura di catturarlo) e lo
prio dominio e
aveva a lungo osteggiato con tutte le forze, finché nel 1527 essi si erano drammaticamente
ne essa riusciva
scontrati nel corso dell’assemblea generale.
ulla vita di ogni
Nel XVI secolo l’Islanda restava un Paese ai margini dell’Europa e la sua popolazione,
ome un’autorità
numericamente limitata, era sparsa nelle diverse fattorie che costellavano le aree sfruttabili
o Skagafjörður)
economicamente e si trovavano in diversi casi in località sperdute. Questa situazione di
33) e durante la
isolamento non era certo il miglior presupposto per la diffusione di nuove idee né tantomeno
divenuto re di
per il dibattito teologico: in una società per molti aspetti economicamente arretrata la gran
l Consiglio del
parte degli abitanti manteneva salde posizioni tradizionaliste. E del resto i centri di cultura
desi erano stati
erano nella maggioranza dei casi strettamente dipendenti dalla Chiesa. Come in Norvegia
troppo spesso
dunque, l’introduzione della riforma fu qui il risultato di un preciso disegno del re danese
la loro lista si
Cristiano III, che imponendo al popolo questo cambiamento ne approfittò per rimarcare la
vedesi, inglesi,
ossibilità di far propria autorità.

degli ultimi tre Se infatti è vero che le idee riformiste erano in qualche modo giunte autonomamente

n più interessati anche qui, è altrettanto vero che esse erano rimaste appannaggio di cerchie ristrette di

uelli a cui toccòpersone nella zona meridionale del Paese: queste erano costituite in primo luogo dai mercanti

r Pálsson (natoanseatici (provenienti soprattutto da Amburgo) che soggiornavano nell’isola (nel 1534

rason (nato nelcostoro si erano anche costruiti una chiesa a Hafnarfjörður, a sud di Reykjavík) e da persone

bbero visti fare che avevano condotto i propri studi in Germania. E tuttavia negli ambienti tedeschi si era

vera e propriacontrari ad azioni di forza, tenuto conto dei proficui commerci con i monasteri e la Chiesa.

r Pálsson si eraLa situazione era dunque per molti versi ambigua, come dimostra anche il fatto che un

catturarlo) e logruppo dei sostenitori della nuova dottrina gravitava proprio attorno alla diocesi di Skálholt,

ammaticamente evitando di esporsi apertamente. Fra costoro Oddur Gottskálksson82 che per primo avrebbe

tradotto (lavorando segretamente) il Nuovo Testamento in lingua islandese e Gissur

ua popolazione, Einarsson (ca.1512-1548) che sarebbe divenuto il primo vescovo luterano d’Islanda.83

aree sfruttabili Tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40 del XVI secolo la vita religiosa e

a situazione disociale islandese fu segnata da drammatici avvenimenti. Nel 1538, quando Cristiano III

e né tantomenostabilì che la propria Ordinanza84 entrasse in vigore anche nell’isola, l’assemblea generale

rretrata la granrespinse questo testo e i due vescovi cattolici si levarono in difesa della dottrina tradizionale,

entri di cultura cercando di scongiurare il grave pericolo che minacciava l’istituzione ecclesiastica e, di

me in Norvegiaconseguenza, il loro potere. Il vescovo Ǫgmundur Pálsson rispose alla decisione del sovrano

o del re danese con la scomunica per chi avesse aderito alla nuova dottrina. Si arrivò così allo scontro aperto

er rimarcare la (e sanguinoso). L’anno successivo, nel giorno della domenica di Pentecoste, il governatore e
rappresentante del re (hirðstjóri) Claus van der Marwitzen (olandese o tedesco) e il suo

autonomamentecollaboratore Didrik von Minden con i loro uomini portarono un brutale attacco al ricco

hie ristrette diconvento di Viðey (un’isola al largo di Reykjavík), lo distrussero, malmenarono i monaci e si

go dai mercantiimpadronirono di tutto ciò che vi era contenuto. Questa azione, segnata da violenza e

sola (nel 1534 sopraffazione, determinò in seguito una dura vendetta con l’uccisione degli ‘uomini del re’

k) e da personeche l’avevano compiuta. Nello stesso anno il vescovo Ǫgmundur, vecchio e malato, sostenne

tedeschi si eraall’assemblea generale la candidatura di Gissur Einarsson come suo successore: una scelta

eri e la Chiesa.che suscita perplessità ma che pare tuttavia dovuta da una parte alla sua predilezione nei

il fatto che unconfronti di Gissur e dall’altra all’abile (e ambiguo) comportamento di quello.85 Si può anche

esi di Skálholt,ragionevolmente ritenere che il vecchio vescovo volesse impedire che la diocesi fosse

primo avrebbe assegnata a un riformatore dichiarato e rigoroso. Gissur accettò formalmente l’impegno a

dese e Gissurnon apportare cambiamenti nella tradizione religiosa, ciò nonostante si adoperò in seguito

per far affermare la dottrina luterana e, insieme, la volontà del re danese. Il che non avvenne

vita religiosa e senza contrasti, come dimostra il fatto che il suo comportamento fu denunciato all’assemblea

o Cristiano III generale dell’anno successivo (1540), durante la quale furono anche assolti da ogni addebito

mblea generalecoloro che avevano vendicato l’oltraggio di Viðey. A questo punto il re Cristiano ritenne

na tradizionale,indifferibile un intervento diretto ed energico. Nel 1541 giunse in Islanda un nuovo

lesiastica e, digovernatore con due navi da guerra. Ǫgmundur Pálsson fu fatto prigioniero, privato dei suoi

one del sovranobeni e imbarcato per essere condotto in Danimarca, ma morì durante il viaggio per mare (13

o scontro aperto luglio 1541). L’assemblea generale deliberò ufficialmente l’introduzione della riforma in

l governatore e Islanda. Dalla consacrazione di Ǫgmundur Pálsson erano trascorsi solo vent’anni, ma la
desco) e il suo potenza della Chiesa cattolica che allora sembrava inattaccabile era ora piegata.

attacco al ricco Gli abitanti dei distretti settentrionali non avevano partecipato all’assemblea generale e la

no i monaci e si loro resistenza proseguì. Per un certo periodo del resto le cose procedettero con ragionevole

da violenza e equilibrio, dal momento che – seppure divisi sul piano teologico – i due vescovi, luterano e

‘uomini del re’cattolico, evitarono reciproche interferenze. E, tra l’altro, Gissur Einarsson incontrava non

malato, sostennepoche difficoltà nella sua opera di indottrinamento della gente comune. La lotta si riaccese

sore: una sceltaalla sua morte (1548), quando entrambe le fazioni si arrogarono il diritto di nominare il

redilezione nei nuovo vescovo di Skálholt: ciò portò alla duplice designazione di un cattolico e di un

Si può ancheluterano. Tuttavia solo quest’ultimo, Marteinn Einarsson (ca.1500-1576), ottenne in

a diocesi fosseDanimarca la consacrazione ufficiale e tornò in Islanda. Il vescovo di Hólar, Jón Arason, che

te l’impegno asi era adoperato a sostegno del candidato cattolico, scrivendo anche al Papa e all’imperatore

però in seguitoCarlo V, fu accusato di tradimento nei confronti del re danese e all’assemblea generale del

he non avvenne 1549 venne dichiarato fuorilegge. L’energico prelato non si arrese e passò all’attacco:

o all’assembleaMarteinn Einarsson fu fatto prigioniero e trasferito a Hólar. Nell’estate dell’anno successivo

a ogni addebitoJón Arason si recò a Skálholt con una schiera di uomini armati: lì fece riconsacrare la chiesa

ristiano ritennee disseppellire il cadavere del vescovo luterano, segnale inequivocabile di restaurazione

nda un nuovo dell’antica tradizione. Nel frattempo i conventi di Viðey e di Helgafell venivano ripristinati.86

privato dei suoiMa la posta in gioco era troppo elevata e – soprattutto – non limitata ad aspetti teologici. Jón

io per mare (13 Arason non era soltanto nemico della nuova dottrina, egli piuttosto rappresentava una

ella riforma inminaccia per quei notabili che dalla conversione al luteranesimo avevano tratto vantaggi

ent’anni, ma laeconomici vedendosi assegnati beni che precedentemente erano stati di proprietà della
Chiesa. Fu così che nell’ottobre di quel medesimo 1550 Jón Arason, insieme a quello che era

ea generale e lail suo personale ‘esercito’, fu sconfitto dagli uomini del grande possidente terriero Dáði

on ragionevoleGuðmundsson (ca.1495-1563) e con due dei suoi figli, Björn e Ari, fu condotto come

covi, luterano eprigioniero a Skálholt. Nessuno si dichiarò disponibile a far parte della giuria che avrebbe

incontrava non dovuto giudicarli. Ciò non di meno, nel timore che venissero liberati dai loro sostenitori, il

otta si riaccesesette novembre essi furono sbrigativamente messi a morte per decapitazione. Un atto di cui i

di nominare ilseguaci del vescovo si presero inevitabile vendetta uccidendo coloro che lo avevano

ttolico e di unperpetrato (gennaio 1551). I corpi di Jón Arason e dei suoi figli furono esumati e portati a

6), ottenne inHólar per la solenne sepoltura. Ma senza il suo campione la battaglia per la difesa della fede

ón Arason, che cattolica (e per l’Islanda) era perduta. Da questo momento la riforma sarebbe stata attuata

e all’imperatore con determinazione (anche qui si procedette senza scrupoli alla spoliazione dei beni della

ea generale del Chiesa): senza ulteriore sostanziale opposizione le forze danesi inviate nell’isola nell’estate

ssò all’attacco:del 1551 avrebbero infine potuto imporre un vescovo luterano (Ólafur Hjaltason) nella

nno successivodiocesi di Hólar la quale l’anno successivo fu sottomessa totalmente. Significativamente il

acrare la chiesacadavere di Gissur Einarsson veniva ancora una volta esumato e di nuovo seppellito con

i restaurazioneonore. Tuttavia la figura dell’eroico Jón Arason (ultimo vescovo cattolico di tutto il Nord)

86avrebbe lasciato un segno incancellabile nella memoria del popolo islandese.87 A ricordarlo

ti teologici. Jónrestano diversi racconti e testi poetici, non ultimi i versi che egli stesso aveva composto a

presentava una commento delle proprie vicende.88

tratto vantaggi Nelle cosiddette “saghe dei vescovi”89 sono compresi anche i Frammenti e brevi racconti relativi

proprietà dellaal vescovo Jón Arason di Hólar (Sögubrot og smáþættir um Jón Arason, biskup á Hólum), eroe della
a quello che eraresistenza cattoliconazionale contro la ferrea volontà riformatrice del re danese. In uno di questi si dà

e terriero Dáði conto di una tradizione popolare che vuole la sua morte violenta prefigurata in un sogno fatto dalla
madre:
condotto come
“Raccontano i vecchi che una volta in cui il vescovo Jón Arason cavalcava verso nord nel
ria che avrebbe
distretto di Vaðlasýsla e di Þingeyjarsýsla, incontrò il contadino Jón di Svalbarð in Svalbarðsströnd;
o sostenitori, il
costui era un importante capitano e [un uomo] saggio, e da molti ritenuto indovino e preveggente. Il
Un atto di cui i
vescovo gli domandò: ‘di quale morte ritieni, contadino Jón, che io debba morire?’ – Jón tacque un
he lo avevano
momento, poi disse così: ‘Io ho sentito dire, che prima che voi nasceste, vostra madre aveva fatto un
mati e portati a
sogno, in questo modo, che le sembrava di mettere al mondo un’aquila; le parve come se
ifesa della fedequell’aquila volasse su in cima al tetto della chiesa di Hafragil nell’Eyjarfjörður e si posasse là;

be stata attuata allora le parve nel sonno che la testa di quell’aquila schizzasse via dal corpo, e in direzione sud-est.’

dei beni della Inoltre il succitato Jón disse: ‘state attento alle discussioni importanti, signore.’ Pare che il

sola nell’estate vescovo abbia risposto: ‘quella morte, io scelgo, che toccò al mio Patrono, e non una morte da

Hjaltason) nelladonnicciola.’ Terminarono così il loro colloquio.


Si dice che il vescovo Jón considerasse come proprio Patrono San Giovanni Battista.”90
icativamente il
8.2. Cultura e società negli anni della riforma
seppellito con
Come è logico attendersi, l’introduzione della riforma protestante avrebbe profondamente
i tutto il Nord)
modificato la realtà sociale dei Paesi nordici, seppure la sua definitiva affermazione
A ricordarlo
avvenisse, come si è visto, con modalità e tempi diversi. Anche dal punto di vista culturale
eva composto a
essa si confrontò con situazioni differenti, pur presentando, naturalmente, anche tendenze

racconti relativi
comuni.

), eroe della Tale fu, in primo luogo, l’impatto in più di una occasione drammatico che si constata
no di questi si dà negli anni della violenta contrapposizione tra i seguaci della nuova e della vecchia dottrina. È

sogno fatto dallanoto infatti come il netto distacco da tutto ciò che rappresentava la tradizione religiosa che

nel corso dei secoli aveva permeato la società scandinava sfociasse non di rado in azioni
verso nord nel
dettate da brutalità, fanatismo e ottusità. Il riferimento è qui, in primo luogo, all’aggressività
Svalbarðsströnd;
con cui spesso furono attaccati i rappresentanti della Chiesa cattolica, obbligati alla fuga,
e preveggente. Il
all’esilio o addirittura uccisi, costretti in molti casi a ‘trovare rifugio’ in una frettolosa (certo
– Jón tacque un
non spontanea) conversione.91 Un dispregio verso gli uomini al quale corrispose, fatalmente,
re aveva fatto un
quello verso gli oggetti simbolo dell’odiata istituzione (del resto in molti casi appetibili per il
parve come se

e si posasse là;
loro valore venale). Sicché i preziosi beni artistici conservati presso le chiese e i conventi

rezione sud-est.’ furono sottratti (spesso per essere trasformati) quando non addirittura distrutti con furia

re.’ Pare che ilvandalica. Il che riguardò anche (e non da ultimo) il patrimonio librario. Se in quantità non

n una morte datrascurabile esso era già andato perduto per deterioramento dovuto all’uso o magari per cause

accidentali (a esempio un incendio), l’ondata riformatrice ne determinò una ulteriore

massiccia riduzione. In taluni casi solo alcune opere di interesse per docenti, storici o

comunque appassionati, poterono salvarsi. Un danno, senza dubbio, irreparabile.


profondamente
In secondo luogo la necessità di propagandare il nuovo credo determinò un’attenzione
a affermazione
privilegiata ai testi di carattere religioso (spesso ripresi da modelli tedeschi) che furono scritti
vista culturale
o tradotti in grande quantità e (potendosi avvalere del prezioso supporto fornito
anche tendenze
dall’introduzione della stampa) furono diffusi nelle parrocchie perché a essi facessero ora

riferimento i fedeli. In questo contesto va collocata anche la nascita di una letteratura


che si constata
salmista che non mancherà di dare frutti di notevole pregio.92 A questa medesima esigenza si
chia dottrina. Èlega, in particolare, il recupero e lo sviluppo degli idiomi nazionali che (fatta eccezione per il

ne religiosa chenorvegese)93 troveranno, a partire dalla riforma, il proprio riconoscimento divenendo, al

rado in azionicontempo, importanti strumenti espressivi e oggetto di grande interesse.

all’aggressività Infine, dal punto di vista più strettamente culturale, il distacco dalla tradizione rimarcò

igati alla fuga, una tendenza che già si era manifestata nel XV secolo: l’imitazione di modelli tedeschi, più

rettolosa (certo che la ricerca di un rapporto diretto con i centri di diffusione del pensiero umanistico e

ose, fatalmente, rinascimentale, in primo luogo Roma, sede dell’inviso potere papale. L’umanesimo nordico –

appetibili per ilpur non escludendo totalmente la dovuta considerazione e il doveroso omaggio a classici

se e i conventimodelli meridionali – si sviluppò dunque in gran parte (e non avrebbe potuto avvenire

trutti con furia diversamente) nella scia di quello nord-europeo, cercando spesso i propri punti di riferimento

in quantità nonin figure (come Melantone) capaci di combinarlo proficuamente con il luteranesimo (seppure

magari per causein questioni di principio essi siano tutt’altro che sovrapponibili). Ma nel ripiegamento verso

una ulterioreil proprio patrimonio culturale esso si aprì anche alla riscoperta e alla celebrazione del

centi, storici o(glorioso) passato delle nazioni scandinave. Il che, come si vedrà più avanti,94 vale in misura

preponderante per la Danimarca e la Svezia, potenze dominanti di questi secoli.

ò un’attenzione 8.2.1. Danimarca

he furono scritti La Danimarca era un Paese con una struttura sociale articolata e ben sviluppato

pporto fornito economicamente. Questo fatto ebbe importanti riflessi nella diffusione della riforma: infatti

i facessero orala sua conformazione geografica e la concentrazione abitativa nel territorio, la consistenza

una letteraturanumerica della borghesia (che qui aveva sviluppato una vera e propria ‘cultura cittadina’), la

ima esigenza sipresenza di diversi teologi che (secondo una tradizione consolidata) avevano studiato
eccezione per ilall’estero (soprattutto in Germania) e l’esistenza di una università danese fecero sì che le

divenendo, alnuove idee si diffondessero (nonostante qualche difficoltà iniziale) con relativa rapidità,

soprattutto fra i cittadini; di conseguenza la riforma fu un cambiamento che vide coinvolta

dizione rimarcòanche la gente comune. Grazie al tradizionale stretto rapporto di vicinanza (non solo

lli tedeschi, piùgeografica) con la Germania gli studenti provenienti da Wittemberg e i predicatori luterani

o umanistico einiziarono presto l’attività di divulgazione delle nuove idee. La loro propaganda del resto si

esimo nordico –scagliava contro una Chiesa in cui una buona parte dei membri più eminenti (e non solo)

aggio a classicierano manifestamente corrotti, mentre gli altri parevano incapaci di arginare il dilagante

potuto avveniremalcostume. Sicché in sostanza l’unica voce che con enfasi e severità si era alzata contro la

i di riferimentodegenerazione degli ecclesiastici e in favore della necessità di una moralizzazione e di un

esimo (seppurerinnovamento, era stata quella di Poul Helgesen, monaco carmelitano e teologo (che aveva

egamento versoapprofondito lo studio della dottrina di Erasmo da Rotterdam), nella cui parabola si riflette,

elebrazione del per molti versi, il destino della Chiesa cattolica danese, avviata a una inesorabile sconfitta.

vale in misuraInizialmente anche con il sostegno del re Cristiano II egli aveva raggiunto una posizione di

tutto rilievo95 e, pienamente coinvolto nello spirito di quell’umanesimo biblico che chiedeva

di ritornare al dettato delle Sacre Scritture, si era avvicinato a Lutero. Ma da Lutero, come

ben sviluppatodel resto dal sovrano, egli avrebbe preso le distanze una volta constatato il pericolo che le

riforma: infattiidee dell’uno96 e la politica dell’altro costituivano per la Chiesa. Questa sua scelta gli causò

la consistenzadanno personale97 e fece di lui l’oggetto di un feroce disprezzo: pari, del resto, alla furia con

a cittadina’), la cui egli si scagliò contro i seguaci della riforma.98 Chiari esempi di un clima di violentissima

evano studiato polemica.99 Ben riflesso, del resto, anche in altre figure esemplari e carismatiche.
ecero sì che le Tra i fieri avversari di Poul Helgesen spicca certamente Hans Tausen (Hans Tawssøn,

elativa rapidità, 1494-1561), monaco giovannita dell’importante convento di Antvorskov (nei pressi di

vide coinvoltaSlagelse in Selandia) che aveva studiato a Rostock, Lovanio e Wittemberg. Fuoriuscito

anza (non solo dall’ordine, egli fu attivo dapprima a Viborg nello Jutland (1525),100 poi a Copenaghen dove

dicatori luterani fu nominato cappellano reale da Federico I, che già nel 1526 gli aveva concesso una lettera

nda del resto sidi protezione.101 Proprio a Copenaghen Hans Tausen insieme con altri teologi luterani

nti (e non solo)avrebbe redatto la sopra citata Confessio Hafniensis (in occasione della dieta ivi tenuta nel

are il dilagante1530) nella quale si assumeva la Sacra Scrittura come sola base della fede cristiana. Le sue

alzata contro laprediche infervorate ebbero grande seguito fra i cittadini che lo elessero portavoce del

zazione e di unproprio rancore contro la corruzione della gerarchia ecclesiastica: vari episodi che

ogo (che avevatestimoniano il clima di tensione e di contrapposizione non di rado violenta lo vedono

abola si riflette, protagonista in mezzo a una folla che certamente proiettava sul piano religioso un disagio di

rabile sconfitta.carattere sociale e politico.102 Un sentimento, questo, che si riflette tra l’altro in diverse

na posizione di “canzoni” (viser), ampiamente diffuse tra la gente comune, nelle quali ci si fa scherno di tutti

o che chiedevai possibili vizi (non ultimi ingordigia e lussuria) attribuiti al clero:103 letteratura – appunto –

a Lutero, come‘canzonatoria’ cui appartiene anche l’anonimo Dialogus, rielaborazione danese in versi (la

pericolo che le cui più antica edizione risale al 1533) di uno dei ‘cavalli di battaglia’ luterani (satira della

scelta gli causò messa cattolica), pubblicato nel 1528 dal pittore e riformatore svizzero Niklaus Manuel

o, alla furia con(1484-1530).104 Ma anche opere come l’anonimo Peder il fabbro e Adser il contadino (Peder

di violentissimaSmed og Adser Bonde), un testo (anche in versione rimata) che ancora una volta riprende un

modello tedesco. In esso è proposto un dialogo tra quattro avventori di un’osteria (un prete
Hans Tawssøn,cattolico, un frate, un contadino e un fabbro) nel quale si affida a quest’ultimo, convinto

(nei pressi diluterano, un messaggio religioso permeato di democratica saggezza, il che tra l’altro appare

rg. Fuoriuscitocome il riflesso di un reale coinvolgimento popolare nel dibattito.

penaghen dove Sicché i gesti eclatanti (talora anche eccessivi) e le scelte di provocatoria rottura delle

esso una letteranorme tradizionali (come il fatto di consacrare nuovi sacerdoti o contrarre matrimonio)105

eologi luteraniprodurranno un reale ed effettivo coinvolgimento delle folle. Sul quale potrà poi far leva la

a ivi tenuta nelvolontà dei nuovi pastori della Chiesa riformata, desiderosi di veder radicare l’insegnamento

ristiana. Le sueluterano nelle coscienze. Il che si attuerà anche, concretamente, nella fondazione di diverse

portavoce delscuole per formare i nuovi sacerdoti (Haderslev, Viborg, Malmö) così come nel lavoro di

ri episodi chetraduzione di scritti di Lutero e di divulgazione di testi fondamentali della nuova dottrina: in

enta lo vedonoprimo luogo – naturalmente – la Sacra Scrittura ora finalmente volgarizzata e resa accessibile

o un disagio diall’intera comunità.106 In effetti la rapida affermazione del luteranesimo in Danimarca si deve

altro in diverseanche all’avvio quasi contemporaneo dell’attività dei suoi promotori in diversi centri.107

scherno di tutti Una delle figure che più si adoperarono perché l’insegnamento luterano fosse compreso

ura – appunto – dal clero e dal popolo è certamente quella del vescovo della Selandia, Peder (Petrus)

ese in versi (laPalladius (1503-1560) che per il re Cristiano III aveva tradotto in danese l’Ordinanza della

ani (satira dellanuova Chiesa.108 Nominato al prestigioso incarico con l’appoggio di personaggi autorevoli

Niklaus Manuelcome lo stesso Lutero e Melantone (dei quali era amico) egli fu uno dei primi vescovi

Pederluterani del Paese,109 carica cui affiancò quella di professore di teologia all’università. Ebbe

olta riprende un dunque modo di impegnarsi sul piano teorico così come su quello pratico e profuse ogni

steria (un prete energia nel gravoso compito di trasformare le coscienze dei fedeli, ancora per molti versi
ltimo, convintopropensi a mantenere tradizioni cattoliche come la venerazione della Madonna o il culto dei

a l’altro apparesanti (alcuni dei quali erano strettamente legati alla storia della nazione danese).110

Testimonianza del suo impegno apostolico che lo indusse a recarsi personalmente in tutte le

ia rottura delleparrocchie (poco meno di quattrocento) della sua diocesi è il celebre Libro delle visite

105pastorali (Visitatsbog), nel quale egli annota tutto quanto può essergli utile nella

poi far leva lapreparazione dei suoi incontri con i fedeli.111 Questo testo, che è considerato il miglior

l’insegnamentoprodotto letterario danese del XVI secolo, offre non solo un quadro della società e della

ione di diverse cultura del Paese nel periodo della riforma, ma palesa anche in modo esplicito il voluto

e nel lavoro dicoinvolgimento del popolo nel profondo cambiamento che si è avviato: gli argomenti trattati

ova dottrina: inche toccano la vita (e i vizi!) quotidiani rivelano non soltanto un acuto spirito di osservazione

resa accessibile ma, soprattutto, mostrano una società in profonda trasformazione.

nimarca si deve Un’altra fra le autorevoli guide che indirizzarono il cambiamento fu Christiern Pedersen

(Christiern Pederssøn, ca.1480-1554), attivo traduttore di testi sacri destinati a essere diffusi

fosse compresotra il popolo,112 il quale ora dunque avrebbe potuto partecipare ai riti religiosi in modo più

)diretto, ascoltando la parola di Dio, recitando le preghiere e cantando i salmi nella propria

dellalingua. Certamente la letteratura religiosa del periodo della riforma resta per la gran parte un

aggi autorevoliprodotto di imitazione quando non di mera traduzione (basti pensare che veri e propri ‘poeti

primi vescovi salmisti’ si conosceranno solo più avanti)113 e tuttavia il ricorso all’idioma volgare avrà

niversità. Ebbeeffetti di straordinaria rilevanza.114

e profuse ogni Il cambiamento non coinvolgerà infatti solo il mondo degli intellettuali ma anche la gente

per molti versicomune, seppure in forme per l’appunto ‘popolari’. Innanzi tutto assistiamo alla rifondazione
na o il culto dei dell’Università di Copenaghen (1537), certamente dovuta alla volontà di Cristiano III di

110ampliare il proprio potere promuovendo un radicale cambiamento religioso e culturale,115

mente in tutte le come dimostra il fatto che essa diventa in primo luogo un centro di sapere luterano116 dove

bro delle visiteopereranno teologi di fama come Niels Hemmingsen (1513-1600) e Hans Poulsen Resen

gli utile nella(1561-1638), successivamente vescovo della Selandia.117 E poi constatiamo gli effetti del

erato il migliornuovo clima (non si dimentichi che l’umanesimo operò parallelamente alla riforma) in molti

società e della ambiti della cultura, dell’arte e della scienza. Ma, contemporaneamente, osserviamo – si

plicito il volutoricordi che la capacità di leggere aveva avuto un soddisfacente incremento – la diffusione di

gomenti trattatiuna letteratura destinata alla gente comune, soprattutto con i cosiddetti “libri popolari”

di osservazione(folkebøger), talora in versi, che riprendono temi d’importazione in molti casi già noti fin dal

XV secolo e (come nel caso delle folkeviser)118 sono in realtà un prodotto letterario

stiern Pedersenoriginariamente destinato alle classi elevate e solo successivamente divenuto patrimonio

a essere diffusidella gente comune.119 Un filone, quello dei “libri popolari” che resterà molto produttivo e

si in modo piùche rappresenterà per lungo tempo un modello di riferimento della cultura letteraria, seppure

mi nella propriadi modesto livello. Del resto, una volta che la riforma con la sua esigenza di ‘purismo’

a gran parte unreligioso e di sobrietà negli aspetti rituali aveva spazzato via anche la lunga tradizione di

e propri ‘poetileggende agiografiche, la fantasia popolare aveva dovuto indirizzarsi verso nuove

a volgare avràespressioni.

Dopo la riforma riceve impulso anche il teatro, un genere già presente ma ancora assai

a anche la gentepoco sviluppato (e limitatamente documentato). Come altrove esso era nato in ambito

lla rifondazionereligioso, su imitazione di modelli stranieri (‘misteri’, ‘miracoli’, poi anche ‘moralità’ e
Cristiano III difarse),120 probabilmente all’inizio in lingua latina. Già un’opera come la Rappresentazione su

115San Canuto Lord (Lvdvs de Sancto Kanvto dvce), uno dei più antichi drammi in lingua

dovedanese (sicuramente riportabile ai primi decenni del XVI secolo) mostra, seppure ispirato

Poulsen Resenalla figura esemplare di un santo nazionale, un distacco da temi troppo marcatamente

o gli effetti delcattolici. E del resto non a caso il primo vero teatro danese sarà, in sostanza, quello

forma) in molti‘scolastico’ (in quanto sorto, appunto nell’ambito delle ‘scuole di latino’)121 che faceva

sserviamo – siricorso a materiale di ispirazione biblica così come al teatro classico (in particolare a

la diffusione di Terenzio): un genere ripreso palesemente dal modello tedesco cui aveva dato impulso lo

“libri popolari”stesso Lutero. Esso conoscerà un interessante sviluppo, ma i risultati resteranno comunque,

già noti fin daldal punto di vista della qualità letteraria, di portata limitata.122 Per conoscere un grande teatro

dotto letterario danese bisognerà attendere Ludvig Holberg.123

uto patrimonio L’opera di Hans Tausen, fervente promotore della riforma luterana, è particolarmente

to produttivo esignificativa dell’atmosfera venutasi a creare nel contesto dell’aspra contesa religiosa. Se ne può
avere un significativo esempio dalla lettura di questi versi, tratti dal suo celebre componimento
teraria, seppure
[Sulla] Menzogna e la Verità ([Om] Løgn og Sandhed, pubblicato nel 1547) nei quali si afferma che
a di ‘purismo’
la Verità, già scacciata dai castelli e dalle città non riesce a trovare rifugio neppure fra le mura dei
ga tradizione di
conventi, dove, si afferma, i monaci sono ormai divenuti fedeli seguaci della menzogna:
verso nuove
“La Verità dovette andare in Convento,

non poteva restare con i Vescovi,


ma ancora assai
Si mise l’Abito monastico,
nato in ambito le pareva piacevole indossarlo,

he ‘moralità’ e la Verità si rivolse al Monaco, contro la Menzogna doveva lottare,


resentazione su Perché essa potesse restarsene tranquilla in Convento,

ammi in lingua li sapeva molto pii.

Verità, tu sei un fuggitivo,


eppure ispirato
E nessuno può averti cara,
marcatamente
Questo rispose il frate guardiano, come un uomo,
ostanza, quello
noi non vogliamo combattere per te,
che faceva
Poiché ora serviamo fedelmente la Menzogna,
n particolare a
Per questo non puoi vivere nel nostro Convento,
ato impulso lo
Tu lo sai [che siamo] poco pii.
nno comunque, La Menzogna nel Convento è potente,

n grande teatro Essa non ci dà alcun tormento

Al mondo non c’è nulla di simile,

particolarmente che ci dia giorni così,

iosa. Se ne può la Menzogna costruisce muri possenti

e componimento E nessun lavoro ci è sgradevole,

li si afferma che Essa sa guidarci senz’altro.

e fra le mura dei Verità, tu sei affamata e magra,

dalla tua cucina uscirebbe poco fumo,124

per la nostra Prigione sei un ospite proprio adatto,

E dovrai approfittarne,

Ora la Menzogna è divenuta patrona del Monaco,

E la Verità sta nella loro Prigione,

Essi vogliono farla morire di fame.”125


8.2.2. Svezia

In Danimarca l’affermazione del luteranesimo era certamente il risultato della politica dei

sovrani, in particolare della determinazione di Cristiano III; tuttavia, come si è detto, essa era

stata accompagnata da un movimento popolar-borghese che aveva visto il coinvolgimento

della gente comune. In Svezia la situazione ci appare differente: l’introduzione della riforma

fu possibile, in sostanza, solo perché essa corrispondeva alla ferma volontà di Gustavo Vasa

(i cui interessi, come si è detto, erano di carattere politico piuttosto che religioso) e in questo

contesto il supporto della borghesia (almeno di quella della capitale) era stato solo un

elemento secondario da lui sfruttato a proprio vantaggio. La borghesia svedese restava infatti

di modesto livello, sia dal punto di vista numerico sia da quello economico mentre le diverse

rivolte contadine contro il sovrano si legavano, come è stato detto, anche a un forte

conservatorismo religioso. Con la confisca dei beni della Chiesa Gustavo Vasa respinse gli

ecclesiastici in una posizione sociale di assai minor prestigio rispetto a quella di cui essi

avevano goduto per secoli. Ciò ebbe tra gli altri risultati lo svigorimento della forza culturale

della Chiesa, con evidenti ripercussioni negative. Anche la disputa religiosa e teologica

provocata dall’avvento della riforma non appare in Svezia vivace come altrove. Certo il

luteranesimo svedese poté vantare figure di tutto rilievo come i già citati Olaus Petri e

Laurentius Andreæ,126 ma a differenza della Danimarca l’esigenza di un dibattito teologico

appare qui meno sentita, seppure non ne manchino esempi. Fra tutti la celebre disputa tenuta

a Västerås (in Västmanland) nel giugno del 1527 tra Olaus Petri e Peder Galle, professore di

teologia all’Università di Uppsala e difensore della tradizione cattolica.127 Sebbene questa


disputa non potesse incidere sulle decisioni in materia religiosa che erano state ormai

ella politica deiassunte,128 essa originava tuttavia da una iniziativa del re Gustavo Vasa che in precedenza

è detto, essa eraaveva chiesto a diversi eminenti rappresentanti del clero di rispondere a dieci domande

coinvolgimento(successivamente ne furono aggiunte altre due) in materia religiosa. Protagonisti della

ne della riformacontroversia furono dunque in primo luogo proprio Olaus Petri e Peder Galle, tuttavia anche

i Gustavo Vasail teologo danese e paladino del cattolicesimo, Poul Helgesen, volle portare il proprio

oso) e in questocontributo.129

stato solo un Nell’affermazione del luteranesimo svedese la netta prevalenza delle motivazioni

e restava infatti politiche su quelle religiose si riflette anche nella constatazione che dal punto di vista

entre le diverse strettamente teologico l’introduzione della riforma fu, in Svezia, un processo prolungato nel

che a un fortetempo, tanto è vero che la Chiesa riformata svedese si è avvicinata a quella anglicana, che

asa respinse gliper certi versi rappresenta una sorta di via di mezzo tra il cattolicesimo e il luteranesimo.

ella di cui essi Il decadimento della cultura svedese dopo la riforma si misura innanzi tutto nella

forza culturalesconsiderata distruzione di gran parte del patrimonio artistico e librario conseguenza della

osa e teologicadevastazione e dell’abbandono dei conventi; un personaggio culturalmente piuttosto rozzo

ltrove. Certo ilcome Gustavo Vasa si preoccupò infatti di arraffare ogni possibile oggetto di valore, libri

Olaus Petri e compresi, per farne un uso pratico: mentre manufatti preziosi sottratti dagli edifici religiosi

attito teologicovenivano fatti a pezzi o riutilizzati per usi mondani, pagine di preziosi volumi furono

e disputa tenutaadoperate addirittura per la rilegatura di libri contabili. Segni espliciti di disprezzo per la

e, professore dicultura fino ad allora dominante unito in molti casi a ignoranza e avidità.

Sebbene questa Un ulteriore effetto negativo fu la decadenza delle scuole: Gustavo Vasa era certamente
no state ormaiinteressato ad avere buoni prelati ma anche (soprattutto!) efficienti funzionari e nonostante i

e in precedenzadiversi inviti alla popolazione affinché si mandassero i figli a scuola non mostrò di dedicare

dieci domandela dovuta attenzione a questa materia. Per altro tra la gente comune la necessità di una

otagonisti dellaistruzione era scarsamente percepita (anche a motivo dell’avversione popolare nei confronti

, tuttavia anchedella nuova dottrina) e, parallelamente, divenne ben poco ambita la mansione di docente

tare il proprio (anche per il timore di essere chiamati al servizio diretto del sovrano, noto per la sua

intransigenza).130 Occorrerà dunque attendere il 1571 perché venga emanata la prima

le motivazioni regolamentazione del sistema scolastico, per gran parte opera dell’arcivescovo Laurentius

punto di vistaPetri:131 la cui impostazione (marcatamente finalizzata all’apprendimento della dottrina

prolungato nelluterana) sarà poi revisionata con nuovi provvedimenti, in particolare negli anni 1611, 1649 e

anglicana, che1693.132 Parallelo a quello della scuola è il decadimento di una istituzione come l’Università

di Uppsala (certamente in crisi già dal secondo decennio del XVI secolo),133 che, nonostante

nzi tutto nella qualche sforzo di Erik XIV, solo dal 1595 per decisione di Carlo IX riprenderà a funzionare

nseguenza dellapienamente seppure, innanzi tutto, come centro di formazione teologica strettamente

piuttosto rozzocontrollato dai luterani.134 Sicché, in sostanza, coloro che desideravano procurarsi una

di valore, libriistruzione di livello adeguato dovettero ancora una volta indirizzarsi all’estero: ora (per

edifici religiosievidenti preclusioni di tipo religioso) quasi esclusivamente alla Germania, in primo luogo a

volumi furonoWittemberg e, ancora, a Rostock.135 Nel periodo della riforma il loro numero risulta tra

isprezzo per lal’altro diminuito, per conoscere poi una ripresa verso la fine del XVI secolo. Solo all’inizio

del XVII secolo (1617) l’Università di Uppsala potrà, almeno in parte, affrancarsi da compiti

era certamente strettamente confessionali aprendosi anche all’insegnamento di discipline ‘mondane’.136 Qui
i e nonostante i sarà docente e anche rettore Johannes Johannis Rudbeckius (1581-1646), una delle

strò di dedicarepersonalità più consapevoli dell’importanza sociale di una formazione scolastica adeguata.137

ecessità di una Almeno a livello dell’istruzione superiore ci si comincia a svincolare da una formazione di

re nei confrontitipo strettamente confessionale.

one di docente Durante il regno di Gustavo Vasa in Svezia anche l’uso di uno strumento culturale

oto per la suainnovativo e ricco di potenzialità come la stampa risulta fortemente condizionato dalla

anata la primapolitica del sovrano. Sicché, la capacità di leggere resta limitata, almeno ai livelli più bassi

ovo Laurentiusdell’istruzione, alla fruizione di semplici testi di carattere religioso.138

della dottrina Questo Paese viene dunque isolandosi dalla cerchia culturale europea, una involuzione

ni 1611, 1649 eche inevitabilmente condizionerà anche la produzione letteraria. Anche qui comunque

me l’Universitàconstatiamo l’affermazione (destinata a durare nel tempo) dei “libri popolari” (folkböcker),139

che, nonostante semplici traduzioni (per lo più dal danese), e il primo sviluppo del genere teatrale (drammi

rà a funzionarebiblici e drammi scolastici): si citi almeno la Commedia di Tobia (Tobie comedia), del 1550,

ca strettamentetradizionalmente considerata opera di Olaus Petri.140 Un genere, quest’ultimo, che solo

procurarsi unafaticosamente si svincolerà dai presupposti religiosi e che a lungo e per la gran parte resterà

stero: ora (per legato a temi di importazione, almeno fino a quando Johannes Messenius cercherà

primo luogo aispirazione nel leggendario passato della nazione.141 Il resto è per lo più letteratura teologica

mero risulta tra(o, comunque, di carattere religioso) ma anche poesia d’encomio dei potenti o d’occasione e

Solo all’inizio– ma questo sarà considerato più avanti – letteratura ‘storica’ nella quale si fa strada un

carsi da compiti marcato e non di rado grottesco patriottismo.

Qui Nel panorama poco esaltante (se non altro dal punto di vista estetico) della letteratura svedese del
46), una delleXVI secolo si distingue un anonimo componimento che con semplicità ed efficacia descrive la

137situazione dell’uomo anziano:142

“Il vecchio, assomiglia


a formazione di
a una quercia senza corteccia.

Tutti i suoi rami


mento culturale
li lascia cadere.
dizionato dalla
Le radici marciscono,
livelli più bassi
in cima viene giù.

Il vecchio svigorisce
na involuzione il giovane prospera.

qui comunque Povertà e malattia

139 se ne andavano in giro in paese;

eatrale (drammi alla fonte incontrarono il dolore;

), del 1550, così erano tre sorelle.

Posero il loro sigillo


timo, che solo
sulla porta del vecchio.
an parte resterà
Dio abbia misericordia del vecchio,
enius cercherà
che vive là dentro!
ratura teologica
Il vecchio si strofina
o d’occasione e
la testa grigia.
si fa strada un
La vecchiaia mette alla prova

i suoi parenti.
atura svedese del Parenti ne ha molti
acia descrive la e amici ne ha pochi.

Il Signore Iddio del cielo abbia misericordia di colui

che deve fare affidamento su questo.

Il naso del vecchio

si piega come un ramo verso terra.

Il mondo è ingannevole

come il ghiaccio, sta sopra a un fiume.

Scricchiola e crepita,

si spezza e va a fondo.

Così succede a un vecchio,

che vive a lungo.

La morte, essa somiglia

a un cacciatore instancabile.

Scioglie i cani.

Essa azzanna un capriolo,

certo ne azzanna uno,

certo ne azzanna due,

certo azzanna tutti gli animali che ci sono,

grandi e piccoli.”143

8.2.3. Le colonie danesi: Norvegia e Islanda

Nel 1542 il capitolo del duomo di Trondheim, sede dell’arcivescovato cattolico e della

celebre cattedrale nella quale per secoli erano state conservate le sacre reliquie di Olav il

Santo, accettava di propria iniziativa l’Ordinanza luterana e la designazione di un vescovo


(sovrintendente) della chiesa riformata. A questo punto il venerato scrigno di Sant’Olav era

probabilmente già andato distrutto: esso non solo era stato l’oggetto più prezioso esistente in

Norvegia (la sua parte più antica contava almeno cinquecento anni) ma, soprattutto, aveva

conservato per secoli le veneratissime reliquie del re patrono ed era stato meta di

numerosissimi pellegrini che da tutto il Nord (ma anche da altri Paesi) si erano recati in quel

luogo a pregare e a implorare grazie. Questa data ha dunque una doppia e significativa

valenza: da un lato essa sancisce la sconfitta conclusiva (anche sul piano simbolico) del

cattolicesimo norvegese, dall’altro chiude definitivamente il medioevo in questo Paese.144 Il

dominio danese è ormai incontrastato e l’antico potere della Chiesa viene smantellato. Ma in

Norvegia, come si è visto, l’affermazione della riforma era stata il risultato di una volontà

politica imposta dall’esterno ed estranea al sentire della popolazione: qui infatti la borghesia

(più pronta ad accogliere la nuova dottrina) era numericamente limitata e non aveva grandi

mezzi, mentre la maggior parte degli abitanti era costituita dai contadini che restavano legati

alle antiche tradizioni (e che, a quanto risulta, opposero anche una certa resistenza

all’imposizione dei rituali riformati). Di conseguenza nei primi anni l’introduzione delle

nuove norme religiose luterane fu lenta, i vecchi sacerdoti (ai quali fu fornita una istruzione

modesta e alquanto superficiale) rimasero nelle parrocchie e anche gli edifici ecclesiastici

conobbero pochi cambiamenti, il che non di rado appare determinato dalla necessità di non

creare inutili (e pericolosi) motivi di risentimento nell’animo popolare.145 Questo anche se,
attolico e della
naturalmente, dal punto di vista ‘amministrativo’ la riforma fu concretizzata in tempi
quie di Olav il
abbastanza brevi: da una parte ci fu la precoce trasformazione (ma anche la distruzione) dei
di un vescovo
i Sant’Olav eraconventi (facilitata dal diffuso disprezzo per la vita gaudente dei monaci e delle suore): essi

oso esistente in del resto già dagli anni 1528-1532 erano stati affidati all’amministrazione di nobili funzionari

prattutto, avevastatali; dall’altra la rapida estromissione dei vescovi cattolici i cui possedimenti finirono sotto

stato meta dila gestione di uomini di fiducia del sovrano e la cui carica fu assegnata a ecclesiastici di

o recati in quelnomina regia, sostituiti poi da energici e convinti luterani danesi.

e significativa Ma in un Paese (tra l’altro ancora scarsamente popolato) nel quale non c’era una

simbolico) del monarchia autonoma né una nobiltà forte, la Chiesa cattolica era stata l’unico elemento

Ilunificatore: la sua eliminazione (qui come altrove resa definitiva dall’espropriazione delle

antellato. Ma insue risorse economiche) ebbe dunque importanti ricadute sia dal punto di vista sociale sia da

di una volontàquello culturale. A parte la tradizione popolare (racconti, ballate) che certamente rimaneva

tti la borghesiaviva (seppure la si potrà conoscere in forma scritta solo molto più avanti), la cultura

n aveva grandinorvegese che aveva saputo sopravvivere alla ‘grande crisi’ iniziata nella seconda metà del

restavano legati XIV secolo era in sostanza gestita dalla Chiesa e fu dunque – almeno inizialmente –

erta resistenza coinvolta nel decadimento dell’istituzione ecclesiastica. Ciò si lega naturalmente a fattori

oduzione dellepratici, in particolare il declino dei capitoli (e, conseguentemente, della loro possibilità di

a una istruzioneoffrire istruzione), la riduzione del numero dei sacerdoti e il parallelo ampliamento

ici ecclesiasticiterritoriale delle parrocchie. Solo dalla seconda metà del XVI secolo si potrà constatare un

ecessità di non graduale recupero di autorevolezza del clero luterano (ora meglio istruito e più organizzato),

uesto anche se,anche per il proficuo affermarsi della consuetudine delle visite pastorali; esso saprà

zzata in tempiconsolidare la propria posizione sociale fino a riconquistare nel XVII secolo un sufficiente

distruzione) deiprestigio. Il che si rifletterà nella tendenza al formarsi di vere e proprie ‘dinastie
elle suore): essiecclesiastiche’ che tramandano ai figli e alle figlie (a loro volta ecclesiastici o loro spose) una

obili funzionarisolida posizione.

ti finirono sotto Per altro si deve ricordare che, a differenza della Danimarca e della Svezia, la Norvegia

ecclesiastici di non aveva una università propria e che l’arte tipografica sarebbe giunta qui con grande

ritardo: addirittura nel 1643.146 A parte l’alfabetizzazione di base che rispondeva alla

non c’era una necessità di un approccio diretto alle Sacre Scritture, il Paese poteva contare sulle sole

unico elemento‘scuole di latino’ nelle città, frequentate in particolare dai futuri pastori:147 tuttavia a quanto

priazione delle risulta (almeno per i primi decenni dopo la riforma) essi non vi ricevevano una formazione

a sociale sia daparticolarmente accurata (anche a motivo delle precarie condizioni degli istituti).148 Dunque

mente rimanevatutti coloro che necessitavano di una istruzione superiore dovevano rivolgersi agli atenei

nti), la culturastranieri (in primo luogo l’Università di Copenaghen). A ciò si aggiunga, considerazione

conda metà delniente affatto secondaria, che la riforma segnò (come sarà esposto più avanti) la definitiva

inizialmente –affermazione della lingua danese come idioma ufficiale in Norvegia.149

mente a fattori Tutto ciò naturalmente non significa che in questo periodo il Paese sia assolutamente

o possibilità diprivo di personalità di rilievo, capaci di portare avanti le istanze della cultura e

o ampliamentodell’istruzione. Se infatti è vero che in Norvegia è praticamente assente la vivace polemica

à constatare unreligiosa che, soprattutto in Danimarca, aveva caratterizzato gli ‘anni caldi’ della riforma, è

ù organizzato),altrettanto vero che l’esigenza di consolidamento della nuova dottrina costituirà poi la base di

ali; esso sapràriferimento d’una schiera, modesta ma non trascurabile, di umanisti norvegesi la cui attività

o un sufficientesi lega ai centri principali (Bergen, Oslo, Stavanger) nei quali operavano autorevoli figure di

oprie ‘dinastieecclesiastici luterani e magari anche amministratori interessati a favorire la vita culturale. Un
loro spose) una‘precursore’ di questi umanisti è certamente il vescovo Geble Pederssøn, precedentemente

ricordato,150 il quale, convertitosi alla nuova dottrina, mantenne costanti contatti con il

ia, la Norvegiadanese Peder Palladius151 e portò avanti una intensa attività rivolta alla diffusione

qui con grandedell’insegnamento, aiutando i giovani più meritevoli a frequentare l’università. Egli era, non

ispondeva allaa caso, vescovo di Bergen, una delle poche località norvegesi (se non l’unica) nelle quali il

ntare sulle soleluteranesimo aveva fin da principio trovato una qualche accoglienza.152

uttavia a quanto Fra gli allievi di Geble Pederssøn (ma anche fra gli umanisti norvegesi) spicca

una formazionecertamente Absalon Pederssøn Beyer (1528-1575),153 che da lui era stato accolto e sostenuto

Dunquefin da quando, rimasto orfano in giovane età, era stato inviato in quella città per studiare.

ersi agli ateneiFormatosi a Copenaghen (dove aveva soggiornato presso Peder Palladius) e a Wittemberg

considerazione (dove aveva potuto ascoltare le lezioni di Melantone), egli era tornato a Bergen nel 1552

ti) la definitiva dove sarebbe stato attivo come insegnante e come studioso. E, a quanto pare, anche come

promotore del genere dei “drammi scolastici” cui già si è fatto riferimento a proposito della

assolutamenteDanimarca e della Svezia. Se la sua fama è dovuta soprattutto a un’opera ‘nazionalistica’ che

ella cultura eporta il titolo Sul regno norvegese (Om Norgis Riige),154 il suo Diario (Dagbok)155 offre un

ivace polemica quadro immediato e realistico della vita in una città norvegese nel XVI secolo. In entrambe

della riforma, èegli opta (fortunatamente!) per la lingua madre.

rà poi la base di *

si la cui attività Anche in Islanda l’introduzione della riforma fu, come si è visto, il risultato di un preciso

revoli figure didisegno del re Cristiano III, imposto senza troppi riguardi. Del resto in questo Paese il

ta culturale. Unnumero dei religiosi che potevano vantare una formazione teologica luterana di un certo
recedentementerispetto era assai limitato e dunque in quel momento mancarono, anche da questo punto di

contatti con ilvista, figure davvero autorevoli e rappresentative. Sicché il cambiamento (riflesso anche qui

alla diffusionenel drastico impoverimento della Chiesa) se da una parte servì a rimarcare la sovranità

à. Egli era, nondanese nell’isola, comportò dall’altro un grave danno culturale con profonde ripercussioni. I

a) nelle quali il conventi furono chiusi, i beni di valore depredati, le scuole decaddero.156 Ovviamente

nell’isola non c’era una università e la necessità di recarsi all’estero (in primo luogo a

rvegesi) spiccaCopenaghen) per compiere gli studi superiori rendeva ancora più evidente lo stato di

olto e sostenutosubordinazione (ora anche formativo) nei confronti del dominatore danese. Parallelamente,

tà per studiare.del resto, l’assemblea generale si riduceva a strumento di approvazione formale di decisioni

e a Wittembergassunte dall’esterno, mentre la società non trovava la forza di opporsi a una crescente

ergen nel 1552invadenza del potere della Corona (che tra l’altro si era impadronita di un sesto dei

re, anche comepossedimenti terrieri nel Paese), invadenza che sarebbe sfociata nel monopolio commerciale

proposito della danese, introdotto nel 1602: una decisione che per la popolazione islandese avrebbe avuto

ionalistica’ checonseguenze devastanti.157

offre un Il cambiamento religioso comportò dunque anche un cambiamento culturale, segnando

lo. In entrambe un preciso momento di svolta rispetto a quell’esercizio letterario di lunga tradizione che

ancora nel tardo medioevo cattolico aveva prodotto tutta una serie di autori e di

componimenti (di carattere religioso ma non solo). Del resto all’affermazione della cultura

to di un precisoluterana avrebbe contribuito, suo malgrado, Jón Arason stesso, l’eroico paladino della

questo Paese il resistenza nazionalreligiosa, il quale era, oltre che un vescovo e un combattente, un uomo di

ana di un certocultura e un poeta, da taluni ritenuto il migliore della sua epoca, giudizio nel quale ha forse
questo punto dipesato la vicenda umana, per altro da lui stesso commentata in versi ben noti alla

lesso anche quitradizione.158 Egli infatti si adoperò per l’introduzione della stampa nel proprio Paese, uno

re la sovranitàstrumento che sarebbe divenuto assai utile ai fini della diffusione della nuova dottrina.

ripercussioni. IIntorno al 1530 (o forse qualche anno prima) il vescovo aveva accolto a Hólar un prete

Ovviamentesvedese, Jon Mattheusson (nato verosimilmente attorno al 1500, morto nel 1567), detto nelle

primo luogo a fonti islandesi Jón Matthíasson o anche Jón Svedese (Jón sænski), che vi impiantò una

nte lo stato distamperia. A Hólar vennero dunque prodotti i primi libri islandesi.159 Sappiamo che dovette

Parallelamente,trattarsi di un Breviario (1534) del quale non ci restano che due fogli160 e di un testo cui

ale di decisioni viene dato il titolo i Quattro evangelisti (Fjóra guðspjallamenn): quest’ultimo è tuttavia

una crescente andato completamente perduto.161 Nel 1535 Jón Matthíasson ebbe affidata la parrocchia di

i un sesto dei Breiðabólsstaður (in Vesturhóp, Húnavatnssýsla) e lì trasferì i suoi macchinari. Dopo la

io commerciale morte di Jón Arason la diocesi di Hólar fu presto occupata dai luterani, Jón Matthíasson si

avrebbe avutoconvertì alla nuova religione e il nuovo strumento fu utilizzato a nuovi scopi. Ólafur

Hjaltason, primo vescovo luterano della diocesi di Hólar,162 fece pubblicare alcune opere di

urale, segnandocarattere religioso. Suo successore fu il celebre Guðbrandur Þorláksson (ca.1542-1627).

tradizione cheTornato in Islanda dopo aver completato gli studi a Copenaghen, egli era stato dapprima

di autori e di rettore della scuola di Skálholt e poi, alla morte di Jón Matthíasson gli era succeduto a

ne della cultura Breiðabólsstaður. Nel 1571, dopo essere stato nominato vescovo di Hólar, riuscì a

paladino dellaconvincere Jón Jónsson, figlio dello “Svedese” che aveva ereditato la stamperia dal padre, a

nte, un uomo diriportare i macchinari a Hólar e a lavorare per lui. Pienamente consapevole dell’importanza

quale ha forse di una diffusione capillare dei princìpi della nuova dottrina, egli diede l’avvio a una
ben noti allaproduzione di libri che per quei tempi può senz’altro essere definita ragguardevole (circa

prio Paese, unonovanta titoli), pubblicando innanzi tutto testi di carattere religioso.163 Alla sua iniziativa è

nuova dottrina.dovuta un’opera di fondamentale importanza come la traduzione della Bibbia in lingua

Hólar un prete islandese164 ma anche un diffuso libro di canti per la messa (Gradvale, popolarmente noto

67), detto nellecome Grallarinn, uscito nel 1594), un Libro dei salmi (Sálmabók, 1589) e un Libro di poesia

i impiantò una(Ein Ny Wiisna Bok, 1612) nel quale inserisce testi di diversi autori, non tralasciando (in

mo che dovetteassenza di ostacoli di carattere teologico) versi composti in epoca cattolica (cui, se del caso,

di un testo cuiapporta qualche variazione).165 Ma il suo impegno rivela chiaramente anche il preciso

timo è tuttaviadesiderio di disciplinare la cultura e la società del suo Paese, allontanandola da tradizioni

a parrocchia diancora ben radicate e instradandola verso modelli di vita da lui ritenuti coerenti con la

hinari. Dopo ladottrina luterana e, conseguentemente, graditi a Dio. Uno sforzo che egli persegue anche sul

Matthíasson sipiano letterario, promuovendo la diffusione di quei salmi che – in pieno spirito riformatore –

scopi. Ólafurcostituiranno uno dei migliori prodotti poetici dei secoli successivi. Accanto al quale

alcune opere di conosceremo comunque non solo una letteratura ‘scientifica’ seicentesca ma anche

ca.1542-1627).espressioni letterarie ‘mondane’ o ‘popolari’ tutt’altro che disprezzabili.

stato dapprima Nelle intenzioni di molti dei suoi promotori il luteranesimo era una dottrina che non soltanto

ra succeduto aavrebbe dovuto riformare la visione cristiana dei fedeli ma anche incidere profondamente sui diversi
aspetti della loro vita. Nell’Introduzione (Formale) alla raccolta di salmi (Sálmabók, 1589) da lui
Hólar, riuscì a
promossa, il vescovo islandese Guðbrandur Þorláksson rivolgendosi “a tutti gli abitanti dell’Islanda
ria dal padre, a
pii e timorati di Dio” spiegava che così come la parola di Dio doveva ora essere nota a tutti, “ricchi e
dell’importanza
poveri, giovani e vecchi”; allo stesso modo tutti quanti avrebbero dovuto poter cantare i salmi nella
l’avvio a una
propria lingua madre, così come in Germania, in Danimarca e in altri luoghi dove “i contadini e i
ardevole (circa cittadini, i bambini e tutta la gente comune, sia donne sia uomini sanno cantare ogni tipo di salmi e

sua iniziativa ècanti spirituali.” Il che doveva essere fatto per trarne “diletto, gioia e divertimento nel timor di Dio.”
Ma negli intendimenti del vescovo questi canti religiosi dovevano – soprattutto – rimuovere e
in lingua
sostituire la tradizione versificatoria in lingua islandese166 (della quale egli tuttavia si mostra per
olarmente noto
qualche verso anche fiero) che per lungo tempo aveva prevalso nel Paese. Sicché si sarebbero dovuti
Libro di poesia
ora mettere da parte “[...] gli inutili carmi, le rímur167 degli stregoni e degli antichi, i canti
ralasciando (in
d’amore,168 le canzoni licenziose,169 i poemi erotici, le canzoni di dileggio e di invettiva e gli altri
cui, se del caso,
componimenti malvagi e abominevoli, [versi] osceni, canzoni d’infamia170 e scherno, che qui, per la
nche il preciso
collera di Dio e dei suoi angeli, per la gioia e in favore di Satana e dei suoi demoni, sono gradite e
la da tradizionicoltivate dalla gente comune assai più che in qualsiasi altro Paese cristiano, e più secondo l’usanza

coerenti con la dei pagani che dei cristiani, durante le veglie o altre occasioni di incontro, ecc. Allo stesso modo

segue anche sulnelle feste e nei banchetti difficilmente si sente per l’intrattenimento qualcosa di diverso da questo

o riformatore –futile modo di far poesia, che Dio abbia misericordia.”171

canto al quale 8.2.4. Le colonie svedesi in Finlandia

sca ma anche Nelle colonie di Finlandia che nel 1523 Gustavo Vasa aveva definitivamente legato ai

destini del suo Regno172 le idee riformiste avevano cominciato a farsi strada con Peter

che non soltanto Särkilaks (Pietari Särkilahti, morto presumibilmente nel 1529), un ecclesiastico che aveva

mente sui diversicondotto i propri studi a Rostock e Lovanio e forse anche a Wittemberg: nelle sue prediche

, 1589) da lui infervorate egli prendeva di mira consuetudini cattoliche come la venerazione dei santi, il

anti dell’Islanda
celibato e la vita nei conventi. Del resto anche Martin (Martti) Skytte (ca.1460 o ca.1480-
“ricchi e
1550), ultimo vescovo cattolico di Finlandia, era un umanista con tendenze riformatrici che
are i salmi nella
accettò, nonostante obiettive difficoltà ambientali, di adeguarsi alle disposizioni del re in
“i contadini e i
ni tipo di salmi e materia religiosa. Centro delle idee luterane fu soprattutto la città di Viborg (finnico Viipuri,

”russo ВЬιборƨ)173 in Carelia (svedese Karelen, finnico Karjala, russo Кaре uя), dove tra

– rimuovere e
l’altro era stato attivo ed era morto Peder Särkilaks. La relativa vicinanza di questo luogo con
ia si mostra per
i Paesi baltici, in particolare con la città di Tallin, la Reval dei Tedeschi che aveva assai
sarebbero dovuti
presto abbracciato il luteranesimo, aveva fatto sì che la nuova dottrina vi trovasse qualche
antichi, i canti
seguito. Non casualmente il grande riformatore finlandese, Mikael Olavi Agricola (Mikael
vettiva e gli altri
Olavinpoika, ca.1509-1557) che aveva avuto qui la propria formazione scolastica, si era
o, che qui, per la
successivamente recato a studiare a Wittemberg dove era stato allievo di Lutero e Melantone.
i, sono gradite e

econdo l’usanza
Tornato in patria nel 1539, egli divenne rettore della scuola della cattedrale di Åbo (finnico

Allo stesso modoTurku)174 e nel 1554 succedette a Martin Skytte (del quale un tempo era stato segretario)

iverso da questonella carica di vescovo. Qualche anno dopo (1554) una parte della diocesi finlandese veniva

scorporata e un altro celebre luterano finlandese, Paulus Petri Juusten (Paavali Juusten,

1516-1575), anch’egli già responsabile della scuola della cattedrale di Åbo, era nominato

mente legato ai vescovo della nuova sede episcopale di Viborg. È plausibile che questa decisione avesse lo

rada con Peterscopo di indebolire l’autonomia della diocesi di Åbo, il cui titolare aveva a lungo goduto di

stico che avevauna posizione di grande prestigio.175

le sue prediche Seppure, come è stato detto, l’influsso del mondo tedesco doves-se giocare un certo

one dei santi, ilruolo, l’introduzione della riforma in Finlandia fu soprattutto il risultato della volontà del re

460 o ca.1480-svedese Gustavo Vasa. Essa avvenne senza particolari contrasti, seppure la gran parte della

riformatrici chepopolazione restasse estranea alla diffusione delle nuove idee religiose, la cui ricezione

zioni del re in appare inizialmente limitata alla riflessione teologica e alla volontà riformatrice di singole
, figure. In conseguenza del rapporto di dipendenza dalla Svezia, la sua applicazione fu

), dove traparallela a quanto avvenuto in quel Paese: i conventi furono smantellati, i monaci cacciati e i

uesto luogo con beni ecclesiastici confiscati. E dal punto di vista strettamente teologico la nuova Chiesa

che aveva assaifinlandese restò a lungo (come la svedese) in bilico fra cattolicesimo e tradizione da una

ovasse qualcheparte, umanesimo biblico e luteranesimo dall’altra.176 Naturalmente anche in Finlandia

Mikaell’imposizione di una struttura statale-ecclesiastica di stampo luterano andrà infine a permeare

olastica, si erala cultura del Paese: nel 1584 la definitiva chiusura del convento brigidino di Nådendal

ro e Melantone.(finnico Naantali) nella regione della Finlandia propriamente detta (svedese Egentliga

di Åbo (finnico Finland, finnico Varsinais-Suomi),177 che per lungo tempo aveva rappresentato un

tato segretario)prestigioso centro cattolico, esprime anche simbolicamente il declino definitivo di un’era.178

nlandese veniva La riforma doveva segnare anche qui un importantissimo momento di svolta. Nel Paese

, la lingua ufficiale era stata fino ad allora quella del dominatore e, soprattutto in ambito

, era nominatoecclesiastico, il latino, mentre il finnico restava frammentato in dialetti e relegato all’uso

sione avesse lo popolare. Ma dal punto di vista luterano della diffusione capillare della nuova dottrina e della

ungo goduto dinecessità di un rapporto diretto dei fedeli con la parola sacra esso trovò ora la propria

giustificazione e il proprio riconoscimento. Fu in primo luogo Mikael Agricola ad adoperarsi

ocare un certoin questa direzione. Nel 1543 egli infatti pubblicava un Abbecedario (Abc-kiria) nel quale i

a volontà del re rudimenti della lingua sono accompagnati dai fondamenti della fede: si tratta del primo libro

gran parte dellaredatto in finnico. A questo seguirono – come è logico attendersi – opere di carattere

a cui ricezionestrettamente religioso, finalizzate alla catechesi del popolo. La più importante è certamente la

trice di singoletraduzione del Nuovo Testamento (Se Wsi Testamenti), la cui pubblicazione risale all’anno
applicazione fu1548. Mikael Agricola progettava in realtà la traduzione dell’intera Bibbia, ma questo lavoro

naci cacciati e i non poté essere realizzato se non in parte.179 Per la loro stessa natura di opere indirizzate al

nuova Chiesapopolo (e che dovevano quindi essere comprensibili da tutti) questi lavori richiesero un

dizione da una impegno in direzione di una lingua unitaria che, seppure basata in buona parte sui dialetti

e in Finlandia delle zone sud-occidentali, risente anche della formazione dell’autore e delle sue conoscenze

fine a permeare linguistiche (latino, tedesco e svedese); Mikael Agricola inoltre, dove necessario, introdusse

no di Nådendalin finnico anche nuove parole.180 Verso la fine del secolo (1583) anche la Finlandia avrebbe

Egentligaavuto il proprio Libro dei salmi (Virsikirja) grazie a Jacobus Petri Finno (Jaakko

ppresentato unSuomalainen o Jaakko Finno, ca.1540-1588), curatore altresì – insieme a

Theodoricus/Theodric Petri Rutha (Didrik Ruuth, nato attorno al 1560, morto prima del

olta. Nel Paese 1617) di Nyland – della popolare raccolta di inni religiosi in lingua latina Pie canzoni

tutto in ambitoecclesiastiche e scolastiche (Piæ Cantiones Ecclesiasticæ Et Scholasticæ): essa costituisce

elegato all’usotra l’altro il primo libro di canti utilizzati nelle scuole prodotto nel Regno di Svezia e

dottrina e dellaFinlandia.181 Questa ‘letteratura’ – seppure di scarso interesse dal punto di vista puramente

ora la propriaestetico – riveste importanza straordinaria per la storia della lingua finnica, finalmente

a ad adoperarsiaffrancata dalla propria condizione di inferiorità. Inferiorità culturale che tuttavia sarebbe

) nel quale iperdurata sotto altri punti di vista: non a caso i primi libri finlandesi furono realizzati in

del primo libroSvezia182 in quanto la stampa sarebbe giunta in questo Paese solo nel 1642.

ere di carattere 8.2.5. L’evoluzione delle lingue

è certamente la Come è noto la dottrina luterana – nella sua volontà di semplificazione e ‘purificazione’

risale all’annodell’esperienza religiosa – attribuiva fondamentale importanza all’esistenza di un rapporto


a questo lavorodiretto tra i fedeli e la parola di Dio alla cui conoscenza tutti dunque dovevano ora poter

re indirizzate alaccedere personalmente. Recependo la tendenza umanistica di un ritorno alle fonti, il

i richiesero unluteranesimo – per il quale la fonte per eccellenza era evidentemente la Bibbia – sviluppò

arte sui dialettidunque quello che con definizione recente è noto come umanesimo biblico, una corrente di

sue conoscenzestudi che per altro aveva già avuto eccellenti rappresentanti, tra tutti Erasmo da Rotterdam.

ario, introdusseQuesto orientamento ebbe importantissime conseguenze per le lingue volgari: riprendere in

nlandia avrebbemano la Bibbia significò infatti altresì tradurne il testo per renderlo disponibile al popolo.

JaakkoNaturalmente prima della diffusione della riforma esistevano diverse versioni della Bibbia e

– insieme adel resto non pochi studiosi avevano intrapreso, in epoca ancora cattolica, questo lavoro.

orto prima delTuttavia la diffusione delle idee di Lutero (egli stesso in primo luogo eccellente traduttore

Pie canzoni delle Sacre Scritture in lingua tedesca) diede un notevole impulso a questa attività. Ragion

essa costituisceper cui, mentre da una parte le lingue volgari venivano ‘nobilitate’ in quanto ritenute

no di Svezia eadeguate a un contenuto di così alto livello (benché il latino mantenesse una posizione di

vista puramenteprestigio soprattutto nelle università e nelle sfere culturali più elevate), si producevano

ica, finalmented’altro canto testi destinati a un uso costante diffusi fra i diversi strati della popolazione, il

uttavia sarebbeche avrebbe evidentemente influito in profondità sulle lingue stesse favorendo la costituzione

no realizzati indi un canone e di una norma. Ma, naturalmente, anche altri fattori avrebbero in questo

periodo condizionato l’evoluzione degli idiomi nordici, come si vedrà trattando delle singole

realtà.

‘purificazione’ 8.2.5.1. La lingua danese

di un rapporto In Danimarca, come si è detto,183 l’introduzione della riforma era stata piuttosto rapida e
vano ora poterpresto se ne riscontrarono le conseguenze anche dal punto di vista linguistico. Già al tempo

o alle fonti, il del re Cristiano II era stata pubblicata a Lipsia la traduzione danese del Nuovo Testamento

– sviluppò(1524).184 Questo lavoro, curato principalmente da Hans Mikkelsen, Christiern Winter e

una corrente diHenrik Smith185 e pubblicato a Wittemberg, era tuttavia di scarsa qualità, sia dal punto di

da Rotterdam.vista strettamente teologico sia da quello linguistico. Solo pochi anni dopo (1529) esso

i: riprendere in veniva superato (non solo stilisticamente) da una nuova traduzione eseguita da Christiern

ibile al popolo.Pedersen,186 un autore che insieme a Peder Palladius187 avrebbe successivamente dato un

econtributo fondamentale alla traduzione dell’intera Bibbia, espressamente voluta dal re

questo lavoro.Cristiano III e uscita nel 1550.188 Un’opera questa, eseguita con grande cura anche dal punto

lente traduttoredi vista linguistico (e ortografico) e che risultò dunque di fondamentale importanza. La

attività. Ragionfrequentazione delle funzioni nelle chiese e la vita religiosa della comunità (nelle quali

quanto ritenutenaturalmente si utilizzavano anche altri testi di carattere catechetico o devozionale come

na posizione discritti per la meditazione o salmi)189 concorsero infatti in misura determinante a diffondere

si producevanofra la popolazione una lingua (almeno sul piano religioso) ‘nazionale’ in un Paese nel quale

popolazione, il le differenze dialettali mantenevano tutta la loro vitalità.190 Certamente anche testi di altra

la costituzionenatura, come le opere giuridiche (non da ultimo il codice di leggi di Cristiano V)191 o

bero in questoscientifiche e (in ambito letterario) le raccolte di folkeviser,192 i folkebøger193 o le traduzioni

do delle singole come quella dei Gesta Danorum di Saxo grammaticus,194 avrebbero portato un ulteriore

contributo in questa direzione.

Attorno al 1525 si considera concluso il periodo del danese medio (middeldansk)195 e si

uttosto rapida eapre la prima fase del danese moderno (ældre nydansk) che si protrae fino all’epoca di
o. Già al tempoHolberg.196 E tuttavia la lingua resta ancora, in questi secoli, disomogenea sia dal punto di

ovo Testamento vista del patrimonio lessicale, sia da quello dell’ortografia, sia da quello della ricezione di

stiern Winter e influssi stranieri. Basti qui ricordare la compresenza di forme letterarie e dialettali,

ia dal punto di l’irregolarità nella grafia,197 l’accoglimento di termini e costruzioni di altre lingue (latino,

po (1529) essotedesco e francese) fortemente condizionato da fattori regionali o sociali. Solo in Selandia (in

a da Christiernparticolare a Copenaghen) si avvertono, seppure limitatamente ad ambienti culturalmente

amente dato unelevati, i primi segnali in direzione di una lingua nazionale. Come è logico attendersi il latino

voluta dal reinfluenza la lingua degli eruditi che del resto continueranno a utilizzarlo per lungo tempo;

anche dal puntoma, almeno fino al Settecento, esso resta anche (per certi versi sorprendentemente) la lingua

importanza. Laprivilegiata della scuola. Dopo la riforma l’influsso del tedesco, già ben rilevabile in

ità (nelle qualiprecedenza, si fa ancor più consistente in tutto il Paese, e addirittura preponderante nello

vozionale comeJutland meridionale dove di fatto esso verrà sostituendosi al danese. Il tedesco (ma anche il

nte a diffonderelatino) risulta utilizzato a corte198 e negli ambienti della nobiltà ma anche in ambito militare.

Paese nel qualeE se in precedenza l’influsso era esercitato prevalentemente dal basso tedesco, con la riforma

he testi di altra(ma anche con il declino della Ansa) si apre la strada all’alto tedesco. Nel XVII secolo sarà

opoi il francese a trovare ampia diffusione negli strati sociali elevati, naturale conseguenza

o le traduzionidell’affermarsi di un modello politico e culturale. Ma occorre precisare che la stragrande

to un ulteriore maggioranza della popolazione (costituita dai contadini) restava naturalmente legata all’uso

dei dialetti e, per evidenti ragioni dovute al peso sociale assai limitato, letteralmente

e siimpossibilitata a ‘far sentire la propria voce’ e a incidere in misura significativa su quelli che

no all’epoca di saranno gli sviluppi in direzione di una lingua nazionale.


ia dal punto di Nel XVI secolo si vanno assestando (seppure con qualche cambiamento) un sistema

lla ricezione di fonetico e caratteristiche di pronuncia in gran parte manifestate già in precedenza,199 in

ie e dialettali,particolare il cosiddetto stød (fenomeno esclusivo del danese all’interno del gruppo

lingue (latino,nordico).200 Dal punto di vista morfologico si conferma e si rafforza la tendenza alla

in Selandia (insemplificazione sia nella declinazione nominale, aggettivale e pronominale, sia nella

i culturalmenteconiugazione dei verbi che già verso la fine del XVII secolo presentano nella lingua parlata

endersi il latino la convergenza delle forme del singolare e del plurale che si manterranno tuttavia distinte nei

r lungo tempo;testi scritti fino al XIX secolo.201 La sintassi appare fortemente influenzata dal latino (ma

mente) la linguaanche, in diversi casi, dal tedesco).

n rilevabile in 8.2.5.2. La lingua svedese

onderante nello Anche in Svezia la traduzione e la diffusione dei testi sacri conseguente all’introduzione

co (ma anche il della riforma ebbe primaria importanza dal punto di vista linguistico. Nel 1526 Olaus Petri e

ambito militare.Laurentius Andreæ (verosimilmente in collaborazione con altri eruditi) pubblicavano la

, con la riforma traduzione del Nuovo Testamento,202 un’opera che si caratterizza per lo stile chiaro e sciolto,

VII secolo sarà per certi versi quasi parlato (ma che altresì richiama la lingua delle città, in particolare

le conseguenzaStoccolma, dove era consistente la presenza di cittadini tedeschi). Ben più ‘impegnata’ è

e la stragrandeinvece la versione della Bibbia, anch’essa in gran parte riconducibile al lavoro dei medesimi

e legata all’usoOlaus Petri e Laurentius Andreæ: un lavoro voluto in prima persona dal re Gustavo Vasa e

, letteralmenteuscito nel 1541.203 In precedenza, in epoca ancora cattolica, non erano mancate traduzioni di

va su quelli chescritti sacri,204 tuttavia questa versione doveva segnare un fondamentale momento di svolta

sia dal punto di vista religioso sia da quello linguistico. Infatti, se è pur vero che la diretta
to) un sistemafruizione di questo testo (nonostante la diffusione delle copie a stampa) restava limitata a

incoloro che avevano la possibilità di procurarselo e – soprattutto – erano in grado di leggere,

no del grupponon di meno il suo uso costante nella vita religiosa influenzò in modo consistente la

tendenza allamentalità dei fedeli e, al contempo, l’evoluzione della lingua svedese. La quale in questo

nale, sia nellatesto venne trattata con grande cura sia dal punto di vista ortografico, sia da quello lessicale,

a lingua parlata sia da quello sintattico (con una certa propensione a forme arcaiche). Sicché è palese

avia distinte neil’intenzione (in un certo senso parallela allo sforzo politico di recupero dell’indipendenza e

dal latino (ma della creazione di un forte stato nazionale portato avanti da Gustavo Vasa) di dare vita alla

norma di un idioma autonomo, riscattato dal deterioramento derivante dall’invadenza di

forme danesi e tedesche.205 Il che non significa (e del resto il modello era la versione di

all’introduzioneLutero!) un purismo esasperato (anche perché il tedesco proponeva una terminologia

26 Olaus Petri efacilmente ricalcabile in forme svedesi) ma piuttosto una serie di scelte consapevoli ed

ubblicavano la equilibrate.206 Occorre tuttavia rilevare che il dialetto delle zone orientali della regione di

chiaro e sciolto, Svealand, da cui provenivano i traduttori, influenzò da quel momento la lingua scritta. Come

, in particolarein Danimarca una ‘lingua nazionale religiosa’ fu diffusa anche da altre opere di carattere

‘impegnata’ è devozionale. Tra tutte l’anonima raccolta di salmi (da alcuni attribuita a Olaus Petri) Canti o

o dei medesimicanzoni svedesi (Swenske songer eller wisor), per lo più traduzioni, uscita nel 1536 e che è

Gustavo Vasa edunque la prima opera di questo genere in questo Paese.

te traduzioni di Accanto alla lingua dei testi religiosi riveste importanza quella delle cancellerie

mento di svolta(chiaramente influenzata dal latino ma anche dal tedesco) che tuttavia mostra, come in

o che la direttaDanimarca, una minore attenzione alla norma, riflessa soprattutto in una ortografia
stava limitata aincoerente e in scelte lessicali meno consapevoli (presenta, a esempio, ancora numerosi

rado di leggere,danicismi). E tuttavia, nello spirito di un rinnovato orgoglio nazionale, la coscienza

consistente la dell’importanza di uno svedese corretto e depurato da sgradite interferenze straniere è

quale in questoespressa chiaramente in diverse occasioni.207 Nella prospettiva di quella che diventerà la

quello lessicale,“grande potenza” svedese208 anche l’orgoglio linguistico troverà in modo palese il proprio

icché è palesespazio e la discussione sulla lingua non trascurerà gli aspetti letterari e poetici; al contempo,

indipendenza etuttavia, la lingua del popolo, ancorata ai dialetti, viene sentita ‘diversa’ da quella delle classi

di dare vita allasociali elevate. E tuttavia non sarà evidentemente possibile respingere del tutto l’acquisizione

ll’invadenza didi parole straniere, in particolare tedesche e (soprattutto dalla seconda metà del XVII secolo)

la versione difrancesi.209

a terminologia Il 1526, anno della pubblicazione delle prime opere riformatrici, è la data dalla quale si fa

consapevoli edconvenzionalmente terminare il periodo dello svedese antico (fornsvenska) e iniziare quello

della regione didello svedese moderno (nysvenska), la cui prima fase (äldre nysvenska) si fa arrivare fino al

a scritta. Come 1732, l’anno in cui Olof von Dalin pubblicherà il primo numero del giornale L’Argo svedese

ere di carattere(Then Swänska Argus).210

Canti o La rilevanza dell’uso della lingua volgare nell’ottica dei luterani è ben esplicitata nel racconto

el 1536 e che è della Cronaca di Peder Swart211 dove si fa riferimento alla disputa teologica fra Olaus Petri e Peder
Galle:212

“Il Dottor Peder Galle e Mastro Olof si alzarono e si azzuffarono furiosamente. Essi erano in
elle cancellerie
disaccordo soprattutto su questa cosa, che il Dottor Peder voleva fare la discussione in latino, ma
ostra, come in
Mastro Olof voleva farla in svedese, in modo che la gente comune potesse comprendere quello che
una ortografia
dicevano, giusto o sbagliato. Andarono avanti per un bel po’ che a quello che l’uno domandava in
ncora numerosiuna lingua l’altro rispondeva nell’altra, finché la gente comune cominciò ad alzare la voce e chiese

, la coscienzaloro di parlare in svedese.”213


Del resto il medesimo Olaus Petri si sarebbe premurato poi di spiegare perché la messa dovesse
nze straniere è
essere celebrata in svedese anziché in latino:
he diventerà la
“Anche noi Svedesi apparteniamo a Dio così come gli altri popoli, e quella lingua che abbiamo
alese il proprio
ce l’ha data Dio, così come ha dato le loro lingue agli Ebrei, ai Greci e ai Latini. Non c’è distinzione
i; al contempo,
di persone per Dio. Egli non disprezza noi Svedesi più di altri popoli, e neppure disprezza la nostra
ella delle classi
lingua più di altre lingue. Ma dal momento che egli vuole portare tutti i popoli alla sua conoscenza e
o l’acquisizione
all’eterna salvezza, così egli vuole anche che la sua sacra parola sia annunciata e predicata in tutte
el XVII secolo)le lingue […] Per questo noi Svedesi dobbiamo ben ascoltare la messa nella nostra propria

madrelingua.”214

dalla quale si fa 8.2.5.3. La lingua norvegese

iniziare quello Come sopra si è visto, l’introduzione della riforma protestante in Norvegia non fece che

arrivare fino alaggravare la situazione di dipendenza del Paese dalla Danimarca,215 non solo a motivo del

L’Argo svedese fatto che sul piano politico l’amministrazione dello Stato passò saldamente in mano ai

Danesi. In precedenza, come si è detto, l’idioma norvegese era andato incontro a un

ata nel raccontoinarrestabile declino.216 Frantumato nei diversi dialetti e relegato all’uso popolare, esso era

aus Petri e Peder


stato sostituito in tutti gli ambiti ufficiali dal danese, che fu dunque anche la lingua della

Chiesa norvegese riformata. Danesi furono gli ecclesiastici di rango superiore e nelle chiese
te. Essi erano in
norvegesi vennero introdotti i testi sacri tradotti in Danimarca; inoltre per l’insegnamento
one in latino, ma
elementare, che aveva lo scopo di fornire ai bambini i fondamenti della dottrina luterana, si
ndere quello che
utilizzavano testi danesi (quando non erano danesi anche gli ecclesiastici che lo
o domandava in
la voce e chieseimpartivano). Il Paese non ebbe una propria versione della Bibbia e dovette adeguarsi al

linguaggio religioso del dominatore.217 Il primato che i Danesi esercitavano dal punto di vista
a messa dovesse
amministrativo e religioso ebbe dunque importanti riflessi anche sul piano culturale e

linguistico. Mentre gli studenti norvegesi che desideravano conseguire una formazione di
gua che abbiamo
livello superiore dovevano recarsi all’estero (a partire dalla fine del XVII secolo in primo
n c’è distinzione
luogo a Copenaghen), accanto ai dialetti venne affermandosi (in particolare nelle città) una
sprezza la nostra
parlata che, pur segnata da vari ‘norvegismi’, era fondamentalmente basata sul danese dei
ua conoscenza e
diversi documenti e testi religiosi. Sicché per lungo tempo anche i migliori autori nati in
predicata in tutte

nostra propria
questo Paese si sarebbero espressi in questa lingua: basti, fra i tanti, l’esempio eccellente di

Ludvig Holberg, il quale – benché nativo di Bergen – è considerato uno dei massimi

rappresentanti della letteratura danese.218 Ragioni storiche e culturali, ma anche l’affinità

ia non fece chelinguistica, che rendeva relativamente agevole per i Norvegesi la comprensione dell’idioma

o a motivo deldel dominatore, favorirono questo processo. E tuttavia, seppure in posizione di predominio, il

nte in mano aidanese non fu l’unica lingua utilizzata in Norvegia. Non va infatti dimenticato che nelle città

incontro a un(soprattutto a Bergen) era ancora molto comune il tedesco, così come il fatto che le persone

polare, esso eraistruite restavano legate all’uso del latino, espressione per eccellenza della cultura.

la lingua della Accanto a queste lingue sopravvivevano i dialetti. La vitalità di questi idiomi regionali è

e e nelle chiesetestimoniata del resto dai ‘norvegismi’ che (anche dal punto di vista ortografico) transitano in

l’insegnamentodiverse occasioni nei testi scritti, in maggior misura in quelli di carattere privato rispetto alle

rina luterana, siopere prodotte a stampa.

iastici che lo 8.2.5.4. La lingua islandese


te adeguarsi al Nel tardo medioevo, dopo la straordinaria fioritura letteraria dei secoli precedenti, la

al punto di vistalingua islandese – il nobile idioma delle saghe e della poesia scaldica – aveva vissuto un

no culturale eperiodo di decadenza, subendo, a partire dal XV secolo, un consistente influsso da parte del

formazione di danese e del basso tedesco. In conseguenza dell’imposizione del dominio danese sull’isola e

ecolo in primodell’introduzione della riforma protestante, questa situazione avrebbe potuto produrre effetti

nelle città) unamolto gravi. Ciò tuttavia non avvenne. Sebbene incapace di raggiungere i livelli di eccellenza

sul danese deidei secoli precedenti, l’attività letteraria era infatti proseguita, non soltanto con le rímur, un

i autori nati ingenere coltivato tra la fine del medioevo e la prima metà del XIX,219 ma anche con la

io eccellente dicomposizione di testi per il ballo popolare: una letteratura, questa, che sarà messa per iscritto

o dei massimisolo più tardi e che è dunque, almeno in parte, andata perduta.220 Del resto ancora nel XV e

anche l’affinitànel XVI secolo l’Islanda conosce poeti di un certo talento, come il già citato Skáld-Sveinn,221

one dell’idiomal’eroico vescovo Jón Arason222 o Jón Hallsson al quale è attribuita una Poesia sulla

i predominio, il vecchiaia (Ellikvæði).223 Si tratta, come si può facilmente constatare, di una produzione nella

o che nelle cittàquale la lirica occupa una posizione predominante, il che – soprattutto là dove (come nelle

che le personerímur) resta forte il legame con la tradizione – favorirà la salvaguardia dell’idioma letterario.

Oltre a ciò va osservato che il tradizionale sentimento nazionalistico degli Islandesi e l’amore

omi regionali èper le lettere che da sempre li aveva caratterizzati indirizzò molte persone (anche donne)224 a

o) transitano indedicarvisi: anche ciò contribuì a valorizzare e difendere la lingua nazionale. Al che si

ato rispetto alleaggiunga infine l’effettiva difficoltà da parte della gente comune di comprendere la lingua

danese, ormai fortemente evoluta rispetto a quell’antico nordico del quale invece l’islandese

conservava (e tuttora conserva!) gran parte del sistema flessivo e del lessico.
precedenti, la In seguito alla riforma furono dunque tradotti in islandese i testi fondamentali per la

veva vissuto un dottrina luterana. Fin dal 1540 era uscita a Roskilde presso lo stampatore Hans Barth (morto

sso da parte delattorno al 1540) la versione del Nuovo Testamento (Þetta er hid nya Testament […]): il

nese sull’isola eprimo libro pubblicato in lingua islandese che ci sia giunto per intero. Questo lavoro era stato

produrre effettipreparato (verosimilmente, come si è detto, in segreto) da Oddur Gottskálksson (ca.1515-

lli di eccellenza1556), che pure viveva presso la diocesi di Skálholt, guidata da Ǫgmundur Pálsson, energico

, un difensore del cattolicesimo.225 Oddur aveva studiato in Germania e in Danimarca: egli, a

a anche con laquanto pare, godeva della stima del re Cristiano III, le cui parole di apprezzamento per il

essa per iscrittolavoro sono stampate nel volume. Anche in Islanda fiorì dunque una letteratura religiosa di

ncora nel XV estampo luterano (catechismo, postille, testi di meditazione, salmi), non di rado ripresa dal

221 danese o dal tedesco. Naturalmente in questo contesto il prodotto di gran lunga più

Poesia sulla importante è la traduzione dell’intera Bibbia, uscita nel 1584 (in cinquecento esemplari) a

roduzione nellacura del vescovo di Hólar Guðbrandur Þorláksson, certamente coadiuvato da altre persone.226

ve (come nelleQuesti lavori segnano un momento fondamentale della storia della lingua islandese perché

ioma letterario.con la loro pubblicazione fu eretto un argine contro la possibile introduzione della lingua

ndesi e l’amorereligiosa danese nel Paese. Con tutte le conseguenze che ne sarebbero potute derivare.

a Sebbene i secoli successivi, particolarmente bui per la storia di questa nazione,227

nale. Al che si conoscano anche un decadimento sul piano linguistico e si constati in molti casi una

ndere la linguapredilezione per il latino (per molti versi comunque obbligata) da parte degli eruditi o un

vece l’islandesedisinvolto uso del danese specie negli ambienti dell’amministrazione e del commercio, la

lingua islandese riuscirà tuttavia a mantenere la propria autonomia e a preservare le proprie


amentali per lacaratteristiche, in ciò favorita anche dalla scarsa densità abitativa e dalla distribuzione di gran

ns Barth (mortoparte dei parlanti in fattorie sparse sul territorio.

): il Tra il XIV e il XVI secolo l’islandese va incontro a una serie di importanti cambiamenti

lavoro era statodi carattere fonetico che avranno inevitabili riflessi sulla pronuncia. Dal punto di vista

ksson (ca.1515- morfologico esso appare invece (tranne qualche aggiustamento) assai conservativo.228 Questo

lsson, energicospiega la sostanziale facilità con cui ancor oggi gli Islandesi possono leggere (sebbene la

imarca: egli, asintassi mostri una serie di mutamenti)229 i testi della loro tradizione letteraria medievale.

zzamento per il Una tradizione che – mantenuta viva presso il popolo – ha fatto sì che questa lingua,

ura religiosa di costantemente riferendosi a quei modelli, non abbia conosciuto la formazione di dialetti. In

ado ripresa dalun ambiente come quello islandese, naturalmente tradizionalista e conservatore, anche molti

gran lunga piùprestiti provenienti dall’esterno avrebbero avuto vita breve. E tuttavia, nonostante l’impegno

to esemplari) a dei puristi e la conseguente creazione di neologismi (non di rado calchi) che, attingendo al

226materiale lessicale proprio, avrebbero sostituito termini altrove in molti casi agevolmente

slandese perchéaccolti,230 diverse parole sarebbero entrate nel vocabolario islandese per rimanervi, dovendo

ne della linguacomunque adattarsi al sistema flessivo di questa lingua.

Dalla metà del XVI secolo si fa convenzionalmente iniziare la fase dell’islandese

227 moderno.

molti casi una Come si è detto sopra gli avvenimenti politici e le campagne militari così come lo sviluppo degli

gli eruditi o unstudi scientifici e i contatti di carattere culturale e commerciale contribuirono tra il XVI e il XVII
secolo a introdurre nelle lingue nordiche una nuova nutrita serie di prestiti, in particolare dal
commercio, la
tedesco231 e dal francese, ma anche dal latino e dal greco (questi ultimi in non pochi casi mediati)
rvare le proprie
molti dei quali sono tuttora in uso. Si trattò di un apporto cospicuo che lo sforzo e il rigore dei puristi
buzione di grannon avrebbero potuto eliminare se non in parte. Ciò riguarda innanzi tutto, per le ragioni che sono

state esposte, il danese e lo svedese. Di seguito si dà conto di qualche esempio.232 Sono di

provenienza tedesca termini233 come bestemme/ bestämma “stabilire”, citron “limone” (ma si
nti cambiamenti
confronti il francese citron: la parola deriva comunque dall’ital. citrone), daddel/dadel “dattero” (a
punto di vista
ritroso dal latino e dal greco), gevær/gevär “fucile” (originariamente col senso di “arma di difesa”);
Questo
erfare/erfara “apprendere”, “venire a sapere” (originariamente con riferimento a un’esperienza che si
ere (sebbene la
acquisisce viaggiando), erobre/erövra “conquistare”, fæn(d)rik/fänrik “sottotenente”,
aria medievale.
forvalte/förvalta “amministrare”, gaffel “forchetta”, gestalt (arcaico in dan.) “aspetto”, “figura”, kaffe
questa lingua,
“caffè” (ovviamente, a ritroso, dall’arabo),234 krokodil “coccodrillo” (a ritroso dal greco),
e di dialetti. Inmadras/madrass “materasso” (a ritroso dall’arabo), soldat “soldato”, sprog/språk “lingua”,235 tobak

re, anche molti“tabacco” (a ritroso dall’inglese). Dal francese sono riprese parole quali ambassade/ambassad

ante l’impegno“ambasciata”, armé “esercito”, ballett/balett “balletto”, “ballo” (a sua volta dall’italiano),

e, attingendo alchokolade/choklad “cioccolato”, garanti “garanzia”, ingeniør/ingenjör “ingegnere”, pistol “pistola”,

si agevolmenteporcelæn/ porslin “porcellana” (per probabile intermediazione tedesca o nederlandese),


præsident/president “presidente”, prins “principe”, promenade/ promenad “passeggiata”, teater
nervi, dovendo
“teatro” e molte altre. Esempi di termini provenienti direttamente dal latino o dal greco sono diamant

“diamante” (in danese anche più antico), horisont “orizzonte”, kollegium “collegio”, medicin
dell’islandese
“medicina”, professor “professore”, rektor “preside”, “rettore”, spektakel “spettacolo” (soprattutto

nel senso di “piazzata”), student “studente” e molti altri appartenenti, come è logico attendersi, al
lo sviluppo degli
mondo dell’erudizione e della scienza.236 A questo periodo va riferito anche l’ingresso di nuovi nomi
l XVI e il XVII
propri,237 così come l’affermarsi di toponimi che ben riflettono interventi sull’organizzazione del
n particolare dal
territorio che naturalmente corrispondono all’evolversi della società.238
chi casi mediati)
In Norvegia molti prestiti sarebbero entrati attraverso il danese riversandosi poi in buona parte
rigore dei puristi
ragioni che sonosoprattutto nel bokmål.239

Sono di Tra gli esempi di termini stranieri entrati in islandese a partire dal XVI secolo e tuttora presenti

limone” (ma sinella lingua si possono ricordare parole provenienti dal latino (figúra “figura grottesca”,

“dattero” (a“personaggio comico o stupido”, kapítuli “capitolo”); dall’inglese (sápa “sapone”); dal danese (aflífa

arma di difesa”);“uccidere”, lykta “odorare”, rist “grata”) o dal tedesco (angist “angoscia”, pappír “carta”, vakta

esperienza che si “sorvegliare”).240 Diversi altri prestiti sono invece ormai scomparsi dall’uso: basti pensare a termini

“sottotenente”,come armóður “povertà” o blífa “diventare” (entrambi dal tedesco); ciò è avvenuto, in particolare,

kaffeper molti verbi modellati sull’esempio straniero con i prefissi bí- o for- (a es.: bígripa

oso dal greco), “comprendere”, bítala “pagare, forhindra “impedire”, forlengja “allungare”).

tobak

assade/ambassad

a dall’italiano),

“pistola”,

nederlandese),

teater

diamant

medicin

olo” (soprattutto

co attendersi, al

so di nuovi nomi

ganizzazione del

i in buona parte
soprattutto nel bokmål.239

Tra gli esempi di termini stranieri entrati in islandese a partire dal XVI secolo e tuttora presenti

nella lingua si possono ricordare parole provenienti dal latino (figúra “figura grottesca”,

“personaggio comico o stupido”, kapítuli “capitolo”); dall’inglese (sápa “sapone”); dal danese (aflífa

“uccidere”, lykta “odorare”, rist “grata”) o dal tedesco (angist “angoscia”, pappír “carta”, vakta

“sorvegliare”).240 Diversi altri prestiti sono invece ormai scomparsi dall’uso: basti pensare a termini

come armóður “povertà” o blífa “diventare” (entrambi dal tedesco); ciò è avvenuto, in particolare,

per molti verbi modellati sull’esempio straniero con i prefissi bí- o for- (a es.: bígripa

“comprendere”, bítala “pagare, forhindra “impedire”, forlengja “allungare”).


1 Vd. HUGASON HJ., “Religion”, in UNH, pp. 189-190 e p. 193.

2 Su di lui vd. WEIBULL L., “Didrik Slaghæk efter Stockholms blodbad”, in Scandia, X (1937),

pp. 165-190.

3 Legge [di diritto] ecclesiastico di re Cristiano II (Kong Christian den Andens Gejstlige Lov) e

Ordinanza di re Cristiano II ovvero la cosiddetta legge [di diritto] laico (Kong Christian den Andens

Ordinants eller saakaldte verdslige Lov).

4 Successivamente, durante i lunghi anni dell’esilio Cristiano si sarebbe effettivamente convertito

al luteranesimo (cui aveva per prima aderito la moglie); tuttavia sarebbe poi tornato sulla propria

decisione, una volta che (volendo riconquistare il potere) comprese di aver bisogno del sostegno

dell’imperatore Carlo V (che tra l’altro era suo cognato) per contrapporsi efficacemente ai suoi

avversari, Cristiano III e Gustavo Vasa, entrambi sostenitori della riforma.

5 Vd. MÜNTER 1823-1833 (B.7.2), III, pp. 23-29. Di Martin Reinhart si sa che dopo il ritorno in

Germania fu sacerdote a Jena; di lì fu allontanato perché sosteneva le dottrine sull’Eucarestia di

Andrea Carlostadio (Andreas von Karlstadt, ca.1480-1541), il riformatore scomunicato dal Papa

Leone X insieme a Lutero (1521) con il quale spesso ebbe tuttavia contrasti di natura teologica. Dello

stesso Andrea Karlstadt è noto che in quel medesimo anno aveva fatto una breve visita in Danimarca;

vd. KOLDE TH., “Carlstadt und Dänemark”, in Zeitschrift für Kirchengeschichte, VIII (1886), pp.

283-292 e anche HEISE A., “Paulus Eliæ og Martin Reinhard”, in KSam V (1869-1871), pp. 273-299.

6 Negli anni 1506-1512 Cristiano era stato viceré della Norvegia. Lì aveva conosciuto una

ragazza di origine olandese, Dyveke (“Colombella”) Sigbritsdatter (ca.1490-1517) che presto era

divenuta la sua amante. Il loro rapporto era proseguito anche dopo che Cristiano, ormai salito al trono

di Danimarca, aveva sposato (1514) Elisabetta (Isabella) d’Asburgo (1501-1526), sorella di Carlo V.

L’improvvisa morte di Dyveke (sospetto avvelenamento), per la quale il nobile danese Torben Oxe
ritenuto colpevole di complotto fu condannato a morte e decapitato (29 novembre 1517, data di

, X (1937),nascita non nota) per precisa volontà del sovrano, non pose fine al rapporto di fiducia che

quest’ultimo aveva con la madre di lei, da molti considerata una vera e propria strega (la morte di

) e costei si colloca intorno al 1532); sui rapporti tra questa donna e il re vd. SCOCOZZA B., Kongen og

stian den Andenskøbekonen, København 1992). La relazione amorosa fra Cristiano II e la giovane Dyveke era ben

nota e fu motivo ispiratore per molti letterati e artisti, non solo danesi: basti qui ricordare l’opera di

mente convertitoOle Johan Samsøe (1759-1796) Dyveke. Dramma in cinque atti (Dyveke. Et Sorgespil i fem Acter), i

ato sulla propriaCanti di Dyveke (Dyvekes Sange, 1879) con testo dello scrittore Holger Drachman (vd. p. 1083 e p.

no del sostegno1088, nota 559) e musica di Peter Heise (vd. p. 1099, nota 611), l’opera in tre atti Dyveke (1899) del

cemente ai suoimusicista Johan Bartholdy (1853-1904) su libretto di Einar Christiansen (1861-1939), il romanzo

storico Dyveke. Historisk roman, dello scrittore danese Carl Ewald (1856-1908) uscito a Copenaghen

dopo il ritorno innel 1907. Più recentemente il tema è stato ripreso in una pièce teatrale (1967) di Kjeld Abell (vd. pp.

ull’Eucarestia di1174-1175) e Poul Henningsen (vd. p. 1184, nota 262) con musiche di Kai Normann Andersen

unicato dal Papa(1900-1967): Dyveke. Revykomedie i to akter af KJELD ABELL med viser af POUL HENNINGSEN, udgivet

teologica. Dellomed efterskrift af S. MØLLER KRISTENSEN, København 1967. Ben noto è anche il ritratto della giovane

ta in Danimarca; (della quale per altro non si conosce il vero volto) che suona uno strumento a corda in compagnia del

VIII (1886), pp. re, eseguito nel 1885 da Vilhelm Rosenstrand (1838-1915; l’opera appartiene a una collezione

privata).

conosciuto una 7 Una prima versione porta la data del 26 marzo 1523, dopo che la regione dello Jutland aveva

) che presto eraaccettato Federico come sovrano (vd. SGDL IV, pp. 137-140), la definitiva, del 3 agosto dello stesso

mai salito al tronoanno, quando ormai l’intero Paese aveva riconosciuto il nuovo re (vd. AaKG II [1856-1860], pp. 65-

rella di Carlo V.79).

nese Torben Oxe 8 Vescovo e poi cancelliere, egli si mostrò strenuo difensore della Chiesa cattolica: in seguito fu
re 1517, data dituttavia costretto dalle circostanze a porsi al servizio del re luterano Cristiano III. La stima di cui

di fiducia che godeva impedì che dopo l’imposizione della nuova dottrina da parte di quest’ultimo (vd. poco più

ega (la morte di avanti) egli subisse conseguenze troppo pesanti (sebbene per un periodo di tempo fosse posto agli

Kongen ogarresti).

Dyveke era ben 9 L’introduzione a questo documento, che riassume il giudizio pesantemente negativo contro

ordare l’opera diquesto re, è certamente opera sua (vd. ARUP 1925-1955 [B.3], II, pp. 399-400). Poul Helgesen

), i(altrimento noto come Paulus Elie/Eliæ o Paulus Helie/Heliæ) fu al pari di Ove Bille un fervente

(vd. p. 1083 e p.difensore del cattolicesimo in Danimarca; su di lui vd. pp. 492-493 con note 95-97. Cfr. il testo

(1899) delriportato a p. 467.

939), il romanzo 10 In questa assemblea furono in sostanza poste le premesse per una agevole diffusione della

to a Copenaghen dottrina luterana in Danimarca. Essa del resto rafforzava decisioni assunte, sempre a Odense, l’anno

ld Abell (vd. pp.precedente (1526), quando era stato sottratto all’autorità del Papa qualsiasi diritto sulla nomina dei

rmann Andersenvescovi e degli alti prelati, così come i benefici finanziari relativi che dovevano ora essere versati

, udgivet nelle casse della Corona (vd. PALUDAN MÜLLER C., Herredagene i Odense 1526 og 1527. Et Bidrag

tto della giovane til en kritisk Behandling af den danske Reformationshistorie, Kjöbenhavn 1857).

n compagnia del 11 Vd. ANDERSEN 1954; cfr. oltre p. 494. Certamente sugli orientamenti religiosi di Federico ebbe

una collezione notevole influenza il nobile Mogens Gøye (o Gøje o Gjøe, ca.1470-1544), rappresentante del re, egli

stesso convinto luterano.

lo Jutland aveva 12 Cristiano, educato in gioventù da maestri luterani come il cancelliere Wolfgang von Utenhof

osto dello stesso(ca.1495-ca.1542) e Johann Rantzau (1492-1565), aveva in seguito compiuto un viaggio in Germania

6-1860], pp. 65-dove aveva avuto la possibilità di partecipare alla Dieta di Worms (1521) assistendo all’appassionata

difesa delle proprie tesi fatta da Martin Lutero: il giovane principe ne era rimasto profondamente

ca: in seguito fuimpressionato. La sua fede luterana era certamente ben radicata, come dimostra anche il fatto che egli
La stima di cuiaveva poi fondato una scuola di studi teologici luterani a Haderslev nello Jutland meridionale (1526).

mo (vd. poco più 13 Questa definizione (danese grevens fejde) fa riferimento al conte Cristoforo (Christoffer) di

fosse posto agliOldenburg (1504-1566), capo dell’esercito che combatteva nel nome di Cristiano II.

14 Tra l’altro Gustavo Vasa era cognato di Cristiano III, avendo essi sposato due sorelle,

negativo controrispettivamente Caterina (Katarina, 1513-1535) e Dorotea (Dorothea, 1511-1561) di Sachsen-

. Poul HelgesenLauenburg. È comunque evidente che l’intervento di Gustavo nella guerra era dovuto essenzialmente

Bille un fervente a interessi politico-economici piuttosto che familiari.

-97. Cfr. il testo 15 Vd. HASSØ A.G., “Bispernes Fængsling og Herredagen i København 1536”, in KSam III (1939-

1941), pp. 448-573; vd. anche “Kong Christian III’s Klageskrift mod Danmarks Biskopper, oplæst

diffusione dellapaa Gammeltorv i Kjøbenhavn den 30te Oktober 1536”, in Monumenta Historiæ Danicæ. Historiske

a Odense, l’annoKildeskrifter og Bearbejdelser af Dansk Historie især fra det 16. Aarhundrede. Udgivne af H.

sulla nomina deiRØRDAM, I, Kjøbenhavn 1873, pp. 133-256.

ra essere versati 16 Inizialmente i vescovi furono sostituiti dai cosiddetti “sovrintendenti” (superintendenter), un

1527. Et Bidrag titolo che tuttavia sarebbe stato in seguito abolito. Va qui in ogni caso rilevato che il significato

originario del greco πίσχοπος è, appunto, “ispettore”, “custode”.

di Federico ebbe 17 Vd. SGDL IV, pp. 157-171.

ntante del re, egli 18 Ordinatio ecclesiastica (2 settembre 1537) e Den danske Kirke ordinans (14 giugno 1539). La

redazione preliminare (1537) è in lingua danese: Det danske udkast til kirke-ordinansen. Una

ang von Utenhofintegrazione a queste disposizioni fu decretata il 4 maggio 1542 (vd. DKL I, nr. 86, pp. 195-206), una

ggio in Germaniaserie di note esplicative furono pubblicate il 12 maggio 1555 (vd. ibidem, nr. 462, pp. 460-471).

all’appassionataSull’argomento si veda l’esaustivo studio di C.T. Engelstoft (“Kirke-Ordinantsens Historie, en

o profondamenteUndersøgelse”, in KSam II [1860-1862], pp. 1-110 e pp. 369-442).

e il fatto che egli 19 Il convento cistercense di Sorø, fondato nel 1140 sotto gli auspici dell’arcivescovo Absalon (su
idionale (1526). cui vd. p. 274 e p. 333) divenne di proprietà della Corona dopo la riforma. A partire dal 1586 (per

) didecreto reale del 31 maggio, le indicazioni relative in DKL II, nr. 536, pp. 399-400) fu sede di un

istituto di istruzione. Su questa importante istituzione culturale danese vd. Academia Sorana. Kloster,

ato due sorelle,akademi, skole, udgivet af Soransk Samfund i anledning af dets 100 års dag, København 1962 e

61) di Sachsen-Sorø. Klostret, Skolen, Akademiet gennem Tiderne skrevet af gamle Soranere, I-II, udgivet af

o essenzialmente Soransk Samfund, 1923-1931. Cfr. p. 391, nota 252, p. 570 con nota 176; p. 774, nota 408 e p. 884

con nota 90. In particolare sui primi decenni dopo la riforma vd. RØRDAM H. FR., “Af Sorøs Historie i

III (1939- de første Aarhundrede efter Reformationen”, in KSam V (1887-1889), pp. 534-543.

iskopper, oplæst 20 In Danimarca conosciamo un breve testo in latino, composto intorno al 1530, dal titolo

anicæ. HistoriskeDell’espulsione dei frati minori [dai loro conventi in Danimarca] (De expulsione fratrum minorum).

Udgivne af H.Basti leggere: “[…] la setta dei Luterani, agitata e rigonfia di uno spirito diabolico e furibondo, venne

al nostro monastero e lo circondò e tentò con la violenza di entrare nel cenobio […] Tuttavia per la

), unresistenza dei frati non ebbero accesso all’interno del monastero; ragion per cui riversarono nelle

che il significatoorecchie dei frati molti e innumerevoli urli e insulti, chiamandoli omicidi, malviventi, ladri,

sanguisughe, e così pure uccisori di anime ecc.” (DLO nr. 111).

21 In proposito va osservato che il matrimonio degli ecclesiastici veniva favorito e considerato

giugno 1539). La come segno tangibile dell’adesione alla nuova dottrina; cfr. p. 278 con nota 193.

. Una 22 Questa risposta è volta a confutare il contenuto di una lettera di Hans Mikkelsen che

p. 195-206), unaaccompagnava la pubblicazione (1524) del Nuovo Testamento fatto tradurre in danese dal re

2, pp. 460-471).Cristiano II; vd. pp. 516-517. In essa tra l’altro l’autore parificava i nemici di Cristiano II ai nemici di

ens Historie, enLutero.

23 Il riferimento è, ovviamente, a Hans Mikkelsen, al quale Poul Helgesen si rivolge direttamente.

ovo Absalon (su 24 Per la precisione l’espressione wed hals (dove hals “collo”) fa riferimento all’esecuzione di
re dal 1586 (peruna condanna a morte per decapitazione.

0) fu sede di un 25 Svar til Hans Mickelsen (DLO, nr. 112).

Sorana. Kloster, 26 Vd. sopra, pp. 444-445. Nel quadro della propaganda antidanese il re Gustavo Vasa

benhavn 1962 e commissionò nel 1524 il cosiddetto “pannello raffigurante il bagno di sangue” (blodbadsplanschen) a

I-II, udgivet afdue artisti di Anversa, Cort Steinkamp e Hans Kruse (di entrambi sono ignote le date). Essi

ota 408 e p. 884 realizzarono una incisione che però è andata perduta. Si veda tuttavia KARLING S., “Blodbadstavlan”,

Sorøs Historie iin Sankt Eriks Årsbok, 1977, pp. 25-50 dove si riportano anche le immagini di una copia

riconducibile a Dionysius Padt-Brugge (1628-1683). Gustavo Vasa fu dichiarato ufficialmente re di

1530, dal titoloSvezia il 6 giugno: quella data è stata scelta come festa nazionale svedese.

). 27 L’ingresso infamante a Stoccolma dei due, fatti oggetto di insulti e derisione da parte della

furibondo, vennegente, è raffigurato in un quadro (1879) del celebre pittore svedese Carl Gustaf Hellqvist (vd. p.

] Tuttavia per la1090) conservato nel Museo nazionale (Nationalmuseum di Stoccolma). Allo stesso artista si deve

iversarono nelleun’altra opera (1875) che riproduce Gustavo Vasa nell’atto di accusare il vescovo Peder Sunnanväder

malviventi, ladri, di fronte al capitolo del duomo di Västerås (collezione privata). Vd. STENSSON R., Peder Jakobsson

Sunnanväder och maktkampen i Sverige 1504-1527, Uppsala 1947 e CARLSSON G., Peder Jakobsson

to e considerato Sunnanväder, Lund 1949.

28 Nella Cronaca di Peder Swart (vd. p. 470 con nota 31) si legge: “Jens [...] proclamò [d’essere]

Mikkelsen cheil giovane figlio di Ser Sten, si diede nome Nils Stenson [...] Disse che poiché egli aveva diritto al

n danese dal retrono dopo suo padre il Re Gustavo non lo poteva sopportare, anzi non appena lo vedeva saltava su e

no II ai nemici dimetteva mano alla spada, e lo voleva uccidere. E anche che il Re Gustavo aveva rigettato la fede

Cristiana ed era diventato un Luterano e un pagano” (DLO nr. 113); vd. LARSSON 2002, pp. 149-163.

lge direttamente. Nell’opera La Signora Inger di Østråt (Fru Inger til Østeraad, cfr. nota 71) Henrik Ibsen (vd. pp.

all’esecuzione di1077-1078) lo considera senz’altro figlio di Sten Sture.


29 Il termine junker (di derivazione tedesca) definiva nel medioevo un giovane nobile che non era

ancora divenuto cavaliere; successivamente passò a indicare una persona di rango indipendentemente

Gustavo Vasadall’età e, ancora, un appartenente alla bassa nobiltà, soprattutto nelle campagne. Daljunkern vale

) adunque “Junker di Dalecarlia”. Vd. LINDBERG 1942.

e le date). Essi 30 Su di lui vd. oltre, p. 480 con nota 71. Presso Olav e Vincenzo Lunge avevano trovato rifugio

Blodbadstavlan”,precedentemente Peder Sunnanväder e Knut Mikaelsson.

ni di una copia 31 Peder Andersson Swart (latinizzato in Peder Andreæ Niger) fu cappellano di corte presso il re

ficialmente re diGustavo Vasa e successivamente vescovo di Västerås, dove morì nel 1562. La cronaca relativa a

Gustavo Vasa (per altro non pubblicata) si interrompe, per ragioni ignote, al 1534. Essa fu poi

ne da parte dellacompletata dal nipote di Gustavo, Per Brahe il Vecchio (den äldre, 1520-1590) che redasse una

Hellqvist (vd. p.Storia del benedetto e altamente lodevole Re Gustavo (Salig och Höglofflig Konungh Giöstaffz

o artista si deveHistoria, nella quale il sovrano viene dipinto come un uomo di corte ricco di doti fisiche e morali: ma

der Sunnanväder qui il modello parrebbe essere il cortigiano così come descritto da Baldassarre Castiglione (1478-

Peder Jakobsson1529). Su Per Brahe vd. ERIKSSON B., I skuggan av tronen. En biografi över Per Brahe den äldre,

Peder JakobssonStockholm 2009.

32 Riferiti a questo fatto sono un quadro del 1836 del pittore svedese Johan Gustav Sandberg (vd.

clamò [d’essere]p. 926), conservato al Museo nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma, e uno del 1841 del

i aveva diritto alnorvegese Adolph Tidemand (vd. p. 937 e pp. 1091-1092), che si trova in Germania presso la

deva saltava su eStiftung Sammlung Volmer di Wuppertal: entrambi mostrano Gustavo Vasa mentre arringa gli

rigettato la fedeabitanti della Dalecarlia. Un’altra immagine è affrescata (ancora da Johan Gustav Sandberg)

02, pp. 149-163. all’interno della cattedrale di Uppsala, dove, sulle pareti della cappella restrostante l’altare in cui è

k Ibsen (vd. pp.collocata la sontuosa sepoltura del sovrano (con accanto le due mogli), sono raffigurate diverse scene

che illustrano gli episodi più significativi della vita del re.
obile che non era 33 Si veda il suo articolo (“Ett nationellt skidlopp”) del 10 febbraio di quell’anno comparso sul

dipendentementeVestmanlands Läns Tidning, p. 3 (cfr. ibidem, “Vasaloppet”, 8 maggio 1922, p. 3).

vale 34 Vd. p. 129 con nota 112.

35 Località che si trova, appunto, nel comune di Malung-Sälen.

o trovato rifugio 36 DLO nr. 114. Le ‘avventure’ di Gustavo Vasa nella regione di Dalecarlia acquisirono presto

carattere leggendario; sulle fonti relative vd. SAMUELSSON S., Källorna för Gustaf Vasas äfventyr i

corte presso il re Dalarna, Uppsala 1908.

onaca relativa a 37 A Stoccolma dove nel 1524 Olaus Petri (su cui vd. poco oltre) aveva cominciato a predicare il

34. Essa fu poiluteranesimo, nel 1525 vennero per la prima volta celebrati riti in svedese. Ma si deve tener conto che

che redasse una in questa città la presenza di tedeschi era consistente.

nungh Giöstaffz 38 Su di loro vd. oltre, pp. 500-501.

che e morali: ma 39 Nel 1524, a esempio in risposta alle lamentele presentate dall’importante convento di

astiglione (1478-Vadstena, era stata inviata una lettera (redatta proprio da Laurentius Andreæ) nella quale si sosteneva

Brahe den äldre,il principio che i beni della Chiesa dovevano essere di proprietà del popolo, dal momento che essa

rappresentava la comunità dei credenti (HSH XVII, Stockholm 1832, pp. 205-213).

av Sandberg (vd. 40 Vd. HJÄRNE H., Reformationsriksdagen i Västerås (Svenska spörsmål, VII), 1893; TUNBERG S.,

o del 1841 del“Västerås riksdag (1527). Några kritiska anmärkningar”, in UUÅ, 1915; pp. 1-65 e WEIBULL L.,

mania presso la “Västerås riksdag”, in Scandia, X (1937), pp. 76-128.

entre arringa gli 41 L’abilità del sovrano nell’uso dello strumento linguistico per finalità politiche appare del resto

ustav Sandberg)in modo assai chiaro anche dalle sue lettere, nella cui prosa si fondono con grande efficacia qualità

l’altare in cui ècome realismo, buonsenso, chiara visione delle cose, coerenza dell’argomentare ma anche

ate diverse scene autocelebrazione e ironia. Una scelta di queste lettere è stata pubblicata da Nils Edén (Brev av Gustav

Vasa. Ett urval av N. EDÉN, Stockholm 1917).


no comparso sul 42 Västerås recess (22-24 giugno 1527); in KGFR IV (1868), pp. 200-215. Di poco successiva è

la cosiddetta Västerås ordinantia (25-27 giugno 1527) che segna chiaramente l’affermazione del

potere dello Stato sulla Chiesa (ibidem, pp. 214-243 e pp. 244-247: rispettivamente versione in

svedese e in latino).

quisirono presto 43 Fin dal 1522, pronunciando una solenne minaccia di scomunica nei confronti di chi avesse

Vasas äfventyr iaderito alla nuova fede, costui si era presentato come il più fiero avversario del luteranesimo in

Svezia. In seguito il re Gustavo Vasa gli aveva tra l’altro confiscato la stamperia fondata a

ato a predicare ilSöderköping; su di lui vd. STOBAEUS P., Hans Brask. En senmedeltida biskop och hans tankevärld,

e tener conto che Skellefteå 2008. I ‘meriti religiosi’ di Gustavo Vasa sono celebrati da Andreas Johannis Prytz (che

già aveva lodato l’impegno cristiano del re Olof Skötkonung, cfr. p. 242, nota 73) nell’opera teatrale

in versi dal titolo Una piacevole commedia, sul potente re della Svezia, dei Goti, dei Vendi etc. Re

nte convento diGustavo I, in qual modo egli venne elevato al governo della Svezia, quando ebbe scacciato dal

uale si sostenevaPaese, re Cristiano il Tiranno, e in che modo per grazia di Dio salvò la Svezia dalle tenebre e dagli

omento che essaerrori del Papa, e introdusse l’autentica luce del Vangelo che il Papa a lungo aveva sottratto (En

Lustigh Comoedia, Om then Stormechtige Sweriges, Göthes, Wendes Konung etc. Konung Gustaf

S.,Then Första, Huru han til Regementet i Swerige bleff vphögd, tå han Konung Christiern Tyrann, af

L.,landet vthdriffuit hadhe, oc huru han genom Gudz nådh vprättade Swerige ifrån Påfwens mörcker

och wilfarelse, och införde Ewangelij reena liws thet Påfwen länge bortröfwat hadhe, 1622).

appare del resto 44 Vd. KGFR VII (1877), pp. 12-13 (6 gennaio 1530); cfr. ibidem, pp. 96-98 (20 maggio 1530) e

efficacia qualità pp. 107-108 (27 maggio e 3 giugno 1530). La “rivolta delle campane” fu definitivamente soffocata

ntare ma anche nel 1533; vd. HILDEMAN K-I., “Klockupproret”, in SHT LXVI (1946), pp. 1-35.

Brev av Gustav 45 Un utile insegnamento tratto dalle [Sacre] Scritture sulla caduta dell’essere umano e su come

Dio di nuovo lo salvò (Een nyttwgh wnderwijsning wthwr scrifftenne om menniskiones fall, och
oco successiva èhwrwledhes gwdh henne wprettadhe jghen). Si tratta del primo scritto luterano svedese.

affermazione del L’attribuzione di questo testo a Olaus Petri non è tuttavia certa. Sui primi scritti svedesi relativi alla

ente versione in riforma protestante vd. STEFFEN R., “Våra första reformationsskrifter och deras författare”, in

Samlaren, nr. straordinario, 1893, pp. 5-61.

nti di chi avesse 46 Sulla sua opera vd. oltre, pp. 535-536.

luteranesimo in 47 Vd. ALMQUIST J-R., “Dödsdomen över Olaus Petri den 2 januari 1540. Nya synpunkter på ett

mperia fondata agammalt problem”, in Festskrift tillägnad professor, juris och filosofie doktor Nils Stjernberg vid

hans tankevärld,hans avgång från professorämbetet den 1 september 1940 av Stockholms högskolas juridiska och

annis Prytz (che humanistiska fakulteter, Stockholm 1940, pp. 29-50. Il rapporto tra Olaus Petri e Gustavo Vasa ha

ell’opera teatralefornito l’ispirazione all’opera (in diverse versioni) Maestro Olof (Mäster Olof, la cui prima stesura è

dei Vendi etc. Redel 1872) scritta da August Strindberg (vd. pp. 1082-1083).

be scacciato dal 48 Il riferimento è al capo dei rivoltosi, tale Nils Dacke di Torsås (ca.1510-1543).

e tenebre e dagli 49 Nils Dacke fu circondato e ucciso a Rödeby nel Blekinge. Dopo la sua morte gli uomini del re

Enprocedettero con grande durezza: i suoi seguaci furono giustiziati o deportati, i distretti che lo

Konung Gustaf avevano sostenuto depredati e i contadini condannati a pagare pesanti multe collettive. Per diversi

stiern Tyrann, af anni tuttavia si mantennero alcuni focolai di ribellione. Vd. ÅBERG 1960, HELLSTRÖM 1999, LARSSON

Påfwens mörcker1992 e ALVEMO 2006. Dopo la guerra di Dacke si concluse il periodo di grande influenza dei

consiglieri tedeschi alla corte svedese (1539-1544), il che è simbolicamente rappresentato

maggio 1530) edall’imprigionamento (per ragioni non del tutto chiarite) del potente Corrado (Conrad) von Pyhy

amente soffocata (morto nel 1553), cancelliere dal 1538, che fino ad allora era stato una delle figure di maggior

prestigio tra quanti erano più vicini al sovrano.

umano e su come 50 Significativamente l’affermazione della piena autorità del re venne sancita anche dalla

skiones fall, och costituzione di un corpo di fanteria a disposizione della Corona.


terano svedese. 51 Vd. SRA I: I, nr. 163, 13 gennaio 1544, pp. 378-390. I figli del sovrano vengono dichiarati

edesi relativi alla“[…] legittimi e prossimi eredi della Corona e del regno di Svezia […]” (“[…] rätte och neste

s författare”, inSveriges crones och rikes ärfvinger […]”; la citazione da p. 383). Sui presupposti di questa decisione

vd. HILDEBRAND K.G., “Gustaf Vasas arvförening. Dess medeltida bakgrund och förutsättningar”, in

SHT LIV (1934), pp. 129-166.

ynpunkter på ett 52 Da rilevare in questo contesto l’insistenza con cui il sovrano invitava i sudditi a spingersi verso

s Stjernberg vidle zone incolte di Norrland e della Finlandia, il che avrebbe da una parte consentito di aumentare la

as juridiska ochproduzione agricola e, dall’altra, di sottomettere al controllo centrale nuovi territori, fino ad allora

Gustavo Vasa harimasti sostanzialmente nella disponibilità delle popolazioni semi-nomadi di etnia sami. Del resto

i prima stesura ènelle zone più settentrionali mancava ancora una precisa e riconosciuta delimitazione dei confini tra

Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia.

53 Sulla figura di questo re è incentrato il dramma di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083)

gli uomini del reGustav Vasa del 1899. Vd. anche p. 833, nota 696.

distretti che lo 54 Vd. oltre 9.1.2.

ttive. Per diversi 55 Karin Månsdotter condivise con lui questa condizione fino al 1573 quando per ordine del re

ARSSON Giovanni III fu trasferita nel castello di Åbo (venne liberata nel 1577 dopo la morte di Erik). Su di lei

de influenza deisi rimanda, in particolare, ad AHLQUIST A.G., Karin Månsdotter. En monografi, Stockholm 1874, ma

e rappresentato soprattutto ad ARNELL S., Karin Månsdotter. Tolv kapitel om en drottning och hennes tid, Stockholm

) von Pyhy 1951. La storia d’amore tra il re Erik e Karin Månsdotter ha ispirato opere teatrali come Karin

gure di maggior Månsdotter, dramma in 5 atti (Karin Månsdotter, skådespel i 5 akter), di Adolf Paul (1863-1943) del

1899; la figura di questa donna riveste un ruolo anche nel dramma Erik XIV di Bengt Lidner (vd. p.

cita anche dalla842), così come in quello dal medesimo titolo di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083) del 1899. A

quest’ultima opera è ispirato il film del regista Alf Sjöberg (vd. p. 1193), Karin Månsdotter (1954).
ngono dichiarati La regina ‘figlia del popolo’ è anche la protagonista di alcuni romanzi storici: Catharina Månsdotter.

rätte och nesteHistorisk roman (1848) di Wilhelmina Stålberg (1803-1872); Kaarina Maununtytär. Historiallinen

questa decisione romaani (1942) dello scrittore finlandese Mika Waltari (vd. p. 1376); Karin Måns dåter (1992) di

rutsättningar”, in Anna Sparre (1906-1993). La coppia reale è riprodotta in un celebre dipinto del 1871 eseguito da

Georg von Rosen (vd. pp. 1090-1091) e conservato al Museo nazionale (Nationalmuseum) di

a spingersi versoStoccolma. Da Karin Erik ebbe un figlio, Gustavo (1588-1607) che a motivo delle sventure politiche

di aumentare ladel padre e della condizione sociale della madre ebbe un infelice destino (vd. LARSDOTTER A. –

ri, fino ad alloraOLSSON K., “Kungasonen som dog i armod”, in PH 1993: 6, pp. 20-22); su Erik XIV vd. anche

sami. Del resto HARRISON D., “Bildad & grym” (PH 2010: 12, pp. 18-28, al cui interno [p. 25] si trova “Svårt att

ne dei confini traavgöra om Erik XIV var sjuk” del medesimo autore).

56 Vd. Den svenska kyrkoordningen 1571. Una precedente versione manoscritta dello stesso

pp. 1082-1083) Laurentius Petri (1561) è edita in Laurentii Petri Handskrifna Kyrkoordning af År 1561 af O.

AHNFELT, LUÅ XXIX, pp. 1-40, Lund 1894.

57 Distribuita in copie ed edita per la prima volta solo nel 1872. Su questo testo e sulle sue

per ordine del reimplicazioni politiche vd. PERSSON R., Johan III och Nova Ordinantia, Göteborg 1973 e anche

di Erik). Su di leiHAMMARGREN J.A., Om den liturgiska striden under konung Johan III, Uppsala 1898.

kholm 1874, ma 58 E tuttavia è noto che Giovanni (che perseguiva piuttosto una riconciliazione fra le chiese) si

, Stockholmtrovò in disaccordo con il Papa su diversi punti, in particolare sull’obbligo del celibato per i

Karin sacerdoti. Su Giovanni III si rimanda a ERICSON WOLKE L., Johan III. En biografi, Lund 2006.

(1863-1943) del 59 Oltre al ducato di Södermanland Carlo aveva autorità anche su gran parte di Närke e su altri

gt Lidner (vd. p.territori in Värmland e Västergötland.

083) del 1899. A 60 La cosiddetta “Confessione di Augusta” (Confessio augustana) è il testo presentato nel 1530

(1954).alla dieta di Augusta (Augsburg) nel quale sono contenuti i princìpi fondamentali del luteranesimo.
rina Månsdotter. 61 Vd. p. 444.

r. Historiallinen 62 Negli anni 1501-1502 in particolare c’era stato uno sfortunato tentativo di ribellione nei

(1992) diconfronti del re Giovanni, capitanato dal nobile Knut Alvsson (1455-1502) che sarebbe rimasto

1871 eseguito daucciso. È tuttavia difficile determinare in quale misura esso fosse ispirato dalla causa

) didell’indipendenza dai Danesi piuttosto che dalle ambizioni personali del suo promotore.

venture politiche 63 Su cui vd. oltre, pp. 508-509 e p. 593. La fonte cui qui si fa riferimento è l’Orazione per

A. – Maestro Geble (Oration om Mester Geble, 1571) dedicata al primo vescovo luterano di Norvegia

XIV vd. anche (vd. p. 483), p. 26 e p. 55, nota 1.

trova “Svårt att 64 Di lui si sa molto poco. La data di nascita resta ignota, la morte è certamente successiva al

1537. Come la gran parte degli aderenti alla dottrina luterana aveva contratto matrimonio (con una

itta dello stessodonna di nome Anna).

af O. 65 Cfr. pp. 377-378.

66 Ciò è riferito nell’anonimo scritto dal titolo Fondazione di Bergen (Bergens Fundas, p. 65)

esto e sulle suerisalente al 1560 ca., un testo che costituisce il primo tentativo di tracciare una storia della città dalla

g 1973 e anchesua fondazione fino al 1559. In realtà il manoscritto attribuisce quest’opera a Christoffer Valkendorf

(Walckendorff, signore di Bergenhus, 1525-1601; cfr. p. 685, nota 34), il che tuttavia è errato.

fra le chiese) si 67 Altri singoli casi sono tuttavia segnalati; vd. HELLE 1998 (B.3), V, p. 46.

l celibato per i 68 L’antico nome dell’attuale Trondheim, Nidaros, è certamente rimasto in uso fino al XVI

secolo, ma se ne hanno anche testimonianze successive (vd. LOCKERTSEN R., Namnet på byen

Närke e su altriTrondheim, ei språkhistorisk og faghistorisk tilnærming, Bergen 2006).

69 A Rostock esisteva un collegio per gli studenti norvegesi (cfr. p. 452) di cui Olav

sentato nel 1530Engelbrektsson (che aveva soggiornato in quella città dal 1503 al 1514) era stato rettore per diversi

anni.
70 Dal momento che in Norvegia non c’erano stampatori il messale fu pubblicato a Copenaghen

di ribellione neida Poul Ræff (morto nel 1533 ca.). Dello stesso anno è il Breviario di Nidaros (Breviarium

sarebbe rimastonidrosiense) compilato da Erik Valkendorf in persona e uscito a Parigi presso Jean Kerbriant e Jean

to dalla causaBienayse. Si tratta delle prime opere a stampa conosciute in ambito norvegese. Vd. MUNTHE W.,

“Missale Nidrosiense. Vår eldste trykte bok”, in Norsk Tryk. Magasin for grafisk Kunst of Håndverk,

Orazione per IV: 3 (1930), pp. 61-66 e NIELSEN L., “Nye oplysninger om to danske palæotyper”, in NTBBV I

ano di Norvegia (1914), pp. 38-39. Sull’arcivescovo Valkendorf vd. HAMRE L., Erkebiskop Erik Valkendorf. Trekk av

hans liv og virke, Bergen 1943.

nte successiva al 71 Su di lui vd. BULL E., Vincens Lunge, Kristiania 1917. Nils Henriksson (1525-1523) era il più

imonio (con unagrande possidente terriero norvegese. Sua moglie era l’autorevole Inger di Østraat, una delle figure

femminili di maggior rilievo della storia norvegese e convinta sostenitrice dell’indipendenza del

proprio Paese: alla sua figura Henrik Ibsen (vd. pp. 1077-1078) avrebbe dedicato una celebre opera

, p. 65)(Fru Inger til Østeraad, cfr. nota 28). Vd. CHRISTOPHERSON K.E., “Lady Inger and Her Family.

a della città dallaNorway’s Exemplar of Mixed Motives in the Reformation”, in Church History. Studies in

offer ValkendorfChristianity and Culture, LV: 1 (1986), pp. 21-38.

72 Egli tra l’altro fin dal 1525 aveva dato inizio alla costruzione dell’imponente fortezza di

Steinvikholm (su un isolotto nel fiordo di Trondheim) che fu completata nel 1532.

uso fino al XVI 73 Vd. sopra, p. 462.

Namnet på byen 74 Vd. sopra, p. 464.

75 Vd. RÅNA L., “...ei gåte i norsk politikk.” En studie av synet på erkebiskop Olav

2) di cui OlavEngelbrektsson i norsk historieforskning, Bergen 2003. Sulla vicenda umana e politica dell’ultimo

ettore per diversiarcivescovo cattolico norvegese è incentrato il romanzo Vieni avanti, principe! (Kom fram, fyrste!,

2004) dello scrittore Edvard Hoem (vd. p. 1272), precedentemente (1993) autore del libretto per
o a Copenaghen l’opera Olav Engelbrektsson musicata dal compositore Henning Sommerro (n. 1952).

Breviarium 76 Vd. il “paragrafo norvegese” (Norgesparagrafen) del suo capitolare del 30 ottobre 1536: “[…]

Kerbriant e Jean perciò abbiamo promesso e assicurato al Consiglio e alla nobiltà del Regno danese che […] il Regno

W.,di Norvegia […] dovrà […] d’ora in poi essere e rimanere sotto la Corona di Danimarca, così come

nst of Håndverk,una delle altre terre, Jutland, Fionia, Selandia o Scania, e d’ora in poi non essere o chiamarsi un

IRegno a se stante, ma una parte del Regno di Danimarca e [rimanere] per sempre sottomesso alla

endorf. Trekk av Corona di Danimarca” (DLO nr. 115). La Norvegia tuttavia mantenne un codice di leggi e

un’amministrazione della giustizia propri. Vd. ØYEN E., “Artikkelen om Norge i Kristian 3’s

-1523) era il piùhåndfestning 1536”, in NHT XXXII, pp. 285-341.

una delle figure 77 In ciascuna di queste località era presente un castello assegnato al rispettivo ‘signore’.

ndipendenza del 78 Vd. sopra p. 465.

na celebre opera 79 Vd. sopra, p. 466.

and Her Family. 80 DLO nr. 116.

tory. Studies in 81 Si tratta di Olav Rognvaldsson (Ólafur Rögnvaldsson, data di nascita ignota, in carica dal 1458

al 1495, anno della morte) e di Gottskålk Nikulåsson (Gottskálk Nikulásson, nato nel 1469, in carica

ente fortezza didal 1496 al 1520, anno della morte) che dopo la riforma fu ricordato come “lo Spietato” (inn

grimmi). Sebbene solo al secondo sia stato attribuito un soprannome che ne sottolinea la tirannica

condotta, il suo predecessore è ricordato come il più avido e dispotico vescovo che ci sia mai stato

nel Paese.

erkebiskop Olav 82 Costui era figlio del vescovo norvegese Gottskålk Spietato Nikulåsson (cfr. nota precedente),

litica dell’ultimoma non era un ecclesiastico; vd. oltre p. 525.

om fram, fyrste!, 83 Anche Gissur Einarsson fu attivo nella traduzione di testi utili alla diffusione della riforma.

del libretto perAltri promotori del luteranesimo in Islanda furono Gísli Jónsson (vd. p. 609), che sarebbe in seguito
divenuto vescovo di Skálholt e Jón Bjarnason (1514-1576) che avrebbe preso parte attiva nella

obre 1536: “[…]decisione di far decapitare il vescovo cattolico Jón Arason (vd. poco oltre).

he […] il Regno 84 Vd. p. 465.

marca, così come 85 Da sottolineare che in tale occasione nessuno trovò il coraggio di chiedere che fossero

o chiamarsi unsottoposti a giudizio gli autori della devastazione del convento di Viðey, seppure poi – come si è

sottomesso alladetto – alcuni si prendessero feroce vendetta. Lo sdegno degli Islandesi fu semplicemente espresso in

dice di leggi euna lettera (15 luglio 1539), inviata al re danese dal vescovo di Skálholt (DI X, pp. 444-447).

e i Kristian 3’s 86 Sebbene non avesse subito la medesima sorte di quello di Viðey, il convento di Helgafell era

decaduto e i suoi possedimenti erano stati incamerati dalla Corona danese.

87 Sulla vicenda di Jón Arason, che tanta eco doveva lasciare nel suo Paese sono incentrati diversi

testi letterari: così la tragedia di Matthías Jochumsson (vd. p. 1076), Jón Arason (1900); la storia

scritta da Torfhildur Þorsteinsdóttir Hólm (vd. p. 1077), Jón biskup Arason; il romanzo (in danese) di

Gunnar Gunnarsson (vd. p. 1167), Jon Arason (1930) e infine quello, assai più recente, di Ólafur

n carica dal 1458 Gunnarsson (vd. p. 1280, nota 220) L’ascia e la terra. Romanzo storico sul vescovo Jón Arason e i

l 1469, in caricasuoi figli (Öxin og jörðin. Söguleg skáldsaga um Jón biskup Arason og syni hans, 2003).

inn 88 Vd. Biskupa sögur, gefnar út af Hinu íslenzka bókmenntafèlagi [sic], II: II, Kaupmannahöfn

inea la tirannica1867, pp. 315-508; cfr. nota 158.

e ci sia mai stato 89 Vd. p. 325.

90 DLO nr. 117. Come è noto San Giovanni Battista era morto per decapitazione. Si confronti

nota precedente), nello stesso gruppo di racconti un altro sogno della madre di Jón Arason, nel quale le era prefigurato

il destino del figlio nella diocesi di Hólar (ibidem, pp. 421-422).

ne della riforma. 91 I luterani si dimostrarono particolarmente aggressivi nei confronti dei frati mendicanti, assai

arebbe in seguitoinvisi alla popolazione.


arte attiva nella 92 Vd. pp. 608-609.

93 Vd. 8.2.5.3.

94 Vd. 9.2 e 9.2.1.

dere che fossero 95 Nato a Varberg (nell’attuale regione svedese di Halland) Poul Helgesen aveva studiato a Skara

poi – come si èed era poi stato attivo a Copenaghen. Lì, con l’aiuto del sovrano, i carmelitani avevano aperto un

mente espresso in collegio per gli appartenenti all’ordine che erano iscritti all’università: nel 1519 Poul Helgesen ne

divenne direttore ricoprendo anche un insegnamento nell’ateneo.

di Helgafell era 96 Tuttavia, ancora nel 1526 egli tradusse in danese con il titolo Un insegnamento cristiano (Een

cristelig vnderwyszningh) il Libretto di preghiere di Lutero (Eyn Bettbüchlein, nell’edizione del

incentrati diversi1522), premurandosi comunque nella premessa di insistere sulla propria estraneità alla dottrina

(1900); la storiariformata, il che lo aveva indotto a modificare il testo.

zo (in danese) di 97 Per via dei violenti attacchi contro Cristiano II i suoi incarichi (vd. sopra, nota 95) vennero

ecente, di Ólafur revocati: dopo di ciò egli riparò (a quanto pare) nello Jutland per sfuggire all’ira del re. Di lì sarebbe

o Jón Arason e itornato (riprendendo l’insegnamento universitario e divenendo provinciale dei carmelitani per il

Nord) dopo l’ascesa al trono di Federico I, che tuttavia, come si è visto (cfr. sopra, pp. 462-464; cfr

Kaupmannahöfnnota 101) aveva dal punto di vista religioso un atteggiamento ambiguo. Seppure fra difficoltà e

polemiche Poul Helgesen avrebbe portato avanti la sua battaglia, tuttavia dopo gli eventi che

condussero alla nomina di Cristiano III egli scompare quasi improvvisamente di scena, forse riparato

one. Si confrontiall’estero. La sua morte è in ogni caso certamente posteriore al 1534: in questa data si interrompe una

e era prefiguratosua opera in latino comunemente nota come Cronaca di Skiby (Chronicon Skibyense), dal nome del

luogo (Skiby/Skibby in Selandia) in cui il manoscritto è stato ritrovato nel 1650 dietro un muro

mendicanti, assaiall’interno di una chiesa. Su Poul Helgesen come storico vd. RÜBNER JØRGENSEN K., “Paulus Helie

som humanistisk historieskriver”, in MØLLER JENSEN J. – BISGAARD L. ET AL. (red.), Renæssancen i


svøb. Dansk renæssance i europæisk belysning 1450-1550, Odense 2008, pp. 150-171. La profonda

antitesi tra la concezione di Poul Helgesen e quella di Cristiano II si rileva anche nel rifiuto da lui

opposto alla richiesta del sovrano di tradurre Il principe di Machiavelli (vd. SPH VII, p. 6),

studiato a Skara proponendo piuttosto la presentazione della versione danese della Institutio principis erasmiana (En

evano aperto uncristhen førstis lære, 1522), un testo che egli avrebbe in seguito pubblicato a Roskilde (Een christen

oul Helgesen ne Furstis Wnderwiisning oc Lære) nel 1534, non a caso l’anno in cui veniva incoronato re di

Danimarca il luterano Cristiano III. Dell’opera di Erasmo conosciamo anche una rielaborazione

Eensvedese curata dal capellano e poi vescovo Peder Månsson (latinizzato in Petrus Magni, morto nel

nell’edizione del1534, su cui cfr. p. 628, nota 472) che porta il seguente titolo: Questo libro è scritto in svedese per la

eità alla dottrinabuona istruzione dei probi giovani fanciulli di buona famiglia (Ärligom, welbördigom, vungom

barnom till godh lärdom schriffs thenne bock på swensko) e verosimilmente redatta nel corso del

nota 95) vennero lungo periodo in cui egli fu a Roma (1508-1524). Secondo K. Rübner Jørgensen (“Paulus Helie og

re. Di lì sarebbePeder Månsson. To 1500-tals oversættere af Erasmus ‘Institutio principis christiani’, in ANF CXV

armelitani per il [2000], pp. 203-232) il testo svedese è, in realtà, la ripresa in forma abbreviata della traduzione di

pp. 462-464; cfr Poul Helgesen.

fra difficoltà e 98 Si veda in proposito il testo riportato a p. 467.

o gli eventi che 99 Tra le numerose satire riconducibili al periodo della riforma non ne manca una intesa a

na, forse riparato diffamare proprio Poul Helgesen: Un componimento sui nemici della parola di Dio e in particolare il

i interrompe una lettore Poul voltagabbana che fu un buon compare di Staagefyr nel parlamento di Copenaghen (En

), dal nome del viise om gudtz ordß fiender oc serdeles Lectorr Powel wendekaabe som wor staagefyr een godt

dietro un muro stolbroder i then herredag i Køpenhaffuen; il termine lektor fa riferimento al grado accademico).

K., “Paulus HelieQuesta satira in versi fa parte di un gruppo di quattro componimenti di ignoto autore stampati a

Renæssancen iMalmö nel 1530 e nei quali è efficacemente riflesso lo spirito della violenta polemica che
71. La profondacontrapponeva i seguaci della vecchia e della nuova dottrina. Il riferimento del titolo è alla seduta del

nel rifiuto da lui parlamento tenuta a Copenaghen in quello stesso anno (vd. p. 463) alla quale partecipò Niels

VII, p. 6), Stagefyr (o Stagefuhr, Stagebrand), forse un teologo di Colonia al quale, insieme ad altri, i vescovi

En cattolici avevano affidato la difesa delle loro posizioni (vd. però ANDERSEN 1954 (C.8.1), p. 48, nota

Een christen17; e inoltre la breve nota di SIMONSEN D., “Dr. Stagefyr – Stagebrand”, in KSam IV, [1907-1909],

ncoronato re dipp. 385-386 e RASMUSSEN J. NYBO, “Herborn og Stagefyr”, in KSam VI: 1 [1966], pp. 44-60).

a rielaborazione 100 In realtà al ritorno da un soggiorno a Wittemberg, avendo manifestato inclinazioni luterane,

, morto nelHans Tausen era stato inviato a Viborg per essere rieducato nella dottrina tradizionale: quel luogo

in svedese per la divenne invece il punto di partenza della sua attività di diffusione delle nuove idee religiose.

rdigom, vungom 101 Queste scelte appaiono del resto coerenti con l’atteggiamento del sovrano, il quale –

tta nel corso del nonostante si fosse formalmente impegnato a difendere la Chiesa cattolica – non si faceva riguardo a

“Paulus Helie ogdimostrare le proprie simpatie luterane.

CXV 102 Basti qui ricordare un episodio riferito da Poul Helgesen (Cronaca di Skiby, pp. 120-121)

lla traduzione diavvenuto a Copenaghen il 27 dicembre 1530 (l’indicazione dell’anno 1531 che si trova nella fonte è

in effetti da retrodatare; vd. SPH VII, p. 170) quando un gruppo di abitanti della città con alla testa il

borgomastro Ambrosius Bogbinder (morto nel 1536) fece irruzione nella chiesa di Nostra Signora

nca una intesa a(Vor Frue kirke) e si diede alla distruzione delle immagini sacre fino a quando non fu fermato

in particolare ildall’intervento e dalle parole del predicatore (vd. RÜBNER JØRGENSEN K., “Kirkestormen i København

En1530, Kilder og studier”, in Danske Magazin, VIII: 6 [1995], pp. 337-371 e WITTENDORFF A.,

agefyr een godt “Ambrosius Bogbinder og den kristne frihed. Ambrosius Bogbinder”, in OSD, pp. 11-34).

do accademico). L’ascendente esercitato da Hans Tausen fu determinante anche tre anni dopo (1533) quando egli fu

utore stampati aprocessato (con Poul Helgesen come accusatore) per il suo atteggiamento di insubordinazione e

a polemica cheoltraggio nei confronti dell’autorità ecclesiastica, nonché per eresia. Benché ritenuto colpevole la
è alla seduta delconseguente sentenza di morte non fu emessa ed egli venne rilasciato da una giuria fortemente

partecipò Nielsinfluenzata dalle pressioni della folla. Anche la condanna ad astenersi da ogni attività religiosa e ad

d altri, i vescoviallontanarsi dalla Selandia e dalla Scania fu successivamente revocata.

.8.1), p. 48, nota 103 Si vedano a esempio quelle edite in VRT.

V, [1907-1909], 104 Malattia e testamento della messa (Krankheit und Testament der Messe).

105 A quanto pare Hans Tausen fu il primo monaco danese a sposarsi. Questa sua decisione (e

nazioni luterane,comunque tutta la sua attività di diffusore della nuova dottrina) venne duramente attaccata da Poul

nale: quel luogoHelgesen che nella Cronaca di Skiby (p. 108) lo definisce “il primo di tutti i priapisti danesi”

(“omnium priapistarum in Dania primus”). Come opportunamente si fa osservare in PETERSEN –

ano, il quale –ANDERSEN 1932-1934 (B.4), I, p. 248, nota 2, il termine “priapista” non fa soltanto un riferimento

aceva riguardo a (non privo di allusioni oscene) a Priapo, divinità simbolo della potenza sessuale maschile, ma va

anche considerato in opposizione a “papista”. Si sa del resto che Poul Helgesen aveva tradotto in

, pp. 120-121) danese uno scritto contro il matrimonio degli ecclesiastici (il testo è tuttavia andato perduto: vd. SPH

ova nella fonte èIII, pp. 300-301).

à con alla testa il 106 Vd. oltre, 8.2.5.1. Dopo l’Ordinanza del 1537 (che tra l’altro stabiliva che le funzioni religiose

i Nostra Signoradovessero essere svolte in lingua danese) i preti ebbero l’obbligo di procurarsi diversi testi tra cui la

non fu fermatoBibbia, la Confessio augustana, alcuni scritti di Lutero e di Melantone.

men i København 107 Si ricordi qui l’opera di figure come Hermann Tast (1490-1551) a Husum nell’attuale regione

A., tedesca dello Schleswig-Holstein (1522), Claus Mortensen (noto come Claus Tøndebinder, ca.1499-

, pp. 11-34).ca.1576), Hans Tausen e Jørgen Sadolin (ca.1499-1559) a Viborg, Christiern Clausen Skrok (morto

) quando egli funel 1568 ca.) e Peder Laurentsen (o Lauridsen, ca.1485/ 1490-1552) ad Assens, Jørgen Kock (morto

ubordinazione enel 1556) e Hans Olufsen Spandemager (morto nel 1571) a Malmö. Claus Mortensen (Mortensøn, su

uto colpevole lacui vd. ANDERSSON H., “Malmöreformatorn Claus Mortensen 1499-1575”, in Malmö fornminnes-
iuria fortemente förenings årsskrift 1975, pp. 41-58) pubblicò a quanto pare tre edizioni (1528, 1529 e 1543) di un

ità religiosa e adLibro dei salmi e nel 1528 un messale in danese, noto come ‘Messale di Malmö’ (Thet cristelighe

mesße embedhe paa dansche [...]) che sono tra i primi libri di ispirazione luterana comparsi in

Danimarca (vd. Psalmebøger fra Reformationstiden. Udgivne af CHR. BRUUN, Kjøbenhavn 1865-

1866: parte I, “Efterskrift”, pp. 193-200). Nessuna delle edizioni del Libro dei salmi ci è conservata,

sua decisione (e tuttavia possediamo una raccolta del 1533 (che secondo Chr. Bruun sarebbe una copia riveduta e

attaccata da Poul ampliata di quella del 1528; vd. op. cit., parte II, pp. 5-10) nella quale è contenuto un testo dal titolo I

priapisti danesi”dieci comandamenti di Dio, che ci insegnano tutto ciò cui siamo obbligati nei confronti di Dio (De x.

–Guds Budord, som lær oss alt thet wij ere Gud plictige; ibidem, II: pp.120-122, cfr. pp. 162-163) che

o un riferimento si considera opera sua: esso sarebbe, dunque, il primo salmo originale composto in una lingua

maschile, ma va nordica. Sui primi riformatori nella città di Malmö vd. SONNENSTEIN WENDT C., “Om reformatorerna

aveva tradotto ini Malmö och de första lutherska presterna derstädes”, in KSam II (1860-1862), pp. 128-235.

SPH 108 Vd. sopra, p. 465 con nota 18.

109 Cfr. sopra, p. 466.

unzioni religiose 110 Basti pensare a Canuto il Santo o a Canuto Lord (su cui cfr. p. 238, p. 274, p. 332 e p. 392). A

rsi testi tra cui laproposito di Canuto Lord cfr. anche p. 498.

111 Questo testo ci è noto solo da una copia del XVII secolo ritrovata nel 1866 nella Biblioteca

l’attuale regionereale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen. Su Peder Palladius vd. LAUSTEN M. SCHWARZ, Biskop

binder, ca.1499-Peder Palladius og kirken (1537-1560), København 1987.

en Skrok (morto 112 Cfr. oltre, p. 517, pp. 578-579, p. 604 e p. 636, nota 499. Vd. BRANDT C.J., Om Lunde-

gen Kock (mortoKanniken Christiern Pedersen og hans Skrifter, København 1882.

, su 113 Vd. oltre, pp. 608-609.

lmö fornminnes- 114 Vd. sotto, 8.2.5. e 8.2.5.1.


29 e 1543) di un 115 Vd. SJÖSTRAND 19652 (C.9.3), pp.127-129. Complice il disinteresse del re Federico I, l’attività

Thet cristelighe dell’università aveva conosciuto dal 1527 una sorta di paralisi, per via dei timori cattolici di una

ana comparsi ininfiltrazione della nuova dottrina religiosa. Ma già due anni dopo l’Ordinanza del 1537 essa ebbe un

øbenhavn 1865-nuovo statuto (vd. RØRDAM 1868-1877 [C.9.2], I, pp. 21-22 e pp. 44-115). In questa prospettiva va

ci è conservata,considerata anche l’istituzione prevista dall’Ordinanza delle cosiddette ‘scuole di latino’, nelle città:

copia riveduta e nei centri principali esse costituivano il luogo deputato per la formazione del clero luterano mentre

I nelle località di minore importanza spesso ‘regredirono’ a scuole di livello popolare nelle quali

De x. l’insegnamento del latino era in buona parte trascurato (vd. NELLEMANN 1966 [B.8], pp. 32-33; cfr. p.

pp. 162-163) che638, nota 503).

o in una lingua 116 Nel 1543 alla carica di rettore sarà nominato Peder Svave, originario della Pomerania (1492 o

m reformatorerna1496-1552), un erudito strettamente legato a Lutero e a Melantone che era stato precettore del figlio

di Federico I, Giovanni (Hans).

117 Entrambi furono tuttavia al centro di accese dispute teologiche: per questa ragione Niels

Hemmingsen nel 1579 fu addirittura rimosso dall’incarico. Hans Poulsen Resen è considerato il

332 e p. 392). Afondatore dell’ortodossia danese.

118 Su cui vd. pp. 396-397.

nella Biblioteca 119 Tra quelli che possono vantare una migliore qualità letteraria la versione curata da Herman

BiskopWeiger (date ignote) del celebre Romanzo della volpe di tradizione francese che in danese porta il

titolo En Ræffue Bog, la storia di Frate Sbornia (Broder Rus), la Danza della morte (Dødedansen),

Om Lunde-testi ripresi dal retroterra tedesco e, naturalmente, anche la storia dei “sette saggi maestri” che risale a

una tradizione letteraria precedente (cfr. p. 454) ma della cui versione danese (De syv vise mestre)

non resta che un frammento. Per l’edizione dei “libri popolari” danesi vd. EF alla voce folkebøger.

Vd. anche MARELLI 2008.


derico I, l’attività 120 I ‘misteri’ erano la rappresentazione in forma drammatica di episodi biblici, i ‘miracoli’ di

cattolici di una leggende agiografiche. Quando verso la fine del medioevo la componente mondana delle

537 essa ebbe unrappresentazioni venne sopravanzando quella religiosa anche il teatro passò dalla sfera ecclesiastica a

ta prospettiva vaquella laica, sicché ora piuttosto che su argomenti strettamente religiosi si pose l’accento sui valori

tino’, nelle città:morali e nelle ‘moralità’ vennero rappresentati (a scopo educativo) vizi e virtù; d’altro canto le scene

luterano mentredi comicità legate alla figura del demonio o a quella dei buffoni (già presenti nei ‘misteri’) furono la

olare nelle qualibase sulla quale si svilupparono le farse.

pp. 32-33; cfr. p. 121 Vd. p. 638, nota 503. E in effetti, all’inizio, la recitazione era in latino poiché questa attività

faceva parte dell’insegnamento.

merania (1492 o 122 Si può comunque citare qui, quantomeno, un autore come Hieronimus Justesen Ranch (1539-

cettore del figlio 1607), cui si devono opere incentrate sulla figura del re Salomone o di Sansone, così come la farsa

dal titolo L’avaro Niding (Karrig Niding).

ta ragione Niels 123 Vd. oltre, pp. 789-792 e pp. 830-831.

è considerato il 124 Cioè “tu potresti offrirci poco da mangiare”. Il termine stegers, qui tradotto con “cucina”, è

formato da steger “persona che si occupa di arrostire (in generale di “cucinare”) e hus “casa”,

“locale”: significa dunque propriamente “locale in cui si arrostisce [la carne]”; vd. DAHLERUP 1993-

urata da Herman1997 (B.5), XXI, coll. 1111-1112. L’allusione alla ingordigia dei monaci, un vizio ripetutamente loro

n danese porta ilimputato (cfr. p. 454) è qui del tutto evidente.

), 125 [Om] Løgn og Sandhed, str. 9-11 (DLO nr. 118). Sul componimento vd. PALUDAN J., “Visen

estri” che risale aom Løgn og Sandhed”, in DS 1912, pp. 76-86 e MEISLING P., “Den fortsødte Sandhed. Om DV9

)Løgn og Sandhed”, in DS 1985, pp. 25-56.

folkebøger. 126 Vd. sopra, p. 472.

127 Di Peder Galle è ignoto l’anno di nascita. Si sa che era di famiglia nobile, che aveva studiato a
i, i ‘miracoli’ di Rostock e successivamente soggiornato a Roma. Aveva poi ricoperto diversi incarichi ecclesiastici a

mondana delleUppsala prima di diventare docente presso l’università. La sua morte si colloca tra il 1537 e il 1538.

ra ecclesiastica a La scena che lo vede contrapposto a Olaus Petri è raffigurata in un quadro del 1883 di Carl Gustaf

ccento sui valori Hellqvist (vd. p. 1090) conservato nel Museo nazionale (Nationalmuseum di Stoccolma). È probabile

ro canto le scenetuttavia che al dibattito partecipassero anche altre persone. Vd. testo a p. 522.

isteri’) furono la 128 Come ha mostrato Henrik Schück che ha dettagliatamente analizzato la questione (“Striden

mellan Olavus Petri samt Peder Galle och Paulus Heliæ”, in Samlaren, VII [1886], pp. 49-70, vd. in

hé questa attività particolare p. 62).

129 I contenuti della disputa furono affidati ad alcuni scritti, tra cui meritano particolare attenzione

en Ranch (1539-la Risposta a dodici quesiti […] (Swar påå tolf spörsmål […], 1527) di Olaus Petri (che contiene

osì come la farsaanche le osservazioni di Peder Galle), la Risposta a Re Gustavo (Svar til Kong Gøstaff, 1528) di Poul

Helgesen, nella quale egli polemicamente pone a sua volta al re dodici domande, e la replica a questo

scritto (Una modesta lettera aperta a Poul Helgesen […]) da parte di Olaus Petri (Jtt fögho

con “cucina”, èSendebreff Til Paulum Helie […], 1528). Una sintesi della questione si trova in SPH VII, pp. 51-53.

“casa”, 130 Vd. WARNE A., “Den svenska folkundervisningen från reformationen till 1809”, in

1993-FREDRIKSSON V. (red.), Svenska folkskolans historia, I, Stockholm 1940, pp. 89-90.

petutamente loro 131 Questa regolamentazione è contenuta all’interno dello statuto ecclesiastico emanato in

quell’anno (cfr. sopra, p. 478): esso fa riferimento all’insegnamento in diversi punti, in particolare

J., “Visentuttavia in due paragrafi dal titolo Sulle scuole (Om Scholar) e (assai dettagliato) Ordinanza su come

ndhed. Om DV9si deve studiare nelle scuole (Ordning huru läsas skal vti Scholarna; ed cit., pp. 173-193); vd.

SJÖSTRAND 19652 (C.9.3), pp. 97-101. Per l’ordinamento scolastico contenuto nella versione

manoscritta del 1561 (cfr. nota 56) vd. SAL I-III, pp. 3-24. Le norme dispongono come suddividere

aveva studiato agli alunni in base alle loro conoscenze pregresse e impostano l’insegnamento soprattutto sul latino e
hi ecclesiastici asulla religione. In generale su questa prima regolamentazione scolastica svedese vd. HALL B.R., Om

l 1537 e il 1538.Sveriges första läroveksstadga. Studier rörande reformationstidens skola och skolfrågor (= Årböcker

3 di Carl Gustafi svensk undervisningshistoria, 1921: 1). Nella Nova Ordinantia ecclesiastica del 1575 sarà

ma). È probabilenaturalmente ripreso il ‘tema scolastico’, auspicando la fondazione a Stoccolma di una schriffue

schole (cioè “scuola per [l’apprendimento] della scrittura”) e anche di una scuola per ragazze (pijge

estione (“Stridenschola); ed. cit., p. 348.

pp. 49-70, vd. in 132 Per l’ordinamento scolastico del 1611 vd. SAL I-III, pp. 25-40; per quello del 1649, ibidem,

pp. 42-111; per quello del 1693 (il primo a introdurre una sorta di esame di maturità) vd. SAL IV-VI,

colare attenzionepp. 1-15. Per un sunto della situazione delle scuole svedesi vd. SCHÜCK – WARBURG 19853 (B.4), II,

tri (che contienepp. 102-106 e pp. 152-154.

, 1528) di Poul 133 Vd. ANNERSTEDT 1877 (C.7.3), pp. 43-44.

replica a questo 134 Vd. oltre, pp. 570-571 con note relative.

Jtt fögho 135 Del resto il riformatore svedese per eccellenza, Olaus Petri, aveva studiato a Lipsia e

Wittemberg.

till 1809”, in 136 Ancora nel 1600 tuttavia Laurentius Paulinus Gothus (1565-1646), nominato professore di

teologia all’Università di Uppsala, aveva inaugurato il suo insegnamento con una prolusione, tenuta

ico emanato inil 23 maggio, nella quale riaffermava la necessità che qualsiasi disciplina dovesse essere asservita

ti, in particolareall’insegnamento teologico, considerato assolutamente centrale (vd. LUNDSTRÖM H., Laurentius

dinanza su comePaulinus Gothus, hans lif och verksamhet (1565-1646), Uppsala 1893-1898, I, pp. 75-80, le

p. 173-193); vd.indicazioni relative al testo di questo discorso a p. 38-39, nota 3); cfr. p. 629, nota 474 e p. 800, nota

nella versione518.

ome suddividere 137 Nel 1604 (il 12 settembre) egli, assumendo l’incarico di docente, pronunciava un discorso dal

tutto sul latino e titolo Orazione sull’utilità e al contempo sulla necessità dell’istruzione e delle scuole (Oratio de
Om Literarum et Scholarum Utilitate simul ac Necessitate) nel quale sono esposti i princìpi che lo

Årböckeravrebbero guidato nella sua opera pedagogica. A lui si deve, tra l’altro, la fondazione del primo

del 1575 sarà ginnasio e della prima scuola femminile svedesi (1623 e 1632, rispettivamente). Su di lui vd.

schriffueSCHEFFER H., Johannes Rudbeckius. En kämpagestalt från Sveriges storhetstid, Stockholm 1914.

pijge 138 La situazione della stampa, del mercato librario e della censura durante il regno di Gustavo e

dei suoi figli è dettagliatamente analizzata in SCHÜCK – WARBURG 19853 (B.4), II, pp. 50-56.

ibidem, 139 Per l’edizione dei “libri popolari svedesi” vd. Svenska folkböcker (SAHLGREN 1946-1956).

IV-VI, 140 Di diverso parere è tuttavia E. Noreen (vd. “Tobie commedia”, in Göteborgs Handels- och

(B.4), II, Sjöfarts-Tidning, 13 marzo 1940, p. 3).

141 Vd. oltre, pp. 580-581.

142 Il tema della vecchiaia si ritrova già in testi poetici tedeschi e danesi del XV secolo, così come

in un componimento dal titolo Poesia sulla vecchiaia (Ellikvæði) attribuito al poeta islandese Jón

diato a Lipsia eHallsson (ca.1470-ca.1540).

143 DLO nr. 119.

ato professore di 144 Vd. EKROLL 2000 (C.4.3).

rolusione, tenuta 145 Ciò conosce anche un riflesso sul piano artistico in quanto il rifacimento degli edifici religiosi

essere asservitasecondo i canoni luterani non avvenne prima del XVII secolo; in questo periodo si colloca il

Laurentiuscosiddetto “rinascimento di Stavanger”, in quanto le chiese di quella diocesi furono artisticamente

, pp. 75-80, lerinnovate da abili artisti (vd. KLOSTER R., Stavangerrenessansen i Rogalands kirker, Stavanger

74 e p. 800, nota1936).

146 Per questa ragione, evidentemente, le opere a stampa che circolavano nel Paese erano tutte

a un discorso dalprodotte all’estero. Cfr. sopra, nota 70 (cfr. anche l’ordinanza relativa all’assunzione di un ‘libraio’

Oratio deper la diocesi di Oslo e Hamar: WINGE 1988 [Abbr.], nr. 336, 2 gennaio 1575, p. 132). Il primo
princìpi che lo tipografo a ottenere il ‘privilegio’ per aprire una stamperia in Norvegia fu il danese Tyge Nilsson

zione del primo (nato tra il 1600 e il 1610, morto nel 1687) che giunse a Christiania (Oslo) nel 1643, rimanendovi

). Su di lui vd.tuttavia (a causa di questioni processuali) solo un anno; una seconda stamperia fu aperta nel 1647,

una terza nel 1656. Bergen ebbe la sua prima officina tipografica nel 1721, Trondheim nel 1739; vd.

gno di Gustavo eRIDDERSTAD 2005, p. 1247. Un’indagine approfondita sulla storia del mercato librario in Norvegia è

stata svolta da H.L. Tveterås (Geschichte des Buchhandels in Norwegen, Wiesbaden 1992 =

Geschichte des Buchhandels, herausgegeben von H.G. GÖPFERT – A. MARTINO ET AL., V), il quale ha

gs Handels- ochrilevato la presenza di ‘librai’ (verosimilmente ambulanti) nel Paese fin dal 1533. Per notizie

dettagliate sugli inizi della stampa in Norvegia si rimanda dunque a questo lavoro, in particolare alle

pp. 5-17.

ecolo, così come 147 Vd. p. 638, nota 503.

ta islandese Jón 148 Vd. HEFFERMEHL 1913 (B.8), pp. 62-63.

149 Vd. oltre, 8.2.5.3.

150 Vd. p. 483.

151 Vd. p. 496.

i edifici religiosi 152 Vd. pp. 479-480.

do si colloca il 153 Cfr. p. 479 con nota 63.

no artisticamente 154 Vd. oltre, p. 593.

, Stavanger 155 Altrimenti noto come il Libro del capitolo di Bergen (Bergens Kapitelsbok).

156 Nella sua Storia ecclesiastica d’Islanda il vescovo Finnur Jónsson (vd. p. 727) osserverà che

Paese erano tutte dopo la riforma “[…] si trovavano molto pochi che volessero istruire nelle lettere i figli e i minori

ne di un ‘libraio’loro affidati, inoltre in tutta l’Islanda non c’era una scuola pubblica, nella quale i giovani potessero

p. 132). Il primoessere formati, e quei pochissimi che erano in grado di insegnare qualcosa a vantaggio della religione
se Tyge Nilssonluterana, la vedevano di malocchio. Per di più a questo problema si aggiunse una notevole penuria di

43, rimanendovi libri […]” (DLO nr. 120).

aperta nel 1647, 157 Vd. oltre, pp. 551-552.

im nel 1739; vd. 158 I versi attribuiti a Jón Arason sono raccolti in Biskupa sögur, gefnar út af Hinu íslenzka

io in Norvegia è bókmenntafèlagi [sic], II: III, Kaupmannahöfn 1878, pp. 509-595. Qui sono compresi anche i suoi

esbaden 1992 =componimenti di carattere religioso.

, V), il quale ha 159 Si vedano, tra l’altro, il breve testo Sulla stamperia in Islanda ai tempi del vescovo Jón (Um

533. Per notizieprentsmiðju á Íslandi í tíð Jóns biskups) in Söguþættir og ættartölur Jóns biskups Arasonar (Biskupa

n particolare allesögur, II: II, pp. 440-442; per l’indicazione bibliografica vd. nota 88) e gli Annali islandesi di Björn

Jónsson di Skarðsá (pp. 67-68). Vd. HERMANSSON H., “Introduzione” a Guðspjallabók 1562, Bishop

Ólafur Hjaltason’s Ritual (Breiðabólsstaður, Jón Matthiasson, 1562), Facsimile Edition with an

Introduction in English and Icelandic, Copenhagen 1933, pp. 5-17 (in lingua inglese) e pp. 27-38 (in

lingua islandese) e FRANZSON BJ., “Jon svenske och det första tryckeriet på Island”, in NTVKI XXIX

(1953), pp. 190-193.

160 Essi sono conservati nella Biblioteca reale (Kungliga biblioteket) di Stoccolma; si tratta in

sostanza di una versione del Breviarium nidrosiense stampata presso la diocesi islandese di Hólar (e

detta perciò Breviarium holense; vd. COLLIJN I., “Två blad af det förlorade Breviarium nidrosiense,

Hólar 1534”, in NTBBV I [1914], pp. 11-16). Cfr. nota 70.

161 Vd. in proposito STEFÁNSSON BJ.S., “Íslenzkt guðspjallarit Jóns biskups Arasonar”, in Saga

7) osserverà cheXXVIII (1990), pp. 176-178.

i figli e i minori 162 La sua data di nascita è incerta: 1481, 1484, 1491 o 1492. Morì nel 1569.

iovani potessero 163 E tuttavia a Hólar fu stampato nel 1578 anche il primo libro islandese di carattere laico, il

io della religionecosiddetto Jónsbók (cfr. p. 384). Vd. “Guðbrandur Þorláksson, biskup”, in BR, pp. 9-12 e anche
tevole penuria diPÉTURSSON E.G., “Guðbrandur Þorláksson og bókaútgáfa hans”, in Landbókasafn Íslands. Árbók, X

(1984), Reykjavík 1986, pp. 5-26.

164 Vd. oltre, p. 526.

af Hinu íslenzka 165 In realtà il titolo è almeno in parte fuorviante, in quanto esso contiene per la gran parte testi in

resi anche i suoiprosa.

166 Nel testo Guðbrandur Þorláksson usa il termine “norreno” (su cui vd. pp. 157-158).

Um 167 Vd. p. 396, nota 270 e p. 426.

Biskupa 168 Il termine islandese mansǫngr “canto d’amore” è legato a contesti magici: vd. p. 434 con nota

di Björn 401.

ók 1562, Bishop 169 Letteralmente Afmors Vijsur (afmorsvísur) andrebbe tradotto con “canzoni d’amore”. Tuttavia

Edition with anva rilevato che mentre il composto mansǫngvar (sing. mansǫngr) fa riferimento a composizioni di

) e pp. 27-38 (intipo magico intese a suscitare l’amore di una donna (cfr. nota precedente) qui il termine afmor – che

XXIX risale al latino amor – ha piuttosto il senso di “amore carnale” ed è più tardi inteso in senso

lussurioso e osceno.

olma; si tratta in 170 Vd. p. 202 con nota 404.

ndese di Hólar (e 171 DLO nr. 121-125.

ium nidrosiense, 172 Alla morte di Gustavo Vasa (1560) il Regno svedese avrà confini ben definiti nelle zone

centrali e meridionali (dalle quali restavano escluse regioni dell’attuale Svezia come Scania,

Saga,Blekinge, Halland a sud e Bohuslän, Jämtland, Härjedalen a ovest). I confini delle regioni

settentrionali resteranno invece incerti in quanto non chiaramente definiti da alcun trattato. Lo stesso

si può dire della linea di demarcazione dal territorio russo che – a parte le statuizioni dell’accordo di

carattere laico, ilpace di Nöteborg (per altro oggetto di disputa; cfr. p. 351, nota 93 e p. 378 con nota 206) – rimarrà

p. 9-12 e anchesostanzialmente imprecisata almeno fino al trattato di pace di Teusina (cfr. pp. 556-557 con nota
, X 123).

173 Oggi essa fa parte del territorio della Federazione Russa, non lontano dal confine con la

Finlandia.

gran parte testi in 174 Questa scuola era stata fondata nella seconda metà del XIII secolo per rispondere alle esigenze

formative legate al funzionamento della diocesi.

175 Nel 1723 il vescovato di Viborg sarà trasferito a Borgå (finnico Porvoo) in Nyland e con esso

il ginnasio.

. p. 434 con nota 176 Qui a esempio i vescovi conservarono sotto molti aspetti una posizione di prestigio e la

successione apostolica (cioè l’ordinazione di nuovi sacerdoti solo da parte di consacrati) fu

amore”. Tuttavia mantenuta. Del resto le vicende della Corona svedese con l’ascesa al trono di sovrani come Giovanni

composizioni diIII (che tra l’altro era stato governatore e duca di Finlandia) e Sigismondo, entrambi favorevoli al

– checattolicesimo, non avevano mancato di far sentire i loro effetti anche da questo punto di vista.

inteso in senso 177 Cfr. p. 1351 con nota 3.

178 La decisione di istituire questo prestigioso monastero brigidino (1438) si deve al potente

vescovo Magnus Tavast (Magnus Olai Tawast, vd. pp. 1357-1358). A lui si deve anche la

ristrutturazione e la fortificazione del castello di Kustö, non lontano da Åbo, residenza dei vescovi

finiti nelle zone finlandesi per tutto il medioevo.

a come Scania, 179 La prima traduzione in lingua finnica della Bibbia preparata da una commissione coordinata

ni delle regionidal vescovo Isak Rothovius (1572-1652) è del 1642: si tratta di una pubblicazione molto curata, non

rattato. Lo stessocerto intesa per un uso ‘popolare’. Nel 1685 uscirà una nuova edizione (destinata a una maggiore

i dell’accordo didiffusione) rivista dal vescovo di Turku Johannes Gezelius (cfr. p. 575) e da Henricus Matthiae

a 206) – rimarràFlorinus (ca.1633-1705; cfr. p. 606).

56-557 con nota 180 Di grande importanza per la lingua finnica è anche il codice (completato nel 1546) compilato
dal vicario e pedagogo della città di Raumo Mathias Johannis Westh (morto nel 1549): in esso è

l confine con lacompresa la traduzione della messa in lingua finnica. Questo testo tuttavia fu pubblicato per la prima

volta solo nel 1893 da E.N. Setälä e K.B. Wiklund nella prima parte dell’opera Memoriali della

ere alle esigenzelingua finnica, una raccolta che contiene antichi manoscritti finnici (Monumenta lingvae fennicae /

Suomen kielen muistomerkkejä, Helsingissä 1893).

yland e con esso 181 Vd. oltre, p. 626.

182 A parte un messale destinato alla diocesi di Åbo che venne stampato a Lubecca da

di prestigio e la Bartholomäus Ghotan (morto nel 1494), dopo che egli era tornato da Stoccolma (DAHL – ROSENKILDE

i consacrati) fu 1957 [C.7.3], coll. 45-46).

i come Giovanni 183 Vd. sopra, 8.1.1.

mbi favorevoli al 184 Thet Nøye Testamenth. La traduzione era accompagnata da una lettera di Hans Mikkelsen,

nella quale si tessevano gli elogi del sovrano e si equiparavano i nemici del luteranesimo ai nemici

del re. Questa lettera destò vivaci reazioni (vd. tra l’altro il brano riportato a p. 467 con nota 22).

deve al potente 185 Hans Mikkelsen (Hans Michelssøn, morto nel 1532), già borgomastro di Malmö, fu fedele

deve anche la seguace del re Cristiano II che accompagnò nell’esilio; Christiern Winter (date di nascita e di morte

enza dei vescoviignote), segretario, istitutore e poi dottore in giurisprudenza e medicina, fu come Hans Mikkelsen un

fedele seguace di Cristiano II; Henrik Smith (o Smyth, Smid, morto nel 1563), umanista originario di

sione coordinataMalmö, studiò all’estero (Rostock) e lavorò in seguito come segretario di Hans Mikkelsen.

molto curata, non 186 Det Ny Testamente Jhesu Christi egne ord oc Euangelia. Su Christiern Pedersen vd. pp. 496-

a una maggiore497, pp. 578-579, p. 604 e p. 636, nota 499.

enricus Matthiae 187 Vd. p. 496.

188 Un testo che sarà proibito ristampare senza il permesso del sovrano (vd. DKL I, nr. 267, 26

1546) compilatogiugno 1550, pp. 299-300). Tra le versioni precedenti la pubblicazione dell’intera Bibbia in lingua
1549): in esso èdanese merita una citazione la traduzione dei Libri di Mosè, curata da Hans Tausen (vd. pp. 493-494

cato per la primacon note relative) e uscita a Magdeburgo nel 1535 (Det gamle testamente […]). Un lavoro di

Memoriali della traduzione delle Sacre Scritture in tempi precedenti la riforma è tuttavia ben testimoniato (vd.

ngvae fennicae /PETERSEN – ANDERSEN 1932-1934 [B.4], I, pp. 105-106). Della Bibbia ci sarebbero state in seguito

edizioni ulteriori, in particolare quella del 1607 di Hans Poulsen Resen (su cui vd. p. 497) che

tradusse il testo direttamente dal greco e dall’ebraico; nella revisione di Hans Svane (su cui cfr. p.

o a Lubecca da 545, nota 67) essa sarebbe stata pubblicata nel 1647 e rimasta in uso fino alla prima metà del XX

OSENKILDEsecolo.

189 Fin dai primissimi anni della riforma il canto dei salmi aveva svolto un ruolo di grande

importanza ed erano state pubblicate raccolte di questi testi (vd. PETERSEN – ANDERSEN 1932-1934

Hans Mikkelsen, [B.4], I, pp. 233-236). All’ecclesiastico Hans Thomesen (Hans Thomæsen, 1532-1573) si deve la

nesimo ai nemiciraccolta dei salmi sparsi in diversi testi: nel 1569 egli pubblicava il Libro danese dei salmi (Den

danske Psalmebog), un’opera che sarebbe rimasta in uso fino alla fine del XVII secolo.

Malmö, fu fedele 190 Del resto in una ‘spiegazione’ di alcuni articoli dell’Ordinanza ecclesiastica (12 maggio 1555,

ascita e di mortevd. DKL I, pp. 460-471) era contenuto l’obbligo di disporre di una copia della Bibbia in ogni

ns Mikkelsen unparrocchia (p. 470).

ista originario di 191 Kong Christian den Femtis Danske Lov, emanato nel 1683 (vd. p. 545).

192 Vd. p. 396 con nota 269. La ‘moda’ di raccogliere e trascrivere questi testi si diffuse in

sen vd. pp. 496-Danimarca e in Svezia a partire dalla seconda metà del XVI secolo. La prima raccolta è il cosiddetto

Libro a forma di cuore (Hjertebog), compilato tra il 1553 e il 1555 da Albert Muus, gran cuoco di

corte di Cristiano III, e ora conservato nella Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen

I, nr. 267, 26(Thottske Sml. 1510, 4to).

in lingua 193 Vd. sopra, pp. 497-498.


(vd. pp. 493-494 194 Vd. pp. 578-579.

). Un lavoro di 195 Secondo la suddivisione proposta in SKAUTRUP 1944-1968 (B.5) il periodo del “danese antico”

estimoniato (vd.o “runico” (olddansk o runedansk) va dall’800 al 1100; segue il periodo del “danese medio”

state in seguito (middeldansk) suddiviso in una fase più antica (ældre middeldansk) dal 1100 al 1350 e in una più

vd. p. 497) cherecente (yngre middeldansk) dal 1350 al 1500.

ne (su cui cfr. p. 196 Vd. pp. 789-792 e pp. 830-831.

ma metà del XX 197 Nonostante l’impegno in tal senso dei traduttori della Bibbia (che comunque posero le basi per

una ortografia regolamentata, quantomeno per le opere a stampa) l’adesione a precise norme restò

ruolo di grandeper lungo tempo disattesa da molti (non da ultimo nell’ambiente delle cancellerie). Ma naturalmente

1932-1934gli estensori delle prime opere di carattere grammaticale e linguistico (vd. oltre, pp. 598-600) non

1573) si deve latrascurarono la discussione dei problemi di carattere ortografico.

Den 198 Vd. SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, pp. 168-169.

199 Vd. KARKER 2005 e RUUS 2005.

12 maggio 1555, 200 Lo stød è un’unità soprasegmentale (unità fonologica, come il tono, l’accento intensivo e

in ognialcune articolazioni secondarie, che abbraccia più segmenti) connessa con alcune sillabe (con vocale

lunga o che terminano con consonante sonora) della fonologia danese; non si tratta di un fonema

autonomo. Nella sua forma più comune si realizza come un tipo di fonazione cricchiata (creaky

esti si diffuse invoice, laringalizzazione) applicato ad alcuni segmenti; in una pronuncia enfatizzata può essere

ta è il cosiddettorealizzato anche come un colpo di glottide. L’originaria opposizione tra accenti tonali nordici è stata

s, gran cuoco disostituita nella lingua danese da un’opposizione tra sillabe con e senza stød. Lo stød ha funzione

) di Copenaghen distintiva in quanto molte parole sono differenziate solo sulla base della sua presenza/assenza: si

vedano a esempio løber [’lø: ] “corridore” ≠ løber [‘lø: ] ‘corre’ o ven [‘vεn] ‘amico’ ≠ vend

[‘vεn] ‘gira!’ Si noti che la fonazione cricchiata, laringalizzata (stød) è segnata con il segno diacritico
[O]. Questo fenomeno fonetico verrà per la prima volta rilevato ed esaminato nell’opera del linguista

“danese antico”danese Jens Højsgaard (1698-1773). Vd. HANSEN AA., Stødet i dansk, København 1943 e anche

“danese medio”HEGER S., “Stødregler for dansk”, in DS 1980, pp. 78-99.

350 e in una più 201 A livello parlato esse restano in effetti solo nel dialetto della Scania, conseguenza evidente

dell’influsso dell’area linguistica svedese.

202 Thet Nyia Testamentit på Swensko af år 1526. Questa pubblicazione era stata ‘annunciata’ in

posero le basi perquello che è considerato il primo scritto dei riformatori svedesi, il testo di catechesi dal titolo Un utile

cise norme restò insegnamento tratto dalle [Sacre] Scritture sulla caduta dell’essere umano e su come Dio di nuovo

Ma naturalmentelo salvò (vd. pp. 474-475 con nota 45), riconducibile allo stesso Olaus Petri.

p. 598-600) non 203 È certo comunque che al lavoro contribuirono diverse persone: vd. in proposito la citazione di

una lettera di Laurentius Petri riportata in BERGMAN 19723 (B.5), p. 87.

204 Cfr. pp. 403-404. A una traduzione della Bibbia voluta da Santa Brigida si fa riferimento in

due lettere del vescovo Hans Brask (cfr. sopra, p. 473 con nota 43): questo testo tuttavia non ci è

ento intensivo epervenuto (vd. HSH XVIII, 1833 pp. 295-296).

labe (con vocale 205 Una sorta di ‘rivincita linguistica’ sulla Danimarca si avrà nella seconda metà del XVII

ta di un fonemasecolo, quando in seguito alla conquista delle province danesi situate nella parte meridionale della

creakypenisola scandinava (in primo luogo la Scania) la lingua danese sarà qui in un tempo relativamente

zata può esserebreve (qualche decennio) sostituita dalla svedese. Vd. OHLSSON S.O., Skånes språkliga

ali nordici è stata försvenskning, I-II, Lund 1978-1979; del resto la ‘svedesizzazione’ della Scania rappresenterà un

ha funzione obiettivo perseguito ai più alti livelli politici. Cfr. p. 534, nota 16.

senza/assenza: si 206 Ulteriore testimonianza dell’importanza di questo lavoro per la vita religiosa e sociale svedese

vendè il fatto che nel 1618 il re Gustavo Adolfo II ne disponeva una nuova versione curata dall’erudito

segno diacriticoJohannes Rudbeckius (su cui cfr. p. 503) che tuttavia riproponeva il testo sostanzialmente inalterato:
pera del linguistaBiblia Thet är: All then helgha scrifft På Swensko. Effter förre bibliens text, oförandrat [...] Lo stesso

n 1943 e anchedel resto si può dire (a parte qualche cambiamento nell’ortografia) della Bibbia di Carlo XII,

pubblicata nel 1703 che sarebbe rimasta il testo ufficiale della Chiesa luterana svedese fino al 1917.

guenza evidente 207 Vd. le citazioni riportate in WESSÉN 197510 (B.5), p. 116.

208 Vd. sotto, 9.1.2.

a ‘annunciata’ in 209 Nella seconda metà del XVII secolo compaiono in svedese (naturalmente in particolare negli

Un utileambienti di corte e letterari) prestiti dal francese che in seguito saranno abbandonati; si vedano come

me Dio di nuovoesempi: approchera “avvicinarsi”, iudicera “giudicare”, molestera “infastidire”, pardonera

“perdonare”, persuadera “persuadere”, salvera sig “salvarsi”.

to la citazione di 210 Vd. oltre, pp. 802-803.

211 Vd. p. 470 con nota 31.

fa riferimento in 212 Vd. sopra, p. 501.

tuttavia non ci è 213 Konung Gustaf Is krönika (DLO nr. 126). Si confronti una simile contrapposizione a riguardo

della lingua danese e del latino, secondo quanto riferito in ANDERSEN 1954 (C.8.1), pp. 60-61.

metà del XVII 214 Dal testo intitolato Ragioni per cui la Messa debba essere nella lingua che è comprensibile

meridionale della alle persone comuni, 1531 (Orsack hwar före Messan böör wara på thet tungomål som then menighe

po relativamenteman forstondelighit är; DLO nr. 127).

kånes språkliga 215 Vd. 8.1.3. Assai significativo, da questo punto di vista, il fatto che il re Cristiano IV facesse

rappresenterà un revisionare e tradurre in danese il Codice di Magnus Emendatore di leggi (vd. pp. 368-369), che

sarebbe uscito nella nuova versione, più tardi indicata come Legge norvegese di Cristiano IV

e sociale svedese(Christian IV:s norske Lov), nel 1604.

urata dall’erudito 216 Vd. pp. 419-420.

mente inalterato: 217 Solo nel 1816 verrà fondata la Società biblica norvegese (Det norske bibelselskap). Le sue
Lo stesso prime pubblicazioni saranno tuttavia versioni rivisitate riprese dal danese: così il Nuovo Testamento

di Carlo XII,(Nye Testamente) che reca la data del 1819 (anche se in realtà fu pubblicato l’anno successivo) e

l’intera Bibbia uscita nel 1854. Una vera traduzione norvegese ‘autonoma’ della Bibbia uscirà solo

nel 1904. Va qui tuttavia opportunamente ricordato che nel 1700 ca. il filologo norvegese Jacob

Rasch (1669-1737) aveva tradotto il primo capitolo della Lettera ai Romani nel dialetto di Stavanger

particolare negli (vd. KOLSRUD S., “Eldste nynorske bibeltekst: Jacob Rasch ca.1700”, in Syn og Segn, LXXVII

si vedano come [1950], pp. 97-111).

pardonera 218 Nato a Bergen nel 1684, Ludvig Holberg perse entrambi i genitori quando era ancora

bambino. Di famiglia agiata poté completare gli studi prima presso la scuola della cattedrale di

Bergen poi all’università di Copenaghen. Dopo diversi viaggi all’estero, nel 1717 fu nominato

professore di metafisica (cfr. p. 787, nota 466), più tardi (1720) di retorica e infine (1730) di storia.

Nel 1747 per i meriti acquisiti fu nominato barone. Trascorse l’ultima parte della vita nella sua tenuta

zione a riguardodi Sorø e morì a Copenaghen nel 1754. Su di lui vd. oltre, pp. 789-792 e pp. 830-831.

219 Cfr. p. 426 con nota 376. Tra i migliori compositori di rímur è ricordato il contadino Hjálmar

è comprensibile Jónsson (1796-1875), noto come Bólu-Hjálmar, dal nome dalla fattoria (Bóla nello Skagafjörður) in

om then menighe cui viveva. Su di lui vd. “Bólu-Hjálmar”, in BR, pp. 101-105.

220 Queste ‘canzoni’ sono designate con il nome di sagnadansar (sing. sagnadans). Anche a loro

tiano IV facessefa verosimilmente riferimento il vescovo Guðbrandur Þorláksson quando rimprovera gli Islandesi di

p. 368-369), checoltivare composizioni poetiche sconvenienti (vd. il testo a p. 512). Più tardi si diffonderanno i

di Cristiano IV cosiddetti vikivakakvæði, i “componimenti per il vikivaki”, il più antico dei quali risale ai primi anni

del Seicento. Il termine vikivaki designa un ballo popolare, molto comune in Islanda fino al XVIII

secolo, che si danzava nel corso di una festa che durava diversi giorni.

). Le sue 221 Vd. p. 455 con nota 59.


uovo Testamento 222 Vd. sopra, p. 510 con nota 158.

no successivo) e 223 Vd. nota 142.

uscirà solo 224 In tal senso testimonia Absalon Pederssøn Beyer (su cui vd. p. 593) nella sua opera Sul regno

norvegese Jacobnorvegese: “Inoltre la Norvegia ha assoggettato sotto di sé molti Paesi, il più grande dei quali è

etto di Stavangerl’Islanda, che è suddivisa in due diocesi, che sono Skálholt e Hólar, una per il nord e l’altra per il sud.

, LXXVIIIn quel Paese c’è un popolo valoroso, ardito e franco, adatto a imparare ogni genere di arte, presso

tale popolo è pratica comune che essi insegnano ai propri figli a leggere e a scrivere, sia alle femmine

ando era ancorasia ai maschi, e i ragazzi devono imparare il loro codice delle leggi a memoria […]” (DLO nr. 128).

lla cattedrale di 225 Vd. pp. 486-487.

17 fu nominato 226 Divenuto vescovo di Hólar nel 1571, egli si era procurato i macchinari per la stampa che

(1730) di storia.erano stati di Jón Arason (cfr. pp. 510-511). In tal modo poté dare un importantissimo contributo allo

a nella sua tenutasviluppo della cultura. La Bibbia (nota come Guðbrandsbiblía), fu il primo libro in lingua islandese a

essere pubblicato in Islanda. Il successore di Guðbrandur, Þorlákur Skúlason (1597-1656) fece a sua

ntadino Hjálmarvolta stampare (1644) una versione della Bibbia (nota come Þorláksbiblía) che conobbe diverse

Skagafjörður) inedizioni. In sostanza si tratta di una riproposizione della versione precedente, tuttavia rivista in

relazione alla Bibbia danese.

). Anche a loro 227 Vd. sotto, pp. 551-552.

a gli Islandesi di 228 Tra le innovazioni di maggior interesse va segnalato il cambiamento di significato degli

diffonderanno iantichi pronomi di prima e seconda persona plurale. L’islandese possedeva per entrambi una doppia

ale ai primi anniforma: il duale við “noi due” e þið “voi due” e il plurale vér “noi” (più di due) e þér “voi” (più di

da fino al XVIIIdue). A partire dal XVII secolo le antiche forme del duale vennero sostituendo quelle del plurale che,

in sostanza, scomparvero dall’uso fino a che nel XIX secolo furono riprese come forme di plurale

majestatis.
229 Per indicazioni più specifiche si rimanda a PÉTURSSON M., “The development of Icelandic

from the mid-16th century to 1800”, in BANDLE 2002-2005 (B.5), II, pp. 1258-1269.

Sul regno 230 Vd. oltre gli esempi riportati a p. 826.

ande dei quali è 231 I prestiti vanno riferiti sia all’area basso tedesca sia a quella alto tedesca. Per semplicità

l’altra per il sud.tuttavia ciò non è stato specificato per i singoli esempi. Per più dettagliate informazioni si rimanda

re di arte, pressoalla letteratura critica di riferimento.

sia alle femmine 232 Per comodità sono stati scelti termini che compaiono sia in danese sia in svedese: le due forme

(tranne nei casi in cui siano identiche) sono indicate nell’ordine. Naturalmente in questo contesto ci si

è dovuti limitare nel numero, sicché si forniscono solo pochi significativi esempi tratti da diversi

er la stampa cheambiti semantici.

o contributo allo 233 In alcuni casi termini tedeschi giunsero in svedese per il tramite danese. Dal tedesco sono

ngua islandese aripresi anche i frequenti prefissi an-, be-, er-, for-/för-, e suffissi assai produttivi come, in particolare

1656) fece a sua-isk (ted. -isch), largamente utilizzato negli aggettivi.

conobbe diverse 234 In realtà la parola è attestata in diverse forme e dunque si può pensare anche a una

uttavia rivista inprovenienza dal francese. Vd. HELLQUIST 19803, I, pp. 431-432 e DAHLERUP 1993-1997, IX, col. 1060

(entrambi in B.5).

235 In danese tuttavia già noto in epoca precedente in alcune forme composte, vd. DAHLERUP

significato degli 1993-1997 (B.5), XXI, col. 526.

ambi una doppia 236 Per indicazioni più dettagliate si rimanda a SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, p. 252-260, pp.

“voi” (più di 391-399 e a HELLQUIST 1929-1932 (B.5), II [Lånord], pp. 477-982), amplissima trattazione che

e del plurale che,suddivide i prestiti per area di provenienza con indicazione cronologica. Per una sintesi della

plurale situazione si rimanda a EKBERG 2005, pp. 1308-1311. Un particolare influsso del francese (in

particolare del parigino) sul danese (ma anche sul tedesco e sull’inglese di alcune aree) parrebbe
ment of Icelandicessere, secondo alcuni, il cambiamento di pronuncia della consonante [r] che assumerebbe così la

caratteristica articolazione posteriore di vibrante ulvulare. Questa teoria appare tuttavia poco

sostenibile (vd. SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], II, p. 345).

. Per semplicità 237 In particolare per il danese si veda SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, p. 129 e p. 400; per lo

zioni si rimanda svedese HELLQUIST 1929-1932 (vd. nota precedente), passim (si faccia riferimento alla III parte,

Register, pp. 983-1101).

ese: le due forme 238 Su questi si rimanda in primo luogo a WAHLBERG 2005.

sto contesto ci si 239 Vd. 11.3.3.1 (in particolare p. 944).

tratti da diversi 240 Fra i prestiti la presenza degli aggettivi con il suffisso -ligur, -igur, -ugur è particolarmente

numerosa (vd. PÉTURSSON 2005, p. 1266; a questo articolo in sostanza qui ci si riferisce).

Dal tedesco sono

me, in particolare

re anche a una

97, IX, col. 1060

AHLERUP

p. 252-260, pp.

trattazione che

una sintesi della

del francese (in

e aree) parrebbe
essere, secondo alcuni, il cambiamento di pronuncia della consonante [r] che assumerebbe così la

caratteristica articolazione posteriore di vibrante ulvulare. Questa teoria appare tuttavia poco

sostenibile (vd. SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], II, p. 345).

237 In particolare per il danese si veda SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, p. 129 e p. 400; per lo

svedese HELLQUIST 1929-1932 (vd. nota precedente), passim (si faccia riferimento alla III parte,

Register, pp. 983-1101).

238 Su questi si rimanda in primo luogo a WAHLBERG 2005.

239 Vd. 11.3.3.1 (in particolare p. 944).

240 Fra i prestiti la presenza degli aggettivi con il suffisso -ligur, -igur, -ugur è particolarmente

numerosa (vd. PÉTURSSON 2005, p. 1266; a questo articolo in sostanza qui ci si riferisce).
CAPITOLO 9

Nuovi poteri e nuovi equilibri

9.1. Due potenze contrapposte

Dopo gli anni dei durissimi conflitti che avevano condotto allo scioglimento definitivo

dell’Unione, Danimarca e Svezia si erano, almeno apparentemente, riconciliate. L’interesse

di Federico I e di Gustavo Vasa a far fronte comune contro Cristiano II – il re che in Svezia

era ricordato con l’eloquente appellativo di “Tiranno” (tyrann) – aveva riavvicinato i due

Paesi. Questo riavvicinamento parve consolidarsi quando salì al trono Cristiano III: nel

settembre del 1541 i due sovrani si incontrarono a Brömsebro (al confine tra le regioni di

Småland e Blekinge) e stipularono un patto di collaborazione militare che avrebbe dovuto

vedere alleate per un periodo di cinquanta anni la Danimarca, la Norvegia e la Svezia.1 In

teoria questo patto legava i tre Paesi con vincoli molto più stretti della stessa Unione di

Kalmar: ma le guerre per il predominio che ne seguirono lo videro completamente

naufragare. La questione fondamentale era il dominio sul Mar Baltico, dove era tramontata la

potenza dei Cavalieri dell’Ordine teutonico. In quest’area si contrapponevano gli interessi

commerciali di diversi soggetti: il Gran Principato di Mosca, le città baltiche di Tallin, Riga,

Danzica e Königsberg (che in quest’ottica erano competitrici di Lubecca), il Regno di

Polonia, quello di Danimarca e quello di Svezia. All’interno di quest’ultimo del resto, dopo

la morte di Gustavo Vasa, la situazione era tutt’altro che pacifica. I suoi figli, Erik XIV e il

fratellastro Giovanni duca di Finlandia, erano infatti a loro volta in conflitto per il potere su

quest’area. Nel 1561 Tallin e una parte dell’Estonia furono sottomesse al re Erik che garantì
loro la protezione della Svezia: Giovanni rispose sposando la sorella del re polacco e

rafforzando la sua posizione militare nell’area. Il contrasto portò all’accusa di alto tradimento

nei confronti di Giovanni e al suo imprigionamento nel castello di Gripsholm (1563).2 Nel

mento definitivofrattempo i Danesi avevano stretto un nuovo trattato di amicizia – destinato presto a fallire! –

ate. L’interesse con gli Svedesi (1562) e concluso un patto con i Russi che riconobbero la loro sovranità sulla

e che in SveziaLivonia e sull’isola estone di Saaremaa.3 Del resto la Danimarca aveva sul Baltico una

vvicinato i dueposizione di vantaggio: non solo possedeva l’isola di Gotland ma essendo la Scania parte

istiano III: nel integrante del Regno danese controllava l’importantissima via di passaggio dell’Øresund. A

ra le regioni diparte le regioni finlandesi lo sbocco sul mare del Regno di Svezia era invece limitato a una

avrebbe dovuto sottile striscia di terra tra le coste danesi e quelle norvegesi presso la foce del Götaälv.

InTenuto conto delle ambizioni militari di Federico II (1534-1588, succeduto nel 1559 al padre

essa Unione diCristiano III) e della necessità del re svedese di garantirsi una sicura posizione sul Baltico4 la

completamente guerra (che sarà ricordata come la guerra nordica dei sette anni) fu dunque inevitabile. Essa

ra tramontata lapoi fu complicata dall’intervento di Lubecca, i cui traffici con la Russia erano ostacolati da

no gli interessiErik XIV, e della Polonia che aspirava a estendere il proprio dominio sulle province baltiche:

di Tallin, Riga,entrambe dunque si allearono con i Danesi. Né si deve dimenticare che dopo lo scioglimento

), il Regno didell’Unione di Kalmar il profondo risentimento fra i due Paesi non era affatto sopito, il che si

del resto, doporifletteva, tra l’altro, in una disputa sui rispettivi titoli regali e sull’uso di determinati simboli

i, Erik XIV e ilnegli stemmi araldici. Ma le ragioni sostanziali di predominio marittimo che stanno alla base

per il potere su del conflitto sono immediatamente manifeste in una delle prime azioni d’attacco danesi che

Erik che garantìportò alla conquista della fortezza di Älvsborg, che dominava l’unico accesso svedese al
l re polacco eMare del Nord. La guerra ebbe un andamento complicato da problemi interni ai due Paesi: in

alto tradimentoSvezia la contesa tra Erik e Giovanni, che spodestò dal trono il fratellastro nel 1568;5 in

NelDanimarca i contrasti tra il sovrano e la nobiltà. Il conflitto fu un susseguirsi di successi e

esto a fallire! –sconfitte,6 provocò pesanti devastazioni, che non risparmiarono le regioni norvegesi e

sovranità sullalasciarono un segno profondo nella memoria delle popolazioni, e determinò l’aumento della

ul Baltico unapressione fiscale;7 il tutto senza che si giungesse a un chiarimento: nel 1570 quando fu

la Scania parteconclusa la pace di Stettino, la situazione restò sostanzialmente inalterata e la Danimarca

ell’Øresund. A mantenne il predominio sul Mar Baltico.8 Questa guerra, nella quale erano sfociati rancori a

e limitato a unalungo coltivati che vennero ulteriormente inasprendosi,9 segna l’inizio di una

ce del Götaälv.contrapposizione fra i due Paesi che durerà, con pochi momenti di tregua armata, per molto

el 1559 al padretempo.

la Essa infatti conoscerà nel XVII secolo nuove guerre: dapprima la cosiddetta guerra di

nevitabile. EssaKalmar (1611-1613) iniziata dai Danesi con l’attacco al castello di Kalmar e conclusa con la

no ostacolati dapace di Knäred (in Halland);10 poi la guerra scoppiata nel 1643 con l’aggressione svedese

ovince baltiche:allo Jutland e terminata nel 1645 con la pace di Brömsebro,11 un trattato che garantirà alla

lo scioglimentoSvezia il possesso delle regioni di Jämtland e Härjedalen (la cui sovranità era stata a lungo

sopito, il che sicontesa alla Norvegia), delle isole baltiche di Gotland e di Saaremaa e, per trent’anni, della

rminati simboliregione meridionale di Halland, fino ad allora danese, e inoltre l’esenzione totale dal

stanno alla base pagamento del pedaggio doganale nell’Øresund;12 poi ancora la guerra dichiarata dalla

acco danesi cheDanimarca e dalla Norvegia nel 1657 con l’intento di rifarsi delle perdite precedenti ma

esso svedese alconclusa l’anno successivo con un ulteriore rafforzamento della Svezia che, con la pace di
ai due Paesi: inRoskilde (1658), sottrarrà alla Danimarca la Scania, il Blekinge, il Halland (definitivamente)

ine l’isola di Bornholm e alla Norvegia la regione di Bohuslän e il vastissimo distretto di

si di successi eTrondheim.13 Esito che avrebbe indotto gli Svedesi al tentativo di soggiogare completamente

ni norvegesi el’avversario con una successiva aggressione che portò infine l’assedio a Copenaghen (1658-

l’aumento della1659): tentativo che non riuscì come non riuscì l’attacco alla Norvegia che vide le truppe di

570 quando fuCarlo Gustavo tentare inutilmente di occupare Fredrikshald (odierna Halden in Østfold),

e la Danimarcaimportante centro per il commercio.14 Nel 1675 infine la Danimarca riaprirà le ostilità in

ociati rancori a quella che è ricordata come guerra per la Scania15 con l’intento, inizialmente coronato dal

nizio di unasuccesso, di riconquistare i territori perduti: uno sforzo che tuttavia si rivelerà inutile, visto il

mata, per molto successivo andamento del conflitto e le statuizioni della pace di Lund (1679).16

Questo prolungato conflitto opponeva in realtà due Paesi in situazioni assai diverse.

detta guerra diFortemente indebolita la Danimarca, anche a causa del suo attivo coinvolgimento nella

conclusa con laguerra dei trent’anni nella quale a partire dal 1625 era stata trascinata dal re Cristiano IV

essione svedese(1577-1648)17 che nel 1626 avrebbe subito una personale e pesante sconfitta presso Lutter

e garantirà allaam Barenberg (a sud-ovest di Braunschweig) e di conseguenza (anche per l’occupazione

ra stata a lungo dello Jutland da parte delle truppe tedesche nel 1627) fu costretto a cercare la pace nel 1629

rent’anni, dellacon l’imperatore Ferdinando II (1578-1637).18 Rafforzata al contrario la Svezia e ormai

ione totale dal avviata verso il periodo della sua “grande potenza” (stormaktstiden).19

dichiarata dalla Non di meno l’ambizione al predominio determinò una opposizione che non si manifestò

precedenti masoltanto sul piano militare e politico ma anche su quello del prestigio statale e cercò sostegno

con la pace di nella ricerca storica cui venne affidato il compito di dimostrare l’antichità e dunque
efinitivamente) l’autorevolezza della nazione alla quale, di conseguenza, sarebbe di diritto appartenuto un

mo distretto diindiscutibile primato. In Scandinavia le opere di carattere storico avevano, come si è visto,

completamenteconsolidata tradizione. Ma in questo periodo tale tipo di studi assume particolare importanza

enaghen (1658-divenendo primario strumento culturale di promozione dello Stato, un fattore del quale i

ide le truppe disovrani paiono essere ben consapevoli. Ragion per cui, a esempio, viene istituita sia in

en in Østfold),Danimarca sia in Svezia la carica di “storico ufficiale del Regno”, affidata a personalità di

rà le ostilità insicuro prestigio20 con il compito di sostenere e difendere l’onore e la grandezza della

te coronato dalnazione, mentre tutta una schiera di studiosi ed eruditi appare impegnata, nell’ottica di una

inutile, visto il vera e propria ‘disputa’, in una competizione (parallela a quella politica e militare) per

affermare non soltanto l’antica nobiltà del proprio Paese ma la sua incontestabile supremazia

i assai diverse.rispetto al rivale scandinavo. Uno sforzo che in misura preponderante caratterizza la

olgimento nellastoriografia danese e svedese nel XVI e nel XVII secolo.

re Cristiano IV In Danimarca ci si rifà, innanzi tutto, all’opera di Saxo grammaticus,21 del resto già fatta

a presso Lutter propria dal tedesco Albert Krantz (nato tra il 1440 e il 1445-morto nel 1517) il quale nella

l’occupazione sua storia dei Paesi nordici (Cronaca dei regni settentrionali)22 aveva celebrato la grandezza

a pace nel 1629della nazione danese.23 In Svezia le aspirazioni al recupero di un passato illustre e glorioso

Svezia e ormaiche facesse risalire la nobiltà della patria – attraverso i Goti –24 fino ai tempi e ai personaggi

biblici furono (per certi versi paradossalmente) tradotte in un imponente lavoro da Johannes

on si manifestò Magnus, arcivescovo cattolico costretto all’esilio volontario dalla scelte politiche di Gustavo

cercò sostegnoVasa.25 Riprendendo temi già affiorati in precedenza in opere come la cosiddetta Cronaca in

hità e dunque prosa (Prosaiska krönikan) e la Cronaca del Regno dei Goti (Chronica Regni Gothorum)
appartenuto unscritta da Ericus Olai,26 ma anche in solenni affermazioni di personaggi di rilievo,27 egli

ome si è visto,compose una corposa ed erudita Storia di tutti i re degli Svedesi e dei Goti (Historia de

lare importanza omnibus Gothorum Sveonumque regibus, pubblicata dopo la sua morte dal fratello Olaus nel

ore del quale i1554) destinata a divenire il testo di riferimento su cui misurare la grandezza della nazione

istituita sia insvedese e legittimare le ambizioni dei suoi governanti. I quali, tra l’altro, non esitarono ad

a personalità diaccogliere acriticamente la fantasiosa successione dei sovrani (quasi centocinquanta a partire

grandezza dellada Magog, figlio di Jafet e, dunque, nipote di Noè) da lui proposta:28 sicché, a esempio, i figli

ell’ottica di unadi Gustavo Vasa, salirono al trono con il nome di Erik XIV e Carlo IX, giustificando questa

e militare) per numerazione sulla base dei calcoli di Johannes; in realtà la storia conosce prima di loro solo

bile supremaziaotto re di nome Erik e due di nome Carlo. L’opera di Johannes Magnus conobbe diverse

caratterizza laedizioni e fu tradotta in svedese nel 1620 da Ericus Schroderus (ca.1570-1647)

verosimilmente per incarico del re Gustavo II Adolfo.29

l resto già fatta Nella sua Storia di tutti i re degli Svedesi e dei Goti Johannes Magnus non manca,

7) il quale nellaaccanto all’elogio della nazione svedese, una denuncia delle cattive qualità dei Danesi, non

to la grandezzada ultime quelle relative al loro modo di esprimersi:

ustre e glorioso “E se mancassero tutti gli altri argomenti con cui dimostrare che i medesimi Danesi sono

e ai personaggi bugiardi, senza dubbio i loro terribili giuramenti, che accompagnano quasi a ogni singola parola
con bocca empia e blasfema, dimostrerebbero a sufficienza, che essi sono indotti a mentire da una
ro da Johannes
natura corrotta. In realtà, al modo in cui gli uomini sinceri parlano senza giurare e a essi viene
che di Gustavo
sempre accordata una piena credibilità, così i bugiardi non hanno timore di fare ricorso al nome di
Cronaca in
Dio invano, per procurare alla loro menzogna una qualche apparenza di verità. Né tuttavia in
)
qualsivoglia modo riescono a ottenere che le persone prudenti si affidino alla loro credibilità. Io
egliormai sono giunto a un’età, nella quale mi è già compiuto il settantesimo anno, inoltre ho viaggiato

Historia deper gran parte di tutta l’Europa e là non sono mai stato in nessuna regione, che per ogni dove fosse
abituata a tanti empi giuramenti al modo in cui [fanno] tutti gli abitanti della Danimarca.
atello Olaus nel
Certamente se rivolgi la parola a un contadino e a un cittadino, o ai maggiorenti e ai principi, o ai
a della nazione
loro sacerdoti e Prelati, anche per una cosa di minima [importanza], subito ti dicono, rispondendo
on esitarono ad
con orrendo giuramento: ‘Per Dio è così!’, ‘Per le cinque piaghe di Cristo non è [così]’, ‘Per il
quanta a partire
divin sangue’, ‘Per la morte di Dio non [l’ho] fatto’, e ripetono così frequentemente molti efferati
esempio, i figli
giuramenti simili a questi e [anche] più orribili, che nessuna [persona] avveduta dubiterà che questi
ificando questa
siano uomini assai disposti a qualsiasi menzogna. E non è più raro presso di loro, utilizzare anche in
ma di loro solo cose di minima importanza, la sorprendente testimonianza di mille demoni. Né ritengono decoroso

onobbe diverseparlare come le altre persone, anzi, alla maniera di coloro che soffrono di tosse o formano le parole

(ca.1570-1647)a metà della gola, così pronunciano in modo artificioso sicché distorcendo il labbro superiore verso

il lato sinistro, quello inferiore verso il destro, credono di poter conseguire un particolare

us non manca,apprezzamento grazie alla particolare deformazione della bocca. La lingua tedesca (che non
conoscono) fanno risuonare balbettando, la svedese in verità utilizzano con disprezzo e in maniera
dei Danesi, non
alterata, sicché dai nostri Svedesi viene compresa a malapena.30 Dal momento che noi nominiamo

Giacomo [Iacobum] Iacob, che i Danesi dicono Ippo, Ieppo. Giovanni [Iohannes] dai nostri viene
mi Danesi sono
chiamato Iohan, [ma] i Danesi lo nominano Iusse, Iesse. Nicola [Nicolaus] invece da noi viene detto
i singola parola
Claus e dai Danesi Niss, Nesse: una storpiatura che si trova in molte altre parole, storpiate dalla
mentire da una
falsità dei Danesi.”31
re e a essi viene
Celebrata in patria,32 la Storia suscitò in Danimarca forte irritazione. La
corso al nome di

. Né tuttavia in
contrapposizione, come si è detto, era aspra e alimentata non soltanto dal desiderio di

ro credibilità. Iopredominio ma anche dalle vicende belliche. Seguì dunque dalle due parti tutta una serie di
ltre ho viaggiatoscritti che avevano lo scopo di confutare le affermazioni dell’avversario, puntualizzando le

r ogni dove fosseproprie posizioni e convinzioni con il ricorso all’autorità (vera o presunta) di autori classici e

ella Danimarca.
stranieri, con la citazione di fonti antiche non di rado del tutto inaffidabili o completamente
ai principi, o ai
fraintese,33 con la costruzione di etimologie assolutamente fantasiose34 o talvolta (ma solo
no, rispondendo
con l’aiuto del caso!) corrette, con la produzione di documenti fasulli35 e con
è [così]’, ‘Per il
l’imprescindibile richiamo alla Bibbia che doveva garantire la verità dell’assunto e – al
nte molti efferati
contempo – consacrare la nobiltà della patria. Tra coloro che profusero le proprie energie
biterà che questi
intellettuali in questa disputa vanno certamente citati almeno Claus Christoffersen
ilizzare anche in

engono decoroso
Lyschander (o Lyskander, 1558-1623 o 1624) e Olof Rudbeck (1630-1702). Il primo, che

ormano le paroleebbe la carica di storico ufficiale danese, è autore di un imponente volume sulla genealogia

superiore verso dei sovrani del suo Paese36 nel quale riprendendo anche un documento prodotto da Niels

un particolarePedersen37 fa risalire la stirpe danese (in primo luogo i Cimbri considerati suoi antenati) a un

desca (che nonpronipote di Noè di nome Gomer (che avrebbe dato loro anche il nome!), mentre i Goti

zzo e in maniera
(dunque gli Svedesi) avrebbero preso nome da Guthi che era solo un suo discendente. Il
e noi nominiamo
secondo – certamente più portato agli studi scientifici che a quelli antiquari – arriverà ad
dai nostri viene
affermare che la Svezia era in realtà la patria di tutto il genere umano (e che la lingua svedese
a noi viene detto
era il più antico e nobile idioma), dando vita, addirittura, a una scuola di pensiero.38
, storpiate dalla
Naturalmente accanto a queste opere non mancarono scritti storici fondati su una più

corretta analisi delle fonti e su una più equilibrata valutazione dei fatti: si pensi in primo
rritazione. La
luogo alla Cronaca svedese (En swensk Cröneka) di Olaus Petri che per il suo rigoroso
al desiderio di
moralismo e per l’assenza di qualsiasi concessione alle fantasie patriottarde non dovette certo
tta una serie di
ntualizzando leincontrare il gusto di Gustavo Vasa, seppure non trattasse del periodo del suo regno (la

autori classici enarrazione si ferma infatti al “bagno di sangue di Stoccolma”)39 o all’opera dei danesi Jon

completamenteJacobsen Venusin (morto nel 1608)40 e soprattutto Arild Huitfeldt (1546-1609) autore della

lvolta (ma solo Cronaca del regno di Danimarca (Danmarks Riges Krønike), un voluminoso lavoro

e con(pubblicato in varie parti), scritto in lingua danese e basato su una imponente

assunto e – al documentazione da lui puntualmente presentata in ordine cronologico. Huitfeldt che intende

proprie energiela storia come modello e ‘maestra di vita’ ha lasciato in eredità agli studiosi danesi un

Christoffersenvastissimo materiale di riferimento.41

. Il primo, che Ma il clima culturale del periodo esigeva, come si è detto, un utilizzo diverso della

ulla genealogia materia storica cercandovi il fondamento e la giustificazione dell’azione politica. Non solo:

odotto da Nielsesso voleva mostrare come gli eventi storici si legassero strettamente ai destini dei ‘grandi’ in

i antenati) a un un intreccio che coinvolgeva aspetti religiosi quando non addirittura visionari. Così, a

mentre i Gotiesempio, Gustavo Vasa in un messaggio rivolto ai sudditi della regione di Uppland aveva

discendente. Ilparagonato se stesso a Mosè: come quello aveva salvato i figli di Israele, così egli aveva fatto

i – arriverà ad con il popolo svedese42 e, non a caso, aveva incaricato Peder Swart di redigere una cronaca

lingua svedeseche illustrasse le sue imprese e il suo regno.43 Più tardi Gustavo II Adolfo44 – sostenuto dal

suo vecchio insegnante, l’erudito e visionario Johannes Bureus (1568-1652) – avrebbe

dati su una piùproficuamente sfruttato a fini della propaganda politica la profezia di Paracelso sull’avvento

pensi in primodi un “leone del Nord”.45

il suo rigoroso Come è stato detto in precedenza, la Ansa aveva di fatto a lungo dominato il commercio nel

on dovette certoNord, conoscendo il suo massimo sviluppo alla fine del XIV secolo. Prima del suo declino definitivo
suo regno (la ne sarebbero trascorsi ancora almeno altri due, nel corso dei quali essa avrebbe continuato a

dei danesi Jonrappresentare un fattore di condizionamento nella politica dei Paesi scandinavi estendendo tra l’altro
i propri interessi anche all’Islanda. Di seguito si elencano gli avvenimenti principali a questo
09) autore della
riguardo nel periodo tra il XV e il XVII secolo.
minoso lavoro
1410: scoppia una guerra tra il re Erik di Pomerania e la Ansa: un conflitto che si trascinerà per
una imponente
venticinque anni
eldt che intende
1427 (o 1429): il re Erik di Pomerania istituisce la tassa doganale per il passaggio nell’Øresund
diosi danesi un
(Øresundstolden)

1428: le forze della Ansa attaccano Copenaghen che però riesce a resistere
o diverso della 1432: armistizio fra la Ansa e il re Erik di Pomerania46

tica. Non solo: 1435: trattato di pace tra la Ansa e il re Erik di Pomerania: i privilegi dei mercanti anseatici

i dei ‘grandi’ invengono riconosciuti47

ionari. Così, a 1444-1447: i privilegi dei mercanti anseatici vengono ridefiniti e tuttavia estesi a Oslo e a

Uppland avevaTønsberg, il che permetterà loro di gestire molti commerci nelle regioni orientali della Norvegia48
1455: gli anseatici tedeschi ottengono con la forza un’estensione dei propri privilegi49
egli aveva fatto
1468: con il permesso del re danese Cristiano I i mercanti tedeschi cominciano a visitare
ere una cronaca
l’Islanda50
– sostenuto dal
1475: Cristiano I emana delle disposizioni che favoriscono i commercianti danesi nei confronti di
52) – avrebbe
quelli stranieri51
so sull’avvento
1494: lo zar Ivan III fa chiudere l’ufficio commerciale della Ansa a Novgorod e i commercianti

tedeschi si spostano a ovest, in particolare a Tallin52


l commercio nel
1503: dietro pressione danese la Ansa interrompe i contatti commerciali con la Svezia
eclino definitivo
1508: i commercianti di Rostock insediati a Oslo e a Tønsberg vengono privati dei loro privilegi a
be continuato afavore dei Norvegesi53

ndendo tra l’altro 1509: a Bergen i privilegi commerciali vengono garantiti agli abitanti della città a sfavore dei

ncipali a questoTedeschi54

1510: la Ansa sostenuta dagli Svedesi entra in guerra con la Danimarca ma ne esce pesantemente

si trascinerà persconfitta (1512)

1513: il re danese Cristiano II proibisce il commercio diretto del pesce tra l’Islanda e la

gio nell’ØresundGermania55

1521-1522: nei codici di leggi emanati in questi anni dal re danese Cristiano II sono contenute

disposizioni intese a ostacolare il potere economico delle città anseatiche56

1522-1524: la città di Lubecca è coinvolta nelle lotte tra Gustavo Vasa e i Danesi

ercanti anseatici 1523: rivolta dei mercanti anseatici di Bergen contro i concorrenti norvegesi e scozzesi

1534-1536: la città di Lubecca è coinvolta nella guerra del conte; trovandosi dalla parte degli

tesi a Oslo e asconfitti la Ansa vedrà declinare la sua supremazia sui mercati nordici

1535-1537: l’ufficio dei mercanti anseatici a Bergen perde gradatamente i suoi privilegi57

1544: nel quadro degli accordi di pace conclusi nel corso della dieta di Spira (Speyer) viene

ciano a visitare stipulato un trattato commerciale tra la Danimarca e l’imperatore Carlo V che concede agli Olandesi

libero accesso commerciale sui mari del Nord58

i nei confronti di 1559: il governatore di Bergen impone con la forza ai commercianti anseatici di prendere la

cittadinanza norvegese: molti di loro lasciano la città59

e i commercianti 1560: i commercianti anseatici di Bergen perdono molti privilegi60

1562: il re svedese Erik XIV proibisce ogni commercio a Narva suscitando le proteste di

Lubecca61

ei loro privilegi a 1570: con la pace di Stettino, che pone fine alla guerra nordica dei sette anni, Lubecca perde gran
parte del proprio monopolio commerciale

ttà a sfavore dei 1628: l’ultima nave tedesca raggiunge l’Islanda da Amburgo

1630-1648: in conseguenza dei successi svedesi nella guerra dei trent’anni si afferma il dominio

ce pesantementedi questo Paese sul Mar Baltico con conseguente forte indebolimento delle posizioni delle città

anseatiche

a l’Islanda e la 1669: ultima dieta della Ansa tenuta nella città di Lubecca

9.1.1. La Danimarca e i suoi possedimenti

I sono contenute Dopo la guerra nordica dei sette anni i regni uniti di Danimarca e Norvegia vissero un

quarantennio di pace. Nel 1588, alla morte di Federico II, salì al trono il figlio Cristiano IV

(1577-1648) di soli undici anni. La giovane età del sovrano facilitò naturalmente la reggenza

da parte del Consiglio di Stato e parve così che l’alta nobiltà potesse continuare ad
dalla parte degli
amministrare il Paese, come del resto era avvenuto durante l’ultimo periodo di regno di

Federico.62 Ma Cristiano IV era di carattere autoritario e una volta assunto effettivamente il

potere (1596)63 mostrò una ferma volontà di comando. La sua determinazione e la sua
) viene

de agli Olandesi
ambizione lo videro attivo nei molti campi della politica, spinto anche dal desiderio di

garantirsi una importante posizione nei traffici marittimi sia con le Indie orientali sia con

i di prendere laquelle occidentali. A lui si deve anche una vigorosa iniziativa mercantilistica che mirava ad

arricchire il Paese e, di conseguenza, le casse dello Stato grazie ai proventi delle tasse. Anche

in questo campo tuttavia egli non ottenne grandi successi. Furono però la decisione di
o le proteste di
riaprire le ostilità con la Svezia64 e quella di coinvolgere il Paese nella guerra dei trent’anni

ad avere sia per il sovrano – che ne subì anche conseguenze fisiche –65 sia, soprattutto, per il
becca perde gran
Paese ripercussioni disastrose: diversi territori dovettero essere ceduti agli Svedesi mentre la
gran parte della popolazione si trovò a fare i conti con un’economia in gravissima crisi che

pagava il prezzo di guerre inutili e per di più perdute. D’altra parte il prestigio della Corona e
ferma il dominio
della nobiltà era considerevolmente scaduto.
zioni delle città
Nel 1648 Cristiano IV morì. Essendo deceduto l’anno prima anche il figlio maggiore il

trono passò al secondogenito, Federico III (1609-1670). Poco interessato, contrariamente al

padre, al governo del Paese egli dovette sottoscrivere un capitolare particolarmente rigoroso

e lasciò sostanzialmente mano libera ai nobili dedicandosi ai propri interessi. Nonostante


egia vissero un
rivalità, incomprensioni e sospetti tra la corte e i nobili,66 il Consiglio di Stato si sforzò di
io Cristiano IV
rimettere in sesto la situazione, ma la decisione di dichiarare un’altra guerra alla Svezia
nte la reggenza
determinò una nuova catastrofe. Con la pace di Roskilde la Danimarca subiva gravi e
continuare ad
definitive perdite territoriali, dovendo in particolare cedere la regione della Scania. Sebbene,
do di regno di
come si è detto, il successivo tentativo svedese di soggiogarla completamente non andasse a
ffettivamente il
buon fine, l’orgoglio della nazione (ma anche la sua economia e le sue finanze) uscirono da
zione e la sua
questa nuova esperienza di guerra quasi completamente annientati.
al desiderio di
La svolta decisiva avvenne nel 1660. Alla riunione degli Stati generali (nobiltà, clero e
rientali sia con
borghesia), convocata a Copenaghen, ci si trovò di fronte al forte malcontento determinato da
che mirava ad
questo stato di cose. In questa situazione la nobiltà – che continuava a godere di molti
lle tasse. Anche
privilegi ormai difficili da giustificare – si trovò costretta a difendersi dalle accuse degli altri
la decisione di
stati che, con l’intento di sottrarle l’eccessivo potere (sia politico sia economico) di cui
a dei trent’anni
godeva, proposero di trasformare il Regno di Danimarca da elettivo a ereditario.67 È
oprattutto, per il
praticamente certo che l’iniziativa fosse ispirata dalla corte, e infatti il sovrano vi aderì
edesi mentre la
issima crisi cheimmediatamente. Ai nobili fu impedito di lasciare la città per invalidare l’assemblea ed essi

della Corona e furono costretti a cedere. Il 18 ottobre 1660 una fastosa cerimonia consacrava Federico III

monarca ereditario (e assoluto) di Danimarca.68 La nuova forma di governo (che sarebbe

lio maggiore ildurata fino al 1849) fu presto rafforzata con provvedimenti legislativi ben mirati che

ntrariamente alprecedettero la cosiddetta Legge del re (Kongeloven, Lex regia), emanata il 14 novembre

mente rigoroso 1665. Il parlamento non venne più convocato e il Consiglio del Regno fu soppresso.69 Alla

ssi. Nonostantemorte di Federico III (1670) salì sul trono di Danimarca Cristiano V (1646-1699), un sovrano

ato si sforzò di capace di consolidare (attraverso una serie di riforme) l’assolutismo regio e, nello stesso

rra alla Sveziatempo, di farsi benvolere dai sudditi. A lui si deve il codice di leggi unitario che va sotto il

subiva gravi e nome di Legge danese di Cristiano V (Christian den Femtis Danske Lov, 1683)70 che

cania. Sebbene, (recependone gli aspetti migliori) sostituirà le leggi regionali. Egli fu a lungo coadiuvato

e non andasse adall’abile e spregiudicato conte di Griffenfeld,71 il quale inutilmente si oppose a una nuova

ze) uscirono daguerra contro la Svezia, che nelle intenzioni del re avrebbe dovuto riscattare le precedenti

sconfitte e consentire alla Danimarca di rientrare in possesso delle regioni meridionali

nobiltà, clero esvedesi (in particolare la Scania) la cui perdita aveva così profondamente ferito l’orgoglio

determinato dadella nazione. Il conflitto, come è stato detto,72 si concluse ancora una volta in favore della

godere di moltiSvezia, nonostante la spontanea adesione di molti contadini della Scania e di ribelli – i

ccuse degli altri cosiddetti “tipi dal grilletto facile” (danese snaphaner, sved. snapphanar) –73 e la grande

nomico) di cuivittoria danese nella battaglia navale combattuta nel golfo di Køge (1677).74

È Nel 1656 un anonimo “patriota sottomesso e fedele ligio al proprio dovere” (“en underdanig Tro

ovrano vi aderìPligtskyldig Patriot”) nel quale va assai verosimilmente riconosciuto l’ecclesiastico e precettore Jens
semblea ed essiDolmer (morto nel 1670),75 presentava un saggio dal titolo Il Regno di Norvegia Regno ereditario

va Federico III[…] (Norges Rige Arfve-Rige […])76 nel quale (tra l’altro in polemica con Arild Huitfeldt)77 si
sosteneva il principio dell’ereditarietà della Corona (secondo lui da sempre applicato in Norvegia) e,
o (che sarebbe
insieme, la piena legittimità della sovranità dei re danesi sul Paese. Gli argomenti a favore della
ben mirati che
superiore autorità regia, l’intento chiaramente celebrativo della medesima e il poco spazio lasciato ad
l 14 novembre
altri poteri non potevano che riuscire graditi al re:
Alla
“Dopo la morte del re Cristiano III, suo figlio, il duca Federico II, andò al governo, secondo
99), un sovrano
l’unione, che era stata fatta tra i regni. Egli venne proclamato re di Danimarca nell’anno 1542,
e, nello stesso
mentre il suo signor padre [ancora] regnava, prima a Lybers Høj78 in Scania, secondo l’antico
che va sotto ilcostume, e poi il medesimo anno in tutte le assemblee regionali di Danimarca. Nell’anno 1547 fu

cheinviato in Norvegia, e là ricevette l’omaggio a Oslo, come figlio del re e prossimo erede del Regno

ngo coadiuvatosecondo la legge. Quando egli dopo la morte di suo padre assunse il governo, fu incoronato in

se a una nuova Danimarca, e l’incoronazione ebbe luogo a Copenaghen il 20 agosto 1559. Egli morì nel 1588 dopo

e le precedenti circa 29 anni di governo prospero e legittimo all’età di 54 anni. Suo figlio, Re Cristiano IV fu eletto
e proclamato re di Danimarca e Norvegia nell’anno 1581, mentre il suo signor padre ancora viveva;
oni meridionali
e dal momento che suo padre morì prima che egli raggiungesse la maggiore età, 4 fra i più eminenti
erito l’orgoglio
consiglieri del Regno vennero delegati a reggere il governo ad interim; ma quando egli compì 20
in favore della
anni, la sua incoronazione ebbe luogo a Copenaghen nel 1596 con grande fasto. Egli regnò
e di ribelli – i
lodevolmente per 60 anni, e morì a Rosenborg presso Copenaghen il 28 febbraio 1648, dopo aver
e la grande
vissuto 70 anni 10 mesi e 16 giorni. Il suo figlio maggiore, il duca Cristiano venne eletto e

proclamato principe dei regni nel 1608 ma […] morì […] all’età di 44 anni, l’anno successivo alla
underdanig Tro
dipartita di suo padre. Perciò divenne sovrano e signore il nostro attuale regnante, re Federico III,
e precettore Jens
che era principe vescovo di Brema,79 ma venne richiamato, e per provvidenza particolare di Dio
Regno ereditarioeletto al governo di questi regni. Sua Maestà reale fu proclamata a Copenaghen, lo stesso anno in

si cui suo padre morì, con il consenso di tutti gli stati, benevolenza e soddisfazione. Dopo di che egli si

o in Norvegia) e, recò in Norvegia, dove tutti gli stati erano radunati a Christiania, e lo accolsero con grandi onori; e

ti a favore dellaquando il cancelliere Ser Cristiano Thomassen avanzò la proposta a quelli che erano riuniti nella

pazio lasciato adchiesa di Christiania nella data della proclamazione, il cancelliere del Regno di Norvegia Jens

Bjelke80 a nome di tutti gli stati rispose: Non è solo più che giusto, che noi prestiamo obbedienza a

overno, secondo Sua maestà il duca Federico, e non c’è bisogno di una lunga o circostanziata riflessione, dal

nell’anno 1542,momento che egli è il legittimo erede e sovrano del Regno di Norvegia, e non c’è nessuno che sia in

secondo l’antico vita, più vicino al Regno di questo buon signore. Egli ricevette dunque l’omaggio a Christiania e fu

ell’anno 1547 fuincoronato a Copenaghen nel 1648.”81

erede del Regno Dopo le decisioni del 1536 la Norvegia aveva di fatto perso completamente qualsiasi

fu incoronato in principio, anche formale, di autonomia divenendo parte integrante del Regno di Danimarca.82

rì nel 1588 dopo


Per molti decenni dunque i suoi destini avrebbero semplicemente seguito quelli del
iano IV fu eletto
dominatore, fino all’esito ultimo dell’affermazione dell’assolutismo regio, che per di più
e ancora viveva;
andava a tutto vantaggio di un re straniero. E tuttavia sotto la superficie di un apparente
ra i più eminenti
appiattimento alle sorti danesi qualche cosa si sarebbe mosso: le basi della rinascita
do egli compì 20
nazionale e politica che troverà il proprio esito nel 1814 vanno infatti ricercate proprio nel
asto. Egli regnò
XVII secolo.83
1648, dopo aver

o venne eletto e
Naturalmente la Norvegia fu pienamente coinvolta nelle lotte per il predominio tra

o successivo allaDanimarca e Svezia. In primo luogo nella guerra nordica dei sette anni. Gli Svedesi

re Federico III,ambivano da tempo a conquistare il Paese (il che tra l’altro avrebbe garantito loro il controllo

rticolare di Diodegli importantissimi traffici marittimi che facevano capo ai porti della costa atlantica, in
o stesso anno inparticolare Bergen) e cercarono di sfruttare l’occasione. Favoriti dall’impreparazione alla

opo di che egli siguerra delle popolazioni che abitavano le aree rurali interne (la forza militare norvegese era

n grandi onori; e
tradizionalmente legata alla marina) e dalla scarsa volontà delle medesime di combattere per
ano riuniti nella
un sovrano straniero, essi riuscirono nel 1564 a penetrare nelle zone centrali del Paese. Nel
i Norvegia Jens
giro di pochi mesi tuttavia dovettero ritirarsi, sia per l’abilità militare del comandante dano-
mo obbedienza a
norvegese Erik Rosenkrantz (1519-1575), sia perché gli abitanti – che in alcuni casi li
riflessione, dal
avevano accolti come liberatori – conobbero presto i loro abusi. Un’altra area di interesse per
essuno che sia in
gli Svedesi era la regione norvegese orientale di Båhus, dove sorgeva una importante
Christiania e fu
fortezza oltre, naturalmente, al territorio del fiordo di Oslo. Tra i diversi tentativi di

mente qualsiasi sottomettere queste zone quello più energico fu condotto nel 1567 nel quadro della guerra

82
nordica dei sette anni; anch’esso si concluse tuttavia con una ritirata nel corso della quale gli

uito quelli delinvasori devastarono diverse località tra cui l’antico centro religioso di Hamar (in Hedmark)

che per di piùcon la sua importante cattedrale.84 E le distruzioni, che lasciarono una profonda ferita

di un apparentenell’animo dei Norvegesi, non risparmiarono Oslo, data alle fiamme dagli stessi abitanti (che

della rinascita in seguito la ricostruirono) per evitare che i nemici potessero installarsi nella fortezza di

ate proprio nelAkershus. Dopo la pace di Stettino che, come si è detto, lasciò la situazione dei contendenti

sostanzialmente invariata,85 i re danesi vollero rimarcare la loro autorità sulla Norvegia.

predominio tra Particolare interesse per il Paese fu in seguito dimostrato da Cristiano IV che, al contrario dei

i. Gli Svedesisuoi predecessori, vi si recò diverse volte e si adoperò attivamente per promuoverne la

loro il controllocrescita economica. Per sua volontà la città di Oslo, distrutta da un terribile incendio nel

sta atlantica, in 1624 fu ricostruita (con pianta a scacchiera) a ovest della baia detta Bjørvika (dall’ant. norv.
eparazione alla Bæjarvík “baia della città”) dietro i bastioni della fortezza di Akershus: in suo onore essa

e norvegese eraebbe nome Christiania,86 restando così per lungo tempo legata alla memoria del sovrano che,

combattere per anche con la concessione di privilegi, ne aveva promosso lo sviluppo.87 Del resto, nella sua

del Paese. Nel politica (non sempre fortunata) il re non si occupò solo dei territori effettivamente

mandante dano-appartenenti all’area geografica danese ma mise sullo stesso piano la Norvegia,

n alcuni casi liincoraggiandone il progresso economico. E quanto gli stesse a cuore la ‘provincia’ norvegese

di interesse persi vede anche dal costante interesse dimostrato nel rivendicare l’autorità danese sulle regioni

una importante più settentrionali del Paese, ambite tanto dagli Svedesi quanto dai Russi. La minaccia

rsi tentativi distraniera alla sovranità su quei territori sarà una delle motivazioni con le quali egli

ro della guerraconvincerà il Consiglio del Regno a dare la propria approvazione alla guerra di Kalmar,88

o della quale glialla quale tuttavia i Norvegesi daranno un contributo tanto obbligato quanto modesto.89 La

r (in Hedmark)conclusione di questo conflitto vedrà tuttavia gli Svedesi costretti a rinunciare alla loro

profonda feritapretesa di controllare i Sami che abitavano le coste del Nordland (e, di conseguenza, di

ssi abitanti (cheesigere da loro tributi) e a qualsiasi ambizione sul feudo di Vardø(y)hus (nell’estremo nord-

ella fortezza diest norvegese). Anche la successiva guerra del 1643-1645 vide i Norvegesi partecipare con

dei contendentiassai scarso entusiasmo. In tutto questo periodo appare chiaro come questo Paese – seppure

sulla Norvegia.resti strettamente legato alla Danimarca e a essa soggetto – mostri un crescente desiderio di

al contrario deiautonomia decisionale, riacquisti convinzione della propria specificità e venga

romuoverne la riproponendosi come una vera e propria nazione. Del resto, nella seconda metà del XVI

le incendio nelsecolo tutta una serie di decisioni da parte danese porteranno a una rivalutazione della nobiltà

(dall’ant. norv.e del Regno norvegese come unità amministrativa a se stante.90 Anche l’azione di un
suo onore essa governatore come Annibale (Hannibal) Sehested (1609-1666),91 che – pur servendo gli

el sovrano che, interessi danesi – seppe nel periodo della sua reggenza (1642-1651) creare le basi di una

resto, nella suagestione autonoma del potere (in particolare riformando il sistema fiscale e organizzando un

effettivamenteesercito), avrebbe nel lungo periodo fatto sentire i suoi effetti per uno stato norvegese che

la Norvegia, avrebbe prima o poi rivendicato completa indipendenza.92 In questa prospettiva si inquadrano

ncia’ norvegesele vicende legate alla guerra dano-svedese degli anni 1657-1660,93 che vede i Norvegesi

se sulle regionireagire vigorosamente all’eventualità di una spartizione del loro Paese e riconquistare la città

i. La minacciadi Trondheim in mano agli Svedesi. Il 1660, anno dell’introduzione dell’assolutismo regio in

le quali egliDanimarca, è anche la data in cui, a seguito delle statuizioni del trattato di pace di

88 Copenaghen,94 la Norvegia vede fissati i propri confini: un punto di partenza che segna

Lasimbolicamente il lento ma progressivo cammino verso la riconquista della dignità della

nciare alla loronazione e dell’autonomia dello Stato.95 Sotto il regno di Cristiano V, figlio di Federico III, la

onseguenza, diNorvegia fu ancora oggetto delle attenzioni del re che nel 1687 promulgò una nuova legge

l’estremo nord- per il Paese.96 Sebbene la redazione di questo codice recepisse in gran parte influssi e schemi

partecipare congiuridici danesi, essa rappresenta tuttavia un punto fermo nel percorso di affrancamento del

Paese – seppureregno di Norvegia dallo stato di passiva condivisione di modelli stranieri.

nte desiderio di Come sopra è stato detto, l’introduzione della riforma protestante aveva significato per

cità e vengal’Islanda un consolidamento della posizione di subalternità alla Danimarca. Il Paese, nel

metà del XVIquale – come si è visto – un’oligarchia di possidenti controllava grandi estensioni di

ne della nobiltà territorio, conobbe in seguito all’introduzione della nuova dottrina una sorta di

l’azione di un‘nazionalizzazione’ dei beni della Chiesa (al pari di quelli un tempo appartenuti ai conventi)
ur servendo gliche finirono nella diretta disponibilità del sovrano danese.97 Il quale, del resto, adeguandosi a

le basi di unaun modo di pensare di ‘ovvia’ e radicata tradizione, considerava l’isola solo come una

rganizzando uncolonia da sfruttare in relazione ai propri interessi; un atteggiamento che si può qui illustrare

norvegese cheattraverso due esempi assai significativi: il tentativo della Corona di vendere l’Islanda agli

a si inquadranoInglesi o agli Olandesi (1518) e, successivamente, la concessione in affitto dell’isola al

de i NorvegesiConsiglio della città di Copenaghen (1547). Di fatto l’Islanda divenne dunque uno dei

quistare la cittàquattro grandi ‘feudi’ di cui il re danese disponeva fuori dai confini del suo Paese.98 La

utismo regio inconseguenza più grave di questo stato di cose venne tuttavia da una decisione del re Cristiano

ato di pace diIV. Questo sovrano, come è stato detto, aveva promosso una importante politica

enza che segnamercantilistica99 nella cui ottica decise di concedere il monopolio del commercio con l’isola

a dignità dellaalle città di Copenaghen, Helsingør e Malmö (1602).100 A questo scopo venne poi redatta una

Federico III, larigida regolamentazione che comportava pene molto severe per i trasgressori, per coloro cioè

na nuova leggeche avessero cercato di intrattenere rapporti di compravendita con altri soggetti. Per gli

nflussi e schemi Islandesi questa decisione ebbe effetti devastanti. Nonostante le statuizioni del decreto i

rancamento delcommercianti danesi infatti non si curarono d’altro se non dei propri interessi, imposero

prezzi stabiliti a loro piacimento e sfruttarono ignobilmente la situazione di inferiorità degli

significato perisolani, impossibilitati ad acquisire da altri fornitori i prodotti di cui avevano bisogno. Più

a. Il Paese, nelvolte modificato con nuove regolamentazioni, il monopolio101 fu abrogato a partire dal 1787,

i estensioni diquando (seppure con forti limitazioni) entrò in vigore qualche forma di libero scambio.102 Per

una sorta diquasi due secoli gli Islandesi vennero dunque a trovarsi in una situazione economica

uti ai conventi)disastrosa: costretti praticamente a svendere le proprie merci e, al contrario, ad acquistare il


, adeguandosi anecessario (non di rado di cattiva, quando non pessima, qualità) a prezzi assai elevati.

solo come unaInutilmente rivolsero al sovrano istanze e petizioni. Il monopolio commerciale danese segna

uò qui illustrarein maniera drammatica un periodo di grave degrado per il Paese, che alla situazione di

e l’Islanda agli decadimento economico dovette sommare l’umiliazione di vedere la propria terra alla mercé

to dell’isola aldi un sovrano che non ne aveva alcuna considerazione, se non quella che poteva derivare da

unque uno deivantaggi di tipo economico.103 Basti pensare che per lungo tempo tutti coloro che

Lagovernavano l’Islanda per conto del re erano di nazionalità danese, con l’unica eccezione di

del re CristianoEggert Hannesson (ca.1515-1583) che lo resse negli anni 1551-1553. Il potere dei capitani

ortante politicalocali (del resto non particolarmente interessati al progresso della nazione) era ormai

rcio con l’isolasostanzialmente compromesso.

poi redatta una E tuttavia il re danese dovette, almeno in una occasione, corrispondere alle richieste degli

per coloro cioèIslandesi. A ciò egli fu costretto in seguito a brutali azioni di pirateria. Nell’estate del 1627

oggetti. Per gliinfatti, navi provenienti dalle coste nordafricane raggiunsero l’isola dandosi a saccheggi e

i del decreto i rapimenti. L’episodio più grave avvenne alle Vestmannaeyjar dove i pirati approdarono il 17

ressi, imposeroluglio e catturarono un numero considerevole di persone.104 I prigionieri furono condotti in

nferiorità degliAlgeria, ridotti in schiavitù, venduti all’asta e costretti a convertirsi alla religione islamica.

no bisogno. PiùLa richiesta di riscatto inviata al re danese cadde in un primo tempo nel vuoto, a motivo della

artire dal 1787, disastrosa situazione in cui versavano le casse del Regno. Tuttavia, di fronte alla contrarietà

Perdi molti Islandesi a raccogliere i fondi necessari (motivata dai dubbi sull’effettivo esito

one economicafavorevole della trattativa e sulla incertezza riguardante i destini dei singoli) fu promossa una

ad acquistare ilcolletta in Danimarca e nel 1636 ventisette persone (ma otto erano morte durante il viaggio
i assai elevati.di ritorno) poterono rientrare nel loro Paese.105

e danese segna L’introduzione dell’assolutismo regio in Danimarca si riflesse, naturalmente, anche sulla

a situazione dicolonia islandese. Ufficialmente esso fu accolto il 26 luglio 1662 nel corso di una riunione

erra alla mercétenuta a Kópavogur (a sud di Reykjavík). Infatti il governatore (höfuðsmaður)106 Henrik

eva derivare daBielke (o Bjelke, 1615-1683), che doveva raccogliere l’approvazione degli Islandesi al

tti coloro che nuovo ordinamento, giunse nell’isola quando l’annuale assemblea (Alþingi) si era già

ca eccezione diconclusa e dunque convocò in tutta fretta una riunione straordinaria da tenersi in quella

ere dei capitanilocalità. La tradizione vuole che di fronte alle rimostranze dei notabili islandesi – tra i quali il

one) era ormaivescovo Brynjólfur Sveinsson,107 e il lögsögumaður108 Árni Oddsson (1592-1665) – egli si

limitasse a indicare la presenza dei soldati del re, ragion per cui i rappresentanti del popolo

e richieste deglifurono costretti a firmare, alcuni, a quanto pare, con le lacrime agli occhi. In seguito a ciò la

estate del 1627struttura amministrativa del Paese fu modificata e l’Islanda divenne una ‘provincia’ (amt)

i a saccheggi edanese109 che ebbe un “governatore generale” (stiftamtmaður) il cui interesse nei confronti

prodarono il 17della popolazione è presto misurato dal fatto che egli risiedeva a Copenaghen.110 Alle sue

ono condotti indipendenze un “governatore provinciale” (amtmaður) e tutta una serie di funzionari e

gione islamica. amministratori che si occupavano dei possedimenti della Corona o gestivano le diverse unità

, a motivo dellaamministrative.111 Anche l’antico e prestigioso istituto dell’Alþingi conosceva un declino

alla contrarietàdefinitivo.112 Lo stato di sottomissione assoluta era così sancito e pareva dover durare per

’effettivo esitosempre.

u promossa una 9.1.2. La “grande potenza” svedese

rante il viaggio In Svezia l’avvento al trono di Gustavo Vasa e la sua energica politica avevano garantito
al Paese la definitiva indipendenza dalla Danimarca ma avevano altresì impresso una svolta

nte, anche sulladecisiva in direzione della costituzione di un Regno fortemente centralizzato nel quale era

di una riunioneconsegnato nelle mani del re un grande potere. Le tendenze decisamente accentratrici (per

Henriknon dire assolutistiche) di Gustavo e l’affermazione dell’autorità della monarchia sopra ogni

gli Islandesi alaltra si erano del resto espresse anche nell’introduzione (1544) del principio dell’ereditarietà

) si era giàdella Corona.113 Meno di venti anni dopo, nel 1561, il figlio e successore, Erik XIV, aveva

nersi in quellapromulgato i cosiddetti “articoli di Arboga” (Arboga artiklar), che – intesi principalmente ad

si – tra i quali ilarginare il potere del fratello Giovanni –114 avevano ribadito l’autorità centrale del sovrano

1665) – egli sisopra ogni altra.115 Erik, del resto, nutriva ossessionanti timori nei confronti della nobiltà di

anti del popolocui paventava i possibili complotti: ciò lo indusse ad atteggiamenti in qualche caso maniacali

seguito a ciò lache sfociarono nella sanguinosa repressione del 1567, quando diversi rappresentanti

)dell’aristocrazia accusati di tradimento furono messi a morte.116 Con l’avvento al trono di

e nei confronti Giovanni III la nobiltà riprese vigore e di nuovo ottenne notevoli privilegi: essa non fu

Alle suetuttavia in grado di costituire un Consiglio del Regno capace di porsi come vero e proprio

di funzionari econtraltare al potere regio, il quale, d’altro canto, manifestò presto la propria insofferenza nei

le diverse unitàsuoi confronti. I conflitti tra l’alta nobiltà (che propendeva, naturalmente, per una monarchia

eva un declinocostituzionale) e la Corona (che di fatto si avvicinava alle posizioni dei nobili solo quando

over durare perintravedeva la possibilità di trarne vantaggio) furono ripetuti.117 Essi appaiono

particolarmente aspri anche durante il regno di Carlo IX (1603-1611),118 che contrastò con

forza il desiderio dell’aristocrazia di riportare un solido potere nelle mani del Consiglio del

evano garantitoRegno, seppure sapesse ben ‘gestire’ i nobili quando aveva bisogno del loro sostegno. Questa
esso una svoltasituazione riflette in effetti la propensione del potere regio ad affermarsi come massima

o nel quale eraautorità alla quale tutto il Paese deve obbedienza e ossequio: il che sarà infine conseguito dal

ccentratrici (perre Carlo XI. Su queste basi l’intraprendenza risoluta e l’ambizione espansionistica dei diversi

chia sopra ognisovrani della dinastia dei Vasa (alcuni dei quali dotati di particolare abilità politica e militare)

dell’ereditarietàavrebbero presto prodotto i propri effetti.

rik XIV, aveva Come è stato rilevato in precedenza, il problema fondamentale che si frapponeva alle

ncipalmente adambizioni svedesi era la sostanziale impossibilità di controllare le vie commerciali a oriente,

ale del sovrano in particolare su quel Mar Baltico il cui dominio garantiva i ricchi proventi di un intenso

della nobiltà ditraffico mercantile. L’espansione svedese in questa direzione comincia con i figli di Gustavo

caso maniacaliVasa, il quale con la costituzione di un forte esercito nazionale e di una potente marina ne

rappresentantiaveva di fatto posto le premesse. Dell’importanza della sovranità su quest’area i discendenti

nto al trono didi Gustavo paiono del resto pienamente consapevoli nel momento in cui, considerandola

gi: essa non fustrettamente connessa alla loro stessa affermazione come signori di Svezia, scateneranno

vero e proprioquella che può essere considerata una vera e propria guerra civile.119 Ma al contempo essi

nsofferenza nei appaiono ben consci del fatto che dal dominio sul Baltico deriva una posizione di forza

una monarchiarispetto al tradizionale nemico danese120 e che – contemporaneamente – esso consentirà di

ili solo quando regolare i secolari contenziosi con la Russia e di definire altresì la situazione del Paese nei

Essi appaionoconfronti della Polonia. Come sopra è stato detto i primi tentativi della Svezia in questa

e contrastò condirezione non avevano sortito risultati apprezzabili, sia – appunto – a motivo dell’ostilità tra

l Consiglio delErik XIV e Giovanni III, sia per l’energica opposizione all’espansionismo svedese da parte

ostegno. Questadella Danimarca. Alla fine della guerra nordica dei sette anni la pace di Stettino vide dunque
come massima insoddisfatte le ambizioni della Svezia che, per di più, fu costretta a versare un’ingente

conseguito dal somma per rientrare in possesso della fortezza di Älvsborg.121 Ma i sovrani della dinastia dei

stica dei diversiVasa non erano certo disposti ad accettare questo stato di cose. Giovanni III, succeduto a

itica e militare)Erik XIV nel 1568, individuò nella Russia di Ivan Četvërtyj Vasil’evič (Иɞɑʜ ГрозʜЬι ,

Вɑсú Ьеɞuɥ, 1530-1584), noto come Ivan il Terribile (Иɞɑʜ ГрозʜЬι ), il nemico da

frapponeva alleabbattere per ottenere finalmente il controllo dei traffici orientali. Affidando il proprio

rciali a oriente,esercito al leggendario comandante francese Pontus (Ponce) de la Gardie (1520-1585) egli

i di un intensoottenne importanti vittorie, fra tutte quella che consentì agli Svedesi di espugnare Narva

figli di Gustavo(1581). Nel frattempo si premurò di guadagnare la Polonia, riuscendo a insediare sul trono di

ente marina nequel Paese il figlio Sigismondo, nato dal suo matrimonio con la principessa polacca Caterina

ea i discendentiJagellona.122 Nel 1595 venne siglato con la Russia il trattato di pace di Teusina (finnico

considerandolaTäyssinä, russo Тяɞзuʜо, in Ingria) che consentì alla Svezia di ottenere una linea di confine

a, scatenerannodefinita che garantiva uno sbocco sul Mare di Barents,123 il che avrebbe dovuto assicurare –

contempo essiraccogliendo un formale impegno della Russia che rinunciava anche a Narva e all’Estonia

izione di forzama otteneva il distretto di Kexholm (finnico Käkisalmi, russo Прuозерск) – il controllo delle

o consentirà dirotte artiche; in realtà poi i Russi continuarono i traffici navali che avevano come base il

e del Paese neiporto di Arkangelsk.124 La cessazione delle ostilità fu siglata nel nome di Sigismondo, figlio

vezia in questadi Giovanni III (deceduto ormai da più di due anni), il quale affiancava ora al titolo di re di

dell’ostilità traPolonia e gran principe di Lituania quello di sovrano di Svezia. Ciò avrebbe dovuto porre le

vedese da partepremesse per una forte unione svedese-polacca, ma le cose andarono diversamente.

no vide dunqueFortemente influenzato dalla corrente controriformatrice che (sorretta dall’attività dei gesuiti)
sare un’ingente aveva guadagnato terreno in Polonia, ridando di fatto vigore alla Chiesa cattolica,

ella dinastia deiSigismondo aveva cercato – sulle orme del padre – di favorire anche in Svezia il ritorno

II, succeduto a all’antica dottrina.125 In un mondo nel quale l’aspetto religioso era strettamente connesso a

, quello politico questo atteggiamento determinò una forte opposizione che portò infine,

, il nemico daancora una volta, alla guerra fra i discendenti di Gustavo Vasa, alla sconfitta di Sigismondo e

ndo il proprioalla sua destituzione (1599) con conseguente ascesa al trono dello zio, il duca Carlo, che

520-1585) egliabilmente aveva saputo manipolare i rappresentanti dei diversi stati, servendosi, ai propri

pugnare Narva fini, ora dell’aristocrazia ora dei contadini, al punto che nel 1595 era riuscito a far convocare

are sul trono diil parlamento a Söderköping e a farsi nominare reggente.126 Carlo IX, sovrano con forti

olacca Caterina tendenze assolutistiche, impegnò il Paese in diverse campagne militari che avevano lo scopo

eusina (finnico di garantire, finalmente, il controllo delle importanti vie commerciali tanto a sud-est quanto

inea di confinenell’estremo Nord. In seguito alla guerra civile contro Sigismondo la pace con la Polonia era

uto assicurare – naturalmente naufragata e questo Paese rappresentava ora un temibile avversario sulla strada

va e all’Estoniadel dominio del Baltico. Allo scopo di indebolirlo Carlo IX lo attaccò, pose un blocco ai suoi

controllo delle porti e si lasciò coinvolgere nelle vicende interne russe che – nel periodo di grande

o come base ilconfusione e debolezza politica vissuto da quel Paese nei primi anni del Seicento – vedevano

ismondo, figlioi Polacchi direttamente coinvolti. Per evitare l’insediamento di un potere nemico in Russia

al titolo di re diquesta volta gli Svedesi si allearono con lo zar Basilio IV Ivanovič Šujskij (Вɑсu u IV

dovuto porre leИɞɑʜоɞuɥ Шу скu , 1552-1612) e nel 1610 le truppe svedesi fecero il loro ingresso a

diversamente.Mosca. Ma l’esercito russo-svedese fu sconfitto da quello polacco e lo zar deposto. In quelle

vità dei gesuiti)circostanze al candidato al trono di Russia Ladislao (Władysław), figlio di Sigismondo
hiesa cattolica,(1595-1648),127 fu contrapposto uno svedese nella persona di uno dei figli di Carlo IX,

vezia il ritornodapprima Gustavo Adolfo (Gustaf Adolf) poi Carlo Filippo (Karl Filip). Le vicende interne

nte connesso a russe si risolsero però con l’ascesa al trono di Michail (in italiano non del tutto correttamente

e portò infine,reso con Michele) Fëdorovič Romanov (Мuχɑu Фë∂ороɞuɥ Роmɑʜоɞ, 1596-1645),

di Sigismondo eavversario degli Svedesi.

uca Carlo, che Ma, come si è detto, Carlo IX desiderava altresì stabilire la propria autorità sulle regioni

ndosi, ai proprisettentrionali della Norvegia e della Russia (e sui relativi traffici). Seppure quelle zone

a far convocarefossero raggiungibili solo percorrendo un lungo tratto di mare lungo le coste norvegesi

vrano con forti(dunque sotto giurisdizione danese), egli ne ambiva il controllo: perciò nel 1603 decise di

evano lo scopo fondare sulle coste occidentali presso la foce del Götaälv la città di Göteborg (che sarebbe

sud-est quantodivenuta la seconda della Svezia) e concesse ai suoi abitanti (in primo luogo olandesi che

n la Polonia eracercavano di ottenere vantaggi mercantili) privilegi relativi al commercio, alla navigazione e

ario sulla stradaalla pesca nel lontano Nord. Questi piani determinarono la reazione della Danimarca, il cui re

n blocco ai suoi Cristiano IV era parimenti assai interessato a quei territori che riteneva facessero parte della

odo di grande Norvegia e dunque appartenessero, di diritto, al suo Regno. Ne seguì la guerra di Kalmar (nel

nto – vedevanocorso della quale la nuova città fu immediatamente data alla fiamme e distrutta)128 dopo la

mico in Russia quale gli Svedesi dovettero rinunciare (e fu una rinuncia definitiva) alle loro ambizioni di

IVuno sbocco sulle coste del Mare di Barents.129 A queste aspirazioni insoddisfatte si lega il

loro ingresso acrescente interesse per le regioni settentrionali della Svezia, abitate dai Sami, come più

posto. In quelleavanti verrà evidenziato.

di Sigismondo Alla morte di Carlo IX (1611) l’erede al trono, Gustavo II Adolfo (1594-1632) non aveva
li di Carlo IX,neppure diciassette anni, il che permise all’aristocrazia di rialzare la testa. Tra i nobili

vicende interneemergeva la figura di un consigliere ancora piuttosto giovane ma assai dotato e competente:

o correttamente Axel Oxenstierna (1583-1654), nominato nel 1612.130 L’erede al trono si dimostrò tuttavia da

, 1596-1645),subito capace di assumere le proprie responsabilità ma contemporaneamente si affidò alla di

lui esperienza. Fu così posto termine alla logorante guerra di Kalmar. Il giovane sovrano

tà sulle regionipartecipò inoltre in prima persona alla campagna di Russia e con notevole abilità compose i

re quelle zone contrasti con l’aristocrazia, alla quale fin dal 1612 furono concessi nuovi privilegi, che

coste norvegesi vennero confermati nel 1617.131 Ma nonostante la ritrovata influenza e autorità dei nobili

1603 decise disarebbe stata piuttosto l’eccezionale personalità di Gustavo II Adolfo (salito al trono

rg (che sarebbegiovanissimo nel 1611 ma incoronato ufficialmente nel 1617) a imprimere una svolta

go olandesi chedecisiva non solo alla politica svedese ma anche al prestigio dell’autorità regia. Una

a navigazione einiziativa di particolare importanza con cui il sovrano pose le basi di quella che sarebbe stata

imarca, il cui rela “grande potenza” della Svezia fu la riorganizzazione dell’esercito (con particolare

sero parte dellaattenzione all’artiglieria), per la quale egli non soltanto introdusse la leva obbligatoria

di Kalmar (nel (costituendo in sostanza una forza armata nazionale), ma anche un efficace addestramento e

dopo lal’utilizzo di armamenti all’avanguardia.132 Del resto egli fin da giovane aveva dimostrato

o ambizioni di grande interesse per la strategia militare – il suo modello era il celebre principe olandese,

sfatte si lega il condottiero e stratega Maurizio di Orange-Nassau (1567-1625) – uno studio che avrebbe

ami, come piùprodotto risultati davvero straordinari.

La Svezia aveva a oriente due nemici: la Polonia e la Russia. Con quest’ultima (dopo un

632) non avevanuovo conflitto durato otto anni) fu stipulato nel 1617 il vantaggioso trattato di pace di
a. Tra i nobiliStolbova (russo Сmо боɞо, a sud del Lago Ladoga)133 in base al quale in sostanza veniva

o e competente: sancito il dominio svedese sul Baltico: dovette tuttavia rinunciare a Novgorod134 mentre la

ostrò tuttavia daRussia cedeva gran parte della regione dell’Ingria,135 il distretto di Kexholm e rinunciava a

si affidò alla diqualsiasi pretesa sull’Estonia e la Livonia. Queste concessioni consentirono di garantire

iovane sovranosicurezza alle frontiere finlandesi e di controllare gli sbocchi russi sul golfo di Finlandia.

bilità compose i Risolte queste questioni il giovane re si volse al problema polacco: il prolungato conflitto

i privilegi, che (che sarebbe continuato con alterne vicende e per diversi decenni) conosceva in quegli anni

orità dei nobiliuna tregua, dopo gli armistizi siglati nel 1614.136 Ma forti restavano i sospetti nei confronti di

salito al trono questo Paese, legati non soltanto alle possibili pretese di Sigismondo sul trono di Svezia,137

ere una svoltama anche ai timori della gerarchia luterana nei confronti di una eventuale rivincita

ità regia. Unacattolica.138 Fu così che Gustavo nel 1621 attaccò la Livonia e ne conquistò la capitale Riga,

he sarebbe statache sarebbe stata una città ‘svedese’ per quasi novanta anni (fino al 1710). Nel 1626 spostò

con particolarel’attacco in Prussia, territorio che dal punto di vista economico aveva per i Polacchi

va obbligatoriaun’importanza strategica. Grazie a queste iniziative poté concludere nel 1629 l’armistizio di

ddestramento eAltmark (attuale Stary Targ nella Pomerania polacca), in base al quale alla Svezia era

eva dimostrato riconosciuta la sovranità sulla Livonia e sui territori conquistati in Prussia ed erano inoltre

ncipe olandese, garantiti vantaggi di carattere commerciale.139 L’anno successivo Gustavo decise di

io che avrebbe intervenire nella guerra dei trent’anni. Questa scelta fu certamente condizionata dalla

situazione di debolezza della Danimarca che non garantiva più una efficace barriera contro

ultima (dopo unl’impero tedesco,140 tuttavia le ragioni che indussero il re a questo passo furono diverse.141

tato di pace di Nel 1630 l’esercito svedese guidato dal sovrano in persona occupava la Pomerania. L’anno
sostanza venivasuccessivo a Breitenfeld (presso Lipsia) esso conseguì una epica vittoria contro le truppe del

mentre la celebre generale Johann Tserclaes, conte di Tilly (1559-1632) riuscendo poi a scendere – in

e rinunciava a una avanzata che pareva inarrestabile – fino in Baviera. Il re svedese era ora il capo

no di garantirericonosciuto dell’esercito dei protestanti e le prospettive parevano lasciare spazio alle più

o di Finlandia.ottimistiche previsioni. Ma il destino, almeno per lui, non sarebbe stato favorevole. Dopo

ungato conflitto aver subito una battuta d’arresto presso Norimberga contro il generale boemo Albrecht von

a in quegli anniWallenstein (Vojtěch Václav Eusebius z Valdštejna, 1583-1634) nell’estate del 1632, il 6

nei confronti dinovembre egli di nuovo gli si oppose a Lützen (in Sassonia). La battaglia non ebbe un esito

137risolutivo, ma per Gustavo fu fatale: vi perse infatti la vita in uno scontro di cavalleria.142

ntuale rivincita Dopo la morte di Gustavo il cancelliere Oxenstierna assunse il comando dell’esercito e

a capitale Riga,cercò di portare avanti i piani del sovrano. Ma la situazione politico-militare era complessa.

Nel 1626 spostòNel 1635 fu siglato un trattato con la Polonia a Stuhmsdorf (Sztumska Wieś, poco a sud

per i Polacchidell’attuale Sztum, nella Pomerania polacca) e furono restituiti i diritti doganali sui porti

9 l’armistizio diprussiani:143 una scelta necessaria, stante l’impegno dell’esercito svedese che continuava la

alla Svezia eraguerra dei trent’anni e che, dopo una dura sconfitta subita a Nördlingen (in Baviera) nel

d erano inoltre 1634, aveva trovato nel generale Johan Banér (1596-1641) un degno successore del sovrano

avo decise didefunto, capace di guidare le sue truppe al successo contro l’imperatore a Wittstock nel

dizionata dallaBrandeburgo (1636). In seguito l’eredità militare di Gustavo fu assunta da Lennart

barriera controTorstenson (1603-1651), sotto la cui guida i soldati svedesi avrebbero compiuto altre

141imprese. Non soltanto nel quadro dell’interminabile guerra che insanguinava l’Europa (del

merania. L’anno 1642 è una nuova vittoriosa battaglia di Breitenfeld, del 1645 quella di Jankov in Boemia)
ro le truppe delma anche nel conflitto degli anni 1643-1645 contro il tradizionale nemico danese che fu

a scendere – incostretto alla pace di Brömsebro.144 Dal 1646 l’impegno militare degli Svedesi in campo

ra ora il capotedesco proseguì sotto un nuovo comandante in capo: Carlo Gustavo (Karl Gustaf) Wrangel

spazio alle più(1613-1676), il quale (alleato con i Francesi)145 aveva condotto una serie di spedizioni nella

vorevole. DopoGermania meridionale. Nel 1648 sotto la guida di Hans Kristofer von Königsmarck (1600-

o Albrecht von1663) le truppe svedesi assalirono infine la città di Praga impadronendosi di un ricco bottino

del 1632, il 6sottratto dalla celebre Kunstkammer dell’imperatore Rodolfo II nel castello di Hradčany.146

n ebbe un esitoIn quello stesso anno si concludeva – finalmente! – la guerra dei trent’anni: essa aveva

assicurato alla Svezia l’egemonia sul Mar Baltico.147

dell’esercito e Alla morte del padre, l’unica figlia di Gustavo, la principessa ed erede al trono Cristina

era complessa. (Kristina, 1626-1689), non aveva ancora compiuto sei anni.148 Si trattava quindi di affrontare

, poco a sudun lungo periodo di reggenza. Il cancelliere Oxenstierna riuscì (tra l’altro sostenendo di aver

ganali sui portiavuto l’approvazione verbale del defunto re) a far accettare dal Consiglio del Regno una

e continuava lanuova regolamentazione di governo che, di fatto, rafforzava grandemente l’aristocrazia

in Baviera) nel(emarginando al contempo i fautori della causa regia); inoltre favorì la nomina ad altissime

ore del sovranocariche di alcuni membri della sua famiglia o, comunque, di persone di sua fiducia. La

a Wittstock nelreggenza per conto della giovanissima principessa durò fino al 1644 quando ella fu dichiarata

ta da Lennartmaggiorenne. Dotata di notevoli qualità intellettuali e di vasta cultura, Cristina mostrò subito

compiuto altreun carattere indipendente e una chiara propensione ad assumere le proprie decisioni senza

a l’Europa (delfarsi condizionare dallo strapotere del cancelliere Oxenstierna, dal quale andò

kov in Boemia)progressivamente distaccandosi. Nel 1648 ella nominò il cugino, Carlo Gustavo (1622-
danese che fu1660), comandante in capo per le operazioni in Germania, l’anno dopo riuscì a farlo

edesi in camporiconoscere erede provvisorio al trono di Svezia, con il pretesto che occorreva essere

) Wrangelpreparati nel caso in cui ella fosse morta senza figli.149 Ciò fu ribadito in forma definitiva alla

spedizioni nellariunione del parlamento tenuta a Stoccolma l’anno successivo.150 In realtà, a sostegno di

gsmarck (1600- queste decisioni, ella aveva promesso di unirsi in matrimonio con lui: atto dovuto per

un ricco bottinogarantire stabilità alla Corona ed eredi al regno e scelta del tutto naturale nell’ottica del

146tempo.151 Ma Cristina (incoronata ufficialmente con una sontuosa cerimonia nel 1650) aveva

nni: essa aveva una personalità molto determinata e un forte desiderio di realizzarsi innanzi tutto come

persona. Ciò è dimostrato in primo luogo dal fatto che l’auspicato matrimonio non fu mai

l trono Cristina celebrato e che fin dal 1651, appena un anno dopo la sua solenne incoronazione (ma la

di di affrontare decisione dovette essere a lungo meditata), ella manifestò di fronte al Consiglio del Regno la

tenendo di aversua intenzione di abdicare in favore del cugino Carlo Gustavo. Certamente la sua decisione è

del Regno unalegata a un importantissimo fattore: la crisi religiosa e la conseguente conversione al

e l’aristocraziacattolicesimo, maturata nei primi anni ’50.152 Una risoluzione del genere fece certamente

na ad altissimescalpore nella Svezia dell’epoca (si ricordino le statuizioni della dieta di Örebro del

sua fiducia. La1617!).153 La cerimonia di solenne deposizione della corona da parte di Cristina e

lla fu dichiaratal’incoronazione di Carlo X Gustavo avvennero nel medesimo giorno, il 6 giugno 1654: al

a mostrò subitomattino l’abdicazione ufficiale nel castello di Uppsala, al pomeriggio l’incoronazione del

decisioni senzanuovo re nella cattedrale. Subito dopo Cristina lasciava il Paese (dal quale si era comunque

quale andò fatta garantire una più che cospicua rendita). Ella portò con sé una ingente quantità di oggetti

Gustavo (1622-artistici di grande valore. Nel mese di dicembre del 1655, dopo aver attraversato l’Europa
riuscì a farlofacendo tappa in diversi Paesi, giungeva a Roma. Naturalmente dal punto di vista del Papa la

ccorreva essereconversione al cattolicesimo della regina di uno Stato protestante avrebbe dovuto avere

a definitiva allaimportanti ricadute. Ma Cristina non si lasciò condizionare e portò avanti un’attività e una

, a sostegno dipolitica autonome. Fu tra l’altro in Francia dove con il cardinale Mazarino (1602-1661)

tto dovuto perprogettò una spedizione militare per sottrarre Napoli al dominio spagnolo e poi cercando

nell’ottica del anche, senza esito, di essere nominata successore del re polacco Giovanni II Casimiro (Jan II

nel 1650) aveva Kazimierz Waza, 1609-1672). In un paio di occasioni (1660 e 1667) ella tornò in Svezia per

nzi tutto comecurare i propri interessi finanziari, una preoccupazione che le veniva dalle ingenti spese

nio non fu maisostenute per mantenere il suo tenore di vita, il suo seguito e per coltivare i suoi interessi

nazione (ma la culturali.154 Trascorse a Roma – dove fra l’altro aveva stretto una più che affettuosa amicizia

io del Regno lacon il cardinale Decio Azzolino (1623-1689) – gli ultimi dieci anni della vita e vi morì, dopo

sua decisione èbreve malattia, nel 1689. Cristina di Svezia è sepolta nelle grotte vaticane della basilica di

conversione alSan Pietro.155 Dopo la sua morte l’ingente patrimonio artistico da lei posseduto andò presto

ece certamentedisperso in molte direzioni.

di Örebro del Nel 1654, anno in cui la regina Cristina lasciava il suo Paese e il cugino saliva al trono,

di Cristina econ il titolo di Carlo X Gustavo, moriva il cancelliere Axel Oxenstierna, rappresentante

giugno 1654: aleccellente della nobiltà. Questa coincidenza ha in un certo senso valenza emblematica, stante

oronazione della piega che la politica svedese avrebbe assunto con i nuovi sovrani. Al modo di Gustavo II

era comunque Adolfo questo re era in primo luogo un condottiero militare e, considerata la necessità della

antità di oggettiSvezia di stabilizzare la propria situazione di supremazia sul Baltico (a fronte del pericolo

ersato l’Europarusso e polacco) e di difendersi dai molti nemici che si era procurata, a partire dal 1655
ista del Papa laimpegnò l’esercito in una campagna in Polonia, dalla quale non trasse tuttavia i vantaggi

e dovuto averesperati. Nonostante una serie di brillanti successi iniziali egli si trovò poi a dover affrontare

n’attività e unala reazione dei Polacchi che lo contrastarono con una logorante guerriglia e a temere la

no (1602-1661)reazione delle potenze straniere che non vedevano di buon occhio un ulteriore rafforzamento

e poi cercandodelle posizioni svedesi. Nel frattempo si erano riaperte le ostilità con i Russi che avevano

Jan II invaso alcuni possedimenti svedesi sul Baltico.156 Ma dal fronte polacco il re dovette

ò in Svezia perspostare la propria azione (per certi versi opportunamente) quando nel 1657 i Danesi

e ingenti speseattaccarono la Svezia con l’intento di rifarsi delle perdite territoriali subite nel 1645.157

i suoi interessi Nonostante la situazione apparisse sfavorevole il sovrano riuscì a concludere questa guerra

ttuosa amiciziacon esito insperato,158 sottraendo tra l’altro definitivamente alla Danimarca importantissime

e vi morì, doporegioni, fra tutte la Scania.159 Ma il suo tentativo di annientare completamente il rivale

della basilica didanese (forse dettato dall’ambizione di costituire sotto la sua sovranità una nuova Unione

uto andò prestoscandinava?) non ebbe successo.160 Del resto nel medesimo 1660, l’anno in cui sarebbero

state siglate la pace di Copenaghen con la Danimarca161 e la pace di Oliva (Oliwa presso

saliva al trono,Danzica) con la Polonia,162 il re moriva nel breve volgere di un mese. Il culmine della

rappresentante“grande potenza” era stato raggiunto e gli Svedesi potevano definire il Baltico se non un

lematica, stantemare nostrum (l’aspirazione del dominio totale non era stata realizzata dal momento che

o di Gustavo IIsulle sponde meridionali diversi territori restavano esclusi dalla loro giurisdizione) almeno

necessità dellaun mare claustrum.163

nte del pericolo A Carlo X Gustavo succedeva il figlio Carlo XI (1655-1697), tuttavia ancora bambino.

artire dal 1655Fu questa una nuova occasione per l’alta aristocrazia di esercitare il proprio potere, ma
avia i vantaggisebbene fra le sue fila ci fossero persone di notevole prestigio (fra tutte il cancelliere Magnus

over affrontareGabriel de la Gardie, 1622-1686)164 essa non seppe – per via dei dissensi che la indebolivano

e a temere la– far valere un’autorità pari a quella dimostrata ai tempi della reggenza per Cristina. Carlo

e rafforzamento salì al trono giovanissimo nel 1672. Da principio egli si interessò poco degli affari del

si che avevanoRegno, lasciando in pratica il potere nelle mani del cancelliere de la Gardie. Presto però

o il re dovetteseppe assumersi le proprie responsabilità in prima persona. In quello stesso anno infatti il

1657 i Danesigoverno di reggenza (ma l’iniziativa era stata del cancelliere) aveva stipulato (in cambio di

157un importante contributo economico) una alleanza con la Francia di Luigi XIV. Questa

e questa guerradecisione determinò il coinvolgimento della Svezia nel conflitto europeo scatenato

mportantissimedall’aggressione francese all’Olanda e l’esercito svedese subì una pesante sconfitta a

mente il rivale Fehrbellin (circa 50 km. a nord-ovest di Berlino, 18 giugno 1675) mostrando di non essere

nuova Unionepiù all’altezza della sua fama. Ciò indusse la Danimarca a dichiarare nuovamente guerra alla

n cui sarebberoSvezia con l’intento di recuperare i territori perduti. Il conflitto (1675-1680) fu segnato da

pressoimportanti successi del comandante danese Nies Juel (1629-1697)165 che tra l’altro conquistò

culmine dellal’isola di Gotland (che alla fine delle ostilità fu tuttavia restituita agli Svedesi) e insieme agli

tico se non unOlandesi inflisse una severa sconfitta alla flotta nemica nella battaglia navale nel golfo di

momento che Køge.166 Il giovane re partecipò in prima persona ai combattimenti e ottenne importanti

izione) almenovittorie (fra tutte quella di Landskrona in Scania, 14 luglio 1677). Coadiuvato dall’abile

consigliere Johan Göransson Gyllenstierna (1635-1680)167 egli riuscì a concludere la pace

ncora bambino.senza che il Paese subisse gravi perdite territoriali.168 Dopo la guerra ci furono tentativi di

prio potere, mariportare i rapporti alla normalità, non da ultimo con il matrimonio combinato da
celliere MagnusGyllenstierna tra Carlo XI e la principessa danese Ulrica Eleonora (Ulrika Eleonora, 1656-

la indebolivano1693), ma gli antichi rancori e i diversi obiettivi rimasero più forti di qualsiasi interesse

Cristina. Carlocomune.169

degli affari del A Carlo XI toccava ora gestire la pace in un Paese sfinito dai continui impegni militari e

ie. Presto però in grave crisi finanziaria. Sebbene il prezioso consigliere Gyllenstierna morisse

anno infatti ilimprovvisamente nel 1680, il sovrano dimostrò di saper corrispondere a questo impegno con

o (in cambio di grande capacità e autorità. La sua politica mirò soprattutto al risanamento dell’economia, la

gi XIV. Questacui gravissima situazione dipendeva non soltanto dalle continue spese belliche ma anche

opeo scatenatodall’egoistico rifiuto da parte dei nobili di contribuire, cedendo in parte i loro beni (richiesta

nte sconfitta aripetutamente avanzata dai rappresentanti degli altri stati). Su questo fronte il sovrano si

o di non essere mosse con grande abilità riuscendo nel duplice intento di ristabilire la situazione finanziaria

ente guerra alladel Regno e di svigorire il potere dell’alta aristocrazia. Nel 1680, alla fine di una riunione del

) fu segnato daparlamento tenuta a Stoccolma e nella quale le diverse posizioni si erano duramente

’altro conquistòscontrate, egli riuscì a raggiungere tre principali obiettivi: l’avvio di una inchiesta sulla

) e insieme aglicondotta del governo di reggenza, l’approvazione dell’incameramento forzato di gran parte

ale nel golfo didei beni nobiliari (reduktion)170 e lo svuotamento del potere del Consiglio: ciò fu ottenuto

nne importanti grazie all’abilità politica del sovrano che seppe ben sfruttare il diffuso malcontento nei

uvato dall’abileconfronti dell’alta nobiltà. Significativamente il Consiglio del Regno fu trasformato nel

cludere la paceConsiglio del re171 e gradatamente Carlo XI fu capace di accumulare nelle proprie mani un

ono tentativi dienorme potere economico, legislativo, amministrativo, ecclesiastico,172 del quale dispose con

combinato da fermezza (talora con eccessiva severità) ma anche con grande senso dello Stato, il cui
, 1656- sviluppo e la cui sicurezza costituivano per lui obiettivi fondamentali. Questa situazione

alsiasi interessesfociò tuttavia in un vero e proprio assolutismo (una tendenza del resto affermata in altri

Paesi d’Europa, in primo luogo la Francia). Si giunse così nel 1693 alla cosiddetta

pegni militari e‘proclamazione di sovranità’ da parte degli stati i quali dichiararono che da Carlo in poi il re

tierna morissesarebbe stato “un monarca assoluto, che comanda e governa su tutti, e che su questa terra non

to impegno conrisponde a nessuno delle proprie azioni, ma ha forza e potere di guidare e reggere il suo

ll’economia, laRegno secondo la propria volontà e come un re cristiano.”173 Alla morte del sovrano,

iche ma ancheavvenuta nel 1697, questa situazione pareva ormai immodificabile.

beni (richiesta 9.2. Sviluppi culturali tra Cinquecento e Seicento

e il sovrano si Come è stato detto, l’introduzione della riforma protestante aveva, per così dire, ‘tagliato

ione finanziariai ponti’ tra il Nord e il mondo meridionale e (favorendo una tendenza manifestatasi per altro

na riunione delin precedenza) risospinto la cultura scandinava piuttosto verso l’ambito germanico che, del

ano duramenteresto, le era connaturale. Questo fatto ebbe un duplice e rilevante risultato. In primo luogo

inchiesta sullapose in sostanza termine a una situazione di sostanziale dipendenza da modelli stranieri che

o di gran parte aveva finito per soffocare l’espressione di istanze originali: infatti, se è pur vero che dopo la

ciò fu ottenutoriforma l’influsso del mondo tedesco fu assai consistente, è altrettanto vero che soprattutto da

malcontento neiquel mondo giunse l’impulso alla rivalutazione delle lingue e delle tradizioni nazionali. In

rasformato nelsecondo luogo tuttavia questo distacco impedì la piena ricezione di movimenti quali

roprie mani unl’umanesimo e il rinascimento che comunque – una volta placata la violenta disputa

ale dispose con teologico-religiosa – si affermarono anche nel Nord dove avrebbero prodotto i propri frutti.

o Stato, il cuiL’umanesimo nordico (al quale del resto contribuiva l’esigenza del ritorno alle fonti
esta situazionesostenuta dal pensiero riformatore) si concentrò per buona parte nella ricerca e nella

fermata in altririvalutazione delle testimonianze del passato delle nazioni scandinave: un impegno i cui

alla cosiddetta risultati sarebbero stati utilizzati sia a fini politici sia per sottolineare una sorta di ‘rivincita’

arlo in poi il rerispetto alla cultura meridionale.

questa terra non Naturalmente in quest’ottica (che si combinò con le esigenze della Chiesa di Stato)

reggere il suogrande importanza assunsero le istituzioni culturali. In Danimarca l’Università di

e del sovrano,Copenaghen fondata nel 1479 su concessione papale174 era divenuta fin dal 1537 un centro di

sapere luterano nel quale le discipline ‘mondane’ restavano comunque subordinate alla

dottrina religiosa.175 Successivamente, grazie soprattutto all’opera del consigliere del Regno

sì dire, ‘tagliatoHolger Rosenkrantz (1574-1642) essa fu riorganizzata elevando il livello degli studi e dando

statasi per altroil giusto peso alle materie scientifiche accanto a quelle umanistiche; contemporaneamente

manico che, del furono aperti nel Paese diversi ginnasi. Nel 1623 il medesimo Holger Rosenkrantz veniva

In primo luogo nominato direttore della Reale accademia cavalleresca (Kongelige ridderakademi) istituita a

lli stranieri cheSorø, nella quale i giovani nobili avrebbero potuto approfondire i propri studi e prepararsi a

ero che dopo la operare nella politica e nell’amministrazione.176 Del resto l’impegno in questo ambito mostra

e soprattutto da come, nonostante i molti problemi politici che doveva affrontare, il re Cristiano IV (che

ni nazionali. In aveva anche assunto importanti provvedimenti per l’università) volesse mostrarsi all’altezza

ovimenti qualidell’illustre rivale Gustavo II Adolfo.177 Il figlio e successore, Federico III, mostrerà un

iolenta disputagrande interesse per la cultura.

o i propri frutti. In Svezia l’Università di Uppsala, sorta come si è detto, nel 1477178 aveva ricevuto

orno alle fontiqualche sostegno da Erik XIV,179 ma era poi decaduta sotto Giovanni III180 per essere
ricerca e nellarestituita alla sua importanza alla fine del XVI secolo da Carlo IX.181 Sebbene anch’essa

impegno i cuifosse un centro di studio saldamente imperniato su una concezione culturale luterana, non di

ta di ‘rivincita’meno al suo interno fu dato spazio a nuove discipline, inoltre per iniziativa di Gustavo II

Adolfo questa istituzione conobbe un vero sviluppo espresso anche nella fondazione della

hiesa di Stato)sua biblioteca che resta una delle più prestigiose d’Europa.182 La ripresa della cultura avviata

’Università diin questo Paese tra la fine del XVI e i primi decenni del XVII secolo fu estesa, naturalmente,

37 un centro dianche ai territori sui quali la “grande potenza” svedese esercitava il proprio dominio: sorsero

ubordinate allacosì l’Università di Tartu (sved. Dorpat) in Estonia (1632) aperta, per volere del re Gustavo

liere del RegnoII Adolfo anche a giovani senza mezzi provenienti dalla classe contadina183 e la Reale

li studi e dandoaccademia di Åbo (1640), in Finlandia;184 significativa è anche la fondazione dell’Università

mporaneamentedi Lund (1666) nella Scania che doveva essere ‘svedesizzata’.185 E non va dimenticato che al

nkrantz venivatermine della guerra dei trent’anni la Pomerania anteriore divenne, di fatto, un territorio

) istituita a‘svedese’, sicché l’antica e prestigiosa Università di Greifswald (fondata nel 1456) venne a

i e prepararsi atrovarsi sotto la sfera di influenza culturale della “grande potenza”.186 Allo scopo di

ambito mostrapreparare agli studi universitari furono inoltre aperti diversi ginnasi.187 Ben conscio

stiano IV (chedell’importanza della cultura Gustavo II Adolfo promosse la nascita di officine per la stampa,

rarsi all’altezzafavorì il mercato editoriale, istituì un fondo per la letteratura,188 sostenne la traduzione di

II, mostrerà un importanti opere in lingua svedese, concesse una generosa donazione all’Università di

Uppsala (1624) e creò l’ufficio di “antiquario del Regno” (riksantikvarie, 1630) stabilendo

aveva ricevutoche si dovessero raccogliere con cura tutte le ‘antichità’ svedesi. Più ancora del padre

per essereCristina mostrerà una straordinaria attenzione per la vita intellettuale (seppure per molti versi
bene anch’essa a lei si debba imputare un interesse in primo luogo personale). Donna cosmopolita e di

uterana, non divastissima cultura, che conosceva lingue classiche e moderne, ella si circonderà di

a di Gustavo IIpersonalità di spicco straniere e svedesi: tra loro il sopra ricordato Cartesio,189 l’olandese

ondazione dellaIsaak Vossius,190 il tedesco Johannes Schefferus (1621-1679) titolare dal 1647 della cattedra

cultura avviataskytteana all’Università di Uppsala191 e autore di una celebre opera sui Sami,192 il poeta

a, naturalmente,Georg Stiernhielm,193 l’erudito Olof Rudbeck194 e altri come il filologo e diplomatico

ominio: sorseroolandese Nicolaas Heinsius (1620-1681),195 l’erudito francese Claudius Salmasius (Claude

del re GustavoSaumaise, 1588-1653), il teologo protestante e orientalista francese Samuel Bochart (1599-

e la Reale1667), il medico tedesco (ma anche, tra l’altro, filosofo e studioso di scienze politiche)

dell’UniversitàHermann Conring (1606-1681), lo storico tedesco Johan Henrik Boeclerus (1611-1672) e il

menticato che alteologo e orientalista tedesco Christian Raue (latinizzato in Ravis o Ravius, 1613-1677).196

o, un territorioAlla sua corte saranno messe in scena rappresentazioni teatrali, eseguiti balletti e recitate

1456) venne apoesie ed ella si preoccuperà di raccogliere un vero e proprio tesoro di opere d’arte (non da

Allo scopo diultimo preziosi volumi).197 Gran parte di questo patrimonio Cristina porterà con sé al

Ben consciomomento di lasciare il proprio Paese, ma molto andrà disperso dopo la sua morte.198 A Roma

e per la stampa,ella fonderà (1674) una Accademia reale (Kunglig akademi).199 È più che verosimile che

a traduzione dinella sua decisione di convertirsi al cattolicesimo fattori di carattere culturale abbiano giocato

l’Università di un ruolo considerevole.

630) stabilendo Ma nei Paesi nordici fu anche la nobiltà (piuttosto che, come altrove, la borghesia) a

cora del padresvolgere un ruolo fondamentale nel sostegno e nello sviluppo della cultura.200 L’abitudine

per molti versi delle famiglie aristocratiche, ormai da molto tempo invalsa, di mandare i propri figli a
smopolita e distudiare all’estero aveva creato una classe di veri e propri eruditi che conoscevano alla

circonderà diperfezione il latino (ma anche non di rado il greco) e diverse lingue moderne, mantenevano

l’olandeseintensi rapporti con studiosi di altri Paesi, vantavano una cultura eterogenea e si mostravano

7 della cattedraaperti allo studio di nuove discipline.201 Presso le famiglie nobili vengono ora assunti anche

il poetainsegnanti privati che in taluni casi seguiranno gli studenti durante gli studi universitari. Ma i

e diplomaticonobili non vorranno soltanto garantirsi una ragguardevole erudizione, abbellire le loro

Claudesplendide dimore con manufatti artistici di grande pregio e corredarle di ricche biblioteche

Bochart (1599-private nelle quali hanno un posto d’onore celebri autori stranieri (italiani, francesi, inglesi e

enze politiche) anche tedeschi): essi ora comprenderanno anche il riconoscimento sociale derivante dal

1611-1672) e ilmecenatismo e si mostreranno assai interessati a ricercare in un ‘glorioso’ passato le origini e

196 la giustificazione della propria posizione. Eccellente esempio di questo atteggiamento

lletti e recitateculturale è la figura del cancelliere svedese Magnus Gabriel de la Gardie, certamente assai

d’arte (non dapiù portato alla gestione dei beni culturali che non a quella degli affari politici.202 Poeta,

terà con sé almecenate e promotore delle arti e delle scienze, a lui si deve la nascita (1667) del Collegio

A Roma delle antichità (Antikvitetskollegium),203 una istituzione – alla quale daranno il proprio

verosimile checontributo nomi prestigiosi – che rileverà i compiti affidati all’antiquario del Regno,

abbiano giocatoambiziosamente ampliandoli in direzione dell’approfondimento della storia patria, sia

secolare sia religiosa,204 della ricerca archeologica, della topografia, della lingua nazionale,

la borghesia) adel diritto e – significativamente! – delle genealogie.205 Grande importanza rivestirà, da

L’abitudinequesto punto di vista, la ricerca e lo studio dei testi della tradizione nordica, quel patrimonio

i propri figli aletterario norreno (ma non solo) dal quale si trarranno preziose informazioni sul passato della
noscevano allanazione.

e, mantenevano Ma in questi secoli l’istruzione diventa più facilmente accessibile anche alle classi

e si mostravano economicamente più deboli. Non solo, infatti, troviamo tra gli eruditi persone di estrazione

a assunti anchesociale borghese o, addirittura, popolare cui, grazie a un adeguato sostegno economico, era

niversitari. Ma istata data la possibilità di accedere allo studio, ma constatiamo un vero e proprio interesse in

bbellire le loroquesta direzione. In Danimarca fin dal 1565 il nobile Herluf Trolle (1516-1565) aveva dato

che bibliotechevita, insieme alla moglie Birgitte Gøye (1511-1574)206 alla celebre scuola di Herlufsholm

ancesi, inglesi e (nella Selandia meridionale) e sebbene la sua occupazione principale fosse quella di

e derivante dalammiraglio e combattente, egli si occupò attivamente dell’istruzione dei figli di famiglie

sato le origini epovere sostenendo diversi istituti di formazione. Anche il re Gustavo II Adolfo volle, come si

atteggiamentoè visto, favorire l’istruzione di giovani della classe contadina. Nel XVII secolo del resto si

ertamente assaiconstata da parte di quest’ultima un certo interesse per l’istruzione dei propri figli. In questo

Poeta, clima ben si inquadra una figura come quella del vescovo di Turku Johannes Gezelius il

7) del CollegioVecchio (den äldre, 1615-1690), allievo di Johannes Rudbeckius207 e grande promotore

nno il propriodell’istruzione popolare in Finlandia secondo presupposti innovativi. Egli era del resto

io del Regno,seguace dei princìpi pedagogici di Comenio (Jan Amos Komenský, latinizzato in Iohannes

oria patria, siaAmos Comenius, 1592-1670), le cui idee dovevano influenzare la nuova impostazione delle

ngua nazionale,scuole svedesi (basti pensare che il cancelliere Axel Oxenstierna lo aveva incaricato di

za rivestirà, daredigerne i programmi).208 E non va dimenticato che l’uso della stampa permetteva di

quel patrimoniodiffondere (anche, come si è visto, a livello popolare)209 un numero discreto di opere,

ul passato dellacertamente ben più di quelle che sono giunte ai nostri giorni.210
Per lungo tempo, dopo l’introduzione della riforma protestante e il rafforzamento del

che alle classi potere della Corona danese, sia la Norvegia sia l’Islanda erano rimaste ai margini. Nessuno

ne di estrazionedi questi due Paesi aveva una università propria, il che sottolineava la loro dipendenza e la

economico, era necessità di fare costante riferimento, in primo luogo, alla Danimarca. Naturalmente le

prio interesse in‘scuole luterane’ erano state organizzate anche qui e nelle località maggiori erano presenti

565) aveva datoistituti di una certa importanza,211 non tali tuttavia da giustificare una effettiva indipendenza

di Herlufsholmculturale. E tuttavia a Oslo e a Bergen si formarono importanti centri di studi umanistici,

osse quella dimentre in Islanda ci si affidò in buona parte all’iniziativa personale: in questo Paese la lunga

gli di famiglietradizione letteraria si riflette nell’attività di singoli come a esempio l’eclettico autodidatta,

o volle, come si letterato, poeta e artista Jón Guðmundsson l’Erudito (lærði, 1574-1658);212 Björn Jónsson di

olo del resto siSkarðsá (1574-1655), anch’egli autodidatta e compilatore di importanti annali213 (dunque,

figli. In questoper molti versi, l’unico ‘storico’ islandese del periodo); Brynjólfur Sveinsson (1605-1675)

nes Gezelius ilvescovo di Skálholt, appassionato ricercatore di testi antichi;214 Páll Björnsson di Selárdalur

nde promotore(1621-1706) alla cui scuola avrebbe studiato la lingua ebraica l’erudito Jón Þorkelsson

i era del resto Vídalín (1636-1719).215 Qui, ancor più che altrove, restava comunque in primo luogo la

IohannesChiesa (che avrebbe mantenuto il monopolio sulla stampa fino al tardo XVIII secolo)216 a

ostazione delle gestire la gran parte della vita culturale: basti ricordare la figura di Oddur Einarsson (1559-

a incaricato di1630), rettore della scuola di Hólar tra il 1586 e il 1588, vescovo di Skálholt dal 1589 fino

permetteva di alla morte, che (seppure assai attento a favorire gli interessi familiari!) si impegnò

creto di opere,nell’ambito della sua diocesi a promuovere gli studi e incoraggiò a comporre opere ispirate

alle tematiche della riforma. Seppure con il limite costituito dall’esclusivo interesse religioso,
forzamento delil suo richiamo ebbe benefici effetti in un Paese nel quale per quasi due secoli (XV e XVI)

argini. Nessuno l’attività letteraria aveva conosciuto un periodo di sostanziale declino.217

dipendenza e la I secoli XVI e XVII mostrano dunque nei Paesi nordici un mondo culturale dinamico e

Naturalmente leoperoso nel quale si muovono numerose figure di studiosi in molti casi dotati di una

erano presentiimpressionante erudizione che spazia in diversi ambiti disciplinari. Conseguentemente il

a indipendenzaconfine tra le opere ‘rigorosamente letterarie’ e quelle di diverso intento (storiche o

udi umanistici,scientifiche, qualche volta tali solo nelle intenzioni dell’autore!) risulta spesso imprecisato,

Paese la lungamentre il desiderio di dar voce a una cultura di livello corrispondente (quando non superiore)

ico autodidatta,rispetto a quella di altri Paesi europei condiziona l’impegno compositivo, giustificando (ma

jörn Jónsson dinon del tutto, ché molto andrebbe certamente rivisitato) il successivo giudizio della critica

(dunque, non di rado troppo severo dal punto di vista estetico e non solo.

on (1605-1675) 9.2.1. Il richiamo del passato e la rivendicazione scandinava

on di Selárdalur Come è stato rilevato precedentemente il conflitto che opponeva le due principali potenze

Jón Þorkelssondella Scandinavia, Danimarca e Svezia, non riguardava solamente l’ambito politico e militare

primo luogo la ma si nutriva anche di una controversia sull’antichità e sul prestigio della nazione e dunque

asulla rivendicazione del suo primato rispetto alla rivale. Questo atteggiamento affondava le

narsson (1559-proprie radici fin nel XV secolo.218 In quell’epoca, come sopra si è riferito, erano state scritte

t dal 1589 finoopere svedesi quali la Cronaca del Regno dei Goti e la Cronaca in prosa, cui era seguita

!) si impegnòall’inizio del XVI secolo la Cronaca dei regni settentrionali del tedesco Albert Krantz, nella

e opere ispiratequale veniva grandemente elogiata la nazione danese.219 Del resto fin dal 1434, in occasione

eresse religioso,del sinodo tenuto a Basilea, il vescovo di Växjö Nicolaus Ragvaldi (Nils Ragvaldsson,
oli (XV e XVI) ca.1380-1448), che sarebbe divenuto arcivescovo di Uppsala nel 1438, aveva rivolto ai

partecipanti un discorso nel quale affermava la nobiltà del proprio ruolo, chiedendo – di

rale dinamico econseguenza – che gli fosse riservato il sedile d’onore (o, almeno, quello immediatamente

dotati di unavicino), in quanto rappresentante di un popolo (gli antichi Götar, ora Svedesi) che poteva

guentemente il vantare una diretta discendenza da quei Goti che avevano saputo sconfiggere o costringere

nto (storiche oalla pace (tra gli altri) gli Egizi, i Persiani, i Macedoni e i Romani.220 Si è visto come

so imprecisato,affermazioni di questo tipo fossero destinate ad avere grande fortuna per la loro capacità di

non superiore)sostenere con ragioni ‘storico-culturali’ l’autorità del Regno e di promuovere e giustificare

ustificando (mauna politica di dominio. Del resto i Danesi avevano presto individuato nei Cimbri i ‘nobili’

zio della critica antenati (di origine addirittura biblica!)221 grazie ai quali legittimare la propria supremazia fra

i popoli della Scandinavia (e non solo). Anche il desiderio dell’aristocrazia di sostenere la

propria posizione (e i propri privilegi) avrebbe, come si è osservato, giocato un ruolo

ncipali potenzeimportante da questo punto di vista.

litico e militare Queste dunque le premesse alla nascita d’un vasto movimento culturale che (proprio dai

zione e dunque‘Goti svedesi’) avrebbe tratto il nome di goticismo e avrebbe conosciuto la sua massima

to affondava lefioritura (sebbene i suoi effetti dovessero protrarsi ben più a lungo) tra il XVI e i primi

ano state scrittedecenni del XVIII secolo. Per le ragioni sopra esposte esso avrebbe naturalmente interessato

cui era seguitain primo luogo la Danimarca e la Svezia, tuttavia il coinvolgimento della Norvegia e

rt Krantz, nelladell’Islanda non sarebbe stato secondario. Al suo interno avrebbero trovato posto innanzi

4, in occasionetutto studi di carattere ‘storico’ e speculazioni dai presupposti stravaganti e dalle conclusioni

s Ragvaldsson,grottesche. Tuttavia a questo clima culturale si collegano anche ricerche filologiche e


veva rivolto aiantiquarie (non sempre prive di fondamento scientifico) in un insieme sostanzialmente

chiedendo – diinterdipendente cui portarono il proprio contributo figure di eruditi, umanisti e studiosi.

mmediatamente In Danimarca il punto di riferimento per eccellenza è, naturalmente, la Storia dei Danesi

esi) che poteva(Gesta Danorum) di Saxo grammaticus,222 il cui contenuto (sebbene per buona parte

e o costringereleggendario) viene a costituire la fonte primaria per la conoscenza delle vicende della patria.

i è visto come L’interesse per questo lavoro si manifesta fin dai primi decenni del XVI secolo quando

loro capacità diChristiern Pedersen223 durante un soggiorno parigino ne cura l’edizione (1514) e

e e giustificaresuccessivamente la traduzione, che tuttavia è andata perduta.224 Certamente questa iniziativa

imbri i ‘nobili’ebbe il grande merito di riportare alla luce e rendere disponibile agli uomini di cultura

supremazia fraeuropei un’opera che (insieme ad altri testi della tradizione nordica) avrebbe successivamente

di sostenere lafatto parte di quel patrimonio ‘autenticamente germanico’ che tanto avrebbe affascinato

ocato un ruolointellettuali e poeti a partire dalla seconda metà del XVIII secolo.225 E tuttavia le insidie

legate a una ricezione assolutamente acritica dei testi del passato appaiono da subito evidenti:

he (proprio daibasti scorrere le Cronache danesi del medesimo Christiern Pedersen – per cui egli attinge a

a sua massimadiverse fonti –226 che mostrano una palese tendenza a trarre conclusioni tanto facili quanto

XVI e i primierrate, grazie alle quali si persegue l’unico obiettivo di nobilitare la patria.227 Alla cui gloria

ente interessatol’autore ‘recupererà’ anche un eroe esemplare nella figura di Olger il Danese (Olger danske),

lla Norvegia eda lui considerato a tutti gli effetti una figura storica: ma la sua Cronaca del re Olger il

o posto innanzi Danese (Kong Olger Danskis Krønicke) consiste in realtà nella rielaborazione di una

alle conclusioniversione francese della storia di questo personaggio che compare innanzi tutto nella

e filologiche e letteratura cavalleresca relativa a Carlo Magno ed è noto a quella tradizione come Ogier le
sostanzialmenteDanois (o anche Ogier de Dannemarche).228

Dopo Christiern Pedersen l’opera di Saxo venne tradotta e pubblicata (1575) da Anders

oria dei DanesiSørensen Vedel (1542-1616), storiografo ufficiale del Regno, la cui preoccupazione

er buona parteprincipale nell’affrontare questo impegnativo lavoro (cui si dedicò a partire dal 1571) pare

nde della patria.essere quella di rendere accessibile a ogni lettore la storia patria: egli di fatto ‘riscrive’ il

secolo quandotesto e risolve in forma prosastica i versi inseriti da Saxo nel suo racconto. Il medesimo

one (1514) einteresse lo vedrà in seguito dare alle stampe il lavoro di Adamo da Brema, quelle Opere dei

uesta iniziativavescovi della Chiesa di Amburgo, il cui manoscritto era stato rinvenuto a Sorø (Historia

mini di cultura ecclesiastica continens Religionis propagatæ Gesta […]). Un altro suo fondamentale

uccessivamentecontributo alla ‘edificazione’ della grandezza danese è la raccolta e la pubblicazione delle

bbe affascinato ballate popolari.229 Sebbene col passare del tempo egli non nutrisse più una fiducia

tavia le insidieincondizionata nelle fonti antiche (in primo luogo Saxo grammaticus), considera tuttavia

subito evidenti:ancora le ballate da una prospettiva storica, quanto meno nell’ottica della storia come

ui egli attinge a‘maestra di vita’: in loro vede esemplificate le diverse manifestazioni del carattere degli

to facili quantoantichi Danesi, mentre al contempo sottolinea la bellezza della lingua in cui sono composte.

Alla cui gloria Anche in Svezia come si è visto era largamente diffuso il sentimento di esaltazione della

), grandezza della patria e la lezione di Johannes Magnus230 avrebbe fatto scuola. Ciò si

del re Olger ilconstata a esempio nell’opera in versi latini (per altro senza alcun pregio ulteriore)

razione di unadell’umanista Laurentius Petri Gothus (1529 o 1530-1579) dal titolo Stratagemma

nzi tutto nella dell’esercito gotico contro Dario (Strategema gothici exercitvs adversus Darium, 1559) nel

Ogier lequale egli, rifacendosi a un episodio narrato da Erodoto, individua negli Sciti, avversari del
re persiano, i ‘Goti svedesi’.231 L’importanza politico-culturale attribuita alla celebrazione

575) da Andersletterario-culturale delle personalità e degli eventi storici232 appare ben compresa

preoccupazionedall’ambizioso Johannes Messenius (ca.1579-1636), il quale dopo aver invano atteso un

dal 1571) pareimportante riconoscimento per la Genealogia compilata per il re polacco-svedese

tto ‘riscrive’ il Sigismondo233 offrì i suoi servigi a Carlo IX, ottenendo in tal modo prestigiosi incarichi

o. Il medesimocome una cattedra all’Università di Uppsala234 e, successivamente, la nomina a curatore

Opere dei dell’archivio del Regno. Egli divenne così prolifico autore di scritti polemici nei confronti

Historiadei due grandi avversari della Svezia: la Danimarca235 e la Chiesa cattolica. Ma, soprattutto,

fondamentalecompose testi teatrali (fatti recitare ai suoi studenti) ispirati a temi ‘patriottici’, quale – fra gli

blicazione dellealtri – Disa dove si celebra (in omaggio alla regina Christina) una leggendaria sovrana che

iù una fiduciaavrebbe dato l’avvio alla colonizzazione delle terre del Nord e salvato dalla carestia il suo

nsidera tuttavia popolo.236 E anche quando per i suoi contatti con i gesuiti (dunque per una presunta

la storia comepropensione al cattolicesimo) egli cadde in disgrazia e fu imprigionato nel castello di

carattere degliKajaneborg (finnico Kajaanin linna) nella Finlandia centrale (1616), la sua ispirazione non

venne meno: a questo periodo infatti risale la sua grande opera Scandinavia illustrata

saltazione della (Scondia illustrata) sulla storia laica e religiosa dei Paesi nordici,237 grazie alla quale egli

scuola. Ciò si verosimilmente sperava di ottenere la liberazione (che giunse solo nel 1635). Sebbene questo

egio ulteriore)lavoro si segnali per un apprezzabile spirito critico, all’epoca alquanto inusuale, è altrettanto

Stratagemmavero che anche qui il racconto ha inizio a partire dal diluvio universale e per i tempi più

, 1559) nelremoti segue in buona parte l’impostazione di Johannes Magnus.238

i, avversari del Ma la celebrazione del mondo del Nord aveva raggiunto il pubblico degli eruditi europei
la celebrazionefin dal 1555. In quell’anno infatti era stata pubblicata a Roma un’opera destinata a segnare

ben compresaun punto fermo: la Storia dei popoli settentrionali (Historia de gentibvs septentrionalibvs) di

vano atteso un Olaus Magnus (Olof Månsson, 1490-1557). Fratello dell’altrettanto celebre Johannes e a lui

olacco-svedesesucceduto nell’incarico (ormai puramente nominale) di arcivescovo cattolico di Svezia (fu

igiosi incarichiegli dunque l’ultimo della serie), Olaus imposta il proprio lavoro nella prospettiva di un

mina a curatorefervente amor di patria. E tuttavia, mentre la Storia di tutti i re degli Svedesi e dei Goti di

ci nei confronti Johannes resta solo come efficace testimonianza del clima culturale dell’epoca, quella di

Ma, soprattutto, Olaus – che in realtà è piuttosto una serie (per certi aspetti si potrebbe quasi dire una

, quale – fra glicongerie) di notizie di carattere geografico ed etnografico –239 offre anche al lettore moderno

ria sovrana cheuna grande quantità di informazioni di straordinario interesse. La sua fortuna, presto

carestia il suosottolineata dalle numerose traduzioni in diverse lingue,240 lo dimostra. Di notevole interesse

r una presuntaè anche un suo precedente lavoro, la cosiddetta Carta marina, una mappa dei Paesi nordici

nel castello dipubblicata a Venezia nel 1539 che contiene (in basso a sinistra) un breve commento.241 Pure,

ispirazione nonal modo in cui sulla Carta mostri acquatici, creature sovrannaturali riconducibili alla

navia illustratatradizione mitologico-leggendaria nordica,242 affiancano indicazioni corrette sulle correnti

alla quale eglimarine, così anche nella Storia dei popoli settentrionali si constata la compresenza di

Sebbene questoelementi e notizie di diversa natura, origine e attendibilità. E tuttavia se l’opera di Olaus

le, è altrettanto(come del resto quella del fratello Johannes) diventerà un punto di riferimento

per i tempi più imprescindibile per l’orgoglio nazionalistico svedese almeno fino a tutto il Seicento, il suo

equilibrio e la sua moderazione (anche se non vi mancano esplicite critiche ai nemici

eruditi europei danesi)243 saranno dimenticati per lasciare spazio a forme di singolare per non dire
inata a segnarestravagante patriottismo.

) di Tale è, assolutamente, il caso della voluminosa opera di Olof Rudbeck che, con

ohannes e a luicontributo statale, venne pubblicata in tre volumi oltre un secolo più tardi (1679-1698):244

o di Svezia (fu Atlantide ovvero Manheim (Atland eller Manheim),245 scritta in svedese ma corredata di testo

ospettiva di una fronte in latino.246 Seppure non vada dimenticato che l’autore era in primo luogo uno

di scienziato e che, dunque, affrontò questo impegno con metodo – per quanto (come è del tutto

poca, quella dilecito attendersi) non sempre sostenuto da adeguate conoscenze – occorre tuttavia constatare

quasi dire unache le sue conclusioni furono davvero ardite, per non dire avventurose. Secondo gli esiti

ettore moderno delle sue ricerche (archeologiche, storiche, geografiche, toponomastiche, folcloristiche,

fortuna, prestolinguistiche, letterarie, mitologiche e via dicendo) egli ritenne di poter affermare che il

tevole interesseripopolamento della Terra dopo il diluvio universale aveva avuto inizio dalle regioni del

ei Paesi nordiciNord. Di più, egli sostenne che molto di ciò che veniva conservato nelle fonti, in particolare

Pure, quelle greche (tra l’altro la menzione dei mitici Iperborei, la storia di Giasone e del vello

onducibili allad’oro, i racconti sull’Ade), facesse un evidente riferimento alla Svezia: i miti greci dunque

e sulle correnti non sarebbero stati nulla di più che un ricordo (corrotto e frainteso) di antiche storie sui

ompresenza di‘Goti’. La leggendaria Atlantide di Platone avrebbe dovuto essere identificata nella Svezia e

opera di Olausla sua capitale individuata nella città di Uppsala, da lui considerata la culla della civiltà

di riferimentooccidentale. Ragion per cui la sua fine doveva essere interpretata come la decadenza di

Seicento, il suo un’età dell’oro, piuttosto che come il reale inabissarsi di un’isola nelle profondità

iche ai nemicidell’oceano.247 A dimostrazione della sua tesi egli esibisce molte prove, non da ultima una

per non direserie di forzature etimologiche, relative naturalmente anche alle figure degli dèi (che per altro
considera secondo una visione evemeristica).248 Nonostante qualche critica,249 l’opera di

beck che, conRudbeck ebbe enorme risonanza anche all’estero e in patria fece scuola.250 Eruditi

244‘rudbeckiani’ – che in alcuni casi fabbricarono dei veri e propri falsi –251 sono conosciuti in

orredata di testoSvezia fino a oltre la metà del XVIII secolo;252 tuttavia il suo ‘allievo’ più originale fu

imo luogo unoprobabilmente il norvegese Jonas Danilssøn Ramus (1649-1718)253 che nel suo libro di

come è del tutto notevole successo Ulisse e Odino una sola e medesima [persona] (Ulysses et Otinus unus et

tavia constatareidem, 1702) volle dimostrare (tramite allettanti accostamenti trasformati con acrobatiche

econdo gli esiti argomentazioni in prove attendibili) l’equivalenza dell’eroe greco con il dio nordico.254

folcloristiche, Per quanto l’interpretazione delle fonti fosse disinvolta e conducesse a risultati non di

fermare che ilrado eccentrici, l’esigenza del ricorso ai testi originali (unica via che, secondo lo spirito

alle regioni delumanistico, poteva produrre reale conoscenza) stimolò dunque negli studiosi nordici la

i, in particolarericerca degli scritti del passato, documenti in cui ritrovare testimonianze dell’antica

one e del vellograndezza delle nazioni scandinave. Venne pertanto manifestandosi un grande interesse in

ti greci dunque questo campo con conseguente competizione tra la Danimarca e la Svezia nel contendersi

tiche storie suipreziosi manoscritti. Il riferimento è, naturalmente, in primo luogo ai testi della letteratura

a nella Svezia emedievale norvegese e – soprattutto – islandese, che vengono ora non solo ricercati ma

la della civiltàanche, in diversi casi, pubblicati e tradotti. In questa prospettiva gli studiosi di questi ultimi

a decadenza diPaesi – ai quali mancavano, come si è visto, gli stimoli politici per una celebrazione della

elle profonditàpatria – trovano dunque una loro considerazione, producendo lavori che nell’immediato

n da ultima unavanno a soddisfare queste esigenze culturali, ma nel lungo periodo produrranno benefici

èi (che per altro effetti anche dal punto di vista del rafforzamento di un sentimento nazionalistico fornendo
l’opera dipoi un supporto culturale ai movimenti per l’indipendenza politica. Attorno alla metà del

EruditiXVI secolo alcuni norvegesi avevano iniziato (su sollecitazione danese) a trasporre l’opera

no conosciuti instorica di Snorri Sturluson;255 fu tuttavia grazie a Peder Claussøn Friis (1545-1614) che

iù originale futradusse, rielaborò (e integrò) la Heimskringla256 che l’autore islandese divenne noto a livello

el suo libro di internazionale (ma fu altresì riscoperto in patria!) andando a costituire, accanto a Saxo

Otinus unus etgrammaticus, la massima autorità cui fare riferimento per la storia nordica. L’opera, Breve

on acrobaticheestratto della cronaca dei re norvegesi (En kort Extract af de norske Kongers Chronica) fu

fatta pubblicare dal celebre antiquario danese Ole Worm (di cui più avanti) nel 1633.

risultati non di Certamente il XVII secolo è un periodo nel quale l’impegno appassionato di tanti eruditi

ondo lo spiritodà risultati ragguardevoli e avvia a ricerche antiquario-filologiche che costituiranno la base

iosi nordici la (per quanto ancora in molti casi più che approssimativa) di future discipline (e di future

nze dell’anticacorrenti di pensiero). In Danimarca nel breve volgere di pochi decenni possiamo annoverare

nde interesse inuna serie di circostanze di grande rilievo. Innanzi tutto il recupero di manoscritti islandesi

nel contendersi(che finiranno in gran parte nel possesso di eminenti personaggi, in primo luogo il re

della letteraturaFederico III) contenenti opere di straordinaria importanza: fra tutte l’Edda di Snorri257 e

lo ricercati mal’Edda poetica.258 Per quest’ultima dobbiamo essere grati al vescovo di Skálholt, Brynjólfur

di questi ultimiSveinsson (1605-1675), uomo di vastissima cultura e appassionato raccoglitore che era

ebrazione della venuto in possesso del codice contenente questo testo fin dal 1643, ma l’aveva donato al

nell’immediatosovrano danese (solo perché spinto da ragioni familiari) nel 1662.259 Poi ancora la

rranno beneficiriproposizione (con intenti filologici) dell’opera di Saxo grammaticus, corredata da un

istico fornendo commento, dovuta all’erudito, docente dell’Accademia di Sorø e storico del Regno Stephan
o alla metà delHansen Stephanius (1599-1650).260 Successivamente la traduzione in lingua danese del

asporre l’operacelebre carme norreno dal titolo Dialogo di Kráka (Krákumál, 1652)261 curata da Christen

1545-1614) cheBerntsen Viborg (morto nel 1670), ma – soprattutto! – l’edizione nel 1665 dell’Edda di

ne noto a livelloSnorri e dei due primi carmi dell’Edda poetica a cura di Peder Hansen Resen (1625-1688),

ccanto a Saxogiurista, storico, filologo e antiquario. Il primo testo, l’Edda degli Islandesi (Edda

Breve Islandorum) è in realtà basato su un rimaneggiamento, la cosiddetta Laufás Edda:262 a esso in

) fuogni caso per lungo tempo si sarebbe fatto riferimento in relazione all’opera di Snorri. La

Predizione dell’Indovina (Vǫluspá)263 ebbe titolo Antichissima filosofia norvego-danese

o di tanti eruditi(Philosophia antiquissima norvego-danica), mentre il Dialogo dell’Alto (Hávamál)264 fu reso

uiranno la basecome Etica di Odino (Ethica Odini):265 entrambi i poemi furono tradotti dal poeta Stefán

ne (e di futureÓlafsson266 (1619-1688) e commentati da Guðmundur Andrésson (ca.1614-1654).267

amo annoverareOvviamente i ‘sudditi islandesi’ – in sostanza gli unici naturalmente in grado di comprendere

scritti islandesil’antico e nobile idioma norreno – furono progressivamente (nonostante un disinteresse

mo luogo il reiniziale) sempre più coinvolti in questo lavoro, sicché in seguito alcuni fra loro ebbero

el’incarico ufficiale di traduttori; basti qui citare almeno Þormóður Torfason (Thormod

holt, BrynjólfurTorfæus, 1636-1719) che ebbe anche il compito di ricercare nuovo materiale e fu prolifico

glitore che eraautore storico: egli si interessò alle diverse terre colonizzate dagli uomini del Nord (Føroyar,

veva donato alOrcadi, Groenlandia268 e persino Vínland)269 e scrisse un voluminoso trattato dal titolo Storia

Poi ancora ladella Norvegia (Historia rerum norvegicarum, 1711), dedicato al Paese nel quale trascorse

orredata da ungran parte della vita. Nonostante i molti difetti e la forte tendenza alla ricezione

Regno Stephandell’elemento leggendario questo testo avrebbe costituito per molto tempo un’opera di
gua danese del riferimento per gli studiosi.270 Ben più attento agli aspetti scientifico-filologici appare invece

ata da Christenil suo connazionale Árni Magnússon (1663-1730), segretario dell’archivio reale, poi

di professore all’Università di Copenaghen (il primo islandese a ottenere un così prestigioso

n (1625-1688),riconoscimento), instancabile e appassionato collezionista di antichi manoscritti (anche

Eddaincompleti) da lui analizzati con un rigore e un equilibrio che per molti versi anticipano gli

a esso instudi filologici moderni.271 E non si dimentichi, in questa prospettiva, la compilazione sopra

a di Snorri. La ricordata di raccolte manoscritte di folkeviser (a cura di esponenti delle famiglie nobili) con

norvego-danesele loro fondamentali edizioni a cura di Anders Sørensen Vedel (1591) e Peder Syv (1695).272

fu reso Ma lo scopo di questa fervente attività non è certo, in primo luogo (fatta una doverosa

al poeta Stefáneccezione per Árni Magnússon), di carattere strettamente scientifico. Ciò si constata con

267 facilità leggendo gli scritti che accompagnano questi lavori. Così il traduttore del Dialogo di

di comprendere Kráka sottolinea come quel testo fosse opera di un antico re danese e come esso dunque

un disinteresse potesse mostrare ai giovani contemporanei di che pasta fossero fatti un tempo gli abitanti

ra loro ebberodella patria;273 così, nell’introduzione all’edizione dell’Edda, Resen – prima di proporre un

Thormod vero e proprio commento all’opera di Snorri – espone le sue considerazioni sul diverso modo

e e fu prolifico in cui gli uomini hanno espresso i propri valori morali; così, ancora, Ole Worm

Nord (Føroyar,nell’introduzione alla versione della Heimskringla eseguita da Peder Claussøn Friis

Storia approfondisce l’analisi delle fonti storiche e ne sottolinea l’importanza per la patria danese,

quale trascorsementre allude con rimpianto e ammirazione alle antiche composizioni degli scaldi.

alla ricezioneConsiderazioni che permeano in profondità il clima culturale dell’epoca e che troveranno

po un’opera diespressione compiuta con Thomas Bartholin il Giovane (den yngre, 1659-1690), figlio del
i appare invececelebre anatomista,274 che nella voluminosa opera Tre libri di antichità danesi, delle ragioni

vio reale, poidel disprezzo della morte da parte dei Danesi quando erano ancora pagani, raccolte da

così prestigiosomanoscritti e documenti fino a ora inediti (Antiquitatum Danicarum de causis contemptæ a

noscritti (ancheDanis adhuc gentilibus mortis libri tres ex vetustis codicibus & monumentis hactenus ineditis

i anticipano glicongesti, 1689), andando ben oltre il tema indicato nel titolo, compie un itinerario nel mondo

pilazione sopra nordico del passato, per sottolineare l’eroismo dei suoi antichi compatrioti.

glie nobili) con Del resto Thomas Bartholin poteva ormai contare su un numero ragguardevole di

‘antichità’ riportate alla luce da diversi studiosi. Tra costoro un posto di primo piano spetta

a una doverosa senza dubbio a Ole Worm (1588-1654). Figura di vasta erudizione (fu tra l’altro attivo come

si constata conmedico) che si era formato sia in patria sia all’estero, egli dedicò molte energie alla raccolta e

Dialogo dialla catalogazione di ogni tipo di materiale (documenti storici, manoscritti, oggetti antichi,275

me esso dunqueiscrizioni runiche su qualsiasi materiale, ivi compresi i cosiddetti calendari runici),276 ma

mpo gli abitantianche di informazioni (tradizioni, usi e costumi, nomenclature, unità di peso e di misura)

di proporre unritenuti utili per illustrare e celebrare il passato della nobile nazione danese. In tal modo,

l diverso modoseppure gli mancasse un corretto spirito critico, Ole Worm diede un contributo insostituibile

a, Ole Wormalla promozione degli studi antiquari, ambito nel quale resta di fondamentale importanza

Claussøn Friis(nonostante l’obiettiva inconsistenza delle sue osservazioni critiche) l’impulso alla ricerca e

a patria danese,allo studio delle iscrizioni runiche.277 Sebbene in precedenza i monumenti runici danesi con

i degli scaldi. le loro misteriose incisioni (ma anche le testimonianze archeologiche più antiche come le

che troverannotombe megalitiche) avessero già attirato l’attenzione278 e suscitato curiosità,279 era mancato

690), figlio delal riguardo un interesse specifico, ed essi erano stati presi in considerazione in modo
i, delle ragioni occasionale o comunque solo per avvalorare argomentazioni di carattere storico. Ma

ni, raccolte da l’alfabeto runico restava in uso in taluni ambiti280 e dopo che Olaus Magnus ne aveva riferito

is contemptæ anella sua Storia dei popoli settentrionali281 esso suscitò rinnovato interesse. Nel contesto

actenus ineditisdella rivalità dano-svedese Ole Worm fu certamente spronato a questi studi anche da alcune

ario nel mondopubblicazioni di Johannes Bureus (primo antiquario del Regno svedese),282 il quale a sua

volta aveva focalizzato la propria attenzione sulle rune svedesi, viaggiando nel Paese alla

gguardevole diloro ricerca.283 Naturalmente dal canto suo Ole Worm sosteneva la maggiore arcaicità delle

mo piano spettarune danesi e riteneva altresì che esse fossero comunemente usate nell’antichità per redigere i

tro attivo cometesti. A testimonianza delle sue ricerche in questo campo resta in primo luogo l’opera dal

e alla raccolta etitolo Le rune ovvero l’antichissima letteratura danese (Runir seu Danica Literatura

275Antiqvissima del 1636, seconda edizione 1651), che naturalmente fu molto elogiata in patria

ma(ricevendo anche consensi dall’estero) mentre destò irritazione (e polemiche) in Svezia. Nel

so e di misura)1643 uscì poi la voluminosa opera dal titolo Monumenti danesi (Danicorum monumentorum

e. In tal modo,[...]) nella quale è riportato (con grande quantità di illustrazioni) un numero assai elevato di

to insostituibiletestimonianze del passato danese comprese, naturalmente, le pietre runiche. Si tratta del

ale importanzaprimo tentativo di organizzare scientificamente uno studio archeologico e runologico, un

o alla ricerca elavoro che a lungo sarà considerato un punto di riferimento fondamentale.284 Dell’importanza

nici danesi conattribuita a livello politico a questo tipo di ricerche ben testimonia il fatto che fin dal 1622 il

ntiche come lesovrano aveva inviato una circolare a tutti i vescovi di Danimarca e Norvegia perché si

era mancato facessero promotori presso il clero loro sottoposto (il quale a sua volta avrebbe dovuto

zione in modo sollecitare i fedeli) della raccolta sistematica di tutte le possibili testimonianze del passato, il
re storico. Ma che avrebbe permesso a Ole Worm di catalogarle e studiarle.285

e aveva riferito Anche in Svezia non mancarono affatto i ‘patrioti’ cultural-nazionalisti. E anche qui non

e. Nel contesto mancò, seppure in ritardo rispetto alla Danimarca, un decreto del re che inviava in giro per il

nche da alcune Paese persone specificamente incaricate di recuperare materiale antiquario (e annotare

il quale a sua osservazioni di carattere geo-topografico ed etnografico);286 più tardi (1666) con un’altra

nel Paese alladisposizione si estendeva al clero l’incarico di curare la raccolta di ogni genere di materiale

e arcaicità delleritenuto interessante per lo studio della storia e della cultura patria:287 un’ordinanza che

à per redigere irecepiva la proposta di Johan Hadorph (1630-1693), che in seguito sarebbe stato nominato

ogo l’opera dalantiquario del Regno. Il risultato più eclatante di queste ricerche sarebbe stata l’Atlantide di

nica LiteraturaOlof Rudbeck, i cui metodi di studio non erano per altro condivisi da Hadorph. A parte la

ogiata in patriafigura di Rudbeck e quella di Johannes Bureus, visionario, runologo, linguista,288 altri insigni

in Svezia. Nelstudiosi si adoperarono attivamente per recuperare la nobile tradizione del loro popolo.

monumentorumAnche da qui ci si rivolse alle fonti islandesi e fu possibile acquisire un cospicuo numero di

assai elevato dimanoscritti, una gran parte dei quali giunse nel Paese per il tramite dell’islandese Jón

e. Si tratta del Eggertsson (1643-1689).289 Anche qui gli Islandesi furono impiegati nel lavoro di edizione e

runologico, untraduzione di testi antichi, come dimostra in primo luogo la pubblicazione del testo norreno

Dell’importanza(con traduzione latina e svedese) della Heimskringla di Snorri (1697) curata da Johan

fin dal 1622 ilPeringskiöld (1654-1720),290 runologo e antiquario del Regno, coadiuvato da Guðmundur

vegia perché siÓlafsson (1652-1695), traduttore presso il Collegio delle antichità:291 un’opera la cui prima

avrebbe dovutoparte, non lo si dimentichi, tratta di re svedesi. Ma grande eco ebbero soprattutto le edizioni

e del passato, il di saghe leggendarie, nelle quali in qualche modo si faceva riferimento alla Svezia:292 del
1664 è l’edizione della Saga di Gautrekr (Gautreks saga) curata con l’aiuto dell’islandese

E anche qui nonJón Rúgman (in svedese Jonas Rugman, 1636-1679)293 da Olof Verelius (1618-1682)

va in giro per ilprofessore di antichità patrie a Uppsala e antiquario del Regno, indiscussa autorità in

io (e annotaremateria.294 Diversi altri lavori seguirono fino a quando, nel 1737, uscì la celebre raccolta dal

6) con un’altratitolo Gesta eroiche dei Nordici (Nordiska Kämpa dater) curata dallo studioso di antichità e

ere di materiale traduttore ‘goticista’ Eric Julius Biörner (o Biœrner, 1696-1750).

’ordinanza che Certamente alla base della riemergente storiografia norvegese vi furono in buona parte

stato nominatointeressi politici danesi. Il Paese era stato ‘unito per l’eternità’ alla Corona di Danimarca,295

didi conseguenza la ricerca e lo studio degli antichi documenti rappresentava un utile

rph. A parte lastrumento per determinare circostanze giuridiche e politiche di interesse del dominatore.296 E

altri insignituttavia, grazie alla operosità degli storici norvegesi (alcuni dei quali anonimi) che vengono

el loro popolo.producendo una cospicua serie di lavori (tra cui cronache relative a singole realtà locali), si

icuo numero diviene gradatamente rinvigorendo un sentimento nazionale che non mancherà di dare i suoi

l’islandese Jón frutti. In questo quadro l’opera di maggior interesse è certamente Sul regno di Norvegia (Om

ro di edizione eNorgis Riige) di Absalon Pederssøn Beyer:297 seppure non sia del tutto esente da finalità

el testo norrenopolitiche, questo testo fornisce – pur nella sua sinteticità – una efficace descrizione delle fasi

urata da Johanstoriche del Paese considerate in paragone con le diverse età dell’essere umano, concludendo

da Guðmundur con l’auspicio che la Norvegia possa superare la decadenza della vecchiaia facendo ricorso

ra la cui primaalle tante ricchezze che la natura le ha elargito e all’indole forte e generosa dei suoi abitanti.

utto le edizioni Si è visto come nella prospettiva multidisciplinare riflessa dalla cultura vasta e variegata

deldegli eruditi del Cinquecento e del Seicento la ‘storia’ fosse assai spesso intesa in
o dell’islandeseun’accezione assai ampia del termine. L’orgogliosa rivendicazione dell’identità scandinava

us (1618-1682)passò quindi anche attraverso descrizioni geo-topografiche dei luoghi, la cui bellezza e le cui

ssa autorità inattrattive divennero a loro volta funzionali a una nuova forma di patriottismo.298 L’esempio

bre raccolta dalmigliore da questo punto di vista è certamente l’opera dell’esule svedese Olaus Magnus,

o di antichità e tuttavia anche negli altri Paesi non mancarono lavori di questo tipo. In Danimarca si segnala,

tra le altre, la Nuova descrizione della Danimarca (Daniæ descriptio nova, 1594) di Jon

in buona parteJensen Kolding (morto nel 1609).299 In Norvegia, ancora una volta, dobbiamo considerare il

295lavoro di Peder Claussøn Friis, autore di una Descrizione della Norvegia e delle Isole

ntava un utileCircostanti (Norriges Oc Omliggende Øers sandfærdige Bescriffuelse) completata nel 1613

Ema pubblicata postuma nel 1632, di nuovo per iniziativa di Ole Worm.300 Un testo che

i) che vengonoavrebbe fatto scuola e contribuito a risvegliare quel sentimento d’appartenenza alla nazione

realtà locali), si(e alla natura!) norvegese che diversi decenni più tardi avrebbe ispirato i celebri versi della

à di dare i suoiTromba del Nordland (Nordlands trompet) composti da un altro ecclesiastico, Petter Dass

Om(1647-1707) – pastore di Alstahaug in Helgeland –301 nei quali è celebrata la magnificenza

ente da finalitàdelle regioni all’estremo nord del Paese.

zione delle fasi Anche la lontana Islanda, in gran parte ‘depredata’ dei manoscritti contenenti i suoi tesori

o, concludendoletterari302 vantò da questo punto di vista contributi importanti. Già tra il 1588 e il 1589 il

facendo ricorsovescovo Oddur Einarsson303 aveva lavorato a una Qualsivoglia descrizione dell’Islanda

(Qualiscunque descriptio Islandiæ).304 Assai più nota e diffusa è tuttavia l’opera di

asta e variegataArngrímur Jónsson Vídalín, detto Saggio (lærði, 1568-1648) che utilizzò come titolo per il

esso intesa insuo lavoro il calco greco del toponimo Ísland, sicché la sua “Terra del ghiaccio”305 ebbe
tità scandinavanome Crymogæa (1609). L’opera di Arngrímur, umanista di grande valore, traduttore e

bellezza e le cuiautore di testi storici,306 dà informazioni di carattere geografico e storico, etnografico e

L’esempio linguistico-letterario e costituisce il punto di arrivo di una serie di scritti il cui scopo era

Olaus Magnus,quello di sfatare definitivamente giudizi (e pregiudizi!) sul Paese e sui suoi abitanti, fornendo

arca si segnala,corrette indicazioni che facessero giustizia di notizie strane e fantasiose (quando non condite

, 1594) di Jonda una dose di ironia), contenute in opere che circolavano in Europa.307 Va da sé, dunque,

o considerare il che essa dovette essere scritta in latino.

a e delle Isole Dalla Storia dei popoli settentrionali di Olaus Magnus:

letata nel 1613 Dei mercati [invernali] sul ghiaccio

“Con questa immagine308 si mostra l’antichissima consuetudine dei mercati invernali che si
Un testo che
osservano in molte province e località sulla superficie liscia e aperta del ghiaccio con il ricchissimo
za alla nazione
afflusso dei commercianti. Tra questi luoghi il più celebre si trova nella città arcivescovile di
ebri versi della
Uppsala, nel Regno di Svezia, [dove] il vastissimo fiume309 che la attraversa, più frequentemente
co, Petter Dass
verso l’inizio di febbraio, congela [formando] una crosta di ghiaccio tanto spessa che [può]
a magnificenza
sostenere il peso di una numerosissima moltitudine di persone, così come di animali da tiro e di

merci di ogni tipo. E questo mercato anticamente si chiamava e ancora oggi si chiama, Dysting, vale
enti i suoi tesori a dire Tribunale della prudentissima regina Dysa, in quanto ella, donna di animo eccelso e di

588 e il 1589 ilintelletto assai sagace, vedendo che la innumerevole moltitudine del popolo rischiava la sventura

ne dell’Islanda della fame, [essendo] impoveriti le biade e i raccolti per dell’effetto del clima rigidissimo, consigliò

via l’opera di che, affidandosi alla sorte, [una parte] lasciasse il suolo natale, cercando in terre straniere oltre il

me titolo per ilmare una dimora in cui vivere pacificamente, e coltivasse con cura le [terre] cercate, piuttosto che
essere privati della vita dalla rozza crudeltà di taluni uomini sconsiderati. Né tuttavia questa
ebbe
re, traduttore e emigrazione di popoli dalla penisola scandinava è quella che Paolo Diacono ricorda a proposito dei

, etnografico eLongobardi.310 La causa poté essere simile: ma [c’è] un lunghissimo intervallo di tempo dal regno di
questa Regina Dysa, e diverso [è] l’ordinamento, il modo, la massa dell’innumerevole moltitudine e
l cui scopo era
l’importanza. Dal momento che in verità, il mio dilettissimo fratello e predecessore Johannes
itanti, fornendo
Magnus Arcivescovo di Uppsala fa menzione di questa cosa nella sua storia,311 rimando il lettore
ndo non condite
incuriosito a quanto detto da lui e ritornando ai mercati invernali sul ghiaccio, dico che facendo
da sé, dunque,
riferimento a un segnale e a un tempo fisso tutti i popoli settentrionali, e le nazioni vicine a loro,

hanno l’abitudine di osservare rigorosamente in questo modo l’usanza dei mercati: così, si intende,

che il plenilunio seguente la prima ricomparsa della luna che avvenga dopo il giorno o [anche dopo]

la mezzanotte dell’Epifania in gennaio, determina infallibilmente il segnale e il tempo in cui tutti


invernali che si
hanno la possibilità di recarsi ai suddetti mercati nel luogo ben noto a ciascuno; tuttavia tenendo a
on il ricchissimo
mente questo, che prima e durante e dopo l’illuminarsi di quello considerino istituiti i commerci,
arcivescovile di
finché la luna calante col suo chiarore indichi a ciascuno [che è il momento di fare] ritorno al luogo
ù frequentemente
da cui proviene. Dunque le cose che per il desiderio e l’uso dei commercianti vengono trattate sono
pessa che [può]
di ogni genere: naturalmente le pelli preziose di diversi animali, certamente vasi d’argento da
mali da tiro e di
mettere in tavola, e per [soddisfare] l’inesauribile [desiderio di] ornamento delle donne, certamente
ma, Dysting, vale
cereali, articoli di metallo, di ferro, di rame, di stoffa e generi alimentari; i quali vengono più
mo eccelso e di
frequentemente venduti in base a una giusta stima, piuttosto che a peso, con reciproco e cordiale
iava la sventura
consenso. Fanno eccezione le cose di cui la sagace lungimiranza dei governatori consideri che la
issimo, consigliò
gente del luogo possa chiedere per le presenti e le future necessità: come sono cereali, cavalli da
straniere oltre il
battaglia, alimenti sfusi del burro, dei formaggi e della carne di maiale conservata; generi di cose
ate, piuttosto che
che in caso di guerra imminente è proibito, con pubblico decreto rafforzato da pene, cedere ai
tuttavia questa
commercianti stranieri o ai loro rappresentanti. Inoltre ci sono dei mercati [invernali] sul ghiaccio
a a proposito deisu un lago congelato, detto Mälaren, attorno alla fine di febbraio, presso le mura della città di

mpo dal regno diSträngnäs. Più tardi a metà marzo nel territorio di Jämtland nelle montagne della Svezia e della

ole moltitudine e Norvegia in un luogo detto Oviken312 vengono tenuti altri mercati sopra il ghiaccio; senza dubbio in

essore Johannesmolti luoghi a metà o fine maggio sulle acque congelate e sulla [loro] amplissima [superficie]

mando il lettoreavanzano squadroni di cavalieri sia in [tempo di] pace sia in [tempo di] guerra, mentre a Roma ci si

dico che facendo ciba [già] di frutti deliziosi.”313

ni vicine a loro, 9.2.2. Studi e lavori di carattere linguistico

così, si intende,

o o [anche dopo]

empo in cui tutti

uttavia tenendo a

uiti i commerci,

ritorno al luogo

ono trattate sono

si d’argento da

onne, certamente

ali vengono più

proco e cordiale

consideri che la

reali, cavalli da

a; generi di cose

pene, cedere ai

ali] sul ghiaccio


su un lago congelato, detto Mälaren, attorno alla fine di febbraio, presso le mura della città di

Strängnäs. Più tardi a metà marzo nel territorio di Jämtland nelle montagne della Svezia e della

Norvegia in un luogo detto Oviken312 vengono tenuti altri mercati sopra il ghiaccio; senza dubbio in

molti luoghi a metà o fine maggio sulle acque congelate e sulla [loro] amplissima [superficie]

avanzano squadroni di cavalieri sia in [tempo di] pace sia in [tempo di] guerra, mentre a Roma ci si

ciba [già] di frutti deliziosi.”313

9.2.2. Studi e lavori di carattere linguistico


Una trattazione a parte merita l’aspetto linguistico. La ‘riscoperta’ delle lingue volgari e

la loro ‘promozione’ a nobili idiomi in grado di trasmettere (al pari delle tre ‘lingue sacre’

ebraico, greco e latino) nientemeno che la parola di Dio o cantare le sue lodi, ebbero come

conseguenza una notevole attenzione nei loro confronti, attenzione che senza dubbio si lega

anche alla considerazione della lingua come elemento caratterizzante di una nazione. Ciò

vale, innanzi tutto, per la Danimarca e la Svezia, stati il cui consolidamento politico rendeva

indispensabile il supporto di un forte senso dell’identità patria.314 In questi Paesi troviamo

dunque, in primo luogo, grammatici e studiosi che si adoperarono per conferire una norma a

quelle che nel loro intento avrebbero dovuto diventare a tutti gli effetti ‘lingue nazionali’. A

ciò si aggiungano ragioni di natura pedagogica (il bisogno di impartire l’insegnamento

nell’idioma volgare) e letteraria (il tardo rinascimento poetico), elementi nei quali facilmente

si riconosce l’influsso di tendenze provenienti dall’estero.315 E inoltre, naturalmente,

importanti modelli di riferimento quali la fondazione delle accademie linguistiche (come

l’Accademia della Crusca sorta nel 1582, la tedesca Die fruchtbringende Gesellschaft nel

1617, l’Academie française nel 1635) o la diffusione di opere straniere, soprattutto quelle

dello slesiano Marin Opitz, intese a ridare vigore alla lingua e alla letteratura tedesca,

affrancandola dallo stato di inferiorità in cui era caduta.316

Troviamo dunque tutta una schiera di autori dediti allo studio degli idiomi volgari e della

teoria poetica, che rivendicano nel loro lavoro l’amore per la propria lingua, naturale

conseguenza di quello per la propria patria. Nelle loro opere princìpi sostanzialmente

scientifici si mescolano ad affermazioni prive di qualsiasi fondamento (in primo luogo sul
ingue volgari e piano delle parentele linguistiche e su quello etimologico),317 coerenti tuttavia con la cultura

e ‘lingue sacre’imperante dell’epoca (non da ultimo col ruolo attribuito alla Bibbia come imprescindibile

i, ebbero comepunto di riferimento di ogni verità).318

dubbio si lega In Danimarca Hans Mikkelsen Ravn (Johannes Michaelius Corvinus, 1610-1663) autore

a nazione. Ciòdi un breve trattato dal titolo Esercizio della lingua danese (Linguæ danicæ exercitatio) cerca

politico rendevaun posto per il danese fra le lingue del mondo, partendo dal racconto biblico sulla torre di

Paesi troviamo Babele e si scaglia contro la ricezione delle parole straniere non indispensabili,

re una norma aparagonandole a una malattia che aggredisce la semplicità dell’amato idioma patrio.319 In

e nazionali’. A seguito egli scriverà di musica320 e di metrica:321 e tuttavia sempre in latino! Più avanti sarà

l’insegnamentoSøren Poulsen Judichær (noto anche come Gotlænder, “Gotlandese”, 1599-1668) a comporre

quali facilmente– finalmente in lingua danese – un’opera dal titolo Prosodia danese o arte danese della

naturalmente,versificazione (Prosodia danica, Eller danske Riimkunst, 1671)322 in cui tratta

uistiche (comedettagliatamente la materia metrico-poetica: un testo nel quale l’autore ripetutamente

nelsottolinea l’importanza di salvaguardare la lingua danese, arrivando a scagliarsi con

prattutto quelleveemenza contro chiunque non le porti il dovuto rispetto: “Colui che non tiene in alta

eratura tedesca,considerazione la propria lingua madre, dovrebbe essere cacciato dalla sua patria con [lancio

di] uova marce e non dovrebbe essere considerato degno di chiamarsi danese.” “Poiché tutti

volgari e dellanoi per natura, siamo tenuti a questo, che dobbiamo onorare e tenere in alta considerazione la

ingua, naturalenostra lingua madre, come altre nazioni fanno e hanno fatto con la loro.”323 Nella stessa

sostanzialmentedirezione si muove anche Peder Pedersen Syv (1631-1702), al quale si deve un’opera che

rimo luogo sulavrà ampia risonanza: Alcune considerazioni sulla lingua cimbrica (Nogle betenkninger om
a con la culturadet Cimbriske Sprog, 1663).324 Egli dichiara esplicitamente di essere mosso dall’amore per

imprescindibilel’idioma patrio che occorre coltivare scrivendo molti libri e molti traducendone dalle altre

culture. E così elogia la semplicità di questa lingua (ricca di parole monosillabiche che si

10-1663) autorepossono facilmente combinare), considera le rune derivate dall’alfabeto ebraico325 e, dunque,

) cercapiù antiche delle lettere greche e latine, si schiera contro l’eccesso di termini stranieri molti

o sulla torre didei quali suggerisce di sostituire con equivalenti autenticamente danesi. Senza tralasciare i

indispensabili,problemi dell’ortografia né la poetica cui dedica l’ultima parte del suo lavoro esaminando i

Inprodotti letterari del passato (Edda,326 poesia scaldica,327 folkeviser),328 così come la poetica

Più avanti saràcontemporanea. A Peder Syv si deve anche la prima Grammatica danese (Den Danske

68) a comporreSprog-Kunst eller Grammatica) scritta in volgare: un’opera uscita nel 1685 che si proponeva

e danese delladi raggiungere un pubblico più vasto sia per le ridotte dimensioni sia, appunto, per la scelta

in cui trattadella lingua in cui era redatta. Una Grammatica danese in latino era infatti uscita nel 1668

ripetutamente(Grammatica danica), opera di Erik Eriksen Pontoppidan il Vecchio (den ældre, 1616-1678),

scagliarsi contesto voluminoso la cui fruizione restava limitata alle cerchie degli eruditi.329 Parimenti il

n tiene in altatraduttore di Saxo, Vedel,330 diede un cospicuo apporto alla valorizzazione della lingua

tria con [lanciodanese, tra l’altro studiandone le affinità con il “gotico” (termine con cui egli indicava il

.” “Poiché tuttinorreno) di cui raccolse anche un piccolo vocabolario e progettò di scrivere una

onsiderazione lagrammatica.331

Nella stessa Anche in Svezia non mancarono i ‘patrioti della lingua’. In un Paese che si era imposto

e un’opera checome una “grande potenza”, i sentimenti nazionalistici furono incoraggiati anche da questo

etenkninger om punto di vista: la consapevolezza e l’orgoglio nei confronti della lingua svedese ben si
dall’amore perdeducono, a esempio, da una serie di disposizioni di cancelleria che ne impongono l’uso.332

done dalle altreAnche qui la rivalutazione dell’idioma nazionale si intreccia con la teoria e la pratica

illabiche che sidell’arte poetica, come mostra – innanzi tutto – la figura di Georg Stiernhielm (anche

e, dunque, Stjernhielm, 1598-1672), considerato (seppure scrivesse anche in latino) il “padre della

i stranieri moltipoesia svedese” (“svenska skaldekonstens fader”).333 Il programma linguistico di questo

nza tralasciare iautore è esposto in primo luogo in uno scritto del 1643, Il corredo dell’antica lingua degli

o esaminando iSvedesi e dei Goti334 (Gambla Swea- och Götha Måles Fatebur),335 nel quale egli paragona la

come la poeticasua lingua madre a una vecchia signora che vada doverosamente onorata e non spogliata

Den Danskedella sua ricchezza espressiva per far spazio a materiale linguistico straniero, ma piuttosto

he si proponevarivestita dei suoi antichi ornamenti: l’intento è chiaramente quello di riproporre parole

to, per la scelta autenticamente nordiche (l’autore non fa distinzione tra antico svedese e antico islandese)

uscita nel 1668 con le quali sostituire i prestiti.336 Del resto Stiernhielm era stato allievo di Johannes Bureus,

, 1616-1678), il primo vero studioso della lingua svedese, autore di una grammatica andata purtroppo

Parimenti il perduta.337 Contemporaneo di Stiernhielm è l’ignoto autore che si cela sotto lo pseudonimo

ne della lingua di Skogekär Bergbo338 cui si deve il Lamento della lingua svedese, che non viene onorata

egli indicava ilcome si converrebbe (Thet Swenska Språketz Klagemål, At thet, som sigh borde, icke ährat

scrivere unablifwer, 1658) in cui essa in prima persona lamenta l’oblio e il disprezzo di cui viene fatta

segno non soltanto dai numerosi stranieri residenti in Svezia ma anche da coloro che come

si era impostofigli di quella nazione (e qui non mancano accenti autenticamente ‘goticisti’) dovrebbero

nche da questoamarla e sentirla propria.339 E se anche in questo Paese non vengono a mancare la

svedese ben sidiscussione e i trattati sulla poetica – come quello, per altro ispirato a lavori stranieri,
332composto da Andreas Arvidi (1620-1673) –340 sarà poi l’allievo e amico di Stiernhielm

ia e la praticaSamuel Columbus (1642-1679) a proporre ancora una volta di riportare lo svedese alla sua

rnhielm (anche originaria purezza e forza espressiva, una finalità che lo induce a indicare come norma

il “padre dellasuperiore quella dell’uso della lingua viva.341 La sua opera, Una disamina delle parole

stico di questo svedesi, con riferimento a lettere, parole e modi di dire (En Swensk Ordeskötsel, angående

ca lingua degliBokstäfver, Ord och ordesätt, ca.1677-1679) è in gran parte ispirata alle considerazioni sulla

egli paragona lalingua cimbrica di Peder Syv, al punto da riportarne alcune parti. Seguace come Columbus

e non spogliatadel goticista Olof Rudbeck342 è anche Urban Hiärne (1641-1724), interessato soprattutto ai

o, ma piuttostoproblemi dell’ortografia.343 Sottolineando la stretta connessione tra osservazione linguistica e

proporre parole teoria poetica questi autori non mancarono di mettere in pratica i propri princìpi in opere

ntico islandese) letterarie che si propongono di celebrare le qualità dell’idioma svedese: basti pensare in

hannes Bureus,primo luogo alla raccolta delle composizioni poetiche di Stiernhielm che ben assolve il

data purtroppocompito imposto dal suo impegnativo titolo Musæ Suethizantes, thet är Sång-Gudinnor Nu

lo pseudonimoförst lärande Dichta och Spela på Swenska (Muse svedesi, cioè le dèe del canto che ora per

n viene onoratala prima volta insegnano a poetare e a recitare in svedese, 1668) o ai sonetti in stile

orde, icke ähratpetrarchista di Skogekär Bergbo (Wenerid, 1680), preceduti da un testo introduttivo rivolto

cui viene fattaAl lettore (Til Läsaren) nel quale egli esplicitamente rivendica il valore dello svedese come

oloro che comeidioma poetico.344 A parte studi che per qualche aspetto possono avere interesse in questo

ti’) dovrebberocontesto345 le prime grammatiche svedesi vere e proprie compaiono verso la fine del XVII

a mancare lasecolo.346

avori stranieri, In Norvegia, come si è visto, mancavano del tutto i presupposti sociali e linguistici per un
di Stiernhielmpercorso parallelo. E tuttavia occorre qui segnalare la figura di Jørgen Thomassøn (morto nel

vedese alla sua1655), al quale molto probabilmente va attribuito un brevissimo lavoro grammaticale che ha

e come normaper oggetto la lingua norvegese (dunque non il dano-norvegese!): Piccolo avvio per una

a delle parolegrammatica norvegese (En liden Begyndelse til en norsk Grammaticam).347

angående In Islanda, come si è constatato in precedenza, l’amore per l’idioma nazionale era ben

iderazioni sulla radicato e studi di carattere linguistico risalivano addirittura al XII secolo.348 Nonostante

ome Columbus l’ormai consolidata dipendenza politica ed economica dalla Danimarca (fattore che, come si

o soprattutto aiè rilevato, determinò per gli Islandesi un periodo di gravissima crisi)349 nel Paese ci fu

ne linguistica e tuttavia chi ebbe la possibilità di dedicarsi a studi letterari e linguistici (spesso trasferendosi

incìpi in operein Danimarca): a costoro era ben chiara la necessità di preservare l’antica e nobile lingua

asti pensare inpatria, giustamente considerata la più conservativa tra quelle nordiche. Così, a esempio, il

ben assolve ilcelebre erudito Arngrímur Jónsson pare ben consapevole dell’esigenza di salvaguardarne la

g-Gudinnor Nupurezza.350 In questo contesto va ricordata la figura di Runólfur Jónsson (Runolphus Jonas,

nto che ora per1620-1654), autore di un’opera dal titolo Nuovissima descrizione dell’antichissima lingua

sonetti in stilesettentrionale nella sua origine, cioè rudimenti di grammatica islandese (Recentissima

oduttivo rivoltoAntiqvissimæ Linguæ Septentrionalis Incunabula Id est Grammaticæ Islandicæ Rudimenta,

o svedese come1651), destinata a rimanere a lungo (pur con i suoi molti limiti) l’unica grammatica islandese

resse in questodisponibile.351 Questo autore, che pubblicò anche un saggio sulle lingue nordiche,352 aveva

a fine del XVIItra l’altro avuto l’incarico di realizzare un dizionario latino-islandese, progetto che non fu

realizzato a causa della sua prematura morte.

nguistici per un Con le grammatiche cominciavano infatti a essere compilati anche i dizionari: il primo
ssøn (morto nel(latino-danese) fu il Vocabolario a uso dei Danesi (Vocabularium ad usum Dacorum) uscito

maticale che hafin dal 1510 a opera di Christiern Pedersen e più volte ristampato;353 altri (sempre in

avvio per una riferimento alla lingua latina) seguirono fino al Dizionario di Herlufsholm (Dictionarium

Herlovianum, 1626),354 il primo vocabolario daneselatino, compilato più di un secolo dopo

zionale era benda Poul Hensen Colding (1581-1640).355 Fin dal 1538 compare in Svezia l’anonimo lessico

Nonostantedal titolo Vocaboli [riferiti] a diverse cose con interpretazione svedese (Variarum rerum

re che, come si vocabula cum Sueca interpretatione), un testo strutturato tematicamente che riscosse un buon

nel Paese ci fusuccesso, come dimostrano le diverse ristampe.356 Del 1637 è il Lessico latino-scandinavo

so trasferendosi (Lexicon Latino-scondicum) con voci in svedese, finnico, tedesco e latino, compilato da

e nobile linguaEricus Johannis Schroderus (ca.1608-1639).357 Va da sé che opere di questo tipo erano legate

ì, a esempio, ilin primo luogo agli studi classici. Ma, come si è accennato,358 si compilarono anche liste di

lvaguardarne laparole delle quali si ricercavano fantasiose etimologie (non di rado riportate alla lingua

nolphus Jonas,ebraica), finché infine si avvertì la necessità (innegabilmente collegata a motivazioni puriste)

chissima linguadi redigere dizionari monolingua, come quello progettato (ma mai completato) da Peder Syv,

Recentissimae soprattutto quello – davvero imponente – di Matthias Moth (ca.1647-1719), primo

, segretario della cancelleria reale danese, che fin dal 1680 cominciò a lavorare a un dizionario

matica islandese per il quale ebbe l’aiuto di molti eruditi dell’epoca (non da ultimi Syv stesso e Laurids

avevaKock).359 Tra il 1680 e il 1719 egli raccolse in ben sessanta volumi manoscritti una grande

etto che non fuquantità di parole, comprese quelle in uso in Norvegia.360 Un vero e proprio glossario, che

nel titolo e nell’introduzione fa esplicito riferimento alla specificità della lingua norvegese in

ionari: il primo diversi ambiti, venne invece compilato da Christen Jensøn (date di nascita e morte ignote) e
) uscitodato alle stampe nel 1646: Il dizionario o glossario norvegese, nel quale sono contenute

ltri (sempre inmolte glosse norvegesi ed espressioni quotidiane, i nomi di diversi strumenti, uccelli e pesci

Dictionariumcosì come di animali, che si trovano e hanno nome in Norvegia. E così gli orologi dei

un secolo dopocontadini e l’almanacco che è detto calendario runico.361

nonimo lessico Per quanto riguarda l’islandese abbiamo il Saggio di lessico runico (Specimen Lexici

ariarum rerumrunici) uscito nel 1650 per iniziativa di Ole Worm: questo lavoro era stato iniziato da

scosse un buonMagnús Ólafsson di Laufás362 e portato a termine, dopo la di lui morte, da Jón Magnússon

ino-scandinavo(ca.1601-1675); in realtà si tratta, più che di un dizionario, di una raccolta di particolari

, compilato da espressioni in prosa e in versi accompagnate da una spiegazione; esso è tuttavia considerato

po erano legateil primo dizionario islandese a essere dato alle stampe. Il progetto di un dizionario affidato a

o anche liste di Runólfur Jónsson non poté, come è stato detto, essere portato a termine.363 Il primo vero

ate alla linguadizionario islandese fu dunque compilato (su sollecitazione di Ole Worm) da Guðmundur

vazioni puriste)Andrésson: tuttavia, a causa della morte dell’autore e del suo patrono (entrambi colpiti dalla

) da Peder Syv,peste), esso fu pubblicato solo nel 1683 per iniziativa di Peder Hansen Resen364 (Lexicon

7-1719), primoIslandicum), divenendo un punto di riferimento fondamentale per lo studio di quella lingua.

a un dizionario Anche in Finlandia si constata un ‘rinascimento linguistico’ legato non soltanto alla

esso e Lauridsrivalutazione della lingua volgare conseguente all’introduzione della riforma, ma anche al

ritti una grandemanifestarsi di un interesse per la tradizione culturale-letteraria indigena che non mancherà

o glossario, che di dare i propri frutti. E ciò anche se la lingua delle classi dominanti restava piuttosto lo

ua norvegese insvedese. Nel 1649 veniva pubblicata la prima Breve introduzione alla lingua finnica

morte ignote) e(Linguae Finnicae brevis institutio) redatta da Eskil (Eskillus) Petraeus (1593-1657), mentre
sono contenute del 1678 è la Brevissima nomenclatura delle cose latino-svedese-finnica (Nomenclatura

uccelli e pescirerum brevissima, latino-sveco-finnonica) di Ericus Matthiæ Florinus che avrebbe

gli orologi deiconosciuto diverse ristampe.365 La soggezione politica dalla Svezia si riflette qui

(riprendendo il modello del dizionario di Ericus Johannis Schroderus sopra citato) nella

pecimen Lexiciscelta di considerare il lessico finnico comunque legato a quello del dominatore svedese.366

ato iniziato da Tutti questi lavori, seppure contengano inesattezze ed errori e si richiamino in molti casi

Jón Magnússona presupposti tutt’altro che scientifici che lasciano spazio a interpretazioni scorrette e talora

a di particolaristrampalate, dimostrano tuttavia il pieno inserimento dei linguisti nordici nel clima culturale

via consideratoeuropeo dell’epoca e la vasta erudizione acquisita in anni di studi in patria e all’estero. A loro

nario affidato arisultano ben note le opere di autori antichi, come Quintiliano (ca.30/40-96 d.C.), Donato

Il primo vero(ca.350 d.C.) o Prisciano (ca.500 d.C.), ma anche studi di linguistica e retorica recenti o

da Guðmundurcontemporanei come quelli dei tedeschi Melantone, Laurentius Albertus Ostofrancus (nato

mbi colpiti dalla nel 1540 circa, morto dopo il 1583), Albert Oelinger (nato prima del 1568, data di morte

Lexiconignota), Johannes Clajus (1535-1592), Georg Philipp Harsdörfer (1607-1658), dell’olandese

Gerardus Joannis Vossius (Gerrit Janszoon Vos, 1577-1649), del francese Joachim Du

n soltanto allaBellay (1522-1560), solo per fare qualche nome.367

a, ma anche al Sebbene per il suo scritto più celebre, Terra del ghiaccio (Crymogæa, 1609) avesse scelto di

non mancheràutilizzare quella lingua latina che ne avrebbe garantito la diffusione fra gli eruditi, Arngrímur Jónsson
era ben consapevole dell’importanza della salvaguardia del nobile idioma islandese:
va piuttosto lo
“Del resto questa lingua una volta era detta danese o norreno368 e ho detto che solo gli Islandesi
lingua finnica
la usavano inalterata, se si esclude la prima consueta e inevitabile causa di tutti i cambiamenti delle
3-1657), mentre
lingue […] che consiste nello scorrere del tempo, dal momento che non solo le lingue ma anche tutte
Nomenclaturale [altre] cose mutano e tutto [ciò che appartiene alla] natura decade [...] Perciò non si dovrà

che avrebbenegare che ciò possa essere avvenuto sotto qualche aspetto anche per la nostra lingua, tuttavia non
così in profondità o in un tempo così breve. Per preservare la cui purezza noi possiamo basarci in
si riflette qui
particolare su due elementi: da una parte i manoscritti che conservano l’antica purezza della lingua
ra citato) nella
e il [suo] mirabile stile, dall’altra i limitati contatti con gli stranieri. Ma io vorrei che i miei

compatrioti in questo tempo ne aggiungessero un terzo: vale a dire che essi non scimmiottassero i
no in molti casi
Danesi e i Tedeschi nel parlare e nello scrivere, piuttosto cercassero i loro modelli nella ricchezza e
corrette e talora
nell’eleganza della loro lingua madre, che ne possiede a sufficienza, e a ciò aggiungessero
clima culturale
intelligenza e studio; allora diminuirebbe in futuro il pericolo di cambiamenti [della lingua],
l’estero. A loroaltrimenti in caso contrario non ci sarebbe bisogno dei contatti con gli stranieri per

6 d.C.), Donatodeteriorarla.”369

orica recenti o 9.2.3. La produzione letteraria

tofrancus (nato Si è visto in precedenza come l’introduzione della riforma protestante avesse prodotto

, data di morte sulla cultura dei Paesi nordici effetti profondi e destinati a protrarsi nel tempo. Dal punto di

), dell’olandesevista più strettamente letterario l’efficacia di questa vera e propria ‘rivoluzione’ si misura

e Joachim Du innanzi tutto nella fioritura delle opere di ispirazione religiosa, in particolare della poesia

salmista, la quale pur sorta (naturalmente su modello tedesco) dall’esigenza di diffondere i

avesse scelto dicontenuti e le forme della nuova dottrina, verrà via via affermandosi (nonostante il forte

ngrímur Jónsson
dogmatismo della Chiesa) come autentica e praticata norma di espressione lirica nella quale

tutti i Paesi scandinavi possono vantare autori di prestigio. In Danimarca basti citare il
solo gli Islandesi
vescovo Thomas Kingo (1634-1703) al cui nome resta legato il Libro dei salmi (noto come
ambiamenti delle
Kingos Salmebog) che nel 1699 sostituì ufficialmente la vecchia raccolta di Hans
e ma anche tutte
iò non si dovràThomesen.370 In Svezia, dove la tradizione salmista risaliva forse allo stesso Olaus Petri,371

gua, tuttavia non vanno ricordati Haqvin Spegel (1645-1714) e Jesper Swedberg (1653-1735), rappresentanti

siamo basarci in
eccellenti della letteratura religiosa del “periodo della grande potenza”.372 Nel 1695, per
ezza della lingua
volontà del sovrano Carlo XI, veniva pubblicato il Libro dei salmi svedese (Then swenska
orrei che i miei
psalmboken) che raccoglieva componimenti e traduzioni di diversi autori. In Norvegia
cimmiottassero i
meritano una citazione Peder Oluffssøn Svegning (morto nel 1671) che vedrà alcune delle
nella ricchezza e
sue composizioni accolte nel Libro dei salmi danese del 1699 e, soprattutto, Petter Dass,373
ò aggiungessero
seppure i suoi componimenti religiosi non appartengano del tutto, a rigore, a questo genere.
[della lingua],

i stranieri per
In Islanda, dove questa tradizione era stata inaugurata con le traduzioni promosse dal

vescovo Guðbrandur Þorláksson, fu presto attiva una schiera di poeti salmisti, tra i quali i più

noti sono certamente Gísli Jónsson374 (1515-1587), Einar Sigurðsson (1538-1626), Bjarni

avesse prodottoJónsson (ca.1560-ca.1640) e, soprattutto, Hallgrímur Pétursson (1614-1674), figura di grande

o. Dal punto di notorietà e prestigio alla quale la tradizione popolare non mancò di attribuire anche

ione’ si misura conoscenze di carattere magico.375 I suoi Salmi della Passione (Passíusálmar, 1666) sono

re della poesiacertamente una delle migliori opere dell’intera letteratura islandese. Un Libro dei salmi in

di diffondere ilingua finnica (Vanha virsikirja, letteralmente Antico libro dei salmi) fu pubblicato nel 1701.

ostante il forte Ma l’esercizio poetico non si limitò, naturalmente, a questo ambito e molti poeti salmisti

rica nella qualesi dedicarono anche a composizioni di ispirazione profana (si veda l’esempio eccellente di

basti citare ilThomas Kingo). Del resto la poesia non poteva non accogliere, accanto all’aspetto religioso,

(noto comespesso grave e solenne (ma anche intenso e sofferto), quello mondano nelle sue diverse

colta di Hansespressioni. Conosciamo dunque altri e svariati temi: dalla poesia sulla natura a quella
371pastorale, dalla composizione d’occasione (tramite la quale gli autori aspirano a

, rappresentantiriconoscimenti sul piano sociale)376 a quella satirica (anche di satira politica), dalla poesia in

Nel 1695, perlatino377 a rielaborazioni (talvolta vere e proprie traduzioni), dal componimento epico a

Then swenska quello patriottico, dalla poesia moraleggiante agli aforismi, dall’elegia all’epigramma, dai

i. In Norvegiaversi d’amore a quelli di tono personale. E tuttavia, nella pur nutrita schiera degli autori (che

rà alcune dellenon di rado attingono a diversi spunti ispiratori) è difficile distinguere voci di autentico

373 pregio letterario. Quasi che il pieno coinvolgimento dei più in un ambiente dinamico e legato

questo genere.a molteplici interessi dei quali essi in prima persona sono portatori (il che è tra l’altro

promosse dal testimoniato dalla fitta rete di contatti con il mondo culturale europeo di cui anche i nordici

tra i quali i più fanno ormai parte a pieno titolo)378 condizioni – per certi versi paradossalmente – lo sforzo

8-1626), Bjarni letterario che nella maggior parte dei casi resta confinato nei limiti dello sfoggio di una

igura di grande notevole quanto eclettica erudizione, pur avvalendosi di una apprezzabile sensibilità

ttribuire anchelinguistica. Né, del resto, salvo un paio di eccezioni, incontriamo grandi poeti al di fuori di

, 1666) sonoquesto ambito.

in Rimandando senz’altro ai numerosi e ben documentati testi storico-letterari, si citeranno

qui comunque alcuni nomi di un certo rilievo. In primo luogo il danese Anders Christensen

ti poeti salmisti Arrebo (1587-1637), discusso vescovo di Trondheim successivamente deposto, il cui scritto

io eccellente di più celebre è il poema didattico Hexaemeron nel quale (rompendo con la tradizione

petto religioso,versificatoria medievale) si corrisponde all’esigenza di un ἔπος di ispirazione cristiana,

lle sue diversecomposto tuttavia sull’esempio dei classici. Il tema, la creazione, non è originale e si rifà al

natura a quella modello francese di Guillaume de Salluste du Bartas (1544-1590), al tempo assai ammirato
ri aspirano aper la sua opera dal titolo La settimana, o Creazione del Mondo (La Sepmaine, ou Création

dalla poesia indu Monde, 1578), che si fonda palesemente sul racconto biblico relativo.379 In Svezia il nome

mento epico a di maggior spicco è certamente quello di Georg Stiernhielm,380 studioso appassionato della

epigramma, daipropria lingua (che in pieno spirito goticista riteneva fosse la più antica della Terra)381 e del

egli autori (chepassato della patria,382 umanista e filosofo, autore tra l’altro di versi in onore della regina

ci di autenticoCristina e di testi per i balletti di corte, il quale nel poema in esametri Ercole (Hercules, la

namico e legatocui prima versione parrebbe risalire al 1643 sebbene esso fosse pubblicato solo nel 1650)

he è tra l’altroricorda alla giovane nobiltà svedese, galvanizzata dalle vittorie sui campi di battaglia e

anche i nordici allettata da una vita di lussi e divertimenti, la favola di Ercole al bivio fra Piacere e Virtù (un

ente – lo sforzotema ricorrente nell’educazione dei rampolli di nobile e regale famiglia):383 l’intenzione è

sfoggio di una quella di spronarli a indirizzare le loro migliori energie al servizio della patria ma,

bile sensibilità contemporaneamente, di mettere in mostra le grandi risorse espressive della lingua svedese.

ti al di fuori diSiamo in pieno tardo rinascimento, il processo riformatore è ormai concluso e il nuovo

ordinamento statale e religioso (che ha imposto una soffocante ortodossia) stabilmente

ari, si citerannoassestato. La letteratura attinge, in buona parte, a modelli stranieri. Nondimeno riescono a

ers Christensenfarsi spazio nel mondo letterario anche espressioni poetiche originali come quelle dei due

to, il cui scritto‘scapigliati’ svedesi384 Lars Wivallius (1605-1669)385 e Lasse Lucidor (1638-1674),386

n la tradizione entrambi protagonisti di vicende avventurose e travagliate. Il primo, assai efficace soprattutto

zione cristiana,nei versi in cui prende ispirazione dalla natura, mostra di voler corrispondere poeticamente

nale e si rifà alanche alle esigenze della politica; il secondo, ormai autentico rappresentante della poesia

assai ammiratobarocca, risulta capace di trasmettere l’intensità della vita vera a versi d’occasione che solo
ne, ou Création nominalmente restano tali. In Norvegia l’autore di miglior levatura è il già citato Petter Dass,

Svezia il nomema in questo contesto va ricordata anche Dorthe (Dorothe) Engelbretsdatter (1634-1716), che

passionato dellasi autodefinisce orgogliosamente “la prima poetessa” (den første Skialderinde) del Paese di

e delSua maestà Cristiano V;387 un giudizio, per altro, confermato dall’autorevolissimo Ludvig

ore della reginaHolberg.388 Gratificata da un grande consenso ella ha lasciato soprattutto poesie di

, laispirazione religiosa. In Islanda la composizione di carattere profano è assai ben testimoniata

solo nel 1650)e appare, in diversi casi, preminente. Fin dalla seconda metà del XVI secolo si conosce qui

di battaglia euna schiera di poeti di un certo valore, tra cui va menzionato Stefán Ólafsson (1619-1668)389

cere e Virtù (unautore molto popolare che sa ben rispecchiare nei propri versi l’ambiente islandese e cogliere

l’intenzione èun nuovo senso della natura; tra gli altri merita forse una segnalazione la poetessa Steinunn

ella patria ma, Finnsdóttir (1640 o 1641-ca.1710), certo non celebrata come Dorothe Engelbretsdatter, e

lingua svedese.tuttavia come lei ben determinata (seppure lo dichiari con garbo) a far sentire la propria voce

uso e il nuovodi donna.390

ia) stabilmente Più ancora della poesia la prosa risente in misura massiccia delle istanze politiche e

meno riescono aculturali del secolo. Sicché, fatta salva una nutrita produzione di opere di ispirazione

quelle dei duereligiosa (libri di devozione, postille, catechismi, prediche, letteratura edificante, testi di

386 teologia)391 che continueranno ad apparire per lungo tempo dopo la riforma, essa consiste in

cace soprattuttogran parte piuttosto di scritti e saggi in diversa misura scientifici: storici, archeologici, etno-

e poeticamentegeografici, linguistici e filologici, o giuridici, matematici, astronomici, medici, chimici,

te della poesiageologici, botanici. Poco spazio resta dunque a una prosa autenticamente letteraria. Il genere

asione che solodel romanzo, che pure prende l’avvio in questo periodo, è ancora poco diffuso e i risultati
ato Petter Dass,restano modesti. Una citazione merita tuttavia Stratonice di Urban Hiärne,392 romanzo

634-1716), chepastorale (di ispirazione autobiografica) del 1665.393 Una prosa più ‘viva’ è piuttosto da

) del Paese di ricercare nelle raccolte di aneddoti, nelle lettere, nei diari, nei resoconti di viaggio394 e nelle

lissimo Ludvigautobiografie tra le quali si segnala per intensità espressiva la Memoria delle afflizioni

utto poesie di(Jammers Minde) di Leonora Cristina (Leonora Christine, 1621-1698), figlia di Cristiano IV

en testimoniatadi Danimarca, che per ventidue anni (dal 1663 al 1685) visse in prigionia, rinchiusa nella

si conosce quiTorre blu (Blåtårn) di Copenaghen.395

389 Il teatro viene gradatamente allontanandosi dal dramma scolastico396 per accogliere ora

ndese e coglierenuovi modelli stranieri:397 l’opera italiana, il dramma di ispirazione mitologica, la tragedia e

etessa Steinunnla commedia di origine francese; in questo contesto anche il balletto e le mascherate vengono

elbretsdatter, eacquisendo importanza. Le rappresentazioni sono volentieri ospitate a corte, spesso gli

la propria vocespettacoli sono realizzati da compagnie di attori girovaghi che giungono dall’estero, ma

insigni rappresentanti della nobiltà (quando non della famiglia reale) non disdegnano talora

nze politiche edi cimentarsi sulla scena.398 In questo ambiente, dove la vita è vita scandita da momenti

di ispirazione conviviali e battute di caccia, concerti, mascherate, balletti e rappresentazioni di vario genere

icante, testi di va in scena uno sfarzo che non soltanto dà origine al malcontento degli esclusi, ma determina

essa consiste inaltresì la differenziazione fra un ‘teatro di élite’ per la corte e la nobiltà e uno ‘borghese’ e

heologici, etno- ‘popolare’: sarà per altro quest’ultimo a produrre i frutti migliori. In Danimarca piuttosto che

medici, chimici,la Rappresentazione per la festa per il compleanno di Cristiano V nel 1683 (Festspil ved

eraria. Il genereChr. V’s Fødselsdag 1683) di Thomas Kingo (ben più noto come salmista) merita una

uso e i risultaticitazione la Commedia del conte e del signorotto (Grevens og Friherres Komedie, ca.1680)
romanzodi Mogens Skeel (1650-1694) non accolta sulle scene ufficiali a motivo della satira politica

è piuttosto dache la pervade. Anche in Svezia la corte guarda con grande interesse al ‘nuovo’ teatro al

e nellequale portano il proprio contributo nomi di prestigio: in primo luogo Georg Stiernhielm ma

delle afflizionianche Samuel Columbus e il segretario reale e consigliere Erik Lindschöld (1634-1690) che

di Cristiano IVnella sua opera non esiterà ad affiancare i ‘Goti svedesi’ al dio Marte. Ancora una volta è a

rinchiusa nellaUrban Hiärne399 che va attribuita la prima vera tragedia svedese: Rosimunda (1665). Verso la

fine del secolo assistiamo a Uppsala alla nascita di un ‘teatro svedese’ per iniziativa di un

accogliere oragruppo di studenti (formatosi nel 1682) sostenuto da Erik Lindschöld. Nel 1686 essi

ca, la tragedia etrasferiranno la loro attività a Stoccolma nel locale detto Lejonkulan (letteralmente “Tana del

herate vengonoleone”), dove svolgeranno la propria attività fino al 1691.400 Tra questi attori-scrittori merita

rte, spesso gliuna citazione Isak Börk (nato negli anni ’60 del 1600, morto nel 1700 o 1701) che cerca

dall’estero, maispirazione nella storia e, soprattutto, vivacizza i propri dialoghi inserendovi volentieri

sdegnano taloraespressioni della lingua parlata.401

ta da momenti Accanto alla letteratura ‘ufficiale’ non va infine dimenticata la fioritura di testi

di vario genereconsiderati ‘popolari’ per carattere e diffusione. Non solo “libri popolari”, ma anche

i, ma determinaalmanacchi, canzoni, testi per la danza, racconti.402 Così come non va dimenticato che

no ‘borghese’ e l’affermazione di una consapevole e orgogliosa identità nazionale investe anche l’idea stessa

ca piuttosto chedi letteratura: alla seconda metà del XVII e ai primi decenni del XVIII secolo appartengono

Festspil vedinfatti opere che possono essere considerate le prime vere ‘storie letterarie’ (ma più

sta) merita unaopportuno sarebbe chiamarle bibliografie) che riguardano una regione danese e, soprattutto,

, ca.1680)la Svezia. Si tratta in particolare del monumentale lavoro in tre volumi dal titolo Cimbria
a satira politica erudita (Cimbria literata) compilato da Johannes Moller, nativo di Flensburg (1661-

uovo’ teatro al1725),403 in cui sono compresi non solo tutti gli scrittori delle regioni di Schleswig e

Stiernhielm maHolstein, Ribe, Kolding, Amburgo e Lubecca, bensì anche quelli attivi in queste regioni per

1634-1690) cheun certo periodo, e della Svezia erudita (Svecia literata, 1680) di Johannes Schefferus.404

ra una volta è a In Ulisse di Itaca (Ulysses von Ithacia), il grande commediografo danese Ludvig Holberg405

1665). Verso la propone la parodia delle compagnie che sulle piazze o in locali presi in affitto mettevano in scena
riproposizioni grossolane e approssimative di lavori teatrali classici. Egli stesso dichiara
iniziativa di un
esplicitamente che l’intento canzonatorio sta alla base della composizione di questo lavoro. Si legga:
Nel 1686 essi
“Con ancora maggiore consenso è stata accolta la dodicesima [opera] Ulisse di Itaca. Essa si
mente “Tana del
prende gioco delle sciocche, antiquate, orribili commedie che una volta venivano rappresentate qui
-scrittori merita
nel Paese da attori girovaghi. Si sviluppa su un periodo di quaranta anni e la scena cambia molte
701) che cerca
volte. I personaggi principali parlano in un linguaggio pomposo e magniloquente per distinguersi
dovi volentieri
dalla gente comune; si dà fiato alle trombe ogni volta che il condottiero entra in scena; i personaggi

sono in un’occasione giovani, subito dopo vecchi e grigi [di capelli]. E poi essa è piena di

oritura di testi anacronismi, nomi incomprensibili e altre cose del genere, di cui i testi degli attori girovaghi sono

ri”, ma anchesempre infarciti. Tutti questi difetti vengono svelati da Arlecchino, servitore di Ulisse, in modo così

imenticato che elegante che il pubblico normale, il quale diversamente ha l’abitudine di addormentarsi di fronte a

he l’idea stessacommedie [di tono] moralizzante o critico, esprime il medesimo apprezzamento di quello
raffinato.”406
o appartengono
9.2.4. Sviluppi delle arti figurative e della musica
rarie’ (ma più
Si è detto in precedenza come l’introduzione della riforma protestante avesse nei Paesi
e e, soprattutto,
nordici fortemente condizionato la ricezione di istanze cultural-letterarie provenienti dal sud
Cimbria
ensburg (1661- dell’Europa. Anche nel campo delle arti e della musica essa ebbe significativi effetti, seppure

di Schleswig ein forme diverse. Una prima rilevante conseguenza riguardò innanzi tutto l’arte religiosa.

este regioni perCome è noto la regola luterana, che assegnava il primato alla parola rispetto all’immagine,

prescriveva per i luoghi di culto l’essenzialità delle forme e l’assenza di immagini sacre e

405arredi fastosi, un principio in base al quale, come si è visto, furono condotte vere e proprie

ttevano in scena spoliazioni. Il cambiamento fu radicale: dalle ‘chiese delle immagini’, nelle quali

stesso dichiara
l’insegnamento religioso era per molta parte affidato a una ricca iconografia, si passò alle

‘chiese della parola’ dove si ascoltava l’omelia, si pregava e si cantavano i salmi. L’arte
di Itaca. Essa si
religiosa che fino ai primi decenni del XVI secolo aveva continuato ad arricchire i luoghi di
appresentate qui
culto conobbe dunque un arresto e un declino.407 L’affermarsi del netto predominio dello
na cambia molte
Stato sulla Chiesa, che in sostanza veniva integrata come strumento subalterno all’interno nel
per distinguersi
nuovo sistema politico-sociale, si riflette parallelamente nel fatto che le arti figurative
na; i personaggi

essa è piena di
trovano ora applicazione in primo luogo nei palazzi del potere. Da principio ci si ispira

i girovaghi sonochiaramente al rinascimento (nelle forme dello stile italiano, francese e, soprattutto,

se, in modo cosìolandese). Dal tardo rinascimento si passerà poi al barocco di cui l’arte nordica conosce

ntarsi di fronte anumerosi e significativi esempi.

mento di quello In Scandinavia i secoli XVI e XVII vedono l’edificazione (o la ristrutturazione) di

imponenti castelli nei quali non soltanto i reali ma anche i nobili esibiscono la propria

ricchezza e il proprio primato. Se da principio queste costruzioni mostrano ancora una chiara
vesse nei Paesi
prevalenza dello scopo difensivo, si constata poi la loro trasformazione in vere e proprie
venienti dal sud
fortezze-residenze le cui linee vengono affinate con l’applicazione di elementi decorativi
effetti, seppure(colonne, portali, timpani): modifiche che per molti versi anticipano lo stile di fastose dimore

l’arte religiosa. di rappresentanza.408 In Danimarca gli esempi più notevoli sono quelli del castello di

o all’immagine, Koldinghus, eretto in posizione strategica nello Jutland meridionale alla fine del XIII secolo,

mmagini sacre ema fatto consistentemente rinnovare da Cristiano III che ne fece la propria residenza;

vere e proprieKronborg (presso Helsingør sull’Øresund) fatto costruire in stile rinascimentale da Federico

i’, nelle qualiII tra il 1574 e il 1585 nel luogo in cui sorgeva una fortezza del XV secolo e completato da

a, si passò alleCristiano IV (dopo un incendio) nel 1638;409 Skanderborg nello Jutland orientale, anch’esso

i salmi. L’arterinnovato da Federico II e Rosenborg (a Copenaghen) voluto da Cristiano IV,410 iniziato nel

hire i luoghi di1606 e inaugurato nel 1624. Ma, soprattutto, il magnifico maniero di Frederiksborg

edominio dello(Hillerød, Selandia) che, per decisione del medesimo sovrano, a partire dal 1602 venne

o all’interno nelsostituendo quello precedente (fatto erigere da Federico II nel 1560) quasi interamente

arti figurative demolito per far spazio a una costruzione ben più maestosa in stile rinascimentale olandese.

pio ci si ispira Più tardo è l’imponente palazzo Charlottenborg nella capitale (edificato tra il 1672 e il 1683)

e, soprattutto,in stile barocco olandese.411

ordica conosce Decaduto nel 1483 il divieto imposto dalla regina Margherita,412 anche i nobili avevano

ripreso a costruirsi castelli e fortezze: testimonianza d’una sontuosa architettura sono diverse

utturazione) ditenute in pieno stile rinascimentale quali Gisselfeld e Borreby (in Selandia), Egeskov e

ono la propriaHesselager (in Fionia), Rosenholm e Voergaard (nello Jutland), Vittskövle (in Scania),413 ma

cora una chiaraanche il castello del duca Giovanni, figlio di Cristiano III (1545-1622) a Glücksburg (danese

vere e proprieLyksborg) sul fiordo di Flensburg. Similmente la celebre dimora-osservatorio di Tycho

menti decorativi Brahe,414 Uraniborg sull’isola di Ven (danese Hven) nell’Øresund, costruita tra il 1576 e il
fastose dimore1580, che si ispira palesemente a modelli stranieri, in particolare alla “Villa rotonda” presso

del castello diVicenza disegnata da Andrea Palladio (1508-1580).

del XIII secolo, Anche il re svedese Gustavo Vasa si preoccupò di far costruire (o rafforzare) imponenti

pria residenza;castelli, con scopi, almeno in una prima fase, di carattere innanzitutto militare. Tra questi

ale da Federicoquelli di Stoccolma (il celebre Tre corone, Tre kronor, che risaliva ai tempi di Birger jarl),415

e completato daKalmar,416 Vadstena, Uppsala e Gripsholm (presso Mariefred in Uppland), eretto nel luogo

ntale, anch’essoin cui sorgeva il maniero del drots Bo Jonsson Grip.417 Sebbene col tempo il sovrano

iniziato nelmostrasse un certo interesse per il possesso di dimore regali, egli restava tuttavia assai più

Frederiksborgrivolto all’esercizio del governo che non alla cultura. Furono dunque piuttosto i suoi figli (ai

al 1602 vennequali aveva comunque garantito una adeguata istruzione) a manifestare grande attenzione in

asi interamentetal senso. Erik XIV e Giovanni III (costui davvero un ‘re costruttore’) si adoperarono per far

entale olandese.abbellire questi edifici ispirandosi allo stile rinascimentale e trasformandoli in sontuose

1672 e il 1683) residenze. Questa tendenza fu portata avanti da Carlo IX (si veda il restauro in stile francese

del castello di Örebro in Närke), da Gustavo Adolfo e da sua figlia Cristina, ben consci della

nobili avevanorappresentatività delle dimore regali. Le cui ulteriori modificazioni mostrano poi,

ra sono diverseinevitabilmente, l’affermazione del gusto barocco. Un magnifico esempio dell’adeguamento

ia), Egeskov e costruttivo ai diversi stili realizzato attraverso una serie di successive modificazioni è il

ma castello di Drottningholm sull’isola di Lövön nel Mälaren: fatto edificare già da Giovanni III

ksburg (daneseper la moglie, fu distrutto da un incendio nel 1661 e, dall’anno dopo, per volere della regina

torio di TychoEdvige (Hedvig) Eleonora (1636-1715), vedova di Carlo X, ricostruito in stile barocco per

tra il 1576 e ilessere successivamente ripensato e arricchito con nuovi elementi.418 Una realizzazione di
otonda” presso particolare interesse che si lega alla promozione culturale portata avanti da Gustavo II

Adolfo è il più antico edificio dell’Università di Uppsala, il Gustavianum (che dal sovrano

zare) imponentiprende il nome) completato nel 1625 (ma modificato negli anni ’60 del medesimo secolo) su

are. Tra questiprogetto dell’architetto olandese Caspar (o Casper) van Panten.419

415 La nobiltà svedese possedeva da tempo ricche residenze, ma con l’affermazione del

eretto nel luogoPaese sulla scena europea i suoi più eminenti rappresentanti poterono soddisfare l’ambizione

mpo il sovranodi costruirsi dimore davvero sfarzose: basti pensare ad Axel Oxenstierna che fece costruire il

ttavia assai piùmagnifico palazzo di Tidö (Västmanland) e la residenza in stile rinascimentale franco-

o i suoi figli (aiolandese di Fiholm (Södermanland), a Magnus de la Gardie420 che disponeva, addirittura, di

de attenzione inuna dozzina di castelli, tra cui il celebre Makalös (letteralmente “Senza pari”) a Stoccolma,

perarono per farfatto edificare da suo padre Jacob in stile tardorinascimentale con evidenti influssi italiani,421

oli in sontuoseLäckö (presso Lidköping) anch’esso eredità paterna, Höjentorp422 (anch’esso in

n stile francese Västergötland), e Venngarn presso Sigtuna (Uppland); o al celebre comandante militare

ben consci dellaCarlo Gustavo Wrangel423 che si fece erigere (negli anni 1654-1679) sul lago Mälaren

mostrano poi,nell’Uppland l’imponente castello di Skokloster ispirato al barocco, e inoltre Gripenberg

ll’adeguamentonella regione di Småland, che costituisce il più grande edificio in legno di tutta la Svezia.

dificazioni è il Come è stato detto, tutte queste costruzioni si rifanno palesemente a precise correnti

da Giovanni IIIartistiche d’importazione, dal rinascimentale al barocco. Del resto la gran parte degli

ere della regina architetti e degli artisti impegnati in questi lavori proveniva da Paesi stranieri (Germania,

ile barocco per Paesi Bassi, Italia,424 Francia), basti pensare al francese Simon de la Vallée (1590-1642),

ealizzazione di considerato il fondatore dell’architettura svedese e a suo figlio Jean (1624-1696) cui si
da Gustavo IIdevono opere di straordinaria importanza.425 E, se è vero che tra il XVII e il XVIII secolo si

he dal sovranoaffermarono i celebri architetti svedesi Nicodemus Tessin il Vecchio (den äldre, 1615-

simo secolo) su1681)426 e suo figlio Nicodemus Tessin il Giovane (den yngre, 1654-1728), è altrettanto vero

che nella loro arte essi non poterono prescindere da modelli europei che (soprattutto il

fermazione delsecondo) conobbero direttamente durante i loro soggiorni all’estero (Germania, Paesi Bassi,

are l’ambizioneItalia, Francia, Inghilterra).427

fece costruire il All’imponenza delle costruzioni corrisponde la decorazione degli interni, sfarzosamente

mentale franco-abbelliti con arazzi,428 affreschi, quadri e sculture, quasi che la fantasia artistica, per molti

, addirittura, di versi bandita dai luoghi di culto, trovasse qui un inevitabile sfogo. Si rappresentano

”) a Stoccolma,frequentemente scene storiche, religiose o allegoriche (del resto l’allegoria è uno degli

421 elementi caratterizzanti del tardo rinascimento e del barocco: basti pensare all’Ercole di

(anch’esso inStiernhielm),429 ma ci si ispira anche alla tradizione mitologico-patriottica.430 Assai diffusi

ndante militaresono, naturalmente, i ritratti di insigni personaggi (un uso che si afferma fin dai primi

lago Mälarendecenni del XVI secolo), raffigurati in abiti sfarzosi e dal contegno generalmente

tre Gripenberg sostenuto.431 Le raffigurazioni pittoriche dei sovrani ne sottolineano il prestigio politico.

Molti artisti provengono dall’estero. Per i regnanti e i nobili del Nord lavoreranno infatti

precise correntiimportanti pittori e scultori stranieri.432 Per quanto affidata a una nota la copiosa (e tuttavia

an parte deglinon completa!) elencazione, vuole qui sottolineare – rimandando il lettore interessato alla

ieri (Germania, letteratura critica relativa – l’ormai totale apertura dei signori nordici alle tendenze culturali

e (1590-1642),dominanti in Europa nel campo delle arti figurative. Del resto non di rado artisti scandinavi

4-1696) cui si(magari di origini straniere) saranno inviati all’estero ad apprendere il mestiere. Tra le figure
XVIII secolo si principali dell’arte nordica vanno ricordati almeno i nomi di due svedesi che operarono negli

, 1615-anni della riforma, Anders Larsson (morto nel 1566) e Urban Larsson (del quale non si sa

altrettanto veroquasi nulla se non che morì verosimilmente tra il 1568 e il 1574): a entrambi la tradizione

(soprattutto ilassegna l’appellativo di “Pittore” (målare); più tardi sarà attivo Johan Sylvius (ca.1620-

ia, Paesi Bassi,1695). Una citazione va riservata anche ai danesi Morten Steenwinckel (1595-1646),433

Søren Kjær (morto dopo il 1630) e Reinhold Timm (morto nel 1639) e ai norvegesi Peder

sfarzosamenteAndersen (morto nel 1694, attivo tuttavia in Danimarca), Elias Fiigenschoug (nato attorno

stica, per moltiall’inizio del secolo, probabilmente a Copenaghen, morto dopo il 1661) che si ispira alla

rappresentano scuola olandese ed è considerato il più importante pittore norvegese del barocco (e il primo

ia è uno degli cui si deve la raffigurazione di un paesaggio)434 e Peter Anderssøn Lillie (morto nel 1711).

diNomi prestigiosi nell’arte sono anche quelli del danese Melchior Lorck (o Lorch o Lorichs,

Assai diffusi1527-ca.1590), pittore, incisore ma – soprattutto – disegnatore di straordinario talento435 e

a fin dai primidei norvegesi Magnus Berg (1666-1739), celebre in tutta Europa per i suoi lavori di intaglio

generalmentenell’avorio, e Jacob Maschius (morto nel 1678), incisore di straordinaria abilità.

estigio politico. In Norvegia, per evidenti ragioni, la costruzione di castelli e residenze nobiliari fu più

oreranno infatti limitata; più che la ristrutturazione della fortezza di Akershus (a Oslo) voluta da Cristiano

iosa (e tuttaviaIV, occorre qui ricordare la cosiddetta Torre di Rosenkrantz (Rosenkrantztårnet) di Bergen:

interessato alla si tratta della riedificazione, voluta da Erik Rosenkrantz, signore di Bergenhus tra il 1560 e il

ndenze culturali1568,436 di una vecchia torre del XIII secolo, di fatto trasformata in un severo ‘castello’ in

tisti scandinavipietra abbellito con elementi tipicamente rinascimentali e affacciato sul quartiere di Bryggen.

e. Tra le figureAltre costruzioni di un certo interesse sono la dimora (Herregården), interamente in legno,
operarono neglifatta costruire dal conte Ulrik Frederik Gyldenløve, viceré di Norvegia,437 a Larvik (in

quale non si sa Vestfold), città da lui fondata nel 1671 (nella quale fece anche erigere una chiesa) e l’antica

bi la tradizioneresidenza medievale dell’arcivescovo di Trondheim, trasformata in sede del governo della

lvius (ca.1620-regione del Trøndelag,438 riccamente decorata con motivi di caccia e colori vivaci da un

433artista, quasi certamente norvegese, noto come Bjørn Pittore (maler), del quale per altro non

orvegesi Peder si sa nulla di più. In taluni casi le abitazioni dei nobili funzionari vennero elegantemente

g (nato attornotrasformate: si veda in primo luogo Østråt (o Austråt, più recentemente Austrått), sul fiordo

he si ispira alladi Trondheim, ristrutturata in stile rinascimentale per volontà del cancelliere del regno Ove

cco (e il primoBjelke (1611-1674).439 Negli anni ’60 del 1600 fu invece costruita la residenza di Rosendal

orto nel 1711). sul fiordo di Hardanger, tuttavia in parte modificata nel corso dei secoli: in essa restano

orch o Lorichs, tuttavia parti originali, in particolare il piano nobile. In questo Paese mancano comunque

eesempi di dimore imponenti e sfarzose come quelle danesi e svedesi. Va da sé che questo

vori di intaglio tipo di costruzioni fu del tutto assente in Islanda, dove i notabili disponevano al massimo di

grandi, ben attrezzate e ben arredate fattorie.

nobiliari fu più La Chiesa aveva dominato nel campo dell’arte per secoli. Ora però i suoi edifici sacri

ta da Cristiano erano stati svuotati dei loro tesori artistici e, sebbene in Scandinavia l’atteggiamento dei

) di Bergen:riformatori nei confronti delle raffigurazioni religiose al loro interno (soprattutto gli

s tra il 1560 e il affreschi) non fosse stato, specie in Svezia, intollerante come altrove, esse avevano perso

ro ‘castello’ in gran parte dell’antico splendore. Dagli inizi del XVII secolo la decorazione riprende

ere di Bryggen.gradatamente con la ricca lavorazione artistica degli altari, dei cori e dei pulpiti ma anche

mente in legno,delle pareti.440 Il Seicento è un periodo particolarmente felice per la scultura. All’interno
a Larvik (indelle chiese trovano posto imponenti monumenti funerari (in stile prima rinascimentale e poi

hiesa) e l’anticabarocco) tra cui il sopra citato sarcofago di Gustavo Vasa nel duomo di Uppsala e quello di

l governo dellaFederico II in quello di Roskilde.441 Anche qui lo stile è di chiara ispirazione straniera

ri vivaci da un(quando essi non siano direttamente commissionati all’estero). Tra gli artisti spicca il nome

le per altro nondell’olandese Thomas Quellinus (1661-1709 o 1710), attivo in Danimarca e nelle regioni di

elegantemente Schleswig e Holstein.

rått), sul fiordo Ma l’edificazione e la ristrutturazione degli edifici di culto è ora compito dell’autorità

del regno Ovedello Stato e diversi sovrani saranno attivi in questa direzione. Tra le nuove chiese vanno

za di Rosendalcitate almeno quella della Trinità (Heliga Trefaldighetskyrkan) a Kristianstad in Scania,

in essa restanomagnifico esempio di stile rinascimentale, la Holmens kirke di Copenaghen (trasformazione,

ano comunqueper volere di Cristiano IV, di una officina per la produzione di ancore risalente al 1563), la

a sé che questocattedrale di Kalmar (prima chiesa svedese in stile barocco, iniziata nel 1660) e la chiesa del

o al massimo diSalvatore (Vor Frelsers kirke) a Copenaghen (nella zona di Christianshavn) voluta dal re

Cristiano V e consacrata nel 1696, anch’essa in stile barocco.442 E, con le dovute differenze,

uoi edifici sacriva ricordata qui anche la magnifica chiesa in legno fatta costruire a Skálholt dal vescovo

eggiamento dei Brynjófur Sveinsson443 e alla cui realizzazione in stile barocco lavorò anche Guðmundur

(soprattutto gliGuðmundsson di Bjarnastaðahlíð (ca.1618-ca.1700), considerato uno dei maestri

avevano persodell’intaglio dell’epoca (l’edificio venne demolito nel 1802).

zione riprende Una nuova e importante applicazione dell’architettura in questi secoli è l’urbanistica che

ulpiti ma ancheprevede città accuratamente progettate. Si è già detto come il re danese Cristiano IV fosse

ura. All’internoparticolarmente attivo in questo senso.444 In particolare Christianopel nel Blekinge445 ebbe
cimentale e poi una pianta tracciata secondo schemi rinascimentali, divenendo, in effetti, la prima città del

sala e quello diNord costruita secondo questi princìpi.446 In Svezia tra la metà del XVI e i primi decenni del

zione stranieraXVIII secolo viene progettata ed eseguita una ripianificazione dei centri urbani che non ha

spicca il nomeconfronti nell’Europa del tempo: le città di nuova edificazione (come Göteborg,447

nelle regioni diSöderhamn, Sundsvall, Piteå, Luleå,448 Torneå) sono impostate con criteri del tutto nuovi,

mentre altre, come Umeå449 e, soprattutto, Stoccolma (in gran parte devastata da un incendio

to dell’autoritàdivampato il 1 settembre 1625 che distrusse gran parte della zona sud-occidentale del nucleo

e chiese vannoabitato) vengono ridisegnate.450 Le grandi città, in particolare le capitali, cominciano a

stad in Scania,distinguersi per la presenza di splendidi edifici, alcuni dei quali – come il palazzo della borsa

trasformazione,(Børsen) di Copenaghen, voluto da Cristiano IV e costruito tra il 1619 e il 1625 in stile

nte al 1563), larinascimentale olandese – testimoniano il crescente potere mercantile e l’emergere della

) e la chiesa delborghesia (i cui membri più facoltosi si costruiscono adeguate dimore451 e si fanno ritrarre

) voluta dal redai migliori artisti). Tra le costruzioni più significative di Stoccolma c’è la cosiddetta Casa

vute differenze,dei Signori (Riddarhuset, edificata tra il 1641 e il 1674) cui lavorarono architetti tedeschi,

olt dal vescovo olandesi e i francesi della famiglia de la Vallée,452 e il Palazzo di Tessin (Tessinska palatset)

he Guðmunduropera di Nicodemus Tessin il Giovane; costui ebbe anche l’incarico di portare avanti la

dei maestriricostruzione del castello reale distrutto da un incendio nel 1697:453 la nuova reggia, costruita

in stile barocco italiano (ma negli interni si riconosce il rococò), fu terminata nel 1754 e andò

urbanistica chea costituire un modello per le nobili dimore. Naturalmente tuttavia la gran parte delle comuni

stiano IV fosse costruzioni abitative veniva ancora realizzata in legno (soprattutto in Svezia e Norvegia).

ebbe In Svezia un importantissimo contributo per la conoscenza delle arti figurative (specie
prima città dell’architettura) verrà da Erik Jönsson (1625-1703), ingegnere, architetto e militare (che nel

imi decenni del 1660 ottenne la dignità nobiliare assumendo il cognome Dahlbergh): nel 1661 egli ebbe

ani che non hal’incarico di riprodurre in immagini i luoghi di maggior interesse del Paese (innanzi tutto

447 castelli, città, tenute); questo lavoro, durato molti anni e nel quale si giovò di alcuni

del tutto nuovi, collaboratori, risulta di straordinaria importanza in quanto offre (seppure i disegni non siano

da un incendio sempre del tutto corrispondenti alla realtà) una ampia panoramica della Svezia dell’epoca

ntale del nucleodella “grande potenza”. Le incisioni di Dahlbergh furono raccolte in un’opera dal titolo

cominciano aSvezia antica e contemporanea (Svecia Antiqua Et Hodierna) pubblicata tra il 1667 e il

azzo della borsa1716.454

il 1625 in stile *

emergere della Anche dal punto di vista musicale la riforma portò notevoli innovazioni. Il canto dei

i fanno ritrarresalmi venne infatti a costituire uno dei momenti centrali dell’esercizio religioso e si rese

cosiddetta Casa necessario un adeguato accompagnamento a questi testi: la ricerca del verso ‘artistico’ fu

hitetti tedeschi,dunque associata a quella della melodia ‘artistica’ e si sviluppò in una vera e propria

)tradizione musicale luterana che, anche grazie alla possibilità di stampare gli spartiti, era

ortare avanti ladestinata a durare a lungo nel tempo. Si considerino le celebri Piæ Cantiones Ecclesiasticæ

eggia, costruitaEt Scholasticæ raccolte da Jacobus Petri Finno e Theodoricus Petri Rutha di Nyland,455

nel 1754 e andòpubblicate a Greifswald nel 1582456 e rimaste assai popolari fino al XIX secolo; i diversi

te delle comuni“libri dei salmi”457 o i testi come il Graduale (Gradual) del danese Niels Jespersen (1518-

1587). In molti casi le melodie affondavano le proprie radici nell’epoca cattolica,458

gurative (specie riprendendo o rielaborando motivi precedenti come il canto gregoriano, tuttavia l’impronta
ilitare (che nelprotestante si riconosce facilmente, tra l’altro nell’introduzione del corale luterano importato

1661 egli ebbedalla Germania. Col passare del tempo si constata un’accresciuta attenzione alla ‘forma’ e

e (innanzi tuttoalla ‘regola’ musicale (grazie anche alla possibilità di stampare gli spartiti). Da segnalare

iovò di alcuninell’ambito della composizione di musica religiosa l’organista Dieterich Buxtehude (1637-

segni non siano1707), di nazionalità danese (forse tuttavia tedesca).459

ezia dell’epoca Anche al di fuori dell’ambiente religioso gli influssi stranieri si fecero sentire in misura

opera dal titolomassiccia. Un grande sviluppo conobbe la musica di corte: tanto in Danimarca quanto in

ra il 1667 e ilSvezia affluirono compositori ed esecutori da diversi Paesi, in primo luogo dalla Germania,

dai Paesi Bassi e dall’Inghilterra ma anche dall’Italia. Alla corte di Cristiano IV,460 vero e

proprio melomane, di Gustavo Adolfo e, soprattutto, di sua figlia Cristina,461 la musica

ni. Il canto dei divenne un abituale passatempo: notevole importanza ebbero i balletti ma anche le

gioso e si reserappresentazioni teatrali con accompagnamento musicale. Il che, inquadrandosi nel

o ‘artistico’ fucomplesso degli interessi artistici di questi sovrani, sottolineava altresì la volontà di porsi sul

vera e propriamedesimo livello dei più nobili regnanti europei. Questa tendenza si rafforzerà nella seconda

gli spartiti, erametà del XVII secolo quando la cultura musicale scandinava risentirà soprattutto

s Ecclesiasticædell’influsso francese.462

455 Ora tuttavia anche i nordici si recano all’estero per compiere studi musicali; nomi di

ecolo; i diversiprestigio sono quelli di Mogens Pedersøn (ca.1585-ca.1623) e Hans Nielsen (morto dopo il

spersen (1518-1643) inviati da Cristiano IV a Venezia presso il celebre maestro Giovanni Gabrieli (1557-

4581612)463 e, più tardi, dello svedese Harald Vallerius (1646-1716) che soggiornò in Olanda, fu

avia l’improntachiamato a produrre composizioni per occasioni importanti (come l’incoronazione di Carlo
erano importatoXI) e collaborò con Olof Rudbeck,464 il quale tra le molteplici attività scientifiche, antiquarie

alla ‘forma’ ee accademiche si dedicò anche alla promozione della musica.465

). Da segnalare Naturalmente collegata a questi interessi è la comparsa di opere di carattere teorico, nelle

xtehude (1637-quali l’arte musicale viene esaminata da un punto di vista tecnico: si pensi a lavori come

l’Eptacordo danese (Heptachordum danicum) di Hans Mikkelsen Ravn466 del 1646, ma

entire in misura anche all’opera del polistore Matthias Henriksen Schacht (1660-1700) dal titolo Il musico

marca quanto indanese o il maestro di canto danese (Musicus Danicus eller Danske Sangmester, 1687), nella

dalla Germania,quale è compreso un elenco di musicisti di diverse nazionalità (a suo modo una prima ‘storia

vero edella musica’)467 o agli scritti di teoria musicale di Vallerius.468

la musica A livelli più popolari è ben nota la presenza di musicanti nelle città in occasione di feste

ma anche le o rappresentazioni, e la persistenza di melodie spesso utilizzate per il ballo, quali quelle che

uadrandosi nelaccompagnavano le folkeviser469 o, in Islanda, il vikivaki.470 Infine si ha notizia di un’ampia

ontà di porsi sul diffusione della capacità di suonare strumenti anche fra le persone di più umili condizioni.471

à nella seconda 9.2.5. Il mondo della scienza

irà soprattutto In precedenza si è avuto modo di sottolineare il pieno coinvolgimento degli intellettuali e

degli eruditi nordici nel mondo culturale europeo. Ciò vale, evidentemente, non soltanto dal

sicali; nomi dipunto di vista delle discipline umanistiche, bensì anche da quello delle materie di carattere

(morto dopo ilpiù propriamente scientifico. È del resto un dato di fatto che la successiva netta distinzione

Gabrieli (1557-tra questi due ambiti del sapere era, in quei secoli, inimmaginabile: sicché diversi fra i nomi

nò in Olanda, fuche sopra sono stati citati ritornano in questo contesto con uguale, se non più forte, diritto.472

azione di CarloNaturalmente, alla ‘dimensione europea’ delle ricerche condotte da studiosi scandinavi un
iche, antiquarieaiuto determinante venne dall’introduzione della stampa (seppure essa fosse servita in primo

luogo ai fini della fiera disputa religiosa e come strumento per la diffusione della nuova

re teorico, nelledottrina), la quale non soltanto facilitò la circolazione di testi stranieri ma permise anche di

a lavori comepubblicare un cospicuo numero di volumi dedicati ad argomenti scientifici di varia natura473

del 1646, ma e libri destinati a uso scolastico, consentendo inoltre di diffondere una scienza ‘popolare’

Il musico(almanacchi per i contadini, manuali per il lavoro). E tuttavia in quest’epoca la scienza intesa

, 1687), nellain senso moderno muove con difficoltà i primi passi, mancando in molti casi di strumenti

na prima ‘storiaadeguati e di comprovati presupposti; sicché in diversi casi essa appare ‘contaminata’ con

dottrine di tipo esoterico-cabalistico474 o – per salvaguardarsi di fronte alla rigida

casione di festeimpostazione dottrinale dell’ortodossia (che non di rado la considera con diffidenza, quando

quali quelle chenon con aperta avversione) – tradotta in complicate speculazioni di sapore quasi filosofico.

zia di un’ampia Ciò non di meno i risultati raggiunti (ma anche, lo si conceda, la confusione e gli errori)

rappresentano un apporto di assoluto rilievo. Avendo ben presente la molteplicità degli

interessi dei singoli (le cui ricerche si collegano, nella sostanza, alle correnti del pensiero

li intellettuali escientifico europeo) si darà qui breve conto dei contributi di maggior valore.

non soltanto dal Una disciplina tradizionalmente praticata e della quale nel Nord anche in precedenza si

erie di carattereconoscono studi specifici è, naturalmente, la medicina.475 Tradizionale punto di riferimento

etta distinzioneerano stati per secoli i princìpi del celebre Claudio Galeno (129-201 d.C.) ai quali tuttavia si

versi fra i nomi venivano ora affiancando nuove impostazioni: in primo luogo le teorie dello svizzero

472 Paracelso (Philippus Aureolus Theophrastus von Hohenheim, 1493-1541) che ebbe in tutta

scandinavi un Europa numerosi seguaci e fu, tra l’altro, in Danimarca e Svezia.476 Nomi di grande prestigio
servita in primosono in Scandinavia quelli dei danesi Thomas Bartholin il Vecchio (den ældre, 1616-1680) e

ne della nuovadello svedese Olof Rudbeck. Il primo, figlio di Caspar Bartholin (1585-1629),477 filosofo,

ermise anche diteologo, grecista e latinista, ma – soprattutto – medico, continua con grande successo gli

473studi del padre, tra l’altro usufruendo del nuovo ‘teatro anatomico’ realizzato nel 1643 presso

enza ‘popolare’l’Università di Copenaghen: una struttura che rispondeva all’esigenza di studi condotti

a scienza intesa direttamente su cadaveri secondo quanto sostenuto dal belga Andreas Vesalius (1514-1563),

asi di strumentifondatore dell’anatomia moderna. Ma la paternità della fondamentale scoperta del sistema

ntaminata’ conlinfatico che fu materia di controversia tra Bartholin e Olof Rudbeck si deve alla fine

nte alla rigidaconsiderare come un merito sostanzialmente condiviso.478 Figura dai vastissimi interessi

idenza, quandoumanistici e scientifici, Rudbeck479 fu professore di medicina all’Università di Uppsala,480

uasi filosofico.ma anche architetto,481 chimico, fisico, matematico, astronomo, tecnico, inventore,

ne e gli errori)ingegnere, e – soprattutto – botanico (a lui si deve la creazione del giardino botanico

olteplicità deglidell’Università di Uppsala e, successivamente, di quello reale).482 I suoi studi medici si

nti del pensierobasarono in primo luogo sulla dissezione dei cadaveri (alla sua iniziativa si deve la

realizzazione tra il 1662 e il 1663 del ‘teatro anatomico’ di Uppsala, ancor oggi visitabile

n precedenza si all’interno del cosiddetto Gustavianum). Nel 1653 egli diede alle stampe l’opera dal titolo

o di riferimento Nuova esercitazione anatomica che mostra i dotti epatici acquosi e i vasi sierosi delle

quali tuttavia sighiandole [...] (Nova excercitatio anatomica, exhibens ductus hepaticos aquosos, & vasa

dello svizzeroglandularum serosa [...]) nella quale vengono per la prima volta illustrate le sue osservazioni

he ebbe in tuttasul sistema linfatico. Se la sua epoca lo celebrò soprattutto come studioso di antichità (il re

grande prestigioCarlo XI in prima persona apprezzava molto le sue grandiose teorie sulla storia patria), è
, 1616-1680) ecertamente sul piano degli studi scientifici che Rudbeck ha portato un contributo davvero

filosofo,considerevole. Seppure il vero “padre della medicina svedese”483 sia da considerare piuttosto

de successo gliil meno celebre Pehr (Petrus) Hoffwenius (1630-1682), orientalista e filosofo ma poi

nel 1643 presso professore di medicina a Uppsala, assertore delle idee di Cartesio (il che gli procurò forti

studi condotti critiche), il quale fu capace di creare una vera e propria scuola.484

us (1514-1563), I secoli XVI e XVII conoscono un grande sviluppo delle scienze naturali. Nel campo

rta del sistemadella botanica, oltre agli importantissimi studi di Rudbeck, vanno ricordate le ricerche del

deve alla finedanese Simon Paulli (1603-1680), medico di corte e autore di una Flora Danica (1648) il cui

issimi interessi intento resta tuttavia (ma nell’ottica dell’epoca non stupisce affatto) quello di indicare l’uso

480 medicinale delle diverse piante. Come lui era medico (ma anche chimico, filologo e

ico, inventore,botanico) il compatriota Ole (Oluf) Borch (1626-1690) che per talune osservazioni sulla

rdino botanicosuddivisione delle piante anticipa gli studi di Linneo.485 Di notevole interesse sono poi gli

studi medici si studi di Rasmus Bartholin (1625-1698), fratello di Thomas, scopritore della doppia rifrazione

iva si deve ladella luce sulla calcite; quelli di Niels Steensen (Nicolaus Stenonius, 1638-1686), anatomista

oggi visitabiledi grande valore e autore di testi religiosi (nel 1667 si era convertito al cattolicesimo

opera dal titolodivenendo poi addirittura vescovo), ma – soprattutto – fondatore degli studi geologici e

si sierosi dellepaleontologici (e scopritore del dotto escretore della ghiandola parotide).486

quosos, & vasa Tra il XV e il XVI secolo allo stesso modo in cui i princìpi di Galeno, sui quali si era per

ue osservazionisecoli basata la scienza medica, vengono messi in discussione, anche il pensiero astronomico

antichità (il retolemaico va incontro a critiche che ‘ribalteranno’ la concezione stessa dell’universo. I nomi

storia patria), è di immediato riferimento sono, naturalmente, quelli del polacco Nicola Copernico (Mikołaj
tributo davveroKopernik, 1473-1543) e dell’italiano Galileo Galilei (1564-1642). Ma in questo contesto non

derare piuttostosi può prescindere dagli studi del danese Tyge (latinizzato in Tycho) Brahe (1546-1601),

losofo ma poiastronomo per vocazione (nonostante l’opposizione della famiglia) e scopritore (1572) della

li procurò fortiNova, una stella nella costellazione di Cassiopea: un evento, questo, che contribuì

grandemente alla sua fama consentendogli di difendere con maggiore autorità le proprie

ali. Nel campoosservazioni e l’uso di strumenti personalmente progettati e costruiti. Allo scopo di favorire

le ricerche delle sue ricerche astronomiche il re Federico II (che aveva anche interessi scientifici) gli

(1648) il cui concesse l’isola di Hven nell’Øresund (insieme a una cospicua elargizione) dove egli fece

i indicare l’usocostruire (1580) la sua celebre dimora-osservatorio, cui diede nome Uraniborg (in latino

ico, filologo eUraniburgum), ispirata – come si è detto in precedenza – al gusto rinascimentale. A essa fu

ervazioni sullaaffiancato un vero e proprio osservatorio cui venne dato nome Stjerneborg (in latino

se sono poi gliStellaeburgum).487 Questi luoghi divennero un centro di studi frequentato da insigni eruditi e

oppia rifrazionenel quale Tyge Brahe poté completamente dedicarsi alle sue osservazioni. Dopo la morte di

86), anatomistaFederico II, suo grande protettore, egli vide progressivamente peggiorare la propria

l cattolicesimosituazione, finché decise di trasferirsi all’estero. Negli ultimi anni della vita, trascorsi in

udi geologici eBoemia sotto la protezione dell’imperatore Rodolfo, ebbe fra i propri assistenti Giovanni

Keplero (Johannes Kepler, 1571-1630). Di Tyge Brahe ci restano, oltre al fondamentale

quali si era percontributo agli studi astronomici, anche elegie latine, alcune comprese nei testi scientifici,

ro astronomicoaltre ancora affidate a manoscritti. Un tirocinio letterario tutt’altro che disprezzabile e nel

niverso. I nomiquale egli dimostra di ben conoscere i modelli classici (soprattutto Ovidio).488

Mikołaj Del resto, l’esercizio di diverse discipline dipende non solo da un’idea di erudizione
to contesto noncome armonioso e parallelo sviluppo di differenti saperi o dal desiderio di coltivare svariati

e (1546-1601),interessi ma anche dal convincimento che talune materie di studio siano, in un certo senso,

ore (1572) della ancelle di altre (in primo luogo la chimica, ma anche la botanica, rispetto alla medicina) o

che contribuìche gli ambiti di ricerca siano necessariamente intrecciati: a esempio gli studi geografici

orità le proprie strettamente legati a quelli topografici e cartografici (che conoscono ora un notevole

opo di favoriresviluppo)489 o antropologici.490 Sicché ricordando qui ancora i danesi Thomas Fincke (1561-

scientifici) gli1656) per gli studi matematici e geometrici, Ole Rømer (1644-1710) per quelli astronomici e

dove egli fecefisici (a lui si deve la prima misurazione della velocità della luce),491 Caspar Bartholin il

borg (in latinoGiovane (den yngre, 1655-1738) per quelli anatomici492 e lo svedese Sigfrid Aron Forsius

ntale. A essa fu(1550-1624), autore del primo scritto di storia naturale apparso in Svezia dal titolo generico

borg (in latino di Fisica (Physica, 1611),493 si dovrà di nuovo sottolineare il loro impegno in diversi campi

nsigni eruditi e del sapere ma anche in quello della produzione letteraria.494

opo la morte di Da un discorso accademico dello storico danese Jon Jacobsen Venusin495 tenuto nel 1602 nel

are la propriaquale egli sostiene le teorie copernicane:


“Ma noi qui inutilmente ci adoperiamo, se invero non si riesce a persuadere i dotti, [ad
ta, trascorsi in
affermare] che l’ordine dei corpi celesti è quello stabilito da Copernico, quantunque le assurdità
stenti Giovanni
certamente vergognose e mostruose delle vecchie ipotesi e dei moti creduti, possano manifestamente
l fondamentale
essere poste davanti agli occhi sia contro la adeguatezza di queste ipotesi sia [contro] la reale
testi scientifici,
verità. Un mio amico poco tempo fa si prendeva gioco di coloro, che affermavano la rotazione del
rezzabile e nel
globo terrestre, [sostenendo] che [erano piuttosto] le loro menti a esser prese da qualche rotazione.

Perciò, seppure fosse un uomo non incompetente di questioni matematiche, e anche di ingegno
a di erudizioneacuto, gli piacque scherzare. Senza dubbio quelli che [tengono] per vero il limite che si creano, si
oltivare svariatipersuadono che il cielo delle stelle fisse sia messo in moto da una rotazione giornaliera: incredibile

un certo senso,quanto siano ingenui. E queste cose certamente mi richiamano il ricordo di Lattanzio.496 Egli infatti
non poteva con alcun argomento essere persuaso d’altro, [se non] che la terra fosse piatta e che
lla medicina) o
l’Oceano si estendesse fino al cielo, e che essa in tal modo quasi galleggiasse, non so poi di altre
tudi geografici
stupidissime fandonie, che avesse ripreso dal popolo e dai Poeti: e però derideva come menzogneri
a un notevole
coloro che avessero detto che la terra è sferica o del tutto rotonda, appoggiata sul proprio centro e
s Fincke (1561-
cinta attorno dall’atmosfera. Eppure l’erudizione di quest’uomo, la sapienza, l’eloquenza non sono
li astronomici e
in dubbio. La verità di costoro, che ai ciechi, che ciò affermano, e ai barbieri è notissima, al punto
par Bartholin il
che i marinai e le donnette la possono dimostrare, la mente di Lattanzio non la conteneva, sicché
d Aron Forsiusneppure molti altri, che si sono conquistati un nome illustre nella cultura, a quel tempo poterono

titolo generico essere persuasi di ciò che ora anche il popolo conosce. Perciò ci sarà un tempo in cui la verità di

n diversi campiqueste cose non sarà nota solo ai Matematici ma anche al popolo, sebbene esse ora siano derise da

molti.”497

uto nel 1602 nel 9.3. La società scandinava tra Cinquecento e Seicento

Va da sé che la riforma protestante incise profondamente anche sulla realtà sociale dei

ere i dotti, [adPaesi nordici. La trasformazione può essere definita, senza cadere in esagerazioni, epocale. Il

que le assurdità
che è tra l’altro rimarcato da una sorta di disorientamento che si constata negli anni del
manifestamente
passaggio, quando, pur avendo spazzato via la vecchia dottrina non si era ancora potuto far
contro] la reale
radicare la nuova, sicché la vita quotidiana della gente comune, quasi improvvisamente
la rotazione del
privata delle certezze e dei punti di riferimento che per secoli l’avevano determinata e
ualche rotazione.
regolata, conobbe un decadimento.498
nche di ingegno
In seguito però, una volta esaurito l’impeto, ci si impegnò per una trasformazione della
che si creano, si
iera: incredibile società che doveva ora adeguarsi ai nuovi princìpi e ristrutturarsi secondo i nuovi equilibri.

Egli infattiLo Stato, come si è detto, si era appropriato dei beni della Chiesa: il definitivo passaggio del

osse piatta e che


potere è simboleggiato dallo smantellamento (parallelo a quello dell’antica struttura
n so poi di altre
ecclesiastica) degli edifici religiosi, il cui materiale viene talora utilizzato per la costruzione
ome menzogneri
di castelli e fortezze, così come dall’inserimento all’interno del nuovo sistema delle
proprio centro e
parrocchie di antiche chiese che, pur conservando in taluni casi una certa autonomia
quenza non sono
economica (almeno quando si poté dimostrare che ciò era necessario per il loro
tissima, al punto
funzionamento), perdono gran parte delle proprietà. Ma l’aver esautorato la Chiesa ebbe
onteneva, sicché

tempo poterono
come conseguenza che il potere statale dovette farsi carico di quelli che erano stati i servizi

n cui la verità didi carattere sociale che essa aveva gestito. Innanzi tutto l’assistenza sanitaria e l’istruzione,499

a siano derise da due ambiti per i quali fin dal tardo medioevo le autorità laiche avevano mostrato (in

particolare nelle città) un crescente interesse. Il cambiamento è sostanziale in quanto pone i

presupposti di una nuova impostazione del problema, trasferito dal piano religioso a quello

altà sociale deietico-sociale. Effetti di grande importanza si ebbero in primo luogo nel campo

ioni, epocale. Il dell’istruzione. Fino ad allora il sistema scolastico non aveva conosciuto una precisa

negli anni del strutturazione. In Scandinavia dopo la conversione al cristianesimo erano sorte diverse scuole

cora potuto far (accanto a quelle tradizionalmente presenti presso i capitoli e i conventi erano comparse in

mprovvisamenteseguito anche scuole cittadine) dove l’insegnamento era gestito con una certa autonomia.500

determinata ePer altro esso restava, nella stragrande maggioranza dei casi, affidato a ecclesiastici di

diverso grado e dunque sottoposto al controllo della Chiesa: lo scopo primario era infatti

ormazione dellaquello di formare i suoi nuovi membri o, più semplicemente, di diffondere fra il popolo i
nuovi equilibri. fondamenti della fede. Se è vero che già il re danese Cristiano II aveva cercato di intervenire

o passaggio del sulla materia, affermando così per la prima volta il principio che allo Stato spetta

antica strutturaregolamentare il funzionamento delle scuole,501 fu tuttavia a partire dalla riforma che

r la costruzionel’istruzione del popolo cominciò a essere organizzata in modo più sistematico (anche se il

sistema delleconcetto che ciò debba costituire un diritto/dovere pubblico si sarebbe affermato molto più

erta autonomiaavanti).502 È evidente che – tenuto conto della grande attenzione dei luterani per l’ortodossia

o per il loro – i fondamenti e gli obiettivi religiosi nell’istruzione sarebbero rimasti ben saldi.503 E, d’altra

la Chiesa ebbeparte, i promotori delle nuove scuole si sarebbero evidentemente ispirati ai modelli tedeschi.

o stati i servizi Ma nel momento in cui la Chiesa veniva in sostanza sottomessa al potere secolare la sua

499 attività in questo campo dovette adeguarsi ai bisogni di quest’ultimo: sicché l’insegnamento

o mostrato (inmirava ora a formare buoni luterani che sarebbero stati, al contempo, sudditi buoni e

n quanto pone i fedeli.504 Sulla scorta delle idee erasmiane la scuola avrebbe dovuto insegnare ma anche,

igioso a quellosoprattutto, formare. Almeno nell’ambito dell’educazione della gente comune (affidata in

go nel campobuona parte alla responsabilità delle famiglie seppure sotto la supervisione ecclesiastica) lo

to una precisascopo principale fu, dunque, questo; non di meno, dal punto di vista del progresso sociale, la

e diverse scuolediffusione capillare di una scolarizzazione di base (seguita a una prima fase di assestamento e

no comparse indovuta in buona parte all’iniziativa del clero locale) fornì in molti casi almeno la capacità di

500 leggere, elemento che avrebbe nel tempo avuto effetti di grande rilevanza. Il susseguirsi di

ecclesiastici diordinanze contenenti direttive sull’istruzione mostra del resto una crescente presa di

mario era infatticoscienza della sua importanza in una prospettiva non più soltanto strettamente religiosa505

fra il popolo i come mostra, contemporaneamente, l’apertura a nuove discipline.506 Il che significa, a livelli
o di intervenirepiù elevati, non solo un evidente influsso dell’umanesimo (seppure, come si è detto, di un

o Stato spetta umanesimo ‘filtrato’)507 ma anche il dibattito (e la ricezione) di dottrine come il cosiddetto

la riforma che“ramismo”508 o il neoaristotelismo.509 E, infine, il sorgere, seppure lento e graduale, di una

co (anche se ilcultura laica.

mato molto più Ma la profonda trasformazione nei rapporti tra autorità religiosa e autorità civile messa in

per l’ortodossiamoto dalla riforma luterana ebbe effetti importanti anche sul piano più strettamente politico:

E, d’altraessa infatti si legò a una tendenza europea che interessava l’idea stessa di Stato e nella quale

odelli tedeschi.erano poste le premesse di quella crescente centralizzazione del potere (riflessa anche nella

secolare la sua progressiva crescita di importanza delle cancellerie reali) che sarebbe infine sfociata

l’insegnamentonell’assolutismo regio. Come si è visto, nella seconda metà del XVII secolo i due regni di

udditi buoni eDanimarca e di Svezia (e con essi quelle che a tutti gli effetti possono essere considerate loro

nare ma anche,‘colonie’) si avviano, ciascuno con un proprio percorso, verso l’affermazione di questa forma

une (affidata indi governo. In questa prospettiva il luteranesimo (che divenne una vera e propria ‘religione di

ecclesiastica) lostato’) ebbe un ruolo determinante.510 Lo storico Arild Huitfeldt511 aveva ricordato che per

esso sociale, la lunga tradizione il Regno danese era di carattere elettivo e non ereditario e che un sovrano

assestamento epur trovandosi al vertice della piramide sociale non avrebbe potuto governare da solo,

o la capacità diconsiderazioni inserite nella prospettiva biblico-cristiana del luteranesimo. Ma la sua

l susseguirsi di opinione sarebbe stata travolta dai fatti. Nel passato uno degli ostacoli maggiori al pieno

cente presa didispiegarsi del potere statale era stata proprio la Chiesa, che nel corso dei secoli era riuscita a

505costituire un’autorità parallela e sostanzialmente autonoma. Con l’introduzione della riforma,

gnifica, a livellicome si è detto, essa venne decisamente indebolita (in primo luogo economicamente), sicché
i è detto, di un mentre veniva profondamente rinnovata sul piano teologico coll’adeguamento alla dottrina

me il cosiddetto luterana, la sua nuova organizzazione poté costituirsi solo sotto la stretta tutela del potere

raduale, di unapolitico. Per la verità un ampliamento dell’influenza dei sovrani nordici nei confronti del

mondo ecclesiastico si può constatare fin dalla fase finale del medioevo, riflesso nei diversi

civile messa insegnali di rottura con il papato. La riforma si inserì dunque in questa tendenza conducendo a

mente politico:compimento il processo di affermazione dello Stato sulla Chiesa, la quale – naturalmente –

to e nella qualesopravvisse ma fu sostanzialmente privata della propria autonomia e divenne, per molti

ssa anche nella aspetti, un semplice strumento al servizio del potere centrale, il quale seppe efficacemente

infine sfociata impiegare per i propri scopi l’organizzazione ecclesiastica. Per questo motivo i vescovi e i

o i due regni dipastori luterani non solo si preoccuparono di correggere l’atteggiamento religioso dei

considerate lorofedeli,512 ma divennero anche un tramite tra il potere della Corona e i sudditi (a esempio

di questa formasvolgendo incarichi di carattere prettamente amministrativo),513 una sorta di ‘burocrazia

ria ‘religione direligiosa’ integrata e conforme all’ordinamento sociale che andava strutturandosi in senso

cordato che per piramidale: una piramide al cui vertice ci sarebbe stato naturalmente solo il re. Se dunque

che un sovranograzie al lavoro assiduo dei nuovi pastori la Chiesa riformata riuscì tra la fine del XVI e il

ernare da solo,XVII secolo a far prevalere l’ortodossia luterana,514 disciplinando i fedeli e guidandoli verso

o. Ma la suauna ubbidienza regolamentata (all’interno di una struttura sociale che si voleva stabilita da

ggiori al pienoDio), nel XVII e nel XVIII secolo essa svolse anche tutta una serie di compiti al servizio

oli era riuscita adello Stato.515

e della riforma, Parallela allo sviluppo dell’assolutismo regio fu, sul piano più strettamente ecclesiale,

amente), sicchél’affermazione di una rigida ortodossia, la quale non mancò (come del resto avveniva, con le
to alla dottrinadovute differenze di prospettiva, anche nella cattolica Francia) di fornire solida

utela del poterelegittimazione religiosa al nuovo sistema politico516 e, dunque, di favorire il controllo sul

ei confronti delmondo culturale in tutti i suoi aspetti sottomettendolo senza possibilità di replica al dettato

esso nei diversi biblico. Ciò ebbe indiscutibili ricadute (ben note anche altrove) non solo sulla nascente

a conducendo aricerca scientifica, ma anche – evidentemente – sull’impostazione degli studi di carattere

naturalmente – storico. Del resto in Danimarca fin dall’introduzione del luteranesimo (in concomitanza con

enne, per moltila rifondazione dell’Università di Copenaghen) era stata introdotta la censura, che

e efficacementedemandava ai vescovi e alle autorità accademiche il controllo sulla stampa (in primo luogo

vo i vescovi e i quella religiosa).517 E anche in Svezia il controllo sulla stampa, prima affidato alla Corona,

o religioso dei poi passato ai vescovi e alle autorità accademiche e infine a funzionari della cancelleria (al

diti (a esempiocui interno nel 1680 sarà istituito l’incarico ufficiale di censore), appare ben saldo fin dai

di ‘burocraziatempi di Gustavo Vasa.518 Questo atteggiamento ben spiega, del resto, l’interesse da parte del

andosi in sensopotere centrale per i testi sui quali si basa e ai quali si richiama la pratica della vita religiosa:

re. Se dunquesicché non deve sorprendere che i sovrani in prima persona dispongano la traduzione o la

ne del XVI e il revisione della Bibbia (le cui diverse edizioni sono legate non a caso al loro nome) o

uidandoli verso l’istituzione di commissioni preposte a compilare libri dei salmi che trovino uniforme

eva stabilita dadiffusione tra i fedeli. Ma questo ‘assolutismo ortodosso’, se così è consentito definirlo, fu

mpiti al servizioapplicato con burocratica e soffocante pignoleria anche alla vita ordinaria della gente comune

e fu tradotto in una serie di norme e precetti religiosi che, almeno esteriormente, livellarono

ente ecclesiale,l’esperienza della fede, trasformata – in una sorta di ritualizzazione della quotidianità – nella

vveniva, con lediligente osservanza di regole (non di rado cavillose) semplicemente imposte dall’alto.519
fornire solida Questa severa intransigenza non poté, d’altro canto, che favorire l’estendersi, anche in

il controllo sul Scandinavia, di quell’atmosfera commista di intolleranza e fanatismo che, soprattutto nel

plica al dettatoXVII secolo, si tradusse nel fenomeno della ‘caccia alle streghe’. Come è noto la Chiesa

sulla nascenteaveva da sempre condannato la magia e l’accusa di stregoneria era stata un efficace

udi di caratterestrumento nelle mani dei potenti per eliminare scomodi avversari: processi e condanne sono

ncomitanza conben noti nei secoli precedenti la riforma, soprattutto dopo che nel XIII secolo i teologi

censura, che avevano ‘codificato’ ogni forma di eresia e credenza magica o superstiziosa come effetto

in primo luogodell’opera del demonio. Fu tuttavia dalla metà del XVI secolo che il terrore di Satana e dei

to alla Corona, suoi presunti seguaci dilagò in Europa.520 Anche nei Paesi nordici (persino nella remota

cancelleria (al Islanda)521 ci sono numerosi esempi di processi e condanne per stregoneria che non soltanto

n saldo fin daiebbero come protagonisti e vittime individui di condizione modesta, magari affetti da

sse da parte del patologie psichiche o dall’epilessia, ma che coinvolsero anche persone di livello sociale più

a vita religiosa:elevato: nella prospettiva di una ottusa inflessibilità, qualsiasi presunta ‘deviazione’ veniva

traduzione o laconsiderata una minaccia nei confronti della religione e dell’autorità ufficiale e consolidata.

loro nome) oE, del resto, inimicizie e desideri di vendetta personali ebbero certamente il loro peso.522 Un

ovino uniformecontesto culturale che sul versante più popolare (ma non solo) si espresse in un intreccio di

ito definirlo, fucredenze e superstizioni523 e su quello degli uomini di cultura risultò in un dibattito che

a gente comunecoinvolse non solo teologi (basti pensare in primo luogo al danese Niels Hemmingsen)524 ma

nte, livellaronoanche uomini di scienza e letterati;525 tra questi si citeranno qui alcuni fra coloro che non

tidianità – nellaesitarono a prendere posizione contro l’opinione prevalente: il medico danese Johann Weyer

(morto nel 1588) che pur accettando la possibilità di un influsso del demonio sull’animo
dersi, anche inumano denunciò la crudeltà dei metodi repressivi; il medico, chimico e scrittore svedese

soprattutto nelUrban Hiärne526 che, dopo averla in un primo tempo sostenuta, si oppose poi alla brutalità

noto la Chiesaesercitata nei confronti delle presunte streghe sostenendo che ci si trovava di fronte a

ata un efficaceun’isteria di massa piuttosto che a episodi di magia;527 il filologo islandese Árni

condanne sonoMagnússon528 che in uno scritto dal titolo Breve e veritiera narrazione dell’ampiamente

ecolo i teologiproclamata possessione di Thisted (Kort og sandfærdig Beretning om den vidtudraabte

a come effettoBesættelse udi Tisted, 1699), mostra, con le armi dell’ironia, che tale presunta ‘possessione

di Satana e deidemoniaca’ non è in realtà che una colossale montatura.

o nella remota Tra il 1658 e il 1659 Jón Magnússon (ca.1610-1696), pastore della parrocchia di Eyri nello

he non soltantoSkutulsfjörður (nel nord-ovest dell’Islanda non lontano dall’attuale abitato di Ísafjörður), redasse un
dettagliato resoconto di quella che chiamò Storia del [mio] tormento (Píslarsaga), testo in cui
agari affetti da
descrisse le sofferenze fisiche e morali, patite per ben tre anni, che – a suo modo di vedere – gli erano
ello sociale più
state provocate per opera di magia. Colpito da una malattia egli ne aveva infatti attribuito la
iazione’ veniva
responsabilità due uomini, padre e figlio, che secondo lui erano all’origine del suo problema. Dopo
e e consolidata.
che essi furono chiamati in causa e per questo motivo condannati al rogo egli constatò un certo
Un
miglioramento nella propria situazione:529 si trattò tuttavia di un cambiamento temporaneo e dunque
un intreccio di
egli imputò il nuovo peggioramento alla figlia e sorella dei due ‘stregoni’; costei però fu in grado di
n dibattito che ben difendersi (e a sua volta di denunciarlo) e così l’accusa del pastore non sortì gli effetti da lui

masperati. Si legga:

coloro che non “Là nel coro, dalla parte in cui c’è una piccola edicola [mentre] stavo prostrato in preghiera

Johann Weyer [venni] calpestato dal Demonio, come da una persona furiosa, come si sente [quando vien fatto] con

onio sull’animo le ginocchia e le nocche.530 E un’altra volta, mentre ero prostrato allo stesso modo, il Demonio mi
crittore svedesesoffiò nell’orecchio destro, che era rivolto verso quella stessa edicola, fiati terribili, sicché non mi fu

oi alla brutalitàpiù a lungo di alcuna utilità pregare in quel luogo ma dovetti stare un po’ più avanti in chiesa e un
po’ fuori dalla chiesa per provare a fare le mie preghiere.
va di fronte a
E così aumentò sempre di più quella apparizione di demoni, soprattutto quando questi esseri
islandese Árni
miserabili531 venivano in chiesa, perciò io non feci cessare ammonimenti e avvertimenti al riguardo
ell’ampiamente
quando riuscivo a celebrare qualche servizio divino. E quanto più gli assalti dei demoni
n vidtudraabte
aumentavano e si manifestavano sia fuori sia dentro la fattoria e in chiesa, tanto più si moltiplicava
ta ‘possessione
la schiera dei demoni e il loro numero e le loro forme, cosicché là dove all’inizio si vedeva un solo

demonio in aspetto di cane, cresceva poi la loro moltitudine in modo tale che non solo se ne vedeva
ia di Eyri nello
in ogni luogo e [in ogni] angolo, là dove l’ombra e l’oscurità si diffondeva nel soggiorno,532 ma
rður), redasse un
c’era anche nel corridoio e nella stanza533 una quantità innumerevole di quei demoni con diverse
), testo in cui
forme e aspetti cosicché la fattoria e ogni costruzione ne era piena, come riferirono quelli dotati di
edere – gli erano
una seconda vista,534 cosicché quelli che non ne erano dotati passavano, secondo la testimonianza
atti attribuito la
degli altri, in mezzo a quelle figure di demoni dal momento che erano così folte insieme [...] il
problema. Dopo
Demonio assumeva la figura propria, la corporatura e l’apparenza di quegli uomini che erano la
onstatò un certo
causa di tutto ciò535 il che ugualmente videro alcuni di coloro che non erano dotati di una seconda
oraneo e dunque
vista, sul che concordarono persone di altre fattorie qui nel distretto e altri che qui erano di casa,
rò fu in grado di
dal momento che le apparizioni del demonio si manifestavano anche nelle altre fattorie. Ma
gli effetti da lui
comunemente furono viste qui mosche pallide, così come farfalle, che svolazzavano e turbinavano

sopra di me e altrove fra le case, e quelle mosche e farfalle furono viste ugualmente da tutti e anche
ato in preghiera
in ogni momento nell’inverno. Alcuni videro anche altre figure di mosche, alcune con una lunga
o vien fatto] con
coda, alcune con lunghi artigli e zampe, il che è troppo lungo per essere riportato.”536
o, il Demonio mi
Tra il XVI e il XVII secolo le classi sociali dei Paesi nordici andarono incontro a una
sicché non mi fuprofonda trasformazione. Ciò avvenne in modi diversi a seconda della situazione contingente

nti in chiesa e un dei singoli stati (come brevemente si vedrà nei paragrafi successivi), fattori di carattere

generale furono tuttavia la perdita di prestigio della ‘nobiltà’ ecclesiastica, cui si è già fatto
ndo questi esseri
riferimento, e le prolungate conseguenze della crisi agraria, in quanto gli effetti devastanti
menti al riguardo
della grande epidemia di peste che a metà del secolo XIV aveva colpito anche la Scandinavia
alti dei demoni
si erano fatti sentire a lungo e in profondità. Ragion per cui, se da una parte si dovette
ù si moltiplicava
attendere parecchio tempo prima che la drammatica crisi dell’agricoltura (determinata
i vedeva un solo
soprattutto dall’abbandono di molte fattorie) fosse superata, dall’altra si verificarono nella
olo se ne vedeva

ma
vita economica cambiamenti sostanziali e inarrestabili.

moni con diverse 9.3.1. La società danese

o quelli dotati di Se si guarda alla società danese nell’epoca successiva all’introduzione della riforma, si

la testimonianzaconstata come essa vada cercando, pur tra contrasti e diseguaglianze, un assestamento. Le

e insieme [...] ilvicende della guerra civile avevano fatto comprendere ai nobili l’opportunità di convivere al

ini che erano la


meglio con il potere centrale del sovrano: solo in questo modo essi avrebbero potuto
i di una seconda
mantenere l’alto tenore di vita e conservare i molti privilegi (come il diritto esclusivo alla
ui erano di casa,
carica di feudatario e l’esenzione dal pagamento delle tasse). Del resto, seppure dopo la
tre fattorie. Ma
confisca dei beni della Chiesa quasi la metà del territorio fosse divenuta proprietà della
o e turbinavano
Corona (che vide in tal modo triplicati i propri possedimenti), la nobiltà continuava a
da tutti e anche
usufruire delle rendite delle terre direttamente possedute, tenute che talvolta (seppure
e con una lunga
esistessero delle limitazioni) essa riuscì a trasformare in veri e propri latifondi, incorporando

incontro a unapoderi precedentemente affidati a coloni e facendo un uso ampio (ma non sempre
one contingentenecessariamente arbitrario) della consuetudine della corvée, un obbligo imposto ai contadini

ori di carattereche dovevano garantire tutta una serie di lavori. Seppure assai limitata numericamente (si

ui si è già fatto calcola che i suoi membri non superassero lo 0,25% dell’intera popolazione),537 essa divenne

fetti devastantisempre più consapevole del proprio ruolo: cominciò a ricercare nella storia una

la Scandinaviagiustificazione alle proprie prerogative, fece compiaciuto uso degli stemmi, si costruì dimore

parte si dovettefastose, si fece ritrarre dai migliori artisti e si preoccupò di procurarsi tombe sontuose per il

a (determinatariposo eterno.538 Inoltre ampliò i propri interessi intellettuali frequentando università o

rificarono nellaaccademie, affidandosi a precettori, facendo viaggi di studio all’estero (in qualche caso per

acquisire esperienza militare) ed esercitando opera di mecenatismo.539 Un ottimo esempio da

questo punto di vista è la figura di Henrik Rantzau (1526-1598),540 viceré dello Schleswig e

ella riforma, sidel Holstein e vero signore rinascimentale che raccolse una ricca biblioteca, mantenne stretti

sestamento. Le contatti con gli eruditi europei e sostenne sotto diverse forme la promozione culturale del

di convivere alproprio Paese. Va anche detto che nella prima metà del XVII secolo, periodo segnato da

rebbero potuto guerre, epidemie,541 catastrofi naturali542 e difficoltà di vario genere, la nobiltà danese (anche

o esclusivo allaopponendosi alla crescente presenza di stranieri in posizioni di prestigio) seppe dare un forte

eppure dopo lasegnale di patriottismo, un sentimento che in seguito si sarebbe esteso ad altri strati della

proprietà dellapopolazione.543 Ma, al contempo, essa si allontanò sempre di più dalla tradizione culturale

à continuava adella società e della nazione, aprendosi a mode straniere. Chiari riflessi di questa tendenza si

volta (seppureconstatano anche dal punto di vista linguistico così come da quello letterario: una lingua

i, incorporando‘alta’ (cui si accompagna la conoscenza di diversi idiomi), una letteratura e un teatro per

a non sempremolti versi ‘dotti’ (o comunque di gusto raffinato) si contrappongono a un danese


sto ai contadini‘popolare’544 e a opere come i folkebøger545 o rappresentazioni teatrali (per certi aspetti

mericamente (si attrazioni circensi) destinate alla gente comune. Questo distacco ebbe, come si è visto, anche

essa divenneeffetti politici, dal momento che lo strapotere e gli eccessivi privilegi di cui godeva resero la

lla storia unanobiltà sempre più invisa alle altre classi sociali le quali, ritenendo di poter a buon diritto

costruì dimore rivendicare il gravoso contributo dato alla nazione nei duri tempi delle guerre,546

sontuose per il appoggiarono il sovrano nella sua volontà di conquistare il potere assoluto.

o università o In effetti con l’introduzione dell’assolutismo regio le cose sarebbero profondamente

ualche caso percambiate. Quando la Corona riuscì a concentrare ogni autorità nelle proprie mani, le antiche

mo esempio dacasate dei nobili mantennero una certa ricchezza ma persero gran parte dei loro privilegi

llo Schleswig ecome l’esenzione fiscale (di grande rilievo è l’introduzione della tassazione sui terreni

mantenne strettiagricoli) e il diritto esclusivo a occupare gli incarichi più prestigiosi (in sostanza le

ne culturale delprerogative di carattere politico). Del resto i vantaggi fiscali erano originati come compenso

odo segnato daper l’impegno a combattere nella cavalleria: dunque con il mutamento dell’organizzazione

à danese (anchemilitare (anche con l’introduzione di imposte destinate a sostenerne il costo) e del modo di

pe dare un fortecondurre le guerre essi avevano perso gran parte della loro ragion d’essere. Dopo il 1671,

altri strati della anno in cui furono istituite le dignità di conte e di barone (cui furono concessi molti privilegi)

izione culturaleil re gratificò con tali titoli borghesi o stranieri naturalizzati: questi nuovi nobili perciò erano

esta tendenza sistrettamente legati alla corte.547 Tra di loro vi era anche chi era stato capace di acquisire

rio: una lingua grandi proprietà approfittando degli anni della grande crisi finanziaria quando la Corona

e un teatro peraveva dovuto cedere almeno tre quarti dei suoi possedimenti terrieri.548 Inoltre

a un danesel’amministrazione dello Stato fu riorganizzata in modo da concentrare la gestione del potere


er certi aspettinelle mani di un ristretto numero di funzionari che rispondevano direttamente al re. Per la

i è visto, anche nobiltà tradizionale la possibilità di una gestione autonoma degli affari politici fu preclusa,

odeva resero lacosì come quella di fare sentire la propria voce: significativa in proposito è la vicenda di Oluf

r a buon dirittoRosenkrantz (1622-1685), membro di una delle più eminenti famiglie danesi. Nel 1681 egli

546 fece uscire (a Lubecca, aggirando in tal modo la censura danese) uno scritto dal titolo Difesa

della nobiltà danese (Apologia nobilitatis Danicæ), nel quale oltre sostenere (con opportuni

profondamenterichiami storici) la causa chiaramente espressa nel titolo, ricordava che il suo Paese era

mani, le antichedivenuto un regno ereditario solo in conseguenza di una deliberazione degli stati e che grazie

i loro privilegia ciò il sovrano aveva ottenuto il potere assoluto: questo gli costò perdita di diritti e incarichi

one sui terreni di prestigio nonché una consistente pena pecuniaria. In questo periodo ha inizio di fatto il

in sostanza ledeclino dell’aristocrazia.549

ome compenso In questo quadro fu particolarmente efficace l’azione della borghesia la quale si sentiva

organizzazioneminacciata proprio sul piano commerciale (dalla prima metà del XVI secolo la nobiltà si era

e del modo dimessa a fare concorrenza ai suoi traffici), sicché il conflitto religioso tra cattolici e luterani e

Dopo il 1671,la guerra civile scoppiata nel 1533 trovano precisi riferimenti in questo contesto550 e non è un

molti privilegi)caso che nella ‘rivoluzione assolutista’ del 1660 questa classe sociale svolgesse un ruolo di

ili perciò eranoprimaria importanza. E se è vero che dopo di ciò essa vide consistentemente diminuita la

ce di acquisirepropria autonomia, è altrettanto vero che dal punto di vista fiscale e politico ottenne vantaggi

ndo la Coronache prima erano stati esclusivo appannaggio dei nobili. Agli inizi del XVII secolo la

Inoltreborghesia rappresentava il 10-12% della popolazione danese e se, ovviamente, le dimensioni

ione del potere delle città erano ben più ridotte delle attuali (verso la fine del XVI secolo Copenaghen
nte al re. Per lacontava circa 20.000 abitanti, attorno alla metà del XVII circa 30.000, una parte dei quali

ici fu preclusa,tedeschi),551 è indubbio che ormai si era venuta definitivamente strutturando una classe

vicenda di Oluf mercantile ben attenta ai propri interessi e ben determinata a difenderli. Tra l’altro i ricchi

. Nel 1681 eglicommercianti compresero presto l’importanza dell’istruzione e se ne avvantaggiarono per

Difesaaccrescere il proprio peso sociale ed economico. La borghesia seppe dunque impegnarsi nella

(con opportunigestione di fiorenti traffici, sicché il commercio (in particolare quello con i Paesi stranieri)

suo Paese eravenne progressivamente e definitivamente sottratto alla gestione dei nobili. In questo quadro

ati e che graziesi situa la politica mercantilistica portata avanti da Cristiano IV: nel 1616 veniva fondata la

iritti e incarichi Compagnia delle Indie orientali (Ostindisk kompagni) che si procurò (1620) una base a

nizio di fatto il Trankebar o Tranquebar (Tharangambadi) sulla costa del Coromandel (Cholomandalam)

nell’India sud-orientale;552 più tardi la Danimarca tramite la Compagnia delle Indie

quale si sentivaoccidentali e della Guinea (Vestindisk-Guineisk kompagni), che ottenne privilegi dal re nel

la nobiltà si era 1671, si sarebbe annessa la colonia di St. Thomas nelle Isole Vergini (cui poi si aggiunsero

lici e luterani eSt. John e St. Croix)553 e la cosiddetta “Costa d’oro” in Ghana:554 i traffici (compreso quello

e non è undegli schiavi) furono intensi.555 Tuttavia nei primi decenni dopo l’introduzione

sse un ruolo didell’assolutismo regio l’economia dei centri urbani (fatta in parte eccezione per la capitale)

te diminuita lanon fu florida come sperato e conobbe anzi un certo regresso.

ttenne vantaggi Nelle città vivevano anche gli artigiani: le loro antiche gilde medievali, consacrate a

XVII secolo la diversi santi, erano come tali decadute con l’introduzione del luteranesimo e si erano

e, le dimensionitrasformate in corporazioni che con l’avvento dell’assolutismo regio vennero

lo Copenaghendeliberatamente ostacolate dal potere centrale. La posizione sociale di queste persone era in
parte dei qualieffetti assai meno forte di quella dei commercianti e al contrario di questi ultimi che

ndo una classefacevano parte del Consiglio cittadino (e vi difendevano in primo luogo i propri interessi)

l’altro i ricchi essi ne erano esclusi. Infine c’erano i lavoratori a giornata e i servi, i quali, evidentemente,

ntaggiarono per avevano una condizione assai svantaggiata.

mpegnarsi nella Quasi l’80% della popolazione danese viveva in campagna. La maggior parte di queste

Paesi stranieri)persone non possedeva la terra che lavorava ma l’aveva in enfiteusi dal re o da un nobile, una

n questo quadrocondizione che si era estesa dopo la grande crisi agraria. La situazione di coloro che

niva fondata larestavano proprietari (una minoranza) non era comunque sostanzialmente diversa (sebbene

20) una base acostoro mantenessero il diritto a vendere e a lasciare in eredità i loro terreni): essi pagavano

)pesanti imposte e, come gli altri, erano tenuti a svolgere le corvées. Sebbene da un punto di

ia delle Indievista formale ai contadini fossero riconosciuti dei diritti, non era per loro facile vederli

ilegi dal re nelrispettati ed era consuetudine che essi in sostanza dipendessero dal proprietario del podere

oi si aggiunsero(soprattutto quando si trattava di un nobile che disponeva di grandi estensioni di terreno), il

ompreso quelloquale non di rado gestiva anche l’amministrazione della giustizia, almeno in ambito locale. I

l’introduzioneterreni erano di solito in comune tra più famiglie, suddivisi in vari appezzamenti (talora

per la capitale)distanti fra loro) assegnati ai singoli. Se da una parte ciò incideva sull’efficienza del lavoro

(anche avvantaggiando i meno solerti), dall’altra li metteva tuttavia al riparo dagli effetti

i, consacrate anefasti di danni che avessero colpito il raccolto. La condizione della classe degli agricoltori

mo e si eranoera indubbiamente svantaggiata: la fatica di un lavoro svolto ancora in gran parte con mezzi

egio vennero inadeguati, il pagamento del canone e delle decime, le imposte (molte volte straordinarie) da

persone era in versare ai funzionari governativi e (in diversi casi) le prevaricazioni subite condizionavano la
esti ultimi cheloro esistenza e limitavano le loro possibilità.556 Le insurrezioni e i tumulti testimoniano un

propri interessi)diffuso malcontento. Se nella seconda metà del XVI secolo c’era stata una considerevole

evidentemente, ripresa dell’agricoltura con aumento della produzione e delle esportazioni (soprattutto grano

e bovini) la riapertura dei conflitti avviata da Cristiano IV nel 1611 con la guerra di Kalmar

parte di questeaggravò nuovamente la situazione e verso la metà del XVII secolo la condizione dei

a un nobile, una contadini risulta peggiorata sia dal punto di vista economico sia da quello politico, il che, in

di coloro cheparticolare, si riflette nel fatto che i loro rappresentanti non venivano neppure più convocati

versa (sebbenealle riunioni del parlamento.557 La distanza tra il centro del potere (la ricca e fiorente

: essi pagavano Copenaghen) e le campagne, dove perdurava una economia di tipo sostanzialmente feudale si

da un punto dimisura così in tutta la sua effettività. E tuttavia, in questo quadro generale per molti versi

o facile vederlipoco positivo, ci sono testimonianze di persone che si mostrarono capaci di organizzare

ario del podere efficacemente il lavoro sfruttando al meglio le proprie possibilità e raggiungendo un tenore

ni di terreno), ildi vita apprezzabile. Segno del loro aumentato benessere è – come per la borghesia – il

ambito locale. Idesiderio di provvedere i propri figli di una adeguata istruzione per poter migliorare la loro

zamenti (taloracondizione.558 Ma la maggioranza doveva ancora guadagnarsi duramente la vita, mentre non

enza del lavoroerano pochi i braccianti che passavano da un podere all’altro in cerca di lavoro. E non si

ro dagli effettidimentichi che un’annata poco propizia o un’epidemia incidevano pesantemente innanzi tutto

degli agricoltorisulla vita di queste persone. Un quadro di questo mondo, assai interessante dal punto di vista

parte con mezzisociale, è tracciato in un testo scritto tra il 1709 e il 1710 da Jørgen Jørgensen Sorterup

traordinarie) da(1662-1723) dal titolo Rivelazione degli inganni dell’economia rurale (Præstigiæ

ndizionavano laoeconomiæ ruralis revelatæ) nel quale si denunciano le frodi e le ingiustizie subite dai
estimoniano uncontadini.559

a considerevole Legata all’attività contadina è una ‘letteratura’ fatta di manuali e almanacchi (ma anche

oprattutto granodi ‘calendari runici’) interessante e ben testimoniata.560

uerra di Kalmar 9.3.2. La società svedese

condizione dei Nel XVI secolo anche la nobiltà svedese aveva ormai definitivamente affermato la

litico, il che, inpropria supremazia sulle altre classi sociali. Un certo numero di eminenti famiglie che

e più convocatipotevano vantare un casato illustre561 – cui nel passato erano stati concessi importanti

icca e fiorenteprivilegi (frälse) –562 aveva consolidato le proprie posizioni: nel 1569 il titolo nobiliare

mente feudale sidiveniva ereditario, nel 1617 venivano concessi e confermati notevoli benefici,563 nel 1626

per molti versiveniva ufficialmente istituito l’Ordine dei Signori (letteralmente “dei Cavalieri”:

di organizzareRiddarhusordning), il cui statuto li trasformava in una vera e propria ‘casta’ rigorosamente

endo un tenoresuddivisa all’interno, che otteneva ulteriori vantaggi (non da ultimo di carattere

borghesia – ilcommerciale). Nei primi decenni del XVII secolo la nobiltà svedese accolse anche diversi

gliorare la loro nuovi membri provenienti dall’estero. Se è pur vero che in alcuni momenti (in particolare

ita, mentre non durante il regno di Erik XIV) i nobili avevano dovuto affrontare aspri conflitti con la Corona

avoro. E non si(talora tragicamente conclusi), va constatato tuttavia come essi fossero a lungo stati capaci di

nte innanzi tuttofar sentire la propria voce e di far valere la propria influenza negli affari politici. Al pari dei

l punto di vistadanesi essi mostrarono grande interesse per la cultura e la storia (nella quale, proprio come

ensen Sorterup quelli, cercavano una giustificazione al proprio status), assunsero assai spesso precettori

Præstigiæ privati e volsero rinnovata attenzione ai Paesi stranieri che visitarono, studiandone le lingue e

tizie subite dai apprezzandone la cultura. Anche in Svezia appare evidente una distinzione tra la cultura della
nobiltà (che si poteva permettere viaggi e istruzione) e quella del popolo.564 Anche in questo

cchi (ma anche Paese si segnalano figure di mecenati generosi e lungimiranti.565 Questa tendenza, che

contribuì grandemente a rompere l’isolamento del Paese, si combinò poi con l’effetto dei

trionfi dell’esercito svedese sui campi di battaglia europei, amplificando quel desiderio di

e affermato la primeggiare che trova riscontri, come si è visto, sia nel campo letterario sia in quello

ti famiglie che artistico.566 La consapevolezza della funzione sociale della nobiltà (e di ciò che a essa si

essi importantirichiede) è del resto il presupposto della stesura di un testo come Economia o libro di

titolo nobiliaregestione domestica per giovani nobili (Oeconomia, eller Huusholdz-book för ungt adels-folk)

nel 1626redatto tra il 1581 e il 1585 da Per Brahe il Vecchio.567 Ma più tardi anche Åke Rålamb

dei Cavalieri”:(1651-1718), autore dell’ambizioso progetto di un’opera ‘enciclopedica’ che avrebbe dovuto

rigorosamentecontenere venti volumi su argomenti di vario genere, volle indirizzare il proprio lavoro in

o di carattere primo luogo alla nobiltà, così come chiaramente indica il titolo Tirocinio nobiliare (Adelig

e anche diversiöfning).568

(in particolare Ma la politica accentratrice di un sovrano come Carlo XI avrebbe profondamente

i con la Coronamodificato questo stato di cose. Le premesse del cambiamento sono da ricercare, soprattutto,

o stati capaci dinelle ingenti spese determinate dalle ripetute campagne militari, alle quali – anche in Svezia

tici. Al pari dei– i nobili non portavano più, come in passato, un apporto tale da giustificare i loro benefici

e, proprio comefiscali. A fronte degli altri stati che avevano corrisposto pesanti contributi (e della Corona

esso precettoriche aveva alienato a tal fine molte proprietà) gli alti aristocratici (osteggiati anche dalla bassa

done le lingue e nobiltà) vennero a trovarsi in una situazione di obiettiva difficoltà che ebbe come

la cultura dellaconseguenza la ‘riduzione’ dei loro beni e, dunque, una sensibile diminuzione del loro potere
Anche in questo economico cui si aggiunse lo svuotamento del loro potere politico conseguente

tendenza, cheall’introduzione dell’assolutismo regio.569 La burocrazia svedese sarebbe ora stata costituita

on l’effetto deida membri della bassa nobiltà, assai più facilmente sottomessi all’autorità del sovrano.

uel desiderio di Nella seconda metà del XVI secolo si calcola che la popolazione delle città svedesi non

o sia in quello superasse il 5% del totale. Esse erano abitate da artigiani e commercianti (non di rado

ò che a essa sistranieri) e amministrate, in base a statuti speciali (i cosiddetti ‘privilegi delle città’), dal

mia o libro diConsiglio cittadino presieduto dal borgomastro (un organismo che veniva definito

)magistrat). Ma nel quadro della crescente centralizzazione del potere anche questo istituto fu

he Åke Rålambdi fatto svuotato della propria autonomia e i suoi membri trasformati in funzionari statali, il

avrebbe dovuto che creò in molti casi dissidi e proteste. Anche in Svezia le gilde medievali consacrate ai

oprio lavoro indiversi santi erano state spazzate via dalla riforma e, come in Danimarca, si erano

Adeligriorganizzate in corporazioni di artigiani. Sebbene le città svedesi non potessero competere

con quelle di altri Paesi europei (di rado raggiungevano i 2000-3000 abitanti), esse

profondamenteconobbero una certa espansione e aumentarono di numero. E se la crescita dei commerci

are, soprattutto,favorì soprattutto le località costiere, fu in particolare Stoccolma, per lungo tempo di

anche in Svezia dimensioni inferiori a Copenaghen, a conoscere un rapido sviluppo economico e

i loro beneficidemografico, riflesso positivo dell’affermazione della “grande potenza” svedese: sede della

e della Coronacorte e dunque del potere reale essa divenne un centro culturale oltre che commerciale.570

nche dalla bassaDel resto obiettivi mercantilistici non mancarono neppure in Svezia, appoggiati, anche qui, al

he ebbe comedesiderio di garantirsi colonie oltremare in Paesi lontani. Sicché nel 1627 prese l’avvio

del loro poterel’attività della Compagnia del Sud o Compagnia della Nuova Svezia (Söderkompaniet o Nya
o conseguenteSverigekompaniet) che nel 1638 acquistò un territorio dagli indigeni presso il fiume

stata costituitaDelaware nell’America del Nord e vi fondò la Nuova Svezia (Nya Sverige): questa colonia

conobbe un certo sviluppo negli anni ’40 ma nel 1655 cadde in mano olandese e i tentativi di

ttà svedesi nonrecuperarla furono vani.571 Nel 1649 nasceva invece la Compagnia svedese-africana o

i (non di radoCompagnia della Guinea (Svenska afrikanska kompaniet o Guineakompaniet) che l’anno

elle città’), dalsuccessivo si procurò un territorio – la cosiddetta “costa d’oro svedese” (svenska guldkusten)

eniva definito– nella zona di Cabo Corso. Nel 1658 la colonia passò in mano danese,572 tornò alla Svezia

uesto istituto fu nel 1660 per finire nel 1663 in possesso degli Olandesi.573 Significativa da questo punto di

ionari statali, ilvista è anche la nascita del “collegio per il commercio” (kommerskollegium),574 sorto nel

li consacrate ai1651. La borghesia svedese (almeno quella più intraprendente) seppe crescere

arca, si eranoeconomicamente ed emanciparsi culturalmente e vide in diversi casi appagato il desiderio di

sero competere ottenere un titolo nobiliare. Illustri scrittori svedesi del periodo provengono dalla classe

abitanti), esseborghese, anche se fra di loro il solo Israel Holmström (1661-1708) trae ispirazione da

dei commerciquell’ambiente.575

ungo tempo di Accanto al commercio venne favorita l’industria. Fin dal medioevo (almeno dal XIV

economico esecolo) in Svezia si era sviluppata (soprattutto nella zona centrale del Paese, nel territorio

dese: sede delladetto Bergslagen)576 una importante attività mineraria cui, ovviamente, si legavano nuove

570 figure di piccoli imprenditori e lavoratori (tra cui non pochi immigrati). Questa attività, già

ti, anche qui, alpromossa da Gustavo Vasa e dai suoi figli, venne progressivamente incentivata sicché i

7 prese l’avvio prodotti delle miniere svedesi (soprattutto ferro e rame) trovarono una larga diffusione nei

Nyamercati europei.577 Figura di grande importanza da questo punto di vista fu quella del vallone
resso il fiumeLouis de Geer (Louwis d’Djer, 1587-1652), che può essere definito il fondatore dell’industria

questa coloniasvedese. Trasferitosi in questo Paese nel 1627, attratto dalle sue notevoli risorse naturali, egli

e e i tentativi diavviò diverse imprese (tra cui la lavorazione del ferro e dell’ottone) e introdusse nuovi

dese-africana ometodi di produzione (e anche mano d’opera vallone). Sue furono le armi in dotazione

) che l’annoall’esercito svedese vittorioso sui campi di battaglia europei.578 La Svezia, sua seconda

)patria, lo ricompensò con la concessione del titolo nobiliare.579 L’afflusso di capitali stranieri

rnò alla Sveziafu determinante per sostenere la politica e l’economia svedese.

questo punto di I contadini svedesi godevano tradizionalmente di una certa autonomia, e avevano – per

sorto nel dirla in termini moderni – una sufficiente ‘coscienza di classe’. Inoltre, come altrove,

eppe crescerecostituivano la stragrande maggioranza della popolazione. Ciò nonostante le loro condizioni

o il desiderio direstavano assai disagiate. Parallelamente alla crescita di importanza e all’arricchimento della

no dalla classenobiltà, essi persero terreno sia dal punto di vista sociale sia da quello politico, nonostante i

ispirazione daloro rappresentanti (per altro solo i possessori di terre) continuassero a partecipare alle sedute

del parlamento. Già soggetti al pagamento di molte tasse essi dovettero dare un oneroso

meno dal XIVcontributo alla politica militare della Corona, il che determinò ripetuti tumulti e proteste. Una

e, nel territoriosituazione nella quale – paradossalmente – chi era proprietario della terra (circa il 45%)

egavano nuovevenne a trovarsi in una posizione più svantaggiata rispetto a chi la conduceva in locazione:

sta attività, giàinfatti, in base ai privilegi concessi ai nobili da Gustavo II Adolfo, i coloni che lavoravano

ntivata sicché iper loro erano in parte esentati dal pagamenti delle imposte e (in alcuni casi) dal servizio di

a diffusione neileva (anche se essi erano più facilmente soggetti all’arbitrio dei signori). Questa condizione

ella del vallonedi disparità creò le premesse per la formazione di grandi latifondi nei quali venivano spesso
e dell’industria inglobati i piccoli poderi adiacenti: in tal modo i contadini divenivano di fatto ‘sudditi’ di un

se naturali, eglisignore. Si calcola che la percentuale dei terreni nelle mani della nobiltà avesse raggiunto,

trodusse nuovinella prima metà del XVII secolo quasi i tre quarti del totale.580 Comunque, anche se

mi in dotazionel’asservimento del contadino svedese non toccò i livelli constatabili in Danimarca

a, sua seconda(soprattutto nelle zone in cui vigeva in quel Paese la servitù della gleba), il loro malcontento

apitali stranierinei confronti dei nobili non aveva molte possibilità di portare a radicali mutamenti della

situazione. In ogni caso, sebbene naturalmente le decisioni importanti fossero demandate a

avevano – peruna ristretta oligarchia, i rappresentanti dei contadini avanzarono in sede parlamentare

come altrove,proteste e istanze. Nel 1644, a esempio, essi avevano chiesto l’eliminazione di antichi

loro condizioniobblighi come quello dell’ospitalità (gästgiveri) e dell’organizzazione del trasporto gratuito

cchimento della per il re e i nobili (skjutsningsplikten), così come il recupero da parte della Corona dei beni

co, nonostante ida essa ceduti all’aristocrazia.581 Se dal punto di vista politico la forza contrattuale dei

pare alle sedute contadini era assai scarsa, la loro profonda insoddisfazione li spinse tuttavia ad appoggiare le

are un oneroso rivendicazioni degli stati ostili alla nobiltà, sicché si può dire che anch’essi ebbero la loro

e proteste. Unaparte quando, nel 1680, ne fu finalmente decisa la confisca (reduktion).582 Questo risultato

(circa il 45%)restituì loro una certa indipendenza, seppure i latifondi di più antica istituzione venissero

va in locazione:mantenuti.583 La politica di Carlo XI introdusse poi nelle campagne un ulteriore

che lavoravanocambiamento (1679-1682). Infatti, come forma di pagamento per gli ufficiali dell’esercito

dal servizio divenne loro assegnato un podere in cui stabilirsi, mentre i soldati potevano ricevere dai

esta condizionecontadini un sussidio o un appezzamento di terreno con una casetta (soldattorp) in cambio

enivano spessodell’esenzione di questi ultimi dal servizio di leva. Questo intelligente sistema
o ‘sudditi’ di un (indelningsverket), che riprendeva in parte usi precedenti, sarebbe rimasto in vigore molto a

esse raggiunto,lungo.584

nque, anche se La politica espansionistica della Svezia nella prima metà del XVII secolo rispondeva alle

in Danimarcaambizioni della Corona e dei ceti dominanti ma certamente non era molto gradita al popolo costretto
a sostenerne il peso anche con l’aggravio del carico fiscale. Lo scrittore ‘scapigliato’ Lars
ro malcontento
Wivallius,585 imprigionato nel castello di Kajana (finnico Kajaani) e dunque bisognoso di
mutamenti della
guadagnarsi il favore dei potenti, considerò cosa utile unirsi alla propaganda in favore della guerra. A
ro demandate a
questo scopo scrisse il Bastione del Regno svedese (Sweriges Rijkes Ringmur, 1637), di cui ci restano
e parlamentare
due versioni ampiamente discordanti.586 L’opera si situa in un periodo nel quale la stanchezza per
ione di antichi
una guerra che dopo la morte di Gustavo II Adolfo non conosce più i grandi trionfi svedesi è diffusa
asporto gratuito
mentre cresce, parallelamente, il desiderio di vedere finalmente siglata la pace. Alternando parti in
Corona dei benisvedese e in latino, Wivallius si impegna per trasmettere al popolo un messaggio sulla necessità di

contrattuale deirestare uniti per amore della patria, di confidare in Dio e nella saggezza dei governanti e, dunque, di

d appoggiare leaccettare la prosecuzione dei combattimenti: in nome di un ‘ideale’ (in realtà ai fini della propaganda

ebbero la loro politica) egli abilmente utilizza argomenti di natura religiosa, non da ultimo il tema prettamente

Questo risultatoluterano della lotta all’Anticristo e l’imminenza della fine dei tempi. Si legga:
“L’un popolo si solleva sempre di più contro l’altro; Satana è liberato dalla sua prigionia, e sa
zione venissero
che il tempo della sua tirannia e dei suoi inganni volge al termine, per questo egli provoca ogni
e un ulteriore
genere di inimicizia e dissidio: infuria e imperversa tra i figli della miscredenza, tra i quali soltanto
ali dell’esercito
egli è potente contro di noi, soltanto fino al punto in cui egli potrebbe indurre ciascun uomo a
no ricevere dai
rinnegare il suo Dio e creatore, al che poi consegue una eterna perdizione. Ma rifletti, uomo, e abbi
) in cambio
sempre davanti agli occhi questo esempio cosicché tu non ti lasci indurre da alcunché ad
gente sistema
abbandonare la retta via: Vedi, se tu sapessi che da qualche parte ci fosse una fornace orribile e
vigore molto aprofonda che ardesse all’interno con pece e zolfo, e tu sapessi di avere un avversario e arcinemico

che giorno e notte aspirasse a poterti spingere con parole melliflue al punto da poterti far cadere là

rispondeva allegiù a capofitto, non avresti paura di ciò? e perciò cercheresti dal tuo re aiuto e libero lasciapassare,

popolo costrettosì un salvacondotto, che potesse sottrarti a lui e a tutte le sue macchinazioni. Sì certamente. Rifletti

capigliato’ Larsbene su questo fra te e te e ricorda che solo il grande re Cristo Gesù ha il potere di proteggerti dagli

e bisognoso diattacchi veementi e dalle tentazioni del maligno. Se noi dunque considerassimo ciò, allora vivremmo

e della guerra. Asecondo i suoi comandamenti (poiché nessuno può attendersi aiuto dal suo re fintanto che gli

di cui ci restanodisubbidisce). Ma [ci] corregga Dio, l’uno tradisce l’altro reciprocamente! reciprocamente ci

a stanchezza perodiamo! il male ha preso il sopravvento, e l’amore si è spento tra i fratelli! come potrà dunque

svedesi è diffusaSatana non prendere il potere e soffiare sempre più su quel fuoco che noi stessi quotidianamente

ternando parti inaumentiamo?

ulla necessità di Nichts dann feuer und blut; nihil est nisi sangvis et ignis!

nti e, dunque, di Rien que feu et que sang; niente se non sangue e fuoco!

della propaganda [...]

ema prettamente Ride e irride i Cristiani Lucifero stesso,

E con lui il Turco alleato, feroce tiranno!

a prigionia, e sa Poiché ci annienta una spada empia e fratricida:

gli provoca ogni Siamo membra di un unico corpo che si combattono!

a i quali soltanto Il Turco osserva, ride, insieme al Demonio si rallegra,

ciascun uomo a Entrambi esultano: ciascuno gioisce coi suoi.

tti, uomo, e abbi Intanto satana si impegna a distruggere questo potente

da alcunché ad Popolo Cristiano, e a innalzarsi templi.

ornace orribile e Si adopera per svigorire le forze, estinguere la luce, e


rio e arcinemico Debilitare i piedi, acciocché il corpo cada.”587

erti far cadere là 9.3.3. La società norvegese

ro lasciapassare, Come sopra è stato detto l’introduzione della riforma protestante aveva significato per la
rtamente. Rifletti
Norvegia la definitiva sottomissione al potere danese. L’autorità e il prestigio dell’antica
proteggerti dagli
aristocrazia locale erano da tempo esauriti: ridotta nel numero essa si era per gran parte
allora vivremmo
‘dissolta’ lasciando spazio all’agguerrita e influente nobiltà straniera.588 Il Consiglio del
fintanto che gli
Regno, l’unico organismo nel quale avrebbe potuto far valere le proprie ragioni e, insieme,
ciprocamente ci
quelle del Paese, aveva cessato di esistere ed era apparso evidente che essa non era in grado
me potrà dunque
di opporsi al dominio di Cristiano III. L’unica reazione era venuta, come si è visto, dal
quotidianamente
mondo ecclesiastico, ma una volta che questa fu domata il sovrano poté imporre la propria

volontà senza grossi ostacoli.589 Prese dunque l’avvio una nuova organizzazione statale

norvegese (che prevedeva anche la riforma del sistema dei feudi e, soprattutto, della

riscossione dei tributi) per la quale il re si affidò in primo luogo a nobili danesi. Nel 1572 fu

deciso che la Norvegia dovesse avere un governatore generale (stattholder) con sede nella

fortezza di Akershus (a Oslo) cui ogni altra autorità nel Paese avrebbe dovuto fare

riferimento.590 Se in alcuni casi – come quello di Annibale Sehested – si trattò di figure assai

capaci,591 altre volte i signori stranieri (e i loro collaboratori) spadroneggiarono badando più

agli interessi del dominatore (e ai propri) che non a quelli dei sudditi.592 I quali restavano, per

la stragrande maggioranza, contadini e pescatori che consideravano il governo come

qualcosa di remoto alle cui esigenze ci si doveva piegare sia in pace sia in guerra per

consuetudine ma anche per timore.593


In questo contesto la residua nobiltà norvegese non aveva grandi possibilità di farsi

valere. Del resto la lontananza dal centro del potere, ma anche dagli ambiti culturali più

gnificato per lavivaci, le conferì un carattere, per così dire, ‘provinciale’. Certo i suoi rappresentanti

igio dell’anticapartecipavano insieme ai membri del Consiglio del Regno danese e agli uomini di legge alle

per gran parteriunioni del herredag (in sostanza una ‘corte suprema’ che decideva sulle cause ed emanava

Consiglio deldecreti)594 ma dovevano – soprattutto – essere presenti nelle occasioni in cui era prevista

ioni e, insieme,l’acclamazione di un nuovo sovrano (atto, ormai praticamente formale, di evidente

on era in gradosottomissione).595 A partire dal 1628 furono convocate riunioni degli stati alle quali

si è visto, dalnaturalmente essi furono invitati: si trattava, per lo più, di approvare l’imposizione di nuove

porre la propriatasse, tuttavia in questo contesto si aprì qualche spazio anche su temi di natura politica. E

zazione statalecomunque anche tra questi aristocratici troviamo, seppure in numero minore, persone

prattutto, dellainteressate alla storia patria ed encomiabili promotori della cultura. In due occasioni (1582 e

si. Nel 1572 fu1591) i nobili ‘norvegesi’ avevano ottenuto la concessione di privilegi, il che ne segna

con sede nellachiaramente il distacco rispetto alle altre classi sociali.596

be dovuto fare Il 1660, anno in cui il re danese diveniva monarca assoluto, segna un punto di svolta

ò di figure assaianche per la Norvegia. Lo svuotamento del potere nobiliare conseguente a questa vera e

no badando piùpropria ‘rivoluzione politica’ coinvolse naturalmente anche i signori che amministravano

i restavano, perquesto Paese. Anche qui essi furono sostituiti da funzionari e amministratori che

governo come dipendevano direttamente dalla Corona, tramite una nuova ed efficiente organizzazione

in guerra perburocratica. È pur vero che, ancora una volta, la gran parte di costoro era di nazionalità

straniera (danese o tedesca), tuttavia questo cambiamento riportò la Norvegia in una


sibilità di farsisituazione di maggiore equilibrio rispetto al dominatore. Del resto, in precedenza, a una sua

iti culturali più‘migliore considerazione’ aveva certamente contribuito la politica di Cristiano IV, un

rappresentantimonarca che (a differenza dei suoi predecessori) si era assai interessato al Paese, visitandolo

ni di legge alleripetutamente e promuovendone lo sviluppo. Naturalmente nell’ottica dei sovrani danesi la

use ed emanavaNorvegia era – e doveva restare – parte integrante del loro Regno: il che si comprende bene

cui era prevista sia dal viaggio ‘trionfale’ attraverso il Paese fatto nel 1685 dal re Cristiano V, sia – a

e, di evidente maggior ragione – dall’emanazione nel 1687 della Legge norvegese che avrebbe dovuto

stati alle qualiregolare i rapporti dei sudditi norvegesi con la Corona.597

izione di nuove In questo quadro si situa, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, un significativo

tura politica. Esviluppo economico (e un parallelo aumento della popolazione) e la conseguente nascita di

minore, personeuna, seppur ancor numericamente limitata, borghesia norvegese (in realtà ancora una volta

casioni (1582 eper molta parte straniera). 598 Da questo punto di vista risulta determinante, in primo luogo,

che ne segnal’incremento dei traffici marittimi (non più lasciati solo agli Olandesi, agli Inglesi o agli

anseatici) cui si lega una importante ripresa delle costruzioni navali. Grazie al sostegno della

punto di svoltaCorona i commercianti norvegesi possono ora farsi valere. Le merci principali sono il pesce

a questa vera e(in particolare le aringhe), il legname e i prodotti delle miniere (argento, ferro, rame): infatti,

amministravanomentre nella pesca vengono introdotti nuovi strumenti (tuttavia avversati per diverse ragioni

ministratori chedai pescatori tradizionali), l’industria estrattiva conosce un notevole sviluppo599 e la

organizzazioneproduzione di legname aumenta grazie all’introduzione (attorno al 1520) di un nuovo

di nazionalità strumento, la sega idraulica, innovazione che permetterà l’allestimento di grandi segherie

orvegia in una (che producono per l’esportazione) ma anche di piccole imprese a carattere locale. I relativi
enza, a una sua decreti legislativi sottolineano la consapevolezza da parte del potere centrale di queste nuove

istiano IV, unfonti di reddito. Si comincia così a creare una classe di ‘salariati’.

ese, visitandolo La borghesia risiede naturalmente nelle città: le principali sono Christiania,600

vrani danesi laTrondheim, Bergen (che pur risentendo del declino degli anseatici resta il più importante

omprende benecentro norvegese), Christians-sand, Skien, Tønsberg e Fredrikstad.601 Anche se la Corona

ano V, sia – atende a estendere il proprio controllo, esse conservano una discreta autonomia. Nel 1662

avrebbe dovutoottengono nuovi privilegi.602 I mercanti borghesi vengono dunque presto emergendo come

nuova componente sociale: accrescono la loro influenza e la loro ricchezza, divengono

un significativoconsumatori di beni di lusso e di cultura. Già nel 1591 i loro rappresentanti sono chiamati

uente nascita di alla cerimonia di acclamazione del sovrano Cristiano IV. Gradatamente emerge un numero

ncora una volta limitato di famiglie che detiene gran parte della ricchezza derivante dal commercio. Con

n primo luogo,l’affermarsi dello stato burocratico molti borghesi entreranno a far parte

i Inglesi o aglidell’amministrazione.

l sostegno della Anche in Norvegia la classe sociale più disagiata restava quella dei contadini (e dei

li sono il pescepescatori). Su di loro gravava il peso dell’intera piramide sociale e il rapporto tra il

, rame): infatti,contributo loro richiesto e ciò che ricevevano in cambio era certamente assai sfavorevole. La

diverse ragionimaggior parte (l’80% ca.) conduceva la terra in locazione dalla Corona o da un nobile, ma

e la anche quelli che possedevano il podere lavorato erano pesantemente sfruttati. Questo

) di un nuovosfruttamento si realizzava tramite tutta una serie di obblighi e divieti che se da una parte

grandi segherieimponevano di cedere gran parte del frutto del proprio lavoro, dall’altra soffocavano per

ocale. I relativimolti versi ogni libera iniziativa. I temuti amministratori e gli esattori della Corona
di queste nuoveprovvedevano (talvolta anche troppo severamente) a far rispettare queste imposizioni e a

riscuotere le tasse: un carico fiscale che andò tendenzialmente crescendo, soprattutto in

600relazione alle ripetute guerre cui i contadini dovevano fornire anche un notevole contributo

più importantedi uomini. Certamente essi erano malcontenti di questo stato di cose e vi si opposero nelle

e se la Coronaforme legali di cui disponevano (a partire dalle assemblee locali fino ad arrivare al

mia. Nel 1662herredag), ma in diversi casi l’esasperazione provocò ribellioni e tumulti, repressi

mergendo comegeneralmente con estrema durezza. Formalmente la loro voce veniva ascoltata ma in pratica

zza, divengono solo in poche occasioni essi riuscivano a far valere appieno le proprie richieste. Sebbene, al

sono chiamatipari dei borghesi, venissero ufficialmente riconosciuti come ‘stato’, il potere aveva ogni

rge un numero interesse a mantenerli in una condizione di sottomissione e, di conseguenza il loro peso

ommercio. Conpolitico restava assai limitato. Gradatamente infatti il distacco dalle altre classi sociali si

a far parteaccrebbe, l’autonomia delle antiche assemblee locali fu svuotata e la pressione dell’autorità

centrale si fece più opprimente. Sicché, in sostanza, dal miglioramento economico

ontadini (e deiverificatosi nel Paese la maggior parte di loro trasse ben pochi benefici. Ed erano sempre

rapporto tra illoro, in primo luogo, i più colpiti ogni qualvolta (come avvenne in particolare nel 1601 e nel

sfavorevole. La 1695) si verificava una carestia o un cattivo raccolto. Seppure indubbiamente si possa

a un nobile, maconstatare qualche forma di miglioramento delle condizioni di vita, la presenza di contadini

ruttati. Questo discretamente benestanti e una maggiore libertà nel commercio dei loro prodotti.603

e da una parte

offocavano per

della Corona
provvedevano (talvolta anche troppo severamente) a far rispettare queste imposizioni e a

riscuotere le tasse: un carico fiscale che andò tendenzialmente crescendo, soprattutto in

relazione alle ripetute guerre cui i contadini dovevano fornire anche un notevole contributo

di uomini. Certamente essi erano malcontenti di questo stato di cose e vi si opposero nelle

forme legali di cui disponevano (a partire dalle assemblee locali fino ad arrivare al

herredag), ma in diversi casi l’esasperazione provocò ribellioni e tumulti, repressi

generalmente con estrema durezza. Formalmente la loro voce veniva ascoltata ma in pratica

solo in poche occasioni essi riuscivano a far valere appieno le proprie richieste. Sebbene, al

pari dei borghesi, venissero ufficialmente riconosciuti come ‘stato’, il potere aveva ogni

interesse a mantenerli in una condizione di sottomissione e, di conseguenza il loro peso

politico restava assai limitato. Gradatamente infatti il distacco dalle altre classi sociali si

accrebbe, l’autonomia delle antiche assemblee locali fu svuotata e la pressione dell’autorità

centrale si fece più opprimente. Sicché, in sostanza, dal miglioramento economico

verificatosi nel Paese la maggior parte di loro trasse ben pochi benefici. Ed erano sempre

loro, in primo luogo, i più colpiti ogni qualvolta (come avvenne in particolare nel 1601 e nel

1695) si verificava una carestia o un cattivo raccolto. Seppure indubbiamente si possa

constatare qualche forma di miglioramento delle condizioni di vita, la presenza di contadini

discretamente benestanti e una maggiore libertà nel commercio dei loro prodotti.603
9.3.4. Crescente centralizzazione

Nei paragrafi precedenti non si è parlato specificamente del clero, che – pure – costituiva

una classe sociale ben distinta nel contesto della società scandinava. La ragione, in parte già

esposta, è che dopo la riforma protestante esso venne ovunque innanzi tutto a costituire un

elemento funzionale alla prospettiva di quella crescente centralizzazione del potere che

sarebbe sfociata nell’assolutismo regio. Infatti se è vero che dopo i primi decenni di

assestamento del nuovo ordinamento religioso i vescovi e i loro sottoposti (prevosti e pastori)

riacquistarono in gran parte la loro influenza, è altrettanto vero che essi non poterono più del

tutto affrancarsi dalla ‘tutela’ del potere reale al cui servizio divennero, per così dire, le

‘sentinelle’ della comunità che doveva far loro riferimento nelle diverse circostanze della

vita. Vita che era scandita dalla parola di Dio e dall’obbligatoria osservanza di precetti

imposti dalla Chiesa ma al contempo confacenti all’interesse dello Stato: non si dimentichi

che il primo rappresentante di Dio sulla Terra era ora il sovrano.604 Sebbene dunque la

‘nobiltà ecclesiastica’ cercasse di difendere la propria autonomia e potesse ottenere privilegi

(anche a scapito dei sottoposti, il che determinò notevoli disparità di condizione all’interno

del clero a seconda della carica rivestita) il processo di assoggettamento del potere religioso

al potere temporale (e dunque la trasformazione della struttura ecclesiastica in una ‘Chiesa di

Stato’) non poté essere fermato. Tutto ciò si riflette chiaramente nelle nuove leggi relative

alla Chiesa, nelle quali sono contenute disposizioni che sottolineano la sudditanza dei

religiosi rispetto al potere politico, anche per questioni almeno apparentemente di

competenza ecclesiastica.605 Al di là dell’impegno teologico per la definizione e la difesa


dell’ortodossia, ai vescovi e, soprattutto, ai sacerdoti non restò che sorvegliare e indirizzare

ure – costituiva l’esistenza quotidiana della gente: istruire nella dottrina ufficiale e denunciare i

ne, in parte giàcomportamenti immorali. Nel quadro di una società ‘chiusa’606 e ben regolamentata ai fedeli

a costituire unera fatto obbligo (talora prevedendo pene per i ‘renitenti’) di frequentare regolarmente le

del potere che funzioni.

mi decenni di I membri del clero luterano si formavano spesso, in questi secoli, sulla base di una

evosti e pastori)tradizionale appartenenza familiare (spesso i figli di pastori divenivano pastori essi stessi e

oterono più delsposavano figlie o vedove di altri pastori)607 tuttavia altri provenivano dalla borghesia o

er così dire, leanche dalla classe contadina. Una carriera ecclesiastica era spesso l’unica via per accedere a

rcostanze dellaun livello culturale superiore. Questo quadro ben spiega l’importanza sociale e l’influsso

nza di precettiesercitato nelle diverse realtà da eminenti figure di prelati come – solo per fare qualche

n si dimentichiesempio – il danese Peder Palladius,608 il norvegese Jens Nilssøn609 e l’islandese Jón

bene dunque la Þorkelsson Vídalín la cui diffusissima Postilla costituisce un testo ‘classico’ del

tenere privilegi protestantesimo in quel Paese.610 Un ulteriore contributo ecclesiastico al funzionamento dello

ione all’internostato centrale verrà, a partire dalla seconda metà del XVII secolo (in Danimarca tuttavia fin

potere religiosodal 1645) dalla obbligatoria compilazione dei registri parrocchiali.

una ‘Chiesa di Ma l’opera di uniformazione e di controllo sulla società passò anche attraverso una

e leggi relative mirata riorganizzazione dell’amministrazione centrale il cui avvio certamente anticipa lo

sudditanza dei stabilirsi dell’assolutismo regio. Naturalmente questa tendenza si legò al processo di

arentemente dirafforzamento del potere reale e, dunque, prese il via in Danimarca (Paese che essendo stato

one e la difesail perno dell’Unione di Kalmar poteva da tempo contare su una efficiente burocrazia) e in
re e indirizzareSvezia: poi naturalmente fu estesa, con le opportune forme, alle rispettive colonie. In Svezia

denunciare iil progetto, risalente già a Gustavo Vasa, fu portato avanti da Carlo IX e da suo figlio

mentata ai fedeli Gustavo II Adolfo e definitivamente completato nel 1634 quando, per opera del cancelliere

egolarmente leAxel Oxenstierna, fu promulgata una “forma di governo” (regeringsform), in sostanza una

costituzione.611 Con l’introduzione dei cosiddetti “collegi” l’amministrazione della cosa

la base di una pubblica (politica interna ed estera, finanze, giustizia, guerra)612 veniva suddivisa e

ori essi stessi e regolamentata. Uno sviluppo analogo (in parte ispirato a quello svedese e tuttavia non

lla borghesia ougualmente compiuto) avvenne in Danimarca (e, di riflesso, in Norvegia e in Islanda) a

per accedere apartire almeno dal regno di Cristiano IV: esso conobbe poi una accelerazione dopo il 1660,

ale e l’influssoquando anche qui vennero istituiti diversi “collegi”.613 Grazie a questi provvedimenti

er fare qualche vennero stabilendosi strutture burocraticoamministrative che garantivano l’effettiva

l’islandese Jónapplicazione delle decisioni assunte ai più alti livelli: non è un caso che in Danimarca e in

‘classico’ delNorvegia dopo l’introduzione dell’assolutismo regio quelli che erano stati antichi feudi

onamento dellodivenissero ora province (amter in danese e bm, amt in nn; sing. amt in danese e in entrambe

arca tuttavia finle varianti del norvegese)614 gestite da un prefetto (dan. amtmand, norv. amtmann)615 cui era

demandato l’incarico di sorvegliare l’applicazione delle leggi.616 In Svezia una figura

attraverso unasostanzialmente corrispondente è quella del landshövding, anch’essa istituita nel 1634. La

nte anticipa lodettagliata articolazione della macchina statale coinvolse naturalmente anche l’aspetto

al processo di giudiziario. Vennero dunque distinte le incombenze dei diversi tribunali (da quelli locali fino

e essendo stato alle corti supreme)617 e i loro ambiti di competenza.618 Là dove (come soprattutto in

burocrazia) e in Norvegia) ancora funzionavano antiche forme di amministrazione della giustizia a livello
onie. In Svezialocale nelle quali era coinvolta la comunità, esse furono completamente smantellate.619

e da suo figlio In questa sede è evidentemente impensabile dare conto di gran parte delle leggi e degli

del cancelliere ordinamenti che furono emanati e di tutte le decisioni assunte. E tuttavia, per offrire qualche

n sostanza unaesempio del modo in cui il potere centrale volle porre sotto il proprio controllo i diversi

one della cosaambiti giuridici basterà ricordare la legge marittima danese (1561),620 l’istituzione

va suddivisa edell’Ufficio svedese per il rilevamento topografico (Lantmäteriverket, 1628)621 o la

e tuttavia nonregolamentazione delle dogane in Norvegia (1661);622 ma anche la serie di decreti che più da

e in Islanda) avicino toccavano la vita delle persone come l’ordinamento dell’istituto del fidanzamento e

e dopo il 1660,del matrimonio,623 i dettami sul commercio di singole merci (della più svariata natura), le

provvedimentidisposizioni relative ai ‘giorni di preghiera’ o ‘di ringraziamento’ (indetti per svariate

ano l’effettivaoccasioni),624 quelle sulla caccia e – persino – le direttive da seguire in occasione di funerali.

Danimarca e inE, naturalmente, le numerose norme legate a interessi commerciali (in primo luogo quelli

i antichi feudi della Corona). Un quadro dal quale facilmente si comprende come oramai la costruzione di

e e in entrambeforti stati centralizzati avesse completato il suo corso, imponendo (insieme a una struttura

cui eragerarchica) le proprie regole e sottraendo quasi completamente ogni residuo potere alle

zia una figuraautorità locali.

a nel 1634. La Tutto pareva muoversi in una precisa direzione cui anche altri fattori contribuirono. Così

anche l’aspettola creazione di servizi postali (in Danimarca nel 1624,625 in Svezia nel 1636,626 in Norvegia

uelli locali fino nel 1647).627 In Svezia si aggiunga la fondazione della Palmstruchska banken (o Stockholm

soprattutto inbanco) fondata nel 1656 dal livone Johan Palmstruch (1611-1671) su concessione del re

ustizia a livelloCarlo X Gustavo: il primo istituto di credito europeo a emettere banconote. Sebbene essa
dovesse cessare l’attività nel 1664 a motivo di grosse perdite,628 dalle sue ceneri sarebbe

le leggi e degli sorta nel 1668 una Banca degli stati del Regno (Riksens Ständers Bank), gestita dal

offrire qualcheparlamento, dalla quale infine ebbe origine la Banca nazionale svedese (Sveriges Riksbank),

ntrollo i diversiche resta dunque il più antico istituto di questo genere tuttora in funzione.629

l’istituzione 9.3.5. La società islandese

o la Si è volutamente lasciata all’ultimo posto la situazione dell’Islanda, distante non solo

creti che più dageograficamente dagli altri Paesi scandinavi. Come è stato detto in precedenza, anche qui

fidanzamento el’introduzione della riforma protestante era stata determinata in misura preponderante da

riata natura), leragioni politiche ed economiche. Il Paese rappresentava una base importante per la pesca e il

ti per svariate relativo commercio nel Mare del Nord. La supremazia degli Inglesi (assai sgraditi al re

one di funerali.danese) che nel corso del XV secolo ne avevano a lungo controllato i traffici era stata

mo luogo quelliintaccata, a partire dal XVI, dai Danesi e dai mercanti provenienti dalla Germania (in

a costruzione diparticolare da Amburgo). In tal modo l’isola era definitivamente entrata in un grande gioco

a una strutturadi interessi contrapposti che di fatto trascuravano le necessità della maggior parte dei suoi

duo potere alleabitanti. L’accentuata dipendenza dalla Danimarca conseguente all’imposizione della riforma

fu ottenuta anche grazie al coinvolgimento di diversi notabili che disponevano di vasti

ribuirono. Così possedimenti terrieri: si venne così consolidando una ‘nobiltà’ islandese numericamente

in Norvegiaridotta ma economicamente assai benestante, che naturalmente legava i propri interessi a

Stockholmquelli del dominatore.630 E tuttavia era ora piuttosto il re in prima persona a possedere

cessione del reun’ampia estensione di territorio gestita tramite funzionari (anche locali). Ma la maggioranza

. Sebbene essadella popolazione viveva in condizioni disagevoli dovendo per di più pagare le tasse:631
ceneri sarebbe sudditi in inesorabile declino sotto molti punti di vista. L’Islanda era ormai, a tutti gli effetti,

), gestita dal uno dei grandi feudi danesi. La decadenza dell’antica e prestigiosa istituzione dell’Alþingi

),non è che il riflesso (forse il più evidente) di questa mortificante situazione. Se tra la fine del

XV e i primi decenni del XVI secolo questa assemblea aveva continuato a legiferare e a

emanare decreti godendo di una discreta autonomia, con l’introduzione della riforma le cose

stante non solo cambiarono decisamente. Basti pensare che nel 1564 (solo quattordici anni dopo l’uccisione

enza, anche quidi Jón Arason) in questa sede fu imposta l’approvazione del cosiddetto Grande editto

eponderante da(Stóridómur), un rigido codice di comportamento morale che prevedeva pene assai severe

per la pesca e il(fino alla morte)632 per qualsiasi forma di relazione sessuale al di fuori del matrimonio: in tal

i sgraditi al remodo la vita degli Islandesi veniva, in sostanza, sottoposta al totale controllo (attuato

affici era stata attraverso i funzionari governativi e i membri della Chiesa) del sovrano danese.633 Le voci di

Germania (indissenso furono inesorabilmente soffocate.634 Dopo la riforma l’Islanda fu dunque in balìa

n grande giocodel dominatore straniero. Soldati mercenari prima e danesi poi furono inviati nell’isola con il

r parte dei suoi pretesto di difenderla (agli Islandesi erano state requisite tutte le armi), in realtà con il

ne della riformacompito di prevenire ribellioni e salvaguardare gli interessi del re.

evano di vasti Le condizioni di vita della maggioranza degli isolani erano dunque tutt’altro che

numericamentefavorevoli e l’economia restava basata sostanzialmente sull’allevamento e la pesca condotti

opri interessi aancora con sistemi piuttosto antiquati. La politica mercantilistica della Corona danese che

na a possedereaveva istituito il monopolio commerciale le inferse un durissimo colpo.635 Difficile se non

la maggioranza impossibile sottrarsi al rigore della legge e alla disonestà di chi poteva legalmente gestire i

631commerci; il ‘mercato nero’ (che pure naturalmente fece la sua comparsa) era severamente
tutti gli effetti,proibito: navi dano-norvegesi pattugliavano le coste per impedirlo, ufficialmente tuttavia per

Alþingidifendere l’isola dai pirati.636 Ad aggravare la situazione si aggiunse un notevole

e tra la fine delpeggioramento del clima: il XVII secolo fu inaugurato da anni ricordati coi nomi, assai

a legiferare e asignificativi, di Lurkur (“Bastone”), Píningur (“Tortura”) ed Eymdarár (“Anno di miseria”) e

riforma le cose migliaia di persone morirono per i rigori del freddo e le precarie condizioni di vita. A ciò si

opo l’uccisione aggiunsero poi diverse epidemie e gli effetti disastrosi di un diboscamento incontrollato.

Grande edittoDopo un relativo miglioramento (a partire dagli anni ’40) il freddo tornò a toccare punte

ne assai severeestreme verso la fine del secolo quando per le sue conseguenze molte persone perirono

trimonio: in talletteralmente di fame.637

ntrollo (attuato A fronte di uno scenario tanto cupo non desta meraviglia che tra gli Islandesi fossero

Le voci diassai diffuse oscure superstizioni (del resto di antica origine)638 che, come altrove, trovarono

dunque in balìala loro peggiore espressione nei ‘processi alle streghe”639 ma che risultarono anche in una

nell’isola con ilserie di scritti di carattere magico i quali trattano per lo più di magia medicinale o magia

n realtà con ilbianca, ma talora riportano formule e procedimenti per arrecare danno alle persone. Nella

tradizione dei racconti popolari islandesi resta traccia cospicua di questo clima.640 E tuttavia

tutt’altro cheanche in questo difficile periodo abbiamo testimonianze dell’amore e dell’attenzione di

pesca condottiquesto popolo per le lettere: infatti al di là delle opere degli umanisti e degli eruditi del

ona danese cheperiodo (la gran parte formatisi anche a Copenaghen), cui sopra si è fatto cenno, risultano

Difficile se nondiffuse tra la gente comune diverse letture di carattere tanto religioso quanto profano (e

mente gestire ianche qualcuno dei cosiddetti ‘libri popolari’).641 Così come appare viva la consuetudine di

ra severamentenarrare e rinarrare le storie della propria gente, tanto quelle più antiche quanto quelle ispirate
nte tuttavia perda avvenimenti più recenti. Una tradizione che a lungo accompagnerà la dura vita quotidiana

e un notevoledegli Islandesi, segnata per la maggior parte di loro dalla povertà e dall’isolamento.

coi nomi, assai

o di miseria”) e

di vita. A ciò si

o incontrollato.

a toccare punte

rsone perirono

landesi fossero

rove, trovarono

o anche in una

cinale o magia

persone. Nella

E tuttavia

ll’attenzione di

egli eruditi del

enno, risultano

nto profano (e

consuetudine di

o quelle ispirate
da avvenimenti più recenti. Una tradizione che a lungo accompagnerà la dura vita quotidiana

degli Islandesi, segnata per la maggior parte di loro dalla povertà e dall’isolamento.
1 STFM IV, nr. 38 a, 14 o 15 settembre 1541, pp. 206-225.

2 Cfr. pp. 477-478.

3 Rispettivamente: DNT II, nr. 2, 27 agosto 1561, pp. 7-11 e nr. 4, 7 agosto 1562, pp. 20-50. La

regione storica della Livonia comprendeva grosso modo le attuali Lettonia ed Estonia; essa godeva di

autonomia all’interno dei territori posseduti dai Cavalieri dell’Ordine teutonico. Va tuttavia precisato

che nell’ottica storica svedese il nome si riferisce piuttosto ai territori livoni occupati nel periodo

della “grande potenza” (su cui vd. 9.1.2.), cioè alla parte meridionale dell’Estonia e quella

settentrionale della Lettonia.

4 Il che in precedenza aveva portato a un conflitto con la Russia (1554-1557) combattuto tra

l’esercito di Gustavo Vasa e quello di Ivan il terribile. Esso, noto come “grande guerra russa” (stora

ryska kriget), si sarebbe concluso con la pace di Novgorod (STFM IV, nr. 46, pp. 306-312, marzo

1557; SUNDBERG 1997 [Abbr.], nr. 100, pp. 201-202). Questo trattato come altri in precedenza (STFM

III, nr. 549, pp. 448-451, 3 marzo 1497; STFM III, nr. 568, pp. 502-506, 14 settembre 1504; STFM

IV, nr. 35, pp. 181-185, 26 giugno 1537) confermava sostanzialmente le statuizioni di Nöteborg (vd.

p. 351, nota 93 e p. 378 con nota 206).

5 Cfr. p. 477.

6 I successi danesi furono dovuti in particolare alla bravura del comandante Daniel Rantzau

(1529-1569) che tra l’altro guidò tra il 1567 e il 1568 una famosa campagna d’inverno che raggiunse

il territorio dell’Östergötland dove le sue truppe si diedero a ripetuti saccheggi.

7 Nel 1567 a esempio, per pagare i costi della guerra la Danimarca triplicò l’imposta per il

passaggio attraverso lo stretto dell’Øresund (Øresundstolden) che era stata introdotta nel 1427 (o

1429) dal re Erik di Pomerania (vd. p. 440).

8 STFM IV, nr. 60, 13 dicembre 1570, pp. 380-411; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 102, pp. 209-211
(vd. anche in STFM IV nella medesima data il nr. 61, pp. 411-432, relativo all’accordo fra la Svezia e

Lubecca e il nr. 62, pp. 432-441 relativo alla Livonia). Dopo il trattato la Danimarca restituì alla

2, pp. 20-50. La Svezia la fortezza di Älvsborg alla foce del fiume Götaälv, tuttavia dietro il pagamento di una ingente

a; essa godeva di somma (cfr. nota 10).

uttavia precisato 9 Come detto una delle ragioni del conflitto fu la disputa sui titoli e sugli stemmi araldici dei

pati nel periodosovrani: per sottolineare i diritti della Danimarca sulla Svezia – i Danesi non avevano mai accettato

Estonia e quelladi buon grado lo scioglimento dell’Unione di Kalmar – il re Cristiano III aveva infatti inserito nel suo

stemma le tre corone, emblema tradizionalmente svedese. Da parte sua Erik XIV aveva inserito nel

) combattuto traproprio i simboli danesi. La questione non fu risolta neppure col trattato di pace e fu rimandata a

stora successive trattative. Per dare un’idea dei sentimenti di profonda inimicizia che dividevano i due

306-312, marzoPaesi, basterà qui ricordare, a esempio, che la nave ammiraglia svedese Makalös (letteralmente

STFM “Senza pari”) aveva anche il significativo soprannome di Jutehataren (letteralmente “Che odia gli

STFMJutlandesi”).

di Nöteborg (vd. 10 STFM V: I, nr. 21, 20 gennaio 1613, pp. 211-220; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 109, pp. 228-

231 (questo trattato prevedeva tra l’altro che gli Svedesi rinunciassero a qualsiasi pretesa sulla

regione di Finnmark compresa tra il Tysfjorden e il Varangerfjorden. Ancora una volta, alla fine della

Daniel Rantzau guerra, gli Svedesi dovettero pagare una enorme somma per rientrare in possesso della fortezza di

no che raggiunseÄlvsborg (cfr. nota 8).

11 STFM V: II, nr. 71, 13 agosto 1645, pp. 591-640, compresi atti correlati; SUNDBERG 1997

l’imposta per il(Abbr.), nr. 114, pp. 245-248. Questo conflitto è noto anche come “guerra di Torstenson” (svedese

otta nel 1427 (o Torstensons krig) dal nome del comandante svedese Lennart (Linnardt) Torstenson (cfr. p. 562); i

combattimenti avvenuti in questo contesto ai confini norvego-danesi negli anni 1644-1645 sono noti

102, pp. 209-211 come Hannibalsfeiden (dove fejd “guerra”) dal nome dell’allora governatore Hannibal Sehested (cfr.
do fra la Svezia ep. 550). Vd. MUNTHE C.O., Hannibalsfejden 1644-45. Den norske hærs bloddåb, Kristiania 1901.

arca restituì alla 12 Come si è detto (vd. nota 7), questa tassa doganale era stata istituita quando la Svezia era unita

to di una ingente alla Danimarca nell’Unione di Kalmar. Anche dopo lo scioglimento dell’Unione tuttavia, gli Svedesi

erano riusciti a mantenere l’esenzione dal pagamento. Ma le statuizioni della pace di Knäred avevano

mmi araldici deiposto al riguardo alcune limitazioni.

no mai accettato 13 DNT V, nr. 13, 26 febbraio 1658, pp. 218-243 (compresa la lettera di cessione della Scania; ivi

i inserito nel suoanche l’accordo preliminare: nr. 12, 18 febbraio 1658, pp. 215-218); vd. WEIBULL C.G., Freden i

veva inserito nelRoskilde den 26 februari 1658, Stockholm 1958.

e fu rimandata a 14 In seguito a questi eventi (pace di Copenaghen, 1660: DNT V, nr. 21, 27 maggio 1660, pp.

dividevano i due345-380; SUNDBERG 1997 [Abbr.], nr. 122, pp. 283-285) il distretto di Trondheim (comunque

(letteralmentericonquistato dal nobile ufficiale Jørgen Bjelke, 1621-1696) tornerà alla Norvegia, così come l’isola

te “Che odia gli di Bornholm i cui abitanti fin dal 1658 si erano ribellati, liberandosi dal dominio svedese.

15 In Norvegia tuttavia questo conflitto è noto come “guerra di Gyldenløve” (Gyldenløvefeiden

nr. 109, pp. 228-su cui vd. GULOWSEN I., Gyldenløvefeiden 1675-1679, Christiania 1906) a motivo dell’attacco al

asi pretesa sulla Bohuslän da parte delle truppe norvegesi guidate dal governatore Ulrik Frederik Gyldenløve (1638-

ta, alla fine della 1704), figlio illegittimo del re danese Federico III. Costui ebbe in moglie Marie Grubbe, personaggio

della fortezza dicelebre e molto ‘chiacchierato’ dell’epoca (vd. p. 713 e p. 1054 con nota 411).

16 DNT VII, nr. 18, 26 settembre 1679, pp. 297-344 (con documenti correlati); cfr. l’accordo

1997preliminare: ibidem, nr. 15, 16 giugno 1679, pp. 238-248 e SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 129, pp. 296-

enson” (svedese297. L’opera di integrazione della Scania nel Regno svedese fu portata avanti con grande

n (cfr. p. 562); ideterminazione. Nei primi anni ’80 il diritto svedese venne esteso a questa regione, mentre la chiesa e

4-1645 sono noti la scuola venivano ‘svedesizzate’ (vd. FABRICIUS 1972, IV, pp. 76-115 e pp. 124-150 e ÅBERG 1995.

bal Sehested (cfr.In 333års-boken ([Abbr.], pp. 248-255) si dà conto (sulla base del lavoro di Uno Röhndal) dei trattati
stipulati tra la Danimarca e la Svezia a proposito della Scania; ivi vd. anche LARSÉN S. – RYDZÉN I.,

Svezia era unita“Hur Skåne blev svenskt”, pp. 47-65 e LILJENBERG C., “Skåneland och den svenska staten”, pp. 208-

avia, gli Svedesi 212. Cfr. p. 520, nota 205.

Knäred avevano 17 Salito al trono a soli undici anni nel 1588, Cristiano IV è stato il sovrano danese che ha regnato

più a lungo.

della Scania; ivi 18 DNT IV, nr. 5, 12-22 maggio 1629, pp. 42-86 con documenti correlati. Cfr. nota 140.

Freden i 19 Vd. 9.1.2.

20 In Danimarca la prima nomina a questo incarico che risulta con certezza è quella di di Hans

maggio 1660, pp.Svaning (1503-1584) nel 1553 (l’ufficio fu mantenuto fino al 1893). In Svezia nel 1618 fu nominato

heim (comunquea questo incarico il filologo e poeta olandese Daniel Heinsius (1580-1655) che tuttavia non ricoprì

così come l’isola mai effettivamente l’incarico. A lui succedette lo svedese Ægidius Girs (1583-1639). In questo Paese

la carica di storico ufficiale del Regno fu abolita nel 1835.

Gyldenløvefeiden, 21 Vd. pp. 322-323.

o dell’attacco al 22 Chronica Regnorum Aqvilonarivm. L’opera fu completata nel 1504 ma circolò in copie prima

yldenløve (1638-di essere pubblicata nel 1546 (vd. L. DAAE, “Nogle bemærkninger om historieskriveren Albert

bbe, personaggio Krantz”, in NHT V [1886], pp. 225-261). La trattazione dedica nove libri alla Danimarca, sei alla

Svezia (una buona parte dei quali tratta di Goti, Ostrogoti, Visigoti e perfino Unni), sei alla Norvegia

); cfr. l’accordo(pp. 3-364, pp. 365-587 e pp. 588-755, rispettivamente).

nr. 129, pp. 296- 23 Del resto già nel 1555, dopo la diffusione di una edizione della Cronaca danese in rima (Den

anti con grandedanske rimkrønike, su cui cfr. pp. 395-396), nella quale erano contenute accuse alla Svezia, Gustavo

mentre la chiesa eVasa aveva deciso di reagire in prima persona (i sentimenti del re nei confronti dei Danesi, del resto

1995.comprensibili, sono esposti in una lettera del 15 febbraio 1539: vd. KGFR XII [1890], pp. 161-166).

hndal) dei trattati A quanto pare egli aveva composto dei versi diffamatori nei confronti della Danimarca e con la
I.,collaborazione di Peder Andersson Swart (cfr. p. 470 con nota 31) aveva redatto una replica nella

staten”, pp. 208-quale essi furono inseriti. Questo testo fu pubblicato nel 1558 con il seguente titolo: Alcuni brani

della cronaca danese […] Parimenti la giusta e inevitabile replica svedese […] (Någer stycker aff

se che ha regnatothen Danske Cröneke […] Teslikest the Swenskes rätferdelige och oumgångelige genswar […]; vd.

WESTIN 2002 [C.8.1], pp. 15-17; in una copia facsimile pubblicata a Stoccolma nel 1863 è aggiunta

una nota finale anonima (forse del bibliotecario Harald Wieselgren, 1835-1906) sulla genesi del testo

e sulle sue due versioni. Vd. anche NELSON A., “Peder Swarts Gensvar 1558”, in Uppsala

uella di di Hans universitetsbiblioteks minneskrift 1621-1921, Uppsala 1921, pp. 139-166. A sua volta il cancelliere

618 fu nominato danese Johan Friis (1494-1570) aveva risposto con altri versi; il testo di questa ‘risposta’ ci è

tavia non ricoprìconservato in un manoscritto di Anders Sørensen Vedel (vd. pp. 579-580) che si trova nella

. In questo Paese Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen (Ny kgl. saml. 606, 2°).

24 Da essi prenderà nome il movimento noto come goticismo, su cui si tornerà più avanti (vd.

9.2.1).

ò in copie prima 25 Vd. p. 475.

skriveren Albert 26 Vd. p. 455.

nimarca, sei alla 27 Il riferimento è al vescovo Nicolaus Ragvaldi (Nils Ragvaldsson) e al politico ed ecclesiastico

sei alla NorvegiaHemming Gadh (1450?-1520). Del primo è noto il discorso tenuto in occasione del sinodo di Basilea

del 1434 per rivendicare la nobiltà della nazione svedese (vd. oltre p. 577); al secondo è attribuita una

Dencelebre invettiva contro i Danesi, pronunciata 1509 di fronte al consiglio del Regno svedese e

Svezia, Gustavoriportata (così come il discorso di Nicolaus Ragvaldi) proprio nell’opera di Johannes Magnus:

Danesi, del resto Orazione di Hemming Gadh sovrintendente della chiesa di Linköping (Oratio Hemmingi Gaddi

0], pp. 161-166).Ecclesiae Lincopensis Antistitis, libro XXIII, cap. 21, pp. 753-776); vd. V. SÖDERBERG, “Det

imarca e con laHemming Gadh tillskrifna talet mot danskarne” in HSHH, pp. 645-674 e (più in generale) G.
una replica nellaCARLSSON, Hemming Gadh. En statsman och prelat från Sturetiden. Biografisk studie, Uppsala 1915.

Alcuni brani 28 Genesi, 10, 1-2. Johannes sostiene che il figlio di Jafet, Magog (dal quale avrebbero preso

Någer stycker aff nome i Goti!), fu il primo a stabilirsi nella penisola scandinava ottantotto anni dopo il diluvio

; vd. universale (Historia de omnibus Gothorum [...], I, IV, p. 22): in tal modo egli ritiene di poter

1863 è aggiunta attribuire al popolo svedese una origine antichissima paragonabile solo a quella del popolo ebraico.

a genesi del testoQuesta ‘discendenza biblica’ era già presente nella Cronaca in prosa dove si precisa che a Gog,

Uppsala figlio di Magog era toccata la Svezia (p. 220). Johannes sostiene altresì che una parte dei Goti non

lta il cancellieresarebbe emigrata dalla Scandinavia (cfr. pp. 73-75) ma sarebbe rimasta opponendosi costantemente

a ‘risposta’ ci èai nemici danesi, volentieri dipinti come falsi e crudeli.

e si trova nella 29 Swea ok Götha Crönika, 1620. Su re Gustavo II Adolfo vd. oltre, pp. 559-561. In precedenza la

Storia di Johannes Magnus era stata tradotta, a quanto pare, dal re Erik XIV che nel corso della sua

à più avanti (vd. prigionia (cfr. p. 477 con nota 55) si era dedicato a lavori di carattere letterario; successivamente era

stata resa in knittelvers (vd. p. 396, nota 268) da Jonas Petri Base Gothus (1587-1644), in un testo nel

quale i singoli sovrani parlano in prima persona; infine era stata tradotta (1602) da Elof

Engelbrektsson Terserus (1554-1617): questi lavori tuttavia non furono pubblicati (vd. WIESELGREN

ed ecclesiasticoH., “Reconditi labores. Otryckta böcker af svenska författare från 15- och 16-hundratalen”, I e II, in

inodo di Basilea Samlaren, IX, [1888], pp. 106-107 e XI [1890], pp. 36-37). Su Schroderus vd. NORBERG A., “Ericus

o è attribuita una Schroderus som kulturspridare och propagandamakare”, in BURIUS A. – LIDMAN T. ET AL. (red.),

Regno svedese eNågra hyll(nings) centimeter. Festskrift till Folke Sandgren den 15 februari 1998, Stockholm 1998,

hannes Magnus:pp. 383-396.

Hemmingi Gaddi 30 Si noti che nel testo per “svedese” viene utilizzato l’aggettivo gothica e per “Svedesi” il

, “Det sostantivo Gothi.

in generale) G. 31 Historia de omnibus Gothorum [...], XXIII, XXI (DLO nr. 129). Il testo fa parte dell’invettiva di
, Uppsala 1915. Hemming Gadh (cfr. nota 27).

avrebbero preso 32 Non tuttavia da Gustavo Vasa che certamente doveva avervi riconosciuto nella descrizione di

dopo il diluviocattivi sovrani (con nome affine al suo) una neppur troppo velata accusa di tirannia nei suoi

ritiene di poterconfronti.

popolo ebraico. 33 Basti pensare all’autorità riconosciuta all’opera di Annio da Viterbo (1432-1502), Diciassette

cisa che a Gog,volumi di antichità varie (Antiquitatum variarum volumina XVII), raccoglitore (e fabbricatore!) di

rte dei Goti non una grande quantità di fonti assire, egizie, greche e romane.

si costantemente 34 Cfr. nota 317.

35 Il riferimento è qui, in particolare, al cosiddetto “Documento di Gotland” (Gullandske

In precedenza ladokument) redatto da Niels Pedersen (Nicolaus Petreius, ca.1522-1579) nel quale sarebbe attestata la

l corso della suadiretta discendenza dei Cimbri (cioè dei Danesi) da Noè! Simili affermazioni si trovano anche

cessivamente eranell’opera (uscita postuma nel 1695) dal titolo Origini, migrazioni, guerre e insediamenti dei Cimbri

4), in un testo nel e dei Goti […] (Cimbrorum et Gothorum origines, migrationes bella, atqve coloniæ).

(1602) da Elof 36 Compendio della storia danese. Breve sintesi della storia danese dall’inizio del mondo fino al

IESELGREN regno e governo del presente e attualmente regnante potentissimo Principe Ser Cristiano quarto [...]

atalen”, I e II, in(Synopsis Historiarvm Danicarvm. En kort Svmma offuer den Danske Historia fra Verdens

A., “EricusBegyndelse til Neruerendis oc nu Regerendis Stormectige Førstis, Herris Christan den Fierdis [...]),

(red.), opera pubblicata nel 1622. Su Lyschander vd. RØRDAM H.FR., Klaus Christoffersen Lyschanders

Stockholm 1998,Levned, samt hans Bog om danske Skribenter, Kjøbenhavn 1868 e LUNDGREEN-NIELSEN F., “Claus

Christoffersen Lyschander – et forfatterportræt”, in LNNER, pp. 81-91.

per “Svedesi” il 37 Vd. sopra, nota 35.

38 Di lui più ampiamente oltre, vd. pp. 582-584 e pp. 630-631.

dell’invettiva di 39 Vd. p. 445. Sulla disapprovazione di Gustavo nei confronti di questo lavoro (pubblicato solo
nel 1917) vd. WESTIN 2002 (C.8.1), pp. 14-15 e anche, del medesimo autore, Historieskrivaren Olaus

la descrizione diPetri. Svenska krönikans källor och krönikeförfattarens metod, Lund 1946.

irannia nei suoi 40 Vd. il brano di un suo discorso accademico riportato in questo testo alle pp. 634-635. Su di lui

RØRDAM H. FR., “Jon Jakobsen Venusinus”, in KSam I (1874-1877), pp. 241-310.

Diciassette 41 Su Huitfeldt vd. RØRDAM H.FR., Historieskriveren Arild Hvitfeldt. Danmarks Riges Kansler og

fabbricatore!) di Raad, Skoleherre for Herlufsholm, Kjøbenhavn 1896. Sulla sua scia si muoveranno, più tardi, lo

storico del Regno Johan Isaksen Pontanus (1571-1639), di genitori olandesi e, in minor misura,

Johannes Meursius (1579-1639), olandese trasferito in Danimarca. Su di loro vd.

GullandskeSKOVGAARDPETERSEN K., Historiography at the court of Christian IV 1588-1648. Studies in the Latin

rebbe attestata la histories of Denmark by Johannes Pontanus and Johannes Meursius, Bergen 1998. In Svezia

i trovano anchecomparirà nel 1622 un lavoro a metà tra lo storico e il compilativo, la Storia del potente, nobile

menti dei Cimbri principe e signore cristiano, Ser Gustavo un tempo re della Svezia, dei Gothi e dei Vendi […] (Then

Stoormechtige, Högborne Furstes och Christelighe Herres, Her Gustaffs, Fordom Sweriges, Göthes,

el mondo fino al och Wendes konungs […] historia) di Erik Jöransson Tegel (ca.1560-1636), che scrisse anche la

tiano quarto [...]Storia di re Erik XIV, Che riferisce delle sue rimarchevoli azioni, ma in particolare delle guerre

ria fra Verdenscondotte contro i nemici della Svezia di allora (Konung Erics den XIV:des Historia, Som förtäljer

),deß merckwerdiga Handlingar, men i synnerhet de emot Sweriges då warande Fiender förda Krig;

sen Lyschanders testo pubblicato oltre un secolo dopo la morte dell’autore nel 1751).

F., “Claus 42 Vd. KGFR XII (1890), pp. 252-259 (8 dicembre 1539, in particolare p. 253).

43 In questa cronaca il re viene descritto come un eletto destinato a compiere il bene del popolo,

un uomo (nonostante i suoi errori) devoto e fiducioso in Dio: senza di lui – si lascia intendere – non

ci sarebbe stato per la Svezia alcun futuro. Cfr. p. 470 con nota 31.

(pubblicato solo 44 Vd. oltre, pp. 559-561.


eskrivaren Olaus 45 Vd. NORDSTRÖM J., “Lejonet från Norden”, in Samlaren, XV (1934), pp. 1-66. Su Bureus cfr.

p. 590 e p. 601 con nota 337.

34-635. Su di lui 46 STFM III, nr. 465 (22 agosto 1432), pp. 110-114; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 49, pp. 104-105.

47 STFM III, nr. 472 (17 luglio 1435), pp. 143-146; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 51, pp. 107-108.

Riges Kansler ogA riguardo dei rapporti tra i sovrani nordici e l’Ansa a partire dal 1439 si rimanda a CHRISTENSEN W.,

no, più tardi, loUnionkongerne och Hansestæderne 1439-1466, København 1974 (rist.).

n minor misura, 48 NGL IIR: Ia, nr. 130, 4 dicembre 1444, pp. 234-243; vd. anche le appendici (Tillæg 1-5), pp.

di loro vd.243-257; nr. 140, 26 giugno-7 luglio 1447, pp. 282-302, nel quale essi vengono in parte eliminati e

dies in the Latin nr. 143, 22 ottobre 1447, pp. 304-305 a riguardo di nuovi privilegi per i commercianti di Rostock.

1998. In Svezia 49 NGL IIR: II: I, nr. 62, 16 maggio 1455, pp. 110-112 e nr. 63, 1 luglio 1455, pp. 112-114; cfr.

l potente, nobilenr. 64, 2 luglio 1455, pp. 114-115.

Then 50 Come si deduce da un documento citato in DI XVI (nr. 220, p. 424). Come fa osservare Björn

weriges, Göthes,Þorsteinsson (ÞORSTEINSSON 1961, coll. 213-214) questo fatto determinò una conflittualità legata al

scrisse anche la commercio del pescato che si riflesse in successivi divieti agli anseatici di recarsi in Islanda o,

are delle guerrecomunque, di restarvi per l’inverno. Fra il 1544 e il 1545 infine le proprietà tedesche in Islanda

ia, Som förtäljerfurono confiscate (ibidem, col. 215).

nder förda Krig; 51 NGL IIR: II: I, nr. 148, 30 settembre 1475, pp. 239-243 (vd. anche le appendici [Tillæg 1-2],

pp. 242-243).

52 Vd. Бο Ь аЯ СοвеmскαЯ эHųuк оηе∂uЯ, ГЛавHый редактор А. М. прохоров, VI,

bene del popolo,Москва, 19713, pp. 109-110, alla voce “ГаHза” (con relativa bibliografia).

intendere – non 53 NGL IIR: III: I, nr. 197, 7 gennaio 1508, pp. 306-313; questi privilegi erano stati concessi nel

1487, vd. ibidem, nr. 37, 20 maggio 1487, pp. 112-113.

54 NGL IIR: III: I, nr. 213, 24 giugno 1509, pp. 321-322; i privilegi ai Tedeschi di Bergen erano
6. Su Bureus cfr. stati confermati ancora nel 1498, vd. ibidem, nr. 123, 19 dicembre 1499, pp. 219-220.

55 NGL IIR: IV: I: nr. 5, 12 agosto 1513, pp. 43-44. Cfr. sopra, nota 50.

49, pp. 104-105. 56 SGDL IV, si vedano in particolare i paragrafi intesi a regolamentare il commercio contenuti

51, pp. 107-108.nella Legge [di diritto] laico (passim).

W., 57 Cfr. in primo luogo PAUS 1751 (Abbr.), pp. 287-288.

58 DNT I, nr. 65 (A), 23 maggio 1544, pp. 468-470.

1-5), pp. 59 Cfr. NRR I, pp. 253-255.

parte eliminati e 60 WINGE 1988 (Abbr.), nr. 148, 25 luglio 1560, pp. 66-67; vd. anche ibidem, nr. 154, 11 agosto

1561, p. 75 e ibidem, nr. 281, 27 settembre 1571, p. 115.

pp. 112-114; cfr. 61 Vd. ANDERSSON I., Erik XIV, Stockholm 1948, pp. 8-790. La città anseatica, di conseguenza, si

alleerà con il re danese Federico II nella guerra nordica dei sette anni (vd. pp. 531-532).

osservare Björn 62 In particolare l’amministrazione del Paese era gestita da diversi funzionari tra cui il nobile

ttualità legata alPeder Oxe (1520-1575). Costui, caduto in disgrazia presso il re Cristiano III, aveva dovuto fuggire

rsi in Islanda o,all’estero, ma Federico II gli consentì di tornare affidandogli importanti incarichi. Vd. TROELS-LUND

esche in IslandaT.F., Peder Oxe et historisk billed, København 1906.

63 Il suo capitolare venne reso pubblico a Copenaghen il 17 agosto di quell’anno (AaKG II [1856-

1-2],1860], nr. 24, pp. 103-109).

64 Vd. sopra, p. 532.

прохоров, VI, 65 Nella battaglia navale combattuta contro gli Svedesi nel 1644 a Kolberger Heide, un tratto di

mare tra l’isola di Femern (tedesco Fehmarn) e il fiordo di Kiel, il re – che si trovava sulla nave

stati concessi nel ammiraglia Trefoldigheden (“Trinità”) – rimase gravemente ferito perdendo l’occhio destro. Questo

episodio è ricordato nella prima strofa dell’inno reale danese Il re Cristiano stava presso l’albero

di Bergen eranomaestro (Kong Christian stod ved højen mast) che viene eseguito in presenza dei componenti della
famiglia reale o in occasione di cerimonie militari. Questo inno riprende le parole di una lirica

contenuta nell’opera I pescatori (Fiskerne, 1778) di Johannes Ewald (su cui vd. p. 835); non è certo

mercio contenuti tuttavia che la melodia che lo accompagna sia attribuibile al medesimo Johan Ernst Hartmann che

compose la musica per l’intero dramma (cfr. p. 854). La scena è raffigurata anche nell’affresco

eseguito dal pittore danese Vilhelm Nikolai Marstrand (vd. p. 919, nota 256, p. 920, nota 258, p.

1086, nota 552 e p. 1087) nella cappella di Cristiano IV all’interno della cattedrale di Roskilde

(1864-1866); uno studio per questo affresco (ca.1864) è esposto nel Museo storico nazionale del

r. 154, 11 agosto castello di Frederiksborg (Det Nationalhistoriske Museum. Frederiksborg Slot) a Hillerød (Selandia).

66 In particolare si venne a creare un grave dissidio tra due nobiluomini di grande peso, Corfitz

conseguenza, si Ulfeldt (cfr. p. 613 con nota 395) e Hannibal Sehested (vd. p. 550) che erano generi di Cristiano IV

da una parte, la corte e il Consiglio di Stato dall’altra. Durante il regno di Federico III essi caddero in

tra cui il nobiledisgrazia (nonostante avessero in precedenza ben operato ricoprendo importanti incarichi) e furono

a dovuto fuggirecostretti a rifugiarsi all’estero. Vd. HEIBERG S., Enhjørningen Corfitz Ulfeldt, København 1993 e

UND RIAN Ø. “Hannibal Sehested og sønderjydane hans”, in FNKF pp. 90-111 o, ben più ampio, BOGGILD-

ANDERSEN C.O., Hannibal Sehested. En dansk statsmand, I-II, København).

II [1856- 67 Portavoce della proposta furono soprattutto il borgomastro di Copenaghen Hans Nansen (1598-

1667) e il vescovo della Selandia Hans Svane (1606-1668), che fu ricompensato dal re con doni e

onori, tra l’altro il titolo di arcivescovo (che nessun altro in Danimarca ha avuto dopo di lui). Egli

eide, un tratto di ottenne anche alcuni privilegi per il clero danese. Su di lui JØRGENSEN J., “Bidrag til ærkebiskop Hans

ovava sulla naveSvanes historie”, in KSam VI: 1 (1966), pp. 85-136 e KSam VI: 3 (1966), pp. 575-591.

o destro. Questo 68 Vd. HEIBERG 1828 e BØGGILD-ANDERSEN 19712.

presso l’albero 69 Fin dal 1661 erano stati emanati i cosiddetti ‘Atti di sovranità’ (Souverainitetsakterne) nei

omponenti della quali le precedenti forme di governo venivano dichiarate nulle e il potere assoluto del re veniva
ole di una liricariconosciuto dalle autorità civili e religiose (AaKG II, pp. 125-143; vd. anche alle pp. 143-150 un

835); non è certoanalogo documento relativo alla Norvegia, all’Islanda e alle Forøyar).

st Hartmann che 70 Cfr. pp. 517-518.

che nell’affresco 71 Costui in realtà si chiamava Peder Schumacher (1635-1699) ed era di modeste origini. Riuscì

20, nota 258, p. tuttavia a conquistare la fiducia di Federico III (per il quale lavorò alla Legge del re) e poi di

rale di Roskilde Cristiano V. Alla fine fu tuttavia accusato di tradimento e condannato a morte, condanna che venne

co nazionale del però commutata nel carcere a vita. Vd. JØRGENSEN A.D., Peter Schumacher Griffenfeld, I-II,

lerød (Selandia). København 1893-1894.

nde peso, Corfitz 72 Vd. sopra, pp. 533-534 con nota 16.

i di Cristiano IV 73 Costoro si erano schierati al fianco dei Danesi già nei conflitti degli anni 1657-1660 (vd. sopra,

II essi caddero inp. 533). Dopo la sconfitta danese gli abitanti della Scania che si erano rivoltati contro il dominio

carichi) e furonosvedese subirono una durissima repressione. Sugli snapphanar vd. ÅBERG A., Snapphanarna

benhavn 1993 eStockholm 1981.

- 74 Cfr. p. 448.

75 Vd. STORM G., “Om Forfatteren til det statsretlige Skrift fra 1656 „Norges Rige Arve-Rige””,

s Nansen (1598-in NHT IV (1884), pp. 114-128.

al re con doni e 76 Questo testo è conservato in una copia del manoscritto originale che si trova nella Biblioteca

opo di lui). Eglireale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen (Gml. kgl. sml. 2834, 4to). Esso è stato edito da J. Chr.

ærkebiskop Hans Berg. È verosimile che sia stato presentato in occasione dell’omaggio dei sudditi norvegesi al

principe Cristiano in Norvegia nel 1656 (vd. Meddelelser fra Det Norske Rigsarchiv, indeholdende

Bidrag til Norges Historie af utrykte Kilder, I, Christiania 1870, pp. 269-270).

) nei 77 Vd. p. 539.

to del re veniva 78 Skt. Libers høj (in svedese Sankt Libers hög o Lerbäckshögen) è un antico luogo di culto (a
pp. 143-150 un circa 2 km. dal centro di Lund in Scania) dove si trova un tumulo dell’età del bronzo. Secondo la

tradizione nessuno poteva essere legalmente considerato sovrano danese se prima non era stato

proclamato tale dalle assemblee di Viborg (nello Jutland), di Ringsted (in Selandia) e in questo posto,

te origini. Riuscìche dal XII secolo costituì il luogo di riunione dell’assemblea della Scania (sulle assemblee danesi

) e poi di vd. p. 340 con nota 53).

danna che venne 79 Per la precisione Federico era stato nominato vescovo di Brema e principe vescovo di Verden

, I-II, (1635).

80 Cfr. oltre, p. 759.

81 DLO nr. 130.

-1660 (vd. sopra, 82 Vd. sopra, p. 482 con nota 76.

ontro il dominio 83 Vd. 11.1.3.

Snapphanarna, 84 Durante l’avanzata essi del resto avevano già distrutto la città di Sarpsborg (in Østfold).

85 Vd. sopra, p. 532.

86 Più tardi (dal 1878) scritto Kristiania (sull’antica Christiania vd. DAAE L., Det gamle

ge Arve-Rige””,Christiania 1624-1814, Christiania 19243). A questo re fanno riferimento anche i toponimi norvegesi

Kristiansand (un tempo Christianssand) in Vest Agder, città fondata nel 1641 (della quale rimane ora

nella Biblioteca traccia solo nella rete stradale) e Kongsberg (in Buskerud), letteralmente “Montagna del re”, nome di

o edito da J. Chr. un insediamento cresciuto attorno a una miniera d’argento fatta impiantare dal sovrano nel 1623 dopo

diti norvegesi al che questo metallo era stato trovato nella zona. Altre città fondate nelle diverse regioni del Regno

iv, indeholdendesono legate al suo nome: Kristianopel (Christianopel) in Blekinge, sorta nel 1599 come installazione

difensiva contro la minaccia svedese e Kristianstad (Christianstad) in Scania fondata nel 1614.

Anche Christianshavn (ormai inglobata nella città di Copenaghen) era un tempo una località

uogo di culto (aautonoma, sorta nel 1619 su un’isola artificiale che faceva parte del sistema difensivo della capitale.
nzo. Secondo la L’uso di intitolare insediamenti urbani a membri delle case reali è del resto ben noto anche in Svezia

ma non era stato (vd. WAHLBERG M., “The development of place-names from the 16th to end of the 18th century”, in

in questo posto,BANDLE 2002-2005 (B.5), II, p. 1328.

ssemblee danesi 87 La città riprenderà l’antica denominazione di Oslo dal 1 gennaio 1925 in seguito a una delibera

del parlamento norvegese assunta l’anno precedente (11 luglio 1924). Sulla sua storia vd.

scovo di VerdenSØNSTENVOLD V. – HAMMER S.C. ET AL., Kristianias historie, I-V, Kristiania 1922-1936.

88 Vd. sopra, p. 532.

89 Nel corso di questa guerra si colloca tuttavia un celebre episodio: un gruppo di mercenari

scozzesi al servizio del re svedese cadde in un’imboscata tesa dai contadini della valle di

Gudbrandsdalen e fu quasi completamente annientato (26 agosto 1612). Questo fatto è ricordato

come Skottetoget (“spedizione degli Scozzesi”) o anche come Sinclairtoget (“spedizione di

Sinclair”), dal nome di un comandante di compagnia, George Sinclair (nato nel 1580 ca.) che vi perse

la vita. Esso ha lasciato tracce nella toponomastica locale e trovato eco nella tradizione patriottica

Det gamlenorvegese (ma anche nella ‘memoria’ danese e svedese): il poeta Edvard Storm (cfr. p. 940) compose

ponimi norvegesi(1781) una Canzone di Sinclair (Zinklars vise, in Samlede Digte, Kiøbenhavn 1785, pp. 142-143),

quale rimane ora recentemente ripresa da gruppi musicali; più tardi (1840 ca.) Henrik Wergeland (vd. pp. 930-931)

del re”, nome discrisse una tragedia in tre atti dal titolo La morte di Sinclair (Sinclars død, 1830). Il pittore norvegese

no nel 1623 dopoAdolph Tidemand (vd. p. 937 e pp. 1091-1092) ha rappresentato in un quadro del 1876 conservato

gioni del Regnonel Museo nazionale di arte architettura e design (Nasjonalmuseet for kunst, arkitektur og design) di

ome installazioneOslo lo sbarco dei soldati scozzesi nell’Isfjorden. Vd. MICHELL TH., History of the Scottish

ndata nel 1614. Expedition to Norway in 1612, London 1886 e anche GRANT J., The Scottish Soldiers of Fortune.

mpo una località Their adventures and achievements in the armies of Europe, London 1889, pp. 176-184.

vo della capitale. 90 HOLMSEN 1971-19774 (B.3), I, pp. 414-415.


anche in Svezia 91 Cfr. nota 66.

century”, in 92 Dal punto di vista economico è tra l’altro importante la costituzione (16 agosto 1654) di una

unica autorità di riferimento per le miniere norvegesi (PAUS 1751 [Abbr.], pp. 810-812).

to a una delibera 93 Vd. sopra, p. 533.

sua storia vd. 94 Vd. nota 14.

95 I confini definitivi tra Svezia e Norvegia verranno stabiliti nel 1751 con il trattato di Strömstad

(Bohuslän): STFM VIII, nr. 52, 21 settembre – 2 ottobre 1751, pp. 586-630 (ivi compreso un

po di mercenaridocumento precedente del 27 febbraio 1738, pp. 620-628).

i della valle di 96 Legge norvegese di re Cristiano V (Kong Christian den Femtes norske lov 15de April 1687).

fatto è ricordato 97 In Islanda tuttavia il re non si appropriò dei beni vescovili.

(“spedizione di 98 Gli altri erano i feudi norvegesi di Akershus, Bergenhus e Steinvikholm.

ca.) che vi perse 99 Vd. sopra, p. 543.

zione patriottica 100 LFI I, pp. 138-143 (20 aprile 1602).

p. 940) compose 101 Dal 1620 esso passò alla sola città di Copenaghen: ciò anche in relazione al fatto che tra il

5, pp. 142-143),1619 e il 1662 fu gestito dalla prima compagnia commerciale destinata a occuparsi dell’Islanda (ma

vd. pp. 930-931)anche delle Føroyar e del Nordland norvegese), La compagnia islandese, faroese e del Nordland (Det

pittore norvegeseislandske færøiske og nordlandske Kompagni). In seguito, quando questa fu soppressa esso fu

1876 conservatoregolamentato a livello strettamente distrettuale e amministrato da quattro cosiddetti principali

) di‘azionisti’ (in danese hovedparticipanter; LFI I, pp. 277-283, 31 luglio 1662). Successivamente di

of the Scottishnuovo si alternarono compagnie commerciali e nel 1774 la gestione passò direttamente nelle mani del

diers of Fortune. re.

102 Vd. LFI V, pp. 301-316 (18 agosto 1786) e pp. 317-338 (medesima data); cfr. pp. 417-462 (13

giugno 1787). La data stabilita per la cessazione del monopolio fu il 31 dicembre 1787.
103 Vd. AÐILS 1926-1927 e GUNNARSSON 1987.

sto 1654) di una 104 Duecentoquaranta o forse, addirittura, trecentottanta.

105 Anche nel 1579 e successivamente nel 1614 l’isola era stata attaccata da pirati, provenienti nel

primo caso dall’Inghilterra, nel secondo dalla Spagna. Sulla vicenda degli Islandesi rapiti dai pirati

magrebini è assai interessante il resoconto di uno dei protagonisti, il pastore Ólafur Egilsson (1564-

ato di Strömstad 1639) catturato con moglie e figli ma liberato l’anno successivo allo scopo di raccogliere il riscatto

vi compreso un per i prigionieri: Libro di viaggio del reverendo Ólafur Egilsson (Reisubók séra Ólafs Egilssonar,

redatto subito dopo il ritorno in patria nel 1628). In proposito vd. HELGASON J. (ritsts,) Tyrkjaránið

Reykjavík 1983.

106 Cfr. p. 387, nota 239.

107 Su cui vd. p. 586.

108 Vd. p. 151. Su di lui vd. “Árni Oddsson, lögmaður”, in BR, pp. 17-20.

109 Cfr. p. 668.

al fatto che tra il 110 Solo a partire dal 1770 a questo funzionario sarà richiesto di trasferirsi nell’isola. In

dell’Islanda (maquell’anno l’Islanda fu suddivisa in due distretti (dal 1787 in tre) ciascuno dei quali aveva un

Detgovernatore proprio (uno di loro tuttavia fungeva sia da governatore in un distretto sia da governatore

ppressa esso fu generale).

ddetti principali 111 Sýslur e hreppar (cfr. pp. 387-388). In realtà ora i sýslumenn assunsero i compiti che

ccessivamente diprecedentemente erano assegnati ai hirðstjórar.

te nelle mani del 112 Sull’Alþingi vd. pp. 151-152.

113 Vd. sopra, p. 476 con nota 51.

pp. 417-462 (13 114 Cfr. pp. 477-478 e pp. 530-531.

115 Ufficialmente essi nascevano dalla necessità di definire i rapporti tra i duchi e il re. Alla morte
di Gustavo Vasa, quando il figlio Erik era salito al trono, il titolo di duca – che risaliva ai tempi di

Birger jarl (vd. pp. 350-354) – era andato ai di lui fratelli, secondo il testamento di Gustavo

i, provenienti nelmedesimo. Tuttavia, la tradizionale tendenza dei duchi a comportarsi come principi del tutto

i rapiti dai pirati autonomi rispetto al sovrano e l’ambiguità delle disposizioni del defunto re in merito ai rapporti che

Egilsson (1564-dovevano intercorrere tra i ducati e la Corona, indussero Erik XIV a convocare una riunione del

ogliere il riscattoparlamento nella città di Arboga (Västmanland) per definire la questione. In quella occasione egli

Ólafs Egilssonar, riuscì a far accettare ai fratelli questi “articoli” che vennero promulgati il 14 aprile 1561 (SRA I: II, nr.

Tyrkjaránið,258, pp. 9-24). In essi erano poste notevolissime limitazioni all’autorità dei duchi e il potere di fatto

ricondotto nelle mani della Corona. In seguito tuttavia gli “articoli di Arboga” sarebbero stati una

delle motivazioni addotte per la destituzione di Erik. Ma successivamente anche il re Giovanni III

avrebbe ottenuto l’emanazione dei cosiddetti “articoli di Vadstena” (Vadstena artiklar), di contenuto

sostanzialmente equivalente, con i quali egli avrebbe cercato di limitare il potere del fratello Carlo,

duca di Södermanland; vd. SRA I: II, nr. 534 (pp. 758-768, 13 febbraio 1587). Da notare che nel

si nell’isola. In medesimo anno 1561 veniva istituita in Svezia la dignità nobiliare di conte la cui concessione

quali aveva unspettava al re.

a da governatore 116 Tra costoro anche Nils Svantesson Sture (1543-1567), nipote per parte di madre di Gustavo

Vasa e appartenente a una delle più nobili famiglie svedesi. Vd. VON KONOW J., Sturemorden 1567.

o i compiti cheEtt drama i kampen mellan kungamakt och högadel, Karlskrona 2003.

117 Nella direzione del rafforzamento di un solido potere regio andavano anche i cosiddetti

“decreti di Kalmar” (Kalmare-stadgar) promulgati per regolare i rapporti tra la Svezia (governata da

Giovanni III) e la Polonia (di cui era sovrano suo figlio Sigismondo) nell’eventualità della morte del

primo (SRA I: II, nr. 541, pp. 789-799, 5 settembre 1587; vd. anche STRÖMBERG-BACK K., Kalmare

il re. Alla mortestadgar 1587, Umeå 1989). Sottolineando la necessità che l’unione svedese-polacca, che in tal caso
aliva ai tempi di si sarebbe venuta a creare, dovesse essere contraddistinta da amicizia e collaborazione contro il

ento di Gustavo comune nemico russo, essi consegnavano di fatto nelle mani del re ogni decisione a riguardo della

rincipi del tuttonomina di coloro che avrebbero dovuto tenere la reggenza del governo svedese durante l’assenza di

o ai rapporti cheSigismondo. Il duca Carlo di Södermanland (futuro re Carlo IX) riuscì tuttavia a far abrogare queste

una riunione delstatuizioni, insieme agli “articoli di Vadstena” (cfr. nota 115), approfittando di un contrasto tra

a occasione egliGiovanni III e l’alta nobiltà. Sebbene poi egli stesso, una volta divenuto re, imprimesse una svolta

, nr. autoritaria al suo governo.

il potere di fatto 118 Carlo cominciò a fregiarsi del titolo di re nel 1603, tuttavia la sua incoronazione ufficiale

ebbero stati unaavvenne a Uppsala nel 1607. Cfr. p. 560, nota 137.

re Giovanni III 119 Vd. pp. 477-479 e pp. 530-531.

), di contenuto 120 Vd. pp. 530-532.

el fratello Carlo, 121 Vd. p. 532 con nota 8.

a notare che nel 122 Cfr. p. 478. Su Sigsmondo vd. ÖSTERGREN S., Sigismund. En biografi över den svensk-polske

cui concessionemonarken, Ängelholm 2005.

123 Essa partiva dalla foce del Siestarjoki (o Rajajoki, svedese Systerbäck, russo Cecmpa) nel

madre di Gustavogolfo di Finlandia e dal lago Saimaa (svedese Saimen) saliva fino al lago Inarijärvi (o Inarinjärvi,

uremorden 1567.svedese Enare träsk), poi seguiva il corso del Neidenelva (finnico Näätämöjoki) raggiungendo il

fiordo di Varanger sul Mare di Barents. STFM V: I, nr. 15, 18 maggio 1595, pp. 79-91; SUNDBERG

nche i cosiddetti1997 (Abbr.), nr. 106, pp. 218-220.

zia (governata da 124 Vd. CARLSSON – ROSÉN 1978-19804 (B.3), I, p. 349.

à della morte del 125 In questo contesto va inserita la convocazione del sinodo di Uppsala nel marzo del 1593 (vd.

Kalmarep. 479), nel quale (ancor prima che Sigismondo facesse il proprio ingresso in patria come nuovo re)

a, che in tal casole autorità ecclesiastiche si premurarono di ribadire con fermezza la piena adesione all’ortodossia
azione contro illuterana, condannando qualsiasi apertura al cattolicesimo (ivi compresa la liturgia introdotta da

a riguardo dellaGiovanni III, su cui cfr. p. 478).

ante l’assenza di 126 La battaglia risolutiva nel conflitto fra Sigismondo e Carlo fu quella di Stångebro (ormai un

abrogare questequartiere di Linköping in Östergötland, 25 settembre 1598). La vendetta di Carlo contro coloro che

un contrasto traavevano sostenuto Sigismondo fu durissima, basti pensare al cosiddetto “bagno di sangue di

messe una svoltaLinköping” (20 marzo 1600) che, dopo un processo davanti ai rappresentanti degli stati, vide puniti

con la pena di morte nobili appartenenti alle più importanti famiglie del Regno. Tra gli altri Erik

nazione ufficiale Sparre (1550-1600) che era anche stato cancelliere.

127 Ladislao IV, che fu re della confederazione polacco-lituana (1632-1648), ebbe nel 1610 il

titolo di zar, ma non ne esercitò mai il potere.

128 La costruzione di Göteborg riprese l’avvio nel 1619 con il re Gustavo II Adolfo (vd.

ANDERSSON B., Göteborgs historia. Näringsliv och samhällsutveckling, I. Från fästningsstad till

en svensk-polskehandelsstad 1619-1820, Stockholm 1996, pp. 25-29).

129 Vd. sopra, p. 532 con nota 10.

) nel 130 Sulla figura di questo importantissimo uomo di stato svedese vd. WETTERBERG G., Kanslern

vi (o Inarinjärvi,Axel Oxenstierna i sin tid, I-II, Stockholm 2002.

raggiungendo il 131 Cfr. p. 653 con nota 563.

UNDBERG 132 Vd. DUPUY T., The military life of Gustavus Adolphus. Father of modern war, New York

1969. Sulla storia dell’esercito svedese si rimanda a HOLM T., Från allmogeuppbåd till folkhär,

Stockholm 1943. Simbolo del trionfante potere militare svedese avrebbe dovuto essere anche

zo del 1593 (vd. l’imponente nave da guerra, fatta costruire dal sovrano con notevole investimento di denaro, ma che

come nuovo re)sfortunatamente si capovolse e affondò pochi minuti dopo il varo (10 agosto 1628). Localizzata nel

ne all’ortodossia1956 essa è stata recuperata dai fondali marini nel 1961 ed è ora conservata nel Vasamuseet di
gia introdotta daStoccolma. È comunemente nota come Vasa (o Wasa) ma anche come Vasaskeppet.

133 STFM V: I, nr. 24, 27 febbraio 1617, pp. 242-269; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 110, pp. 232-

gebro (ormai un 234 (dove viene indicato con la data del 17 febbraio).

ontro coloro che 134 La città era stata conquistata nel 1611 dopo un breve assedio.

o di sangue di 135 Vd. p. 1352, nota 6.

stati, vide puniti 136 STFM V: I, nr. 22 a (e ratifica: 22 b), 20 gennaio 1614, pp. 225-227 e nr. 22 c, 29 settembre

Tra gli altri Erik 1614, p. 229.

137 Anche se nel corso della dieta tenuta a Norrköping nel 1604 il re Carlo IX aveva fatto

ebbe nel 1610 il approvare una risoluzione (Afföreningen [sic] som aff menighe Rijksens Rådh, Ridderskap, Biscoper,

Prelater, Ständer, Städher, Krijgzfolck, och then meneghe Man, är blefwen förnyet och

II Adolfo (vd.eendrächteligen stadfäst och bekräfftiget vthi Norköpings Herredagh. Then 22 Martii, Åhr &c. 1604,

ästningsstad till in RMB I, pp. 561-579) in base alla quale dopo di lui la Corona sarebbe andata ai suoi discendenti

maschi secondo la linea ereditaria o – in mancanza – agli eredi di Giovanni duca di Östergötland

(figlio di Giovanni III) ivi comprese, in certe circostanze, anche le donne (cfr. nota 148). Va tuttavia

Kanslerndoverosamente rilevato che Carlo si era sentito nel pieno diritto di occupare il trono di Svezia solo

dopo che Giovanni duca di Östergötland aveva chiaramente manifestata la propria rinuncia a

qualsiasi pretesa in tal senso.

, New York 138 Questi timori si manifestarono in modo addirittura violento nel corso della dieta tenuta a

båd till folkhär, Örebro nel 1617, al termine della quale l’ostilità nei confronti della Polonia fu espressa nella

to essere anchedecisione di proibire qualsiasi contatto con quel Paese: una decisione nella quale gli aspetti politici e

i denaro, ma chequelli religiosi appaiono strettamente connessi. Nella stessa occasione fu stabilito di punire con

. Localizzata nel grande severità chi avesse professato la religione cattolica (Örebro stadga: SRA II: 2, nr. 95, pp. 267-

di272, 27 febbraio 1617; cfr. nr. 94, pp. 258-267, stessa data).
139 STFM V: I, nr. 35, 16-26 settembre 1629, pp. 347-358; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 111, pp.

nr. 110, pp. 232-235-238. In particolare le veniva concesso di incamerare per i successivi sei anni i proventi doganali

dei porti prussiani.

140 Un tentativo di cooperazione tra Danimarca e Svezia per far fronte comune nella guerra dei

trent’anni fu fatto nel 1629 con un incontro tra Cristiano IV e Gustavo II Adolfo. Poco dopo la

, 29 settembre Danimarca, la cui situazione era ormai insostenibile, concludeva a Lubecca la pace con l’imperatore

(cfr. p. 534 con nota 18).

IX aveva fatto 141 Vd. tra l’altro RINGMAR 1996, Part II: “Why did Sweden go to war in 1630?” (pp. 93-186 e

rskap, Biscoper,anche pp. 190-193).

en förnyet och 142 Vd. ERIKSSON B., Lützen 1632. Ett ödesdigert beslut, Stockholm 2007. La battaglia di Lützen

i, Åhr &c. 1604,è riprodotta in quadri di noti pittori: la morte del re è rappresentata dallo svedese Johan Wilhelm Carl

suoi discendentiWahlbom (cfr. p. 1089, nota 563) in un quadro del 1855 che si trova nel Museo nazionale

di Östergötland(Nationalmuseum) di Stoccolma dove sono conservate anche due opere di Carl Gustaf Hellqvist (un

148). Va tuttaviaolio su tela e un disegno) relative al trasporto del cadavere del re a Wolgast (cfr. p. 1090). Sulla

o di Svezia solofigura di Gustavo II Adolfo è incentrato il dramma di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083)

opria rinuncia aGustavo Adolfo (Gustav Adolf) del 1900. Il poeta Johan Henric Kellgren (vd. p. 835) ha dedicato il

dramma lirico in tre atti Gustavo Adolfo ed Ebba Brahe (Gustaf Adolf och Ebba Brahe, 1788) alla

a dieta tenuta astoria d’amore tra il sovrano e la nobildonna Ebba Brahe (1596-1674); in proposito vd. NORRHEM S.,

u espressa nellaEbba Brahe – makt och kärlek under stormaktstiden, Lund 2007.

aspetti politici e 143 STFM V: II, nr. 41, 2/12 settembre 1635; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 112, pp. 241-242.

o di punire con 144 Vd. pp. 532-533.

, nr. 95, pp. 267- 145 Nei diversi conflitti che videro coinvolta la Svezia (e anche, naturalmente, la Danimarca)

grande importanza ebbero le intese intercorse con le grandi potenze straniere che giocavano la
br.), nr. 111, pp.propria partita sul terreno europeo. Oltre alla Francia e all’Impero, furono in particolare l’Inghilterra

proventi doganalie i Paesi Bassi a svolgere un ruolo fondamentale, stante l’interesse che essi nutrivano per i traffici

marittimi nel Mare del Nord e nel Baltico. Ciò determinò una serie di alleanze tanto spregiudicate

nella guerra dei quanto instabili.

o. Poco dopo la 146 Tra l’altro egli portò in Svezia il preziosissimo manoscritto noto come Codex argenteus

con l’imperatorecontenente la gran parte di ciò che resta della traduzione della Bibbia in lingua gotica eseguita dal

vescovo Ulfila (ca.310-383); insieme ad altri questo manoscritto fu in seguito ceduto (come forma di

?” (pp. 93-186 epagamento) dalla regina Cristina (vd. poco avanti) a Isaak Vossius (1618-1689), noto erudito e

raccoglitore di manoscritti olandese che era stato uno dei suoi bibliotecari. Esso venne riacquistato

ttaglia di Lützennel 1662 dal cancelliere Magnus de la Gardie (vd. p. 567) che nel 1669 ne fece dono all’Università di

an Wilhelm Carl Uppsala, nella cui biblioteca Carolina Rediviva esso è ora custodito (una edizione in facsimile è stata

Museo nazionale pubblicata nel 1927). Vd. KLEBERG T., Codex Argenteus. The Siver Bible at Uppsala, Uppsala 1984 e

taf Hellqvist (unMUNKHAMMAR L., The Silver Bible. Origins and history of the Codex argenteus, Uppsala 2011. Cfr.

p. 1090). Sullanota 251.

pp. 1082-1083) 147 Con il trattato di pace di Westfalia (STFM VI: I: 1, nr. 24, 14/24 ottobre 1648, pp. 149-466,

5) ha dedicato ilcon tutti i documenti correlati; SUNDBERG 1997 [Abbr.], nr. 117, pp. 254-263) essa infatti ottenne

, 1788) allaimportanti concessioni territoriali tra cui, in particolare, il dominio sulla Pomerania occidentale (il

S.,territorio a sinistra del fiume Oder), le isole di Rügen, Usedom e Wolin, alcune località e parti della

Pomerania orientale, la città di Wismar (Mecklemburgo-Pomerania anteriore) e i ducati (antichi

vescovati) di Brema (non tuttavia la città) e Verden (nella Bassa Sassonia) collocati tra il basso corso

dell’Elba e della Weser.

e, la Danimarca) 148 Il suo diritto al trono si fondava sulle statuizioni della dieta di Norrköping (vd. nota 137),

he giocavano la specificamente richiamate nel corso della seduta del parlamento tenuta a Örebro nel 1617 (vd. RMB
lare l’Inghilterra I, p. 715) e fatte puntualmente valere da Gustavo II Adolfo (Sweriges Rijkes Ständers Besluth, Som

ano per i traffici aff them eenhellelighen giordes på then Rijksdagh som höltz vthi Stockholm, then 24 Decembris, Åhr

nto spregiudicate1627, in SFS 1627). La possibilità di una successione femminile (naturalmente con tutta una serie di

limitazioni) era del resto contemplata fin dal 1590 (in base a una deliberazione della dieta di

Codex argenteus,Stoccolma del 7 marzo, vd. SRA I: II, nr. 585, 7 marzo 1590, pp. 923-938). Sulla questione della

tica eseguita dalsuccessione femminile al trono si veda la panoramica e l’analisi di LAGERROTH F., “Kvinnlig

o (come forma ditronföljd”, in Statsvetenskaplig tidskrift, LXIX: 1 (1966), pp. 1-40.

, noto erudito e 149 Sweriges Rijkes samptlige Ständers eenhällige Förklaring, öfwer H.F. Nådes Hertigh Carl

enne riacquistatoGustafs, Pfalzgrefwes widh Rhein i Beyern, til Gülich, Clewe och Bergen Hertigs, Grefwes til

all’Università di Veldentz, Spanheimb, Marck och Rawensburg, Herres til Rawenstein, &c. Succession til Sweriges

facsimile è stataChrono och Rijke. Dat. Stockholm den 10. Martii, Anno 1649, in RMB II, pp. 1105-1116.

, Uppsala 1984 e 150 Vd. RMB II, pp. 1162-1173 (particolarmente pp. 1167-1168) in data 6 novembre 1650; cfr. la

ppsala 2011. Cfr. solenne dichiarazione di Carlo Gustavo del 20 ottobre 1650 (SFS [1650]). In quell’occasione fu

anche cancellata l’ereditarietà del titolo di duca, il che pose le basi di un Regno fortemente unitario il

48, pp. 149-466, cui governo restava saldamente nelle mani del sovrano.

sa infatti ottenne 151 Del resto ciò era chiaramente richiesto dalle statuizioni ereditarie di Norrköping (cfr. nota

a occidentale (il 148).

alità e parti della 152 In questa decisione pesarono certamente le sue frequentazioni (del tutto confidenziali) con

i ducati (antichirappresentanti dell’Ordine dei gesuiti, così come con il diplomatico spagnolo don Antonio Pimentel

tra il basso corso de Prado (date di nascita e morte ignote) che la avvicinò al re di Spagna, o con importanti figure di

cattolici, tra i quali il diplomatico francese Pierre Chanut (1604-1662) e lo stesso Cartesio (René

g (vd. nota 137),Descartes, 1596-1650) che, come è noto, morì di polmonite proprio a Stoccolma dove era stato

RMB invitato dalla regina (sul loro rapporto vd. CASSIRER E., Drottning Christina och Descartes. Ett
ers Besluth, Sombidrag till 1600-talets idéhistoria. Föreläsningar vid Göteborgs högskola den 18, 21 och 25 oktober

Decembris, Åhr 1938, Stockholm 1940). Anche il suo carattere indipendente che la rendeva insofferente ai rigidi

tutta una serie di insegnamenti del luteranesimo più ortodosso dovette comunque avere un ruolo assai importante.

e della dieta di 153 Vd. nota 138.

a questione della 154 È del resto ben nota la sua disordinata (e in diversi casi scorretta) gestione delle proprie

F., “Kvinnlig finanze.

155 La discussa vicenda di questa sovrana ha ispirato molti artisti. Non essendo qui possibile

es Hertigh Carlelencare tutte le opere che vi fanno riferimento, ci si limiterà a ricordare il dramma La regina

igs, Grefwes tilCristina (Drottning Christina) scritto dal re Gustavo III con la collaborazione di Johan Henric

sion til SwerigesKellgren (su cui vd. p. 835) e rappresentato nel 1785 (si veda in JHKS II la nota a p. 367 sul

contributo del re Gustavo); quello di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083) Kristina (1901); l’opera

mbre 1650; cfr. la C. regina di Svezia. Romanzo storico (Christina, drottning af Sverige. Historisk roman, I-II, 1861) di

ell’occasione fuWilhelmina Stålberg (cfr. p. 477, nota 55); quella di Elisabet Kuylenstierna-Wenster (1869-1933) La

mente unitario il regina Moi-méme. Profilo storico (Drottning Moi-méme. Historisk silhuett, 1909); la trilogia

drammatica in versi e in cinque atti di Alexandre Dumas padre (1802-1870), Stockholm,

köping (cfr. notaFontainebleau et Rome (1830); l’opera musicale dal titolo Cristina di Svezia (1855) del compositore

austriaco Sigismund Thalberg (1812-1871) su libretto di Felice Romani (1788-1865). Nel 1933 la

onfidenziali) concelebre attrice svedese Greta Garbo (vd. p. 1192) interpretò un film liberamente ispirato alla vita

Antonio Pimenteldella sovrana dal titolo La regina Cristina (Queen Christina) per la regia di Rouben Mamoulian

portanti figure di(1897-1987). Più recentemente vanno segnalati i lavori teatrali La regina Cristina. Opera teatrale in

René due atti (Queen Christina. A play in two acts, 1982) della drammaturga inglese Pam Gems (1925-

a dove era stato 2011) e quello della scrittrice finlandese Laura Ruohonen (n. 1960) La regina K e altri lavori teatrali

h Descartes. Ett (Kuningatar K ja muita näytelmiä, 2004), tradotto in molte lingue. La biografia critica sulla figura
1 och 25 oktoberdella regina Cristina è molto vasta. Si rimanda qui in primo luogo a WEIBULL 19664, STOLPE 1975 e

fferente ai rigidiRODÉN 2008. Dal nome della regina Cristina ha preso il proprio la località di Kristinehamn

(letteralmente “porto di Cristina”) sul lago Vänern in Värmland. Essa infatti (che precedentemente si

chiamava Broo) ebbe da lei restituiti nel 1642 i privilegi di città.

ne delle proprie 156 Nel 1658 sarebbe stato concluso con loro un armistizio (vd. SUNDBERG 1997 [Abbr.], nr. 120,

pp. 275-276) che avrebbe posto le premesse della pace di Kardis (attuale Kärde nel comune di

do qui possibile Jõgeva in Estonia, 1661): Ewig-Fredzfördragh, Emillan Swerige och Ryssland. Oprättadh oppå

La regina Tractatz. Orten Kardis den 21. Dagh vthi Junii Månadt Åhr 1661, Tryckt i Stockholm [...] Åhr 1662;

di Johan HenricSUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 123, pp. 286-287. Essa avrebbe poi sostanzialmente riconfermato le

ota a p. 367 suldecisioni assunte a Stolbova nel 1617 (vd. pp. 559-560).

(1901); l’opera 157 Vd. pp. 532-533.

, I-II, 1861) di 158 In ciò egli fu favorito anche da circostanze casuali come il clima eccezionalmente freddo

Ladell’inverno 1657-1658: essendosi infatti formata una solida crosta di ghiaccio sulla superficie del

909); la trilogiamare, l’esercito svedese (con tanto di cavalli e artiglieria) poté tranquillamente attraversare lo stretto

Stockholm,che separa lo Jutland dalla Fionia (Lillebælt) come se procedesse sulla terraferma; successivamente

del compositoreallo stesso modo esso raggiunse la Selandia, avanzando attraverso le piccole isole e lo Storebælt (lo

65). Nel 1933 lastretto che separa la Fionia da quest’ultima). Questa azione fu determinante per l’esito della guerra.

ispirato alla vita Vd. ERICSON WOLKE L., 1658. Tåget över Bält, Lund 2008 e WEIBULL C., “Tåget över Bält”, in

uben Mamoulian HPOU, pp. 114-141.

Opera teatrale in 159 Vd. p. 533.

am Gems (1925- 160 Nell’ambito di questo conflitto Carlo Gustavo subì la più grave delle sue sconfitte nella

tri lavori teatralibattaglia combattuta presso Nyborg (in Fionia) il 14 novembre 1659.

itica sulla figura 161 Vd. nota 14.


1975 e 162 Instrumentum Pacis Perpetuæ. Eller Instrumentet af den Ewiga Freden, Hwilken emellan

di KristinehamnHans Kongl. Maytt. Wår Allernådigste Konungh och Sweriges Rijke, på then eena; och Hans Kongl.

ecedentemente siMaytt. och Republiken Pohlen, Tillijka med thess Bundzförwanter och Krijgs Consorter såsom Hans

Keyserl. Mayst. sampt Hans Durchleuchtigheet Churförsten af Brandenburgh, på then andre sijdan

[Abbr.], nr. 120,Fullkommeligen är sluten och vprättad worden vthi Olive/ på den 23. Dagh Apr. St. V. men

nel comune diundertecknadh och Besegladh then 30. i samma Månadh St. V. på thet Åhret effter Christi Bördh

Oprättadh oppå1660, Tryckt i Stockholm [...]. Questo trattato risolse anche controversie in cui erano coinvolti

m [...] Åhr 1662;l’imperatore Leopoldo I e il principe elettore Federico Guglielmo di Brandeburgo. Vd. SUNDBERG

riconfermato le1997 (Abbr.), nr. 121, pp. 279-282. In base a questo accordo il figlio di Sigismondo Giovanni

Casimiro II rinunciava definitivamente a qualsiasi pretesa sul trono di Svezia.

163 L’espressione è ripresa da CARLSSON – ROSÉN 1978-19804 (B.3), I, p. 462.

nalmente freddo 164 Magnus era nipote del celebre comandante Pontus de la Gardie (cfr. p. 556). Su di lui vd.

la superficie delFÅHRÆUS R., Magnus Gabriel De la Gardie, Stockholm 1936. Cfr. p. 574, p. 591, nota 289 e p. 619.

versare lo stretto 165 A lui è dedicata la seconda strofa dell’inno reale danese (vd. nota 65). Vd. BARFOD J.H., Niels

successivamenteJuel. Liv og gerning i den danske søetat, Aarhus 1977.

(lo 166 Cfr. p. 448.

sito della guerra. 167 Su di lui vd. RYSTAD G., Johan Gyllenstierna, Stockholm 1957.

et över Bält”, in 168 Vd. sopra, pp. 533-534 e pp. 545-546. Tuttavia tutti i possedimenti svedesi in territorio

tedesco andarono perduti.

169 Da rilevare, in questo contesto, l’iniziativa assunta dal cancelliere per una convenzione

e sconfitte nellamonetaria con la Danimarca (1680), un progetto per quell’epoca senza precedenti.

170 Sull’incameramento dei beni nobiliari vd. SVEDELIUS 1851 e CLASON 1895.

171 Vd. Kongl. May:ts Rådz och Samptelige Ständers enhelleligen giorde Förklarningh [sic] Widh
Hwilken emellanRijksdagen i Stockholm åhr 1682 angående någre Ährender, in SFS 1682.

och Hans Kongl. 172 Nel 1686 venne varata una nuova legislazione ecclesiastica in base alla quale la Chiesa

rter såsom Hans passava, in sostanza, sotto il totale controllo della Corona (Kyrkio=Lag och Ordning). Questa

hen andre sijdanlegislazione è rimasta in uso fin verso la fine del XX secolo.

Apr. St. V. men 173 DLO nr. 131. L’introduzione dell’assolutismo regio segna di fatto per il ceto nobiliare l’inizio

er Christi Bördh della fine. Sulla storia dell’aristocrazia in Svezia si veda ERIKSSON B., Svenska adelns historia

erano coinvolti Stockholm 2011.

UNDBERG 174 Vd. pp. 452-453.

mondo Giovanni 175 Vd. p. 497.

176 Questa prima accademia fu attiva fino al 1665. Cfr. p. 391, nota 252, p. 466 con nota 19, p.

774, nota 408 e p. 884 con nota 90.

6). Su di lui vd. 177 Si veda il documento con il quale il sovrano rinnovava lo statuto e i privilegi per l’università

(RØRDAM 1868-1877, IV. Aktstykker og Breve, nr. 309, 5 ottobre 1596, pp. 424-426). Più tardi fu

Niels stabilito che per ottenere un incarico religioso nel territorio della Corona si dovesse possedere un

attestato rilasciato dall’università (ibidem, nr. 154, 7 novembre 1629, pp. 173-175; cfr. nr. 155,

medesima data, pp. 175-176).

178 Vd. p. 452.

desi in territorio 179 Tra l’altro fin dal 1566 egli vi aveva istituito la cattedra di greco (vd. ANNERSTEDT 1877

[C.7.3], pp. 60-61). Certo è vero che questo re appare, per certi versi, un principe rinascimentale:

una convenzionepossessore di una ricca biblioteca, si era dedicato alla composizione letteraria e musicale, al disegno,

allo studio dell’astronomia e della matematica. Ma è altrettanto vero che egli aveva coltivato i propri

interessi piuttosto sul piano personale.

Widh 180 Questo sovrano aveva infatti preferito fondare a Stoccolma un seminario teologico
(Pædagogicum theologicum) nel quale (in accordo con le tendenze religiose del sovrano) gli studenti

quale la Chiesavenivano istruiti nella dottrina cattolica (1576). Successivamente questo istituto fu trasformato in una

). Questascuola superiore (a orientamento luterano) che ebbe tuttavia vita piuttosto breve. Dal punto di vista

culturale Giovanni III mostrò interesse quasi esclusivo per l’architettura.

nobiliare l’inizio 181 Già nel 1593, in occasione del sinodo di Uppsala (cfr. p. 479) in cui egli (ancora duca) aveva

adelns historia,avuto un ruolo di primissimo piano, era stato stabilito che l’università dovesse essere rifondata (vd.

ANNERSTEDT 1877 [C.7.3], I, pp. 82-85). Più che da interessi culturali Carlo IX appare comunque

primariamente assorbito dal raggiungimento di obiettivi politici.

182 Ibidem, pp. 150-153, pp. 190-191, pp. 211-214 e pp. 265-266 (in riferimento alla biblioteca);

6 con nota 19, p.vd. inoltre i saggi compresi in LUNDSTRÖM S. (red.), Gustav II Adolf och Uppsala universitet, Uppsala

1982; cfr. pp. 502-503.

i per l’università 183 Vd. BERGMAN J., Universitetet i Dorpat under svenska tiden. Gustav II Adolfs sista

26). Più tardi fu kulturskapelse, Uppsala-Stockholm 1932.

se possedere un 184 Vd. p. 1360.

75; cfr. nr. 155, 185 Vd. AHNFELT P.G., Lunds universitetets historia, Första delen, Stockholm 1839, pp. 1-49.

186 Vd. SETH I., Universitetet i Greifswald och dess ställning i svensk kulturpolitik 1637-1815

Uppsala 1952.

1877 187 Come è stato detto in precedenza il primo ginnasio svedese fu fondato nel 1623 a Västerås da

e rinascimentale: Johannes Rudbeckius (cfr. p. 503 con nota 137). Agli istituti aperti durante il regno di Gustavo II

icale, al disegno, Adolfo diversi altri seguirono sotto Cristina e Carlo XI.

coltivato i propri 188 Questo fondo servì in primo luogo per le spese connesse alla pubblicazione di una nuova

edizione della Bibbia, uscita nel 1618 e nota come “Bibbia di Gustavo Adolfo”; cfr. p. 521, nota 206.

inario teologico 189 Vd. nota 152.


ano) gli studenti 190 Cfr. nota 146.

asformato in una 191 La prestigiosa ‘cattedra skytteana’ prende nome da Johan Skytte (1577-1645), precettore di

al punto di vistaGustavo II Adolfo, consigliere del Regno e cancelliere dell’Università di Uppsala che nel 1622 vi

fece istituire l’insegnamento di oratoria e scienze politiche (vd. ERICSON WOLKE L., “Historien on

cora duca) avevaJohan Skytte – Borgarsonen som blev kungens lärare”, in PH 1999: 1, pp. 52-56 e ANNERSTEDT 1877

re rifondata (vd.[C.7.3], pp. 195-198).

ppare comunque 192 Vd. p. 615 e p. 738.

193 Vd. pp. 601-603 e pp. 610-611.

alla biblioteca); 194 Vd. pp. 582-584 e pp. 630-631.

, Uppsala 195 Costui era figlio di Daniel Heinsius su cui cfr. nota 20.

196 Vd. WRANGEL E., “Om de främmande lärde vid drottning Christinas hof. Några anteckningar

II Adolfs sista ur utländksa arkiv”, in SHT XVII (1897), pp. 331-336.

197 Nel castello Tre Kronor di Stoccolma (vd. p. 618 con nota 415) confluirono tra l’altro i tesori

artistici frutto del saccheggio di Praga (vd. p. 562 con nota 146).

198 Cristina aveva anche ambizioni letterarie e scrisse saggi in francese, così come massime e

olitik 1637-1815,note di carattere autobiografico (vd. tra l’altro MEYER E., “Om drottning Kristinas literära verksamhet

i Italien”, in Samlaren, V [1884], pp. 65-114 e STOLPE 1975 (C.9.1), II, pp. 213-228).

23 a Västerås da 199 Vd. NORDSTRÖM J., “Några notiser om drottning Kristinas Akademier”, in Lychnos, 1940, pp.

no di Gustavo II333-341. Dal gruppo di coloro che la frequentavano provengono i fondatori dell’Accademia

dell’Arcadia (1690).

ne di una nuova 200 Va tuttavia constatato che con il miglioramento delle proprie condizioni economiche la

p. 521, nota 206. borghesia ebbe un qualche ruolo come ‘consumatore’ di cultura. Ciò vale anche per i più benestanti

fra i contadini.
201 Bastino come esempi studiosi di lingue orientali quali il danese Hans Svane (su cui cfr. nota

5), precettore di67) che ne divenne docente presso l’Università di Copenaghen a partire dal 1635, gli svedesi

che nel 1622 viJohannes Rudbeckius (su cui cfr. p. 503 con nota 137) e Gustav Peringer (che ebbe poi la dignità

L., “Historien onnobiliare assumendo il cognome Lillieblad, 1651-1710) ma, soprattutto, il celebre orientalista danese

1877Theodor Petræus (1630-1672), conoscitore di lingue come l’arabo, il copto, l’amarico, il persiano e

l’armeno.

202 Cfr. p. 567, p. 591, nota 289 e p. 619.

203 I collegi erano una sorta di ‘ministeri’ (che dovevano comunque rispondere alla superiore

autorità centrale) cui era affidata la gestione di una determinata materia (vd. oltre, pp. 667-668). Il

Collegio delle antichità, il cui primo presidente fu Georg Stiernhielm (vd. pp. 601-603 e pp. 610-611)

gra anteckningarfu istituito in relazione al decreto reale con il quale si ordinava di raccogliere tutto il materiale

antiquario riguardante il Paese (vd. p. 591 con nota 287).

ra l’altro i tesori 204 Significativo, da questo punto di vista, che nella Svezia della “grande potenza” alcuni giovani

nobili fossero invitati a studiare i documenti riservati custoditi nell’archivio di Stato – a cui nessun

come massime e altro se non lo storico del Regno (cfr. p. 534 con nota 20) aveva accesso – allo scopo di poter meglio

erära verksamhetservire gli interessi del Paese.

205 Dal 1692 questa istituzione sarà trasformata nell’Archivio delle antichità (Antikvitetsarkiv)

, 1940, pp.che, nonostante le notevoli difficoltà economiche, esisterà fino al 1780 (vd. SCHÜCK – WARBURG

dell’Accademia19853 [B.4]), II, pp. 168-170.

206 Costei era figlia del tesoriere reale Mogens Gøye (cfr. p. 463, nota 11).

economiche la 207 Cfr. p. 515, nota 179 e p. 503 con nota 137.

r i più benestanti 208 Vd. HUSÉN T., “Comenius and Sweden, and Bengt Skytte’s Sophopolis”, in Scandinavian

Journal of Educational Research, XLVII: 4 (2003), pp. 387-398 e GÖRANSSON S., “Comenius och
(su cui cfr. notaSverige 1642-48”, in Lychnos, 1957-1958, pp. 102-137, dove si rilevano gli aspetti politico-religiosi

635, gli svedesi del rapporto tra Comenio e la Svezia nel quadro della situazione storica dell’epoca. Comenio del

be poi la dignitàresto era influenzato dalle idee di Wolfgang Ratke (Ratichius, 1571-1635), il quale aveva presentato

ientalista danese le proprie proposte pedagogiche al re Gustavo II Adolfo e al cancelliere Oxenstierna. Si noti, tra

co, il persiano e l’altro, che il famoso testo di Comenio, Janva lingvarum, apparve in traduzione svedese nel 1640.

209 Vd. p. 498 e p. 504.

210 Un ‘pedagogo’ come Johannes Gezelius mostra, a esempio, di aver ben presente l’importanza

re alla superioredel libro come fondamentale strumento di diffusione della cultura, facendo pubblicare testi sia in

pp. 667-668). Ilsvedese sia in finnico da diffondere nelle scuole della sua diocesi. A questo scopo egli aveva fondato

3 e pp. 610-611) a Åbo nel 1668 una stamperia propria.

utto il materiale 211 In Norvegia, in particolare, a Oslo (anche se il diritto di conferire la ‘maturità’ venne concesso

anche alle scuole di Bergen, Stavanger e Trondheim; vd. SJÖSTRAND 19652 [C.9.3], pp. 220-221; cfr.

a” alcuni giovanipp. 507-508 con nota 148); in Islanda presso i vescovati di Skálholt e Hólar.

o – a cui nessun 212 Sui suoi interessi e i suoi testi nell’ambito dell’antica letteratura nordica vd. PÉTURSSON E.G.,

o di poter meglioEddurit Jóns Guðmundssonar lærða. Samantektir um skilning á Eddu og að fornu í þeirri gömlu

norrænu kölluðust rúnir bæði ristingar og skrifelsi, I (“Þættir úr fræðasögu 17. aldar”), Reykjavík

)1998. Vd. anche GUTTORMSSON H., “Um ævi og verk Jóns lærða”, in Glettingur, XVIII: 3 (2008), pp.

ARBURG 28-32.

213 Essi sono relativi al periodo tra il 1440 e il 1646. A lui sono stati per lungo tempo attribuiti

anche gli Annali groenlandesi (Grænlands annáll) che lo studioso Ó. Halldórsson ha invece

dimostrato essere opera di Jón Guðmundsson l’Erudito. Björn Jónsson di Skarðsá infatti si sarebbe

Scandinavianlimitato ad ampliarli e correggerli in qualche punto (vd. JÓN GUÐMUNDSSON, Grænlands annáll in

“Comenius ochEF).
politico-religiosi 214 Vd. GUTTORMSSON Þ., Brynjólfur biskup Sveinsson, [Reykjavík] 1973, HARÐARSON G.,

ca. Comenio del“Brynjólfur Sveinsson. En filosofisk orienteret humanist i det 17. århundrede“, in LNNER, pp. 133-

aveva presentato 142 e anche “Brynjólfur Sveinsson, biskup”, in BR, pp. 21-24. Secondo la consuetudine degli

erna. Si noti, tra umanisti Brynjólfur aveva trasposto il proprio nome in latino definendosi lupus loricatus (islandese

brynja, f., “corazza” e úlfur, m., “lupo”).

215 Vd. p. 667 con nota 610. Páll Björnsson di Selárdalur è tuttavia ricordato anche come

nte l’importanza direttamente coinvolto in processi per stregoneria e relative condanne al rogo; su di lui vd.

icare testi sia inÞORSTEINSSON H., “Páll Björnsson prófastur í Selárdal”, in MÍ III, 1964, pp. 43-84.

gli aveva fondato 216 Un monopolio in molti casi difeso gelosamente: basti pensare che quando nel 1649 il vescovo

di Skálholt, Brynjólfur Sveinsson ottenne l’autorizzazione a impiantare una stamperia presso la sua

’ venne concessodiocesi, Þorlákur Skúlason (1597-1656), vescovo di Hólar (dal 1628 alla morte) si oppose con ogni

pp. 220-221; cfr.mezzo, riuscendo a far naufragare il progetto.

217 Di Oddur Einarsson è noto che ebbe un aspro conflitto con Herluf Trolle Daa (1565-1630),

E.G.,governatore danese dell’isola dal 1606 al 1619, un personaggio per altro assai malvisto dagli

u í þeirri gömlu Islandesi. Su di lui vd. STEINDÓRSSON S., “Oddur Einarsson biskup: 1559-1630”, in ÍN, pp. 8-15.

dar”), Reykjavík 218 Le sue premesse e le fonti alle quali ci si rifece sono riportate in LINDROTH 1961.

III: 3 (2008), pp. 219 Vd. p. 535 con nota 22.

220 Anche questo discorso, come quello attribuito a Hemming Gadh (su cui vd. p. 536 con nota

tempo attribuiti27), è riportato nella Storia di tutti i re degli Svedesi e dei Goti di Johannes Magnus, XVI, capp. 28-

rsson ha invece30 (pp. 533-538). A quanto pare su proposta del medesimo Nicolaus Ragvaldi l’esclusiva

infatti si sarebbediscendenza del Regno di Svezia da quello dei Goti verrà inserita nella parte iniziale della “sezione

inrelativa al re” (konungsbalken) della Legge generale per il Paese emanata da Cristoforo di Baviera

nel 1442 (Konungx balker, I, p. 11; cfr. p. 355, nota 111). Quando (1734) questa legge sarà
G.,modificata, questo preambolo verrà tuttavia mantenuto; ed. cit. pp. 1-5); vd. HOLMBÄCK Å., “Om

, pp. 133- företalet till 1734 års lag och dennas stadfästelse”, in Lychnos, 1938, pp. 333-364. In proposito si

nsuetudine deglirimanda a TENGSTRÖM L., “Muschoviten – Turcken icke olijk”. Ryssattribut, och deras motbilder, i

(islandese svensk heraldik från Gustav Vasa till freden i Stolbova, Jyväskylä 1997, pp. 340-416 e anche pp.

416-429 (sul mito dei ‘Goti svedesi’ in Finlandia). Vd. anche SÖDERBERG F.F.V., Nicolaus Ragvaldi

ato anche come och Baselkonciliet, Upsala 1902; LOSMAN B., “Nikolaus Ragvaldis gotiska tal”, in Lychnos, 1967-

; su di lui vd.1968, pp. 215-221 e SVENNUNG 1967, pp. 34-43.

221 Vd. pp. 538-539.

1649 il vescovo 222 Vd. pp. 322-323.

ria presso la sua 223 Su cui cfr. pp. 496-497, p. 517, p. 604 e p. 636, nota 499.

oppose con ogni 224 In riferimento a questo scritto cfr. OLRIK A., “Bråvallakvadets kæmperække. Tekst og

oplysninger. VIII Tillæg: Kristiern Pedersens oversættelse”, in ANF X (1894), pp. 283-284.

Daa (1565-1630), 225 Vd. oltre, 10.5.3.

i malvisto dagli 226 Questi testi sono raccolti da C.J. Brandt in CHR. PEDERSENS Danske Kröniker (EF). Oltre a

Saxo grammaticus egli mostra di ben conoscere la Cronaca in rima (su cui vd. pp. 395-396), le

ballate e i racconti della tradizione popolare, oltre che fonti islandesi.

227 Egli a esempio crede di poter affermare che tanto l’imperatore romano Aureliano quanto le

p. 536 con notaAmazzoni erano in realtà danesi: vd. p. 336 e pp. 347-350, rispettivamente.

, XVI, capp. 28- 228 Vd. PETERSEN – ANDERSEN 1932-1934 (B.4), I, pp. 153-154 e pp. 227-230. Ogier è detto da

valdi l’esclusivaChristiern Pedersen figlio del re danese Goffredo, personaggio la cui esistenza è storicamente

le della “sezioneattestata (cfr. pp. 133-134).

oforo di Baviera 229 Sul che si rimanda a p. 396 con nota 269. Su Anders Sørensen Vedel vd. tra l’altro KARKER

uesta legge sarà A., Anders Sørensen Vedel og den danske krønike, København 1954.
Å., “Om 230 Vd. pp. 535-536.

. In proposito si 231 Testo ritrovato nella Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen da Johan

eras motbilder, iNordström e da lui pubblicato.

416 e anche pp. 232 In questo contesto va inquadrata, a esempio, la rappresentazione avvenuta in occasione

colaus Ragvaldidell’incoronazione di Gustavo II Adolfo, nella quale il re in persona interpretava il leggendario

, 1967-sovrano dei ‘Goti’ Berig (o Berich, citato da Giordane in Getica, IV, 25 e XVII, 94-95 e ripreso da

Johannes Magnus nella sua Historia de omnibus Gothorum [...], I, XIV, p. 37), che aveva guidato i

suoi in gloriose imprese (non da ultimo nei territori del Baltico!); vd. RINGMAR 1996 (C.9.1), p. 160.

233 Genealogia Sigismundi tertii; cfr. pp. 478-479.

234 In questa veste egli entrò in acerrimo conflitto con Johannes Rudbeckius (vd. p. 503 con nota

ække. Tekst og137).

235 Che attaccò a esempio ironizzando sui risultati del lavoro dello storico del Regno danese Hans

Svaning (su cui cfr. nota 20).

(EF). Oltre a 236 Il nome Disa fa palese riferimento alle figure sovrannaturali della mitologia nordica note

pp. 395-396), lecome dísir (sing. dís), su cui vd. pp. 176-177. Cfr. il testo tratto dall’opera di Olaus Magnus e

riportato alle pp. 595-597. Nel castello di Venngarn (a nord di Sigtuna nell’Uppland) si trova una sala

eliano quanto le nella quale è raffigurata la storia di Disa. L’opera (che fu eseguita negli anni ’80 del XVII secolo)

viene attribuita a un pittore di nome Lorenz Wolter. Vd. BYGDÉN L., “Några studier rörande Disa-

Ogier è detto dasagan”, in Samlaren, XVII (1896), pp. 21-74. Sulla produzione teatrale di Messenius vd. LIDELL H.,

è storicamenteStudier i Johannes Messenius dramer, Uppsala 1935.

237 Essa fu tuttavia pubblicata solo negli anni 1700-1705. Vi si tratta oltre che di Danimarca,

ARKER Svezia e Norvegia, anche dell’Islanda e della Groenlandia. Su Messenius si vedano SÖDERBERG V.,

Historieskrifvaren Arnold Johan Messenius, Upsala 1903 e SCHÜCK H., Messenius. Några blad ur
vasatidens kulturhistoria, Stockholm 1920.

aghen da Johan 238 Su quest’opera vd. OLSSON H., Johannes Messenius Scondia illustrata. Studier i verkets

tillkomsthistoria och medeltidspartiets källförhållanden, Lund 1944.

uta in occasione 239 Vi si tratta infatti anche di natura e clima, usi e costumi, fauna e conformazione geografica,

a il leggendario consuetudini e leggende popolari.

4-95 e ripreso da 240 Essa fu tuttavia resa in svedese solo a partire dal 1909 (Historia om de nordiska folken, I-IV,

aveva guidato i Stockholm 1909-1925); un quinto volume di commento (Kommentar) è apparso nel 1951 (ried. 1976

e 1982).

241 L’intitolazione ne rivendica la scientificità precisando che essa è “diligentissime elaborata”.

p. 503 con notaIl che non impedisce all’autore di elencare gli Unni, le Amazzoni, gli Svizzeri e i Bulgari fra i popoli

che sarebbero emigrati dal Nord, né di disegnare la Danimarca come un Paese dalle dimensioni

gno danese Hansinsignificanti. Vd. innanzi tutto BRENNER O., “Die ächte Karte des Olao Magno vom Jahre 1539 nach

dem Exemplar der Münchener Stastsbibliothek”, in Christiania Videnskabs-Selskabs Forhandlinger

gia nordica note1886, n:o 15 e anche RICHTER H., Olao Magno’ Carta marina 1539, Uppsala 1967.

Olaus Magnus e 242 Cfr. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 530-532.

si trova una sala 243 In GRAPE 1942, pp. 356-357 sono evidenziati i passi dell’opera in cui Olaus esprime il proprio

del XVII secolo)giudizio nei confronti della ‘piccola’ Danimarca e dei suoi abitanti che definisce, tra l’altro,

er rörande Disa-naturalmente predisposti alla tirannia, alla crudeltà e alla sregolatezza.

H., 244 Insieme alla prima parte fu pubblicato un voluminoso atlante relativo all’opera. Nel 1702 (cfr.

p. 631 con nota 481), quando un disastroso incendio devastò Uppsala distruggendo anche tutto il

e di Danimarca,materiale posseduto da Rudbeck, egli aveva già fatto pubblicare una parte del quarto volume. Ma il

V., lavoro non poté essere terminato in quanto la morte lo colse in quel medesimo anno. Sugli aspetti

. Några blad urbibliografici dell’opera si rimanda a KLEMMING G.E., Anteckningar om Rudbecks Atland, Stockholm
1863.

Studier i verkets 245 Comunemente nota come Atlantica. Snorri Sturluson (vd. p. 287, nota 13) informa nella Saga

degli Ynglingar (cap. 8) che Mannheimar (“Paese degli uomini”) era il nome dato alla Svezia da

zione geografica, Odino e dagli Asi quando essi vi si erano stabiliti. Rudbeck spiega tuttavia che il nome Manheim va

ricondotto al tacitiano Mannus (Germania, cap. 2) che indicherebbe il dio Njörðr (al quale viene tra

, I-IV, l’altro attribuita la fondazione della città di Menfi in Egitto!): vd. IV, I-IV, pp. 122-133 (cfr. I, p. 287

1951 (ried. 1976= cap. XIII, III), l’allusione a Menfi (Menby) a p. 131. Su Njörðr vd. pp. 174-175.

246 Atland sive Manhem; la traduzione non fu tuttavia eseguita dall’autore (vd. SCHÜCK –

sime elaborata”.WARBURG 19853 [B.4], II, pp. 256-257 con nota 1).

lgari fra i popoli 247 Per superare l’evidente difficoltà geografica derivante dall’indicazione di Platone, secondo il

dalle dimensioniquale Atlantide sarebbe un’isola, Rudbeck fa notare che nel testo greco viene utilizzato il termine ν

Jahre 1539 nachσος che significa “isola” ma può anche essere riferito a un promontorio (I, p. 95 = cap. VII, IV).

s Forhandlinger 248 Vd. p. 289, nota 18.

249 Uno dei pochi che si opposero alle fantasie rudbeckiane fu l’antiquario del Regno Johan

Hadorph (cfr. p. 591).

sprime il proprio 250 La figura di Rudbeck fu efficacemente commemorata e riproposta all’attenzione degli studiosi

isce, tra l’altro,svedesi da Per Daniel Amadeus Atterbom (su cui vd. pp. 923-924) con uno scritto dal titolo Minne af

Olof Rudbeck den äldre (testo in Minnesteckningar och tal, parte I [= vol. VI: I di ASSOS, Örebro

a. Nel 1702 (cfr. 1869, pp. 1-244]).

do anche tutto il 251 È a esempio praticamente certo che sia stato un seguace delle teorie di Rudbeck a manipolare

o volume. Ma il il manoscritto della Bibbia di Ulfila (cfr. nota 146) per portare sostegno alle di lui tesi. Vd. V. FRIESEN

no. Sugli aspettiO. – GRAPE A., Om Codex Argenteus. Dess tid, hem och öden, Uppsala 1928, pp. 152-154. J.V.

, Stockholm Johansson (“De Rudbeckianska förfalskningarna i Codex Argenteus”, in NTBBV XLII [1955], pp.
12-27) ha analizzato a fondo la questione, giungendo alla conclusione che il falsario sia stato Carl

Saga(Carolus) Lundius (1638-1715), all’epoca stimato studioso di scienze giuridiche e cognato di

o alla Svezia daRudbeck (su di lui cfr. nota 616). Portando l’interpretazione del passo falsificato (Vangelo di

me Manheim va Giovanni, X, 23) alle estreme conseguenze si sarebbe addirittura potuti arrivare a sostenere che

l quale viene tra Cristo era stato nel tempio di Uppsala! Vd. anche MUNKHAMMAR 2011 (indicazioni in nota 146), pp.

33 (cfr. I, p. 287148-149.

252 Vd. SCHÜCK – WARBURG 19853 (B.4), II, pp. 263-264.

– 253 Jonas Ramus era il marito della celebre Anna Colbjørnsdatter, l’eroina della grande guerra

nordica (1700-1721) il cui nome resta legato all’attacco sferrato contro gli Svedesi a Norderhov in

atone, secondo ilRingerike nella notte tra il 28 e il 29 marzo 1716; vd. oltre, p. 682.

254 Un interessante precedente che quanto a fantasie patriottarde e a conclusioni stravaganti

potrebbe facilmente competere con l’Atlantide è fornito dal teologo Petrus Bång (1633-1696) il quale

in una storia della Chiesa svedese dal titolo Chiesa degli antichi Sveogoti o storia ecclesiastica dei

del Regno Johanprimi abitanti delle terre sveogotiche (Priscorum Sveogothorum ecclesia, seu historia ecclesiastica

de priscis Sveogothicae Terraæ colonis [...], 1675) sosteneva che Adamo era verosimilmente vissuto

ne degli studiosiin Svezia dove avrebbe potuto addirittura essere vescovo! (I, VI, pp. 26-29).

Minne af 255 Qui merita una citazione il lagmann (vd. p. 373) Mattis Størssøn (ca.1500-1569) che fin dal

, Örebro 1551 aveva completato una sintesi della prima parte dell’opera di Snorri. Questo lavoro fu diffuso in

copie una delle quali venne in possesso dello storico danese Arild Huitfeldt (vd. p. 539) e fu da lui

eck a manipolarefatta pubblicare a Copenaghen nel 1594: Cronaca e imprese dei re norvegesi, fino al tempo del

RIESENgiovane Re Håkon, che morì nell’anno 1263 (Norske Kongers Krønicke oc bedrifft, indtil unge Kong

p. 152-154. J.V.Haagens tid, som døde: Anno Domini 1263). Si tratta dunque della prima storia norvegese a essere

XLII [1955], pp.stampata (anche se il titolo, l’introduzione e alcune parti sono scritti a mano). Dal momento che la
io sia stato Carlcuratela del lavoro fu affidata a Jens Mortensen (erudito ed ecclesiastico morto nel 1595), esso è stato

he e cognato dierroneamente considerato la “Traduzione delle saghe di Jens Mortensen” (Jens Mortensens saga

diøversættelse); vd. STORM G., “Et gjenfundet Haandskrift af Mattis Størssons Sagaoversættelse”, in

a sostenere che NHT V [1886], pp. 271-272. È in ogni caso più che verosimile che anche in precedenza fosse

in nota 146), pp.disponibile almeno una versione dell’opera di Snorri, utilizzata in particolare da Christiern Pedersen

per le sue Cronache (cfr. p. 579); vd. PETERSEN – ANDERSEN 1932-1943 [B.4], I, p. 221 e p. 417.

256 Sulla Heimskringla vd. p. 321. Su Peder Claussøn Friis vd. FAYE A., Peder Clausson.

la grande guerraSogneprest til Undal, Christiania 1858.

a Norderhov in 257 Tutti e quattro i principali manoscritti in cui questo testo ci è conservato transitarono in

Danimarca, seppure solo due di essi – il Codex Regius (Gml. kgl. sml. 2367, 4to) e il Codex

sioni stravagantiWormianus (AM 242 fol.) – vi siano a lungo rimasti prima di essere restituiti all’Islanda. Vd. SNORRI

33-1696) il qualeSTURLUSON, Edda. Gylfaginning og prosafortellingene av Skáldskaparmál, pp. V-VII.

ecclesiastica dei 258 Per la ragione in base a cui le due opere, sostanzialmente diverse, portano lo stesso titolo di

ria ecclesiasticaEdda vd. p. 287 e p. 290.

milmente vissuto 259 Di Brynjólfur Sveinsson (cfr. p. 576 con note 214 e 216 e p. 623) è noto che fu in possesso di

altri importanti manoscritti tra cui uno contenente la Saga di Njáll, del Libro di Flatey, del

1569) che fin dalmanoscritto noto come Konungsbók contenente il codice di leggi islandesi detto Grágás e della

oro fu diffuso incosiddetta Pergamena marcia (Morkinskinna); su queste opere vd. p. 313 e pp. 423-424.

539) e fu da lui 260 L’edizione è del 1645 (sebbene la data indicata sul frontespizo sia 1644), così come il

no al tempo delcommento, dal titolo Note più esaurienti (Notæ uberiores). Su Stephanius vd. RØRDAM H.FR., “Den

indtil unge Kong kongelige Historiograf Steffen Hansen Stephanius”, in Historiske Samlinger og Studier vedrørende

rvegese a essere Danske Forhold og Personligheder især i det 17. Aarhundrede, Kjøbenhavn 1891, I, pp. 1-74 e pp.

momento che la193-275.


595), esso è stato 261 Questo carme (edito in Skj I: A, pp. 641-649, B, p. 649-656) è stato composto (verosimilmente

Mortensens saganelle Orcadi) nel XII secolo. Tuttavia la tradizione lo attribuiva al leggendario eroe Ragnarr Brache

oversættelse”, indi pelo il quale, fatto gettare dal suo nemico Ella in una fossa di serpenti, di fronte alla morte avrebbe

precedenza fossevoluto ricordare in versi il proprio glorioso passato. Uno dei manoscritti che lo riporta contiene anche

ristiern Pedersen la Saga di Ragnarr; incentrata sulla medesima figura (cfr. p. 107 con nota 36 e p. 134, nota 137) e

nella quale l’episodio della fossa dei serpenti è, naturalmente, riferito (cap. 15); cfr. Saxo

Peder Clausson.Grammaticus, Gesta Danorum, IX, IV, 38; vd. SIMEK – PÁLSSON 1987 (B.4), p. 218. Il titolo della

traduzione danese, piuttosto libera, è Dardo dei Danesi, vale a dire il dardo o l’arma danese, che

o transitarono inpresenta un’antica canzone eroica sul coraggio e le azioni valorose dell’uomo danese, composto da

Codex Ragnarr Brache di pelo, tradotto dall’antico danese. Con piccole spiegazioni ai margini, dove

NORRIoccorre (Bildur Danskum, det er, den danske Bilde eller Kaarde, præsenterende en gammel Kiempe

Vise om danske Mands tapperhed oc mandelige gierninger, dictet aff Regner Lodbrog, aff den gamle

o stesso titolo di danske udsat. Med smaa Forklaringer udi Brederne, huor behoff giøris). In precedenza una

traduzione latina del medesimo carme (fatta da Magnús Ólafsson, cfr. nota successiva) era stata

fu in possesso di inserita nell’opera Runir seu Danica Literatura antiqvissima di Ole Worm (sul quale più avanti).

, del 262 Laufás (nel nord dell’Islanda sull’Eyjafjörður) era la parrocchia islandese in cui operava

e della l’ecclesiastico e letterato Magnús Ólafsson (1573-1636), il quale rielaborò il testo di Snorri e lo

tradusse in parte in latino. Entrato in possesso di una copia di questo lavoro, accompagnata dalla

4), così come iltraduzione danese, Resen fece completare quella latina da Þormóður Torfason (su cui poco oltre) e la

., “Dendiede alle stampe.

udier vedrørende 263 Vd. p. 291.

I, pp. 1-74 e pp. 264 Vd. p. 292.

265 In realtà alcuni versi dell’Edda poetica (due strofe della Predizione dell’Indovina) erano stati
(verosimilmentepubblicati in precedenza, in quanto Stephan Hansen Stephanius li aveva inseriti nel suo commento a

Ragnarr BracheSaxo grammaticus.

la morte avrebbe 266 Vd. p. 612.

a contiene anche 267 Vd. GUÐMUNDUR ANDRÉSSON, Discvrsvs oppositivus […], pp. XX-XXII. Su di lui: JÓNSSON F.,

134, nota 137) e “Guðmundur Andrjesson fornfræðingur (dáinn 1654)”, in Sögusafn Stefnis, Akureyri 1894-1895, II,

15); cfr. Saxopp. 3-22.

18. Il titolo della 268 Vd. oltre, p. 759.

rma danese, che 269 Vd. pp. 123-124 con nota 98. Il suo testo Storia dell’antico Vínland (Historia Vinlandiæ

ese, composto daantiqvæ) uscì nel 1705.

i margini, dove 270 Su di lui HERMANNSSON H., “Þormóður Torfason 1636-1719”, in MÍ IV (1965), pp. 39-72;

gammel KiempeTITLESTAD T. (red.), Tormod Torfaeus. Ei innførimg, Hafrsfjord 2001; “Þormóður Torfason,

og, aff den gamlesagnaritari”, in BR, pp. 33-36 e anche JACOBSEN A.U. – SYNNØVE VEA M. ET AL. (red.), Den nordiske

precedenza una histories fader Tormod Torfæus, Karmøy 2004.

essiva) era stata 271 Purtroppo una gran parte della sua raccolta è andata perduta nell’incendio di Copenaghen del

1728 (cfr. p. 685, nota 32). Vd. “Árni Magnússon, prófessor”, in BR, pp. 37-40 e JÓNSSON M., Árni

in cui operavaMagnússon. Ævisaga, Reykjavík 1998. Il celebre scrittore islandese Halldór Laxness (vd. pp. 1168-

o di Snorri e lo1169, p. 1173 e p. 1175) si è ispirato ad Árni Magnússon per il personaggio di Arnas Arnæus nel

ompagnata dallaromanzo storico La campana dell’Islanda (Íslandsklukkan), uscito a Reykjavík in tre parti tra il 1943

i poco oltre) e lae il 1946.

272 Vd. p. 396 con nota 269 e p. 518, nota 192; su Peder Syv vd. pp. 599-600. Un’approfondita

analisi del mondo culturale delle folkeviser tra il 1500 e il 1700 si trova in LUNDGREEN-NIELSEN –

RUUS 1999-2002.

) erano stati 273 Come è stato detto (vd. p. 134, nota 137) potrebbe forse essere possibile identificare il
suo commento a leggendario Ragnarr Brache di pelo, al quale i versi sono attribuiti (vd. sopra, nota 261), con il re

danese Horik vissuto nel IX secolo.

274 Vd. p. 630.

F., 275 Alla sua raccolta apparteneva anche uno dei due celebri corni d’oro di Gallehus (vd. p. 87,

ri 1894-1895, II,nota 91).

276 Si trattava di calendari perpetui nei quali venivano segnati i giorni della settimana (indicati dai

primi sette segni dell’alfabeto runico) e i numeri aurei. In taluni casi essi indicavano anche le festività

storia Vinlandiæreligiose. Di loro parla anche Olaus Magnus (Historia de gentibus septentrionalibus, I, XXXIV).

277 Vd. 2.5.

965), pp. 39-72; 278 Saxo grammaticus vi fa riferimento nella sua opera, innanzi tutto nel Prologo (Gesta

móður Torfason,Danorum, Præfatio, I, 3) e successivamente in diversi altri luoghi (per il dettaglio e il commento

Den nordiskerelativo vd. SAXO GRAMMATICUS 1979-1980 [Abbr.], II, p. 207 alla voce runes con i rimandi ivi

indicati). Egli del resto ricorda anche le tombe megalitiche, attribuendone la costruzione ai giganti

Copenaghen del che un tempo popolavano la Danimarca (Gesta Danorum, Præfatio, III; cfr. p. 29, nota 62).

Árni 279 Va qui ricordato che nel 1586 Caspar Markdanner (1533-1618), signore di Koldinghus nello

ss (vd. pp. 1168-Jutland meridionale, fece recuperare e risistemare la grande pietra runica di Jelling (cfr. p. 135)

rnas Arnæus neldestando l’interesse e l’ammirazione del mondo culturale europeo.

e parti tra il 1943 280 Specie nell’ambiente rurale nei cosiddetti ‘calendari runici’ (vd. sopra, nota 276); cfr. p. 84

con nota 77.

Un’approfondita 281 I, XXXVI. Anche il riformatore Olaus Petri (vd. p. 472 e pp. 500-501) aveva mostrato interesse

–al riguardo: suo è un breve scritto Sulla scrittura runica (Om runskrift). In proposito si veda SCHÜCK

H., “Några småskrifter af Olavus Petri”, in Samlaren, IX (1888), pp. 5-15.

le identificare il 282 Vd. p. 572.


a 261), con il re 283 Si vedano, in particolare la Tavola runica del 1599 e il cosiddetto Abbecedario runico (Rvna

ABC-boken, 1611; su Bureus cfr. p. 601 con nota 337). L’approccio di Bureus allo studio delle rune è

per molti versi scientifico, il che non impedirà ad altri studiosi di proporre teorie del tutto fantasiose,

lehus (vd. p. 87,come farà Olof Rudbeck il quale nell’Atlantica si spingerà ad affermare che l’alfabeto runico non

soltanto presenta forti somiglianze con quello greco, ma ne è – addirittura – il modello (avendo tanto

mana (indicati dai i Fenici quanto i Greci copiato dai Nordici!) e costituisce la più antica forma di scrittura esistente (I,

anche le festivitàpp. 524-542 = cap. XXXVIII; III, pp. 11-85 = cap. II).

284 Nel 1651 questo testo fu completato con la pubblicazione delle Aggiunte ai monumenti danesi

(Additamenta ad monumenta danica).

Gesta 285 SECHER (Abbr.) IV (1897), nr. 18, 11 agosto 1622, pp. 19-20 e DKL III, nr. 94, p. 88. Fin dal

o e il commento1596 il re Cristiano IV aveva inviato un’ordinanza ai sudditi islandesi perché consegnassero

on i rimandi ivi documenti e oggetti antichi utili per lo studio della storia (KFAaBI II, pp. 206-207, nr. XXVIII, 17

uzione ai giganti aprile 1596).

286 Vd. ALMGREN O., “Om tillkomsten av 1630 års antikvarie-institution”, in FV 1931, pp. 28-47.

Koldinghus nello 287 Kongl. Myst.ts Placat och Påbudh om Gamble Monumenter och Antiquiteter Tryckt aff Georg

ng (cfr. p. 135) Hantsch, Åhr 1666 (28 novembre); di interesse in proposito può essere il volume di saggi: BAUDOU

E. – J. MOEN (red.), Rannsakningar efter antikviteter – ett symposium om 1600-talets Sverige,

276); cfr. p. 84Stockholm 1995. Un decreto analogo verrà emanato nel 1735: Kongl. Maj:ts Nådige Förordning

Angående Gambla Skrifters och Handlingars framskaffande til uplysning uti Historie Och

mostrato interesseAntiquiteterne. Gifwen Stockholm i Råd-Cammaren den 20. Martii 1735 (SFS 1734-1735).

CHÜCK 288 Vd. p. 601 con nota 337.

289 Altri testi di grande importanza finirono nel possesso svedese grazie al cancelliere Magnus de

la Gardie (cfr. p. 567, p. 574 e p. 619) il quale, quando la vedova di Stephan Hansen Stephanius (vd.
Rvnap. 586 con nota 260) trovandosi in difficoltà economiche mise in vendita la biblioteca del marito, la

udio delle rune èacquisì donandone poi gran parte alla biblioteca dell’Università di Uppsala.

tutto fantasiose, 290 Il cognome Peringskiöld fu da lui assunto (in sostituzione dell’originario Peringer) a partire

abeto runico non dal 1793 quando ottenne la dignità nobiliare.

lo (avendo tanto 291 Costui tra l’altro fece giungere in Svezia diversi importanti manoscritti islandesi ora

ttura esistente (I, conservati presso la Biblioteca reale (Kungliga biblioteket) di Stoccolma. Qui si trovano anche

(sebbene l’attribuzione non sia del tutto certa) otto suoi volumi manoscritti in folio (1693) contenenti

onumenti danesiun dizionario islandese che arriva fino alla lettera S: GUDMUNDUS OLAI (OLSSON), Lexicon Islandico-

Latinum (N2: 1-8); nella medesima biblioteca sono conservati altri otto volumi manoscritti in quarto

94, p. 88. Fin daldi un Lessico islandese (Lexicon Islandicum) che presentano molte correzioni e cancellature (N 1:1-

é consegnassero8): questi potrebbero essere i lavori preparatori dell’opera.

, 17 292 I riferimenti sono, evidentemente, da considerare nella prospettiva di una storia assolutamente

‘favolosa’. Tuttavia la Saga di Hervör e di re Heiðrekr (Hervarar saga ok Heiðreks konungs)

conserva nella parte finale (palesemente estranea al resto del racconto) notizie di una qualche

Tryckt aff Georgsostanza storica relative alle antichità svedesi (cap. 20). Sulle saghe leggendarie vd. 5.2.4.

AUDOU 293 Imbarcato alla volta della Danimarca dove avrebbe dovuto condurre gli studi superiori, Jón

0-talets Sverige, Rúgman fu fatto prigioniero dagli Svedesi, quando la sua nave fu da loro catturata. Fu così trasferito

dige Förordning a Uppsala dove completò gli studi. Lavorò poi sino alla morte al loro servizio.

i Historie Och 294 Proseguendo il lavoro di Bureus sulle rune egli pubblicò tra l’altro nel 1675 una Breve

introduzione alla runografia scandinava antica (Manuductio compendiosa ad runographiam

scandicam antiqvam). Il suo lessico islandese dal titolo Indice dell’antica lingua scito-scandinava o

lliere Magnus degotica (Index lingvæ veteris scythoscandicæ sive gothicæ) fu pubblicato postumo (1691) a cura di

n Stephanius (vd. Olof Rudbeck.


ca del marito, la 295 Vd. sopra, p. 482 con nota 76.

296 In questa prospettiva merita una citazione la traduzione della cosiddetta Hirðskrá (vd. p. 211

eringer) a partirecon nota 434) pubblicata a Copenaghen nel 1594 a cura di Arild Huitfeldt (vd. p. 539): La Legge di

corte norvegese [...] (Den Norske Hirdskra [...]).

ti islandesi ora 297 L’opera fu scritta attorno al 1567 ma fu pubblicata (in forma riassuntiva) solo alla fine del

i trovano ancheXVIII secolo (vd. SUHM P.F., Samlinger til den Danske Historie, II, I, Kjøbenhavn 1781, pp. 33-102:

1693) contenenti M. Absolon Pedersens Norges Beskrivelse) e, in forma completa, solo alla fine del XIX. Sull’autore

exicon Islandico-vd. pp. 508-509; cfr. p. 643, nota 522.

in quarto 298 Un aspetto di questa questione è analizzato in SUPPHELLEN S., “Den historisktopografiske

N 1:1-litteraturen i Noreg i siste halvparten av 1700-talet, regionalisme eller nasjonalisme?”, in Heimen,

XVIII, 1979: 4, pp. 198-211 dove si rileva come questo particolare tipo di patriottismo sia uno dei

ia assolutamente fondamenti del forte spirito nazionalitico che si esprimerà in Norvegia dopo il 1814.

) 299 Su di lui RØRDAM H. FR., “Efterretninger om M. Jon Jensen Kolding”, in Ksam V (1869-

di una qualche 1871), pp. 378-400.

300 Il titolo completo è: Veritiera descrizione della Norvegia e delle isole circostanti, contenente

di superiori, Jónciò che è degno di essere conosciuto, sia a riguardo del Paese sia della situazione e condizioni degli

Fu così trasferitoabitanti, sia nel tempo passato sia ai nostri giorni; Brevemente compendiata da S. PEDER CLAUSSØN

pastore di Undal (Norriges Oc Omliggende Øers sandfærdige Beschriffuelse, Indeholdendis huis

Brevevært er at vide, baade om Landsens oc Indbyggernis Leilighed oc vilkor, saa vel i fordum tid, som nu

d runographiami vore Dage; Korteligen tillsammen fattit Aff H. PEDER CLAUSSØN, Sogne præst i Undal). In

ito-scandinava oprecedenza egli aveva composto anche scritti Sull’Islanda (Om Island) e la Groenlandia (cfr. pp. 758-

(1691) a cura di 759).

301 L’opera uscì una prima volta a Bergen nel 1739; una vera e propria edizione fu stampata
tuttavia solo nel 1763. L’autore amava sottolineare la sua appartenenza a quelle terre remote. In un

(vd. p. 211testo poetico dal titolo Una richiesta alla Signora Dorthe Engelbretsdatter per una copia dei suoi

La Legge di canti (En Begiæring til Mad. Dorethe Engebrets-Daatter [sic] om et Exemplar af hendis Sange) egli

si esprime così: “Un umile saluto/ del resto io voglio mandare/ Petter Dass son di nome/ del mondo

olo alla fine del sto al limitare” (“Een ydmyg Salutatz/ For Resten vil jeg sende;/ Mit Navn er Petter Dass,/ Som boer

781, pp. 33-102:mod Verdens Ende”; in PDSV, I, pp. 266-268, la citazione da p. 268). Su questo autore vd. MIDBØE

XIX. Sull’autoreH., Petter Dass, Oslo 19972; HANSEN K., Petter Dass. Mennesket, makten og mytene, Sandnessjøen

2006 e RIAN Ø., “Petter Dass – Nordlands trompet”, in FNKF, pp. 156-183; SKARD S., “Petter Dass”,

orisktopografiskein Edda. Nordisk Tidsskrift for litteraturforskning, XXXII (1932), pp. 1-17. Su Dorthe

Heimen, Engelbretsdatter vd. p. 611 con nota 387.

ismo sia uno dei 302 Come è stato detto una gran parte dei manoscritti islandesi era finita nel possesso di

personaggi eminenti della cultura e della politica danese e svedese. Rispetto a questo stato di cose

V (1869-l’unico contributo di rilievo al ‘recupero’ della storia patria e del senso dell’identità nazionale fu

l’edizione (1688), promossa dal vescovo di Skálholt Þórður Þorláksson (1637-1697) di tre testi

tanti, contenentefondamentali: il Libro dell’insediamento (Landnámabók), il Libro degli Islandesi (Íslendingabók) di

condizioni degliAri Þorgilssson il Saggio e la Saga della cristianizzazione (Kristni saga); su questi testi cfr.

LAUSSØN,nell’ordine, p. 310 con nota 85, p. 260 e p. 182, nota 318.

deholdendis huis 303 Cfr. p. 576 con nota 217.

rdum tid, som nu 304 Questo testo fu pubblicato solo nel 1928 da Fritz Burg che lo attribuì erroneamente a Sigurður

). InStefánsson (morto nel 1595), docente presso la scuola di Skálholt. Sulla questione del suo autore si

dia (cfr. pp. 758-rimanda a SIGMARSSON E., Draugur vakinn upp. Hver er höfundur Qualiscunque descriptio

Islandiae?, Reykjavík 2002.

one fu stampata 305 Cfr. p. 146.


re remote. In un 306 Di lui ci restano in particolare i Frammenti di storia danese (Rerum danicarum fragmenta)

a copia dei suoibasati sulla Saga degli Skjǫldungar (Skjǫldunga saga) un testo che è andato quasi completamente

) egliperduto e rispetto al quale dunque l’opera di Arngrímur (completata nel 1596) costituisce un

ome/ del mondoinsostituibile punto di riferimento (il testo di questo scritto, che all’epoca non fu pubblicato, è

Dass,/ Som boer conservato in una copia che si trova presso la Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek) di

IDBØECopenaghen (Bartholins Samling, nr. 25). Vd. “Arngrímur lærði”, in BR, pp. 13-16. Cfr. il testo

, Sandnessjøenriportato alle pp. 607-608.

S., “Petter Dass”, 307 Vd. ÓLASON – GUÐMUNDSSON ET AL. 1992-2006 (B.4), II, pp. 491-494. Interessanti in questo

17. Su Dorthecontesto sono anche due brevi scritti di Gísli Oddsson (1593-1638), succeduto al padre Oddur

Einarsson come vescovo di Skálholt, dal titolo Miscuglio degli annali d’Islanda (Annalium in

nel possesso di Islandia farrago, 1637) e Delle meraviglie dell’Islanda (De mirabilibus Islandiae, 1638).

sto stato di cose 308 Come è noto l’opera di Olaus Magnus è riccamente illustrata. Vd. figura nr. 46

tità nazionale fu 309 Si tratta del Fyrisån, che tuttavia non è affatto un fiume “vastissimo”.

697) di tre testi 310 Cfr. pp. 76-77.

) di 311 Il riferimento è, naturalmente, alla Storia di tutti i re degli Svedesi e dei Goti Historia de

questi testi cfr.omnibus Gothorum Sveonumque regibus (su cui vd. pp. 535-536).

312 Con ogni probabilità si tratta della località che porta questo nome, situata nel comune di Berg

nella regione di Jämtland in Svezia.

mente a Sigurður 313 Historia de gentibus septentrionalibus, IV, VI; DLO nr. 132.

del suo autore si 314 “Patrioti della lingua” (Sprogets patrioter) sono opportunamente definiti da Peter Skautrup

nque descriptio (SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], II, pp. 307-309) gli autori che in questo periodo si dedicarono allo

studio della lingua danese.

315 Vd. ibidem, p. 308.


) 316 Come è noto Martin Opitz (1597-1639), era autore di un trattato in difesa della lingua tedesca

i completamentedal titolo Aristarco ovvero, del disprezzo della lingua tedesca (Aristarchus sive De contemptu linguæ

) costituisce unteutonicæ, 1617). Anche il suo Libro sulla poetica tedesca (Buch von der Deutschen Poeterey, 1624)

fu pubblicato, èebbe ampia risonanza nei Paesi nordici.

) di 317 Qui il termine “etimologico” è inteso secondo i canoni della linguistica moderna; si noti

-16. Cfr. il testotuttavia che nelle opere di questi autori esso viene altresì riferito (senza chiare distinzioni) ad aspetti

morfologici. Come esempio di etimologie assolutamente stravaganti basti qui citare l’interpretazione

essanti in questo del nome dei Goti e dei Cimbri proposta da Søren Poulsen Judichær (sul quale poco più avanti): “Ma

al padre Oddur io suppongo che questa parola Goti [Gother], sia formata dalle due parole danesi Got-her. Poiché

Annalium in quando gli antichi Goti giungevano in fertili terre straniere, che erano migliori delle loro, in tempo di

carestia, allora essi dicevano: Qui è buono [Got-her, vale a dire Her er got] [...] E così gli stranieri

diedero loro il nome di Goti [Gother], conformemente a quella loro stessa espressione di giubilo, e

per questo fu messa la lettera (H) nel mezzo della parola, dunque Gothi. E mi pare che i Latini

abbiano formato questa parola Cimbri, dalla parola danese Kimper o Kemper [Eroi]. Ciò, dal

Goti Historia demomento che i Cimbri, paragonati a quelli che essi sottomisero erano il popolo amante della guerra,

eminente, grande […] ed essi stessi si erano dati nome Kemper (o Kimper nel dialetto dello Jutland,

comune di Bergpoiché gli Jutlandesi erano fra loro la maggior parte) [...]” (da Prosodia danica, Eller danske

Riimkunst, 1671; DLO nr. 133)

318 Parallelamente l’ebraico veniva considerato da molti come la lingua madre di tutte le altre.

a Peter SkautrupCome esempio basti citare un’opera del danese Peder Jensen Wandal (1602-ca.1659) dal titolo

dedicarono alloElenco di 300 parole e glosse danesi, che non soltanto si accordano con la sacra lingua ebraica, ma

da essa traggono altresì la propria origine e il proprio inizio (Catalogus CCC Vocabulorum

Danicorum, quæ non tam cognationem cum sancta Ebræa lingva habent, quam eidem natales suos
la lingua tedescadebere comperiuntur. Det er: En Fortegnelse Paa 300 Danske Ord oc Gloser, Som icke alleeniste

ontemptu linguækomme offuereens med det hellige Ebræiske Tungemaal, men end oc haffue deraff deris oprindelse oc

, 1624)begyndelse, 1651); lo sforzo dell’autore di dimostrare la stretta affinità tra l’ebraico e il danese

conduce – come è facile attendersi – a risultati assolutamente fantasiosi. Vd. PETERSEN C., Peter J.

moderna; si notiWandal, København 1924.

nzioni) ad aspetti 319 L’opera, scritta tra il 1636 e il 1640, non fu pubblicata ed è conservata in un manoscritto (che

l’interpretazione pare essere di mano dell’autore): Gml. kgl. sml., 764 fol., custodito nella Biblioteca reale (Det

più avanti): “Makongelige bibliotek) di Copenaghen); vd. RØRDAM H. FR., “M. Hans Mikkelsen Ravn. Et Bidrag til

. Poiché den danske Literaturhistorie i 17de Aarhundrede, in DHT III: 4 (1865-1866), pp. 495-584 (in

loro, in tempo di particolare pp. 501-512).

così gli stranieri 320 Vd. oltre, p. 628.

one di giubilo, e

pare che i Latini

[Eroi]. Ciò, dal

nte della guerra,

tto dello Jutland,

ca, Eller danske

di tutte le altre.

1659) dal titolo

gua ebraica, ma

C Vocabulorum

dem natales suos


debere comperiuntur. Det er: En Fortegnelse Paa 300 Danske Ord oc Gloser, Som icke alleeniste

komme offuereens med det hellige Ebræiske Tungemaal, men end oc haffue deraff deris oprindelse oc

begyndelse, 1651); lo sforzo dell’autore di dimostrare la stretta affinità tra l’ebraico e il danese

conduce – come è facile attendersi – a risultati assolutamente fantasiosi. Vd. PETERSEN C., Peter J.

Wandal, København 1924.

319 L’opera, scritta tra il 1636 e il 1640, non fu pubblicata ed è conservata in un manoscritto (che

pare essere di mano dell’autore): Gml. kgl. sml., 764 fol., custodito nella Biblioteca reale (Det

kongelige bibliotek) di Copenaghen); vd. RØRDAM H. FR., “M. Hans Mikkelsen Ravn. Et Bidrag til

den danske Literaturhistorie i 17de Aarhundrede, in DHT III: 4 (1865-1866), pp. 495-584 (in

particolare pp. 501-512).

320 Vd. oltre, p. 628.


321 In questo ambito ispirandosi a Martin Opitz: si veda il Brevissimo compendio dal manoscritto

di Metrica danese (Ex Rhythmologia danica msc. epitome brevissima). Le opere degli studiosi danesi

di metrica sono raccolte in ed. facsimile in DM.

322 In essa, pubblicata postuma, è ripreso e ampliato un lavoro precedente: Sinossi della prosodia

danese (Synopsis Prosodiæ Danicæ). Vd. RØRDAM H.FR., “Søren Povlsen Judichær Gotlænder”, in

Ksam, III (1881-1882), pp.1-93.

323 DLO nr. 134-135.

324 Come si è visto i Danesi avevano individuato i propri nobili antenati nei Cimbri, ma anche nei

Goti, questi ultimi tuttavia rivendicati con forza come propri dagli Svedesi. L’uso degli aggettivi

“cimbrico” e “gotico” va dunque considerato in questo contesto. Nell’opera di Peder Syv tuttavia (ma

non si tratta di un caso isolato) l’aggettivo “cimbrico” è riferito in generale alle lingue nordiche e al

tedesco, sebbene poi egli tratti soprattutto del danese. Su di lui vd. HORN FR. WINKEL, Peder Syv, en

litærerhistorisk Studie, København 1878.

325 In ciò seguendo la teoria di Ole Worm, su cui vd. p. 589; cfr. nota 318.

326 In realtà dell’Edda poetica egli afferma che si tratta di un testo troppo vecchio e difficile,

mentre mostra di conoscere bene l’Edda di Snorri Sturluson che gli era nota in traduzione danese (vd.

PETERSEN – ANDERSEN 1932-1943 [B.4], I, pp. 884-885); sulle due ‘Edde’ vd. pp. 287-296.

327 Vd. 5.2.2.

328 Vd. pp. 396-397.

329 In latino è anche l’Introduzione alla lingua danese, in particolare di Sjælland (Introductio ad

lingvam Danicam, puta Selandicam, ca.1660) scritta da Laurids Olufsen Kock (1634-1691): un testo

destinato agli stranieri che volessero apprendere il danese. Il riferimento al danese di Selandia (la

regione della capitale e dell’università) è indice di una predilezione per altro condivisa da Søren
dal manoscrittoPoulsen Judichær Gotlænder. Su Pontoppidan vd. RØRDAM H.FR, “Dr. Erik Eriksen Pontoppidan,

li studiosi danesiBiskop i Trondhjems Stift”, in Ksam, II (1891-1893), pp. 231-262.

330 Vd. p. 579.

si della prosodia 331 Su Vedel come filologo vd. AKHØJ NIELSEN 2004 e AKHØJ NIELSEN 2005 e anche della stessa

r Gotlænder”, in autrice: “Norse Philology Anno 1570”, in RF V (2008) (www.renæssanceforum.dk) che fa

particolare riferimento ai suoi studi sul norreno.

332 Vd. le citazioni in BERGMAN 19723 (B.5), pp. 124-125; cfr. HOVDHAUGEN 1987, p. 78. È

bri, ma anche neiindubitabile che l’impulso a un rinnovamento letterario veniva proprio dall’ambiente della

o degli aggettivicancelleria, piuttosto che da quello universitario che restava fortemente conservatore (OLSSON –

Syv tuttavia (ma ALGULIN 1987 [B.4], p. 54). Si consideri a esempio che nel 1626 quando fu istituita la cattedra di

gue nordiche e alpoetica presso l’Università di Uppsala, il compito assegnato al titolare fu quello di insegnare a

Peder Syv, encomporre versi in latino seguendo i precetti e il modello dei classici (vd. ANNERSTEDT 1877 [C.7.3],

p. 223). Una breve sintesi sulla considerazione della lingua svedese si trova in AHLQVIST 1879 (citato

alla nota 337), pp. 259-262.

cchio e difficile, 333 La definizione si trova in quella che è considerata la prima storia della letteratura svedese

zione danese (vd. ‘annotata’ dal poeta romantico Per Daniel Amadeus Atterbom (vd. pp. 923-924): Poeti e visionari

svedesi o fondamenti della tradizione storico-letteraria svedese fino a e compreso il periodo di

Gustavo III (Svenska siare och skalder eller Grunddragen af Svenska Vitterhetens Häfder intill och

med Gustaf III:s Tidehvarf, III: 2, p. 3).

Introductio ad 334 Vd. sopra, nota 324.

4-1691): un testo 335 Il termine svedese fatebur (sved. mod. fat(a)bur), qui tradotto con “corredo” significa più

e di Selandia (laprecisamente “locale in cui vengono conservate le provviste”, o “stanza per il vestiario”,

ndivisa da Søren “guardaroba”, per traslato “materiale di cui si dispone”, come mostra l’espressione ur egen fat(a)bur
en Pontoppidan,“di propria inventiva” o, più banalmente, “farina del proprio sacco”.

336 In realtà di quest’opera uscì soltanto la parte riguardante la lettera A. Essa certamente riprende

il lavoro preparatorio per un dizionario etimologico dell’antico svedese che Stiernhielm in realtà non

nche della stessacompletò mai.

) che fa 337 Il titolo doveva essere Saggio dell’antica lingua scandinava (Specimen primariæ linguæ

Scanzianæ), nel che si allude forse allo studio di una fase piuttosto antica; il suo lavoro come

1987, p. 78. È grammatico è esaminato approfonditamente in J. Th. Bureus, den svenska grammatikens fader

’ambiente della utarbetad af HJ. LINDROTH, Lund 1911-1912. In realtà quella di Bureus non sarebbe stata la prima

–grammatica svedese. Nella seconda metà del XVI secolo, infatti, nell’ambito dell’attività

ita la cattedra dicontroriformatrice portata avanti soprattutto dai gesuiti, risulta la redazione di un testo per

o di insegnare a l’apprendimento della lingua svedese da parte di coloro che dovevano attuare l’opera missionaria di

1877 [C.7.3], riconversione (vd. AHLQVIST A.G., “Anteckningar om en svensk språklära under 16:de seklet”, in

1879 (citatoHistoriskt bibliotek, VI [1879], pp. 259-269).

338 Vd. NORDSTRÖM J., “Till frågan om Skogekär Bergbo”, in Samlaren, XXXVIII (1917), pp.

teratura svedese 165-192 e CHIESA ISNARDI G., “Un petrarchista svedese: Skogekär Bergbo”, in Studi di letteratura

Poeti e visionari italiana in onore di F. Montanari, Genova 1980, pp. 133-134 (dove si dà conto delle diverse ipotesi

so il periodo disulla sua identificazione).

Häfder intill och 339 Sul testo vd. lo studio di E. Källquist nell’edizione da lui curata (in EF).

340 Il testo porta il titolo Introduzione alla poesia svedese. Cioè un breve manuale sulla poetica

svedese, arte del verso e della rima (Manuductio ad poesin svecanam. Thet är, En kort handledning

do” significa più till thet Svenske Poeterij, Verß- eller Rijm-Konsten, 1651); vd. LEVERTIN O., “Andreas Arvidi

er il vestiario”, Manuductio”, in Samlaren, XV (1894), pp. 79-96. Come Hans Mikkelsen Ravn (vd. p. 598) egli si

ur egen fat(a)burrifà all’arte poetica di Martin Opitz.


341 Di fronte al problema della molteplicità dei dialetti Columbus suggerisce di operare una

tamente riprendescelta. Secondo lui lo svedese migliore si parla a Stoccolma, in Östergötland e in Småland (vd.

elm in realtà non WESSÉN 197510 [B.5], pp. 118-119 dove sono riportate le parole dell’autore stesso). Vd. su di lui

EKHOLM R., Samuel Columbus. Bidrag till kännedomen om hans levnad och författarskap, Uppsala

primariæ linguæ1924.

uo lavoro come 342 Vd. pp. 582-584.

mmatikens fader, 343 Cfr. p. 612, p. 614, p. 631, nota 484, p. 643 con nota 526, p. 767 e p. 833. Negli studi di

be stata la prima carattere linguistico Urban Hiärne entrò in aperta polemica con Jesper Swedberg (sul quale vd. p. 608

bito dell’attivitàe p. 818, nota 616). Si veda OHLSSON S.Ö., Språkforskaren Urban Hiärne, Lund 1992.

di un testo per 344 Vd. CHIESA ISNARDI 1980 (indicazioni in nota 338), p. 136 e nota 19.

ra missionaria di 345 Vd. HOVDHAUGEN 1987, pp. 77-78.

16:de seklet”, in 346 Nel 1682 abbiamo un lavoro breve e incompleto di Gabriel Wallenius (1648-1690), Progetto

per una grammatica svedese messo su carta velocemente e con buone intenzioni (Project af swensk

VIII (1917), pp.grammatica hastigt och wälment å papperet gifwit); nel 1684 il Saggio di grammatica svedese

di di letteratura (Grammaticae Svecanae Specimen, edito solo nel 1884 da Gustaf Stjernström) di Ericus Aurivillius

e diverse ipotesi (1643-1702), nel quale si fanno alcuni riferimenti (con citazioni) al lavoro di Bureus; poi una

Grammatica svedese (Grammatica svetica, 1696), per altro non pubblicata, scritta da Johan Salberg

(al cui proposito si rimanda ad ANDERSSON A., Om Johan Salbergs Grammatica svetica. Ett bidrag

ale sulla poeticatill kännedom om 1600-talets svenska, Uppsala 1884, opera di cui tuttavia è uscito solo il primo

kort handledningvolume); poi ancora la Grammatica svedese, ossia l’arte del parlare e dello scrivere in svedese

“Andreas Arvidi(Grammatica suecana, Äller En Svensk Språk- Ock Skrif-Konst, 1696) di Nils Tiällmann (1652-

d. p. 598) egli si1718). Nella categoria delle ‘grammatiche’ svedesi rientra anche uno scritto di Jacob Boëthius (1647-

1718), Dissertazione di alcuni paragrafi riguardanti la pratica della lingua svedese (Dissertatio de
di operare una nonnullis ad cultum svetici sermonis pertinentibus paragraphis, 1684).

in Småland (vd. 347 Si tratta in realtà solo di pochissime pagine che trattano della pronuncia e dei verbi forti. Il suo

o). Vd. su di lui interesse per la lingua madre è riflesso anche in una piccola raccolta di proverbi della regione di Vest

, UppsalaAgder dal titolo Qualche proverbio norvegese (Nogle faa Norske Ordsprog, 1625 circa).

348 HOVDHAUGEN 1987, pp. 74-75; vd. p. 429 con note 380-381.

349 Vd. pp. 551-552.

3. Negli studi di 350 Vd. BENEDIKTSSON J., “Arngrímur lærði og íslenzk málhreinsun”, in BÖÐVARSSON Á. –

quale vd. p. 608 HALLDÓRSSON H. ET AL. (ritnefnd), Afmæliskveðja til próf. dr. phil. Alexanders Jóhannessonar

háskólarektors, 15. júli 1953 frá samstarfsmönnum og nemendum, Reykjavík 1953, pp. 117-138; si

veda il testo che segue questo paragrafo. Cfr. pp. 594-595.

351 Solo nel 1811 sarebbe infatti uscito il testo del celebre filologo danese Rasmus Rask Guida

Progetto all’islandese o antica lingua nordica (vd. p. 823 con note 648 e 649).

roject af swensk 352 Gli elementi delle lingue settentrionali basati su tre affermazioni (Lingvæ Septentrionalis

mmatica svedeseElementa Tribus Assertionibus Adstructa, 1651). Egli sosteneva tra l’altro che il norreno era la lingua

ricus Aurivillius portata da Odino nel Nord quando questi (secondo il racconto di Snorri Sturluson, Ynglinga saga

Bureus; poi una cap. 5) vi si era trasferito provenendo dall’Asia (p. 3 del testo, per altro non numerata).

da Johan Salberg 353 Cfr. pp. 496-497, p. 517, pp. 578-579 e p. 636, nota 499. La stesura di un dizionario latino-

etica. Ett bidrag danese era stata progettata anche da Jacob Madsen Aarhus (1538-1637), un autore che in precedenza

to solo il primo si era interessato (con ragguardevole scientificità) di fonetica. I testi preparatori per quest’opera, che

ivere in svedesela morte prematura gli impedì di portare a termine, sono purtroppo andati perduti, insieme ad altri

iällmann (1652-suoi scritti, nell’incendio di Copenaghen del 1728 (cfr. p. 685, nota 32).

Boëthius (1647- 354 Il nome fa riferimento alla scuola di Herlufshom (vd. p. 574), presso la quale Poul Jensen

Dissertatio deColding prestò la sua opera tra il 1622 e il 1631; egli dichiara esplicitamente di aver chiamato il
proprio dizionario “herloviano” per questo motivo.

verbi forti. Il suo 355 Per altri dizionari danesi vd. SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, p. 148 e ADAMS – ZEEBERG 2010

a regione di Vest(C.8.2).

356 Vd. JOHANSSON 2000 (citato alla nota successiva) pp. 50-53. Cfr. sotto, nota 365.

357 Da non confondere con l’omonimo traduttore dell’opera di Johannes Magnus (cfr. p. 536 con

nota 29). Il titolo completo è Lessico latino-scandinavo quadrilingue nel quale metodicamente

–vengono inserite quattro lingue (Lexicon latino-scondicum quadrilingue, quo quattuor linguæ

Jóhannessonarmethodice inculcantur). Per i primi dizionari svedesi vd. anche WIESELGREN P., Sveriges sköna

, pp. 117-138; silitteratur, en öfverblick vid akademiska föreläsningar, III: Statens sköna litteratur, Lund 1835, pp.

365-366; al riguardo si rimanda inoltre a RALPH B., “Svensk lexikografitradition”, in LN VII (2000),

Guida pp. 5-23 e JOHANSSON M., “Ordbildningsmönster och ordrepresentation i svenska ordböcker från

1500- och 1600-talen”, ibidem, pp. 49-60. Il primo vero lavoro relativo al lessico svedese sarà nel

æ Septentrionalis1712 il Glossario sveogotico (Glossarium-Sveo-Gothicum) curato da Haqvin Spegel (su cui vd. p.

eno era la lingua 608).

Ynglinga saga, 358 Vd. nota 318.

359 Vd. nota 329. Il lavoro preparatorio da lui fatto per un dizionario danese-latino andò infatti

dizionario latino- piuttosto a vantaggio dell’opera di Moth.

he in precedenza 360 Tra coloro che dalla Norvegia inviarono a Moth raccolte di parole si segnalano Jonas Ramus

quest’opera, che (vd. p. 584) e Jacob Rasch (cfr. p. 523, nota 217). I manoscritti di Matthias Moth contenenti il

insieme ad altri risultato dell’immensa mole di lavoro svolto sono conservati presso la Biblioteca reale (Det

kongelige bibliotek) di Copenaghen (Gml. kgl. saml. 774, 2°).

uale Poul Jensen 361 Den Norske Dictionarium eller Glosebog, udi huilcken indeholdis mange norske Gloser oc

aver chiamato il daglige Tale, atskillige Redskaber, Fuglis oc Fiskes, saa oc Diurs Naffne, som i Norge findis oc
kaldis. Item Bondens Seyerserck oc Allmanach som kaldis Primstafven. Vd. GIIL H.S., Ein

2010grafofonematisk studie av Christen Jensøns “Den Norske Dictionarium eller Glosebog”, med ei

utgreiing om mannen og verket hans, Bergen 1970. Per la verità fin dal 1634 Jens Bielke (vd. p. 759)

aveva inserito in un’opera sulle leggi un elenco di termini giuridici norvegesi corredato di

s (cfr. p. 536 conspiegazione (Termini Juridici, utgjevne for Kjeldeskriftfondet ved S. KOLSRUD, Oslo 1952; vd.

metodicamenteSKARD 1972-1979 [B.5], II, p. 67-68).

quattuor linguæ 362 Cfr. nota 262.

Sveriges sköna 363 Come pure quello di Guðmundur Ólafsson; cfr. nota 291.

Lund 1835, pp. 364 Cfr. p. 587.

VII (2000), 365 Cfr. p. 515, nota 179. Va segnalato che nel 1644 comparve la prima di tre edizioni del sopra

a ordböcker frånmenzionato dizionario Variarum rerum vocabula con traduzione in finnico (vd. JOHANSSON 2000,

svedese sarà nel citato alla nota 357). Per una informazione più dettagliata sui primi dizionari di lingua finnica si

el (su cui vd. p. rimanda a ROMPPANEN B., “Från ordlista till ordbok. Utvecklingen av den finsksvenska ordboken från

1600-talet till idag”, in LN VII (2000), pp. 102-104.

366 Del resto l’idea che la Finlandia appartenesse senz’altro alla Svezia e dunque ne condividesse,

tino andò infatti almeno in parte, il glorioso passato ‘gotico’ si ritrova nell’opera di Petrus Bång, professore di

teologia a Åbo (cfr. nota 254).

no Jonas Ramus 367 È certamente per fare sfoggio della propria erudizione che Erik Pontoppidan nella prefazione

oth contenenti ilalla sua opera (pp. 12-13) cita più di cento grammatici!

Det 368 Vd. pp. 157-158.

369 Da Crymogæa (DLO nr. 136).

orske Gloser oc 370 Vd. p. 517, nota 189. In realtà Thomas Kingo aveva fin dal 1689 dato alle stampe un Libro dei

Norge findis ocsalmi ufficiale della Chiesa danese e norvegese – Sezione invernale (vale a dire inni per il periodo
Einche va dall’Avvento al periodo della Pasqua). Questo testo (Danmarks og Norges Kirkers forordnede

osebog”, med eiPsalme-bog – Vinter part) fu tuttavia quasi immediatamente cassato. In seguito a una lunga e

elke (vd. p. 759)complicata questione egli dunque non partecipò alla redazione del nuovo testo uscito poi nel 1699, un

esi corredato dilavoro nel quale furono comunque inseriti diversi salmi originali da lui composti e comparsi in

Oslo 1952; vd.raccolte precedenti. Vd. SVENDSEN E. NORMAN, “Kingos Salmebog. En studie over dens forhistorie”,

in KSam VI: 2 (1966), pp. 343-375.

371 Seppure non di sua mano l’anonima raccolta Swenske songer eller wisor (vd. p. 521) fu

probabilmente realizzata anche con il suo contributo.

372 Su di loro gli scritti di HELANDER J., Haquin Spegel. Hans lif och gerning intill år 1693, in

dizioni del sopra UUÅ 1900 e TOTTIE H.W., Jesper Swedbergs lif och verksamhet, I-II, Uppsala 1885-1886.

2000, 373 Vd. p. 594.

lingua finnica si 374 Cfr. p. 486, nota 83. Cfr. anche p. 511.

ka ordboken från 375 Come chiaramente testimoniano i racconti popolari islandesi. Vd. Íslenzkar þjóðsögur og

ævintýri: III, pp. 471-472 (cfr. I, p. 458, II, p. 496, III, p. 576, V, pp. 353-354 e pp. 466-467). In

ne condividesse, questi testi si allude esplicitamente al fatto che, prima di diventare uomo di Chiesa (Hallgrímur fu

g, professore di consacrato sacerdote nel 1644), egli fosse dedito a pratiche magiche. A ciò si lega forse anche la sua

complicata storia d’amore con una donna che faceva parte del gruppo di coloro che erano stati

nella prefazioneriscattati dalla schiavitù nel Nordafrica (vd. pp. 552-553). Su di lui, tra l’altro, “Hallgrímur Pétursson,

sálmaskáld”, in BR, pp. 25-28.

376 In questo contesto vale forse la pena di citare Gunno Eurelius Dahlstierna (1669-1709) autore

del panegirico in memoria del re Carlo XI (1698) che in uno stile barocco quasi esasperato inquadra

Libro deila figura del re sullo sfondo della grandezza del Paese. Su di lui vd. LAMM M., Gunno Dahlstierna.

ni per il periodoMinnesteckning, Stockholm 1946.


rkers forordnede 377 In questo ambito merita una citazione almeno il danese Rasmus Glad (latinizzato in Erasmus

o a una lunga e Laetus, 1526-1582).

poi nel 1699, un 378 Il che è dimostrato chiaramente anche nella loro padronanza (talora davvero sorprendente) di

ti e comparsi indiverse lingue straniere: oltre al latino (cui in molti casi si affiancava lo studio del greco e

dens forhistorie”,dell’ebraico) è frequente la conoscenza del tedesco, del francese, dell’italiano, dell’inglese. Solo per

fare un esempio: Lasse Lucidor (di cui si dirà poco più avanti) che conosceva ben sette lingue ne fece

(vd. p. 521) fuanche mostra nei suoi componimenti poetici.

379 Genesi, 1-2, 1-4. Vd. RØRDAM H.FR., Mester Anders Christensen Arrebos Levnet og Skrifter

, inI-II, Kjøbenhavn 1857. In Svezia essa ispirerà invece Haqvin Spegel per la sua Opera e riposo di Dio

(Gudz Werk och Hwila) del 1685.

380 Egli in realtà si chiamava Georg Olofsson (successivamente Georg Lilia o Lillie) ma assunse

il cognome Stiernhielm insieme al titolo nobiliare.

ar þjóðsögur og 381 Cfr. pp. 600-601.

pp. 466-467). In 382 In particolare egli si era assai interessato ai mitici Iperborei, cercando di dimostrarne il

a (Hallgrímur fucollegamento con la Svezia. I suoi scritti in proposito furono pubblicati postumi (1685) con il titolo

orse anche la suaBreve trattato sugli Iperborei (De hyperboreis dissertatio brevis).

che erano stati 383 Si trattava del celebre scritto del sofista Prodico (Πrόδικος) di Ceo (V secolo a.C.) dal titolo,

rímur Pétursson,di significato incerto, ϱαι (il riferimento è forse alla giovinezza o alle stagioni della vita). L’opera,

andata perduta, è riassunta da Senofonte.

669-1709) autore 384 Riprendo qui l’espressione, che mi pare particolarmente efficace, di M. Gabrieli (GABRIELI

sperato inquadra 1969 [B.4], p. 133).

nno Dahlstierna. 385 Il suo vero nome era Lars Svensson di Wivalla (località presso Örebro), latinizzato in

Laurentius Svenonis Wivallius. Vd. SCHÜCK H., En äfventyrare. Värklighetsroman från det
zzato in Erasmustrettioåriga krigets tid, Stockholm 1918 e BERGH B., Lars Wivallius. Skojare och skald, Lund 2005.

386 Lasse Lucidor è, in realtà, lo pseudonimo di Lars Johansson. Vd. SCHÜCK H., “Till Lucidors

sorprendente) dibiografi”, in Samlaren XII (1931), pp. 1-4 e OLIN L., Om Lars Johansson Lucidor, hans levnad och

dio del greco eandliga diktning, [Trelleborg] 1974.

inglese. Solo per 387 DOROTHE ENGELBRETSDATTER, Samlede skrifter, utgitt av KR. VALKNER, med etterord av L.

te lingue ne fece AKSLEN og I. VEDERHUS, Oslo 1999, p. 416.

388 Ludvig Holberg (su cui vd. pp. 789-792 e pp. 830-831) fa riferimento a lei (sua concittadina)

evnet og Skrifter,nella Descrizione di Bergen (Bergens Beskrivelse), definendola “[…] la più grande poetessa che i

a e riposo di Dioregni nordici abbiano [mai] avuto […]” (in LHV I [1969], p. 23: “[…] den største Poetinde, som de

nordiske Riger have haft […]” Cfr. anche nota 301. Contemporanee di Dorthe Engelbretsdatter sono

illie) ma assunseElisabeth Pedersdatter Hebo (1634-1703) e Inger Jensdatter Sønberg (date ignote), poetesse danesi

che come lei si dedicano a componimenti di carattere religioso.

389 Cfr. sopra p. 587.

i dimostrarne il 390 Vd. “Steinunn í Höfn”, in SKFA II, pp. 23-36.

685) con il titolo 391 In questi testi si può seguire il dibattito (non di rado segnato da toni polemici) portato avanti

dai diversi teologi (cfr. p. 497 con nota 117), ma anche l’intransigente sistematizzazione

o a.C.) dal titolo, dell’ortodossia: basti pensare ai danesi Hans Poulsen Resen, Jesper Brochmand (1585-1652) e

la vita). L’opera, Holger Rosenkrantz (cfr. p. 570); particolare ostilità fu riservata al movimento criptocalvinista, che

sulla scorta delle idee di Melantone cercava un punto di incontro tra luterani e calvinisti.

ABRIELI 392 Cfr. p. 602, p. 614, p. 631, nota 484, p. 643 con nota 526, p. 767 e p. 833.

393 Insieme a Hiärne va ricordato, seppure assai meno noto, Olof Broman (1676-1750), anch’egli

), latinizzato inconsiderato iniziatore del romanzo svedese (su di lui BARR K., “Olof Broman. Vår förste

roman från det romanförfattare”, in Samlaren, XVIII (1897) pp. 1-90.


394 Tra cui mi pare meriti qui una citazione il Libro di viaggio (Reisubók) dell’islandese Jón

., “Till LucidorsÓlafsson (1593-1679) che tra il 1615 e il 1626 andò per mare visitando regioni lontane come le isole

hans levnad ochSvalbard, e circumnavigò l’Africa fino a raggiungere la base danese di Tranquebar in India (su cui

vd. oltre, p. 650). Per questa ragione egli è noto con il soprannome di “Viaggiatore in India”

d etterord av L.(Indíafari).

395 Ella era sposata con Corfitz Ulfeldt (1606-1664; cfr. nota 66), personaggio noto per l’avidità

sua concittadina)di denaro, la smisurata ambizione e la mancanza di scrupoli. Dopo la morte di Cristiano IV costui

e poetessa che i aveva per alcuni anni guidato il Consiglio del Regno. Ma la sua carriera, segnata da intrighi e

Poetinde, som demacchinazioni, si concluse quando tramò per insediare sul trono di Danimarca Federico Guglielmo I

lbretsdatter sono(Friedrich Wilhelm, 1620-1688), grande elettore del Brandeburgo. Quando il complotto fu scoperto

poetesse danesiegli venne accusato di tradimento: privato dei suoi titoli e delle sue proprietà fu condannato a morte.

Fuggendo all’estero riuscì tuttavia a evitare di essere giustiziato. La moglie invece, accusata di averlo

sostenuto, dovette affrontare la lunga prigionia. Certamente nella sua vicenda ebbero molto peso i

pessimi rapporti con il nuovo re, Federico III e, soprattutto, con la regina Sofia Amalia (Sophie

ci) portato avantiAmalie, 1628-1685). In effetti Leonora Cristina venne liberata dalla sua prigionia solo dopo la morte

istematizzazione di quest’ultima. L’opera scritta come memoriale per i figli è stata data alle stampe per la prima volta

d (1585-1652) enel 1869 da Sophus Birket Smith. Su di lei vd. BIRKET SMITH S., Leonora Christina Grevinde

tocalvinista, che Ulfeldts Historie, I-II, Kjøbenhavn 1879-1881 e anche BJØRN H. – MAI A-M. ET AL., Leonora

Christina. Historien om en heltinde, Århus 1983.

396 Vd. sopra, pp. 498-499.

1750), anch’egli 397 Il che tra l’altro spiega, in ambiente danese, il successo del tedesco Hans Willumsen

man. Vår försteLauremberg (1590-1658). Nato a Rostock, egli trascorse gran parte della vita in Danimarca, dove

morì. Fu docente all’Accademia di Sorø e autore di opere teatrali, di un arguto scritto satirico in
ell’islandese Jónlatino (nel quale prende di mira l’immoralità e i vizi del suo tempo non risparmiando pungenti

ne come le isole stoccate alla nobiltà) e poesie in bassotedesco.

in India (su cui 398 Come fu il caso in Svezia di Gustavo II Adolfo (cfr. nota 232) ma anche di Carlo XI, il quale

giatore in India”nel 1672 prese parte a un torneo in cui alla guida di soldati romani e ‘goti’ combatteva contro i

Turchi, a simboleggiare la lotta dell’Europa contro i ‘barbari’.

noto per l’avidità 399 Cfr. p. 602, p. 612, p. 631, nota 484, p. 643 con nota 526, p. 767 e p. 833.

istiano IV costui 400 In realtà si trattava di una piccola costruzione nell’antico fossato del castello. I testi dei

ata da intrighi edrammi rappresentati nella Lejonkulan sono stampati in Lejonkulans dramer efter

rico Guglielmo I Löberödshandskriften, utgivna av E. LJUNGREN – C. POLACK ET AL., I-VII, Uppsala 1908-1941.

lotto fu scoperto 401 Lo stesso del resto si constata nei poeti Gunno Dahlstierna (cfr. nota 376) e Johan Runius

dannato a morte.(1679-1713).

ccusata di averlo 402 Dal XVII secolo cominceranno ad apparire anche manuali di varia natura (dall’arte della

ero molto peso icucina a quella militare), ma questo tipo di pubblicazioni non può, evidentemente, essere considerato

Sophie letteratura in senso stretto.

lo dopo la morte 403 L’opera fu pubblicata postuma nel 1744. Essa si basa in parte sul lavoro di Albert Bartholin

er la prima volta(1620-1663), figlio di Caspar (su cui cfr. p. 630).

ristina Grevinde 404 Vd. p. 572 e p. 738.

Leonora 405 Su di lui vd. pp. 789-792 e pp. 830-831.

406 Dalla Prima lettera a un illustrissimo signore (1728); DLO nr. 137.

407 In Norvegia, addirittura, dopo la riforma molte chiese vennero abbandonate in quanto la gente

Hans Willumsen(che qui non aveva facilmente accettato i cambiamenti imposti dalla nuova dottrina) aveva cessato di

Danimarca, dovefrequentarle.

critto satirico in 408 La tendenza a fondere lo scopo difensivo e quello abitativo è del resto già evidente in una
miando pungenti costruzione come la casa-fortino di Glimmingehus (Scania) fatta edificare a partire dal 1499 da Jens

Holgersen Ulfstand (morto nel 1523), governatore di Gotland, combattente sul mare e consigliere del

Carlo XI, il quale Regno danese. Esempi precedenti sono Spøttrup nello Jutland nord-occidentale, Gjorslev (nel

mbatteva contro icomune di Stevns in Selandia) e Lillöhus in Scania: il primo risale almeno agli inizi del XV secolo, il

secondo, addirittura, alla seconda metà del XIII (seppure costruito nella forma attuale alla fine del

XIV), il terzo (ormai in rovina) alla prima metà del XIV.

tello. I testi dei 409 Questo castello è stato reso celebre da William Shakespeare ed è altrimenti noto come

dramer efter‘castello di Amleto’ a Elsinore (Helsingør).

410 Per questo re (molto attivo anche nella costruzione e ristrutturazione di roccaforti militari)

e Johan Runiuslavorarono il celebre architetto Hans van Steenwinckel (ca.1550-1601), appartenente a una famiglia

di artisti fiamminghi ma trapiantato in Danimarca, i suoi figli Hans (1587-1639) e Lorenz (1585-

a (dall’arte della1619) e un altro fiammingo, Antonius van Opbergen (1543-1611). Cfr. nota 433.

ssere considerato 411 Originariamente esso era noto come palazzo Gyldenløve, essendo stato costruito per Ulrik

Frederik Gyldenløve, figlio illegittimo di Federico III (cfr. nota 15 e p. 713).

Albert Bartholin 412 Cfr. p. 343, nota 63.

413 Si ricordi che fino al 1658 la Scania era una regione danese.

414 Vd. pp. 632-633.

415 Cfr. p. 361. Il castello sarebbe stato distrutto da un incendio il 7 maggio 1697 (vd. p. 625 con

nota 453). Questo avvenimento ha ispirato un celebre quadro del pittore svedese Johan Fredrik

n quanto la gente Höckert (vd. p. 927 con nota 297).

aveva cessato di 416 Su questa costruzione si veda, tra l’altro, EICHORN CHR., “Kalmar slotts konsthistoria under

renässancen”, in Svenska Fornminnesföreningens Tidskrift, IV (1880), pp. 218-238.

evidente in una 417 Vd. p. 359, nota 129.


dal 1499 da Jens 418 Nel suo parco si trovano le statue sottratte a Praga nel 1648 (cfr. p. 562). Vd. BÖTTIGER J.,

e consigliere del Hedvig Eleonoras Drottningholm. Anteckningar till slottets äldre byggnadshistoria, Stockholm 1897.

e, Gjorslev (nel 419 Di lui si sa che fu chiamato in Svezia nel 1622, dove giunse accompagnato da artigiani e

del XV secolo, ilartisti. Lavorò a diversi edifici tra cui la sede della cancelleria reale nel castello Tre kronor di

uale alla fine delStoccolma e il castello di Uppsala. La sua morte è certamente precedente al giugno 1630.

420 Vd. p. 567, p. 574 e p. 591, nota 289.

menti noto come 421 Questo splendido palazzo è stato completamente distrutto da un incendio divampato il 24

novembre 1825.

ccaforti militari) 422 A sua volta distrutto da un incendio il 4 settembre 1722.

e a una famiglia 423 Cfr. p. 562.

e Lorenz (1585- 424 Il riferimento è qui, in primo luogo, ai fratelli Pahr (Paar): Giovanni Battista (Johannes

Baptista), Francesco (Franciscus) e Domenico (Domenicus), di famiglia lombarda ma attivi prima in

struito per Ulrik Germania e poi in Svezia nella seconda metà del XVI secolo.

425 Come la cosiddetta “Casa dei Signori” (Riddarhuset) a Stoccolma (vd. p. 625), seppure

quest’ultima non sia totalmente opera sua.

426 In realtà egli era nato a Stralsund in Pomerania, ma era giunto in Svezia in giovane età. Oltre

al progetto per il castello di Drottningholm, a lui si deve, tra l’altro, il rifacimento a partire dagli anni

7 (vd. p. 625 con’60 del XVII secolo del castello di Strömsholm (non lontano da Västerås in Västmanland), anch’esso

e Johan Fredrikvoluto da Edvige Eleonora.

427 In proposito si veda, tra l’altro, TURANDER R., Tessin. En lysande epok. Arkitektur, Konst,

nsthistoria under Makt, Stockholm 2009.

428 Magnifici arazzi furono realizzati da artisti provenienti dalle regioni fiamminghe come il

pittore Hans Knieper (morto nel 1587), probabilmente originario di Anversa, che disegnò le scene
J.,ispirate alla Bibbia, ma soprattutto la lunga serie dei re danesi (centotredici compresi, ovviamente,

Stockholm 1897. quelli assolutamente leggendari) riprodotte sulle pareti del castello di Kronborg; così anche Berent

to da artigiani e van der Eichen (date ignote) cui si devono gli arazzi del castello danese di Rosenborg. E tuttavia

di anche artisti scandinavi appresero quest’arte: si citi qui lo svedese Nils Eskilsson (morto dopo il

1569). Cfr. note 430 e 432. Questa antica tradizione è stata ripresa nel 1990, in occasione del

cinquantesimo compleanno dell’attuale regina di Danimarca, Margherita (Margrethe) II, quando, su

divampato il 24 disegni dell’artista danese Bjørn Nørgaard (vd. p. 1295), è stata realizzata una serie di arazzi dai

vivaci colori che illustrano la storia della Danimarca e che sono stati collocati nel castello di

Christiansborg a Copenaghen.

429 Vd. p. 611.

Johannes 430 Si pensi agli arazzi ispirati ai miti goticisti voluti da Erik XIV (vd. ANDERSSON 1948

ma attivi prima in [indicazione a p. 542, nota 61], p. 166), o alle opere di David Klöcker Ehrenstrahl (cfr. nota 432) che

raffigurano scene relative alla saga di Disa (su cui cfr. p. 581 con nota 236).

p. 625), seppure 431 Si consideri che la pittura a olio secondo la tecnica importata dalle Fiandre compare in

Scandinavia nei primi decenni del XVI secolo; tuttavia una pittura a olio di tipo diverso era già

iovane età. Oltreutilizzata in precedenza in Norvegia per dipingere frontali d’altare (mentre in Danimarca si preferiva

partire dagli anniornarli di metallo dorato).

nland), anch’esso 432 Come i tedeschi: Jacob Binck (ca.1500-1569, anche incisore), Franz Cleyn (o Clein o Klein,

ca.1582-1658), Wolfgang Heimbach (ca.1615-1678), David Klöcker (1628-1698), che diverrà poi il

rkitektur, Konst, nobile svedese Ehrenstrahl, e suo nipote David von Krafft (1655-1724); gli olandesi: Jost Verheiden

(morto probabilmente dopo il 1563), Willem Boy (1520-1592), anche architetto, a cui si deve

minghe come ill’imponente monumento funerario di Gustavo Vasa e delle sue due mogli Caterina di Sachsen-

disegnò le sceneLauenburg e Margherita (Margareta) Leijonhufvud (1516-1551, sposata nel 1536 dopo la morte di
esi, ovviamente,Caterina) collocato nel duomo di Uppsala, Steven van der Meulen (morto nel 1564 ca.), Domenicus

osì anche BerentVerwilt (del quale si sa per certo solo che fu in Svezia tra il 1556 e il 1566), Johan Baptista van Uther

nborg. E tuttavia(morto nel 1597), Peter Isaacsz (1569-1625), Adam van Breen (ca.1590-ca.1645), Karel van Mander

n (morto dopo il (1609-1670) che apparteneva a una famiglia di talentuosi artisti (in particolare suo padre – Karel

n occasione del anch’egli, 1579-1623 – aveva realizzato, su commissione del re Cristiano IV, diversi arazzi per il

) II, quando, sucastello di Frederiksborg, purtroppo distrutti nel devastante incendio del 16 dicembre 1859), Jacob

rie di arazzi daivan Doordt (morto nel 1629), David Beck (1621-1656), Hendrick Munnichhoven (1630-1664),

nel castello diAbraham Wuchters (1610-1682), Martin Mijtens o (van) Meytens (1648-1736), anch’egli

appartenente a una famiglia di artisti: il figlio, suo omonimo (1695-1770), sarà miniaturista e

ritrattista in stile barocco e lavorerà poi alla corte austriaca; i francesi: Sébastien Bourdon (1616-

19481671, pittore di corte della regina Cristina), Bénoit (Benedix) Le Coffre (nato tuttavia in Danimarca,

fr. nota 432) che 1671-1722), Abraham César Lamoureux (morto nel 1692) e Jacques D’Agar (ca.1640-1715); il

livone Jacob Heinrich Elbfas (1600-1664).

ndre compare in 433 Tuttavia di origine fiamminga in quanto era figlio di Hans van Steenwinckel (cfr. nota 410).

diverso era già 434 In particolare quella del convento di Halsnøy (Hordaland) realizzata nel 1656 e conservata nel

marca si preferiva castello svedese di Skokloster (Uppland).

435 Un altro incisore di una certa fama è il danese (di probabile origine olandese) Albert

o Clein o Klein,Haelwegh (morto nel 1673).

he diverrà poi il 436 Cfr. p. 548.

: Jost Verheiden 437 Cfr. nota 15 e p. 660, nota 591.

o, a cui si deve 438 La costruzione, che è la più antica dimora privata costruita in pietra in Norvegia, fu iniziata

rina di Sachsen-dall’arcivescovo Øystein Erlendsson (cfr. p. 321, nota 119, pp. 363-365, p. 411 e p. 415) nella

dopo la morte diseconda metà del XII secolo.


ca.), Domenicus 439 Essa fu tuttavia severamente danneggiata da un incendio nel 1916 e ha dovuto essere

aptista van Uthersottoposta a un restauro completato solo nel 1961.

arel van Mander 440 Già dal XV secolo abbiamo tuttavia cospicui esempi di frontali d’altare lavorati o dipinti,

o padre – Karel quale, in particolare, la tavola d’altare del duomo di Aarhus, opera di Bernt Notke (cfr. p. 445, nota

ersi arazzi per il24).

bre 1859), Jacob 441 Anche questo uso trova significativi precedenti nel XV secolo: si veda la splendida tomba

en (1630-1664),della regina Margherita, anch’essa collocata nel duomo di Roskilde (Selandia).

736), anch’egli 442 Il progetto di questa chiesa si deve al norvegese Lambert von Haven (1630-1695)

à miniaturista eappartenente a una famiglia di artisti (sul padre Salomon cfr. p. 755, nota 326; il fratello Michael,

Bourdon (1616-1625-1679, divenne ritrattista reale). Si noti tuttavia che il celebre campanile a spirale è più tardo ed

ia in Danimarca,è opera di Laurids de Thurah (vd. p. 846).

a.1640-1715); il 443 Vd. p. 576 con note 214 e 216 e p. 586.

444 Vd. nota 86. In Norvegia occorre ricordare anche la fondazione della città di Fredrikstad in

Østfold (vd. nota 601), che in parte conserva l’antico aspetto, e la ricostruzione di Trondheim la

e conservata nelquale, dopo l’incendio del 1681 (che tuttavia non coinvolse la cattedrale e altri importanti edifici), fu

‘ripensata’ su pianta ottagonale con strade ampie e perpendicolari, secondo il progetto del

olandese) Albert lussemburghese Johan Caspar von Cicignon (ca.1625-1696), al servizio del re danese come generale,

ingegnere e urbanista.

445 Si ricordi che all’epoca della fondazione (1599) questa città si trovava in una regione ancora

sotto il dominio danese.

vegia, fu iniziata 446 Uno studio approfondito sulle città danesi dalla fine del medioevo all’inizio dell’era

e p. 415) nella industriale è proposto in BIRKEDAL LORENZEN V., Vore byer. Studier i bybygning fra middelalderens

slutning til industrialismens gennembrud, 1536-1870, I-V, København 1947-1958. La situazione nei
a dovuto esserecentri urbani nel periodo dell’assolutismo è invece analizzata in BITSCH CHRISTENSEN S. – MIKKELSEN

J. (eds.), Danish Towns during Absolutism. Urbanisation and Urban Life 1660-1848, Århus 2008.

avorati o dipinti, 447 Cfr. p. 558.

(cfr. p. 445, nota 448 Per la precisione occorre specificare che la città di Luleå era sorta nel 1621 nel luogo in cui

ora si trova la città vecchia. In seguito alla colonizzazione di questi territori (avviata nella prima metà

splendida tombadel XIV) si trovavano qui una chiesa (risalente al XV secolo) e un mercato. Ma nel 1649 Luleå

sarebbe stata spostata più vicino al mare, per facilitare il commercio legato alla navigazione.

en (1630-1695) 449 Nelle regioni settentrionali della Svezia e della Finlandia, che acquisivano ora crescente

fratello Michael, interesse per la Corona, diverse città furono pianificate da Olof Bure (1578-1655) il quale, sebbene

le è più tardo edfosse medico di corte, nel 1620 ebbe questo importante incarico da Gustavo II Adolfo. I suoi progetti

si ispirano all’urbanistica rinascimentale.

450 Vd. AHLBERG N., Stadsgrundningar och planförändringar. Svensk stadsplanering 1521–1721,

di Fredrikstad inI-II, Uppsala 2005. Su Stoccolma capitale della “grande potenza svedese” vd. LARSDOTTER A. –

di Trondheim laERICSON WOLKE L., “Stockholm. Stormaktens huvudstad fick ny form”, in PH 1992: 5, pp. 12-17.

rtanti edifici), fu L’unica città svedese risalente al medioevo (1410) che presenta una pianta regolare è Landskrona in

il progetto delScania (che però un tempo era danese).

e come generale, 451 Il cui miglior esempio è la casa del ricco mercante Jens Bang (morto nel 1644) a Ålborg

costruita negli anni 1623-1624.

a regione ancora 452 Essa fu la sede dei nobili che nel 1626 si erano organizzati nell’Ordine dei Signori; vd. p. 653.

453 Vd. CHRISPINSSON J., “Tre Kronor brinner!”, in BERGSTEN 2004 (C.9.1), pp. 131-138.

ll’inizio dell’era 454 Il lavoro avrebbe dovuto essere accompagnato da un testo scritto, la cui redazione passò da un

a middelalderensautore a un altro: alla fine tuttavia esso non fu pubblicato; vd. BRING S.E., “Sueciaverket och dess

La situazione neitext”, in Lychnos, 1937, pp. 1-67 e (più in generale) SCHÜCK – WARBURG 19853 [B.4], II, pp. 270-
IKKELSEN272; vd. anche ERICSSON E. – VENNBERG E., Erik Dahlbergh. Hans levnad och verksamhet. Till 300-

årsminnet 1625-1925, Uppsala 1925 e MAGNUSSON B., Att illustrera fäderneslandet. En studie i Erik

Dahlberghs verksamhet som tecknare, Uppsala 1986.

nel luogo in cui 455 Cfr. p. 515.

nella prima metà 456 La prima edizione finnica è tuttavia del 1616. La raccolta comprende altresì (seppure in

nel 1649 Luleå misura minore) canti di carattere profano. Essa riveste importanza anche dal punto di vista letterario

in quanto conserva alcuni tra i primi testi di poesia della Finlandia.

no ora crescente 457 Vd. pp. 608-609.

l quale, sebbene 458 Con l’introduzione del cristianesimo era naturalmente entrata nel Nord anche la musica

o. I suoi progettiliturgica che si rifaceva soprattutto a modelli inglesi e tedeschi.

459 Sulla musica danese dell’epoca si veda: JENSEN N.M, “Dansk musik på Buxtenhudes tid”, in

ring 1521–1721, HOLTEN E. – HOLTEN B. (red.), Dansk musik i tusind år. En sammenfatning af det svundne millenium,

A. – København 1999, pp. 46-51.

92: 5, pp. 12-17. 460 Musicisti di corte (trombettieri) sono noti in Danimarca fin dai tempi di Cristiano I, ma una

è Landskrona in vera e propria orchestra di corte (Det Kongelige kapel) venne formandosi nella prima metà del XVI

secolo.

1644) a Ålborg 461 L’esistenza di una orchestra di corte svedese risale ai tempi di Gustavo Vasa: essa conoscerà

un periodo di grande splendore tra il XVII e il XVIII secolo quando alla sua guida si succederanno i

gnori; vd. p. 653. membri della famiglia Düben (di origine tedesca): Anders il Vecchio (den äldre, 1597?-1662), suo

figlio Gustav il Vecchio (den äldre, ca.1628-1690) e i figli di quest’ultimo Gustav il Giovane (den

ione passò da unyngre, 1659-1726) e Anders il Giovane (den yngre, 1673-1738). Sulla musica alla corte della regina

averket och dessCristina vd. AULIN – CONNOR 1974-1977 (B.6), I, pp. 61-72.

B.4], II, pp. 270- 462 Vd. FIELDEN F.J., “Court Masquerades in Sweden in the Seventeenth Century”, in The Modern
samhet. Till 300-Language Review, XVI: 1 (1921), pp. 47-58 e XVI: 2 (1921), pp. 150-165 e GRÖNSTEDT J., Svenska

En studie i Erikhoffester, I-V, 1911-1917 (in particolare voll. I e IV).

463 Questi giovani talenti erano affidati al dano-tedesco Melchior Borchgrevink (ca. 1570-1632),

il più illustre musicista di corte.

resì (seppure in 464 Cfr. pp. 582-584 e pp. 630-631.

di vista letterario 465 L’opera di Rudbeck a sostegno dell’insegnamento e della pratica musicale all’Università di

Uppsala rivela l’interesse crescente verso questa disciplina. Del resto anche i programmi delle scuole

di livello inferiore prevedevano uno spazio adeguato alle materie musicali. Si legga: “Nelle classi

anche la musicainferiori gli alunni debbono essere ben abituati a cantare diligentemente i salmi e gli inni svedesi,

usati comunemente in chiesa, e si deve fare attenzione che conoscano non solo il canto o le melodie,

tenhudes tid”, inma anche le parole stesse e le frasi correttamente ed esattamente, non [malamente] come spesso

undne millenium, avviene” (Ordinanza scolastica del 1649, DLO nr. 138). Sull’insegnamento della musica nelle scuole

svedesi vd. AULIN – CONNOR 1974-1977 (B.6), I, pp. 47-58. Di interesse a questo riguardo è anche la

stiano I, ma una fondazione (1726) a Uppsala di un Collegium musicum per iniziativa di Eric Burman (1692-1729,

ma metà del XVIanche matematico, astronomo e meteorologo!) Rudbeck e Vallerius del resto revisionarono anche la

musica religiosa per l’edizione del Libro dei salmi del 1695 (vd. pp. 608-609).

a: essa conoscerà 466 Cfr. p. 599.

i succederanno i 467 Questo testo è stato pubblicato solo nel secolo scorso (1928).

597?-1662), suo 468 Vd. MOBERG C-A., “Musik und Musikwissenschaft an den schwedischen Universitäten. I”, in

denMitteilungen der Internationalen Gesellschaft für Musikwissenschaft / Bulletin de la Société

orte della reginainternationale de Musicologie, I: IV, pp. 54-70 (soprattutto pp. 65-70).

469 Vd. pp. 396-397.

The Modern 470 Vd. p. 524, nota 220.


Svenska 471 Vd. AULIN – CONNOR 1974-1977 (B.6), I, pp. 98-100.

472 Una tipica figura di intellettuale eclettico, versato in diverse discipline, è fin dai secoli XV-

(ca. 1570-1632),XVI quella di Peder Månsson (su cui cfr. p. 492, nota 97), il quale aveva progettato una sorta di

enciclopedia (scritta in lingua svedese) di cui ci restano solo alcune parti che trattano tra l’altro di

diritto marittimo, medicina, agricoltura, gemmologia, mineralogia (vd. Peder Månssons Strids-konst

all’Università dioch Stridslag, efter författarens handskrift, af G.O. HYLÉN-CAVALLIUS, Stockholm 1845 [SSFS: 1: 3];

mmi delle scuole Peder Månssons skrifter på svenska, efter handskrifter i Stockholm, Uppsala och Linköping, med en

ga: “Nelle classi inledning utgifna af R. GEETE, Stockholm, 1913-1915 [SSFS: 43] e Peder Månssons bondakonst

gli inni svedesi,jämte paralleltexter utgiven med inledning och kommentar av J. GRANLUND, Stockholm 1983 [SSFS:

nto o le melodie,75]). Vd. anche: HOLMKVIST E., “Om Peder Månssons författarskap och landsmanskap”, in ANF LII

te] come spesso (1936), pp. 340-349.

usica nelle scuole 473 Per evidenti scopi di diffusione anche al di fuori dei confini nazionali gran parte di questi testi

uardo è anche la – quantomeno quelli di intento e taglio ‘scientifico’ – furono redatti in lingua latina.

man (1692-1729, 474 Solo per fare un paio di esempi basti citare Laurentius Paulinus Gothus che quando aveva

onarono anche laricoperto la cattedra di astronomia all’Università di Uppsala pubblicava un almanacco (1598) nel

quale inseriva profezie astrologiche (LUNDSTRÖM 1893-1898 [cit. a p. 503, nota 136], I, pp. 41-46;

cfr. p. 800, nota 518) o i numerosi seguaci scandinavi delle teorie del medico Teofrasto Paracelso.

Vd. sotto e nota 476.

iversitäten. I”, in 475 Cfr. p. 394 con nota 262. Un testo di una certa importanza dal titolo Un utile libro di medicina

n de la Sociéténel quale si trova consiglio, aiuto e medicamento per ogni tipo di malattia umana sia interna sia

esterna. In particolare inoltre un insegnamento e indirizzo, su come le donne deboli e malate

possano essere aiutate a venir fuori da tutte le malattie esistenti. E anche contro le affezioni che

possono facilmente colpire i bambini piccoli. E anche un insegnamento e introduzione alla chirurgia
(Een nyttigh läkere book ther vthinnen man finner rådh, hielp och läkedom til allehanda

n dai secoli XV-menniskiornes siwkdomar bådhe inwertes och uthwertes. Serdeles ock een vnderwisning och rättelse,

tato una sorta dihuru swaghe och siwklighe quinnor sigh vthi alla förefallende siwkdomar hielpa kunna. Item emoot

ano tra l’altro di the kranckheter som små spädh barn lätteligha henda kunna. Item een vnderwisning och ingång til

sons Strids-konst chirurgiam) era uscito a Stoccolma nel 1578, per opera di Benedictus Olai (ca.1523-1582), medico di

: 1: 3];Erik XIV e di Giovanni III. Dell’anno precedente è il Libro di medicina (Lægebog) di Henrik Smith

nköping, med en(ca.1495-1563), vd. PETERSEN – ANDERSEN 1932-1943 (B.4), I, pp. 297-298; H. Schück (“Ur gamla

sons bondakonst anteckningar. VI. Vårt äldsta medicinska arbete”, in Samlaren, XXXVI [1915], pp. 206-212) riporta

:la dedica al re Erik XIV di un testo medico (andato purtroppo perduto) di tale Empiricus Svecus. Di

LII interesse è anche l’opera del danese Niels Mikkelsen Aalborg (1562-1645). Vd. JÖRGENSEN N., “Old

Nordic types of texts II: Old Swedish and Old Danish”, in BANDLE 2002-2005 (B.5), I, pp. 994-995

rte di questi testi(“Medical writing”). Si tenga presente che anche il celebre antiquario Ole Worm (vd. pp. 589-590)

aveva condotto studi di medicina ed esercitava la professione.

he quando aveva 476 Nel Nord il più celebre tra i suoi seguaci fu il danese Petrus Severinus (Peder Sørensen, 1542-

nacco (1598) nel1602) autore di una fortunata opera dal titolo Idea di medicina filosofica, contenente tutti i

6], I, pp. 41-46; fondamenti della teoria di Paracelso, di Ippocrate e di Galeno (Idea Medicinæ Philosophicæ,

frasto Paracelso.fundamenta continens totius doctrinæ Paracelsicæ, Hippocraticæ et Galenicæ, 1571). Su di lui vd.

Sørensen Peder, Petrus Severinus og hans Idea medicinæ philosophicæ. En dansk paracelsist,

ibro di medicinaindledning og kommentar ved E. BASTHOLM, Odense 1979 e SHACKELFORD J., A philosophical path

a sia interna siafor Paracelsian medicine. The ideas, intellectual context, and influence of Petrus Severinus (1540/2-

deboli e malate1602), Copenhagen 2004. Per la diffusione del paracelsismo in Svezia si rimanda a LINDROTH S.,

le affezioni cheParacelsismen i Sverige till 1600-talets mitt, Uppsala 1943.

ne alla chirurgia 477 E, a sua volta, padre di Thomas Bartholin il giovane, sopra menzionato (vd. pp. 588-589). Su
m til allehanda Thomas Bartholin vd. GARBOE A., Thomas Bartholin. Et Bidrag til dansk Natur- og Lægevidenskabs

ning och rättelse,historie i det 17. Aarhundrede, I-II, København 1949-1950.

nna. Item emoot 478 Vd. VON HOFSTEN N., “Upptäckten av bröstgången och lymfkärlssystemet” in Lychnos, 1939,

ng och ingång tilpp. 262-288.

1582), medico di 479 Vd. sopra, pp. 582-584. Sui suoi interessi ‘tecnici’ vd. DAHL P., Svensk ingenjörskonst under

di Henrik Smithstormaktstiden. Olof Rudbecks tekniska undervisning och praktiska verksamhet / Swedish art of

hück (“Ur gamlaengineering during the Age of Greatness. Olof Rudbeck’s teaching of technology and technical

206-212) riportaenterprises, Uppsala 1995.

ricus Svecus. Di 480 All’interno dell’ateneo egli raggiunse una posizione di grande potere fino a divenire rettore.

N., “OldLe sue posizioni e le sue decisioni determinarono tuttavia una situazione di aspro conflitto con

), I, pp. 994-995diversi colleghi, conflitto che sfociò, addirittura, in azioni legali.

vd. pp. 589-590) 481 La sua attività in questo campo riguardò tra l’altro gli edifici dell’università (in particolare egli

fece modificare il Gustavianum, su cui vd. pp. 618-619) e il castello di Uppsala restaurato nel 1664.

Sørensen, 1542- Inoltre dopo il terribile incendio del 16 maggio 1702 preparò un progetto per la ricostruzione della

ontenente tutti icittà. A proposito dell’attività architettonica di Rudbeck, Ragnar Josephson (Det hyperboreiska

æ Philosophicæ, Upsala, Stockholm 1940) ha cercato di evidenziarne il collegamento con le concezioni goticiste sulla

1). Su di lui vd. supremazia dei popoli nordici, con particolare riferimento agli Iperborei.

ansk paracelsist, 482 Il quale è, di fatto, l’attuale giardino botanico. Vd. oltre, pp. 779-780.

ilosophical path 483 Definizione di Israel Hwasser (“Pehr Hoffvenius. Den svenska medicinens Fader och

verinus (1540/2-Grundläggare”, in Valda skrifter, IV, Stockholm 1870, pp. 3-34).

S., 484 Vd. HWASSER I., Pehr Hoffwenius, Uppsala 1859. Tra i suoi allievi (ma anche tra quelli di

Olof Rudbeck) è opportuno citare qui Urban Hiärne, il quale ad approfonditi studi compiuti anche

pp. 588-589). Suall’estero e all’esercizio della professione (fu medico di corte) affiancava interessi letterari e, negli
Lægevidenskabsultimi anni, linguistici (cfr. p. 602, p. 612, p. 614, p. 643 con nota 526, p. 767 e p. 833). Studioso

anche di chimica, di farmacologia e naturalista, a lui si deve la promozione della idroterapia.

, 1939, 485 Vd. pp. 780-782. Su di lui KOCH E.F., Oluf Borch. En litærerhistorisk-biografisk skildring,

Kjøbenhavn 1866 e anche FINK-JENSEN M., “Ole Borch mellem naturlig magi og moderne

njörskonst undernaturvidenskab”, in DHT C: 1 (2000), pp. 35-67. Come chimico Ole Borch è noto in particolare per

Swedish art ofessere stato il primo a isolare l’ossigeno.

gy and technical 486 Su di lui vd. KOCH C.H., Niels Steensen og naturiagttagelsen, Lyngby 2003 e anche GARBOE

A., Nicolaus Steno (Niels Stensen) and Erasmus Bartholinus. Two 17th century Danish scientists and

divenire rettore.the foundation of exact geology and crystallography, København 1954 e, in italiano, CIONI R.,

ro conflitto con Niccolò Stenone. Scienziato e vescovo, Firenze 1953.

487 La cosiddetta “Torre rotonda” (Rundetårn) di Copenaghen, nella quale troverà collocazione

n particolare egliuno dei primi osservatori astronomici pubblici in Europa, sarà costruita tra il 1637 e il 1642 per

aurato nel 1664. volere di Cristiano IV. Il primo direttore di questo osservatorio sarà Christian Sørensen

costruzione dellaLongomontanus (1562-1647), professore di matematica e astronomia, allievo di Tyge Brahe. Si

et hyperboreiskaosservi che in Svezia un osservatorio astronomico universitario sarà realizzato solo nel 1739.

ni goticiste sulla 488 A proposito di Tycho Brahe si legga anche MOESGAARD KR.P., “Copernican Influence on

Tycho Brahe”, in RCHT, pp. 31-55.

489 Cfr. p. 669 con nota 621.

nens Fader och 490 La diffusione degli interessi geografici è ben testimoniata anche in Islanda. A questo riguardo

va ricordata innanzi tutto la figura di Þórður Þorláksson, vescovo di Skálholt dal 1674 e uomo dai

che tra quelli di vasti interessi culturali: trasferita la stamperia di Hólar a Skálholt fu tra l’altro, come detto (vd. nota

compiuti anche302), il primo a pubblicare testi antichi; cfr. LFI I, 14 febbraio 1685, p. 428. Assai interessato alle

letterari e, negliscienze naturali, nel 1666 fece uscire a Wittemberg una Dissertatio Chorographico-Historica De
p. 833). StudiosoIslandia corredata da carte geografiche dell’Islanda e della Groenlandia (cfr. p. 760, nota 349).

Þórður Þorkelsson Vídalín (1661-1742), fratello di Jón (vd. p. 576 e p. 667 con nota 610), scrisse in

grafisk skildring,latino il primo trattato sui ghiacciai del suo Paese, noto come Scritto sui ghiacciai (Jöklarit). Vd.

gi og moderneSTEINDÓRSSON S., “Þórður Þorkelsson Vídalín rektor: 1662-1742”, in ÍN, pp. 33-40. Il testo fu

n particolare perpubblicato in tedesco nel 1754.

491 Vd. NIELSEN A.V., Ole Rømer. En skildring af hans liv og gerning, Aarhus 1944.

ARBOE 492 Da lui, che per primo le individuò nell’apparato genitale femminile, prendono nome le

sh scientists and ghiandole di Bartolino.

R., 493 Questo testo è stato pubblicato solo nel secolo scorso (1952) da Johan Nordström. Vd.

KIISKINEN T., Sigfrid Aronus Forsius. Astronomer and philosopher of nature, Frankfurt am Main

erà collocazione2007.

37 e il 1642 per 494 Il che si constata assai bene, a esempio, proprio in Forsius, il quale nel suo testo (che tratta di

istian Sørensen fisica, geologia, biologia e psicologia), inserisce dei versi al termine di ogni libro.

Tyge Brahe. Si 495 Cfr. p. 539.

496 Il riferimento è allo scrittore apologista del cristianesimo Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio

an Influence on(ca.250-ca.327) il quale nel terzo libro delle sue Istituzioni divine (Divinarum Institutionum libri VII),

dal titolo Sulla falsa sapienza dei filosofi (De falsa sapientia philosophorum), contesta con

argomentazioni sorprendenti per la loro ingenuità le teorie sulla sfericità del pianeta Terra: “Come è

A questo riguardoriguardo a coloro che credono che ci siano degli Antipodi opposti ai nostri passi, che dicono [in

1674 e uomo daiproposito]? o c’è qualcuno tanto stolto da credere che ci siano degli uomini i cui passi siano più in

e detto (vd. notaalto della loro testa? o che le cose che presso di noi sono coricate presso di loro poggino al contrario?

i interessato alle [che] le messi e gli alberi crescano all’ingiù? [che] le piogge, e le nevi e la grandine cadano sulla

co-Historica Deterra all’insù? […] L’origine di questo errore deve essere a noi svelata. Infatti essi sempre sbagliano
760, nota 349). nello stesso modo. Dal momento che hanno assunto una cosa falsa all’inizio, indotti dalla

a 610), scrisse insomiglianza con la verità, necessariamente incorrono in quelle che sono le sue conseguenze. Così

). Vd.incappano grandemente nel ridicolo, dal momento che necessariamente sono false le cose che sono

3-40. Il testo fuconformi al falso […] Quale ragionamento li ha dunque portati all’idea degli Antipodi? Vedevano il

corso degli astri procedere verso ovest, il sole e la luna tramontare sempre dalla stessa parte, e

sorgere sempre dalla medesima. Ma dal momento che non hanno compreso quale sistema regoli il

endono nome leloro corso, né in qual modo essi tornino da occidente a oriente, hanno supposto che il cielo stesso si

inclini verso il basso da ogni lato, il che deve apparire così per via della sua immensa estensione:

Nordström. Vd.hanno pensato che il mondo sia rotondo come una palla, e dal moto delle stelle hanno ipotizzato che

nkfurt am Mainil cielo giri sicché gli astri e il sole, una volta tramontati, ritornano a sorgere grazie alla medesima

rotazione del mondo […] Perciò a questa rotondità del cielo ciò conseguiva, che la terra era rinchiusa

sto (che tratta di nel mezzo del suo involucro. Che se così fosse la terra stessa [sarebbe] simile a un globo, infatti non

potrebbe non essere rotondo ciò che è contenuto in qualcosa di rotondo […] Così la rotondità della

terra portò in aggiunta all’invenzione di questi Antipodi sospesi. / Ma se domandate a coloro che

miano Lattanziodifendono queste fantasticherie, come mai tutte le cose non cadano in quella parte inferiore del cielo,

),essi rispondono che tale è la natura delle cose, che ciò che è pesante è spinto verso il centro, e che

), contesta contutte le cose sono connesse al centro, al modo in cui vediamo i raggi in una ruota; ma le cose che

Terra: “Come è sono leggere, come il vapore, il fumo e il fuoco, sono allontanate dal centro, perché si muovano verso

, che dicono [inil cielo. Non so che dire di quelli, che, una volta sbagliato, perseverano costantemente nella stupidità

assi siano più ine difendono cose vane con vani [argomenti…]” (DLO nr. 139).

ino al contrario? 497 DLO nr. 140.

ine cadano sulla 498 Ciò spiegherebbe, almeno in parte, l’estendersi di cattive abitudini, come a esempio il vizio

empre sbagliano del bere: tra il XV e il XVI secolo si assiste del resto alla diffusione di una bevanda simile
o, indotti dallaall’acquavite, ottenuta per lo più dalla fermentazione di cereali: danese brændevin, svedese,

nseguenze. Cosìbrännvin, norvegese brennevin; islandese brennivín, finnico (palo)viina. Tale bevanda, introdotta dai

le cose che sono commercianti tedeschi, serviva inizialmente come ingrediente nella preparazione della polvere da

odi? Vedevano ilsparo o per uso medicinale.

a stessa parte, e 499 Ciò era ben chiaro (sulla scia di Lutero) ai promotori della riforma: in tal senso testimonia, a

sistema regoli ilesempio, il testo della dedica della propria Postilla (Winterdelen aff Postillen […]) scritto da Hans

il cielo stesso siTausen (vd. pp. 493-494) per Cristiano III, dove si sottolineano i doveri in materia di istruzione e

ensa estensione: assistenza sanitaria e sociale che il sovrano deve assumersi nei confronti del popolo. Il che poi questo

no ipotizzato chere effettivamente fece garantendo fondi alle scuole e agli ospedali. Ma anche l’opera di un

e alla medesima‘riformatore cattolico’ come Poul Helgesen (vd. pp. 492-493) comprende uno scritto sulla cura dei

erra era rinchiusa malati e dei poveri: In che modo le Persone malate, disgraziate, ferite, Povere e Indigenti debbano

globo, infatti nonessere trattate e curate, un breve Insegnamento di FRATELLO PAULUS HELIE (Huore krancke, mijslige,

a rotondità dellasaare, Arme oc Fattige Menniskir schule tracteris oc besørgis, een kort Vnderwijsning aff BRODER

ate a coloro chePAULO HELIE, 1528), nel quale trovano spazio anche alcune considerazioni sulla necessità di

feriore del cielo,migliorare il sistema scolastico. Nello scritto di Christiern Pedersen (cfr. pp. 496-497, p. 517, pp.

o il centro, e che578-579 e p. 604) dal titolo Su come educare i bambini alla Scuola e allo studio E formare per loro

; ma le cose che buoni Maestri (Om børn ath holde till Scole och Studium Och ath skicke gode Scolemestere till dem

i muovano verso 1531) la necessità del cambiamento si intreccia con la polemica contro i metodi tradizionali della

te nella stupiditàChiesa cattolica; il testo è d’altronde ripreso direttamente da Lutero.

500 La base in ogni caso erano le cosiddette septem artes liberales, suddivise in trivium

(grammatica, retorica e dialettica) e quadrivium (aritmetica, geometria, musica e astronomia). Spesso

esempio il vizio tuttavia nelle scuole di livello inferiore il numero delle discipline era più limitato e si privilegiavano

bevanda similequelle del cosiddetto quadrivium.


, svedese, 501 Vd. SKOVGAARD-PETERSEN 1970 (C.8.2) e MÜNTER 1823-1833 (B.7.2), III, pp. 56-61. Nella

da, introdotta daicosiddetta Legge [di diritto] ecclesiastico di re Cristiano II (1521) le norme relative all’istruzione si

della polvere datrovano alle pp. 1-68 (vd. sul punto in particolare pp. 3-4). Nel § 125 (p. 60) si precisa che i bambini

devono per prima cosa imparare il Padrenostro, l’Avemaria e il Credo in lingua danese “in modo che

nso testimonia, aessi li possano leggere e capire bene, e poi imparino a leggerli e a scriverli in danese” (“saa the

scritto da Hansthennom vell kunde lesse och understaa, och siden at lere at lesse och schrifue paa dansche”).

a di istruzione e Inoltre si stabilisce che chi voglia diventare pastore debba frequentare le scuole di città a proprie

Il che poi questospese studiando soprattutto il latino e la Bibbia. Le norme inoltre ribadiscono (p. 12) il divieto di

e l’opera di un compiere studi superiori all’estero se prima non si sia ottenuto il titolo di baccalaureatus in patria

to sulla cura dei(cfr. la Legge [di diritto] laico: § 94 [99], pp. 119-120).

digenti debbano 502 Vd. SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, pp. 173-174.

rancke, mijslige, 503 Si noti anche che l’Ordinanza danese (vd. p. 465) conteneva disposizioni sulla scuola,

RODERistituendo le cosiddette “scuole di latino” (latinae scholae; KO, pp. 120-125 e pp. 202-210; cfr. pp.

lla necessità di75-80), dove l’insegnamento di questa lingua e (naturalmente!) della religione erano prevalenti. Ai

497, p. 517, pp.livelli di istruzione più alti esse erano, in sostanza, dei ginnasi. Così furono sostituite le antiche

formare per loroscuole cattoliche che avevano sede presso i conventi e le cattedrali. In Norvegia le “scuole di latino”

mestere till dem,sono esistite fino al 1869, in Danimarca fino alla riforma del 1903 (vd. p. 978 con nota 107). Vd.

radizionali della WINGE 1988 (Abbr.), p. 15; JØRGENSEN C.E., Skolemester og hører. Latinskoleliv før 1800,

København 1965 e JENSEN KR., Latinskolens dannelse. Latinundervisningens indhold og formål fra

triviumreformationen til enevælden, København 1982. Per l’Islanda vd. pp. 910-911 con note relative.

onomia). Spesso 504 Dopo la riforma gran parte dell’insegnamento di base venne affidata al diacono (dan. degn,

si privilegiavanodal latino diaconus; norv. klokker, letteralmente “campanaro”). A questa persona erano assegnati

nelle parrocchie incarichi di supporto, come, appunto, l’istruzione religiosa (e scolastica) dei bambini
pp. 56-61. Nellae la gestione del coro (funzione che pare prevalente per il klockare svedese). Vd. DAHLERUP T.,

e all’istruzione si“Degnen i middelalderen”, in KSam III (1957-1959), pp. 513-522.

sa che i bambini 505 Vd. SJÖSTRAND 19652, pp. 116-125.

ese “in modo che 506 Per le ordinanze relative alle scuole svedesi vd. p. 502 con nota 131 e 132; si ricordi qui che

“saa thenell’Ordinanza ecclesiastica del 1686 (Kyrkio=Lag och Ordning, cfr. nota 172) fu stabilito (II, § x)

). che tutti dovessero acquisire la capacità di leggere (naturalmente al fine di accedere direttamente ai

di città a proprietesti religiosi). Per la Danimarca si vedano le norme comprese nel recess di Cristiano IV (SECHER

12) il divieto di[Abbr.] IV [1897], nr. 310, 27 marzo 1629, pp. 446-477); per la Norvegia il documento del 2 gennaio

in patria 1604 (NRR IV, pp. 40-41) relativo all’Ordinanza ecclesiastica per la Norvegia emessa poi il 2 luglio

1607 e valida anche per l’Islanda (En Kircke Ordinantz, Huor effter alle, Baade Geistlige oc

Verdslige vdi Norgis Rige, skulle sig rette oc forholde, in particolare pp. 520-535; cfr. LFI I, pp. 150-

oni sulla scuola,171 e pp. 206-208: decreto del 29 novembre 1622) e il recess del 27 marzo 1629 sopra menzionato.

202-210; cfr. pp. 507 Cfr. p. 491.

no prevalenti. Ai 508 Il riferimento è alle idee del filosofo francese Petrus Ramus (Pierre de la Ramée, 1515-1572)

tituite le antiche che, come noto, ebbero importanti ricadute dal punto di vista pedagogico: egli infatti rivalutava, ai

scuole di latino” fini dell’insegnamento, l’importanza della pratica rispetto alla teoria. Essendosi convertito al

n nota 107). Vd.calvinismo Ramus fu una delle vittime della cosiddetta ‘notte di San Bartolomeo’; vd. WADDINGTON

oleliv før 1800, C., Ramus (Pierre de la Ramée). Sa vie, ses écrits et ses opinions, Paris 1855. Uno dei più convinti

ld og formål fraseguaci del ramismo fu il vescovo danese Jens Dinesen Jersin (1588-1634), per altro rigorosamente

ortodosso seppure, per certi versi, precursore del pietismo (su cui vd. pp. 762-764).

degn, 509 Una dottrina, applicata più al campo pedagogico che a quello filosofico, che per certi versi

erano assegnati riportò indietro il sistema scolastico (un percorso, del resto, coerente con l’affermazione della piena

tica) dei bambiniortodossia).


T., 510 Da questo punto di vista è significativo che il cosiddetto Libro di concordia (Concordia)

pubblicato nel 1580 e contenente i testi dogmatici fondamentali del luteranesimo trovasse ora

diffusione nei Paesi nordici dove inizialmente era stato combattuto in nome di una maggiore libertà

si ricordi qui chereligiosa; vd. LENHAMMAR 20014 (B.7.2), pp. 44-45 e p. 48.

stabilito (II, § x) 511 Cfr. p. 539.

e direttamente ai 512 In questa ottica sono da intendere le numerose visite pastorali il cui ‘clima’ ci è descritto nel

ECHER Libro delle visite pastorali (Visitatsbog) del vescovo danese Peder Palladius (vd. p. 496) e in quelli

nto del 2 gennaio(Visitatsbøger) del vescovo di Oslo Jens Nilssøn (1538-1600).

sa poi il 2 luglio 513 Vd. in proposito HOLM 1885-1886 (C.10.2), I, pp. 376-378.

ade Geistlige oc 514 Ciò fu ottenuto non di rado con metodi assai duri: per fare un esempio basti ricordare la

I, pp. 150- vicenda del professore danese Christoffer Dybvad (1572-1622), matematico reale, il quale fu

condannato al carcere a vita per aver osato criticare lo stato assolutista e la Chiesa (vd. FINK-JENSEN

M., “Enevældens ensomme fortrop. Christoffer Dybvads systemkritik under Christian 4.”, in OSD,

, 1515-1572)pp. 36-64) o quella di Niels Svendsen Chronich (Chronius, nato nel 1608 ca., morto dopo il 1672) il

atti rivalutava, aiquale avendo portato durissimi attacchi al clero luterano fu dapprima imprigionato e poi condannato

si convertito alall’esilio.

ADDINGTON 515 In questo ambito va ricordata quella che può essere definita una ‘campagna difensiva’ nei

dei più convinti confronti delle tendenze controriformatrici, portate avanti soprattutto dai gesuiti che si adoperarono

o rigorosamente attivamente per introdurre e diffondere nei Paesi nordici scritti e insegnamenti favorevoli alla dottrina

cattolica. Tra di loro è nota in particolare la figura del norvegese Laurits Nilssøn (Laurentius Nicolai

he per certi versiNorvegus, 1538-1622), più noto come “Lasse del convento” (Kloster-Lasse) a motivo della sua

zione della pienaattività di docente e rettore del Pædagogicum-theologicum voluto dal re svedese Giovanni III a

Stoccolma (cfr. p. 571, nota 180): questo collegio infatti aveva sede nell’antico convento dei
)francescani. Celandosi dietro il prestigioso incarico egli fece di questo istituto la base della propria

mo trovasse ora attività controriformatrice. Le sue reali intenzioni vennero infine alla luce e contro di lui nei giorni

maggiore libertà della Pentecoste del 1580 scoppiò un tumulto, sicché egli fu costretto a lasciare la Svezia.

Successivamente fu in Italia e in Austria, finché nei primi anni del Seicento si recò in Danimarca

dove volle tentare – addirittura – di convertire il re Cristiano IV e la nobiltà. Cercò anche di

ci è descritto nelraggiungere la Norvegia, ma ciò gli fu impedito. Terminò i suoi giorni a Vilnius. Su Lars Nilsson vd.

496) e in quelliGARSTEIN O., Klosterlasse. Stormfuglen som ville gjenerobre Norden for katolisismen, Oslo 1998.

516 Si pensi a esempio all’opera del vescovo e professore di teologia danese Hans Wandal (1624-

1675) autore di un’imponente opera in sei volumi di Diritto regio (Juris regii), uscita tra il 1663 e il

basti ricordare la1672.

ale, il quale fu 517 Vd. KO, pp. 90-91, p. 98, p. 136 e pp. 231-232 (DKL I, nr. 24, pp. 119-120), ripreso in un

ENSEN decreto del 15 maggio 1576 (DKL II, nr. 368, pp. 264-266; cfr. nr. 369, medesima data, pp. 266-267).

OSD, 518 La città di Stoccolma e l’Università di Uppsala avevano tuttavia diritto a un proprio censore

dopo il 1672) il (vd. SCHÜCK – WARBURG 19853 [B.4], II, p. 172). La censura fu chiaramente ribadita in Svezia nel

e poi condannato 1684. Sulla storia della censura in questo Paese (e i decreti relativi) si rimanda a EEK 1942 (C.10.4),

cap. 4: “Rättsutvecklingen i Sverige på tryckfrihetens område”, pp. 151-230.

na difensiva’ nei 519 Si pensi solo all’istituzione di ‘giornate di preghiera’ stabilite dal re per diverse occasioni

e si adoperaronoquali un’epidemia (decisione verosimilmente condivisa dalla gente) ma anche una gravidanza a corte,

voli alla dottrina il viaggio per mare di una principessa, una vittoria sul campo di battaglia.

aurentius Nicolai 520 Come è noto un impulso in questo senso venne dalla diffusione del cosiddetto Martello delle

motivo della suastreghe (Malleus maleficarum, 1487), scritto da due grandi inquisitori, il tedesco Heinrich Institor

e Giovanni III aKramer (1430-1505) e lo svizzero Jacob Sprenger (1436-1495): un testo che si proponeva di fornire

co convento dei gli strumenti per ‘schiacciare’ le streghe.


ase della propria 521 Dove si calcola che tra il 1554 e il 1719 ci siano stati centoventi processi per stregoneria (vd.

di lui nei giorni JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 [B.3], pp. 128-129). Le condanne al rogo furono ventuno, cui si deve

ciare la Svezia.aggiungere una sentenza di morte per decapitazione e una per impiccagione. In controtendenza a

cò in Danimarcaquanto avveniva altrove nel novero di coloro che furono giustiziati si registra solo una donna.

Cercò anche di 522 Si veda il caso di Anne Pedersdatter, moglie dell’illustre umanista norvegese Absalon

Lars Nilsson vd.Pederssøn Beyer (cfr. pp. 508-509 e p. 593) la quale, dopo un primo processo nel quale era stata

prosciolta, fu in una successiva occasione condannata al rogo (1590). Vd. GILJE N., Heksen og

s Wandal (1624-humanisten. Anne Pedersdatter og Absalon Pederssøn Beyer. En historie om magi og trolldom i

ta tra il 1663 e ilBergen på 1500-tallet, Bergen 2010 e anche RIAN Ø., “Absalon Pederssøn Beyer og Anne

Pedersdotter – ein norsk patriot og kona hans”, in FNKF, pp. 45-68.

0), ripreso in un 523 Qui si collega anche una certa produzione letteraria legata per vari aspetti a credenze popolari

ta, pp. 266-267). (almeno in parte pagane), a speculazioni di tipo astrologico e a fenomeni ritenuti di carattere

proprio censoresovrannaturale.

ita in Svezia nel 524 Vd. p. 497 con nota 117. In questa questione il concorso degli uomini di Chiesa fu,

1942 (C.10.4), naturalmente, determinante.

525 Si ricordi qui, a esempio, il libro scritto dall’ecclesiastico ed erudito (ma anche poeta salmista)

iverse occasioniJohan Brunsmand (1637-1707) dal titolo Uno spaventoso calvario (Et forfærdeligt Huus-Kaars,

avidanza a corte, 1674) nel quale, sulla base di fonti ‘autentiche’, riferisce di un caso di possessione demoniaca a Køge

(in Selandia) all’inizio del secolo: questo libro ebbe grande successo, fu tradotto in tedesco e latino e

Martello delle ripubblicato fino a tutto il XIX secolo.

Heinrich Institor 526 Cfr. p. 602, p. 612, p. 614, p. 631, nota 484, p. 767 e p. 833. Sulla eclettica figura di Urban

poneva di fornire Hiärne considerato come letterato ma anche come medico e chimico si rimanda ai saggi contenuti in

OHLSSON S.Ö. – TOMINGAS-JOANDI S. (red.), Den otidsenlige Urban Hiärne. Föredrag från det
stregoneria (vd.internationella Hiärne-symposiet i Saadjärve 31 augusti – 4 september 2005, Tartu 2008 e anche a

uno, cui si deveLINDROTH S., Urban Hiärne 1641-1724, Stockholm 1952.

controtendenza a 527 In Svezia ebbero grande risonanza i processi di Älvdalen (1668) e di Mora (1669) in

Dalecarlia, al termine dei quali furono condannate a morte ventitré persone (tra cui un uomo).

vegese Absalon 528 Vd. pp. 587-588.

l quale era stata 529 Tuttavia solo dopo che i loro resti, non completamente distrutti, furono nuovamente bruciati.

Heksen og 530 Poco prima Jón Magnússon ha lasciato intendere che quel luogo fosse ‘stregato’ in quanto uno

gi og trolldom idegli uomini da lui accusati di magia lo aveva fissato a lungo prima di allontanarsi.

Beyer og Anne 531 Il riferimento è ai due ‘stregoni’, padre e figlio.

532 Nel testo originale í baðstofunni (forma del dativo). Nelle case islandesi la baðstofa (f.),

redenze popolariletteralmente “stanza da bagno” era anticamente il locale in cui si faceva il bagno e che era più facile

nuti di carattereda riscaldare; col tempo il termine passò a indicare la stanza comune e principale della casa dove si

soggiornava e nella quale c’erano anche letti per dormire; cfr. nota successiva.

ni di Chiesa fu, 533 Nel testo originale í göngunum og skálanum (dativo). Il termine islandese skáli (m.), che

attualmente significa “capanna” o “casupola”, indicava in origine una sala dove ci si tratteneva a bere

e poeta salmista)(originariamente la costruzione principale di un complesso abitativo) e anche a dormire,

igt Huus-Kaars, probabilmente a motivo del fatto che il fuoco vi rimaneva costantemente acceso. Già in epoca antica

emoniaca a Køge tuttavia i testi distinguono fra skáli, stofa e baðstofa (vd. nota precedente): forse il primo locale era

edesco e latino e riservato soprattutto agli uomini, il secondo alle donne. Nell’evoluzione delle costruzioni islandesi la

stofa (e/o la baðstofa) vennero ad assumere maggiore importanza. Lo skáli divenne invece una sorta

figura di Urbandi grande locale accanto all’atrio, finché succesivamente scomparve del tutto.

aggi contenuti in 534 Qui nel testo originale è usato l’aggettivo skyg(g)n che in islandese indicava le persone

redrag från det “dotate di una seconda vista”, cioè in grado di vedere gli esseri sovrannaturali. Poco più avanti si
2008 e anche atrova, con lo stesso significato, il sinonimo ófreskur, il quale nell’islandese moderno è passato a

indicare coloro che sono dotati di capacità telepatiche.

Mora (1669) in 535 Il riferimento è ai due ‘stregoni. La frase islandese tuttavia è poco chiara; si accoglie qui

l’interpretazione data da Einar Már Jónsson nella traduzione francese (JÓN MAGNÚSSON, Histoire de

mes souffrances, Paris, 2004, p. 60).

536 DLO nr. 141. A questa storia è ispirato il libro in lingua islandese del 1982 Uomini destinati

o’ in quanto unoalla morte. Romanzo storico (Dauðamenn. Söguleg skáldsaga) di Njörður P. Njarðvík (n. 1936) così

come il film del 1999 Il signore delle tenebre (Myrkrahöfðinginn) del regista Hrafn Gunnlaugsson

(vd. p. 1197).

(f.), 537 Per la crisi dell’agricoltura infatti molti membri della bassa nobiltà erano venuti a trovarsi in

che era più faciledifficoltà ed erano retrocessi sulla scala sociale.

ella casa dove si 538 La definitiva ‘presa di coscienza’ dello status nobiliare si riflette anche nell’affermazione, nel

XVI secolo, dei cognomi delle casate. (vd. WIKTORSSON P-A., “The development of personal names

(m.), chein the Late Middle Ages”, in BANDLE 2002-2005 [B.5], II, p. 1179 e SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], II,

tratteneva a bere pp. 261-262). Tra le più antiche e prestigiose dinastie danesi (alcune risalenti al XIII-XIV secolo) si

che a dormire,ricordano: Bille, Brock, Friis, Gyldenstierna, Gøye (o Giøe), Juel, Oxe, Rosenkrantz, Thott e Trolle

à in epoca antica(in Scania; cfr. nota 561).

primo locale era 539 Questi elementi hanno un notevole peso dal punto di vista della vita culturale, se si considera

zioni islandesi la che (non soltanto in Danimarca) l’esercizio letterario era possibile in primo luogo solo a coloro che

invece una sorta disponessero di una rendita familiare o che occupassero una posizione che garantisse sufficienti

entrate. Del resto occorre anche considerare che le spese di pubblicazione (come non di rado viene

cava le persone chiaramente indicato sui volumi) erano a carico dell’autore quando – appunto – egli non trovava

oco più avanti si generosi finanziatori. Questa situazione spiega anche buona parte delle motivazioni della poesia
erno è passato ad’occasione, più finalizzata a conseguire la benevolenza dei potenti che a permettere agli scrittori di

‘vivere della propria penna’ (considerato il più che modesto ritorno economico di tale attività).

; si accoglie qui 540 Egli era figlio di Johan Rantzau, comandante delle truppe di Cristiano III (vd. p. 464 con nota

Histoire de12).

541 In particolare nel 1637 e nel 1654 il Paese fu colpito dalla peste; la seconda epidemia causò la

Uomini destinati morte di un terzo degli abitanti di Copenaghen.

ík (n. 1936) così 542 Nel 1634 si verificò una devastante inondazione sulla costa occidentale dello Jutland che colpì

n Gunnlaugssonsoprattutto l’isola di Strand (a ovest della città di Husum attualmente appartenente alla Germania)

che fu per tre quarti sommersa dalle acque. Migliaia di persone persero la vita.

nuti a trovarsi in 543 Vd. SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, pp. 105-106.

544 Vd. WIDMARK – PEDERSEN ET AL. 2005 (C.10.5), pp. 1339-1340. Assai interessante da questo

ffermazione, nel punto di vista sarà l’analisi della lingua contadina e borghese fatta da Hans Olufsen Nysted (Hans

personal namesOluvssön Neopolitan, 1664-1740) nel suo libro Retorica laica e pagana. Cioè l’arte di parlare del

4-1968 [B.5], II, laico e l’oratoria del contadino (Rhetorica laica et pagana. Det er Læg-Mands Tale-Kunst Og

I-XIV secolo) si Bondens Vel-talenhed, 1708, 1727).

z, Thott e Trolle 545 Vd. pp. 497-498.

546 A parte il coinvolgimento diretto dei contadini nei combattimenti si pensi alla difesa di

e, se si consideraCopenaghen da parte dei suoi cittadini durante l’assedio portato dagli Svedesi negli anni 1658-1659

olo a coloro che (vd. p. 533).

ntisse sufficienti 547 In questo stesso anno venne costituito anche l’Ordine dei cavalieri del Dannebrog

on di rado viene(Dannebrogordenen, cfr. pp. 334-335), mentre nel 1679 venne emanato lo statuto del prestigioso

egli non trovava Ordine dei cavalieri dell’elefante (Elefantordenen) che aveva le proprie radici nel XV secolo (ARUP

oni della poesia 1925-1955 [B.3], II, p. 252). Queste istituzioni ‘esclusive’ appaiono strettamente legate alla
e agli scrittori dimonarchia. Vd. De kgl. Danske ridderordener. Personalhistorisk festskrift, udgivet i anledning af

Hans Majestæt kong Christian den niendes 40aarige regeringsjubilæum, paa foranstaltning af H.F.

. p. 464 con notaGRANDJEAN, redigeret af J. MADSEN, med en afhandling om ridderordenernes historie af C.V.

NYHOLM, København 1903. È si-gnificativo il fatto che in Norvegia l’Ordine di Sant’Olav (St. Olavs

pidemia causò laOrden), una delle massime onorificenze del Paese, sarà istituito solo nel 1847, tuttavia preceduto

(1821) dalla Medaglia al valor civile (Borgerdådsmedaljen) abolita nel 2004.

Jutland che colpì 548 Un ottimo esempio di funzionario e commerciante di successo è Henrik Müller (1609-1692),

e alla Germania) originario del Holstein, il quale fu capace (con mezzi spesso illeciti) di procurarsi una notevole

ricchezza e vasti possedimenti. Egli fu anche uno dei maggiori creditori della Corona. Tuttavia dopo

il 1680 perse gran parte della sua fortuna.

ssante da questo 549 Vd. HOLM 1885-1886 (C.10.2), I, pp. 119-123. Parallela è invece la crescita della borghesia

Hansvd. ibidem, pp. 124 129 e pp. 131-134.

te di parlare del 550 Vd. sopra, pp. 463-464.

Tale-Kunst Og 551 Fu durante il regno di Cristiano IV che Copenaghen divenne, a tutti gli effetti, una vera e

propria ‘capitale’. Altre città danesi importanti erano Flensborg (Flensburg, attualmente in territorio

tedesco), Malmö (in Scania), Helsingør, Odense e Ålborg. Vd. WALLENSTEEN 1995, p. 71 e WINDING

si alla difesa di1997, pp. 92-93 (entrambi in B.3).

anni 1658-1659 552 In quella località, ceduta nel 1845 agli Inglesi, resta ancora il forte danese (Dansborg). La

Compagnia delle Indie orientali incontrò molte difficoltà ed ebbe notevoli perdite finché, di fatto,

del Dannebrogcessò la propria attività nel 1729. Pochi anni dopo tuttavia (1732) nasceva la Compagnia asiatica

o del prestigioso(Asiatisk kompagni) che ne rilevò l’attività ampliandola in direzione della Cina: essa sarebbe passata

RUPallo Stato danese nel 1777.

ente legate alla 553 Queste colonie saranno poi vendute agli Stati uniti nel 1917 in seguito a una decisione presa
t i anledning af dopo un lungo dibattito nell’ambito del quale era anche stata fondata (1902) l’Associazione Isole

staltning af H.F.danesi dell’Atlantico (Foreningen De Danske Atlanterhavsøer, con riferimento a Islanda, Føroyar e

historie af C.V.colonie americane) che si opponeva alla cessione.

St. Olavs 554 La “costa d’oro danese” (den danske guldkyst) sarebbe stata ceduta agli Inglesi nel 1850.

ttavia preceduto 555 Sulle colonie danesi si vedano i saggi compresi in HOXCER JENSEN P., Dansk kolonihistorie.

Indføring og studier, Århus 1983, in particolare la parte introduttiva (“Indføring i dansk

ler (1609-1692),kolonihistorie”), pp. 7-98.

rsi una notevole 556 Va comunque osservato che le condizioni dei contadini danesi variavano da regione a regione.

a. Tuttavia dopo Nelle isole di Sjælland, Lolland, Falster e Møn (e quelle limitrofe) era stata infatti imposta fin dal

XIV secolo la servitù della gleba che invece non era stata introdotta nello Jutland, in Fionia, in

a della borghesia Langeland e in Scania. Considerata iniqua persino da Cristiano II essa fu ridiscussa diverse volte fino

a che nel 1702 il re Federico IV la abolì (21 febbraio 1702: SCHOU [Abbr.] II, pp. 65-71). Tuttavia

solo trentuno anni più tardi essa sarebbe stata sostituita dalla cosiddetta ‘ascrizione’, un

fetti, una vera eprovvedimento che avrebbe riguardato tutto il Paese (vd. oltre, p. 687). Sull’atteggiamento dei

ente in territoriosovrani assoluti di Danimarca nei confronti del ceto contadino vd. HOLM 1885-1886 (C.10.2), I, pp.

INDING 138-151.

557 E tuttavia, per conferire – almeno formalmente – piena validità legale alla decisione di

). Laintrodurre la monarchia assoluta alcuni di loro furono invitati alla cerimonia dell’omaggio al re

finché, di fatto,Federico III tenuta a Copenaghen il 18 ottobre 1660 (cfr. p. 545).

mpagnia asiatica 558 Una efficace parodia del ‘contadino istruito’ si trova nella commedia di Ludvig Holberg

a sarebbe passataErasmus Montanus (pubblicata nel 1731; vd. p. 830 con nota 681).

559 Questo testo si trova in un manoscritto (Thott 891 4to) conservato presso la Biblioteca reale

a decisione presa(Det kongelige bibliotek) di Copenaghen. Il titolo completo è: Præstigiæ Oeconomiæ ruralis revelatæ
sociazione Isoleper GEOPUM MELANOCOMIUM, il quale ultimo pare essere uno pseudonimo dell’autore, la cui paternità

landa, Føroyar e rispetto al testo è per altro praticamente sicura.

560 Vd. p. 589, con nota 276.

561 Tra le famiglie di maggiore importanza si ricordano i Banér, i Bielke, i Brahe, i de la Gardie, i

k kolonihistorie.Lejonhufvud, gli Oxenstierna, gli Sparre, gli Stenbock, i Tre Rosor, i Trolle (originari di Småland ma

dføring i danskpresenti anche in quella Scania che a lungo era stata territorio danese; cfr. nota 538).

562 Vd. p. 360.

egione a regione. 563 Tra gli altri il diritto esclusivo alla nomina alle più alte cariche e la regolamentazione del

imposta fin dal cosiddetto ‘patronato’ (cioè in sostanza l’autorità sulle chiese locali): Privilegia uthaff then

nd, in Fionia, instormechtigste Herr Gustaff Adolph, giffne Sweriges rijkes Rådh, Ridderskap och Adel, Upsala, then

diverse volte fino8. Octob. Åhr 1617 (in SFS 1620-1639). Nella stessa occasione fu regolamentata l’attività del ceto

65-71). Tuttavianobiliare nel quadro delle riunioni parlamentari. Queste decisioni furono prese in concomitanza con

‘ascrizione’, unl’emanazione del primo regolamento parlamentare svedese, che tra l’altro stabiliva la suddivisione in

teggiamento deiquattro stati (24 gennaio 1617: RMB I, pp. 706-708).

6 (C.10.2), I, pp. 564 In proposito è opportuno ricordare qui la fondazione (1626) del Collegium regium et illustre

di Stoccolma, affidato inizialmente a Johan Skytte (vd. p. 572, nota 191), istituzione scolastica (che

alla decisione dicomunque cessò la propria attività nel 1632) alla quale potevano accedere esclusivamente i figli dei

ll’omaggio al renobili.

565 Parallelamente alla Danimarca (cfr. nota 539) anche in Svezia doveva dunque fiorire una

Ludvig Holbergletteratura d’occasione; anche qui era molto difficile se non impossibile ‘vivere della propria penna’.

566 Vd. sopra, pp. 610-611 e p. 619.

Biblioteca reale 567 Il testo fu tuttavia dato alle stampe solo nel 1677 a Visinborg. Cfr. p. 470, nota 31.

ruralis revelatæ 568 Rispetto al progetto originario uscirono, tra il 1690 e il 1691, solo sei volumi. Tra gli
, la cui paternitàargomenti trattati aritmetica, economia, agrimensura, costruzioni navali, fortificazioni. Del 1690 è

un’edizione del lavoro in forma di compendio (En lijten hand-book utaf adelig öfning) che conobbe

numerose riedizioni e fu diffusa in Svezia fino al XIX secolo. Inoltre furono pubblicati altri testi su

, i de la Gardie, idiversi argomenti (titoli in EF).

i di Småland ma 569 Vi furono tuttavia fra i componenti dell’alta nobiltà alcune persone che appoggiarono la

limitazione dei privilegi. Tra questi Johan Göransson Gyllenstierna (vd. p. 568 con nota 167) che

nella riunione del parlamento del 1664 portò avanti le istanze della bassa nobiltà.

amentazione del 570 Si calcola che dai 10.000-15.000 abitanti dei primi decenni del XVII secolo sia passata ai

gia uthaff then40.000-45.000 del 1663 (vd. SCHÜCK – WARBURG 19853 [B.4], II, pp. 188-189). Una parte di loro era

, Upsala, then di origine straniera, per lo più tedeschi, anche se il loro numero era diminuito rispetto al passato.

’attività del ceto 571 Molti coloni tuttavia rimasero e, nonostante le difficoltà, la piccola comunità svedese continuò

oncomitanza con a esistere fino a che all’inizio del XIX secolo essa risulta completamente integrata (anche dal punto

a suddivisione indi vista linguistico) nella ‘grande famiglia americana’. Sulla colonia nel Delaware vd. ÅBERG A., The

people of New Sweden. Our colony on the Delaware river 1638-1655, Stockholm 1988. Interessante

egium et illustrein proposito è l’opera di Thomas Campanius Holm (ca.1670-1702): Kort Beskrifning om Provincien

e scolastica (cheNya Swerige uti America, Som nu förtiden af the Engelske kallas Pensylvania. Af lärde och

mente i figli dei trowärdige Mäns skrifter och berättelser ihopaletad och sammanskrefwen, samt med åthskillige

Figurer utzirad, Stockholm 1702 (ed. facsimile Stockholm 1988). Essa è stata tradotta in inglese

nque fiorire una(Description of the province of New Sweden, now called, by the English, Pennsylvania, in America.

Compiled from the relations and writings of persons worthy of credit, and adorned with maps and

plates) a cura della Historical society of Pennsylvania (Millwood, N.Y. 1975).

572 Cfr. sopra, p. 650.

volumi. Tra gli 573 Vd. NORMAN H. – LARSDOTTER A., “När Sverige skulle bli kolonialmakt”, in PH 1994: 4, pp.
oni. Del 1690 è34-40.

) che conobbe 574 Cfr. pp. 667-668.

icati altri testi su 575 OLSSON-ALGULIN 1987 (B.4), p. 55.

576 Il nome di questo territorio va in effetti ricondotto a bergslag, termine con cui venivano

appoggiarono laindicate le corporazioni costituite da coloro che svolgevano questa attività; esso è formato su berg

n nota 167) che “monte” e lag “legge”, nel che si può riconoscere un chiaro riferimento alle statuizioni di carattere

giuridico che regolavano la concessione per l’estrazione del metallo. La zona detta Bergslagen

lo sia passata ai comprende in primo luogo territori nel Västmanland, in Värmland e in Dalecarlia. L’attività estrattiva

parte di loro era in Svezia risaliva comunque molto indietro nel tempo, essendone state constatate tracce sicure fin

dall’età del bronzo. Nel XVIII secolo saranno aperte altre importanti miniere di ferro nella zona di

svedese continuòFredriksberg in Dalecarlia. Cfr. p. 440, nota 12.

(anche dal punto 577 Per mantenere alto il prezzo del rame senza tuttavia diminuire la produzione (ma anche per

Theevitare l’importazione di argento), il re Gustavo II Adolfo ne stabilì l’impiego per la coniazione delle

988. Interessantemonete, determinando anche la quantità di metallo che doveva essere usata, alla quale il valore della

g om Provincien moneta doveva corrispondere. Le prime monete di rame furono prodotte in Svezia nel 1624.

a. Af lärde och 578 In questo contesto va ricordato anche un altro vallone, Gillis de Besche (1579-1648), che fu

med åthskilligetra l’altro socio di de Geer, il quale si era trasferito in Svezia insieme ai fratelli Willem (1573-1647),

adotta in ingleseHubert (1582-1664) e Gerard (1585-1656), attivi nel Paese come architetti e costruttori.

nia, in America. 579 Su di lui vd. DAHLGREN E.W., Louis De Geer, 1587-1652, hans lif och verk, I-II, Uppsala

d with maps and1923 (ed. facsimile Stockholm 2002).

580 Vd. ANDERSSON 1975 (B.3), pp. 143-144 e p. 164.

581 Qui si ricordi la figura dell’ecclesiastico Samuel Petri Brask (1613-1668) che nelle sedute del

1994: 4, pp.parlamento espose le ragioni dei contadini, da lui anche ‘tradotte’ in forma letteraria nel dramma Il
figliol prodigo, o il viaggiatore inesperto (Filius prodigus, seu imperitus peregrinans, 1645).

582 Vd. sopra, p. 568.

583 Va qui tuttavia doverosamente ricordato che la reale natura del rapporto tra contadini e nobiltà

on cui venivanonella Svezia di questo periodo resta materia di discussione fra gli storici.

berg 584 In proposito vd. ÅGREN S., Karl XI:s indelningsverk för armén. Bidrag till dess historia åren

zioni di carattere1679-1697, Uppsala 1922. Nel 1927 Vilhelm Moberg (su cui vd. pp. 1168-1169) debutterà con il

detta Bergslagenromanzo Raskens, ambientato nell’Ottocento, che descrive la difficile lotta quotidiana per l’esistenza

attività estrattiva di un povero soldato e della moglie in un soldattorp.

tracce sicure fin 585 Vd. p. 611 con nota 385.

rro nella zona di 586 La prima delle quali è in molti punti lacunosa.

587 DLO nr. 142.

e (ma anche per 588 In seguito alla gravissima epidemia di peste che aveva colpito il Paese (cfr. p. 370 e anche pp.

coniazione delle419-420) una gran parte delle famiglie nobili si era estinta (quando erano deceduti i figli maschi),

le il valore della mentre altre erano decadute sul piano sociale nel momento in cui la mancanza di forza lavoro nelle

campagne aveva fatto venir meno i loro introiti; in altri casi infine esse erano confluite per via

79-1648), che fu matrimoniale all’interno di famiglie nobili provenienti da altri Paesi (in particolare dalla Danimarca).

em (1573-1647), 589 Vd. sopra, pp. 479-482.

590 NRR II, pp. 33-34. Vd. SUPPHELLEN 1979; il primo a rivestire questa funzione fu Povel

, I-II, Uppsala Huitfeldt (ca.1520-1592); su di lui vd. LARSEN H., Povel Huitfeldt, norsk stattholder 1572–77, Oslo

1936.

591 E tuttavia Hannibal Sehested non mancò di curare (anche troppo attentamente!) i propri

nelle sedute del interessi, al punto che quando le sue appropriazioni indebite vennero alla luce egli dovette rinunciare

Ilall’incarico; su di lui cfr. p. 550. Benefici effetti ebbe in seguito anche la nomina a governatore del
figlio illegittimo di Federico III, Ulrik Frederik Gyldenløve (cfr. nota 15 e p. 622) il quale portò

avanti le riforme intraprese da Hannibal Sehested, difese gli interessi dei contadini e fu molto

ontadini e nobiltà benvoluto dai Norvegesi.

592 Un caso esemplare è quello di Ludvig Munk (ca.1537-1602), nominato governatore nel 1577.

ess historia åren Il suo comportamento prevaricatore e spietato fu motivo di molte lagnanze e, dopo alterne vicende,

debutterà con ilegli fu costretto a lasciare i suoi incarichi.

na per l’esistenza 593 La distanza tra l’ambiente rurale norvegese e i centri del potere si misura anche sotto l’aspetto

linguistico. Seppure naturalmente il linguaggio ufficiale (anche quello della Chiesa) fosse ormai il

danese (vd. sopra, 8.2.5.3), i contadini e i pescatori norvegesi continuarono a usare quotidianamente i

loro dialetti (dai quali tuttavia non sorse alcuna lingua scritta) preservando così un patrimonio che

sarebbe stato rivalutato nel XIX secolo (vd. 11.3.3.1).

370 e anche pp. 594 Il termine herredag indicava originariamente in Svezia una sorta di riunione parlamentare

i i figli maschi), (cfr. p. 359 con nota 131). In Danimarca (dove si sviluppò più tardi presumibilmente su modello

orza lavoro nellesvedese) esso assunse funzioni giudiziarie (vd. NIELSEN H., “Herredag”, in KHLNM VI [1961], coll.

confluite per via 495-496): ciò avvenne, per evidenti ragioni, anche in Norvegia.

alla Danimarca). 595 A. Holmsen (HOLMSEN 1971-19774 [B.3], I, p. 413) fa opportunamente rilevare come da parte

danese ciò si inquadrasse nei rapporti tra il potere centrale e le diverse ‘regioni’ del Regno.

nzione fu Povel 596 Vd. WINGE 1988 (Abbr.), nr. 465, 14 febbraio 1582, p. 195 e nr. 608, 31 luglio 1591, pp. 235-

, Oslo237.

597 Queste erano certamente le intenzioni da parte danese; vd. tuttavia p. 551 con nota 96.

mente!) i propri 598 I Paesi da cui provenivano molti dei ‘nuovi borghesi norvegesi’ furono l’Olanda, l’Inghilterra,

ovette rinunciarela Scozia, la Germania e la Danimarca (soprattutto dalla regione dello Jutland). Vd. HOLMSEN 1971-

governatore del19774 (B.3), I, pp. 429-431.


2) il quale portò 599 La prima miniera aperta in Norvegia fu quella di rame a Sundsberg (comune di Seljord in

dini e fu moltoTelemark) nel 1524 cui, grazie all’interesse della Corona, altre seguirono (vd. HOLMSEN 1971-19774

[B.3], I, pp. 435-437): tra queste la miniera d’argento presso la quale si sarebbe sviluppata la città di

rnatore nel 1577.Kongsberg (cfr. p. 549, nota 86) fondata nel 1624 e quella di rame là dove sarebbe presto sorta Røros

alterne vicende,nel Trøndelag meridionale (1646). In relazione all’apertura della miniera di Kongsberg fu anche

realizzata, per volontà del re, la prima strada carrabile del Paese (Gamle Kongbergsvei). La prime

he sotto l’aspetto industrie norvegesi sorsero del resto in relazione al settore minerario: la Orkla (fondata nel 1654 a

a) fosse ormai ilLøkken Verk nel Trøndelag meridionale) nacque per l’estrazione di calcopirite, la Ulefos come

uotidianamente i fonderia (fondata nel 1657 a Ulefoss nel Telemark).

n patrimonio che 600 Parallelo al suo sviluppo è, al contrario, il regresso di Stavanger penalizzata dallo spostamento

nella capitale della sua sede vescovile e di quella giudiziaria.

ne parlamentare 601 Questo centro (inizialmente Fredriksstad) prende nome dal suo fondatore, il re danese

ente su modello Federico II che la fondò nel 1567 per ‘sostituire’ la vicina Sarpsborg data alle fiamme dagli Svedesi

VI [1961], coll.nel corso della guerra nordica dei sette anni (cfr. p. 548 con nota 84). Una parte della città conserva

ancora la struttura originale.

re come da parte 602 Vd. STANG – DUNKER 1838 (Abbr.), pp. 4-10.

603 Sulla situazione dei contadini norvegesi nel primo periodo dell’assolutismo (in ogni caso

o 1591, pp. 235-meno difficile di quella dei danesi) vd. HOLM 1885-1886 (C.10.2), I, pp. 166-176.

604 Questa ‘politica ecclesiastico-statale’ fondata su una rigida ortodossia segna almeno tutto il

XVII secolo e si esprime in una serie di disposizioni legislative e di pubblicazioni religiose intese a

da, l’Inghilterra, convogliare la vita dei sudditi-fedeli verso una completa uniformità. In Danimarca e Norvegia, Paesi

1971- a lungo dominati dall’assolutismo regio, abbiamo l’Ordinanza ecclesiastica per la Norvegia del 1607

(indicazioni alla nota 506); il capitolare del re Cristiano IV del 27 febbraio 1643 (SECHER [Abbr.] V
une di Seljord in [1903], nr. 143, pp. 122-354, in particolare libro I, pp. 143-211); la Legge del re, del 14 novembre
4
1665 (vd. p. 545), in particolare §§ I-II; la Legge norvegese di re Cristiano V del 1687 (vd. p. 551

uppata la città di con nota 96), in particolare libro II (Sulla religione e il Clero: Om religionen og Geistligheden); il

resto sorta RørosRituale ecclesiastico per la Danimarca e la Norvegia (Danmarks og Norgis Kirke-Ritual) del 1685

gsberg fu anche (vd. p. 720 con nota 178); la nuova edizione – la precedente, nota come Den ældste danske Alterbog,

). La primerisaliva a Peder Palladius (su cui cfr. p. 496) – del Libro ufficiale per l’altare (Forordnet Alterbog

ndata nel 1654 audi Danmark og Norge, 1688) pubblicata a uso dei pastori luterani dal teologo e vescovo Hans

comeBagger (1646-1693); il cosiddetto Libro dei Salmi di Thomas Kingo del 1699 (vd. p. 608). Tuttavia

(per ragioni politico-commerciali) dalla fine del XVII secolo in Danimarca si constaterà qualche

allo spostamentoprima apertura alla libertà di culto per i seguaci di altre confessioni. In Svezia, dove l’equivalenza

Stato-religione luterana era stata sancita dall’intervento di Gustavo II Adolfo nella guerra dei

re, il re danese trent’anni e l’unità religiosa era considerata un fondamento del buon funzionamento dello Stato,

me dagli Svedesiabbiamo la costituzione del 1634 (cfr. p. 667 con nota 611), in particolare § 1; la “solenne

la città conservadichiarazione del re” (Kungaförsäkran), di Carlo XI del 18 dicembre 1672 (Kongl. May:tz

Försäkring, Gifwen samptlige Rijkzens Ständer på Rijkzdagen i Stockholm then 18. Decembris Anno

1672, in SFS 1670-1674), §§ I e II in particolare; la legislazione ecclesiastica del 1686 (vd. nota 172);

mo (in ogni casoil Catechismo (Enfaldig förklaring öfwer Lvtheri lilla catechismum, stält genom spörsmåhl och swar,

1689) dell’arcivescovo Olof Svebilius (Olaus Swebilius, 1624-1700) che a partire dal 1773 sarebbe

a almeno tutto ilstato l’unico ammesso (il testo fu tradotto in lingua sami nel 1738: QVIGSTAD – WIKLUND 1978 [vd. p.

religiose intese a1646.], p. 25); l’edizione revisionata (1693) sulla base della nuova legislazione ecclesiatica del

Norvegia, PaesiManuale per la chiesa (Handbok) a suo tempo curato dal futuro arcivescovo Petrus Kenicius (1555-

del 16071636); il Libro dei salmi (Psalmbok) del 1695 (in Finlandia un Libro dei salmi, Virsikirja, sarebbe

[Abbr.] Vuscito nel 1701; vd. p. 609); la traduzione della Bibbia (1703) revisionata per disposizione di Carlo
del 14 novembre XII (vd. p. 521, nota 206). Si ricordi qui anche l’obbligo stabilito tanto dalla legge danese quanto da

1687 (vd. p. 551 quella svedese di frequentare le funzioni religiose (vd. rispettivamente p. 764 con nota 365 e Kongl.

); ilPlacat och Stadga Om Eder och Sabatzbrott del 2 ottobre 1665 [SFS 1665]).

) del 1685 605 Si veda a esempio la sostanziale sottrazione al clero danese di una autonoma gestione

danske Alterbog,economica (DKL III, nr. 48 [§ 41], 31 marzo 1615, p. 45); l’obbligo imposto dal re di possedere un

rordnet Alterbogattestato universitario per poter esercitare l’attività di pastore (ibidem, nr. 154 e nr. 155 del 7

e vescovo Hansnovembre 1629, pp. 173-176) o la parte relativa alla Chiesa nel recess di Cristiano IV (27 febbraio

p. 608). Tuttavia1643, SECHER [Abbr.] V [1903], nr. 143, pp. 122-354, in particolare libro I, pp. 143-211). In sostanza

nstaterà qualchesi era stabilita una intransigente regolamentazione della vita religiosa da parte dell’autorità reale (cfr.

ve l’equivalenza p. 684 con nota 30). Del resto anche un decreto come quello relativo alle ‘religioni straniere’

nella guerra dei (Forordning om fremmede Religioner; ibidem, nr. 515 del 6 aprile 1676, pp. 502-505) la cui pratica,

ento dello Stato, tranne pochissime eccezioni, viene totalmente esclusa dal territorio del Regno, rispecchia la chiara

1; la “solennevolontà della monarchia di avocare a sé la gestione (uniformante) di qualsiasi aspetto della realtà

Kongl. May:tzsociale, con ciò ritenendo di garantire forza e continuità al potere assolutista.

Decembris Anno 606 Una serie di provvedimenti evidenzia la volontà di ‘difendersi’ anche rispetto a possibili

6 (vd. nota 172);influssi provenienti dall’esterno. A esempio in Danimarca fin dal 1569 era stato emesso un decreto in

småhl och swar, base al quale agli stranieri che avessero voluto stabilirsi nel Paese veniva fatto obbligo di accettare

dal 1773 sarebbeformalmente gli articoli di fede luterana o, altrimenti, allontanarsi nel termine massimo di tre giorni,

1978 [vd. p.diversamente incorrendo nella pena di morte (SECHER [Abbr.] I [1887-1888], pp. 420-412); il 22

ecclesiatica del ottobre 1604 era stata emanata una circolare relativa alle scuole nella quale si faceva divieto di

Kenicius (1555-ricoprire incarichi a chi fosse stato allievo dei gesuiti (SECHER III [1889-1891], nr. 204 pp. 175-178).

, sarebbe Naturalmente queste norme dovevano valere anche per le ‘colonie’. In Svezia nel 1667 era stata

osizione di Carlo emessa un’ordinanza che, ribadito l’obbligo per i sudditi di professare l’unica fede luterana ammessa
danese quanto danel Regno (§§ I-II), ingiungeva agli stranieri che si trovavano nel Paese di praticare la propria

Kongl.religione nel chiuso delle loro case, proibendo categoricamente qualsiasi forma di proselitismo e

affidando all’autorià civile ed ecclesiastica il controllo sul loro comportamento in modo da evitare

onoma gestioneche qualsiasi tipo di ‘eresia’ (anche di carattere filosofico o letterario!) potesse diffondersi (Kongl.

di possedere unMayst.s Religions Placat, Vthgifwit på Stockholms Slott den 19. Martij Åhr 1667); un successivo

e nr. 155 del 7 decreto (Kongl. Mayst:tz Forbudh Angående Skadelige Böckers Införsel och Hemmande [...]

IV (27 febbraioStockholm then 2. Novembris Anno 1667), imponeva una severa vigilanza sulla temuta introduzione

211). In sostanza nel Paese di libri considerati ‘pericolosi’ (entrambi in SFS).

utorità reale (cfr. 607 Si constata come, in questa ottica, lo spazio riservato alle donne fosse assai limitato: ben

igioni straniere’ lontani sono i tempi in cui una figura femminile appartenente alla sfera religiosa come quella di Santa

5) la cui pratica,Brigida poteva addirittura rivolgere il proprio rimprovero al re di Svezia! (cfr. p. 356 e anche p. 402).

pecchia la chiara 608 Vd. p. 496.

petto della realtà 609 Vd. nota 512.

610 Cfr. p. 576. Il titolo completo dell’opera è: Postilla per la casa ovvero semplici prediche su

petto a possibili tutti i vangeli delle solennità e delle domeniche dell’anno (Húspostilla eður einfaldar predikanir yfir

sso un decreto inöll hátíða- og sunnudagaguðspjöll árið um kring, 1718-1720). Vd. “Meistari Jón”, in BR, pp. 41-44.

ligo di accettare 611 Vd. NILSSON S.A., “1634 års regeringsform”, in Scandia, X (1937), pp. 1-37 e, del medesimo

mo di tre giorni,autore, Axel Oxenstierna och regeringsformen 1634, Lund 1937.

420-412); il 22 612 L’istituzione di un Collegio di guerra (Krigskollegium) si lega del resto alla riorganizzazione

aceva divieto didell’esercito e della marina, ambiti di grande interesse per il re Gustavo II Adolfo e anche, più tardi,

04 pp. 175-178).per Carlo X e Carlo XI.

l 1667 era stata 613 Tra questi il Collegio dello Stato (Statskollegium), che doveva occuparsi delle questioni

uterana ammessa importanti in politica interna ed estera; esso fu sostituito da Cristiano V con un Consiglio segreto
ticare la propria(Gehejmekonseilet) di cui facevano parte oltre al re solo i sei massimi funzionari del Regno: esso

di proselitismo ecostituiva la suprema autorità del Paese.

modo da evitare 614 In Norvegia il termine amt è stato in seguito sostituito da fylke, tuttora in uso per indicare

Kongl.distretti regionali amministrativi che raggruppano diversi comuni.

); un successivo 615 La cui figura risale per molti versi a quella del sysselman (cfr. p. 340, p. 372 e anche p. 387). I

[...]diversi decreti successivi all’introduzione dell’assolutismo regio sono pubblicati in AaKG II (1856-

uta introduzione 1860), pp. 151-326 (nr. 1-52). La Norvegia venne suddivisa in quattro “province diocesane”

(ciascuna indicata con il termine stiftamt) i cui confini corrispondevano a quelli delle quattro diocesi.

sai limitato: benVd. anche HOLM 1885-1886 (C.10.2), I, pp. 82-85.

e quella di Santa 616 All’intensa attività legislativa che caratterizza questo periodo corrisponde ora tutta una serie di

e anche p. 402). studi e lavori di carattere giuridico: qui basti citare Christen Ostersen Veile (Christen Osterssøn

morto dopo il 1652) il quale redasse un Glossario giuridico danese (Glossarium juridico-Danicum,

1641; seconda edizione 1652) che – pure tenendo conto dei molti errori – costituisce una fonte

plici prediche suimportantissima per lo studio della tradizione legale di questo Paese; Peder Lassen (1606-1681) e

r predikanir yfir Rasmus Vinding (1615-1684) che (per quanto in contrasto tra loro) portarono un notevole contributo

alla redazione della Legge danese del 1683, per la quale va qui ricordato anche il nome di Peder

e, del medesimo Schumacher (vd. p. 545 con nota 71); Johannes Loccenius (1598-1677), fondatore degli studi

giuridici svedesi (seppure egli fosse originario del Holstein) e, soprattutto, Johan Olofsson

riorganizzazioneStiernhöök (Johan Olofsson Dalkarl, poi insignito della dignità nobiliare, 1596-1675) per molti versi

anche, più tardi, già illuminista, il cui intelligente uso delle fonti unito a una chiara visione dei problemi aprì la strada

a una nuova concezione del diritto che avrebbe positivamente influenzato la stesura della legge

delle questioni generale del 1734 (vd. oltre, pp. 698-699). La sua opera, Antico diritto degli Svedesi e dei goti (De

Consiglio segretojure Sveonum et Gothorum vetusto), uscita nel 1674 (tale è l’anno in cui ottenne l’autorizzazione alla
del Regno: essopubblicazione, seppure il frontespizio rechi la data di due anni prima) costituisce un momento

fondamentale della storia del diritto svedese. Anche perché si pone in aperto contrasto con le fantasie

uso per indicaregoticiste che avevano ‘contagiato’ anche il campo del diritto: si pensi a Carl (Carolus) Lundius figura

altamente stimata e convinto fautore dei fondamenti giuridici dell’assolutismo regio, che in pieno

anche p. 387). I spirito rudbeckiano considerava Zalmoxis – il leggendario riformatore sociale e religioso venerato

II (1856-dai Daci – il primo legislatore svedese (Zalmoxis primus Getarum legislator academica dissertatione

ince diocesane”luci publica restitutus, 1687; cfr. p. 584, nota 251). Su Stiernhöök vd. HELANDER H. – NELSON A. ET

e quattro diocesi.AL., Johan Stiernhöök i sin samtid, Stockholm 2005.

617 In Danimarca la Corte suprema (Højesteret) fu istituita nel 1661, in Svezia (Högsta

tutta una serie didomstolen) tuttavia solo nel 1789 (vd. p. 706, nota 118).

risten Osterssøn, 618 Una importante innovazione fu, in Norvegia l’introduzione nel 1591 del cosiddetto

ridico-Danicum,sorenskriver (da svoren skriver, letteralmente “scrivano giurato”) che divenne il giudice nei tribunali

tuisce una fontedi prima istanza delle comunità rurali. Questa figura venne grosso modo a corrispondere al

n (1606-1681) ehäradshövding svedese e al herredsfoged danese, due termini che richiamano l’antica suddivisione

evole contributoterritoriale di carattere giuridico-amministrativo detta hérað (vd. p. 340 e p. 358) e composti

l nome di Peder rispettivamente con hövding “capo” e foged (su cui vd. p. 360 con nota 134). Vd. OLAFSEN A., Våre

atore degli studisorenskrivere. Sorenskriverinstitusjonen og sorenskrivere i Norge. Et bidrag til den norske

Johan Olofssondommerstands historie, I-II, Oslo, 1941-1945 (in particolare il primo volume).

5) per molti versi 619 Vd. HOLMSEN 1971-19774 (B.3), I, pp. 445-447.

emi aprì la strada 620 Si tratta di un regolamento (9 maggio 1561) assai dettagliato (NRR I, nr. 68, pp. 109-158).

sura della legge 621 Il che esprime chiaramente la volontà di porre sotto controllo tutto il territorio del Regno. In

De questo ufficio fu attivo il pioniere degli studi cartografici svedesi, il celebre Andreas Bureus (1571-

torizzazione alla 1646) – cugino di Johannes (cfr. p. 590 e p. 601) – che nel 1626 pubblicò una carta del Nord (Orbis
ce un momentoArctoi nova et accvrata delineatio) corredata di una descrizione e che fu ripubblicata qualche anno

o con le fantasiedopo: Descrizione nuova e accurata del Settentrione, innanzi tutto del Regno di Svezia (Orbis Arctoi,

) Lundius figura imprimisqve regni Sveciæ nova et accurata descriptio, 1631). In Finlandia il primo agrimensore fu

io, che in pienonominato nel 1633.

ligioso venerato 622 PAUS 1751 (Abbr.), pp. 940-943.

ica dissertatione 623 Si veda in particolare la dettagliata serie di norme emessa dal re danese Federico II per la

ET Danimarca e la Norvegia con l’ordinanza del 19 giugno 1582 (Kong Frederik den Andens Ordinants

om Ægteskabssager, in SGDL IV, pp. 300-310). Una essenziale normativa in materia era contenuta

Högstanell’Ordinanza luterana (KO, p. 111 e p. 187, passim; cfr. pp. 63-64); per l’Islanda vd. Ordinants,

hvorledes udi Ægteskabssager paa Island dömmes skal (LFI I, 2 giugno 1587, pp. 113-124). In

del cosiddetto Svezia una analoga regolamentazione si trova nella Legge generale del 1734 (vd. oltre, pp. 698-699);

dice nei tribunali in proposito vd. PYLKÄNEN A., “Giftermålsbalken i 1734 års lag”, in Statens beroende av familjen

corrispondere alHelsingfors 1996, pp. 7-37.

ica suddivisione 624 Cfr. nota 519. Talora la motivazione è legata a circostanze singolari come appare (solo per

358) e compostifare un esempio curioso) nel decreto che stabilisce la “celebrazione di giorni di preghiera a motivo

Våredella scoperta di alcuni complotti dei papisti e di una miniera d’argento in Norvegia” (Om Afholdelse

til den norske af Bededage i Anledning af Opdagelse af nogle papistiske Anslag og af en Sølvminne i Norge, 6

marzo 1624, in DKL III, nr. 109, pp. 107-108).

625 Vd. OLSEN FR., Det danske Postvæsen, dets Historie og Personer indtil dets Overtagelse af

Staten 1711, Kjøbenhavn 1889 e ISRAELSEN H. K. (red.), P&Ts historie, I-V. København 1991-1993

io del Regno. In(in particolare il primo volume redatto da O. Madsen: P&Ts Historie til 1711). I primi francobolli

as Bureus (1571-danesi furono emessi nel 1851.

Orbis 626 Ciò fu dovuto all’iniziativa del cancelliere Axel Oxenstierna. Del resto fin dal 1620 il re
ata qualche annoGustavo II Adolfo aveva fatto aprire un ufficio ad Amburgo, dove doveva essere raccolta la

Orbis Arctoi, corrispondenza da inviare nel Paese. Un altro ufficio con la medesima funzione fu aperto a Helsingør

o agrimensore fu nel 1640. Vd. FORSSELL N., Svenska postverkets historia, I-II, Stockholm 1936 e anche LINNARSSON

M., Postgång på växlande villkor. Det svenska postväsendets organisation under stormaktstiden,

Lund 2010. I primi francobolli svedesi furono emessi nel 1855.

ederico II per la 627 Vd. SCHOU A., Postens historie i Norge, Oslo 1947 e JOHANNESSEN F.E. – THUE L. ET AL.,

ndens OrdinantsAlltid underveis. Postverkets historie gjennom 350 år, I-II, Oslo 1997. I primi francobolli norvegesi

ria era contenutafurono emessi nel 1855.

Ordinants, 628 Il che portò alla condanna all’esilio e al pagamento dei danni per il suo fondatore, che tuttavia

pp. 113-124). Infu in seguito graziato.

re, pp. 698-699); 629 La prima banca danese, la Kiøbenhavnske Assignations-, Vexel- og Laanebanken detta anche

nde av familjen,Kurantbanken (per altro privata), sarà fondata nel 1736; nel 1773 sarà trasformata in banca statale. A

essa seguirà nel 1786 un istituto fondato in relazione alle riforme agrarie, la Reale cassa di credito

appare (solo per(Det kongelige kreditkasse) e nel 1791 un istituto dano-norvegese, Den Danske og Norske

eghiera a motivoSpeciebank, sostituito nel 1799 dalla cosiddetta Deposito-Cassen. Una prima Banca nazionale danese

Om Afholdelse (Rigsbanken) sarà fondata nel 1813, nel 1818 essa verrà trasformata nella Nationalbanken

, 6inizialmente a capitale privato. La fondazione della Banca norvegese (Norges bank) risale al 1816,

quella della Banca islandese (Landsbanki) al 1885.

s Overtagelse af 630 Vd. JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3), p. 118.

havn 1991-1993 631 Si è tuttavia constatato che esse furono meno pesanti di quelle corrisposte dai Norvegesi e dai

primi francobolliDanesi stessi. In diverse occasioni gli Islandesi riuscirono a opporsi al pagamento di nuove imposte,

a motivo della situazione assai grave in cui versava l’economia del Paese. Inoltre il contributo di

n dal 1620 il re uomini all’esercito del re fu assolutamente limitato (vd. JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 [B.3], pp. 116-
sere raccolta la 117).

perto a Helsingør 632 Da eseguirsi per annegamento nei confronti delle donne, per decapitazione nei confronti degli

INNARSSONuomini (fonte citata nella nota successiva).

stormaktstiden, 633 Il decreto fu emesso il 2 luglio 1564 e ratificato dal re danese il 13 aprile 1565 (LFI I, pp. 84-

89 e pp. 89-90); questa legge sarebbe rimasta in vigore fino al 1838. Vd. BJÖRGVINSSON D.Þ.,

.,“Stóridómur”, in KRISTJÁNSSON G. – HÁKONARSON H. (ritstj.), Lúther og íslenskt þjóðlíf. Erindi flutt á

obolli norvegesi ráðstefnu um Martein Lúther, er haldin var 4. nóvember 1983 í tilefni þess að 500 ár voru liðin frá

fæðingu hans, Reykjavík 1989, pp. 119-140. La pena di morte in Islanda verrà abolita con una legge

tore, che tuttaviadel 7 maggio 1928 (Lög um nokkrar breytingar til bráðabirgða á hegningarlöggjöfinni og viðauka

við hana) a quasi cento anni dall’ultima esecuzione avvenuta nel 1830 quando Agnes Magnúsdóttir

detta anche (nata nel 1813) e Friðrik Sigurðsson (nato nel 1811) furono giustiziati per aver ucciso Natan

banca statale. AKetilsson (1792-1828) e un suo ospite dando poi fuoco all’abitazione nel tentativo di distruggere le

cassa di creditotracce del delitto. Successivamente altre condanne capitali furono comminate, ma sempre commutate

nske og Norske in pene detentive.

nazionale danese 634 Contro questo provvedimento Guðmundur Andrésson scrisse tra il 1647 e il 1648 il cosiddetto

NationalbankenDiscorso in opposizione, o Trattato in opposizione al decreto emesso in Islanda nell’anno 1564

) risale al 1816, (Discvrsvs oppositivus edur gagnstæd yfferferd løgriettunnar dom titils sem geinged heffur a Alþingi

Anno 1564; in versione latina: Discursus oppositivus, seu Tractatus oppositus plebiscito in Islandia

concinnato Anno 1564): quando il testo giunse nelle mani delle autorità egli fu arrestato e rinchiuso

Norvegesi e dainella Torre blu di Copenaghen. Tuttavia il 24 dicembre 1649 ottenne la grazia dal re per intercessione

i nuove imposte,di Ole Worm, il quale era interessato alla sua collaborazione negli studi di antichità nordiche (cfr. p.

il contributo di 587 e p. 606).

[B.3], pp. 116- 635 Vd. sopra, pp. 551-552. Nel 1619 venne fondata una compagnia commerciale (vd. nota 101)
che in sostanza gestì (seppure venissero apportate diverse modifiche al suo ordinamento) il

ei confronti deglicommercio tra la Danimarca e l’Islanda fino al 1787.

636 Cfr. pp. 552-553.

I, pp. 84- 637 Vd. p. 723 con nota 197.

D.Þ., 638 Si pensi, solo per fare un esempio, che il vulcano Hekla (nel sud dell’isola) era considerato la

ðlíf. Erindi flutt ávera e propria porta dell’inferno. Esso tra l’altro ebbe imponenti eruzioni nel 1510, nel 1597, nel

ár voru liðin frá1636 e nel 1693.

ta con una legge 639 In realtà, come sopra ricordato, in Islanda il numero degli uomini condannati al rogo per

finni og viðaukastregoneria fu assai superiore a quello delle donne. La maggior parte dei processi e delle condanne

nes Magnúsdóttir(tuttavia testimoniati fino al 1720) si situa nel periodo tra il 1625 e il 1690. Anche Jón Guðmundsson

er ucciso Natanl’Erudito (cfr. pp. 575-576) autodidatta versato in molte discipline (tra cui lo studio delle erbe a scopi

di distruggere lemedicinali e la composizione di carmi), subì un processo per magia e fu condannato alla proscrizione

mpre commutate(1631). Egli cercò una riabilitazione ma la condanna fu confermata nel 1637, anche se poi riuscì a

non lasciare l’Islanda e poté ancora dedicarsi ai suoi interessi culturali.

648 il cosiddetto 640 Ma si veda, a esempio, anche la testimonianza di un documento reale, siglato da Cristiano IV,

nell’anno 1564nel quale si faceva proibizione agli Islandesi “di esumare i cadaveri dei morti dalle tombe e tagliare

heffur a Alþingiloro la testa o bruciarli o danneggiarli in altro modo” (DLO nr. 143).

scito in Islandia 641 In islandese essi sono detti almúgabækur (sing. almúgabók).

stato e rinchiuso

per intercessione

nordiche (cfr. p.

le (vd. nota 101)


che in sostanza gestì (seppure venissero apportate diverse modifiche al suo ordinamento) il

commercio tra la Danimarca e l’Islanda fino al 1787.

636 Cfr. pp. 552-553.

637 Vd. p. 723 con nota 197.

638 Si pensi, solo per fare un esempio, che il vulcano Hekla (nel sud dell’isola) era considerato la

vera e propria porta dell’inferno. Esso tra l’altro ebbe imponenti eruzioni nel 1510, nel 1597, nel

1636 e nel 1693.

639 In realtà, come sopra ricordato, in Islanda il numero degli uomini condannati al rogo per

stregoneria fu assai superiore a quello delle donne. La maggior parte dei processi e delle condanne

(tuttavia testimoniati fino al 1720) si situa nel periodo tra il 1625 e il 1690. Anche Jón Guðmundsson

l’Erudito (cfr. pp. 575-576) autodidatta versato in molte discipline (tra cui lo studio delle erbe a scopi

medicinali e la composizione di carmi), subì un processo per magia e fu condannato alla proscrizione

(1631). Egli cercò una riabilitazione ma la condanna fu confermata nel 1637, anche se poi riuscì a

non lasciare l’Islanda e poté ancora dedicarsi ai suoi interessi culturali.

640 Ma si veda, a esempio, anche la testimonianza di un documento reale, siglato da Cristiano IV,

nel quale si faceva proibizione agli Islandesi “di esumare i cadaveri dei morti dalle tombe e tagliare

loro la testa o bruciarli o danneggiarli in altro modo” (DLO nr. 143).

641 In islandese essi sono detti almúgabækur (sing. almúgabók).


CAPITOLO 10

I princìpi della modernità

10.1. La grande guerra nordica

Alla morte di Carlo XI, nel 1697, la Svezia era stabile e in pace. Come si è detto il re

aveva risanato (soprattutto a spese della nobiltà) la finanza pubblica e con l’imposizione

dell’assolutismo regio era riuscito a far sì che il potere centrale dominasse e regolasse

l’intero organismo statale. Il Paese era a tutti gli effetti una “grande potenza” e la sua

posizione di predominio sul Mar Baltico era consolidata. Naturalmente questa situazione

generava lo scontento di nemici tradizionali quali, in primo luogo, la Danimarca e la Russia.

Motivi di tensione non erano mancati. La Danimarca, che non aveva mai del tutto accettato

la perdita di regioni ‘storiche’ come la Scania, il Blekinge, il Halland e l’isola di Gotland,

trovava un ulteriore motivo di irritazione nella tradizionale alleanza della Svezia con il

ducato di Holstein-Gottorp,1 il cui territorio, distribuito tra le regioni dello Schleswig e del

Holstein, la Corona danese aspirava a riportare sotto il proprio dominio: essa cercava dunque

una rivincita che consentisse di spezzare l’accerchiamento da parte del potente nemico. Sul

versante orientale la Russia, svantaggiata dalle disposizioni della pace di Stolbova,2 puntava

a riprendere il controllo delle vie commerciali sul Baltico. Nel 1658 essa aveva attaccato la

regione dell’Ingria, ma la questione si era conclusa con un armistizio:3 le sue ambizioni

dunque erano rimaste insoddisfatte. Nel 1699 vennero perciò avviate trattative per un patto di

aggressione contro la Svezia tra lo zar Pietro I il Grande (Пëmр А ексееɞuɥ РоMɑʜоɞ Ве

uкu ) e il re danese Cristiano V; a queste parteciparono il re di Polonia e principe elettore di


Sassonia Augusto II (August II der Starke, 1660-1733) il quale coltivava l’ambizione di

espandere il proprio territorio e di costituire un potente regno nell’Europa orientale; egli era

tra l’altro sobillato da un nobile livone, Johann Reinold Patkul (1660-1707), sfuggito agli

si è detto il re Svedesi e rifugiatosi presso di lui, il quale mirava a sottrarre la Livonia al dominatore

n l’imposizionestraniero. L’inattesa morte (nello stesso anno) del re danese per un incidente di caccia non

sse e regolassemutò il quadro; il nuovo sovrano Federico IV (1671-1730) portò avanti senza indugio i piani

enza” e la suadel padre.

esta situazione Nel primi mesi del 1700, senza alcun preavviso, venne sferrato l’attacco: a febbraio le

rca e la Russia.truppe di Augusto assalirono Riga (tuttavia senza successo) e in marzo i Danesi si mossero

l tutto accettatocontro il ducato di Holstein-Gottorp. In aiuto del giovane sovrano svedese Carlo XII (1682-

ola di Gotland, 1718) che a soli quindici anni era succeduto al padre, si mossero tuttavia l’Inghilterra e

Svezia con ill’Olanda. Contrarie, per ragioni commerciali, a una guerra nel Baltico esse inviarono le loro

Schleswig e delflotte nell’Øresund: Carlo poté così sbarcare in Selandia presso Humlebæk e sconfiggere il

cercava dunquenemico. Da subito si capì che egli era un comandante militare nato, al modo di Gustavo II

nte nemico. Sul Adolfo. Il carattere risoluto e taciturno, i modi schietti e la condivisione della dura vita delle

puntava truppe ne avrebbero presto fatto un personaggio leggendario. I Danesi furono dunque

eva attaccato lacostretti a cedere e in agosto siglarono un deludente trattato di pace nel castello di Traventhal

sue ambizioni(a ovest di Lubecca), in base al quale tra l’altro il ducato di Holstein-Gottorp vide sancita la

per un patto di propria sovranità.4 Ora il re svedese poteva volgersi al fronte orientale, dove in quello stesso

mese i Russi aprivano le ostilità invadendo l’Ingria e ponendo l’assedio a Narva. Ma gli dèi

ncipe elettore didella guerra erano (almeno inizialmente!) favorevoli alla Svezia: il 20 novembre i Russi
l’ambizione divenivano duramente sconfitti nella battaglia di Narva;5 il 9 luglio dell’anno successivo presso

ientale; egli erala Dvina occidentale la medesima sorte toccava ai Polacchi. La Svezia si impadroniva anche

), sfuggito aglidella Curlandia. Un anno dopo, il 9 luglio 1702, Augusto subiva una disfatta a Kliszów, circa

al dominatore 60 km. a nord-est di Breslavia (Wrocław) e i vincitori si installavano a Cracovia (Kraków);

e di caccia nonnel 1703 la città di Toruń con la sua fortezza sulla Vistola cadeva in mano svedese e Danzica

indugio i pianiera costretta a sottomettersi; nel 1704 Augusto veniva deposto dal trono polacco e Carlo XII

riusciva a far eleggere al trono Stanislao I (Stanisław Bogusław Leszczyński, 1677-1766). In

o: a febbraio lequesto modo egli intendeva porre le basi di una forte alleanza svedese-polacca: una

nesi si mosserosituazione che, dopo alterne vicende, fu sancita dal trattato di pace di Altranstädt (presso

arlo XII (1682- Lipsia) del 1706.6

l’Inghilterra e Sul fronte più orientale tuttavia la situazione non si sviluppò altrettanto favorevolmente.

nviarono le loroNel 1702 i Russi intrapresero una serie di azioni che portarono alla conquista della fortezza

e sconfiggere ilsvedese di Nyenskans alla foce del fiume Neva,7 la distrussero e nelle vicinanze diedero il

o di Gustavo II via alla costruzione della città di San Pietroburgo (Сɑʜкm-Пеmербурƨ) e di quella di

dura vita delleKronštadt (KроʜƜmɑ∂m) sull’iso- la di Kotlin (Kоm uʜ); inoltre invasero l’Ingria, poi

furono dunque attaccarono ed espugnarono Narva (1704). Essi avanzarono anche in Estonia, dove

o di Traventhaloccuparono Tartu e si impadronirono di buona parte del territorio estone e livone fermandosi

vide sancita lasolo di fronte alla resistenza dell’esercito svedese di stanza in Curlandia. Nei primi mesi del

in quello stesso 1706 la posizione della Svezia in Polonia si fece dunque più precaria, tuttavia una fortunata

rva. Ma gli dèiconduzione delle operazioni militari – tra cui spicca la grande vittoria conseguita il 3

vembre i Russifebbraio dal maresciallo di campo svedese Carl Gustaf Rehnskiöld (o Rehnschiöldt, 1651-
ccessivo presso 1722) nella battaglia di Fraustadt (Wschowa nella Polonia occidentale) contro un grande

adroniva ancheesercito sassone-russo-polaccolituano portò al trattato di Altranstädt, di cui è appena detto.

Kliszów, circa Rafforzato da questi successi e convinto di poter contare sull’appoggio della Polonia che era

);ora sottomessa a un sovrano di suo gradimento, Carlo XII decise di attaccare i Russi:

edese e Danzical’ambizione era non soltanto quella di respingerli verso il loro territorio, ma – addirittura – di

cco e Carlo XIIconquistare Mosca. Ebbe così inizio la ‘campagna di Russia’ (1707-1709). Ma dopo i primi

1677-1766). Insuccessi8 i suoi piani si scontrarono con diversi ostacoli: i problemi interni polacchi (sicché

e-polacca: unada quella parte non gli venne in sostanza alcun aiuto), le difficoltà di ricevere

anstädt (pressoapprovvigionamento e rinforzi,9 le defezioni e le sconfitte cui era andato incontro il capo

cosacco Ivan Stepanovych Mazepa (Iɞɑʜ Сmзnɑʜоɞuɥ Мɑзеnɑ, 1639-1709) che dopo la

avorevolmente.pace di Altranstädt si era alleato con lui per l’indipendenza dell’Ucraina (dal cui territorio

a della fortezzaintendeva marciare verso la capitale russa) e, infine, l’arrivo di un nemico imprevisto, quel

anze diedero il ‘generale inverno’ (il quale in altre occasioni storiche avrebbe fatto la sua parte!) che tra il

e di quella di1708 e il 1709 fu particolarmente severo.10 Nella primavera del 1709, dopo che in gennaio

ro l’Ingria, poic’era stata la conquista di Vepryk (Веnрuк, Ucraina) costata sangue e fatica, Carlo XII decise

Estonia, dove di porre l’assedio alla città fortificata di Poltava (По mɑɞɑ, Ucraina) preparandosi allo

one fermandosiscontro decisivo che ebbe luogo il 28 giugno. Essendo il re ferito a un piede e febbricitante,

primi mesi del le operazioni militari furono condotte dal maresciallo in campo Carl Gustaf Rehnskiöld e dal

a una fortunatagenerale Adam Ludwig Lewenhaupt, i quali tuttavia trovandosi in contrasto non furono in

conseguita il 3grado di coordinare le azioni. La battaglia si risolse per gli Svedesi in una disfatta totale:

schiöldt, 1651- migliaia di soldati furono fatti prigionieri (compreso il maresciallo Rehnskiöld), mentre quel
ntro un grande che restava dell’esercito di Carlo si ritirò lungo il fiume Vorskla, ma il 1 luglio subì una

è appena detto.ulteriore sconfitta a Perevoločna (ucraino Переɞо оɥʜɑ).11 Il re riuscì a rifugiarsi oltre il

Polonia che eraconfine turco e ottenne asilo a Bender in Bessarabia (attuale Tighina in Moldavia) dal sultano

accare i Russi:Ahmed III (1673-1736) che pensava di trarre vantaggio dall’alleanza con lui contro il nemico

addirittura – dirusso.12

Ma dopo i primi Stando così le cose i nemici della Svezia ritrovarono coraggio: in breve tempo i trattati di

olacchi (sicchépace furono denunciati, Stanislao deposto dal trono polacco, vari possedimenti svedesi sul

tà di ricevereBaltico e nel Nord della Germania occupati a diverso titolo.13 Federico IV tentò anche una

ncontro il caporiconquista degli antichi possedimenti danesi a est dell’Øresund inviando truppe in Scania,

9) che dopo la ma la sconfitta subita a Helsingborg il 28 febbraio 1710 da parte dei soldati svedesi guidati

al cui territorio dal governatore generale della regione Magnus Stenbock (1664-1717) lo costrinse al ritiro.

mprevisto, quel Le province orientali subirono nuovi attacchi: tra il 1710 e il 1715 i Russi si impadronirono

arte!) che tra ildi Riga in Livonia (che capitolò dopo un lungo assedio), Pärnu e Tallin in Estonia, Kexholm

che in gennaioe Viborg in Carelia. Inoltre portarono l’attacco alla Finlandia: la resistenza fu tenace ma

Carlo XII decise piegata nella battaglia di Storkyro (finnico Isokyrö) nell’Ostrobotnia (Österbotten) il 19

eparandosi allofebbraio 1714. Anche Helsinki era stata data alle fiamme (1713). In precedenza un tentativo

e febbricitante,condotto da Magnus Stenbock che su ordine del re (ancora lontano dal Paese) doveva

ehnskiöld e dalattaccare la Polonia attraverso la Pomerania era fallito per l’interferenza danese (le navi di

non furono in rifornimento erano state bloccate) e la presenza di un esercito russo-sassone. Egli si era

disfatta totale: dunque diretto verso ovest e il 9 dicembre 1712 aveva conseguito l’ultima vittoria svedese

d), mentre quelcontro i Danesi a Gadebusch (35 km. a sud di Lubecca), tuttavia era stato poi costretto a
luglio subì unarifugiarsi nella fortezza di Tønning nello Jutland e successivamente ad arrendersi al nemico

fugiarsi oltre ilinsieme ai suoi uomini (1713).

via) dal sultano Alla fine del 1714 Carlo XII (i cui rapporti con gli Ottomani si erano assai complicati)14

ontro il nemicodecise di tornare in patria. In realtà egli si fermò a Stralsund dove si trattenne circa un anno.

Alla dichiarazione di guerra della Danimarca e di Augusto II del 1709 si aggiunse ora quella

mpo i trattati didella Prussia e di Hannover. Il 15 novembre 1715 egli venne sconfitto dai Prussiani nella

enti svedesi sulbattaglia di Stresow (sull’isola di Rügen) e dovette cedere questo possedimento. Il mese dopo

entò anche una anche Stralsund capitolò. Il re, che nell’imminenza della resa aveva lasciato la città per

uppe in Scania,trasferirsi a Lund dovette poi assistere alla caduta di Wismar, ultimo caposaldo svedese sulle

svedesi guidaticoste meridionali del Mar Baltico (1716). E tuttavia la situazione dei nemici della Svezia non

strinse al ritiro.era del tutto favorevole. Re Giorgio di Inghilterra, che era anche principe elettore di

impadronironoHannover, pur avendo interesse per Brema e Verden non vedeva di buon occhio l’affermarsi

tonia, Kexholmdi una potenza russa troppo forte in Europa. Per questa ragione non sostenne il piano danese

a fu tenace madi riconquista della Scania con l’appoggio dello zar.

) il 19 Da parte sua il sovrano svedese seguì una via diplomatica e una militare. Le trattative con

nza un tentativoi Russi furono affidate all’abilissimo barone Georg Heinrich von Görtz (1668-1719) uno dei

Paese) dovevapolitici di spicco del ducato di Holstein-Gottorp, mentre il re progettò di indebolire la

nese (le navi di Danimarca attaccandola sul fronte della colonia norvegese. Questa non fu tuttavia una

ne. Egli si eradecisione fortunata, sia per le difficoltà di approvvigionamento sia per la resistenza dei

vittoria svedeseNorvegesi. Sul fronte opposto si creò una frattura fra i nemici della Svezia. La Danimarca,

poi costretto ache ancora sperava di riconquistare la Scania e le province limitrofe non poté contare, come
dersi al nemicosperato, sul sostegno dell’esercito russo: interessi contrapposti allontanarono gli antichi

alleati, sicché i Danesi si trovarono ora dalla parte degli Inglesi in opposizione ai Russi che si

14erano avvicinati alla Prussia: verso questi ultimi guardava anche Augusto II. E tuttavia ciò

circa un anno. non avrebbe giovato alla Svezia. Mentre la diplomazia di Carlo XII tesseva le sue trame, il re

unse ora quellasi preparava a sferrare l’attacco decisivo alla Norvegia. Voleva in tal modo riconquistare una

Prussiani nella posizione di forza dalla quale poter negoziare. Anche questo progetto era però destinato

o. Il mese dopoall’insuccesso. Fin dal 1716 alcune navi dano-norvegesi capitanate dal celebre eroe della

ato la città perguerra navale contro gli Svedesi Peter Wessel Tordenskjold (1691-1720)15 avevano attaccato

o svedese sulle di sorpresa una grossa flotta svedese che trasportava armi pesanti e approvvigionamenti

ella Svezia nonancorata nel fiordo di Dynekilen a nord di Strömstad (Bohuslän) catturando diverse navi a

ipe elettore didistruggendone altre (28 giugno); inoltre nel 1717 un primo assalto alla fortezza di Akershus

hio l’affermarsia Christiania non aveva avuto successo. Nel 1718 l’attacco fu sferrato su due fronti: a nord

il piano danese(in direzione di Trondheim) con le truppe guidate da Carl Gustaf Armfeldt, lo sconfitto di

Storkyro (1666-1736) e a sud (per attaccare le difese di Christiania) con quelle condotte dal

Le trattative conre in prima persona. Ma un evento inatteso doveva sovvertire ogni piano: il 30 novembre

8-1719) uno dei1718 durante l’assedio alla fortezza di Fredriksten presso la città di Fredrikshald il re veniva

i indebolire laferito a morte (non manca il sospetto di un atto premeditato). Per gli Svedesi fu questo un

fu tuttavia unacolpo durissimo.16 Per di più i Russi, che nel corso delle trattative avevano tentato di imporre

resistenza dei dure condizioni di pace, si diedero a una ripetuta serie di incursioni sulle coste orientali del

La Danimarca, Paese nel corso delle quali molte città furono assaltate e date alle fiamme: attacchi che

é contare, come sfiorarono ripetutamente la stessa Stoccolma.


ono gli antichi A questo punto non restava che cercare la pace. Essa fu conclusa separatamente: il 9

ai Russi che sinovembre 1719 fu siglato a Stoccolma il trattato con l’Inghilterra e Hannover;17 il 21 gennaio

. E tuttavia ciò 1720 nella stessa città fu la volta della Prussia;18 sempre nel 1720 fu firmato l’accordo con

sue trame, il re Danimarca.19 Ben più onerosa fu tuttavia l’intesa con la Russia conclusa nella località

conquistare unafinlandese di Nystad (finnico Uusi-Kaupunki) il 30 agosto 1721.20 Se dagli altri nemici la

però destinatoSvezia otte- neva quantomeno un indennizzo in denaro per la cessione dei suoi territori,21 il

ebre eroe dellapatto con lo zar segnò invece il definitivo declino della sua “grande potenza”, decretando, al

evano attaccato contempo, la supremazia russa sul Baltico. Una dichiarazione di pace con la Polonia sarebbe

ovvigionamentistata firmata dalle due parti solo nel settembre 1732 (con successivo scambio dei

diverse navi adocumenti).22

zza di Akershus La ‘campagna di Norvegia’ delle truppe di Carlo XII non fu, come si è detto, affatto fortunata per

e fronti: a nordgli Svedesi essendo segnata da molti gravi episodi. Della disfatta nella battaglia navale di Dynekilen
si è riferito, così come della morte del re.
lo sconfitto di
*
lle condotte dal
Un altro episodio chiama in causa una ‘eroina’ norvegese, Anna Colbjørnsdatter (1665 o 1667-
l 30 novembre
1736), moglie dell’ecclesiastico ed erudito Jonas Danielssøn Ramus.23 Nel 1690 costei si era
ald il re veniva
trasferita con il marito e i figli a Norderhov (nel comune di Ringerike in Buskerud) dove egli era
si fu questo un
stato nominato pastore. La sera del 28 marzo 1716 le truppe svedesi (circa seicento uomini) guidate
ntato di imporre
da Axel Löwen (1686-1772) giunsero in quella località. Gli ordini erano di percorrere quelle regioni
ste orientali del per prendere alle spalle i soldati norvegesi che al comando del tedesco Barthold Heinrich von Lützow

e: attacchi che (1654-1729) erano stanziati a Gjellebekk nel comune di Lier, dove avevano respinto un precedente

attacco. La tradizione vuole che (essendo il marito a letto malato) ella accogliesse i nemici con
ratamente: il 9 grande affabilità offrendo loro da mangiare e, soprattutto, da bere. Ma al contempo inviasse

il 21 gennaiosegretamente un messaggio alle forze norvegesi più vicine. Nella notte i soldati svedesi (a quanto
pare rilassati ma anche ubriachi) furono colti di sorpresa da un primo attacco cui un altro seguì
o l’accordo con
quando da Gjellebekk giunsero rinforzi. Molti furono uccisi, altri fatti prigionieri, il resto si diede alla
a nella località
fuga.24
altri nemici la
*
il
Dopo la morte del re Carlo XII le truppe svedesi presenti in Norvegia ebbero l’ordine di ritirarsi.
, decretando, al
Anche per i soldati che agli ordini di Carl Gustaf Armfeldt avevano portato l’attacco in direzione di
Polonia sarebbe
Trondheim era dunque giunto il momento di tornare a casa. Il percorso di rientro avrebbe dovuto
o scambio deiessere il più breve: dalla valle Gauldalen sarebbero risaliti verso le montagne dette Tydalsfjellene in

Trøndelag e di lì ridiscesi verso Åre nella regione di Jämtland. Il giorno 28 dicembre del 1718,25 per

atto fortunata perquanto male equipaggiati, essi intrapresero la lunga marcia. Seppure si fosse in pieno inverno il

ale di Dynekilentempo sembrava sufficientemente favorevole. Ma il freddo pungente e la fatica fecero presto le prime

vittime. Quando raggiunsero la base della montagna molti di loro erano già morti per il clima rigido e

gli stenti. Il primo giorno dell’anno 1719, accompagnati da un guida norvegese iniziarono la salita

er (1665 o 1667-vera e propria. Le condizioni del tempo parevano consentire una marcia se non agevole, almeno

90 costei si era possibile. Ma nel pomeriggio esse cambiarono rapidamente e gli uomini furono colti da una violenta

d) dove egli eratempesta che li costrinse ad accamparsi. Cercarono di difendersi dal freddo alla meglio, non potendo

uomini) guidategranché. Altri di nuovo morirono nel gelo della montagna. Tornare indietro non era possibile. Sicché

re quelle regioni essi, uomini e cavalli proseguirono in direzione della Svezia: lungo il sentiero molti cadevano a terra

rich von Lützow sfiniti. Chi riusciva a procedere lasciava dietro di sé i cadaveri dei compagni, le carcasse dei cavalli,

to un precedente il peso insostenibile dell’equipaggiamento. Alla fine, dopo tre giorni di marcia nella tempesta, i primi

se i nemici con(fra loro Carl Gustaf Armfeldt) raggiunsero Handöl ai piedi del massiccio di Snasahögarna, nelle
ntempo inviassemontagne svedesi, seguiti nei giorni successivi da compagni stremati: ma la gran parte era caduta

vedesi (a quanto lungo la strada. E altri ancora morirono durante l’ultimo tratto verso l’alloggiamento di Duved a

ui un altro seguìpochi chilometri da Åre. Dei circa seimila uomini partiti dalla Norvegia quasi due terzi non giunsero

esto si diede allaa destinazione. Molti dei sopravvissuti rimasero menomati per la vita.

10.2. Destini nazionali

10.2.1. Assolutismo e propositi di riforma


rdine di ritirarsi.
Il Settecento danese scorre nel segno dell’assolutismo regio. Ciò nonostante nel Paese
o in direzione di
giungono e si sviluppano i fermenti delle nuove idee che attraversano il continente: un
avrebbe dovuto
tirocinio che non mancherà di dare i propri frutti.
Tydalsfjellene in
Al termine della guerra nordica la Danimarca, dopo aver affermato la propria autorità sul
per
ducato di Holstein-Gottorp, consolidando le proprie posizioni in quella regione,26 poté
pieno inverno il
finalmente andare incontro a un lungo periodo di pace. Certamente Il Paese ne aveva
o presto le prime

il clima rigido e
bisogno, dal momento che le sue finanze erano state completamente disastrate dalle guerre.

iziarono la salitaNel 1730 moriva Federico IV cui succedeva il figlio Cristiano VI (1699-1746). Il nuovo re

agevole, almeno era una persona responsabile, dal carattere riservato e dall’animo religioso, profondamente

i da una violentainfluenzato dal pietismo che dalla Germania si era diffuso in Danimarca.27 Del resto era stata

lio, non potendo proprio sua madre, la contessa tedesca Luisa (Louise) di Mecklemburgo-Güstrow (1667-

possibile. Sicché
1721), a introdurre questo movimento alla corte danese. Insieme alla moglie, la regina Sofia
cadevano a terra
Maddalena (Sophie Magdalene) di Brandenburgo-Kulmbach (1700-1770)28 egli viveva
casse dei cavalli,
un’esistenza ritirata e incolore, che si riflesse sulla vita di corte dalla quale fu bandito ogni
tempesta, i primi
divertimento ‘mondano’. Sulle sue scelte ebbe del resto grande influenza il pastore di corte
sahögarna, nelle
parte era caduta Johannes Bartholomæus Bluhme (1681-1753).29 Ben conscio del suo potere assoluto

ento di Duved a Cristiano volle imporre ai sudditi la propria concezione di vita e nel 1735 emanò il cosiddetto

rzi non giunsero


“decreto sui giorni festivi” (helligdagsforordning) che al dovere di frequentare la chiesa

aggiungeva la proibizione di fare commercio e di darsi a qualsiasi forma di svago nei giorni

festivi.30 Per sua volontà fu anche introdotto l’obbligo della cresima in Danimarca e

Norvegia (1736):31 un provvedimento che, per chi non si fosse adeguato, avrebbe
tante nel Paese
naturalmente comportato una serie di ripercussioni negative sul piano sociale. Cristiano VI
continente: un
ha fama di essere stato (insieme alla moglie) il sovrano assoluto più sgradito al popolo. Ciò

dipende certamente anche dal fatto che, nonostante la grave crisi economica, egli volle far
pria autorità sul
erigere magnifiche costruzioni di rappresentanza, fra tutte il castello in stile tardo barocco di
poté
Christiansborg a Copenaghen (città in grande crescita e ormai a tutti gli effetti affermata
Paese ne aveva
come prestigiosa capitale del Regno)32 che fu completato nel 1740 e divenne la sua
te dalle guerre.
residenza.33 Il che contribuì a indebolire ulteriormente le già precarie finanze dello Stato. E
46). Il nuovo re
tuttavia la sua politica ebbe anche effetti benefici: animata dallo spirito religioso (e,
profondamente
verosimilmente, sollecitata dall’esempio di iniziative individuali per sostenere l’istruzione
l resto era stata
dei meno abbienti)34 è, tra l’altro, la promulgazione di una legge riguardante la fondazione di
Güstrow (1667-
scuole nelle zone rurali,35 in sostanza una riforma;36 così come norme relative
la regina Sofia
all’insegnamento superiore.37 Questi provvedimenti, nonostante determinassero difficoltà di
egli viveva
tipo economico,38 furono evidentemente positivi. In particolare il primo (anche se lo scopo
fu bandito ogni
era ancora, in sostanza, dottrinale) contribuì a diffondere ulteriormente la capacità di
pastore di corte
leggere,39 cui in diversi casi si aggiunse quella di scrivere e far di conto (un insegnamento
potere assoluto che tuttavia veniva impartito a pagamento). Iniziative (nelle quali ben si coordina il potere

nò il cosiddettodello Stato con l’organizzazione della Chiesa) che portarono alla costituzione (1789) della

ntare la chiesa Grande commissione per la Scuola (Den Store Skolekom-mission, rimasta in funzione fino al

vago nei giorni1814 quando fu introdotto l’obbligo dell’istruzione generale)40 e i cui obiettivi erano, almeno

n Danimarca einizialmente, strettamente legati a quelli della grande riforma agraria di fine Settecento.41 E

guato, avrebbe tuttavia la vita culturale restò condizionata dalla visione austera del re, basti pensare che il

e. Cristiano VIteatro danese distrutto dal terribile incendio che devastò Copenaghen nel 1728 non fu

al popolo. Ciòricostruito.42

a, egli volle far La cattiva fama di questo sovrano è dipesa altresì, per gran parte, dall’introduzione della

ardo barocco dicosiddetta ascrizione (stavnsbåndet). Dopo la grande guerra nordica la situazione finanziaria

ffetti affermatadella Danimarca era davvero precaria e la congiuntura gravava soprattutto sui lavoratori delle

divenne la sua campagne.43 Per far fronte ai problemi economici nel 1730 il re aveva deciso di sciogliere la

e dello Stato. E‘milizia popolare’ (introdotta da suo padre nel 1701) della quale facevano parte solo

o religioso (e,contadini (scelti dai signori locali) ai quali era fatto obbligo di partecipare a regolari

ere l’istruzioneesercitazioni per essere pronti alla guerra.44 Ma in seguito a questo provvedimento (e anche

a fondazione di per via della crisi agraria) molti erano stati indotti ad abbandonare le campagne. Venuta

norme relativemeno una parte della forza lavoro i proprietari terrieri fecero pressioni sul sovrano ed egli

ero difficoltà dicon un nuovo decreto ripristinò la milizia e stabilì che i maschi tra i diciotto e i trentasei anni

che se lo scoponon potessero lasciare senza permesso (ottenuto quasi sempre dietro pagamento) il podere in

la capacità dicui abitavano (1733).45 Questa decisione colpì duramente la popolazione rurale alla quale si

n insegnamentochiedeva altresì di produrre grano a sufficienza per il Paese e le colonie:46 del resto ancora
ordina il potere una volta su di essa andava a gravare il maggior peso della crisi. Ciò nonostante nel 1735 il

ne (1789) dellalimite d’età fu abbassato a quattordici anni, nel 1742 esteso alla fascia d’età tra i nove e i

unzione fino alquarant’anni e nel 1764 ulteriormente abbassato ai quattro anni.47 In tal modo ai contadini

i erano, almenoche avevano parenti nelle città venne impedito di mandare i figli piccoli a vivere presso di

E loro: una forma di servitù della gleba era stata così reintrodotta.48 A fronte delle difficoltà

pensare che ildell’agricoltura il governo cercò di potenziare l’industria con una politica che non solo

l 1728 non fufavoriva le diverse imprese ma aveva anche carattere protezionistico.49 Del resto le navi

danesi – che potevano contare sugli importanti punti d’appoggio delle colonie oltremare50 ed

roduzione dellaerano estranee ai conflitti che opponevano le grandi potenze marittime – trasportavano merci

ione finanziariapreziose (e prodotti esotici) che non di rado erano, in quei territori, frutto del lavoro degli

lavoratori delleschiavi. Tutto questo portò un notevole arricchimento a una ristretta cerchia di uomini

di sciogliere lad’affari.51

ano parte solo A Cristiano VI non mancavano obiettivi ambiziosi. Nel solco del radicato e insoddisfatto

pare a regolariconvincimento danese (sorretto da un forte sentimento nazionale)52 d’una propria naturale

mento (e anchesupremazia nel Nord, egli seguiva con grande favore gli sviluppi che agitavano l’inquieto

mpagne. Venuta mondo politico svedese, soprattutto quando da parte di alcuni fu proposto di ristabilire

sovrano ed egli l’Unione di Kalmar:53 nel 1743 dunque si adoperò per la designazione del figlio come

i trentasei annisuccessore al trono di quel Paese.54 Tuttavia tali manovre non approdarono a risultati concreti

nto) il podere ine questi dovette attendere la morte del padre (1746) per salire al trono danese con il nome di

ale alla quale si Federico V (1723-1766). Di carattere completamente dissimile, estroverso e aperto alla vita,

del resto ancorail nuovo sovrano si guadagnò presto una notevole popolarità: egli tra l’altro amava parlare
ante nel 1735 ildanese (la lingua di corte era a lungo stata il tedesco) e non di rado si faceva vedere fra i

à tra i nove e isudditi insieme alla regina Luisa (Louise) di Hannover (1724-1751), figlia del re Giorgio II

do ai contadinid’Inghilterra.55 Ma la sua esuberanza lo portò presto all’eccesso nel bere e nei rapporti con le

ivere presso di donne. Tutto ciò, unito al suo scarso interesse per gli affari del Regno, fece sì che il potere

delle difficoltàfosse gestito da diversi funzionari. In primo luogo dal conte di origine tedesca Adam Gottlob

a che non solo Moltke (1710-1792), suo principale consigliere. In effetti con l’ascesa al trono di questo re ha

el resto le navi inizio un periodo di grande influenza tedesca in Danimarca. Nomi di prestigio sono quelli del

ed‘ministro degli Esteri’ Johan Sigismund Schulin (1694-1750) che già si era fatto apprezzare

ortavano mercida Cristiano VI, del ricchissimo commerciante Heinrich Carl von Schimmelmann (1724-

del lavoro degli1782) che saprà conquistarsi la fiducia di Cristiano VII e, soprattutto, del conte Johann

chia di uominiHartwig Ernst von Bernstorff (1712-1772) che dal 1751 avrebbe guidato la politica estera

danese. Si riuscì così a stabilizzare i rapporti con la Svezia56 e la Russia,57 e a mantenere la

e insoddisfatto neutralità danese nella guerra dei sette anni (1756-1763).

propria naturale Tra i tedeschi che influenzarono la politica e la vita danese in questo periodo spicca la

vano l’inquietofigura di Johann Friedrich Struensee (1737-1772). Nel 1766 moriva Federico V e, secondo le

o di ristabilireregole della monarchia assoluta, gli succedeva sul trono il figlio Cristiano VII (1749-1808)

del figlio comeappena diciassettenne. Costui era dotato di intelligenza e grande cultura e aveva un carattere

isultati concretiaperto, tuttavia era incline al bere e alla vita dissoluta,58 inoltre mostrò presto chiari sintomi

con il nome didi squilibrio mentale, problema forse aggravato da una educazione assolutamente inadeguata

aperto alla vita,ed eccessivamente severa. Struensee, che era stato assunto come medico del giovane re

amava parlaredurante un viaggio all’estero di quest’ultimo (1768), entrò presto nelle sue grazie. In breve
va vedere fra idivenne suo medico personale e si trasferì alla corte danese. Qui seppe abilmente manovrare

el re Giorgio IIe nel 1770 fu nominato segretario della regina Carolina Matilde (Caroline Mathilde, 1751-

rapporti con le 1775), principessa di Galles e sorella del re Giorgio III d’Inghilterra: presto fu risaputo che

sì che il potere ne era divenuto l’amante.59 In poco tempo, isolando il re dagli alti funzionari di corte, egli

Adam Gottlobconcentrò nelle proprie mani ogni potere: alla fine dell’anno il Consiglio segreto

di questo re ha(Gehejmekonseilet) era stato di fatto soppresso.60 Successivamente Struensee cominciò a

sono quelli delemettere provvedimenti senza neppure sottoporli al sovrano per una, per quanto formale,

atto apprezzare ratifica (sostenendo di averne avuto approvazione orale). Egli era animato da uno spirito

elmann (1724-illuministico e aperto alle novità:61 introdusse dunque una serie di riforme grandemente

l conte Johannmigliorative del sistema giudiziario (tra cui abolizione della tortura e attenuazione delle

politica estera pene) ed economico e si adoperò per la fondazione di ospedali.62 Emise in breve tempo un

a mantenere lanumero impressionante di decreti, in una sorta di ‘frenesia riformatrice’. Per la prima volta la

Danimarca conobbe anche la libertà di stampa, una decisione che rimuovendo la censura

riodo spicca la(strumento di controllo tanto religioso quanto politico) fece sensazione in tutta l’Europa.63

V e, secondo leStruensee aveva anche in mente di abolire molti privilegi nella prospettiva di una maggiore

VII (1749-1808)equità sociale. Ma la sua stella doveva presto tramontare. La posizione privilegiata e,

eva un carattereverosimilmente, l’eccessiva sicurezza di sé (tra l’altro egli non si era curato di imparare il

o chiari sintomidanese e parlava esclusivamente tedesco) gli procurarono molti nemici: naturalmente i nobili

ente inadeguata(in poco meno di un anno e mezzo egli aveva completamente smantellato l’antico sistema di

del giovane repotere aristocratico), ma – soprattutto – la vedova di Federico V, Giuliana Maria (Juliane

grazie. In breveMarie, sposata in seconde nozze) che aspirava a veder salire al trono il proprio figlio, il
ente manovrareprincipe Federico (Frederik, 1753-1805). Per rovesciare Struensee si fecero circolare false

, 1751- voci su un suo progetto di colpo di stato, lo si accusò apertamente di violazione della Legge

fu risaputo chedel re e la sua relazione amorosa con la regina fu resa di pubblico dominio. Il popolo, che da

ri di corte, egliprincipio aveva accolto con favore le riforme introdotte, era all’oscuro della malattia mentale

nsiglio segretodel re e a poco a poco si convinse che Cristiano fosse ostaggio del medico tedesco e della sua

see cominciò a amante. L’arresto (per il quale fu ottenuta la firma del sovrano) fu eseguito nella notte tra il

quanto formale,16 e il 17 gennaio 1772. Abilmente manipolata l’opinione pubblica accolse la notizia con

da uno spiritomanifestazioni di giubilo. Seguì il processo e la condanna a morte. La regina Carolina

e grandemente Matilde venne arrestata insieme a Struensee e processata. Il matrimonio con Cristiano VII fu

enuazione dellesciolto ed ella fu mandata in esilio in Germania, dove terminò i suoi giorni nel castello di

breve tempo unCelle (Bassa Sassonia) non senza tentare di tornare al potere in Danimarca.64 Il 28 aprile del

a prima volta la 1772 Johann Friedrich Struensee fu giustiziato insieme al suo stretto collaboratore Enevold

ndo la censura Brandt (1738-1772).65 La breve stagione delle riforme era conclusa.

63 Considerate le condizioni mentali di Cristiano VII, il principe Federico fu nominato

i una maggiore reggente. In realtà il potere era gestito da sua madre e da un funzionario di origine borghese,

privilegiata e, Ove Høegh-Guldberg (1731-1808), suo istitutore, che abilmente aveva tramato con lei,

o di imparare ilaprendosi così la strada a una rapida carriera. In breve fu attuata una ‘controriforma’ e le

almente i nobili leggi promulgate da Struensee vennero abrogate. I sentimenti antitedeschi contro il ‘medico-

ntico sistema diusurpatore’ avevano radici profonde nell’animo danese e dunque nel 1776 fu agevole

Juliane promulgare un decreto in base al quale solo le persone di nazionalità danese, norvegese o

roprio figlio, iloriginarie del Holstein avrebbero potuto assumere cariche pubbliche.66
circolare false Al momento dell’arresto di Struensee e di sua madre il giovane figlio di Cristiano VII e

Leggedi Carolina Matilde, Federico (1768-1839) aveva poco meno di cinque anni; evidentemente

popolo, che dadunque restò escluso dai giochi di potere, non tuttavia così a lungo come avrebbero voluto

malattia mentaleGiuliana Maria e Ove Høegh-Guldberg. Compiuti i sedici anni infatti il giovane partecipò per

esco e della suala prima volta al Consiglio di Stato: era il 14 aprile 1784. In quella occasione egli,

nella notte tra ilspalleggiato da abili diplomatici come Andreas Peter von Bernstorff (1735-1797), nipote di

la notizia conJohann e già incaricato degli affari esteri allontanato dal suo incarico,67 riuscì a mettere in

egina Carolinaatto un vero e proprio ‘colpo di stato’ esautorando Høegh Guldberg e assumendo in prima

Cristiano VII fupersona la carica di reggente (la sua firma era ora necessaria, accanto a quella del padre,

nel castello diperché qualsiasi decreto avesse valore).68 Dal 1808, anno della morte di Cristiano VII, egli

Il 28 aprile delsarebbe poi succeduto sul trono. Federico VI (che di fatto fu sovrano effettivo anche durante

oratore Enevold il lungo periodo di reggenza) considerava proprio dovere adoperarsi per la giustizia sociale.

Durante il suo regno venne realizzata quella grande riforma agraria che tanto in profondità

o fu nominatoavrebbe influenzato la società danese e fortemente inciso sulle sue prospettive di sviluppo.

igine borghese, Per la verità la necessità di una riforma che regolasse la situazione nella campagne e, al

amato con lei,contempo, consentisse un adeguato sviluppo dell’agricoltura danese era sentita da tempo.

roriforma’ e leEssa aveva radici nella congiuntura degli ultimi decenni del XVII secolo e dei primi del

ntro il ‘medico-XVIII, dovuta alle conseguenze delle guerre e delle ripetute epidemie,69 quando tra l’altro

76 fu agevolemolti grandi proprietari terrieri (che dovevano garantire le tasse dei loro coloni) avevano

se, norvegese oeliminato dei poderi incamerandoli nelle loro tenute (una tendenza che nel 1682 aveva

indotto il governo a regolamentare la materia).70 Gradatamente la congiuntura era migliorata


Cristiano VII e(verso la metà del XVIII secolo ci fu una notevole crescita dei prezzi agricoli), ma la

evidentementesituazione nelle campagne mostrava notevoli disparità e rimaneva in molti casi precaria. In

vrebbero volutodiverse circostanze l’introduzione da parte dei proprietari di un nuovo sistema di rotazione

ne partecipò perdei raccolti (con l’abbandono di quello triennale) aveva portato notevoli progressi, tuttavia i

occasione egli,singoli contadini continuavano a praticare i metodi di lavoro tradizionali. Essi erano legati

797), nipote dialla cosiddetta comunità rurale nella quale a ciascuno erano attribuite piccole strisce di

scì a mettere interreno dove si alternavano le coltivazioni. Nella seconda metà del secolo il dibattito sui

mendo in primaproblemi agricoli del Paese, incoraggiato dal governo stesso, si fece vivace:71 del resto

uella del padre,l’uomo più potente del Regno era all’epoca Adam Gottlob Moltke, grande proprietario

stiano VII, egli terriero il quale aveva in prima persona introdotto nuove tecniche di lavoro nei suoi

o anche durantepossedimenti. Egli era anche favorevole alla cosiddetta ricomposizione fondiaria, un

iustizia sociale.principio destinato a rivoluzionare il mondo agricolo. Si trattava, in sostanza, di concentrare

o in profondità su un’unica area tutti i terreni assegnati a un contadino, il quale avrebbe gestito il proprio

lavoro autonomamente, svincolato dall’obbligo di arare, seminare e mietere nei medesimi

campagne e, alperiodi di tutti gli altri. Una innovazione che tuttavia non era esente da problemi. Si trattava

ntita da tempo.infatti di definire con precisione il valore dei singoli appezzamenti, di stabilire chi si dovesse

e dei primi del trasferire, di evitare che dall’operazione traessero profitto solo i grandi latifondisti (i quali

ando tra l’altro esigevano un impegno maggiore nelle corvée per ottenere guadagni più alti con le nuove

oloni) avevanotecniche introdotte). Ma certamente in questo modo si andava incontro al desiderio di

el 1682 avevaindipendenza (e di libertà!) dei contadini, diversi fra i quali erano riusciti ad acquistare

a era migliorataterreni alienati dalla Corona. L’opera di Adam Gottob Moltke fu da questo punto di vista
gricoli), ma ladeterminante.72 Per altro le teorie dei fisiocratici, che ponevano l’agricoltura alla base di ogni

asi precaria. Inattività economica e per i quali la libertà e la proprietà erano i fondamenti dell’ordine sociale,

ma di rotazionesi erano presto diffuse in Europa. Nel 1767 era stata dunque istituita una Commissione

gressi, tuttavia i agraria generale (Generallandvæsenskommission) che l’anno successivo divenne un

ssi erano legati‘collegio’ (Generallandvæsenskollegiet). Inoltre nel 1769 fu fondata (sull’esempio di enti

ccole strisce dianaloghi costituiti all’estero) la Reale società danese per l’economia rurale (Det Kongelige

il dibattito suiDanske Landhusholdningsselskab) il cui scopo era quello di incentivare l’iniziativa dei

del restocontadini e degli artigiani, promuovendo miglioramenti nella gestione dell’agricoltura e

de proprietario favorendo l’introduzione di nuove tecniche di lavoro. Durante il periodo del potere di

avoro nei suoiStruensee furono presi alcuni provvedimenti migliorativi della loro condizione e fu decisa

fondiaria, ununa limitazione della corvée.73 Dopo la sua caduta queste misure furono soppresse,74 tuttavia

di concentrareil governo guidato da Høegh-Guldberg confermò la politica della ricomposizione fondiaria,75

estito il proprio ma una vera riforma agraria sarebbe stata portata a compimento solo durante il regno di

e nei medesimiFederico VI. L’ispiratore ne fu il conte Christian Ditlev Reventlow (1748-1827), ricchissimo

emi. Si trattavapossidente terriero. Convinto che il progresso del Paese dovesse passare per il miglioramento

e chi si dovessedelle difficili condizioni di vita dei contadini egli si adoperò attivamente a questo scopo.76

ondisti (i qualiCon l’appoggio del potente ministro Andreas Peter von Bernstorff e la collaborazione del

i con le nuovegiurista norvegese Christian Colbjørnsen (1749-1814) diede l’avvio (1786) a una

al desiderio dicommissione (Den store Landbokommission) che avrebbe dovuto esaminare la situazione:

i ad acquistaretemi principali furono lo stato giuridico dei contadini (i cui diritti venivano ora finalmente

punto di vista presi in considerazione) e la ricomposizione fondiaria. Con due decreti dell’anno successivo
lla base di ogni il rapporto tra i fittavoli e i proprietari terrieri fu modificato a vantaggio dei primi mentre i

’ordine sociale,diritti e i doveri delle due parti venivano chiaramente definiti per porre fine a qualsiasi

Commissionepossibile arbitrio.77 Il 20 giugno del 1788 fu finalmente emanata l’ordinanza che decretava

o divenne un(seppure fossero previste norme transitorie) l’abolizione dell’ascrizione a partire dal 1

esempio di entigennaio 1800 (ma la definitiva scomparsa della servitù della gleba in tutte le regioni della

Det KongeligeDanimarca non avverrà prima del 1805) trasferendo allo Stato il reclutamento dei soldati.78

l’iniziativa deiSeppure i contadini non fossero del tutto soddisfatti di questi provvedimenti (si verificarono

ll’agricoltura e infatti anche dei tumulti) una nuova strada era stata intrapresa.79 Ora in diversi casi i grandi

del potere disignori non avevano più interesse a mantenere i propri possedimenti e ciò portò alla

one e fu decisaalienazione di molti poderi ai contadini che li lavoravano (i quali poterono a tal fine accedere

tuttaviaa un credito appositamente istituito): il numero dei piccoli proprietari crebbe dunque

75considerevolmente andando a costituire un ceto che avrebbe avuto grande peso

nte il regno dinell’evoluzione sociale e politica del Paese. Parallelamente a questi sviluppi un profondo

27), ricchissimocambiamento nel mondo agricolo fu determinato dalla ricomposizione fondiaria che in pochi

miglioramentodecenni, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo trasformò radicalmente la campagna

76danese. Come si è detto, il principio basilare su cui essa si fondava era quello di unificare il

laborazione delterreno assegnato a ciascun contadino. Ciò ridisegnò il paesaggio rurale, sostituendo alle

(1786) a unaserie di villaggi separati dai terreni e dai pascoli una più varia distribuzione degli abitati, così

e la situazione:come ancora si vede. L’antica comunità agricola fu dunque disgregata e i singoli avrebbero

ora finalmente da quel momento dovuto contare sulla propria capacità: questo creò ottime opportunità per i

nno successivopiù esperti e intraprendenti. Ma la situazione non era uguale per tutti: nelle campagne rimase
primi mentre iun congruo numero di persone sostanzialmente indigenti che lavoravano come braccianti

ine a qualsiasi nelle tenute dei grandi proprietari e le cui condizioni dipendevano in sostanza dalla volontà

a che decretavadi questi ultimi. Se le riforme agrarie avevano creato una classe di contadini discretamente

a partire dal 1benestanti, a costoro non era venuto, al contrario, alcun vantaggio.

le regioni della Lo spirito riformista in buona parte legato alle nuove idee illuministiche fu applicato

78 anche in altri campi: il governo mise mano all’assistenza sociale per i più poveri,80 emanò un

(si verificarononuovo regolamento doganale che di fatto eliminava il sistema proibizionistico (1797),81

rsi casi i grandi parificò i diritti degli Ebrei a quelli dei cittadini danesi (1814),82 proibì la tratta degli schiavi

ciò portò alla nelle proprie colonie (1792).83 E tuttavia il re non si spinse al punto da consentire aperture

al fine accedereche potessero minacciare l’assolutismo regio (un principio per lui irrinunciabile) sicché il

crebbe dunquedibattito pubblico (anche stimolato dagli eventi della rivoluzione francese) dovette sottostare

grande pesoalle regole di una rigida censura. Ma al di là dell’assolutismo ‘illuminato’ e degli sforzi di

pi un profondoFederico VI la Danimarca si sarebbe presto trovata coinvolta in conflitti di portata europea

ria che in pochiche ne avrebbero segnato il destino: sicché per il Paese il secolo XIX si aprirà sullo scenario

te la campagnadi una ‘bancarotta’ tanto economica quanto politica.

o di unificare il 10.2.2. Parlamentarismo, assolutismo e fermenti sociali

ostituendo alle Con la morte improvvisa di Carlo XII si chiudeva per la Svezia l’era dell’assolutismo

egli abitati, cosìregio.84 Il sovrano non aveva moglie né figli e dunque si aprì immediatamente la lotta per la

ngoli avrebberosua successione. Il trono era conteso dalla sorella minore del re Ulrica (Ulrika) Eleonora

pportunità per i(1688-1741) e da suo marito Federico (Friedrich/Fredrik) d’Assia (1676-1751) da una parte

mpagne rimasee, dall’altra, dal di lei nipote Carlo Federico di Holstein-Gottorp (1700-1739) figlio di Edvige
ome braccianti(Hedvig) Sofia (1681-1708), sorella maggiore del re, e di Federico (Friedrich/Frederik) IV di

a dalla volontà Holstein-Gottorp (1671-1702).85 Ulrica Eleonora si mosse da subito con grande

i discretamentedeterminazione rivendicando i propri diritti. Tuttavia ella si scontrò contro i vecchi poteri che

potevano ora cogliere l’occasione di rialzare la testa. Fu così che nel corso della seduta del

he fu applicato parlamento tenuta a Stoccolma nei primi mesi del 1719 ella fu accettata come regina; tuttavia

emanò un fu dichiarata ‘eletta’ e non sovrana ‘per diritto ereditario’: ciò infatti avvenne solo dopo che

81 ebbe formalmente rinunciato al principio di ereditarietà della Corona, riconoscendo una

ta degli schiavinuova forma di governo.86 Se dunque Ulrica Eleonora aveva ottenuto il proprio scopo87 la

sentire aperture strada per un ritorno del sistema parlamentare era spianata ed ella non poté opporsi.

abile) sicché il L’assolutismo regio, per quanto in parte indebolito durante il lungo soggiorno di Carlo XII

vette sottostare tra gli Ottomani, restava per lei modello di governo ed ella non tardò a scontrarsi con insigni

degli sforzi dirappresentanti dell’assemblea, fra tutti il presidente della cancelleria Arvid Bernhard Horn

portata europea(1664-1742). La questione fu risolta dalla decisione di Ulrica Eleonora di abdicare in favore

à sullo scenariodel marito (1720), solo riservandosi il diritto di riprendere il trono se egli fosse deceduto.88

Non sarebbe stato questo il caso.

Con Federico I di Assia un tedesco sedeva ora sul trono svedese: a lui toccò riconoscere

ell’assolutismo lo svantaggioso trattato di pace di Nystad89 che di fatto sanciva il definitivo tramonto della

e la lotta per la“grande potenza”. Per una monarchia affidata a un sovrano che non poteva certo vantare

) Eleonorastraordinarie qualità fu questo un colpo durissimo. Negli anni successivi l’autorità del

1) da una parteparlamento e degli stati crebbe e al re non bastò l’appoggio dei contadini per rafforzare la sua

figlio di Edvigesovranità e raggiungere i suoi scopi: tra l’altro (considerato che con Ulrica Eleonora non
) IV diaveva avuto figli) egli ambiva al riconoscimento del diritto della Casa di Assia sul trono

o con grandesvedese. Ma il parlamento andò acquisendo sempre maggiore potere (molte delle innovazioni

ecchi poteri che introdotte da Carlo XII in senso assolutista furono abrogate) e il Paese entrò in quella che è

della seduta delstata definita “l’era della libertà” (frihetstiden), compresa tra il 1719 e il 1772, nella quale

regina; tuttavianon soltanto si constata l’indebolimento della monarchia a fronte del dinamismo degli stati

e solo dopo chema, soprattutto, il sorgere di un autentico dibattito politico inteso in senso moderno.

onoscendo unaMomento culminante di questo periodo fu l’approvazione, nel 1734, di una Legge generale

laper il Paese (Sveriges Rikes Lag)90 espressione di una completa revisione (da tempo avviata)

poté opporsi.dei precedenti codici medievali:91 in essa sono compresi i diversi aspetti del diritto civile e

no di Carlo XIIpenale.92

arsi con insigni Indice di questo nuovo clima fu la formazione di due partiti fieramente contrapposti: il

Bernhard Horn“partito delle berrette” (mösspartiet) e il “partito dei cappelli” (hattpartiet).93 I primi, con alla

dicare in favore testa il cancelliere Arvid Horn (che allontanato durante il breve regno di Ulrica Eleonora era

88stato richiamato da Federico I) avevano in sostanza governato dal 1720, attuando una politica

ragionevole e, per certi versi, accomodante al fine di consentire al Paese di riprendersi dal

ccò riconoscerelungo periodo delle guerre; inoltre si erano appoggiati all’alleanza franco-inglese contro la

tramonto dellaSpagna, l’Austria e la Russia. La caduta di Horn (appoggiato soprattutto dai burocrati e dal

a certo vantare clero) come politico fu, in gran parte, conseguenza di questa scelta. Infatti, quando il patto

i l’autorità delfra Francia e Inghilterra venne meno il Paese si trovò, per così dire, ‘allo scoperto’. Egli

afforzare la suaallora rinnovò un precedente trattato con la Russia,94 ma fu accusato di mancanza di

a Eleonora nonpatriottismo per aver cercato l’appoggio di quel nemico che – non lo si dimentichi! – aveva
Assia sul tronosottratto alla Svezia gran parte dei possedimenti sul Baltico. Nella seduta del parlamento

elle innovazioni tenuta a Stoccolma tra il 1738 e il 1739 le “berrette” furono messe in minoranza e Horn

in quella che èdovette ritirarsi.95 I “cappelli” avevano vinto e il loro capo, Carl Gyllenborg (1679-1746)

72, nella qualedivenne presidente della cancelleria.96 Essi ebbero la maggioranza nella Commissione

ismo degli statisegreta del Consiglio del Regno (ripristinata con la caduta dell’assolutismo)97 e promossero

enso moderno.una gestione parlamentare del potere che fece sempre più diminuire l’autorità reale.

Legge generale Marcatamente filo-francesi (a quel Paese essi guardavano come a un vero e proprio modello)

tempo avviata) essi progettarono una rivincita contro la Russia. La guerra, iniziata nel 1741, si risolse in un

diritto civile edisastro: nel 1742 l’esercito svedese capitolava e i Russi occupavano l’intera Finlandia.98

La pace che seguì (sottoscritta ad Åbo nel 1743)99 – seppure subita dagli Svedesi con

contrapposti: ilgrande amarezza – non risultò tuttavia disastrosa: alla fine furono ceduti alla Russia solo un

primi, con allapaio di territori nella Finlandia sud-orientale fino al lago Saimen (finnico Saimaa) e al fiume

ca Eleonora eraKymmene (finnico Kymijoki). Ma ciò dipese dall’esito della questione, sempre aperta, della

ndo una politica successione al trono. Come è stato detto, Ulrica Eleonora e Federico d’Assia non avevano

riprendersi dalfigli e inutili erano stati i tentativi del re di far riconoscere il diritto sul trono svedese al

glese contro la proprio casato. In ballo c’erano ora due pretendenti: da una parte il principe ereditario danese

burocrati e dal Federico, figlio di Cristiano VI, dall’altra Adolfo Federico (svedese Adolf Fredrik, tedesco

quando il patto Adolf Friedrich, 1710-1771) di Holstein-Gottorp (cugino di quel Carlo Federico che

scoperto’. Egliinutilmente aveva conteso la corona a Ulrica Eleonora): la scelta di quest’ultimo venne di

i mancanza di fatto imposta dalla zarina Elisabetta Petrovna.100 Ma il conflitto fu aspro e divise la società

ntichi! – avevasvedese: i contadini in particolare parteggiavano per il principe danese e il 20 giugno 1743
del parlamentouna nutrita schiera di costoro, quasi cinquemila persone provenienti dalla Dalecarlia (dove il

noranza e Hornmalcontento serpeggiava da tempo) si riversò nella capitale. La loro manifestazione (legata

rg (1679-1746)anche alla richiesta di abbassare le tasse e proseguire le ostilità contro la Russia) si trasformò

Commissionetuttavia (22 giugno) in uno scontro a fuoco con i soldati del re: molti furono dispersi, molti

e promosserofatti prigionieri, i capi fuggiti o condannati a morte.101

’autorità reale. Nel clima di ostilità nei confronti dei Russi, amplificato dal patriottismo politicizzato dei

roprio modello) “cappelli”, si inserisce un celebre episodio. Il 17 giugno del 1739 infatti il diplomatico svedese di
origini scozzesi Malcom Sinclair (n. 1690), di ritorno da una missione in Turchia, mentre si trovava
si risolse in un
poco a nord di Breslavia, veniva catturato da una pattuglia russa e ucciso. Questo fatto destò enorme

scalpore e indignazione e, per quanto il governo russo declinasse qualsiasi coinvolgimento in merito,
gli Svedesi con
contribuì in misura consistente allo scoppio della guerra tra i due Paesi. Ispirata a questo tragico
Russia solo un
avvenimento è la lunga Canzone per Sinclair (Sinclairvisan, 1739) composta dallo scrittore svedese
) e al fiume
Anders Odel (1718-1773)102 sul tema musicale della ‘follia’: in essa lo sfortunato diplomatico
re aperta, della
incontra nell’aldilà, tra gli altri, il re Carlo XII che gli domanda notizie del Paese. I versi sono
ia non avevanopercorsi da un marcato patriottismo (l’autore era un simpatizzante dei “cappelli”) che vuole

ono svedese alpalesemente incitare gli Svedesi alla rivincita e alla vendetta. Si leggano queste strofe:

reditario danese “Sì, egli prese [a dire] la nostra Svea103 è

, tedesco Una signora che siede tranquilla,

Federico che E miete i suoi verdi allori,

Compiaciuta del cinguettio degli uccelli:


ltimo venne di
Assapora il vino dolce della pace
ivise la società
Dalle coppe dorate di [re] Federico,
20 giugno 1743
E osserva con vigile espressione
ecarlia (dove il Le sue truppe [con la divisa] blu.

stazione (legata E difficilmente qualcuno avrà visto

Una fanciulla tanto giudiziosa,


ia) si trasformò
Che per quanto d’ora innanzi si prepari
dispersi, molti
A ricamare la [sua] sottana verde;

Pure ha caricato il rapido fucile,


politicizzato dei
E se lo tiene a fianco,
atico svedese di
Sicché se alcuno [le] dovesse recar danno,
mentre si trovava
Debba aspettarselo.
tto destò enorme
Si veste come un uomo col cappello,
mento in merito,
Non tollera le berrette;
a questo tragico
Nessuno ha mai toccato, tantomeno potuto
scrittore svedese
Baciare la sua bocca purpurea,
nato diplomatico
Oltre al suo legittimo sposo
se. I versi sono
Re Federico, il grande, amato
elli”) che vuole
Nelle cui mani forti, fedeli,

Ella ha affidato la sua guida [...].”104

Adolfo Federico, succeduto a Federico I nel 1751 era privo di forte personalità e assai

condizionato dalla moglie, l’energica Luisa Ulrica (ted. Luise Ulrike, sved. Lovisa Ulrika) di

Prussia (1720-1782), sposata nel 1744. Fin dal suo arrivo alla corte svedese ella aveva

apertamente appoggiato il “partito dei cappelli”, anche a motivo del suo rapporto di grande

fiducia con Carl Gustaf Tessin (1695-1770) figura di spicco di quella parte politica.105 Ciò

aveva suscitato irritazione negli ambienti governativi e tra i diplomatici russi che dopo la
pace di Åbo avevano acquisito in Svezia peso e prestigio. In realtà il suo scopo era quello,

una volta che il marito fosse divenuto re, di riportare tutta l’autorità nelle mani della Corona.

Ma dopo che Adolfo Federico fu salito al trono le sue speranze andarono deluse. I “cappelli”

si mostrarono contrari a un ampliamento dei poteri reali e lo scontro con il parlamento fu

inevitabile, mentre attorno alla coppia reale si formava il cosiddetto “partito di corte”

(hovpartiet) i cui adepti erano fautori di una forte monarchia. La crisi raggiunse il proprio

culmine nel 1756 quando la regina guidò un complotto per rovesciare il regime parlamentare.

Per raccogliere i fondi necessari ella impegnò segretamente parte dei gioielli della Corona

che erano proprietà dello Stato. Ma le trame furono scoperte e diversi rappresentanti del

partito di corte furono imprigionati, torturati e infine giustiziati; la regina severamente

redarguita: ciò segnò la fine del suo progetto di reintrodurre l’assolutismo regio. Scampato il

pericolo il “partito dei cappelli” continuò a governare. E continuò a perseguire una politica

militare, ancora una volta fallimentare. Nel 1757 infatti la Svezia si fece coinvolgere nella

guerra europea dei sette anni. Da una parte ciò fu il risultato delle pressioni della Francia,

Paese cui si ispirava la politica dei “cappelli”, dall’altra del desiderio di infliggere un duro

colpo alla Prussia dove regnava Federico II il Grande (Friedrich II der Große, 1712-1786)
sonalità e assai
fratello della regina Luisa Ulrica. La guerra di Pomerania si risolse ancora una volta in un
) di
inutile dispendio di energie e di risorse. Essa fu conclusa nel 1762, sostanzialmente con un
dese ella aveva
nulla di fatto, con la pace di Amburgo sottoscritta anche grazie all’intervento della sovrana
porto di grande
che in tal modo riguadagnava un po’ del rispetto perduto.106 Ma le difficoltà economiche e i
Ciò
ripetuti insuccessi dei “cappelli” (che pure, nei decenni precedenti, avevano operato per
ssi che dopo la
opo era quello,sostenere l’economia) avrebbero presto mutato il quadro politico. Nel corso della seduta del

ni della Corona.parlamento del 1765-1766 tenuta a Stoccolma (ormai definitivamente ‘promossa’ a sede

se. I “cappelli” ufficiale di tali riunioni) il partito delle “berrette” riuscì con l’appoggio di quello “di corte” a

parlamento fuconquistare il potere: ciò portò a misure intese a risanare l’economia e, in politica estera, a un

artito di corte”riavvicinamento all’Inghilterra e alla Russia con conseguente distacco dalla Francia. La

unse il propriosituazione restava tuttavia difficile: i seguaci del re continuavano a premere per una modifica

e parlamentare. della costituzione in senso favorevole alla Corona, i “cappelli” tramavano per riprendere il

li della Coronapotere, il sovrano si sentiva sostanzialmente messo da parte. Nel 1768, addirittura, ‘scioperò’

presentanti delrifiutando di assolvere ai suoi incarichi per imporre una convocazione del parlamento che

na severamenteavrebbe dovuto avviare i lavori per una riforma della costituzione. A sostenerlo il figlio

io. Scampato ilGustavo (Gustaf) che da tempo si adoperava per una riaffermazione del potere reale.

ire una politicaCertamente la conflittualità fra i partiti, le ambizioni personali, il servilismo, la corruzione

involgere nellaavevano raggiunto livelli intollerabili: tutto questo dunque preparò il terreno per il

i della Francia, cambiamento radicale che sarebbe intervenuto pochi anni dopo.

iggere un duro Il 12 febbraio del 1771, giorno in cui moriva il re Adolfo Federico, Gustavo si trovava a

, 1712-1786)Parigi dove raccoglieva l’omaggio del mondo culturale ma anche l’appoggio francese alla

una volta in unSvezia. Tornato in patria lavorò inizialmente per una riconciliazione nel Paese, tuttavia i suoi

almente con unveri scopi sarebbero ben più chiaramente emersi nell’anno successivo. Il giorno 21 agosto del

o della sovrana1772 infatti, ottenuto il sostegno dell’esercito, egli convocò una riunione del parlamento nel

economiche e icorso della quale riuscì a imporre una nuova costituzione che, di fatto, esautorava il

no operato perConsiglio del Regno e limitava fortemente le prerogative del parlamento reintroducendo il
della seduta del potere supremo della Corona.107 Potere che Gustavo seppe esercitare, almeno inizialmente, in

omossa’ a sedepieno spirito illuministico, sicché la sua ‘autocrazia’ fu segnata da importanti riforme come

ello “di corte” al’introduzione della libertà di culto con il cosiddetto “editto della tolleranza” (toleransedikt,

tica estera, a un1781),108 la concessione di importanti diritti agli Ebrei (1782),109 disposizioni assai più

lla Francia. Laumane in materia penale tra cui l’abolizione della tortura110 e interventi in campo economico

er una modificae amministrativo. In politica estera il re coltivava piani ambiziosi che riguardavano sia la

er riprendere il Norvegia sia la Finlandia, progetti che destavano preoccupazione tanto in Danimarca quanto

tura, ‘scioperò’in Russia. Con il primo Paese Gustavo – che tra l’altro era sposato con la principessa danese

parlamento che Sophie Magdalene (1746-1813), figlia di Federico V –111 concluse un trattato di neutralità

enerlo il figlioarmata per difendersi dalle azioni di pirateria marittima da parte degli Inglesi (1780)112 e

l potere reale.quando gli Stati uniti proclamarono l’indipendenza egli li riconobbe stringendo un patto di

o, la corruzioneamicizia con il nuovo Stato (1783). Mantenne inoltre ottimi rapporti con la Francia, primo

terreno per ilrivale dell’Inghilterra.113 Nei confronti della Russia, che mirava a una totale supremazia sul

Baltico, Gustavo volle invece rivendicare l’autonomia e la potenza svedese. Per questo

avo si trovava a motivo si impegnò a partire dal 1788 in una guerra che tuttavia, nonostante la grande vittoria

o francese allanella battaglia navale di Svensksund nel golfo di Finlandia (9 luglio 1790) non produsse i

e, tuttavia i suoirisultati sperati.114 Essa si concluse in quel medesimo anno con il trattato di pace di Värälä

o 21 agosto del(località presso la foce del fiume Kymmene) che lasciò inalterati i confini.115 Piuttosto, nel

parlamento nelcorso di questa guerra si formò un gruppo di ufficiali dissidenti uniti nella cosiddetta “Lega

, esautorava ildi Anjala” (Anjalaförbundet) che volevano concludere subito la pace e al cui interno erano

introducendo ilpresenti tendenze separatiste miranti all’autonomia della Finlandia rispetto alla Svezia.116
inizialmente, in Sul fronte interno l’autoritarismo del re lo portò sempre più a scontrarsi con

i riforme comel’opposizione. Nel 1786 quest’ultima riuscì a far respingere dal parlamento alcuni

toleransedikt,provvedimenti proposti dal re,117 per contro nel 1789 egli fece approvare, nonostante la

zioni assai piùmanifesta contrarietà della nobiltà (una parte dei cui rappresentanti aveva fatto imprigionare)

mpo economicouna nuova costituzione che di fatto faceva di lui un sovrano assoluto. Questo Atto per l’unità

ardavano sia la e la sicurezza (Förenings- och säkerhetsakten)118 infliggeva un colpo mortale ai privilegi

nimarca quantodell’aristocrazia (tra l’altro abolendo il Consiglio del Regno). Parallelamente alla tendenza al

ncipessa danesedispotismo ora manifestata da Gustavo III crebbe dunque il risentimento e il livore degli

to di neutralità aristocratici.119 Lo stato di tensione sfociò infine in un tragico avvenimento: l’assassinio del

e re. Il 16 marzo del 1792 nel corso di un ballo in maschera che aveva luogo nel Palazzo

ndo un patto di dell’Opera (Operahuset) di Stoccolma120 il capitano Jacob Johan Anckarström (1762-1792),

Francia, primoche coltivava una personale e profonda inimicizia nei confronti di quello che considerava un

supremazia sulvero tiranno, esplose un colpo di pistola alle spalle del sovrano. Il re (che pure era stato

se. Per questo messo sull’avviso da una lettera scritta anonimamente da un cospiratore pentito)121 rimase

grande vittoria ferito gravemente e morì il 29 marzo. I congiurati vennero arrestati e processati, alcuni

non produsse icondannati al carcere a vita, altri all’esilio. Anckarström fu giustiziato il 27 aprile.122

pace di Värälä Il Settecento è per la Svezia un periodo di grandi rivolgimenti sociali. In un secolo che si

Piuttosto, nel apriva dopo le gravi carestie degli anni 1695 e 1697 e per di più su un quasi costante scenario

osiddetta “Legadi guerra le premesse non erano certo incoraggianti.123 Per conoscere la pace il popolo

ui interno eranosvedese avrebbe dovuto attendere ancora una ventina d’anni. Due decenni durante i quali

l’economia fu ulteriormente messa a dura prova da nuove spese militari: basti pensare
scontrarsi conall’emissione, dal 1715 al 1719, delle cosiddette “monete d’emergenza” (nödmynt), in

amento alcuni sostanza monete di rame con valore nominale più alto (una forma mascherata di obbligazione

, nonostante la pubblica), introdotte dal fidato consigliere del re Georg Heinrich von Görtz124 per poter

o imprigionare) raccogliere i fondi necessari alla guerra in Norvegia. In Svezia, ma – soprattutto – nelle

Atto per l’unità colonie finlandesi lo scenario era di devastazione e sfinimento.

ale ai privilegi Dal punto di vista sociale la costituzione del 1719125 segna l’avvio di importanti

alla tendenza alcambiamenti e se è vero che ci sarebbe voluto ancora molto tempo prima di raggiungere una

il livore degli soddisfacente equiparazione tra le diverse classi sociali, è tuttavia altrettanto vero che questo

l’assassinio delrisultato non sarebbe stato raggiunto senza la chiara presa di coscienza di questo problema e

go nel Palazzo il conseguente dibattito (indiscutibilmente promosso e influenzato dal pensiero illuministico).

m (1762-1792), L’alta aristocrazia (già consistentemente penalizzata dalla politica di Carlo XI) andò

considerava unperdendo ulteriormente terreno: certo dopo la fine dell’assolutismo essa cercò l’appoggio

pure era statodella Corona per riguadagnare privilegi (in parte anche ottenendoli) ma dovette accettare suo

rimasemalgrado il riconoscimento di diritti delle altre classi sociali. E in seguito al colpo di stato di

ocessati, alcuniGustavo III essa sarebbe stata ridotta a funzioni sostanzialmente ‘decorative’ andando a

recuperare una parte dell’antico prestigio solo dopo gli avvenimenti del 1809.126 Indubbi

un secolo che sibenefici ottenne al contrario, la bassa nobiltà il cui peso (anche numerico) si faceva adesso

ostante scenario sentire nella Casa dei Signori,127 là dove venivano discusse le questioni di interesse di quello

pace il popoloche restava il più ambito ceto sociale: essa, che era costituita prevalentemente da funzionari

durante i qualidi nomina regia, aveva infatti guadagnato posizioni anche dal punto di vista formale.128

: basti pensare Parimenti si avvantaggiò la borghesia: già agevolata dalla politica economica saggiamente
), ingestita da Arvid Horn negli anni ’20, essa fu poi ampiamente favorita dal convinto credo

di obbligazionemercantilistico dei “cappelli”, partito al quale aderì la gran parte dei suoi rappresentanti. Tra

per poter il 1738 e il 1756 infatti fu dato un forte impulso al commercio e all’esportazione (fra tutte

rattutto – nellequella di metalli) e all’industria svedese,129 che conobbero un notevole sviluppo, seppure

accompagnato da una pesante inflazione.130 Assai importante fu anche la fondazione a

di importanti Göteborg della Compagnia svedese delle Indie orientali (Svenska ostindiska kompaniet,

aggiungere unaattiva dal 1731 al 1813) che gestiva in particolare il traffico con la Cina.131 Un ceto medio

vero che questoborghese si andava così consolidando.

esto problema e La classe contadina svedese restava ancora in gran parte svantaggiata. Come si è detto

o illuministico).essa non solo era esposta più direttamente alle devastazioni dovute alle guerre (cui per di più

arlo XI) andòi suoi rappresentanti dovevano partecipare in prima persona), alle epidemie e alle carestie,

rcò l’appoggioma, seppure avesse da sempre avuto una propria rappresentanza parlamentare, poteva vantare

te accettare suoben scarso peso politico. Nel Settecento questa situazione avrebbe conosciuto una svolta. E

olpo di stato diciò non soltanto perché in questo secolo aumentò il numero di coloro che ebbero la

ve’ andando apossibilità di acquistare i terreni della Corona da loro lavorati. In questo secolo si conosce

Indubbi infatti, finalmente, l’introduzione di più moderne tecniche di coltivazione, di nuovi strumenti

i faceva adesso(fra tutti l’aratro in ferro) e – soprattutto – una incisiva riforma agraria. Il principio, fu, anche

eresse di quello qui, quello della cosiddetta ‘ricomposizione fondiaria’.

e da funzionari Fautore di questa riforma fu in Svezia Jacob Faggot (1699-1777), geometra ed

128 economista di origine vallone che si adoperò per l’introduzione, a partire dal 1749, della

ca saggiamentecosiddetta “grande suddivisione” (storskifte) che fu sancita con una legge del 1757:132 in tal
convinto credo modo le diverse piccole strisce di terreno affidate ai vari contadini furono riunite in lotti più

presentanti. Tra grandi e ridistribuite. A questa fase ne seguì una seconda, promossa in primo luogo in Scania

zione (fra tuttedal nobile Rutger Macklean (o Macklean, 1742-1816)133 che nella sua proprietà di

luppo, seppureSvaneholm applicò la cosiddetta “suddivisione individuale” (enskifte) facendo trasferire i

a fondazione acontadini in singole fattorie all’interno di nuovi poderi costituiti dall’accorpamento dei

ska kompaniet,terreni. Il suo modello ebbe successo e costituì la base del decreto relativo emanato per

Un ceto medio l’intero Paese nel 1807.134 Naturalmente, poiché la situazione non era uniforme venne a

crearsi una serie di difficoltà, alle quali si volle infine porre rimedio con un terzo

Come si è dettoprovvedimento, la cosiddetta “suddivisione legale” (laga skifte) che fu in vigore a partire dal

e (cui per di più1827:135 essa prevedeva che tutti i poderi fossero soggetti alla riforma. Questi provvedimenti

e alle carestie,segnano un punto di svolta importantissimo per il mondo contadino, seppure per gran parte

poteva vantaredei lavoratori, i braccianti che si spostavano da un luogo all’altro in cerca di lavoro, esso non

o una svolta. Eportasse nei fatti alcun sostanziale miglioramento.136 D’altro canto va rilevato come

che ebbero la l’interesse (anche culturale) per l’agricoltura si rifletterà poi nella fondazione (decretata nel

colo si conosce1811) della Reale accademia per l’agricoltura (Kungliga Lantbruksakademien), attivamente

nuovi strumentipresieduta dal principe ereditario Jean Bernadotte, il futuro re Carlo XIV. Ma queste

cipio, fu, anchedisposizioni, se naturalmente concorsero a migliorare le condizioni di vita dei contadini,

modificarono radicalmente il paesaggio rurale svedese: i villaggi furono abbandonati e al

, geometra ed loro posto sorsero diverse fattorie isolate: dell’antico scenario agreste non restano che

dal 1749, della limitate testimonianze nella regione della Dalecarlia.137 Il che si riflesse anche in una sorta di

in tal‘disgregazione’ dell’antica comunità rurale culturalmente intesa.138 D’altro canto in relazione


nite in lotti piùa ciò si constata, seppure non si possa parlare di grandi cambiamenti, un accresciuto interesse

luogo in Scaniadei contadini per l’istruzione, strumento in grado di garantire loro (e, soprattutto, ai loro figli)

a proprietà di un ruolo attivo e consapevole di fronte alle nuove opportunità. Nelle campagne cominciano

ndo trasferire icosì a sorgere scuole locali,139 premessa a quella che sarà una politica scolastica nazionale

orpamento deinel secolo successivo.

o emanato per Nella società svedese i contrasti tra le diverse classi restavano profondi. Essi si

forme venne ariflettevano, naturalmente, nel parlamento, là dove le diverse forze politiche e il sovrano

con un terzomedesimo rivolgevano la propria attenzione ora agli uni ora agli altri, spesso a seconda degli

ore a partire dalscopi che si erano prefissi: basti pensare che il re Gustavo III, che aveva goduto

provvedimentidell’appoggio dell’aristocrazia per porre in atto il colpo di stato del 1772, cercò poi il

per gran partesostegno dei ceti non nobili per far approvare la costituzione del 1789. E del resto la

avoro, esso nonsituazione rimaneva grandemente squilibrata e i conflitti, per gran parte (nonostante diverse

rilevato come enunciazioni di principio) irrisolti; inoltre eventi contingenti (come la grave carestia degli

e (decretata nel anni 1771-1772) non facevano che accrescere la tensione.140 Tutto ciò ci è consegnato nei

), attivamenteverbali delle vivaci riunioni parlamentari, ma le diverse voci del dibattito, le diverse idee e

IV. Ma questeproposte sono altresì (e altrettanto proficuamente) riversate in una nutrita serie di scritti che

dei contadini, ben testimoniano il clima culturale dell’epoca. Sarà sufficiente citare qui, in primo luogo, il

bbandonati e alcappellano finno-svedese Anders Chydenius (1729-1803), promotore di idee liberali, il quale

on restano chenel 1765 pubblicò un’opera dal titolo Il profitto nazionale (Den Nationnale Winsten) che per

e in una sorta dimolti aspetti anticipa le teorie economiche di Adam Smith (1723-1790);141 ma anche

nto in relazione Alexander Kepplerus (1732-1776) borgomastro di Lovisa (Loviisa, in Nyland, Finlandia) – e
sciuto interesse come tale delegato al parlamento – il quale redasse un Memoriale a riguardo dei privilegi

to, ai loro figli)della borghesia e dei contadini (Memorial, rörande Privilegier för Borgare- och Bonde-

gne cominciano stånden pubblicato nel 1770) in cui, esaminato il conflitto fra i diversi stati, si propongono

stica nazionale concreti miglioramenti della condizione dei borghesi e dei contadini e si sostiene la necessità

di una politica economica più libera.142 Una riflessione, non priva di toni idealistici e di

ofondi. Essi sirichiami goticisti, sulla necessità di una proficua collaborazione fra le classi sociali, è

he e il sovranoproposta in forma di ‘favola’ nel breve testo dal titolo La storia del piatto di cereali (Sagan

a seconda degliom grötfatet, 1756),143 a firma di Macarius Microcosmus, pseudonimo di Anders Odel,

aveva godutoautore della sopracitata Canzone per Sinclair.144

2, cercò poi il Per quanto il turbolento parlamentarismo della cosiddetta “era della libertà”, così come la

E del resto la discussa autocrazia gustaviana mostrino in prospettiva storica tutti i loro difetti, i loro pregi

ostante diversenon vanno sottovalutati, in primo luogo perché è da qui che nascerà nella società svedese –

e carestia deglialmeno in alcuni ambiti – quella chiara coscienza di classe sulla quale si innesteranno i

consegnato nei grandi movimenti politico-culturali del secolo successivo.

e diverse idee e 10.2.3. Orgoglio di classe e patriottismo

ie di scritti che In Norvegia il Settecento è il periodo nel quale vengono poste le basi per la riscossa

primo luogo, il nazionale e la riconquista dell’indipendenza. Sono basi in primo luogo culturali, ma anche

iberali, il qualesociali, politiche ed economiche. Per la verità i primi germi di questa rinascita si possono

) che per individuare fin dal secolo precedente, basti ricordare Arent Berntsen (1610-1690), originario

ma anchedi Bergen ma trasferito in Danimarca, autore di un voluminoso lavoro in quattro tomi dal

, Finlandia) – etitolo Fecondo splendore della Danimarca e della Norvegia (Danmarckis oc Norgis
do dei privilegi Fructbar Herlighed) pubblicato a Copenaghen tra il 1650 e il 1656: opera di carattere

re- och Bonde-economico-topografico, riguardante i due Regni e le relative colonie di Islanda, Føroyar e

si propongonoGroenlandia, alla quale molto si deve per la conoscenza del Seicento danese e norvegese.145

ene la necessità Costui, seppure assai ben collocato (e in posizione economica molto solida)146 all’interno

idealistici e didell’apparato sociale danese non manca di lasciar trasparire un profondo sentimento

lassi sociali, è nazionalistico nelle pagine (contenute nella seconda parte del primo libro) dedicate alla

Sagandescrizione del suo Paese d’origine. La letteratura topografica aveva già prodotto in

Anders Odel, quell’ambito diverse opere, in particolare quella di Peder Claussøn Friis:147 a lui Berntsen fa

diretto riferimento, premurandosi tuttavia di rimarcare come al suo popolo appartengano per

à”, così come lanatura tutte le migliori qualità.148 Considerazioni di questo tipo, e – al contempo –

etti, i loro pregil’osservazione ammirata della splendida natura norvegese, al cui confronto il paesaggio

cietà svedese – danese appare piatto e uniforme, contribuiranno in misura sostanziale alla ricostituzione di

innesteranno iun orgoglio nazionale per troppo tempo dimenticato. D’altra parte se è pur vero che i

Norvegesi, grazie all’eredità del passato, non avevano mai perso il senso della propria

identità, è altrettanto vero che la riscoperta dei testi della loro tradizione storica ricercati,

per la riscossatradotti e rielaborati da diversi studiosi, portò un contributo altrettanto cospicuo nella

urali, ma anche medesima direzione. E, pure, non si deve pensare che il percorso di rinascita norvegese

cita si possono debba essere ricondotto unicamente a ragioni prettamente culturali. A partire dal regno di

690), originarioCristiano IV il Paese aveva goduto di maggiore considerazione149 e aveva tratto indubbi

uattro tomi dalbenefici dall’opera di due governatori capaci e interessati alle sue sorti quali erano stati

kis oc NorgisAnnibale Sehested150 e Ulrik Frederik Gyldenløve151 i quali avevano introdotto importanti
era di carattereriforme: il primo – che mirava a una maggiore indipendenza rispetto all’amministrazione

nda, Føroyar ecentrale di Copenaghen – aveva riorganizzato il sistema fiscale e l’esercito (riuscendo tra

145 l’altro a creare una flotta nazionale),152 promosso lo sfruttamento delle risorse e assicurato,

all’internoper quanto parzialmente, un controllo autonomo delle finanze; il secondo, che aveva

ndo sentimentomostrato grande attenzione alle condizioni del territorio che gli era stato affidato, aveva

) dedicate alla semplificato il sistema fiscale e favorito l’istituzione di una corte d’appello (Ober Hoff Rett)

ià prodotto inseparata da quella danese (1666).153 Sulla loro scia saranno poi molti i funzionari governativi

lui Berntsen fa (figure che dopo l’introduzione dell’assolutismo regio andarono acquisendo crescente

ppartengano perautorità) capaci di assumere un ‘punto di vista norvegese’ nella gestione del potere. Del resto

al contempo – la presenza di norvegesi all’interno dell’apparato amministrativo del Paese andava

o il paesaggio aumentando e, se è pur vero che le decisioni importanti venivano comunque assunte a

icostituzione diCopenaghen, è altrettanto vero che mancava in Danimarca una approfondita conoscenza

pur vero che idella sua reale situazione, delle sue risorse e delle sue prospettive.154 Alla vigilia del secolo

o della propria XVIII un importante momento di svolta fu rappresentato dall’entrata in vigore, nel 1688, di

torica ricercati,un nuovo Codice di leggi norvegese (Norske Lovbog), approvato il 15 aprile 1687.155

cospicuo nellaSebbene esso dovesse nella sostanza uniformarsi all’ordinamento danese, nella sua redazione

scita norvegesefu comunque posta attenzione alla situazione dei sudditi norvegesi (a tal fine un gruppo di

re dal regno di esperti di quel Paese revisionò il testo) ed esso dunque diverge in alcuni aspetti (tra i più

tratto indubbi interessanti questioni penali e norme giuridiche riguardanti i contadini) dal proprio modello.

uali erano stati Tutti questi segnali sono tuttavia da considerare sullo sfondo di una società che restava,

otto importantitradizionalmente, ancorata a uno stato di dipendenza dalla Danimarca, consolidato con
mministrazionel’introduzione dell’assolutismo regio;156 tra l’altro i Norvegesi avevano dovuto dare il

(riuscendo traproprio consistente contributo di uomini e di risorse alla lunga serie di guerre condotte dai

se e assicurato, Danesi, conflitti che non avevano risparmiato il loro territorio,157 e ciò aveva naturalmente

do, che aveva comportato pesanti ripercussioni sulla popolazione: alla fine della grande guerra nordica il

affidato, avevaPaese appariva economicamente impoverito. Ma nel lungo periodo di pace successivo al

)1720 esso avrebbe conosciuto una notevole ripresa, anche se va ricordato che in determinati

nari governativimomenti la popolazione si trovò ancora a fare i conti con situazioni di grave crisi causate da

endo crescentecarestie ed epidemie (come quella di tifo diffusasi nel 1773) che provocarono un’alta

otere. Del restomortalità.

Paese andava La classe sociale che guidò il cambiamento fu quella dei borghesi. Nel 1662 le città

nque assunte aavevano ottenuto un nuovo regolamento,158 conquistando ulteriori privilegi e conseguendo

ita conoscenzacosì il controllo non soltanto dei traffici d’oltremare ma anche del commercio praticato nei

gilia del secolorispettivi entroterra.159 Per questo il numero dei centri urbani andò crescendo.160 Ma la

re, nel 1688, diborghesia che veniva formando una nuova categoria imprenditoriale e gestiva la nascente

155 industria del Paese (ma che ancora non otteneva importanti riconoscimenti politici) non

a sua redazioneproveniva certo dal mondo dei contadini norvegesi e i suoi membri erano spesso cittadini

e un gruppo distranieri: danesi, tedeschi, olandesi e inglesi attirati dalle opportunità che le risorse naturali

spetti (tra i piùdel Paese potevano offrire.161 A fronte di una nobiltà poco numerosa,162 di limitato prestigio

e assai scarso peso politico, fu dunque piuttosto il ceto borghese a emergere non soltanto sul

età che restava,piano economico ma anche su quello sociale. Un ceto (che non di rado acquisiva funzioni

onsolidato con amministrative) che godeva di privilegi e che dunque ben si distingueva dagli altri abitanti
dovuto dare il delle città (artigiani, servitori, garzoni, uomini di fatica, marinai) e, naturalmente, da chi

re condotte daiviveva nelle campagne. Elemento determinante fu lo sfruttamento sempre meglio

va naturalmenteorganizzato delle risorse naturali: il commercio del legname (sottratto ai contadini a favore

uerra nordica ilesclusivo dei commercianti),163 dei prodotti della pesca (ripreso a partire dagli anni ’30 dopo

e successivo al un periodo di crisi nelle esportazioni) e di quelli dell’industria mineraria (dove tuttavia non

e in determinatimancarono problemi)164 avrebbe dato un grande impulso al progresso economico. Il governo

crisi causate da centrale vedeva di buon occhio il formarsi di una classe borghese provvista di solidi capitali,

carono un’altama al contempo considerava che i due Regni dovessero costituire una unità anche dal punto

di vista commerciale.165 Allo sviluppo dei traffici marittimi e alla crescita della borghesia

el 1662 le cittàcontribuiranno poi anche fattori esterni, come la guerra di indipendenza americana che aprirà

e conseguendograndi opportunità al commercio navale.166 Tradizionalmente i Norvegesi erano da sempre

io praticato neigente di mare: del resto nei confronti della Danimarca potevano ben rivendicare il notevole

Ma lacontributo dato alla flotta militare comune; dallo sviluppo della marineria venne dunque in

iva la nascente buona parte una spinta a richieste di maggiore autonomia commerciale, naturale presupposto

ti politici) non di più ampia autonomia politica. Nel 1739 veniva fondata la Compagnia norvegese

spesso cittadiniconcessionaria per beneficio reale (Det Kongeligt Allernaadigst Octrojerede Nordske

risorse naturaliCompagnie) che aveva lo scopo di sfruttare al meglio le risorse del Paese e produrre carbone

mitato prestigiodi legna, catrame e vetro.167

non soltanto sul La gran parte della popolazione norvegese (più del 90%) restava però costituita da

uisiva funzionicontadini (proprietari, affittuari o braccianti)168 e pescatori che magari possedevano anche un

gli altri abitantipiccolo pezzo di terra e qualche animale (dal punto di vista dell’amministrazione essi erano
almente, da chiin sostanza parificati ai contadini). La lunga serie delle guerre aveva colpito duramente

empre meglioqueste persone e le proteste contro la gravosa pressione fiscale si erano ripetute, alla fine

ntadini a favoresenza sostanziali successi. E non erano stati rari i casi in cui i funzionari del Regno (fogder o

i anni ’30 dopo futer)169 avevano agito con disonestà e prevaricazione nei confronti della popolazione rurale.

ve tuttavia nonD’altro canto le antiche assemblee locali, seppure venissero ancora convocate, erano ormai

mico. Il governosolo il luogo in cui, senza possibilità di discussione, erano comunicate le decisioni (non di

i solidi capitali, rado relative a nuove imposte) assunte dall’alto. Il mondo contadino norvegese non conobbe

anche dal punto nel XVIII secolo una riforma agraria parallela a quelle attuate in Danimarca e in Svezia.

della borghesiaTuttavia ci furono anche in questo settore importanti cambiamenti. Innanzitutto dopo il 1660

cana che apriràc’era stata una precisa ricognizione di tutti i terreni agricoli e si era riorganizzata la loro

ano da sempre tassazione. Inoltre i problemi derivanti dalla grave situazione finanziaria della Corona (le

care il notevole imposte non bastavano a sostenere i costi delle guerre né a riempire le casse dello Stato),

enne dunque inavevano fatto sì che dovessero essere alienati molti beni:170 se da principio essi furono

ale presupposto acquisiti soprattutto da nobili o da alti funzionari, col tempo anche una parte dei contadini

gnia norvegese ebbe la possibilità di divenire proprietaria del podere in cui viveva (anche perché decreti reali

erede Nordskefavorivano la vendita dei terreni a chi li lavorava). Questo fatto, legato all’introduzione di

odurre carbonenuovi strumenti e tecniche di lavorazione (e poi anche di nuove colture come quella della

patata)171 favorì il progresso dell’agricoltura, anche per la diretta partecipazione di

ò costituita daecclesiastici e amministratori che si dimostrarono assai interessati al miglior rendimento

evano anche undelle terre da loro possedute. Né mancarono coloro che si dedicarono alla redazione di

ione essi eranomanuali indirizzati ai coltivatori.172 Non va qui dimenticato che a partire dal XVI secolo si
pito duramenteera proceduto al recupero di vecchie fattorie abbandonate e alla realizzazione di nuove e che,

petute, alla fine parallelamente, si era avuto un notevole incremento demografico: una situazione che pare

o stabilizzarsi tra il XVII e il XVIII secolo, con una crescita più contenuta ma sostanzialmente

olazione rurale.continua. Sicché, in definitiva, anche da questo settore venne un contributo alla crescita

te, erano ormaieconomica del Paese, uno sviluppo che si constata soprattutto verso la fine del Settecento.

ecisioni (non diSeppure non vada dimenticato che il malcontento contadino (indirizzato in primo luogo

se non conobbecontro le troppe tasse, i privilegi dei commercianti e gli abusi degli amministratori) diede

ca e in Svezia.origine anche in questo periodo ad aspri conflitti.173 Qui si vuole ricordare la lotta capeggiata

to dopo il 1660da Kristian Lofthus (1750-1797) che tra il 1786 e il 1787 si fece portavoce delle lamentele

anizzata la lorodei contadini che vedeva pesantemente svantaggiati sul piano sociale. Alla fine egli fu

ella Corona (leimprigionato e condannato ai lavori forzati a vita, ma la sua figura sarebbe ben presto

se dello Stato),divenuta un simbolo.174 Nonostante persistenti difficoltà, il ceto contadino sarà dunque

pio essi furono coinvolto – non soltanto dal punto di vista economico! – nel processo di affermazione di una

e dei contadinirinnovata ‘identità nazionale’. In particolare, riferendoci alla rivalutazione del mondo rurale

ché decreti realiche caratterizza la seconda metà del Settecento175 va ricordato qui lo scrittore e filosofo

introduzione didanese Tyge Rothe (1731-1795), attento tra l’altro a tematiche patriottiche ispirate al passato

me quella delladei popoli del Nord, il quale nello scritto dal titolo Su alcune rivendicazioni reciproche della

tecipazione di Danimarca e della Norvegia; in occasione del viaggio del principe ereditario in Norvegia

ior rendimento (Om nogle Dannemarks og Norges Fordringer til hinanden. I Anl. af Kronprindsens Reise til

a redazione di Norge, 1788), pur ribadendo l’indissolubilità del legame tra i due Regni, elogia il carattere

l XVI secolo sidel popolo norvegese e il suo saldo legame con la tradizione e individua nel mantenimento
di nuove e che, dell’antico diritto allodiale (venuto meno altrove in Scandinavia) il fondamento della

zione che parepeculiarità della cultura di quel Paese.176 Il contadino norvegese diventa così, in questa

sostanzialmenteprospettiva, un modello ideale, non senza echi dell’uomo ‘naturale’ di Rousseau (ma anche

to alla crescita delle dottrine di Montesquieu).177

del Settecento. Per tornare a circostanze di carattere più concretamente sociale: un fattore che avrebbe

n primo luogo senza dubbio favorito il progresso del mondo contadino (e dunque, più in generale, della

nistratori) diedenazione) fu la progressiva diffusione della scolarizzazione. Come si è accennato in

otta capeggiataprecedenza, l’autorità reale a Copenaghen non aveva dimenticato i sudditi norvegesi quando

delle lamentelesi trattava di legiferare a riguardo dell’istruzione. Tuttavia l’intento era in primo luogo quello

la fine egli fu di far apprendere ai bambini (magari a memoria) i fondamenti del luteranesimo, ma talune

bbe ben presto disposizioni (come quelle sulla partecipazione obbligatoria degli scolari alle funzioni con

o sarà dunque l’assistenza degli insegnanti, prevista nel cosiddetto Rituale ecclesiastico per la Danimarca e

mazione di unala Norvegia – Danmarks og Norgis Kirke-Ritual)178 erano ottemperate qui in modo assai

el mondo ruralesuperficiale, in primo luogo perché ci si riferiva alle scuole di città presenti nel Paese in

ttore e filosofo numero limitato. Una vera e propria alfabetizzazione restava dunque da strutturare e rispetto

pirate al passatoalla popolazione danese quella norvegese restava, da questo punto di vista, in ritardo.179 Il

eciproche dellaprimo vero ordinamento scolastico norvegese fu di fatto emanato solo nel 1739.180 Sebbene

rio in Norvegiaesso resti legato alle finalità dell’insegnamento religioso (venne del resto promulgato tre anni

ndsens Reise tildopo l’introduzione dell’obbligo della cresima),181 va tuttavia sottolineato come in esso per

ogia il caratterela prima volta si disponga che in tutto il Paese i bambini (dai sette anni e – fattore di grande

mantenimentoimportanza – senza distinzione di classe) debbano frequentare la scuola per un quinquennio.


ndamento dellaTenuto conto che la popolazione rurale norvegese era assai sparsa sul territorio ci furono nel

così, in questaPaese, accanto alle scuole collocate in edifici specifici, ‘maestri ambulanti’ che si spostavano

seau (ma ancheda un luogo all’altro per raggiungere tutti gli allievi. Non va però dimenticato che la lingua

dei libri scolastici restava il danese e che dunque – almeno da questo punto di vista – gli

re che avrebbescolari norvegesi si trovarono ancora una volta in posizione svantaggiata.

generale, della Nel quadro generale delineato dai diversi elementi di rinnovamento cui qui si è fatto

accennato incenno, si sviluppò dunque in Norvegia un crescente sentimento di rivendicazione della

rvegesi quandoidentità nazionale, particolarmente forte nell’ambito della borghesia, che si tradusse anche in

mo luogo quello richieste concrete come la creazione di una banca e di una università proprie.182 Istanze che –

imo, ma taluneseppure sgradite al governo centrale – avrebbero trovato concreta attuazione nel giro di pochi

e funzioni condecenni.183 Dal punto di vista più strettamente culturale è doveroso ricordare qui la

a Danimarca efondazione (1760) della Società di Trondheim (Det trondhjemske Selskab), che dal 1767 si

in modo assai sarebbe rinominata Reale società norvegese delle scienze (Det Kongelige Norske

ti nel Paese inVidenskabers Selskab), sorta con lo scopo di portare avanti studi di carattere storico,

urare e rispetto naturalistico ed economico riguardanti il Paese. Sebbene due dei suoi fondatori fossero in

Ilrealtà danesi,184 questa istituzione diede un notevole contributo non soltanto a queste

Sebbenediscipline ma anche alla rinascita di una letteratura ‘autenticamente norvegese’. Di stampo

mulgato tre anniper qualche verso anche goliardico fu la Società letteraria norvegese (Det Norske Litteraire

ome in esso perSelskab) sorta a Copenaghen nel 1772 per iniziativa di studenti norvegesi residenti in quella

attore di grandecittà185 e ampliatasi fino a contare circa centoventi membri.186 Per quanto recentemente se ne

n quinquennio.sia definitivamente respinta l’immagine tradizionale che ne faceva un circolo di patrioti


io ci furono nelardenti e nostalgici,187 è un fatto che i molti scritti dei suoi aderenti ispirati alla sublime

e si spostavano natura del Paese natìo e al fiero carattere dei suoi abitanti avrebbero contribuito a ‘costruirne’

o che la lingua una immagine cui avrebbero presto fatto riferimento sia il romanticismo sia il patriottismo

o di vista – gliottocentesco. In ciò resta dunque, in prospettiva nazionalistica, il merito principale di questa

istituzione che, diversamente, si dimostrò incapace di realizzare l’ambizioso programma

i qui si è fattoletterario che si era prefisso (ispirato ai classici ma orientato altresì ai modelli francesi e

dicazione della inglesi in voluta opposizione all’influsso letterario tedesco) se non nell’opera di pochi autori

adusse anche income Johan Nordahl Brun (1745-1816), più tardi vescovo di Bergen188 e Johan Herman

Istanze che –Wessel (1742-1785)189 o, in particolare dal punto di vista critico, Claus Fasting (1746-

el giro di pochi1791).190 Non casualmente la Società letteraria norvegese avrebbe cessato di esistere nel

cordare qui la1813, anno di poco successivo al decreto di fondazione dell’Università di Oslo (1811)191 e di

che dal 1767 si poco precedente la separazione della Norvegia dalla Danimarca (1814). Dopo la quale

gelige Norskediversi fra i suoi membri andarono a occupare importanti posizioni all’interno del nuovo

rattere storico,Stato norvegese.192

atori fossero in 10.2.4. Calamità naturali e tentativi di ripresa

tanto a queste Non c’è dubbio che i secoli XVII e XVIII siano stati i più difficili della storia islandese.

ese’. Di stampoDal punto di vista economico l’introduzione del monopolio commerciale danese aveva, come

orske Litterairesi è visto, determinato una gravissima situazione193 e l’istituzione in Danimarca

identi in quella dell’assolutismo regio non fece che aggravare lo stato di sottomissione della lontana colonia.

entemente se neBasti ricordare che nel 1662 l’assenso degli Islandesi al nuovo ordinamento fu ottenuto in

colo di patriotitutta fretta e solo ricorrendo a minacce neppur troppo velate;194 da allora il vecchio accordo
ati alla sublimedel 1262, il cosiddetto “Antico trattato” (Gamli sáttmáli)195 che (con i dovuti emendamenti)

o a ‘costruirne’era per secoli rimasto in vigore nel Paese, fu abolito. E se fin da allora l’autonomia

il patriottismo legislativa degli Islandesi aveva subito una notevole limitazione essa veniva ora del tutto

cipale di questanegata: l’Alþingi, antica e prestigiosa assemblea, fu ridotta a svolgere esclusivamente

oso programmafunzioni giudiziarie.196

delli francesi e A ciò dovevano purtroppo aggiungersi altre avversità. Fin dagli ultimi decenni del XVII

di pochi autorisecolo il clima aveva subito, come si è detto, un deciso peggioramento197 e le condizioni

Johan Herman della maggior parte della popolazione si erano fatte assolutamente precarie, al punto che la

Fasting (1746-fame era divenuta una causa comune di mortalità (con un picco nel 1702) con migliaia di

di esistere nel decessi. Di fronte a questo stato di cose e rispondendo a richieste che non potevano più

e dirimanere inascoltate, il re Federico IV, da pochi anni salito al trono, decise di intervenire.

Dopo la qualeEgli nominò una commissione che avrebbe dovuto verificare la situazione del Paese.198 Gli

erno del nuovo incaricati del sovrano erano due islandesi che nutrivano un profondo amore per la propria

patria e che svolsero il loro mandato con competenza e senso di responsabilità. Si trattava

dell’antiquario Árni Magnússon199 e del giurista Páll Vídalín (1667-1727): essi fecero un

toria islandese.censimento degli abitanti e delle proprietà terriere e si adoperarono per migliorare la

se aveva, come condizione della popolazione, cercando di contrastare i ripetuti soprusi da parte dei

in Danimarca commercianti danesi e dei funzionari governativi. Questo intervento (i lavori della

ontana colonia.commissione durarono una dozzina d’anni) avrebbe dunque potuto produrre effetti assai

o fu ottenuto inpositivi, ma il destino aveva in serbo nuove catastrofi. Tra il 1707 e il 1709 si diffuse

ecchio accordonell’isola una terribile epidemia di vaiolo che uccise un terzo degli abitanti,200 tra il 1752 e il
emendamenti)1759 imperversò la carestia e nel 1760 il Paese fu colpito dalla peste bovina; oltre a ciò si

ra l’autonomiaverificarono ripetute scosse simiche201 e – soprattutto – si ebbero disastrose eruzioni

va ora del tuttovulcaniche.202 Nel 1727 il più grande vulcano d’Islanda l’Öræfajökull (regione meridionale),

esclusivamente entrò in attività dopo ben 365 anni con conseguente distruzione di numerose fattorie, morte

di uomini e capi di bestiame;203 nel 1755 fu la volta del vulcano Katla e tra il 1766 e il 1768

cenni del XVIIdel vulcano Hekla (entrambi nel sud del Paese). Ma la più terribile sciagura di tutta la storia

e le condizioniislandese doveva ancora verificarsi. L’8 giugno del 1783, domenica di Pentecoste, dopo una

al punto che la serie di terremoti, i crateri del vulcano Laki (a ovest dell’enorme ghiacciaio che ha nome

con migliaia diVatnajökull) cominciarono a eruttare con eccezionale violenza. Da subito si comprese che

n potevano piùquesta eruzione, rimasta nella memoria degli Islandesi con il nome di Skaftáreldar,204

di intervenire.avrebbe prodotto effetti drammatici. E fu così: uomini e animali, presto intossicati dai gas

Glivelenosi, trovarono la morte, le fattorie vennero divorate dalla lava, il terreno si ricoprì di

e per la proprialapilli e ceneri, il cielo si oscurò e il sole praticamente scomparve. Presto cominciò a

lità. Si trattavascarseggiare il cibo, la gente fuggiva disorientata e in preda al terrore senza sapere dove

essi fecero uncercare aiuto e riparo. Ci furono episodi di sciacallaggio. Già colpiti da una lunga serie di

r migliorare lasciagure gli Islandesi si trovarono inermi di fronte alla violenza della natura. I racconti dei

da parte deitestimoni oculari di questo disastro disegnano uno scenario apocalittico.205 La lava si diramò

(i lavori dellain tre direzioni principali, una delle quali puntò verso l’abitato di Kirkjubæjarklaustur che fu

re effetti assairaggiunto il 20 giugno: nella chiesa il pastore Jón Steingrímsson (1728-1791), che

1709 si diffuseconsiderava questa eruzione un segno dell’ira divina (si leggano le sue parole), stava dicendo

tra il 1752 e illa messa. La tradizione vuole che il fervore delle sue preghiere abbia fermato
a; oltre a ciò simiracolosamente la lava nel punto da essa raggiunto all’inizio della celebrazione, all’incirca

strose eruzionia 2 km. dalla chiesa.206 Per questo fatto Jón Steingrímsson è ricordato come “prete del fuoco”

e meridionale),(eldprestur o eldklerkur).207 La disastrosa eruzione andò avanti per molti mesi con brevi

fattorie, morteintervalli e si esaurì solo il 7 febbraio dell’anno successivo. Effetti importanti si ebbero

1766 e il 1768 naturalmente anche nel continente europeo e nel Nord-America raggiunti dalla nube

di tutta la storiavulcanica (le cui componenti tossiche provocarono la morte di diverse persone) e persino in

coste, dopo unaAsia e Nord-Africa. Il clima subì cambiamenti drammatici con un’estate segnata da

o che ha nomeviolentissimi temporali e ripetute grandinate e un inverno rigidissimo il che provocò

i comprese chedistruzione di raccolti, morie di bestiame e carestie. Tutto ciò si protrasse per alcuni anni ed è

204 opinione ormai affermata che la grave crisi economica cagionata da questo evento sia tra le

ossicati dai gascause dello scoppio, nel 1789, della rivoluzione francese.208

no si ricoprì di Quando finalmente la furia del vulcano si esaurì la lava aveva coperto un’area di circa

sto cominciò a 580 km. quadrati nella zona meridionale del Paese, ma in tutta l’isola si erano sparsi i gas

za sapere dovetossici che avevano avvelenato l’aria e le ceneri vulcaniche che avevano ricoperto i pascoli e

a lunga serie di i campi di fieno; gran parte degli animali che erano sopravvissuti alle esalazioni letali moriva

. I racconti deiora per mancanza di cibo. E per mancanza di cibo morivano gli uomini. Le autorità inviarono

lava si diramòaiuti e generi alimentari, ma i trasporti erano difficili ed era problematico raggiungere coloro

rklaustur che fuche abitavano nelle zone più isolate e impervie. E al disastro nuovi disastri si aggiunsero con

728-1791), chei terremoti del 1784,209 l’epidemia di vaiolo del 1785-1787, i rigidissimi inverni degli anni

), stava dicendo’80 e ’90. Negli anni tra il 1783 e il 1788 la popolazione islandese si ridusse di circa un

abbia fermatoquinto (per diverso tempo il tasso di mortalità superò abbondantemente quello di natalità),
one, all’incirca mentre parallelamente il numero dei capi di bestiame si riduceva della metà (gli ovini

prete del fuoco”addirittura del 75% circa).210

mesi con brevi Eppure in questo quadro dalle tinte così fosche è possibile individuare qualche segnale

tanti si ebbero positivo. È probabile che il susseguirsi di tante sciagure abbia suscitato una maggiore

nti dalla nube attenzione verso questa terra martoriata e dato impulso a studi e ricerche (per altro, come si è

ne) e persino invisto, già avviati nel XVII secolo)211 volti a valorizzare il patrimonio culturale islandese ma

ate segnata daanche a portare un contributo concreto allo sviluppo economico e sociale dell’isola. Già nel

l che provocò1752 il re danese aveva dato un nuovo incarico a due giovani islandesi, allora iscritti

alcuni anni ed èall’Università di Copenaghen, per compiere una ricognizione nel loro Paese al fine di

vento sia tra leverificarne le risorse naturali e culturali. Si trattava di Eggert Oláfsson (1727-1768)212 e

Bjarni Pálsson (1719-1779)213 i quali, animati da convinto spirito illuministico, affrontarono

un’area di circaquesto viaggio (durato sei anni) con intenti scientifici: a esempio scalarono i vulcani Hekla

ano sparsi i gas(1750) e Snæfellsjökull (1753), sfidando la tradizione popolare che li considerava infestati da

perto i pascoli espiriti maligni e porte di ingresso dell’inferno.214 Il resoconto della loro esperienza fu in

ni letali moriva seguito redatto da Eggert Oláfsson e pubblicato in lingua danese col titolo Viaggio attraverso

torità inviaronol’Islanda (Reise igiennem Island, 1772), un testo fortunato che conobbe traduzioni in

giungere colorotedesco, inglese e francese e che resta una fonte di primaria importanza per la conoscenza del

aggiunsero con mondo islandese nel XVIII secolo.215 Alla seconda metà del quale risalgono del resto altri

verni degli anniscritti dettati dal crescente interesse per i diversi aspetti della vita del Paese: così

sse di circa unl’Introduzione storica all’antica e nuova procedura giudiziaria in Islanda (Historisk

llo di natalità),Indledning til den gamle og nye Islandske Rættergang) del funzionario governativo ma anche
metà (gli ovini studioso e bibliofilo Jón Árnason (1727-1777) pubblicata a Copenaghen nel 1762 a cura di

Jón Eiríksson (del quale poco più avanti); il trattato sulla rinascita dell’Islanda redatto da Páll

qualche segnale Vídalín, sopra menzionato;216 la monumentale Storia ecclesiastica d’Islanda (Historia

una maggioreEcclesiastica Islandiæ, 1772-1778) scritta in latino dal vescovo di Skálholt Finnur Jónsson

altro, come si è (1704-1789); il Viaggio economico nelle regioni nord-occidentali, settentrionali e nord-

le islandese maorientali dell’Islanda (Oeconomisk Reise igiennem de nordvestlige, nordlige, og nordostlige

l’isola. Già nelKanter af Island, 1780) di Ólafur Ólafsson (latinizzato in Olavius, 1741-1788) e i saggi

, allora iscrittiscientifici del naturalista e medico Sveinn Pálsson, che tuttavia per lungo tempo non

aese al fine disarebbero stati presi nella dovuta considerazione.217 In questo contesto oltre a ricordare che

enel 1770 il re danese aveva istituito una nuova commissione per l’Islanda,218 va anche messo

o, affrontarono in risalto l’operato del sopraccitato Jón Eiríksson (1728-1787), letterato, bibliotecario reale,

i vulcani Heklaconsigliere e membro del Collegio del Commercio (Kommerce-kollegiet) al cui interno si

ava infestati daoccupava delle questioni relative all’Islanda, alle Føroyar, alle regioni settentrionali della

sperienza fu inNorvegia e alla Groenlandia. Costui, seppure avesse trascorso gran parte della vita in

ggio attraversoDanimarca, si dedicò concretamente ai problemi del proprio Paese da lui trattati anche in una

e traduzioni in serie di studi (destinati anche alla salvaguardia della lingua islandese!) buona parte dei quali

conoscenza delcomparvero fra le pubblicazioni della Società islandese delle discipline erudite (Hið íslenska

o del resto altrilærdómslistafélag), fondata a Copenaghen nel 1779,219 alla quale nella sua veste di

el Paese: così presidente egli impresse un ‘indirizzo pratico’.220 Per la promozione sociale e culturale

Historisk dell’Islanda diverse iniziative furono dunque intraprese sia dal punto di vista educativo sia da

ativo ma anche quello strettamente economico.221


1762 a cura di In questo secolo si constata infatti un notevole sviluppo dell’alfabetizzazione, legato in

redatto da Pállgran parte all’attività della Chiesa.222 Nel 1741 era stato inviato nell’isola Ludvig Harboe

Historia(1709-1783), più tardi vescovo di Trondheim e poi della Selandia, con il compito di

Finnur Jónssonverificare la situazione della Chiesa islandese e riorganizzarla, ove necessario, con

rionali e nord-particolare riferimento alla catechizzazione. Egli si trattenne nell’isola per più di quattro anni

og nordostligedurante i quali fu riaffermato l’obbligo della cresima223 e fu dato impulso alla

1788) e i saggiscolarizzazione. Ludvig Harboe intervenne anche per migliorare le condizioni di vita delle

go tempo non persone.224 Tenuto conto che la popolazione islandese viveva nelle molte fattorie (non di

a ricordare cherado isolate) sparse sul territorio, ci furono qui, come in Norvegia, ‘maestri ambulanti’ che si

va anche messotrattenevano per un po’ di tempo in una località istruendo (prima di tutto nella religione) i

iotecario reale,bambini del circondario. Ma poiché questi poi studiavano a casa (spesso con l’aiuto delle

l cui interno si donne di famiglia), un sistema scolastico vero e proprio si sarebbe sviluppato nel Paese assai

entrionali dellalentamente.

e della vita in Nonostante le molte difficoltà la cultura islandese trovò in questo secolo nuovo impulso

ati anche in unaanche a livelli più elevati: le “scuole di latino”225 di Skálholt e Hólar vennero

parte dei qualiriorganizzate,226 un numero più che apprezzabile di studiosi ebbe la possibilità di conseguire

Hið íslenskaall’estero (spesso in Danimarca) un’alta formazione e fu fondata (1794) la Società nazionale

sua veste didell’istruzione (Landsuppfræðingarfélagið) con l’obiettivo di introdurre nuove idee e di dare

ale e culturaleimpulso alla vita sociale e culturale del Paese. Promotore di questa iniziativa fu, del resto,

educativo sia daMagnús Stephensen (1762-1833), esemplare rappresentante dell’illuminismo.227

Al progresso economico (e all’avvio di qualche forma di industria) si lega, in particolare,


zione, legato inla figura di Skúli Magnússon (1711-1794), nominato nel 1749 responsabile generale

Ludvig Harboe dell’economia e delle finanze nell’isola (landfógeti). Diversamente dai suoi predecessori,

il compito difunzionari danesi che avevano dato prova di ben scarso interesse per la situazione degli

ecessario, conisolani (in molti casi neppure soggiornando in Islanda o comunque restandovi solo per lo

di quattro annistretto necessario),228 egli si dimostrò energico e capace, adoperandosi per favorire un

impulso allaconcreto miglioramento delle condizioni di vita dei suoi compatrioti. Animato da un

ni di vita delleconvinto spirito illuministico egli si guadagnò il sostegno del re danese, riuscendo a fondare

fattorie (non di(1751) la Società azionaria islandese (Hið íslenska hlutafélag),229 grazie alla quale si poté

mbulanti’ che si dare l’avvio a numerose imprese in diversi campi (agricolo, tessile, della lavorazione delle

ella religione) ipelli, dell’estrazione dello zolfo, della pesca e altri). A queste iniziative conseguì

on l’aiuto delle l’introduzione di nuovi strumenti e nuove tecniche per il lavoro, non da ultimo in agricoltura.

nel Paese assaiE tuttavia non tutti i progetti di Skúli Magnússon poterono trovare concreta applicazione,

soprattutto per l’ostilità dei commercianti danesi.230

nuovo impulso Sebbene le nuove attività fossero svolte in diverse zone del Paese, il centro operativo

Hólar vennerotrovò collocazione in una piccola località dell’Islanda sud-occidentale, sulle rive meridionali

à di conseguire della baia detta Faxaflói, là dove si era stabilito il primo colono, Ingólfr Arnarson, nel luogo

ocietà nazionaleche (verosimilmente a motivo dei vapori che fuoriuscivano dalle sorgenti di acqua bollente

e idee e di dare nei dintorni) ebbe nome Reykjavík (inizialmente Reykjarvík, letteralmente “Baia dei

a fu, del resto, fumi”).231 Per questa ragione là dove per lungo tempo non c’era stata che una grande fattoria

con qualche casolare intorno, cominciò presto a svilupparsi un vero e proprio centro abitato

, in particolare,che nel 1786 si vide ufficialmente riconosciuto lo status di città,232 un riconoscimento


sabile generalecertamente dovuto anche al fatto che, come è stato detto in precedenza,233 in seguito al

oi predecessori,devastante terremoto che nel 1784 aveva colpito anche Skálholt, il vescovo Hannes Finnsson

ituazione degliaveva trasferito qui la propria sede. Sicché più tardi, quando venne deciso, nonostante le

ovi solo per lo proteste degli abitanti dei distretti settentrionali, di abolire la diocesi di Hólar (1801)

per favorire unl’autorità religiosa sull’intera isola venne riunita nelle mani di un unico vescovo che aveva

Animato da unormai sede definitiva a Reykjavík.234

endo a fondare Nel Settecento islandese si colloca la travagliata storia di un celebre fuorilegge, Eyvindur

a quale si potéJónsson, noto comunemente come Fjalla-Eyvindur (“Eyvindur delle montagne”), le cui vicissitudini
lo accomunano a leggendarie figure delle saghe quali Gísli Súrsson e Grettir Ásmundarson.235 In
vorazione delle
realtà la sua vicenda si svolge su un piano per molti versi meno ‘eroico’, pur tuttavia la sua vita
ative conseguì
grama e la sua fiera volontà di indipendenza ne hanno fatto la personificazione dell’uomo solo
o in agricoltura.
capace di affrontare una cruda quotidianità scandita non solo dalla necessità di trovare qualcosa con
a applicazione,
cui sfamarsi, un luogo in cui ripararsi dalle intemperie e un rifugio sicuro per sottrarsi alla cattura, ma

anche un momento di quiete per ritemprarsi e provare a vivere.


entro operativo
A quanto pare Eyvindur Jónsson (nato nel 1714), aveva cominciato fin da giovane a commettere
ive meridionalipiccoli furti. In particolare è detto che avesse rubato del formaggio a una donna: per questo motivo

rson, nel luogo lei gli fece una fattura per cui non avrebbe più smesso di essere ladro per tutta la vita. È riferito anche

acqua bollente che quando le fu chiesto di ritirare il maleficio ella affermò che ciò non le era consentito, tuttavia

nte “Baia deimitigò la sua ‘condanna’ con la promessa che egli non sarebbe mai stato catturato. Entrambe le cose,

grande fattoria in sostanza, si avverarono per lui.


Nella regione dei fiordi occidentali Eyvindur conobbe una vedova che viveva insieme ai suoi
o centro abitato
figli: costei si chiamava Halla Jónsdóttir (non si conosce la data della sua nascita) ed Eyvindur la
riconoscimento
sposò. Di lei si dice che avesse brutte fattezze e brutto carattere, che fosse miscredente e, per di più,
in seguito al facesse grande uso di tabacco. Eyvindur, al contrario, era di carattere gioviale e intelligente, atletico e

annes Finnssonpieno di risorse. Ma il tabacco piaceva molto anche a lui.


Non è chiaro il motivo (forse un infanticidio commesso da Halla) per cui essi a un certo punto
, nonostante le
decisero di abbandonare i figli e la fattoria per rifugiarsi sulle montagne. Per molti anni avrebbero
Hólar (1801)
vissuto sugli altipiani, nelle zone più impervie dell’Islanda, procurandosi il cibo con furti di bestiame
covo che aveva
e talvolta con imboscate ai viaggiatori, costruendosi ripari nella montagna e ingegnandosi per vivere

alla meglio. I primi tempi furono nel territorio di Hveravellir, caratterizzato da intensa attività
legge, Eyvindur
geotermica e particolarmente inospitale.236 Con loro c’erano altri due fuorilegge, tali Arnes e
cui vicissitudini
Abraham. Essi rubavano il bestiame o assalivano le persone che percorrevano la lunga pista, nota
In
come Kjalvegur, che dal sud-ovest dell’isola conduce a nord, verso lo Skagafjörður. I ripetuti furti
tavia la sua vita
(soprattutto di ovini) provocarono una ovvia reazione. Essi vennero dunque ricercati: il loro misero
dell’uomo solo
rifugio fu scoperto e distrutto, Halla fu catturata e trattenuta per un periodo e Abraham fu impiccato
are qualcosa con
dagli abitanti del nord. Tracce della loro presenza in Hveravellir restano visibili ancor oggi.
i alla cattura, ma
Eyvindur e Arnes erano sfuggiti alla cattura ma l’inverno successivo fu per loro durissimo e

poterono nutrirsi solo grazie alla caccia di pernici. Quando Halla tornò Eyvindur decise per
ne a commettere
precauzione di trasferirsi e si spostò a sud-est sotto l’Arnarfellsjökull [Hofsjökull]. Qui si costruirono
er questo motivo
un riparo che fu la loro casa per quattro o cinque inverni. Poi ricominciarono con i furti di bestiame e
. È riferito anche
così di nuovo vennero ricercati. È detto che una volta gli abitanti delle fattorie che erano stati
nsentito, tuttavia
derubati riuscirono a raggiungere il loro rifugio, cogliendoli quasi di sorpresa, dal momento che essi
ntrambe le cose,
erano intenti a dire le devozioni. Tuttavia Eyvindur riuscì ad afferrare la pentola e qualche utensile e

si nascose in una palude; tutti poi poterono sfuggire dirigendosi verso il ghiacciaio. Gli inseguitori,
insieme ai suoi
ammirati dall’abilità di Eyvindur nel costruirsi utili arnesi, fecero piazza pulita del rifugio, portarono
) ed Eyvindur la
via quanto poterono e diedero il resto alle fiamme. È probabile che dopo questo episodio Eyvindur,
nte e, per di più,
igente, atletico ecome in qualche altra occasione, avesse trovato rifugio presso il fratello Jón a Skipholt237 dove

avrebbe trascorso l’inverno successivo nascosto insieme a Halla nel magazzino del pesce secco.

a un certo puntoDopo di ciò, rifornito da Jón degli utensili indispensabili, tornò verso nord sugli altipiani, questa

i anni avrebberovolta stabilendosi sotto Sprengisandur238 nella località che da lui ha preso nome Eyvindarver (o

furti di bestiameEyvindarkofaver)239 a est del fiume Þjórsá. Lì si costruì una capanna: in quel luogo avrebbe trascorso

andosi per vivereil periodo più lungo della sua latitanza. Ebbe anche un altro rifugio a est del fiume noto come

intensa attivitàEyvindarsandur.240

ge, tali Arnes e Sebbene Eyvindur fosse un abile cacciatore e un uomo pieno di risorse, alla fine dell’inverno

lunga pista, notavenne talora a trovarsi al limite della sopravvivenza. Si narra che una volta, nella settimana

r. I ripetuti furti precedente la Pasqua, essi stavano per morire di fame: il mattino di Pasqua Eyvindur disse che voleva

ti: il loro miserocomunque leggere un brano di devozione dalla Postilla di Vídalín241 e che preferiva morire dopo

am fu impiccato averlo fatto; Halla disse invece che ciò le era indifferente perché non si sarebbero riempiti la pancia

con quella lettura. Ma quando egli ebbe finito di leggere e stavano recitando il Padrenostro, sentirono

oro durissimo e un rumore alla porta: Eyvindur andò ad aprire e videro un cavallo ben in carne; con quello poterono

ndur decise persfamarsi. È detto tuttavia che mangiarono la carne cruda perché non avevano nulla con cui accendere

Qui si costruironoun fuoco.

urti di bestiame e

che erano stati

momento che essi

ualche utensile e

. Gli inseguitori,

fugio, portarono

isodio Eyvindur,
come in qualche altra occasione, avesse trovato rifugio presso il fratello Jón a Skipholt237 dove

avrebbe trascorso l’inverno successivo nascosto insieme a Halla nel magazzino del pesce secco.

Dopo di ciò, rifornito da Jón degli utensili indispensabili, tornò verso nord sugli altipiani, questa

volta stabilendosi sotto Sprengisandur238 nella località che da lui ha preso nome Eyvindarver (o

Eyvindarkofaver)239 a est del fiume Þjórsá. Lì si costruì una capanna: in quel luogo avrebbe trascorso

il periodo più lungo della sua latitanza. Ebbe anche un altro rifugio a est del fiume noto come

Eyvindarsandur.240

Sebbene Eyvindur fosse un abile cacciatore e un uomo pieno di risorse, alla fine dell’inverno

venne talora a trovarsi al limite della sopravvivenza. Si narra che una volta, nella settimana

precedente la Pasqua, essi stavano per morire di fame: il mattino di Pasqua Eyvindur disse che voleva

comunque leggere un brano di devozione dalla Postilla di Vídalín241 e che preferiva morire dopo

averlo fatto; Halla disse invece che ciò le era indifferente perché non si sarebbero riempiti la pancia

con quella lettura. Ma quando egli ebbe finito di leggere e stavano recitando il Padrenostro, sentirono

un rumore alla porta: Eyvindur andò ad aprire e videro un cavallo ben in carne; con quello poterono

sfamarsi. È detto tuttavia che mangiarono la carne cruda perché non avevano nulla con cui accendere

un fuoco.
In seguito Eyvindur sognò che presto sarebbe stato catturato, per questo spostò il suo rifugio un

po’ più a est: ciò tuttavia gli portò sfortuna perché fu scoperto dal proprietario del cavallo e catturato

insieme a Halla. Essi furono condotti a nord a Reykjahlíð sulle sponde del lago Mývatn. Ma in estate

Eyvindur riuscì a fuggire dalla chiesa durante la celebrazione della messa. Fu a lungo cercato, ma con

difficoltà, anche perché sulla zona gravava una nebbia fitta e tenebrosa.242 In realtà si era nascosto

dietro un costone di lava vicino alla chiesa, dove nessuno aveva pensato di poterlo trovare. Per

l’inverno successivo egli se ne andò a Herðubreiðarlindir243 dove con grande ingegnosità si costruì

un riparo (del quale sono ancora visibili le rovine). E tuttavia non aveva altro da mangiare se non

carne di cavallo cruda (nelle vicinanze non c’erano pecore da rubare) e radici di angelica: quello fu

per lui l’inverno peggiore. Successivamente, travestitosi da viandante, riuscì a farsi rivelare da una

donna dove fosse stata condotta Halla, la raggiunse e la riportò con sé. Essi furono per un po’ nelle

zone disabitate della valle di Jökuldalur244 e poi nella landa di Fljótsdalsheiði245 di nuovo vivendo di

furti di bestiame: di nuovo dunque vennero ricercati, ma ancora una volta riuscirono a sfuggire alla

cattura. È detto che nella landa di Fljótsdalsheiði i cavalli degli inseguitori rimasero impantanati in

una palude che da allora è nota come Eyvindarkelda.246

Si sa che Eyvindur e Halla vissero sugli altipiani d’Islanda per oltre vent’anni. Quando Eyvindur

fu riabilitato ritornò alla vita nella comunità (a quanto pare nella località dalla quale era fuggito) ed

ebbe occasione di parlare della sua terribile esperienza. Riferì come il periodo migliore fosse stato

quello di Eyvindarver (dove poteva anche cacciare e pescare), ma anche dei venti ghiacciati che

talora sferzano la zona di Sprengisandur e ai quali può resistere solo un uomo adulto e ben protetto da

abiti pesanti. Disse anche che non avrebbe voluto per nessuno la sua sorte e di non avere un nemico

tanto infame da augurargli di vivere nelle lande deserte dell’Islanda occidentale, ma in quelle

dell’Islanda orientale egli avrebbe volentieri mandato un amico. Fjalla-Eyvindur è ricordato per la
il suo rifugio unsua straordinaria agilità e forza fisica (si racconta che una volta riuscì a sfuggire a due aggressori

avallo e catturatosaltando oltre un crepaccio) ma anche per l’ingegnosità con cui si costruiva ripari e utensili per

atn. Ma in estaterendere meno disagevole la sua vita di fuggiasco. Se e quante volte sia stato effettivamente catturato

o cercato, ma conresta incerto.

à si era nascosto Si sa invece che Eyvindur e Halla durante gli anni sulle montagne ebbero dei figli: una difficoltà

erlo trovare. Per supplementare che Halla risolveva spietatamente. È detto che Eyvindur non poteva essere presente

gnosità si costruìquando ella si sbarazzava di loro. E tuttavia una bambina raggiunse l’età di due anni: essi avevano

mangiare se nondeciso di lasciarla vivere ma poi furono sorpresi da un gruppo di persone che li ricercavano, così

gelica: quello fu dovettero mettersi in salvo e non poterono portarla con sé. Halla però ebbe il tempo di gettarla da una

i rivelare da unarupe. Eyvindur se la prese molto a male per questo fatto.

per un po’ nelle Eyvindur morì, a quanto pare, nel 1784 e Halla poco tempo dopo. Essi sarebbero stati sepolti in

uovo vivendo diuna palude vicino alla fattoria. E tuttavia alcuni sostengono che Halla non sia morta lì: dicono infatti

o a sfuggire alla che quando si arrese o fu catturata era troppo malandata per essere rinchiusa in una casa di pena, così

o impantanati inottenne di vivere in una capanna nel distretto di Mosfellssveit.247 Là ella rimase per un periodo

nell’estate. Ma un giorno d’autunno in cui il sole splendeva luminoso e gradevole nell’aria

Quando Eyvindur piacevolmente fresca, Halla se ne stava seduta fuori sotto la parete della fattoria e disse: “È bello

e era fuggito) edadesso sulle montagne.” Quella stessa notte ella scomparve e non fu ritrovata. Alcuni anni dopo fu

gliore fosse statoscoperto il cadavere di una donna sui monti con accanto due carcasse di pecora. La gente pensò che

ti ghiacciati chesi trattasse del cadavere di Halla la quale aveva voluto fuggire sulle montagne, ma era morta là,

e ben protetto daessendo sopraggiunto il maltempo, subito dopo essere scomparsa.248

avere un nemico 10.3. Vecchie e nuove colonie

e, ma in quelle 10.3.1. La ‘conquista finale’ del territorio dei Sami


ricordato per la
Tra il Seicento e il Settecento le regioni più settentrionali della Scandinavia, per
a due aggressorilunghissimo tempo abitate quasi esclusivamente dalle popolazioni semi-nomadi dei Sami,

ri e utensili pervengono definitivamente (e strutturalmente) inglobate nel territorio dei due regni di

amente catturato
Danimarca-Norvegia da una parte e Svezia-Finlandia dall’altra, sulla spinta di motivazioni di

carattere economico, politico e religioso.


gli: una difficoltà
I Sami (detti nelle fonti più antiche Finni) erano da sempre stati in contatto (in primo
a essere presente
luogo per ragioni commerciali) con le popolazioni scandinave. Nell’epoca vichinga è ben
ni: essi avevano
noto come essi fossero soggetti all’imposizione di tasse, innanzi tutto (fin dai tempi del re
icercavano, così
Araldo Bella chioma)249 da parte della Corona norvegese, e di come il commercio con loro
di gettarla da una
fosse regolato da precise disposizioni di monopolio. I rapporti con queste popolazioni erano

ro stati sepolti indunque fonte di consistenti guadagni: di conseguenza – anche a motivo dell’inesistenza di

lì: dicono infatticonfini chiaramente delineati – le autorità dei Paesi vicini (Danimarca-Norvegia, Svezia-

asa di pena, cosìFinlandia ma anche Russia) accampavano diritti in proposito. Tuttavia, mentre i Norvegesi si

per un periodo erano preoccupati innanzi tutto di accedere alle risorse della pesca e controllare la gestione

devole nell’aria
dei commerci nelle regioni più settentrionali, gli Svedesi avevano, fin dal XIV secolo, dato
e disse: “È bello
inizio a una vera e propria colonizzazione dei territori sami:250 essa aveva tuttavia in seguito
uni anni dopo fu
subito un rallentamento a causa, in primo luogo, delle gravissime epidemie di peste che
gente pensò che
provocando lo spopolamento di molte aree avevano determinato una maggiore disponibilità
ma era morta là,
di terreni (certamente ben più appetibili) nelle zone meridionali. Ma a partire dal XVI, e

soprattutto dal XVII secolo, si manifestò una rinnovata attenzione nei confronti di quelle

regioni, riflessa nelle diverse riaffermazioni di sovranità, sia da parte svedese sia da parte

dano-norvegese.
candinavia, per
madi dei Sami, Sul versante svedese occorre ricordare il grande interesse dimostrato dal re Carlo IX,

due regni di desideroso di estendere il proprio dominio fino alle sponde del Mar glaciale artico.251

motivazioni di Interesse che ebbe, naturalmente, risvolti religiosi e comportò l’invio di ecclesiastici e la

costruzione di chiese, il che significò anche la creazione di ‘centri stabili’ in una regione

tatto (in primodove fino ad allora avevano prevalso gli insediamenti temporanei.252 Inoltre Carlo IX volle

vichinga è benavviare l’istruzione del popolo sami e stabilì pertanto (1605) che sedici fra i loro giovani

ai tempi del refossero mandati a Uppsala per studiare e divenire pastori: una iniziativa che si risolse tuttavia

mercio con loroin un sostanziale insuccesso.253 Anche Gustavo II Adolfo (figlio e successore di Carlo IX),

polazioni erano assai attento alla cultura e all’istruzione, si occupò dei territori sami: nel 1631 su

l’inesistenza disollecitazione di Johan Skytte254 decretò la fondazione della prima scuola a Lycksele255 che

rvegia, Svezia-fu aperta l’anno successivo; qui i primi insegnanti furono sami che erano stati educati a Piteå

e i Norvegesi sidove fin dal 1617, per iniziativa del pastore Nicolaus Andreæ, era stata avviata una scuola

lare la gestioneche ogni anno avrebbe dovuto offrire a sei ragazzi sami la formazione necessaria a divenire

IV secolo, dato pastori.256

tavia in seguito Al consolidamento delle strutture volute dai colonizzatori contribuì poi la scoperta di

ie di peste cheimportanti risorse minerarie nel territorio (innanzi tutto argento),257 un fatto che produsse una

re disponibilità inattesa opportunità di lavoro (soprattutto nel trasporto) per i Sami – spesso tuttavia

tire dal XVI, eduramente sfruttati e maltrattati – ma anche l’incremento dell’immigrazione.258

fronti di quelle A tutto ciò si accompagnò un crescente interesse verso gli aspetti geo-etnografici

se sia da partedell’area, interesse che si esprime nella redazione di diversi testi, fonti preziose per la

conoscenza di un mondo ancora sostanzialmente ‘intatto’ e saldamente legato alle proprie


al re Carlo IX,tradizioni. Dopo le notizie fornite da Olaus Magnus, che dedica agli abitanti dell’estremo

251Nord una parte consistente della sua Storia dei popoli settentrionali,259 abbiamo tutta una

cclesiastici e laserie di autori seicenteschi che hanno lasciato opere (o semplici resoconti) di straordinario

in una regioneinteresse. Nomi di spicco sono, fra gli altri, quelli di Olaus Petri Niurenius, Samuel Rheen,

Carlo IX volleJohannes Tornæus e, soprattutto, Johannes Schefferus. Olaus Petri Niurenius (1580-1645),

i loro giovanipastore a Umeå attivo fra i Sami per ben ventisei anni e promotore della scuola di Lycksele,

risolse tuttaviaha lasciato una descrizione della vita di questa popolazione nella zona da lui frequentata, un

e di Carlo IX), testo in latino nel quale sono contenute importantissime e originali osservazioni (Lapponia,

nel 1631 su1630 circa).260 Samuel Rheen (ca.1615-1680), anch’egli ecclesiastico, predicatore a

cheJokkmokk e poi pastore a Råneå presso Luleå (sami Luleju), è autore di Una breve relazione

educati a Piteåsulla vita, i costumi dei Sami, le superstizioni, e in molti casi i [loro] grossolani errori (En

iata una scuolakortt relation om lapparnes lefwerne och sedher, wijdskiepellsser, sampt i många stycken

saria a divenire grofwe wildfarellsser, 1671) che, come ben fa intendere il titolo, contiene molte informazioni

sulla loro religione. Johannes Tornæus (morto nel 1681), anch’egli pastore, descrive (1672) i

la scoperta di Sami della zona di Torneå (sami Duortnus).261 Ma il lavoro più completo (e più celebre) è

he produsse unasenza dubbio la Lapponia (1673) di Johannes Schefferus, professore all’Università di

spesso tuttaviaUppsala,262 il quale – paradossalmente – non fu mai in quelle zone. Egli tuttavia, sollecitato

all’impresa dal cancelliere Magnus Gabriel de la Gardie263 seppe raccogliere un ricco

geo-etnograficimateriale, sia basandosi su scritti precedenti sia assumendo informazioni da persone

preziose per la (soprattutto ecclesiastici) che ben conoscevano la regione, fra gli altri Ericus Plantinus

ato alle proprie (ca.1630-1688), figlio di Niurenius. All’epoca l’interesse verso la “grande potenza” svedese
nti dell’estremo era in Europa assai vivo e da qualche parte si era lasciato intendere che dietro i brillanti

biamo tutta unasuccessi conseguiti sui campi di battaglia potesse esserci la magia dei Sami (non si

di straordinariodimentichi che la stregoneria era la grande ossessione dell’epoca). L’opera di Schefferus

Samuel Rheen, seppe ben rispondere alle attese: la redazione in lingua latina, la completezza e la corretta

us (1580-1645),impostazione ne fecero un testo assai diffuso ed esso fu presto tradotto in diverse lingue.264

ola di Lycksele, Nella scia di questo successo avremo poi tutta una serie di resoconti di viaggio nei territori

frequentata, un sami redatti da visitatori stranieri che costituiranno letture assai apprezzate.265

Lapponia, Come si è visto la diffusione di notizie sui Sami è in molti casi opera di ecclesiastici; ciò

predicatore aè del tutto naturale, dal momento che l’interesse economico e ‘colonialista’ si affianca a

breve relazionequello missionario (e su di esso si ‘appoggia’): sebbene tentativi di conversione di queste

En popolazioni risalgano molto indietro nel tempo,266 è infatti a partire dal XVII secolo,

många styckenparallelamente all’aumento dell’interesse per lo sfruttamento delle risorse del territorio, che

te informazionil’attività di propaganda religiosa presso di loro conosce una notevole accelerazione. E,

escrive (1672) idunque, occorre valutare con grande prudenza e senso critico le informazioni, in primo luogo

e più celebre) èquelle sulla religione pagana, che ci vengono da questi testi.267

l’Università di Sul versante norvegese l’attività missionaria non era stata altrettanto sollecita. In effetti le

avia, sollecitatoregioni abitate dai Sami (soprattutto le zone costiere) erano state meta di una significativa

gliere un ricco immigrazione (vi erano stati inviati anche dei detenuti), favorita dal governo allo scopo di

ni da personesfruttare, innanzi tutto, le risorse della pesca. In quei luoghi erano dunque state erette delle

ricus Plantinus chiese e, come si sarebbe poi constatato, un discreto numero di Sami si erano, almeno

otenza” svedeseformalmente, avvicinati al cristianesimo: nondimeno non abbiamo notizie riferibili a un vero
ietro i brillantie proprio programma di evangelizzazione anche se è noto che Erik Bredal (1607-1672),

Sami (non sivescovo di Trondheim, aveva operato in tal senso durante il periodo (un anno circa) in cui si

a di Schefferusera autoesiliato a Trondenes (in Troms), rifiutando di sottomettersi agli Svedesi.268 Si sa,

za e la correttainoltre, che ‘maestri ambulanti’ (il cui compito era naturalmente anche quello di diffondere la

264 dottrina luterana) erano stati inviati in quelle regioni: tale è, a esempio, il caso di Isaac Olsen

gio nei territori(di cui poco più avanti) che fu attivo nell’area del fiordo di Varanger (sami Várjjatvuotna) a

partire dal 1703 e, più tardi (1708-1716), a Porsanger (sami Porsáηggu) e Kvalsund (sami

cclesiastici; ciòFálesnuorri).269 Tradizionalmente, tuttavia, gli interessi per quei territori erano

a’ si affianca asostanzialmente rimasti confinati all’ambito economico, come dimostra (fin dal 1562) un

sione di questedecreto con cui si proibiva alle navi straniere di spingersi a nord di Bergen: di fatto un

l XVII secolo,monopolio commerciale per la regione di Finnmark concesso alla città e, al contempo, una

l territorio, che decisione assai svantaggiosa per la popolazione di quel territorio.270 Per l’avvio di una vera e

celerazione. E,propria attività missionaria occorrerà dunque attendere la fondazione (1714) del Collegio per

in primo luogole missioni271 e la spinta del movimento pietista, assai interessato all’aspetto della solerte

divulgazione della fede.272 Per la verità il problema dell’evangelizzazione dei Sami norvegesi

cita. In effetti leera stato sollevato fin dai primi anni del Settecento dal vescovo di Trondheim, Peder Krog

na significativa(1654-1731), il quale aveva fatto alcune visite pastorali nella regione di Finnmark. Il re

o allo scopo diFederico IV era parso interessato, ma le vicende della grande guerra nordica avrebbero preso

tate erette delle il sopravvento. Eppure, proprio nei timori di possibili offensive del rivale svedese nelle

erano, almeno regioni più settentrionali del Paese sta una delle principali motivazioni del conflitto e della

eribili a un vero successiva decisione di organizzare una vera e propria missione fra i Sami. L’aspetto politico
al (1607-1672),della questione risulta evidente fin dagli anni 1706-1707, quando un incaricato del re, tale

circa) in cui siPoul Hansen Resen (1674-1725) dottore in teologia, fu inviato in quei territori per verificare

Si sa,lo stato della vita religiosa ma anche (probabilmente soprattutto) la situazione dei confini

di diffondere la(che del resto, nei loro spostamenti, i Sami non tenevano in alcuna considerazione).273 Nel

o di Isaac Olsen 1716, due anni dopo la sua fondazione, il Collegio per le missioni affidò l’incarico di

) aorganizzare l’evangelizzazione dei Sami di Norvegia a un ecclesiastico del distretto di

Kvalsund (sami Romsdal, Thomas von Westen (1682-1727), nominato altresì docente di teologia presso la

territori eranoscuola della cattedrale di Trondheim sotto la cui giurisdizione erano compresi quei

n dal 1562) unterritori.274 Thomas von Westen poté constatare che, almeno formalmente, l’avvicinamento

en: di fatto unal luteranesimo da parte dei Sami era in gran parte già avvenuto: molti di loro infatti

contempo, unarisultavano battezzati e magari frequentavano occasionalmente la chiesa. Tuttavia egli

io di una vera eosservò anche come l’antica cultura pagana fosse ancora ben radicata: di conseguenza i suoi

del Collegio per sforzi si indirizzarono verso una autentica conversione che facesse piazza pulita, senza

to della solertelasciarne alcun residuo, di ogni forma della religione tradizionale. Ciò comportò

Sami norvegesinaturalmente la distruzione dei luoghi sacrificali e degli oggetti (soprattutto tamburi

m, Peder Krogcerimoniali) utilizzati nei riti, ma anche la proibizione di imporre ai bambini nomi

Finnmark. Il retradizionali, così come un atteggiamento minaccioso e intimidatorio nei confronti di chi si

avrebbero presofosse ostinato a praticare l’antico credo; tuttavia l’orientamento pietista lo indusse ad

e svedese nelleadoperarsi affinché i Sami fossero individualmente e personalmente coinvolti nel

onflitto e della cambiamento, venendo in tal modo ad assimilarsi a tutti gli effetti agli altri sudditi del

aspetto politico Regno.


cato del re, tale Un progetto di queste proporzioni comportò un notevole lavoro organizzativo:

ri per verificareinnanzitutto furono creati due distretti missionari (Finnmark occidentale e orientale), cui

one dei confinivenne poi aggiunto quello di Porsanger e Laksefjorden (sami Lágesvuotna), inoltre furono

Nelfondati un seminario e delle scuole. Centro di riferimento di questa attività era, naturalmente,

ò l’incarico dila diocesi di Trondheim. Oltre a occuparsi del cosiddetto Seminarium scholasticum (sorto nel

del distretto di 1717) dove coloro che erano destinati a lavorare in quell’area (ecclesiastici e insegnanti)

ologia presso lastudiavano anche la lingua sami, Thomas von Westen aprì, a proprie spese, un Seminarium

compresi queidomesticum riservato ai ragazzi sami che avrebbero poi accompagnato missionari e maestri

’avvicinamentonei loro territori. Come si vede, l’aspetto dell’insegnamento (naturalmente ancora

di loro infattistrettamente legato all’indottrinamento religioso) aveva grande importanza, tanto è vero che

. Tuttavia egliai missionari era affidata in primo luogo l’autorità scolastica.275 I maestri erano d’altronde

seguenza i suoiincaricati di vigilare sulla condotta dei Sami, che molto spesso erano tutt’altro che ligi ai

a pulita, senzaprecetti impartiti.276

Ciò comportò Dopo la morte di von Westen277 la responsabilità del progetto passò a Eiler Hagerup

attutto tamburi(1685-1743), più tardi (1731-1743) vescovo di Trondheim.278 Egli era favorevole all’uso del

bambini nomidanese e, di conseguenza, lo studio della lingua sami fu tralasciato e i seminari vennero

nfronti di chi si chiusi.279 Ma, come è lecito attendersi, l’istruzione in danese restava spesso lettera morta, dal

lo indusse admomento che i Sami (soprattutto le donne) non erano quasi mai in grado di comprenderlo: in

coinvolti nel diversi casi essi imparavano a memoria testi dei quali non capivano praticamente nulla. La

ltri sudditi delmissione norvegese fu attiva per tutto il XVIII secolo, ma venne poi perdendo importanza

per l’atteggiamento di vescovi come Marius Frederik Bang (1711-1789) e Johan Christian
organizzativo:Schønheyder (1742-1803), suo successore, i quali avevano scarsa considerazione del popolo

orientale), cuisami: essa dunque ebbe termine nel 1802.

inoltre furono Anche da parte norvegese possediamo una importante letteratura sui Sami. Già Peder

a, naturalmente, Claussøn Friis nel suo libro sulla Norvegia fa riferimento a quella che egli definisce la loro

(sorto nel stregoneria e idolatria immorale e spaventosa.280 E così Petter Dass che nella sua Tromba del

ci e insegnanti)Nord descrive il loro aspetto e modo di vivere senza dimenticarne l’abilità magica.281 Di

Seminarium notevole interesse è anche l’opera di Hans Hansen Lilienskiold (o Lillienskiold, ca.1650-

onari e maestri1703), governatore distrettuale di Finnmark tra il 1684 e il 1701. Dal 1687 egli risiedette a

lmente ancoraVadsø282 e si dedicò alla stesura di testi – in parte ancora manoscritti – sulla regione, la

anto è vero checultura (e la magia) dei Sami. Tra questi l’opera più nota è certamente lo Specchio del Nord

rano d’altronde(Speculum boreale), un lavoro di carattere topografico, arricchito da interessanti illustrazioni,

altro che ligi aicontenente anche informazioni sulla fauna, la flora, il clima. Per le critiche alla gestione del

commercio in Finnmark da parte dei mercanti di Bergen, Lilienskiold andò incontro a

Eiler Hagerupnotevoli problemi e quest’opera costituisce anche una difesa del suo operato.283

vole all’uso del Come in Svezia tutta una serie di lavori – preziose testimonianze su un mondo che stava

minari vennerosubendo una inesorabile trasformazione – va messa in relazione con l’attività missionaria. La

ttera morta, dal gran parte dei diversi testi redatti da Thomas von Westen è purtroppo andata perduta. Di lui

omprenderlo: inci rimane però uno scritto che tratta della religione pagana dei Sami, un argomento sul quale

mente nulla. Laaveva avuto informazioni innanzi tutto da Isaac Olsen (ca.1680-1730), sopra ricordato.284

ndo importanzaOlsen è a sua volta autore di un testo dal titolo Sugli errori e la superstizione dei Sami (Om

Johan Christianlappernes Vildfarelser og Overtro, 1717) ma anche di materiale cartografico sulla regione.
one del popolo Di notevole interesse è anche l’opera di Jens Kiildahl (o Kildal, 1683-1767), uno stretto

collaboratore di von Westen (distintosi per la determinazione nel distruggere i luoghi di culto

ami. Già Peder e gli oggetti sacri legati alla tradizione) che aveva sposato una donna di etnia sami: a lui si

efinisce la lorodeve una sorta di manuale dal titolo Repressione dell’idolatria, e progresso della vera

Tromba deldottrina (Afguderiets Dempelse, og den Sande Lærdoms Fremgang, 1727).285

Di Conseguenza assai importante dell’attività missionaria (tanto in Svezia quanto in

kiold, ca.1650-Norvegia) fu l’attenzione alla lingua (o, per meglio dire, ai diversi dialetti) sami.286 Se è vero

egli risiedette ache ciò fu in primo luogo dettato dalla necessità di comunicare al meglio la parola del

ulla regione, la Vangelo, è altrettanto vero che si cominciarono ad annotare e studiare le caratteristiche di

cchio del Nordquesto idioma, nel quale vennero dunque pubblicati i primi libri destinati all’uso religioso

nti illustrazioni,(spesso traduzioni) e all’insegnamento. Fin dal 1619 abbiamo un Abbecedario in lingua sami

lla gestione del (ABCbook på Lappesko Tungomål) e un Piccolo messale (En lijten Sångebook, huruledes

ndò incontro a Messan skal hållas, läsas, eller siungas på Lappesko),287 entrambi opera di Nicolaus Andreæ

(morto nel 1628), promotore della scuola di Piteå: si tratta comunque di lavori di scarsa

ondo che stava qualità (soprattutto dal punto di vista linguistico).288 In area svedese saranno in seguito

missionaria. Laprodotti diversi altri testi, fra cui un Catechismo sami (Same nolmay Catechesis, 1633)

perduta. Di lui pubblicato a cura di Olaus Petri Niurenius (ma probabilmente tradotto da Nicolaus Andreæ)

mento sul qualee il diffuso Manuale Lapponicum (1648, traduzione del corrispondente Manuale Sveticum)

284curato dal pastore Johannes Tornæus, sopra citato, e contenente tra l’altro salmi, prediche,

Ombrani di meditazione e preghiere.289 In area norvegese, parallelamente al tardo avvio di una

o sulla regione.‘missione di Stato’ testi analoghi compariranno con grande ritardo.290 Il primo, uscito nel
67), uno stretto1728, sarà la traduzione, basata sulla versione danese, del Piccolo catechismo di Lutero, a

luoghi di cultocura del missionario Morten Lund (morto nel 1758): Doktor Morten Lutter Utza

a sami: a lui siKatekismusaz. Ma in questo campo sarà poi attivo anche un linguista come Knud Leem (su

sso della veracui poco oltre) che fra l’altro rivedrà il lavoro di Lund.

I primi studi relativi alla lingua sami, anzitutto grammatiche e dizionari, compaiono solo

ezia quanto innel XVIII secolo:291 in essi (specie nei secondi) è riflessa la variante dialettale dell’area

Se è veromeglio nota all’autore.292 Nomi di rilievo sono in Svezia quelli di Pehr Fjellström, sopra

o la parola del citato, direttore della scuola di Lycksele e traduttore tra l’altro del Nuovo Testamento (Ådde

aratteristiche di testament, 1755),293 al quale si deve il tentativo di una sistematizzazione dei dialetti nel

ll’uso religiosoterritorio di Piteå, Lycksele e Åsele che distingue in una variante settentrionale e in una

in lingua samimeridionale;294 egli è anche autore di una Grammatica Lapponica e di un Dizionario

ook, huruledessvedese-sami (Dictionarium Sueco-Lapponicum), pubblicati entrambi nel 1738 e basati sul

icolaus Andreædialetto della zona di Umeå. Una nuova Grammatica Lapponica uscirà a Stoccolma nel 1743

avori di scarsaa cura di Henricus (Henrik) Ganander (1700-1752), mentre un Dizionario sami con

nno in seguitospiegazione dei vocaboli svedese-latina (Lexicon Lapponicum cum interpretatione

, 1633)vocabulorum sveco-latina) sarà pubblicato nel 1780 da Erik Lindahl (1717-1793) e Johan

colaus Andreæ)Öhrling (1718-1778) con prefazione di Johan Ihre (1707-1780).295 In Norvegia occorre citare

)innanzi tutto Knud Leem (ca.1696-1774), missionario nel distretto di Porsanger e

almi, prediche,Laksefjorden ma anche rettore del Seminarium Lapponicum, tra i cui numerosi scritti spicca

do avvio di unauna interessantissima Descrizione dei Sami di Finnmark (Beskrivelse over Finmarkens

imo, uscito nelLapper, 1767): egli redasse una Grammatica basata sul dialetto di Porsanger (En Lappisk
di Lutero, aGrammatica, 1748) e un Lessico sami in due parti. Sami-daneselatino e danese-latino-sami,

n Lutter Utzacon indice in latino (Lexicon Lapponicum bipartitum: Lapponico-Danico-Latinum &

Knud Leem (suDanico-Latino-Lapponicum: cum Indice latino).296 Nel suo lavoro Leem ebbe la

collaborazione di Anders Porsanger (1735-1780), allievo della scuola della cattedrale di

compaiono soloTrondheim, del Seminarium Lapponicum e studente di teologia a Copenaghen che in seguito

ettale dell’areasarebbe divenuto missionario, ma soprattutto primo teologo e scrittore di etnia sami. Dei

ellström, sopra molti lavori di traduzione e di carattere linguistico da lui eseguiti poco è rimasto, a esempio

Åddedue scritti che trattano dell’ortografia sami (un problema assai dibattuto). A motivo della sua

dei dialetti nelorigine Anders Porsanger dovette subire parecchie discriminazioni, il che lo amareggiò molto

onale e in unae (secondo quanto da lui stesso affermato) lo indusse a dare alle fiamme le sue traduzioni di

Dizionariotesti biblici.297

38 e basati sul Il risultato di tutta questa attività fu l’imposizione di un dominio definitivo sui Sami,

colma nel 1743 ottenuto, ancora una volta, con il concorso di interessi politici e religiosi.298 In Svezia dove,

ario sami concome si è visto, il progetto di colonizzazione missionaria era partito con largo anticipo

interpretatione rispetto alla Norvegia, ci si avvalse tuttavia in seguito dell’esperienza del Paese vicino. Sorse

-1793) e Johan così nel 1723 l’Ente ecclesiastico per il territorio dei Sami (Lappmarkens ecklesiastikverk)

a occorre citareche con un decreto del 1739 ebbe poi una propria direzione.299 Nel medesimo 1723 fu

i Porsanger eemessa un’ordinanza scolastica per quelle zone.300 Da subito si erano stabilite importanti

si scritti spiccanorme, come il divieto di commercio di bevande alcoliche,301 l’obbligo per i missionari di

er Finmarkensconoscere la lingua sami, ma anche il principio che si dovessero costruire scuole nelle

En Lappisk località dove sorgeva una chiesa e stampare libri nell’idioma locale.
ese-latino-sami, La colonizzazione, a suo tempo favorita da provvedimenti incentivanti, era in sostanza

co-Latinum &completata.302 Ma, parallelamente a ciò, si era prodotto un peggioramento delle condizioni di

Leem ebbe la vita dei Sami, in quanto gli equilibri su cui si fondava la loro economia tradizionale erano

a cattedrale distati gravemente compromessi. Ciò portò all’emanazione (1741) di un decreto e

n che in seguitosuccessivamente (1749) di una normativa per il territorio sami, entrambi promulgati dal re

etnia sami. Dei Federico I allo scopo di regolamentare l’accesso al territorio.303 A partire dal 1750 si cercò

asto, a esempioanche di stabilire i confini dell’area, una questione che fu definita solo con una risoluzione

motivo della sua assunta in una riunione degli stati nel 1766.304 In questo modo la “Regione dei Lapponi

mareggiò molto[Sami]” (Lappland) veniva definitivamente istituita.

ue traduzioni di Anche in Norvegia l’esito della missione era stata l’integrazione definitiva del territorio

dei Sami in quello del Regno e, dunque, l’inizio di una nuova fase nella storia di questo

itivo sui Sami,popolo. Il che appare emblematicamente rappresentato in un decreto del 1787 con il quale si

In Svezia dove, stabiliva la fine del monopolio mercantile della città di Bergen nella regione di Finnmark e,

largo anticipoinsieme, la fondazione di centri per il commercio a Tromsø (sami Romsa, nel distretto di

se vicino. SorseTroms), a Hammerfest (sami Hámmárfeasta) e a Vardø (sami Várggát) nell’estremo est della

)regione.305 Due anni dopo (1 giugno 1789) entrava in vigore il libero scambio: Hammerfest,

esimo 1723 fu Tromsø e Vardø divenivano così le prime città della Norvegia settentrionale.306

ilite importanti Molti cambiamenti erano intervenuti e una ‘questione sami’ – che a lungo avrebbe atteso

i missionari diuna soluzione (per altro non ancora del tutto positivamente raggiunta) – si era

re scuole nelle definitivamente aperta. I più perspicaci presto lo avevano compreso. A esempio Anders

Chydenius, il più classico dei liberali nordici,307 di fronte al problema del rapporto tra le
era in sostanzarisorse del territorio sami e la popolazione (ormai costituita in gran parte anche da coloni),

le condizioni di aveva proposto la trasformazione di quell’area in uno stato con sovranità limitata allo stretto

dizionale eranoindispensabile, dove ciascuno godesse delle sue proprietà e, soprattutto, della sua libertà, con

un decreto el’unica presenza di un giudice che garantisse da qualsiasi prevaricazione: utopia di un mondo

omulgati dal rebasato sul diritto naturale individuale dove i Sami e i coloni potessero vivere in pace nel

l 1750 si cercòrispetto reciproco. E tuttavia un’utopia e dunque – in quanto tale – irrealizzabile. Eppure sul

una risoluzionepiano pratico qualcosa fu comunque fatto. In base al trattato di Strömstad che nel 1751

ne dei Lapponistabiliva la linea di confine tra la Svezia e la Norvegia308 si determinava infatti il problema

dei Sami che nei loro spostamenti frequentemente l’avrebbero attraversata. Al trattato venne

va del territoriodunque aggiunto un codicillo (comunemente noto come “codicillo per i Sami”): un testo in

toria di questotrenta articoli nel quale si stabiliva che essi avrebbero dovuto scegliere ‘da che parte stare’,

7 con il quale sidivenendo, di fatto, sudditi svedesi o norvegesi ma, al contempo, si riconosceva il loro diritto

di Finnmark e,di utilizzare liberamente (anche in caso di guerra) i pascoli per le renne da entrambi i lati del

nel distretto diconfine secondo l’antica consuetudine.309 Seppure questa deliberazione abbia notevole

stremo est dellaimportanza in quanto per la prima volta riconosce ai Sami diritti speciali rispondenti alle loro

o: Hammerfest, esigenze, un’enfasi eccessiva (che ha portato nel secolo XIX a definire questo trattato la

Magna Charta dei Sami) non pare condivisibile.310 I problemi dei Sami come ‘minoranza’ si

avrebbe attesosarebbero infatti trascinati a lungo e tutt’oggi non paiono aver trovato una soluzione

nta) – si erapienamente soddisfacente.

sempio Anders Nel suo scritto Sugli errori e la superstizione dei Sami, Isaac Olsen riferisce – volendo

rapporto tra lesottolineare la difficoltà dell’opera di evangelizzazione – molte notizie ed episodi di notevole
che da coloni),interesse. Particolarmente curiosa è la storia di tale Olof (Olaus) Sirma Mattsson (Čearbmá-Ovllá

tata allo stretto morto nel 1719), il prete che diventò sciamano (noaidi).311 Di lui si racconta che era un sami nato
nella regione di Torneå da una famiglia povera nella quale si praticava assiduamente la magia. Una
sua libertà, con
volta un signore svedese che viaggiava in quelle zone prese con sé il ragazzo e si occupò della sua
ia di un mondo
istruzione, mandandolo a scuola e inviandolo infine anche a Stoccolma perché completasse la
ere in pace nel
formazione da prete. Olof era soprannominato sciermo, vale a dire “lupo”, per via dell’aspetto brutto
bile. Eppure sul
e trasandato che aveva quando giunse a scuola.312 Una volta divenuto prete egli fu inviato nella
d che nel 1751
parrocchia di Enontekis dove rimase dal 1675 fino alla morte.313 È riferito che Olof era duro e severo
atti il problema
nei confronti dei suoi parrocchiani (arrivando anche ad alzare le mani) e pretendeva che essi
l trattato venneabbandonassero completamente le loro credenze, si sbarazzassero di ogni oggetto rituale (soprattutto

mi”): un testo ini tamburi) e si dedicassero ad apprendere la nuova dottrina e a leggere i libri. All’inizio la gente del

he parte stare’,posto non gli diede importanza, poi però di fronte alle sue insistenze gli domandò perché fosse così

va il loro dirittointransigente, dal momento che – essendo lui stesso di etnia sami – doveva ben sapere quali benefici

trambi i lati delvenissero dall’osservanza della tradizione. Essi avrebbero fatto ciò che lui chiedeva (ascoltare le
prediche e leggere i testi religiosi), quando ne avessero avuto il tempo, ma – l’una cosa non
abbia notevole
escludeva l’altra – non avrebbero mai tralasciato i rituali che per secoli erano stati praticati dai loro
ndenti alle loro
antenati. Dissero anche che se non li avesse lasciati in pace lo avrebbero ucciso o fatto morire per
uesto trattato la
opera di magia, ammonendolo ripetutamente, finché – dal momento che lui era sempre più
‘minoranza’ si
intollerante e ostinato – diverse volte lo acchiapparono e gliele suonarono di santa ragione. Egli però
una soluzione
quando si rimetteva in piedi ricominciava a trattarli duramente e a pretendere che abbandonassero le

loro tradizioni. Alla fine gli fecero una magia che avrebbe dovuto ucciderlo. Così Olof dovette
risce – volendo
pagare uno sciamano per togliersi di dosso il maleficio, molte altre volte tuttavia essi gli mandarono
odi di notevole
malefici e lui pagò altri sciamani per liberarsene.
Čearbmá-Ovllá, “[...] alla fine però essi gli mandarono una maledizione e una magia così potente, che quasi ne

era un sami nato morì, allora ebbe paura di loro e promise che avrebbe lasciato perdere, se si fosse ripreso, poi essi

te la magia. Unaritirarono il maleficio, dal momento che egli aveva promesso di cambiare le cose, sicché poi lasciò

occupò della sualoro il permesso di praticare liberamente i loro riti tradizionali, purché per lo meno andassero in

completasse la chiesa nei giorni festivi e quando si teneva la predica, il che essi ugualmente promisero, e poi egli

ell’aspetto brutto stesso cominciò a praticare la magia e a eseguire canti tradizionali,314 allo stesso modo degli altri

fu inviato nella Finni e Sami e dei loro sciamani e non solo si recava ad ascoltare lo sciamano e la messa magica,315

era duro e severoquando lo sciamano celebrava la messa magica, ma anche lui stesso praticava la magia ed eseguiva

endeva che essii canti tradizionali con tamburi runici e altri strumenti che a ciò sono utili, e ogni tanto egli stesso

uale (soprattuttocelebrava la messa magica; così dopo un po’ vennero da lui i noaide-gadzer316 e lo invitarono ad

nizio la gente del accettare l’eredità dell’arte [magica] e [insieme] loro che gli toccavano in eredità da suo padre e

perché fosse così dai suoi parenti, che erano morti, e se lui non avesse voluto accettarli e [con loro] l’arte [magica]

re quali beneficiallora lo avrebbero ucciso, ma lui non volle e pagò sempre degli sciamani, ogni volta che [quelli]

eva (ascoltare le venivano, per scacciarli con la magia e i canti tradizionali; ma alla fine, quando vennero da lui, essi

l’una cosa non non vollero più ubbidire agli sciamani e ritirarsi di fronte ai suoi diabolici sciamani; allora dovette

praticati dai loro accettarli e insieme l’arte [magica], e in particolare quella di suo padre, [il che] fu per lui la cosa

fatto morire per più difficile; e poi diventò abile come gli altri nelle arti e nelle tecniche [magiche], cosicché [ora]

era sempre più pratica la magia ed esegue canti tradizionali come gli altri sciamani e celebra la messa magica

agione. Egli peròquando è necessario come il migliore fra gli sciamani [...] e quando esce dalla chiesa nei giorni

bbandonassero lefestivi e ha fatto la sua predica, allora getta via il mantello in un angolo e subito comincia a

osì Olof dovettepraticare la magia e a eseguire canti tradizionali [...].”317

si gli mandarono È detto anche che i noaide-gadzer volevano che Olof gettasse via il suo libro, cioè, in pratica,

rinunciasse a essere prete. Egli tuttavia sempre rifiutò, sostenendo che in tal modo avrebbe rinunciato
nte, che quasi nealla fonte del suo sostentamento e al suo ufficio. Nonostante quelli gli promettessero grandi ricchezze

ripreso, poi essi e lunga vita non cambiò mai idea su questo punto.

sicché poi lasciò 10.3.2. La riscoperta della Groenlandia

no andassero in Come è stato detto in precedenza318 attorno alla metà del XV secolo gli insediamenti dei
misero, e poi egli
coloni nordici in Groenlandia erano quasi certamente deserti e le rotte nell’Atlantico
modo degli altri
settentrionale abbandonate.319 Tuttavia, qualche decennio dopo, un fatto di straordinaria
315
importanza – la scoperta dell’America nel 1492 – avrebbe cambiato le cose. A partire dalla
agia ed eseguiva
fine del secolo ebbero infatti inizio le spedizioni verso le zone più settentrionali del
tanto egli stesso
continente americano, alla ricerca di quel passaggio a nord-ovest che, a partire da Giovanni
lo invitarono ad
Caboto (ca.1450-1498?), avrebbe attratto esploratori e naviganti. È ben più che probabile che
à da suo padre e

l’arte [magica]
tali spedizioni abbiano toccato la Groenlandia, il che, naturalmente, diede l’avvio a qualche

olta che [quelli]forma di commercio con gli Eschimesi che vi abitavano. Poco più di un secolo dopo, nel

nnero da lui, essi 1596, il navigatore olandese Willem Barents (ca.1550-1597), in questo caso impegnato nella

ni; allora dovettericerca di un passaggio a nord-est, scopriva Spitsbergen, l’isola più grande dell’arcipelago

u per lui la cosadelle Svalbard.320 Questo fatto ebbe grande importanza dal punto di vista economico perché

], cosicché [ora]
presto in queste acque prese l’avvio una redditizia caccia alle balene che si sarebbe estesa
a messa magica
anche ai mari della Groenlandia. Il re Cristiano IV considerò da subito le Svalbard come
chiesa nei giorni
parte di quell’antica colonia, sulla quale già suo padre Federico II si era affrettato a ribadire
bito comincia a
la propria sovranità organizzando spedizioni (per altro fallite)321 ed emanando alcuni decreti,

come quello emesso nel 1579 in cui si legge che il Paese, da lungo tempo non più visitato,
cioè, in pratica,
doveva ora venire riportato sotto “la sua giusta autorità e i sudditi […] guidati verso la giusta
vrebbe rinunciato
grandi ricchezzefede.”322 I primi a raggiungere e ‘riscoprire’ la Groenlandia furono tuttavia gli Inglesi.323

Negli anni tra il 1605 e il 1607 il re Cristiano IV, direttamente interessato anche nella ricerca

del passaggio a nord-ovest così come di quello a nord-est,324 organizzò delle spedizioni

nsediamenti deinavali delle quali solo la prima ebbe qualche successo;325 esse proseguirono poi con il

nell’Atlantico successore Federico III.326

di straordinaria Nonostante le pretese danesi il commercio con la Groenlandia restò, almeno inizialmente,

A partire dallaaffidato alla libera iniziativa. La caccia alle balene era intensiva (soprattutto da parte degli

ttentrionali del Inglesi e degli Olandesi) e il mercato dei prodotti artici prosperava. Oltre all’olio e al grasso

re da Giovannidi balena le merci più richieste erano le pelli di foca e l’avorio di tricheco e di narvalo

e probabile chevenduti dagli Eschimesi, i quali chiedevano in cambio stoffe e utensili ma anche perle di

avvio a qualchevetro327 e liquori: la diffusione di questi ultimi, così come il diffondersi di diverse malattie

ecolo dopo, nelavrebbe presto prodotto deleteri effetti. Nel 1636 il sovrano danese, richiamandosi all’antico

mpegnato nelladiritto del suo Regno su quella terra, fondò la Compagnia commerciale groenlandese

dell’arcipelago (Grønlands Handelskompagni) per gestire i traffici in quella regione: ciò tuttavia non portò a

onomico perchésignificativi risultati (un tentativo analogo era già stato fatto nel 1619).328 Del resto le risorse

sarebbe estesa di quel territorio facevano gola a molti.329

Svalbard come Ma il predominio danese sulla Groenlandia si sarebbe affermato piuttosto grazie all’opera

ettato a ribadiredi avventurosi missionari. Il primo – e il più celebre – è senz’altro Hans Povelsen Egede

o alcuni decreti,(1686-1758), un ecclesiastico dano-norvegese cui era stata affidata la parrocchia di Vågan

on più visitato,nelle isole Lofoten: nel 1721 egli ottenne da Federico IV l’autorizzazione a recarsi in

verso la giustaGroenlandia, dove era sua intenzione ritrovare i discendenti dei nordici che un tempo vi si
323 erano insediati (all’epoca si riteneva infatti che essi ancora vivessero lì) e convertirli al

he nella ricercaluteranesimo.330 Egli si stabilì sull’isola Illuerunnerit che chiamò in danese Håbets ø (“Isola

delle spedizionidella speranza”) sul lato settentrionale presso l’ingresso del fiordo di Nuuk e vi rimase per

ono poi con ilsette anni. Quando si rese conto che la sua ricerca era vana, si dedicò alla conversione degli

Eschimesi. Nel 1728 si trasferì dunque nel luogo in cui sarebbe sorta la capitale Nuuk, che

no inizialmente,ebbe il nome danese di Godthåb (“Buonasperanza”). Nel 1731, a fronte dei mancati risultati

o da parte deglieconomici, il re Cristiano VI ordinò che le imprese groenlandesi chiudessero; tuttavia Hans

olio e al grassoEgede grazie ai buoni risultati ottenuti nella conversione degli Eschimesi poté restare.331 Nel

co e di narvalo1736, in seguito alla morte della moglie, Hans Egede tornò in Danimarca; la sua opera fu

anche perle dicomunque portata avanti per sei anni dal figlio Poul (1708-1789).332 La strada era ormai

diverse malattietracciata. Del resto già due anni prima altri missionari, appartenenti al movimento dei

ndosi all’anticocosiddetti Fratelli di Herrnhut,333 avevano avuto l’autorizzazione reale a recarsi in

e groenlandese Groenlandia: anch’essi furono molto attivi nell’opera di conversione e rimasero a lungo nel

via non portò a Paese.334 I risultati da loro ottenuti furono (almeno dal punto di vista numerico delle

resto le risorseconversioni) inferiori rispetto a quelli dei rappresentanti della Chiesa di Stato, ma la loro

missione ebbe carattere fortemente evangelico rispetto a quello più ‘civilizzatore’ dell’altra.

grazie all’opera Naturalmente l’aspetto mercantile della ‘ricolonizzazione’ assunse presto un’importanza

Povelsen Egedepreminente: del resto l’iniziativa di Hans Egede era stata finanziata da commercianti di

cchia di VåganBergen – che avevano fondato per quello scopo una Compagnia di Bergen per la Groenlandia

ne a recarsi in (Det Bergen Grønlandske Kompagni, attiva dal 1721 al 1727 quando fallì) – e, dunque, si

un tempo vi si attendevano un ritorno economico: nei diversi centri che erano sorti sul territorio si
e convertirli alesercitava un intenso commercio che la Corona danese ambiva a portare sotto stretto

(“Isolacontrollo.335 Dopo il fallimento della Compagnia di Bergen, la gestione dei traffici fu affidata

e vi rimase per all’iniziativa privata, in particolare a Jacob Sørensen Severin (1691-1753), un danese che

nversione degliaveva precedente esperienza con l’Islanda e la regione settentrionale norvegese di Finnmark

itale Nuuk, che(e che dunque si sentiva in grado di affrontare l’impresa): costui nel 1733 ottenne dal re

mancati risultatiCristiano VI il monopolio del commercio in Groenlandia (rinnovato poi nel 1740) e un

o; tuttavia Hansnotevole contributo in denaro. In nome del re danese egli sostenne anche dei conflitti armati

Nelcon gli Olandesi. Così il commercio riprese e fiorirono nuovi centri.336 Nel 1749 il

la sua opera fumonopolio passò alla Compagnia commerciale generale (Det Almindelige Handelskompagni)

rada era ormaifondata nel 1747.337 Quando questa fu liquidata (1774) le subentrò il cosiddetto Reale

movimento deicommercio groenlandese (Den Kongelige Grønlandske Handel) che avrebbe gestito i traffici

a recarsi indel Paese addirittura fino al 1950.338

ero a lungo nel Ma la riscoperta della Groenlandia non comportò solo interessi di tipo economico,

numerico delle politico o religioso (per altro strettamente connessi). Essa si riflette infatti anche in una serie

ato, ma la lorodi scritti che raccolgono informazioni di carattere geografico, storico, etnografico e

naturalistico sul Paese e che, se da una parte ben si inquadrano in un filone scientifico-

un’importanzaletterario tipico dell’epoca, dall’altra offrono la sponda al potere politico nelle sue mire

ommercianti di coloniali. In particolare nel 1596 abbiamo lo scritto Sulla Groenlandia (Om Grønland) di

la GroenlandiaPeder Claussøn Friis;339 nel 1607 circa (una Relazione sulla Groenlandia (Relation om

– e, dunque, si Grønland) in rima, composta da Jens Bielke (o Bjelke, 1580-1659) che poi sarebbe divenuto

ul territorio sicancelliere di Norvegia;340 nel 1608 La cronaca groenlandese (Den Grønlandske Chronica)
re sotto stretto composta (ancora in knittelvers!)341 dallo ‘storico’ Lyschander342 allo scopo di celebrare le

ffici fu affidataspedizioni in quella terra volute da Cristiano IV; negli anni 1653-1654 la redazione (in

un danese chelatino) dello scritto Groenlandia di Peder Hansen Resen basato su materiale tratto da

se di Finnmarkmanoscritti islandesi e resoconti di viaggio;343 nel 1688 (uscita postuma) la Groenlandia o

ottenne dal restoria della Groenlandia (Gronlandia edur Grænlandz saga) di Arngrímur Jónsson;344 infine

nel 1740) e un1706 la Groenlandia antica (Gronlandia Antiqva) di Torfæus.345 Ma in questo contesto

conflitti armativanno ricordati anche gli Annali groenlandesi di Jón Guðmundsson l’Erudito,346 così come la

Nel 1749 ilRelation du Groenland uscita anonima a Parigi nel 1647 ma dovuta a Isaac de la Peyrère

) (1596-1676): essa costituisce la prima opera su questo Paese composta in una lingua europea

osiddetto Realedi grande diffusione.347

gestito i traffici Non si può qui dimenticare Hans Egede. Dopo l’arrivo in Danimarca la sua attività non si

era interrotta: egli divenne punto di riferimento per tutte le iniziative religiose riguardanti la

po economico, lontana colonia, venne nominato vescovo per la Groenlandia (1740) e consulente del

che in una serie Collegio per le Missioni.348 Di particolare interesse è tuttavia la pubblicazione di due volumi

etnografico e nei quali riversò la propria esperienza: Dettagliata e completa relazione riguardante l’inizio

one scientifico- e il proseguimento della missione groenlandese (Omstændelig og udførlig Relation,

nelle sue mireAngaaende Den Grønlandske Missions Begyndelse og Fortsættelse, 1738) e Nuova

) diesplorazione dell’antica Groenlandia o storia naturale (Det gamle Grønlands nye

Relation omPerlustration, Eller Naturel-Historie, 1741), rielaborazione ampliata di un precedente scritto

arebbe divenuto (una continuazione di queste ‘relazioni’ sarà poi redatta dal figlio). A questo periodo risale

)anche un importante materiale cartografico, in parte opera del medesimo Hans Egede.349 E
di celebrare leinoltre, nell’ambito di interessi linguistici ormai ben consolidati, l’annotazione di termini

a redazione (indella lingua inuit, da cui prendono l’avvio i primi lessici350 e le prime grammatiche. Lavori

eriale tratto da pionieristici (e fondamentali) sono innanzi tutto quelli di Poul Egede (1708-1789), figlio e

Groenlandia osuccessore di Hans:351 il Dizionario groenlandese-danese-latino (Dictionarium Grönlandico-

infine Danico-Latinum, 1750) e la Grammatica groenlandese-danese-latina (Grammatica

questo contestoGrönlandica Danico-Latina, 1760); poi anche quelli del missionario, zoologo e linguista

così come laOtto (Otho) Fabricius (1744-1822): il Tentativo di una grammatica groenlandese migliorata

c de la Peyrère (Forsøg til en forbedret Grønlandsk Grammatica, 1791) e Il dizionario groenlandese

lingua europeaemendato e ampliato (Den Grønlandske Ordbog, forbedret og forøget, 1804). Studi che

culmineranno con i lavori del missionario appartenente alla comunità dei Fratelli di Herrnhut

a attività non siSamuel Kleinschmidt (1814-1886), di famiglia dano-tedesca ma nato in Groenlandia al quale

e riguardanti lasi deve la prima sistematizzazione dell’ortografia della lingua inuit.352

consulente del 10.4. Uomini e idee

e di due volumi Il Settecento è un secolo di grandi cambiamenti che coinvolgono i diversi aspetti del

ardante l’iniziomondo sociale e culturale scandinavo. Nell’evidente impossibilità di analizzarli nel dettaglio

ørlig Relation,per i limiti imposti dal presente lavoro si darà qui risalto alle correnti e agli uomini che in

Nuovavari ambiti hanno ‘marcato’ questo secolo, una rassegna che si propone di fornire indicazioni

Grønlands nyefondamentali e, al contempo, spunti per ulteriori approfondimenti.

ecedente scritto 10.4.1. Il mondo religioso e la ricerca spirituale individuale

o periodo risale Dal punto di vista religioso il Seicento era stato il secolo dell’inflessibile ortodossia. Essa

Eaveva imposto norme rigide e formali imprigionando la vita spirituale in schemi stabiliti
ione di terminidall’alto e dai quali pareva impossibile potersi liberare. Sicché almeno in parte (soprattutto a

matiche. Lavorilivello popolare) si erano cercate vie di fuga in un complesso di credenze e superstizioni che

-1789), figlio eaffondavano le proprie radici nel paganesimo ma anche nella dottrina cattolica oppure (in

m Grönlandico- ambito erudito) ci si era abbandonati a una sorta di indifferenza religiosa o dedicati a ricerche

Grammaticascientifiche, sempre tuttavia condizionate dal timore di trovarsi in pericolosa contraddizione

ogo e linguista con la verità dogmaticamente riconosciuta. Ma con il propagarsi delle nuove idee, soprattutto

dese miglioratadelle critiche alla religione ‘statale’ e non piuttosto ‘naturale’ formulate dal filosofo inglese

o groenlandese John Locke (1632-1704), vennero sviluppandosi nuove concezioni che presto produssero i

804). Studi chepropri effetti, diversificati certo, ma in sostanza riconducibili alle medesime ragioni. Da una

elli di Herrnhutparte ci fu chi (una minoranza di intellettuali) ricercò soluzioni individuali, che condussero a

nlandia al qualeesiti assai diversi, dall’ateismo a un personalissimo misticismo. Dall’altra si manifestarono

invece reazioni che pur rimanendo nell’ambito dell’esperienza religiosa vollero,

parallelamente, affermare la volontà e la capacità di scelta dell’individuo.

ersi aspetti del In tale prospettiva va certamente considerata la nascita in Germania del pietismo, un

rli nel dettaglio movimento che, raccogliendo fermenti da lungo tempo presenti nella vita religiosa, sorse

uomini che in negli anni ’70 del XVII secolo rivendicando un nuovo e più personale rapporto del singolo

nire indicazioniindividuo con Dio e sottolineando al contempo l’importanza d’una condotta morale rigorosa

e di una fede attiva.353 Per la contiguità geografica e il secolare rapporto culturale con l’area

tedesca, questa corrente religiosa si diffuse naturalmente anche in Danimarca, ma la sua

ortodossia. Essaaffermazione avvenne qui piuttosto tardi – in sostanza intorno agli anni ’30 del Settecento

schemi stabiliti–354 nella scia della sua corrente più tradizionalista, che restava legata al magistero della
e (soprattutto aChiesa.

uperstizioni che In precedenza (1706) c’era stato un divieto riguardante le riunioni di preghiera355 dettato

lica oppure (indal forte timore di dispute religiose come quelle che si erano verificate in Germania: il

dicati a ricerchepietismo infatti aveva sviluppato una corrente radicale, più portata al soggettivismo religioso,

contraddizionee conosciuto la nascita del movimento dei cosiddetti Fratelli di Herrnhut.356 Sopra è stato

dee, soprattuttoricordato come il re Cristiano VI, sua madre e sua moglie, aderissero a questo movimento

filosofo inglese religioso, il che ben testimonia in che misura esso fosse accolto nel Paese;357 d’altronde è

to produssero inoto come Nikolaus Ludwig conte di Zinzendorf, fondatore della comunità di Herrnhut,

ragioni. Da unaavesse trovato (almeno in un primo momento) un’ottima accoglienza in Danimarca.358

he condussero aPietisti furono personaggi di grande rilievo come il vescovo Ludvig Harboe,359 l’apostolo

manifestaronodella Groenlandia Hans Egede, il vescovo di Bergen Erik Pontoppidan,360 il vescovo di Ribe

giosa vollero, e poeta salmista Hans Brorson,361 l’insegnante e pastore dell’orfanatrofio di Copenaghen362

Enevold Ewald (1696-1754), padre del poeta Johannes:363 quest’ultimo anzi, avendo studiato

el pietismo, un anche a Halle, fu uno dei più convinti promotori e una delle figure di riferimento di questa

religiosa, sorsedottrina.364 E tuttavia il pietismo nella ‘versione di Herrnhut’ (che trovava nel Paese

orto del singolocrescente favore) così come il pietismo radicale costituivano – per la capacità di scardinare il

morale rigorosalegame di assoluta obbedienza del singolo fedele nei confronti dei precetti della Chiesa – una

urale con l’area potenziale minaccia per l’assolutismo monarchico. La Corona danese accettava il pietismo

rca, ma la suasolo come una forma rinnovata della religione di Stato. Ciò determinò dunque una precisa

del Settecentoscelta da parte del re (riflessa nell’allontanamento da Zinzendorf) sicché nel volgere di pochi

magistero dellaanni vennero presi diversi provvedimenti: nel 1735 venne imposto l’obbligo di prendere
parte alle funzioni tenute nelle chiese;365 nel 1737 fu istituito un Collegio generale di

dettatosorveglianza sulla Chiesa (Generalkirkeinspektionskollegiet) con il compito di vigilare sulle

n Germania: il questioni religiose,366 un organismo che di fatto garantiva l’interferenza del potere centrale

vismo religioso,sulle comunità locali; infine, il 13 gennaio 1741, venne emesso un decreto, noto come

Sopra è stato Konventikelplakaten, che impediva di tenere qualsiasi riunione di carattere religioso

sto movimento(konventikel) nelle case – fatta eccezione per i consueti momenti di preghiera della famiglia –

d’altronde è senza il consenso del pastore e la sua presenza, ponendo inoltre tutta una serie di limitazioni

tà di Herrnhut,al loro svolgimento.367 Esso in sostanza minava alla base (le piccole comunità riunite in

358 gruppi di preghiera) ogni forma di espressione religiosa non strettamente osservante

l’apostolocolpendo al contempo altri movimenti come, a esempio, i Battisti. È facile comprendere

vescovo di Ribecome questa norma rispondesse tanto ai timori della Chiesa quanto a quelli dello Stato. Nel

3621745 fu poi stabilito per legge che l’unica religione ammessa fosse quella evangelico-

avendo studiatoluterana.368 In ogni caso, anche se dopo la morte di Cristiano VI (1746) in Danimarca il

mento di questapietismo venne gradatamente perdendo terreno, la sua impronta sarebbe rimasta ben

ava nel Paesericonoscibile nella società dove più tardi avrebbe prodotto i propri frutti.369

di scardinare il Nei territori sottoposti alla Corona danese il movimento ebbe diversa fortuna. In

la Chiesa – unaNorvegia se ne constata una significativa diffusione. Figura fondamentale del pietismo

ava il pietismonorvegese è Peder Hersleb (1689-1757), che era venuto in contatto con il conte di Zinzendorf

que una precisae la cerchia di Halle: egli fu attivo alla corte di Federico IV e dal 1730 al 1737 fu vescovo di

olgere di pochiChristiania (successivamente di Selandia).370 Un’altra figura di un certo rilievo è quella di

go di prendereSøren Jensen Bølle (1714-1780 ca.), nato in Danimarca ma trasferitosi in Norvegia, il quale
gio generale diinfluenzato dai Fratelli di Herrnhut e dal pietismo radicale diede vita a una setta detta La

di vigilare sullenuova Sion (Det nye Zion) i cui seguaci erano i “sioniti” (zionitter): egli rifiutava le

potere centrale cerimonie della Chiesa ufficiale celebrando riti propri. Per questi motivi venne prima

eto, noto come imprigionato e poi esiliato ad Altona dove morì.371 Ma il pietismo norvegese richiama anche

attere religiosola citazione di figure femminili, attive propagatrici della nuova spiritualità, come Catharina

della famiglia –Maria Freymann (1708-1791), seguace dei Fratelli di Herrnhut che aveva aperto a Christiania

e di limitazioni una scuola per fanciulle,372 e tale Anne Margrethe Ingebrigtsdatter (date di nascita e morte

unità riunite inignote), che negli anni all’incirca tra il 1735 e il 1740 organizzò riunioni di carattere religioso

nte osservantenella sua casa di Sanden presso Trondheim, il che provocò tumulti e la reazione delle

e comprendereautorità.

dello Stato. Nel Uno sviluppo peculiare del pietismo norvegese è il movimento fondato dal predicatore

lla evangelico-laico Hans Nielsen Hauge (1771-1824). Di famiglia contadina, a partire dal 1796 egli prese a

n Danimarca il percorrere la Norvegia per diffondere la parola di Dio (e la propria interpretazione del

e rimasta bencristianesimo) tra coloro che incontrava, organizzando incontri di meditazione e preghiera.

Presto raccolse numerosi seguaci. Nel frattempo si dedicò attivamente alla redazione di

rsa fortuna. In scritti di carattere religioso che trovarono ampia diffusione. Dotato di iniziativa e capacità di

e del pietismoorganizzazione seppe anche dare impulso alla vita economica delle località in cui

e di Zinzendorfsoggiornava, ciò tuttavia generò il sospetto che egli mirasse a un arricchimento personale.

7 fu vescovo diSebbene Hauge si considerasse fedele membro della Chiesa luterana, la sua azione suscitò

evo è quella di proteste e preoccupazione nell’ambiente del clero (non di rado da lui fortemente criticato) ed

rvegia, il quale egli fu arrestato diverse volte per aver contravvenuto ai decreti del Konventikelplakaten. Nel
La1804 fu condotto in prigionia a Oslo, in attesa che una commissione esaminasse le accuse

gli rifiutava lerivolte contro di lui. La detenzione (nei primi tempi assai dura) si protrasse fino al 1809, ma

i venne primala sentenza fu emessa solo nel 1813 quando egli fu condannato a due anni di lavori forzati.

richiama ancheFu tuttavia rilasciato in cambio del pagamento di una pesante multa. Con la salute

come Catharina compromessa a causa della prigionia Hauge tralasciò la ‘predicazione itinerante’ e si stabilì

to a Christianiapresso Oslo dedicandosi piuttosto ai suoi scritti. I suoi seguaci (haugianere) furono numerosi

nascita e mortee in diversi casi se ne constaterà l’influenza nella vita politico-sociale norvegese

rattere religiosodell’Ottocento.373

reazione delle In Islanda la diffusione del pietismo fu modesta. Un certo influsso di questa dottrina si

constata attorno alla metà del secolo in relazione alla visita del vescovo Ludvig Harboe,374

dal predicatoresebbene già in precedenza se ne possa cogliere l’eco nella celebre Postilla di Vídalín.375

796 egli prese a Ben più evidente è invece la sua presenza in Svezia, dove esso si manifesta fin dalla fine

rpretazione del del XVII secolo. Anche qui l’ortodossia ecclesiastica agiva in parallelo con l’assolutismo

ne e preghiera. regio.376 Nonostante il richiamo alla necessità di un rinnovamento della vita religiosa (in

a redazione disostanza imposta al popolo e da questo passivamente subita) fatto da alcuni,377 l’impulso al

va e capacità di cambiamento sarebbe giunto dall’esterno. Accolto inizialmente nelle colonie svedesi sul

ocalità in cuicontinente e negli ambienti tedeschi, il pietismo trovò presto nuovi aderenti, tra i primi senza

ento personale.dubbio il funzionario statale Elias Wolker378 (1660-1733), in contatto con Francke, che per

azione suscitòaver organizzato incontri di preghiera subì accuse e interrogatori; più noti sono certamente la

nte criticato) edregina Ulrica Eleonora (che, non lo si dimentichi, era danese) la quale, nota per la sua nobiltà

. Neld’animo, fu in contatto con Spener e favorì la diffusione di questa corrente religiosa


nasse le accusenell’ambiente delle dame di corte, e il medico e scrittore Urban Hiärne.379 La reazione delle

no al 1809, maautorità ecclesiastiche e politiche non fu benevola: nel 1706 il re Carlo XI emanò un decreto

i lavori forzati.che sostanzialmente censurava ogni espressione religiosa non conforme alla dottrina

Con la saluteufficiale.380 I timori del sistema di potere politico-religioso tuttavia non si placarono: del

nte’ e si stabilì 1713 è infatti un ulteriore provvedimento restrittivo.381 Ciò nonostante la forza di questa

urono numerosicorrente religiosa non poté essere contrastata. Del resto la gravissima epidemia di peste degli

iale norvegeseanni 1710-1713, la carestia del 1717-1718, gli attacchi dell’esercito russo, crearono una

atmosfera di grande angoscia che spingeva le persone a cercare l’unico conforto in una fede

esta dottrina si individualmente vissuta che potesse condurre a una vera redenzione. A ciò si deve

374 aggiungere che i soldati ‘carolini’ reduci dalla prigionia in terra russa dopo la disfatta di

Poltava contribuirono in misura notevole alla propagazione delle idee pietiste.382 In questi

ta fin dalla fineanni si colloca la figura di Erik Tolstadius (1693-1759), attento non solo all’importanza della

n l’assolutismopredicazione ma anche alla realizzazione di azioni concrete a favore della comunità

ta religiosa (in(insegnamento, assistenza ai poveri e agli ammalati).383 D’altronde la dottrina pietista aveva,

l’impulso al come noto, indubbie ricadute sul piano sociale con la fondazione di scuole e orfanatrofi e la

nie svedesi sulpromozione delle condizioni di vita della gente comune: una prospettiva nella quale va

ra i primi senzainquadrata anche l’opera del pastore Nils Nilsson Grubb (1681-1724) che aveva studiato in

rancke, che per Germania e insegnato a Greifswald. Egli cercò di applicare le teorie sociali pietiste nella

o certamente la comunità di Umeå che gli era stata affidata ma per questo motivo andò incontro a molte

er la sua nobiltàdifficoltà.

rrente religiosa Le riunioni di preghiera, dunque, erano frequenti e per le autorità era difficile venire a
a reazione dellecapo della situazione.384 Nel 1726 venne emesso il decreto che (come l’analogo

manò un decreto provvedimento che sarebbe stato promulgato quindici anni dopo per la Danimarca e la

e alla dottrina Norvegia) ebbe nome Konventikelplakatet.385 Mentre si incoraggiava la preghiera e il buon

placarono: delesempio in famiglia si vollero al contempo proibire (pena multe severe, la prigione o l’esilio)

forza di questale riunioni religiose aperte a persone estranee alla casa: l’interpretazione della parola di Dio

a di peste deglidoveva rimanere prerogativa della Chiesa ufficiale. In Svezia, dove la caduta

, crearono unadell’assolutismo regio aveva aperto spiragli di libertà anche in campo religioso, il pietismo

orto in una fedeera comunque rimasto legato alla corrente più tradizionale. Tuttavia proprio per reazione al

A ciò si deveKonventikelplakatet, la componente radicale trovò nuovo vigore (anche in relazione alla

o la disfatta divisita di Johan Konrad Dippel a Stoccolma tra il 1727 e il 1728).386 Portavoce della libertà di

In questiculto fu in primo luogo Carl Michael von Strokirch (1702-1776) che nel 1734 fondò la

mportanza dellaSocietà di Filadelfia (Filadelfiska Societén) prima ‘chiesa libera’ di Svezia387 e per questo

della comunitàconobbe anche la prigione; una personalità religiosa di tutto rilievo è anche quella di Sven

pietista aveva, Rosén (1708-1750), fratello del celebre medico Nils388 che fu condannato all’esilio.389 Nel

orfanatrofi e la 1735, ancora una volta, i rappresentanti dell’ortodossia riuscirono a far approvare un nuovo

nella quale vaseverissimo regolamento religioso (religionsstadga):390 in reazione a ciò il movimento

veva studiato inradicale si disunì e in pratica (anche a motivo di sentenze di proscrizione) si disperse.

li pietiste nella Di carattere intransigente era stato, fin da subito, il pietismo diffusosi in Finlandia. Qui la

contro a moltefigura preminente è certamente quella di Lars Ulstadius (ca.1650-1732), autentico ‘profeta

biblico’, il quale scontò il suo atteggiamento inflessibile e i duri attacchi portati alla Chiesa

fficile venire aufficiale con un processo al termine del quale fu condannato a morte: la condanna fu poi
ome l’analogocommutata in pena detentiva ed egli trascorse quarant’anni di prigionia a Stoccolma

Danimarca e larifiutando la grazia. La sua figura divenne un punto di riferimento per i pietisti radicali

hiera e il buonsvedesi.391 I suoi allievi Peter Schæfer (ca.1660-1729) e Olaus Uhlegius (morto nel 1702)

gione o l’esilio)furono coinvolti nel medesimo processo: essi rinnegarono le proprie convinzioni e furono

a parola di Dio rilasciati. Schæfer si trasferì in Pennsylvania per un periodo ma poi, tornato in patria, riprese

ve la cadutala propria predicazione e fu nuovamente imprigionato e processato (1707): condannato a

oso, il pietismomorte ebbe la pena commutata in ergastolo. Un pietismo moderato parve dunque qui

per reazione al impossibile: del resto una figura autorevole come il vescovo Johannes Gezelius il giovane

relazione alla(den yngre, 1647-1718), in un primo momento favorevole al movimento, ne divenne poi

della libertà difiero avversario.

1734 fondò la Nel contesto del pietismo svedese e finlandese si inquadrano anche figure di visionari

e per questocome Anna Rågel (1751-1784), predicatrice la cui fama si propagò dalla regione

quella di Svendell’Ostrobotnia, o movimenti revivalisti popolari (in Tornedalen e in Härjedalen) che

Nelanticipano quelli che si svilupperanno nel secolo successivo.

ovare un nuovo Sul piano individuale e soprattutto nell’ambito delle persone dotate di sufficiente cultura,

il movimentoaccanto al pietismo ebbero effetti importanti le dottrine illuministiche. Esse minarono

l’ortodossia sotto diversi aspetti: da una parte ci fu chi cercò di rielaborarla alla luce delle

inlandia. Qui la nuove idee, a esempio sforzandosi di combinare i risultati delle ricerche scientifiche con le

tentico ‘profetaverità trasmesse dalle Sacre Scritture, dall’altro chi cominciò a distinguere fra ciò che

tati alla Chiesacostituiva il nucleo irrinunciabile (e insondabile) della fede (e che, in quanto tale, non andava

ondanna fu poidiscusso ma semplicemente accettato) e ciò che poteva essere compreso dall’intelletto. La
a a Stoccolmanecessità di comunicare i concetti religiosi a individui pronti ad accoglierli criticamente

pietisti radicaliavrebbe modificato anche la stesura dei testi messi a disposizione dei fedeli (nei quali si

morto nel 1702)avvertono ora non solo gli influssi del pensiero pietista ma anche quelli della ‘filosofia

nzioni e furonomatematica’ e della ‘teologia razionale’ di Wolff),392 così come l’organizzazione della

n patria, ripreseChiesa, il suo rapporto con gli appartenenti ad altre confessioni e la formazione dei

: condannato a sacerdoti.393 Sorse dunque la cosiddetta ‘neologia’, che applicava i concetti illuministici alla

ve dunque qui teologia luterana.394 Naturalmente una nutrita schiera di ecclesiastici restava strettamente

elius il giovanelegata alla tradizione.395

ne divenne poi Ma nel momento in cui la vita spirituale degli individui (quantomeno di quelli

intellettualmente, culturalmente ed economicamente avvantaggiati) fu resa libera dalle

ure di visionaribarriere dell’ortodossia, si aprirono molteplici prospettive. Ciò spiega, almeno in parte,

dalla regionequello che pare essere il paradosso del XVIII secolo, là dove il razionalismo coesiste con

Härjedalen) che forme di misticismo che per certi versi richiamano atmosfere medievali, una prospettiva nella

quale ben si comprende, tra l’altro, il diffondersi anche nei Paesi nordici di un’associazione

ficiente cultura, come la massoneria (di origine inglese e scozzese), con tutto il suo patrimonio di simbologie

Esse minaronometafisiche e iniziatiche.396

alla luce delle Sebbene in questa sede ci si debba limitare a tracciare le linee generali dello sviluppo

entifiche con le della cultura scandinava, non si può certamente – concludendo il paragrafo sulla vita

re fra ciò chereligiosa nel Settecento – tralasciare la singolare figura del ‘profeta mistico’ svedese

ale, non andavaEmanuel Swedenborg (1688-1772), oggetto tanto di rispetto, talora perfino venerazione,

ll’intelletto. Laquanto di riprovazione, se non addirittura sarcasmo.397 Figlio di Jesper Swedberg noto come
rli criticamentesalmista e vescovo di Skara (Västergötland),398 egli comprende in sé, per molti versi, le

eli (nei quali sicontraddizioni del proprio secolo, passando da una visione tecnico-razionalistica a una

della ‘filosofiamistico-profetica che non risparmierà severe critiche alla dottrina della Chiesa (il che gli

izzazione dellacosterà anche un’accusa di eresia). La sua crisi spirituale, che (sebbene affondi le proprie

formazione deiradici nell’adolescenza) si rivela tra gli anni 1743 e 1745, in età – dunque – ormai matura,

luministici allaprovoca in lui, almeno apparentemente, un completo rivolgimento nella visione della vita,

va strettamenteinducendolo ad abbandonare la sua attività in campo tecnico399 e portandolo a sostenere di

parlare con gli angeli e gli spiriti dei defunti e di avere visioni ultramondane. Dopo lunghi

meno di quelli anni dedicati a studi matematici, geometrici, chimici e meccanici ma anche filosofici,

sa libera dalleanatomici e fisiologici, la svolta (solo apparentemente radicale) origina dal profondo

meno in parte, desiderio di comprendere (e regolare) il rapporto tra la materia e lo spirito e dal conseguente

mo coesiste conbisogno di combinare discipline pratiche e speculative, il che lo porterà a formulare la

rospettiva nellacosiddetta ‘teoria delle corrispondenze’.400 La rivendicazione di sogni premonitori e visioni

un’associazionesovrannaturali lo trasformerà nel discusso mistico e profeta che conosciamo. Il quale

o di simbologie dedicherà ogni energia alla stesura di una imponente mole di scritti, redatti in latino e

pubblicati all’estero per aggirare la censura ecclesiastica. Ma nella ricerca di una

dello sviluppo interpretazione unitaria del reale, capace di conciliare il finito e l’infinito, e nella

rafo sulla vitastrutturazione d’una dottrina cristiana profondamente rivisitata (sulla cui base sarebbero sorte

istico’ svedesele chiese che a lui si ispirano),401 egli finirà per fare ricorso a strumenti di indagine razionali

o venerazione,(si sarebbe tentati di dire matematici) e la meticolosa (si sarebbe tentati di dire tediosa)

berg noto come formulazione del suo pensiero rifletterà la struttura di taluni lavori scientifici, andando
molti versi, letuttavia talvolta, nella ricerca dell’ultimo dettaglio, ad arenarsi nel ridicolo o nel grottesco.402

nalistica a unaEppure, nonostante le perplessità di molti (non da ultimo sull’autenticità della sua esperienza

iesa (il che glimistica), l’influsso di Swedenborg (seppure non esente da valutazioni critiche) è stato

ondi le proprie notevole e prolungato.403 I frequenti (e non sempre corretti e accettati) accostamenti del suo

ormai matura,pensiero con le dottrine spiritualiste, esoteriche, occultiste, spiritiste, teosofiche, sufiste, ne

ione della vita,danno – in buona parte – spiegazione. E del resto è noto quanto della sua lezione sia stato

o a sostenere direcepito nell’ambito della massoneria.404 Sicché un approfondimento della sua figura può,

e. Dopo lunghiquantomeno, aiutare a far luce sulle ragioni della nascita del movimento romantico,405 ma

nche filosofici,anche delle più tarde suggestioni simboliste.406 Del resto egli è il rappresentante più celebre

dal profondodella propensione – ben presente nel Settecento nordico, in particolare quello svedese – verso

dal conseguente l’esperienza mistica e lo studio delle discipline cabalistiche e occulte.407

a formulare la 10.4.2. Il mondo scientifico tra passato e futuro

onitori e visioni Le nuove prospettive culturali derivanti dalla diffusione delle idee illuministiche ebbero

iamo. Il qualenaturalmente una forte ricaduta in ambito scientifico. Sebbene i secoli precedenti (in

atti in latino eparticolare il Seicento) avessero prodotto un’abbondanza di studi nelle più diverse discipline,

icerca di una è tuttavia ora che la ricerca riesce finalmente a svincolarsi dal condizionamento di verità

finito, e nella teologicamente precostituite, il che – seppure non sempre avvenga in maniera netta – si

sarebbero sorteriflette anche nell’istituzione di nuovi insegnamenti universitari che, accanto a quello a lungo

dagine razionaliritenuto fondante della teologia, vengono gradatamente assumendo crescente prestigio.408 E,

di dire tediosa)per contro, molti ecclesiastici si dedicano sempre più frequentemente a ricerche di carattere

tifici, andando scientifico-naturalistico. Anche la sottomissione agli interessi preponderanti dello Stato
402assolutista (non esclusiva degli studi storici e giuridici) pare fortemente attenuarsi. I primi

sua esperienza decenni del secolo mostrano chiaramente come in una sorta di reazione alle discipline

ritiche) è stato‘astratte’ si vada in direzione di ricerche ‘utili’ e della loro applicazione pratica. Nel

tamenti del suoSettecento è tutto un fiorire di associazioni sorte sul modello di analoghe istituzioni europee:

che, sufiste, nein Danimarca abbiamo la Reale società danese per le scienze (Det Kongelige Danske

ezione sia statoVidenskabernes selskab, Copenaghen 1742);409 in Svezia la Società per la scienza

sua figura può,(Vetenskapssocieteten, Uppsala 1719), dovuta all’iniziativa del letterato, bibliofilo e

ma arcivescovo Erik Benzelius (1675-1743),410 la Reale accademia della scienza (Kungliga

ante più celebre vetenskapsakademien, Stoccolma 1739)411 che annovera fra i fondatori Jonas Alströmer412 e

svedese – verso Linneo e, più tardi, la Reale società per la scienza e la letteratura (Kungliga Vetenskaps- och

Vitterhetssamhället) di Göteborg (1773); in Norvegia la Società per le scienze (Videnskabers

Selskab, Trondheim 1760), sopra citata.413

nistiche ebbero L’attività di ricerca interessa numerosi campi (non di rado coltivati dal medesimo

precedenti (instudioso): si va dalle scienze naturali alla medicina, dall’astronomia alla matematica, dalla

verse discipline,botanica alla zoologia, dal diritto all’economia, dalla geografia alla tecnica.414 Non mancano

mento di veritàiniziative ed esperimenti.415 E non mancano nomi di prestigio. Tali sono fra gli altri quelli

niera netta – sidello svedese Christopher Polhem (ca.1661-1751),416 tecnico, inventore e fondatore (1697)

a quello a lungodel cosiddetto Laboratorium mechanicum di Stoccolma, prima scuola ingegneristica svedese,

E, ma anche filosofo e pedagogo; dell’astronomo danese Peder Horrebow (1679-1764), allievo

che di caratteredi Ole Rømer417 e padre di Christian Horrebow (1718-1776) scopritore della periodicità delle

nti dello Statomacchie solari; di Erik Pontoppidan il Giovane, teologo, storico, linguista e autore del Primo
enuarsi. I primitentativo di [scrivere] una storia naturale della Norvegia (Det første Forsøg paa Norges

alle disciplineNaturlige Historie), un’imponente opera dalla chiara impronta illuministica uscita in due

ne pratica. Nelvolumi tra il 1752 e il 1753;418 di Johan Browallius (1707-1755), vescovo di Åbo, botanico,

uzioni europee:ma anche fisico, studioso di mineralogia, teologo, linguista, filosofo e pedagogo; di Johan

ngelige DanskeErnst Gunnerus, vescovo di Trondheim e pioniere della botanica e della zoologia

per la scienzanorvegese.419 E poi l’economista, medico e naturalista finlandese Anders Chydenius, sopra

o, bibliofilo ericordato;420 gli svedesi Emanuel Swedenborg, la cui ‘conversione’ spirituale avrebbe in

Kungligabuona parte oscurato l’attività scientifica a lungo fruttuosamente praticata,421 Samuel

eKlingenstierna (1698-1765), matematico e fisico di fama europea e docente all’Università di

Vetenskaps- och Uppsala dove strinse amicizia con Linneo, Torbern Olof Bergman (1735-1784), naturalista e

Videnskabers astronomo ma, soprattutto, farmacologo tra i cui collaboratori si distinguerà Carl Wilhelm

Scheele (1742-1786), celebre farmacista e chimico, scopritore di elementi fino ad allora

dal medesimosconosciuti (come l’ossigeno e il cloro) e inventore di nuovi composti;422 il dano-tedesco

atematica, dallaChristian Gottlieb Kratzenstein (1723-1795), medico e scienziato (che tuttavia mostra

Non mancanoqualche residuo interesse per l’alchimia);423 il ‘Linneo danese’424 Otto Frederik Müller

a gli altri quelli(1730-1784), zoologo e botanico; gli islandesi Jón Ólafsson di Grunnavík (1705-1779),

ndatore (1697)autore (tra molti altri scritti di diverso argomento) di una Ittiografia islandese

ristica svedese,(Ichthyographia Islandica, 1737), che rappresenta il primo scritto scientifico di impronta

9-1764), allievoilluministica redatto in quel Paese425 e Sveinn Pálsson (1762-1840), medico e naturalista le

periodicità dellecui importantissime osservazioni sui ghiacciai e i vulcani dell’isola saranno tuttavia per

Primolungo tempo trascurate.426 Più tardi si segnaleranno nomi come quelli dei danesi Hans
øg paa NorgesChristian Friedrich Schumacher (1757-1830), anatomista, chirurgo e botanico; Hans

a uscita in dueChristian Ørsted (1777-1851), autore di ricerche fondamentali sull’elettromagnetismo;427

Åbo, botanico,Heinrich Christian Schumacher (1780-1850), direttore del celebre osservatorio astronomico

gogo; di Johan di Altona e fondatore (1821) della prestigiosa rivista scientifica Astronomische Nachrichten.

della zoologia Come pure dello svedese Jöns Jacob Berzelius (1779-1848), chimico di levatura

hydenius, soprainternazionale, cui si deve la prima tabella relativa al peso atomico, la scoperta del selenio e

ale avrebbe inl’introduzione della consuetudine di indicare gli elementi con l’iniziale del nome latino o

Samuelgreco.428 I nomi di maggior prestigio e di fama più duratura restano tuttavia, senza dubbio,

ll’Università diquelli degli svedesi Anders Celsius e Carl (Carolus) Nilsson Linnæus (Linneo, più tardi,

4), naturalista eottenuta la dignità nobiliare, Carl von Linné).

à Carl Wilhelm Il primo (1701-1744) apparteneva a una famiglia di scienziati, alcuni dei quali, come il

fino ad allorapadre Nils Celsius (1658-1724), il nonno paterno Magnus Nicolai Celsius (1621-1679) e –

il dano-tedescosoprattutto – quello materno, Anders Spole (1630-1699), professore universitario sia a Lund

uttavia mostrasia a Uppsala, erano stati insigni studiosi di matematica e astronomia.429 Per la verità dopo la

rederik Müllermorte di Spole gli studi astronomici presso l’Università di Uppsala erano decaduti, anche per

k (1705-1779), via del fatto che l’osservatorio che egli aveva predisposto nella sua casa era andato distrutto

afia islandese nell’incendio del 1702. Fu dunque proprio con Anders Celsius che essi ripresero vigore, con

co di improntala realizzazione di un nuovo osservatorio la cui costruzione (completata nel 1741) fu

e naturalista lepossibile grazie alla grande considerazione che egli si era guadagnato sia in patria sia

no tuttavia perall’estero. E, in effetti, sebbene sia ricordato dai più per aver dato il proprio nome alla scala

ei danesi Hansdelle temperature (detta, appunto, scala Celsius), egli ha lasciato una cospicua eredità
botanico; Hansscientifica, frutto di studi approfonditi, di viaggi all’estero e di contatti con i più noti

427 ricercatori del tempo. Per dirimere la questione sulla forma del globo terrestre (poi risolta a

io astronomicofavore della teoria di Isaac Newton) fece parte della spedizione nella terra dei Sami

he Nachrichten.organizzata dall’Académie des sciences francese e guidata da Pierre Louis Moreau de

o di levaturaMaupertuis.430 A lui si devono ricerche sulla relazione tra il magnetismo terrestre e l’aurora

ta del selenio eboreale, sui pianeti, le stelle e le comete, sull’aberrazione della luce, sull’accelerazione

nome latino ogravitazionale e molto altro, non da ultimo osservazioni di carattere meteorologico. Attivo

, senza dubbio,anche nel campo della topografia, fu inoltre il primo a studiare il fenomeno

nneo, più tardi,dell’innalzamento della penisola scandinava rispetto al livello del mare, fenomeno che ha

avuto inizio con lo scioglimento della massa di ghiaccio da cui essa era ricoperta nel corso

i quali, come il dell’ultima glaciazione.431 La sua opinione ebbe notevole peso anche nella decisione (assunta

1621-1679) e –nel 1753) di adottare finalmente anche in Svezia il calendario gregoriano.432

ario sia a Lund Anche il secondo (1707-1778), celeberrimo botanico, doveva raccogliere l’eredità di una

a verità dopo laconsolidata tradizione di studi in una materia che – tuttavia – era sempre stata considerata

aduti, anche perfunzionale alla medicina, limitandosi in primo luogo lo studio delle piante alla

andato distruttodeterminazione delle loro proprietà terapeutiche. In proposito occorrerà citare i più

ero vigore, conimportanti predecessori di Linneo: il medico e botanico Johannes Chesnecopherus (1581-

nel 1741) fu 1635) che diede alle stampe una cinquantina di ‘dissertazioni’ universitarie tra cui la prima

a in patria siapubblicazione prodotta in Svezia nell’ambito di questa disciplina433 e il suo collaboratore e

nome alla scalacollega Johan Franck (Franckenius, 1590-1661) studioso altresì di alchimia e seguace della

ospicua ereditàteoria di Paracelso secondo la quale vi è una relazione tra le caratteristiche delle piante e le
con i più notiloro proprietà terapeutiche: costui avrebbe avuto tra i suoi allievi il celebre Olof Rudbeck, il

re (poi risolta a quale tra gli innumerevoli interessi coltivava anche questo e aveva fatto impiantare sia il

terra dei Samiprimo giardino botanico dell’università sia quello reale (il giardino botanico attuale). Egli

uis Moreau de inoltre aveva progettato di riprodurre a stampa tutte le piante allora conosciute, coinvolgendo

estre e l’aurora nell’impresa familiari e studenti: un lavoro imponente il cui risultato fu la pubblicazione di

l’accelerazionediversi cataloghi. Figlio ed ‘erede’ degli interessi botanici del padre era stato poi l’omonimo

ologico. AttivoOlof Rudbeck il Giovane (den yngre, 1660-1740)434 al quale va riconosciuta l’idea di una

il fenomenocatalogazione delle specie vegetali, principio che sarebbe stato realizzato dal suo allievo

nomeno che hamigliore, Carlo Linneo, appunto.435

perta nel corso Figlio di un ecclesiastico e, dunque, destinato alla medesima carriera, il giovane Carl

cisione (assunta aveva assai presto mostrato una diversa inclinazione.436 Iscritto (1727) all’Università di Lund

(dove abitò presso l’illustre medico e naturalista Kilian Stobæus, 1690-1742) e poi (1728) a

l’eredità di una quella di Uppsala, si distinse assai presto fra gli studenti di medicina;437 nel frattempo

ata consideratacominciò a scrivere saggi scientifici438 ed ebbe l’incarico di tenere lezioni di botanica come

le piante allasupplente.439 Nel 1732 grazie alla concessione di un contributo in denaro intraprese un

à citare i piùviaggio nei territori sami e, successivamente (1733-1734), nella regione di Dalecarlia. Di

opherus (1581-queste esperienze (cui altre simili sarebbero seguite nel corso della vita) Linneo ha lasciato

ra cui la primaresoconti assai interessanti, redatti in uno svedese stringato ed efficace, il che gli ha anche

collaboratore e guadagnato un posto tra i migliori prosatori della sua epoca.440 Dopo un lungo soggiorno

e seguace dellaall’estero (in primo luogo nei Paesi Bassi) che gli permise di entrare in contatto con illustri

delle piante e lestudiosi441 e di pubblicare alcuni lavori scientifici – tra cui il fondamentale Sistema della
lof Rudbeck, ilnatura (Systema Naturæ, 1735) nel quale espone la sua classificazione del mondo naturale

mpiantare sia il–442 Linneo tornò in patria nel 1738 e, dopo un periodo trascorso a Stoccolma (dove fu un

o attuale). Egli medico molto apprezzato e compare tra i fondatori della Reale accademia della scienza), nel

e, coinvolgendo1741 ottenne la nomina a professore di medicina presso l’Università di Uppsala.443 La sua

ubblicazione difama era ormai consolidata,444 le sue lezioni erano sempre molto affollate e frequentate anche

poi l’omonimoda studenti provenienti dall’estero. L’attività di redazione dei risultati delle proprie ricerche

a l’idea di unafu intensa (così come la relazione epistolare con altri studiosi, sia svedesi sia stranieri) sicché

dal suo allievo la sua produzione scientifica, redatta in latino con l’evidente scopo di renderla disponibile

all’intera comunità scientifica, conterà alla morte una settantina di libri e più di trecento

il giovane Carlsaggi.445 Oltre al citato Sistema della natura è opera fondamentale, tra le altre, Species

versità di Lund plantarum del 1753,446 nella quale egli adotta per le piante (ma successivamente la

e poi (1728) a applicherà anche alle specie animali) la nomenclatura binomiale che affianca al nome del

nel frattempogenere quello della specie, ben distinguendo (con l’attenta osservazione dei dettagli che

botanica comecaratterizzava il suo approccio scientifico) anche le varietà.447 Ben conscio della necessità di

o intraprese unimpostare i propri studi secondo criteri razionali Linneo restò tuttavia sempre legato

Dalecarlia. Diall’esigenza di conciliare le osservazioni scientifiche con le istanze religiose dalle quali non

neo ha lasciato volle mai prescindere: egli infatti riteneva che l’armonia che governa il Regno vegetale e

he gli ha anchequello animale fosse espressione della saggezza divina (da qui traggono verosimilmente

ungo soggiornoorigine le sue ‘poetiche’ descrizioni della natura). Al contempo rifletteva sulle questioni

atto con illustrimorali tentando di organizzare una sorta di teologia sperimentale nel perseguire la quale

Sistema dellarivela pienamente, soprattutto in uno scritto, la Vendetta divina (Nemesis divina),448 il suo
mondo naturaleininterrotto legame con il dettato biblico, là dove egli si sforza di catalogare i destini degli

ma (dove fu unuomini nella cornice di una legge superiore che li richiama al dovere di osservare una

la scienza), nelcondotta morale tramite profezie, presagi, sogni, intuizioni ma anche attraverso la voce della

La suanatura.

equentate anche Naturalmente Linneo fece scuola: tra i suoi ‘allievi’ nordici più illustri basterà citare qui i

proprie ricerchedanesi Otto Frederik Müller (1730-1784), entomologo, botanico e biologo marino; Otto

stranieri) sicchéFabricius, missionario in Groenlandia, etnologo e zoologo;449 Johan Christian Fabricius

erla disponibile(1745-1828), entomologo ma anche economista; gli svedesi Anders Jahan Retzius (1742-

più di trecento 1821), fondatore (1772) della Reale società fisiografica (Kungliga Fysiografiska Sällskapet)

Speciesdi Lund indirizzata a studi naturalistici, tecnici e medici;450 Pehr Löfling (1729-1756),

essivamente la botanico; Fredric Hasselquist (1722-1752), naturalista;451 Erik Acharius (1757-1819) che

ca al nome delapprofondì le ricerche sui licheni; Olof Swartz (1760-1818) che fece viaggi di studio nelle

ei dettagli cheAmeriche;452 il finlandese Pehr (Pietari) Kalm (1716-1779) che fu nell’America del Nord.453

ella necessità di ‘Sorella maggiore’ della botanica, la medicina, godeva da lungo tempo di indubitabile

sempre legatoprestigio. Anche nel XVIII secolo la Scandinavia può vantare (nella scia di una tradizione

dalle quali nonconsolidata, basti pensare a Olof Rudbeck e a Thomas Bartholin)454 figure di illustri studiosi

gno vegetale ecapaci di apportare un rilevante contributo al suo sviluppo. Tali sono, solo per citare i più

verosimilmentecelebri, gli svedesi Lars Roberg (1664-1742), tra l’altro insegnante di Linneo e fondatore

sulle questioni(1717) del Nosocomium academicum (il futuro ospedale universitario di Uppsala) e Nils

eguire la qualeRosén von Rosenstein (1706-1773), sopra citato, considerato il fondatore della pediatria

il suomoderna;455 i danesi Jacob Benignus Winsløw (1669-1760) che diede un notevole contributo
e i destini degliall’anatomia descrittiva; Georg Heuermann (1723-1768), allievo di Simon Crüger (ca.1687-

osservare una1760),456 chirurgo e oftalmologo (che per primo praticò in Scandinavia l’estrazione della

so la voce dellacataratta),457 Johan Christian Berger (1724-1789) che diede un importante impulso agli studi

di ostetricia e più tardi l’anatomista, chirurgo e veterinario ma anche osteologo svedese

terà citare qui iArvid Henrik Florman (1761-1840). E tuttavia, accanto a questi antesignani della medicina

o marino; Ottomoderna, ancora trovavano spazio i seguaci di dottrine assai meno scientifiche quale, a

stian Fabriciusesempio, quella mesmerista sul magnetismo animale, introdotta in Svezia nel 1786 dal

Retzius (1742-barone Karl Jöran Silfverhjelm (1759-1808) di ritorno da un viaggio in Francia. Egli non

)soltanto raccolse notevole consenso soprattutto fra i rappresentanti delle classi più elevate,

g (1729-1756),ma si dedicò alla ‘cura’ dei numerosi pazienti che si rivolgevano a lui e scrisse anche

1757-1819) cheun’opera dal titolo Introduzione alla conoscenza del magnetismo animale (Inledning til

di studio nellekunskapen om den animale magnetismen, 1787). Del resto occorre anche ricordare come una

branca della medicina rilevante come la chirurgia per lungo tempo restasse legata

di indubitabileall’insegnamento pratico (tradizionalmente affidato ai barbieri e non di rado appreso sui

una tradizionecampi di battaglia) piuttosto che a una rigorosa formazione accademica.458

illustri studiosi Ciò nonostante, le ricerche approfondite su basi scientifiche, le esperienze di studio

per citare i più all’estero e gli intensi scambi con i colleghi stranieri portarono un notevole contributo. Va

neo e fondatorequi ricordato che nel XVIII secolo si constata la fondazione di nuove strutture ospedaliere,

Uppsala) e Nils con le quali si ponevano – seppure in misura ancora del tutto inadeguata – le basi di quella

della pediatriache sarà la moderna assistenza sanitaria.459

vole contributo Il 25 settembre del 1759, alla presenza della famiglia reale, Linneo nella sua veste di rettore
rüger (ca.1687-dell’Università di Uppsala teneva un discorso sulla scienza nel quale riassumeva la propria

estrazione dellaconcezione a un tempo razionalistica e religiosa e, insieme, le finalità di promozione umana e


culturale (ma anche, più semplicemente, economica) dell’istruzione. Si legga:
pulso agli studi
“Le scienze sono una luce, che si scorge appena da coloro [che] vi sono immersi, così come
eologo svedese
brilla con splendore per coloro che camminano nelle tenebre. Un essere umano senza istruzione,
della medicina
abbandonato a se stesso, è più simile a una scimmia460 che all’immagine di Dio.
ifiche quale, a
Popolazioni selvagge, barbari e ottentotti, si differenziano da noi solo grazie alle scienze; al
a nel 1786 dal
modo in cui una mela selvatica rinsecchita differisce da una gustosa renetta, solo per l’essere
ancia. Egli non
coltivata.
ssi più elevate, Sì, grazie alle scienze il più piccolo principato della Germania brilla con più splendore del

e scrisse anche grande impero Mogol con tutti i suoi tesori.

Inledning til Le scienze ci guidano alla venerazione verso il nostro Dio,

rdare come una all’ubbidienza verso le nostre Autorità,

restasse legata all’amore verso il nostro Prossimo.

Le scienze ci illuminano in tutta la nostra vita, ci insegnano


do appreso sui
attraverso la Lingua, ad avvalerci dell’esperienza altrui.

attraverso l’Economia, a procurarci sufficiente sostentamento.


enze di studio
attraverso la Storia, a guardarci dagli errori degli altri.
contributo. Va
attraverso la Politica, a governare e vivere felici.
ure ospedaliere,
attraverso la Morale, a vivere irreprensibili e virtuosi.
e basi di quella
attraverso la Giurisprudenza, a vivere secondo le leggi.

attraverso la Teologia, a percorrere i sentieri di Dio.


veste di rettore attraverso l’Astronomia, a intravedere l’infinita potenza di Dio.
meva la propria attraverso le Scienze naturali, a vedere la meravigliosa opera di Dio,

ozione umana e attraverso la Fisica, a servirci delle leggi della natura,

attraverso la Matematica, a comprendere la nostra propria forza,

mersi, così come attraverso la Patologia, a conoscere la nostra propria debolezza,

senza istruzione, attraverso la Dietetica, a vivere sobri e soddisfatti

attraverso la Medicina, a presentare appello contro la morte.

alle scienze; al [...]

olo per l’essere In verità, senza le scienze tutto sarebbe confuso

nella Religione,

ù splendore del nel Governo,

nella Famiglia,

in tutta la nostra Vita.

Le scienze sono dunque la luce, che illumina i popoli che camminano nelle tenebre, e li rende

[capaci di] vedere con occhi limpidi, e sentire con orecchi aperti, per questo si deve giustamente

rendere più lode e onore alle Autorità che hanno illuminato il loro popolo con le scienze, piuttosto

che soggiogare i barbari e devastare i Paesi con sacrificio di esseri umani.”461


attraverso le Scienze naturali, a vedere la meravigliosa opera di Dio,

attraverso la Fisica, a servirci delle leggi della natura,

attraverso la Matematica, a comprendere la nostra propria forza,

attraverso la Patologia, a conoscere la nostra propria debolezza,

attraverso la Dietetica, a vivere sobri e soddisfatti

attraverso la Medicina, a presentare appello contro la morte.

[...]

In verità, senza le scienze tutto sarebbe confuso

nella Religione,

nel Governo,

nella Famiglia,

in tutta la nostra Vita.

Le scienze sono dunque la luce, che illumina i popoli che camminano nelle tenebre, e li rende

[capaci di] vedere con occhi limpidi, e sentire con orecchi aperti, per questo si deve giustamente

rendere più lode e onore alle Autorità che hanno illuminato il loro popolo con le scienze, piuttosto

che soggiogare i barbari e devastare i Paesi con sacrificio di esseri umani.”461


10.4.3. Il dibattito storico, politico e sociale. I giornali

Se si considerano i fermenti culturali che nel XVIII secolo percorrono (non solo nei ceti

socialmente più elevati) il mondo scandinavo non si può non ricondurli, innanzi tutto, alla

nuova filosofia che prendendo a modello i maestri stranieri (da Grotius a Hobbes, da Cartesio

a Locke, da Leibniz a Wolff, da Montesquieu a Voltaire, da Hume a Rousseau e molti altri)

voleva ora anche in Scandinavia rivendicare una nuova visione dell’essere umano e delle

condizioni della sua esistenza, non da ultimo sul piano giuridico e, dunque, sociale. In primo

luogo la nuova filosofia aveva qui naturalmente dovuto fare i conti con la rigorosa ortodossia

luterana e si è accennato come correnti di pensiero innovative come quelle che si rifacevano

a Cartesio o, più tardi, a Wolff, incontrassero proprio su quel fronte una decisa ostilità. E

tuttavia, come è stato detto, le nuove dottrine avevano trovato accoglienza anche negli

ambienti ecclesiastici, sicché la solidità della costruzione biblico-religioso-filosofica che

pretendeva di comprendere e governare ogni aspetto della vita era stata minata anche

dall’interno.

Il pensatore norvegese Jens Kraft (1720-1765), professore di matematica e filosofia

all’Accademia di Sorø, seguace di Wolff (ma al contempo difensore di Newton) è

considerato il primo filosofo sistematico in senso moderno del suo Paese e uno dei massimi

promotori del pensiero illuministico in Danimarca e Norvegia: oppositore delle teorie

estetiche di Jens Schelderup Sneedorff462 (1724-1764), formula tra l’altro una ‘teologia

naturale’ e, pur sottolineando (parallelamente a Rousseau) la propria considerazione per le

‘virtù’ dei popoli cosiddetti selvaggi, mostra tuttavia di apprezzare il progresso nell’ambito
delle arti e delle scienze. Senza tralasciare un compiaciuto sentimento nazionalistico, quando

on solo nei cetiafferma che i Norvegesi sono il popolo ‘più naturale’ di tutti, grazie alla bellezza e

nanzi tutto, allaall’armonia del paesaggio nel quale si trovano a vivere. Primo pensatore danese moderno è

bes, da Cartesioinvece considerato Frederik Christian Eilschov (1725-1750), influenzato da Wolff (ma anche

au e molti altri)da Holberg): uno dei primi a rivendicare il diritto delle donne a una istruzione adeguata ma

umano e delleanche il rispetto e la protezione degli animali. La sua è una filosofia che si indirizza a fini

ociale. In primopratici, il che si constata tanto nel desiderio che essa divenga una disciplina diffusa e capace

rosa ortodossiadi suscitare un dibattito ampio e consapevole, quanto nella scelta di redigere i propri scritti in

he si rifacevano danese, in ciò sottolineando uno ‘strappo’ nei confronti delle cerchie di eruditi vincolati al

ecisa ostilità. Etradizionale ed ‘esclusivo’ uso del latino. Una morte prematura (provocata dal vaiolo) ne ha

za anche neglipurtroppo impedito produttivi sviluppi. Aspetti pratici sono constatabili anche nel pensiero di

o-filosofica cheTyge Rothe, sopra citato,463 che applica un punto di vista filosofico alla storia culturale, sia

minata anchequando analizza l’influsso del cristianesimo sulla storia dei popoli,464 sia quando esamina

l’evoluzione della struttura dello Stato che ha visto i liberi contadini di un passato, per molti

tica e filosofiaversi retoricamente enfatizzato, decadere a miseri servi. La critica sociale è dunque

di Newton) è preminente: lo spirito dei tempi esige che si intervenga nel dibattito con perspicacia e

no dei massimicapacità propositive. Un dibattito, che vuole svincolarsi dalle pedanti regole accademiche e

re delle teorierivolgersi a un pubblico più vasto, al cui interno trovino eco e applicazione le nuove idee: un

una ‘teologiapercorso che, del resto, era già stato indicato da Andreas Rydelius (1671-1738), professore di

erazione per lefilosofia e teologia a Lund, il quale non aveva mancato di sottolinearne le ricadute

sso nell’ambitopedagogiche e (come Eilschov) aveva privilegiato nei suoi scritti l’uso della lingua madre.465
alistico, quando Le dotte e ponderose disputazioni accademiche dei filosofi e teologi ‘di mestiere’ vengono

alla bellezza e ora trascurate e, persino, derise.466 Sicché è più che naturale che la prospettiva filosofica si

nese moderno è apra a studi di più pratica applicazione, in primo luogo l’economia e il diritto.

Wolff (ma anche L’economia (una scienza che nasce come tale proprio in questo secolo) non poteva non

ne adeguata mafare riferimento al concetto di ‘utilità’ e, considerato il clima dei tempi, legarsi in primo

indirizza a finiluogo al dibattito sull’agricoltura, in ciò del resto intrecciandosi agli studi botanici (e, almeno

iffusa e capace in parte, anche a quelli zoologici).467 Sicché non fa alcuna meraviglia che gli scritti

propri scritti inspecificamente dedicati ad argomenti economici si susseguano e costituiscano materia per

diti vincolati aluna discussione che coinvolge direttamente anche le scienze della politica. Abbiamo così

al vaiolo) ne hacontributi come quelli del danese Andreas Schytte (1726-1777), professore a Sorø e autore di

nel pensiero distudi nei quali l’amministrazione dello stato e l’economia sono messe in stretta relazione;

ia culturale, siadello svedese Anders Nordencrantz (1697-1772), che con concretezza tutta borghese

uando esaminaesplicitamente dichiara l’inutilità delle discipline esclusivamente teoriche; di Anders Berch

ssato, per molti (1711-1774), primo titolare della cattedra di economia a Uppsala468 e difensore delle teorie

iale è dunquemercantilistiche. In direzione di un liberismo commerciale vanno Christopher Polhem469 e,

n perspicacia esoprattutto, Anders Chydenius,470 mentre non va dimenticato che le teorie fisiocratiche

accademiche etrovano seguito anche in Scandinavia.471 Non più strettamente soggetta alla politica

nuove idee: unl’economia viene dunque affermandosi come disciplina indipendente e sempre più

), professore diispirandosi a concezioni liberali.

ne le ricadute Strettamente connessi al dibattito promosso dalla diffusione delle idee illuministiche sono

465 anche gli studi giuridici che devono ora rimodellarsi conformandosi alla nuova concezione
stiere’ vengonodel ‘diritto naturale’ degli individui e dei popoli. In questo campo, seppure nei limiti imposti

va filosofica sidall’assolutismo, il mondo culturale danese mostra tutta la sua vitalità. Nomi eminenti sono

quelli di Peder Kofod Ancher (1710-1788), fondatore degli studi danesi di storia del diritto;

non poteva nonHenrik Stampe (1713-1789) che, pur ben integrato nell’apparato statale – fu tra l’altro

egarsi in primo procuratore generale (segretario) della Cancelleria e membro della Corte suprema – mostra di

anici (e, almenosaper esporre con grande chiarezza princìpi fondamentali come quello della separazione dei

che gli scrittipoteri, così come di averne chiara la puntuale applicazione pratica472 e Martin Hübner (1723-

no materia per1795, di famiglia tedesca) studioso di diritto internazionale (in particolare delle questioni

Abbiamo così relative alla navigazione in tempo di guerra).473 In Svezia, dove pure la tradizione degli studi

Sorø e autore digiuridici vantava nomi di prestigio (si pensi a Johan Stiernhöök e a Samuel von

retta relazione;Pufendorf),474 solo Daniel Boëthius (1751-1810) pioniere degli studi di filosofia del diritto,

tutta borghesepare poter reggere il confronto.

i Anders Berch Ma nel Nord la figura che più esemplarmente incarna l’affermazione dei princìpi

ore delle teorieilluministici è certamente quella di Ludvig Holberg (1684-1754). Per quanto di nazionalità

e, norvegese (era nato a Bergen) egli è considerato il più eccellente rappresentante della cultura

ie fisiocratiche(e della letteratura) danese del Settecento.475 Dotato di mente aperta e animo cosmopolita,

a alla politicacapace di integrare al meglio la propria formazione con le opportunità fornite da lunghi

e sempre piùviaggi all’estero (dove fu pronto ad apprendere le nuove idee sulla scienza, la morale, la

filosofia, la religione, la società), Holberg ne fu convinto ed efficace diffusore in una

ministiche sonoragguardevole serie di scritti che affrontano argomenti storici, religiosi, filosofici, morali,

ova concezione sociali con l’unica ‘bussola’ della ragione.476 In lui la lezione di filosofi come l’inglese John
ei limiti impostiLocke o il francese Pierre Bayle (1647-1706) appare chiara, mentre la sua visione per molti

i eminenti sonoversi lo accomuna a Montesquieu e Voltaire. Non essendo questa la sede in cui poter

oria del diritto;proporre una approfondita disamina di tutti i suoi contributi, si porterà, come esempio

– fu tra l’altroeccellente, Il viaggio sotterraneo di Niels Klim, romanzo da lui scritto in latino (Nicolai

ema – mostra diKlimii Iter Subterraneum) e uscito anonimamente a Lipsia nel 1741 (nel che si comprende il

separazione deidesiderio di sottrarsi alla censura danese e far conoscere la propria opera a un pubblico il più

Hübner (1723-vasto possibile).477 Il libro si inserisce nel filone dei romanzi incentrati su viaggi fantastici in

delle questioniPaesi inesistenti (il cui modello ispiratore va ricondotto a Tommaso Moro: si pensi Jonathan

ione degli studiSwift ma, se si vuole, anche a Montesquieu,478 e a Voltaire479) nei quali è possibile

a Samuel vonimmaginare società basate su princìpi molto diversi da quelli comunemente vigenti.480 Il

ofia del diritto,protagonista, un giovane norvegese, di ritorno a Bergen dopo aver completato gli studi a

Copenaghen, incuriosito da una strana caverna finisce per cadervi dentro e si ritrova così nel

ne dei princìpimondo sotterraneo: qui compie un itinerario della durata di dodici anni nel corso del quale

o di nazionalitàviene a contatto con diverse società. La loro descrizione fornisce a Holberg il pretesto per

nte della cultura esprimere i propri convincimenti e guidare il lettore in un percorso di riflessione avendo

mo cosmopolita,come unica guida il proprio intelletto. Ciò vale particolarmente quando Niels si confronta

rnite da lunghi con il Regno di Potu (si legga il nome al contrario!), abitato da saggi alberi pensanti, per i

a, la morale, laquali la legge non è altro che applicazione del diritto naturale e dove egli trova (seppure nella

ffusore in unacornice di un assolutismo illuminato) tolleranza religiosa, giustizia imparziale, buon senso

osofici, morali,equilibrato, parità sociale; di Martinia, il Regno delle scimmie, dove al contrario dominano

e l’inglese Johnintolleranza cieca, ortodossia inflessibile, formalismo ottuso, appiattimento passivo (verrebbe
sione per moltida dire scimmiottatura insulsa); di Mardak (Danmark?) dove per non incorrere in severe

de in cui poterpunizioni corporali si è costretti a negare ciò che è evidente ai propri occhi.481 Opera della

come esempiomaturità, Niels Klim costituisce per molti versi la summa del pensiero illuministico di

NicolaiHolberg: in perfetto equilibrio tra parodia, satira e riflessione filosofico-morale egli combatte

si comprende il contro la superstizione, l’intolleranza, l’ignoranza e ogni forma di soffocamento della libertà

pubblico il piùindividuale (non da ultimo un ottuso pietismo), rivendicando il diritto dell’individuo di

ggi fantastici in‘sperimentare’ il mondo basandosi in primo luogo sulle proprie risorse intellettuali, piuttosto

pensi Jonathanche accettando verità dogmaticamente imposte.482 Egli inoltre mette in guardia dalla cattiva

ali è possibileabitudine di giudicare positivamente ciò cui siamo avvezzi solo perché affermato nella

Ilconsuetudine, insegnando piuttosto a considerare criticamente con imparzialità e sulla base di

tato gli studi aun sano buon senso ciò che ci appare diverso ma che per altri può essere (secondo il nostro

ritrova così nelmedesimo errore di prospettiva ) consueto e, dunque, positivo. In ciò quello che è stato

corso del quale definito il suo ‘relativismo’.

il pretesto per Uno dei campi nei quali l’opera di Holberg ha lasciato frutti copiosi è certamente quello

essione avendodella ricerca storica, coltivata fin dagli anni giovanili, seppure egli si dedicasse a questo tipo

els si confrontadi studi soprattutto dopo la lunga parentesi destinata alla stesura delle commedie: nel 1730

pensanti, per iaveva del resto ottenuto la cattedra in questa disciplina all’Università di Copenaghen. A lui si

a (seppure nelladevono, tra l’altro, una voluminosa Storia del Regno di Danimarca (Dannemarks Riges

ale, buon senso Historie, 1732-1735), in tre tomi, e una Storia universale della Chiesa (Almindelig Kirke-

rario dominanoHistorie, 1738). Il metodo di Holberg è (da pragmatico quale egli era) pienamente

ssivo (verrebbeilluministico: sottraendo l’analisi a soggezioni teologico-bibliche e a manie di grandezza


rrere in severe asservite alla propaganda politica egli dà prova di un sicuro uso delle fonti ed espone il

Opera dellaproprio pensiero (che appare orientato alla difesa dell’assolutismo regio e degli interessi della

lluministico di borghesia) in uno stile limpido e fluente, sottolineando il valore pratico degli studi storici dai

e egli combatte quali vanno tratti opportuni insegnamenti.483 Suoi contemporanei sono altri studiosi che

nto della libertà(seppure non mostrino identità di prospettive) come lui pongono le basi della storiografia

ell’individuo didanese moderna.484 Nel medesimo anno in cui Holberg otteneva la cattedra di Storia, Hans

ttuali, piuttostoGram (1685-1748) veniva nominato storico del Regno, segretario dell’Archivio e

dia dalla cattiva bibliotecario reale:485 grazie a ciò ebbe a disposizione testi e documenti riservati che studiò

affermato nellacon pazienza e dedizione impostando un severo metodo di critica delle fonti (storiche e

à e sulla base didiplomatiche) che risente in maniera palese d’una formazione in primo luogo filologica,

condo il nostrosicché il suo è – piuttosto che un lavoro di analisi – la diligente opera di un raccoglitore e

llo che è stato catalogatore di materiale prezioso. Allievo di Gram fu Jakob Langebek (1710-1775),

fondatore (1745) e primo presidente della Reale società danese per la storia patria (Det

rtamente quellokongelige danske Selskab for Fædrelandets Historie),486 ma anche linguista ed editore di

se a questo tipofonti: a lui si deve l’avvio della serie dal titolo Scriptores Rerum Danicarum Medii Ævi così

medie: nel 1730come il progetto di un diplomatarium dano-norvegese (per altro basato su materiale raccolto

naghen. A lui sida Gram). A Gram e Langebek dichiara esplicitamente il proprio debito di riconoscenza

nemarks RigesPeter Frederik Suhm (1728-1798), anch’egli poi presidente della Società per la storia patria,

mindelig Kirke-possessore di una ricca biblioteca e autore di molti lavori (anche di carattere divulgativo) tra i

a) pienamente quali spicca una Storia della Danimarca (Historie af Danmark) in ben quattordici volumi

e di grandezza(1782-1828), che, seppure non esente da difetti e imprecisioni (tra l’altro accetta ancora la
ti ed espone ilcronologia basata sulla Bibbia) costituisce un imprescindibile punto di riferimento nella

i interessi dellastoriografia danese. Della sua parallela attività letteraria, frettolosamente giudicata dai

studi storici daicontemporanei di alto livello, meritano attenzione più che altro le opere ispirate al patrimonio

ri studiosi che culturale nordico nelle quali è manifesto quello stretto collegamento tra amore per la

ella storiografia tradizione e storiografia che tanti frutti avrebbe prodotto dal romanticismo in poi.487

di Storia, Hans Collaboratore e amico di Suhm fu Gerhard Schøning (1722-1780), originario delle isole

ell’Archivio eLofoten, il cui ambizioso progetto di una grande storia della Norvegia fu solo in parte

rvati che studiò realizzato:488 sebbene anche nella sua opera ancora si trovino richiami ben precisi al valore

onti (storiche e‘storico’ della Bibbia (fa discendere i primi abitanti del Nord da Tubal, figlio di Jafet a sua

uogo filologica,volta figlio di Noè),489 la sua capacità di inserire i dati in un più ampio contesto culturale ne

n raccoglitore e sottolinea al contempo la qualità innovativa; senza dimenticare che il suo patriottismo (non

k (1710-1775), esente da intenti didattici) lo induce a sottolineare le qualità del suo popolo, rivendicandone

Dettutta la ‘dignità storica’. Schøning può dunque essere considerato il fondatore di una ricerca

a ed editore distorica norvegese indipendente.490 Né va qui dimenticato, seppure per certi versi inviso a

cosìHolberg, Andreas Hojer (o Høyer, 1690-1739), i cui scritti mostrano chiarezza di intenti e

ateriale raccoltoindipendenza di giudizio: doti che si ritrovano nei suoi lavori giuridici.

di riconoscenza Nel Settecento anche la storiografia svedese avrebbe conosciuto importantissimi sviluppi.

la storia patria,Per la verità fin dal secolo precedente c’erano stati nel Paese nomi illustri, come quelli degli

ivulgativo) tra istorici del Regno Bogislaus Philipp von Chemnitz (1605-1678, di origine tedesca) e

ttordici volumiJohannes Widekindi (1618 o 1620-1675), i cui lavori costituiscono un punto di riferimento

ccetta ancora laper la storia svedese contemporanea e non solo. E tuttavia l’impostazione goticista restava
ferimento nella assai diffusa, come dimostra, tra l’altro, il progressivo adeguamento a quel canone nell’opera

giudicata daidi un altro storico del Regno, il già citato giurista Johannes Loccenius:491 si è del resto

e al patrimoniorilevato come quella prospettiva rispondesse a una precisa esigenza politica. Sicché in pieno

amore per la Settecento, nonostante le riserve ormai da più parti avanzate tanto sul merito quanto sul

487metodo, l’ombra lunga delle fortunate teorie rudbeckiane ancora si proiettava sugli studi

ario delle isolestorici. Si annoverano così autori come Johan Göransson (1712-1769) che nello slancio

u solo in partegoticista si lascia andare ad affermazioni che oltrepassano il limite dell’assurdo492 ed Eric

recisi al valoreJulius Biörner che riteneva le saghe islandesi fonti sicure della storia patria.493 Ma una nuova

o di Jafet a suastoriografia muove i suoi passi. Nel 1745 Bengt Bergius (1723-1784) fondava, su modello

sto culturale nedanese, una Accademia storica (Historisk akademi) che tuttavia (per l’opposizione della

triottismo (nonReale accademia della scienza) non ebbe la necessaria approvazione (1749);494 ciò

rivendicandone naturalmente non impedì (anche per gli sviluppi all’interno dell’Archivio delle antichità)495

e di una ricercal’impostazione delle ricerche su basi scientifiche: una strada già indicata da Erik Benzelius496

versi inviso ae seguita da Göran Nordberg (1677-1744), storico di Carlo XII, e più tardi da Olof Celsius il

zza di intenti egiovane497 (professore a Uppsala e autore di studi su Gustavo Vasa ed Erik XIV) ma –

soprattutto – da Sven Lagerbring (1707-1787, Bring prima della concessione della dignità

issimi sviluppi.nobiliare), vero innovatore della storiografia svedese alla quale applicò un rigoroso metodo

me quelli degli critico. La sua Storia del Regno svedese (Swea rikes historia) purtroppo incompiuta, è uno

ine tedesca) estudio condotto secondo metodi sorprendentemente moderni.498 Quasi coetaneo di

o di riferimento Lagerbring è un altro storico che, seppure in questo campo gli resti inferiore, di molto lo

oticista restavasovrasta per la fama: Olof Dalin (1708-1763, dal 1751 il nobile von Dalin). A sua volta
none nell’operaautore di una Storia del regno svedese (Svea Rikes historia, 1747-1762) che copre il periodo

si è del restodalle origini fino al tempo dei figli di Gustavo Vasa e inserisce le vicende svedesi in

Sicché in pienoprospettiva europea, egli rigetta (finalmente) l’idea che i sovrani svedesi abbiano

rito quanto suldiscendenza biblica499 e, insieme, rifiuta la consuetudine di ‘costruire’ verità storiche

ava sugli studibasandosi su supposizioni quando non – addirittura – su invenzioni. Col che viene

e nello slancio definitivamente messa la parola fine alle stravaganze goticiste. Non che ciò avvenga (da

ed Ericparte sua) senza errori, né (da parte di altri) senza opposizione.500

Ma una nuova L’affermazione del nuovo metodo storico segna una netta distanza dalle fantasie goticiste che

va, su modellotanto consenso politico-culturale avevano ottenuto nel XVII secolo. In un breve scritto Ludvig
Holberg volle rimarcare la propria critica a un certo modo di ‘costruire’ la storia interpretando i dati
posizione della
con faciloneria e lasciandosi trasportare da entusiasmi tanto scientificamente inconsistenti quanto
ciò
risibili. Nella sua parodia dell’Atlantide di Rudbeck501 è proposta una satira intelligente che, per la
495
persistente tendenza a proporre teorie tanto allettanti e fantasiose quanto fasulle e scientificamente
496
inconsistenti, neppure al tempo presente ha perso la sua attualità:
Olof Celsius il
“Ho recentemente letto l’Atlantide di Rudbeck e mi sono meravigliato della capacità di
rik XIV) ma –
quest’uomo di trovare e portare alla luce cose nascoste e prima sconosciute, col che egli ha
ne della dignità guadagnato ai Paesi nordici una grande considerazione, e restituito quell’onore che gli scrittori

goroso metodogreci e romani hanno loro tolto o per cattiveria o ignoranza. Con argomenti incontestabili egli ha

ompiuta, è unodimostrato che molte cose, che gli antichi scrittori ritengono essere avvenute in Oriente, Asia o

i coetaneo diGrecia, in realtà sono avvenute nel Nord. Io credo di poterne indicare ancora altre. La lettura degli

re, di molto loantichi scrittori greci e romani diventa perciò inutile, fatta eccezione solo per lo stile; poiché le
storie che essi compongono sono false, i luoghi inventati e i nomi alterati. Io voglio concedere
n). A sua volta
copre il periodoqualcosa a Omero, dal momento che egli era un poeta, e un poeta non fa nient’altro se non mentire.

nde svedesi inMa un Erodoto, un Diodoro, e altri, che vogliono avere il nome di storici veritieri, non possono in
alcun modo essere perdonati. Non si può leggere senza turbamento con quale impudenza essi
vedesi abbiano
attribuiscano alla loro patria ciò che è avvenuto qui nel Nord. Un sudore freddo, cari fratelli! mi
verità storiche
copre la fronte, tutte le volte che vedo in che modo essi hanno alterato nomi di luoghi e persone
Col che viene
nordici, e li hanno rivestiti con abiti asiatici, greci e romani [...] Poiché al primo sguardo si può
iò avvenga (da
vedere come innumerevoli nomi di persone e di luoghi stranieri siano stati rubati al nostro Nord, e

come li si sia voluti rendere irriconoscibili, o aggiungendo, o togliendo una sillaba; al modo in cui
sie goticiste che
da Troels [si trae] Troilus, che essi hanno fatto diventare un principe frigio; da Dania Dardania:
e scritto Ludvig
Poiché è incontestabile che il termine Dania sia più antico, dal momento che bravi scrittori hanno
erpretando i dati
mostrato che il patriarca Dan poco dopo il diluvio universale si stabilì in questo Regno, che dal suo
onsistenti quanto
nome venne detto Dannemark, cioè Territorio di Dan502 [...] Con talune altre parole ciò è ancora più
gente che, per la
evidente, perché i suddetti scrittori le hanno lasciate quasi inalterate, ma ciò nonostante o per
scientificamente
ignoranza o per cattiveria hanno voluto farne nomi dei loro Paesi [...] Altre al contrario le hanno

rese maggiormente irriconoscibili, non tuttavia al punto che con l’aiuto delle regole dell’etimologia
ella capacità di
e degli anagrammi non si possa scoprire quale sia la loro origine [...] È a questo riguardo e [mosso]
col che egli ha
da ardore patriottico, che io per un po’ di tempo ho cercato di dedicarmi a questo studio, e posso
che gli scrittori
affermare, che da questo lavoro ho mietuto ottimi risultati: Poiché con questo mezzo ho scoperto che
ntestabili egli ha
la maggior parte delle cose ragguardevoli che si trovano riportate nelle storie greche e romane sono
Oriente, Asia o
avvenute nel Nord [...] Ho scoperto e posso tra l’altro chiaramente mostrare, che la guerra di Troia
La lettura degli
ha avuto luogo in Norvegia, e che Troja è lo stesso di Trandia vale a dire Trundhiem [Trondheim]
stile; poiché le
[...] Trojlus non è altro se non Troels o Truels, Paris [Paride] Per Iversen, Hector [Ettore] Henrik
oglio concedere
Thorsen, Palamedes Palle Mikelsen, Agamennon Aage Mogensen, Olysses [Ulisse] Ole Lykke,
o se non mentire.Achilles Acho Hellesen, Ajak [Aiace] Anders Jacobsen, Helene Ellen, e via dicendo. Poiché in tal

, non possono inmodo io nella mia tesi sono confortato dalla corrispondenza dei nomi, sono stato incoraggiato a

impudenza essicercare la vera storia della guerra di Troia, la quale ho chiaramente trovata in un antico

cari fratelli! mi manoscritto islandese in questo modo. La figlia di un re di Hedemark503 di nome Ellen fu rapita da

uoghi e personeuno jarl504 di Trundheim Per Iversen; ragion per cui tutti i re locali a sud delle montagne si

o sguardo si puòallearono contro il padre di quel medesimo jarl, che allora governava a Trundhiem e si chiamava

l nostro Nord, e Prebend Amundsen, il quale nome i Greci poi hanno trasformato in Priamus. Dopo due anni di

; al modo in cuiassedio (i menzogneri Greci dicono dieci anni) la città di Trandia o Troja fu infine conquistata e

Dania Dardania:distrutta: Essa poi a lungo rimase deserta; i re che vennero dopo si accontentarono semplicemente

i scrittori hannodi un castello detto Laden [Lade], finché infine ritennero opportuno fondare una nuova città sulle

gno, che dal suofondamenta dell’antica Troja, la quale ebbe nome Nidraas [Nidaros].505 Fra tutti gli eroi che si

ciò è ancora piùfecero coinvolgere in questa guerra, trovo solo un comandante danese, cioè il vecchio Nestor, il

onostante o per quale si ritiene abbia fondato la città di Næstved in Selandia [...] In proposito qualcuno potrebbe

ntrario le hanno domandare: In che modo i più antichi scrittori greci sono venuti a conoscenza delle vicende

e dell’etimologianordiche, e in che modo hanno potuto avere l’idea di farle divenire storie proprie. Al che si

uardo e [mosso]risponde: Dal momento che le terre nordiche sono state colonizzate immediatamente dopo il diluvio

o studio, e posso universale, si possono ricondurre a loro le storie più antiche [...] perciò non desta meraviglia che gli

ho scoperto chescrittori greci, che ambivano a conferire una grande antichità alle loro storie, ma non avevano

e e romane sonomateriale, dal momento che le loro terre sono state colonizzate più tardi, abbiano composto le loro

guerra di Troiastorie dai racconti delle imprese danesi, norvegesi e svedesi ascoltati dai viaggiatori nordici, e per

em [Trondheim]vanità le abbiano fatte passare come se fossero avvenute nelle loro terre [...]”506

[Ettore] Henrik L’opera storica di Dalin si collega certamente ai suoi indiscutibili interessi politici e

sse] Ole Lykke, dunque all’analisi della situazione svedese, da lui tra l’altro proposta in forma allegorica
do. Poiché in talnello scritto dal titolo La storia del cavallo (Sagan om hästen, 1740) nel quale il destino della

o incoraggiato apatria viene paragonato a quello di un cavallo le cui sorti dipendono dalle virtù o dai difetti di

ta in un antico
chi lo possiede.507 Tuttavia, a parte una produzione letteraria di un certo valore (fu autore di
llen fu rapita da
poesie e testi teatrali) Dalin è noto, soprattutto, per la pubblicazione di un giornale508 che
lle montagne si
avrebbe fatto epoca: L’Argo svedese (Then Swänska Argus).
m e si chiamava
Come noto il Settecento è, non solo in Scandinavia, il secolo in cui questo tipo di
opo due anni di
pubblicazioni si afferma come strumento di dibattito politico e sociale, così come di
ne conquistata e
divulgazione e confronto di temi scientifici e letterari (ancora imprecisato è il confine tra
o semplicemente

nuova città sulle


‘giornale’ e ‘rivista’): la loro origine risale tuttavia al Seicento.509 Grazie alle nuove

i gli eroi che sipossibilità offerte dall’introduzione della stampa anche in Scandinavia si era diffuso l’uso di

ecchio Nestor, ilfar circolare lettere informative o relazioni su ‘fogli volanti’ che riportavano notizie di vario

alcuno potrebbegenere (per lo più eventi relativi alla famiglia reale, fenomeni naturali di particolare impatto,

za delle vicendeinformazioni di carattere politico ma anche dati e notizie utili per i commercianti e gli

oprie. Al che si
amministratori), un ‘servizio’ (talora promosso dallo Stato o dalla Chiesa) cui l’introduzione
e dopo il diluvio
della posta avrebbe impresso notevole impulso.510 I primi giornali risposero dunque alle
eraviglia che gli
medesime esigenze. In Danimarca, dove per lungo tempo ci si richiamerà alla Germania, il
ma non avevano
primo decreto di concessione del ‘privilegio’ di produrre un tale tipo di pubblicazione “in
composto le loro
danese e tedesco” (“paa danske og tydske”) venne emesso nel 1634 a beneficio di due
ri nordici, e per
stampatori di origine tedesca Melchior Martzan (morto nel 1654) e Joachim Moltke (morto

nel 1664): della loro attività in questo campo non restano che poche tracce.511 Solo una
eressi politici e
ventina d’anni dopo si può cominciare a parlare di giornali veri e propri, destinati tuttavia a
orma allegorica
il destino dellavita piuttosto breve. Gli stampatori sono Peter Hake (di probabile origine tedesca, morto nel

ù o dai difetti di1659), e Peder Jensen Morsing: entrambi fecero uscire titoli in lingua tedesca.512 Morsing

re (fu autore di morì nel 1658, durante l’assedio di Copenaghen: la vedova passata a seconde nozze cedette i

chediritti ereditati al nuovo marito, Henrik Gøde (morto nel 1676) che portò avanti la

pubblicazione del Settimanale (Wochentliche Zeitung) iniziato da Morsing tra il 1657 e il

questo tipo di1659513 e più tardi (dal 1667?) intitolato Corriere ordinario (Ordinarie Post-Zeitung): esso

così come diriportava in primo luogo notizie dall’estero. Nel Paese il primo giornale regolare in lingua

è il confine tranazionale è piuttosto Il Mercurio danese (Den danske Mercurius), un mensile (in versi

zie alle nuovealessandrini!) fatto uscire dall’agosto del 1666 fino alla morte da Anders Bording (1619-

diffuso l’uso di1677), noto anche come autore di salmi.514 Un foglio certamente ispirato, non solo nel nome,

notizie di varioal Mercurio nordico (Nordischer Mercurius, pubblicato ad Amburgo a partire dal 1665, dal

icolare impatto,poeta, scrittore e traduttore tedesco Georg Greflinger, ca.1620-1677).515 Nel suo lavoro

mercianti e gliBording dedica alla Danimarca grande spazio, seppure non manchi di riferire le notizie

i l’introduzioneprovenienti dall’estero (soprattutto da Germania, Inghilterra, Francia). Ma il suo interesse,

ro dunque alle focalizzato in primo luogo su argomenti commerciali e politici (siamo in piena epoca

la Germania, ilmercantilistica ma anche, e soprattutto, nel periodo del consolidamento dell’assolutismo

bblicazione “inregio), dimostra chiaramente la volontà di creare consenso al potere, del resto è assai

eneficio di dueprobabile che l’idea di redigere questa pubblicazione gli venisse direttamente dall’ambiente

Moltke (mortodi corte. Qualche anno dopo (1672) fanno la propria comparsa le pubblicazioni (in prosa) di

Solo una quello che viene considerato il primo vero e proprio giornalista danese: Daniel Paulli (1640-

tinati tuttavia a1684), figlio del celebre medico e botanico Simon,516 il quale nel 1672 pubblica in tedesco la
esca, morto nelRelazione Straordinaria (Extraordinaire Relation) e in danese le Relazioni mensili

Morsing(Maanedlige Relationer)517 e il Giornale danese (Dansk Advjs); per la vivacità dello stile, la

nozze cedette ivarietà degli argomenti trattati, la corretta redazione delle notizie, i contatti diretti con le

portò avanti lafonti, egli precorre la stampa moderna.

tra il 1657 e il Anche nella Svezia della “grande potenza” il governo non aveva mancato di comprendere

): essol’utilità del nuovo mezzo di comunicazione: il primo giornale svedese risale infatti al

golare in lingua1645;518 in realtà si tratta di un settimanale, il Corriere ordinario (Ordinari Post Tijdender),

ensile (in versiaffidato a Johan von Beijer (1606-1669) direttore del servizio postale; come nel caso del

Bording (1619-Mercurio danese l’intento di sostenere la politica governativa appare evidente nella scelta di

solo nel nome, riportare informazioni (ben selezionate) fornite da corrispondenti all’estero (specie dal fronte

e dal 1665, daldi guerra) per trasmettere alla popolazione messaggi positivi e patriottici.519

Nel suo lavoro Se dunque si fa eccezione per Paulli la stampa seicentesca appare pedissequamente legata

erire le notiziea modelli stranieri o piegata alle finalità del potere politico (anche se Bording va considerato

l suo interesse, piuttosto un poeta), sicché nell’ottica di un reale contributo al dibattito sociale il vero ‘secolo

n piena epocadei giornali’ sarà, senza dubbio, il Settecento. Il numero delle testate (che compaiono ora

ell’assolutismo anche in centri di minore importanza e nelle colonie)520 aumenta, così come la varietà degli

l resto è assai argomenti trattati. In Danimarca l’eredità di Paulli (morto a soli quarantaquattro anni) era

e dall’ambientestata raccolta dal tedesco Johan Philip Bockenhoffer (ca.1651-1697) coadiuvato dal poeta

ni (in prosa) di Povel Pedersen (date ignote) e, successivamente, da Johannes Laverentzen (ca.1648-1729)

el Paulli (1640-con il quale l’editoria giornalistica conobbe un periodo di decadenza. Dal 1720 iniziarono a

ca in tedesco lauscire le Relazioni straordinarie (Extraordinaire Relationer) dello stampatore Joachim


azioni mensiliWielandt (1690-1730, noto anche per i suoi contrasti con Holberg), un foglio che più tardi

tà dello stile, la(1731) si fuse con Il corriere di Copenaghen (Kiøbenhavns Post-Rytter) di Johan Jørgen

i diretti con leHøpfner (1689-1759), il quale avendo sposato la vedova dello stampatore di libri Jørgen

Mathiesen Godiche (morto nel 1717) aveva acquisito il ‘privilegio’ di pubblicare giornali.521

di comprendereWielandt diede tra l’altro alle stampe pubblicazioni in lingua francese522 e, dal 1722, il primo

risale infatti algiornale danese economico di annunci;523 inoltre riuscì (1724) a ottenere dal servizio postale

),il diritto di spedizione in abbonamento, il che favorì ulteriormente la diffusione delle sue

me nel caso delpubblicazioni. Tra i primi editori di giornali danesi va ricordato soprattutto, Ernst Henrich

e nella scelta diBerling (1708-1750), di origine tedesca, che nel 1748 aveva acquistato il ‘privilegio’ per la

pecie dal frontestampa di giornali dalla vedova di Wielandt: grande fortuna avrebbe avuto, in particolare, il

suo Corriere delle notizie danesi di Copenaghen (Kiøbenhavnske Danske Post-Tidender)

uamente legatauscito come bisettimanale a partire dal gennaio del 1749: esso – che avrebbe in seguito

va considerato(1833) mutato il nome in Notizie di Berling politiche e di annunci (Berlingske Politiske og

il vero ‘secolo Avertissements Tidende, 1833),524 più tardi (1936) semplificato in Berlingske Tidende e

compaiono orainfine (2011) in Berlingske – resta uno dei quotidiani più diffusi di Danimarca.525

la varietà degli In Svezia il nome di primissimo piano è, come detto, quello di Olof Dalin. L’Argo

uattro anni) erasvedese (Then Swänska Argus),526 uscito settimanalmente a Stoccolma tra il dicembre 1732 e

uvato dal poetail dicembre del 1734, doveva infatti segnare un punto di svolta, anche nella prospettiva

(ca.1648-1729)linguistica. Spesso affidandosi a dialoghi immaginari tra personaggi di fantasia (con nomi

20 iniziarono aassolutamente espressivi)527 o a storie con protagonisti degli animali, Dalin (che non tralascia

patore Joachimdi rivolgersi anche al pubblico femminile) esprime il proprio pensiero su argomenti di vario
o che più tardigenere, dalla politica alla storia, dall’economia all’istruzione, dai problemi di carattere

i Johan Jørgen morale a quelli sociali, dalla letteratura alla lingua. Lo stile sciolto e vivace e la capacità di

di libri Jørgen approfondimento dei temi trattati nel giornale ne faranno da subito una lettura di successo fra

521persone di diversa estrazione, dando l’avvio a un dibattito ampio e informato. Siamo nella

l 1722, il primocosiddetta “era della libertà”,528 eppure l’autore – che deve comunque sottoporre i propri

servizio postalescritti al giudizio del censore – si cela prudentemente dietro l’anonimato. Finché il suo nome

sione delle suesarà svelato e la polemica politica prenderà il sopravvento (Dalin del resto faceva parte di

Ernst Henrichquel settore del “partito dei cappelli” del tutto leale verso la monarchia al cui interno si

ivilegio’ per lasarebbe poi formato il “partito di corte”). Forse sta qui la ragione per cui, nonostante lo

n particolare, ilstraordinario consenso di pubblico, il giornale cesserà le pubblicazioni dopo soli due anni.

)Non dopo aver fatto epoca e collocato il proprio autore fra i grandi nomi della letteratura

ebbe in seguitosvedese.529 Dalin ebbe naturalmente seguaci e imitatori: innanzi tutto Olof Gyllenborg (1676-

ke Politiske og1737) che nel 1735 pubblicò L’ombra dell’Argo defunto (Skuggan af den döda Argus); poi

eJohan Browallius (1707-1755), Olof Celsius il Giovane,530 Johan Fredrik Kryger (1707-

1777) e Anders Berch il Giovane (den yngre, 1736-1770). Il primo, che aveva conosciuto il

L’Argo fallimento del suo foglio Innocente chiacchierata conviviale (Oskyldig målro, 1731), cercò

icembre 1732 e di adeguarsi alla lezione dell’Argo svedese con Il Mercurio filosofico (Den Philosophiske

ella prospettiva Mercurius, 1734) e Il patriota svedese (Den svenske patrioten, 1735); il secondo volle invece

asia (con nomi insieme al poeta e drammaturgo Andreas Hesselius (1714-1762) proporre una continuazione

he non tralasciadel giornale di Dalin pubblicando nel 1738 Lo zelo svedese (Thet swenska nitet) nel quale per

omenti di variola prima volta vennero introdotti anche argomenti di critica letteraria;531 il terzo, che già dal
mi di carattere1751 aveva pubblicato un settimanale economico Il patriota di buone intenzioni (Den

e la capacità di Wälmenande patrioten), nel 1767 salutò la libertà di stampa con Il libero pensatore razionale

di successo fra (Den Förnuftige Fritänkaren); il quarto, infine, con il suo Corriere (Posten, 1768-1769) fu

to. Siamo nella probabilmente l’unico capace di reggere il confronto con il proprio modello.

oporre i propri Seppure lo straordinario consenso ottenuto da L’Argo svedese fosse dovuto alle qualità

ché il suo nomedel suo autore, l’iniziativa di Dalin non è da considerarsi originale. Egli si era evidentemente

faceva parte di ispirato a due celebri testate inglesi, The Tatler (1709-1711) e The Spectator (1711-1712)532

cui interno si la cui fama doveva produrre anche in Scandinavia numerose imitazioni, certamente anche

, nonostante lolegate al successo de L’Argo svedese (di cui negli anni 1740-1741 comparvero traduzioni in

o soli due anni.danese).

della letteratura In Danimarca – dove per altro il primo tentativo in quella direzione risale agli anni 1724-

llenborg (1676-1726, quando era stato dato alle stampe Il patriota di Amburgo (Den hamborgske patriot)

); poiversione danese di un giornale di quella città – constatiamo la prolungata fioritura di

Kryger (1707-numerose pubblicazioni legate a questo modello. Così Lo spettatore danese (Den danske

va conosciuto il Spectator, 1744-1745)533 di Jørgen Riis (o Ries, 1717-1749), settimanale popolare in tutto il

, 1731), cercòPaese che lasciava molto spazio alla satira e diede origine a una vivace discussione su temi

Philosophiske sociali (molte delle idee di Riis avrebbero ispirato le riforme negli anni a venire);534 Lo

do volle invecespettatore patriottico (Den patriotiske Tilskuer, 1761-1763) di Jens Schelderup Sneedorff,

a continuazioneprofessore di diritto, precettore del principe ereditario, studioso delle problematiche sociali,

) nel quale persostenitore dei diritti dei contadini, uno dei grandi nomi dell’illuminismo danese; Lo

rzo, che già dalspettatore danese (Den Danske Tilskuer, 1791-1806) del critico Knud Lyhne Rahbek (1760-
Den1830) che fece poi seguire testate analoghe.535 Un contesto nel quale va citato anche Johann

atore razionale Elias Schlegel (1719-1749), scrittore tedesco residente in Danimarca – e zio dei ben più

1768-1769) fucelebri August Wilhelm (1767-1845) e Karl Wilhelm Friedrich (1772-1829) Schlegel – che

nella propria lingua pubblicò a Copenaghen il periodico Lo straniero (Der Fremde, 1745-

uto alle qualità 1746).

evidentemente In Svezia, dove una sorta di precedente del giornale di Dalin (seppure qualitativamente

532 assai inferiore) può essere indicato nel Mercurio moralizzante (Sedo Lärande Mercurius,

rtamente anche1730-1731) dei fratelli Carl (1703-1761) ed Edvard (1704-1767) Carleson,536 compaiono

ro traduzioni in nella seconda metà del secolo periodici di una certa importanza come Il Settimanale di

Stoccolma (Stockholms Weckoblad, 1745-1779) di Peter Momma537 e il Quotidiano

agli anni 1724-eterogeneo (Dagligt Allehanda) del 1769, inizialmente (dal 1767) un allegato economico del

)precedente.538 Interessante è anche la nascita della prima vera testata politica, Un onesto

ata fioritura di svedese (En Ärlig Swensk, 1755-1756), redatto anonimamente da Niklas von Oelreich (1699-

Den danske 1770) ultimo censor librorum539 per il partito dei “cappelli”.540

olare in tutto il La novità editoriale costituita dai giornali doveva naturalmente, prima o poi, raggiungere

ussione su temianche gli altri Paesi nordici. In Norvegia il primo tentativo di pubblicare un periodico fu fatto

Loa Bergen nel 1721 quando il danese Peter Povelsen Nørvig (morto nel 1741) diede l’avvio

erup Sneedorff,alla propria stamperia541 e fece uscire Il corriere Mercurio (Ridende Mercurius), un

matiche sociali,settimanale che tuttavia ebbe vita breve: nel maggio del 1722 esso dovette infatti cessare le

Lopubblicazioni, dal momento che rifacendosi alle Relazioni straordinarie di Wielandt

Rahbek (1760-pregiudicava il suo ‘privilegio’. Si sarebbe dunque dovuto attendere il maggio del 1763,
o anche Johannquando a Christiania uscì un settimanale dal titolo Fogli dell’Intelligenza norvegese (Norske

zio dei ben più Intelligenz-Seddeler)542 pubblicato dallo stampatore Samuel Conrad Schwach (ca.1731-1781)

Schlegel – cheoriginario della Pomerania, nel quale oltre agli annunci erano contenuti solo testi di carattere

, 1745-economico e religioso.543 Il che mostra chiaramente i limiti entro i quali poteva muoversi la

stampa nel Paese. In Islanda il primo periodico (uscito tra il 1773 e il 1776 a cura di Magnús

ualitativamenteKetilsson, sýslumaður di Búðardalur, 1732-1803)544 è Il mensile islandese (Islandske

nde Mercurius,Maanedstidende, 1773-1776) pubblicato in lingua danese.545 Due anni prima, nel 1771,

compaionocomparivano in Finlandia i Giornali editi da una Società di Åbo (Tidningar utgifne af et

Settimanale diSällskap i Åbo).546

Quotidiano Va da sé che l’aumento delle testate e la loro migliore diffusione furono fattori positivi

economico del che diedero impulso al confronto sociale (ma anche, nel caso di pubblicazioni scandalistiche,

Un onestoa quello che con termine attuale viene definito gossip). A un dibattito più circoscritto sul

Oelreich (1699-piano letterario o scientifico doveva invece contribuire la parallela fioritura di pubblicazioni

specializzate (anch’esse con modelli e radici nel Seicento), seppure i giornali comunemente

oi, raggiungereintesi non disdegnassero questi argomenti. In ambito letterario abbiamo in Danimarca fin dal

eriodico fu fatto 1720 le Ultime notizie su questioni dotte (Nye Tidender om lærde Sager)547 di Wielandt, una

1) diede l’avviopubblicazione che, ispirandosi a modelli stranieri, proponeva innanzi tutto una panoramica

), undelle novità librarie; seppure gradatamente facesse spazio alla critica;548 un titolo analogo

nfatti cessare lehanno i Giornali eruditi (Lärda Tidningar, 1745-1773) di Lars Salvius (1706-1773), grande

di Wielandtinnovatore dell’editoria svedese.549 Di seguito si affermano periodici di contenuto più

ggio del 1763, specificamente critico-letterario come, in Danimarca, il Giornale critico (Kritisk Journal,
Norske1767-1779) curato da Jacob Baden (1735-1804), allievo di Sneedorff e linguista; in Norvegia

(ca.1731-1781)i Fogli provinciali (Provinzialblade) di Claus Fasting;550 in Svezia il Corriere di Stoccolma

esti di carattere(Stockholms Posten, 1778-1832), organo delle idee enciclopediste nel Nord, fondato da

eva muoversi laJohan Henric Kellgren551 e il quotidiano Corriere straordinario (Extra-Posten, 1792-1795)

cura di Magnús cui porterà il proprio contributo critico soprattutto il poeta e drammaturgo Carl Gustaf af

IslandskeLeopold (1756-1829).552

ima, nel 1771, Altre discipline, come l’economia, la storia, la filosofia, la matematica, la medicina, la

ar utgifne af et topografia troveranno il proprio forum di discussione in riviste specializzate (non di rado

edite dalle diverse associazioni), sicché sarebbe lungo l’elenco: tra le molte basterà qui citare

fattori positiviqualche titolo prestigioso come il Dædalus Hyperboreus, prima rivista scientifica svedese

scandalistiche,pubblicata fra il 1716 e il 1718 da Emanuel Swedenborg;553 i Pensieri sull’economia svedese

circoscritto sul(Tanckar öfwer den Swenska Oeconomien, 1738) di Lars Salvius; le Pubblicazioni

i pubblicazionidell’Accademia della scienza (Vetenskapsakademiens Handlingar, avviate nel 1739, seppure

i comunementein effetti stampate dal 1741); la storica Rivista danese (Danske Magazin, 1745)554 e il

nimarca fin dalGiornale topografico per la Norvegia (Topographisk Journal for Norge, 1793-1808).555 Un

i Wielandt, unanome di rilievo in questo contesto è quello dello svedese Carl Christoffer Gjörwell (1731-

una panoramica1811), promotore di una quindicina di periodici dedicati a diversi argomenti, tra i quali vanno

titolo analogoqui ricordati almeno Il Mercurio svedese (Den Swänska Mercurius, 1755) e Il raccoglitore

6-1773), grande(Samlaren, 1773-1778) rivista di carattere storico e letterario alla cui redazione

contenuto più collaboreranno noti poeti e scrittori.556

Kritisk Journal, La tiratura dei giornali era naturalmente piuttosto limitata (al massimo qualche centinaio
ta; in Norvegia di copie) e la loro diffusione non sempre agevole. Ma l’interesse cresceva e in diversi casi si

e di Stoccolmasottoscriveva un abbonamento collettivo. Luogo di lettura e discussione degli articoli furono

rd, fondato dadunque i club, come il noto Drejers Klub, fondato nel 1775 da Jacob Drejer (1743-1813) a

, 1792-1795)Copenaghen (e il cui organo fu dal 1785 la rivista mensile Minerva, espressione di

Carl Gustaf af concezioni illuministiche e borghesi)557 ma anche i caffè,558 i salotti letterari e le

associazioni.

la medicina, la Elemento fortemente condizionante nello sviluppo dell’editoria giornalistica (e non solo) fu, in

e (non di radoScandinavia, l’istituto della censura. Sorto in primo luogo nell’ambito religioso per ragioni di
ortodossia (dopo che l’introduzione della stampa aveva notevolmente facilitato la produzione e la
asterà qui citare
diffusione di testi) esso venne successivamente esteso anche a quello politico. In Danimarca le prime
ntifica svedese
disposizioni in merito si trovano nell’Ordinanza luterana.559 Esse sono sostanzialmente riprese nella
onomia svedese
Legge danese di Cristiano V del 1683,560 dove si stabiliva che nessun testo potesse essere dato alle
Pubblicazioni
stampe se non dopo aver ricevuto l’imprimatur delle autorità competenti (religiose o accademiche), il
l 1739, seppure
che tuttavia non sempre garantiva gli autori da critiche e problemi.561 Un regolamento del 19 marzo
e il
1701 emanato dal censore Johan Bartram Ernst (1663-1722) ha per oggetto specifico i giornali ai
Unquali viene fatto obbligo di riportare in modo imparziale le notizie raccolte senza alcun tipo di

Gjörwell (1731-commento e comunque solo dopo averle sottoposte al censore.562 Il pensiero va a Daniel Paulli che

ra i quali vannoprudentemente aveva impresso sulle sue testate il motto “Riferisco quanto mi viene riferito” (“Relata

Il raccoglitore refero”). Durante il periodo in cui il governo danese fu, di fatto, nelle mani di Johann Friedrich

cui redazioneStruensee venne emesso un decreto di abolizione della censura, successivamente tuttavia corretto in
senso restrittivo.563 La caduta di Struensee comportò la cancellazione dei provvedimenti da lui

emanati, sicché anche la censura venne in sostanza reintrodotta.564 Dopo la presa di potere di
alche centinaio
Federico VI si ebbero due decreti in materia: ma se il primo (1790) mostrava la tendenza a una
n diversi casi si maggiore tolleranza (nel che si riconosce l’influsso di una personalità come Andreas Peter

articoli furono Bernstorff), quello successivo, emesso nel 1799 (significativamente due anni dopo la di lui morte)
pose nuovamente notevoli limitazioni.565 Naturalmente nel clima dell’illuminismo il dibattito sulla
(1743-1813) a
questione era ampio e vivace: tra i molti scritti sull’argomento appaiono assai significativi quelli
espressione di
(entrambi del 1797) dell’ecclesiastico Michael Gottlieb Birckner (1756-1798), Sulla libertà di
letterari e le
stampa e le sue leggi (Om Trykkefriheden og dens Love)566 e dello scrittore Peter Andreas Heiberg

(1758-1841), Una goccia nel mare degli scritti sulla libertà di espressione, dedicato alla
non solo) fu, in
commissione567 (En Draabe i det store Hav af Skrifter om Skrivefriheden, tilegnet Kommissionen).568
o per ragioni di
Quest’ultimo autore, condannato all’esilio, sarebbe stato vittima del rinnovato clima autoritario.569
produzione e la
Del resto anche Peter Collett (1767-1823), giudice a Copenaghen, fu rimosso dall’incarico senza
nimarca le prime
diritto alla pensione per aver elogiato lo scritto di Birckner e sostenuto la libertà di stampa. Il decreto
ente riprese nella
del 1799 sarebbe a lungo rimasto in vigore:570 ancora nel 1835 un cospicuo gruppo di liberali inviava
essere dato alle
al re Federico VI una lettera aperta per evitare una sua ulteriore restrizione: costoro fondarono anche
accademiche), il
la Società per l’uso corretto della libertà di stampa (Selskabet for Trykkefrihedens rette Brug) che
nto del 19 marzo
avrebbe svolto un’intensa attività di promozione culturale. La libertà di espressione sarebbe stata
fico i giornali ai
reintrodotta in Danimarca solo con l’approvazione della nuova Costituzione nel 1849571 e sempre
za alcun tipo di
rinnovata nelle successive revisioni fino alla vigente legge costituzionale del 1953.572
Daniel Paulli che
In Svezia la censura risaliva a Gustavo Vasa. Desideroso di dominare tutti gli aspetti della vita
“Relata
pubblica, egli aveva avocato a sé ogni diritto sulla stampa, dando il via a un controllo che sarebbe
Johann Friedrich
stato a lungo esercitato sia nell’ambito ecclesiastico sia in quello accademico, sia anche – soprattutto
ttavia corretto in
– da parte della cancelleria reale.573 Successivamente si sarebbero susseguiti decreti in materia e nel
vedimenti da lui
1686 sarebbe stata istituita la figura del censor librorum con il compito di esaminare ogni tipo di
esa di potere di
pubblicazione. Questo funzionario svolse il proprio compito anche durante la cosiddetta “era della
tendenza a una
Andreas Peterlibertà”, come ben testimonia Dalin medesimo.574 Ma il dibattito illuministico sulle ‘libertà’

la di lui morte)dell’individuo doveva imporsi anche qui: nomi di rilievo sono quello dell’economista e politico

il dibattito sulla Anders Nordencrantz,575 dell’allievo di Linneo e filosofo Peter Forsskål (1732-1763) e del padre del

gnificativi quelliliberalismo nordico Anders Chydenius.576 Il primo, che fin dal 1756 aveva pubblicato uno scritto a

Sulla libertà difavore della libertà di stampa presto sequestrato,577 è noto soprattutto per Una rispettosa analisi (En

Andreas Heibergwördsam föreställning, 1759) presentata al parlamento nel 1760: un corposo volume nel quale

, dedicato alla propone una critica approfondita della società e del suo funzionamento, non dimenticando di indicare

568 nella censura un grosso ostacolo al suo migliore sviluppo. Il secondo è autore dei Pensieri sul

569liberalismo (Tankar om borgerliga friheten), uno scritto che benché approvato dal censore fu tuttavia

ll’incarico senzafatto togliere dalla circolazione.578 Il terzo ebbe un ruolo di primo piano per la decisione assunta nel

tampa. Il decreto 1766 dal partito delle “berrette” di abolire la censura (tranne che per i testi di contenuto religioso).579

i liberali inviava Una liberalizzazione che determinò la comparsa di numerosi scritti di carattere politico ma che

fondarono ancheavrebbe avuto vita breve. Dopo l’ascesa al trono di Gustavo III le cose, infatti, cambiarono. Con la

) chepromulgazione della nuova costituzione voluta dal re e approvata dagli stati il 21 agosto 1772 il

ne sarebbe statadecreto infatti decadeva; nel 1774 fu emessa una disposizione che avrebbe dovuto chiarire la

e semprequestione ma, in realtà, limitava la libera espressione:580 essa sarebbe stata successivamente corretta

in senso ancor più restrittivo.581 Decisioni che, naturalmente, determinarono malcontento e reazioni,

aspetti della vita come è il caso di Pehr af Lund (1737-1806) che tra il 1781 e il 1783 pubblicò un quotidiano dal

ollo che sarebbe provocatorio titolo Quotidiano – Benedetta libertà di stampa (Dagbladet – Wälsignade

che – soprattutto tryckfriheten).582 Anche il poeta Thomas Thorild583 si espresse con grande forza per il diritto alla

in materia e nellibera espressione da lui considerato un fondamento dello Stato. Ciò fu una delle cause che, insieme

nare ogni tipo diad altri scritti di carattere liberale, gli costarono l’arresto, il processo e la condanna all’esilio

ddetta “era della (1793).584


o sulle ‘libertà’ Di libertà di stampa si sarebbe seriamente ridiscusso dopo la cacciata dal trono di Gustavo IV

mista e politicoAdolfo:585 nella nuova costituzione ratificata il 6 giugno 1809, due paragrafi vi fanno esplicito

) e del padre delriferimento.586 Questi princìpi troveranno applicazione in un decreto emesso successivamente.587 Ma

ato uno scritto a si tenga conto che nel 1812 il principe Carlo Giovanni (Karl Johan) riuscirà a far approvare il diritto

En di sequestro (indragningsmakten) per la stampa sgradita al governo.588 Più recentemente il diritto

olume nel qualecostituzionale alla libertà di stampa è stato proclamato nel 1949; nel 1991 inoltre è stato promulgato

cando di indicareun decreto costituzionale sulla generale libertà di espressione.589

Pensieri sul La Norvegia e l’Islanda seguirono naturalmente anche in questo ambito i destini danesi. Tuttavia

ensore fu tuttavia dopo gli eventi del 1814590 i Norvegesi videro riconosciuti i loro diritti (ivi compresa un’ampia

sione assunta nellibertà di stampa) nella costituzione di Eidsvoll.591 In Islanda ci fu un decreto del re danese del 9

579maggio 1855;592 attualmente la libertà di stampa è garantita dall’articolo settimo della costituzione

politico ma che approvata il 17 giugno 1944 in occasione della definitiva riconquista dell’indipendenza.

mbiarono. Con la 10.5. Sviluppi linguistici e letterari

1 agosto 1772 il 10.5.1. Le lingue nordiche tra influssi stranieri e purismo


vuto chiarire la
Sul versante linguistico il Settecento è, per molti versi, un secolo di assestamento, non da
vamente corretta
ultimo dal punto di vista ortografico. L’aumento costante degli scritti e la sostanziale
ntento e reazioni,
mancanza di norme esigevano una maggiore uniformità.593 In Danimarca, nonostante la
n quotidiano dal
diffusione di testi di riferimento come la Bibbia di Cristiano III594 e, più tardi, la Legge
– Wälsignade
danese di Cristiano V,595 una effettiva omogeneità ortografica non era stata raggiunta
per il diritto alla
(soprattutto nei testi manoscritti), per quanto questa esigenza fosse da tempo ben avvertita.596
use che, insieme

ndanna all’esilio
Un fattore condizionante fu certamente la grande varietà dialettale. Una caratteristica, questa,

che doveva influire sul danese anche in altri ambiti, sicché le scelte linguistiche mostrano
o di Gustavo IVnon di rado il carattere della casualità e ci consegnano un idioma nel quale non solo

fanno esplicitocoesistono forme contraddittorie (tratte ora dai testi letterari ora dai dialetti) ma compaiono

Ma
anche ingiustificate analogie grafiche.597 Del resto la stragrande maggioranza della
provare il diritto
popolazione si esprimeva nelle parlate locali e l’egemonia del latino negli ambienti
emente il diritto
accademici e colti (per non parlare della diffusione del tedesco e del francese)598 aveva a
stato promulgato
lungo ostacolato la formazione di una lingua nazionale che sarebbe emersa solo verso la fine

del secolo sulla base della parlata di Copenaghen e della Selandia.599 A livello letterario
danesi. Tuttavia
molti progressi vennero fatti grazie all’opera di autori come Holberg e Ewald600 (i quali –
mpresa un’ampia

re danese del 9
soprattutto il primo – seppero esprimere al meglio tutte le potenzialità della lingua danese)

ella costituzionema anche all’attività di un’istituzione come la Società per la promozione delle scienze belle e

utili (Selskabet til de skiønne og nyttige Videnskabers Forfremmelse) – comunemente nota

come la Società del gusto (Det smagende Selskab) – fondata a Copenaghen nel 1759 allo

scopo di promuovere la poesia e la retorica.601 Dal 1700 si parla di “danese moderno recente”

amento, non da(yngre nydansk):602 il dibattito sulla questione linguistica si vivacizza,603 gli studi

la sostanzialelessicografici e grammaticali del Seicento vengono portati avanti con approccio critico più

nonostante lasicuro,604 le concezioni puriste si fanno strada (soprattutto dagli anni ’40) insieme a una

Leggeforma di ‘nazionalismo linguistico’.605 Così si comincia a tenere lezioni e, più

stata raggiuntafrequentemente, a scrivere trattati in lingua volgare606 mentre si manifesta chiaramente la

596crescente presa di coscienza dell’identità linguistica come elemento qualificante della

eristica, questa,nazione. Dopo la caduta di Struensee,607 che non aveva fatto mistero del proprio spregio per

tiche mostranotutto ciò che era danese, si ebbe una ‘reazione patriottica’ e l’idioma nazionale venne
quale non solo promosso anche negli ambiti (come quello militare608 e di corte) in cui il tedesco aveva a

ma compaionolungo prevalso,609 mentre l’ordinanza scolastica del 1775 previde specificamente lo studio

gioranza delladella lingua nazionale.610 Già Ludvig Holberg del resto si rallegrava del fatto che a corte si

negli ambientiparlasse finalmente danese, criticando al contempo la ‘moda’ di istruire i bambini innanzi

aveva atutto nelle lingue straniere (francese e tedesco).611 Lo sforzo sarà anche quello di sostituire i

lo verso la finemolti prestiti (in primo luogo francesi) con sinonimi soddisfacenti (magari tuttavia modellati

vello letterariosul tedesco), ma anche di introdurre uno stile meno influenzato dagli idiomi stranieri. Ciò

(i quali –nonostante continueranno a essere accolti nella lingua danese i termini che designano nuove

lingua danese) tecniche o nuove mode.612 I lavori lessicografici, in primo luogo il grande dizionario la cui

scienze belle eredazione verrà intrapresa (non senza un certo intendimento purista) sotto la direzione della

munemente notaReale società danese per le scienze,613 ne danno palese testimonianza.614

n nel 1759 allo Anche in Svezia il Settecento inaugura una nuova fase linguistica. Punto di svolta è la

oderno recente”pubblicazione de L’Argo svedese di Dalin dalla quale si fa convenzionalmente iniziare lo

gli studi“svedese moderno più recente” (yngre nysvenska). La lingua di questo autore si pone a

ccio critico più modello per l’agilità dello stile e il rinnovamento del lessico (intenti che appaiono ben chiari

insieme a unaquando si confrontino le due edizioni dell’opera)615 sicché – seppure in ambito letterario (ma,

ezioni e, piùsoprattutto, religioso)616 ancora si trovino complesse e antiquate costruzioni sintattiche – la

chiaramente lastrada appare tracciata con certezza.617 Dal punto di vista ortografico talune convenzioni

alificante dellasono ormai consolidate, così come abbiamo indizi sicuri di cambiamenti nella pronuncia e

prio spregio pernella morfologia che ancora sono presenti nella lingua contemporanea.618 Anche nella lingua

azionale vennesvedese continuano a entrare prestiti stranieri (in primo luogo tedeschi e francesi ma anche
edesco aveva a inglesi e danesi)619 mentre, per contro, si manifestano tendenze puriste. Un’analisi

mente lo studiolessicografica scientificamente strutturata è alla base del dizionario etimologico compilato

o che a corte sidal linguista Johan Ihre (1707-1780), dal titolo Glossario svedese-gotico (Glossarium-Sveo-

ambini innanziGothicum, 1769). Questo studioso, nonostante resti in parte legato a pregiudizi goticisti (era a

o di sostituire i esempio convinto che le lingue nordiche fossero state introdotte in Scandinavia da Odino),620

tavia modellati ha in sostanza spazzato via le fantasiose etimologie di stampo ‘rudbeckiano’; inoltre ha

mi stranieri. Ciòlasciato osservazioni fondamentali sui rapporti di parentela fra le lingue di ceppo germanico,

esignano nuove sulle affinità del gotico,621 con il greco e il latino e sui mutamenti consonantici (con ciò

izionario la cuiaprendo la strada a Jakob Grimm).622 Ihre appare inoltre un convinto assertore della necessità

direzione delladi tenere le lezioni e scrivere i trattati in lingua volgare, una scelta che guadagnerà crescenti

consensi.623 Se il Seicento era stato il secolo dell’orgogliosa rivalutazione della nobiltà della

o di svolta è lalingua svedese (basti pensare a Rudbeck, a Stiernhielm e a Skogekär Bergbo, ma non solo!)

ente iniziare loil Settecento è quello in cui appare chiaro il desiderio di conferirle una forma nobile, pura (il

utore si pone ache non necessariamente corrisponde a un intento purista) e condivisa ma che, al contempo,

iono ben chiaritende a escludere non solo le forme dialettali ma anche l’apporto (e la ricchezza espressiva)

o letterario (ma,di ogni parlata ‘popolare’.624 In questa prospettiva si constata il primato della lingua della

sintattiche – lacapitale e dell’area dell’Uppland. Importanti contributi sono anche quelli di Erik Sotberg

ne convenzioni (1724-1781), allievo di Ihre, Sven Hof (1703-1786) professore a Skara,625 ma – soprattutto –

lla pronuncia edi Abraham Sahlstedt (1716-1776),626 tra i cui diversi lavori di carattere linguistico e

che nella lingualessicale si segnalano la Grammatica svedese (Svensk grammatika, 1769) e il Dizionario

ncesi ma anchesvedese con spiegazioni in latino (Swensk Ordbok med Latinsk Uttolkning, 1773) che
ste. Un’analisiporteranno un contributo determinante allo stabilirsi di una norma linguistica.627 Di

gico compilatoimportanza fondamentale al riguardo è poi la fondazione dell’Accademia svedese (Svenska

ossarium-Sveo-Akademien) sorta nel 1786 per volere di Gustavo III “allo scopo di rafforzare e coltivare la

i goticisti (era alingua svedese, e di esercitare la retorica e la poesia svedese”,628 impegni cui il sovrano

620 avrebbe mostrato di voler adempiere in prima persona. L’istituzione dell’Accademia (il cui

no’; inoltre hacompito è stato tra l’altro quello di compilare un grande dizionario629 e pubblicare diverse

ppo germanico,grammatiche)630 raccoglie in realtà una serie di istanze che si erano manifestate nel corso del

antici (con ciòsecolo, relative – più in generale – alla questione della lingua (che anche qui aveva

della necessità conosciuto il dibattito sul purismo)631 e – più nello specifico – alla necessità di costituire un

gnerà crescentiorganismo di riferimento, esigenza del resto espressa fin dal 1740 dai promotori del

la nobiltà dellacosiddetto Circolo della lingua svedese (Svenska tungomålsgillet) che ebbe, tuttavia, vita

, ma non solo!) breve.632

nobile, pura (il Nel Settecento, nonostante i chiari segnali di risveglio nazionale, la lingua ‘norvegese’ è

e, al contempo, ancora (fatta eccezione per i dialetti) il danese imposto dai dominatori, sebbene in molti casi

zza espressiva)esso accolga una serie di ‘norvegismi’ (non soltanto lessicali).633 Una interessante

lla lingua delladimostrazione al riguardo è data dal Glossario Norvegese (Glossarium Norwagicum, 1749)

di Erik Sotberg di Erik Pontoppidan il Giovane,634 che pur costituendo il primo lavoro su questa lingua uscito

– soprattutto –nel Paese (fu pubblicato quando egli era vescovo di Bergen), ha lo scopo di mettere in rilievo

e linguistico eil contributo che questi termini possono recare “al chiarimento e miglioramento della lingua

Dizionariocomune”,635 non da ultimo in una prospettiva purista. Appare quindi chiaro come le

, 1773) checaratteristiche che distinguono la ‘parlata norvegese’ siano in sostanza considerate alla
Distregua di pure e semplici ‘varianti dialettali’ del danese, sicché anche autori come Christian

SvenskaBraunmann Tullin, Johan Herman Wessel o Claus Fasting,636 pur ponendosi su un piano di

e e coltivare latutto rispetto dal punto di vista della qualità letteraria delle opere (nelle quali si possono

cui il sovranocomunque riscontrare evidenti ‘norvegismi’), restano sostanzialmente degli scrittori ‘danesi’.

cademia (il cuiLa tendenza a una maggiore considerazione degli elementi linguistici tipicamente norvegesi

bblicare diverse è un fenomeno che si avverte in maniera sensibile a partire dagli anni ’70, parallelamente al

te nel corso delmanifestarsi di quel sentimento patriottico che trovava sostegno anche nella fondazione delle

che qui avevadiverse ‘società norvegesi’.637 In tale prospettiva è interessante considerare l’uso dei

di costituire un‘norvegismi’ in un autore come Johan Nordahl Brun638 o, più in generale, nella letteratura

promotori del topografica e in quella di ambito locale.639 Il senso della peculiarità del norvegese è riflesso,

e, tuttavia, vita in primo luogo, in una serie di lavori a carattere lessicale tra i quali, oltre al già ricordato

Glossario di Pontoppidan, meritano una citazione almeno il Piccolo glossario (Een liden

a ‘norvegese’ èGlose-bog) di Knud Leem640 e la Raccolta di termini norvegesi (Norsk Ordsamling, 1802) di

ne in molti casi Laurents Hallager (1777-1825).641 A quest’ultimo si deve anche quella che può essere

na interessanteconsiderata la prima ‘grammatica’ norvegese, in realtà una Introduzione al dizionario,642

, 1749)mentre Marcus Schnabel (1744-1780) in un breve studio dedicato al dialetto della natìa

ta lingua uscitoregione di Hardanger, mostra di saper opportunamente inserire questa parlata nel contesto

ettere in rilievo della storia linguistica norvegese.643 Su queste basi si poggerà, qualche decennio dopo, il

nto della lingualavoro fondamentale di Ivar Aasen.644

hiaro come le Il conservatorismo (per molti versi inevitabile) dell’islandese aveva a lungo fornito a

onsiderate allaquesta lingua gli anticorpi necessari (per dirla con un termine preso a prestito
come Christiandall’immunologia) a respingere l’invadenza di parlate straniere. Ciò nonostante la situazione

su un piano di di dipendenza politica ed economica aveva introdotto nell’isola il danese come lingua

uali si possono dell’alta amministrazione, il che aveva di fatto minacciato la purezza del nobile idioma delle

rittori ‘danesi’. saghe. Se è pur vero che, nonostante la grave crisi sociale, gli Islandesi avevano mantenuto il

mente norvegesigusto per la cultura letteraria (potendo anche vantare la ricchezza d’una tradizione cui gli

arallelamente alaltri Paesi scandinavi avevano comunque dovuto fare riferimento) e (non lo si dimentichi!)

ondazione delle continuato a pregare nella loro lingua, è altrettanto vero che termini e costruzioni sintattiche

rare l’uso dei straniere erano ormai comunemente accettati.645 Il sussulto di orgoglio nazionalistico che si

nella letteraturaespresse nella seconda metà del Settecento (e al quale va ricondotta l’origine di quello che

egese è riflesso,sarà poi il movimento per l’indipendenza) coinvolse dunque anche la sfera linguistica, tanto

al già ricordatopiù che le tendenze puriste non tardarono a manifestarsi anche qui. Promotore della rinascita

Een lidenfu, anche da questo punto di vista, Eggert Ólafsson.646 Del 1786 è l’imponente Lessico

, 1802) di islandese-latino-danese (Lexicon Islandico-Latino-Danicum) completato (dopo molti anni di

che può esserelavoro!) da Björn Halldórsson:647 un testo che tuttavia sarebbe stato pubblicato solo nel 1814

642dal celebre linguista danese Rasmus Christian Rask (1787-1832).648 Fondatore degli studi

etto della natìamoderni di filologia nordica649 e curatore della raccolta arnamagnæana,650 Rask soggiornò in

ta nel contestoIslanda per due anni (1813-1815) dando impulso definitivo agli studi sulla lingua del Paese.

cennio dopo, il Tornato in patria fu tra i promotori della Società letteraria islandese (Hið íslenzka

bókmenntafélag, 1816), attiva a Copenaghen e a Reykjavík, che nel 1818 si sarebbe fusa con

ungo fornito ala Società islandese delle discipline erudite (Hið íslenska lærdómslistafélag), un ente che fin

eso a prestitodalla fondazione (1779) aveva esplicitamente indicato come proprio compito primario la
te la situazionesalvaguardia della lingua.651

e come lingua Sviluppi peculiari riguardano anche (in tutte le lingue nordiche) tanto la toponomastica

ile idioma delle quanto l’onomastica che chiaramente riflettono gli sviluppi socio-culturali dei diversi Paesi

no mantenuto il(si prenda come esempio l’affermarsi dei cognomi che appaiono almeno all’inizio come un

adizione cui gli chiaro marcatore sociale).652

si dimentichi!) Il purismo, come è stato detto, raggiunse anche i Paesi scandinavi e le proposte di sostituzione di

zioni sintattichetermini stranieri con sinonimi riconducibili a materiale linguistico proprio furono in molti casi
soddisfacenti, sicché molti di loro (non di rado tuttavia calchi, specie dal tedesco) sono stati
nalistico che si
pienamente integrati nelle lingue nordiche.653 Non mancarono però, da parte di più d’uno, vere e
e di quello che
proprie forzature lessicali delle quali si vuole qui fornire qualche illuminante esempio.654
nguistica, tanto
Abbiamo così in danese: dybtænker “filosofo” (“profondo pensatore”), fjederkraft “elasticità”
e della rinascita
(“forza della molla”), jord-deeleren “equatore” (“divisore della terra”), tegnmelding o tegnmeldelse
Lessico
“telegramma” (“comunicazione per mezzo di segni”), nordlede “orientare” (“guidare verso nord”),
po molti anni di
omgangssyge “epidemia” (“malattia da relazione”); in svedese: blodsvittnedöd “martirio” (morte
o solo nel 1814[subita come] testimonianza col sangue”), eldhug “entusiasmo” (“infiammazione dell’animo”),

ore degli studiörtkännare “botanico” (“conoscitore delle erbe”); in norvegese: bokstavregning “algebra” (“calcolo

sk soggiornò in con le lettere”), oljebær “oliva (“bacca da olio”), samsang “coro” (“canto insieme”);

ngua del Paese.sårlæke/sårlækjar “chirurgo” (“medico [che cura aprendo] ferite”), vinånd “alcool” (“spirito del

Hið íslenzka vino”);655 in islandese: bjúgaldin “banana” (“frutto curvo”), eiraldin “albicocca” (“frutto [color]
rame”), glóaldin “arancia” (“frutto luccicante”), gulaldin “limone” (“frutto giallo”), jarðaldin
arebbe fusa con
“patata” (“frutto della terra”),656 rauðaldin “pomodoro” (“frutto rosso”).657
un ente che fin
*
ito primario la
Tanta creatività non fu, naturalmente, in grado di sbarrare la strada ai prestiti che (soprattutto
negli ambiti in cui più diretto era il rapporto con i Paesi stranieri)658 furono comunque accolti in gran

toponomasticanumero.659 In questo contesto va tuttavia segnalato il caso particolare dell’islandese, una lingua che
per la sua complessa morfologia risulta per così dire ‘impermeabile’ all’inserimento di elementi
ei diversi Paesi
estranei. Sicché qui i veri e propri prestiti restano assai limitati nel numero660 mentre – a fronte del
inizio come un
progressivo intensificarsi dei rapporti con il resto del mondo – si attinge al materiale lessicale

tradizionale per creare neologismi che esprimano con pari efficacia il significato delle parole
di sostituzione di
straniere. Evitando una lunga elencazione che resterebbe, largamente incompleta ci si limiterà qui a
no in molti casi
pochi significativi esempi che mostrano come il purismo islandese si sia consapevolmente protratto
esco) sono stati
nel tempo. Si considerino dunque i seguenti termini (nei quali comunque in qualche caso si constata
iù d’uno, vere e
l’adesione a un modello d’importazione): bjartsýni “ottimismo” (“visione luminosa”), bölsýni

“pessimismo” (“visione di sventure”), heimspeki “filosofia” (“scienza [delle cose] del mondo”),
“elasticità”
bókasafn “biblioteca” (“raccolta di libri”), bókavörður “bibliotecario” (“custode di libri”), leikhús
tegnmeldelse
“teatro” (“casa per le rappresentazioni”), lyfjabúð (accanto ad apótek) “farmacia” (“negozio dei
are verso nord”),
medicamenti”),661 lyfsali (accanto ad apótekari) “farmacista” (“venditore di medicamenti”), lögregla
martirio” (morte
“polizia” (“regola della legge”), ritsími “telegrafo” (“cavo per scrivere”), talsími (poi semplicemente
ne dell’animo”),
sími) “telefono” (“cavo per parlare”),662 símabréf “fax” (“lettera telefonica”), ljósmynd “fotografia”
gebra” (“calcolo
(“immagine [ottenuta con] la luce”), útvarp “trasmissione radio” (formato su út “verso l’esterno” e
anto insieme”);
varp “lancio”), sjónvarp “trasmissione televisiva” (formato su sjón “vista” e varp), eðlisfræði “fisica”
ol” (“spirito del
(“scienza della natura”), efnafræði “chimica” (“scienza delle sostanze”),663 náttföt “pigiama” (“veste
(“frutto [color]
per la notte”), verkfall “sciopero” (“caduta del lavoro”). Per concludere con il caso emblematico di
jarðaldin
un termine assai recente come tölva “computer”, formato dalla combinazione di tala “numero” (pl.

tölur) e völva “sibilla”, “indovina”).664

10.5.2. Molteplicità delle tendenze letterarie


che (soprattutto
ue accolti in gran I primi decenni del Settecento sono, per molti versi, una fase di transizione nel quale la

e, una lingua cheproduzione letteraria porta ancora avanti le istanze del passato mentre al contempo si apre a

ento di elementi
nuove tematiche e a nuovi modelli. Sulla scia della tradizione poetica di ispirazione religiosa
re – a fronte del
si protrae la produzione dei cosiddetti ‘salmisti’ con nomi di spicco quali quelli dei danesi
ateriale lessicale
Hans Adolph Brorson (1694-1764)665 e Ambrosius Stub (1705-1758),666 dello svedese Olof
ato delle parole
Kolmodin (1690-1753) e del finlandese Jacob Frese (1691-1729): alcuni di loro (Brorson,
si limiterà qui a
Frese) mostrano una chiara impronta pietista. La vitalità della poesia religiosa si constata
olmente protratto
anche nelle diverse composizioni scritte da donne (un nome per tutti: la svedese Sophia
caso si constata

bölsýni
Elisabet Brenner, 1659-1730).667 Sul versante laico il tradizionalismo letterario è

e] del mondo”),rappresentato dalle composizioni pastorali (magari per il teatro) e dalla poesia d’occasione

leikhúsancora proficuamente esercitata.668 Lo stile, che risente talora del tardo barocco, si apre alle

” (“negozio dei forme più lievi del rococò. I modelli tedeschi (ai quali a lungo la letteratura era rimasta

lögreglalegata, soprattutto in Danimarca e Norvegia) cedono ora il passo a quelli francesi (molto

oi semplicemente
ammirati da Holberg) e poi anche inglesi. Ai primi decenni del Settecento appartengono
“fotografia”
anche autori classicisti, convintamente rispettosi della supremazia degli antichi: basti qui
erso l’esterno” e
ricordare il poeta e critico danese Tøger Reenberg (1656-1742)669 e il poeta satirico svedese
“fisica”
Samuel Triewald (1688-1742) la cui opera troverà tuttavia riconoscimento nella seconda
pigiama” (“veste
metà del secolo quando questa corrente conoscerà in Svezia il suo periodo migliore.
emblematico di
In un clima culturale che non esiterà a sottoporre al vaglio della ragione anche princìpi
“numero” (pl.
ritenuti inviolabili, il rinnovamento dello stile, strettamente legato alle esigenze espressive

del dibattito sulle questioni sociali e culturali, non potrà mancare. Così i fautori di una nuova
ne nel quale laprosa (in primo luogo Holberg e Dalin) sceglieranno di abbandonare la tradizionale

tempo si apre aformazione erudita e opteranno per un linguaggio nuovo, fluido e gradevole sostenuto su una

azione religiosa sintassi semplice e, per dirla con un termine caro all’epoca, ‘naturale’. Un filo conduttore

uelli dei danesicomune sembra ora stimolare le diverse esperienze letterarie: la combinazione dell’utile col

o svedese Olofdilettevole, l’ideale che il poeta latino Orazio (65 a.C.-8 d.C.) aveva riassunto nel celebre

loro (Brorson, motto: “Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci.”670 Parole cui si era rifatto Boileau,

osa si constataassertore dell’imitazione dei classici, e che Dalin sceglierà come massima da riportare sulla

svedese Sophiacopertina de L’Argo svedese, sicché più tardi (1766) in sua memoria verrà costituita una

o letterario èsocietà letteraria e culturale che si chiamerà, appunto, Utile Dulci.671 Una citazione, questa,

sia d’occasione che impone, in primo luogo, di ricordare altre associazioni (quantomeno le più importanti)

cco, si apre allesorte nella seconda metà del secolo: la Reale accademia di lettere, storia e antichità

ura era rimasta(Kungliga Vitterhets Historie och Antikvitets Akademien) fondata a Stoccolma nel 1753 per

francesi (moltoiniziativa della regina Luisa Ulrica, attiva promotrice di iniziative culturali,672 l’Ordine dei

o appartengonocostruttori del pensiero (Tankebyggarorden) fondato dal poeta e massone Carl Fredrik

tichi: basti quiEckleff (1723-1786), la Reale associazione delle scienze e delle lettere (Kungliga

satirico svedeseVetenskaps- och Vitterhets-Samhället) costituita nel 1773 (ma ufficialmente approvata nel

nella seconda1778) e divenuta un importante punto di riferimento culturale grazie all’iniziativa del futuro

vescovo di Kalmar, Martin Georg Wallenstråle (1733-1807),673 la Società letteraria danese

anche princìpi(Det danske Litteraturselskab) nata nel 1775 e anche la Società invisibile (Ósýnilega

enze espressive félagið), creata in Islanda nel 1760 con lo scopo di favorire la pubblicazione di testi antichi e

ri di una nuovascientifici.674 D’altro canto occorre constatare come il fiorire delle diverse associazioni e
la tradizionaleaccademie, tipico del secolo, risponda a una tendenza che percorre il mondo culturale il

ostenuto su una quale, per quanto preso dai nuovi studi e dalle sfide della critica (sia essa sociale o estetica),

filo conduttoremostra una generale propensione a considerare la propria ‘superiorità’ (per non parlare di

ne dell’utile col autoreferenzialità). Precisi ‘marcatori’ di dignità letteraria o scientifica sono del resto il

nto nel celebreconferimento della dignità nobiliare (casi esemplari: Linneo, Dalin, Holberg), l’ammissione

rifatto Boileau,in qualità di membri (accanto a persone provenienti dalla nobiltà) a club e società più o meno

a riportare sullasegrete e (in particolare in Svezia) il conferimento di un ‘ordine’.675 Ma anche, più

à costituita unasemplicemente, la possibilità di frequentare salotti letterari676 o caffè o di conversare in

tazione, questa,francese. Un preciso indicatore della ‘nobiltà’ della cultura è del resto la costante presenza di

più importanti)istitutori privati per i figli delle famiglie nobili e benestanti che ancora chiaramente marca la

ria e antichitàdistanza rispetto all’istruzione della gente comune. La letteratura del Settecento, anche

ma nel 1753 perquando si occupa di temi che riguardano il popolo o si sforza di divulgare nuove idee di

l’Ordine deiprogresso umano e sociale, non è affatto ‘popolare’. In realtà l’illuminista si pone in una

e Carl Fredrikposizione per così dire ‘pedagogica’ e considera con malcelato disprezzo una cultura che

Kungligaritiene legata a credenze irrazionali e ingiustificate superstizioni. Salvo poi, in diversi casi,

e approvata nel cedere al fascino di rituali esoterici ancorché esclusivi (magari legati alla massoneria).677

ativa del futuro La critica politica e sociale caratterizza dunque, nelle sue diverse forme, una buona metà

etteraria danesedel secolo. Ne sono espressione, in primo luogo, i testi a carattere satirico, innanzi tutto

Ósýnilegaquelli di Holberg (si consideri qui almeno il fortunatissimo poema eroicomico Peder Paars,

di testi antichi euscito tra il 1719 e il 1720 e in forma ampliata di nuovo nel 1720)678 ma anche (seppure su

associazioni eun piano artisticamente inferiore) quelli del filologo danese Christian Falster (1690-1752),679
ndo culturale il così come i contributi al dibattito politico (in primo luogo da parte di Dalin). L’ironia come

iale o estetica),arma di critica sociale è del resto la straordinaria risorsa che caratterizza le commedie di

non parlare diHolberg (pubblicate, come Peder Paars, con lo pseudonimo Hans Mikkelsen).680 Certo è

no del resto ilvero che l’ispirazione per questi testi (ventisei, di cui i primi quindici scritti nel giro di un

), l’ammissioneanno tra il 1722 e il 1723, gli altri undici tra il 1723 e il 1727)681 si deve in buona parte a

ietà più o menomodelli stranieri (italiani e francesi ma anche classici),682 ma è altrettanto vero che la loro

Ma anche, piùapplicazione al contesto sociale danese – le cui distorsioni, ingiustizie e (sia consentito di

conversare indire) miserie vengono magistralmente messe alla berlina – ne fa al contempo una

nte presenza di rappresentazione esemplare dell’eterna ‘commedia umana’ così come una lezione

mente marca lasull’indispensabile primato della ragione. Un ammonimento che Holberg non cesserà di

ttecento, ancheriproporre nelle opere successive, dai Pensieri morali (Moralske Tanker, 1744) alle Favole

nuove idee dimorali (Moralske Fabler, 1751), insistendo su un concetto di ‘moralità’ intesa in primo

si pone in unaluogo come dovere di diffondere (anche attraverso strumenti come la satira, l’umorismo e la

una cultura che parodia) i princìpi riformatori dell’illuminismo. Se (prescindendo naturalmente dagli

in diversi casi, eccellenti risultati sul piano letterario) è questo il primo merito che va riconosciuto a tale

autore, gli va del resto parimenti attribuito quello di avere rifondato (ma meglio sarebbe dire

una buona metà fondato) il teatro danese. Come è stato detto, dopo il furioso incendio che aveva devastato

o, innanzi tutto Copenaghen nel 1728, il teatro (che per altro era stato chiuso una prima volta nel 1725 e poi

, nel 1727) non fu ricostruito: anzi l’atteggiamento profondamente religioso del re Cristiano

che (seppure suVI impose (1738) forti limitazioni a questo genere di spettacoli considerati moralmente

679 disdicevoli.683 Solo nel 1746, dopo l’ascesa al trono di Federico V in Danimarca, si sarebbe
L’ironia cometornati alle rappresentazioni teatrali ospitate in locali provvisori: ma nel 1748 in Kongens

e commedie di Nytorv sarebbe stata edificata una Casa della commedia (Komediehus) sede del Teatro reale

Certo è(Det Kongelige Teater) voluto dal sovrano.684 Per quanto fossero passati quasi vent’anni e i

i nel giro di unmodelli francesi fossero in auge, la lezione di Holberg era di grande attualità. Sicché, seppure

n buona parte acon risultati artistici meno brillanti, altri autori si sarebbero dedicati a questo genere: fra di

ero che la loro loro i danesi Charlotte Dorothea Biehl (1731-1788), Peter Andreas Heiberg685 e i norvegesi

a consentito diNiels Krog Bredal (1733-1788), dal 1771 direttore del Teatro nazionale danese,686 Johan

contempo unaNordahl Brun,687 Claus Fasting,688 Johan Herman Wessel689 e il poeta preromantico (e

e una lezionedifensore della ‘pura norvegicità’) Jonas Rein (1760-1821).690

non cesserà di Anche in Svezia le commedie di Holberg ebbero notevole successo: qui tuttavia per

Favolevantare in questo ambito nomi di prestigio internazionale come quello del commediografo

ntesa in primo danese si sarebbe dovuto attendere ancora a lungo. Ciò nonostante le rappresentazioni teatrali

’umorismo e laavevano in questo Paese una buona tradizione, rafforzatasi durante il periodo della “grande

ralmente daglipotenza”. Oltre alla cosiddetta “Tana del leone” (Lejonkulan)691 anche un altro edificio era

nosciuto a talestato destinato (fin dal 1667) agli spettacoli: si trattava della “Grande casa della palla” (Stora

lio sarebbe direbollhuset, demolita nel 1793)692 che costituisce dunque il primo teatro svedese. Esso avrebbe

aveva devastatoospitato drammi e commedie, opere e balletti. Gli artisti erano per lo più stranieri (il che

nel 1725 e poilimitava spesso la fruizione degli spettacoli a coloro che conoscevano le lingue) ma

del re Cristiano gradatamente si cominciò a mettere in scena spettacoli in lingua svedese. Tentativi letterari in

ati moralmentetal senso non erano mancati (basti pensare a Messenius e a Urban Hiärne),693 tuttavia era

arca, si sarebbemancata l’idea di creare una autentica tradizione nazionale in un luogo davvero aperto al
48 in Kongenspubblico.694 I primi spettacoli di un Teatro reale svedese (Kungliga Swenska skådeplatsen) si

del Teatro reale ebbero a partire dal 1737, ma nel 1753 la regina Luisa Ulrica licenziò gli attori per sostituirli

si vent’anni e icon una compagnia francese.695 Un impulso determinante sarebbe venuto solo con Gustavo

Sicché, seppureIII. Nel 1771 egli infatti congedava la compagnia francese, dando l’avvio a un vero e proprio

o genere: fra di teatro nazionale con spazi dedicati all’opera, al balletto e alle rappresentazioni comiche e

e i norvegesi drammatiche.696 Ma a queste iniziative non corrispose la qualità dei prodotti letterari. Le

Johanopere teatrali di Dalin, a esempio, non possono vantare un livello paragonabile a quello degli

reromantico (escritti giornalistici o storici, mentre il testo teatrale del futuro presidente della cancelleria

Carl Gyllenborg697 dal titolo Il bellimbusto svedese (Swenska sprätthöken, 1737) merita una

qui tuttavia percitazione solo perché, a quanto pare, si tratta della prima commedia scritta in lingua

commediografosvedese.698 È piuttosto sul versante della poesia che andrà ricercata la migliore produzione

ntazioni teatraliletteraria svedese del Settecento.699

o della “grande Dal punto di vista delle concezioni illuministiche – con tutto il loro corredo di

tro edificio era ‘utilitarismo’ – la poesia era un genere letterario alquanto penalizzato. Una reazione a questo

Storaatteggiamento non tardò tuttavia a manifestarsi. Si pensi, in primo luogo, al danese

e. Esso avrebbe Sneedorff, uno dei fondatori della Società del gusto700 per il quale il “gusto estetico” (smag)

stranieri (il cheera, appunto, ciò che gli studi avrebbero dovuto in primo luogo sviluppare.701 Sulla scorta di

le lingue) ma idee di questo tipo il culto della poesia sarebbe dunque rifiorito, soprattutto in Svezia. Nella

ativi letterari inseconda metà del secolo troviamo qui una nutrita serie di autori che mostrano di voler

tuttavia eraapplicare la lezione classicista francese a una lingua svedese che certamente aveva

vvero aperto al beneficiato dell’attenzione e dell’affinamento di cui era stata oggetto nel secolo precedente
) si(basti ricordare Stiernhielm). In primo luogo sono questi i nomi di prestigio dell’Ordine dei

ri per sostituirlicostruttori del pensiero, promotori delle idee illuministiche ma anche di una poesia elegante

lo con Gustavoispirata ai modelli francesi: Hedvig Charlotta Nordenflycht (1718-1763), che compone

n vero e proprio liriche in cui dà sfogo ai tormenti personali, il finno-svedese Gustaf Philip Creutz (1731-

ioni comiche e 1785) autore fra l’altro di versi pastorali, Gustaf Fredrik Gyllenborg (1731-1808), interprete

tti letterari. Led’un aspro sentimento del Nord. Ma anche i ‘gustaviani’: Johan Gabriel Oxenstierna (1750-

e a quello degli1818), poeta della natura, Carl Gustaf af Leopold (1756-1829) difensore dell’estetica

ella cancelleriaclassica, Anna Maria Lenngren (nata Malmstedt, 1754-1817), abile in modo particolare negli

737) merita unaepigrammi satirici e, soprattutto, Johan Henric Kellgren (1751-1795), unico membro

critta in lingua dell’Accademia svedese a non possedere un titolo nobiliare, versatile scrittore e critico,

ore produzionepromotore (1787) della società Pro sensu communi che avrebbe dovuto difendere le ‘ragioni

della ragione’ contro il diffondersi di forme di irrazionale spiritualità,702 fautore dell’impegno

oro corredo disociale dello scrittore.703

azione a questo Ma nel Nord la riconsiderazione del valore intrinseco della poesia è dovuta anche alla

ogo, al danesepresenza in Danimarca del celebre poeta tedesco Friedrich Gottlieb Klopstock (1724-1803),

) trattenutosi a lungo nel Paese grazie al sostegno finanziario della Corona e, probabilmente,

Sulla scorta ditra i fondatori della Società del gusto.704 Il suo influsso sulla letteratura (in primo luogo

n Svezia. Nella danese ma non solo) sarebbe stato fondamentale: non si dimentichi tra l’altro che Klopstock

strano di volerera stato ospite del critico svizzero Johann Jakob Bodmer (1698-1783) che insieme a Johann

tamente avevaJakob Breitinger (1701-1776) si era opposto alla supremazia francese in letteratura

colo precedenterivalutando piuttosto i modelli inglesi. La sua lezione sarebbe stata accolta da un poeta
dell’Ordine deinorvegese come Peter Christopher Stenerson (1723-1776) ma, soprattutto, da Johannes

poesia elegante Ewald (1743-1781), profondo innovatore della letteratura danese che con lui romperà di fatto

che componei vincoli del classicismo. Prosatore, poeta, drammaturgo e commediografo, capace di

Creutz (1731-coniugare le declinanti correnti settecentesche per indirizzarle verso un deciso

808), interpretepreromanticismo, egli cercò motivi ispiratori nelle tematiche dell’attualità così come nella

nstierna (1750- Bibbia e nel patrimonio eroico-leggendario della nazione riportato in Saxo grammaticus.705 I

re dell’esteticasuoi seguaci si raccolsero nella Società letteraria danese contro la quale montò la polemica

articolare neglicritico-letteraria degli aderenti alla Società letteraria norvegese706 (in sostanza difensori

unico membrodell’estetismo classico di impronta francese versus i fautori del modello tedesco), il che ben

ttore e critico, testimonia la misura del dibattito. Sulla soglia del preromanticismo resta Christian

dere le ‘ragioniBraunmann Tullin (1728-1765), celebrato poeta norvegese vincitore di premi della Società

re dell’impegnodel gusto, che in un elegante stile rococò si mostra capace di combinare la tradizione (è

autore soprattutto di poesia d’occasione) con un nuovo sentimento della natura.707

vuta anche alla E tuttavia, se si deve ricercare un poeta tanto innovativo quanto indipendente da circoli

k (1724-1803), letterari bisognerà volgersi alla lettura dei versi dello svedese Carl Michael Bellman.708

probabilmente,Precursore dei poetimusicisti che tanto successo riscuoteranno nel Nord (e, per diversi

in primo luogoaspetti, anche dei moderni cantautori), fu – per lo meno da principio – considerato estraneo al

che Klopstockraffinato gusto dei letterati gustaviani.709 Benché godesse del sostegno del sovrano, fosse

sieme a Johann assai popolare e le sue composizioni divenissero una gradita forma di intrattenimento anche

in letteratura nei migliori salotti, egli rimane una figura isolata e per certi versi schiva (si dice che gli ci

ta da un poeta volesse qualche bicchiere per dare la stura al suo estro poetico). Eppure Bellman fu capace
o, da Johannes(seppure si richiami a Lucidor e Dalin710 e riprenda modelli francesi) di proporre un’arte

omperà di fattoinnovativa, esercitandosi dapprima in felici parodie e caricature per poi ispirarsi al mondo

afo, capace didella gente comune, alla vita reale lontana dai fasti della corte e dalle ricercatezze dei ceti

so un decisoelevati (si vedano i Canti di Fredman).711 I personaggi che animano le sue Epistole di

osì come nellaFredman (Fredmans Epistlar, pubblicate la prima volta nel 1790)712 sono tratti dai quartieri

Idegradati di Stoccolma (ben riflesso vi è il contesto di decadimento morale, economico e

ntò la polemicasociale della Svezia al tramonto della cosiddetta “era della libertà”),713 dalle taverne e dai

tanza difensoribordelli in cui le uniche gioie sono dispensate da Bacco714 e da Venere (con un originale uso

sco), il che bendella mitologia ‘applicata’ ai diversi personaggi) e dove l’allegria si intreccia alla miseria che

resta Christianspinge a godere edonisticamente e spontaneamente dell’attimo che fugge, sempre incalzati

mi della Società dall’ombra della morte, quasi ricercata in una sorta di autodistruzione. Figure che Bellman,

a tradizione (èpadroneggiando appieno ogni raffinatezza stilistica sapientemente combinata con la musica,

ha reso immortali.715 Per lungo tempo la ‘canzone d’autore’ non avrebbe conosciuto

dente da circoli interpreti al suo livello.716

708 La letteratura di viaggio e quella topografica rispondono (riprendendo un genere che fin

(e, per diversidal secolo precedente conosce opere di un certo rilievo) alla grande ‘apertura di orizzonti sul

rato estraneo almondo’ tipica del Settecento. In Svezia al già citato Linneo717 si affiancano nomi come

sovrano, fossequello di Jacob Wallenberg (1746-1778) prete di bordo e autore di Mio figlio sulla galea

enimento anche(Min son på galejan, 1781), fresco e umoristico resoconto di un lungo e avventuroso viaggio

dice che gli ciper mare;718 di Pehr Kalm, viaggiatore in America719 di Carl August Ehrensvärd (1745-

lman fu capace1800), discepolo del celebre archeologo e storico dell’arte Johann Joachim Winckelmann
roporre un’arte(1717-1768), che dalle sue esperienze trae il resoconto dal titolo Viaggio in Italia (Resa till

irarsi al mondoItalien, 1780, 1781, 1782, uscito nel 1786) e insieme la convinzione, espressa anche in altre

catezze dei cetiopere, della superiorità artistica del mondo meridionale rispetto a quello nordico. Proprio alla

Epistole divigilia di un’epoca che avrebbe volentieri rovesciato il giudizio.720 In Danimarca Il labirinto,

tti dai quartieriovvero viaggio attraverso la Germania, la Svizzera e la Francia (Labyrinten, eller Rejse

e, economico egennem Tyskland, Schweiz og Frankrig, 1792-1793) di Jens Baggesen (1764-1826), anche

e taverne e daipoeta e critico, sfrutta la traccia della descrizione di viaggio per creare una prosa moderna,

un originale usomutevole ed elegante, psicologica e di stile impressionista, mentre altri ancora si dedicano

alla miseria che alla letteratura topografica (si ricordi l’Atlante danese di Pontoppidan).721 Nell’ambito della

empre incalzatiprosa meritano una citazione anche scrittori di romanzi: i danesi Emanuel Balling (1733-

e che Bellman, 1795), Sophie Louise Charlotte Baden (1740-1824) e Knud Lyhne Rahbek (autore di un ciclo

con la musica, di romanzi politici);722 gli svedesi Jakob Henrik Mörk (1714-1763) e Hans Gustaf Rålamb

bbe conosciuto(1716-1790)723 e i numerosi memoriali di persone appartenenti alle classi elevate che spesso

risultano utili anche al fine di delineare il quadro storico-culturale del periodo.724

genere che fin L’illuminismo, come si è già avuto modo di osservare, era giunto anche nella lontana e

di orizzonti sulmartoriata Islanda per tramite di studiosi che avevano avuto la possibilità di completare la

no nomi comepropria formazione all’estero (in primo luogo in Danimarca) venendo così in contatto con le

glio sulla galeanuove correnti culturali. E dunque, pur di fronte ai gravissimi problemi del Paese, non desta

nturoso viaggiomeraviglia il fervore dell’attività letteraria. Poeti di spicco sono Páll Vídalín725 che compone

ensvärd (1745-sia in islandese sia in latino; Þorlákur Þórarinsson (1711-1773), celebre per i versi di

Winckelmann carattere profano;726 Eggert Ólafsson727 che nel suo Poema sulla vita campestre
Resa till(Búnaðarbálkur, 1783) offre una immagine idealizzata del contadino islandese;728 Jón

a anche in altreÞorláksson (1744-1819) versificatore e traduttore di Milton, Pope, Klopstock e Tullin.729 Un

co. Proprio allaparticolare interesse meritano inoltre Le veglie serali (Qvøld-vøkurnar, 1796-1797) del

Il labirinto, vescovo Hannes Finnsson730 scritte allo scopo di fornire una lettura che sostituisse i racconti

en, eller Rejsedella tradizione (ritenuti dannosi perché infarciti di credenze pagane ed esseri sovrannaturali)

4-1826), anchee contribuisse così al buon ‘nutrimento delle anime’.731 Anche in Islanda si sviluppa una

prosa moderna,prosa a carattere autobiografico (si ricordi Jón Steingrímsson),732 di resoconto di viaggio (è il

ora si dedicanocaso di Árni Magnússon di Geitastekk, nato nel 1726 e morto presumibilmente tra il 1810 e il

ell’ambito della 1820, e di Eiríkur Björnsson, 1733-1791, entrambi giunti fino in Cina) o romanzesco che si

Balling (1733-ispira a modelli stranieri (tra gli altri Jón Oddsson Hjaltalín, 1789-1836). Il primo romanziere

utore di un cicloislandese è considerato Eiríkur Laxdal (1743-1816). Il governatore distrettuale

Gustaf Rålamb(sýslumaður)733 Sigurður Pétursson (1759-1827) è ricordato come fondatore del teatro

vate che spesso islandese, in ciò influenzato da Holberg che aveva conosciuto negli anni di studio a

Copenaghen.734 A Hálfdan Einarsson (1732-1785) detto “Maestro Hálfdan” (meistari H.),

nella lontana erettore della scuola di Hólar, si devono infine i Lineamenti di storia letteraria islandese

i completare la(Sciagraphia historiæ literariæ Islandicæ, 1777).735

contatto con le Da Canto per un pasto (Måltids sång) di Carl Michael Bellman:

aese, non desta “E così poco a poco trotterelliamo via

Dal chiasso e dal tumulto di Bacco,


che compone
Quando la morte chiama, Amico vieni,
per i versi di
Ormai la tua clessidra si è riempita.
vita campestre
Tu Vecchio lascia cadere il bastone,
Jón E tu, tu Giovane, obbedisci alla mia legge,

Un La Ninfa più bella che ti sorride

Prendila fra le braccia.


1796-1797) del
Se pensi che la tomba sia troppo profonda,
uisse i racconti
Beh, fatti comunque un bicchierino,
sovrannaturali)
Poi fattene anche un altro, due, tre,
si sviluppa una
Così morirai più contento.”736
di viaggio (è il
10.5.3. Preromanticismo e impulsi letterari di ritorno
e tra il 1810 e il
In Scandinavia, come altrove, il preromanticismo nasce e si sviluppa sulla falsariga dei
manzesco che si
modelli tedeschi e inglesi. Di Klopstock (e del suo influsso su Ewald ma non solo) s’è detto.
mo romanziere
Ma sono naturalmente anche Herder, Goethe, Schiller e Tieck i maestri del nuovo gusto
re distrettuale
letterario germanico. Quanto agli inglesi è del tutto evidente il fascino esercitato dai Canti di
tore del teatro
Ossian dello scozzese James Macpherson737 così come l’influsso di Edward Young (1683-
ni di studio a
1765) e James Thomson (1700-1748) e degli immortali Shakespeare e Milton.738 Le nuove
.),
generazioni di autori, per più di un verso ancora legate alle regole stilistiche del classicismo,
raria islandese
si aprono ora a una nuova sensibilità che prepara la strada al movimento romantico (il quale,

come si vedrà, troverà nei Paesi nordici applicazioni diversificate). Nomi di riferimento sono,

oltre ai già citati danesi Ewald e Baggesen,739 i norvegesi Fasting740 e Peter Harboe Frimann

(1752-1839) che sarà molto apprezzato dai romantici;741 gli svedesi Bengt Lidner (1757-

1793), autore di poesia sentimentale e pregna di fantasia, Thomas Thorild (1759-1808)742

difensore del diritto dello scrittore a crearsi regole artistiche proprie, coinvolto in fiera

polemica con l’illuminista Kellgren (ma anche con Leopold)743 e affascinato dal goticismo;
l’ecclesiastico finno-svedese Frans Michael Franzén (1772-1847) ispirato da un idealismo al

contempo estetico e religioso.

In questo clima lo sguardo si rivolge verso il Nord, inteso come spazio privilegiato di una

natura possente, libera e indomabile (caratteristiche riflesse nel temperamento dei suoi

abitanti):744 territorio al contempo geografico, estetico e spirituale apertamente contrapposto

al meridione. Nel paesaggio scandinavo e nelle vicende degli eroi che la tradizione vi ha

collocato i romantici troveranno ideale fonte di ispirazione.745

I nordici tornavano dunque a riconsiderare il proprio passato. Una riconsiderazione


la falsariga dei
basata, come in parte già si è osservato, su una visione storico-culturale in notevole misura
solo) s’è detto.
distorta,746 ma che – con buona pace dei cultori di rigorosi studi storici e filologici – a lungo
el nuovo gusto
condizionerà (non solo in Scandinavia!) la visione di quel mondo. Non che, per quanto
Canti di
tramontato il goticismo, si fosse tralasciato di pubblicare i testi medievali747 o di studiare le
Young (1683-
‘antichità’.748 Ora però quella materia trovava larga diffusione (e poteva dunque esercitare un
Le nuove
profondo influsso) anche su scala europea. Il tutto era cominciato, per così dire, con l’opera
del classicismo,
del ginevrino Paul Henri Mallet (1730-1807). Professore di letteratura francese all’Università
antico (il quale,
di Copenaghen (dove rimase fino al 1760) egli aveva pubblicato, nel breve volgere di un
ferimento sono,
biennio, due scritti da questo punto di vista fondamentali: l’Introduzione alla storia della
Harboe Frimann
Danimarca, in cui si tratta della religione, delle leggi, degli usi e costumi degli antichi
Lidner (1757-
Danesi (Introduction à l’Histoire de Dannemarc, ou l’on traite de la religion, des loix, des
742

moeurs et des usages des anciens Danois, 1755) e i Monumenti della mitologia e della
nvolto in fiera
poesia dei Celti, e particolarmente degli antichi Scandinavi: come supplemento e
dal goticismo;
un idealismo altestimonianza all’introduzione alla storia della Danimarca749 (Monuments de la mythologie

et de la poésie des Celtes, et particulièrment des ancien Scandinaves: pour servir de

vilegiato di unasupplement et de preuves à l’introduction à l’histoire de Dannemarc, 1756).750 Certo, in

mento dei suoiprecedenza, il frutto del lavoro degli umanisti nordici non era fuori dai confini della

te contrappostoScandinavia del tutto ignorato: ora però esso veniva reso disponibile in una lingua di grande

radizione vi hadiffusione. I lavori di Mallet non mancarono di attirare l’attenzione ed ebbero notevole

diffusione: lo scrittore inglese Thomas Percy (1729-1811) ne trasse presto ispirazione con il

iconsiderazionepreciso scopo di stimolare l’interesse verso la letteratura nordica e sottolineare l’amore per la

notevole misurapoesia delle popolazioni scandinave,751 ma volle anche estendere i ‘valori nordici’ alle

ogici – a lungoantichità del suo Paese. Similmente il suo connazionale Thomas Gray (1716-1771) ne fu

he, per quantocertamente influenzato, sicché le sue Odi nordiche (Norse Odes, composte nel 1761 ma

o di studiare lepubblicate solo nel 1768) costituiscono un’ulteriore testimonianza di quel clima letterario

ue esercitare unpreromantico che guardava alla Scandinavia e al mondo celtico (tutt’altro che chiaramente

ire, con l’operadistinti) come a sorgenti incontaminate di una nuova poesia. E non si dimentichi che dal

e all’Università1760 uscivano i volumi del ciclo di Ossian! Il mondo culturale europeo dunque disponeva

e volgere di unora di fonti (per quanto manipolate) cui attingere direttamente. Nei Monuments di Mallet era

lla storia dellacompresa una traduzione parziale dell’Edda di Resen;752 essa fu ‘riversata’ in inglese nel

mi degli antichi1770 quando Percy stesso pubblicò anonimamente le Antichità nordiche (Northern

n, des loix, des Antiquities): un lavoro che, in sostanza, riprende l’opera dell’autore ginevrino. In tedesco una

tologia e dellatraduzione anonima dell’opera di Mallet (che comprendeva i medesimi Monuments e

supplemento e l’Histoire) apparve tra il 1765 e il 1779 con introduzione di Gottfried Schütze (1719-
e la mythologie1784),753 convinto assertore della superiorità del mondo nordico su quello greco e romano;

pour servir degli scritti di Schütze, rettore del ginnasio di Altona (presso Amburgo), avrebbero

Certo, inprofondamente influenzato durante gli anni di studio in quell’istituto Heinrich Wilhelm

i confini dellaGerstenberg (1737-1823) a sua volta antesignano dei preromantici e vissuto diversi anni in

ngua di grandeDanimarca, dove tra l’altro introdusse l’opera di Percy e di Macpherson. Nel 1777 fu

bbero notevole pubblicata l’Edda islandese (Die isländische Edda) curata da Jacob Schimmelmann (1712-

pirazione con il1778) che seguiva pedissequamente Mallet e, a ritroso, Resen.754 Un’edizione molto criticata

e l’amore per lache tuttavia dimostra quanto l’interesse per la materia letterariomitologica nordica fosse

ri nordici’ alleampio e consolidato. Dal che il nuovo ‘goticismo’ nordico avrebbe tratto sostegno e

16-1771) ne fuconsenso. Con tutte le conseguenze culturali che ne sarebbero seguite.

e nel 1761 ma 10.6. Arti figurative e musica

clima letterario In Danimarca e Svezia, entrambe ancora in posizione privilegiata rispetto agli altri Paesi

he chiaramente nordici, il mondo dell’arte si apre nel Settecento al trionfo dei modelli artistici francesi (e,

entichi che dalper quel tramite, anche italiani) che prendono il posto degli olandesi cui si era guardato nel

nque disponeva secolo precedente. L’ambizione dei reali si manifesta innanzi tutto in grandiosi progetti

di Mallet eraarchitettonici il cui scopo è emulare la magnificenza degli originali. Il primato delle capitali,

’ in inglese nelCopenaghen e Stoccolma, viene così definitivamente legittimato anche dal punto di vista

Northernurbanistico. A Copenaghen, come si è detto, il re Cristiano VI aveva fatto erigere il grande

In tedesco unacastello di Christiansborg,755 un’opera cui aveva collaborato l’architetto Nicolai Eigtved

e(Niels Madsen, 1701-1754).756 Nel 1749 Federico V, figlio di Cristiano, affiderà allo stesso

Schütze (1719- Eigtved la realizzazione della sua ‘città nella città’ (Frederiksstaden)757 collegando il
reco e romano;progetto alla ricorrenza dei trecento anni dall’ascesa al trono della dinastia degli

go), avrebbero Oldenburg).758 Qui tra le case costruite dai nobili e dai borghesi benestanti (secondo le rigide

nrich Wilhelm regole imposte dall’alto) troverà spazio un complesso in stile rococò (che Eigtved aveva

diversi anni inintrodotto in Danimarca) in cui spicca il celebre palazzo di Amalienborg, residenza reale dal

. Nel 1777 fu 1794.759 Questi edifici, che ostentano appieno tutto il potere della monarchia assoluta, si

melmann (1712-inseriscono in una ‘linea costruttiva’ che risale almeno a Cristiano IV e conosce altri

molto criticata magnifici esempi di dimore prestigiose come il castello di Frederiksberg con il suo splendido

a nordica fosseparco, opera barocca iniziata da Federico IV ma il cui completamento venne affidato da

tto sostegno e Cristiano VI al celebre architetto autodidatta Laurids (Lauritz) Lauridsen de Thurah (1706-

1759).760 Al quale ultimo si devono altri edifici di tutto rilievo,761 ma anche opere grafiche di

fondamentale importanza per la storia dell’architettura di questo Paese come Il Vitruvio

agli altri Paesidanese (Den danske Vitruvius, 1746-1749),762 raccolta di incisioni che raffigurano le

tici francesi (e,principali realizzazioni architettoniche del regno di Danimarca (compresi i ducati), e

ra guardato nelCopenaghen odierna (Hafnia Hodierna, 1748) che ci conserva l’immagine della capitale così

andiosi progetticome si presentava nel XVIII secolo. In un percorso estetico che va dal barocco al rococò e

o delle capitali, al neoclassicismo e nel quale l’apporto di artisti stranieri risulta fondamentale,763 verrà

punto di vistadunque formandosi una nutrita schiera di architetti i cui nomi di spicco sono (oltre ai sopra

rigere il grandecitati) quelli di neoclassicisti come Caspar Frederik Harsdorff (1735-1799) e Christian

Nicolai EigtvedFrederik Hansen (1756-1845).764

derà allo stesso A Stoccolma il Settecento viene inaugurato dal progetto di riedificazione del palazzo

collegando il reale, dopo che l’antico Tre kronor era andato distrutto nell’incendio del 1697.765 La
dinastia deglicostruzione, affidata a Nicodemus Tessin il Giovane,766 si protrarrà a lungo (non da ultimo

condo le rigideper motivi economici) e sarà completata nel 1754. Da allora il sovrano svedese e la sua

Eigtved avevafamiglia vi hanno residenza ufficiale. E tuttavia in questa città, pur in presenza di opere

denza reale dalarchitettoniche assai apprezzabili (si consideri la chiesa fatta erigere da Adolfo Federico,

hia assoluta, si Adolf Fredriks kyrka), non si avverte (almeno sino all’avvento di Gustavo III) un chiaro

e conosce altridisegno architettonico. Non che manchino artisti di valore, quali Carl Hårleman (1700-1753),

l suo splendidoche introduce il rococò in Svezia (come si constata dalle decorazioni interne del castello reale

nne affidato da da lui curate dopo la morte di Tessin),767 o Carl Fredrik Adelcrantz (1716-1796) cui si

Thurah (1706-devono tra l’altro il teatro e il padiglione cinese in stile rococò nel parco del castello di

pere grafiche diDrottningholm così come il teatro del castello di Ulriksdal.768 Ad Adelcrantz del resto

Il VitruvioGustavo III commissionerà l’Opera (Operahuset), destinata a essere teatro di

raffigurano le rappresentazioni musicali ma anche dell’attentato che lo porterà alla morte.769 Con questo

si i ducati), esovrano, personalmente coinvolto in svariati progetti culturali, l’architettura svedese opterà

lla capitale così decisamente per il neoclassicismo di impronta francese, sviluppando (seppure per molti versi

cco al rococò eparallelamente al suo modello) un’impronta propria (si considerino costruzioni come il

verrà padiglione gustaviano nel parco di Haga,770 il palazzo della Borsa (Börshuset) progettato da

(oltre ai sopra Erik Palmstedt (1741-1803),771 la facciata del Palazzo della cancelleria (Kanslihuset)

9) e Christian disegnata da Olof Samuel Tempelman (1745-1816),772 ma anche le realizzazioni di Jean Eric

Rehn (1717-1793)773 e, in ultimo, di Carl Fredrik Sundvall (1754-1831) cui si deve la

ne del palazzobiblioteca universitaria di Uppsala, Carolina Rediviva (1819).774 Un percorso diverso è

Laquello di Carl Georg Brunius (1792-1869), anche filologo e storico dell’arte, il quale
(non da ultimo propugnava un ritorno ai modelli architettonici medievali.

vedese e la sua In un secolo che vede il fiorire di diverse accademie non mancano, naturalmente, quelle

senza di operededicate alle arti figurative. In Svezia fin dal 1735 viene fondata per iniziativa di Carl Gustaf

dolfo Federico,Tessin775 la Reale accademia svedese delle belle arti (Kungliga Akademien för de fria

III) un chiarokonsterna)776 mentre la Reale accademia danese della pittura, della scultura e

an (1700-1753), dell’architettura di Copenaghen (Det Kongelige Danske Skildre-, Billedhugger- og Bygnings-

el castello realeAcademie i Kiøbenhavn) prende l’avvio nel 1754.777 A queste istituzioni, naturalmente aperte

16-1796) cui sia maestri provenienti dall’estero (soprattutto francesi),778 faranno riferimento nomi

del castello diprestigiosi. L’intensa attività di insegnamento e lo studio dei modelli stranieri (spesso in

rantz del restooccasione di viaggi in Francia e in Italia ma non solo) contribuiscono alla formazione di una

ere teatro dinutrita schiera di artisti nordici che – per quanto restino fedeli ai canoni appresi dall’esterno

Con questo – mostrano di averne al meglio assimilato le tecniche. Nel campo della pittura la ritrattistica

svedese opterà continua a occupare un posto di primissimo piano, mentre si affina una raffigurazione

per molti versipaesaggistica che darà frutti cospicui (e originali) nel secolo successivo. Fonte privilegiata di

uzioni come ilispirazione è anche la materia classica (non solo mitologica), biblica e allegorica e, più tardi

) progettato da(in parallelo con gli sviluppi letterari), le tematiche della tradizione celtica e nordica (scelta,

)questa, alquanto dibattuta). Nomi di prestigio sono in Danimarca quelli di Vigilius Eriksen (o

oni di Jean EricErichsen, 1722-1782) ritrattista di corte; Nicolai Abraham Abildgaard (1743-1809) rettore

cui si deve ladell’Accademia e fratello del celebre veterinario Peter Christian;779 dei suoi allievi Christian

orso diverso èFædder Høyer (1775-1855) e Christian Gottlieb Kratzenstein-Stub (1783-1816), influenzato

l’arte, il qualedalle atmosfere preromantiche; di Jens Juel (1745-1802), uno dei massimi pittori danesi;780 di
Erik Pauelsen (1749-1790), ritrattista e (soprattutto) pittore di paesaggi (uno dei pionieri in

almente, quellequest’arte), di Christian August Lorentzen (1749-1828) ricercato ritrattista;781 di Asmus

a di Carl GustafJacob Carstens (1754-1798) maestro del neoclassicismo. Una citazione merita anche Peter

en för de friaCramer (1726-1782), tra i pochi a ispirarsi a scene di vita quotidiana e anche Johanne Marie

la scultura eFosie (1726-1764), prima pittrice professionista danese. La ricca raccolta di opere conservate

r- og Bygnings-nel castello reale costituirà la base di quello che diventerà il Museo nazionale dell’arte

ralmente aperte(Statens Museum for kunst).

erimento nomi Anche in Svezia, dove a lungo avrebbe soggiornato il maestro francese Louis Jean

nieri (spesso inDesprez (1737-1804) chiamato da Gustavo III (per il quale realizzò anche grandiose

mazione di unascenografie), si afferma uno stuolo di pittori: i ritrattisti Johan Henrik Scheffel (1690-

esi dall’esterno1781)782 e Gustaf Lundberg (1695-1786);783 Olof Arenius (1701-1766); Lorens Pasch il

a la ritrattistica Vecchio (den äldre, 1702-1766) e il fratello Johan Pasch (1706-1769), appartenenti a una

raffigurazione famiglia di artisti;784 Carl Gustaf Pilo (1711-1793), autore della celebre Incoronazione di

e privilegiata di Gustavo III;785 Alexander Roslin (1718-1793) che a lungo lavorerà a Parigi;786 Johan

rica e, più tardiSäfvenbom (Sevenbom, 1721-1784), celebre per le sue vedute e i suoi castelli, Niclas

nordica (scelta,Lafrensen (1737-1807), miniaturista di corte;787 Elias Martin (1739-1818) pittore di genere,

ilius Eriksen (oritrattista e paesaggista di fama internazionale;788 l’autodidatta Pehr Hörberg (1746-1816),

3-1809) rettore autore fra l’altro di numerose pale d’altare;789 il ‘van Dyck svedese’ Carl Fredrik von Breda

allievi Christian(1759-1818)790 e molti altri. Lo stretto legame dell’arte svedese con quella francese è

16), influenzatosimbolicamente rappresentato in Louis Masreliez (1747-1810).791

di Notevole importanza ha anche la scultura, che si muove tra tradizione e rinnovamento.


dei pionieri inNomi di prestigio sono quelli del danese Johannes Wiedewelt (1731-1802),792 autore molto

di Asmusproduttivo, il cui capolavoro è il sarcofago del re Federico V collocato nella cattedrale di

ita anche PeterRoskilde (dove si può ammirare anche quello di Cristiano VI) che rappresenta una svolta

Johanne Marie stilistica (si tratta della prima scultura neoclassica in Danimarca) e dello svedese Johan

pere conservateTobias Sergel (1740-1814), antesignano del gusto neoclassico, artista eclettico cui si deve

ionale dell’artel’imponente statua di Gustavo III collocata presso la banchina di Skeppsbron a Stoccolma.793

Due esempi che ci ricordano come l’attività artistica (e i suoi successi) restino strettamente

ese Louis Jeanlegati alla compiacente benevolenza e al favore dei potenti.

nche grandiose Nel Settecento continuano a essere proficuamente esercitate anche arti ‘minori’ come

Scheffel (1690-l’incisione: artisti di rilievo sono il danotedesco Jonas Haas (1720-1775) e i suoi figli, in

Lorens Pasch ilparticolare Johan Jacob Georg (1756-1817); i danesi Johan Martin Preisler (1715-1794), suo

artenenti a unafiglio Johan Georg (1757-1831) e Johan Frederik Clemens (1749-1831); lo svedese Martin

coronazione diRudolf Heland (1765-1814). Assai apprezzata resta l’antica arte dell’arazzo, praticata tra gli

Johanaltri dallo svedese Pehr Hilleström (1732-1816), più tardi eccellente pittore di genere.

castelli, Niclas Fino al fatidico 1814, anno in cui la Norvegia si sarebbe finalmente separata dalla

ttore di genere, Danimarca,794 molti degli artisti di questo Paese desiderosi di completare una formazione

g (1746-1816),adeguata nelle discipline figurative si recavano all’estero restando, non di rado, a lavorarci.

drik von BredaUna sorta di ‘sindrome provinciale’ che, insieme alla nutrita presenza (fin dal Seicento e per

ella francese ègran parte del Settecento) di maestri stranieri (tedeschi, danesi, olandesi, svedesi e scozzesi)

in Norvegia, pare in qualche modo limitare lo sviluppo di una scuola artistica autonoma. Ciò

rinnovamento. tuttavia è vero solo in parte: la richiesta di manufatti – rivolta in primo luogo a soddisfare
autore moltol’ambizione ritrattistica o di abbellimento residenziale delle famiglie più in vista795 e a

la cattedrale difornire opere per la decorazione delle chiese – fece sì che emergessero anche pittori

enta una svoltanorvegesi di talento. Tali sono Eggert Munch (ca.1685-1764), nella cui produzione si avverte

svedese Johanil passaggio dal tardo barocco al rococò; Peder Aadnes (1739-1792), noto per i ritratti ma

ico cui si devesoprattutto per le decorazioni di interni;796 Mathias Blumenthal (1719-1763) di genitori

793lettoni ma trasferito a Bergen dove fu attivo fino alla morte.797 Anche in Norvegia abbiamo

no strettamente inoltre notizie di ‘scuole’ per l’arte figurativa: così la Scuola di disegno dell’Accademia

armonica (Harmonisternes Akademis tegneskole, su cui poco oltre) fondata nel 1772 a

‘minori’ comeBergen da Claus Fasting e Jens Boalth;798 la ‘scuola-laboratorio’ di Niels Thaaning (ca.1732-

i suoi figli, in1779) a Christiania (a partire dal 1766) frequentata anche da Peder Aadnes; la scuola di

715-1794), suodisegno fondata a Bergen (1793) da Johan Georg Müller (1771-1822), pittore e decoratore

svedese Martin che aveva studiato presso l’Accademia danese (tra i suoi maestri il celebre Nicolai Abraham

praticata tra gliAbildgaard, sopra citato), un istituto nel quale si sarebbe formato il grande Johan Christian

Dahl.799

separata dalla Un’arte più tradizionalmente ‘norvegese’ (sebbene si ritrovi anche in qualche zona della

una formazioneSvezia) va tuttavia ricercata nella decorazione detta rosemaling (verosimilmente “pittura di

do, a lavorarci. rose”) che si sviluppò in ambiente contadino, innanzi tutto nei distretti di Telemark e

Seicento e per Buskerud (Hallingdal e Numedal) ma anche di Vest-Agder e Aust-Agder (Setesdal)

desi e scozzesi)raggiungendo la massima fioritura tra la seconda metà del XVIII il XIX secolo. Si tratta di

autonoma. Ciòuna pittura dai colori vivaci e spesso contrastanti che tende a ‘coprire’ gli ambienti interni

go a soddisfaredella casa (pannelli, porte, stipiti, mobili ma anche utensili) con disegni ricchi di elementi –
e aper lo più motivi floreali – che traggono la loro ispirazione da immagini barocche (ma che

o anche pittori risentiranno poi felicemente anche della leggerezza del rococò) e nella quale si

zione si avverte specializzarono veri e propri ‘maestri’.800 Quest’arte ‘popolare’ si accompagna a quella, di

per i ritratti ma più antica tradizione, delle decorazioni ottenute dall’intaglio del legno.801 Di entrambe si

63) di genitori hanno magnifici esempi anche nell’arte religiosa. Ambito nel quale si apprezzano i migliori

rvegia abbiamoprodotti della scultura norvegese (altari, pulpiti)802 che mostra sviluppi stilistici paralleli alle

dell’Accademiacorrenti artistiche europee.803

ata nel 1772 a Se dal punto di vista architettonico la Norvegia non poteva certo vedere realizzate

aning (ca.1732-imponenti residenze reali, vi sorsero tuttavia dimore patrizie di tutto rispetto come il

es; la scuola dicosiddetto Stiftsgården di Trondheim, grandioso palazzo in legno fatto erigere tra il 1774 e il

re e decoratore1778 da Cecilia Christine Schøller (nata Frølich, 1720-1786) vedova del ricchissimo

icolai Abraham funzionario Stie Tønsberg Schøller (1700-1769) o l’edificio padronale (anch’esso in legno)

Johan Christian di Damsgård (Jansongården) presso Bergen con l’elegante facciata rococò. Anche

l’architettura religiosa conosce la realizzazione di importanti luoghi di culto come la Chiesa

lche zona dellanuova (Nykirken) di Bergen realizzata su disegno dell’architetto tedesco-norvegese Joachim

ente “pittura diReichborn (1715-1783),804 la chiesa di Kongsberg (Buskerud) iniziata nel 1740 e quella di

di Telemark e Rorøs (Trøndelag meridionale) consacrata nel 1784.

gder (Setesdal) In Islanda solo un numero assai limitato di persone poteva permettersi un’esistenza agiata

olo. Si tratta die il ‘lusso dell’arte’. Tra di loro il responsabile generale dell’economia e del tesoro nell’isola

ambienti interniSkúli Magnússon805 che fece erigere la propria residenza sull’isola di Viðey presso

hi di elementi –Reykjavík (1753-1755): si tratta del primo palazzo in pietra di tutto il Paese.806 A essa altre
rocche (ma cheseguirono come Nesstofa in Seltjarnarnes (1761-1767) destinata al “medico generale

nella quale sid’Islanda”,807 la sede del governatore distrettuale a Bessastaðir (1761-1766) sul promontorio

gna a quella, didi Álftanes, più tardi scuola e attualmente residenza del presidente della repubblica, l’edificio

Di entrambe sinel centro di Reykjavík che ora ospita il governo, originariamente progettato come una

zano i miglioriprigione. Alla seconda metà del Settecento risalgono anche chiese in pietra, innanzi tutto la

ci paralleli allecattedrale di Hólar (1763), poi la chiesa delle Vestmannaeyjar (1774) e la cattedrale di

Reykjavík (consacrata nel 1796). Sebbene rappresentino un punto di svolta fondamentale

dere realizzatenelle tecniche costruttive questi edifici non possono certo competere con la magnificenza

spetto come ildelle fastose dimore erette altrove.

e tra il 1774 e il *

del ricchissimo Come si è visto in precedenza nelle corti nordiche la musica svolgeva una importante

’esso in legno)funzione di rappresentanza sia nelle circostanze religiose sia in quelle mondane. In

rococò. AncheDanimarca in questo contesto era stata introdotta l’opera italiana e tedesca, ma il 15 aprile

come la Chiesa1689 in occasione del compleanno del sovrano si volle rappresentare la prima composizione

vegese Joachimdanese di questo genere, La contesa degli dèi pacificata (Der vereinigte Götterstreit) del

740 e quella dimusicista Poul Christian Schindler (ca.1648-1740).808 Purtroppo in occasione della replica

(19 aprile) il teatro fu completamente devastato da un incendio che provocò la morte di

esistenza agiatadecine di persone.809 Pochi anni dopo, nel 1703, Federico IV (che aveva chiamato come

esoro nell’isolamaestro presso la corte l’italiano Bartolomeo Bernardi, ca.1660-1732) aprì un nuovo teatro

Viðey pressonel quale tornarono a essere messe in scena opere straniere e si esibirono artisti provenienti

A essa altreda altri Paesi, come il tedesco Reinhard Keiser (1664-1739). Successivamente (1727)
edico generalecominciarono a essere tenuti a Copenaghen i primi concerti pubblici, frequentati soprattutto

ul promontorioda un pubblico borghese: questi spettacoli ebbero notevole sviluppo durante il regno del

blica, l’edificiodevoto pietista Cristiano VI che, come è stato detto, aveva proibito le rappresentazioni

tato come una teatrali.810 Sorsero così associazioni di musicisti, la più nota delle quali è La società musicale

innanzi tutto la (Det musicalske Societet), attiva dal 1744 al 1749 e tra i cui fondatori si annoverano il

a cattedrale di compositore dano-tedesco Johann Adolph Scheibe (1708-1776), maestro di cappella di

a fondamentaleCristiano VI assai polemico con l’opera italiana;811 il maestro Johannes Erasmus Iversen

a magnificenza(1713-1755) autore di cantate;812 il compositore Carl August Thielo (1707-1763) cui si deve

il primo manuale di musica pubblicato in Danimarca813 e anche Ludvig Holberg per le cui

commedie lo stesso Thielo aveva composto diverse melodie. Ma la dipendenza dai modelli

una importantestranieri era tutt’altro che superata: per tutta la seconda metà del Settecento in Danimarca ci

mondane. In si affiderà a prestigiosi musicisti stranieri come gli italiani Paolo Scalabrini (1713-1806) e

ma il 15 aprileGiuseppe Sarti (1729-1802), maestri di cappella alla corte danese, o si inviteranno

a composizionepersonalità come Christoph Willibald Gluck (1714-1787).814 Del resto saranno compositori

) del tedeschi come Johann Ernst Hartmann (1726-1793),815 Johann Abraham Peter Schulz (1747-

ne della replica1800) e Friedrich Ludwig Æmilius Kunzen (1761-1817) ad accompagnare con le loro

cò la morte dimelodie i componimenti di importanti autori816 creando, su modello francese (opéra

chiamato come comique) e tedesco (Singspiel), i fortunati syngespil, sorta di operette o vaudeville nelle quali

un nuovo teatroil parlato è inframezzato da brani musicali: motivi presto diffusi nella tradizione (anche

isti provenientipopolare) danese. Essi sono in gran parte ispirati al mondo nordico, le cui tematiche si

amente (1727)impongono ora anche in ambito musicale. A quella stessa tradizione sarà ispirata l’opera
ntati soprattutto Holger danske scritta da Jens Baggesen817 e musicata da Kunzen.818 Nella seconda metà del

te il regno del secolo altre due associazioni (fra le molte) rivestono importanza nella vita musicale danese:

appresentazionila Reale accademia musicale (Det kongelige musikalske Akademi, 1767-1817)819 e la Società

ocietà musicalearmonica (Det harmoniske Selskab o Harmonien, 1778-1830).820 La musica religiosa risente

annoverano il dell’influsso pietista.

di cappella di Anche in Svezia, come si è detto in precedenza, la musica aveva trovato ampio spazio

rasmus Iversensoprattutto negli ambienti di corte e aristocratici, seppure poi, specie sotto Carlo XII, gli

763) cui si deve spettacoli fossero stati in gran parte tralasciati, magari in favore di composizioni militari.

berg per le cuiMomento di transizione da questo punto di vista può essere considerato il Balletto

nza dai modelliinframezzato di canti eroici (Ballet meslé de chants héroïques, 1701) musicato da Anders

n Danimarca ci von Düben per celebrare la grande vittoria di Narva:821 da esso prende infatti avvio l’opera

(1713-1806) esvedese.822 Per lungo tempo tuttavia anche in questo Paese (in misura anche maggiore

si inviterannorispetto alla Danimarca) la scena resterà dominata da compositori ed esecutori stranieri – in

no compositoriprimo luogo tedeschi e italiani – che riscuoteranno grande successo (soprattutto durante il

r Schulz (1747-regno di Federico Adolfo ben più interessato alla musica che non al teatro). Ancora nel

re con le loro periodo gustaviano, segnato da un sovrano assai colto e interessato a promuovere anche il

opéramondo musicale – nel 1771 aveva fondato la Reale accademia musicale (Kungliga

nelle quali musikaliska Akademien) –823 molti nomi stranieri di prestigio risiederanno in Svezia: basti

dizione (anchepensare all’italiano Francesco Antonio Uttini (1723-1795) e al tedesco Johann Gottlieb

ui tematiche siNaumann (1741-1801), il cui lavoro sarebbe stato scelto per l’inaugurazione del Palazzo

ispirata l’operadell’Opera (Operahuset) nel 1782824 e che avrebbe composto le musiche per il testo di
conda metà delGustaf Wasa, scritto dal poeta Johan Henric Kellgren in collaborazione con il sovrano.825 Ma

usicale danese:anche a Georg Joseph Vogler (1749-1814), Joseph Martin Kraus (1756-1792) e Johan

e la SocietàChristian Friedrich Hæffner (1759-1833). Accanto a questi talenti cominciano tuttavia a farsi

eligiosa risentestrada gli svedesi, in primo luogo Johan Helmich Roman (1694-1758), promotore

dell’Accademia musicale e considerato il “padre della musica svedese”:826 il primo

o ampio spazio compositore del Paese a godere di prestigio sovrannazionale, artista che tra l’altro seppe

Carlo XII, glioltrepassare i confini della composizione a uso esclusivo religioso o di corte. E se i grandi

sizioni militari. musicisti stranieri (Gluck e Händel innanzi tutto ma anche gli autori dell’opéra comique)827

Ballettocontinuavano a essere eseguiti e ammirati,828 si dovrà citare qui Johan Agrell (1707-1765)

cato da Andersche avrebbe trovato la propria fortuna presso le corti tedesche. Altri compositori svedesi di

ti avvio l’operaun certo rilievo sono Johan Wikmanson (1753-1800), esecutore musicale presso la società

nche maggioreUtile Dulci829 e per buona parte autodidatta; e Olof Åhlström (1756-1835) considerato il

ri stranieri – inmiglior autore di ‘canzoni’ del XVIII secolo. Senza dimenticare le musiche che

tutto durante ilaccompagnano le composizioni di Bellman che costituiscono un importante esempio del

o). Ancora nelgusto dell’epoca.830

uovere anche il Anche sul piano musicale il persistente legame (non solo politico) con la Danimarca

Kungliga produsse in Norvegia i propri effetti. In questo Paese infatti assistiamo al diffondersi di una

n Svezia: basticultura musicale di importazione che si lega alla presenza di compositori ed esecutori

ohann Gottliebstranieri nelle principali città (soprattutto a Christiania dove fu anche Gluck). Nel contempo,

Palazzoseppure a livelli inferiori, vengono organizzati numerosi eventi affidati nelle diverse città a

per il testo digruppi musicali della cui presenza si ha del resto notizia fin dal XVI secolo. Anche la musica
Ma di carattere religioso (concerti d’organo, corali) risulta proficuamente coltivata. Sorgono così

1792) e Johan anche in questo Paese associazioni musicali, la prima delle quali è l’Accademia armonica

o tuttavia a farsi(Harmonisternes akademi) fondata a Bergen nel 1765 da Jens Boalth (1725-1780, rettore

58), promotoredella scuola della cattedrale con il sostegno di Claus Fasting (che era anche un abile

il primopianista);831 del 1786 è la Società musicale di Trondheim (Trondhjemske Musicalske

a l’altro seppeSelskab) che cesserà l’attività nel 1843. A Christiania una società musicale di una certa

e. E se i grandiimportanza sarà il Liceo musicale (Det musikalske Lyceum) fondato nel 1810. Esibizioni

827 private erano naturalmente tenute nelle dimore delle famiglie più nobili e facoltose.

ell (1707-1765) Non mancano nel Paese musicisti di un certo rilievo. Due di loro sono tuttavia di origine

itori svedesi ditedesca, seppure trasferiti in Norvegia: Georg von Bertouch (1668-1743) comandante

resso la societàmilitare nella fortezza di Akershus a Christiania e Johan Daniel Berlin (1714-1787),

considerato ilstabilitosi a Trondheim.832 Per contro il norvegese Johan Henrik Freithoff (1713-1767) visse

musiche chea Copenaghen dove lavorò presso la corte.

te esempio del Non manca, soprattutto, lo sviluppo peculiare della musica ‘popolare’ che si avvale di

strumenti caratteristici come il langeleik (cordofono a corde pizzicate, sorta di salterio a

n la Danimarcacassa dotato di una sola corda melodica e di una serie di bordoni) e il cosiddetto “violino di

fondersi di unaHardanger” (hardingfele, cordofono a corde sfregate, con quattro corde melodiche e quattro

ri ed esecutoricorde di risonanza).

Nel contempo, Fino al XIX secolo le informazioni sulla musica islandese restano assai scarse.

diverse città aConsiderati l’isolamento e le condizioni sociali del Paese, si deve qui più che altro fare

Anche la musicariferimento alle melodie popolari. Come è stato detto, esse dovevano accompagnare le danze,
a. Sorgono cosìcome il vikivaki.833 Anche le rímur,834 ancora molto in voga, dovettero essere recitate

emia armonicasecondo un’intonazione musicale, seppure restino in primo luogo prodotti letterari. Strumenti

5-1780, rettore musicali popolari sono in Islanda il langspil, corrispondente al langeleik norvegese e la fiðla

anche un abile(cordofono a corde sfregate, sorta di salterio a cassa con due corde e privo di tastiera).

ske Musicalske In Islanda, come del resto per buona parte in tutta la Scandinavia, la musica religiosa

le di una certa resta legata soprattutto alla tradizione salmista.

810. Esibizioni

tavia di origine

3) comandante

n (1714-1787),

713-1767) visse

he si avvale di

ta di salterio a

etto “violino di

diche e quattro

o assai scarse.

che altro fare

gnare le danze,
come il vikivaki.833 Anche le rímur,834 ancora molto in voga, dovettero essere recitate

secondo un’intonazione musicale, seppure restino in primo luogo prodotti letterari. Strumenti

musicali popolari sono in Islanda il langspil, corrispondente al langeleik norvegese e la fiðla

(cordofono a corde sfregate, sorta di salterio a cassa con due corde e privo di tastiera).

In Islanda, come del resto per buona parte in tutta la Scandinavia, la musica religiosa

resta legata soprattutto alla tradizione salmista.


1 Vd. p. 1419.

2 Vd. pp. 559-560 con nota 133.

3 Trattato di Valiesar (località presso Narva), 20 dicembre 1658 (SUNDBERG 1997 [Abbr.], nr. 120,

pp. 275-276).

4 DNT XI, nr. 15, 18 agosto 1700, pp. 378-398 con documenti correlati; SUNDBERG 1997 (Abbr.),

nr. 131, pp. 301-302.

5 La grande vittoria è celebrata in un quadro (1907-1910) del pittore svedese Gustaf Olof

Cederström (vd. pp. 1090-1091) conservato nel Museo nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma. Si

tenga presente che la data di questa battaglia, così come di altri eventi citati in relazione a questo

conflitto, varia a seconda del calendario di riferimento (svedese, giuliano o gregoriano). Come è noto

l’adozione del calendario gregoriano nei Paesi protestanti ebbe luogo con grande ritardo, a motivo

del fatto che esso si legava alla figura di un Papa. In relazione a ciò in Svezia fu in vigore, tra il 1700

e il 1712, il cosiddetto ‘calendario svedese’ che presentava un ritardo di dieci giorni rispetto a quello

gregoriano e un anticipo di un giorno rispetto a quello giuliano. Il calendario gregoriano fu adottato

in questo Paese (e nella ‘colonia’ finlandese) nel 1753 mentre in Danimarca (e nelle ‘colonie’ di

Norvegia, Islanda e Føroyar) era stato introdotto fin dal 1700.

6 Instrumentum Pacis inter Sacras Regias Majestates Sveciae et Poloniae ab una, et Serenis.

Regiam Majestatem ac Electoralem Serenitatem Saxoniae ab altera parte, Conclusae in Pago Alt-

Ransteda, prope Lipsiam, Die XIV/XXIV Mensis Septembris MDCCVI. / Freds-Fördrag emillan

Deras Kongl. Maj:ter af Swerige och Pohlen å den ena/ och Hans Kongl. Maj:t och Churförstl.

Durchleuchtighet af Saxen å den andra sidan/ oprättat uti Alt-Ranstad wid Leipzig den 14/24 dagen i

September månad åhr 1706 (SFS 1705-1709); SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 133, pp. 305-306. In

seguito a questo accordo Johann Patkul fu consegnato agli Svedesi e da loro crudelmente giustiziato.
7 La fortezza e la città vicina erano già state conquistate e devastate dai Russi nel 1656,

successivamente però erano tornate in mano svedese.

[Abbr.], nr. 120, 8 Il riferimento è, in particolare, alla battaglia di Holowczyn (Гɑ о ɥЬιʜ, in Bielorussia) del 4

luglio 1708.

1997 (Abbr.), 9 Il 19 settembre del 1708 infatti le truppe di supporto in arrivo dalla Livonia guidate dal generale

Adam Ludwig Lewenhaupt (1659-1719) furono sconfitte nella battaglia di Ljasnaja (Лясʜɑя)

ese Gustaf Olofnell’attuale Bielorussia (polacco Leśna, russo Лесʜɑя) e si congiunsero al grosso dell’esercito

di Stoccolma. Si fortemente indebolite.

lazione a questo 10 Le sofferenze dei soldati in questa situazione sono tradotte nella canzone L’inverno più freddo

no). Come è noto che si ricordi (The Coldest Winter in Memory, 1996) del compositore e cantante scozzese Al Stewart

itardo, a motivo(n. 1945).

igore, tra il 1700 11 Questo villaggio non esiste più dal 1964 in quando la popolazione è stata evacuata ed esso è

rispetto a quellostato sommerso dalle acque di un grande bacino idrico.

riano fu adottato 12 Vd. TENGBERG E., Karl XII och Ryssland. Studier rörande ryska fälttågets slutskede

elle ‘colonie’ di Stockholm 1958 ed ENGLUND P., Poltava. Berättelsen om en armés undergång, Helsingborg 1988. La

famosa battaglia di Poltava è raffigurata in un quadro (1726) del pittore francese Pierre-Denis Martin

una, et Serenis. (1663-1742) conservato nel Palazzo di Caterina allo Tsarskoye selo (Цɑрское Се о) di San

sae in Pago Alt-Pietroburgo e in uno (1717) di Jean-Marc Nattier (1685-1766) che si trova nel Museo statale di arti

Fördrag emillan figurative A.S. Pushkin (Госу∂ɑрmɞеʜʜЬι Mузе uзобрɑзumе ЬʜЬιχ uскуссmɞ uMеʜu А.С. Пу

och Churförstl. кuʜɑ) a Mosca, mentre un altro quadro (1879) del pittore svedese Gustaf Olof Cederström (vd. pp.

en 14/24 dagen i1090-1091) appartenente a una collezione privata mostra il re Carlo e il cosacco Maze-pa dopo la

pp. 305-306. In sconfitta. All’evento sono anche ispirati due film: uno svedese del 1925 diretto da Johan W. Brunius

(1884-1937) dal titolo Carlo XII (Karl XII) e uno russo del 2007 dal titolo Il servitore del sovrano (С
Russi nel 1656, уƨɑ Госу∂ɑреɞ) diretto da Oleg Ryaskov (O еƨ Pяcкoɞ, n. 1961).

13 Brema e Verden furono sottomesse dalla Danimarca che cercò di portare dalla propria parte

Bielorussia) del 4Giorgio (Georg), principe elettore di Hannover e futuro re Giorgio I d’Inghilterra (1660-1727)

vendendogli questi possedimenti. Dal canto suo la Prussia si impadronì di parte della Pomerania e di

date dal generaleStettino.

) 14 Il 1 febbraio 1713 era scoppiato un tumulto nel quale egli era stato fatto prigioniero. A quel

sso dell’esercitopunto, dopo essere stato liberato, Carlo comprese che era giunto il momento di tornare in patria,

affrontando un viaggio lungo e non certo agevole né, tantomeno, sicuro a motivo delle possibili

verno più freddo insidie da parte dei suoi nemici.

zzese Al Stewart 15 Su di lui vd. RIANØ., “Peter Wessel Tordenskiold – sjøkrigens Mozart”, in FNKF, pp. 184-208.

16 Un quadro che raffigura il mesto corteo dei soldati che trasporta il corpo del re venne dipinto

acuata ed esso è nel 1878 da Gustaf Olof Cederström (vd. pp. 1090-1091). Il medesimo pittore ne fece poi una nuova

versione nel 1884. La prima opera si trova al Museo dell’arte di Göteborg (Göteborgs konstmuseum),

ågets slutskede,la seconda al Museo nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma.

ngborg 1988. La 17 Vd. The Consolidated Treaty Series, edited and annotated by C. PARRY, New York 1969-1981,

rre-Denis MartinXXX, pp. 81-91; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 134, pp. 309-310. A Hannover vennero cedute Brema e

) di SanVerden.

eo statale di arti 18 Vd. Preussens Staatsverträge aus der Regierungszeit König Friedrich Wilhelms I

u А.С. Пуherausgegeben von V. LOEWE, Leipzig 1913, pp. 226-243; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 135, p. 311.

derström (vd. pp.Alla Prussia andarono la parte meridionale della Pomerania anteriore (a sud del fiume Peene) con

Maze-pa dopo laStettino, le isole di Usedom e Wolin e le città di Damm e Gollnow (polacco Goleniów).

ohan W. Brunius 19 Vd. Traité de Paix, Entre Sa Majesté le Roy & la Couronne de Suede [sic], Et Sa Majesté le

СRoy de Dannemarc. Signé a Stockholm le 3 & ratifié le 30 Juin l’An 1720 / Freds Fördrag Emellan
Kongl. Maj:t och Cronan Swerige / Och Kongl. Maj:t af Dannemark. Underskrifwit i Stockholm den

lla propria parte3 och ratificerat den 30 Junii 1720 (in SFS 1720); SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 136, pp. 312-313. In

rra (1660-1727)base a esso la Svezia dovette rinunciare all’esenzione doganale sull’Øresund (cfr. p. 533 con nota 12)

a Pomerania e die si impegnò a non sostentere più il ducato di Holstein-Gottorp. Dal canto loro i Danesi restituirono

l’isola di Rügen, Stralsund, Wismar, Marstrand nel Bohuslän (quest’ultima località, costituita da due

gioniero. A quelisole vicine, era stata conquistata nel 1719 da Peter Wessel Tordenskjold) e parti della Pomerania

ornare in patria, anteriore; inoltre si impegnarono a non fornire supporto ai Russi.

o delle possibili 20 Tractat Des ewigen Friedens, Welcher zwischen Sr. Czaaris. Majest. und Sr. Königl. Majest. in

Schweden den 30ten Augusti V. st. 1721, Zu Neustadt in Finnland geschlossen worden. Berlin [...]

unter dem Berl. Rath.; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 137, pp. 316-318. La Russia infatti otteneva le

re venne dipintoprovince baltiche di Estonia (con le isole di Saaremaa e Hiiumaa), la Livonia, l’Ingria e una parte

ce poi una nuovadella Carelia.

), 21 Alla Danimarca tuttavia la Svezia versò un risarcimento.

22 STFM VIII, nr. 14, 26 settembre 1732, pp. 162-166; SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 139, pp. 320-

York 1969-1981,321.

o cedute Brema e 23 Cfr. p. 584.

24 Questa storia (che resta per altro in gran parte da verificare), è riportata in primo luogo dallo

ch Wilhelms I,storico e politico danese Ove Malling (1748-1829) nell’opera Grandi Azioni di Danesi, Norvegesi e

nr. 135, p. 311. abitanti del Holstein (Store og Gode Handlinger af Danske, Norske og Holstenere, samlede ved O

ume Peene) con MALLING, Kiøbenhavn 1777, pp. 221-227; qui il cognome della donna è Colbiørsen). Ad Anna

Colbjørnsdatter sono ispirati due romanzi della scrittrice norvegese Berit Sagen Ramsfjell (n. 1927):

Et Sa Majesté leLa Signora Anna Ramus (Fru Anna Ramus [1988]) e Mente chiusa. “La signora Anna Ramus II”. La

Fördrag Emellanstoria di Anna Colbjørnsdatter di Norderhov (Stengt sinn. “Fru Anna Ramus II.” Sagaen om Anna
i Stockholm den Colbjørnsdatter fra Norderhov, 1990).

pp. 312-313. In 25 In questo caso il riferimento è alla data del calendario svedese (cfr. nota 5).

533 con nota 12) 26 Con la pace di Stoccolma essa si era di fatto impadronita di quella parte del ducato di Holstein-

anesi restituironoGottorp che si estendeva nella regione dello Schleswig e Federico IV ne era stato proclamato

costituita da dueprincipe ereditario e reggente. Nel 1773 anche la parte compresa nella regione del Holstein sarebbe

della Pomeraniafinita sotto la sovranità danese. Questi territori avrebbero comunque mantenuto una certa autonomia

(vd. nota 57).

Königl. Majest. in 27 Vd. oltre, pp. 762-764. In parte attratto da questa corrente religiosa era stato del resto anche il

. Berlin [...] padre.

nfatti otteneva le 28 Per celebrare la sua unione con il re, fondata (per quei tempi una vera eccezione) su una libera

ngria e una partescelta d’amore, nel 1732 questa regina istituì l’Ordine dell’amore perfetto o Ordine della fedeltà

(Ordenen de l’Union parfaite o Ordenen de la Fidelité), il primo riconoscimento danese che poteva

essere assegnato anche alle donne.

nr. 139, pp. 320- 29 Su di lui vd. KOCH 1886, pp. 144-148.

30 SCHOU (Abbr.) III, 12 marzo 1735, pp. 163-172.

31 Forordning angaaende den tilvaxende Ungdoms Confirmation og bekræftelse udi Deres

rimo luogo dalloDaabes Naade, in SCHOU (Abbr.) III, 13 gennaio 1736, pp. 241-249. Di interesse al riguardo i

nesi, Norvegesi edocumenti riportati in RØRDAM H. FR., “Bidrag til Konfirmationens Historie”, in Ksam, V (1909-

samlede ved O.1911), pp. 368-396. In Svezia l’obbligo della cresima parrebbe implicito nel testo del Manuale

rsen). Ad Annaecclesiastico (Kyrkohandbok), pubblicato nel 1811 (vd. STAAFF A.W., Om Konfirmationens uppkomst

msfjell (n. 1927):och antagande i Sverige. Kyrkohistorisk bidrag, Stockholm 1871, in particolare alle pp. 109-121).

na Ramus II”. La 32 Va tuttavia ricordato che nel 1711 la città fu colpita da un’epidemia di peste e nel 1728

Sagaen om Annadevastata da un terribile incendio (divampato per quattro giorni dal 20 al 23 di ottobre) che, si
calcola, ne distrusse il 28%. Oltre alle perdite umane e materiali le conseguenze sul piano culturale

furono enormi. Il fuoco infatti divorò preziose collezioni di libri e opere di grande valore dei più

cato di Holstein-prestigiosi autori e scienziati del XVI e XVII secolo (vd. LAURING K., Byen brænder – den store

stato proclamatobrand i København 1728, København 2003). E tuttavia Copenaghen, favorita a livello politico,

Holstein sarebbe passerà dai circa 30.000 abitanti della metà del XVII ai circa 80.000 della metà del XVIII secolo.

certa autonomia 33 La costruzione fu avviata nel 1731 con la demolizione del vecchio castello e terminata nel

1740. Il progetto venne affidato all’architetto tedesco Elias David Häusser (o Haüsser, 1687-1745)

del resto anche il con il quale collaborarono i danesi Laurids Lauridsen de Thurah (vd. p. 846 con nota 760) e Nicolai

Eigtved (vd. pp. 845-846 con nota 756). Il castello fu distrutto da un primo incendio il 26 febbraio

ne) su una libera1794 e poi ricostruito. Il 3 ottobre 1884 un nuovo incendio devastò anche questa seconda costruzione

ine della fedeltàche, di nuovo, fu riedificata. Attualmente esso è sede del parlamento danese, della corte suprema e

anese che poteva dell’ufficio del primo ministro. Vd. HVIDT KR. – ELLEHØJ S. ET AL., Christiansborg slot

billedredaktion CHR. BANG, I-II, København 1975.

34 Si ricordi qui il contributo di singoli benefattori come Ole Borch (vd. p. 632 con nota 485) che

aveva fondato a Copenaghen (1691) il cosiddetto Borchs collegium nel quale venivano accolti

telse udi Deres studenti privi di mezzi. Nello stesso anno il consigliere di stato Jørgen Elers (1647-1692) aveva

se al riguardo i destinato una grossa somma alla fondazione di un altro collegio per ospitare studenti bisognosi: una

, V (1909- decisione presa per onorare la memoria dei suoi due figli periti nel terribile incendio che il 19 aprile

Manuale1689 aveva completamente distrutto l’edificio che ospitava l’Opera (nel quale in quel momento si

ionens uppkomstteneva una rappresentazione nell’ambito dei festeggiamenti per il compleanno del re) così come

l’adiacente castello di Amalienborg (vd. pp. 853-854 con nota 809). Tale istituzione è dunque nota

este e nel 1728 come Elers kollegium. Addirittura al 1595 risaliva la fondazione del collegio voluto da Christoffer

ottobre) che, siValkendorf, signore di Bergen (cfr. p. 480, nota 66). Vd. anche nota successiva.
l piano culturale 35 Un modello per queste scuole rurali fu rappresentato dagli istituti fondati da alcuni appartenenti

e valore dei piùalla nobiltà nell’ambito dei loro possedimenti terrieri: fra questi il principe Carlo (Karl, 1680-1729) e

nder – den storela principessa Sofia Edvige (Sofhie Hedevig, 1677-1735), fratello e sorella di Federico IV. Il quale,

livello politico, da parte sua, aveva istituito nel 1721 le cosiddette “scuole per la cavalleria” (rytterskoler) destinate ai

figli di coloro che vivevano nei dodici distretti nei quali erano acquartierati gli appartenenti a questo

e terminata nel corpo (cfr. SCHOU [Abbr.] II, 28 marzo 1721, pp. 436-440 e anche l’ordinanza precedente nella

sser, 1687-1745)medesima data, pp. 434-436). Va infine rilevato come nell’ordinanza sulla povertà del 24 settembre

a 760) e Nicolai1708 (SCHOU II, pp. 192-210 [a riguardo della capitale] e pp. 210-232 [per il resto del Paese], passim)

io il 26 febbraiosi fosse fatto per la prima volta riferimento alla necessità di offrire una istruzione gratuita ai bambini

onda costruzionedelle famiglie povere e di aprire scuole nelle zone rurali. Vd. RØRDAM H.FR., “Bidrag til Historien om

corte suprema eIndretning af Skoler paa Landet i Christian VI’s Tid”, in Ksam VI (1911-1913), pp. 241-312. Sulla

stiansborg slot,‘politica scolastica’ dei precedenti sovrani assoluti vd. HOLM 1885-1886, I, pp. 384-408.

36 La legge sull’insegnamento generale in Danimarca, Forordning om Skolerne paa Landet i

on nota 485) cheDanmark, og hvad Degnene og Skoleholderne derfor maae nyde, è del 23 gennaio 1739 (SCHOU

venivano accolti[Abbr.] III, pp. 320-339; vd. anche alle pp. 339-347 le ‘istruzioni’ per gli insegnanti). Della stessa

647-1692) avevadata è quella per l’insegnamento in Norvegia (Forordning om Skolerne paa Landet i Norge, og hvad

ti bisognosi: unaKlokkerne og Skoleholderne derfor maae nyde; ibidem, pp. 347-358 con relative ‘istruzioni’ alle pp.

o che il 19 aprile 358-362). La legge danese fu poi modificata con un comunicato ufficiale in data 29 aprile 1740

quel momento si(SCHOU III, pp. 410-417), quella norvegese in data 5 maggio 1741 (SCHOU III, pp. 449-454) per

el re) così come mitigare alcuni aspetti che avevano suscitato proteste (vd. nota 38); in esso tuttavia si precisava che

e è dunque nota ogni parrocchia doveva avere una sua scuola; vd. NELLEMANN 1966 (B.8), pp. 49-57. Il 17 aprile

to da Christoffer1739 veniva varata una riforma delle cosiddette “scuole di latino” (vd. p. 638, nota 503; NELLEMANN

1966, pp. 58-59). In relazione a questa riforma scolastica cominciano a comparire libri di testo scritti
cuni appartenentiin lingua danese in misura assai maggiore che nel passato.

, 1680-1729) e 37 Vd. i documenti raccolti in RØRDAM H.FR., “Reformen i det lærde Skolevæsen i Christian VI’s

ico IV. Il quale, Tid”, in Ksam II (1903-1905), pp. 485-543 e pp. 661-699.

) destinate ai 38 In effetti i costi dell’operazione andavano a gravare sugli abitanti delle campagne e ci furono

rtenenti a questo dunque molte proteste. In ogni caso nei decenni che seguirono furono aperte circa un migliaio di

precedente nellascuole nelle aree rurali.

del 24 settembre 39 I testi destinati alla lettura dovevano naturalmente corrispondere allo scopo di far apprendere

)agli allievi i princìpi del luteranesimo. Per questo motivo si trattò, innanzi tutto, di brani della Bibbia

atuita ai bambini e salmi. Al pastore e futuro vescovo di Bergen Erik Pontoppidan il Giovane (den yngre, 1698-1764)

til Historien omfu affidato l’incarico di scrivere un libro specificamente dedicato a questo scopo: nel 1737 uscì

p. 241-312. Sulladunque il suo Verità per il timor di Dio, in una semplice spiegazione del piccolo catechismo del

Beato M. Lutero (Sandhed til Gudfrygtighed, udi en eenfoldig Forklaring over Sal. Dr. Mort. Luthers

ne paa Landet iLiden Cathechismo). Non casualmente ciò avveniva in concomitanza con l’introduzione dell’obbligo

CHOU della cresima, per la quale era richiesta una conoscenza più approfondita della dottrina cristiana (cfr.

nti). Della stessap. 684 con nota 31). Quest’opera, che consisteva in domande e risposte che gli allievi dovevano

i Norge, og hvadimparare praticamente a memoria ed era ispirata allo spirito pietista, fu obbligatoria ai fini

truzioni’ alle pp.dell’insegnamento religioso per moltissimo tempo. Vd. BRØNDSTED M., “Historien om Pontoppidans

29 aprile 1740 "Forklaring i Danmark og Norge”, in Fund og forskning i Det kongelige biblioteks samlinger, XII

p. 449-454) per (1965), pp. 47-66.

si precisava che 40 Vd. p. 883 con nota 87.

-57. Il 17 aprile 41 Vd. oltre, pp. 693-696.

ELLEMANN 42 Cfr. sopra, nota 32 e oltre, p. 831 con nota 684.

bri di testo scritti 43 In questo contesto va rilevata la comparsa di scritti nei quali si analizza la situazione
economica della Danimarca e si presentano concrete proposte in merito: ci si riferisce, in particolare,

i Christian VI’s ad autori come Thomas Jørgensen Hørning (ca.1675-1711) e, più tardi, Otto Thott (1703-1785).

44 Rispettivamente: Forordning Om Land-Militiens Indrettelse i Danmark (22 febbraio 1701) e

agne e ci furonoForordning om Land-Militiens Ophævelse (30 ottobre 1730); vd. le indicazioni in SCHOU (Abbr.) II,

a un migliaio dip. 24 e SCHOU III, p. 1.

45 SCHOU (Abbr.) III, nr. 4 febbraio 1733, p. 88. Il titolo di questo documento è sufficientemente

di far apprenderesignificativo: Ordinanza sull’istituzione di una forza armata nazionale in Danimarca. Dal momento

Bibbia che i contadini hanno fatto cattivo uso della libertà ottenuta per l’abolizione della precedente forza

, 1698-1764) armata nazionale, tralasciando le coltivazioni e abbandonando la campagna (Forordningen Om en

o: nel 1737 uscì nye Land-Milices Indrettelse i Danmark. Saasom Bøndekarlene misbrugte den ved forrige Land-

o catechismo delMilices Ophævelse bekomne Frihed, ved at lade Aagerdyrkningen fare og begive sig af Landet).

Dr. Mort. LuthersL’avversione dei contadini per la vita del soldato e il conseguente timore di essere chiamati a far

one dell’obbligoparte dell’esercito sono efficacemente espressi nella commedia Erasmus Montanus di Ludvig

na cristiana (cfr.Holberg (cfr. p. 652, nota 558), dove il figlio di contadini Rasmus Berg – che torna al paese dopo

allievi dovevanoaver compiuto gli studi – crea scompiglio affermando che la Terra è sferica e non piatta, ma si

ligatoria ai finiaffretterà a rimangiarsi le proprie parole di fronte alla prospettiva di essere arruolato (atto V, pp. 192-

om Pontoppidans200). Sulla formazione dell’esercito danese vd. ROCKSTROH K.C., Udviklingen af den nationale Hær i

, XIIDanmark i det 17. og 18. Aarhundrede, I-III, København 1909-1926.

46 Nel 1735 (16 settembre) era stato introdotto il divieto di importare grano straniero (vd. le

indicazioni in SCHOU [Abbr.] III, p. 201); esso sarebbe stato eliminato in parte nel 1741 (27 ottobre,

indicazioni in SCHOU III, p. 477) e definitivamente nel 1788 (SCHOU IX, 6 giugno 1788, pp. 450-456).

47 Si vedano rispettivamente le ordinanze del 9 dicembre 1735 e del 30 marzo 1742; indicazioni

za la situazionein SCHOU (Abbr.) III, p. 219 e p. 487) e l’Ordinanza relativa a modifiche nell’istituzione delle forze
ce, in particolare,armate in Danimarca (Forordning Angaaende forandring i Landmilitiens Indrettning i Danmark) in

SCHOU IV, 13 aprile 1764, pp. 769-770. Si vedano inoltre le ordinanze del 21 agosto 1767 (SCHOU V,

febbraio 1701) ep. 47) e del 14 settembre 1774 (SCHOU V, pp. 432-451).

(Abbr.) II, 48 Cfr. p. 651, nota 556.

49 Nel 1735 veniva fondato il ‘collegio’ (come detto una sorta di ministero) per l’economia e il

sufficientementecommercio (General Landets Økonomi- og Kommerce Kollegium).

ca. Dal momento 50 Vd. sopra, p. 650.

precedente forza 51 Nella seconda metà del XVIII secolo si collocherà la fondazione delle prime importanti

rdningen Om en aziende danesi come la Raadvad (1758), che aveva sede nell’omonima località (Selandia orientale)

ed forrige Land-presso un antico mulino ad acqua dove in precedenza si producevano armi e utensili agricoli e iniziò

). la propria attività nel campo delle ferramenta; la fabbrica di orologi Urban Jürgensen & Sønner con

e chiamati a far sede a Copenaghen (1773); la fabbrica di porcellane Den Kongelige Porcelainsfabrik (Royal

di Ludvig Copenhagen, 1775), la fabbrica di pitture Sadolin & Holmblad di Copenaghen (1777), l’industria

na al paese dopo grafica Stibo di Højbjerg nello Jutland (1794).

on piatta, ma si 52 Il quale si era sviluppato proprio in contrapposizione agli Svedesi non soltanto nell’ambito

(atto V, pp. 192-della ‘disputa storica’ di cui sopra si è detto, quanto, a livello più popolare, nel corso delle ripetute

nationale Hær iguerre che nel XVII secolo avevano opposto i due Paesi.

53 Vd. 7.1.

straniero (vd. le 54 In quell’anno c’era stata una deliberazione dei rappresentanti dei contadini svedesi che aveva

741 (27 ottobre, indicato nel principe ereditario danese il proprio candidato alla Corona; vd. p. 700.

88, pp. 450-456). 55 Nel 1752, dopo la morte della prima moglie, Federico V sposò la principessa tedesca Giuliana

1742; indicazioni(Juliana) Maria di Braunschweig-Wolfenbüttel (1729-1796).

zione delle forze 56 Da sempre difficili, essi erano stati ulteriormente complicati dalla complessa questione della
) insuccessione al trono svedese. La Danimarca aveva comunque ottenuto che Adolfo Federico (Adolf

V,Fredrik) di Holstein-Gottorp, scelto dagli Svedesi come successore al trono (cfr. p. 700), rinunciasse

ufficialmente a qualsiasi pretesa sul Holstein (1749) e sui territori del ducato nello Schleswig (1750).

57 Vd. pp. 1419-1420 con nota 34.

r l’economia e il 58 In particolare egli frequentava assiduamente tale Anna Caterina (Anne Cathrine) Benthagen

(1745-1805), nota popolarmente come “Caterina degli stivaletti” (Støvlet Cathrine) a motivo del fatto

che da giovane consegnava gli stivaletti fabbricati dalla madre. Anna Caterina era una prostituta che

prime importantidivenne l’amante del re. Le loro ‘notti folli’ tra bordelli e osterie di Copenaghen (ma anche le

landia orientale)apparizioni in pubblico) creavano scalpore, ma facevano anche temere per la sicurezza del Regno.

agricoli e iniziò Per questo motivo gli uomini di governo che circondavano il sovrano riuscirono a farla esiliare ad

conAmburgo. Per tenerla lontana dalla corte le venne anche garantita una pensione. Sul suo rapporto con

RoyalCristiano VII è incentrato il racconto Conversazione notturna a Copenaghen (Samtale om Natten i

777), l’industriaKøbenhavn) di Karen Blixen (vd. p. 1170), uscito per la prima volta sulla rivista danese Heretica, VI

(1953), pp. 465-494.

anto nell’ambito 59 È tra l’altro praticamente certo che la figlia della regina (che in precedenza aveva dato alla luce

rso delle ripetuteun maschio, il futuro re Federico VI), Luisa Augusta (Louise Augusta, 1771-1843) fosse figlia

naturale di Struensee.

60 A partire dagli anni ’70 del XVII secolo, dopo l’avvento dell’assolutismo regio, questo

vedesi che aveva organismo, formato da un numero molto ristretto di persone che dovevano consigliare il sovrano,

aveva assunto buona parte del potere. Talora si riuniva in assenza del re al quale venivano poi

tedesca Giulianasottoposti i provvedimenti da adottare. Cfr. p. 668, nota 613.

61 Fu, tra l’altro, uno dei pionieri della vaccinazione.

a questione della 62 Cfr. nota 459.


Adolf 63 L’ordinanza di abolizione della censura è del 14 settembre 1770 (vd. indicazioni in SCHOU

700), rinunciasse[Abbr.] III, p. 298 e in STANG – DUNKER 1838 [Abbr.], p. 281). Tuttavia Struensee medesimo fece le

spese della nuova libertà di espressione venendo apertamente attaccato (seppure gli autori degli scritti

si mantenessero prudentemente anonimi). Per questa ragione in data 7 ottobre 1771 (vd. indicazioni

) Benthagenin SCHOU III, p. 298 e in STANG – DUNKER 1838, p. 288) le norme furono corrette in senso restrittivo.

motivo del fattoVd. JØRGENSEN H., Da censuren blev opgivet, udgivet i anledning af tohundreåret for

na prostituta cheTrykkefrihedsreskriptet af 14. september 1770, København 1970.

en (ma anche le 64 Su di lei vd. BREGNSBO M., Caroline Mathilde. Magt og skæbne, En biografi, [København]

ezza del Regno.2007.

farla esiliare ad 65 La vicenda di Struensee e Carolina Matilde ha ispirato diverse opere artistiche come i romanzi

suo rapporto conLa regina perduta (The Lost Queen, 1969) della scrittrice inglese Norah Lofts (1904-1983) e La

tale om Natten ivisita del medico di corte (Livläkarens besök, 1999, tradotto in italiano con il titolo Il medico di

, VIcorte) del romanziere svedese Per Olov Enquist (vd. pp. 1266 e p. 1267, nota 180) il quale ha altresì

rielaborato il proprio racconto nel libretto per l’omonima opera (Livlægens Besøg, 2008) la cui

va dato alla luce musica si deve al compositore danese Bo Holten (vd. p. 1336); i film Il dittatore (The Dictator, 1935)

843) fosse figliadel regista inglese Victor Saville (1985-1979) e Un affaire reale (En kongelig affære, 2012), del

regista danese Nikolaj Arcel (vd. p. 1191); il balletto in due atti Caroline Mathilde (1991) del

mo regio, questo compositore inglese Peter Maxwell Davies (n. 1934). Anche dal romanzo dello scrittore austriaco

gliare il sovrano, Robert Neumann (1897-1975), Il favorito della regina (Der Favorit der Königin, 1953) è stato tratto

le venivano poiun film dal titolo Re senza corona (Herrscher ohne Krone, comparso tuttavia in Italia con il titolo Il

principe folle) uscito nel 1957 e diretto dal regista tedesco Harald Braun (1901-1960). Anche il poeta

svedese Carl Snoilsky (vd. p. 1075 con nota 488) ha dedicato dei versi all’infelice vicenda amorosa

della regina danese: Una regina (Caroline Mathilde) in Samlade dikter af Carl Snoilsky,
CHOU nationalupplaga, II, Stockholm 1925, p. 59: En drottning (Caroline Mathile).

medesimo fece le 66 Diritto di cittadinanza, in base al quale l’accesso alle cariche nei regni e territori di Sua

utori degli scritti Maestà è riservato solamente ai sudditi ivi nati, e a coloro, che sono considerati alla pari (Indføds-

(vd. indicazioni Retten, hvorefter Adgang til Embeder i Hans Majestæts Riger og Lande foreholdes alene de infødte

senso restrittivo. Undersaatter, og dem, som derved lige agtes, in SCHOU [Abbr.] VI, 15 gennaio 1776, pp. 143-151).

ohundreåret for 67 Cfr. p. 689.

68All’organizzazione del ‘colpo di stato’ aveva contribuito anche Niels Ditlev Regels (1755-

, [København]1802), ‘illuminista radicale’ assai critico nei confronti della società danese, della Chiesa, della

politica sociale e del sistema educativo dell’epoca; vd. PETERSEN M., “Oplysningens gale hund. Niels

come i romanziDitlev Regels”, in ODS, pp. 118-148.

La 69Anche quelle, diffusesi negli anni ’40, che decimarono il bestiame.

Il medico di 70SCHOU (Abbr.) I, 28 gennaio 1682, pp. 190-194 e 16 dicembre 1682, pp. 240-243.

l quale ha altresì 71Tra coloro che si opponevano alle innovazioni proposte si citi qui Esaias Fleischer (1732-1804),

, 2008) la cuiprofondo conoscitore della situazione del mondo rurale, il quale sosteneva che la concessione di una

, 1935)maggiore libertà ai contadini avrebbe avuto come conseguenza un completo decadimento del mondo

, 2012), del agrario; egli riteneva piuttosto che la soluzione dei problemi dovesse passare, in primo luogo, per una

(1991) delriduzione delle tasse. Si vedano le sue Lettere relative ai proprietari e ai contadini danesi su ciò che

crittore austriacoentrambi rappresentano per lo Stato, e su come possano divenire ciò che essi dovrebbero essere per

53) è stato trattoil più grande vantaggio del medesimo. Scritte dal vero amico della patria con patriottica libertà

Il(Breve angaaende den danske Proprietær og Bonde, hvad begge ere for Staten, og hvorledes det

). Anche il poetakunde blive det, som de til største Nytte for samme burde være. Med patriotisk frihed skrevne af

vicenda amorosafædrelandets sande ven, 1786).

Carl Snoilsky, 72 Per primo aveva proposto l’istituzione di una commissione sui problemi dell’agricoltura
(1757). A lui si devono i decreti del 29 dicembre 1758, del 28 dicembre 1759 e dell’8 marzo 1760

territori di Suacon cui nelle diverse regioni del Paese veniva abolita la comunità rurale (indicazioni in SCHOU

Indføds-[Abbr.] IV, p. 584, p. 607 e pp. 612-613); cfr. le ulteriori ordinanze del 15 maggio 1761, del 10

alene de infødtefebbraio 1766, del 28 luglio 1769 e del 13 maggio 1776 (indicazioni in SCHOU IV, pp. 670-671,

SCHOU V, p. 2 e p. 139, SCHOU VI, pp. 180-181). Come si dirà poco più avanti la comunità rurale

scomparirà definitivamente nel 1781. Ad Adam Gottob Moltke si deve anche l’iniziativa di

v Regels (1755-sollecitare proposte per migliorare l’economia danese, gran parte delle quali furono pubblicate nella

la Chiesa, dellaRivista economica di Danimarca e Norvegia (Danmark og Norges oeconomiske Magazin) uscita in

gale hund. Nielsotto volumi tra il 1757 e il 1764 ed edita anonimamente da Erik Pontoppidan (su cui cfr. nota 39).

Gran parte dei contributi venne dall’ecclesiastico Otto Didrik Lützen (1713-1788).

73 SCHOU (Abbr.) V, 20 febbraio 1771, pp. 223-226: qui si precisa che la corvée “deve essere non

soltanto regolamentata ma anche sopportabile” (p. 223: “skal være ikke alene bestemte, men endog

her (1732-1804),taalelige”). Si veda la precedente ordinanza del 6 maggio 1769 (Forordning om Hoveriets

ncessione di unaBestemmelse i Danmark, SCHOU V, pp. 125-126).

mento del mondo 74 SCHOU (Abbr.) V, 12 agosto 1773, pp. 383-391.

mo luogo, per una 75 SCHOU (Abbr.) VIII, 23 aprile 1781, pp. 96-133.

danesi su ciò che 76 Su di lui vd. BJØRN CL., Den gode sag. En biografi om Christian Ditlev Frederik Reventlow

bbero essere per København 1992.

atriottica libertà 77 Forordning angaaende Rettigheder og Pligter, som bør have Sted imellem Jorddrotter og

og hvorledes detFæstebønder i Danmark (SCHOU [Abbr.] IX, 8 giugno 1787, pp. 260-273, cui si collega un’altra

rihed skrevne afordinanza (emessa nella medesima data) per regolamentare la cessione di terreni da parte dei

contadini dietro compenso (ibidem, pp. 273-275).

dell’agricoltura 78 Vd. SCHOU (Abbr.) IX, 20 giugno 1788, pp. 494-514 (ulteriormente specificata in data 22
ll’8 marzo 1760marzo 1793). La questione della corvée sarebbe stata ripresa da un decreto del 25 marzo 1791

CHOU (SCHOU X, pp. 208-215; cfr. il documento del 23 dicembre 1791: ibidem, pp. 281-285) e

gio 1761, del 10 definitivamente risolta con un decreto del 1799 (Forordning som indeholder almindelige Regler for

V, pp. 670-671,Hoveriet i Danmark, pubblicata a Copenaghen il 6 dicembre) in cui si prendeva in considerazione

comunità ruraleanche il problema delle decime, che (nonostante diversi decreti in merito) non sarebbero state

e l’iniziativa dieliminate come tali fino alla promulgazione d’una legge specifica del 1903 (vd. p. 971 con nota 71).

pubblicate nella 79 Per celebrare l’affrancamento dei contadini fu innalzato a Copenaghen il “Monumento alla

) uscita in libertà dei contadini” (Bondefriheds-Monumentet), altrimenti noto come “Colonna della libertà”

cui cfr. nota 39).(Frihedsstøtten) eretto nel 1797: esso fu voluto in primo luogo da politici e intellettuali, il che rivela

chiaramente il legame di questa iniziativa con l’atmosfera culturale dominante a quel tempo.

“deve essere non 80 Per ogni utile approfondimento in materia si rimanda a OAF [JØRGENSEN H.], pp. 29-108.

emte, men endog 81 Forordning om Tolden og Kiøbstæd-Consumtionen i Danmark og Norge, Kiøbenhavn den 1ste

g om Hoveriets Februarii 1797.

82 Anordning som bestemmer hvad Bekjendere af den mosaiske Religion der opholde sig i

Kongeriget Danmark, have at iagttage (29 marzo 1814); vd. COHEN A.D., De mosaiske

Troesbekjenderes Stilling i Danmark forhen og nu, Odense 1837, cap. 4 (in particolare pp. 62-63).

derik Reventlow, 83 SCHOU (Abbr.) X, 16 marzo 1792, pp. 346-348. La legge sulla tratta degli schiavi entrò in

vigore nel 1803 ma la condizione di schiavitù nelle isole caraibiche soggette al dominio danese durò

m Jorddrotter ogben più a lungo. Solo nel 1848 infatti il re ne avrebbe solennemente proclamato la fine (Aabent Brev

collega un’altra angaaende Stadfæstelse af de ufrie Negeres Emancipation paa de vestindiske Øer m.m., 22 settembre

eni da parte dei1848, in DAMKIER – KRETZ [Abbr.] V, pp. 553-555; cfr. SCHOU V, pp. 2-3).

84 Alla figura del re Carlo XII è ispirato il dramma di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083) Karl

icata in data 22XII del 1901.


25 marzo 1791 85 Costui è ricordato, insieme al giovane Carlo XII, per gli eccessi cui si lasciò andare insieme al

pp. 281-285) egiovane re dopo essere giunto a Stoccolma per unirsi in matrimonio con la principessa Sofia (1698).

delige Regler forLe loro intemperanze (ripetute nel 1699 in occasione di un’altra visita di Federico) suscitarono

n considerazioneindignazione e proteste. In seguito tuttavia il sovrano adottò uno stile di vita assai più sobrio.

sarebbero state 86 Sweriges Rikes Samtl. Ständers Enhällige Beslut Angående Hennes Maj:ts Drottning Ulricæ

Eleonoræ Utkorelse Til Sweriges Crono och regemente. Giordt och författadt i Stockholm den 21

Monumento alla Februarii 1719 [...] Stockholm [...] 1719 (vd. anche BRUSEWITZ 1916 [Abbr.], pp. 3-21).

na della libertà” 87 Ella tra l’altro aveva fatto arrestare Georg Heinrich von Görtz (vd. sopra, p. 680), che aveva

uali, il che rivelaappoggiato il suo rivale: accusato di aver sostenuto la monarchia assoluta e di aver mal consigliato il

defunto re causando gravi danni al Paese egli fu successivamente giustiziato dopo un processo per

molti aspetti illegale (1719).

benhavn den 1ste 88 In quell’anno fu pertanto emanata una nuova costituzione (BRUSEWITZ 1916 [Abbr.], pp. 22-

43).

r opholde sig i 89 Vd. sopra, pp. 681-682 con nota 20.

De mosaiske 90 Comprendente dunque anche la Finlandia. Entrata in vigore il 1 settembre 1736, essa è per

qualche aspetto ancora valida in entrambi i Paesi. Gran parte del lavoro di estensione del testo è

schiavi entrò indovuto al consigliere del Regno Gustav Cronhielm (1664-1737).

inio danese durò 91 Si tratta in particolare della Legge generale per il Paese di Magnus Eriksson (Konung Magnus

Aabent Brev Erikssons Landslag) entrata in vigore nel 1350 (nel 1352 nella Finlandia svedese), della Legge

, 22 settembre generale per il Paese di Cristoforo di Baviera (Kristoffers landslag) del 1442 che ne costituisce la

revisione, e della Legge per le città di Magnus Eriksson (Magnus Erikssons Stadslag); vd. pp. 354-

Karl 355 con nota 111 e p. 362.

92 Tra l’altro da questo momento non era più contemplata la pena della mutilazione (ma rimaneva
ndare insieme al la condanna a morte); vd. Sveriges rikes Lag: Mißgiernings Balk e Straff Balk, pp. 151-210 e p. 210-

ssa Sofia (1698).215.

ico) suscitarono 93 Questi nomi curiosi derivano dal fatto che gli aderenti al “partito delle berrette”, nato dal

gruppo di coloro che si opponevano a una politica audace e per molti versi temeraria, erano

Drottning Ulricæconsiderati dai loro rivali timorosi e irresoluti, persone degne di indossare al più una berretta da notte

ockholm den 21(nattmössa). Il termine “cappello” (hatt) al contrario faceva riferimento al copricapo a tre punte

indossato da nobili e ufficiali.

680), che aveva 94 STFM VIII, nr. 19, 5 agosto 1735, pp. 213-224; il precedente trattato di amicizia e reciproco

mal consigliato il soccorso è del 1724 (STFM VIII, nr. 3, 22 febbraio-2 marzo 1724, pp. 22-49, con documenti relativi).

un processo per 95 Sulla figura di questo politico vd. WETTERBERG G., Från tolv till ett – Arvid Horn (1664-1742),

Stockholm 2006.

[Abbr.], pp. 22- 96 Su di lui NILZÉN G., Carl Gyllenborg. En frihetstida hattpolitiker, Stockholm 2007.

97 La Commissione segreta (Sekreta utskottet), risalente al 1627, costituiva un organismo ristretto

del quale facevano parte i rappresentanti della nobiltà, del clero e della borghesia, mentre i contadini

1736, essa è per ne erano esclusi (seppure dopo il 1742 essi fossero in qualche forma coinvolti). Sorta per discutere

sione del testo è con il re le questioni di politica estera, venne gradatamente ampliando l’ambito delle proprie

competenze e acquisì sempre maggior potere: nel regolamento parlamentare del 1723 la sua struttura

Konung Magnus venne formalmente definita (Kongl. Maj:ts Och Sweriges Rikes Ständers Riksdags-ordning Författad

Leggewid Riksdagen uti Stockholm den 17 october 1723, § 18; in SFS 1723). Come indica il nome essa

ne costituisce la doveva discutere le questioni di carattere riservato. Nella seconda metà del XVIII secolo questo

); vd. pp. 354-organismo perse di importanza, in particolare dopo il colpo di stato di Gustavo III (vd. p. 704).

98 In relazione alla sconfitta i due generali dell’esercito svedese Charles Lewenhaupt (n. 1691) e

ne (ma rimanevaHenrik Magnus von Buddenbrook (n. 1685) furono condannati a morte e giustiziati a Stoccolma nel
51-210 e p. 210-1743.

99 STFM VIII, nr. 36, 16 giugno - 20 agosto 1743, pp. 377-433 (con i preliminari e vari

rrette”, nato dal documenti relativi); SUNDBERG 1997 (Abbr.), nr. 140, pp. 322-324.

temeraria, erano 100 Cfr. pp. 1419-1420.

berretta da notte 101 Questa “rivolta della Dalecarlia” (Dalupproret) era provocata anche dall’infelice esito della

capo a tre punte guerra con la Russia e dallo scontento per la politica economica dei “cappelli”. Sull’argomento vd.,

tra l’altro, SENNEFELT K., Den politiska sjukan. Dalupproret 1743 och frihetstida politisk kultur,

cizia e reciprocoHedemora 2001.

cumenti relativi). 102 Su di lui vd. HÖRNSTRÖM E., Anders Odel. En studie i frihetstidens litteratur- och

orn (1664-1742), kulturhistoria, Uppsala 1943. Cfr. p. 711.

103 Il nome Svea o anche Moder Svea (“Madre Svea”) compare a partire dalla prima metà del

XVII secolo a indicare la personificazione (in figura femminile rappresentata con ornamento di armi)

ganismo ristrettodella madre patria svedese. Ne fanno uso autori come Stiernhielm (vd. pp. 601-603 e pp. 610-611) e

entre i contadiniMessenius (vd. pp. 580-581). Esso certamente si rifà, seppure il collegamento non sia del tutto

rta per discuterechiaro, all’antroponimo Svear (vd. pp. 136-138 e pp. 155-156).

to delle proprie 104 Sinclairvisan, str. 29-31 (DLO nr. 144).

3 la sua struttura 105 Costui era figlio del celebre architetto Nicodemus Tessin il Giovane (vd. sopra, p. 620). Dopo

rdning Författaduna brillante carriera diplomatica nel 1747 divenne presidente della cancelleria, in pratica primo

ica il nome essa ministro. In seguito tuttavia i rapporti con i reali si guastarono ed egli fu allontanato dalla corte

II secolo questoinsieme alla moglie. Su di lui vd. HOLST W., Carl Gustaf Tessin. En grandseigneur från XVIII:de

seklet, Stockholm 1936.

haupt (n. 1691) e 106 STFM VIII, nr. 73, 22 maggio 1762, pp. 831-856 (con documenti relativi); SUNDBERG 1997

a Stoccolma nel(Abbr.), nr. 141, pp. 327-329.


107 Kongl. Maj:ts Och Riksens Ständers Faststälte Regerings-Form. Dat. Stockholm then 21 Aug.

eliminari e vari 1772. Stockholm [...] 1772.

108 Kongl. Maj:ts Nådiga Kungörelse, Angående Några omständigheter rörande then Religions

Frihet, som bewiliad är i anledning af 7. § uti Sweriges Rikes Ständers Beslut, giordt, samtykt och

felice esito dellaförafskedadt på then Almänna Riksdagen, som slöts i Stockholm then 26 Januarii 1779. Gifwen

l’argomento vd.,Stockholms Slott then 24 Januarii 1781 (SFS 1780-1781). Ciò nondimeno ai luterani non era

a politisk kultur,consentito rinnegare la propria fede. Vd. GRANBERG 1998, pp. 84-86.

109 Kongl. Mj:ts och Riksens Commerce-Collegii Reglemente, För them af Judeska Nationen, som

litteratur- ochwilja hit i Riket inflytta och sig här nedsätta. Gifwit Stockholm then 27 Maji 1782 (SFS 1782-1783).

Vd. GRANBERG 1998, pp. 86-88.

prima metà del 110 In una lettera del 27 agosto 1772 il re ordinava che tutti gli strumenti di tortura presenti nel

namento di armi) territorio del regno venissero distrutti (Protokoll, hållit i Kongl. Maj:ts Råd-kamare på Stockholms

e pp. 610-611) eSlott, angående den så kallade Rosenkammarens och andra pinliga Fängelse-rums förstörande, in

on sia del tutto UPH X [1781], pp. 34-35). La strada per una umanizzazione del codice penale era tracciata; cfr. p.

982.

111 Sul matrimonio, in particolare sulla sua consumazione, correvano indiscrezioni e pettegolezzi,

a, p. 620). Dopodal momento che – a quanto risulta – in tale circostanza il re si era fatto ‘assistere’ da un uomo di

in pratica primocorte (il conte Adolf Fredrik Munck, 1749-1831). La regina Luisa Ulrica, che aveva un cattivo

anato dalla corterapporto con la nuora, sosteneva (e con lei altri) che il primogenito della coppia, il futuro re Gustavo

ur från XVIII:deIV Adolfo (Gustav IV Adolf, 1778-1837) fosse in realtà figlio naturale di Munck. Del resto queste

dicerie circolavano anche fra l’opinione pubblica e i rapporti della coppia reale (in particolare della

1997regina) con Munck furono oggetto di scritti e disegni satirici. Altre voci (per altro non dimostrate)

sostenevano che il re Gustavo III fosse omosessuale.


olm then 21 Aug. 112 La convenzione e altri documenti collegati in SCOTT J. BROWN, The armed neutralities of 1780

and 1800. A Collection of official Documents preceded by the Views of representative Publicists

e then ReligionsNew York 1918, pp. 273-345 (in particolare pp. 321-323).

rdt, samtykt och 113 In questo contesto va segnalato che nel 1784 alla Svezia fu ceduta da Luigi XVI l’isola

ii 1779. Gifwencaraibica di Saint Barthélemy nelle Piccole Antille (dove lavoravano anche degli schiavi) in cambio

uterani non eradi diritti commerciali a Göteborg. L’isola fu rivenduta ai Francesi nel 1878.

114 Svensksund (finnico Ruotsinsalmi) è un’insenatura che si trova nella Finlandia sud-orientale.

ka Nationen, som 115 Freds-Fördag Emellan Hans Maj:t Konungen af Swerige Och Sweriges Rike Å ena, samt

1782-1783).Hennes Maj:t Kejsarinnan af Ryssland Och Ryska Riket Å andra sidan, Afhandladt och slutit på

Werele Slätt nära wid Kymene Elf emellan båda Lägrens Förposter den 3/14 Augusti 1790, och

tura presenti nelRatificeradt uti Lägret wid Werele den 19, och på Czarskoe Selo den 6/17 i samma månad. / Traité

e på Stockholmsde Paix Entre Sa Majesté le Roi de Suede [sic] et la Couronne de Suede [sic] D’une part, et Sa

, in Majesté l’Impératrice de Toutes les Russies, et l’Empire de Russie, De l’autre, Fait & conclu dans la

tracciata; cfr. p. Plaine de Verele près de la riviere de Kymene entre les Avant-postes des deux Camps le 3/14 Août

1790, & ratifié au camp de Werele le 19 & à Czarskoe Selo le 6/17 du même mois, Stockholm [...]

ni e pettegolezzi,1790.

’ da un uomo di 116 Vd. SANDSTRÖM A., Officerarna som fick nog – Anjalamännen och Gustaf III:s ryska krig

aveva un cattivo1788-1790, Örebro 1996. Cfr. p. 1363.

uturo re Gustavo 117 Le questioni riguardavano soprattutto la libertà di stampa (vd. alle pp. 812-814 il testo relativo

Del resto queste a questo argomento) ma anche la distillazione dell’acquavite che da molti si chiedeva fosse sottratta

particolare dellaal monopolio della Corona.

non dimostrate) 118 Il decreto è datato 21 febbraio e 3 aprile 1789: Kongl. Maj:ts Och Riksens Ständers Faststälte

Förenings- Och Säkerhets-Act, Dat. Stockholm den 21 febr. och 3 April 1789. In questa occasione fu
utralities of 1780stabilito (§ 2) che la “Corte suprema del re” (Konungens högsta domstol) – nella quale egli aveva

tative Publicists,diritto a due voti – fosse composta sia da nobili sia da persone comuni.

119 Particolarmente ostile al re fu il conte Adolf Ludvig Hamilton (1747-1802), convinto

uigi XVI l’isola sostenitore (almeno inizialmente) della rivoluzione francese, il quale non mancò di esprimere con

hiavi) in cambioforza la propria opposizione nelle sedute del parlamento e di dar voce per iscritto a una pungente

satira contro la monarchia e, in particolare, contro Gustavo III.

120 Questa costruzione, voluta dal medesimo Gustavo e terminata nel 1782 fu in seguito (1892)

ike Å ena, samtdemolita per fare spazio all’Opera reale (Kungliga operan) tuttora esistente.

adt och slutit på 121 Si trattava di Carl Pontus Liljehorn (1758-1820) che in seguito a questi fatti fu condannato

ugusti 1790, ochall’esilio.

månad. / Traité 122 Vd. ERICSON WOLKE L., Mordet på Gustav III, [faktagranskning M. ALM], Lund 2005 e

’une part, et SaBRUNNER E., Anckarström och kungamordet. Historien i sin helhet, Stockholm 2010 (una sorta di

& conclu dans la romanzo storico basato tuttavia sulle fonti). All’assassinio del re Gustavo III sono ispirate due opere

mps le 3/14 Aoûtliriche: la prima del compositore francese Daniel François Esprit Auber (1782-1871), su libretto di

, Stockholm [...] Augustin Eugène Scribe (1791-1861), porta il titolo Gustavo III, o Il ballo in maschera (Gustave III,

ou Le bal masqué, 1833), la seconda di Giuseppe Verdi (1813-1901) su libretto di Antonio Somma

III:s ryska krig(1809-1864), a sua volta ispirato dall’opera di Scribe, dal titolo Un ballo in maschera (1859). Alla

figura del re è dedicato tra l’altro il dramma di August Strindberg (vd. pp. 1082-1083) Gustav III

4 il testo relativopubblicato nel 1903.

va fosse sottratta 123 Per dare un’idea della situazione di miseria in cui versava gran parte della popolazione basti

ricordare l’emanazione, nel 1698, di una legge in cui di fatto si riconosceva l’accattonaggio come

änders Faststälte fonte di sussistenza (Kongl. May.tz Förnyade Stadga Och Förordning/ Huru med Tiggiare och

esta occasione fuFattige som rätt Allmoso behöfwa/ så och med Landzstrykare och Lättingar/ förhållas skal. Daterad
quale egli avevaStockholm den 21 October 1698; in SFS 1697-1699). Ad aggravare la situazione giunse, nel 1710,

una terribile epidemia di peste che devastò il Paese. E nel 1725 ci fu una nuova, grave carestia. Sulla

1802), convintosituazione di povertà in Svezia e i provvedimenti al riguardo si rimanda a OAF [JOHANSON U.], pp.

di esprimere con217-361.

a una pungente 124 Cfr. sopra, p. 680.

125 Vd. pp. 697-698 con nota 86.

n seguito (1892) 126 Vd. pp. 865-868.

127 Questo organismo aveva sede nell’omonimo edificio, cfr. p. 625.

ti fu condannato 128 In particolare nell’organizzazione della Casa dei Signori essa aveva ottenuto che le decisioni

venissero assunte con votazioni nelle quali ciascuno contasse individualmente e non più, come era

], Lund 2005 estato in precedenza, sulla base di una tripartizione dei membri legata al grado di nobiltà posseduto

10 (una sorta di(vd. in BRUSEWITZ 1916 [Abbr.], Riddarhusordningen, III, §§ 1-3, p. 373).

spirate due opere 129 Al Settecento risale la fondazione di importanti industrie svedesi come il lanificio fondato nel

1), su libretto di1724 ad Alingsås da Jonas Alströmer (1685-1761), il quale diede poi l’avvio ad altre attività e fu

Gustave III,promotore del consumo della patata; la fabbrica di oggetti in vetro Kosta Boda (il cui primo nucleo fu

Antonio Sommafondato nel 1742 a Johanstorp nella regione di Småland) e che nel 1990 si fonderà con altre fabbriche

(1859). Alla (tra cui la ben nota Orrefors glasbruk nata nel 1898) sotto la denominazione di Orrefors Kosta Boda;

Gustav III quella di ceramiche pregiate Rörstrand (nata nel 1726 a Stoccolma). Addirittura al 1646 risale

l’industria Bofors (sorta per la lavorazione del ferro, poi dell’acciaio, poi di armamenti) con sede a

opolazione bastiKarlskoga (Värmland) della quale per un periodo sarà proprietario anche Alfred Nobel (vd. p. 992);

attonaggio come al 1689 la Husqvarna (che prende il nome da un sobborgo di Jönköping in Småland), inizialmente

ed Tiggiare och una fabbrica di fucili, ma poi nota per le macchine da cucire, gli elettrodomestici, le biciclette e i

Dateradmotocicli, le macchine per giardinaggio; al 1692 lo stabilimento tessile Ekelund di Horred


giunse, nel 1710,(Västergötland).

ve carestia. Sulla 130 Una incisiva politica deflazionistica fu attuata quando le “berrette” nel 1765 ritornarono al

U.], pp.potere. Successivamente (1777) il re Gustavo avrebbe deciso una svalutazione della moneta grazie

alla quale l’economia fu rafforzata (cfr. nota 140).

131 In quel periodo questo Paese suscitava un grande interesse non solo dal punto di vista

economico ma anche da quello culturale. Basti pensare che nel parco del castello di Drottningholm

(cfr. p. 618) sorse il ‘castello cinese’ (Kina slott) fatto edificare dal re Adolfo Federico per il

compleanno della regina Luisa Ulrica nel 1753: questa costruzione in legno fu poi sostituita da

che le decisioniun’altra che ne riprendeva lo stile orientaleggiante disegnata dall’architetto Carlo Federico (Carl

on più, come eraFredrik) Adelcrantz (vd. p. 847).

obiltà posseduto 132 Kongl. Maj:ts Nådige Kundgjörelse Och Förordning, Om Hemmansägors läggande i

Storskiften. Gifwen Stockholm i Råd-Cammaren then 5. April 1757 (SFS 1757).

ficio fondato nel 133 Il cognome era precedentemente Macklier, la famiglia di origine scozzese.

altre attività e fu 134 Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning Om Enskiften. Gifwen Malmö den 2 Februarii 1807 (SFS

primo nucleo fu 1807). Nella regione della Scania il sistema dell’enskifte era stato introdotto fin dal 1803: Kongl.

on altre fabbricheMaj:ts Nådiga Förordning, Angående Ägors fördelande i Enskiften och utflyttningar ifrån större

fors Kosta Boda;Byalag i hertigdomet Skåne. Gifwen Stockholms Slott den 31 Martii 1803 (SFS 1803).

a al 1646 risale 135 Kongl. Maj:ts Nådiga Stadga om Skifteswerket i Riket: Gifwen Stockholms Slott den 4 Maji

menti) con sede a1827 (SFS 1827: I). Rinnovata con pochi cambiamenti non sostanziali il 9 novembre 1866 (testo in

bel (vd. p. 992);Samling af Kongl. Författningar angående Skiftesverket i Riket [...] utgifven den 24 februari 1892

nd), inizialmente[J.A. THURGREN], Stockholm 1892, pp. 1-47). Vd. SCHÜTZ 1890.

le biciclette e i 136 Queste persone erano note come torpare dal momento che, in cambio di giornate di lavoro (o

di Horredtalora del pagamento di un canone di affitto), avevano il permesso di occupare una modesta
abitazione (torp), alla quale era annesso un piccolo appezzamento di terreno, all’interno di una

65 ritornarono al proprietà altrui. A partire dagli inizi del XIX secolo a loro si affiancarono i cosiddetti statare che

la moneta grazievenivano alloggiati presso il datore di lavoro e compensati in parte in denaro e in parte in natura; vd.

HEDLUND 1990. In Svezia e in Finlandia c’erano anche i cosiddetti backstugusittare, cioè coloro che

l punto di vistaabitavano in una backstuga, vale a dire una modestissima casupola (quasi sempre di una sola stanza)

i Drottningholmcostruita sul fianco di una collinetta che ne costituiva una delle pareti. Erano di solito molto poveri e

Federico per ilsi sostentavano con lavori di artigianato non disponendo di terreno coltivabile. Dopo il 1827 molti

poi sostituita datorpare, privati del loro modesto appezzamento di terreno furono costretti a diventare

Carlbackstugusittare e a cercare di essere reclutati per giornate di lavoro.

137 Si veda, in particolare, il villaggio di Härnevi, a nord di Enköping. Si noti che il toponimo –

gors läggande i che significa “luogo sacro alla [dèa] Hǫrn” – rimanda a un antichissimo insediamento. Hörn infatti è

un appellativo di Freyja, divinità della fecondità, da intendersi verosimilmente come “dèa del lino”

(vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 285 e p. 541; cfr. pp. 189-190 con nota 359).

SFS 138 Pare utile segnalare qui che dalla metà del XVIII secolo in Svezia si cominciò a utilizzare il

Kongl.terriccio rosso per tingere le case, dando il via a un’usanza molto diffusa che inciderà in maniera

gar ifrån större caratteristica sul paesaggio svedese.

139 Come le due scuole popolari fondate da Rutger Macklean il quale era molto interessato

Slott den 4 Majiall’educazione dei contadini e fece impostare l’insegnamento sui princìpi del pedagogista svizzero

re 1866 (testo inGiovanni Enrico (Johann Heinrich) Pestalozzi (1746-1827).

24 februari 1892 140 Lo stato di grande confusione e crisi finanziaria (dovuto anche alle spese per la guerra con la

Russia) fu risolto grazie all’abilità di Johan Liljencrantz (Westerman prima della concessione della

nate di lavoro (o dignità nobiliare, 1730-1815) il quale a partire dal 1777 realizzò un adeguato programma di

re una modestastabilizzazione monetaria.


l’interno di una 141 Su di lui si veda VIRRANKOSKI P., Anders Chydenius. Demokratisk politiker i upplysningens

chetid, Stockholm 1995. Cfr. p. 750.

rte in natura; vd. 142 Vd. NURMIAINEN J., “Gemensamma privilegier för ett odalstånd. Alexander Kepplerus som

, cioè coloro cheborgmästare och samhällstänkare”, in RKP, pp. 171-191, pp. 369-373 e p. 413.

una sola stanza) 143 Letteralmente “piatto di gröt”. Il termine svedese gröt indica una specie di pappa ottenuta

o molto poveri ecuocendo farine o cereali con acqua o latte.

po il 1827 molti 144 Vd. testo a p. 701.

tti a diventare 145 In essa si tratta anche delle isole Svalbard.

146 Egli possedeva un patrimonio davvero considerevole, al punto di potersi permettere di

he il toponimo –prestare denaro alla Corona.

to. Hörn infatti è 147 Vd. sopra, pp. 593-594.

me “dèa del lino” 148 Egli infatti così definisce i Norvegesi: “Timorati di Dio, pii, sinceri, fedeli, pacifici, docili,

compassionevoli, modesti, liberali, sagaci, abili, laboriosi, capaci e servizievoli” aggiungendo che

ciò a utilizzare ilquando se ne presenti l’occasione sanno dimostrarsi un “popolo ardito, virile e coraggioso” così

iderà in manieracome sono stati i loro padri nel corso del tempo (DLO nr. 145-146).

149 Un segnale in tale direzione sono anche le visite dei sovrani danesi nel Paese, divenute una

molto interessatoconsuetudine a partire da Cristiano IV. Nel 1733 il re Cristiano VI con la regina Sofia Maddalena vi

gogista svizzerofece un viaggio di quattro mesi accompagnato da un seguito di quasi duecento persone. Cfr. p. 662.

150 Vd. sopra, p. 550 e p. 660 con nota 591.

la guerra con la 151 Cfr. p. 533, nota 15, p. 622 e p. 660, nota 591.

oncessione della 152 Dal 1661 l’esercito norvegese avrebbe avuto un comandante proprio.

o programma di 153 Il decreto è del 14 marzo 1666 (AaKG II [1856-1860], nr. 12a e 12b, pp. 173-175); questo

organismo avrebbe sostituito il cosiddetto herredag (cfr. p. 661).


i upplysningens 154 Tra costoro vale forse la pena di ricordare la figura di Jørgen Olufsen Mandal (1640-1724)

che pur essendo di famiglia contadina divenne benestante e fu poi amministratore della contea di

Kepplerus somJarlsberg in Vestfold dove rimase per più di trent’anni (vd. RIAN Ø., “Jørgen Olufsen Mandal i

Jarlsberg-grevens tid”, in FNKF, pp. 134-155).

i pappa ottenuta 155 Suddiviso in sette libri relativi ai diversi campi del diritto civile (ivi compresi quello

economico e quello della navigazione) e penale.

156 Del resto il principio di centralizzazione del potere aveva determinato una ristrutturazione

amministrativa introdotta al fine di consentirne una più agevole gestione; cfr. p. 668. Tra l’altro, nel

si permettere di 1704, in occasione di una visita in Norvegia del re Federico IV, fu costituita una commissione

formata da cinque membri (con alla presidenza il vice governatore) per amministrare il Paese

secondo le sue leggi e tradizioni. Essa (che aveva anche funzioni consultive) fu ufficialmente

, pacifici, docili,insediata l’11 giugno del medesimo anno alla presenza del sovrano (Placat. Hvorved kundgiøres, at

aggiungendo cheHans Kongl: Majestæt haver anordnet paa Aggershuus Slot i Norge en Slots-lov, 16 febbraio 1704;

coraggioso” cosìin Kong Friderich den Fierdes Allernaadigste Forordninger og Aabne Breve, II Forordninger 1699-

1711) Questa commissione, che ebbe tuttavia scarso peso, fu formalmente funzionante fino al 1721 e

se, divenute unaabolita con decreto del 17 aprile 1722 (vd. anche STANG – DUNKER 1838 [Abbr.], p. 39 e p. 59).

fia Maddalena vi Questa norma era una cosiddetta slotslov (letteralmente una “legge del castello”), termine con il

quale originariamente si faceva riferimento agli impegni assunti da chi riceveva la nomina di

‘feudatario’ e con essa la gestione di un castello e del territorio di pertinenza ma anche ai

provvedimenti da questi emanati nell’ambito delle sue competenze.

157 In relazione a ciò nel 1660 in base alle statuizioni del trattato di pace di Copenaghen (vd. p.

173-175); questo533, nota 14) la Norvegia vide nella sostanza stabiliti i propri confini così come essi sono rimasti fino

a ora. Una definitiva determinazione fu poi prevista nel trattato di pace di Stoccolma tra Svezia e
dal (1640-1724)Danimarca del 1720 (§ 14) e la questione fu risolta nel 1751; vd. p. 550, nota 95.

e della contea di 158 Vd. p. 663 con nota 602.

lufsen Mandal i 159 Che, in taluni casi, un territorio davvero molto esteso: a esempio Trondheim aveva come

‘entroterra’ l’intera regione del Trøndelag. L’assegnazione alle città di un ‘entroterra riservato’ fu

compresi quelloabolita solo nel 1742, anno in cui fu emessa una dettagliata ordinanza sul commercio (SCHOU [Abbr.]

III, 4 agosto 1742, pp. 492-506).

a ristrutturazione 160 Accanto alle località norvegesi che avevano ottenuto i privilegi di città si sarebbero presto

8. Tra l’altro, nel sviluppati (in primo luogo sulla costa) altri centri (tra cui a nord Hammerfest e Tromsø, cui tale

na commissionestatus fu riconosciuto rispettivamente nel 1789 e nel 1794), sicché nel 1801 le città norvegesi

nistrare il Paese avrebbero raggiunto il numero di trenta; vd. SOGNER S., Krig og fred 1660-1780 (= vol. VI di HELLE

fu ufficialmente1998 [B.3]), pp. 198-199.

d kundgiøres, at 161 Tra coloro che nel XVII secolo si erano stabiliti in Norvegia avviando importanti attività

6 febbraio 1704; economiche si debbono ricordare qui almeno alcuni nomi. Selius Marselis (1600-1663) e suo fratello

ordninger 1699-Gabriel (1609-1673), appartenenti a una ricca famiglia di commercianti olandesi, i quali si

te fino al 1721 ecostruirono una posizione economica solidissima, godendo di svariati privilegi (tra cui la concessione

, p. 39 e p. 59). di miniere) e divenendo i più grandi proprietari terrieri del Paese e fornitori della Corona (alla quale

, termine con ilconcessero anche prestiti). Selius Marselis fu inoltre nominato direttore del servizio postale (1653),

va la nomina diacquisendo i privilegi connessi a quello che era, a tutti gli effetti, un monopolio privato (cfr. p. 670);

za ma anche ai nel 1667 tale incarico andò al figlio. Il tedesco Jørgen Thormøhlen (o Thor Møhlen, ca.1640-1708)

che si creò una fortuna in diversi campi e divenne il più importante armatore del Paese (arrivando a

penaghen (vd. p.emettere banconote proprie, le prime in Norvegia!), ma nel 1697 andò incontro a un fallimento.

sono rimasti finoAccanto a loro vanno tuttavia citati norvegesi che ‘fecero carriera’ come Claus Andersen (ca.1624-

lma tra Svezia e1681), funzionario governativo e proprietario di segherie a Skien in Telemark (vd. RIAN Ø., “Eit
dinasti i Skien: frå Claus Andersen til Anne Clausdotter”, in FNKF, pp. 112-133) e Peder Nielsen

Leuch (ca.1636-1693) che fece fortuna con il commercio del legname e divenne anche consigliere a

eim aveva comeChristiania.

erra riservato’ fu 162 Si noti a tale proposito che in Norvegia fu istituita (1678) una unica baronia concessa a

[Abbr.]Ludvig Rosenkrantz (1628-1685) proprietario insieme alla moglie Karen Mowatt (ca.1630-1675)

della tenuta di Rosendal sul fiordo di Hardanger (cfr. p. 622).

sarebbero presto 163 Ciò fu definitivamente stabilito nel 1688 (6 settembre) con il ‘decreto sulle segherie’, le quali

Tromsø, cui talestabilite in numero di seicentosessantaquattro, erano autorizzate a lavorare un determinato

città norvegesiquantitativo di legname ogni anno (Reskript af 6. Septbr. 1688, riportato in WESSEL BERG [Abbr.] I

ELLE [1841], pp. 179-181). Questi impianti venivano gestiti da mercanti ai quali nel decreto del 30 luglio

1662 (relativo ai privilegi delle città; vd. p. 663 con nota 602) era stato concesso il diritto esclusivo a

mportanti attivitàcommerciare il legname.

63) e suo fratello 164 Sebbene il lavoro dei minatori fosse discretamente retribuito ed essi godessero di qualche

desi, i quali si forma di ‘assicurazione sociale’ gli incidenti non erano rari e non mancavano i motivi di protesta. Si

ui la concessionepensi alle sommosse scoppiate alle miniere di Røros (1682) e di Kongsberg (1690 e, ancora, 1770);

orona (alla qualevd. SOGNER S., op. cit. (cfr. nota 160), pp. 147-150.

o postale (1653), 165 Ciò spiega, tra l’altro, l’introduzione del monopolio della vendita del ferro norvegese alla

ato (cfr. p. 670);Danimarca (SCHOU [Abbr.] II, 8 settembre 1730, pp. 581-585; vd. anche SCHOU VI, 13 maggio 1776,

n, ca.1640-1708) pp. 179-180) e, di quello del grano danese alla Norvegia sud-orientale (cfr. nota 46). Il primo fu

aese (arrivando aeliminato nel 1745 (SCHOU III, 29 marzo 1745, p. 609), il secondo nel 1788 (SCHOU IX, 6 giugno

a un fallimento.1788, pp. 450-456).

dersen (ca.1624- 166 Del resto già l’Atto di navigazione inglese (An Act for Increase of Shipping, and

Ø., “EitEncouragement of the Navigation of this Nation: Thursday, the ninth of October 1651 [...], London
e Peder Nielsen1651), mirante in primo luogo a sottrarre spazi commerciali agli Olandesi aveva avvantaggiato i

che consigliere anaviganti norvegesi che trasportavano soprattutto legname.

167 Di qui nasce l’industria norvegese in questo settore, a partire dalla vetreria Nøstetangen

onia concessa a fondata a Hokksund (regione di Drammen) nel 1741 e dalla Hadeland Glassverk (in Oppland) del

(ca.1630-1675)1762. Nel 1760 fu introdotto nei due Paesi il divieto di importare vetro dall’estero (SCHOU [Abbr.]

IV, 25 marzo 1760, pp. 613-615). Nel Settecento sorgono altre importanti industrie norvegesi come

egherie’, le qualila Mandals (fondata nel 1775 a Mandal in Vest Agder) che inizialmente produceva cordami e

un determinatosuccessivamente tubi e la Friele (fondata nel 1799 presso Bergen) per la lavorazione del caffè; cfr. p.

[Abbr.] I 663, nota 599.

eto del 30 luglio 168 Costoro erano detti husmenn (sing. husmann) e la loro condizione corrispondeva grosso modo

iritto esclusivo aa quella dei torpare svedesi (cfr. nota 136). Divennero molto numerosi tra il XVII secolo e la prima

metà del XIX. Un’altra categoria di persone che viveva presso un podere altrui erano i cosiddetti

ssero di qualcheinnerster (sing. innerst), in sostanza persone che prendevano in affitto un alloggio. Per lo più (tranne

vi di protesta. Si qualche caso) costoro si trovavano in una situazione sociale ancor più svantaggiata rispetto ai

e, ancora, 1770);husmenn. Nella condizione di queste persone vi erano tuttavia localmente delle differenze. Vd.

SKAPPEL 1979. Si tenga dunque ben presente che anche in Norvegia, nonostante gli effettivi

o norvegese allaprogressi, persisteva una larga fascia di indigenti: sulla loro situazione e sui provvedimenti assunti si

13 maggio 1776,rimanda a OAF [DYRVIK S.], pp. 109-184.

46). Il primo fu 169 Vd. p. 360 con nota 134.

IX, 6 giugno 170 La situazione economica era talmente grave che furono messe in vendita non soltanto fattorie

ma anche chiese con i relativi possedimenti.

Shipping, and 171 La coltivazione di questo ortaggio, la cui diffusione fu in diversi Paesi (tra cui la Francia)

, London ostacolata da false informazioni e pregiudizi, avvenne nel Nord piuttosto tardi. In Svezia, come si è
avvantaggiato ivisto, essa fu promossa da Jonas Alströmer (vd. sopra, nota 129), benché si sappia che già in

precedenza Olof Rudbeck (vd. pp. 582-584 e pp. 630-631) ne aveva coltivato alcune piante nel

Nøstetangen Giardino botanico di Uppsala. In Danimarca e in Norvegia la patata divenne comune a partire dalla

(in Oppland) del metà del XVIII secolo, quando molti amministratori ed ecclesiastici, i cosiddetti ‘preti delle patate’,

[Abbr.]ne sostennero l’utilità: tra costoro si ricordano il danese Jacob Kofoed Trojel (1736-1812) cui si deve

norvegesi comeil manuale dal titolo Trattato sulla coltivazione e l’impiego delle patate (Afhandling om Kartoflers

uceva cordami eAvl og Brug, 1772), distribuito gratuitamente nei territori dei due Regni, e il norvegese Peder Harboe

del caffè; cfr. p.Hertzberg (1728-1802) autore di un breve scritto dal titolo Informazioni per i contadini di Norvegia,

su [come] piantare e coltivare l’utilissimo prodotto della terra patata, proposto dall’esperienza

eva grosso modopersonale (Underretning for Bønder i Norge, om den meget nyttige Jord-Frugt Potatos: at plante og

ecolo e la prima bruge, af egen Erfarenhed forestillet, 1774). Vd. BRANDT N., Potetprester, Oslo 1973.

rano i cosiddetti 172 Cfr. nota precedente. Va inoltre ricordato qui l’ecclesiastico Christian Teilman (1743-1821),

Per lo più (tranneche fondò una scuola di frutticultura e fu autore di un Insegnamento alle scuole norvegesi di

giata rispetto aifrutticultura per l’impianto e la cura (Anviisning til Norske Frugttræskoler at anlægge og

differenze. Vd. vedligeholde, 1797) basato, come egli afferma, su venticinque anni di esperienza diretta e pubblicato

nte gli effettivi a proprie spese.

imenti assunti si 173 Va qui menzionata la sommossa contadina (nota come Strilekrigen) scoppiata nel 1765 nella

zona di Bergen contro l’imposizione di una tassa straordinaria.

174 Sulla sua vicenda scriverà in seguito un celebre autore norvegese come Henrik Wergeland

soltanto fattorie(vd. pp. 930-931) che gli dedicherà lo scritto dal titolo Il portavoce del popolo C.J.L.

(Almuetalsmanden Christian Jensen Lofthus samt almue-urolighederne i 1786 og 87 i Nedenæs Amt

a cui la Francia)in HWSS IV: IV [1841-1843], pp. 1-150); vd. SVERDRUP G., Lofthusbevægelsen, Kristiania 1917,

vezia, come si èBJORVATN Ø., Lofthus-reisinga. Synet på Lofthusreisinga og bondestriden i slutten av 1700-tallet
ppia che già inOslo 1962 e anche RIAN Ø. “Kristian Lofthus – fridomskjempar og martyr”, in FNKF, pp. 233-256.

lcune piante nelQui pare opportuno anche segnalare che nel 1781 a Lofthus era stato assegnato il premio della Reale

ne a partire dallasocietà norvegese delle scienze di Trondheim (su cui poco più avanti) per le migliorie da lui

reti delle patate’,apportate al suo podere.

1812) cui si deve 175 Testimoniata anche dai numerosi scritti in materia (cfr. note 72, 171, 172), come quello del

ng om Kartoflersnorvegese Povel Juel (ca.1675-1723; cfr. nota 329) autore di un fortunato manuale di agricoltura dal

se Peder Harboe titolo Un buon contadino (En god Bonde) uscito nel 1722 ma ripetutamente ripubblicato e tradotto

dini di Norvegia,anche in lingua islandese.

dall’esperienza 176 Vd. pp. 32-34, dove egli difese questo diritto (minacciato di soppressione da interessi

tos: at plante og strettamente economici). A p. 32 si legge: “Ho creduto di capire quali effetti ha avuto la restrizione

del diritto di proprietà autonoma presso di noi (i.e. in Danimarca): ho creduto di capire, quali effetti

man (1743-1821),ha avuto il diritto allodiale in Norvegia; sono stato spinto a pensare di fondare la grandezza della

ole norvegesi diNorvegia [sulla base] di quel diritto” (DLO nr. 147). Si veda anche l’elogio del contadino norvegese

at anlægge og a p. 93. In testi precedenti Rothe aveva ripetutamente indicato il “libero contadino” (odelsbonde)

etta e pubblicatocome figura fondamentale nell’antica società nordica. Cfr. nota successiva.

177 Questa idealizzazione dell’antico mondo rurale scandinavo trova naturalmente espressione

ta nel 1765 nellaanche in poesia: si ricordi qui il norvegese Hans Bull (1739-1783), autore del componimento dal

titolo Della felicità del contadino per il godimento della libertà e della proprietà (Om Landmandens

enrik Wergeland Lyksalighed ved Friheds og Eiendoms Nydelse, 1771) nel quale celebra i liberi contadini norvegesi. Il

popolo C.J.L.tema sarà assai gradito ai romantici, come mostra fra l’altro la poesia di Erik Gustaf Geijer (su cui vd.

i Nedenæs Amt,p. 923 con nota 273) dal titolo Il libero contadino (Odalbonden, 1811; in Dikter, Under redaktion av

Kristiania 1917, C. och L. BURMAN och med inledning av T. SEGERSTEDT, Lund 1999, pp. 12-15). Ma tra la realtà e la

n av 1700-tallet,sua idealizzazione c’era naturalmente molta distanza: vd. RIAN Ø., “Den frie og stolte norske bonden.
, pp. 233-256. Myter og realiteter”, in LØN, pp. 117-159.

emio della Reale 178 Questa raccolta di norme (in pieno spirito assolutistico) fu emessa il 25 luglio 1685 con lo

migliorie da luiscopo di uniformare la vita religiosa sulla base di regole dettagliate. La disposizione cui qui si fa

riferimento si trova nel cap. I, art. 1 (fonte in EF, p. 475). Fin dal 2 luglio 1607 era stata emessa

come quello dell’Ordinanza ecclesiastica per la Norvegia (cfr. p. 638, nota 506) che elencava precise norme

di agricoltura dalcomportamentali in materia religiosa (vd. in particolare pp. 463-482). Nella Legge norvegese

blicato e tradottoemanata da Cristiano V (vd. pp. 550-551, con nota 96) era ribadito che i pastori e i diaconi (che

avevano anche l’incarico di dirigere il coro durante le funzioni) avevano l’obbligo di istruire i

one da interessibambini una volta alla settimana (II, 6, § 1 e II, 15, § 2).

uto la restrizione 179 Vd. MARKUSSEN 2005 (C.9.2), p. 1373.

pire, quali effetti 180 Vd. sopra, nota 36. Uno degli ispiratori della riforma fu Erik Pontoppidan (su cui vd. sopra,

grandezza dellanota 39).

adino norvegese 181 Vd. sopra, pp. 684-685 con nota 31.

) 182 La prima proposta della istituzione di una università norvegese era venuta dal vescovo di

Trondheim Johan Ernst Gunnerus (cfr. nota 184) ma fra coloro che più si adoperarono in questo

ente espressionesenso vi furono anche Ove Gjerløw Meyer (1742-1790), uno dei fondatori della Società letteraria

mponimento dal norvegese (su cui vedi poco più avanti), da lui presieduta per diversi anni, e Bernt Anker (1746-

m Landmandens1805), appartenente a una delle più importanti famiglie norvegesi (su di lui vd. RIAN Ø., “Bernt

dini norvegesi. IlAnker – den aristokratiske kjøpmannen”, in FNKF, pp. 209-232; cfr. nota 690 e nota 795). Sulla

Geijer (su cui vd.banca norvegese vd. p. 671, nota 629.

der redaktion av 183 Vd. 11.2.3.

tra la realtà e la 184 Si trattava di Peder Frederik Suhm e Gerhard Schøning (vd. pp. 792-793 e p. 933, nota 331). Il

e norske bonden.terzo era il vescovo di Trondheim Johan Ernst Gunnerus (1718-1773), umanista e amante delle
scienze naturali i cui studi di botanica furono apprezzati anche da Linneo (su cui vd. pp. 779-782). Su

glio 1685 con lo questa istituzione vd. MIDBØE H., Det Kongelige Norske Videnskabers Selskabs historie 1760-1960,

one cui qui si faI-II, Trondheim 1960.

era stata emessa 185 Va qui ricordato che gli studenti norvegesi iscritti all’Università di Copenaghen avevano

a precise normecostituito fin dal 1611 il cosiddetto Collegio norvegese (Det Norske Kollegium), una associazione che

Legge norvegeseper certi versi anticipa la Società letteraria norvegese. Vd. WINSNES A.H., Det Norske selskab 1772-

e i diaconi (che1812, Kristiania 1924.

igo di istruire i 186 Essi si riunivano presso il Caffè (Kaffehuset) gestito da Madame Juel in Læderstræde e dal

1774 in un locale, tuttora funzionante, che dal nome di uno di loro (il poeta Johan Herman Wessel di

cui poco oltre) è divenuto noto come “Osteria di Wessel” (Wessels Kro) in Sværtegade.

su cui vd. sopra, 187 Vd. BLIKSRUD L., “Norsk grålysning eller europeisk aftenrøde? Patriotisme i Norske Selskab i

København”, in KULTs skriftserie, LXXXVIII (1997), pp. 185-201.

188 Già membro della Reale società norvegese delle scienze, a lui si devono i primi drammi

a dal vescovo dinorvegesi: Zarine (fortemente influenzata dal modello francese della Zaïre di Voltaire) e, soprattutto,

rarono in questoEiner Tambeskielver, segnato da un evidente patriottismo (entrambe le opere furono pubblicate nel

Società letteraria1772). In quel medesimo periodo scriveva anche il componimento Brindisi per la Norvegia (Norges

nt Anker (1746- Skaal) che inizia con il celebre verso “Per la Norvegia, Patria di Eroi, Vogliamo vuotare questo

Ø., “Bernt Calice” (For Norge, Kjæmpers Fødeland,/ Vi denne Skaal vil tømme), un testo che però non ottenne

nota 795). Sulla il consenso per la stampa: ciò nonostante (forse anche per questo) fu presto assai diffuso e divenne

una sorta di inno nazionale (su di esso e sulla musica che lo accompagnò vd. BERULFSEN BJ., For

Norge, Kiæmpers Fødeland. Om en komposisjon og konfiskasjon, Oslo 1965). Pur tuttavia Brun

933, nota 331). Ilconsiderava un valore irrinunciabile la fedeltà alla Corona danese. Su di lui vd. MARTHINUSSEN K. –

e amante delleBING J. ET AL., Johan Nordahl Brun. Presten, poeten, politikeren, Bergen 1945 e RIAN Ø., “Johan
pp. 779-782). SuNordal Brun – ‘min norske vinter er så vakker’, in FNKF, pp. 282-303.

torie 1760-1960, 189 Celebre soprattutto per l’opera teatrale in alessandrini Amore senza calze (Kjærlighed uden

Strømper, 1772) nella quale parodiava la tragedia neoclassica di gusto francesizzante.

naghen avevano 190 Cfr. p. 808 e p. 821.

associazione che 191 Vd. p. 902 con nota 168.

ke selskab 1772- 192 Una nuova Società norvegese (Norske selskab), fondata a Cristiania nel 1818 per iniziativa di

alcuni membri della precedente e tuttora esistente, divenne una sorta di club riservato alle personalità

æderstræde e dalpiù prestigiose del mondo culturale norvegese.

erman Wessel di 193 Vd. sopra pp. 551-552.

194 Vd. p. 553.

Norske Selskab i 195 Vd. pp. 383-384.

196 E tuttavia dovendo dipendere, in ultima istanza, dalla Corte suprema danese.

i primi drammi 197 È ricordato che nell’inverno del 1695 i lastroni di ghiaccio formatisi sul mare furono

re) e, soprattutto,particolarmente spessi e compatti: dal nord essi furono spinti a est e poi a sud e di fatto accerchiarono

o pubblicate neltutta l’isola fino all’estate.

Norges 198 Vd. LFI I, p. 562 (22 ottobre 1701); pp. 577-581 (25 aprile 1702), pp. 582-583 e pp. 584-592

o vuotare questo(22 maggio 1702).

però non ottenne 199 Vd. pp. 587-588.

iffuso e divenne 200 Il censimento del 1703 ne aveva contato poco più di 50.000 che si ridussero a circa 34.000.

ForUn’altra epidemia di vaiolo si diffuse tra il 1785 e il 1787, vd. oltre, p. 726.

ur tuttavia Brun 201 Come noto l’Islanda è un territorio soggetto a forte rischio sismico e terremoti di diversa

K. –intensità si sono succeduti nel tempo. Nel XVIII secolo essi furono particolarmente frequenti e

Ø., “Johan causarono la morte di diverse persone e la distruzione di numerose fattorie. I più disastrosi furono
registrati nelle zone sud-occidentali: nel 1706 nel territorio di Ölfus; nel 1732 nel territorio di

Kjærlighed udenRangárvellir; nel 1734 nel territorio di Flói e nel 1784 nel territorio di Holt, Skeið, Biskupstungur e

Flói: quest’ultima serie di terremoti fece anche crollare tutte le case, ma non la chiesa, nell’area di

Skálholt; in ogni caso in seguito a questo evento il vescovo Hannes Finnsson (1739-1796) dovette

trasferire la propria sede a Reykjavík; cfr. p. 731 con nota 234. Oltretutto gli effetti devastanti di

per iniziativa diquesto sisma si combinarono con quelli della terribile eruzione vulcanica del 1783 (su cui si veda

o alle personalitàpoco oltre). Un altro terremoto di notevole intensità ebbe luogo nella regione settentrionale

(Norðurland) nel 1755, colpendo soprattutto il territorio circostante la località di Húsavík e lo

Skagafjörður. Il numero limitato di vittime provocate da questi eventi va naturalmente messo in

relazione con la scarsa densità abitativa.

202 Nel XVIII secolo ci furono in Islanda una ventina di eruzioni vulcaniche: qui si citano solo

quelle più imponenti e devastanti.

sul mare furono 203 Questo vulcano ha avuto in epoca storica solo due eruzioni: la prima, avvenuta nel 1362, ebbe

to accerchiarono a sua volta effetti rovinosi (cfr. p. 389).

204 Letteralmente “Fuochi di Skaftár”; Skaftár è un fiume che scorre nella zona occidentale del

83 e pp. 584-592 territorio di Skaftafellsýsla il cui corso segna per buona parte il cammino della lava. Vd.

GUÐLAUGSSON G.Á. – GUÐBERGSSON G.M. ET AL. (ritnefnd), Skaftáreldar, Reykjavík 1984.

205 Tra costoro Jón Steingrímsson (sul quale vd. poco più avanti) che descrisse gli eventi in un

o a circa 34.000.resoconto noto come “Scritto del fuoco” (Eldritið). Questo testo si può leggere in traduzione inglese

(JÓN STEINGRÍMSSON, Fires of the earth. The Laki eruption 1783-1784, Reykjavík 1998).

emoti di diversa 206 Qui pare opportuno ricordare che il ‘miracolo’ di Jón Steingrímsson avvenne in un luogo

ente frequenti e(anticamente noto come Kirkjubær) considerato dalla tradizione islandese un centro ‘privilegiato’

disastrosi furonodella religione cristiana (cfr. p. 262 e il testo riportato a p. 268).


nel territorio di 207 Allo stesso modo la messa che egli stava celebrando è nota come “messa del fuoco”

Biskupstungur e(eldmessa). Vd. BJARNASON B., “Eldpresturinn”. Líf og störf Síra Jóns Steingrímssonar (1728-1791)

iesa, nell’area di Reykjavík 1987 e anche “Jón Steingrímsson, eldprestur”, in BR, pp. 61-74.

39-1796) dovette 208 Sugli effetti climatici dell’eruzione del 1783-1784 vd., tra l’altro, THORDARSON TH. – SELF S.,

etti devastanti di“Atmospheric and environmental effects of the 1783-1784 Laki eruption. A review and

3 (su cui si veda reassessment”, in Journal of Geophysical Research, CVIII (NO. D1, 4011), 2003, pp. AAC 7-1 – 7-

ne settentrionale29. Più in generale vd. anche BRAYSHAY M. – GRATTAN J., “Environmental and social responses in

di Húsavík e lo Europe to the 1783 eruption of the Laki fissure volcano in Iceland: a consideration of contemporary

mente messo indocumentary evidence”, in FIRTH C.R. – MCGUIRE W.J. (eds.) Volcanoes in the Quaternary, London

1999 (Geological Society Special Publication No. 161), pp. 173-187.

ui si citano solo 209 Vd. nota 201.

210 Vd. JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3), pp. 174-177. Come è facilmente intuibile tutte queste

a nel 1362, ebbe sciagure aggravarono la situazione di miseria in cui si trovavano molti Islandesi: sullo stato di

povertà nell’isola e i provvedimenti assunti al riguardo nel XVIII secolo si rimanda a OAF

a occidentale del[GUNNLAUGSSON G.Á.], pp. 185-215.

della lava. Vd. 211 Il riferimento è, in primo luogo ad Arngrímur Jónsson (vd. pp. 594-595).

212 Vd. oltre, p. 823 e p. 839.

gli eventi in un 213 Dopo aver studiato scienze naturali e medicina Bjarni Pálsson divenne, a partire dal 1760, il

aduzione inglese primo “medico generale d’Islanda” (landlæknir), in sostanza il responsabile della sanità nel Paese.

Vd. “Bjarni Pálsson, landlæknir”, in BR, pp. 49-52. Il primo islandese ad avere il titolo di farmacista

nne in un luogo(1772) fu tale Björn Jónsson (1738-1798) che aveva studiato a Copenaghen e che collaborò con

tro ‘privilegiato’Bjarni Pálsson. Egli si dedicò anche alla coltivazione di molte piante alimentari (patata, cavoli, rape,

cipolle, cereali) e fu il primo islandese a dedicarsi alla silvicoltura.


essa del fuoco” 214 Cfr. il testo riportato alle pp. 153-154 con note relative.

nar (1728-1791), 215 Per l’edizione in lingua islandese occorrerà attendere il 1943 (Ferðabók Eggerts Ólafssonar

og Bjarna Pálssonar um ferðir þeirra á Íslandi árin 1752-1757, samin af EGGERT ÓLAFSSYNI,

S.,íslenzkað hefur ST. STEINDÓRSSON FRÁ HLÖÐUM, Reykjavík 1943).

A review and 216 Cfr. p. 723. L’opera, contenuta nel manoscritto Thott 963 fol. conservato presso la Biblioteca

p. AAC 7-1 – 7-reale (Det kongelige bibliotek) di Copenaghen, fu redatta in latino nel 1699 con il titolo A Dio, al Re

cial responses ine alla Patria (Deo, Regi, Patriæ); il lavoro fu in seguito rielaborato in lingua danese e pubblicato a

of contemporarySorø a cura di Jón Eiríksson nel 1768 (Udtog af Vidalins Afhandling om Islands opkomst [...]). Esso

, Londonè stato tradotto in islandese solo in tempi recenti: Um viðreisn Íslands – Deo, Regi, Patriæ, 1699-

1768, PÁLL VÍDALÍN samdi frumgerð 1699, JÓN EIRÍKSSON endursamdi, jók og gaf út í Sórey, S.

STEINDÓRSSON FRÁ HLÖÐUM íslenskaði, J. HAFSTEINSDÓTTIR bjó til prentunar, Reykjavík 1985.

bile tutte queste 217 Vd. oltre, p. 777.

i: sullo stato di 218 Vd. LFI III, pp. 639-640 (20 marzo 1770), pp. 641-642 (27 marzo 1770) e pp. 665-677 (22

OAFmaggio 1770). Questa commissione presentò una nutrita serie di proposte per migliorare le

condizioni di vita degli isolani: tra queste l’introduzione di nuove colture (come la patata), un più

razionale sfruttamento delle risorse della pesca con l’utilizzo di migliori attrezzature e il

miglioramento delle vie di comunicazione. Si deve a ciò – almeno – l’introduzione del servizio

rtire dal 1760, ilpostale e l’avvio di regolari collegamenti navali tra Copenaghen e Reykjavík (1776). Sebbene molte

sanità nel Paese.delle proposte non trovassero effettiva applicazione, va tuttavia ricordato che la coltura della patata si

olo di farmacista diffuse grazie all’impegno dell’ecclesiastico Björn Halldórsson di Sauðlauksdalur (1724-1794),

he collaborò conautore di diversi scritti intesi a diffondere nuove e utili conoscenze in campo agricolo, il quale aveva

ata, cavoli, rape,cominciato a coltivarla intorno agli anni ’60. Ma si deve qui doverosamente ricordare come fin dal

XVII secolo l’amministratore distrettuale (sýslumaður, vd. p. 387) Gísli Magnússon (1621-1696)
soprannominato “Gísli il Saggio” (Vísi-Gísli), uomo di vasta cultura che aveva studiato e soggiornato

gerts Ólafssonar all’estero (Danimarca, Olanda e Inghilterra), avesse sperimentato la coltivazione di nuove piante (a

LAFSSYNI, quanto pare anche la patata) e avesse scritto dotti trattati sull’agricoltura (ma anche sull’attività

mineraria). Su queste figure si rimanda a “Björn Halldórsson í Sauðlauksdal” e “Vísi-Gísli”, in BR,

sso la Bibliotecapp. 53-56 e pp. 29-32 rispettivamente.

A Dio, al Re 219 Vd. p. 824. La rivista pubblicata dalla società (uscita annualmente tra il 1780 e il 1795) aveva

se e pubblicato aper titolo Scritti della società islandese delle discipline erudite (Rit hins íslenzka lærdómslistafélags).

). Esso 220 Su di lui vd. “Jón Eiríksson, konferenzráð”, in BR, pp. 65-68.

i, Patriæ, 1699- 221 Tra l’altro furono introdotte nel Paese le renne, con l’intento di fornire agli allevatori islandesi

af út í Sórey, S.una ulteriore fonte di reddito. L’esperimento tuttavia non diede i risultati sperati.

222 Si veda tuttavia anche il decreto reale del 25 giugno 1735 (LFI II, pp. 196-197) relativo

all’esigenza di diffondere la scolarizzazione tra i sudditi islandesi.

pp. 665-677 (22 223 Cfr. LFI II, pp. 505-508 (Reskript til Biskoppen over Skalholt Stift, ang. Confirmationen, 29

er migliorare lemaggio 1744 con nota 1 ap. 505 (di rimando a LFI III, pp. 366-371).

a patata), un più 224 Nel suo viaggio in giro per il Paese Ludvig Harboe fu accompagnato da Jón Þorkelsson

ttrezzature e il (1697-1759, noto anche come Thorcillius o Thorchillius), che gli faceva da interprete. Jón era stato

one del serviziorettore della scuola di Skálholt ed era molto interessato alla promozione culturale dei suoi

). Sebbene moltecompatrioti. Per questa ragione si era recato a Copenaghen a perorare la causa dell’istruzione in

ra della patata siIslanda e lì aveva ricevuto l’incarico di accompagnare Harboe. Successivamente egli si sarebbe

ur (1724-1794), stabilito a Copenaghen, dove morì. Non avendo figli, provvide a che i suoi beni fossero utilizzati per

o, il quale avevala costruzione di una scuola per i bambini delle famiglie indigenti. Essa fu realizzata nel 1792 a

are come fin dalHausastaðir sulla penisola di Álftanes a sud-ovest di Reykjavík ed è considerata la prima scuola

son (1621-1696) elementare d’Islanda (in funzione fino al 1820) anche se, per la verità, già in precedenza (1745) era
ato e soggiornatostata aperta una scuola elementare alle Vestmannaeyjar la cui attività era tuttavia cessata dopo

nuove piante (aqualche anno. Per altro fin dal 1542 il re Cristiano III aveva emesso un’ordinanza per l’apertura di

nche sull’attivitàscuole per i bambini a Þykkvabær, Skríða e Kirkjubær, precedentemente sedi di conventi (KFAaBI,

BR, pp. 236-237, nr. IX).

225 Vd. p. 638, nota 503. Le prime “scuole di latino” in Islanda erano state aperte per ordine di

e il 1795) avevaCristiano III a Helgafell e Víðey, nelle sedi degli antichi conventi (vd. KFAaBI I, pp. 234-235, nr.

). VIII, 1542; cfr. tuttavia ibidem, p. 247, nr. XV, stesso anno, dove la scuola di Víðey viene soppressa e

p. 267, nr. XXVIII, 1550).

levatori islandesi 226 Vd. LFI II, pp. 435-470 (Anordning om de latinske Skoler paa Island, 3 maggio 1743) e LFI

II, pp. 636-640 (Reglement for de tvende latinske Skoler udi Skalholt og Holum paa Island, 10

96-197) relativo giugno 1746).

227 Magnús, che era figlio di Ólafur Stephensen (1731-1812), unico islandese a ricoprire (1790-

, 291806) la carica di governatore generale dell’isola (stiftamtmaður, vd. p. 553 con nota 110), rilevò la

stamperia di Hrappsey nel Breiðafjörður (fondata nel 1773) e la trasferì a Leirárgarðar nel

Jón ÞorkelssonBorgarfjörður. La stamperia di Hrappsey era stata la prima a produrre in Islanda esclusivamente testi

ete. Jón era statodi carattere laico (dal momento che il monopolio sui testi religiosi e scolastici era detenuto dal

lturale dei suoivescovo di Hólar). Vd. “Magnús Stephensen, dómstjóri”, in BR, pp. 85-88 e SIGURÐSSON I.,

dell’istruzione in Hugmyndaheimur Magnúsar Stephensen, Reykjavík 1996.

egli si sarebbe 228 La sede del governatore di Islanda e dei suoi funzionari si trovava a Bessastaðir sulla penisola

ero utilizzati per di Álftanes, a sud-ovest di Reykjavík. In quella località esisteva nel XIII secolo una fattoria

zzata nel 1792 aappartenente a Snorri Sturluson (vd. p. 287, nota 13); dopo la sua morte essa era entrata in possesso

la prima scuoladel re di Norvegia, divenendo in seguito la tradizionale dimora dei rappresentanti dell’autorità

denza (1745) erastraniera nel Paese. Attualmente a Bessastaðir ha la propria residenza il presidente della repubblica
via cessata dopoislandese.

per l’apertura di 229 L’anno successivo essa ottenne una concessione esclusiva da parte del re e un notevole

KFAaBI, sostegno economico ed ebbe da allora un nome danese: Det privilegerte Islandske Interessentskab

(Società concessionaria islandese in nome collettivo).

rte per ordine di 230 Su di lui vd. “Skúli Magnússon, fógeti”, in BR, pp. 45-48. Queste imprese sono dette in

pp. 234-235, nr.islandese innréttingarnar.

iene soppressa e 231 Sull’arrivo di Ingólfr Arnarson in Islanda vd. pp. 147-148; di ciò riferiscono naturalmente sia

il Libro dell’insediamento (Landnámabók, pp. 41-47) sia il Libro degli Islandesi (Íslendingabók, cap.

LFI1) di Ari Þorgilsson. Vd. anche JÓNSSON 1944, I, pp. 1-9.

, 10 232 Vd. LFI V, pp. 343-352 (17 novembre 1786). Nel giro di un secolo Reykjavík vide così

quintuplicati i propri abitanti: nel 1703 risulta che vi risiedessero sessantanove persone che

ricoprire (1790- lavoravano sei poderi, nel 1786 il loro numero era salito a centosessantasette, mentre nel 1803 se ne

ta 110), rilevò la contavano trecentosette e la ‘città’ aveva cominciato a enuclearsi attorno alle costruzioni realizzate

Leirárgarðar nelper le nuove attività manifatturiere (vd. KARLSSON 1995 [C.11.1], p. 37).

lusivamente testi 233 Vd. sopra, nota 201.

era detenuto dal 234 L’antica e prestigiosa scuola di Skálholt fu riaperta a Reykjavík, dove fu nota col nome

I.,Hólavallaskóli (da Hólavellir, il luogo in cui sorgeva) e attiva dal 1786. Nel 1801 a essa fu accorpata

anche la scuola di Hólar. Ma le condizioni dell’edificio in cui si svolgeva l’insegnamento erano

ðir sulla penisolaprecarie e fu dunque deciso di provvedere in merito: nel 1804 essa fu chiusa e successivamente

olo una fattoria(1805) trasferita a Bessastaðir (cfr. nota 228) per tornare a Reykjavík nel 1846. Questa rimase per più

trata in possessodi quarant’anni l’unica scuola superiore islandese. Vd. JÓNSSON J., “Saga latínuskóla á Íslandi til

anti dell’autorità1846. III. Bessastaðaskóli”, in Tímarit Hins íslenzka bókmenntafélags, XIV (1893), pp. 85-97.

della repubblica 235 Vd. p. 313, cfr. p. 213. Nonostante l’ampiezza della narrazione si è voluto qui dare spazio al
racconto relativo alle vicende di questo celebre ‘fuorilegge’, dal momento che esso, oltre a costituire

e e un notevole un ‘classico’ della tradizione islandese offre un efficace spaccato sulla vita nel Paese nel XVIII

Interessentskabsecolo.

236 Questo territorio si trova tra i due grandi ghiacciai Langjökull e Hofsjökull (si noti che in

se sono dette in lingua islandese jökull significa “ghiacciaio”).

237 Questa località si trova nella zona sud-occidentale dell’Islanda, circa 15 km. a nord-est di

naturalmente siaSkálholt.

, cap. 238 Con una altitudine media di 700-800 metri s.l.m. Sprengisandur è la più grande distesa di

sabbia vulcanica d’Islanda: essa si trova tra i ghiacciai di Vatnajökull e Hofsjökull per una larghezza

kjavík vide cosìmassima di circa 30 km. e una lunghezza di circa 70 km.

ve persone che 239 Ver (n.) significa, tra l’altro, “luogo acquitrinoso ricoperto d’erba”, “prato” “oasi” (con

e nel 1803 se neparticolare riferimento alle zone desertiche del Paese), kofi (m., gen. kofa) è “capanna”. Dunque i

uzioni realizzatetoponimi possono essere tradotti con “Oasi di Eyvindur” e “Oasi della capanna di Eyvindur”.

240 Vale a dire “Sabbia (o “Spiaggia”) di Eyvindur”.

241 Vd. p. 667 con nota 610.

u nota col nome 242 È detto che da allora gli abitanti della zona di Mývatn chiamano la nebbia fitta e tenebrosa

essa fu accorpata “nebbia di Eyvindur” (Eyvindarþoka).

gnamento erano 243 Si tratta di una sorta di ‘oasi’ presso il vulcano Herðubreið che si trova a nord-est, nel mezzo

successivamente del deserto di lava detto Ódáðahraun sugli altipiani islandesi.

ta rimase per più 244 Nell’est del Paese. La fonte qui ripresa (vd. sotto, nota 248) aggiunge che là ci sono delle

kóla á Íslandi tilmontagne che da lui prendono nome (Eyvindarfjöll).

245 È la landa che si stende fra le valli di Jökuldalur e Fljótsdalur.

ui dare spazio al 246 Che significa, appunto, “Palude di Eyvindur”.


oltre a costituire 247 Territorio a nord-est di Reykjavík ai piedi del monte Esja.

Paese nel XVIII 248 Questo resoconto è basato sulla narrazione delle vicende di Fjalla-Eyvindur che si trova nella

raccolta dei racconti popolari islandesi curata da Jón Árnason (vd. p. 1074 con nota 485): II, pp. 237-

l (si noti che in 245. Alla figura di questo celebre fuorilegge è ispirato il dramma di Jóhann Sigurjónsson (vd. p.

1085) dal titolo Fjalla-Eyvindur. Dramma in quattro parti (Fjalla-Eyvindur. Leikrit í fjórum þáttum,

m. a nord-est di1912), pubblicato l’anno precedente in lingua danese col titolo Eyvindur delle montagne e sua

moglie. Dramma in quattro scene (Bjærg-Ejvind og hans hustru. Skuespil i fire Optrin); esso è stato

grande distesa ditradotto in diverse lingue. Nel 1918 da questa pièce fu tratto un film muto di grande successo diretto

er una larghezzadal regista svedese Victor Sjöström (vd. p. 1192): Eyvindur delle montagne e sua moglie (Berg-

Ejvind och hans hustru).

ato” “oasi” (con 249 Vd. pp. 142-143.

anna”. Dunque i 250 Vd. p. 355 con nota 113.

251 Vd. sopra, pp. 558-559.

252 E anche una certa promiscuità tra la popolazione di etnia sami e i coloni, non da ultimo i

funzionari incaricati di riscuotere le tasse per il re, come dimostra un decreto del 3 dicembre 1603

fitta e tenebrosa (POIGNANT 1872 [Abbr.], nr. 1, pp. 5-6) che proibisce severamente di ‘comprare’ ragazze sami per

avere con loro rapporti sessuali. Ma altri documenti dimostrano chiaramente anche la volontà di

d-est, nel mezzo controllare i mercati e i commerci locali: si vedano i decreti del novembre 1605 (POIGNANT 1872, nr.

2, pp. 6-8, data non ulteriormente specificata) e dell’11 settembre 1607 (POIGNANT 1872, nr. 3, pp. 8-

là ci sono delle9).

253 Al fine di selezionarli e organizzare il loro viaggio era stato incaricato il funzionario Daniel

Thordsson Hjort (vd. NORDBERG 1973 [Abbr.], nr. 18, pp. 26-29; la notizia si ricava dalla relazione di

Hjort datata 28 aprile 1606 e riportata a p. 29). Daniel Hjort (morto assassinato nel 1615) è il
protagonista della tragedia omonima (1862) dello scrittore finno-svedese Josef Julius Wecksell

che si trova nella(1838-1907): Daniel Hjort. Sorgespel i fem akter med fyra tablåer af J.J. WECKSELL, Första gången

485): II, pp. 237- uppfördt på Nya Theatern i Helsingfors den 26 November 1862; och på Kongl. Theatern i Stockholm

urjónsson (vd. p.den 16 Januari 1864, Örebro 1864.

í fjórum þáttum, 254 Vd. p. 572, nota 191.

montagne e sua 255 NORDBERG 1973 (Abbr.), 20 luglio 1631, nr. 55, pp. 84-86 in particolare e pp. 77-149 più in

); esso è statogenerale. Vd. HASSELHUHN A.R., Om Skytteanska scholan i Lycksele lappmark, Sundsvall 1851.

successo diretto 256 Su Nicolaus Andreæ vd. oltre in questo medesimo paragrafo. Quando fu fondata la scuola di

Berg- Lycksele gli allievi di Piteå vennero trasferiti lì.

257 In proposito si può leggere LÖNN B., I skuggan av ett silververk. Människoöden under

stormaktstiden, Stockholm 2004. Si vedano anche BROMÉ J., Nasafjäll, Stockholm 1923 e AWEBRO

K., Luleå silververk. Ett norrländkst silververkets historia, Luleå 1983.

258 A partire dal XVII secolo si sviluppano località come Lycksele (sami Liksjoe o Likssjuo, sorta

non da ultimo inel 1607 come sede di una chiesa e di un mercato), Arvidsjaur (il cui nome deriva forse dal termine

3 dicembre 1603sami árviesjávrrie “lago generoso”, anch’essa sede di una chiesa), Jokkmokk (sami Jåhkåmåhkke o

agazze sami perDálvvadis, antico villaggio sami e sede di un mercato), Karesuando (sami Gárasavvon, che risale al

he la volontà di 1670); altre chiese furono costruite a Jukkasjärvi (sami Čohkkiras), Enontekis (sami Eanodat,

1872, nr.Enudak e Iänudâh) e Åsele (sami Sjeltie).

872, nr. 3, pp. 8- 259 Vd. pp. 581-582. Nella Storia di Olaus trattano dei Sami (Finni) i capp. III, XVI; IV, IV e IV,

XVIII; X, III; XI, V-VI e XI, XIII; XIII, XIX e XIII, XXVII. Considerazioni personali sono qui intrecciate

nzionario Danielcon informazioni del tutto fantasiose e radicati pregiudizi.

dalla relazione di 260 Il titolo completo è Lapponia, ovvero descrizione del territorio nordico abitato dai Sami nelle

o nel 1615) è ilzone più remote della Scandinavia o Svezia (Lappland, eller beskrivning över den nordiska trakt,
Julius Wecksell som lapparne bebo i de avlägsnaste delarne af Skandinavien eller Sverge).

, Första gången

tern i Stockholm

p. 77-149 più in

data la scuola di

niskoöden under

WEBRO

, sorta

forse dal termine

, che risale al

Eanodat,

e IV,

o qui intrecciate

to dai Sami nelle

n nordiska trakt,
som lapparne bebo i de avlägsnaste delarne af Skandinavien eller Sverge).
261 Nel periodo in cui egli fu attivo a Torneå venne lì costruita la prima chiesa. Il suo lavoro è

noto in diverse versioni, qui si fa riferimento all’edizione del 1900 (Berättelse om Lapmarckerna och

deras Tillstånd che risale al 1672). Sulla ‘rappresentazione’ dei Sami in questo testo e nello scritto di

Nicolaus Lundius (vd. nota 267) si veda: HILLI-EKLUND P., Synen på samerna i 1600-talets Sverige.

En studie av två Lapplandsskildringar, Uppsala 1995.

262 Cfr. p. 572 e p. 615.

263 Vd. p. 567, p. 574, p. 591, nota 289 e p. 619.

264 Nel 1674 in inglese, nel 1675 in tedesco e nel 1678 in francese.

265 Si pensi agli scritti dei francesi Jean François Regnard (1655-1709), Pierre-Martin de la

Martiniére (1634-1690), Aubry de la Motraye (1674-1743), dell’italiano Francesco Negri (1623-

1698) e del tedesco Johann Gerhard Scheller (morto nel 1740). Più tardi sono resoconti come quello

del francese Réginald Outhier (1694-1774), collaboratore del filosofo e scienziato Pierre Louis

Moreau de Maupertuis (1698-1759) da lui accompagnato in una spedizione nella terra dei Sami;

dell’italiano Giuseppe Acerbi (1773-1846) e del tedesco Christian Leopold von Buch (1774-1853).

Più in generale sui viaggiatori in Scandinavia vd. BARTON H.A., Northern Arcadia, Foreign

Travelers in Scandinavia, 1765-1815, Southern Illinois University 1998, cap. 1: “Travelers and

Travel in the North, 1765-1815”, pp. 7-22. Ma non si dimentichi qui il resoconto, per quanto

incompleto, di Olof Rudbeck il Giovane (vd. p. 780 con nota 434), figlio dell’omonimo autore

dell’Atlantide (vd. pp. 582-584 e pp. 630-631), dal titolo Lapponia illustrata (Laponia illustrata, con

testo a fronte svedese e latino, 1701), quello di Linneo (vd. p. 780 con nota 440) e quello di altri tre

svedesi (sebbene assai meno noti) Anders Fredrik Skjöldebrand (1757-1834) che visitò l’estremo

nord nel 1799, Johan Wilhelm Zetterstedt (1785-1874), entomologo, e Gustaf von Düben (1822-

1892), medico, anatomista ed etnologo.


. Il suo lavoro è 266 Vd. pp. 1391-1394.

apmarckerna och 267 Qui è opportuno ricordare altri ecclesiastici svedesi che in misura maggiore o minore hanno

e nello scritto dilasciato resoconti di un certo interesse. Così Olaus Stephani Graan (1618-1690), a quanto pare di

0-talets Sverige.etnia sami e traduttore di testi religiosi e scolastici nella loro lingua (con lui dovette collaborare il

sami Simon Granmark, detto Angurdolf, morto nel 1728 ca.); Gabriel Tuderus (1638-1705), attivo

nella zona di Torneå, che profuse grandissimo impegno per sradicare riti antichissimi; Nicolaus

Lundius (morto nel 1726), figlio del primo pastore sami (Anders Petri Lundius morto nel 1665 ca.) e

dunque ottimo conoscitore della cultura dei suoi antenati che per molti versi mostra di rispettare;

rre-Martin de laPetrus Noræus Fjellström (1657-1706), che fece condannare a morte per stregoneria uno sciamano

co Negri (1623-sami; Henric Forbus (1674-1737), animato da straordinario zelo nell’opera di conversione; Pehr

onti come quelloFjellström (1697-1764, del quale anche oltre), che si interessò ai riti legati alla caccia all’orso; Carl

ato Pierre LouisSolander (1699-1760), l’unico ad averci lasciato qualche informazione sulla cosmologia sami; Pehr

terra dei Sami; Högström (1714-1784) tra l’altro traduttore di salmi in lingua sami. Di un certo interesse sono anche

ch (1774-1853).le notizie (riguardanti soprattutto i riti sacrificali) fornite da tale Nils Spirri, un sami della zona di

rcadia, Foreign Luleå (anni ’70 del XVII secolo). Precedente all’opera di Schefferus è il resoconto del gesuita

“Travelers andsvedese Johan Ferdinand Körningh (1626-1687), attivo a Praga, il quale (molto interessato alla

onto, per quantomedicina dei Sami) operava in previsione di un (auspicato) ritorno al cattolicesimo nell’area

omonimo autorescandinava.

, con 268 Ciò era avvenuto nel 1658 quando, dopo la pace di Roskilde (vd. p. 533 con nota 13), la

quello di altri treregione del Trøndelag era finita sotto la sovranità svedese. Egli tuttavia fece ritorno nella sua sede

visitò l’estremo dopo che il territorio era stato restituito. Sulle parrocchie nella regione di Finnmark nel XVII secolo

n Düben (1822- si veda comunque SOLLIED P.R., Prester, prestegjeld og kirker i Finmarken i det 17de århundrede,

Kristiania 1903.
269 Vd. NIELSEN J.P., Altas historie, I, Alta 1990, p. 181.

o minore hanno 270 PAUS 1751 (Abbr.), p. 342. Nel 1687 il re avrebbe decretato una concessione sul commercio in

a quanto pare di Finnmark per i cittadini di Bergen della durata di 12 anni a partire dal 1 gennaio 1688 (indicazioni in

tte collaborare ilSCHOU [Abbr.] I, p. 536; cfr. i decreti del 16 maggio 1691, ibidem, p. 607; del 25 aprile 1702:

38-1705), attivoindicazioni in SCHOU II, p. 71; del 1 dicembre 1745: indicazioni in SCHOU III, p. 617; del 15 agosto

issimi; Nicolaus1763: indicazioni in SCHOU IV, p. 722 e, soprattutto, quello del 20 agosto 1778 che regolava

o nel 1665 ca.) edettagliatamente il commercio in quella regione: in SCHOU VII, pp. 75-101). Del resto i commercianti

tra di rispettare;di Bergen a lungo e tradizionalmente erano stati attivi negli scambi con le regioni più settentrionali

ia uno sciamanodel Paese.

onversione; Pehr 271 Il cosiddetto Missionskollegiet (Collegium de cursu evangelii promovendo), attivo fino al

cia all’orso; Carl1859, aveva il compito di diffondere la fede cristiana tra le popolazioni pagane sottomesse al Regno

logia sami; Pehr di Danimarca. La sua attività fu dunque rivolta in primo luogo verso i Sami, poi verso gli Eschimesi,

resse sono anchema anche verso le popolazioni delle colonie d’oltremare.

mi della zona di 272 Su questo movimento religioso vd. oltre, pp. 762-770.

onto del gesuita 273 I confini tra la Svezia e la Norvegia saranno stabiliti, come si è detto, nel 1751, quelli con la

interessato alla Russia nel 1826 (vd. p. 550, nota 95 e sopra, nota 157). Al fine di ampliare il più possibile l’area

cesimo nell’areasoggetta al loro dominio gli Svedesi avevano costruito chiese a Karasjok (sami Káráśjohka) e

Kautokeino (sami Guovdageaidnu) e una cappella a Masi (sami Máze, nome che deriva dal vicino

con nota 13), la Mazéjohkka “fiume serpeggiante”): qui nel 1721 i Norvegesi avrebbero a loro volta costruito una

o nella sua sede chiesa (vd. NIELSEN 1990, citato alla nota 269, I, pp. 185-191), successivamente però in base agli

nel XVII secoloaccordi del 1751 queste località furono incorporate nella regione norvegese di Finnmark. Una chiesa

7de århundrede, venne eretta anche nei pressi di Utsjok (sami Ohcejohka, Uccjuuhâ o Uccjokk, finnico Utsjoki) in una

zona passata ai Norvegesi nel 1751 ma ora in territorio finlandese. La questione doveva essere ben
chiara come si deduce, a esempio, dal testo di una lettera inviata dal vescovo Krog al Collegio delle

sul commercio inmissioni in data 6 aprile 1715, nella quale si legge: “Dal momento che gli Svedesi hanno saputo dai

8 (indicazioni intempi della regina Cristina cercare il proprio tornaconto e assai bene dislocare in Lapponia chiese per

25 aprile 1702:i Sami, preti e scuole lungo tutto il tratto settentrionale, così da usurpare la sovranità su quasi tutti i

7; del 15 agostoSami e ridurre la nostra a loro [vantaggio], dunque sembra che valga la pena che gli Svedesi

78 che regolavavengano, per quanto possibile, tenuti lontani dai nostri confini, i quali per altro sulle montagne non

o i commercianti sono individuabili”; in HAMMOND 1787 (vd. nota 277), DLO nr. 148. Sull’argomento si rimanda tra

più settentrionalil’altro a ENEWALD 1920. Si consideri che la questione dei confini rifletteva quella, più antica, del

‘diritto’ di tassazione sui Sami (nel che, ovviamente, non ci si preoccupava affatto della loro

), attivo fino alcondizione di seminomadi). Che la controversia risalisse assai indietro nel tempo è dimostrato, solo

omesse al Regno per fare un esempio, dal decreto del 1 agosto 1598 nel quale, lamentando il fatto che i Sami di Salten,

so gli Eschimesi,Senja e Tromsø, pur abitando in territorio norvegese paghino il tributo anche agli Svedesi e ai Russi,

si stabilisce la costante presenza in loco di un funzionario incaricato di sorvegliare la situazione e

prevenire abusi (NRR III, pp. 543-546; cfr. ibidem, pp. 537-540, documento del luglio 1598 e NRR

51, quelli con laIV, pp. 7-8, documento del 16 aprile 1603).

possibile l’area 274 Thomas von Westen era uno dei sette ecclesiastici del distretto di Romsdal che facevano parte

) e di un collegium pietista, noto come Plèiadi (Syvstjernen), sorto nel 1713. Essi volevano lottare contro

deriva dal vicino la decadenza morale, lo scarso impegno dei religiosi e il disinteresse delle autorità: per questo si

lta costruito unarivolsero sia al vescovo Peder Krog sia al re Federico IV, il quale decise di istituire una commissione

però in base agliper indagare sulla situazione della vita religiosa.

mark. Una chiesa 275 E tuttavia va qui rilevato come in seguito (decreto del 9 febbraio 1742, in WESSEL BERG

) in una [Abbr.] I [1841], pp. 811-812) le regioni di Nordland e Finnmark saranno in sostanza esentate

oveva essere bendall’applicazione della legge sull’insegnamento del 1739 e 1741 (vd. sopra, nota 36): sicché in
Collegio dellequell’area l’organizzazione delle scuole decadrà almeno fino al 1775 quando, dopo una visita

hanno saputo dai pastorale del vescovo Marius Frederik Bang (di cui poco oltre), questi si adopererà per il loro

pponia chiese per riassetto.

à su quasi tutti i 276 Un grosso problema era determinato dall’abuso di bevande alcoliche contro il quale molto si

che gli Svedesi adoperò Thomas von Westen, vietandone la vendita e cercando di impedirne qualsiasi commercio.

e montagne non Cfr. oltre, nota 301.

to si rimanda tra 277 Una fonte di grande importanza sui primi anni della missione norvegese fra i Sami è l’opera

, più antica, del dell’ecclesiastico norvegese Hans Hammond (1733-1792) il quale nel 1787 ne pubblicava a

ffatto della loroCopenaghen un dettagliato resoconto: Storia della missione nordica nelle terre del Nord [...] (Den

dimostrato, soloNordiske Missions-Historie i Nordlandene [...]). In questo lavoro Hammond difende l’operato di von

i Sami di Salten, Westen (di cui sua madre era figliastra) mentre appare molto critico nei confronti del vescovo Peder

vedesi e ai Russi,Krog, a lui notoriamente ostile. Nonostante il chiaro intento dell’autore, quest’opera ha grande

e la situazione e rilevanza storica. Di notevole interesse al riguardo è anche uno scritto di Hans Skanke (1679-1739),

NRRcollaboratore del vescovo Krog (edito in Nordnorske Samlinger V: Nordlands og Troms Finner i

eldre Håndskrifter, I: 1 [1943], “Hans Skankes Epitomes Historiæ Missionis Lapponicæ Pars Quarta,

e facevano parte1730” ved. JOHS. FALKENBERG, pp. 5-30; si veda anche l’introduzione del curatore nella quale viene

no lottare controriportata la storia di questo lavoro e le ragioni della pubblicazione parziale [pp. 3-4], così come i

tà: per questo si“Marginalier” di J. Qvigstad relativi a questo scritto, pp. 31-58).

una commissione 278 Come von Westen egli faceva parte del gruppo delle Plèiadi (cfr. nota 274).

279 Il Seminarium scholasticum sarebbe stato riaperto con il nome di Seminarium Lapponicum

ERGFredericianum solo nel 1752 quando la lingua sami avrebbe nuovamente trovato spazio

ostanza esentatenell’insegnamento e nella pubblicazione di testi. Qui avrebbero lavorato i linguisti Knud Leem e

a 36): sicché in Anders Porsanger, sui quali si veda poco oltre. Il Seminarium Lapponicum sarebbe stato
dopo una visitadefinitivamente chiuso nel 1774 per volontà del vescovo Marius Frederik Bang che voleva imporre ai

ererà per il loroSami l’apprendimento e l’uso del danese. Vd. GRANKVIST R., “Seminarium Lapponicum

Fredericianum i Trondheimsmiljøet”, in HAGLAND J.R. – SUPPHELLEN S. (red.), Knud Leem og det

il quale molto si samiske. Foredrag holdt ved et seminar i regi av Det kongelige norske videnskabers selskab 11.-12.

siasi commercio. oktober 2002 (= Det kongelige norske videnskabers selskabs skrifter, 2003: 2), pp. 45-60.

280 Vd. pp. 593-594; la parte sui Sami intitolata Sulla fede e la religione dei Finni. (Om Finnernis

i Sami è l’opera Tro oc Religion) si trova alle pp. 399-403.

ne pubblicava a 281 Vd. p. 594; la parte relativa Sui Sami e sui Finni (Om Lapperne og Finderne) si trova alle pp.

Den 64-73.

l’operato di von 282 Situata nell’estremo nord-est della Norvegia sul fiordo di Varanger, Vadsø (sami Čáhcesuoli

el vescovo Pederfinnico Vesisaari) si era sviluppata da un villaggio di pescatori presente fin dal XVI secolo. Sulla

opera ha grandestoria di questa località si rimanda a NIEMI E., Vadsøs historie 1. Fra øyvær til kjøpstad (inntill

nke (1679-1739),1833), Vadsø 1983. Il testo arriva fino all’anno in cui Vadsø ottenne lo status di città.

Troms Finner i 283 Su di lui NIEMI E., “Hans Hansen Lilienskiold – Embetsmann, vitenskapsmann og opprører”,

icæ Pars Quarta,in Portretter fra norsk historie, Oslo 1993, pp. 43-72 e HAGEN R.B., “Hans H. Lilienskiold –

nella quale viene Amtmann i Finnmark 1684-1701”, in Ottar, V (1998), pp. 29-36.

-4], così come i 284 Si tratta di una lettera inviata al clero della regione di Jämtland in data 11 marzo 1723, edita in

Källskrifter till Lapparnas mytologi, utgifna af E. REUTERSKIÖLD, Stockholm 1910, pp. 1-7. Alle pp.

8-16 del medesimo testo si trovano commenti relativi a questo documento – in particolare la

um Lapponicumspiegazione (fornita da tali Kerstin Jakobsdotter e Paulus Samilin) di termini sami ivi riportati. Alla

trovato spaziosituazione della religione cristiana si riferiscono invece gli scritti “Topographia Ecclesiastica 2. Del:

ti Knud Leem e Finmarckia 1717” e “Ex Topographia ecclesiastica Findmarckiæ Thomæ von Westen 1717”,

sarebbe statopubblicati in BROCK UTNE M. – SOLBERG O. (red.), Nordnorske samlinger 1.2. Finnmark omkring
oleva imporre ai1700, Oslo 1938, pp. 78-118 e pp. 119-133. Di von Westen ci resta anche un testo dal titolo

m Lapponicum Topographia arctarchiæ Danicæ ecclesiastica dividendæ in Lapmarkiam et Finmarkiam, conscripta

nud Leem og det a Thoma von Westen, S. Theolog. Lectore Nidrosiensi ibidemque Vicario Collegii de cursu evangelii

s selskab 11.-12.promovendo (poi edito in Budstikken, VII [1826], nr. 1, coll. 8-38). Thomas von Westen risulta anche

essere la fonte delle informazioni sulla religione pagana dei Sami che l’ecclesiastico Johan Randulf

Om Finnernis(1686-1735), responsabile della parrocchia di Nærøy (in Namdalen nel Nord-Trøndelag), annotò

(1723) in un manoscritto il cui originale è tuttavia andato perduto. Sulla base di copie questo testo è

si trova alle pp.stato edito da J. Qvigstad (Relation Anlangende Find-Lappernes, saavel i Nordlandene og

Findmarchen, som udi Numedalen, Snaasen og Selbye, deris Afguderie og Sathans Dyrkelser som af

Čáhcesuoli,Guds Naade, ved Lector udi Tronhjem Hr. Thomas von Westen og de af Hannem samme Stæder

VI secolo. Sullabeskikkede Missionarier, af hvilke eendeel ere Præster, og eendeel Studentere og Candidati S: S:

kjøpstad (inntill Ministerii, Tiid effter anden ere bleve udforskede og decouvrerede, in Kildeskrifter til den lappiske

mythologi, Trondhjem 1903, pp. 6-90).

nn og opprører”, 285 Altri autori degni di menzione in questo contesto sono in primo luogo Ludvig Christian Paus

. Lilienskiold –(ca.1674-1745) e Niels Tygesøn Knag (1661-1737, dopo la concessione della dignità nobiliare

Knagenhielm): il primo diede un importante contributo alla missione fra i Sami mentre il secondo (il

zo 1723, edita incui padre è verosimilmente da riconoscere in quel Tyge Nilsson che per primo introdusse la stampa

pp. 1-7. Alle pp.in Norvegia, vd. p. 507, nota 146) ha lasciato, tra l’altro, la Descrizione di un viaggio a Malmis

in particolare la(Kola) al confine tra la Norvegia e la Russia nel 1690 (Beskrivelse av en Reise til Malmis (Kola) på

vi riportati. AllaGrændserne mellem Norge og Russland 1690). Inoltre vanno citati Lennart (o Linnert) Sidenius

lesiastica 2. Del:(1702-1763) originario di Jämtland, Sigvard Kiildahl (o Kildal, 1704-1771), fratello di Jens, ed Erich

Westen 1717”,Johan Jessen-Schardebøll (1705-1783), il quale ebbe anche il merito di far conoscere le ricerche di

nnmark omkringvon Westen e i contenuti delle relazioni inviate al Collegio delle Missioni.
testo dal titolo 286 La lingua sami (sámegielat), che fa parte del gruppo ugro-finnico (cfr. nota 297; vd. pp. 1406-

kiam, conscripta1408), è un idioma tutt’altro che uniforme e presenta diverse varianti dialettali (qualcuna estinta) a

e cursu evangeliiloro volta raggruppabili per grado di affinità; per una introduzione si rimanda a MAGGA 1997 (App.

ten risulta anche 2). Gli studi (così come le traduzioni di testi) cui qui si fa riferimento sono dunque da intendere in

o Johan Randulfrelazione alla variante parlata nella zona nota all’estensore dello scritto.

øndelag), annotò 287 Letteralmente: Piccolo libro dei canti, su come la messa vada celebrata, letta o cantata in

ie questo testo èlingua sami.

Nordlandene og 288 Cfr. p. 737. Vd. WIKLUND 1922 b.

Dyrkelser som af 289 Un nuovo ‘manuale’ sarà pubblicato nel 1669 da Olaus Stephani Graan (cfr. nota 267).

m samme Stæder 290 Per la verità occorre qui ricordare che Erik Pontoppidan il Vecchio (vd. p. 600) aveva, a

Candidati S: S: quanto pare, fatto tradurre il catechismo per i Sami di Finnmark, ma di quest’opera (che dovrebbe

til den lappiske risalire al 1674) non possediamo copia. Si tratta comunque del primo tentativo in area norvegese di

rendere in qualche modo disponibile per loro un testo religioso. La ‘spiegazione’ del catechismo

g Christian Paus comparirà nel 1849 a cura di N.V. Stockfleth (Oanedubme Dr. Erik Pontoppidan čilgitusast.

dignità nobiliareAsatuvvum oappogirjen. Samas jorggaluvvum papast N.V. STOCKFLETHAST, Kristianiast. 1849); cfr.

tre il secondo (ilp. 1398.

odusse la stampa 291 Qui va tuttavia menzionato Michael Olai Wexionius Gyldenstolpe (1609-1670), rettore della

aggio a Malmis Reale accademia (Kungliga akademien) di Åbo e tra i primi poeti barocchi in lingua svedese, il quale

Malmis (Kola) på nel 1650 (in pieno “periodo della grande potenza”) aveva pubblicato un Compendio della descrizione

innert) Sideniusdella Svezia (Epitome descriptionis Sueciæ) in cui si trovano interessanti osservazioni sul lettone, sul

di Jens, ed Erich finnico e sulla lingua dei Sami. Inoltre occorre ricordare l’esistenza di un elenco di parole latino-sami

ere le ricerche di (circa 820) raccolte in un manoscritto risalente al 1672 circa e redatto da Zacharias Plantinus (ca.

1620-1688), figlio di Olaus Petri Niurenius sopra menzionato. Vd. SETÄLÄ E.N., “Ein lappisches
97; vd. pp. 1406-Wörterverzeichnis von Zacharias Plantinus. Mit Einleitung nach der Originalhandschrift

alcuna estinta) aherausgegeben“, in Suomalais-ugrilaisen seuran aikakauskirja / Journal de la Société Finno-

1997 (App.Ougrienne, VIII (1890), pp. 85-90.

e da intendere in 292 Cfr. nota 286.

293 In precedenza il Nuovo Testamento era stato tradotto negli anni 1701-1713 da Lars Rangius

etta o cantata in(ca.1667-1717), pastore di Silbojokk (la parrocchia di coloro che lavoravano nella miniera d’argento

di Nasafjäll (cfr. sopra, p. 737 con nota 257). Questo testo tuttavia non fu pubblicato (il manoscritto è

conservato nella Biblioteca Carolina Rediviva di Uppsala: catal. T 4:d). Se ne ha comunque una

prova di stampa del 1715 (Specimen Novi testamenti lapponici, Provtryck år 1715 av LARS RANGIUS’

p. 600) aveva, aöversättning av Nya Testamentet till lapska samt Skriftväxlingen mellan Georg Wallin i Härnösand

a (che dovrebbeoch lappmarksprästerna om lapsk ortografi. Grammatikprov. ordlistor, Utgivna av E. NORDBERG, in

rea norvegese diSvenska Landsmål och Svenskt Folkliv, LXVI [1970], pp. 1-40). In proposito vd. il recente studio di

del catechismo K. Wilson: Markusevangeliet i Lars Rangius samiska översättning från 1713, Uppsala 2008. Per una

idan čilgitusast.Bibbia nella variante di sami meridionale occorrerà attendere il 1811, per la variante di sami

niast. 1849); cfr.settentrionale addirittura il 1895. Il primo testo biblico tradotto per i Sami di Russia sarà, nel 1878, il

Vangelo di Matteo: Maxbmϭeecm Πacb-EϭaHƨe u. CaMac. EϭaHƨe ie omъ Mamθeя (Ha pyccκo-

70), rettore della onapcκoMъ яЗblκБ), ИЗДaHHoe OϭЩecTBoMъ PacΠpocTpaHeHiя БИϭ iИ Bъ Be ИKo-

svedese, il quale БpИTaИiИ И Bъ ДpyΓИXъ cTpaHaxъ, Helsingissä 1878. In proposito si ricordi anche che un primo

della descrizione‘dizionario’ sami-russo (in realtà solo una lista di parole) risale già al 1557: vd. ABERCROMBY J., “The

ni sul lettone, sul earliest list of Russian Lapp words”, in Suomalais-ugrilaisen seuran aikakauskirja / Journal de la

arole latino-sami Societé Finno-Ougrienne, XIII: 2 (1895), pp. 1-8; si vedano anche alle pp. 8-10 le “Bemerkungen

as Plantinus (ca. zum Obigem” di A. Gienetz.

“Ein lappisches 294 Vd. SKÖLD T., “Pehr Fjellström och det svensk-samiska skrift-språket”, in SoS 1984, pp. 16-
iginalhandschrift26.

Société Finno- 295 Vd. p. 819.

296 Il primo volume di quest’opera uscì nel 1768. Dopo la morte di Leem il lavoro fu completato

dal missionario Gerhard Sandberg (1741-1805) e pubblicato nel 1781; vd. NIELSEN K., “Knud Leems

da Lars Rangiuslexicon lapponicum”, in Studia Septentrionalia, V (1953), pp. 17-30.

miniera d’argento 297 Su di lui vd. MARTINUSSEN B., “Anders Porsanger – teolog og språkforsker fra 1700-tallets

(il manoscritto èFinnmark”, in Nordlyd. Tromsø University working papers on language & linguistics, XVIII (1992),

a comunque unapp. 15-59. È noto fra l’altro che Porsanger fu in contatto con lo studioso ungherese János Sajnovics

’(1733-1785), pioniere degli studi dell’area ugrofinnica, il quale approfondì le affinità riscontrate tra

llin i Härnösand la sua lingua madre e i dialetti sami esponendo il risultato dei suoi studi nell’opera dal titolo

, in Dimostrazione che l’idioma degli Ungheresi e dei Sami è il medesimo (Demonstratio idioma

recente studio di Ungarorum et Lapponum idem esse, 1770). Una trentina d’anni dopo un altro ungherese, Sámuel

la 2008. Per unaGyarmathi (1751-1830), uno dei pioneri della comparativistica, pubblicava l’Affinità della lingua

variante di sami ungherese con le lingue di origine finnica dimostrata grammaticalmente (Affinitas linguae

sarà, nel 1878, ilHungaricae com linguis fennicae originis grammatice demonstrata, 1799).

Ha pyccκo- 298 Qui non va dimenticata la tracciatura di mappe del territorio sami, le quali oltre a rispondere a

ИKo- interessi strettamente geo-topografici avevano anche una importante funzione dal punto di vista

che che un primo amministrativo.

J., “The 299 12 gennaio 1739; vd. HALLER 1896, p. 32 e pp. 40-57. In questo contesto va ricordata anche la

/ Journal de la nascita delle cosiddette “città attorno alla chiesa” (kyrkstäder, sing. kyrkstad), vale a dire complessi

e “Bemerkungendi abitazioni che dovevano ospitare i fedeli provenienti dalle diverse località della regione in

occasione delle cerimonie religiose cui essi avevano l’obbligo di partecipare. Il migliore esempio

1984, pp. 16-nella città vecchia di Luleå dove si contano ben quattrocentootto edifici (questo sito è stato dichiarato
patrimonio mondiale dall’Unesco nel 1996).

300 Kongl. Maj:tts Nådige Förordning/ Om Lappländarnes flitigare underwisande i

ro fu completatoChristendomen och Scholars inrättande der i Orten. Gifwen Stockholm i Råd-Cammaren den 3

K., “Knud LeemsOctob. 1723 (in SFS 1723). Essa porterà alla costruzione di scuole (tuttavia piccole scuole!) in

diverse località (anche al di fuori del territorio sami propriamente detto): nel 1732 a Åsele e

fra 1700-talletsJokkmokk; nel 1743 ad Arjeplog (sami Aarjepluevie, Árjepluovve e Árjepluovve) e a Utsjok (questa

, XVIII (1992), venne tuttavia chiusa nel 1750, cfr. sopra, nota 273); nel 1744 a Jukkasjärvi; nel 1748 circa a Föllinge

János Sajnovicse nel 1756 a Gällivare (sami Jiellevárri o Váhčir).

tà riscontrate tra 301 Il problema dell’alcolismo fra i Sami era del resto piuttosto grave. In materia si susseguì

opera dal titolo dunque una serie di decreti intesi (per molti versi inutilmente!) ad arginarlo attraverso lo strumento

onstratio idiomalegale. Cfr. nota 276.

gherese, Sámuel 302 Come sopra si è detto (vd. p. 736 con nota 250), gli incentivi per coloro che avessero voluto

nità della linguatrasferirsi nei territori settentrionali risalgono assai indietro nel tempo; il Nord della Svezia tuttavia

Affinitas linguaerimase abitato quasi esclusivamente dai Sami (soggetti comunque a tassazione da parte della Corona)

fino a tutto il XVI secolo. Dall’inizio del XVII l’accresciuto interesse per le risorse di queste zone

re a rispondere aportò alla intensificazione dei commerci; a località come Piteå (dove fin dal XV secolo era stata

l punto di vistaeretta una chiesa), Luleå e Torneå sorte nei luoghi in cui soggiornavano i birkarlar (vd. p. 1395) altri

centri si aggiunsero, sia come sedi di chiese (cfr. nota 258 e nota 273) sia come centri mercantili: tra i

icordata anche laprincipali Kuoksu, Karesuando e Kuttainen (sami Guhttás). Il 27 settembre 1673, sollecitato dal

a dire complessigovernatore (landshövding, vd. pp. 668-669) del Västerbotten Johan Graan (morto nel 1679) – il

della regione inquale riteneva che i Sami e i coloni avrebbero potuto vivere fianco a fianco con reciproco vantaggio

migliore esempio– il re Carlo XI emanò il cosiddetto “manifesto per i territori sami” (Lappmarksplakatet, in POIGNANT

è stato dichiarato1872 [Abbr.], pp. 20-21) che concedeva ai sudditi svedesi e finlandesi che avessero intrapreso lo
sfruttamento dei terreni inutilizzati diversi privilegi tra cui una quindicennale esenzione fiscale e la

underwisande idispensa dal servizio militare. Questa decisione indusse molti a trasferirsi in quelle zone (soprattutto

ammaren den 3nel distretto finlandese di Kemi), il che tuttavia (almeno dal punto di vista dei Sami) non produsse

cole scuole!) in certo gli effetti auspicati. Nel 1695 (3 settembre, in POIGNANT 1872, pp. 33-34) venne dunque emesso

1732 a Åsele e un nuovo decreto che aveva lo scopo di limitare lo sfruttamento del territorio da parte dei coloni, in

a Utsjok (questaparticolare il diboscamento selvaggio. Diversi documenti relativi alla ‘politica ecclesiastico-

8 circa a Föllingecolonizzatrice’ di Carlo IX nei territori sami sono raccolti anche nel cap. 1 di NORDBERG 1973

(Abbr.), pp. 15-52.

teria si susseguì 303 Rispettivamente: 20 novembre 1741 (POIGNANT 1872 [Abbr.], pp. 36-37) e 24 novembre 1749

rso lo strumento (ibidem, pp. 37-43).

304 Vd. NORSTEDT G. – NORSTEDT S., Landskapsgränsen mellan Ångermanland, Västerbotten och

avessero volutoÅsele lappmark, Umeå 2007, pp. 36-39 (ma anche pp. 96-106).

a Svezia tuttavia 305 SCHOU (Abbr.) IX, 5 settembre 1787, pp. 336-344.

rte della Corona) 306 SCHOU (Abbr.) X, 17 luglio 1789, pp. 37-43. L’ordinanza si rifà esplicitamente al decreto del 5

e di queste zonesettembre 1787. Cfr. nota 160. Vd. SIVERTSEN J., Hammerfest 1789-1914, Hammerfest 1973; KYRRE

secolo era stataREIMERT P., “Hammerfest – Norges første ishavsby 1778-1829”, in Heimen, XVIII (1980: 1) pp. 285-

vd. p. 1395) altri 294 e YTREBERG N.A., Tromsø bys historie, I-II, Tromsø 1946-1971.

i mercantili: tra i 307 Cfr. sopra, p. 711 con nota 141 e p. 776.

3, sollecitato dal 308 Vd. p. 550, nota 95.

o nel 1679) – il 309 Första Bihang eller Codecill till Gränsse Tractaten emellan Konunga Rikerne Swerige och

iproco vantaggio Norge, Lappmännerne beträffande in STFM VIII, 21 settembre – 2 ottobre 1751, pp. 597-608.

OIGNANT Questo trattato rimase in vigore per più di centocinquanta anni finché fu emanata la legge per i Sami

ero intrapreso lo nei Regni uniti di Svezia e Norvegia (Laka bagjesami harrai dain ovtastattujuvvum gonagasrikain
zione fiscale e laNorgast ja Ruottarikast / Lov angaaende Lapperne i de forenede Kongeriger Norge og Sverige:

zone (soprattuttoemanata il 2 giugno 1883, in vigore dal 1 gennaio 1884, corredata di una ‘risoluzione reale’ il 17

mi) non produssenovembre; [trad. di J.K. QVIGSTAD]). Dopo la separazione della Norvegia dalla Svezia nel 1905 (vd.

e dunque emesso pp. 1013-1017) sono state stipulate (e rimodulate) al riguardo diverse convenzioni.

rte dei coloni, in 310 In proposito si legga: Lappcodicillen av 1751 – var det Samernas Magna charta? (= Dieđut: I

ca ecclesiastico-[1989]) e PEDERSEN S., Lappekodisillen i nord 1751-1859. Fra grenseavtale og sikring av samenes

1973rettigheter til grensesperring og samisk ulykke, Guovdageaidnu 2008.

311 Questa storia si trova nell’ed. cit. in EF alle pp. 77-82.

4 novembre 1749 312 Olsen precisa (p. 77) che sciermo (tsjierma) è un termine della lingua dei Kveni, una

popolazione di parlata ugro-finnica stanziata all’epoca nell’estremo nord della Norvegia e nelle

Västerbotten ochregioni del Norrland svedese di Tornedalen (attuali comuni di Pajala, Övertorneå e Haparanda) e di

Lannanmaa (attuali comuni di Kiruna, in sami Giron, e Gällivare). Il ragazzo infatti era stato

mandato a scuola nella regione dei Kveni. Cfr. p. 145 con nota 176.

e al decreto del 5 313 Cfr. nota 258 e p. 1411, nota 133.

YRRE 314 Nel testo queste azioni sono espresse dai verbi rune e joige (joike). Il primo (che contiene un

1980: 1) pp. 285-indubbio richiamo al valore magico delle rune, su cui vd. 2.5) significa “esercitare arti segrete”,

“pronunciare formule magiche”, “praticare la magia” (del resto il tamburo sami è detto in norvegese

runebomme). L’allusione alle rune contenuta in questa parola è qui certamente rafforzata dall’uso di

simboli magici da parte degli sciamani sami: ciò del resto appare chiaro poco più avanti quando

rne Swerige ochOlsen definisce “runici” i loro tamburi (decorati con tutta una serie di figure dal valore simbolico). Il

1, pp. 597-608. secondo è tratto dal termine sami joik (“canto”): un’espressione musicale (nella quale l’aspetto

legge per i Samivocale è assolutamente prevalente) attraverso cui si vuole esprimere l’essenza di una forma di realtà

m gonagasrikainvisibile: sia essa una persona, un animale, un luogo, una circostanza.


orge og Sverige: 315 Col termine troldmesse (scritto troldmeße) “messa magica”, l’autore vuole sottolineare la

ione reale’ il 17 netta opposizione tra il rito cristiano e quello da lui considerato diabolico.

zia nel 1905 (vd. 316 Come precisa J. Qvigstad, editore del testo di Olsen (p. 30, nota 1), il termine noaide-gadze (o

noaide-gaddse, nel testo in un plurale formato con la desinenza del dano-norvegese!) indica il seguito

: I di spiriti (buoni o cattivi) che assistono lo sciamano, il quale può decidere a chi, dopo la sua morte,

ring av samenesessi debbano andare in eredità. Questi dunque poi si manifestano all’erede designato chiedendo di

essere presi al suo servizio e non di rado, nel caso in cui egli rifiuti, lo tormentano fino a quando non

hanno ottenuto il loro scopo. Questi spiriti appaiono allo sciamano in aspetto di bambini che

dei Kveni, una indossano abiti sami tradizionali e parlano solo la lingua sami. Per lo sciamano essi sono compagni e

Norvegia e nelle guide che gli trasmettono i segreti delle arti magiche e gli insegnano come comportarsi di fronte alle

Haparanda) e dimalattie o alla sfortuna. Vd. pp. 1387-1388.

infatti era stato 317 DLO nr. 149.

318 Vd. 7.2.

319 Poco credito ha ottenuto presso gli studiosi la tesi di Sophus Larsen (The Discovery of North

(che contiene unAmerica twenty years before Columbus, Copenhagen 1925), secondo il quale con il patrocinio del re

are arti segrete”,danese Cristiano I nel 1473 alcune navi sarebbero partite per la Groenlandia, raggiungendo anche le

etto in norvegesecoste americane (Terranova o il Labrador). Questa spedizione (cui avrebbero partecipato anche

orzata dall’uso dinavigatori portoghesi) sarebbe stata guidata dal polacco Johannes Scolvus o Scolnus (Jan z Kolna,

ù avanti quando 1435-1484) e dal tedesco Didrik Pining (ca.1430-1491) che più tardi (1478-1481) sarebbe divenuto

ore simbolico). Il governatore d’Islanda (vd. GHM III, pp. 628-630; DAAE L., “Didrik Pining”, in NHT III [1882], pp.

quale l’aspetto233-245; STORM G., “Søfareren Johannes Scolvus og hans reise til Labrador elle Grønland”, in NHT

a forma di realtà V [1886], pp. 383-400; HUGHES TH.L., “The German discovery of America. A review of the

controversy over Pining’s 1473 voyage of exploration”, in German Studies Review, XXVII [2004],
e sottolineare lapp. 503-526). È invece certo che, successivamente il re Cristiano II, progettò di inviare navi in

Groenlandia (vd. SVENSSON S., Kristian den andres planer på en arktisk expedition och deras

(oförutsättningar. Ett bidrag till de geografiska upptäckternas ideologi, Lund 1960).

indica il seguito 320 Sebbene questa sia considerata la data ufficiale della scoperta delle isole, si può

po la sua morte,ragionevolmente ritenere che esse fossero già conosciute dai Nordici: il nome Svalbarð (noto fin dal

ato chiedendo di medioevo, seppure non sia affatto certo il riferimento a questo arcipelago) significa in norreno “Coste

no a quando nonfredde”. È anche probabile che questi territori fossero frequentati da cacciatori provenienti dalle coste

di bambini chedel Mar Bianco almeno a partire dal XIV e XV secolo. Il toponimo Spitsbergen (in nederlandese

sono compagni e“Montagne appuntite”) fu coniato da Barents stesso in riferimento alla morfologia del luogo, tuttavia

arsi di fronte allein seguito è stato frequentemente usato per indicare l’intero arcipelago. Sulla storia delle isole vd.

CONWAY M., No Man’s Land. A History of Spitsbergen from its Discovery in 1596 to the Beginning

of Scientific Exploration of the Country, Cambridge 1906. Cfr. p. 1104 con nota 633.

321 La più nota è quella affidata nel 1581 al faroese Magnus Heinason (danese Mogens Heinesen,

scovery of North ca.1545-1589), vd. GHM III, pp. 634-660; cfr. p. 1447.

patrocinio del re 322 NRR II, pp. 337-338 (21 maggio 1579; la citazione in lingua danese: “sin rette Öffrighed Och

ngendo anche leVundersotternne [...] föris till thend rette thro”). Nel testo del decreto inoltre si stabiliva di inviare

artecipato ancheuna spedizione di due navi con il compito di acquisire tra l’altro informazioni sugli approdi, che

Jan z Kolna, l’equipaggio avesse il salario raddoppiato e che ne facessero parte due esperti di lingua.

sarebbe divenuto 323 Nel 1585 vi arrivò infatti John Davis (1550-1605) dal quale prende nome lo stretto tra la

III [1882], pp.Groenlandia e l’isola di Baffin; vd. GHM III, p. 657, pp. 666-670 e BUGGE G.N., John Davies tre

NHTrejser til Grønland i Aarene 1585-87 (Det Grønlandske selskabs skrifter VII [1930]). Ma già in

A review of theprecedenza Martin Frobisher (ca.1535-1594) nel corso dei suoi viaggi alla ricerca del passaggio a

XXVII [2004], nord-ovest (1576-1578) aveva raggiunto la Groenlandia: egli tuttavia riteneva che si trattasse
inviare navi indell’isola di Frisland, un territorio segnato sulle carte dell’epoca ma, in realtà, inesistente. Egli le

dition och derasdiede nome Nuova Inghilterra (vd. GHM III, pp. 637-638).

324 L’incarico di trovare questi passaggi fu da lui affidato al navigatore Jens Munk (1579-1628).

e isole, si può Nel 1610 costui fu al comando di una delle due navi inviate dal re a verificare le possibilità di un

(noto fin dalpassaggio a nord-est: questa spedizione si concluse in sostanza con un nulla di fatto. Tra il 1619 e il

n norreno “Coste 1620, invece, Munk navigò alla ricerca del passaggio a nord-ovest. Ma l’esplorazione si risolse in un

nienti dalle costetotale disastro, dal momento che la gran parte dell’equipaggio, sorpreso dal precoce inverno senza

(in nederlandeseadeguato equipaggiamento e cibo sufficiente, fu uccisa dallo scorbuto. Jens Munk poté fare ritorno

el luogo, tuttaviasolo insieme a due uomini. Le memorie di questa esperienza sono da lui raccolte nello scritto dal

a delle isole vd.titolo Navigazione settentrionale (Navigatio septentrionalis) del 1624 redatto in lingua danese. Vd.

to the BeginningGHM III, pp. 702-711.

325 Vd. GHM III, pp. 670-699 e anche GOSCH C.C.A., Danish Arctic Expeditions, 1605 to 1620, I-

ogens Heinesen,II, London.

326 Nella sezione etnografica del Museo nazionale (Nationalmuseet) di Copenaghen è conservato

e Öffrighed Ochun dipinto realizzato a Bergen nel 1654 che raffigura quattro eschimesi (tre donne e un uomo)

abiliva di inviare catturati dai componenti della spedizione guidata da David Urbanus Dannel (ufficiale olandese,

gli approdi, che ca.1605-1661) nel fiordo di Nuuk e condotti in Europa. L’autore dell’opera è ignoto, tuttavia

dovrebbe trattarsi di Salomon von Haven (nato prima del 1600, morto dopo il 1670) originario di

lo stretto tra laStralsund e poi attivo a Bergen. Si tratta della prima dettagliata rappresentazione pittorica di individui

John Davies treappartenenti all’etnia inuit; in precedenza possediamo una incisione su legno raffigurante una donna

30]). Ma già ininuit e il suo bambino in un opuscolo tedesco risalente agli anni ’60 del XVI secolo (vd. STURTEVANT

del passaggio a W.C., “First Visual Images of Native America”, in CHIAPPELLI F. [ed.], First Images of America. The

che si trattasseImpact of the New world on the Old, Berkeley 1976, pp. 417-454).
esistente. Egli le 327 Queste sono poi divenute elemento irrinunciabile del costume nazionale groenlandese, in

particolare di quello femminile.

nk (1579-1628). 328 Cfr. p. 552, nota 101.

possibilità di un 329 In questo contesto va considerata anche l’infelice e complicata vicenda del funzionario e

. Tra il 1619 e il scrittore norvegese Povel Juel (cfr. nota 175). Nel 1722 egli aveva sottoposto al re Federico IV un

e si risolse in unprogetto relativo alla colonizzazione della Groenlandia. Non avendo avuto alcun riscontro si era

ce inverno senzarivolto dapprima agli Svedesi e infine ai Russi e al duca di Holstein-Gottorp (tradizionale antagonista

poté fare ritornodel re danese). Le sue trame furono tuttavia scoperte ed egli fu condannato a morte come traditore.

nello scritto dal Vd. FLOOD C., Povel Juel. En Levnetsbeskrivelse, Mandal 1876.

gua danese. Vd. 330 Vd. FENGER 1879, pp. 35-36.

331 Vd. ibidem, p. 110.

, I- 332 Vd. GHM III, pp. 728-740. Sulla figura di Hans Egede è incentrato il lavoro (assai critico nei

confronti dei colonizzatori) Hans Egede. Ovvero la parola di Dio per mezzo barile di grasso di

hen è conservatobalena. Opera teatrale in 4 atti con un preludio (Hans Egede. Eller Guds ord for en halv tønde spæk.

nne e un uomo)Skuespil i 4 akter med et forspil, 1979) dell’autore danese Sven Holm (vd. p. 1256).

ficiale olandese, 333 Vd. oltre, p. 762 con nota 356. Questo movimento diede all’attività missionaria un impulso

ignoto, tuttaviafondamentale.

70) originario di 334 La prima delle loro colonie che ebbe nome Neu Herrnhut sorse nel 1733 a sud di Nuuk. Altri

orica di individui centri da loro fondati sono Akunnat (tedesco Lichtenfels), presso Qeqertarsuatsiaat sulla costa sud-

urante una donnaoccidentale (1766) e Alluitsoq (tedesco Lichtenau) nel sud del Paese (1774). L’attività missionaria

TURTEVANT dei Fratelli di Herrnhut in Groenlandia proseguì fino al 1900. Altri missionari che successivamente

of America. Theopereranno qui promuovendo la vita culturale della colonia saranno Peter Kragh (1794-1883)

traduttore di diversi testi religiosi in lingua inuit e Johannes Jakob Kjeld Løchte (1786-1857)
groenlandese, in promotore della scolarizzazione fra gli Eschimesi.

335 Tra l’altro in Groenlandia fu dato il via anche a una attività mineraria (grafite, carbone).

336 I principali sono: Qasigiannguit (danese Christianshåb, ”Speranza [nel nome di] Cristiano”)

el funzionario efondata nel 1734 da Jacob Severin; Ilulissat (danese Jakobshavn, “Porto di Jakob”) fondata nel 1741

Federico IV un a 2 km. a nord dell’antico insediamento di Sermermiut dal medesimo Severin al quale fa riferimento

riscontro si erail nome danese; Paamiut (danese Frederikshåb, “Speranza [nel nome] di Federico”, 1742); Sisimiut

onale antagonista(danese Holsteinsborg in onore di Johan Ludvig Holstein, 1694-1763, uomo di stato e intellettuale

e come traditore.danese), sorta nel 1756 ed enucleatasi in un territorio da lunghissimo tempo colonizzato dagli

Eschimesi (a circa 15 km. a sud di questa località, sull’isola di Nipisat, era stata costruita nel 1724

una base per la caccia alle balene che fu distrutta dagli Olandesi: essa venne poi ricostruita e

rafforzata militarmente nel 1729 ma in seguito fu di nuovo distrutta): in questa località nel 1775

(assai critico neisarebbe stata edificata la seconda chiesa groenlandese (dopo quella di Nuuk del 1758); Qeqertarsuaq

rile di grasso di(in danese Godhavn, “Buon porto”, 1773); Qaqortoq (in danese Julianehåb, “Speranza [nel nome] di

halv tønde spæk.Giuliana”, con riferimento alla regina Giuliana Maria, su cui cfr. pp. 691-692). Tutte queste località

si trovano nella zona occidentale del Paese dove le condizioni climatiche sono più accettabili:

naria un impulsoQasigiannguit e Ilulissat sulla baia di Disko, Paamiut e Sisimiut sulla costa, Qeqertarsuaq nella parte

meridionale dell’isola Disko, Qaqortoq nella punta meridionale del Paese. Sulla costa orientale il

ud di Nuuk. Altricentro di Tasiilaq (fino al 1997 detta Ammassalik) fu fondato come stazione commerciale danese

sulla costa sud- solo nel 1894.

ività missionaria 337 Vd. SVEITSTRUP P.P., Det almindelige Handelskompagni 1747-1774. Med saerligt Henblik

successivamente paa dets Virksomhed i Grønland, København 1943.

gh (1794-1883) 338 Da questo anno esso avrebbe avuto solo compiti di approvvigionamento. A partire dal 1986 la

hte (1786-1857)gestione è passata al Commercio groenlandese (Kalaallit Niuerfiat nella lingua degli Inuit).
339 Vd. p. 585 e pp. 593-594.

340 Su di lui vd. NIELSEN Y., “Jens Bjelke til Østraat. Norges Riges Kantsler. Et Bidrag til Norges

e di] Cristiano”)indre Historie i den første Halvdel af det syttende Århundrede” (= NHT 1871-1872) e anche KISBYE

fondata nel 1741MØLLER J., “Jens Bielkes Grønlandsberetning 1605. Grønlands genopdagelse – en aldrig tidligere

le fa riferimentooffentliggjort øjevidneskildring af de første grønlænderes ankomst til Danmark”, in Grønland, 1985:

1742); Sisimiut5, pp. 117-148. Cfr. p. 547.

to e intellettuale 341 Vd. p. 396, nota 268.

olonizzato dagli 342 Vd. pp. 538-539. In proposito si legga STORM G. “Om Kilderne til Lyschanders ‘Grønlandske

ostruita nel 1724Chronica’”, in AaNOH 1888, pp. 197-218.

poi ricostruita e 343 Su Peder Hansen Resen vd. p. 587. A lui si deve anche uno scritto sull’Islanda (PEDER HANSEN

ocalità nel 1775RESEN, Íslandslýsing, J. BENEDIKTSSON þyddi og samdi inngang og skýringar, Reykjavík 1991).

8); QeqertarsuaqQuesti lavori facevano parte dell’ambizioso progetto della stesura di un Atlante danese (Atlas

za [nel nome] di danicus) che avrebbe dovuto offrire una descrizione geo-topografica completa della Danimarca,

te queste localitàdell’Islanda, delle Føroyar e della Groenlandia (con riferimento anche alla flora, alla fauna e ai

più accettabili:luoghi di interesse storico). Su incarico di Resen medesimo l’ecclesiastico ed erudito Johan

rsuaq nella parte Brunsmand (cfr. p. 643, nota 525) ne redasse una versione ridotta in latino e, più tardi, un compito

costa orientale il analogo venne affidato dalla vedova di Resen a Christen Aarsleb (morto nel 1723). Sebbene

merciale danese l’imponente lavoro sia per molta parte andato perduto nell’incendio di Copenaghen del 1728 che

distrusse anche la biblioteca universitaria (cfr. p. 685, nota 32), possediamo manoscritti e incisioni

saerligt Henblik che hanno consentito di proporre edizioni critiche relative a diversi territori; sicché, quantomeno, è

possibile avere un’idea di come avrebbe dovuto risultare l’opera nelle intenzioni dell’autore. Per le

artire dal 1986 laparti relative alla Groenlandia contenute in questo materiale vd. KISBYE MØLLER J., “Resens

Grønlandsbeskrivelse 1687. En uudgivet tysk-grønlandsk ordliste”, in Grønland, 1985: 5, pp. 149-


192.

Bidrag til Norges 344 Vd. pp. 594-595.

ISBYE 345 Vd. p. 587.

n aldrig tidligere 346 Vd. p. 576, nota 213.

, 1985: 347 Vd. KISBYE MØLLER J., “Isaac de la Peyrère: ‘Relation du Groenland’ En 335 år gammel

fransk ‘beretning om Grønland’. Den ældste almindelige Grønlandsbeskrivelse på et europæisk

hovedsprog”, in Grønland, 1982: 6, pp. 168-184.

ers ‘Grønlandske 348 Vd. sopra, p. 740 con nota 271.

349 Di grande interesse, per restare in ambito nordico, sono anche le mappe (in particolare la

ANSENcosiddetta ‘mappa di Skálholt’ risalente al 1570) che accompagnano un manoscritto della seconda

Reykjavík 1991).metà del XVII secolo (GKS 2881, 4to) conservato presso la Biblioteca reale (Det kongelige bibliotek)

Atlas di Copenaghen nel quale è contenuta la Descrizione della Groenlandia raccolta dalle antichità

ella Danimarca,islandesi da un curioso signore in Islanda di nome Björn Jónsson di Skarðsá (Grønlands

alla fauna e aiBeskriffvelse Colligeret af Iszlandske Antiqvitäter ved en Curieux mand paa Iszland ved naffn Biörn

d erudito JohanJonsön paa Skarsaa, 1669) e, insieme, un testo latino sul medesimo argomento: Concisissima

ardi, un compito descrizione della Groenlandia, corografica, topografica e cronologica (Compendiosissima

1723). SebbeneGronlandiæ Descriptio Chorographica, Topographica et Chronologica, 1668) a firma di Theodorus

en del 1728 che Thorlacius (Þorður Þorláksson, vescovo di Skálholt), un testo per altro pubblicato a Wittemberg nel

scritti e incisioni1666 (cfr. p. 633, nota 490 e p. 576 con nota 213).

, quantomeno, è 350 Vd. KISBYE MØLLER 1985 (la citazione completa in nota 343), pp. 150-151.

ell’autore. Per le 351 Giunto in Groenlandia all’età di tredici anni egli aveva presto e bene appreso l’idioma locale il

J., “Resensche fu di fondamentale importanza per i lavori di carattere linguistico cui si sarebbe poi dedicato.

985: 5, pp. 149-Tradusse in lingua inuit il Nuovo Testamento (la cui prima versione è del 1744: Evangelium okausek
tussarnersok Gub Niarnanik Innungortomik okausianiglo Usornartuleniglo, tokomello umarmello,

Killaliarmello, Innuin annauniartlugit, aggerromartomiglo, tokorsut tomasa umartitsartortlugit) e

molti altri testi di carattere religioso. Per una traduzione completa di tutte le Sacre scritture sarebbe

occorso tuttavia molto tempo: vd. NIELSEN F.A.G., “The earliest Greenlandic Bible. A study of the

335 år gammelUr-Text from 1725”, in ELLIOTT S.S. – BOER R. (eds.), Ideology, Culture, and Translation, Atlanta

på et europæisk2012, alle pp. 113-115.

352 Nel 1851 egli pubblicherà la Grammatica della lingua groenlandese con parziale inserimento

del dialetto del Labrador (Grammatik der grönländischen Sprache mit theilweisem Einschluss des

in particolare laLabrador-dialects; rist. 1968) e nel 1871 Il dizionario groenlandese, rielaborato (Den Grönlandske

to della seconda Ordbog, omarbejdet).

) 353 Vd. BRECHT M. – DEPPERMANN KL. ET AL. (hrsg.), Geschichte des Pietismus, im Auftrag der

a dalle antichità Historischen Kommission zur Erforschung des Pietismus, I-IV, Göttingen 1993.

Grønlands 354 Si ricordi che all’epoca Philipp Jakob Spener (1635-1705), fondatore del movimento (sul

ved naffn Biörnquale WALLMANN J., Philipp Jakob Spener und die Anfänge des Pietismus, Tubingen 1970), era

Concisissimamorto ormai da molti anni.

ompendiosissima 355 Indicazioni in SCHOU (Abbr.) II, 2 ottobre 1706, pp. 128-129.

ma di Theodorus 356 Esso va ricondotto all’opera di Nikolaus Ludwig conte di Zinzendorf (1700-1769). Allievo a

Wittemberg nel Halle del pietista August Hermann Francke (cfr. nota 364), nel 1722 egli aveva accolto nella sua

tenuta nella Lusazia superiore un gruppo di Fratelli Boemi (legati al movimento hussita) cui poi si

aggiunsero persone appartenenti ad altre confessioni che sfuggivano alla persecuzione religiosa. La

’idioma locale il colonia, sorta sulle pendici del monte Hut, ebbe nome Herrnhut: qui Zinzendorf intendeva, in spirito

be poi dedicato.di piena tolleranza, permettere a ciascuno di praticare liberamente la propria fede. Essendo tuttavia

ngelium okauseksorti forti contrasti, Zinzendorf si impegnò per stabilire delle regole che furono formalmente accettate
mello umarmello,nel 1727. Ciò produsse benefici effetti in quanto la vita della comunità conobbe un notevole

) eprogresso spirituale. Particolare attenzione fu posta all’attività missionaria nelle colonie. Negli anni

scritture sarebbe Zinzendorf dovette affrontare molte difficoltà di carattere sia teologico sia pratico, tuttavia portò

. A study of the avanti la propria opera per tutta la vita, affidando infine la sua comunità al vescovo Johannes von

, Atlanta Watteville (1718-1788) marito di sua figlia Benigna (1725-1786).

357 Vd. p. 684.

ziale inserimento 358 Egli non soltanto aveva preso parte nel 1731 alla cerimonia di incoronazione del re Cristiano

m Einschluss desVI, ma era stato anche insignito dell’Ordine dell’Elefante (vd. p. 648, nota 547).

Den Grönlandske 359 Vd. pp. 728-729.

360 Vd. sopra, nota 39. L’opera ivi citata è fortemente impregnata di spirito pietista. In proposito

, im Auftrag dervd. NEIIENDAM M., Erik Pontoppidan. Studier og bidrag til pietismens historie, I-II, København

1930-1933.

movimento (sul 361 Vd. p. 827.

ngen 1970), era 362 Questa istituzione (Vajsenhus) era stata fondata nel 1727 da Federico IV. Essa si inquadra fra

le diverse iniziative nel campo dell’educazione che (in buona parte ispirate dal pietismo)

caratterizzano questo secolo.

1769). Allievo a 363 Vd. p. 835.

accolto nella sua 364 Vd. GRAVERSEN H., Wajsenhuspræsten Enevold Ewald og den pietistiske Bevægelse i

ussita) cui poi siKøbenhavn i det 18. Aarhundrede, København 1913. Come è noto Halle divenne il centro principale

one religiosa. Ladel pietismo: presso la sua università, fondata nel 1694 da Federico principe elettore di Brandeburgo

ndeva, in spiritoe futuro re di Prussia Federico I (1657-1713), anche per impulso di Spener, fu attivo il teologo

Essendo tuttavia August Hermann Francke (1663-1727), certamente uno dei più significativi rappresentanti del

almente accettatemovimento.
bbe un notevole 365 Vd. sopra, p. 684 con nota 30. Si legga: “Tutti coloro che, tanto nelle città quanto nelle

onie. Negli annicampagne, possono ascoltare con profitto la parola di Dio, la domenica e i giorni festivi, fra i quali

o, tuttavia portòsono sempre compresi il giovedì e il venerdì santo, così come nei giorni di preghiera stabiliti per

vo Johannes vondecreto, dovranno diligentemente trovarsi in chiesa, sia per la messa solenne sia per i vespri, quando

vengano recitati; e nessuno potrà sottrarsi pena l’accusa di sacrilegio a termini di legge, a meno che

non sia impedito da una malattia o da altra causa legalmente riconosciuta [...]” (DLO nr. 150). Nei

del re Cristiano confronti dei disobbedienti erano previste multe e la gogna. In questo contesto va tenuto conto anche

del fatto che dopo il 1730 numerosi pietisti radicali svedesi si erano rifugiati in Danimarca dopo aver

lasciato il proprio Paese in volontario esilio.

sta. In proposito 366 SCHOU (Abbr.) III, 1 ottobre 1737, pp. 296-299. Vd. REITZEL-NIELSEN E., “Nogle bidrag til

I-II, Københavngeneralkirkeinspektionskollegiets historie”, in KSam VI: 4 (1966), pp. 496-553.

367 SCHOU III (Abbr.), 13 gennaio 1741, pp. 427-434.

368 Indicazioni in SCHOU III (Abbr.), p. 609 (18 giugno 1745).

a si inquadra fra 369 Tuttavia ancora nel 1773 i Fratelli di Herrnhut avrebbero addirittura fondato in Danimarca una

e dal pietismo)loro città, Christiansfeld nello Jutland meridionale grazie ai privilegi concessi dal re Cristiano VII (da

cui essa prende il nome) a chi si fosse stabilito in quel luogo.

370 In Norvegia il pietismo dei Fratelli di Herrnhut verrà poi (dal 1820) diffuso anche dallo

ke Bevægelse iscrittore danese Niels Johannes Holm (1778-1845), che fino al 1834 sarà responsabile della comunità

centro principaledi Christiania. Negli anni ’20 del XIX secolo verrà fondata la comunità pietista di Stavanger alla cui

di Brandeburgoguida sarà Søren Daniel Schiøtz (1796-1863).

attivo il teologo 371 Vd. SØRENSEN S.A., Zioniterne. En religiøs Bevægelse i Drammen og Omegn i Midten af det

ppresentanti del18de Aarhundrede, Kristiania 1904.

372 In seguito alle restrizioni adottate con il decreto del 1741 Catharina lasciò la Norvegia. Di lei
ittà quanto nelleresta una Autobiografia (Lebenslauf der ledigen Schwester Catharina Maria Freymann) in tedesco.

estivi, fra i qualiSu di lei vd. ØVERLAND P., Catharina Maria Freymann. En kvinnelig lederskikkelse i pietismens tid i

hiera stabiliti perNorge, Trondheim 1984.

i vespri, quando 373 Il pittore norvegese Adolph Tidemand (vd. p. 937 e pp. 1091-1092) ha raffigurato Hauge e i

gge, a meno chesuoi seguaci in un celebre quadro che porta il titolo Haugianerne: questo dipinto esiste in diverse

LO nr. 150). Neiversioni, la prima delle quali (1848) è conservata nel Museo dell’arte (Kunstmuseum) di Düsseldorf. I

nuto conto ancheseguaci di Hauge sono anche ben rappresentati nell’opera dello scrittore norvegese Alexander

marca dopo aver Kielland (1849-1906, vd. p. 1080).

374 Vd. sopra, pp. 728-729.

Nogle bidrag til 375 Vd. p. 667 con nota 610.

376 Che fosse il re in prima persona a intervenire nelle questioni religiose lo si era visto, a

esempio, nel caso della cosiddetta ‘disputa cartesiana’ che a Uppsala aveva opposto i teologi

ortodossi e i seguaci del filosofo francese nella seconda metà del XVII secolo. Dopo che una

n Danimarca una commissione aveva esaminato la questione e il compromesso proposto dai cartesiani era stato in

Cristiano VII (dasostanza accettato, il re assegnò una cattedra nella facoltà di teologia a uno dei loro più eminenti

rappresentanti, il vescovo Johannes Bilberg (1646-1717), provocando vivaci proteste da parte degli

uso anche dalloortodossi. La questione fu poi risolta dal sovrano trasferendo Bilberg in un’altra sede.

e della comunità 377 Tra cui vanno citati almeno Daniel Anander e Olof Ekman. Il primo (data di nascita ignota)

tavanger alla cui per i suoi attacchi alla Chiesa fu rimosso dall’incarico ecclesiastico che ricopriva e come persona

mentalmente disturbata ricoverato in ospedale dove poi morì (1697); vd. ODENVIK N., Daniel

n i Midten af detAnander. Svenska pietismens föregångare, Stockholm 1935. Il secondo (1639-1713), pastore di

Falun in Dalecarlia, si adoperò con la parola e con gli scritti (che per certi versi ricordano Spener)

Norvegia. Di leicontro la decadenza della vita religiosa e per un profondo rinnovamento della Chiesa.
) in tedesco. 378 O Walcker, come si chiamò dopo aver ricevuto la dignità nobiliare nel 1720. Su di lui vd.

i pietismens tid i ODENVIK N., Elias Wolker – Sveriges förste frikyrkopredikant. Till 200 årsminnet. Ett blad ur svenska

pietismens historia, Örebro 1933.

gurato Hauge e i 379 Cfr. p. 602, p. 612, p. 614, p. 631, nota 484, p. 643 con nota 526, e p. 833.

esiste in diverse 380 Kongl. Maj:ts Nådigste Bref och Befalning Til des samtel. i Stockholm warande Råd,

) di Düsseldorf. Iangående hwariehanda willfarande Biläror, Swärmerien och det så kallade Pietisteriet, samt deras

egese Alexanderstraff som därmed beträdas. Dat. Lusuc. i Wollynien den 7 Junii 1706 (SFS 1705-1709). Del resto

nel 1723 il clero riuscirà a far riconfermare i propri privilegi di casta (Privilegia Af Then

Stormechtigste och Allernådigste Konung Friedrich Sweriges, Gothes och Wändes Konung. x.x.x.

Ahr 1723 uppå Riksdagen i Stockholm öfwersedde och stadfästade, För Biskoparna och samtliga

o si era visto, aPresterskapet i Swerige och deß underliggande Landskaper, 16 ottobre 1723 [SFS 1723]). E tuttavia

pposto i teologil’uniformità dell’ortodossia era minacciata anche da ragioni economiche che esigevano qualche

. Dopo che unaconcessione: ciò appare chiaro dall’ordinanza del 1741 con la quale si garantiva libertà religiosa agli

iani era stato in appartenenti ad altre confessioni luterane (Kongl. Maj:ts Nådigste Kundgiörelse, Angående Fri

oro più eminenti Religions-Öfnings förunnande här i Riket åt alla them af then Engelske och Reformerte Kyrkan som

te da parte degli wilja sig härstädes nedsättia. Gifwen i Råd-Cammaren then 27 Augusti 1741 [SFS 1741]). Una

decisione certamente dovuta alla necessità di salvaguardare il commercio e l’industria mineraria nei

di nascita ignota)quali erano attivi molti stranieri.

e come persona 381 Hennes Kongl. Höghets Arf-Prinsessans, Och Samtelige Kongl.Maj:ts Härvarande Herrar

Daniel Råds Åtwarning, Angående hwarjehanda willfarelser och swärmerij, som sig här insmygt emot den

713), pastore dirätta Christeliga Läran och Gudstienesten, Stockholm den I December 1713. Il testo fa preciso

cordano Spener)riferimento al decreto del 1706.

382 Vd. p. 678. A migliaia i soldati svedesi (ma anche donne e bambini) erano finiti come
20. Su di lui vd. prigionieri nelle mani dei Russi: gran parte di loro era stata condotta nella località di Tobolsk (russo

t blad ur svenskaToзo bcκ) nella Siberia occidentale. Lì il capitano dei dragoni Curt Friedrich von Wreech (tedesco

di nascita, date ignote), che al servizio del re svedese era stato catturato a Poltava, si era dedicato –

profondamente influenzato dal pietismo di Halle – alla vita religiosa della comunità, fondando anche

m warande Råd,una scuola. Della sua esperienza, durata dodici anni, egli ha lasciato testimonianza in un resoconto

eriet, samt deras(pubblicato nel 1725) dal titolo lunghissimo la cui prima parte recita Veritiera e particolareggiata

Del restostoria dei prigionieri svedesi in Russia e in Siberia (Wahrhaffte und umständliche Historie von denen

vilegia Af Thenschwedischen Gefangenen in Russland und Siberien).

s Konung. x.x.x. 383 Vd. ODENVIK N., Eric Tolstadius. Svenska pietismens centralgestalt under 1700-talet,

na och samtligaStockholm 1942.

723]). E tuttavia 384 Uno dei testi più diffusi tra i pietisti svedesi era il Libro dei canti di Mosè e dell’agnello

igevano qualche(Mose Och Lamsens Wisor), uscito a Stoccolma nel 1717 e curato (tra gli altri) da Georg Lybecker

rtà religiosa agli (morto nel 1718), amico di Elias Wolker. Questo testo si poneva in contrapposizione alle raccolte di

, Angående Frisalmi ufficiali.

erte Kyrkan som 385 Kongl. Maj:tz Förnyade Placat Och Förbud, Angående The oloflige Sammankomster, hwilka

1741]). Una uti enskylte Hus til en särskild och enkannerlig Gudztiensts förrättande anställas; Samt deras straff,

ria mineraria neisom ther med beträdas. Stockholm i Råd-cammaren den 12. januari Åhr 1726 (SFS 1726-1727).

386 Johann Konrad Dippel (Christianus Democritus, 1673-1734), medico, alchimista e teologo

rvarande Herrartedesco, è stato uno dei più significativi rappresentanti del pietismo radicale. Nel 1727 egli aveva

nsmygt emot denvisitato anche la Danimarca. Vd. HENNING K., Johan Conrad Dippels vistelse i Sverige samt

testo fa precisodippelianismen i Stockholm 1727-1741, Uppsala 1881.

387 Le cui riunioni si tenevano a Stoccolma nel palazzo Reenstierna (Reenstiernska palatset) fatto

rano finiti come erigere nel quartiere di Södermalm dall’uomo d’affari olandese Jakob Momma (1625-1678) che
i Tobolsk (russoaveva assunto il cognome Reenstierna dopo la concessione della dignità nobiliare. Esso era noto

Wreech (tedescocome “Casa di Momma” (Mommas hus). Vi parteciparono fra gli altri Sven Rosén (di cui subito

si era dedicato – oltre) e lo stampatore Peter Momma (vd. p. 806). Vd. ODENVIK N., Carl Michael von Strokirch och

fondando ancheSveriges första friförsamling, grundad i Stockholm 1734, Stockholm 1938.

in un resoconto 388 Vd. p. 783.

articolareggiata 389 Vd. ODENVIK N., Sven Rosén. En trosfrihetens martyr i Sverige under 1700-talet, Stockholm

storie von denen1944. Il pietismo radicale diede vita in Svezia anche al movimento detto (dall’abbigliamento dei suoi

aderenti) “Casacche grigie” (Gråkoltarna), cui aderirono persone provenienti dai ceti popolari e un

nder 1700-talet, numero consistente di donne; vd. ODENVIK N., Gråkoltarna. En bild från den pietistiska väckelsen i

Sverige under 1700-talet, Stockholm 1936.

sè e dell’agnello 390 Kongl. Maj:ts Nådige Stadga Och Påbud, Til Hämmande Af hwarjehanda willfarelser, och

Georg Lybecker deras utspridande, emot den rena Evangeliska Läran. Gifwit Stockholm i Råd-Cammaren den 20.

e alle raccolte diMartii 1735 (SFS 1734-1735).

391 Vd. ODENVIK N., Lars Ulstadius. En pietismens banérförare i fångenskap för sin tro – och

nkomster, hwilkanågra av hans medkämpar, Stockholm 1940.

amt deras straff, 392 Una delle figure di riferimento da questo punto di vista è quella del cappellano di corte del re

danese Christian Bastholm (1740-1819). Il pensiero del filosofo tedesco Christian Wolff (1679-

imista e teologo1754), a sua volta per molti aspetti riferibile a quello di Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716),

1727 egli avevasi diffuse anche in Scandinavia dove trovò sostenitori e detrattori.

i Sverige samt 393 Vd. HUGASON 1997, pp. 200-201 e LENHAMMAR 20014 , pp. 60-65 (entrambi in B.7.2). Si

ricordi qui la figura di Erik Lindblom (1746-1819), arcivescovo di Svezia che introdusse nel Paese la

) fattonuova teologia illuministica. Si ricordi anche il pastore Carl Magnus Wrangel (1727-1786) che nel

(1625-1678) che1771 fondò l’associazione Pro fide et christianismo con il semplice scopo di diffondere la fede
e. Esso era notoattraverso l’istruzione popolare e la diffusione di testi (vd. PARKMAN A., “Hofprediger Wrangel und

én (di cui subitodie Societas Svecana Pro Fide et Christianismo”, in Pietismus und Neuzeit. Ein Jahrbuch zur

on Strokirch ochGeschichte des neueren Protestantismus, VII [1981], pp. 43-51).

394 Uno dei più noti predicatori legati a questa nuova corrente è lo svedese Magnus Lehnberg

(1758-1808), che divenne vescovo di Linköping.

, Stockholm 395 Si nominino qui il vescovo danese Nicolai Edinger Balle (1744-1816), il quale (pur

iamento dei suoicomprendendo la necessità di qualche cambiamento) si oppose decisamente alle proposte avanzate da

eti popolari e unChristian Bastholm (vd. nota 392); il vescovo e scrittore norvegese Johan Nordahl Brun (vd. p. 722

tiska väckelsen i con nota 188) e il vescovo svedese Olof Wallquist (1755-1800). Del resto si deve tenere nel dovuto

conto il fatto che non di rado i più illustri rappresentanti della Chiesa venivano nominati per ragioni

willfarelser, och politiche, piuttosto che per ‘meriti’ religiosi.

mmaren den 20. 396 La prima loggia fondata in Danimarca (Copenaghen) fu quella di San Martino (1743): a essa

aderì il conte Christian Conrad Danneskiold-Laurvig (1723-1783) che avrebbe poi dato vita (1749)

ör sin tro – ochalla Grande loggia provinciale dano-norvegese (Den dansk-norske provinsial-storloge); egli fu anche

promotore (nello stesso anno) della prima loggia norvegese, non a caso intitolata a Sant’Olav (St.

no di corte del re Olai loge). In Svezia conosciamo la massoneria fin dal 1735, anno in cui il conte Axel Wrede Sparre

an Wolff (1679-(1708-1772) fondò (con il beneplacito del re) la loggia che da lui prese nome. La massoneria svedese

niz (1646-1716), ottenne poi il patrocinio del re Adolfo Federico e a partire dal 1774 ebbe come gran maestro il duca

Carlo, futuro sovrano con il nome di Carlo XIII. In Islanda la massoneria ha una storia molto più

mbi in B.7.2). Sirecente: la prima loggia (Edda) è stata fondata a Reykjavík solo nel 1913 (pienamente riconosciuta

usse nel Paese lanel 1919). Vd. BUGGE K.L., Det danske Frimureries Historie, I-II, Kjøbenhavn 1910-1927; ULLGREN

27-1786) che nelP., Hemligheternas brödraskap. Om de svenska frimurarnas historia, Stockholm 2000 e anche

ffondere la fedeEKLUND D. – SVENSSON S. ET AL., Hertig Carl och den svenska frimureriet, Uppsala 2010.
ger Wrangel und 397 È noto che dopo un iniziale interesse nei confronti di Swedenborg, Immanuel Kant (1724-

n Jahrbuch zur1804) lo attaccò nell’opera dal titolo Sogni di un visionario spiegati per mezzo dei sogni della

metafisica (Träume eines Geistersehers erläutert durch Träume der Metaphysik, 1766: se ne veda

agnus Lehnbergl’edizione critica curata da R. Malter, Stuttgart 1987). Molto duro fu anche il giudizio del poeta

svedese Johan Henric Kellgren (su cui vd. p. 835), che nel componimento dal titolo Non si è un genio

), il quale (pur solo perché si è pazzi (Man äger ej snille för det man är galen) scrive: “Ma sebbene qualche volta si

oste avanzate dasiano viste delle macchie sul sole,/ In ogni caso con le sue macchie la luna resta luna/ Seppure

Brun (vd. p. 722 persino Newton un giorno sia stato colto da una febbre spirituale/ Swedenborg resta lo stesso

enere nel dovutosemplicemente – un imbecille” (DLO nr. 151).

minati per ragioni 398 Vd. p. 608 e p. 818, nota 616. Il cognome Swedenborg fu da lui assunto dopo la concessione

della dignità nobiliare.

no (1743): a essa 399 Cfr. p. 776. Egli tra l’altro ricopriva l’importante carica di assessore presso il cosiddetto

dato vita (1749)Collegio delle miniere (Bergskollegium), un’istituzione che aveva lo scopo di gestire l’industria

); egli fu ancheestrattiva svedese. Swedenborg è ricordato per diverse realizzazioni di carattere tecnico. Suo fu tra

St.l’altro il progetto di una macchina per volare (vd. SÖDERBERG H., “En machine att flyga i wädret”.

el Wrede Sparre Emanuel Swedenborgs förslag till en flygmaskin år 1714”, in Dædalus LVII [1988], pp. 79-95).

ssoneria svedese 400 In sostanza egli sostiene che il mondo materiale è determinato da quello spirituale e ne è,

n maestro il ducadunque, immagine. A esempio ci sono due soli: quello naturale che riscalda e illumina la Terra e

storia molto più quello spirituale che viene da Dio e si manifesta come Amore e Saggezza; così, allo stesso modo, la

ente riconosciutaluce è intelligenza, la parola è pensiero, il sangue spirito e così via. Questa concezione si riflette

LLGREN molto chiaramente nella sua interpretazione delle Sacre Scritture.

m 2000 e anche 401 Per quanto conducesse una vita ritirata e non facesse opera di proselitismo, Swedenborg ebbe,

fin dagli anni ’60, un discreto numero di seguaci: si pensi, in Svezia, a Gabriel Andersson Beyer
uel Kant (1724-(1721-1779) e Johan Rosén (1726-1773), attivi a Göteborg (i quali subirono per questo anche un

dei sogni dellaprocesso), ma anche all’alto ecclesiastico di Skara (Västergötland) Anders Knös (1721-1799) e al

766: se ne vedagiornalista Johan Gustaf Halldin (1737-1825). Tuttavia le sue idee ebbero fortuna soprattutto nei

udizio del poeta Paesi anglosassoni dove, per quanto egli non avesse manifestato il desiderio di separarsi dalla Chiesa

Non si è un genio luterana, sorsero le comunità dette della Chiesa Nuova o della Nuova Gerusalemme, la cui ‘Bibbia’ è

qualche volta sil’opera Autentica religione cristiana (Vera Christiana Religio), uscita nel 1771. In Inghilterra Robert

a luna/ SeppureHindmarsh (1759-1835) organizzò un primo gruppo di discepoli e contribuì alla fondazione della

resta lo stessoConferenza generale della Nuova Chiesa di Gerusalemme (Londra, 1787). Negli Stati uniti, dove la

dottrina swedenborghiana venne diffusa a partire dal 1784 da James Glen (morto nel 1814), la prima

o la concessione Chiesa sorse nel 1792 a Baltimora. A tutt’oggi i seguaci di Swedenborg (suddivisi in correnti e

presenti in diversi Paesi del mondo) sono circa 30.000. Fin dai primi tempi essi si sono distinti per

sso il cosiddettol’impegno in ambito sociale.

estire l’industria 402 Egli a esempio non soltanto sostiene che l’anima è materia ed è per questo governata da leggi

cnico. Suo fu trameccaniche, ma descrive un aldilà che per molti aspetti ricalca questo mondo e che appare ordinato

flyga i wädret”.secondo quella che si potrebbe definire una sorta di ‘burocrazia borghese’.

403 Basti pensare a nomi (indicati in ordine cronologico proprio per mostrare la continuità del suo

pirituale e ne è,influsso) come quelli di Benjamin Franklin (1706-1790), Johann Wolfgang Goethe (1749-1832),

umina la Terra e William Blake (1757-1827), Thomas Thorild (1759-1808, vd. p. 842), Samuel Taylor Coleridge

o stesso modo, la (1772-1834), Friedrich Schelling (1775-1854), Carl Jonas Love Almqvist (1793-1866, p. 925 e p.

ezione si riflette1056 con nota 418), Thomas Carlyle (1795-1881), Honoré de Balzac (1799-1850), Ralph Waldo

Emerson (1803-1872), Elisabeth Barrett Browning (1806-1861), Robert Browning (1812-1889),

wedenborg ebbe, Charles Baudelaire (1821-1867), Fëdor Michajlovič Dostoevskij (Φë∂op Muxa oϭu£ Дocmoeϭcκu

Andersson Beyer , 1821-1881), August Strindberg (vd. pp. 1082-1083), William Butler Yeats (1865-1939), Carl
questo anche un Gustav Jung (1875-1961), Vilhelm Ekelund (1880-1949, vd. p. 1171), Jorge Luis Borges (1899-

1721-1799) e al1986), Gunnar Ekelöf (1907-1968, vd. p. 1171 e p. 1262), Lars Gyllensten (1921-2006, vd. p. 1265).

a soprattutto nei 404 In proposito può essere di interesse il saggio: SNOEK J.A.M., “Swedenborg, Freemasonry, and

arsi dalla ChiesaSwedenborgian Freemasonry: An Overview”, in ROTHSTEIN M. – KRANENBORG R. (eds.), New

la cui ‘Bibbia’ èReligion in a Postmodern World, Aarhus 2003, pp. 23-75.

nghilterra Robert 405 Vd. BENZ E., “Emanuel Swedenborg als geistiger Wegbahner des deutschen Idealismus und

fondazione dellader deutschen Romantik”, in Vision und Offenbarung. Gesammelte Swedenborg-Aufsätze, Zürich

ati uniti, dove la 1979, pp. 121-153 e VIATTE A., Les sources occultes du Romantisme, Illuminisme – Théosophie

l 1814), la prima1770-1820, Tome premier, Le préromantisme, Paris 1928, pp. 71-103.

isi in correnti e 406 Dedicata alla figura di Emanuel Swedenborg è l’opera Segreti (Hemligheter, 2011) composta

sono distinti perdal musicista svedese Jonas Forssell (n. 1957) su libretto di Magnus Florin (n. 1955).

407 Si pensi a personaggi come Gustaf Björnram (1746-1804) che vantava contatti con il mondo

overnata da leggidegli spiriti e doti miracolose e per un certo periodo godette del favore di Gustavo III; Carl Anders

appare ordinatoPlommenfeldt (n. 1750, data di morte ignota), mistico e massone di alto grado, fuggito in America

dopo una condanna a morte per lesa maestà; August Nordenskiöld (1754-1792), alchimista

ontinuità del suofinlandese seguace di Swedenborg, anch’egli per un periodo assecondato dal sovrano; Henrik Gustaf

he (1749-1832), Ulfvenklou (1756-1819) che ebbe notevole influenza nella cerchia del futuro re Carlo XIII. Anche il

Taylor Coleridgeconte Adolf Fredrik Munck, molto vicino al re Gustavo III (cfr. nota 111) era noto per i suoi interessi

866, p. 925 e p. nei riguardi delle discipline esoteriche.

0), Ralph Waldo 408 In questa prospettiva va anche considerata la ‘rifondazione’ dell’Accademia di Sorø (cfr. p.

ng (1812-1889),391, nota 252; p. 466 con nota 19, p. 570 con nota 176 e p. 884 con nota 90) che, in pieno spirito

cκuilluministico (seppure vi potessero accedere solo studenti che provenivano da famiglie nobili), fu

865-1939), Carlattiva dal 1747 al 1793 e sotto molti aspetti costituì una sorta di alternativa rispetto all’Università di
s Borges (1899-Copenaghen che era ormai quasi esclusivamente divenuta un luogo di formazione per i membri del

clero. Qui venne dato grande rilievo all’insegnamento di discipline come le scienze naturali,

reemasonry, and l’economia e il diritto, sicché questa istituzione divenne un punto di riferimento dell’illuminismo

Newdanese.

409 Sorta con l’intento di svolgere studi di carattere scientifico e tecnologico la società comprese

n Idealismus undpoi altre discipline, quali la storia, la geografia e la linguistica. Essa fu fondata dal conte Johan

, ZürichLudvig Holstein (1694-1763), dallo storico del Regno Hans Gram (cfr. p. 792), dal teologo Erik

me – ThéosophiePontoppidan (cfr. nota 39) e dal cancelliere Henrik Henrichsen (più tardi, in seguito al

riconoscimento della dignità nobiliare, Hielmstierne, 1715-1780). Vd. LOMHOLT A., Det kongelige

2011) composta danske Videnskabernes Selskab 1742-1942. Samlinger til selskabets historie, I-V, København 1942-

1973.

atti con il mondo 410 In precedenza Erik Benzelius era stato uno dei promotori di due associazioni culturali che, in

III; Carl Anders un certo senso, anticipano la Società per la scienza. Nel 1710 (anno in cui a motivo dell’epidemia di

ggito in Americapeste l’Università di Uppsala venne chiusa) aveva dato vita insieme ad altri eruditi al cosiddetto

792), alchimistaCollegium curiosorum, i cui membri si riunirono regolarmente fino all’anno successivo; nel 1719

o; Henrik Gustafall’associazione cui venne dato nome Bokwettsgillet (letteralmente “Circolo della scienza erudita”).

lo XIII. Anche il 411 Vd. HILDEBRAND B., Kungl. Svenska vetenskapsakademien. Förhistoria, grundläggning och

er i suoi interessiförsta organisation, I-II, Stockholm 1939.

412 Vd. sopra, nota 129.

a di Sorø (cfr. p. 413 Vd. p. 721.

in pieno spirito 414 Un ottimo esempio della poliedricità degli studiosi dell’epoca (lascito, del resto,

miglie nobili), fudell’erudizione seicentesca) è la figura dell’enciclopedico vescovo di Åbo (in seguito arcivescovo

all’Università disvedese) Carl Fredrik Mennander (1712-1786), teologo, naturalista, storico ma anche bibliofilo e
per i membri del promotore dell’istruzione e membro attivo del “partito dei cappelli”.

scienze naturali, 415 Per citare un paio di casi da ambiti assai diversi basterà qui ricordare l’esploratore danese

dell’illuminismoVitus Jonassen Bering (1681-1741) che per conto dello zar Pietro il Grande intraprese una spedizione

alla ricerca di un eventuale collegamento tra l’Asia e l’America e scoprì lo stretto che porta il suo

società compresenome (1728), ma anche l’assai meno noto farmacista Johan Andreas Mühlenstedt (1746-1819) che il

dal conte Johan27 dicembre 1783 riuscì a far alzare una piccola mongolfiera nel cielo di Copenaghen (ritrovata poi a

dal teologo Erikcirca 50 km. dalla città). Nello stesso mese anche Peter Christian Abildgaard (1740-1801), che

in seguito al ottenne un contributo per i suoi esperimenti dalla Reale società danese per le scienze, fece un

Det kongeligetentativo (tuttavia fallito) con un pallone aerostatico. Abildgaard, che nel 1789 darà vita alla Società

København 1942-per la storia naturale (Naturhistorisk Selskab) è considerato il fondatore degli studi veterinari in

Danimarca: nel 1773 aveva fondato la Reale scuola di veterinaria (Den Kongelige Veterinærskole).

culturali che, inSuoi allievi sono altri importanti scienziati danesi come Erik Nissen Viborg (1759-1822), veterinario

dell’epidemia die botanico, Carl Gottlob Rafn (1769-1808), naturalista e Jens Veibel Neergaard (1775-1864),

diti al cosiddettoveterinario. Vd. PETERSEN J., Søfareren Vitus Bering, København 1941; ANDERSEN S. (red.), P.C.

essivo; nel 1719Abildgaard (1740-1801). Biography & bibliography, Copenhagen 1985; I ballon over Danmark,

Dansk Ballonunion, 2006, pp. 5-11.

undläggning och 416 Il cognome Polhem, assunto dopo la concessione della dignità nobiliare, sostituì quello della

famiglia (di origine tedesca) Polhammar.

417 Vd. p. 634 con nota 491.

418 Il titolo completo è Il primo tentativo di [scrivere] una storia naturale della Norvegia, che di

cito, del resto,questo Regno presenta il cielo, la terra, i campi, le acque, le piante, i metalli, i minerali, i tipi di

uito arcivescovopietra, gli animali, gli uccelli, i pesci e infine la natura insieme ai costumi e al modo di vivere degli

nche bibliofilo e abitanti (Det første Forsøg paa Norges Naturlige Historie, forestillende Dette Kongeriges Luft,
Grund, Fielde, Vande, Væxter, Metaller, Mineralier, Steen-Arter, Dyr, Fugle, Fiske og omsider

ploratore danese Indbyggernes Naturel, samt Sædvaner og Levemaade). A lui si devono anche i primi tre volumi di un

e una spedizioneAtlante danese (Den Danske Atlas, 1763-1767), completato dopo la sua morte dal cognato Hans de

che porta il suoHofman (1713-1793); vd. CEDERGREEN BECH S., Den Danske Atlas og værkets tilblivelseshistorie,

746-1819) che ilKøbenhavn 1969. Su Erik Pontoppidan vd. sopra, nota 39.

n (ritrovata poi a 419 Cfr. nota 184. Vd. JAKOBSEN R. NØTVIK – BAKKEN T. ET AL., Aspects of Johan Ernst Gunnerus’

1740-1801), chelife and work, Trondheim 2011.

scienze, fece un 420 Vd. p. 711 e p. 750.

vita alla Società 421 Cfr. p. 772. Non si dimentichi che fin dall’anno della fondazione egli fu membro della Società

udi veterinari inper la scienza di Uppsala, che nel 1734 entrò a far parte dell’Accademia russa delle scienze

).(Πemepϭypƨcκaя aκa∂emuя Hayκ), sorta nel 1724 a San Pietroburgo per volere dello zar, e che fu tra

822), veterinarioi primi ad essere ammesso (1740) alla Reale accademia della scienza di Stoccolma.

rd (1775-1864), 422 A sua volta Torben Bergman era succeduto nell’insegnamento a Johan Gottschalk Wallerius

P.C. (1709-1785), primo titolare della cattedra di chimica presso l’Università di Uppsala e fondatore degli

over Danmark,studi chimici applicati all’agricoltura.

423 Suo allievo sarà lo zoologo e mineralogista Morten Thrane Brünnich (1737-1827), il primo

tituì quello delladanese a redigere testi di fondata scientificità in queste materie.

424 Riprendo la definizione di “Linneo danese” (“den danske Linné”) da SKAUTRUP 1944-1968

(B.5), III, p. 97.

Norvegia, che di 425 Questo autore, collaboratore del celebre Árni Magnússon (vd. pp. 587-588), è noto anche e

minerali, i tipi di soprattutto per studi filologici e runologici. Su di lui vd. HELGASON J., Jón Ólafsson frá Grunnavík,

o di vivere degliKaupmannahöfn 1926. La sua figura è stata scelta da Halldór Laxness (vd. pp. 1168-1169, p. 1173 e

Kongeriges Luft,p. 1175) come modello per il personaggio di Jón Guðmundsson di Grindavík (Jón Grindivicensis) nel
iske og omsiderromanzo storico La campana dell’Islanda (cfr. sopra p. 588, nota 271).

tre volumi di un 426 Egli fu il primo a compiere una ricognizione fra i crateri del vulcano Laki dieci anni dopo la

cognato Hans dedevastante eruzione del 1783-1784 (vd. pp. 724-726) e a scalare l’Öræfajökull. I risultati dei suoi

blivelseshistorie,studi inviati alla Società per la storia naturale di Copenaghen, non riscossero tuttavia l’attenzione che

avrebbero meritato. Essi furono pubblicati una prima volta parzialmente solo negli anni 1882-1883

Ernst Gunnerus’ (“Islændingen Sveinn Pálssons beskrivelser af islandske vulkaner og bræer. Meddelte af A.

HELLAND”, in Den norske Turistforenings Årbog for 1881, pp. 22-74 e Den norske Turistförenings

Årbog for 1882, pp. 19-79). In forma completa sono apparsi in lingua islandese nel 1945 (Ferðabók

bro della Società Sveins Pálssonar, dagbækur og ritgerðir 1791-1797, J. EYÞÓRSSON bjó til prentunar, Reykjavík) e,

sa delle scienzerecentemente, in lingua inglese (Draft of a Physical, Geographical, and Historical Description of

o zar, e che fu traIcelandic Ice Mountains on the Basis of a Journey to the Most Prominent of them in 1792–1794, with

Four Maps and Eight Perspective Drawings, Reykjavík 2004). Su Sveinn Pálsson vd. STEINDÓRSSON

schalk WalleriusS., Íslenskir náttúrufræðingar 1600-1900, Reykjavík 1981, pp. 97-117 (questo testo offre una

e fondatore deglipanoramica sui naturalisti islandesi) e anche “Sveinn Pálsson, læknir og náttúrufræðingur”, in BR,

pp. 81-84. Va qui sottolineato che in Islanda le ricerche scientifiche rivolte allo studio della natura

-1827), il primodel Paese si collocano non soltanto nella scia della letteratura topografica e naturalistica, ma anche di

quella ‘consapevolezza della propria specificità geograficostorico-culturale’ già rivendicata (in

1944-1968reazione a informazioni fantasiose e inattendibili, quando non offensive, diffuse all’estero) da autori

come Arngrímur Jónsson (vd. pp. 594-595 con nota 307) e concretamente rappresentata nella celebre

, è noto anche e mappa del Paese realizzata (1585) dal vescovo Guðbrandur Þorláksson (vd. p. 511) e pubblicata nel

n frá Grunnavík,1590 dal cartografo fiammingo Abraham Ortelius (1528-1598), sulla quale per altro sono raffigurati

-1169, p. 1173 eanche mostri marini che, molto verosimilmente, non comparivano sull’originale. Vd. JÚLÍUSSON –

indivicensis) nel ÍSBERG 2005 (B.3), pp. 125-126. Cfr. nota 349.
427 Su di lui vd. KOUSHOLT BJ., H.C. Ørsted og fornuften i naturen, Lyngby 2000.

ieci anni dopo la 428 Su di lui lo studio di MELHADO E.M., Jacob Berzelius. The Emergence of His Chemical

risultati dei suoi System, Uppsala 1981.

l’attenzione che 429 Altri personaggi eminenti della famiglia erano lo zio, Olof Celsius (1670-1756) botanico e

anni 1882-1883primo briologo svedese ma anche linguista e studioso di rune (una passione ereditata dal padre

Meddelte af A.Magnus) che in polemica con il ‘rudbeckiano’ Biörner (vd. p. 592) propugnò un approccio scientifico

e Turistföreningsnello studio di questo alfabeto, e il di lui figlio e omonimo (1716-1794), uno dei più importanti

Ferðabókstorici svedesi del periodo. Lo zio Johan Celsius (1660-1710) faceva parte del gruppo di studenti che

ar, Reykjavík) e, avevano dato vita a diverse iniziative teatrali sia a Uppsala sia a Stoccolma, nel teatro noto come

al Description ofLejonkulan (vd. p. 614 con nota 400).

1792–1794, with 430 Cfr. nota 265.

TEINDÓRSSON 431 Vd. p. 14, nota 4.

testo offre una 432 Cfr. nota 5.

BR, 433 Discussione fisica delle piante (Disputatio physica de plantis, 1621).

udio della natura 434 Così detto, appunto, per distinguerlo dal padre Olof Rudbeck il Vecchio (den äldre). Olof

ica, ma anche di Rudbeck il Giovane è noto anche per i suoi studi di linguistica: si tratta tuttavia di lavori privi di

rivendicata (inqualsiasi scientificità e riferibili piuttosto alla impostazione ‘goticista’ del padre.

estero) da autori 435 Proprio in onore di Olof Rudbeck e di suo padre Linneo avrebbe dato il nome Rudbeckia a

tata nella celebre una pianta della famiglia delle Asteraceae.

e pubblicata nel 436 Del resto l’amore per la natura e le piante era comune ai membri della sua famiglia, il che è

o sono raffiguratitestimoniato anche dal fatto che il cognome Linnæus (Linnaeus) era stato scelto dal padre (al

–momento della sua iscrizione all’università) in riferimento a un grande tiglio che si trovava presso la

fattoria di famiglia a Jonsboda nella regione di Småland (“tiglio” è in svedese lind, ma lin nel dialetto
di Småland). Sul giovane Linneo può essere interessante leggere LARSSON L-O., “En småländsk

of His Chemical blomsterprins”, in PH 2007: 2, pp. 36-40.

437 Qui per un periodo abitò nella casa di Olof Celsius (cfr. nota 429) e poi presso l’insigne

1756) botanico e professore Olof Rudbeck il Giovane divenendo precettore dei suoi figli.

ditata dal padre 438 Il suo primo scritto fu Introduzione allo sposalizio delle piante (Præludia Sponsaliorum

occio scientificoPlantarum, 1729) nel quale egli metteva in evidenza le differenze sessuali fra le piante e la diversa

i più importantifunzione dei loro organi ai fini della riproduzione. Questo lavoro suscitò notevole attenzione e fu

o di studenti chesuccessivamente presentato alla Società per la scienza di Uppsala.

eatro noto come 439 A Uppsala Linneo ebbe tra l’altro la possibilità di consultare la celebre opera del botanico

Joachim Burser (1583-1639), un Erbario (Hortus siccus, 1623) in ben venticinque volumi che fu per

lui di grande utilità.

440 Dal punto di vista botanico il viaggio nei territori sami (descritto nel suo Iter lapponicum,

1732) fu all’origine della pubblicazione dell’opera Flora Lapponica (1737) che per la prima volta

descriveva le specie vegetali di una regione ancora per molti aspetti sconosciuta.

). Olof 441 Come gli olandesi Herman Boerhaave (1668-1738), Jan Frederik Gronovius (1686-1762) e

di lavori privi diJohannes Burmann (1707-1780).

442 Il titolo completo è Systema Naturæ, sive regna tria naturæ systematice proposita per classes,

aordines, genera, & species. Il lavoro fu pubblicato a Leida grazie all’interessamento di Gronovius

(cfr. nota precedente).

amiglia, il che è 443 In realtà le cattedre di medicina erano due, una delle quali, per le ragioni sopra esposte,

to dal padre (alriguardava in sostanza la botanica e le scienze naturali. Linneo si accordò con il collega Nils Rosén

rovava presso la(del quale poco oltre) che aveva ‘ereditato’ il proprio incarico da Olof Rudbeck il Giovane e gli

nel dialetto lasciò gli insegnamenti più strettamente medici (come anatomia e fisiologia) per dedicarsi al giardino
“En småländskbotanico e allo studio delle piante.

444 Egli divenne membro di molte prestigiose istituzioni scientifiche, ottenne (1753) la

presso l’insigneconcessione del titolo di cavaliere dell’Ordine della stella polare (vd. nota 675), il titolo di archiatra

(1756) e la dignità nobiliare (1757).

ia Sponsaliorum 445 Qui va tra l’altro doverosamente aggiunto che Linneo si preoccupò anche di dare alle stampe

ante e la diversal’opera dell’amico Peter Artedi (1705-1735), fondatore degli studi ittiologici, dal titolo, appunto,

e attenzione e fuIchthyologia (1738). Sull’amicizia tra i due scienziati è incentrata l’opera di Gun Frostling (n. 1938)

Il figlio di Elena. Romanzo su Peter Artedi e la sua amicizia con Carlo Linneo (Helenas son. En

era del botanico roman om Peter Artedi och hans vänskap med Carl Linnaeus), Visby 2010.

olumi che fu per 446 Il titolo completo è Species plantarum, exhibentes plantas rite cognitas, ad genera relatas,

cum differentiis specificis, nominibus trivialibus, synonymis selectis, locis natalibus, secundum

Iter lapponicum,systema sexuale digestas.

er la prima volta 447 Per la verità va qui precisato che questo tipo di nomenclatura era stato in precedenza proposto

dal botanico svizzero Gaspard (Caspar) Bauhin (1560-1624).

s (1686-1762) e 448 Il testo di questo manoscritto, inteso per meditazione personale, fu acquisito dalla biblioteca

universitaria di Uppsala Carolina Rediviva nel 1845 (vd. HULTH J.M., “Uppsala universitetsbiblioteks

osita per classes,förvärv av Linneanska originalmanuskript”, in Uppsala Universitetsbiblioteks minnesskrift 1621-

nto di Gronovius 1921, Uppsala 1921, pp. 411-412) ed è stato edito in forma completa solo nel 1968; vd. LEPENIES W.,

“Linnaeus’s Nemesis divina and the Concept of the Divine Retaliation”, in Isis, LXXII (1982), pp.

ni sopra esposte,11-27.

llega Nils Rosén 449 Cfr. p. 761.

il Giovane e gli 450 Allievo di Retzius sarà il celebre ornitologo Sven Nilsson (1787-1883).

icarsi al giardino 451 Gli ultimi due facevano parte del gruppo dei cosiddetti ‘apostoli’ di Linneo, studiosi che in
accordo con il maestro compirono viaggi in diverse parti del mondo per studiare la flora o la fauna

enne (1753) la locale. Vd. HANSEN L. (editor-in-chief), The Linnaeus apostles. Global science & adventure, I-VIII,

itolo di archiatraLondon 2006-2012.

452 Allievo di Olof Swartz sarà, a sua volta, Carl Adolph Agardh (1785-1859), naturalista,

dare alle stampematematico e pioniere degli studi sulle alghe. Allievo di Agardh (e di Retzius) sarà poi Elias Fries

titolo, appunto, (1794-1878), autore di importanti studi nel campo della micologia.

ostling (n. 1938) 453 Anche lui ‘apostolo’ di Linneo (cfr. nota 451).

Helenas son. En 454 Vd. p. 630.

455 Il suo testo dal titolo Insegnamenti sulle malattie infantili e sui loro rimedi (Underrättelser om

genera relatas,Barn-Sjukdomar Och deras Bote-Medel, 1764) fu tradotto in molte lingue e conobbe una lunga serie

libus, secundumdi edizioni utilizzate fin oltre il XIX secolo. Su di lui vd. SEGERSTEDT T.T, Nils von Rosenstein.

Samhällets människa, Stockholm 1981 e SJÖGREN I., Nils Rosén von Rosenstein. Mannen som

cedenza propostoförlängde människolivet, Stockholm 2006.

456 Sebbene nella sua formazione non avesse seguito rigorosi criteri accademici, questi era stato

o dalla bibliotecaanche chirurgo di corte. Per sua iniziativa nel 1736 venne aperta la prima scuola pubblica di chirurgia

ersitetsbiblioteksdenominata Theatrum anatomico-chirurgicum (vd. NORRIE G., Theatrum anatomico-chirurgicum, I-

nnesskrift 1621-II, København 1931-1932) nella quale si sarebbero formati medici di grande valore.

W., 457 Su di lui vd. BRAHE PEDERSEN CHR., “Georg Heuermann – dansk kirurg og læge i 1700-tallet”,

XXII (1982), pp.in OV, pp. 245-254. In Danimarca nel 1772 fu fondata La società medica (Det Medicinske Selskab),

tuttora esistente, che è perciò la più antica al mondo.

458 Si pensi che la Societas chirurgica svedese, sorta nel 1685, era in sostanza la continuazione

del cosiddetto Bardskärareämbetet (letteralmente “Ufficio dei tagliabarba”) sorto nel 1571. Nel 1786

, studiosi che inprendeva l’avvio a Copenaghen l’attività dell’Accademia chirurgica (Det Chirurgiske Akademie)
flora o la faunaindipendente rispetto alla facoltà universitaria di Medicina. Ai contrasti fra medicina e chirurgia si

, I-VIII,ispira ironicamente una delle ‘favole morali’ di Holberg (su cui vd. pp. 789-792 e pp. 830-831) dal

titolo La disputa fra medicina e chirurgia (Tvistighed mellem Medicinen og Chirurgien; Fabel 146,

859), naturalista, in LHV IX, 1971, pp. 397-398).

à poi Elias Fries 459 Per quello che riguarda la Danimarca si segnala la fondazione a Copenaghen, per iniziativa

del re Federico V, del primo ospedale (nel senso moderno del termine) che dal sovrano prese il nome

di Frederiks Hospital e fu inaugurato nel 1757. Esso offriva assistenza gratuita ai pazienti privi di

mezzi. Il primo vero ospedale del Nord fu tuttavia il sopra citato Nosocomium academicum di

nderrättelser omUppsala. Nel 1752 grazie soprattutto all’opera di Abraham Bäck (1713-1795), medico di corte e del

e una lunga seriechirurgo Olof af Acrel (1717-1806), fu aperto a Stoccolma il Serafimerlasarettet con scopi sia di cura

von Rosenstein. sia di insegnamento. In Svezia esisteva fin dal 1663 un Collegium medicum (sorto inizialmente – con

n. Mannen somil nome di Collegium medicorum – allo scopo di combattere la ciarlataneria). Esso ebbe poi anche

compiti di insegnamento (svolti in realtà in modo discontinuo) e, soprattutto, funzioni

, questi era statoamministrative, in ciò venendo a costituire la base di quello che sarebbe poi stato il Sistema sanitario

blica di chirurgiadel Paese. Una analoga istituzione con il medesimo nome (e il medesimo destino) fu creata in

, I-Danimarca nel 1740 soprattutto in reazione alla fondazione del Theatrum anatomico-chirurgicum

voluto da Crüger (vd. nota 456). Del resto anche in Svezia le perplessità dei medici di formazione

ge i 1700-tallet”,accademica nei confronti dei chirurghi erano (a motivo di quanto è stato detto) assai forti.

),Naturalmente i centri di cura, così come le farmacie, si trovavano nelle città e la situazione degli

abitanti della campagna era, da questo punto di vista, molto più precaria. Ciò anche se dalla fine del

la continuazioneXVII secolo era stata istituita la figura del medico distrettuale che conosciamo anche nella lontana

l 1571. Nel 1786Islanda (cfr. nota 213).

) 460 Per la precisione un cercopiteco (svedese markatta).


na e chirurgia si 461 DLO nr. 152.

pp. 830-831) dal 462 Vd. p. 805 e p. 834.

Fabel 146, 463 Vd. p. 719.

464 Una prospettiva, questa, che si ritroverà in N.F.S. Grundtvig (vd. pp. 883-884, p. 886 e pp.

en, per iniziativa914-915), chiaramente influenzato dal pensiero di Rothe.

no prese il nome 465 Vd. EKLUND J.A., Andreas Rydelius och hans lifsåskådning, Stockholm 1899.

pazienti privi di 466 Un diffuso sentimento di disprezzo verso il mondo universitario (soprattutto nei confronti dei

difilosofi e dei metafisici) è evidente per tutto il 1700. Anche Ludvig Holberg (su cui più avanti) non

co di corte e delaveva mancato di mettere alla berlina in più di una occasione i tronfi rappresentanti delle discipline

scopi sia di curaaccademiche, per quanto egli stesso nel 1717 avesse dovuto accettare (come unica possibilità che gli

izialmente – consi offriva) la cattedra di metafisica all’Università di Copenaghen (si leggano tuttavia le sue

ebbe poi anche considerazioni in merito nella Prima epistola a un illustrissimo signore [Første Brev til en

attutto, funzionihøjvelbaaren Herre, 1728], in LHV XII, pp. 110-111). Tra i diversi passi relativi è nota, in

Sistema sanitarioparticolare, la satira contenuta nel Terzo Canto (Tredie Sang) del poema eroicomico Peder Paars

no) fu creata in(vd. p. 830; in LVH II, [1969], pp. 67-82). Si veda però anche la ‘favola morale’ dal titolo Disputa sul

mico-chirurgicumprestigio sociale fra le scienze (Rang-Tvistighed mellem Videnskaber, Fabel 152, in LHSS IX, 1971,

ci di formazionepp. 403-404). Si tenga comunque presente che in Danimarca si discusse a lungo di una riforma

etto) assai forti. universitaria e con un’ordinanza del 7 maggio 1788 vennero introdotti importanti cambiamenti

situazione degli(SCHOU [Abbr.] IX, pp. 385-441: Nye Fundation og Anordning for Kiøbenhavns Universitet). Un

se dalla fine delsimile atteggiamento di irrisione nei confronti degli accademici ritroviamo in Olof Dalin, il quale

che nella lontananelle pagine del suo Argo svedese (vd. oltre, pp. 802-803) non solo schernisce gli eruditi pedanti che

studiano argomenti astrusi riversandoli in dissertazioni futili e oziose, ma a proposito dell’accanita

disputa che in ambiente universitario opponeva allora ‘cartesiani’ e ‘wolfiani’ (seguaci del filosofo
tedesco Wolff) scrive: “I cartesiani hanno rovinato la terra e i wolfiani hanno stretto d’assedio i cieli”

(Then Swänska Argus, nr. XI, I, p. 74: “Cartesianer skadade jorden och Wolfianer bestormade

Himlarne”); sul filosofo tedesco Wolff, le cui idee venivano considerate una minaccia all’ortodossia

84, p. 886 e pp.luterana, cfr. p. 770 con nota 392. Più tardi anche Kellgren (vd. p. 835) non perderà l’occasione di

canzonare l’istituzione accademica. Sulla situazione dell’università svedese nel Settecento vd.

SCHÜCK – WARBURG 19853 (B.4), III, pp. 8-28 e IV, pp. 12-28.

nei confronti dei 467 Molti degli studiosi di botanica furono infatti anche economisti: tale è il caso, in primo luogo,

i più avanti) nondel dano-tedesco Georg Christian Oeder (1728-1791), professore di botanica ed economia

i delle discipline all’Università di Copenaghen, che nel 1769 aveva suscitato un dibattito pubblico sulla questione delle

ossibilità che gliriforme agrarie con uno scritto dal titolo Riflessione sulla questione: in che modo si possa procurare

tuttavia le sueal ceto contadino libertà e diritto di proprietà nei Paesi in cui mancano entrambe le cose

ste Brev til en(Betænkning over det Spørsmaal: Hvorledes Frihed og Eiendom kunde forskaffes Bondestanden i de

ativi è nota, inLande, hvor den fattes begge Dele). Botanici ed economisti a un tempo furono poi anche, tra gli altri,

Peder Paarsgli svedesi Carl Adolph Agardh (vd. nota 452), Anders Jahan Retzius, Pehr Löfling, Fredric

Disputa sulHasselquist, Erik Acharius, Olof Swartz, Pehr Kalm, tutti allievi di Linneo. Anche lo zoologo danese

IX, 1971,Johann Christian Fabricius si dedicò a studi economici; cfr. pp. 782-783.

o di una riforma 468 Questo insegnamento ebbe sede nel cosiddetto Theatrum Œconomicum, una costruzione in

nti cambiamentistile rococò nel centro di Uppsala.

). Un 469 Vd. p. 776.

f Dalin, il quale 470 Vd. p. 711 e p. 750.

uditi pedanti che 471 Cfr. p. 694.

sito dell’accanita 472 Stampe fu tra l’altro direttamente coinvolto nel dibattito sulla questione agraria e fece parte

uaci del filosofodella commissione nominata nel 1767 (vd. p. 694). Su di lui vd. EVALD J., “Henrik Stampe,
d’assedio i cieli”enevælden og oplysningstiden”, in OV, pp. 361-369.

aner bestormade 473 Le sue proposte al riguardo trovarono consenso e furono successivamente riprese nella

cia all’ortodossiacosiddetta “Dichiarazione del Congresso di Parigi sul diritto marittimo” (legata al Trattato di Parigi)

rà l’occasione di sottoscritta il 16 aprile del 1856. Vd. ANCHIERI E., Antologia storico-diplomatica. Raccolta ordinata

Settecento vd.di documenti diplomatici, politici, memorialistici, di trattati e convenzioni dal 1815 al 1940, Varese

1941, pp. 89-90.

, in primo luogo, 474 Sul primo cfr. p. 668, nota 616. Il secondo (1632-1694), tedesco di nascita, si era trasferito in

a ed economia Svezia nel 1667 dopo essere stato chiamato a ricoprire la cattedra di diritto naturale e internazionale

a questione dellepresso la neocostituita Università di Lund (un incarico precedentemente svolto a Heidelberg).

possa procurareSuccessivamente (1677) era stato nominato storico del Regno a Stoccolma. Il suo merito sta

ntrambe le coseprincipalmente nell’aver svincolato gli studi giuridici dalla teologia e dalla scolastica, facendone una

ondestanden i dedisciplina autonoma con dignità propria.

nche, tra gli altri, 475 Sul contributo letterario di Holberg (in particolare le commedie) vd. oltre, pp. 830-831. Per

Löfling, Fredricuna breve biografia vd. p. 524, nota 218.

o zoologo danese 476 Ci si rifà qui al titolo del volume LUDVIG HOLBERG, Con la ragione come bussola, Antologia

degli scritti a cura di J. STENDER CLAUSEN, traduzione di A.M. PAROLI CLAUSEN, Pisa 1990.

a costruzione in 477 L’opera ebbe un immediato successo e in breve tempo fu recensita su diverse riviste europee e

tradotta in molte lingue. In danese apparve nel 1742 nella versione di Hans Hagerup (nato attorno al

1712); l’edizione di riferimento in questa lingua è tuttavia quella di Jens Baggesen (vd. pp. 838-839),

del 1789. Vd. EHRENCRON-MÜLLER 1924-1939 (B.4), XII (1935), pp. 213-326.

478 Il riferimento è al romanzo epistolare Lettere persiane (Lettres persanes, 1721).

aria e fece parte 479 Il rimando è, in questo caso, a Candido (Candide, 1759).

Henrik Stampe, 480 Questo modello sarà più tardi ripreso nel titolo di una rivista uscita anonimamente negli anni
1795-1796, Il viaggio sulla luna dell’ebreo errante (Jerusalems skomagers Rejse til Maanen) portata

nte riprese nellaavanti successivamente da Malthe Conrad Bruun (vd. nota 569). Si trattava di una pubblicazione che

rattato di Parigi)celava dietro la finzione letteraria il dibattito sulle questioni dell’ordinamento dello Stato.

accolta ordinata 481 Il riferimento è concreto. Si dice infatti che qui la maggioranza degli abitanti abbia gli occhi di

, Vareseforma allungata, ma taluni li abbiano di forme diverse: costoro hanno, di conseguenza, una diversa

percezione visiva (in particolare il riferimento è alla tavola sacra del dio-sole). Ciò nonostante sono

i era trasferito in costretti a giurare di vedere esattamente come gli altri.

e internazionale 482 Particolarmente severo risulta il suo giudizio sulla religione (si ricordi che l’opera fu

a Heidelberg).pubblicata nel periodo in cui vigeva in Danimarca un soffocante ‘pietismo di Stato’ (cfr. pp. 763-

suo merito sta764). Holberg stesso del resto esprime chiaramente la sua opinione a proposito del pietismo

a, facendone una nell’Epistola CCXXVIII (LHSS III, pp. 100-104).

483 Un sunto delle idee di Holberg sulla funzione della storia si trova in una ‘favola morale’ dal

pp. 830-831. Pertitolo Il destino della storia (Historiens Skiebne; Fabel 148, in LHSS IX, 1971, pp. 399-400).

484 In Danimarca, come si è visto, la ricerca storica era per molto tempo rimasta ancorata –

, Antologia seppure non del tutto (si ricordi Huitfeldt, su cui vd. p. 539 con nota 41) – alle esigenze della politica

che aveva a lungo (in taluni casi anche troppo) assecondato (basti pensare a Lyschander, vd. pp. 538-

riviste europee e539 con nota 36). Ma anche storici seicenteschi autori di resoconti più attendibili – si citino qui

p (nato attorno alalmeno Vitus Bering (1617-1675), prozio del celebre esploratore (cfr. nota 415) e Niels Slange

vd. pp. 838-839),(1656-1737) – mostrano di non avere sviluppato un autentico senso critico: l’opera del primo è infatti

ricordata più per l’eleganza e la fluidità dello stile (è scritta in latino) che per i contenuti, mentre il

secondo dà prova di totale approssimazione nell’elaborazione dei dati incorrendo in moltissimi errori.

485 L’anno successivo Gram divenne segretario dell’Archivio segreto.

mente negli anni 486 Nell’ambito di questa associazione grande risalto venne dato ai concetti di patria e di lingua
) portata nazionale. La denominazione originale era: Una società riunita per il progresso della lingua e della

ubblicazione chestoria danese (Et Til det Danske Sprogs og Histories Forbedring Samlet Selskab). La Reale società

danese per la storia patria, tuttora esistente, pubblica la rivista Danske Magazin, il cui primo numero

abbia gli occhi di (nel quale appare ben chiaro il suo programma patriottico-linguistico) risale all’anno della

nza, una diversa fondazione. Negli anni essa è tuttavia uscita in modo discontinuo.

nonostante sono 487 Un influsso indiscutibile egli avrebbe esercitato su autori come Oehlenschläger (vd. p. 889, p.

914 e p. 924) e Grundtvig (vd. pp. 883-884, p. 886 e pp. 914-915). Su di lui si veda BRUUN CHR.,

che l’opera fuPeter Frederik Suhm. 18. Oktober 1728 – 7. September 1798. En levnetsbeskrivelse af CHR. BRUUN,

o’ (cfr. pp. 763-Kjøbenhavn 1898. Cfr. p. 933, nota 331.

to del pietismo 488 Dell’opera, Storia del regno di Norvegia (Norges Riiges Historie), uscirono solo tre volumi,

dei quali l’ultimo fu pubblicato postumo (1771-1781). La trattazione si interrompe all’anno 995, al

vola morale’ dal rientro del re Olav Tryggvason in Norvegia (cfr. p. 253).

489 Cfr. Genesi, 10, 2 (La sacra Bibbia, Antico Testamento p. 15). Questa convinzione era

masta ancorata –tutt’altro che tramontata e ancora ben radicata era l’idea che i popoli si fossero dispersi per aver

nze della politica voluto costruire la torre di Babele. A lungo e da molti (anche da Suhm) ci si adoperò dunque per

der, vd. pp. 538- calcolare l’anno in cui ciò era avvenuto (collocato attorno al 4.000 a.C., circa 1750 anni dopo la

i – si citino qui creazione, con qualche differenza fra i diversi studiosi). E tuttavia fin dalla seconda metà del

e Niels SlangeSeicento l’avvio degli studi archeologici aveva fatto emergere il problema di una giusta

el primo è infattiinterpretazione e collocazione cronologica dei reperti, il che insieme all’accresciuto interesse per

ntenuti, mentre il ogni forma di ‘antichità culturale’ avrebbe contribuito a scardinare princìpi a lungo considerati

moltissimi errori. inviolabili.

490 Su di lui vd. DAAE L., Gerhard Schøning. En biographi, Christiania 1880 e RÆDER T.,

patria e di lingua “Gerhard Schøning”, in Det kongelige norske videnskabers selskabs forhandlinger, XXXIII (1960),
la lingua e dellapp. 105-116.

La Reale società 491 Vd. p. 668, nota 616.

ui primo numero 492 Nel testo dal titolo Storia e genealogia dei re svedesi dall’anno 2200 a.C. fino al 1749 (Svea

all’anno dellaRikes Konungars Historia Ok Ättartal, Ifrån 2200 År före Christum, Intil 1749, 1749) egli arriva a

esempio a sostenere l’esistenza di una pietra runica risalente addirittura a 2400 anni prima del diluvio

er (vd. p. 889, p.universale, così come a collocare la composizione dell’Edda poetica (pp. 290-296) molto tempo

., prima della nascita di Cristo (si vedano innanzi tutto la tavola allegata al volume e i rimandi ivi

RUUN, indicati). Inoltre egli faceva risalire i primi re di Svezia a Saturno e Giove i quali erano –

naturalmente! – vissuti in quel Paese. A Johan Göransson si deve tuttavia un importante contributo

solo tre volumi,alla runologia: nel 1750 infatti egli pubblicò l’opera dal titolo Bautil, vale a dire: Tutte le pietre

all’anno 995, alruniche del Regno degli Svedesi e dei Goti (Bautil, det är: Alle Svea och Götha Rikens Runstenar). In

essa sono raccolte le riproduzioni grafiche delle pietre runiche svedesi sulla base del lavoro curato da

convinzione era diversi ‘antiquari’ quali Nils Wessman (1712-1763), Johan Peringskiöld (cfr. p. 592) e Johan

dispersi per averHadorph (cfr. p. 591). Il valore dell’opera per gli studiosi moderni consiste primariamente nel fatto

però dunque perche in essa sono fedelmente riprodotte pietre runiche andate in seguito distrutte o perdute.

50 anni dopo la 493 Vd. p. 592.

conda metà del 494 Vd. HERNLUND H., “En undertryckt historisk akademi”, in SHT V (1885), pp. 97-103.

di una giusta 495 Un importante impulso in direzione di una più moderna valutazione del valore delle

uto interesse per‘antichità’ venne da Carl Reinhold Berch (1706-1777), segretario dell’Archivio a partire dal 1750.

ungo consideratiCfr. nota 672.

496 Vd. p. 775.

T., 497 Cfr. nota 429.

XXXIII (1960), 498 Vd. BOLLERUP E., “Lagerbrings Svea Rikets Historia. Tillkomst, utgivning, mottagande”, in
Scandia, XXXVI (1970), pp. 298-332. Più tardi un altro storico, Carl Gustaf Nordin (1749-1812) con

la sua preziosa raccolta di materiali porrà le basi per importanti edizioni di fonti. Altri nomi di un

Sveacerto rilievo della storiografia svedese del periodo sono quelli di Anders Schönberg (1737-1811),

49) egli arriva a Jonas Hallenberg (1748-1834), allievo di Lagerbring, ed Erik Michael Fant (1754-1817) che si

prima del diluviodedicò tra l’altro all’edizione delle fonti antiche.

96) molto tempo 499 Vd. p. 536, nota 28.

e e i rimandi ivi 500 Fin dal 1739 del resto Eric Julius Biörner (vd. p. 592) aveva pubblicato anonimamente un

i quali erano –breve testo dal titolo Serie questioni su un pubblico autore di satire (Alfwarsama Frågo Tankar Om

rtante contributoen Publik Satyrist) nel quale (senza mai nominarlo) contestava Dalin per l’ironia con la quale egli si

: Tutte le pietrefaceva gioco del ‘metodo storico’ fino ad allora quasi universalmente adottato in Svezia. Dalin

). Innaturalmente non si lasciò sfuggire una replica e compose uno scritto di carattere satirico dal titolo

lavoro curato daDescrizione di una pietra runica presso Drottningsholm [...] di OLAVUS BJÖRNERUS Antiquario. Di

p. 592) e JohanLovö (Beskrifning Om en Run-Sten vid Drottningholm [...] Af OLAVO BJÖRNERO Anti-quario.

amente nel fattoLovöensi), nel quale si faceva beffe delle teorie di Biörner, facilmente individuabile nell’antiquario

cui il titolo fa riferimento.

501 Vd. pp. 582-584.

502 Al fine di mantenere l’effetto satirico che, in buona parte, si gioca sui nomi, si è qui deciso di

del valore dellelasciarli in lingua danese, limitandosi a indicare tra parentesi quadre la traduzione di quelli non

partire dal 1750.identificabili con immediatezza.

503 Hedmark, regione norvegese che si trova nella parte sud-orientale del Paese e confina con la

Svezia.

504 Vd. p. 210.

mottagande”, in 505 Vd. p. 253 con nota 108.


(1749-1812) con 506 DLO nr. 153.

Altri nomi di un 507 Il periodo preso in considerazione da Dalin in questo scritto è quello della dinastia dei Vasa.

erg (1737-1811),Questo tipo di allegorie avrà poi una certa fortuna, come dimostra, a esempio, La storia del piatto di

54-1817) che sicereali, già citata, di Anders Odel (vd. p. 711) e La storia del gallo (Sagan om tuppen, 1758) di

Abraham Sahlstedt (cfr. p. 820).

508 Certamente il termine “giornale” non va qui (né di seguito nel paragrafo) inteso nel senso

nonimamente un etimologico di “pubblicazione quotidiana”, quanto piuttosto in quello di serie di scritti uscita con una

rågo Tankar Omcerta regolarità. Si perdoneranno dunque i bisticci linguistici che ne possano derivare.

n la quale egli si 509 Non essendo possibile elencare nella sezione EF tutti i giornali qui citati con le rispettive

n Svezia. Dalindettagliate indicazioni, si rimanda ai repertori bibliografici di seguito elencati. Per la Danimarca:

atirico dal titoloSØLLINGE J. DRACHMANN – THOMSEN N., De danske aviser 1634-1991, I-III, [s.l.] 1988-1991 (in

Antiquario. Diparticolare il vol. I che copre il periodo tra il 1634 e il 1847); questo lavoro include anche le colonie

Anti-quario. danesi (distretto di Oldenburg tra il 1671 e il 1773, Schleswig, Holstein e Lauenburg fino al 1864,

e nell’antiquarioNorvegia fino al 1814, Islanda fino al 1874, Føroyar e Groenlandia per l’intero periodo, Isole Vergini

fino al 1917 e la stampa relativa agli emigranti danesi); per la Svezia: LUNDSTEDT B., Sveriges

periodiska litteratur 1645-1899. Bibliografi, I-III, Stockholm 1895-1902 (in particolare vol. I: 1645-

si è qui deciso di1812); per la Norvegia: HØEG T.A. (red.), Norske aviser 1763-1969. En bibliografi, I-II Suppl., Oslo

ne di quelli non1973-1974; per l’Islanda: KVARAN B. – SIGURÐSSON E., Íslensk tímarit í 200 ár. Skrá um íslensk blöð

og tímarít frá upphafi til 1973 / 200 years Icelandic periodicals. A bibliography of Icelandic

e confina con laperiodicals, newspapers, and other serial publications 1773-1973, Reykjavík 1991.

510 Vd. p. 670. Sui ‘fogli volanti’ (diffusi in primo luogo in Danimarca su modello tedesco) vd.

STOLPE 1878-1882, I, pp. 30-102.

511 Vd. il testo del decreto (29 giugno 1634) in NYERUP 1805, pp. 229-230 e (ibidem, pp. 230-
237) il commento relativo; vd. anche STOLPE 1878-1882, I, pp. 126-169.

inastia dei Vasa. 512 Il giornale di Hake (avviato probabilmente nel 1657) era il Settimanale di Amburgo

oria del piatto di(Wochentliche Zeitung ausz Hamburg), più tardi (1660?) Settimanale Europeo (Europäische

, 1758) diWochentliche Zeitung), contenente sunti tratti da giornali stranieri. L’intento di Hake appare del resto

chiaro dalla parallela produzione di numerosi volantini informativi. Si ricordi tra l’altro che la

inteso nel sensoCorona danese considerava la città di Amburgo parte del Holstein e, quindi, accampava dei diritti su

ti uscita con una di essa (cfr. p. 1421, nota 37).

513 SØLLINGE-THOMSEN 1988-1991 (vd. nota 509), I, pp. 73-75. Sull’attività di Hans Clausen

con le rispettive Gøde e le sue pubblicazioni in tedesco vd. STOLPE 1878-1882, I, pp. 202-223.

r la Danimarca: 514 Da segnalare che nel 1672 uscirà un mensile in versi latini redatto da Georg Huber (morto nel

] 1988-1991 (in1686) dal titolo Mercurio Latino-poetico (Mercurius Latino-poeticus). Dopo la morte di Bording il

anche le colonie suo giornale fu portato avanti da Jesper Als (o Alsing, 1652-1680) e Ahasverus Bartholin (1653-

urg fino al 1864,1710), i quali tuttavia (soprattutto il secondo) non avevano le capacità né le qualità del fondatore.

do, Isole Vergini 515 Il riferimento a Mercurio (anche con il nome greco ’Eϱμ ς, cfr. nota 518), da considerarsi in

Sverigesrelazione alla sua qualità di messaggero, è presente fin dal 1605 nel Mercure François.

are vol. I: 1645- 516 Vd. p. 632.

I-II Suppl., Oslo 517 A questo giornale vennero in diverse occasioni aggiunti degli allegati tra i quali merita una

um íslensk blöðmenzione l’annuale Mercurius Librarius Danicus che dava conto dei libri pubblicati.

phy of Icelandic 518 Per la verità il primo ‘giornale’ della Scandinavia (se tale lo si può considerare) risale

addirittura al 1624: si trattava di una pubblicazione svedese uscita a Strängnäs (Södermanland) dal

ello tedesco) vd.titolo Ermete Gotico (Hermes Gothicus) e curata da Laurentius Paulini Gothus (cfr. p. 503, nota 136

e p. 629, nota 474) nella quale erano riportate notizie relative alla guerra dei trent’anni. Se ne conosce

, pp. 230-tuttavia un solo numero e nulla si sa sulla sua effettiva distribuzione (vd. LUNDSTEDT 1895-1902 [vd.
nota 509], I, nr. 1, pp. 2-3).

ale di Amburgo 519 Il giornale uscì fra il 1645 e il 1651(?) e di nuovo dal 1663 al 1673. Fu seguito nel 1674 dal

EuropäischeMercurio svedese (Swenska Mercurius, da non confondere con il giornale Den Swänska Mercurius di

appare del resto Gjörwell di cui più avanti) che riprese la precedente intitolazione nel 1678 e dal 1682 ebbe una sorta

ra l’altro che ladi allegato dal titolo Corriere svedese (Svenske Post-Ryttaren). Esso ebbe fin dall’inizio, il carattere

ava dei diritti sudi ‘organo ufficiale’ del governo; tra il 1734 e il 1736 vi furono tuttavia aggiunte delle “Annotazioni”

(Anmärkningar). Questo periodico si occupava quasi esclusivamente di notizie dall’estero. Nel 1720

di Hans Clausen cominciò dunque a uscire il Corriere delle notizie di Stoccolma (Stockholmiske Post-Tidender). Da

qui nascerà nel 1821 il Giornale del Corriere e dell’interno (Post- och inrikes tidningar) che dal

Huber (morto nel 1834 diverrà la Gazzetta ufficiale svedese (Svensk Statstidning). Nonostante le diverse interruzioni

rte di Bording ilnella pubblicazione, esso è dunque l’organo di stampa di più antica fondazione tuttora esistente. Vd.

Bartholin (1653- GUSTAFSSON K.E. – RYDÉN P. (red.), Perspektiv på Post- och Inrikes Tidningar, Göteborg 1998.

520 Il primo giornale locale comparso in Danimarca ha per titolo Lista settimanale di notifiche

a considerarsi inprovinciali (Ugentlige Provincial Notifications Liste) pubblicato per la prima volta a Odense nel

1735; da segnalare anche le Notizie utili e dilettevoli dallo Jutland (Nyttige og fornøyelige jydske

Efterretninger) uscito a Aalborg nel 1767 e successivamente intitolato Notizie dalla diocesi di

quali merita una Aalborg (Aalborg Stiftstidende): questo giornale è tuttora esistente, seppure si debba segnalare che

nel 1999 è confluito nella testata Notizie dalla diocesi dello Jutland settentrionale (Nordjydske

nsiderare) risaleStiftstidende). In Svezia il primo giornale locale è La lista settimanale di Göteborg (Götheborgs

dermanland) dalWeko-lista, 1749-1757?), nella stessa città sarà fondato nel 1813 il Corriere di Göteborg (Göteborgs

p. 503, nota 136Posten); del 1754 è Il foglio settimanale di Karlskrona (Carlscronas Wekoblad) pubblicato fino al

ni. Se ne conosce1878; del 1758 i Settimanali di Norrköping (Norrköpings Weko-Tidningar), successivamente

1895-1902 [vd. Norrköpings Tidningar.


521 Høpfner pubblicò anche un Corriere (Post-Rytter) mensile e un settimanale in tedesco dal

uito nel 1674 dal titolo La Fama danese (Die Dänische Fama).

di 522 Oltre a un bisettimanale di notizie dal titolo Notizie da diversi luoghi (Nouvelles des divers

2 ebbe una sortaEndroits, iniziato nel 1719) a lui si deve anche un mensile, l’Estratto di notizie (Extrait des

nizio, il carattereNouvelles, 1720-1721), redatto da Andreas Hojer (vd. p. 793) e incentrato soprattutto su argomenti di

le “Annotazioni” letteratura e di storia. Tali pubblicazioni non costituiscono affatto un’eccezione. Interessante è il caso

estero. Nel 1720del francese Laurent Angliviel de La Beaumelle (1726-1773), precettore a Copenaghen, il quale tra il

). Da1748 e il 1750 curò un bisettimanale dal titolo La Spettatrice danese (La Spectatrice Danoise).

) che dalAnche in Svezia lo stampatore Peter Momma (1711-1772) pubblicò tra il 1742 e il 1758 una

erse interruzioni Stockholm Gazette in lingua francese.

ora esistente. Vd. 523 Questa pubblicazione va messa in relazione con il fatto che Joachim Wielandt gestiva insieme

al funzionario Jacob Frants von der Osten (1664-1739) una sorta di agenzia di mediazione detta

nale di notificheAdressekontor (letteralmente “Ufficio degli indirizzi”). Questo tipo di agenzie, sorto in Europa su

ta a Odense nelmodello francese, raccoglieva le offerte di merci e di lavoro e le portava a conoscenza degli

rnøyelige jydske interessati. Sebbene l’agenzia non andasse troppo bene egli pubblicò un giornale dal titolo

dalla diocesi di Informazioni dall’Agenzia degli indirizzi di Copenaghen (Kjøbenhavns Adressecomptoirs

ba segnalare cheEfterretninger), abbreviato in Giornale degli indirizzi (Adresseavisen) che in seguito fu allegato ad

Nordjydskealtre pubblicazioni, in particolare al Berlingske Tidender (di cui poco oltre). Si ricordi qui che il

Götheborgs primo annuncio su un giornale danese (fatto da un olandese che offriva un corso di contabilità) era

Göteborgs comparso in data 8 gennaio 1685 sull’Europäische wochentliche Zeitung (vd. nota 512).

ubblicato fino al 524 In realtà il titolo completo era Notizie di politica e annunci di Berling con privilegio per la

successivamentespedizione delle Poste reali (Den til Forsendelse med de kongelige Brevposter privilegerede

Berlingske politiske og Avertissements Tidende), col che si era voluto sottolineare il ‘privilegio’
e in tedesco dalpostale di cui godeva questa testata.

525 La pubblicazione giornaliera si ebbe a partire dal 1831. In Danimarca il primo vero quotidiano

velles des divers fu, a partire dal 26 dicembre 1811, Il Giorno (Dagen, fondato tuttavia nel 1803). Gli altri grandi

Extrait des giornali danesi a diffusione nazionale, Il corriere dello Jutland (Jyllandsposten) e Il politico

o su argomenti di (Politiken, vd. p. 967) sono stati fondati rispettivamente nel 1871 e nel 1884. Dal 1904 (inizialmente

ressante è il caso come allegato a Politiken) ha cominciato a uscire il tabloid Extra Bladet che dal 1915 avrebbe trovato

en, il quale tra ilun concorrente in BT.

). 526 Il nome fa riferimento al mostro gigantesco Argo (’´Aϱγος) che secondo la mitologia greca era

2 e il 1758 unadotato di cento occhi alcuni dei quali restavano dunque sempre aperti. Da ciò l’appellativo πανόπτης

“che vede tutto”. Sebbene (come indicato nella nota 509) nella sezione EF non si possa dare conto di

t gestiva insieme tutti i giornali citati, si vuole qui comunque segnalare (tenuto conto della sua straordinaria

mediazione dettaimportanza) l’edizione de L’Argo svedese (Then Swänska Argus) curata da B. Hesselman e M.

rto in Europa suLamm. Per il suo giornale Dalin aveva pensato anche ad altri titoli: Il Chiacchierone (Frispråkaren,

onoscenza deglievidente imitazione dell’inglese The Tatler), Raccolta di liberi pensieri da Utopia (Sambling af Frja

rnale dal titolo Tankar från Utopia) e Den Sanna Frispråkaren (Il vero chiacchierone).

dressecomptoirs 527 Come a esempio: il Signor Attaccabrighe (Herr Gräl), il Signor Zelomiaccieca (Herr

to fu allegato adNitblind), il Signor Cervellobacato (Herr Hiernbrott), il Signor Colpoalcuore (Herr Hiertskott), il

icordi qui che il Signor Veteranidiguerra (Herr Krigsbussar), il Signor Onoremaperò (Herr Ehrenmenvet), la Signora

i contabilità) era Temperanza (Fru Måttellighet), la Signora Autorità (Fru Myndighet), la Signora Scemenza (Fru

Dumhet), la Signora Costumatezza (Fru Ärbarhet).

privilegio per la 528 Vd. pp. 698-699.

er privilegerede 529 Figlio di un pastore, Dalin era nato nel 1708 a Vinberg (Halland). Rimasto orfano di padre in

re il ‘privilegio’ tenera età fu allevato dal vicario pastorale Severin Böckman (1688-1748) che aveva ottenuto
l’affidamento della parrocchia e che sua madre aveva sposato in seconde nozze. Dopo aver ricevuto

vero quotidiano la prima istruzione privatamente il giovane Olof venne iscritto all’Università di Lund, dove ebbe

Gli altri grandi modo di frequentare assiduamente il professore di filosofia Andreas Rydelius (cfr. p. 787 con nota

Il politico 465). Trasferitosi a Stoccolma ottenne l’incarico di precettore presso la nobile famiglia dei Rålamb:

04 (inizialmentegrazie a ciò entrò in contatto con le più alte sfere sociali, finché, nel 1744 (anche per il successo de

5 avrebbe trovatoL’Argo svedese) divenne precettore reale, guadagnandosi la benevolenza dei sovrani. Fu

successivamente nominato storico del Regno (1741) e insignito della dignità nobiliare (1751). La sua

tologia greca era costante lealtà nei confronti della famiglia reale gli procurò naturalmente molti nemici e nel 1756, in

πανόπτηςoccasione del fallito colpo di stato (cfr. pp. 702-703), essi ottennero che Dalin fosse allontanato dalla

ssa dare conto dicorte. Vi fu riammesso, per decisione personale del re, nel 1761. Era tuttavia ormai cagionevole di

ua straordinaria salute e morì solo due anni dopo.

Hesselman e M. 530 Cfr. nota 429.

Frispråkaren, 531 In seguito (1739-1740) Hesselius pubblicherà (in versi) La verità svedese (Den swenska

Sambling af Frjasanningen).

532 Per la storia dei giornali nei Paesi in cui essi sono nati si rimanda a STANGERUP H., Avisens

Herr historie i de lande, der skabte den: England, Frankrig, Tyskland og USA, I-III, København 1973-

), il1974 (in particolare, a riguardo del periodo qui trattato il I volume: Fra de første tilløb til 1850).

), la Signora 533 Il titolo completo era Lo spettatore danese nonché l’indagatore della verità (Den danske

FruSpectator Samt Sande- og Gransknings-Mand). Nel medesimo 1744 il filosofo Andreas Johansen

Lundhoff (ca.1710-1748) avviava la pubblicazione de Lo spettatore filosofico dello spettatore danese

(Den danske Spectators filosofiske Spectator) che però sarebbe uscito solo fino all’anno successivo.

rfano di padre in 534 Egli stesso portò un ulteriore contributo alla discussione pubblicando un settimanale poetico

aveva ottenutodal titolo L’anti-spettatore danese, ovvero uno per tutti contro il testimone danese (Den danske Anti-
po aver ricevuto Spectator eller en for alle imod den danske Sandemand) titolo uscito tra il luglio 1744 e il marzo

Lund, dove ebbe1745. Il termine Sandemand, qui non del tutto propriamente reso con “testimone”, corrisponde al

p. 787 con notanordico sannaðarmaður, con il quale nell’antico ordinamento giuridico si indicava una persona

glia dei Rålamb:chiamata a confermare la veridicità di una affermazione, eventualmente prestando giuramento

er il successo de insieme a chi la aveva pronunciata. In Danimarca (in particolare nello Jutland) esso indicò anche un

dei sovrani. Fugiudice (vd. DAHLERUP 1993-1997, XVIII, coll. 726-727 e CLEASBY – VIGFUSSON 1957, p. 514

e (1751). La sua[entrambi in B.5]).

ci e nel 1756, in 535 Cfr. p. 809, nota 557, p. 839 e p. 918, nota 246. Cfr. anche la pubblicazione di Laurent

allontanato dalla Angliviel de La Beaumelle (vd. nota 522). Da segnalare inoltre La sentinella nordica (Der

i cagionevole dinordischer Aufseher, 1758-1761) edito dal teologo tedesco Jonas Andreas Cramer (1723-1788),

attivo a Copenaghen.

536 Il primo diede poi alle stampe anche il mensile Consigli per la casa (Hushålds-Råd, 1734-

Den swenska 1735) sostenendo la necessità di interventi concreti per salvaguardare le famiglie da situazioni di

indigenza legate, in primo luogo, a lutti o a eventi calamitosi. Le sue proposte riguardano la necessità

Avisens di fornire una copertura assicurativa: un progetto che del resto muoverà in Svezia i primi passi con la

øbenhavn 1973-istituzione di una cassa assicurativa per le vedove e gli orfani dei funzionari di stato civile (vd.

Kongl. Maj:ts Stadfästelse Och Privilegier på Civil Statens Förening, om en Underhålls Cassa för

Den danske deras Änkor och omyndige Barn, 1 febbraio 1743 in UPH III [1749], pp. 2004-2019) accanto a una

ndreas Johansen analoga per le vedove e gli orfani dei militari (vd. Kongl. Maj:ts Stadfästelse och Privilegier, på den

pettatore daneseför Militiæ-Statens, Enkor och minder-årige barn, inrättade Underhålls-Cassa, 30 giugno 1747, in

UPH III [1749], pp. 2392-2409). In seguito questi enti vennero fusi (23 febbraio 1784) in quella che

timanale poeticoresta la più antica società svedese di assicurazioni (Allmänna änke- och pupillkassan): vd.

Den danske Anti-Reglemente, för Allmänna Enke-och Pupill-Cassan i Swerige in UPH XIII (1803), pp. 13-41. Sulla
1744 e il marzo storia di questa istituzione si rimanda a MUNTHE A., Allmänna Enke- och Pupillkassan i Sverige

”, corrisponde al1784-1934, Stockholm 1934, in particolare pp. 9-88. Si veda anche l’istituzione (16 settembre 1746)

ava una persona di una cassa assicurativa per le vedove e i figli degli ecclesiastici (Kongl. Maj:ts Stadfästelse-bref och

ndo giuramentoPrivilegier, på Präste-Ståndets Änke och minder-årige Barns underhålls-Cassa, in UPH III [1749],

indicò anche unpp. 2341-2359 e anche pp. 2409-2417). Ciò sottolinea la stretta relazione tra i temi trattati sulla

1957, p. 514 stampa periodica e le problematiche sociali.

537 Cfr. nota 522.

zione di Laurent 538 Questo giornale è stato pubblicato fino al 1944 (con una sospensione di dieci anni fra il 1849 e

Deril 1859).

mer (1723-1788), 539 Vd. sotto, p. 812.

540 I grandi quotidiani nazionali svedesi Foglio della sera (Aftonbladet) e Notizie del giorno

, 1734- (Dagens nyheter) verranno fondati più avanti: essi infatti risalgono rispettivamente al 1830 (seppure

da situazioni di un precedente giornale con il medesimo titolo fosse pubblicato a Göteborg tra il 1811 e il 1833) e al

dano la necessità 1864. Il quotidiano svedese (Svenska Dagbladet) inizierà le proprie pubblicazioni nel 1884.

rimi passi con la 541 Cfr. p. 507, nota 146.

stato civile (vd. 542 Su modello tedesco questi titoli fanno riferimento alla fruizione da parte di un pubblico colto

rhålls Cassa för(sul significato di Intelligenz in questo contesto vd. DAHLERUP 1993-1997 [B.5], IX, coll. 608-609).

9) accanto a una 543 Altri giornali di questo tipo seguirono: nel 1765 uscivano le Informazioni dall’Agenzia degli

ivilegier, på denindirizzi di Bergen in Norvegia (Efterretninger fra Adresse Contoiret i Bergen i Norge); nel 1767

giugno 1747, inquelle di Trondheim (Trondhjems Adresse Contoirs Efterretninger); nel 1769 le Informazioni

84) in quella chedell’Agenzia degli indirizzi con privilegio reale nella diocesi di Christianssand (Kongelige

): vd.Privelegeret Adrese Contoirs Efterretninger udi Christianssands Stift, un giornale scritto a mano!),

pp. 13-41. Sullanel 1780 il Settimanale di Christianssand (Christianssandske Ugeblade). Il foglio di Trondheim (ora
kassan i Sverige Adresseavisen) è il più antico giornale norvegese tuttora stampato. Nel 1819 veniva fondato a Oslo

settembre 1746)(allora Christiania) il Foglio del mattino (Morgenbladet), ora settimanale, di tendenze liberali. Il più

fästelse-bref ochdiffuso quotidiano norvegese è Il Corriere della sera (Aftenposten) fondato nel 1860. Del 1868 sono

III [1749],le Notizie di Bergen (Bergens Tidende) che attualmente è per tiratura il quarto giornale norvegese

emi trattati sulla(dal 2006 esce in forma di tabloid). Una elevata tiratura hanno anche tabloid come Il foglio

quotidiano (Dagbladet) fondato nel 1869 e VG che riprende il titolo di un giornale del passato,

Verdens Gang (un titolo traducibile con “Così va il mondo”) uscito tra il 1868 e il 1923.

anni fra il 1849 e 544 Vd. “Magnús Ketilsson, sýslumaður”, in BR, pp. 69-72. Sulla figura del sýslumaður vd. p.

387.

545 Più tardi Magnús Stephensen (cfr. p. 729 con nota 227) avrebbe pubblicato le Notizie degne di

otizie del giornonota (Minnisverð Tíðindi, 1796-1808 e Il corriere del convento (Klausturpósturinn, 1818-1827) il cui

al 1830 (seppuretitolo fa verosimilmente riferimento all’antico convento che si trovava sull’isola di Viðey (vd. p. 421,

11 e il 1833) e alnota 358) dove Magnús aveva la propria residenza (cfr. p. 853). Di quegli anni è anche una

pubblicazione molto apprezzata dal titolo Fogli di storia islandesi (Íslenzk sagnablöð), noto anche

come Sagnablöðin, uscito in due volumi suddivisi in diverse parti tra il 1816 e il 1826. Sui primi

n pubblico coltoperiodici islandesi vd. HERMANNSSON H., The Periodical Literature of Iceland down to the Year 1873.

An [sic] historical Sketch, Ithaca, New York 1918 (=Islandica: 11). Nelle altre colonie danesi la

all’Agenzia deglistampa sarebbe apparsa molto più tardi: nelle Føroyar nel 1852 con le Notizie faroesi

); nel 1767 (Færingetidende) e in Groenlandia nel 1861 con l’Atuagagdliutit (letteralmente “Materiale di lettura

Informazionidistribuito”), tuttora esistente ma dal 1952 fuso con il Corriere groenlandese (Grønlandsposten) e da

Kongeligeallora pubblicato in lingua inuit e in lingua danese. In Islanda il quotidiano più diffuso è certamente Il

scritto a mano!),foglio del mattino (Morgunblaðið) che risale al 1913, mentre nelle Føroyar abbiamo Aurora

Trondheim (ora(Dimmalætting, letteralmente “Il venir meno dell’oscurità”) fondato nel 1877 e Sosialurin, giornale
a fondato a Oslodi partito che alla fondazione (1927) aveva nome Føroya Sosial-Demokrat, successivamente Føroya

ze liberali. Il piùSosial-Demokratur, comunemente noto come Sosialurin, nome che esso ha assunto definitivamente

0. Del 1868 sonodal 1955.

ornale norvegese 546 La “Società” in questione era l’Aurora, un circolo segreto fondato nel 1770 dallo storico

Il foglioHenrik Gabriel Porthan (vd. p. 1374), i cui membri gravitavano attorno all’Accademia di Åbo

nale del passato,(Turku) e si interessavano di discipline umanistiche ed economiche ponendo grande attenzione al

patrimonio culturale finlandese. Essa fu sciolta nel 1799. Sulla storia della stampa finlandese si

vd. p.rimanda (per chi legga il finnico) a TOMMILA P. (ed.-in-chief), Suomen lehdistön historia, I-X,

Kuopio, 1985-1992. Il più antico giornale finlandese tuttora esistente ha per titolo Informazioni di

Notizie degne diÅbo (Åbo underrättelser) ed è stato fondato nel 1824.

1818-1827) il cui 547 Al periodico, che ha cambiato diversi nomi nel corso degli anni si fa comunemente

iðey (vd. p. 421,riferimento con il titolo Informazioni erudite (Lærde Efterretninger). Esso è stato stampato fino al

nni è anche una1836.

), noto anche

1826. Sui primi

o the Year 1873.

olonie danesi la

Notizie faroesi

ateriale di lettura

) e da

Il

Aurora

, giornale
di partito che alla fondazione (1927) aveva nome Føroya Sosial-Demokrat, successivamente Føroya

Sosial-Demokratur, comunemente noto come Sosialurin, nome che esso ha assunto definitivamente

dal 1955.

546 La “Società” in questione era l’Aurora, un circolo segreto fondato nel 1770 dallo storico

Henrik Gabriel Porthan (vd. p. 1374), i cui membri gravitavano attorno all’Accademia di Åbo

(Turku) e si interessavano di discipline umanistiche ed economiche ponendo grande attenzione al

patrimonio culturale finlandese. Essa fu sciolta nel 1799. Sulla storia della stampa finlandese si

rimanda (per chi legga il finnico) a TOMMILA P. (ed.-in-chief), Suomen lehdistön historia, I-X,

Kuopio, 1985-1992. Il più antico giornale finlandese tuttora esistente ha per titolo Informazioni di

Åbo (Åbo underrättelser) ed è stato fondato nel 1824.

547 Al periodico, che ha cambiato diversi nomi nel corso degli anni si fa comunemente

riferimento con il titolo Informazioni erudite (Lærde Efterretninger). Esso è stato stampato fino al

1836.
548 In tale senso operò, in particolare, Thomas Christensen Clitau (1694-1754), che vi lavorò a

partire dal 1735. Alla redazione del periodico fu probabilmente per un periodo anche Søren Jensen

Gyldendal (1742-1802), fondatore nel 1770 della prestigiosa Casa editrice danese che da lui prende

nome.

549 Da citare in questo contesto anche gli Acta Literaria Sueciæ del Collegium curiosorum (vd. p.

775, nota 410), sorta di continuazione del Dædalus Hyperboreus (su cui poco oltre) nel quale si dava

conto (in latino, a vantaggio del mondo culturale straniero) delle novità letterarie e scientifiche

svedesi.

550 Cfr. p. 722 e p. 821.

551 Vd. p. 835.

552 Vd. p. 835. Altri periodici di carattere letterario usciti in Svezia verso la fine del secolo sono

la Lettura su vari argomenti (Läsning i blandade ämnen, 1797-1801) di Georg Adlersparre (vd. pp.

867-868) oltre al Giornale letterario (Litteratur-Tidning, 1795-1798) e al Giornale per la letteratura

svedese (Journal för svensk litteratur, 1797-1812) di Gustaf Abraham Silfverstolpe (cfr. p. 890, nota

118) e Benjamin Höijer (vd. p. 923 con nota 271; cfr. p. 890 con nota 118), cui va attribuito il merito

di aver introdotto in Svezia le nuove correnti filosofiche ed estetiche (soprattutto tedesche).

553 Vd. p. 772 con nota 399.

554 Vd. nota 486. Una Rivista norvegese (Norske Magasin) dedicata alla pubblicazione di fonti

storiche successive alla riforma sarà edita tra il 1858 e il 1870 a cura dell’archeologo e antiquario

Nicolay Nicolaysen (1817-1911).

555 Pubblicato dalla Società topografica per la Norvegia (Det topographiske Selskab for Norge),

fondata nel 1791.

556 Su di lui vd. VON BESKOW B., “Minne af Kongl. Bibliotekarien Karl Kristofer Gjörwell”, in
che vi lavorò aSvenska Akademiens handlingar, XXXVI (1863), pp. 81-203 e anche (in relazione al suo impegno

he Søren Jensen politico espresso, tra l’altro, nella pubblicazione de L’Aristarco politico, 1769-1770) OSCARSSON I.,

he da lui prende “‘Rikets Frihet, Borgerlig Frihet, Skrif-Frihet’ Gjörwell och Den politiske Aristarchus” 1769-72, in

RKP, pp. 315-338. A riguardo del Mercurio svedese cfr. sopra, nota 519. Il titolo Samlaren sarà poi

(vd. p.ripreso nel 1880 da quella che resta la più antica rivista di critica letteraria svedese tuttora pubblicata,

nel quale si dava edita a cura della Società letteraria svedese (Svenska litteratursällskapet) fondata in quel medesimo

ie e scientificheanno.

557 Tra i nomi più noti al riguardo il poeta Christen Henriksen Pram (1756-1821, cfr. p. 901 con

nota 167) e Knud Lyhne Rahbek (cfr. p. 805, p. 839 e p. 918 nota 246).

558 Per la Danimarca cfr. sopra, nota 186; sui locali di Stoccolma vd. LUNDIN C., “Källare och

del secolo sonokaffehus i Stockholm under senare hälften af 1700-talet”, in Samfundets S:t Eriks årsbok, 1903, pp.

ersparre (vd. pp.34-56.

per la letteratura 559 Vd. p. 465 con nota 18.

(cfr. p. 890, nota 560 Libro II, cap. 21 (§§ 1-6): Om Bøger og Almanakker.

tribuito il merito 561 Vd. p. 641 con nota 517.

562 STOLPE 1878-1882, II, pp. 293-302 e documenti alle pp. 438-355 (nr. 14).

563 Vd. p. 691 con nota 63. A queste decisioni farà riferimento una serie di scritti, talora di

icazione di fonti carattere umoristico; vd. PETERSEN – ANDERSEN 1932-1934 (B.4), II, pp. 648-650.

ogo e antiquario 564 Il 20 ottobre 1773 fu infatti emanato un decreto che limitava fortemente la libertà di

espressione (indicazioni in STANG – DUNKER 1838 [Abbr.], pp. 204-205).

), 565 Sebbene il provvedimento del 3-4 dicembre 1790 (SCHOU [Abbr.] X, pp. 163-165) avesse

l’obiettivo dichiarato di punire ogni “cattivo utilizzo della libertà di stampa” (“Trykkefrihedens

fer Gjörwell”, inMisbrug”, p. 163), esso costituisce un importante punto di svolta. Al contrario l’Ordinanza che più
al suo impegnoprecisamente spiega e definisce i limiti della libertà di stampa (Forordning, som nærmere forklarer

I.,og bestemmer Trykkefrihedens Grændser. Friderichsberg slot, den 27de September 1799) mostra una

” 1769-72, in decisa chiusura da parte dell’autorità governativa.

sarà poi 566 Il testo venne redatto in due parti tra il 1797 e il 1798 delle quali la seconda porta il titolo

uttora pubblicata, Ulteriore analisi sulla libertà di stampa e le sue leggi (Videre Undersøgelse om Trykkefriheden og

n quel medesimodens Love). A queste si aggiunse poi Sulla libertà di stampa (scritto nel 1790), in originale Om

Trykkefriheden (skreven 1790).

1, cfr. p. 901 con 567 La commissione cui si fa riferimento è quella istituita nel 1797 con il compito di stabilire

nuove regole in materia e il cui lavoro avrebbe costituito la base del decreto del 1799 (vd. riferimento

C., “Källare ochin nota 565). Su Heiberg vd. HENNINGSEN P., “Skarp lud til skurvede hoveder. Peter Andreas

, 1903, pp. Heibergs kamp mod opblæsthed, hykleri og råddenskab i oplysningstidens Danmark”, in OSD, pp.

150-188.

568 Anche Holberg aveva in molti luoghi fatto riferimento alla censura, lamentando le limitazioni

da essa poste alla libera espressione del pensiero; si veda a esempio la Terza lettera a un illustrissimo

signore (Tredie Brev til en højvelbaaren herre, 1743) in cui, in relazione al romanzo che ha per

protagonista Niels Klim (vd. pp. 790-791), afferma tra l’altro: “Qui da noi gli scrittori hanno il più

scritti, talora digrande impiccio di dover tenere sotto controllo il loro estro di modo che censori sospettosi e severi

non li mettano in difficoltà.” (DLO nr. 154). Assai significativa del suo pensiero al riguardo è inoltre

nte la libertà di l’Epistola CCCXCV (in LHV XI [1971], pp. 232-233). Un elenco dettagliato di tutti i passi della sua

opera in cui egli affronta questo tema si trova in Holberg-Ordbog, Ordbog over Ludvig Holbergs

163-165) avesseSprog, Redigeret af AA. HANSEN fra 1957 sammen med SV. EEGHOLM PEDERSEN. Under medvirken af

“Trykkefrihedens CHR. MAALØE, I, København-Oslo 1981, coll. 859-861.

rdinanza che più 569 Anche Malthe Conrad-Bruun (1775-1826), poeta, scrittore di satire, celebre geografo e
ærmere forklarergiornalista danese, fu condannato all’esilio e dovette riparare in Francia (dove è noto come Conrad

799) mostra una Malte-Brun). Egli aveva tra l’altro pubblicato un volantino dal significativo titolo Sui diritti [relativi]

alla libertà di stampa (Om Trykkefrihedens-Rettigheder, 1795) e, successivamente, una satira dal

da porta il titolotitolo Una singolare legge sulla libertà di stampa in Abissinia (En besynderlig Trykkefrihedslov i

rykkefriheden ogAbessinien, 1797).

Om 570 Integrato da diverse disposizioni tra cui quella del 2 ottobre 1810, quella del 13 maggio 1814

che stabiliva una censura preventiva e quella, almeno in parte liberale, del 3 giugno 1846. Sulla

mpito di stabilire censura danese si rimanda al saggio di THOMSEN N., “Dansk presses udvikling til 1848”, pp. 20-62, in

(vd. riferimento SØLLINGE-THOMSEN 1988-1991, I (indicazioni alla nota 509) dove si fa puntuale riferimento ai diversi

. Peter Andreasdecreti in materia (per quelli citati in questa nota vd. ivi, pp. 36-37 e p. 44 rispettivamente), oltre che,

, pp.naturalmente a STOLPE 1878-1882, I-II, passim.

571 Vd. pp. 864-865. Al § 91 della legge è chiaramente indicata la libertà di stampa e, insieme, la

do le limitazioni proibizione di reintrodurre la censura. Tuttavia un decreto del 3 gennaio 1851 (Presseloven. Lov om

a un illustrissimoPressens Brug af 3. januar 1851, kommenteret Udgave ved O.H. KRABBE, København 1935) avrebbe

anzo che ha per posto una serie di limitazioni.

tori hanno il più 572 Vd. Grundloven af 1953, § 77.

ospettosi e severi 573 Un’ottima e documentata sintesi della storia della censura svedese prima del 1766 (anno

iguardo è inoltre dell’emanazione del primo decreto sulla libertà di stampa di cui poco oltre) si trova in RYDIN H.L.,

i passi della suaOm Yttrandefrihet och Tryckfrihet. Försök till belysning af Svenska Press-lagstiftningen, Stockholm

Ludvig Holbergs 1859, pp. 124-155, cui si rimanda. Si rilevi qui solo l’importante ordinanza emessa da Carlo XI nel

der medvirken af 1684: Hans Kongl. May:tz Stadga och Förordning Om alla Nyskreffne Wärkz Censerande i Rijket, så

wid Academier och Skolar, som andra Orter innan dhe tryckte warda. Item Stadfästelse på förra

ebre geografo eKongl. Förordningar om thet samma, så och Exemplars inlefwererande til Kongl. Archivum och
to come ConradBibliotheket aff alt thet som tryckt warder. Sampt Booktryckiarnes Straff som här emot bryta. Dat.

i diritti [relativi]Stockholm 5 Julij 1684. Vd. anche EEK 1942, p. 156; cfr. p. 641 con nota 518.

e, una satira dal 574 Vd. p. 803. Descrivendo le incombenze pratiche del suo lavoro di giornalista egli annota tra

rykkefrihedslov il’altro: “Di venerdì sto a scrivere, sabato sera lo porto dal mio censore, che ha abbastanza grattacapi

per causa mia” (“Om fredagen lagt på Papperet, om Lördagsafton burit till min Censor, som nog har

13 maggio 1814bekymmer af mig”; da Then Swänska Argus, N: 51, vol. II, pp. 471-472). Nel periodo di

gno 1846. Sulla pubblicazione de L’Argo svedese il censore (che fu in generale ben disposto nei confronti di Dalin

8”, pp. 20-62, in dandogli spesso utili consigli) era Johan Upmarck (1664-1743) che dopo la concessione della dignità

imento ai diversinobiliare mutò il cognome in Rosenadler.

mente), oltre che, 575 Vd. p. 788.

576 Vd. p. 711 e p. 750.

pa e, insieme, la 577 Il titolo è Pensieri incontestabili sulla libertà nell’uso dell’intelletto, della penna e della

seloven. Lov omstampa (Oförgripelige tankar, om frihet i bruk af förnuft, pennor och tryck).

vn 1935) avrebbe 578 Peter Forsskål morì di malaria nello Yemen nel corso di una spedizione scientifica. Su di lui

vd. SCHÜCK H., Från Linnés tid. Petter Forsskål, Stockholm 1923.

579 Kongl. Maj:ts Nådige Förordning, Angående Skrif- och Tryck-friheten, Gifwen Stockholm i

del 1766 (anno Råd-Cammaren then 2. Decembr. 1766. La battaglia per la libertà di stampa era stata portata avanti

H.L., anche dal settimanale Uno svedese libero (En fri swänsk), il cui redattore non è stato con certezza

, Stockholmidentificato, uscito tra il 1761 e il 1762.

da Carlo XI nel 580 Vd. le indicazioni (e la discussione in merito) in EEK 1942, pp. 167-178 e anche RYDIN 1859

rande i Rijket, så(citato alla nota 573), pp. 155-188.

ästelse på förra 581 EEK 1942, in particolare, pp. 171-172.

l. Archivum och 582 Lo stesso pubblicò poi (1783-1784) il periodico Libertà di stampa la benedetta (Tryckfriheten
. Dat. den Wälsignade). Entrambi i titoli furono ripresi senza successo nel 1792.

583 Vd. p. 842 con nota 742.

a egli annota tra 584 Ciò provocò una reazione che si espresse in forme satiriche soprattutto negli ambienti

stanza grattacapi universitari di Uppsala.

sor, som nog har 585 Vd. p. 867. In EEK 1942, pp. 176-178 si segnala come nel periodo successivo alla rivoluzione

Nel periodo di francese e alla dichiarazione di indipendenza degli Stati uniti d’America, la censura svedese si

onfronti di Dalinaffrettasse a proibire la pubblicazione di testi (in particolare delle nuove costituzioni) provenienti dai

one della dignitàquei Paesi. Del resto da questo punto di vista il potere si mostrò reazionario e intollerante.

586 Kongl. Maj:ts Och Riksens Ständers Faststälde regerings-Form [...] 1809, §§ 85 e 86, p. 30.

587 Kongl. Maj:ts Och Riksens Ständers Tryckfrihets-Förordning; Dat. Stockholm den 9 Martii

1810 (SFS 1810: I).

a penna e della 588 Kongl. Majts Och Riksens Ständers Faststälde Tryckfrihets-Förordning; Dat. Örebro den 16

Julii 1812 (SFS 1812), in particolare § 8. Vd. in proposito REINHOLD KL., De svenska

ntifica. Su di luioppositionstidningarna och indragningsmakten. Historisk studie, Göteborg 1935 e anche BOBERG S.,

“Carl XIV Johan och indragningsmakten”, in Presshistorisk årsbok, VII (1990), pp. 44-51.

wen Stockholm i 589 Rispettivamente: Kungl. Maj:ts kungörelse angående beslutad ny tryckfrihetsförordning.

ta portata avantiGiven Stockholms slott den 5 april 1949 e Yttrandefrihetsgrundlag 14 november 1991 con ulteriore

ato con certezzaLag om ändring i tryckfrihetsförordningen utfärdad den 14 november 1991.

590 Vd. pp. 871-875.

1859 591 Si veda il § 100 (indicazione a p. 873, nota 50).

592 LFI XXI, pp. 154-164.

593 Da questo punto di vista è interessante anche una osservazione linguistica contenuta in

Tryckfrihetenun’ordinanza di carattere censorio (la proibizione di commerciare libri non stampati in Danimarca;
vd. SECHER [Abbr.] III [1889-1891], pp. 9-10) là dove non soltanto si dice che queste pubblicazioni

introducono e diffondono “deviazione ed errore” (“vilfarelse och irringe”) fra la gente ma anche che

o negli ambienti“[…] in alcuni punti [questi] medesimi libri appaiono erroneamente essere ostici in modo contorto e

il danese reso oscuro, sicché a stento si può comprendere […]” (DLO nr. 155).

alla rivoluzione 594 Vd. p. 517.

nsura svedese si 595 Vd. p. 545.

) provenienti dai 596 Sulle diverse posizioni dei linguisti seicenteschi a proposito dei problemi ortografici e le

soluzioni adottate vd. SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, pp. 318-332. Nel Settecento la questione fu

ripresa e un aspetto della discussione riguardò la scelta di un segno che sostituisse la grafia aa per la

lm den 9 Martiiquale fu suggerito persino l’uso della ω greca. La proposta di introdurre (analogamente allo svedese)

il segno å non trovò, per il momento, accoglimento. Vd. RUUS 2005 (C.8.2), p. 1286. Per

t. Örebro den 16un’approfondita discussione sull’ortografia nel Settecento e nella prima metà dell’Ottocento si

De svenska rimanda a SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), III, pp. 165-170.

S., 597 Come la conservazione delle grafie dissimilate ld e nd anche dopo che nella pronuncia i suoni

erano stati assimilati in ll e nn e la loro ‘forzata’ applicazione anche agli originari nessi ll e nn. Su

rihetsförordning. questo punto si rimanda a WESSÉN 197510 (B.5), p. 85 e SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), II, p. 45, p. 186,

con ulteriorep. 192 e pp. 330-331. Cfr. p. 399 con nota 281.

598 Non è casuale che nelle commedie di Holberg (vd. pp. 830-831) i personaggi parlino ora in

danese, ora in francese, ora in tedesco, ora in latino (magari maccheronico) o, talvolta, mescolino

diversi elementi di queste lingue. Naturalmente questa scelta è finalizzata all’effetto comico, tuttavia

appare evidente come l’autore voglia in ciò proporre una parodia della società danese anche dal

ica contenuta inpunto di vista linguistico. Del resto all’Accademia di Sorø si tenevano lezioni anche in tedesco e

ti in Danimarca;francese.
ste pubblicazioni 599 La prevalenza di queste parlate era già stata sottolineata (seppure con qualche discordanza nel

nte ma anche chegiudizio) dai linguisti seicenteschi (vd. SKAUTRUP 1944-1968 [B.5], II, pp. 316-317). Si citano qui, a

modo contorto eesempio, le parole di Henrik Gerner (1629-1700), il quale (particolarmente ostile alle forme

dialettali) nel suo lavoro sull’ortografia danese (Orthographia danica), che risale al 1678, aveva

sottolineato come fosse necessario per chi volesse parlare o scrivere un danese corretto prendere a

modello la lingua della capitale: “[...] essi devono apprenderlo da coloro che vivono in città e

ortografici e letestimoniare [così] la loro autorità; Perciò vediamo che tutte le province circostanti imitano

la questione fuCopenaghen, dove i costumi e la lingua sono al massimo livello” (DLO nr. 156). Nel Settecento la

per laparlata migliore (vale a dire quella meno influenzata dai dialetti) viene da taluni indicata come quella

nte allo svedese) di Christiania in Norvegia! (vd. SKARD 1972-1979 [B.5], II, p. 99).

), p. 1286. Per 600 Vd. pp. 789-792 e pp. 830-831 e p. 835, rispettivamente.

dell’Ottocento si 601 Su di essa vd. PLESNER K.F., Det smagende Selskab. Selskabet til de skiønne og nyttige

videnskabers forfremmelse 1759-1959, København 1959. Una sorta di ‘precedente’ di questa è la

pronuncia i suoniSocietas litteraria indagantium fondata a Copenaghen nel 1705 dal vescovo Søren Lintrup (1669-

. Su1731), futuro professore di eloquenza, che raccolse intorno a sé giovani studenti per esaminare

II, p. 45, p. 186, criticamente le nuove pubblicazioni. Questo circolo ebbe tuttavia vita breve (vd. PALUDAN J.,

“Societas indagantium”, in DHT VIII [1907-1908], pp. 292-299).

gi parlino ora in 602 Si segue qui la suddivisione proposta in SKAUTRUP 1944-1968 (B.5) il quale ripartisce

volta, mescolino ulteriormente il periodo in tre fasi: periodo di Holberg (Holbergstiden) dal 1700 al 1750, “danese più

comico, tuttavia recente” (nyere dansk) dal 1750 al 1870 e “danese recentissimo” (nyeste dansk) dal 1870 al 1950.

anese anche dal 603 Si consideri la discussione sulla lingua danese ‘riversata’ sulle pagine de Lo spettatore

che in tedesco e patriottico di Sneedorff (vd. p. 805), che appare anche come una sorta di ‘palestra’ per un nuovo

modo di esprimersi, così come il dibattito sul medesimo argomento tra lo stesso Sneedorff e tale
e discordanza nelNiels Randulf With (1720-1788) un ecclesiastico impegnato in lavori di traduzione (i testi relativi

. Si citano qui, a sono raccolti in Sneedorffs Samtlige Skrivter, IX, Kiøbenhavn 1777, pp. 153-222). Di interesse in

stile alle formequesto contesto è anche l’anonimo scritto Riflessioni sullo stato e il miglioramento attuale e passato

al 1678, avevadella lingua danese per il popolo danese; e soprattutto per tutte le persone assennate e oneste colte e

rretto prendere a rette (Tanker om det danske Sprogs nye og gamle Tilstand og Forbedring til det Danske Folk; og i

ivono in città esær til alle fornuftige og ærlige lærde og retsindige Danske Mænd. Kiøbenhavn 1766), forse dello

costanti imitanostesso With. Parallela procede una discussione di carattere filosofico sulla natura del linguaggio

Nel Settecento laumano.

cata come quella 604 Si citino qui almeno i nomi di Jens Høysgaard (1698-1773), studioso tra l’altro di ortografia e

sintassi; di Hans Gram (cfr. p. 792 e nota 409), filologo di vaste competenze oltre che storico, e di

Jacob Baden, critico e linguista (cfr. p. 808). Di ottimo livello è anche un testo grammaticale

ønne og nyttige conservatoci in un manoscritto ed edito solo recentemente: Dansk rigssprog. En beskrivelse fra 1700-

e’ di questa è latallet, Gl. kgl. Saml. 789 fol., Udgivet med Indledning av af C.C. HENRIKSEN, København 1976. Nel

n Lintrup (1669- Settecento compaiono anche diversi testi destinati all’apprendimento della lingua danese da parte

i per esaminare degli stranieri, in particolare i Tedeschi. Di rilievo è inoltre il lavoro del lessicografo norvegese Hans

J., von Aphelen (1719-1779), il primo a compilare dizionari bilingue (danese-francese e danese-tedesco)

secondo criteri moderni. A lui si deve anche la versione di un lessico della chimica (uscito

quale ripartisceanonimamente a Parigi nel 1761 ma opera del celebre scienziato Pierre Joseph Macquer, 1718-1784)

750, “danese piùe la traduzione del Dictionnarie raisonné d’histoire naturelle (1764-1765) del naturalista francese

Jacques Christophe Valmont de Bomare (1731-1807): Chymisk Dictionnaire (1771-1772) e Den

Lo spettatorealmindelige Natur-Historie i form av en Dictionnaire, in versione, come si precisa nel sottotitolo,

a’ per un nuovo ampliata e migliorata (1767-1770).

Sneedorff e tale 605 Elementi che, del resto, sono già ben riscontrabili fra i linguisti del Seicento (basti pensare a
e (i testi relativi Søren Poulsen Judichær, Peder Syv, Hans Mikkelsen Ravn (cfr. pp. 598-600) ma anche a Henrik

. Di interesse in Gerner (cfr. nota 599).

attuale e passato 606 Si pensi, in primo luogo, alle opere filosofiche di Fredrik Christian Eilschow (vd. pp. 786-

e e oneste colte e787).

anske Folk; og i 607 Vd. pp. 691-692.

766), forse dello 608 Si noti tuttavia che sebbene la lingua dell’esercito fosse il tedesco quella della marina era il

a del linguaggio danese.

609 Il ‘clima patriottico’ di quegli anni è ben espresso nell’opera di autori come Ove Malling (cfr.

ro di ortografia e nota 24) e Peter Frederik Suhm (vd. pp. 792-793). Per altro queste idee erano espresse anche nella

che storico, e diLettera sull’amor patrio (Brev om Kierlighed til Fædrenelandet, 1767) del giurista Eiler Hagerup

to grammaticale (1736-1795, nato in Norvegia). Del 1782 è uno scritto (non pubblicato) dell’ufficiale e scrittore dello

rivelse fra 1700-Schlesvig Werner Hans Frederik Abrahamson (1744-1812; cfr. p. 918, nota 246) dal titolo Il

nhavn 1976. Nel decadimento della lingua nordica (Det nordiske Sprogs Fordærvelse), dall’autore attribuito

danese da parte all’invadenza del tedesco (il manoscritto, conservato alla Biblioteca reale di Copenaghen [Det

norvegese Hanskongelige bibliotek], porta la segnatura NKS 825 a.s 4to). Abrahamson fu del resto tra i primi a

danese-tedesco)riprendere gli studi di antico nordico.

chimica (uscito 610 Fr. Ang. Skole-Væsenets Forbedring ved de publiqve latinske Skoler, og hvad den studerende

quer, 1718-1784)Ungdom, der saavel fra publiqv som privat Information kommer til Academiet, skal giøre Rede for

uralista francese(11 maggio 1775, art. 21: in SCHOU [Abbr.] VI, pp. 17-66, l‘articolo in questione, § 21, è alle pp. 28-

Den 31). Del resto già nella riforma delle “scuole di latino” del 1739 (vd. nota 36) alla lingua danese

a nel sottotitolo,veniva riservata maggiore considerazione.

611 Vd. l’Epistola CCCLXXVII, in LHSS XVI, pp. 351-352.

(basti pensare a 612 D’altronde le tendenze puriste furono accolte in diversa misura, quando non respinte,
anche a Henrik addirittura con ironia. È questo certamente il caso della scrittrice Charlotte Dorothea Biehl (vd. p.

832 e p. 1053), la quale nella commedia Il cavillatore (Haarkløveren, 1765) usa a scopo umoristico

ow (vd. pp. 786- diversi termini di stampo purista. Al contrario Caspar Peter Rothe (1724-1784) aveva dato

provocatoriamente alle stampe un breve scritto dal titolo Proposta del Signor B*** per

l’introduzione in Francia della lingua danese (Herr B*** Forslag om Det Danske Sprogs Indførsel

lla marina era il udi Frankerige, 1755). Con “Signor B***” si allude a La Beaumelle (vd. nota 522). Rappresentante

eminente di un purismo equilibrato è certamente Sneedorff. Una posizione per certi versi

Ove Malling (cfr.contraddittoria è quella di Holberg, il quale sebbene critichi (o addirittura canzoni) i puristi (basti

esse anche nella come esempio la parodia del ‘danese ripulito’ che leggiamo nell’Epistola CDXLVIII (in LHSS XVI, pp.

a Eiler Hagerup484) si sforza poi nelle riedizioni dei propri testi di sostituire molte parole straniere con opportuni

e e scrittore dello sinonimi danesi, ponendosi, di fatto, in una posizione intermedia e ‘tollerante’ (del resto chiaramente

Ilespressa nell’Epistola CDXV, in LHSS XVI, pp. 403-406).

autore attribuito 613 Cfr. p. 775 con nota 409.

Det 614 Dansk Ordbog udgiven under Videnskabernes Selskabs Bestyrelse 1793-1905. In realtà questo

sto tra i primi adizionario si pone come la continuazione di lavori precedenti: già dal 1693 Frederik Rostgaard

(1671-1745) aveva cominciato a raccogliere materiale per un dizionario danese con traduzione latina.

d den studerende Questo lavoro, rimasto incompiuto, era poi stato ripreso da Jacob Langebek (cfr. p. 792) e

l giøre Rede forsuccessivamente proposto alla Reale società per le scienze da Hans Gram. Solo nel 1777 fu tuttavia

21, è alle pp. 28- presa una decisione definitiva (con il necessario avallo reale). Il primo volume (contenente le lettere

la lingua danesedalla A alla E) uscì nel 1793. Vd. DAHLERUP 1993-1997 (B.5), I, pp. XV-XXI.

615 La seconda (in formato di volume) è del 1754.

616 Qui va ricordata la figura del vescovo, salmista e professore Jesper Swedberg (vd. p. 608) il

do non respinte,quale aveva dedicato grande attenzione alla lingua svedese, tuttavia con un approccio rivolto
hea Biehl (vd. p.piuttosto al passato. Oltre che per aver fatto parte di una commissione per la revisione della Bibbia

scopo umoristicoda lui considerata testo assoluto di riferimento anche dal punto di vista linguistico, si era dedicato a

84) aveva datostudi sullo svedese (ivi compresa l’ortografia) i cui frutti principali sono una Breve grammatica

gnor B*** persvedese (En kort Swensk Grammatica, 1722) e Un dizionario svedese completo (Swensk Ordabok),

Sprogs Indførsel cui lavorò fino alla morte, rimasto inedito fino al 2009.

. Rappresentante 617 Come fa notare Elias Wessén (WESSÉN 197510 [B.5], pp. 122-123) a questo periodo risale

per certi versil’uso di semplificare le frasi omettendo nelle secondarie il verbo ausiliare.

i) i puristi (basti 618 Tali sono l’abbandono delle maiuscole per i sostantivi e dell’uso grafico della doppia vocale:

XVI, pp. tra l’altro l’antica āsi era da tempo foneticamente evoluta (nella Svezia centrale almeno dal XIV

re con opportuni secolo) chiudendosi in [o] (con grado di chiusura e durata diversi a seconda della zona e del periodo

esto chiaramente preso in considerazione); conseguentemente la grafia aa (del resto sentita come particolarmente

‘danese’) era stata definitivamente sostituita da å (un segno che, per altro, compare già nel Nuovo

Testamento del 1526; cfr. p. 520 e sopra, nota 596). Inoltre abbiamo la palatalizzazione delle

. In realtà questo consonanti g, k e del nesso sk davanti a vocali anteriori; la defonologizzazione delle consonanti h, l e

derik Rostgaard d (in sostanza soggette a dileguo) davanti a j; l’abbandono pressoché totale dei casi. Vd. WESSÉN

raduzione latina.197510 (B.5), pp. 121-122.

(cfr. p. 792) e 619 Una esauriente elencazione si può trovare in BERGMAN 19723 (B.5), pp. 150-156, dove si

1777 fu tuttavia considerano anche i nomi propri.

tenente le lettere 620 Così appare in modo evidente dalla Dissertazione accademica sulle mutazioni della lingua

svio-gotica (Dissertatio Academica De Mutationibus Linguæ Sueo-gothicæ), discussa da Jacobus

Boëthius (1716-1781) in due distinte sessioni presiedute da Ihre presso l’Università di Uppsala (3

rg (vd. p. 608) il giugno 1742 e 14 giugno 1743).

pproccio rivolto 621 Ihre aveva anche studiato il Codex argenteus (vd. p. 562, nota 146) così come si era dedicato a
Bibbia,studi di filologia nordica, esaminando fra l’altro il Codex upsaliensis dell’Edda di Snorri Sturluson

si era dedicato a (vd. pp. 287-289). Le sue osservazioni in merito restano tuttora valide (vd. in particolare Analecta

eve grammaticaUlphiliana, Upsaliæ 1769 e Bref till Herr Cancellie-Rådet Sven Lagerbring, Rörande Then Isländska

),Edda, och egentligen then handskrift theraf som på Kongl. Bibliotheket i Upsala förvaras, Uppsala

1772).

to periodo risale 622 Come è noto Grimm formulerà in seguito una delle principali leggi fonetiche relative alle

lingue germaniche: la cosiddetta “prima rotazione consonantica” (erste Lautverschiebung) sulla quale

a doppia vocale:vd. RINGE D.A., From Proto-Indo-European to Proto-Germanic, Oxford 2006, pp. 93-116.

almeno dal XIV 623 Già dal 1723 questa ‘novità’ era stata introdotta dal professor Andreas Rydelius (cfr. p. 787

ona e del periodocon nota 465) all’Università di Lund.

particolarmente 624 WESSÉN 197510 (B.5), p. 126. Dove tuttavia si fa opportunamente notare l’eccezione costituita

Nuovodall’opera letteraria di Carl Michael Bellman (vd. pp. 836-838).

alizzazione delle 625 Su di lui vd. BECKMAN N., Sven Hof. En levnadsskildring från frihetstidens Västergötland,

e Göteborg 1923.

ESSÉN 626 Cfr. p. 798, nota 507.

627 Su di lui si veda ALVIN R., Abraham Salstedt, En litterär mångfrestare, Lund 1914.

150-156, dove siInteressante è anche la redazione di quella che risulta essere la prima grammatica svedese per

stranieri curata da Andreas Heldmann (1688-1770): Versuch einer schwedischen Grammatica,

oni della linguafürnehmlich zum Gebrauch eines Teutschen, verfaszet und herausgegeben von AND. HELDMANN,

ussa da Jacobus1738).

tà di Uppsala (3 628 Dalla lettera del re presentata al Consiglio il 20 marzo 1786: “till Svenska Språkets stadgande

ock upodlande, samt till öfning för Vältaligheten ock Svenska skaldekonsten”; vd. “Svenska

si era dedicato aakademiens stiftelsebrev, privilegiebrev, ordningsbok och stat 1786”, utgivna av B. SVENSÉN, in
Snorri Sturluson Svenska akademiens handlingar, XIV (1989), pp. 71-143 (la citazione da p. 84. Per essa fu scelto il

Analecta motto: “genio e gusto” (snille och smak). Sulla storia di questa istituzione si rimanda in primo luogo

e Then Isländska a SCHÜCK H., Svenska akademiens historia, på akademiens uppdrag författad, I-VII, Stockholm

, Uppsala1935-1939 (in particolare il I vol.: Gustav III:s akademi) ma anche a LJUNGGREN G., Svenska

akademiens historia 1786-1886, Stockholm 1886 e SEGERSTEDT T.T., Svenska akademien i sin

che relative allesamtid. En idéhistorisk studie, I-III, 1986-1992. Come è noto l’Accademia assegna ogni anno il

) sulla qualePremio Nobel. Si consideri che la corrispondente Accademia danese (Det danske Akademi) è stata

fondata solo nel 1960.

elius (cfr. p. 787 629 Il lavoro relativo fu molto lungo e il primo volume del Dizionario della lingua svedese edito

dall’Accademia di Svezia (Ordbok öfver svenska språket, utgifven af Svenska Akademien) fu

cezione costituitapubblicato solo nel 1893. A tutt’oggi è uscita (2012) la seconda parte del XXXVI volume (upphäva-

utsudda).

s Västergötland, 630 La più recente è quella in quattro volumi curata da Ulf Teleman, Staffan Hellberg e altri

(TELEMAN U. – HELLBERG S. ET AL. 1999 [B.5]).

631 Del resto seppure in polemica tra loro già Swedberg (vd. p. 608 e p. 818, nota 616) e Hiärne

, Lund 1914.(vd. p. 602 con nota 343) erano stati convinti puristi.

tica svedese per 632 Vd. HERNLUND H., “Svenska Tungomåls-gillet och dess förhållande till

en Grammatica,Vetenskapsakademien” in Samlaren, VI (1885), pp. 25-41 e anche SCHÜCK H., “Ur gamla

ELDMANN, anteckningar. VII. Tungomålsgillet”, in Samlaren, XXXVII (1916), pp. 241-277, dove si esamina il

lavoro dell’associazione a riguardo della lingua svedese.

råkets stadgande 633 Non da ultimo in Holberg (specie nelle prime opere), vd. SKAUTRUP 1944-1968, III, pp. 27-29;

; vd. “SvenskaSKARD 1972-1979, II, p. 91 (entrambi in B.5) e SEIP D.A., Om norskhet i språket hos Ludvig

, inHolberg, Oslo 1954. Tuttavia, come opportunamente rilevato in SKARD 1972-1979, II, pp. 93-94 (che
essa fu scelto ilriprende una osservazione di Ivar Aasen, su cui vd. pp. 942-943) la grande diffusione delle opere di

a in primo luogo questo autore (che dal punto di vista linguistico si sentiva pienamente danese) contribuì piuttosto a

-VII, Stockholmintrodurre in Norvegia una ‘ulteriore dose’ di lingua danese.

Svenska 634 Vd. sopra, nota 39 e p. 776.

akademien i sin 635 “Det fælles Sprog Oplysning og Forbedring”, come indica specificamente l’autore; vd.

gna ogni anno ilHAMRE H., Erik Pontoppidan og hans Glossarium Norvagicum, Bergen 1972.

) è stata 636 Vd. p. 722, p. 808 e p. 836.

637 Vd. p. 721.

ua svedese edito 638 Vd. p. 722 con nota 188.

) fu 639 Per quest’ultima si rimanda a SKARD 1972-1979 (B.5), II, pp. 118-120. In questo contesto il

-nome di maggior prestigio è certamente quello di Edvard Storm (vd. p. 940 con nota 365). Va qui

tuttavia citato anche il poeta Andreas Bull (1746-1796) che dedica i propri versi alla descrizione dei

Hellberg e altripaesaggi norvegesi (cfr. p. 899, nota 155).

640 Cfr. p. 747. Il lavoro, redatto fra il 1743 e il 1748, contiene circa quattromila voci.

ta 616) e Hiärne 641 Per una elencazione completa si rimanda a SKARD 1972-1979 (B.5), II, pp. 121-124.

642 Forerindring (nel dizionario, alle pp. III-XXIV).

örhållande till 643 Il suo saggio, Prøve paa hvorhvidt det gamle Norske Sprog endnu er til udi det Hardangerske

H., “Ur gamlaBonde-Maal. Første Stykke, fu pubblicato nel 1784 in Det kongelige norske videnskabers selskab

ove si esamina il skrifter, I (1784), pp. 297-322.

644 Vd. pp. 942-943.

8, III, pp. 27-29; 645 Interessanti testimonianze della lingua islandese nella prima metà del Settecento sono la

åket hos Ludvig Grammatica Islandica, redatta negli ultimi anni della sua vita da Jón Magnússon (1662-1738),

I, pp. 93-94 (che fratello del più celebre Árni (vd. pp. 587-588), e il Nucleus latinitatis (cui talora si fa riferimento
ne delle opere dicome Kleyfsi, verosimilmente una sorta di nomignolo creato dagli allievi: vd. BLÖNDAL MAGNÚSSON

tribuì piuttosto a1989 [B. 5], p. 475) del 1738, in sostanza un dizionario latino con spiegazioni in lingua islandese,

compilato dal vescovo di Skálholt Jón Árnason (1665-1743) per uso degli studenti.

646 A lui (cfr. p. 726 e p. 839) si fa tra l’altro risalire l’idea di immaginare l’Islanda in figura di

nte l’autore; vd.donna. Questa rappresentazione della patria (che si constata parallelamente presso altre nazioni) si

collega verosimilmente al concetto della terra come madre (la ‘madrepatria’, appunto); cfr. p. 701

con nota 103. A quanto pare una illustrazione di questo genere (ora perduta) accompagnava il testo

da lui composto dal titolo Miraggi al funerale della regina Luisa 1752 (Ofsjónir við jarðarför Lóvísu

drottníngar [sic] 1752, scritto dopo la morte di Luisa di Hannover, moglie del re danese Federico V;

uesto contesto il cfr. p. 689): in esso (III, pp. 107-108) si descrive dettagliatamente una donna dall’aspetto triste,

ota 365). Va quiseduta su una pietra nella natura islandese (in alto in una valle) con sopra la testa la scritta “Islanda”.

a descrizione deiQuesta idea successivamente ripresa da Eggert Ólafsson stesso, diverrà assai popolare nel XIX

secolo: si veda tra l’altro il celebre testo scritto durante il lungo soggiorno a Copenaghen dal poeta

Bjarni Thorarensen (vd. p. 911, p. 946 e p. 1049), Ricordo dell’Islanda (Íslands minni), con il ben

noto incipit: “Antica Ísafold,/ diletta terra madre,/ splendida donna dei monti!” (“Eldgamla Ísafold,/

ástkæra fósturmold, fjallkonan fríð!”), dove per la prima volta compare la definizione Ísaföld “Terra

et Hardangerskedei ghiacci” e si lega questa figura alle montagne d’Islanda con la fortunata definizione “donna delle

nskabers selskabmontagne”. Questa immagine è stata anche frequentemente raffigurata graficamente e adottata in

occasione di celebrazioni patriottiche. Tanto Fjallkonan quanto Ísafold verrano in seguito scelti come

titoli di giornali (vd. pp. 1046-1047).

ttecento sono la 647 Cfr. nota 218.

on (1662-1738), 648 Su di lui vd. DIDERICHSEN P., Rasmus Rask og den grammatiske tradition. Studier over

si fa riferimento vendepunktet i sprogvidenskabens historie, København 1960 e RASK K., Rasmus Rask, store tanker i
AGNÚSSON et lille land, København 2002; cfr. p. 918 e p. 945.

lingua islandese, 649 Sua è la celebre Guida all’islandese o antica lingua nordica (Vejledning til det islandske eller

gamle nordiske Sprog [1811]; edizione riveduta Anvisning till isländskan eller nordiska fornspråket,

anda in figura diaf R. CHR. RASK. Från danskan, öfversatt och omarbetad af författaren, Stockholm 1818).

altre nazioni) si 650 Il celebre antiquario Árni Magnússon (vd. pp. 587-588), morto nel 1730, aveva destinato per

nto); cfr. p. 701testamento i propri beni, che comprendevano l’importantissima collezione di manoscritti,

mpagnava il testoall’Università di Copenaghen. Per la gestione di questo prezioso patrimonio venne istituita (1760)

jarðarför Lóvísu una Fondazione (Den Arnamagnæanske Stiftelse / Det Arnamagnæanske Legat) gestita a partire dal

nese Federico V; 1772 da una apposita commissione (Den Arnamagnæanske Kommission). Nel 1956 sorse l’Istituto

all’aspetto triste,arnamagnæano (Det Arnamagnæanske Institut), più tardi denonimato Raccolta arnamagnæana (Den

scritta “Islanda”.Arnamagnæanske Samling) per la conservazione e lo studio di questi codici. Nel 2003 esso è entrato

opolare nel XIX a far parte di un più ampio ente l’Istituto nordico di ricerca (Nordisk forskningsinstitut). Del 1965 è la

naghen dal poeta decisione, in accoglimento di pressanti richieste degli Islandesi, di restituire gran parte dei preziosi

), con il benmanoscritti al Paese d’origine dove, fin dal 1962, era stato fondato a Reykjavík l’Istituto dei

/ manoscritti islandesi (Handritastofnun Íslands) successivamente denominato Istituto arnamagnæano

“Terra di Islanda (Stofnun Árna Magnússonar á Íslandi). Recentemente (2006) esso è confluito insieme ad

one “donna dellealtri enti culturali nell’Istituto arnamagnæano di studi islandesi (Stofnun Árna Magnússonar í

nte e adottata in íslenskum fræðum). Tra le pubblicazioni ‘storiche’ curate da questa fondazione l’Edda poetica uscita

guito scelti comein tre volumi a Copenaghen fra il 1787 e il 1828 (Edda Sæmundar hinns Fróda, sumptibus Legati

Magnæani et Gyldendalii) e l’Edda di Snorri Sturluson, anch’essa in tre volumi (Edda Snorra

Sturlusonar / Edda Snorronis Sturlæi, Hafniæ, 1848-1887). Su ‘ritorno in patria’ dei manoscritti

on. Studier overislandesi vd. KRISTJÁNSSON J., Heimkoma handritanna, Reykjavík 1981.

sk, store tanker i 651 Vd. p. 728; cfr. p. 945.


652 Basti pensare, a esempio, all’uso di cambiare il proprio cognome al momento dell’ottenimento

et islandske ellerdella dignità nobiliare. Non potendo in questa sede compiere una approfondita analisi di questi

iska fornspråket,sviluppi si rimanda ai diversi articoli compresi nei capp. 145-148 (sui nomi propri) e 149 (sui

toponimi) in BANDLE 2002-2005 (B.5), II, pp. 1314-1325 e pp. 1326-1332 rispettivamente.

eva destinato per 653 È questo un fenomeno facilmente constatabile soprattutto nel lessico relativo ai diversi ambiti

di manoscritti,scientifici.

e istituita (1760) 654 Si tenga presente che i termini qui elencati risalgono sia al XVIII sia al XIX secolo. Tra

tita a partire dalparentesi viene indicato il loro significato letterale. Celebri puristi furono il danese Hannibal Peter

IstitutoSelmer (1802-1877), il cui testo sulle parole straniere in danese, la situazione della lingua e le sue

Den prospettive (Om de i det danske sprog forekommende fremmede ord, samt tyskagtigheder, andre

03 esso è entrato ufuldkommenheder, sprog- og retskrivningsfejl. En blik paa modersmaalets nuværende tilstand og

). Del 1965 è lamuligheden af dets fuldkomnere udvikling herefter, Kjøbenhavn 1861) è da questo punto di vista

arte dei preziosidavvero significativo (in particolare la terza parte che porta il titolo Fremmed-afløsnings-ordbog,

Istituto deieller Ordbog over fremmede ord med deres afløsninger ved danske e propone ‘autentici danicismi’

arnamagnæanoper sostituire i prestiti); lo svedese Viktor Rydberg (vd. p. 1081) e il norvegese Knud Knudsen (vd.

fluito insieme ad pp. 943-944 e p. 1080), autore tra l’altro di un dizionario dal titolo Urnorsk og Norsk eller

Magnússonar ífremmedords avløsning (Kristiania 1881), nel quale sono proposte forme ‘autenticamente norvegesi’

uscitaper le parole di origine straniera.

umptibus Legati 655 Per le ragioni linguistiche esposte in 11.3.3.1 si tratta di termini che compaiono nel XIX

Edda Snorrasecolo.

dei manoscritti 656 Si confronti qui tuttavia il francese pomme de terre.

657 Queste denominazioni hanno tuttavia (con qualche resistenza) ceduto di fronte a prestiti come

(rispettivamente): banani, apríkósa, appelsína, sítróna, kartafla, tómatur.


dell’ottenimento 658 Si pensi ad ambiti come quello delle nuove merci, dei nuovi mestieri, delle nuove mode o dei

analisi di questinuovi modelli culturali introdotti dall’estero. Un caso esemplare è quello della terminologia teatrale

opri) e 149 (suifrancese entrata nello svedese durante l’era gustaviana, quando il sovrano volle promuovere questo

tipo di spettacolo rifacendosi a una cultura di cui era convinto ammiratore.

ai diversi ambiti 659 Per esempi significativi si rimanda a EKBERG 2005 (C.8.2), pp. 1308-1313.

660 Si citino qui a esempio termini come kaffi “caffè”, sykur “zucchero”, tóbak “tabacco”, banki

XIX secolo. Tra“banca”.

e Hannibal Peter 661 Sul significato originario di búð cfr. p. 109.

a lingua e le sue 662 Ma in precedenza erano stati coniati i termini: fréttaþráður “telegrafo” (“filo [per trasmettere]

gtigheder, andre notizie”) e málþráður o talþráður “telefono” (rispettivamente “filo per conversare” o “filo per

ende tilstand og parlare”).

o punto di vista 663 Similmente sono formati i nomi di altre scienze mentre il nome della persona che le esercita

løsnings-ordbog,viene formato con -fræðingur.

entici danicismi’ 664 Questo secondo termine richiama la protagonista del carme eddico Völuspá, che è, appunto, la

ud Knudsen (vd. Predizione dell’indovina (vd. p. 291). La parola fu suggerita dall’illustre scrittore e studioso Sigurður

og Norsk ellerNordal (cfr. p. 1281, nota 221) dopo che in un primo momento era stato proposto Vala (nome proprio

mente norvegesi’ di donna) poi modificato in valva; vd. HELGADÓTTIR S., “Um uppruni orðsins tölva”, in Tölvumál,

XVIII (1993), p. 28. Per una storia del purismo islandese si rimanda a OTTÓSSON 1990.

paiono nel XIX 665 Su di lui KOCH L., Salmedigteren Brorson. En Mindebog til Tohundredåret for hans

Julesalmer, København 1931 e ARNDAL S., H.A. Brorsons liv og salmedigtning, Frederiksberg 1994.

666 Autore di poesie di vario genere Stub è tuttavia ricordato soprattutto per i versi ispirati da un

e a prestiti come fresco senso della natura. Su di lui BRIX H., Ambrosius Stub, København 1960.

667 Considerata dai contemporanei “la nostra erudita poetessa” (“wår lärda Skalde fru”) secondo
uove mode o dei la definizione del pastore e poeta Johan Göstaf Hallman (1701-1757), una definizione ripresa nel

minologia teatraletitolo di una recente miscellanea sulla sua figura (LINGÄRDE V. – JÖNSSON A. ET AL. [red.], Wår Lärda

omuovere questoSkalde-fru. Sophia Elisabet Brenner och hennes tid, Lund 2011, vd. pp. 8-9), Sophia Elisabet

Brenner fu gratificata al suo tempo di grande considerazione. In seguito fu tuttavia fortemente

ridimensionata soprattutto sul piano artistico. Oltre che di versi a carattere religioso è autrice di

banki poesia d’occasione. La sua figura è emblematica della cultura svedese nel periodo della “grande

potenza” al quale la sua vita scorre per gran parte parallela e gli studi raccolti nel testo qui citato ben

approfondiscono i diversi aspetti della sua personalità opportunamente inserendoli nel contesto

[per trasmettere]culturale dell’epoca.

are” o “filo per 668 Si vedano i danesi Jørgen Sorterup (1662-1723), lo stesso Ambrosius Stub, la svedese Sophia

Elisabet Brenner (vd. nota precedente).

na che le esercita 669 Sulla scorta di Boileau (Nicolas Boileau-Despreaux, 1636-1711) e tuttavia con non

trascurabili differenze egli aveva composto un’opera di critica letteraria dal titolo Ars poetica

he è, appunto, la (ca.1700).

tudioso Sigurður 670 “Ha ottenuto totale consenso chi ha abbinato l’utile al dilettevole” (Ars poetica, verso 343, ed.

(nome propriocit., p. 67).

Tölvumál, 671 Uno dei più attivi promotori dell’associazione era stato il funzionario e poeta Elis

Schröderheim (1747-1795) che fu poi chiamato da Gustavo III a costituire l’Accademia svedese. Vd.

edåret for hansSYLWAN O., “Till Utile Dulcis historia”, in Samlaren, XXVIII (1907), pp. 230-241. L’associazione

collaborava con altre come la Auroraförbundet di Åbo (vd. nota 546) e la Apollini Sacra fondata a

rsi ispirati da unUppsala nel 1767 da Olof Bergklint (1733-1805), poeta e critico e da Olof Kexél (1748-1796), autore

di teatro e prosatore (essa cessò l’attività nel 1779).

) secondo 672 L’accademia seguì in sostanza i destini della sua fondatrice, sicché quando nel 1756 ella
zione ripresa nel cadde in disgrazia dopo il fallito colpo di stato (vd. pp. 702-703) anche l’attività di questo ente fu di

Wår Lärda fatto interrotta. Ma nel 1773, dopo l’ascesa al trono di Gustavo III, essa fu ripresa, sebbene in seguito

Sophia Elisabetalla fondazione (1786) dell’Accademia svedese (vd. p. 820 con nota 628) i suoi ambiti di competenza

tavia fortemente venissero circoscritti. Nel medesimo anno 1786 la sua struttura fu riorganizzata ed essa venne a

oso è autrice diinglobare ciò che restava dell’antico Collegio delle antichità (vd. p. 574 con nota 203) il quale, dopo i

do della “grande ‘fasti’ seicenteschi, era stato ridotto (1692) a un semplice “Archivio delle antichità”

to qui citato ben(Antikvitetsarkivet) al cui interno comunque continuava a operare l’antiquario del Regno (vd. p. 572)

oli nel contesto che sarebbe divenuto segretario della riformata accademia. In proposito vd. BACHMAN M.L., “Kungl.

Vitterhets historie och Antikvitets Akademiens instiftande”, in FV 1963, pp. 90-107; sulla sua storia

a svedese SophiaKgl. Vitterhets historie och antikvitets akademien. Dess förhistoria och historia, på akademiens

uppdrag författade av H. SCHÜCK, I-VIII, Stockholm 1932-1944.

uttavia con non 673 Cfr. p. 775. Vd. BECKMAN N., Göteborgs Kungl. Vetenskaps- och Vitterhetssamhälle 1778-

Ars poetica1928. En historik, Göteborg 1928. Gran parte dell’attività di questa associazione è tuttavia dedicata,

fin dalla fondazione, alle discipline scientifiche. In Svezia un precedente può essere considerato il

, verso 343, ed.club Awazu och Wallasis, sorto nel 1732 e di cui fece parte anche Olof Dalin (vd. pp. 797-798 e pp.

802-803). Per la precisione va ricordato che più tardi (1769) un gruppo di amici tra cui il poeta

o e poeta ElisKellgren (vd. p. 835) fonderà una nuova associazione detta Awazu, della quale per altro si sa poco.

mia svedese. Vd. 674 Un precedente di questa è l’associazione Sakir (o Secta, vd. ÓLASON – GUÐMUNDSSON 1992-

. L’associazione2006 [B.4], III, pp. 74-79).

fondata a 675 In Danimarca sono già stati ricordati l’Ordine dell’elefante e l’Ordine del Dannebrog (cfr. p.

48-1796), autore648, nota 547). In Svezia nel 1748 il re Federico I reintrodusse antichi ordini decaduti: l’Ordine dei

Serafini (Serafimerorden), l’Ordine della spada (Svärdsorden), riservato ai militari, e l’Ordine della

do nel 1756 ella stella polare (Nordstjärneorden). Accanto a questi va menzionato l’Ordine dei Vasa (Wasaorden)
questo ente fu diistituito nel 1772 da Gustavo III. Nel 1811 verrà creato l’Ordine di Carlo XIII (Carl XIII:s orden).

bbene in seguito 676 Anche se la ‘cultura dei salotti’ fiorirà in Scandinavia soprattutto a partire dalla fine del XVIII

ti di competenzasecolo – si ricordino quelli di Karen Margarete, ‘Kamma’ Rahbek (1775-1829, moglie di Knud

ed essa venne aLyhne; cfr. p. 805, p. 809, nota 557, p. 839 e p. 918, nota 246), a Copenaghen e di Malla

) il quale, dopo iSilfverstolpe (1782-1861) a Uppsala – l’abitudine di tenere incontri presso le accoglienti dimore di

delle antichità”colte padrone di casa è ben testimoniata anche in precedenza: si pensi alle poetesse Sophia Elisabet

egno (vd. p. 572)Brenner (vd. nota 667) e Hedvig Charlotta Nordenflycht (sulla quale poco oltre).

M.L., “Kungl. 677 Cfr. p. 771 con nota 396. Si noti come in Svezia il Settecento veda il fiorire di tutta una serie

; sulla sua storiadi associazioni più o meno segrete.

på akademiens 678 L’opera fu tradotta in svedese e in tedesco nel 1750, in nederlandese nel 1792, in inglese nel

1862 (prima traduzione completa).

ssamhälle 1778- 679 Ma la satira potrà essere utilizzata anche come arma contro il ‘nuovo’: si veda il caso del

uttavia dedicata,norvegese Gerhard Treschow (1703-1765) autore di scritti contro Holberg e contro lo stile poetico

re considerato il introdotto da Klopstock (sul che poco più avanti).

p. 797-798 e pp. 680 Anche Michelsen, Mickelsen.

tra cui il poeta 681 Le commedie più note sono: Lo stagnino politicante (Den politiske Kandestøber, 1722, 1724

seconda edizione rielaborata), Beppe della montagna o il contadino trasformato (Jeppe paa Bjerget

1992-Eller Den forvandlede Bonde, 1722) ed Erasmus Montanus o Rasmus Berg (E. M. eller R. B.; si

consideri che in danese Berg significa “monte”, il che fa evidente riferimento al vezzo degli eruditi –

annebrog (cfr. p.o di chi si riteneva tale! – di latinizzare il proprio nome). Altre sei commedie, assai inferiori per

uti: l’Ordine deiqualità artistica, furono scritte negli ultimi anni di vita dell’autore. L’occasione di avvicinarsi al

e l’Ordine dellateatro era venuta a Holberg dal fatto che una troupe francese (diverse compagnie teatrali straniere

)erano da tempo attive in Danimarca), dopo aver recitato a lungo a corte, era stata disimpegnata per
lasciare spazio a rappresentazioni operistiche. Si prese dunque a tenere spettacoli in un teatro che si

la fine del XVIIItrovava in Lille Grønnegade (l’attuale Ny Adelgade) dove si cominciò a recitare in danese. Questa

moglie di Knud scelta fece affluire il pubblico (soprattutto un pubblico borghese) che poco dopo poté assistere alle

hen e di Malla commedie di Holberg. Sul teatro di Lille Grønnegade vd. JENSEN A.E., Teatret i Lille Grønnegade

glienti dimore di1722-1728, København 1972.

Sophia Elisabet 682 Il riferimento è, naturalmente, alla commedia dell’arte e al grande commediografo Molière

(Jean-Baptiste Poquelin, 1622-1673) cui Holberg si ispira soprattutto per la caratterizzazione dei

di tutta una seriepersonaggi. Nell’impianto artistico si può inoltre facilmente riconoscere la lezione di Plauto come

anche di Terenzio (sebbene Holberg dichiari esplicitamente di preferire il primo al secondo: vd.

92, in inglese nel l’Epistola CXCV, in LHV XI, pp. 172-175). Ma le fonti cui Holberg attinge sono molteplici.

683 Indicazioni in SCHOU (Abbr.) III, 21 marzo 1738, p. 314 (decreto che per altro sarebbe stato

veda il caso del ripreso ed esteso il 27 ottobre 1773 in particolare nei confronti degli artisti circensi stranieri: vd.

o lo stile poeticoSCHOU V, pp. 415-416; cfr. p. 684 e p. 687).

684 L’architetto incaricato di realizzare quest’opera (in stile rococò) fu Nicolai Eigtved (vd. p. 845

con nota 756). Già nel 1774 fu tuttavia decisa una ristrutturazione e un ampliamento affidati questa

, 1722, 1724volta all’architetto Caspar Frederik Harsdorff (vd. oltre, pp. 846-847; cfr. p. 919). In proposito vd.

ppe paa Bjerget KROGH T., Fra Bergs hus i Læderstræde til Komediehuset paa Kongens Nytorv, København 1949 e

.; siKROGH T. (red.), Komediehuset paa Kongens Nytorv 1748, København 1948. Dopo varie

zo degli eruditi –ristrutturazioni di questo edificio un nuovo Teatro reale, edificato accanto all’antico, sarebbe stato

ssai inferiori perinaugurato nel 1874.

di avvicinarsi al 685 Cfr. p. 811.

teatrali straniere 686 In tale veste egli avrebbe proposto un suo lavoro che fu oggetto di dure critiche e suscitò una

disimpegnata perviolenta polemica, sicché poi si dedicò esclusivamente alla direzione del teatro. Qui, proprio a partire
un teatro che sidall’anno 1771, sarebbe stata aperta una scuola di balletto cui si sarebbe aggiunta due anni dopo una

n danese. Questascuola di canto. Da segnalare, nell’ambito della rinascita di questo genere, la prima rivista teatrale

oté assistere alle pubblicata in Danimarca: Il giornale drammatico (Den dramatiske Journal, 1771-1773) dovuta

ille Grønnegadeall’iniziativa di Peder Rosenstand-Goiske (1752-1803).

687 Vd. p. 722 con nota 188.

diografo Molière 688 Vd. sopra, nota 190; cfr. p. 808 e p. 821.

tterizzazione dei 689 Vd. sopra, p. 722 con nota 189.

di Plauto come 690 In Norvegia l’attività teatrale sarebbe a lungo rimasta affidata all’iniziativa privata. Da questo

al secondo: vd.punto di vista sarebbe stata importante la fondazione delle diverse ‘società teatrali’, la prima delle

quali (Det dramatiske Selskab) fu fondata a Christiania nel 1780 per iniziativa di Bernt Anker (cfr.

tro sarebbe statonota 182 e nota 795).

nsi stranieri: vd. 691 Vd. p. 614.

692 Il nome fa riferimento al fatto che la costruzione era stata inizialmente destinata a uso

gtved (vd. p. 845sportivo. Per rappresentazioni teatrali era utilizzata in alcuni casi anche una costruzione adiacente

o affidati questadetta “Piccola casa della palla” (Lilla Bollhuset). Vd. FLODMARK J., Bollhusen och Lejonkulan i

In proposito vd. Stockholm. Teaterhistorisk lokalstudie, Stockholm 1897.

øbenhavn 1949 e 693 Vd. pp. 580-581 e p. 614 rispettivamente.

48. Dopo varie 694 In questo contesto debuttarono le prime attrici svedesi tra cui la celebre Elisabeth (nota

co, sarebbe stato tuttavia come Lisa o Elise) Lillström (1717-1791) e la di lei figlia, Elisabeth Olin (1740-1828) che in

seguito si sarebbe affermata anche come cantante.

695 Le rappresentazioni in lingua svedese tuttavia proseguirono a livello ‘popolare’. Esse

che e suscitò unavenivano tenute in diversi locali (tra cui il teatro nel parco di Humlegården a Stoccolma) o in giro per

proprio a partire il Paese (e in Finlandia). A mantenere vivo il teatro in lingua svedese fu, soprattutto, la compagnia di
ue anni dopo unaPetter Stenborg (1719-1781), cui dunque va gran parte del merito di aver portato avanti questo filone.

a rivista teatraleLuisa Ulrica aveva favorito gli spettacoli a corte e fatto ricostruire dopo un incendio il teatro nel suo

71-1773) dovutacastello di Drottningholm, che fu terminato nel 1766 (vd. p. 618); vd. BEIJER A., Slottsteatrarna på

Drottningholm och Gripsholm, Stockholm 1937.

696 A questo scopo nel 1782 il sovrano aveva istituito l’Associazione per il miglioramento della

lingua svedese (Förbättringssällskapet för svenska språket) che doveva esaminare i testi proposti per

il teatro; del 1787 è invece la fondazione della Scuola di arte drammatica (Dramatens elevskola) per

rivata. Da questola quale furono chiamati maestri francesi e che avrebbe continuato la propria attività fino al 1964.

’, la prima delle Nel 1788 nasceva inoltre il Teatro drammatico svedese (Svenska dramatiska teatern). In realtà,

Bernt Anker (cfr.tuttavia, l’allontanamento degli attori francesi non fu affatto definitivo e diverse rappresentazioni (a

beneficio di ristrette cerchie di persone) continuarono a essere messe in scena. Il sovrano incoraggiò

anche traduzioni svedesi di drammi francesi e in collaborazione con il poeta Kellgren (vd. p. 835)

destinata a usoscrisse l’opera in versi Gustavo Vasa (lavoro rappresentato nel 1786 ma verosimilmente concluso fin

uzione adiacentedal 1783, Gustaf Wasa, Lyrisk tragedi i tre akter; vd. in JHKS II il commento alle pp. 360-362). Ma

ch Lejonkulan ila produzione drammatica svedese di questo periodo resta di scarso livello: anche un’opera come

Odino (Oden, 1790) di Carl Gustaf af Leopold (vd. p. 835), pure segnata da un grande successo, si

rivela debole, soprattutto dal punto di vista linguistico.

Elisabeth (nota 697 Cfr. p. 699.

740-1828) che in 698 La figura del petit-maître, il “bellimbusto”, che andava diffondendosi tra i giovani nobili

svedesi, era già stata ridicolizzata da Dalin ne L’Argo svedese (si veda il nr. XIII, 1734, II, pp. 105-

‘popolare’. Esse109), che sul modello dell’espressione francese aveva coniato il calco småmästare. Ma il termine

ma) o in giro per sprätthök (letteralmente “falco elegantone”) ebbe maggior successo, tanto è vero che Dalin stesso lo

la compagnia di accolse nella ristampa de L’Argo svedese del 1754. Si veda del resto anche lo Scritto in occasione del
nti questo filone.matrimonio (Bröllops-Skrift) del poeta e pastore Johan Göstaf Hallman (cfr. sopra, nota 667)

il teatro nel suo dedicato a Peter Gabriel Forster e Elisabeth Petre sposatisi il 30 ottobre 1735 (in Samlade

ottsteatrarna påvitterhetsarbeten af svenska författare från Stjernhjelm till Dalin. Efter originalupplagor och

handskrifter utgivna af P. HANSELL, XIX, Uppsala 1875, pp. 192-195). Ai petit-maîtres fa del resto

lioramento delladiverse allusioni anche Holberg; per il dettaglio delle citazioni vd. Holberg-Ordbog (indicazioni alla

testi proposti pernota 568), IV, 1986, col. 402: egli del resto dichiara esplicitamente che Jean de France, protagonista

) per dell’omonima commedia, è una satira di questo personaggio.

ità fino al 1964. 699 In ambito teatrale si possono citare anche i nomi di Erik Wrangel (1686-1765), Reinhold

). In realtà,Gustaf Modée (1698-1752), Olof Celsius il Giovane (den yngre, vd. nota 429), Johan Stagnell (1711-

ppresentazioni (a1795) ed Eric Brander (Skjöldebrand, dopo la concessione della dignità nobiliare, 1722-1814); le loro

vrano incoraggiò opere tuttavia non vanno al di là di un volonteroso esercizio letterario.

gren (vd. p. 835) 700 Vd. p. 816.

ente concluso fin 701 Questa sua affermazione incontrò la decisa opposizione del filosofo Jens Kraft (vd. p. 786),

p. 360-362). Masuo collega all’Accademia di Sorø che difendeva la supremazia delle scienze naturali.

e un’opera come 702 Non si dimentichi l’attacco portato da Kellgren a Swedenborg (vd. nota 397). La società Pro

ande successo, sisensu communi fu fondata da Kellgren insieme con Nils von Rosenstein (1752-1824), funzionario e

filosofo, figlio del celebre medico (vd. p. 783); essa rimase tuttavia sostanzialmente circoscritta a

loro. Un’altra associazione di cui Kellgren fece attivamente parte (ma della quale non si sa molto) è il

i giovani nobili cosiddetto Ordine dei francescani (Franciskanerorden), fondato nel 1780 o 1781 allo scopo di

734, II, pp. 105-contrastare ogni forma di fanatismo e irrazionale pregiudizio.

. Ma il termine 703 Qui meritano una citazione anche le figure di Carl Gustaf Tessin (vd. p. 702 con nota 105) e

e Dalin stesso loAnders Johan von Höpken (1712-1789), rappresentanti di una nobiltà che ricopre importanti incarichi

in occasione del politici ma dedica una buona parte del proprio tempo alla cultura e alla letteratura.
opra, nota 667) 704 Vd. p. 816.

Samlade 705 Vd. pp. 322-323.

nalupplagor och 706 Per queste società letterarie vd. rispettivamente p. 829 e p. 721.

fa del resto 707 Cfr. p. 821.

(indicazioni alla 708 Nato nel 1740 nella zona sud di Stoccolma, Bellman apparteneva a una famiglia di origine

, protagonistatedesca che lo allevò secondo un’educazione rigidamente luterana ma gli fornì anche un precettore,

Claes Ludvig Ennes (1727-1791) uomo di grande preparazione e poeta, che lo istruì in diverse

1765), Reinhold discipline (retorica, emblematica, lingue straniere, composizione, musica e metrica). Il poeta non

n Stagnell (1711- mancherà di riconoscergli grandi meriti. Assunto nel 1757 presso la banca statale e iscritto

22-1814); le loro all’Università di Uppsala, egli si dimostrò tutt’altro che ligio al dovere, dedicando gran parte del suo

tempo al divertimento e alla musica. Divenne così un abilissimo suonatore di cetra, ma fu licenziato e

si ritrovò pieno di debiti. Questa situazione (aggravata da una malattia del padre) si ripercosse sulla

raft (vd. p. 786),famiglia che fu costretta a trasferirsi in campagna. Carl Michael volle comunque tornare a Stoccolma

dove cominciò a comporre le prime canzoni. Di certo non conduceva una vita agiata né, tantomeno,

Proregolare, tuttavia una canzone composta in onore di Gustavo III, Alla salute, 30 maggio 1771 (Skål,

4), funzionario eden 30 Maj 1771: in CARL MICHAEL BELLMANS Skrifter, Standardupplaga utgiven av

nte circoscritta aBellmanssällskapet, Dikter till Gustaf III och Konungahuset, Stockholm 1938, N:o 4., p. 8), divenuta

n si sa molto) è ilmolto popolare gli procurò il favore del sovrano e una certa stabilità economica. Le sue composizioni

1 allo scopo diora lo avevano reso celebre (seppure non mancassero ottuse critiche alla sua arte da taluni

considerata sconveniente). Nel 1777 Bellman sposò Luisa Federica (Lovisa Fredrika) Grönlund

con nota 105) e(1755-1847) dalla quale ebbe quattro figli. La scarsa propensione per gli impegni di lavoro, trascurati

portanti incarichiper dedicarsi alla poesia e alla musica, determinò un progressivo peggioramento della sua posizione

economica. Dopo l’assassinio del suo protettore Gustavo III (vd. p. 706) la sua situazione si fece
assai critica. Sommerso da debiti e denunce dovette subire l’arresto e fu imprigionato nel carcere del

castello reale. Sebbene venisse liberato grazie all’interessamento di alcuni amici, la sua salute ne

risentì pesantemente e nel 1795 morì a causa della tubercolosi.

709 Il poeta Kellgren, arbitro del gusto dell’epoca, aveva inizialmente riservato una severa critica

miglia di origine a questi componimenti nello scritto satirico I miei dileggi (Mina Löjen, in JHKS I, pp. 113-123, p.

he un precettore,121 in particolare) salvo poi rivalutarli al punto di scrivere la Prefazione (Företal) all’edizione delle

istruì in diverseFredmans epistlar (di cui poco oltre) del 1790 (pp. VII-XII, riportata anche in JHKS I, pp. 411-415).

a). Il poeta non 710 Sui quali vd., rispettivamente, p. 611. pp. 797-798 e pp. 802-803.

tatale e iscritto 711 Nei Canti di Fredman (Fredmans sånger, 1791) sono raccolti sessantacinque componimenti

ran parte del suoscritti da Bellman lungo tutto l’arco della vita, una selezione assai limitata dei testi non compresi

ma fu licenziato enelle Fredmans Epistlar (di cui subito dopo). Essi rappresentano dunque tutti i generi in cui l’autore

ripercosse sullasi era esercitato (parodia biblica, canzone bacchica, poesia sulla natura). Un’opera assai utile (benché

nare a Stoccolmala critica le abbia riservato minor attenzione rispetto alle Epistole di Fredman) per delineare la

a né, tantomeno,parabola artistica di questo autore. Il nome Fredman fa riferimento a Jean Fredman (1712 o 1713-

Skål, 1767), orologiaio di corte assai noto a Stoccolma che finì in rovina dopo aver sperperato il

ga utgiven avpatrimonio della moglie (poi morta) ed essere caduto preda dell’alcolismo. In realtà nei Canti di

., p. 8), divenutaFredman egli compare solo in poche occasioni, ma il titolo della raccolta è presumibilmente dovuto

ue composizioni alla scelta dell’editore di proporre un volume in continuità con le Epistole di Fredman uscite l’anno

a arte da taluniprecedente.

) Grönlund 712 La raccolta comprende ottantadue canzoni. Il termine ‘epistole’ contiene, secondo le regole

lavoro, trascuratidella parodia, una allusione di carattere religioso, volendo Bellman (almeno inizialmente) fare di

lla sua posizioneFredman una sorta di ‘apostolo’ da contrapporre a San Paolo.

ituazione si fece 713 Si veda SCHÜCK H., “Stockholm på Bellmans tid”, in Bellmansstudier (1924), pp. 9-38.
o nel carcere del 714 Al fine di parodiare i diversi ‘ordini’ tanto di moda al tempo, Bellman fondò nel 1766 il

la sua salute necosiddetto Ordine di Bacco (Bacchi orden) nel quale venivano accolti individui allo sbando cui non

era rimasta altra consolazione se non quella di affogare i problemi nell’alcol. Legata a ciò è, in

na severa criticaparticolare, l’opera dal titolo Il tempio di Bacco aperto per la morte di un eroe (Bacchi Tempel

pp. 113-123, p.öppnat vid en Hiältes död, 1783), rielaborazione di uno scritto precedente, nella quale una complicata

all’edizione delleparodia mitologica (e religiosa) ripropone ancora una volta un quadro della vita degli emarginati in

una Stoccolma decadente. Ispirata al Bacchi orden fu la società che ebbe nome Par Bricole, creata

nel 1779 da Olof Kexél (sul quale cfr. nota 671). Il nome della società, tuttora esistente, viene inteso

ue componimenticome “d’improvviso”, sebbene in realtà la sua traduzione precisa sia “di rimbalzo” (in riferimento

sti non compresialla terminologia del biliardo). Di essa fece parte anche il celebre poeta Kellgren (vd. p. 835).

ri in cui l’autore 715 Le melodie che accompagnano le canzoni di Bellman sono tratte da compositori noti ma

sai utile (benchéanche da temi popolari e, talvolta, rielaborate (forse composte) da lui stesso. Insieme a Bellman,

per delineare laseppure molto lontano per i risultati artistici, si può qui ricordare il norvegese Jens Zetlitz (1761-

n (1712 o 1713-1821) autore di vivaci componimenti conviviali (su di lui BREEN E., Jens Zetlitz. Et

er sperperato il tohundreårsminne, med et utvalg av Jens Zetlitz’ dikt, Oslo 1990). Ma anche altri autori si dedicarono

Canti dia questo genere (come Peter Andreas Heiberg, su cui cfr. p. 811).

bilmente dovuto 716 Tra gli imitatori di Bellman Samuel Olof Tilas (1744-1772) e Olof Rudbeck (1751-1777),

uscite l’annonipote del celebre omonimo goticista (vd. pp. 582-584 e pp. 630-631).

717 Vd. p. 780.

econdo le regole 718 Su di lui STÅLMARCK T., Jacob Wallenberg. Ostindiefarare, Präst, Författare, 1746-1778,

almente) fare diStockholm 1995.

719 Vd. p. 783.

720 Vd. paragrafo successivo.


ondò nel 1766 il 721 Vd. nota 418. Il culmine di questi studi si avrà con i lavori di Jens Peter Trap (1810-1885) che

o sbando cui nonprodurrà una vastissima e dettagliata descrizione statistico-topografica della Danimarca (prima

egata a ciò è, in edizione 1856-1860), cui si aggiungeranno (1861-1864) due volumi sullo Schlesvig (l’edizione più

Bacchi Tempelrecente in B.1) e di Jens Edvard Kraft (1784-1853) che redigerà una monumentale Descrizione

e una complicata topografico-statistica sul regno di Norvegia (Topografisk-statistik Beskrivelse over Kongeriget

gli emarginati in Norge) pubblicata in sei volumi tra il 1820 e il 1835.

, creata 722 Cfr. p. 805, nota 557 e p. 918, nota 246.

nte, viene inteso 723 Sul primo, considerato il fondatore del romanzo svedese, vd. STÅLMARCK T., Jacob Mörk –

” (in riferimento Studier kring våra äldsta romaner, Stockholm 1974.

724 Una citazione particolare merita lo svedese Samuel Ödmann (1750-1829), orientalista,

positori noti masalmista e studioso della natura che sa tradurre in immagini assai efficaci il senso del paesaggio e

eme a Bellman,della cultura del suo Paese.

ns Zetlitz (1761- 725 Cfr. p. 723.

ens Zetlitz. Et 726 La raccolta dei suoi componimenti è nota come Libretto di Þorlákur (Þorlákskver). Essa fu

ori si dedicaronopubblicata una prima volta a cura di Hálfdan Einarsson (su cui poco oltre) nel 1775 (Nockur liod-

mæli), ma in tale occasione i versi di carattere profano furono tralasciati. Essi saranno invece

ck (1751-1777), compresi nell’edizione del 1858 curata da J. Pjetursson ed E. Jónsson (Ljóðmæli. Ný útgáfa, stórum

aukin, endurbæætt og löguð, Reykjavík 1858).

727 Vd. p. 726, p. 823 con nota 646 e p. 945. Su di lui si rimanda in primo luogo a “Eggert

1746-1778, Ólafsson, skáld og náttúrufræðingur”, in BR, pp. 57-60.

728 Si tenga presente che in islandese il termine Búnaðarbálkur traduce il latino Georgica.

729 Su di lui vd. STEFÁNSSON S., Jón Þorláksson – þjóðskáld Íslendinga. Æfisaga, [Reykjavík]

1963 e anche “Jón Þorláksson, prestur og skáld”, in BR, pp. 73-76.


(1810-1885) che 730 Vd. p. 724, nota 201.

animarca (prima 731 Nell’introduzione (I, p. XXIII) egli spiega chiaramente il suo intento definendo il patrimonio

g (l’edizione piùletterario tradizionale un “nutrimento malsano per l’anima” (“óheilnæm andarfæða”), al contempo

Descrizione rallegrandosi del divieto relativo alle danze e al vikivaki (vd. p. 524, nota 220; cfr. p. 858 con nota

over Kongeriget833).

732 Vd. p. 725 con nota 205.

733 Vd. p. 387.

Jacob Mörk – 734 Per la verità la prima opera teatrale islandese è la commedia Sperðill (1760 circa) di Snorri

Björnsson di Húsafell (1710-1803) della quale tuttavia non si sa se fu mai rappresentata.

29), orientalista, Successivamente Geir Vídalín (1761-1823), dal 1801 primo vescovo di Reykjavík, scrisse un testo

del paesaggio edal titolo La ricompensa per il salvataggio (Bjarglaunin, verosimilmente del 1790; l’opera è nota

anche con il titolo di Brandur). A Sigurður Pétursson, poeta e autore di due commedie (Hrólfur e

Narfi, entrambe rappresentate nel 1799), va tuttavia il merito di aver prodotto opere artisticamente

). Essa fu mature. Su di lui si veda “Sigurður Pétursson, sýslumaður og leikritahöfundur”, in BR, pp. 77-80 e

Nockur liod- JÓNSSON F., “Sigurður Pjetursson, 1759-1827”, in Ársrit Hins íslenska fræðafélags, IX (1927-

saranno invece1928), pp. 34-73.

ý útgáfa, stórum 735 Una precedente ‘storia letteraria’ riferita agli autori del XVI e XVII secolo era stata redatta da

Páll Vídalín (cfr. p. 723) che aveva compilato una Elencazione dei poeti e degli scrittori islandesi di

luogo a “Eggert questo secolo e del precedente (Recensus poetarum et scriptorum Islandorum hujus et superioris

seculi), opera che egli non riuscì a completare e della quale possediamo solo parti comprese in altri

scritti o tradotte in islandese; essa era, quantomeno, nota a Hálfdan Einarsson (vd. SÆMUNDSSON

, [Reykjavík] M.V., “Fyrsta bókmenntasagan”, in Myndir á sandi. Greinar um bókmenntir og menningarástand

Reykjavík 1991, pp. 130-137 e JENSSON G.Þ., “Hversu mikið er nonnulla? Recensus Páls Vídalíns í
Sciagraphiu Hálfdans Einarssonar”, in Ritmennt. Ársrit Landbókasafns Íslands – Háskólabókasafns,

do il patrimonioV [2000], pp. 112-130). A Hálfdan Einarsson si deve la scelta di includere una composizione di

), al contempo Guðný Guðmundsdóttir (nata nel 1660 ca.) dal titolo Sospiro quotidiano dell’anima timorata di Dio

p. 858 con nota(Daglegt Andvarp gudhræddrar Sælar nel Libro islandese dei salmi (Islendsk Psalma-Book)

pubbicato nel 1772 (testo alle pp. 240-241): è questa la prima volta in cui in Islanda viene pubblicato

il lavoro di una donna (in generale sulla ‘rinascita’ della letteratura femminile in Islanda vd. HUGHES

S.F.D., ”The Re-emergence of Women’s Voices in Icelandic Literature, 1500-1800”, in ANDERSON

circa) di SnorriS.M. – SWENSON K., Cold Cousel. Women in Old Norse Literature and Mythology, New York-

ai rappresentata.London 2002, pp. 93-128). Si ricordi infine che Hólar era tradizionalmente un importantissimo centro

scrisse un testoculturale nel quale era in funzione l’antica stamperia. Essa avrebbe poi cessato l’attività nel 1799

0; l’opera è notadopo più di duecento anni (cfr. p. 510).

e 736 Da Fredmans sånger; DLO nr. 157.

re artisticamente 737 In danese l’opera risulta tradotta una prima volta in prosa da Andreas Christian Alstrup (1763-

, pp. 77-80 e1821), Ossians Digte, I-II, Kiøbenhavn 1790-1791. Ben più noto è tuttavia il lavoro pubblicato in due

, IX (1927- volumi a Copenaghen da Steen Steensen Blicher (vd. p. 916) tra il 1807 e il 1809 (Ossians Digte). In

svedese, a parte la versione di qualche singolo brano (vd. SCHÜCK – WARBURG 19853 [B.4], IV, pp.

a stata redatta da197-202 e GRAVES 2004, pp. 198-204), la prima traduzione apprezzabile è Skaldestycken af Ossian

ttori islandesi diuscita in tre volumi a Uppsala tra il 1794 e il 1800, curata da Gustaf Knæs (1773-1828), Olof

jus et superioris Andersson Knös (1756-1804) e Gustaf Rosén (1772-1735). A essa seguirà tra il 1842 e il 1846

comprese in altril’edizione di Nils Arfvidsson (1802-1880) che come specifica il titolo è condotta sul testo gaelico

ÆMUNDSSON(Oisians sånger, efter gaeliska originalet och på dess vers-slag försvenskade, I-II, Stockholm). In

menningarástand,Norvegia Ossian sarà introdotto da Claus Fasting nei suoi Fogli provinciali (vd. p. 808 con nota 550)

s Páls Vídalíns í mentre il primo islandese che lo prenderà in considerazione (in relazione al paganesimo nordico) sarà
áskólabókasafns,il professor Finnur Magnússon (1781-1847) nel saggio in lingua danese dal titolo Tentativo di

composizione dispiegazione di alcuni passi di Ossian, riguardanti in particolare il paganesimo della Scandinavia

timorata di Dio(Forsøg til Forklaring over nogle Steder af Ossians Digte, mest vedkommende Skandinaviens

)Hedenhold, København 1814; vd. BARNABY 2004, p. XLI). Più tardi poeti come Bjarni Thorarensen e

viene pubblicato Jónas Hallgrímsson (vd. p. 946 e p. 948) ma anche Grímur Thomsen (vd. p. 953, nota 13 e p. 1076

UGHES con nota 491) e Steingrímur Thorsteinsson (vd. p. 1076 con note 491-492) ne tradurranno alcune

NDERSON parti. Il tema diverrà anche argomento di studi critici e motivo ispiratore nell’arte figurativa: si pensi

, New York-in primo luogo al pittore danese Christian Gottlieb Kratzenstein-Stub (di cui a p. 849); vd. CH.

antissimo centroCHRISTENSEN, “Ossian-illustrationer i Danmark”, in Fund og Forskning, XIX (1972), pp. 7-32.

attività nel 1799 738 Uno dei primi a risentire di questa nuova atmosfera fu lo svedese Gudmund Göran Adlerbeth

(1751-1818), autore neoclassico coinvolto nelle iniziative teatrali di Gustavo III ma, al contempo,

interessato a Ossian, a Young e all’antica poesia nordica.

n Alstrup (1763- 739 Vd. p. 835 e pp. 838-839 rispettivamente.

pubblicato in due 740 Vd. p. 722, p. 808 e p. 821.

). In 741 Anche il fratello Claus (1764-1829) fu autore e poeta, la sua opera tuttavia è assai meno

[B.4], IV, pp.segnata dal preromanticismo e ha un taglio, si potrebbe dire, quasi realistico.

tycken af Ossian 742 In realtà il cognome di famiglia era Thorén, ma nel 1785 egli lo mutò in Thorild, cioè Thors

773-1828), Olof eld “fuoco di Thor” per esprimere il suo carattere ‘incendiario’. Su di lui: NILSSON A., Thomas

1842 e il 1846Thorild. En studie över hans livsåskådning, Stockholm 1915.

sul testo gaelico 743 Vd. p. 835.

, Stockholm). In 744 Il che seppure certamente si richiami a Rousseau appare già anticipato nella descrizione

08 con nota 550)dell’uomo nordico fatta da Olaus Magnus (vd. pp. 581-582).

mo nordico) sarà 745 Questa tendenza trova del resto collegamenti anche con gli studi storici: basti pensare a Peter
Tentativo diFrederik Suhm (vd. pp. 792-793) che non aveva mancato di suscitare un rinnovato interesse per la

ella Scandinaviamitologia nordica.

e Skandinaviens 746 Vd. 9.2.1.

ni Thorarensen e 747 Ancora nel Settecento Snorri Sturluson e Saxo grammaticus vengono considerati punti di

ota 13 e p. 1076riferimento imprescindibili e le loro opere riedite in forma rielaborata; vd. JØRGENSEN 2005 (C.9.2),

durranno alcune p. 6 e SKAUTRUP 1944-1968 (B.5), III, pp. 153-155.

gurativa: si pensi 748 Si citino qui almeno i danesi Thomas Broder Bircherod (1661-1731) e Otto Sperling (1634-

H.1715) e gli svedesi Eric Julis Biörner (cfr. p. 592 e p. 795, nota 500) e Johan Göransson (cfr. p. 794

con nota 492).

Göran Adlerbeth 749 Qui Mallet incorre nell’errore, ancora assai comune all’epoca, di considerare Celti e Germani

ma, al contempo, come appartenenti a un’unica tradizione culturale: errore che Thomas Percy (su cui poco oltre)

confuterà puntualmente nella prefazione alle Antichità nordiche.

750 Queste due opere saranno seguite dalla vera e propria Storia della Danimarca (Histoire de

Dannemarc), in sei volumi, dei quali esse costituiscono le prime due parti. Su Mallet vd. STADLER H.,

ia è assai menoPaul-Henri Mallet 1730-1807, Lausanne 1924.

751 Nacquero così i Cinque brani di poesia runica tradotti dalla lingua islandese (Five Pieces of

Thors Runic Poetry Translated from the Icelandic Language, 1763). L’opera non ebbe tuttavia immediato

Thomassuccesso (sfavorevole era il paragone con l’Ossian di Macpherson) ma fu rivalutata qualche anno

dopo.

752 Vd. p. 587.

nella descrizione 753 Herrn Professor Mallets Geschichte von Dänemark, I-III, Rostock und Greifswald, 1765-

1779.

i pensare a Peter 754 Schimmelmann, che per altro non possedeva le conoscenze necessarie, cercò tuttavia di
o interesse per ladimostrare una sorta di armonia tra la Bibbia e l’Edda, libri che considerava i più antichi del mondo.

755 Vd. p. 685 con nota 33.

756 Su di lui vd. VOSS K., Arkitekten Nicolai Eigtved 1701-1754, København 1971.

siderati punti di 757 Vd. ERICHSEN J., Frederiksstaden. Grundlæggelsen af en københavnsk bydel 1749-1760,

2005 (C.9.2),København 1972.

758 Come è stato detto (vd. p. 444) il primo sovrano di questa dinastia era stato nel 1448 Cristiano

Sperling (1634-I.

sson (cfr. p. 794 759 Il trasferimento della famiglia reale ad Amalienborg fu causato dalla distruzione del castello

di Christiansborg in seguito a un terribile incendio (cfr. nota 33). Su questo complesso vd. NØRRING

Celti e Germani O., Amalienborg, the royal palaces, chambers and gardens, the royal Danish collections, Valby

cui poco oltre) 2000.

760 Cfr. nota 33. Una citazione merita anche il piccolo castello Eremitagen nel parco forestale di

Histoire de Dyrehaven a nord di Copenaghen, realizzato dallo stesso de Thurah in stile tardo barocco. Vd.

H.,WEILBACH F., Architekten Lauritz Thura, København 1924. Nel 1702 era stato completato anche il

Teatro dell’Opera (Operahuset) che tuttavia fu utilizzato per quello scopo solo per un breve periodo.

Five Pieces ofAttualmente esso ospita un tribunale (Østre Landsret).

ttavia immediato 761 Fra gli altri: il castello di Hirschholm (presso Hørsholm nella Selandia settentrionale)

ata qualche annodestinato a residenza di campagna dei reali (demolito nel 1810); il palazzo reale noto come “Palazzo

giallo” (Det Gule Palæ) di Roskilde; i primi padiglioni del Frederiks Hospital (cfr. nota 459) di

Copenaghen.

reifswald, 1765- 762 Il titolo (che riprende un’idea dell’architetto scozzese Colen Campbell, 1676-1729) fa chiara

allusione a Marco Vitruvio Pollione (Marcus Vitruvius Pollio, ca.75-25 a.C.), autore della celebre De

cercò tuttavia di architectura.


763 Si citino qui il tedesco Elias David Häusser (o Haüsser; cfr. nota 33) che aveva realizzato il

primo progetto di Christiansborg; Philip de Lange (1704-1766), olandese o forse tedesco, eclettico

architetto al servizio della ricca borghesia, attivo a Copenaghen ma non solo (a lui si deve la

ydel 1749-1760,splendida residenza barocca di Glorup in Fionia); il francese Nicolas-Henri Jardin (1720-1799) che

avrebbe introdotto il neoclassicismo in Danimarca e, tra l’altro, avrebbe rinnovato proprio Glorup

el 1448 Cristianoinsieme al danese Christian Joseph Zuber (1736-1802).

764 Vd. LUND H., C.F. Harsdorff, København 2007 e RAABYEMAGLE H. – SMIDT CL.M. (eds.),

ione del castelloClassicism in Copenhagen. Architecture in the age of C.F. Hansen, photographs by J. LINDHE

ØRRINGCopenhagen 1998.

, Valby 765 Vd. p. 625 con nota 453.

766 Vd. p. 620 e p. 625.

parco forestale di 767 Hårleman fu anche incaricato di ricostruire il castello di Uppsala (risalente ai tempi di

do barocco. Vd. Gustavo Vasa) dopo l’incendio che aveva devastato la città nel 1702. Vd. ALM G., Carl Hårleman

mpletato anche iloch den svenska rokokon, Lund 1993.

n breve periodo. 768 È il teatro comunemente noto come Confidencen a motivo del fatto che nell’edificio vi era una

sala in cui la famiglia reale poteva consumare i pasti in totale riservatezza. In precedenza la

a settentrionale)costruzione ospitava una scuola di equitazione (da cui il nome Beridarehuset, cioè ”Casa dei

o come “Palazzocavalieri”) e una taverna. Vd. FOGELMARCK S., Carl Fredrik Adelcrantz. Ett gustavianskt

cfr. nota 459) dikonstnärsöde, Stockholm 1995.

769 Vd. p. 706 con nota 120. Cfr. p. 1098, nota 606.

6-1729) fa chiara 770 Qui lavorò anche l’architetto del paesaggio Fredrik Magnus Piper (1746-1824).

De 771 Vd. SETTERWALL Å., Erik Palmstedt 1741-1803. En studie i gustaviansk arkitektur och

stadsbyggnadskonst, Stockholm 1945.


veva realizzato il 772 Su di lui vd. BERG VILLNER L., Tempelman. Arkitekten Olof Tempelman, 1745-1816,

edesco, eclettico Stockholm 1997. Un architetto di chiara impronta classicistica è Carl Wilhelm Carlberg (1746-1814)

a lui si deve la attivo soprattutto a Göteborg, dove aveva lavorato anche il padre, Bengt Wilhelm (1696-1778).

(1720-1799) che 773 Vd. WAHLBERG A.G., Jean Eric Rehn, Lund 1983.

o proprio Glorup 774 Nel 1778 era stata demolita l’antica Academia carolina, edificio universitario che doveva

ospitare le raccolte dei volumi appartenenti all’ateneo. Per questo motivo, quando la nuova (e attuale)

.M. (eds.),biblioteca fu costruita essa ebbe nome Carolina Rediviva.

INDHE, 775 Vd. p. 702 con nota 105, cfr. nota 703.

776 Inizialmente Accademia del disegno (Ritareakademien).

777 Più tardi (1814) semplicemente Reale accademia delle belle arti (Det Kongelige Academie for

de skjønne Kunster). Essa è stata riorganizzata nel 1968. Un precedente tentativo era stato fatto nel

ente ai tempi di1701 da un gruppo, di cui faceva parte il pittore di corte Henrik Krock (1671-1738), che voleva

Carl Hårlemancostituire una Società degli artisti (Kunstnersocietet). Nel 1738 il pittore tedesco Johan Salomon

Wahl (1689-1765), molto attivo in Danimarca come ricercato ritrattista, aveva fondato la prima

dificio vi era una scuola d’arte danese che può essere considerata il vero precedente dell’accademia.

n precedenza la 778 Come Guillaume Thomas Rafael Taraval (1701-1750), cui si devono magnifiche decorazioni

cioè ”Casa deinel castello di Stoccolma, Jacques-François-Joseph Saly (1717-1776), autore della statua equestre di

Ett gustaviansktFederico V che si trova ad Amalienborg, e Nicolas-Henri Jardin (cfr. nota 763).

779 Cfr. nota 415. Su di lui vd. KRAGELUND P., Abildgaard – Kunstneren mellem oprørerne, I-II,

København 1999.

780 Su di lui si rimanda a POULSEN E., Jens Juel, I-II, København 1991.

k arkitektur och 781 Cfr. p. 334.

782 Vd. ROTH S., Porträttmålaren Johan Henrik Scheffel, hans liv och verk, Göteborg 1936.
man, 1745-1816, 783 Vd. LAINE M. – BROWN C., Gustaf Lundberg 1695-1786. En porträttmålare och hans tid,

erg (1746-1814)Stockholm 2006.

784 La quale, di origine tedesca (il padre era di Lubecca), ebbe ancora nei nipoti Lorens Pasch il

Giovane (den yngre, 1733-1805) e Ulrika (1735-1796) altri due pittori di talento che furono ammessi

ario che dovevaall’Accademia delle belle arti. Ulrica Pasch che, a quanto pare, riusciva a trarre guadagno dal suo

nuova (e attuale)lavoro di pittrice, costituisce certamente un’eccezione in un mondo nel quale le donne potevano

dedicarsi ad attività culturali solo se possedevano mezzi adeguati; su di lei vd. LINDBERG A.L. (red.),

Ulrica Fredrica Pasch 1735-1796, Norrköping 1992.

785 Opera conservata al Museo nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma. Vd. SIRÉN O., Carl

ge Academie for Gustaf Pilo och hans förhållande till den samtida porträttkonsten i Sverige och Danmark. Ett bidrag

ra stato fatto nel till den skandinaviska konsthistorien, Stockholm 1902.

738), che voleva 786 Vd. OLAUSSON M., Alexander Roslin, Stockholm 2007.

Johan Salomon 787 Altri celebri pittori svedesi di miniature furono Peter Adolf Hall (1739-1793), attivo

ondato la primasoprattutto in Francia, e Jacob Axel Gillberg (1769-1845).

788 Di grande talento come disegnatore e grafico fu il fratello Johan Fredrik (1755-1816).

iche decorazioni 789 Vd. CNATTINGIUS B., Pehr Hörberg, Stockholm 1937.

tatua equestre di 790 Vd. HULTMARK E., Carl Fredrik von Breda, Stockholm 1915.

791 Luis era figlio di Jacques Adrien (1717-1806), scultore e decoratore chiamato dalla Francia

, I-II,per lavorare al castello reale nel quale prestò la propria opera anche l’altro figlio, Jean Baptiste

(1753-1801).

792 Vd. NIELSEN M. – RATHJE A. (eds.), Johannes Wiedewelt. A Danish Artist in Search of the

Past, Shaping the future, Copenhagen 2010.

793 Vd. LOOSTRÖM L., Johan Tobias Sergel. En gustaviansk tidsbild, Stockholm 1914 e GÖTHE G.,
re och hans tid, Johan Tobias Sergels skulpturverk, Stockholm 1921.

794 Vd. pp. 872-873.

Lorens Pasch il 795 Esemplare è il caso del pittore Frederik Petersen (1759-1825) che a lungo lavorò per la

furono ammessiricchissima famiglia degli Anker a Christiania (cfr. nota 182 e nota 690).

uadagno dal suo 796 Vd. SVERDRUP UGELSTAD J., Thi han blev en kunstmaler. Peder Aadnes og hans billedverden,

donne potevanoOslo 2007. Nell’arte della decorazione va ricordato anche Johan Carl Christian Michaelsen (nato

A.L. (red.), attorno al 1750, morto dopo il 1802).

797 Vd. JOHANNESEN O. RØNNING, Mathias Blumenthal. Østfoldbyenes skildrer – portrettmaler i

CarlBergen, [Oslo] 2002.

mark. Ett bidrag 798 Vd. p. 857; su Fasting cfr. p. 722, p. 808 e p. 821.

799 Vd. p. 936.

800 Si ricordi qui almeno Thomas Blix (1676-1729) detto Blixius, uno degli iniziatori di quest’arte

39-1793), attivonel Telemark.

801 Anche in questo caso abbiamo specialisti di una certa fama come Jakob Klukstad (1715-1773)

e Ola Rasmussen Skjåk (noto come Skjåk-Ola, 1744-1803; Skjåk nell’Oppland è la località in cui era

nato).

802 A cominciare da quelli della cattedrale di Oslo, un tempo Chiesa del Salvatore (Vor Frelsers

ato dalla Franciakirke) che risalgono al 1699. Tra i migliori artisti in questo campo va citato almeno Torsten Ottersen

o, Jean BaptisteHoff (ca.1688-1754).

803 Una particolare applicazione della scultura norvegese è quella relativa alle artistiche piastre

in Search of theper le stufe, molte delle quali disegnate da maestri dell’intaglio del legno; vd. NYGÅRD-NILSSEN A.,

Norsk jernskulptur, I-II, Oslo 1944.

G., 804 Reichborn fu anche docente di architettura presso la sopra citata Scuola di disegno
dell’Accademia armonica.

805 Cfr. p. 730.

go lavorò per la 806 Vd. GUNNARSSON Þ., Viðeyjarstofa og kirkja. Byggingarsaga, annáll og endurreisn, Reykjavík

1997.

ans billedverden, 807 Vd. nota 213.

Michaelsen (nato 808 Il libretto si deve a Peter Anton Burchard (1656-1714) originario dello Schleswig.

809 Vd. Operahusets brand paa Amalienborg den 19de april 1689. Et mindeskrift, samlet efter

– portrettmaler i trykte og utrykte kilder af L. BOBÉ, Højbjerg 1998; cfr. nota 34.

810 Vd. p. 831.

811 Si veda il periodico da lui edito tra il 1737 e il 1740, Il musico critico (Der critische Musicus).

812 Nel 1749 quando la società cesserà l’attività egli fonderà un Collegium musicum per portare

tori di quest’arteavanti l’attività concertistica.

813 Idee e regole dai fondamenti della musica (Tanker og Regler fra Grunden af om Musiken,

stad (1715-1773)1746).

ocalità in cui era 814 Un notevole impulso alla vita musicale danese venne da Louisa di Hannover, prima moglie di

Federico V, la quale tra l’altro era stata allieva del compositore Georg Friedrich Händel (1685-1759).

Vor Frelsers 815 Cfr. p. 543, nota 65. Da lui, traferitosi a Copenaghen, prenderà il via una vera e propria

Torsten Ottersengenerazione di musicisti danesi (cfr. p. 921 con nota 264).

816 Primo fra tutti Ewald (cfr. p. 835 e il primo riferimento alla nota precedente).

artistiche piastre 817 Vd. pp. 838-839; cfr. p. 579.

A., 818 La prima opera ispirata alla tradizione nordica era stata Gram e Signe (Gram og Signe, 1756)

scritta dal drammaturgo Niels Krog Bredal (vd. p. 832) su un tema ripreso da Saxo grammaticus e

uola di disegnomusicata da Giuseppe Sarti.


819 Questa accademia per così dire ‘rilevò’ l’attività di un club preesistente noto come

Rådhusstrædets Selskab dal nome della strada nella quale si trovava la sala in cui si tenevano i

, Reykjavíkconcerti, un’associazione alquanto esclusiva frequentata soprattutto da nobili.

820 Nella seconda metà del secolo nasce anche (1773) la Reale scuola danese di canto (Den

kongelige Danske Syngeskole).

821 Vd. p. 676; sull’opera (e sul suo ‘retroterra’ francese) si rimanda ad AXELSSON P., Från fransk

, samlet efterpastoral till svensk segerbalett. Om sambandet mellan Jean Desfontaines “Le Désespoir de Tirsis”

och Anders Dübens “Ballet meslé de chants heroiques”, Uppsala 2001.

822 Cfr. p. 627, nota 461. Vd. SMITH 2002 (B.6), pp. 15-16, con nota 2 (p. 28) e il riferimento ivi

). indicato.

per portare 823 Legata a questa istituzione è l’attività di Olof Åhlström (su cui poco oltre) che fu il primo

editore di testi musicali in Svezia e pubblicò anche la rivista Passatempo musicale (Musikaliskt

af om Musiken,Tidsfördrif, 1789-1834).

824 Vd. p. 706 con nota 120.

prima moglie di 825 Cfr. nota 696. Nel periodo gustaviano si affermò anche in Svezia l’opéra comique, seppure

del (1685-1759). qui si facesse ricorso soprattutto a lavori francesi in traduzione.

a vera e propria 826 Così è definito già nella monografia dal titolo Svenska musikens fader. Några anteckningar

om Johan Helmich Roman pubblicata a Uppsala nel 1885 da F. Cronhamn. Tra i più dotati allievi di

Roman si ricorda Ferdinand Zellbell il Giovane (den yngre, 1719-1780).

827 In primo luogo Pierre-Alexandre Monsigny (1729-1817), André Grétry (1741-1813) e Nicolas

, 1756)Marie d’Alayrac (o Dalayrac, 1753-1809).

o grammaticus e 828 Un imitatore del genere sarà lo svedese Johan David Zander (ca.1753-1796).

829 Vd. p. 828. Un settore di questa società culturale era infatti riservato alla musica (con
ente noto comespecifica biblioteca) e si occupava di organizzare concerti ed eventi musicali in relazione alle più

ui si tenevano i importanti riunioni dei suoi membri.

830 Cfr. pp. 836-838. Editore della prima edizione (1790) delle Epistole di Fredman fu proprio

DenOlof Åhlström (su cui cfr. nota 823).

831 Detta più tardi Società musicale Armonia (Musikselskabet Harmonien) è tuttora attiva. Tra i

Från fransk nomi di prestigio che essa può vantare spicca quello di Edvard Grieg (vd. p. 1100). Vd. FASTING K.,

espoir de Tirsis”Musikselskabet “Harmonien” gjennom to hundre år 1765–1965, Bergen 1965.

832 Vd. MICHELSEN K. (red.), Johan Daniel Berlin 1714-1787 – universalgeniet i Trondheim,

il riferimento iviTrondheim 1987. Suo figlio Johan Henrich (1741-1807), organista e compositore, sarà tra i fondatori

della Società musicale di Trondheim.

che fu il primo 833 Vd. p. 524, nota 220. A lungo la Chiesa aveva combattuto contro ogni forma di danza, ritenuta

Musikalisktsconveniente. Questa campagna era stata portata avanti da diversi vescovi, sia cattolici (come il

primo vescovo di Hólar, Jón Ǫgmundarson, vd. p. 420), sia protestanti (come, in particolare,

Guðbrandur Þorláksson, vd. pp. 511-512). Dopo la visita in Islanda di Ludvig Harboe (vd. pp. 728-

, seppure729) fu redatta una dettagliata ‘istruzione’ per i vescovi del Paese (LFI II, pp. 648-668, 1 luglio 1746)

dalla quale traspare chiaramente la volontà di inquadrare la popolazione, sotto la supervisione del

gra anteckningarclero, entro i limiti di un rigido ‘comportamento morale’; si veda anche l’ordinanza relativa alle visite

ù dotati allievi dipastorali nelle case e quella sulla “disciplina domestica” (húsaga): ibidem, pp. 566-578 del 27

maggio 1746 e pp. 605-620 del 3 giugno del medesimo anno. In questo clima, naturalmente, il

-1813) e Nicolas vikivaki fu considerato un divertimento riprovevole e, di fatto, proibito.

834 Vd. p. 396, nota 270 e p. 426.

lla musica (con


elazione alle più

fu proprio

tora attiva. Tra i

K.,

iet i Trondheim,

rà tra i fondatori

di danza, ritenuta

attolici (come il

, in particolare,

oe (vd. pp. 728-

8, 1 luglio 1746)

supervisione del

elativa alle visite

566-578 del 27

naturalmente, il
Apparato iconografico capitoli 8-10
Apparato iconografico capitoli 8-10
Fig. 38

La storia d’amore tra re Cristiano II e la sua giovane amante Dyveke ha continuato a ispirare

scrittori e musicisti: copertina dell’opera in tre atti del 1899 del musicista Johan Bartholdy (vedi qui)
Fig. 38

La storia d’amore tra re Cristiano II e la sua giovane amante Dyveke ha continuato a ispirare

scrittori e musicisti: copertina dell’opera in tre atti del 1899 del musicista Johan Bartholdy (vedi qui)
Fig. 39

Karin Månsdotter, sposata dal re Erik XIV. Dettaglio di una decorazione su vetro che si trova

nella cattedrale di Turku (Åbo) in Finlandia (dove venne sepolta) eseguita dall’artista russo-

finlandese Wladimir Swertschkoff (B a∂uMup Cϭep£κo , 1821-1888; vedi qui)


Fig. 39

Karin Månsdotter, sposata dal re Erik XIV. Dettaglio di una decorazione su vetro che si trova

nella cattedrale di Turku (Åbo) in Finlandia (dove venne sepolta) eseguita dall’artista russo-

finlandese Wladimir Swertschkoff (B a∂uMup Cϭep£κo , 1821-1888; vedi qui)


Fig. 40

Il vescovo islandese Jón Arason, paladino del cattolicesimo, raffigurato in un mosaico sulla

parete sopra la sua tomba nella torre della cattedrale di Hólar nello Skagafjörður (§ 8.1.4)
Fig. 40

Il vescovo islandese Jón Arason, paladino del cattolicesimo, raffigurato in un mosaico sulla

parete sopra la sua tomba nella torre della cattedrale di Hólar nello Skagafjörður (§ 8.1.4)
Fig. 41

Dopo la riforma la propaganda anticattolica fu durissima. Qui vediamo una illustrazione (che

compare in diverse edizioni della Bibbia) in cui il Papa è raffigurato nell’aspetto della bestia che sale

dall’Abisso di cui parla l’evangelista Giovanni. La tiara sul capo non lascia adito a dubbi (§ 8.2)
Fig. 41

Dopo la riforma la propaganda anticattolica fu durissima. Qui vediamo una illustrazione (che

compare in diverse edizioni della Bibbia) in cui il Papa è raffigurato nell’aspetto della bestia che sale

dall’Abisso di cui parla l’evangelista Giovanni. La tiara sul capo non lascia adito a dubbi (§ 8.2)
Fig. 42

Frontespizio dell’edizione del 1577 di Peder Smed og Adser Bonde (vedi qui)
Fig. 42

Frontespizio dell’edizione del 1577 di Peder Smed og Adser Bonde (vedi qui)
Fig. 43
Fig. 43
Fig. 44

Nave da guerra svedese e nave da guerra danese nel XVI e XVII secolo (vedi qui)
Fig. 44

Nave da guerra svedese e nave da guerra danese nel XVI e XVII secolo (vedi qui)
Fig. 45

Nel XVII secolo la stampa era ormai una tecnica acquisita. Questa immagine prodotta dalla

stamperia di Henrik Keyser a Stoccolma è del 1691 e ha per titolo “Qualche campione di stile”

(Någre få Prooff; § 9.2)


Fig. 45

Nel XVII secolo la stampa era ormai una tecnica acquisita. Questa immagine prodotta dalla

stamperia di Henrik Keyser a Stoccolma è del 1691 e ha per titolo “Qualche campione di stile”

(Någre få Prooff; § 9.2)


Fig. 46

Raffigurazione di un mercato invernale sul ghiaccio nell’opera di Olaus Magnus, Historia de

gentibvs septentrionalibvs (vedi 1 e 2)


Fig. 46

Raffigurazione di un mercato invernale sul ghiaccio nell’opera di Olaus Magnus, Historia de

gentibvs septentrionalibvs (vedi 1 e 2)


Fig. 47

Il complesso monumentale runico di Hunnestad (Scania) così come illustrato da Ole Worm nella

sua opera Danicorum monumentorum [...] del 1643. Una immagine particolarmente utile dal

momento che in seguito esso è andato in parte distrutto (vedi qui)


Fig. 47

Il complesso monumentale runico di Hunnestad (Scania) così come illustrato da Ole Worm nella

sua opera Danicorum monumentorum [...] del 1643. Una immagine particolarmente utile dal

momento che in seguito esso è andato in parte distrutto (vedi qui)


Fig. 48

Il castello reale di Stoccolma noto come Tre corone (Tre kronor; vedi qui)
Fig. 48

Il castello reale di Stoccolma noto come Tre corone (Tre kronor; vedi qui)
Fig. 49

Incontro tra i coloni svedesi e i nativi americani nella regione del fiume Delaware, immagine che

si trova nell’opera di Thomas Campanius Holm, Breve descrizione della provincia della Nuova

Svezia in America, Che ora è detta dagli Inglesi Pennsylvania. Raccolta e compilata dalle relazioni e

dagli scritti di persone degne di credito, e arricchita con diverse figure (Kort Beskrifning om

Provincien Nya Swerige uti America, Som nu förtiden af the Engelske kallas Pensylvania. Af lärde

och trowärdige Mäns skrifter och berättelser ihopaletad och sammanskrefwen, samt med åthskillige

Figurer utzirad, Stockholm 1702; vedi qui)


e, immagine che

cia della Nuova

dalle relazioni e

Beskrifning om

ylvania. Af lärde

t med åthskillige
Fig. 50

L’imponente palazzo reale di Christiansborg fatto costruire dal re danese Cristiano VI (vedi qui)
Fig. 50

L’imponente palazzo reale di Christiansborg fatto costruire dal re danese Cristiano VI (vedi qui)
Fig. 51

Contadini al lavoro in piccole strisce di terreno prima della riforma agraria dello storskifte:

incisione di Jean Eric Rehn (1717-1793) inserita nel trattato Ragioni del miglioramento

dell’agricoltura e del [suo] rapido progresso, dopo molti anni di tentativi ed esperimenti (Anledning

til åkerbrukets förbättring och snara uphjelpande, efter flera års försök och rön, Stockholm 1749) di

Petter Strandberg (1723-1756; vedi qui)


Fig. 51

Contadini al lavoro in piccole strisce di terreno prima della riforma agraria dello storskifte:

incisione di Jean Eric Rehn (1717-1793) inserita nel trattato Ragioni del miglioramento

dell’agricoltura e del [suo] rapido progresso, dopo molti anni di tentativi ed esperimenti (Anledning

til åkerbrukets förbättring och snara uphjelpande, efter flera års försök och rön, Stockholm 1749) di

Petter Strandberg (1723-1756; vedi qui)


Fig. 52

Fanatici religiosi raffigurati dal pittore norvegese Adolph Tidemand (Fanatikerne, 1866; vedi

qui)
Fig. 52

Fanatici religiosi raffigurati dal pittore norvegese Adolph Tidemand (Fanatikerne, 1866; vedi

qui)
Fig. 53

Il sistema sessuale delle piante studiato da Linneo è qui raffigurato da Georg Dionysius Ehret

(1710-1770), artista tedesco specializzato in illustrazioni botaniche. L’immagine risale al 1736 (vedi

qui)
Fig. 53

Il sistema sessuale delle piante studiato da Linneo è qui raffigurato da Georg Dionysius Ehret

(1710-1770), artista tedesco specializzato in illustrazioni botaniche. L’immagine risale al 1736 (vedi

qui)
Fig. 54

Frontespizio del primo numero de L’Argo svedese (Then Swänska Argus; vedi qui)
Fig. 54

Frontespizio del primo numero de L’Argo svedese (Then Swänska Argus; vedi qui)
Fig. 55

Vignetta satirica sulla libertà di stampa che mostra due membri della commissione incaricata di

analizzare la questione che, in veste animale, cercano di spegnerne la luce (vedi qui)
Fig. 55

Vignetta satirica sulla libertà di stampa che mostra due membri della commissione incaricata di

analizzare la questione che, in veste animale, cercano di spegnerne la luce (vedi qui)
Fig. 56

L’Islanda immaginata in figura femminile come “donna della montagna” (fjallkona), disegno

dell’artista tedesco Johann Baptist Zwecker (1815-1876; vedi qui, nota 646)
Fig. 56

L’Islanda immaginata in figura femminile come “donna della montagna” (fjallkona), disegno

dell’artista tedesco Johann Baptist Zwecker (1815-1876; vedi qui, nota 646)
CAPITOLO 11

Decenni cruciali

11.1. Percorsi politici

Tra la fine del XVIII e i primi decenni del XIX secolo i Paesi scandinavi vanno incontro

a profondi cambiamenti. Il definitivo tramonto dell’assolutismo, la piena affermazione del

sentimento nazionale (una sorta di nuova ‘religione di Stato’) che coinvolge in sostanza la

totalità della popolazione, la crisi dell’autorità centrale della Chiesa di fronte al sorgere

spontaneo di nuove organizzazioni religiose, il passaggio da una società di ‘stati’ a una

società di ‘classi’, il primo svilupparsi di veri e propri partiti politici: tutti fattori il cui

concorso determinerà lo stabilirsi di nuovi equilibri sui quali, almeno in parte, ancora poggia

l’attuale impalcatura degli Stati nordici e si misura la portata della loro sovranità.

11.1.1. La crisi danese

Per i destini del Regno di Danimarca la prima causa di cambiamento fu un avvenimento

geograficamente assai lontano ma le cui ripercussioni avrebbero presto inciso in profondità

sulle sue politiche e sul suo futuro. Nel 1775 scoppiava la guerra di indipendenza americana

contro l’oppressione commerciale della madrepatria inglese: in conseguenza di ciò tre anni

dopo (1778) la Francia (e poi la Spagna) dichiararono guerra all’Inghilterra approfittando

della sua debolezza. Se da una parte questa situazione ebbe risvolti positivi creando ottime

opportunità al commercio navale neutrale (e tale era quello dano-norvegese),1 fu chiaro

dall’altra che occorreva muoversi con cautela non soltanto per non inimicarsi la potente

Inghilterra ma anche per tenere a bada, nel gioco dei contrapposti interessi sul Mar Baltico,
le interferenze dei Russi. Ciò parve possibile per un paio di decenni, grazie all’abile gioco

diplomatico del ministro degli esteri A.P. Bernstorff.2 Ma nel 1797 egli morì e i suoi

successori non furono in grado di gestire la situazione. Le pretese degli Inglesi, che

vanno incontrochiedevano di ispezionare tutte le imbarcazioni da carico, anche se scortate da navi da guerra

fermazione del danesi, incontrarono la ferma opposizione del governo e il conflitto fu inevitabile. La

e in sostanza la Danimarca vide nella Russia (ma anche nella Svezia e nella Prussia) alleati con i quali far

onte al sorgerefronte a eventuali attacchi e nel 1800 furono siglati con questi Paesi patti di neutralità armata

di ‘stati’ a unache avrebbero dovuto dissuadere gli Inglesi da qualsiasi tentativo di imporre ispezioni alle

ti fattori il cuinavi commerciali.3 Questa decisione non sortì affatto gli esiti sperati ché, anzi, dopo inutili

, ancora poggiatrattative l’Inghilterra passò all’attacco. La flotta ai comandi dell’ammiraglio Hyde Parker

(1739-1807) e del suo vice, il celebre Orazio (Horatio) Nelson (1758-1805), giunse così

nell’Øresund e il 2 aprile 1801 attaccò pesantemente le navi danesi schierate a difesa di

un avvenimentoCopenaghen costringendo il reggente Federico ad accettare le condizioni dei vincitori, a ciò

o in profondità anche indotto dagli avvenimenti russi che erano culminati nell’assassinio dello zar, il cui

enza americanasuccessore, Alessandro I Pavlovič Romanov (A eκcaH∂p Πa o u£ PoMaHo ) mostrava

di ciò tre annidi voler abbandonare la politica estera ostile all’Inghilterra.4 Dopo essersi di fatto piegati al

a approfittando volere del nemico ci si dovette presto misurare con un nuovo problema: Napoleone, grande

creando ottimeavversario degli Inglesi, aveva imposto il proprio dominio su gran parte dell’Europa ed era

fu chiaro riuscito (1807) ad allearsi con lo zar.5 Ma l’accordo fra le due grandi potenze esigeva che

carsi la potenteDanimarca e Svezia aderissero al cosiddetto ‘blocco continentale’ contro l’Inghilterra, il che

ul Mar Baltico,per i Danesi determinò una vera e propria catastrofe. Gli Inglesi infatti reagirono pretendendo
all’abile giocola consegna della flotta danese (non potevano certo accettare che essa entrasse nella

morì e i suoidisponibilità di Napoleone): il tentativo del governo di barcamenarsi nel conflitto (le truppe

li Inglesi, che francesi erano pericolosamente vicine ai confini meridionali del Paese) non ebbe – come

navi da guerra c’era da attendersi – alcun successo e così Copenaghen dovette subire tra il 2 e il 5 settembre

inevitabile. La1807 un nuovo pesantissimo bombardamento che non soltanto distrusse gran parte della città

con i quali farma causò la morte di circa milleseicento persone (forse assai di più) e il ferimento di

eutralità armatamoltissime altre.6 Il 6 settembre il governo dovette cedere. Questa tragedia e la perdita della

e ispezioni alle flotta furono determinanti per le decisioni che vennero assunte, in quanto l’erede al trono

nzi, dopo inutiliFederico si alleò definitivamente con Napoleone. Scelta che avrebbe comportato una inutile

o Hyde Parkerguerra contro la Svezia, trascinatasi a lungo nonostante il trattato di pace di Jönköping

5), giunse così(1809)7 e che avrebbe avuto come ultima (e più mortificante) conseguenza la perdita della

ate a difesa diNorvegia sancita nel 1814 dal trattato di pace di Kiel.8 Tuttavia l’Islanda, la Groenlandia e le

vincitori, a ciòFøroyar restavano danesi.9 Ma i problemi non erano finiti: in seguito agli eventi causati dal

dello zar, il cui ‘ciclone napoleonico’ si era venuta creando anche una ‘questione meridionale’ che

) mostrava riguardava i ducati di Schleswig e Holstein i cui abitanti chiedevano ora maggiore

fatto piegati alautonomia. Una conseguenza di queste richieste fu la decisione del re Federico VI di stabilire

poleone, grandeun nuovo ordinamento dello Stato nel quale le realtà locali avessero, quantomeno, potere

’Europa ed eraconsultivo: vennero così istituite quattro assemblee ‘regionali’, due per i ducati, una per lo

nze esigeva cheJutland e una per le isole.10 Ciò non significava naturalmente la fine dell’assolutismo (fin

ghilterra, il chedall’ascesa al trono il sovrano aveva chiaramente mostrato di voler esercitare un fermo

no pretendendocontrollo su qualsiasi decisione) ma era certamente un passo avanti in quella direzione. A


entrasse nellapartire dal 1835, quando questi ‘stati generali’ cominciarono a riunirsi, fu gradatamente

flitto (le truppepossibile avviare nel Paese un dibattito politico che, successivamente, poté ampliarsi quando,

n ebbe – comecon due decreti del 1837 e del 1841, vennero istituiti nuovi consigli cittadini, provinciali e

e il 5 settembre dei comuni rurali, seppure la possibilità di esservi eletti restasse ristretta a persone di un certo

parte della cittàlivello sociale ed economico.11 Del resto un crescente movimento di opinione chiedeva ora

il ferimento diuna liberalizzazione dello Stato.12 Nel 1839 moriva Federico VI; non avendo egli eredi

la perdita dellalegittimi il trono passò al cugino Cristiano Federico (Christian Frederik, 1786-1848) che

’erede al tronoassunse il nome di Cristiano VIII: questi sarebbe stato l’ultimo sovrano assoluto di

tato una inutileDanimarca. Nonostante come reggente di Norvegia avesse manifestato idee liberali,13 egli

e di Jönköpingvolle ora mantenere e difendere il potere centrale della monarchia cercando l’appoggio di

la perdita della quegli ambienti sociali (funzionari, proprietari terrieri, contadini) tradizionalmente fedeli alla

Groenlandia e leCorona. Dovette però affrontare due problemi: da un lato il complicarsi della situazione nei

enti causati dalducati di Schleswig e Holstein, dove tra i filo-tedeschi e i filo-danesi sorgevano ora gravi

eridionale’ che contrasti, dall’altro il diffondersi delle idee liberali che dal resto d’Europa giungevano anche

ora maggiorein Scandinavia dove si combinavano con aspirazioni (coltivate soprattutto da gruppi

o VI di stabiliregiovanili) a una riunificazione di tutti i Paesi nordici.14 Cristiano VIII morì nel 1848 e gli

tomeno, poteresubentrò sul trono il figlio, Federico VII (Frederik Carl Christian, 1808-1863). Nel

cati, una per lofrattempo gli eventi nell’area dei ducati subirono un’accelerazione e si cominciarono a

ssolutismo (finmanifestare contrasti tra coloro che sostenevano la fedeltà alla Corona danese e coloro che

itare un fermomiravano ad aderire alla federazione tedesca.15 Di più: sull’onda degli avvenimenti europei

la direzione. Alo Schleswig e il Holstein si accordarono per chiedere al re di concedere loro una
u gradatamente costituzione liberale e l’ingresso anche dello Schleswig nella Lega tedesca. Quando questa

mpliarsi quando,richiesta fu presentata a Copenaghen scoppiò la crisi: il governo conservatore cadde e al suo

ni, provinciali eposto ne fu nominato uno nuovo, noto come “governo di marzo” (marts-ministeriet)16 nel

sone di un certoquale trovarono posto anche personalità nazional-liberali come Lauritz Nicolai Hvidt (1777-

ne chiedeva ora1856), Anton Frederik Tscherning (1795-1874),17 Martin Orla Lehman (1810-1870) e Ditlev

endo egli erediGothard Monrad (1811-1887). Le richieste dei rappresentanti dei ducati non furono accolte e

1786-1848) checiò fece precipitare la situazione: il 23 marzo 1848 questi ultimi proclamarono un governo

no assoluto diprovvisorio a Kiel e occuparono la fortezza danese di Rendsborg (tedesco Rendsburg). La

egliguerra (nota come “guerra dei tre anni”, treårskrigen) fu inevitabile e andò avanti, con

o l’appoggio dialterne vittorie e sconfitte. La battaglia definitiva, risoltasi a favore dei Danesi, fu quella di

mente fedeli allaIsted (ted. Idstedt, a nord della città di Schleswig) combattuta il 25 luglio 1850. Per la verità

a situazione nei la soluzione del conflitto (come si vedrà, tutt’altro che definitiva) fu dovuta all’intervento

vano ora gravidelle grandi potenze che sottoscrissero poi il cosiddetto ‘protocollo di Londra’: un esito che

ungevano anchetuttavia sottoponeva la politica danese all’interferenza degli interessi tedeschi.18

utto da gruppi Gli eventi legati alla ‘questione meridionale’ avevano fortemente coinvolto il Paese: la

nel 1848 e gli diffusione delle idee liberali (soprattutto fra i borghesi) era manifesta e ormai difficile da

808-1863). Nelcontrastare e anche l’opinione pubblica chiedeva un cambiamento.19 Nel 1848 venne perciò

cominciarono aeletta una assemblea costituente che con consistente maggioranza approvò una proposta

se e coloro che (elaborata nella sostanza da Ditlev Gothard Monrad e Orla Lehman) da presentare al re: il 5

nimenti europeigiugno 1849 Federico VII poneva la sua firma in calce a un documento fondamentale, la

edere loro unanuova costituzione, nota appunto come Costituzione di giugno (Junigrundloven).20 Questo
Quando questadocumento rappresentava il punto di arrivo di un lungo e difficile processo di maturazione

cadde e al suopolitica. Basti qui ricordare che fin dagli ultimi decenni del Settecento erano state avanzate

nelproposte al riguardo, nell’immediato senza alcuna fortuna.21 La nuova legge trasformava

ai Hvidt (1777-radicalmente la forma dello Stato: ora con suffragio universale (riservato tuttavia agli

-1870) e Ditlevuomini) si sarebbero eletti due rami del parlamento (Rigsdagen): la Camera (Folkethinget) e

urono accolte eil Senato (Landsthinget), seppure l’eleggibilità fosse legata a precise condizioni.22 La nuova

ono un governolegge assegnava così i tre poteri fondamentali: quello legislativo al parlamento e al re (che

). Laaveva il diritto di veto), quello esecutivo al re e quello giudiziario alla magistratura. In

dò avanti, consostituzione dei collegi vennero introdotti i ministeri sottoposti alle regole del parlamento.

esi, fu quella diMa, soprattutto, vennero finalmente riconosciuti fondamentali princìpi come la libertà di

50. Per la veritàpensiero, di espressione, di culto, di associazione. Nonostante taluni aspetti restrittivi questa

a all’interventocostituzione rappresentò un momento di grande progresso anche nella più ampia prospettiva

a’: un esito cheeuropea.

11.1.2. Un francese sul trono di Svezia

olto il Paese: la L’assassinio di Gustavo III23 non provocò la rivoluzione che taluni avevano sperato.

mai difficile daL’erede al trono, Gustavo IV Adolfo (1778-1837), era ancora minorenne e dunque la

8 venne perciòreggenza andò al duca Carlo (Karl, 1748-1818), fratello del re. Questi si scelse come

ò una propostaconsigliere il finno-svedese Gustaf Adolf Reuterholm (1756-1813), suo amico e oppositore

ntare al re: il 5del defunto sovrano, che aveva fatto parte del “partito delle berrette” ed era riparato all’estero

ondamentale, laper motivi politici. Seppure avesse inizialmente mostrato simpatia per la causa della

Questorivoluzione francese Reuterholm paventava (e con lui il duca Carlo) la diffusione degli ideali
di maturazioneliberali24 e considerava con grande preoccupazione la minaccia militare russa sul fronte

o state avanzateorientale. Almeno in questo, come si vedrà, non aveva torto. Inoltre era attratto da dottrine

ge trasformava mistico-visionarie (al pari del duca Carlo era iscritto alla massoneria)25 e per la sua durezza

o tuttavia aglidi carattere era molto impopolare. Su di lui e sul suo operato gli storici ottocenteschi hanno

) eespresso un severo giudizio che andrebbe – almeno in parte – rivisto, se non altro per il suo

La nuovainteressamento ai problemi e alle necessità della gente comune. Raggiunta la maggiore età

nto e al re (che Gustavo IV Adolfo salì al trono nel 1796. In politica estera la Svezia si trovava, come la

magistratura. InDanimarca, in una difficile posizione a causa dell’ostilità tra la Russia e l’Inghilterra e della

del parlamento.pretesa di quest’ultima di imporre la propria supremazia sui mari, anche intraprendendo

me la libertà diazioni dirette nei confronti delle navi mercantili. Per questo motivo il Paese aveva aderito ai

estrittivi questapatti di neutralità armata di cui s’è detto.26 Dopo l’assassinio dello zar Paolo e l’ascesa al

mpia prospettivatrono del figlio Alessandro la situazione parve semplificarsi. La nuova politica russa, ora più

favorevole agli Inglesi, consentì al re svedese di migliorare i rapporti con l’Inghilterra, Paese

verso cui andava gran parte delle sue esportazioni di ferro. Gustavo IV Adolfo era un

vevano sperato.sovrano assoluto e, sebbene psichicamente instabile, le sue decisioni non potevano essere

e e dunque la contestate: egli aveva maturato nel tempo una profonda avversione per Napoleone (le cui

si scelse come posizioni sul continente minacciavano i domini svedesi) sicché per sua volontà la Svezia fu

co e oppositore coinvolta nella coalizione contro la Francia formata nel 1805 da Inghilterra e Russia. In tal

parato all’esteromodo il re abbandonava una difficile neutralità, ma al contempo metteva in moto una serie di

la causa dellaeventi che avrebbero profondamente inciso sul futuro del Paese. Dal punto di vista militare

one degli ideali questa scelta fu un insuccesso pressoché totale, complicato dalle deliberazioni dell’accordo
ussa sul frontedi Til’zit del 1807. Frattanto, come si è visto, i Danesi si erano alleati con Napoleone, sicché

atto da dottrinela posizione della Svezia era ora di grande debolezza. Per di più lo zar aveva nuovamente

la sua durezza rotto con gli Inglesi e pretendeva da Gustavo IV Adolfo un sostegno che questi non poteva

centeschi hannodargli se non a prezzo di veder naufragare le proprie buone relazioni commerciali con

altro per il suol’Inghilterra. La pressione militare e politica si fece sempre più forte e alla Svezia fu imposto

a maggiore etàdi aderire al blocco continentale. Ma quando il re non volle rompere l’alleanza con

ovava, come lal’Inghilterra le truppe russe attaccarono la Finlandia (21 febbraio 1808) e poco dopo arrivò

ghilterra e dellauna dichiarazione di guerra da parte danese. A complicare il quadro intervenne poi la

intraprendendo decisione di conquistare la Norvegia, per realizzare l’antico desiderio di farne una propria

aveva aderito aicolonia. Il risultato delle operazioni militari sul fronte orientale fu disastroso: nonostante un

lo e l’ascesa alfortunato contrattacco tra la primavera e l’estate del 1808, l’esercito capitolò e sulla base

a russa, ora più della convenzione di Olkijoki (nella regione settentrionale di Oulu, 19 novembre 1808) la

ghilterra, PaeseFinlandia (dove del resto si erano sviluppati movimenti separatisti) fu abbandonata dalle

Adolfo era untruppe svedesi.27 Una disfatta per la quale si cercarono capri espiatori, fra tutti Carl Olof

otevano essere Cronstedt (1756-1820) comandante della ‘invincibile’ fortezza di Sveaborg (presso

poleone (le cui Helsinki)28 da lui consegnata agli assedianti russi il 3 maggio 1808 in circostanze non del

ntà la Svezia fututto chiarite. Alla sconfitta in Finlandia si aggiunse il timore di ulteriori ferite, quando le

e Russia. In taltruppe russe attaccarono direttamente il territorio nazionale. Di fronte a questa situazione

oto una serie dimontò la ribellione e si predisposero piani per deporre il sovrano. Principali artefici di questa

di vista militare ‘operazione’ furono Jakob Cederström (1782-1857) e Georg Adlersparre (1760-1835).29 Pur

ni dell’accordo a capo di due movimenti distinti essi unirono le forze e il 13 marzo del 1809 fu realizzato un
poleone, sicchévero e proprio colpo di stato: il re fu fatto prigioniero e fu nominato un governo

va nuovamenteprovvisorio.30 Lo stesso giorno ci si rivolse ancora al duca Carlo che sarebbe divenuto il

esti non poteva nuovo sovrano. Ma la situazione della monarchia assoluta era, evidentemente, compromessa:

ommerciali connel frattempo infatti, sull’onda della diffusione delle idee liberali, il parlamento aveva

ezia fu impostolavorato per redigere una nuova costituzione basata sulla suddivisione dei poteri: ora il re

l’alleanza con avrebbe dovuto sottomettere a ratifica le proprie decisioni. Approvato il 6 giugno 1809

oco dopo arrivòquesto documento (con le dovute modificazioni) è rimasto in vigore per centosessantasei

ervenne poi laanni ed è considerato il più antico del genere in Europa.31 Il giorno successivo alla

ne una propria sottoscrizione della costituzione il duca Carlo venne formalmente proclamato sovrano di

: nonostante unSvezia e assunse il nome di Carlo XIII. Il 17 settembre 1809 veniva siglata la pace con la

lò e sulla baseRussia a Fredrikshamn (finnico Hamina, nella regione di Kymenlaakso).32 Dopo circa

embre 1808) laseicentocinquanta anni la Finlandia si separava definitivamente dalla Svezia; con essa veniva

bandonata dalleceduta una parte di territorio nell’estremo nord e le isole Åland.33

tutti Carl Olof Il nuovo re era tuttavia fisicamente debole e non aveva figli legittimi.34 Si trattava dunque

eaborg (pressodi procedere a una adozione per garantire la successione al trono. La scelta fu, naturalmente,

ostanze non deldibattuta essendo in gioco contrastanti interessi: alla fine però Adlersparre riuscì a far

erite, quando leprevalere la candidatura del principe danese Federico Cristiano Augusto (Fredrik Christian

esta situazioneAugust) di Schlesvig-Holstein-Sønderborg-Augustenborg (1768-1810).35 Costui era noto

rtefici di questa come convinto scandinavista36 e si sperava che avrebbe sostenuto la Svezia nelle sue mire

Pursulla Norvegia. Egli accettò, assumendo il nome di Carlo Augusto (Carl August), ma non

fu realizzato undivenne mai re: il 28 maggio 1810 infatti morì improvvisamente, ucciso da un colpo
o un governo apoplettico.37 A questo punto i giochi furono riaperti. Il fratello del defunto, Federico

bbe divenuto il Cristiano (Frederik Christian, 1765-1814), pensò di poterne prendere il posto, il re danese

compromessa:Federico VI sperò nuovamente di poter ricostituire una ‘grande Scandinavia’ sotto il suo

lamento avevascettro, i gustaviani duramente colpiti dall’assassinio di uno dei loro più qualificati

poteri: ora il rerappresentanti38 credettero che ci fosse una nuova possibilità per il giovane principe Gustavo.

6 giugno 1809 Ma la soluzione (per molti versi inattesa) fu diversa. Già in precedenza il governo svedese si

entosessantaseiera rivolto a Napoleone perché dalla Francia fosse proposto qualche candidato di suo

successivo allagradimento. Ora avvenne che il nobile e luogotenente Carl Otto Mörner (1781-1868), inviato

ato sovrano dia Parigi per ottenere il sostegno francese alla nomina di Federico Cristiano, di propria

la pace con la volontà si rivolse al maresciallo Jean Baptiste Bernadotte (1763-1844) offrendogli il trono

Dopo circasvedese. Questa singolare iniziativa sarebbe certamente fallita (del resto al ritorno in patria

con essa venivaMörner fu posto agli arresti) se non fosse che, nel frattempo, la diplomazia francese si mise

in moto e Napoleone concesse la propria approvazione. Fu così che nella speranza che questa

trattava dunquescelta potesse finalmente risolvere i problemi del Paese, il 21 agosto 1810 a Örebro (Närke)

u, naturalmente,Bernadotte venne proclamato principe ereditario di Svezia, con l’unica condizione di

re riuscì a farconvertirsi alla religione luterana. Ufficialmente adottato dal re, alla di lui morte (1818)

edrik Christian sarebbe salito al trono con il nome di Carlo XIV Giovanni (Karl XIV Johan). Fin da subito

ostui era noto (considerata l’età e, soprattutto, le condizioni di salute del re) Bernadotte assunse il potere

nelle sue mire nelle proprie mani mostrandosi deciso e intraprendente, adoperandosi (non senza un certo

), ma nonautoritarismo) per gestire la difficile situazione politica ed economica svedese. Dopo una

o da un colpoiniziale adesione alla politica napoleonica (e una guerra più formale che reale contro
unto, Federicol’Inghilterra) egli decise infatti di passare dalla parte degli Alleati. Carlo Giovanni

to, il re daneseconsiderava la questione finlandese di difficile soluzione, ritenendo che il suo protrarsi

ia’ sotto il suo avrebbe soltanto prolungato nel tempo i problemi con la Russia: pensava piuttosto che la

più qualificati Svezia avrebbe potuto rafforzarsi realizzando l’antica aspirazione di annettere la Norvegia.

incipe Gustavo.Per questa ragione intraprese trattative con lo zar che portarono il Paese nel campo degli

erno svedese siavversari di Napoleone (il quale nel 1812 aveva occupato la Pomerania svedese). Nelle

ndidato di suoazioni militari che seguirono egli seppe risparmiare le forze dell’esercito volendole utilizzare

1-1868), inviatopiuttosto contro la Danimarca. Il che in effetti avvenne, finché i Danesi furono costretti a

ano, di propriasottoscrivere il trattato di pace di Kiel con il quale rinunciavano definitivamente alla

endogli il tronoNorvegia.39 Di fatto, come si vedrà,40 l’auspicata annessione di quel Paese si sarebbe risolta

itorno in patriain una unione personale sotto Carlo XIII che nel 1814 divenne dunque re di Norvegia con il

rancese si misenome di Carlo II. Il quadro dei rapporti con i Paesi stranieri era così definito e per gli anni a

anza che questavenire Carlo XIV Giovanni avrebbe dovuto affrontare solo questioni di minore importanza.

Örebro (Närke)Ebbe piuttosto a misurarsi con conflitti interni e istanze liberali, legati agli sviluppi politico-

condizione disociali del Paese.41 Quando egli morì (1844) e il figlio Oscar I (1799-1859) salì al trono

i morte (1818)parve – almeno inizialmente – che tali conflitti fossero destinati a trovare una rapida e

). Fin da subitosoddisfacente soluzione. La strada verso una completa democratizzazione del Paese era però

ssunse il potereancora molto lunga.

senza un certo Nel 1810, quando Jean Baptiste Bernadotte salì al trono, gli Svedesi si trovarono ad avere una

ese. Dopo unanuova regina: francese e, per di più, di origine borghese. Bernardine Désirée Clary (1777-1860), nota
come Desideria,42 aveva sposato il futuro principe di Pontecorvo e re di Svezia nel 1798. In
e reale contro
Carlo Giovanniprecedenza era stata fidanzata addirittura con Napoleone e, successivamente, con il generale

l suo protrarsiMathurin Leonard Duphot (1769-1797), ucciso nel corso di uno scontro tra le truppe papali e i
francesi. Sua sorella Giulia (Marie Julie, 1771-1845) era la moglie di Giuseppe Bonaparte (1768-
piuttosto che la
1844), sicché ella rimase sempre legata a quella famiglia.
re la Norvegia.
Divenire regina di Svezia non fu certamente per lei il coronamento di un sogno. Tutt’altro: ella
el campo degli
detestava il rigido clima del Nord, non sapeva adattarsi agli usi e alle abitudini del nuovo Paese e non
svedese). Nelle
imparò mai la lingua svedese. Il suo comportamento eccentrico e le lunghe assenze le alienarono il
ndole utilizzare
favore dei sudditi, un sentimento per altro da lei pienamente ricambiato. Si legga il seguente brano
rono costretti a
tratto da una lettera da lei indirizzata all’imperatore:
itivamente alla “Sire,

sarebbe risolta È alla bontà di Vostra Maestà che devo il sollievo alla mia cattiva salute; considererò per tutta la

Norvegia con il vita come uno dei vostri più grandi favori nei miei confronti, Sire, il permesso che vi degnaste

e per gli anni ad’accordarmi di fare un viaggio in Francia, dal momento che serie ragioni lo esigevano. Le acque di

ore importanza.Plombières43 hanno già lenito i mali di cui soffrivo a Stoccolma, mi è permesso di sperare in un esito
ancora migliore dai loro prossimi effetti. Sono venuta ad attenderlo più vicino alla mia famiglia e a
iluppi politico-
dei buoni medici; oso sperare che nello stesso tempo Vostra Maestà non disapproverà che io mi
9) salì al trono
rechi a Parigi per concludere là diverse faccende di famiglia e soprattutto per avere l’onore di porre
e una rapida e
ai piedi di Vostra Maestà l’omaggio della mia riconoscenza, le mie felicitazioni e quelle di mio
Paese era però
marito.

Sono con un profondo rispetto,


no ad avere una
Sire,
1777-1860), nota
l’umilissina e obbedientissima serva
ia nel 1798. In
di vostra Maestà
con il generale DÈSIRÉE.”44

ruppe papali e i 11.1.3. La Norvegia verso l’indipendenza

Bonaparte (1768- Come la Danimarca la Norvegia aveva ampiamente beneficiato delle possibilità offerte al

commercio navale neutrale negli anni del conflitto anglo-americano e anglo-francese-


o. Tutt’altro: ella
spagnolo. Tuttavia, quando nel 1807 il governo danese si schierò apertamente dalla parte di
uovo Paese e non
Napoleone, la situazione cambiò radicalmente. La flotta inglese bloccò di fatto il Paese e le
e le alienarono il
comunicazioni navali con la Danimarca furono interrotte: ciò provocò pesanti ripercussioni
l seguente brano
economiche accresciute da una grave carestia. Per di più l’anno successivo la Danimarca

dichiarava guerra alla Svezia e la Norvegia veniva attaccata dalle truppe svedesi. Nel

ererò per tutta la


frattempo, in conseguenza del complicarsi della situazione, il governo del Paese era stato

che vi degnasteaffidato ad interim a una commissione presieduta da Federico Cristiano Augusto di

ano. Le acque di Schlesvig-Holstein-Sønderborg-Augustenborg, futuro principe ereditario di Svezia.45 Questi,

erare in un esito che aveva una formazione militare, si dimostrò un ottimo governatore anche in campo civile,

mia famiglia e asi guadagnò la totale fiducia dei Norvegesi e dell’esercito, condusse in prima persona la

overà che io mi
difesa del Paese (condividendo in tutto e per tutto la vita dei soldati) e lo guidò verso la
l’onore di porre
risoluzione del conflitto, in ciò per altro avvantaggiato dal fatto che nel marzo 1809 l’esercito
e quelle di mio
svedese si ritirò verso Stoccolma dove il 13 dello stesso mese il re Gustavo IV Adolfo

sarebbe stato destituito.46

Nel dicembre del 1808 due nuovi membri erano entrati a far parte della commissione di

governo: uno di loro era Johan Caspar Herman conte di Wedel-Jarlsberg (1779-1840), un

politico che desiderava emancipare la Norvegia dalla posizione di sudditanza nei confronti
della Danimarca e mirava a un avvicinamento alla Svezia.47 La proclamazione di Federico

Cristiano Augusto come erede al trono di quel Paese lo confortò dunque nel suo progetto, ma

ibilità offerte alla sua improvvisa morte inferse un duro colpo alle sue speranze.48 E tuttavia gli eventi

anglo-francese-sarebbero andati proprio nella direzione da lui auspicata. Nel 1813 Cristiano Federico,

e dalla parte di destinato a salire sul trono di Danimarca, veniva nominato governatore della Norvegia, allo

to il Paese e lescopo di assicurare la fedeltà del Paese alla Corona danese.49 Ma gli eventi avevano ormai

ti ripercussionipreso una piega diversa: il 14 gennaio 1814 veniva siglata la pace di Kiel e la cessione della

o la DanimarcaNorvegia alla Svezia era decisa. Cristiano Federico convocò allora i notabili del Paese che si

e svedesi. Nelincontrarono a Eidsvoll (circa 60 km. a nord-est di Oslo) il 16 febbraio 1814. Esito di questo

Paese era statoincontro fu la decisione di indire una assemblea nazionale che ponesse le basi di una

no Augusto di costituzione basata sul principio della sovranità popolare. Il 25 febbraio nelle chiese del

Questi, Paese furono eletti i rappresentanti che vi avrebbero partecipato e fu letta una formula di

n campo civile, giuramento cui tutti avrebbero dovuto aderire: con essa i Norvegesi manifestavano la loro

ima persona la volontà di difendere la propria indipendenza. Il 10 aprile 1814 più di un centinaio di delegati

guidò verso la(funzionari, uomini d’affari, ecclesiastici, militari, proprietari terrieri ma anche contadini) si

1809 l’esercitoriunirono nuovamente a Eidsvoll: nell’ambito dei lavori venne istituita una commissione che

avo IV Adolfodoveva proporre una nuova costituzione. La discussione dell’assemblea fu ampia e segnata

anche da duri contrasti. Alla fine venne approvato un testo che in buona parte riflette gli

commissione diideali ispiratori della rivoluzione francese.50 La costituzione di Eidsvoll rappresenta

1779-1840), un certamente un documento all’avanguardia dal punto di vista dei princìpi di libertà che vi sono

a nei confrontiaffermati51 e, con le dovute opportune modifiche, resta a tutt’oggi la base giuridica dello
one di Federico Stato norvegese. Il 17 maggio essa fu dichiarata legalmente in vigore e nello stesso giorno

uo progetto, maCristiano Federico venne proclamato re di Norvegia.52

avia gli eventi Queste risoluzioni erano la vampata di un fuoco che a lungo aveva covato sotto la cenere.

tiano Federico,Nella seconda metà del Settecento i sentimenti nazionalistici dei Norvegesi si erano espressi

Norvegia, allo (come si è visto in precedenza) innanzi tutto (e ampiamente) in forma letteraria: tuttavia

avevano ormaidurante il breve periodo in cui Struensee aveva concesso la libertà di stampa53 erano

a cessione della comparsi anche scritti di carattere più propriamente politico. Sebbene il sentimento

del Paese che sipatriottico restasse limitato all’ideale di singole figure di intellettuali, le acque erano state

Esito di questosmosse anche da questo punto di vista. La favorevole congiuntura economica degli ultimi

le basi di unadecenni del XVIII secolo aveva contribuito a far crescere nella borghesia norvegese (la vera

elle chiese del‘vincitrice’ di Eidsvoll) il desiderio di una gestione autonoma del Paese e, di conseguenza,

una formula dil’insofferenza per la dominazione straniera.

stavano la loro Naturalmente questi esiti non erano graditi al re di Svezia, soprattutto al reggente, il quale

naio di delegatinon esitò a passare all’offensiva. La guerra fu breve.54 I successi militari svedesi (non si

he contadini) sidimentichi che Bernadotte era stato maresciallo di Napoleone!) e la pressione delle grandi

ommissione chepotenze fecero sì che presto si giungesse alla cosiddetta “convenzione di Moss” (località in

mpia e segnata Østfold)55 con la quale il progetto di una totale indipendenza doveva per il momento essere

parte riflette gliaccantonato. In base a questo accordo Cristiano Federico rinunciava a qualsiasi pretesa sulla

oll rappresentaNorvegia: essa entrava in unione personale con il re di Svezia, il quale dal canto suo si

ertà che vi sonoimpegnava a rispettare (salvo qualche adattamento) la costituzione approvata a Eidsvoll,56

giuridica delloaccettando che il neocostituito parlamento norvegese (Stortinget)57 avesse sempre voce in
o stesso giornocapitolo sulle questioni riguardanti il Paese. La struttura di governo a lungo imposta dai

Danesi e con essa la passiva sottomissione al volere di un sovrano straniero era ormai,

sotto la cenere. dunque, definitivamente superata.58 Si trattava, stante la situazione politico-militare, di un

i erano espressiaccordo obbligato, ed esso fu pienamente applicato: il 4 novembre 1814 Carlo XIII di Svezia

teraria: tuttavia divenne re di Norvegia con il nome di Carlo II.59 Nonostante lo sconcerto e la delusione della

erano popolazione molta strada era comunque stata fatta da quel lontano 1628 in cui per la prima

il sentimentovolta c’era stata a Christiania una riunione dei rappresentanti degli stati.60

que erano state Negli anni che seguirono i Norvegesi cercarono di far valere la propria volontà attraverso

ca degli ultimile decisioni del parlamento. Ma secondo le clausole della ‘costituzione di novembre’ nel

vegese (la veraPaese doveva esserci un viceré nominato dalla Svezia, ragion per cui sorsero non pochi

di conseguenza, contrasti.61 A esempio nel 1821, quando il parlamento decretò l’abolizione della nobiltà

opponendosi al re che voleva imporre il suo veto sull’emanazione di tale legge;62 o quando

ggente, il quale(1826) esso richiese con forza la parità di diritti nelle decisioni riguardanti l’unione. Chiari

svedesi (non sisegni di insofferenza cui si sommeranno nei decenni a venire episodi, movimenti e decisioni

ne delle grandiche preannunceranno l’effettiva e definitiva riconquista dell’indipendenza politica del Paese.

oss” (località in I lavori della dieta di Eidsvoll ci sono noti attraverso la testimonianza diretta di molti dei

momento esserepartecipanti.63 Tra di loro, come è stato detto, Nicolai Wergeland.64 A lui è infatti da riferire una
raccolta di lettere pubblicata nel 1830 e dalla quale si trae qui il resoconto della giornata conclusiva,
asi pretesa sulla
segnata dalla constatazione del risultato raggiunto nonostante divergenze e lotte anche aspre e, al
al canto suo si
contempo, da una consapevole (e giustificata) solennità. Si legga:
56
“Quest’ultimo giorno a Eidsvoll pura amicizia e cordialità! Ci siamo incontrati per sottoscrivere
sempre voce in
il protocollo e ascoltare la lettura del dibattito e poi congedarci gli uni dagli altri. Sono state
go imposta daicomposte alcune canzoni, che non esprimevano altro se non riconciliazione, superamento [dei

iero era ormai, conflitti], unità, amicizia, fratellanza. L’agnello e il leone si sono accovacciati l’uno di fianco
all’altro all’alba dell’età dell’oro. Il più dolce sorriso del sole dopo la tempesta! Gli spiriti più
-militare, di un
fieramente avversi si sono tesi la mano. Al banchetto finale si è brindato al re, alla Norvegia,
o XIII di Svezia
all’unità e all’amicizia, alla fedeltà norvegese. Dopo tavola siamo andati nella sala dell’assemblea.
delusione della
Il protocollo è stato letto e sottoscritto da tutti. Il presidente ci ha invitato a separarci senza rancore,
ui per la prima
poiché noi tutti avevamo perseguito uno scopo, solo eravamo stati discordi sui metodi. Volesse Iddio

che si fosse utilizzato un simile linguaggio dall’inizio della riunione, e che una deliberazione
lontà attraverso
amichevolmente spassionata con riguardo interiore ed esteriore gli uni per gli altri avesse avuto
novembre’ nelluogo! Forse avremmo potuto augurarci un risultato migliore dei nostri lavori, o quantomeno essere

sero non pochicerti di separarci senza rancore, sì forse pienamente d’accordo. Ora si gridava: ‘Tutto superato!

e della nobiltàTutti amici! Fortuna alla vecchia Norvegia!’ con evviva e battimani. Ah, ora non può essere altro

o quando che appianare [i contrasti almeno] esteriormente, per quel che riguarda i caratteri profondi e le

’unione. Chiari menti concrete che si prendono a cuore la cosa; dal momento che ciò non si basa sulla
comunicazione di pensieri e sentimenti, non sulla convinzione, non su qualcosa di diverso da un pio
enti e decisioni
desiderio che sia così.

C. Fa.,65 persona di grande umanità e assai amichevole ci incoraggiò, prima di lasciare per
tta di molti dei
l’ultima volta i nostri scranni, a formare la catena dell’amicizia. Ciascuno diede la mano destra a
i da riferire una
quello che stava alla sua sinistra e la sinistra a quello che stava alla sua destra, e stando così
rnata conclusiva,
gridammo: ‘Uniti e fedeli, finché [la montagna di] Dovre non cada!’.66 “Poi lasciammo quel luogo,
nche aspre e, al
nel quale erano trascorsi così tanti momenti interessanti, così tante cose importanti decise. Ci

separammo tra strette di mano e rassicurazioni d’amicizia. Con le lacrime agli occhi e i più ardenti
per sottoscrivere
auspici per la felicità del popolo che avevamo avuto l’onore di rappresentare, ce ne andammo da
altri. Sono state
uperamento [dei Eidsvoll [...].”67

l’uno di fianco 11.1.4. Primi segnali d’una riscossa islandese

a! Gli spiriti più In Islanda l’Ottocento si apre con un atto simbolico che pare suggellare un secolo
, alla Norvegia,
davvero travagliato. Con un decreto reale, infatti, ciò che rimaneva dell’antico e prestigioso
dell’assemblea.
Alþingi (che dal 1798 aveva abbandonato la tradizionale sede di Þingvellir per riunirsi a
ci senza rancore,
Reykjavík)68 veniva definitivamente abolito. Contemporaneamente era istituita una nuova
di. Volesse Iddio
Corte di giustizia (danese Landsoverret, islandese Landsyfirréttur).69
na deliberazione
In tal modo scompariva l’ultimo simbolo di quella che era stata l’indipendente e
tri avesse avuto
orgogliosa repubblica fondata ottocentosettanta anni prima.70 Dal canto suo l’isola era stata
antomeno essere

‘Tutto superato!
duramente colpita dalle conseguenze del conflitto tra le grandi potenze che aveva suo

può essere altromalgrado coinvolto la Danimarca: le difficoltà di quel Paese si erano infatti tradotte in un

eri profondi e le diradamento delle comunicazioni navali, il che in sostanza venne a significare mancanza di

n si basa sullaadeguati approvvigionamenti e impossibilità di esportare le proprie merci. Del resto, seppure

iverso da un pio nel 1787 fosse stato per gran parte abolito il monopolio commerciale,71 gli scambi potevano

avvenire esclusivamente con i sudditi del Regno. Ciò naturalmente comportava gravissimi
di lasciare per
disagi, solo in parte rimediati dall’arrivo di navi inglesi.72 Ma nel 1809 si verificò un
a mano destra a
importante episodio. Un vascello proveniente da Liverpool si ancorò a Hafnarfjörður, poco a
a, e stando così
sud di Reykjavík. Dopo aver trovato un accordo con le autorità locali, i mercanti vendettero
mmo quel luogo,
le loro merci e acquistarono prodotti islandesi. A bordo di questa nave viaggiava un
rtanti decise. Ci
avventuriero danese, tale Jørgen Jürgensen (1780-1841) che a suo tempo era finito nelle mani
hi e i più ardenti

ne andammo da
degli Inglesi. Questi si era impegnato a procurare sego e fegato di merluzzo per un
fabbricante di sapone. Fu così stabilito un nuovo canale commerciale. Ma quando giunse in

Islanda con un viaggio successivo Jørgen Jürgensen venne a sapere che le autorità avevano

lare un secolo cercato di ostacolare il commercio appena avviato. Egli dunque passò all’azione arrestando il

co e prestigiosogovernatore dell’isola, il conte danese Frederik Christopher Trampe (1779-1832) che fu

r per riunirsi atenuto prigioniero sulla nave. Inoltre tra il 26 giugno e l’11 luglio emanò tre proclami che

uita una nuova annunciavano solennemente l’indipendenza dalla Danimarca e la sua nomina a governatore e

protettore del Paese.73 Le sue intenzioni erano (almeno dichiaratamente) buone. Egli infatti si

indipendente eimpegnava a dimettersi quando una assemblea nazionale avesse redatto una nuova

l’isola era stata costituzione. Nel frattempo fece visita ai suoi ‘sudditi’ e si adoperò per migliorarne le

che aveva suocondizioni economiche. Il suo ‘regno’ fu però di breve durata. Jürgensen non godeva affatto,

i tradotte in uncome voleva lasciar intendere, dell’appoggio del governo inglese. All’arrivo di una nave da

re mancanza di guerra di quella flotta tanto il governatore quanto i massimi notabili islandesi si affrettarono a

l resto, seppuredenigrare il suo operato con il capitano: egli dunque fu arrestato e ricondotto in Inghilterra. Il

cambi potevano 22 agosto i suoi decreti vennero aboliti.74 Jürgensen trascorse un periodo in prigione; liberato

tava gravissimidivenne una spia degli Inglesi, ma successivamente dopo aver commesso altri reati fu

si verificò undeportato in Australia: stabilitosi in Tasmania visse là fino alla morte. Jørgen Jürgensen è

rfjörður, poco a ricordato dagli Islandesi come “Jörundur re dei cento giorni” (Jörundur

anti vendettero hundadagakonungur), sebbene per la verità il suo ‘regno’ sia durato meno di due mesi. La

e viaggiava unsua iniziativa si inquadra per altro in un interesse niente affatto secondario dell’Inghilterra

inito nelle maninei confronti dell’Islanda.

erluzzo per un Con le deliberazioni della pace di Kiel il Paese restava, a differenza della Norvegia, sotto
uando giunse in il dominio danese: una situazione che pareva destinata a protrarsi per sempre. Seppure

utorità avevanogradatamente, invece, qualche cambiamento si sarebbe messo in moto. Anche qui infatti le

ne arrestando ilidee di libertà e indipendenza e il desiderio di progresso avevano cominciato a manifestarsi e

9-1832) che ful’atteggiamento della popolazione a cambiare. Nel 1835, come è stato detto, erano entrate in

e proclami chefunzione le assemblee ‘regionali’ danesi.75 In questa occasione l’Islanda non era stata presa

a governatore ein alcuna considerazione, ottenendo soltanto la partecipazione di due rappresentanti

e. Egli infatti siall’assemblea delle isole. Ciò naturalmente aveva creato forte malcontento e il desiderio di

to una nuova ricostituire l’antica assemblea generale cominciò a farsi strada. Naturalmente esso si diffuse

migliorarne lein primo luogo negli ambienti colti, specie fra gli studenti islandesi che si trovavano a

godeva affatto, Copenaghen per compiere la loro formazione. Una esplicita richiesta venne dunque da uno di

di una nave daloro, Baldvin Einarsson (1801-1833) che le diede voce tramite una rivista di carattere

si affrettarono aculturale e sociale: Ármann all’Alþingi ovvero l’assemblea generale degli Islandesi (Ármann

n Inghilterra. Il á Alþingi eða almennur Fundur Íslendinga), uscita negli anni 1829-1832.76 Si trattava di una

igione; liberatopubblicazione nella quale era proposto un dibattito immaginario (che aveva luogo a

o altri reati fuÞingvellir, sede dell’antica assemblea) tra persone di diversa estrazione sociale, le quali

en Jürgensen èdiscutevano dei problemi del Paese. Con la morte prematura di Baldvin Einarsson si

Jörundurinterruppe l’uscita della rivista ma non si spensero i suoi ideali.77 Al contrario: la tragedia che

di due mesi. Lalo colpì (cessò di vivere per le ustioni riportate in un incendio) parve replicare, per la

dell’Inghilterracosternazione che ne seguì in tutto il Paese, il lutto provocato nel 1768 dalla scomparsa di

Eggert Ólafsson,78 il quale aveva dedicato la propria esistenza allo scopo di risollevare i

Norvegia, sottocompatrioti dallo stato di prostrazione materiale e spirituale in cui si trovavano. Il re danese,
mpre. Seppurerispose alle sollecitazioni, concedendo almeno l’istituzione di un comitato che avrebbe

he qui infatti le dovuto riunirsi ogni due anni a Reykjavík per discutere delle questioni riguardanti l’isola

a manifestarsi e(1838). Fu però solo con l’avvento al trono di Cristiano VIII che, finalmente, il desiderio

erano entrate indegli Islandesi fu esaudito. Con decreto dell’8 marzo 1843,79 il sovrano – che, non lo si

era stata presadimentichi, aveva sostenuto a suo tempo la causa di indipendenza dei Norvegesi – deliberò la

rappresentantiricostituzione dell’Alþingi che (nonostante in un primo momento si fosse pensato all’antica

il desiderio disede di Þingvellir) si riunì per la prima volta a Reykjavík il 1 luglio 1845 nell’edificio della

esso si diffuseScuola di latino (Latínuskóli).80 Sebbene gli argomenti discussi restassero di importanza

si trovavano a secondaria una nuova era stava per cominciare. Nel 1841 avevano preso l’avvio le

unque da uno dipubblicazioni della Nuova rivista sociale (Ný félagsrit, cessata nel 1873) “edita da alcuni

sta di carattereIslandesi” (“gefin út af nökkrum Íslendíngum” [sic], come si legge sul frontespizio: tra di loro

Ármannil giovane Jón Sigurðsson (1811-1879), proveniente dal piccolo villaggio di Hrafnseyri nei

trattava di unafiordi occidentali, destinato a diventare il punto di riferimento di un’intera nazione nella sua

aveva luogo alotta per l’indipendenza.81

ociale, le quali 11.2. Percorsi sociali

n Einarsson si Se è vero che avvenimenti politici di così grande portata ebbero, come è logico

la tragedia cheattendersi, importanti riflessi sulla società dei Paesi nordici, è d’altro canto altrettanto vero

eplicare, per lache essi furono, in misura non secondaria, effetto dei mutamenti che si erano manifestati al

a scomparsa di suo interno. Innanzi tutto a riguardo di due categorie sociali che per secoli avevano goduto di

di risollevare iuna posizione di privilegio: il clero e la nobiltà. Il pensiero illuministico aveva sottratto alla

no. Il re danese,sfera religiosa tutta una serie di competenze che a lungo avevano consentito alla gerarchia
o che avrebbeecclesiastica di dirigere e ‘dominare’ diversi aspetti della vita sociale: ora quelle stesse

uardanti l’isolacompetenze divenivano piuttosto di interesse della comunità che avrebbe dovuto gestirle in

nte, il desideriouna prospettiva laica. Parallelamente, con l’introduzione del concetto di pari dignità fra tutti

che, non lo si gli esseri umani, si era accelerato (seppure non con conseguenze drammatiche come in

esi – deliberò laFrancia) il declino dell’aristocrazia, dimostratasi in molti casi incapace di misurarsi con la

nsato all’antica nuova realtà e, dunque, di adattarsi al cambiamento. A questi sviluppi si associò la crescente

ll’edificio dellaaffermazione della borghesia (che, in sostanza, assorbì e sostituì la nobiltà) così come la

di importanzaformazione del proletariato, ma anche la maturazione nelle diverse componenti sociali di una

eso l’avvio lecoscienza politica che avrebbe trovato espressione nei partiti. Si passò dunque

edita da alcunidefinitivamente dall’antica società che si fondava (e regolava) sulla suddivisione in stati

pizio: tra di loro(nobiltà, clero, borghesia, contadini) alla nuova, nella quale diveniva ora fondamentale il

Hrafnseyri neidinamismo delle diverse classi: i sudditi si stavano trasformando in cittadini.

zione nella sua 11.2.1. La Danimarca dalla grande crisi alla ripresa

Per la Danimarca, come si è visto, gli ultimi decenni del XVIII e i primi del XIX secolo

erano stati funesti. Non solo dal punto di vista della politica estera e dei suoi disastrosi

come è logicorisultati che avevano distrutto il prestigio del Paese trasformandolo in un interlocutore

altrettanto veroinsignificante e screditato verso il quale le grandi potenze europee non mostravano alcun

o manifestati al riguardo. I costi delle guerre avevano gravato pesantemente sulle casse dello Stato e sulle

vano goduto dirisorse della popolazione e, tra l’altro, nel 1795 un violento incendio aveva ancora una volta

va sottratto alladevastato Copenaghen. Si determinò così una gravissima crisi economica che toccò il

o alla gerarchiaculmine nel 1813 quando si cercò di contrastare la crescente inflazione con l’istituzione di
a quelle stesseuna banca statale, l’emissione di nuove banconote e una sorta di imposta patrimoniale del 6%

vuto gestirle in sui terreni: questa operazione non sortì gli esiti sperati e lo Stato fu costretto a dichiarare la

dignità fra tuttibancarotta. Dunque, quando nel 1814 la Danimarca dovette cedere la Norvegia, la grave

atiche come incongiuntura del Paese non era solo di natura politica. Una preoccupante crisi dell’agricoltura

misurarsi con lae delle imprese, la riduzione dei traffici con le colonie d’oltremare, la dipendenza dalle

ciò la crescenteimportazioni (gestite in primo luogo dalla città di Amburgo), l’inflazione: tutto contribuì a

) così come laimmiserire le condizioni della popolazione. Nel 1818 venne fondata a Copenaghen la Banca

ti sociali di unanazionale (Nationalbanken i København) che, finanziariamente indipendente dallo Stato,

passò dunqueriuscì gradatamente a riportare la situazione sotto controllo. Ma la ripresa economica in

visione in statiagricoltura (favorita dall’introduzione di nuove tecniche e da accresciute possibilità di

ondamentale ilesportazione) sarebbe cominciata solo dagli anni ’30. Più tardi quella dell’industria. Dal

punto di vista più strettamente sociale vi fu comunque una serie di progressi. Il che non è

sorprendente, se si tiene conto del vivace dibattito su diversi temi, riversato, negli ultimi

del XIX secolodecenni del XVIII secolo, in una nutrita serie di scritti.

suoi disastrosi Innanzi tutto ci furono cambiamenti nel sistema scolastico. Il principio che l’istruzione è

n interlocutorecompito dello Stato era rimasto per lungo tempo ignorato e anche quando nel Settecento esso

ostravano alcunsi era finalmente affermato (si considerino i diversi saggi usciti sull’argomento), la sua

lo Stato e sullerealizzazione era stata solo parziale.82 Nel Paese erano presenti le “scuole di latino”

ncora una volta (riformate nel 1739),83 in sostanza ginnasi, e le scuole di campagna il cui funzionamento era

a che toccò iltutt’altro che regolare; inoltre erano state aperte le cosiddette “scuole di filatura”

l’istituzione di(spindeskoler) nelle quali gli allievi studiavano e svolgevano anche attività nell’ambito
moniale del 6%dell’industria tessile. Sulla scia delle idee di promozione umana introdotte dal pietismo prima

a dichiarare lae dal pensiero illuministico poi, il problema dell’istruzione era ora molto sentito. C’erano

vegia, la grave state perciò diverse iniziative al riguardo. Nel 1771 Hans Holck (1726-1783), giornalista,

dell’agricolturascrittore e noto benefattore, aveva aperto cinque scuole per i bambini bisognosi;

pendenza dallesuccessivamente (1787 e 1795) se ne erano aggiunte altre due (una a Copenaghen e una a

utto contribuì aChristianshavn) per iniziativa della Società per le virtù civiche (Selskabet for Borgerdyd)

aghen la Bancafondata (1785), fra gli altri, dal redattore dell’Aftenposten Emanuel Balling (1733-1795) e dal

nte dallo Stato,medico dano-tedesco Johan Clemens Tode (1736-1806).84 L’anno successivo quest’ultimo

a economica inlasciò l’associazione e insieme a letterati e pedagoghi costituì la Società per la posterità

e possibilità di(Selskabet for Efterslægten) che, a sua volta, diede l’avvio a una scuola a Copenaghen con

l’industria. Dal l’intento di offrire agli allievi una formazione completa (che oltre a fornire nozioni nelle

si. Il che non èdiscipline tradizionali prevedesse di sviluppare le loro facoltà critiche, così come un

to, negli ultimiarmonioso sviluppo fisico).85 Anche il conte Ludvig Reventlow, ricco proprietario terriero,

aveva aperto scuole di campagna nei suoi possedimenti, introducendo un insegnamento ben

he l’istruzione èpiù completo di quello comunemente adottato e una disciplina meno rigida, un esempio

Settecento essoseguito da diversi altri. In tutto questo l’influsso delle teorie filantropiche del pedagogo

mento), la suatedesco Johann Berhard Basedow (1724-1790, che tra l’altro era stato professore a Sorø),

uole di latino”degli svizzeri Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) e Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827)

zionamento erae – a ritroso – di Comenio86 e di Locke, è del tutto evidente. Da parte governativa nel 1789 fu

le di filatura” istituita una commissione che doveva valutare il sistema scolastico e proporre una riforma

ità nell’ambitoche fu pronta (e promulgata) nel 1814.87 Essa introduceva l’obbligo scolastico per i bambini
pietismo primafra i sette e i quattordici anni, nonché quello dell’apprendimento della lingua scritta (in

entito. C’eranoprecedenza si era puntato in primo luogo a fornire la capacità di leggere) e, insieme, il

83), giornalista,principio che i contenuti dell’insegnamento (marcatamente orientati a stimolare il

bini bisognosi;patriottismo degli scolari) fossero stabiliti dal governo centrale. Un ulteriore e determinante

naghen e una a impulso alla promozione culturale del popolo danese sarebbe poi venuto da N.F.S. (Nikolaj

)Frederik Severin) Grundtvig (1783-1872).88 Filosofo, politico, storico, letterato, insegnante,

733-1795) e dalpedagogo e teologo, egli riteneva che l’istruzione dovesse essere finalizzata a promuovere

vo quest’ultimo l’attiva partecipazione di ciascuno alla vita della comunità e a suscitare sentimenti patriottici.

per la posteritàSottolineando la necessità di far rivivere l’assopito ‘spirito nordico’ egli sosteneva che una

openaghen conistruzione generalizzata (in cui le finalità della scuola non rispondessero semplicemente agli

e nozioni nellescopi della Chiesa) fosse l’unico strumento grazie al quale si potesse coltivare il senso di

così come unresponsabilità dei cittadini verso la società e la nazione (sua è l’idea che lo spirito di un

ietario terriero,popolo, da cui origina la nazione, sia riflesso di Dio creatore). A lui viene riconosciuto il

egnamento ben merito di aver ideato le “scuole popolari superiori” (folkhøjskoler) per promuovere la

da, un esempio formazione degli adulti (in primo luogo i contadini), una istituzione che presto si sarebbe

del pedagogodiffusa negli altri Paesi scandinavi e non solo;89 Grundtvig (che voleva anche riformare

essore a Sorø),l’Accademia di Sorø)90 intendeva così porre le basi di una istruzione superiore più

zzi (1746-1827)direttamente finalizzata all’impegno sociale. La prima ‘scuola popolare superiore’ fu aperta

iva nel 1789 fu nel 1844 a Rødding nello Jutland meridionale dall’ecclesiastico e politico Christian Flor

rre una riforma(1792-1875).91 Accanto alle scuole di ispirazione grundtvigiana sorsero inoltre le “scuole

o per i bambinilibere” (friskoler) ideate da Christen Mikkelsen Kold (1816-1870), in pratica istituti
ngua scritta (in(autogestiti) in cui si dava grande importanza all’insegnamento orale (piuttosto che alla

) e, insieme, ilricezione passiva di testi ‘canonici’) e che rispondevano al desiderio di promozione umana e

a stimolare ilsociale diffuso nel ceto contadino.

e determinante Importanti sviluppi si ebbero nel riconoscimento dei diritti dei non luterani (non da ultimi

N.F.S. (Nikolaj gli Ebrei) la cui presenza nelle città era consentita in sostanza da motivi in primo luogo

ato, insegnante,economico-commerciali. Nel 1788 un decreto concedeva loro di praticare liberamente

a promuovereattività artigianali,92 il che significava sostanzialmente il riconoscimento di prerogative fino

menti patriottici.ad allora negate. Di importanza fondamentale fu tuttavia il provvedimento in loro favore

teneva che unaemesso nel 1814 dal re Federico VI.93 Per la verità la società danese, in preda come si è detto

plicemente aglia una gravissima crisi economica, era tutt’altro che pienamente disposta ad accogliere

vare il senso dipositivamente queste disposizioni. Molte persone consideravano infatti gli Ebrei responsabili

o spirito di undei problemi finanziari del Paese e contro di loro ci furono reazioni anche violente con

riconosciuto ilattacchi diretti alle persone e ai loro beni (settembre 1819-gennaio 1820). Si trattò, certo, di

promuovere launa reazione popolare ma i germi di questo antisemitismo vanno ricercati nella propaganda

esto si sarebbedi taluni intellettuali.94 Gli Ebrei danesi vedranno riconosciuti i loro diritti nella costituzione

nche riformaredel 1849.95

superiore più Nonostante difficoltà e resistenze, questi progressi dal punto di vista dei diritti civili

riore’ fu aperta segnano la maturazione della società danese in questi decenni.96 Una maturazione che,

Christian Florcertamente, aveva le proprie radici nel secolo precedente, quando non solo erano state

oltre le “scuole introdotte importanti riforme (fra tutte quella agraria) ma era altresì emersa sempre più

pratica istitutichiaramente la riflessione su una struttura sociale fondata su diseguaglianze ormai


uttosto che allainsostenibili: si pensi al Catechismo degli aristocratici (Aristokraternes Catechismus, 1796)

ozione umana edel già citato Malthe Conrad Bruun97 che in forma di satira sottolineava tutte le ingiustizie

sociali operate da quel ceto, così come all’importante opera Il governo interno degli stati

i (non da ultimi(Staternes indvortes Regiering, in cinque volumi, 1773-1776) di Andreas Schytte,98 studioso

in primo luogodi scienze politiche, il quale sosteneva la necessità di scardinare la società basata sugli stati in

re liberamentequanto un tale ordinamento era in contrasto con il diritto dell’individuo. Simili princìpi di

prerogative finocittadinanza erano propugnati da Tyge Rothe.99 E del resto il termine “cittadini” compare per

in loro favorela prima volta nel decreto del 1776 che escludeva gli stranieri dalle cariche pubbliche.100 E

come si è detto che la rivendicazione di diritti non fosse un concetto limitato solo alle sfere culturalmente più

ad accogliereelevate della popolazione è dimostrato dagli scioperi e dalle manifestazioni degli anni 1793-

rei responsabili1794. Tutto questo aveva continuato a ‘fermentare’ nella società danese, finché si giunse alla

e violente con proclamazione della nuova costituzione.

trattò, certo, di Ma lo scardinamento dei poteri tradizionali si attuò anche sul piano religioso, come

ella propagandaconseguenza dell’evolversi dell’esperienza spirituale dell’individuo avviata dal pietismo (e

lla costituzione dal herrnhutismo) e come reazione ai tentativi di regolarla con decreti come il

Konventikelplakaten.101 Quegli ecclesiastici che cercavano di mantenere il proprio potere e i

dei diritti civilipropri privilegi non furono capaci, in molti casi, di muoversi al passo coi tempi. Tra il 1790 e

aturazione che,il 1840 sorsero così movimenti religiosi autonomi (gudelige vækkelser),102 diffusi in tutto il

olo erano state Paese (soprattutto nelle isole)103 che, rifiutando la disciplina (e i testi per il culto) voluti dalla

rsa sempre più Chiesa ufficiale, organizzarono autonomamente la propria vita religiosa.104 Si trattò di una

aglianze ormai‘mobilitazione dal basso’ espressione di una concreta volontà di emancipazione del mondo
, 1796)contadino (ma non solo) che non mancò di coinvolgere altri ambiti, fra tutti quello

e le ingiustiziedell’istruzione. Sorsero così anche scuole serali, scuole per i contadini e furono avviate altre

erno degli statiiniziative simili. Un notevole contributo venne dalle idee del sopra citato Grundtvig,

studiosopromotore di un cristianesimo attivo e gioioso.105 Egli sostenne tra l’altro la richiesta della

ata sugli stati ingente di eliminare il cosiddetto “vincolo parrocchiale” (sognebåndet) che legava le persone

mili princìpi dialla parrocchia di residenza: nel 1855 sarebbe stata legalmente concessa la possibilità di

ni” compare per sottrarvisi.106 Nel 1839 del resto, alla morte di Federico VI, il Konventikelplakaten fu

E abrogato.107 Nonostante i conflitti che si vennero a creare con le autorità (che non fecero

lturalmente più mancare multe e condanne) questi movimenti costituirono una fase fondamentale nella presa

egli anni 1793-di coscienza civile (ma anche politica) di gran parte della popolazione danese e, del resto, in

hé si giunse alla questo Paese le ‘chiese popolari’ ebbero (certamente per l’influsso di Grundtvig) una forte

connotazione nazionale, il che infine le integrò nella Chiesa di Stato. Sebbene la loro forza

eligioso, comepropulsiva si esaurisse attorno alla metà del secolo (del resto l’emanazione della costituzione

dal pietismo (eliberale del 1849 eliminava buona parte delle problematiche che ne avevano determinato la

creti come il nascita) a questo ‘risveglio spirituale’ va ancora ricondotta la fondazione (1853)

oprio potere e idell’Associazione per la missione interna (Foreningen for den Indre Mission, più

pi. Tra il 1790 esemplicemente Indre Mission) che svolgerà un ruolo di rilievo nella società danese,

iffusi in tutto il soprattutto dopo che (1861) il pastore Johan Vilhelm Beck (1829-1901) ne curerà la

lto) voluti dallariorganizzazione.108 Tra i ‘difensori’ della Chiesa ‘ufficiale’ e di un cristianesimo

Si trattò di unastrettamente confessionale va qui tuttavia ricordato il vescovo della Selandia Jakob Peter

one del mondoMynster (1775-1854). E per altro, anche stimolata dalla nascita dei movimenti popolari, la
ra tutti quello discussione teologica appare in questi decenni molto accesa, dal che deriva nel corso

no avviate altredell’Ottocento un profondo rinnovamento della Chiesa danese che, integrata nell’apparato

ato Grundtvig, statale, diverrà una vera e propria Chiesa nazionale.

richiesta della In Danimarca la grande diffusione dell’alcolismo costituiva un grave problema sociale.

gava le personeLe prime notizie sulla fondazione di associazioni fondate allo scopo di combatterlo risalgono

a possibilità diagli anni ’40 dell’Ottocento e si devono all’iniziativa del predicatore laico e politico Rasmus

fuSørensen (1799-1865), dell’insegnante Ole Syversen (1801-1847) e dell’ecclesiastico Knud

che non feceroEskil Møhl (1805-1890). Esse ebbero tuttavia scarso seguito.109 Solo nel 1879 sarà fondato a

tale nella presaVejle (Jutland meridionale) un gruppo dal quale originerà l’Associazione danese contro

e, del resto, inl’alcolismo (Danmarks Afholdsforening).

dtvig) una forte Nel 1769 era stato fatto nel Paese il primo censimento da cui risultava che la popolazione

ne la loro forzadanese raggiungeva gli 800.000 abitanti.110 Nonostante gli anni della crisi la crescita

lla costituzionedemografica fu consistente e nel 1835 se ne poterono contare 1.224.000. La maggioranza

determinato laerano contadini, poi c’erano i borghesi delle città (tra cui la sola Copenaghen, che già

azione (1853)all’inizio del secolo contava circa 100.000 abitanti, aveva dimensioni ragguardevoli) nelle

, piùquali però vivevano anche prestatori d’opera tutt’altro che agiati. I servizi sociali restavano in

società danese, gran parte carenti, tuttavia nel 1799 era stato riorganizzato a Copenaghen l’Ente per

) ne curerà lal’assistenza ai poveri (Kjøbenhavns Fattigvæsen)111 e nel 1803 era stato fondato un

cristianesimo‘Ministero della sanità’ (Sundhedscollegium) che rilevava le competenze del precedente

dia Jakob PeterCollegium medicum risalente al 1740.112 Ma nello stesso tempo alcune novità come

nti popolari, lal’apertura di una linea di collegamento navale tra Copenaghen e Kiel nel 1819 e tra
riva nel corsoCopenaghen e Malmö nel 1838, quella di una linea ferroviaria tra Copenaghen e Roskilde nel

a nell’apparato1847, il primo viaggio di un battello a vapore da Aarhus all’Inghilterra nel 1849, segnalavano

un progresso tecnico che non avrebbe mancato di far sentire i propri effetti. Poco dopo la

oblema sociale.metà del secolo (1852) Peter Christian Frederik Faber (1810-1877) veniva nominato

tterlo risalgonoresponsabile del neonato servizio telegrafico danese, che egli avrebbe trasformato in uno

politico Rasmus strumento di fondamentale importanza per le comunicazioni sia all’interno del Paese sia

lesiastico Knudcoll’estero.

9 sarà fondato a Nel 1819 la Società per la promozione delle scienze belle e utili113 si incaricò di gestire un

danese controconcorso voluto dagli ufficiali dell’esercito danese di stanza in Francia per la composizione di un
inno nazionale. Vincitrice fu la scrittrice Juliane Marie Jessen (1760-1832) che aveva presentato un

testo dal titolo Danimarca! Danimarca! – suono sacro (Dannemark! Dannemark! - hellige Lyd) il
la popolazione
cui accompagnamento si deve al celebre musicista Christoph Ernst Friedrich Weyse.114 La scelta fu
risi la crescita
assai contestata e la composizione presto dimenticata a favore di un’altra scritta dal poeta Adam
La maggioranza
Oehlenschläger115 dal titolo C’è una terra incantevole (Der er et yndigt land) che fu musicata da
aghen, che già
Hans Ernst Krøyer (1798-1879).
uardevoli) nelle
“C’è una terra incantevole,
ali restavano in Sulla quale si estendono i faggi

hen l’Ente per Presso le rive salate a oriente;

to fondato un Si flette in colline, vallate,

del precedente Ha nome vecchia Danimarca,

e novità come Ed è la reggia di Freyja.116

[…]
nel 1819 e tra
n e Roskilde nel La nostra vecchia Danimarca ci sarà,

49, segnalavano Fino a quando il faggio rispecchierà

Le sue chiome nell’azzurro dell’onda”117


. Poco dopo la
11.2.2. La Svezia tra ricerca del passato e tensione verso il futuro
niva nominato
Come mostrano esemplarmente gli avvenimenti del 1809 che portarono alla destituzione
formato in uno
di Gustavo IV Adolfo, i fermenti liberali e il desiderio di incisivi cambiamenti erano ben
o del Paese sia
presenti nella società svedese. Durante gli anni della reggenza, seguiti alla morte di Gustavo

cò di gestire un
III, il prestigio della Corona era assai decaduto, mentre appariva evidente che l’equilibrio fra

mposizione di ungli stati sul quale fino ad allora si era retto il funzionamento del Regno era ormai superato.

va presentato un Con l’ascesa al trono di Gustavo IV Adolfo era parso, almeno inizialmente, che le cose

) il potessero migliorare. Il giovane re si trovò davanti a una situazione difficile da diversi punti

La scelta fudi vista, non ultimo quello finanziario: una crisi determinata dalle guerre, dalla stagnazione

dal poeta Adam


dei commerci e dalle carestie. Il problema fu affrontato in una riunione del parlamento tenuta
e fu musicata da
a Norrköping (Östergötland) nel 1800, durante la quale la contestazione di un gruppo di

nobili nei confronti della monarchia assunse un carattere clamoroso;118 in quella sede venne

comunque decisa una rivalutazione monetaria. L’insofferenza degli aristocratici nei confronti

del sovrano (anche per una sorta di ‘involuzione’ del suo carattere) andò progressivamente

crescendo e dopo la sua destituzione essi riacquistarono parte del potere perduto negli anni di

Gustavo III. Ciò nonostante la costante evoluzione sociale avrebbe reso inevitabile il

tramonto di quel ceto, mentre – parallelamente – si andava rafforzando il ruolo della

borghesia. Insieme ai nobili i borghesi e gli ecclesiastici continuavano (seppure qualche


provvedimento perequativo fosse stato adottato) a godere di una serie di privilegi contro cui

non mancò la ripetuta protesta dei contadini (non sempre pienamente persuasi dei vantaggi

derivanti dalle riforme agrarie),119 i quali andavano progressivamente sviluppando maggiore

consapevolezza dei propri diritti.120 Ma le classi sociali tradizionali non ‘coprivano’ più la
lla destituzione
totalità della società svedese. Accanto a queste c’erano infatti i lavoratori delle miniere e,
menti erano ben
soprattutto, i braccianti e i mezzadri privi di terre che non soltanto non avevano potuto trarre
orte di Gustavo
beneficio dall’introduzione delle riforme agrarie, ma – anzi – ne erano stati danneggiati, nel
l’equilibrio fra
momento in cui l’antica comunità agricola di cui facevano parte si era disgregata e, con essa,
ormai superato.
le loro possibilità di accedere a beni un tempo comuni (in primo luogo le risorse boschive).
te, che le cose
Insieme a quel proletariato che sarebbe sorto nella seconda metà del secolo in seguito alla
da diversi punti
industrializzazione del Paese costoro avrebbero fatto parte di una larga fetta di popolazione
lla stagnazione
costretta a vivere in condizioni di indigenza o, magari, a emigrare.
rlamento tenuta
La costituzione del 1809 aveva introdotto nuove garanzie ma il potere del re restava
i un gruppo di
saldo. Del resto Carlo XIV Giovanni era inizialmente riuscito a mantenere il controllo sulla
ella sede venne
politica interna e a imporre la propria volontà ai rappresentanti degli stati, anche grazie
ci nei confronti
all’azione di risanamento della pessima situazione finanziaria (che tuttavia sarebbe stata
ogressivamente
definitivamente risolta solo nel 1834 con una drastica svalutazione della corona). Nelle
to negli anni di
riunioni del parlamento del 1823 il re dovette per la prima volta affrontare una opposizione
o inevitabile il
sufficientemente agguerrita, interpretata in primo luogo da Carl Henrik Anckarsvärd (1782-
il ruolo della
1865); successivamente essa si manifestò in tutta la sua forza a partire dalle sedute del
eppure qualche
parlamento convocato negli anni 1828-1830, quando i suoi rappresentanti proclamarono
ilegi contro cui ideali liberali e reclamarono nuove riforme sociali ed economiche. E, del resto, gli effetti dei

asi dei vantaggimoti di luglio a Parigi si fecero sentire anche in Svezia. Questo movimento trovò espressione

ando maggioresoprattutto sulle pagine del Foglio della sera (Aftonbladet, uscito a partire dal 1830), la cui

privano’ più lapubblicazione fu, di conseguenza, proibita (1835), seppure l’editore aggirasse il divieto

delle miniere e,rinominando di volta in volta il giornale con titoli simili.121 La contrapposizione si fece

no potuto trarreaspra: da una parte il sovrano e i suoi uomini di fiducia, persone come Magnus Brahe (1790-

danneggiati, nel1844), amico, consigliere e portavoce del re o August von Hartmansdorff (1792-1856), che

ata e, con essa,da posizioni liberali era passato nel novero dei conservatori; dall’altra i paladini delle idee

orse boschive).nuove, figure come Magnus Jacob Crusenstolpe (1795-1865) che, al contrario, dopo essere

in seguito allastato redattore del giornale filo-monarchico La patria (Fäderneslandet, 1830-1833),

di popolazionesostenuto economicamente dal sovrano, divenne un fiero oppositore della Corona, il che gli

costò tre anni di prigione: considerato dai liberali e dal popolo una sorta di eroe, la sua

del re restavaincarcerazione scatenò a Stoccolma tumulti sedati dopo diversi giorni (giugno 1838).122 O

controllo sulla come Anders Lindeberg (1789-1849) che non aveva esitato a denunciare il potere esclusivo

i, anche graziedel re e per questo era stato condannato a morte (ma successivamente graziato). Anche in

a sarebbe stataquesto caso la partecipazione popolare alla vicenda era stata intensa, il che dà la misura del

corona). Nelle coinvolgimento generale nel nuovo clima politico. Segnato, del resto, anche dalla

na opposizione‘conversione’ alle idee liberali di una eminente figura di conservatore quale quella di Erik

karsvärd (1782-Gustaf Geijer (1783-1847), scrittore, storico, musicista e professore all’Università di

alle sedute delUppsala.123 Un primo vero successo dei liberali fu la riforma del 1840, in base alla quale i

proclamaronovecchi ‘uffici’ della cancelleria furono soppressi e sostituiti dai ministeri, i cui rispettivi capi
o, gli effetti deidi gabinetto andarono a far parte del Consiglio di Stato (non toccato nel 1809) insieme ad

ovò espressionealcuni altri consiglieri.124

al 1830), la cui Se altri importanti cambiamenti dal punto di vista costituzionale sarebbero avvenuti solo

rasse il divietonella seconda metà del secolo, non mancarono in questi anni riforme di grande importanza.

sizione si feceInnanzi tutto a riguardo dell’istruzione. Ai decreti relativi emessi nel XVII secolo125 ne era

us Brahe (1790-seguito uno del 1724126 che tuttavia non aveva introdotto sostanziali cambiamenti. La

792-1856), che necessità di una nuova regolamentazione è riflessa in due ordinanze scolastiche del 1807 e

adini delle ideedel 1820,127 esito di un vivace dibattito nel quale anche qui ci si misurava con le teorie di

io, dopo essere illustri pedagoghi come Basedow, Pestalozzi o l’inglese Joseph Lancaster (1778-1838).128 In

, 1830-1833), effetti la situazione delle scuole pubbliche era tutt’altro che brillante e chi possedeva

orona, il che gliadeguati mezzi economici preferiva ricorrere all’insegnamento privato. Nel 1822 venne

di eroe, la suafondata l’Associazione per la promozione dell’insegnamento popolare (Sällskapet för

Ofolkundervisningens befrämjande), nel 1825 venne istituito un comitato per la scuola che

otere esclusivodoveva dibattere le questioni della formazione e presentare proposte. Il risultato di questo

iato). Anche in lavoro fu (1842) una legge che introduceva in Svezia il principio dell’istruzione generalizzata

à la misura delcon l’obbligo di frequenza della scuola elementare per quattro anni:129 una riforma che

o, anche dalla tuttavia incontrò anche ostilità e necessitò di lungo tempo prima di trovare piena

quella di Erikapplicazione. L’attenzione a una più diffusa scolarizzazione si rileva anche dalla fondazione

l’Università di di diversi istituti superiori destinati alle ragazze.130 Inoltre si constata un accresciuto interesse

ase alla quale iper le materie tecniche con la nascita di istituti dedicati (i primi dei quali risalgono già alla

i rispettivi capi seconda metà del secolo XVIII). Ma la distanza tra la scuola ‘popolare’ e gli istituti di
09) insieme adistruzione superiore, läroverk (ginnasi per pochi privilegiati), ancora sottolineava le

differenze sociali.131

o avvenuti solo Nella prima metà del XIX secolo si situa la vicenda del celebre malvivente svedese Lars Larsson

de importanza. (1785-1845), meglio conosciuto come Lasse-Maja per l’abitudine (legata alla sua attività ladresca ma
anche, a quanto pare, a un’innata tendenza) a travestirsi da donna. Dopo aver compiuto diversi furti,
ne era
subito diversi arresti e tentato con successo diverse evasioni, nel 1812 Lasse-Maja fu catturato per
mbiamenti. La
aver rubato oggetti d’argento in una chiesa. Condannato all’ergastolo fu rinchiuso nel castello di
che del 1807 e
Marstand nel 1813. Dotato di notevoli risorse, riuscì a gestire al meglio la propria vita da detenuto,
con le teorie di
sfruttando la naturale inventiva e l’abilità culinaria e guadagnandosi fama (e denaro) con il racconto
In
delle sue avventure. Molte persone si recarono a Marstrand per incontrarlo, tra gli altri il principe
chi possedeva
ereditario Oscar. Nel 1838 Lasse-Maja ottenne la grazia e si ritirò presso Arboga (Västmanland). Nel
el 1822 vennefrattempo le sue memorie erano state raccolte e pubblicate, divenendo una lettura popolarissima. Per

Sällskapet förquesto Lasse-Maja è stato definito “l’analfabeta che spinse gli Svedesi [a dedicarsi] alla lettura”.132

r la scuola cheSi legga questo breve estratto:

ultato di questo “Nella notte mi introdussi in una fattoria per procurarmi del cibo. Ma non ero neppure entrato

ne generalizzatanella stanza che il contadino in persona insieme ai suoi due garzoni, armati di ascia e di armi di
altro genere arrivarono e mi colpirono sul collo. Che diavolo di persona sei, dissero, che vuoi
na riforma che
ereditare dalle persone mentre sono ancora vive? Ebbero come risposta che ero una signora in
trovare piena
viaggio e stavo in compagnia di altri contadini, ma questi se ne erano andati via da me, e inoltre ciò
alla fondazione
che riuscii a imbastire nella fretta. Il mio scopo era solo procurarmi un alloggio e un po’ di cibo.
sciuto interesse
‘Canaglia!’ rispose il contadino, ‘come se io stesso non fossi stato [qui] e non avessi sentito
algono già alla
quando ti sei introdotto dalla porta.’ Dopo che ebbero illuminato la porta risultò che le cose stavano
e gli istituti di
così. Ti saresti procurato l’alloggio da solo, se noi non fossimo arrivati in tempo, e per di più avresti
sottolineava le rovistato nei nostri armadi e nelle nostre casseforti; ma noi interromperemo il viaggio di questa

spiritosa signora! Poi mi presero e mi condussero in casa, perquisirono anche il fagotto che avevo

ese Lars Larssoncon me, vi trovarono degli indumenti e due rasoi, uno specchio e una scatola per il sapone. Allora

ività ladresca macominciarono a interrogarsi fra loro, su che cosa ci facesse una signora con arnesi di quel genere,

iuto diversi furti,poi mi passarono [la mano] sul mento e allora sentirono che c’erano tracce di barba.

fu catturato per ‘Ah!’ esclamarono, ‘ora ti abbiamo preso in castagna: tu non sei altro che Lasse-Maja!

o nel castello di Benvenuto mio grazioso signore!’ Furono abbastanza sfacciati da perquisirmi ulteriormente.

vita da detenuto,Tuttavia furono così educati da non prendermi nulla. Ora la situazione era abbastanza grigia per il

) con il racconto povero Lasse-Maja! Se i miei soldi, pensavo tra me e me, non avessero potuto salvarmi, la mia

altri il principe libertà sarebbe [stata] perduta. Chiesi di poter comprare un po’ di cibo, il che mi fu concesso.

ästmanland). Nel Una folla di persone si raccolse per guardarmi. Tutti mi osservavano con sorpresa. Per

opolarissima. Permostrarmi cortese con tutti quegli sconosciuti, domandai se si potesse procurare un po’ di acquavite,

132
per offrirla alla compagnia. Diamine! allora furono piuttosto soddisfatti e domandarono: Quanta ne

ordina la signora? Dal momento che si trattava di spendere, mi rivolgevano di nuovo buone parole.

neppure entrato Ora avvenne questo: l’acquavite fu scaldata e dal momento che la vecchia di casa aveva del

cia e di armi dimiele, fu allestita una festa vera e propria. Mi sistemarono nel posto d’onore e brindarono a tutte le

issero, che vuoidonne. Tutti furono d’accordo sul fatto che io fossi una signora perfetta. Peccato solo che io non

una signora infossi una donna vera!”133

me, e inoltre ciò Il periodo tra il XVIII e il XIX secolo segna in Svezia il riconoscimento di importanti

diritti, non da ultimo in campo religioso, il che avrà come naturale conseguenza un

on avessi sentitoindebolimento della Chiesa ufficiale. Interessante è, da questo punto di vista, l’atteggiamento

e le cose stavanodi Gustavo III, fautore di una totale libertà di fede, il quale a esempio proteggeva gli aderenti

per di più avresti


di una setta in pieno contrasto con la gerarchia ecclesiastica, senza tuttavia disconoscere
iaggio di questa l’importanza di quest’ultima.134 Nel 1781 venivano riconosciuti i diritti dei non luterani,135

agotto che avevonel 1782 veniva concesso agli Ebrei di stabilirsi nelle città (Stoccolma, Göteborg e

l sapone. Allora
Norrköping) e di costruirsi sinagoghe.136 Anche in questo Paese la spiritualità popolare (che
i di quel genere,
fin dalla fine del XVIII secolo sulla scia del pietismo aveva mostrato di ricercare sbocchi al

di fuori della dottrina ufficiale)137 sarebbe stata incanalata (qui tuttavia a partire dagli anni
che Lasse-Maja!
’40) in movimenti religiosi revivalisti.138 Uno dei più importanti è certamente il
i ulteriormente.
læstadianismo, che prende nome dal pastore Lars Levi Læstadius (1800-1861), la cui opera è
nza grigia per il
tuttavia da riferire in primo luogo alle zone abitate dai Sami.139 Effetto di questi movimenti
salvarmi, la mia
sarebbe stata la creazione di Chiese libere autonome rispetto a quella ufficiale e, infine, la

n sorpresa. Perseparazione della Chiesa dallo Stato al principio del secolo XIX.

po’ di acquavite, All’ambito dell’attività religiosa si lega anche la volontà di adoperarsi efficacemente a

rono: Quanta nefronte di gravi problemi: nel 1828 il pastore Carl Emanuel Bexell (1786-1873) fondava a

Rydaholm (Småland) una tra le prime associazioni svedesi contro l’alcolismo, cui presto
casa aveva del
altre seguirono; egli avrebbe poi collaborato con Peter Wieselgren (1800-1877), tra gli
darono a tutte le
attivisti più impegnati in questo campo: queste iniziative avrebbero avuto importanti ricadute
solo che io non
sociali.140

Ma passi avanti furono fatti anche in altri campi: nel 1801 venne effettuata a Malmö la
o di importanti
prima vaccinazione generale contro il vaiolo, che successivamente divenne obbligatoria per
onseguenza un
tutti;141 nel 1841 vennero emessi diversi provvedimenti migliorativi del diritto penale tra cui
l’atteggiamento
l’abolizione della gogna e nel 1855 fu eliminata la pena della fustigazione;142 nel 1858 fu
eva gli aderenti
soppresso il diritto del capofamiglia di infliggere punizioni corporali ai familiari e ai servitori
a disconoscere
135della casa (husaga);143 nel 1841 fu riconosciuta alle donne uguale parità ereditaria rispetto

a, Göteborg eagli uomini;144 nel 1846 vennero eliminate le corporazioni e il commercio fu liberalizzato;145

à popolare (chenel 1848 fu emanata la prima legge sulle società per azioni.146

care sbocchi al Anche dal punto di vista tecnico non mancarono novità che segnalavano importanti

rtire dagli anniprogressi: nel 1800 venne aperto al traffico navale il canale Trollhätte (Trollhätte kanal), tra

certamente ilil lago Vänern e il Kattegat; nel 1810 cominciò (attraverso la regione di Götaland) la

), la cui opera ècostruzione del canale Göta (Göta kanal), progettato da Baltzar von Platen (1766-1829), che

esti movimentisarebbe stato inaugurato nel 1832; nel 1818 il primo battello a vapore, costruito da Samuel

ale e, infine, laOwen (1774-1854), un inglese trasferito in Svezia, prese servizio sul lago Mälaren; nel 1834

viene impiantata la prima tessitura meccanica a Rydboholm (Västergötland); nel 1843 presso

efficacemente ale Officine di Motala (Motala verkstad, in Östergötland)147 si diede l’avvio alla costruzione

873) fondava a della prima nave a elica; nel 1846 venne inaugurata a Göteborg l’illuminazione stradale a

mo, cui prestogas. Almeno in parte collegata a tutto ciò è la fondazione a Stoccolma dell’Istituto tecnico

-1877), tra gli(Teknologiska Institutet, 1825) che raccoglieva l’eredità della scuola di ingegneria di

ortanti ricadutePolhem148 alla quale nel 1798 era seguita una Scuola meccanica (Mekaniska skolan). E non

mancano nomi interessanti in campo scientifico: da Gustaf Erik Pasch (1788-1862) il

ata a Malmö lachimico che realizzò i fiammiferi ‘svedesi’ (o di sicurezza), ai fratelli Nils (1802-1870) e

obbligatoria perJohann Ericsson (1803-1889),149 poi emigrati in America, i quali (soprattutto il secondo) con

o penale tra cui una serie di importanti invenzioni diedero un notevole contributo al progresso nell’industria

nel 1858 fudei trasporti, dal fisico e astronomo Anders Jonas Ångström (1814-1874), uno degli ideatori

ari e ai servitoridel metodo spettroscopico, a Pehr Georg Scheutz (1785-1873)150 che nel 1843 insieme al
editaria rispetto figlio Edvard (1821-1881) sviluppò un progetto dell’inglese Charles Babbage (1791-1871)

145 realizzando una macchina differenziale (‘antenato’ dei moderni computer). Di interesse dal

punto di vista socio-economico è anche l’apertura (Göteborg, 1820) della prima Cassa di

ano importantirisparmio (Sparbanken). Né va dimenticato che al 1810 risale la fondazione del Kongliga

), tra Carolinska medico-chirurgiska institutet (l’attuale istituto universitario noto come

i Götaland) la Karolinska Institutet), voluto dal re Carlo XII, centro di studi in campo medico destinato ad

766-1829), cheacquisire sempre maggiore prestigio.151

uito da Samuel Nel 1749 era stato istituito in Svezia l’Ufficio di statistica demografica (Tabellverket) con

laren; nel 1834 il compito di censire la popolazione.152 Dal primo calcolo risultò che il Paese (esclusi i

nel 1843 pressoterritori finlandesi) contava 1.800.000 abitanti. All’inizio del secolo successivo essi erano

alla costruzione saliti a 2.400.000 e attorno alla metà dell’Ottocento sarebbero stati 3.500.000: un incremento

ione stradale a certamente conseguente alle migliorate condizioni igienico-sanitarie, così come a una

Istituto tecnico accresciuta disponibilità di cibo dovuta non solo a nuove tecniche agricole (che consentivano

ingegneria diuna maggiore resa nel raccolto dei cereali) ma anche alla definitiva diffusione della

). E noncoltivazione delle patate e all’aumento delle superfici coltivate.153 Miglioramenti che tuttavia

(1788-1862) ilnon avevano certamente risolto il problema della povertà, acuito da anni (in particolare il

(1802-1870) e1773) segnati da gravissime carestie: ciò appare chiaramente dal fatto che ancora a metà

il secondo) consecolo era del tutto evidente la necessità di provvedere in merito,154 ma anche dal flusso

o nell’industria migratorio verso l’America che avrebbe raggiunto cifre davvero ragguardevoli.

o degli ideatori 11.2.3. Una nuova Norvegia

843 insieme al In Norvegia il crescente desiderio di indipendenza era stato sostenuto da fermenti
ge (1791-1871) patriottici ma anche da situazioni contingenti. Infatti, quando precedentemente al 1814 si

Di interesse dalparla di ‘patriottismo’, si deve sottolineare come accanto al senso di appartenenza a una

prima Cassa dicomunità nazionale culturalmente (ma anche, come si è visto, ‘geograficamente’)

Kongliga caratterizzata, esso comportasse, soprattutto, il bisogno e il desiderio di impegnarsi

o noto comeconcretamente per il miglioramento delle condizioni di vita della società in tutte le sue

co destinato ad componenti.155 Un patriottismo più marcatamente nazionalistico (che pure in qualche forma,

emerge già nei decenni cruciali tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo)156 si

) consvilupperà dopo quella data decisiva venendo per certi aspetti tingendosi di sentimenti

Paese (esclusi iantidanesi,157 mentre la sottolineatura dello ‘spirito norvegese’ espresso nella storia (ma

sivo essi eranoanche nella lingua) non mancherà di accompagnarsi alla orgogliosa rivendicazione di una

un incrementocultura affatto inferiore alla classica. Per la società norvegese il 1814 è davvero una ‘data-

ì come a unaspartiacque’, in quanto la promulgazione della costituzione rappresenta un punto di

he consentivanoripartenza e, insieme, di costante riferimento: la difesa di questo documento – simbolo d’una

iffusione dellaritrovata (per quanto ancora parziale) indipendenza e della stessa idea di ‘nazione norvegese’

enti che tuttavia– resterà al centro dell’attenzione per almeno due decenni.

n particolare il Ma gli eventi del 1814 non sono solo lo sbocco di avvenimenti politici determinati

ancora a metàdall’esterno e combinati con l’affermarsi di una autonoma volontà di indipendenza.158 Gli

nche dal flussoanni di grave crisi seguiti alla stagnazione dei traffici marittimi avevano alimentato un

risentimento contro il dominatore danese e – al contempo – avevano rafforzato la

consapevolezza che fosse ormai tempo di disporre di maggiore autonomia in campo politico

to da fermenti(in particolare nei rapporti internazionali), in campo economico e in campo culturale: ciò del
ente al 1814 siresto era stato sperimentato con la nomina nel 1807 della commissione ad interim.159 Prima

rtenenza a una che le circostanze legate alle guerre napoleoniche provocassero la grave crisi di inizio

ograficamente’)Ottocento, la Norvegia aveva conosciuto un periodo di prosperità legato anche a opportuni

di impegnarsi provvedimenti legislativi: nel 1787 era stato liberalizzato il commercio nella regione

in tutte le suesettentrionale di Finnmark;160 nel 1788 era stato abrogato l’obbligo di acquistare solo grano

qualche forma,danese;161 nel 1795 erano stati eliminati i ‘privilegi’ sul taglio degli alberi per trarne

silegname;162 nel 1797 erano stati fortemente ridotti i dazi doganali163 e semplificato il sistema

i di sentimentigiudiziario.164 Inoltre, grazie soprattutto all’iniziativa di Nikolai Frederik Krohg (o Krogh,

ella storia (ma1732-1801) – e nonostante la contrarietà di molti ambienti contadini – nella seconda metà del

cazione di unaXVIII secolo era stata finalmente tracciata una vera rete stradale carrabile. Ma gli effetti delle

vero una ‘data-vicende belliche avevano rovesciato la situazione. Il risultato politicamente (seppure non

un punto di compiutamente) positivo degli eventi del 1814 non poté dunque impedire una grave crisi

simbolo d’unafinanziaria che segnò (con una forte inflazione) gli anni 1815 e 1816. In relazione a ciò fu

one norvegese’fondata la Banca norvegese (Norges Bank).165 Tra il 1816 e il 1818 il governatore del Paese

fu Carl Mörner, che sebbene svedese, seppe guadagnarsi apprezzamento e riconoscenza.166

ici determinati Per lungo tempo autorevoli personalità norvegesi (come Christen Henriksen Pram, Johan

Gli Ernst Gunnerus, Enevold de Falsen, Nicolai Wergeland, Johan Caspar Herman conte di

alimentato unWedel-Jarlsberg)167 ma anche danesi (si pensi al topografo e metereologo Jakob Nicolai

o rafforzato laWilse, 1736-1801) si erano battute per l’istituzione di una università norvegese. Il re era a

campo politicolungo stato contrario, sia per motivi economici sia per il timore che essa potesse divenire

ulturale: ciò delfocolaio di movimenti separatisti. Nel 1811 tuttavia cedette.168 Sorse dunque a Christiania la
Prima Reale università fredericiana (Det kongelige Fredriks Universitet), a lui intitolata, che poté

crisi di inizioavviare l’attività due anni dopo. Qui si sarebbero formati molti dei protagonisti della

che a opportuniricostruzione del Paese dopo il 1814. Primi docenti furono il celebre filosofo Niels Treschow

nella regione (1751-1833),169 il filologo Georg Sverdrup (1770-1850),170 il naturalista Jens Rathke (1769-

tare solo grano 1855), il matematico Søren Rasmussen (1768-1850), lo storico, geografo e statistico Ludvig

beri per trarneStoud Platou (1778-1833) e il teologo ed ebraista Svend Borchmann Hersleb (1784-1836). I

icato il sistemacosti furono coperti in parte dal re danese, in parte grazie a una sottoscrizione aperta nel

rohg (o Krogh,Paese (il che sottolinea la ‘partecipazione popolare’ all’iniziativa). Fino ad allora la Norvegia

conda metà del aveva potuto contare solo su ‘ginnasi’ (latinskoler)171 e scuole delle cattedrali dalle quali si

gli effetti dellepoteva accedere all’università.172 Nel 1750 si era aggiunta la Libera scuola di matematica

e (seppure non(Den frie matematiske skole) di Christiania, in realtà un istituto superiore indirizzato alla

una grave crisiformazione militare173 e nel 1757 l’Istituto geologico norvegese di Kongsberg (Det

azione a ciò fu Kongelige Norske Bergseminarium)174 che sarebbe poi stato assorbito dall’Università di

atore del PaeseOslo. La prima scuola superiore per ragazze (tuttavia un istituto privato) sarebbe stata

fondata a Christiania solo nel 1849 per iniziativa del filologo e pedagogo Hartvig Nissen

en Pram, Johan(1815-1874).175

erman conte di Ma importanti iniziative furono prese anche sul versante dell’istruzione elementare. Nel

Jakob Nicolai1814 fu istituita una commissione (di cui faceva parte anche Niels Treschow) per la sua

gese. Il re era ariorganizzazione e nel 1827 venne promulgata una legge che istituiva l’obbligo scolastico dai

otesse diveniresette anni fino al ricevimento della cresima (quattordici anni); essa inoltre stabiliva che ci

a Christiania ladovesse essere una scuola in ogni comunità parrocchiale e negli insediamenti lavorativi di
tolata, che potéuna certa consistenza. Per i figli di coloro che restavano esclusi erano previste “scuole

otagonisti dellaitineranti” (omgangsskoler).176 A questa legge ne sarebbe seguita più tardi (1848) una

Niels Treschowrelativa alle scuole cittadine.177 Alla necessità di regolamentare la formazione dei docenti si

Rathke (1769-provvide con la creazione di istituti specifici, il primo dei quali fu aperto a Harstad (in

atistico LudvigTroms) fin dal 1826. Sebbene tutto ciò rappresentasse un notevole progresso

(1784-1836). Inell’alfabetizzazione della popolazione, molte difficoltà e problemi (non solo di carattere

ione aperta neleconomico) restavano irrisolti, basti pensare che nelle campagne si parlavano comunemente i

ora la Norvegiadialetti, mentre la lingua dei libri era il danese.178

li dalle quali si Il progresso sociale e civile della Norvegia nella prima metà del XIX secolo è

di matematicaulteriormente segnato dagli effetti che i moti francesi di luglio ebbero sull’opinione pubblica.

indirizzato allaDopo quegli avvenimenti l’insofferenza per l’egemonia dei funzionari e dei burocrati nella

Detvita politica si accentuò, parallelamente al desiderio di una più diretta partecipazione

l’Università dipopolare. Fu così che le votazioni per la nomina dei rappresentanti al parlamento convocato

) sarebbe stataper il 1833 portarono a un consistente aumento dei rappresentanti dei contadini. Le cui

Hartvig Nissen rivendicazioni erano sostenute non soltanto da portavoce della loro causa particolarmente

energici (si citi qui John Neergaard, 1795-1885, alla cui propaganda si deve in gran parte il

elementare. Nel risultato del voto),179 o da uomini di cultura – come lo storico ed etnologo Ludvig Kristensen

ow) per la suaDaa (Christensen Daae, 1809-1877), il poeta Henrik Wergeland,180 il giurista Jonas Anton

o scolastico daiHielm (1782-1848) –181 ma si fondavano anche sul progresso culturale (e, parallelamente,

stabiliva che citecnico) promosso dai seguaci di Hauge.182 Voce del dissenso furono giornali d’opposizione

nti lavorativi dicome il Foglio del mattino (Morgenbladet)183 e, più tardi, Il cittadino (Statsborgeren, 1831-
reviste “scuole1835, fondato dall’insegnante Peder Pedersen Soelvold, 1799-1847). Negli anni successivi fu

rdi (1848) unaemessa una significativa serie di decreti di varia natura: nel 1837 vennero emesse leggi sulla

e dei docenti sigestione comunale autonoma (formannskapslovene);184 nel 1839 venne semplificata la

o a Harstad (innormativa doganale (il che diede notevole impulso al mercato del legname e del ferro), fu

ole progressoliberalizzato il commercio nelle campagne ed eliminato l’obbligo per gli artigiani di far parte

olo di carattere di una corporazione;185 nel 1845 fu concessa la libertà religiosa (sempre nell’ambito della

comunemente idottrina cristiana) ai cittadini norvegesi;186 nel 1851 gli Ebrei (per i cui diritti si era

fortemente battuto Henrik Wergeland) ottennero libero accesso nel Paese.187 Miglioramenti

XIX secolo ènel campo dell’assistenza sociale e sanitaria risalgono già al secolo precedente: fin dal 1741

nione pubblica.era stato fondato (nel distretto di Akershus)188 il primo ente di pubblica assistenza cui altri

burocrati nellasarebbero seguiti, mentre nel 1785 nel medesimo distretto era sorto il primo centro sanitario

partecipazionepubblico; nel 1809 (dunque ancora sotto dominio danese) era stato istituito, parallelamente a

ento convocatoquello danese, un ‘Ministero della sanità’ (Sundhedscollegium).189 Anche in questo Paese

ntadini. Le cui nacque (1845) L’associazione norvegese contro l’alcolismo (Den norske Forening mod

particolarmenteBrændevinsdrik) che si adoperò contro questa piaga sanitaria e sociale.190

in gran parte il Dietro a questi risultati c’erano uomini dinamici e iniziative concrete che si ricollegavano

dvig Kristensenalle idee di progresso civile e sociale diffuse dall’illuminismo. Si pensi alla Società utile (Det

ta Jonas Antonnyttige Selskab) costituita a Bergen nel 1774 per iniziativa di Jens Boalth191 il cui scopo

parallelamente,iniziale era di promuovere lo sviluppo economico e il progresso in campo medico; ma anche

i d’opposizione alla Reale società per il benessere della Norvegia (Det Kongelige Selskap for Norges Vel)

, 1831-voluta nel 1809 da uomini come, tra gli altri, Johan Caspar Herman conte di Wedel-
ni successivi fuJarlsberg,192 Martin Richard Flor (1772-1829), economo, naturalista e pedagogo e Frederik

esse leggi sullaJulius Bech (1758-1822), politico e teologo.193 Dopo la fondazione dell’Università di Oslo e

semplificata lagli eventi del 1814 (cui i suoi membri avevano dato un sostanziale contributo) essa fu

e del ferro), furiorganizzata (1829) e venne promuovendo diverse iniziative per il progresso economico,

iani di far parte soprattutto nei campi dell’agricoltura e della pesca.194 Entrambe queste società sono tuttora

ell’ambito dellaattive. Un notevole sviluppo si avrà anche in campo scientifico: basti qui ricordare

i diritti si era l’astronomo e geofisico Christopher Hansteen (1784-1873), noto per gli studi sul

Miglioramentimagnetismo terrestre,195 i botanici Christen Smith (1785-1816) e Matthias Numsen Blytt

te: fin dal 1741 (1789-1862), i geologi Baltazar Mathias Keilhau (1797-1858) e Theodor Kjerulf (1825-

stenza cui altri 1888),196 il geniale matematico Niels Henrik Abel (1802-1829),197 il fisico e matematico Carl

centro sanitarioAnton Bjerknes (1825-1903),198 lo zoologo Michael Sars (1805-1869).199

arallelamente a Secondo un censimento del 1769 la Norvegia raggiungeva i 724.000 abitanti che erano

n questo Paesesaliti a 880.000 nel 1801. All’inizio del XIX secolo Bergen (che allora contava circa 18.000

Forening modabitanti) era ancora la terza città dei Regni uniti (dopo Copenaghen e Altona), ma ora

Christiania si avviava, in quanto sede del nuovo parlamento e degli uffici amministrativi, a

si ricollegavano divenire a tutti gli effetti la capitale.200 All’aumento della popolazione non corrispose quello

Detdelle risorse. A partire dagli anni ’40 si ebbe dunque anche qui un movimento migratorio

il cui scopoverso l’America per certi versi ‘anticipato’ da una immigrazione interna constatabile tra gli

dico; ma ancheultimi decenni del Settecento e i primi dell’Ottocento, ma in taluni casi determinato anche da

)motivazioni di carattere religioso.

onte di Wedel- Dal 1824 gli studenti norvegesi avevano cominciato a festeggiare il 17 maggio, data della
ogo e Frederikproclamazione della costituzione a Eidsvoll, una iniziativa che non era affatto piaciuta al sovrano

ersità di Oslo e Carlo XIV Giovanni il quale, infatti, aveva proibito qualsiasi tipo di celebrazione. Ciò nonostante il
17 maggio 1829 un gran numero di persone si radunò a Christiania. I tentativi di disperderla
ributo) essa fu
pacificamente non ebbero esito sicché venne dato l’ordine di caricare la folla. Nel tumulto che seguì
sso economico,
ci furono alcuni feriti e diverse persone (tra cui il poeta Henrik Wergeland,201 che sarebbe divenuto
età sono tuttora
l’eroe della giornata) furono fermate e interrogate.202 Questi fatti sortirono l’effetto di rafforzare il
qui ricordare
sentimento nazionale e il desiderio di totale indipendenza da parte dei Norvegesi, che in seguito
gli studi sul
poterono liberamente festeggiare la ricorrenza.
Numsen Blytt
*
Kjerulf (1825- Dopo il 1814 la volontà dei Norvegesi di affermare la propria specificità culturale e indipendenza

matematico Carl politica trovò naturalmente espressione anche nel desiderio di avvalersi di una bandiera propria (fino

ad allora si era utilizzato il vessillo danese), da issare innanzi tutto sulle navi commerciali.

tanti che eranoInizialmente (1814-1821) ci si limitò a inserire il simbolo del ‘leone norvegese’, nel cantone

va circa 18.000 superiore del Dannebrog dal lato dell’asta.203 A partire dal 1815 (dopo che la Norvegia era entrata in
unione con la Svezia) venne stabilito che le navi norvegesi utilizzassero la ‘bandiera nazionale’ (il
ltona), ma ora
Dannebrog con il leone) fino al limite del Capo Finisterre, più oltre esse dovevano issare il vessillo
mministrativi, a
svedese allo scopo di essere protette dagli attacchi dei pirati nord-africani (con i quali la Svezia aveva
orrispose quello
concluso un oneroso accordo).204 Nel 1821 fu istituita una commissione parlamentare che doveva
ento migratorio
valutare diverse proposte per una bandiera ‘esclusivamente norvegese’: la scelta cadde su quella
statabile tra gli
avanzata da Frederik Meltzer (1779-1855), politico e uomo d’affari che aveva fatto parte
minato anche da
dell’assemblea costituente di Eidsvoll, il quale suggeriva di adottare una croce blu bordata di bianco

in campo rosso, in pratica la bandiera che oggi conosciamo. La decisione fu approvata dal
ggio, data dellaparlamento (ma non ratificata dal sovrano) e questo vessillo (che rimaneva in sostanza limitato
ciuta al sovranoall’ambito navale) poteva essere utilizzato solo dalle imbarcazioni che non si fossero spinte oltre

Ciò nonostante ilCapo Finisterre.205 Ma a partire dal 1838, dopo che i Francesi ebbero occupato l’Algeria risolvendo

vi di disperderladi fatto il problema dei pirati, esso poté essere liberamente utilizzato sui mari. Nel 1844 il re Oscar I,

umulto che seguìappena salito al trono, stabilì che ciascuno dei due Paesi dell’unione avesse una propria bandiera

sarebbe divenuto nella quale tuttavia il cantone superiore dal lato dell’asta doveva riportare un simbolo comune: una

o di rafforzare ilcombinazione di ritagli (infelice anche dal punto di vista cromatico) che la gente non tardò a

, che in seguito paragonare ironicamente a una insalata di aringhe.206 Nel 1898, sette anni prima del definitivo

raggiungimento della piena indipendenza politica, i Norvegesi ottennero (dopo diversi tentativi) di

eliminare definitivamente questo simbolo da tutte le insegne (non tuttavia da quelle militari).207

e e indipendenza 11.2.4. Verso una nuova Islanda

era propria (fino All’inizio del XIX secolo l’Islanda non era più tanto lontana. Non soltanto le sciagure
vi commerciali.
che l’avevano colpita ne avevano suo malgrado fatto l’oggetto di una maggiore attenzione,
se’, nel cantone
ma la natura e l’ambiente erano divenuti oggetto di studio e meta di esplorazione. E non solo
gia era entrata in
da parte dei nordici. Basti pensare al celebre viaggiatore inglese Joseph Banks (1743-1820),
era nazionale’ (il
che l’aveva visitata nel 1772, o alla spedizione condotta nel 1810 dal baronetto scozzese
issare il vessillo
George Stuart Mackenzie (1780-1848).208 Nel Paese, che andava riscoprendo aspirazioni
i la Svezia aveva
autonomistiche, i primi decenni dell’Ottocento furono segnati al contempo da difficoltà e
tare che doveva

cadde su quella
progressi. L’inizio del secolo non era certo stato favorevole: negli anni 1803-1804 centinaia

eva fatto partedi persone erano morte di malattia e denutrizione, nel 1807 c’era stato un inverno rigidissimo

ordata di bianco che aveva tra l’altro visto diminuire il numero degli abitanti di Reykjavík da

u approvata dalquattrocentoquarantasei a trecentosessantanove.209 La situazione economica non era certo

ostanza limitato delle migliori: la gran parte della popolazione, duramente provata dalle catastrofi naturali che
sero spinte oltreavevano segnato il secolo precedente, viveva ancora praticando l’allevamento, la pesca e la

lgeria risolvendolimitata agricoltura consentita dalle condizioni climatico-ambientali secondo metodi

844 il re Oscar I,
tradizionali. Inoltre la situazione sanitaria restava carente.210 I benestanti erano solo una
propria bandiera
minoranza di persone di grado sociale elevato: funzionari del re danese ed ecclesiastici,
olo comune: una
spesso discendenti delle grandi famiglie che avevano dominato il Paese nei secoli passati e
nte non tardò a
che avevano saputo adattarsi ai mutamenti della situazione politica; molti di costoro
ma del definitivo
(soprattutto i danesi) non esitavano, forti dei loro privilegi, a sfruttare il lavoro altrui.
ersi tentativi) di
E tuttavia le sciagure da cui gli Islandesi erano stati colpiti avevano – almeno – avuto

l’effetto di far comprendere la fragilità d’una economia primariamente basata sulle risorse

locali: una condizione che in caso di gravi calamità naturali, comportava, come era apparso
nto le sciagure
con tragica evidenza, conseguenze disastrose. Le disgrazie avevano costretto gli Islandesi a
iore attenzione,
confrontarsi con la modernità. Un effetto pratico della spaventosa eruzione degli anni 1783-
one. E non solo
1784 era stato, a esempio, lo spostamento di diverse persone dalle fattorie interne alle zone
ks (1743-1820),
costiere dove c’era, quantomeno, la possibilità di pescare: ciò aveva dato l’avvio a una, per
onetto scozzese
quanto limitata, industria del pesce. Nonostante le resistenze degli ambienti contadini, le cose
ndo aspirazioni
avevano dunque cominciato a cambiare, in primo luogo per l’impegno di individui come
da difficoltà e
Skúli Magnússon, Jón Eiríksson e Magnús Stephensen.211 Grazie a loro, come si è detto, era
-1804 centinaia
stato dato impulso all’economia e ci si era impegnati a diffondere fra la popolazione i
rno rigidissimo
risultati del progresso sociale e civile raggiunto in altri Paesi.212
Reykjavík da
Pur tra le molte difficoltà della vita gli Islandesi possedevano un grado elementare di
non era certo
scolarizzazione: in sostanza quasi tutti sapevano leggere. Era questo, certo, un riflesso
ofi naturali che
o, la pesca e ladell’indottrinamento luterano, ma anche dell’ideale pietista, uno dei cui più eminenti seguaci,

econdo metodiLudvig Harboe, aveva efficacemente operato nell’isola negli anni ’40 del XVIII secolo.213

erano solo unaPer altro l’interesse di questo popolo per la letteratura (quantomeno per le storie tramandate

d ecclesiastici,tradizionalmente) non era mai venuto meno, neppure nei secoli più bui. Un sistema

secoli passati e scolastico vero e proprio non esisteva e l’insegnamento di base veniva impartito all’interno

olti di costorodella casa (chi ne aveva la disponibilità assumeva un precettore). Del 1746 è il decreto noto

come húsagatilskipun214 che regolamentava la vita familiare e tra l’altro imponeva di istruire

almeno – avutoi figli e i domestici, naturalmente ai fini di una esistenza impostata sull’educazione religiosa,

ta sulle risorseintento chiaramente riconfermato in una direttiva del re danese al vescovo di Skálholt (1790)

me era apparsonella quale si incaricano i pastori di verificare che i bambini ricevano una formazione

gli Islandesi aadeguata.215 Sebbene una prima scuola elementare per i figli di famiglie indigenti fosse stata

egli anni 1783- fondata nel 1792,216 il Paese restava, da questo punto di vista, in posizione arretrata.

nterne alle zone Nemmeno Reykjavík, che pure stava gradatamente acquisendo un ruolo preminente,

vvio a una, perdisponeva di una scuola elementare e quando questa fu aperta (1830) venne previsto il

ontadini, le cosepagamento di una retta, consentendo solo a un numero limitato di scolari di ottenere una

individui comeriduzione.217 Qui si imparava a leggere, a scrivere e a far di conto; inoltre si studiava il

e si è detto, eracatechismo, la storia biblica e la geografia, ma una buona parte dell’insegnamento era tenuta

popolazione iin lingua danese! Per difficoltà economiche la scuola fu chiusa nel 1848 e si dovette

attendere fino al 1862 per la sua riapertura. Si calcola che attorno alla metà del secolo XIX

o elementare disolo il 25-30% degli Islandesi fosse in grado di scrivere.

rto, un riflesso Più favorevole restava la situazione dell’istruzione superiore, se non altro perché
minenti seguaci, destinata a un numero circoscritto di allievi. In Islanda scuole di un certo livello erano esistite

213fin dal medioevo presso i conventi, le diocesi e le residenze di famiglie eminenti:218 dopo la

orie tramandateriforma esse erano rimaste attive presso i due vescovati di Skálholt e Hólar. Compiuti qui gli

ui. Un sistemastudi, i pochi che ne avevano la possibilità si trasferivano all’estero (per lo più a

rtito all’internoCopenaghen) per completare la formazione all’università. Nel 1785, come si è visto, in

il decreto notoseguito a una serie di calamità naturali il vescovo di Skálholt, Hannes Finnsson, aveva

neva di istruirespostato la propria sede a Reykjavík e con quella la scuola, poi trasferita a Bessastaðir.219

zione religiosa,Unico istituto di istruzione superiore del Paese, per molti versi ancora legato a una

Skálholt (1790)impostazione di tipo luterano (basti pensare che tra le materie di insegnamento era compreso

una formazione l’ebraico), qui si formarono molte delle figure più significative della cultura e della politica

genti fosse stataislandese del periodo. A partire dalla fine del XVIII secolo si diffusero in Islanda le “società

zione arretrata.per la lettura” (lestrarfélög, sing. lestrarfélag) che, seppure inizialmente raccogliessero un

lo preminente, numero limitato di persone, svolsero un importante ruolo costituendo la base delle future

nne previsto ilbiblioteche.220

di ottenere una In Islanda non si manifestarono, contrariamente agli altri Paesi nordici, movimenti

e si studiava il religiosi di iniziativa popolare: le ragioni di questa assenza non sono ben chiare, certamente

mento era tenutatuttavia la scarsissima concentrazione abitativa ebbe in ciò la sua parte.

8 e si dovette Nel 1831 fu fondata la Società per le strade di montagna (Fjallvegafélagið) per iniziativa

del secolo XIXdel governatore delle province settentrionali e orientali, Bjarni Thorarensen,221 con lo scopo

di tracciare e segnalare percorsi praticabili con cavalli e carri e costruire rifugi. Nel frattempo

n altro perchéuna serie di circostanze fece sì che Reykjavík assumesse crescente importanza. Il primo vero
lo erano esistitenucleo della città fu costituito dalle costruzioni sorte per ospitare le attività industriali della

dopo laSocietà azionaria islandese; nel 1785 il vescovo di Skálholt vi si trasferì e con l’abolizione

Compiuti qui glidel monopolio commerciale danese essa ottenne lo status di città e il diritto al libero

(per lo più ascambio:222 ciò favorì la nascita dei primi esercizi commerciali e ne fece un centro distinto

e si è visto, indagli altri, in quanto l’economia dei suoi abitanti non si basava più sulle tradizionali risorse

innsson, avevadell’allevamento, della pesca e dell’agricoltura quanto piuttosto sull’attività marinaresca e

219manifatturiera. A partire dal 1761 era stata costruita presso la collina di Arnarhóll la prima

legato a unaprigione del Paese: l’edificio in pietra che dal 1819 divenne residenza del governatore e ora

o era compresoospita il governo. Fu naturale impiegare i condannati nel lavoro delle manifatture. Altre

e della politicacircostanze segnano la progressiva affermazione di questo centro: la consacrazione della

anda le “societàcattedrale (1796), la decisione di tenervi le ultime due riunioni dell’assemblea generale

ccogliessero un(Alþingi) che aveva abbandonato la tradizionale sede di Þingvellir (a Reykjavík, del resto,

ase delle futureessa sarebbe stata ripristinata nel 1843),223 l’istituzione della Corte di giustizia,224 la

fondazione (1818) della biblioteca distrettuale che sarebbe poi divenuta Biblioteca nazionale

ici, movimenti(Landbókasafn), la creazione di una Cassa cittadina (1822), l’avvio della scuola elementare

are, certamente(1830), il trasferimento da Seltjarnarnes della sede del “medico generale d’Islanda”,225 la

progressiva formazione di una amministrazione locale, completata nel 1836.226

) per iniziativa Per il resto i cambiamenti furono meno evidenti e la gran parte della popolazione

con lo scopocontinuò a vivere nelle fattorie o (per chi si sostentava soprattutto con la pesca) nelle

. Nel frattempo abitazioni costruite vicino al mare. Con il trasferimento della sede vescovile a Reykjavík i

a. Il primo vero terreni della Chiesa furono alienati e alcuni affittuari poterono acquistare dei poderi, una
ndustriali dellaparte rilevante andò tuttavia ai grandi possidenti. In alcune zone (anche al di fuori della

on l’abolizionecapitale) cominciò a svilupparsi un commercio autonomo (legato alle esportazioni di pesce

iritto al libero secco e salato, olio di fegato di squalo, manufatti in lana e prodotti dell’allevamento). La

centro distintoprima metà del XIX secolo segna dunque per il Paese (ma il paragone è con i travagliati

dizionali risorsedecenni precedenti!) un certo sviluppo, tuttavia (per taluni aspetti simbolicamente) essa si

marinaresca echiuderà con un’annata di freddo eccezionale con lastroni di ghiaccio serrati attorno alle

arhóll la prima coste dell’isola fino al mese di agosto.

vernatore e ora In seguito alle calamità naturali e alle epidemie verificatisi nel XVIII secolo l’Islanda

nifatture. Altreaveva subito una drastica diminuzione della popolazione227 e all’inizio del XIX secolo

acrazione dellacontava circa 47.000 abitanti (di cui meno di quattrocento a Reykjavík). Nella prima metà

mblea generale dell’Ottocento si constata un (seppur irregolare) aumento della popolazione che nel 1850

avík, del resto,raggiungerà il numero di circa 57.000 individui e nel 1860 quello di circa 67.000.

la 11.3. Percorsi culturali228

oteca nazionale 11.3.1. L’età dell’oro danese

uola elementare Con le deliberazioni della pace di Kiel la Danimarca non soltanto aveva dovuto

larinunciare alla supremazia sulla Norvegia, ma era di fatto decaduta a Paese di secondo piano,

cui le grandi potenze prestavano ben scarsa considerazione. Sul piano culturale al contrario

la popolazione(e per certi versi paradossalmente) i primi decenni dell’Ottocento costituiscono un periodo di

la pesca) nellestraordinaria fioritura, quasi che, di fronte al disastro politico ed economico, si cercasse

e a Reykjavík irifugio in valori più alti. La prima metà del XIX secolo viene dunque considerata, da questo

dei poderi, unapunto di vista, una “età dell’oro danese” (dansk guldalder).229 Epicentro dell’attività
l di fuori dellaculturale è naturalmente, in primo luogo, la capitale (una città che raggiungeva la cifra – per

azioni di pescel’epoca ragguardevole – di circa 100.000 abitanti), tuttavia non va dimenticato l’apporto di

levamento). La una istituzione come l’Accademia di Sorø né, tantomeno, l’influsso delle correnti e dei

on i travagliatimaestri stranieri.

amente) essa si In letteratura il secolo è inaugurato dall’irrompere del romanticismo. Nel 1802 il

ati attorno alle naturalista norvegese Henrik Steffens (1773-1845) tornava da un periodo di formazione

trascorso in Germania dove aveva avuto modo di conoscere personalmente diversi esponenti

ecolo l’Islandadelle nuove correnti filosofiche e letterarie tedesche, non da ultimo Goethe e Schelling, la cui

el XIX secolo filosofia della natura lo aveva profondamente influenzato. A Copenaghen Steffens fu invitato

ella prima metàpresso l’Elers kollegium230 a tenere una serie di lezioni (che richiamarono un folto pubblico)

e che nel 1850sulla filosofia e la poesia tedesca, con particolare riferimento proprio a questi due autori:

questo evento è unanimemente considerato il punto di partenza del movimento romantico in

Danimarca. Movimento che, fondato su presupposti filosofici, trovò immediato sbocco

letterario nelle opere di uno degli assidui frequentatori delle lezioni di Steffens: Adam

aveva dovutoOehlenschläger (o Øhlenslæger, 1779-1850),231 scrittore di poesia, epica e opere teatrali

secondo piano, (drammi lirici, fiabeschi e storici) il quale cerca ispirazione in primo luogo nella tradizione

ale al contrario nordica232 ma anche in quella cristiana, classica ed esotica233 e nello sforzo (tutto romantico)

o un periodo didi dare voce a una imperiosa e, per certi versi, disordinata creatività si affida a diverse forme

co, si cercasseespressive non sempre esenti da quel classicismo da cui rifuggiva. Nonostante i limiti

erata, da questo (riscontrabili soprattutto nell’inadeguata caratterizzazione psicologica dei personaggi) e le

ro dell’attivitàsevere critiche di Jens Baggesen234 che diedero l’avvio a una vivace polemica,
va la cifra – perOehlenschläger fu – ed è tuttora – considerato il più autentico romantico danese e il

ato l’apporto difondatore del dramma nazionale. Una fama che lo accompagnò per tutta la vita, seppure le

correnti e deiopere della maturità mostrino una tendenza più moderata e un certo distacco dal

romanticismo ‘militante’. Un esito diverso ma altrettanto fruttuoso della diffusione delle idee

o. Nel 1802 ilromantiche in Danimarca si constata nel percorso letterario-filosofico-pedagogico

di formazione dell’ecclesiastico N.F.S. Grundtvig.235 Nel suo caso, per la verità, il romanticismo fornisce

versi esponenti soltanto l’impulso iniziale per una riflessione (lunga, approfondita, talora dolorosa e segnata

Schelling, la cuida contrasti e difficoltà) che farà di lui l’alfiere di una religiosità nuova e libera da

fens fu invitatoincrostazioni dogmatiche, destinata a porsi come elemento trainante della promozione della

folto pubblico) gente comune nella prospettiva di un risveglio nazional-patriottico.236 Nonostante i

esti due autori:successivi sviluppi, i princìpi fondamentali del suo pensiero resteranno religione, popolo,

to romantico inpatria: concetti che cercherà di armonizzare perseguendo anche una sorta di conciliazione tra

mediato sboccopaganesimo nordico e cristianesimo.237 Del resto anche i suoi salmi riflettono l’intima

Steffens: Adamconvinzione sulla necessità di vivere l’esperienza cristiana con impegno gioioso e fiduciosa

e opere teatralisperanza, superando da una parte pensieri e immagini angoscianti e, dall’altra, la tendenza

nella tradizionepietista a una chiusura eccessivamente introspettiva. La sua decisa affermazione della libertà

utto romantico)dell’individuo ne farà negli anni maturi un convinto fautore della democrazia.

a diverse forme In Danimarca il romanticismo (cui si deve tra l’altro la rivalutazione delle folkeviser)238 si

ostante i limitiesprime in diverse forme: nelle poesie e nei saggi ispirati alla filosofia della natura di Hans

ersonaggi) e leChristian Ørsted (1777-1851), celebre come scienziato e scopritore (1820)

ace polemica,dell’elettromagnetismo;239 nei componimenti e romanzi storici di Bernhard Severin


co danese e ilIngemann (1789-1862), docente di letteratura a Sorø (e autore anche di poesia religiosa)

vita, seppure lesollecitato da Grundtvig allo sforzo di rivitalizzare il passato danese;240 nelle opere (lirica,

o distacco daldrammi e romanzi storici)241 di Carsten Hauch (1790-1872), docente a Sorø, poi a Kiel e

sione delle idee Copenaghen, nel quale tuttavia già si avverte il manifestarsi di nuove istanze (accanto al

ico-pedagogico predominio della bellezza e della fantasia) quali la ricerca della verità e l’indagine

icismo fornisce psicologica. Pure si tratta di un movimento letterario che mostra una precoce evoluzione;

orosa e segnatabasti citare due scrittori che possono per molti versi essere considerati i primi ‘realisti’

va e libera dadanesi: Poul Martin Møller (1794-1838) che pure, appoggiando Oehlenschläger, non esitò a

omozione dellacomporre una parodia su Baggesen (ma anche su Grundtvig) e Steen Steensen Blicher (1782-

Nonostante i 1848) che tuttavia ancora trova ispirazione in Ossian. Sicché (intorno agli anni ’30) verrà

igione, popolo,emergendo la corrente che viene definita ‘romantismo’, dal momento che in essa elementi

onciliazione tratipici del romanticismo (in primo luogo il valore della fantasia) si combinano con una

ettono l’intima accentuata attenzione alla realtà, nella ricerca di un difficile equilibrio estetico e artistico.242

oso e fiduciosa Se fosse possibile (ma per i grandi non lo è!) si potrebbe partire da qui per inquadrare la

ra, la tendenzafigura di Hans Christian Andersen (1805-1875), autore che sa mirabilmente conferire forma

one della libertàrealistica al prodotto della propria fantasia. Seppure abbia scritto anche poesie, opere teatrali,

romanzi e resoconti di viaggio, Andersen è universalmente noto per le sue favole, la cui

siprima raccolta uscì nel 1835: Favole, raccontate per i bambini (Eventyr, fortalte for Børn).

natura di HansStimolato dalla raccolta dei fratelli Grimm (un modello che produrrà in tutta la Scandinavia

ritore (1820) frutti copiosi) egli volle trarre ispirazione (oltre che dalla tradizione popolare e dalla storia)

nhard Severindalla vita quotidiana e dal mondo circostante, che nella sua totalità partecipa pienamente
oesia religiosa)dell’esperienza del lettore, sicché non fa meraviglia che nei suoi racconti non solo gli

e opere (lirica,animali, ma anche gli oggetti parlino e agiscano come esseri umani, rivelando di

ø, poi a Kiel e condividerne pensieri e sentimenti. I segreti dell’arte di Andersen, pare di poter affermare,

nze (accanto alsono semplicità ed equilibrio: la prima gli consente di attingere con immediatezza al senso

à e l’indagine più profondo della vita, il secondo di muoversi con facilità (e al contempo con garbo ed

oce evoluzione;equilibrio) tra la realtà e la fantasia, intrecciandole o separandole ma sempre trovando la

primi ‘realisti’giusta misura poetica: si tratti di strappare un sorriso, di indurre una riflessione, di suggerire

ger, non esitò a un insegnamento. Senza che (in ciò certamente aiutato da una giusta dose di umorismo) si

Blicher (1782-cada in un inutile pedagogismo.

anni ’30) verrà Sul versante filosofico la tendenza a un romanticismo ‘razionale’ e ‘realista’ si constata

n essa elementiinnanzi tutto in Frederik Christian Sibbern (1785-1872) che seppure venuto a contatto con

inano con unadiversi rappresentanti del mondo culturale tedesco (tra gli altri Fichte, Schleier-macher,

Goethe, Hegel, Schelling) indirizza la propria riflessione (di carattere anche psicologico)

er inquadrare la piuttosto sul piano pratico criticando l’idealismo hegeliano243 e in ciò anticipando il sopra

conferire formacitato Poul Martin Møller e, soprattutto, il grande Søren Aabye Kierkegaard (1813-1855).

, opere teatrali, Segnato da un’infanzia vissuta in un ambiente cupamente religioso, oppresso per tutto il

e favole, la cui corso della breve esistenza dal tormento del peccato e dalla depressione, afflitto da problemi

).fisici, Kierkegaard visse un’esistenza orientata alla solitudine e dedicata alla introspezione e

la Scandinaviaalla ricerca filosofica. Come si è detto il punto di partenza della sua speculazione è il rifiuto

e e dalla storia)dell’idealismo hegeliano al quale egli contrapporrà il principio della centralità dell’individuo

ipa pienamenteche, in quanto essere umano, deve fare i conti con la libertà di scelta tra bene e male, una
i non solo gli libertà che genera angoscia e disperazione (in termini semplici il ‘male di vivere’) e, sul

, rivelando dipiano religioso, può indurre al peccato. In questa condizione esistenziale (tradotta in una

oter affermare,costante riflessione interiore) egli individua gli sbocchi d’una vita ‘estetica’ (cioè la sola

atezza al senso ricerca del piacere) o d’una vita ‘etica’ (cioè l’adesione a doveri morali e sociali); entrambe

o con garbo edqueste scelte risultano tuttavia insufficienti: la prima conduce a un senso di vuoto, la seconda

pre trovando ladi inadeguatezza. Non resta, dunque, che una terza via: il paradosso della fede. Esso (che

ne, di suggerirecomprende e trasforma la scelta etica) è l’unica possibilità offerta al singolo per rapportarsi

i umorismo) sicon Dio, un rapporto intimo che prescinda da regole e precetti imposti da una struttura

ecclesiastica più attenta all’esteriorità che non a una reale adesione all’essenza della vita

sta’ si constata religiosa. La polemica di Kierkegaard contro la Chiesa ufficiale si farà così (soprattutto negli

a contatto conultimi anni di vita) particolarmente dura. A lui non mancarono critiche, si ricordi la polemica

chleier-macher, con Heiberg244 o l’attacco che nel 1846 gli fu portato dal settimanale satirico Il Corsaro

he psicologico)(Corsaren), fondato dallo scrittore Meïr Aaron Goldschmidt (1819-1887). Sebbene in realtà

ipando il sopra anche Goldschmidt, e con lui altri autori di rilievo del periodo come Frederik Paludan-Müller

(1809-1876) e Hans Egede Schack (1820-1859), rappresentino (seppure in modi diversi) il

esso per tutto ilsuperamento definitivo della romantica ‘fuga dal mondo’, il cambio di prospettiva,

tto da problemil’assunzione di una responsabilità, sia essa etico-religiosa o politico-sociale.245

introspezione e La vivacità della vita culturale danese si constata anche nei frequentati ‘salotti’, così

ione è il rifiuto come nell’affermarsi di personalità destinate a lasciare la propria impronta in diversi campi

à dell’individuo di studio. Tali sono, fra gli altri, il bibliofilo, storico della letteratura e antiquario Rasmus

ne e male, unaNyerup (1759-1829);246 lo scrittore e biografo di Thorvaldsen, ma – soprattutto –


vivere’) e, sulraccoglitore di racconti popolari danesi, Just Matthias Thiele (1795-1874);247 lo storico Erich

tradotta in una Christian Werlauff (1781-1871); il botanico, geografo e metereologo Joakim Frederik Schow

a’ (cioè la sola(1789-1852); il chimico e geologo Johan Georg Forchhammer (1794-1865); il filologo e

ciali); entrambeantiquario Carl Christian Rafn (1795-1864) studioso di antichità nordiche e assertore

uoto, la secondadell’approdo dei vichinghi sulle coste americane che, insieme al già citato Rasmus Rask248 e

fede. Esso (cheall’archeologo islandese Finnur Magnússon (1781-1847), fondò nel 1825 la Reale società

per rapportarsinordica dei testi antichi (Det kongelige nordiske Oldskriftselskab);249 il filologo classico

a una strutturaJohan Nicolai Madvig (1804-1886); l’orientalista Jens Lassen Rasmussen (1785-1826);

enza della vital’archeologo autodidatta Christian Jürgensen Thomsen (1788-1865) che spazzò via le

oprattutto neglistravaganti cronologie sull’antichità (derivanti da calcoli basati sul racconto biblico!) e

ordi la polemicadeterminò per primo la suddivisione in età della pietra, del bronzo e del ferro, oltre a

Il Corsaroimpostare un rigoroso studio scientifico dei reperti;250 il filologo e archeologo Niels Iversen

ebbene in realtàSchow (1754-1830); il giurista Anders Sandøe Ørsted (1778-1860), fratello del sopra citato

Paludan-Müller Hans Christian, che sarà primo ministro negli anni 1853-1854; il geologo Heinrich Dau

modi diversi) il(1790-1831); il botanico Jens Wilken Hornemann (1770-1841).251

di prospettiva, Nella Copenaghen della prima metà dell’Ottocento povertà, malattie, alcolismo,

emarginazione non erano certamente ignoti.252 E tuttavia nella prospettiva culturale

i ‘salotti’, cosìl’immagine che ce ne resta è quella di una capitale in fermento (per certi versi anche

n diversi campicaotico): un luogo di salotti letterari, associazioni, club e caffè, rappresentazioni teatrali e

quario Rasmus concerti. Dal punto di vista architettonico va tenuto presente che il devastante incendio del

soprattutto – 1795 e il bombardamento inglese del 1807 avevano reso necessaria la ricostruzione di buona
lo storico Erichparte della città. Lo stile dominante è quello neoclassico introdotto da Caspar Frederik

Frederik SchowHarsdorff cui molti si ispirarono.253 Figura di spicco è l’allievo di Harsdorff Christian Fredrik

); il filologo eHansen che, tra l’altro, ebbe il compito di riprogettare il castello di Christiansborg (distrutto

he e assertore da un incendio nel 1794), disegnò la cattedrale di Nostra Signora (Vor Frue Kirke) abbattuta

edagli Inglesi e il Palazzo di giustizia (Domhuset).254 Un altro architetto che ha segnato il

a Reale societàperiodo è certamente Michael Gottlieb Birckner Bindesbøll (1800-1856) cui si deve il museo

lologo classicodedicato a Thorvaldsen.

n (1785-1826); Di padre islandese Bertel Thorvaldsen (ca.1770-1844) crebbe in Danimarca dove fin da

spazzò via legiovanissimo frequentò la Reale accademia danese della pittura, della scultura e

nto biblico!) edell’architettura sotto la guida del celebre Abildgaard,255 mostrando un precoce talento di

l ferro, oltre ascultore. Nel 1796, ottenuta una borsa di studio, partì per l’Italia. Qui (a Roma fu aiutato

o Niels Iversendall’archeologo e numismatico originario dello Schleswig Jørgen Zoëga, 1755-1809) ebbe

del sopra citatomodo di ammirare l’arte classica e rinascimentale portando a maturazione tutte le sue

Heinrich Daupotenzialità e guadagnandosi celebrità e grande considerazione (non da ultimo da parte di

Antonio Canova, 1757-1822). Sebbene l’Italia (visse molto a lungo a Roma)256 sia stata la

tie, alcolismo, sua vera ‘patria artistica’ egli ebbe naturalmente commissionati molti lavori dall’estero: in

ettiva culturale Danimarca (dove presto gli fu dedicato un museo) sono celebri le statue (il Cristo e i Dodici

rti versi ancheapostoli) da lui eseguite per la chiesa di Nostra Signora di Copenaghen.

azioni teatrali e Sul versante della pittura il nome più prestigioso di questa “età dell’oro” è certamente

te incendio delquello del ‘realista’ Christoffer Wilhelm Eckersberg (1783-1853). Dopo una lunga

uzione di buonaformazione all’estero,257 fu docente dell’accademia a Copenaghen, attività che gli consentì di
Caspar Frederikcreare negli anni una vera e propria ‘scuola’: la sua lezione segna un punto di svolta nella

hristian Fredrikstoria della pittura danese perché il suo influsso non si esercitò solo su coloro che erano stati

sborg (distrutto suoi allievi diretti.258 Ora certo ci si rifà al mondo classico, ma (si ricordi la lezione dei

) abbattutaromantici!) si trae ispirazione anche dalla tradizione mitologica259 o dalla storia nordica (il

e ha segnato il senso dell’animo ‘nordico’ è del resto ben avvertibile anche nelle sculture neoclassiche di

i deve il museoThorvaldsen), si raffigurano scenari marcati da eleganti architetture o ci si sofferma a

riprodurre paesaggi rurali (svincolandosi da modelli stranieri) e marini (dei quali Eckersberg

rca dove fin daè maestro).260 Senza tralasciare i ritratti né la pittura di genere. Il fondamentale impulso di

lla scultura eEckersberg, si combinerà nei migliori artisti con il frutto dell’esperienza degli studi all’estero

coce talento di(non si dimentichino i molti lavori ispirati all’Italia) e con l’apporto del proprio talento

oma fu aiutatooriginale. Un ‘ponte’ tra il mondo degli artisti e il pubblico sarà creato con la fondazione

755-1809) ebbe(1825) della Società dell’arte (Kunstforeningen), un’iniziativa cui concorreranno molti nomi

ne tutte le sueprestigiosi tra cui Eckersberg stesso. Un pittore di straordinarie qualità che ha ‘segnato’ l’età

mo da parte di dell’oro danese è anche Christen Købke (1810-1848), allievo di Lorentzen261 e di

sia stata laEckersberg, morto prematuramente.

dall’estero: in L’atmosfera romantica coinvolse naturalmente anche il mondo musicale. Per la verità in

risto e i Dodiciquesto periodo i due compositori più importanti attivi in Danimarca sono di origine tedesca:

Christoph Ernst Friedrich Weyse (1774-1842), cui si devono innanzi tutto celebri ‘romanze’

o” è certamente(romancer, sing. romance) ispirate alle melodie delle folkeviser262 e Daniel Friedrich

po una lungaRudolph Kuhlau (1786-1832), autore eclettico, noto nel Paese soprattutto per il tema

e gli consentì dimusicale de La collina degli elfi (Elverhöi, 1828), dramma nazional-romantico di
di svolta nellastraordinario e durevole successo, con testo scritto da Johan Ludvig Heiberg, figlio di Peter

che erano statiAndreas (1791-1860).263 Più tardi nomi di prestigio saranno quelli di J.P.E. (Johan Peter

la lezione deiEmilius) Hartmann (1805-1900); di suo genero, Niels Wilhelm Gade (1817-1890); di Hans

oria nordica (ilChristian Lumbye (1810-1874). Il primo, appartenente a una famiglia di musicisti,264 docente

neoclassiche dialla scuola musicale (Musikkonservatorium) aperta dall’italiano Giuseppe Siboni (1780-

si sofferma a1839) nel 1827,265 a lungo (1839-1892) direttore della Associazione musicale

uali Eckersberg(Musikforeingen), fondata a Copenaghen nel 1836,266 e assai apprezzato da Schumann,267 fu

tale impulso diautore di diversi componimenti ispirati alla tradizione nordica, ma anche di musica da

studi all’esterocamera e cantate; il secondo, a cui si deve la celebre composizione romantica dal titolo Echi

proprio talentodi Ossian (Efterklange af Ossian, 1840), ottenne riconoscimento internazionale; il terzo fu

n la fondazioneautore prolifico, noto soprattutto per musiche da ballo (galop, polca, mazurca) e marce.268

nno molti nomiNella prima metà dell’Ottocento si afferma anche – riflesso del crescente coinvolgimento

‘segnato’ l’etàgenerale nello spirito nazionalistico – la musica popolare, un genere che conoscerà notevole

e difortuna tra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo. Nell’ambito del balletto (sempre

di gran moda) va citato il nome di August Bournonville (1805-1879, di padre francese),

Per la verità in ballerino e coreografo che in questo ambito resta un punto di riferimento per la storia della

origine tedesca:danza danese.269 L’affermarsi di una ‘identità musicale nazionale’ è riflessa anche nei diversi

lebri ‘romanze’lavori di teoria, tra cui spiccano quelli di Johan Christian Gebauer (1808-1884). La tradizione

aniel Friedrichmusicale religiosa, basata in primo luogo sul canto dei salmi, mostra parallelamente di

to per il tema adeguarsi alle nuove tendenze musicali, molti dei succitati compositori furono del resto

l-romantico diautori di musiche religiose o abili organisti. In ogni caso il mondo musicale danese risulta in
, figlio di Petercontinuo e proficuo contatto con l’esterno.

E. (Johan Peter 11.3.2. Nuovi orientamenti culturali

1890); di Hans Per la Svezia i fatidici avvenimenti di inizio secolo appaiono determinanti non soltanto

docentedal punto di vista politico. In letteratura, a esempio, non si può parlare di romanticismo prima

Siboni (1780-del 1809, quando la ‘grave onta’ sofferta dall’orgoglio nazionale per la perdita della

ione musicale Finlandia (qualche anno dopo, almeno in parte, rimediata dall’unione con la Norvegia)

fuprovocò significativi cambiamenti.270 Centro del romanticismo svedese è, in primo luogo,

di musica dal’università di Uppsala (ma anche quella di Lund), che, dopo un periodo di decadenza, viene

Echi così sottraendo il primato culturale alla capitale. Qui, del resto, furono attivi filosofi come

nale; il terzo fuBenjamin Höijer (1767-1812),271 Nils Fredrik Biberg (1776-1827), Samuel Grubbe (1786-

268 1853) e Christopher Jacob Boström (1797-1866) le cui ricerche (seppure i risultati

coinvolgimentonaturalmente divergano) riflettono per taluni aspetti princìpi cari ai romantici.272 Fra gli

oscerà notevoleallievi di Höijer va in primo luogo annoverato Erik Gustaf Geijer (1783-1847) autore nel

balletto (sempre1811 di poesie ispirate all’ambiente norreno.273 Nel medesimo anno egli compare tra i

adre francese),fondatori della Associazione goticista (Götiska Förbundet), un circolo patriottico-letterario il

r la storia dellacui scopo era quello di far rivivere lo spirito dei ‘Goti’ (con ciò, naturalmente intendendo gli

nche nei diversiabitanti dell’antica Svezia).274 La rivista Iduna (1811-1824),275 da essa pubblicata, riveste in

). La tradizionequesta prospettiva un ruolo di tutto rilievo. In precedenza (1807) Per Daniel Amadeus

rallelamente diAtterbom (1790-1855), fiero avversario della tradizione illuministica, insieme ad alcuni

urono del restoamici aveva dato vita all’Associazione Aurora (Auroraförbundet, 1807-1810),276 con il

anese risulta in preciso intento di rinnovare la letteratura svedese, il che chiaramente si manifesta sulle
pagine del loro mensile Phosphoros (1810-1813).277 All’iniziativa del poeta Karl Fredrik

Dahlgren (1791-1844) e dell’insegnante Anders Jakob Danielsson Cnattingius (1792-1864)

nti non soltantova invece ricondotta l’Associazione di Manhem (Manhemsförbundet, 1815-1823),278

nticismo primacostituita come luogo di incontro tra docenti e studenti,279 ma divenuta un centro di studi

a perdita dellasulle antichità nordiche fortemente permeato di spirito goticista e patriottico.

n la Norvegia)Dell’associazione entrò presto a far parte Carl Jonas Love Almqvist (sul quale poco oltre)

n primo luogo,che cercò di applicare le idee goticiste (ma anche i princìpi religiosi e morali) ai programmi

ecadenza, vienedi studio.

i filosofi come Gli approcci al romanticismo non sono dunque uniformi. Ma, come è lecito attendersi, in

Grubbe (1786-questo clima si constata, anche in Svezia, il predominio quasi incontrastato della poesia:280

pure i risultatiuna poesia rinnovata e arricchita nelle forme (seppure in taluni si riconosca ancora la lezione

Fra gliclassica) che va a ricercare i propri motivi di ispirazione in territori in qualche modo ‘lontani’

847) autore neldalla realtà, temporale, spaziale o concreta che sia, prediligendo dunque temi legati alla storia

compare tra i(innanzi tutto il passato nordico), a una natura filtrata attraverso la sensibilità individuale,

tico-letterario ilall’esperienza religiosa, alla fiaba. L’influsso tedesco è dominante, ma i modelli vengono

intendendo gliricercati anche in Inghilterra, Italia, Spagna, Oriente e persino in Danimarca (in primo luogo

icata, riveste in Oehlenschläger). Solo la Francia pare definitivamente messa da parte. Oltre a Geijer e

aniel AmadeusAtterbom i nomi di prestigio del romanticismo svedese sono quelli di Esaias Tegnér (1782-

eme ad alcuni1846), formatosi a Lund e divenuto celebre per la Saga di Frithiof (Frithiofs saga, 1825)

con il liberamente ispirata a una “saga del tempo antico” islandese;281 di Johan Erik Stagnelius

manifesta sulle(1793-1823), forse l’unico ‘autentico romantico’ svedese;282 di Arvid August Afzelius (1785-
a Karl Fredrik1871), traduttore di testi norreni, storico e raccoglitore delle ‘canzoni popolari’;283 di Johan

us (1792-1864)Olof Wallin (1779-1839), poeta religioso nei cui salmi si avverte chiara l’impronta

278dell’idealismo romantico.284 Come quello danese, il romanticismo svedese va presto incontro

centro di studia trasformazione, in parallelo con l’affermarsi di una nuova coscienza che guarda, dal punto

e patriottico. di vista politico, al liberalismo e riconosce, da quello sociale, la definitiva affermazione della

uale poco oltre) borghesia. Sicché dunque non c’è più spazio per le fantasie romantiche (il che del resto si

) ai programmi constata nel percorso letterario e politico di diversi autori). L’attenzione dello scrittore ora si

concentra sulla realtà e sui problemi della società, o guarda con più obiettività all’ambiente

to attendersi, incircostante, ‘dipinto’ (si ricordi qui il danese Blicher)285 con toni ben più realistici.286 Si

280inquadrano qui, in particolare, le esperienze letterarie di Carl Jonas Love Almqvist (1793-

ncora la lezione1866) che, anche quando prevedeva tematiche romantiche, le volgeva sul piano pratico della

modo ‘lontani’promozione umana (si considerino l’impegno pedagogico nella Associazione di Manhem e la

egati alla storiaproduzione saggistica che comprende anche testi di carattere didattico);287 di Fredrika

ità individuale,Bremer (1801-1865), prima scrittrice femminista svedese,288 e di Emilie Flygare-Carlén

odelli vengono(1807-1892), i cui romanzi (seppure a lungo conservino un tono melodrammatico) traggono

(in primo luogoispirazione dalla realtà della vita quotidiana.289 E in un periodo nel quale la Svezia sente il

ltre a Geijer ebisogno di ‘riappropriarsi’ della sua storia non vanno dimenticate figure di insigni studiosi e

Tegnér (1782-raccoglitori di fonti come il giurista Carl Johan Schlyter (1795-1888), editore del corpus

, 1825) delle antiche leggi svedesi290 e il sopra citato Anders Fryxell291 che redasse i ventitré volumi

Erik Stagnelius dei Racconti sulla storia svedese (Berättelser ur swenska historien) usciti tra il 1823 e il

Afzelius (1785-1879. Del resto un esponente eccellente del romanticismo come Geijer, professore di storia
di Johanall’Università di Uppsala dal 1817, indirizzerà i propri interessi patriottici nello studio delle

ara l’impronta vicende della nazione (cui ha portato un consistente, seppur non sempre ineccepibile,

presto incontrocontributo) e nell’impegno politico.292

arda, dal punto Dal punto di vista delle arti figurative la Svezia non può vantare una fioritura di talenti

ermazione dellaparagonabile a quella che si constata in Danimarca: piuttosto i primi anni del secolo

che del resto simostrano un’arte ripetitiva e priva di originalità. Solo a partire dagli anni ’20 si affermano

scrittore ora si pittori di un certo livello: fra loro Johan Gustaf Sandberg (1782-1854), ispirato in primo

tà all’ambienteluogo (secondo la ‘moda’ romantica) dalla storia patria, autore di diversi ritratti e noto

Sisoprattutto per gli affreschi che contornano la tomba di Gustavo Vasa nella cattedrale di

lmqvist (1793-Uppsala.293 Nel 1814 egli fu tra i fondatori della Società per lo studio dell’arte (Sällskapet för

no pratico dellakonststudium) il cui intento era quello di rinnovare l’insegnamento, in polemica con i metodi

e la – ritenuti ormai superati – dell’accademia.294 Qui Per Henrik Ling (1776-1839), maestro di

di Fredrikascherma e inventore della ginnastica svedese,295 ma anche poeta romantico primariamente

Flygare-Carlénrivolto alla tradizione e alla storia del passato, tenne (tra il 1814 e il 1817) una serie di lezioni

atico) traggononelle quali, tra l’altro, sottolineava l’importanza del patrimonio mitologico nordico e

Svezia sente il l’opportunità di farne oggetto delle arti figurative.296 Il che avverrà anche ben oltre il periodo

signi studiosi eromantico, come mostrano, a esempio, le opere di Mårten Eskil Winge (1825-1896). Dal

corpuspunto di vista della rappresentazione della natura, il migliore interprete della sua ‘sublimità’

ventitré volumiresta Simon Marcus Larsson (1825-1864) le cui immagini ‘drammatiche’ esprimono al

tra il 1823 e ilmeglio il senso che in essa viene ricercato. Ma poi, parallelamente al decadere del

essore di storiaromanticismo letterario, anche la pittura mostra presto la tendenza a ricercare nuove forme.
llo studio delleDel resto, al pari dei danesi, anche gli artisti svedesi intraprendono frequenti viaggi di studio

e ineccepibile,all’estero, in primo luogo in Italia e Francia. Gli esiti di queste esperienze sono chiaramente

riscontrabili nelle opere di autori come Olof Johan Södermark (1790-1848), Carl Gustaf

ritura di talentiHjalmar Mörner (1794-1837), Nils Andersson (1817-1865), Gustaf Uno Troili (1815-1875)

nni del secoloe, soprattutto, Johan Fredrik Höckert (1826-1866).297 A partire dagli anni ’40 la meta

20 si affermanopreferita sarà piuttosto la Germania: fra i molti che vi soggiornarono formandosi presso la

pirato in primocelebre Accademia di Düsseldorf (Königlich-Preußischen Kunstakademie) va nominato

ritratti e notoinnanzi tutto Carl Henning Lutzow d’Unker (o D’Uncker, 1828-1866).298

la cattedrale di Anche nella scultura si constata, accanto al permanere di modelli classici (si ricordino

Sällskapet förJohan Niklas Byström, 1783-1848, a lungo attivo in Italia299 ed Erik Gustaf Göthe, 1779-

ca con i metodi 1838), la comparsa di lavori ispirati a temi prettamente mitologici: il nome di riferimento è,

39), maestro diqui quello di Bengt Erland Fogelberg (1786-1854, anche archeologo), rappresentante, come

primariamentesi è detto, della ‘fronda’ contro il tradizionale insegnamento artistico dell’accademia.300

serie di lezioniSebbene traesse ispirazione anche da altri temi (tra cui la mitologia classica) egli è ben noto

gico nordico e per le statue degli dèi nordici, che insieme a quelle di sovrani e personaggi illustri della storia

oltre il periodosvedese costituiscono la parte migliore della sua produzione. Sulla sua scia l’allievo di

825-1896). DalByström, Carl Gustaf Qvarnström (1810-1867).

sua ‘sublimità’ L’architettura dei primi decenni dell’Ottocento (almeno fino a Fredrik Blom, 1781-1853)

’ esprimono almantiene, per così dire, un profilo basso, pur recependo impulsi dello stile impero.301 Dopo

l decadere delgli anni ’20 nomi di prestigio sono quelli di Per Axel Nyström (1793-1868), formatosi

e nuove forme.all’estero (soprattutto a Parigi e Roma), che lavorò per la corte e per la città di Stoccolma302
viaggi di studioe, più tardi, di suo nipote Fredrik Wilhelm Scholander (1816-1881), che dopo il dovuto

no chiaramenteapprendistato all’estero divenne docente dell’accademia e maestro di molti dei più noti

8), Carl Gustafarchitetti svedesi della seconda metà dell’Ottocento: tra le sue opere la sinagoga di

ili (1815-1875)Stoccolma (realizzata tra il 1867 e il 1870).303

ni ’40 la meta Sul versante musicale continua il successo dei grandi compositori stranieri304 e il

ndosi presso la‘reclutamento’ di maestri come lo svizzero Edouard du Puy (1770-1822)305 o, più tardi,

) va nominatol’italiano Iacopo Giovanni Battista Foroni (1825-1858). Anche in Svezia la composizione

risente ora dell’atmosfera romantica: non soltanto infatti si ricercano le melodie ‘popolari’,

ci (si ricordinoma si scrivono motivi ispirati ai temi cari ai romantici: storia nordica, cultura tradizionale,

f Göthe, 1779-natura. Si citi qui il finno-svedese Bernhard Henrik Crusell (1775-1838) autore di melodie

i riferimento è,per la Saga di Frithiof di Tegnér, ma anche Erik Gustaf Geijer che compose musiche

esentante, come‘gotiche’, e non solo. Del resto i modelli stranieri (opera, operetta, sinfonie, musica da

300camera, musica religiosa) sono da tempo pienamente accolti e assimilati. Senza che i migliori

egli è ben notoautori – e qui si ricordi Franz Berwald, 1796-1868, appartenente a una famiglia di abili

ustri della storiamusicisti –306 perdano quel ‘timbro tipicamente svedese’ che caratterizza l’atmosfera del

cia l’allievo diPaese.307 Nel balletto (che almeno fino a tutti gli anni ’50 sarà ancora molto apprezzato)

l’impronta romantica è introdotta da Anders Selinder (1806-1874). Una menzione meritano

om, 1781-1853)infine due celebri cantanti: Karl Stenborg (1752-1813), anche compositore, e la celeberrima

Doposoprano Johanna Maria (nota tuttavia come Jenny) Lind (1820-1887) che debuttò nel 1838 ed

868), formatosi è considerata una delle voci più pure e straordinarie dell’Ottocento.308

302 L’inno nazionale svedese, Tu antico, tu libero, tu Nord dalle alte montagne (Du gamla,
dopo il dovutodu fria, du fjällhöga nord) risale al 1844. Si tratta di un testo scritto da Richard Dybeck

ti dei più noti (1811-1877), giurista, poeta e studioso di tradizioni che lo adattò a una melodia popolare

la sinagoga didella sua regione d’origine, il Västmanland,309 ma lo pubblicò per la prima volta nel 1865 nel

periodico Runa da lui redatto. In origine, per la verità, il componimento di Dybeck iniziava

e ilcon le parole Tu, antico, tu salubre (Du gamla, du friska) ma in seguito friska (“salubre”) fu

o, più tardi,sostituito da fria (“libero”). Inserito nel proprio repertorio dal celebre tenore-baritono Karl

a composizioneFredrik Lundkvist (1841-1920) e spesso fatto eseguire in importanti occasioni (come i

odie ‘popolari’,concerti degli studenti universitari di Uppsala) dall’autorevole maestro e compositore Ivar

ra tradizionale,Eggert Hedenblad (1851-1909), fu diffuso e apprezzato in tutto il Paese e ‘riconosciuto’

tore di melodiecome un vero e proprio inno nazionale. Tale, a quanto pare, esso divenne almeno dal 27

mpose musichemaggio 1893, quando in occasione di una cerimonia fu eseguito a Lund alla presenza del re

nie, musica daOscar II, il quale si alzò in piedi per ascoltarlo.

a che i migliori Questa semplice melodia popolare ebbe così la meglio su altre proposte: Dio salvi il

amiglia di abilinostro re (Bewara, Gud! wår Kung!), tradotto dall’inno nazionale inglese (di cui utilizza

l’atmosfera delanche la melodia) da Abraham Niclas Clewberg (1754-1821, Edelcrantz dopo la concessione

lto apprezzato)della dignità nobiliare), più celebre come fisico e inventore che come poeta,310 e utilizzato tra

zione meritanoil 1805 e il 1866; Inno (Hymn) noto anche con le parole del primo verso Dal profondo del

la celeberrima cuore svedese (Ur svenska hjärtans djup) composto nel 1844 dallo scrittore e giornalista Carl

uttò nel 1838 edVilhelm August Strandberg (pseudonimo Talis qualis, 1818-1877) e musicato da Otto

Lindblad (1809-1864); Ascoltaci, Svea (Hör oss, Svea, 1853)311 scritto e musicato da Gunnar

Du gamla,Wennerberg (1817-1901) e Svezia (Sverige) del celebre poeta e scrittore Verner von
ichard Dybeck Heidenstam,312 musicato da Wilhelm Stenhammar.313

elodia popolare 11.3.3. Rifondare una nazione

lta nel 1865 nel Sebbene Henrik Steffens, primo diffusore delle idee romantiche in Scandinavia fosse,

Dybeck iniziava come si è visto, norvegese,314 il romanticismo cominciò a diffondersi in questo Paese solo

(“salubre”) fuintorno al 1820, per esprimersi compiutamente negli anni ’30.315 Gli effetti dei determinanti

e-baritono Karleventi politici del 1814 erano ancora ben presenti e i romantici norvegesi si trovarono di

asioni (come ifronte al compito – tanto ambizioso quanto difficile – di rifondare una nazione. Il che

ompositore Ivaravvenne anche sulla spinta del sentimento popolare, ma non senza contrasti. Tutt’altro.

‘riconosciuto’ ‘Anime’ del romanticismo norvegese sono due figure che incarnano visioni opposte e, per

almeno dal 27molti versi, inconciliabili.

presenza del re Il primo è Henrik Wergeland (1808-1845). Figlio di uno dei delegati di Eidsvoll316 egli

era divenuto una sorta di ‘eroe popolare’ in seguito alla cosiddetta “battaglia della piazza”

Dio salvi ildel 1829.317 Studioso eclettico e attivo promotore dei diritti civili (non da ultimo di quelli

(di cui utilizzadegli Ebrei) Wergeland sosteneva quella che si potrebbe definire una ‘pura norvegicità’ che

la concessionerifiutasse (anche sul piano linguistico)318 ogni interferenza straniera, in particolare ogni

e utilizzato tra ‘lascito’ di quegli oltre quattro secoli in cui il Paese era rimasto soggetto alla dominazione

al profondo deldanese, seppure (in realtà solo nominalmente) i due Regni venissero considerati alla pari.

giornalista CarlRiteneva infatti che gli eventi del 1814 fossero il risultato di uno sviluppo del tutto interno

sicato da Otto alla nazione norvegese e che la costituzione (da lui considerata un modello per altri stati)

cato da Gunnarfosse il frutto dello spirito del popolo, riflesso nel lavoro della commissione che l’aveva

re Verner voninfine redatta: nella sua visione dunque ‘popolo’ e ‘stato’ sono due concetti strettamente
collegati. Autore prolifico (poesia, opere teatrali, saggi, articoli di giornale),319 redattore di

periodici,320 attivista sociale, egli propugna, con radicale entusiasmo, princìpi liberali e fede

ndinavia fosse,nel progresso, mentre nella rivalutazione del mondo rurale norvegese (il solo che a suo

esto Paese solo parere aveva preservato nei secoli l’autentico spirito della nazione) individua i presupposti

ei determinantiper la definitiva rinascita della Norvegia.321 E tuttavia, per quanto fortemente nazionalista

si trovarono di(nel senso romantico del termine), egli mostra di possedere anche una acuta capacità di

nazione. Il cheosservazione e un concreto spirito pratico.

asti. Tutt’altro. Una vivace polemica lo vide dunque protagonista nei confronti di Johan Sebastian

opposte e, per Welhaven (1807-1873) fin dal 1830.322 Rappresentante di una posizione moderata, Welhaven

sosteneva che il progresso del Paese non potesse avvenire se si fosse rescisso ogni rapporto

eglicon la Danimarca (cui egli era legato anche da vincoli familiari)323 la quale, anzi, considerava

a della piazza”un modello culturale cui rifarsi per costituire consapevolmente una vera nazione norvegese.

ultimo di quelliQueste idee furono da lui espresse in diverse occasioni, non da ultimo nella sua opera in versi

norvegicità’ cheL’alba della Norvegia (Norges Dæmring, 1834).324 La polemica – che non fu solo politico-

articolare ognisociale ma anche critico-letteraria (in questo ambito Welhaven è del resto considerato un

la dominazione pioniere) – segna l’inizio di una contrapposizione (nella sostanza tra la chiusura in direzione

derati alla pari. di un nazionalismo radicale e l’apertura agli influssi e alle prospettive offerti dal mondo

el tutto internoesterno) che a lungo perdurerà nell’animo dei Norvegesi (e che, a mio parere, ancora si è

per altri stati) manifestata in occasione dei referendum popolari sull’adesione alla Comunità europea).325

ne che l’aveva In Norvegia, dove la rivalutazione dell’elemento nazionalistico trovava – se possibile –

tti strettamenteterreno ancor più fertile che altrove, l’attenzione, tutta romantica, alla cultura popolare
redattore diprodusse molti frutti. A cominciare da Andreas Faye (1802-1869), storico e demologo che

i liberali e fedeper primo pubblicò racconti popolari;326 per passare a Magnus Brostrup Landstad (1802-

solo che a suo1880) cui si deve una celebre edizione delle folkeviser;327 a Peter Christen Asbjørnsen (1812-

a i presupposti 1885) e Jørgen Moe (1813-1882) che sull’esempio dei fratelli Grimm raccolsero le fiabe

nte nazionalistapopolari norvegesi, stampate in celebri raccolte;328 a Eilert Lund Sundt (1817-1875), studioso

uta capacità di della vita quotidiana della gente comune e considerato uno dei fondatori della moderna

sociologia in quanto, pur partendo da presupposti nazional-romantici, mostra un approccio

ohan Sebastianrazionale ed evoluzionistico.329 Mentre sul piano storico (talora intrecciato con quello

rata, Welhavenfilologico e non del tutto esente da tentazioni folcloristiche) si ricorda non solo il lavoro di

o ogni rapportoWergeland ma, forse soprattutto, quello di Jacob Rudolf Keyser (1803-1864) e del suo

nzi, consideravaallievo Peter Andreas Munch (1810-1863),330 convinti sostenitori (anche in base a errate

one norvegese.valutazioni linguistiche) della “teoria dell’immigrazione” (innvandringsteorien)331 secondo

a opera in versila quale la Norvegia e la Svezia centro-settentrionale sarebbero state colonizzate da genti

u solo politico-provenienti da nord e da est che si sarebbero stanziate in territori disabitati. Questi popoli

considerato un ‘nordici’ si sarebbero successivamente spinti nella Svezia meridionale e in Danimarca, zone

ura in direzione in precedenza occupate da popolazioni provenienti da sud (come i Goti) che sarebbero state

erti dal mondosopraffatte. Ma il substrato culturale presente in questi territori avrebbe impedito qui lo

ere, ancora si èsviluppo di una cultura ‘autenticamente nordica’ così come avvenuto in Norvegia: solo in

questo Paese dunque la struttura sociale e la lingua sarebbero state ‘pure’.332 Questa antica

– se possibile –tradizione sarebbe stata preservata nell’ambiente rurale norvegese e in quello islandese (che

ultura popolareda esso direttamente deriva) e avrebbe trovato espressione, a esempio, nelle saghe. Su un
demologo che diverso livello lo sforzo di enfatizzare il nazionalismo norvegese attraverso la storia patria è

andstad (1802-evidente nel primo testo sull’argomento destinato a un’ampia diffusione nelle scuole, opera

bjørnsen (1812-del sopra citato Andreas Faye.333 Anche la fondazione della Rivista norvegese di scienza e

colsero le fiabe letteratura (Norsk Tidsskrift for Videnskab og Litteratur) comparsa nel 1847 sotto la

1875), studiosodirezione dell’archivista Christian Lange (1810-1861), così come l’imponente lavoro di

della modernarecupero e pubblicazione delle fonti (in primo luogo le saghe)334 avranno una importante

a un approccioricaduta sul consolidamento dell’identità nazionale.335

ato con quello Seppure nell’ambito del romanticismo norvegese non manchino opere strettamente

olo il lavoro di ‘letterarie’ – si pensi al poeta Andreas Munch (1811-1884),336 per altro sopravvalutato dai

864) e del suocontemporanei, agli stessi Wergeland e Welhaven e, forse soprattutto, a Maurits Hansen

n base a errate (1794-1842), pioniere della prosa norvegese – questo movimento appare in gran parte

secondoindirizzato verso obiettivi pratici: sicché le esigenze dell’estetica restano in molti casi

izzate da gentidisattese (non è casuale che la produzione del ‘radicale’ Wergeland sia, da questo punto di

. Questi popolivista, assai meno disciplinata di quella del ‘moderato’ Welhaven). Del resto anche un autore

animarca, zone minore come il giurista Henrik Anker Bjerregaard (1792-1842) conosce il successo quando

sarebbero stateper un paio di pezzi teatrali (un syngespil e un dramma) attinge a tematiche nazionali,337 ma

mpedito qui lo– soprattutto – quando compone una canzone fortemente improntata allo spirito

orvegia: solo innazionalistico che per lungo tempo sarà considerata dai Norvegesi alla stregua di un inno

Questa anticanazionale.338

o islandese (che Tra i due secoli si situa la figura del pittore Jacob Munch (1776-1835) il quale, dopo la

e saghe. Su unformazione a Copenaghen, in Francia e Italia, godette in patria di una certa notorietà e
a storia patria èrealizzò numerosi ritratti. Nel 1818 veniva finalmente aperta in Norvegia quella che, almeno

e scuole, operanelle intenzioni dei fondatori, avrebbe dovuto diventare una vera accademia, la Reale scuola

se di scienza edi disegno e di arte di Christiania (Den kongelige Tegne- og Kunstskole i Christiania)339

1847 sotto ladalla quale sarebbero usciti molti dei più significativi artisti norvegesi del periodo. Qui

nente lavoro diinsegnerà a lungo il dano-norvegese Johannes Flintoe (1787-1870), noto per i suoi paesaggi

una importantedi atmosfera romantica, così come per la celebre Stanza degli uccelli (Fugleværelset) dipinta

all’interno del castello di Oslo tra il 1841 e il 1843 e considerata uno dei lavori più

re strettamentesignificativi dell’arte norvegese dell’Ottocento.340 Nel 1836 verrà fondata l’Associazione

ravvalutato daiartistica di Christiania (Christiania Kunstforening), che darà l’avvio a diverse esposizioni,341

Maurits Hansentra i cui promotori si annoverano Johan Sebastian Welhaven, il futuro primo ministro

in gran parteFrederik Stang342 e il pittore Johan Christian Claussen Dahl (1788-1857), attivo fautore di un

in molti casi risveglio artistico nel suo Paese, il vero ‘grande nome’ della pittura norvegese del periodo

questo punto di conosciuto anche fuori dai confini nazionali. Formatosi all’estero (Danimarca, Germania e

anche un autore Italia) e a lungo vissuto a Dresda (dove insegnò presso la celebre accademia), Dahl si

uccesso quandoconcentra in primo luogo sulla pittura di ispirazione paesaggistica, attraverso la quale vuole

mainnanzi tutto esprimere lo spirito della natura norvegese in cui egli trasfonde sentimento e

a allo spiritomemoria. Ben lontano, dunque, da quella che sarà la realistica, quasi ‘scientifica’

gua di un innorappresentazione dei naturalisti. Seppure la sua esperienza lo porti ad aprirsi anche a più

luminose atmosfere meridionali (si pensi ai suoi ‘lavori italiani’) la sua arte ha voluto per

quale, dopo la gran parte comunicare il senso della magnificenza, si vorrebbe dire della ‘eroicità’ (se non

erta notorietà edella ‘sublimità’) della natura norvegese, riflesso della grandiosità di un Paese cui egli
lla che, almenosentiva di appartenere, seppure ne restasse troppo spesso lontano: da lui viene dunque un

la Reale scuolaimpulso determinante alla nascita del sentimento patriottico che permea l’arte norvegese a

339 partire dalla metà del secolo.343 Allievi (per quanto non nel senso stretto del termine) di Dahl

l periodo. Qui sono altri pittori ‘romantici’ come Thomas Fearnley (1802-1842),344 Peder Balke (1804-

i suoi paesaggi1887)345 e Knud Baade (1808-1879), che si ispirò anche alla mitologia nordica. La

) dipintaraffigurazione paesaggistica (i grandiosi paesaggi della Norvegia!) ma anche la pittura di

dei lavori piùgenere e la ritrattistica caratterizzano artisti come Adolph Tidemand (1814-1876) e Hans

l’AssociazioneFrederik Gude (1825-1903), ‘nazional-romantici’ che molto significheranno anche nei

341 decenni successivi,346 mentre il miglior ritrattista della prima metà del secolo è Matthias

primo ministroStoltenberg (1799-1871) le cui figure mostrano già tratti realistici. La mancanza di una

vo fautore di unconsolidata tradizione spingeva la gran parte dei pittori norvegesi a formarsi all’estero, ma la

ese del periodoconsapevolezza di questa lacuna indusse alcuni di loro ad adoperarsi per diffondere in patria

ca, Germania euna cultura artistica: così il sopra citato Johan Christian Dahl (che si interessò anche della

emia), Dahl sisalvaguardia delle stavkirker)347 o Johan Fredrik Eckersberg (1822-1870), che nel 1859 aprì

la quale vuoleuna scuola di pittura a Christiania.348

de sentimento e Le restanti arti figurative restano su un piano inferiore. Qui basterà citare lo scultore

si ‘scientifica’ Hans Hansen (1820-1858), ancora legato ai modelli neoclassici mentre, dal punto di vista

rsi anche a più architettonico (un ambito nel quale si constata un certo adeguamento agli influssi stranieri),

e ha voluto perappaiono di interesse soprattutto le costruzioni realizzate in legno, in primo luogo quelle

roicità’ (se nondelle zone rurali.

Paese cui egli In questa atmosfera di recupero dell’identità nazionale non manca il contributo del
ene dunque unmondo musicale: in pieno spirito nazional-romantico si va alla ricerca delle melodie

rte norvegese a‘popolari’. Pioniere in questa direzione era stato Waldemar Thrane (1790-1828)349 che ne

ermine) di Dahlaveva tratto ispirazione, tra l’altro, per la composizione delle musiche del primo syngespil

r Balke (1804-norvegese, la celebre Fiaba di montagna (Fjeldeventyret).350 Così il violinista e compositore

ia nordica. La Ole Bornemann Bull (1810-1880), invitato per numerosi concerti anche all’estero, dà un

he la pittura dinotevole impulso alla tradizione del hardingfele,351 valorizzando esecutori come Torgeir

4-1876) e HansAugundsson (1801-1872, noto come Myllarguten)352 di Telemark o Ola Mosafinn (1828-

nno anche nei1912) di Hordaland,353 mentre Ludvig Mathias Lindeman (1812-1887) di Trondheim si

olo è Matthias dedica alla raccolta delle melodie tradizionali,354 in parallelo con il lavoro di Olea Crøger e

ancanza di una Magnus Brostrup Landstad, ma dando alle stampe anche altri temi popolari.355 Più tardi

all’estero, ma la(1883) egli fonderà a Kristiania insieme al figlio Peter una scuola d’organo che diverrà nel

ondere in patria 1894 il Conservatorio musicale (Musikkonservatoriet), istituzione di fondamentale

ssò anche dellaimportanza per la vita musicale norvegese.356 Nomi di prestigio in questo periodo sono anche

e nel 1859 aprìquelli di Christian Blom (1782-1861), cui si deve l’accompagnamento all’inno di

Bjerregaard,357 e Halfdan Kjerulf (1815-1868), amico e collaboratore di Welhaven,358 autore

tare lo scultoredi cori, romanze e sonate per pianoforte, influenzato dai romantici e dalla musica popolare

punto di vistama aperto anche alle prospettive europee. Il suo componimento più noto è certamente Il

flussi stranieri),viaggio della sposa nel fiordo di Hardanger (Brudefærden i Hardanger, 1848, su testo del

o luogo quellepoeta Andreas Munch) per coro di voci maschili, ispirato all’opera del pittore norvegese

Adolf Tidemad e del danese Hans Frederik Gude, uno dei prodotti artistici più significativi

contributo del della rinascita culturale norvegese.359 Di ispirazione ancora romantica (ma con un richiamo
delle melodieai modelli tedeschi) è la produzione di Martin Andreas Udbye (1820-1889), che sarà autore

che nedella prima vera opera norvegese, Fredkulla (1858), su libretto di Carl Arnoldus Müller

syngespil(1818-1893), ispirata alla figura della regina Margherita, sposa di Magnus Piedi nudi,360

a e compositorementre Thomas Tellefsen (1823-1874), allievo di Chopin, sceglierà piuttosto di lavorare in

l’estero, dà unFrancia.

come Torgeir Questo fervore di attività culturali (certamente non esente da forzature e idealizzazioni),

osafinn (1828-che toccherà il culmine tra gli anni ’40 e ’50 e lascerà segni profondi anche nei decenni

Trondheim sisuccessivi, è stato sentito dai Norvegesi come espressione di una vera e propria rinascita

Olea Crøger e nazionale, secondo la definizione (det nasjonale gjennombrudd), ormai entrata nell’uso

Più tardicomune, che ne avrebbe dato lo studioso di folclore Moltke Moe (1859-1913), figlio del

che diverrà nelcelebre Jørgen raccoglitore di fiabe.361

fondamentale 11.3.3.1. Una nazione, due lingue

odo sono anche Come è stato detto in precedenza, alla fine del XV secolo una lingua nazionale norvegese

to all’inno diera di fatto scomparsa, sopraffatta dal danese sia nell’ambito statale sia in quello religioso.362

autorePiena vitalità avevano invece mantenuto i diversi dialetti comunemente utilizzati nelle zone

musica popolare rurali. La persistenza di queste parlate aveva – almeno in parte – fatto sentire il proprio

Il influsso, sicché non è difficile rilevare una serie di ‘norvegismi’ che caratterizzano anche la

48, su testo dellingua letteraria, a esempio, in Holberg.363 I sentimenti ‘patriottici’ di fine Settecento non

ttore norvegeseavevano mancato di comprendere l’aspetto linguistico: nel 1771 veniva redatto uno scritto di

più significativicarattere politico in una lingua che possiamo senz’altro definire ‘norvegese’,364 mentre un

on un richiamoautore come Edvard Storm innalza la poesia dialettale a livello artistico.365 Il che non deve
che sarà autoreessere visto come un vezzo nazionalpatriottico, ma piuttosto come il segno di una nuova

rnoldus Müller consapevolezza anche linguistica che, strettamente legata alle tematiche della cultura

360 popolare, non mancherà di dare i propri frutti. La lingua ufficiale (dunque in generale la

o di lavorare in lingua scritta) era, come detto, il danese. Ma accanto a essa (e ai dialetti) si era sviluppata (in

primo luogo nelle città)366 tra le persone di ceto più elevato e di cultura, i funzionari e i

idealizzazioni),membri della borghesia, una parlata fortemente connotata da elementi norvegesi (nella

he nei decennipronuncia, nella morfologia e nel lessico): quello che a partire dallo storico Christian

ropria rinascitaMolbech (1783-1857) verrà definito come dano-norvegese.367 Negli anni successivi al 1814,

entrata nell’usosuperato il rischio di una nuova ‘colonizzazione linguistica’ da parte svedese, ci si domandò

913), figlio delquale dovesse essere l’idioma nazionale: ciò del resto corrispondeva all’idea (tutta

romantica) che, in mancanza di un tale strumento la specificità della cultura di un Paese non

potesse essere compiutamente espressa.368 In questa prospettiva va considerata la fondazione

onale norvegese(1831) della Società per la lingua e la storia del popolo norvegese (Samfundet til det Norske

362Folks Sprog og Historie), voluta da Gregers Fougner Lundh (1786-1836), Henrik Anker

zzati nelle zoneBjerregaard e Henrik Wergeland.369

ntire il proprio Al quale ultimo, fautore di un pieno affrancamento dalla cultura danese, il problema della

izzano anche lalingua appare, dunque, ben chiaro. Mentre dal lato pratico risulta evidente il suo sforzo di

Settecento non conferire un ‘carattere norvegese’ alle proprie opere,370 da quello teorico si devono

o uno scritto di considerare alcuni lavori, in particolare lo scritto Sulla riforma della lingua norvegese (Om

mentre unnorsk sprogreformation, redatto nel 1832 ma pubblicato nel 1835)371 e un articolo del

l che non deve1833.372 Wergeland sostiene la necessità di trasformare profondamente (soprattutto dal punto
o di una nuovadi vista lessicale ed espressivo ma anche da quello ortografico)373 la lingua scritta (il ‘vecchio

e della cultura danese’ cui gran parte del mondo culturale restava legato) attingendo al patrimonio dialettale,

in generale lal’unico davvero capace di esprimere tutta la ricchezza dell’antica cultura del Paese. Per

a sviluppata (inquesto egli accoglierà con entusiasmo l’uscita della raccolta curata da Asbjørnsen e Moe che,

funzionari e iseppure nella forma resti in sostanza danese, introdurrà in letteratura lo stile delle parlate

orvegesi (nellapopolari. In posizione diversa rispetto a Wergeland si pone Peter Andreas Munch. Seguace di

orico ChristianWelhaven (e dunque assai attento all’aspetto estetico!) egli aveva profondo rispetto per la

cessivi al 1814,lingua danese, che riteneva esprimesse “la letteratura di una delle nazioni più colte

, ci si domandò d’Europa”,374 mostrandosi tuttavia al contempo conscio della necessità di ‘ricostruire’ una

all’idea (tuttalingua autenticamente norvegese. Il modo di procedere di Wergeland gli pareva casuale e

di un Paese non disordinato e il suo unico risultato quello di produrre un danese deteriorato piuttosto che una

a la fondazionevera lingua norvegese. Munch (che, non si dimentichi, era anche uno studioso di linguistica

t til det Norskegermanica e nordica)375 riteneva che occorresse partire da un dialetto nel quale le antiche

Henrik Anker forme norvegesi si fossero conservate al meglio e su quella base riformare la struttura della

lingua, individuando la giusta norma sia per quella parlata sia per quella scritta.

problema della Questa posizione anticipa, almeno in parte, quello che sarebbe stato il lavoro di Ivar

l suo sforzo diAasen (1813-1896), destinato a segnare la storia linguistica e culturale norvegese. Originario

ico si devonodella regione di Sunnmøre, egli era, sostanzialmente, un autodidatta. Negli anni ’30, ancora

Om giovane, si era interessato al dibattito sulla lingua, ma la sua attenzione era focalizzata

un articolo delpiuttosto sui dialetti che considerava, da questo punto di vista, l’unico vero patrimonio della

ttutto dal punto nazione. Tra il 1842 e il 1846, ottenuta una borsa di studio dalla Reale società norvegese
itta (il ‘vecchiodelle scienze,376 egli percorse le zone rurali del Paese giungendo a nord fino in Helgeland377

monio dialettale,per ricercare e valorizzare questo patrimonio: diede così inizio agli studi di dialettologia

del Paese. Pernorvegese.378 Il suo intento era tuttavia un altro: sulla base dei dialetti (in particolare quelli

nsen e Moe che,che riteneva più vicini all’antico nordico)379 egli si proponeva di ‘ricostruire’ una lingua

le delle parlatescritta ‘autenticamente nazionale’. Di questo idioma, che chiamò landsmaal (“lingua del

nch. Seguace diPaese”)380 Aasen redasse una grammatica (1848) e compilò un dizionario (1850),381

rispetto per la sforzandosi di conferirgli una norma, come appare chiaramente nel testo dal titolo Esempi

ioni più colte della lingua del Paese in Norvegia (Prøver af Landsmaalet i Norge, 1853) che presenta brani

ricostruire’ unain diversi dialetti e nella ‘nuova’ lingua. Gli sviluppi di questo lavoro di ‘regolamentazione’

areva casuale e si possono constatare nelle opere pubblicate successivamente.382 In seguito a una

uttosto che unadeliberazione parlamentare del 1929383 il landsmaal è ora chiamato nynorsk “neonorvegese”,

o di linguisticatermine che ha dunque sostituito la definizione coniata da Aasen.

uale le antiche Parallelamente continuava il lavoro di ‘adattamento’ del dano-norvegese. Nome di spicco

a struttura dellain questo ambito è quello di Knud Knudsen (1812-1895). Questo studioso riteneva che i

dialetti non fossero adatti allo scopo di restituire al Paese una lingua nazionale, in quanto

lavoro di Ivarrestavano, comunque, espressione di realtà locali. Egli proponeva piuttosto di basarsi sulla

gese. Originarioparlata informale delle classi colte, partendo dall’adeguamento della lingua scritta alla

nni ’30, ancoraeffettiva pronuncia norvegese (rigettando dunque ogni sforzo di imitare quella danese) e

era focalizzata procedendo con l’inserimento di parole e caratteristiche morfologico-sintattiche riprese dalla

atrimonio dellatradizione linguistica propria. Il danese godeva ancora di una posizione di grande prestigio:

cietà norvegesebasti pensare che il ‘teatro norvegese’ restava in realtà in mano a compagnie danesi, il che
377aveva già provocato la vivace reazione di Wergeland e induceva ora Knudsen a collaborare

di dialettologiacon la Scuola norvegese di drammaturgia (Den norske dramatiske skole), fondata nel 1852,

articolare quelli per insegnare agli attori l’uso di una pronuncia correttamente norvegese. Il nazionalismo

ire’ una lingualinguistico non poteva certo tralasciare questo aspetto! Il lavoro di Knudsen si inseriva in un

(“lingua del dibattito complesso e vivace e tra il 1852 e il 1853 egli fu oggetto della critica di Munch. La

381lingua da lui proposta venne poi definita riksmaal “lingua nazionale” ed è ora indicata con il

Esempitermine bokmål, letteralmente “lingua dei libri”.384

e presenta brani Al di là delle divergenze di opinione va qui sottolineato che la Norvegia, a lungo privata

olamentazione’d’una lingua propria, disponeva ora di ben due alternative: da una parte l’idioma ‘ricostruito’

seguito a unada Aasen, dall’altra il dano-norvegese alla cui definizione si era dedicato in primo luogo

neonorvegese”, Knudsen. Ciò provocò una vera e propria contesa, non esente da risvolti politici: il riksmaal

infatti era la lingua delle classi dominanti, colte e conservatrici, il landsmaal quella dei

Nome di spiccocontadini, il che appare per certi versi paradossale se si considera che il landsmaal esprimeva

riteneva che i l’attaccamento alla pura tradizione norvegese e, di conseguenza, una diversa (e più antica)

nale, in quantoforma di conservatorismo.385 Questa disputa sarebbe andata avanti a lungo e a risolverla non

di basarsi sullasarebbe bastata la proposta di favorire una graduale fusione.386 Entrambe le lingue sono a

gua scritta alla pieno titolo legalmente considerate idiomi ufficiali del Regno di Norvegia.

uella danese) e

he riprese dalla

rande prestigio:

e danesi, il che
aveva già provocato la vivace reazione di Wergeland e induceva ora Knudsen a collaborare

con la Scuola norvegese di drammaturgia (Den norske dramatiske skole), fondata nel 1852,

per insegnare agli attori l’uso di una pronuncia correttamente norvegese. Il nazionalismo

linguistico non poteva certo tralasciare questo aspetto! Il lavoro di Knudsen si inseriva in un

dibattito complesso e vivace e tra il 1852 e il 1853 egli fu oggetto della critica di Munch. La

lingua da lui proposta venne poi definita riksmaal “lingua nazionale” ed è ora indicata con il

termine bokmål, letteralmente “lingua dei libri”.384

Al di là delle divergenze di opinione va qui sottolineato che la Norvegia, a lungo privata

d’una lingua propria, disponeva ora di ben due alternative: da una parte l’idioma ‘ricostruito’

da Aasen, dall’altra il dano-norvegese alla cui definizione si era dedicato in primo luogo

Knudsen. Ciò provocò una vera e propria contesa, non esente da risvolti politici: il riksmaal

infatti era la lingua delle classi dominanti, colte e conservatrici, il landsmaal quella dei

contadini, il che appare per certi versi paradossale se si considera che il landsmaal esprimeva

l’attaccamento alla pura tradizione norvegese e, di conseguenza, una diversa (e più antica)

forma di conservatorismo.385 Questa disputa sarebbe andata avanti a lungo e a risolverla non

sarebbe bastata la proposta di favorire una graduale fusione.386 Entrambe le lingue sono a

pieno titolo legalmente considerate idiomi ufficiali del Regno di Norvegia.


11.3.4. Premesse culturali d’una riscossa politica

Come sopra si è visto, tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento l’Islanda

si era trovata al centro di un rinnovato interesse che aveva coinvolto anche uomini di cultura

stranieri, fra tutti Rasmus Rask e Carl Christian Rafn.387 Da costoro era arrivato un forte

impulso a quella rinascita della nazione per la quale si erano adoperate figure come Skúli

Magnússon, Eggert Ólafsson, Jón Eiríksson e Magnús Stephensen.388 Nel 1816 Rask era

stato tra i fondatori della Società letteraria islandese mentre Rafn aveva promosso la Reale

società nordica dei testi antichi389 che pubblicava opere della letteratura medievale: la cultura

del Paese trovava dunque ora convinti difensori, dopo un periodo di decadenza anche dal

punto di vista linguistico, un problema che fin dal 1779 aveva richiamato l’attenzione dei

fondatori della Società islandese delle discipline erudite.390 Per altro in Islanda l’esercizio

culturale non era mai venuto meno: si pensi agli autori citati in precedenza ma anche allo

storico Jón (Jónsson) Espólín (1769-1836) compilatore di importanti Annali d’Islanda

(Íslands árbækur í sögu-formi, 1821-1855) e al giurista Benedikt Jónsson Gröndal (1760-

1825), che traducendo Alexander Pope (1790) aveva rivitalizzato l’antico metro poetico

fornyrðislag.391 Sebbene egli fosse ancora un rappresentante dell’illuminismo, la sua scelta

avrebbe significato molto per la ripresa della tradizione poetica islandese. La quale si sarebbe

dunque strettamente legata alla rivalutazione della lingua, obiettivo già indicato da Eggert

Ólafsson e ribadito da Baldvin Einarsson.392 Da questo punto di vista gli scritti pubblicati

dalla Società delle discipline erudite e dalla Società letteraria ebbero grande importanza in

quanto contribuirono a ‘depurare’ la lingua islandese da quelle che i romantici definiranno


“le macchie di danese”393 e, al contempo, favorirono la nascita, in sostituzione dei prestiti, di

ocento l’Islandanuove parole create partendo dal materiale lessicale tradizionale.394 Anche in Islanda alla

omini di culturalingua sarà dunque affidato il compito di fornire un indispensabile supporto allo spirito

rivato un fortenazionale.395 Una prospettiva nella quale si inserisce, innanzi tutto, Bjarni Thorarensen

ure come Skúli(1786-1841), celebre poeta in bilico tra classicismo e romanticismo (è probabile che a

1816 Rask eraCopenaghen avesse ascoltato alcune delle lezioni di Steffens),396 cantore della patria e della

mosso la Reale natura (due temi che saranno ‘portanti’ nel romanticismo islandese)397 ma anche dell’amore e

evale: la culturadella memoria. Indice di un rinnovato impulso culturale (che si esprime anche nell’attività

enza anche dalletteraria di autori ‘popolari’)398 è anche l’uscita di nuovi periodici: nel 1827 inizia le proprie

’attenzione deipubblicazioni la rivista Skírnir,399 tuttora attiva, edita dalla Società letteraria islandese400

anda l’eserciziosulla quale compaiono articoli relativi a varie discipline (letteratura, storia, filosofia, politica,

ma anche allofolclore, scienze naturali) e che resta la più prestigiosa pubblicazione periodica islandese; tra

nnali d’Islandail 1835 e il 1836 e ancora nel 1838 appare il mensile Il corriere del Sud (Sunnanpósturinn),

Gröndal (1760-che raccoglie annunci, articoli, racconti e poesie. Di grande importanza è la rivista Fjölnir401

metro poetico uscita annualmente tra il 1835 e il 1847 e considerata l’organo ‘ufficiale’ dei romantici

o, la sua sceltaislandesi, il che mostra come questa corrente si affermi nel Paese piuttosto tardi.402 Si tratta,

quale si sarebbedel resto, di un romanticismo già ‘maturo’ e per molti versi lontano da quelli che ne erano

cato da Eggertstati gli ideali ispiratori: per altro in Islanda (come già in Norvegia) esso doveva misurarsi

critti pubblicati con la necessità di rivitalizzare una nazione, non soltanto dal punto di vista estetico-letterario

e importanza inma anche da quello, ben più pratico, del progresso sociale e dell’indipendenza politica (un

tici definirannotraguardo ancora lontano ma le cui premesse sono da ricercare in questo periodo). Per questo
e dei prestiti, dinell’articolo introduttivo di Fjölnir si pone in primo luogo l’accento sull’importanza del

in Islanda alla concetto di utilità, dopo di che si fa riferimento alla bellezza e alla verità, princìpi comunque

rto allo spiritotutti soggetti a quello dell’etica.403 Fjölnir, fondata a Copenaghen, era redatta da Tómas

ni ThorarensenSæmundsson (1807-1841), Jónas Hallgrímsson (1807-1845), Konráð Gíslason (1810-1891) e

robabile che aBrynjólfur Pétursson (1810-1851). Mentre il contributo di quest’ultimo fu sostanzialmente

a patria e dellaorganizzativo, Tómas Sæmundsson scrisse soprattutto di argomenti relativi all’interesse del

he dell’amore ePaese e all’economia.404 Ben più significative sono le figure di Konráð Gíslason e Jónas

che nell’attivitàHallgrímsson. Il primo, linguista e filologo, dedicò i propri sforzi allo scopo di far rivivere la

nizia le propriepurezza e lo splendore dell’antica lingua islandese (una questione, come si è visto,

400cruciale).405 Il secondo, poeta profondamente influenzato da Heine (che aveva tradotto

osofia, politica, insieme a Ossian, Schiller, Oehlenschläger, Tieck), è considerato il più autentico romantico

ca islandese; trad’Islanda: in lui, innovatore della metrica su modelli europei, l’amore per la natura si fonde

), con quello per la patria, sicché la sua poesia diviene non solo un inno alla terra natìa ma

401anche un’esortazione agli Islandesi a riappropriarsi della loro cultura e del loro destino (egli

’ dei romantici d’altronde non perde occasione per sostenere la necessità di ricostituire l’antica assemblea a

Si tratta,Þingvellir),406 il che ritiene si possa realizzare solo ricollegandosi alla secolare tradizione del

li che ne eranoPaese, patrimonio che resta per gli Islandesi un punto di riferimento fondamentale.407

oveva misurarsi Verso la metà del secolo verrà pubblicata una nuova rivista che, pur destinata a breve vita

tetico-letterario(comparve solo negli anni 1848 e 1849), avrà notevole importanza per il risveglio culturale e

nza politica (unpolitico della nazione islandese: si tratta del Viaggiatore verso Nord (Norðurfari) curata dal

do). Per questo poeta Gísli Brynjólfsson (1827-1888) e da Jón Thoroddsen, autore che darà l’avvio al
importanza delromanzo islandese.408

ncìpi comunque Dal punto di vista delle arti visive e della musica l’Islanda restava ancora ferma al

datta da Tómaspassato. Se qualche passo avanti veniva fatto (in particolare nell’ambito della musica e della

n (1810-1891) edanza) si trattava in realtà di ‘novità’ riprese dall’estero e delle quali ‘usufruivano’

sostanzialmentepraticamente solo i funzionari e i commercianti danesi.

all’interesse del Tra maggio e settembre del 1865 il geologo e docente di mineralogia svedese Carl Wilhelm

íslason e JónasPaijkull (1836-1869) faceva un lungo viaggio in Islanda, esperienza che avrebbe riversato in un
resoconto dal titolo Un’estate in Islanda. Diario di viaggio (En sommar på Island. Reseskildring).409
i far rivivere la
Qui, accanto a descrizioni paesaggistiche e osservazioni scientifiche, egli dà conto della vita e delle
me si è visto,
abitudini degli isolani. Il brano che segue tratteggia efficacemente la condizione delle molte persone
aveva tradotto
appartenenti agli strati sociali più umili:
ntico romantico
“Ma tra la popolazione più povera si vive invece praticamente in vere e proprie casupole di
natura si fonde
terra, per quanto esse siano comunque costruite in superficie e non scavate nel terreno. Io per
terra natìa ma
esempio sono stato in una fattoria nella zona di Reykjavík, costruita con il consueto materiale, il cui
ro destino (egliinterno basso [d’aria] e scarsamente illuminato era costituito da un unico ambiente, che da una

ca assemblea aestremità era occupato da due lettucci [posti] ai due lati della parete più lunga con in mezzo un

e tradizione delpiccolo tavolo quadrato a forma di bancone, dall’altra invece da uno spazio per il lavoro e le

provviste dove erano accatastati o ammucchiati lana, licheni e altre cose, e nel cui mezzo sulla

ata a breve vitaparete più lunga proprio davanti all’ingresso si trovava il focolare segnalato solo da alcune pietre.
Questa casa non aveva pavimento e neppure un tetto che non fosse la stessa struttura che reggeva la
glio culturale e
copertura di torba; la luce entrava solo attraverso due piccole finestre nel tetto, e la casa era così
) curata dal
bassa [d’aria] che le travi [che facevano] da tiranti per sorreggere la struttura del tetto, mi
darà l’avvio al
arrivavano all’incirca al[l’altezza del] petto, quando stavo dritto in piedi là dentro. L’impossibilità
di fissarvi un controsoffitto si comprende dal fatto che, se ci fosse, non si potrebbe entrare e uscire se

ncora ferma al non strisciando, e non si potrebbe stare dentro se non seduti. Che in una fattoria del genere tutto
dovesse essere nero, fuligginoso e sporco sta nella natura delle cose e del resto il suo aspetto sfida
musica e della
qualsiasi descrizione. Quel giorno io avevo fatto un viaggio lungo e disagevole, quando alla sera
‘usufruivano’
arrivai a quella fattoria, pioggia e nebbia mi avevano messo freddo addosso, e avevo da cavalcare

molte ore per tornare a Reykjavík, per di più avevo avuto il piacere non richiesto di cavalcare dentro
se Carl Wilhelm
a un ruscello freddo come il ghiaccio, che scorreva direttamente dai cumuli di neve dell’Esja410 che
riversato in un
si stavano sciogliendo, e avevo fatto un pediluvio nell’acqua del ghiacciaio, ragion per cui quasi con
409
piacere accettai il cortese invito del contadino di entrare a bere un po’ di caffè, il che insieme
della vita e delle
all’acquavite costituisce una specie di bevanda nazionale. D’altronde nel corso dei miei viaggi mi
le molte persone
sono dato la regola di seguire la ben nota massima di saggezza: quello che passa attraverso la bocca

non contagia la persona. Si capisce, io evito le porcherie per quanto possibile; lo considero un
prie casupole di
dovere altrettanto importante quanto non essere troppo schizzinoso. Dopo che ebbi percorso
terreno. Io per
incolume il corridoio buio e sporco che conduceva nella piccola abitazione, e con pari fortuna
materiale, il cui
evitato l’impatto contro le basse travi del tetto, mi accomodai su uno dei lettucci sopra menzionati
nte, che da una
aspettando il caffè, ed ebbi nel frattempo la possibilità di fare le osservazioni che ho appena riferito
con in mezzo un
al lettore. Il caffè fu del resto presto pronto, dal momento che nelle fattorie islandesi la caffettiera
er il lavoro e le
deve di certo ‘star su’ a ogni ora del giorno, più o meno come in certe zone della Svezia, e il caffè
cui mezzo sulla
era anche buono, così come lo si trova in generale in Islanda, ma di certo rimasi un po’ sorpreso,
da alcune pietre.
quando vidi che il mio ospite frugava nel letto vicino ai piedi del medesimo e da un sacchetto che si
a che reggeva la
trovava là, del cui colore esterno ci si può fare un’idea, tirava fuori lo zucchero, che tuttavia era
la casa era così
raffinato e bianco. Ora non di meno era bene avere la regola cui attenersi: quello che passa
ra del tetto, mi
attraverso la bocca ecc.”411
. L’impossibilità
ntrare e uscire se

del genere tutto

suo aspetto sfida

quando alla sera

evo da cavalcare

cavalcare dentro

che

per cui quasi con

è, il che insieme

i miei viaggi mi

raverso la bocca

lo considero un

e ebbi percorso

con pari fortuna

opra menzionati

o appena riferito

esi la caffettiera

Svezia, e il caffè

un po’ sorpreso,

sacchetto che si

che tuttavia era

uello che passa


1 In questo contesto venne fondata nel 1778 la Reale compagnia mercantile danese concessionaria

delle Indie occidentali (Det Kongelige Danske octroyerede Vestindiske Handelsselskab), con

l’intento di coprire le principali rotte. La sua attività si protrasse fino al 1785 (due anni dopo la

conclusione, nel 1783, del trattato di pace di Parigi). Su di essa si rimanda a SVEISTRUP P.P., “Det

Kongelige Danske octroyerede Vestindiske Handelsselskab 1778-85. En driftsøkonomisk

Undersøgelse”, in DHT VI (1942-1944), pp. 385-427.

2 Vd. p. 692.

3 DT 1800-1863, nr. 1-7, pp. 3-17 (dove sono riportati i diversi accordi). Precedenti patti per

garantire la libertà di commercio marittimo neutrale erano stati siglati con la Russia nel 1780

(Convention maritime entre le Danemark et la Russie pour le maintien de la liberté du commerce et

de la navigation neutre, faite à Copenhague le 28 Juin / 9 Juillet 1780, in DT 1751-1800, nr. 57, pp.

380-390) e con la Svezia nel 1794 (Den 27 Martii. Convention emellan H.M. Konungen av Swerige å

ena, och H.M. Konungen af Danmark å andra sidan, til gemensamt wärn och förswar af Swenska

och Danska handelns och segerfartens fri- och säkerhet, in UPH XV [1829], pp. 602-610).

4 È noto che nel corso del combattimento Nelson ignorò l’ordine di Parker di sospendere le

ostilità e volle portare avanti lo scontro fino alla resa dei Danesi. Su questo episodio noto come

“battaglia della rada” (slaget på Reden) vd. FELDBÆK O., Slaget på Reden, København 2001.

5 Il riferimento è alla pace di Til’zit (russo Tu bЗum), attuale Sovetsk (Coϭemcκ, nell’exclave di

Kaliningrad). Vd. Gesetz-Sammlung für die Königlich-Preußischen Staaten 1806-1810. Sammlung

der fuer die Koeniglichen Preussischen Staaten erschienenen Gesetze und Verordnungen von 1806

bis zum 27sten Oktober 1810, repr., Berlin 1985, pp. 153-164.

6 Si veda MØLLER J., 1807. En by i flammer, Viborg 1982; GLENTHØJ R. – RAHBEK RASMUSSEN J.

(red.), Det Venskabelige bombardement. København 1807 som historisk begivenhed og national
e concessionariamyte, København 2007 e MUNCH-PETERSEN TH., København i flammer. Hvordan England

), con bombarderede København og ranede den danske flåde i 1807, København 2007.

ue anni dopo la 7 Fredstractat mellem Danmark og Sverig, dat. Jønkøping den 10de December 1809 (in DT

P.P., “Det1800-1863, nr. 15, pp. 37-43; vd. anche il nr. 16, stessa data, pp. 43-45).

driftsøkonomisk 8 Freds Fördrag Emellan Hans Maj:t Konungen af Swerige och Sweriges Rike Å ena, samt Hans

Maj:t Konungen af Dannemark och Danska Riket Å andra sidan, Afhandladt och slutit i Kiel den 14

Januarii, Ratificeradt i Stockholm den 31 i samma månad, och i Köpenhamn den 7 Februarii, 1814 /

cedenti patti perTraité de Paix Entre Sa majesté le Roi de Suède et le Royaume de Suède D’une part, et Sa Majesté le

Russia nel 1780Roi de Dannemac et le Royaume de Dannemarc De l’autre, Fait et conclu à Kiel le 14 Janvier,

du commerce etratifié à Stockholm le 31 du même mois, et à Copenhague le 7 Fevrier, 1814 (SFS 1814); cfr. 11.1.3.

, nr. 57, pp. 9 In seguito a questo trattato la Danimarca cedeva l’isola frisone di Helgoland all’Inghilterra ma

gen av Swerige åacquisiva l’isola di Rügen e la Pomerania svedese che successivamente sarebbero state cedute alla

swar af SwenskaPrussia in cambio del piccolo ducato di Lauenburg.

10 Il primo decreto relativo è del 28 maggio 1831 (DFL, pp. 32-34); l’ordinamento definitivo del

di sospendere le15 maggio 1834 (DFL, pp. 35-54). Vd. la nota introduttiva in DFL, pp. 31-32.

odio noto come 11 Anordn. ang. Kjøbstædernes økonomiske Bestyrelse del 24 ottobre 1837 e Anordn. ang.

Landkommunevæsenet del 13 agosto 1841 (in DAMKIER – KRETZ [Abbr.], V, pp. 120-124 e pp. 303-

, nell’exclave di 312, rispettivamente).

1810. Sammlung 12 In questo contesto va citata la figura di Jacob Jacobsen Dampe (1790-1867), che fin dagli anni

ungen von 1806 ’20 aveva sostenuto la necessità di istituire una assemblea costituente, ritenendo che l’assolutismo

dovesse essere spazzato via, se necessario con l’intervento dell’esercito. Condannato a morte, ebbe la

J.pena commutata e trascorse vent’anni in prigione; vd. TARBENSEN K., “Den første demokrat. Cand.

hed og nationalTheol. Og dr. Phil. J.J. Dampe”, in OSD, pp. 190-216.


vordan England 13 Vd. pp. 872-873.

14 Di ciò più dettagliatamente nel paragrafo 12.1.1.

DT 15 Vd. pp. 1421-1423.

16 Esso infatti assunse le proprie funzioni il 23 marzo e governò fino all’11 novembre 1848.

Å ena, samt Hans 17 Su di lui vd. TARBENSEN K., “Den urokkelige eg i skoven. Officeren og politikeren A.F.

utit i Kiel den 14Tscherning”, in OSD, pp. 218-242.

Februarii, 1814 / 18 Per la precisione i protocolli sono due: il primo (2 agosto 1850) siglato da Russia, Prussia e

et Sa Majesté le Austria stabiliva il principio dello ‘Stato unitario’ dano-tedesco; il secondo (8 maggio 1852)

el le 14 Janvier, sottoscritto dalle medesime più Francia, Inghilterra, Danimarca e Svezia attribuiva i ducati al Regno

di Danimarca (sotto forma di unione personale nella figura del re), affermando tuttavia al contempo

ll’Inghilterra mala loro peculiarità e assegnando il diritto di successione al trono danese (Federico VII non aveva figli)

state cedute alla a Cristiano di Glücksburg (in ciò volendo anche risolvere una difficile questione sul diritto ereditario

rispetto ai ducati che aveva visto contrapposti la Corona danese e il duca Cristiano Augusto di

nto definitivo del Augustenborg, 1798-1869); DT 1800-1863, nr. 95, pp. 217-218 e nr. 101, pp. 281-287. In questo

contesto si colloca la promulgazione della cosiddetta “costituzione per lo Stato unitario”

Anordn. ang.(Helstatsforfatningen) del 1855 (Forfatningslov af 2. Oktober 1855 for det Danske Monarchies

0-124 e pp. 303- Fælledsanliggender, in DFL, pp. 92-100) con la quale si tentò di regolare le questioni comuni: essa

però fu accolta con sfavore dagli abitanti dei ducati.

he fin dagli anni 19 Queste idee trovarono voce in una serie di giornali di tendenze liberali pubblicati non senza

he l’assolutismodifficoltà. Fra di loro il più significativo è La Patria (Fædrelandet, 1834-1882) cui diede il via

a morte, ebbe lal’economista Christian Georg Nathan David (1793-1874), il quale per le sue critiche al governo subì

demokrat. Cand. un processo. La sua vicenda attirò l’attenzione dell’opinione pubblica e contribuì alla nascita di un

vero movimento di opposizione politica nel Paese


20 Vd. la nota in DFL, pp. 55-60. La data del 5 giugno diventerà poi la festa nazionale danese.

Con l’emanazione di questo documento venivano anche eliminati tutti i privilegi della nobiltà.

21 In questo contesto si menzioni innanzi tutto lo storico Peter Frederik Suhm (vd. pp. 792-793)

che nel 1772 aveva redatto un Abbozzo per una nuova forma di governo (Fragment af et Udkast til

politikeren A.F.en ny regeringsform, pubblicato tuttavia solo nel 1799) con cui proponeva l’istituzione di una

monarchia costituzionale sotto il controllo di un parlamento nel quale non era previsto alcun

Russia, Prussia e rappresentante dell’aristocrazia, e nell’opera Euphron (1774) celava sotto la forma del romanzo

8 maggio 1852)allegorico le proprie idee liberali. Suo amico fu Niels Ditlev Riegels (1755-1802) che, animato da

ducati al Regnoideali illuministici, espresse una severa critica dell’ordinamento sociale basato sulla monarchia

avia al contempoassoluta (su di lui vd. PETERSEN M., Oplysningens gale hund. Niels Ditlev Riegels, oprører,

non aveva figli)kirkehader & kongeskænder, 1755-1802, en biografi, København 2003).

diritto ereditario 22 Il diritto di voto non era comunque garantito a tutti: erano infatti specificamente previste delle

iano Augusto dilimitazioni (Junigrundloven, IV, §§ 34-44). Il Senato veniva eletto indirettamente, vale a dire da un

1-287. In questogruppo di grandi elettori indicati dal voto popolare.

Stato unitario” 23 Vd. p. 706.

nske Monarchies 24 A ciò si deve, a quanto pare, la sospensione dell’attività dell’Accademia svedese nel 1795, in

oni comuni: essaquanto ritenuta luogo d’incontro dei liberali raccolti attorno al segretario Nils von Rosenstein (cfr. p.

835, nota 702).

blicati non senza 25 Questo aspetto è tutt’altro che secondario: si vedano i testi raccolti nell’antologia Gustaviansk

cui diede il viamystik. Alkemister, kabbalister, magiker, andeskådare, astrologer och skattgrävare i den esoteriska

e al governo subìkretsen kring G.A. Reuterholm, hertig Carl och hertiginnan Charlotta 1776-1803, Inledning och

lla nascita di unkommentarer av Kj. EKEBY, Stockholm 2010.

26 Vd. p. 860.
azionale danese. 27 Testo in MONTGOMERY G., Historia öfver kriget emellan Sverige och Ryssland ären 1808 och

1809, Örebro 1942, I, pp. 136-137. Le tragiche vicende della guerra russosvedese del 1808-1809

vd. pp. 792-793) hanno trovato una eco letteraria in una celebre opera dello scrittore finno-svedese Johan Ludvig

t af et Udkast tilRuneberg (vd. p. 1375) dal titolo Leggende del sottotenente Stål (Fänrik Ståls sägner, 1848 e 1860).

tituzione di unaDa questo testo fu tratto il film del 1910 col medesimo titolo diretto dal regista Carl Engdahl (1864-

a previsto alcun1939).

ma del romanzo 28 Vd. pp. 1361-1362 con nota 51.

che, animato da 29 Cfr. p. 808, nota 552.

sulla monarchia 30 I protagonisti degli avvenimenti che portarono alla destituzione del re sono ricordati con

Riegels, oprører,l’appellativo di “uomini del 1809” (1809 års män); vd. tra l’altro FORSSBERG E., Karl August,

gustavianerna och 1809 års män. Ett bidrag till Nordens historia år 1810, [Stockholm] 1942.

nte previste delle 31 Kongl. Maj:ts Och Riksens Ständers Faststälde regerings-Form [...] 1809. Importanti

vale a dire da un contributi alla redazione di questo testo vennero da Anders af Håkansson (1749-1813) e Hans Järta

(cfr. nota 118). La data del 6 giugno non è casuale: essa infatti si richiama al 6 giugno 1523, giorno

della proclamazione del re Gustavo Vasa e festa nazionale svedese (vd. p. 468, nota 26). Una

dese nel 1795, incostituzione profondamente rinnovata è stata approvata nel 1974 ed è entrata in vigore il 1 gennaio

osenstein (cfr. p.1975 (Kungörelse om beslutad ny regeringsform, 28 febbraio 1974). Essa ha subito modifiche nel

2002 con decorrenza dal 1 gennaio 2003 (Lag om ändring i regeringsformen, 28 novembre 2002) e

Gustaviansknel 2010 con decorrenza 1 gennaio 2011 (Lag om ändring i regeringsformen, 25 novembre 2010).

i den esoteriska 32 Freds Fördrag Emellan Hans Maj:t Konungen af Swerige Och Sweriges Rike Å ena, samt

, Inledning ochHans Maj:t Keisaren af Ryszland Och Ryska Riket Å andra sidan, Afhandladt och slutit i

Fredricshamn den 17 September 1809 och Ratificeradt i Stockholm den 3 October och i S:t

Petersburg den 13 i samma månad / Traité de Paix Entre Sa Majesté le Roi de Suède et la Couronne
d ären 1808 och de Suède D’une part, et Sa Majesté l’Empereur de Toutes les Russies et l’Empire de Russie De

e del 1808-1809l’autre, Fait et conclu à Fredricshamn le 7 September 1809 & ratifié à Stockholm le 3 Octobre et à

se Johan Ludvig S:t Petersbourg le 13 du même mois (SFS 1809: I).

, 1848 e 1860). 33 Qui nel marzo del 1808 la popolazione si era ribellata contro gli occupanti russi e un esercito di

Engdahl (1864-contadini locali sostenuto da soldati svedesi era riuscito a sconfiggerli e a farli prigionieri.

34 Dalla moglie, Hedvig Elisabet Charlotta di Holstein-Gottorp (1759-1818) aveva in realtà avuto

due figli entrambi morti in fasce: Luisa Edvige (Lovisa Hedvig, 1797) e Carlo Adolfo (Carl Adolf,

1798). È comunque probabile che Carl Axel Löwenhielm (1772-1861), dato alla luce dalla sua

no ricordati conamante Augusta von Fersen (1754-1846), fosse in realtà figlio suo: costui avrebbe rappresentato la

Karl August,Svezia al Congresso di Vienna.

35 L’altro candidato eccellente era Gustavo, figlio del re deposto (1799-1877) mentre lo stesso

. ImportantiFederico VI di Danimarca si era proposto per il trono di Svezia.

13) e Hans Järta 36 Vd. 12.1.1.

gno 1523, giorno 37 In seguito alla sua morte fu sparsa ad arte la voce che fosse stato avvelenato. Carlo Augusto era

, nota 26). Una molto popolare e durante il corteo funebre scoppiarono dei tumulti: il maresciallo del Regno Axel

gore il 1 gennaiovon Fersen (1755-1810, noto anche per la sua chiacchierata amicizia con la regina di Francia Maria

to modifiche nelAntonietta) che scortava la bara, ingiustamente additato come responsabile di questo inesistente

ovembre 2002) e delitto, fu linciato dalla folla inferocita. Axel von Fersen era stato un rappresentante del partito fedele

al deposto re Gustavo IV e avrebbe voluto vedere sul trono il di lui figlio: questo spiega le (ignobili)

ike Å ena, samt ragioni del suo assassinio, certamente provocato con fredda pianificazione. Vd. BARTON H. ARNOLD,

adt och slutit iCount Hans Axel von Fersen. Aristocrat in an age of revolution, New York 1975.

tober och i S:t 38 Vd. nota precedente.

e et la Couronne 39 Vd. p. 861.


re de Russie De 40 Vd. paragrafo successivo.

e 3 Octobre et à 41 Vd. paragrafo 11.2.2.

42 Desideria fu la prima regina di Svezia di origine non nobile dopo Karin Månsdotter (su cui vd.

i e un esercito dip. 477 con nota 55).

43 Il riferimento è alla stazione termale di Plombières-les-Bains, in Lorena.

va in realtà avuto 44 DLO nr. 158. La lettera, alla quale a quanto risulta Napoleone non rispose, è del 6 settembre

Carl Adolf,1811. Sulla figura di Désirée molto si è scritto. Si veda, tra l’altro, il volume di F. Kermina,

a luce dalla sua Bernadotte et Désirée Clary. Le Béarnais et la Marseilleaise, souverains de Suède, Paris 1991.

rappresentato laPiuttosto noto è anche il romanzo Désirée della scrittrice austriaca Annemarie Selinko (1914-1986),

dal quale è stato poi tratto il film omonimo del 1954 diretto dal regista Henry Koster (1905-1988) e

mentre lo stessointerpretato da Marlon Brando (1924-2004) e Jean Simmons (1920-2010). Un precedente film del

1942 è Lo straordinario destino di Désirée Clary (Le destin fabuleux de Désierée Clary), diretto da

Sacha Guitry (1885-1957).

arlo Augusto era 45 Cfr. p. 868. Gli altri membri erano il funzionario e possidente Gebhard Moltke (1764-1851), il

del Regno Axelgiurista Enevold de Falsen (1755-1808) e il governatore distrettuale Marcus Gjøe Rosenkrantz (1762-

di Francia Maria 1838). Il decreto di costituzione di questa commissione è del 24 agosto 1807 (WESSEL BERG [Abbr.]

uesto inesistenteIV [1845], pp. 667-668). Successivamente la Norvegia ebbe una gestione finanziaria, una corte

del partito fedelepenale e un ammiragliato indipendenti (ibidem: pp. 668-669, 3 settembre; pp. 679-680, 9 ottobre; pp.

iega le (ignobili)698-699, 12 dicembre).

RNOLD, 46 Vd. p. 867.

47 L’altro era il funzionario Mathias Sommerhielm (1762-1827).

48 Sulla figura di questo importante politico vd. NIELSEN Y., Lensgreve Johan Caspar Herman

Wedel Jarlsberg. Amtmand, Medlem af Rigsforsamlingen paa Eidsvold, Statsraad, Stortingsmand,


Statholder og Prokansler ved det Kgl. Frederiks Universitet. 1779-1840, I-III, Christiania 1901-1902.

49 Egli era figlio di Federico, a sua volta nato dal secondo matrimonio del re Federico V e della

dotter (su cui vd.regina Giuliana Maria (cfr. p. 691). Dal momento che Federico VI non aveva eredi legittimi a lui

spettava il trono per diritto.

50 Vd. Kongeriget Norges grundlov. Given i Rigsforsamlingen paa Eidsvold den 17 mai 1814.

del 6 settembrePrincipali ispiratori della costituzione norvegese sono considerati Christian Magnus Falsen (1782-

di F. Kermina,1830), figlio di Enevold (cfr. nota 45) e Johan Gunder Adler (1784-1852) la cui bozza fu assunta

, Paris 1991.come base per la discussione. Altre figure di prestigio che parteciparono all’assemblea costituente

ko (1914-1986),furono Peder Anker (1749-1824, fratello di Bernt, cfr. p. 721, nota 182); l’ufficiale Diderich

er (1905-1988) eHegermann (1763-1835); il professor Georg (Jørgen) Sverdrup (cfr. p. 902); Johan Caspar Herman

cedente film delconte di Wedel-Jarlsberg; Nicolai Wergeland (1780-1848), padre del celebre scrittore Henrik (vd. pp.

), diretto da 930-931). Con le dovute modificazioni questa costituzione è tuttora in vigore; la versione più

aggiornata (con le ultime modifiche del 2014) è disponibile sul sito

e (1764-1851), il https://www.stortinget.no/no/Stortinget-og-demokratiet/Grunnloven/om_grunnloven.

senkrantz (1762- 51 Il principio della libertà religiosa era tuttavia (almeno in parte) condizionato dalle esigenze

[Abbr.]politiche (vd. LENHAMMAR 20014 [B.7.2], pp. 68-69). Inoltre nel testo della legge era contemplato (§

ziaria, una corte2) un preciso divieto nei confronti dei gesuiti e degli ordini monastici (che sarebbe scomparso solo

80, 9 ottobre; pp.con l’emanazione della legge del 27 luglio 1956 che regolava l’accesso degli stranieri nel Paese).

52 In quanto data di approvazione della libera costituzione norvegese, il 17 maggio è stato scelto

come festa nazionale del Paese a partire dal 1824. L’accettazione solenne del titolo di re da parte di

Cristiano Federico avvenne tuttavia il 19 maggio, insieme alla dichiarazione ufficiale di chiusura dei

Caspar Herman lavori che comunque terminarono il giorno successivo (vd. in proposito il testo inserito alla fine di

, Stortingsmand,questo paragrafo).
iania 1901-1902. 53 Vd. p. 691 con nota 63 e p. 810.

ederico V e della 54 La si considera iniziata il 26 luglio con un attacco svedese alle navi norvegesi alla fonda presso

di legittimi a luile isole Hvaler (Østfold) e conclusa il 9 agosto con la battaglia di Langnes (Østfold) che, pure, vide il

sopravvento delle forze norvegesi.

en 17 mai 1814. 55 Mossekonvensjonen: 14 agosto 1814 (Convention imellem Hans Kongelige Høihed

us Falsen (1782-Kronprindsen af Sverrig, i Hans Svenske Majestaets Navn paa den ene, og den Norske Regjering paa

bozza fu assunta den anden Side, sluttet under Betingelse af Stadfaestelse, ved Undertegnede paa Moss, den 14 August

mblea costituente1814, Frederikstad 1814).

fficiale Diderich 56 Si ebbe dunque una revisione che portò alla cosiddetta ‘costituzione di novembre’.

Caspar Herman 57 Previsto dal § 49 della costituzione di Eidsvoll esso era suddiviso in Odelstinget (Camera

e Henrik (vd. pp.bassa) e Lagtinget (Camera alta). La prima denominazione è formata su ting “parlamento” e odel che

la versione piùrisale all’antico nordico óðal termine con cui si indicavano le terre possedute con diritto allodiale (si

le sul sitonoti qui che il termine allodium è la sua forma latinizzata, vd. CLEASBY-VIGFÚSSON 1957 [B.5], p.

470); la seconda su ting e lag “legge” (ant. nordico lǫgþing “assemblea stabilita per legge”).

o dalle esigenzeL’Odelstinget, che comprendeva i tre quarti dei seggi, era la prima camera a valutare le proposte di

a contemplato (§legge che venivano successivamente inoltrate al Lagtinget. Dal 1814 al 1854 le riunioni si tennero

scomparso solo nell’auditorio della scuola della cattedrale di Christiania, poi (fino al 1866) nel salone dell’università

e infine nell’edificio costruito appositamente che tuttora le ospita.

gio è stato scelto 58 E ciò non soltanto dal punto di vista generale: si pensi che l’unico ‘collegio’ norvegese era

di re da parte distato quello delle miniere (Bergverksdirektoriet), istituito nel 1773 e tuttavia soppresso fin dal 1791.

e di chiusura dei 59 Egli tuttavia non fu ufficialmente incoronato. Fu invece il suo successore, Carlo XIV Giovanni

erito alla fine di(per i Norvegesi Carlo III) a ricevere la corona di Norvegia il 7 settembre 1818 nel duomo di

Trondheim. Per questo re furono avviati i lavori di costruzione del castello di Oslo, progettato
dall’architetto dano-norvegese Hans von Linstow (1787-1851) e terminato solo nel 1849.

alla fonda presso 60 Vd. p. 661. Per altro va ricordato che una parte dell’élite non era affatto contraria a questa

che, pure, vide ilsoluzione: fin dal 1790 infatti c’erano stati degli incontri segreti tra alcuni rappresentanti del mondo

industriale e commerciale norvegese e Gustaf Mauritz Armfelt (cfr. p. 1364 con nota 63) per la parte

ngelige Høihed svedese. Obiettivo di questi incontri (ispirati da motivi di carattere economico) era quello di

ke Regjering paaformulare un piano che consentisse alla Norvegia di separarsi dalla Danimarca con l’aiuto svedese.

s, den 14 August 61 Secondo i §§ 12-14 della ‘costituzione di novembre’ in Norvegia doveva esserci un

governatore (capo del governo e dell’esercito) che sostituisse il re svedese nelle sue funzioni quando

questi non si trovava nel Paese. Dopo incarichi di breve durata, tra il 1814 e il 1829 questo ufficio fu

(Cameracostantemente affidato a funzionari svedesi, nell’ordine: Hans Henric von Essen (1755-1824) dal

che1814 al 1816, Carl Mörner (1755-1821) dal 1816 al 1818, Johan August Sandels (1764-1831) dal

ritto allodiale (si 1818 al 1827 (con una breve interruzione), Baltzar von Platen (cfr. p. 898) dal 1827 al 1829.

1957 [B.5], p.Successivamente non ci furono nuove nomine fino a quando venne finalmente designato il norvegese

lita per legge”).Johan Caspar Herman conte di Wedel-Jarlsberg, sopra ricordato, in carica dal 1836 al 1841. A lui

re le proposte di seguì Severin Løvenskiold (1777-1856) che, in sostanza, fu l’ultimo a rivestire questa carica. Cfr.

unioni si tennerooltre, p. 1006.

ne dell’università 62 Lov, angaaende Modificationer og nærmere Bestemmelser af den Norske Adels Rettigheder (1

agosto 1821). In Norvegia la nascita di un sentimento antiaristocratico non si deve solo alla

o’ norvegese eradiffusione delle idee illuministiche di eguaglianza o alla crescente influenza della borghesia. Esso

infatti dipese anche dal fatto che, dopo il quindicesimo secolo, la nobiltà autenticamente norvegese

lo XIV Giovanniera venuta quasi completamente scomparendo, assorbita o sostituita da quella danese. L’avversione

8 nel duomo diantiaristocratica fu dunque qui anche un motivo di agitazione politica in chiave antisvedese: essa

Oslo, progettato infatti si rivolse contro un Paese nel quale (come del resto in Danimarca) la nobiltà era ancora ben
salda e, comunque, meno fieramente avversata.

ontraria a questa 63 Si veda NIELSEN Y., Bidrag til Norges Historie i 1814. Afhandlinger og Aktstykker, I-II,

ntanti del mondoChristiania 1882-1886.

a 63) per la parte 64 Vd. nota 50.

o) era quello di 65 Il riferimento è a Christian Magnus Falsen (cfr. nota 50). Su di lui vd. ØSTVEDT E., Christian

Magnus Falsen. Linjen i hans politikk, Oslo 1945 e anche MYKLAND K., “Grunnlovens far og

veva esserci un kongemaktens forsvarer”, in Samtiden (1964), pp. 276-291.

funzioni quando 66 La montagna di Dovre (Dovrefjell) è una catena che si trova nel cuore della Norvegia a sud

questo ufficio fu della regione di Trøndelag ed è considerata un simbolo nazionale.

(1755-1824) dal 67 DLO nr. 159. Il volume da cui si trae questo testo ha per titolo Lettere confidenziali a un

(1764-1831) dalamico, scritte da Eidsvoll l’anno 1814, da un membro dell’assemblea nazionale (Fortrolige Breve til

l 1827 al 1829. en Ven, Skrevne fra Eidsvold i Aaret 1814, af Et Medlem af Rigsforsamlingen, Christiania 1830).

nato il norvegeseSugli avvenimenti di Eidsvoll, punto di svolta della storia norvegese, lo scrittore contemporaneo

6 al 1841. A lui Karsten Alnæs (n. 1938) ha incentrato il romanzo Il seguito dei re in fuga. 1814 “Annus mirabilis”

uesta carica. Cfr.(Flyktende kongers følge. 1814 “Annus mirabilis”, 1982).

68 Su Þingvellir vd. pp. 151-152.

(1 69 Il decreto è del 7 giugno 1800 (LFI XXI, pp. 445-447).

deve solo alla 70 Come è stato detto la fondazione della repubblica d’Islanda si fa risalire al 930: vd. p. 152.

borghesia. Esso 71 Vd. pp. 551-552.

mente norvegese 72 Nell’estate del 1808 era giunta in Islanda anche una nave pirata, comandata da tale Thomas

se. L’avversioneGilpin, il quale non solo non portò alcun tipo di rifornimento, ma si impadronì della cassa del re

antisvedese: essa danese (jarðarbókarsjóður); vd. in proposito: AGNARSDÓTTIR A., “Gilpinsránið 1808”, in Landnám

à era ancora benIngólfs. Nýtt safn til sögu þess, Reykjavík 1991, pp. 61-77.
73 Vd. ÞORKELSSON 1892, pp. 151-152 e pp. 152-153 (entrambi del 26 giugno) e pp. 169-171 (11

, I-II, luglio); Jørgen Jürgensen stabilì anche che l’Islanda dovesse avere una bandiera propria: un vessillo

di colore azzurro scuro sul quale nell’angolo in alto a sinistra erano riportati tre merluzzi essiccati

(vd. in particolare il decreto dell’11 luglio, comma 3, a p. 169 del testo citato). Oltre a questi egli

Christian emanò altri proclami minori (tutti riportati in ÞORKELSSON 1892: Fylgiskjöl).

nnlovens far og 74 Vd. ÞORKELSSON 1892, p. 198.

75 Vd. p. 862.

Norvegia a sud 76 In islandese Ármann è nome proprio maschile, esso fa tuttavia anche riferimento alla figura del

funzionario detto ármaður (norvegese årmann, cfr. p. 372), ovvero a uno spirito protettore che

onfidenziali a undimora in una montagna o in una roccia (cfr. p. 264, nota 149). Sull’antica assemblea detta Alþingi

rtrolige Breve tilvd. pp. 151-152 e p. 379. Del resto Baldvin Einarsson aveva fondato a Copenaghen una associazione

hristiania 1830). con quel medesimo nome.

contemporaneo 77 Su di lui vd. ÞLAFSDÓTTIR N., Baldvin Einarsson og þjóðmálastarf hans, Reykjavík 1961 e

Annus mirabilis”anche “Baldvin Einarsson, lögfræðingur”, in BR, pp. 110-113.

78 Vd. p. 726, p. 823 con nota 646, p. 839 e p. 945. Un breve ritratto di Eggert Ólafsson si può

leggere in GUNNARSDÓTTIR H.KR., “Eggert Ólafsson skáld og upplýsingarmaður”, in Ritmennt, V

(2000), pp. 102-111.

79 Kongelig Resolution ang. Anordning om Althingets Oprettelse paa Island / Tilskipun um stiftun

sérlegrar ráðgefandi samkomu fyrir Island, er á að nefnast Alþingi; LFI XII, pp. 451-525, 8 marzo

da tale Thomas1843.

ella cassa del re 80 Nota anche come Scuola erudita (Lærði skólinn), o con la definizione latina di Schola

Landnám Reykjavicensis (o Reykjavicana), è l’attuale ginnasio (Menntaskólinn). Si tratta dell’istituto che porta

avanti la tradizione della scuola fondata a Skálholt nel 1057, successivamente trasferita e Reykjavík
pp. 169-171 (11e, ancora, a Bessastaðir (cfr. p. 731, nota 234, p. 853 e p. 911 con nota 219).

opria: un vessillo 81 Vd. pp. 1030-1033.

merluzzi essiccati 82 Se è pur vero che Cristiano II aveva per la prima volta promulgato delle leggi al riguardo (vd.

ltre a questi eglip. 637 con nota 501) è altrettanto vero che esse in realtà miravano piuttosto a regolamentare la

situazione degli insegnanti che non a introdurre il principio fondamentale del dovere dello Stato di

provvedere all’istruzione dei cittadini. Anche dopo la riforma, nonostante diversi decreti in materia

fossero emanati dall’autorità statale, la loro applicazione restava di fatto affidata al clero e

to alla figura dell’insegnamento aveva a lungo mantenuto lo scopo prioritario di formare nuovi sacerdoti o devoti e

o protettore che disciplinati fedeli.

Alþingi 83 Cfr. p. 497, nota 115, p. 638, nota 503, p. 686, nota 36 e p. 817, nota 610.

una associazione 84 Ben noto come chirurgo egli divenne poi medico di corte. La sua intensa attività non si limitò

al campo pratico ma lo portò anche ad approfondire gli studi di medicina, all’insegnamento

eykjavík 1961 euniversitario (fu anche rettore) e all’attività critico-letteraria. Promosse anche una importante

campagna per diffondere le regole fondamentali dell’igiene. Su di lui vd. SCHMIEGELOW E., Johan

Ólafsson si puòClemens Tode. En biografisk kulturhistorisk skitse, København 1941.

, V 85 Uno fra i più celebri allievi di questa scuola fu Adam Oehlenschläger (vd. p. 914).

86 Il quale, si ricordi, era stato in Svezia (vd. p. 575 con nota 208).

skipun um stiftun 87 Il contenuto della riforma era espresso in tre leggi, una per le scuole di campagna e una per

51-525, 8 marzoquelle di città (separatamente per la capitale): Anordn. for Almue-Skolevæsenet i Kjøbstederne i

Danmark, Khavn undtagen (con relativi allegati); Anordn. for Almue-Skolevæsenet paa Landet i

ScholaDanmark (con relativi allegati) e Reglem. for Almue- og Borgerskolevæsenet i Kiøbenhavn (con

istituto che portarelativi allegati): in SCHOU XVII (Abbr.), pp. 186-233; pp. 233-275 e pp. 275-305, tutte in data 29

erita e Reykjavíkluglio 1814. Vd. LARSEN J., Skolelovene af 1814 og deres Tilblivelse aktmæssig fremstillet,
København 1914. Della commissione, presieduta dal duca Federico Cristiano Augusto di Schlesvig-

Holstein-Sønderborg-Augustenborg (cfr. p. 868), aveva fatto parte anche Christian Ditlev Reventlow,

al riguardo (vd. fratello di Ludvig, che già è stato ricordato come attivo promotore della riforma agraria (vd. p. 695).

regolamentare laAnch’egli aveva aperto scuole nelle sue proprietà. Al 7 novembre 1809 risale invece un’ordinanza

re dello Stato di riguardante l’istruzione superiore ancora valida anche per la Norvegia: Frdg. ang. de lærde Skoler i

ecreti in materiaDanmark og Norge, in DAMKIER – KRETZ (Abbr.), III, pp. 444-460, riportata anche in SCHOU XV

data al clero e [Abbr.], pp. 314-351. L’importanza di questo decreto sta sostanzialmente nel fatto che con esso si

erdoti o devoti e recideva il tradizionale legame tra la scuola e la Chiesa.

88 Cfr. pp. 914-915.

89 L’idea di promuovere l’alfabetizzazione e la promozione culturale degli adulti non era tuttavia

vità non si limitònuova. Già il celebre riformatore Johann Bugenhagen aveva voluto, al medesimo scopo, le prime

all’insegnamento ‘università popolari’ della storia.

una importante 90 La ‘seconda’ Accademia di Sorø aveva funzionato appieno tra il 1747 e il 1793 grazie anche al

Johan consistente contributo testamentario di Ludvig Holberg (cfr. pp. 789-792 e pp. 830-831), dopo di che

l’istituzione era decaduta. Per di più nel 1813 era scoppiato un incendio che aveva distrutto gran

parte degli edifici del complesso. I progetti di Grundtvig relativi alla sua ricostituzione non furono

realizzati, piuttosto a partire dal 1826 fu attiva una ‘terza’ Accademia di Sorø che sarebbe rimasta in

pagna e una per funzione fino al 1849: essa avrebbe costituito un importante punto di riferimento della cosiddetta ‘età

i Kjøbstederne idell’oro danese’ (su cui vd. 11.3.1). Cfr. p. 391, nota 252, p. 466 con nota 19, p. 570 con nota 176 e

et paa Landet i p. 774, nota 408.

(con 91 Più tardi (1865), sempre nello Jutland meridionale, fu fondata la scuola popolare superiore di

tutte in data 29Alskov che divenne presto la più prestigiosa.

æssig fremstillet, 92 29 settembre 1788 (indicazioni in SCHOU [Abbr.] IX, p. 548).


sto di Schlesvig- 93 Vd. p. 696 con nota 82.

itlev Reventlow, 94 In particolare il poeta Thomas Thaarup (1749-1821) e il teologo e pastore di corte Christian

aria (vd. p. 695).Bastholm (vd. p. 770, nota 392), mentre a favore degli Ebrei si schierarono celebri autori come Jens

ece un’ordinanzaBaggesen (vd. pp. 838-839) e Steen Steensen Blicher (vd. p. 916 e p. 925).

de lærde Skoler i 95 Junigrundloven, VII, § 84. E tuttavia la medesima costituzione (I, § 3) precisava che la Chiesa

XVluterana in quanto Chiesa nazionale doveva essere sostenuta dallo Stato e che il monarca doveva

che con esso siobbligatoriamente appartenervi (II, § 6).

96 Non si dimentichi qui la proibizione della tratta degli schiavi (1792); vd. p. 697 con nota 83.

97 Vd. p. 790, nota 480 e p. 811, nota 569.

non era tuttavia 98 Vd. p. 788.

scopo, le prime 99 Vd. p. 719 e p. 787.

100 Vd. p. 692 con nota 66. Nelle premesse al testo (p. 145) si legge: “[…] i figli del Paese

3 grazie anche al dovranno godere del pane del Paese, e i benefici dello Stato dovranno toccare ai suoi cittadini” (“[…]

31), dopo di cheLandets Børn skal nyde Landets Brød, og Fordelene i Staten falde i dens Borgeres Lod”).

va distrutto gran 101 Vd. p. 764.

ione non furono 102 Letteralmente “risvegli [spirituali] religiosi”, detti anche gudelige forsamlinger “assemblee

arebbe rimasta in religiose”.

la cosiddetta ‘età 103 Tuttavia il primo di loro, quello dei cosiddetti “forti Jutlandesi” (de stærke Jyder) sorse,

0 con nota 176 eappunto, nello Jutland centro-orientale nei villaggi della zona di Horsens e Vejle. Grande richiamo

ebbe in Fionia la predicazione di Christen Madsen (1776-1829), il quale pur essendo un contadino

lare superiore diprivo di particolare istruzione, riuscì ad attrarre numerosi ascoltatori e seguaci.

104 A ciò contribuì, in Danimarca come negli altri Paesi nordici, la nascita delle diverse società

bibliche che avevano lo scopo di diffondere il testo sacro fra la gente (LENHAMMAR 20014 [B.7.2], p.
72).

i corte Christian 105 I suoi seguaci, definiti grundtvigiani, fonderanno nel 1898 la Società ecclesiale (Kirkeligt

autori come JensSamfund), ora detta Forum grundtvigiano (Grundtvigsk Forum).

106 Lov om Løsning af Sognebaandet, 4 aprile 1855.

va che la Chiesa 107 Vd. LAUSTEN 1999 (B.7.2), p. 63.

monarca doveva 108 Vd. tra l’altro: HOLT P., Kirkelig Forening for den Indre Mission i Danmark gennem 100 år

København 1961. Sui diversi aspetti della vita religiosa in Danimarca nella prima metà del XIX

secolo si rimanda a LENHAMMAR 20014 (B.7.2), p. 70, p. 74 e pp. 76-77.

109 Al che si allude tra l’altro nel syngespil dal titolo I dirimpettai (Gjenboerne, 1844) dello

scrittore Jens Christian Hostrup (1818-1892), atto primo, scena prima, pp. 15-16. In generale la

nascita di una ‘filosofia antialcolica’ si deve alla diffusione delle idee (e degli scritti)

i figli del Paese dell’ecclesiastico americano Robert Baird (1798-1863) il quale viaggiò diverse volte in Scandinavia

“[…] (su di lui vd. BAIRD H.M., The Life of the Rev. Robert Baird, D. D., New York 1866).

110 Più quelli dello Schleswig (338.000) e del Holstein (436.000); vd. WINDING 1997 (B.3), p.

134.

“assemblee 111 A lungo l’assistenza agli indigenti era stata sostanzialmente lasciata all’iniziativa delle

famiglie, delle parrocchie o dei privati. Vanno qui tuttavia segnalati due decreti in merito, il primo

) sorse,del 5 maggio 1683 (riguardante la campagna e le città con l’esclusione di Copenaghen; indicazioni in

Grande richiamo SCHOU [Abbr.] I, p. 346), il secondo, più ambizioso, del 24 settembre 1708 (SCHOU II, pp. 192-210

do un contadinoriferito a Copenaghen e, pp. 210-232, al resto del Paese). Verso la fine del secolo venne emesso un

ulteriore decreto assai dettagliato (SCHOU X, 9 marzo 1792, pp. 327-346). Vd. OAF, pp. 29-108

e diverse società [JØRGENSEN H.].

[B.7.2], p. 112 Qui operò l’illustre anatomista, chirurgo e botanico Heinrich Christian Friedrich Schumacher
(1757-1830). Si segnali anche il decreto del 1810 (valido anche per la Norvegia) che introduceva

Kirkeligtl’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione contro il vaiolo ed esibire il relativo certificato in diverse

circostanze (Forordning for Danmark og Norge angaaende Vaccinationen, in NL 1682-1934, pp. 66-

67). Sulla storia della ‘sanità’ in Danimarca cfr. oltre, nota 189.

113 Vd. p. 816.

gennem 100 år, 114 Vd. p. 921.

a metà del XIX 115 Vd. p. 914.

116 Sulla dèa Freyja vd. p. 34, nota 78, pp. 163-164, p. 174, pp. 189-190 con nota 359 e p. 200.

, 1844) dello 117 DLO nr. 160. Qui viene riportata solo una versione ridotta. Al componimento Oehlenschläger

6. In generale laantepone una citazione da Orazio: “Ille terrarum mihi præter omnes Angulus ridet” (Odi, II, 6, 13).

e degli scritti) 118 In tale occasione per manifestare platealmente la propria opposizione alcuni nobili

e in Scandinaviarinunciarono pubblicamente al titolo. Tra di loro Hans Hierta (1774-1847), che in seguito a questo

gesto cambiò il proprio cognome in Järta e che sarebbe poi stato uno degli “uomini del 1809” (cfr.

1997 (B.3), p.nota 30). Un altro fatto clamoroso si verificò in quel medesimo 1800 quando a Uppsala, in occasione

dei festeggiamenti per l’incoronazione ufficiale del sovrano, alcuni musicisti che avevano tentato di

’iniziativa dellesuonare la ‘marsigliese’ abbandonarono la sala quando ciò fu loro impedito. Costoro (che furono per

merito, il primoquesto processati) facevano parte di un circolo politico-culturale denominato “Giunta” (Juntan) i cui

en; indicazioni inmembri di maggior spicco erano il filosofo Benjamin Höijer (vd. p. 923), il docente Gustaf Abraham

II, pp. 192-210Silfverstolpe (1772-1824, uno degli ‘scioperanti’) e lo stesso Järta.

venne emesso un 119 Vd. pp. 709-710.

, pp. 29-108 120 In questo contesto si possono inquadrare anche i tumulti scoppiati nel 1811 nella regione della

Scania contro il forzato reclutamento di soldati. Una rivolta che venne puntualmente soffocata, ma

rich Schumacherche testimonia la crescente insofferenza della classe contadina contro le imposizioni del governo.
che introduceva 121 Vd. GÖRANSSON J., Aftonbladet som politisk tidning 1830-1835, Uppsala 1937. Il primo

ficato in diversegiornale svedese di opposizione è considerato Verità e svago (Sanning och nöje, 1779-1780) di Josias

, pp. 66-Carl Cederhielm (1734-1795). Seguirono poi L’osservatore (Den uppmärksamme, 1780-1781), il

Quotidiano – Benedetta libertà di stampa (Dagbladet – Wälsignade tryckfriheten, vd. p. 813), Il

nuovo revisore (Den nye granskaren, 1784) di Thomas Thorild (vd. p. 813 e p. 842 con nota 742; il

titolo riprende quello di un precedente Granskaren, 1782-1783, pubblicato da Erik Ekholm, 1716-

1784, curatore di diversi periodici), Il Licurgo svedese (Den swenske Lycurgus, 1785-1786). Più tardi

comparvero pubblicazioni come Il critico (Anmärkaren, 1816-1829), pubblicato dallo scrittore

o OehlenschlägerFredric Cederborgh (vd. nota 280) e dal pubblicista e inventore Pehr Georg Scheutz (vd. p. 898) che

avrebbe in seguito lavorato anche all’Aftonbladet. Un altro giornale dell’opposizione liberale fu

e alcuni nobiliArgo, giornale politico, letterario e commerciale (Argus, politisk, litterär och commerciell tidning

seguito a questo1820-1838) edito dallo stesso Scheutz e da Johan Johansson (1792-1860). Si ricordi qui anche Johan

i del 1809” (cfr.Gustaf Halldin (1737-1825) il quale celandosi dietro lo pseudonimo di Publicola nel 1779 scrisse una

ala, in occasione serie di articoli sullo Stockholms Posten, proponendo coraggiose analisi politiche. Per questo motivo

vevano tentato di fu accusato di lesa maestà e condannato alla confisca dei beni e alla morte. Gustavo III tuttavia gli

o (che furono per concesse la grazia. Anche il Giornale del commercio e della navigazione di Göteborg (Göteborgs

) i cui Handels- och Sjöfarts-Tidning, 1832-1973) nato come pubblicazione commerciale, ospitò poi voci

Gustaf Abrahampolemiche.

122 Vd. ÖSTERMAN P., “Kravakller för det tryckta ordet”, in PH 1994: 2, pp. 46-49.

123 Cfr. p. 923, p. 926 e p. 983. In seguito a questa decisione (fortemente influenzata dalla

ella regione della questione relativa alla schiavitù) Geijer fondò il giornale intitolato Foglio letterario (Litteratur-

te soffocata, mabladet), uscito tra il 1838 e il 1839.

124 Si tratta della cosiddetta Departementalreformen: Kongl. Maj:ts Nådiga Stadga, angående
1937. Il primofördelning af Ärenderne imellan Stats-Departementerne; nr. 14 del 16 maggio 1840.

9-1780) di Josias 125 Vd. p. 502 con nota 132.

, 1780-1781), il 126 SAL IV-VI, pp. 17-65.

Il 127 SAL IV-VI, pp. 67-122 e SAL VII, pp. 1-96 con tabelle. In queste due ordinanze si precisa la

con nota 742; ilfunzione di quelle che vengono definite apologistklasser (apologisten era il nome dato all’insegnante

k Ekholm, 1716-di scrittura e di calcolo), vale a dire corsi di studio destinati a chi necessitava di una formazione di

-1786). Più tardibase per un ‘avviamento’ al lavoro nell’industria e nel commercio. Esse furono abolite con una

o dallo scrittore circolare del 6 luglio 1849 (vd. oltre, p. 1001, nota 197).

(vd. p. 898) che 128 Le teorie di Lancaster, che propugnava il cosiddetto ‘mutuo insegnamento’ (nel quale gli

zione liberale fustudenti migliori vengono coinvolti nella formazione dei compagni), vennero introdotte in Svezia

merciell tidning,verso gli anni ’20 e diverse scuole ispirate a quel metodo furono aperte. Un esperimento scolastico

qui anche Johan secondo nuovi criteri pedagogici fu portato avanti con la fondazione a Stoccolma (1828) della Nuova

1779 scrisse unaelementare (Nya Elementar) nella quale, tra l’altro, si sostituivano le punizioni corporali con altri

er questo motivometodi disciplinari (vd. NORDIN TH., Nya elementarskolan i Stockholm. Ett försök att förverkliga

o III tuttavia glifrihetens och jämlikhetens idéer, Uppsala 1978). In questo periodo la più importante figura di

Göteborgspedagogo nel Paese è quella di Carl Ulrik Broocman (1783-1812), allievo di Pestalozzi, morto

ospitò poi vociprematuramente, la cui opera avrebbe a lungo fatto sentire la propria influenza. Tra il 1810 e il 1812

Broocman aveva pubblicato la Rivista per genitori e insegnanti (Magasin för föräldrar och lärare), il

primo periodico svedese di carattere pedagogico. Accanto a lui va ricordato Anders Fryxell (1795-

nfluenzata dalla 1881), poi storico di successo (vd. p. 926), che partecipò attivamente al dibattito sulla riforma della

Litteratur-scuola con una serie di scritti nei quali propugnava una impostazione moderna e democratica

dell’insegnamento sia per i ragazzi sia per le ragazze. Cfr. nota 130.

adga, angående 129 Kongl. Maj:ts Nådiga Stadga angående folk-underwisningen i Riket; Gifwen Stockholms Slott
den 18 Juni 1842 (SAF 1842-1921, pp. 4-15). Successivamente l’obbligo scolastico fu elevato a sei

anni (più due facoltativi). Nel 1919 venne stabilito un nuovo programma generale di insegnamento

nel quale grande importanza veniva data allo studio della lingua madre mentre quello della religione

anze si precisa la costituiva ora semplicemente una fra le numerose discipline che l’allievo doveva apprendere (Kungl.

to all’insegnanteMaj:ts kungörelse angående undervisningsplan för rikets folkskolor, given Stockholms slott den 31

na formazione dioktober 1919).

abolite con una 130 Il primo ginnasio femminile, sorto nel 1831 per iniziativa di Anders Fryxell (cfr. nota 128) fu

la Wallinska flickskolan di Stoccolma così chiamata dal nome del suo promotore, il celebre

o’ (nel quale glipredicatore e poeta Johan Olof Wallin (cfr. p. 925). Nel 1847 Karin Åhlin (1830-1899) aprì nella

odotte in Sveziastessa città una scuola superiore per ragazze (Åhlinska skolan), destinata ad avere notevole successo.

mento scolasticoIl primo Istituto per la formazione di insegnanti donne (Seminarium för bildande af lärarinnor, più

Nuovatardi Högre lärarinneseminariet) fu aperto nel 1861. Vd. LOPEZ S., “Kungliga högre

orporali con altri lärarinneseminariet och flickskolans framväxt”, in HATJE A-K. (red.), Sekelskiftets utmaningar.

k att förverkliga Essäer om välfärd, utbildning och nationell identitet vid sekelskiftet 1900, Stockholm 2002, pp. 181-

ortante figura di198.

estalozzi, morto 131 La relazione fra classe sociale di appartenenza e accesso agli studi fu al centro dell’interesse

il 1810 e il 1812 pedagogico di Torsten Rudenschöld (1798-1859), il quale riversò le sue riflessioni e le sue esperienze

), ilin diversi scritti tra cui Pensieri sulla scuola dell’obbligo (Tankar om folkskolan, 1853).

s Fryxell (1795- 132 MATZ E., “Lasse-Maja – analfabeten som fick svenskarna att läsa”, in PH 1995: 5, pp. 8-12.

lla riforma della Altre letture della gente comune furono (oltre ai consolidati testi religiosi) i ‘libri popolari’ (vd. p.

a e democratica504, cfr. pp. 497-498), i cosiddetti skillingtryck (fogli volanti da uno o due scellini sui quali erano

stampate canzoni ma anche ballate popolari) e diversi testi (magari di tipo antologico) per la scuola.

Stockholms Slott 133 DLO nr. 161.


fu elevato a sei 134 Vd. GRANBERG 1998 (C.10.2). Pur rafforzando la Chiesa svedese nella sua struttura episcopale

di insegnamento Gustavo aprì a più strette relazioni con gli anglicani e i cattolici in direzione di una Chiesa di

o della religionecarattere più internazionale.

Kungl. 135 Vd. p. 704 con nota 108. Essi tuttavia non avrebbero potuto ricoprire cariche pubbliche né

lms slott den 31 aprire scuole.

136 Vd. p. 704 con nota 109. Ulteriori leggi a riguardo degli Ebrei vennero emesse nel 1838

cfr. nota 128) fu(Kongl. Maj:ts Nådiga förordning, angående Mosaiske Trosbekännares skyldigheter och rättigheter

otore, il celebrehär i Riket, Gifwen Stockholms Slott den 30 Junii 1838; Kongl. Maj:ts och Rikets Commerce-

1899) aprì nella Collegii Circulaire till Öfwer-Ståthållare-Embetet i Stockholm och Kongl. Maj:ts

otevole successo.Befallningshafwande, angående en fastställd särskild Ordning för Mosaiska Trosbekännare i

, piùafseende på utöfningen af deras Religion m.m.; utfärdadt den 13 Augusti 1838; Kongl. Maj:ts Nådiga

Kungliga högreKungörelse, rörande tillämpningen i wissa fall af Dess under den 30 sistlidne Junii utfärdade Nådiga

ets utmaningar.Förordning, angående Mosaiske Trosbekännares rättigheter och skyldigheter här i Riket; Gifwen

m 2002, pp. 181- Stockholms Slott den 21 September 1838). Con un decreto del 1860 agli Ebrei veniva concesso di

stabilirsi definitivamente nel Paese e acquisirvi proprietà (Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning

tro dell’interesseangående Mosaiske trosbekännares rättigheter att bosätta sig och besitta fast egendom i riket;

le sue esperienze Gifwen Stockholms Slott den 26 Oktober 1860).

137 Diversi movimenti (per quanto di breve durata) erano sorti in Småland (i cosiddetti åkiani, dal

995: 5, pp. 8-12.nome del loro capo, il contadino Åke Svensson), in Ostrobotnia, in Härjedalen, in Tornedalen (vd.

popolari’ (vd. p.LENHAMMAR 20014 [B.7.2], pp. 65-66; cfr. p. 770). Il movimento degli skevikiani (da Skevik, località

i sui quali eranosu un’isola dell’arcipelago di Stoccolma in cui avevano un importante centro) si diffuse anche in

Danimarca e Germania.

138 Seppure fiorito a partire dagli anni ’40, il cosiddetto schartauanismo (dal nome del predicatore
uttura episcopaleHenric Schartau, 1757-1825) ha tuttavia radici nei due decenni precedenti. Esso focalizza la propria

i una Chiesa diattenzione sui presupposti per la salvezza dell’individuo (vd. RODHE E., Henrik Schartau såsom

predikant, Lund 1909). Un altro movimento sorto in Svezia nella prima metà dell’Ottocento è quello

he pubbliche nédei ropare (letteralmente “urlanti”), così detti per via delle prediche infuocate che tenevano in preda

a una sorta di esaltazione (fatto che riguardava soprattutto giovani, giovanissimi, donne e persino

emesse nel 1838bambini). Fortemente osteggiato dalla Chiesa, era diffuso dalla regione di Småland su fino a

r och rättigheterVärmland, ma fu particolarmente radicato in Närke, dove risultava ancora presente dopo che intorno

kets Commerce-al 1843 si era altrove esaurito. Esso viene collegato al cosiddetto hoofianismo (da Jacob Otto Hoof, il

Kongl. Maj:tsfondatore, 1769-1839), termine che indica una sorta di setta caratterizzata da severe regole di vita

Trosbekännare i (vd. CARLSSON D., Roparna, Gävle 1978). Sui diversi aspetti della vita religiosa svedese nella prima

l. Maj:ts Nådiga metà del XIX secolo si rimanda a LENHAMMAR 20014 (B.7.2), p. 68, pp. 70-71 e pp. 73-74.

tfärdade Nådiga 139 Vd. pp. 1398-1400 con note 88, 89, 93, 94.

; Gifwen 140 La distillazione delle bevande alcoliche (tratte per lo più dai cereali o dalle patate) aveva in

niva concesso diSvezia una lunga tradizione. Le autorità erano intervenute in diverse occasioni, spesso distinguendo

iga Förordningtra la produzione per uso proprio e quella a fini di commercio, il che non aveva impedito che il

egendom i riket;problema dell’alcolismo assumesse dimensioni davvero preoccupanti. Vd. EVERS A., Den svenska

brännvinslagstiftningens historia, I-II, Lund 1923-1931; BERGMAN J., Den svenska

ddetti åkiani, dal nykterhetsrörelsens historia. En översikt, Stockholm 19133 ed ELGESKOG J., Peter Wieselgren,

Tornedalen (vd.Stockholm 1950. Cfr. p. 1000.

a Skevik, località 141 Tuttavia che la situazione sanitaria fosse ancora molto precaria risulta evidente dalla grave

diffuse anche inepidemia di colera che imperversò nel Paese nel 1834 facendo migliaia di morti. Altre (seppure meno

devastanti) seguirono nell’arco di circa un ventennio.

e del predicatore 142 Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning angående upphörande af Stockstraffet, Gifwen Stockholm
alizza la propria Slott å Riks-Salen den 10 Juni 1841 e Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning, om afskaffande af spö- och

Schartau såsom risstraff; Gifwen Stockholm Slott den 4 Maj 1855.

ttocento è quello 143 Kongl. Maj:ts Nådiga Kungörelse, angående upphäfwande af 2 § i 36 Capitlet Missgernings-

enevano in predaBalken samt ändring af 5, 9 och 10 §§ i Legostadgan den 23 November 1833; Gifwen Stockholms

donne e persino Slott den 1 Oktober 1858. In realtà la husaga non fu abolita del tutto (ciò avverrà solo con una legge

åland su fino adel 1920: Lag angående upphävande av vissa paragrafer i legostadgan för husbönder och

dopo che intornotjänstehjon den 23 november 1833; given Stockholms slott den 18 juni 1920).

cob Otto Hoof, il 144 Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning, angående förändring i wissa delar af lagens stadganden

re regole di vita om giftorätt och arfsrätt; Gifwen Stockholms Slott å Rikssalen den 19 maj 1845.

dese nella prima 145 Fabriks- och Handtwerks-Ordning af Kongl. Maj:t i Nåder fastställd den 22 december 1846.

Fin dal 1782 (decreto del 26 aprile) era stato consentito ai contadini di vendere liberamente i propri

animali d’allevamento nella località di residenza (UPH XII [1799-1802], pp. 282-283): Kongl. Swea

patate) aveva in Hof-Rätts Universal, angående landtbrukares rättighet at i hemorten sälja sin afwel. Cfr. p. 992 con

sso distinguendonota 159.

impedito che il 146 Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning angående aktiebolag; Gifwen Stockholms Slott den 6

Den svenskaOktober 1848.

Den svenska 147 Questo stabilimento, tuttora attivo, era stato fondato nel 1822 da Baltzar von Platen.

eter Wieselgren, 148 Vd. p. 776.

149 Nominato barone nel 1854 Nils cambiò il cognome in Ericson. Johan invece adottò la forma

ente dalla graveinglese del suo nome, John.

e (seppure meno 150 Cfr. nota 121.

151 Vd. JOHANNISSON K. – NILSSON I. ET AL. (red.), Medicinen blir till vetenskap. Karolinska

fwen StockholmInstitutet under två århundraden, Stockholm 2010.


ande af spö- och 152 Da esso ha origine l’attuale Ufficio centrale di statistica (Statistiska centralbyrån). Di

importanza fondamentale per l’istituzione di questo ente fu la figura dell’astronomo Pehr Wargentin

et Missgernings-(1717-1783), ideatore di prospetti per gli studi demografici.

wen Stockholms 153 Da segnalare che nel 1811 venne fondata la Reale accademia per le foreste e l’agricoltura

lo con una legge (Kungliga Skogs- och Lantbruksakademien) con lo scopo di promuovere un miglioramento delle

husbönder ochattività boschive e agricole applicando nella pratica i risultati degli studi tecnici relativi a questi

settori. Si tenga presente che attorno alla metà del XIX secolo ancora il 90% della popolazione

gens stadganden svedese viveva nelle campagne.

154 Il riferimento è all’ordinanza del 13 luglio 1853 (che riprendeva un precedente testo del

december 1846.1847): vd. NILSSON G.B., “Svensk fattigvårdslagstiftning 1853-1871”, in BERGGREN – NILSSON 1965

ramente i propri(C.12.2), pp. 1-164, in particolare pp. 3-14.

Kongl. Swea 155 Si citi, come esempio, il poeta Andreas Bull (cfr. p. 822, nota 639), il quale più che per

. Cfr. p. 992 con componimenti di scarso valore letterario è ricordato per scritti in cui dibatteva temi di carattere

economico al fine di promuovere lo sviluppo del suo Paese.

lms Slott den 6 156 Si ricordi il giurista dano-norvegese Eiler Hagerup (nato a Trondheim) il quale nella sua

Lettera sull’amor patrio (cfr. p. 817, nota 609) indicava come determinante ai fini del sentimento

patriottico il luogo di nascita. Di interesse in proposito sono anche gli scritti di Johan Nordahl Brun

(vd. p. 722 con nota 188) e Hans Arentz (1731-1793) autore anche di testi di caratere topografico.

e adottò la formaNon necessariamente tuttavia questo ‘patriottismo’ si legava al desiderio di indipendenza dalla

Danimarca. Vd. in proposito LARSEN S., Med dragning mot nord. Gerhard Schøning som historiker,

Hovedoppgave i historie, Universitetet i Tromsø, pp. 93-95 e STORSVEEN O.A., Norsk patriotisme før

kap. Karolinska1814, Oslo 1997. Di interesse da questo punto di vista è anche l’uscita della rivista Hermoder, scritto

periodico norvegese (Hermoder, et norsk periodisk skrift, 1795-1800) redatta dall’ecclesiastico


). DiFrederik Schmidt (1771-1840) e poi dal professore e bibliotecario Jacob Rosted (1750-1833).

Pehr WargentinSecondo la mitologia nordica Hermóðr, fratello di Baldr, dopo la morte di questi provocata dal

maligno Loki, si reca a cavallo nel Regno dei morti per chiedere che egli possa tornare indietro (vd.

e e l’agricoltura CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 157 e p. 170, nota 6).

lioramento delle 157 In questo contesto va ricordata la fondazione dell’Associazione norvegese

relativi a questi(Nordmandsforeningen) sorta a Copenaghen nel febbraio del 1814.

ella popolazione 158 In relazione ai fatti culminati con la promulgazione della costituzione del 1814, gli storici

norvegesi hanno a lungo discusso su quale sia stato il peso di fattori di carattere ‘interno’ (movimento

edente testo delindipendentista) o, piuttosto, ‘esterno’ (avvenimenti politici europei e deliberazioni assunte dalle

1965grandi potenze). Un’ampia disamina delle diverse posizioni al riguardo è stata fatta da Odd Arvid

Storsveen (www.nb.no/baser/1814).

uale più che per 159 Vd. sopra, p. 871.

emi di carattere 160 Vd. p. 750 con nota 305.

161 Vd. p. 688 con nota 46.

quale nella sua 162 Frd. ang. Skovene, Saugene og Trælast-Tienden, 22 aprile 1705, in TIMME (Abbr.) II, pp. 271-

i del sentimento275.

an Nordahl Brun 163 Fr. om Tolden og Kjøbsted-Consumptionen i Danmark og Norge (SCHOU XII [Abbr.], 1

tere topografico.febbraio 1797, pp. 16-213). In proposito si può vedere JØRGENSEN H.J., Det norske tollvesens

dipendenza dallahistorie. Fra middelalderen til 1814, Oslo 1969.

g som historiker, 164 Indicazioni in NL 1682-1934, pp. 63-64.

k patriotisme før 165 A essa seguirà (1848) la prima banca d’affari norvegese, la Cassa di credito di Christiania

Hermoder, scritto (Christiania Creditkasse) e nel 1851 la Banca norvegese delle ipoteche (Den norske hypoteksbank),

dall’ecclesiastico fondata allo scopo di offrire prestiti a tasso agevolato garantiti da ipoteche (il che si rivolgeva
ed (1750-1833).soprattutto al mondo agrario). Nel 1818 era stata istituita la Borsa (Børsen) a Christiania.

ti provocata dal 166 Cfr. nota 61.

nare indietro (vd. 167 Cfr. p. 809, nota 557, p. 776 con nota 419, p. 871, nota 45, p. 872 e p. 873, nota 50. Per la

precisione Pram era di padre danese e madre norvegese, tuttavia, seppure a lungo vissuto in

one norvegeseDanimarca, era rimasto tenacemente attaccato alla Norvegia ed era un fervente patriota. Egli risulta

essere, tra l’altro, il primo romanziere norvegese.

1814, gli storici 168 Il decreto definitivo di costituzione è del 2 settembre 1811. Una dettagliata descrizione del

rno’ (movimentoprocesso che portò alla istituzione di un ateneo norvegese si trova in NIELSEN Y., “Inledning”, in AA.

ni assunte dalleVV., Det Kongelige Fredriks Universitet 1811–1911. Festskrift, I-II, Kristiania 1911, I, pp. III-LX. Vd.

ta da Odd Arvidanche AUBERT L.M.B., “Kristiania universitet” in Några anteckningar till de nordiska universitetens

historia under de sista femtio åren, in NTVKI 1878, pp. 701-707 e COLLETT J.P., Historien om

Universitetet i Oslo, Oslo 1999.

169 Su di lui vd. fra l’altro KRISTIANSEN K.A., Niels Treschow. 1751–1951. Et minneskrift, Oslo

1951.

bbr.) II, pp. 271- 170 Cfr. nota 50.

171 Cfr. p. 882 con nota 83. A questi tradizionali istituti si era aggiunto (1750) il cosiddetto

XII [Abbr.], 1Seminarium Fredericianum (così chiamato in onore del re Federico V) di Bergen nel quale alle

orske tollvesenstradizionali materie di studio (lingue classiche e teologia) si affiancavano lingue moderne, letteratura,

filosofia e materie scientifiche (in sostanza un precedente delle cosiddette realskoler, su cui vd. p.

978 con nota 104, che saranno presenti anche in Norvegia). Questa iniziativa non ebbe tuttavia il

to di Christianiasuccesso sperato e l’istituto fu infine chiuso nel 1808. Presso il Seminarium Fredericianum insegnò,

),tra gli altri, Fredrich Arentz (1736-1825) ricordato come uno dei migliori pedagoghi norvegesi

che si rivolgevadell’epoca (su di lui NORDAHL BRUN J., Fredrich Christian Holberg Arentz’s Portrait og Biographie,
København 1816).

172 Alcune di queste scuole godevano di un certo prestigio e potevano contare sull’apporto di

, nota 50. Per la docenti di notevole levatura. Tale è, a esempio, il caso della scuola della cattedrale di Bergen dove

ungo vissuto ininsegnò Lyder Sagen (1777-1850), che fu maestro di molti importanti protagonisti del mondo politico

iota. Egli risulta e culturale norvegese dell’epoca, tra cui Johan Sebastian Welhaven (vd. oltre, pp. 931-932).

173 Successivamente infatti (1798) rinominata Istituto militare norvegese (Det norske militære

a descrizione delInstitut). Essa è tuttora in attività.

A. 174 L’intitolazione dell’istituto dipende dal fatto che inizialmente esso aveva il compito di

. Vd.sviluppare le competenze legate all’attività mineraria (fu il primo istituto europeo di questo genere).

ka universitetens 175 Da lui fu detta Scuola femminile di Nissen (Nissens Pigeskole); in seguito presso di essa fu

Historien om attivato anche un corso di formazione per le donne insegnanti, la Scuola di Nissen per insegnanti

donne (Nissens Lærerinneskole). Precedentemente (1843) insieme a Ole Jacob Broch (1818-1889),

, Oslomatematico, fisico, educatore e politico, Nissen aveva fondato una Scuola di latino e scuola ‘media’

(Nissens Latin- og Realskole); cfr. p. 979 e p. 1025.

176 Lov ang. Almue-Skolevæsenet paa Landet, 14 luglio 1827. Perché in un insediamento

50) il cosiddettolavorativo fosse presente una scuola era richiesto un numero minimo di trenta lavoratori. Questa

n nel quale allelegge sarebbe rimasta in vigore fino al 1860, anno della promulgazione di una nuova

erne, letteratura, regolamentazione per le scuole nelle zone rurali con la quale si incentivava, tra l’altro, la costruzione

, su cui vd. p. di edifici scolastici anche nelle località minori (vd. p. 1025 con nota 282). In generale, sugli sviluppi

ebbe tuttavia il della scuola norvegese di base vd. DOKKA 1967.

insegnò, 177 Lov om Almueskolevæsenet i Kjøbstæderne, 12 luglio 1848.

goghi norvegesi 178 Per altro occorre dire che tradizionalmente i testi invogliavano ben poco alla lettura,

t og Biographie,limitandosi sostanzialmente a proporre insegnamenti religiosi. I primi libri norvegesi capaci di


suscitare un qualche interesse fra le persone di condizione sociale modesta compaiono solo dopo il

e sull’apporto di1811 (vd. BEYER 1974-1975 [B.4], II, pp. 19-21).

di Bergen dove 179 Suo è lo scritto dal titolo Pensieri di un libero contadino sull’attuale costituzione della

l mondo politicoNorvegia (En Odelsmands Tanker om Norges nærværende Forfatning, 1830), comunemente indicato

come Libro di Ola (Olaboka, dove Ola è il nome di un contadino protagonista di un dialogo con altre

norske militære tre persone di diversa estrazione sociale). In esso si incitavano i contadini a far valere i propri diritti

politici, innanzi tutto eleggendo propri rappresentanti in parlamento.

a il compito di 180 Vd. pp. 930-931.

181 Cfr. sotto, nota 367.

presso di essa fu 182 Vd. pp. 765-766. Non si dimentichi tuttavia che anche la classe contadina norvegese era divisa

n per insegnantifra coloro che avevano potuto mantenere o acquisire la proprietà delle terre e i lavoratori che non

ch (1818-1889),possedevano nulla (cfr. p. 717 con nota 168). E si ricordi come in precedenza (1818) ci fossero stati

e scuola ‘media’dei tumulti nella regione di Østlandet, chiaro segno di una crescente insofferenza nei confronti del

potere e del desiderio di contare politicamente di più.

un insediamento 183 Vd. p. 806, nota 543.

voratori. Questa 184 Lov, om Formandskaber i Kjøbstæderne, samt om Bestyrelsen af Kjøbstædernes almindelige

di una nuovaCommune-Anliggender, 14 gennaio 1837 e Lov, om Formandskaber paa Landet, samt om

o, la costruzioneBestyrelsen af Districternes almindelige Commune-Anliggender (stessa data).

le, sugli sviluppi 185 Rispettivamente: Lov indeholdende nogle Bestemmelser, Toldvæsenet angaaende, 9 agosto

1839; Lov angaaende Haandværksdriften, 15 luglio 1839.

186 Lov ang. dem, der bekjende sig til den christelige Religion, uden at være Medlemmer af

oco alla lettura, Statskirken, 16 luglio 1845.

vegesi capaci di 187 Lov om Ophævelse af det hidtil bestaaende Forbud mod at Jøder indfinde sig i Riget, 21
ono solo dopo illuglio 1851. L’accesso agli Ebrei in Norvegia era espressamente negato dal § 2 della costituzione di

Eidsvoll (che li escludeva insieme ai gesuiti e agli ordini monastici). Henrik Wergeland (su cui cfr.

ostituzione dellapp. 930-931) si espresse ripetutamente a loro favore: qui si segnali lo scritto La questione degli Ebrei

nemente indicatonel parlamento norvegese (Jødesagen i det norske Storthing, in HWSS IV: 3, 1925 [1842], pp. 370-

dialogo con altre 444, volume che per altro contiene altri testi sull’argomento). In proposito vd. KORITZINSKY H.M.H.,

re i propri diritti Jødernes historie i Norge, Henrik Wergelands kamp for jødesaken, [s.l.] 1922.

188 Nella zona sud-orientale del Paese (Østlandet) con capoluogo Christiania.

189 Una utile sintesi della storia dell’assistenza sanitaria nei Regni uniti di Danimarca e Norvegia

si trova in SCHJØNSBY H.P., Sundhedescollegiet 1809-1815. Det første sentrale administrasjons- og

vegese era divisatilsynsorgan for helsevesenet i Norge, Oslo 2009, pp. 10-17. Sulla storia della medicina in Norvegia

voratori che nonsi veda REICHBORN-KJENNERUD I. – GRØN FR. ET AL., Medisinens historie i Norge, Oslo 1936.

8) ci fossero stati 190 All’associazione collaborerà attivamente anche Johan Sebastian Welhaven (vd. pp. 931-932).

nei confronti delDel resto anche Henrik Wergeland non mancò di far ripetutamente sentire la propria voce contro i

danni dell’alcolismo.

191 Vd. p. 851 con nota 798.

rnes almindelige 192 Cfr. p. 872.

andet, samt om 193 Vd. KAUS KR., Viktige trekk fra Norges vels historie 1809-1995, Skjetten 1996.

194 A cura di questa società venne pubblicato il periodico dal titolo Budstikken che costituì un

, 9 agostoimportante punto di riferimento per il dibattito in quegli anni cruciali. Il termine budstikke indica la

bacchetta (di legno o metallo) che nel medioevo veniva inviata di fattoria in fattoria per convocare le

e Medlemmer afpersone in occasione di importanti riunioni come l’assemblea (su cui vd. p. 130).

195 Vd. GRØNNINGSÆTER T., Christopher Hansteen og framveksten av norsk astronomi i

, 21begynnelsen av det 19. århundre, Oslo 2001 e anche ELGARØY Ø., “Christopher Hansteen (1784-
a costituzione di1873)”, in VP 1800-tallet, pp. 9-34.

eland (su cui cfr. 196 Vd. REUSCH H., “Theodor Kjerulf som vitenskapelig forsker”, in NTVKI 1889, pp. 103-113.

tione degli Ebrei 197 Vd. BJERKNES C.A., Niels Henrik Abel. En skildring af hans liv og videnskabelige virksomhed,

[1842], pp. 370-Stockholm 1880.

H.M.H., 198 Vd. BJERKNES V., C. A. Bjerknes. Hans liv og arbeide. Træk av norsk kulturhistorie i det

nittende aarhundrede, Oslo 1925.

199 Vd. ØKLAND F., Michael Sars. Et minneskrift, Oslo 1955. Michael Sars, sposato con la sorella

marca e Norvegiadi Johan Sebastian Welhaven, Maren Cathrine (1802-1889) ebbe da lei otto figli. Fra di loro lo

ministrasjons- ogstorico Johan Ernst (vd. pp. 1017-1018) e lo zoologo Georg Ossian (1837-1927). Inoltre la figlia Eva

cina in NorvegiaHelene (1858-1907), cantante d’opera che avrebbe sposato Fridtjof Nansen (vd. pp. 1104-1105).

200 Essa contava nel 1814 quasi 11.000 abitanti che salirono a oltre 18.000 nel 1835.

vd. pp. 931-932). 201 Vd. pp. 930-931.

ria voce contro i 202 L’episodio è ricordato come “la battaglia nella piazza” (Torvslaget).

203 Il decreto relativo fu emesso dal reggente Cristiano Federico (Regentes Kundgjørelse ang. det

norske Flag, 27 febbraio 1814, in Love, Anordninger og Tractater m.m. for Kongeriget Norge i

Tidsrummet fra 1814-1848, Til Brug for den Lovstuderende udtogsviis udgivne af J.A.S. SCHMIDT, I,

Christiania 1849, p. 24). Sulla bandiera danese, detta Dannebrog vd. pp. 334-335. Il ‘leone

che costituì unnorvegese’ era un simbolo presente fin dalla prima metà del XIV secolo su sigilli nobiliari o

indica lastendardi utilizzati in diverse occasioni su navi o in ambito militare ma anche (accanto ai tre leoni

per convocare ledanesi) nello stemma dei Regni uniti. Sulla bandiera esso regge un’ascia d’argento a ricordo

dell’arma con cui era stato ucciso il patrono del Paese, Olav il Santo a Stiklestad (vd. p. 256). Un

rsk astronomi i Ordine del Leone di Norvegia (Den Norske Løve) fu istituito dal re Oscar II nel 1904.

Hansteen (1784- 204 Decreto del 12 gennaio 1815. In seguito si cercò di trovare un compromesso e si stabilì l’uso
di una bandiera svedese che nel cantone superiore dalla parte dell’asta riportava una croce bianca

obliqua in campo rosso (ma nessun ‘leone norvegese’; decreto del 7 marzo 1815).

lige virksomhed, 205 Decreti del 13 e 17 luglio 1821.

206 Decreto del 20 giugno 1844.

lturhistorie i det 207 La legge è del 10 dicembre 1898. Sulla questione della ‘legalità’ della bandiera norvegese si

rimanda a RYDIN H.L., Om norska flagglagens rättsliga betydelse, Stockholm 1899, un testo in cui

ato con la sorella sono fatti puntuali riferimenti ai diversi decreti qui indicati e che riporta in appendice il testo della

i. Fra di loro lo legge del 10 dicembre 1898 (pp. 68-69) e quello della ratifica da parte del sovrano svedese (pp. 70-

oltre la figlia Eva71, medesima data). Una panoramica degli stemmi, dei colori e dei più antichi vessilli norvegesi si

trova in STORM G., Norges gamle Vaaben, Farver og Flag, Kristiania 1894. Vd. anche ENGBLOM

CHR. – ENGBLOM L-Å., “En trikolor for Norge”, in FFF, pp 80-81.

208 Tra gli altri viaggiatori stranieri di questo periodo si possono ricordare il botanico inglese

William Jackson Hooker (1785-1865) che la visitò nel 1809 e l’ecclesiastico scozzese Ebenezer

gjørelse ang. detHenderson (1784-1858) che vi soggiornò tra il 1814 e il 1815. Entrambi hanno lasciato interessanti

ngeriget Norge iresoconti della loro esperienza.

, I, 209 Vd. JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3), p. 186.

4-335. Il ‘leone 210 Si noti, a esempio, che tra gli incarichi affidati a Páll Vídalín e Árni Magnússon nel loro

igilli nobiliari o viaggio in giro per il Paese (vd. p. 723) c’era anche quello di verificare la situazione dei malati di

canto ai tre leonilebbra. Ancora nel 1843, nel 1846 e nel 1860 si sarebbero verificate gravissime epidemie con un

gento a ricordonumero elevato di vittime.

(vd. p. 256). Un 211 Vd. pp. 728-730.

212 Questo compito era stato svolto in primo luogo dalla Società dell’educazione di Magnús

e si stabilì l’usoStephensen, tra le cui pubblicazioni si ricordano anche la Piacevole gioia degli amici (Skémtileg
una croce biancaVina-Gleði, 1797) e Serio e faceto di vario genere (Margvíslegt Gaman og Alvara, 1798 con una

seconda uscita nel 1818).

213 Vd. pp. 728-729. In proposito si rimanda a GUTTORMSSON L., “Læsefærdighed og

folkeuddannelse [i Island] 1540-ca.1800”, in UNK III, pp. 152-165.

era norvegese si 214 Indicazioni a p. 858, nota 833.

9, un testo in cui 215 Rescr. (til Biskopen over Skalholt paa Island) ang. Forældres og Præsters Pligter i henseende

ice il testo della til Ungdommens undervisning (in FOGTMAN [Abbr.] VI, 2 luglio 1790, pp. 424-425). Con questa

svedese (pp. 70- disposizione vennero di fatto poste le basi della scolarizzazione del popolo islandese. Si vedano

silli norvegesi situttavia le precedenti ‘raccomandazioni’ ai vescovi d’Islanda contenute in un documento che porta la

NGBLOMdata del 1 luglio 1746 (LFI II, pp. 658-659).

216 Vd. p. 729, nota 224.

botanico inglese 217 A questa sarebbero seguite nel 1852 quella di Eyrarbakki nel sud-ovest del Paese e nel 1870

ozzese Ebenezerquella di Akureyri nel nord.

ciato interessanti 218 Vd. pp. 422-423.

219 Cfr. p. 724, nota 201 e p. 731 con nota 234. Qui furono attivi eminenti docenti come

Hallgrímur Scheving, Sveinbjörn Egilsson (cfr. nota 405) e il matematico Björn Gunnlaugsson

gnússon nel loro(1788-1876), figure di spicco del ‘risorgimento’ culturale e sociale islandese. Su quest’ultimo vd.

one dei malati di“Björn Gunnlaugsson, stærðfræðingur”, in BR, pp. 93-96.

epidemie con un 220 La prima (fondata nel 1790) fu la Società islandese per la biblioteca e la lettura di Suðurland

(Hið íslenska bókasafns- og lestrarfélag Suðurlands). Vd. in proposito SVERRISDÓTTIR I.S., “Upphaf

og þróun lestrarfélaga”, in PÁLSDÓTTIR G. – HANNESDÓTTIR S.K. (ritstj.), Sál aldanna. Safn greina um

ione di Magnús bókasöfn og skyld efni, Reykjavík 1997, pp. 25-35.

Skémtileg 221 Cfr. p. 946.


, 1798 con una 222 Vd. p. 730 con nota 232.

223 Vd. p. 880 con nota 79.

sefærdighed og 224 Vd. p. 877.

225 Cfr. p. 726, nota 213 e p. 853.

226 Il primo ‘sindaco’ di Reykjavík era stato (1786) Skúli Magnússon (vd. p. 730);

gter i henseendesuccessivamente (1803) era stato nominato il primo prefetto della città nella persona di Rasmus

25). Con questaFrydenberg (1777-1840) che fu coadiuvato dai primi due poliziotti islandesi.

dese. Si vedano 227 Con picchi di mortalità dovuti al diffondersi del vaiolo tra il 1707 e il 1709 e dopo la

ento che porta ladevastante eruzione del 1783.

228 Nei Paesi scandinavi fin dalla seconda metà del Settecento, ma soprattutto dall’Ottocento, la

produzione nei diversi campi della letteratura, delle arti e della musica conosce uno straordinario

Paese e nel 1870sviluppo, ragion per cui di qui in poi ci si dovrà limitare a citare le principali correnti e i nomi più

prestigiosi e significativi. Si rimanda, per i necessari approfondimenti, alla ricca bibliografia di

riferimento (riportata in B.4 e B.6).

ti docenti come 229 Il primo a usare questa espressione fu Valdemar Vedel (1865-1942) nello scritto Studier over

n GunnlaugssonGuldalderen i dansk Digtning, Kjøbenhavn 1890. Esso fu poi ripreso dallo studioso e critico Vilhelm

quest’ultimo vd.Andersen (1864-1953), coautore di una opera fondamentale sulla storia della letteratura danese

(PETERSEN – ANDERSEN 1932-1934, in B.4).

ura di Suðurland 230 Vd. p. 685, nota 34.

I.S., “Upphaf 231 Il doppio cognome (la forma danese fu da lui utilizzata per ‘firmare’ le prime opere) dipende

. Safn greina umdal fatto che il padre era originario dello Schleswig. Di origine tedesca, ma nell’animo

profondamente ‘danese’ era anche Adolf Wilhelm Schack von Staffelt (1769-1826), autore di

innovativa poesia romantica, che debuttò negli stessi anni ma godette di scarsa considerazione,
rimanendo oscurato dalla fama di Oehlenschläger.

232 Il suo componimento I corni d’oro (Guldhornene) che fa riferimento ai due corni d’oro di

Gallehus, preziosi reperti risalenti all’età del ferro (vd. p. 87, nota 91 e p. 434), e fu scritto nel 1802

poco dopo che essi erano stati rubati, può essere considerato il primo testo romantico in Danimarca.

(vd. p. 730);Esso fu poi musicato (1832) da Johan Peter Emilius Hartmann (op. 11), sul quale vd. p. 921.

sona di Rasmus 233 L’interesse romantico per i Paesi orientali non nasce soltanto da un generico ‘esotismo’ ma si

fonda su una tradizione di studi risalente indietro nel tempo e assai ben testimoniata nel Settecento

1709 e dopo laanche in Scandinavia: si citi come esempio l’orientalista svedese Johan David Åkerblad (1763-1819)

che fu tra l’altro il primo a ottenere risultati significativi dalle sue ricerche sull’iscrizione della stele

all’Ottocento, la di Rosetta.

uno straordinario 234 Cfr. pp. 838-839; sul rapporto fra i due autori vd. ARENTZEN KR., Baggesen og

enti e i nomi piùOehlenschläger. Literaturhistorisk Studie, I-VIII, Kjøbenhavn 1870-1878.

a bibliografia di 235 Cfr. pp. 883-884 e p. 886.

236 La distanza di Grundtvig dalle idee romantiche più radicali si rileva anche nel fatto che egli

Studier overaderì alla polemica di Baggesen contro Oehlenschläger.

e critico Vilhelm 237 Il che, del resto, non era una novità: in area germanico-scandinava infatti molti umanisti

tteratura danese avevano voluto combinare la dottrina cristiana con gli aspetti più positivi della tradizione pagana che

venne, dunque, da loro riabilitata.

238 Su cui vd. pp. 396-397.

e opere) dipende 239 Per la verità Ørsted riconobbe più tardi l’importanza degli studi precedentemente svolti in

ma nell’animoquesto campo dall’italiano Gian Domenico Romagnosi (1761-1835): vd. STRINGARI S. – WILSON

1826), autore diR.R., “Storia delle scienze sperimentali - Romagnosi and the discovery of electromagnetism”, in

considerazione,Rendiconti lincei - Scienze fisiche e naturali, Serie 9, tomo XI: 2 (2000), p. 123. Membro della Reale
società per la scienza, Ørsted fondò nel 1824 la Società per la diffusione della fisica (Selskabet for

e corni d’oro diNaturlærens Udbredelse), tuttora attiva.

scritto nel 1802 240 Grundtvig stesso del resto si era dedicato a importanti studi di mitologia nordica (un tema che

co in Danimarca. destava crescente interesse) e aveva tradotto Saxo grammaticus (vd. pp. 322-323).

241 Si ricordi qui il modello rappresentato dall’opera dello scozzese Walter Scott (1771-1832).

‘esotismo’ ma si 242 Si pensi qui alle opere di Johan Ludvig Heiberg (vd. p. 921) figlio di Peter Andreas (cfr. p.

ta nel Settecento811 con nota 567), Henrik Hertz (1798-1870), Christian Winther (1796-1876), Emil Aarestrup

blad (1763-1819) (1800-1856) e Ludvig Bødtcher (1793-1874).

izione della stele 243 L’occasione gli venne dalla pubblicazione, da parte di Johan Ludvig Heiberg (cfr. nota 242),

della rivista filosofica Perseus (1837-1838) nella quale si propugnavano le teorie del filosofo tedesco.

Baggesen og 244 Cfr. nota precedente e p. 921.

245 Per diversi aspetti vicino a Kierkegaard è anche il filosofo Rasmus Nielsen (1809-1884) che,

partito da presupposti hegeliani, tenta una conciliazione tra scienza e fede.

nel fatto che egli 246 Insieme a Knud Lyhne Rahbek (cfr. p. 805, p. 809, nota 557 e p. 839) e a Werner Hans

Frederik Abrahamson (cfr. p. 817, nota 609) egli diede alle stampe una raccolta di folkeviser danesi

i molti umanisti (Udvalgte danske Viser fra Middelalderen, I-V, Kjøbenhavn 1812-1814). Inoltre fu promotore della

zione pagana che Reale commissione per la conservazione delle antichità (Den Kongelige Kommission til Oldsagers

Opbevaring), istituita nel 1807.

247 La raccolta principale, Leggende popolari danesi (Danske Folkesagn), successivamente

emente svolti in ampliata, uscì in quattro volumi tra il 1818 e il 1823. Sullo scultore Thorvaldsen vd. poco oltre.

ILSON 248 Vd. p. 604, nota 351 e p. 823 con note 648-649.

omagnetism”, in 249 Dall’anno successivo la società iniziò la pubblicazione dei prestigiosi Annali per lo studio

mbro della Realedelle antichità e della storia nordiche (Aarbøger for nordisk Oldkyndighed og Historie). Finnur
Selskabet for Magnússon era stato anche, insieme a Rask, uno dei fondatori della Società letteraria islandese; vd. p

824.

ica (un tema che 250 Egli fu anche il fondatore (1849) del Reale museo etnografico (Det Kongelige Etnografiske

Museum), il primo del suo genere. Su di lui vd. ROSBORN S., “Sten, brons och järn – Sorterande dansk

‘amatör’ skapade arkeologins tidsåldrar”, in PH 1995: 4, pp. 16-20. La strada da lui tracciata sarà poi

Andreas (cfr. p.percorsa da un altro illustre archeologo danese, Jens Jacob Asmussen Worsaae (vd. p. 1102).

Emil Aarestrup 251 Che fu, tra l’altro, curatore del giardino botanico di Copenaghen.

252 Basti qui ricordare che ancora nel 1853 la città fu colpita da una grave epidemia di colera.

g (cfr. nota 242), 253 Vd. pp. 846-847 con nota 764. Nel filone neoclassico si inserisce anche Theophilus Hansen

filosofo tedesco.(1813-1891) che, tuttavia, lavorò per lo più a Vienna.

254 Il ricorso ai classici è propugnato anche dal dano-tedesco Gustav Friedrich Hetsch (1788-

1809-1884) che, 1864).

255 Vd. p. 849 con nota 779.

a Werner Hans 256 Come è noto in questi decenni l’Italia (in particolare Venezia, Firenze, Napoli e Roma) era

danesi meta di studio obbligata di molti artisti. A Roma si formò una sorta di ‘circolo’ dei danesi. Oltre a

promotore dellaThorvaldsen vi soggiornarono tra gli altri gli scultori Hermann Ernst Freund (1786-1840), che trova

on til Oldsagersispirazione anche nella mitologia nordica, Herman Wilhelm Bissen e August Saabye (vd. p. 1089),

l’architetto Michael Gottlieb Birckner Bindesbøll, i pittori Johan Ludwig Gebhard Lund (tedesco di

successivamentenascita, 1777-1867), Ernst Meyer (1797-1861), Ditlev Conrad Blunck (1798-1854), Martinus

Christian Wesseltoft Rørbye (1803-1848), Albert Küchler (1803-1886), Carl Christian Constantin

Hansen (1804-1880), Fritz Peztholdt (1805-1838), Jørgen Roed (1808-1888), Christen Købke (vd.

ali per lo studiopagina successiva), Vilhelm Nikolai Marstrand (1810-1873). Cfr. nota 258.

). Finnur 257 In particolare a Parigi dove ebbe come maestro Jacques-Louis David (1748-1825) e Roma,
a islandese; vd. p dove entrò a far parte della schiera di artisti che gravitava intorno a Thorvaldsen (cfr. nota

precedente).

ige Etnografiske 258 Si citino qui (come spunto per opportuni approfondimenti) i nomi di Ernst Meyer, Martinus

Sorterande danskChristian Wesseltoft Rørbye, Albert Küchler, Wilhelm Ferdinand Bendz (1804-1832), Carl Christian

tracciata sarà poiConstantin Hansen, Fritz Petzholdt, Jørgen Roed, Vilhelm Nikolai Marstrand, Sophus Peter

Lassenius Schack (1811-1864) e Adam August Müller (1811-1844). Cfr. nota 256.

259 Sull’uso della mitologia nell’arte nordica si veda il breve saggio di H. Kuhn: “The native

alternative. Visual representation of Northern mythology in 19th century Scandinavia”, in HEITMANN

eophilus HansenA. – HOFF K. (hrsg.), Ästhetik der skandinavischen Moderne, Frankfuhrt a.M. 1998, pp. 343-361.

260 Ciò del resto corrisponde, non solo in Danimarca, a quella ‘poesia del paesaggio’ di

h Hetsch (1788-derivazione romantica che certamente traeva origine anche dalla consolidata tradizione topografica.

261 Vd. p. 849 con nota 781. Su Christen Købke, certo il più dotato, si rimanda a NØRREGÅRD-

NIELSEN. H.E. – MONRAD K., Christen Købke 1810-1848, København 1996; cfr. nota 256.

poli e Roma) era 262 Vd. pp. 396-397.

i danesi. Oltre a 263 Su Peter Andreas Heiberg vd. p. 811 con nota 567.

1840), che trova 264 Il primo Hartmann ad affermarsi in Danimarca come musicista era stato Johann Ernst, giunto

ye (vd. p. 1089),a Copenaghen dalla Slesia nel 1762 (cfr. p. 543, nota 65 e p. 854 con nota 815). Musicisti di un certo

Lund (tedesco di talento furono anche i suoi figli Johan Ernst (1770-1844), organista, Ludvig August (1773-1831),

1854), Martinusviolinista, e August Wilhelm (1775-1850), padre del nostro Johan Peter Emilius e suo primo maestro.

stian ConstantinLa madre di Johan Peter Emilius era Christiane Petrea Frederica Wittendorff (1778-1848), il cui

sten Købke (vd. padre era, a sua volta, cantore. Anche Wilhelm Emilius Zinn Hartmann (1836-1898), figlio di Johan

Peter Emilius, sarebbe divenuto compositore ed esecutore. Vd. SØRENSEN I., Hartmann. Et dansk

8-1825) e Roma,komponistdynasti, København 1999.


ldsen (cfr. nota 265 Si trattava, più che altro, di una scuola di canto. Un vero e proprio Reale conservatorio

musicale danese (Det Kongelige Danske Musikkonservatorium) avvierà la propria attività nel 1867,

Meyer, Martinusgrazie al lascito di un mecenate, il gioielliere Peter Wilhelm Moldenhauer (1800-1864), grande

2), Carl Christianappassionato di musica. La direzione di questo istituto sarà affidata al musicista Niels Wilhelm Gade.

, Sophus Peter 266 La società cesserà di esistere dopo quasi un secolo, nel 1935. Vd. HAMMERICH A.,

Musikforeningens Historie 1836-1886, [s.l.] 1886 (= II vol. di RAVN V.C. – HAMMERICH A., Festskrift

uhn: “The nativei Anledning af Musikforeningens Halvhundredaarsdag). Di notevole importanza sarà poi

EITMANNl’Associazione Cecilia (Cæciliaforeningen) fondata nel 1851 dal compositore Henrik Rung (1807-

1871); essa avrebbe cessato l’attività nel 1934.

el paesaggio’ di 267 Cfr. nota 232.

268 Il suo pezzo più noto è Champagnegaloppen, composto nel 1845 in occasione del decennale

-dei Giardini di Tivoli. Un film dal medesimo titolo girato dal regista danese George Schnéevoigt (vd.

p. 1189) si ispira alla vita di questo autore. Nel 1863 Hartmann e Gade saranno tra i fondatori del

Conservatorio musicale di Copenaghen (Københavns Musikkonservatorium), più tardi Reale

conservatorio musicale (Det Kongelige Danske Musikkonservatorium; cfr. nota 265).

ann Ernst, giunto 269 Suo padre Antoine Bournonville (1760-1843) che lavorava nel teatro svedese voluto da

sicisti di un certoGustavo III (dove nel 1773 era stata aperta una scuola di ballo) era stato chiamato presso il balletto

ust (1773-1831),nazionale danese dal coreografo italiano Vincenzo Galeotti (1733-1816) che era giunto in Danimarca

o primo maestro. nel 1775 e vi sarebbe rimasto fino alla morte.

778-1848), il cui 270 In quale misura lo spirito patriottico dei romantici svedesi si legasse anche alla ‘dolorosa’

), figlio di Johanperdita della Finlandia può essere constatato dall’entusiastica accoglienza che ricevette in quella

tmann. Et danskcerchia il componimento Gylfi (Gylfe) nel quale il giovane Per Henrik Ling (su cui poco oltre)

alludeva allegoricamente a quei fatti.


le conservatorio 271 Attorno a Höijer si formò la cosiddetta “Giunta” (Juntan), cfr. nota 118.

attività nel 1867, 272 Naturalmente anche qui la disgregazione dei valori estetici del classicismo affonda le proprie

0-1864), granderadici nel tardo Settecento, non soltanto con la comparsa della poesia ossianica, ma anche con il venir

s Wilhelm Gade. meno delle regole formali che avevano dominato la composizione letteraria, come si constata nelle

A.,riflessioni sulla letteratura di Jakob Fredrik Neikter (o Neichter, 1744-1803), titolare della cattedra

Festskriftskytteana all’Università di Uppsala (cfr. p. 572, nota 191) e seguace di Montesquieu.

tanza sarà poi 273 Questi testi si ispirano a figure del passato pagano della Scandinavia come il vichingo,

rik Rung (1807- l’ultimo scaldo, il libero contadino (odalbonden, cfr. p. 719 con nota 177), ma richiamano anche il

‘mitico’ nome della Svezia Manhem, già riproposto da Rudbeck (cfr. pp. 582-584 con nota 245; il

componimento di Geijer con questo titolo si può leggere nell’edizione citata a p. 719, nota 177, alle

ne del decennalepp. 5-7). Vd. CHIESA ISNARDI G. “L’evocazione del mondo degli eroi in Erik Gustaf Geijer”, in Il

Schnéevoigt (vd.superuomo e i suoi simboli nelle letterature moderne, VI, Firenze 1979, pp. 83-101.

a i fondatori del 274 Sul goticismo vd. 9.2.1. I membri della società si sceglievano un nome antico nordico,

più tardi Realeleggevano saghe e bevevano dal corno come i vichinghi.

275 Si ricordi che nella mitologia nordica Iðunn è il nome della sposa di Bragi (dio della poesia)

edese voluto da alla quale sono affidate le mele dell’eterna giovinezza; vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 115-

presso il balletto116 e p. 244.

nto in Danimarca 276 Atterbom, considerato il primo ‘storico della letteratura’ svedese in senso moderno (cfr. p.

601, nota 333), aveva scritto anche una storia della poesia in due parti: Poesiens historia (= vol. II: 1-

e alla ‘dolorosa’ 2 e II: 3-4 di ASSOS, Örebro 1861) cui poi fece seguire Grunddragen af Forn-skandinaviska och

cevette in quella svenska Vitterhets historia intill Stjernhielm (= vol. IV di ASSOS, Örebro 1864) e Ästetiska

cui poco oltre) Afhandlingar (= vol. V di ASSOS, Örebro 1866). Su di lui TYKESSON E., Atterbom. En

levnadsteckning, Stockholm 1954.


277 Altre riviste di rilievo del periodo sono Polyphem (1809-1812) di carattere critico-letterario, il

ffonda le proprieCalendario poetico (Poetisk calender, 1812-1822), la Rivista letteraria svedese (Svensk Litteratur-

nche con il venirTidning, 1814-1824) e Svea (uscita negli anni 1818-1829 e 1831-1832; per il significato del titolo p.

si constata nelle701, nota 103).

re della cattedra 278 Sul significato di Manhem si rimanda a p. 583, nota 245. Vd. HEDIN G., Manhemsförbundet.

Ett bidrag till göticismens och den yngre romantikens historia, Göteborg 1928.

ome il vichingo, 279 L’iniziativa infatti era partita all’interno di una scuola privata fondata a Stoccolma da Lars

hiamano anche il Afzelius (1779-1847) e successivamente gestita dal fratello Arvid August (sul quale poco oltre).

con nota 245; il 280 L’unico prosatore svedese di un certo rilievo nei primi decenni dell’Ottocento è Fredrik

9, nota 177, alleCederborgh, per altro ben lontano dallo spirito romantico (1784-1835).

Il 281 Sulle “saghe del tempo antico” o “saghe leggendarie” (fornaldarsögur) vd. 5.2.4. La versione

più antica della Saga di Friðþjófr il prode (Friðþjófs saga hins frækna) risale alla fine del XIII secolo

antico nordico,o all’inizio del XIV. Essa fu resa in svedese (e in latino) nell’opera Nordiska Kämpa Dater di Eric

Julius Biörner del 1737 (nr. 6: Sagan Af Fridthjof den Fräcka eller modiga / Historia De Fridthiofo

dio della poesia)Fræknio Seu animoso); cfr. p. 592. Si ricordi qui che anche Tegnér era membro dell’Associazione

B.7.1), pp. 115-goticista. Su Tegnér vd. BÖÖK F., Esaias Tegnér. En biografi, I-II, Stockholm 1963.

282 Su di lui BÖÖK F., Erik Johan Stagnelius, Stockholm 1919.

moderno (cfr. p. 283 Frutto della sua ricerca sono due testi: Tradizioni delle danze popolari svedesi (Traditioner af

(= vol. II: 1-Swenska Folk-Dansar, 1814-1815) edito in collaborazione con Olof Åhlström (cfr. p. 856 con nota

andinaviska och 830) e Canzoni popolari svedesi del passato (Svenska folkvisor från forntiden, I-III, 1814-1817) in

Ästetiska collaborazione con Erik Gustaf Geijer (che in realtà si limitò a scrivere l’introduzione). Più tardi

Atterbom. En(1834-1842) uscirà la raccolta Antichi canti svedesi (Svenska fornsånger) curata da Adolf Ivar

Arwidsson (1791-1858).
itico-letterario, il 284 Cfr. nota 130 e p. 1071, nota 475.

vensk Litteratur- 285 Vd. p. 916.

cato del titolo p. 286 Un precursore di questa ‘letteratura d’ambiente paesano’ è da riconoscere nello svedese

Gunno Dahlstierna (su cui cfr. p. 609, nota 376 e p. 614, nota 401).

nhemsförbundet. 287 Su di lui ROMBERG B., Carl Jonas Love Almqvist. Liv och verk, Stockholm 1993.

288 Sul movimento femminista vd. 12.3. Sulla Bremer vd. p. 1055.

occolma da Lars 289 Vd. KJELLÉN A., Emilie Flygare-Carlén. En litteraturhistorisk studie, Stockholm 1932.

290 Corpus juris sveogothorum antiqui, tredici volumi usciti tra il 1827 e il 1877. Ad alcuni di

ocento è Fredrikquesti si fa riferimento nel presente lavoro: vd. nell’elenco delle fonti (EF) i diversi titoli alle voci

Codex iuris […].

.2.4. La versione 291 Vd. note 128 e 130.

e del XIII secolo 292 Vale qui la pena di ricordare che sul piano degli studi storici Geijer e Fryxell furono divisi da

di Ericuna fiera contrapposizione.

ia De Fridthiofo 293 Vd. p. 470, nota 32.

ell’Associazione 294 Insieme allo scultore Bengt Erland Fogelberg (su cui poco più avanti) e al pittore Johan

Fredrik von Breda (1788-1835), figlio del più celebre Carl (vd. p. 850 con nota 790) e appartenente a

una famiglia di artisti.

Traditioner af 295 Nel 1813 egli fondò a Stoccolma l’Istituto centrale di ginnastica (Gymnastiska

p. 856 con notaCentralinstitutet), l’attuale Scuola superiore per la ginnastica e lo sport (Gymnastik- och

I, 1814-1817) in idrottshögskolan).

zione). Più tardi 296 Membro dell’Associazione goticista, egli l’aveva lasciata nel 1817 in polemica con Geijer, il

a da Adolf Ivarquale in un articolo sulla rivista da essa edita (“Betraktelser i afseende på de Nordiska Mythernes

anwändande i skön konst”, Iduna, nr. 7, 1817, pp. 86-132, firmato G – r.) si era espresso in senso
contrario.

297 Noto soprattutto per i quadri ispirati all’ambiente sami ma anche per il celebre Incendio del

re nello svedesecastello a Stoccolma 7 maggio 1697 (Slottsbranden i Stockholm den 7 maj 1697, 1864) conservato

nel Museo nazionale (Nationalmuseum) della capitale svedese e considerato il suo capolavoro. Cfr. p.

618, nota 415.

298 A Düsseldorf molti avrebbero assimilato la lezione del norvegese Tidemand (vd. pp. 937-938

e pp. 1091-1092) e molti sarebbero rimasti. Tra questi Bengt Nordenberg (1822-1902), Ferdinand

77. Ad alcuni diJulius Fagerlin (1825-1907), August Jernberg (1826-1896), Axel Wilhelm Nordgren (1828-1888) e

si titoli alle voci lo stesso d’Uncker.

299 Oltre a diversi lavori a tema classico, a lui si devono il busto del poeta Carl Michael Bellman

(vd. pp. 836-838) che si trova a Stoccolma sull’isola di Djurgården, la statua di Linneo collocata nel

furono divisi dagiardino botanico di Uppsala e quelle di alcuni sovrani svedesi.

300 Vd. sopra, nota 294.

301 La più importante realizzazione in questo stile è il castello di Rosendal sull’isola di

al pittore JohanDjurgården a Stoccolma che si deve, appunto, a Fredrik Blom. Sua è anche la chiesa sull’isolotto di

e appartenente aSkeppsholmen (Skeppsholmskyrkan) costruita tra il 1824 e il 1842. Vd. ROTH TH., Fredrik Blom.

Karl Johans arkitekt, Stockholm 2009.

Gymnastiska 302 Nel 1832 insieme al disegnatore Mikael Gustaf Anckarsvärd (1792-1832) e all’appassionato

Gymnastik- ochdi arte conte Axel Gabriel Bielke (1800-1877) fondò a Stoccolma la prima Società dell’arte

(Konstföreningen).

ica con Geijer, il 303 A Scholander si devono anche gli interni del Museo nazionale (Nationalmuseum) di

diska Mythernes Stoccolma, costruzione realizzata su progetto dell’architetto tedesco Friedrich August Stüler (1800-

spresso in senso1865). Tra gli allievi di Scholander Herman Holmgren (1842-1914) che realizzò il palazzo
universitario di Uppsala e Helgo Zettervall (vd. p. 1097).

Incendio del 304 Un autore come Per Frigel (1750-1842), a esempio, appare fortemente influenzato dai

1864) conservatomusicisti tedeschi.

polavoro. Cfr. p. 305 Dopo un primo periodo in Svezia (1793-1799), dalla quale era stato allontanato, egli era stato

attivo in Danimarca. Bandito anche da qui per intrighi amorosi, fu riammesso in Svezia nel 1812.

(vd. pp. 937-938 306 Tra cui il cugino e ‘rivale’ Johan Fredrik Berwald, 1787-1861), ben noto come pioniere

1902), Ferdinanddell’ortopedia ma anche come compositore che per molti versi si richiama al romanticismo.

n (1828-1888) e 307 Si citino inoltre almeno Adolf Fredrik Lindblad (1801-1879), amico di Geijer e Atterbom e

maestro di allievi blasonati, fra tutti il “principe cantante” (sångarprinsen) Frans Gustaf figlio del re

Michael BellmanOscar I (1827-1852), anch’egli celebre musicista e compositore; Gunnar Wennerberg (1817-1901),

neo collocata nelautodidatta; Jacob Axel Josephson (1818-1880), noto soprattutto per le romanze.

308 E con lei l’altra soprano Christina Nilsson (1843-1921). Ma la Svezia avrà poi altri celebri

cantanti d’opera come John Forsell (1868-1941), baritono ma anche direttore dell’Opera reale tra il

dal sull’isola di 1924 e il 1939, il tenore Jussi (Johan Jonatan) Björling (1911-1960), la soprano Birgit Nilsson (1918-

a sull’isolotto di2005), il baritono Ingvar Wixell (1931-2011), la mezzosoprano Anne Sofie von Otter (n. 1955).

Fredrik Blom. 309 Questa melodia accompagna la ballata dal titolo Così me ne vado a cavallo nella foresta delle

dodici miglia (Så rider jag mig över tolfmilan skog) che costituisce la variante G della ballata

all’appassionato cavalleresca classificata con il nr. 133 nella raccolta delle ballate medievali di Svezia curata

Società dell’artedall’Archivio svedese dei canti (Svenskt visarkiv); vd. Sveriges Medeltida Ballader [The Swedish

medieval ballads], utgivna av Svenskt visarkiv, [huvudredaktör: B.R. JONSSON, melodiedering: M.

) di JERSILD, textedering: S-B. JANSSON – B.R. JONSSON, I-V, Stockholm 1983-2001, vol. IV: 1, pp. 16-17.

ust Stüler (1800- 310 Egli sviluppò l’idea del francese Claude Chappe (1763-1805) di un telegrafo ottico. Ma fu

lizzò il palazzo anche tra i primi traduttori di Ossian (vd. GRAVES 2004 [C.10.5], p. 201 e p. 204). Sua è una Ode al
popolo svedese (Ode till svenska folket, 1786), pubblicata anonimamente, un testo impregnato di

influenzato dainazional-romanticismo; vd. WIKLUND R., “Kungens gunstling fick fart på telegrafen”, in PH 2008: 8,

pp. 42-45. Cfr. p. 991, nota 158.

ato, egli era stato 311 Su Svea vd. p. 701, nota 103.

312 Vd. p. 1084.

o come pioniere 313 Vd. p. 1099.

314 Vd. sopra, pp. 913-914.

er e Atterbom e 315 Per correttezza occorre qui tuttavia ricordare un autore minore come Johan Storm Munch

ustaf figlio del re (1778-1832), ammiratore di Oehlenschläger (vd. p. 914), che fu tra i primi a sperimentare nuove

erg (1817-1901),forme poetiche.

316 Vd. p. 873, nota 50 e p. 876.

poi altri celebri 317 Vd. sopra, p. 907 con nota 202.

Opera reale tra il 318 Vd. paragrafo successivo.

it Nilsson (1918- 319 La sua opera forse più nota (certamente la più impegnativa!) è La creazione, l’uomo e il

Messia (Skabelsen, Mennesket og Messias, 1830), suddivisa (secondo quanto indica il titolo) in tre

ella foresta delleparti. Si tratta di un lungo poema ispirato alla Bibbia, ma nel quale si avvertono chiaramente echi

G della ballatadella dottrina platonica e della filosofia romantica. A essa si ispira l’oratorio Skabelsen og

di Svezia curataMennesket, opera 26 del musicista Johannes Haarklou (1847-1925), 1880-1891.

er [The Swedish 320 Come Per la gente comune (For Almuen, 1830-1839), Statsborgeren (vd. p. 904), il

elodiedering: M.settimanale Per la classe lavoratrice (For Arbeidsklassen, 1839-1845), il cui primo numero in realtà

IV: 1, pp. 16-17. aveva per titolo Per la povera gente (For Fattigmand) e il Foglio popolare (Folkebladet, 1831-

fo ottico. Ma fu 1833), rivista di carattere politico ed economico.

Ode al 321 Sulla storia norvegese così come interpretata da Wergeland si veda STORSVEEN O.A., Henrik
o impregnato diWergelands norske historie. Et bidrag til nasjonalhistoriens mythos, Oslo 1997.

2008: 8, 322 Il 15 agosto di quell’anno il giornale Morgenbladet (Nr. 227, p. 8) pubblicava un breve poema

satirico dal titolo A Henrik Wergeland! (Til Henrik Wergeland!), in cui Welhaven attaccava l’opera

La creazione, l’uomo e il Messia (vd. sopra, nota 319); esso inizia col ben noto verso “Per quanto

tempo infierirai contro la ragione?” (“Hvor længe vil Du rase mod Fornuften?”). Successivamente la

disputa tra i due, nota come Stumpe-feiden (termine letteralmente traducibile come “contesa dei

pezzi”) si sviluppò all’interno della Società degli studenti norvegesi (Det Norske Studentersamfund

n Storm Munch fondata nel 1813) dove essi si scambiarono brevi pezzi sarcastici. Divenuta di pubblico dominio (fu

rimentare nuove particolarmente accesa tra il 1832 e il 1833), essa diede origine alla radicale controversia che sempre

caratterizzò il rapporto fra i due, divisi da opinioni inconciliabili. Nel 1832 Welhaven insieme ai suoi

amici lasciò l’associazione studentesca e ne fondò una propria (Studenterforbundet). I suoi seguaci

(tra i quali Peter Andreas Munch, su cui poco più avanti) costituivano il cosiddetto “Partito

dell’intelligenza” (Intelligenspartiet; cfr. p. 806, nota 542), noto anche come “Truppa” (Troppen),

one, l’uomo e ilmentre i sostenitori di Wergeland – che ironicamente definivano gli avversari “danomani”

a il titolo) in tre (danomanerne) – erano noti come “Patrioti” (Patriotene) o anche “Partito della norvegicità”

chiaramente echi(Norskhedspartiet). Il gruppo di Welhaven diede alle stampe (1832-1834) il settimanale Vidar, il cui

Skabelsen og nome fa riferimento alla figura mitologica del dio nordico Víðarr, figlio di Odino, del quale è detto

che nell’ultimo giorno ucciderà il lupo Fenrir, simbolo del male cosmico (vd. CHIESA ISNARDI 20084

(vd. p. 904), il[B.7.1], pp. 188-189). L’allusione a una lotta senza quartiere contro l’avversario è qui del tutto

numero in realtàevidente. Successivamente le idee propugnate da Welhaven avrebbero trovato voce sul quotidiano

, 1831-conservatore Il costituzionale (Den Constitutionelle, 1836-1847), fondato dall’amico Johan Dahl

(1807-1877), figura di grande importanza nel mondo culturale norvegese, in quanto editore di molte

Henrik opere degli autori più significativi del periodo. Il gruppo guidato da Wergeland pubblicò invece il
periodico Foglio popolare (Folkebladet, cfr. nota 320) marcatamente antidanese.

un breve poema 323 La nonna materna era infatti di origine danese ed era cugina dello scrittore Johan Ludvig

attaccava l’opera Heiberg (vd. p. 921), mentre il nonno paterno era tedesco.

erso “Per quanto 324 Significativamente fatta uscire da Johan Dahl (cfr. sopra, nota 322) nel giorno del compleanno

ccessivamente la di Oehlenschläger (vd. p. 914) essa era naturalmente rivolta contro i nazionalisti radicali. Ne

me “contesa deiconseguì una rinnovata polemica, nota come Dæmringsfeiden (dove feiden “contesa”), alla quale

udentersamfund,partecipò attivamente anche il padre di Wergeland, Nicolai (vd. p. 873, nota 50 e p. 876), il quale

lico dominio (fu arrivò a proporre di dare alle fiamme le copie del libro di Welhaven in occasione del 17 maggio, data

ersia che sempresimbolica per il Paese (il che, in alcuni casi, avvenne veramente). Si noti qui che il termine dæmring

n insieme ai suoiè, in realtà, ambiguo, in quanto significa tanto “alba” quanto “crepuscolo”.

). I suoi seguaci 325 Vd. oltre, pp. 1242-1243.

siddetto “Partito 326 Fin dal 1833 egli aveva pubblicato le Fiabe norvegesi (Norske Sagn, seconda edizione 1844).

), 327 Norske Folkeviser, 1853. Da notare qui che per il proprio lavoro Landstad aveva utilizzato

ari “danomani” anche materiale raccolto da Olea Crøger (1801-1855), la quale si era dedicata alla ricerca delle

ella norvegicità”ballate popolari (e delle melodie relative) della zona del Telemark. Su di lei, unica donna di questo

, il cuigruppo di studiosi, vd. HEGGTVEIT H.G. – BERGE R., Olea Crøger, Risør 1918.

del quale è detto 328 Le prime Fiabe popolari norvegesi (Norske Folkeeventyr) furono pubblicate in quattro
4
fascicoli tra il 1841 e il 1844, l’edizione completa ampliata (cui qui si fa riferimento) nel 1852. Da

è qui del tutto solo Asbjørnsen pubblicò le Fiabe su esseri sovrannaturali e racconti popolari (Norske

e sul quotidianoHuldreeventyr og Folkesagn, 1845-1848) che riflettono il persistere nel folclore della credenza su

mico Johan Dahl esseri sovrannaturali e della possibilità per gli umani di incontrarli (per la precisione il termine hulder

editore di molteindica una figura femminile dall’aspetto attraente, ma con la schiena cava e una lunga coda come di

ubblicò invece il una mucca, che dimora nelle colline e nelle montagne e che cerca di attirare a sé gli uomini in
giovane età). Come è lecito attendersi questi lavori ebbero una numerosa serie di edizioni (e

re Johan Ludvig riedizioni).

329 Su di lui vd. ALLWOOD M.S., Eilert Sundt. A Pioneer in Sociology and social Anthropology

del compleanno Oslo 1957 e anche STENSETH B., “Eilert Sundt som nasjonalromantiker”, in VP 1800-tallet, pp. 77-

isti radicali. Ne 90.

esa”), alla quale 330 Si tratta dei medesimi studiosi a cui si deve l’avvio della raccolta delle antiche leggi norvegesi

p. 876), il quale(NGL).

17 maggio, data 331 La quale riprendeva e sviluppava studi dello storico Gerhard Schøning (cfr. p. 721, nota 184 e

dæmringp. 793 con note 488 e 490). Vd. WIBORG BONAFEDE C., Innvandringslæren hos Jakob Rudolf Keyser

og Peter Andreas Munch, Oslo 1956. Su Keyser vd. KOHT H., “Rudolf Keyser”, in Syn og Segn,

1962, pp. 137-142.

332 L’opera principale di P.A. Munch è la voluminosa Storia del popolo norvegese (Det norske

aveva utilizzato Folks Historie, 1852-1859). Su Munch vd. DAHL O., “Peter Andreas Munch (1810-1863)”, in VP

lla ricerca delle1800-tallet, pp. 65-75. La teoria di Keyser e Munch sarebbe stata confutata da Ludvig Kristensen

donna di questoDaa (cfr. p. 904 e p. 953) nel congresso dei naturalisti nordici tenuto nel 1868 a Christiania (Have

Germanerne invandret til Skandinavien fra nord eller syd? Særtrykk av Forhandlinger ved de

icate in quattro Skandinaviske Naturforskeres Møde 1868, Christiania 1868).

to) nel 1852. Da 333 Il titolo è Storia della Norvegia a uso dell’insegnamento per la gioventù (Norges Historie til

NorskeBrug ved Ungdommens Underviisning, 1831).

ella credenza su 334 In questo ambito i nomi di maggior spicco sono quelli dei succitati storici Jacob Rudolf

hulder Keyser e Peter Andreas Munch (cfr. nota 330) ma anche del filologo Carl Richard Unger (1817-

ga coda come di 1897). L’importanza di questo lavoro per la ricostituzione dell’identità nazionale norvegese è

sé gli uomini in evidente; del resto già la traduzione delle “saghe dei re” di Snorri Sturluson (vd. pp. 321-322) uscita
e di edizioni (enegli anni 1838-1839 a cura di Jacob Aall (1773-1844), possidente, politico, membro dell’assemblea

costituente di Eidsvoll e letterato, aveva avuto un notevole impatto in questo senso. Tale è anche

al Anthropology,l’intendimento alla base del noto testo sulla mitologia nordica pubblicato una prima volta da Munch a

, pp. 77-Christiania nel 1840 con il titolo Le antiche storie degli dèi e degli eroi del Nord esposte in breve

(Nordens gamle Gude- og Helte-Sagn i kortfattet Fremstilling) e successivamente ampliato (1854,

e leggi norvegesi1880). In questo periodo Christian Lange e Carl Richard Unger danno anche l’avvio alla corposa

raccolta del Diplomatarium Norvegicum (DN).

. 721, nota 184 e 335 Più tardi (1894) nella scia di questo costante senso di ricerca e consolidamento dell’identità

ob Rudolf Keyser nazionale sorgerà il Museo di storia popolare (Norsk Folkemuseum) di Bygdøy presso Oslo per

Syn og Segn,iniziativa del bibliotecario Hans Aall (1869-1946), pronipote per parte di padre di due dei delegati di

Eidsvoll, Jacob (vd. sopra, nota 334) e Jørgen Aall (1771-1833); gran parte delle costruzioni

Det norske tradizionali che si trovano nel museo erano state raccolte da re Oscar II che si era adoperato per

VPsostenere la cultura norvegese.

udvig Kristensen 336 Andreas era figlio di Johan Storm Munch (cfr. nota 315).

Have 337 Nella prima metà dell’Ottocento il teatro norvegese muove i primi passi; vd. oltre, pp. 1079-

ndlinger ved de 1080. Il celebre syngespil di Bjerregaard, dal titolo Fiaba di montagna (Fjeldeeventyret, 1825) fu il

primo del genere in Norvegia e fu musicato da Waldemar Thrane (su cui poco più avanti). Intimo

orges Historie tilamico di Bjerregaard fu Conrad Nicolai Schwach (1793-1860) che, seppure attratto dalla nuova

estetica (fu tra l’altro traduttore di Atterbom e Stagnelius; vd. pp. 923-924 e p. 925), rimane ancora

ci Jacob Rudolflegato alle forme espressive del Settecento.

rd Unger (1817- 338 Vd. testo a p. 1029. In precedenza erano stati composti diversi ‘canti nazionali’, quale – a

ale norvegese èesempio – Per la Norvegia [nell’anno] 1808 (For Norge 1808) del poeta Ole Christian Bull (1762-

321-322) uscita1814, cfr. nota 365), testo rimasto per altro inedito (per i riferimenti ai manoscritti vd. O. CHR. BULL,
o dell’assembleaLeilighetsdikt, med en avhandling om språkformen, Kristiansundsdialekt, av D.A. SEIP, Oslo 1942,

so. Tale è anchepp. 35-36 e p. 97, nr. 59).

volta da Munch a 339 Dal 1911 ha preso il nome di Scuola statale dell’artigianato e dell’industria artistica (Statens

esposte in brevehåndverks- og kunstindustriskole). Dal 1996 fa parte della Scuola superiore dell’arte

ampliato (1854,(Kunsthøgskolen) creata in quell’anno per raccogliere diversi istituti attivi nel campo dell’arte, della

vio alla corposamusica e del teatro.

340 A Flintoe si devono anche le incisioni (di chiara impronta nazionalistica) inserite nell’edizione

ento dell’identitàdelle saghe dei re di Jacob Aall del 1838-1839 (vd. sopra, nota 334).

presso Oslo per 341 Tuttora attiva come Oslo Kunstforening, essa ospita dunque la più antica galleria d’arte del

ue dei delegati diPaese. In Norvegia la prima esposizione artistica permanente fu aperta nel castello di Christiania nel

delle costruzioni 1841.

ra adoperato per 342 Vd. pp. 1006-1007.

343 Un ‘precursore’ della pittura paesaggistica di stampo romantico può essere visto in Johan

Friedrich Leonhard Dreier (1775-1833), che ha lasciato numerose raffigurazioni della città di Bergen.

oltre, pp. 1079- 344 Su di lui WILLOCH S., Maleren Thomas Fearnley, Oslo 1932.

, 1825) fu il 345 Questo artista fu il primo ad attribuire un grande valore pittorico ai paesaggi della Norvegia

ù avanti). Intimosettentrionale. Altri interessanti pittori norvegesi romanticamente ispirati da questo territorio sono

atto dalla nuova Knud Baade (subito oltre citato) e Christian Due (1805-1893). Vd. KVÆRNE P. – MALMANGER M.

), rimane ancora (red.), Un peintre norvégien au Louvre. Peder Balke (1804-1887) et son temps / A Norwegian painter

in the Louvre. Peder Balke (1804-1887) and his times, Oslo 2006.

onali’, quale – a 346 Vd. oltre, p. 938 e pp. 1091-1092. Eccellente allievo di Gude fu August Cappelen (1827-

stian Bull (1762-1852) prematuramente scomparso.

ULL, 347 Sulle stavkirker vd. pp. 270-272. Nell’ambito di questi interessi nel 1844 Dahl diede vita
, Oslo 1942, insieme al pittore Joachim Frich (1810-1858) all’Associazione per la tutela dei monumenti antichi

(Foreningen til norske Fortidsminnesmerkers Bevaring).

Statens 348 La scuola sarà in seguito gestita dal pittore Knud Larsen Bergslien (1827-1908), noto come

eriore dell’arteritrattista e pittore di temi storici. Va qui inoltre ricordato, per ragioni di completezza, un pittore

o dell’arte, della‘norvegese solo in parte’, Knud Bull (1811-1889), fratello del violinista Ole (su cui poco oltre) e

allievo di Dahl a Dresda, il quale successivamente in Inghilterra fu condannato come falsario e

rite nell’edizionedeportato in Australia (1846), dove rimase anche dopo aver scontato la pena stabilendosi a Hobart in

Tasmania e successivamente a Sidney. Bull è considerato uno dei fondatori della scuola pittorica

alleria d’arte delaustraliana. Su di lui vd. HANSEN I., Australia’s Norwegian Convict Painter Knud Geelmuyden Bull

di Christiania nel1811-1889, Canberra 1989.

349 Vd. BENESTAD F., Waldemar Thrane. En pionér i norsk musikkliv, Oslo 1961.

350 Il cui testo (1825) fu scritto, come si è visto, da Henrik Anker Bjerregaard (cfr. nota 337). A

e visto in Johan questa generazione di musicisti appartengono anche i dano-norvegesi Hans Hagerup Falbe (1772-

a città di Bergen. 1830) e Lars Møller Ibsen (1786-1846).

351 Vd. p. 857.

i della Norvegia 352 Il soprannome significa “ragazzo del mugnaio”; in effetti il padre di Torgeir Augundsson era

o territorio sono un mugnaio (norv. møller e mylnar, rispettivamente in bm e nn, termine che compare in forma

M.alterata nel composto il cui secondo elemento è ripreso da gutt “ragazzo”).

orwegian painter 353 Nell’Ottocento la tradizione del hardingfele appare assai apprezzata, si veda anche la figura di

Knut Fingarson Fosslia (1816-1880) originario della regione di Buskerud ma poi (1848) emigrato in

Cappelen (1827- America.

354 Ludvig Mathias Lindeman fa parte di una nota famiglia di musicisti: il padre Ole Andreas

Dahl diede vita(1769-1857) era organista a Trondheim; il figlio Peter (1858-1930), compositore e docente di musica,
onumenti antichiavrebbe sposato la cugina Anna (1859-1938), come lui docente e compositrice; a sua volta il figlio

della coppia Tryggve (1896-1979) sarebbe stato un apprezzato violoncellista (vd. LINDEMAN T., Den

908), noto cometrønderske familie Lindeman, Trondheim 1924).

tezza, un pittore 355 Vd. GAUKSTAD Ø., Ludvig Mathias Lindemans samling av norske folkeviser og religiøse

cui poco oltre) e folketoner, I-II, 1997-2003.

come falsario e 356 Solo nel 1973 sarà istituita la Scuola superiore norvegese di musica (Norges musikkhøgskole),

ndosi a Hobart ingestita dallo Stato.

scuola pittorica 357 Vd. testo a p. 1029.

Geelmuyden Bull 358 La sorella di Halfdan, Ida Kjerulf, morta di tubercolosi nel 1840 a soli ventitré anni, era stata

il grande amore dello scrittore, un amore ricambiato ma non approvato dalla famiglia di lei per la

quale la condizione sociale di Welhaven non era all’altezza delle aspettative. Ciò nonostante tanto

cfr. nota 337). AHalfdan quanto il fratello, il pittore Hjalmar (1815-1847), mantennero con Welhaven un rapporto di

up Falbe (1772-amicizia e collaborazione. Su Halfdan Kjerulf vd. GRINDE N., Halfdan Kjerulf. Nordmann og

europeer. En komponist og hans tid, Oslo 2003.

359 Su Gude e Tidemand vd. sopra, p. 937, sul secondo anche pp. 1091-1092. Anche August

Augundsson eraBournonville (vd. p. 922) creò (su musiche di Holger Simon Paulli, 1810-1891) un balletto sul tema.

mpare in formaVd. HAVERKAMP F.E. – LANGE M.I. (red.), Der aander en tindrende Sommerluft varmt over

Hardangerfjords Vande…, catalogo della mostra Tidemand & Gude, Nasjonalgalleriet 28 september

nche la figura di– 7 desember 2003, [Oslo], pp. 8-15 e inoltre KJØRUP S., “Tekstens billede – om Andreas Munchs

848) emigrato indigt ‘Brudefærden’”, in NRZB, pp. 121-128. Del 1926 è inoltre un film muto realizzato dal regista

norvegese Rasmus Breistein (1890-1976).

dre Ole Andreas 360 Vd. p. 329, nota 6.

ocente di musica, 361 Moe usò questa espressione nel titolo di una serie di conferenze, successivamente pubblicate
ua volta il figlio(vd. MOE M., Samlede skrifter, utgitt ved K. LIESTØL, I-III, Oslo 1925-1927, vol. III, pp. 1-196). In

Den questo contesto il termine gjennombrudd (così in bm, gjennombrot(t) in nn) è difficilmente

traducibile in italiano, in quanto ha senso di “rottura”, “cedimento”, “sfondamento”, “irruzione”, ma

ser og religiøseanche di “prima manifestazione”, “primo successo”.

362 Vd. pp. 419-420.

), 363 Vd. p. 821, nota 633.

364 Si tratta di un testo pubblicato in forma anonima nel 1771 dal titolo Dialogo tra Einar

Jermonsøn e Reidar Randulvsøn di Opland nella diocesi di Akershus in Norvegia (Samtale imellem

ré anni, era stataEinar Jermonsøn og Reidar Randulvsøn paa Opland i Aggershuus-Stift i Norge) da attribuire

glia di lei per laall’ecclesiastico Rejer Giellebøl (1737-1803): esso è redatto nel dialetto orientale della zona di Vik.

nonostante tanto Vd. SEIP D.A., “Et norsk stridsskrift mot embedsmagten fra trykkefrihetstiden”, in NHT III (1916),

n un rapporto dipp. 397-406.

. Nordmann og 365 Qui ci si riferisce in particolare alle cosiddette “canzoni della vallata” (døleviser) composte

nel dialetto di Gudbrandsdalen attorno al 1770. In questo contesto vanno ricordati altri poeti: il

. Anche Augustfunzionario Tomas Rosing De Stockfleth (1742-1808) che nel medesimo dialetto scrisse (1770 o

balletto sul tema. 1771) un componimento dal titolo Ritorno a casa (Heimattkomsten); Hans Hanson (1777-1837),

luft varmt overautore di poesie nel dialetto di Telemark (vd. SCHNEIDER J. A., Bygdemaalsdigteren Hans Hanson,

iet 28 september Kristiania 1909); Ole Christian Bull che compone volentieri nel dialetto di Kristiansund, suo luogo

Andreas Munchs natale (vd. O. CHR. BULL, Leilighetsdikt, citato alla nota 338, un testo in cui alle pp. 43-44 sono

zzato dal registariportate notizie su altri poeti dialettali). La tradizione di una ‘letteratura dialettale’ è rappresentata

anche da autori come Mons Lie (1757-1827), Tarjei Vinsvaal (1770-1832), Hans Allum (1777-1848)

e Tormod Knutsson Borgegjorde (1797-1868), ma anche dal pittore, prosatore e poeta Simon Olaus

mente pubblicateWolff (1796-1859). Vd. anche SKARD 1972-1979 (B.5), II, pp. 118-120.
I, pp. 1-196). In 366 Tra le quali Christiania andava assumendo crescente importanza anche da questo punto di

è difficilmentevista.

“irruzione”, ma 367 O anche norvego-danese: tale denominazione fu usata per la prima volta nel 1817; vd. SKARD

1972-1979 (B.5), III, p. 7. Una distinzione fra tre varianti: i dialetti parlati nelle zone rurali e vicini

all’antico nordico, la lingua parlata nella città (il ‘norvegese’ influenzato dal danese e dalla lingua

letteraria) e la lingua scritta (in sostanza il danese) viene fatta nel 1832 in un articolo “Sulla lingua

alogo tra Einar norvegese” (“Om norsk språk”) del giurista e politico di opposizione Jonas Anton Hielm (1782-

Samtale imellem1848), il quale sottolinea altresì la necessità di mettere ordine nella confusa situazione linguistica del

) da attribuirePaese (lo scritto di Hielm è riportato in Fra norsk språkhistorie. En antologi ved E. HANSSEN, Oslo

ella zona di Vik. 19792, pp. 108-118). È evidente che, tenuto conto della conformazione geografica del Paese e della

III (1916),ubicazione dei centri urbani, la suddivisione tra i ‘diversi tipi’ di norvegese risulta più articolata.

Vemund Skard sottolinea come anche nelle zone circostanti le città si parlasse una lingua

) compostesostanzialmente impostata sul danese, seppure meno raffinata (SKARD 1972-1979 [B.5], II, pp. 115-

ati altri poeti: il116).

scrisse (1770 o 368 Va però rilevato come la possibilità di una ‘separazione linguistica’ della Norvegia dalla

on (1777-1837),Danimarca fosse stata considerata fin dalla seconda metà del Settecento, trovando poi un convinto

n Hans Hanson,assertore in Gregers Fougner Lundh, economista ma, soprattutto, promotore del risveglio culturale

nsund, suo luogo del suo Paese; vd. SKARD 1972-1979 (B.5), II, pp. 127-128 e ANDRESEN A.FR., “Gregers Fougner

pp. 43-44 sonoLundh – nasjonsbyggeren (1786-1836)”, in VP 1800-tallet, pp. 37-63.

’ è rappresentata 369 Su Lundh cfr. nota precedente, su Bjerregaard cfr. p. 935 con nota 337 e p. 1029.

lum (1777-1848) 370 Il che si rileva soprattutto nell’inserimento di termini ripresi dai dialetti e nell’adattamento

eta Simon Olaus delle forme grafiche alla pronuncia, ma in parte anche nella morfologia, nella sintassi, nella

formazione delle parole e nello stile (per gli esempi si rimanda a SKARD 1972-1979 [B.5], III, pp. 30-
questo punto di 38).

371 Il testo Om norsk Sprogreformation è riportato in Fra norsk språkhistorie (indicazioni alla

KARDnota 367), pp. 131-156.

ne rurali e vicini 372 HWSS III: I, p. 447 (da Statsborgeren, 10 marzo 1833). Si tratta di un elenco di otto norme

se e dalla lingua inteso a contribuire al miglioramento della lingua norvegese.

olo “Sulla lingua 373 In ciò inaugurando quello che sarà il successivo dibattito ortografico che metterà in luce la

on Hielm (1782- necessità di vere e proprie riforme in questo ambito.

ne linguistica del 374 “en af Europas mest dannede Nationers Literatur”: questa affermazione si trova nello scritto

, Oslosulla Riforma della lingua norvegese (Norsk Sprogreformation del 1832 (riportato in Fra norsk

del Paese e dellaspråkhistorie, vd. indicazioni alla nota 367, pp. 119-130; la citazione da p. 121) che costituisce il suo

ta più articolata.principale contributo al dibattito.

asse una lingua 375 A Munch (e a Keyser; cfr. pp. 933-934) va tra l’altro il merito di aver ottenuto che l’antico

B.5], II, pp. 115-nordico fosse inserito (in alternativa all’ebraico) come materia a scelta nel piano di studi per la laurea

in filologia.

Norvegia dalla 376 Cfr. p. 721.

poi un convinto 377 È la regione che si trova sotto il circolo polare artico.

sveglio culturale 378 Accanto ad Aasen, che nel 1841 compilò una grammatica del dialetto di Sunnmøre, sua zona

Gregers Fougnerdi origine (vd. BONDEVIK J. – NES O. ET AL. [red.], Sunnmørsgrammatikkane av Ivar Aasen, Bergen

1992), furono pionieri in questo ambito Niels Svenungssen (1779-1847), autore di un lavoro su La

lingua norvegese di montagna (Det norske Fjeldsprog), che fa riferimento al dialetto delle zone

nell’adattamento montane della Norvegia meridionale (testo pubblicato solo nel 1985) e Caspar Hansen (1808-1886)

a sintassi, nella che ha lasciato studi inediti (grammaticali e lessicali) sul dialetto di Hallingdal i cui manoscritti (tutti

B.5], III, pp. 30-del 1844) sono conservati presso la Biblioteca nazionale (Nasjonalbiblioteket) di Oslo: ms. 692 8vo
(Forsøg til Fremstilling af de væsentligste grammatikalske Regler i den Hallingdalske Mundart), ms.

(indicazioni alla693 8vo (Ordbog, indeholdende Samling af Hallingdalske Ord), ms. 900 4to (Forsøg til en

Grammatik i den Hallingdalske Mundart) e ms. 901 4to (ancora con il titolo Ordbog, indeholdende

co di otto normeSamling af Hallingdalske Ord). Gli ultimi tre sono redatti in collaborazione con Andreas Wulfsberg

Grøtting (1816-1870). Vd. in proposito anche HOVDHAUGEN 1987 (C.9.2), pp. 85-86 e HANNAAS T.,

metterà in luce la“Norske bygdemåls-arbeid fyrr Ivar Aasen”, in Festskrift til Amund B. Larsen. På hans 75-års

fødselsdag 15. desember 1924, Kristiania 1924, pp. 87-105.

ova nello scritto 379 Che egli ritrovò nelle zone costiere dei fiordi e in quelle montagnose a loro prospicienti nella

Fra norsk Norvegia sud-occidentale (Vestlandet), in particolare nelle regioni di Hardanger, Sogn e Voss.

costituisce il suo 380 In pieno spirito patriottico egli intendeva dunque che quella fosse la lingua della nazione.

Tuttavia con il termine land (“Paese”, ma anche “campagna”) Aasen (che rivendicava le proprie

nuto che l’antico origini contadine) voleva anche sottolineare come tale idioma provenisse dalle zone rurali

tudi per la laureaconsiderate in contrasto con la città (SKARD 1972-1979 [B.5], III, p. 82).

381 Rispettivamente Det norske Folkesprogs Grammatikk e Ordbog over det norske Folkesprog.

382 In primo luogo nelle nuove edizioni della grammatica (1864) e del dizionario (1873).

383 Vd. nota successiva.

nmøre, sua zona 384 Il cambio di denominazione è avvenuto nel 1929, contestualmente a quello del landsmaal; vd.

, BergenLov om lærerskoler med nye navn på de to mål (approvata all’Odelstinget il 1 febbraio e al Lagtinget

Lail 21 febbraio di quell’anno). Si fa qui notare che nell’indicazione delle denominazioni di queste

aletto delle zonelingue si è preferito usare la grafia dell’epoca in cui esse furono coniate (dunque landsmaal e

sen (1808-1886) riksmaal anziché landsmål e riksmål), mentre per bokmål si è preferito ricorrere alla grafia stabilita

manoscritti (tutti dalla riforma ortografica del 1917. Su Knudsen cfr. p. 825, nota 654.

ms. 692 8vo 385 Si ricordi anche la nascita nel 1868 della casa editrice Det Norske Samlaget i cui fondatori si
ms.prefiggevano lo scopo di pubblicare libri in landsmaal.

Forsøg til en 386 Si citi qui la nascita di associazioni linguistiche attive in questo ambito come la

og, indeholdendeVestmannalaget, sorta a Bergen nel 1868 (e dunque la più antica del Paese), la Norigs Maallag (ora

dreas WulfsbergNoregs Mållag, 1906) intesa a promuovere il landsmaal e l’Associazione per il riksmaal

T., (Riksmaalforbundet fondata nel 1907 da Bjørnstjerne Bjørnson (vd. p. 1079). Ma si ricordi anche il

På hans 75-års caso di Wollert Konow (1845-1924), primo ministro tra il 1910 e il 1912 che, per essersi espresso in

favore del landsmaal nel corso di una conferenza, fu costretto alle dimissioni in quanto si sostenne

prospicienti nellache non aveva mantenuto una posizione di equidistanza a riguardo.

387 Vd. p. 604, nota 351 e p. 823 con note 648-649; p. 316 con nota 104 e p. 918, rispettivamente.

a della nazione. 388 Vd. p. 730 e p. 853; p. 726, p. 823 e p. 839; p. 728 e p. 729, tutte con note relative.

icava le proprie 389 Vd. p. 918.

alle zone rurali 390 Vd. p. 824.

391 Vd. p. 294. Questo autore (da non confondere con l’ononimo nipote) avrebbe avuto un

notevole influsso su Jónas Hallgrímsson (su cui vd. poco oltre). Su di lui vd. BJÖRNSSON Á.S.,

Benedikt Gröndal Jónsson. Þættir um líf hans og list, Reykjavík 1976. Successivamente (1798) Pope

sarà tradotto da Jón Þorláksson (vd. pp. 839-840). Cfr. p. 1075, nota 490.

; vd. 392 Vd. pp. 879-880.

Lagtinget 393 Questa espressione (dönskusletturnar) si trova nell’articolo che introduce il primo numero

azioni di queste della rivista Fjölnir (su cui poco più avanti): Fjölnir. Árs-Rit Handa Íslendíngum. Samið, kostað og

egefið út af BRYNJÓLFI PÉTURSSYNI, JÓNASI HALLGRIMSSYNI, KONRÁÐI GJÍSLASYNI, TÓMASI

a grafia stabilita SÆMUNZSYNI. Fyrsta ár, 1835, p. 6.

394 Vd. gli esempi riportati a p. 825.

i cui fondatori si 395 Nell’articolo introduttivo della rivista Fjölnir (cfr. nota 393) si legge: “Nessuna nazione
diviene tale se prima non parli una propria lingua e se muoiono le lingue muoiono ugualmente le

mbito come lanazioni o si trasformano in un’altra […]” (DLO nr. 162). In questo contesto va menzionata anche la

(oracompilazione di dizionari come quello, sopra citato, di Björn Halldórsson di Sauðlauksdalur (vd. p.

riksmaal823) e il dizionario daneseislandese pubblicato nel 1819 dall’ecclesiastico Gunnlaugur Oddsson

i ricordi anche il(1786-1835) allo scopo di facilitare agli Islandesi la lettura di testi danesi: Dizionario che contiene la

sersi espresso inmaggior parte delle parole rare, inusuali e di difficile comprensione che compaiono nei libri danesi

uanto si sostenne(Orðabók, sem inniheldur flest fágæt, framandi og vandskilin orð er verða fyrir í dönskum bókum).

396 Vd. p. 911. Su di lui: “Bjarni Thorarensen, skáld og amtmaður”, in BR, pp. 89-92.

rispettivamente. 397 Sulla scorta d’una tradizione che comincia a formarsi a partire dal XVI secolo questi due

elementi appaiono ora strettamente legati (il che è, del resto, anche il caso della Norvegia). Va qui

opportunamente osservato che nella letteratura medievale islandese i riferimenti alla natura sono al

contrario decisamente scarsi. Il caso più celebre è forse un passo della Saga di Gísli (cap. 12) nel

vrebbe avuto un quale l’evocazione di uno scenario naturale ha la funzione di sottolineare l’ineluttabilità del destino

Á.S.,(il testo è riportato a p. 179, nota 312).

ente (1798) Pope 398 Si citino qui Sigurður Breiðfjörð (1798-1846; vd. “Sigurður Breiðfjörð, skáld”, in BR, pp.

106-109), Hjálmar Jónsson di Bóla (vd. p. 524, nota 219) e le poetesse Guðný Jónsdóttir di Klambrar

(1804-1836; vd. KRESS H. “Líf og ljóð. Guðný Jónsdóttir frá Klömbrum”, in KRESS H. –

l primo numero TRAUSTADÓTTIR R. [ritstj.], Íslenskar kvennarannsóknir, Reykjavík 1997, pp. 23-32) e Rósa

Samið, kostað ogGuðmunsdóttir, nota come Vatnsenda-Rósa (da Vatnsendi, fattoria in cui abitava in Vesturhópur,

ÓMASI1795-1855; vd. “Vatnsenda-Rósa”, in SKFA II, pp. 109-171).

399 Nella mitologia nordica Skírnir è il nome del servitore del dio Freyr che corteggia per lui

Gerðr, figlia di un gigante (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 149-152).

Nessuna nazione 400 Vd. p. 824.


o ugualmente le 401 Per molti versi in contrasto con Il corriere del sud.

nzionata anche la 402 Nei testi di carattere mitologico Fjölnir, che significa “assai sapiente” (o “eclettico”), è uno

auksdalur (vd. p. dei numerosi appellativi del dio Odino (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 203). Un altro

laugur Oddsson personaggio dal medesimo nome era, secondo Snorri Sturluson (sul quale vd. p. 287, nota 13), un

o che contiene laleggendario re svedese, figlio del dio Freyr, che regnò a Uppsala dopo suo padre. È detto che una

o nei libri danesivolta questo re si recò in Selandia da Fróði dove fu allestito un grande banchetto. In questa occasione

ci furono grandi bevute. In seguito a ciò durante la notte Fjölnir uscì dalla sua stanza (dormiva al

piano superiore) per fare i propri bisogni, ma poiché era ubriaco fradicio e assonnato quando volle

ecolo questi due tornare a letto inciampò e cadde dentro un grande recipiente, posto nel cortile interno, che era colmo

orvegia). Va quidi idromele e lì morì annegato (Ynglinga saga, cap. 11). La figura di Fjölnir e la sua storia fanno

a natura sono alevidente allusione al dio della fecondità (cui rimanda anche il nome Fróði attribuito nella tradizione a

(cap. 12) neldiversi personaggi leggendari); vd. CHIESA ISNARDI G., “Il re sacrificato. Morte rituale del sovrano

bilità del destinonell’antica società nordica”, in I gesti del sacro. Rito e rituali (= I quaderni di Avallon, XXXI, 1993),

pp. 108-109 e CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 280-281. Vd. inoltre KRISTJÁNSSON A., “Fjölnir.

, pp.159. ár”, in Skírnir CLIX (1985), pp. 29-44.

óttir di Klambrar 403 “Il primo punto è l’utilità. Tutto ciò che verrà detto nella rivista concorre a una qualche utilità.

H. –Per questo si richiede che esso riguardi la vita e il comportamento degli uomini e provi ad abbattere

23-32) e Rósa quegli ostacoli che sono posti a una più razionale organizzazione e al benessere, o dalla natura o dalla

in Vesturhópur,società umana o dall’intimo dell’uomo medesimo […] Il secondo punto che noi non intendiamo mai

dimenticare è la bellezza. Essa è legata all’utilità in così grande misura che ciò che è bello è sempre

corteggia per luiutile, spiritualmente o fisicamente, o così [concorre] all’accrescimento dell’utilità. Tuttavia la

bellezza per sua natura non è in alcun modo dipendente da quella, piuttosto è così eccellente che tutti

gli uomini devono desiderarla per se medesima […] Il terzo punto è la verità. La ragione ha sete della
verità per se stessa; essa le è tanto preziosa che ogni volta [non deve] domandarsi di che utilità sia;

clettico”), è uno essa è tanto indispensabile all’anima quanto il cibo al corpo […] Ma al quarto posto sta quella cosa,

203). Un altrosenza la quale tutto ciò che prima è stato detto non avrebbe per l’uomo alcun valore, e questa cosa, in

87, nota 13), unogni impresa umana, deve essere al primo posto davanti a tutte le altre, e stare particolarmente a

È detto che unacuore a tutti gli scrittori. La ragione non chiede solo ciò che è utile e bello e vero, piuttosto anche ciò

questa occasioneche è buono e morale” (DLO nr. 163).

anza (dormiva al 404 Vd. “Brynjólfur Pétursson, stjórnardeildarforseti” e “Tómas Sæmundsson, prófastur”, in BR

ato quando vollepp. 127-130 e pp. 114-117, rispettivamente.

o, che era colmo 405 Alla ‘decontaminazione’ della lingua contribuirono anche i docenti della scuola di Bessastaðir

sua storia fanno(vd. p. 731, nota 234), tra cui Hallgrímur Scheving (1781-1861) filologo, linguista e insegnante di

nella tradizione aKonráð Gíslason, e Sveinbjörn Egilsson (1791-1852), teologo, traduttore e poeta cui si devono, tra

uale del sovranol’altro, versioni islandesi di celebri testi greci come l’Iliade e l’Odissea, ma anche la traduzione

, XXXI, 1993), dell’Edda di Snorri. Egli inoltre ha lasciato un dizionario della lingua degli scaldi (Lexicon poëticum,

A., “Fjölnir.pubblicato a Copenaghen nel 1860), successivamente rivisto e ampliato dal linguista e filologo

Finnur Jónsson (cfr. p. 1102, nota 627); un lavoro che resta un punto di riferimento per gli studi in

a qualche utilità. materia (in Bibliografia [B.5] è indicata la prima edizione nella revisione di Jónsson). Vd.

rovi ad abbattere“Sveinbjörn Egilsson, kennari og skáld”, in BR, pp. 97-100 e “Konráð Gíslason, prófessor”, ibidem,

lla natura o dallapp. 123-126.

intendiamo mai 406 Vd. p. 877 e p. 880.

è bello è sempre 407 Vd. “Jónas Hallgrímsson, skáld”, in BR, pp. 118-122.

lità. Tuttavia la 408 Vd. oltre, p. 1076 con nota 495.

cellente che tutti 409 Il libro fu pubblicato dall’editore Bonnier di Stoccolma nel 1866.

one ha sete della 410 Si tratta del monte Esja (o Esjan), alto 914 mt. che si trova a circa 10 km. a nord di Reykjavík.
di che utilità sia; 411 DLO nr. 164.

o sta quella cosa,

e questa cosa, in

articolarmente a

uttosto anche ciò

BR,

la di Bessastaðir

e insegnante di

ui si devono, tra

he la traduzione

exicon poëticum,

guista e filologo

o per gli studi in

i Jónsson). Vd.

ibidem,

rd di Reykjavík.
411 DLO nr. 164.
CAPITOLO 12

Verso le democrazie nordiche

12.1. Scandinavismo

Attorno alla metà dell’Ottocento conosce il suo culmine in Scandinavia un movimento di

carattere politico e culturale che, sorto sulle ceneri delle antiche contrapposizioni, si

proponeva una collaborazione (e magari una nuova unione politica) tra i Paesi nordici: il

cosiddetto scandinavismo. Dopo secoli segnati da conflitti quasi ininterrotti, i primi segnali

in direzione di un avvicinamento (in primo luogo fra i tradizionali nemici Danimarca e

Svezia) si erano avuti fin dalla seconda metà del Settecento, manifestandosi innanzi tutto

nell’ambito letterario, allorché uno scrittore come il dano-norvegese Holberg aveva trovato

in Svezia calorosa accoglienza e la lettura delle opere di Ewald e Baggesen aveva stimolato

la riflessione critica dei migliori autori svedesi.1 Minore importanza va attribuita a fattori

politici, come accordi conclusi in diversi ambiti (commerciale, difensivo, politico) tra i due

Paesi che, del resto, non avrebbero tardato a ritrovarsi su fronti opposti. Se da questo punto

di vista gli interessi nazionali e le contrapposte alleanze determinarono dunque la ripresa

delle ostilità, l’ambito privilegiato per tentativi di una nuova collaborazione fu piuttosto

quello culturale: del 1796 è la fondazione a Copenaghen, per iniziativa di Jens Kragh Høst

(1772-1844) della Società letteraria scandinava (Skandinavisk litteraturselskab)2 che tuttavia

fu presto in pratica ‘monopolizzata’ dai danesi; non soltanto al suo interno i membri svedesi

erano in minoranza, ma la rivista Museo scandinavo (Skandinavisk museum, 1798-1803) da

essa pubblicata concesse loro poco spazio.3 Un impulso decisivo venne (complice il
rinnovato ideale del prestigio dei popoli nordici e della loro tradizione) con il periodo

romantico: il nuovo clima di superamento dei conflitti si inaugura con l’omaggio fatto da

Esaias Tegnér ad Adam Oehlenschläger in occasione del suo addottoramento a Lund con

n movimento di l’imposizione della corona di alloro (1829).4 Il decennio successivo vedrà l’intensificarsi dei

apposizioni, sicontatti e il progressivo affermarsi dell’ideale di fraternità dei popoli nordici: nel 1839 si

Paesi nordici: ilterrà a Göteborg il primo congresso interscandinavo dei naturalisti, nello stesso anno molti

i primi segnali studenti festeggeranno a Copenaghen la ‘triade nordica’ e il letterato danese Povl Frederik

i Danimarca eBarfod (1811-1896) avvierà la pubblicazione della rivista Bragi e Iðunn (Brage og Idun)5

si innanzi tuttoallo scopo di promuovere la collaborazione fra gli uomini di cultura dei Paesi scandinavi.

g aveva trovato Come è facile intuire questi ideali trovarono accoglienza soprattutto nell’ambiente

aveva stimolatouniversitario: nel 1843 ci fu una riunione di studenti nordici a Uppsala alla quale seguì la

ribuita a fattorifondazione della Società scandinava (Skandinavisk Selskab);6 due anni dopo un’altra a Lund

litico) tra i due e Copenaghen: in questa occasione il giurista danese Martin Orla Lehman7 tenne un celebre

da questo puntodiscorso davanti a circa millesettecento giovani i quali, infiammati dalle sue infervorate

nque la ripresaparole, giurarono di lottare per l’unione del Nord. Questi raduni si ripeterono poi con una

ne fu piuttosto certa frequenza.8

ens Kragh Høst Convinti scandinavisti saranno uomini di cultura danesi come il poeta e politico Carl

che tuttavia Parmo Ploug (1813-1894) e lo storico della letteratura Carl Frederik Rosenberg (1829-1885);

membri svedesi norvegesi come il giornalista, storico e politico Ludvig Kristensen Daa,9 il matematico,

1798-1803) dafisico, educatore e politico Ole Jacob Broch,10 lo storico dell’arte (noto studioso delle

e (complice ilstavkirker)11 e scrittore Lorentz Henrik Segelcke Dietrichson (1834-1917); svedesi come
con il periodoCarl Vilhelm August Strandberg12 che espresse i propri sentimenti scandinavistici in poesia,

maggio fatto datra l’altro esortando alla liberazione della Finlandia dal dominio russo, il giornalista e politico

nto a Lund conPer August Ferdinand Sohlman (1824-1874), il politico, storico e giornalista Sven Adolf

ntensificarsi deiHedin (1834-1905). Accanto a loro (e a molti altri) nomi ben più noti come, a esempio, quelli

ci: nel 1839 si di N.F.S. Grundtvig (che aveva progettato di fondare una grande università nordica a

sso anno moltiGöteborg), Esaias Tegnér, Andreas Munch, Johan Sebastian Welhaven e Bjørnstierne

e Povl Frederik Bjørnson.13

5 Inizialmente limitato all’ambito culturale il movimento non tardò tuttavia a ‘colorarsi’ di

aesi scandinavi.toni politici: in tal senso indirizzava da una parte la situazione della Danimarca che aveva in

nell’ambientesospeso con la Germania il problema delle regioni di confine di Schlesvig e Holstein,

quale seguì la dall’altra quella della Svezia che comunque, dopo la perdita della Finlandia, aveva con la

un’altra a LundRussia rapporti difficili. Dal punto di vista dei sostenitori del movimento una Scandinavia

enne un celebreunita avrebbe assai meglio potuto difendersi dalle minacce straniere. Queste motivazioni

sue infervorateerano tutt’altro che sgradite al re svedese Oscar I che, essendo anche sovrano di Norvegia,

no poi con unaavrebbe potuto estendere il proprio potere sulla Danimarca (considerando anche il fatto che il

sovrano danese Federico VII non aveva eredi): da parte danese ci si dimostrò tuttavia più

e politico Carlcauti. Ma nei fatti l’ideale scandinavistico non avrebbe superato la prova della politica.

g (1829-1885); Sebbene dopo lo scoppio della crisi dei ducati nel 184814 Oscar I avesse garantito un

il matematico,appoggio militare ai Danesi, il suo intervento fu piuttosto quello della mediazione

studioso dellediplomatica. Se è pur vero che nel 1857 fu presentato per iniziativa svedese un piano per

svedesi comeistituire un sistema di difesa comune (appoggiato da Oscar I e respinto da Federico VII) e che
istici in poesia,nel 1863 durante un incontro tenuto a Skodsborg (a nord di Copenaghen) Carlo XV

alista e politico(succeduto al padre Oscar nel 1859) aveva promesso di inviare i propri soldati in aiuto dei

sta Sven AdolfDanesi nel caso in cui i Tedeschi li avessero attaccati, è altrettanto vero che in entrambi i casi

esempio, quelliil risultato fu del tutto deludente, sia perché la difesa comune rimase lettera morta, sia perché

rsità nordica atanto il governo svedese quanto il parlamento norvegese esclusero la possibilità di intervento

e Bjørnstiernemilitare a sostegno della Danimarca. Sicché la guerra per lo Schleswig e il Holstein

combattuta tra il 1863 e il 1864 si sarebbe conclusa – nonostante la partecipazione di

a ‘colorarsi’ dinumerosi volontari affluiti dalla Svezia tra le fila dei Danesi – con la sconfitta di questi ultimi

ca che aveva incostretti a sottoscrivere la pace di Vienna.15

vig e Holstein, Per altro, nonostante gli sforzi dei suoi promotori lo scandinavismo era rimasto un

a, aveva con lamovimento d’élite coltivato da anime nobili (ma per taluni aspetti anche ingenue) che

na Scandinaviacontinuavano a vagheggiare la costituzione di uno stato sovrannazionale al cui interno i

ste motivazioni popoli nordici potessero vivere in naturale concordia sulla base della comune eredità

no di Norvegia, culturale, espressa tra l’altro da lingue affini (auspicabilmente destinate ad avvicinarsi

he il fatto che ilsempre più).16 Per costoro la questione relativa allo Schleswig e al Holstein era, prima che un

trò tuttavia piùproblema politico, un principio ideale di vitale importanza in quanto queste regioni

della politica.‘marcavano’ il limite con l’area tedesca, la cui tradizione culturale era ormai considerata (per

se garantito unpiù di un verso anche con ostilità) ‘altra’, sicché il confine meridionale della Danimarca

lla mediazioneveniva da loro inteso come confine della ‘nazione scandinava’ nel suo insieme. Ma, come si

e un piano persa, ideali e politica sono troppe volte difficilmente conciliabili.

erico VII) e che Dopo i primi momenti di smarrimento, la cocente delusione per l’esito della guerra dano-
en) Carlo XV tedesca e per il mancato sostegno ai ‘fratelli danesi’ da parte degli altri Paesi, fece

ati in aiuto dei comprendere agli scandinavisti la necessità di formulare proposte su basi più concretamente

entrambi i casiprogrammatiche per sviluppare un progetto politico mirante all’unificazione. Ciò portò alla

orta, sia perché costituzione di associazioni finalizzate allo scopo: la prima, sorta in Norvegia nel 1864, fu

tà di interventouna nuova Società scandinava (Skandinavisk Selskab) attiva fino al 1871; la seconda, fondata

e il Holstein in Svezia nel medesimo anno, fu l’Associazione nazionale nordica (Nordiska

rtecipazione di Nationalföreningen) voluta, tra gli altri, dal sopra citato August Sohlman; seguì infine (1866)

di questi ultimiin Danimarca la Società nordica (Nordisk Samfund).17 Naturalmente il dibattito aveva trovato

spazio su diversi giornali:18 di primaria importanza fu la Rivista nordica di politica,

era rimasto uneconomia e letteratura (Nordisk Tidskrift för Politik, Ekonomi och Litteratur), uscita a Lund

e ingenue) chetra il 1866 e il 1870 allo scopo di promuovere la formazione di uno Stato nordico unitario.

al cui interno i Fallito sul piano dell’unione politica,19 lo scandinavismo avrebbe comunque visto

comune ereditàmaturare i propri frutti. Se l’obiettivo della difesa comune non era raggiunto, si poté in altri

ad avvicinarsicampi stabilire una utile cooperazione. Tali sono l’ambito giudiziario (del 1872 è il primo

a, prima che uncongresso interscandinavo dei giuristi), quello della circolazione di persone e merci e quello

queste regioni valutario: nel 1873 venne infatti concluso un accordo tra Danimarca e Svezia (cui la

considerata (per Norvegia avrebbe aderito due anni più tardi) in base al quale le rispettive valute (il cui valore

ella Danimarcaunitario veniva fissato come corrispondente a 0,40323 grammi d’oro) avrebbero avuto corso

me. Ma, come si legale nei quattro Paesi (non si dimentichi l’Islanda).20 Inoltre la cooperazione in ambito

culturale, dalla quale lo scandinavismo era sorto, proseguì più che proficuamente: si tennero

la guerra dano-molti congressi internordici nelle varie discipline, si allestirono mostre di arte nordica, si
tri Paesi, feceeseguirono traduzioni dei capolavori letterari scandinavi nelle lingue ‘sorelle’. Benché nel

concretamente1905 la separazione tra Svezia e Norvegia21 determinasse una sospensione del processo di

Ciò portò alla avvicinamento, nei decenni successivi alla prima guerra mondiale (evento che, dimostrando

ia nel 1864, fula debolezza dei singoli stati sullo scenario internazionale, aveva evidenziato la necessità di

econda, fondata intensificare la cooperazione) lo scandinavismo riprese vigore. Nel 1919 in ciascuno dei tre

NordiskaPaesi venne fondata di comune accordo una Associazione del Nord,22 allo scopo di operare,

uì infine (1866)insieme alle istituzioni ‘sorelle’, per lo sviluppo della cooperazione internordica. La quale si

o aveva trovato è poi, in effetti, assai intensificata, anche con l’istituzione (1965) dell’Unione delle

ca di politica, associazioni del Nord23 che coordina l’attività di quelle nazionali favorendo la reciproca

, uscita a Lund conoscenza e la diffusione della cultura nordica a livello internazionale. Del 1952 (dopo che

gli avvenimenti legati alla seconda guerra mondiale avranno ulteriormente rafforzato la

omunque vistonecessità di una stretta collaborazione) sarà la fondazione del Consiglio nordico,24 un ente

, si poté in altriinterparlamentare cui è demandato il compito di discutere problematiche di interesse comune

1872 è il primoe proporle per la soluzione ai rispettivi governi.25 Dal 1971 esso è affiancato dal Consiglio

merci e quellodei ministri nordico che gestisce il coordinamento tra i governi. Al di fuori dell’attività di

Svezia (cui laqueste istituzioni restano tuttavia i vecchi nodi irrisolti della politica estera e della difesa.

te (il cui valore Nel 1787 il re svedese Gustavo III aveva compiuto una visita a Copenaghen. In tale occasione

ero avuto corsosulla rivista Minerva26 comparve un breve articolo, nel quale si sottolineava l’importanza della
comune cultura dei popoli nordici, e un saluto in versi al re svedese. Anche in questo testo il termine
ione in ambito
‘scandinavo’ arricchisce il suo significato prettamente geografico di una precisa valenza culturale.27
ente: si tennero
Si legga:
arte nordica, si
“Il 29 di questo mese nella capitale del Regno ci fu una visita, troppo importante, perché non sia
le’. Benché nelannotata nei nostri diari. Il re Gustavo III di Svezia giunse del tutto inaspettato in visita d’amicizia al

del processo dire danese. Certamente per ogni scandinavo è una visione entusiasmante, vedere i popoli dei tre
Regni, rappresentati dai loro monarchi,28 camminare amichevolmente l’uno accanto all’altro mano
he, dimostrando
nella mano. Che cosa c’è di più bello, quale emblema più significativo dell’auspicata concordia,
la necessità di
amicizia e piena comprensione tra quelle nazioni, che la vicinaza, la comune origine, il comune
ciascuno dei tre
interesse, lingua, usanze, tutto unisce?”
opo di operare,
E ancora (dal componimento in onore del sovrano svedese):
ica. La quale si
“Questo giorno è per noi di festa; seppure giorni lontani
l’Unione delle
Lo richiamino con mente festevole,
do la reciproca Il giorno in cui nacque la speranza per il futuro della Svezia,

1952 (dopo che Il più sacro nel cuore del popolo amico

e rafforzato la Al petto di Cristiano, nei santuari di Pallade

un ente Il nobile Gustavo – Giorno dolce! tu vieni

teresse comune Ogni volta portavoce di felici presagi,

Così felice per i sovrani del Nord il popolo del Nord.


o dal Consiglio
Purché il suo cuore possa appieno percepire,
dell’attività di
Il nostro grido di benvenuto è la voce di un popolo amico:

Benvenuto, eccelso eroe straniero! Poiché colui,


n tale occasione
che è amico di Atene e del nostro [re] Cristiano,
mportanza della
È l’amico benvenuto di tutti i Danesi!29
o testo il termine
12.2. La ‘rivoluzione moderna’: progressi e conflitti politici e sociali
27

Nella seconda metà dell’Ottocento vengono a più completa maturazione i fermenti

e, perché non sia


politici e sociali (le cui radici affondano nel pensiero illuministico) che fin dalla prima metà
sita d’amicizia aldel secolo avevano stimolato il dibattito e l’impegno civile. Da una parte i diversi movimenti

i popoli dei trereligiosi autonomi avevano determinato la conquista di una libertà di scelta individuale che a

o all’altro mano
sua volta implicava comportamenti responsabili, in sostanza i presupposti di una vera
icata concordia,
democrazia. Se da un lato ciò corrispondeva alla presa di coscienza del popolo come nazione,
igine, il comune
dall’altro – sul piano sociale – ne conseguì la presa di coscienza di classe.30 La capacità di

adattamento delle Chiese nordiche a questa nuova situazione avrebbe permesso loro (pur nel

diverso sviluppo dei rapporti con l’autorità istituzionale e con i movimenti religiosi

autonomi) di contribuire alla costruzione della moderna società scandinava. In essa la Chiesa

sarebbe rimasta legata allo Stato, perdendo tuttavia la propria funzione di ausiliare del potere

politico e garante dell’ordine sociale ora affidata piuttosto al senso di appartenenza dei

cittadini alla nazione.31 Su un altro versante la crescente libertà di scelta concessa

all’individuo avrebbe determinato il definitivo affermarsi di nuove dottrine (liberalismo,

socialismo, positivismo) favorito naturalmente anche dalla trasformazione della società, che

fino ad allora aveva conosciuto il predominio di una economia di tipo agricolo: il progresso

della scienza e della tecnica, l’industrializzazione, l’urbanizzazione (ma anche il manifestarsi

di una consistente emigrazione) l’avrebbero infatti profondamente trasformata. Anche il

processo di secolarizzazione del mondo scandinavo, tanto evidente ai giorni nostri, origina da

qui. Il popolo si trasforma ora da una massa di sudditi in un insieme di individui nei quali

crescono la consapevolezza e la volontà di essere cittadini responsabili, partecipi della vita

della comunità cui vogliono portare il proprio concorso di idee. Si vengono dunque formando
one i fermenti
partiti e associazioni, si allarga il dibattito sui temi politici e sociali. Ma il contributo non sarà
alla prima metà
ersi movimenti(come nel secolo dei lumi) di carattere esclusivamente razionale, esso coinvolge anche il

dividuale che asentimento e la passione dell’individuo, del che si deve dare merito all’eredità del pensiero

ti di una veraromantico. E tuttavia questo pensiero è ormai superato: nella seconda metà del secolo (i

come nazione,decenni in cui il residuo potere della nobiltà si viene disgregando, mentre la borghesia si

La capacità dicompiace della propria definitiva affermazione) trionfano piuttosto lo spirito pratico e

so loro (pur nell’ottimismo razionale. Mentre, accanto al ceto contadino che viene ora organizzandosi come

menti religiosi consapevole soggetto politico, si viene formando quel proletariato che vorrà poi, a sua volta,

n essa la Chiesa fare sentire la propria voce e reclamare i propri diritti.32 Uno sviluppo, quello dell’acquisita

liare del potereconsapevolezza e della rivendicazione d’una legittima dignità, che non riguarderà

ppartenenza deiesclusivamente determinate classi ma anche componenti sociali ‘trasversali’, in primo luogo

celta concessa le donne.

ne (liberalismo, 12.2.1. Danimarca

lla società, che Dopo la promulgazione della costituzione liberale del 1849 poterono finalmente

lo: il progressosvilupparsi le forze che avrebbero contribuito alla formazione dello stato danese moderno.

e il manifestarsi Ma i problemi politici non erano finiti. Restava in primo luogo l’annosa questione dei ducati.

mata. Anche ilLa vittoria nella battaglia di Isted e il riconoscimento da parte tedesca della sovranità danese

ostri, origina dasu quelle regioni avevano risolto la faccenda solo temporaneamente. Nel novembre del 1863,

ividui nei qualiinfatti, su pressione dell’opinione pubblica, il re Cristiano IX (1818-1906), succeduto a

ecipi della vitaFederico VII morto da pochi giorni, aveva dovuto promulgare (nonostante la contrarietà

nque formandopersonale) la cosiddetta ‘costituzione di novembre’, il cui scopo era di legare più strettamente

tributo non saràlo Schleswig alla Danimarca:33 questa decisione aveva però portato a una nuova guerra con i
nvolge anche il Tedeschi. Una guerra sfortunata, in quanto i Danesi, attaccati anche dalla Prussia e

ità del pensierodall’Austria, subirono la pesante sconfitta di Dybbøl (18 aprile 1864), dovettero assistere

à del secolo (i all’occupazione dello Jutland da parte delle truppe tedesche e furono infine costretti a

la borghesia sisottoscrivere il trattato di pace di Vienna in base al quale le regioni di Schleswig e Holstein

pirito pratico efurono perdute insieme al ducato di Lauenburg.34 Una perdita assai grave sia in termini

izzandosi come territoriali sia in termini demografici. La ‘grande Danimarca’ di un tempo vedeva così

poi, a sua volta,ulteriormente ridotto il proprio territorio, il proprio potere e, insieme, il proprio prestigio.

o dell’acquisita La seconda guerra per lo Schleswig-Holstein fu l’ultimo conflitto nel quale il Paese

non riguarderà venne coinvolto per volontà propria. Dopo questa data la storia danese riporta piuttosto i

in primo luogo molti e importanti sviluppi della politica, in primo luogo di quella interna. Innanzi tutto la

formazione e il consolidamento dei partiti, naturale conseguenza d’una situazione sociale in

rapido mutamento: dissolti ormai gli ‘stati’ che per secoli avevano costituito la struttura della

ono finalmente società, vecchie e nuove forze si misuravano ora sulla scena politica. I notevoli progressi

anese moderno. dell’industrializzazione35 avevano avuto come conseguenza la crescita di agglomerati urbani

ione dei ducati. e la nascita di un proletariato che naturalmente avrebbe trovato il proprio referente politico

ovranità danesenell’ideologia socialista. Il primo socialista danese era stato Frederik Dreier (1827-1853) – in

mbre del 1863,realtà una figura al suo tempo isolata –36 il quale aveva impostato la propria critica sociale in

6), succeduto aprospettiva materialistica, indirizzandola non soltanto all’analisi del rapporto tra forza lavoro

e la contrarietàe capitale ma anche contro i princìpi nazionalistici e religiosi.37 Egli si era attivato per la

più strettamentecostituzione di un ‘partito dei lavoratori’, organizzazione politica che sarebbe stata realizzata

va guerra con i più avanti, innanzi tutto per iniziativa di Louis Pio.38 Nel 1846, sull’onda di crescenti
dalla Prussia eproteste degli agricoltori,39 era stata fondata la Società degli amici dei contadini

ettero assistere(Bondevennernes selskab) allo scopo di migliorarne la condizione sul piano economico,

fine costretti asociale e politico.40 Essa aveva presto trovato numerosi aderenti e aveva potuto far sentire la

swig e Holsteinpropria voce all’interno dell’assemblea che aveva redatto la costituzione del 1849. Questo

sia in terminiorganismo sarebbe stato una delle basi su cui si sarebbe venuto formando il primo partito

po vedeva così della Sinistra (Venstre),41 nel quale tuttavia non sarebbero mancati, fin dagli inizi, quei

contrasti che anche successivamente ne avrebbero determinato una scomposizione e una

quale il Paese (temporanea) ricomposizione. Del resto, benché restassero (anzi si accentuassero) le

orta piuttosto i differenze tra contadini proprietari delle terre e braccianti, la situazione nel mondo agrario

Innanzi tutto laera notevolmente migliorata in quanto il governo aveva acconsentito a diverse richieste,

zione sociale inabolendo antichi privilegi dei signori.42 I quali ultimi nel 1864 costituirono il gruppo noto

a struttura dellacome Possidenti nazionali (De Nationale Godsejere) naturalmente orientato a destra e che il

evoli progressipartito della Destra (Højre) avrebbe contribuito a costituire nel 1881. Una grande importanza

lomerati urbaniaveva avuto fin dai primi decenni dell’Ottocento la componente nazional-liberale che

ferente politicoreclamava le riforme e si batteva per la questione dei ducati, indicando come confine

1827-1853) – inmeridionale irrinunciabile la linea segnata dal corso del fiume Eider. I nazional-liberali

ritica sociale inavevano avuto molta voce in capitolo nell’elaborazione della costituzione del 1849, ma in

tra forza lavoro seguito alla sconfitta del 1864 (al termine di una guerra che i loro rappresentanti avevano

attivato per lasostenuto) persero gran parte del proprio consenso e finirono per spostarsi, inevitabilmente, a

stata realizzatadestra.43

da di crescenti L’insuccesso del 1864 doveva in effetti rimescolare le carte della politica. L’anno
dei contadinisuccessivo i medesimi nazional-liberali davano vita all’Associazione del popolo danese

no economico,(Dansk Folkeforening) il cui scopo era di rinnovare lo spirito nazionale, rafforzando i legami

to far sentire lacon gli abitanti danesi dello Schleswig. Anima dell’associazione era, ancora una volta, Orla

l 1849. QuestoLehman (alla cui morte infatti essa non sopravvisse).44 Questa politica lo allontanava (e con

l primo partito lui l’associazione) dal partito agrario, benché quasi vent’anni prima egli fosse stato uno dei

agli inizi, quei promotori della Società degli amici dei contadini. Del resto il medesimo partito, che da

osizione e unaquella era originato, avrebbe poi realizzato un accordo – la cosiddetta “associazione di

centuassero) leottobre” (oktoberforeningen, 1865) – con i Possidenti nazionali per difendere i comuni

mondo agrario interessi: un’alleanza che funzionò al meglio solo inizialmente ma venne sciolta (per

verse richieste,l’evidente incompatibilità delle politiche perseguite) nel 1870. Un’altra associazione, di

il gruppo notoimpronta chiaramente conservatrice, fu la cosiddetta “associazione di agosto”

a destra e che il (augustforeningen), sorta nel 1864, che tra l’altro sottolineava il primato della Corona; essa

nde importanzacessò la propria attività nel 1869. Nel 1866 nasceva il Partito di centro (Mellempartiet)45 che

nal-liberale checessò di esistere dieci anni dopo (quel che ne restava confluì nella Destra); nel 1870 le

come confinediverse ‘anime’ della Sinistra si riunirono dando vita alla Sinistra unita (Det forenede

azional-liberali venstre) sulla base di un accordo che tuttavia non avrebbe sanato i contrasti interni a questo

el 1849, ma inschieramento il quale avrebbe in seguito conosciuto nuove e profonde divisioni. Una

entanti avevanosituazione, come si vede, in pieno divenire nella quale le forze politiche danesi si misurarono

evitabilmente, asui temi fondamentali, volendo far prevalere la propria idea di Stato e di sovranità. Del resto

alcuni di questi gruppi (come i nazional-liberali e i contadini) lo avevano già fatto

olitica. L’annoconcretamente contribuendo alla redazione della costituzione liberale del 1849. Questo
popolo danese documento, per l’epoca assai avanzato, certamente non accontentava le componenti più

rzando i legamireazionarie della società danese le quali, dunque, si erano poste l’obiettivo di una sua

una volta, Orlarevisione. Per altro i conservatori, nonostante gli incalzanti cambiamenti sociali del 1849,

ontanava (e conerano presto tornati al potere: già dal mese di novembre di quel medesimo anno era stato

e stato uno deinominato un nuovo governo nel quale essi si riprendevano gli spazi che in marzo erano stati

partito, che daoccupati dai nazional-liberali; costoro avrebbero mantenuto la guida del Paese fino al 1854.

associazione diNel dicembre di quell’anno il governo passò invece ai nazional-liberali che lo ressero (con

ndere i comuni una breve interruzione)46 fino al 1864, quando il disastroso risultato della seconda guerra per

ne sciolta (peri ducati alienò loro, come detto, il sostegno della pubblica opinione.47

ssociazione, di La discussione sulle modifiche costituzionali riprese vigore nel 1865. In quell’anno il

e di agosto” governo del Paese era stato affidato al conte Christian Emil Frijs (Christian Emil Krag-Juel-

la Corona; essaVind-Frijs, 1817-1896), grande possidente terriero. Costui, come si è detto, aveva trovato un

cheaccordo con il Partito dei contadini guidato da Jens Andersen Hansen,48 il quale riteneva di

a); nel 1870 lepoter lucrare utili risultati dall’alleanza: in realtà, benché i contadini desiderassero difendere

Det forenede la costituzione liberale del 1849, il mutato clima politico indusse Hansen ad accettare le

interni a questoproposte di revisione (il che, in sostanza consegnava il Senato ai proprietari terrieri) e, dal

divisioni. Unamomento che anche i nazional-liberali si dichiararono favorevoli, la Costituzione riveduta

si si misurarono(Den gennemsete Grundlov) fu siglata dal sovrano Cristiano IX di Glücksburg (1818-1906) il

anità. Del resto 28 luglio 1866.49 Seppure in sostanza politicamente sconfitto, il Partito dei contadini seppe

vano già fatto superare (almeno temporaneamente) le divisioni interne e nel 1870 confluì nella Sinistra

1849. Questounita. Due anni dopo, grazie a un programma elettorale incentrato su richieste di maggiore
omponenti piùlibertà (sia dal punto di vista individuale sia da quello, non meno rilevante, del carico fiscale)

vo di una sua questa formazione ottenne alle elezioni la maggioranza alla Camera. Ciò non fu tuttavia

ociali del 1849, sufficiente a far sì che il governo del Paese fosse affidato ai suoi rappresentanti. Sebbene –

anno era stato da una parte – avesse saputo incanalare il malcontento dei contadini per il persistere di

arzo erano stativecchi tributi (come le decime), l’insoddisfazione per l’esclusione (dagli ‘alti ceti’ ritenuta

se fino al 1854.‘scontata’) dalle cariche di responsabilità e (di conseguenza) dalla gestione del denaro

lo ressero (con pubblico, e – dall’altra – dar voce al ‘rinnovamento dal basso’ espresso dai movimenti

onda guerra perreligiosi autonomi (non da ultimo quello promosso da Grundtvig),50 la Sinistra restava

sostanzialmente disunita in quanto i suoi migliori rappresentanti erano portatori di idee

n quell’anno ildiverse quando non contrastanti.51 In questa situazione era assai difficile, se non impossibile,

Emil Krag-Juel-far valere la ‘legge dei numeri’. Fu così che i governi successivi furono costituiti dai

veva trovato un nazional-liberali e dai grandi proprietari terrieri. E quando questi cedettero il passo, lo

uale riteneva di cedettero alla Destra. La Destra si era formata dalla confluenza di gruppi politici conservatori

ssero difenderee aveva, evidentemente, l’appoggio della Corona. Tradizionalmente vi aderivano i

ad accettare le rappresentanti dell’alta borghesia cittadina, così come dei poteri economici, ma anche la gran

terrieri) e, dalparte dei componenti del ceto medio. Inoltre vi trovarono spazio i proprietari terrieri e ciò

uzione rivedutache restava del Partito di centro e dei nazional-liberali. Essa traeva forza anche dalla reazione

(1818-1906) il al socialismo, la nuova corrente politica che si consolidava in diretta conseguenza

contadini seppe dell’espandersi di una classe di proletari formatasi in seguito al processo di

ì nella Sinistraindustrializzazione.

ste di maggiore Fondatore del ‘movimento operaio’, il futuro partito socialdemocratico, era stato nel
l carico fiscale)1871 Louis Pio (1841-1894). Dopo un’infanzia difficile, sia per motivi economici sia per

non fu tuttaviaproblemi familiari, egli era stato per un periodo insegnante, poi impiegato postale,52 un

anti. Sebbene – lavoro sicuro che tuttavia avrebbe lasciato per dedicarsi alla politica. Influenzato dalle idee

il persistere disocialiste (soprattutto dal tedesco Ferdinand Lassalle, 1825-1864), cominciò – con la

ti ceti’ ritenutacollaborazione del cugino Harald Brix (1841-1881) – a pubblicare i propri scritti e in seguito

one del denarosi adoperò per fondare una sezione danese dell’Internazionale socialista, l’Associazione

dai movimentiinternazionale dei lavoratori di Danimarca (Den internationale arbejderforening for

Sinistra restavaDanmark) sorta il 15 ottobre 1871 a Copenaghen. Nel maggio del 1872 Pio fu arrestato

ortatori di idee insieme al cugino e a Poul Johansen Geleff (nato nel 1842, morto in America in data ignota)

on impossibile, per aver convocato una manifestazione operaia.53 Condannato a cinque anni di prigione fu

o costituiti dai comunque liberato in anticipo e riprese l’attività politica. In contrasto con molti dei suoi e

ro il passo, lo costantemente tenuto d’occhio dalla polizia, decise infine di trasferirsi in America (Kansas)

ici conservatoricon l’idea di fondarvi una comunità modello. Progetto che, per altro, fallì. In patria il lavoro

vi aderivano ida lui avviato andò comunque avanti e nel 1878 nacque l’Associazione socialdemocratica

a anche la gran(Socialdemokratisk Forbund), un partito (i cui primi due rappresentanti in parlamento

ri terrieri e ciòvennero eletti nel 1884)54 destinato a rivestire un’importanza fondamentale per il Paese: esso

e dalla reazione recepiva pienamente le idee socialiste (tra l’altro considerava la Chiesa come un naturale

a conseguenzaavversario) ma non aveva tendenze rivoluzionarie. Suo organo di stampa fu Il socialista

processo di (Socialisten) fondato dallo stesso Luis Pio nel 1871.55 Dopo l’imprigionamento di Pio e dei

suoi compagni i lavoratori diedero vita a diversi sindacati, tuttavia a causa della crisi

o, era stato neleconomica degli anni ’70 un organismo forte e rappresentativo sarebbe sorto solo alla fine
onomici sia perdel secolo.

un La Destra stava, per il momento, al potere. E al potere saldamente restò a partire dal

nzato dalle idee1875, quando fu nominato primo ministro Jacob Brønnum Scavenius Estrup (1825-1913),

nciò – con la uomo politico sicuro delle proprie idee e assai determinato (verrebbe da dire ostinato) che

itti e in seguito avrebbe governato la Danimarca per ben diciannove anni. Un governo basato non tanto sulla

l’Associazione forza parlamentare quanto piuttosto sulla disinvoltura politica (verrebbe da dire sulla

erforening forspregiudicatezza) dello stesso Estrup. Sordo a ogni richiesta di un parlamentarismo che

Pio fu arrestatoriflettesse la volontà della maggioranza dei votanti (le elezioni del 1876 avevano segnato un

in data ignota)significativo progresso della Sinistra unita), nel 1877, di fronte al rifiuto della Camera di

di prigione fuapprovare la legge finanziaria, egli decise di sciogliere il parlamento e, appellandosi a un

molti dei suoi ecodicillo della costituzione, la emanò comunque. Questa decisione sparigliò le file

merica (Kansas)dell’opposizione, al cui interno si formarono due correnti: una moderata (raccolta intorno a

patria il lavoroFrede Bojsen) e una radicale (i cui principali rappresentanti erano Viggo Hørup e Christen

cialdemocraticaBerg); nel 1879 quest’ultima ottenne le preferenze degli elettori a scapito della prima. Il

in parlamento ‘problema Estrup’ restò comunque irrisolto. Ci fu, nel tentativo di indebolire il suo potere, un

er il Paese: essosuccessivo riavvicinamento all’interno della Sinistra e fu concordato di mettere in atto un

me un naturale ostruzionismo parlamentare che rendesse impossibile l’azione del governo,56 il quale però

Il socialistaapriva ora un nuovo fronte, quello della difesa. Dopo l’amara sconfitta del 1864, la

nto di Pio e deipropaganda della Destra voleva concentrare gli sforzi per la protezione del Paese da

usa della crisi eventuali attacchi fortificando la capitale. Sul fronte opposto si era, naturalmente, contrari.

o solo alla fineMa mentre l’ala della Sinistra moderata riteneva che la difesa dovesse essere organizzata in
modo diverso (innanzi tutto affidandola a un esercito popolare), quella radicale era ostile per

tò a partire dalprincipio a qualsiasi spesa di carattere militare. Ciò determinò una violenta disputa politica e,

p (1825-1913),soprattutto, una nuova definitiva rottura.57 Il politico più radicale, Viggo Hørup, formò un

e ostinato) che proprio gruppo e fondò insieme a Edvard Brandes58 il giornale La politica (Politiken) che,

non tanto sullapubblicato a partire dal 1884, è tuttora uno dei più diffusi quotidiani danesi. Nonostante la

da dire sullapassata collaborazione con Hørup, Berg e i suoi si aggregarono all’ala moderata che

mentarismo checonservava un’impronta grundtvigiana e, per taluni aspetti, nazional-liberale. A dispetto di

ano segnato unqueste divisioni la Sinistra aumentava (ora anche nelle città) i propri consensi e nelle elezioni

ella Camera didel 1884 ottenne una nuova significativa vittoria. Estrup però andava avanti per la sua strada,

pellandosi a unaffidandosi a leggi (finanziarie ma non solo) provvisorie, sicché gli anni tra il 1885 e il 1894

arigliò le file sono stati definiti “il periodo provvisorio” (provisorietiden). Con atteggiamento per certi

ccolta intorno aversi dittatoriale egli (inviso alla gran parte dell’elettorato ma sostenuto dal sovrano) impose

ørup e Christenla propria volontà su diverse questioni, fece costruire la fortificazione di Copenaghen, limitò

della prima. Illa libertà di stampa e, in sostanza, defraudò il parlamento delle sue prerogative. Persino un

l suo potere, unillustre politico di destra come Andreas Frederik Krieger (1817-1893) si oppose ai suoi

ttere in atto unmetodi, rilevando l’anticostituzionalità delle sue decisioni.59 Nonostante i successi elettorali,

il quale peròdunque, la politica della Sinistra non aveva prodotto risultati concreti. A questo punto si

a del 1864, lacercò una mediazione, affidata al moderato Frede Bojsen che tentò di trovare un punto di

del Paese da intesa con i rappresentanti dell’opposto schieramento più disposti al dialogo: il risultato fu

mente, contrari. che nel 1894, per la prima volta, la legge finanziaria fu approvata secondo la procedura

e organizzata inlegislativa regolare e che alcuni mesi dopo Estrup lasciò l’incarico. Ma la reazione dei più
le era ostile perradicali a questo accordo fu tutt’altro che di approvazione, il che fruttò loro uno straordinario

sputa politica e,risultato nelle elezioni del 1895: lo stesso anno in cui essi diedero vita al Partito riformista

ørup, formò undella sinistra (Venstrereformpartiet), il cui leader divenne Jens Christian Christensen (1856-

) che, 1930), che raccoglieva l’eredità politica di Christen Berg. Gli altri rappresentanti della

. Nonostante laSinistra formarono un gruppo a parte che venne tuttavia perdendo influenza e consensi. Nelle

moderata cheelezioni del 1898 la Destra subì una nuova pesante sconfitta; ciò nonostante per ben due

e. A dispetto divolte vennero ancora nominati primi ministri appartenenti a quello schieramento. Ormai però

e nelle elezionitempi nuovi erano maturi e nelle votazioni del 1901 il fallimento di quella parte fu evidente.

er la sua strada,Alla fine la condotta governativa di Estrup ma anche la mancanza di un nuovo autentico

1885 e il 1894leader e il disaccordo sulla linea politica l’avevano gravemente danneggiata. Fu così che

mento per certi Cristiano IX dovette rinunciare a governi per lui ‘rassicuranti’ e il 24 giugno nominò primo

ovrano) imposeministro Johan Henrik Deuntzer (1845-1918) che diede dunque il via a un esecutivo i cui

enaghen, limitòministri appartenevano tutti al Partito riformista della sinistra. Questo “cambiamento di

ive. Persino un sistema” (systemskiftet) rappresenta un’autentica svolta nella storia danese in quanto segna

oppose ai suoi l’affermazione del parlamentarismo. Del governo Deuntzer faceva parte naturalmente anche

cessi elettorali,Jens Christian Christensen, che ne era il vero ispiratore e che a Deuntzer sarebbe succeduto

questo punto sinel 1905. Sebbene la situazione non fosse facile (il Senato restava in mano alla Destra) esso

are un punto dicondusse un’intelligente strategia, portando a compimento diverse riforme.

: il risultato fu Sulla strada della Sinistra si sarebbero tuttavia frapposti due nuovi ostacoli: una nuova

o la proceduraspaccatura e uno scandalo. La spaccatura fu diretta conseguenza della questione della difesa,

eazione dei piùun tema sul quale non si era riusciti a trovare un compromesso soddisfacente: quando
no straordinarioChristensen, in qualità di primo ministro, si rese conto che – considerata la situazione

artito riformistaeuropea – non era più possibile eludere il problema e si espresse a favore di un rafforzamento

istensen (1856-militare del Paese, una parte dei rappresentanti della Sinistra decise di formare un gruppo

resentanti dellaautonomo dal quale avrebbe poi avuto origine la Sinistra radicale (Det radikale Venstre),60

consensi. Nelleun partito che avrebbe presto iniziato con i socialdemocratici una naturale collaborazione,

te per ben due dalla quale entrambe le parti avrebbero tratto profitto. Per il momento tuttavia il resto degli

nto. Ormai peròuomini della Sinistra si ricompattò recuperando anche i moderati dello schieramento. Lo

rte fu evidente. scandalo fu il clamoroso affaire Alberti. Peter Adler Alberti (1851-1932) era un moderato

uovo autenticodella Sinistra (per certi aspetti addirittura vicino alla Destra), fondatore del giornale

ta. Fu così che Dannebrog:61 persona assai capace ma senza scrupoli, soprattutto per quanto riguardava le

nominò primoquestioni finanziarie (in ciò certamente condizionato dal vizio del gioco). La sua carriera

esecutivo i cuipolitica era stata segnata da sospetti e scorrettezze, tuttavia si era conquistato una posizione

ambiamento di di tutto rilievo divenendo ministro della giustizia in quanto, Deuntzer prima e Christensen

n quanto segna poi, gli avevano accordato fiducia. Fiducia immeritata perché quando l’8 settembre del 1908

ralmente ancheAlberti fu costretto ad autodenunciarsi per aver sottratto quindici milioni di corone62 il primo

ebbe succedutoministro Christensen dovette dimettersi. Per lo schieramento di governo si trattò di un colpo

lla Destra) essodurissimo e dopo due esecutivi (guidati da Niels Neergaard e da Ludvig Holstein-Ledreborg)

alle elezioni del 1909 essa perse molti seggi alla Camera. Nel frattempo si era però riusciti a

coli: una nuovadefinire un accordo sull’annoso problema della difesa e a ricompattare le file del partito per il

ne della difesa,quale fu scelto il semplice nome di Sinistra (Venstre) e nelle elezioni del 1910 furono

acente: quandoriconquistate in parte le posizioni perdute, sicché Klaus Berntsen poté costituire un esecutivo
a la situazioneche governò fino al 1913. I radicali, che in seguito al caso Alberti nell’autunno del 1909

n rafforzamentoavevano formato un governo di minoranza di breve durata,63 consideravano prioritaria una

mare un grupponuova revisione costituzionale, un tema ripreso da Berntsen nel 1912 ma che incontrava

60l’evidente opposizione della Destra. Nel frattempo la collaborazione fra la Sinistra radicale e

collaborazione,i Socialdemocratici, il cui nuovo leader era l’esperto Thorvald Stauning (1873-1942), aveva

ia il resto deglidato buoni frutti. Il risultato fu che alle elezioni del 1913 la Sinistra perse consensi a favore

hieramento. Lo di questi partiti che ottennero la maggioranza alla Camera. Fu così possibile affidare il nuovo

ra un moderatogoverno al radicale Carl Theodor Zahle,64 il quale approfittando della debolezza della Destra

e del giornale(sfavorita anche dal sistema elettorale maggioritario) ottenne (1914) nuove elezioni per il

o riguardava leSenato che determinarono la sconfitta degli avversari. Il che nell’anno successivo avrebbe

La sua carrieraaperto le porte a una importante revisione costituzionale che introduceva anche il diritto di

o una posizione voto alle donne.65

a e Christensen Nel Paese la lotta per ottenere questo risultato era stata lunga. Infatti dal 1835 (anno in

embre del 1908cui avevano cominciato a funzionare le assemblee regionali)66 l’accesso al voto era

il primoconsentito solo a chi fosse di sesso maschile, avesse almeno 25 anni, possedesse delle terre,

attò di un colponon avesse problemi con la giustizia né debiti e non fosse sotto tutela. È del tutto evidente

ein-Ledreborg)che in tal modo questo diritto restava riservato a una minoranza. Con la costituzione del 1849

a però riusciti al’età minima per votare fu innalzata a 30 anni, tuttavia il possesso di terre fu sostituito dal

del partito per ildiritto di cittadinanza. Ma la legge elettorale continuò a discriminare le donne, coloro che

el 1910 furonoappartenevano alla servitù, avevano commesso reati, erano sotto tutela o falliti, così come gli

re un esecutivo indigenti e gli stranieri. Inoltre essa prevedeva per la Camera l’elezione diretta, ma indiretta
tunno del 1909per il Senato (del quale potevano far parte solo persone dotate di un cospicuo patrimonio).67

prioritaria unaFin dal 1886 il politico Frederik Bajer (1837-1922)68 aveva proposto di concedere il diritto di

che incontravavoto per le elezioni comunali a Copenaghen alle donne che pagavano le tasse. La proposta,

nistra radicale eseppure bocciata in Senato, diede l’avvio a un dibattito sull’argomento e a nuove proposte,

3-1942), avevatuttavia ancora respinte. Nel 1907 venne fondata da Elna Munch (1871-1945) l’Associazione

nsensi a favorenazionale per il diritto di voto delle donne (Landsforeningen for Kvinders Valgret)69 e nel

ffidare il nuovo1908 fu raggiunto un primo importante risultato: il suffragio alle elezioni comunali.70 Come

zza della Destradetto, una piena parità di diritti elettorali sarebbe stata raggiunta con la costituzione del 1915

elezioni per ilche avrebbe finalmente consentito l’accesso al voto anche agli appartenenti alla servitù.

essivo avrebbe Ma torniamo al 1914: mentre sul fronte interno si vivevano importanti cambiamenti,

che il diritto di sullo scenario europeo deflagrava il primo conflitto mondiale. Un evento alle cui

conseguenze la ‘piccola Danimarca’ non avrebbe potuto sottrarsi né dal punto di vista

1835 (anno inpolitico né, tanto meno, da quello economico-sociale.

o al voto era Nel Paese durante la seconda metà dell’Ottocento si constatano gli effetti dello sviluppo

esse delle terre,tecnologico. Nel campo dell’agricoltura (dove ci si avvantaggia della diffusione di nuovi

l tutto evidentemacchinari) attorno agli anni ’80 (un periodo di crisi in questo settore) si verificherà

uzione del 1849 (soprattutto a causa della forte concorrenza straniera nelle esportazioni di grano) un

u sostituito dalimportante cambiamento: il passaggio dalla coltivazione dei prodotti vegetali (in particolare

nne, coloro checereali) a una produzione incentrata soprattutto sull’allevamento. I contadini danesi vedranno

i, così come gliesaudite una serie di richieste, non da ultima l’abolizione delle decime.71 Grazie anche alla

ta, ma indirettapresenza di propri rappresentanti alla Camera, la loro situazione appare palesemente
67 migliorata, il che si riflette positivamente non solo nello stile di vita ma anche sul piano più

dere il diritto di generale del sistema produttivo nazionale.72 Se la perdita dello Schleswig aveva sottratto

e. La proposta, terreni alla coltivazione, si cominciò ora a lavorare per rendere coltivabili le distese

nuove proposte, abbandonate73 e sorsero istituzioni (come casse di risparmio,74 cooperative75 e assicurazioni)

l’Associazionedestinate a favorire lo sviluppo dell’economia agraria. Sul piano dell’industria si constatano

e nelnotevoli progressi con un generale incremento (o, comunque, un miglioramento) delle

Comestrutture produttive: la lavorazione del ferro, dei macchinari,76 del cemento77 e dei laterizi,

uzione del 1915del sapone, del tabacco, dello zucchero78 e degli alcolici (birra e acquavite)79 occupa un

crescente numero di persone. Accanto alle tradizionali piccole imprese di stampo artigiano

i cambiamenti,nascono i primi veri complessi industriali.80 Parallelamente aumenta la quantità di merci

vento alle cuiscambiate con l’estero da dove provengono su larga scala anche prodotti coloniali divenuti

punto di vistad’uso comune.81

Fin dal 1838 esisteva a Copenaghen l’Associazione industriale mercantile (Den

dello sviluppomerkantile industriforening i Kjøbenhavn)82 e nel 1872 e nel 1888 saranno organizzate nella

usione di nuovicapitale due grandi esposizioni.83 La nuova concezione economica introdotta dal liberalismo

si verificheràsi afferma pienamente: nel 1857, in attuazione del dettato costituzionale sulla libertà di

di grano) unimpresa,84 veniva promulgata la Legge sulla gestione dell’artigianato e delle fabbriche e sul

i (in particolarecommercio e la ristorazione ecc. che sarebbe entrata in vigore nel 1862;85 essa introduceva la

anesi vedrannoliberalizzazione del commercio ed eliminava le corporazioni. Anche l’antica tassa doganale

azie anche allaper il passaggio sull’Øresund veniva ora abolita.86 Le nuove disposizioni incontravano

re palesementenaturalmente la contrarietà dei membri di queste antiche consorterie, riuniti in associazioni


he sul piano piùsorte allo scopo di difendere i propri interessi.87

aveva sottratto Dal canto suo il mondo operaio, dopo la crisi degli anni ’70, era riuscito nel 1898 a creare

abili le disteseil Coordinamento sindacale (De samvirkende Fagforbund), una organizzazione che

e assicurazioni)raggruppava precedenti associazioni di questo tipo.88 Sotto la guida di Jens Jensen (1859-

a si constatano1928) essa riuscì – nonostante conflitti interni, diserzioni e un duro scontro con il padronato

ramento) delle– a porre le basi di un sindacalismo moderato e capace, con una tattica accorta, di ottenere

e dei laterizi,risultati concreti e di migliorare gradatamente le condizioni di vita dei lavoratori. Ciò si

occupa unrifletté evidentemente sul partito socialdemocratico – suo naturale riferimento politico – ed

ampo artigiano ebbe come conseguenza il rifiuto della rivoluzione proletaria (sostenuta da un numero

antità di merci limitato di militanti) a favore di una strategia più realistica e, tutto considerato, più

loniali divenutifacilmente realizzabile.89 In questa prospettiva il mondo operaio non mancò di dar vita alle

prime manifestazioni e ai primi scioperi90 e negli anni si cominciarono a vedere i risultati di

Denqueste lotte: del 1873 è la prima legge che regolamenta il lavoro nelle fabbriche, nella quale

ganizzate nella si tiene conto dell’occupazione dei bambini e delle donne, nonché dell’orario e dei pasti; a

dal liberalismo essa altre, migliorative, seguirono.91 Del 1899 è il cosiddetto “accordo di settembre”

sulla libertà di (septemberforliget) tra l’organizzazione dei datori di lavoro e il sindacato: un risultato

fabbriche e sul(raggiunto dopo mesi di lotta e lunghe trattative) che vede per la prima volta il padronato

a introduceva laaccettare l’organizzazione dei lavoratori come interlocutore riconosciuto.92 Nel 1901 venne

tassa doganale inoltre istituito l’Ispettorato del lavoro e delle fabbriche (Arbejds- og Fabriktilsynet). Alla

i incontravanoseconda metà del XIX secolo vanno dunque riferite le principali organizzazioni e le prime

in associazionileggi sulla cui base si svilupperanno gli eventi politico-sociali del Novecento.
Nell’aprile del 1872 fu proclamato a Copenaghen uno sciopero degli operai edili che chiedevano

el 1898 a crearemigliori condizioni di lavoro. Con un articolo sul giornale Socialisten Louis Pio esortò a sostenere gli
scioperanti partecipando a una grande manifestazione nel parco demaniale di Copenaghen, iniziativa
nizzazione che
che determinò il suo arresto e scontri fra i manifestanti e le forze dell’ordine.93 Si legga di seguito il
Jensen (1859-
testo del suo appello:
on il padronato
“La misura è colma!
orta, di ottenere
Presto farà giorno, fratelli, a est albeggia!94
voratori. Ciò si
Al lavoro avanti insieme!
o politico – ed
Menzogne e calunnie nei giornali, comportamento illegale delle autorità, odio e persecuzione da
da un numeroparte dei capitalisti, questo è il ‘venire incontro’, che è dato alle nostre modeste ed economiche

onsiderato, più richieste da [questi] idioti rappresentanti del potere. Hanno detto che si doveva cogliere l’occasione

di dar vita alledi mostrare chiaramente al lavoratore quanto egli sia dipendente dalla benevolenza e dalla clemenza

ere i risultati didel capitale, per fargli sentire, quanto sia facile per la piccola cricca al potere, in un modo del tutto

che, nella qualelegale per l’alta borghesia, farlo morire di fame, se non piega il collo sotto il giogo, se non si umilia e
chiede loro la grazia di sgobbare come al solito per accrescere il contenuto dei gonfi borsellini
o e dei pasti; a
dell’alta borghesia.
di settembre”
E quanto non son bravi i nostri avversari a mettersi d’accordo quando si tratta di una cosa del
o: un risultato
genere! Ministri, sindaco, questore, proprietari di terreni e ricconi – tutti si sono dati da fare a
lta il padronato
complottare contro il popolo; tutti loro sentono che ora si tratta di soffocare il germe della libertà,
Nel 1901 venne
indifferentemente dal fatto che ciò debba avvenire ‘con o senza’ la legge. Perciò il ministero libera
). Alla
dai suoi impegni l’imprenditore edile che lavora al teatro reale, perciò la Corona chiama ogni
ioni e le primegiorno degli operai edili, indipendentemente dal fatto che non abbiano commesso degli errori, perciò

il sindaco rinvia le prove degli apprendisti muratori, e ha anche la sfacciataggine di voler rapinare
i che chiedevano il denaro delle corporazioni e dichiarare incapaci gli artigiani e i lavoratori di Copenaghen, perciò

tò a sostenere glila commissione per gli accertamenti fiscali si accanisce con i muratori con lettere, perciò i

aghen, iniziativaproprietari di terreni esigono spietatamente l’affitto dagli scioperanti; perciò gli insegnanti delle

egga di seguito ilscuole95 rimproverano i loro incolpevoli figli; perciò le associazioni assistenziali rifiutano di aiutare

i bisognosi fra di loro; perciò infine tutta la stampa si scaglia contro di loro con menzogne, ingiurie,

con disprezzo e minacce.

Lavoratori di Copenaghen!

Il nostro avversario più zelante e carico di odio, il redattore C. Ploug spiega su ‘Fædrelandet’96

persecuzione dache ‘il bene comune della società esige nel modo più deciso che questo tentativo (lo sciopero dei

e ed economichemuratori) abbia termine, che i lavoratori giungano a una migliore consapevolezza dei loro stessi

liere l’occasione interessi’, il che in altre parole vuol dire che egli invita gli impresari edili a far morire di fame i loro

e dalla clemenza operai, di modo che anche gli altri artigiani e lavoratori non trovino il coraggio di cercare di

n modo del tuttomigliorare le loro condizioni!

e non si umilia e Dovremo dunque come agnelli farci portare al banco del macellaio del capitale? Dovremo

gonfi borsellini sopportare che i nostri nemici, forse per molti anni arrestino il nostro progresso? No, i lavoratori di

Copenaghen non faranno una cosa del genere! Riuniamoci dunque; i governi hanno l’abitudine ogni

di una cosa delmomento di passare in rassegna quelli, fra i loro sudditi, che alla prima occasione che si presenta

o dati da fare asacrificheranno sull’altare della follia bellica per soddisfare la loro ambizione. Facciamo dunque

me della libertà,per una volta il censimento di tutti i lavoratori liberi, di tutti quelli che vogliono aiutarci nella lotta

ministero libera contro il capitale, allora conosceremo la nostra vera forza e la debolezza dei nostri nemici; riuniti a

na chiama ogni migliaia presenteremo le nostre richieste e ci prometteremo a vicenda di condividere la buona e la

gli errori, perciòcattiva sorte fino a che la vittoria sarà nostra! Ma voi, adoratori dell’oro, voi sanguisughe dei

di voler rapinare poveri! A voi noi vogliamo gridare ancora una volta: ‘Per millenni ci avete dato da bere una vita
penaghen, perciòamara; state in guardia adesso, la misura è colma! Non aggiungete neppure una goccia, oppure –

lettere, perciò i traboccherà!’97

insegnanti delle Importanti progressi si ebbero anche sul piano dell’assistenza sociale che in precedenza

iutano di aiutareera stata considerata una sorta di ‘aiuto concesso ai poveri’,98 più che un dovere dello Stato

nzogne, ingiurie,
nei confronti dei cittadini. Una legge che istituiva le cosiddette “casse per i poveri” (De

fattiges Kasser), le cui risorse dipendevano comunque da donazioni volontarie, venne

emanata nel 1856.99 Provvedimenti successivi di rilevanza sociale sono quello per il sussidio
96
per i figli illegittimi (1888), la revisione della legge sull’assistenza agli indigenti (1891) e
(lo sciopero dei
l’introduzione di un sostegno agli anziani (la prima vera ‘pensione’ in senso moderno, 1891)
a dei loro stessi
nei quali si può constatare un cambio di prospettiva.100
re di fame i loro

io di cercare di
In questo periodo si ebbero anche rilevanti sviluppi nell’ambito dell’istruzione. Mentre si

affermavano le cosiddette scuole ‘tecniche’, più specificamente indirizzate all’acquisizione

pitale? Dovremodi capacità lavorative,101 cresceva il numero delle “scuole popolari superiori” di ispirazione

o, i lavoratori digrundtvigiana.102 Nella costituzione del 1849 il dovere dello Stato di provvedere

l’abitudine ogniall’istruzione era contemplato, tuttavia in forma piuttosto generica103 e le scuole sorte dalla

e che si presenta
libera iniziativa venivano dunque viste di buon occhio. La situazione dell’insegnamento
acciamo dunque
elementare restava carente nelle campagne, mentre in città i ragazzi ricevevano una
utarci nella lotta
formazione soddisfacente. Nella seconda metà del XIX secolo cominciarono ad affermarsi le
nemici; riuniti a
cosiddette realskoler (una sorta di ‘scuola media superiore’)104 che prevedevano un
re la buona e la
insegnamento fino ai sedici anni e un successivo esame, mentre diverse disposizioni
sanguisughe dei
regolamentarono gli istituti per la formazione degli insegnanti.105 Le “scuole di latino”
da bere una vita
goccia, oppure – (latinskoler dette anche lærde skoler, letteralmente “scuole erudite”), in sostanza i ginnasi,

furono riorganizzate nel 1871.106 Ma le grandi riforme della scuola danese vennero nel 1899

e in precedenzae nel 1903.107 La prima (riguardante la folkeskole, cioè la scuola dell’obbligo), riaffermava il

vere dello Statodovere dello studio dai sette ai quattordici anni, determinava la durata dell’anno scolastico in

Dequarantuno settimane108 e prevedeva un ampio spettro di discipline (con maggiori possibilità

lontarie, vennenelle città). La seconda (che riguardava l’istruzione superiore) recepiva il principio che

o per il sussidiochiunque ne avesse le capacità potesse (indipendentemente dalle condizioni sociali ed

igenti (1891) eeconomiche e dal sesso) seguire un percorso di studi ininterrotto dal livello più elementare a

moderno, 1891)quello più avanzato. Essa perciò istituì la “scuola media” (mellemskole) della durata di

quattro anni, che dava accesso a una realklasse (della durata di un anno) o al ginnasio (della

ione. Mentre sidurata di tre anni); in essa inoltre le vecchie “scuole di latino” furono soppresse.109

all’acquisizioneL’aumento delle opportunità formative, la progressiva ‘democratizzazione’ della scuola cui

” di ispirazionesi aggiungerà la sua ‘secolarizzazione’110 (princìpi sui quali si fonderà il moderno sistema

di provvederescolastico danese)111 rispondono naturalmente ai cambiamenti di una società nella quale le

uole sorte dalladifferenze si vengono livellando, se non dal punto di vista economico, almeno da quello

l’insegnamentogiuridico e nella quale la crescente consapevolezza della gente comune si esprime anche nel

icevevano unadesiderio di accedere a una istruzione superiore, traendone non soltanto un appagamento di

ad affermarsi leambizioni personali ma anche un riconoscimento sul piano pubblico.

revedevano un Il che corrisponde a una profonda trasformazione cui si lega anche un ‘riposizionamento’

se disposizioni delle componenti della società tradizionalmente più forti; una evoluzione ben riflessa anche

uole di latino” nell’aumento del numero dei giornali e della loro diffusione: pubblicazioni tramite le quali si
tanza i ginnasi,esprimono le istanze dei diversi gruppi e viene portato avanti un vivace dibattito.112

nnero nel 1899 E tuttavia a fronte di queste positive considerazioni non va dimenticato che un equilibrio

, riaffermava il era tutt’altro che raggiunto: il che è certamente ben testimoniato dal numero di coloro che

no scolastico inmigrarono verso le Americhe. Questo fenomeno (che in Danimarca fu comunque di

giori possibilitàdimensioni più contenute rispetto alla Svezia e alla Norvegia) ebbe come causa principale un

l principio che consistente aumento demografico e la conseguente impossibilità dell’agricoltura e

ioni sociali eddell’industria di assorbire la forza lavoro in eccesso: spesso coloro che si erano spostati dalle

iù elementare acampagne verso la città con la speranza di trovare un occupazione soddisfacente furono

della durata dicostretti piuttosto a cercare fortuna oltreoceano. Si calcola che tra il 1868 e il 1900 circa

ginnasio (della165.000 cittadini danesi abbiano lasciato il proprio Paese. Più avanti la cifra raggiungerà i

109 300.000 circa.113 Meno ‘invasivo’ ma altrettanto importante è il fenomeno

della scuola cui dell’urbanizzazione che nell’ultimo trentennio del XIX secolo vide aumentare di quasi il

oderno sistema 20% gli abitanti delle città.

à nella quale le Nella seconda metà dell’Ottocento il notevole progresso della Danimarca passò anche

meno da quelloattraverso importanti sviluppi per le comunicazioni e la circolazione di persone e merci: nel

prime anche nel1869 sorse la Grande società nordica del telegrafo (Det store nordiske Telegrafselskab),114

appagamento di nel 1881 la Società telefonica per azioni di Copenaghen (Københavns Telefonaktieselskab),

presto seguita da altre;115 i collegamenti navali interni così come quelli con l’estero furono

osizionamento’incrementati; nel 1866 fu fondata a Thisted (Jutland settentrionale) la Società riunita delle

n riflessa anchenavi a vapore (Det forenede Dampskibsselskab) e nel 1868 furono iniziati i lavori del porto

amite le quali sidi Esbjerg (Jutland occidentale) con il quale (1874) fu realizzato un allacciamento
ferroviario, il che permise collegamenti diretti con Londra. Per la rete ferroviaria vennero

he un equilibrio inoltre aperte nuove linee. In diverse di queste imprese fu coinvolto Carl Frederik Tietgen

o di coloro che(1829-1901), figura emblematica del periodo dell’industrializzazione danese con interessi in

comunque dimolti settori (cantieristica, trasporti, comunicazioni, costruzioni, alimentari) e direttore della

sa principale un Banca privata (Privatbanken).116 Nel 1891 verrà aperta la prima centrale elettrica a Køge, cui

l’agricoltura e presto altre seguiranno: l’anno successivo (5 marzo) in Kongens Nytorv a Copenaghen sarà

o spostati dalle inaugurata l’illuminazione stradale alimentata elettricamente.117

sfacente furono Con queste (e molte altre) luci ma ancora con molte ombre, la Danimarca di inizio

e il 1900 circaNovecento era un Paese che guardava al futuro.

a raggiungerà i 12.2.2. Svezia

il fenomeno Il 1848 fu un anno significativo anche per i destini della Svezia. Sull’onda delle notizie

tare di quasi ilprovenienti dalla Francia il 18 marzo scoppiarono a Stoccolma gravi tumulti ai quali in un

primo momento il sovrano Oscar I rispose con un atteggiamento di apertura, nella speranza

ca passò anche di calmare la folla. I moti popolari tuttavia proseguirono nella giornata successiva e il re

ne e merci: nel decise di passare alle maniere forti: il risultato fu una carica della polizia che provocò

114 diciotto morti e numerosi feriti. Questo episodio non costituisce soltanto il corrispondente

),svedese di analoghe manifestazioni in diversi Paesi europei: esso rivela piuttosto la sostanza

l’estero furonodei problemi che agitavano la società dell’epoca e al contempo l’atteggiamento dell’autorità,

età riunita dellein parte consapevole della necessità di cambiamenti ma ancora fortemente legata a una

avori del portomentalità conservatrice e restia a cedere poteri e privilegi accumulati e consolidati nel corso

allacciamentodei secoli. Del resto Oscar I, per quanto come principe ereditario avesse ripetutamente
oviaria venneromostrato tendenze liberali,118 una volta divenuto re deluse molte aspettative e in più di una

rederik Tietgenoccasione si mostrò rigido e autoritario. Il cambiamento era però ormai inarrestabile. Le idee

con interessi inliberali, che nel secolo precedente erano state sapientemente promosse da figure autorevoli

e direttore dellacome Anders Chydenius,119 avevano trovato sostenitori sul piano pratico della politica120 e

ica a Køge, cuimolti nella società svedese le avevano fatte proprie. Si citi qui, in primo luogo, Johan Gabriel

openaghen saràRichert (1784-1864), insigne giurista, che a lungo lavorò a una riforma del sistema penale

(con abolizione delle punizioni corporali) così come di quello civile, ma anche a una nuova

marca di inizioorganizzazione parlamentare di tipo rappresentativo che superasse l’antica struttura basata

sui quattro stati (nobiltà, clero, borghesia e contadini) adeguandosi agli incalzanti mutamenti

sociali.121 Se è vero che egli non ebbe in vita la soddisfazione di vedere attuate le sue

da delle notizieproposte, è altrettanto vero che la riforma del sistema penale approvata nel 1864122 così come

i ai quali in unla riforma parlamentare del 1866 (su cui poco oltre), sarebbero state in gran parte ispirate alle

nella speranzasue proposte.

ccessiva e il re Come è appena stato detto, il re Oscar aveva comunque idee assai più liberali del padre,

a che provocòCarlo XIV Giovanni, ma al contempo un carattere deciso e una volontà indipendente: si

corrispondente sottolinei qui l’autonomia con la quale condusse la politica estera (condizionata dalle sue

osto la sostanzamire scandinavistiche) allontanandosi gradatamente dalla Russia per avvicinarsi alle potenze

to dell’autorità,occidentali.123 Dopo gli eventi del 1848 egli avvertì la necessità di correre ai ripari e per

e legata a unamostrare il suo volto ‘progressista’ fece presentare alla riunione del parlamento del 1850 una

lidati nel corsoproposta di riforma parlamentare che però fu respinta. Una richiesta in questo senso arrivava

e ripetutamenteda tempo da diversi politici, come Carl Henrik Anckarsvärd124 che l’aveva sollecitata fin dal
e in più di una1830 o i cosiddetti “amici della riforma rappresentativa” (representationsreformens vänner)

stabile. Le ideepresenti in parlamento: costoro nel 1844 avevano fondato a Stoccolma l’Associazione degli

gure autorevoliamici della riforma (Reformvännernas sällskap), sul cui modello altre simili sarebbero sorte

e altrove. Tra coloro che si battevano per il suffragio universale c’erano figure prestigiose

, Johan Gabrielcome Gustaf Ferdinand Ekholm (1803-1865), rappresentante della borghesia, Erik Gustaf

sistema penaleGeijer125 e, naturalmente Anckarsvärd e Richert. Successivamente, tra il 1849 e il 1853, si

he a una nuovasarebbero svolti alcuni incontri in una tenuta di Örebro (Närke), nel corso dei quali la

struttura basataquestione sarebbe stata ampiamente dibattuta e sarebbero state elaborate proposte. Fautore

anti mutamentidella indifferibilità di un cambiamento era anche Louis de Geer (1818-1896), appartenente

attuate le suealla famiglia dell’omonimo pioniere dell’industria,126 poi ministro della giustizia dal 1858. de

così comeGeer era stato un importante collaboratore del principe ereditario Carlo Ludovico Eugenio

arte ispirate alle(Carl Ludvig Eugen, 1826-1872) nel periodo in cui, a partire dal 1857, egli di fatto aveva

sostituito il padre gravemente malato: sicché quando alla morte di Oscar I (1859) questi salì

erali del padre,al trono con il nome di Carlo XV, de Geer acquisì ulteriore prestigio. Egli si adoperò presso

ndipendente: si il nuovo sovrano perché una riforma parlamentare fosse finalmente adottata, in conformità

onata dalle suecon quanto avvenuto in molti Paesi europei. Il dibattito sulla questione raggiunse il culmine

rsi alle potenzeall’inizio degli anni ’60, ma la decisione definitiva fu assunta il 7 dicembre del 1865 e il 22

ai ripari e pergiugno dell’anno successivo la nuova regolamentazione fu definitivamente ratificata alla

to del 1850 unapresenza del re.127 Il ‘parlamento degli stati’ cessava dunque di esistere: al suo posto veniva

senso arrivavaistituito un sistema bicamerale. I componenti della Prima Camera (Första Kammaren), eletti

llecitata fin dalcon metodo indiretto dai consigli provinciali e da quelli comunali delle principali città,
)dovevano avere un’età minima di trentacinque anni e dimostrare il possesso di un patrimonio

ociazione deglimolto consistente:128 norma che in sostanza salvaguardava il potere delle classi superiori.129

sarebbero sorteIl loro mandato era di nove anni, rinnovabile e non retribuito (ragione ulteriore per cui poteva

ure prestigiose candidarsi solo chi disponesse di cospicue risorse economiche). I membri della Seconda

ia, Erik GustafCamera (Andra Kammaren), eletti direttamente, dovevano avere almeno venticinque anni e

49 e il 1853, siun discreto reddito130 o dimostrare comunque il possesso di beni. Il loro mandato durava tre

so dei quali laanni ed era retribuito. La partecipazione al voto era riservata ai soli uomini. In sostanza: tutti

oposte. Fautore coloro che erano privi di mezzi e, comunque, le donne erano esclusi da qualsiasi

), appartenente rappresentanza politica. Più avanti (1876) sarebbe stato istituito l’ufficio di primo ministro,

zia dal 1858. deun incarico affidato allo stesso de Geer che lo avrebbe conservato fino al 1880. La nuova

dovico Eugenioassemblea si riunì per la prima volta il 15 gennaio 1867. Indubbiamente la riforma

di fatto aveva rappresentò un importante risultato non solo per la ricca borghesia ma anche, si potrebbe dire

859) questi salìsoprattutto, per i contadini (non a caso in precedenza questi due ‘stati’ avevano spesso fatto

adoperò pressofronte comune contro i rappresentanti del clero e della nobiltà); tuttavia le regole di voto

, in conformitàdella Prima Camera tutelavano in buona parte gli interessi dell’aristocrazia (un ceto

unse il culmine comunque destinato a regredire in quanto tale) i cui rappresentanti vi restarono a lungo in

del 1865 e il 22maggioranza. Fu comunque il potere economico e finanziario (requisito indispensabile per

e ratificata alla l’eleggibilità) a far confluire in quell’assemblea alti funzionari, grandi possidenti terrieri,

uo posto veniva industriali e facoltosi commercianti, il che determinò ripetuti conflitti con la Seconda Camera

), elettii cui membri erano per la maggior parte contadini, borghesi con un discreto reddito e piccoli

principali città,proprietari terrieri. In ogni caso, seppure la riforma fosse ben lungi dall’essere pienamente
i un patrimoniodemocratica, essa consentiva alla Svezia di allinearsi a Paesi da questo punto di vista più

129 evoluti, non da ultimo la Norvegia (che le era legata nell’unione), il cui bicameralismo era

e per cui potevaspesso stato tirato in ballo nell’ambito della discussione. Alla riforma conseguì un più stretto

della Secondalegame tra parlamento e Consiglio di Stato,131 in buona parte favorito dalla personalità del

ticinque anni esovrano. Infatti il re Carlo XV aveva tendenze chiaramente conservatrici, ma non possedeva

dato durava trele qualità politiche del padre e non di rado agiva con imprudenza e precipitazione. La sua

n sostanza: tuttimancanza di autorevolezza rafforzò perciò il potere del Consiglio, nel quale l’abile de Geer

si da qualsiasiera figura di sicuro riferimento: in più di una occasione (non da ultimo nelle delicate

primo ministro, trattative per un appoggio militare alla Danimarca)132 la parola definitiva spettò a

1880. La nuovaquest’ultimo. Il peso conservatore della monarchia andò dunque riducendosi e così, oltre a

nte la riforma quella parlamentare, i liberali poterono far approvare altre riforme: dal diritto di muoversi

si potrebbe direliberamente all’interno del Paese (1860)133 alla riorganizzazione del potere locale cui veniva

no spesso fattogarantita maggiore autonomia (1862),134 dall’introduzione di un nuovo codice penale (in cui,

regole di votocome avevano auspicato Richert e il suo allievo Oscar I, erano finalmente abolite le

razia (un cetopunizioni corporali)135 al riconoscimento della libertà religiosa.136

ono a lungo in Ulteriore effetto di questi mutamenti politici e sociali fu anche in Svezia la nascita dei

ispensabile per primi partiti intesi in senso moderno. Nella Prima Camera si formò (1873) il Partito della

sidenti terrieri, Scania (Skånska Partiet), favorevole al governo, il cui leader, Jules Edvard Stiernblad (1813-

econda Camera1886) proveniva, appunto, da quella regione; da questo gruppo avrebbe preso origine (1885)

eddito e piccoliil Centro (Centern) che nel 1888 in seguito alla disputa sui dazi (di cui più avanti in questo

ere pienamentestesso paragrafo) confluì nel Partito di minoranza (Minoritetspartiet). Quest’ultimo si


nto di vista più sarebbe poi chiamato (1905) Partito dei moderati (Moderata partiet) e si sarebbe fuso (1912)

ameralismo era nel Partito nazionale (Nationella partiet) insieme a un’altra formazione conservatrice, il

uì un più stretto Partito della destra unita (Förenade högerpartiet), erede (1910) del Partito protezionista

personalità del(Protektionistiska partiet) che, come esprime chiaramente il nome, aveva assunto una

non possedevaposizione di chiusura nella disputa sui dazi. Questo raggruppamento delle forze di destra

tazione. La suasarebbe rimasto presente nella Prima Camera fino al 1934. Nella Seconda Camera fu

l’abile de Geer presente, fin dall’inizio, il Partito agrario (Lantmannapartiet), formato dai contadini e da

nelle delicatealcuni proprietari terrieri, che si adoperò per ribadire la richiesta di abolizione di antichi

nitiva spettò aprivilegi i cui oneri ancora gravavano su quella classe sociale, ma volle anche farsi parte

i e così, oltre aattiva nel controllo della gestione del potere e delle risorse finanziarie.137 Dopo una frattura

to di muoversi sulla questione dei dazi (1888), esso si sarebbe ricomposto nel 1895 e nel 1912 sarebbe

cale cui venivaconfluito nel Partito degli agricoltori e dei cittadini (Lantmanna- och Borgarepartiet)

e penale (in cui,insieme al Partito nazionale del progresso (Nationella framstegspartiet), a sua volta erede del

ente abolite leGruppo dei moderati amici della riforma (De moderata reformvännernas grupp), sorto nel

1903.138 Questi raggruppamenti avevano un orientamento conservatore e possono essere

a la nascita dei considerati precursori del Partito comune dei moderati (Moderata samlingspartiet) che

il Partito dellatuttora costituisce una delle forze politiche principali nel Paese: esso a sua volta si rifà

iernblad (1813-all’Associazione generale degli elettori (Allmänna valmansförbundet) costituita nel 1904 allo

origine (1885) scopo di coordinare le forze parlamentari di destra nella lotta contro il crescente consenso

vanti in questo della sinistra.139 Un altro gruppo formatosi nella Seconda Camera poco dopo l’approvazione

Quest’ultimo sidella riforma (1868) fu il Partito neoliberale (Nyliberala partiet),140 il quale – a dispetto del
bbe fuso (1912) nome, che nell’ottica attuale lo collocherebbe in diversa prospettiva – era di tendenze radicali

onservatrice, ile mirava a una amplissima estensione del diritto di voto e all’eliminazione di cariche civili ed

o protezionista ecclesiastiche (a esempio quella di vescovo). Esso ebbe tuttavia vita breve: già nel 1871 i

a assunto unaparlamentari che lo formavano si trovarono in disaccordo e transitarono in altre formazioni

forze di destra come il Partito agrario o il Partito di centro (Centern).141 Quest’ultimo, presente nella

nda Camera fu Seconda Camera fin dalla riforma (seppure la denominazione Partito di centro risalga al

contadini e da1873), costituiva la compagine di coloro che appoggiavano il governo142 e manteneva una

ione di antichiposizione di equilibrio raccogliendo i propri aderenti tanto fra uomini di destra quanto di

nche farsi partesinistra. Nel 1883 tuttavia esso si sarebbe diviso in due correnti per poi riunirsi a sostegno del

po una fratturalibero mercato. Al 1900 risale l’organizzazione del Partito comune dei liberali (Liberala

l 1912 sarebbesamlingspartiet) che costituisce un antesignano del Partito popolare (Folkpartiet).143 Anche

) in questo caso si trattò dell’aggregazione di forze già presenti in parlamento.144

volta erede del Ma anche al di fuori dei palazzi del potere (nei quali per via delle rigide norme elettorali

), sorto nelera rappresentata una minoranza della popolazione) si muovevano forze nuove. Il 6

possono esserenovembre 1881 fu tenuta a Malmö una conferenza dal tema “Che cosa vogliono i

) che socialdemocratici?”: relatore era il sarto August Teodor Palm (1849-1922), a tutti gli effetti

ua volta si rifàconsiderato il pioniere della socialdemocrazia svedese.145 Palm era venuto in contatto con le

ta nel 1904 allonuove idee politiche durante soggiorni in Germania e Danimarca e aveva deciso di

cente consensodiffonderle in patria. A Malmö egli aveva anche avviato la pubblicazione di un giornale, La

l’approvazionevolontà popolare (Folkviljan) che tuttavia ebbe scarso successo.146 Ben più fortuna trovò

– a dispetto del invece con Il social-democratico (Social-Demokraten), fondato a Stoccolma nel 1885,147 un
ndenze radicalifoglio cui avrebbero dato il proprio contributo figure eminenti della nascente

cariche civili edsocialdemocrazia svedese che, come altrove, si intrecciò con il movimento dei lavoratori e

già nel 1871 il’emergente rappresentanza sindacale. Il Partito socialdemocratico dei lavoratori

ltre formazioni(Socialdemokratiska Arbetarepartiet) sarebbe sorto nel 1889148 e, nonostante il tentativo del

presente nella governo conservatore di limitare la diffusione delle nuove idee,149 nel 1897 avrebbe visto il

entro risalga alsuo primo rappresentante sedere in parlamento nella figura di Hjalmar Branting (1860-1925),

manteneva unaredattore (insieme ad Axel Danielsson, 1863-1899) de Il Social-democratico, e destinato a

estra quanto di diventare (1920) il primo rappresentante di questo partito a capo di un governo.150

i a sostegno del Nel nuovo parlamento i diversi movimenti politici avevano di fronte importanti

Liberalaquestioni. Da una parte si trattava di misurarsi con i cambiamenti della società e con le

Anche regolamentazioni che essi esigevano; dall’altra di affrontare i problemi contingenti, la cui

soluzione determinò forti contrasti non solo tra gruppi di diverso orientamento ma anche

norme elettoraliall’interno dei partiti, cagionando in più di un caso disaccordi e scissioni. Per la verità negli

e nuove. Il 6anni ’70 e per gran parte degli anni ’80 il dibattito fu a lungo assorbito dalla proposta di una

osa vogliono iriorganizzazione dell’esercito (la cui necessità veniva collegata agli avvenimenti europei

a tutti gli effettidegli ultimi decenni). Essa incontrò l’ostinata opposizione del Partito agrario, il che trascinò

contatto con lea lungo la questione, risolta nel 1892 con un compromesso (assai gradito dal sovrano),

veva deciso diproposto dal primo ministro Erik Gustaf Boström (1842-1907): in base a ciò i contadini

La ottenevano importanti concessioni fiscali in cambio del via libera alla riforma del servizio

ù fortuna trovòmilitare.151 Un’altra questione, imposta questa volta dall’economia, fu quella riguardante i

undazi. Essa emerse nel momento in cui la liberalizzazione del commercio mostrò di poter
della nascenteavere per i produttori svedesi anche effetti negativi e da più parti si invocarono misure

dei lavoratori eprotezionistiche. Si trattò di un problema che scatenò un vivacissimo dibattito, fece

dei lavoratoridivampare la polemica ed ebbe importanti risvolti politici; il nuovo re Oscar II (1829-1907),

il tentativo delsucceduto al fratello morto di tubercolosi intestinale nel 1872, cercò una inutile conciliazione

avrebbe visto ilfinché nel 1888 vennero introdotti dazi sui cereali e su taluni prodotti industriali. Questa

ng (1860-1925),questione mostra chiaramente come nella seconda metà dell’Ottocento la Svezia fosse

, e destinato apienamente coinvolta in un contesto economico sovrannazionale, il che è diretta conseguenza

degli sviluppi dell’agricoltura e (forse soprattutto) della rivoluzione industriale (i cui

nte importantipromotori guardavano volentieri all’Inghilterra).

ocietà e con le In quest’ultimo settore, come si è visto, le premesse del cambiamento si erano già

tingenti, la cuimanifestate in precedenza: tuttavia lo sviluppo che l’industria svedese conosce in questi

ento ma anchedecenni appare tanto rapido quanto incisivo. Esso tocca diversi campi: dal settore della

r la verità neglimetallurgia (nel 1858 l’industriale Göran Fredrik Göransson sarà il primo a sperimentare con

proposta di unasuccesso il metodo Bessemer per ottenere l’acciaio)152 a quello della fabbricazione di

imenti europei utensili; dalla produzione di legname153 (poi anche della cellulosa)154 a quella dei fiammiferi;

, il che trascinòdall’industria meccanica a quella tessile (nella quale si utilizzano ora i telai meccanici); dalla

o dal sovrano), cantieristica alla costruzione di macchinari. La crescita dell’industria va anche messa in

ciò i contadini relazione con il progresso nelle comunicazioni dovuto all’introduzione (a partire dal 1853)

ma del serviziodel telegrafo155 e successivamente (1877) del telefono,156 e con lo sviluppo dei trasporti:

a riguardante idalle ferrovie157 ai collegamenti marittimi e fluviali che possono ora avvantaggiarsi delle

mostrò di poternuove macchine a vapore.158 A ciò si legano provvedimenti di tipo economico, voluti innanzi
ocarono misuretutto dal ministro delle finanze, il liberale Johan August Gripenstedt (1813-1874), capaci di

dibattito, fece imprimere una forte spinta al commercio con l’estero.159 Nell’industria svedese si

II (1829-1907),affermeranno nomi di prestigio ben noti anche fuori dai confini nazionali, fra tutti quelli dei

le conciliazionefratelli Nils e John Ericsson;160 del celeberrimo Alfred Nobel (1833-1896), noto soprattutto

ustriali. Questaper l’invenzione della dinamite (1866) e per il lascito testamentario legato ai prestigiosi

a Svezia fossepremi;161 di Carl Gustaf Patrik de Laval (1845-1913) ricordato in primo luogo come ideatore

ta conseguenza della turbina a vapore e della scrematrice;162 di Jonas Wenström (1855-1893) cui si deve il

dustriale (i cui sistema trifase per la produzione di energia elettrica;163 di Carl Edvard Johansson (1864-

1943) che realizzò strumenti di precisione; di Nils Gustaf Dalén (1869-1937) premio Nobel

o si erano giàper la fisica nel 1912;164 di Sven Gustaf Wingquist (1876-1953) che produsse i cuscinetti a

nosce in questisfera.165

al settore della Tutta questa attività traeva giovamento anche dalla fondazione di nuovi istituti di credito:

perimentare con nel 1856 André Oscar Wallenberg (1816-1886) fondava la Banca privata di Stoccolma

abbricazione di(Stockholms enskilda bank) che non solo concesse prestiti all’industria ma divenne anche la

dei fiammiferi;base di una solida attività finanziaria autonoma.166 Con un’altra banca fondata a Göteborg nel

eccanici); dalla1864, la Società azionaria di credito scandinava (Skandinaviska Kreditaktiebolaget), più tardi

nche messa insemplicemente Banca scandinava (Skandinaviska Banken) essa avrebbe dato vita (a partire

artire dal 1853)dal 1972) alla Banca privata scandinava (Skandinaviska enskilda banken), una delle più

o dei trasporti:grandi nel Paese. A sua volta la Banca commerciale di Stoccolma (Stockholms Handelsbank)

ntaggiarsi dellesarebbe poi divenuta l’importante e tuttora attiva Banca commerciale svedese (Svenska

, voluti innanzihandelsbanken). Dal punto di vista economico ebbe grande importanza anche il notevole
874), capaci disviluppo delle società per azioni, così come quello delle cooperative.167 Nel 1866 Stoccolma

ria svedese siospiterà la prima fiera industriale scandinava; nel 1869 e nel 1891 (occasione in cui sarà

a tutti quelli deimostrata al pubblico la prima automobile) toccherà a Göteborg; nel 1897 ci sarà una nuova e

noto soprattuttograndiosa esposizione nella capitale.168

o ai prestigiosi Nella prima metà del secolo l’introduzione delle riforme e di nuove tecniche e strumenti

o come ideatoredi lavoro aveva portato a notevoli progressi anche in campo agricolo. Tuttavia i vantaggi che

3) cui si deve ilne erano derivati erano andati in sostanza solo a coloro che possedevano le terre coltivate o

hansson (1864-avevano comunque potuto acquistarle. Una gran parte erano invece braccianti senza alcuna

) premio Nobeltutela, ragion per cui la rappresentanza parlamentare dei contadini era, in realtà, solo la

se i cuscinetti arappresentanza di coloro che possedevano i poderi. Attorno alla fine degli anni ’70 cominciò

a manifestarsi anche in Svezia una crisi agricola determinata dalla caduta dei prezzi dei

tituti di credito:cereali (dovuta all’importazione in grandi quantità di queste derrate dall’America e dalla

a di StoccolmaRussia), crisi che toccò il culmine attorno alla metà degli anni ’80 (con le richieste

venne anche la protezionistiche di cui s’è detto) sicché anche qui si puntò in buona parte piuttosto

a Göteborg nelsull’allevamento del bestiame: ciò, insieme alla diffusione di colture come quella della

), più tardi barbabietola da zucchero, diede buoni risultati.

o vita (a partire La condizione delle classi meno abbienti (sia del proletariato agricolo sia di quello

una delle piùoperaio) restava dunque assai precaria e queste categorie non avevano voce in capitolo in

)parlamento. Tale situazione, combinata con una notevole crescita demografica,169 determinò

Svenska due importanti effetti. Il primo fu l’emigrazione. Già tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX

che il notevolesecolo molti braccianti svedesi si erano trasferiti in Danimarca alla ricerca di migliori
1866 Stoccolmaoccasioni di lavoro; questo flusso, sostanzialmente modesto, sarebbe presto stato largamente

one in cui saràsuperato da un’ondata migratoria ben più consistente: quella che tra i primi anni ’40

arà una nuova edell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento (con un picco tra il 1867 e il 1869, periodo

segnato da gravi carestie, e, ancora, nel 1887) avrebbe visto oltre un milione di svedesi

che e strumentitrasferirsi in America (la grande maggioranza negli Stati uniti e in Canada), sottraendo forza

a i vantaggi chelavoro al Paese.170 Il secondo effetto fu la nascita dei movimenti operai. Il malcontento

erre coltivate o sociale derivante dalle gravose condizioni di vita e di lavoro dei salariati delle fabbriche

ti senza alcunasfociò presto in scioperi e manifestazioni, episodi che si legano strettamente alla nascita di

realtà, solo laorganizzazioni ispirate alla dottrina socialista.171 Inizialmente i sindacati svedesi sorsero

ni ’70 cominciòcome associazioni di categoria: il primo fu l’Associazione sindacale dei tipografi

dei prezzi dei (Typografiska fackföreningen) costituita nel 1846.172 Nella seconda metà del secolo il grande

America e dallasviluppo industriale ebbe come riflesso parallelo l’espansione della protesta operaia. Uno

on le richiestedegli episodi più noti in questo contesto è, nel 1879, lo sciopero dei lavoratori delle segherie

parte piuttostodi Sundsvall. I territori della regione di Norrland, in gran parte sottratti ai Sami, avevano

me quella dellaconosciuto fin dal XIV secolo una certa immigrazione che, favorita dalla Corona, aveva dato

luogo a insediamenti di tipo agricolo.173 Quando nel XIX secolo la richiesta di legname si

o sia di quellofece molto consistente si pensò di sfruttare le grandi risorse forestali del Paese: questo

e in capitolo insfruttamento fu particolarmente intenso proprio in quell’area che conobbe dunque una rapida

determinòespansione dei suoi centri abitati ma anche uno sconsiderato diboscamento.174 In questo

’inizio del XIXcontesto si situa il grande sciopero degli operai delle segherie di Sundsvall che, seppure

rca di miglioriconclusosi per loro con una totale sconfitta, rappresenta un punto di svolta per la presa di
tato largamentecoscienza del movimento operaio svedese.175 Il quale dunque gradatamente si organizzò e

primi anni ’40trovò il proprio referente politico nel partito socialdemocratico. Un passo decisivo verso una

1869, periodoqualificata rappresentanza dei lavoratori fu fatto nel 1898 quando si volle costituire un

one di svedesi coordinamento tra i diversi sindacati locali e di categoria: nacque infatti in quell’anno il

ottraendo forzaSindacato nazionale (Landsorganisationen)176 alla cui guida fu chiamato Fredrik Sterky

Il malcontento(1860-1900), membro della sezione socialdemocratica di Göteborg (arbetarkommun),177

delle fabbriche fondatore e caporedattore del giornale Tempi nuovi (Ny Tid).178 A questo risultato conseguì

alla nascita diuna più efficace strategia e la possibilità di individuare obiettivi condivisi. In primo luogo,

svedesi sorseronaturalmente, migliori condizioni di lavoro (anche dal punto di vista della sicurezza), forme

dei tipografi assicurative,179 sussidi,180 normative sul lavoro minorile,181 suffragio universale. Per dar voce

secolo il grandealle richieste furono organizzate imponenti manifestazioni e nuovi scioperi:182 il 1 maggio

a operaia. Unovenne celebrato per la prima volta in Svezia nel 1890 con la partecipazione di migliaia di

i delle segheriepersone. Fu in tal modo evidente che una efficiente organizzazione sindacale poteva davvero

Sami, avevanoincidere sulla vita e sui destini del Paese. Non casualmente nel 1902 veniva fondata

ona, aveva datol’Associazione svedese dei datori di lavoro (Svenska Arbetsgivareföreningen, SAF) allo

a di legname siscopo di contrastare la crescita del movimento operaio.183 Un grande scontro fra queste due

Paese: questoforze si ebbe nel 1909. In quell’anno si verificò una grave crisi che determinò riduzioni degli

nque una rapida stipendi e serrate, al che i lavoratori risposero con un imponente sciopero generale che

In questocoinvolse quasi 300.000 persone in tutto il Paese colpendo pesantemente l’economia. La

ll che, seppureforza del sindacato non era tuttavia tale da sostenere una lotta di così vasta portata (le riserve

per la presa dicui attingere non erano sufficienti) e lo scontro si concluse dunque con una pesante sconfitta.
si organizzò eCiò determinò l’abbandono di molti iscritti che preferirono confluire nella nuova

isivo verso unaOrganizzazione centrale dei lavoratori svedesi (Sveriges Arbetares Centralorganisation), che

e costituire un (dopo due congressi preparatori tenuti a Lund) fu costituita a Stoccolma nel 1910. Nel

n quell’anno ilfrattempo cominciarono a nascere i primi sindacati generali di categoria.184

Fredrik Sterky Parallela alla crisi del sindacato fu la spaccatura tra i socialdemocratici. Fin dal 1905

177l’Associazione giovanile (Ungdomsförbund) del partito, più marcatamente orientata a

ultato conseguìsinistra, aveva manifestato il proprio disaccordo sulla questione delle riforme propendendo

n primo luogo,piuttosto per soluzioni rivoluzionarie. Nel tentativo di arginarne l’influenza ed emarginarla, i

curezza), formedirigenti avevano creato una nuova struttura, l’Associazione giovanile socialdemocratica

le. Per dar voce (Socialdemokratiska ungdomsförbund). La frattura avvenne nel 1908: sebbene il programma

il 1 maggiopolitico stilato in quell’anno risentisse in buona parte delle idee più radicali (in primo luogo

e di migliaia dinella decisa posizione antimilitarista) due rappresentanti di quella corrente furono allontanati

poteva davverodal partito; si trattava di Carl Gustaf Schröder (1876-1959) e Henrik Bergegren (detto Hinke,

veniva fondata1861-1936), in duro contrasto con Hjalmar Branting.185 In seguito a questa decisione anche i

) allocomponenti dell’Associazione giovanile abbandonarono i socialdemocratici e fondarono il

fra queste duePartito dei giovani socialisti (Ungsocialistiska Partiet) che coerentemente con i propri

riduzioni degliprincìpi anarchico-rivoluzionari non si presentò alle elezioni, ritenendo che il cambiamento

o generale che potesse essere realizzato solo attraverso interventi diretti di rivolta sociale. Dall’altra parte ci

l’economia. Lasi muoveva invece sempre più in direzione di un socialismo moderato (si vedano i risultati

rtata (le riservedel congresso tenuto nel 1911) incarnato in primo luogo nella figura di Carl Lindhagen

sante sconfitta. (1860-1946) e si andò verso una collaborazione con i liberali che si sarebbe concretizzata
e nella nuovanella coalizione di governo in carica dal 1917 al 1920.

), che Del resto, il carattere sostanzialmente moderato della politica svedese e la sua capacità di

nel 1910. Nelriformarsi dall’interno va ricondotto anche a quel risveglio delle coscienze che in questo

Paese, come altrove, caratterizza il XIX secolo e si esprime nella nascita di chiese libere e

. Fin dal 1905movimenti popolari che, non a caso, appaiono frequentemente collegati alle nuove comunità

nte orientata asorte nelle zone industriali, oppure traggono impulso e sostegno dall’ambiente degli

e propendendoemigrati.186 Già presenti nella prima metà del secolo187 essi ebbero grande diffusione a

d emarginarla, ipartire dagli anni ’50, anche grazie alle leggi sulla libertà religiosa e al decreto che aboliva il

cialdemocraticaKonventikelplakatet.188 Figura fondamentale in questo contesto è quella del predicatore laico

e il programmaCarl Olof Rosenius (1816-1868), originario del Västerbotten, che si era formato in un

in primo luogo ambiente nel quale erano diffuse piccole comunità religiose che si riunivano per attingere

rono allontanatidirettamente alla lettura della parola di Dio.189 Influenzato dal metodista scozzese George

n (detto Hinke,Scott (1804-1874), attivo a Stoccolma, con lui fondò la rivista Il Pietista (Pietisten) nel 1842,

ecisione anche iil medesimo anno in cui Scott fu costretto a lasciare la Svezia. Rosenius ne raccolse, per così

e fondarono ildire, l’eredità e la cappella – nota come “chiesa inglese” (“engelska kyrkan”) – che questi,

e con i propriinsieme all’industriale Samuel Owen,190 aveva fatto erigere a Stoccolma (1840) fu acquistata

il cambiamentoper la Fondazione evangelica patriottica (Evangeliska fosterlandsstiftelsen) sorta nel 1856

all’altra parte ci per iniziativa dell’ecclesiatico Hans Jakob Lundborg (1825-1867) con l’attiva partecipazione

edano i risultatidi Rosenius stesso.191 Il carattere di questa organizzazione, indipendente ma comunque

Carl Lindhagenincardinata nella Chiesa ufficiale e nella quale il ruolo dei laici ha particolare risalto, ben

e concretizzata riflette un atteggiamento politico-sociale che esige responsabilità ma anche fiducia nelle
istituzioni (dunque anche patriottismo), non certo disubbidienza o, peggio, rivolta. Nella

sua capacità didirezione del periodico Il pietista sarebbe più tardi subentrato Paul Petter Waldenström

che in questo(1838-1917) il quale, pur in polemica teologica (fu successivamente escluso dalla

chiese libere efondazione) volle sempre mantenere il legame con la Chiesa tradizionale che, riteneva,

nuove comunitàdovesse essere rinnovata dall’interno. Ma anche nei casi in cui si giunse a un distacco,192 il

ambiente degli vivace dibattito (teologico ma non solo) contribuì da una parte a favorire un’evoluzione

de diffusione aall’interno della Chiesa svedese (che andò in direzione di una crescente autonomia dallo

o che aboliva ilStato) ma anche a risvegliare nei singoli fedeli attenzione e desiderio di partecipazione attiva.

redicatore laicoQuesti movimenti rappresentarono dunque un sicuro punto di riferimento non solo per la

formato in uncoscienza religiosa dei singoli ma anche per la maturazione civile del popolo svedese.193 La

o per attingerequale si manifesta anche in un altro importante campo di azione, quello della lotta

cozzese Georgeall’alcolismo, strettamente legata all’impegno religioso. Del resto una delle prime

) nel 1842,associazioni svedesi contro l’alcolismo era stata fondata nel 1831 proprio da George Scott e

ccolse, per così dall’industriale Owen e lo stesso principe ereditario Oscar aveva dato immediata adesione

) – che questi, alla Società svedese per l’astinenza [dall’alcol] (Svenska nykterhetssällskapet) nata nel 1837

0) fu acquistatache si sarebbe avvalsa dell’opera del sopra citato Peter Wieselgren, figura fondamentale

sorta nel 1856dell’organizzazione.194 Organizzazione che (a partire dal 1902) si chiamerà Società svedese

partecipazione per l’astinenza [dall’alcol] e l’educazione popolare (Svenska sällskapet för Nykterhet och

ma comunqueFolkuppfostran), volendo sottolineare gli scopi educativi della propria azione.195 I quali sono

are risalto, bendel tutto evidenti anche nell’istituzione, per iniziativa del partito socialdemocratico,

e fiducia nelle dell’Associazione per la formazione dei lavoratori (Arbetarnas bildningsförbund, 1912). Del
, rivolta. Nellaresto anche in Svezia si erano diffuse le “scuole popolari superiori” (dette qui folkhögskolor)

r Waldenströmsu modello danese,196 promosse, in primo luogo, da Leonard Pontus Holmström (1840-

escluso dalla1919). E tutta una serie di provvedimenti relativi all’istruzione (tra gli altri quelli del 1842,

che, riteneva, 1856, 1870, 1882, 1905), in cui vengono tenuti nella dovuta considerazione anche i percorsi

ilformativi di carattere più prettamente tecnico, dimostra in quale misura l’importanza della

un’evoluzionegestione statale in questo campo sia ormai ben presente alla politica.197 Degli anni ’60 è la

utonomia dalloproposta del pubblicista e politico liberale Sven Adolf Hedlund (1821-1900) di istituire una

ipazione attiva.‘libera accademia’ aperta a tutti coloro che avessero interessi di carattere umanistico o

non solo per lascientifico: una istituzione senza vincoli né esami in cui l’apprendimento fosse basato solo

Lasul desiderio del singolo di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie capacità. La

ello della lottamoderna scuola svedese (evidentemente regolata da tutta una serie di nuove leggi)198 poggia

a delle primesu queste basi.199

George Scott e

ediata adesione

) nata nel 1837

a fondamentale

Società svedese

Nykterhet och

I quali sono

ialdemocratico,

, 1912). Del
resto anche in Svezia si erano diffuse le “scuole popolari superiori” (dette qui folkhögskolor)

su modello danese,196 promosse, in primo luogo, da Leonard Pontus Holmström (1840-

1919). E tutta una serie di provvedimenti relativi all’istruzione (tra gli altri quelli del 1842,

1856, 1870, 1882, 1905), in cui vengono tenuti nella dovuta considerazione anche i percorsi

formativi di carattere più prettamente tecnico, dimostra in quale misura l’importanza della

gestione statale in questo campo sia ormai ben presente alla politica.197 Degli anni ’60 è la

proposta del pubblicista e politico liberale Sven Adolf Hedlund (1821-1900) di istituire una

‘libera accademia’ aperta a tutti coloro che avessero interessi di carattere umanistico o

scientifico: una istituzione senza vincoli né esami in cui l’apprendimento fosse basato solo

sul desiderio del singolo di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie capacità. La

moderna scuola svedese (evidentemente regolata da tutta una serie di nuove leggi)198 poggia

su queste basi.199
In questo intreccio di fede religiosa, motivazioni politiche, impegno sociale e culturale

affonda le proprie radici la presa di coscienza dell’indipendenza e della responsabilità del

singolo che in prospettiva nazionale costituisce, come altrove, una delle basi della

democratizzazione e della modernizzazione del Paese: a tutto ciò l’autorità dovrà dunque

rispondere con azioni concrete.200 Innanzi tutto nel soddisfare la richiesta di suffragio

universale. Al 1890 risale la fondazione dell’Associazione svedese per il suffragio universale

(Sveriges allmänna rösträttsförbund), di ispirazione liberale, guidata da Julius Mankell;201 al

1902 l’Associazione nazionale per il diritto di voto politico alle donne (Landsföreningen för

kvinnans politiska rösträtt),202 sorta, non casualmente, nello stesso anno in cui (20 aprile) si

era svolta una turbolenta dimostrazione per rivendicarlo. Dopo vari tentativi, il primo politico

che affrontò seriamente la questione fu il liberale Karl Staaff (1860-1915), capo del governo

nel biennio 1905-1906, il quale coerentemente con le proprie idee si dimise quando la sua

proposta in merito fu respinta dal parlamento.203 Staaff avrebbe tuttavia beneficiato della

riforma migliorativa del suo successore, il conservatore Arvid Lindman (1862-1936) che nel

1907 condusse in porto una modifica costituzionale che introduceva il sistema proporzionale

e il suffragio universale (limitato agli uomini e comunque con alcune eccezioni) nelle

votazioni per la Seconda Camera:204 i liberali infatti vinsero le elezioni del 1911 (le prime

svoltesi secondo il nuovo sistema) ed egli tornò al governo, questa volta proponendo il voto e

l’eleggibilità per le donne, il che tuttavia fu bocciato dalla Prima Camera. La questione restò

dunque in sospeso e sarebbe stata risolta solo nel 1919.205 Del resto il nuovo sovrano,

Gustavo V (Oscar Gustaf Adolf, 1858-1950), salito al trono alla morte del padre nel 1907,
iale e culturalenon vedeva di buon occhio la forza crescente del parlamentarismo ed era in contrasto con

sponsabilità delStaaff, soprattutto sul tema della difesa, tornato prepotentemente alla ribalta e da molti

elle basi della ritenuto di cogente attualità, a motivo dei venti di guerra che soffiavano in Europa.206 Il 6

dovrà dunquefebbraio 1914 ci fu a Stoccolma una grande manifestazione di contadini (Bondetåget) nella

ta di suffragioquale si reclamava una difesa più forte, in contrasto con la politica dei liberali al governo e a

agio universale sostegno del re. Quest’ultimo, per dare prova della propria autorità, vi intervenne con un

aldiscorso nel quale, di fatto, sconfessava la linea dell’esecutivo. Il che per la verità era un

sföreningen förmodo del tutto scorretto di abusare delle proprie prerogative: in ogni caso il governo si

ui (20 aprile) sidimise e non si trovò soluzione migliore se non quella di indire nuove elezioni in seguito alle

l primo politicoquali i socialdemocratici ottennero la maggioranza alla Seconda Camera. La grave frattura

po del governofra Corona e parlamento era ben lontana dall’essere sanata quando lo scoppio della prima

quando la suaguerra mondiale spazzò via ogni altro problema. E di fronte a questo conflitto la Svezia si

eneficiato dellatrovò sola poiché nel 1905 la Norvegia aveva abbandonato l’unione. Del che si parlerà nel

2-1936) che nelprossimo paragrafo.

a proporzionale Nel 1912 la città di Stoccolma ospitò la quinta edizione dei giochi olimpici moderni.207 Un

ccezioni) nelleevento vissuto dal popolo svedese e, soprattutto, dalle autorità, come occasione per mostrare al resto
del mondo il valore e la dinamicità del Paese e, insieme, la dignità e l’orgoglio della nazione. Il 1
1911 (le prime
giugno, giorno dell’inaugurazione dello stadio olimpico,208 il colonnello Viktor Balck (1844-1928),
onendo il voto e
figura di prestigio del mondo sportivo svedese, tenne l’orazione ufficiale, della quale di seguito si
questione restò
riporta qualche brano:
nuovo sovrano,
“Sport e patria sono due concetti strettamente legati l’uno all’altro.
padre nel 1907,
Il significato più profondo dello sport è la celebrazione dell’idea di patria; poiché non è
n contrasto conesclusivamente per calcolo personale che il singolo individuo vuole procurarsi salute e forza per

alta e da moltimezzo degli esercizi sportivi, piuttosto è che come uomo svedese [vuole] contribuire alla salute e alla
forza dell’intera nazione.
Il 6
Il nostro sforzo per diffondere lo sport è dunque quello di educare una gioventù vigorosa ed
) nella
energica, abile al lavoro e fedele al [proprio] dovere con carattere svedese, una gioventù che vuole e
i al governo e a
può giovare alla patria e difenderla.
ervenne con un
Quanto più profondamente e ampiamente, quanti più elementi che rafforzano il corpo e lo spirito
a verità era un
noi possiamo infondere nella nostra nazione, tanto meglio per il Paese. Ma questi elementi devono
o il governo si
preferibilmente essere di quelli che possono unirci tutti. Poiché il popolo che raccolto in concordia e
i in seguito alle unità è capace di riunirsi attorno a una comune idea di patria ha il futuro davanti a sé […] Fra

a grave fratturapoche settimane i popoli delle altre nazioni ci manderanno il fior fiore dei migliori, dei più abili e dei

pio della prima più forti fra i loro ben formati sportivi per contendersi l’alloro olimpico dentro questo Stadio. Allora

tto la Svezia siper noi conterà in questo grandioso confronto di forze tra le nazioni, mostrarci capaci del massimo

e si parlerà nelsforzo, accompagnato da forza di volontà indomabile, per sostenere la prova con onore. Gioiranno i
cuori svedesi se la nostra bandiera giallo-blu sarà innalzata come segno di vittoria su uno dei tre

pennoni che vediamo qui.”209


Un

mostrare al resto
12.2.3. Norvegia

ella nazione. Il 1 Come è stato detto, dopo lo scioglimento del secolare legame con la Danimarca nel 1814,

lck (1844-1928),la Norvegia aveva dovuto riconoscere il re svedese come proprio sovrano, a lui legandosi in

ale di seguito siunione personale.210 Per la verità l’accettazione delle clausole della convenzione di Moss era

stata un passo obbligato e l’insofferenza dei Norvegesi, desiderosi di godere d’una piena

autonomia politica, era manifesta. Simbolo dello stato di subordinazione al re svedese era la
a; poiché non è
alute e forza per figura del viceré (riksstattholder), capo del governo e dell’esercito nei periodi in cui il

alla salute e allasovrano era assente dal Paese. Vale a dire praticamente sempre. Sopra si è visto come questa

carica fosse stata assegnata a funzionari svedesi fino a quando (1836) era finalmente stato
entù vigorosa ed
designato un norvegese.211 Come che fosse, la presenza stessa di questo ufficio rimarcava
ventù che vuole e
l’esistenza di un vincolo che il Paese (fatta eccezione per una esigua minoranza) non poteva

né voleva più accettare.212 Ci fu dunque, tra gli anni ’50 e ’60, un conflitto sulla questione.
corpo e lo spirito
Dal 1856 l’incarico era rimasto vacante e nel dicembre del 1859 il parlamento norvegese ne
elementi devono
decretò l’abolizione, un atto che tuttavia il nuovo re Carlo IV213 (per quanto in precedenza si
o in concordia e

nti a sé […] Fra


fosse dichiarato favorevolmente disposto) rifiutò di ratificare influenzato dall’opinione

dei più abili e dei pubblica svedese. Questo fatto determinò una crisi, rimarcò il divario fra i due Paesi,

to Stadio. Allorasottolineò la diversa interpretazione degli accordi di Moss e fu il punto di partenza di un

paci del massimopercorso di progressivo distacco che avrebbe portato alla definitiva separazione. Nel 1861,

ore. Gioiranno ipermanendo la vacanza della carica, il giurista Frederik Stang (1808-1884) divenne

a su uno dei tre


automaticamente capo del governo norvegese: ciò in virtù di una norma secondo cui, in

mancanza del viceré per la parte norvegese (ché esisteva anche una ‘controparte’ svedese con

sede a Stoccolma),214 la guida dell’esecutivo andava a chi lo presiedesse. Successivamente,


marca nel 1814,
quando l’ufficio di viceré fu formalmente abolito e venne istituita la carica di primo ministro
lui legandosi in
(1873) Stang ottenne la nomina, rimanendo in carica fino al 1880. Pur dovendo fare i conti
one di Moss era
con la ‘controparte svedese’ del governo (nei cui confronti voleva evitare posizioni troppo
re d’una piena
rigide) e con una conflittualità interna al parlamento, Stang ebbe una notevole influenza sugli
e svedese era la
sviluppi politici del suo Paese. Di natura era un conservatore moderato (in gioventù aveva
eriodi in cui ilfatto parte del gruppo dei seguaci di Welhaven lavorando anche alla redazione del periodico

to come questaVidar)215 e aveva una visione sostanzialmente democratica, tuttavia riteneva che si dovessero

inalmente stato porre delle limitazioni nell’accesso al potere.216 Nel 1866 si ripresentò una questione politica

ficio rimarcavache aveva provocato un dibattito fin dagli anni immediatamente successivi al 1814: se i

nza) non potevamembri del governo dovessero o no partecipare alle sedute del parlamento. La faccenda non

sulla questione.era di poco conto: da una parte si sosteneva che in tal modo essi avrebbero meglio compreso

o norvegese nele necessità e il volere del popolo e, di conseguenza, assunto le migliori decisioni; dall’altra

n precedenza sisi invocava il principio della separazione dei poteri. Stang, ribaltando l’opinione favorevole

o dall’opinioneprecedentemente espressa, rivide la propria posizione, ritenendo che ciò potesse facilitare

a i due Paesi,l’avvento al potere di uomini incapaci di gestirlo correttamente. Da questo momento i

partenza di unrapporti del suo governo con il parlamento andarono deteriorandosi anche perché egli si

one. Nel 1861,adoperò perché le diverse deliberazioni in materia assunte in tale sede non venissero poi

1884) divenneratificate. Del resto nonostante diverse manifestazioni di sfiducia egli conservò l’appoggio

secondo cui, indei sovrani, Carlo XV prima e Oscar II poi. Ma questo conflitto aveva inasprito i rapporti tra

te’ svedese conil parlamento (dove le forze progressiste crescevano di numero) da una parte e la Corona e il

ccessivamente,governo dall’altra. Quando Stang dovette ritirarsi per motivi di salute (1880),217 il suo

primo ministro successore, Christian August Selmer (1816-1889) portò avanti la medesima linea politica e il

ndo fare i conti tentativo di inserire nella costituzione il diritto/dovere dei ministri a prendere parte alle

osizioni troppo sedute parlamentari fu nuovamente respinto. Fu così che due anni dopo il parlamento

influenza suglisottopose la questione al giudizio della Corte costituzionale (Riksrett), la quale, con sentenza

gioventù avevadel 27 febbraio 1884, gli diede ragione: a questo punto il governo Selmer fu costretto a
ne del periodicolasciare. In una situazione molto tesa si temette anche che il re svedese e il governo volessero

he si dovesserocomunque imporre la propria volontà ricorrendo al colpo di stato con l’appoggio militare.

estione politicaCiò non avvenne, ma Oscar II nominò ancora una volta un governo conservatore, affidando

i al 1814: se il’incarico a Christian Homann Schweigaard (1838-1899). Questi fu dunque a capo del

a faccenda noncosiddetto “governo di aprile” (aprilministeriet), durato poco meno di due mesi (dal 3 aprile

eglio compresoal 31 maggio): risultò infatti impossibile gestire il Paese a fronte di un parlamento in cui

sioni; dall’altral’opposizione era numericamente molto forte. Dopo un ulteriore tentativo di formare un

one favorevolegoverno più moderato l’incarico andò infine a Johan Sverdrup (1816-1892) – uno degli

otesse facilitareuomini invisi a Stang! – che assunse formalmente la carica il 26 giugno 1884. Questi eventi

sto momento i rappresentano per la Norvegia la vittoria definitiva del parlamentarismo e, dunque, un passo

perché egli siavanti decisivo nella democratizzazione del Paese.

n venissero poi L’ascesa al governo di Sverdrup era l’esito di un percorso politico che nel gennaio di

rvò l’appoggio quello stesso anno aveva portato alla costituzione del Partito liberale (la Sinistra, di cui

to i rapporti traSverdrup era presidente), primo vero partito politico norvegese in senso moderno. Esso

e la Corona e ilrappresentava le tendenze social-liberali: suoi obiettivi erano il pieno parlamentarismo, il

il suosuffragio universale (fin dal 1851 Sverdrup ne era stato uno dei promotori nelle elezioni

nea politica e il comunali), la libertà di religione e l’introduzione delle giurie popolari.218 E, in effetti, negli

dere parte alleanni ’80 diverse riforme furono approvate: una moderata estensione del diritto di voto

il parlamento(1884),219 la parificazione legale delle due forme di norvegese (riksmaal e landsmaal) a

e, con sentenza livello scritto (1885),220 l’introduzione delle giurie popolari nei procedimenti penali(1887).221

r fu costretto aLa questione del landsmaal stava particolarmente a cuore alla Sinistra (il Partito liberale), in
verno volesseroquanto legata alle istanze del mondo contadino. Un vero e proprio ‘partito dei contadini’ non

poggio militare.esisteva, tuttavia all’interno del parlamento norvegese i loro rappresentanti avevano a lungo

atore, affidandocondotto l’opposizione sotto la guida di Ole Gabriel Ueland (1799-1870),222 al quale era

ue a capo delsucceduto Søren Pedersen Jaabæk (1814-1894), fondatore (1865) della Società degli amici

esi (dal 3 apriledei contadini (Selskabet Bondevennerne), ben presto ampiamente diffusa sul territorio, che

rlamento in cuiaveva lo scopo di promuovere lo sviluppo nelle campagne.223 Con il supporto di Jaabæk

di formare un Sverdrup avrebbe organizzato la Sinistra (il Partito liberale), raccogliendo anche le istanze

2) – uno deglidella cosiddetta Associazione per le riforme (Reformforeningen) che nel 1859 era stata

4. Questi eventi costituita in parlamento – per la verità senza troppo successo – da Ueland stesso allo scopo

nque, un passo (tra l’altro) di difendere gli interessi norvegesi nell’ambito dell’unione con la Svezia, di

promuovere il decentramento, di ottenere che il parlamento medesimo fosse convocato una

nel gennaio divolta all’anno (anziché una ogni tre anni) in modo da rafforzarne la posizione nella gestione

Sinistra, di cuidegli interessi nazionali (risultato che fu poi raggiunto nel 1869). Il Partito liberale andò

moderno. Essoincontro a fratture e ricomposizioni. Nel 1888 un gruppo di parlamentari di orientamento

amentarismo, ilreligioso e conservatore se ne staccò e costituì una formazione che si definì Sinistra moderata

i nelle elezioni (Moderate Venstre):224 in realtà non del tutto moderata, come dimostra il fatto che nel 1891

in effetti, negli essa stabilì una collaborazione con la Destra, decisione che indusse alcuni suoi rappresentanti

diritto di voto a rientrare nel Partito liberale. Questo gruppo rappresentava politicamente movimenti

) areligiosi ben diffusi anche in Norvegia e impegnati nel sociale con la lotta contro l’alcolismo

221 e l’immoralità: sotto tali aspetti esso può essere considerato un precursore del Partito

, inpopolare cristiano (Kristelig Folkeparti),225 sorto nel 1933.


contadini’ non Ma il vero partito di sinistra sarebbe stato piuttosto il Partito dei lavoratori norvegesi (Det

vevano a lungonorske arbeiderparti) fondato ad Arendal (Aust-Agder) il 21 agosto 1887 e rappresentato in

al quale eraparlamento dal 1903: primo leader fu Anders Andersen (1846-1831), figura di riferimento

età degli amiciChristian Holtermann Knudsen (1845-1929), che nel 1884 aveva dato vita al giornale Il

l territorio, chenostro lavoro (Vort Arbeide).226 Un’iniziativa che era la naturale risposta ai fermenti che

orto di Jaabækattraversavano il mondo dei lavoratori e che in diverse occasioni si erano espressi nella

nche le istanzeproclamazione di scioperi (come quello degli operai delle segherie del 1881).227 Esso

1859 era stataraccoglieva le istanze di un movimento avviato per la prima volta quasi quarant’anni prima

esso allo scopoda Marcus Thrane (1817-1890), primo vero socialista norvegese. Nato in una famiglia molto

n la Svezia, diricca,228 Thrane era poi stato costretto a vivere in povertà a causa dei rovesci finanziari del

convocato unapadre (per altro non incolpevole). Dopo aver girovagato per l’Europa si era stabilito a

e nella gestioneDrammen da dove aveva cominciato a diffondere idee progressiste e dove (27 dicembre

o liberale andò1848) aveva dato vita alla prima organizzazione dei lavoratori norvegesi, nota come

di orientamento“movimento di Thrane” o “movimento dei thraniti” (Thranebevegelsen o thranittbevegelsen

nistra moderatain bm; thranittarrørsla in nn). Essa ebbe una rapida diffusione (soprattutto nella regione di

o che nel 1891Østlandet) ed egli ne fu anima e organizzatore instancabile dando anche alle stampe il Foglio

i rappresentantidelle associazioni dei lavoratori (Arbejder-Foreningernes Blad, 1849-1856). Il suo

nte movimentiintendimento era quello di migliorare le condizioni sui luoghi di lavoro, rendere indipendenti

ntro l’alcolismo gli operai e i braccianti anche attraverso l’istruzione (a questo scopo fondò a Oslo una scuola

ore del Partitodomenicale gratuita),229 ottenere il suffragio universale, introdurre leggi economiche di

carattere liberale, istituire la leva militare generale,230 ridurre la circolazione di bevande


Detalcoliche. Richieste solo in parte ‘rivoluzionarie’ che tuttavia incontrarono una netta

appresentato inopposizione da parte delle autorità. Opposizione che provocò fermenti e rivolte che egli

a di riferimentocercò inutilmente di controllare.231 Successivamente, con l’aiuto del collaboratore Theodor

Il Frederik Scheel Abildgaard (1826-1884), Thrane si adoperò per portare le questioni sociali

ai fermenti cheda lui evidenziate all’attenzione del parlamento, senza tuttavia ottenere granché. L’assemblea

o espressi nelladel movimento riunita a Christiania nel luglio del 1851 (il cosiddetto Lilletinget)232 suscitò le

Essoinquietudini del potere, ragion per cui con molti dei suoi collaboratori egli venne arrestato,

rant’anni prima processato e condannato. Quando, dopo aver trascorso quattro anni ai lavori forzati, Thrane

famiglia moltouscì di prigione, il suo movimento era ormai esaurito. Nel 1863 emigrò in America (Illinois)

ci finanziari deldove fu attivo nell’ambiente socialista di Chicago. Thrane tornò temporaneamente in

era stabilito aNorvegia nel 1883, troppo presto per assistere alla nascita del partito dei lavoratori da lui

e (27 dicembreauspicato, sorto, come detto, quattro anni dopo. Come pure per portare un eventuale

esi, nota comecontributo alla commissione per il lavoro istituita nel 1885 (i cui risultati sarebbero stati alla

anittbevegelsenbase della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del 1892)233 o per vedere la nascita del

nella regione diSindacato norvegese, per la precisione l’Organizzazione nazionale di categoria dei lavoratori

Foglio Arbeidernes Faglige Landsorganisasjon (LO, denominazione analoga alla danese e alla

1856). Il suosvedese). Esso fu infatti fondato sedici anni anni dopo (1 aprile 1899) dall’unione di

re indipendentirappresentanze locali di categoria che avevano cominciato a formarsi negli anni ’80 sulla

Oslo una scuola base di precedenti associazioni sorte a partire dagli anni ’30. L’organismo di rappresentanza

economiche didei datori di lavoro (Norsk Arbeidsgiverforening) venne costituito l’anno successivo.234

one di bevandeTuttavia, dal momento che non tutti si riconoscevano nelle idee socialiste, si formò anche la
ono una nettaSocietà norvegese dei lavoratori uniti (Det forenede norske Arbeidersamfund) che si presentò

ivolte che egliautonomamente per la prima volta alle elezioni nel 1906 vinte dai liberali. Essa raccoglieva i

ratore Theodorlavoratori di orientamento ‘borghese’ e piccoli proprietari terrieri. Pur ponendosi a sinistra

uestioni sociali del Partito liberale, si richiamava a circoli di lavoratori estranei al movimento di Thrane.235

hé. L’assembleaNel 1911 mutò il proprio nome in Lavoratori democratici (Arbeiderdemokratene) e nel 1921

suscitò lein Partito radicale popolare (Det radikale Folkeparti). Pur essendo numericamente poco

venne arrestato,consistente, questa formazione collaborò proficuamente con il Partito liberale sostenendo una

forzati, Thranepolitica di riforme sul piano sociale. Essa fu sciolta nel 1940. Per contro vanno qui ricordati

merica (Illinois)gruppi di tendenze ben più estremiste: l’Associazione norvegese dei giovani socialisti

oraneamente in(Norges Ungsocialistiske Forbund) nata nel 1909 dalla diaspora di un gruppo di appartenenti

avoratori da luiall’Associazione giovanile socialdemocratica norvegese (Norges socialdemokratiske

e un eventualeUngdomsforbund)236 che nella sua lotta contro il capitalismo, la religione, il militarismo,

ebbero stati alla deviò verso idee anarchiche. Del resto nel 1923 essa avrebbe mutato il proprio nome in

e la nascita del Associazione social-anarchica norvegese (Norges Social-Anarkistiske Forbund).237

a dei lavoratori A destra erano naturalmente riuniti i conservatori e coloro che volevano mantenere

danese e allal’unione con la Svezia. Nel 1870 era morto il celebre giurista Anton Martin Schweigaard

dall’unione di (nato nel 1808),238 considerato il leader dei cosiddetti “ministeriali” (ministerielle),

anni ’80 sulladenominazione con la quale (tra gli anni ’30 e i ’40) si indicavano i parlamentari filo-

rappresentanzagovernativi.239 Un vero e proprio coordinamento tuttavia mancava e fu solo parallelamente

234all’organizzarsi delle forze politicamente contrapposte, che anche in quest’area fu costituito

formò anche lail primo partito. Si trattò della Direzione centrale delle associazioni dei conservatori (De
che si presentòkonservative Foreningers Centralstyre) voluta da Emil Stang (1834-1912, figlio del primo

sa raccoglieva iministro Frederik), sorta l’8 ottobre 1884: essa fu il nucleo di una Destra (Højre) strutturata

ndosi a sinistrache sarebbe stata capace di assorbire altre forze. A cominciare dall’inclusione del partito del

235 Centro (Centrum), nato nel 1894, che con essa si sarebbe fuso nel 1900.240 Per proseguire

) e nel 1921con l’alleanza coi liberali della Sinistra moderata di cui sopra si è detto, dalla quale nel 1903

icamente poco avrebbe avuto origine il Partito comune (Samlingspartiet) che non solo si sarebbe opposto

sostenendo unaalle idee radicali dei liberali ma avrebbe mantenuto una posizione unitaria sul problema della

no qui ricordatiseparazione dalla Svezia.241 Dopo il 1905 tuttavia le sue componenti si sarebbero

ovani socialistinuovamente allontanate. Risolta infatti (come si vedrà) la questione dell’unione con la

di appartenenti Svezia, era avvenuto fra i liberali un ‘riposizionamento’ che aveva determinato una netta

aldemokratiskeseparazione: da una parte sotto la guida di Gunnar Knudsen (1848-1928) nasceva (gennaio

il militarismo, 1908) la cosiddetta Sinistra consolidata (Det konsoliderte Venstre), in sostanza un partito

roprio nome insocial-liberale, mentre Christian Michelsen (1857-1925) che già era stato uno dei promotori

del Partito comune costituiva (marzo 1909) insieme ai liberali più moderati e conservatori la

ano mantenere Sinistra liberale (Det frisinnede Venstre) che tuttavia perse presto d’importanza.

n Schweigaard La grande questione cui gli opposti schieramenti si trovarono di fronte nella fase finale

),del XIX secolo fu quella dell’unione con la Svezia. Da molte parti si premeva non soltanto

rlamentari filo- perché al suo interno fosse effettivamente garantita alla Norvegia una posizione paritaria, ma

parallelamente anche perché il Paese potesse godere di maggiore autonomia. Infatti non era certo raro il caso

ea fu costituitoin cui il parlamento norvegese si vedesse negare dal re la ratifica delle proprie delibere; per

Dedi più, il fatto che un viceré per la Norvegia avesse sede a Stoccolma sottolineava una
iglio del primosituazione di subalternità che molti non erano più disposti a tollerare. Sebbene, al contrario,

) strutturataci fossero anche coloro che restavano favorevoli all’idea di una federazione, non da ultimo il

e del partito delfilosofo Marcus Jacob Monrad (1816-1897), figura di grande prestigio accademico ma

Per proseguire fortemente conservatore e ostile al parlamentarismo. Il fatto è che, fin dal 1814, i legami tra i

quale nel 1903due Paesi non erano mai stati definiti con precisione ed entrambe le parti interpretavano in

arebbe oppostomodo ben diverso il loro rapporto. I ripetuti tentativi svedesi di dare sostanza definitiva

problema dellaall’unione (in sostanza inglobando la Norvegia nel Regno come un tempo era stato con la

i si sarebbero Finlandia, dunque per una sorta di ‘compensazione’) erano stati regolarmente rintuzzati dal

’unione con laparlamento norvegese e anche il lavoro della commissione per la definizione dei termini

inato una nettadell’unione, istituita di comune accordo fin dal 1839, si era inutilmente trascinato fino al

sceva (gennaio1862. Dopo i due principali conflitti (quello sul governatore svedese in Norvegia e quello

anza un partitosulla presenza in parlamento dei membri del governo)242 a innescare la contesa fu infine il

o dei promotorinodo della politica estera comune, gestita da un consiglio dei cui membri gli Svedesi

conservatori lavolevano avere la maggioranza. La richiesta norvegese di pari rappresentanza fu da loro

legata alla condizione che comunque il ministro degli affari esteri fosse svedese. I negoziati,

ella fase finale svolti tra il 1885 e il 1886 non approdarono a nulla. Ma ciò acuì le tensioni all’interno del

va non soltantoPartito liberale, che (come sopra è stato detto) nel 1888 si spaccò: Johan Sverdrup (criticato

ne paritaria, ma per la posizione troppo ‘moderata’ e per il modo autoritario di gestire le questioni politiche)

erto raro il casomigrò, per così dire, nel gruppo della Sinistra moderata, il suo governo si indebolì e nel 1889

ie delibere; peregli dovette dare le dimissioni. Fu così formato un esecutivo di destra (il primo a carattere

ottolineava unaparlamentare), guidato da Emil Stang: due anni dopo tuttavia anch’esso sarebbe caduto a
ne, al contrario,motivo della medesima questione sulla gestione della politica estera. Dopo di ciò si

non da ultimo ilsuccedettero diversi governi e diverse proposte per dirimere il problema. A destra si indicava

ccademico mala soluzione in un unico ministro degli esteri, svedese o norvegese che fosse, mentre a

4, i legami tra i sinistra si insisteva per una politica estera autonoma, finché infine si passò alla richiesta di un

terpretavano insistema consolare autonomo. Richiesta che fu ripetutamente respinta. Successivamente

anza definitiva(durante il primo governo di coalizione guidato da Francis Hagerup, 1853-1921)243 fu

era stato con laistituita una commissione che si occupasse dei problemi dell’unione. Problemi acuiti dalla

e rintuzzati dalpolitica protezionistica della Svezia, che sottrasse ai Norvegesi molti vantaggi economici, e

one dei terminidal timore che la questione fosse trasferita sul piano militare (il che determinò nel Paese una

ascinato fino alserie di preparativi per affrontare l’eventuale minaccia).244 Nel 1897 il Partito liberale

rvegia e quelloottenne una importante affermazione elettorale proprio grazie alla sua posizione rispetto alla

esa fu infine ilquestione dell’unione. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo un fattore esterno attenuò

bri gli Svedesiin parte la tensione: i due Paesi infatti guardavano con preoccupazione alla Russia,

nza fu da loro paventando politiche espansionistiche ai danni delle loro regioni più settentrionali; furono

ese. I negoziati, tuttavia proprio le conseguenze della politica russa a far rientrare questi timori, dal momento

all’interno delche l’intento dello zar di ampliare i propri territori mirava anche a est e in quell’area si

rdrup (criticatoscontrò con gli interessi giapponesi dando origine a una sanguinosa guerra (1904-1905) che

stioni politiche)determinò la sua sconfitta. Gran parte dei politici norvegesi volevano risolvere la questione

bolì e nel 1889con la Svezia con la trattativa, contraria era soprattutto l’ala radicale del Partito liberale.

imo a carattereDopo le elezioni del 1903, vinte dai sostenitori del negoziato (in sostanza il Partito comune),

rebbe caduto ail conservatore Francis Hagerup ottenne il suo secondo mandato governativo. Ma le trattative
Dopo di ciò si finirono quasi subito su un binario morto in quanto da parte svedese si rispose alle proposte

estra si indicavanorvegesi con un documento che di fatto sanciva la supremazia di quel Paese nell’unione. A

osse, mentre a questo punto il governo Hagerup fu costretto a dimettersi anche sull’onda del sentimento

a richiesta di un comune che sosteneva, ormai senza mezzi termini, l’autodeterminazione in fatto di politica

uccessivamenteestera. A Hagerup succedette Christian Michelsen il quale presentò al parlamento una

fuproposta per l’istituzione di un sistema consolare autonomo, proposta che venne approvata

emi acuiti dallaall’unanimità (27 maggio 1905).245 Al rifiuto del sovrano di ratificare la decisione tutte le

gi economici, eautorità norvegesi fecero quadrato: il 7 giugno il governo presentò le dimissioni e quando

ò nel Paese una esse furono respinte rimise il proprio mandato al parlamento il quale lo invitò a restare in

Partito liberalecarica e ad agire secondo la costituzione, sottolinenando al contempo che il comportamento

one rispetto alla di Oscar II – che in pratica aveva agito nell’interesse di una sola parte – lo rendeva a tutti gli

esterno attenuòeffetti decaduto dalla carica di re norvegese. In Svezia, sebbene il dissenso sulle strategie da

e alla Russia,seguire fosse stato presente anche all’interno del governo e nell’opinione pubblica, l’orgoglio

trionali; furono nazionale fu ferito quando con le loro decisioni i Norvegesi, di fatto, umiliarono il re Oscar II

i, dal momento(al quale fin dal 1893 il parlamento norvegese aveva decurtato l’appannaggio).246 Qui il

in quell’area sifallimento delle trattative aveva determinato la caduta del secondo governo guidato da Erik

1904-1905) che Gustaf Boström, cui era seguita la breve parentesi del primo ministro Johan Olof Ramstedt

ere la questione (1852-1935): dopo di ciò era stato nominato un esecutivo di coalizione capeggiato da

Partito liberale. Christian Lundeberg. Su mandato del parlamento (ed era la prima volta che tra parlamento e

artito comune),governo si instaurava uno stretto rapporto di reciprocità) questo richiese che la decisione

Ma le trattativenorvegese fosse convalidata mediante referendum; la consultazione, svoltasi il 13 agosto,


se alle proposte non ottenne altro risultato se non quello di evidenziare come la stragrande maggioranza dei

nell’unione. ANorvegesi desiderasse una piena autonomia: infatti su 368.392 votanti il 99,95% si dichiarò

del sentimentofavorevole allo scioglimento dell’unione. A questo punto non restava che definire i termini

fatto di politicadella separazione, il che fu fatto (non senza difficoltà) nella città di Karlstad (Värmland) tra

parlamento unala fine di agosto e settembre. Dopo più di cinquecento anni di subalternità la Norvegia

enne approvatatornava finalmente a godere di una piena indipendenza.

cisione tutte le Con tutte le conseguenze del caso. Innanzi tutto si trattò di decidere se mantenere

sioni e quandol’ordinamento monarchico o costituire una repubblica (opzione promossa da sinistra). Anche

itò a restare inquesto fu deciso tramite un referendum (12-13 novembre) nel quale il 78,9% dei votanti si

comportamentoespresse in favore della monarchia. Queste decisioni popolari avevano ora un peso effettivo

ndeva a tutti gliin quanto nel 1898 in Norvegia era stato introdotto il suffragio universale maschile.247 Il

ulle strategie da trono fu offerto al principe Carlo di Danimarca (1872-1957), che accettò e come segno di

blica, l’orgoglio considerazione nei riguardi del popolo norvegese e della sua secolare tradizione assunse il

no il re Oscar II nome di Haakon VII, riallacciandosi in tal modo alla tradizione dei sovrani di quel Paese.248

Qui ilIl nuovo re fece il suo ingresso ufficiale il 25 novembre.

guidato da Erik La sconfitta dei conservatori aveva anche ragioni storico-culturali, con ciò intendendo

Olof Ramstedtche, nella Norvegia del XIX secolo impegnata a ridefinire la propria identità nazionale, gli

capeggiato dastudi storici rappresentavano un momento fondamentale di riflessione. In questo quadro la

ra parlamento e figura di Johan Ernst Sars (1835-1917) svolse un ruolo primario. La sua visione

he la decisioneevoluzionistica riconosceva nella storia del Paese una fase di grandezza (il medioevo) cui ne

si il 13 agosto,era seguita una di decadenza (il periodo della sottomissione a dominatori stranieri),
maggioranza dei prevedendo ora sviluppi positivi che l’avrebbero riportato all’antico splendore. Sars era di

95% si dichiarò orientamento liberale e la sua interpretazione offriva sostegno e legittimazione alla politica di

efinire i terminiquel partito nel suo impegno per smantellare la struttura burocratico-amministrativa ereditata

(Värmland) tra dal ‘periodo danese’ e rivendicare il diritto dei Norvegesi a una piena autonomia. Ma il suo

tà la Norvegia sforzo di ridestare il senso dell’identità nazionale attraverso l’analisi storica ebbe ben più

ampia risonanza e la sua opera divenne un punto di riferimento per la coscienza storica del

se mantenerepopolo norvegese.249

sinistra). Anche Lo scioglimento dell’unione non era solo un risultato di carattere politico, bensì anche lo

% dei votanti sisbocco di un processo che aveva fatto comprendere ai Norvegesi l’importanza di gestire

n peso effettivoautonomamente i propri interessi economici. Del resto la rilevanza della questione del

Ilsistema consolare autonomo appare strettamente legata allo sviluppo dei commerci gestiti da

come segno di una efficiente flotta mercantile. Dagli anni ’40 il Paese aveva conosciuto per circa trent’anni

ione assunse iluna crescita costante, fino a quando anch’esso venne coinvolto nella crisi generale che ebbe

248 inizio attorno al 1873. Crisi che determinò stagnazione e chiusure protezionistiche sicché,

anche la Svezia – che pure avrebbe dovuto aver a cuore i comuni interessi – decise (1895) di

ciò intendendodenunciare gli accordi di libero commercio che avevano regolato i rapporti fra i due Paesi.250

à nazionale, gli Una ripresa economica, spinta dal mercato del legname si verificò alla metà degli anni ’90,

uesto quadro la ma fu presto esaurita.251 Ad acuire la congiuntura contribuiva una notevole crescita

a sua visionedemografica: dai quasi novecentomila abitanti che all’inizio del secolo popolavano la

edioevo) cui neNorvegia si era passati, dopo circa cento anni, a quasi due milioni e

atori stranieri),duecentocinquantamila.252 Tutto ciò determinò anche qui una spinta all’emigrazione: molti
ore. Sars era di(provenienti soprattutto dalle campagne) decisero infatti di espatriare e stabilirsi, per la

e alla politica dimaggior parte, nell’America del Nord. Si calcola che tra il 1866 e il 1905 più di mezzo

trativa ereditatamilione di persone abbiano lasciato il Paese.253 Parallelo, anche se meno vistoso, è il

omia. Ma il suofenomeno dell’urbanesimo che facilmente si constata nel progressivo aumento degli abitanti

a ebbe ben piùdelle città. Nella seconda metà del secolo, dunque, la società norvegese – che a lungo era

enza storica delrimasta legata a uno stile di vita tradizionale consolidato nel corso dei secoli – va incontro a

una profonda trasformazione. Trasformazione dovuta, naturalmente, allo sviluppo

bensì anche lodell’industria, all’introduzione di nuove tecniche e strumenti di lavoro, al miglioramento

anza di gestiredelle comunicazioni: in sostanza alla necessità di stare al passo con gli altri Paesi.

questione del In Norvegia un vero processo di industrializzazione prende l’avvio solo nell’ultimo

merci gestiti datrentennio del XIX secolo e – pur scontrandosi con le difficoltà della crisi di cui si è appena

circa trent’annidetto – esso contribuirà a porre le basi della moderna economia del Paese. La spinta viene, in

nerale che ebbebuona parte, dalla necessità di adattarsi alle nuove esigenze del mercato, come appare

nistiche sicché,evidente in primo luogo nel comparto del legname (tradizionale prodotto di esportazione) nel

decise (1895) di quale si produce ora anche la cellulosa.254 Mentre la pesca si conferma (grazie anche a nuove

250 tecniche) una delle principali risorse dell’economia, si sviluppano industrie come quella

degli anni ’90, metallurgica, mineraria,255 tessile e casearia.256 Nel settore agricolo (dove aumenta il numero

tevole crescitadei contadini proprietari delle terre) vengono introdotte nuove coltivazioni e promossa la

popolavano laricerca,257 il che è tra l’altro testimoniato dalla grande esposizione tenuta a Christiania

ue milioni enell’ottobre del 1877, occasione in cui il re istituì una onorificenza da assegnare a chi si fosse

grazione: molti particolarmente distinto in questo campo: la Medaglia del re Oscar II come premio per
tabilirsi, per lal’agricoltura norvegese (Kong Oscar IIs Medaille til Belønning for det norske Landbrug).

5 più di mezzo Anche i trasporti conoscono un notevole incremento. Le comunicazioni marittime

o vistoso, è il(attorno agli anni ’70 la flotta mercantile norvegese era inferiore solo a quelle inglese e

o degli abitantiamericana) si avvantaggiano della progressiva introduzione di imbarcazioni a vapore,258

che a lungo eramentre si cominciano a realizzare le prime ferrovie; pioniere del progetto (appoggiato

– va incontro adall’allora ministro degli Interni Frederik Stang) è l’ingegnere e politico Johan Georg Ræder

allo sviluppo(1814-1898): nel 1854 verrà dunque inaugurata la linea di collegamento tra Christiania ed

miglioramentoEidsvoll (Hovedbanen).259 Altre tratte seguiranno (finanziate con denaro pubblico o privato)

anche allo scopo di realizzare collegamenti con i porti per una più rapida movimentazione

olo nell’ultimodelle merci. La linea settentrionale Narvik-Kiruna-Luleå (Ofotbanen)260 destinata in primo

cui si è appenaluogo al trasporto del metallo estratto dalle miniere svedesi sarà aperta nel 1902, quella

spinta viene, incompleta fra Oslo e Bergen nel 1909, la cosiddetta Dovrebanen (“Ferrovia di Dovre”) tra

, come appare Eidsvoll e Trondheim nel 1921.261 Negli stessi anni verrà migliorata la rete stradale,

portazione) nelun’attività che vedrà impegnato in primo luogo l’Ente per la viabilità (Vegdirektoratet),

e anche a nuoveistituito nel 1864.262 Il telegrafo venne introdotto in Norvegia nel 1855 quando fu attivata la

ie come quella prima linea di collegamento tra Drammen e Christiania; nel medesimo anno venne fondato

menta il numerol’Ente del telegrafo (Telegrafverket) che si attivò per estendere il servizio sia all’interno del

e promossa laPaese (che nel 1870 sarà completamente ‘coperto’) sia con l’estero. Nel 1880 la International

a a Christiania Bell Company aprì un ufficio nella capitale offrendo il servizio telefonico ai privati, presto

re a chi si fosseperò dovette affrontare la concorrenza della Società telefonica di Christiania (Christiania

me premio pertelefonforening, 1881): alla fine del secolo la Norvegia sarà uno dei Paesi europei in cui
questo nuovo strumento di comunicazione risulterà più diffuso. Dal 1875 la capitale ebbe il

ioni marittimeprimo servizio di tram trainati da cavalli;263 poco meno di vent’anni dopo, nel 1894, essi (i

uelle inglese e primi in Scandinavia) saranno alimentati dall’energia elettrica. Del resto, molto più a nord,

258 già da tre anni la città di Hammerfest (anche in questo caso prima in Scandinavia) aveva

to (appoggiatoinaugurato l’illuminazione stradale fornita dall’energia elettrica. Presto arrivarono anche le

n Georg Ræderprime auto: nel 1899 una vettura elettrica percorrerà i novantasei chilometri del tragitto

Christiania ed Kristiania – Sundvollen (Buskerud) – Kristiania in dieci ore e mezza.264 Riflesso di tutti

blico o privato)questi progressi sarà la grande esposizione (aperta anche al resto del Nord) tenuta nella

movimentazione capitale nel 1883, in una città che alla fine del secolo conterà circa 250.000 abitanti rispetto

tinata in primoai 17.000 di cento anni prima.

el 1902, quella Del resto lo sviluppo tecnico-scientifico norvegese appare ben testimoniato anche

di Dovre”) tranell’esistenza di un’istituzione come l’Associazione politecnica (Den Polytekniske

a rete stradale,Forening), sorta nel 1852, il cui primo presidente fu l’inventore e imprenditore Peter Severin

),Steenstrup (1807-1863):265 il suo scopo era diffondere le scienze naturali e la tecnologia e

do fu attivata lasottolineare la necessità di aprire scuole a indirizzo tecnico (altre ne sorgeranno poi in tutto il

venne fondatoPaese). Da essa si staccherà (1874) l’Associazione degli ingegneri e degli architetti norvegesi

a all’interno del(Den Norske Ingeniør- og Arkitektforening) che tuttavia dal 1883 riprenderà una

Internationalcollaborazione.266 Nel 1914, in occasione delle celebrazioni per il centenario della

i privati, prestocostituzione di Eidsvoll, una grande mostra esporrà i risultati raggiunti (in primo luogo

Christianiadall’industria e dall’agricoltura, ma non solo) nella nuova Norvegia.

europei in cui Questi cambiamenti andavano a incidere su un mondo già di per sé in trasformazione.
capitale ebbe ilInfatti anche in Norvegia riveste grande importanza la nascita di movimenti ‘dal basso’ di

el 1894, essi (icarattere sia religioso sia sociale (due aspetti per molti versi intrecciati). Oltre a quello dei

olto più a nord,lavoratori, di cui s’è detto, sorsero qui – analogamente alla Danimarca e alla Svezia – chiese

ndinavia) avevalibere e missionarie e associazioni contro l’alcolismo. Le prime certamente nella scia del

arono anche legrande esempio di Hauge.267 In primo luogo va ricordato qui il pastore Gustav Adolph

etri del tragittoLammers (1802-1878) che con la sua comunità fondata a Skien nel 1853 fu il primo a

Riflesso di tuttirompere con la Chiesa ufficiale (seppure poi tornasse sui suoi passi), poi la Fondazione

d) tenuta nellaluterana norvegese (Den norske Lutherstiftelse) successivamente nota come Società della

abitanti rispettomissione interna (Indremisjonsselskap) sorta nel 1868 per iniziativa del teologo Gisle

Christian Johnson (1822-1894) e alla quale portò il proprio contributo anche il sopra citato

moniato ancheLars Oftedal.268 Di tendenze più conservatrici rispetto alla Chiesa ufficiale (al cui interno si

n Polytekniske era fatto spazio per una teologia liberale) essa vi rimase comunque integrata, il che

e Peter Severin testimonia come in Norvegia ci si ponesse in una posizione intermedia fra la Danimarca

la tecnologia e(dove i movimenti revivalisti contribuirono a rinnovare la Chiesa ma anche a ribadirne il

no poi in tutto ilruolo come Chiesa di Stato) e la Svezia (dove, al contrario, si andò verso la separazione tra

hitetti norvegesiStato e Chiesa). La ragione di questo sviluppo va tra l’altro ricollegata anche

riprenderà unaall’atteggiamento conservatore di Gisle Johnson e dei suoi seguaci, i quali, osteggiando

entenario dellaapertamente i democratici e i liberali, crearono una profonda frattura fra costoro e la

n primo luogo Chiesa.269 Nel Paese si diffusero naturalmente molti altri movimenti revivalisti270 tra cui

merita una citazione particolare la Congregazione cristiana (Den Kristelige Menighet), più

trasformazione.tardi nota come Chiesa cristiana di Brunstad (Brunstad Christian Church) fondata da Johan
i ‘dal basso’ di Oscar Smith (1871-1943)271 il quale, dapprima vicino ai metodisti e ai pentecostali, seguì poi

tre a quello deiun percorso religioso proprio: percorso che ebbe notevole seguito di adepti, tanto è vero che

Svezia – chiese questo movimento (caso unico tra quelli sorti in Scandinavia) è attualmente diffuso in decine

e nella scia del di Paesi in tutto il mondo. Tutto questo fiorire di comunità religiose autoctone o introdotte

Gustav Adolphdall’esterno fu, naturalmente, favorito dalla legge emanata nel 1845 che garantiva il diritto

fu il primo a alla libertà religiosa ai cristiani che non si riconoscevano nella Chiesa di Stato.272 Esso, come

la Fondazionealtrove, contribuì in misura decisiva alla formazione di una consapevolezza sociale che si

e Società dellacombinò con l’impegno politico, il sentimento nazionale (reso qui particolarmente forte dalla

teologo Gislesituazione di subalternità del Paese) e il senso della responsabilità individuale all’interno

e il sopra citatodella comunità.

al cui interno si La Prima associazione norvegese per l’astinenza dall’alcol (Den første norske

tegrata, il che avholdsforening) era stata fondata alla fine del 1859 a Stavanger (Rogaland) da Asbjørn

a la Danimarca Olsen Kloster (1823-1876), pedagogo e predicatore quacchero.273 Il suo esempio sarebbe

e a ribadirne il stato seguito da molti e nel 1875 sarebbe sorta a livello nazionale la Società norvegese per la

separazione tra totale astinenza [dall’alcol] (Det Norske Totalavholdsselskap) cui altre seguirono (non da

ollegata ancheultimo nelle regioni dei Sami).274

li, osteggiando La maturazione democratica del popolo norvegese passò, naturalmente, anche attraverso

a costoro e launa più capillare diffusione dell’istruzione. Fin dal 1851 era stata fondata la Società per la

tra cuipromozione dell’educazione popolare (Selskabet for Folkeoplysningens Fremme) voluta da

), piùHartvig Nissen275 che si proponeva di favorire lo sviluppo culturale e spirituale degli

ndata da Johanindividui. Presso questa istituzione lavorò come segretario e redattore del periodico L’amico
ostali, seguì poi del popolo (Folkevennen, 1852-1900) Ole Vig (1824-1857),276 il quale inoltre elaborò idee e

anto è vero cheprogetti per una efficace diffusione della scolarizzazione fra tutti gli strati della popolazione.

iffuso in decine Vig era un entusiasta seguace di Grundtvig,277 il cui pensiero era stato introdotto in Norvegia

ne o introdottedal pastore dano-norvegese Wilhelm Andreas Wexels (1797-1866), nato e cresciuto in

antiva il dirittoDanimarca ma giunto nel Paese nel 1814:278 appare dunque evidente anche qui l’influenza

Esso, comedel filosofo e pedagogo danese sulle tematiche educative. Su modello grudtvigiano

a sociale che si sorgeranno anche in Norvegia scuole popolari superiori.279 Figure di riferimento in questo

ente forte dallaambito sono quelle di Hermann Anker (1839-1896)280 e Christopher Bruun (1839-1920).281

uale all’interno A Hermann Anker va il merito, condiviso con Olaus Arvesen (1830-1917) – entrambi erano

naturalmente seguaci di Grundtvig – di aver aperto il primo di questi istituti a Sagatun

første norske(presso Hamar, in Hedmark): esso iniziò la propria attività nel 1864. Nel 1867 Christopher

nd) da AsbjørnBruun ne fondò un altro a Sel in Gudbrandsdalen, destinato a divenire (dopo il trasferimento

sempio sarebbe a Vonheim) un centro culturale di notevole importanza. All’attività pratica si accompagnò la

orvegese per lariflessione pedagogica riversata in diverse pubblicazioni che non mancarono di esercitare il

uirono (non daproprio influsso nel dibattito sulla necessità di un ammodernamento del sistema scolastico

norvegese, dibattito che si tradusse anche nella proposta di nuovi testi da adottare

nche attraversonell’insegnamento, come il celebre Libro di lettura per le scuole e le case del popolo

a Società per la(Læsebog for Folkeskolen og Folkehjemmet, 1863) in tre parti (destinate ai tre livelli

) voluta dascolastici) curato dall’ecclesiastico e scrittore Peter Andreas Jensen (1812-1867) e, più tardi,

spirituale degli il fortunatissimo Libro di lettura per la scuola popolare (Læsebog for folkeskolen, cinque

L’amicovolumi pubblicati per la prima volta tra il 1892 e il 1895) del pedagogo e scrittore Johan
e elaborò idee eNordahl Brun Rolfsen (1848-1928) che fu utilizzato fino agli anni ’50 del Novecento.

la popolazione. Da parte governativa vennero assunti importanti provvedimenti. Fin dal 1860 era stata

tto in Norvegiaemanata una legge sulle scuole di campagna nella quale si stabiliva che esse dovessero avere

e cresciuto inuna sede fissa e che le cosiddette ‘scuole itineranti’ potessero essere previste solo in casi

qui l’influenzaparticolari;282 nel 1869 fu introdotta la scuola ‘media’ (middelskole, tra il 1935 e il 1970,

o grudtvigianoquando fu soppressa, detta realskole) della durata di sei anni, cui seguivano i tre anni del

mento in questoginnasio (gymnasium, per la prima volta presente nell’ordinamento norvegese); inoltre

281veniva regolamentato l’examen artium che dava accesso all’università. Il percorso formativo

entrambi eranosuperiore contemplava un indirizzo umanistico e uno scientifico (che comprendeva anche

ituti a Sagatunl’insegnamento dell’inglese), mentre lo studio della lingua madre includeva ora anche

67 Christopherl’antico nordico (norma fortemente caldeggiata dai linguisti impegnati nell’opera di

il trasferimento‘rigenerazione’ del norvegese). Dunque il latino (a lungo materia fondamentale) veniva

accompagnò laperdendo il proprio primato.283 In seguito a questa riforma molti piccoli istituti si adeguarono

di esercitare ilalla nuova regolamentazione e di conseguenza a livello superiore l’insegnamento fu in buona

tema scolasticoparte uniformato. Nel 1889 venne finalmente stabilito che il percorso scolastico di base

ti da adottare dovesse essere aperto a tutti: fu dunque istituita la “scuola popolare” (folkeskole) che doveva

ase del popoloessere presente in ogni comune (dove doveva esserci anche un comitato apposito) e imposto

e ai tre livellil’obbligo di frequenza dai sette ai quattordici anni. La normativa stabiliva tuttavia regole

67) e, più tardi,diverse per le città e le campagne (in particolare per l’orario). Una novità di grande rilievo fu

, cinquela parificazione delle due varianti di norvegese che costituivano ora entrambe materia di

scrittore Johanstudio.284 Mentre lo Stato si assumeva direttamente la responsabilità dell’istruzione dei


cittadini, cominciarono a sorgere centri di insegnamento per l’avviamento professionale,

1860 era statatalvolta per iniziativa privata o della Chiesa. I primi furono istituti agrari aperti in diverse

dovessero avere località fin dalla prima metà del secolo; nel 1854, per iniziativa di Frederik Stang, fu avviata

ste solo in casila grande scuola di agraria di Ås (nel distretto di Akershus) che iniziò la propria attività nel

1935 e il 1970, 1859. A partire dal 1897 essa ebbe lo status di istituto di istruzione superiore (il secondo,

o i tre anni del dopo l’Università di Oslo) divenendo la Scuola superiore norvegese di agraria (Norges

vegese); inoltrelandbrukshøgskole) e si sviluppò come centro di studi e ricerche finché (2005) è stata

corso formativodichiarata Università per gli studi sull’ambiente e le scienze biologiche (Universitetet for

prendeva anche miljø- og biovitenskap).285 Nel 1870 fu istituita la prima scuola di educazione fisica, per la

eva ora ancheprecisione la Scuola centrale per l’esercizio fisico e l’uso delle armi (Den gymnastiske

nell’opera di Centralskole for Legemsøvelse og Våpenbruk); in seguito all’apertura di alcuni istituti per

mentale) venivabambini affetti da handicap nel 1881 fu emanata una legge che garantiva loro il diritto allo

i si adeguaronostudio.286

nto fu in buona La politica del Partito liberale che mirava a sottrarre alla Chiesa il predominio

lastico di basedell’educazione determinò naturalmente una reazione: nel 1893 a Gvarv (Telemark) fu

) che dovevafondata da Asbjørn Knutsen (1842-1917) una scuola per la gioventù di ispirazione cristiana

osito) e impostoche sarebbe servita da modello per altre analoghe sorte successivamente. Nel 1875 furono

tuttavia regole istituite le “scuole distrettuali” (amtsskoler) sostenute economicamente dallo Stato: loro

rande rilievo fu promotore fu Nils Hertzberg (1827-1911) teologo ed educatore di tendenze conservatrici, in

mbe materia di contrasto con il pensiero educativo grundtvigiano.287

l’istruzione dei Come sopra è stato detto i livelli più alti della formazione potevano contare solo su due
professionale,istituzioni: l’Università di Oslo e la Scuola superiore norvegese di agraria. Nuovi atenei

perti in diversesarebbero sorti solo più tardi.288 Nell’attesa di scuole superiori specialistiche in diverse

tang, fu avviatadiscipline (che comparvero a partire dai primi decenni del XX secolo) era sorta nel 1864

pria attività nell’associazione Libero insegnamento (Fri undervisning) che si proponeva di diffondere

ore (il secondo,conoscenze di livello accademico anche a coloro che non potevano frequentare l’università.

NorgesNel 1949 le sue diverse sezioni furono unificate e nel 1965 essa assunse il nome di

(2005) è stataUniversità popolare (Folkeuniversitet).

niversitetet for Notevoli passi avanti furono fatti anche sul piano dell’assistenza sanitaria, basti qui citare

ne fisica, per lale iniziative di Frederik Stang tra cui l’istituzione del Consiglio medico (Medisinalrådet) nel

en gymnastiske1854.

cuni istituti per Gli anni immediatamente successivi al raggiungimento dell’indipendenza furono per la

ro il diritto allo Norvegia un periodo di crescita economica e di rinnovata fiducia: si poteva finalmente

gestire il proprio destino in piena autonomia. L’industrializzazione procedeva

il predominio(elettrochimica, elettrometallurgica, attività mineraria, lavorazione del legno), le società per

(Telemark) fuazioni crescevano di numero,289 l’agricoltura e la pesca (cui si era aggiunta una intensa

azione cristianacaccia alle balene) progredivano grazie a nuovi strumenti e all’uso delle imbarcazioni a

el 1875 furonovapore e a motore, i trasporti e le comunicazioni miglioravano, le città si ingrandivano, i

allo Stato: loropiccoli centri nei quali si stabilivano attività industriali si sviluppavano:290 un futuro migliore

onservatrici, inpareva finalmente a portata di mano. E tuttavia non mancava qualche timore. In diversi Paesi

(Inghilterra, Francia, Germania e Svezia) si dimostrava ora grande interesse per le

are solo su dueprospettive economiche norvegesi e si era pronti a investire capitali nelle nuove imprese.291
. Nuovi ateneiQuesto fatto determinava un problema non da poco in quanto a taluni appariva evidente non

che in diversesoltanto il rischio di una nuova dipendenza (questa volta economica) ma anche il pericolo

sorta nel 1864 che uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali (in particolare le numerose cascate

di diffondereda cui si poteva trarre energia idroelettrica) avrebbe provocato danni al prezioso patrimonio

are l’università.ambientale. Un bene che, come si è visto, era sentito come parte integrante del concetto

nse il nome distesso di ‘nazione norvegese’. Ciò diede origine a un lungo conflitto che fu risolto con

l’emanazione di “leggi sulle concessioni” (konsensjonslovene) che affermarono il primato in

basti qui citaremateria dello Stato norvegese: queste leggi furono volute dalla Sinistra al potere (con il

) nelprimo ministro Gunnar Knudsen)292 cui portò un contributo determinante il ministro della

giustizia Johan Castberg, leader dell’Associazione norvegese dei lavoratori uniti (i futuri

a furono per laLavoratori democratici).293

eva finalmente Nel 1914 la Norvegia celebrava i cento anni dalla costituzione di Eidsvoll e guardava

ne procedevafiduciosa al futuro. Ma lo scoppio della prima guerra mondiale avrebbe (seppure il Paese

, le società perrestasse neutrale) mutato gli scenari.

nta una intensa Alla nuova Norvegia non poteva certo mancare un inno nazionale. Nel 1820 (come sopra si è

imbarcazioni aaccennato) Henrik Anker Bjerregaard aveva vinto un concorso per il miglior canto di ispirazione
patriottica con Figli di Norvegia (Sønner af Norge), la cui melodia si deve a Christian Blom.294
ingrandivano, i
L’attuale inno nazionale norvegese “Sì, noi amiamo questa terra” (“Ja, vi elsker dette landet”) fu
futuro migliore
scritto da Bjørnstierne Bjørnson e musicato da Rikard Nordraak.295 La sua affermazione come inno
In diversi Paesi
nazionale non è tuttavia dovuta a una deliberazione ufficiale, bensì alla sua popolarità. “Sì, noi
teresse per le
amiamo questa terra” fu eseguito pubblicamente per la prima volta a Eidsvoll il 17 maggio (festa
291
nazionale norvegese) nel 1864, in occasione del cinquantennale della costituzione del 1814. Se ne
va evidente nonriporta qui la prima strofa, quella che viene più comunemente eseguita:

nche il pericolo “Sì, noi amiamo questa terra,

così come essa si innalza


merose cascate
scabra, esposta alle intemperie, sull’acqua,
oso patrimonio
con i [suoi] mille focolari.
te del concetto
L’amiamo, l’amiamo e pensiamo
fu risolto con
a nostro padre e a nostra madre.
no il primato in
E alla notte [intrisa] di leggenda che riversa
potere (con il
sogni sulla terra.”296
ministro della
12.2.4. Islanda
i uniti (i futuri
Sebbene ancora sostanzialmente isolata rispetto al resto d’Europa l’Islanda era ormai

(quanto meno a livello sociale e culturale elevato) partecipe delle nuove correnti di pensiero
voll e guardava
europee e dunque coinvolta in un cambiamento indilazionabile.297 Il che doveva essere ben
eppure il Paese
chiaro anche in Danimarca, dove – dopo la forzata rinuncia alla Norvegia nel 1814 – non si

voleva ora perdere il predominio da secoli esercitato sui restanti possedimenti. Anche se
come sopra si è
all’assemblea danese che aveva promulgato la costituzione liberale del 1849298 aveva preso
to di ispirazione
parte anche qualche rappresentante islandese, a fronte dei radicali cambiamenti che essa
294
aveva introdotto la questione relativa allo status dell’antica colonia non era stata
) fu
adeguatamente affrontata. Ciò consentì agli Islandesi – primo fra tutti il leader del
zione come inno
movimento indipendentista Jón Sigurðsson (uno dei delegati nell’assemblea costituente) – di
“Sì, noi

17 maggio (festa
sostenere che, stando così le cose, il Paese poteva ritenersi svincolato dai legami con la

del 1814. Se neDanimarca (fatta salva l’unione personale nella persona del re), dal momento che i rapporti
bilaterali erano stati per l’ultima volta definiti nel cosiddetto “Antico trattato”, sottoscritto

con il re norvegese tra il 1262 e il 1264.299 Questa presa di posizione naturalmente preoccupò

il sovrano e il parlamento danese che corsero ai ripari per arginare le spinte autonomiste. Per

la verità il problema era stato affrontato, almeno formalmente, con la costituzione di una

commissione ad hoc, ma le aspettative degli Islandesi andavano ben oltre ciò che gli antichi

signori erano disposti a concedere: nel Paese c’erano però fermento e attesa. Il periodico

Þjóðólfur (pubblicato a Reykjavík a partire dal 1848) diffondeva il punto di vista di Jón

Sigurðsson e dei suoi: per questa ragione ne venne spesso fatta sospendere la

pubblicazione.300 Nel 1851, dopo una lunga serie di rinvii, fu finalmente convocata a

Reykjavík presso la Scuola di latino301 l’assemblea dei rappresentanti (regolarmente eletti)


anda era ormai
dei diversi distretti: a loro il governatore dell’isola, conte Jørgen Ditlev Trampe (1807-1868),
enti di pensiero
presentò le proposte danesi. In città la presenza di soldati (schierati anche presso la sede in
veva essere ben
cui si teneva la riunione) lasciava ben comprendere come l’intenzione fosse quella di imporre
l 1814 – non si
il documento così come era stato predisposto. I delegati islandesi tuttavia non si lasciarono
enti. Anche se
intimorire e apparve chiaro che esso sarebbe stato rigettato. A quel punto, nonostante le
aveva preso
vibrate proteste di Jón Sigurðsson, sostenuto dalla quasi totalità dei presenti (favorevoli
menti che essa
erano solo i sei delegati scelti dal re),302 la seduta fu sciolta risolvendosi in un nulla di fatto.
non era stata
Gli Islandesi non avevano ottenuto nulla e tuttavia lo scontro verificatosi durante la riunione
del
dimostrò che il contrasto avrebbe dovuto essere in qualche modo composto e che ora per il
ostituente) – di
parlamento e il sovrano danese l’Islanda costituiva davvero un problema da risolvere: inutile
legami con la
penalizzare chi condivideva gli ideali di indipendenza303 o favorire chi (il più delle volte per
o che i rapporti
o”, sottoscrittocalcolo personale) si dimostrava ossequiente ai voleri del dominatore: ormai era chiaro a tutti

ente preoccupò che si sarebbe dovuto trovare uno sbocco politicamente concordato.304 Il che non fu affatto

utonomiste. Perfacile. Negli anni che seguirono furono presentate nuove proposte, ma ciò che soddisfaceva

ituzione di unauna delle parti incontrava l’opposizione dell’altra (si considerino in particolare il documento

che gli antichi islandese del 1867 e quello danese del 1869). Neppure con la mediazione del nuovo

sa. Il periodicogovernatore Hilmar Finsen (1824-1886), cresciuto in Danimarca ma di origini islandesi,305 la

di vista di Jónquestione poté essere risolta. Nel 1871 il parlamento danese varò una legge che doveva

sospendere laregolare i rapporti fra i due Paesi: in essa si ribadiva che l’isola costituiva parte integrante del

te convocata aterritorio danese e tuttavia si garantiva agli Islandesi un risarcimento in denaro a fronte delle

larmente eletti)ingenti risorse loro sottratte nel corso dei secoli. Inoltre veniva concessa una gestione

pe (1807-1868),indipendente per le questioni interne, come pure un tribunale autonomo per le cause minori,

resso la sede inseppure la Corte suprema dovesse rimanere quella della capitale danese.306 Nonostante le

uella di imporremolte contrarietà questa legge (in sostanza la prima costituzione islandese) fu infine accettata

on si lasciaronodall’assemblea generale (Alþingi)307 nel 1873 ma, in previsione del millenario della

, nonostante le fondazione dello stato islandese che sarebbe caduto l’anno successivo,308 venne chiesto al re

enti (favorevolidi riconoscere maggiori diritti e maggiore autonomia. Ciò, in effetti, fu accordato. Primo fra

n nulla di fatto.tutti i sovrani danesi, Cristiano IX visitò l’Islanda in occasione delle celebrazioni (1874)

ante la riunionerecando con sé il nuovo ordinamento, la Costituzione sulla questione particolare dell’Islanda

e che ora per il (Stjórnarskrá um hin sjerstaklegu málefni Íslands / Forfatningslov for Islands særlige

isolvere: inutileAnliggender) nel quale venivano fatte numerose concessioni soprattutto a riguardo della

delle volte pergestione degli affari interni: il potere legislativo tornava all’Alþingi (ma il sovrano
ra chiaro a tutticonservava il diritto di ratifica) e così anche la gestione delle finanze. Inoltre erano ampliate

e non fu affatto le libertà individuali (di culto, di stampa, di commercio). In accordo con la legge del 1871 la

he soddisfacevacarica di stiftamtmaður309 veniva abolita e al suo posto era istituita quella di “governatore del

e il documentoPaese” (landshöfðingi), rappresentante del re e del parlamento danese e mediatore tra questi e

one del nuovogli Islandesi. Il primo cui fu affidata questa funzione fu il sopra citato Hilmar Finsen. Pur non

larispondendo in pieno ai desideri degli autonomisti queste decisioni ottennero il consenso dei

ge che dovevapiù e Cristiano IX venne accolto con calore.310 La sua presenza contribuì a dare lustro alle

e integrante delgrandi celebrazioni (in particolare quelle tenute a Þingvellir, sede dell’antica assemblea

o a fronte dellegenerale)311 e a richiamare grande attenzione su un Paese ancora assai poco conosciuto.

a una gestione Leader indiscusso del movimento indipendentista islandese era, come sopra si è detto,

e cause minori, Jón Sigurðsson. A lungo vissuto in Danimarca, dove aveva lavorato all’Istituto

Nonostante learnamagnaeano in cui erano raccolti i preziosi codici, custodi della storia islandese dei primi

infine accettatasecoli,312 non aveva mancato di mantenere stretti rapporti con la madrepatria. In una nutrita

millenario dellaserie di scritti egli discusse la situazione del suo Paese, affermandone il diritto a godere di

ne chiesto al repiena libertà politica ma anche analizzandone i problemi sociali (legati alla situazione

dato. Primo fraeconomica, alle condizioni sanitarie, alla necessità di diffondere l’istruzione). Punto di

brazioni (1874)riferimento per gli Islandesi fin da quando viveva a Copenaghen (dove la sua casa era luogo

are dell’Islanda di incontro per i compatrioti che si trovavano nella capitale danese) fu membro

slands særligedell’assemblea generale e presidente della Società letteraria islandese.313 Il suo

riguardo dellacoinvolgimento nella lotta per l’indipendenza non ebbe pari, al punto che il giorno della sua

ma il sovranonascita (17 giugno) sarebbe stato scelto come data della festa nazionale.
erano ampliate Jón Sigurðssson moriva nel 1879, ma le sue idee non morivano certamente con lui. Gli

gge del 1871 laIslandesi avevano assaporato il gusto di una maggiore autonomia e desideravano ora ottenere

governatore deluna effettiva indipendenza. I tentativi di trovare una soluzione andarono avanti per diverso

tore tra questi etempo ma, stante anche il fatto che il governo danese era retto dal conservatore Jacob

Finsen. Pur nonEstrup,314 non approdarono a nulla. Nel 1894 il quadro politico danese cambiò e, con esso, le

il consenso dei prospettive dell’Islanda. Qui il dibattito, mai sopito, aveva evidenziato due principali

dare lustro alleopinioni; da una parte c’era chi, cercando di trovare un punto di incontro coi Danesi,

tica assembleaproponeva la nomina di un ministro con il compito specifico di occuparsi di tutti i problemi

relativi alla vita del Paese: questi avrebbe dovuto essere di nazionalità islandese ma risiedere

opra si è detto,a Copenaghen. Per contro c’era chi esigeva che il governo dell’isola fosse gestito totalmente

ato all’Istitutoin loco. I due principali rappresentanti di queste correnti furono convocati a Copenaghen: si

ndese dei primitrattava dello storico dell’Islanda Valtýr Guðmundsson (1860-1928) e del poeta e scrittore

. In una nutritaHannes Hafstein (1861-1922) che vi si recarono nell’estate del 1901.315 L’esito dell’incontro

tto a godere difu che il governo danese rimise agli Islandesi la scelta: e la scelta degli Islandesi fu che essi

alla situazionevolevano un governo interno al Paese. Questa decisione venne ratificata dalle autorità danesi

one). Punto die Hannes Hafstein, nominato primo ministro, entrò in carica il 1 febbraio 1904. Aveva così

casa era luogotermine il “periodo dei governatori” (landshöfðingjatímabilið) e, seppure l’Islanda restasse

e) fu membrounita alla Danimarca, davvero iniziava una nuova fase della sua storia. Hannes Hafstein

Il suosarebbe rimasto in carica fino al 1909: ora l’isola aveva un proprio governo (cui era

giorno della sua demandato anche il potere esecutivo) e propri ministri. Quando nel 1907 il sovrano Federico

VIII (1843-1912), salito al trono l’anno precedente, volle istituire una nuova commissione
nte con lui. Gliper regolare i rapporti tra i due Paesi, Hannes Hafstein ne fece naturalmente parte insieme al

no ora ottenerecollega danese Jens Christian Christensen; l’esito dei lavori (svoltisi tra febbraio e marzo del

anti per diverso1908 a Copenaghen) fu un nuovo documento – la “bozza” (uppkastið) del 1908 – che, pur

ervatore Jacobribadendo la sovranità del re danese sull’isola, accoglieva molti desiderata degli Islandesi;316

ò e, con esso, leciò tuttavia apparve ai più ancora insufficiente rispetto all’obiettivo di una totale

due principaliindipendenza: di conseguenza il primo ministro perse la maggioranza e dovette rassegnare le

ro coi Danesi,dimissioni. Suoi successori furono Björn Jónsson (1846-1912), il cui governo fu tuttavia

tutti i problemi logorato da conflitti interni alla maggioranza e da vivaci reazioni alle sue decisioni

se ma risiedere(accompagnate da tumulti popolari), e Kristján Jónsson (1852-1926) che restò in carica tra il

stito totalmente1911 e il 1912, quando dopo nuove elezioni Hannes Hafstein tornò al potere, restandovi fino

Copenaghen: si al 1914.

oeta e scrittore Appare chiaro come in questi anni la questione dei rapporti con la Danimarca fosse

to dell’incontro elemento discriminante317 e anche come i primi veri partiti islandesi (intesi in senso

desi fu che essimoderno) si venissero formando su questa base. Il periodo tra il 1903 e il 1908 è

autorità danesichiarificatore di questi sviluppi: il gruppo di coloro che seguivano Hannes Hafstein si chiamò

04. Aveva cosìinfatti Partito dell’autogoverno (Heimastjórnarflokkurinn), mentre i fautori della completa

slanda restasseautonomia si raccolsero nel Partito dell’indipendenza (Sjálfstæðisflokkurinn)318 in cui erano

annes Hafstein confluiti anche i membri del Partito della difesa nazionale (Landvarnarflokkurinn) di chiare

verno (cui eratendenze nazionaliste. Nel 1912, quando Hannes Hafstein tornò al potere, egli era alla guida

vrano Federicodel Partito dell’unione (Sambandsflokkurinn) nel quale infine erano riuniti il Partito

a commissionedell’autogoverno e il Partito dell’indipendenza, alla ricerca di una soluzione dell’annosa


parte insieme alcontroversia. Il problema restava quello della bozza del 1908 che ai Danesi pareva

aio e marzo delcontenesse notevoli concessioni (sicché dopo la morte di Federico VIII il successore

1908 – che, purCristiano X (1870-1947) preferì riprendere la discussione sulla base del testo del 1871)

316 mentre in Islanda si chiedevano ulteriori emendamenti (alcuni esigevano senz’altro che i

di una totalerapporti tra i due Paesi fossero definitivamente rescissi). Su queste questioni (e sulla volontà

te rassegnare le degli Islandesi di avere una bandiera propria)319 si andò avanti nel dibattito, mentre nel 1916

rno fu tuttavianascevano due nuove forze politiche: il Partito del progresso (Framsóknarflokkurinn),320 nato

sue decisioni dalla fusione del Partito dei contadini (Bændaflokkurinn) con i Contadini indipendenti

ò in carica tra il(Óháðir bændur) e guidato dall’influente e discusso politico Jónas Jónsson (1885-1968) e il

restandovi finoPartito socialdemocratico (Alþýðuflokkurinn, letteralmente “Partito popolare”) che

rispondeva alla necessità di coordinare le forze sindacali che anche in Islanda cominciavano

animarca fosse a reclamare un proprio spazio. Ma lo scoppio della prima guerra mondiale costrinse anche

ntesi in sensoquesto Paese (che pure era ben lontano dal teatro delle operazioni militari) a subire le

3 e il 1908 èconseguenze del conflitto: ciò determinò la formazione di un governo di coalizione guidato

fstein si chiamòda Jón Magnússon (1859-1926) con il compito di affrontare le nuove difficoltà.

della completa Seppure lentamente, anche la società islandese si stava trasformando, per molti aspetti in

in cui eranoparallelo con i mutamenti che sono stati constatati negli altri Paesi nordici, e tuttavia – tenuto

) di chiareconto del persistente isolamento, del numero limitato degli abitanti e del loro radicato

i era alla guida tradizionalismo – in forma meno incisiva. Qui, a esempio, non sorsero come altrove

uniti il Partitomovimenti revivalisti ma la vita delle piccole comunità ricevette impulso quando (1872)

one dell’annosavenne promulgata una legge comunale, che coinvolgeva anche i rappresentanti del clero
Danesi parevalocale, grazie alla quale fu possibile una più attiva partecipazione alla gestione della vita

I il successore sociale.321 Fra la fine del XIX e i primi decenni del XX secolo il dibattito di natura religiosa

esto del 1871) tra i conservatori e i progressisti si fece intenso e sorse qualche chiesa libera.322

enz’altro che i Anche in Islanda – dove l’alcolismo era molto diffuso – non mancò un movimento per

(e sulla volontàcontrastare il problema: nel 1884 un calzolaio norvegese costituiva ad Akureyri la prima

mentre nel 1916 ‘loggia’ dell’ordine dei Good Templars, poi portata avanti dal legatore e libraio Fríðbjörn

natoSteinsson (1838-1918) che la ospitò nella propria casa: a questa molte altre presto seguirono

ni indipendentiin tutto il Paese. Anche altre associazioni come il Club dei marinai (Sjómannaklúbburinn),

1885-1968) e ilfondato a Reykjavík nel 1875, si proponevano questo scopo sottolineando l’importanza di

opolare”) cheperseguire il decoro e la dignità personale: è del tutto evidente che tra i marinai l’alcolismo

a cominciavano era molto diffuso. Molti (fra cui ecclesiastici e funzionari) divennero completamente astemi e

costrinse anchele voci in favore di una legge di carattere proibizionistico furono numerose: essa fu dunque

ri) a subire le promulgata nel 1909, sebbene l’entrata in vigore fosse stabilita per il 1 gennaio 1912 (ma

lizione guidatopienamente solo nel 1915). Una attenuazione delle disposizioni si avrà nel 1922, la loro

abolizione nel 1935.323

molti aspetti in Ma la rinascita dell’Islanda percorse, naturalmente, anche la via economica. Due

uttavia – tenutoelementi furono determinanti al riguardo. Il primo fu la revoca definitiva (1854) di ogni

l loro radicatoforma di restrizione mercantile: infatti nel 1787 l’abolizione del monopolio (che aveva

come altrove determinato per gli Islandesi una pesante situazione economica) era in realtà consistita nella

quando (1872)sola estensione del diritto di commerciare a tutti i sudditi del Regno, il che aveva continuato

ntanti del cleroa favorire i mercanti danesi.324 Fin dal 1844 si erano formate (soprattutto nelle zone lontane
tione della vitadai centri nei quali si svolgeva il commercio, in particolare nel distretto di Þingeyjarsýsla)

natura religiosaassociazioni di contadini che avevano lo scopo di gestire direttamente la vendita dei prodotti,

più tardi ci furono alcuni imprenditori che diedero l’avvio a vere e proprie compagnie

movimento percommerciali.325 Il secondo elemento fu il pagamento delle somme risarcitorie per i molti beni

ureyri la prima sottratti all’Islanda dopo la riforma e per i guadagni derivati dal monopolio mercantile.

braio FríðbjörnQueste somme furono di grande utilità per costituire il primo nucleo del patrimonio del

resto seguironofuturo stato islandese.

), A questi fattori positivi si accompagnò un miglioramento dell’agricoltura e

l’importanza di dell’allevamento, da secoli fonte primaria di sostentamento per la popolazione. Fin dal 1837

nai l’alcolismoera stata fondata la prima società agricola,326 presto seguita da altre in tutto il Paese: lo scopo

amente astemi eera, naturalmente, quello di promuovere il progresso dell’economia agricola, per troppi versi

essa fu dunqueancora arretrata (si ricordi che non di rado l’introduzione di nuove colture era stata accolta

nnaio 1912 (macon diffidenza, per non dire con ostilità, da parte dei contadini).327 Nel 1899 si sarebbe dato

l 1922, la loro l’avvio a un ente di carattere nazionale, la Società agricola islandese (Búnaðarfélag Íslands)

al quale potevano aderire tanto le associazioni minori quanto i singoli. Un’ordinanza di

conomica. DueCristiano IX emessa nel 1872 aveva decretato l’istituzione di scuole di agraria:328 la prima fu

(1854) di ogniaperta nel 1888 in Ólafsdalur (nel Gilsfjörður), per iniziativa di Torfi Bjarnason (1838-1915)

lio (che avevail quale, soggiornando in Scozia, aveva appreso nuove tecniche e sperimentato nuovi

consistita nellastrumenti (tra cui un tipo di falce che, da lui adattata, si diffuse rapidamente in Islanda).

veva continuato Questa scuola (il cui ideatore godeva della stima e del sostegno di Jón Sigurðsson) ebbe

le zone lontaneun’importanza fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura nel Paese.329 Così come fu di
Þingeyjarsýsla)grande utilità il compito assegnato dalla società agricola a Guðjón Guðmundsson (1872-

ita dei prodotti,1908) il quale nel 1900 fece un viaggio in Inghilterra per apprendere più efficaci metodi di

prie compagnieallevamento del bestiame che poi introdusse in patria. Inoltre con la vendita di terreni di

per i molti beniproprietà della Corona danese o della Chiesa aumentò il numero di coloro che lavoravano

olio mercantile. poderi propri. Per secoli gli Islandesi avevano praticato la pesca allo scopo di integrare la

patrimonio delloro modesta economia, e tuttavia con mezzi assai più limitati rispetto agli stranieri (in primo

luogo gli Inglesi) che a lungo avevano sfruttato le risorse del loro mare. Nel XIX secolo le

’agricoltura e cose incominciarono a cambiare anche in questo settore dal momento che furono introdotte

e. Fin dal 1837imbarcazioni più grandi e meglio attrezzate,330 finché (1902) comparvero i primi battelli a

Paese: lo scopomotore e (1904) i primi motopescherecci a strascico. Grazie anche all’acquisizione di nuove

per troppi versitecniche si sviluppò dunque in diverse zone del Paese (non da ultimo nel Nord e nei fiordi

ra stata accoltaoccidentali) una pesca commerciale che determinò la nascita di un’industria per la

si sarebbe dato lavorazione e la conservazione del prodotto (merluzzo, aringhe) e, per un certo periodo, per

)la produzione dell’olio di pescecane; ci fu inoltre una intensa caccia alle balene.331 A partire

Un’ordinanza didagli anni ’80 si cominciò a introdurre l’itticoltura. Il commercio islandese con l’estero

la prima fu(Italia compresa) si basò dunque in primo luogo sull’esportazione di prodotti della pesca

on (1838-1915)opportunamente trattati (salati o essiccati), ma anche di ovini (commercio che conobbe

mentato nuovituttavia una crisi attorno al 1865) e cavalli,332 di burro e carne salata oltre che di lana. Nel

nte in Islanda).1882 fu fondata a Húsavík la prima società cooperativa islandese (Kaupfélag Þingeyinga);

gurðsson) ebbedal 1886 il suo rappresentante fu il grossista danese Louis Zøllner (1854-1945), a lungo

osì come fu diresidente in Inghilterra, figura di grande importanza per lo sviluppo economico dell’isola;333
undsson (1872-altre presto seguirono.334 Elemento di grande rilevanza per lo sviluppo sociale ed economico

icaci metodi diislandese fu anche l’attenuazione (1894) dell’obbligo per coloro che non possedevano terre

ta di terreni di proprie di lavorare nelle fattorie alle dipendenze di altri per un periodo minimo di un anno,

che lavoravanodopo di che potevano entrare al servizio di un nuovo padrone: in sostanza una sorta di

di integrare la‘servitù’ che limitava fortemente la libertà di queste persone.335 Legata a questi progressi è

anieri (in primoanche la nascita di un sistema bancario islandese: ad alcune casse di risparmio locali (che

XIX secolo lecominciarono a sorgere tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70) si aggiunse infatti (1885) la

rono introdotteBanca nazionale (Landsbanki), che tuttavia si sviluppò solo gradualmente.336 Nel 1904 fu

primi battelli a fondata la banca d’Islanda (Íslandsbanki), primariamente allo scopo di sostenere l’industria

izione di nuovedella pesca: avendo il monopolio dell’emissione delle banconote essa divenne la prima banca

ord e nei fiordidel Paese ma cessò di operare nel 1930.337

dustria per la Analogamente a quanto avvenuto in Norvegia le risorse del territorio islandese rappresentavano

rto periodo, perun’attrattiva per gli investitori stranieri. Anche qui tuttavia ci furono persone capaci di difendere con
grande determinazione il patrimonio di bellezze naturali del Paese impedendo che una ottusa volontà
A partire
di arricchimento portasse alla sua sconsiderata distruzione. Ben noto è il caso di Sigríður Tómasdóttir
se con l’estero
(1874-1957), nata nei pressi della magnifica “cascata d’oro” di Gullfoss, compresa nel terreno di
otti della pesca
proprietà della sua famiglia. Si racconta che quando questo luogo destò l’interesse straniero (ma non
o che conobbe
solo) ai fini di uno sfruttamento idroelettrico, il padre di Sigríður avesse rifiutato di cederlo
he di lana. Nel
pronunciando una celebre frase: “Io non vendo il mio amico” (“Ég sel ekki vin mín”).338
);
Successivamente, quando l’area passò a persone ricche e potenti che volevano sfruttarla a fini
1945), a lungoindustriali, Sigríður diede inizio a una lunga e durissima battaglia personale e legale – in ciò

333 sostenuta da Sveinn Björnsson, futuro primo presidente del Paese – in difesa della cascata. Ella arrivò
e ed economicoa minacciare di togliersi la vita gettandovisi dentro se i progetti industriali non fossero stati fermati.

ssedevano terre Alla fine il terreno e la cascata divennero di proprietà dello Stato andando a costituire uno dei
patrimoni naturali più spettacolari d’Islanda.339
mo di un anno,
Insieme a coloro che erano occupati nelle attività manifatturiere avviate da Skúli
za una sorta di
Magnússon,340 i lavoratori impiegati in queste nuove realtà industriali andarono a formare la
esti progressi è
classe operaia islandese, ancora limitata nel numero e con ben poca voce in capitolo. Negli
mio locali (che
anni ’80 si cominciò dunque a sentire il bisogno di organizzazioni sindacali che difendessero
nfatti (1885) la
i loro interessi: nel 1887 i tipografi si riunirono nell’associazione che da loro prese il nome
Nel 1904 fu
(Prentarafélagið); dieci anni dopo nacque a Reykjavík l’Associazione dei giornalisti
nere l’industria
islandesi (Blaðamannafélag Íslands): si tratta delle più antiche confederazioni di categoria
la prima banca
del Paese. Piuttosto antica è anche la Bárufélagið che riuniva i marinai fondata a Reykjavík

rappresentavano
nel 1894,341 cui altre seguirono. Nel 1897 nasceva un sodalizio operaio a Seyðisfjörður sulla

di difendere concosta orientale, esso fu poi sostituito dal sindacato Avanti (Fram) nel 1904. Nel 1906 fu

na ottusa volontàfondato a Reykjavík il Sindacato dei lavoratori Alba del giorno (Verkamannafélagið

íður TómasdóttirDagsbrún) che organizzerà il suo primo sciopero nel 1913.342 Nello stesso anno usciva il

sa nel terreno di Giornale del popolo (Alþýðublaðið), primo foglio socialista islandese. Ma per una lega

traniero (ma non


nazionale si sarebbe dovuto attendere il 1916, anno in cui fu costituita l’Unione sindacale
utato di cederlo
(letteralmente “popolare”) d’Islanda (Alþýðusamband Íslands) nella quale confluirono sette
338
organizzazioni locali tra cui l’Associazione dei lavoratori Difesa di Hafnarfjörður
sfruttarla a fini
(Verkamannafélagið Hlíf í Hafnarfirði)343 e l’Associazione dei marinai di Hafnarfjörður
legale – in ciò
(Hásetafélag Hafnarfjarðar): presidente fu Ottó N. Þorláksson (1871-1966). Come sopra si è
scata. Ella arrivò
ero stati fermati.detto, il Partito socialdemocratico nascerà nello stesso anno come braccio politico del

ostituire uno deisindacato. Inizialmente le idee socialiste erano state diffuse in Islanda da Gestur Pálsson

(1852-1891) e Þorsteinn Erlingsson (1858-1914),344 scrittori e poeti che nelle loro opere
viate da Skúli
attaccavano la Chiesa e le autorità. Ma la vera anima della socialdemocrazia islandese
no a formare la
saranno, appunto, i promotori del sindacato e del partito socialdemocratico: oltre a Ottó N.
capitolo. Negli
Þorláksson, Jón Baldvinsson (1882-1936) e Ólafur Friðriksson (1886-1964), a lungo
he difendessero
redattore del Giornale del popolo e uno fra gli organizzatori dello sciopero dei lavoratori dei
o prese il nome
pescherecci del 1916.
dei giornalisti
Anche in Islanda una delle richieste principali era quella del diritto di voto generalizzato:
oni di categoria
qui come altrove esso era a lungo rimasto limitato agli uomini incensurati e possessori di un
ata a Reykjavík
determinato patrimonio. La prima regolamentazione era stata quella legata alla ricostituzione
ðisfjörður sulla
dell’Alþingi nel 1843:345 si trattava di un insieme di norme molto restrittive che lo limitavano
4. Nel 1906 fu
agli appartenenti al sesso maschile con almeno 25 anni d’età, ma – soprattutto – in grado di
kamannafélagið
dimostrare una solida posizione economica. Queste regole furono rese un po’ meno cogenti
anno usciva il
con un provvedimento successivo,346 dopo di che furono riprese nella costituzione del 5
a per una lega
gennaio 1874.347 Esse saranno cambiate con una legge del 1903 che pur ampliando l’accesso
nione sindacale
al voto (sempre riferito ai soli uomini), avrebbe comunque escluso tutti quelli che, in
onfluirono sette
qualsiasi forma, fossero al servizio di altri.348 Restavano dunque non ammessi tutti quelli la
Hafnarfjörður
cui sussistenza dipendeva da altri e le donne. Per la verità esse (ma solo le vedove e le nubili
Hafnarfjörður
che pagavano le tasse!) avevano ottenuto il voto per le elezioni amministrative locali nel
Come sopra si è
1882, successivamente esteso.349 Solo nel 1915 si potrà tuttavia parlare di un universale
io politico deldiritto al voto e all’eleggibilità, sebbene non su un piano di totale parità, che sarà raggiunta

Gestur Pálssonsolo dopo una ulteriore serie di emendamenti.350

elle loro opere I cambiamenti sociali legati a tutti questi sviluppi si riflettono anche nella crescita di

razia islandesediverse località. Innanzi tutto Reykjavík che viene sempre di più affermandosi come capitale:

oltre a Ottó N.nel 1866 vi viene aperto un ospedale (un secondo per la cura della lebbra nel 1898, un terzo,

964), a lungopiù moderno, nel 1902); nel 1876 si accende la prima illuminazione stradale; nel 1880 viene

ei lavoratori deicostruito l’edificio che d’ora in poi ospiterà il parlamento (Alþingishúsið); nel 1898 quello

della Banca nazionale (Landsbankahúsið); nel 1908 la Casa della cultura popolare o Museo

o generalizzato:(Þjóðmenningarhúsið o Safnahúsið); nel 1890 sono avviati i lavori per le fognature mentre

possessori di unvengono tracciate nuove strade351 e si costruiscono case signorili.352 Da quando (1866) il

a ricostituzione primo peschereccio era partito da qui Reykjavík era venuta anche trasformandosi da sede di

he lo limitavanofunzionari a importante città di mare: lo sviluppo in questa direzione è segnato dalla

o – in grado dicostruzione di un nuovo porto fra il 1913 e il 1917.353 Ma la città non è più l’unico centro

’ meno cogentiurbano.354 Oltre ad Akureyri (nel Nord sull’Eyjafjörður, che nel 1862 aveva ottenuto lo

tituzione del 5 status di città)355 e Ísafjörður (che, pur collocata nei remoti fiordi occidentali, era per numero

iando l’accessodi residenti la terza località del Paese)356 altri abitati cominciano a ingrandirsi soprattutto

quelli che, insulle coste per via dello sviluppo della pesca. Verso la fine del secolo circa la metà degli

si tutti quelli la Islandesi – che in precedenza per la gran parte vivevano in piccoli villaggi o in fattorie

dove e le nubili isolate – abiterà qui. Anche i trasporti e le comunicazioni migliorarono: nel 1858 fu

ative locali nelinaugurato un servizio regolare effettuato da una nave a vapore tra Reykjavík e Copenaghen

i un universale(dal 1866 incrementato dalla danese Società riunita delle navi a vapore),357 furono innalzati
sarà raggiuntaponti,358 stanziati fondi statali per realizzare strade, costruiti rifugi nelle zone più impervie,

organizzato un trasporto con carri trainati da cavalli (per altro di breve durata).359 La prima

ella crescita di auto arrivò nell’isola nel 1904, dieci anni dopo il traffico automobilistico era una realtà.

come capitale:Anche in Islanda si diffusero mezzi di comunicazione all’avanguardia: nel 1906 fu posato un

1898, un terzo,cavo telegrafico che dalla Scozia raggiungeva l’isola a Seyðisfjörður (nell’est del Paese) e fu

nel 1880 vienecreato un collegamento con Akureyri e Reykjavík; in quello stesso anno venne fondata la

nel 1898 quello Compagnia telefonica islandese (Landssími Íslands) tuttavia il completamento dei

polare o Museocollegamenti in tutto il Paese sarebbe avvento solo nel 1929.360 Il servizio postale (istituito

gnature mentrenel 1872361 con collegamenti a cavallo!) venne potenziato.

uando (1866) il Miglioramenti si ebbero anche nel campo dell’educazione. Dal 1846 l’unica scuola

dosi da sede disuperiore del Paese (la “scuola erudita” o “scuola di latino”) era stata trasferita a Reykjavík,

segnato dallaistituto frequentato da studenti destinati a divenire figure di riferimento nella storia politica e

ù l’unico centroculturale islandese.362 L’anno successivo era sorta una scuola per ecclesiastici, che sottraendo

eva ottenuto lo alla “scuola erudita” il compito di formare i futuri membri del clero permise al contempo di

era per numerodiversificare l’insegnamento. Nel 1880 venne emanata una legge sull’istruzione che

dirsi soprattutto‘raccomandava’ la scolarizzazione generalizzata.363 Dagli ultimi decenni del secolo saranno

a la metà degliaperti istituti e corsi in discipline specifiche (medicina, giurisprudenza, agricoltura, nautica,

gi o in fattorietecnica). Nel frattempo la prima ‘scuola media’ (gagnfræðaskóli) sarebbe sorta a Möðruvellir

o: nel 1858 fuin Hörgárdalur.364 A fronte di questi sviluppi si darà il via anche a istituti per la preparazione

k e Copenaghendegli insegnanti (1908). E tuttavia per una formazione di tipo universitario gli Islandesi

urono innalzati dovranno ancora recarsi all’estero (in primo luogo in Danimarca) finché (1911) verrà
e più impervie,finalmente fondata l’Università di Islanda (Háskóli Íslands), con sede, naturalmente, nella

La primacapitale.365 Come in precedenza è stato detto, l’educazione primaria dei bambini veniva assai

era una realtà.spesso curata in famiglia e la prima vera scuola elementare di Reykjavík sorse solo nel

06 fu posato un 1862.366 Lo sviluppo in questo senso fu comunque piuttosto rapido e nei primi decenni del

del Paese) e fuXX secolo si può constatare come la gran parte delle zone più densamente abitate sia

enne fondata la‘coperta’ dal servizio scolastico (che in taluni casi prevedeva tuttavia ‘scuole itineranti’).

pletamento deiContemporaneamente si comincia a prendere in considerazione l’istruzione dei bambini

ostale (istituitoaffetti da handicap.367 Del 1907 è una legge di regolamentazione dell’istruzione elementare,

la prima in Islanda, con la quale si afferma il principio del diritto generale e gratuito alla

l’unica scuolaformazione (con l’obbligo scolastico) e si dà l’avvio alla moderna scuola islandese.368

ta a Reykjavík, Si è detto come nel corso della loro storia gli Islandesi avessero continuato, anche in

storia politica eperiodi segnati da condizioni socio-politicoeconomiche sfavorevoli, a coltivare l’amore per

che sottraendo la tradizione letteraria. Il che si constata anche nel XIX secolo, rilevando ora altresì un

al contempo di accresciuto interesse per il mondo esterno sia dal punto di vista umanistico e artistico, sia da

’istruzione chequello dei movimenti politico-sociali e delle idee, sia – più semplicemente – da quello

secolo sarannodell’informazione e della cronaca. Tutti ambiti da cui trarre spunti utili per il dibattito

oltura, nautica,interno. Il che si riflette nell’aumento del numero dei giornali e dei periodici (in diversi casi

a a Möðruvellirchiaramente orientati politicamente o culturalmente), tra i quali vanno citati qui almeno Il

la preparazionecorriere di Reykjavík (Reykjavíkurpósturinn, uscito tra il 1846 e il 1849); il sopra menzionato

o gli IslandesiÞjóðólfur;369 le Notizie del Paese (Lanztíðindi, Reykjavík: 1849-1851), organo dei funzionari

é (1911) verràdella capitale; Settentrionale. Quindicinale per gli Islandesi (Norðri. Hálfmánaðarrit handa
ralmente, nellaÍslendingum, 1853-1861)370 e Viaggiatore del Nord (Norðanfari, 1862-1865), entrambi di

ini veniva assaiAkureyri; Baldur (1868-1870);371 Ísafold (1874-1929, a lungo una delle pubblicazioni più

sorse solo nel diffuse);372 La volontà popolare (Þjóðviljinn, 1886-1915);373 La donna della montagna

mi decenni del(Fjallkonan, 1884-1911);374 Lögrjetta (Reykjavík: 1906-1936);375 il Foglio del mattino

ente abitate sia(Morgunblaðið, 1913), tuttora il più diffuso quotidiano islandese.376 Segnali ulteriori di uno

ole itineranti’). sviluppo culturale sono la fondazione (1869) della Società della lettura di Reykjavík

ne dei bambini(Lestrarfélag Reykiavíkur) e (1871) della Società degli amici del popolo (Þjóðvinafélagið),

one elementare,che dal 1874 darà alle stampe il periodico Andvari,377 nata in realtà come aggregazione di

e gratuito allacarattere politico gravitante attorno a Jón Sigurðsson ma divenuta in seguito una fondazione

per la promozione culturale.378 Del 1863 è la fondazione del Museo delle antichità

nuato, anche in (Forngripasafn) – che costituirà la base dell’attuale Museo nazionale islandese

are l’amore per(Þjóðminjasafn Íslands) – cui diede un contributo decisivo Sigurður il Pittore (málari),

ora altresì unappassionato cultore della tradizione;379 del 1889 la nascita della Società islandese di storia

artistico, sia danaturale (Hið íslenska náttúrufræðifélag).

te – da quello A fronte di questi indubitabili progressi molti problemi restavano tuttavia irrisolti.

per il dibattitoInnanzi tutto la situazione sanitaria: epidemie, lebbra, tubercolosi, malattie del bestiame

(in diversi casierano purtroppo ancora ben presenti, anche se gli sforzi delle autorità cominciavano a sortire

Ili propri effetti.380 E gli Islandesi continuavano a fare i conti con eventi naturali devastanti, in

pra menzionato primo luogo terremoti ed eruzioni vulcaniche,381 ma anche inverni particolarmente gelidi

o dei funzionari(come quello rigidissimo tra il 1880 e il 1881) che mettevano a dura prova la popolazione

naðarrit handaprovocando la morte di diverse persone. Questi fattori combinati con la notevole crescita del
5), entrambi dinumero degli abitanti,382 la scarsità di terre coltivabili, le opportunità di lavoro che ancora

bblicazioni piùrestavano limitate, determinarono anche qui il fenomeno dell’emigrazione che riguardò

ella montagnasoprattutto persone provenienti dalle zone rurali più disagiate. In questo Paese, il fenomeno

io del mattinoebbe inizio tra il 1855 e il 1857, anni in cui alcuni mormoni si trasferirono nello Utah. Otto

ulteriori di unoanni dopo altri emigranti raggiunsero addirittura il Brasile, mentre un flusso ben più

di Reykjavíkconsistente si dirigerà poi (soprattutto negli anni ’70 e ’80 segnati da una grave crisi) verso il

),Midwest americano (Wisconsin, Minnesota, Nebraska e, più tardi, Dakota). Agenti di

ggregazione dicompagnie navali stuzzicavano il desiderio d’avventura di molti giovani o lasciavano

una fondazione intravedere un futuro migliore a persone in grave difficoltà economica. Meta degli emigranti

delle antichitàislandesi (uomini e donne in misura sostanzialmente equivalente) fu anche l’Alaska e,

nale islandese soprattutto, il Canada dove a nord di Winnipeg sorse (1875) un centro che ebbe nome Nuova

),Islanda (Nýja Ísland).383 Dal 1905 il flusso migratorio andò rapidamente scemando: tuttavia

andese di storiasi calcola che il numero di emigranti partiti dall’Islanda in cerca di migliori condizioni di vita

sia stato di quasi 17.000 individui, una cifra del tutto ragguardevole se la si rapporta al totale

uttavia irrisolti.degli abitanti.384

e del bestiame In un Paese percorso da un crescente sentimento patriottico e da ambizioni indipendentiste non

iavano a sortirepoteva non affermarsi un canto in cui si esprimesse l’unità e l’identità della nazione. Il primo ‘inno
nazionale’ islandese era stato il componimento Antichissima Ísafold (Eldgamla Ísafold) del poeta
li devastanti, in
Bjarni Thorarensen,385 eseguito sulla musica di quello inglese. Ma nel 1874, in occasione dei
larmente gelidi
festeggiamenti per i mille anni dello Stato islandese, un altro poeta, Matthías Jochumsson386
la popolazione
compose un Canto di lode (Lofsöngur), per la verità una sorta di salmo, che – musicato dal più noto
ole crescita del
compositore islandese del periodo, Sveinbjörn Sveinbjörnsson – fu eseguito nella cattedrale di
oro che ancoraReykjavík alla presenza del re danese.387 Significativamente il titolo completo recitava: Canto di lode

e che riguardòin memoria dei mille anni dell’Islanda (Lofsöngur í minningu Íslands þúsund ára). Se ne riporta qui
la prima strofa:
se, il fenomeno
“O Dio del nostro Paese! del nostro Paese o Dio,
ello Utah. Otto
Noi lodiamo il tuo santo, santo nome!
flusso ben più
Dai sistemi solari dei cieli i tuoi eserciti
ve crisi) verso il
ti intrecciano una corona, insieme dei tempi!
ota). Agenti di
Per te un giorno è come mille anni,
i o lasciavano
e mille anni un giorno, non di più,
degli emigranti un piccolo eterno fiore con lacrime tremolanti,

he l’Alaska e, che venera il suo Dio e muore.

be nome Nuova Mille anni dell’Islanda,

mando: tuttavia mille anni dell’Islanda,

ndizioni di vita un piccolo eterno fiore con lacrime tremolanti,

che venera il suo Dio e muore.”388


pporta al totale
*

Verso la fine del XIX secolo si cominciò anche a discutere di una bandiera nazionale. Dopo lo
ipendentiste non
sfortunato tentativo di Jörundur “re dei cento giorni”,389 il pittore Sigurður Guðmundsson (1833-
e. Il primo ‘inno
1874) aveva proposto un vessillo recante un falco bianco con le ali spiegate in campo blu,
) del poeta
incontrando un certo consenso (soprattutto fra gli studenti).390 Una successiva proposta, discussa
n occasione dei
all’assemblea generale nel 1885, riguardava una bandiera suddivisa in quattro cantoni: tre a fondo blu
386

recanti un falco bianco e uno (quello in alto dalla parte dell’asta) uguale alla bandiera danese (croce
cato dal più noto
bianca in campo rosso). Nel 1897 con un articolo di giornale il poeta Einar Benediktsson sostenne la
lla cattedrale di
Canto di lodenecessità che esso piuttosto recasse, analogamente a quelli degli altri Paesi nordici, il simbolo

Se ne riporta quicristiano della croce e propose che essa fosse di colore bianco in campo blu. Questa bandiera – che

ebbe una certa diffusione – fu chiamata, appunto, “Biancoblu” (Hvítbláinn).391 Essa non era tuttavia

ufficialmente riconosciuta, tanto è vero che l’ordinamento costituzionale del 1908 prevedeva che nei

rapporti con i Paesi stranieri l’Islanda utilizzasse il Dannebrog danese.392 Questa disposizione

andava contro il sentimento degli isolani e un episodio verificatosi il 12 giugno del 1913 nelle acque

del porto di Reykjavík rivelò come la questione fosse di assoluta attualità. Quel giorno un giovane

commerciante, Einar Pétursson (1892-1961), aveva innalzato sulla sua imbarcazione la bandiera

bianco-blu. La guardia costiera lo fermò, gliela fece ammainare e la requisì, in base alla norma per

cui sul mare si potevano utilizzare solo le insegne danesi. Questo fatto creò un forte risentimento

nell’opinione pubblica: ne scaturì una questione che fu discussa all’assemblea generale e fu costituita

una commissione ad hoc: il risultato fu che nel 1915 fu finalmente riconosciuto agli Islandesi il

diritto di utilizzare un proprio vessillo sul loro territorio e anche (ma solo entro certi limiti) sul

mare.393 La questione tuttavia riguardò anche i colori da adottare (il re esigeva che la bandiera

islandese non somigliasse troppo a quella di altri Paesi e il bianco-blu richiamava quella greca). Fin

dal 1906, in occasione di una riunione studentesca, Matthías Þórðarson (1877-1961), che più tardi

zionale. Dopo losarebbe divenuto direttore del Museo nazionale, aveva proposto di adottare una croce bianca con

mundsson (1833-all’interno una rossa di dimensioni minori, in campo blu: questi colori dovevano rappresentare il

in campo blu, bianco dei ghiacci, il rosso del fuoco e il blu delle montagne: si tratta della bandiera islandese come

oposta, discussala conosciamo oggi. Nel 1918, quando fu proclamata la legge che dava il via alla federazione tra

i: tre a fondo blu Danimarca e Islanda su un piano paritario, questa bandiera divenne simbolo del Paese e fu

ra danese (croceufficialmente issata per la prima volta il 1 dicembre di quell’anno sul pennone del palazzo del

tsson sostenne lagoverno.394


rdici, il simbolo

a bandiera – che

non era tuttavia

revedeva che nei

sta disposizione

1913 nelle acque

orno un giovane

ione la bandiera

e alla norma per

orte risentimento

ale e fu costituita

agli Islandesi il

certi limiti) sul

che la bandiera

uella greca). Fin

1), che più tardi

roce bianca con

rappresentare il

a islandese come

a federazione tra

del Paese e fu

del palazzo del


12.3. La questione femminile

Tra le numerose problematiche sociali che nell’Ottocento si impongono all’attenzione

generale, quella relativa al ruolo della donna è certamente fra le più rilevanti e (per

l’estensione del dibattito e il numero di persone coinvolte) costituisce uno degli elementi

primari nel processo di costruzione democratica, in Paesi che d’ora in poi diverranno, in

questa prospettiva, punti di riferimento a cui guardare.

Per la verità nel mondo germanico e in quello nordico la donna (ma naturalmente si parla,

in primo luogo, di persone di classi sociali elevate) godeva, seppure in palese soggezione

rispetto all’uomo, di un certo prestigio e rispetto: che si trattasse di un retaggio matriarcale o

meno395 questo fatto è dimostrato sia da precise allusioni delle fonti sia da diverse norme

giuridiche sul matrimonio.396 In effetti la prima ‘femminista’ scandinava è, a quanto risulta,

la dèa Freyja, figura eminente della famiglia dei Vani (cui si legano le ipotesi matriarcali): di

lei il mito riferisce che non soltanto gestiva in piena autonomia la propria vita sessuale, ma

anche che oppose un deciso rifiuto quando le fu chiesto – allo scopo nientemeno di salvare il

mondo e gli dèi! – di accettare per marito un gigante.397 Nel prosieguo dei secoli molte figure

di donne si sono affermate nei Paesi nordici per la loro autorevolezza e per l’indipendenza di

giudizio e di azione: basti citare qui Santa Brigida, le regine Margherita ‘signora’ di tutto il

Nord e Cristina di Svezia,398 che tuttavia – lo si ricordi! – pur avendo pieno diritto al trono

era stata allevata come un erede maschio e volentieri vestiva come tale.399 Cristina fu la

prima donna svedese a completare una vera e propria formazione accademica: del resto una

delle strade percorse dall’emancipazione femminile sarà proprio quella, fondamentale,


dell’istruzione. Infatti, se si cercano esempi di donne dimostratesi capaci di conseguire, non

o all’attenzionesolo formalmente, un riconoscimento sociale, essi dovranno in primo luogo essere

ilevanti e (perrintracciati nel mondo della cultura. Così, a esempio, le danesi Birgitte Thott (1610-1662)

degli elementinobildonna studiosa di lingue (tra cui l’ebraico) e traduttrice che dedicò al genere femminile

diverranno, inla sua versione di Seneca (ricordando come quell’autore considerasse con favore l’istruzione

delle donne),400 l’infelice principessa Leonora Cristina, lottatrice coraggiosa contro le

lmente si parla,avversità della vita401 e la pittrice Magdalene Margrethe Bärens (1737-1808) ammessa

ese soggezioneall’accademia nel 1780; le svedesi Agneta Horn (1629-1672) autrice di brillanti memoriali,

o matriarcale oSophia Elisabeth Brenner (1659-1730), dichiaratamente fiduciosa nelle qualità e capacità

diverse normedelle donne,402 Hedvig Charlotta Nordenflycht, prima scrittrice di professione nel suo

quanto risulta,Paese,403 Eva de la Gardie Ekeblad (1724-1786), prima donna a entrare (1748)

matriarcali): dinell’Accademia svedese delle scienze e Ulrika Pasch, pittrice di talento, anch’ella ammessa

ta sessuale, manel 1773 all’Accademia artistica;404 la poetessa norvegese Dorthe Engelbretsdatter, elogiata

eno di salvare il da Holberg; l’islandese Steinunn Finnsdóttir.405 Pur nei limiti della cultura settecentesca una

oli molte figurescrittrice di teatro come la danese Charlotte Dorothea Biehl, di estrazione borghese, esprime

ndipendenza diil proprio ‘femminismo’ – affinato nella dura lotta contro un ambiente familiare rigidamente

nora’ di tutto il(salvo poche eccezioni) tradizionale – in opere come la prima commedia (di notevole

diritto al trono successo) Il buon marito (Den kierlige Mand, 1764) che ribalta il titolo della goldoniana La

Cristina fu labuona moglie (1751) o in quella dell’anno successivo La truffatrice scaltra (Den listige

a: del resto una Optrækkerske, 1765) in cui la disinvolta protagonista sfrutta a proprio vantaggio gli impulsi

fondamentale,sessuali degli uomini.406 Il percorso verso una maggiore indipendenza procede


conseguire, nonparallelamente anche lungo la via della lettura: quest’ultima però per certi versi insidiosa, dal

luogo esseremomento che fin dal Seicento (ma soprattutto nel Settecento) si viene creando una letteratura

ott (1610-1662)(per lo più d’importazione, ma si pensi anche a un romanzo come Thecla dello svedese Jakob

nere femminile Henrik Mörk)407 specificamente destinata al pubblico femminile, il che contribuirà a

ore l’istruzionerafforzare lo stereotipo della donna come buona moglie e buona madre, di fatto ponendo un

iosa contro le ostacolo a una autentica emancipazione.408

808) ammessa Una condizione, quella di moglie e madre, strettamente legata alle esigenze imposte

anti memoriali,dall’organizzazione sociale. Nel medioevo, quando ancora la comunità scandinava si reggeva

alità e capacitàsulle ‘grandi famiglie’, la donna (comunque soggetta all’autorità di un tutore) svolgeva

ssione nel suoquesto ruolo al loro interno e la sua collocazione, così come i suoi diritti, erano direttamente

entrare (1748)legati al contributo (ivi compreso il numero dei figli) che ella poteva apportare alla prosperità

h’ella ammessacomune. Con il declinare del potere dei grandi gruppi (inversamente proporzionale

datter, elogiataall’espansione dell’autorità centrale) si accrebbe l’importanza del nucleo familiare ristretto,

ttecentesca una al cui interno la funzione della donna come moglie e madre venne ulteriormente rimarcata,

rghese, esprimementre il suo legame con la ‘grande famiglia’ di provenienza fu attenuato. Ciò determinò

are rigidamenteanche una visione più rigida rispetto ai rapporti sessuali di una donna al di fuori del

a (di notevole matrimonio e pose le premesse di quella che sarebbe divenuta la visione dominante contro

Lacui il nascente movimento femminista avrebbe dovuto scontrarsi.409 Se, dunque, un

Den listigericonoscimento all’attività culturale svolta da una donna poteva essere accordato e, talora,

ggio gli impulsiconsiderato addirittura doveroso (si veda, fra tutti, il caso di Anna Maria Lenngren),410 sul

denza procedepiano più strettamente sociale la lotta per l’emancipazione avrebbe incontrato ostacoli ben
si insidiosa, dal più difficili da superare. Emblematico è il caso di Marie Grubbe (1643-1718) la quale, pur di

una letteraturanobile estrazione, pagò in prima persona la sua scelta di una disinvolta vita sessuale.411 Lo

o svedese Jakob ‘spazio di manovra’ concesso alle donne restava dunque assai limitato e una ‘ideologia

contribuirà afemminista’ avrebbe potuto nascere solo dal pensiero illuminista con i suoi princìpi di

tto ponendo unuguaglianza e pari dignità degli individui. Fatta qui la doverosa citazione di Olympe de

Gouges (Marie Gouze, 1748-1793) e di Mary Wollstonecraft (1759-1797), il cui pensiero

igenze imposteraggiunse naturalmente anche i Paesi scandinavi (la seconda li aveva visitati nel 1795),

nava si reggeva occorrerà ricordare come nel Settecento eminenti uomini di cultura nordici si siano espressi

utore) svolgeva con convinzione in favore delle donne: basti citare Ludvig Holberg che sosteneva il loro

no direttamentepieno diritto all’emancipazione e alla parità sul piano legale,412 il filosofo danese Frederik

e alla prosperitàChristian Eilschov,413 Olof Dalin,414 Christian Braunmann Tullin415 o il ‘rivoluzionario’

proporzionaleThomas Thorild416 che sottolinea le loro qualità di esseri razionali, esseri umani e cittadini a

miliare ristretto,pieno diritto.

mente rimarcata, Nell’Ottocento il tema dei diritti delle donne (promossi tra l’altro da John Stuart Mill,

Ciò determinò 1806-1873), si afferma prepotentemente. La prima vera ‘femminista’ nordica è senza dubbio

al di fuori della svedese Fredrika Bremer (1801-1866) che (per le ragioni sopra esposte) si affida, innanzi

minante controtutto, ad ‘armi letterarie’. Cresciuta in una famiglia tradizionalista sotto il rigido controllo di

e, dunque, unun padre autoritario che per le figlie non considerava alcuna prospettiva al di fuori del

rdato e, talora,matrimonio, ella rifiutò di sposarsi volendo dimostrare che una donna poteva realizzarsi

sulanche senza rifugiarsi sotto un ‘ombrello maschile’ e che, al contempo, poteva da sola

to ostacoli benraggiungere l’indipendenza economica: i suoi romanzi (tutti dedicati alle problematiche
la quale, pur dilegate alla condizione della donna) otterranno un grande successo sia in patria sia all’estero.

LoDopo la Bremer per lungo tempo tutta una serie di autrici incentrerà le proprie opere su

una ‘ideologiaqueste tematiche: le più celebri restano le norvegesi Camilla Collett (1813-1895,417 una delle

uoi princìpi di poche capaci di ottenere una retribuzione per il lavoro di scrittrice) e Cora Sandel

di Olympe de(pseudonimo di Sara Cecilia Görvell Fabricius, 1880-1974), anche pittrice, che difende il

il cui pensierodiritto delle donne all’attività letteraria e alla libera espressione; le svedesi Frida Stéenhoff

itati nel 1795),(Helga Frideborg Maria Stéenhoff, nata Wadström, 1865-1945), fautrice dell’amore libero,

i siano espressied Elin Wägner (1882-1949, attiva anche come giornalista) i cui scritti (soprattutto articoli e

osteneva il loro romanzi) diverranno un punto di riferimento per il movimento femminista. Del resto i temi

danese Frederik centrali sui quali si incentrava la lotta per l’emancipazione – istruzione, autonomia

‘rivoluzionario’finanziaria, libera scelta in materia sessuale e di famiglia – non avrebbero lasciato

ani e cittadini aindifferenti gli scrittori: qui sarà sufficiente ricordare i casi clamorosi di opere come il

romanzo Così va bene (Det går an, 1838) dello svedese Carl Jonas Love Almqvist nel quale

hn Stuart Mill,si difendeva l’unione di un uomo e di una donna al di fuori di qualsiasi vincolo matrimoniale

è senza dubbiosulla base di una totale parità economica (il che provocò violente reazioni ed enorme

affida, innanziscandalo)418 o (più tardi) la notissima pièce teatrale Casa di bambola (Et dukkehjem, 1879) di

ido controllo diHenrik Ibsen,419 nella quale la protagonista abbandona il marito (e i figli!) per ricercare la

al di fuori del propria dignità e autonomia: una conclusione che suscitò enorme scalpore, al punto che per

teva realizzarsitalune rappresentazioni all’estero fu scritto un finale alternativo in cui ella decide di restare

poteva da sola per amore dei suoi bambini.420

problematiche All’impegno letterario si affiancò gradatamente una crescente consapevolezza politico-


a sia all’estero.sociale che si tradusse nella nascita di associazioni e nella pubblicazione di documenti e

roprie opere su riviste che portavano avanti un dibattito (non di rado segnato da nette contrapposizioni)

una dellepresto esteso ad altri temi quali i diritti dell’infanzia e il pacifismo. In Danimarca – dove,

e Cora Sandelcome si è visto, si era a lungo dovuto attendere il superamento dell’assolutismo regio in

che difende il favore di una forma dello Stato di orientamento più liberale – la prima organizzazione

Frida Stéenhofffemminista vera e propria fu la Società delle donne danesi (Dansk Kvindesamfund), sorta nel

l’amore libero,1871 e tuttora attiva. Promotori ne furono i coniugi Frederik Bajer421 e la moglie Matilde

attutto articoli e(Pauline Matilde Theodora, nata Schülter 1840-1934), pacifisti e convinti assertori

Del resto i temidell’uguaglianza degli individui all’interno della società. Presto essi raccolsero adesioni,

ne, autonomiaanche se le linee di indirizzo dell’associazione (in particolare la richiesta del voto alle donne)

ebbero lasciato non furono, almeno inizialmente, unanimemente condivise. L’accento andò piuttosto sulla

opere come ilnecessità di garantire pari diritti all’interno della famiglia (la donna sposata era praticamente

mqvist nel qualeposta sotto la piena tutela del marito) e un’adeguata formazione scolastica (cui sarebbe

o matrimonialeconseguita la possibilità di raggiungere l’autonomia economica).422 Temi che, del resto,

oni ed enormeriprendevano le tesi del romanzo (per molti versi autobiografico) Clara Raphael, dodici

, 1879) dilettere (Clara Raphael, tolv Breve, 1851)423 di Mathilde Fibiger (1830-1872), considerato il

per ricercare laprimo scritto femminista danese: un’opera che andò incontro a severe critiche ma anche a

l punto che perlusinghieri apprezzamenti e nonostante la polemica che seguì alla sua pubblicazione (o,

ecide di restareforse, proprio grazie a quella) portò un contributo determinante alla nascita di un dibattito

sulla questione femminile.424 L’Associazione delle donne danesi (cui la Fibiger aveva aderito

olezza politico-da subito) perseguiva intenzionalmente (nonostante qualche dissenso) una linea politica
di documenti e neutrale. Fu così che nel 1885 – anno in cui essa avviava la pubblicazione del periodico La

ntrapposizioni)donna e la società (Kvinden og Samfundet),425 Matilde Bajer ne sarebbe uscita per costituire

imarca – dove,l’Associazione femminile per il progresso (Kvindelig Fremskridtsforening),426 marcatamente

utismo regio inorientata a sinistra e legata alle problematiche del mondo operaio427 così come a quelle

organizzazionepacifiste: voce di questo nuovo organismo sarebbe stata la pubblicazione dal significativo

), sorta nel titolo Ciò che vogliamo (Hvad vi vil) uscita a partire dal 1888,428 lo stesso anno in cui veniva

moglie Matildeorganizzato il primo congresso delle femministe nordiche (Copenaghen, 14-16 luglio).

nvinti assertori Il problema del diritto di voto era ora in primo piano e presto sarebbero sorte associazioni

olsero adesioni,che si prefiggevano primariamente tale scopo, fra tutte l’Associazione per il voto alle donne

oto alle donne) (Kvindevalgretsforeningen) fondata nel 1889 da Line (Nicoline) Luplau (1823-1891) e

piuttosto sulla Louise Nørlund (1854-1919).429 L’anno successivo essa si fondeva con l’Associazione

ra praticamente femminile per il progresso e con alcuni gruppi sindacali femminili per dar vita all’Unione

ca (cui sarebbedelle associazioni femminili (De samlede Kvindeforeninger) nell’intento di coinvolgere nella

che, del resto,lotta il maggior numero possibile di persone, indipendentemente dalla loro estrazione sociale.

Raphael, dodici Nonostante la sua capacità di dare vita a importanti manifestazioni (come una grande festa

, considerato ildella donna svoltasi il 1 giugno 1891 nel parco Dyrehaven di Copenaghen) essa fu sciolta nel

he ma anche a1893. Nel 1899 fu fondato il Consiglio delle donne danesi (Dansk Kvinderaad),430 che

bblicazione (o,raccoglieva diverse organizzazioni e in collaborazione (o alternanza) con l’Associazione

di un dibattitodelle donne danesi partecipò a diversi incontri internazionali; esso era del resto una sezione

er aveva aderito dell’International Council of Women. Del 1907 è la nascita dell’Unione nazionale per il

a linea politicadiritto di voto alle donne (Landsforbundet for Kvinders Valgret) che dal 1908 pubblicò il
Laperiodico Diritto di voto alle donne (Kvindevalgret).431 Anima di questo movimento fu Elna

a per costituire Munch (1871-1945), una delle prime a essere eletta in parlamento (1918).432 Quando il

marcatamenterisultato della parità elettorale con gli uomini fu pienamente raggiunto (con la costituzione

come a quelledel 15 giugno 1915)433 i movimenti organizzarono un grande corteo che attraversò

al significativoCopenaghen fino al palazzo reale di Amalienborg per esprimere soddisfazione e gratitudine.

no in cui venivaAl corteo parteciparono circa dodicimila donne in rappresentanza di numerose associazioni,

il che, se da una parte testimonia un autentico coinvolgimento dell’universo femminile nelle

rte associazioniquestioni politiche e sociali, mostra al contempo la molteplicità delle posizioni, spesso

voto alle donnefortemente contrastanti anche all’interno di una medesima organizzazione.

(1823-1891) e Parallelamente alla lotta per il diritto di voto molte donne portarono avanti una politica

l’Associazionepacifista, sentita in molti casi come una ‘necessità biologica’ strettamente legata al fatto di

vita all’Unioneessere destinate dalla natura a dare la vita a nuovi esseri umani. Particolarmente attive in

oinvolgere nellaquesto senso furono la sopra citata Matilde Bajer che insieme a Sophie Alberti (1846-1947)

razione sociale.fondò (1906) l’Associazione delle donne danesi per la pace (Danske Kvinders

na grande festa Fredsforening)434 cui sarebbero seguiti (1915) l’Ufficio per la pace delle donne danesi

sa fu sciolta nel (Danske Kvinders Fredsbureau) e (1916) l’Unione delle donne danesi per la pace (Danske

cheKvinders Fredsforbund). Tutte queste iniziative (naturalmente non solo quelle femminili)

l’Associazioneinterpretavano un sentimento diffuso e ponevano le basi di quel movimento pacifista che,

sto una sezioneseppure in diversi modi, avrebbe fatto sentire la propria voce fino ai giorni nostri. Un altro

azionale per ilimportante tema della battaglia femminista, quello della morale sessuale, assai dibattuto (con

908 pubblicò il aspre contrapposizioni) negli anni ’80 del XIX secolo, toccò solo in parte il movimento delle
imento fu Elnadonne danesi: se ne occupò, in particolare, Elisabeth Grundtvig (1856-1945), nipote del

Quando ilcelebre filosofo e pedagogo, la quale si battè per una morale tradizionale alla quale fossero

la costituzionetenuti anche i maschi. Ciò provocò l’irridente e feroce satira di Georg Brandes e la difesa di

che attraversòBjørnstjerne Bjørnson,435 ma anche il sostanziale accantonamento della questione da parte

e e gratitudine.del movimento femminista. Questo tema fu trattato piuttosto dalle scrittrici, come Gyrithe

se associazioni, Lemche (nata Frisch, 1866-1945) che in seguito fu attiva nell’Associazione delle donne

femminile nelledanesi di cui scrisse la storia,436 o Agnes Henningsen (nata Andersen, 1868-1962) che nei

sizioni, spesso propri scritti riversa anche riflessioni derivanti dalla propria personale (e non troppo felice)

esperienza.

nti una politica In Svezia, come si è detto, la prima a mettere in evidenza con la dovuta determinazione le

gata al fatto diproblematiche della condizione della donna era stata la scrittrice Fredrika Bremer. Sulla

mente attive inscorta delle idee espresse nei suoi romanzi si sarebbe poi mossa Sophie Adlersparre (1823-

rti (1846-1947)1895) pioniera, insieme a Rosalie Olivecrona (nata Roos, 1823-1898), del movimento

nske Kvindersfemminista svedese: nel 1884 ella avrebbe fondato l’Associazione Fredrika Bremer

donne danesi (Fredrika Bremer Förbundet), la prima del genere nel Paese, per propugnare il

Danskericonoscimento dei diritti negati. Si trattava di un organismo non schierato politicamente né

elle femminili)confessionalmente ma che fece sentire la propria voce in importanti questioni, non da ultima

o pacifista che, la richiesta del voto alle donne, per la prima volta presentata come proposta al governo

nostri. Un altro(1899) da due delle sue socie più attive, Agda Montelius (nata Reuterskiöld, 1850-1920)437 e

i dibattuto (con Gertrud Virginia Adelborg (1853-1942). Per il raggiungimento di questo fondamentale

movimento delleobiettivo altri gruppi si adoperarono: fra tutti l’Associazione nazionale per il diritto al voto
45), nipote deldelle donne (Landsföreningen för kvinnans politiska rösträtt) sorta nel 1902 e che dall’anno

a quale fosserosuccessivo avrebbe coordinato l’attività di gruppi locali. In questo caso l’iniziativa si deve ad

es e la difesa diattiviste come Anna Lindhagen (1870-1941) socialdemocratica,438 Lydia Katarina

stione da parteWahlström (1869-1954) di orientamento più conservatore, Anna Whitlock (1852-1930)

, come Gyrithegrande innovatrice del sistema pedagogico439 e Ann Margret Holmgren (nata Tersmeden,

ne delle donne1850-1940), scrittrice. Nel 1911 questa associazione ospitò a Stoccolma (con grande

8-1962) che neisuccesso organizzativo) il congresso dell’Alleanza internazionale per il voto alle donne

n troppo felice)(International Women Suffrage Alliance) che ebbe una notevole ricaduta dal punto di vista

sociale poiché il dibattito fu ripreso da molti organi di stampa.440

terminazione le Anche nel movimento femminista svedese confluirono donne di diversa estrazione

Bremer. Sullasociale e orientamento politico e non mancarono polemiche e contrapposizioni, il che come

ersparre (1823-altrove denota la molteplicità delle proposte e la vivacità del dibattito.441 Molte sono le figure

del movimentodi riferimento. Emilia Augusta Clementina Broomé (nata Lothigius, 1866-1925) nel 1914

edrika Bremersarebbe stata la prima donna svedese a far parte di una assemblea legislativa: impegnata sul

propugnare ilpiano sociale e attiva pacifista, ella operò all’interno dell’Associazione centrale per il lavoro

oliticamente nésociale (Centralförbundet för Socialt Arbete), un ente (sorto nel 1903 su modello inglese e

, non da ultimatedesco) che si poneva l’obiettivo di promuovere una maggiore equità e giustizia per tutti gli

osta al governo individui; più tardi sarebbe divenuta presidente delle Donne liberali (Frisinnade kvinnor),442

e organizzazione fondata nel 1914 da Ada Nilsson (1872-1964) e Julia Kinberg (1874-1945),

o fondamentaledue donne medico che molto si adopereranno per diffondere una corretta educazione

l diritto al votosessuale. Assai considerata in patria e all’estero fu Ellen Key (1849-1926), autrice del
e che dall’annofortunatissimo testo Il secolo del bambino (Barnets århundrade, 1900) che fu tradotto in

ativa si deve admolte lingue; il suo è tuttavia un femminismo per così dire ‘condizionato’ che ritiene di non

ydia Katarinapoter prescindere dalle differenze biologiche tra i sessi: una posizione, espressa anche nel

k (1852-1930) testo Il movimento femminista (Kvinnorörelsen, 1909) che la vide in forte contrasto con le

ata Tersmeden, rappresentanti di idee ben più radicali.443 Schierata nettamente in favore del libero amore e

a (con grandedel controllo delle nascite è invece la scrittrice Frida Stéenhoff, il cui romanzo La morale del

oto alle donnefemminismo (Feminismens moral, 1903) farà conoscere in Svezia un significato tutto nuovo

l punto di vistadi questo termine.444 Di notevole importanza è anche l’opera della scrittrice e giornalista Elin

Wägner (1882-1949) il cui femminismo si apre non solo al tema (più che mai attuale) della

ersa estrazionepace, ma anche a quello dell’ecologia.445

ni, il che come Lo sviluppo del dibattito si riflette in diverse pubblicazioni periodiche dedicate

e sono le figurespecificamente alle donne. La prima (non solo in Svezia ma in tutto il Nord) è la Rivista per

1925) nel 1914la casa, dedicata alla donna svedese (Tidskrift för hemmet, tillegnad den svenska qvinnan,

: impegnata sul1859-1885) dovuta all’iniziativa di Sophie Adlersparre e Rosalie Olivecrona: un foglio per

ale per il lavoro molti versi ancora legato a valori religiosi e borghesi tradizionali. Come è stato detto nel

odello inglese e1884 la Adlersparre e la Olivecrona daranno vita all’Associazione Fredrika Bremer, il cui

izia per tutti gliorgano ufficiale sarà (dal 1886) Dagny che, dunque, prenderà il posto della precedente

442pubblicazione e uscirà fino al 1913. Nel 1914 esso verrà a sua volta sostituito da Hertha446

g (1874-1945),edito in forma cartacea fino al 1999 (successivamente, fino al 2005, in formato elettronico).

tta educazioneAssai significativa è la trasformazione di una pubblicazione come Idun,447 nata nel 1887 per

6), autrice deliniziativa del giornalista Frithjof Hellberg (1855-1906) allo scopo di fornire consigli pratici
e fu tradotto inalle donne per la cura della casa e della famiglia: gradatamente essa verrà facendo spazio al

e ritiene di non dibattito sulla questione femminile e, per un certo periodo (1907-1911), sarà redatta da Elin

ressa anche nelWägner. Di grande rilievo sono anche le sopra citate pubblicazioni Diritto di voto alle donne

ontrasto con lee Brezza del mattino;448 più avanti molte firme di prestigio – tra cui, oltre a Elin Wägner, si

libero amore esegnala la scrittrice finlandese Hagar Olsson (1893-1978) – faranno del settimanale Epoca

La morale del(Tidevarvet, 1923-1936), organo delle Donne liberali, un fondamentale punto di riferimento

ato tutto nuovoculturale e politico.

giornalista Elin Nella Norvegia che stava liberando tutte le proprie energie, impiegandole nel

ai attuale) dellarinnovamento del tessuto sociale, politico e culturale del Paese, il dibattito sulle tematiche

femministe ebbe straordinaria importanza.449 Nomi di prestigio sono quelli, sopra ricordati,

diche dedicatedi scrittori come Camilla Collett e Henrik Ibsen: accanto a loro però diversi altri vanno qui

Rivista percitati, dal momento che il “dibattito sulla morale” (sedelighetsdebatten) che divampò a

enska qvinnan,partire dagli anni ’80 dell’Ottocento trovò spazio soprattutto in ambito letterario. Nel 1883

a: un foglio per con l’opera teatrale Un guanto (En Hanske), Bjørnstjerne Bjørnson aveva sostenuta la parità

stato detto neldi doveri morali di fronte al matrimonio: se l’uomo chiedeva castità alla propria compagna

Bremer, il cuiavrebbe dovuto ripagarla con la medesima moneta.450 Ma la questione del comportamento

ella precedentesessuale (in primo luogo quello della donna) ‘esplose’ due anni dopo con la pubblicazione

446del romanzo Dalla Bohême di Kristiania (Fra Kristiania-Bohêmen, 1885) dello scrittore

ato elettronico).Hans Jæger (1854-1910). Socialista e anticlericale, egli riteneva che il matrimonio fosse,

ta nel 1887 pernella sostanza, solo un patto di carattere economico e che la morale tradizionale, così come la

consigli praticireligione, fossero causa dell’infelicità delle persone: una posizione che, insieme ad altre,451
cendo spazio alvoleva scardinare l’impalcatura della ‘buona società borghese’; un obiettivo cui il filone del

redatta da Elinromanzo naturalista (e realista) che si stava allora affermando avrebbe portato ulteriori

voto alle donnecontributi.

Elin Wägner, si Sul piano più propriamente pratico si constata anche in Norvegia la nascita di gruppi

Epoca organizzati, come l’Associazione femminista norvegese (Norsk Kvindesagsforening) fondata

o di riferimento nel 1884 dal giornalista e politico Hagbart (o Hagbard) Emanuel Berner (1839-1920) e da

Gina Krog (1847-1916) che nel corso di un viaggio in Inghilterra era venuta in contatto con i

piegandole nelcircoli femministi di quel Paese. Alla sua iniziativa si deve anche la nascita

sulle tematichedell’Associazione per il diritto di voto alle donne (Kvindestemmeretsforeningen, 1885), che

sopra ricordati,si lega alla volontà di insistere su questo punto a fronte di posizioni considerate troppo

altri vanno quimoderate e, successivamente (e per le stesse ragioni), dell’Associazione nazionale per il

che divampò adiritto di voto alle donne (Landskvindestemmeretsforeningen, 1898). Come è stato detto, in

rario. Nel 1883Norvegia la parità dei diritti elettorali sarebbe stata riconosciuta nel 1913.452 Nel 1904

tenuta la paritàsempre Gina Krog avrebbe dato vita al Consiglio nazionale delle donne norvegesi (Norske

opria compagnaKvinders Nasjonalråd), un ente inteso a favorire il coordinamento tra i diversi gruppi che

comportamentopresto sarebbe entrato a far parte dell’International Council of Women; esso sarebbe stato

a pubblicazionepromotore di importanti iniziative anche sul piano pratico (soprattutto nell’ambito

dello scrittoredell’istruzione).453 Ciò si lega alla chiara consapevolezza che la lotta per i diritti, pur non

trimonio fosse,trascurando l’aspetto ideologico, debba essere combattuta con l’arma dell’impegno diretto.

le, così come la Di ciò danno testimonianza le vicende personali delle più note femministe norvegesi.

451Così la ‘pioniera’ Vilhelmine (Mina) Ullmann nata Dunker (1816-1915), attiva nel mondo
cui il filone deldella scuola;454 Ida Cecilie Thoresen (1858-1911), prima donna a ottenere l’accesso

ortato ulteriori all’università (1882); Betzy Kjelsberg (1866-1950), fortemente impegnata per la

promulgazione della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;455 Kathrine (Katti) Anker

ascita di gruppiMøller (1868-1945), che lottò per i diritti dei bambini e delle madri e portò un indispensabile

) fondatacontributo al miglioramento delle norme relative ai figli illegittimi; Anna Bugge Wicksell

839-1920) e da(1862-1928), presidente dell’Associazione femminista norvegese tra il 1888 e il 1889, la

n contatto con iquale molto si adoperò perché fosse conseguita la parità economica fra i sessi; Fredrikke

he la nascitaMarie Qvam (1843-1938) fondatrice dell’Associazione sanitaria delle donne norvegesi

, 1885), che(Norske Kvinners Sanitetsforening), ente umanitario finalizzato alla prevenzione e alla cura e

siderate troppotuttora attivo; Anna Georgine Rogstad (1854-1938), di orientamento liberale, che diede vita

azionale per il al sindacato di categoria delle insegnanti (Norges Lærerindeforbund, 1912) e fu la prima

è stato detto, indonna norvegese a entrare in parlamento (1911).456 Diverse fra le figure sopra citate

Nel 1904contribuirono con i loro scritti al giornale Nuove terre (Nylænde), organo dell’Associazione

Norskefemminista norvegese e, per allora, unica pubblicazione specificamente dedicata ai problemi

ersi gruppi chedelle donne.

o sarebbe stato Le nuove idee sull’emancipazione della donna raggiunsero presto anche l’Islanda dove

to nell’ambitonegli ambienti più progressisti diversi politici e scrittori (ma non solo) si espressero in favore

diritti, pur nondei suoi diritti (in particolare quello di voto): innanzi tutto Þorlákur Ólafur Johnson (1838-

1917), un commerciante che aveva vissuto alcuni anni in Inghilterra e in Danimarca, il quale

niste norvegesi.aveva sottolineato l’ingiustizia del divario salariale tra uomini e donne a parità di lavoro

tiva nel mondosvolto. Poi i giuristi Páll Briem (1856-1904) e Skúli Thoroddsen (1859-1916), così come lo
nere l’accessoscrittore e politico Hannes Hafstein.457 Nel 1894 veniva costituita l’Associazione delle donne

egnata per laislandesi (Hið íslenska kvenfélag)458 alla quale seguirà l’Associazione per i diritti delle donne

(Katti) Anker d’Islanda (Kvenréttindafélag Íslands) nata nel 1907, anno del primo sciopero proclamato a

n indispensabileHafnarfjörður dalle lavoratrici impiegate nell’industria del pesce (cui un altro seguirà nel

Bugge Wicksell1912). Anima del movimento e vera e propria ‘campionessa’ nella lotta per la parità fu Bríet

8 e il 1889, laBjarnhéðinsdóttir (1856-1939), che diede alle stampe Il giornale delle donne (Kvennablaðið,

essi; Fredrikke1895-1926).459 Nel medesimo anno cominciò a uscire a Seyðisfjörður (nell’est del Paese) e a

onne norvegesiReykjavík Progresso (Framsókn, 1895-1901) edito da Sigríður Þorsteinsdóttir (1841-1924) e

ne e alla cura e Ingibjörg Skaptadóttir (1867-1945).460 Un notevole contributo diedero Þorbjörg Sveinsdóttir

, che diede vita(1827-1903) e sua nipote Ólafía Jóhannesdóttir (1863-1924) che lavorò alla stesura di

) e fu la primaproposte da presentare all’assemblea generale. Dove, una volta ottenuto il diritto di voto e

re sopra citatel’eleggibilità,461 dal 1922 siederà la prima donna Ingibjörg H. Bjarnason (1867-1941). Più

ll’Associazione tardi Halldóra Bjarnadóttir (1873-1981) lavorerà alla formazione dell’Unione delle donne

ata ai problemi delle zone settentrionali del Paese (Sambandsfjelag norðlenskra kvenna) di cui sarà la prima

presidente, curando anche la redazione del periodico Hlín, pubblicato da questa associazione

l’Islanda dovee uscito ad Akureyri tra il 1917 e il 1967.462 Ólafía Jóhannesdóttir può essere anche definita

essero in favorel’unica scrittrice femminista islandese del suo tempo, in quanto il resoconto della sua

Johnson (1838-esperienza al servizio di donne povere o ai margini della società (svolto per un lungo periodo

imarca, il qualein Norvegia) è stato riversato in racconti che toccano temi ‘scandalosi’ come quello della

parità di lavoroprostituzione. Di grande interesse è anche la sua autobiografia Dal buio alla luce (Frá myrkri

), così come lo til ljóss, 1925).


one delle donne Anche se nel passato in talune occasioni le donne dei Paesi nordici si erano viste

itti delle donne riconoscere, almeno parzialmente, qualche diritto,463 è solo dalla seconda metà

o proclamato adell’Ottocento che prende avvio un reale percorso verso quella parità il cui raggiungimento

tro seguirà nella società scandinava può oggi sostanzialmente – e a buon diritto – vantare. Risultato

a parità fu Bríetdeterminato, da una parte, dagli sviluppi sociali e, dall’altra, dalla maturazione della

Kvennablaðið,coscienza civile espressa nell’azione di persone (non si dimentichino i molti uomini!)

t del Paese) e aconcretamente impegnate in questa direzione.

r (1841-1924) e Gli ambiti principali nei quali si dovette esplicare l’attività riformatrice furono molteplici.

örg SveinsdóttirDel diritto di voto si è ampiamente detto, sottolineando come questo tema avesse una estesa

alla stesura di ricaduta, dal momento che esso non coinvolgeva soltanto un principio di parità fra i sessi,

iritto di voto ebensì anche l’idea stessa della dignità dell’individuo, indipendentemente dalla sua posizione

867-1941). Piùsociale ed economica. Il che vale, almeno in parte, anche per l’ambito dell’istruzione, che ai

ne delle donnelivelli superiori troppo a lungo era rimasta riservata a chi godesse di una posizione

ui sarà la primaprivilegiata, dovendosi altrimenti affidare alla benevolenza e generosità altrui. In ogni caso

ta associazionenon le donne, costrette ad accontentarsi di una formazione di base (che nella migliore delle

e anche definitaipotesi – vale a dire nelle famiglie nobili e benestanti – veniva integrata con letture e lezioni

onto della sua private) e alle quali l’accesso all’università era comunque assolutamente interdetto. Per di

n lungo periodopiù: appare del tutto evidente la precisa delimitazione delle discipline ‘di competenza

me quello dellafemminile’, il che di fatto precludeva la possibilità di condurre studi in diverse materie ‘di

Frá myrkricompetenza maschile’, non ultime la teologia e la medicina. Inoltre non era facile per le

donne ottenere incarichi di insegnamento anche ai livelli elementari. Nel XIX secolo (in
si erano viste particolare nella seconda metà) le cose cominciarono (gradatamente) a cambiare: furono

seconda metàcreate scuole per le ragazze e istituti di formazione per insegnanti donne e in talune scuole

raggiungimentopopolari superiori464 vennero avviati corsi specifici per le allieve; un vero passo avanti fu

ntare. Risultatotuttavia la nascita delle ‘scuole comuni’, vale a dire istituti di insegnamento superiore aperti

turazione dellaai maschi come alle femmine.465 Successivamente fu finalmente riconosciuto il diritto di

molti uomini!)sostenere l’esame di maturità e accedere agli studi accademici (tuttavia con alcune

limitazioni), un’opportunità che tuttavia fino ai primi decenni del Novecento fu colta da un

ono molteplici.numero limitato di studentesse. Le prime donne a laurearsi in Scandinavia furono le svedesi

esse una estesa Betty Pettersson (1838-1885) nel 1875 ed Ellen Fries (1855-1900), tra le fondatrici

arità fra i sessi,dell’Associazione Fredrika Bremer, che nel 1883 ottenne il titolo di dottore di ricerca presso

a sua posizionel’Università di Uppsala;466 in Danimarca Mathilde Nielsen (1850-1916) che conseguì (1877)

truzione, che ai la laurea in medicina. Per la Norvegia oltre a Ida Cecilie Thoresen, sopra ricordata, va citata

una posizioneClara Holst (1868-1935) che nel 1903 ottenne il dottorato di ricerca con una tesi di

ui. In ogni casolinguistica, mentre in Islanda (dove nel 1874 fu fondata a Reykjavík la prima scuola

a migliore dellefemminile) l’istituzione di un ateneo nazionale fu uno degli obiettivi per cui si batterono i

letture e lezionimovimenti femminili: quando (1911) esso fu finalmente aperto, tra i primi quarantacinque

terdetto. Per distudenti risulta anche il nome di Kristín Ólafsdóttir (1889-1971) che completò la formazione

di competenzada medico.467 Nelle università le donne dovettero guadagnarsi il loro spazio, anche in

erse materie ‘dirapporto alle associazioni studentesche, il che certo non fu facile, almeno inizialmente.468

ra facile per le Sul piano economico la situazione era parimenti di assoluta inferiorità. Per secoli la

XIX secolo (indonna era stata soggetta all’autorità del padre prima e a quella del marito poi: questi di fatto
mbiare: furonogestiva il patrimonio familiare, ivi compresi i beni portati in dote dalla moglie. Le norme

n talune scuolelegislative riguardanti l’eredità erano palesemente sbilanciate dal momento che nella maggior

passo avanti fuparte dei casi il diritto scandinavo prevedeva che le sorelle percepissero una quota pari alla

superiore apertimetà di quella spettante ai fratelli; inoltre alle donne era interdetto l’accesso alle attività

uto il diritto dicommerciali. Una indipendenza economica era dunque ben difficile da raggiungere. In

ia con alcuneSvezia la legge del 1734469 aveva, se possibile, ulteriormente aggravato la situazione. Le

fu colta da un donne erano in sostanza perennemente considerate alla stregua di minori. Solo in determinati

rono le svedesicasi (vedovanza o contingenze particolari) erano previste eccezioni per consentire una

a le fondatrici gestione economica autonoma. A tutto ciò si aggiunga l’autorità ‘disciplinare’ che la legge

i ricerca pressoassegnava al marito sulla famiglia e sui domestici. Anche in questo ambito nell’Ottocento si

onseguì (1877)andò in direzione di una maggiore giustizia: il pari diritto ereditario fu stabilito per legge in

ordata, va citata Svezia nel 1845, in Islanda nel 1850, in Norvegia nel 1854 e in Danimarca (dopo un primo

on una tesi diparziale provvedimento del 1845) nel 1857.470 A ciò si accompagnò il riconoscimento della

a prima scuola‘maggiore età’ per le donne nubili, mentre le sposate rimasero ancora a lungo sotto la tutela

i si batterono i del marito. Il raggiungimento di questo obiettivo si collegò a una serie di decreti che

quarantacinque favorirono l’accesso al commercio e al mondo del lavoro (gli sviluppi della società che si

ò la formazioneandava industrializzando lo richiedevano!) e nel volgere di qualche decennio le donne

azio, anche introvarono occupazioni nuove non di rado gravose ma non più necessariamente legate alla

sola gestione della casa.471

à. Per secoli la Una situazione particolarmente difficile era da sempre quella delle ragazze madri (ben

: questi di fattopiù duramente colpite rispetto ai padri dei loro bambini): contro di loro l’ostilità della Chiesa
glie. Le normee la condanna dello Stato che si traducevano in severe e umilianti punizioni quali multe,

e nella maggiorcostrizione al pubblico riconoscimento della ‘colpa’, esclusione dal sacramento della

quota pari allacomunione, fustigazione, incarcerazione, obbligo di esibire un ‘segno’ esteriore del proprio

sso alle attivitàstato. Nei casi in cui alla gravidanza ‘irregolare’ fosse seguito un infanticidio era prevista la

aggiungere. In condanna a morte. A questa situazione di grave disagio (non di rado determinata da violenze

situazione. Leo comunque da soprusi commessi nell’ambiente in cui la ragazza lavorava come domestica)

o in determinati era connessa, evidentemente, quella dei figli illegittimi, a lungo privati dei diritti riconosciuti

consentire unaai fratellastri.472 Anche questa questione, collegata da una parte alla protezione dell’infanzia

e’ che la leggee, dall’altra, al tema della morale sessuale, fu un argomento assai dibattuto all’interno dei

ell’Ottocento si circoli femministi, dibattito che avrebbe portato alla promulgazione di diverse leggi di tutela

ito per legge indelle madri nubili e dei loro figli ma anche del lavoro delle donne e dei minori.

(dopo un primo Il cammino verso l’emancipazione passò naturalmente attraverso l’esperienza (e

oscimento dellal’intraprendenza) di singole figure; si rafforzò con la crescente presenza di donne in

o sotto la tutelaorganizzazioni (vecchie e nuove) che non avrebbero cessato di far sentire la propria voce (in

di decreti che taluni periodi, come gli anni ’60 e ’70 del XX secolo, con maggior clamore);473 si realizzò in

a società che siuna intensa attività in ambito sociale; si consolidò con la crescente presenza femminile in

ennio le donnepolitica anche in posizioni di assoluto prestigio.474 E, infine (ma per importanza non certo

ente legate allaall’ultimo posto), nel raggiungimento della parità anche in ambito religioso, vale a dire là

dove il predominio maschile era stato per secoli incontrastato e considerato acriticamente

zze madri (benlegittimo: una egemonia che solo il pietismo prima e i movimenti revivalisti poi avrebbero

ità della Chiesacominciato a intaccare.475 Nel Novecento il dibattito sull’accesso delle donne agli studi
ni quali multe,teologici e al sacerdozio si fece intenso e, nonostante le forti opinioni contrarie (sostenute

cramento dellacon il ricorso al dettato biblico), il risultato fu loro favorevole; in Danimarca le prime donne-

ore del propriosacerdote furono ordinate nel 1948: Ruth Vermehren (1894-1983), Edith Brenneche Petersen

o era prevista la(1896-1973) e Johanne Andersen (1913-1999); in Svezia nel 1960: Ingrid Persson (1912-

ata da violenze 2000), Margit Rigmor Sahlin (1914-2003) ed Elisabeth Djurle Olander (1930-2014); in

ome domestica)Norvegia nel 1961 Ingrid Bjerkås (1901-1980);476 in Islanda nel 1974 Auður Eir

itti riconosciuti Vilhjálmsdóttir (n. 1937).477 Più recentemente si sono avute anche donne vescovo: le prime

ne dell’infanziasono state Rosemarie Köhn (n. 1939) in Norvegia (1993); Lise-Lotte Rebel (n. 1951)478 in

all’interno deiDanimarca (1995); Christina Odenberg (n. 1940) in Svezia (1997); Agnes Sigurðardóttir (n.

e leggi di tutela1954)479 in Islanda (2012). Dal 2014 Antje Jackelén (n. 1955), vescovo di Lund, sarà il primo

arcivescovo donna di Svezia.

’esperienza (e Nel 1899 il giornale Dagny riportava un articolo, siglato L. D-n,480 dal titolo Il secolo della

a di donne indonna. Riflessioni di fine secolo, nel quale si proponevano alcune considerazioni sulla misura in cui il
XIX secolo avesse davvero riscoperto (e rivalutato) la figura femminile. Se ne riporta di seguito la
propria voce (in
prima parte:
si realizzò in
“Il secolo, che si fa vanto di avere scoperto la donna, volge al termine. Ancora pochi brevi mesi e
a femminile in
saremo dentro al nuovo secolo, che farà altre scoperte altrettanto geniali, forse quella che la donna,
anza non certo
tutto considerato, c’era fin dall’infanzia del genere umano e che la sua identità non può essere
, vale a dire là
ragionevolmente esclusa dalla storia e dalla cultura, fino a quando la specie homo esisterà su questa
o acriticamente
terra destinata al mutamento e alla caducità.
i poi avrebbero Per la verità sembra una forma di crudele ironia definire il XIX come secolo della donna. Ella è

onne agli studistata fatta uscire dal ‘grande ignoto’, è vero, è stata posta su un piedestallo e si è bruciato incenso in
rarie (sostenute suo onore, le è stato riconosciuto di possedere un’anima, persino intelletto, qualche volta addirittura

e prime donne-intelligenza; e poi? Oggi come oggi gli eruditi discutono ancora sul significato dell’essere femminile,
ancora la posizione che ella occupa rispetto alla società e allo sviluppo è ben lungi dall’essere
nneche Petersen
chiara, ancora è considerata in un certo senso un usurpatore, che sì, è tollerato in nome
Persson (1912-
dell’umanità, ma al quale la società, come mossa da una sorta di spinta all’autoconservazione, con
1930-2014); in
tutte le forze non debba lasciare spazio. E dunque l’Ottocento sarebbe l’epoca della donna?
74 Auður Eir
Tuttavia, consideriamo di essere state ‘scoperte’, immaginiamo di dover essere grate al secolo
scovo: le prime
giunto al termine per il fatto di esistere, con ancora maggior diritto gli porremo questa domanda: ‘In
in
che modo ti sei avvantaggiato della tua scoperta?’ E la domanda prende la forma di una severa
gurðardóttir (n. verifica, una di quelle terribilmente serie, là dove il rendiconto dei guadagni e delle perdite viene

d, sarà il primocalcolato nel valore dell’essere umano e là dove il bilancio comprende i nostri più profondi interessi

vitali.”481

Il secolo della 12.4. Una cultura ‘nuova’

a misura in cui il 12.4.1. L’impegno del letterato


orta di seguito la
La definizione “uomini della rivoluzione moderna” appartiene, come noto, al critico

danese Georg Brandes (1842-1927), promotore di una nuova letteratura cui egli affidava ora
ochi brevi mesi e
il compito di farsi strumento di impegno sociale e politico.482 Nel mondo culturale della
lla che la donna,
seconda metà dell’Ottocento convivevano, come non mai, tendenze innovative e resistenze
non può essere
tradizionaliste. Le prime erano fortemente influenzate dall’affermarsi, in Scandinavia come
sisterà su questa
altrove, di nuove correnti come il darwinismo, il positivismo,483 il socialismo (non esente da

lla donna. Ella è


radicalismo politico) e (sul piano artistico) il realismo e il naturalismo. Ciò poneva gli

uciato incenso in scrittori di fronte alla prospettiva di un coinvolgimento diretto nelle grandi questioni del
volta addirittura dibattito sociale: i diritti dell’individuo, il suo rapporto con la religione (non solo da parte di

essere femminile,Brandes ci furono duri attacchi contro la Chiesa),484 la sua posizione all’interno della

ungi dall’essere
comunità (con la fondamentale questione dell’istituto matrimoniale e del ruolo dei sessi), la
llerato in nome
dignità del lavoro, la proprietà privata versus l’interesse pubblico. Eppure: questa
nservazione, con
‘responsabilità civile’ – che in molti autori appare così fortemente sentita – poggiava, per

molti aspetti, proprio su quella tradizione che in tanti mostravano di volersi lasciare alle
e grate al secolo
spalle. Perché da quella, come si è visto (soprattutto per la Norvegia ma non solo!), originava
sta domanda: ‘In
il profondo senso di appartenenza al proprio Paese delle cui vicende e dei cui destini ci si
ma di una severa

lle perdite viene


sentiva pienamente partecipi. Sicché il permanere di una ‘vecchia’ letteratura nazionalistica

rofondi interessi(per taluni versi ancora romantico-nazionalistica) e il sorgere di una ‘nuova’ (tutta votata

all’impegno civile) altro non sono che manifestazioni diverse di un medesimo clima:

entrambe germogliano dal medesimo terreno. Il che si constaterà anche quando (tra il

declinare del XIX secolo e il sorgere del XX) si assisterà a una sorta di ‘rivincita’ della

noto, al critico ricerca estetica, per molti versi indotta da una forma di ‘stanchezza’ e ‘disillusione’. Alla

gli affidava ora seconda metà dell’Ottocento e ai primi anni del Novecento appartengono dunque a buon

culturale delladiritto tanto gli scritti, per così dire, ‘ripiegati sul passato’, quanto quelli intensamente

ve e resistenze concentrati sulle problematiche del presente. Tendenze apparentemente opposte che, non di

andinavia comerado, si trovano a convivere nell’opera del medesimo autore.

(non esente da Nella congerie di scrittori e di opere si dovranno ricordare qui almeno i nomi più

Ciò poneva gli significativi. La tradizione nordica trova ancora espressione privilegiata nella letteratura

di questioni delfolcloristica con i lavori del danese Evald Tang Kristensen (1843-1929) e degli islandesi Jón
solo da parte diÁrnason (1819-1888) e Magnús Grímsson (1825-1860), assidui raccoglitori di fiabe e

ll’interno della racconti popolari (nella scia dei fratelli Grimm e dei norvegesi Asbjørnsen e Moe),485 ma –

lo dei sessi), lasoprattutto – si esprime in autori capaci di ‘reinventare’ la tradizione del passato, come farà

Eppure: questain primo luogo la svedese Selma Lagerlöf (1858-1940),486 autrice di suggestive ‘saghe’, che

– poggiava, peranche nel celeberrimo Viaggio di Nils Holgersson attraverso la Svezia (Nils Holgerssons

si lasciare alle underbara resa genom Sverige, 1906-1907), commissionatole come libro di geografia per i

olo!), originavabambini delle scuole elementari, mostrerà di saper fondere letteratura topografica e

cui destini ci si paesaggistica, tradizione e folclore, fiaba e insegnamento pratico.487 Del resto anche uno

a nazionalistica scrittore come Carl Snoilsky (1841-1903) resta, in diversa maniera, legato al passato: autore

a’ (tutta votata tra l’altro di una lunga serie di poesie dedicate ai protagonisti della storia svedese, egli

edesimo clima:mostra grande attenzione alle esigenze della forma poetica mentre il suo interesse per gli

quando (tra ilideali politici del liberalismo affiora (in forma pacata) solo negli scritti più maturi.488

‘rivincita’ della Il perdurare di una letteratura che esprime il senso profondo (e lirico) della madrepatria489

illusione’. Allaè particolarmente significativo in Islanda, dove la tendenza a guardare verso il passato e

dunque a buon quella a impegnarsi nel presente convivono fin dal romanticismo che, avendo avuto qui tarda

i intensamentericezione, accompagnava all’espressione dell’amore per il proprio Paese la consapevolezza

ste che, non didi doversi adoperare per migliorare le condizioni di vita e la coscienza civile dei suoi

abitanti. A esempio, un autore come Benedikt Sveinbjarnarson Gröndal (1826-1907)490 trova

no i nomi piùnegli studi di filologia nordica lo spunto per intense liriche, ma al contempo si impegna nella

nella letteraturafondazione della Società islandese di storia naturale allo scopo di promuovere la conoscenza

li islandesi Jón del territorio e il suo rispettoso utilizzo. E se Steingrímur Thorsteinsson (1831-1913),
ori di fiabe e infiammato dal desiderio dell’indipendenza della patria, e Grímur Thomsen (1820-1896),

ma –forse l’unico scandinavista islandese,491 paiono restare ancorati a un autentico spirito

sato, come faràromantico,492 Matthías Jochumsson (1835-1920), pur ponendosi nel solco della tradizione –

ve ‘saghe’, chesi pensi al suo dramma I fuorilegge (Útilegumennirnir, 1864) –493 mostra nel suo rapporto di

ls Holgerssonsamicizia con Brandes, le cui lezioni aveva ascoltato nel 1871, di avere ben chiare (mai

geografia per ituttavia rinunciando alle proprie convinzioni religiose) le nuove istanze letterarie.494 Che in

topografica eIslanda significano anche (almeno in parte) affrancamento dai canoni estetici imposti da una

esto anche unotradizione certamente prestigiosa ma, al contempo, ormai superata. Ed è per questo che i

passato: autore romanzi di Jón Thoroddsen (1818-1868), seppur rimandino per certi versi ad atmosfere

a svedese, egliromantiche, segnano un momento fondamentale di passaggio della prosa islandese,

nteresse per gli finalmente svincolata dalla tradizione delle saghe.495 Non che in questo Paese non si conosca

un vero realismo: nel 1882 la pubblicazione del periodico Verðandi (pure uscito a

489Copenaghen e in un unico numero) segna l’affermarsi anche qui di questa corrente.496 Tra i

so il passato esuoi redattori Hannes Hafstein, sopra ricordato come figura politica di tutto rilievo,497 qui

avuto qui tardacome poeta di notevole talento. Del resto un altro fra i suoi redattori, Gestur Pálsson, che è

consapevolezzastato menzionato insieme a Þorsteinn Erlingsson tra i promotori delle idee socialiste in

civile dei suoiIslanda,498 rivolge la sua attenzione di scrittore alle problematiche dell’attualità (ma scrive

trova anche intensi versi realisti),499 mentre il prosatore Þorgils gjallandi (1851-1915),500

i impegna nellacontadino autodidatta, incentra volentieri le proprie novelle su figure di anticonformisti.501

e la conoscenzaL’attenzione all’attualità appare evidente anche in un poeta come Einar Benediktsson (1864-

n (1831-1913),1940) il quale il 31 ottobre 1896 pubblicava sul quotidiano Programma (Dagskrá)502 un


n (1820-1896), articolo dal titolo “Movimento dei lavoratori” (“Félagsskapur verkamanna”): in sostanza un

utentico spiritoinvito alla mobilitazione operaia per dare l’avvio a un processo di miglioramento delle

lla tradizione –condizioni di vita dei molti poveri, soprattutto a Reykjavík.503 Ma alla nuova consapevolezza

suo rapporto disi deve altresì la comparsa di una letteratura femminile, le cui migliori rappresentanti sono

en chiare (mai (seppure i temi ispiratori restino in diversi casi tradizionali) Júlíana Jónsdóttir (1838-1918),

Che inla prima donna a dare alle stampe (a proprie spese) un libro (di liriche),504 Ólöf Sigurðardóttir

imposti da una(1857-1933), fine poetessa, e Torfhildur Þorsteinsdóttir Hólm (1845-1918), la prima a

er questo che i guadagnarsi da vivere col mestiere di scrittrice.505 Nella seconda metà dell’Ottocento anche il

i ad atmosfereteatro islandese acquisisce consistenza: le opere si ispirano inizialmente al passato e alla

rosa islandese,tradizione del Paese. In questo ambito il primo nome degno di menzione è quello di Indriði

non si conosca Einarsson (1851-1939), che fu anche economista coinvolto nella fondazione delle prime

(pure uscito abanche islandesi.506

Tra i In Norvegia la compresenza di motivi tradizionali e di impulsi innovatori si constata,

quiniente meno, che in Ibsen medesimo. Presto impegnatosi nell’attività letteraria, Henrik Ibsen

Pálsson, che èaveva ricercato i primi successi nel solco della tradizione romantico-nazionalistica507

ee socialiste inandando ad attingere i propri spunti innanzi tutto fra i temi del passato norvegese,

alità (ma scrivesapientemente rivitalizzandoli.508 Ma i viaggi all’estero, così come il contatto con figure

500prestigiose (non da ultimi Johan Ludvig Heiberg509 e Georg Brandes) faranno maturare in lui

501 quella consapevolezza sociale che, accompagnandosi all’affinamento dell’espressione

diktsson (1864-letteraria, lo porterà a denunciare i mali della società, svelandone i conflitti mascherati dietro

unla facciata delle ipocrisie borghesi.510 Nel che, occorre dirlo, sta la grandezza ma anche la
in sostanza uncaducità di un’arte che, se da una parte si eleva sul piano superiore della costante (quasi

oramento delleesasperata) ricerca della verità, dall’altra resta (per molti versi quasi fatalmente) legata alla

consapevolezzacontemporaneità. Ma la forza dirompente del suo messaggio teatrale riforma la struttura

resentanti sonostessa del dramma che acquisisce al contempo realismo e modernità, ponendosi come

ir (1838-1918), modello per generazioni di autori. E, pure, il più grande Ibsen va ricercato nei versi di Brand

f Sigurðardóttir(1866) e Peer Gynt (1867): ritratto, il primo, dell’idealista ‘eroico’ tanto immerso nel proprio

8), la prima aconvincimento da farsene totalmente assorbire fino alla morte e, il secondo, del vagheggiante

ocento anche il sognatore, insensibile ed egoista, che potrà infine cercare redenzione (e maturazione) solo

passato e alla nella sua terra e nell’amore della sua donna.511

uello di Indriði Una produzione letteraria irrimediabilmente ancorata al clima politico e culturale vissuto

ne delle primedall’autore è, a maggior ragione (a motivo dell’inferiorità dei risultati artistici), quella di

Bjørnstjerne Bjørnson (1832-1910), legato a Ibsen da un’amicizia che si sarebbe poi

ori si constata,incrinata,512 anch’egli approdato alla critica della società borghese dopo un avvio nel solco

a, Henrik Ibsen della tradizione nazionale. Giornalista, saggista e politico,513 Bjørnson intendeva la

507 letteratura come strumento di diffusione delle proprie convinzioni morali e delle proprie idee

ato norvegese, riformatrici, sicché nella sua produzione letteraria (pure premiata con il Nobel nel 1903) si

atto con figure avverte chiaramente il prevalere dell’intento ideologico sulle esigenze dell’espressione

maturare in luiartistica.

dell’espressione Non a caso i più noti lavori di Ibsen e Bjørnson sono stati scritti per le scene, spazio

ascherati dietroideale per dar voce al dibattito sociale. Nella capitale norvegese un primo teatro pubblico era

za ma anche lastato fondato (1827) da Johan Peter Strömberg (1772-1834), un attore svedese, che a lungo
costante (quasi aveva qui soggiornato,514 iniziativa (per altro ancora per molti versi dilettantesca) cui aveva

nte) legata allaportato il proprio entusiastico contributo Henrik Anker Bjerregaard.515 A esso era seguito

ma la struttura(1837) il vero e proprio ‘teatro di Christiania’516 e (1850) il teatro di Bergen, voluto dal

onendosi comecelebre violinista Ole Bull,517 nel quale tanto Ibsen quanto Bjørnson avrebbero potuto ‘fare

Brandpratica’. Ma se agli inizi non si poteva certo parlare di un ‘teatro nazionale’, tantomeno dal

erso nel propriopunto di vista linguistico,518 fu proprio il dibattito su questo aspetto al quale presero parte

el vagheggiantemolti nomi di prestigio della cultura norvegese (si ricordino qui almeno Henrik Wergeland,

turazione) soloKnud Knudsen e Peter Andreas Munch),519 a farne luogo privilegiato di discussione in cui i

problemi della ‘norvegicità’ vennero intrecciandosi con quelli sociali e politici ai quali infine

ulturale vissuto cedettero il passo. Sicché quando (1899) verrà inaugurato il vero e proprio Teatro nazionale

stici), quella di(Nationaltheatret), la cui direzione sarà affidata a Bjørnson, il processo di maturazione avrà

si sarebbe poiprodotto opere di assoluto rilievo internazionale.

avvio nel solco È tuttavia anche su un altro fronte, quello della narrativa, che la ‘letteratura militante’

intendeva la(così come la intendeva Brandes) darà in Norvegia i propri frutti. Una tendenza che trova

lle proprie ideeespressione non soltanto nelle scrittrici che danno voce alle problematiche femminili520 ma

bel nel 1903) sianche nell’impegno di un autore come Alexander Kielland (1849-1906). Questi, che pure era

dell’espressionedi estrazione sociale elevata e aveva ricevuto una educazione borghese, denuncia nei suoi

romanzi di tono realista (certamente le sue opere migliori, pur essendosi egli misurato anche

e scene, spaziocon il teatro) l’arroganza e l’ipocrisia dei potenti, l’imposizione di dogmi religiosi, le

ro pubblico eraingiustizie e le storture sociali.521 Ma nei lavori del contemporaneo Jonas Lie (1833-1908) il

se, che a lungorealismo già declina in impressionismo e la riflessione sui problemi della società e degli
esca) cui avevaindividui (non da ultimo le figure femminili) si stempera piuttosto in indagine psicologica e

sso era seguitotrova nuova linfa nell’ininterrotto legame con la tradizione. Del resto, fra i romanzieri

gen, voluto dal norvegesi, la ‘militanza’ diventa per taluni piuttosto convinta difesa della ‘norvegicità’

ero potuto ‘fareriflessa nella scelta linguistica di avvalersi del landsmaal: così, soprattutto, Arne Garborg

tantomeno dal(1851-1924) che, pur aderendo al credo naturalista, resterà in bilico alla ricerca di una

e presero partesoluzione nel conflitto tra scienza e fede.522

rik Wergeland, In Svezia un caso emblematico è quello del saggista, giornalista e scrittore Viktor

ussione in cui iRydberg (1828-1895) il quale, pur mostrando aperture a una letteratura realistica e

i ai quali infineconducendo una dirompente polemica contro la Chiesa523 resta ancora legato (anche dal

eatro nazionalepunto di vista stilistico) alla tradizione (cui affianca l’interesse mitologico e quello per il

aturazione avràmondo classico). Eppure è a lui che si deve una lunga composizione poetica, destinata a

divenire un testo-simbolo nella letteratura sul proletariato. Il nuovo canto di Grotti (Den nya

atura militante’ Grottesången, 1891) traspone infatti una storia di crudele oppressione tramandata nei miti

denza che trovanordici nella realtà sociale di fine Ottocento, paragonando il mulino Grotti, alle cui macine

maun tirannico sovrano costringeva giorno e notte senza riposo due gigantesse, alla ‘macchina

sti, che pure eraindustriale’ che per la smisurata sete di profitto di pochi riduce in schiavitù i molti che sono

nuncia nei suoicostretti con il loro lavoro a farla funzionare.524 In ciò dunque sottraendo vigore agli

misurato ancheentusiasmi positivistici: un atteggiamento (ribadito nelle sue ultime opere)525 che proprio

mi religiosi, leverso la fine del secolo spingerà molti alla ricerca di nuove (per taluni versi vecchie)

(1833-1908) il soluzioni artistiche. Ma si citi qui anche il poeta (e critico) Ola Hansson (1860-1925) nel cui

società e degli naturalismo lirico (che sconfina in impressionismo) trova spazio il senso dell’indignazione
e psicologica esociale e della solidarietà nei confronti dei derelitti.526 In Svezia non mancano, naturalmente,

a i romanzieriautrici ‘femministe’ come Anne Charlotte Leffler (1849-1892)527 o l’infelice Victoria

a ‘norvegicità’Benedictsson (nata Bruzelius, 1850-1888), autrice di romanzi incentrati su intense figure di

Arne Garborgdonne, che avrebbe affidato al suo diario, il Grande libro (Stora boken, 1882-1888) le

ricerca di unariflessioni di un animo angosciato, testimonianza di una vita vissuta nella faticosa lotta per

l’autonomia e per il riconoscimento del proprio valore di donna, tragicamente conclusa col

crittore Viktorsuicidio.528

ra realistica e Pienamente integrato nella contemporaneità e, insieme, da essa isolato e con essa

ato (anche dalincompatibile, August Strindberg (1849-1912) è la figura più complessa (ma anche

e quello per ilindiscutibilmente la più grande) di questo periodo.529 Le diverse espressioni della sua arte

ica, destinata a(dai romanzi di impronta naturalistico-realistica530 ai testi in cui propone un’analisi storica

Den nyacriticamente antitradizionale, dalle liriche ai drammi sociali e psicologici,531 per finire ai testi

andata nei mitiin cui è riversata la sua crisi personale e spirituale) appaiono come le distinte tessere di un

alle cui macinemosaico di complicata composizione, immagine irrealizzabile perché mutevole allo sguardo,

alla ‘macchinaimpossibile da definire perché sfuggevole e transitoria, seppure focalizzata alla perfezione in

molti che sono ciascuna delle sue ‘traduzioni’ letterarie. Una sorta di grande autobiografia, nella quale

do vigore aglitrovano spazio la critica (e la satira) dell’attualità (non di rado di ‘taglio’ reazionario o

che propriocomunque indispettito),532 la riflessione storica, la ricerca mistico-religiosa, l’aperta

versi vecchie) confessione (ci si limiti qui a citare Inferno, composto tra il 1896 e il 1897). Scritti nei quali

0-1925) nel cuitrova sbocco una personalità prepotente e irrequieta, ribelle e sincera fino all’estremo,

ll’indignazionesegnata nell’intimo da un profondo disagio non di rado trasformato in profondo dolore. Arte
o, naturalmente,letteraria che nella perfezione dello stile tutto ciò riesce a comprendere esprimendolo sul

felice Victoriapiano superiore dell’universale umana esperienza.

ntense figure di In Danimarca la letteratura naturalista dà cospicui frutti nell’opera di Jens Peter Jacobsen

1882-1888) le (1847-1885), ateo dichiarato e traduttore di Darwin assai legato al fratello di Brandes,

ticosa lotta perEdvard:533 nei suoi lavori tuttavia si possono ancora riscontrare richiami romantici mentre è

te conclusa colassente una vera e propria critica sociale. Come Jacobsen, Holger Drachmann (1846-1908) è

considerato da Brandes uno degli ‘uomini della rivoluzione moderna’: ma il suo stile

to e con essa innovativo (certamente condizionato dalle sue ottime qualità di pittore) lo conduce piuttosto

sa (ma anche(dopo il periodo rivoluzionario della gioventù) in direzione di una letteratura nazional-

i della sua arteromantica e, insieme, a rigettare il pensiero brandesiano. Del resto nel declinare del secolo

n’analisi storicacomincia a manifestarsi una disillusione tanto ideologica quanto artistica e molti autori

er finire ai testisentono la necessità di percorrere altre strade. I due grandi romanzieri Henrik Pontoppidan

te tessere di un(1857-1943, premio Nobel nel 1917)534 e Herman Bang (1857-1912) interpretano, ciascuno a

le allo sguardo,suo modo, questo cambiamento di clima.535 Il primo passa dagli entusiasmi rivoluzionari

la perfezione indella gioventù a una sorta di rassegnazione (anche politica) che lo induce a un atteggiamento

ia, nella qualepessimista; il secondo, tormentato per la sua omosessualità e fragile psicologicamente,

’ reazionario oesprime il senso della disgregazione dei valori prima di tutto sul piano personale. Mentre

giosa, l’apertanuovi poeti – come Viggo Stuckenberg (1863-1905), il simbolista Sophus Claussen (1865-

Scritti nei quali 1931) e l’avversario di Brandes Helge Rode (1870-1937) – voltano ormai le spalle a qualsiasi

no all’estremo,suggestione naturalista. Nel che si avverte anche l’influsso della ‘filosofia della vita’ di

do dolore. ArteLudvig Feilberg (1849-1912) con la sua avversione per l’intellettualismo e il positivismo.
primendolo sul In Norvegia i due romanzieri di maggior spicco, Knut Hamsun (1859-1952, premio

Nobel nel 1920) e Hans Ernst Kinck (1865-1926), paiono intendere l’arte piuttosto come

Peter Jacobsenspecchio della vita interiore. Ma mentre Hamsun (che non nasconderà simpatie per il

lo di Brandes,nazismo) dichiara esplicitamente il proprio rifiuto del naturalismo ed esprime un crescente (e

antici mentre èper certi versi esasperato) distacco dalla ‘civiltà’, Kinck (grande conoscitore della letteratura

n (1846-1908) èitaliana) sottolinea piuttosto il contrasto tra l’antica cultura contadina e la modernità, così

ma il suo stile come le lotte e il travaglio interiore dell’individuo. E mentre nella lirica, accanto ai

nduce piuttostoneoromantici Vilhelm Krag (1871-1933) e Nils Collett Vogt (1864-1937), si apprezzano i

atura nazional-versi di carattere crepuscolare di Sigbjørn Obstfelder (1866-1900), il declino di un’era si

nare del secoloconstata nel drammaturgo Gunnar Heiberg (1857-1929), il quale – pur considerato allievo di

e molti autori Ibsen – nelle sue opere dà spazio piuttosto alle atmosfere liriche e sentimentali.536

ik Pontoppidan In Svezia la reazione al naturalismo e all’esperienza radicale degli autori che si

ano, ciascuno ariconoscevano nella corrente detta “Giovane Svezia” (Det unga Sverige)537 trova la propria

mi rivoluzionari espressione più completa nella lirica che annovera poeti di vero talento: Verner von

n atteggiamento Heidenstam (1859-1940), anche prosatore, che riscopre la libertà e la gioia della fantasia, il

cologicamente,sentimento nazionalistico, l’individualismo;538 Gustaf Fröding (1860-1911), il più

sonale. Mentre‘romantico’ di questa generazione;539 Erik Axel Karlfeldt (1864-1931, premio Nobel

Claussen (1865-postumo),540 assai legato al passato svedese così come all’ambiente rurale; Oscar Levertin

palle a qualsiasi(1862-1906) che mostra una straordinaria attenzione alla forma.541 Anche Bo Bergman

a della vita’ di(1869-1967) rappresenta bene, nel suo decadentismo, questo periodo. Ma non si dimentichi

la prosa di alcuni di loro e della sopra citata Selma Lagerlöf542 né quella di Per Hallström
9-1952, premio(1866-1960), tanto distante dal bisogno di documentare quanto capace di indagare con

piuttosto comeperspicacia (soprattutto nelle sue esemplari novelle) i contrasti che scuotono l’animo umano.

simpatie per il Anche in Islanda, dove il drammaturgo Jóhann Sigurjónsson (1880-1919) resta ancora

un crescente (esotto l’influsso di Brandes,543 l’ultima parte del secolo conosce poeti di talento: tra loro

della letteratura Þorsteinn Erlingsson e il realista lirico Stephan G. Stephansson (1853-1927), emigrato in

modernità, cosìCanada.544

ca, accanto ai Nella seconda metà dell’Ottocento, dopo il superbo esempio di Andersen, ma anche sulla

si apprezzano iscia di autori meno prestigiosi, prende l’avvio una specifica ‘letteratura per l’infanzia’,545 che

no di un’era sinon si basa esclusivamente sulle raccolte di fiabe e racconti popolari o su traduzioni di opere

erato allievo di straniere, ma vede nuovi autori – si citino qui il finno-svedese Zacharias Topelius (1818-

1898), l’islandese Jón Sveinsson (1857-1944, più noto come Nonni)546 e la danese Karin

autori che siMichaëlis (1872-1950) – impegnati nella composizione di testi specificamente dedicati.547 Il

rova la propria che riflette, almeno in parte, una ‘nuova’ considerazione del bambino come essere sociale

o: Verner vonalle cui esigenze occorre ora prestare maggiore attenzione: idea che determinerà un intenso e

della fantasia, ilimportante dibattito pedagogico e che sarà riassunta da Ellen Key, la quale non esiterà a

1911), il piùdefinire il Novecento come “secolo del bambino”.548

premio Nobel 12.4.2. L’impegno dell’artista

Oscar Levertin Anche sul versante delle arti figurative si constata la persistenza di motivi ispiratori legati

e Bo Bergmanalla tradizione mentre si fanno strada le nuove correnti. In Danimarca alla straordinaria

n si dimentichifioritura della cosiddetta “età dell’oro” segue una sorta di ‘rallentamento’ che vede gli artisti

Per Hallströmindugiare su temi paesaggistici,549 nazionalistici (con la raffigurazione di scene della vita
i indagare conpopolare),550 mitologici551 e storici,552 ancora (in buona parte) seguendo il dettato del critico

Niels Høyen (1798-1870), riassunto nella celebre conferenza dal titolo Sulle condizioni per

9) resta ancoralo sviluppo di un’arte nazionale scandinava (Om Betingelserne for en skandinavisk

alento: tra loro Nationalkonst’s Udvikling) da lui tenuta il 23 marzo 1844.553 Eppure, già in alcuni pittori

7), emigrato in (non da ultimo in Wilhelm Marstrand che apertamente rigettava la lezione di Høyen) si

constata il desiderio di svincolarsi dalla tradizione e di intraprendere nuove strade.

ma anche sullaDeterminante da questo punto di vista sarà l’insegnamento dei francesi (presso i quali molti

che andranno ad apprendere il nuovo credo)554 che introduce nella pittura danese il realismo e il

uzioni di operenaturalismo. Il contrasto tra tradizione e innovazione si configurerà, del resto, in una vera e

Topelius (1818-propria ‘azione di rottura’, con la fondazione (1882) delle Libere scuole di studio degli artisti

a danese Karin (Kunstnernes Frie Studieskoler), aperte anche alle donne, in diretta opposizione ai metodi

Ilconvenzionali dell’accademia.555 Così l’arte figurativa danese, pur continuando a prediligere

e essere socialespunti ispiratori tutto sommato ‘familiari’, si affiderà ora a più attuali canoni espressivi, in

erà un intenso ediversi casi ricorrendo al colorismo556 e a una diversa interpretazione della luce (e del buio).

e non esiterà a Nell’ambito della nuova scuola si muove un artista come Kristian Zahrtmann (1843-1917), al

quale si riferiranno gli appartenenti al cosiddetto gruppo della Fionia (Fynboerne),557 la cui

pittura della semplice vita quotidiana non sarà tuttavia esente da severe critiche.558 Verso la

ispiratori legatifine degli anni ’70 un altro gruppo di artisti individuava nel villaggio di Skagen (all’estremo

la straordinarianord della penisola dello Jutland) il luogo ideale (a motivo della particolare luce) per

vede gli artistiesprimere la propria arte en plein air in bilico tra realismo e naturalismo: tra di loro il più

cene della vitacelebre (e artisticamente dotato) è forse P.S. (Peder Severin) Krøyer (1851-1909).559
ttato del criticoNell’ultimo decennio del secolo una nuova iniziativa ‘rivoluzionaria’ segnerà il mondo

condizioni perartistico danese: la fondazione (1891) della cosiddetta Esposizione libera (Den frie

n skandinaviskUdstilling), voluta per permettere a tutti (ivi compresi nomi stranieri prestigiosi come quelli

n alcuni pittoridi Vincent van Gogh e Paul Gauguin) di proporre al pubblico le proprie opere senza dover

e di Høyen) sisottostare alla rigida selezione operata dall’accademia. Promotori di questa iniziativa saranno

nuove strade.pittori come Johan Rohde (1856-1935), i coniugi Harald (1864-1937) e Agnes Slott-Møller

so i quali molti(nata Rambusch, 1862-1937), amici di Georg Brandes, J.F. (Jens Ferdinand) Willumsen

il realismo e il(1863-1958), anche scultore. E, mentre l’impressionismo pare conoscere in Danimarca un

o, in una vera e unico vero rappresentante in Theodor Philipsen (1840-1920), pure partito dal naturalismo, il

dio degli artistisimbolismo (ancora una volta di derivazione francese) non tarderà, nell’atmosfera di

zione ai metodidisincanto di fine secolo, a trovare spazio proprio in questo ambiente, a cominciare dalle

do a prediligereopere di Vilhelm Hammershøi (1864-1916), autentico erede dell’età dell’oro danese, che,

ni espressivi, inalmeno in parte, lo preannunciano. Mentre la pittura di ispirazione religiosa trova un

ce (e del buio).eccellente interprete in Joakim Skovgaard (1856-1933).560

(1843-1917), al Anche la scultura risente del nuovo clima: se già con H.W. (Herman Wilhelm) Bissen

la cui(1798-1868) ci si era potuti lasciare alle spalle la lezione di Thorvaldsen per ricercare un’arte

Verso lacapace di adeguarsi al sentimento della nazione,561 si conoscono ora diversi interpreti delle

en (all’estremonuove correnti: così Jens Adolf Jerichau (1816-1883) le cui opere più mature esprimono un

olare luce) per‘realismo psicologico’, August Saabye (1823-1916, autore della statua di Andersen collocata

a di loro il piùnel parco del castello di Rosenborg a Copenaghen) che approda al naturalismo, Th. (Johan

559Carl Henrik Theobald) Stein (1829-1901) che dà il meglio di sé nelle statue raffiguranti
nerà il mondo importanti personaggi, l’allievo di Bissen Otto Evens (1826-1895), e il figlio di Bissen

Den frieVilhelm (1836-1913). Ma anche simbolisti come Niels Hansen Jacobsen (1861-1941) che

osi come quelliancora cerca (almeno in parte) ispirazione nella tradizione scandinava,562 J.F. Willumsen,

ere senza doversopra ricordato, ed Edvard Eriksen (1876-1959), noto per la celeberrima statua della

ziativa sarannoSirenetta (Den lille Havfrue) nel quartiere di Østerbro a Copenaghen.

es Slott-Møller Anche in Svezia, dopo il declino di inizio secolo, la pittura si era affidata, soprattutto, a

nd) Willumsentemi storici, paesaggistici e di genere, mentre la scelta di ricorrere a motivi mitologici aveva

Danimarca undeterminato, come sopra si è accennato, una vivace polemica.563 Anche qui il rinnovamento

naturalismo, ilsarebbe venuto, innanzi tutto, nello stile e per influsso delle scuole straniere. Dopo la

ll’atmosfera diGermania (che dalla fine degli anni ’40 aveva attratto molti nordici, in particolare nella

ominciare dallecolonia artistica di Düsseldorf),564 sarebbe stata (a partire dalla fine degli anni ’60) la volta

ro danese, che,della Francia, dove i maestri del realismo, del naturalismo e dell’impressionismo avrebbero

giosa trova uncostituito i modelli da imitare per i numerosi pittori svedesi affluiti in quel Paese.565 Una

corrente di idee che anche qui avrebbe determinato una rottura con la tradizione accademica

Wilhelm) Bissene la conseguente fondazione (1886) dell’Associazione degli artisti (Konstnärsförbundet, che

icercare un’arte avrebbe anche aperto una scuola), voluta dagli aderenti al gruppo de “I ribelli”

interpreti delle(Opponenterna) alla cui guida si poneva l’energico Ernst Josephson (1851-1906) che aveva

e esprimono unpubblicamente espresso l’insoddisfazione per i metodi e la politica degli accademici, ritenuti

dersen collocataormai superati.566 La dura replica di quelli sancì la frattura. Del resto i ‘ribelli’ potevano

mo, Th. (Johansbandierare l’esito positivo della mostra allestita nel 1885 presso il Salone dell’arte di

tue raffiguranti Theodor Blanch (Blanchs konstsalong) di Stoccolma:567 tra loro i nomi i più prestigiosi sono
iglio di Bissen quelli dello stesso Josephson, abile colorista, di Carl Larsson (1853-1919) insuperabile

1861-1941) cheacquarellista ben noto per le delicate e intense scene di vita familiare, di Karl Nordström

.F. Willumsen, (1855-1923), pittore di paesaggi, di Bruno Liljefors (1860-1939), che rinnova la

ma statua dellaraffigurazione pittorica del mondo animale, di Eugène Fredrik Jansson (1862-1915), noto per

i nudi maschili, ma anche di Anders Zorn (1860-1920), ritrattista di fama mondiale.568 Sul

a, soprattutto, afronte opposto restano pittori come Georg von Rosen (1843-1923) che innova la pittura a

mitologici aveva tema storico e mitologico;569 Carl Gustaf Hellqvist (1851-1890), anch’egli autore di celebri

l rinnovamentoquadri ispirati ad avvenimenti del passato;570 Gustaf Olof Cederström (1845-1933), che pure

niere. Dopo laaveva studiato a Parigi presso Léon Bonnat.571 La ricerca di spazi ideali per la pittura è

articolare nella presente anche fra gli artisti svedesi: negli anni ’80 il villaggio di Grez-sur-Loing (a una

ni ’60) la voltasettantina di chilometri a sudest di Parigi) diventa sede di una piccola colonia di pittori, i più

ismo avrebberoimportanti dei quali sono i già citati Carl Larsson (che dipingerà qui i suoi primi acquerelli) e

UnaKarl Nordström, mentre l’isola di Dalarö nell’arcipelago di Stoccolma è in estate una località

one accademicafrequentata da numerosi artisti.572 Fin dalla metà del secolo il norvegese Adolph Tidemand

, cheaveva ‘scoperto’ il borgo di pescatori di Arild, sulla costa occidentale della Scania, luogo

de “I ribelli”ideale per la pittura en plein air.573 Qui molti accorsero dalla vicina Danimarca (tra cui P.S.

906) che avevaKrøyer) e dalla Svezia, e negli anni ’80 esso divenne il centro di una intensa attività

demici, ritenutiartistica:574 vi soggiornarono tra gli altri Gustaf Rydberg (1835-1933), allievo di Höckert e di

belli’ potevanoGude e precursore degli impressionisti, Georg von Rosen, Gustaf Cederström, Elisabeth

ne dell’arte diKeyser (1851-1898), che aveva studiato presso Bonnat, Axel Nordgren,575 Alfred Wahlberg

prestigiosi sono(1834-1906) grandemente apprezzato a livello internazionale (e considerato fra i migliori


9) insuperabilepittori svedesi del periodo), Nils Kreuger (1858-1930), che era stato a Grez-sur-Loing, e

Karl Nordströmanche (ma non ultimo!) il principe Eugenio Bernadotte (Eugen Napoleon Nikolaus, 1865-

he rinnova la 1947), grande appassionato e sostenitore dell’arte, mecenate e pittore egli stesso che aveva

1915), noto per studiato ed esposto a Parigi.576 E mentre il percorso artistico di Carl Fredrik Hill (1849-

Sul1911), finissimo paesaggista, si perde nei meandri della malattia mentale, altri come Johan

ova la pittura aOlof Sager-Nelson (1868-1896), Ivan Johan Gustaf Aguéli (Agelii, 1869-1917) e Ivar

utore di celebriArosenius (1878-1909) si aprono alle suggestioni del simbolismo (se non del sintetismo), là

1933), che puredove Karl Nordström, Richard Bergh e Nils Kreuger daranno vita negli anni ’90 alla

per la pittura ècosiddetta “scuola di Varberg” (Varbergsskolan) che segna il rifiuto della pittura del

r-Loing (a unapaesaggio di stile realistico e appare profondamente influenzata dall’arte di Gauguin. Nella

di pittori, i piùscultura il realismo viene anticipato in Svezia da John (Johan) Börjeson (1835-1910) e

mi acquerelli) einterpretato da Johan Peter Molin (1814-1873) per persistere nella produzione di Carl Eldh

ate una località (1873-1954),577 mentre l’allievo di Molin Johannes Frithiof Kjellberg (1836-1885) resta

olph Tidemandlegato al classicismo. Per Hasselberg (1835-1910), appartenente al gruppo dei “ribelli” e ben

a Scania, luogoconscio della funzione sociale dell’arte, si dimostra il più bravo ad apprendere la lezione dei

ca (tra cui P.S.francesi; Theodor Lundberg (1852-1926) esprime un intenso realismo; Christian Eriksson

intensa attività(1858-1935) si distingue per l’originalità creativa.

di Höckert e di La tendenza dell’arte scandinava a internazionalizzarsi mantenendo al contempo uno

röm, Elisabethstretto legame con i tradizionali temi di ispirazione (motivi storici, scene di vita quotidiana,

lfred Wahlbergpaesaggio nordico, ritratti) e la ricchezza artistica che ne deriva, si manifestano in modo

o fra i miglioriesemplare nella pittura norvegese della seconda metà dell’Ottocento. Adolph Tidemand, che
ez-sur-Loing, eera stato attivo a Düsseldorf divenendo punto di riferimento per molti (in Scandinavia e non

, 1865-solo),578 rappresenta ancora al meglio, per più di due decenni, la capacità di tradurre in

esso che avevaimmagini quella ricerca dell’identità nazionale che nell’Ottocento segna in maniera tanto

rik Hill (1849- evidente l’atmosfera culturale dei diversi Paesi: tanto più in Norvegia dove le molte ragioni

tri come Johanpolitiche ma anche i privilegiati spunti paesaggistici offerti da una natura superba (e per

9-1917) e Ivarmolti versi coincidente con l’idea stessa di patria) spingevano in quella direzione.579 Sicché

sintetismo), lànon fa meraviglia che un pittore di talento come Erik Werenskiold (1855-1938), che

anni ’90 allainterpreta il naturalismo in chiave nazionalistica, si dedichi a illustrare la raccolta di fiabe

ella pittura delpopolari di Asbjørnsen e Moe580 o un’edizione ‘popolare’ della Heimskringla di Snorri

Gauguin. NellaSturluson (con traduzione dello studioso del medioevo Gustav Storm, 1845-1903), un testo

(1835-1910) enel quale l’elemento leggendario convive con quello storico.581 Impronta fortemente

ne di Carl Eldhnazionalista ha, del resto, anche la pittura di Peter Nicolai Arbo (1831-1892) per il quale la

36-1885) restastoria e la mitologia sono primarie fonti di ispirazione,582 così come quella di Oscar Arnold

i “ribelli” e ben Wergeland (1844-1910), noto soprattutto per il dipinto che raffigura l’assemblea costituente

e la lezione deidi Eidsvoll (1882-1885).583 Il passaggio da temi nazional-romantici a una pittura di tipo

istian Erikssonrealistico si constata innanzi tutto nel già citato Johan Fredrik Eckersberg584 e in Carl Fredrik

Sundt-Hansen (1841-1907) che aveva studiato a Düsseldorf (non però con Tidemand) e a

contempo unoParigi: l’influsso delle scuole straniere, ora in particolare di quella francese, è ben evidente

vita quotidiana,anche in Norvegia. E anche qui si ricercano ‘luoghi ideali’ per la pittura en plein air:585 uno

stano in modo di questi è l’arcipelago settentrionale delle Lofoten, rappresentate da numerosi artisti tra cui

Tidemand, cheOtto Sinding (1842-1909), Eilert Adelsteen Normann (1848-1918) e Betzy Akersloot-Berg
andinavia e non(1850-1922) a lungo vissuta nei Paesi Bassi. In Norvegia realismo e naturalismo appaiono in

di tradurre inpittura per molti versi sovrapponibili (o, quantomeno, sentiti come tali): il più convinto

maniera tantorappresentante di questa corrente è certamente Christian Krohg, sopra ricordato come

e molte ragioniscrittore,586 il quale non mancò di tradurre la sua condanna dell’ipocrisia borghese anche in

superba (e performa visiva, seppure la sua produzione pittorica non si limiti a opere di denuncia sociale.

Sicché Nell’ambito di questa corrente anche Fritz Thaulow (1947-1906) che si ritrovava con diversi

855-1938), cheartisti a Modum (Buskerud), in quella che fu definita, con enfasi eccessiva, Accademia della

accolta di fiabepittura en plein air (Friluftsakademiet) di Modum, piuttosto invece un’occasione per

di Snorriscambiarsi esperienze. Tra di loro Jørgen Sørensen (1861-1894) e Karl Jensen-Hjell (1862-

1903), un testo1888), prematuramente scomparsi (il primo ha lasciato soprattutto paesaggi, non di rado

nta fortementeinvernali, il secondo anche scene di interni) e Gustav Wentzel (1859-1927) che nel 1882 fu

) per il quale latra gli organizzatori della Mostra degli artisti (Kunstnernes Utstilling) allestita per protesta

i Oscar Arnoldcontro l’Associazione artistica di Christiania che con troppa severità (e sulla base di rigide

blea costituentenorme) respingeva molte opere.587 Anche qui, dunque, si operò una netta frattura. Ma il

pittura di tiponome più prestigioso del gruppo è certamente quello di Edvard Munch (1863-1944) che resta

in Carl Fredrikil pittore norvegese più conosciuto e ammirato all’estero. Partito da un’arte naturalista egli

Tidemand) e aapproderà, dopo un soggiorno parigino finanziato da una borsa di studio statale (1889-1892)

è ben evidentee nel corso del quale sarà influenzato dal simbolismo e dal sintetismo, a una forma

unopersonalissima di espressionismo, anticipando artisticamente il ‘dramma esistenziale’ del XX

si artisti tra cuisecolo. E quando i suoi lavori saranno esposti in una mostra del 1892 a Berlino588 ciò

Akersloot-Berg rappresenterà un punto di svolta per le nuove generazioni e per lui la fama. Pure Munch
mo appaiono in resterà per molti un artista isolato e ‘scandaloso’, sgradito al gusto tradizionale e borghese,

il più convintosebbene lo storico dell’arte norvegese Andreas Aubert (1851-1913) ne avesse da subito

icordato come riconosciuto il grande talento. Dal celebre medico Johan Scharffenberg (1869-1965) egli fu

ghese anche inpersino ritenuto affetto da problemi psichici. Ma la sua arte ebbe infine la meglio e Munch fu

nuncia sociale.capace di farsi riconoscere anche dai contemporanei come il miglior artista norvegese del suo

ava con diversitempo.

Accademia della Come altrove il neoromanticismo compare in Norvegia nell’ultima parte del secolo,

’occasione perintrodotto dai membri del gruppo riunitosi nell’estate del 1886 a Fleskum nel distretto di

en-Hjell (1862-Akershus e noto perciò come “estate di Fleskum” (Fleskumsommeren): oltre a Christian

gi, non di radoSkredsvig (1854-1924), padrone di casa, vi erano le pittrici Kitty Kielland (1843-1914) e

che nel 1882 fu Harriett Backer (1845-1932), Gerhard Munthe, Eilif Peterssen ed Erik Werenskiold. Alcuni

ita per protesta di loro avrebbero in seguito fatto parte del “circolo di Lysaker” (Lysakerkredsen), un gruppo

a base di rigidedi persone stabilitesi in questa località (distretto di Akershus) e unite dal desiderio di portare

frattura. Ma il avanti un programma politico-culturale di impronta nazionalistica.589 Un altro artista nella

1944) che resta cui opera si constata il passaggio dal naturalismo al neoromanticismo è Thorolf Holmboe

naturalista egli (1866-1935), che volentieri raffigura gli scenari del Nord del Paese. Molto apprezzato anche

ale (1889-1892)all’estero è Harald Sohlberg (1869-1935) ispirato alla natura e al paesaggio norvegese.

, a una forma Dopo l’allievo di Thorvaldsen, Hans Michelsen (1789-1859) e quello di H.W. Bissen,

enziale’ del XXChristopher Borch (1817-1896), i nomi più prestigiosi della scultura norvegese sono quelli di

ciòJulius Middelthun (1820-1886) che conserva uno stile classicista;590 Brynjulf Larsen

a. Pure Munch Bergslien (1830-1898), cui si deve il celebre monumento al re svedese Carlo Giovanni
ale e borghese,collocato di fronte al castello di Oslo (un’opera la cui realizzazione aveva acceso vivaci

vesse da subitodiscussioni per le ‘interpretazioni politiche’ che poteva suggerire); il nazional-romantico

9-1965) egli fu Axel Ender (1853-1920), anche pittore; Mathias Skeibrok (1851-1896) che introduce il

glio e Munch funaturalismo nella scultura norvegese;591 Valentin Kielland (1866-1944), abile anche nel

rvegese del suolavoro del legno, che raffigura la condizione della povera gente ma anche soggetti religiosi e

Ingebrigt Vik (1867-1927), secondo forse al solo Vigeland.592 Gustav Vigeland (1869-1943)

rte del secolo,è certamente il più noto all’estero fra gli scultori norvegesi. Dato il doveroso tributo alla

nel distretto distoria patria con busti dei più importanti protagonisti della storia e della cultura del suo

tre a Christian Paese, egli avrebbe raggiunto una grande fama soprattutto con le numerose realizzazioni

(1843-1914) e(collocate nel parco di Oslo che da lui prende nome) dove le sue figure si propongono con la

nskiold. Alcuniloro eloquente nudità a esprimere simbolicamente ogni possibile umano sentimento.593

), un gruppo In Islanda nella seconda metà del XIX secolo si fanno spazio i primi pittori: Arngrímur

derio di portareGíslason (1829-1887), un autodidatta che si ispira soprattutto a temi religiosi; Sigurður

tro artista nellaGuðmundsson (1833-1874), il Pittore, anche scrittore e animatore della vita culturale del

orolf HolmboePaese (fu particolarmente attivo nel teatro);594 Þórarinn Benedikt Þorláksson (1867-1924), il

pprezzato ancheprimo a studiare all’estero e ad allestire una mostra, che predilige la raffigurazione del

paesaggio islandese. Pioniere della scultura islandese è Einar Jónsson (1874-1954) che nelle

i H.W. Bissen,sue opere ben interpreta lo spirito della tradizione del suo popolo (e non solo) ma esprime

e sono quelli di anche un originale simbolismo.595

rynjulf Larsen Nella seconda metà del XIX secolo l’architettura scandinava (che ora deve progettare

Carlo Giovannianche edifici ‘nuovi’ come stazioni ferroviarie,596 alberghi, grandi ristoranti, fabbriche, ma
a acceso vivacianche ville di facoltosi privati) mostra una chiara tendenza revivalista che va a cercare

onal-romanticoispirazione dagli stili del passato, applicati a seconda dell’intendimento costruttivo.597 Così,

he introduce ilper fare (tra i moltissimi) solo qualche significativo esempio, lo svedese Emil Viktor Langlet

bile anche nel(1824-1898) disegna in stile neoromanico l’edificio del parlamento norvegese,598 mentre il

getti religiosi eneogotico (applicato soprattutto in ambito religioso)599 definisce le linee della chiesa di San

nd (1869-1943)Paolo eretta tra il 1889 e il 1892 nel quartiere di Grünerløkka a Oslo su progetto di Henrik

oso tributo allaBull (1864-1953) e quelle della chiesa di San Giovanni nel centro di Stoccolma

cultura del suocommissionata a Carl Oskar Möller (1857-1933) e inaugurata nel 1890; in Danimarca

se realizzazioni Ferdinand Meldahl (1827-1908) ricostruisce il castello di Frederiksborg seguendo i canoni

pongono con la del rinascimento e riceve l’incarico (grazie ai fondi messi a disposizione dall’industriale

Tietgen)600 di completare finalmente la chiesa barocca voluta da Federico V accanto al

tori: Arngrímur palazzo di Amalienborg e a suo tempo progettata da Nicolai Eigtved ma mai portata a

giosi; Sigurðurtermine;601 mentre Emil Axel Berg (1856-1929) rinnova la residenza di Bregentved (presso

a culturale del Haslev in Selandia) in stile neorococò. A questa tendenza all’imitazione, assai diffusa, si

(1867-1924), ilcollega il dibattito sulla ristrutturazione delle opere preesistenti – e non manca chi (come lo

figurazione delsvedese Helgo Zettervall, 1831-1907, allievo di Fredrik Wilhelm Scholander)602 ritiene di

1954) che nellepoterne reinterpretare lo ‘spirito autentico’ – così come quello sull’utilizzo dei materiali.603

lo) ma esprimeMa la ricerca dell’ispirazione nel passato significa anche adesione allo spirito

nazionalromantico, il che si constata, per esempio, in una costruzione come il municipio di

deve progettare Copenaghen, disegnato da Martin Nyrop (1849-1921) o nella comparsa di costruzioni

, fabbriche, manorvegesi in legno che riprendono le forme delle stavkirker.604 Naturalmente la varietà degli
e va a cercarestili cui ci si ispira, magari sapientemente (ecletticamente!) combinati nella realizzazione di

Così,una medesima opera, si traduce in una parallela varietà dei risultati. Un quadro nel quale i più

Viktor Langletricettivi – si pensi a esempio allo svedese Ferdinand Boberg (1860-1946),605 al sopra citato

mentre il norvegese Henrik Bull, al danese Hack Kampmann (1856-1920) – non mancano di inserire le

a chiesa di San nuove tendenze straniere, a partire dall’art nouveau (come fa il norvegese Johan Osness,

getto di Henrik1872-1961), evolvendo verso una maggiore autonomia artistica. Il che anche in questo caso

di Stoccolmasi riflette in un contrasto nei riguardi del tradizionale insegnamento accademico.606

in Danimarca Tranne qualche realizzazione di pregio, come il Palazzo del parlamento (realizzato nel

uendo i canoni1881),607 o qualche casa in stile neoclassico, in Islanda l’architettura conosce in questo

dall’industrialeperiodo soprattutto la costruzione di chiese in legno, in sostituzione di quelle

o V accanto alprecedentemente realizzate con l’utilizzo della torba.

mai portata a *

gentved (presso Il rinnovamento del clima culturale toccò, naturalmente, anche la musica la quale nella

ssai diffusa, si seconda metà dell’Ottocento conosce l’affermazione di due grandi nomi: quello del danese

ca chi (come lo Carl Nielsen e, soprattutto, del norvegese Edvard Grieg. In Svezia, seppure non ci siano

ritiene di musicisti di così alto livello, lo spirito nazional-romantico è interpretato in primo luogo da

603 Johan August Söderman (1832-1876), mentre Ivar Kristian Hallström (1826-1901), maestro

e allo spiritodi canto e compositore, dà l’avvio all’opera svedese (tale non soltanto per il tema ispiratore

il municipio diquanto per il tono nazionale e popolare della musica) e Ludvig Norman (1831-1885) si

di costruzioni propone con spirito profondamente innovatore, come dimostra non solo la sua produzione

la varietà degliartistica ma anche l’attiva partecipazione al dibattito teorico e la rifondazione (insieme a Ivar
ealizzazione diHallström e al cantante Julius Günther, 1818-1904) della Società armonica (Harmoniska

o nel quale i piùsällskapet) nel 1860.608 Autori più giovani sono Andreas Hallén (1846-1925), che combina

al sopra citatol’influsso d’una formazione tedesca con l’ispirazione nazional-romantica, Emil Sjögren

no di inserire le (1853-1918), assai apprezzato all’estero, Tor Aulin (1866-1914) e Wilhelm Stenhammar

Johan Osness,(1871-1927) componenti di un celebre quartetto;609 Wilhelm Peterson-Berger (1867-1942) e

in questo casoHugo Alfvén (1872-1960) che restano legati a una musica ‘patriottica’.610

In Danimarca nella seconda metà dell’Ottocento prosegue la composizione di

(realizzato nel romancer,611 il cui stile musicale si riflette ora anche sulla composizione di musica religiosa.

osce in questoUn ‘tono danese’ si riconosce del resto anche nelle opere di Asger Hamerik (1843-1923),

one di quelleseppure egli avesse a lungo studiato e vissuto all’estero;612 di C.F.E. (Christian Frederik

Emil) Horneman (1840-1906) si ricordano, oltre alle composizioni, le iniziative in campo

musicale con lo scopo di ampliare il repertorio e suscitare interesse verso diverse forme

a la quale nellaespressive,613 e mentre August Enna (1859-1939) continuerà a comporre testi di sapore

ello del daneseromantico fino alla morte, un tono nazionalistico caratterizza anche il più dotato Hakon

e non ci sianoBørresen (1876-1954). Ma il più grande nome della musica danese (non solo di questo

primo luogo da periodo) è certamente quello di Carl Nielsen (1865-1931), nella cui opera (in particolare le

1901), maestrocelebri sinfonie) l’eredità della tradizione e le sue tecniche (che egli mostra di conoscere a

tema ispiratorefondo) si accordano con la tensione verso la modernità (che fa un uso del tutto nuovo della

(1831-1885) si tonalità) producendo risultati tanto originali quanto equilibrati. Carl Nielsen è anche

sua produzioneconsiderato un innovatore del canto popolare.614

(insieme a Ivar L’altro grande nome della musica scandinava nella seconda metà dell’Ottocento è quello
Harmoniska– ancor più celebre – del norvegese Edvard Grieg (1843-1907). Per quanto avesse studiato

), che combinaall’estero e beneficiato dell’opportunità di frequentare maestri come Johan Peter Emilius

Emil SjögrenHartmann, Niels Gade615 e, più tardi, addirittura, Franz Listz, Grieg resta fondamentalmente

m Stenhammar un superbo interprete dello spirito norvegese. Una posizione facilmente comprensibile, se si

(1867-1942) econsidera il clima culturale di quel Paese nell’Ottocento. Le sue musiche destinate ad

accompagnare opere di Bjørnson e di Ibsen616 (in particolare la superba interpretazione del

mposizione di Peer Gynt),617 così come i brevi ma intensi Pezzi lirici (Lyriske stykker, 1867-1901) per

musica religiosa.pianoforte ma anche la gran parte delle altre composizioni (non sempre ‘ligie’ ai dettami

k (1843-1923),della tecnica) denotano una profonda sensibilità artistica e la capacità di esprimere al meglio

ristian Frederiklo spirito della tradizione nazionale dalla quale egli trae proficua ispirazione. Negli anni

ative in campogiovanili a Copenaghen Grieg aveva stretto amicizia con Rikard Nordraak (1842-1866), che

diverse formemolto lo aveva influenzato nella ricerca di un percorso musicale autenticamente

testi di saporenorvegese.618 Sebbene morto giovanissimo Nordraak è noto per la musica dell’inno

dotato Hakonnazionale, ma anche per composizioni ispirate alla storia e alla patria.619 Profondamente

solo di questolegato alle radici norvegesi è anche Catharinus Elling (1858-1942) che tra l’altro porta avanti

n particolare le la ricerca delle melodie popolari: Elling si pone nel novero dei seguaci di Listz e Wagner, tra

di conoscere ai quali il più dotato (e quello che mostra maggiore autonomia) è certamente Christian Sinding

tto nuovo della(1856-1941).620 Amico di Grieg è il direttore d’orchestra Johan Svendsen (1840-1911), le cui

elsen è anchecomposizioni (che accordano con maestria tecnica le potenzialità dei diversi strumenti)

mostrano piuttosto l’apertura verso orizzonti esterni.621 Assai nota per le bellissime romanze

ocento è quelloè anche la pianista Agathe Backer Grøndahl (1847-1907).


avesse studiato In Islanda il risveglio culturale del XIX secolo coinvolge, seppure in misura ancora

Peter Emiliuslimitata, anche l’ambito musicale. Qui vanno ricordati Pétur Guðjohnsen (1812-1877) che

damentalmenteintroduce nel Paese le nuove tendenze nel canto (in primo luogo quello religioso ma non

prensibile, se si solo), Sveinbjörn Sveinbjörnsson (1847-1927), che aveva studiato e soggiornato all’estero ed

he destinate adè noto soprattutto come autore della musica che accompagna l’inno nazionale622 e Bjarni

rpretazione delÞorsteinsson che raccolse le melodie popolari islandesi.623 Più tardi Sigfús Einarsson (1877-

1867-1901) per1939) darà un notevole impulso al canto corale e comporrà arrangiamenti di musica

gie’ ai dettamifolcloristica.624

mere al meglio 12.4.3. Uomini di scienza e di avventura

one. Negli anni In un periodo che conosce il trionfo del positivismo e della fede nel progresso

842-1866), che tecnologico anche la Scandinavia può vantare un gran numero di istituzioni e di scienziati di

autenticamenteconsiderevole levatura.625 In questa sede è evidentemente impossibile seguire nel dettaglio

usica dell’inno gli sviluppi delle ricerche nei diversi campi: tuttavia limitandosi a ricordare i nomi più

Profondamenteprestigiosi si dovrà anche osservare come un ‘metodo autenticamente scientifico’ venga ora

tro porta avantidefinitivamente applicato anche in ambiti disciplinari più propriamente umanistici. Qui non

z e Wagner, tra si può infatti tralasciare (almeno) la citazione di studiosi di grande prestigio internazionale,

hristian Sindingcome i danesi Karl Verner (1846-1896), il linguista che formulò l’omonima legge relativa

40-1911), le cuialla fonetica del germanico,626 e Jens Jacob Asmussen Worsaae (1821-1885), l’archeologo

ersi strumenti) che applicò agli scavi il metodo stratigrafico, ma anche l’islandese Guðbrandur Vigfusson

issime romanze(1827-1889) straordinario promotore della letteratura antico-nordica a cui si deve la

fondamentale raccolta dal titolo Corpvs poeticvm boreale, del 1883, nella quale è compresa
misura ancora tutta la produzione poetica in norreno fino al XIII secolo.627

1812-1877) che Naturalmente anche sul piano più ‘tecnicamente’ scientifico non mancano studiosi di

ligioso ma non grande valore: se il più celebre resta il già citato Alfred Nobel,628 molti altri si sono

ato all’estero edguadagnati un posto nella storia delle diverse discipline, come il norvegese Sophus Lie

e Bjarni(1842-1899), matematico di fama internazionale, il celebre genetista svedese Nils Herman

inarsson (1877-Nilsson-Ehle (1873-1949) o i danesi Rasmus Malling-Hansen (1835-1890), cui si deve la

enti di musicarealizzazione di una macchina per scrivere, Valdemar Poulsen (1869-1942) che nel 1898

brevettò il registratore a filo e Peter Laurits Jensen (1886-1962, emigrato negli Stati uniti),

inventore dell’altoparlante.629

nel progresso Qui pare tuttavia opportuno soffermarsi piuttosto sui diversi pionieri impegnati in

di scienziati di progetti e spedizioni, in quanto le loro imprese seppero suscitare un enorme interesse anche

re nel dettagliofra la gente comune, la quale sentendosi coinvolta con ammirazione ed entusiasmo fu

are i nomi piùcompartecipe del clima di assoluta fiducia nelle ‘illimitate’ possibilità della scienza e della

fico’ venga oratecnica che caratterizza questa fase storica. Già da tempo molti nordici (si pensi a esempio

nistici. Qui nonagli ‘apostoli di Linneo’)630 avevano compiuto viaggi di studio (e di esplorazione) in Paesi

internazionale,lontani:631 una scelta che ora spingeva alcuni a tentare avventure straordinarie. Negli anni tra

a legge relativail 1878 e il 1880 l’esploratore finnosvedese Adolf Nordenskiöld (1832-1901) – che in

5), l’archeologoprecedenza aveva compiuto viaggi in Groenlandia,632 alle isole Svalbard633 e in Siberia – a

ndur Vigfussonbordo della nave Vega, al comando del capitano Louis Palander (1842-1900), era riuscito pur

cui si deve laincontrando notevolissime difficoltà634 a trovare un passaggio a nord-est ed era ritornato in

ale è compresaScandinavia dopo aver costeggiato tutta l’Asia, attraversato il canale di Suez e lo stretto di
Gibilterra e puntato verso nord lungo le rotte atlantiche.

ano studiosi di Ma la grande sfida era ora costituita dal raggiungimento dei poli. Il 24 giugno 1893 lo

ti altri si sonostudioso di oceanografia norvegese Fridtjof Nansen (1861-1930), che già aveva alle spalle

se Sophus Lie una traversata della Groenlandia con gli sci (1888), a bordo della nave Fram

e Nils Herman (significativamente “Avanti”) lasciò il porto di Christiania facendo rotta verso settentrione.

cui si deve laDopo una lunga navigazione e un’altrettanto lunga deriva, insieme a Hjalmar Johansen

) che nel 1898(1867-1913) avrebbe tentato di raggiungere il Polo Nord con le slitte trainate dai cani: essi

egli Stati uniti), tuttavia poterono spingersi solo fino a una latitudine di 81° 13’ 6’’. Il che nulla tolse alla loro

impresa.635 Più tardi l’esploratore svedese Salomon August Andrée (1854-1897) progettò di

i impegnati in sorvolare il Polo Nord con la mongolfiera Örnen (L’aquila) per poi atterrare in Alaska. Il

interesse ancheprimo tentativo (1896) fallì praticamente subito, mentre il secondo ebbe conseguenze

entusiasmo futragiche. Andrée e i suoi due compagni di viaggio636 (che non avevano adeguatamente

scienza e dellapreparato la spedizione e per di più avevano sottovalutato rilievi e ammonimenti)

ensi a esempioviaggiarono in balia delle correnti aeree e dopo tre giorni la loro mongolfiera precipitò sui

zione) in Paesighiacci. Essi resistettero per tre mesi tentando di raggiungere uno dei depositi di cibo che

. Negli anni traerano stati predisposti, ma finirono sull’isola di Kvitøya dove morirono nel mese di ottobre. I

901) – che inloro resti furono ritrovati casualmente solo nel 1930.637

e in Siberia – a Meta altrettanto ambita era la conquista dell’Antartide. Qui si impegnò nuovamente

era riuscito pur Adolf Nordenskiöld che nel 1901 partì con la nave Antarctic al comando del capitano

era ritornato in norvegese Carl Anton Larsen (1860-1924): la spedizione ebbe esito sfortunato in quanto la

z e lo stretto diAntarctic fu stritolata dai ghiacci e i membri del gruppo (che, oltre tutto, era rimasto diviso in
due) poterono salvarsi solo grazie ai soccorsi inviati da parte argentina. Una ventina d’anni

giugno 1893 lo dopo avrebbe avuto inizio la celebre (e ben più fortunata) avventura del norvegese Roald

veva alle spalle Amundsen (1872-1928) che già poteva vantare, tra l’altro, d’aver finalmente trovato il

Fram passaggio a nord-ovest (1903-1906).638 Egli fu il primo (in competizione con l’inglese

so settentrione.Robert Falcon Scott, 1868-1912) a raggiungere il Polo Sud (14 dicembre 1911).639 In

almar Johansenprecedenza un altro norvegese, lo zoologo Nicolai Hanson (1870-1899), aveva preso parte a

e dai cani: essiun viaggio esplorativo in quei luoghi, la cosiddetta Spedizione della Croce del Sud (Southern

a tolse alla loro Cross Expedition), guidata dall’anglo-norvegese Carsten Borchgrevink (1864-1934),640

97) progettò ditrovandovi tuttavia la morte a causa, a quanto pare, di una malattia intestinale. Roald

re in Alaska. IlAmundsen non si sarebbe accontentato del suo successo: dopo qualche tentativo fallito, il 12

e conseguenzemaggio 1926, come noto, avrebbe sorvolato il Polo Nord a bordo del dirigibile Norge

adeguatamente insieme all’italiano Umberto Nobile (1885-1978) e al finanziatore americano Lincoln

ammonimenti)Ellisworth (1880-1951). Più tardi, nonostante le incomprensioni e i difficili rapporti con

ra precipitò suiNobile, egli non avrebbe esitato a prendere parte in prima persona alle ricerche dei

siti di cibo chesopravvissuti al disastro del dirigibile Italia, ma l’idrovolante sul quale si trovava scomparve

ese di ottobre. Iin mare il 18 giugno del 1928 e di lui non si seppe più nulla.

La tragica fine di Amundsen lega lo spirito di avventura di questi uomini anche alla

nò nuovamentenascita dell’aviazione sulle cui potenzialità molti di loro facevano affidamento. Anche la

o del capitanoScandinavia ebbe i propri pionieri in questo campo come (solo per ricordarne alcuni) i danesi

ato in quanto laJacob Ellehammer (1871-1946) che dal 1905 fece esperimenti con la sua “nave dell’aria”

masto diviso in (luftskib), Robert Svendsen (1884-1938) che fu il primo a volare sull’Øresund (1910),
ventina d’anni Anders Peter Botved (1895-1964) che nel 1926 avrebbe coperto in volo una lunghissima

orvegese Roaldtratta dalla Danimarca alla Malesia (e ritorno); gli svedesi Carl Richard Nyberg (1858-1939)

ente trovato ilche fin dal 1899 aveva provato a volare con un piccolo aereo da lui personalmente costruito e

e con l’inglesebattezzato La mosca (Flugan), Carl Cederström (1867-1918) il “barone volante”

In(flygbaronen), primo svedese a ottenere il brevetto di pilota,641 Oscar Ask (1883-1916) e

va preso parte a Hjalmar Nyrop (1885-1915) che sul modello del Blériot XI realizzarono un apparecchio che

Southernebbe nome La cavalletta (Gräshoppan); i norvegesi Einar Lilloe Gran, ingegnere che provò a

640costruire il primo aereo nel suo Paese642 e Trygve Gran (1888-1980), componente della

estinale. Roaldspedizione di Scott in Antartide, il quale fu il primo a volare sul Mare del Nord dalla Scozia

ivo fallito, il 12alla Norvegia (1914). Senza dimenticare Elsa Andersson (1897-1922) “l’ardita ragazza di

NorgeScania” (den käcka skånskan) e la danese Harriett Maybell (1906-1971), moglie del pilota

ricano Lincoln Christian Førslev (1891-1959), prime donne a ottenere il brevetto di pilota,643 così come i

li rapporti conmolti avventurosi che (come nei casi famosi sopra citati) si affidarono a palloni aerostatici o

e ricerche deidirigibili.

vava scomparve Dopo il ritorno dalla spedizione che aveva raggiunto il Polo Sud Roald Amundsen redasse un

resoconto dal titolo Il Polo Sud. Il viaggio al Polo Sud con [la nave] Fram nel 1910-1912 (Sydpolen.

Den norske sydpolsfærd med Fram 1910-1912, 1912) che fu presto tradotto in altre lingue ed ebbe
mini anche alla
larga diffusione. Si riporta qui il brano che riferisce dell’arrivo alla meta tanto ostinatamente
ento. Anche la
perseguita:
alcuni) i danesi
“Il 14 [dicembre] la rilevazione di mezzogiorno diede 89° 37’ di latitudine sud, 89° 38.5’ di
nave dell’aria”
latitudine sud dopo aver fatto il punto. Ci fermammo nel pomeriggio dopo aver coperto 8 miglia
resund (1910),
geografiche e ci accampammo a 89° 45’ di latitudine sud [secondo il calcolo risultante] dopo aver
na lunghissimafatto il punto. Durante la mattinata il tempo era stato bello come prima; nel pomeriggio ci furono

rg (1858-1939)alcune spruzzate di neve da sud-est.


Quella sera nella tenda era come la vigilia di una festa. Si poteva avvertire che qualcosa di
ente costruito e
grande era alle porte. La nostra bandiera era stata di nuovo tirata fuori e sbatteva come prima
arone volante”
contro le stesse 2 racchette da sci. Poi fu arrotolata e messa da parte, pronta all’uso. Restai sveglio
(1883-1916) e
diverse volte durante la notte, e avevo allora la medesima sensazione che posso ricordare avevo da
pparecchio che
bambino l’antivigilia di Natale – la notte prima della vigilia – una eccitata attesa di ciò che stava
ere che provò a
per accadere. Per il resto credo che quella notte abbiamo dormito proprio bene come le altre.
mponente della
La mattina del 15 [dicembre]644 il tempo era davvero bellissimo, proprio come se fosse stato
ord dalla Scoziapredisposto per l’arrivo al Polo. Non sono del tutto sicuro, ma credo che abbiamo fatto colazione un

dita ragazza dipo’ più in fretta del solito quel giorno rispetto ai precedenti, e che fossimo più lesti a uscire dalla

oglie del pilotatenda, sebbene debba ammettere che questo avveniva sempre con tutta l’auspicabile rapidità. Ci

così come i disponemmo nell’ordine consueto: l’apripista, Hanssen, Wisting, Bjaaland e il secondo apripista.645

oni aerostatici o A mezzogiorno avevamo raggiunto 89° 53’ di latitudine sud secondo [il calcolo risultante dopo aver
fatto] il punto e ci preparammo ad affrontare il resto in un’unica tappa. Alle 10 del mattino si era

alzata una leggera brezza da sud-est e si era rannuvolato, sicché non potemmo prendere l’altezza
ndsen redasse un
meridiana. Ma lo strato di nuvole non era spesso, e di quando in quando potevamo intravedere il
Sydpolen.
sole. Quel giorno il fondo era un po’ irregolare. A volte gli sci avanzavano bene, ma a volte avevamo
e lingue ed ebbe
difficoltà. Quel giorno si procedeva nello stesso modo meccanico dei precedenti. Non si parlava
o ostinatamente
molto ma gli occhi erano usati al massimo. Il collo di Hanssen quel giorno come i precedenti era

lungo il doppio, da quanto lo stirava e distendeva per vedere se possibile qualche millimetro più
ud, 89° 38.5’ di
avanti. Prima di partire gli avevo chiesto di scrutare attentamente ed egli lo faceva al massimo. Ma
coperto 8 miglia
per quanto scrutasse e osservasse al massimo non poteva vedere altro se non l’infinita e piatta
tante] dopo aver
eriggio ci furonodistesa davanti [a noi]. I cani avevano smesso di fiutare, e sembrava che non si interessassero più

alle regioni attorno all’asse del mondo.

che qualcosa di Alle 3 del pomeriggio un simultaneo “Alt!” risuonò dai guidatori. Essi avevano esaminato

eva come primaattentamente i loro contachilometri646 e tutti mostravano la distanza calcolata – il nostro Polo

o. Restai svegliofacendo il punto. La meta era raggiunta, il viaggio finito. Io non posso dire – sebbene sappia che ciò

ordare avevo daavrebbe fatto un ben più grande effetto – che avevo raggiunto l’obiettivo della mia vita. Direi una

di ciò che stavabugia piuttosto e apertamente. Devo invece essere onesto e ammettere direttamente che io non credo

che nessuno si sia mai trovato in un luogo così diametralmente opposto alla meta dei suoi desideri

me se fosse stato come ero io in quel momento. Le regioni attorno al Polo Nord – sì accidenti! – lo stesso Polo Nord

atto colazione unmi avevano attratto sin dall’infanzia e ora io mi trovavo al Polo Sud. Si può immaginare qualcosa di

ti a uscire dallapiù antitetico?

bile rapidità. Ci Calcolavamo ora, di essere al Polo. Naturalmente ognuno di noi sapeva che non eravamo sul

645punto esatto – sarebbe stata una cosa impossibile da determinare con il tempo e gli strumenti a

ltante dopo avernostra disposizione. Ma vi eravamo così vicini che i pochi chilometri che probabilmente ci

el mattino si era separavano da esso non potevano avere la benché minima importanza.

rendere l’altezza Era nostra intenzione inscrivere questo accampamento in un cerchio con un raggio di 18.5

mo intravedere ilchilometri ed essere soddisfatti del nostro lavoro quando fosse finito. Dopo esserci fermati ci

a volte avevamoriunimmo per congratularci fra di noi. Avevamo buone ragioni di reciproco rispetto per quanto era

Non si parlavastato realizzato, e io credo, che fosse proprio ciò che sentivamo e che esprimemmo con i pugni forti e

i precedenti era decisi che ci scambiammo.

e millimetro più Dopo questo primo gesto passammo all’altro, il più importante e più solenne di tutto il viaggio –

al massimo. Ma piantare la nostra bandiera. Amore e orgoglio brillavano in quelle 5 paia di occhi che osservavano

’infinita e piattala bandiera, mentre essa con una schioccata si dispiegò nella fresca brezza e sventolò sul Polo.”647
teressassero più

evano esaminato

– il nostro Polo

ne sappia che ciò

a vita. Direi una

che io non credo

dei suoi desideri

tesso Polo Nord

nare qualcosa di

non eravamo sul

e gli strumenti a

robabilmente ci

raggio di 18.5

serci fermati ci

o per quanto era

on i pugni forti e

tutto il viaggio –

che osservavano
1 Tra i ‘precedenti’ dello scandinavismo va ricordata la fondazione a Londra nel 1786 della

Società nordica (Det nordiske Selskab) voluta dal norvegese Johan (John) Collett (1758-1810),

appartenente a una famiglia di industriali del legname, che risiedeva e lavorava in quella città. Essa

riuniva diversi membri della colonia nordica. Nella primavera del 1792 lo storico danese Frederik

Sneedorff (1760-1792), figlio del celebre Jens Schelderup Sneedorff (vd. p. 805 e p. 834) tenne qui

un importante discorso nel quale auspicava la fondazione in tutte e tre le capitali nordiche di simili

associazioni e sottolineava l’appartenenza di Danesi, Svedesi e Norvegesi alla comune patria

scandinava. È questa, verosimilmente, la prima volta in cui il termine ‘scandinavo’ acquisisce, oltre a

quello geografico, un significato culturale (vd. PETERSEN – ANDERSEN 1932-1934 [B.4], p. 966 e p.

980).

2 Suoi promotori furono inoltre Jens Baggesen (vd. pp. 838-839), Christen Henriksen Pram (vd.

p. 809, nota 557 e p. 901) e Rasmus Nyerup (vd. p. 918). In precedenza Høst aveva pubblicato a

Lund la rivista Nordia (1795-1796) con contributi danesi e svedesi.

3 Successivamente (1805-1832) la società darà alle stampe una serie di Scritti (Det skandinaviske

literaturselskabs skrifter).

4 Sui sentimenti scandinavisti di Tegnér in rapporto alla realtà della politica vd. SVANBERG V.,

“Skandinavismen i Tegnérs ‘Nore’”, in Samlaren, XIII (1932), pp. 1-51.

5 Vd. p. 923, nota 275.

6 Essa sarà sciolta nel 1856.

7 Cfr. p. 863.

8 Essi ebbero luogo a Christiania (1851 e 1852), a Uppsala (1856), a Lund e Copenaghen (1862) e

di nuovo a Christiania (1869). L’incontro di Uppsala è ricordato come affollatissimo, in

quell’occasione ci fu (13 giugno) un raduno presso i tumuli di Gamla Uppsala (luogo simbolo della
a nel 1786 dellatradizione nordica, vd. p. 90 e p. 137) nel corso del quale Carl Parmo Plough (del quale poco più

ett (1758-1810), avanti) tenne un discorso in cui parlò esplicitamente della necessità dell’unione politica fra i Paesi

quella città. Essa scandinavi, ma anche (15 giugno) l’intervento del re Oscar I il quale si impegnava per una difesa

danese Frederikcomune (vd. HALLENDORF 1914, p. 9). Per l’incontro di Copenaghen del 1862 il musicista danese

p. 834) tenne quiOtto Johann Anton Dütsch (1823-1863) compose appositamente una Polka delle dame scandinave

ordiche di simili(De skandinaviske Damers Polka).

comune patria 9 Cfr. p. 904 e p. 934, nota 332.

cquisisce, oltre a 10 Cfr. p. 903, nota 175.

B.4], p. 966 e p. 11 Vd. pp. 270-272.

12 Vd. sopra, p. 930.

riksen Pram (vd. 13 In questo contesto, come si vede, gli Islandesi restano ai margini manifestando scarso

eva pubblicato acoinvolgimento. Va tuttavia citato qui il poeta Grímur Thomsen (cfr. p. 841, nota 737 e p. 1076 con

nota 491) il quale, unico rappresentante di quel Paese, partecipò al grande raduno di Uppsala del

et skandinaviskegiugno 1856 dove prese anche la parola (vd. BJÖRNSSON A., “Grímur Thomsen og Uppsalamótið”, in

Árbók Landbókasafns Íslands – Nýr flokkur, XIV [1988], pp. 5-15).

V., 14 Vd. sopra, pp. 862-863.

15 Vd. oltre, pp. 959-960 con nota 34.

16 L’aspetto linguistico aveva per gli scandinavisti grande importanza. Questa constatazione

consente di sottolineare ancora una volta come il movimento si incentrasse, essenzialmente, sui

rapporti tra il Regno di Svezia-Norvegia e quello di Danimarca, di cui l’Islanda (la cui lingua

enaghen (1862) econservava tratti arcaici e non era certo per gli altri nordici di immediata comprensione) non era

ffollatissimo, inconsiderata che una appendice; cfr. nota 13. Da ciò derivava anche il ‘problema’ dei Sami e quello

go simbolo delladella Finlandia, la cui inclusione in un’idea di ‘grande Scandinavia’ (realizzabile quantomeno sul
l quale poco piùpiano culturale) avrebbe dovuto avvenire più tardi. In Norvegia, dove il dibattito linguistico era

litica fra i Paesi particolarmente vivace e la competizione tra landsmaal e riksmaal con tutte le sue ripercussioni

a per una difesasociali e politiche era ormai avviata (vd. 11.3.3.1), la rilevanza della questione appare evidente, a

musicista daneseesempio, quando si osservi che Knud Knudsen (vd. pp. 943-944), fautore del riksmaal, era un

ame scandinave convinto scandinavista mentre un autore come Aasmund Olavsson Vinje (su cui vd. nota 522 e cfr.

nota 231), che aveva scelto il landsmaal come propria lingua letteraria, prediligeva un punto di vista

nazionalistico. Negli anni ’60 lo ‘scandinavismo linguistico’ conobbe il suo periodo migliore,

toccando il culmine nel 1869 quando esperti dei tre Paesi si riunirono a Stoccolma per fare proposte

utili a un avvicinamento fra le lingue, quantomeno dal punto di vista ortografico.

17 Un sodalizio danese che in buona parte condivideva gli ideali scandinavisti era l’Associazione

ifestando scarso popolare danese (Dansk Folkeforening), di ispirazione nazional-liberale, sorta nel 1865; una simile

37 e p. 1076 contendenza traspariva del resto anche nella pubblicazione L’amico del popolo (Folkevennen, 1852-

o di Uppsala del1900) edita dalla Società per la promozione dell’educazione popolare (Selskapet for

ppsalamótið”, in folkeoplysningens fremme), attiva in Norvegia fin dal 1851 e il cui presidente era Hartvig Nissen (vd.

p. 903 con nota 175).

18 Si menzioni in primo luogo il Corriere dell’Öresund (Öresundsposten) di Helsingborg che fu

per un periodo portavoce delle idee degli scandinavisti. Fondatore e redattore del giornale era lo

ta constatazione svedese Oscar Patrick Sturzenbecker (più tardi Sturzen-Becker, 1811-1869) che auspicava una

enzialmente, suifederazione tra gli stati nordici. Accanto a questo si citino il danese La Patria (Fædrelandet, cfr. p.

a (la cui lingua864, nota 19); lo svedese Foglio della sera (Aftonbladet), il cui redattore fu (dal 1857 alla morte con

ensione) non erauna breve interruzione) il convinto scandinavista August Sohlman; i norvegesi Foglio del mattino

ei Sami e quello(Morgenbladet) e Il Nord (Norden, 1866-1868).

quantomeno sul 19 La speranza in tal senso non era tuttavia del tutto perduta, anche perché movimenti politici
o linguistico eraparalleli, come quello dell’unificazione d’Italia e della confederazione degli Stati tedeschi, cui gli

ue ripercussioni scandinavisti guardavano con sincero interesse, avevano avuto, come noto, esiti ben più concreti. Nel

pare evidente, a 1870 il politico danese Frederik Bajer (vd. pp. 970-971; cfr. p. 1057), premio Nobel per la pace nel

, era un1908 (assieme allo svedese Klas Pontus Arnoldson, 1844-1916) aveva fondato la Società per gli Stati

. nota 522 e cfr.liberi del Nord (Nordisk Fristats-Samfund, attiva senza troppo successo fino al 1882), immaginando

un punto di vistala possibilità di una sorta di confederazione repubblicana tra i Paesi nordici.

eriodo migliore, 20 In concomitanza di questa decisione le antiche valute (i rigsdaler danesi, i riksdaler svedesi e

per fare propostegli speciedaler norvegesi) vennero sostituiti dalle “corone”: dan. krone (pl. kroner), norv. (bm e nn)

krone (pl. kroner, nn anche kronor), sved. krona (pl. kronor), islandese króna (pl. krónur). I daler

a l’Associazione(denominazione nordica dei “talleri” erano monete d’argento che cominciarono a essere coniate in

1865; una simileScandinavia a partire dalla prima metà del XVI secolo. Dall’inizio del XVII compare in Svezia la

, 1852-denominazione riksdaler “talleri del Regno”, mentre in Danimarca e Norvegia si parla di speciedaler

Selskapet for (“talleri in specie”) detti successivamente in Danimarca krondaler “talleri della Corona” e infine

rtvig Nissen (vd. rigsdaler “talleri del Regno” (nella colonia islandese, dove tuttavia la circolazione di denaro restò

molto a lungo assai limitata, ríkisdalir). Una frazione del “tallero” era lo “scellino” (dan. sved. e

lsingborg che fu norv. skilling, isl. skildingur). L’unione valutaria scandinava sarebbe sopravvissuta allo scioglimento

l giornale era lodell’unione tra Svezia e Norvegia ma si sarebbe infranta contro la crisi economica determinata dalla

e auspicava una prima guerra mondiale. L’accordo, concluso il 27 maggio fu pubblicato il 26 giugno 1873 (se ne veda

, cfr. p.la versione danese: Lov nr. 66 af 23. maj - møntlov). La legge norvegese al riguardo fu emessa il 17

7 alla morte conaprile 1875 (NL 1682-1934, pp. 234-237). L’unione monetaria cessò formalmente di esistere nel

glio del mattino1924.

21 Su cui vd. oltre, pp. 1013-1016.

ovimenti politici 22 In danese Foreningen Norden, in norvegese Foreningen Norden (bm) e Foreiningen Norden
tedeschi, cui gli(nn), in svedese Föreningen Norden. Successivamente l’associazione fu istituita anche in Islanda

più concreti. Nel(Norræna félagið, 1922), in Finlandia (Pohjola Norden, 1924) e in territori dotati di una certa

l per la pace nelautonomia come le Føroyar (Norrøna Felagið, 1951), le isole Ahvenanmaa (sved. Åland, 1970) e la

cietà per gli StatiGroenlandia (1991). Sedi dell’associazione esistono anche in Russia, Estonia, Lituania e Lettonia.

2), immaginando 23 In danese e norvegese Foreningerne Nordens Forbund, in svedese Föreningarna Nordens

Förbund, in islandese Samtök Norrænu Félaganna, in finnico Norden-yhdistysten liitto.

svedesi e 24 In danese e norvegese Nordisk råd, in svedese Nordiska rådet, in islandese Norðurlandaráð, in

)finnico Pohjoismaiden neuvosto. Vd. pp. 1234-1235.

daler 25 Dopo lo scioglimento dell’Unione sovietica i contatti e la collaborazione con i Paesi baltici

essere coniate in(Estonia, Lituania e Lettonia) si sono intensificati ed è stato anche proposto di accoglierli come

pare in Svezia la membri all’interno del Consiglio.

speciedaler 26 Vd. p. 809.

Corona” e infine 27 Cfr. sopra, nota 1.

di denaro restò 28 Si ricordi qui che Danimarca e Norvegia ancora condividevano un unico sovrano.

o” (dan. sved. e 29 DLO nr. 165-166.

allo scioglimento 30 Vd. THORKILDSEN 1997 (A), pp. 157-160.

determinata dalla 31 Ibidem, p. 157.

1873 (se ne veda 32 Si ricordi qui che nei vari Paesi esso aveva alle spalle diversi percorsi e situazioni. Come

o fu emessa il 17osservato in precedenza, nel XVIII secolo i contadini svedesi godevano di talune prerogative, mentre

e di esistere nela quelli dei Regni uniti di Danimarca e Norvegia non erano riconosciuti diritti politici e,

paradossalmente, quelli danesi risultavano i più oppressi. In Islanda poi essi avevano vissuto una

situazione di totale sfruttamento, pesantemente aggravata dal monopolio commerciale. La ‘rinascita

einingen Norden politica’ dei contadini si lega in primo luogo alle riforme agrarie e (per gli islandesi) all’abolizione
anche in Islandadel monopolio.

ati di una certa 33 In danese Novemberforfatningen (Grundlov for Kongeriget Danmarks og Hertugdømmet

, 1970) e la Slesvigs Fællesanliggender, 18 novembre 1863, in DFL, pp. 101-111).

34 Il trattato fu concluso il 30 ottobre 1864 e reso pubblico in Danimarca il 16 novembre

ngarna Nordens (Allerhøieste Kundgjørelse ang. den i Wien den 30te October 1864 afsluttede Fredstractat med

tillhørende Protokol angaaende Jyullands Rømning). In base a questo trattato il confine meridionale

, indanese veniva posto lungo il corso del fiume Kongeå (ted. Königsau).

35 Sull’argomento vd., tra l’altro, WILLERSLEV R., Studier i dansk Industrihistorie 1850-1880

on i Paesi balticiKøbenhavn 1952.

accoglierli come 36 Vd. tuttavia STYBE S. E., Frederik Dreier. Hans liv, hans samtid og hans sociale tænkning.

With a summary in English: Frederik Dreier, his life, contemporaries and social philosophy,

Copenhagen 1959.

37 È significativo che questa critica trovi spazio in una rivista dal titolo Riforma sociale

(Samfundets Reform, 1852-1853). Su di lui vd. anche NYMARK J., Frederik Dreiers politisk-

ideologiske virksomhed, Kongerslev 1975.

38 Vd. pp. 965-966. Va tuttavia ricordato che Frederik Dreier fece parte di alcune associazioni di

lavoratori come l’Associazione per la formazione degli artigiani (Haandværkerdannelsesforeningen)

situazioni. Comefondata nel 1847 e l’Associazione per il benessere della classe lavoratrice (Foreningen for

rogative, mentreArbeidsklassens Vel) sorta per iniziativa di Peter Frederik Lunde (1803-1893), industriale liberale

diritti politici e,attento ai problemi sociali; esse nel 1853 confluirono nell’Associazione dei lavoratori

vano vissuto una (Arbeiderforeningen). La prima di queste, benché sorta con scopi di carattere formativo, acquisì in

ale. La ‘rinascitaseguito valenza politica. Presidente dell’Associazione dei lavoratori (che per un periodo collaborò

si) all’abolizionecon la Società degli amici dei contadini, su cui immediatamente sotto) fu Christian Vilhelm Rimestad
(1816-1879). Quando la cooperazione si interruppe Jens Andersen Hansen (vd. nota 40) diede vita

Hertugdømmetalla Associazione dei lavoratori di Copenaghen (Kjøbenhavns Arbejderforening, 1856) mentre nel

1860 Rimestad fondò una nuova Associazione dei lavoratori (Arbejderforening) che avrebbe

il 16 novembre acquisito grande importanza.

Fredstractat med 39 Che sarebbero culminate nella sommossa della primavera del 1848 in Selandia; vd. BJORN CL.,

fine meridionaleFrygten fra 1848. Bonde- og husmandsuroen på Sjælland i foråret 1848, Odense 1985.

40 Principali promotori ne furono l’insegnante e agitatore sociale Asmund Christian Gleerup

orie 1850-1880,(1809-1865); l’agronomo e industriale della carta Johan Christian Drewsen (1777-1851); il giurista

Balthasar Christensen (1802-1882), già redattore del giornale liberale La Patria (Fædrelandet, cfr. p.

ociale tænkning. 864, nota 19); i politici Orla Lehman e Anton Frederik Tscherning (vd. p. 863) che ne fu presidente.

cial philosophy,Organo della società divenne L’amico del popolo (Almuevennen), uscito tra il 1842 e il 1856 (negli

ultimi quattro anni Foglio popolare, Folkebladet) fondato da Jens Andersen Hansen (1806-1877),

Riforma sociale una figura che molto avrebbe significato nella politica danese (vd. poco oltre). Un importante

Dreiers politisk- collaboratore di questo periodico fu Peder Hansen Lundby (1801-1854), contadino egli stesso.

41 Nell’ambito della Sinistra e in relazione alla costituzione del 1849 vanno menzionati anche i

e associazioni dicosiddetti “convegni all’ippodromo” (hippodrommøderne), incontri svoltisi nel 1848 all’ippodromo

)di Copenaghen, i cui partecipanti (rappresentanti di questa parte politica, ma anche liberali di ampie

Foreningen forvedute) si confrontarono su diverse questioni politiche di attualità. Sulla storia della Sinistra danese

dustriale liberalevd. NØRGAARD F. – JENSEN H. (red.), Venstres Historie i Danmark gennem 100 Aar, I-II, Odense

dei lavoratori1937-1938. Si precisa che il termine ‘Sinistra’ va qui inteso nel senso di opposizione liberale alle

ativo, acquisì in forze conservatrici.

eriodo collaborò 42 Tra le leggi che favorirono il progresso del mondo rurale ci fu nel 1845 la liberalizzazione del

ilhelm Rimestadcommercio dei prodotti agricoli (Fr., ang. Opkiøb af landmandens Producter, 23 aprile 1845) e nel
ta 40) diede vita1861 (19 febbraio) un decreto che favoriva coloro che conducevano un podere in enfiteusi (anche se

856) mentre nel in esso si teneva debito conto degli interessi dei proprietari terrieri): Lov om nogle Forandringer i

) che avrebbeFæstelovgivningen.

43 L’Eider (danese Ejderen) scorre a sud dello Schleswig. Fin dall’inizio del IX secolo questo

CL.,corso d’acqua aveva avuto grande importanza nella determinazione di una linea di confine tra i

territori tedeschi e quelli danesi (cfr. p. 233 e pp. 1413-1414). La ‘politica dell’Eider’

hristian Gleerup(Ejderpolitiken) venne formulata da Orla Lehman (vd. p. 863) fin dal 1842 e sostenuta nel corso di

1851); il giuristaquelli che sono ricordati come gli “incontri al Teatro Casino” (Casinomøderne) tenuti nel marzo del

, cfr. p.1848 a Copenaghen (si ricordi che subito dopo in quello stesso mese fu insediato il “governo di

ne fu presidente.marzo”; vd. p. 863). In sostanza i promotori di questa idea davano per scontata la rinuncia al ducato

e il 1856 (neglidel Holstein, mentre ritenevano che lo Schleswig dovesse far parte integrante del Regno danese. In

en (1806-1877),effetti la responsabilità politica delle due guerre per i ducati (1851-1854 e 1864) ricade in gran parte,

Un importantenel bene e nel male, sui nazional-liberali.

44 Rappresentanti eminenti del gruppo furono anche Carl Christian Hall (1812-1888, cfr. nota 47)

enzionati anche i e il giornalista Carl Steen Andersen Bille (1828-1898) che dal 1852 pubblicò il Foglio quotidiano

8 all’ippodromo(Dagbladet), autorevole organo di stampa che dava voce all’opinione dell’alta borghesia (negli ultimi

liberali di ampiedecenni del secolo il giornale perse di importanza ma fu comunque pubblicato fino al 1931).

a Sinistra danese 45 I suoi rappresentanti principali furono Jakob Marius Elieser Kristian Gad (1827-1902), Carthon

, I-II, Odense Kristoffer Valdemar Nyholm (1829-1912) e Niels Christian Frederiksen (originariamente

one liberale alleFriderichsen, 1840-1905).

46 Il riferimento è al governo di Carl Eduard Rotwitt (1812-1860) del partito degli Amici dei

eralizzazione delcontadini che fu presidente del consiglio per un breve periodo dal 2 dicembre 1859 all’8 febbraio

prile 1845) e nel1860 (data della morte): tuttavia nella sua compagine di ministri oltre a lui (in realtà nominato per la
fiteusi (anche se considerazione di cui godeva piuttosto che per l’appartenenza politica) vi era un solo rappresentante

e Forandringer i di quel partito. Fino alla formazione del secondo gabinetto Hall (24 febbraio; cfr. nota successiva) fu

sostituito dal barone Carl Frederik Axel von Blixen-Finecke (1822-1873).

X secolo questo 47 In questo periodo il loro miglior rappresentante fu, probabilmente, il primo ministro Carl

di confine tra i Christian Hall che fu in carica una prima volta dal 13 maggio 1857 al 2 dicembre 1859 e una seconda

itica dell’Eider’volta dal 24 febbraio 1860 al 31 dicembre 1863.

nuta nel corso di 48 Sul quale cfr. sopra, nota 40.

uti nel marzo del 49 Cristiano di Glücksburg era succeduto a Federico VII nel 1863, in base agli accordi seguiti alla

o il “governo di guerra dei tre anni (1848-1850) per lo Schleswig e il Holstein (cfr. p. 863, nota 18).

nuncia al ducato 50 Su N.F.S. Grundtvig vd. sopra, pp. 883-884, p. 886 e pp. 914-915.

Regno danese. In 51 Fin dall’inizio in quest’area si era determinata una divergenza che vedeva contrapposte

de in gran parte, un’anima ‘grundtvigiana’ e ‘nazionale’ e una ‘popolare’. All’interno della Camera si era poi formato

il gruppo dei cosidetti bjørnbakkerne (letteralmente “i bjørnbakkiani” guidati da Geert Henrik

888, cfr. nota 47) Winther, 1813-1905), legati a un attivista politico dello Jutland di nome Lars Bjørnbak (1824-1878)

oglio quotidianoche era stato tra i fondatori (1862) dell’Associazione del popolo jutlandese (Den jyske folkeforening),

esia (negli ultimiallo scopo di difendere la costituzione del 1849, promuovere il progresso del popolo e opporsi a

spese in campo militare. Altre figure di rilievo erano quelle dei grundtvigiani Sophus Høgsbro (1822-

7-1902), Carthon 1902), leader dell’ala ‘nazionale’ e presidente della Camera tra il 1887 e il 1901 e Frede Bojsen

(originariamente (1841-1926), il mediatore che avrebbe concluso nel 1894 un accordo con la Destra (vd. p. 968). Più

radicali furono il popolarissimo Christen Berg (1829-1891), promotore di diversi giornali tra cui il

degli Amici dei Foglio del mattino (Morgenbladet, 1873-1892) di Copenaghen, che pure era stato fortemente

59 all’8 febbraio influenzato da Grundtvig; Viggo Hørup (1841-1902) ed Edvard Brandes (1847-1931), fratello del più

nominato per la celebre Georg (vd. oltre, p. 1073; su di lui vd. HVIDT KR. Edvard Brandes. Portræt af en radikal
o rappresentanteblæksprutte, København 1992). Figure di rilievo della Sinistra furono anche Niels Thomasius

ta successiva) fu Neergaard (1854-1936), di formazione accademica, autore di un obiettivo e ‘classico’ resoconto sui

fatti politici del periodo dal titolo Con la costituzione di giugno, una presentazione della storia

mo ministro Carlpolitica del popolo danese tra il 1848 e il 1866 (Under Junigrundloven, en Fremstilling af det danske

59 e una secondaFolks politiske Historie 1848–1866, uscito in tre parti a Copenaghen tra il 1889 e il 1916) e Ludvig

Holstein-Ledreborg (1839-1912) che sebbene sia considerato uno dei grandi leader della Sinistra

rimane in una posizione particolare in quanto convertitosi al cattolicesimo e ritiratosi dalla politica

cordi seguiti alladopo aver constatato l’inefficacia di molti suoi sforzi. Voce di questa parte furono diversi giornali:

oltre a quelli sopra citati si ricordino qui L’amico del popolo (Almuevennen) di Hansen (vd. sopra,

nota 40), le Notizie dello Jutland settentrionale (Nørrejyske Tidende, fondato nel 1848 ad Aarhus,

va contrappostepubblicato da Winther dal 1850, cessato nel 1973), le Notizie popolari danesi (Dansk Folketidende,

i era poi formatodi notevole successo, uscito a København tra il 1865 e il 1883 e curato da Høgsbro) e il Notiziario

da Geert Henrikprovinciale di Sorø (Sorø Amtstidende, 1845-1863).

bak (1824-1878) 52 È noto che fu proprio Pio a disegnare le caratteristiche cassette postali di colore rosso che si

),vedono ovunque in Danimarca.

polo e opporsi a 53 Vd. nota 90.

Høgsbro (1822- 54 Si trattava di Peder Thygesen Holm (1848-1898) e di Christen Ivar Hørdum (1846-1911).

e Frede Bojsen 55 Il giornale, stampato a Copenaghen, si chiamò in seguito (1874-1959) Il socialdemocratico

(vd. p. 968). Più(Social-DemoKraten) e poi Attualità (Aktuelt, 1959-2001), per un decennio tuttavia (1987-1997)

giornali tra cui ilAttualità libera (Det Fri Aktuelt). In precedenza (dal 1871) Louis Pio aveva pubblicato i Fogli

stato fortemente socialisti (Socialistiske Blade) che furono poi sostituiti da Il socialdemocratico. Tra i primi giornali

), fratello del più dei socialisti vanno segnalati anche il Settimanale socialdemocratico (Socialdemokratisk Ugeblad,

æt af en radikal 1883-1884) di Aarhus, divenuto in seguito Il democratico (Demokraten) e uscito fino al 1974.
Niels Thomasius 56 La cosiddetta visnepolitik, la “politica del [lasciar] appassire” qualsiasi proposta del governo.

co’ resoconto sui 57 Vd. HVIDT KR., Venstre og forsvarsagen 1870-1901, Aarhus 1960.

one della storia 58 Vd. nota 51 e p. 1110.

ing af det danske 59 Su di lui vd. JØRGENSEN TROELS G., Andreas Frederik Krieger. Juristen – politikeren –

1916) e Ludvigborgeren, København 1956.

della Sinistra 60 I suoi rappresentanti più significativi furono il sopra citato Edvard Brandes, Carl Theodor

osi dalla politicaZahle (1866-1946), Ove Rode (1867-1933) e Peter Rochegune Munch (1870-1948). Vd. FOG-

diversi giornali:PETERSEN G. (red.), Det Radikale Venstres Historie, I-II, Odense 1938-1939.

nsen (vd. sopra, 61 Il titolo fa riferimento alla bandiera danese (vd. pp. 334-335).

1848 ad Aarhus, 62 Il corrispondente di circa centoventi milioni di euro.

sk Folketidende, 63 Si tratta dell’esecutivo presieduto da Carl Theodor Zahle (cfr. nota 60) il quale restò in carica,

Notiziario con l’appoggio dei socialdemocratici, tra il 28 ottobre 1909 e il 5 luglio 1910.

64 Cfr. nota precedente.

lore rosso che si 65 Danmarks Riges Grundlov af 5. juni 1915. Significativamente siglata il 5 giugno, medesimo

giorno dell’emanazione della costituzione del 1849 (cfr. p. 864, nota 20).

66 Vd. p. 862 con nota 10.

67 Dal punto di vista elettorale la costituzione revisionata del 1866 introdusse ulteriori restrizioni

ocialdemocraticoper l’elezione del Senato, il che accentuò la sua caratteristica di assemblea che rappresentava le classi

via (1987-1997)privilegiate.

Fogli 68 Cfr. nota 19 e p. 1057.

i primi giornali 69 In precedenza (1904) ella aveva fondato l’Associazione politica delle donne (Politisk

kratisk Ugeblad,Kvindeforening), fortemente orientata a sinistra. Elna Munch aveva infatti idee radicali ed entrò a far

parte del partito della Sinistra radicale fin dalla fondazione. Nell’articolo “La battaglia delle donne
per il diritto di voto” (“Kvindernes valgretskamp”), comparso sulla rivista Il nuovo secolo (Det ny

Aarhundrede, 1906: II, pp. 349-359), ella riassume la lotta per una pari dignità a partire dalla

rivoluzione francese. Elna Munch fu una delle prime donne danesi a essere eletta in parlamento.

– politikeren –Oltre che per il diritto di voto si adoperò per il raggiungimento della parità di trattamento salariale fra

uomini e donne e all’interno del matrimonio. Inoltre si espresse a favore dell’ammissione delle donne

s, Carl Theodoral sacerdozio (cfr. più avanti, pp. 1070-1072).

- 70 Per la verità già in precedenza le donne erano state ammesse a votazioni di minore importanza

come i consigli parrocchiali, le commissioni comunali per l’infanzia, gli enti di gestione

dell’assistenza sociale.

71 Si vedano le leggi dell’8 maggio 1894 (Lov om Adgang til at afløse Tiender) e, soprattutto,

e restò in carica,quella del 15 maggio 1903 (Lov om Afløsning af Tienden, con relativa notifica del 1 ottobre

successivo). In quella stessa data fu anche riformato il sistema fiscale (vd. in particolare: Lov om

Ejendomsskyld e Lov om Indkomst- og Formueskat til Staten).

ugno, medesimo 72 Agli inizi del XX secolo anche i piccoli coltivatori (husmænd, sing. husmand, che tuttavia

avevano una situazione giuridica diversa dai husmenn norvegesi, su cui vd. p. 717, nota 168)

formarono delle associazioni di categoria per rivendicare i propri diritti. Su di loro si veda

teriori restrizioni SKRUBBELTRANG F., Husmænd i Danmark gennem 300 Aar, København 1942.

esentava le classi 73 In questo contesto va ricordato il ruolo svolto dalla Società danese delle brughiere (Det danske

Hedeselskab, tuttora attiva), fondata nel 1866 dal giurista Georg Morville (Niels Georg Christian,

1817-1904) e dall’ufficiale e ingegnere Enrico Mylius Dalgas (1828-1894).

Politisk 74 Per la cui costituzione si adoperarono in diversi casi attivisti della Sinistra come Lars Bjørnbak

ali ed entrò a fare Carl Christian Alberti (1814-1890), padre di Peter Adler Alberti.

glia delle donne 75 Questi consorzi (che ebbero rapida diffusione) sorsero in primo luogo per la produzione dei
Det nyprodotti caseari e della carne. Vd. RAVNHOLT H., Il movimento cooperativo in Danimarca, Roma

à a partire dalla1953.

a in parlamento. 76 Nel 1898 veniva fondata la A/S Vølund, importante fabbrica di macchinari tuttora attiva,

ento salariale frasviluppatasi da una semplice officina aperta nel 1875. Il nome Vølund fa riferimento al celebre

ione delle donnefabbro della mitologia nordica (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 439-442).

77 Nel cui ambito (e in quello dei macchinari relativi) si segnala la FLSmidth fondata a

nore importanza Copenaghen nel 1882 e tuttora attiva.

nti di gestione 78 Nel 1872 Carl Frederik Tietgen (vd. p. 981) diede l’avvio alle Fabbriche danesi dello zucchero

(De danske Sukkerfabrikker) che inglobarono precedenti raffinerie. L’attività è proseguita all’interno

) e, soprattutto,della Danisco che nel 2009 ha ceduto questo settore alla tedesca Nordzucker.

a del 1 ottobre 79 La celebre fabbrica di birra Tuborg venne fondata nel 1874; nel 1881 le Fabbriche danesi di

Lov omalcolici (De Danske Spritfabrikker) di Carl Frederik Tietgen (vd. nota precedente) e Chresten

Andreas Olesen (1845-1920).

, che tuttavia 80 Come il cantiere navale Burmeister & Wains Maskin- og Skibsbyggeri sorto nel 1871 a

717, nota 168)Christianshavn. L’impresa era dovuta originariamente all’iniziativa di Hans Heinrich Baumgarten

di loro si veda(1806-1875) che nel 1843 aveva aperto un’officina meccanica. Successivamente egli era entrato in

società con Carl Christian Burmeister (1821-1898) e insieme avevano costruito la prima nave (1858).

Det danskePoi Baumgarten si ritirò e Burmeister portò avanti il lavoro.

Georg Christian, 81 Nell’ambito del commercio va menzionata la nascita (1897) della Compagnia dell’Asia

orientale (Østasiatisk Kompagni), fondata da Hans Niels Andersen (1852-1937), tuttora in piena

me Lars Bjørnbakattività (è nota come ØK). Nell’ambito dell’industria navale il varo (1912) del primo bastimento

transoceanico, Selandia, spinto da motore diesel anziché a vapore.

a produzione dei 82 Una precedente Società per l’artigianato nazionale (Selskabet for indenlandsk Kunstflid) era
, Roma sorta nel 1808 per iniziativa del naturalista Carl Gottlob Rafn (cfr. p. 775, nota 415), redattore della

rivista Notizie dal commercio e dall’industria (Handels- og Industrie-Tidende, che uscirà con diverse

ri tuttora attiva,intitolazioni tra il gennaio 1782 e il dicembre 1851). Aperta ai Danesi ma anche ai Norvegesi, essa

mento al celebreaveva lo scopo di promuovere i prodotti manufatturieri nazionali (a scapito delle importazioni dal

nemico inglese) anche premiando quelli migliori. Simili organismi erano poi sorti nel resto del Paese.

fondata a Nel 1911 l’Associazione mercantile industriale diverrà il Consiglio industriale (Industrirådet), un

organismo che nel 1990 confluirà nella [Confederazione dell’]industria danese (Dansk Industri). Di

si dello zuccheroquest’ultima fa parte anche l’Associazione danese dei datori di lavoro (Dansk Arbejdsgiverforening),

eguita all’internosorta nel 1896 dall’unione di diverse sigle minori.

83 Queste esposizioni, come quelle organizzate precedentemente e successivamente a Stoccolma,

bbriche danesi diGöteborg (vd. p. 993) e (di minori dimensioni) Christiania nel 1857 e nel 1861, furono ispirate

nte) e Chresten all’ideale scandinavistico che ancora si voleva perseguire.

84 Junigrundloven, VIII, § 88.

orto nel 1871 a 85 Lov om Haandværks- og Fabriksdrift samt Handel og Beværtning m.m. (29 dicembre 1857),

rich Baumgartensuccessivamente modificata e integrata con un nuovo provvedimento (23 maggio 1873: Lov om

gli era entrato in Forandring i og Tillæg til Lov om Haandværks- og Fabriksdrift m.m. af 29de December 1857). Per

ima nave (1858).una eliminazione dei dazi e un commercio davvero libero si era adoperato soprattutto Andreas

Peschcke Køedt (1845-1929), imprenditore e politico che aveva soggiornato in Inghilterra, avendo

pagnia dell’Asiamodo di conoscere da vicino la politica economica di quel Paese. Nel 1908 sarà emanata una legge

tuttora in piena(dall’iter molto contrastato) per l’abbassamento dei dazi (Lov om Toldafgifterne, 5 maggio 1908).

rimo bastimento 86 Essa era stata introdotta da Erik di Pomerania nel 1427 o 1429 (vd. p. 440; cfr. p. 532, nota 7).

87 Fin dal 1840 il maestro falegname Johannes Lasenius Kramp (1808-1876) aveva fondato a

) eraCopenaghen l’Associazione degli artigiani (Haandværkerforeningen), che fu la prima di questo


), redattore della genere (vd. BAUER A., Haandværkerforeningen i Kjøbenhavn 1840-90. En historisk Fremstilling,

scirà con diverseUdg. af Foreningen i Anledning af dens halvtredsaarige Jubilæum d. 20. Nov. 1890, København

Norvegesi, essa1890).

importazioni dal 88 Essa sta alla base dell’attuale grande sindacato detto Organizzazione nazionale danese

l resto del Paese. (Landsorganisationen i Danmark), comunemente noto con la sigla LO.

), un 89 Ciò non significa affatto che il movimento disconoscesse le proprie radici socialiste, in quanto

). Diil suo programma restava, sostanzialmente, quello redatto nel 1876 nel corso di un congresso dei

),socialisti danesi tenuto a Frederiksberg presso Copenaghen. Esso conteneva richieste precise

riguardanti l’orario di lavoro, la proibizione del lavoro minorile, l’assistenza sociale e sanitaria, le

nte a Stoccolma,condizioni abitative dei lavoratori ma anche la separazione tra Stato e Chiesa, il diritto di voto a

, furono ispirateventidue anni e l’abolizione del Senato. In effetti una legge per la Cassa malattie fu approvata nel

1892 (Lov om anerkendte Sygekasser, 12 aprile 1892) e nel 1898 una per l’aiuto economico in caso

di infortunio (Lov om Arbejderes Forsikring mod Følger af Ulykkestilfælde i visse Virksomheder, 7

dicembre 1857),gennaio 1898; vd. anche Bekendtgørelse om Opprettelse af Arbejderforsikringsraadet, 1 aprile 1898).

Lov omNei primi anni del Novecento, sotto il governo della Sinistra, fu stabilito un contributo di

). Per disoccupazione (Lov om anerkendte Arbejdsløshedskasser, 9 aprile 1907).

rattutto Andreas 90 Si ricordi qui la cosiddetta “battaglia del parco demaniale” (Slaget på Fælleden) che ebbe

ghilterra, avendoluogo il 5 maggio 1872 tra gli operai che partecipavano a una manifestazione di sostegno allo

manata una leggesciopero dei muratori e le forze dell’ordine (soldati e polizia). La manifestazione era stata convocata

da Louis Pio con un articolo su Il socialista (Socialisten), nr. 26 del 2 maggio. In seguito a ciò Pio e

altri due attivisti erano stati imprigionati (cfr. p. 966) e la manifestazione vietata. Ciò nonostante

aveva fondato amigliaia di persone (tra cui donne e bambini) si recarono all’appuntamento: ci furono scontri e i

prima di questodimostranti furono caricati all’arma bianca, col risultato che si contarono molti feriti. Questo episodio
isk Fremstilling,ha assunto un grande significato simbolico nella storia del movimento operaio danese. Si legga il

, Københavntesto dell’appello di Louis Pio alle pp. 975-977.

91 Lov om Børns og unge Menneskers Arbeide i Fabrikker og fabrikmæssig drevne Værksteder

azionale danesesamt det Offentliges Tilsyn med disse (23 maggio 1873). In base a questo provvedimento era vietato

far lavorare nelle fabbriche bambini al di sotto dei dieci anni e il loro orario non poteva superare le

ialiste, in quantosei ore intervallate da una pausa di mezz’ora. Con una legge successiva dell’11 aprile 1901 (Lov om

un congresso deiArbejde i Fabrikker og dermed ligestillede Virksomheder samt det offentliges Tilsyn dermed) il limite

richieste precise d’età fu elevato a dodici anni e l’orario ridotto a cinque ore e mezza (più mezz’ora di pausa, §§ 9-10).

le e sanitaria, leSolo nel 1913 (29 aprile: Lov om Arbejde i Fabrikker m.v. samt det offentliges Tilsyn dermed)

diritto di voto a vennero stabilite regole più severe (vd. in particolare: I, § 2 e IV, §§ 20-21). Nella stessa data furono

fu approvata nelemanate altre disposizioni relative alla Cassa di assistenza sociale, al sostegno alle vedove e

onomico in casoall’ufficio di collocamento (vd. HAARLØV V.R., “De sociale Love af 1913”, in Nationaløkonomisk

, 7Tidsskrift, III: 21 [1913], pp. 321-348).

, 1 aprile 1898). 92 Overenskomst mellem Dansk Arbejdsgiver- og Mesterforening og De samvirkende

n contributo diFagforbund, 5 settembre 1899.

93 Vd. sopra, nota 90.

) che ebbe 94 Le parole “Presto farà giorno fratelli” (Snart dages det Brødre) corrispondono ai primi versi

di sostegno allodella Marcia dei socialisti (Socialisternes Marsch, 1872) scritta in occasione della fondazione della

a stata convocata sezione danese dell’Internazionale dei lavoratori dal poeta Ulrich Peter Overby (noto con i

guito a ciò Pio esoprannomi di Overbye e Johannes Bamer, 1819-1879) e musicata da Christian Joseph Rasmussen

Ciò nonostante(1845-1908).

urono scontri e i 95 Letteralmente “scuole libere”, cfr. p. 884.

Questo episodio 96 Il riferimento è a Carl Parmo Ploug, scrittore, giornalista e politico appartenente ai nazional-
nese. Si legga illiberali e collaboratore del loro giornale Fædrelandet (cfr. p. 953 e p. 864, nota 19).

97 DLO nr. 167.

evne Værksteder 98 I ‘poveri’ (cioè coloro che dovevano ricorrere a questi sussidi) erano privati di diritti

mento era vietato elementari quali quello di votare e di sposarsi.

oteva superare le 99 Lov om Tilveiebringelse af Midler til Fattigunderstøttelse og om disse Midlers Bestyrelse, 8

Lov ommarzo 1856. Vd. KÆMPEGAARD P. CHR., De fattiges Kasse. Historisk, retslig og statistisk, Aalborg

) il limite1903.

pausa, §§ 9-10). 100 Rispettivamente: Lov om Underholdsbidrag til Børn, der ere avlede udenfor Ægteskab m.m.

)(20 aprile 1888); Lov om det offentlige Fattigvæsen (9 aprile 1891) e Lov om

essa data furonoAlderdomsunderstøttelse til værdige trængende udenfor Fattigvæsenet, stessa data; il contributo era

o alle vedove eassegnato dopo i sessanta anni). A queste si accompagnarono le leggi relative al mondo del lavoro

tionaløkonomisk sopra ricordate (vd. pp. 974-975 con note 89 e 91). Più tardi verrà emanata una normativa

sull’assicurazione per gli invalidi (Lov om invalideforsikring, 6 maggio 1921). Nel 1922 (7 agosto)

De samvirkende un ulteriore provvedimento (Lov om Aldersrente) avrebbe stabilito nuove regole pensionistiche e

innalzato il limite d’età a sessantacinque anni.

101 Fin dal 1800 l’ecclesiastico Nicolaus Heinrich Massmann (1766-1816) aveva aperto scuole

no ai primi versidomenicali destinate agli apprendisti delle varie corporazioni per offrire loro gratuitamente una

fondazione dellaistruzione elementare (che venne poi allargata ad altre discipline). Massmann avrebbe voluto

by (noto con iimprimere a queste scuole un indirizzo prettamente tecnico ma si trovò in contrasto con i finanziatori.

seph Rasmussen All’iniziativa di Johannes Lasenius Kramp (vd. nota 87) si deve la nascita (1843) dell’Istituto tecnico

(Det tekniske Institut) antesignano dell’attuale Scuola tecnica di Copenaghen (Københavns Tekniske

Skole). La gestione di questo istituto fu affidata alla Società tecnica (Det tekniske Selskab, sorta nel

ente ai nazional- medesimo anno). Successivamente (1876) l’istituto confluì in quella che venne detta Scuola della
società tecnica (Det tekniske selskabs skole). Nel 1906 dalla collaborazione tra l’Associazione

industriale mercantile e l’[Ufficio] comune di rappresentanza per l’industria e l’artigianato

privati di diritti(Fællesrepræsentationen for dansk Industri og Haandværk, sorto nel 1879) nacque l’Istituto

tecnologico (Teknologisk Institut), tuttora esistente, mentre nel 1911 il Consiglio industriale (vd. nota

, 8 82) darà vita, insieme all’Associazione degli artigiani (vd. nota 87) al Museo tecnico di Danimarca

, Aalborg (Danmarks tekniske museum).

102 Vd. p. 884.

Ægteskab m.m. 103 Si veda il § 90: “I bambini, i cui genitori non hanno possibilità per occuparsi della loro

Lov omistruzione, riceveranno insegnamento gratuito dalla scuola pubblica” (DLO nr. 168).

il contributo era 104 Su modello delle Realschulen tedesche, esse proponevano un insegnamento allargato a

mondo del lavorodiscipline utili a formare gli allievi che dovevano poi dedicarsi ad attività pratiche, come a esempio il

una normativacommercio. Già previste nella legge sulle scuole urbane del 1814 (vd. p. 883, nota 87), che

1922 (7 agosto)consentiva di aprire delle “scuole reali cittadine” (borgerlige realskoler) nei maggiori centri (§§ 1-3),

pensionistiche esi diffusero tuttavia più tardi.

105 In danese seminarier (sing. seminarium); vd. Lov om Lønninger for de ved

va aperto scuole Skolelærerseminarierne ansatte Forstandere og Lærere, om Undervisningen ved disse samt om en ny

atuitamente una Skolelærerexamen og ministeriets Bekjendtgørelse (15 febbraio 1857) e Lov om Seminarier og

avrebbe volutoPrøver for Lærere og Lærerinder i Folkeskolen m.m. (30 marzo 1894). Una precedente legge riferita

on i finanziatori.a questi istituti risaliva al 1818 (Reglement for samtilge Skolelærer-Seminarier i Danmark, in SCHOU

l’Istituto tecnico XVIII [Abbr.], pp. 6-28, 10 febbraio 1818). Qui si può leggere DE CONINCK-SMITH N. “‘At give Gud

nhavns Tekniskehvad Guds er og Keiseren hvad Keiserens er’ 1850’ernes danske skolelovgivning og den offentlige

, sorta neldebat om almueskolen”, in DHT VI: 2 (1985), pp. 240-257.

etta Scuola della 106 Loven om undervisningen i de lærde skoler i Danmark (1 aprile 1871); cfr. p. 497, nota 115, p.
a l’Associazione 638, nota 503 e p. 686 nota 36.

e l’artigianato 107 Lov om forskellige Forhold vedrørende folkeskolen, 24 marzo 1899 e Lov om højere

nacque l’IstitutoAlmenskoler m.m. (più semplicemente nota come Almenskoleloven, 24 aprile 1903). Alla prima seguì

ustriale (vd. notauna circolare relativa ai programmi di insegnamento (Cirkulære om undervisningsplaner for de

co di Danimarcaoffentlige folkeskoler, 6. april 1900), per la prima volta stabiliti da un’autorità centrale. Cominciò così

ad affermarsi il principio della “scuola unificata” (enhedsskole).

108 Nelle scuole di campagna l’insegnamento settimanale era previsto in diciotto ore, in ventuno

uparsi della loronelle scuole di città.

109 Per un approfondimento sulle leggi scolastiche danesi di questo periodo si rimanda a

ento allargato aNELLEMANN 1966 (B.8), pp. 95-130, cui qui ci si riferisce.

ome a esempio il 110 Vd. NELLEMANN 1966 (B.8), pp. 131-136. Una legge del 1933 (Lov om Folkeskolens Styrelse

, nota 87), che og Tilsyn og Tilsynet med private Skoler, 20 maggio) ridurrà grandemente il potere sulle scuole fino

i centri (§§ 1-3),ad allora riservato agli ecclesiastici, che verrà poi di fatto scomparendo. Questa legge introdurrà

piuttosto il principio dell’attiva partecipazione dei genitori nella loro gestione.

r for de ved 111 Le principali leggi di regolamentazione della scuola danese nel XX secolo sono le seguenti:

se samt om en ny18 maggio 1937 per la scuola dell’obbligo, Lov om Folkeskolen che si sforzava di porre gli allievi su

m Seminarier og un piano di parità e individuava come principio ispiratore quello del libero e armonioso sviluppo

nte legge riferita dell’individuo, piuttosto che quello della formazione basata sull’insegnamento religioso; 7 giugno

CHOU 1958 per la scuola dell’obbligo (un provvedimento molto discusso) e i ginnasi: rispettivamente Lov

‘At give Gudom ændringer af lov om folkeskolen (che eliminava la mellemskole, creava una scuola unica per i

og den offentligeprimi anni e parificava l’insegnamento nelle campagne con quello nelle città) e Lov om

gymnasieskoler; 26 giugno 1975 per la scuola dell’obbligo: Lov om folkeskolen, che introduceva il

497, nota 115, p.principio di una formazione ‘democratica’ degli allievi e sopprimeva le realskoler; 30 giugno 1993
per la scuola dell’obbligo: Lov om folkeskolen, il cui testo oltre ad affermare il principio

Lov om højeredell’educazione adattata alle specificità dei singoli allievi mostra di recepire problematiche

Alla prima seguìcontemporanee quali quelle derivanti dalla multiculturalità e dalle questioni ecologiche. L’efficacia

gsplaner for dedell’insegnamento scolastico in relazione alle problematiche dell’attualità è ben evidenziata nella

e. Cominciò cosìrecente direttiva del 24 giugno 2009 (Bekendtgørelse af lov om folkeskolen 24. juni 2009). Si

aggiunga che le punizioni corporali furono abolite in Danimarca solo con una circolare del 14 giugno

o ore, in ventuno1967 (Cirkulæret om god ro og orden, la cosiddetta spanskrørscirkulæret, dove spanskrør è la

bacchetta utilizzata dagli insegnanti per colpire gli allievi). Si aggiunga anche che nel 2000 è stata

o si rimanda a istituita l’Università pedagogica di Danimarca (Danmarks Pædagogiske Universitet) gestita

dall’Università di Arhus.

eskolens Styrelse 112 Particolare interesse può avere qui la citazione dei cosiddetti ‘giornali di Ferslew’. Jean

sulle scuole fino Christian Ferslew (1836-1910), che aveva ereditato dal padre una officina litografica, divenne un

legge introdurràgrande nome del giornalismo danese, introducendo non soltanto innovazioni tecniche (fu il primo a

procurarsi macchinari di stampa all’avanguardia) ma anche conferendo al proprio lavoro un’impronta

sono le seguenti:manageriale. Egli inoltre seppe rispondere alle esigenze del pubblico stampando giornali di diverso

orre gli allievi suindirizzo: Il quotidiano telegrafico (Dags-Telegraphen, 1864-1891), Il quotidiano (Dagbladet, 1891-

monioso sviluppo1930), che lo sostituì, e le Notizie del giorno (Dagens Nyheder, 1889-1961) erano destinati al ceto

igioso; 7 giugnomedio; Il corriere della sera (Aftenposten, 1873-1931) alla classe lavoratrice; le Notizie nazionali

Lov (Nationaltidende, 1876-1931) all’alta borghesia. Nel 1931 la famiglia cedette la proprietà dei

uola unica per i giornali.

Lov om 113 Vd. HVIDT KR., Flugten til Amerika eller Drivkræfter i masseudvandringen fra Danmark

he introduceva il 1868-1914, København 1976, cap. 2 e, più in generale HVIDT 1976. Si tenga conto che il numero

30 giugno 1993consistente di migranti aveva indotto a stabilire una linea di collegamento diretto tra Copenaghen e
are il principioNew York.

e problematiche 114 Si tratta della prima multinazionale danese. Sorta per iniziativa dell’imprenditore Carl

iche. L’efficacia Frederik Tietgen (sul quale poco oltre) essa avrebbe creato una rete di comunicazioni dall’Inghilterra

evidenziata nellaai Paesi nordici alla Russia, rete che sarebbe poi stata estesa al Giappone e alla Cina (il collegamento

). Si fra Shangai e l’Europa attraverso la Siberia fu attivo dal 1 gennaio 1872), cui si sarebbe aggiunto un

re del 14 giugnocollegamento tra la Danimarca e la Francia.

è la 115 Anche questa si deve all’iniziativa di Tietgen. Il telefono era giunto in Danimarca nel 1877.

nel 2000 è stata Presso questa società lavorò, a partire dal 1893, Valdemar Poulsen (1869-1942), inventore (1898) del

) gestita‘telegrafone’ (registratore a filo) e realizzatore di altri importanti dispositivi per le comunicazioni

radiotelegrafiche (ticker, ‘arco di Poulsen’).

i Ferslew’. Jean 116 Questa banca sorse nel 1857 per iniziativa di un gruppo di commercianti aderenti alla Società

fica, divenne undei grossisti (Grosserer Societetet), nucleo di quella che in seguito sarà la Camera di commercio

he (fu il primo a(Handelskammeret). Nel 1871 nascerà come società per azioni la Banca agricola delle ipoteche e del

voro un’improntacambio (Den danske Landmandsbank, Hypothek- & Vexelbank) destinata a divenire, come Banca

ornali di diverso danese (Danske bank), il maggiore istituto di credito del Paese: suo primo direttore sarà Isak

, 1891-Glückstadt (1839-1910), uno dei nomi di rilievo della grande finanza del periodo; due anni dopo sarà

destinati al cetola volta della Banca commerciale di Copenaghen (Københavns Handelsbank) che molto più tardi

Notizie nazionali(1990) si fonderà con la precedente. Su Tietgen cfr. nota 78.

la proprietà dei 117 Nel 1907 nella centrale elettrica di Skovshøved (in Selandia a nord di Copenaghen) si passò

dalla corrente continua alla corrente alternata.

en fra Danmark 118 Basti qui ricordare il suo scritto Sulle pene e i penitenziari (Om straff och straffanstalter) –

o che il numero uscito nel 1840 e popolarmente noto come “libro giallo” (“gula boken”) – nel quale censurava la

a Copenaghen e pena di morte, le punizioni corporali e la deportazione, indicando piuttosto la necessità di un


recupero morale dei carcerati. Ciò è ben comprensibile se si pensa che il suo maestro in materia di

mprenditore Carldiritto era stato Johan Gabriel Richert (sul quale poco oltre). Questo testo uscì in forma anonima e i

i dall’Inghilterraproventi furono destinati alla Fondazione Gutenberg (Gutenbergska Stiftelsen), un ente che si

(il collegamentoproponeva di sostenere librai e stampatori in difficoltà economiche. Presto fu tradotto in diverse

ebbe aggiunto unlingue e (così come l’opera di Cesare Beccaria, nota anche in Svezia) influenzò anche all’estero il

dibattito in materia. Una utile sintesi della storia del diritto penale svedese fino alla importante legge

marca nel 1877.di riforma del 1864 (di cui alla pagina successiva), si trova in MUNKTELL H., Brott och straff i svensk

entore (1898) del rättsutveckling, Stockholm 1943.

e comunicazioni 119 Vd. p. 711, p. 750 e p. 776.

120 Si ricordi Carl Henrik Anckarsvärd, fiero oppositore del re Carlo XIV Giovanni (vd. p. 891).

renti alla Società 121 Cfr. nota 118.

ra di commercio 122 Straff-lag, gifven Stockholms Slott den 16 Februari 1864. Una riforma completa del diritto

le ipoteche e delcivile non fu compiuta, tuttavia molte delle idee di Richert in questo campo trovarono applicazione in

ire, come Bancauna serie di decreti minori relativi a questa materia.

ettore sarà Isak 123 Nel 1855 fu siglato con l’Inghilterra e la Francia il cosiddetto “trattato di novembre”

e anni dopo sarà(novembertraktaten: STFM XI, nr. 58, 21 novembre 1855, pp. 307-309) in base al quale questi Paesi

molto più tardisi obbligavano a garantire l’integrità dei Regni di Svezia e Norvegia in cambio dell’impegno a non

concedere ai Russi alcun diritto sul proprio territorio, il che si riferiva in particolare alle zone

naghen) si passòsettentrionali di Finnmark che interessavano ai Russi nel contesto d’una politica espansionistica

nell’area del Mare di Barents.

)– 124 Vd. p. 891.

ale censurava la 125 Cfr. p. 892, p. 923 e p. 926.

necessità di un 126 Vd. pp. 656-657.


tro in materia di 127 Kungl. Maj:ts och Rikets Ständer fastställda Riksdagsordning, dat. Stockholm den 22 juni

rma anonima e i 1866. Con l’emanazione di questa riforma vennero anche eliminati i privilegi dei diversi stati.

un ente che si 128 In termini monetari: un introito annuale di almeno 4000 riksdaler specie (cioè quelli coniati in

dotto in diverse argento) oppure un capitale di almeno 80.000.

nche all’estero il 129 Si tenga anche presente che per l’elezione delle amministrazioni locali (che in gran parte a

importante legge loro volta designavano poi i membri della Prima Camera) il diritto di voto era ‘graduato’, cioè

ch straff i svenskproporzionato all’ammontare del patrimonio del singolo elettore, il che evidentemente favoriva i più

ricchi il cui voto poteva arrivare a contare come un centinaio (nelle campagne anche migliaia) di voti

altrui.

130 Stabilito in un introito annuale minimo di 800 riksdaler specie.

131 Istituito con la costituzione del 1809 il Consiglio di Stato (Statsråd) sostituiva l’antico

mpleta del dirittoConsiglio del regno, di fatto abolito da Gustavo III. Originariamente era previsto che ne facessero

o applicazione inparte due ministri (della giustizia e degli esteri) più altri membri: essi erano considerati consiglieri

del sovrano nel cui nome assumevano le decisioni.

o di novembre” 132 Vd. p. 954.

uale questi Paesi 133 Kongl. Mat:ts nådiga Förordning om upphäfwande af skyldigheten för resande att wara

l’impegno a nonförsedda med pass; Gifwen Ulrikssals Slott den 21 September 1860.

colare alle zone 134 In quell’anno vennero regolamentati i consigli comunali sia in campagna sia in città e istituiti i

a espansionistica “consigli distrettuali” (landsting): Kongl. Maj:ts nådiga förordning om Kommunalstyrelse på landet;

Gifwen Stockholms Slott den 21 Mars 1862 e Kongl. Maj:ts nådiga förordning om

Kommunalstyrelse i stad, medesima data; Kongl. Maj:ts nådiga förordning om landsting, medesima

data.

135 Vd. sopra, nota 122. La pena di morte venne tuttavia mantenuta e sarebbe scomparsa per i
olm den 22 juni reati civili solo con deliberazione parlamentare sancita dal sovrano il 30 giugno 1921 (Lag om

ändring i vissa delar af strafflagen), mentre per quelli di carattere militare si sarebbe dovuto

quelli coniati in attendere il 1973 (vd. in particolare Lag om upphävande av lagen [1948: 450] om dödsstraff i vissa

fall då riket är i krig, del 26 gennaio). Il numero delle condanne andò comunque calando; l’ultima

e in gran parte a donna a essere giustiziata fu Anna Månsdotter (1841-1890), l’ultimo uomo Alfred Ander (1873-

‘graduato’, cioè1910), entrambi colpevoli di omicidio. Vd. BRUUN J-E., “Sista avrättningen i Sverige”, in PH 2010:

nte favoriva i più11, pp. 16-17.

migliaia) di voti 136 Fin dal 1860 era stata emanata una legge che aboliva le sanzioni per chi avesse abbandonato la

Chiesa svedese (il che in sostanza significava che essa cessava di essere a tutti gli effetti Chiesa di

Stato) e introduceva una certa libertà per i cattolici (Förordning angående främmande trosbekännare

ostituiva l’antico och deras religionsöfning, 23 ottobre 1860, cui era abbinata una nuova normativa relativa a “chi si

che ne facesseroconvertisse a una dottrina erronea o la diffondesse”: Kongl. förordningen den 23 Oktober 1860,

derati consiglieriangående ändring i gällande bestämmelser om ansvar för den, som träder till eller utsprider

villfarande lära); questa legge fu ulteriormente migliorata nel 1873 (Kongl. Maj:ts nådiga förordning

angående främmande trosbekännare och deras religionsöfning; Gifwen Stockholms Slott den 31

esande att waraOktober 1873), facendo seguito ad altre precedenti deliberazioni relative alle riunioni religiose dei

non luterani, all’abolizione delle pene in relazione alla pubblica proclamazione di ‘dottrine erronee’ e

n città e istituiti i alla possibilità di avere diritto al voto o all’eleggibilità indipendentemente dalla fede praticata. Una

yrelse på landet;piena libertà religiosa sarebbe tuttavia stata garantita solo nel 1951 (Religionsfrihetslag; given

förordning om Stockholms slott den 26 oktober 1951). Si tenga presente che tanto Desideria, moglie di Carlo XIV

, medesimaGiovanni, quanto Giuseppina (Josefina) di Leuchtenberg (1807-1876), moglie di Oscar I, erano

cattoliche, il che aveva coinvolto anche la corte nelle problematiche relative alla libertà religiosa.

scomparsa per i 137 Le figure di maggior rilievo erano i rappresentanti dei contadini Carl Ifvarsson (1818-1889) e
Lag omJöns Rundbäck (1830-1895), il conte Arvid Posse (1820-1901) che sarebbe stato primo ministro tra il

sarebbe dovuto 1880 e il 1883 e il possidente Carl Frederik Emil Key (1822-1892). Vd. SVENSÉN E., Karl Ifvarsson

dödsstraff i vissaoch Landtmannapartiet, Stockholm 1890 e BOKHOLM R., Kungen av Skåne. En bok om statsmannen

calando; l’ultimaArvid Posse, Lund 1998. Il primo rappresentante di questo partito a diventare ministro

ed Ander (1873-(dell’agricoltura) fu nel 1905 Alfred Petersson (1860-1920).

2010: 138 Il Partito degli agricoltori e dei cittadini è stato presente in parlamento fino al 1934.

139 Tra i fondatori vanno menzionati Christian Lundeberg (1842-1911), primo ministro che

e abbandonato laavrebbe gestito lo scioglimento dell’unione con la Norvegia nel fatidico anno 1905 (vd. p. 1016);

effetti Chiesa dil’industriale e possidente Gustaf Fredrik Östberg (1847-1924); lo storico Harald Gabriel Hjärne

de trosbekännare(1848-1922). All’Associazione generale degli elettori aderirono anche i rappresentanti

relativa a “chi sidell’Associazione patriottica (Fosterländska förbundet) fondata nel 1893 ma successivamente

3 Oktober 1860, ritiratasi dalla scena politica.

l eller utsprider 140 Esso si rifaceva alla Società neoliberale (Nyliberala sällskapet) fondata a Stoccolma l’anno

ådiga förordning precedente. I suoi rappresentanti più eminenti erano il militare e politico Julius Mankell (1828-1897)

ms Slott den 31e il pubblicista Sven Adolf Hedin (cfr. p. 953 e nota 179).

oni religiose dei 141 Principali rappresentanti dei neoliberali furono lo scrittore e giornalista August Blanche

ottrine erronee’ e (1811-1868; cfr. nota 418 e nota 531), coloni come Jonas Andersson di Häckenäs (1810-1887), Johan

de praticata. UnaSvensén (1823-1883) e Ola Jönsson di Kungshult (1826-1904).

; given 142 Essa infatti era nota in precedenza come Partito ministeriale (Ministeriella partiet). I suoi

lie di Carlo XIV rappresentanti più in vista erano l’imprenditore Johan August Gripenstedt poi ministro delle finanze

Oscar I, erano(vd. pp. 991-992) e il giurista Axel Bergström (1823-1893).

143 Al Partito comune dei liberali aderirono anche i rappresentanti di un precedente Partito

on (1818-1889) e popolare attivo in parlamento tra il 1895 e il 1900. Due anni dopo veniva costituita l’Associazione
mo ministro tra ilnazionale liberale (Frisinnade landsföreningen) come ente di coordinamento dei suoi elettori.

Karl IfvarssonL’attuale Partito popolare risale al 1934, anno in cui dopo una serie di divergenze politiche e

om statsmannenconseguenti formazioni di nuovi gruppi i membri dei due principali partiti liberali svedesi allora

ventare ministroesistenti, il Partito liberale di Svezia (Sveriges liberala parti) e il Partito popolare liberale

(Frisinnade folkpartiet), entrambi sorti in seguito a una spaccatura all’interno del Partito comune dei

liberali, decisero di fondersi, accogliendo anche i rappresentanti di alcune formazioni minori. Cfr.

mo ministro cheoltre, p. 1126, nota 51.

5 (vd. p. 1016); 144 Come il Club di discussione dei contadini (Bondeska diskussionsklubben) e il Club di

Gabriel Hjärne discussione di Friesen (Friesenska diskussionsklubben) che traeva il proprio nome dal fondatore,

rappresentantiSixten Gabriel von Friesen (1847-1921).

successivamente 145 Vd. PALM A., Hvad vil sosialdemokraterna? Föredrag i Malmö den 6 november 1881, med

inledning och kommentar av J. LINDGREN, Stockholm 1932. Sugli inizi del Partito socialdemocratico

toccolma l’annovd. NORDSTRÖM H., Sveriges socialdemokratiska arbetareparti under genombrottsåren 1889-1894,

kell (1828-1897)Stockholm 1938.

146 Esso uscì tra il 1882 e 1885.

August Blanche 147 Il giornale sarebbe stato edito fino al 1944. Successivamente con il nuovo titolo di Giornale

810-1887), Johandel mattino (Morgon Tidningen) avrebbe proseguito le pubblicazioni fino al 1958.

148 In quello stesso anno esso avrebbe anche tenuto il suo primo congresso. Il programma

). I suoipresentato in questa occasione marca le caratteristiche fondamentali dell’ideologia di questo partito

tro delle finanze che, nella sintesi tra le idee di Marx e quelle di Ferdinand Lassalle (1825-1864), mirava a una società

pienamente democratica la cui politica fosse determinata dalla volontà popolare attraverso il

ecedente Partitosuffragio universale. In effetti con la sua attività questa formazione politica – ora Partito

a l’Associazionesocialdemocratico dei lavoratori della Svezia (Sveriges socialdemokratiska arbetareparti) – ha


ei suoi elettori. grandemente contribuito alla realizzazione del cosiddetto welfare state svedese (cfr. pp. 1210-1211).

enze politiche e 149 Ci si riferisce qui, in particolare, alla proposta di quella che venne presto battezzata “legge

li svedesi alloramuseruola” (munkorgslagen), un provvedimento (su modello tedesco) approvato in quello stesso

opolare liberaleanno (7 giugno), dal governo del conservatore Gillis Bildt (1820-1894), con il quale si vollero

rtito comune deiinserire nel codice penale i reati di incitamento (con parole o scritti) alla sedizione e all’agitazione

ioni minori. Cfr.sociale (cfr. EEK 1942 [C.10.4], pp. 193-204).

150 Vd. FRANZÉN N-O., Hjalmar Branting och hans tid. En biografi, Stockholm 1985 e

) e il Club diZENNSTRÖM P-O., Axel Danielsson. En biografi, Lund 1983. Axel Danielsson nel 1887 aveva fondato

e dal fondatore,il settimanale Il lavoro (Arbetet) che sarebbe poi divenuto quotidiano. Un’altra pubblicazione di

orientamento socialista sarebbe stata la rivista Il tempo (Tiden) avviata da Branting nel 1908.

, med

ocialdemocratico

åren 1889-1894,

Giornale

o. Il programma

di questo partito

ava a una società

are attraverso il

a – ora Partito

) – ha
grandemente contribuito alla realizzazione del cosiddetto welfare state svedese (cfr. pp. 1210-1211).

149 Ci si riferisce qui, in particolare, alla proposta di quella che venne presto battezzata “legge

museruola” (munkorgslagen), un provvedimento (su modello tedesco) approvato in quello stesso

anno (7 giugno), dal governo del conservatore Gillis Bildt (1820-1894), con il quale si vollero

inserire nel codice penale i reati di incitamento (con parole o scritti) alla sedizione e all’agitazione

sociale (cfr. EEK 1942 [C.10.4], pp. 193-204).

150 Vd. FRANZÉN N-O., Hjalmar Branting och hans tid. En biografi, Stockholm 1985 e

ZENNSTRÖM P-O., Axel Danielsson. En biografi, Lund 1983. Axel Danielsson nel 1887 aveva fondato

il settimanale Il lavoro (Arbetet) che sarebbe poi divenuto quotidiano. Un’altra pubblicazione di

orientamento socialista sarebbe stata la rivista Il tempo (Tiden) avviata da Branting nel 1908.
151 Per la verità il ‘compromesso’ di Boström seguiva analoghe risoluzioni risalenti al 1873, anno

in cui la carica di primo ministro era ricoperta da Louis de Geer, e al 1885 quando alla guida del

governo c’era Oscar Robert Themptander (1844-1897). La riforma definitiva della difesa con

l’introduzione della leva generale obbligatoria in sostituzione del sistema dell’indelningsverket (vd.

p. 658 con nota 584) sarebbe stata approvata il 23 maggio 1901 quando il governo era presieduto da

Fredrik Wilhelm von Otter (1833-1910). L’obbligo generale di leva è stato abolito il 16 giugno 2009

(si veda in proposito il documento Statens offentliga utredningar 2009: 63). Sull’argomento si

rimanda a ERICSON WOLKE L., Medborgare i vapen. Värnplikten i Sverige under två sekel, Lund

1999.

152 Göran Fredrik Göransson (1819-1900), commerciante e industriale, fondò nel 1862 una

importante acciaieria, la Sandvikens Jernverks AB, divenuta in seguito l’attuale multinazionale

Sandvik. Il metodo per la produzione dell’acciaio cui Göransson riuscì a dare applicazione pratica

prende nome dall’ingegnere inglese Henry Bessemer (1813-1898); vd. LANGE E.F., Bessemer,

Göransson and Mushet. A contribution to technical history, Manchester 1913. Un altro ‘pioniere

dell’acciaio’ svedese è Johan Fredrik Lundin (1826-1868) che applicò il metodo elaborato dal

francese Pierre-Émile Martin (1824-1915); vd. HELLGREN O., “J. F. Lundin och hans

ugnskonstruktioner”, in Dædalus (1946), pp. 51-63. Da allora la produzione di acciaio svedese è

caratterizzata da una qualità molto elevata. In questo contesto va altresì ricordato che, verso la fine

del secolo, l’introduzione del processo ideato dall’inglese Sidney Gilchrist Thomas (1850-1885) per

rimuovere il fosforo dai minerali ferrosi avvantaggiò l’industria mineraria svedese che poté sfruttare

al meglio le proprie risorse. Per di più nel 1887 sarebbe stata avviata l’attività estrattiva dei minerali

ferrosi a Gällivare, in territorio sami (dove già erano noti e sfruttati i giacimenti del monte

Kiirunavaara o Kirunavaara (sami Gironvárri e Kierunavaara) nei cui pressi sorge la città di Kiruna.
nti al 1873, anno 153 Dal 1849 erano state introdotte in Svezia le seghe a vapore in sostituzione di quelle idrauliche.

do alla guida delOltre a essere più pratiche esse eliminarono il problema di installare le segherie in prossimità di

della difesa conrapidi corsi d’acqua, permettendo di collocarle alla foce dei fiumi (dai quali il legname veniva

(vd.trasportato) in modo che il materiale pronto per l’esportazione fosse più agevolmente caricato sulle

era presieduto danavi.

16 giugno 2009 154 Per la produzione della cellulosa furono assai importanti i metodi elaborati dall’ingegnere

ull’argomento siAlvar Müntzing (1848-1917) e dal chimico Karl Daniel Ekman (1845-1904). Il primo fece degli

, Lundesperimenti per sostituire nella lavorazione la soda con il solfato di sodio e nel 1885 ottenne

l’impasto noto come kraftmassa (letteralmente “massa forte”) dal quale si trae una carta

ò nel 1862 una particolarmente resistente; il secondo realizzò invece il ‘processo al bisolfito’. Ciò contribuì in

e multinazionale maniera determinante all’espansione di questa industria.

licazione pratica 155 In quell’anno fu aperto il primo collegamento tra Stoccolma e Uppsala.

Bessemer, 156 Nel 1876 Lars Magnus Ericsson (1846-1926) aveva fondato la famosa società di

n altro ‘pionieretelecomunicazioni tuttora attiva. Il primo elenco telefonico, che comprendeva 320 abbonati, fu

do elaborato dal pubblicato nel 1879. All’inizio del XX secolo Stoccolma sarà la città con più apparecchi telefonici al

ndin och hans mondo; vd. KAIJSER A., “När telekriget kom till Stockholm”, in PH 1999: 1, pp. 7-9.

cciaio svedese è 157 Lo sviluppo della rete ferroviaria svedese resta legato, in particolare, alla figura del conte

he, verso la fineAdolf Eugène von Rosen (1797-1886) che aveva collaborato con John Ericsson (vd. p. 898 con nota

(1850-1885) per149). Egli si adoperò per far comprendere l’importanza, per un Paese come la Svezia, della diffusione

he poté sfruttaredi questo mezzo di trasporto. La prima linea ferroviaria svedese a scartamento normale aperta al

tiva dei mineralitraffico fu, nel 1856, quella che collegava Nora con Ervalla (nei pressi di Örebro in Västmanland).

menti del monteL’importante linea Stoccolma - Göteborg fu inaugurata nel 1862, quella Stoccolma - Uppsala fu

completata nel 1866.


quelle idrauliche. 158 Si ricordi in questo contesto la figura del fisico e inventore (ma anche poeta e scrittore)

in prossimità diAbraham Niclas Edelcrantz che per primo introdusse dall’Inghilterra le macchine a vapore, convinse

legname venivaSamuel Owen (cfr. p. 898) a trasferirsi in Svezia e realizzò il telegrafo ottico (cfr. p. 930 con nota

nte caricato sulle310).

159 Fin dal 1846 era stata emanata una legge che permetteva agli artigiani di stabilirsi nelle

ti dall’ingegnerecampagne, liberalizzando il commercio in quelle zone e, di fatto, abolendo le corporazioni (cfr. p.

primo fece degli897 con nota 145). Dal 1864 questa libertà venne estesa al territorio delle città e si permise anche alle

el 1885 ottennedonne di svolgere liberamente attività commerciali (Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning, angående

trae una cartautwidgad näringsfrihet; Gifwen Stockholms Slott den 18 Juni 1864).

Ciò contribuì in 160 Vd. p. 898 con nota 149.

161 Figlio di Immanuel (1801-1872), ingegnere e a sua volta inventore, nel 1842 Alfred si era

trasferito in Russia (San Pietroburgo) con la famiglia: lì essi si dedicarono a diverse attività

mosa società di industriali tra cui lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Nel 1863 tornò in Svezia.

20 abbonati, fu 162 Nel 1883 egli fondò la nota industria Alfa Laval.

cchi telefonici al 163 La prima centrale elettrica svedese entrò in funzione a Stoccolma nel 1891; nel 1893 nel

distretto minerario di Bergslagen fu immessa per la prima volta in circolazione una grande quantità di

figura del contecorrente alternata trifase. Più tardi si cominciò a costruire centrali idroelettriche: nel 1909 fu fondata

p. 898 con notala Reale direzione [dello sfruttamento energetico] delle cascate (Kungliga Vattenfallsstyrelsen,

, della diffusioneattuale Vattenfall di proprietà statale) per gestire questi impianti. Tuttavia nell’illuminazione il

ormale aperta alpetrolio e il gas (che a loro volta avevano sostituito materiali tradizionali come olio di balena, di

n Västmanland). colza o resina) furono definitivamente sostituiti dalle lampadine elettriche solo nel secondo decennio

ma - Uppsala fudel XX secolo.

164 Cfr. nota 629.


oeta e scrittore) 165 Si ricordino qui anche Johan Petter Johansson (1853-1943), detentore di un centinaio di

vapore, convinse brevetti tra cui quello della chiave inglese regolabile; Frans Wilhelm Lindqvist (1862-1931)

p. 930 con nota inventore del fornelletto da campo e anche lo svedese-canadese Gideon Sundbäck (1880-1954) che

apportò sostanziali modifiche alla chiusura lampo, ideata in precedenza dal pioniere della macchina

i stabilirsi nelleper cucire Elias Howe (1819-1867), facendone un congegno di facile applicazione e comodo utilizzo.

porazioni (cfr. p. 166 Su di lui vd. NILSSON G.B., André Oscar Wallenberg 3. Ett namn att försvara 1866-1886,

ermise anche alleStockholm 1994.

dning, angående 167 Del 1899 è la fondazione dell’Associazione delle cooperative (Kooperativa förbundet) che

tuttora gestisce molte cooperative di consumo svedesi.

168 Precedenti esposizioni erano state organizzate a Stoccolma (1823 e 1851) e a Göteborg

42 Alfred si era (1836). Più avanti ci saranno la fiera di Gävle (Gästrikland) nel 1901, quella di Norrköping

diverse attività(Östergötland) nel 1906 e quella di Malmö (Scania) nel 1914 oltre a una nuova fiera nella capitale

(1909).

169 La popolazione svedese, che all’inizio del Settecento è stata calcolata in 1.400.000 unità,

91; nel 1893 nel aveva raggiunto un secolo dopo la cifra di 2.400.000. Si calcola che nel corso dell’Ottocento essa sia

rande quantità di più che raddoppiata, raggiungendo 5.100.000 abitanti all’inizio del Novecento. E ciò nonostante la

1909 fu fondata massiccia emigrazione (vd. WEIBULL 1996 [B.3], p. 82).

tenfallsstyrelsen, 170 Sebbene il costante incremento demografico ovviasse almeno in parte al problema, le

illuminazione ilcomponenti più conservatrici della società e del mondo politico guardarono con grande

lio di balena, dipreoccupazione al flusso migratorio cercando di contrastarlo. Eminenti uomini di cultura (si pensi

econdo decennioall’economista Knut Wicksell, 1851-1926; cfr. nota 444) si espressero con parole e scritti contro il

fenomeno. Nel 1907 sorse addirittura la Società nazionale contro l’emigrazione (Nationalföreningen

mot Emigrationen) per iniziativa del sociologo Adrian Leopold Molin (1880-1942) e del funzionario
un centinaio diKarl Axel Fryxell (1873-1935), con il patrocinio del principe ereditario. Uno dei suoi membri era lo

vist (1862-1931)studioso di statistica Gustaf Sundbärg (1857-1914) al quale il governo affidò la guida della

(1880-1954) checommissione che tra il 1907 e il 1913 realizzò una indagine sul problema. Le conclusioni del lavoro

e della macchinasuggerirono di introdurre riforme atte a far progredire il Paese, di modo che l’emigrazione non fosse

comodo utilizzo. più considerata da molti l’unica soluzione possibile per costruirsi una vita migliore; vd. SCOTT

vara 1866-1886,FRANKLIN D., “Sweden’s constructive opposition to emigration”, in Journal of Modern History,

XXXVII: 3 (1965), pp. 307-335 e KÄLVEMARK A-S., Reaktionen mot utvandringen.

) cheEmigrationsfrågan i svensk debatt och politik 1901-1904, Uppsala 1972. Per una analisi più

dettagliata sui numeri dell’emigrazione svedese in America vd. ANDERSSON 1975 (B.3), pp. 287-289.

1) e a GöteborgSugli Svedesi e l’America nel periodo precedente vd. ÅBERG A., Drömmen om Vinland. Svenskarna

di Norrköpingoch America 1637-1800, Stockholm 1966.

era nella capitale 171 Il Manifesto del partito comunista (Manifest der Kommunistischen Partei) di Marx ed Engels

era stato tradotto in svedese dal libraio Per Götrek (1799-1876), autore anche di altri scritti

1.400.000 unità, sull’argomento, il quale riteneva che il comunismo potesse portare giustizia nella società al modo del

ttocento essa sia cristianesimo (Kommunismens röst. Förklaring af det kommunistiska partiet, offentliggjord i februari

ciò nonostante la1848, 1848). Vd. GAMBY E., Per Götrek och 1800-talets svenska arbetarrörelse, Stockholm 1978.

172 Da essa sarebbe poi sorto (1886) il primo sindacato di categoria: l’Associazione svedese dei

al problema, letipografi (Svenska typografförbundet). Nel medesimo anno le ostetriche avrebbero dato vita alla loro

no con grande associazione nazionale (Sveriges barnmorskeförbund), tuttora attiva, mentre a Lund le sarte si

cultura (si pensisarebbero organizzate in un sindacato di due anni precedente il Sindacato operaio femminile

e scritti contro il(Kvinnliga arbetarföreningen) in cui sarebbero confluite soprattutto queste lavoratrici. Sulla base di

tionalföreningenqueste e di altre esperienze sarebbe sorta nel 1902 L’associazione operaia femminile (Kvinnliga

e del funzionarioArbetarförbundet) con Anna Sterky (cfr. nota 438) come presidente.
oi membri era lo 173 Vd. p. 355 con nota 113.

la guida della 174 La prima sega a vapore (cfr. nota 153) fu installata nel 1849 a Tunadal, presso Sundsvall.

usioni del lavoroNella zona l’industria del legname si sviluppò rapidamente e Sundsvall, che in precedenza era un

azione non fossepiccolo centro agricolo, arrivò a contare circa 9000 abitanti, gran parte dei quali traevano il proprio

COTT sostentamento dal lavoro nelle segherie della zona (una trentina alla fine degli anni ’70). Tuttavia

Modern History,solo una parte di loro aveva un lavoro regolare mentre la maggioranza era costituita da operai con

utvandringen.contratti precari. Sull’industrializzazione della regione di Norrland vd. ÅKERMAN S., “Från

una analisi piùjordbruksland till industrisamhälle”, in PH 1993: 1, pp. 12-17.

.3), pp. 287-289. 175 Causa prima dello sciopero fu una crisi del settore che fece crollare il prezzo del legname. La

and. Svenskarnareazione dei proprietari delle segherie fu di abbassare il salario degli operai, decisione che fu

mantenuta anche quando essi ebbero ottenuto un consistente sostegno finanziario da parte del

Marx ed Engelsgoverno. Di fronte a questa situazione fu dunque proclamato uno sciopero che in breve tempo

e di altri scritti raccolse migliaia di aderenti in molte delle segherie della zona. Il padronato rispose coinvolgendo le

cietà al modo delautorità statali. Il governatore provinciale Curry Treffenberg (1825-1897) incontrò i lavoratori, il cui

ggjord i februariportavoce era il giovane Isak Boström (1851-1944), tentando inutilmente di convincerli a riprendere

il lavoro. Nonostante gli scioperanti mantenessero un atteggiamento pacifico (insieme pregavano e

ione svedese dei cantavano salmi ed erano molto attenti a che nessuno si ubriacasse) le loro richieste rimanevano

ato vita alla loroinascoltate ed essi andavano avanti nella loro protesta con determinazione. I padroni decisero allora

Lund le sarte sidi impiegare lavoratori esterni e Treffenberg, facendosi forte della presenza di forze militari da lui

eraio femminilechiamate, minacciò di arrestare gli scioperanti e punirli a termini di legge. A questo punto anche i più

ici. Sulla base dirisoluti si arresero. Alcuni di loro furono incarcerati tuttavia senza conseguenze troppo gravi

Kvinnliga(Boström ebbe sette settimane di prigione). Nonostante la sconfitta questo sciopero – al contrario di

precedenti (a esempio quello del 1875 alla segheria di Sprängviken in Ångermanland) – ebbe una
grande eco e un forte impatto sociale e rese consapevoli i lavoratori dell’impossibilità di ottenere

resso Sundsvall. risultati concreti senza avere alle spalle una efficiente organizzazione. Questa fu anche la prima volta

ecedenza era unin cui i padroni fecero ricorso al potere pubblico per aver ragione degli scioperanti. Vd. LUNDBERG

aevano il proprioH., Sundsvallsstrejken 1879, Bjästa 1979 e anche SÖDERLUND G., “Isak Boström – arbetarnas

ni ’70). Tuttavia talesman i sundsvallsstrejken”, in Fackföreningsrörelsen, 1941, pp. 397-401. In questo contesto

ta da operai conoccorre tuttavia anche ricordare il caso particolare dell’industriale del legno Frans Kristofer Kempe

S., “Från(1847-1924) il quale possedeva una segheria a Norrbyskär presso Umeå: lì egli aveva voluto

realizzare un villaggio modello nel quale vivevano i suoi dipendenti ai quali era garantita

del legname. Laun’abitazione insieme ai servizi necessari (emporio, scuola, centro sanitario, chiesa).

decisione che fu 176 Come nel caso della Danimarca (cfr. nota 88) il nome significa Organizzazione nazionale ed è

rio da parte del comunemente abbreviato in LO.

in breve tempo 177 Letteralmente “comune dei lavoratori”. La sezione di Göteborg fu la prima a essere fondata in

coinvolgendo le Svezia (1890).

lavoratori, il cui 178 Per la precisione il titolo del giornale è Tempo nuovo. Sterky vi lavorò dal 1892 al 1898. In

cerli a riprendere precedenza era stato economo de Il social-democratico.

eme pregavano e 179 Dal punto di vista della sicurezza del lavoro e dell’assistenza pensionistica occorre ricordare

este rimanevano l’opera di Sven Adolf Hedin (cfr. p. 953 e nota 140), primo politico svedese a proporre (1884) una

ni decisero allora legislazione in materia. La prima legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è del 1889 (Lag angående

ze militari da luiskydd mot yrkesfara; gifven Stockholm slott den 10 Maj 1889); nel 1901 vennero stabiliti

punto anche i piùrisarcimenti per gli infortuni sul lavoro (Lag angående ersättning för skada till följd af olycksfall i

ze troppo graviarbete; gifven Stockholms slott den 5 Juli 1901). Nel 1891 furono regolamentate le casse per malattia

– al contrario di(Lag om sjukkassor; gifven Stockholms slott den 30 Oktober 1891), nel 1906 fu promulgata la legge

and) – ebbe una per l’istituto di mediazione sulle controversie lavorative (Lag angående medling i arbetstvister;
bilità di otteneregifven Stockholms slott den 31 december 1906 e Kungl. May:ts nådiga instruktion för

he la prima voltaförlikningsmän för medling i arbetstvister, medesima data); nel 1913 fu istituita la pensione di

UNDBERGvecchiaia (Lag om allmän pensionsförsäkring; given i Stockholms slott den 30 juni 1913): il limite

öm – arbetarnas d’età per usufruire di questo diritto era di sessantasei anni.

questo contesto 180 Per la verità fin dal 1847 in Svezia il re Oscar I aveva promulgato una legge per l’assistenza

Kristofer Kempeagli indigenti: in essa si stabiliva che questa responsabilità dovesse competere all’amministrazione

gli aveva volutodelle città e alle parrocchie. Si trattava comunque di un provvedimento (emendato nel 1853) che per

ali era garantitala prima volta recepiva il principio che la soluzione di questo problema doveva essere

opportunamente regolamentata (rispettivamente: Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning, angående

ne nazionale ed èFattigvården i Riket; Gifwen Stockholm Slott den 25 Maj 1847 e Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning,

angående Fattigvården i Riket; Gifwen Stockholm Slott den 13 Juli 1853).

essere fondata in 181 Come altrove il lavoro minorile era molto diffuso. La prima legge di una certa rilevanza al

riguardo fu promulgata nel 1912 (Lag om arbetarskydd; gifven Stockhoms slott den 29 juni 1912);

1892 al 1898. In per il lavoro dei ‘minori’ (vale a dire coloro che non avevano compiuto i diciotto anni) essa stabiliva

una serie di regole che tuttavia consentivano diversi lavori ai ragazzi di almeno dodici anni (§§ 8-17);

occorre ricordare inoltre erano previste alcune tutele anche per le donne (§§ 18-22).

porre (1884) una 182 Certamente non tutte le manifestazioni del disagio proletario furono pacifiche come lo

Lag angåendesciopero di Sundsvall. Il caso più clamoroso è senza dubbio quello verificatosi nel 1908 a Malmö,

vennero stabilitidove i portuali avevano proclamato un’agitazione per ottenere migliori condizioni e salari più alti. A

jd af olycksfall imotivo della dura reazione dei datori di lavoro – che avevano coinvolto la polizia e ingaggiato operai

asse per malattiainglesi a svolgere i compiti degli scioperanti – la tensione raggiunse livelli altissimi al punto che i

mulgata la legge lavoratori provenienti dall’Inghilterra, alloggiati sulla nave Amalthea, aprirono il fuoco contro gli

g i arbetstvister;scioperanti svedesi. Nella notte tra l’11 e il 12 giugno tre attivisti socialisti, Algot Rosberg (1886-
instruktion för1939), Anton Nilson (1887-1989) e Alfred Stern (1886-1966) collocarono una bomba sullo scafo

a la pensione didella nave allo scopo di intimidire gli inglesi. Benché l’intenzione non fosse quella di uccidere, lo

i 1913): il limite scoppio provocò la morte di un operaio e il ferimento di altri ventitré. Gli autori dell’azione furono

scoperti e arrestati: Rosberg e Nilson vennero condannati a morte, Stern ai lavori forzati a vita. La

e per l’assistenzapena di Rosberg e Nilson venne poi commutata in lavori forzati a vita. Inizialmente l’episodio fu

amministrazioneunanimemente e duramente condannato anche da parte della sinistra. E tuttavia successivamente si

el 1853) che perlevarono molte voci e furono organizzate molte manifestazioni (anche all’estero) a sostegno dei

doveva essere condannati, ritenuti comunque portatori di un ideale di giustizia sociale. Nei confronti di Anton

ning, angåendeNilson, che divenne noto come “l’uomo dell’Amalthea” (Amaltheamannen) ci fu anche un tentativo

diga Förordning,di liberazione dalla prigione (1 maggio 1917) compiuto da un migliaio di dimostranti. Nell’ottobre di

quello stesso anno i tre furono rilasciati. Anton Nilson si trasferì in Russia, dove entrò a far parte

erta rilevanza al dell’Armata rossa, ma tornò in Svezia nel 1926 ritenendo la dittatura stalinista un tradimento degli

n 29 juni 1912);ideali socialisti. Egli ha lasciato diversi scritti relativi alla sua esperienza umana e politica. Vd.

ni) essa stabilivaNILSSON TH., Dynamitattentatet som skakade Malmö sommaren 1908. Historia om och kring

ci anni (§§ 8-17);Amaltheadådet, [Malmö] 2002, che raccoglie fonti dell’epoca. Su Anton Nilson la regista Maj

Wechselmann (n. 1942) ha diretto (1980) Il film su Anton Nilson. Per i bambini delle classi

cifiche come lolavoratrici (Filmen om Anton Nilson. Till arbetarklassens barn).

1908 a Malmö, 183 Nel 2001 la SAF si è fusa con l’Associazione degli industriali svedesi (Svensk

salari più alti. AIndustriförbund, sorta a sua volta nel 1910) a formare l’Associazione commerciale e industriale

ngaggiato operaisvedese (Svenskt näringsliv, letteralmente “Imprenditoria svedese”).

mi al punto che i 184 Questo tipo di sindacato viene indicato con la sigla FCO (Facklig Centralorganisation).

fuoco contro gli 185 Schröder e Bergegren furono tra l’altro considerati gli ispiratori dell’attentato alla nave

Rosberg (1886- Amalthea (vd. nota 182).


mba sullo scafo 186 In questo contesto vanno doverosamente segnalati anche casi in cui le scelte religiose (specie

a di uccidere, lo se in duro contrasto con la dottrina ufficiale) furono la ragione che indusse taluni a emigrare. Si

ell’azione furonoricordi qui la setta degli Erik-jansarna, così detti in quanto seguaci di tale Erik Jansson (1808-1850) i

orzati a vita. La quali si stabilirono nell’Illinois dove fondarono una colonia.

nte l’episodio fu 187 Cfr. p. 896 con nota 138.

ccessivamente si 188 Kongl. Maj:ts Nådiga Förordning, angående serskilda sammankomster för andaktsöfning;

) a sostegno deiGifwen Stockholms Slott den 26 Oktober 1858. Vd. p. 768 con nota 385 e cfr. in questo capitolo nota

nfronti di Anton136.

nche un tentativo 189 In svedese queste persone vengono definite con il termine läsare (letteralmente

i. Nell’ottobre di “lettore”/“lettori”); vd. in proposito HALLINGBERG G., Läsarna. 1800-talets folkväckelse och det

entrò a far parte moderna genombrottet, Stockholm 2010.

tradimento degli 190 Cfr. p. 898. Scott era stato chiamato in Svezia da Owen nel 1830 perché si occupasse

a e politica. Vd.dell’assistenza religiosa ai lavoratori inglesi impiegati nella sua fabbrica. La comunità di Scott

a om och kring costituì la prima “chiesa libera” di Svezia.

n la regista Maj 191 In tale occasione essa venne ribattezzata Chiesa di Betlemme (Betlehemskyrkan).

bini delle classi 192 Si ricordi il pastore Erik Jakob Ekman (1842-1915), che nel 1879 lasciò la Chiesa per

contrasti di natura teologica, sebbene l’anno precedente fosse stato tra i fondatori e primo presidente

Svensk dell’Associazione missionaria svedese (Svenska missionsförbundet), organismo tra i più impegnati

ale e industrialenell’evangelizzazione all’estero: attività che – come è stato detto – aveva ricevuto forte impulso dalla

visione religiosa pietista. Dal 2003 l’Associazione missionaria svedese ha nome Chiesa missionaria

svedese (Svenska Missionskyrkan).

entato alla nave 193 Tra i diversi movimenti si ricordino qui anche il læstadianismo (cfr. p. 896 con nota 139); la

Chiesa battista, promossa in Svezia fin dal 1848 da Fredrik Olaus Nilsson (1809-1881); la Chiesa
religiose (specie metodista ufficialmente riconosciuta nel 1876, seppure già presente in precedenza; la Chiesa

i a emigrare. Siavventista fondata nel 1880; l’Esercito della salvezza (in svedese Frälsningsarmén), diffuso nel

on (1808-1850) iPaese dal 1882; il movimento dei pentecostali giunto in Svezia nel 1907. Notevole importanza ebbe

anche il Movimento ecclesiale dei giovani (Ungkyrkorörelsen) originato nel 1901 nell’ambito

dell’Associazione cristiana degli studenti di Uppsala (Uppsala Kristliga Studentförbund) che

; promuoveva una ‘missione nel Paese’ con lo slogan “Il popolo svedese – un popolo di Dio” (Sveriges

sto capitolo notafolk – ett Guds folk). Non si dimentichi qui che diverse di queste chiese operarono attivamente anche

nel campo delle missioni estere (cfr. nota precedente).

(letteralmente 194 Vd. sopra, p. 897, con nota 140. Lo stretto rapporto tra impegno religioso, astinenza dall’alcol

äckelse och dete movimento operaio appare chiaro nella vicenda dello sciopero dei lavoratori delle segherie di

Sundsvall (vd. sopra, p. 995 con nota 175), i quali trascorrevano il tempo a pregare e cantare salmi e

hé si occupassesi astenevano rigorosamente dal bere.

munità di Scott 195 Nel 1917 verrà introdotto in Svezia il cosiddetto ‘sistema di Bratt’ dal nome del medico Ivan

Bratt (1878-1956) che lo aveva suggerito. Esso si proponeva di ridurre il consumo di alcolici con

l’introduzione di una sorta di registro personale di controllo, il cosiddetto motbok (letteralmente

ò la Chiesa per“libro contro”) nel quale venivano annotati gli acquisti di questo genere di bevande. L’assegnazione

primo presidentedi un motbok dipendeva dalla condizione sociale, dall’età e dal sesso della persona interessata. Nel

i più impegnatimedesimo 1917 veniva creata una società per azioni (Aktiebolaget Spritcentralen) per la gestione

rte impulso dallastatale della produzione di alcolici. Nel 1955 venne creato il cosiddetto Systembolaget, catena di

hiesa missionaria negozi statali con il monopolio della vendita degli alcolici (tuttora in funzione) e il motbok fu

eliminato.

con nota 139); la 196 Cfr. p. 884. Le prime tre “scuole popolari superiori” svedesi furono aperte nel 1868 a Hvilan e

1881); la ChiesaMalmöhus in Scania e a Lunnevad nell’Östergötland; diverse altre seguirono negli anni ’70.
enza; la Chiesa 197 Per il provvedimento del 1842 vd. p. 893 con nota 129; inoltre: Kongl. Maj:ts Nådiga Stadga

), diffuso nelFör Rikets Allmänna Elementar-Lärowerk; Gifwen Stockholms Slott den 14 Augusti 1856; Kongl.

importanza ebbeMaj:ts Nådiga Skrifwelse till Cancellers-Embetet för Universiteten i Upsala och Lund, angående

901 nell’ambitoändring i wissa §§ af Universitetsstatuterna, 16 aprile 1870, in particolare Transsumt af Kongl Maj:ts

) cheNådiga Skrifwelse till Sundhets-Collegium angående rättighet för qwinna till läkareyrkets utöfning

Sverigesm.m., 3 giugno 1870 (con il quale per la prima volta si consentiva alle ragazze l’accesso allo studio

tivamente anche della medicina); Kongl. Maj:ts förnyade Nådiga Stadga angående folkundervisningen i riket; gifven

Stockholms slott den 20 Januari 1882; Kungl. Maj:ts Nådiga Stadga för rikets allmänna läroverk;

inenza dall’alcolgifven Kristiania slott den 18 februari 1905 (che introduceva le scuole medie comunali). Nel 1849

delle segherie diuna circolare del 6 luglio (Cirkulär till samtlige Consistorier i Riket och Direktionen öfwer

e cantare salmi eStockholms stads Underwisningswerk, angående reglering af Elementar-lärowerken) introduceva,

nella sostanza, le cosiddette realskolor (che anche qui diventeranno una sorta di ‘scuola media’ cfr. p.

del medico Ivan978, nota 104) decretando al contempo la scomparsa delle apologistklasser (cfr. p. 892, nota 127);

o di alcolici convd. ÅSTRAND S., Reallinjens uppkomst och utveckling fram till 1878, Stockholm 1976 (in particolare

(letteralmente pp. 61-72). Va rilevato tuttavia che fin dal 1767 l’ecclesiastico Nathanaël Thenstedt (1731-1808)

. L’assegnazione aveva aperto a Stoccolma uno di questi istituti su modello tedesco. Le realskolor resteranno

interessata. Nelnell’ordinamento scolastico svedese fino al 1972.

per la gestione 198 Si citino qui, tra gli altri, i provvedimenti del 20 maggio 1927, osteggiato dalla destra, che

, catena dimirava a una equiparazione nell’accesso allo studio sia per quanto riguardava la classe sociale, sia dal

fu punto di vista del sesso degli allievi (vd. BERGMAN G., Skolreformen av år 1927. En orientering,

Stockholm 1927); quello del 6 ottobre 1950 (Transsumt av Kungl. Maj:ts brev till skolöverstyrelsen

1868 a Hvilan eangående riktlinjer för det svenska skolväsendets utveckling m.m.) che introdusse la cosiddetta

“scuola unificata” (enhetsskola); quelli del 23 maggio 1962 (1962 års skollag, skolstadga och
s Nådiga Stadga läroplan för grundskolan), che al posto della scuola elementare popolare (folkskola) introducevano la

Kongl.cosiddetta “scuola di base” (grundskola), obbligatoria, della durata di nove anni suddivisi (fino al

Lund, angående1994) in tre livelli; l’ordinanza (Skolförordning) del 17 giugno 1971 (sia per la scuola elementare sia

af Kongl Maj:tsper la superiore). Di recente (2011) sono stati pubblicati nuovi programmi di insegnamento, tra i

reyrkets utöfningquali ha particolare interesse quello per i ginnasi. Nelle scuole svedesi le punizioni corporali sono

cesso allo studio state proibite in un regolamento emesso nel 1958 (Kungl. Maj:ts stadga för folkskolor,

; gifvenfortsättningsskolor och försöksskolor. Given den 23 maj 1958, § 54; cfr. la legge del 1962, V, § 26).

; 199 Segnale del mutamento di clima è anche la fondazione a Uppsala (1886) dell’associazione

unali). Nel 1849 Studenti e lavoratori (Studenter och arbetare), cui altre simili seguirono, allo scopo di creare,

rektionen öfwerattraverso i rapporti interpersonali, le basi per costruire una società nuova libera da pregiudizi.

) introduceva, 200 Di interesse in questa prospettiva è un provvedimento del 1902 (K. Maj:ts nådiga förordning

ola media’ cfr. p.om inkomstskatt; gifven d. 21 juni 1902) con il quale si introduceva in Svezia il principio della

892, nota 127);autodichiarazione dei redditi ai fini della tassazione progressiva basata su di essi.

76 (in particolare 201 Cfr. nota 140. Uno dei più convinti promotori del suffragio universale fu il giornalista Frans

edt (1731-1808) Gustaf Isidor Kjellberg (1841-1895).

resteranno 202 Le fondatrici furono Anna Margreta (o Ann Margret) Holmgren (cfr. p. 1061), Anna Whitlock

(1852-1930), Lydia Wahlström (1869-1954) e Signe Wilhelmina Ulrika Bergman (1869-1960). Il

dalla destra, che movimento, che era apartitico, si richiamava naturalmente alle suffragette inglesi e tra il 1912 e il

se sociale, sia dal1919 pubblicò il periodico Diritto di voto alle donne (Rösträtt för kvinnor). Nel 1911 organizzò a

En orientering,Stoccolma la Conferenza internazionale femminile. Per la verità il voto alle donne (solo a quelle che

skolöverstyrelsenpagavano le tasse) era stato concesso per le elezioni comunali fin dal 1862 (cfr. p. 985 con nota 134)

se la cosiddetta quando agli uomini era stato garantito il medesimo diritto indipendentemente dal ceto sociale di

skolstadga ochappartenenza, ma graduato in base al patrimonio posseduto. Dal 1889 le donne divennero eleggibili
introducevano lanei consigli scolastici e in quelli per la gestione dell’assistenza sociale (Kungl. Maj:ts Nådiga

uddivisi (fino alFörordning angående ändrad lydelse af femte stycket af § 23 i K. förordningen om kyrkostämma

la elementare sia samt kyrkoråd och skolråd den 21 Mars 1862; gifven Stockholms slott den 22 Mars 1889).

egnamento, tra i 203 Non si dimentichi qui che Karl Staaff era stato tra i fondatori (1882) dell’Associazione

ni corporali sono Verdandi (Föreningen Verdandi, tuttora esistente) sorta nei circoli studenteschi di Uppsala allo scopo

för folkskolor,di promuovere in primo luogo un’assoluta libertà religiosa, ma anche la massima libertà di

espressione: sin dall’inizio essa organizzò dibattiti su molti problemi sociali dell’attualità (anche

dell’associazione quelli più ‘difficili’) e diversi tra i suoi membri (basti ricordare Hjalmar Branting, vd. p. 989)

scopo di creare,divennero figure di tutto rilievo nella società svedese. Vd. ZWEIGBERGK O. VON, Studentföregingen

Verdandi genom femtio år. Ur den svenska radikalismens historia, Stockholm 1932.

ådiga förordning 204 Questa legge fu definitivamente ratificata dal parlamento nel 1909: Lag om val till Riksdagen;

l principio dellagifven Stockholms slott den 26 maj 1909. In quello stesso anno le donne furono dichiarate eleggibili

nei consigli comunali (le prime furono nominate nelle votazioni dell’anno successivo): Lag angående

giornalista Fransändring i vissa delar af förordningen om kommunalstyrelse på landet den 21 Mars 1862; gifven

Stockholms slott den 26 Mars 1909; Lag angående ändring i vissa delar af förordningen om

, Anna Whitlockkommunalstyrelse i stad den 21 Mars 1862; gifven Stockholms slott den 26 Mars 1909; Lag

(1869-1960). Ilangående ändring i vissa delar af förordningen om kommunalstyrelse i Stockholm den 23 maj 1862;

e tra il 1912 e ilgifven Stockholms slott den 26 maj 1909. Lindman è ricordato anche come colui che introdusse l’uso

911 organizzò a dei manifesti elettorali.

solo a quelle che 205 Vd. oltre, p. 1125 con nota 47.

85 con nota 134) 206 Del 1912 è un celebre scritto di Sven Anders Hedin (cfr. nota 631), noto per i molti viaggi di

l ceto sociale diesplorazione in Asia, dal titolo Una parola di avvertimento (Ett varningsord), nel quale egli metteva

ennero eleggibiliin guardia gli Svedesi dal pericolo russo: il testo ebbe un incredibile successo di vendite superando il
Maj:ts Nådiga milione di copie. Nel medesimo anno fu fondata l’Associazione svedese per la corazzata (Svenska

om kyrkostämmapansarbåtsföreningen) il cui scopo era quello di raccogliere fondi per completare la costruzione di

una nave da guerra, sospesa dal governo liberale di Staaff: il risultato fu presto raggiunto. Del resto il

ell’Associazionepericolo di un espansionismo russo era stato ben presente anche al re Oscar II, la cui ascesa al trono

ppsala allo scopoaveva significato un avvicinamento alla Germania (e parallelo ‘disimpegno’ rispetto alla Francia)

ssima libertà diproprio a motivo del fatto che ciò pareva rafforzare la Svezia nei confronti dei Russi. Tale

’attualità (ancheavvicinamento si era presto esteso dall’ambito della politica estera ad altri (economico, culturale,

ing, vd. p. 989)militare).

tudentföregingen 207 Fin dal secolo precedente l’attività fisica e sportiva aveva suscitato anche in Scandinavia

crescente interesse: si ricordi qui Per Henrik Ling (vd. pp. 926-927) ma anche il suo allievo migliore,

; il politico socialista Hjalmar Branting (vd. p. 989), così come l’avvio delle gare sciistiche in

hiarate eleggibili Norvegia nel 1879. Sulle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 si rimanda a ISAKSSON CL., Stockholm

Lag angående1912. Första moderna olympiska spelen. Människorna, idrotten och Sverige, Stockholm 2011. Qui

; gifvenpuò essere interessante ricordare che nel 1834 (vale a dire ben sessanta anni prima di de Coubertin!)

örordningen omlo svedese Gustaf Johan Schartau (1794-1853) allievo di Per Henrik Ling, aveva organizzato dei

Laggiochi olimpici a Ramlösa (quartiere della città di Helsingborg in Scania, noto per la presenza di una

; sorgente di acqua minerale). L’iniziativa fu ripetuta nel 1836 ma poi tralasciata. Vd. JÖNSSON Å.,

introdusse l’uso“Olimpiska spelen i Ramlösa blev ingen succé”, in PH 1996: 3, pp. 42-43.

208 L’impianto fu disegnato dall’architetto Torben Grut (1871-1945) all’epoca considerato uno

dei migliori del Paese.

i molti viaggi di 209 DLO nr. 169.

uale egli metteva 210 Vd. p. 874.

dite superando il 211 Vd. p. 875, nota 61.


Svenska 212 Del resto la sottomissione norvegese alla Svezia si constata anche da fatti di minore

la costruzione diimportanza, come l’intitolazione (1852) a Carlo Giovanni (Jean Baptiste Bernadotte, re di Norvegia

unto. Del resto il con il nome di Carlo III Giovanni) della strada principale di Christiania (Oslo) che ancor oggi si

ui ascesa al tronochiama Carl Johans gate (in precedenza essa era detta Slotsvejen, vale a dire “Via del castello”).

tto alla Francia) 213 Tale era il titolo in Norvegia del re svedese Carlo XV.

dei Russi. Tale 214 Nella capitale svedese c’era un altro viceré che, in sostanza, rispondeva al sovrano e aveva più

omico, culturale, voce in capitolo rispetto al rappresentante governativo presente nella capitale norvegese. Il primo

politico norvegese capace di imporre la propria autorità anche rispetto al ‘collega’ svedese fu,

e in Scandinaviaappunto, Frederik Stang.

allievo migliore, 215 Vd. p. 931, nota 322.

are sciistiche in 216 Su di lui vd. SVARE BJ., Frederik Stang, I-II, Oslo, 1939-1950. Egli è fra l’altro ricordato

Stockholm come fondatore (1865) e primo presidente della Croce rossa norvegese (Norges Røde Kors),

kholm 2011. Quiinizialmente denominata Associazione per la cura dei malati e dei feriti sul campo e per il sostegno

di de Coubertin!)dei feriti e dei familiari dei caduti (Foreningen for Pleje av syke og saarede i Feldt og for

organizzato deiUnderstøtelse av Saarede og Faldnes Efterladte).

a presenza di una 217 È significativo che quando egli fu collocato a riposo il parlamento votasse contro la proposta

Å.,governativa di aumentare la sua pensione. Al che fu avviata una raccolta di fondi a suo favore,

somma che comunque egli donò all’università.

considerato uno 218 Nel febbraio 1883 si era costituita l’Associazione liberale dei membri del parlamento

(Stortingsmændenes liberale Forening) che l’anno successivo si organizzò in partito nel corso del

suo primo raduno (28-29 gennaio) e assunse il nome di Associazione norvegese di sinistra (Norges

Venstreforening), comunemente nota come Sinistra (Venstre). In realtà questa denominazione fa

riferimento al partito liberale, in quanto, più che come indicazione di un indirizzo politico (nel senso
fatti di minorecomune del termine) va intesa in contrapposizione alla politica conservatrice della Destra (Højre), su

e, re di Norvegiacui si veda poco più avanti (cfr. p. 961, nota 41). Del resto Sverdrup fu tra il 1876 e il 1878 redattore

he ancor oggi si del giornale d’opposizione Verdens Gang (cfr. p. 806, nota 543).

219 Grundlovbestemmelse ang. Forandring i Grundlovens § 50, 4 luglio 1884. Con questa

deliberazione di revisione costituzionale il diritto di voto (solo maschile, cfr. nota 247) fino ad allora

rano e aveva piùriservato ai funzionari, ai proprietari terrieri e ai commercianti era esteso a tutti coloro che potevano

vegese. Il primo dimostrare di possedere un reddito e di conseguenza pagavano le tasse. Il suffragio universale

ega’ svedese fu,maschile (per coloro che avevano compiuto i venticinque anni) sarebbe stato introdotto nel 1898

(Grundlovsbestemmelse angaaende Forandring i Grundlovens §’er 50 og 52, 30 aprile 1898).

220 Su riksmaal e landsmaal vd. sopra, 9.3.3.1. La risoluzione del parlamento nota come

l’altro ricordatojamstillingsvedtaket (o likestillingsvedtaket o sidestillingsvedtaket) “risoluzione sulla parificazione” è

), del 12 maggio 1885.

e per il sostegno 221 Lov om Rettergangsmaaden i Straffesager, 1 luglio 1887.

i Feldt og for 222 Vd. BERGSGÅRD A., Ole Gabriel Ueland og bondepolitikken, I-II, Oslo 1932. È noto che la

figura di Ueland ha ispirato il personaggio del contadino Anders Lundestad nell’opera L’Unione dei

ontro la proposta giovani (De unges Forbund) di Henrik Ibsen (su cui vd. pp. 1077-1078).

di a suo favore, 223 Vd. SLETTAN D. – TRY H. (red.), Bondevenene. Jaabækrørsla 1865-1875, Oslo 1979.

224 Si ricordi che la denominazione del Partito liberale era Venstre (vd. nota 218). Principali

del parlamentorappresentanti di questa corrente furono Jacob Sverdrup (1845-1899) e Lars Oftedal (1838-1900).

ito nel corso del 225 Denominazione in bm, ma Kristeleg Folkeparti in nn.

Norges 226 Divenuto l’anno successivo Il social-democratico (Social-Demokraten) per poi chiamarsi dal

enominazione fa1923 Foglio dei lavoratori (Arbeiderbladet). Tuttora pubblicato (dal 1997) come Il quotidiano

olitico (nel senso(Dagsavisen). Sulla figura di Christian Holtermann Knudsen vd. HELLE E., Grunnleggeren. Christian
), suHoltermann Knudsens liv i norsk arbeiderbevegelse, Oslo 1988.

il 1878 redattore 227 Un altro sciopero di notevole impatto sociale sarà (1889) quello proclamato dalle lavoratrici

(molte giovanissime) impiegate nella produzione di fiammiferi.

884. Con questa 228 Era tra l’altro nipote del musicista Waldemar Thrane (cfr. p. 937).

47) fino ad allora 229 Tra i cui insegnanti ci furono Henrik Ibsen (vd. pp. 1077-1078) e Aasmund Olavsson Vinje

oro che potevano(vd. nota 522 e cfr. nota 16).

ragio universale 230 Che fu poi introdotta nel 1854 (Lov om Værnepligten, 26 agosto 1854). Essa era del resto

odotto nel 1898prevista dal paragrafo 109 della costituzione fin dalla versione ‘di Eidsvoll’ del 1814.

231 Thrane aveva un atteggiamento sostanzialmente moderato; non così taluni suoi collaboratori

ento nota comecome Halsten Knudsen (1805-1855) responsabile del movimento a Ringerike (Buskerud), convinto

parificazione” èdella necessità di dover agire in prima persona (eventualmente ricorrendo all’uso della forza) per

raggiungere gli scopi prefissati. Nel 1851, sospettato di preparare una rivolta, Halsten Knudsen fu

arrestato a Ringerike insieme a molti lavoratori da lui riuniti (26 luglio). Condannato a 15 anni morì

2. È noto che lain prigione in circostanze mai chiarite. Henrik Ibsen (vd. pp. 1077-1078) scrisse di questo evento

L’Unione deinella rivista Andhrimner da lui fondata insieme ad Aasmund Olavsson Vinje (su cui vd. nota 522 e

cfr. nota 16) il testo Il conflitto del cappellaio di Ringerike (Hattemagerfeiden paa Ringerike), titolo

che allude al fatto che Knudsen era di professione cappellaio. Il nome della rivista fa riferimento al

218). Principali cuoco Andhrímnir il quale, secondo il mito, preparava il cibo dell’immortalità per i guerrieri di

Odino nella Valhalla (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 59 e pp. 620-621).

232 Il termine significa letteralmente “piccolo parlamento”, definizione in evidente

oi chiamarsi dal contrapposizione a Stortinget (letteralmente “grande parlamento”) con cui si designa l’assemblea

Il quotidianodegli eletti (cfr. p. 874).

geren. Christian 233 Questa normativa (Lov om Tilsyn med Arbeide i Fabrikker m.v., 27 giugno 1892) entrò in
vigore il 1 luglio 1893. Nel 1894 fu emanata una legge relativa all’assicurazione per invalidità (Lov

dalle lavoratriciom ulykkesforsikring for arbeidere i fabrikker, 23 luglio 1894, successivamente più volte

modificata). Con un provvedimento del 12 giugno 1906 inteso a creare uffici di collocamento nei

principali centri (Arbeidsformidlingsloven) fu regolamentato il sussidio di disoccupazione; il

Olavsson Vinjeprovvedimento sarà efficacemente migliorato con la legge del 24 giugno 1938 (Lov om

arbeidsledighetstrygd). Il diritto alla pensione di vecchiaia sarebbe stato sancito con una legge del 7

ssa era del restodicembre 1923 (Lov om alderstrygd) che tuttavia per mancanza di fondi trovò applicazione solo dopo

l’approvazione di un analogo provvedimento del 16 luglio 1936.

uoi collaboratori 234 La denominazione è Associazione norvegese dei datori di lavoro (comunemente indicata con

kerud), convintola sigla NAF).

della forza) per 235 Come l’Associazione dei lavoratori di Bergen (Bergens Arbeiderforening) sorta nel 1850 e la

sten Knudsen fuSocietà dei lavoratori di Christiania (Christiania Arbeidersamfund) fondata nel 1864 da Eilert Sundt

o a 15 anni morì(vd. p. 933 con nota 329). In quest’ultima fu attivo Jon Hol (1851-1941), ingegnere e politico che in

di questo eventoprecedenza aveva promosso la pubblicazione del periodico Il lavoratore (Arbeideren) e per un certo

ui vd. nota 522 e tempo fu redattore del giornale La società (Samfundet), nei quali era esposto il punto di vista di

), titoloquesto diverso orientamento all’interno del mondo del lavoro.

fa riferimento al 236 A sua volta questa rappresentava il settore giovanile del Partito dei lavoratori norvegesi.

er i guerrieri di 237 Un precedente movimento riconducibile all’area anarchica era stato, a partire dal 1891, il

gruppo anarchico-comunista “Libertas” (Anarkistisk-Communistisk Gruppe “Libertas”) il cui

ne in evidenterappresentante di spicco fu Kristofer Hansteen (1865-1906) che diede alle stampe L’Anarchico

gna l’assemblea (Anarkisten, 1898-1899). Questo gruppo si esaurì dopo la morte di Hansteen ma le sue idee furono

riprese dall’Associazione norvegese dei giovani socialisti.

o 1892) entrò in 238 Egli era padre di Christian Schweigaard, il sopra citato primo ministro (vd. p. 1008).
Lov 239 Vd. SØRENSEN Ø., Anton Martin Schweigaards politiske tenkning, Oslo 1988.

mente più volte 240 Il presidente di questa formazione era l’insegnante e pedagogo Frits Hansen (1841-1911). Il

collocamento neiCentro contava seguaci soprattutto nella Norvegia orientale.

soccupazione; il 241 Un suo eminente rappresentante era Christian Michelsen, in seguito (1905-1907) primo

Lov omministro (vd. poco oltre).

n una legge del 7 242 Una terza faccenda di minore importanza ma che a suo tempo aveva avuto molta eco e aveva

azione solo dopoprovocato il malumore norvegese contro la Svezia era stata la cosiddetta “questione di Bodø”

(Bodøsaken), un semplice fatto legato al contrabbando che tuttavia aveva generato un complicato

ente indicata conconflitto tra Inghilterra, Svezia e Norvegia. Nel 1818 a Bodø (in Nordland) un commerciante inglese

era stato accusato di contrabbando, arrestato e le sue merci confiscate. Con l’aiuto di un avvocato

rta nel 1850 e la tanto abile quanto disonesto egli era riuscito a far apparire il tutto come un atto di prevaricazione da

4 da Eilert Sundtparte dei Norvegesi nei confronti di un cittadino straniero. Per questa ragione la merce dovette essere

e politico che in restituita e fu pagato un pesante risarcimento. Nel Paese la vicenda provocò un forte risentimento

) e per un certocontro la Svezia che, si riteneva, non aveva difeso come avrebbe dovuto gli interessi norvegesi.

punto di vista di 243 In carica una prima volta dal 1895 al 1898, Francis Hagerup era un celebre giurista, fondatore

(1888) della Rivista di scienze giuridiche (Tidsskrift for Retsvidenskab).

244 Vd. STENSLAND T., “Norges sjømilitære opprustning 1895-1902 og forholdet til Sverige”, in

tire dal 1891, ilScandia, LXI: 1 (1995), pp. 29-44.

) il cui 245 L’anno successivo venne istituita la cosiddetta “medaglia del 7 giugno” (7. juni-medaljen) a

L’Anarchicoricordo dell’evento. Questa onorificenza fu conferita ai membri del governo e del parlamento.

sue idee furono 246 Significativo del clima venutosi a creare nell’imminenza dello scioglimento dell’unione è il

caso del socialista svedese Zeth Höglund (1884-1956) il quale nel 1905 di fronte alla prospettiva,

invocata da alcuni, di intervenire militarmente contro i Norvegesi diffuse in oltre centomila copie il
celebre volantino Giù le armi! – Pace con la Norvegia (Ned med vapnen! – Fred med Norge, dato

n (1841-1911). Ilalle stampe l’anno successivo), con l’invito a non rispondere a una eventuale chiamata alle armi

contro un popolo ‘fratello’ e a scioperare per evitare la guerra: ciò gli guadagnò l’accusa di incitare

05-1907) primoalla rivolta sociale e di conseguenza una condanna a sei mesi di prigione.

247 Cfr. sopra, nota 219. Una proposta sul voto alle donne era stata presentata in Norvegia fin dal

molta eco e aveva1886 da parlamentari della sinistra come Ole Anton Qvam (1834-1904) e Viggo Ullmann (1848-

stione di Bodø”1910), che rispondevano a un crescente movimento d’opinione (sostenuto anche da molti

o un complicato rappresentanti della cultura). Nel 1890 ci fu la discussione e la successiva bocciatura, tuttavia il

merciante inglesedibattito andò avanti, incalzato anche da importanti manifestazioni come quella del 17 maggio 1899

o di un avvocatoquando circa quattromila donne si raccolsero davanti al parlamento per rivendicare questo diritto.

revaricazione da Dopo qualche apertura (1901 e 1907), con provvedimenti che accordavano la possibilità di votare a

ce dovette essereun numero limitato di donne, legandola a precise condizioni economico-sociali (vd. Norsk

orte risentimento Lovtidende, 2den Afdeling, 1901, pp. 242-248 e Norsk Lovtidende, 2den afdeling, 1907, pp. 281-282)

il primo risultato significativo fu ottenuto nel 1910, quando fu approvato il diritto di voto e

urista, fondatorel’eleggibilità di tutte le donne nei consigli comunali tanto in città quanto in campagna (Lov 7. juni

1910 om forandringer i lov om formandskaper i kjøpstæderne m.v. av 14. januar 1837 med

t til Sverige”, in ændrings- og tillægslove e Lov 7. juni 1910 om forandringer i lov om formandskaper paa landet m.v.

av 14. januar 1837 med ændrings- og tillægslove). Due anni dopo, nel 1913, una modifica

) a costituzionale introdusse in Norvegia il suffragio universale (Kundgjørelse av grundlovsbestemmelse

av 11. juni 1913 til forandring i grundlovens § 50, 7 luglio 1913).

dell’unione è il 248 Håkon VI, morto nel 1380, era padre di Olav IV, ultimo re di Norvegia (morto giovanissimo)

alla prospettiva,prima che il Paese confluisse nell’unione di Kalmar e restasse poi per oltre cinque secoli in posizione

entomila copie ildi subalternità prima alla Danimarca e poi alla Svezia (vd. pp. 437-438).
, dato 249 Ernst Sars era figlio del celebre zoologo Michael (vd. p. 906 con nota 199) e, per parte di

iamata alle armimadre, nipote di Johan Sebastian Welhaven (vd. pp. 931-932). Su di lui vd. FULSÅS N., Historie og

ccusa di incitarenasjon. Ernst Sars og striden om norsk kultur, Oslo 1999 e anche FULSÅS N., “Ernst Sars og historia

(1835-1917)”, in VP 1800-tallet, pp. 107-117.

Norvegia fin dal 250 Sulle norme di legge che avevano disciplinato i rapporti commerciali fra Svezia e Norvegia

Ullmann (1848-fin dai primi anni dell’unione e sulla loro abolizione nella prospettiva del suo scioglimento vd.

anche da moltiERIKSEN T., Opphevelsen av mellomriksloven. En kamp i unionspolitisk perspektiv, Oslo 1959.

atura, tuttavia il 251 Anzi a Kristiania, epicentro di una febbrile attività speculativa, un vero e proprio boom si

17 maggio 1899 rovesciò nel 1899 in una bolla immobiliare con tutte le sue conseguenze.

re questo diritto. 252 In questo contesto si situa l’emanazione di una “legge sulla povertà” (Fattigloven, promulgata

bilità di votare ail 19 maggio 1900).

Norsk 253 Vd. HAGEMANN G., Det moderne gjennombrudd 1870-1905, Oslo 1997 (vol. IX di HELLE

07, pp. 281-282)1998 [B.3]) pp. 74-80 (l’indicazione relativa al numero dei migranti a p. 75). Il fenomeno conobbe

iritto di voto e picchi tra il 1866 e il 1870, agli inizi degli anni ’80 e nei primi anni del Novecento.

Lov 7. juni 254 Nel 1889 veniva fondata a Sarpsborg (Østfold) la fabbrica Borregaard (tuttora attiva e con

nuar 1837 medinteressi nella produzione di carburanti biologici) nella quale veniva prodotta la cellulosa con il

r paa landet m.v.‘processo al bisolfito’ (cfr. nota 154). Si tratta di una delle più grandi fabbriche del Paese. Dal primo

3, una modifica gennaio 1860 era entrato in vigore il provvedimento del parlamento (Lov om Saugbrugsvæsenet, 26

lovsbestemmelseagosto 1854) che aboliva i privilegi per le segherie liberalizzando questo tipo di attività. Vd.

SEJERSTED F., “Da sagskuren ble frigitt”, in MMFJAS, pp. 94-109. La prima segheria a vapore

to giovanissimo)(Wullum-saga) fu aperta nel 1853 nel comune di Namsos (Nord Trødelag) da Erik Olsen Wullum

coli in posizione(1777-1872) seguace di Hauge (vd. pp. 765-766).

255 In questo contesto va ricordata la figura dell’ingegnere Christian August Anker (1840-1912) il
) e, per parte diquale, oltre a portare avanti e a modernizzare la produzione di derivati del legname (attività ereditata

Historie ogdal padre), diede l’avvio alla lavorazione del marmo (a lui risale la Ankerske di Fauske in Nordland,

Sars og historia tuttora nota per questa lavorazione) e nel 1906 aprì (anche con capitali stranieri) una miniera di ferro

nella zona di Sør Varanger (sami Mátta-Várjjat) nell’estremità orientale della regione di Finnmark.

vezia e Norvegia 256 Ma anche l’artigianato fa notevoli passi avanti con la nascita delle fabbriche di porcellana

scioglimento vd.Egersund Fayancefabrik (Rogaland) nel 1847 e Porsgrund (a Billingstad, non lontano da Oslo) nel

1885.

si 257 Si pensi a Frederik Christian Schübeler (1815-1892), medico passato alla botanica, il quale

introdusse in Norvegia molte piante utili, sperimentando la possibilità di coltivarle anche a elevate

, promulgata latitudini.

258 Fin dal 1851 era stata fondata la Compagnia di Bergen delle navi a vapore (Det bergenske

ELLE dampskibsselskab), cui seguì nel 1857 la Compagnia delle navi a vapore della Norvegia

nomeno conobbe settentrionale (Det Nordenfjeldske Dampskibsselskab; per la precisione l’aggettivo nordenfjeldsk, qui

tradotto con “settentrionale” indica le regioni norvegesi a nord della nontagna di Dovre, su cui cfr. p.

tora attiva e con876, nota 66). Queste società gestivano principalmente le rotte verso la città di Amburgo. In seguito

cellulosa con iltuttavia esse cominciarono a collegare anche le località lungo la costa. A partire dagli ultimi anni del

Paese. Dal primo XIX secolo, insieme alla Compagnia delle navi a vapore di Vesterålen (Vesteraalens

, 26Dampskibsselskab, fondata nel 1881) cominciarono a navigare tra il sud e il nord del Paese lungo

di attività. Vd.l’itinerario di quella che sarebbe divenuta la celebre e tuttora pienamente attiva Hurtigruten (fondata

gheria a vaporenel 1893 dal capitano Richard With, 1846-1930, che già era stato tra i promotori della Compagnia

k Olsen Wullumdelle navi a vapore di Vesterålen). Questo “percorso rapido” (tale è il significato del nome) avrebbe

reso possibili veloci trasferimenti fino ad allora impensabili. Non a caso questa linea navale è

er (1840-1912) ilconsiderata la “strada nazionale nr. 1” (“Riksvei Nr. 1”). Fin dal 1827 tuttavia era in servizio la
(attività ereditataCostituzione (Constitutionen) una piccola nave a vapore (costruita in Inghilterra) che effettuava il

ske in Nordland, servizio postale tra Kristiania e Kristiansand (Vest-Agder). La prima nave a vapore costruita in

miniera di ferroNorvegia fu Re Ring (Kong Ring) nel 1837.

259 Vale a dire “Ferrovia principale”.

he di porcellana 260 Vale a dire “Ferrovia di Ofoten”, cioè della regione settentrionale (in lingua sami Ufuohttá) il

ano da Oslo) nelcui centro principale è Narvik.

261 Sulla catena montuosa di Dovre cfr. p. 876, con nota 66. L’inaugurazione di questa linea (18

otanica, il qualesettembre 1921) resta purtroppo legata a un incidente ferroviario che si verificò nella notte quando il

anche a elevatetreno che riportava nella capitale le autorità (sovrano compreso) che avevano partecipato alla

cerimonia si scontrò con un altro convoglio provocando la morte di sei persone e il ferimento di

Det bergenske numerose altre.

della Norvegia 262 Esso diventerà poi l’attuale Vegvesen. Primi direttori, direttamente coinvolti nella costruzione

, quie nell’ammodernamento della rete stradale norvegese (in un Paese in cui gran parte dei trasporti

vre, su cui cfr. p.avvenivano via mare o su impervi sentieri interni) saranno gli ingegneri Christian Vilhelm Bergh

burgo. In seguito(1814-1873) e Hans Hagerup Krag (1829-1907), tra l’altro uno dei fondatori dell’Associazione

li ultimi anni delturistica norvegese (Den Norske Turistforening) nel 1868.

Vesteraalens 263 A Stoccolma questo servizio sarebbe partito due anni dopo.

del Paese lungo 264 Si veda in proposito l’articolo di Einar Rasmussen sul Settimanale tecnico (Teknisk Ugeblad),

(fondata1899: 15-16, pp. 181-184 e pp. 201-202.

della Compagnia 265 Per sua iniziativa nel 1841 furono impiantate a Christiania presso il fiume Akerselva delle

l nome) avrebbeofficine meccaniche (Agers mechaniske Værksted) dalle quali si sarebbe sviluppato un importante

a linea navale ècantiere navale rimasto in attività fino al 1982. Tra i promotori dell’associazione ci fu anche Jens

ra in servizio laJensen (1817-1890) che con il fratello e il cognato aveva dato vita (1848) alle officine meccaniche
che effettuava ilnote come Myrens mekaniske Verksted nelle quali si sarebbero sperimentati nuovi metodi e nuovi

pore costruita in strumenti di lavorazione. Dal 1854 l’Associazione politecnica avrebbe pubblicato la Rivista

politecnica (Polyteknisk Tidsskrift) che dal 1883 diventerà il Settimanale tecnico (cfr. nota

precedente).

) il 266 Frutto di questa collaborazione saranno i periodici Settimanale tecnico (cfr. nota 264) e

Rivista tecnica norvegese (Norsk Teknisk Tidsskrift) poi accorpati nel 1898.

questa linea (18 267 Vd. pp. 765-766.

a notte quando il 268 Vd. nota 224. In precedenza (1855) egli aveva fondato l’Associazione per la missione interna

partecipato alla di Christiania (Christiania Indremissjonsforening), attuale Missione cittadina della Chiesa (Kirkens

e il ferimento diBymisjon). Più precisamente Società della missione interna è abbreviazione comunemente usata per

Società norvegese luterana della missione interna (Den norske lutherske Indremissjonsselskap). Su

nella costruzioneGisle Johnson vd. THORKILDSEN D., “Gisle Johnson – ‘The Godfather’ i norsk kirkeliv (1822-1894)”,

arte dei trasportiin VP 1800-tallet, pp. 93-105 e OUSLAND G., En kirkehøvding. Professor Gisle Johnson som teolog

n Vilhelm Berghog kirkemann, Oslo 1950.

ell’Associazione 269 Vd. THORKILDSEN 1997 (A), pp. 154-155. Lo studioso ricorda come al culmine della battaglia

politica tra liberali e conservatori Gisle Johnson si fosse fatto promotore di un appello Agli amici

della cristianità nel nostro Paese (Til Christendommens Venner i vort Land), sottoscritto da tutti i

),vescovi e da altri eminenti rappresentanti della società norvegese, nel quale attaccava la politica

liberal-radicale (ibidem, p. 155). Nell’edizione del testo (indicato in EF) l’elenco dei firmatari si

Akerselva delle trova alle pp. 7-16.

o un importante 270 Si citino qui: la Società dei quaccheri (Kvekersamfunnet) o Società degli amici (Vennenes

ci fu anche Jens samfunn), presente fin dal 1818; la Chiesa metodista la cui prima comunità fu costituita in Norvegia

cine meccanichedal pastore Ole Peter Petersen (1822-1901) nel 1856; la Chiesa battista attiva nel Paese dal 1860; la
metodi e nuoviSocietà ecclesiale evangelico-luterana (Det evangelisk-lutherske kirkesamfunn) sorta nel 1872 sul

Rivistamodello della Chiesa luterana norvegese negli Stati uniti (Norwegian Lutheran Church in the United

(cfr. nota States) costituita nel Wisconsin (1846) per iniziativa di Elling Eielsen (1804-1883); la Chiesa libera

evangelico-luterana (Den Evangelisk Lutherske Frikirke), fondata a Moss nel 1877; la Chiesa

cfr. nota 264) eavventista che avviò la propria attività nel 1879; l’Associazione missionaria norvegese (Det Norske

Misjonsforbund) fondata nel 1884: l’Esercito della salvezza (Frelsesarmeen), attivo dal 1888; la

congregazione Comunione (Samfundet) fondata nel 1890 a Kristiansand da Bernt Berntsen Lomeland

missione interna(1836-1900) insegnante e predicatore; la Chiesa unitarianista norvegese (Den norske unitarkirke)

Kirkens fondata nel 1895 dall’ecclesiastico e scrittore Kristofer Janson (1814-1917) come Chiesa della

emente usata perfratellanza (Broderskapets kirke); le Libere assemblee evangeliche (De frie evangeliske

). Suforsamlinger), organizzate nei primi anni del Novecento dal pastore Erik Andersen Nordquelle

iv (1822-1894)”,(1858-1938) e inizialmente collegate al movimento dei pentecostali introdotto nel Paese nel 1906 da

nson som teolog Thomas Ball Barratt (1862-1940). Una comunità religiosa minore è in Norvegia, come altrove in

Scandinavia, anche quella cattolica.

ne della battaglia 271 Con la seconda denominazione essa è nota soprattutto in Canada e negli Stati uniti. Il

Agli amiciriferimento a Brunstad dipende dal fatto che nel 1956 questa comunità ha acquistato la proprietà di

oscritto da tutti iBrunstad (Vestfold). Inizialmente gli adepti erano detti semplicemente “amici di Smith” (Smiths

ccava la politicavenner).

dei firmatari si 272 Lov angaaende dem, der bekjende sig til den christelige Religion, uden at være medlemmer af

Statskirken (16 luglio 1845). Le reazioni e il dibattito suscitati da questo provvedimento portarono

Vennenespoi (1891) all’emanazione di una nuova legge (Lov angaaende kristne Dissentere og andre, der ikke

uita in Norvegia er medlemmer af Statskirken, 27 giugno 1891).

aese dal 1860; la 273 Su di lui vd. FUGLUM P., Asbjørn Kloster, pedagog, forkynner og avholdspioner, Oslo 2004.
rta nel 1872 sulDello stesso autore anche Kampen om alkoholen i Norge 1816-1904, Oslo 1972. In realtà

rch in the United l’associazione fondata da Kloster non era affatto la prima, come sopra si è detto (vd. p. 905 con nota

la Chiesa libera 190).

1877; la Chiesa 274 Nel 1907 verrà addirittura fondato il Partito dell’astinenza [dall’alcol] (Avholdspartiet), attivo

Det Norske fino al 1933.

vo dal 1888; la 275 Cfr. p. 903 con nota 175. Alla società diedero il proprio contributo personaggi illustri come i

rntsen Lomeland linguisti Ivar Aasen e Knud Knudsen (vd. pp. 942-943 e pp. 943-944) e i demologi Peder Chr.

)Asbjørnsen ed Eilert Sundt (vd. p. 933).

me Chiesa della 276 Su di lui vd. HØVERSTAD T., Ole Vig. Ein norrøn uppsedar, Hamar 1953.

rie evangeliske 277 Vd. pp. 883-884, p. 886 e pp. 914-915.

rsen Nordquelle 278 Su di lui vd. Præsten W.A. Wexels’s Liv og Virken tilligemed en Smule norsk Kirkehistorie,

aese nel 1906 dafremstillet og udgivet af E. MAU, Kristiania 1867.

come altrove in 279 Folkehøyskoler, folkehøiskoler, folkehøgskoler in bm; folkehøgskolar, folkehøgskular in nn.

280 Hermann Anker era fratello di Christian August Anker, su cui vd. nota 255.

li Stati uniti. Il 281 Su di lui si rimanda a SLETTEN V., Christopher Bruun. Einsleg stridsmann, Oslo 1986.

o la proprietà di 282 Lov om almueskolevæsenet paa landet (16 maggio). Sulle ‘scuole itineranti’ vd. p. 903.

Smiths 283 Lov om Examen artium e Lov om offentlige skoler for den høiere Almendannelse, entrambe

del 17 giugno 1869. Una nuova regolamentazione dell’insegnamento superiore sarebbe stata

re medlemmer afintrodotta nel 1896 (Lov om Høiere Almenskoler, 27 luglio 1896) nella quale, tra l’altro, sarebbe stato

mento portaronoeliminato l’obbligo dello studio del latino. La scuola ‘media’ assorbì le realskoler (cfr. nota 104), da

g andre, der ikkecui prese il nome, presenti anche in Norvegia. Nel tempo saranno apportate diverse modifiche, tra cui

quelle dell’importante provvedimento del 1964 (Lov om realskoler og gymnas, 12 giugno 1964)

, Oslo 2004.decaduto nel 1974 con l’emanazione di una nuova regolamentazione (Lov om videregående
1972. In realtàopplæring, 21 giugno 1974). Cfr. anche nota successiva.

p. 905 con nota 284 Lov om Folkeskole paa Landet e Lov om Folkeskole i Kjøbstæderne, entrambe del 26 giugno

1889. La normativa sulle “scuole popolari” sarà revisionata nel 1936 (Lov om folkeskolen på landet e

), attivoLov om folkeskolen i kjøpstedene, entrambe del 16 luglio 1936) e nel 1959 (Lov om folkeskolen, 10

aprile 1959), quando si darà la possibilità ai comuni di estendere l’obbligo scolastico a nove anni e si

gi illustri come ilimiterà il ruolo degli ecclesiastici al solo ambito dell’insegnamento religioso. Nel 1969, affermato

ologi Peder Chr.ormai il principio di un uniforme livello per l’istruzione di base, sarà introdotto l’obbligo generale di

completare nove anni di studio (successivamente elevati a dieci) presso quella che viene ora detta,

appunto, “scuola di base” (grunnskole): Lov om grunnskolen, 13 giugno 1969, successivamente

modificata. Le tendenze pedagogiche attuali, misurate sulle esigenze di una società in profonda

sk Kirkehistorie, trasformazione sono riflesse in una normativa piuttosto recente che riguarda sia l’insegnamento

elementare sia quello superiore: Lov om grunnskolen og den vidaregåande opplæringa, del 17 luglio

1998 con successive modificazioni.

285 Così in bm, ma Universitetet for miljø- og biovitskap in nn.

286 Om abnorme Børns undervisning, 8 giugno 1881; essa fu modificata nel 1915 (Lov om døve,

blinde og aandssvake barns Undervisning og om Pleie- og arbeidshjem for ikke-dannelsesdygtige

, entrambe Aandssvake, 4 giugno 1915). Nel 1951 (23 novembre) fu emanata la cosiddetta Legge per le scuole

e sarebbe stataspeciali (Spesialskoleloven). Per un diverso approccio al problema, che rifiutasse il principio di

tro, sarebbe statoesclusione (basato tuttavia sulla convinzione che gli allievi portatori di handicap necessitassero,

cfr. nota 104), da appunto, di scuole “speciali”), si sarebbe dovuto attendere il 13 giugno 1975, data in cui fu emanato

modifiche, tra cui un provvedimento, noto come Legge dell’integrazione (Integreringsloven) che inseriva questi

12 giugno 1964) bambini nel sistema scolastico generale.

m videregående 287 Nils Hertzberg si adoperò fattivamente anche per introdurre l’educazione fisica nelle scuole.
288 Nel 1946 l’Università di Bergen (Universitetet i Bergen); nel 1968 quella di Tromsø

be del 26 giugno(Universitetet i Tromsø, Romssa universitehtta in lingua sami); nel 2005 l’Università di Stavanger

e(Universitetet i Stavanger, in Rogaland) con sede a Ullandhaug, nel 2007 l’Università di Agder

, 10 (Universitetet i Agder, con sedi a Kristiansand, Grimstad e Arendal) e nel 2011 l’Università del

a nove anni e si Nordland (Universitetet i Nordland) con sede a Bodø. L’Università di scienze tecniche e naturali di

1969, affermatoTrondheim (Norges teknisk-naturvitenskapelige universitet), ufficialmente istituita nel 1996 raccoglie

bligo generale dil’eredità di scuole e istituzioni culturali precedenti come la Società di Trondheim fondata nel 1760

viene ora detta,(vd. p. 721), l’Istituto tecnico di Trondheim (Trondhjems Tekniske Læreanstalt, che risale al 1870) e

successivamentela Scuola superiore di studi tecnici (Norges tekniske høgskole, avviata nel 1910).

ietà in profonda 289 Del 19 luglio 1910 è la prima legge di regolamentazione in proposito: Lov om aksjeselskaper

l’insegnamentoog kommandittaksjeselskaper av 19. juli 1910, med endringslover til og med 8. april 1938, med

, del 17 luglioanmerkninger og henvisninger av E. HANSSEN, Oslo 1946.

290 Si pensi a Kirkenes (sami Girkonjárga) nell’estremo Finnmark orientale che dopo l’apertura

delle miniere di ferro gestite dalla società Sydvaranger, fondata nel 1906, si sviluppò con grande

Lov om døve,rapidità.

dannelsesdygtige 291 Si veda a esempio il caso della Norsk Hydro, uno dei colossi dell’industria norvegese, che fu

gge per le scuolefondata nel 1905 con capitale francese, svedese e norvegese. Promotore dell’impresa fu l’ingegnere

e il principio diSam Eyde (1866-1940) il quale, in collaborazione con lo scienziato Kristian Birkeland (vd. p. 1103,

necessitassero, nota 629), aveva sviluppato un metodo per la produzione di concimi chimici a base di azoto (il

n cui fu emanatocosiddetto ‘processo Birkeland-Eyde’), ragion per cui inizialmente l’impresa ebbe nome Società per

inseriva questiazioni idroelettrica norvegese dell’azoto (Norsk hydro-elektrisk Kvælstofaktieselskab). Sam Eyde con

l’appoggio finanziario della famiglia di banchieri svedesi Wallenberg fu anche fondatore nel

medesimo anno della Società per azioni norvegese per l’industria elettrochimica (Det Norske
uella di Tromsø Aktieselskab for Elektrokemisk Industri, attualmente Elkem).

sità di Stavanger 292 Cfr. p. 1013.

versità di Agder 293 Molto importante è, tra le altre, la legge del 18 settembre 1909 sullo sfruttamento delle cascate

l’Università del e delle risorse minerarie (Lov om ervervelse av vannfall, bergverk og annen fast eiendom m.v.).

che e naturali di 294 Cfr. p. 938.

el 1996 raccoglie 295 Vd. p. 1079 e p. 1100. Il testo di Bjørnson fu redatto in una prima versione nel 1859 ma

ondata nel 1760 successivamente rivisto. Vd. JØRGENSEN J.G. – KYDLAND A.J. ET AL., Historien om Ja, vi elsker, Oslo

risale al 1870) e 2002.

296 DLO nr. 170.

m aksjeselskaper 297 In taluni casi anche la gente comune mostrò, dopo secoli di sottomissione, di voler rialzare la

, medtesta: si ricorda in particolare un episodio, la cosiddetta “cavalcata nel Nord” (Norðurreiðin),

avvenuto il 23 maggio 1849 (dunque nel pieno del clima rivoluzionario europeo), quando una

e dopo l’aperturasettantina di abitanti dello Skagafjörður e dell’Eyjafjörður si recarono a cavallo alla residenza del

uppò con grandegovernatore distrettuale Grímur Jónsson (o, alla danese, Grímur Johnsen, come voleva essere

chiamato, 1785-1849). Questo funzionario, assai malvisto per la sua marcata predisposizione a fare il

orvegese, che fusolo interesse del dominatore, abitava a Möðruvellir in Hörgárdalur in una lussuosa residenza

sa fu l’ingegnere(all’epoca tra le più belle del Paese e nota come Dono di Federico, Friðriksgáfa, poiché il denaro per

and (vd. p. 1103, costruirla era stato concesso dal re). Ivi giunti costoro scesero di sella e presentarono un duro

base di azoto (il ammonimento al governatore allo scopo di farlo dimettere dall’incarico, dopo di che di nuovo

ome Società percavalcarono verso casa. Quindici giorni dopo, il 7 giugno, Grímur Jónsson morì per un attacco

). Sam Eyde con cardiaco. In seguito a questo episodio il re danese avrebbe inviato nell’isola un contingente di soldati

e fondatore nela ‘vigilare’ sullo svolgimento dell’assemblea dei rappresentanti di cui si dirà poco oltre. Della

Det Norskemagnifica residenza non resta nulla in quanto essa fu distrutta da un incendio nel 1874.
298 Vd. p. 864.

299 Vd. p. 384.

nto delle cascate 300 Come è stato detto (vd. p. 880), quando viveva e lavorava in Danimarca Jón Sigurðsson aveva

avviato la pubblicazione della Nuova rivista sociale. Direttore di Þjóðólfur fu fino al 1852

Sveinbjörn Hallgrímsson (1814-1863), noto per uno ‘scandalo’ avvenuto nel 1850: egli infatti al

ne nel 1859 matermine di una predica del vescovo Helgi Thordersen (1794-1867) nella cattedrale, prese la parola

, Oslocriticando aspramente l’autorità ecclesiastica e chiedendo la nomina di un nuovo pastore. A motivo

dell’inserimento del testo di questo discorso nel giornale Þjóðólfur la pubblicazione fu sospesa.

Sveinbjörn Hallgrímsson trovò comunque il modo di stamparlo in quanto si recò in Danimarca e lo

voler rialzare la fece uscire con il titolo modificato di Hljóðólfur. Dopo di lui fu direttore Jón Guðmundsson (1807-

), 1875), presidente dell’assemblea generale tra il 1859 e il 1861, che mantenne l’incarico fino al 1874;

eo), quando unala biografia di questo importante politico (Jón Guðmundsson alþingismaður og ritstjóri, þættir úr

lla residenza del ævisögu, Reykjavík 1960) è stata scritta da Halldór Laxness (vd. pp. 1168-1169, p. 1173 e p. 1175).

e voleva essereIn islandese Þjóðólfur è nome proprio maschile composto da þjóð “popolo” e úlfur “lupo”,

osizione a fare iletimologicamente vale dunque “lupo del popolo”.

ssuosa residenza 301 Vd. p. 880 con nota 80.

ché il denaro per 302 Il totale dei delegati era di quarantatré. Tra coloro che si schierarono dalla parte del re c’era

ntarono un duroPáll Melsteð (1812-1910) incaricato di presiedere la riunione. Egli era stato segretario del

di che di nuovo rappresentante reale all’assemblea ed era ora direttore della tipografia nazionale (su di lui “Páll

ì per un attaccoMelsteð, sagnfræðingur”, in BR, pp. 136-139).

ngente di soldati 303 Un caso esemplare è quello del sopra citato Jón Guðmundsson (vd. nota 300) che fu rimosso

oco oltre. Delladall’incarico di sýslumaður (vd. p. 387) dei distretti (occidentale e orientale) di Skaftafell per la sua

stretta collaborazione con Jón Sigurðsson.


304 La dimensione del ‘problema islandese’ si evidenzia anche nel fatto che nel contesto del

conflitto per i ducati degli anni 1863-1864 (vd. p. 960) la Danimarca aveva anche preso in

Sigurðsson aveva considerazione la cessione dell’isola alla Prussia in cambio della parte dello Schleswig in cui la

u fino al 1852maggioranza della popolazione era danese; lo scambio tuttavia non andò in porto.

0: egli infatti al 305 Il nonno paterno era il vescovo Hannes Finnsson (vd. p. 731 e p. 840).

, prese la parola 306 Lov om Islands forfatningsmæssige Stilling i Riget, 2 gennaio 1871, nota in danese anche

astore. A motivocome Landsstillingsloven (Legge sullo stato del Paese), in islandese Stöðulögin.

ione fu sospesa. 307 Vd. p. 151.

Danimarca e lo 308 Come si è detto (vd. p. 147) l’anno di fondazione della nazione islandese è considerato l’874,

mundsson (1807-quando il primo colono, Ingólfr Arnarson, si era stabilito nel Paese. Sulle celebrazioni del millenario

ico fino al 1874;vd. TOBÍASSON B., Þjóðhátíðin 1874, Reykjavík 1958.

þættir úr 309 Vd. p. 553 con nota 110.

1173 e p. 1175). 310 Non mancò, tuttavia, chi continuò a opporsi duramente, ritenendo che l’unica soluzione per il

“lupo”, Paese fosse il definitivo distacco dalla Danimarca. Tra di loro Jón Ólafsson (1850-1916), redattore

del giornale Göngu-Hrólfr (sul personaggio cui questo nome si ispirava vd. p. 112 con nota 49), il

quale per due volte fu espulso dal Paese per le sue idee e i suoi scritti e infine riparò in America.

parte del re c’eraParticolare irritazione suscitò il suo Componimento degli Islandesi (Íslendingabragur), da cantare

o segretario del sulla musica della ‘marsigliese’, comparso sulla rivista Baldur (da lui diretta), III: 4, del 19 marzo

(su di lui “Páll1870, p. 15.

311 Vd. sopra, nota 307.

) che fu rimosso 312 Vd. p. 824, nota 650.

ftafell per la sua 313 Vd. p. 824. Egli fu anche presidente dell’assemblea islandese. Questo è il motivo per cui in

Islanda è noto come Jón forseti, vale a dire “Jón il presidente”.


nel contesto del 314 Vd. pp. 967-968.

anche preso in 315 Su di loro vd. ÞÓR J.Þ., Dr. Valtýr. Ævisaga, [Hafnarfjörður] 20102 e ALBERTSSON KR.,

leswig in cui laHannes Hafstein. Æfisaga, Reykjavík 20043.

316 Betænkning afgiven af den Dansk-islandske Kommission af 1907 / Álit hinnar dönsku og

íslensku nefndar frá 1907, København 1908.

in danese anche 317 Lo studioso di storia del cristianesimo Hjalti Hugason fa notare (HUGASON 1997 [B.7.2], p.

206) come il coinvolgimento della Chiesa islandese nella rinascita dello spirito nazionale e nella lotta

per l’indipendenza riguardasse sostanzialmente i pastori e il clero di grado più basso, mentre il

onsiderato l’874, vescovo, così come gli ecclesiastici che ricoprivano cariche di prestigio si schierarono in difesa degli

ni del millenariointeressi del re danese.

318 Inizialmente questo gruppo era il Partito per i miglioramenti costituzionali

(Stjórnarbótarflokkurinn), divenuto poi Partito del progresso (Framfaraflokkurinn e

a soluzione per ilFramsóknarflokkurinn) e, ancora, Partito democratico (Þjóðræðisflokkurinn). La denominazione

-1916), redattorePartito dell’indipendenza risale al 1908. Si osservi qui, doverosamente, che l’attuale Partito del

con nota 49), ilprogresso (Framsóknarflokkurinn) è sorto, come si specifica poco più avanti, nel 1916.

parò in America. 319 Vd. oltre, pp. 1049-1050.

), da cantare 320 Cfr. nota 318.

4, del 19 marzo 321 Forordning om de islandske landkommuners styrelse: LFI XXI, 4 maggio 1872, pp. 354-403.

322 Per altro fin dalla seconda metà del XIX secolo i cattolici avevano potuto ritrovare spazi e dal

1923 essi ebbero nel Paese la propria prefettura apostolica.

323 Il testo della legge del 1 maggio 1909 è riportato in Frækorn, X (7 maggio1909), pp. 1-8. Dal

motivo per cui in1922 in seguito a trattative col governo spagnolo, che chiedeva di poter esportare vino in Islanda in

cambio di pesce salato, il divieto totale fu attenuato (vd. Fram, 18 marzo 1922, p. 9): il 1 gennaio di
quell’anno fu istituita la Rivendita statale delle bevande alcoliche (Áfengisverslun ríkisins) per

.,l’importazione di vino spagnolo (di gradazione non superiore a 21°). La legge di soppressione del

divieto (Áfengislög, 9 gennaio 1935) entrò in vigore il 1 febbraio, restando comunque valida la

nnar dönsku ogproibizione relativa alla birra, che sarebbe stata tolta molto più avanti, nel 1989 (Áfengislög del 15

giugno 1988 con decorrenza 1 marzo 1989; il testo è consultabile su

1997 [B.7.2], p. www.althingi.is/lagas/130b/1998075.html).

nale e nella lotta 324 Legge del 15 aprile 1854 entrata in vigore il 1 aprile 1855 (Lög um siglingar og verslun á

basso, mentre ilÍslandi, in Lagasafn 1990. Íslensk lög 1. Október 1990, búið hefur til prentunar M. MÁSSON,

no in difesa degliReykjavík 1991, II, coll. 1702-1703). Cfr. pp. 551-552 con note 100-103. Pioniere del commercio

islandese era stato Guðmundur Scheving (1777-1837) di Flatey. Cfr. nota 330.

i costituzionali 325 Il più noto è certamente Tryggvi Gunnarsson (1835-1917) il quale fu direttore della

eGránufélagið, una società commerciale (fondata ad Akureyri nel 1869) che tra l’altro diede un

denominazionenotevole impulso all’industria del pesce salato. Fu poi direttore della Banca nazionale islandese

tuale Partito delfondata, come si è detto (vd. p. 671, nota 629), nel 1885. Promotore della Gránufelagið fu Arnljótur

Ólafsson (1823-1904), anche politico, autore del primo testo di carattere economico scritto in

islandese dal titolo Economia nazionale (Auðfræði), edito per la prima volta a Copenaghen dalla

Società letteraria islandese nel 1880.

326 Per la precisione Società per la gestione economica della casa e della fattoria del distretto

ovare spazi e dalmeridionale (Hús- og Bústjórnarfélag Suðuramtsins).

327 Anche in altri casi le innovazioni furono osteggiate: si pensi che nel 1859 Jón Sigurðsson e

09), pp. 1-8. Dal Hans Christian Tschernig (1804-1886), insigne veterinario danese, dovettero essere ufficialmente

ino in Islanda in investiti di pieni poteri per curare la scabbia ovina a causa della contrarietà dei contadini (ma anche

): il 1 gennaio di dell’assemblea generale!) che ritenevano si dovessero semplicemente abbattere gli animali malati.
) per 328 Tilskipun um stofnun búnaðarskóla í Ísland / Forordning om Oprettelsen af Landbrugsskoler i

soppressione delIsland: LFI XXI, 12 febbraio 1872, pp. 163-164.

munque valida la 329 Altre presto seguirono: nel 1882 fu fondata la Scuola di Hólar (Hólaskóli) in Hjaltadalur; nel

del 15 1883 la Scuola di Eiðar (Eiðaskóli) in Austurland; nel 1889 la Scuola di Hvanneyri

onsultabile su (Hvanneyrarskóli) in Borgarbyggð (Islanda occidentale). Su Torfi Bjarnason vd. “Torfi Bjarnason,

skólastjóri”, in BR, pp. 172-175.

gar og verslun á 330 Pionieri del commercio e dell’industria della pesca erano stati Ólafur Thorlacius (1762-1815)

ÁSSON,di Bildudalur (nei fiordi occidentali) e Bjarni Sívertsen (1763-1833) di Hafnarfjörður (a sud di

e del commercioReykjavík).

331 Essa venne proibita nel 1915 per via del notevole calo nel numero degli animali.

u direttore della 332 I cavalli vennero introdotti in Islanda dai coloni provenienti dalla Norvegia. Si tratta dei

l’altro diede un discendenti di una razza di origine mongolo-siberiana che inizialmente furono incrociati con animali

ionale islandeseprovenienti da altre zone di immigrazione come la Scozia e le isole britanniche. Sebbene da talune

fu Arnljóturparti si sostenga che assai presto (nel 930, 950 o 982) l’importazione fosse stata proibita per il timore

omico scritto indell’introduzione di malattie equine, nelle fonti giuridiche antiche non c’è traccia di questo divieto.

openaghen dalla La prima legge in questo senso (che comunque riguarda in primo luogo gli animali da allevamento)

risale piuttosto al 1882 (Lög um bann gegn innflutningi á útlendu kvikfje / Lov om Forbud mod

oria del distrettoIndførsel af Kreaturer fra udlandet, 17 marzo 1882, in STfÍ 1882, pp. 62-63). L’isolamento e la

scarsità di incroci ha comunque consentito di sviluppare una razza particolare con caratteristiche

ón Sigurðsson e proprie tra le quali le più evidenti sono le dimensioni ridotte, la folta criniera, lo spesso manto

ere ufficialmenteinvernale, la resistenza alla fatica, la capacità di muoversi con cinque diverse andature (passo, trotto,

tadini (ma anchegaloppo, corsa e ambio). Inoltre il pelame ha una grande varietà di colori. Vd. SIGURJÓNSSON S.

[photographs] – JÓNASSON KR. B. [text], Icelandic horses, Reykjavík 2008.


andbrugsskoler i 333 Zøllner fu, tra l’altro, mediatore di affari e finanziatore di diverse società. Diede quindi anche

un impulso alla nascita di diverse imprese legate alla pesca.

Hjaltadalur; nel 334 Tra di loro rivestono grande importanza il Consorzio degli abitanti dell’Eyjafjörður

di Hvanneyri (Kaupfélag Eyfirðinga, KEA), in precedenza Cooperativa di vendita (Pöntunarfélag), sorto nel 1886

Torfi Bjarnason,e l’Unione delle cooperative islandesi (Samband íslenskra samvinnufélaga, SÍS) fondata nel 1902; in

entrambi i casi il promotore fu Hallgrímur Kristinsson (1876-1923). All’attività di vendita si

cius (1762-1815)accompagnò la costruzione di mattatoi e di impianti per la lavorazione del latte. Nel 1906 inizierà la

jörður (a sud dipropria attività la Johnson & Kaaber, prima società di commercio all’ingrosso. Nomi eccellenti della

nascente industria islandese sono quelli di Thor Jensen (1863-1947), danese trasferito in Islanda,

proprietario di grandi società attive nel settore della pesca come Kveldúlfur (per il significato del

gia. Si tratta deinome vd. p. 113, nota 51) e, successivamente, in collaborazione con Pétur Jens Thorsteinsson (1845-

ciati con animali 1929) la Milljónarfélagið; Einar Þorgilsson (1865-1934), anch’egli proprietario di pescherecci; Björn

ebbene da talune Kristjánsson (1858-1939), commerciante. Ma anche Jón Þorláksson (1877-1935) impresario che tra

bita per il timorel’altro costruì molti ponti e strade nel Paese e Þórarinn Erlunder Tulinius (1860-1932) che gestiva

i questo divieto.una flotta di navi mercantili.

da allevamento) 335 Questo obbligo che risaliva a un decreto del 1490 (LFI I, 11 luglio 1490, pp. 41-43, § 2), è

om Forbud mod detto in islandese vistarband o vistarskylda, (mal) traducibile con “obbligo di dimora”; esso fu

’isolamento e laribadito con un decreto del 19 febbraio 1783 (LFI XXI, pp. 683-686) con cui si proibiva la

on caratteristiche condizione definita come lausamennska, in base alla quale chi non avesse fattoria propria né un

lo spesso mantolavoro fisso poteva acquistare il diritto a non prestare obbligatoriamente servizio presso altri: queste

re (passo, trotto, persone erano dette lausamenn (sing. lausamaður), letteralmente “uomini sciolti”. Il decreto che (con

S.tutta una serie di vincoli) reintroduceva questa condizione è del 26 maggio 1863 (Tilskipun um

lausamenn og húsmenn á Islandi; LFI VIII, pp. 549-553). Una prima liberalizzazione fu sancita il 2
ede quindi anchefebbraio 1894 (Lög um breytingar á tilskipun um lausa- og húsamenn á Íslandi 26. maí 1863; STfÍ

1894, pp. 32-35); la legge di abolizione definitiva è del 22 novembre 1907 (Lög um lausamenn,

dell’Eyjafjörður húsmenn og þurrabúðarmenn / Lov om Løsemænd, Husmænd og Tomthusmænd, in STfÍ 1907, pp.

), sorto nel 1886398-405).

data nel 1902; in 336 Cfr. p. 671, nota 629. La Cassa di risparmio di Reykjavík (Sparisjóður Reykjavíkur), fondata

tà di vendita sinel 1872, confluì nella Banca nazionale. Quest’ultima esiste tuttora seppure le sue funzioni

1906 inizierà la‘governative’ siano state trasferite (1961) alla Banca centrale d’Islanda (Seðlabanki Íslands).

i eccellenti della 337 Dal 1927 al 1961 (cfr. nota precedente) il diritto di emettere la banconote islandesi fu

erito in Islanda,concesso alla Banca nazionale.

il significato del 338 Si precisi qui che in lingua islandese foss “cascata” è di genere maschile.

steinsson (1845- 339 Sulla figura di Sigríður Tómasdóttir vd. SIGURÐARDÓTTIR A., “Sigríður í Brattholti”, in Tímarit

scherecci; BjörnMáls og menningar, VI: 2 (1945), pp. 144-145 e INGADÓTTIR E., “Fyrsti náttúruverndarsinni Íslands.

mpresario che traSigríður í Brattholti”, in Árnesingur (Eyrarbakka), 1994: 3, pp. 57-77.

932) che gestiva 340 Vd. p. 730 con nota 230.

341 Letteralmente Bárufélagið significa “Associazione dell’onda”. Si ricordi qui che nella

p. 41-43, § 2), è mitologia nordica Bára, che significa appunto “onda” è il nome di una delle figlie del mitico re del

imora”; esso fumare Ægir e di sua moglie Rán (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 319-320).

i si proibiva la 342 A fermare il lavoro furono gli operai impegnati nella costruzione del nuovo porto di

ia propria né unReykjavík, un’astensione che si protrasse per due mesi.

esso altri: queste 343 In islandese il termine hlíf (f.) significa “difesa”, “protezione”, “riparo”, “scudo”.

decreto che (con 344 Su di loro vd. rispettivamente HÖSKULDSSON S.S., Gestur Pálsson. Ævi og verk, Reykjavík

Tilskipun um1965 e BENEDIKTSSON BJ., Þorsteinn Erlingsson, Reykjavík 1958 (e anche “Þorsteinn Erlingsson,

ne fu sancita il 2skáld”, in BR, pp. 204-207).


STfÍ 345 Vd. p. 880 con nota 79. Le norme sul diritto al voto si trovano ai §§ 3-5.

um lausamenn, 346 Tilskipun um breytingu á tilskipun 8. marzmánaðar 1843 viðvíkjandi kosningum til Alþingis

, pp. del 6 gennaio 1857 (LFI XVII, pp. 3-9).

347 Vd. sopra, p. 1032; Stjórnarskrá um hin sjerstaklegu málefni Íslands / Forfatningslov for

), fondata Islands særlige Anliggender, § 17.

le sue funzioni 348 Stjórnskipunarlög um breytinga á stjórnarská um hin sérstaklegu málefni Islands 5. janúar

1874, nr. 16 (3 ottobre 1903). Per il testo di questi provvedimenti si rimanda a LÍNDAL S., “Þróun

note islandesi fukosningarréttar á Íslandi 1874-1963”, in Tímarit lögfræðinga, XIII: 1 (1963), pp. 35-47.

349 Lög um takmarkaðan kosningarétt kvenna, 12 maggio 1882 (in STfÍ 1882, p. 70) e anche Lög

um breyting á lögum, er snerta kosningarrjett og kjörgengi í màlefnum [sic] kaupstaða og

Tímarithreppsfjelaga / Lov om Forandring af Love angaaende Valgret og Valgbarhed i Købstæders og

darsinni Íslands.Repskommuners Anliggender, 30 luglio 1909 (in STfÍ 1909, pp. 242-245).

350 Il 19 giugno di quell’anno il suffragio universale venne infatti introdotto nella nuova

costituzione (vd. Stjórnarskrá Íslands og þingsköp Alþingis, gefið út að tilhlutan Alþingis, Reykjavík

i qui che nella1916, II, §§ 19-20). Questo risultato fu festeggiato con una grande manifestazione che ebbe luogo a

del mitico re del Reykjavík il 7 luglio. Sulla questione del voto alle donne vd. JÓNSSON G., Konur og kosningar. Þættir

úr sögu íslenskrar kvenréttindabaráttu, Reykjavík 1977.

nuovo porto di 351 La prima strada a essere asfaltata (prima in tutto il Paese) sarà Austurstræti nel 1912.

352 Il primo edificio in calcestruzzo sarà realizzato nel 1903 in Bankastræti. Dopo il devastante

incendio del 1915, nel quale saranno completamente distrutte dieci case, per le nuove costruzioni si

, Reykjavíktralascerà il tradizionale utilizzo del legno a favore del cemento armato.

einn Erlingsson, 353 In precedenza le imbarcazioni attraccavano presso il porto naturale che si trovava sull’isola (in

realtà ora collegata alla terraferma da una striscia di terra) di Örfirisey. Per costruire il nuovo porto
furono anche realizzati due brevi tratti ferroviari, gli unici che, a tutt’oggi, siano mai esistiti in

gum til AlþingisIslanda. Si aggiunga qui che nel 1878 era stato costruito a Reykjanes (sulla penisola omonima nel

Sud del Paese) il primo faro.

orfatningslov for 354 Nel 1872 la città avrà un proprio regolamento comunale (LFI XXI, 20 aprile 1872, pp. 243-

268). La sua crescita demografica nella seconda metà del XIX secolo sarà piuttosto rapida: dai circa

slands 5. janúar2.600 abitanti del 1880 si passerà all’inizio del XX secolo a circa 6.700.

S., “Þróun 355 Per altro una conferma di quello concesso nel 1787. Nel 1872 vi venne aperto un primo

ospedale, un secondo nel 1898.

Lög 356 Lo sviluppo di questo centro era legato all’industria del pesce salato. Fin dal 1787 esso aveva

kaupstaða ogottenuto lo status di città, che venne rinnovato nel 1866. Nel 1852 vi era stata aperta la prima scuola

Købstæders og per marinai del Paese (Sjómannaskóli) che tuttavia restò in funzione per soli quattro anni. Nel 1876

fu aperta una Cassa di risparmio, nel 1898 un ospedale. La popolazione di Ísafjörður ebbe una

tto nella nuovacrescita consistente tra il 1845 e il 1855.

ingis, Reykjavík 357 Vd. p. 981. La Compagnia islandese delle navi a vapore (Eimskipafélag Íslands) sarà fondata

che ebbe luogo anel 1914, il suo primo presidente sarà Garðar Gíslason (1876-1959), che sarà anche il primo

osningar. Þættirpresidente della Camera di commercio (Verzlunarráð Íslands, successivamente Viðskiptaráð Íslands)

fondata nel 1917.

358 I primi ponti furono costruiti a nord nella zona dello Skagafjörður; poi (sempre a nord) sul

opo il devastante fiume Skjálfandafljót (1880), a Reykjavík sul fiume (i fiumi) Elliðaár (1882), nel Borgarfjörður sul

ve costruzioni si fiume Hvitá (1883) e presso Selfoss sul fiume Ölfusá (Islanda meridionale, 1891). Diversi altri

furono eretti nel volgere di pochi decenni.

ava sull’isola (in 359 La prima volta in cui questo servizio collegò i bassopiani meridionali con la capitale,

e il nuovo porto passando nella landa di Hellisheiði, fu quando in seguito a un terremoto che aveva colpito quelle
o mai esistiti inzone molti bambini furono accolti dagli abitanti di Reykjavík (1896).

ola omonima nel 360 In precedenza (1860) c’era stato uno studio per creare una linea di collegamento tra Europa e

America attraverso l’Islanda, ma il progetto era stato abbandonato. La costruzione della linea

e 1872, pp. 243- telegrafica islandese incontrò notevole ostilità sia da parte di chi proponeva di adottare il telegrafo

rapida: dai circa senza fili di Marconi, sia da parte di molti contadini. Nel 1918 sarebbe entrata in funzione la prima

stazione telegrafica di Reykjavík.

aperto un primo 361 Anno in cui in Islanda compaiono anche i primi francobolli.

362 Vd. p. 731, nota 234. La vivacità della vita studentesca in questa scuola si misura in un

1787 esso aveva episodio avvenuto nel 1850, quando il rettore Sveinbjörn Egilsson (cfr. p. 948, nota 405) voleva

a la prima scuolacostringere gli allievi ad aderire all’associazione contro l’alcolismo. Guidati da Arnljótur Ólafsson

o anni. Nel 1876(cfr. nota 325) essi protestarono vivacemente e si radunarono sotto la residenza del rettore gridando,

jörður ebbe una in latino, “Rektor Sveinbjörn Egilsson pereat!”. Davanti a questo affronto egli ottenne dalle autorità

di Copenaghen di dichiarare nullo l’anno scolastico.

) sarà fondata 363 Lög um uppfræðing barna í skript og reikningi, 9 gennaio 1880 (STfÍ 1880, pp. 6-9). Per gli

anche il primosviluppi della scuola islandese da questa data in poi si rimanda a GUTTORMSSON 2008 (B.8).

) 364 Si trattava, in sostanza di una realskole (vd. p. 978 con nota 104).

365 L’Università di Islanda fu inaugurata il 17 giugno, nel centenario della nascita di Jón

mpre a nord) sulSigurðsson. In essa confluirono la scuola per ecclesiastici sorta nel 1847, la scuola di medicina

Borgarfjörður sulfondata nel 1876 e la scuola giuridica nata nel 1909. A queste fu aggiunta la facoltà di filosofia. Sulla

1). Diversi altrisua storia vd. JÓNSSON G., Saga Háskóla Íslands. Yfrlit um hálfrar aldar starf, Reykjavík 1961.

366 Vd. p. 910.

con la capitale, 367 Vd., a esempio, il decreto sull’istruzione dei bambini sordomuti (Tilskipun handa Íslandi um

va colpito quellekennslu heyrnar- og málleysinga o. fl. / Forordning for Island om Dövstummes Undervisning m.v.;
LFI XXI, 26 febbraio 1872, pp. 187-190).

ento tra Europa e 368 Lög um fræðslu barna, 22 novembre 1907 (STfÍ 1907, pp. 380-397). Il testo riprendeva in

ione della lineabuona sostanza le proposte del filosofo Guðmundur Finnbogason (1873-1944) che su incarico del

ttare il telegrafoparlamento aveva viaggiato nei diversi Paesi nordici (e anche in Islanda) allo scopo di formulare

unzione la prima proposte per una migliore politica educativa; vd. ANTONSDÓTTIR E.A., Guðmundur Finnbogason og

fræðslulögin 1907, Reykjavík 1978. Più in generale vd. JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3), pp. 296-299

e GUTTORMSSON 2008 (B.8). L’anno successivo veniva dato l’avvio a una scuola per insegnanti e in

si misura in unseguito a istituti tecnici, agrari e scuole femminili. Successivamente importanti leggi di riordino della

ota 405) volevascuola islandese sono state emanate il 10 aprile 1946 (Lög um fræðslu barna), il 21 maggio 1974

nljótur Ólafsson (Lög um skólakerfi), il 19 maggio 1988 (Lög um framhaldsskóla) e il 12 giugno 2008 (Lög um

rettore gridando,leikskóla, Lög um grunnskóla e Lög um framhaldsskóla).

ne dalle autorità 369 Vd. p. 1031 con nota 300. Mentre Þjóðólfur era il portavoce degli indipendentisti, Il corriere

di Reykjavík proponeva il punto di vista dei funzionari governativi.

pp. 6-9). Per gli 370 Nella mitologia nordica Norðri (insieme a Austri “orientale”, Vestri “occidentale” e Suðri

“meridionale” è uno dei quattro nani che stanno agli angoli della terra e sorreggono il cielo (vd.

CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 50); nella tradizione popolare islandese Norðri è anche la

a nascita di Jón personificazione del vento del Nord.

ola di medicina 371 Come è noto nella mitologia nordica Baldr, dio bello e luminoso, è figlio di Odino e di sua

di filosofia. Sullamoglie Frigg (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 239-240).

372 Cfr. p. 823, nota 646.

373 Questo giornale, fondato nel 1886 da Skúli Thoroddsen sýslumaður di Ísafjörður (vd. pp.

anda Íslandi um1065-1066 e, per la carica di sýslumaður, p. 387) pubblicò negli anni seguenti molti articoli legati

ndervisning m.v.;alla lotta per l’emancipazione femminile.


374 Cfr. p. 823, nota 646.

to riprendeva in 375 Sul significato di lögrjetta (lögrétta) vd. p. 152.

e su incarico del 376 Vd. p. 807, nota 545.

opo di formulare 377 Nella mitologia nordica Andvari è il nome di un nano (che compare nel mito sull’oro dei

Finnbogason ogNibelunghi) possessore di un magico anello grazie al quale la sua ricchezza poteva continuamente

B.3), pp. 296-299essere rinnovata; (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 333 e pp. 386-388).

r insegnanti e in 378 A questa società fu affidato il compito di gestire i festeggiamenti del 1874 per il millenario

di riordino della dello Stato islandese.

21 maggio 1974 379 Vale a dire Sigurður Guðmundsson, artista molto legato alla tradizione islandese (a lui si deve,

Lög umtra l’altro, il modello dell’attuale costume nazionale femminile); cfr. p. 1049 e p. 1095.

380 Un approfondimento di questo tema in JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3), pp. 300-301.

Il corriere 381 Nel 1874 si verificarono delle scosse sismiche nella zona del vulcano Askja, che l’anno

successivo ebbe una violenta eruzione. Cfr. anche nota 359.

Suðri 382 Dai circa 57.000 del 1840 si passò ai circa 68.000 del 1860, ai circa 78.000 del 1900 fino ai

ono il cielo (vd.circa 94.000 del 1920.

è anche la 383 Figura di notevole importanza per l’immigrazione islandese in Canada fu quella di Sigtryggur

Jónasson (1852-1942), egli stesso partito nel 1872. Divenuto agente del governo dell’Ontario indusse

i Odino e di suamolti connazionali a trasferirsi nella sua nuova patria. Fu anche fondatore (1877) del primo giornale

di lingua islandese pubblicato in territorio americano che ebbe titolo Progresso (Framfari). La

colonia islandese in Canada annovera anche scrittori di tutto rispetto, si pensi a Stephan G.

afjörður (vd. pp.Stephansson (Stefán Guðmundur Guðmundsson), fine poeta la cui opera influenzò la letteratura nella

lti articoli legatipatria di origine. Cfr. p. 1085 con nota 544.

384 Si riporta di seguito un breve brano (in realtà un esercizio di traduzione inserito in un vecchio
testo grammaticale) che esprime in modo semplice – ma al contempo assai efficace – i sentimenti dei

migranti islandesi verso il loro Paese d’origine: “Che cosa avete sentito o letto sull’Islanda? Ho letto

molto e ho parlato con molti che sono stati là. E voi ci siete stati? Sì, l’ho visitata una volta; fu

mito sull’oro deinell’anno 1930 quando gli Islandesi organizzarono una grande celebrazione a Þingvellir in ricordo

a continuamentedell’istituzione dell’assemblea generale (Alþingi) mille anni prima. Con mia moglie ci siamo

procurati un passaggio su una nave che gli Islandesi d’America (letteralmente “Islandesi

per il millenariod’occidente”) avevano noleggiato per il viaggio. Avevano intenzione di radunarsi in massa [per

tornare] a casa […] Non ho mai visto così tanti Islandesi d’America riuniti insieme. Vecchi e donne,

ese (a lui si deve,che non avevano rivisto la madrepatria per decenni. Gente giovane che non l’aveva mai vista, se non

con l’immaginazione. Ma tutti nutrivano amore per quel Paese, e tutti aspettavano con fremente

attesa di vedere la terra. Alla fine la terra comparve: un isolotto grigio ed esposto alle intemperie

skja, che l’annosotto scrosci di pioggia. La gente non se l’era immaginata così quella terra. Ma poi avrebbe potuto

vederla carezzata dai raggi del sole dell’estate, rivestita d’erba verde e avvolta in una nebbia scura.

del 1900 fino aiPoi avrebbe potuto vedere le vette e i ghiacciai di un bianco scintillante come erano [descritti] nelle

storie dei vecchi. Questa era la terra dei sogni” (DLO nr. 171).

lla di Sigtryggur 385 Vd. p. 946 e p. 823, nota 646.

’Ontario indusse 386 Vd. p. 1076.

el primo giornale 387 L’inno è anche noto con il titolo O Dio del nostro Paese (Ó Guð vors lands), dalle parole

). Lainiziali. Su Sveinbjörn Sveinbjörnsson vd. p. 1101.

i a Stephan G. 388 DLO nr. 172.

a letteratura nella 389 Vd. sopra. p. 878.

390 Cfr. p. 1047 con nota 379 e p. 1095.

ito in un vecchio 391 “Íslenski fáninn”, in Dagskrá, 13 marzo 1897, pp. 251-252. Su Einar Benediktsson vd. p.
– i sentimenti dei1077.

slanda? Ho letto 392 Su cui vd. pp. 334-335.

ata una volta; fu 393 Decreto reale del 19 giugno 1915 (Konungsúrskurður, sem með tilvísun til konungsúrskurðar

gvellir in ricordoum sjerstakan íslenskan fána 22 nóvbr. 1913 ákveður gerð fánans, in STfÍ 1915, p. 23.

moglie ci siamo 394 Vd. oltre, p. 1158. Sulla bandiera islandese vd. ENGBLOM CHR. – ENGBLOM L-Å., “Island drog

mente “Islandesitorsk och falk till korset”, in FFF, pp. 84-85.

si in massa [per 395 Cfr. pp. 33-34 con nota 78.

Vecchi e donne, 396 Vd. l’elenco completo di tali norme in SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 1-98.

mai vista, se non 397 A riguardo di questa storia e della dèa Freyja vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 118-121 e

no con fremente pp. 285-286.

o alle intemperie 398 Vd. p. 356 e pp. 402-403; pp. 437-439; pp. 563-565, rispettivamente.

i avrebbe potuto

na nebbia scura.

o [descritti] nelle

), dalle parole

ediktsson vd. p.
1077.

392 Su cui vd. pp. 334-335.

393 Decreto reale del 19 giugno 1915 (Konungsúrskurður, sem með tilvísun til konungsúrskurðar

um sjerstakan íslenskan fána 22 nóvbr. 1913 ákveður gerð fánans, in STfÍ 1915, p. 23.

394 Vd. oltre, p. 1158. Sulla bandiera islandese vd. ENGBLOM CHR. – ENGBLOM L-Å., “Island drog

torsk och falk till korset”, in FFF, pp. 84-85.

395 Cfr. pp. 33-34 con nota 78.

396 Vd. l’elenco completo di tali norme in SCOVAZZI 1975 (B.8), pp. 1-98.

397 A riguardo di questa storia e della dèa Freyja vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 118-121 e

pp. 285-286.

398 Vd. p. 356 e pp. 402-403; pp. 437-439; pp. 563-565, rispettivamente.
399 Il tema del ‘travestimento da uomo’ come strumento necessario alla donna per conseguire una

piena considerazione sociale è assai ampio e non può certo essere trattato in questa sede. Si ricordino

tuttavia casi come quelli della principessa danese Leonora Cristina (vd. p. 613 con nota 395) la quale

dopo aver cominciato a frequentare proprio Cristina di Svezia aveva preso l’abitudine di vestirsi con

abiti maschili, o (in tempi più recenti) la scrittrice svedese Viktoria Benedictsson (su cui vd. pp.

1081-1082) che firmava i propri testi con lo pseudonimo maschile di Ernst Ahlgren. Come spunto di

riflessione sull’argomento si veda DEKKER R.M. – VAN DE POL L.C., The tradition of female

transvestism in early modern Europe, New York 1989.

400 Su di lei si veda ALENIUS M., “Seneca-oversætteren Birgitte Thott, et fagligt portræt”, in DS

1983, pp. 5-47.

401 In Danimarca altri nomi di rilievo sono quelli di Anne Margrethe Quitzow (1652-ca.1700),

traduttrice dal latino e dal tedesco, e Cille Gad (1675-1711) autrice di versi in latino. Appassionate

raccoglitrici di libri e manoscritti furono Anne Giøe (1609-1681) e sua nipote Karen Brahe (1657-

1736). Inoltre non va dimenticata Sophie Brahe (1556 o 1559-1643) sorella del celebre astronomo

Tyge (vd. pp. 632-633), con il quale collaborò efficacemente negli studi scientifici. Di interesse a

questo proposito è l’opera dell’ecclesiastico e scrittore Friderich Christian Schønau (1728-1772):

Raccolta delle donne danesi di cultura, che grazie alla loro erudizione, e agli scritti pubblicati o

lasciatici si sono fatte un nome nel mondo della cultura (Samling af Danske Lærde Fruentimmer,

Som ved deres Lærdom, og Udgivne eller efterladte Skrifter have gjort deres Navne i den lærde

Verden bekiendte) uscito a Copenaghen in due volumi nel 1753. Di simile intento è Galleria di

ritratti per le donne, che contiene la descrizione della vita di famose donne istruite danesi, norvegesi

e straniere (Billedgallerie for Fruentimmer, indeholdende Levnetsbeskrivelser over berømte og lærde

danske, norske og udenlandske Fruentimmere, I-III) dell’eclettico pastore Hans Jørgen Birch (1750-
r conseguire una 1795), libro uscito a Copenaghen tra il 1793 e il 1795, nel quale non manca una introduzione sulla

ede. Si ricordinonatura e i doveri delle donne. Del resto fin dal XVII secolo il reverendo islandese Magnús Ólafsson

ota 395) la quale di Laufás (vd. p. 587, nota 262) aveva composto una Danza delle donne (Kvennadans) nella quale

ne di vestirsi con ricordava figure di donne eminenti (a partire, naturalmente, dalla Bibbia!) elogiandone i pregi (vd.

(su cui vd. pp.ÞORKELSSON 1888 [C.8.2], p. 469). Il testo, conservato alle pp. 634-648 del ms. ÍB 150 4to (presso

Come spunto dil’Università di Reykjavík), è stato edito di recente.

dition of female 402 Sophia Elisabeth Brenner intratteneva frequenti rapporti culturali con la contessa Aurora von

Königsmarck (1662-1728), figura di riferimento della vita culturale svedese, la quale aveva

DSorganizzato a corte con il patrocinio della regina Ulrica Eleonora la rappresentazione, tutta femminile

(anche i ruoli maschili erano interpretati da donne), della Iphigénie di Racine (gennaio 1684); la

(1652-ca.1700),prima del genere avvenuta in Svezia. Su Aurora von Königsmarck, donna eclettica, emancipata e

no. Appassionate indipendente, femminista ante litteram, vd. OLSSON B., “Aurora Königsmarck och 1600-talets

en Brahe (1657-feminism”, in Karolinska förbundets årsbok 1978, pp. 7-23 e SCHIMANSKI F., “Salongsfeminist.

lebre astronomoAurora von Königsmarck”, in PH 1999: 5, pp. 44-48.

i. Di interesse a 403 Vd. p. 834. Su di lei STÅLMARCK T., Hedvig Charlotta Nordenflycht. Ett porträtt, Stockholm

au (1728-1772):1997.

ritti pubblicati o 404 Vd. p. 849, nota 784.

de Fruentimmer, 405 Su queste ultime vd. p. 611 e p. 612 con nota 390.

vne i den lærde 406 Proprio per questo la commedia suscitò scalpore e fu tolta dal cartellone. Alle critiche

Galleria dil’autrice rispose con un atto unico dal titolo La disputa, ovvero critica della truffatrice scaltra

danesi, norvegesi(Tvistigheden, eller Critiqve over den listige Optrækkerske, 1766). Cfr. p. 832.

erømte og lærde 407 Vd. p. 839. La protagonista del romanzo è una fanciulla cristiana, incarnazione di ogni virtù,

gen Birch (1750-che eroicamente riesce a difendere la sua castità minacciata (anche con mezzi crudeli) da un pagano
ntroduzione sullainvaghito di lei.

Magnús Ólafsson 408 E tuttavia si vuole segnalare qui anche la figura di una ‘imprenditrice’ settecentesca, Christina

) nella qualePiper (nata Törnflycht, 1673-1752), consorte del conte Carl Piper (1647-1716), nota per l’intensa

done i pregi (vd.attività e l’inaspettata intraprendenza nella gestione dei possedimenti familiari (su di lei PETRÉN B.,

(presso“Mästerkattan i stövlarna”, in PH 1993: 3, pp. 12-18).

409 Queste considerazioni sono esposte in MARKKOLA 1997, cui si rimanda.

essa Aurora von 410 Vd. p. 835.

la quale aveva 411 Nata in una famiglia nobile e facoltosa ella fu sposata a Ulrik Frederik Gyldenløve (vd. p.

, tutta femminile 533, nota 15, p. 622 e p. 713), con il quale si trasferì in Norvegia. Presto ebbe diversi amanti. Divisa

ennaio 1684); ladal marito (che aveva rinunciato per questo a farla condannare a morte) si risposò con il nobile Palle

ca, emancipata eDyre (morto nel 1707) ma anche questa volta trovò conforto in una relazione extraconiugale con un

och 1600-taletsgiovane cocchiere di nome Søren Sørensen Møller (morto nel 1736). Questo comportamento suscitò

Salongsfeminist. le ire del padre che decise di diseredarla e farla rinchiudere. La cosa si risolse poi con un nuovo

divorzio e la perdita dei beni. Dopo di ciò Marie e il suo amante si trasferirono in Germania e si

, Stockholmsposarono, vivendo tuttavia in condizioni di povertà. Come è noto le vicende di questa donna hanno

ispirato diversi autori danesi: in primo luogo il romanziere Jens Peter Jacobsen (vd. p. 1083) che nel

1876 pubblicò a Copenaghen La signora Marie Grubbe. Interni dal diciassettesimo secolo (Fru

Marie Grubbe. Interieurer fra det syttende århundrede) e, molto più recentemente, Ulla Ryum (n.

ne. Alle critiche 1937) con la pièce teatrale “Marie Grubbe” (1986), Juliane Preisler (n. 1959) con Maria dei baci.

uffatrice scaltraUna storia su Marie Grubbe (Kysse-Marie. En historie om Marie Grubbe, 1994) e Lone Hørslev (n.

1974) con L’anno della bestia. Un romanzo su Marie Grubbe (Dyrets år. En roman om Marie

ne di ogni virtù, Grubbe, 2014). Altri autori del passato l’hanno ricordata nei loro lavori: così Ludvig Holberg (vd. pp.

li) da un pagano789-792 e pp. 830-831) che allude a lei nell’Epistola LXXXIX (LHV XI, pp. 92-93); Steen Steensen
Blicher (vd. p. 916) che inserisce la sua figura nei Frammenti del diario di un diacono di campagna

ntesca, Christina(Brudstykker af en Landbydegns Dagbog, 1824); Hans Christian Andersen (vd. p. 916) che la cita ne

ota per l’intensa La famiglia di Grete delle galline (Hønse-Grethes Familie, in Tre nye Eventyr og Historier af H. C.

B.,ANDERSEN, Kjøbenhavn 1870, pp. 7-42; storia pubblicata in lingua inglese l’anno precedente). Su

Marie Grubbe vd. ANDERSEN D.H., Marie Grubbe og hendes tid. En biografi, København 2006.

412 Si veda, tra l’altro, la satira in versi dal titolo La ginecologia di Zille Hansdotter o scritto in

difesa del sesso femminile (Zille Hansdotters Gynaicologia eller Forsvars Skrift for Qvinde-Kiønnet

yldenløve (vd. p.1722, in LHV II, pp. 387-433; vd. ivi anche le annotazioni del curatore F.J. Billeskov Jansen, pp.

si amanti. Divisa306-307).

on il nobile Palle 413 Vd. p. 786.

coniugale con un 414 Il quale dedicò alle lettrici alcuni numeri de L’Argo svedese. Egli tuttavia continua a ritenere

rtamento suscitòche la donna debba con saggezza e buon senso occupare ‘il proprio posto’ all’interno della società.

oi con un nuovoSu Dalin vd. p. 795, pp. 797-798 e pp. 802-803.

n Germania e si 415 Vd. Christian Braunmann Tullins Samtlige Skrifter, II, Oslo 1976, p. 51 e p. 62. Su Tullin vd.

sta donna hannop. 836. Per questo autore tuttavia la donna (seppure il suo diritto all’emancipazione non si discuta)

p. 1083) che nelrimane per molti versi una figura quasi divina che aiuta l’uomo ad attingere all’armonia universale.

Fru 416 Vd. p. 842 con nota 742.

, Ulla Ryum (n. 417 Nata Wergeland, Camilla era sorella del celebre Henrik (vd. pp. 930-931) e per un periodo fu

Maria dei baci.legata sentimentalmente al ‘grande nemico’ del fratello, Johan Sebastian Welhaven (vd. pp. 931-

Lone Hørslev (n. 932). Infine sposò Peter Jonas Collett (1813-1851), giurista e critico norvegese. Loro figlio fu Robert

oman om MarieCollett (1842-1913), noto zoologo.

Holberg (vd. pp. 418 Particolarmente duro fu lo scontro che vide Almqvist opposto al giornalista August Blanche

Steen Steensen (cfr. nota 141 e nota 531) che aveva aspramente criticato questo lavoro, scrivendone anche una
ono di campagnaparodia (Sara Widebeck, 1840). La contesa si trasferì poi sul piano personale con una sfida a duello

16) che la cita ne(per altro non raccolta da Almqvist) e gravi insulti. Diversi altri sottoposero l’opera di Almqvist a

af H. C.una critica feroce pubblicando scritti di protesta e parodie: in particolare il pubblicista e filosofo

precedente). Su Johan Vilhelm Snellman (1806-1881), Malla Sifverstolpe (cfr. p. 829, nota 676), il pubblicista e

politico Vilhelm Fredrik Palmblad (1788-1852). In quella che fu una delle più vivaci polemiche del

otter o scritto in tempo Almqvist (su cui vd. pp. 924-925) fu considerato un vero e proprio distruttore della morale.

Qvinde-Kiønnet,Vd. WESTMAN BERG K., C.J.L. Almqvists kvinnouppfattning, Uppsala – Göteborg 1962.

skov Jansen, pp. 419 Vd. pp. 1077-1078. L’opera ispirerà numerosi film fin dai primi anni della cinematografia.

420 Una eco di tutto ciò si ebbe anche in Italia: in particolare va qui segnalata l’opera teatrale di

Cesare Giulio Viola (1886-1958) Nora seconda del 1954 nella quale ancora era ripreso il tema dello

ntinua a ritenere‘scandalo’ della Nora ibseniana. Nella pièce, di grande successo, si immagina che ella viva il proprio

no della società.esilio sull’isola di Capri nel silenzio e nella rinuncia. Qui trae modeste risorse vendendo fazzoletti e

affittando camere, ma la sua rassegnata quotidianità viene improvvisamente interrotta dall’arrivo

62. Su Tullin vd.della figlia Emmy che ha abbandonato il marito per seguire l’amante. Donna libera e disinvolta ella

e non si discuta)non si fa scrupolo di lasciare anche lui per una nuova avventura e, quando anche questa finisce,

decide di partire da sola andando incontro a un futuro di incertezza ma anche di libertà. A questo

punto l’autore inserisce un colloquio finale nel quale Nora riflette a voce alta sulla sua scelta di un

per un periodo fu tempo che, ora, considera sbagliata: “ho visto perpetuarsi il mio errore in te” dice alla figlia (ed. cit.,

en (vd. pp. 931-p. 116), invitandola a riflettere se sia più ‘eroico’ abbandonare tutto e tutti per inseguire un ideale di

o figlio fu Robert libertà o restare al proprio posto affrontando le difficoltà e i sacrifici quotidiani. L’autore non indica

quale sarà la decisione della giovane donna.

August Blanche 421 Cfr. nota 19 e pp. 970-971.

done anche una 422 In questo ambito fu particolarmente attiva la ‘pioniera’ Natalie Zahle (1827-1913) che nel
na sfida a duello 1851 aprì un istituto privato per la formazione di insegnanti donne.

ra di Almqvist a 423 Così nel testo, ma il libro uscì in realtà nel dicembre del 1850.

licista e filosofo 424 Il punto di vista della Fibiger trovava una eco quasi immediata nell’opera Quattro lettere su

il pubblicista eClara Raphael a una giovane ragazza da sua sorella (Fire Breve om Clara Raphael til en ung Pige

ci polemiche delfra hendes Søster) scritta da Pauline Worm (1825-1883) che con il romanzo in due parti I ragionevoli

ore della morale.(De fornuftige, 1857) avrebbe poi rivendicato il pieno diritto delle donne all’autonomia. Vd. BUSK-

JENSEN L., “Ormen i den borgerlige selvtilfredshed. Pauline Worm”, in OSD, pp. 244-261.

425 Redattrice tra il 1913 e il 1919 ne fu la scrittrice Gyrithe Lemche (1866-1945), una delle

opera teatrale difigure di maggior rilievo del movimento (cfr. poco più avanti con nota 436). La rivista, tuttora

eso il tema dello esistente, è la più antica pubblicazione al mondo dedicata alle problematiche femminili. La Rivista

la viva il proprio per la casa, dedicata alla donna svedese (Tidskrift för hemmet, tillegnad den svenska qvinnan)

endo fazzoletti einfatti, pur essendo stata fondata in precedenza (1859), aveva almeno inizialmente un ‘taglio’ ben

rrotta dall’arrivodiverso (vd. p. 1063).

e disinvolta ella 426 Con lei un’altra attivista, l’insegnante, scrittrice e traduttrice Elisabeth Ouchterlony (1842-

e questa finisce, 1890), di padre svedese e madre danese, che era stata tra i promotori dell’Associazione delle donne

ibertà. A questodanesi. La nuova associazione sarà attiva fino al 1904.

sua scelta di un 427 Le prime organizzazioni operaie femminili risalgono agli anni ’70 del XIX secolo. Del 1901 è

la figlia (ed. cit.,l’Unione delle lavoratrici (Kvindeligt Arbejderforbund). Tuttavia gli interessi sindacali delle donne

uire un ideale difurono spesso gestiti da apposite sezioni all’interno delle corrispondenti organizzazioni maschili.

utore non indica 428 Caporedattore fu Johanne Meyer (1838-1915), seguace di Grundtvig e militante di prima linea

per il diritto di voto e l’eleggibilità delle donne.

429 Entrambe avevano seguito Matilde Bajer quando questa aveva abbandonato l’Associazione

7-1913) che neldelle donne danesi. Louise Nørlund, che lavorava in ambito scolastico, fu anche tra le promotrici
dell’Associazione delle insegnanti del comune di Copenaghen (Københavns

Kommunelærerindeforening) sorta nel 1891. Quando l’Associazione per il voto alle donne fu sciolta

Quattro lettere su (1898) ella diede vita alla Commissione delle associazioni delle donne danesi per il diritto di voto

l til en ung Pige (Danske Kvindeforeningers Valgretsudvalg), in seguito Lega delle associazioni delle donne danesi

I ragionevoliper il diritto al voto (Danske Kvindeforeningers Valgretsforbund). In tal modo poté riunire diversi

-gruppi minori e stabilì legami a livello internazionale partecipando in prima persona a importanti

convegni.

1945), una delle 430 Dal 1905 Consiglio nazionale delle donne danesi (Danske Kvinders Nationalråd), dal 1999

a rivista, tuttora(anno del centenario) nuovamente Dansk Kvinderåd.

Rivista 431 La redattrice era Julie Arenholt (1873-1952), attiva come ispettrice di fabbrica, mansione nella

)quale si occupò delle condizioni di lavoro e di igiene nei laboratori di panetteria e pasticceria. Si veda

e un ‘taglio’ benNØRREGAARD HANSEN H., Landsforbundet for Kvinders Valgret 1907-15, København 1992.

432 Su Elna Munch cfr. sopra p. 971 con nota 69. Altre figure importanti all’interno

chterlony (1842-dell’associazione furono Hansine Pedersen (1861-1941) che pure era di estrazione contadina;

ione delle donne Johanne Rambusch (1865-1944), tra i fondatori della Sinistra radicale; Olga Knudsen (1865-1947),

impegnata nel sociale, prima donna a prendere la parola al Senato; Ingeborg Møller (1867-1945),

colo. Del 1901 è dotata di grandi capacità organizzative; Thora Ingemann Drøhse (1867-1948) molto attiva sul fronte

cali delle donnedella lotta all’alcolismo; Marie Hjelmer (1869-1937) che dal 1918 sarebbe stata l’unica eletta della

Sinistra radicale al Senato. Oltre a quelle qui citate le prime donne che divennero membri del

nte di prima lineaparlamento danese furono alla Camera Helga Larsen (1884-1947), Karen Ankersted (1859-1921) e

Mathilde Malling Hauschultz (1885-1929); al Senato Nina Bang (1861-1941, cfr. nota 474), Marie

o l’AssociazioneChristensen (1860-1935) e Inger Gautier Schmit (1877-1963).

tra le promotrici 433 Vd. p. 970 con nota 65.


Københavns 434 Si ricordi qui che il marito di Matilde, Frederik aveva promosso una intensa azione pacifista

donne fu scioltache gli sarebbe valsa il premio Nobel (cfr. nota 19).

il diritto di voto 435 Vd. p. 1073 e p. 1079 rispettivamente.

lle donne danesi 436 Dansk Kvindesamfunds historie gennem 40 år. Med tillæg 1912-1918, København 1939. Cfr.

é riunire diversi nota 425.

ona a importanti 437 Ella era la moglie del celebre archeologo e studioso di antichità Oscar Montelius (vd. nota

627).

), dal 1999 438 Membro del Sindacato femminile (Kvinnornas fackförbund), sorto nel 1900 per iniziativa di

Anna Sterky (Anna Nielsen, 1856-1939, danese trasferita in Svezia), ella sarà redattrice del giornale

a, mansione nellaBrezza del mattino (Morgonbris), voce di quella organizzazione. Di Anna Sterky è nota la scelta di

sticceria. Si vedaconvivere con Fredrik Sterky (vd. p. 996) al di fuori di un matrimonio legalmente riconosciuto pur

volendone assumere il cognome.

tanti all’interno 439 A lei si deve la fondazione (1878) di una scuola privata nota come Whitlockska Samskolan

zione contadina;nella quale si applicavano nuovi metodi di insegnamento che lasciavano maggiore autonomia agli

sen (1865-1947),allievi e si aumentava lo spazio dedicato alle esercitazioni pratiche. Sul significato di samskola vd.

ler (1867-1945),nota 465.

attiva sul fronte 440 Il merito dell’ottima organizzazione va in gran parte a Signe Wilhelmina Ulrika Bergman

unica eletta della (1869-1960), che sarà poi presidente dell’associazione fra il 1914 e il 1917.

ero membri del 441 Del resto la necessità di un coordinamento appare chiara già nell’iniziativa di Ellen Fries

d (1859-1921) e (sulla quale più avanti) che nel 1896 aveva fondato l’Associazione nazionale delle donne svedesi

nota 474), Marie(Svenska Kvinnors Nationalförbund), sezione dell’International Council of Women, allo scopo,

appunto, di costituire un punto di riferimento per i diversi movimenti.

442 Dal 1931 la denominazione verrà mutata in Associazione delle donne svedesi di Sinistra
azione pacifista (Svenska Kvinnors Vänsterförbund), tuttora mantenuta.

443 Rappresentante di un femminismo radicale fu, tra le altre, Alma Åkermark (1853-1933) che

diede vita al giornale Avanti (Framåt) nel quale, suscitando notevole scandalo, trovò spazio un

nhavn 1939. Cfr.dibattito sulla morale sessuale che non rifiutava prese di posizione estreme (vd. WEIDEL RANDVER G.,

Tidskriften Framåt. Kvinnors kamp för det fria ordet, Göteborg, 1985).

ntelius (vd. nota 444 In questo contesto si ricordino anche l’economista Knut Wicksell (cfr. nota 170) che fu tra i

primi a dichiararsi a favore del controllo delle nascite e la scrittrice Stella Kleve (pseudonimo di

per iniziativa di Mathilda Malling, 1864-1942) che nelle sue opere esprime liberamente le sensazioni represse delle

rice del giornaledonne.

nota la scelta di 445 Per entrambe queste scrittrici cfr. p. 1056. Elin Wägner è ricordata anche come membro del

riconosciuto purcosiddetto “gruppo di Fogelstad” (Fogelstadsgruppen) dal nome della località (in Södermanland) in

cui fu aperta una scuola femminile per incentivare la formazione delle ragazze e sviluppare la loro

ckska Samskolancoscienza sociale e civile. Con lei Elisabeth Tamm (1880-1958), attivo membro delle Donne liberali

e autonomia aglie proprietaria della tenuta di Fogelstad, Ada Nilsson, sopra ricordata, Kerstin Hesselgren (1872-

vd.1962), che fu la prima donna ispettrice del lavoro e Honorine Hermelin (1886-1977), direttrice della

scuola. Vd. KNUTSON U., Kvinnor på gränsen till genombrott. Grupporträtt av Tidevarvets kvinnor,

Ulrika BergmanStockholm 2005. Kerstin Hesselgren ed Elisabeth Tamm furono anche (1921) tra le prime donne

svedesi elette in parlamento; insieme a loro Hedvig Eleonora Bertha Wellin (1870-1951), Agda

a di Ellen FriesÖstlund (1870-1942) e Nelly Maria Thüring (1875-1972).

e donne svedesi 446 Dagny e Hertha sono entrambi nomi di donna. Il primo tuttavia può anche essere letto ‘a

, allo scopo,rovescio’ come Ny dag, vale a dire “Nuovo giorno”: così suggerisce, tra l’altro, la conclusione

dell’articolo il cui inizio è riportato a p. 1072 (si veda l’edizione citata in DLO nr. 173, p. 9). Il

edesi di Sinistra secondo richiama il titolo di un romanzo della Bremer Hertha, ovvero La storia di un’anima.
Raffigurazione dalla vita reale (Hertha, eller en själs historia. Teckning ur det verkliga livet, 1856),

(1853-1933) che la cui protagonista divenne simbolo dell’emancipazione femminile.

trovò spazio un 447 Vd. p. 923, nota 275.

G., 448 Vd. sopra nota 202 e nota 438.

449 Si vuole segnalare qui la figura singolare di Catharine Kølle (1788-1859) che a partire dal

170) che fu tra i 1826 viaggiò a lungo a piedi (da sola o con le sorelle) in diversi Paesi d’Europa. Il ricordo della sua

(pseudonimo diesperienza è affidato ad appunti di viaggio e a numerosi acquerelli (ella risulta dunque essere la

ni represse delleprima pittrice norvegese). Vd. HANSEN J.E., Catharina Kølle. Vår første vandrerske. En skisse,

illustrert av U. Aas, Oslo 1991.

ome membro del 450 Cfr. sopra, p. 1060 e anche p. 1079. Una delle prime sostenitrici della parità dei doveri morali

ödermanland) innelle questioni sessuali era stata fin dal 1875 Aasta Hansteen (1824-1908), pioniera del movimento

viluppare la loro femminista, convinta sostenitrice del landsmaal e prima ‘pittrice professionista’ norvegese.

le Donne liberali 451 In primo luogo quella espressa dal pittore e scrittore Christian Krohg (1852-1925) che nel

esselgren (1872-romanzo Albertine (1886) affrontava lo ‘scandaloso’ tema della prostituzione (l’opera venne

), direttrice dellaimmediatamente proibita). Cfr. oltre, p. 1093.

evarvets kvinnor, 452 Vd. sopra, nota 247. Un argomento ‘forte’ portato da queste organizzazioni fu l’impegno delle

le prime donnedonne per il raggiungimento della piena indipendenza della Norvegia dalla Svezia, accompagnato

870-1951), Agdadalla richiesta (per altro disattesa) di poter votare per il referendum sullo scioglimento dell’unione nel

1905 (vd. pp. 1016-1017).

e essere letto ‘a 453 Esso tra l’altro organizzò corsi di formazione nell’ambito dell’assistenza sociale. Direttrice fu

, la conclusioneper lungo tempo Anna Caspari Agerholt (1892-1943), nota anche come autrice della Storia del

nr. 173, p. 9). Ilmovimento femminista norvegese (CASPARI AGERHOLT 1937).

ia di un’anima. 454 Figlia di Vilhelmine Ullmann era Ragna Nielsen (1845-1924) tra le fondatrici
, 1856),dell’Associazione femminista norvegese di cui fu poi anche presidente (1886-1888 e 1889-1895).

455 Vd. sopra, p. 1011 con nota 233.

456 In realtà ella vi fu presente come supplente. La prima donna regolarmente eletta fu (1922)

Karen Platou (1879-1950), rappresentante della Destra.

che a partire dal 457 Vd. sopra, pp. 1034-1035.

ricordo della sua 458 Fin dal 1869 c’era stato un congresso di donne ad Ás (nello Skagafjörður) nel quale si era

dunque essere ladiscusso degli ambiti di loro competenza. Questo avvenimento è considerato l’inizio del movimento

rske. En skisse, femminista islandese.

459 Già nel 1885 Bríet Bjarnhéðinsdóttir aveva pubblicato un articolo “di una giovane ragazza di

dei doveri moraliReykjavík” (“eptir unga stúlku í Reykjavík”) dal titolo “Qualche parola sull’istruzione e i diritti delle

a del movimentodonne” firmandosi come Æsa (“Nokkur orð um menntun og rjettindi kvenna”, in Fjallkonan, XI, 5

giugno 1885, pp. 42-43 e XII, 22 giugno 1885, pp. 45-47); successivamente (30 dicembre 1887)

2-1925) che nelaveva tenuto a Reykjavík una conferenza dal titolo “Sulla condizione e i diritti delle donne” (“Um

(l’opera venne hagi og rjettindi kvenna”), organizzata da Þorlákur Ólafur Johnson.

460 Framsókn sarà anche il nome del primo sindacato operaio femminile, fondato nel 1914.

l’impegno delle 461 Vd. sopra, pp. 1042-1043 con nota 350.

a, accompagnato 462 Nella mitologia nordica Hlín (“protettrice”) è il nome di una divinità femminile di secondo

o dell’unione nelpiano definita dèa soccorrevole che si prende cura degli uomini (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p.

61 e p. 216). In precedenza un giornale con il medesimo titolo (tuttavia dedicato ad argomenti tecnici

ale. Direttrice fued economici) era stato pubblicato a Reykjavík tra il 1901 e il 1905.

Storia del 463 Si ricordino qui, a esempio, le leggi svedesi di Birger jarl (vd. p. 352 con nota 99) con le quali

fu introdotto in Svezia il principio dei diritti delle donne (kvinnofrid).

a le fondatrici 464 Vd. p. 884.


465 In Scandinavia il più antico di questi istituti risale al 1877: si tratta della Palmgrenska

samskolan, fondata da Edvard Palmgren (1840-1910). In svedese samskola è, appunto, una scuola

eletta fu (1922)(skola) nella quale gli allievi sono inseriti insieme (samman) nella medesima classe

indipendentemente dal sesso.

466 In Svezia la prima donna a ricoprire una cattedra universitaria fu la russa Sofia Kovalevskaja

nel quale si era (Софья Васильевна Ковалевская, 1850-1891) che nel 1884 divenne docente di matematica

o del movimento all’università di Stoccolma (prima in assoluto in Europa in questa disciplina).

467 Di quell’anno (11 luglio 1911) è la legge che garantiva alle donne islandesi piena parità

ovane ragazza dinell’accesso agli studi e ai pubblici uffici (Lög um rétt kvenna til embættisnáms, námsstyrks og

ne e i diritti delleembætta). Già nel 1899 tuttavia Camilla Torfason (1864-1927) aveva superato l’esame di maturità

, XI, 5presso un istituto di Copenaghen. Sempre del 1911 è la fondazione della Società per la lettura delle

dicembre 1887)donne (Lestrarfélag kvenna) che aveva lo scopo di facilitare il loro accesso all’istruzione e alla

“Um conoscenza.

468 Ida Cecilie Thoresen, a esempio, dovette fondare (1883) un club privato di discussione che

ebbe nome Skuld (nel quale fu attiva anche Anna Bugge). Esso costituì un precedente

dell’Associazione femminista norvegese. Nel mito nordico Skuld è il nome di una delle tre dèe del

minile di secondodestino, le Norne, che vivono ai piedi dell’albero cosmico; vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 304.

[B.7.1], p. 469 Vd. pp. 698-699.

argomenti tecnici 470 In questa sede non è possibile dare specificamente conto delle numerose leggi e decreti che

contribuirono a mutare il quadro normativo nei diversi ambiti citati. In proposito si rimanda alla

a 99) con le qualiletteratura elencata nella sezione bibliografica relativa a questo paragrafo, in particolare a BLOM –

TRANBERG 1985.

471 In Danimarca le donne nubili furono dichiarate maggiorenni nel 1857 al compimento dei
Palmgrenska venticinque anni, le donne sposate nel 1899; con una legge del 1880 queste ultime ottennero il diritto

unto, una scuoladi gestire personalmente i propri beni; una piena parità da questo punto di vista fu tuttavia raggiunta

edesima classesolo nel 1925. In Svezia le donne nubili ottennero la maggiore età a venticinque anni nel 1858 ma

solo nel 1884 il limite fu portato a ventuno anni alla pari degli uomini, quelle sposate tuttavia

fia Kovalevskaja sarebbero rimaste sotto la tutela del marito fino al 1921; dal 1874 le donne sposate poterono

di matematicaamministrare le proprie entrate. In Norvegia le donne nubili furono dichiarate maggiorenni al

compimento dei ventuno anni (al pari degli uomini) nel 1869, nel 1888 le sposate. In Islanda le donne

desi piena paritànubili ottennero la maggiore età al compimento dei venticinque anni nel 1861 e, con essa, la gestione

, námsstyrks ogdei propri beni, che fu concessa alle donne sposate solo nel 1900 ma pienamente nel 1923.

same di maturità 472 Non così nelle famiglie nobili o reali (dove questi casi erano tutt’altro che rari): sebbene anche

er la lettura dellequi essi non si vedessero riconosciuta pari dignità rispetto agli eredi legittimi, la loro posizione

istruzione e allaveniva solitamente assicurata in primo luogo dal punto di vista economico ma anche da quello

dell’assegnazione di importanti incarichi.

discussione che 473 Si pensi a organizzazioni femministe come le “Calze rosse” che, su modello americano, si

un precedentediffusero negli anni ’70 anche in Scandinavia, alle svedesi Grupp 222 (1964) e Grupp 8 (1968), al

delle tre dèe delFronte delle donne (Kvinnefronten, 1972) norvegese.

474 Nel 1924 la Danimarca avrà la sua prima donna ministro (all’educazione) nella persona di

Nina Bang (cfr. nota 432); nel 1943 Nina Andersen (1900-1990) sarà la prima a ricoprire la carica di

ggi e decreti chesegretario di partito (per i socialdemocratici); dal 2011 ci sarà una donna premier, la

si rimanda allasocialdemocratica Helle Thorning-Schmidt (vd. p. 1209); in Svezia nel 1947 Karin Kock-Lindberg

–(1891-1976) sarà la prima a essere nominata ministro (tuttavia con funzioni consultive);

successivamente (1948-1949) sarà responsabile del Ministero per l’Economia popolare

compimento dei(Folkhushållningsdepartementet), istituito per gestire le risorse delle famiglie in tempo di guerra; in
ttennero il dirittoNorvegia la prima donna ministro (con funzioni consultive) sarà nel 1945 Kirsten Hansteen (1903-

uttavia raggiunta 1974); qui nel 1981 Gro Harlem Brundtland (n. 1939) diventerà primo ministro, mentre Brit Kirsti

nni nel 1858 maKolle Grøndahl (n. 1943) sarà tra il 1993 e il 2001 presidente del parlamento. In Islanda Auður

sposate tuttavia Auðuns (1911-1999) sarà nominata ministro (per la giustizia e le questioni ecclesiastiche) nel 1970,

posate poteronomentre nel 1980 Vigdís Finnbogadóttir (vd. pp. 1231-1232) sarà la prima donna al mondo a essere

maggiorenni al democraticamente eletta presidente della repubblica; successivamente (1988) Guðrún Helgadóttir

Islanda le donne (cfr. p. 1289) sarà nominata presidente del parlamento islandese. Dal 2009 al 2013 Jóhanna

essa, la gestioneSigurðardóttir ha avuto la carica di primo ministro (vd. p. 1231).

475 Da sempre gli ambienti ecclesiastici avevano mostrato un pressoché generale atteggiamento di

): sebbene anche chiusura nei riguardi della figura femminile, desiderando per lo più confinarla nel ristretto ambito

a loro posizione familiare. Non a caso nel 1827 una giovane Fredrika Bremer polemizzò aspramente con il vescovo,

anche da quelloteologo e poeta Johan Olof Wallin (vd. p. 925) il quale in un sermone dal titolo La nobile e mite

vocazione della donna. Predica per il giorno dell’Annunciazione del 1827 (Qvinnans ädla och stilla

lo americano, si kallelse. Predikan på Mariæ Bebådelsedag 1827 af J.O. WALLIN, Stockholm 1827) aveva affermato

(1968), alche all’interno della casa maritale la donna avrebbe dovuto pazientemente farsi carico non soltanto di

fatiche fisiche bensì anche di responsabilità morali proprie e del coniuge, il quale più facilmente (e

nella persona di scusabilmente) poteva essere indotto a tralasciare i propri doveri di uomo e di cristiano; vd. LINDSTÉN

prire la carica diG., “Fredrika Bremer och J.O. Wallins predikan på Maria Bebådelsedag 1827”, in Svensk

, lalitteraturtidskrift 1956, pp. 73-83 e anche ÅSBRINCK E., Genom portar II. Studier i den svenska

n Kock-Lindbergkyrkans syn på kvinnans ställning i samhället åren 1809-1866, Stockholm 1962.

oni consultive); 476 Per la verità fin dal 1939 la cosiddetta “Legge Mowinckel” (dal nome del politico che l’aveva

nomia popolareproposta, Johan Ludwig Mowinckel, cfr. p. 1144, nota 109) del 24 giugno 1938 consentiva alle

mpo di guerra; in donne l’accesso a qualsiasi ufficio statale (ivi compreso, nell’ottica ecclesiastico-statale, l’incarico di
Hansteen (1903-pastore). Essa tuttavia condizionava tale possibilità al consenso della comunità parrocchiale. Sulla

mentre Brit Kirstidiscussione politica relativa vd. STENDAL S. HINNALAND, “-under forvandlingens lov”. En analyse av

n Islanda Auðurstortingsdebatten om kvinnelige prester i 1930-årene, Lund 2003.

stiche) nel 1970, 477 Qui in precedenza nel 1945 Geirþrúður Hildur Bernhöft (1921-1987) aveva completato (prima

mondo a esseredonna nel suo Paese) gli studi teologici; tuttavia non ebbe l’ordinazione sacerdotale.

ðrún Helgadóttir 478 Nel 1995 Sofie Petersen (n. 1955) verrà consacrata vescovo per la Groenlandia.

l 2013 Jóhanna 479 Sulla questione dell’accesso delle donne al sacerdozio vd. LENHAMMAR 20014 (B.7.2), pp.

110-112. A riguardo della complessa questione dei rapporti tra il mondo femminile e la Chiesa nei

atteggiamento diPaesi nordici pare qui opportuno citare la nascita in Islanda (1992) della cosiddetta Chiesa delle

ristretto ambitodonne (Kvennakirkjan) che si pone come rappresentante della ‘teologia femminista’; vd.

e con il vescovo, VILHJÁLMSDÓTTIR A.E., “God, Our Sister and Friend. Kvennakirkjan in Reykjavík, Iceland”, in

La nobile e miteBERGER Th. (ed.), Dissident Daughters. Feminist Liturgies in Global Context, Louisville 1989, pp.

ns ädla och stilla135-146.

aveva affermato 480 La sigla L. D-n fa riferimento a Lotten Dahlgren (1851-1934), studiosa di storia culturale, una

o non soltanto didelle firme di prestigio della rivista.

più facilmente (e 481 Kvinnans århundrade. Reflexioner vid sekelslutet (DLO nr. 173).

INDSTÉN 482 Il riferimento è al suo volume dal titolo Gli uomini della rivoluzione moderna. Una serie di

Svenskritratti (Det moderne Gjennembruds Mænd. En Række Portræter, 1883) nella quale prende in

r i den svenskaconsiderazione l’opera di diversi autori dell’Ottocento. Fin dal 1871 Brandes aveva tenuto una serie

di conferenze presso l’Università di Copenaghen nelle quali esponeva la nuova visione della

itico che l’avevaletteratura e della storia: esse sono considerate un momento fondamentale per il cambiamento della

consentiva alleprospettiva culturale dei decenni successivi. Il testo delle conferenze fu poi raccolto in sei volumi dal

ale, l’incarico dititolo Correnti principali nella letteratura del XIX secolo (Hovedstrømninger i det 19de
rrocchiale. SullaAarhundredes Litteratur), usciti tra il 1872 e il 1890.

”. En analyse av 483 Uno dei più significativi rappresentanti di una ‘conversione’ alle nuove idee è l’influente

filosofo danese Harald Høffding (1843-1931), passato da una visione kierkegaardiana al credo

ompletato (prima positivista. Naturalmente le nuove dottrine ebbero anche fieri avversari: si ricordi qui in primo luogo

il medico norvegese Ernst Ferdinand Lochman (1820-1891), professore all’università di Oslo dove il

2 settembre 1874 aveva tenuto un celebre discorso contro le teorie positivistiche e darwiniste.

(B.7.2), pp. 484 Uno scontro particolarmente duro e prolungato, si ebbe in Norvegia tra il 1880 e il 1930.

e e la Chiesa nei Alimentato dalla discussione sulle questioni sociali (non da ultima l’emancipazione femminile) e dal

etta Chiesa dellegiudizio sulle nuove teorie scientifiche, esso coinvolse non solo gli intellettuali che esprimevano un

emminista’; vd.totale rifiuto della religione, ma anche coloro che chiedevano l’abbandono di un rigido dogmatismo e

vík, Iceland”, inuna nuova interpretazione del dettato biblico, mentre all’interno del mondo ecclesiastico si rifletté in

isville 1989, pp.un conflitto (non senza ricadute politiche) tra i conservatori più intransigenti e i fautori di una

teologia liberale (kirkestriden, letteralmente “guerra nella Chiesa”). Nel 1906 la nomina a professore

ria culturale, una universitario di teologia di Johannes Ording (1869-1929), sostenitore delle nuove idee, provocò una

dura reazione degli ortodossi con le dimissioni del ministro per la Chiesa Christoffer Knudsen (1843-

1915) e di Sigurd Odland (1857-1937), che lasciò l’ateneo e fondò la Libera facoltà di teologia (Det

na. Una serie diteologiske Menighetsfakultet, letteralmente la Facoltà teologica della comunità), tuttora attiva. Al di

quale prende inlà delle critiche più feroci, le Chiese nordiche nel XIX secolo compresero (almeno per quanto

tenuto una serieriguarda i loro membri più consapevoli) la necessità di rinnovarsi per adeguarsi alle nuove esigenze,

va visione dellanon soltanto in relazione ai movimenti revivalisti ma anche alla profonda trasformazione della

mbiamento della società (si veda in proposito LeNHAMMAR 20014 [B.7.2], pp 82-95).

in sei volumi dal 485 Vd. sopra, p. 933 con nota 328. Su Jón Árnason, al quale (a motivo della prematura morte di

er i det 19deMagnús Grímsson) questo imponente lavoro resta in primo luogo legato, vd. “Jón Árnason,
þjóðsagnafræðingur 1819-1888”, in BR, pp. 144-147. La raccolta ha per titolo Racconti popolari e

dee è l’influente fiabe islandesi (Íslenzkar þjóðsögur og ævintýri, 1862-1864). Qui vanno ricordati anche Ólafur

ardiana al credo Davíðsson (1862-1903) che insieme a Jón Árnason raccolse Indovinelli, passatempi, vikivaki e

i in primo luogo filastrocche islandesi (Íslenzkar gátur, skemtanir, vikivakar og þulur, I-IV, Kaupmannahöfn 1887-

à di Oslo dove il1903) e contribuì ad altre opere nell’ambito del folclore letterario; Þorsteinn Erlingsson (1858-1914),

Jón Þorkelsson (1859-1924) e Hannes Þorsteinsson (1860-1935) raccoglitori a loro volta di racconti e

1880 e il 1930.tradizioni popolari.

femminile) e dal 486 Premio Nobel per la letteratura nel 1909, ella sarà dal 1914 la prima donna a divenire membro

esprimevano undell’Accademia svedese.

do dogmatismo e 487 Di Selma Lagerlöf si vuole qui citare anche Gerusalemme (Jerusalem, 1901-1902),

stico si rifletté in unanimemente considerato uno dei prodotti migliori della sua arte. Vi si narra di un gruppo di

i fautori di unacontadini della Dalecarlia che, spronati da un predicatore, si trasferiscono in Palestina. Pur

mina a professoreispirandosi a un fatto realmente accaduto nel 1896, la narrazione privilegia, più che gli aspetti sociali,

dee, provocò una il dramma umano e morale di queste persone.

Knudsen (1843- 488 Carl Snoilsky è considerato il miglior rappresentante tra i cosiddetti “poeti sotto pseudonimo”

Det(signaturpoeterna) legati alla Società dei senza nome (Namnlösa sällskapet) sorta a Uppsala nel 1860

tora attiva. Al diallo scopo di coltivare l’esercizio della poesia per mostrare il vero attraverso il bello.

meno per quanto 489 Ma anche lo studio delle sue tradizioni, come si vede nell’opera di Jónas Jónasson di

nuove esigenze, Hrafnagil (1856-1918), autore dei Costumi popolari islandesi (Íslenskir þjóðhættir), pubblicato

ormazione dellapostumo nel 1934 (vd. “Jónas Jónasson frá Hrafnagili”, in BR, pp. 196-199). Tra gli autori islandesi

più legati al passato si considerino Guðmundur Friðjónsson (1869-1944) e Kristín Sigfúsdóttir (1876-

ematura morte di1953).

“Jón Árnason, 490 Benedikt Sveinbjarnarson Gröndal era figlio di Sveinbjörn Egilsson (cfr. p. 911, nota 219 e p.
conti popolari e948, nota 405). Egli è comunemente indicato come Benedikt Gröndal il Giovane (yngri) per non

ati anche Ólafurconfonderlo con l’omonimo giurista (cfr. p. 945 con nota 391).

empi, vikivaki e 491 Vd. nota 13. Su questi autori: “Grímur Thomsen, skáld” e “Steingrímur Thorsteinsson, skáld

mannahöfn 1887-og rektor”, in BR, pp. 148-151 e pp. 152-155, rispettivamente.

son (1858-1914), 492 Steingrímur Thorsteinsson è noto per aver tradotto (dal tedesco) le Mille e una notte (Þúsund

olta di racconti e og ein nótt. Arabiskar sögur, íslenzkað hefir STEINGÍMUR THORSTEINSSON, Kaupmannahöfn 1857-

1864), in selezione già rese note anche da Benedikt Gröndal. A lui si deve anche la versione

divenire membroislandese delle Favole di Andersen (Æfintýri og sögur, STEINGRÍMUR THORSTEINSSON þýddi, I-II,

Reykjavík 1904-1908). Inoltre tanto Steingrímur Thorsteinsson quanto Matthías Jochumsson (di cui

, 1901-1902),subito oltre) furono traduttori di Shakespeare.

di un gruppo di 493 Vd. p. 213 e anche la storia di Fjalla-Eyvindur alle pp. 731-735. Cfr. p. 489, nota 87.

n Palestina. Pur 494 Vd. sopra, nota 482. Su di lui: “Matthías Jochumsson, prestur og skáld”, in BR, pp. 164-167. E

li aspetti sociali, tuttavia anche in Islanda si venne diffondendo uno scetticismo religioso in parte legato a un

sentimento anticlericale; del resto anche all’interno della Chiesa una figura di primo piano come Jón

tto pseudonimo” Helgason (1866-1942), vescovo d’Islanda e professore di teologia all’università, mostra di voler

Uppsala nel 1860 ‘attenuare’ la rigorosa osservanza dogmatica.

495 Il primo (e più noto) è Ragazzo e ragazza (Piltur og stúlka, 1850), mentre Uomo e donna

nas Jónasson di(Maður og kona) non fu completato per la morte dell’autore e fu edito solo nel 1876. Vd. “Jón

), pubblicatoThoroddsen, sýslumaður og skáld”, in BR, pp. 140-143.

i autori islandesi 496 Nel mondo mitologico nordico Verðandi è il nome di una delle tre dèe del destino, le Norne,

gfúsdóttir (1876-che vivono ai piedi dell’albero cosmico; vd. CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), p. 304. Nel medesimo

spirito due anni dopo usciva (anche in questo caso solo per quell’anno) il mensile Heimdallur che

11, nota 219 e p. conteneva anche diverse traduzioni di autori stranieri (sul dio nordico Heimdallr vd. CHIESA ISNARDI
) per non 20084, pp. 221-225).

497 Vd. pp. 1034-1035.

rsteinsson, skáld 498 Vd. sopra, p. 1042.

499 Gestur Pálsson fu anche redattore di giornali come Þjóðólfur (vd. p. 1031) e Suðri, uscito tra il

Þúsund1883 e il 1886 (cfr. nota 370).

mannahöfn 1857- 500 Il vero nome di questo autore è Jón Stefánsson. Lo pseudonimo Þorgils gjallandi è ripreso da

nche la versioneun personaggio della Saga di Egill Skalla-Grímsson, incentrata sulle vicende del celebre scaldo (vd.

þýddi, I-II,pp. 306-307 e p. 313). Il soprannome gjallandi significa “sbraitone”.

chumsson (di cui 501 Una chiara impronta realista hanno anche le opere di Jón Trausti (Guðmundur Magnússon,

1873-1928) ed Einar Hjörleifsson Kvaran (1858-1938), che fu tra i fondatori di Verðandi. Su di loro:

“Jón Trausti” ed “Einar Hjörleifsson Kvaran, rithöfundur”, in BR, pp. 232-235 e pp. 208-211,

, pp. 164-167. Erispettivamente.

rte legato a un 502 Nr. I, 29, pp. 113-114. Dagskrá, da lui fondato, fu il primo quotidiano islandese.

piano come Jón 503 Einar Benediktsson fu anche attivamente coinvolto nella fondazione del Partito della difesa

mostra di voler nazionale.

504 Si tratta della raccolta di poesie Ragazza (Stúlka), uscita nel 1876.

Uomo e donna 505 Cfr. p. 489, nota 87.

1876. Vd. “Jón 506 Vd. p. 1040.

507 Se si fa eccezione, in primo luogo, per Catilina (uscito nel 1850 sotto lo pseudonimo di

estino, le Norne,Brynjolf Bjarme), un dramma che comunque molto risente delle esperienze teatrali dei romantici, in

. Nel medesimoparticolare di Oehlenschläger (su cui vd. p. 914).

che 508 Nato a Skien il 20 marzo 1828 in una famiglia agiata, Henrik Ibsen ebbe una infanzia

SNARDI tranquilla fino a quando, a partire dal 1834, le sorti economiche del padre subirono un rovescio. Fu
dunque poi costretto a cercarsi un lavoro (garzone di farmacista) dedicandosi al contempo al

giornalismo e avvicinandosi all’ambiente del teatro nel quale troverà la strada che lo condurrà al

successo. Dopo essere stato chiamato dal celebre violinista Ole Bull (vd. pp. 937-938) a lavorare (e a

, uscito tra ilscrivere) per il teatro di Bergen, egli intraprenderà diversi viaggi all’estero, dove trascorrerà lunghi

periodi (in particolare in Italia). Sposato nel 1858 con Suzannah Thoresen (1836-1914) avrà da lei il

è ripreso da figlio Sigurd (1859-1930); un altro figlio (Hans Jacob Hendriksen, 1846-1916) aveva avuto in

lebre scaldo (vd.gioventù da Else Sophie Jensdatter Birkedalen (1818-1892), domestica del farmacista. Acquisita una

solida posizione e (per quanto la sua opera fosse costantemente discussa) un sicuro riconoscimento

ndur Magnússon,internazionale, continuerà a produrre per il teatro fino al 1900, quando si manifesterà (con un primo

. Su di loro:ictus) la malattia che progressivamente lo condurrà alla morte, avvenuta a Oslo il 23 maggio 1906.

e pp. 208-211, 509 Vd. p. 921.

510 Un primo tentativo in tal senso aveva fatto fin dal 1862 con la Commedia dell’amore

(Kærlighedens komedie).

rtito della difesa 511 Come è noto la figura di Peer Gynt è ripresa dai racconti popolari norvegesi della regione di

Gudbrandsdalen (a loro volta probabilmente ispirati a un personaggio realmente esistito).

512 Un profondo legame aveva unito i due per lungo tempo, tanto che alla nascita del figlio di

Ibsen, Sigurd, Bjørnson era stato scelto come padrino. In seguito tuttavia i rapporti si guastarono:

dopo l’uscita del Peer Gynt infatti Ibsen accusò l’amico di non averlo adeguatamente difeso nei

pseudonimo di confronti di Clemens Petersen (1834-1918), influente critico danese molto vicino a Bjørnson, il quale

dei romantici, inaveva riservato un giudizio piuttosto severo nei riguardi dell’opera. In ogni caso nel 1892 il figlio di

Ibsen avrebbe preso in moglie proprio una delle figlie di Bjørnson, Bergljot (1869-1953), di

be una infanziaprofessione cantante.

un rovescio. Fu 513 Convinto scandinavista in gioventù, Bjørnson aveva fatto proprie le idee della Sinistra e
al contempo alrivolto il suo impegno alla causa norvegese cui si dedicò con foga e passione. Ostile a qualsiasi

e lo condurrà altentativo di inglobare definitivamente la Norvegia nel Regno svedese, divenne simbolo e punto di

8) a lavorare (e ariferimento nella lotta per la definitiva indipendenza (del che testimonia, tra l’altro, la sua battaglia

ascorrerà lunghiper una bandiera norvegese). Per questa ragione si adoperò in seguito per la costituzione (1903) del

14) avrà da lei ilPartito comune (vd. p. 1013). Fu inoltre pienamente coinvolto nella disputa linguistica e convinto

aveva avuto in sostenitore del riksmaal (vd. p. 944 con nota 386).

a. Acquisita una 514 In precedenza c’era stata tutta una serie di iniziative locali con la formazione di compagnie

o riconoscimentodrammatiche, a partire dalla prima (Det dramatiske selskab i Christiania) risalente al 1780.

rà (con un primo 515 Vd. p. 935 con nota 337, e p. 1029.

516 Vd. BLANC T., Christiania Theaters Historie 1827-1877, Christiania 1899.

517 Cfr. nota 508.

edia dell’amore 518 Vd. sopra, pp. 943-944. Si legga in proposito SEIP D.A., “Norsk teaterspråk før 1850”, in

Gjennom 700 år. Fra diskusjonen om norsk språk, Oslo 1954, pp. 46-66 e BERG TH., Debatten om et

della regione dinorsk scenespråk i Christiania 1848-1853. Med hovedvekt på Knud Knudsen og hans arbeid for et

norsk scenespråk ved Den norske dramatiske Skoles Theater i sesongene 1852/53, Trondheim 1977.

cita del figlio diPer un approfondimento si veda anche SKARD 1972-1979 (B.5), III, pp. 12-15 e pp. 96-101.

ti si guastarono: 519 Ma anche quello (affatto disgiunto e tutt’altro che irrilevante) sulla scelta delle opere da

mente difeso neirappresentare, in quanto anche in questo caso la preferenza per un autore anziché per un altro

Bjørnson, il qualesegnalava chiaramente un orientamento culturale ma, al contempo, politico.

1892 il figlio di 520 Come la già citata Camilla Collett (vd. p. 1055, con nota 417), ma anche la scrittrice

(1869-1953), dinaturalista Amalie Skram (1846-1905).

521 Su di lui, tra l’altro, OBRESTAD T., Sannhetens pris. Alexander Kielland. En beretning, Oslo

della Sinistra e 1996.


Ostile a qualsiasi 522 Prima di lui la ‘nuova’ lingua era stata adottata da Aasmund Olavsson Vinje (1818-1870),

mbolo e punto dieclettico descrittore di paesaggi così come di sentimenti e riflessioni; vd. MIDTTUN O., A.O. Vinje,

, la sua battagliaOslo 19662. Moglie di Arne Garborg era Hulda Bergersen (1862-1934) impegnata al contempo nella

zione (1903) delquestione sui diritti delle donne e nella conservazione della tradizione folcloristica norvegese (tra cui

istica e convintosi segnala l’interesse per i costumi popolari).

523 Nell’opera dal titolo La dottrina biblica su Cristo (Bibelns lära om Kristus, 1862) egli infatti

ne di compagnie negava il dogma della Trinità e la divinità di Cristo. Questo libro, insieme ad altri – come traduzioni

di opere del teologo tedesco David Friedrich Strauss (1808-1874) e del filosofo francese Ernest

Renan (1823-1892) – provocò la reazione delle autorità religiose e laiche; esso d’altronde era

manifestazione di quel ‘liberalismo religioso’ che già era stato espresso dal filosofo Christopher

Jacob Boström (vd. p. 923).

åk før 1850”, in 524 Il mito relativo a Grotti, il ‘mulino dell’abbondanza’, è riferito da Snorri Sturluson nella sua

Debatten om etEdda, dove viene riportato l’anonimo Canto di Grotti (Grottasǫngr); vd. p. 295 e inoltre CHIESA

ans arbeid for et ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 181-185.

Trondheim 1977. 525 Vd. HEDBERG A., En strid för det som borde vara. Viktor Rydberg som moderniseringskritiker

1891–1895, Uppsala 2012.

a delle opere da 526 Vd. AHLSTRÖM S., Ola Hansson, Stockholm 1958.

ché per un altro 527 Vd. SYLVAN M., Anne Charlotte Leffler. En kvinna finner sin väg, Stockholm 1984.

528 Dopo due tentativi falliti, legati alla sua infelice situazione matrimoniale, ella si tolse la vita in

che la scrittriceun albergo di Copenaghen anche a motivo della freddezza dimostratale da Georg Brandes, con il

quale aveva intrecciato una relazione. Su di lei vd. BÖÖK F., Victoria Benedictsson. Minnesteckning,

, Oslo Stockholm 1950.

529 August Strindberg nacque a Stoccolma il 22 gennaio 1849. Di carattere introverso e indocile
nje (1818-1870),mostrò, prima di raggiungere il successo letterario, diversi interessi ed ebbe diverse occupazioni.

A.O. Vinje,Sposato per tre volte per tre volte divorziò. La sua attività letteraria (e, per molti versi, la sua vita) fu

l contempo nella costantemente segnata da provocazioni e conflitti. Si citi qui, almeno, la ben nota “polemica di

orvegese (tra cuiStrindberg” (Strindbergsfejden) scatenata da una sua critica pubblica nei confronti del re Carlo XII

(vd. pp. 676-681), un conflitto che andò avanti dal 1910 fino alla morte dello scrittore avvenuta a

1862) egli infattiStoccolma il 14 maggio 1912. Vd. Strindbergsfejden. 465 debattinlägg och kommentarer, utgivna av

come traduzioni H. JÄRV, förord av J. LANDQUIST, I-II, Staffanstorp 1968.

francese Ernest 530 Tra cui non si mancherà di ricordare qui il celeberrimo La stanza rossa. Quadri di vita di

o d’altronde era artisti e scrittori (Röda rummet. Skildringar ur artist- och författarlivet, 1879), un’opera (di

sofo Christopher immediato successo) che per lo stile innovativo inaugura una nuova era nella narrativa svedese. Si

ricordi qui che Strindberg è stato anche un aprezzabile pittore.

urluson nella sua 531 Con Strindberg il teatro svedese assurge finalmente a un livello artistico di assoluto rilievo. In

HIESAprecedenza, nonostante la presenza di diversi autori o l’interesse di sovrani come Gustavo III che vi

aveva investito cospicue risorse (vd. SCHÜCK – WARBURG 19853 [B.4], IV, pp. 451-503), esso era

niseringskritikerrimasto su un piano di assoluta inferiorità rispetto ad altri generi letterari. Autori come Carl Israel

Hallman (1732-1800, figlio di Johan Göstaf Hallman su cui cfr. p. 827, nota 667 e p. 834, nota 698),

Olof Kexél (1748-1796), August Blanche (cfr. nota 141 e nota 418), Fredrik August Dahlgren (1816-

1895), Johan Jolin (1818-1884), Frans Hedberg (1828-1908), Ludvig Oscar Josephson (1832-1899,

si tolse la vita inanche direttore di teatro e regista) e persino il più dotato Josef Julius Wecksell (cfr. p. 736, nota 253),

Brandes, con ilvanno citati più che altro nel contesto cronologico dell’evoluzione del teatro svedese, ricordando

Minnesteckning, altresì Emilie Högqvist (1812-1846, per diversi anni amante del re Oscar I) ed Elise Hwasser (1831-

1894) giudicate tra le migliori attrici del tempo. Punto di svolta nella storia del teatro svedese è

overso e indocileconsiderato il 1842, anno in cui per iniziativa di Anders Lindeberg (cfr. p. 892) veniva fondato il
rse occupazioni. Teatro nuovo (Nya Teatern) il che, di fatto, poneva fine al ‘monopolio’ esercitato in questo ambito

si, la sua vita) fu dalla Casa reale. Per una storia di questa prima fase (fino al 1842 appunto) vd. PERSONNE N., Svenska

ota “polemica diteatern, I-VIII, Stockholm 1913-1927; vd. inoltre NORDENSVAN G., Svensk teater och svenska

del re Carlo XII skådespelare frå Gustav III till våra dagar, I-II, Stockholm 1917-1918.

ttore avvenuta a 532 Si pensi qui, in primo luogo, a diverse storie di Sposarsi I e II (Giftas I, 1884 e Giftas II,

, utgivna avterminato nel 1885 ma uscito nel 1886) di tono palesemente antifemminista, la cui stesura non può

tuttavia prescindere dalle complesse esperienze matrimoniali dell’autore e dal suo irrisolto rapporto

Quadri di vita dicon le donne. Si tenga tuttavia conto del fatto che Strindberg si era espresso in favore del diritto di

9), un’opera (divoto per le donne. Ma si consideri anche che l’aver trattato il ‘sacro tema’ del matrimonio in forma

ativa svedese. Si non convenzionale in Sposarsi I portò al sequestro dell’opera da parte delle autorità; nel successivo

processo Strindberg fu tuttavia assolto.

soluto rilievo. In 533 Fratello minore di Georg e dell’economista Ernst (1844-1892), Edvard Brandes (1847-1931)

ustavo III che vifu scrittore e politico, rappresentante della Sinistra radicale fin dalla sua fondazione; vd. p. 1110.

1-503), esso era 534 Riconoscimento condiviso con il poeta, prosatore e drammaturgo danese Karl Adolph

come Carl Israel Gjellerup (1857-1919), la cui parabola artistica si muove dall’idealismo romantico al naturalismo per

. 834, nota 698),poi rifluire nel neoromanticismo e nel simbolismo.

Dahlgren (1816- 535 Assai significativa appare anche la parabola di un autore come Johannes Jørgensen (1866-

son (1832-1899,1956) che abbandonato l’estremismo darwinista si avvicina alle tematiche religiose, approdando alla

. 736, nota 253),conversione al cattolicesimo.

dese, ricordando 536 Né va dimenticato in questa prospettiva il romanziere Tryggve Andersen (1866-1920).

Hwasser (1831- 537 Per un approfondimento si rimanda a TJÄDER P.A., Det unga Sverige. Åttitalsrörelse och

teatro svedese ègenombrottsepok / “Young Sweden”. The Eighties’ movement and breakthrough epoch, Lund 1982.

veniva fondato il 538 Vd. BJÖRCK S., Verner von Heidenstam, Stockholm 19643. Al poeta fu assegnato il premio
n questo ambito Nobel nel 1916.

venska 539 Vd. OLSSON H., Fröding. Ett diktarporträtt, Stockholm 1967.

ter och svenska 540 La ragione dell’assegnazione del prestigioso riconoscimento avvenuta nell’anno della morte

dipende, a quanto pare, dal fatto che in precedenza Karlfeldt aveva rifiutato il premio, essendo egli

Giftas II,membro di quella stessa Accademia svedese che designava il vincitore. Su di lui vd FOGELQVIST T.,

stesura non puòErik Axel Karlfeldt, Stockholm 19412.

rrisolto rapporto 541 Vd. BÖÖK F., Oscar Levertin, Stockholm 1944.

ore del diritto di 542 Vd. WÄGNER E., Selma Lagerlöf, I-II, Stockholm 1942-1943 ed EDSTRÖM V., Selma Lagerlöf.

imonio in forma Livets vågspel, Stockholm 2002.

à; nel successivo 543 Va qui tuttavia doverosamente ricordato che questo autore (che scriveva in islandese ma

anche in danese) si era trasferito in Danimarca dove morì a soli trentanove anni a causa della

des (1847-1931)tubercolosi. Il suo lavoro più noto è certamente Bjærg-Ejvind og hans hustru / Fjalla-Eyvindur (vd.

p. 735, nota 248). Vd. “Jóhann Sigurjónsson, skáld”, in BR, pp. 244-247.

se Karl Adolph 544 Vd. “Stephan G. Stephansson, bóndi og skáld”, in BR, pp. 188-191. Cfr. nota 383.

l naturalismo per 545 Si pensi alla svedese Wendela Hebbe (1808-1899) la quale, affrontando ostilità e

malevolenza, riuscì a diventare giornalista. A lei si deve un’opera dal titolo Brani poetici svedesi per

ørgensen (1866- la gioventù (Svenska skalde-stycken för ungdom, 1845) che costituisce un punto di svolta nell’ambito

approdando alla di questo genere di testi.

546 Su Zacharias Topelius vd. p. 1375. Su Jón Sveinsson vd. “Nonni (Jón Sveinsson, 1857-

1944)”, in BR, pp. 200-203.

titalsrörelse och 547 In margine si ricordino anche i danesi Hans Vilhelm Kaalund (1818-1885) e Johan Krohn

(1841-1925); le svedesi Laura Fitinghoff (1848-1908), Anna Wahlenberg (1858-1933) e Anna Maria

egnato il premioRoos (1862-1838); i norvegesi Dikken Zwilgmeyer (Barbara Hendrikke Daae Zwilgmeyer, 1853-
1913), considerata una innovatrice del genere, Barbra Ring (1870-1955), Gabriel Scott (1874-1958, i

cui libri per bambini hanno avuto maggiore fortuna dei testi destinati agli adulti) e anche Ole

anno della morte Haugen-Flermoe (1878-1956), Marie Andersen (1881-1969), moglie di Knut Hamsun, Halvor Floden

mio, essendo egli(1884-1956) e Ragnvald Vaage (1889-1966).

T., 548 Vd. p. 1062. E non si dimentichi qui il sopra citato ‘Nils Holgersson’ di Selma Lagerlöf. Si

ricordino inoltre illustratori di testi per l’infanzia come gli svedesi Ivar Arosenius (vd. sotto, p. 1091),

Ottilia Adelborg (1855-1936) che sa ben coordinare i propri testi con i propri disegni, ed Elsa

Selma Lagerlöf.Beskow (1874-1953), celeberrima; i danesi Pietro Krohn (1840-1905) che lavorò anche per il fratello

Johan (vd. nota 547) e il pittore Otto Haslund (1842-1917); i norvegesi Louis Moe (1857-1945),

in islandese ma trasferitosi in Danimarca, ed Eivind Nielsen (1864-1939) cui si devono, tra l’altro, i disegni del

ni a causa dellacelebre Libro illustrato norvegese per i bambini (Norsk Billedbog for Børn) di Elling Holst (1849-

(vd. 1915), uscito in tre raccolte successive tra il 1888 e il 1903.

549 Si considerino in particolare artisti come Peter Christian Skovgaard (1817-1875) e Vilhelm

Kyhn (1819-1903).

tando ostilità e 550 Si prendano a esempio i lavori di Johan Thomas Lundbye (1818-1848), Frederik Vermehren

oetici svedesi per (1823-1910), Christen Dalsgaard (1824-1907) e Julius Exner (1825-1910).

volta nell’ambito 551 Si vedano tra l’altro le opere del pittore e grafico Lorens Frølich (1820-1908) e di L.A.

(Ludvig Abelin) Schou (1838-1867) che si ispira al ‘crepuscolo degli dèi’ (su cui vd. p. 169 con nota

Sveinsson, 1857-270). La scelta di motivi mitologici non resta tuttavia limitata al mondo nordico ma trae ispirazione

anche da quello classico, in ciò ricollegandosi al periodo precedente.

) e Johan Krohn 552 Se ne vedano ottimi esempi in pittori come Costantin Hansen (cfr. p. 919, nota 256 e p. 920,

3) e Anna Marianota 258), autore di un grande dipinto che raffigura l’assemblea costituente del 1848 (Den

ilgmeyer, 1853-Grundlovgivende Rigsforsamling; vd. p. 864), eseguito tra il 1860 e il 1864 e conservato nel Museo
ott (1874-1958, idi storia nazionale del castello di Frederiksborg a Hillerød in Selandia (Det Nationalhistoriske

ti) e anche OleMuseum på Frederiksborg Slot); Wilhelm Marstrand (cfr. p. 919, nota 256, p. 920, nota 258 e p.

n, Halvor Floden1087 ) i cui celebri affreschi (tra cui quello che ritrae il re Cristiano IV a bordo della nave Trinità

(Christian 4. på Trefoldigheden; cfr. p. 543, nota 65) decorano la cappella di Cristiano IV nella

lma Lagerlöf. Sicattedrale di Roskilde; Carl Bloch (1834-1890) che raffigurò tra l’altro il re Cristiano II prigioniero a

d. sotto, p. 1091), Sønderborg (Christian II i fængslet på Sønderborg Slot, 1871): un’opera, conservata nel Museo

disegni, ed Elsa nazionale dell’arte (Statens museum for kunst) di Copenaghen, ben nota e discussa a motivo

che per il fratellodell’interpretazione artistica che avrebbe condizionato l’analisi storica (cfr. p. 462); Otto Bache

oe (1857-1945), (1839-1927) cui si deve la rappresentazione dei congiurati reduci da Finderup dopo l’assassinio del re

ro, i disegni del Erik Klipping (De sammensvorne rider fra Finderup efter mordet på Erik Klipping Skt. Cæcilienat

ing Holst (1849- 1882; vd. pp. 337-338), quadro che si trova nel Museo di storia nazionale del castello di

Frederiksborg. La pittura ispirata alla storia danese ebbe nuovo impulso dopo l’incendio che nel 1859

1875) e Vilhelmdevastò proprio questa costruzione: agli artisti vennero infatti commissionati lavori di carattere

storico per decorarne le pareti, una volta che la ristrutturazione fosse stata completata.

derik Vermehren 553 Nel 1847 Høyen (che già era stato tra i promotori della Società dell’arte, vd. pp. 920-921)

aveva dato vita all’Associazione per l’arte nordica (Selskabet for Nordisk Kunst). Particolarmente

1908) e di L.A.attento ai dettami artistici di Høyen sembra il pittore Jørgen Sonne (1801-1890) che tra l’altro

. p. 169 con notarealizzò gli affreschi che decorano l’esterno del Museo di Thorvaldsen a Copenaghen.

a trae ispirazione 554 Maestro prediletto degli artisti danesi fu il pittore Léon Bonnat (1833-1922).

555 Nel 1888 le donne otterranno di potersi iscrivere all’accademia. Uno dei primi risultati di

ota 256 e p. 920, queste ‘aperture’ sarà, nel 1895, la grande Esposizione delle donne del passato e del presente

Den(Kvindernes Udstilling fra Fortid og Nutid) tenuta a Copenaghen e nella quale verranno messi in

rvato nel Museomostra lavori artistici e artigianali ispirati alla storia culturale delle donne nordiche; vd. LOUS E.,
ationalhistoriskeKvindernes Udstilling 1895, Aarhus 2004.

0, nota 258 e p. 556 Non pare inutile ricordare qui che Georg Brandes, nel saggio dedicato a Jens Peter Jacobsen,

ella nave Trinitàcome ‘uomo della rivoluzione moderna’ (vd. p. 1083) definiva questo autore, unanimemente

ristiano IV nella considerato come uno dei massimi naturalisti danesi, con queste parole: “Questo è il più grande

o II prigioniero acolorista della prosa contemporanea. Di certo mai prima d’ora nella letteratura nordica si è dipinto

rvata nel Museocon le parole come fa lui. La sua lingua è satura di colore. Il suo stile è un accordo di colori” (DLO

cussa a motivo nr. 174).

62); Otto Bache 557 Costoro infatti nei primi anni del Novecento costituirono una colonia di artisti residenti su

’assassinio del requell’isola. Fra di loro i nomi di maggior rilievo sono quelli di Johannes Larsen (1867-1961), Fritz

Skt. Cæcilienat,Syberg (1862-1939) e Peter Hansen (1868-1928), ma anche di pittrici come la moglie di Syberg,

del castello di Anna (1870-1914), sorella di Peter Hansen e Christine Swane (1876-1960), sorella di Johannes

dio che nel 1859Larsen e moglie di Sigurd Swane (1879-1973), anch’egli pittore del gruppo.

vori di carattere 558 È nota infatti la polemica nei loro confronti portata avanti da chi considerava il loro livello

artistico troppo ‘popolare’.

vd. pp. 920-921) 559 Altri nomi noti sono quelli dei coniugi Michael (1849-1927) e Anna Ancher (nata Brøndum,

Particolarmente1859-1935), di Viggo Johansen (1851-1935), di Laurits Tuxen (1853-1927), ma anche di Holger

) che tra l’altroDrachmann, ben noto come scrittore (vd. p. 1083). Senza dimenticare lo svedese Oscar Björck (1860-

1929).

560 In questo campo sarà seguito, con un’impronta più modernista da Niels Larsen Stevns (1864-

primi risultati di1941).

o e del presente 561 Momento di svolta nel percorso di questo scultore è considerato il monumento scolpito per la

erranno messi invittoria nella guerra dei tre anni combattuta per i ducati (vd. p. 863) e collocato a Fredericia nello

E., Jutland meridionale (in quella località il 6 giugno 1849 aveva avuto luogo, nell’ambito di quel
conflitto, una battaglia vinta dai Danesi). Cfr. p. 919, nota 256.

s Peter Jacobsen, 562 Ispirata alla mitologia nordica è anche Anne Marie Carl-Nielsen (nata Brodersen 1863-1945),

, unanimementela prima ‘vera’ scultrice danese, allieva di Saabye (sul quale cfr. p. 919, nota 256).

è il più grande 563 Vd. p. 927, nota 296. In questo contesto va ricordata l’opera di Johan Wilhelm Carl Wahlbom

dica si è dipinto (1810-1858), molto popolare come pittore di scene a carattere storico (cfr. p. 561, nota 142) ma

di colori” (DLOanche per i lavori ispirati alla mitologia.

564 Vd. p. 927. In Germania anche l’Accademia delle belle arti (Akademie der Bildenden Künste)

tisti residenti su di Monaco, dove insegnava il celebre Carl Theodor von Piloty (1826-1886), avrebbe contribuito alla

867-1961), Fritz formazione di pittori svedesi come Edvard Perséus (Edvard Persson, 1851-1890).

oglie di Syberg, 565 Già in precedenza diversi artisti svedesi (magari provenienti dalla ‘colonia’ di Düsseldorf) si

ella di Johanneserano recati in Francia a studiare. Qui si era trasferito fin dalla fine degli anni ’30 Per Wickenberg

(1812-1846) trovandovi il successo ma anche una morte prematura.

va il loro livello 566 Ernst Josephson, anche poeta, fu in seguito colpito da malattia mentale, nel corso della quale

produsse diversi dipinti firmati con i nomi di celebri pittori del passato. Su di lui vd. BRUMMER H.H.,

(nata Brøndum,Ernst Josephson. Målare och diktare, Stockholm 2001.

anche di Holger 567 Theodor Blanch (1835-1911), di origini tedesche, fu figura di riferimento per la vita artistica

ar Björck (1860-della capitale svedese. Dopo aver gestito il ristorante dell’Opera (Operakällaren), aveva aperto

(1868) il Caffè Blanch (Blanch’s Cafè), un locale nel quale si tenevano concerti. Esso si trovava al

en Stevns (1864- piano terreno del cosiddetto Edificio dell’ateljé (Ateljébyggnaden), realizzato per accogliere gli artisti

e le loro opere. Accanto a questa costruzione, in un ambiente dapprima destinato a uso teatrale,

to scolpito per la Theodor Blanch aveva aperto uno spazio espositivo.

Fredericia nello 568 Vd. BOËTHIUS G., Zorn. Swedish painter and world traveller, Stockholm 1961. Qui merita una

l’ambito di quel menzione anche Hildur Hult-Wahlin (1872-1904), nata in Finlandia, il cui quadro Propaganda
(Agitation, 1899), conservato nella casa del popolo (Folkets hus) di Stoccolma, ben esprime il clima

rsen 1863-1945),nel nascente movimento dei lavoratori.

569 Cfr. p. 477, nota 55.

m Carl Wahlbom 570 Cfr. p. 469, nota 27; p. 501, nota 127; p. 561, nota 142 e p. 1431, nota 87. Si citi qui anche il

1, nota 142) maquadro che raffigura la morte di Sten Sture il Giovane nella battaglia di Bogesund (vd. p. 445)

conservato al Museo nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma (1882).

) 571 Cfr. p. 676, nota 5, p. 678, nota 12 e p. 681, nota 16.

e contribuito alla 572 Tra cui Eva Bonnier (1857-1909), Alf Wallander (1862-1914), Anders Zorn, Richard Bergh

(1858-1919). Ma Dalarö è anche meta di diversi scrittori tra cui August Strindberg.

di Düsseldorf) si 573 Ottimamente interpretata, fra gli altri, da Per Ekström (1844-1935).

Per Wickenberg 574 In questa località il pittore danese Viggo Pedersen (1854-1926), artista del paesaggio, fondò

un scuola di pittura.

corso della quale 575 Cfr. p. 927, nota 298.

H.H., 576 Il principe Eugenio era il quarto e ultimo figlio del re Oscar II e della regina Sofia (Sophie) di

Nassau (1836-1913). Egli è noto con il soprannome di “principe pittore” (målarprinsen). Più tardi

r la vita artistica un’altra piccola colonia di artisti (comprendente anche ceramisti, artigiani del mobile e della

), aveva apertotessitura) si raccoglierà presso Arvika (Värmland): essa è nota come Rackengruppen (Gruppo di

sso si trovava alRacken, dal nome di un lago a nord di questa località). Nel 1948 altri artisti si sarebbero lasciati

ogliere gli artistiattrarre dal fascino di quella località formandovi un gruppo: tra loro il grafico Runo Andersson

o a uso teatrale,(1906-1981), il pittore Einar Elmland (1916-1994) e lo scultore Asmund Arle (1918-1990).

577 Ben nota è la statua che rappresenta Strindberg (collocata nel parco di Tegnérlunden a

1. Qui merita unaStoccolma) come un titano incatenato alla ‘roccia della società’ riprendendo un’immagine che lo

Propagandascrittore aveva dato di se stesso ispirandosi a un quadro di Mårten Winge (vd. p. 927) del 1863,
esprime il climaesposto al Museo nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma, dove è raffigurato il maligno Loki, dio

e demone allo stesso tempo, incatenato a una roccia fino alla fine del mondo (sul mito relativo vd.

CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 162 e pp. 246-247).

citi qui anche il 578 Cfr. p. 927, nota 298 e p. 937.

und (vd. p. 445) 579 Una interpretazione molto personale del paesaggio norvegese è quella di Lars Hertervig

(1830-1902), finito purtroppo nel gorgo della malattia mentale.

580 Vd. p. 933 con nota 328. In questo lavoro collaborò con lui Theodor Kittelsen (1857-1914),

n, Richard Berghartista molto noto in Norvegia.

581 Alle illustrazioni per il testo lavorarono anche Halfdan Egedius (1877-1899), un talento

scomparso troppo prematuramente, Christian Krohg (vd. poco oltre), Gerhard Munthe (1849-1929),

paesaggio, fondòEilif Peterssen (1852-1928) e Wilhelm Wetlesen (1871-1925). L’edizione è: SNORRE STURLASØN,

Kongesagaer, Kristiania 1899. Sulla Heimskringla vd. p. 321. Nel contesto dell’interpretazione

artistica dello ‘spirito norvegese’ va anche citato (seppure resti su un piano inferiore) Nils Bergslien

) di(1853-1928) che si ispira a motivi della vita popolare.

). Più tardi 582 Si veda del resto il libro da lui illustrato Immagini della storia norvegese (Billeder af Norges

mobile e dellaHistorie, tegnede af P.N. ARBO og ledsagede af en kort oplysende Text af P.A. MUNCH, Christiania

Gruppo di 1860).

arebbero lasciati 583 Il quadro è conservato nella sede del parlamento norvegese. Sull’assemblea di Eidsvoll vd.

Runo Anderssonsopra, pp. 872-873. Il pittore era imparentato alla lontana con Nicolai Wergeland (fratello del suo

nonno paterno) e suo figlio Henrik (vd. p. 873, nota 50, p. 876 e pp. 930-931).

Tegnérlunden a 584 Vd. sopra, p. 937.

mmagine che lo 585 I primi artisti norvegesi a dedicarsi a questo tipo di pittura erano stati Amaldus Nielsen (1838-

. 927) del 1863, 1932) e Frederik Collett (1839-1914).


maligno Loki, dio 586 Vd. sopra, p. 1064, nota 451.

mito relativo vd. 587 Da allora questa mostra, definita Mostra autunnale (Høstutstilling) è divenuta un irrinunciabile

momento di riferimento nell’ambito dell’arte pittorica norvegese; cfr. p. 936. Presto al suo interno fu

lasciato ampio spazio alle opere realizzate da donne.

Lars Hertervig 588 Nella capitale tedesca, dove resterà fino al 1908, egli frequenterà, tra gli altri, August

Strindberg (che, come si è detto, vd. nota 530, si dedicava anche alla pittura) di cui disegnerà un

sen (1857-1914), ritratto (1896).

589 Tra di loro il celebre esploratore Fridtjof Nansen (vd. pp. 1104-1105).

899), un talento 590 Middelthun è considerato uno dei nomi di prestigio della scultura norvegese: vd. GRAN H.,

the (1849-1929), Billedhuggeren Julius Middelthun og hans samtid. En studie i norsk senklassisistik skulptur, Oslo

TURLASØN,1946.

l’interpretazione 591 Vd. KOKKIN J., Mathias Skeibrok. Mytologi og realisme, Vanse 2012.

e) Nils Bergslien 592 Su di lui BRENNA A., Billedhuggeren Ingebrigt Vik, [s.l.] 1967.

593 Altri scultori norvegesi degni di una menzione sono il realista Stephan Abel Sinding (1846-

lleder af Norges1922), appartenente a una famiglia di artisti; il suo allievo, il discusso simbolista Gunnar Utsond

, Christiania(1864-1950); il naturalista Anders Svor (1864-1929) e Ambrosia Theodora Tønnesen (1859-1948), la

prima donna norvegese a vivere del proprio lavoro di scultrice.

a di Eidsvoll vd. 594 Fu, tra l’altro, tra i fondatori della Compagnia dello spirito (Leikfélag andans), più tardi

(fratello del suoSocietà della sera (Kveldfélag), una sorta di associazione segreta sorta nel 1861 allo scopo di

discutere di temi culturali ma anche di problematiche sociali. Essa cessò la propria attività nel 1874.

Su Sigurður Guðmundsson cfr. p. 1047 con nota 379 e p. 1049.

s Nielsen (1838- 595 Assai celebri sono la statua che raffigura il primo colono Ingólfr Arnarson collocata nel centro

di Reykjavík e quella (Útlagar) che raffigura un ‘fuorilegge’ che trasporta verso valle il corpo della
moglie morta per darle degna sepoltura e tiene in braccio il figlio mentre il cane procede accanto a

un irrinunciabileloro (l’opera originale si trova nel museo dedicato a questo artista: Listasfan Einars Jónssonar). Su

al suo interno fu Ingólfr Arnarson vd. pp. 147-148; sui ‘fuorilegge’ p. 213 (e anche la storia di Fjalla-Eyvindur

riportata alle pp. 731-735). Vd. “Einar Jónsson, myndhöggvari”, in BR, pp. 236-239.

gli altri, August 596 In Svezia diverse tra le stazioni di importanti città (non da ultima la capitale) furono progettate

cui disegnerà un da Adolf Wilhelm Edelsvärd (1824-1919) coadiuvato da Hjalmar Kumlien (1837-1897); la prima

stazione di Oslo (Østbanestasjonen), aperta nel 1854, fu realizzata dal tedesco Heinrich E. Schirmer

(1814-1887) e da Wilhelm von Hanno (1826-1882), successivamente toccò a Georg Andreas Bull

H.,(1829-1917), fratello del celebre violinista Ole (vd. pp. 937-938) e padre di Henrik (di cui poco

, Oslooltre), il compito di disegnare diverse stazioni norvegesi, ma anche a Ivar Næss (1878-1936). La

prima stazione di Copenaghen (1847) si deve forse a Harald Conrad Stilling (1815-1891), la seconda

(aperta nel 1864) a Johan Daniel Herholdt (1818-1902; cfr. nota 603). La stazione di Roskilde (che

insieme a quella costruita nella capitale è la prima del Paese) si deve a un architetto di cognome

l Sinding (1846-Meyer, per altro non identificato con certezza. Altri architetti danesi attivi in questo campo sono

Gunnar Utsond Vilhelm Carl Heinrich Wolf (1833-1893), Thomas Arboe (1837-1917) ed Emil Wenck (1851-1936).

n (1859-1948), la 597 Il passaggio a questa nuova fase si constata già nel danese Michael Gottlieb Birckner

Bindesbøll, padre di Thorvald (1846-1908), anch’egli architetto e creatore di oggetti d’arte.

), più tardi 598 A lui si deve anche una serie di chiese a pianta circolare, edifici noti come “chiese centrali”

1 allo scopo di (centralkyrkor) che (rifacendosi a modelli romanici e bizantini) si basano sul presupposto che il culto

attività nel 1874.di Dio e la proclamazione della sua parola (elemento assolutamente rilevante nella dottrina luterana)

debbano costituire il fulcro dell’esperienza religiosa al quale tutti possano attingere in ugual misura.

locata nel centro 599 Esso risulta utilizzato già da Carl Georg Brunius (1792-1869), per la verità più storico

lle il corpo delladell’arte che architetto.


rocede accanto a 600 Vd. p. 981.

). Su 601 Su Nicolai Eigtved vd. pp. 845-846 con nota 756. La chiesa è popolarmente nota come

Fjalla-Eyvindur “Chiesa di marmo” (Marmorkirken). A Meldahl si deve anche la costruzione del palazzo in cui ha

sede il parlamento islandese a Reykjavík (Alþingishúsið).

urono progettate 602 Vd. p. 928 con nota 303.

-1897); la prima 603 In Danimarca Johan Daniel Herholdt (1818-1902), cui si deve tra l’altro la Biblioteca

rich E. Schirmeruniversitaria realizzata in stile neogotico, enfatizzò l’uso del mattone come caratteristica propria

rg Andreas Bulldell’architettura nazionale. Cfr. nota 596.

rik (di cui poco 604 Questa tendenza viene definita “stile del drago” (dragestil in bm, drakestil in nn) poiché

(1878-1936). Lavolentieri fa ricorso all’elemento decorativo costituito da teste di drago, tipico di diverse stavkirker

891), la secondama presente anche sulla prua delle navi vichinghe. Parallelamente va citata la corrente stilistica,

di Roskilde (cheinterpretata in primo luogo da Holm Hansen Munthe (1848-1898), che si ispira all’architettura

etto di cognome nordica del passato, in particolare alle case signorili delle grandi fattorie.

esto campo sono 605 Ferdinand Boberg era sposato con la figlia dell’architetto Frederik Wilhelm Scholander, Anna

(1864-1935), pittrice di talento.

ottlieb Birckner 606 Il numero degli architetti scandinavi della seconda metà del XIX secolo è davvero cospicuo:

per un approfondimento si rimanda dunque alla letteratura critica in materia. Qui ci si dovrà limitare

“chiese centrali”ad aggiungere alcuni dei nomi più prestigiosi. Fra i danesi: Jens Vilhelm Dahlerup (1826-1907) e

posto che il cultoLudvig Peter Fenger (1833-1905), figure di punta dell’architettura revivalista; Hans Jørgen Holm

dottrina luterana) (1835-1916), esponente dello stile nazional-romantico; Albert Jensen (1847-1913), che realizzò in

stile neorinascimentale il Magasin du Nord di Copenaghen; Andreas Lauritz Clemmensen (1852-

erità più storico1928), tra i pionieri del cosiddetto “stile del palazzo” (palæstil, fondato su una commistione di

elementi classici e rococò); Peder Vilhelm Jensen-Klint (1853-1930), cui si deve la Chiesa di
Grundtvig (Grundtvigs Kirke) a Copenaghen, che nel 1909 sarebbe stato tra i fondatori della Libera

mente nota comeassociazione degli architetti (Den frie Architektforening) in opposizione all’accademia; H.B.

alazzo in cui ha (Hermann Baagøe) Storck (1839-1922), impegnato in numerosi restauri; Thorvald Jørgensen (1867-

1946) cui fu affidata la ricostruzione in stile neobarocco del castello di Christiansborg dopo un

secondo incendio nel 1884 (cfr. p. 919). Fra gli svedesi: Frans Gustaf Abraham Dahl (1835-1927),

ro la Bibliotecache disegnò l’edificio della Biblioteca reale (Kungliga biblioteket) di Stoccolma; Adolf Vilhelm

tteristica propriaKjellström (1834-1932), attivo soprattutto a Örebro; Gustaf Petterson (1855-1933) cui furono affidati

molti lavori di restauro; Agi (August) Lindegren (1858-1927) cui si deve la Chiesa di Gustavo Vasa a

) poichéStoccolma in stile neobarocco; Axel Johan Anderberg (1860-1937) che ebbe l’incarico di progettare

stavkirker il nuovo palazzo dell’Opera (realizzato in stile neobarocco e inaugurato nel 1898) in sostituzione di

orrente stilistica, quello fatto erigere in precedenza da Gustavo III (vd. p. 847); Aron Johansson (1860-1936) che

a all’architetturacompletò il Palazzo del parlamento (Riksdagshuset) e quello della Banca nazionale (Riksbanken) a

Stoccolma; Fredrik Lilljekvist (1863-1932) cui si deve il Teatro reale (Kungliga dramatiska teatern)

cholander, Annanella capitale; Isak Clason (1856-1930) che disegnò in stile rinascimentale l’edificio in cui è

collocato il Museo nordico (Nordiska Museet, istituzione fondata nel 1873 dal filologo ed etnologo

avvero cospicuo:Artur Hazelius, 1833-1901). Tra i norvegesi: Christian Heinrich Grosch (1801-1865) che si affida al

si dovrà limitareneoromanico e al neogotico; Eilert Christian Brodtkorb Christie (1832-1906) cui fu commissionato il

p (1826-1907) erestauro del duomo di Trondheim; Rudolf Emanuel Jacobsen (1879-1937) che progettò l’imponente

ns Jørgen Holm Ufficio postale centrale della capitale norvegese.

, che realizzò in 607 Vd. sopra, nota 601.

mmensen (1852- 608 Una precedente Società armonica era sorta nel 1820 ma la sua attività si era poi venuta

commistione di esaurendo finché essa fu sciolta nel 1865. La nuova Società armonica cessò di esistere nel 1880

ve la Chiesa diquando lo stesso Norman diede vita, insieme a Vilhelm Svedbom (1843-1904), musicista a sua volta
tori della Liberae segretario dell’Accademia musicale, all’Associazione musicale (Musikföreningen), tuttora attiva.

ccademia; H.B. 609 Noto come Aulinska kvartetten. Vi suonarono tra gli altri Carl Axel Bergström (1864-1907) e

ørgensen (1867- Carl Christian Magnus Sandqvist (1860-1938).

nsborg dopo un 610 Di Hugo Alfvén è assai celebre, in particolare, la rapsodia Veglia di mezza estate

ahl (1835-1927),(Midsommarvaka, 1903). Su di lui si rimanda a HEDWALL L., Hugo Alfvén. En svensk tonsättares liv

; Adolf Vilhelmoch verk, Stockholm 1973.

ui furono affidati 611 Si consideri un autore come Peter Heise (1830-1879), ma anche il più giovane Peter Erasmus

i Gustavo Vasa aLange-Müller (1850-1926).

ico di progettare 612 Anche il figlio di Hamerik Ebbe (1898-1951) sarà un apprezzato compositore, soprattutto di

n sostituzione di musiche per il teatro.

(1860-1936) che 613 In particolare la fondazione della società cui venne dato il nome della musa protettrice della

) amusica, Euterpe (1865), nella quale si voleva dare spazio alla musica nordica e dell’Associazione per

) i concerti (Koncertforeningen, 1874). Alla costituzione di Euterpe prese parte anche Edvard Grieg.

dificio in cui è 614 Carl Nielsen era sposato (in un matrimonio spesso problematico) con la scultrice Anne Marie

ogo ed etnologoBrodersen (cfr. nota 562).

) che si affida al 615 Vd. p. 921.

commissionato il 616 Vd. pp. 1077-1078 e p. 1079, rispettivamente.

ettò l’imponente 617 Musiche per il Peer Gynt erano state scritte nel 1870 anche dal compositore svedese Johan

August Söderman, esse però non furono eseguite.

618 Non si dimentichi in questo contesto l’attività di ricerca e la rielaborazione di musiche

i era poi venutapopolari fatta da Ludvig Mathias Lindeman (vd. p. 938, con note 354 e 355).

sistere nel 1880 619 Vd. sopra, p. 1029.

icista a sua volta 620 Ma si citino anche Johan Selmer (1844-1910), il primo a comporre musica a programma, Ole
Olsen (1850-1927), Gerhard Schjelderup (1859-1933), Hjalmar Jensen (o Jenson) Borgstrøm (1864-

m (1864-1907) e1925).

621 Molto influenzato da Grieg, ma soprattutto da Svendsen, è Johan Halvorsen (1864-1935).

di mezza estate 622 Vd. sopra, p. 1049. Su di lui “Sveinbjörn Sveinbjörnsson, tónskáld”, in BR, pp. 180-183.

sk tonsättares liv 623 Su di lui vd. “Bjarni Þorsteinsson, tónskáld”, in BR, pp. 216-219.

624 Su di lui vd. GÍSLADÓTTIR S., Sigfús Einarsson, tónskáld, Reykjavík 1972.

ne Peter Erasmus 625 Tra le società scientifiche sorte nella seconda metà del secolo si citino qui la prestigiosa

Società delle scienze (Videnskabsselskabet, fondata nel 1857 a Christiania) che nel 1924 muterà la

re, soprattutto dipropria denominazione in Accademia norvegese delle scienze (Det Norske Videnskaps-Akademi) e la

Società islandese di archeologia (Hið íslenzka fornleifafélag) costituita a Reykjavík nel 1879.

protettrice della 626 La ‘legge di Verner’ integra la cosiddetta ‘legge di Grimm’ (che regola il passaggio delle

Associazione perconsonanti dall’indoeuropeo al protogermanico), formulata da Jacob Grimm (1785-1863) nella prima

parte della sua Deutsche Grammatik (edizione del 1822) sulla base di precedenti osservazioni di

rice Anne MarieFriedrich Schlegel (1772-1829) e di Rasmus Rask (vd. p. 604, nota 351 e p. 823 con note 648 e 649).

Essa fu esposta da Verner nell’articolo “Eine Ausnahme der ersten Lautverschiebung”, comparso

sulla rivista Zeitschrift für vergleichende Sprachforschung auf dem Gebiete der indogermanischen

Sprachen, XXIII (1877), pp. 97-138.

e svedese Johan 627 Ma molti altri andrebbero menzionati. Come spunto per ulteriori indagini si nominano di

seguito almeno i più noti. Fra gli storici: Holger Frederik Rørdam (1830-1913), danese, studioso in

ione di musicheparticolare della Chiesa; Martin Weibull (1835-1902), svedese, ‘capostipite’ di una vera e propria

famiglia di storici di prestigio come i suoi figli Lauritz (1873-1960) e Curt (1866-1991) e il nipote

Jörgen (1924-1998); Gustav Storm (1845-1903), studioso del medioevo, e Johan Ernst Sars (vd. pp.

programma, Ole 1017-1018 con nota 249), norvegesi. Fra i linguisti e i filologi: il romanista danese Kristoffer Nyrop
orgstrøm (1864- (1858-1931); gli svedesi Knut Fredrik Söderwall (1842-1924) impegnato tra l’altro nella redazione

del dizionario dell’accademia (vd. p. 820 con nota 629), Axel Kock (1851-1935) studioso di storia

della lingua svedese, Adolf Noreen (1854-1925), esperto di antico nordico ed Erik Brate (1857-

1924), che diede un notevolissimo apporto allo studio delle rune; i norvegesi Sophus Bugge (1833-

1907), che si interessò di rune e di poesia, Alf Torp (1853-1916) che con Hjalmar Falk (1859-1928)

lavorò a un dizionario etimologico dano-norvegese (FALK – TORP 1910, in Bibliografia: B.5);

ui la prestigiosal’islandese Finnur Jónsson (1858-1934; cfr. p. 948, nota 405) esperto di letteratura antico nordica che

1924 muterà la portò un fondamentale contributo all’edizione di antichi manoscritti (a lui si deve, tra l’altro, la

) e laraccolta di tutti i versi degli scaldi: vd. Skj). Fra gli archeologi (oltre a Worsaae): gli svedesi Bror

Emil Hildebrand (1806-1884), suo figlio Hans (1842-1913) e Oscar Montelius (1843-1921); il

passaggio dellenorvegese Oluf Rygh (1833-1899). E, infine, lo storico delle religioni danese Vilhelm Grønbech

863) nella prima(1873-1948) e lo storico della letteratura svedese Henrik Schück (1855-1947) la cui opera (SCHÜCK –

osservazioni di WARBURG 19853, in B.4) è stata in questo lavoro più volte citata.

note 648 e 649). 628 Vd. p. 992 con nota 161.

bung”, comparso 629 Si ricordino qui inoltre, in primo luogo, almeno quelli le cui ricerche hanno ottenuto il

dogermanischen riconoscimento del Nobel (data di assegnazione indicata tra parentesi): i danesi Johannes Fibiger

(1867-1928) noto per le ricerche sul cancro (1926), August Krogh (1874-1949) premiato per gli studi

si nominano didi fisiologia (1920) e Henrik Dam (1895-1976) medico scopritore della vitamina K, premiato (1943)

nese, studioso ininsieme allo statunitense Edward Adelbert Doisy (1893-1986); gli svedesi Svante Arrhenius (1859-

a vera e propria1927), chimico che studiò il fenomeno dell’elettrolisi (1903); Allvar Gullstrand (1862-1930),

1991) e il nipotestudioso di oftalmologia (1911), Nils Gustaf Dalén (sopra citato, vd. p. 992), ingegnere e fisico che

nst Sars (vd. pp.realizzò strumenti per l’utilizzo industriale del gas (1912), Hans von Euler-Chelpin (1873-1964), nato

Kristoffer Nyropin Germania, biochimico premiato (1929) insieme all’inglese Arthus Harden (1865-1940), Theodor
o nella redazioneSvedberg (1884-1971), chimico, per gli studi sui sistemi dispersi (1926), Manne Siegbahn (1886-

tudioso di storia1978), per le ricerche sulla spettrografia (1924) e Arne Tiselius (1902-1971) per le ricerche

rik Brate (1857- sull’elettroforesi (1948). E tuttavia (per non fare torto ai norvegesi e agli islandesi!) si nomineranno

us Bugge (1833- (tra i primi) anche il matematico Ludwig Sylow (1832-1918); Christian H.G. Olsen (1835-1921),

Falk (1859-1928) grande divulgatore di astronomia; Kristian Birkeland (1867-1917) che individuò il processo che

bliografia: B.5); genera il fenomeno dell’aurora boreale (cfr. p. 1028, nota 291); Cato Maximilian Guldberg (1836-

ntico nordica che1902) che insieme al cognato Peter Waage (1833-1900) enunciò la legge di azione di massa; (tra i

ve, tra l’altro, la secondi) il geologo e geografo Þorvaldur Thoroddsen (1855-1921), uno dei maggiori scienziati

gli svedesi Brorislandesi (su di lui: “Þorvaldur Thoroddsen, landfræðingur”, in BR, pp. 192-195), l’etnologo Jónas

(1843-1921); il Jónasson (1856-1934), il botanico Stefán Stefánsson (1863-1921) e Bjarni Sæmundsson (1867-

lhelm Grønbech1940), pioniere della biologia marina. Ma non si tralascino i danesi Julius Thomsen (1826-1909),

–internazionalmente noto per gli studi di termochimica, Ludvig Lorenz (1829-1891), studioso dei

fenomeni luminosi, che riuscì a determinare il valore corretto della velocità della luce, Wilhelm

Hellesen (1836-1892) che realizzò le batterie a secco, Emil Christian Hansen (1842-1909), che scoprì

anno ottenuto il il lievito per produrre la birra, Eugenius Warming (1841-1924) pioniere dell’ecologia; né lo svedese

ohannes FibigerCarl Edvard Johansson (1864-1943) che realizzò il blocchetto pian parallelo. Per i molti altri si

iato per gli studirimanda alla letteratura critica, in primo luogo a KRAGH H. 2008 (B.8), KJÆRGAARD 2006, LINDROTH

premiato (1943)1952 (C.10.4).

Arrhenius (1859- 630 Vd. p. 782, nota 451.

nd (1862-1930), 631 Si ricordino in questo contesto (tra gli altri) lo zoologo danese Henrik Nikolai Krøyer (1799-

nere e fisico che1870) che tra il 1838 e il 1839 aveva preso parte a una spedizione francese alle isole Svalbard e

1873-1964), natosuccessivamente viaggiato nelle Americhe; il botanico svedese Nils Johan Andersson (1821-1880)

-1940), Theodor che aveva compiuto un itinerario intorno al mondo; l’anglo-svedese Karl (Charles) Johan Andersson
Siegbahn (1886-(1827-1867), esploratore in Africa; lo scienziato svedese Oskar Sandahl (1829-1894) che aveva

per le ricerchevisitato l’Egitto e l’Algeria e più tardi Sven Anders Hedin (1865-1952; cfr. nota 206), anch’egli

si nominerannosvedese, che avrebbe portato a termine lunghe spedizioni nell’Asia centrale, così come il danese Ole

en (1835-1921), Olufsen (1865-1929); un altro danese, Anders Barclay Raunkiær (1889-1915), ha lasciato interessanti

il processo cheresoconti di un viaggio in Arabia.

Guldberg (1836- 632 Per le esplorazioni della Groenlandia vd. pp. 1457-1458.

di massa; (tra i 633 Come è stato detto le isole Svalbard (o Spitsbergen, vd. p. 754 con nota 320) erano già note

ggiori scienziatialmeno dalla fine del XVI secolo, tuttavia venivano frequentate soprattutto per la caccia alle balene.

l’etnologo JónasDal punto di vista scientifico esse erano state visitate una prima volta nel 1758 dall’allievo di Linneo,

mundsson (1867-il botanico Anton Rolandsson Martin (1729-1785). Successivamente (1827) il geologo norvegese

en (1826-1909),Balthasar Keilhau (1797-1858) le aveva raggiunte a bordo di una nave allestita dal tedesco Barto von

91), studioso deiLöwenigh (1799-1853); dieci anni dopo (1836-1837), nel corso di un viaggio che aveva compreso

a luce, Wilhelmanche la regione di Finnmark, vi era arrivato il biologo marino svedese Sven Lovén (1809-1885).

1909), che scoprìSuccessivamente fu la volta del geologo Otto Torell (1828-1900) il quale a partire dal 1858 visitò

ia; né lo svedesealcune volte le isole (particolarmente importante per i risultati scientifici fu la spedizione da lui

r i molti altri siorganizzata nel 1861): costoro possono essere considerati i pionieri dei viaggi scientifici nelle zone

INDROTHartiche. Il primo a circumnavigare l’arcipelago fu, nel 1863, il norvegese Elling Carlsen (1819-1900),

cacciatore di foche e trichechi; egli successivamente avrebbe fatto parte della spedizione austro-

ungarica che avrebbe scoperto la Terra di Francesco Giuseppe. Negli anni 1882-1883 vi fu una

ai Krøyer (1799- spedizione svedese guidata da Nils Gustaf Ekholm (1848-1923). Alle Svalbard fu anche Alfred

isole Svalbard e Nathorst (1850-1921), svedese, uno dei più eminenti paleontologi della sua epoca. Nordenskiöld

son (1821-1880)aveva visitato l’arcipelago insieme a Torell nel 1858 e nel 1861 ma vi tornò in seguito. Quattro

Johan Anderssonspedizioni alle Svalbard furono organizzate anche dal principe Alberto I di Monaco (1848-1922)
1894) che avevanegli anni 1898-1907. Alle ultime due diede il proprio contributo il norvegese Gunnar Isachsen

206), anch’egli(1868-1939) che in seguito avrebbe guidato viaggi di ricerca finanziati dal governo del suo Paese

me il danese Ole(1909 e 1910); un compito poi affidato ad Alfred Hoel (1879-1964) che aveva lavorato sia con il

ciato interessanti principe di Monaco sia con Isachsen stesso. Studiosa della flora delle isole fu la norvegese Hanna

Resvoll-Holmsen (1873-1943) cui si deve la pubblicazione degli importanti risultati delle proprie

ricerche.

0) erano già note 634 Un quadro dipinto nel 1886 dal pittore Georg von Rosen (vd. p. 1090) e conservato al Museo

accia alle balene. nazionale (Nationalmuseum) di Stoccolma raffigura l’esploratore in piedi sul mare ghiacciato con

llievo di Linneo,alle spalle la sua nave rimasta imprigionata.

ologo norvegese 635 A Fridtjof Nansen che, lo si ricordi, faceva parte del “circolo di Lysaker” (vd. p. 1094) sarà

edesco Barto von assegnato nel 1922 il premio Nobel per la pace per la sua attività come alto commissario per i

aveva compresorifugiati e per l’impegno con cui aveva combattuto gli effetti della gravissima carestia russa del 1921.

én (1809-1885). 636 Si trattava dell’ingegnere Knut Frænkel (1870-1897) e del fotografo Nils Strindberg (1872-

e dal 1858 visitò1897) le cui immagini, rinvenute (insieme ai diari) col ritrovamento dei corpi, rendono documentata

pedizione da lui testimonianza di un’avventura conclusasi in tragedia. Alla spedizione avrebbe dovuto partecipare

ntifici nelle zoneNils Gustaf Ekholm (cfr. nota 633) il quale tuttavia, in contrasto con Salomon August Andrée, si era

sen (1819-1900),ritirato dopo il fallimento del primo tentativo ed era stato sostituito da Frænkel.

edizione austro- 637 A questa vicenda è ispirato il romanzo documentaristico di Per Olof Sundman (vd. p. 1264)

-1883 vi fu unadal titolo Il volo dell’ingegner Andrée (Ingenjör Andrées Luftfärd, 1967). Essa inoltre è stata tradotta

fu anche Alfred in versione cinematografica (vd. p. 1194, nota 311).

a. Nordenskiöld 638 Più tardi (1918-1920) egli avrebbe attraversato con successo (ma anche con molte difficoltà) il

seguito. Quattropassaggio a nord-est.

aco (1848-1922) 639 Sulla data vd. oltre, nota 644. Della spedizione di Amundsen faceva parte anche Hjalmar
Gunnar IsachsenJohansen, compagno di Nansen nel cammino verso il Polo Nord. Tra i pionieri dell’Antartico si

no del suo Paesericordino qui il belga Adrien de Gerlache (1866-1934) a capo (1887-1889) di una spedizione (di cui

vorato sia con ilfaceva parte anche Amundsen) i cui componenti per la prima volta trascorsero l’inverno oltre il

norvegese Hannacircolo polare; il tedesco Erich von Drygalski (1865-1949) che fu il primo a esplorare l’Antartico

ati delle proprieorientale; lo scozzese William Bruce (1867-1921) che installò una stazione metereologica

permanente nelle Orcadi meridionali; il francese Jean Baptiste Charcot (1867-1936) che ottenne

servato al Museo importantissimi risultati scientifici; il giapponese Nobu Shirase (1861-1946) il primo a capo di una

e ghiacciato con spedizione non europea; il tedesco Wilhelm Filchner (1877-1957) che si proponeva di attraversare

l’Antartide; l’australiano Douglas Mawson (1882-1958) che aveva rifiutato di partecipare

vd. p. 1094) saràall’avventura di Scott; l’anglo-irlandese Ernest Henry Shackleton (1874-1922) che nel corso di un

mmissario per i quarto viaggio in quelle regioni morì di infarto mentre la sua nave aveva raggiunto le coste della

a russa del 1921. Georgia del Sud; l’inglese Aeneas Mackintosh (1879-1916) scomparso nella tempesta polare insieme

trindberg (1872- a un compagno.

ono documentata 640 Già in precedenza (1895) questi aveva compiuto un viaggio in quella regione.

vuto partecipare 641 Nel 1910 egli aveva eseguito una prima dimostrazione di volo nella zona di Ladugårdsgärdet

st Andrée, si era(Gärdet) a Stoccolma davanti a un folto pubblico.

642 Di lui è stato possibile reperire solo scarse notizie: vd. LINDTVEIT TH. – THORESEN G., På

an (vd. p. 1264)vingene over Norge. Bilder fra flyhistoriens barndom, redigert av F.P. NYQUIST, Oslo 1980, pp. 39-

e è stata tradotta 40.

643 Nel 1920 e 1932, rispettivamente.

olte difficoltà) il 644 Questa data è indicata nella relazione pubblicata in lingua norvegese dalla quale è tratto il

presente brano. In realtà dalla versione inglese risulta la data (comunemente accettata) del 14

e anche Hjalmardicembre (vd. The South Pole. An Account of the Norwegian antarctic Expedition in the “Fram”,
dell’Antartico si1910-1912, by ROALD AMUNDSEN, translated from the Norwegian by A.G. CHATER, with Maps and

pedizione (di cuinumerous Illustrations, in two volumes, London 1912, II, p. 120).

’inverno oltre il 645 I compagni d’avventura che con Amundsen raggiunsero il Polo Sud erano Helmer Hanssen

orare l’Antartico(1870-1956), Oscar Adolf Wisting (1871-1936), Olav Bjaaland (1873-1961) e Sverre Hassel (1876-

e metereologica1928).

36) che ottenne 646 In norvegese, per la precisione, distansehjul, vale a dire una piccola ruota provvista di

mo a capo di unacontatore che veniva applicata alle slitte per misurare il percorso effettuato.

a di attraversare 647 DLO nr. 175.

di partecipare

nel corso di un

to le coste della

a polare insieme

Ladugårdsgärdet

lo 1980, pp. 39-

quale è tratto il

ccettata) del 14

in the “Fram”,
1910-1912, by ROALD AMUNDSEN, translated from the Norwegian by A.G. CHATER, with Maps and

numerous Illustrations, in two volumes, London 1912, II, p. 120).

645 I compagni d’avventura che con Amundsen raggiunsero il Polo Sud erano Helmer Hanssen

(1870-1956), Oscar Adolf Wisting (1871-1936), Olav Bjaaland (1873-1961) e Sverre Hassel (1876-

1928).

646 In norvegese, per la precisione, distansehjul, vale a dire una piccola ruota provvista di

contatore che veniva applicata alle slitte per misurare il percorso effettuato.

647 DLO nr. 175.


CAPITOLO 13

Il secolo tormentato: i Paesi scandinavi tra la prima e la seconda guerra mondiale

13.1. Dalla difficile neutralità al coinvolgimento obbligato

Lo scoppio della prima guerra mondiale trovò la Danimarca in una situazione di obiettiva

debolezza rispetto alle grandi potenze in conflitto. Per il Paese era vitale mantenere buone

relazioni sia con la Germania sia con l’Inghilterra. Il governo radicale, sostenuto dai

socialdemocratici, optò naturalmente per una posizione di neutralità e tuttavia a fronte di una

situazione tanto problematica ci si trovò obbligati ad accettare dei compromessi. Da una

parte si dovette aderire alla richiesta tedesca di minare lo stretto che separa la Selandia dalla

Fionia (Storebælt) per impedire un attacco della flotta inglese, dall’altra i partiti furono

costretti a una tregua politica, anche perché lo scoppio della guerra aveva provocato il panico

nella popolazione. Il problema della difesa che aveva diviso la destra dalla sinistra (e la

sinistra al suo interno) era ora superato dallo stato dei fatti e si dovette mobilitare l’esercito e

la flotta. Grazie anche all’abilità del ministro degli esteri, Erik Scavenius (1877-1962) fu

possibile destreggiarsi nelle relazioni con le potenze in conflitto e mantenere i vitali rapporti

commerciali. Fu tuttavia necessaria una severa politica economica gestita dal ministro delle

finanze Edvard Brandes e dal ministro dell’interno Ove Rode (1867-1933).1 Nonostante il

perdurare della guerra fu comunque ripreso il dibattito sulla revisione costituzionale. Il

principale pomo della discordia era il sistema di elezione del Senato che, così come previsto,

favoriva in sostanza i conservatori. In proposito vennero effettivamente apportate delle

modifiche (in primo luogo fu concesso a tutti il diritto di elezione dei rappresentanti di
questo ramo del parlamento), ma una serie di norme fece sì che esso non perdesse la sua

‘funzione di controllo’ sulla Camera. L’accordo sulla nuova costituzione fu tuttavia

raggiunto ed essa fu sottoscritta dal sovrano Cristiano X il 5 giugno 1915, ma la sua entrata

one di obiettivain vigore fu rimandata alla fine della guerra. Sebbene non compiutamente democratica la

antenere buonenuova forma di governo rappresentava un effettivo passo avanti sulla via della piena parità

sostenuto daidei diritti e traduceva nei fatti un nuovo spirito politico-sociale. Quello spirito che nel

a fronte di unamedesimo anno avrebbe indotto la Destra a riformarsi (liberandosi di ingombranti retaggi del

omessi. Da unapassato come quello della politica di Estrup)2 per dare vita a un nuovo soggetto politico: il

a Selandia dallaPartito popolare dei conservatori (Det konservative Folkeparti) che raccoglieva l’adesione

i partiti furonodelle sue forze più innovative ma anche di una parte dei membri della Sinistra moderata e,

vocato il panicoinsieme, di quei Liberi conservatori (Frikonservative) che nel 1902 proprio dalla Destra si

a sinistra (e la erano separati in contrasto con alcune scelte politiche.

tare l’esercito e L’inasprirsi del conflitto e il coinvolgimento degli Stati uniti dovevano del resto, suo

(1877-1962) fumalgrado, sempre di più coinvolgere il Paese. Innanzi tutto ci fu la richiesta americana di

i vitali rapporti acquistare (per ragioni strategiche) le Isole Vergini: si trattava di cedere un’altra colonia. I

l ministro dellepartiti di governo erano favorevoli, ma in gran parte dell’opinione pubblica serpeggiava il

Nonostante ildissenso: alla fine la questione fu demandata a un referendum popolare il cui risultato fu

ostituzionale. Ilprevalenza del SÌ, ragion per cui nel 1917 le isole furono vendute in cambio di venticinque

come previsto, milioni di dollari3 e dell’assicurazione da parte americana della piena sovranità danese sulla

apportate delle Groenlandia (che veniva in parte rivendicata dai Norvegesi). Nonostante le speranze di una

ppresentanti dirapida soluzione del conflitto la guerra andava avanti e la situazione della Danimarca si
perdesse la suacomplicò: stretta nella morsa di un embargo totale alla Germania (che di fatto bloccava la sua

ne fu tuttaviaeconomia) e la decisione tedesca di attaccare le navi dirette verso i porti inglesi (molte delle

a la sua entrataquali trasportavano merci di provenienza danese) essa venne a trovarsi nel gorgo di una

democratica lagravissima crisi economica che ebbe culmine tra il 1918 e il 1919, determinando inflazione,

lla piena paritàrazionamenti, disoccupazione (il cui tasso raggiunse il 30%) e sommosse. Una situazione che

spirito che nelavrebbe potuto sfuggire di mano ai sindacati e ai socialdemocratici i quali tuttavia nelle

anti retaggi delelezioni del 1918 mantennero la maggioranza alla Camera insieme ai radicali, sebbene il

etto politico: ildivario di voti fosse tutt’altro che ampio.4 Tra i più importanti provvedimenti presi in questo

ieva l’adesioneperiodo si segnala una riforma giudiziaria che definì l’importante principio della separazione

tra moderata e, dei poteri,5 mentre a coronamento di una lotta durata decenni il 17 maggio del medesimo

dalla Destra si anno il sindacato e i datori di lavoro conclusero un accordo che introdusse la giornata

lavorativa di otto ore. Si consideri che gli eventi russi del 1917 facevano temere alla

del resto, suoborghesia danese (e non solo) che la rivoluzione potesse estendersi anche al di fuori di quei

a americana diconfini. La situazione sociale restava comunque tesa e molti erano quelli (da una parte e

’altra colonia. Idall’altra) che non approvavano l’azione del governo, sicché presto una nuova scintilla

serpeggiava il(ancora una volta legata alla questione dei ducati) innescò la crisi. Essa fu tanto grave quanto

cui risultato fudi breve durata.

di venticinque La sconfitta della Germania aveva infatti riacceso le speranze danesi di riappropriarsi dei

ità danese sullaterritori settentrionali e centrali dello Schleswig: una questione che fu discussa nella

speranze di una conferenza di pace di Parigi e con il successivo trattato di Versailles demandata agli esiti di

a Danimarca siun referendum popolare che fu tenuto il 10 febbraio 1920.6 Per chi aveva sperato in una
bloccava la suaricongiunzione completa di quelle regioni (la borghesia rappresentata dalla Destra e i

esi (molte dellecontadini rappresentati dalla Sinistra) l’esito di questa consultazione fu assai deludente: gli

l gorgo di una abitanti dello Schleswig centrale votarono in maggioranza per la Germania.7 Questo fatto e

ndo inflazione, l’atteggiamento del governo socialdemocratico-radicale che parve accettare ‘passivamente’ il

a situazione cherisultato determinò la volontà di farlo cadere. Così con una mossa a sorpresa la Sinistra e i

i tuttavia nelleconservatori votarono per lo scioglimento delle camere e l’indizione di nuove elezioni,

cali, sebbene iltrovando appoggio nel re Cristiano X che dichiarò decaduto il ministero Zahle e affidò

presi in questol’incarico al giurista Otto Liebe (1860-1929) il quale, pur non appartenendo alla classe

ella separazionepolitica, manifestava un chiaro indirizzo conservatore. Questa decisione scatenò violente

del medesimo proteste e una vera e propria crisi istituzionale complicata da conflitti sindacali (con minaccia

sse la giornatadi serrata da parte dei datori di lavoro). La decisione del sovrano fu considerata da molti un

no temere allaabuso di potere e da qualche parte si arrivò a invocare la caduta della monarchia e

di fuori di queil’istituzione della repubblica: fu proclamato lo sciopero generale (motivato da duplici ragioni

da una parte esindacali e politiche) e ci furono dimostrazioni di piazza. Alla fine Cristiano X fu costretto a

nuova scintilladestituire il governo guidato da Liebe (rimasto in carica per soli cinque giorni) al cui posto fu

to grave quantonominato Michael Petersen Friis (1857-1944) che godeva di considerazione fra tutti gli

schieramenti politici: egli ebbe l’incarico di condurre il Paese a nuove elezioni non prima di

appropriarsi deiaver approvato una nuova legge elettorale (con la quale tra l’altro sarebbe stato introdotto il

discussa nellasistema proporzionale). Questa decisione arrivò dopo una nottata di intense consultazioni il 4

ata agli esiti diaprile, domenica di Pasqua. Ventidue giorni dopo si sarebbero svolte le elezioni che

sperato in una avrebbero visto l’affermazione della Sinistra e l’avanzata dei socialdemocratici. Il successivo
lla Destra e i governo fu guidato da Niels Neergaard, rappresentante della Sinistra.8 Per quanto di breve

i deludente: glidurata la cosiddetta “crisi di Pasqua” (Påskekrisen) avrebbe lasciato un solco profondo nella

Questo fatto estoria politica danese e la monarchia ne sarebbe uscita fortemente indebolita.

assivamente’ il La conclusione del conflitto mondiale aveva fatto sperare che la situazione potesse

a la Sinistra e ifinalmente migliorare e che si potesse tornare a progettare un futuro sereno. Al contrario gli

nuove elezioni,anni che seguirono furono segnati da gravi problemi: speculazione, instabilità monetaria,

Zahle e affidòcrisi finanziaria, fallimenti,9 caduta dei prezzi, crollo della produzione, durissimi conflitti

ndo alla classesindacali con un padronato deciso a ridurre i diritti e i salari dei lavoratori,10 disoccupazione

catenò violente(che nel 1922 toccò la percentuale del 33%), perdita del potere d’acquisto. Un clima nel

i (con minacciaquale per chi stava all’opposizione era facile puntare il dito contro le decisioni politiche e

ata da molti unorganizzare manifestazioni di protesta. Fu così che, con le elezioni del 1924, i

a monarchia e socialdemocratici andarono al potere e fu formato il governo guidato da Thorvald Stauning.11

duplici ragioniIl risultato più importante da essi conseguito fu la stabilizzazione della corona per la quale si

X fu costretto asarebbe poi addirittura potuto reintrodurre la conversione in oro (1927). Ciò tuttavia era stato

) al cui posto fuottenuto con una stretta sul credito e una riduzione della quantità di denaro in circolazione, di

ne fra tutti gliconseguenza ci fu una crisi industriale, con agitazioni dei lavoratori, serrate e conseguente

ni non prima diaumento della disoccupazione. Il governo successivo, uscito dalle elezioni del 1926 e guidato

ato introdotto ildal leader della Sinistra Thomas Madsen-Mygdal (1876-1943) si fondava nuovamente

onsultazioni il 4sull’alleanza (non facile) con i conservatori: esso tuttavia riuscì con una politica di tagli alle

e elezioni chespese sociali (con riduzione dei sussidi per vecchiaia, invalidità, malattia, disoccupazione) a

ci. Il successivofare in qualche modo ripartire l’industria. Ma in Danimarca – come altrove – si sarebbe
quanto di brevepresto abbattuta la tempesta finanziaria del 1929. Per la verità, almeno inizialmente, i Danesi

profondo nella(in particolare gli agricoltori) trassero beneficio dalla crisi. I prezzi delle materie importate

infatti erano più bassi di quelle esportate. Questa situazione non durò tuttavia a lungo e

azione potessepresto anche i prezzi delle merci esportate diminuirono: fu dunque necessario intervenire sul

Al contrario glirapporto import/export, un compito che toccò al nuovo governo socialdemocratico-radicale,

ilità monetaria,ancora una volta guidato da Thorvald Stauning che proprio in quell’anno aveva vinto le

rissimi conflitti elezioni con il 41,8% dei voti. Nel 1931 ci furono molti scioperi e manifestazioni: ciò

disoccupazionetuttavia non intaccò il consenso nei confronti dei socialdemocratici confermato con le

. Un clima nelsuccessive elezioni del 1932. Ma la crisi era di difficile gestione: la situazione aveva

ioni politiche einnescato politiche protezionistiche e ora il tradizionale ‘cliente inglese’ aveva imposto un

del 1924, idazio del 15% sulle merci provenienti dalla Danimarca (che vi esportava soprattutto prodotti

11agricoli). Fu necessario introdurre uno stretto controllo sulle importazioni. Ci fu un calo della

a per la quale siproduzione e sebbene l’industria fosse in condizioni un po’ meno difficili rispetto

uttavia era statoall’agricoltura, la disoccupazione restava alta (arrivando addirittura al 40%) e molte famiglie

circolazione, divivevano situazioni di estrema indigenza. Eppure alla fine di gennaio di quell’anno era stato

e conseguente sottoscritto il cosiddetto “accordo di Kanslergade” (Kanslergadeforliget)12 tra i

1926 e guidato socialdemocratici e la Sinistra. In base a esso si era potuto ‘congelare’ – almeno

va nuovamentetemporaneamente – il logorante conflitto lavoratori-padronato (con la decisione di proibire

ica di tagli alleper un anno serrate e scioperi) e si era svalutata la corona del 10% rispetto alla sterlina

occupazione) ainglese per favorire gli agricoltori. Inoltre si erano poste le basi di quello che sarebbe stato il

ve – si sarebbewelfare danese, dal momento che la Sinistra aveva accettato di appoggiare il complesso di
mente, i Danesiriforme predisposte dal ministro degli Affari sociali Karl Kristian Steincke (1880-1963),

aterie importateriforme che sarebbero state approvate in quel medesimo anno.13 Nella stessa occasione si era

avia a lungo epoi stabilito di destinare fondi statali per i lavori pubblici e l’edilizia. Per il momento tuttavia

intervenire sulla situazione restava assai grave, soprattutto per i disoccupati, e i conflitti nel mondo del

ratico-radicale, lavoro indussero il governo a emettere un ulteriore provvedimento per regolarne la

aveva vinto le mediazione.14 Ciò determinò una crescita del Partito comunista danese che, paradossalmente,

ifestazioni: ciò divenne il peggior nemico dei socialdemocratici i quali ora cercavano di ampliare

fermato con leulteriormente i propri consensi tra i contadini e i piccoli borghesi. Idea tradotta nel

tuazione avevaprogramma approvato al congresso del partito nel 1935 e significativamente intitolato La

eva imposto unDanimarca per il popolo. Programma di lavoro (Danmark for Folket. Arbejdsprogram): un

rattutto prodottimodo per sottolineare il passaggio da un partito ‘di classe’ a un partito ‘popolare’. Il successo

fu un calo dellanelle elezioni del 1935 confermò che si trattava di una strategia azzeccata. Le elezioni

ifficili rispettodell’anno successivo, in un clima di persistente difficoltà sociale, diedero ai

molte famigliesocialdemocratici e ai radicali la maggioranza anche al Senato e la posizione di Stauning

l’anno era stato parve ora assolutamente solida. All’interno delle opposizioni del resto non mancavano i

tra iproblemi: la Destra restava in gran parte legata a concezioni politiche ormai superate, mentre

are’ – almenouna parte dei contadini non si sentiva più adeguatamente rappresentata dalla Sinistra che,

one di proibiredunque, conobbe una frattura con la nascita (1934) del Libero partito popolare (Det frie

tto alla sterlinaFolkeparti) che sarebbe divenuto in seguito (1939) il Partito dei contadini (Bondepartiet):

sarebbe stato il una formazione che raccoglieva le istanze della Federazione dei contadini (Landbrugernes

il complesso disammenslutning), a sua volta fondata nel 1930 da Knud Bach (1871-1948) che aveva saputo
e (1880-1963),incanalare il malessere di questa componente sociale, convinta di portare sulle proprie spalle

occasione si eragran parte del peso della crisi economica.15

omento tuttavia Alla fine degli anni ’30 la Danimarca era ancora un Paese in crisi nel quale tuttavia molti

nel mondo delpassi avanti erano stati fatti, sia dal punto di vista legislativo sia da quello della qualità della

r regolarne lavita: la socialdemocrazia (che pure alle elezioni del 1939 aveva perso poco più del 3% dei

aradossalmente,consensi)16 era comunque riuscita a dare un sostegno all’economia e a portare avanti

o di ampliareimportanti provvedimenti di tutela sociale, seppure ancora in molti ne restassero esclusi.17

ea tradotta nel Il 1 settembre 1939 le truppe tedesche invasero la Polonia. Un’azione che, per la verità,

Lanon giungeva affatto di sorpresa. Da tempo era evidente che la Germania portava avanti una

): unpolitica di riarmo e l’occupazione della Boemia e della Moravia avviata il 15 marzo dello

are’. Il successostesso anno non aveva fatto che confermare le mire di Hitler. Tuttavia la piccola Danimarca

ta. Le elezioninon poteva far altro che guardare con preoccupazione alle mosse del vicino tedesco,

e, diedero aicercando di mantenere, per così dire, un ‘basso profilo’ e (per quanto possibile) confidare

ne di Stauning nello ‘scudo’ della Società delle Nazioni cui essa aveva aderito nel 1920. Il che si continuò a

n mancavano i fare, sperando in bene, anche quando giunsero notizie di fonte diplomatica su un imminente

uperate, mentreattacco. Ma il 9 aprile 1940 le truppe tedesche entrarono nel Paese: di fronte alla loro

la Sinistra che,superiorità militare la resistenza dei soldati danesi fu assolutamente inutile. In realtà la

Det friestrategia tedesca prevedeva l’occupazione del territorio danese al fine di garantirsi una base

):d’appoggio per il contemporaneo attacco alla Norvegia (obiettivo strategico dei suoi nemici):

Landbrugernesperciò al governo furono presentate precise condizioni. La Germania avrebbe ‘protetto’ la

he aveva saputoDanimarca e non avrebbe interferito sulla sua sovranità ma in cambio chiedeva (esigeva!)
e proprie spalleche il Paese accettasse la presenza tedesca senza opporsi. Era chiaro che gli aerei tedeschi

che sorvolavano le città danesi sulle quali lasciavano cadere una pioggia di volantini con

e tuttavia moltil’invito ad accettare la ‘protezione’ e a collaborare, con uguale facilità avrebbero potuto

lla qualità dellalasciar cadere delle bombe.18 La minaccia mascherata dalla mano tesa era ben chiara: dopo

più del 3% dei una consultazione fra le diverse autorità non restò dunque che piegarsi e il re Cristiano X

portare avantiappose la propria firma in calce all’accordo dano-tedesco che diede inizio alla

‘collaborazione’. Ma col tempo l’accondiscendenza del governo (determinata anche dalla

e, per la verità,convinzione, condivisa dai socialdemocratici, che Hitler avrebbe vinto la guerra) e la

tava avanti unapazienza della popolazione cominciarono a non bastare più: ora i Tedeschi (sostenuti dal

15 marzo dellopiccolo Partito nazista danese19 e dalla Federazione dei contadini con a capo Knud Bach)20

cola Danimarcachiedevano la presenza nel governo di politici di loro gradimento. Tra questi ci fu il ministro

vicino tedesco,degli Esteri, il ‘vecchio’ Erik Scavenius, che pur risultando sgradito alla gran parte dei

ibile) confidareDanesi per l’eccessiva disponibilità nei confronti degli occupanti, pure costituiva una sorta di

he si continuò abaluardo contro la nomina di politici ancor più aperti a ogni loro volere.21 E tuttavia

u un imminente Scavenius portava avanti una politica di appoggio praticamente incondizionato: basti pensare

ronte alla loroall’atteggiamento assunto di fronte all’attacco all’Unione sovietica nel 1941, in conseguenza

le. In realtà ladel quale il Partito comunista danese fu dichiarato fuori legge, molti attivisti furono

antirsi una baseincarcerati e il Paese aderì (per la verità una adesione all’interno del governo molto

ei suoi nemici):contrastata) al patto tedesco-giapponese Anticomintern che mirava ad annientare ogni forma

be ‘protetto’ ladi comunismo. Se dunque c’erano ancora simpatizzanti della politica tedesca e dell’ideologia

deva (esigeva!)nazista,22 il malcontento (acuito dalla scarsità delle merci, dall’isolamento commerciale, dal
i aerei tedeschi razionamento dei generi alimentari) cresceva e da diverse parti si cominciava ora a voler

i volantini con tradurre in azioni concrete il disagio di appartenere a un Paese che, nella sostanza,

rebbero potutocollaborava con la Germania.23 Queste azioni si svilupparono a livello diplomatico, a livello

en chiara: dopomilitare e a livello di gruppi di comuni cittadini. Sul piano diplomatico ci furono i casi

re Cristiano Xeclatanti degli ambasciatori danesi in Inghilterra e negli Stati uniti. Il primo, Eduard

de inizio alla Reventlow (1883-1963), si dimise dal proprio incarico quando la Danimarca nel novembre

ata anche dalladel 1941 aderì al patto Anticomintern; il secondo, Henrik von Kaufmann (1888-1963), che

a guerra) e lafin dal giorno dell’ingresso delle truppe tedesche in Danimarca aveva dichiarato che non

i (sostenuti dalavrebbe ottemperato alle disposizioni di un governo che non considerava in grado di

20prendere liberamente le proprie decisioni, sottoscrisse (9 aprile 1941) un accordo con gli

ci fu il ministroStati uniti in base al quale essi ottenevano la possibilità di installare proprie basi in

gran parte deiGroenlandia in cambio dell’impegno a mantenervi lo status quo per tutta la durata della

iva una sorta diguerra. Sul piano militare ci fu l’azione di ufficiali che riuscirono a far pervenire agli Inglesi

E tuttaviainformazioni sulle strategie tedesche, mentre fra i comuni cittadini si formarono nuclei di

o: basti pensareresistenza (cui diedero un importante contributo i comunisti ‘fuori legge’). Nel novembre

in conseguenza 1942 Hitler inviò in Danimarca un proprio plenipotenziario nella persona di Werner Best

attivisti furono(1903-1989) e di fatto impose un nuovo governo guidato da Erik Scavenius. Stauning era

governo moltomorto in quell’anno e il suo successore Vilhelm Buhl (1881-1954) aveva dovuto ritirarsi in

tare ogni formaseguito alle pressioni tedesche. Nel 1943 si poterono comunque tenere regolarmente le

e dell’ideologiaelezioni il cui risultato mostrò chiaramente quanto scarso fosse nel Paese il seguito del partito

ommerciale, dalnazista che ottenne solo il 2% dei consensi. Mentre le sorti della guerra volgevano in favore
ava ora a volerdegli Alleati, in Danimarca aumentavano le azioni di sabotaggio contro i Tedeschi, si

nella sostanza,proclamavano scioperi, si manifestava nelle piazze e cresceva il numero di quelli che

matico, a livellovolevano porre fine alla politica di collaborazione. A ciò naturalmente la Germania rispose

i furono i casicon un inasprimento delle pretese e nell’agosto del 1943, quando il governo danese rifiutò di

primo, Eduard ottemperare alle sue richieste e cessò le sue funzioni (pur rimanendo formalmente in carica),

a nel novembresi giunse alla rottura. La reazione fu durissima: proclamato lo stato d’emergenza, l’esercito

888-1963), chefu disarmato e così la flotta (ma per ordine della marina gran parte delle navi furono

hiarato che nonaffondate dai loro equipaggi mentre altre trovarono rifugio all’estero in porti sicuri), il

va in grado digoverno esautorato, il re posto agli arresti domiciliari, molti fatti prigionieri e deportati. A

ccordo con glifianco dei Tedeschi operavano le SS danesi, il corpo d’armata Schalburg, costituto nel

proprie basi infebbraio del 1943.24 E tuttavia la ‘piccola Danimarca’ trovò al proprio interno la forza di

la durata della resistere: una resistenza in taluni casi passiva, come quella portata avanti dai funzionari

nire agli Inglesigovernativi cui ora era demandato il compito di gestire il Paese e mantenere le relazioni con i

arono nuclei diTedeschi, in molti altri attiva come quella di chi pianificava ed eseguiva azioni mirate a

Nel novembredanneggiare direttamente i piani del nemico. Costoro avrebbero per la gran parte aderito al

di Werner BestConsiglio di liberazione della Danimarca (Danmarks Frihedsråd) fondato il 16 settembre

s. Stauning era1943 allo scopo di coordinare le azioni dei partigiani.25 Sostegno e incoraggiamento veniva

vuto ritirarsi innaturalmente dagli Alleati (che tra l’altro provvedevano al rifornimento di armi), sia da

egolarmente le personalità danesi che si trovavano all’estero,26 sia dalla diffusione di fogli clandestini che

guito del partitoriportavano le notizie censurate dai Tedeschi.27 I quali risposero con una dura rappresaglia:

evano in favorenon solo decisero di catturare gli Ebrei danesi,28 ma per ogni azione partigiana coronata dal
i Tedeschi, si successo si vendicarono sulla popolazione civile, imprigionarono e torturarono molti membri

di quelli chedella resistenza, procedettero ad assassini mirati (tra cui quello del pastore e drammaturgo

ermania risposeKaj Munk)29 e distrussero un gran numero di edifici. Quando fu chiaro che gli Alleati (dopo

anese rifiutò dilo sbarco in Normandia) avrebbero accerchiato la Germania, la resistenza danese ‘esplose’.

mente in carica), La risposta tedesca fu durissima e per qualche giorno Copenaghen fu terreno di battaglia. Per

enza, l’esercitogli occupanti la strada della sconfitta era tuttavia segnata. In un crescendo di azioni

le navi furonopartigiane ora apertamente sostenute dall’esterno (si pensi ai bombardamenti aerei che

porti sicuri), il distrussero i quartier generali tedeschi di Copenaghen, Odense e Aarhus), di dure risposte da

e deportati. Aparte tedesca (come la deportazione dei poliziotti danesi in un campo di concentramento per

g, costituto nelevitare che si schierassero dalla parte degli Alleati),30 di disastri (come il bombardamento per

rno la forza di errore del quartiere di Frederiksborg nella capitale durante l’attacco alla centrale della

dai funzionariGestapo) si giunse infine al termine della guerra con la resa tedesca il 4 maggio 1945.31 Dopo

e relazioni con ila liberazione fu creato un governo provvisorio guidato da Vilhelm Buhl (nel quale erano

azioni mirate a rappresentati i partiti tradizionali ma anche le organizzazioni che avevano lottato per la

parte aderito al liberazione) che fu in carica dal 5 maggio al 7 novembre per poi lasciare il posto a quello

il 16 settembreregolarmente uscito dalle elezioni. Contro coloro (non tuttavia i politici) che avevano

iamento venivacollaborato con i Tedeschi ci furono processi con qualche condanna a morte e successiva

i armi), sia daesecuzione, ma per lo più furono comminate pene detentive.

clandestini che Appare chiaro che gli anni fra le due guerre furono in Danimarca generalmente assai

ra rappresaglia: difficili (e segnati, tra l’altro, da un rallentamento della crescita demografica).32 E tuttavia,

na coronata dalcome si è detto, la società danese conobbe anche dei progressi. Non soltanto sul versante
o molti membrilegislativo,33 ma anche su quello della qualità della vita: in quel periodo infatti furono

e drammaturgorealizzate moderne infrastrutture, costruite migliori abitazioni, potenziata l’efficacia del

li Alleati (dopo servizio sanitario, realizzate scuole ed edifici di interesse pubblico. E molti segni della

anese ‘esplose’.modernità si imposero: la fotografia (nata nella prima metà del XIX secolo ma pienamente

di battaglia. Peraffermatasi nella seconda) era ormai uno strumento comunemente acquisito, i giornali (di

endo di azionivario argomento) sempre più letti, l’attività sportiva praticata da molti giovani, l’uso della

menti aerei che bicicletta sempre più diffuso, il numero delle automobili circolanti per le strade in aumento:

dure risposte da tutto questo mentre i primi aerei solcavano il cielo. E mentre la cinematografia faceva i primi

entramento perpassi, anche in questo Paese si sarebbero presto potute ascoltare (a partire dal 1925) le

bardamento pertrasmissioni della radio34 mentre sette anni dopo qualcuno avrebbe avuto la possibilità di

centrale della assistere a una prima trasmissione televisiva.35

Dopo Perciò, seppure le diseguaglianze sociali restassero forti, si deve constatare come le

nel quale eranodifficoltà indotte dalla crisi economica e dalle guerre non potessero fermare (anzi in molti

o lottato per la casi la stimolassero) l’iniziativa di chi si adoperava per il progresso (non da ultime le

posto a quellodonne),36 sicché se è vero che i miglioramenti di cui si è parlato vanno messi in diretta

) che avevano relazione con l’attività delle forze politiche, è altrettanto vero che queste ricevevano un

te e successivacostante impulso dal basso e che la loro azione rispecchiava, recependole, istanze portate

avanti da soggetti quotidianamente impegnati nel sociale. Anche le leggi che migliorarono la

eralmente assaicondizione della donna (parità salariale, uguale diritto di accesso alle cariche pubbliche,

E tuttavia,nuova legislazione matrimoniale)37 sono frutto di questo clima. Un cui ulteriore effetto è

to sul versantel’accelerata secolarizzazione della società e la necessità per la Chiesa (ora non più
infatti furonoconsiderata un punto di riferimento imprescindibile) di ‘riposizionarsi’ indirizzando la

l’efficacia delpropria attività soprattutto sul piano sociale.38 Eppure la Chiesa danese (Folkekirken) resta

olti segni della una ‘Chiesa di Stato’ nel senso che esso la sostiene economicamente e che le leggi che la

ma pienamenteriguardano sono ancora (seppure essa al suo interno goda della più ampia libertà) emanate

o, i giornali (didal parlamento, mentre fra i componenti del governo è previsto un ministro ‘per la Chiesa’.39

ani, l’uso della La forza democratica del popolo danese e la sua fede nel parlamentarismo, cresciute nel

de in aumento:periodo fra le due guerre, furono dunque infine capaci di superare la durissima prova del

a faceva i primi ‘periodo tedesco’ e di isolare le tendenze estremiste di destra che pure erano presenti nella

e dal 1925) le società. Così come la socialdemocrazia riuscì (per quanto tra incertezze ed errori) a impedire

a possibilità diche la gran parte del movimento operaio deviasse verso una ideologia di tipo sovietico.

Al prestigio e al progresso del Paese (quest’ultimo messo tuttavia a dura prova durante il

tatare come leperiodo della collaborazione con la Germania nazista) contribuiranno anche autorevoli

e (anzi in molti studiosi che, nonostante le difficoltà economiche e politiche, continueranno a lavorare e a

n da ultime leprodurre importanti risultati. Tra questi si possono qui citare i linguisti Otto Jespersen (1860-

messi in diretta1943) e Louis Hjelmslev (1899-1965), noto a livello internazionale; l’astrofisico Bengt

ricevevano unStrömgren (1908-1987) che per un periodo avrebbe poi soggiornato negli Stati uniti e,

istanze portatesoprattutto, Niels Bohr (1885-1962, premio Nobel per la fisica nel 1922) che enunciò il

migliorarono laprincipio di complementarietà, il quale, dopo aver aiutato molti scienziati in fuga dal potere

che pubbliche, nazista, per evitare l’arresto dovette riparare all’estero (1943) e mise le proprie conoscenze a

eriore effetto è disposizione degli Alleati.40

(ora non più 13.2. Dalla rigida neutralità alla neutralità discussa
indirizzando la Nel febbraio del 1914, nel pieno della crisi determinata dal disaccordo sulla questione

) restadella difesa,41 il re Gustavo V incaricò Hjalmar Hammarskjöld (1862-1953) di formare un

le leggi che lagoverno di transizione in attesa che si svolgessero le elezioni. Esso aveva lo scopo primario

bertà) emanate di risolvere l’annosa questione, il che sarebbe stato fatto aumentando la durata del servizio

militare e potenziando la flotta. Nell’estate dello stesso anno deflagrò la prima guerra

o, cresciute nelmondiale di fronte alla quale la Svezia dichiarò la propria totale neutralità. Di più: il re

sima prova delGustavo V volle un incontro (tenuto a Malmö nei giorni 18 e 19 dicembre del 1914) con il

o presenti nellasovrano danese Cristiano X e il norvegese Håkon VII per ostentare di fronte al mondo la

rori) a impedirecomune decisione in tal senso dei governi scandinavi.42 Ma nonostante le intenzioni e le

dichiarazioni di imparzialità la posizione assunta dal Paese finì comunque per favorire la

prova durante ilGermania. Essa infatti, a fronte del blocco commerciale impostole dagli Alleati, poteva

nche autorevolicontinuare ad approvvigionarsi grazie alle esportazioni svedesi. La reazione dei nemici fu

a lavorare e a una intensificazione dei controlli sul commercio con la conseguenza che non soltanto furono

espersen (1860-colpite le esportazioni verso la Germania, ma anche l’importazione delle merci di cui gli

trofisico BengtSvedesi avevano necessità. La decisione degli Stati uniti di schierarsi a fianco degli Alleati e

i Stati uniti e,la guerra sottomarina ingaggiata dai Tedeschi, che in pratica rendeva quasi impossibile il

che enunciò ilcommercio navale, non fecero che peggiorare la situazione. Si ebbero dunque grande scarsità

fuga dal poteredi merci (aggravata da cattivi raccolti), aumento dei prezzi, speculazione, razionamento di

e conoscenze ageneri di prima necessità e conseguente forte turbolenza sociale: per la gente il governo di

Hammarskjöld divenne il “governo della fame”43 e la condotta del primo ministro fu

giudicata antidemocratica e intesa a favorire unicamente i benestanti. Alla fine


sulla questioneHammarskjöld, alla cui rigidità di carattere veniva attribuito il costante aggravamento della

di formare uncongiuntura, rifiutò una trattativa commerciale con gli Inglesi e fu costretto a dimettersi. Gli

scopo primariosuccedette (30 marzo 1917) Carl Swartz (1858-1926), un politico di destra che si adoperò per

ata del servizioconcludere accordi con gli Alleati e risanare (almeno in parte!) la grave situazione

a prima guerraeconomico-alimentare. In quell’anno, mentre molti ambienti erano percorsi dal timore di un

à. Di più: il recontagio della rivoluzione russa e il Paese era scosso da imponenti manifestazioni di

del 1914) con ilpiazza,44 ebbero luogo le elezioni. Alle quali seguì un esecutivo di coalizione guidato da Nils

te al mondo laEdén (1871-1945), rappresentante del Partito comune dei liberali ma nel quale quattro

intenzioni e leministeri erano affidati ai socialdemocratici; con opportune trattative questo governo riuscì

per favorire laad alleggerire ulteriormente la situazione di grave carenza di beni alimentari e si può dire

Alleati, potevache, tutto sommato, alla fine della guerra la Svezia avesse saputo mantenere (anche se a

e dei nemici fucarissimo prezzo!) la propria neutralità.

soltanto furono Grazie al mutato clima sociale – certamente influenzato dalla sconfitta della Germania e

merci di cui gli dalla successiva rivoluzione di novembre (in seguito alla quale l’imperatore era stato

o degli Alleati ecostretto a riparare all’estero e ad abdicare) ma anche dall’eco degli avvenimenti russi –45 si

i impossibile ilpoté procedere alla revisione della costituzione: un iter che si protrasse dal 1918 al 1921 e sul

grande scarsità quale pesarono i contrasti ideologici fra conservatori e progressisti (ma anche gli

azionamento diavvenimenti della guerra civile finlandese rispetto alla quale vi erano fra i partiti posizioni

e il governo diassolutamente contrapposte).46 Tuttavia con importanti cambiamenti quali l’introduzione del

mo ministro fuvoto alle donne47 e una modifica in senso democratico della Prima Camera la riforma fu

nti. Alla fineapprovata nel 1921.48 Nel frattempo i rivolgimenti sociali avevano portato alla nascita di tre
avamento dellanuove formazioni politiche: il Partito socialdemocratico svedese di sinistra (Sveriges

dimettersi. GliSocialdemokratiska Vänsterparti) di orientamento comunista49 e due partiti agrari:

e si adoperò perl’Associazione dei contadini (Bondeförbundet) e l’Associazione nazionale degli agricoltori

ave situazione(Jordbrukarnas riksförbund).50 Aggiungendosi alle forze politiche già consolidate

al timore di un (conservatori, liberali e socialdemocratici) questi partiti avrebbero completato un’offerta

anifestazioni dipolitica che (con qualche aggiustamento) sarebbe rimasta tale per almeno settanta anni.51

guidato da Nils Fin dagli ultimi decenni dell’Ottocento la Svezia aveva fatto i conti con un grande

quale quattrosviluppo industriale e il conseguente aumento del proletariato (cui si legava un crescente

governo riuscìurbanesimo): qui come altrove non erano mancati aspri conflitti sindacali. Dopo la guerra

ri e si può direc’era stato un breve periodo di relativo benessere ma nel 1922 più di un terzo dei lavoratori

ere (anche se a era privo di occupazione. A ciò si cercò di porre rimedio impiegando i disoccupati in lavori

socialmente utili, che tuttavia erano retribuiti con una paga molto bassa.52 Dal 1925 ci fu una

ella Germania e notevole espansione nel campo dell’industria e anche (con l’introduzione di nuovi

atore era stato macchinari) in quello dell’agricoltura. La costruzione di nuove infrastrutture, la diffusione

sidell’elettrificazione, il potenziamento della flotta: tutto questo pareva tradursi in un nuovo

18 al 1921 e sulperiodo di grandezza del Paese. E così in effetti fu, almeno per qualche anno: l’industria

ma anche glimeccanica, quella della cellulosa e dei fiammiferi, i cantieri navali, tutto conobbe una

partiti posizioninotevole espansione. Ma anche qui doveva arrivare l’onda d’urto della crisi scatenata dal

ntroduzione delcrollo della borsa di New York nel 1929: manifestatasi a partire dal 1930 essa toccò il

a la riforma fu culmine nel 1932. Ci furono fallimenti e rovesci finanziari,53 grande aumento della

la nascita di tredisoccupazione, caduta dei prezzi, disordini. Nel 1931 ad Ådalen (Ångermanland) un gruppo
Sverigesdi scioperanti si ribellò alla presenza di crumiri che furono minacciati e (probabilmente)

partiti agrari:malmenati: organizzato un corteo di protesta i manifestanti furono affrontati dalla polizia e

egli agricoltori dall’esercito dalle cui file partirono dei colpi di fucile che lasciarono sul terreno cinque

ià consolidatemorti. Questo episodio destò un enorme scalpore: le interpretazioni contrastanti che se ne

etato un’offertadanno nelle fonti dell’epoca (legate, evidentemente, alle convinzioni politiche dello

scrivente) rispecchiano chiaramente una situazione di profonda (e non di rado molto

con un grandeviolenta) contrapposizione.54

va un crescente Il che si rifletteva, naturalmente, anche nel mondo politico. Dopo il raggiungimento

Dopo la guerradell’obiettivo della riforma costituzionale la collaborazione fra i partiti di diverso

o dei lavoratoriorientamento era di fatto cessata. Nel 1920 per la prima volta i socialdemocratici (giungendo

cupati in lavorial potere per via pienamente democratica) avevano formato il governo sotto la guida di

1925 ci fu una Hjalmar Branting, tuttavia in parlamento erano in minoranza. Così aveva inizio un periodo di

ione di nuoviesecutivi instabili e di breve durata cui spettava occuparsi delle questioni centrali della

e, la diffusione politica svedese di quei decenni: regolamentazione del mondo del lavoro, difesa, legislazione

si in un nuovosociale. Da una parte c’erano i conservatori. I loro leader più prestigiosi erano figure come

nno: l’industriaArvid Lindman ed Ernst Trygger (1857-1943). Il primo, che tra il 1928 e il 1930 avrebbe

o conobbe unaguidato il suo secondo governo,55 era un uomo capace di condurre i conservatori nella

si scatenata daltrasformazione verso una politica più attenta alle esigenze della gente comune e di tenerlo

0 essa toccò illontano da suggestioni estremiste; il secondo, primo ministro tra il 1923 e il 1924, nutriva

aumento della forti riserve su un pieno parlamentarismo e nel periodo in cui fu al potere si preoccupò di

and) un gruppoportare avanti un progetto sulla difesa (che fu respinto e, anzi, rovesciato in un consistente
probabilmente)disarmo dal successivo governo a guida socialdemocratica con l’appoggio di una parte dei

dalla polizia eliberali). Capo del Partito liberale popolare era l’abile Carl Gustaf Ekman (1872-1945),

terreno cinqueprimo ministro fra il 1926 e il 1928 e poi, ancora, fra il 1930 e il 1932: sostenitore della

tanti che se ne destra o della sinistra a seconda della convenienza politica, fu costretto a lasciare quando si

politiche delloscoprì che aveva accettato dei finanziamenti dall’industriale Kreuger. Nel 1928 egli aveva

di rado moltofatto approvare norme di legge che istituivano i contratti collettivi e il tribunale del lavoro

(operativo dal 1 gennaio 1929) le quali, nonostante la forte opposizione del mondo operaio e

raggiungimentoil voto contrario dei socialdemocratici, segnano un punto fermo nella storia dei rapporti

iti di diversosindacati-padronato.56 Inoltre aveva convocato una conferenza per la ‘pace [nei rapporti] di

tici (giungendo lavoro’ (arbetsfredskonferensen) che fu tenuta a Stoccolma nei giorni 30 novembre e 1

tto la guida didicembre di quello stesso anno. Come è ben comprensibile la situazione da questo punto di

o un periodo di vista era tutt’altro che facile e segnata da duri conflitti a lungo condotti con strategie legate

i centrali dellaalle singole contingenze e talvolta, dunque, improvvisate. Dieci anni dopo, in seguito a

sa, legislazionelunghe trattative, i rappresentanti dell’Associazione svedese dei datori di lavoro (SAF) e

no figure comequelli del sindacato (LO) avrebbero apposto la propria firma in calce allo storico accordo di

l 1930 avrebbeSaltsjöbaden (località a sud-est di Stoccolma) sottoscritto il 20 dicembre 1938 e (con

nservatori nellasuccessive modificazioni) tuttora valido nella sostanza.57 Esso introduceva punti fermi nei

ne e di tenerlorapporti di lavoro e regole per i negoziati: sicché, seppure fortemente criticato da vasti settori

l 1924, nutrivadel mondo operaio, creò le premesse per una crescita economico-industriale. Un obiettivo

si preoccupò di perseguito soprattutto dai socialdemocratici. Fra i quali la figura di maggior spicco è

un consistente certamente quella di Hjalmar Branting, primo rappresentante di quell’area a essere eletto in
i una parte dei parlamento.58 Lungimirante e rispettato egli seppe evitare che le dure proteste del 1917

n (1872-1945), potessero costituire la premessa per rivoluzioni peggiori e portò all’attenzione del governo le

ostenitore dellaistanze del movimento operaio svedese adoperandosi per raggiungere, attraverso la via

ciare quando si democratica, una maggiore giustizia sociale. Nel 1921 gli veniva assegnato il Nobel per la

928 egli avevapace come riconoscimento del suo costante sforzo a ricercare soluzioni condivise dei conflitti

nale del lavoroe l’impegno per la costituzione della Società delle Nazioni (cui la Svezia aveva aderito nel

mondo operaio e 1920).59 Dopo di lui (e prima di Olof Palme)60 la figura più rappresentativa dei

ria dei rapportisocialdemocratici sarebbe stata quella di Per Albin Hansson (1885-1946) che avrebbe

nei rapporti] di guidato la Svezia dal 1932 al 1946, con la breve parentesi di quello che – con espressione

novembre e 1italiana – si chiamerebbe il ‘governo balneare’ di Axel Pehrsson-Bramstorp (1883-1954) in

questo punto dicarica dal 19 giugno al 31 luglio 1936. Nel 1933 infatti Hansson trovò un accordo con

strategie legatel’Associazione dei contadini61 in seguito al quale il suo esecutivo, grazie anche alla

o, in seguito amigliorata congiuntura economica, poté procedere all’emanazione di provvedimenti

) elegislativi di grande impatto destinati a migliorare la qualità di vita del popolo svedese.

rico accordo di Sintesi del suo progetto politico fu l’espressione folkhemmet, letteralmente “casa del

e 1938 e (con popolo”: una ‘parola d’ordine’ che da una parte comunicava concetti di uguaglianza,

punti fermi neigiustizia, tutela sociale, collaborazione e solidarietà, mentre dall’altra riassumeva una nuova

da vasti settorivisione della socialdemocrazia, non più intesa come movimento politico legato alla lotta di

e. Un obiettivoclasse quanto piuttosto come elemento di traino in direzione della costruzione dello stato

ggior spicco èsociale, quel welfare state per il quale la Svezia avrebbe a lungo costituito un esempio da

essere eletto inimitare. Artefice di questo cambiamento era stato, in precedenza, Hjalmar Branting che
oteste del 1917aveva saputo impedire al partito derive sovietiche, ma esso fu realizzato appieno dallo stesso

del governo leHansson efficacemente coadiuvato dal ministro delle Finanze Ernst Wigforss (1881-1977),

traverso la viaconvinto sostenitore di questo modello. Il quale d’altronde poggiava su una diversa

il Nobel per lainterpretazione della dottrina socialista espressa, in particolare, dal teorico Nils Karleby

vise dei conflitti(1892-1926), che aveva censurato gli sviluppi dittatoriali della rivoluzione russa e introdotto

eva aderito nell’idea della necessità d’un costante rinnovamento del pensiero politico in relazione ai

resentativa deimutamenti sociali.62 Questa politica, apportatrice di innegabili benefici, ebbe tuttavia anche

) che avrebbeaspetti assai poco condivisibili, a esempio là dove, facendo proprio il principio della

con espressioneregolazione delle nascite e delle politiche familiari, introdusse la pratica della sterilizzazione

(1883-1954) indi individui affetti da handicap (per lo più mentale, talvolta fisico).63 Ciò fu il risultato di un

un accordo conimponente dibattito che ebbe il proprio culmine con la pubblicazione (1934) del libro Crisi

zie anche allanella questione demografica (Kris i befolkningsfrågan) dei coniugi Gunnar (1898-1987) e

provvedimentiAlva Myrdal (nata Reimer, 1902-1986)64 i quali, mentre sottolineavano il dovere della

società e dello Stato di sostenere le famiglie, si dichiaravano favorevoli a questo tipo di

mente “casa del interventi. Seppure una siffatta politica non possa certo essere sovrapposta ai progetti di

di uguaglianza,‘pulizia etnica’ di impronta nazista, è tuttavia evidente che essa affonda le proprie radici in

meva una nuova quell’eugenetica (per molti versi risalente al darwinismo ma anche agli studi di Gregor

ato alla lotta diMendel) diffusa in primo luogo dal medico inglese Francis Galton (1822-1911) e tanto ‘di

one dello statomoda’ nei primi decenni del Novecento.65 In conlusione: se la realizzazione della “casa del

un esempio da popolo” pose le basi di un autentico progresso nella qualità di vita degli Svedesi, in molti

r Branting checasi essa determinò tuttavia – in nome di una ‘società perfetta’ – il prevalere del disegno
eno dallo stesso politico sulla realtà, nell’ottica di un interesse comune teso (seppure con le migliori

ss (1881-1977), intenzioni) ad adeguare i canoni dell’esistenza a un modello predeterminato che però al

u una diversacontempo sottovalutava (quando non reprimeva) le specificità e le esigenze del singolo

o Nils Karlebycittadino.

ssa e introdotto In Svezia il periodo tra le due guerre è dunque un periodo di crisi economica e di conflitti

in relazione aisociali ma anche, come si è visto, di fasi positive e, comunque, segnato da provvedimenti di

e tuttavia anche riforma migliorativi dello stato sociale66 e anche di delibere intese a sostenere l’agricoltura67

principio della e a controllare il commercio estero. Inoltre, è un periodo di ammodernamento del Paese, sia

sterilizzazione per la diffusione dei nuovi mezzi di trasporto,68 sia per l’avvento del cinema (giunto in

l risultato di unSvezia nel 1896) e della radio,69 sia per i cambiamenti nell’esistenza quotidiana delle

Crisipersone, desiderose di modificare il proprio stile di vita e di adeguarsi, per quanto possibile,

(1898-1987) eall’incalzante modernità.70 Ma anche interessate a un’attiva partecipazione alla vita sociale e

il dovere dellapolitica, come dimostra il numero davvero rilevante di coloro che facevano parte di una

questo tipo diqualche organizzazione. Il che tra l’altro spiega, in un mondo che andava comunque verso la

a ai progetti disecolarizzazione, il grande consenso ottenuto dalle teorie del teologo Nathan Söderblom

roprie radici in(1866-1931) promotore dell’ecumenismo come momento di unità religiosa ma anche come

tudi di Gregorelemento di pacificazione fra i popoli.71

911) e tanto ‘di Anche in Svezia nella prima metà del Novecento proseguì la ricerca scientifica ad alto

della “casa dellivello: studiosi di fama internazionale sono fra gli altri Carl Munters (1897-1989) che

vedesi, in molti insieme a Baltzar von Platen (1898-1984) inventò il primo frigorifero per uso domestico

ere del disegno(diffuso poi dalla Elettrolux sorta nel 1919), la sismologa Inge Lehmann (1888-1993),
on le miglioriHannes Alfvén (1908-1995), specialista negli studi di fisica del plasma (premiato con il

to che però alNobel nel 1970).

ze del singolo Nella seconda metà degli anni ’30 molti Paesi d’Europa si stavano riarmando: la

situazione politica (soprattutto quella tedesca) determinava infatti un clima di grande

ca e di conflittiincertezza che già lasciava presagire lo sbocco verso un nuovo infausto conflitto. In Svezia,

ovvedimenti di dopo che i socialdemocratici avevano ammorbidito le loro posizioni decisamente

67antimilitariste, si procedette a una riorganizzazione delle forze armate mentre il mutamento

o del Paese, siadegli equilibri politici e la scarsa fiducia nell’effettiva capacità della Società delle Nazioni di

ema (giunto ingarantire la pace spingevano il Paese (che per altro aveva aderito a questo organismo

uotidiana dellesottraendosi all’impegno di eventuali alleanze militari) a rimarcare (possibilmente in accordo

uanto possibile, con i vicini nordici) una posizione di neutralità ed equidistanza. Con la Danimarca e la

a vita sociale eNorvegia furono anche intavolate trattative per una cooperazione nell’ambito della difesa che

no parte di unatuttavia non approdarono a nulla, mentre nel caso della Finlandia la volontà svedese di

munque verso lacollaborazione si infranse contro i piani dei Russi e il timore di essere coinvolti in un

han Söderblom pericoloso conflitto. Per questo l’incontro dei capi di Stato nordici (i tre sovrani e il

ma anche comepresidente finlandese), organizzato a Stoccolma il 18 ottobre 1939, non avrebbe avuto alcun

seguito concreto.72 Neppure di fronte all’aggressione russa alla Finlandia che, sebbene

entifica ad altoprovocasse una profonda impressione nell’opinione pubblica, non indusse il governo –

897-1989) chenonostante la presa di posizione in tal senso del ministro degli esteri Rickard Sandler (1884-

uso domestico1964), che in seguito a ciò si dimise – a prendere la grave decisione di un intervento armato:

n (1888-1993),solo si concesse l’invio di volontari, un consistente supporto di armi e mezzi militari e un


premiato con il aiuto finanziario raccolto fra la gente. Troppo temuta era del resto la potenza dell’Unione

sovietica che, come noto, aveva anche stretto un patto con la Germania. Sicché il trattato di

riarmando: lapace russo-finlandese, concluso a Mosca il 12 marzo 1940 a tutto vantaggio degli aggressori

ima di grandefu, seppure mediato proprio dalla diplomazia svedese, il minore dei mali.73

litto. In Svezia, Tuttavia: se il governo non aveva ritenuto di dover fornire alla Finlandia un più

ni decisamenteconsistente supporto militare non ugualmente aveva agito nei confronti della Germania

e il mutamentoquando questa, dopo aver occupato la Danimarca e piegato la resistenza dei Norvegesi, aveva

delle Nazioni diproposto un accordo per ottenere il transito delle proprie truppe e dei propri mezzi sul

esto organismoterritorio svedese: esso infatti fu concesso (seppure dopo il termine delle operazioni belliche

ente in accordo in Norvegia),74 decisione certamente influenzata dalla favorevole situazione delle truppe

Danimarca e latedesche che, in quel momento, sembravano spadroneggiare in Europa.75 A est si guardava

della difesa checon preoccupazione alle mosse russe, a ovest e a sud a quelle tedesche: nel breve volgere di

ntà svedese dipochi mesi la Svezia venne a trovarsi in una difficile situazione di ‘accerchiamento’ e nella

coinvolti in unnecessità di cercare una via d’uscita. In primo luogo economica. Nonostante le riserve

re sovrani e ilsaggiamente accumulate nell’imminenza del conflitto, il Paese aveva bisogno di mantenere

bbe avuto alcun rapporti commerciali, il che fu fatto, in primo luogo, con la Germania (in quel periodo vero

a che, sebbenegrande importatore delle merci svedesi) ma anche, nella misura del possibile, con gli altri

e il governo –Paesi nordici. E tuttavia lo stato di guerra rese nuovamente necessario il razionamento dei

Sandler (1884-generi di prima necessità, un blocco dei prezzi e delle retribuzioni e, soprattutto, delicate

ervento armato:trattative per ottenere che la flotta mercantile svedese potesse continuare a operare (tra l’altro

zi militari e unle navi svedesi rimaste fuori dalle zone controllate dai Tedeschi furono noleggiate agli
za dell’UnioneAlleati). Inoltre il governo (questa volta con l’appoggio di tutte le forze politiche e della

hé il trattato dipopolazione) decise di investire cospicue somme nel potenziamento delle forze armate.

degli aggressori Nel 1941 la Germania attaccò l’Unione sovietica. Per la Svezia questo costituiva un

ulteriore problema, tenuto conto del probabile coinvolgimento della Finlandia nelle

nlandia un più operazioni belliche e delle crescenti pretese tedesche: in effetti nel 1942 il governo fu

della Germania ‘costretto’ a consentire il passaggio sul territorio nazionale di una divisione dell’esercito

orvegesi, avevatedesco diretta dalla Norvegia in Finlandia. La posizione di neutralità del Paese

opri mezzi sul(all’occasione opportunamente ribadita) era ora in pericolo e si arrivò a temere un attacco

razioni bellichediretto da parte tedesca (preparandosi persino a rendere inutilizzabili le miniere di ferro nel

ne delle truppeNord).

est si guardava Nel 1943, mentre le sorti del conflitto cominciavano a volgere in favore degli Alleati,

reve volgere dicresceva in Svezia il desiderio di affrancarsi dalla condiscendenza nei riguardi dei Tedeschi,

amento’ e nellail che ufficialmente si cominciò a fare ritirando il permesso di transito. Successivamente il

ante le riservecontrasto alla Germania nazista fu portato avanti con azioni di solidarietà nei confronti dei

o di mantenere profughi dai vicini Paesi nordici (fra gli altri gli Ebrei danesi)76 che in gran numero vennero

el periodo veroaccolti nel Paese, con l’invio di aiuti materiali, con il supporto dato alla libera stampa che

le, con gli altri sarebbe circolata clandestinamente nei Paesi in guerra, con interventi di carattere

zionamento deidiplomatico,77 con il sostegno dato ai corpi di polizia danesi e norvegesi che furono

attutto, delicateaddestrati in vista della fine del conflitto. Nelle attività benefiche un contributo rilevante

erare (tra l’altrovenne anche dalla Chiesa. In effetti la Svezia, pur tacciata di collaborazionismo, aveva inteso

noleggiate agli perseguire, dal suo punto di vista, una rigida politica di neutralità, non altrettanto
olitiche e della generosamente giudicata al di fuori dei suoi confini. Del resto, se è vero che nel Paese i filo-

nazisti non ebbero se non scarsissima cittadinanza politica,78 è altrettanto vero che una

o costituiva unpubblicazione come il Giornale del commercio e della navigazione di Göteborg (Göteborgs

Finlandia nelleHandels- och Sjöfarts-Tidning),79 che manteneva una ferma linea antitedesca, suscitò

il governo fu notevole contrarietà negli ambienti politici e governativi e che il suo direttore, Torgny

ne dell’esercitoSegerstedt (1876-1945), fu richiamato dal sovrano in persona. Del resto si deve ammettere

ità del Paeseche fu certo la delicata posizione geo-politica del Paese a indurre il ministro della Giustizia

mere un attaccoKarl Gustaf Westman (1876-1944) a introdurre limitazioni alla libertà di stampa, così come

ere di ferro nell’intero governo ad acconsentire infine alla richiesta russa di consegnare alle autorità di quel

Paese i soldati di nazionalità baltica che avevano dovuto combattere nelle file tedesche. Una

e degli Alleati, decisione assai controversa che, come molte altre prese dalla Svezia durante la seconda

di dei Tedeschi, guerra mondiale, ancora attendono una completa e corretta valutazione.80

cessivamente il Il 31 luglio 1945 il governo di coalizione che aveva retto il Paese nel corso della ‘lunga

ei confronti deiemergenza bellica’ cessava di esistere e il primo ministro Per Albin Hansson (comunque

umero venneroconsiderato un ‘punto di riferimento’ negli anni della guerra) poteva dare vita a un nuovo

era stampa cheesecutivo socialdemocratico. Poco dopo tuttavia egli moriva per un improvviso attacco di

ti di caratterecuore.81

esi che furono Nella storia, non sempre limpida, della Svezia durante il secondo conflitto mondiale si inserisce

ributo rilevantel’esemplare vicenda personale di Raoul Wallenberg (1912-1947?), eroe umanitario grazie al quale fu
salvata la vita di decine di migliaia di Ebrei ungheresi. Appartenente a una famiglia altolocata (il
mo, aveva inteso
bisnonno paterno era André Oscar Wallenberg fondatore della Stockholms enskilda bank,82 mentre la
non altrettanto
nonna paterna era nobile) egli ricevette una formazione di alto livello potendo studiare all’estero,
nel Paese i filo- compiere viaggi di istruzione e apprendere le lingue. Dopo diverse esperienze in Paesi stranieri nel

vero che una1942 giunse per la prima volta in Ungheria. In precedenza, nel corso di un periodo trascorso a Haifa,
Wallenberg aveva avuto modo di considerare il problema degli Ebrei contro i quali si indirizzava
Göteborgs
l’odio nazista tradotto in terribili persecuzioni. La situazione degli Ebrei ungheresi, già precaria,
edesca, suscitò
aveva subito un brusco peggioramento dopo l’occupazione tedesca del Paese (19 marzo 1944) e la
rettore, Torgny
nomina del governo collaborazionista guidato da Döme Sztójay (1883-1946) che subito si attivò per
deve ammettere
organizzare la loro deportazione verso i campi di concentramento tedeschi e la creazione del ghetto
della Giustizia
di Budapest. In questa situazione Wallenberg fu chiamato dal War Refugee Board (voluto dal
mpa, così come
presidente americano Roosevelt) a occuparsi del problema. Egli si insediò presso la rappresentanza
autorità di quel diplomatica svedese a Budapest, dove oltre a monitorare la situazione organizzò una vera e propria

e tedesche. Unaazione di salvataggio fornendo documenti e sicuri rifugi a quanti più Ebrei possibile, un’attività del

nte la seconda resto già in parte avviata prima del suo arrivo e parallela a quella di altri Paesi neutrali (come la

Svizzera) e di organizzazioni come la Croce Rossa. Sebbene le circostanze non siano state del tutto

so della ‘lunga chiarite egli pare anche avere svolto un ruolo importante nell’impedire l’attacco al ghetto di Budapest
nel 1945. Come che sia, quando i soldati russi entrarono nella capitale ungherese, Wallenberg fu da
son (comunque
loro preso in consegna, sebbene avesse liberamente preso contatto con il loro comando. Ma le
ita a un nuovo
motivazioni dell’arresto (a quanto pare un’accusa di spionaggio) e le modalità con cui esso venne
viso attacco di
attuato non sono state sufficientemente definite. Egli fu visto per l’ultima volta attorno alla metà del

mese di gennaio. Secondo fonti russe sarebbe morto (per cause naturali o giustiziato) il 17 luglio
diale si inserisce
1947 nel carcere della Lubjanka a Mosca.83
grazie al quale fu
13.3. Dalla neutralità concordata alla resistenza eroica
lia altolocata (il
Nella seconda metà del XIX secolo, come si è visto, la Norvegia aveva conosciuto
mentre la
profondi mutamenti politici e sociali (compreso un aumento demografico che aveva
udiare all’estero,
aesi stranieri nel incrementato la popolazione di un abbondante 40%)84 e, finalmente, dal 1905 aveva

rascorso a Haifa,riconquistato la piena indipendenza. Sullo slancio di questo risultato e nel sentimento di una

ali si indirizzava
ritrovata forza nazionale essa aveva compiuto notevoli passi avanti sia sul versante
esi, già precaria,
economico (con la crescente industrializzazione) sia su quello sociale (con opportuni
marzo 1944) e la
provvedimenti legislativi) e si sentiva ora orgogliosamente alla pari dei Paesi stranieri. Di
bito si attivò per
fronte al mondo poteva vantare i successi di letterati e artisti ma anche (forse soprattutto) di
azione del ghetto
coraggiosi esploratori che si erano guadagnati ammirazione e rispetto: non pare dunque un
(voluto dal
caso che a una figura come quella di Fridtjof Nansen85 fosse assegnato nel 1906 l’incarico di
a rappresentanza

na vera e propria
ambasciatore a Londra. Del resto anche sul piano diplomatico essa doveva ora organizzarsi al

e, un’attività del meglio rispetto alle nuove sfide che l’attendevano.

eutrali (come la La prima delle quali era purtroppo alle porte. Allo scoppio del conflitto mondiale in

no state del tuttoNorvegia (dove fino all’ultimo i segnali del pericolo erano stati sottovalutati anche a livello

hetto di Budapestpolitico) fu messa in allerta la difesa e dichiarata la neutralità del Paese, in coerenza con

Wallenberg fu da
l’indirizzo di politica estera stabilito fin dal 1905 quando per la prima volta era stato
comando. Ma le
nominato un ministro degli Esteri norvegese nella persona di Jørgen Løvland (1848-1922).86
n cui esso venne
Un atteggiamento, quello della neutralità, per altro fondato su patti internazionali87 e ribadito
rno alla metà del
in accordo con i vicini scandinavi, che non sarebbe mutato fino alla seconda guerra
ato) il 17 luglio
mondiale, quando la volontà del governo e del popolo norvegese sarebbe stata travolta dagli

eventi. Nonostante questo atto nel Paese esplose il panico. La gente (soprattutto nelle città) si

precipitò agli sportelli della Banca nazionale per recuperare i propri risparmi e fece incetta di
eva conosciuto
generi alimentari: ciò provocò una inevitabile impennata dei prezzi e costrinse il governo a
ico che aveva
al 1905 avevaintervenire stabilendo un calmiere, bloccando la convertibilità in oro delle banconote e

ntimento di unal’esportazione di diverse merci. In effetti si dimostrò presto come, pur rimanendo la

a sul versanteNorvegia ufficialmente estranea al conflitto, essa non potesse comunque evitare di subirne le

(con opportuniconseguenze. Il Paese aveva infatti stretti rapporti commerciali con le potenze in conflitto, in

esi stranieri. Diparticolare con l’Inghilterra e la Germania e con lo scoppio delle ostilità venne a trovarsi in

e soprattutto) di una difficile posizione dovendo contemporaneamente garantire le proprie esportazioni e

pare dunque unassicurarsi il rifornimento di merci indispensabili (come il carbone inglese). Stretto fra le

06 l’incarico dipressioni dei contendenti l’esecutivo, guidato da Gunnar Knudsen al suo secondo mandato,

organizzarsi alfu costretto a promulgare una legge sull’assicurazione ‘di guerra’ obbligatoria per i

mercantili (l’importante e vitale flotta norvegese!) per evitare che essi rimanessero fermi nei

to mondiale inporti,88 a ‘chiudere un occhio’ su accordi conclusi privatamente dall’industria ma anche a

anche a livellosottoscrivere patti commerciali a solo vantaggio di uno dei contendenti.89 La situazione era

n coerenza contutt’altro che facile: lo sbarramento del mare del Nord imposto dai Tedeschi e, per contro, il

volta era statoblocco imposto dagli Alleati nei confronti della Germania costringevano alla ricerca di un

86difficile equilibrio. Se ciò determinò, almeno per un certo periodo, anche risvolti

e ribaditoeconomicamente positivi, le ripercussioni negative si tradussero purtroppo nella perdita di

seconda guerravite umane (oltre che di beni) dovuta agli attacchi tedeschi contro le navi norvegesi che

a travolta daglifurono affondate in gran numero (circa novecento), soprattutto dopo che nel 1917 la

to nelle città) siGermania ebbe scatenato una guerra sottomarina senza quartiere. Ma mentre molti marinai

e fece incetta di(circa duemila) perdevano la vita, gli armatori e gli speculatori traevano grandi profitti dai

se il governo apropri commerci: in quello che è stato definito jobbetiden90 venne così a crearsi un forte
le banconote e divario tra la gran parte della popolazione (soprattutto coloro che ricevevano uno stipendio

rimanendo lafisso) costretta a un’esistenza fatta di attese e rinunce (nel 1917 era stato introdotto il

re di subirne lerazionamento mentre la scarsità di combustibile era pressoché totale) e un ristretto numero di

e in conflitto, inaffaristi (spesso arricchitisi in breve tempo) che lucrava sfacciatamente sulla tragedia della

ne a trovarsi inguerra. Fino alla fine del conflitto la situazione non mostrò segni di miglioramento sicché, di

esportazioni e nuovo, ‘più che la neutralità poté il digiuno’ e ancora nel 1918 fu concluso (con

). Stretto fra lel’intermediazione di Fridtjof Nansen) un patto con gli Stati uniti grazie al quale la situazione

ondo mandato,di grave carenza fu, almeno in parte, mitigata. Del resto, nonostante lo stato di neutralità

ligatoria per irimanesse formalmente tale, anche l’opinione pubblica mostrava (complice la scoperta di una

essero fermi neiintensa attività spionistica da parte tedesca) una crescente simpatia nei confronti degli

ria ma anche aAlleati.

a situazione era Alla fine della guerra seguì un breve periodo di crescita economica, presto tuttavia

e, per contro, il interrotto da fallimenti, crisi e conseguente chiusura delle banche, bancarotta di molti

a ricerca di uncomuni, calo della produzione, forte disoccupazione, diminuzione delle vendite, caduta dei

anche risvoltiprezzi, tutti fattori che inaugurarono una lunga stagnazione destinata ad aggravarsi

nella perdita di ulteriormente col dilagare della crisi mondiale del 1929 che sarebbe giunta in Norvegia tra il

norvegesi che1930 e il 1931 portando ulteriore calo produttivo e picchi altissimi di disoccupazione (fino al

e nel 1917 la40% circa tra il 1933 e il 1934). Di più, la volontà di riportare la corona (il cui valore era

e molti marinaisalito parecchio per via di manovre speculative) alla parità aurea precedente la guerra

andi profitti dai(risultato raggiunto nel 1928) determinò ulteriori problemi.91 La parità aurea fu dunque

crearsi un forteabbandonata (sull’esempio inglese) nel 1931.


o uno stipendio Queste difficoltà si innestavano su una situazione politica in grande movimento. Per tutto

to introdotto ilil periodo della guerra il governo era rimasto nelle mani della Sinistra (i liberali), il che

retto numero didunque significava che diversi settori della società non vi erano rappresentati e, nonostante

a tragedia dellal’opinione pubblica avesse ripetutamente espresso l’invito alla istituzione di un più ampio

mento sicché, di governo di coalizione, ciò non era mai stato realizzato. Pure i liberali avevano saputo

concluso (conapprovare diversi provvedimenti di carattere sociale, spesso per iniziativa del ministro Johan

le la situazioneCastberg, già ricordato per le norme sulle concessioni.92 Particolarmente importanti sono la

to di neutralitàlegge sull’assicurazione contro le malattie (1909), quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro

scoperta di una(1909), quelle per l’assicurazione contro gli infortuni per i pescatori (1908), i marinai (1911)

confronti deglie i lavoratori dell’industria (1915), l’introduzione (1919) della giornata lavorativa di otto ore

e di una settimana di ferie retribuite.93 Notevole scalpore suscitarono le leggi da lui

presto tuttavia fortemente volute per la tutela dei figli illegittimi (1915) che parificavano i loro diritti

arotta di moltirispetto a quelli nati all’interno del matrimonio: esse sono ricordate come “le leggi di

dite, caduta dei Castberg per i bambini” (castbergske barnelovene).94

ad aggravarsi Nel 1915 era stata promulgata anche una normativa con la quale si introduceva l’arbitrato

Norvegia tra ilobbligatorio al fine di dirimere i conflitti nel mondo del lavoro.95 Lo scopo era quello di

pazione (fino alevitare la proclamazione di scioperi e la contrapposta decisione di operare serrate, come

l cui valore era avvenuto nel 1911, quando in risposta all’agitazione dei minatori era stata decisa una serrata

dente la guerrache aveva coinvolto decine di migliaia di persone.96 Le norme restrittive non sarebbero

urea fu dunquetuttavia bastate e dopo la guerra i conflitti ripresero vigore: nel 1920 ci fu l’astensione dal

lavoro dei ferrovieri e nel 1921 un nuovo imponente sciopero che, proclamato inizialmente
mento. Per tutto dai marinai, arrivò a coinvolgere (con manifestazioni di sostegno) circa centocinquantamila

liberali), il che persone. Sebbene esso si concludesse con la sconfitta del sindacato, la situazione di pesante

ti e, nonostantecrisi economica determinò nuove agitazioni, come lo sciopero dei lavoratori siderurgici

i un più ampio(1923-1924), di quelli dell’edilizia (1928) e quello del 1931 (ricordato come il più grave

vevano saputo conflitto nella storia del lavoro in Norvegia) che coinvolse decine di migliaia di persone, si

ministro Johanprotrasse per cinque mesi e conobbe scontri violenti con le forze dell’ordine.97 Sullo sfondo

portanti sono ladi tutto questo certamente la precaria situazione del dopoguerra ma anche la ‘svolta

uoghi di lavoro rivoluzionaria’ all’interno del sindacato LO avvenuta nel 1920 (che per altro lo avrebbe

marinai (1911)penalizzato nel numero degli iscritti).

ativa di otto ore Indubbiamente legata agli eventi russi essa trovava corrispondenza politica negli sviluppi

e leggi da luicui era andato incontro il Partito dei lavoratori norvegesi. Nel congresso del 1918 infatti l’ala

o i loro dirittiradicale (legata al movimento giovanile) prese il sopravvento e optò per un approccio di tipo

me “le leggi di rivoluzionario eleggendo Kyrre Grepp (1879-1922) come presidente. Fautore di questa svolta

fu, tra gli altri, Martin Tranmæl (1879-1967), figura carismatica all’interno del movimento.98

ceva l’arbitratoIn seguito il partito decise anche l’adesione al patto Comintern. Questo orientamento

o era quello dideterminò tuttavia la diaspora dei moderati che diedero vita al Partito dei lavoratori

e serrate, come norvegesi socialdemocratici (Norges socialdemokratiske Arbeiderparti). Due anni dopo la

cisa una serratadecisione di ritirare l’adesione al Comintern avrebbe prodotto una ulteriore spaccatura: i più

non sarebberoradicali infatti vollero mantenere uno stretto legame con l’Unione sovietica e costituirono

’astensione daldunque il Partito comunista norvegese (Norges Kommunistiske Parti). Nel 1927 il Partito dei

to inizialmentelavoratori norvegesi e il Partito dei lavoratori norvegesi socialdemocratici si riunificarono in


ocinquantamilauna formazione assai meno caratterizzata dal punto di vista ‘rivoluzionario’ e abbastanza

ione di pesanteforte da risultare prima nelle elezioni del parlamento tenute in quell’anno: un successo che

tori siderurgicisarebbe stato confermato (nonostante la flessione del 1930) fino alla consultazione del 1936

me il più gravenella quale esso ottenne il 42,5% delle preferenze. Figure di rilievo del nuovo partito

a di persone, sisaranno, oltre a Tranmæl stesso, Einar Gerhardsen (1897-1987), destinato a divenire primo

Sullo sfondoministro nel secondo dopoguerra e considerato uno dei padri della moderna società

nche la ‘svolta norvegese99 e Oscar Torp (1893-1958), anch’egli futuro primo ministro.

ltro lo avrebbe Ma il cambiamento del quadro doveva coinvolgere anche altre forze. Nel 1920 infatti

l’Associazione dei contadini norvegesi (Norges Landmandsforbund), sorta nel 1896 per

a negli sviluppidifendere gli interessi della categoria, stabiliva di costituire un vero e proprio Partito dei

918 infatti l’alacontadini (Bondepartiet) per poter incidere più direttamente nella vita politica del Paese.100

pproccio di tipoNel 1959 questa formazione, ormai svincolata dal legame esclusivo con il mondo contadino,

di questa svoltaavrebbe mutato il proprio nome in Partito di centro (Senterpartiet). Per contro le forze più

98conservatrici si muovevano verso sbocchi per molti aspetti pericolosi. La tendenza del

o orientamento movimento dei lavoratori alla radicalizzazione e gli aspri conflitti sociali determinarono

dei lavoratoriinfatti, per contrasto, la nascita (1925) del movimento Lega per la patria (Fedrelandslaget)

e anni dopo lache puntando su un deciso e rinnovato nazionalismo voleva riunire tutte le forze ostili

paccatura: i più all’ideologia marxista (che poneva le problematiche sociali su un piano sovrannazionale) e

a e costituironostroncare le manifestazioni operaie.101 Nomi importanti al suo interno furono (oltre al

27 il Partito deifondatore Joakim Lehmkuhl, 1895-1984) quelli dell’esploratore Fridtjof Nansen e di

riunificarono in Christian Michelsen, già primo ministro.102 Seppure l’intendimento iniziale non fosse di
o’ e abbastanzacarattere estremista, nel movimento si verificarono, soprattutto dagli anni ’30 (proprio nel

n successo che periodo in cui esso stava perdendo forza) ampie aperture nei confronti del fascismo e del

azione del 1936nazismo e molti dei suoi aderenti transitarono nelle organizzazioni naziste norvegesi.103 Il

nuovo partitoche avvenne sebbene la Lega rimanesse assai più vicina al Partito dei contadini e al Partito

divenire primo popolare liberale e, infine, si sciogliesse nel fatidico 1940 (dopo di che alcuni suoi membri

oderna societàavrebbero aderito alla resistenza). Ma il vero partito estremista di destra, l’Unione nazionale

(Nasjonal samling), sarebbe stato fondato da Vidkun Quisling (1887-1945) nel 1933 e

Nel 1920 infattiavrebbe assunto a modello il fascismo italiano e il nazismo tedesco: la sua organizzazione

nel 1896 perparamilitare detta Hird (Hirden)104 era chiaramente ricalcata sul “reparto d’assalto” tedesco

prio Partito dei(Sturmabteilung). Del resto nel 1931 era stata costituita un’organizzazione detta Aiuto ai

100rurali contro la crisi (Bygdefolkets krisehjelp) che portava avanti i propri scopi in un’ottica

ondo contadino,reazionaria. Da quest’organizzazione sarebbe sorto il partito dei Rurali (Bygdefolket) che

tro le forze piùnelle elezioni del 1933 si sarebbe alleato all’Unione nazionale di Quisling ma sarebbe stato

a tendenza delsciolto nel 1936. Per altro anche il partito nazista, sebbene interpretasse, almeno in parte,

determinaronoorientamenti presenti nella società norvegese (come l’antisemitismo105 e la propensione per

)l’eugenetica)106 non ottenne che modesti risultati elettorali (non superò mai il 3 % dei

le forze ostili consensi) e, nonostante la decisa opposizione al temuto ‘pericolo rosso’, la sua spinta parve a

rannazionale) eun certo punto destinata a esaurirsi, anche perché il più grande partito di sinistra andò

urono (oltre al orientandosi in senso socialdemocratico. Ma i grandiosi piani di Hitler avrebbero cambiato le

Nansen e dicose.107

e non fosse di Nel 1919 era stato introdotto in Norvegia un sistema elettorale proporzionale (quanto
30 (proprio nel meno nei collegi più grandi), sul quale ci si sarebbe sostanzialmente basati in seguito:108 ciò

fascismo e deldeterminò un maggiore equilibrio fra le diverse formazioni politiche ma anche una frequente

Il alternanza di governi, sicché anche il Partito dei lavoratori giunse al potere, seppure vi

dini e al Partitorestasse per un brevissimo lasso di tempo (28 gennaio-15 febbraio 1928).109

ni suoi membri Come è stato detto, gli anni ’20 costituiscono un periodo di grandi contrasti, fortemente

nione nazionaleacuiti dalla crisi economica e dalla radicalizzazione dello scontro. Tuttavia, dopo l’ulteriore

5) nel 1933 e peggioramento della situazione, derivante dal contagio della recessione mondiale, si constata

organizzazioneda parte del Partito dei lavoratori l’abbandono della linea radicale e rivoluzionaria in favore

ssalto” tedescodi una politica più pragmatica, indirizzata alla soluzione dei gravi problemi del Paese (in

detta Aiuto aiprimo luogo la drammatica disoccupazione) ma anche a evitare il rischio di derive fasciste

opi in un’otticaconseguenti a una contrapposizione frontale. Sicché nel 1935, con l’appoggio fondamentale

) chedel Partito dei contadini (risultato di un accordo cui spingeva l’urgenza della congiuntura), il

a sarebbe stato suo rappresentante, Johan Nygaardsvold (1879-1952) avrà l’incarico di primo ministro,

lmeno in parte,inaugurando (con la sola parentesi della guerra) un lungo periodo di governo

propensione persocialdemocratico. Un notevole contributo alla ripresa del Paese verrà da Ole Colbjørnsen

mai il 3 % dei(1897-1973), autore di studi e piani economici innovativi.110

a spinta parve a Gli anni ’30, pur nel permanere di diversi conflitti, mostrano anche qualche tedenza al

i sinistra andò riavvicinamento: sul piano religioso la guerra all’interno della Chiesa pare trovare

ero cambiato lecomposizione nelle celebrazioni del nono centenario del ‘martirio’ di Olav il Santo (1930),111

mentre si smorza (almeno in certa misura) anche l’accesa disputa linguistica che

zionale (quantonell’intreccio con i sentimenti politici di parte aveva conosciuto durissime contrapposizioni
ciòlegate, tra l’altro, alla volontà della Sinistra di promuovere il landsmaal nella scuola, nella

e una frequente Chiesa (nel 1920 si era discusso se il libro dei salmi potesse essere pubblicato in landsmaal)

ere, seppure vie nell’amministrazione dello Stato.112 Ciò si tradurrà in una serie di provvedimenti di

revisione ortografica,113 ma anche nella scelta di sostituire termini troppo apertamente

asti, fortemente connotati di ‘danicità’ con altri autenticamente norvegesi: basti pensare alla decisione di

dopo l’ulteriore ‘ribattezzare’ la capitale chiamandola Oslo anziché Kristiania (1924), nome che troppo da

iale, si constatavicino ricordava la sottomissione al re danese.114 Scarsa fortuna avrà tuttavia il tentativo di

onaria in favore ‘costruire’ il samnorsk, vale a dire il “norvegese comune” favorendo la confluenza (almeno a

i del Paese (inlivello scritto) delle due lingue (in quella direzione del resto andava la riforma del 1938).115

derive fascisteEsso sarà apertamente osteggiato in primo luogo dai sostenitori del riksmaal (o bokmål come

o fondamentalepoi si chiamerà), ma anche da quelli del landsmaal (o nynorsk come poi si chiamerà). Ragion

congiuntura), ilper cui, dopo la parentesi della guerra, il conflitto linguistico riprenderà tutto il suo vigore.116

primo ministro, La situazione generale andò dunque gradatamente migliorando.117 Determinate questioni,

o di governocome quella affatto secondaria del proibizionismo (che aveva creato grossi problemi nei

Ole Colbjørnsenconfronti di Paesi esportatori di vino) e aveva determinato la caduta di governi, erano ormai

alle spalle.118 Così come era stata risolta la questione relativa alle isole Svalbard sulle quali il

lche tedenza al Paese aveva da tempo rivendicato la propria sovranità. Dopo la fine della guerra essa veniva

a pare trovare di fatto riconosciuta (con il cosiddetto Trattato sulle Spitsbergen), tuttavia con una serie di

111limitazioni tra cui il mantenimento della condizione di territorio demilitarizzato e il pieno

linguistica chediritto dei firmatari a intraprendere libera attività economica nelle isole. La Norvegia avrebbe

ontrapposizioniacquisito giurisdizione sull’arcipelago a partire dal 1925.119


la scuola, nella E, sebbene in modo ancor meno soddisfacente, era stato chiuso anche il contrasto sulla

)Groenlandia legato a interessi politici ed economici (in particolare la caccia alle foche e alle

ovvedimenti dibalene).120 Questo territorio, come noto, apparteneva alla Danimarca121 che ancora nel 1921

po apertamente aveva ribadito la propria sovranità. Tuttavia negli ambienti norvegesi più nazionalisti si

la decisione disosteneva che esso spettasse piuttosto alla Norvegia, dal momento che da lì erano partiti i

che troppo da primi nordici che l’avevano colonizzato (il pensiero andava innanzi tutto a Eirik il Rosso),122

a il tentativo disicché nel 1926 dall’unione di diverse istituzioni locali era stata istituita la Lega norvegese

enza (almeno a per la Groenlandia (Norges Grønlandslag) presieduta dall’archeologo Anton Wilhelm

115 Brøgger (1884-1951). Il 27 giugno 1931 un gruppo di uomini decise di passare all’azione:

comeoccupò un’area sulla costa orientale circostante la località di Myggbukta (dove oltre ad

amerà). Ragionalcune strutture per i cacciatori c’erano una stazione radio e una postazione meteorologica) e

vi innalzò la bandiera norvegese. Questo gruppo era guidato da Hallvard Devold (1898-

inate questioni,1957), che in precedenza (1925-1926) aveva diretto l’istituto meteorologico che i Norvegesi

si problemi neinel 1922 avevano allestito sull’isola di Jan Mayen a indicare la presa di possesso di quel

ni, erano ormai territorio (poi ufficialmente ratificata nel 1929).123 All’area ‘occupata’ (per altro disabitata)

rd sulle quali ilfu dato significativamente il nome di Terra di Eirik il Rosso (Eirik Raudes Land). Dopo

rra essa veniva un’iniziale titubanza il governo retto dal Partito dei contadini e presieduto da Peder Kolstad

on una serie di (1878-1932) e nel quale Vidkun Quisling aveva la carica di ministro della Difesa124 diede il

zato e il pienoproprio appoggio all’azione e nominò un funzionario ad hoc nella persona dell’archeologo

orvegia avrebbe Helge Ingstad (1899-2001). In Norvegia la convinzione di avere esercitato il proprio diritto

era condivisa (non da ultimo dal re) sicché l’anno successivo venne messa in atto una vera e
contrasto sullapropria occupazione della zona compresa tra 60° 30’ e 63° 40’ di latitudine nord, cui venne

alle foche e alledato nome Terra di Fridtjof Nansen (Fridtjof-Nansen-Land). Come era prevedibile la

ncora nel 1921Danimarca reagì vigorosamente e portò la questione di fronte al Tribunale internazionale

nazionalisti sidell’Aja che accolse pienamente le sue ragioni sicché per la Norvegia la questione si

ì erano partiti i concluse con un completo insuccesso.125

122 Superati gli anni bui della crisi l’economia norvegese riprese a crescere. Abbandonato il

Lega norvegeseprincipio della parità aurea la corona era stata opportunamente svalutata con evidenti

Anton Wilhelmvantaggi per le esportazioni che crebbero in misura consistente. Il 9 marzo 1935 fu

sare all’azione:sottoscritto tra il sindacato (LO) e l’organizzazione dei datori di lavoro (NAF) un accordo di

(dove oltre adprincipio (hovedavtale) che mise fine a decenni di dure contrapposizioni, ponendo al

meteorologica) econtempo le basi di rapporti futuri.126 Inoltre il governo a guida socialdemocratica approvò

Devold (1898-provvedimenti di sostegno all’occupazione e all’agricoltura e portò avanti una ‘legislazione

che i Norvegesisociale’ che avrebbe costituito la base del futuro welfare state norvegese.

ossesso di quel Anche in Norvegia, nonostante la guerra e i problemi, la vita stava profondamente

altro disabitata)cambiando: sulle strade aumentava il numero delle biciclette (diffuse dagli anni ’90 del XIX

). Doposecolo) e delle automobili (passate tra gli anni ’10 e gli anni ’30 da poco meno di un migliaio

a Peder Kolstada oltre sessantacinquemila), nelle case (ora più moderne, fornite di elettricità e di qualche

diede il apparecchio domestico prodotto dalla nuova tecnologia)127 entrava la radio;128 la pratica

dell’archeologosportiva si diffondeva,129 giungeva il cinema e qualche tradizione cominciava a lasciare

proprio diritto spazio a nuove mode. Anche qui la ricerca scientifica proseguiva e molti studiosi si

atto una vera e segnalano a livello internazionale.130 Campi nei quali (anche grazie alle diverse spedizioni
nord, cui vennescientifiche) essi diedero un apporto cospicuo sono quello della meteorologia131 e

prevedibile la dell’oceanografia,132 sebbene l’eccellenza sia raggiunta anche in altri ambiti.133 Né va

internazionaletrascurato il settore umanistico che annovera molti nomi di grande prestigio.134

la questione si Nel 1920 la Norvegia era entrata a far parte della Società delle Nazioni. In realtà

all’interno di questo organismo essa aveva più che altro cercato di rafforzare la posizione dei

Abbandonato ilPaesi per così dire ‘minori’, sforzandosi di mantenere un costante profilo di neutralità. Per

a con evidentiquesto motivo, ma anche per la scelta di privilegiare politiche sociali, la difesa era stata in

marzo 1935 fu parte trascurata (negli anni ’20 le opinioni al riguardo erano contrastanti) e solo nella seconda

) un accordo dimetà degli anni ’30 con l’intensificarsi dei timori di una nuova guerra si cominciò ad

ni, ponendo alaumentare le spese a essa destinate (più che triplicate tra il 1938 e il 1940). Ma né questo né,

cratica approvòtanto meno, il mantenimento di un indirizzo neutrale in politica estera sarebbero bastati a

na ‘legislazioneevitare la catastrofe.

Che della neutralità norvegese ben poco importasse alle grandi potenze era apparso

profondamentechiaro fin dal febbraio 1940 quando nelle acque norvegesi si era verificato l’incidente (se

nni ’90 del XIX così lo si vuole definire) della petroliera Altmark.135 In realtà sia i Tedeschi sia gli Alleati (in

o di un migliaioparticolare gli Inglesi) avevano ben chiara l’importanza della Norvegia nella ‘geografia della

tà e di qualcheguerra’. Essa infatti costituiva uno snodo fondamentale del traffico di ferro spedito con la

la praticaferrovia dalle miniere svedesi fino al porto di Narvik dal quale poi poteva raggiungere la

iava a lasciareGermania. Inoltre a nessuno sfuggiva l’importanza strategica dei diversi porti sull’Atlantico.

olti studiosi siL’operazione denominata “esercitazione Weser” (Weserübung) con la quale i Tedeschi

erse spedizioniintendevano stabilire il proprio dominio navale, aereo e terrestre sulla Norvegia ebbe inizio il
e9 aprile 1940, lo stesso giorno dell’occupazione della Danimarca. Contrariamente a quanto

Né va avvenuto in quel Paese i soldati tedeschi incontrarono qui una notevole resistenza: contrastati

dalle forze navali inglesi essi dovettero affrontare anche la reazione norvegese (sostenuta da

zioni. In realtà truppe inglesi e francesi). Lo stesso 9 aprile il re e i membri del parlamento riuscirono ad

a posizione deiallontanarsi in tutta fretta dalla capitale e dopo una prima sosta a Hamar raggiunsero Elverum

neutralità. Perdove fu sottoscritto un atto che trasferiva ogni potere al governo fino al cessare

esa era stata indell’emergenza (il che significò fino alla fine della guerra). Il tentativo degli aggressori di

o nella secondaimporre immediatamente la propria dominazione nominando un nuovo esecutivo guidato da

si cominciò ad Vidkun Quisling (che per altro si era subito affrettato ad autoproclamarsi) si infranse contro

Ma né questo né,la ferma volontà del re Haakon VII che, pur nella dolorosa consapevolezza delle gravissime

bbero bastati aconseguenze che questa scelta avrebbe comportato per il Paese, dichiarò di non poter venir

meno ai princìpi costituzionali e dunque di preferire l’abdicazione alla resa, pur lasciando

ze era apparso ogni decisione definitiva ai membri del governo: essi all’unanimità rifiutarono di aderire alle

l’incidente (serichieste della Germania e invitarono il popolo norvegese alla resistenza. La durissima

a gli Alleati (in reazione dei Tedeschi costrinse il re e l’intero esecutivo a fuggire ancora più a nord

‘geografia dellarifugiandosi nella città di Tromsø, che il 1 maggio fu dichiarata capitale provvisoria. In capo

spedito con laa due mesi le forze di occupazione stroncarono la resistenza norvegese e il 10 giugno a

raggiungere laTrondheim venne firmata la resa. Tre giorni prima la famiglia reale e i membri del governo si

sull’Atlantico.erano imbarcati alla volta di Londra. Del gruppo faceva parte anche Carl Joachim Hambro

ale i Tedeschi(1885-1964), presidente del parlamento e politico della Destra che sempre aveva voluto

ia ebbe inizio il tracciare una netta linea di demarcazione tra i princìpi della propria area politica e le
mente a quantoaberranti ideologie nazi-fasciste e che dopo l’attacco del 9 aprile aveva abilmente ‘sottratto’

nza: contrastatiil re e i membri del parlamento dalle mani dei nemici organizzando il trasporto verso Hamar.

e (sostenuta da Il 15 aprile 1940 la Corte suprema norvegese nel tentativo di ‘salvare il salvabile’ aveva

o riuscirono adnominato un Consiglio di amministrazione (Administrasjonsrådet) che potesse in qualche

unsero Elverummodo trovare una via d’intesa coi Tedeschi. Con l’avvallo di questi ultimi esso sostituì il

ino al cessare‘governo’ di Quisling ma fu a sua volta presto rimpiazzato. Il 24 aprile Hitler inviò in

li aggressori diNorvegia il commissario Josef Terboven (1898-1945) il quale assunse i pieni poteri

tivo guidato dainstaurando un vero e proprio regime del terrore: egli tuttavia era ostile a Quisling che cercò

infranse controsostegno direttamente presso Hitler. Terboven fu dunque costretto ad accettare la sua

elle gravissimecollaborazione. Il 25 settembre 1940 in un proclama Terboven comunicò ai Norvegesi che il

non poter venirre e il governo Nygaardsvold erano deposti e tutti i partiti sciolti tranne l’Unione nazionale,

, pur lasciandoinoltre nominò un ‘consiglio’ di collaboratori con a capo Quisling che però divenne

o di aderire alle effettivamente primo ministro solo il 1 febbraio 1942.136

. La durissima Naturalmente il regime imposto era esattamente ricalcato su quello nazista, mentre la

ora più a nordpropaganda cercava di portare i Norvegesi dalla parte degli invasori. In moltissimi casi senza

visoria. In caposuccesso; per evitare che il popolo potesse ascoltare le trasmissioni da Londra (da dove il re

il 10 giugno a si rivolgeva ai compatrioti) nell’estate del 1941 si arrivò a sequestrare gli apparecchi radio.

i del governo siNonostante la morsa degli occupanti fosse ben salda sul Paese, la resistenza non tardò a

achim Hambroorganizzarsi sfidando i metodi spietati dei Tedeschi e dei collaborazionisti che non esitavano

e aveva volutoad aggredire, arrestare, torturare, deportare, uccidere chiunque si opponesse né a ricorrere a

a politica e leferoci rappresaglie.137 Essa si manifestò con un atteggiamento passivo di disobbedienza


mente ‘sottratto’civile che ostacolava la realizzazione dei piani tedeschi ma anche in vere e proprie azioni di

sabotaggio,138 nell’aiuto ai fuggitivi, spesso ebrei (che in primo luogo venivano fatti passare

alvabile’ avevain Svezia), nella diffusione di stampa clandestina.139 Una netta contrapposizione al nazismo

esse in qualche si manifestò dunque da più parti: nel mondo del lavoro140 e della scuola, tra i funzionari

esso sostituì ilamministrativi e di polizia, nella Chiesa. Così la Corte suprema si dimetteva per protesta

Hitler inviò incontro il nuovo ordinamento governativo voluto da Terboven, i vescovi norvegesi

i pieni poteriprendevano posizione contro il nazismo seguiti dalla gran parte delle comunità religiose

sling che cercòlocali i cui pastori si dimettevano in massa141 e il mondo della scuola si mostrava non solo

ccettare la suarefrattario all’infiltrazione dell’ideologia nazista ma fucina di partigiani.142 Questo era ben

Norvegesi che ilchiaro alle autorità tedesche quando, il 30 novembre del 1943, circondarono l’edificio

ione nazionale,dell’università di Oslo e arrestarono in massa studenti e docenti molti dei quali furono poi

però divenneinternati in Germania.143 Del resto fin dal 1941 il rettore Didrik Arup Seip,144 che pure era

stato membro del Consiglio di amministrazione del 1940, era stato rinchiuso in un campo di

zista, mentre laconcentramento. Né mancò ai Norvegesi l’appello forte e chiaro di molti intellettuali: fra tutti

ssimi casi senzail grande scrittore Arnulf Øverland (1889-1968) che fin dalla seconda metà degli anni ’30

a (da dove il reaveva chiaramente avvertito del pericolo nazista.145 Anche episodi singoli come quello in cui

pparecchi radio.il celebre musicista e direttore d’orchestra Harald Heide (1876-1956) facilitò la fuga di un

za non tardò a violinista ebreo146 o l’atto di insubordinazione dell’ufficiale di polizia Gunnar Eilifsen (1897-

e non esitavano 1943) che fu per questo condannato a morte,147 mostrano quanto fosse diffuso il sentimento

né a ricorrere a di insofferenza e di rivolta. Quello che sarebbe stato definito il “Fronte interno”

disobbedienza(Hjemmefronten) comprendeva dunque tanto la resistenza non organizzata quanto quella


roprie azioni diorganizzata. Quest’ultima era presente sia all’interno del mondo militare (Milorg) sia di

no fatti passarequello civile (Sivorg) e rispondeva direttamente al governo in esilio che nel 1944 ne affidò la

one al nazismoguida a Paal Berg (1873-1968).

tra i funzionari Nell’ottobre di quello stesso anno l’esercito russo occupava la località di Kirkenes

va per protestanell’estremo nord del Paese. Era l’avvio della liberazione che si concretizzò con l’atto di resa

covi norvegesidei Tedeschi l’8 maggio 1945. Essi abbandonarono il territorio norvegese non senza lasciare

munità religiose dietro di sé rovine e distruzione. La famiglia reale e il governo fecero ritorno in patria. Il 12

strava non sologiugno il primo ministro Johan Nygaardsvold (formalmente – almeno per i norvegesi –

Questo era ben rimasto in carica) rassegnò le dimissioni lasciando spazio a un governo di grande coalizione

rono l’edificiocon rappresentanti di tutte le forze politiche (esclusa evidentemente l’Unione nazionale!)

uali furono poi guidato da Einar Gerhardsen che accompagnò il Paese verso libere elezioni in seguito alle

che pure era quali Gerhardsen stesso avrebbe formato un nuovo esecutivo socialdemocratico. Quisling

in un campo ditentò in extremis una sorta di politica del compromesso ma fu arrestato e processato.

lettuali: fra tuttiCondannato a morte venne fucilato il 24 ottobre 1945.148

degli anni ’30 Fin dal 1905, quando era divenuto re di Norvegia, Haakon VII aveva sempre mostrato grande

me quello in cuiamore per il suo nuovo Paese, attenzione per il popolo e rispetto della costituzione. Costretto
all’esilio inglese durante la seconda guerra mondiale, non mancò mai di far sentire la propria
ò la fuga di un
vicinanza alla nazione. Si riporta di seguito un discorso da lui rivolto ai Norvegesi nella ricorrenza
Eilifsen (1897-
della festa nazionale, il 17 maggio 1942:
o il sentimento
“Il 17 maggio è sempre stato un giorno in cui la gioventù marciava in corteo con le bandiere, e il
ronte interno”
giorno in cui i più anziani inneggiavano ai nostri padri di Eidsvoll poiché essi nelle difficili
quanto quella
condizioni di allora hanno dato vita alla costituzione norvegese. Libertà e indipendenza sono due
) sia di cose che il popolo norvegese considera sublimi e sacre, e non abbiamo mai preso in considerazione

944 ne affidò la che qualcuno potesse privarci di questa libertà. Nel 1905 fu possibile realizzare l’indipendenza della
Norvegia e ciò avvenne in modo pacifico e per mezzo della trattativa. Perciò era forse troppo

semplice per il popolo norvegese credere che anche nel futuro fosse possibile ottenere buoni risultati
tà di Kirkenes
con la trattativa. Del resto la prima guerra mondiale non ci ha fatto mutare questa opinione.
on l’atto di resa
È stato solo il 9 aprile che siamo stati strappati a questa convinzione e ci siamo trovati
n senza lasciare
improvvisamente e inaspettatamente a decidere se accettare le richieste che i nostri nemici ci
in patria. Il 12
facevano o difendere la nostra libertà fino a che fosse stato possibile. In un giorno come oggi io non
i norvegesi –
posso fare a meno di esprimere gratitudine a ciascuno dei ministri perché nessuno di loro in quel
ande coalizionemomento era in dubbio su cosa dovessimo fare. Il governo era consapevole della sua responsabilità,

one nazionale!) e noi sapevamo che non eravamo preparati a una tale aggressione. Nessuno di noi aveva creduto che

in seguito alleci fosse in agguato qualche pericolo fintanto che avessimo cercato di tirare avanti e [pensavamo]

atico. Quisling che avremmo potuto superare questa guerra nello stesso modo in cui eravamo riusciti nella guerra

o e processato.precedente. La resistenza che potevamo opporre non poteva essere molto forte, poiché non eravamo
preparati. Ma io sono sicuro che noi tutti insieme sentivamo di trovarci di fronte alla scelta di poter

guardare negli occhi le generazioni future e il resto del mondo con la sensazione di avere fatto il
mostrato grande
nostro dovere per la Norvegia, la sua libertà e indipendenza.
zione. Costretto
Noi avevamo sperato che i nostri alleati potessero darci un sostegno, ma non si può improvvisare
entire la propria
una difesa di fronte a una delle più grandi potenze militari del mondo che, mentre tutti gli altri
nella ricorrenza
procedevano nel disarmo, si armava in segreto.

Ci trovammo ancora una volta di fronte a una situazione molto difficile durante i combattimenti,
n le bandiere, e il
ed è stato allora che abbiamo dovuto deciderci a lasciare il Paese per continuare la battaglia [...]
ssi nelle difficili
Ciò che ha contribuito al buon nome della Norvegia in questo Paese,149 non riguarda solo noi
ndenza sono due
n considerazioneche siamo costretti a restare fuori dai confini del Paese, ma soprattutto quelli che sono in patria. Ciò

dipendenza dellache noi chiamiamo fronte interno, è quello che ci ha guadagnato presso tutto il mondo civile rispetto

era forse troppoe considerazione per ciò che la Norvegia è e per ciò che la Norvegia fa in questo momento. Tutti noi

re buoni risultatiche stiamo fuori dai confini nazionali, siamo pieni di ammirazione per il comportamento sereno e

coraggioso che viene assunto nei confronti degli occupanti. Io voglio esprimere gratitudine e

ci siamo trovatiammirazione per tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno dimostrato il loro eroismo. È la

nostri nemici cidonna normale che a casa siede a parlare della situazione con i figli, e tutte le nostre grandi

ome oggi io non istituzioni che non si sono mai lasciate piegare. E proprio in questi giorni siamo a leggere degli

o di loro in quelultimi attacchi portati contro la nostra Chiesa e la scuola.

a responsabilità, Ci riempie di dolore e di orrore leggere o sentire del trattamento di cui sono stati fatti oggetto

veva creduto chequesti norvegesi. Essi sapevano bene dove poteva portarli il loro atteggiamento, ma non hanno

i e [pensavamo]tradito la loro coscienza, sebbene sapessero che avrebbero potuto essere messi al muro. Non

citi nella guerrapossiamo essere grati a loro a sufficienza. Ma il trattamento a cui essi sono stati sottoposti, ha fatto

ché non eravamosì che noi che ci troviamo fuori dal Paese, sentiamo che ogni singolo tedesco avrà la responsabilità

a scelta di poterper ogni azione a cui ha sottoposto il nostro popolo in patria.

di avere fatto il Verrà il giorno della resa dei conti dopo questo, e allora ogni singolo tedesco dovrà rendere

conto per tutte le azioni disumane commesse contro persone indifese.

può improvvisare In un giorno come il 17 maggio io sono abbastanza sicuro che tutti i Norvegesi che si trovano

tre tutti gli altrifuori dalla Norvegia pensano a quelli che sono in patria, ciascuno ai suoi, e aspirano al giorno della

liberazione [...]

i combattimenti, Tutti vogliono dare il proprio contributo per rendere la Norvegia di nuovo libera.

Ma ci sono anche altri grandi obiettivi. Non si tratta solo di restituire la libertà alla Norvegia,

iguarda solo noima anche di ricostruirla e al contempo creare una società in cui tutti possano vivere in futuro una
no in patria. Ciòvita libera e felice.

do civile rispetto Voglio concludere esprimendo l’auspicio che non debba passare troppo tempo prima che noi si

omento. Tutti noipossa tornare in Norvegia e dare avvio alla ricostruzione.”150

amento sereno e 13.4. Dall’autonomia alla piena sovranità attraverso i conflitti

re gratitudine e Per quanto relegata alla periferia dell’Europa anche l’Islanda doveva subire le
o eroismo. È la
conseguenze del primo conflitto mondiale. Il Paese si era da poco conquistata una maggiore
le nostre grandi
indipendenza che, complici i problemi determinati dalla guerra, fu presto messa alla prova.
a leggere degli
Per la verità (come del resto avvenuto in Norvegia) lo scoppio del conflitto aveva (almeno

inizialmente) arrecato dei vantaggi economici: i pescherecci stranieri stavano lontani dalle
tati fatti oggetto
coste del Paese e le merci islandesi (non solo il prodotto della pesca) erano richieste in
, ma non hanno
quantità massicce. Ma se i commercianti traevano ottimi profitti lo stesso non si può dire dei
i al muro. Non

ttoposti, ha fatto
lavoratori. Lo stato di guerra aveva infatti determinato una scarsità di prodotti e un aumento

la responsabilitàdei prezzi dei beni importati mentre i salari erano rimasti fermi. Ciò determinò una serie di

agitazioni per affrontare le quali fu indispensabile il supporto dell’Unione sindacale

o dovrà rendere nazionale sorta nel 1916; del resto negli anni successivi si constaterà una crescente

‘coscienza di classe’ (il 1 maggio sarà per la prima volta festeggiato in Islanda nel 1923) e
si che si trovano
una più efficiente organizzazione dei lavoratori.151 Come altrove, con il procedere del
o al giorno della
conflitto la situazione peggiorò. Le esportazioni furono ‘monopolizzate’ dagli Inglesi che

ottennero di acquistare (tuttavia a prezzi fissi) le eccedenze delle merci non cedute a Paesi

neutrali, in modo da ‘tagliare i viveri’ alla Germania; inoltre anche il commercio navale
à alla Norvegia,
islandese fu colpito dalla guerra sottomarina scatenata dai Tedeschi. Nel frattempo la carenza
ere in futuro una
di generi di prima necessità aveva determinato la necessità di un razionamento mentre il

prima che noi sigoverno, guidato da Jón Magnússon (1859-1926) rappresentante del Partito

dell’autogoverno, costituiva un ente di gestione degli scambi commerciali. Ad aggravare la

difficile situazione si aggiunse nella capitale una gravissima carenza di alloggi; notevoli
veva subire le
problemi furono inoltre causati dal rigidissimo inverno 1917-1918, quando il mare formò in
a una maggiore
molti luoghi (non da ultimo nel porto di Reykjavík) una spessa lastra di ghiaccio, dalla
essa alla prova.
devastante eruzione del vulcano Katla avvenuta tra i mesi di ottobre e novembre del 1918
aveva (almeno
che non causò vittime umane ma consistenti danni materiali (per la morte di molti capi di
no lontani dalle
bestiame e la distruzione di numerose fattorie) e dal diffondersi della ‘spagnola’,
no richieste in
un’epidemia che non risparmiò neppure i più lontani Paesi nordici.152
si può dire dei
Eppure il 1918 sarebbe stato un anno di straordinaria importanza nella storia islandese. Il
i e un aumento
18 luglio di quell’anno veniva infatti sottoscritto l’Atto di unione con la Danimarca153 in base
nò una serie di
al quale l’Islanda riacquistava sostanzialmente la propria indipendenza, solo restando legata
ione sindacale
all’antico dominatore in unione personale nella figura del re. Un risultato maturato nel tempo
una crescente
ma che aveva potuto essere raggiunto anche grazie al clima politico creatosi in Danimarca in
nda nel 1923) e
relazione alla questione del recupero di territori dello Schleswig a maggioranza danese, per
procedere del
riottenere i quali si era fatto leva sulla considerazione che i desideri delle popolazioni locali
agli Inglesi che
non potessero essere ignorati.154 Il trattato, che aveva una durata prevista di venticinque anni,
cedute a Paesi
conteneva anche una serie di clausole tra cui quelle che impegnavano la Danimarca a curare
mmercio navale
la politica estera degli Islandesi e la Suprema corte di Copenaghen a gestire anche le loro
mpo la carenza
questioni, ma solo fino a che questi non avessero voluto provvedere direttamente. Il 1
mento mentre ildicembre 1918, giorno successivo alla ratifica definitiva, la bandiera islandese veniva

del Partitoinnalzata al posto di quella danese sul pennone del palazzo del governo. La città di Reykjavík

Ad aggravare la e tutta l’Islanda erano in festa. Nel Paese non si perse tempo a definire gli aspetti rimasti in

loggi; notevoli sospeso con l’Atto del 1918. Nel 1920 fu approvata una nuova costituzione (Stjórnarskrá

mare formò in konungsríkisins Íslands), fu costituita la Corte suprema (Hæstiréttur) e si diede l’avvio alle

ghiaccio, dallarelazioni diplomatiche aprendo la prima ambasciata a Copenaghen.

embre del 1918 La nuova Islanda indipendente doveva ora affrontare i problemi del dopoguerra, comuni

di molti capi dia molti Paesi. Anche qui infatti le conseguenze del conflitto si sarebbero a lungo fatte sentire

lla ‘spagnola’,e l’economia avrebbe cominciato a dare segni di ripresa solo attorno alla metà degli anni ’20,

una ripresa trainata in primo luogo dal settore della pesca che si rimodernò sia per quanto

ria islandese. Ilriguarda le imbarcazioni sia per le attrezzature utilizzate nell’industria della conservazione

in basedel pesce.155 Passi avanti furono fatti anche nell’agricoltura sia con l’introduzione di sistemi

restando legata di irrigazione sia con il miglioramento dei macchinari (il che riguardò anche l’industria

urato nel tempoalimentare legata all’allevamento), sia con l’introduzione di fertilizzanti chimici, sia con

n Danimarca in l’emanazione di opportuni provvedimenti di legge.156

nza danese, per Nel 1930 l’Islanda festeggiava i mille anni dalla fondazione.Vi furono grandi

polazioni localicelebrazioni soprattutto a Þingvellir, cuore storico dello Stato.157 Il Paese fu al centro

enticinque anni,dell’attenzione internazionale e una delle più antiche repubbliche del mondo (allora in realtà

imarca a curare soggetta a un monarca!) fu visitata da ospiti illustri, fra tutti il re Cristiano X. Ma al di là dei

e anche le lorofesteggiamenti la gente stava iniziando a risentire della grave congiuntura mondiale che non

ettamente. Il 1tardò a produrre i suoi effetti: nel 1930 falliva la Banca d’Islanda (un disastro in parte
landese venivatamponato dalla fondazione, l’anno precedente, della Banca dell’agricoltura, Búnaðarbanki),

tà di Reykjavíkmentre la domanda di beni calava e di conseguenza calava la produzione, aumentava la

spetti rimasti indisoccupazione, crollavano i prezzi, si susseguivano i fallimenti. Il governo cercò di

Stjórnarskráintervenire favorendo il mercato interno e creando lavori socialmente utili; le comunità

ede l’avvio alleparrocchiali si adoperarono per venire in soccorso dei disoccupati. Ma la gravità della

situazione appare chiara nelle diverse manifestazioni dei lavoratori (scioperi cui si

guerra, comunirispondeva con serrate), frequenti nei primi anni ’30 e qualche volta sfociati in gravi scontri

ngo fatte sentire con la polizia. Nel 1934 fu costituita l’Associazione islandese dei datori di lavoro

degli anni ’20, (Vinnuveitendafélag Íslands).158 Nel 1938 fu promulgata la legge sulle categorie

sia per quanto professionali e i conflitti di lavoro per regolare il diritto allo sciopero e alle serrate.159 Verso

conservazionela fine degli anni ’30 un aiuto venne da una stagione particolarmente ricca per la pesca delle

zione di sistemiaringhe, tuttavia la chiusura del mercato spagnolo (tradizionale cliente) a causa della guerra

nche l’industriacivile impedì una vera e propria ripresa. Paradossalmente sarebbe stato lo scoppio della

himici, sia conseconda guerra mondiale a dare un contributo decisivo all’economia islandese.

L’occupazione da parte dell’esercito inglese prima e di quello americano poi (di cui poco

furono grandioltre) avrebbe infatti portato inaspettate opportunità di lavoro ma anche nuove merci, nuovi

e fu al centrostrumenti e nuove tecnologie.

(allora in realtà Anche per l’Islanda i primi decenni del XX secolo segnano (seppure in misura limitata

Ma al di là deirispetto agli altri Paesi scandinavi) un passo avanti verso la modernità: al posto di mulattiere

ondiale che non dissestate si cominciarono a costruire strade percorribili da motocarri e automobili (nel 1932

sastro in partefu terminata quella tra la capitale e Akureyri),160 si edificarono nuovi ponti, si stabilì una
),linea di collegamento marittimo lungo la costa (1922) e dal 1919 si cominciarono a vedere

, aumentava lanel cielo i primi aeroplani.161 Gli autobus urbani presero a circolare nella capitale nel 1931.

verno cercò diAnche gli stabilmenti industriali furono modernizzati e forniti di nuovi macchinari. Nel 1930

li; le comunitàfu aperto a Reykjavík l’Ospedale nazionale (Landspítalinn), inteso a fornire un servizio

a gravità dellaqualificato a tutto il Paese,162 si aprirono nuove scuole e si diede l’avvio alla costruzione di

cioperi cui sicase popolari per gli operai. L’elettricità venne diffusa innanzi tutto nelle zone meridionali e

in gravi scontriin quella settentrionale circostante Akureyri e Húsavík,163 si realizzarono acquedotti e si

tori di lavoro cominciò a utilizzare l’acqua delle sorgenti geotermali per riscaldare le case.164 Nel 1926

sulle categoriefurono avviate trasmissioni radio sperimentali (si trattava tuttavia di un servizio privato attivo

Verso solo nella capitale) e nel 1930 ebbero invece inizio le trasmissioni della Radio islandese

r la pesca delle (Ríkisútvarpið, più semplicemente RÚV).165 Anche la comparsa della prima pubblicità, così

usa della guerra come la diffusione della pratica sportiva166 e degli spettacoli di intrattenimento come teatro e

o scoppio dellacinema (seppure questi circoscritti alle città) sono eloquenti segnali di un cambiamento al

mia islandese.quale le associazioni giovanili portarono un notevole contributo.167 Nel 1925 l’Islanda superò

oi (di cui pocoi centomila abitanti, oltre la metà viveva ancora nelle aree rurali: ma la crescita delle

ve merci, nuovicittadine così come della capitale (che tra il 1920 e il 1940 passava da circa 18.000 a circa

38.000 residenti) segnano l’inizio di una inversione di tendenza destinata a rafforzarsi nel

misura limitatatempo.

to di mulattiere Il periodo fra le due guerre segna anche importanti mutamenti nel quadro politico. Fin dal

mobili (nel 19321916, come sopra si è detto,168 erano sorti due nuovi soggetti: il Partito socialdemocratico e il

i, si stabilì unaPartito del progresso. Ma il cambiamento del 1918 doveva portare a nuovi sviluppi. A
arono a vedereformazioni come il Partito dell’autogoverno o il Partito dell’indipendenza era venuta a

pitale nel 1931.mancare per molti versi la ragion stessa del loro esisitstere, sicché nel 1924 essi si fusero,

inari. Nel 1930raccogliendo anche adesioni dall’esterno, nel Partito conservatore (Íhaldsflokkurinn), prima

ire un serviziovera formazione islandese di destra. Ma non tutti i loro membri si adeguarono alla scelta: una

a costruzione diparte del Partito conservatore, a esempio, diede vita (1923) al Partito dei cittadini

e meridionali e(Borgaraflokkurinn), un’altra (1926) al Partito liberale (Frjálslyndi flokkurinn). Jón

acquedotti e siMagnússon, transitato nel Partito conservatore di cui divenne leader, guidò il suo secondo

Nel 1926governo tra il 1924 e il 1926 (anno della morte).169 Nel 1927 le elezioni furono vinte dal

o privato attivoPartito del progresso e Tryggvi Þórhallsson (1889-1935) divenne primo ministro di un

Radio islandeseesecutivo che godeva anche dell’appoggio del Partito socialdemocratico. In seguito a una

pubblicità, cosìrottura con gli alleati sulla legge elettorale nel 1931 egli (in buona parte ‘forzando la mano’)

o come teatro eportò il Paese a nuove elezioni e ottenne la maggioranza: di conseguenza formò un governo

ambiamento al monocolore che tuttavia ebbe vita breve dal momento che i disaccordi interni al suo

’Islanda superòmovimento lo indussero a lasciare per costituire (1933) il Partito dei contadini

a crescita delle(Bændaflokkurinn), iniziativa di scarso successo in quanto dopo soli quattro anni questa

18.000 a circaformazione sarebbe scomparsa dalla scena politica islandese. Dove nel frattempo (1929) era

rafforzarsi nelnato un nuovo Partito dell’indipendenza dalla fusione del Partito liberale con il Partito

conservatore. Un quadro in grande movimento (anche per via dell’introduzione di modifiche

politico. Fin dalalla costituzione relative alla legge elettorale),170 come si constata anche considerando gli

democratico e ilsviluppi nell’ala più radicale della sinistra. Fin dal 1922 negli ambienti giovanili del Partito

ovi sviluppi. Asocialdemocratico si era guardato verso l’Unione sovietica e si era dato vita all’Associazione
a era venuta adei giovani comunisti (Félag ungra kommúnista)171 che avrebbe costituito il nucleo di quello

4 essi si fusero, che nel 1930 sarebbe diventato il Partito comunista islandese (Kommúnistaflokkur Íslands)

), primasotto la guida di Brynjólfur Bjarnason (1898-1989) ed Einar Olgeirsson (1902-1993). Nel

alla scelta: una1938 con l’apporto di un gruppo di ‘esuli’ socialdemocratici esso avrebbe dato vita al Partito

o dei cittadinidi unità popolare – Partito socialista (Sameiningarflokkur alþýðu – Sósíalistaflokkurinn) che,

). Jónnonostante un certo allontanamento dalla linea più radicale (esso infatti lasciò il Comintern)

il suo secondosarebbe comunque rimasto fortemente caratterizzato dalla dottrina comunista.172 In Islanda

urono vinte dalnon mancarono infine i simpatizzanti del nazismo che si organizzarono nel 1933 nel

ministro di unMovimento nazionalista degli Islandesi (Þjóðernishreyfing Íslendinga); nel 1934 esso si

n seguito a unaspaccò e da questa frattura nacque il Partito nazionalista (Flokkur þjóðernissinna) che non

ando la mano’) ottenne mai rappresentanti in parlamento e cessò di esistere nel 1944.

mò un governo Dal punto di vista legislativo i decenni del primo dopoguerra sono caratterizzati da un

interni al suoserie di provvedimenti a carattere sociale tra cui misure di sostegno all’istruzione e

dei contadinil’istituzione di una assicurazione generale per vecchiaia, malattia e invalidità,173 norme che

ro anni questain parte costituiranno la base del moderno stato islandese. Tuttavia non manca, anche qui, un

mpo (1929) era decreto sull’eugenetica.174 Dopo il ritiro di Tryggvi Þórhallsson il governo fu guidato (1932-

con il Partito1934) da Ásgeir Ásgeirsson (1894-1972), futuro presidente della repubblica. A lui successe

ne di modificheHermann Jónasson (1896-1976) capo del Partito del progresso il cui esecutivo di coalizione

onsiderando gli con i socialdemocratici fu definito il “governo delle classi lavoratrici” (“stjórn hina vinnandi

anili del Partitostétta”).175 Nel 1939, alla vigilia dello scoppio del secondo conflitto mondiale, Hermann

ll’AssociazioneJónasson diede vita a un nuovo esecutivo, una ‘grande coalizione’ che tuttavia escludeva il
nucleo di quello Partito socialista. Ma che, comunque, non andò oltre il 1942, sicché (anche per lo stallo

)conseguente alle elezioni di quell’anno) al governo si alternarono poi Ólafur Thors (1882-

902-1993). Nel1964) e Björn Þórðarson (1879-1973) il cui secondo mandato si concluse nel 1947. Il

o vita al Partito secondo governo Thors, è ricordato come “il governo della ricostruzione”

) che,(nýsköpunarstjórnin) poiché fu il primo a entrare in carica dopo una nuova tappa di

)fondamentale importanza nella storia del Paese: il raggiungimento della completa

In Islanda indipendenza nel 1944.

nel 1933 nel Una delle clausole dell’Atto di unione con la Danimarca stabiliva che prima della sua

l 1934 esso siventicinquennale scadenza esso potesse, su richiesta di una delle parti, essere ridiscusso e che

) che non se un nuovo trattato non fosse stato stipulato esso avrebbe automaticamente perso la propria

validità. In effetti in seguito all’occupazione tedesca della Danimarca i contatti tra i due Paesi

tterizzati da unsi erano molto allentati e si cominciò a pensare di poter finalmente far valere tale clausola. Se

all’istruzione eè vero che da talune parti si suggeriva di rinviare ogni decisione alla fine del conflitto, è

norme chealtrettanto vero che molti premevano per una risoluzione immediata. Fu così che dopo lunghe

a, anche qui, undiscussioni parlamentari si giunse alla dichiarazione ufficiale del 16 giugno 1944 (suffragata

guidato (1932-dall’esito di un referendum quasi plebiscitario nel quale la prevalenza del SÌ toccò il 97%)

A lui successecon la quale si dichiarava decaduto l’accordo del 1918 e si istituiva (a partire dal giorno

o di coalizione successivo) la repubblica islandese fondata su una propria, nuova costituzione.176 La data del

n hina vinnandi17 giugno, giorno in cui una solenne cerimonia a Þingvellir (nell’eco di festeggiamenti in

diale, Hermann tutto il Paese) salutava il definitivo ritorno dell’Islanda (dopo ben seicentottantadue anni!)

via escludeva ilalla piena indipendenza non era stata scelta a caso: in essa ricorreva infatti l’anniversario
he per lo stallodella nascita del ‘padre della patria’, Jón Sigurðsson.177 Il medesimo giorno il primo

r Thors (1882-presidente della rinata repubblica islandese veniva eletto nella persona di Sveinn Björnsson

e nel 1947. Il(1881-1952), già nominato reggente (a fare le veci del re danese) negli anni dal 1941 al 1943.

ricostruzione”Tra i messaggi di congratulazione inviati dall’estero non mancò quello di Cristiano X.

nuova tappa di Si era comunque in tempo di guerra. In un conflitto che, almeno inzialmente, era stato

della completavissuto (seppure con interesse e preoccupazione) da lontano, l’attacco tedesco alla

Danimarca e alla Norvegia aveva messo in allerta gli abitanti dell’isola, situata in mezzo

prima della sua all’Oceano Atlantico in posizione strategica. Ora il timore che Hitler pianificasse una

ridiscusso e cheoccupazione era tutt’altro che infondato anche perché, basandosi sul principio di neutralità, il

perso la propriagoverno aveva in precedenza respinto la richiesta di concedere il permesso di atterraggio ai

i tra i due Paesivelivoli dell’aviazione tedesca. Con una decisione unilaterale gli Inglesi (dopo aver ricevuto

ale clausola. Seun analogo rifiuto) vollero comunque anticipare l’eventuale mossa del nemico e il 10 maggio

del conflitto, è1940 occuparono l’Islanda e le Føroyar. Naturalmente ci furono proteste ufficiali ma nello

he dopo lunghestesso tempo l’invito alla popolazione a trattare i soldati inglesi come ospiti e ad accettare

944 (suffragatapazientemente una situazione che, per altro, non determinò episodi di violenza. Nell’estate

toccò il 97%)del 1941 le forze inglesi di stanza nel Paese furono sostituite da quelle americane, questa

rtire dal giornovolta dopo che il governo islandese aveva potuto dare il proprio assenso a condizione che

La data del esse si ritirassero immediatamente dopo la fine del conflitto. Nonostante l’impegno a non

steggiamenti inintervenire nella vita del Paese ci fu qualche interferenza come quando le forze di

tantadue anni!) occupazione inglesi proibirono la pubblicazione del giornale La volontà popolare

i l’anniversario(Þjóðviljinn),178 organo dei socialisti, e arrestarono i redattori.179 Alla fine della guerra ci fu
iorno il primouna accesa disputa (che tra l’altro portò alle dimissioni del secondo governo Thors)180 sulla

einn Björnssonquestione della permanenza degli Americani nel Paese: essa fu risolta con la concessione del

l 1941 al 1943. permesso di restare solo agli uomini impegnati nel completamento della costruzione

dell’aeroporto di Keflavík (sulla penisola di Reykjanes nel sud-ovest dell’isola) nell’area in

mente, era statocui, durante la guerra, era entrata in funzione la base militare americana.181

o tedesco alla 13.5. Inquietudini e ricerche culturali

tuata in mezzo Esporre in forma sintetica la cultura nordica del Novecento è impresa ardua, per taluni

ianificasse una versi scoraggiante. In un secolo nel quale antiche e a lungo indiscutibili certezze paiono

di neutralità, il improvvisamente dissolversi, e qualsiasi fiducia collassare di fronte alle grandi tragedie delle

di atterraggio ai guerre, si manifesta, parallelamente, la crisi dell’individuo alle prese con le problematiche

o aver ricevutodel proprio inconscio ormai svelate dalla psicoanalisi, con le questioni sociali riflesse in aspri

e il 10 maggio conflitti, con ideologie totalitarie e difficili ricerche di una via d’uscita, con una tecnologia

ficiali ma nelloche dopo aver suscitato grandiose speranze mostra ora il proprio lato pericoloso e per molti

e ad accettareversi incontrollabile. Il Novecento dunque travolge (e stravolge) i canoni consolidati

nza. Nell’estatedell’espressione artistica, confonde i generi letterari, erode i confini tra letteratura, arti

ericane, questafigurative, musica, si apre definitivamente a nuove forme di manifestazione culturale come

condizione chefotografia182 e cinematografia, rimuove le barriere tra arte ‘elevata’ e arte ‘comune’, disgrega

impegno a non questi stessi concetti alla radice fino ad arrivare a porsi la questione fondamentale della

do le forze dipossibilità stessa dell’esistenza di un tale tipo di espressione. È evidente come in un simile

ontà popolarecontesto le diverse personalità si muovano (anche quando formano gruppi in qualche modo

lla guerra ci fuomogenei) lungo un percorso individuale, per altro spesso faticoso, alla ricerca di risposte
sullache restano, in molti casi, provvisorie. Sicché anche l’uso delle definizioni di categoria (basti

concessione delpensare a modernismo) diventa giocoforza instabile, fluttuante. Qui si potranno dunque solo

lla costruzione indicare i nomi di maggior prestigio e accennare alla molteplicità dei tentativi che nella

ola) nell’area infrantumazione dell’esperienza artistica riflettono il senso di frantumazione dell’esperienza

umana.

13.5.1. Letterature

rdua, per taluni In generale nella produzione letteraria nordica della prima metà del XX secolo si constata

certezze paiono una sorta di divaricazione (ma si tratta – e non potrebbe essere diversamente – di una

di tragedie dellesuddivisione davvero approssimativa) tra una ricerca che resta, in diverse forme, su un piano

problematichespirituale (o, quantomeno, tradizionale) e un impegno che si sforza di utilizzare l’arte dello

riflesse in aspriscrivere come strumento di denuncia sociale ma anche, in taluni casi, di rivendicazione del

una tecnologiaproprio esistere da parte di categorie troppo a lungo private della possibilità di far sentire la

oso e per moltiloro voce. Eppure, pur avviandosi su percorsi diversi, molti ancora prendono le mosse dal

oni consolidatipaesanismo (un ‘paesanismo esteso’ si vorrebbe dire qui) – tipologia di scrittura tanto

letteratura, artiintrinsecamente ‘scandinava’ – nella quale il ricorso a scenari visivamente e

culturale comepsicologicamente familiari assicura, almeno, una sorta di saldo fondamento da cui

mune’, disgregaprocedere.183 A ciò si possono ricondurre le esperienze di prosatori come i danesi Jakob

damentale della Knudsen (1858-1917), che pare indicare una possibilità di salvezza solo nel mantenimento di

me in un similevalori religiosi e morali tradizionali; Johannes V. (Vilhelm) Jensen (1873-1950, premio

qualche modoNobel nel 1944) che propone una sorta di ‘darwinismo culturale’ (nel quale ampi spazi sono

erca di risposteriservati all’uomo del Nord, il che non gli ha risparmiato accuse di razzismo) che consenta di
categoria (bastisostituire all’irrealizzabile sogno di un impossibile ‘paradiso’ il raggiungimento di un

no dunque soloequilibrio concreto nella vita dell’uomo; Jeppe Aakjær (1866-1930) e Martin Andersen Nexø

tativi che nella (1869-1954), per i quali trarre ispirazione dall’ambiente quotidiano significa piuttosto

dell’esperienzafocalizzare l’attenzione, nel primo caso, sulle dure condizioni di vita degli operai agricoli e,

nel secondo, dei lavoratori dell’industria considerati in un’ottica rigorosamente marxista. Il

che permette di individuare nella sua opera un punto di riferimento per successivi ‘scrittori

colo si constataproletari’. Anche in Svezia, dove un momento di svolta tra una residua cultura ottocentesca e

mente – di una l’incalzante Novecento può essere rappresentato dalla “polemica di Strindberg”,184 i migliori

me, su un pianoautori della prima metà del secolo risentono palesemente del richiamo (nel senso in cui s’è

zare l’arte dellodetto) d’una ispirazione che nasce da ambienti consueti e familiari. Non soltanto,

endicazione delevidentemente, la sopra citata Selma Lagerlöf,185 ma anche altri prosatori di grande valore

di far sentire lache in forme diverse procedono a incisive analisi del ‘piccolo mondo’ borghese: Hjalmar

o le mosse dalSöderberg (1869-1941), che mantiene un tono sostanzialmente pessimista, disilluso e per

scrittura tantocerti versi ironico, Sigfrid Siwertz (1882-1970) severo censore della società contemporanea e

visivamente eHjalmar Bergman (1883-1931), anche drammaturgo, i cui personaggi si muovono in uno

mento da cuispazio (talora irreale) dominato dalla casualità e pervaso dalla disillusione e dall’angoscia

i danesi Jakobesistenziale. E mentre Ludvig Nordström (1882-1942) si propone come convinto sostenitore

mantenimento didelle nuove opportunità offerte dall’industria, Elin Wägner cerca di corrispondere agli

3-1950, premiointerrogativi e alle attese del movimento femminista.186 In Norvegia il miglior rappresentante

mpi spazi sonodi questa scrittura è certamente Olav Duun (1876-1939) che facendo ricorso alla ricchezza

che consenta diespressiva del nynorsk tratteggia la trasformazione dell’ambiente contadino soggetto alle
gimento di unsollecitazioni di un rapido cambiamento, mentre Johan Bojer (1872-1959), la cui fama è

Andersen Nexø (occorre dirlo) superiore alla qualità artistica, è ricordato tra l’altro per le descrizioni della

nifica piuttostovita dei pescatori norvegesi. Anche le opere dell’islandese Gunnar Gunnarsson (1889-1975),

perai agricoli e,che tuttavia scrive soprattutto in danese, mostrano chiaramente di non poter prescindere dallo

nte marxista. Ilstretto legame dell’autore con la sua terra.187

essivi ‘scrittori Ma le difficoltà e il disagio sociale, così come le vicende dell’attualità offrono molteplici

a ottocentesca espunti e così è facile per i diversi autori ‘scivolare’ su di essi, ampliare l’ambito dei motivi

i miglioriispiratori, aprirsi a nuove motivazioni letterarie (non solo tematiche bensì anche stilistiche).

senso in cui s’èE, dunque, mentre Bojer scrive dei migranti e Oskar Braaten (1881-1939) richiama

Non soltanto,l’attenzione del lettore sul logoramento fisico e psicologico di coloro che con il proprio

i grande valore lavoro fanno funzionare la nuova macchina industriale, un altro norvegese, Johan Falkberget

ghese: Hjalmar(1879-1967), noto in primo luogo per i romanzi incentrati sulla vita dei minatori (da lui

disilluso e perstesso vissuta in prima persona), traduce efficacemente in forma letteraria il periodo del

ontemporanea ecosiddetto jobbetiden.188 In Svezia Vilhelm Moberg (1898-1973), grande narratore del

uovono in unomondo contadino (visto nell’ottica della pressione sociale che grava sull’individuo) e

e dall’angoscia coraggioso accusatore del nazismo, riprenderà ancora il tema dei migranti in una serie di

into sostenitoreromanzi che usciranno tra il 1949 e il 1959.189 In Islanda, dove Þórbergur Þórðarson (1889-

rispondere agli 1974) con il suo Lettere a Laura (Bréf til Láru) del 1924 doveva provocare un vero e proprio

rappresentantesconvolgimento letterario, andando a puntare il dito contro le ingiustizie sociali e i mali della

o alla ricchezzaChiesa,190 il nome di maggiore spicco (se non altro per l’assegnazione del Nobel nel 1955) è

o soggetto allequello di Halldór Kiljan Laxness (pseudonimo di Halldór Guðjónsson, 1902-1998), nella cui
la cui fama èparabola umana e artistica pare riflettersi il percorso socioculturale del Paese alla ricerca di

escrizioni della una nuova identità e di una nuova autonomia nella quale confluiscano la riflessione sulla

n (1889-1975),tradizione, l’apertura a impulsi esterni e lo sforzo per conservare (pur nell’inevitabile

escindere dallocambiamento) la propria specificità.191

Parallela e per molti versi intrecciata a queste tendenze (come si è detto non si possono

rono molteplicitracciare nette demarcazioni!) è la cosiddetta ‘letteratura proletaria’ che non di rado si

bito dei motivi concentra (volentieri rifacendosi all’esperienza personale) sui problemi delle classi

che stilistiche). lavoratrici. È una produzione proposta per lo più da autori di modesta origine, spesso

1939) richiamaautodidatti, che considerano la scrittura come strumento di affermazione d’una diversa

con il proprioidentità culturale e vogliono, al contempo, scardinarne gli stereotipi. Suo modello

ohan Falkbergetriconosciuto è, come si è visto, il danese Martin Andersen Nexø, il cui esempio molti

minatori (da luiavrebbero seguito.192 Oltre a Vilhelm Moberg, a Johan Falkberget e allo stesso Laxness, vi

il periodo delappartengono nomi di prestigio: il norvegese Kristofer Uppdal (1878-1961) che in un ciclo di

e narratore delromanzi traccia (in uno stile non sempre agevole) la storia della classe lavoratrice

ll’individuo) enorvegese;193 gli svedesi Ivar Lo-Johansson (1901-1990), che denuncia le misere condizioni

in una serie didei ‘proletari della terra’,194 ed Eyvind Johnson (1900-1976), la cui prosa rivela chiari

órðarson (1889-influssi stranieri (Joyce e Proust tra gli altri) e sa trattare il conflitto tra umanità a barbarie

n vero e propriovolentieri proiettandolo negli eventi del passato. Nel 1974 Eyvind Johnson condividerà il

li e i mali della premio Nobel con Harry Martinson (1904-1978), entrambi membri di quella medesima

bel nel 1955) èaccademia che lo assegnava, il che avrebbe innescato non poche polemiche. Come Johnson

1998), nella cui anche Harry Martinson è da considerarsi uno ‘scrittore proletario’: per entrambi la migliore
e alla ricerca diproduzione si colloca dal periodo tra le due guerre fino agli anni ’50. Del secondo si deve

iflessione sulla segnalare qui almeno Aniara (1956) un ἔπος in centotré canti che nella vicenda di una nave

nell’inevitabilespaziale (definita con neologismo di straordinaria efficacia un ‘goldonde’) alla deriva con il

suo carico umano denuncia l’insensata distruzione del pianeta Terra.195 A una letteratura di

non si possonocritica sociale appartengono anche il danese Hans Kirk (1898-1962) che costruisce quello

non di rado siche viene definito ‘romanzo collettivo’, una narrazione nella quale non ci sono protagonisti

mi delle classiche spiccano rispetto agli altri personaggi quanto piuttosto un gruppo di persone unite da una

origine, spesso comune esperienza,196 e il dano-norvegese Aksel Sandemose (1899-1965) che tuttavia –

d’una diversacome del resto Sigurd Hoel (1890-1960), intellettuale dichiaratamente marxista – finisce poi

Suo modelloper incentrare le proprie opere piuttosto sulla psicologia di singoli personaggi analizzati nel

esempio moltiloro rapporto con la società.197 Così anche il danese Martin A. Hansen (Alfred Martin Jens

sso Laxness, viHansen, 1909-1955) che passerà dai romanzi giovanili di carattere sociale a una scrittura

he in un ciclo disimbolista e più tardi filosofica, influenzata da un esistenzialismo religioso.

sse lavoratrice Su un altro fronte, quello della ricerca d’una soluzione che resti sul piano spirituale, si

sere condizionimuove fin dai primi anni del secolo il danese Harald Kidde (1878-1918) che indica

a rivela chiari nell’esperienza ascetica del cristiano l’ideale di vita dell’uomo. Più dotata di lui, più celebre

anità a barbariee premiata con il Nobel nel 1928, la norvegese Sigrid Undset (1882-1949) che combina

condividerà il l’interesse (ancora molto vivo) per la storia patria con la ricerca di un ruolo per la donna che,

uella medesimaallontanandosi dalle suggestioni femministe, la ricollochi in una prospettiva familiare-

Come Johnsonreligiosa.198 Un altro autore norvegese legato ai valori tradizionali è Ronald Fangen (1895-

mbi la migliore 1946) che volentieri si sofferma sui temi etici, mentre un diverso punto di vista conservatore
econdo si deveè espresso dal danese Jacob Paludan (1896-1975), difensore della tradizione di fronte al

nda di una navepericolo di una società superficialmente ‘americanizzata’.

la deriva con il Ma qui, pur volendo in qualche modo raggruppare le diverse esperienze, si dovranno

na letteratura di comunque considerare a parte scrittori come i norvegesi Sigurd Christiansen (1891-1947) e

ostruisce quelloTarjei Vesaas (1897-1970): allievo di Dostojevskij il primo, autore d’una prosa (in nynorsk)

no protagonistidi grande efficacia simbolica il secondo, e i danesi Karen Blixen-Finecke (1885-1962),

ne unite da una celebre soprattutto per il romanzo autobiografico La mia Africa (Den Afrikanske farm,

che tuttavia – letteralmente “La fattoria africana”, 1937) e H.C. (Hans Christian) Branner (1903-1966),

ta – finisce poiromanziere e drammaturgo, che mostra di interessarsi soprattutto all’analisi psicologica dei

gi analizzati nel personaggi e riafferma il primato dell’umanesimo inteso come espressione del fondamentale

ed Martin Jensprincipio del rispetto di ogni uomo.

a una scrittura Harry Martison e diversi altri tra gli autori sopra ricordati sono stati anche straordinari

poeti. Se per la prosa è difficile stabilire delle ‘categorie’ più arduo ancora è farlo per la

no spirituale, sipoesia. È pur vero che in un’epoca di pressoché totale apertura al mondo esterno le nuove

18) che indicacorrenti europee (ma anche americane) sono chiaramente riscontrabili anche nelle letterature

lui, più celebrescandinave: tuttavia la ‘verifica’ della misura in cui esse sono presenti nella produzione dei

) che combinasingoli finisce per tradursi in un esercizio di analisi complessa e, per certi versi, perfino

er la donna che,inutile, oltretutto ostacolato dall’intersecarsi della grande varietà di motivi ispiratori (spesso

ttiva familiare-dettati da un’urgenza sociale e psicologica difficile da contenere) con una ricerca stilistica

Fangen (1895-che esige un profondo rinnovamento. Ciò vale in primo luogo per i ‘poeti del sociale’: autori

ta conservatorecome il danese Tom Kristensen (1893-1974), lo svedese Erik Blomberg (1894-1965),199 i


ne di fronte alnorvegesi Rudolf Nilsen (1901-1929) e Nordahl Grieg (1902-1943), l’islandese Jóhannes úr

Kötlum (Jóhannes Jónasson, 1899-1972). Ma la ricerca di una lingua assolutamente ‘nuova’

ze, si dovranno è forse l’unica costante che (tuttavia con diversi esiti) accomuna i grandi della prima metà

(1891-1947) edel secolo. Tra gli svedesi non si può tralasciare il simbolista Vilhelm Ekelund (1880-1949),

)poeta per certi versi ‘aristocratico’ e ‘incompreso’, né Birger Sjöberg (1885-1929) la cui

e (1885-1962),raccolta del 1926 Crisi e ghirlande (Kriser och kransar) segna l’affermazione del

rikanske farm,modernismo, una tendenza proposta in primo luogo da autori finno-svedesi come Edith

r (1903-1966), Södergran (1892-1923) ed Elmer Diktonius (1893-1961).200 Nel 1929 Artur Lundkvist

psicologica dei (1906-1991) insieme a Harry Martinson e ad altri tre poeti pubblicava la ‘dirompente’

l fondamentaleantologia dal titolo Cinque giovani (Fem unga),201 che, con la sua apertura alle avanguardie

(per altro ‘bilanciata’ da una sorta di primitivismo) segna un punto fermo nella lirica della

che straordinari prima metà del Novecento. Tendenti a nuove forme di spiritualità sono invece Hjalmar

a è farlo per laGullberg (1898-1961) e Johannes Edfeldt (1904-1997), mentre Anders Österling (1884-

sterno le nuove1981) esprime una sorta di neorealismo. Critico e traduttore di grande talento Österling

nelle letteratureavrebbe dato un notevole contributo all’apertura verso le correnti della lirica europea e

produzione dei americana, mentre Gunnar Ekelöf (1907-1968), ben più alieno alle ideologie, si sarebbe

i versi, perfinoindirizzato verso lo studio della poesia orientale (araba e persiana).202 Autori come Erik

piratori (spessoLindegren (1910-1968), Karl Vennberg (1910-1995) e Werner Aspenström (1918-1997)

icerca stilistica esprimeranno, pur adempiendo all’impegno politico, le incertezze ideologiche e il senso della

sociale’: autoricrisi, l’ultimo anche il bisogno di aderire alle cose semplici e concrete.

i In Danimarca c’è chi, come Per Lange (1901-1991) e Paul La Cour (1902-1956) –
ese Jóhannes úrentrambi tardo-simbolisti – in qualche modo ‘resta aggrappato’ alla fede nell’arte e nella

amente ‘nuova’vita,203 o chi, come Nis Petersen (1897-1943), si mostra estraneo alle tendenze sociali

ella prima metà contemporanee, inquieto, in contraddizione, e tuttavia benevolo verso gli esseri umani,

d (1880-1949),soprattutto i più deboli e indifesi. Su un altro versante si affermano poeti accomunati

85-1929) la cuidall’impegno sociale e dal confronto aperto con la modernità: così Gustaf Munch-Petersen

ermazione del(1912-1938), caduto nella guerra civile spagnola, Emil Bønnelycke (1893-1953), futurista,

esi come EdithOtto Gelsted (1888-1968), convertito al marxismo, Piet Hein (1905-1996), animato da

rtur Lundkvistottimismo culturale e Ove Abilgaard (1916-1990) i cui versi sono percorsi dall’ironia.

a ‘dirompente’ In Norvegia la poesia del primo Novecento è per certi aspetti ancora segnata

lle avanguardiedall’esigenza dell’affermazione d’una identità patria: si pensi a Nils Collett Vogt (1864-

ella lirica della1937) che esprime un forte sentimento nazionale, ad Alf Larsen (1885-1967), ispirato agli

nvece Hjalmar scenari naturali del suo Paese, a Tore Ørjasæter (1886-1968) che cerca spunti simbolici nel

sterling (1884-paesaggio norvegese, a Olav Aukrust (1883-1929) poeta assai legato alla tradizione che

lento Österlingsceglie il nynorsk. L’innovazione già presente nel grande Sigbjørn Obstfelder,204 vero

rica europea eriformatore della lirica, viene portata avanti da Olaf Bull (1883-1933), che quasi ponendosi

gie, si sarebbe ‘al di fuori della vita’ riesce a coglierne il senso più intimo e profondo. Accanto a lui

tori come ErikHermann Wildenwey (1886-1959) che tocca una grande varietà di temi e soprattutto Arnulf

m (1918-1997)Øverland, il ‘poeta nazionale’ – capace di infondere nuova forza espressiva alle più semplici

e il senso dellaparole – che diventerà la voce della resistenza contro l’oppressione nazista.205

In Islanda, dove ancora non ci si era liberati del tutto della prestigiosa (ma altrettanto

(1902-1956) – ingombrante) eredità medievale,206 il primo esempio di modernismo lirico è dato dal
ell’arte e nellacomponimento Dolore (Sorg) di Jóhann Sigurjónsson (1880-1919).207 Tra i diversi autori alla

endenze sociali ricerca di nuove strade Stefán frá Hvítadal (Stefán Sigurðsson, 1887-1933), Davíð

esseri umani,Stefánsson (1895-1964), che tuttavia poi rifluirà verso uno stile tradizionale, Snorri

eti accomunatiHjartason (1906-1986) solo apparentemente legato alla tradizione, e anche Halldór Laxness,

Munch-Petersenmentre Jón úr Vör (1917-2000) si cimenterà in una poesia dal tono prosastico.208

953), futurista, Alla ricerca di una propria soluzione (si potrebbe dire di una ‘via d’uscita’) gli scrittori

6), animato danordici (in equilibrio tra impressionismo, simbolismo, espressionismo, surrealismo,

modernismo, neorealismo) danno dunque prova di grande varietà e dinamicità artistica ma

ancora segnataanche di indiscutibile consapevolezza umana e sociale: basti ricordare quanti fra loro seppero

tt Vogt (1864-tempestivamante mettere in guardia dal gravissimo pericolo che si annunciava nei trionfi

7), ispirato aglidelle ideologie totalitariste. In questa prospettiva vanno ricordati in particolare due autori

ti simbolici nel svedesi: Karin Boye (1900-1941) e Pär Lagerkvist (1891-1974, premio Nobel nel 1951). La

tradizione cheprima, la cui vita tormentata da angosce psicologiche da irrisolti problemi di omosessualità

verodoveva concludersi tragicamente con il suicidio, aveva aderito fin dagli anni dell’università

uasi ponendosial movimento culturale di sinistra Clarté (Svenska Clartéförbundet, sorto nel 1921) entrando

Accanto a luia far parte (1927) della redazione della rivista (con il medesimo nome) da esso pubblicata.209

prattutto Arnulf Autrice di intense liriche nelle quali dà sfogo alle problematiche di un animo conteso tra

lle più semplicil’inquietudine religiosa, l’intima disillusione e la fragilità esistenziale, ella ci ha lasciato nel

celebre romanzo Kallocaina (Kallocain, 1940) una magistrale distopia nella quale è riflesso

(ma altrettantoil potenziale orrore che consegue all’abbandono di qualsiasi forma di umanità in favore di

co è dato daluna idolatrata ideologia che immancabilmente si trasforma in un meccanismo nei cui
versi autori allaingranaggi gli individui vengono (senza scampo per nessuno) dapprima isolati e infine

-1933), Davíðstritolati.210 Il secondo aveva messo un punto fermo nella letteratura svedese fin dal 1916 con

zionale, Snorrila silloge poetica Angoscia (Ångest). Anche per lui, come chiaramente esplicitato nel celebre

alldór Laxness,saggio Arte della parola e arte dell’immagine (Ordkonst och bildkonst, 1913), era necessario

un totale rinnovamento del linguaggio che prendesse le distanze dal clima culturale ereditato

ta’) gli scrittoridal secolo precedente.211 Un rinnovamento che si constata innanzi tutto nei drammi

o, surrealismo,(influenzati da Strindberg) che mettono in scena la nudità e l’angoscioso senso di abbandono

ità artistica madegli esseri umani alla ricerca di un ‘segno dal cielo’.212 Nel 1934 con le riflessioni raccolte

fra loro sepperone Il pugno chiuso (Den knutna näven) Pär Lagerkvist richiamerà esplicitamente la cultura

iava nei trionfioccidentale (sarà tra i primi a prevedere il disastro profilarsi all’orizzonte) a difendersi da

lare due autoriogni forma di fascismo: appello legato a un altro tema centrale della sua ricerca artistica vale

l nel 1951). Laa dire la definizione del male che si annida nel mondo e penetra nell’animo umano dando

i omosessualitàorigine a vere e proprie maschere dell’orrore nelle quali troppi protagonisti della storia di

dell’università quegli anni saranno facilmente riconoscibili.

1921) entrando Postosi all’attenzione internazionale grazie a personalità come Ibsen e Strindberg, il

209teatro nordico conosce nella prima metà del Novecento autori di tutto rispetto. A cominciare

mo conteso tradal danese Kaj Munk, vittima dei nazisti,213 che incentra molti dei suoi drammi su figure di

ha lasciato nelindividualisti attratti dal desiderio del potere ma che alla fine devono cedere alla forza della

quale è riflessoverità e dell’amore.214 Su un diverso piano si muovono altri due danesi, Kjeld Abell (1901-

ità in favore di1961) e Carl Soya (1896-1983): il primo, grande sperimentatore, mette in scena il bisogno

anismo nei cuidell’essere umano di sviluppare liberamente le proprie capacità e le proprie aspirazioni; il
isolati e infine secondo si sforza di combattere contro ogni forma di ipocrisia. Di notevole spessore sono

in dal 1916 conanche le opere drammatiche dei norvegesi Helge Krog (1889-1962) che predilige il tema del

tato nel celebre conflitto tra i sessi e porta avanti la critica nei confronti della mentalità borghese e Nordahl

, era necessarioGrieg (già ricordato come poeta, ma anche romanziere) i cui lavori sono strumenti nella lotta

turale ereditatoper la pace e i diritti.215 Nel teatro islandese i nomi di prestigio sono quelli di Laxness e,

o nei drammisoprattutto, di Guðmundur Kamban (1888-1945) che volentieri mette in scena conflitti

o di abbandonomorali.

essioni raccolte La ricerca di un linguaggio nuovo è certamente un tema centrale nella letteratura scandinava dei

mente la culturaprimi decenni del Novecento, ben presente alla maggioranza degli autori che ne fanno oggetto della
propria riflessione. Se ne prenda un esempio nel breve saggio di Karin Boye, dal titolo La lingua
a difendersi da
oltre la logica (Språket bortom logiken) del 1932:
ca artistica vale
“Così come tutte le arti la poesia ha un aspetto puramente emozionale: assonanze, ritmo nel
o umano dando
verso e nella prosa, tutto ciò che costituisce un piacere per l’orecchio e ugualmente o forse di più
della storia di
per la bocca.

Diversamente dalla musica, ma analogamente alla pittura e alla scultura la poesia ha inoltre un
e Strindberg, il
aspetto concettuale (concetto non inteso in un senso strettamente filosofico, ma nel significato di
o. A cominciaresegno comunemente utilizzabile per le cose). È un’arte descrittiva.

mi su figure di La pittura e la scultura possono emanciparsi dal loro aspetto concettuale, avvicinarsi al modo di

alla forza dellaoperare della musica, lavorare solo con effetti lineari o superficiali, colori, proporzioni.

d Abell (1901- La poesia non può mai emanciparsi dal suo aspetto concettuale. Anche quando un poeta crea

cena il bisognol’armonia più perfetta e non tende assolutamente ad altro, non [può] evitare le parole e le
associazioni di parole. Neppure i dadaisti possono liberarsi dai concetti, perché i suoni parlati di per
e aspirazioni; il
e spessore sonosé ci dicono qualcosa solo eccezionalmente, non hanno lo stesso immediato accento emozionale dei

lige il tema deltoni e dei colori. L’accento emozionale che possiedono può sempre essere ricondotto alla lingua, alle
parole e alle immagini che le parole evocano.
hese e Nordahl
Il poeta dunque lavora in parte con i suoni, in parte anche con le immagini che stanno dietro le
menti nella lotta
parole. Con ciò non si intende che debba lavorare secondo logica. E tanto meno che l’essenza della
i di Laxness e,
poesia sarebbe esaurientemente definita con le parole: armonia e un contenuto piacevole. Se fosse
scena conflitti
così, allora l’esigenza del periodo illuministico per una buona poesia ‘sano intelletto in versi

eleganti’ potrebbe ancora valere come ideale poetico, poiché essa in effetti consegue questi due
a scandinava dei
aspetti, quello emozionale e quello logico. Ma quello che non consegue è tuttavia così importante
nno oggetto della
che senza esagerare lo si può definire la vera essenza della poesia, ciò che solo può afferrare il
La lingua
nostro sentimento. (Tra parentesi: anche dall’armonia bisogna pretendere qualcosa più

dell’armonia perché essa possa avere dignità di arte, nella poesia come nella musica.)”216
nanze, ritmo nel
13.5.2. Arti visive
te o forse di più
Nell’arte scandinava della prima metà del Novecento irrompono, grazie agli intensi

contatti con gli ambienti stranieri, le nuove tendenze: il cubismo217 l’espressionismo,218 il


sia ha inoltre un
futurismo,219 il surrealismo,220 l’astrattismo,221 ma anche la pittura naïf.222 Tutto quello che,
nel significato di
in sostanza, va sotto la denominazione un po’ generica di ‘modernità’ (o, se si vuole essere

narsi al modo dipiù ‘tecnici’, di modernismo). Il che significa, evidentemente, una ricerca ininterrotta e,

conseguentemente, la sperimentazione di diverse forme, ragion per cui non di rado nel

o un poeta creamedesimo artista diversi stili innovativi convivono e si avvicendano quando non vengono poi

le parole e leabbandonati per tornare a un’arte più tradizionale. Si prendano in quest’ultimo caso come

oni parlati di per


esempi il danese William Scharff (1886-1959), un modernista giunto fino all’astrattismo e
o emozionale dei poi rifluito verso una pittura figurativa, e il norvegese Per Lasson Krohg (1889-1965) che

alla lingua, alledopo aver esperimentato cubismo e futurismo ‘si ritira’ verso un’arte più classica

rappresentata soprattutto dai suoi grandi affreschi.223 Il notevole dinamismo che si manifesta
stanno dietro le
nelle arti visive si traduce nell’allestimento di mostre ma anche nell’aggregazione di gruppi
e l’essenza della
di artisti, non sempre tuttavia necessariamente omogenei. Uno di questi si formò attorno al
acevole. Se fosse
1910 sull’isola danese di Bornholm i cui paesaggi (e la cui luce) stimolarono la creatività di
ntelletto in versi
pittori come lo svedese Karl Isaksson (1878-1922) e i danesi Edvard Weie (1879-1943), Oluf
egue questi due
Høst (1885-1966), Olaf Rude (1886-1957),224 Kræsten Iversen (1886-1955) e Niels Lergaard
così importante

può afferrare il
(1893-1982), molti dei quali erano allievi di Kristian Zahrtmann.225 Figura centrale del

qualcosa piùmodernismo danese è considerato il pittore e critico Harald Giersing (1881-1927),

prematuramente scomparso, promotore della mostra Giovane arte danese (Ung dansk kunst)

del 1910 e della costituzione (1915) dell’associazione di artisti Grønningen sorta in rottura

zie agli intensicon la cosiddetta Esposizione libera226 per spingere la sperimentazione verso nuovi

il traguardi.227 Del 1917 è la fondazione, per iniziativa del pittore Axel Salto (1889-1961) della

utto quello che,rivista La lama (Klingen) che, sebbene uscita solo fino al 1919, avrebbe rappresentato un

si vuole essereimportante forum di discussione sulle tematiche dell’avanguardia, ospitando tra l’altro

ininterrotta e,articoli di Giersing.228 Al 1928, risale l’associazione dei Decembristi (Decembristerne),

on di rado nelfondata allo scopo di avere uno spazio espositivo proprio.229 La mancanza di un ‘programma

on vengono poiartistico’ che accomunasse il gruppo dei fondatori ha fatto sì che molti altri usufruissero in

imo caso comeseguito di questa possibilità ed è, probabilmente, anche la ragione della durata nel tempo di

ll’astrattismo e questa iniziativa. Nel 1932 a Copenaghen sarebbe sorta quella che resta un’altra delle
1889-1965) che maggiori ‘comunità di artisti’ del Paese, il Gruppo dell’angolo (Cornergruppen), tuttora

e più classica attivo.230 Nello stesso anno si formavano I coloristi (Koloristerne) che reagivano al

he si manifestamodernismo degli anni ’20,231 mentre I camerati (Kammeraterne) aggregatisi nel 1934 erano

zione di gruppiuniti da un forte impegno sociale.232 In Svezia il primo gruppo di modernisti è costituito, a

ormò attorno alpartire dal 1909, dai cosiddetti “Giovani” (De unga) la maggior parte dei quali aveva studiato

la creatività diin Francia presso il grande Henri Matisse (1869-1954), rappresentante eccellente di quel

879-1943), Oluffauvisme che, pur di breve durata, doveva lasciare un’impronta determinante negli sviluppi

Niels Lergaardartistici del Novecento. Tra di loro Birger Simonsson (1883-1938), Leander Engström (1886-

ra centrale del1927), Isaac Grünewald233 e la moglie Sigrid Hjertén (1885-1948), Gösta Sandels (1887-

g (1881-1927),1919) e Sigfrid Ullman (1886-1960).234 Più tardi molti sarebbero confluiti nella cosiddetta

)Falange (Falangen), nella quale sono rappresentate le diverse tendenze: dai pittori naïf Einar

sorta in rotturaJolin (1890-1976) e Sven “X-et” Leonard Erixson (1899-1970) al cubista e futurista (ma più

e verso nuovitardi rappresentante della ‘nuova oggettività’) Otte Sköld (1894-1958), dal realista Carl Ryd

889-1961) della(1883-1958) all’impressionista Torsten Palm (1885-1934). Sulla costa occidentale, a

appresentato unGöteborg, la tradizione pittorica poteva contare sulla Scuola d’arte di Valand (Valands

ndo tra l’altrokonstskola) che, sorta fin dal 1865 come scuola di disegno e pittura del museo, era venuta

), trasformandosi in una prestigiosa istituzione che poteva vantare i migliori maestri.235 Qui fu

un ‘programmaattivo tra il 1920 e il 1929 Tor Bjurström (1888-1966), discepolo di Henri Matisse il cui

usufruissero ininsegnamento riversò sui suoi allievi. A questi fu poi attribuito l’appellativo di “coloristi di

ta nel tempo diGöteborg” (Göteborgskoloristerna), sebbene in realtà essi seguissero percorsi individuali e

un’altra delle non avessero mai costituito un gruppo in quanto tale.236 Né, del resto formavano un gruppo
), tuttoraomogeneo gli artisti che si riunirono nell’associazione Colore e Forma (Färg och Form),

e reagivano alfondata nel 1932 allo scopo di garantirsi uno spazio espositivo e un contatto diretto con il

nel 1934 eranopubblico (e gli acquirenti).237 Ancora durante la seconda guerra mondiale ‘resisterà’ la

i è costituito, a“scuola di Vickleby” (Vicklebyskolan) costituitasi all’inizio del Novecento in questa località

i aveva studiatosull’isola di Öland e formata da artisti che cercavano ispirazione nelle atmosfere del luogo.238

ellente di quel Anche per molti pittori norvegesi del Novecento l’apprendistato presso i maestri stranieri

e negli sviluppiresta un momento fondamentale di formazione: ancora una volta Parigi (e, in primo luogo,

ngström (1886-l’insegnamento di Matisse) si rivelano determinanti per artisti come Ludvig Karsten (1876-

Sandels (1887-1926), neoimpressionista, Jean Heiberg (1884-1976) anche scultore e designer, Axel Revold

nella cosiddetta(1887-1962), autore di affreschi segnati da vivaci colori,239 Henrik Sørensen (1882-1962) che

Einarinsieme ad altri cercava ispirazione nei paesaggi di Holmsbu sul promontorio di Hurum nel

uturista (ma piùfiordo di Oslo.240 Sørensen fu anche tra i promotori dell’Associazione degli artisti

alista Carl Ryd(Kunstnerforbundet, 1910) che aprì la celebre galleria espositiva nel centro di Oslo.241 Del

occidentale, aresto anche dal punto di vista dell’insegnamento in Norvegia si erano fatti passi avanti: nel

Valands 1909 veniva aperta l’Accademia artistica statale (Statens kunstakademi) nella quale

seo, era venutaavrebbero insegnato maestri come Christian Krohg e, più tardi, Axel Revold. Fino ad allora i

Qui fusuoi compiti erano stati (in qualche modo) suppliti dalla Reale scuola di disegno e di arte di

Matisse il cuiChristiania.242 L’insegnamento privato non era tuttavia da meno potendo contare sulla scuola

di “coloristi di (attiva fino al 1912) aperta dalla pittrice Harriet Backer, allieva di Johan Fredrik Eckersberg

si individuali e e di Eilif Peterssen.243 Nel 1926 anche il pittore Carl Von Hanno (1901-1953) avrebbe

vano un gruppo avviato propri corsi. Questo artista, inizialmente ‘romantico’, doveva poi sentire la propria
),arte come strumento di impegno sociale, aderendo con convinzione ad ambienti culturali

o diretto con il socialisti. Un simile atteggiamento si riscontra in Søren Steen-Johnsen (1903-1979), in

e ‘resisterà’ laReidar Aulie (1904-1977), che ancora nel 1950 tradurrà in affresco la storia del movimento

questa localitàoperaio nel municipio di Oslo, e in Arne Ekeland (1908-1994) che si apre all’espressionismo

238 tedesco.244 Altri nomi di rilievo sono quelli dell’allievo di Revold Bjarne Ness (1902-1927),

maestri stranierimorto prematuramente, di Kai Fjell (1907-1989) in bilico tra surrealismo ed espressionismo,

n primo luogo,di Harald Dal (1902-1972) ispirato a temi storici e dell’originale artista Hannah Ryggen

Karsten (1876-(1894-1970) che tesseva i propri quadri nei quali non mancano certo spunti politici.245

, Axel Revold Anche in Islanda la pittura mostra significativi progressi: accanto ad Ásgrímur Jónsson

1882-1962) che(1876-1958), primo pittore professionista,246 cominciano ad affermarsi Jón Stefánsson (1881-

o di Hurum nel1962), estremamente esigente con se stesso, e Jóhannes S. Kjarval (1885-1972) che, seppure

e degli artistidi modestissima condizione, poté poi formarsi all’estero e rivela di aver ben assimilato la

Dellezione dei maestri stranieri pur piegandola a uno stile personale. Paesaggi, ritratti e figure di

assi avanti: nelmodelle sono i temi preferiti da Gunnlaugur Blöndal (1893-1962) che tra gli anni ’20 e ’30

) nella qualediffonde in patria la lezione appresa nei suoi studi in Danimarca, Norvegia e Francia. Molto

Fino ad allora iapprezzati sono i lavori (in particolare i paesaggi) di Júlíana Sveinsdóttir (1889-1966), anche

gno e di arte diartista tessile, una delle prime donne islandesi ad affermarsi nel campo delle arti visive. Nelle

are sulla scuolaquali non mancheranno anche qui i modernisti: così in primo luogo Guðmundur Pétursson

drik Eckersberg Thorsteinsson (1891-1924), più noto come Muggur, artista eclettico247 a sua volta maestro di

-1953) avrebbealtri come Snorri Arinbjarnar (1901-1958), Gunnlaugur Óskar Scheving (1904-1972) o Jón

ntire la propriaEngilberts (Jón Sigurjónsson, 1908-1972) e poi Finnur Jónsson (1892-1993) e Þorvaldur
mbienti culturaliSkúlason (1906-1984) pionieri dell’astrattismo e Svavar Guðnason (1909-1988) che farà

1903-1979), inparte del celebre gruppo COBRA,248 Nína (Jónina) Tryggvadóttir (1913-1968),

del movimento rappresentante dell’espressionismo astratto. Seppure dalle biografie di questi artisti

espressionismoemergano, per i più, lunghi periodi di studio e lavoro all’estero, innegabile resta in loro il

ss (1902-1927),legame con la madrepatria. Per altro, proprio l’amore per l’Islanda traspare dalle illustrazioni

espressionismo, della grafica Barbara Árnason (nata Moray Williams, 1911-1975), inglese ma trasferita nel

Hannah RyggenPaese dopo il matrimonio (1937) con Magnús Á. Árnason (1894-1980), pittore, scultore,

scrittore e musicista.

grímur Jónsson In Danimarca nei primi anni del secolo l’innovazione nell’ambito della scultura si affida

efánsson (1881-in primo luogo a Kai Nielsen (1882-1924) con le sue figure di nudi e a Gerhard Henning

2) che, seppure(1880-1967) che interpreta tutta la sensualità della figura femminile, ma anche a esperimenti

n assimilato ladi scultura cubista249 o alle forme classiche stilizzate di Einar Utzon-Frank (1888-1955). Più

ratti e figure ditardi con diverse interpretazioni si ispireranno alla figura umana artisti come Astrid Noack

anni ’20 e ’30(1888-1954), Povl Søndergaard (1905-1986), Knud Nellemose (1908-1997), Gunnar

Francia. MoltoWestman (1915-1985). Non mancano infine scultori come Wilhelm Freddie (sopra ricordato

89-1966), anchecome pittore) e Sonja Ferlov (1911-1985) che si muovono nell’ambito del surrealismo.

rti visive. Nelle In Svezia il nome di maggior prestigio della scultura del Novecento è certamente quello

ndur Péturssondi Carl Milles (Carl Andersson, 1875-1955), figura artisticamente ineccepibile ma discussa

volta maestro diper la sua dichiarata ammirazione del nazismo e del fascismo. Vissuto a lungo all’estero tra

04-1972) o Jónla Francia (dove apprese la lezione di Auguste Rodin, 1840-1917), la Germania e gli Stati

3) e Þorvaldur uniti, ottenne grande successo e sicuri riconoscimenti: le sue numerose opere (celebri sono
1988) che farà soprattutto le sue fontane)250 traducono l’ispirazione nella plasticità delle forme e

(1913-1968),nell’armonia degli elementi. Più naïf è la scultura di Bror Hjorth (1894-1968), anche pittore;

questi artisticentrale la figura di Gottfrid Larsson (1875-1947) che oltre a produrre opere aprì nel 1920

resta in loro iluna scuola d’arte a Stoccolma insieme al pittore Edward Berggren (1876-1961).251 Anche in

lle illustrazioniSvezia la sperimentazione si traduce nella ricerca di forme nuove e inattese,252 per altro una

ma trasferita neltendenza che ‘esploderà’ nel secondo dopoguerra, ma la figura umana resta comunque un

ittore, scultore,motivo ispiratore fondamentale, variamente rappresentato.253

In Norvegia, una figura di riferimento è quella di Wilhelm Robert Rasmussen (1879-

cultura si affida1965): professore all’accademia e autore di opere ispirate alla storia nazionale, egli avrebbe

erhard Henningaderito al partito di ispirazione nazista di Quisling (del quale nel 1941 realizzò anche un

e a esperimentibusto) e dopo la guerra venne dunque privato dell’insegnamento e sostanzialmente

888-1955). Piùemarginato. Ma la sua lezione era comunque stata appresa da allievi come Rolf Lunde (1891-

e Astrid Noack1928), prematuramente scomparso, Stinius Fredriksen (1902-1977), al quale si devono

1997), Gunnardiverse fra le statue che decorano il rinnovato duomo di Trondheim, Dyre Vaa (1903-1980)

sopra ricordato che produsse anche contributi critici, Ørnulf Bast (1907-1974), autore di opere pubbliche (tra

cui fontane) armoniosamente inserite nel loro contesto e Nils Flakstad (1907-1979), talora

rtamente quelloispirato alla vita di mare. Tra le scultrici Sigri Welhaven (1894-1991),254 a lungo vissuta a

ile ma discussaParigi, e Anne Marie Grimdalen (1899-1961), nota soprattutto per le figure animali.

go all’estero traEsperimenti di scultura cubista furono fatti all’inizio della carriera da Emil Lie (1897-1976),

ania e gli Statiche successivamente li rifiutò (arrivando a distruggere molte opere) per passare a una

e (celebri sonoscultura più classica. Da menzionare anche Dagfin Werenskiold (1892-1977), il ‘ragazzo
delle forme eprodigio’ della scultura norvegese.

, anche pittore; Nella prima metà del Novecento la scultura islandese compie notevoli passi in avanti. Gli

e aprì nel 1920artisti più noti sono Ríkarður Jónsson (1888-1977),255 Ásmundur Sveinsson (1893-1982), che

Anche inaveva anche studiato presso Carl Milles, la di lui moglie Gunnfríður Jónsdóttir (1889-1968) e

per altro unal’allievo del grande Einar Jónsson256 Sigurjón Ólafsson (1908-1982).

a comunque un In Scandinavia l’architettura della prima metà del Novecento richiama innanzi tutto una

parola: funzionalismo. Vale a dire: lo scopo deve determinare la forma. Questa innovazione

mussen (1879-di così ampia portata troverà la sua esemplare espressione nell’esposizione di Stoccolma del

le, egli avrebbe 1930. Essa era stata preceduta dalla fase del cosiddetto ‘classicismo nordico’ che,

lizzò anche unrispondendo all’esigenza di ricorrere a forme più sobrie, combinava le linee classiche (per

sostanzialmente altro mai del tutto abbandonate) con elementi ripresi dalla tradizione e con le esigenze della

f Lunde (1891-nuova architettura urbana. Nei primi anni del Novecento sorgono in Danimarca nuovi circoli

uale si devono come la Libera associazione degli architetti (Den frie Architektforening, 1909),257 fondata in

aa (1903-1980)reazione al tradizionalismo dell’Associazione accademica degli architetti (Akademisk

e pubbliche (traArkitektforening)258 o l’Associazione nazionale metodo di costruzione migliore

7-1979), talora(Landsforeningen Bedre Byggeskik, 1915) che, senza rinnegare del tutto la tradizione, si

lungo vissuta aproponeva, attraverso la collaborazione tra gli artigiani e gli architetti di realizzare case

figure animali.solide, funzionali, belle e ben inserite nell’ambiente.259 All’una, all’altra (o a entrambe)

ie (1897-1976),aderiranno importanti progettisti come P.V. (Peder Vilhelm) Jensen Klint (1853-1930), pure

passare a unaper molti versi tradizionalista, ma soprattutto i pionieri delle nuove tendenze come Carl

77), il ‘ragazzoPetersen (1874-1923), Ivar Bentsen (1876-1943), Povl Baumann (1878-1963), Jesper (Jens
Pater) Tvede (1879-1934), Thorkild Henningsen (1884-1931), Kaare Klint (1888-1954),

si in avanti. Glifiglio di P.V. Klint e designer di mobili, Kaj Gottlob (1887-1976). Il modernismo

893-1982), chearchitettonico danese sarà rappresentato al meglio anche da Kay Fisker (1893-1965), Frits

r (1889-1968) e Schlegel (1896-1965), Edvard Hiberg (1897-1958), C.F. (Christian Frederik) Møller (1898-

1988),260 Mogens Lassen (1901-1987), Arne Jacobsen (1902-1971) anch’egli ammirato

nanzi tutto unadesigner,261 ed Erik Møller (1909-2002) suo collaboratore. L’attenzione alla progettazione

sta innovazionedegli arredi sottolinea come l’esigenza di costruzioni ‘funzionali’ debba coinvolgere anche

Stoccolma deltutto ciò che vi viene collocato all’interno.262

nordico’ che, In Svezia, dove fra il 1911 e il 1923 l’architetto Ragnar Östberg (1866-1945) ancora

e classiche (percostruiva il Municipio di Stoccolma in uno stile nazional-romantico, il funzionalismo trova

e esigenze dellaforse il terreno più fertile. Qui, ancor più che altrove, esso viene messo in relazione con il

ca nuovi circolidibattito su una nuova impostazione del vivere sociale, sulla rimodulazione dei ruoli

fondata inall’interno della famiglia, sulla necessità di costruirsi una realtà con cui sia agevole

Akademiskrapportarsi: in sostanza la cultura del welfare state. Manifesto di queste idee fu la

ione migliorepubblicazione del volume accettare (acceptera) scritto a più mani dai principali promotori di

a tradizione, siquella che veniva intesa come una vera e propria filosofia di vita che allo stesso modo

realizzare case rigettava, ritenendola ingombrante, l’eredità del passato ma anche, ritenendola inutile, la

(o a entrambe) pianificazione di un utopistico futuro. Gli architetti Gunnar Asplund (1885-1940), Sven

853-1930), pureMarkelius (Sven Jonsson, 1889-1972), Eskil Sundahl (1890-1974), Wolter Gahn (1890-

nze come Carl1985), Uno Åhrén (1897-1977) e lo storico dell’arte Gregor Paulsson (1889-1977), autori

3), Jesper (Jensdell’opera, sono dunque i profeti del funzionalismo in questo Paese.263 Dove l’arte moderna
t (1888-1954),era stata ‘inaugurata’ con l’apertura (1916) della Galleria d’arte di Liljevach (Liljevalchs

Il modernismokonsthall) di Stoccolma, disegnata da Carl Bergsten (1879-1935). Il funzionalismo svedese

93-1965), Fritssarà applicato da altri nomi celebri come Ivar Tengbom (1878-1968), Sigurd Lewerentz

Møller (1898-(1885-1975) e Paul Hedqvist (1895-1977).

’egli ammirato Dalla Svezia il funzionalismo giunse in Norvegia. Anche qui si era aperto al classicismo

a progettazionecon una ricerca di forme più essenziali che favorirono il passaggio alla nuova dottrina

nvolgere anchearchitettonica.264 Un passaggio che si constata a esempio nell’opera di Finn Bryn (1890-

1975). Un altro eminente neoclassicista norvegese che poi si sarebbe ‘convertito’ al

6-1945) ancorafunzionalismo è Gudolf Blakstad (1893-1985). Funzionalisti sono senz’altro Lars Backer

onalismo trova(1892-1930), Frithjof Reppen (1893-1945), Ove Bang (1895-1942), Eindride Slaatto (1896-

elazione con il1963), Arne Korsmo (1900-1968) e il suo collaboratore Sverre Aasland (1899-1989).265 Un

zione dei ruolicelebre esempio di costruzione influenzata dal funzionalismo è il Municipio di Oslo,

ui sia agevoledisegnato da Arnstein Arneberg (1882-1961) e Magnus Poulsson (1881-1958). I progressi di

ste idee fu laun’architettura norvegese ‘autonoma’ sono sottolineati dall’istituzione (1910)

ali promotori didell’Associazione nazionale norvegese degli architetti (Norske Arkitekters Landsforbund).

o stesso modo Infine, per non dimenticare l’Islanda che si apriva alla modernità, si constaterà qui lo

dola inutile, la sviluppo dell’architettura nei diversi edifici pubblici e nelle abitazioni, in primo luogo a

85-1940), SvenReykjavík, la cui costruzione rivela in molti casi il desiderio di innovazione.266 Sorgono

r Gahn (1890-quindi edifici in stile neoclassico,267 ma anche in neobarocco, in art déco, in stile chalet

9-1977), autorisvizzero o nazional-romantico. Il tradizionale ricorso al legno viene almeno in parte

l’arte modernaabbandonato e si moltiplicano le costruzioni in cemento. Il funzionalismo giungerà nel Paese


Liljevalchsalla fine degli anni ’20, introdotto dall’architetto Sigurður Guðmundsson (1885-1958). Ma

alismo svedeseuna delle più note costruzioni d’Islanda, la grande cattedrale di Reykjavík dedicata a

urd Lewerentz Hallgrímur Pétursson,268 opera del noto architetto Guðjón Samúelsson (1887-1950) e a lui

commissionata nel 1937 (ma costruita tra il 1945 e il 1986), si richiama piuttosto al

o al classicismopaesaggio naturale islandese con le sue colonne di lava basaltica modellate dai vulcani.

nuova dottrina 13.5.3. Musica

nn Bryn (1890- Nel mondo musicale scandinavo del Novecento si affermano, come altrove, nuove forme

‘convertito’ aldi espressione, dalla ‘canzonetta’ al jazz,269 mentre la rivista, già introdotta nel XIX secolo,

ro Lars Backer miete (e mieterà) ancora notevole successo.270 Accanto si mantiene la tradizione del

Slaatto (1896-balletto,271 della musica popolare e di quella classica. In Danimarca i nomi più noti sono

Unquelli di Rued Langgaard (1893-1952), ancora legato allo spirito romantico, di Thomas Laub

cipio di Oslo,(1852-1927), che rinnova profondamente la musica religiosa cercando di ricondurla alle

). I progressi diorigini, di Thorvald Aagaard (1877-1937) e di Oluf Ring (1884-1946), autori di melodie

zione (1910)divenute patrimonio popolare. Più ‘leggere’ sono anche le composizioni di Jacob Gade

(1879-1963), autore, tra l’altro del celeberrimo tango Gelosia (Jalousie ‘Tango Tzigane’,

onstaterà qui lo1925). Figure di riferimento sono inoltre quelle di Finn Høffding (1899-1997), compositore e

primo luogo apedagogo che si adoperò per diffondere la cultura musicale,272 ma anche per aprire alle

Sorgono innovazioni,273 e di Knud Jeppesen (1892-1974), compositore ma soprattutto studioso di

chalet teoria musicale. Loro eccellente allievo sarà il neoclassicista Vagn Holmboe (1909-1996),

meno in parte uno dei nomi più prestigiosi dopo quello di Carl Nielsen.274

ngerà nel Paese In Svezia, mentre Natanael Berg (1879-1957), che ha per modello Richard Strauss (1864-
885-1958). Ma 1949), Oskar Lindberg (1887-1955), che risente della musica popolare, e soprattutto Kurt

vík dedicata aAtterberg (1887-1974) mostrano ancora un temperamento romantico, Edvin Kallstenius

7-1950) e a lui(1881-1967) si presenta come un pioniere del modernismo. Così anche Hilding Rosenberg

ma piuttosto al (1892-1985), certamente l’artista di maggior prestigio.275 Altri importanti compositori sono

Dag Wirén (1905-1986) influenzato dal neoclassicismo ma ispirato anche alla tradizione

nordica, il popolare Lars-Erik Larsson (1908-1986) che si misura con diversi stili espressivi,

e, nuove formeGunnar de Frumerie (1908-1987), autore di corali e di musiche di accompagnamento a testi

nel XIX secolo,poetici ed Erland von Koch (1910-2009) autore di motivi orecchiabili che in parte

tradizione delrichiamano le melodie tradizionali.276 Assai apprezzati sono i ‘trovatori’: Birger Sjöberg (già

i più noti sonoricordato come scrittore),277 Ruben Nilson (1893-1971), anche pittore, e soprattutto Evert

i Thomas LaubTaube (1890-1976) che riprendono la tradizione inaugurata da Bellman.278 Anche diverse tra

ricondurla alle le poesie di Nils Ferlin (1898-1961) saranno musicate entrando a far parte di questo

tori di melodiepatrimonio.

di Jacob Gade In Norvegia David Monrad Johansen (1888-1974) mostra, pur nella varietà

ango Tzigane’,dell’ispirazione, di voler ricercare l’identità della ‘musica patria’.279 Del resto nel primo

, compositore edopoguerra il ‘carattere nazionale’ che permea la vita culturale nel Paese si riflette

per aprire alleinevitabilmente anche in questo ambito, accostandosi alla tendenza all’impressionismo

tto studioso dimusicale (e talora intrecciandosi con essa), sicché si parla di ‘impressionismo norvegese’. Di

e (1909-1996),notevole valore è l’opera del produttivo Geirr Tveitt (Nils Tveit, 1908-1981) che si ispira alla

natura del Paese e alle melodie popolari280 ma anche al mondo mitologico pagano che egli

Strauss (1864-pare voler ricreare.281 Allo ‘spirito norvegese’ (e alla lotta del popolo contro l’oppressione
oprattutto Kurtnazista) resta legato il nome di Ludvig Irgens-Jensen (1894-1969) che pure, per molti versi,

vin Kallsteniussi presenta come un vero e proprio innovatore. Una forte critica al dilettantismo e un impulso

ding Rosenberga cercare nuove forme espressive viene da Pauline Hall (1890-1969) che a tale scopo fonderà

mpositori sono nel 1938 l’associazione Musica nuova (Ny Musikk),282 mentre un influsso di Arnold

alla tradizioneSchönberg (1874-1951) si può constatare in Arvid Kleven (1899-1929), morto

stili espressivi,prematuramente. Ma l’artista che in questi decenni volge decisamente alla composizione

namento a testimodernista (andando incontro a severe critiche ma in seguito altamente considerato) è

che in parteFartein Valen (1887-1952) che opta per l’atonalità:283 se si fa eccezione per lui le aperture

ger Sjöberg (giàalla modernità restano tutto sommato limitate e ‘controbilanciate’, per così dire, da una serie

oprattutto Evertdi compositori (tutti più giovani di Valen!) che mostrano una tendenza neoclassica, seppure

nche diverse train alcuni di loro si osservino poi sviluppi in direzione di una musica più ‘libera’.284

parte di questo Di rilievo è anche la composizione di musica religiosa i cui ‘maestri’ sono autori come

Sigurd Islandsmoen (1881-1964) e Arild Sandvold (1895-1984). Infine non si può tralasciare

nella varietàdi menzionare la soprano Kirsten Flagstad (1895-1962) considerata una delle voci più

esto nel primo limpide del secolo,285 né la ballerina Lillebil Ibsen (Sofie Parelius Monrad Krohn, 1899-

aese si riflette1989), figlia di Gyda Christensen Hambro, figura fondamentale per l’affermazione della

mpressionismo danza classica anche in Norvegia.286

norvegese’. Di In Islanda, dove nel 1939 veniva aperto il Conservatorio (Tónlistarskólinn í Reykjavík), i

he si ispira allamigliori musicisti del periodo sono Páll Ísólfsson (1893-1974) che aveva studiato in

pagano che egliGermania e in Francia287 e Karl Ottó Runólfsson (1900-1970), che mostra di voler produrre

o l’oppressionecomposizioni in sintonia con il mutare dei tempi.


per molti versi,

mo e un impulso

e scopo fonderà

sso di Arnold

-1929), morto

a composizione

considerato) è

lui le aperture

re, da una serie

assica, seppure

no autori come

può tralasciare

delle voci più

d Krohn, 1899-

rmazione della

), i

va studiato in

voler produrre
13.5.4. Cinematografia

Nata alla fine del XIX secolo la cinematografia si diffuse in breve tempo anche nei Paesi

nordici. In Danimarca fin dagli anni ’90 ne fu pioniere Peter Elfelt (1866-1931), esperto

fotografo che avrebbe lavorato anche a corte. Del 1897 è quello che viene considerato il

primo film danese Corsa con cani groenlandesi (Kørsel med grønlandske Hunde). Al 1906

risale la fondazione da parte di Ole Olsen (1863-1943) dell’importante società di produzione

Nordisk Film Kompagni (dunque una fra le più antiche al mondo), tuttora attiva, che darà il

via a una produzione apprezzata anche all’estero. Qui, alla realizzazione di una serie di

cortometraggi lavorerà il regista Viggo Larsen (1880-1957). Dal carattere melodrammatico

dei primi film muti si passa poi a lavori più ambiziosi, talora ispirati a opere letterarie. Figure

di rilievo sono quelle dei registi August Blom (1869-1947), Benjamin Christensen (1879-

1959), Lau (Lauritz) Lauritzen (1878-1938), A.W. (Anders Wilhelm) Sandberg (1887-1938)

e, soprattutto, di Carl Theodor Dreyer (1889-1968), talora attori e sceneggiatori essi stessi.288

Il primo film sonoro danese, Il prete di Vejlbye (Præsten i Vejlbye), ispirato all’omonima

novella di Steen Steensen Blicher del 1829,289 fu girato nel 1931 da George Schnéevoigt

(Fritz Ernst Georg Fischer, 1893-1961). Gli anni della guerra, con la rigida censura imposta

dagli occupanti tedeschi, costringono a individuare temi ‘neutri’ anche se l’angoscia del

periodo si riflette in talune opere, mentre i drammatici eventi legati al conflitto troveranno

espressione in pellicole realizzate negli anni del dopoguerra. Importanti registi sono Bodil

Ipsen (1889-1964), anche apprezzatissima attrice, Lau Lauritzen Jr. (1910-1977), Bjarne

Henning-Jensen (1908-1995)290 e Johan Jacobsen (1912-1972). Spesso influenzata dalle


tendenze straniere (non ultime quelle americane ma in seguito anche dal realismo italiano e

anche nei Paesidalla scuola francese) la cinematografia danese ha poi cercato strade proprie, a cominciare da

-1931), esperto Fame (Sult, 1966), una coproduzione scandinava basata sul romanzo di Knut Hamsun,291

e considerato il diretta da Henning Carlsen (1927-2014) e Ballata su Carl-Henning (Balladen om Carl-

). Al 1906Henning, 1969) di Sven Grønlykke (1927-1988) e di sua moglie Lene (nata Meyer Petersen,

à di produzione1933-1990).292 Nomi noti del dopoguerra sono quelli di Erik Balling (1924-2005), il cui film

iva, che darà ilQivitoq del 1956 (interamente ambientato in Groenlandia) otterrà significativi

di una serie diriconoscimenti, tra cui la nomination all’Oscar, e quello del suo collaboratore, lo

melodrammaticosceneggiatore e scenografo Henning Bahs (1928-2002). Qualche anno dopo la nomination

etterarie. Figurecome miglior film straniero andrà a Harry e il suo servo (Harry og kammertjeneren, 1961)

istensen (1879-diretto da Bent Christensen (1929-1992).293 Un innovatore della filmografia danese, che

rg (1887-1938) negli anni ’60 risente positivamente delle nuove correnti europee, è Palle Kjærulff-Schmidt

288 (n. 1931). Con il passare del tempo anche il cinema danese ha risposto alle esigenze degli

o all’omonimaautori ma anche del pubblico con una grande varietà di produzioni: dalle storie ‘familiari’

ge Schnéevoigtalle commedie popolari, dai film portatori di un messaggio sociale e politico a quelli

ensura imposta d’avanguardia, dalle opere di voluta ‘provocazione’ alle trame criminali, dai film per

l’angoscia delbambini a quelli ‘per adulti’, dai documentari (un genere avviato negli anni ’30)294 ai prodotti

litto troverannosperimentali riservati a un pubblico ‘di nicchia’ fino ai film per la TV. Successivamente si

isti sono Bodilsono posti all’attenzione internazionale, raccogliendo prestigiosi riconoscimenti, Nils

-1977), BjarneMalmros (n. 1944), Bille August (n. 1948), Lars von Trier (n. 1956) e Ole Bornedal (n.

fluenzata dalle1959). Per la cinematografia danese gli anni ’80 sono stati ricchi di soddisfazioni: per due
ismo italiano evolte consecutive infatti essa veniva premiata con l’Oscar: nel 1987 con Il pranzo di Babette,

a cominciare dadiretto da Gabriel Axel (1918-2014) e basato sul celebre racconto di Karen Blixen,295 e nel

291 1988 con Pelle il conquistatore (Pelle Erobreren) di Bille August ispirato al ciclo di romanzi

aden om Carl-di Martin Andersen Nexø usciti tra il 1906 e il 1910.296 L’anno successivo ci fu una ulteriore

Meyer Petersen,nomination per Ballando con Regitze (Dansen med Regitze) di Kaspar Rostrup (n. 1940). Nel

005), il cui film 1995 Lars von Trier in collaborazione con Thomas Vinterberg (n. 1969) ha presentato il

à significativimanifesto Dogma95 (Dogme95) con l’intento di produrre una cinematografia sobria ed

llaboratore, loessenziale, liberata da tecnicismi esasperati e costosi.297 Più recentemente non sono mancati

nominationulteriori prestigiosi riconoscimenti: nel 2006 la nomination è andata a Dopo il matrimonio

, 1961) (Efter brylluppet) di Susanne Bier (n. 1960) che nel 2010 è stata premiata con l’Oscar per

fia danese, chel’opera In un mondo migliore (in danese Hævnen “La vendetta”); nel 2013 la nomination è

ærulff-Schmidt stata ottenuta da Un affaire reale diretto da Nikolaj Arcel (n. 1972).298

esigenze degli In Svezia la cinematografia arrivò alla fine del XIX secolo. Uno dei primi locali per

torie ‘familiari’proiezioni dove si poteva assistere alle opere dei fratelli Lumière fu allestito dal fotografo

olitico a quelliNuma Peterson (1837-1902) in uno spazio all’interno della grande esposizione di Stoccolma

, dai film perdel 1897. I primi film (di carattere documentario) furono realizzati a partire dal 1906 da John

ai prodottiBergqvist (1874-1953) e da suo cognato Gustaf Berg (1880-1933). In pochi anni nelle città

cessivamente sisvedesi cominciano a diffondersi i cinematografi. Nel 1909 veniva fondata la S.p.a. Teatro

oscimenti, Nilscinematografico svedese (AB Svenska Biografteatern)299 di cui sarebbe divenuto direttore

e Bornedal (n. Charles Magnusson (1878-1948), figura di importanza fondamentale. Non solo nel 1919 egli

azioni: per duediede impulso alla creazione della Industria cinematografica svedese (Svensk filmindustri)
anzo di Babette,che divenne presto un ‘colosso’ con sedi anche all’estero,300 ma fu anche autore di diversi

e nelcopioni e regista e trasformò il cinema da esercizio dilettantistico in attività artistica (anche

iclo di romanziricorrendo a trame riprese da opere letterarie). Valenti registi del muto sono in Svezia Georg

fu una ulteriore af Klercker (1877-1951), Victor Sjöström (1879-1960), direttore di pellicole che ‘fecero

p (n. 1940). Nelepoca’,301 e Mauritz Stiller (1883-1928), considerato lo scopritore della celebre attrice Greta

ha presentato ilGarbo (Greta Gustafsson, 1905-1990).302 Non condizionati da difficoltà linguistiche i film

rafia sobria ed muti prodotti in Scandinavia ottennero spesso un notevole successo anche all’estero. Per

n sono mancatiSjöström e Stiller scrisse diversi copioni Gustaf Molander (1888-1973)303 che a sua volta

o il matrimoniosarà regista di film importanti come Intermezzo (1936), interpretato da Ingrid Bergman

con l’Oscar per (1915-1982) e dal celebre attore Gösta Ekman (1890-1938).304 Fra le due guerre saranno

èmolto popolari le opere del regista Gustaf Edgren (1895-1954) grazie alle interpretazioni

comiche di Fridolf Rhudin (1895-1935); un buon successo avrà anche Rune Carlsten (1890-

primi locali per1970), autore di copioni, regista e attore, uno dei primi a sperimentare il film sonoro. In

o dal fotografoSvezia i primi tentativi in questa direzione vennero fatti nel 1929 con pellicole

ne di Stoccolmad’importazione o nazionali: i risultati furono tuttavia insoddisfacenti.305 Il primo vero film

al 1906 da Johnsonoro svedese è considerato Quando le rose sbocciano (När rosorna slå ut) diretto nel 1930

anni nelle città dall’attore e regista Edvin Adolphson (1893-1979). La produzione cinematografica cresce

la S.p.a. Teatroora quantitativamente e si differenzia qualitativamente. Registriamo così, a esempio, le storie

enuto direttorecomico-sentimentali interpretate dal popolarissimo attore, cantante e regista Edvard Persson

o nel 1919 egli(1888-1957); i film documentaristici di Gösta Roosling (1903-1974); quelli ispirati al

)movimento operaio di Sigurd Wallén (1884-1947, che come attore aveva interpretato
utore di diversipersonaggi astuti e scaltri); le traduzioni cinematografiche di grandi opere letterarie di

artistica (ancheAnders Henrikson (1896-1965); il cinema astratto di Viking Eggeling (1880-1925). Alcuni

n Svezia Georg(tra cui Gustaf Molander) sentono il bisogno di sottolineare il valore artistico e culturale (ma

ole che ‘fecero anche tecnico) della produzione cinematografica, un intento che si concretizza (1933) nella

re attrice Gretafondazione della Società cinematografica svedese (Svenska Filmsamfundet), ora Accademia

guistiche i filmsvedese del cinema (Svenska Filmakademin), mentre un regista come Karl Ragnar Gierow

all’estero. Per (1904-1982) si dedica anche alla scrittura e alla poesia (e avrà poi un posto nell’Accademia

che a sua volta svedese). Ma il primo a raggiungere fama internazionale sarà l’autodidatta Alf Sjöberg

ngrid Bergman(1903-1980), che nel 1951 verrà premiato al Festival di Cannes e collaborerà con Ingmar

guerre sarannoBergman. ‘Avversario’ di quest’ultimo sarà Hasse (Hans) Ekman (1915-2004), affermatosi a

interpretazionipartire dagli anni ’40 con opere che indagano la complessità dell’essere umano e il conflitto

Carlsten (1890-tra vita e arte.306 Il grande nome della cinematografia svedese resta comunque senza alcun

film sonoro. In dubbio quello di Ingmar Bergman (1918-2007). Il suo debutto risale agli anni ’40, sia come

con pellicole scrittore per il teatro sia come autore di copioni e regista, percorso che lo avrebbe portato al

rimo vero filmsuccesso internazionale.307 La ‘costruzione’ dei suoi film, che egli realizzava in prima

diretto nel 1930persona dalla stesura del manoscritto fino al completamento della pellicola, si basa su un

ografica cresceindubbio talento di scrittore, sulla perizia nell’armonizzare le componenti sceniche, sulla

empio, le storie sicura gestione della recitazione degli attori. Ma anche, anzi soprattutto, sulla capacità di

Edvard Persson individuare e tradurre le problematiche individuali e sociali dell’uomo del Novecento che

uelli ispirati alvede le proprie angosce (fra tutte la paura della morte), il disorientante senso di

va interpretatosradicamento, gli irrisolti conflitti familiari e sociali, la difficile ricerca del divino,
re letterarie dipienamente interpretati anche là dove il regista propone – come nel caso esemplare de Il

0-1925). Alcunisettimo sigillo (Det sjunde inseglet, 1957) – storie ambientate nel medioevo. Una lunga serie

e culturale (madi riconoscimenti ha premiato la sua straordinaria carriera.308 Sebbene, almeno in parte,

za (1933) nella‘oscurati’ dalla fama di Bergman, altri registi svedesi nei decenni del secondo dopoguerra

ora Accademiahanno realizzato prodotti di pregio: Olle (Nils Olof) Hellbom (1925-1982) ricordato

Ragnar Gierowsoprattutto per la realizzazione di pellicole ispirate ai libri per bambini della celebre Astrid

nell’Accademia Lindgren;309 Mai Elizabeth Zetterling (1925-1994) nota per l’intensità delle storie talora

ta Alf Sjöberglegate alle problematiche femminili; Bo Widerberg (1930-1997), affermatosi negli anni ’60

erà con Ingmaranche a livello internazionale come innovatore del cinema svedese su impulso francese;310

), affermatosi aJan Troell (n. 1931), giunto al film dalla fotografia,311 Lasse Åberg (n. 1940), artista

no e il conflittoeclettico, capace di ottenere grande successo di pubblico (e notevolissimi incassi) con film

ue senza alcun che descrivono la vita svedese; Lasse Hallström (n. 1946) due volte candidato all’Oscar.312

i ’40, sia comeUn premio, questo, ottenuto nel suo settore (1974 e 1983) dal grande direttore della

ebbe portato al fotografia Sven Nykvist (1922-2006), collaboratore di Ingmar Bergman, per i film Sussurri e

zzava in primagrida e Fanny e Alexander. Ma a dimostrare che la cinematografia svedese non si sarebbe

, si basa su unfermata a Bergman è, in primo luogo, proprio Nykvist che otterrà (1988 e 1991) due

sceniche, sullanomination: la seconda, in particolare, per il film Il bue (Oxen), da lui scritto e diretto.

ulla capacità di L’onore della nomination toccherà poi ad altri registi come Colin Nutley (n. 1944), un

Novecento cheinglese trasferito in Svezia, con Sotto il sole (Under solen, 1998), a Mikael Hafström (n.

ante senso di1960) con Evil – Il ribelle (Ondskan “Il male”, 2003), trasposizione cinematografica

ca del divino,dell’omonimo romanzo del 1981 dello scrittore e giornalista svedese Jan Guillou, a Kay
IlPollak (n. 1938) con Così come nel cielo (Så som i himmelen, 2004).313 Nel 2014 l’ambito

Una lunga serie Leone d’oro, premio assegnato alla Mostra del Cinema di Venezia, è andato a Roy

meno in parte,Andersson (n. 1943) per il film Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza (En

ndo dopoguerra duva satt på en gren och funderade på tillvaron). Questo regista, tornato a dirigere

982) ricordatolungometraggi dopo molti lavori di carattere documentaristico e pubblicitario ha aggiunto

celebre Astridquesto ad altri prestigiosi riconoscimenti. In Svezia il documentario, i cui veri pionieri sono

le storie taloraStig Wesslén (1902-1987) e Arne Sucksdorff (1917-2001), ha una lunga e fortunata

negli anni ’60tradizione.314

310 Anche in Norvegia la cinematografia era giunta alla fine del XIX secolo. Qui tuttavia

1940), artistaessa non si sviluppò al pari di quella danese e svedese, restando piuttosto legata a prodotti di

cassi) con film importazione. Il primo film norvegese risale al 1911: si tratta del cortometraggio muto dal

312 titolo La maledizione della povertà (Fattigdommens forbandelse) diretto da Halfdan Nobel

direttore dellaRoede (1877-1963), che è dunque da considerare il primo regista nel Paese;315 un altro

Sussurri epioniere è Ottar Gladtvet (1890-1962). Dopo di loro Rasmus Breistein (1890-1976) che nel

non si sarebbedecennio 1920-1930 produsse diverse pellicole, portando la cinematografia norvegese ai

8 e 1991) duelivelli di quella danese e svedese. In Norvegia il primo film sonoro è Il grande battesimo

critto e diretto. (Den store barnedåpen) del 1931;316 basato sull’omonima commedia del 1925 di Oskar

(n. 1944), unBraaten,317 esso fu diretto da Tancred Ibsen (1893-1978), nipote del celebre drammaturgo e

el Hafström (n.di Bjørnstjerne Bjørnson,318 considerato uno dei migliori registi del periodo fra le due guerre.

cinematografica Nel 1918 Leif Sinding (1895-1985) diede alle stampe la prima rivista norvegese di

Guillou, a Kaycinematografia, Eroe e canaglia (Helt og Skurk). Al 1932 risale la fondazione della casa di
2014 l’ambitoproduzione Norsk film, attiva fino al 2001. Nel secondo dopoguerra il cinema norvegese ha

andato a Roy potuto usufruire di importanti sussidi pubblici, il che non sempre si è tradotto nella

Enproduzione di pellicole di qualità. Tra i migliori registi si segnalano Edith Carlmar (1911-

nato a dirigere2003), prima regista donna in Norvegia, Nils R. (Russel) Müller (1921-2007), attento ai temi

io ha aggiuntosociali, e Arne Skouen (1913-2003) la cui opera Nove vite (Ni liv, 1957) ebbe la nomination

ri pionieri sonoper l’Oscar come miglior film straniero. Un simile riconoscimento sarebbe andato trent’anni

ga e fortunatadopo a L’arciere di ghiaccio, un film sami-norvegese (titolo originale in sami Ofelaš, in

norvegese Veiviseren)319 diretto da Nils Gaup (n. 1955). Altri nomi di rilievo sono quelli di

o. Qui tuttavia Pål Løkkeberg (1934-1998), il primo a rinnovare la cinematografia nel suo Paese e Anja

ata a prodotti diBreien (n. 1940), ben nota a livello internazionale.320 Altri importanti riconoscimenti sono

aggio muto dalnel 1986 il premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia assegnato al film

Halfdan Nobel X di Oddvar Einarson (n. 1949) e successive nomination all’Oscar per Gli angeli della

un altro domenica (Søndagsengler) del 1996 diretto da Berit Nesheim (n. 1945) che narra dello sforzo

0-1976) che neldella figlia di un predicatore per liberarsi da una religiosità ottusa e soffocante; Elling del

a norvegese ai 2001 di Petter Næss (n. 1960), incentrato sul problema dell’autismo; Kon-Tiki (2012) di

ande battesimoJoachim Rønning (n. 1972) ed Espen Sandberg (n. 1971) che riprende la spedizione

1925 di Oskareffettuata nel 1947 dal celebre Thor Heyerdahl (1914-2002). Il quale ultimo, archeologo ed

drammaturgo e esploratore che riprende l’eredità dei Nansen e degli Amundsen, è anche uno dei nomi di

a le due guerre.rilievo della cinematografia documentaristica, un filone che in Norvegia si fonda su una salda

norvegese ditradizione che risale al pioniere Per Høst (1907-1971).321

ne della casa di Sebbene anche in Islanda il cinema giungesse relativamente presto (proiezioni regolari si
a norvegese haebbero dal 1906), una produzione nazionale di qualità avrebbe tardato ad affermarsi. I primi

tradotto nellafilm furono qui pellicole danesi basate su opere letterarie islandesi e per questo girati

Carlmar (1911-nell’isola. Si tratta della Storia della stirpe di Borg (islandese Saga Borgarættarinnar, danese

attento ai temiBorgslægtens historie) uscito nel 1921, basato su un ciclo dello scrittore Gunnar

nomination Gunnarsson322 e diretto dal regista danese Gunnar Sommerfeldt (1890-1947). Due anni dopo

ndato trent’annifu la volta di un’altra produzione danese gestita da Gunnar Robert Hansen (1901-1964) che

, inrealizzò il film Hadda Padda. Il copione era opera dello scrittore Guðmundur Kamban323 che

o sono quelli di collaborò alla regia. Ma i veri pionieri del cinema islandese sono Loftur Guðmundsson

o Paese e Anja(1892-1952) cui si devono anche documentari e il primo film sonoro,324 e Óskar Gíslason

oscimenti sono(1901-1990), allievo del sopra ricordato fotografo danese Peter Elfelt. Intanto gli stranieri

segnato al filmcontinuavano a girare diverse pellicole nel Paese. Un primo impulso alla cinematografia

Gli angeli dellaislandese venne dall’avvio (1966) delle trasmissioni televisive, ma un grosso ostacolo al suo

rra dello sforzosviluppo era certamente la mancanza di fondi adeguati. A ciò si cercò di porre rimedio con

dell’istituzione (1978) del Fondo per il film islandese (Kvikmyndasjóður Íslands), un

(2012) diprovvedimento rivelatosi in effetti molto efficace, come dimostra il fatto che, a partire dagli

la spedizione anni ’80, questo settore artistico è finalmente progredito, conseguendo anche risultati di

archeologo ednotevole pregio. Tra i registi più noti Reynir Oddsson (n. 1936), che già l’anno precedente

no dei nomi diaveva diretto Storia di un delitto (Morðsaga), il film che segna la ripresa della

da su una saldacinematografia islandese; Ágúst Guðmundsson (n. 1947), la cui opera Terra e figli (Land og

synir, 1980) è considerata un punto di riferimento,325 Þorsteinn Jónsson (n. 1946), autore di

zioni regolari sibei documentari, Hrafn Gunnlaugsson (n. 1948), noto soprattutto per le sue storie
ermarsi. I primivichinghe,326 Friðrik Þór Friðriksson (n. 1954) che con il suo Figli della natura (Börn

r questo giratináttúrunnar, 1991) ha avuto la nomination all’Oscar per il miglior film straniero, la regista

, daneseGuðný Halldórsdóttir (n. 1954) e i più giovani Baltasar Kormákur (n. 1966) e Dagur Kári

rittore Gunnar(Dagur Kári Pétursson, n. 1973).

Due anni dopo

1901-1964) che

che

Guðmundsson

Óskar Gíslason

nto gli stranieri

cinematografia

ostacolo al suo

rre rimedio con

), un

, a partire dagli

che risultati di

nno precedente

ripresa della

Land og

1946), autore di

le sue storie
vichinghe,326 Friðrik Þór Friðriksson (n. 1954) che con il suo Figli della natura (Börn

náttúrunnar, 1991) ha avuto la nomination all’Oscar per il miglior film straniero, la regista

Guðný Halldórsdóttir (n. 1954) e i più giovani Baltasar Kormákur (n. 1966) e Dagur Kári

(Dagur Kári Pétursson, n. 1973).


1 Ove Rode era fratello maggiore dello scrittore Helge Rode (vd. p. 1084).

2 Vd. sopra, pp. 967-968.

3 Corrispondenti a circa quattrocentodue milioni di euro.

4 Non casualmente (naturalmente anche sull’onda degli avvenimenti russi) nel 1919 venne

costituito il Partito socialista di sinistra danese (Danmarks Venstresocialistiske Parti) che nel 1920

avrebbe mutato la propria denominazione in Partito comunista danese – Sezione dell’Internazionale

comunista (Danmarks Kommunistiske Parti – Sektion af Kommunistisk Internationale). L’anno

precedente l’attivista Marie Nielsen (1875-1951) in contrasto con la politica dei socialdemocratici

aveva fondato, insieme ad altri radicali, il Partito socialista dei lavoratori (Socialistisk Arbejderparti)

che tuttavia fu sciolto nel 1919. Una parte degli aderenti confluì nel Partito socialista di sinistra

mentre i membri più intransigenti (come la stessa Marie Nielsen e lo scrittore Martin Andersen Nexø,

su cui vd. oltre, p. 1166) entrarono a fare parte dell’organismo sindacale Associazione

dell’opposizione di categoria (Fagoppositionens Sammenslutning), fondato nel 1910, di carattere

marcatamente rivoluzionario. Questi militanti mantennero stretti rapporti con l’Unione sovietica e

l’Internazionale.

5 Lov om rettens pleje, emanata l’11 aprile 1916 ed entrata in vigore il 1 ottobre 1919.

6 The Treaty of Peace between the allied and associated Powers and Germany, The Protocol

annexed thereto, the Agreement respecting the military occupation of the territories of the Rhine, and

the Treaty between France and Great Britain respecting Assistance to France in the event of

unprovoked aggression by Germany. Signed at Versailles, June 28th, 1919, London 1919: Parte III,

Sezione XII, artt. 109-111 in particolare.

7 Vd. p. 1424.

8 Cfr. p. 969.
9 Tra cui, nel 1922, la rovinosa situazione della Banca agricola, (vd. p. 981, nota 116) il più

grande istituto di credito del Nord che dovette essere rifinanziata.

10 Uno degli episodi più drammatici fu lo sciopero generale svoltosi a Randers (Jutland) nel

nel 1919 vennemarzo del 1922, in risposta alla politica delle serrate decisa dal padronato. Per quasi un mese la città

) che nel 1920fu praticamente in stato d’assedio per il deciso intervento delle forze di polizia e dell’esercito che più

ll’Internazionale volte si scontrarono con gli scioperanti. Due anni prima (1920) i datori di lavoro avevano dato vita al

). L’annocosiddetto Soccorso sociale (Samfundshjælpen); con la motivazione che non si potevano arrecare

ocialdemocraticigravi danni all’economia del Paese (ma in realtà allo scopo di rendere inefficace l’arma dello

)sciopero) furono reclutate persone disposte a sostituire chi si asteneva dal lavoro: costoro tuttavia

alista di sinistraebbero spesso la necessità di essere protetti dalla polizia. L’organizzazione fu sciolta nel 1960.

Andersen Nexø, 11 Cfr. p. 970.

e Associazione 12 Kanslergade è la strada nel quartiere di Østerbro a Copenaghen in cui al nr. 10 il primo

910, di carattereministro Thorvald Stauning aveva la propria residenza, all’interno della quale furono condotte le

nione sovietica etrattative e raggiunto l’accordo.

13 Lov om Arbejdsanvisning og Arbejdsløshedsforsikring (sul collocamento e il sussidio di

disoccupazione), Lov om offentlig Forsorg (sull’assistenza sociale ai bisognosi), Lov om

ny, The ProtocolFolkeforsikring (sull’assicurazione per invalidità e malattia e la pensione di vecchiaia), Lov om

of the Rhine, and Forsikring mod Følger af Ulykkestilfælde (sull’assicurazione relativa agli infortuni sul lavoro) tutte

in the event ofdel 20 maggio 1933. Questi quattro provvedimenti sostituivano, regolandole, tutte le norme

n 1919: Parte III,precedentemente emanate in queste materie.

14 Lov om Mægling i Arbejdsstridigheder, 18 gennaio 1934.

15 Il 29 luglio 1935 questa organizzazione aveva indetto una grande manifestazione a

Copenaghen alla quale parteciparono circa quarantamila persone: i loro portavoce furono ricevuti dal
nota 116) il piùprimo ministro Stauning, senza tuttavia ottenere significativi risultati. Vd. BROGAARD P.,

Landbrugernes Sammenslutning, Århus 1969.

ers (Jutland) nel 16 Nel medesimo anno Stauning andò incontro a una sconfitta sul suo disegno di modifica della

un mese la cittàcostituzione: egli infatti aveva proposto l’abolizione del Senato e l’abbassamento a 23 anni del limite

’esercito che più di età per accedere al voto. Sebbene la maggioranza dei votanti al referendum confermativo avesse

vano dato vita al optato per il SÌ, la proposta non fu approvata perché, sia pure per poco, non venne raggiunto il

otevano arrecare quorum richiesto del 45% degli aventi diritto.

ace l’arma dello 17 Nel contesto degli sforzi per creare le basi di un welfare state danese va tuttavia sottolineato

costoro tuttavia come in questo Paese (analogamente a quanto avverrà negli altri Paesi nordici) si desse ampio spazio

all’eugenetica. Nel 1929 venne promulgata (per la prima volta in Scandinavia) una legge sulla

sterilizzazione di individui affetti da handicap (Lov om Adgang til Sterilisation, 1 giugno 1929) poi

nr. 10 il primomodificata con decreto del 2 maggio 1934 (che introduceva il principio dell’obbligatorietà) e

rono condotte lesostituita da una nuova regolamentazione (Lov om Adgang til Sterilisation og Kastration, 11 maggio

1935). Questa politica trovava consenso sia a livello scientifico sia a livello politico, non da ultimo

e il sussidio ditra i socialdemocratici: si pensi che la legge del 1929 è per molti versi ispirata al pensiero del

Lov om ministro Karl Kristian Steincke. Queste norme resteranno in vigore fino all’emanazione di un

Lov omprovvedimento di modifica del 3 giugno 1967. Sull’argomento si rimanda a KOCH L., Racehygiejne i

sul lavoro) tutteDanmark, 1920-56, København 2000 e KOCH L., Tvangssterilisation i Danmark, 1929-67,

tutte le normeKøbenhavn 2000. Tra il 1929 e il 1967 vennero sterilizzate in Danimarca più di diecimila persone.

18 I volantini, scritti in un dano-norvegese piuttosto approssimativo, recavano sulla prima riga la

scritta “OPROP!”, vale a dire “PROCLAMA!”. A quanto pare il loro testo era stato predisposto da Hitler

manifestazione a in persona.

rono ricevuti dal 19 Per la precisione Partito nazionalsocialista danese dei lavoratori (Danmarks
ROGAARD P., Nationalsocialistiske Arbejderparti), fondato il 16 novembre 1930 sulla scia del successo dei

nazionalsocialisti in Germania. I suoi leader principali furono il fondatore Cay Lembcke (1885-1965)

di modifica dellae Frits Clausen (1893-1947); il suo organo di stampa il giornale La patria (Fædrelandet).

3 anni del limite 20 In effetti l’agricoltura molto aveva da guadagnare grazie alle esportazioni di derrate alimentari

fermativo avesse in Germania. Parimenti gli industriali potevano trarre vantaggio dalla partecipazione ai progetti

nne raggiunto iltedeschi.

21 Su questa discussa figura di politico vd. SJØQVIST V., Erik Scavenius. Danmarks

avia sottolineatoudenrigsminister under to verdenskrige, statsminister 1942-1945, I-II, København.

sse ampio spazio 22 Il 29 giugno 1941 a esempio fu creato (con il benestare del governo) il Corpo d’armata libero

una legge sulladanese (Frikorps Danmark) nel quale poterono confluire i volontari disposti a unirsi all’esercito

giugno 1929) poitedesco nella guerra contro l’Unione sovietica. Il corpo fu sciolto nel 1943.

obbligatorietà) e 23 Oltre tutto si deve considerare l’obbligo di inviare operai danesi a lavorare in Germania per

, 11 maggiosostituire quelli tedeschi chiamati nell’esercito.

o, non da ultimo 24 Formato innanzi tutto dai volontari del Corpo d’armata libero danese (vd. nota 22) esso

al pensiero delprendeva nome dal comandante di quello, Christian Frederik von Schalburg (1906-1942) morto in

manazione di uncombattimento. Con il pretesto di mantenere l’ordine i suoi componenti ebbero assai spesso un

Racehygiejne iatteggiamento arrogante e provocatorio nei confronti della popolazione danese che in misura sempre

mark, 1929-67,maggiore si schierò dalla parte del movimento di liberazione.

25 Il movimento comprendeva persone di diverso orientamento politico sebbene i comunisti vi

ulla prima riga laavessero la maggioranza. Esso infatti, ponendosi in forte contrasto con la scelta della collaborazione,

isposto da Hitlernon vedeva di buon occhio politici che vi avevano contribuito. Ciò riguardò anche i

socialdemocratici, per quanto uno dei loro rappresentanti, Frode Jakobsen (1906-1997) facesse parte

Danmarksattiva del Consiglio di liberazione. Per il resto vi parteciparono anche molti uomini di cultura e
el successo deistudenti, tra gli altri Jørgen Kieler (n. 1919), futuro medico e noto specialista degli studi sul cancro. I

cke (1885-1965) più noti gruppi di partigiani danesi furono KOPA (Kommunistiske Partisaner) vale a dire i partigiani

comunisti e BOPA (Borgerlige Partisaner) vale a dire i partigiani ‘laici’, cioè non politicamente

errate alimentarischierati; inoltre Ringen (“L’anello”) e Holger Danske il cui nome si rifà a un leggendario eroe

zione ai progettidanese (vd. p. 579 con nota 228; cfr. p. 855).

26 Tra di loro John Christmas Møller (1894-1948) che, pur appartenendo al Partito popolare dei

nius. Danmarks conservatori, aveva voluto rimarcare con decisione la distanza dall’ideologia nazista quando essa

aveva trovato qualche sostenitore sia all’interno del partito stesso sia della sua organizzazione

o d’armata liberogiovanile, la cosiddetta Gioventù conservatrice (Konservativ ungdom). Ministro del commercio nel

nirsi all’esercito ‘governo della collaborazione’ era stato costretto fin dall’ottobre 1940 a lasciare la propria carica e il

seggio in parlamento in seguito alla sua coraggiosa presa di posizione contro i Tedeschi. Riparato a

in Germania perLondra nella primavera del 1942 si rivolse ai suoi connazionali attraverso i microfoni della BBC

incitandoli alla ribellione.

d. nota 22) esso 27 Tra questi I Danesi liberi (De Frie Danske), pubblicato tra il 1941 e il 1945 e Danimarca

-1942) morto in libera (Frit Danmark), organo del gruppo di opposizione dal medesimo nome fondato tra gli altri da

assai spesso unJohn Christmas Møller (vd. nota precedente) e da Axel Larsen (1897-1972), rappresentante del

n misura sempre Partito comunista che nel 1943 sarebbe stato internato nel campo di concentramento di Sacheshausen

(vd. SNITKER H., Det illegale Frit Danmark - Bladet og organisationen, Odense 1977). Dopo la

e i comunisti vi guerra il giornale avrebbe continuato a uscire fino al 1982. In questo contesto va ricordato il

a collaborazione,giornalista Børge Outze (1912-1980) che censurato dai Tedeschi fondò l’agenzia di stampa

guardò anche iclandestina Informazione (Information).

97) facesse parte 28 Grazie a una fuga di notizie tuttavia questa operazione non ebbe gli esiti sperati dai gerarchi

mini di cultura etedeschi: gran parte degli Ebrei riuscì infatti a riparare in Svezia e su un totale di circa settemila ne fu
tudi sul cancro. Icatturato meno del 7%, vale a dire quattrocentosettantadue persone. L’operazione fu condotta il 1

a dire i partigianiottobre 1943.

on politicamente 29 Pseudonimo di Kaj Harald Leininger Petersen (1898-1944). Dopo una iniziale simpatia nei

eggendario eroeconfronti del nazismo e del fascismo egli mutò radicalmente la propria posizione e con scritti e parole

espresse un coraggioso incitamento alla rivolta, divenendo presto per i Tedeschi una voce da far

tito popolare deitacere a qualsiasi costo. Fu catturato e assassinato la notte del 4 gennaio 1944. Vd. oltre, p. 1174.

sta quando essa 30 Gli arresti furono eseguiti il 19 settembre 1944. La decisione tedesca era anche conseguente al

organizzazionerifiuto da parte danese di collaborare contro le crescenti azioni dei partigiani. Una parte dei poliziotti

l commercio nelriuscì tuttavia a sfuggire alla cattura in quanto la notizia era trapelata alcuni giorni prima.

ropria carica e il 31 Tuttavia, mentre nel Paese entravano le truppe inglesi al comando del generale Bernard

eschi. Riparato aMontgomery (1887-1976), l’isola di Bornholm, pesantemente bombardata, veniva occupata dalle

BBC forze russe (9 maggio) e sarebbe stata restituita allo Stato danese solo il 5 aprile dell’anno successivo.

32 Non si dimentichi qui che l’epidemia di ‘spagnola’ si era diffusa anche nei Paesi nordici

Danimarca(Islanda compresa) provocando migliaia di vittime.

to tra gli altri da 33 Alle norme sopra citate si aggiunga qui il riconoscimento del diritto alle ferie sancito da un

ppresentante delprovvedimento del 1938 (Ferieloven, 13 aprile 1938).

di Sacheshausen 34 La Radiofonia di stato (Statsradiofonien), successivamente Radio di Danimarca (Danmarks

1977). Dopo laRadio), avviò le proprie trasmissioni il 1 aprile 1925 ma solo due anni dopo poté ‘coprire’ con il

va ricordato ilproprio segnale l’intero Paese. Il primo “Giornale radio” (Radioavisen) fu trasmesso nel 1926.

nzia di stampa 35 Se, per la verità, la ricezione di qualche trasmissione televisiva straniera c’era già stata dal

1930, la prima trasmissione in lingua danese fu effettuata il 30 ottobre 1932 per un pubblico ristretto.

erati dai gerarchiL’avvio di vere e proprie trasmissioni televisive si ebbe tuttavia solo a partire dal 1954.

a settemila ne fu 36 Le quali cominciarono anche a porre rilevanti questioni come quella del controllo delle nascite
fu condotta il 1e quella (strettamente collegata) dell’aborto. Paladina di queste tematiche fu la scrittrice Marie

Kirstine Dorothea Jensen, più nota con il nomignolo Thit (1876-1957) che nel 1923 fondò

ale simpatia nei l’associazione Maternità volontaria (Frivilligt Moderskab). Ella era sorella del noto scrittore

on scritti e paroleJohannes V. Jensen (vd. oltre, p. 1166).

una voce da far 37 Per i singoli provvedimenti si rimanda a BLOM – TRANBERG 1985 (C.12.3).

38 Un altro riflesso è lo sviluppo della teologia liberale (si citi qui il pastore Torkild Skat Rørdam,

e conseguente al 1876-1939) avversario di una ‘teologia accademica’ il quale tra l’altro negava la risurrezione;

arte dei poliziottid’altronde ci fu anche un movimento che sosteneva la necessità di una religione più ‘radicale’ che si

liberasse dell’eredità pietistico-borghese ma, contemporaneamente, non si lasciasse indurre nella

enerale Bernardtentazione di rincorrere ogni tendenza del momento (vd. LENHAMMAR 20014 [B.7.2], pp. 104-106). Si

a occupata dallericordi che nel 1926 è stato fondato per iniziativa di alcuni giovani teologi, tra cui N.I. (Niels Ivar)

anno successivo. Heje (1891-1971), il movimento, tuttora attivo, che ha nome Tidehverv (“Tempi nuovi”), influenzato

ei Paesi nordicidal pensiero del teologo svizzero Karl Barth (1886-1968) che si oppone alla teologia liberale e ha una

forte connotazione nazional-conservatrice.

ie sancito da un 39 Questa figura è titolare del Ministero per la Chiesa (Kirkeministeriet), precedentemente

Ministero per la parità dei diritti e la Chiesa (Ministeriet for Ligestilling og Kirke).

Danmarks 40 Per una ironia del destino uno dei suoi migliori allievi fu Werner Karl Heisenberg (1901-1976,

‘coprire’ con ila sua volta Nobel per la fisica nel 1932) che avrebbe lavorato al programma nucleare tedesco.

41 Vd. sopra, p. 1004.

era già stata dal 42 Sulla politica di neutralità dei Paesi nordici nel corso della prima guerra mondiale vd. SALMON

ubblico ristretto.P., “Neutrality preserved. Scandinavia and the First World War”, in Scandinavia and the Great

Powers. 1890-1940, Cambridge 1997, pp. 118-168.

ollo delle nascite 43 Con un gioco di parole il cognome del primo ministro fu storpiato in Hungerskjöld (dove
scrittrice Mariehunger è “fame”).

nel 1923 fondò 44 Originate dalla gravissima situazione di carenza di generi alimentari di prima necessità, queste

l noto scrittore manifestazioni si tennero in tutta la Svezia. Nel mese di aprile ci fu una grande protesta popolare a

Västervik (in Småland) alla quale nel giro di poche settimane molte altre (circa centocinquanta)

seguirono in tutto il Paese. Non solo nella capitale e nelle grandi città (Göteborg, Malmö,

ild Skat Rørdam,Norrköping) ma anche in centri minori (Helsinborg, Uppsala, Örebro, Sundsvall, Eskilstuna,

la risurrezione;Västerås, Arboga, Borlänge, Arvika, solo per fare qualche esempio): da sud a nord fu tutto un

‘radicale’ che siradunarsi di folle di manifestanti (tra cui moltissime donne) che non solo protestavano contro

se indurre nella l’insostenibile situazione economica ma che presto cominciarono a reclamare una maggiore giustizia

pp. 104-106). Sisociale e a rivendicare diritti sindacali, in qualche occasione richiamandosi alla rivoluzione russa:

N.I. (Niels Ivar) quella che pareva una ‘nuova via verso la democrazia’ entusiasmava molti. Gli scontri con le forze

vi”), influenzato dell’ordine non furono affatto rari e in diversi casi furono saccheggiati i negozi di generi alimentari.

liberale e ha unaIl 1 maggio Stoccolma fu invasa da molte migliaia di dimostranti arringati da Hjalmar Branting.

Nella protesta si saldavano diverse motivazioni, non da ultime le ragioni dell’antimilitarismo, il che

precedentemente spiega anche l’inquietudine che serpeggiava all’interno delle forze armate dove si verificarono delle

dimostrazioni. Vd. KLOCKARE S., Svenska revolutionen 1917-1918, Stockholm 1967 e BJÖRK G., “De

berg (1901-1976, oroliga åren 1917-18. Sverige i uppror”, in PH 2007: 2, pp. 22-28.

45 L’ideologia comunista (e i primi risultati della rivoluzione russa) attrassero, almeno

inizialmente, anche diversi intellettuali: tra di loro il giornalista, poeta e politico Ture Nerman (1886-

ALMON1969) che visitò tre volte l’Unione sovietica (nel 1918 in compagnia di Anton Nilson, su cui vd. p.

a and the Great 997, nota 182), accolse Lenin quando questi (nell’aprile del 1917) visitò Stoccolma e fu tra i

fondatori del Partito comunista (vd. nota 49). Ben più celebre Karin Boye, che nel 1928 fece un

ngerskjöld (doveviaggio in Unione sovietica, Paese verso il quale nutriva molte speranze e che considerava un vero e
proprio modello; al ritorno tuttavia ella cominciò a manifestare diverse perplessità che, rafforzate

necessità, questenegli anni successivi, l’avrebbero portata a prendere le distanze dall’ideologia socialista (vd. pp.

otesta popolare a 1173-1174 con nota 210). Del resto lo stesso Hjalmar Branting aveva inizialmente salutato con

centocinquanta)entusiasmo l’avvento di quella che riteneva un’evoluzione in senso democratico, opponendosi in

teborg, Malmö,seguito fieramente alla svolta bolscevica e riuscendo a evitare che il movimento svedese dei

vall, Eskilstuna, lavoratori deviasse in quella direzione.

nord fu tutto un 46 Vd. pp. 1368-1369.

estavano contro 47 L’approvazione parlamentare di questo provvedimento ebbe luogo il 24 maggio 1919, tuttavia

aggiore giustiziatrattandosi di una modifica costituzionale essa fu definitivamente ratificata solo nel 1921 (vd. nota

voluzione russa:successiva).

ntri con le forze 48 Sui vari provvedimenti e i diversi aspetti della revisione costituzionale si rimanda a NILSSON

eneri alimentari.J.E., Författningsrevisionen 1918-1921 m.m. En kort handledning, Lund 19212. In questo clima sul

jalmar Branting.fronte del lavoro va segnalata la promulgazione della legge che introduceva la giornata lavorativa di

ilitarismo, il cheotto ore (vale a dire quarantotto ore settimanali): Lag om åtta timmars arbetsdag, approvata dal

erificarono delle parlamento il 29 settembre 1919.

G., “De 49 Esso era sorto nel 1917 in seguito a una frattura tra l’ala radicale del partito socialdemocratico,

in gran parte rappresentata nella sua Organizzazione giovanile (Socialdemokratiska

rassero, almenoUngdomsförbundet), all’interno della quale aveva prevalso la linea portata avanti da Zeth Höglund

e Nerman (1886-(cfr. p. 1016, nota 246), e la direzione che, sotto la guida di Hjalmar Branting, propendeva per

on, su cui vd. p.posizioni più moderate. Nel corso degli anni anch’esso andò incontro a fratture e scissioni. Suo

olma e fu tra i‘erede politico’ è l’attuale Partito della sinistra (Vänsterpartiet), che tuttavia dopo il 1989 ha

el 1928 fece un abbandonato la linea intransigente in favore di una politica socialista di parità tra i sessi, rispetto per

derava un vero el’ambiente e gestione pubblica delle risorse. Altre formazioni comuniste createsi nel corso del
à che, rafforzate secondo dopoguerra non hanno avuto consistente seguito.

ocialista (vd. pp. 50 Il primo, sorto nel 1913, il secondo nel 1915. Nel 1921 essi si fusero in quello che sarebbe

nte salutato con diventato l’attuale Partito di centro (Centerpartiet o Centern).

opponendosi in 51 Il Partito comunista sorto nel 1917 (vd. nota 49) a sua volta si spaccò nel 1924 e una parte dei

nto svedese deisuoi componenti rifluì poi (1926) fra i socialdemocratici. Nel 1929 in seguito a nuovi disaccordi fra i

comunisti fu fondato il Partito socialista (Socialistiska partiet) che acquisì una certa consistenza ma

si avvicinò progressivamente al nazismo e fu sciolto nel 1948. Nel 1923 anche sul fronte del Partito

io 1919, tuttaviacomune dei liberali si verificò una frattura che portò alla formazione (1924) del Partito liberale

l 1921 (vd. notapopolare (Frisinnade folkpartiet) e del Partito parlamentare dei liberali (Liberala riksdagspartiet):

motivi di discordia furono in particolare l’attualissima questione dell’alcolismo (nel 1922 un

ILSSONreferendum popolare aveva abrogato una legge di intento proibizionista), rispetto alla quale i primi

questo clima sulavevano una posizione radicale, e quella, annosa, della difesa. L’organismo di funzionamento dei

nata lavorativa diliberali (Associazione nazionale liberale) si legò al primo gruppo mentre il secondo diede vita al

, approvata dalPartito liberale svedese (Sveriges liberala parti). Nel 1934 queste due formazioni si sarebbero riunite

in quello che sarebbe stato chiamato Partito popolare (Folkpartiet). Cfr. p. 988 con nota 143.

cialdemocratico, 52 Fin dal 1914 era stata istituita la Commissione statale per la disoccupazione (Statens

cialdemokratiska arbetslöshetskommission), un ente che avrebbe operato fino al 1940.

da Zeth Höglund 53 Nel 1929 fallì la Cassa di risparmio popolare (Almänna sparbanken), il che provocò una grave

propendeva percrisi anche nella Banca dell’agricoltura (Jordbrukarbanken). Grande impressione (nonché gravi

e scissioni. Suoripercussioni finanziarie) suscitò il suicidio a Parigi del grande industriale Ivar Kreuger (1880-1932),

opo il 1989 hamagnate dell’industria dei fiammiferi con interessi in molti altri ambiti economici.

essi, rispetto per 54 Quattro degli uccisi vennero sepolti in una tomba comune nel cimitero che si trova presso la

si nel corso delchiesa di Gudmundrå (comune di Kramfors, Ångermanland). Sulla loro lapide sono stati incisi i versi
composti dallo scrittore e storico dell’arte Erik Blomberg (cfr. p. 1171): “Qui giace/ un lavoratore

ello che sarebbesvedese/ caduto in tempo di pace/ disarmato indifeso/ fucilato/ da pallottole ignote/ Il suo crimine era

la fame/ Non dimenticatelo mai” (DLO nr. 176). Vd. NORMAN B., Ådalen 31. En berättelse

4 e una parte deiStockholm 2010. Cfr. nota 310.

i disaccordi fra i 55 Cfr. p. 1003. Il nuovo mandato a Lindman venne dopo le elezioni per la Seconda Camera

a consistenza masvoltesi tra il 15 e il 21 settembre 1928, una consultazione segnata da una campagna elettorale dai

ronte del Partito toni particolarmente violenti e aggressivi e per questo ricordata come “elezioni cosacche”

l Partito liberale(kosackvalet). Nel 1930 il secondo governo Lindman cadde in seguito alla bocciatura di un

):provvedimento sull’aumento dei dazi sui cereali inteso a favorire il prodotto agricolo interno.

o (nel 1922 un 56 La risoluzione passò in parlamento il 25 maggio. Per queste leggi si rimanda a HANSSON S.,

lla quale i primiLagarna om kollektivavtal och arbetsdomstol. Med förklaringar, Stockholm, 1928.

nzionamento dei 57 Huvudavtal mellan Svenska Arbetsgivareföreningen och Landsorganisationen i Sverige

do diede vita alStockholm 1938. Vd. CASPARSSON R., Saltsjöbadsavtalet i historisk belysning, Stockholm 1966 e

sarebbero riuniteLUNDH CHR. (red.), Nya perspektiv på Saltsjöbadsavtalet, Stockholm 2009. In quello stesso anno era

stata emanata la legge che per la prima volta introduceva le ferie (due settimane) per i lavoratori (vd.

StatensHOLMSTRÖM N., Semesterlagen. Kommenterande redogörelse för lagen den 17. juni 1938 om

semester, Stockholm 19414). Un ‘precedente’ dell’accordo di Saltsjöbaden era stato il cosiddetto

ovocò una grave“compromesso di dicembre” (decemberkompromissen), raggiunto nel 1906 ma in sostanza

e (nonché gravinaufragato con il grande sciopero del 1909 nel corso del quale entrambe le parti si erano

ger (1880-1932),vicendevolmente accusate di aver violato le regole stabilite in quella occasione. Con l’accordo di

Saltsjöbaden fu infine abrogata anche la cosiddetta “legge di Åkarp” (Åkarpslagen, con riferimento al

i trova presso laparlamentare che l’aveva proposta Pehr Pehrsson di Åkarp, 1853-1950): promulgata il 1 luglio 1899

stati incisi i versi(e successivamente ridiscussa) essa proibiva la propaganda in favore dello sciopero e proteggeva i
ce/ un lavoratorecrumiri (vd. KARLBOM R., Från Kopparbergsprivilegierna till Åkarpslagen. Rättshistoriska studier

l suo crimine era rörande bestraffningen av arbetsvägran och strejker, Göteborg 1979).

. En berättelse, 58 Vd. sopra, p. 989.

59 Il premio fu condiviso con il politico norvegese Christian Lous Lange (1869-1938), segretario

Seconda Cameragenerale dell’Unione interparlamentare dal 1909 al 1933.

na elettorale dai 60 Vd. oltre, p. 1212 e p. 1214.

zioni cosacche” 61 Questo patto (sottoscritto il 27 febbraio 1933), che garantiva ai socialdemocratici l’appoggio

occiatura di un della controparte in cambio di provvedimenti a favore dell’agricoltura, è stato ironicamente definito

kohandel, traducibile in italiano (con analoga espressione spregiativa di certa politica) come

S., “mercato delle vacche”.

62 Al riguardo le sue pubblicazioni di maggior rilievo sono: Sulla rivoluzione. Punti di vista

onen i Sverige,socialisti sugli avvenimenti a est (Kring revolutionen. Socialistiska synpunkter på händelserna i

ockholm 1966 eöster, 1918) e Il socialismo di fronte alla realtà. Studi sul concetto di socialdemocrazia e la politica

o stesso anno era attuale (Socialismen inför verkligheten. Studier över socialdemokratisk åskådning och nutidspolitik,

i lavoratori (vd.1926); vd. TILTON T.A., Nils Karleby and the development of Swedish social democratic ideology,

. juni 1938 omStockholm [1982].

ato il cosiddetto 63 Sulla legislazione relativa (in particolare le norme del 18 maggio 1934 e del 23 maggio 1941) e

ma in sostanzail contesto sociale in cui essa maturò si rimanda all’ottimo studio di L. Dotti: L’utopia eugenetica del

parti si eranowelfare state svedese (1934-1975). Il programma socialdemocratico di Sterilizzazione, Aborto e

Con l’accordo diCastrazione, Soveria Mannelli 2004. Intesa evidentemente a impedire gravidanze ‘a rischio’, questa

on riferimento alpratica riguardò soprattutto le donne e, seppure fosse richiesto il consenso, esso fu in molti casi

il 1 luglio 1899indotto. Si calcola che tra il 1934 e il 1975 siano stati effettuati in Svezia 62.888 interventi (vd. DOTTI

o e proteggeva i2004, p. 11, nota 7). Lo scandalo delle sterilizzazioni (ampiamente sfruttato dai media) è esploso
istoriska studiernell’opinione pubblica svedese solo in tempi recenti grazie al lavoro di Maija Runcis, docente di

Storia all’Università di Stoccolma: si veda il suo libro Steriliseringar i folkhemmet, Stockholm 1998.

Dopo di ciò il governo ha istituito una commissione di inchiesta e stabilito risarcimenti per coloro

1938), segretarioche avevano subito questo trattamento.

64 Nel 1982 (insieme al messicano Alfonso García Robles, 1911-1991) a lei fu assegnato il

premio Nobel per la pace per il suo impegno a favore del disarmo.

ratici l’appoggio 65 In Svezia basterà ricordare la fondazione (1909) della Società svedese per l’eugenetica

camente definito (Svenska sällskapet för rashygien) guidata da Svante Arrhenius (cfr. p. 1103, nota 629) cui seguì

politica) come (1921) quella dell’Istituto statale per la biologia razziale (Statens institut för rasbiologi), primo del

genere al mondo, proposta e approvata dai socialdemocratici e dall’Associazione dei contadini. Le

e. Punti di vistaricerche portate avanti in questo istituto (i cui studiosi si avvicinarono in qualche caso all’ideologia

å händelserna i nazista) ebbero un notevole influsso sul pensiero dei coniugi Myrdal.

azia e la politica 66 Oltre a quanto sopra ricordato e ai provvedimenti inseriti come modifiche costituzionali si

och nutidspolitik, citino qui: la legge relativa agli infortuni sul lavoro (Lag om försäkring för olycksfall i arbete, 17

ocratic ideology,giugno 1916); il decreto sull’assistenza ai poveri (Lag om fattigvården, 14 giugno 1918); la legge

sull’infanzia del 6 giugno 1924 (vd. Samhällets barnavård. Lagen den 6 juni 1924 om samhällets

3 maggio 1941) ebarnavård och ungdomsskydd [barnavårdslag] jämte andra författningar, som beröra

a eugenetica del barnavårdsnämndernas verksamhet, med inledning, förklaringar, hänvisningar och sakregister

azione, Aborto eutgiven av R. VON KOCH, Stockholm 19454); la riforma scolastica del 1927 (vd. p. 1002 con nota

a rischio’, questa 198); il provvedimento del 1923 che permetteva alle donne di accedere alle cariche pubbliche (Lag

fu in molti casi innefattande bestämmelser angående kvinnans behörighet att innehava statstjänst och annat allmänt

OTTI uppdrag, 22 giugno 1923); la legge sui malati di mente (Sinnessjuklagen) del 19 settembre 1929; la

) è esplosolegge sulle malattie professionali (Lag om försäkring för vissa yrkessjukdomar, 14 giugno 1929); il
ncis, docente didecreto sull’assicurazione contro la disoccupazione (Förordning om erkända arbetslöshetskassor, 15

Stockholm 1998.giugno 1934); le modifiche alla legge sulla pensione approvate nel 1935 e nel 1937

menti per coloro(Folkpensionslagen del 28 giugno 1935 e del 23 aprile 1937, rispettivamente; cfr. p. 996, nota 179).

La legge sulla povertà del 1918 è particolarmente importante perché in essa tra l’altro si eliminava la

fu assegnato ilpratica di ‘mettere all’asta’ i bambini poveri privi del sostegno di un adulto, affidandoli a chi (in una

sorta di ‘gara’) avesse offerto le migliori garanzie (non di rado in seguito disattese), così come quella

per l’eugeneticadi accollare il sostegno dei più bisognosi a diverse famiglie di contadini nel territorio della parrocchia

a 629) cui seguìche a rotazione dovevano garantire loro vitto e alloggio in cambio di qualche servigio. Vd. Lag om

), primo delfattigvården den 14 juni 1918, utgiven av E. WAHLBERG, Stockholm 195110.

dei contadini. Le 67 In questo ambito va segnalato che a motivo di fenomeni come l’urbanizzazione e

aso all’ideologial’emigrazione, ma anche per l’introduzione di nuovi strumenti per la lavorazione dei campi, andò

gradatamente scomparendo la figura dei cosiddetti statare (vd. p. 709, nota 136), mentre i torpare

costituzionali si (vd. ibidem) riuscirono in diversi casi ad acquistare le fattorie in cui lavoravano.

, 17 68 Si rilevi qui che nel 1927 la fabbrica Volvo diede l’avvio alla produzione in serie di

1918); la leggeautovetture.

4 om samhällets 69 Nei primi anni ’20 furono fondati diversi club di radioamatori, mentre il Servizio radio

, som beröranazionale (Radiotjänst), inaugurato nel 1925, nel 1957 avrebbe mutato il proprio nome in Radio di

och sakregisterSvezia (Sveriges Radio). La televisione sarebbe invece giunta nel Paese nel 1954 con trasmissioni

. 1002 con nota regolari a partire dal 1956.

Lag 70 Molto importante fu, da questo punto di vista, la politica per la casa che rispondeva al desiderio

ch annat allmänt delle classi lavoratrici di possedere un’abitazione propria, sia per sottrarsi al pagamento di gravose

ttembre 1929; la rate di affitto, sia per poter vivere in edifici più moderni tanto dal punto di vista della funzionalità

giugno 1929); ilquanto da quello (non meno importante!) della salute, in quanto le nuove costruzioni venivano
, 15naturalmente dotate di acqua corrente, riscaldamento e fognature e progettate in modo da garantire

5 e nel 1937spazio vitale, luce e aria, disponendo inoltre di opportuni spazi verdi. La “casa di proprietà”

. 996, nota 179). (egnahem) divenne così l’obiettivo dei molti che presentarono domanda per ottenere i prestiti a tal

o si eliminava lafine erogati.

doli a chi (in una 71 Nel 1925 egli organizzò un grande convegno ecumenico a Stoccolma. Nel 1930 gli fu

così come quellaassegnato il premio Nobel per la pace. Vd. SUNDKLER B., Nathan Söderblom. His life and work, Lund

della parrocchia1969.

Lag om 72 Vi presero parte i sovrani Gustavo V, Cristiano X, Håkon VII e il presidente finlandese Kyösti

Kallio (1873-1940).

rbanizzazione e 73 The Treaty of Peace between The Republic of Finland and The Union of Soviet Socialist

dei campi, andò Republics, in JAKOBSON M., Finland Survived. An Account of the Finnish-Soviet Winter War 1939-

torpare 1940, 19842, Helsinki 1984, pp. 260-266.

74 Vd. oltre, p. 1151.

one in serie di 75 L’accordo fu stipulato l’8 luglio 1940; vd. BÖHME KL.R., “Från 9 april till

transiteringsöverenskommelsen”, in WANGEL C-A. (red.), Sveriges militära beredskap 1939-1945,

l Servizio radioStockholm 1982, pp. 150-194.

ome in Radio di 76 Cfr. p. 1120 con nota 28.

con trasmissioni 77 Tra questi la liberazione di un gran numero di prigionieri di guerra (oltre quindicimila) in

primo luogo di nazionalità nordica ma non solo, che si trovavano nei campi di concentramento

deva al desiderio tedeschi: per intermediazione di Folke Bernadotte (1895-1948), futuro negoziatore delle Nazioni

mento di gravoseUnite in Palestina (dove sarebbe stato assassinato da estremisti sionisti), e con l’indispensabile

ella funzionalità supporto della Croce Rossa svedese (Röda Korset) essi sarebbero stati portati via a bordo dei ben noti

uzioni venivano “autobus bianchi” (“vita bussarna”) per raggiungere la Svezia da dove avrebbero poi fatto ritorno in
odo da garantirepatria.

sa di proprietà” 78 Il primo partito di estrema destra fu in Svezia la Lega nazionale svedese (Sveriges nationella

re i prestiti a talförbund) sorta nel 1915 che negli anni assunse posizioni sempre più radicali e filonaziste. Altri partiti

di quest’area ebbero origine dal movimento antisemita che in questo Paese aveva trovato sbocco

Nel 1930 gli funella fondazione (1923) dell’Associazione svedese antisemita (Svenska Antisemitiska Föreningen), il

, Lundcui organo era la pubblicazione VIDI. Successivamente sorsero diversi partiti nazisti e fascisti che

talvolta si associarono ma non di rado si divisero per i conflitti tra i diversi leader. In particolare un

inlandese Kyöstigruppo, formato dai seguaci di Sven Olov Lindholm (1903-1998), andò a costituire il Partito

nazionalsocialista dei lavoratori (Nationalsocialistiska Arbetarepartiet) che gradatamente si allontanò

Soviet Socialistdal nazismo tedesco. Nel 1933 diverse formazioni di ispirazione nazista (ma non quella di Lindholm)

inter War 1939-si riunirono nel Blocco nazional-socialista (Nationalsocialistiska Blocket). Nelle elezioni del 1936 i

nazisti ebbero risultati assolutamente deludenti. Durante la guerra diversi rappresentanti di questa

parte politica si schierarono apertamente dalla parte di Hitler (fra tutti Per Engdahl, 1909-1994),

n 9 april till tuttavia l’ideologia nazista non riuscì mai a radicarsi fra la popolazione. Oltre a LÖÖW 1990 vd.

skap 1939-1945,NILSSON K.N.A., Svensk överklassnazism. 1930-1945, Stockholm [1996].

79 Cfr. p. 891, nota 121.

80 A questa vicenda è dedicato il romanzo dello scrittore Per Olov Enquist (vd. p. 1266) dal titolo

quindicimila) inI legionari (Legionärerna, 1968); da esso il regista Johan Bergenstråhle (1935-1995) ha tratto il film

concentramento L’estradizione [dei soldati] baltici (Baltutlämningen, 1970).

re delle Nazioni 81 Su questa importante figura di politico si rimanda a ISAKSSON A., Per Albin, I-IV, Stockholm

l’indispensabile1985-2000.

ordo dei ben noti 82 Vd. pp. 992-993.

oi fatto ritorno in 83 Per un approfondimento sul misterioso ‘caso Wallenberg’ si rimanda, tra l’altro, a SCHILLER B.,
Varför ryssarna tog Raoul Wallenberg, Stockholm 1991 e JANGFELDT B., Raoul Wallenberg – En

eriges nationellabiografi, Stockholm 2012.

ziste. Altri partiti 84 Si calcola che la popolazione norvegese sia passata da 1.700.000 abitanti nel 1865 a 2.400.000

a trovato sbocconel 1910; vd. HAGEMANN 1998 (indicazioni a p. 1018, nota 253), p. 18.

), il 85 Vd. pp. 1104-1105.

sti e fascisti che 86 In seguito, tra l’autunno del 1907 e la primavera del 1908 Løvland avrebbe ricoperto la carica

In particolare undi primo ministro succedendo a Christian Michelsen (vd. p. 1013, pp. 1015-1016 e p. 1143) per poi

tituire il Partito lasciare il posto al primo governo guidato da Gunnar Knudsen (1908-1910).

mente si allontanò 87 Il riferimento è, in particolare, al cosiddetto “Atto di integrità” (Integritetsakten) in base al

lla di Lindholm)quale la Francia, la Germania, il Regno Unito e la Russia garantivano di salvaguardare l’integrità

ezioni del 1936 i territoriale della Norvegia. Il documento fu sottoscritto a Kristiania il 2 novembre 1907 (ma ratificato

entanti di questa dal sovrano inglese il 7 dicembre: Riksarkivet, Utenriksarkivet, Traktatsamlingen, nr. 81).

ahl, 1909-1994), 88 Il provvedimento fu emesso il 14 agosto 1914; vd. SCHJELDERUP F. – JANTZEN J. ET AL.,

1990 vd.Krigsforsikringen for norske skib (oprettet ved lov av 21. august 1914), I-II, Oslo 1927-1936.

89 Tali furono, in particolare l’accordo relativo al commercio del pesce e quello sul rame,

entrambi del 1916. Nel primo caso, poiché la Germania acquistava grandi quantità di pesce dalla

. 1266) dal titoloNorvegia, gli Inglesi fecero pressioni di carattere economico e riuscirono a bloccare quelle

) ha tratto il film esportazioni impegnandosi ad acquistare direttamente il prodotto; nel secondo caso essi ottennero che

la gestione del commercio della calcopirite norvegese (da cui si estraeva il rame che la stessa

I-IV, StockholmNorvegia doveva poi importare come prodotto raffinato) fosse affidata alla società anglo-spagnola

Rio Tinto.

90 Termine composto da jobb (dall’ingl. to job “lavorare saltuariamente o a cottimo”, ma anche

B.,“fare una speculazione”) e da tid “tempo” a indicare un periodo di opportunità per gli affaristi.
Wallenberg – En 91 Questa scelta fu portata avanti dalla Banca nazionale (alla cui guida era Nicolai Rygg, 1872-

1957) con riduzione della quantità di moneta in circolazione e una stretta creditizia legata

1865 a 2.400.000 all’imposizione di un alto tasso di sconto.

92 Vd. sopra, pp. 1028-1029 con nota 293.

93 Rispettivamente: Lov om sykeforsikring del 18 settembre 1909 (modificata in data 6 ottobre

coperto la carica1915 e successivamente in data 17 luglio 1925); Fabrikktilsynsloven del 10 settembre 1909 che

p. 1143) per poisostituiva il provvedimento del 1892 (vd. sopra, p. 1011 con nota 233) e a sua volta sarebbe stata

modificata in data 18 settembre 1915; Lov om ulykkesforsikring for fiskere dell’8 agosto 1908 (con

) in base alintegrazioni in data 30 luglio 1915); Lov om ulykkesforsikring for sjømenn del 18 agosto 1911 (con

ardare l’integritàintegrazioni in data 30 luglio 1915 e 19 luglio 1918 e modifiche nella Lov om ulykkestrygd for

07 (ma ratificatosjømenn del 24 giugno 1931); Lov om ulykkesforsikring for industriarbeidere m.v. del 13 agosto

1915 che sostituiva le norme del 1894 (vd. sopra, p. 1011, nota 233) e che sarebbe stata modificata

.,con la Lov om ulykkestrygd for industriarbeidere m.v. del 24 giugno 1931). Dopo un primo

provvedimento che regolava la materia, la Legge sulla tutela dei lavoratori dell’industria (Lov om

quello sul rame,arbeiderbeskyttelse i industrielle virksomheter, 18 settembre 1915), la delibera che stabiliva il limite

à di pesce dallamassimo di otto ore lavorative fu emanata l’11 luglio 1919 (Endringslov til

bloccare quellearbeiderbeskyttelseloven).

ssi ottennero che 94 Lov om barn, hvis forældre ikke har indgaat egteskap med hverandre, Lov om forsorg for barn

me che la stessae Lov om forældre og egtebarn, tutte del 10 aprile 1915.

à anglo-spagnola 95 Arbeidstvistloven del 6 agosto 1915 entrata in vigore il 1 gennaio 1916. Questo provvedimento

fu ripetutamente ridiscusso e rinnovato (cfr. nota 101). In precedenza le contrattazioni venivano

timo”, ma anchegestite in primo luogo dal sindacato; il primo caso di contratto collettivo siglato in Norvegia, che si

riferisce ai lavoratori dell’industria siderurgica e metallica, fu concluso nel 1907.


olai Rygg, 1872- 96 La dura contrapposizione nel mondo del lavoro aveva conosciuto anche un episodio assai grave

creditizia legataquando il 21 settembre del 1913 nel corso di uno sciopero a Buvika (Trøndelag meridionale) un

crumiro aveva ucciso un sindacalista. Vd. NÆSS I., Skotet i Buvika. Streiken ved Piene mølle 1913,

Oslo 1988.

n data 6 ottobre 97 Il riferimento è, in particolare, alla manifestazione operaia di Menstad (nel comune di Skien in

embre 1909 cheTelemark) dell’8 giugno 1931 nel corso della quale tre poliziotti furono feriti gravemente e diversi

lta sarebbe stata manifestanti arrestati. Vd. JOHANSEN P.O., Menstadkonflikten 1931, Oslo 1977.

gosto 1908 (con 98 Per la sua attività in sostegno degli scioperi Martin Tranmæl nel 1924 subì anche un arresto.

gosto 1911 (con 99 Vd. oltre, p. 1154 e pp. 1217-1219.

ulykkestrygd for 100 Dal 1922 l’Associazione dei contadini norvegesi, tuttora attiva, ha mutato la propria

del 13 agosto denominazione in Norges Bondelag. Essa affonda le proprie radici nella Società degli amici dei

stata modificatacontadini di Søren Pedersen Jaabæk (vd. sopra, p. 1009). Del 1913 è invece la fondazione

Dopo un primodell’Associazione dei piccoli coltivatori norvegesi (Norsk Smaabrukerforbund), in seguito Lega dei

Lov omcontadini e dei piccoli coltivatori norvegesi (Norsk Bonde- og Småbrukarlag), tuttavia senza fini

stabiliva il limitepolitici. Si tenga presente che tra il 1900 e il 1930 ci fu un incremento di circa il 20% dei piccoli

Endringslov tilcoltivatori.

101 Per la sua attività di contrasto agli scioperi la Lega naturalmente appoggiò l’introduzione della

forsorg for barnnuova legge sui conflitti di lavoro (Arbeidstvistloven, del 5 maggio 1927) che apportava sostanziali

modifiche alle norme emesse il 6 agosto 1915 (cfr. nota 95), introducendo pene severe (fino a tre

o provvedimentoanni di prigione) per chi partecipasse a scioperi illegali, li appoggiasse o cercasse di impedire il

tazioni venivanolavoro dei crumiri. Con amara ironia negli ambienti operai e sindacali questo provvedimento fu

Norvegia, che sidefinito “Legge della galera” (Tukthusloven). Del resto il contrasto agli scioperi e il sostegno ai

crumiri veniva anche da organizzazioni come l’Aiuto sociale norvegese (Norges Samfunnshjelp),
sodio assai gravefondato nel 1921 o la Difesa sociale (Samfundsvernet) corpo di polizia civile costituito nel 1923 allo

meridionale) unscopo di intervenire in caso di gravi tumulti.

iene mølle 1913, 102 Cfr. p. 1013, pp. 1015-1016 e p. 1138, nota 86. Vd. NORLAND A., Hårde tider.

Fedrelandslaget i norsk politikk, Oslo 1973 e SJULSETH D., Fedrelandslaget i norsk politikk 1930-

mune di Skien in 1940. En historisk taper?, Oslo 2008.

emente e diversi 103 È nota anche la loro partecipazione a una delle manifestazioni più violente dell’estremismo di

destra norvegese, avvenuta il 17 aprile 1934, quando alcune centinaia di attivisti nazisti assaltarono il

ginnasio di Oslo allo scopo di aggredire i rappresentanti socialisti che vi si trovavano: ne seguirono

tafferugli nel corso dei quali essi furono respinti sicché poi marciarono verso il parlamento

utato la propria inneggiando a Hitler e furono arringati dall’attivista di estrema destra Stein Barth-Heyerdahl (1909-

degli amici dei1972).

e la fondazione 104 Per il significato del nome vd. p. 211.

seguito Lega dei 105 Nel periodo tra le due guerre si constata nel Paese un diffuso antisemitismo tradotto in

ttavia senza finidiscriminazioni di carattere amministrativo. Si rimanda qui a JOHANSEN P.O., “Oss selv nærmest”.

20% dei piccoliNorge og jødene 1914-1943, Oslo 1984 e, più in generale, a MENDELSOHN O., Jødenes historie i

Norge gjennom 300 år, I-II, Oslo 19872. Ancor peggio degli Ebrei furono trattati i rom i quali non

ntroduzione dellasolo in base alla “legge sugli stranieri” (Fremmedloven) del 22 aprile 1927 si videro negare l’ingresso

ortava sostanzialinel Paese (il provvedimento sarà modificato solo con una legge del 27 luglio 1956) ma, se già

evere (fino a tre presenti, subirono la politica della cosiddetta “igiene razziale” (rashygiene, vd. nota successiva).

e di impedire il 106 Anche in Norvegia furono approvate norme per la cosiddetta ‘igiene razziale’, un’idea

rovvedimento fu propugnata innanzi tutto da Jon Alfred Mjøen (1860-1939), uno dei fondatori (1912) della

e il sostegno aiFederazione internazionale di eugenetica. La prima Legge sulla sterilizzazione (Steriliseringsloven),

), cui seguirono altri provvedimenti, fu approvata il 1 giugno 1934. In sostanza si consentiva la


ito nel 1923 allosterilizzazione o la castrazione (con un consenso spesso solo teorico) di individui affetti da handicap

mentale o fisico, ma anche di persone in condizioni economiche di indigenza, o ritenute ‘socialmente

Hårde tider.pericolose’. In base a queste norme molte donne di etnia rom furono sottoposte (fino al 1977) a

sk politikk 1930-questa operazione. Vd. HAAVE P., Sterilisering av taterne 1934-1977. Undersøkelse av lov og

praksis, Oslo 2000. In uno studio dal titolo “Zwangssterilisierung in Norwegen – eine

ll’estremismo diwohlfahrtsstaatliche Politik in sozialdemokratischer Regie?” (in NORDEUROPAforum, Zeitschrift

isti assaltarono ilfür Politik, Wirtschaft und Kultur, XI [2001], pp. 55-78) il medesimo studioso ha rilevato come, a

no: ne seguirono differenza della Danimarca e della Svezia, in Norvegia la politica eugenetica non possa essere

o il parlamento ricondotta a un progetto socialdemocratico di costruzione del welfare state (al cui interno questi

Heyerdahl (1909-individui costituivano un ‘ostacolo’). Tra il 1934 e il 1977 furono sterilizzate in Norvegia 43.731

persone (dato ripreso da una tabella riportata nell’articolo qui citato).

107 Una opposizione al nazionalsocialismo di Quisling venne anche dall’interno di quell’area

ismo tradotto inpolitica, in particolare da coloro che gravitavano attorno alla rivista Ragnarok uscita tra il 1934 e il

s selv nærmest”.1945 (sul significato del nome vd. p. 169 con nota 270). Il chiaro riferimento mitologico del titolo

ødenes historie imostra come per molti la propensione a un recupero dell’eredità nordica pagana fosse strettamente

rom i quali noncollegata con le concezioni politiche e la presunta superiorità razziale.

negare l’ingresso 108 Valgloven dell’11 luglio 1919.

956) ma, se già 109 Primo ministro era Christopher Hornsrud (1859-1960), il cui programma prevedeva

specificamente la creazione di una società di tipo socialista (vd. ROSET I.A., Det norske Arbeiderparti

azziale’, un’idea og Hornsruds regjeringsdannelse i 1928, Oslo [1962]). Per il resto si alternarono governi sostenuti

ori (1912) delladalla Destra e dalla Sinistra liberale con altri dominati dalla Sinistra. Tutti ebbero durata

),relativamente breve, comunque non superiore (o di pochissimo superiore) ai due anni, fatta eccezione

si consentiva laper il governo della Sinistra guidato da Johan Ludwig Mowinckel (1870-1943) che al suo secondo
handicapmandato restò in carica dal 1928 al 1931. Cfr. p. 1071, nota 476.

ute ‘socialmente 110 Egli era tra l’altro collaboratore del Foglio dei lavoratori (Arbeiderbladet), giornale del

(fino al 1977) a movimento operaio (vd. p. 1010, nota 226). Qui è doveroso segnalare anche la proposta di un ‘new

kelse av lov ogdeal’ contenuta nel ‘manifesto economico’ della Lega per la patria dal titolo La via norvegese

rwegen – eine (Norges vei) redatto da Joakim Lehmkuhl.

orum, Zeitschrift 111 Vd. p. 1073, nota 484 e p. 256 con nota 121. Nella prima metà del XX secolo la Chiesa

rilevato come, anorvegese annovera tra i suoi teologi Sigmund Mowinckel (1884-1965) uno dei suoi studiosi più

on possa essere apprezzati e nome di grande prestigio anche all’estero. Nonostante la tendenza alla secolarizzazione

ui interno questicominciasse a manifestarsi anche qui, il dibattito teologico restò comunque assai vivace come

Norvegia 43.731 dimostra anche la diffusione della dottrina del cosiddetto Gruppo di Oxford, fondato dall’americano

Frank Buchman (1878-1961) che predicava un nuovo e più personale modo di vivere il cristianesimo

no di quell’areaper costruire la giustizia e la pace.

a tra il 1934 e il 112 Cfr. p. 944.

ologico del titolo 113 I principali furono promulgati con decreto reale (kongelig resolusjon) il 19 febbraio 1907, il

osse strettamente21 dicembre 1917 e il 7 gennaio 1938 (vd. Norske retskrivnings-regler med alfabetiske ordlister av J.

AARS og S.W. HOFGAARD. Godkjendte av Kirkedepartementet ved skrivelse av 25de juni 1907,

Kristiania 1907; Den nye rettskrivning. Regler og ordlister. Utarbeidet ved Den departementale

mma prevedeva rettskrivningskomité, Kristiania 1918; Ny rettskrivning 1938. Bokmål, regler og ordliste. Nynorsk,

ke Arbeiderpartiregler og ordliste. Utgitt av Kirke- og undervisningsdepartementet, Oslo 1938). In particolare il

governi sostenutiprimo introdusse le grafie p, t, k in luogo di b, d, g in accordo con la pronuncia norvegese (esempi:

ebbero duratagripe “afferrare” in luogo del danese gribe; utgang “uscita” in luogo del danese udgang; uke

i, fatta eccezione“settimana” in luogo del danese uge), ma modificò anche le desinenze plurali dei nomi (a esempio

e al suo secondo stoler “sedie” in luogo di stole e hus “case” in luogo di huse) e forme verbali al passato. Il secondo
oltre a introdurre il segno å in luogo di aa e a ‘norvegizzare’ la grafia di parole di origine straniera

), giornale del(esempio sjåfør per chauffeur, sjef per chef, o miljø per milieu) aprì a una maggiore libertà in talune

‘new forme verbali e nominali articolate, così come diede pari dignità a varianti di un medesimo termine;

a via norvegeseinoltre eliminò dissimilazioni ortografiche (esempio fjell “montagna” in luogo di fjeld o kvinne

“donna” in luogo di kvinde; cfr. p. 399 con nota 281 e p. 815, nota 597) e introdusse il doppio segno

secolo la Chiesaortografico in presenza di consonanti lunghe (esempio takk “grazie” in luogo di tak). Il terzo (che

suoi studiosi piùriguardò soprattutto il bokmål) portò ulteriormente avanti la norvegizzazione’ di molti termini (a

secolarizzazioneesempio introducendo i dittonghi in molte parole, vd. norv. eim, ma dan. em “vapore”; norv. møy, ma

sai vivace come dan. mø “giovinetta”, “vergine”; norv. gauk, ma dan. gøg “cuculo”) e si sforzò di avvicinare le due

o dall’americanovarianti dal punto di vista morfologico e da quello della lingua scritta. Vd. WESSÉN 197510, pp. 68-69

e il cristianesimoe SEIP 1971, pp. 434-438 (entrambi in B.5).

114 Vd. pp. 548-549 con nota 86. Contemporaneamente la città di Fredrikshald in Østfold (che si

richiamava a Federico III) divenne Halden e Fredriksvern in Vestfold (che si richiamava a Federico

febbraio 1907, ilV) divenne Stavern. Una notevole ostilità (con dimostrazioni e cortei) incontrò invece la decisione di

J.ripristinare per la città di Trondhjem l’antico nome di Nidaros (vd. p. 253 con nota 108), finché si

25de juni 1907,stabilì che essa si chiamasse ufficialmente Trondheim (seppure la variante Trondhjem sia ancora

departementalelargamente utilizzata). Questa ondata di ‘purismo’ non toccò solo i toponimi: si ricordi qui che due

rdliste. Nynorsk, termini come amt “distretto” e stift “diocesi”, marcatamente collegati al ricordo di strutture

In particolare ilamministrative danesi, vennero sostituiti rispettivamente da fylke e bispedømme.

rvegese (esempi: 115 Il termine samnorsk risale a un articolo del 1909 (“Nationalitet og kultur”) dello studioso

ukeMoltke Moe (vd. p. 939); in Moltke Moes samlede skrifter, utgitt ved K. LIESTØL, I-III, Oslo 1925-

nomi (a esempio1927, vol. II, pp. 252-262; il termine a p. 260: “una comune lingua norvegese, che nasca dalla lingua

ssato. Il secondoviva [parlata] nelle città e nelle campagne” (“et samnorsk sprog, vokset op av de levende talemaal,
origine stranierabyernes som bygdernes”). In questa direzione affermavano di voler andare anche i promotori

libertà in talunedell’associazione Valorizzazione (letteralmente “Innalzamento”) dell’Østlandet (Østlandsk reisning),

edesimo termine;fondata nel 1916, che rivendicavano l’importanza dei dialetti delle regioni orientali e sostenevano che

kvinnel’utilizzo di elementi linguistici di quell’area avrebbe potuto contribuire a creare una lingua

e il doppio segnonorvegese comune.

). Il terzo (che 116 Vd. oltre, pp. 1247-1248.

molti termini (a 117 Un clima di rinnovato ottimismo appare manifesto nella grande esposizione di Oslo del 1938

, masignificativamente nominata “Noi possiamo” (“Vi kan”).

avvicinare le due 118 Nel 1919 un referendum popolare sull’importazione e la vendita di bevande alcoliche aveva

, pp. 68-69visto prevalere coloro che erano favorevoli a mantenere il divieto introdotto durante la guerra; in

seguito a ciò nel 1922 era stato creato (su modello svedese) il cosiddetto “Monopolio del vino”

n Østfold (che si (Vinmonopolet), un ente sotto controllo statale che ne gestiva la vendita (rigorosamente controllata).

mava a FedericoIl dibattito sulla questione (che presentava risvolti sociali ma anche economici) andò avanti e nel

ce la decisione di1923 le norme furono alleggerite finché un nuovo referendum del 1926 decretò la cancellazione del

a 108), finché sidivieto.

hjem sia ancora 119 Il trattato sulle Spitsbergen (il nome Svalbard sarebbe stato adottato successivamente) porta la

ordi qui che duedata del 9 febbraio 1920 (Traktat mellem Norge, Amerikas Forente Stater, Danmark, Frankrike,

rdo di struttureItalia, Japan, Nederlandene, Storbritannia og Irland og de britiske oversjøiske besiddelser og

Sverige angående Spitsbergen: http://www.lovdata.no/all/hl-19200209-000.html). L’amministrazione

”) dello studiosonorvegese sull’arcipelago è regolata dalla Legge sulle Svalbard (Lov om Svalbard, 17 luglio 1925).

I-III, Oslo 1925- Sull’argomento vd. MATHISEN T., Svalbard i internasjonal politikk 1871-1925, Oslo 1951 e BERG R.,

asca dalla lingua“Spitsbergen-saken 1905-1925”, in NHT LXXII (1993), pp. 443-457. In precedenza (1910) c’era

evende talemaal,stato anche un tentativo svedese di imporre la propria sovranità su una zona dell’arcipelago (evento
che i promotori legato all’interesse per le riserve di carbone): vd. NORDIN T., “Sveriges okända ockupation”, in PH,

), 1993: 4, pp. 14-19.

sostenevano che 120 La questione della caccia alle balene era da tempo di grande attualità in quanto nelle zone

eare una linguasettentrionali del Paese si era determinato un lungo contrasto tra coloro che la esercitavano e i

pescatori locali i quali sostenevano che essa danneggiava la loro attività. Per questo con una legge del

1904 che modificava un precedente provvedimento del 1886 (Lov om Forandring i Lov om

di Oslo del 1938 Hvalfangst af 6te Juni 1886, 7 gennaio 1904) era stata proibita in quelle acque. Essa era poi ripresa

(1923) ma sottoposta all’ottenimento di una concessione. Vd. HAGEMANN 1998 (indicazioni a p.

alcoliche aveva1018, nota 253), pp. 178-180.

nte la guerra; in 121 Il che era stato confermato nel trattato di pace di Kiel del 1814 (vd. sopra, pp. 861-862 con

opolio del vino”nota 8).

ente controllata). 122 Vd. p. 122 con nota 92.

ndò avanti e nel 123 L’isola venne dichiarata territorio norvegese con un decreto reale (Kongelig resolusjon) dell’8

cancellazione delmaggio 1929; l’anno successivo venne emanata la legge per regolamentarne l’amministrazione (Lov

om Jan Mayen, 27 febbraio 1930). Due anni prima era stato ottenuto il riconoscimento della

vamente) porta lasovranità sull’Isola di Bouvet (Bouvetøya) nell’area sub-antartica dell’oceano Atlantico, occupata

mark, Frankrike,dall’equipaggio di una nave norvegese nel 1927. Vd. ØIAN L.Ø., Norsk ekspansjonspolitkk i Arktis og

besiddelser ogAntarktis i mellomkrigstiden. Beveggrunner for annekteringen av Jan Mayen og Bouvetøya, Bergen

amministrazione1995. La Norvegia ha inoltre sovranità sulla Terra della regina Maud (Dronning Maud Land, dal

17 luglio 1925). nome della moglie di re Haakon VII) e l’isola Pietro I (Peter I øy) in Antartide.

R., 124 All’epoca Quisling non aveva ancora fondato l’Unione nazionale, tuttavia aveva già

nza (1910) c’eramanifestato più che esplicitamente i propri orientamenti politici, tra l’altro fondando il 17 marzo di

cipelago (evento quello stesso anno l’associazione Rinascita del popolo nordico (Nordisk Folkereisning) che
PH,chiaramente anticipa quello che sarà il suo partito nazista.

125 Vd. ERIKSEN F.H., Grønlandssaken. Dansk grønlandspolitikk og norske reaksjoner 1909-

uanto nelle zone 1933, Oslo 2010 e anche BLOM I., Kampen om Eirik Raudes land. Pressgruppepolitikk i

esercitavano e i grønlandsspørsmålet 1921-1931, Oslo 1973.

on una legge del 126 Testo in rete su: http://www.arbark.no/Diverse/Dokumentarv/hovedavtalen.pdf.

dring i Lov om 127 Un importantissimo contributo al miglioramento delle condizioni abitative delle classi più

a era poi ripresadisagiate venne da Nanna Broch (1879-1971), che per incarico delle autorità sanitarie della capitale

(indicazioni a p.aveva il compito di ispezionare e verificare le condizioni degli alloggi.

128 Nel Paese le trasmissioni della radio presero l’avvio nel 1925. Il 29 aprile di quell’anno venne

pp. 861-862 con infatti fondata la Società per la radiodiffusione (Kringkastingsselskapet) a capitale privato. Essa fu

sostituita nel 1933 dalla Radiodiffusione nazionale norvegese (Norsk rikskringkasting). La

televisione giungerà in Norvegia con un certo ritardo: le prime trasmissioni sperimentali risalgono al

) dell’81954, mentre le trasmissioni ufficiali avranno inizio solo a partire dal 1960.

Lov 129 Atleti come Oscar Mathisen (1888-1954) recordman mondiale sui 1500 mt. nel pattinaggio di

oscimento dellavelocità (un primato conquistato nel 1914 e durato ben ventitre anni) e Sonja Henie (1912-1969)

antico, occupatacampionessa mondiale e olimpica di pattinaggio artistico su ghiaccio (ma anche attrice a Hollywood)

olitkk i Arktis ogresero lo sport norvegese noto nel mondo. La Henie tuttavia fu da più parti biasimata per i suoi

, Bergenrapporti con gli ambienti nazisti tedeschi, non da ultimo con Hitler stesso.

, dal 130 Si ricordino, almeno, il celebre matematico Thoralf Skolem (1887-1963), la zoologa Kristine

Bonnevie (1872-1948), prima donna a ottenere una cattedra universitaria e a essere ammessa alla

tavia aveva già Società delle scienze (1911). Nell’ambito della medicina Asbjørn Følling (1888-1973), anche

o il 17 marzo dibiochimico e Sigvald Refsum (1907-1991) i cui nomi restano legati alle patologie da loro scoperte.

) che 131 Si segnalano, tra gli altri, i nomi di Henrik Mohn (1835-1916), considerato il fondatore di
questo tipo di studi; di Vilhelm Bjerknes (1862-1951), a capo della ‘scuola di Bergen’ e del suo

eaksjoner 1909-assistente Halvor Solberg (1895-1974).

gruppepolitikk i 132 Dove si vogliono ricordare gli studi di Fridtjof Nansen ma anche quelli del biologo marino

Johan Hjort (1869-1948).

133 A esempio quello, innovativo, dell’ecologia che fin dal secondo decennio del secolo vede

delle classi piùl’attività di studiosi come Nordahl Wille (1858-1924), tra l’altro coinvolto nella fondazione

rie della capitaledell’Associazione norvegese per la protezione della natura (Landsforeningen for Naturfredning i

Norge, sorta nel 1914), e Yngvar Nielsen (1843-1916).

quell’anno venne 134 Come lo storico Halvdan Koht (1873-1965), il filologo Magnus Olsen (1878-1963), il celtista

privato. Essa fuCarl J.S. Marstrander (1883-1965), il linguista Didrik Arup Seip (1884-1963), l’archeologo ed

). Laesploratore Thor Heyerdahl (vd. p. 1196), solo per menzionare i nomi più noti!

ntali risalgono al 135 Nel gennaio di quell’anno la petroliera tedesca Altmark inseguita dai cacciatorpedinieri

inglesi si era rifugiata in un fiordo norvegese contando sul fatto che lo stato di neutralità di quel

el pattinaggio di Paese la garantisse da qualsiasi attacco. Nonostante le affermazioni contrarie dei Tedeschi essa era

nie (1912-1969)carica di prigionieri inglesi (marinai di navi affondate dalle forze tedesche) sicché Churchill diede

ce a Hollywood)comunque l’ordine di attaccarla e liberare i prigionieri (16 febbraio): questa azione offrì a Hitler il

imata per i suoi pretesto per dare il via all’occupazione della Danimarca e della Norvegia.

136 Sul commissario tedesco vd. NØKLEBY B., Josef Terboven. Hitlers mann i Norge, Oslo 2008.

zoologa KristineL’8 maggio del 1945, all’annuncio della resa tedesca, Josef Terboven si sarebbe suicidato facendosi

re ammessa allasaltare in aria in un bunker.

88-1973), anche 137 Tra l’altro i tedeschi organizzarono in Norvegia veri e propri campi di concentramento come

quelli di Grini e di Bredtvet presso Oslo.

o il fondatore di 138 Nelle quali si distinsero organizzazioni come il Gruppo di Osvald (Osvaldgruppen) e la
ergen’ e del suo ‘Gang’ di Oslo (Oslogjengen).

139 I principali giornali diffusi illegalmente erano: Stampa libera (Fri Presse), Rex Rotary (dal

biologo marino nome dell’apparecchio ciclostile che veniva utilizzato), Notizie da Londra (London-Nytt), Tutto per

la Norvegia (Alt for Norge). Uno dei più attivi redattori fu Petter Moen (1901-1944) poi arrestato e

del secolo vedetorturato dalla Gestapo e morto sulla nave che lo stava trasportando in Germania affonda a causa

nella fondazionedello scoppio di una mina; vd. p. 1268, nota 183.

Naturfredning i 140 Tra i primi norvegesi a essere giustiziati dai tedeschi ci furono i sindacalisti Viggo Hansteen

(1900-1941) e Rolf Wickström (1912-1941), arrestati in seguito allo sciopero proclamato nei giorni 8

-1963), il celtistae 9 settembre 1941 a causa dell’annunciato razionamento del latte. Le loro figure divennero presto

l’archeologo edsimboli della resistenza.

141 Nell’ottobre del 1940 era stata costituita la Consulta cristiana (Kristeligt samråd) alla cui

acciatorpedinieriguida era Eivind Berggrav (1884-1959), vescovo di Oslo, il quale divenne un punto di riferimento

neutralità di quelnella lotta contro l’oppressione nazista. Arrestato e condannato a morte, fu in seguito posto agli

edeschi essa era arresti domiciliari in isolamento. Ciò nonostante riuscì a organizzare la resistenza all’interno della

Churchill diedeChiesa norvegese.

e offrì a Hitler il 142 Molti studenti furono reclutati nella XU, organizzazione di agenti segreti che raccoglieva

informazioni sulle attività e le postazioni tedesche. Vd. SÆTER E. – SÆTER S., XU. I hemmeleg teneste

, Oslo 2008.1940-45, Oslo 2007.

cidato facendosi 143 Pretesto di questa azione era stato l’incendio dimostrativo appiccato all’Aula magna

dell’università il 28 novembre nell’imminenza di un concerto per le forze di occupazione.

entramento come 144 Cfr. nota 134.

145 Insieme alla moglie Øverland fu arrestato e tradotto in prigionia ma non cessò di scrivere. Le

) e lapoesie scritte negli anni della guerra saranno raccolte nel 1945 nel volume dal titolo: Si sopravvive a
tutto! (Vi overlever alt!).

(dal 146 Il fatto avvenne durante il concerto tenuto nel 1941 durante il quale un gruppo di appartenenti

Tutto peralla Hird (vd. p. 1143 con nota 104) cominciò a ingiuriare un violinista ebreo. Heide ordinò senza

4) poi arrestato eindugio all’orchestra di eseguire l’inno nazionale: al che gli estremisti si alzarono in piedi con la

affonda a causa mano sul petto mentre il violinista poté mettersi in salvo dall’uscita posteriore.

147 Tra le diverse imposizioni fatte dai Tedeschi al popolo norvegese vi era anche quella del

Viggo Hansteen lavoro obbligatorio. Eilifsen, che era un funzionario di polizia, aveva avallato il rifiuto di arrestare

mato nei giorni 8 delle ragazze che non avevano adempiuto a questo obbligo. Per questo motivo fu condannato a morte

divennero prestoper volontà di Terboven.

148 In Norvegia la pena di morte per i reati civili era stata abolita con una legge (Almindelig

) alla cuiborgerlig Straffelov) del 22 maggio 1902, entrata in vigore il 1 gennaio 1905. Alla stessa data risale

to di riferimentoun altro provvedimento (Militær Straffelov) che riduceva i casi di applicazione della pena capitale in

guito posto agli ambito militare. La pena di morte per questi reati e quello di alto tradimento sarà abrogata con una

all’interno dellalegge dell’8 giugno 1979. L’ultima esecuzione risale comunque al 28 agosto 1948, data in cui fu

fucilato Ragnar Skancke (1890-1948), collaboratore di Quisling colpevole di aver voluto sottomettere

che raccoglieva la Chiesa e la scuola norvegese all’ideologia nazista.

emmeleg teneste 149 Il riferimento è alla Gran Bretagna dove il re si trovava in esilio volontario.

150 DLO nr. 177.

all’Aula magna 151 Cfr. p. 1041. Del 1926 è tra l’altro la fondazione dell’Associazione degli impiegati [della

municipalità] di Reykjavík (Starfsmannafélag Reykíavikurborgar). Una prima significativa vittoria

per il sindacato fu l’introduzione di una regolamentazione dell’orario di lavoro dei marinai dei

ò di scrivere. Lepescherecci nella quale era previsto un periodo di riposo di sei ore nell’arco della giornata (Lög um

Si sopravvive ahvíldartíma háseta á íslenskum botnvörskipum, 27 giugno 1921).


152 Si calcola che solo a Reykjavík, dove la maggior parte degli abitanti contrasse la malattia,

o di appartenentisiano morte circa duecento persone (JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 [B.3], p. 243).

ide ordinò senza 153 Dansk-Islandsk Forbundslov in danese, Dansk-íslensk sambandslög in islandese. Il

o in piedi con la documento fu sottoposto a referendum popolare che lo approvò con una consistente maggioranza e fu

infine ratificato dal sovrano danese Cristiano X il 30 novembre di quel medesimo anno. Vd. BERLIN

anche quella delK., Den dansk-islandske Forbundslov af 30. November 1918, København 19333.

fiuto di arrestare 154 Cfr. sopra, p. 1112.

ndannato a morte 155 Occorre qui ricordare che durante la guerra molte imbarcazioni erano state vendute alla

Francia e all’Inghilterra. Anche questo fatto fu dunque alla base del rinnovamento della flotta da

Almindeligpesca avvenuto in questo periodo. Inoltre si deve segnalare che fin dal 1900 l’Islanda aveva ottenuto

stessa data risaleil riconoscimento delle proprie acque territoriali fino al limite di tre miglia nautiche dalla costa. Nel

pena capitale in1922 il servizio di guardia costiera fino ad allora gestito dai Danesi fu affidato a imbarcazioni

brogata con una islandesi, una scelta che insieme ad altre rimarcava la crescente, ormai quasi definitiva autonomia del

8, data in cui fuPaese.

luto sottomettere 156 Jarðræktarlög (Legge per l’agricoltura) del 20 giugno 1923.

157 Vd. pp. 151-152.

158 Successivamente Vinnuveitendasamband Íslands, ora Samtök atvinnulífsins (Associazione

industriale).

impiegati [della 159 Lög um stéttarfélög og vinnudeilur, 11 giugno 1938.

ificativa vittoria 160 Un servizio di trasporti interni su carri trainati da cavalli fu in funzione soltanto nei primi due

dei marinai deidecenni del secolo. Nel 1944 si calcola che circolassero nell’isola circa quattromila automobili.

Lög um 161 La prima Compagnia aerea d’Islanda (Flugfélag Íslands) fu fondata in quell’anno a Reykjavík

ma ebbe vita breve. Il suo unico velivolo venne utilizzato in primo luogo per voli dimostrativi. Una
asse la malattia, seconda Compagnia aerea d’Islanda nacque, sempre nella capitale, nel 1928, questa volta a scopi di

trasporto di persone e merci (nonché di posta); essa cessò l’attività nel 1931. Nel 1937 fu la volta

n islandese. Il della Compagnia aerea di Akureyri (Flugfélag Akureyrar) che dal 1940 mutò il proprio nome in

maggioranza e fuCompagnia aerea d’Islanda (dunque la terza della serie!): essa ha costituito una delle basi della

ERLIN moderna aviazione islandese.

162 Sui progressi della sanità islandese a partire dall’istituzione (1760) dell’ufficio di “medico

generale d’Islanda” (landlæknir, vd. p. 726, nota 213) si rimanda a JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3),

ate vendute alla pp. 300-310 e pp. 356-357 e a JÓNSSON V., Skipun heilbrigðismála á Íslandi, Reykjavík 1942.

o della flotta da 163 Questo lavoro fu portato avanti in primo luogo da un contadino autodidatta, Bjarni Runólfsson

a aveva ottenuto (1891-1938) che tra il 1927 e il 1937 realizzò un centinaio di centrali elettriche in tutto il Paese.

dalla costa. Nel L’Ente per l’elettricità (Rafmagnsveita) di Reykjavík fu istituito nel 1921.

a imbarcazioni 164 Fin dal 1910 era comparso sul settimanale Reykjavík (XI: 26, 11 giugno, p. 102) un articolo a

va autonomia del firma di tale Stefán B. Jónsson dal titolo “Riscaldamento a buon mercato” (“Ódyr upphitun”) nel

quale si suggeriva (sulla base dell’esperienza personale) l’utilizzo delle sorgenti geotermali a questo

scopo. Pioniere in questo campo fu anche un contadino di Sturlureykir (in Reykholtsdalur nell’ovest

del Paese), tale Erlendur Gunnarsson, che (probabilmente nel 1911) aveva realizzato un impianto per

(Associazioneconvogliare i vapori caldi da sfruttare per usi domestici. Vd. ÞÓRÐARSON S., Auður úr iðrum jarðar.

Saga hitaveitna og jarðhitanýtingar á Íslandi, Reykjavík 1998.

165 La televisione sarebbe invece giunta molto più tardi: negli anni ’60 infatti ebbero inizio alcune

nto nei primi duetrasmissioni americane destinate al personale statunitense presente sul territorio e molti islandesi si

procurarono degli apparecchi per poterle vedere. Una televisione islandese (gestita dalla RÚV)

nno a Reykjavík prenderà l’avvio solo nel 1966.

dimostrativi. Una 166 In questo contesto va menzionata la costruzione della grande piscina di Reykjavík
volta a scopi di(Sundhöllin), che tuttavia fu sospesa per un certo periodo per mancanza di fondi negli anni della

1937 fu la voltagrande crisi.

proprio nome in 167 Già al 1907 risale la fondazione dell’Associazione giovanile d’Islanda (Ungmennafélag

delle basi dellaÍslands).

168 Vd. pp. 1035-1036.

ficio di “medico 169 Fu dunque sostituito da Jón Þorláksson (1877-1935) che lo avvicendò anche nella guida del

2005 (B.3), partito e divenne poi presidente del nuovo Partito dell’indipendenza (di cui poco oltre).

170 Per una sintesi storica delle norme elettorali in Islanda si rimanda a HARÐARSON Ó.Þ. “The

jarni RunólfssonIcelandic Electoral System 1844-1999”, in GROFMAN B. – LIJPHART A. (eds.), The Evolution of

n tutto il Paese.Electoral and Party Systems in the Nordic Countries, pp. 101-166.

171 Dal 1926 Associazione socialista Sparta (Jafnaðarmannafélagið Sparta).

02) un articolo a 172 Tra i promotori del nuovo partito Heðinn Valdimarsson (1892-1948), figlio di Briét

) nelBjarnhéðinsdóttir, pioniera dei diritti delle donne (vd. p. 1066) e presidente del sindacato Dagsbrún

otermali a questo(vd. p. 1041).

sdalur nell’ovest 173 Lög um alþýðutryggingar, 1 febbraio 1936.

un impianto per 174 In Islanda una legge che consentiva la sterilizzazione fu approvata nel 1938 (Lög um að

úr iðrum jarðar.heimila í viðeigandi tilfellum aðgerðir á fólki, er koma í veg fyrir, að það auki kyn sitt, 13 gennaio

1938) e in base a essa duecentocinquantuno persone subirono questa operazione. Sull’argomento si

ero inizio alcunerimanda a KARLSDÓTTIR U.B., Mannkynbætur. Hugmyndir um bætta kynstofna hérlendis og erlendis

molti islandesi siá 19. og 20. öld, Reykjavík 1998.

tita dalla RÚV) 175 Figura di spicco del Partito del progresso era allora Jónas Jónsson frá Hriflu (1885-1968), che

divenne ministro della giustizia ma fu personaggio molto discusso, addirittura dichiarato da taluni

a di Reykjavík sanitari malato di mente, il che provocò molto clamore e una lunga polemica. Un sincero
negli anni dellariconoscimento per la sua politica gli venne invece innanzi tutto dal grande scrittore Halldór Laxness

(vd. pp. 1168-1169, p. 1173 e p. 1175).

Ungmennafélag 176 Stjórnarskrá lýðveldisins Íslands, 17 giugno 1944.

177 Vd. sopra, p. 1033. Come è stato detto la repubblica islandese indipendente aveva cessato di

esistere tra il 1262 e il 1264 con la sottoscrizione del cosiddetto “Antico trattato” (vd. pp. 384-385).

e nella guida delSui festeggiamenti del 1944 vd. Lýðveldishátíðin 1944, Þjóðhátíðarnefnd samdi að tilhlutan Alþingis

og ríkisstjórnar, Reykjavík 1945.

Ó.Þ. “The 178 Seppure porti il medesimo titolo questo giornale (uscito tra il 1936 e il 1992) non va confuso

he Evolution ofcon quello precedente di cui a p. 1046 con nota 373.

179 Ciò avvenne nell’aprile del 1941. Gli arrestati furono condotti nel carcere di Brixton in

Inghilterra e rilasciati solo nel mese di luglio.

figlio di Briét 180 Dimissioni presentate il 10 ottobre 1946, seppure l’esecutivo restasse in carica fino al 4

Dagsbrúnfebbraio dell’anno successivo per permettere l’insediamento del nuovo governo.

181 Sui rapporti tra l’Islanda e gli Stati uniti tra il 1945 e il 1960 vd. INGIMUNDARSON V., Í eldlínu

kalda stríðsins. Samskipti Íslands og Bandaríkjanna 1945-1960, Reykjavík 1996.

Lög um að 182 Anche i Paesi scandinavi vantano molti artisti della fotografia. Per chi volesse procedere a

, 13 gennaioulteriori indagini si citano qui almeno alcuni pionieri e primi professionisti: i danesi Mads Alstrup

ull’argomento si(1808-1876), Ludvig Grundtvig (1836-1901), Kristen (Christen) Feilberg (1839-1919), Sigvart

endis og erlendisWerner (1872-1959), Hellwig F. Rimmen (1884-1960) e Mary Birgitte Cecilie Magdalene

Willumsen (1884-1961); gli svedesi Oscar Gustave Rejlander (1813-1875), Hilda Sjölin (1835-

1885-1968), che1915), Axel Lindahl (1841-1906), Ludvig Åberg (1870-1958), Carl Alfred Träff (1880-1947), Arne

hiarato da taluniWahlberg (1905-1987) e Victor Hasselblad (1906-1978), noto per aver realizzato la macchina

ica. Un sincero fotografica che resta legata al suo nome; lo svedese di origine tedesca Henry B. Goodwin (Heinrich
Halldór Laxness Karl Hugo Bürgel, 1878-1931); i norvegesi Severin Worm-Petersen (1857-1933) e Anders Beer

Wilse (1865-1949); l’islandese Jón Jónsson Kaldal (1896-1981). Ma molti altri si sono dedicati a

quest’arte con notevole successo ottenendo prestigiosi riconoscimenti internazionali. In proposito si

aveva cessato di rimanda a SÖDERBERG – RITTSEL 1983, SANDBYE – PEDERSEN ET AL. 2004, LARSEN – LIEN 2007 (tutti in

vd. pp. 384-385). B.8).

ilhlutan Alþingis 183 Su questo aspetto vd. GABRIELI 1969 (B.4), pp. 304-308.

184 Vd. p. 1082, nota 529. Per certi versi non casualmente la polemica fu avviata in un periodo di

) non va confuso forti tensioni nel mondo del lavoro. Quando Strindberg morì (1912) operai e lavoratori ne onorarono

la memoria come agitatore sociale. In Svezia un influsso affatto secondario sulla letteratura e sulla

re di Brixton insocietà verrà dalle posizioni di diversi filosofi, tra i quali Axel Hägerström (1868-1939) nome

eminente della cosiddetta “scuola di Uppsala” (Uppsalaskolan) che sosteneva la necessità che la

carica fino al 4 filosofia si liberasse dalla metafisica e si applicasse più concretamente alla realtà (un’opinione che ha

avuto importanti riflessi sulla filosofia del diritto). Alla scuola di Uppsala si riconduce anche la

Í eldlínu negazione del valore assoluto di verità attribuito a concetti come ‘morale’, ‘estetica’, ‘legalità’.

Importanti sviluppi di queste idee, applicati al diritto (e alla politica) saranno portati avanti da figure

esse procedere acome quelle di Anders Vilhelm Lundstedt (1882-1955), Karl Olivecrona (1897-1980, assai criticato

si Mads Alstrup per le sue simpatie verso il nazismo) e dal danese Alf Ross (1899-1979). Contemporaneo di

9-1919), SigvartHägerström è Hans Larsson (1862-1944) il quale sosteneva piuttosto il primato dell’intuizione.

cilie Magdalene 185 Vd. p. 1075 con note 486-487 e p. 1085 con nota 542.

da Sjölin (1835- 186 Vd. sopra, p. 1056 e p. 1062 con nota 445.

880-1947), Arne 187 Vd. p. 489, nota 87; cfr. pp. 1196-1197.

ato la macchina 188 Vd. p. 1139 con nota 90. Un altro autore che trae ispirazione da questo periodo sarà Johan

odwin (HeinrichBorgen (1902-1979), celebre tuttavia soprattutto per Il piccolo lord (Lillelord, 1955), in realtà il
e Anders Beerprimo romanzo di una trilogia che sarà una delle opere di maggior successo nella letteratura degli

sono dedicati aanni ’50.

i. In proposito si 189 Si tratta di Gli emigranti (Utvandrarna) del 1949, Gli immigrati (Invandrarna) del 1952, I

2007 (tutti incolonizzatori (Nybyggarna) del 1956 e Ultima lettera per la Svezia (Sista brevet till Sverige) del

1959.

190 Il libro gli guadagnò fama immediata ma gli costò anche l’allontanamento dall’insegnamento.

in un periodo di 191 Altri prosatori islandesi del periodo che meritano una citazione sono Guðmundur G. Hagalín

ori ne onorarono (1898-1985), che affida a brevi racconti una vivida descrizione dei suoi paesaggi e della sua gente;

etteratura e sullaGuðmundur Daníelsson (1910-1990), poeta e prosatore che resta legato a uno stile tradizionale e

868-1939) nome Kristmann Guðmundsson (1901-1983), autodidatta, autore di romanzi e novelle d’amore di notevole

necessità che lasuccesso, uno dei primi autori islandesi a essere conosciuto anche all’estero. Un’autrice che riesce a

’opinione che hafar rivivere il mondo contadino e lo spirito della tradizione è Hulda (Unnur Benediktsdóttir Bjarklind,

onduce anche la 1881-1946).

etica’, ‘legalità’. 192 Tra i primi gli svedesi Gustav Hedevind-Eriksson (1880-1967) che scrive dei lavoratori delle

avanti da figurepiù lontane regioni settentrionali e Martin Koch (1882-1940), autore tra l’altro di un romanzo dal

0, assai criticatotitolo Il bel mondo di Dio. Una storia di giustizia e di ingiustizia (Guds vackra värld. En historia om

ontemporaneo dirätt och orätt, I-II, 1916) che doveva provocare scalpore e scuotere le coscienze.

193 L’opera si intitola La danza attraverso il Paese delle ombre (Dansen gjenom skuggeheimen,

1910-1924). Ma qui vanno citati anche Marius Brått (1886-1909) e Thorleif Auerdahl (1895-1918) i

cui promettenti sviluppi artistici furono impediti da una morte prematura.

194 Proprio questo, Jordproletärerna, è il titolo di una raccolta di novelle pubblicata nel 1941. In

riodo sarà Johan questa stessa prospettiva si possono collocare Jan Fridegård (1897-1968) che estende il proprio

955), in realtà ilinteresse per i diseredati in prospettiva storica, scrivendo anche degli schiavi di età vichinga e Moa
letteratura degliMartinson (Helga Maria Schwartz, 1890-1964), unica ‘scrittrice proletaria’ che non dimentica di

soffermarsi sulla condizione femminile. Ella era sposata in seconde nozze allo scrittore Harry

I Martinson, di cui appena oltre.

) del 195 A questo lavoro è ispirata l’omonima opera composta (1958) dal musicista Karl-Birger

Blomdahl (vd. pp. 1337-1338) su libretto adattato da Erik Lindegren (vd. pp. 1171-1172).

196 Proprio un romanzo di Kirk, I pescatori (Fiskerne, 1928) è considerato l’esempio tipico di

ndur G. Hagalínquesto tipo di narrazione.

della sua gente; 197 L’impegno politico improntato all’ideologia marxista segna molti intellettuali norvegesi di

le tradizionale equesto periodo. Sigurd Hoel fu tra i fondatori (1921) del gruppo che ebbe nome Mot dag

more di notevole(letteralmente “Verso il giorno”) che pubblicò l’omonima rivista, il cui primo redattore fu Erling Falk

rice che riesce a(1887-1940), politico e sindacalista: essa contribuì grandemente alla diffusione delle idee comuniste

sdóttir Bjarklind, in Norvegia.

198 Il profondo sentimento religioso dell’autrice (e le crisi che vi si legano) la condussero a metà

i lavoratori delledegli anni ’20 a convertirsi al cattolicesimo.

un romanzo dal 199 Cfr. nota 54.

d. En historia om 200 Elmer Diktonius fu anche traduttore e nella rivista Ultra. Kirjallistaiteellinen aikakauslehti /

Tidskrift för ny konst och litteratur, scritta in svedese e in finnico, uscita con qualche numero a

m skuggeheimen,Helsinki nel 1922 (prima pubblicazione a diffondere la poesia modernista) presentò diversi poeti

hl (1895-1918) istranieri. Cfr. p. 1376.

201 Con loro Gustav Sandgren (1904-1983), Josef Kjellgren (1907-1948) ed Erik Asklund (1908-

cata nel 1941. In1980).

tende il proprio 202 Su di lui SOMMAR C.O., Gunnar Ekelöf. En biografi, Stockholm 1991.

vichinga e Moa 203 Una poesia che vuole trasmettere il messaggio sulla bellezza del creato e sulla fede nella vita
on dimentica di(ma anche sull’amore) è certamente quella di Jens August Schade (1903-1978).

scrittore Harry 204 Vd. sopra, p. 1084.

205 Cfr. p. 1153 con nota 145. Due poetesse di rilievo sono Aslaug Vaa (1889-1965) e Halldis

ista Karl-Birger Moren Vesaas (1907-1995) moglie di Tarjei, che scrivono in nynorsk.

206 In questo contesto va ricordata la cosiddetta “Casa di Una” (Unuhús), situata al numero 15 di

sempio tipico diGarðastræti nel quartiere di Grjótaþorp a Reykjavík. Questo luogo, gestito da Una Gísladóttir (1855-

1924) e da suo figlio, che offrivano vitto e alloggio a prezzi contenuti, divenne una sorta di punto di

uali norvegesi di incontro e di discussione per scrittori e artisti ‘moderni’. Nel Paese un ‘punto di svolta’ letterario sarà

Mot dagpiù tardi la pubblicazione della rivista Penne rosse (Rauðir pennar) uscita tra il 1935 e il 1938 a cura

re fu Erling Falk dell’Associazione degli scrittori rivoluzionari (Félag byltingarsinnaðra rithöfunda). Sorto nel 1933

e idee comuniste(e attivo fino al 1940) questo organismo, del quale facevano parte nomi prestigiosi come Laxness e

Steinn Steinarr (vd. p. 1276), avrebbe dato vita nel 1937 all’importante casa editrice Mál og menning

ondussero a metà(vale a dire “Lingua e cultura”) tuttora esistente.

207 Vd. p. 1085 con nota 543. Composto prima del 1910, Sorg fu tuttavia pubblicato solo nel

1927.

n aikakauslehti / 208 Qui meritano una citazione anche Tómas Guðmundsson (1901-1983), il ‘poeta di Reykjavík’

ualche numero ae Guðmundur Böðvarsson (1904-1974), anche traduttore di Dante.

ntò diversi poeti 209 Nel 1931 Karin Boye sarebbe stata tra i fondatori della rivista Spektrum, che, seppure uscita

solo fino al 1933, avrebbe grandemente influenzato il mondo culturale svedese per la sua apertura

Asklund (1908- alle nuove correnti nel mondo delle arti e delle scienze sociali.

210 Si tenga presente che Karin Boye aveva visitato sia l’Unione sovietica (1928), già finita sotto

il dominio di Stalin (seppure gli anni più bui dovessero ancora venire), sia la Germania (1932), dove

la fede nella vitasi stava annunciando il potere nazista di Hitler. Queste esperienze l’avevano certamente molto
impressionata e indotta alla riflessione.

211 Significativamente il sottotitolo dell’opera è Sulla decadenza della letteratura moderna –

-1965) e HalldisSulla vitalità dell’arte moderna (Om modärn skönlitteraturs dekadans – Om den modärna konstens

vitalitet).

al numero 15 di 212 L’idea di teatro di Lagerkvist, ben lontana dal naturalismo, ritenuto incapace di esprimere la

Gísladóttir (1855- complessità, la problematicità e l’angoscia della vita moderna, è espressa nello scritto Teatro. L’ora

sorta di punto di difficile, tre atti unici. Teatro moderno, Punti di vista e critiche (Teater. Den svåra stunden, tre

ta’ letterario saràenaktare. Modern teater, Synpunkter och angrepp) del 1918.

e il 1938 a cura 213 Vd. sopra, p. 1120 con nota 29.

. Sorto nel 1933 214 In Danimarca al notevole successo del teatro contribuirono figure come quelle dell’attrice

come Laxness eBetty Nansen (1873-1943), poi direttrice del teatro che portava il suo nome (Betty Nansen Teatret)

Mál og menningnel quartiere Frederiksberg di Copenaghen; di Clara Pontoppidan (1883-1975) anche celebre stella

del film muto; di Poul Reumert (1883-1968) il più significativo interprete del teatro danese nella

bblicato solo nelprima metà del Novecento; di Liva Weel (1897-1952), attrice e cantante.

215 Il teatro norvegese ebbe successo anche per la presenza di attrici come Johanne Dybwad

eta di Reykjavík’(1867-1950) e Tore Segelcke (1901-1979), così come di Halfdan Christensen (1873-1950), che fu

anche regista e scrittore.

e, seppure uscita 216 DLO nr. 178.

r la sua apertura 217 Introdotto in Danimarca da Vilhelm Lundstrøm (1893-1950) che si dedicò anche al collage e

da Jais Nielsen (1885-1961) e ben assimilato dagli svedesi John Sten (Wettersten, 1879-1922) e Otto

), già finita sottoGustaf Carlsund (1897-1948) e dai norvegesi Thorvald Hellesen (1888-1937), a lungo vissuto in

nia (1932), dove Francia, e Aage Storstein (1900-1983). Nel 1927 la pittrice norvegese Charlotte Wankel (1888-1969)

ertamente molto organizzò a Oslo presso l’Associazione degli artisti (di cui più avanti) una mostra cubista (dove
espose tra gli altri anche Ragnhild Keyser, 1889-1943) che tuttavia pur destando molta attenzione

tura moderna –non fu compresa dalla critica.

odärna konstens 218 I cui migliori rappresentanti nordici sono (oltre naturalmente al ‘precursore’ Edvard Munch,

su cui vd. p. 1094), il danese Jens Søndergaard (1895-1957) gli svedesi Axel Törneman (1880-1925),

e di esprimere la Martin Emond (1895-1965) e Isaac Grünewald (1889-1946).

Teatro. L’ora 219 Sebbene dal punto di vista figurativo esso avesse nel Nord pochi seguaci, vi possono almeno

åra stunden, trein parte essere ricondotte le opere di GAN (Gösta Adrian-Nilsson, 1884-1965), di cui poco oltre.

Come futurista è classificato da taluni anche il norvegese Alfred Hagn (1882-1958, noto anche per

essere stato una spia!) che in realtà si considerava piuttosto un cubista.

uelle dell’attrice 220 Rappresentato tra gli altri dai danesi Franciska Clausen (1899-1986), Wilhelm Freddie (1909-

) 1995) e Vilhelm Bjerke Petersen (1909-1957) e dagli artisti aderenti alla cosiddetta Linea (Linien),

he celebre stella un gruppo attivo tra il 1934 e il 1939 (che diede anche alle stampe una pubblicazione con lo stesso

tro danese nella nome) di cui facevano parte Henry Heerup, Richard Mortensen, Egill Jacobsen, Ejler Bille, Carl-

Henning Pedersen e Asger Jorn (sui quali vd. pp. 1293-1295). In Svezia dai membri del cosiddetto

ohanne Dybwad“gruppo di Halmstad” (Halmstadgruppen), in un primo tempo orientato al cubismo, i cui fondatori

73-1950), che fu furono Axel Olson (1899-1986) e il fratello minore Erik (1901-1986), Waldemar Lorentzon (1899-

1984), loro cugino, Sven Jonson (1902-1981), Stellan Mörner (1896-1979) ed Esaias Thorén (1901-

1981); vd. BOSSON V., Halmstadgruppen. Ett kraftfält i svensk 1900-talskonst, Halmstad 2009.

nche al collage e 221 Se ne vedano esempi nello svedese Olle Bærtling (1911-1981), creatore della ‘forma aperta’

879-1922) e Ottoche tuttavia svilupperà la propria arte soprattutto nel secondo dopoguerra (su di lui BRUNIUS T.,

lungo vissuto inBærtling. Mannen, verket, Stockholm 1990).

nkel (1888-1969) 222 Si pensi in primo luogo agli svedesi Axel Nilsson (1889-1981), Hilding Linnqvist (1891-

ra cubista (dove1984), Eric Hallström (1893-1946), Olle Olsson Hagalund (1904-1972) e anche, per certi versi, a
molta attenzioneNils Dardel (1888-1943) trasferitosi a Parigi e poi negli Stati uniti.

223 Per Krøhg era figlio di Christian Krohg (vd. sopra p. 1093) e di Oda Lasson Krohg (1860-

Edvard Munch,1935) anch’ella ottima pittrice.

man (1880-1925), 224 Nel 1909 Olaf Rude fu tra gli organizzatori dell’esposizione de “I tredici” pittori (De Tretten)

le cui opere erano state rifiutate dall’accademia.

possono almeno 225 Vd. sopra, pp. 1087-1088.

i cui poco oltre. 226 Vd. sopra, p. 1088.

, noto anche per 227 Su di lui si rimanda a GOTTLIEB L., Giersing. Maler, Kritiker, menneske, København 1995.

Destinata a diventare la maggiore associazione artistica danese Grønnigen, tuttora esistente, prende

m Freddie (1909- nome dalla strada di Copenaghen nella quale ebbe luogo la prima esposizione.

), 228 Insieme a Vilhelm Lundstrøm (cfr. nota 217), Svend Johansen (1890-1970) e Karl Larsen

one con lo stesso (1897-1977) Axel Salto avrebbe formato il gruppo “I quattro” (De fire) che organizzò esposizioni

Ejler Bille, Carl-comuni tra il 1921 e il 1930.

ri del cosiddetto 229 I cui promotori furono Svend Albrectsen (1896-1988), Erik Sievert (1897-1961), Holger J.

o, i cui fondatori (Jens) Jensen (1900-1966), Søren Hjorth Nielsen (1901-1983) e Jørgen Thomsen (1905-1966). Il

Lorentzon (1899- nome è dovuto al fatto che essi si proponevano di esporre le loro opere annualmente nel mese di

s Thorén (1901- dicembre.

230 Il nome deriva dal fatto che essi avevano allestito la loro esposizione in un locale all’angolo

a ‘forma aperta’tra Vester Voldgade e Studiestræde nel centro della capitale danese. Tra i più noti Lauritz Hartz

T., (1903-1987) e Karl Bovin (1907-1985). Nel 1936 nel gruppo confluirono alcuni pittori naturalisti –

come Knud Agger (1895-1973), Harald Leth (1899-1986) e Flemming Bergsøe (1905-1968) – che in

Linnqvist (1891-precedenza (1932) avevano dato vita all’associazione nota come “Esposizione d’autunno”

per certi versi, a (Høstudstillingen). Tuttavia nel 1942 alcuni si staccarono dal gruppo e una nuova “Esposizione
d’autunno” fu attiva fino al 1949. Al Cornergruppen aderì anche Hans Scherfig (1905-1979) pittore

on Krohg (1860- cubista e poi naïf, ma anche scrittore marxista che esprime una critica e una satira della società

borghese.

) 231 Un finissimo paessaggista e abilissimo colorista è Erik Hoppe (1897-1968), noto soprattutto

per i quadri raffiguranti scorci di Copenaghen. Egli tuttavia non faceva parte del gruppo.

232 Fra di loro: Valdemar Secher (1885-1976), Helge Nielsen (1893-1980), Axel Skjelborg (1895-

1970), Carl Falbe-Hansen (1896-1969), Albert Gammelgaard (1897-1963), Peder Larsen (1898-

København 1995.1956), Viggo Rohde (1900-1976), Frederik Klein Rasmussen (1907-1977). E più avanti Gudmund

esistente, prendeLervad (1904-1988), Alexander Klingspor (1897-1978), Folmer Bendtsen (1907-1993), Svend

Engelund (1908-2007), Dan Sterup-Hansen (1918-1995). Un pittore che fin dai primi anni del secolo

0) e Karl Larsen aveva suscitato scalpore per i quadri raffiguranti con notevole realismo il degrado sociale e urbano di

izzò esposizioni talune zone di Copenaghen era stato Aksel Jørgensen (1883-1957) che li aveva esposti nella mostra

De Tretten (cfr. nota 224).

1961), Holger J. 233 Cfr. nota 218.

(1905-1966). Il 234 Nel 1912 una parte di loro costituì, su iniziativa di Grünewald, il gruppo de “Gli Otto” (De

ente nel mese di åtta). Da segnalare in questo contesto anche il gruppo de “I Dodici” (De tolv) formatosi a Parigi nel

1912 e che raccoglieva artisti della Scania, molti dei quali avevano studiato presso André Lhote

locale all’angolo(1885-1962) che proprio in quell’anno esponeva le prime opere cubiste. Vi appartenevano Johan

oti Lauritz HartzJohansson (1879-1951), Tora Vega Holmström (1880-1967), Jürgen Wrangel (1881-1957), poi

tori naturalisti – sostituito (1925) da Erik Jönsson (1893-1950), Anders Jönsson (1883-1965), Svante Bergh (1885-

5-1968) – che in1946), Ivar Johnsson (1885-1970), Pär Siegård (1887-1961), Emil Johanson-Thor (1889-1958),

one d’autunno”Albert Abbe (1889-1966), Emil Olsson (1890-1964), Nils Möllerberg (1892-1954), Jules Schyl

va “Esposizione(1893-1977).
05-1979) pittore 235 Vi avevano insegnato tra gli altri Carl Larsson e Bruno Liljefors (vd. p. 1090).

ira della società 236 La definizione risale al titolo del testo ROMDAH – SUNDBORG ET AL. 1948. I nomi più noti sono

quelli di Carl Kylberg (1878-1952), Ivan Ivarson (1900-1939), Nils Nilsson (1901-1949), Åke

noto soprattuttoGöransson (1902-1942), Ragnar Sandberg (1902-1972) e Inge Schiöler (1908-1971).

237 La loro galleria ha chiuso i battenti nel 2002.

Skjelborg (1895- 238 Tra di loro William Nording (1884-1956), figura centrale, Arvid Fougstedt (1888-1949) e

r Larsen (1898-Torsten Palm. William Nording e Torsten Palm fecero anche parte dei cosiddetti “coloristi di

avanti GudmundSmedsudden” (Smedsuddskoloristerna), che rifugiatisi sul piccolo promontorio di Smedsudden

07-1993), Svend(sull’isola di Kungsholmen a Stoccolma) ricercavano, in opposizione all’espressionismo, un’arte dai

i anni del secolo toni più attenuati.

ciale e urbano di 239 In questo periodo in Norvegia l’arte dell’affresco per decorare interni di chiese ma anche di

osti nella mostra edifici pubblici sarà largamente praticata: nomi di prestigio sono quelli di Alf Rolfsen (1895-1979) e

di Aage Storstein (cfr. nota 217) e anche, come già detto, di Per Lasson Krohg (vd. p. 1177).

240 Qui lavorarono anche Oluf Wold-Torne (1867-1919) e Thorvald Erichsen (1868-1939),

De innovatori della pittura norvegese.

atosi a Parigi nel 241 Nel 1930 sarebbe stata aperta, con contributo statale, la “Casa degli artisti” (Kunstnernes

so André Lhote Hus).

rtenevano Johan 242 Vd. sopra, p. 935 con nota 339.

1881-1957), poi 243 Vd. sopra, p. 937, p. 1092, nota 581 e p. 1094.

te Bergh (1885- 244 Così anche Gert Jynge (1904-1994) che si pone in opposizione al dominante influsso francese.

or (1889-1958), Un pittore svedese impegnato in un’arte di denuncia sociale è Albin Amelin (1902-1975).

54), Jules Schyl 245 Un caso eclatante sarà quello del famoso arazzo dal titolo Sangue nell’erba (Blod i gresset)

del 1966 che si ispira alla guerra americana nel Vietnam condotta dal presidente Lyndon Johnson
(1908-1973) ed è conservato nel Museo dell’arte applicata del Vestland (Vestlandske

mi più noti sonoKunstindustrimuseum) di Bergen.

901-1949), Åke 246 Su di lui “Ásgrímur Jónsson, listamálari”, in BR, pp. 240-243.

247 Su di lui BJÖRNSSON BJ.TH., Guðmundur Thorsteinsson. Muggur. Ævi hans og list, Reykjavík

1960.

dt (1888-1949) e 248 Vd. oltre, pp. 1293-1294.

etti “coloristi di 249 Come quelli di Adam Fischer (1888-1968) e Johannes Bjerg (1886-1955).

di Smedsudden 250 Come, del resto, quelle di Nils Sjögren (1894-1952).

smo, un’arte dai 251 Essa è tuttora attiva con il nome di Scuola d’arte Idun Lovén (Konstskolan Idun Lovén) dal

nome dell’artista (1916-1988) che la diresse dal 1958 al 1988.

ese ma anche di 252 Si considerino innanzi tutto Christian Berg (1893-1976) e Tyra Lundgren (1897-1979).

en (1895-1979) e 253 Si citino qui, tra i molti, John Lundqvist (1882-1972), Karl Hultström (1884-1973), Nils

Möllerberg (cfr. nota 234), Arvid Källström (1893-1967), Bror Marklund (vd. p. 1302), Jalmar

en (1868-1939), Lindgren (1908-1990).

254 Sigri Welhaven era nipote dello scrittore Johan Sebastian Welhaven (vd. pp. 931-932) e fu

Kunstnernes sposata in prime nozze con il pittore Jean Heiberg (vd. p. 1180).

255 Ríkarður era il fratello del pittore Finnur Jónsson, sopra citato.

256 Vd. p. 1096.

257 L’associazione esistette fino al 1919.

nflusso francese. 258 Fondata nel 1879, essa è tuttora attiva.

259 L’influsso di queste idee si sarebbe esteso anche al di fuori della Danimarca.

) 260 Nel 1924 Møller fondava lo studio di architettura noto come Arkitektfirmaet C.F. Møller (o

Lyndon JohnsonC.F. Møller Architects), destinato a diventare uno dei più prestigiosi del Paese. Tuttora aperto esso ha
Vestlandske realizzato (o ha in progettazione) numerose opere in diversi Paesi del mondo tra cui gli ampliamenti

del Museo di storia naturale (Natural History Museum) e il Museo marittimo (National Maritime

Museum) di Londra.

, Reykjavík 261 Partito dal classicismo egli si sarebbe poi orientato verso forme più moderne raggiungendo un

successo internazionale. I progetti usciti dal suo studio avrebbero rappresentato un modello per i

giovani architetti danesi. Cfr. p. 1292, nota 257.

262 Un celebre designer (ricordato soprattutto per sue lampade) è Poul Henningsen (PH, 1894-

1967), noto oppositore del fascismo e del nazismo. Egli fu redattore della Rivista critica (Kritisk

) dal Revy), uscita tra il 1926 e il 1928, che introdusse in Danimarca le nuove tendenze. Cfr. p. 1292, nota

257.

263 Contrario a questa corrente fu invece l’architetto Carl Malmsten (1888-1972) che si espresse

1884-1973), Nils con toni molto critici in occasione dell’esposizione di Stoccolma del 1930.

p. 1302), Jalmar 264 Questo si constata, a esempio, in un architetto come Harald Aars (1875-1945) che pur

rimanendo legato alle posizioni di fine secolo nel 1915 realizzava il cinemateatro Regina di Oslo in

p. 931-932) e fustile neoclassico. Con lui va ricordato Kristian Biong (1870-1959), considerato uno dei migliori

architetti della sua epoca.

265 Più eclettici paiono Georg Eliassen (1880-1964) e Andreas Bjercke (1883-1967) che aprirono

insieme un noto studio di architettura.

266 Il primo architetto islandese in senso moderno è considerato Rögnvaldur Ólafsson (1874-

1917).

267 Si citi qui Einar Erlendsson (1883-1968).

(o 268 Su di lui vd. p. 609 con nota 375.

ra aperto esso ha 269 Tra i primi a dedicarsi a questo genere: in Danimarca Svend Asmussen (n. 1916) e Bernhard
gli ampliamentiChristensen (1906-2004) che lo insegnò ai giovani; in Svezia: Seymour Österwall (1908-1981) e

ational MaritimeThore Ehrling (1912-1994); in Norvegia Lauritz Stang (1903-1983) e Amund Enger (1904-2000)

così come i componenti della Bodø Jazz Band. In Islanda questa musica fu diffusa fin dagli anni ’20:

raggiungendo un i primi veri musicisti jazz furono Jóhannes Eggertsson (1915-2002), Vilhjálmur Guðjónsson (1917-

n modello per i1977) e Sveinn Ólafsson (1917-1996), detti Jói, Villi e Svenni, che cominciarono a esibirsi subito

prima della guerra. Vd. WIEDERMAN E., Jazz i Danmark, i tyverne, trediverne og fyrrerne, en

gsen (PH, 1894-musikkulturel undersøgelse, I-III, con cassette, København 1982; KJELLBERG E., Svensk jazzhistoria.

KritiskEn översikt, Stockholm 1985; STENDAHL BJ., Jazz, hot & swing. Jazz i Norge 1920-1940, med norsk

Cfr. p. 1292, nota jazzdiskografi av J. BERG, Oslo 1987; ÁRNASON J. MÚLI, Djass, Reykjavík 1985, pp. 217-218 e

JÚLÍUSSON – ÍSBERG 2005 (B.3), pp. 370-371.

) che si espresse 270 Insieme al cabaret e, in generale, agli spettacoli di varietà. Sull’argomento si può leggere

(quantomeno per la Danimarca e la Svezia): PLENOV L., Dansk revy 1850-2000. Et uhøjtideligt

5-1945) che purtilbakeblik, København 2000; MAROTT E., Dansk revy, I-III, Valby 1991; MYGGAN ERICSON U.,

egina di Oslo inHistorier från revyn, Göteborg 1999.

uno dei migliori 271 Ambito in cui portarono importanti contributi i danesi Hans Beck (1861-1952), successore di

Bournonville (vd. p. 922) e Harald Lander (1905-1971) e i norvegesi Gyda Christensen (1872-1964)

67) che aprironoe Gerd Kjølaas (1909-2000). In generale sul balletto nordico si può fare riferimento a SJÖGREN M.,

Skandinavisk balett, Stockholm 1988.

Ólafsson (1874- 272 In questo ambito fu attivo anche il compositore Erling Brene (1896-1980).

273 A tale scopo nel 1920 venne fondata l’Associazione dei giovani musicisti (Det Unge

Tonekunstnerselskab).

274 Vd. p. 1100. Un compositore di talento è anche Paul von Klenau (1883-1946) che tuttavia

916) e Bernhardoperò soprattutto in Germania e Austria.


l (1908-1981) e 275 A questa tendenza si aprono anche Ture Rangström (1884-1947), Gösta Nystroem (Nyström,

ger (1904-2000)1890-1966), in gioventù anche pittore cubista, e il finno-svedese Moses Pergament (1893-1977).

n dagli anni ’20: 276 Anche il padre di Erland, Sigurd (1879-1919) era compositore ma anche pittore e poeta.

ðjónsson (1917- 277 Vd. p. 1171.

a esibirsi subito 278 Vd. pp. 836-838 con note relative.

og fyrrerne, en 279 Musicista fu anche il figlio, Johan Kvandal (1919-1999) che dagli anni ’50 mostra di

nsk jazzhistoria. muoversi verso tonalità più ‘moderne’.

1940, med norsk 280 Le quali rappresentano un punto di riferimento irrinunciabile anche per un compositore come

, pp. 217-218 e Eivind Groven (1901-1977).

281 Legati allo spirito nazionale sono anche musicisti come Arne Eggen (1881-1955), Marius

o si può leggere Moaritz Ulfrstad (1890-1968), Olav Kielland (1901-1985), Sparre Olsen (1903-1984); romantico ma

. Et uhøjtideligtnon ‘popolare’ è Halfdan Cleve (1879-1951).

U., 282 Vd. FAURDAL I. LOKJÆR, Pauline Hall (1890-1969). Komponist og overgangskvinde i norsk

musikliv, København 1993.

2), successore di 283 Vd. GURVIN O., Fartein Valen. En banebryter i nyere norsk musikk, Drammen 1962.

sen (1872-1964) 284 Si pensi a Conrad Baden (1908-1989), Knut Nystedt (1915-2014), Hallvard Johnsen (1916-

M., 2003), Øistein Sommerfeldt (1919-1994), Per Hjort Albertsen (n. 1919), Edvard Fliflet Bræin (1924-

1976).

285 Altri cantanti norvegesi di fama internazionale sono: la soprano Kaja Norena (Karoline Eide

Det UngeHansen, 1884-1968), il basso Ivar F. (Frithiof) Andresen (1896-1940); le soprano Aase Nordmo

Løvberg (1923-2013) e Ingrid Bjoner (1927-2006), il baritono Knut Skram (n. 1937), la

946) che tuttavia mezzosoprano Anne Gjevang (n. 1948), le soprano Elizabeth Norberg-Schulz di madre italiana (n.

1959) e Solveig Kringlebotn (o Kringleborn, n. 1963), la mezzosoprano Randi Stene (n. 1963).
troem (Nyström, 286 Lillebil Ibsen era sposata con il regista Tancred Ibsen (vd. p. 1195 con nota 318); su Gyda

Christensen cfr. nota 271.

287 Nel 1940 Páll Ísólfsson fondò il Coro popolare (Þjóðkórinn) che si esibiva alla radio.

288 La grande ‘stella del muto’ danese, celebre a livello internazionale, fu l’attrice Asta Nielsen

(1881-1972), che fu sposata con il regista Urban Gad (1879-1947) il quale la diresse in molti film.

i ’50 mostra diCon lei Valdemar Psilander (1884-1917).

289 Vd. p. 916.

ompositore come 290 Anche la moglie Astrid (nata Smahl, 1914-2002) che collaborò con lui è stata un’apprezzata

regista: il suo film Paw (1959) ebbe la nomination all’Oscar.

1-1955), Marius 291 Vd. p. 1084.

4); romantico ma 292 Coppia altrettanto famosa (forse anche più) per aver aperto una ditta di prodotti alimentari di

qualità.

gskvinde i norsk 293 L’opera fu scritta da Leif Panduro (cfr. p. 1255, nota 141 e p. 1257).

294 Si veda, in particolare, il discusso film Danimarca (Danmark) realizzato in bianco e nero nel

1935 da Poul Henningsen (cfr. nota 262) ma anche le opere di Theodor Christensen (1914-1967).

Johnsen (1916- 295 Pubblicato con lo pseudonimo di Isak Dinesen esso uscì in versione inglese nel 1950

let Bræin (1924-(Babette’s Feast) sul Ladies’ Home Journal di New York e in versione danese (Babettes Gæstebud)

due anni dopo a Copenaghen; vd. HENRIKSEN L., Karen Blixen. En håndbog, København 1988, p. 31.

a (Karoline Eide Su Karen Blixen vd. p. 1170.

o Aase Nordmo 296 Su di lui vd. p. 1166.

m (n. 1937), la 297 Notizie e approfondimenti sulla storia della cinematografia danese si possono trovare sul sito

madre italiana (n.dell’Istituto cinematografico danese (Det danske Filminstitut: Fakta om Film:

http://www.dfi.dk/FaktaOmFilm) cui qui ci si è per buona parte riferiti.


a 318); su Gyda 298 Vd. p. 692, nota 65.

299 Più tardi nota come Svenska Bio.

300 In essa confluirono la S.p.a. Teatro cinematografico svedese e la S.p.a. Industria

ice Asta Nielsen cinematografica Skandia (Filmindustri AB Skandia) che era stata fondata l’anno precedente.

se in molti film.Maggiore azionista del nuovo soggetto era l’industriale Ivar Kreuger (cfr. nota 53).

301 Cfr. p. 735, nota 248.

302 Qui merita una citazione una regista donna, Anna Hoffman-Uddgren (1868-1947) anche

ta un’apprezzataattrice e autrice di copioni. Di lei si dice che fosse la figlia naturale del re Oscar II.

303 Anche il fratello Olof Molander (1892-1966) si affermerà come regista. Il padre, Johan Harald

Molander (1858-1900) era scrittore, direttore e regista di teatro.

otti alimentari di 304 Tre anni più tardi la Bergman reinterpreterà il film, con lo stesso titolo, negli Stati uniti

insieme all’attore anglo-ungherese Leslie Howard (1893-1943).

305 Tra i numerosi tentativi di accordare le immagini di un film ai suoni va qui segnalato il

bianco e nero nelsistema ideato dall’ingegnere svedese Sven Berglund (1881-1937) il quale individuò un metodo per

la registrazione ottica delle onde sonore.

nglese nel 1950 306 Hasse Ekman era figlio dell’attore Gösta Ekman e a sua volta padre del regista Gösta Ekman

)(n. 1939).

havn 1988, p. 31. 307 Tra gli attori da lui prediletti anche Anita Björk (1923-2012) la cui vita sentimentale

comprende un rapporto (e successivo matrimonio) con lo scrittore Stig Dagerman (vd. p. 1264) e una

relazione con lo scrittore inglese Graham Greene (1904-1991).

o trovare sul sito 308 Solo per limitarci agli Oscar si ricordino i suoi film premiati a vario titolo: La fontana della

a om Film:vergine (Jungfrukällan, 1960), Come in uno specchio (Såsom i en spegel, 1961), Sussurri e grida

(Viskningar och rop, 1973), Fanny e Alexander (F. och A., 1982) e le nomination per Il posto delle
fragole (Smultronstället, 1957), Il flauto magico (Trollflöjten, 1975), L’immagine allo specchio

(Ansikte mot ansikte “Faccia a faccia”, 1976) e Sinfonia d’autunno (Höstsonaten, 1978).

S.p.a. Industria 309 Vd. oltre, p. 1285.

nno precedente. 310 Questo regista ha ottenuto ben tre nomination all’Oscar per il miglior film straniero con

Borgata del borgo (Kvarteret Korpen letteralmente “Il quartiere Corvo”) del 1963; Ådalen 31 del

1969 ispirato ai tragici avvenimenti legati allo sciopero in quella località proclamato nel 1931 (vd. p.

868-1947) anche1127 con nota 54); Passioni proibite (Lust och fägring stor “Voglia e bellezza grande”) del 1995.

311 Tre fra le opere di questo regista hanno ottenuto la nomination all’Oscar per il miglior film

re, Johan Harald straniero. Le prime due Gli emigranti (Utvandrarna) del 1971 e La nuova terra (Nybyggarna) del

1972 sono ispirate alla serie di romanzi sul tema dell’emigrazione scritti da Vilhelm Moberg (vd. p.

negli Stati uniti 1168 con nota 189); il terzo Il volo dell’aquila (Ingenjör Andrées luftfärd “Il volo dell’ingegner

Andrée”) del 1982 ripercorre la vicenda dell’esploratore Salomon August Andrée che aveva

qui segnalato ilprogettato di sorvolare il Polo Nord con la mongolfiera Örnen (L’aquila) perdendo la vita insieme ai

ò un metodo persuoi compagni d’avventura (vd. sopra, p. 1105 con note 636-367).

312 Le candidature (per la miglior regia) riguardano il film La mia vita a quattro zampe (Mitt liv

sta Gösta Ekmansom hund “La mia vita come cane”) del 1985 e Le regole della casa del sidro (The Cider House

Rules) del 1999 prodotto negli Stati uniti.

ita sentimentale 313 Si dovrà qui infine ricordare anche la nomination all’Oscar del film Il mio caro John (Käre

d. p. 1264) e una John, 1964) del regista Lars Magnus Lindgren (1922-2004). Su Jan Guillou vd. p. 1290 con nota 250.

314 Se è vero che i primi film svedesi furono di carattere documentaristico, è anche vero che

La fontana dellafurono piuttosto registi come Wesslén e Sucksdorff a dare consapevolmente l’avvio a questo genere.

Sussurri e gridaSulla cinematografia svedese si può consultare il sito della Film Sound Sweden (Backspegel:

Il posto delle http://www.filmsoudsweden.se) e quello dell’Istituto svedese di cinematografia (Svenska


ne allo specchio Filminstitutet) in cui si trova un utile database (Svensk Film databas: http://www.sfi.se/sv/svensk-

filmdatabas/). A queste fonti ci si è qui in buona parte riferiti.

315 Per la verità si sa anche che nel periodo tra il 1906 e il 1908 venne girato un film dal titolo

m straniero conPericoli della vita da pescatore (Fiskerlivets Farer) che tuttavia è andato perduto (e il cui regista era,

delcomunque, lo svedese Julius Jaenzon, 1885-1961). Nel medesimo 1911 Halfdan Nobel Roede

nel 1931 (vd. p. realizzò anche un altro film intitolato Per la legge del cambiamento (Under forvandlingens lov)

ispirato ai conflitti nel mondo del lavoro.

er il miglior film 316 Qui occorre tuttavia precisare che fin dal 1930 il regista danese George Schnéevoigt aveva

) delgirato un film sonoro sulla Groenlandia dal titolo Eskimo (1930) con dialoghi in norvegese.

m Moberg (vd. p. 317 Vd. p. 1167.

olo dell’ingegner 318 Cfr. p. 1079, nota 512 e in questo capitolo nota 286.

drée che aveva 319 Termini che in realtà indicano un ricognitore, una guida, una persona che indica la strada.

a vita insieme ai 320 Un’altra affermata regista donna è Vibeke Løkkeberg (Vibecke Kleivdal, n. 1945), moglie di

Pål.

Mitt liv 321 Sebbene non strettamente documentaristica va qui citata la trilogia di film La Norvegia per il

The Cider House popolo (Norge for folket, 1936), Costruiamo il Paese (Vi bygger landet, 1936) e Città e campagna

mano nella mano (By og land hand i hand, 1937), il primo diretto da Helge Lunde (1900-1987), gli

Kärealtri due da Olav Dalgard (1898-1980). Si trattava di pellicole volute dal movimento politico dei

90 con nota 250.lavoratori a scopo educativo e propagandistico.

anche vero che 322 Vd. sopra, p. 1167. L’opera di Gunnarsson (Af Borgslægtens historie) uscì in quattro parti tra

a questo genere.il 1912 e il 1914.

: 323 Vd. p. 1175.

Svenska 324 Si tratta di Tra montagna e mare (Milli fjalls og fjöru) del 1949.
sfi.se/sv/svensk- 325 Suo è anche Il fuorilegge (Útlaginn, 1981) ispirato alla storia di Gísli Súrsson come narrata

nella medievale Saga di Gísli Súrsson (vd. p. 313).

un film dal titolo 326 Cfr. p. 645, nota 536.

il cui regista era,

n Nobel Roede

hnéevoigt aveva

1945), moglie di

a Norvegia per il

ittà e campagna

(1900-1987), gli

ento politico dei

quattro parti tra


325 Suo è anche Il fuorilegge (Útlaginn, 1981) ispirato alla storia di Gísli Súrsson come narrata

nella medievale Saga di Gísli Súrsson (vd. p. 313).

326 Cfr. p. 645, nota 536.


CAPITOLO 14

I Paesi scandinavi sullo scenario europeo e mondiale

14.1. I Paesi scandinavi nella seconda metà del XX secolo

Come è stato detto nel capitolo precedente, in Scandinavia i presupposti dello stato

sociale erano stati posti, nonostante le molte difficoltà, nei decenni tra le due guerre. La fine

del secondo conflitto mondiale apriva dunque lo spazio al loro completamento così come alla

definitiva modernizzazione degli Stati nordici. Naturalmente questo percorso è stato

condizionato dalla diversa situazione economico-politica dei singoli Paesi, pur tuttavia in

esso si possono riscontrare elementi e indicazioni comuni che ben hanno giustificato l’idea,

tuttora assai diffusa, che essi siano la patria privilegiata dei diritti e del benessere dei

cittadini.

14.1.1. Welfare e disagio sociale

Il presupposto che lo Stato si debba fare carico della migliore e più equa organizzazione

sociale sta, appunto, alla base di quello che viene comunemente indicato con l’espressione

inglese welfare state con la quale tra l’altro ci viene ricordato come esso non sia

(fortunatamente) esclusiva dei Paesi nordici. E tuttavia: senza poter (per evidenti ragioni di

spazio) entrare nello specifico, si deve qui ammettere che i provvedimenti legislativi e

l’istituzione di enti predisposti a garantire l’effettiva applicazione di tale principio sono stati

qui particolarmente numerosi ed efficaci andando a incidere positivamente sulla qualità della

vita dei cittadini in molti e diversi ambiti. Dal lavoro (incentivi per l’occupazione, aiuto

all’inserimento e al reinserimento occupazionale, tutela e contributo ai disoccupati, corsi di


aggiornamento, condizioni sui luoghi di lavoro, orario e diritto alle ferie) all’educazione

(creazione di asili nido, regolamentazione della scuola dell’obbligo e dell’istruzione

superiore, impegno economico per la costruzione di edifici scolastici e biblioteche, sussidi

osti dello statoeconomici per lo studio); dalla sanità (accesso generalizzato alle cure, realizzazione di

guerre. La fine ospedali e consultori, prevenzione) al sostegno alle categorie sociali più deboli (bambini,

o così come allaanziani, portatori di handicap);1 dalla famiglia (sostegno alla maternità, congedi parentali per

rcorso è stato entrambi i genitori, sussidi per i figli minori, aiuto domestico in caso di necessità, contributi

pur tuttavia inper l’affitto, consulenza economica, supporto psicologico) all’assistenza sociale (pensioni di

stificato l’idea,vecchiaia e di invalidità, reddito minimo). Senza dimenticare la creazione e la manutenzione

benessere deidelle strutture necessarie per la vita della cittadinanza (amministrazione statale,

comunicazioni, trasporti). E inoltre tutte le norme di legge che hanno avuto come finalità

primaria quella di realizzare una effettiva uguaglianza tra gli individui: parità di diritti e di

organizzazioneopportunità (non solo tra uomini e donne ma anche tra diverse categorie sociali) e, al

n l’espressionecontempo, di doveri. Obiettivo ambizioso e – occorre constatare – in buona parte realizzato:

esso non siaarmonizzare la vita personale con quella lavorativa nel pieno godimento dei diritti di

denti ragioni diciascuno.

nti legislativi e Eppure: il cammino verso questa meta non è stato (non è) facile, per via di ostacoli

cipio sono stati economici, sociali e culturali. I motivi economici fondamentali sono da individuare, come

lla qualità della altrove, nel considerevole aggravio che una tale politica porta alla spesa statale, aggravio

upazione, aiutoriflesso in una forte imposizione fiscale della quale il cittadino non sempre avverte un

cupati, corsi di ‘ritorno’: combinati con periodi di recessione economica questi fattori hanno indotto in
all’educazionediversi casi a una rimodulazione della legislazione sociale in senso restrittivo.2 Gli ostacoli

dell’istruzionesociali sono stati determinati da fattori quali l’immigrazione, la lotta per diritti nei fatti

ioteche, sussidiancora molte volte negati, il conflitto generazionale.

ealizzazione di I Paesi scandinavi avevano conosciuto qualche forma di immigrazione fin dal medioevo

eboli (bambini,(basti qui ricordare i molti tedeschi che si erano trasferiti nelle città nordiche durante l’epoca

di parentali per d’oro dell’Ansa ma anche gli Ebrei che si erano stabiliti nel Nord, i lavoratori polacchi e

ssità, contributi olandesi in Danimarca, quelli finlandesi nella Norvegia settentrionale, i rom). Questo

ale (pensioni di fenomeno doveva subire una notevole accelerazione dopo la seconda guerra mondiale,

a manutenzioneaccelerazione determinata da fattori economici (la necessità di mano d’opera nei periodi di

azione statale,crescita industriale), umanitari (l’accoglienza di profughi ed esuli) e familiari

o come finalità(ricongiungimenti) e dalla tendenza delle comunità straniere ad allargarsi e consolidarsi.3

à di diritti e diBenché la legislazione relativa all’immigrazione sia sostanzialmente improntata a quei

e sociali) e, alprincìpi di uguaglianza e tolleranza che costituiscono una delle basi fondamentali delle

parte realizzato:democrazie nordiche, è del tutto evidente che questo fenomeno non ha mancato di generare

o dei diritti di conflitti. Società che per secoli erano state caratterizzate da una ‘rassicurante uniformità’

hanno dovuto misurarsi con culture, abitudini e modi di pensare molto diversi, espressi anche

via di ostacoliin obiettive difficoltà linguistiche cui si è cercato di dare soluzione con l’istituzione di corsi

ividuare, comespecificamente finalizzati all’apprendimento della lingua del Paese da parte degli immigrati.4

atale, aggravio Nei cui confronti i vari partiti propongono, come è lecito attendersi, soluzioni politiche

pre avverte undiversificate, mentre non sono mancate espressioni di intolleranza (in qualche caso sfociate

nno indotto inin veri e propri reati contro la persona) che hanno trovato sbocco nella formazione di
Gli ostacoli associazioni o gruppi decisamente contrari alla loro presenza sul territorio.5 Del resto va

diritti nei fatticonsiderato che atteggiamenti discriminatori non hanno risparmiato i Sami né gli Eschimesi

di Groenlandia. Un elemento di instabilità nei rapporti tra i nordici e gli immigrati (ma non

n dal medioevosolo) è dato anche, in tempi recenti, dallo sfruttamento di manodopera straniera a un costo

durante l’epocaminore, il che determina problemi all’interno del mondo del lavoro. Il disagio e le

atori polacchi e problematiche legate all’immigrazione sono esplose in forma violenta nelle manifestazioni

). Questonelle periferie di Stoccolma (per certi versi inattese) del maggio 2013.

erra mondiale, La questione femminile aveva, come si è visto in precedenza, radici antiche e una lunga

a nei periodi di storia di militanza e di impegno.6 Che, se pure avevano portato alla progressiva emanazione

) e familiaridi provvedimenti di legge perequativi, tuttavia ancora si scontravano con riserve mentali e

3 atteggiamenti conservatori. Dal punto di vista normativo le donne avevano ottenuto grandi

rontata a queirisultati (arrivando a ‘conquistare’ territori che tradizionalmente erano di esclusiva

damentali delle competenza maschile come il sacerdozio o il servizio militare) tuttavia per un completo

ato di generareaffrancamento esse necessitavano anche di norme a sostegno della famiglia e della maternità

nte uniformità’ (che non mancarono di essere varate) ma, soprattutto, di un pieno riconoscimento sociale.

, espressi ancheSebbene le loro organizzazioni non avessero mai cessato di esistere, negli anni ’60 e ’70 ci fu

tuzione di corsiuna ‘nuova fiammata di femminismo’, soprattutto con l’arrivo, anche nei Paesi nordici, del

4movimento delle “Calze rosse”,7 che segnò un punto di svolta anche perché ora la battaglia

uzioni politicheper i diritti si estendeva ben oltre i confini della classe lavoratrice medio-bassa che

he caso sfociatetradizionalmente l’aveva condotta. Il cambiamento del quadro economico (che vedeva un

formazione dinumero sempre maggiore di donne impegnate anche nel lavoro al di fuori delle mura
Del resto vadomestiche) ma anche la giusta ambizione femminile a una migliore formazione e a una

é gli Eschimesi partecipazione sempre più consapevole alla vita politica e sociale esigeva incisivi

migrati (ma non cambiamenti. Le rivendicazioni più insistite riguardarono dunque l’autodeterminazione in

iera a un costomateria di maternità, la libertà nella vita sessuale, il pieno diritto a un lavoro dignitoso e

l disagio e le confacente alle proprie inclinazioni a parità di retribuzione con gli uomini, l’urgenza di

manifestazionipolitiche a sostegno della famiglia (soprattutto della prole). Accanto alle donne altri gruppi

(in particolare gli omosessuali) cominciarono a rivendicare le proprie prerogative. Questo

che e una lunga tipo di proteste determinò anche un cambiamento di prospettiva in quanto gradatamente si

va emanazionepassò dalla richiesta del riconoscimento dei diritti di determinate categorie all’affermazione,

serve mentali esi potrebbe dire, del ‘diritto al diritto’ basata sulla semplice constatazione che tutti gli esseri

ottenuto grandi umani devono avere pari dignità.

o di esclusiva Un altro ‘fronte’ è legato al problema del disagio giovanile a sua volta in buona parte

er un completodeterminato dai profondi mutamenti sociali che in un mondo ‘aperto’ e in rapida

della maternitàtrasformazione hanno, per così dire, dato la stura a una critica delle strutture sulle quali la

imento sociale.comunità si era per tanto tempo basata. Disagio che ha talora cercato una via d’uscita nel

i ’60 e ’70 ci furicorso alla droga, vera piaga sociale di troppi Paesi. Accanto alla quale restava quella

esi nordici, deldell’alcolismo presente nel mondo scandinavo da un tempo ben più lontano. Se i giovani

ora la battagliahanno per molti versi ‘messo a soqquadro’ la società per le loro scelte anticonformiste (tra

edio-bassa checui la convivenza senza vincoli matrimoniali) essi hanno altresì grandemente contribuito a

che vedeva unportare all’attenzione della politica temi nuovi come il rifiuto delle armi atomiche, i problemi

ori delle muradel nucleare, l’esigenza di una coscienza ecologica (cui si lega la nascita dei partiti ‘verdi’),8
azione e a unama anche la definitiva constatazione che nel mondo è ormai impossibile prescindere da una

sigeva incisivivisione globale e non si possono ignorare eventi anche lontani in quanto sullo scenario del

erminazione inpianeta non esistono più ‘periferie’ e neppure la Scandinavia può pensare di rinchiudersi in

oro dignitoso e un proprio compiaciuto isolamento. Sicché le dimostrazioni studentesche del ’68, così come

ni, l’urgenza dimanifestazioni quali quelle contro la guerra nel Vietnam, non restano episodi fini a se stessi

nne altri gruppima testimoniano la presa di coscienza di una nuova prospettiva politica e sociale.

ogative. Questo Altre questioni hanno toccato le società nordiche in questi decenni: la comparsa (o, per

gradatamente simeglio dire, la diffusione) della pornografia, per molti versi ‘smaltita’ e accettata, l’aumento

l’affermazione, della criminalità spesso legato alle difficoltà economiche ma anche alla

e tutti gli esseriinternazionalizzazione dei rapporti negli ambienti della malavita, la questione (cui spesso si è

voluto dare eccessivo risalto) dei suicidi (in particolare di quelli giovanili) che continuano in

in buona partequella fascia d’età a costituire la prima causa di morte tra gli uomini e la seconda tra le

’ e in rapidadonne. Ma che tuttavia mostrano diversa incidenza e diversa tendenza a seconda del Paese

e sulle quali laconsiderato.9

via d’uscita nel Tutto ciò si lega alla propensione, non solo scandinava, a una diminuita fiducia nella

restava quellacomunità sociale e, conseguentemente, nelle istituzioni che la rappresentanto (non da ultimi i

o. Se i giovani partiti politici) e a un’accresciuto interesse per la sfera privata, il che ultimamente ha anche

onformiste (tra riaperto la porta a problemi (come la povertà e l’emarginazione) che si ritenevano superati.

te contribuito a In questo quadro, così profondamente mutato, le Chiese nordiche, in gran parte private

che, i problemidei loro compiti tradizionali, hanno dovuto ‘riposizionarsi’. Non tanto da un punto di vista

8 formale, in quanto seppure il tradizionale rapporto Chiesa-Stato sia ormai tramontato,10 nelle
scindere da unaimportanti occasioni ufficiali l’aspetto religioso (per certi versi in forme ‘di rappresentanza’)

lo scenario delnon viene a mancare. Piuttosto nei rapporti con la società. Negli ultimi decenni esse hanno

rinchiudersi inreagito al progressivo distacco da un mondo in rapido cambiamento sia trovando nuovi

’68, così comeambiti di impegno come attività di sostegno a carattere sociale e umanitario (campo d’azione

fini a se stessicondiviso da tutta una serie di organizzazioni di volontari) sia intervenendo attivamente nel

dibattito politico, quando esso abbia toccato temi ‘sensibili’ come l’aborto, l’eutanasia e

omparsa (o, persimili. D’altronde esse devono fare i conti anche con la presenza (tutt’altro che marginale) di

tata, l’aumentofedeli di altre religioni (in primo luogo l’Islam) e mentre non possono ignorare gli sforzi in

anche alladirezione dell’ecumenismo devono scongiurare il pericolo che la fede cristiana sia intesa

(cui spesso si èsemplicemente come ‘marcatore di identità etnica’ nell’ottica di uno ‘scontro di culture’.

e continuano in 14.1.2. Danimarca

seconda tra le Nell’immediato dopoguerra la Danimarca ebbe, come altri Paesi, un governo di

onda del Paesecoalizione la cui guida fu affidata a Vilhelm Buhl: esso durò pochi mesi ma dovette

cominciare ad affrontare i gravi problemi lasciati dalla guerra, non da ultimo quello di ‘fare

ta fiducia nella giustizia’, visto che nel Paese l’oppressione nazista aveva potuto contare su numerosi

(non da ultimi icollaborazionisti. Non sempre tuttavia gli arresti e le condanne di queste persone furono

mente ha anchecorrispondenti (nel bene e nel male) alle effettive responsabilità. In questo contesto furono

eseguite in Danimarca le ultime condanne a morte.11 C’era inoltre da affrontare una

an parte privatesituazione economica che risentiva pesantemente degli strascichi del conflitto. Nell’ottobre

n punto di vistadel 1945 ci furono le elezioni e al governo Buhl succedette un esecutivo liberale (tuttavia di

nelle minoranza) guidato da Knud Kristensen (1880-1962) che dovette (ancora una volta!)
appresentanza’) affrontare il problema dello Schleswig meridionale, regione appartenente alla Germania dove

nni esse hannoora tuttavia una buona parte della popolazione (certamente anche stremata dalle conseguenze

rovando nuovidel conflitto voluto da Hitler) aspirava all’annessione alla Danimarca. La questione era

campo d’azione tuttavia condizionata da diversi fattori: la volontà delle potenze che avevano vinto la guerra

attivamente nel (in primo luogo gli Inglesi) che non desideravano complicazioni, la gravissima situazione

o, l’eutanasia eeconomica della Germania, le difficoltà danesi a uscire dalla crisi postbellica, le resistenze

e marginale) dipolitiche. Alla fine la situazione fu, sostanzialmente, lasciata decantare, il referendum

are gli sforzi inauspicato dal ‘partito danese’ dello Schleswig meridionale non si fece e Knud Kristensen

tiana sia intesa diede le dimissioni. In seguito tuttavia, con il migliorare della congiuntura economica il

problema della minoranza danese in Germania e di quella tedesca in Danimarca sarebbe stato

risolto con reciproca soddisfazione.12

un governo di La fine delle ostilità aveva lasciato sperare in un’immediata ripresa dell’economia,

esi ma dovettetuttavia per il Paese l’uscita dalla crisi sarebbe stata più difficoltosa del previsto e nel 1948 si

quello di ‘faredovettero accettare gli aiuti previsti dal piano Marshall per un totale di un miliardo e

e su numerosisettecento milioni di corone. Fin dal 1945 c’erano stati scioperi e dimostrazioni, nel 1954 una

persone furono serie di astensioni dal lavoro (tra cui quella, imponente, nelle fabbriche della Philips)

contesto furono manifestavano un clima tutt’altro che sereno nel mondo dell’industria. Nel 1956 il contrasto

affrontare una tra operai e datori di lavoro fu forzosamente risolto dal governo che diede valore di legge alla

to. Nell’ottobreproposta di mediazione del presidente del consiglio arbitrale (forligsmand): ciò determinò

rale (tuttavia diimponenti proteste (che arrivarono a raccogliere quasi duecentomila persone) fomentate dal

ra una volta!) Partito comunista (che tuttavia dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria nell’ottobre di
Germania dovequell’anno avrebbe perso consenso). Altri scioperi importanti ci sarebbero stati nel 1961

le conseguenze(lavoratori del trasporto e dei mattatoi). Del resto anche nel settore agricolo restavano molti

questione eraproblemi: dopo la guerra le tradizionali esportazioni di prodotti agricoli avevano stentato a

vinto la guerrariprendersi ed erano rimaste poco remunerative, anche a motivo della svalutazione della

sima situazione sterlina inglese (1949) cui la corona danese era legata. Inoltre, stante la grave situazione della

a, le resistenzebilancia dei pagamenti i diversi governi furono costretti ad aumentare l’imposizione fiscale.

referendumIn effetti per lungo tempo nel dopoguerra il Paese vedrà le forze politiche tradizionali in lotta

nud Kristensen per il potere ed elezioni prive di un risultato netto in grado di garantire una forte maggioranza

a economica il(anche a motivo della bassa soglia di sbarramento posta al 2%), sicché a lungo si

ca sarebbe statosuccederanno coalizioni condizionate dalle reciproche richieste e dai veti incrociati degli

alleati. In questa situazione il Partito della sinistra radicale sarà spesso ago della bilancia. In

dell’economia,ogni caso, fatta eccezione per la parentesi (1950-1953) dell’esecutivo guidato dal liberale

to e nel 1948 siErik Eriksen (1902-1972), che (in una congiuntura negativa determinata anche dalla guerra

un miliardo ein Corea) imporrà una politica del rigore, al potere saranno per lungo tempo i

ni, nel 1954 una socialdemocratici, seppure con governi di minoranza.13 I socialdemocratici avevano a sinistra

)un antagonista nel Partito comunista che essi cercarono di battere sul piano del progresso

956 il contrastoeconomico, un processo nel quale coinvolgere le organizzazioni sindacali e i datori di lavoro.

ore di legge alla Nel 1953 fu approvata una riforma della costituzione con la quale venne abolito il

ciò determinòSenato, fu abbassato il limite d’età per poter votare e si stabilì la successione al trono anche

) fomentate dalin linea femminile.14 In base a questa nuova legge15 il potere legislativo appartiene al re e al

nell’ottobre di parlamento, ma nella sostanza alla Corona restano solo funzioni di rappresentanza. Una
stati nel 1961rilevante innovazione è la possibilità di cedere parte della sovranità nazionale a

restavano moltiorganizzazioni internazionali (il che avrà grande importanza per la successiva adesione

vano stentato aall’Unione europea).

lutazione della Dalla seconda metà degli anni ’50 il Paese poté finalmente risentire della favorevole

situazione dellacongiuntura mondiale: l’industrializzazione aumentò, così come aumentò l’occupazione che

osizione fiscale.cominciò a vedere la presenza di lavoratori stranieri e una crescita del numero delle donne;

izionali in lottainoltre molti nuovi posti di lavoro furono creati nel settore del terziario. Al contrario

te maggioranzal’agricoltura continuò ad avere diversi problemi legati alla caduta delle esportazioni, alla

hé a lungo si scelta di molti braccianti di passare all’industria, agli alti costi richiesti dall’indispensabile

incrociati degliadeguamento dei metodi e dei macchinari. Per questo motivo molti piccoli poderi cessarono

ella bilancia. Inl’attività e si poterono salvare solo quelli grandi o quelli che si accorpavano. Ma in generale

ato dal liberalesi può dire che (seppure a prezzo di un crescente debito estero) la Danimarca si modernizzò,

he dalla guerrala gente comune poté accedere al consumo di beni in precedenza considerati ‘di lusso’ (come

ungo tempo iautomobili e frigoriferi) e l’industria edile prosperò per la necessità di fornire nuove

evano a sinistraabitazioni (che pure per molti restavano ancora a prezzi proibitivi).

o del progresso La politica della socialdemocrazia si indirizzò alla costruzione dello stato sociale, non

atori di lavoro. tuttavia senza incontrare ostacoli.16 La conseguenza più negativa era, evidentemente, il suo

enne abolito il alto costo; a ciò si aggiungevano il problema dell’indebitamento e quello dell’inflazione. La

al trono anchesoluzione fu l’aumento delle tasse, la loro rimodulazione ma anche il blocco (con poche

rtiene al re e aleccezioni) dei prezzi e dei salari decretato dal governo Krag nel 1963 nell’ambito della

esentanza. Una cosiddetta “soluzione globale” (helhedløsning) che prevedeva anche l’imposizione di un
à nazionale aprestito forzoso imposto ai più abbienti. Una scelta, fieramente avversata dalla Sinistra e dai

ssiva adesione conservatori, che tuttavia ebbe, almeno inizialmente, effetti positivi.

Verso la metà degli anni ’60 il quadro politico danese andò incontro a scomposizioni e

ella favorevolericomposizioni. Da una parte i socialdemocratici cominciarono a collaborare con il Partito

ccupazione chepopolare socialista (Socialistisk Folkeparti), una formazione sorta nel 1958 da una frattura

ro delle donne;all’interno del Partito comunista danese per iniziativa di Aksel Larsen (1897-1972), dopo che

o. Al contrarioquesti aveva deciso di ‘denunciare’ la sottomissione acritica rispetto alle direttive politiche

portazioni, alladell’Unione sovietica. La collaborazione con questo gruppo (inizialmente accusato di cripto-

’indispensabile comunismo), che portò alla nascita del cosiddetto “governo rosso” (røde kabinet) presieduto

oderi cessaronoda Jens Otto Krag al suo secondo mandato, non fu tuttavia sempre facile e nel 1967

Ma in generaledeterminò da parte di alcuni socialisti l’abbandono del partito per dare vita alla nuova

si modernizzò,formazione dei Socialisti di sinistra (Venstresocialisterne).

di lusso’ (come Dall’altra parte ci fu un riavvicinamento tra la Sinistra e i radicali che erano usciti dal

fornire nuovegoverno nel 1964 e avevano perso la loro posizione di ‘ago della bilancia’. Questi

cambiamenti negli equilibri politici e, insieme, l’insoddisfazione di molti per l’attività dei

to sociale, non governi socialdemocratici, portarono nel 1968 a un cambio di rotta con la vittoria dei partiti

temente, il suodi centro-destra che formarono il governo sotto la guida del leader della Sinistra radicale

l’inflazione. LaHilmar Baunsgaard (1920-1989). Nonostante le promesse elettorali esso non riuscì a

cco (con pochemigliorare la bilancia dei pagamenti né a ridurre le tasse, che, anzi, furono aumentate: non

ll’ambito dellabastò il programma di accorpamento di talune unità amministrative minori né la politica di

osizione di unlimitazione dell’intervento pubblico in alcuni campi come l’edilizia, sicché alle nuove
a Sinistra e daielezioni l’esecutivo non poté rivendicare molti risultati e la vittoria andò nuovamente ai

socialdemocratici che (con Jens Otto Krag al suo terzo mandato) avrebbero accompagnato

composizioni e l’ingresso della Danimarca nella Comunità economica europea.17

e con il Partito Gli anni ’70, preceduti anche qui dalle contestazioni giovanili del 1968, cominciarono in

da una fratturaun clima economicamente positivo; presto però anche in questo Paese si sentirono gli effetti

1972), dopo chedella congiuntura internazionale (in primo luogo la crisi petrolifera che colpì la Danimarca in

ettive politichemisura maggiore rispetto agli altri Paesi nordici): ci furono aumento della disoccupazione,

usato di cripto-persistente saldo negativo nella bilancia dei pagamenti, alti tassi di interesse, forte pressione

) presiedutofiscale, scarsità di investimenti, crisi dell’agricoltura (si tenga presente che ormai l’84% della

ile e nel 1967 popolazione aveva lasciato la campagna) e persino un basso indice di natalità che toccò il

vita alla nuovalivello minimo nel 1981. Al governo c’era il successore del dimissionario Krag, il

socialdemocratico Anker Jørgensen (n. 1922) al quale toccò il compito di affrontare una

erano usciti dal situazione deteriorata sia dal punto di vista economico, sia da quello sociale. Il mondo infatti

lancia’. Questistava rapidamente cambiando e anche la piccola Danimarca era percorsa dai fermenti d’una

er l’attività deicontestazione che non riguardava solo i princìpi, messi ora in discussione, che per lungo

toria dei partititempo avevano retto la comunità, ma anche la politica internazionale (si pensi alle

inistra radicaledimostrazioni contro la guerra americana nel Vietnam) e le grandi questioni della modernità

o non riuscì a(problema atomico, ecologia), mentre l’opinione pubblica chiedeva maggiore ascolto e

aumentate: nonmostrava di sentirsi più coinvolta (e più libera) nei confronti dei partiti tradizionali. Ciò

né la politica dispiega lo spazio (e il consenso) trovato da una formazione nuova, come il Partito del

ché alle nuoveprogresso (Fremskridtpartiet), fondato nel 1972 da Mogens Gilstrup (1926-2008), di
nuovamente aicarattere sostanzialmente populista, che prometteva una sicura riduzione delle tasse e una

accompagnatodecisa semplificazione burocratica; ma anche la fondazione (1970) di un nuovo gruppo

conservatore, il Partito popolare cristiano (Kristeligt folkeparti),18 che voleva salvaguardare i

ominciarono invalori della tradizione. Nel 1973 nascevano poi i Democratici di centro (Centrum-

irono gli effettiDemokraterne) da una diaspora della socialdemocrazia. Le elezioni del 1973 sono ricordate

a Danimarca income “elezioni della valanga” (jordskredsvalget), dal momento che esse rivoluzionarono il

disoccupazione, quadro politico (il 44% degli elettori cambiò il proprio voto)19 aprendo spazio alle nuove

forte pressione formazioni (in particolare al Partito del progresso che divenne il secondo partito danese).20 In

mai l’84% dellaseguito a queste votazioni i partiti di centro-destra tornarono al governo, tuttavia in una

ità che toccò ilsituazione di grave difficoltà politica. L’esecutivo, guidato dal rappresentante della Sinistra

nario Krag, ilPoul Hartling (1914-2000) fu debole e presto costretto a nuove elezioni (anche per il

affrontare unatentativo di limitare fortemente il diritto di sciopero); nonostante un notevole incremento dei

Il mondo infatti suoi voti la Sinistra non riuscì a formare un nuovo governo sicché i socialdemocratici

fermenti d’unaripresero il potere con il primo ministro Anker Jørgensen il quale (seppure con notevoli

che per lungo problemi) sarebbe rimasto in carica, con quattro mandati consecutivi, fino al 1982, attuando

(si pensi alleuna politica anticrisi per molti versi di ispirazione borghese.

della modernità Gli anni ’70 sono stati, non solo in Danimarca, anni economicamente difficili, di

giore ascolto e crescente disoccupazione, di crescente indebitamento, di crescente disagio sociale. Le

adizionali. Ciòvecchie certezze erano incrinate e le giovani generazioni spesso disincantate quando non

e il Partito deldisilluse o, in qualche caso, disperate. Di fronte a questa situazione non era facile individuare

1926-2008), dila giusta linea politica: i partiti di sinistra incolpavano l’economia di mercato, quelli
lle tasse e unaconservatori l’eccesso di ‘Stato’ e le troppe spese per il welfare.

nuovo gruppo Nel settembre del 1982 si formò il governo detto ‘del quadrifoglio’ (firkløverregeringen)

salvaguardare iguidato da Poul Schlüter (n. 1929) del Partito popolare dei conservatori e composto (oltre

Centrum-che da membri del partito del premier) da rappresentanti della Sinistra, dei Democratici di

sono ricordatecentro e del Partito popolare cristiano. Esso affrontò le problematiche economiche con una

oluzionarono ilrigorosa politica di tagli alla spesa (con conseguente riduzione delle prestazioni dello stato

azio alle nuovesociale) e pose un freno all’indicizzazione dei salari legata all’inflazione. Anche se molti

Inproblemi rimasero irrisolti e nonostante le massicce proteste contro i suoi provvedimenti,21

tuttavia in unaSchlüter sarebbe rimasto al potere (alla guida di ben quattro governi consecutivi) fino al

e della Sinistragennaio 1993.

(anche per il Gli anni ’90 inaugurati dal crollo del blocco sovietico, hanno visto tornare al potere i

incremento deisocialdemocratici con un governo guidato da Poul Nyrup Rasmussen (n. 1943) con cui si

cialdemocraticiavviava un’alternanza di esecutivi di sinistra e conservatori. Essi sono stati anni di rinnovata

e con notevolicrescita, di calo della disoccupazione e di risanamento dei conti pubblici. L’alternanza

1982, attuando politica è proseguita nel decennio successivo e ha infine (2011) portato alla nomina a capo

del governo dell’esponente socialdemocratica Helle Thorning-Schmidt (n. 1966), prima

nte difficili, didonna danese a ricoprire questo prestigioso ruolo.

io sociale. Le È comunque evidente che, nonostante le molte difficoltà, la Danimarca ha goduto nei

te quando non decenni del dopoguerra di uno standard di vita piuttosto elevato (soprattutto se paragonato

cile individuaread altre situazioni dell’Europa continentale). Essa è oggi un Paese moderno e

mercato, quellitecnologicamente avanzato, dotato di importanti e funzionali infrastrutture,22 gestito


democraticamente e nel quale la partecipazione dei cittadini alla vita politica è aperta e

)costante. Ciò nonostante permangono problemi di carattere politico e, forse soprattutto,

composto (oltresociale la cui soluzione toccherà alle nuove generazioni.

Democratici di 14.1.3. Svezia

omiche con una La fine della guerra significò anche per la Svezia, che pure non era stata coinvolta più di

ioni dello statotanto nel conflitto, l’apertura a nuove speranze. I socialdemocratici mantenevano saldo il

Anche se moltipotere. Anzi, dopo la morte improvvisa di Per Albin Hansson il suo successore, Tage

21 Erlander (1901-1985), si sarebbe dimostrato capace di guidare il Paese per ben ventitré anni.

ecutivi) fino al Egli infatti fu nominato primo ministro nel 1946 e rimase in carica fino al 1969, confermato

nel corso delle successive elezioni con maggiore o minore forza.23 In un Paese dove il ruolo

nare al potere idella monarchia veniva (come del resto in molti luoghi altrove) sempre più assumendo

943) con cui sicarattere puramente rappresentativo, il vero cuore della politica era il parlamento.24 E nei

nni di rinnovatadecenni del dopoguerra il parlamento andò adottando la politica dello stato sociale ponendo

i. L’alternanzaattenzione alla qualità della vita dei cittadini e alla realizzazione dei loro diritti, soprattutto

nomina a capodal punto di vista di una effettiva parità. Molti provvedimenti ebbero l’adesione delle forze di

. 1966), prima opposizione, tuttavia la materia di forte contrasto fu data dalla politica fiscale dei

socialdemocratici che volevano rimodulare la tassazione e appesantire i tributi per le classi

ha goduto nei più abbienti. I proventi furono impiegati per la costruzione del welfare state con interventi

o se paragonatosulle assicurazioni sociali per le pensioni,25 le malattie e la prevenzione, per l’istruzione di

e moderno egrado inferiore e superiore,26 per incentivi alla cultura, per le famiglie, per le condizioni di

gestitolavoro, per l’edilizia pubblica, per le infrastrutture.27 Le diverse questioni relative


tica è aperta e(particolarmente quella pensionistica) furono in quel periodo al centro di un intenso e vivace

rse soprattutto,dibattito. Per la verità dal 1945 (anno segnato da un imponente sciopero dei metalmeccanici)

la strada verso una effettiva ‘società del benessere’ non sarebbe stata breve. Dopo la guerra il

Paese aveva dovuto accettare gli aiuti previsti dal piano Marshall e nel 1950 lo scoppio delle

coinvolta più diostilità in Corea aveva prodotto anche qui effetti negativi dal punto di vista economico.

nevano saldo ilSicché almeno fino al 1957 il lavoro di riforma aveva conosciuto piuttosto un assestamento.

ccessore, TageQuando infine lo sviluppo prese il via esso riguardò in primo luogo l’industria e il settore

n ventitré anni.terziario cui corrispose tuttavia una certa crisi dell’agricoltura dovuta anche alla propensione

69, confermatoall’abbandono delle campagne, sicché anche qui prevalse la tendenza all’accorpamento dei

se dove il ruolopiccoli poderi, quando essi non furono abbandonati.

più assumendo Nel 1974, a conclusione di un lavoro ventennale, fu approvata una riforma della

E neicostituzione che entrò in vigore il 1 gennaio 1975:28 essa ha istituito un parlamento

ociale ponendo unicamerale attraverso il quale il popolo esercita la propria sovranità. Le funzioni politiche

ritti, soprattuttodel re sono state interamente trasferite a questo organismo, al cui presidente spetta ora

ne delle forze di(anziché al sovrano) la nomina del primo ministro mentre l’esercito (di cui il re era a capo)

ca fiscale deirisponde ora al governo. Benché la Svezia continui ad avere un ordinamento monarchico alla

uti per le classi famiglia reale restano solo mere funzioni rappresentative. Per certi versi simbolicamente

con interventi questo ‘passaggio’ si è compiuto non troppo tempo dopo la morte di Gustavo VI Adolfo (15

l’istruzione di settembre 1973) cui è succeduto il nipote Carlo Gustavo XVI (Carl Gustaf Folke Hubertus,

e condizioni di n. 1946).29 Il 1 gennaio 1980 è entrata in vigore una modifica costituzionale che ha introdotto

estioni relative il principio di successione cognatico, il che significa che la principessa Vittoria (Victoria
ntenso e vivace Ingrid Alice Désirée, n. 1977) ha scavalcato il fratello Carl-Philip (n. 1979) come erede al

metalmeccanici) trono.30

opo la guerra il Nel 1969 Tage Erlander, il capo di governo più a lungo rimasto in carica nei Paesi a

o scoppio delle regime democratico, diede le dimissioni e fu sostituito dal compagno di partito Olof Palme

sta economico.(1927-1986). La forza politica della socialdemocrazia era allora in calo e alle elezioni del

n assestamento.1970 essa perse la maggioranza assoluta. Il governo Palme dovette perciò ricorrere al

tria e il settoresostegno del Partito comunista svedese.31 Nelle elezioni del 1973 gli schieramenti di destra e

lla propensionedi sinistra ottennero un identico numero di parlamentari (centosettantacinque ciascuno) ma

corpamento deiPalme continuò a governare.32 Tre anni dopo, nel 1976, la coalizione di destra ebbe la meglio

e dopo quarantaquattro anni di ininterrotta supremazia socialdemocratica a capo del governo

riforma dellafu nominato Thorbjörn Fälldin (n. 1926), membro del Partito di centro. Questa coalizione

un parlamentoincontrò notevoli difficoltà sulla questione delle centrali nucleari (a lungo dibattuta nella

nzioni politicheseconda metà degli anni ’70),33 che sarebbe poi stata sottoposta a un referendum popolare

ente spetta ora(23 marzo 1980), il cui esito avrebbe indicato una soluzione di compromesso (numero chiuso

l re era a capo)delle centrali e impegno al loro smantellamento entro il 2010).34

monarchico alla Anche in Svezia erano quelli anni di grandi cambiamenti e di crisi, non soltanto dal punto

simbolicamentedi vista economico: la collettività attraversata da profonde inquietudini, la contestazione dei

VI Adolfo (15 giovani nei confronti dei valori tradizionali, le difficoltà di una società sempre più

Folke Hubertus,multietnica, la progressiva secolarizzazione, l’aumento del tasso di criminalità, la diffusione

he ha introdottodella droga e la persistente piaga dell’alcolismo;35 ma anche il maggiore coinvolgimento in

Victoriatemi di politica nazionale e internazionale, come le battaglie ecologiche,36 la questione


come erede aldell’utilizzo dell’energia nucleare (assai importante, come si è appena detto), la critica

dell’intervento americano in Vietnam. Dopo gli anni del grande sviluppo veniva ora (a metà

ica nei Paesi a degli anni ’70) la crisi economica, con conseguente forte disoccupazione, che fu

ito Olof Palmeparticolarmente acuta all’inizio degli anni ’80 e toccò in particolare il settore tessile (già

lle elezioni delprecedentemente in sofferenza), il siderurgico, la cantieristica: il malcontento per la

ciò ricorrere alsituazione di incertezza era diffuso e aggravato dalla protesta contro l’alta pressione fiscale e

menti di destra el’inflazione. Nel 1980 ci fu una serie di scioperi (ai quali i datori di lavoro risposero con

e ciascuno) maserrate) che coinvolsero più di settecentomila persone; nel 1985 uno sciopero degli aderenti

ebbe la meglio all’Organizzazione centrale degli impiegati (Tjänstemännens centralorganisation, nota con

po del governola sigla TCO) cui anche in questo caso si rispose con serrate; in quello stesso anno (23

esta coalizionemaggio) più di ventimila contadini marciarono a Stoccolma contro la politica del governo

dibattuta nellaritenuta sfavorevole alla loro categoria;37 nel 1988 lo sciopero riguardò i lavoratori

popolaredell’industria.38 Alle elezioni del 1982 la socialdemocrazia, ancora una volta guidata da Olof

(numero chiusoPalme, era tornata al potere e grazie a misure rigorose (compreso ancora una volta il ricorso

alla svalutazione della corona)39 e al miglioramento della congiuntura internazionale il

ltanto dal puntogoverno sarebbe riuscito a dare l’avvio alla ripresa e al risanamento del deficit. Nel 1985 la

ntestazione deiBanca centrale deliberò una liberalizzazione del credito, la cosiddetta “rivoluzione di

tà sempre piùnovembre” (novemberrevolutionen) che se nell’immediato diede un notevole impulso alla

à, la diffusioneripresa fu poi tra le cause della crisi economica che di nuovo colpì la Svezia agli inizi degli

nvolgimento inanni ’90.

la questione La notte di venerdì 28 febbraio 1986, nel pieno centro di Stoccolma, mentre tornava a
etto), la criticacasa dal cinema accompagnato dalla moglie, Olof Palme veniva assassinato da uno

iva ora (a metà sconosciuto con un colpo di pistola alla schiena. Olof Palme era un politico al contempo

zione, che fupopolare e discusso ma era anche una figura di peso a livello internazionale (seppure le sue

ore tessile (giàprese di posizione avessero non di rado creato polemiche), il che fra l’altro aveva fatto sì che

ontento per lal’ONU gli conferisse l’incarico di gestire l’arbitrato internazionale fra Iran e Iraq, in guerra

ssione fiscale etra di loro dal 1980. Lunghi anni di indagini non hanno chiarito i misteri legati a questo

o risposero condelitto.40

o degli aderenti Lo shock in Svezia e all’estero fu enorme. Il Paese fu come bruscamente investito dalla

, nota conconsapevolezza di non essere più un’isola (tutto sommato) felice. E se in precedenza non

tesso anno (23erano mancati gravi episodi di delinquenza o di terrorismo,41 ci si rese conto ora che

ca del governooccorreva assumere in tempi brevi una diversa prospettiva, dimenticare le ‘rassicuranti

dò i lavoratoricertezze’ di un orizzonte circoscritto e misurarsi con sfide nuove e problemi imprevedibili.

guidata da OlofDopo la morte di Palme il governo fu affidato al socialdemocratico Ingvar Carlsson (n. 1943)

volta il ricorsoche proseguì nella politica del suo predecessore ma dovette cedere il passo ai conservatori

nternazionale ildopo le elezioni del 1991.42 In effetti in questo periodo di nuovo si era manifestata una crisi

. Nel 1985 laeconomica che non avrebbe risparmiato la Svezia e ciò ebbe inevitabili effetti sulle scelte

“rivoluzione didegli elettori. Nuovo primo ministro fu Carl Bildt (n. 1949), esponente del Partito comune

le impulso alladei moderati. Tra i provvedimenti più importanti assunti dal suo governo vi fu l’abolizione

agli inizi deglidei fondi di solidarietà per i salariati voluti da Palme (nonostante la dura contrarietà dei

datori di lavoro),43 una serie di privatizzazioni, un certo disimpegno dello Stato

entre tornava adall’assistenza sociale e incentivi all’imprenditoria privata. Ma la recessione (che aveva
sinato da unoportato calo produttivo, elevata disoccupazione, fuga di capitali, crisi bancaria e finanziaria)

co al contempo non era facile da aggredire e il governo fu anche costretto a cercare un accordo con

(seppure le sue l’opposizione per approvare una serie di provvedimenti economici; inoltre nel 1992 si decise

eva fatto sì chedi lasciar fluttuare la corona che perse circa il 20% del proprio valore. Per certi versi

Iraq, in guerrasimbolicamente in quello stesso anno chiudeva la storica miniera di rame presso Falun in

legati a questoDalecarlia (Falu koppargruva) in funzione almeno dal 1288.44

Nel 1994 la Sinistra tornò al potere, ancora una volta con Ingvar Carlsson come primo

investito dalla ministro al quale (nel 1996) sarebbe succeduto Göran Persson (n. 1949).45 Con l’appoggio

precedenza nondel Partito di centro il governo socialdemocratico è riuscito a migliorare la situazione

conto ora che economica, riducendo il debito e frenando la disoccupazione, e ha traghettato la Svezia nel

le ‘rassicurantiterzo millennio. Nel 2006, dopo che i partiti conservatori avevano lanciato il programma

i imprevedibili.noto come “Alleanza per la Svezia” (Allians för Sverige) e vinto le elezioni, Fredrik

rlsson (n. 1943)Reinfeldt (n. 1965) è divenuto primo ministro, carica rinnovata dopo il nuovo successo

ai conservatorielettorale nel 2010. In quello stesso anno (11 dicembre) due esplosioni di matrice terroristica

estata una crisi(accompagnate da minacce) avrebbero sconvolto Stoccolma provocando un morto

etti sulle scelte (l’attentatore) e due feriti. Un segnale inquietante che tuttavia (seppure in maniera tragica)

Partito comunesottolinea come anche la Svezia sia ormai a tutti gli effetti coinvolta nella prospettiva di una

fu l’abolizionepolitica mondiale.

contrarietà dei In seguito alle elezioni svoltesi nel settembre 2014 il socialdemocratico Stefan Löfven (n.

o dello Stato 1957) è stato nominato primo ministro alla guida di un esecutivo comprendente anche alcuni

one (che avevarappresentanti del Partito dell’ambiente i verdi. Tuttavia non potendo contare sulla
a e finanziaria) maggioranza dei parlamentari, esso ha incontrato notevoli difficoltà ed è stato costretto a

n accordo consiglare un patto con l’opposizione di centrodestra anche allo scopo di scongiurare elezioni

l 1992 si decise anticipate.

Per certi versi La tragedia della guerra nel Vietnam è stata un evento politico che ha suscitato molta attenzione e

presso Falun inmolte contestazioni sia negli Stati uniti sia nei Paesi occidentali, non da ultimi quelli scandinavi. Essa
ha provocato non solo dimostrazioni e proteste di piazza ma ha stimolato anche denunce di ‘sapore’

artistico e letterario. Assai nota è, in particolare, la poesia Sulla guerra in Vietnam (Om kriget i
on come primo
Vietnam) dello svedese Göran Sonnevi (n. 1939)46 dalla quale si citano qui alcune strofe:
Con l’appoggio
Dietro il televisore la luce è mutata
e la situazione
fuori dalle finestre. L’oscurità si è trasformata
o la Svezia nel
in grigio e gli alberi sono apparsi
o il programma
neri nella luce grigio chiara
ezioni, Fredrik della neve fresca. Al mattino

nuovo successo era tutto di nuovo coperto di neve. Ora vado

rice terroristica fuori a spazzare dopo la tempesta.

do un morto Sento alla radio che gli Stati uniti

maniera tragica) hanno pubblicato un libro bianco

sulla guerra in VIETNAM


ospettiva di una
nel quale il Nordvietnam viene accusato

di aggressione. Ieri sera


efan Löfven (n.
alla TV
te anche alcuni
abbiamo visto un documentario dei
contare sulla
Viet Cong, abbiamo potuto sentire
tato costretto a il sordo svolazzare

giurare elezioni degli elicotteri,

da terra, dalla parte di quelli a cui

si spara.[…]
olta attenzione e
[…] Oggi
scandinavi. Essa
di sicuro avremo altra neve
unce di ‘sapore’
dice il mio vicino, vestito di nero
Om kriget i
mentre va al lavoro […]

I morti sono numeri, che riposano, turbinano

come cristalli, nel vento sui campi. Si calcola

che fino a ora 2 milioni siano morti in VIETNAM […]47

14.1.4. Norvegia

Dopo la liberazione la Norvegia aveva dovuto affrontare gli effetti disastrosi provocati

dall’invasione tedesca. Come è stato detto, nell’immediato era stato formato un esecutivo di

grande coalizione guidato da Einar Gerhardsen, nel quale erano rappresentati il Partito dei

lavoratori, il Partito comunista, la Destra, la Sinistra, il Partito dei contadini e il Fronte di

liberazione. L’8 ottobre 1945 si svolsero le elezioni e il Partito dei lavoratori ottenne la

maggioranza assoluta che avrebbe mantenuto fino al 1961. Su questa base Gerhardsen formò

dunque un nuovo governo. Ma la politica che esso portò avanti non fu ispirata solo ai

princìpi della socialdemocrazia, bensì fu anche frutto di quella collaborazione fra le diverse

componenti della società norvegese nata dalla situazione venutasi a creare con l’occupazione

tedesca. Si era infatti elaborato un vero e proprio “programma comune” (fellesprogrammet)


nel quale erano delineate le linee di indirizzo per la ricostruzione del Paese, una ricostruzione

che non doveva limitarsi a ripristinare ciò che era stato distrutto dalla guerra, ma che doveva

anche fondarsi su una visione del futuro basata su nuovi princìpi di uguaglianza (e giustizia)

e di garanzia dei diritti di ciascuno, il che lo Stato (con il concorso delle diverse componenti

sociali) avrebbe dovuto assicurare con opportuni provvedimenti. Ciò fu, in gran parte,

realizzato.48 Grazie anche ai contributi previsti dal piano Marshall il Paese ebbe una ripresa

piuttosto rapida, anche se segnata da una forte inflazione che si tentò di contenere con una

politica di controllo dei prezzi. Nel 1949 tuttavia si rese necessaria una svalutazione della

corona, i cui effetti positivi furono comunque limitati l’anno successivo dall’aumento dei

prezzi su base mondiale conseguente allo scoppio della guerra di Corea. Nonostante questi

problemi l’economia progredì e la politica del partito di governo riuscì gradatamente a

strosi provocatiridurre le sofferenze sociali ereditate dal passato e a portare avanti quel progetto di welfare

un esecutivo distate che avrebbe fatto della Norvegia uno dei Paesi con la migliore qualità di vita per i suoi

ti il Partito deiabitanti. Nel 1951 Einar Gerhardsen, che dopo il nuovo successo elettorale del 1949 era

i e il Fronte dirimasto al potere, si dimise improvvisamente da primo ministro (verosimilmente per motivi

atori ottenne lapersonali) e fu sostituito in quella carica da Oscar Torp, suo collega di partito. Torp non

rhardsen formò apportò sostanziali variazioni alla linea politica e nelle elezioni del 1953 (nonostante una

ispirata solo aicerta penalizzazione dovuta a una nuova legge elettorale approvata l’anno precedente)49 il

e fra le diversePartito dei lavoratori si vide confermare la maggioranza assoluta. Nel 1955 Einar Gerhardsen

n l’occupazione – considerato dai Norvegesi un vero e proprio ‘padre della patria’ – fu di nuovo primo

)ministro, carica che avrebbe mantenuto fino al 1963, anche se dopo le elezioni del 1961 il
na ricostruzionesuo governo avrebbe dovuto ricorrere al sostegno del Partito popolare socialista (Sosialistisk

ma che dovevaFolkeparti),50 di fresca costituzione, che disponeva dei due seggi necessari per raggiungere la

nza (e giustizia)maggioranza.

rse componenti Nel frattempo lo sviluppo economico procedeva, anche grazie a una liberalizzazione del

in gran parte, commercio che aveva ormai spazzato via i residui razionamenti imposti dalla guerra. Nel

bbe una ripresa1956 il governo stabilì un blocco dei prezzi e degli aumenti salariali ma anche alleggerimenti

ntenere con unafiscali; inoltre venne avviata una politica di partecipazione statale in una serie di imprese e,

alutazione dellaparallelamente, furono aperti istituti di credito di proprietà statale, mentre il governo

all’aumento dei manteneva uno stretto controllo sulla situazione finanziaria. Nel 1957 moriva l’amato re

nostante questiHaakon e il figlio Olav V (1903-1991) gli succedeva sul trono.

gradatamente a Il 5 novembre 1962 ci fu un gravissimo incidente sul lavoro in una miniera di carbone

welfaredella Kings-bay presso Ny Ålesund nelle isole Svalbard, quando (a causa di un’esplosione di

i vita per i suoigas) ventuno lavoratori persero la vita. Episodi simili si erano verificati in questa struttura in

e del 1949 eraanni precedenti ed essa era stata riaperta nel 1956 con la garanzia che gli impianti erano stati

ente per motivimessi in sicurezza. Il dibattito parlamentare che seguì a questo fatto indusse il Partito

rtito. Torp nonpopolare socialista a votare la sfiducia al governo e fu così che le forze politiche

nonostante unaconservatrici diedero vita (per la prima volta dopo ventotto anni) a un esecutivo di coalizione

ilche comprendeva rappresentanti della Destra, della Sinistra, del Partito popolare cristiano e

nar Gerhardsendel Partito di centro ed era presieduto da John Lyng (1905-1978). Questa esperienza

i nuovo primo tramontò tuttavia in breve tempo in quanto solo quattro settimane dopo l’accordo fra

oni del 1961 ilsocialdemocratici e socialisti fu ritrovato ed Einar Gerhardsen tornò, per la quarta volta, a
Sosialistiskessere primo ministro. Sarebbero state piuttosto le elezioni del 1965 a farlo cadere. In quella

r raggiungere laoccasione la socialdemocrazia venne a trovarsi sotto il fuoco incrociato dei partiti

conservatori ma anche delle formazioni di sinistra: sia i socialisti – che in diverse occasioni

alizzazione delvolentieri avevano posto ostacoli all’approvazione di provvedimenti governativi – sia i

lla guerra. Nelcomunisti, da sempre su posizioni radicali. In seguito al risultato di queste votazioni il potere

alleggerimentipassò dunque (e questa volta sarebbe stato per un lungo periodo) ai partiti di centrodestra.

e di imprese e, Nuovo capo del governo fu Per Borten (1913-2005), del Partito di centro. Questo esecutivo

tre il governo (tutt’altro che omogeneo) portò avanti una politica per certi versi di stampo

riva l’amato resocialdemocratico, a esempio con l’approvazione di una importante Legge sulla previdenza

sociale (Lov om folketrygd, 17 giugno 1966), ‘ereditata’ dalla gestione precedente.

iera di carbone Dai primi anni ’70 si cominciò a estrarre petrolio dalle piattaforme nel Mare del Nord e

n’esplosione didiverse compagnie straniere si affrettarono a sollecitare al governo diritti di sfruttamento. Nel

esta struttura in1972 venne fondata la Statoil (Den Norske Stats Oljeselskap), di proprietà pubblica, allo

ianti erano statiscopo di partecipare direttamente all’estrazione e alla lavorazione del prodotto grezzo, anche

dusse il Partitoin relazione alla politica energetica del Paese: parallelamente la Norsk Hydro (in parte di

forze politiche proprietà dello Stato) e la privata Saga Petroleum, fondata nel medesimo 1972, ebbero

vo di coalizioneimportanti concessioni.51 Tenuto conto degli effetti della crisi petrolifera degli anni 1973-

lare cristiano e1974 (e del fatto che il Paese non aveva aderito all’OPEC) il prodotto norvegese fu molto

esta esperienzarichiesto. Per la Norvegia si trattò di un vero e proprio salto di qualità: la scoperta e lo

o l’accordo frasfruttamento di questa importante risorsa (e di consistenti riserve di gas naturale) ha

quarta volta, acontribuito in misura significativa al suo progresso economico, non soltanto per la ricchezza
adere. In quellache ne è derivata direttamente, ma anche per la creazione di posti di lavoro conseguente alla

ato dei partitinascita di una industria petrolchimica che ha visto la costruzione di grandi impianti come

verse occasioni quelli di Rafnes in Telemark e di Mongstad in Hordland. Dal 1978 la Norvegia ha un proprio

rnativi – sia iMinistero per il petrolio e l’energia (Oljeog energidepartementet)52 che gestisce non solo il

azioni il poterefabbisogno interno (per il quale il Paese è, evidentemente, autosufficiente) ma anche la

di centrodestra.vendita del surplus i cui proventi sono destinati a un fondo pensioni gestito (non senza

uesto esecutivocritiche) dalla Banca nazionale.

si di stampo Il governo di Per Borten cadde nel 1971 per dissidi sulla questione dell’adesione alla

ulla previdenzaComunità europea.53 Con la sua caduta e la nomina dell’esecutivo socialdemocratico guidato

da Trygve Bratteli (1910-1984) si inaugura una fase di alternanza politica che vedrà la

Mare del Nord eprevalenza ora dell’una ora dell’altra parte.54

ruttamento. Nel La questione dell’adesione all’Europa (che fino a ora ha visto la maggioranza dei

pubblica, alloNorvegesi optare per il no) doveva comunque avere effetti sugli equilibri dei partiti,

o grezzo, anchecontribuendo, con divisioni e secessioni, a indebolire le forze politiche tradizionali. A sinistra

(in parte di i socialisti e i comunisti, nettamente contrari all’Unione, formarono (1973) l’Alleanza

o 1972, ebbero elettorale socialista (Sosialistisk Valgforbund) alla quale aderirono anche i Socialisti

egli anni 1973-democratici (Demokratiske Sosialister, un gruppo sorto in quel medesimo periodo proprio

egese fu moltosulla base della contrarietà all’ingresso in Europa) e alcuni membri del Partito dei lavoratori.

a scoperta e lo Questa coalizione ebbe un immediato successo elettorale, raccogliendo nelle votazioni tenute

s naturale) ha in quell’anno più dell’11% dei suffragi. Essa poi fu consolidata nella fondazione (1975) del

per la ricchezzaPartito socialista di sinistra (Sosialistisk Venstreparti). A destra la frattura riguardò i liberali
onseguente alla della Sinistra dalla quale si separò un gruppo che si organizzò (1972) nel Nuovo partito

impianti comepopolare (Det nye folkepartiet)55 che tuttavia sedici anni dopo si sarebbe riunificato con la

a ha un proprioSinistra. Ma in questi anni (1973) nasceva nella destra estrema anche una nuova forza, il

isce non solo ilPartito di Anders Lange per una forte riduzione delle tasse, delle imposte e dell’intervento

e) ma anche lastatale (Anders Langes Parti til sterk nedsettelse av skatter, avgifter og offentlige inngrep), il

tito (non senzacui fondatore (1904-1974) poneva le basi di quello che sarebbe divenuto (1977) il Partito del

progresso (Fremskrittpartiet), da più parti considerato una formazione populista. Per altro

ll’adesione allaesso avrebbe cominciato ad avere una consistente presenza in parlamento a partire dalle

ocratico guidatoelezioni del 1989 (con un calo solo nel 1993) fino a diventare (2009) la maggiore forza di

a che vedrà laopposizione con quasi il 23% dei consensi. Al suo successo hanno contribuito leader

carismatici come Carl Ivar Hagen (n. 1944) che ne è stato alla guida per 28 anni e Siv Jensen

aggioranza dei(n. 1969) i quali hanno saputo interpretare la sfiducia degli elettori nei tradizionali partiti di

bri dei partiti,destra, il disagio sociale (soprattutto in materia di immigrazione) e opinioni conservatrici su

onali. A sinistraquestioni di grande rilevanza come aborto, diritti degli omosessuali e simili.

73) l’Alleanza Nel 1981 Gro Harlem Brundtland (n. 1939), esponente socialdemocratica, fu la prima

he i Socialistidonna norvegese a diventare primo ministro; il suo governo sarebbe tuttavia durato solo

periodo proprio pochi mesi. Nelle elezioni tenute il 14 settembre di quell’anno la socialdemocrazia perse più

o dei lavoratori.del 5% dei consensi e dovette cedere il passo ai conservatori. A capo del nuovo governo fu

votazioni tenutenominato Kåre Willoch (n. 1928), rappresentante della Destra che rimase in carica anche

ione (1975) deldopo le elezioni del 1985, seppure dovesse ricorrere all’appoggio del Partito del progresso.

guardò i liberaliErano quelli, ancora, anni segnati da una crescita economica che pareva non dover finire: una
Nuovo partito serie di elementi concomitanti rovesciò invece la situazione determinando una crisi per molti

unificato con laversi inattesa. Fattori scatenanti furono il cedimento dei titoli di borsa (che avevano

nuova forza, il raggiunto livelli insostenibili) e la caduta del prezzo del petrolio, il che ebbe come

dell’interventoconseguenze la crisi bancaria, la svalutazione della corona, la discesa del valore degli

), ilimmobili, i fallimenti. La politica governativa di liberalizzazioni non era esente da

7) il Partito del responsabilità e, nonostante gli introiti ridotti per via del calo dei prezzi del petrolio, lo Stato

ulista. Per altrodovette intervenire per sostenere massicciamente gli istituti di credito. Nel 1986 Gro Harlem

a partire dalle Brundtland fu nuovamente nominata capo del governo, alla guida di un esecutivo con una

ggiore forza diimportante presenza femminile. A questa compagine toccò il compito di portare avanti una

leaderpolitica di rigore. Centrali erano il problema della disoccupazione (che toccherà il punto più

ni e Siv Jensen alto nel 1992 per poi regredire) e quello della spesa pubblica, tuttavia si poté contenere

ionali partiti dil’inflazione a livelli accettabili. Come altrove l’insoddisfazione sociale si tradusse in

conservatrici su disaffezione politica e alle elezioni del 1989 tutti i partiti tradizionali persero molti consensi a

vantaggio di formazioni come il Partito socialista di sinistra e il Partito del progresso. Si

ca, fu la primatornò così a un governo conservatore,56 che tuttavia incontrò notevoli difficoltà sulla

via durato soloquestione dell’adesione allo Spazio economico europeo e di nuovo dovette cedere il posto a

crazia perse piùun esecutivo socialdemocratico, ancora una volta guidato da Gro Harlem Brundtland che

ovo governo furestò in carica dal 1990 al 1996, quando fu sostituita da Thorbjørn Jagland (n. 1950),

n carica anche anch’egli socialdemocratico, al potere fino al 1997.

del progresso. I continui cambiamenti d’umore dell’elettorato (in gran parte influenzato dalle posizioni

over finire: una dei diversi partiti sulla questione dell’adesione all’Europa) hanno continuato a condizionare
a crisi per moltila vita politica norvegese, determinando nelle successive elezioni il consolidamento o

(che avevanol’indebolimento delle diverse forze politiche: ciò si è, naturalmente, riflesso nella

he ebbe comecomposizione delle alleanze, non sempre sostenute da una maggioranza sufficientemente

el valore degliautonoma. Spesso ci si è dunque piuttosto dovuti affidare alle qualità politiche dei leader,

era esente dacome nel caso dell’esponente del Partito popolare cristiano Kjell Magne Bondevik (n. 1947)

etrolio, lo Stato che è stato a capo del governo una prima volta tra il 1997 e il 2000 e una seconda volta tra il

86 Gro Harlem2001 e il 2005.

cutivo con una Nel 1991 moriva il re Olav V e gli succedeva il figlio Harald V (n. 1937). L’attuale erede

tare avanti unaal trono, il principe Haakon Magnus (n. 1973) ha contratto matrimonio nel 2001 con Mette-

erà il punto piùMarit Tjessem Høiby (n. 1973), di famiglia non aristocratica: questa unione ha destato un

poté contenere certo scalpore non tanto per la non appartenenza della sposa alla nobiltà (questione ormai

si tradusse insenza rilevanza alcuna), quanto piuttosto per il suo passato (da lei stessa pubblicamente

molti consensi ariconosciuto come sconveniente) e per il fatto che ella aveva un figlio nato da una precedente

l progresso. Sirelazione. Sulla base di una modifica costituzionale approvata nel 1990, la loro primogenita

difficoltà sulla Ingrid Alexandra (n. 2004) sarà, a suo tempo, la prima donna a salire sul trono norvegese

edere il posto adopo la regina Margherita nel 1385.57

Brundtland che Dagli anni ’90 al centro del dibattito politico sono tornati i temi di carattere sociale, così

and (n. 1950),come la questione dell’istruzione e della cultura, un campo nel quale sono stati presi

importanti provvedimenti.58 Tra il 2000 e il 2001 e successivamente dal 2005 al 2013 primo

dalle posizioni ministro norvegese è stato il socialdemocratico Jens Stoltenberg (n. 1959) la cui ultima

a condizionarecoalizione comprendeva anche il Partito socialista di sinistra e il Partito di centro:


nsolidamento oun’alleanza inedita nella quale, appunto, si sono riflessi i cambiamenti del quadro politico nel

riflesso nellaPaese. Il programma concordato da queste forze riguardava interventi di carattere sociale

ufficientementerelativi a ospedali e scuole ma anche la regolamentazione dei diritti degli omosessuali; piani

leader,economici (in ambito petrolifero e agricolo) e il disimpegno dei soldati norvegesi dalle aree

devik (n. 1947)di guerra.59 In seguito alle elezioni svoltesi nel settembre del 2013 è risultata vincente la

onda volta tra ilcoalizione di centrodestra ed Erna Solberg (n. 1961), rappresentante della Destra è stata

nominata primo ministro.

L’attuale erede Il terzo millennio ha visto in Norvegia un costante miglioramento della situazione

001 con Mette- economica (per quanto non siano mancati i conflitti nel mondo del lavoro, accompagnati da

e ha destato unimportanti scioperi nel 2000 e nel 2002); la tendenza positiva è stata tuttavia frenata dallo

uestione ormai scoppio nel 2008 della nuova crisi mondiale. Ma aldilà della congiuntura economica la storia

pubblicamenterecente della Norvegia è stata segnata dalla terribile azione terroristica del 22 luglio del 2011,

una precedentequando un estremista di destra, Anders Behring Breivik (n. 1979) ha dapprima fatto

oro primogenita esplodere un’autobomba a Oslo nei pressi dei palazzi del governo, poi (travestito da

rono norvegese poliziotto norvegese) si è recato sull’isola di Utøya (nel Tyrifjorden in Buskerud), dove era

allestito un campo estivo del settore giovanile del Partito socialdemocratico: lì ha aperto il

ere sociale, cosìfuoco uccidendo a sangue freddo decine di ragazzi. Il tragico computo delle sue vittime

ono stati presiinclude otto morti nella capitale e sessantanove a Utøya. Riconosciuto capace di intendere e

5 al 2013 primodi volere Breivik per questo crimine (dettato, a suo dire, dalla necessità di difendere i valori

) la cui ultimaeuropei e cristiani messi in pericolo dalla politica del governo) è stato condannato a ventuno

tito di centro: anni di carcere, la pena massima prevista dal codice penale norvegese. Se ancora ce ne fosse
dro politico nelstato bisogno questo terribile episodio, che ha suscitato ovunque angoscia ed esecrazione, ha

arattere socialedolorosamente mostrato come anche la Norvegia debba ‘fare i conti’ con problematiche che

osessuali; pianicoinvolgono ormai tutti i Paesi.

egesi dalle aree 14.1.5. Islanda

ata vincente la La fine della guerra segnava per l’Islanda il vero inizio della nuova vita come repubblica

Destra è statapienamente indipendente. Questo senso della ritrovata autonomia si radicò rapidamente e

costituì la base di una diffusa intolleranza nei confronti di qualsiasi interferenza straniera

ella situazione nella politica del Paese. Con ciò facendo riferimento non solo agli Stati uniti e alla Gran

ccompagnati da Bretagna, bensì anche all’Unione sovietica verso la quale a lungo ha guardato il Partito

ia frenata dallo comunista.60 In effetti, subito dopo la guerra si era posta la questione della base di Keflavík

nomica la storiache gli Americani mostravano di non voler lasciare e l’accordo raggiunto nel 1946 era parso

uglio del 2011,a molti tutt’altro che soddisfacente, al punto che aveva determinato la caduta del governo.61

dapprima fattoIn ogni caso esso fu rispettato e fino al 1951 l’Islanda fu libera dalla presenza militare

(travestito da straniera. In quell’anno tuttavia gli Americani sarebbero ritornati. Il 30 marzo del 1949

erud), dove erainfatti, pur a fronte di accese proteste e duri scontri fuori dalla sede del parlamento, esso

: lì ha aperto ilaveva approvato l’adesione alla NATO e nel quadro di questo accordo ne fu successivamente

lle sue vittimestipulato un altro che affidava agli Stati uniti la difesa del Paese a tempo indeterminato.62 In

e di intendere eeffetti essi sarebbero rimasti fino al 2006, quando da parte americana è stata comunicata la

fendere i valoridecisione unilaterale di ritirare le proprie truppe, il che è stato effettivamente portato a

nnato a ventunotermine.

cora ce ne fosse Durante la guerra, come è stato detto, l’Islanda aveva goduto di un significativo sviluppo
esecrazione, haeconomico ed era stato possibile anche accumulare una certa riserva finanziaria. Ciò non di

blematiche chemeno nel primo dopoguerra (1948) essa beneficiò in misura consistente degli aiuti previsti

dal piano Marshall e dovette ristrutturare la propria economia. Un settore fondamentale della

quale era costituito dall’industria del pesce, risorsa primaria per il Paese. Con il diffondersi di

ome repubblicaimbarcazioni moderne dotate di strumenti tecnologicamente avanzati il numero dei

rapidamente epescherecci stranieri nelle ricche acque circostanti l’isola (una presenza consueta almeno dal

renza straniera XV secolo) si era fatto ora eccessivo: ciò indusse nelle autorità la volontà di stabilire precise

niti e alla Granlimitazioni al fine di difendere gli interessi nazionali. Nel periodo in cui era soggetta alla

rdato il Partito Danimarca l’Islanda aveva dovuto subire le politiche commerciali del dominatore, ivi

ase di Keflavíkcompresa la disposizione (1901) che fissava a sole tre miglia dalla costa il limite delle sue

1946 era parsoacque territoriali. Ciò era legato a un accordo con gli Inglesi, che con una pesca intensiva non

61soltanto sottraevano risorse ma mettevano anche a rischio l’equilibrio della fauna marina. Fu

esenza militarecosì che, una volta che si poté finalmente decidere autonomamente, da parte islandese venne

marzo del 1949emanata una serie successiva di provvedimenti. Innanzi tutto fu promulgata una legge per la

arlamento, essoprotezione delle aree di pesca attorno alle coste del Paese;63 poi furono emessi decreti che

uccessivamentesuccessivamente estesero il limite delle acque territoriali a quattro (1952), a dodici (1958), a

Incinquanta (1972) e infine a duecento miglia marine (1975). Fu inoltre stabilito di chiudere le

a comunicata laacque interne dei fiordi ai pescherecci stranieri. Queste decisioni provocarono la reazione

mente portato adegli Inglesi che diedero il via a quelle che sono ricordate come “guerre del merluzzo”

(þorskastríðin). La prima volta essi presero la decisione di boicottare i prodotti della pesca

cativo sviluppo islandese, ciò tuttavia ebbe scarso effetto dal momento che essi furono presto indirizzati
aria. Ciò non di verso altri mercati; poi rifiutarono di riconoscere il limite delle dodici miglia facendo scortare

li aiuti previstii propri pescherecci da navi di pattuglia per evitare l’intervento della guardia costiera, il che

damentale dellain qualche occasione provocò incidenti e scaramucce. Nel 1961 fu comunque trovato un

il diffondersi diaccordo di massima. Quando nel 1972 il limite delle acque territoriali fu esteso a cinquanta

il numero dei miglia il conflitto riesplose e questa volta a fianco degli Inglesi si schierarono i Tedeschi

ueta almeno daldella Germania ovest. La ‘guerra’ fu portata avanti con determinazione: navi militari inglesi

stabilire preciseviolarono sistematicamente il limite imposto dall’Islanda per difendere i propri pescherecci

ra soggetta alla ai quali, in diversi casi, gli Islandesi riuscirono a tagliare le reti causando loro un gravissimo

dominatore, ividanno. Per altro entrambi i contendenti si rivolsero alla Corte internazionale dell’Aja che

imite delle suedichiarò illegittimo il limite delle 50 miglia. Anche questa volta un compromesso fu

a intensiva noncomunque raggiunto. Ma dopo la decisione islandese di estendere ulteriormente il limite a

una marina. Fuduecento miglia dalla costa la situazione di nuovo si aggravò: mentre diversi Paesi (inclusa la

slandese venne Germania ovest) riuscirono a trovare un accordo, la Gran Bretagna mantenne una posizione

una legge per la rigida e agli scontri in mare si aggiunse (1976) la rottura delle relazioni diplomatiche. Ciò

essi decreti chesuscitò molta preoccupazione negli ambienti della NATO, non soltanto perché entrambi i

dodici (1958), acontendenti erano membri dell’organizzazione, ma anche per la necessità di evitare che, in

o di chiudere lepiena guerra fredda, l’Islanda decidesse di chiudere la base di Keflavík. La contesa fu infine

ono la reazionerisolta nel 1977 dopo una trattativa svolta a Oslo, anche per via della decisione della

del merluzzo”Comunità economica europea di stabilire quello stesso limite di duecento miglia per i Paesi

otti della pescamembri (quindi anche per la Gran Bretagna).64

esto indirizzati Queste ‘guerre’ per la pesca mostrano in modo esplicito quanto l’economia islandese
acendo scortarefosse dipendente da questo settore. E il deciso intervento governativo (che, pure, osava

costiera, il chemettere la piccola Islanda di fronte al colosso inglese!) si lega all’impegno statale a

que trovato unintervenire con utili provvedimenti nel mondo del lavoro, per sostenere l’industria,

eso a cinquantacombattere la disoccupazione e ridurre le tasse. Infatti, una volta esaurite le riserve monetarie

ono i Tedeschiaccantonate in tempo di guerra, molti problemi economici si erano ripresentati e i primi anni

militari inglesi’50 (in particolare il 1952 e il 1955) sono ricordati anche per importanti scioperi. Un’altra

pri pescherecciquestione di grande impatto sull’economia islandese fu quella dell’elevatissima inflazione.

o un gravissimo Ad affrontare questi problemi si susseguirono diversi esecutivi.65 In effetti un aspetto della

le dell’Aja chepolitica islandese è che nel Paese non esiste un partito che disponga di forza elettorale

ompromesso fusufficiente per governare da solo. Si sono dunque dovute di volta in volta creare nuove

ente il limite a coalizioni. Ciò anche perché il dopoguerra ha visto nascere, accanto ai partiti tradizionali,

Paesi (inclusa la nuove formazioni politiche. Tra di esse quelle di maggiore consistenza sono: il Partito della

e una posizionedifesa nazionale (Þjóðvarnarflokkurinn), fortemente contrario alla NATO e alla presenza

plomatiche. Ciòamericana sul territorio islandese, che ebbe rappresentanti in parlamento tra il 1953 e il 1957;

ché entrambi il’Alleanza socialdemocratica,66 l’Unione dei liberali e della Sinistra (Samtök frjálslyndra og

evitare che, invinstrimanna), sorta nel 1969 e ostile alla permanenza nella NATO;67 l’Associazione per una

ontesa fu infine lista delle donne (Samtök um kvennalista) presente in parlamento dal 1983; il Partito dei

decisione dellacittadini (Borgaraflokkurinn) politicamente attivo dal 1987 al 1994; il partito del Risveglio

glia per i Paesinazionale (Þjóðvaki), formazione populista di sinistra, sorto nel 1994.68 Nel 1998 veniva

fondato il Movimeno democratico (Lýðræðishreyfingin), che tuttavia sarebbe durato solo una

omia islandese decina d’anni. Nel 1999 nasceva una più ampia Alleanza socialdemocratica nella quale
he, pure, osava confluivano, oltre a quella fondata nel 1956, il Partito socialdemocratico, l’Associazione per

egno statale auna lista delle donne e il Risveglio nazionale: ciò avrebbe dato vita a una solida compagine

ere l’industria, di sinistra, successivamente nota semplicemente come Alleanza (Samfylkingin).69 Nel 1959

serve monetarie (dopo la breve esperienza di un esecutivo socialdemocratico guidato da Emil Jónsson (1902-

ti e i primi anni1986), si formò una coalizione tra il Partito dell’indipendenza e il Partito socialdemocratico

ioperi. Un’altra che diede vita a una proficua collaborazione che sarebbe andata avanti (seppure con diversi

ima inflazione.primi ministri) fino al 1971.70 In seguito, fino al 1991, si sono alternate diverse coalizioni che

un aspetto dellada diverse prospettive politiche hanno cercato di affrontare i problemi del Paese.71 Problemi

forza elettorale almeno in parte preannunciati nei diversi scioperi dei primi anni ’60, come quello del 1963 in

a creare nuoveseguito al quale si era trovato un accordo sui salari. La congiuntura negativa si manifestò

titi tradizionali,tuttavia (accompagnata da altre astensioni dal lavoro) nella seconda metà dei medesimi anni

il Partito della’60: nel 1967 essa era conclamata e segnata da una elevata disoccupazione. L’anno

e alla presenzasuccessivo si sommò una grave crisi nel settore della pesca, determinata dalla scomparsa dei

1953 e il 1957;banchi di aringhe,72 una risorsa che fino ad allora aveva garantito ottimi profitti. I problemi

frjálslyndra og furono poi ulteriormente aggravati dalla crisi energetica del 1973. Il 24 ottobre 1975 (anno

iazione per unainternazionale della donna) la quasi totalità delle donne islandesi (più del 90%) entrò in

3; il Partito deisciopero per una intera giornata allo scopo di dimostrare l’importanza del proprio contributo

o del Risveglioal funzionamento della società e rivendicare uguaglianza sociale e di diritti: più di ventimila

el 1998 venivapersone si radunarono nel centro della capitale per una manifestazione. Ma ripetutamente

durato solo una negli anni ’70 e ’80 ci furono astensioni da lavoro.

ica nella quale Come se non bastasse, nella notte tra il 22 e il 23 gennaio 1973 si verificò una devastante
ssociazione pereruzione vulcanica a Heimaey, unica isola abitata nell’arcipelago delle Vestmannaeyjar:73

lida compagine nonostante qualche scossa tellurica di avvertimento il fenomeno si verificò quasi

Nel 1959improvvisamente, tuttavia la popolazione (circa 5000 persone) poté essere totalmente

Jónsson (1902-evacuata, la gran parte via mare ma alcuni per via aerea (anche grazie al supporto delle forze

cialdemocraticoamericane). L’eruzione, che portò alla formazione di un nuovo vulcano (cui venne dato nome

ure con diversiEldfell, vale a dire “Montagna di fuoco”) andò avanti fino al mese di giugno. Alla fine le

e coalizioni checase di Heimaey (quelle risparmiate dalla lava e dal fuoco) erano ricoperte da una coltre di

Problemiceneri e lapilli alta, in certi punti, fino a cinque metri. L’ingresso del vecchio porto aveva

ello del 1963 in rischiato di essere ‘sigillato’ dalla lava, ma ciò fu evitato grazie a un’operazione di

va si manifestòraffreddamento della medesima mediante il pompaggio di acqua di mare. La lava aveva

medesimi anni comunque ‘costruito’ una diga che lo avrebbe reso più riparato e sicuro. Del resto non fu

azione. L’annoquesto l’unico cambiamento nella morfologia dell’isola, completamente stravolta dagli effetti

a scomparsa deidell’eruzione. Abituati a sfruttare al massimo le loro risorse naturali gli Islandesi hanno poi

fitti. I problemiutilizzato il calore derivante dal lento raffreddamento della roccia per produrre acqua calda;

bre 1975 (annoinoltre hanno impiegato l’enorme quantità di tefrite caduta sull’isola come materiale di

90%) entrò incantiere. Tuttavia i costi della ricostruzione di Heimaey (completata in meno di tre anni)

oprio contributosarebbero stati sostenuti dagli Islandesi, seppure giungessero anche consistenti contributi

più di ventimiladall’estero.74

a ripetutamente Di particolare gravità per l’economia islandese è stato a lungo il problema della costante

perdita di valore della loro valuta, trascinatosi almeno fino all’inizio degli anni ’90. Nel

una devastante 1979, dimostratasi insufficiente la svalutazione, si stabilì di togliere dalla circolazione la
73 vecchia corona sostituendola con una nuova per un controvalore di 1 a 100.75 Ciò nonostante

verificò quasiancora nel 1985 l’inflazione toccò la punta del 138% ma due anni dopo essa era contenuta

ere totalmentenella percentuale assai più bassa del 15%. Ancora nel 1989 tuttavia ci furono imponenti

orto delle forze manifestazioni contro l’aumento dei prezzi, il che avrebbe reso necessarie ulteriori

enne dato nomesvalutazioni. La seconda metà degli anni ’80 è stata in Islanda un periodo di agitazioni sociali

no. Alla fine lee scioperi. Nonostante (e forse anche a motivo di) questi problemi l’economia del Paese si è

da una coltre didimostrata capace di diversificarsi, rendendosi in tal modo meno fragile. Consolidato (anche

hio porto avevagrazie alla ‘vittoria’ nelle “guerre del merluzzo”) il settore della pesca, nuove fonti di reddito

’operazione disono state individuate. Accanto al tradizionale allevamento degli ovini, l’agricoltura si è

La lava avevaaperta ad altre attività (tra cui la produzione di ortaggi e frutta in serre riscaldate grazie

el resto non fuall’energia geotermica); l’industria (che in misura ancora maggiore fa ricorso a questa

olta dagli effettirisorsa) ha avviato importanti impianti in diverse zone. Dagli anni ’70, grazie al

ndesi hanno poimiglioramento delle comunicazioni, l’isola è divenuta una meta turistica molto frequentata, il

re acqua calda;che ha naturalmente creato occupazione. Inoltre è cresciuto il settore terziario e dei servizi

me materiale di (legato anche alla creazione dello stato sociale). Il mondo del lavoro conosce ora la presenza

no di tre anni)di immigrati che si è fatta, specie negli ultimi anni, davvero consistente. Questi cambiamenti

tenti contributihanno trovato un riflesso nella politica con la nascita di movimenti che si prefiggono come

obiettivo la salvaguardia del patrimonio naturale del Paese,76 o di gruppi che ritengono di

a della costantedoverlo difendere piuttosto sul piano etnico.77

anni ’90. Nel Nel 1991 con la nomina a primo ministro di Davíð Oddsson (n. 1948) fu raggiunta una

circolazione lasoddisfacente stabilità politica: dapprima con un esecutivo formato dal Partito
Ciò nonostantedell’indipendenza e dal Partito socialdemocratico e poi grazie a una alleanza con il Partito

a era contenutadel progresso, egli sarebbe rimasto in carica, con quattro successivi mandati, per ben tredici

rono imponenti anni, fino al 2004. Il suo governo portò avanti una politica di liberalizzazioni e di sgravi

ssarie ulteriorifiscali. A lui succedettero (con la medesima coalizione) Halldór Hallgrímsson (n. 1947) del

gitazioni socialiPartito del progresso, in carica dal 2004 al 2006, e Geir Hilmar Haarde (n. 1951), del Partito

a del Paese si èdell’indipendenza, in carica dal 2006 al 2007; quest’ultimo sarebbe poi stato confermato dal

solidato (anche2007 al 2009, in quest’ultimo caso tuttavia in collaborazione con l’Alleanza. A questo

fonti di reddito governo sarebbe toccato affrontare la gravissima crisi finanziaria (causata a sua volta da una

agricoltura si ècrisi bancaria) del 2008, che quasi improvvisamente (ma a una approfondita analisi non

scaldate grazieinaspettatamente) irrompeva nella vita degli Islandesi, ormai abituati a un elevato standard di

corso a questavita. Legata come è noto a un pesantissimo indebitamento, essa ha provocato nel novembre

’70, grazie aldi quell’anno imponenti manifestazioni di piazza. Conseguenza politica di questo fatto è

o frequentata, ilstata, all’inizio dell’anno successivo, la caduta del secondo governo Haarde sostituito da una

io e dei servizicoalizione dell’Alleanza e del Movimento di sinistra – Proposta verde. Alla carica di primo

ora la presenzaministro fu nominata (per la prima volta nella storia islandese) una donna, Jóhanna

sti cambiamentiSigurðardóttir (n. 1942). Alle recenti elezioni si sono presentate molte forze nuove, la cui

efiggono comenascita è legata al persistente dibattito sulla crisi finanziaria del 2008 ma anche ai problemi

he ritengono didella crisi globale e alla questione dell’adesione o meno all’Europa.78 Il risultato elettorale ha

premiato i conservatori con una netta vittoria e il rappresentante del Partito del progresso

u raggiunta unaSigmundur Davíð Gunnlaugsson (n. 1975) ha formato il nuovo governo sostenuto anche dal

o dal PartitoPartito dell’indipendenza.


a con il Partito Nel corso del secondo dopoguerra la rinata repubblica islandese è stata rappresentata in

per ben trediciprimo luogo nelle figure di diversi presidenti, i quali, tranne il primo, nominato al parlamento

oni e di sgravinel 1944, vengono eletti direttamente dal popolo. In questa scelta gli Islandesi hanno

n (n. 1947) del mostrato di privilegiare il principio della continuità. Nel 1948 infatti essi rinnovarono la

51), del Partitopropria fiducia a Sveinn Björnsson che restò in carica fino alla morte (1952). A lui seguì

confermato dalÁsgeir Ásgeirsson (1894-1972) rieletto per ben tre volte e sostituito nel 1968, da Kristján

anza. A questoEldjárn (1916-1982), dopo aver espressamente rinunciato a un nuovo mandato. Scelta fatta

ua volta da una anche da quest’ultimo al quale seguì (1980) Vigdís Finnbogadóttir (n. 1930), rimasta in

ita analisi non carica per quattro volte di seguito. Come è stato detto ella è stata la prima donna al mondo a

didiventare presidente della repubblica in seguito a elezioni democratiche. Dal 1996 è in carica

o nel novembreÓlafur Ragnar Grímsson (n. 1943). Recentemente, dopo anni di discussione e di studi

questo fatto èpreparatori, è stata finalmente redatta da un apposito comitato la bozza di una nuova

ostituito da unacostituzione che è stata trasmessa al parlamento il 29 luglio 2011. Essa è poi stata sottoposta

carica di primoa referendum consultivo il 20 ottobre 2012, dopo di che la discussione è stata rimessa

onna, Jóhannaall’assemblea legislativa che tuttavia non ha ancora trovato un accordo.79

e nuove, la cui Nel 1974 l’Islanda festeggiava gli undici secoli dalla sua prima colonizzazione:80 una

che ai problemigrande celebrazione con la partecipazione di migliaia di persone, ma anche l’occasione per

ato elettorale haripercorrere la propria storia e misurare i grandi cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli. Il

o del progressoPaese, per lungo tempo relegato non solo geograficamente alla periferia dell’Europa, è ora

enuto anche dalpienamente integrato nello scenario politico e sociale mondiale81 e profondamente cambiato.

Non soltanto grazie al progresso economico, ma anche per via delle considerevoli
appresentata intrasformazioni nel modo di pensare e nello stile di vita. E in effetti l’Islanda moderna è un

o al parlamentoPaese all’avanguardia, i cui abitanti risiedono per la maggior parte in città, il che (soprattutto

slandesi hannoper molti degli appartenenti alle nuove generazioni) ha determinato un distacco dalla

rinnovarono latradizione culturale legata, in primo luogo, al mondo rurale. E tuttavia in ogni islandese resta

2). A lui seguì ben chiara la consapevolezza delle proprie radici e della propria identità.

68, da Kristján 14.2. Cooperazione interscandinava

ato. Scelta fatta La seconda guerra mondiale aveva mostrato chiaramente come la politica di neuralità non

30), rimasta infosse di per sé sufficiente a garantire la sovranità e come lo stravolgimento degli scenari

nna al mondo apolitici ed economici costituisse un elemento destabilizzante che, spazzando via qualsiasi

1996 è in caricaillusione di non coinvolgimento, costringeva tutti i Paesi a fare i conti con nuove prospettive

one e di studiglobali dalle quali non ci si poteva estraniare dal momento che, comunque, le loro

di una nuovaconseguenze ricadevano su tutti. Questa constatazione era ben chiara anche nei Paesi nordici

stata sottoposta i quali, oltretutto, nello scenario determinatosi con la guerra fredda erano venuti a trovarsi

è stata rimessaletteralmente ‘in mezzo’ alle due grandi potenze in conflitto. Il che non avrebbe mancato di

produrre effetti, anche se la loro traduzione pratica doveva giocoforza risentire delle diverse

una esperienze legate agli eventi bellici.82 In Danimarca, un Paese che nel giro di centocinquanta

l’occasione peranni era passato dall’essere una potenza coloniale alle dimensioni (territoriali e politiche) di

so dei secoli. Ilun piccolo Stato la sensazione di debolezza era ben chiara e si guardò, in primo luogo, ai

l’Europa, è oravicini nordici. Fu così che verso la fine degli anni ’40 si manifestò l’idea di un’alleanza

mente cambiato.difensiva scandinava, propugnata con grande convinzione dal primo ministro Hans Hedtoft

considerevoli(1903-1955). Il progetto tuttavia naufragò a motivo del fatto che la Svezia (il Paese meno
a moderna è un coinvolto nel secondo conflitto mondiale) non volle rinunciare alla propria tradizione di

che (soprattutto neutralità (vero e proprio punto fermo nella sua politica estera) e, forte anche di una difesa

distacco dallaben organizzata, negò il consenso. In effetti un’alleanza difensiva avrebbe potuto essere

islandese restacostituita, ma gli Svedesi pretendevano che essa restasse del tutto svincolata da qualsiasi

rapporto con i due blocchi contrapposti formatisi dopo la guerra (in particolare con quello

occidentale, alleato più naturale), mentre i Norvegesi propendevano per un accordo in tale

di neuralità nondirezione. Alla fine dunque l’alleanza non fu conclusa (anche a motivo della posizione degli

o degli scenari Stati uniti che non l’avrebbero sostenuta in caso di guerra) e mentre nel 1949 Norvegia e

o via qualsiasi Danimarca (ma anche l’Islanda) aderivano al Patto atlantico83 la Svezia ne restava al di fuori

ove prospettiveponendosi in posizione preminente in quello che sarebbe stato conosciuto come il fronte dei

unque, le loro‘non allineati’.84 Anche se essa aveva comunque aderito (1946) alle Nazioni Unite, un

ei Paesi nordiciorganismo alla cui costituzione la Danimarca e la Norvegia avevano attivamente contribuito

enuti a trovarsientrandovi fin dal 1945 e nel quale fu presente anche l’Islanda (dal 1946).

bbe mancato di E tuttavia i legami fra i diversi Paesi nordici erano saldi e ancorati a una lunga tradizione.

re delle diverseSulla scorta di quello che era stato lo scandinavismo molti accordi di cooperazione erano

centocinquantastati siglati.85 E negli anni erano state intraprese molte iniziative, come congressi scientifici,

i e politiche) dimostre ed esposizioni, pubblicazione di testi (compresi giornali) di comune interesse,

primo luogo, aicooperazione sul fronte sindacale, non da ultimo in prospettiva politica (arrivando a proporre

di un’alleanzagli Stati uniti del Nord), mentre da parte di taluni intellettuali una attiva e fruttuosa

o Hans Hedtoftcooperazione interscandinava veniva considerata elemento di fondamentale importanza ai

(il Paese meno fini della costruzione di una stabile pace. Perciò, nonostante le divergenze, la necessità di un
a tradizione diorganismo di riferimento che consentisse ai diversi Paesi di misurarsi su temi di interesse

e di una difesacomune era sentita come irrinunciabile. Nel 1951 su iniziativa danese vennero dunque

e potuto essereintraprese delle trattative che nel giro di alcuni mesi portarono alla creazione del Consiglio

ata da qualsiasinordico, istituzione che entrò in funzione l’anno successivo.86 Esso è formato da ottantasette

lare con quellomembri, in rappresentanza dei Paesi aderenti. Questi membri sono scelti dai gruppi

accordo in taleparlamentari dei singoli Stati, in quanto essi costituiscono un tramite tra queste assemblee e il

posizione degliConsiglio, del quale oltre a Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda e Finlandia fanno parte

949 Norvegia e regioni autonome come le Føroyar, la Groenlandia e le isole Åland.87 Sebbene esso abbia

stava al di fuorisoltanto funzioni consultive, la sua costituzione ha permesso di dare attuazione a molti

me il fronte dei provvedimenti che hanno fatto, dell’area scandinava, un territorio per molti versi

zioni Unite, unamministrativamente omogeneo: basti pensare ai provvedimenti relativi alla realizzazione di

ente contribuitoun mercato del lavoro comune, al coordinamento delle politiche sociali ed economiche, alla

libera circolazione e residenza dei cittadini nordici nel territorio di tutti gli Stati membri.88

unga tradizione.Ma anche alla cooperazione nell’ambito delle stazioni televisive. Inoltre il Consiglio nordico

perazione eranosvolge una importante attività nel campo della politica ambientale e delle riserve naturali,

ressi scientifici,nonché in quello della cultura. Esso ha istituito anche un prestigioso premio letterario e altri

mune interesse, importanti riconoscimenti nel campo della letteratura per l’infanzia, della musica, della

ando a proporre cinematografia e dell’ambiente. Nel 1962, con un documento sottoscritto il 23 marzo (il

va e fruttuosacosiddetto ‘Trattato di Helsinki’), i legami e l’impegno alla collaborazione tra i Paesi nordici

importanza aivenivano ulteriormente rafforzati.89

necessità di un Anche sulla base di questa intesa, tra il 1968 e il 1970 furono condotte trattative per la
mi di interessecreazione di quello che avrebbe dovuto essere il Nordek, organismo di cooperazione

ennero dunqueeconomica simile alla CEE. I negoziati tuttavia fallirono perché la posizione della Finlandia,

e del Consigliofortemente condizionata dalle relazioni con l’Unione sovietica, impedì di fatto il

da ottantasetteraggiungimento di un accordo. Accantonata questa idea Norvegia e Danimarca scelsero di

elti dai gruppichiedere l’ingresso nella CEE, ma mentre la Danimarca entrò a farne parte nel 1973, la

e assemblee e ilpopolazione norvegese respinse l’adesione attraverso un referendum. All’epoca la Svezia

dia fanno partepreferì rimanere fedele alla sua politica di neutralità, anche in campo economico. Svezia e

ene esso abbia Finlandia aderiranno all’Unione europea nel 1995.90 Al Consiglio nordico si aggiunse in

azione a moltiseguito (1971) il Consiglio dei ministri nordico, organo ufficiale di cooperazione tra i diversi

er molti versiPaesi dell’area.91

realizzazione di Pur a fronte dei successivi sviluppi della politica estera dei singoli Paesi, il senso di

conomiche, alla appartenenza dei popoli nordici a una più vasta e ben definita comunità resta (nonostante

88diffidenze e pregiudizi, talora tradotti anche in forme umoristiche) radicato. Un esempio

nsiglio nordico recente che mostra quanto la necessità di una reciproca collaborazione e di un reciproco aiuto

iserve naturali,sia consolidata è dato dalla decisione assunta nel 2009 dai governi di Danimarca, Svezia,

letterario e altri Norvegia e Finlandia di ‘soccorrere’ economicamente l’Islanda dopo la gravissima crisi

musica, della finanziaria del 2008: ‘soccorso’ che si è tradotto in un prestito di un miliardo e

il 23 marzo (ilsettecentosettantacinque milioni di euro.

i Paesi nordici In effetti, anche se il diverso rapporto con l’Europa e l’impegno di taluni Paesi al suo

interno pare, per certi versi, aver ‘appannato’ la cooperazione internordica, essa continua a

trattative per la costituire un’istanza centrale come dimostra il dibattito seguito alla proposta dell’allora
i cooperazioneprimo ministro norvegese Jens Stoltenberg che nel 2009 ha di nuovo invitato a riflettere

della Finlandia,sull’opportunità di una comune politica della difesa e della sicurezza. Temi ‘sensibili’ sui

dì di fatto ilquali nel passato non si è trovato un accordo ma che (insieme alla questione della politica

arca scelsero diestera) si stanno ora discutendo nella prospettiva dei grandi cambiamenti verificatisi sullo

te nel 1973, lascenario mondiale.

poca la Svezia Estratto del Trattato di Helsinki nel quale sono stabilite le linee guida del Consiglio nordico e del

mico. Svezia eConsiglio dei ministri nordico:


“I governi di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, che vogliono promuovere
si aggiunse in
ulteriormente la stretta comunanza che esiste tra i popoli nordici a riguardo della cultura, delle
one tra i diversi
concezioni giuridiche e sociali, e sviluppare ulteriormente la cooperazione tra i Paesi nordici; che

perseguono norme uniformi nei Paesi nordici nella misura più ampia possibile; che vogliono
esi, il senso di
realizzare una razionale distribuzione del lavoro tra di loro in tutti gli ambiti nei quali ve ne siano i
sta (nonostante
presupposti; che vogliono portare avanti la significativa collaborazione all’interno del Consiglio
o. Un esempio
nordico e degli altri organi di cooperazione; hanno concordato le seguenti decisioni [...] Le parti
reciproco aiutocontraenti si impegneranno a mantenere e a sviluppare ulteriormente la collaborazione tra i Paesi

imarca, Svezia,nell’ambito giuridico, culturale, sociale ed economico, così come in relazione alle questioni che

ravissima crisi riguardano le comunicazioni e la protezione dell’ambiente. Le parti contraenti dovranno consultarsi

un miliardo ea vicenda nelle questioni di interesse comune che siano trattate all’interno di organizzazioni o

conferenze europee o internazionali [...] Nella formulazione di leggi o altre norme giuridiche nei

Paesi nordici i cittadini degli altri Paesi saranno considerati alla pari di quelli del proprio [...] Le
ni Paesi al suo
parti contraenti dovranno cercare di facilitare per i cittadini di un Paese nordico l’acquisizione della
essa continua a
cittadinanza in un altro Paese nordico [...] Le parti contraenti devono perseguire norme comuni per
osta dell’allora
i reati e le loro conseguenze. A riguardo di un reato che sia commesso in un Paese nordico, le
tato a riflettereindagini e l’iter giuridico devono nella misura più ampia possibile poter essere effettuati anche in un

i ‘sensibili’ sui altro Paese nordico. L’insegnamento e la formazione nelle scuole dei Paesi nordici dovrà
comprendere in misura adeguata l’insegnamento sulla lingua, la cultura e le condizioni generali
e della politica
della società negli altri Paesi nordici, compresi le Føroyar, la Groenlandia e le Åland [...] La
erificatisi sullo
collaborazione nell’ambito della ricerca deve essere indirizzata a far sì che i fondi per la ricerca

disponibili e le ulteriori risorse siano coordinati e vengano utilizzati nel miglior modo possibile,
lio nordico e del
istituendo tra l’altro enti comuni [...] Nell’intento di sostenere e rafforzare lo sviluppo culturale le

parti contraenti promuoveranno la libera iniziativa nella formazione popolare e gli scambi
ono promuovere
nell’ambito della letteratura, dell’arte, della musica, del teatro, della cinematografia e degli altri
la cultura, delle
ambiti culturali, col che si devono tra l’altro prendere in considerazione le possibilità offerte dalla
aesi nordici; che
radio e dalla televisione [...] Le parti contraenti dovranno sforzarsi di mantenere e sviluppare
e; che vogliono
ulteriormente il mercato comune nordico del lavoro secondo le linee di indirizzo che sono state
uali ve ne siano i
tracciate in precedenti accordi. Gli uffici di collocamento e l’orientamento professionale dovranno
no del Consiglio
essere coordinati. Lo scambio di apprendisti dovrà essere libero. Dovrà essere perseguita
oni [...] Le parti
l’uniformità relativamente alle norme nazionali sulla protezione del lavoro e questioni simili [...] Le
zione tra i Paesi
parti contraenti dovranno adoperarsi perché i cittadini di un Paese nordico in caso di soggiorno in
le questioni che
un altro Paese nordico possano usufruire nella maggior misura possibile dei vantaggi sociali che
anno consultarsi
devono essere garantiti nel Paese in cui soggiorna ai suoi stessi cittadini [...] Le parti contraenti
organizzazioni o
dovranno sviluppare ulteriormente la collaborazione relativa all’igiene pubblica e all’assistenza
e giuridiche nei
sanitaria, alle misure di prevenzione dell’alcolismo come pure alla cura dei bambini e dei giovani
proprio [...] Le
[...] Le parti contraenti, allo scopo di promuovere la collaborazione economica nordica in diversi
cquisizione della
ambiti dovranno consultarsi a riguardo della politica economica. Perciò si dovrà porre attenzione
orme comuni per
alle possibilità di coordinare gli interventi da prendere allo scopo di uniformare le condizioni
aese nordico, le
tuati anche in un economiche [...]”92

i nordici dovrà 14.3. I Paesi scandinavi in Europa e nel mondo

ndizioni generali Dopo le tragiche vicende della guerra la politica estera danese è stata improntata alla
e Åland [...] La
collaborazione e alla partecipazione a importanti organismi internazionali. Gli eventi bellici
di per la ricerca
avevano chiaramente dimostrato che la scelta della neutralità, per quanto correttamente
modo possibile,
portata avanti, non poteva garantire dal pericolo di aggressioni o, quanto meno, di pesanti
uppo culturale le
interferenze da parte di Paesi stranieri (il che era ciò che ora si temeva da parte dell’Unione
e e gli scambi
sovietica, soprattutto dopo il colpo di stato in Cecoslovacchia del 1948). Se fin dal 1945 la
afia e degli altri
Danimarca aveva partecipato senza indugio alla costituzione dell’Organizzazione delle
lità offerte dalla

ere e sviluppare
nazioni unite (ONU), fu invece sulla base di queste considerazioni (per altro non

o che sono stateunanimemente condivise) che nel 1949 essa si associò anche al Patto atlantico (NATO)

ionale dovrannoconsiderando tale alleanza una sorta di scudo difensivo. Il Paese però pose il veto alla

sere perseguitapresenza di truppe americane sul territorio.93 Questa decisione significò di fatto l’abbandono

oni simili [...] Ledella politica di neutralità.

o di soggiorno in
Nel 1952 ci fu l’immediata adesione al Consiglio nordico.94 Un’altra prospettiva fu
aggi sociali che
quella degli accordi di carattere economico che vennero stretti tra i Paesi europei. Nel 1948 il
parti contraenti
Paese entrò a far parte dell’Organizzazione per la cooperazione economica europea (OECE)
e all’assistenza
e successivamente, quando questo organismo fu riformato (1961), dell’OCSE.
ini e dei giovani
Tradizionalmente legata alla Gran Bretagna, suo storico partner commerciale, la Danimarca
ordica in diversi
(allora guidata da un governo formato dai socialdemocratici e dalla Sinistra radicale) aveva
porre attenzione

re le condizioni
concorso alla creazione dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA, 1960) nella
convinzione che la cooperazione in campo commerciale avrebbe avvantaggiato la sua

economia. L’adesione alla Comunità europea era da tempo stata presa in considerazione ma,

improntata allastante l’opposizione francese all’ingresso della Gran Bretagna, l’idea era stata accantonata.

li eventi belliciCaduto nel 1969 questo veto, la questione ritornò di attualità accendendo un vivace dibattito

o correttamentepolitico. Particolarmente favorevole era la dirigenza del partito socialdemocratico, seppure

eno, di pesantitra le sue fila non mancassero i dissidenti. Del tutto contrari erano invece il Partito popolare

rte dell’Unione socialista di Aksel Larsen e i comunisti. Ma il fronte del NO era trasversale e nel gennaio del

fin dal 1945 la1972 si coordinò nel Movimento popolare contro l’Unione europea (Folkebevægelsen mod

izzazione delleEU). Gran parte della stampa era invece schierata per l’adesione. Il principale sindacato (LO)

(per altro nonsi dichiarò favorevole. Dopo una campagna elettorale aspramente combattuta il 2 ottobre

)1972 fu tenuto un referendum popolare che vide un’alta partecipazione e si concluse e la

ose il veto allavittoria dei SÌ con una percentuale di quasi il 63%. Il 1 gennaio del 1973 il Paese faceva

to l’abbandonodunque il suo ingresso ufficiale nella Comunità europea. Ma i Danesi si dimostrarono presto

piuttosto tiepidi e fin dalle prime elezioni dirette del parlamento europeo tenute nel 1979 la

prospettiva fupercentuale di coloro che sono andati a votare si è mantenuta piuttosto bassa oscillando

pei. Nel 1948 ilattorno al 50%. Questo scarso interesse si è tradotto nell’indizione di altri referendum

)popolari legati alla posizione della Danimarca all’interno dell’Unione i quali non hanno fatto

OCSE.altro che sottolineare lo scarso coinvolgimento dei Danesi rispetto alle prospettive

e, la Danimarcacomunitarie, ma anche la netta divisione (all’interno di coloro che si sono recati a votare) tra

radicale) avevafavorevoli e contrari. Nel 1986 nella consultazione legata alle modifiche al trattato di Roma i

, 1960) nellaSÌ hanno raggiunto un modesto 56,2%, mentre il 2 giugno 1992 l’adesione al trattato di
aggiato la suaMaastricht è stata respinta con meno del 51% dei voti, il che ha portato a una ridiscussione

siderazione ma,dei termini di adesione e a un nuovo referendum (18 maggio 1993) nel quale quasi il 57%

ta accantonata.degli elettori ha infine manifestato il proprio consenso. In relazione a questo rinnovato

vivace dibattito‘dibattito europeo’ si è formato un altro movimento contrario all’Europa, noto come

cratico, seppureMovimento di giugno (Junibevægelsen).95 Nel 1999 esso è riuscito a far eleggere tre

Partito popolarerappresentanti al parlamento europeo, in seguito però ha perso consensi e si è sciolto nel

nel gennaio del2009. Ma l’euroscetticismo dei Danesi è stato confermato nel 2000 (quando poco più del

evægelsen mod53% di loro ha votato contro l’introduzione della moneta unica) così come dai problemi sorti

)dopo la sigla del trattato di Lisbona (2007) da alcuni ritenuto in contrasto con la costituzione

uta il 2 ottobre danese.

i concluse e la Come tutti gli altri Paesi nordici la Danimarca fa parte del Consiglio d’Europa, cui ha

il Paese faceva aderito fin dal 1949, anno della costituzione.96

strarono presto Dagli anni ’80 la politica estera danese ha mostrato un certo dinamismo. In particolare va

ute nel 1979 lasegnalata l’insistenza con cui si è fatta opposizione all’installazione di missili a medio raggio

assa oscillandosul territorio europeo così come la volontà di costituire nel Nord una zona libera da armi

referendumatomiche. Ma anche l’invio di soldati nelle aree ‘calde’ come il Kosovo, l’Iraq o

non hanno fattol’Afghanistan. Dal 2009 il liberale Anders Fogh Rasmussen (n. 1953), già primo ministro

lle prospettive negli anni 2001-2009, è stato nominato al prestigioso incarico di segretario generale della

ati a votare) traNATO, ricoprendolo fino al 1 ottobre 2014 quando ha ceduto il posto all’ex primo ministro

ttato di Roma i norvegese Jens Stoltenberg.

e al trattato di Una costante della politica svedese è stata per moltissimo tempo la scelta della neutralità,
na ridiscussione a lungo asse portante della sua politica estera. Se dunque fin dal 1946 il Paese è entrato a far

le quasi il 57% parte delle Nazioni unite,97 una adesione alla NATO non è stata qui mai presa in

uesto rinnovatoconsiderazione. Fallite, come si è detto, le trattative per un’alleanza difensiva scandinava,98 il

pa, noto come Paese è entrato a far parte, mantenendo una posizione molto netta, del gruppo dei cosiddetti

ar eleggere tre‘non allineati’ al cui interno ha portato avanti una politica di sostegno ai Paesi emergenti, in

si è sciolto nel particolare a quelli che andavano rivendicando la propria autonomia per liberarsi dalla

o poco più deldominazione coloniale. Rispetto alle grandi potenze la Svezia non ha mancato di far sentire

i problemi sortila propria voce in diverse occasioni, in particolare in relazione alla guerra americana in

la costituzione Vietnam, al problema dell’apartheid in Sudafrica e all’invasione dell’Afghanistan da parte

dei sovietici.99 Ma essa si è espressa in maniera molto netta anche su altri conflitti e ha

Europa, cui haofferto ospitalità a molti rifugiati (come quelli provenienti dal Cile dopo il colpo di stato del

generale Pinochet). A ciò si lega la politica di accoglienza dei profughi da Paesi in stato di

n particolare va guerra. Più recentemente questo indirizzo politico si è espresso nell’immediato

a medio raggioriconoscimento e forte sostegno dato agli stati baltici (Lettonia, Lituania ed Estonia)

libera da armiall’indomani della ritrovata autonomia conseguente al declino dell’Unione sovietica.

sovo, l’Iraq o Rispetto alle politiche europee la scelta è stata, per lungo tempo, quella di limitarsi ad

primo ministroaccordi di tipo commerciale. Impegnato nell’OECE (e poi nell’OCSE) e nell’EFTA fin dalla

generale dellacostituzione di questi organismi, il Paese è rimasto a lungo al di fuori della Comunità

primo ministroeuropea, limitando i rapporti al trattato di libero scambio siglato dalla stessa EFTA nel

1972.100 Per altro, dal 1 gennaio 1973 la Gran Bretagna e la Danimarca entravano a pieno

della neutralità,titolo nella Comunità, il che anche in Svezia aprì un dibattito sulla questione, reso tuttavia
e è entrato a farinutile dall’ancor prevalente scelta della neutralità. I cambiamenti del quadro politico

mai presa inconseguiti alla caduta del muro di Berlino (1989) e al collasso del sistema dei Paesi

ildell’Europa orientale, resero di nuovo attuale la questione. Fu così che il 1 luglio 1991 (con

o dei cosiddetti al governo i socialdemocratici) la domanda di ammissione fu ufficialmente presentata. L’iter

si emergenti, infu per altro piuttosto lungo e passò attraverso un referendum popolare tenuto il 13 novembre

liberarsi dalla1994 (con una partecipazione di oltre l’83%) che vide la prevalenza dei SÌ con poco più del

to di far sentire52%. Dal 1 gennaio 1995 la Svezia è divenuta dunque, a tutti gli effetti, membro della

a americana in Comunità europea, lasciando contemporaneamente l’EFTA. Non diversamente dai Danesi gli

nistan da parteSvedesi si sono dimostrati per la maggior parte euroscettici. Ciò si è constatato fin dalle

i conflitti e haelezioni dei loro rappresentanti al parlamento europeo, tenute nel 1995, che hanno registrato

lpo di stato deluna bassa percentuale di affluenza alle urne (meno del 42%); essa ha successivamente

Paesi in stato diregistrato un calo per risalire oltre il 45% (2009) e oltre il 51% (2014). Un ulteriore

nell’immediatoreferendum (14 settembre 2003) ha, almeno per il momento, bocciato l’introduzione della

ia ed Estonia) moneta unica con quasi il 60% dei NO. Anche in Svezia sono sorti gruppi e movimenti

contrari all’Europa, tra di loro in particolare un partito politico, Nuovo futuro (Ny framtid)

di limitarsi adfondato nel 1994 ma di fatto sciolto nel 2009. Seppure l’ingresso nell’Unione europea abbia

fin dallacomportato obblighi che la Svezia intende correttamente rispettare, il senso della tradizionale

della Comunitàautonomia del Paese in politica estera non è, in realtà, mai venuto meno ed esso continua a

nelinfluenzare le decisioni in tale ambito. Nel quale, per altro, la Svezia è stata spesso in primo

ravano a pieno piano anche per la presenza di suoi rappresentanti in posizioni di prestigio,101 così come

e, reso tuttaviaquella dei suoi soldati in diverse zone segnate da conflitti.


quadro politico Come la Danimarca anche la Norvegia aveva partecipato alla costituzione

ema dei Paesi dell’Organizzazione delle Nazioni unite nel 1945. Del 1949 è invece l’adesione (come uno

uglio 1991 (condei Paesi fondatori) alla NATO, conseguenza del fallimento delle trattative per un sistema

iterdifensivo comune dei Paesi nordici. Questa decisione (seppure se ne sottoli-neasse la valenza

il 13 novembrepreventiva) determinò uno stato di tensione politica con l’Unione sovietica (con la quale il

on poco più delPaese condivide un confine nell’estremo Nord), tensione legata in particolare alla sovranità

membro dellanorvegese sull’arcipelago delle Svalbard che Mosca considerava strategiche e nelle quali i

e dai Danesi gli Russi mantenevano importanti interessi economici. Fin dal 1944 del resto essi avevano

tatato fin dallechiesto l’annullamento dell’accordo del 1920,102 reclamando che una parte del territorio

hanno registrato(l’isola di Bjørnøya) passasse sotto la loro sovranità e che l’amministrazione delle isole fosse

uccessivamentecondivisa tra l’URSS e la Norvegia, escludendo altresì dalla questione qualsiasi forma di

). Un ulteriorecoinvolgimento di altre potenze. La richiesta fu respinta dal parlamento norvegese nel

roduzione della1947,103 tuttavia da parte sovietica la faccenda venne considerata tutt’altro che chiusa. Essa

pi e movimentiinfatti assunse nuova rilevanza negli anni ’70 in relazione a ripetute pressioni da parte russa,

)‘accompagnate’ dalla presenza di sottomarini nelle acque a nord della penisola di Kola con

e europea abbiabase nel porto di Murmansk. Una controversia che, nonostante contatti e trattative

ella tradizionale diplomatiche, non trovò una soddisfacente soluzione, ma che si sarebbe ‘raffreddata’ dopo il

esso continua acrollo dell’Unione sovietica.104

spesso in primo La questione di un possibile ingresso norvegese nella Comunità europea era stata

così come discussa fin dai primi anni ’60, in relazione alla eventuale adesione da parte inglese (e

insieme a quella era caduta). Nel 1970 essa fu ripresa e approvata dal parlamento a larga
a costituzionemaggioranza. La stampa era in genere favorevole, così come importanti componenti sociali

one (come uno (sindacato dei lavoratori, organizzazione degli industriali). Contrari erano, in primo luogo, i

per un sistemagruppi della sinistra (che consideravano l’Europa come un prodotto del capitalismo) ma

easse la valenzaanche ambienti tradizionali. Richiamandosi a iniziative messe in atto fin da quando negli

(con la quale ilanni ’60 si era cominciato a parlare di Europa, si formarono associazioni ostili a questo

e alla sovranitàprogetto. La più importante fu il Movimento popolare contro l’adesione della Norvegia al

e nelle quali iMercato comune (Folkebevegelsen mot norsk medlemskap i Fellesmarkedet) sorto nel 1970.

o essi avevanoLa decisione venne sottoposta a un referendum popolare che ebbe luogo nei giorni 24 e 25

e del territoriosettembre 1972 con una partecipazione di poco inferiore all’80%. Il risultato fu la prevalenza

delle isole fossedei NO con il 53,5% dei voti. L’analisi elettorale dimostrò che i favorevoli all’Europa erano

lsiasi forma disoprattutto gli abitanti delle regioni intorno a Oslo.105 La tradizionale ‘Norvegia rurale’ aveva

norvegese nel votato contro. Ma aveva votato contro anche la sinistra più radicale che considerava l’Europa

he chiusa. Essacome espressione di interessi imprenditoriali. Il Paese restò dunque nell’EFTA cui aveva

da parte russa, aderito fin dall’inizio, ma l’anno successivo concluse con la Comunità europea un trattato di

ola di Kola concollaborazione commerciale. La questione avrebbe comunque continuato a far discutere i

tti e trattativeNorvegesi che, chiamati una seconda volta a esprimersi in proposito con il referendum del 28

eddata’ dopo ilnovembre 1994, con una partecipazione al voto di quasi il 90% avrebbero ribadito la loro

decisione (anche se questa volta il fronte del NO avrebbe dovuto registrare un calo

opea era statadell’1,3%). Ancora una volta l’area del SÌ si confermava nelle regioni intorno alla capitale.106

arte inglese (eDal 1994 la Norvegia fa comunque parte dello Spazio economico europeo (SEE, detto anche

amento a largaArea economica europea).


mponenti sociali Nel quadro di operazioni militari stabilite dalla Nazioni unite (di cui fa parte fin dal

primo luogo, i1945) o dalla NATO la Norvegia ha messo a disposizione i suoi soldati in diverse aree di

apitalismo) macrisi.

a quando negli Una importante questione di politica economica e insieme di politica estera è stata quella

ostili a questodella caccia alle balene. La Norvegia infatti nel 1982 decideva di non ottemperare alla

lla Norvegia almoratoria stabilita dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC),

sorto nel 1970.permettendo ai propri equipaggi di continuare a operare. Una decisione che determinava un

giorni 24 e 25certo peggioramento delle relazioni internazionali e la ferma condanna da parte di

u la prevalenzaassociazioni ambientaliste. Ciò nonostante, dopo una sospensione decisa nel 1987, l’attività

l’Europa eranodi caccia è ripresa dal 1993.

ia rurale’ aveva Anche in Islanda la questione della caccia alle balene è stata molto discussa, attirando nei

derava l’Europaconfronti del Paese le ire degli ambientalisti di tutto il mondo. Dopo la moratoria stabilita

cui avevadall’IWC essa ha comunque permesso la cattura di un numero limitato di esemplari, per poi

ea un trattato distabilire un divieto nel 1989. Successivamente (1992) per contrasti sui criteri scientifici da

far discutere iadottare per stabilire la possibilità o meno di procedere alla caccia, essa è uscita dall’IWC. Vi

del 28è rientrata nel 2002 presentando una serie di valutazioni di carattere scientifico allo scopo di

ribadito la loroportare il proprio contributo alla soluzione del problema. Nel frattempo le sue baleniere

strare un calohanno ripreso l’attività, seppure i cacciatori debbano rispettare ogni anno delle quote precise.

106 Del rapporto di questo Paese con gli organismi sovrannazionali si è in parte già detto.

, detto ancheL’Islanda è entrata nelle Nazioni unite nel 1946 e nella NATO (una scelta molto contrastata)

fin dal 1949. Essa tuttavia ha posto la condizione di non partecipare ad azioni militari contro
a parte fin dal altri Paesi. Del resto non possiede un esercito e le sue uniche forze ‘militari’ sono costituite

diverse aree di dalla polizia e dalla guardia costiera. Alcuni suoi uomini sono comunque stati messi a

disposizione per collaborare con le forze di pace dislocate in diverse aree.

ra è stata quella Come la Norvegia l’Islanda è rimasta fuori dall’Unione europea. Essa ha aderito

ttemperare allaall’EFTA nel 1970 e successivamente (1994) al SEE. Tuttavia nel 2009, anche sulla scorta

),delle valutazioni sulla grave crisi finanziaria dell’anno precedente, ha presentato domanda di

determinava unadesione alla UE. In vista delle elezioni del 2013 le trattative sono state sospese e dopo la

a da parte di vittoria dei partiti di centrodestra è stato stabilito di rimettere la questione a un referendum,

1987, l’attivitàche tuttavia al momento non è stato indetto. Passata la ‘grande paura’ è probabile che

prevalga il fronte del NO. Tale è del resto l’orientamento espresso dal nuovo governo.

sa, attirando nei Alla luce della sua lunga lotta per la riconquista dell’indipendenza va considerata la

ratoria stabilitarapidità con cui l’Islanda si è affrettata a riconoscere Paesi ‘nuovi’ come le repubbliche

mplari, per poibaltiche e il Montenegro.

ri scientifici da *

. Vi La situazione attuale dei Paesi nordici sullo scenario europeo e mondiale è, dunque in

co allo scopo didivenire. Fatta eccezione per le Nazioni unite e il Consiglio d’Europa, l’unico organismo a

e sue baleniere cui tutte aderiscono è il Consiglio nordico che tuttavia, almeno in parte, è stato privato delle

quote precise. sue prerogative dall’appartenenza di alcuni suoi membri (non si dimentichi la Finlandia)107

parte già detto.all’Unione europea. Del resto anche gli Stati che ne sono rimasti fuori (Norvegia e Islanda)

lto contrastata) mantengono con essa importanti rapporti economici. Ma in questa pur breve esposizione non

militari controsi deve dimenticare il rapporto che lega i diversi Paesi dell’area baltica (e quindi fra i nordici
sono costituite in primo luogo la Danimarca, la Svezia e la Finlandia) il quale ha portato alla costituzione

e stati messi a(1992) del Consiglio degli Stati baltici (Council of the Baltic Sea States, noto anche con la

sigla CBSS).108

ssa ha aderito Seppure limitata alla sfera religiosa (che comunque resta in questi Paesi in diversi modi

che sulla scortalegata a quella statale) va infine citata la cosiddetta “convenzione di Porvoo” (1992)109 che

ato domanda di ha stabilito un reciproco riconoscimento tra le Chiese nordiche, quelle dei Paesi baltici, la

spese e dopo laChiesa anglicana e (successivamente) le Chiese episcopali nella penisola iberica. Essa

, costituisce il risultato di lunghe e difficili trattative e, in effetti, non è stata sottoscritta

probabile checongiuntamente da tutti.110

14.4. Stravolgimenti linguistici e culturali?

considerata la 14.4.1. Lingue a rischio?

le repubbliche Come si è visto in precedenza il nazionalismo si era manifestato anche sul versante

linguistico dove era stata combattuta una vera e propria ‘battaglia purista’.111 Nel Novecento

l’idea della salvaguardia degli idiomi nazionali non sarebbe venuta meno, traducendosi nella

le è, dunque inistituzione di organismi per il loro monitoraggio e la loro tutela e non tralasciando, in qualche

co organismo acaso, riferimenti alla comune origine (cioè, in sostanza, un rinnovato scandinavismo

to privato delle linguistico). Tale era, a esempio, lo scopo della Associazione danese per la salvaguardia della

107lingua nordica (Dansk Forening til Nordisk Sprogrøgt), fondata nel 1941 al fine di preservare

vegia e Islanda) la ‘nordicità’ del danese e favorire la comprensione tra i parlanti le diverse lingue

esposizione nonscandinave.112 Al 1944 risale il Comitato per la tutela della lingua svedese (Nämnden för

ndi fra i nordicisvensk språkvård),113 al 1955 il Comitato per la lingua danese (Dansk Sprognævn).114 Si
lla costituzionetratta di enti che hanno il compito di seguire gli sviluppi dell’idioma nazionale, di definirne

o anche con lala corretta grafia e che, più in generale, si occupano di tutte le questioni riguardanti la lingua

(le lingue) del Paese.115 In effetti, seppure dal punto di vista grammaticale e sintattico tanto

in diversi modi lo svedese quanto il danese mostrino una sostanziale continuità rispetto alle forme

chedell’Ottocento,116 molte cose sono cambiate. Innanzi tutto si deve constatare l’arretramento

Paesi baltici, ladei dialetti dovuto da una parte ai cambiamenti sociali legati all’industrializzazione

a iberica. Essa(fenomeno che ha contribuito alla nascita di socioletti) dall’altra alla diffusione capillare

tata sottoscrittadella scolarizzazione (che necessitava di una lingua standard) e dei media, in particolare

radio e televisione. Ma anche un progressivo livellamento delle differenze tra lingua parlata e

lingua scritta, riflesso, a un certo punto, anche nella ‘crisi’ della letteratura come tale. Del

resto la trasformazione della società non poteva non esprimersi sul piano linguistico. Si pensi

he sul versantealle antiche comunità contadine indebolite per l’urbanesimo e l’emigrazione, ma

Nel Novecentocontemporaneamente divenute meno isolate per lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e

ducendosi nellaanche ‘ristrutturate’ al proprio interno per le innovazioni tecnologiche e l’avvio di una vera e

ndo, in qualchepropria industria agraria. Il ‘sostegno’ che esse per secoli avevano dato ai diversi dialetti

scandinavismoveniva in questo modo a mancare. E, d’altronde, l’accresciuta mobilità delle persone, le lotte

vaguardia dellasociali per l’uguaglianza fra gli individui, lo sforzo di fornire a tutti una base educativa

ne di preservarecomune non potevano non riflettersi nella comunicazione verbale. Evidente risultato ne sono

diverse linguela definitiva affermazione di una lingua ‘nazionale’ (con ciò intendendo che essa viene

Nämnden föreffettivamente sentita come propria a livello pressoché generale) ma anche il suo

Siadeguamento alle esigenze di maggiore semplicità espressiva derivanti dall’estensione del


ale, di definirnesuo utilizzo quotidiano alla quasi totalità della popolazione con le sue diverse (e non

rdanti la linguanecessariamente del tutto acculturate) componenti. Un ottimo esempio di cambiamento

sintattico tantolinguistico come riflesso di trasformazioni sociali è l’introduzione generalizzata (fatta

tto alle formeeccezione per contesti di particolare rilevanza) dell’uso del ‘tu’ nei rapporti diretti tra le

l’arretramentopersone (anche tra sconosciuti) in luogo di forme di cortesia precedentemente prescritte dal

ustrializzazione‘galateo linguistico’. Questa consuetudine si è diffusa a partire, quantomeno, dagli anni ’60

usione capillareed è legata anche alla contestazione giovanile.

, in particolare

lingua parlata e

come tale. Del

uistico. Si pensi

migrazione, ma

omunicazione e

io di una vera e

diversi dialetti

persone, le lotte

base educativa

sultato ne sono

che essa viene

anche il suo

’estensione del
suo utilizzo quotidiano alla quasi totalità della popolazione con le sue diverse (e non

necessariamente del tutto acculturate) componenti. Un ottimo esempio di cambiamento

linguistico come riflesso di trasformazioni sociali è l’introduzione generalizzata (fatta

eccezione per contesti di particolare rilevanza) dell’uso del ‘tu’ nei rapporti diretti tra le

persone (anche tra sconosciuti) in luogo di forme di cortesia precedentemente prescritte dal

‘galateo linguistico’. Questa consuetudine si è diffusa a partire, quantomeno, dagli anni ’60

ed è legata anche alla contestazione giovanile.


In Norvegia ancora nel secondo dopoguerra la questione linguistica, con il confronto tra i

sostenitori del bokmål e quelli del nynorsk, era tutt’altro che risolta. Anzi. Dopo gli anni della

guerra che, con i gravissimi problemi del Paese, avevano segnato una sorta di tregua, la

disputa presto si riaccese. Il tentativo di dare vita, alla fusione delle due varianti, arrivando a

una forma comune di norvegese, il cosiddetto samnorsk117 non era stato del tutto

abbandonato. Nel 1952 fu infatti istituito il Comitato per la lingua norvegese (Norsk

språknemnd) che avrebbe dovuto operare in questa direzione. Questa politica linguistica

incontrò tuttavia una energica reazione da entrambe le parti. Gli appartenenti

all’Associazione per il riksmål (riksmaal)118 avevano organizzato (fin dal 1951) la cosiddetta

Azione dei genitori contro il samnorsk (Foreldreaksjonen mot samnorsk) che raccolse

numerosissime adesioni e si diede anche ad azioni concrete provvedendo a esempio a

‘correggere’ forme di samnorsk presenti nei libri scolastici. Nel 1955 essi fondarono anche

l’Associazione norvegese degli ascoltatori (Norsk Lytterforening) per opporsi a qualsiasi

tentativo di utilizzare la radio (e poi la televisione) per promuovere il samnorsk. Sul fronte

opposto vennero più tardi costituite l’associazione Gioventù per la lingua norvegese (Norsk

målungdom, 1961)119 e l’Unione Ivar Aasen (Ivar Aasen-sambandet, 1965) che,

richiamandosi al ‘creatore’ del nynorsk, propugnava l’uso del cosiddetto høgnorsk “alto

norvegese”, vale a dire la forma più pura della lingua, che Aasen aveva originariamente

chiamato landsmaal, affrancata da qualsiasi interferenza del bokmål.120 È evidente che a

fronte di tanta ostilità l’obiettivo di superare il bilinguismo norvegese dovette essere

abbandonato.121 Per questo motivo il Comitato per la lingua fu riorganizzato (1972) e


l confronto tra idivenne il Consiglio linguistico norvegese (Norsk språkråd), successivamente (2005)

po gli anni dellasemplicemente Consiglio linguistico (Språkrådet). In realtà il conflitto non è semplicemente

ta di tregua, lariconducibile all’opposizione bokmålnynorsk, va infatti considerata anche la distinzione tra

nti, arrivando ariksmål e bokmål da una parte e tra høgnorsk e nynorsk dall’altra.122 E, del resto, non

stato del tuttomancano i contrasti e le opposizioni all’interno dei due schieramenti,123 forme di

Norsk‘campanilismo linguistico’, rigide prese di posizione personali, né espressioni satiriche nei

tica linguistica confronti degli ‘avversari’. Per altro, nonostante tutto questo interesse, neppure il norvegese

i appartenenti (in primo luogo il bokmål) è rimasto esente dagli invasivi attacchi della lingua anglo-

1) la cosiddettaamericana.

) che raccolse Le caratteristiche di arcaicità dell’islandese e il sostanziale isolamento degli abitanti

o a esempio adell’isola lo hanno a lungo garantito da ‘pericolosi contagi’. E tuttavia, come si è visto,

ondarono anchequalche prestito straniero vi è stato accolto, quasi sempre piegandosi alle regole flessive della

orsi a qualsiasi sua complessa grammatica. Ma con i profondi cambiamenti derivanti dagli aumentati scambi

. Sul fronte con gli altri Paesi, dal coinvolgimento nella seconda guerra mondiale (con l’occupazione

Norskbritannica e americana), dall’accresciuta presenza di stranieri nel Paese, dalla diffusione della

, 1965) che, cinematografia (favorita anche dalla televisione) e di mode musicali d’importazione, la

“altosituazione è mutata. La lingua islandese (i cui parlanti sono circa 320.000) è in effetti una

originariamente‘lingua minore’ che deve ora difendersi in primo luogo dall’invadenza dell’inglese, studiato

evidente che aobbligatoriamente a scuola e regolarmente presente in tanti aspetti della vita quotidiana,

dovette esserecome film, pubblicità, internet e così via. Un problema questo – cui corrisponde per molti

zzato (1972) eversi una tendenza alla ‘americanizzazione’ – condivisa con gli altri Paesi nordici (e non
amente (2005)solo!). Nel 1964 veniva istituito il Comitato linguistico islandese (Íslensk málnefnd) con il

semplicementecompito di monitorare la situazione della lingua nazionale e di redigere proposte in merito.

distinzione traBen consci dei rischi che un idioma come l’islandese corre in un mondo globalizzato e, al

del resto, noncontempo, dello straordinario patrimonio culturale che esso rappresenta, non soltanto per la

forme dinazione, i membri di questo comitato hanno sottoposto alle autorità delle proposte tradotte

ni satiriche neipoi in un disegno di legge che è stato approvato dal parlamento nel maggio 2011.124 Questo

ure il norvegeseprovvedimento oltre a dichiarare l’islandese lingua nazionale e ufficiale del Paese a tutti gli

lingua anglo-effetti (dunque una affermazione ora sentita come necessaria), ne promuove l’uso in tutte le

situazioni e ribadisce i compiti affidati al Comitato linguistico.

o degli abitanti Resta indiscutibile che qui, come altrove, la presenza di elementi stranieri nella lingua

ome si è visto,costituisce una sorta di ‘cartina tornasole’ con cui misurare non solo la loro infiltrazione ma

le flessive dellaanche la capacità di reazione della cultura nazionale rispetto a mode e modi di pensare

mentati scambiintrodotti dall’esterno. Un compito affidato, in primo luogo, ai vari comitati per la lingua, ma

l’occupazionenel quale si impegnano anche associazioni sorte proprio a questo scopo.125

diffusione della L’ambito nel quale le lingue nordiche sono più facilmente sottoposte a influssi stranieri è

mportazione, lacertamente quello lessicale che, come si è visto, risente in misura cospicua di quella che si potrebbe
definire l’invadenza dei termini di origine anglo-americana. Essa si manifesta in primo luogo
è in effetti una
attraverso i prestiti (che talora hanno soppiantato termini originari altrettanto efficaci) e i calchi
nglese, studiato
(qualche volta degli ibridi che combinano un termine straniero con uno originario), ma anche (in
vita quotidiana,
forma più subdola) tramite l’impianto di locuzioni in un contesto che, apparentemente, resta
onde per molti
strutturato secondo le norme della lingua tradizionale. In taluni ambiti (l’informatica in primo luogo),
nordici (e non
nei quali la comunicazione con l’estero è fondamentale, la diffusione delle nuove parole è così
) con ilcapillare da coprirne in certi casi fino all’80-90%. In altri (a esempio la pubblicità) essa è comunque

poste in merito.cospicua. Di seguito si riportano alcuni significativi esempi tratti dalle diverse lingue scandinave.126
Nel campo dell’informatica le occorrenze sono dunque molto numerose e corrispondenti a
obalizzato e, al
diverse tipologie: dan. browser, download, webserver (cui secondo le regole delle lingue scandinave
soltanto per la
può essere posposto l’articolo determinativo: browseret, downloadet o la desinenza del plurale:
roposte tradotte
webservere), spam, computerskærm (ingl. computer screen), klikke “cliccare”, joystick (in luogo di
Questo
styrepind); sved. uppgradera, webbsida (ingl. web page), password (in luogo di lösenord), databas
Paese a tutti gli
(pl. databaser), mask (traduzione dell’ingl. worm) “virus”, fil (con articolo determinativo filen, pl.
l’uso in tutte le
filer); norv. e-mail (in luogo di e-post), computer (in luogo di datamaskin), software (in bm, ma

programvare in nn), mus (ingl. mouse); isl. lyklaborð (calco dell’ingl. keyboard), harður diskur (ingl.

eri nella linguahard disk), móðurborð (ingl. motherboard) “scheda madre”, geislaprentari “stampante laser”

nfiltrazione ma(letteralmente “a raggi”). Ma altri numerosissimi esempi possono essere ripresi da svariati ambiti

odi di pensare semantici: si vedano prestiti diretti come dan. lobby, whistleblower “persona che rivela informazioni

er la lingua, mariservate ritenendo di fare una cosa giusta per la comunità” (in luogo del dan. fløjteblæser
letteralmente “suonatore di flauto”); sved. design (che potrebbe essere degnamente sostituito da

formgivning), workshop, sales manager (che vale försäljningschef),127 aftershave, bodylotion,


lussi stranieri è
shaker; norv. sorry (in molti casi preferito a unnskyld o beklager), air conditioning, jazz (tuttavia con
a che si potrebbe
pronuncia ‘norvegizzata’), agenda (nel senso di “ordine del giorno”), shorts, snowboard, skateboard;
in primo luogo
isl. (dove comunque i prestiti hanno dovuto, più frequentemente che altrove, ‘adattarsi’ almeno nella
icaci) e i calchi
grafia) kók, ketsjöpp, eróbik, djobb, tékka, djús, sjoppa, ma anche l’ibrido bísnessmaður (ingl. coke,
o), ma anche (in
ketchup, aerobic, job, check, juice, shop, businessman). Forme di ‘adattamento’ grammaticale (talora
entemente, resta
abbinato a quello grafico) si trovano del resto anche al di fuori dell’Islanda in termini come i sopra
in primo luogo),
menzionati browser e download e in molti altri casi: si citino qui dan. træne (ingl. to train), svedese
ve parole è così
essa è comunquemobba (un parallelo dell’italiano “mobbizzare”), jobba (formato su jobb a sua volta ripreso dall’ingl.

job); norv. muffins (che, non di rado inteso come singolare, può presentare il plurale muffinser).

corrispondenti aMolto numerosi sono gli esempi di calchi: dan. hænge ud, lommepenge, nedtælling (ingl. hang out,

ngue scandinavepocket money, count down); sved. kärnvapen, självbetjäning, såpopera, växthuseffekten (ingl.

nza del plurale:nuclear weapon, self-service, soap opera,128 greenhouse effect); norv. kjernefamilie, rockestjerne

(in luogo di(ingl. nuclear family, rock star). Come si è detto l’islandese ricorre ai calchi con molta frequenza,

databasquando non ‘si difende’ ancora meglio con la costruzione di nuove parole che, pur esprimendo

, pl.appieno il significato di quelle straniere, mostrano la capacità di mantenere una notevole autonomia

, ma linguistica: come esempio basterà citare qui il termine per AIDS, reso con alnæmi, vale a dire

(ingl. “ipersensibilità a qualsiasi cosa” (dunque immunodeficienza) o con eyðni, in sostanza “distruttore”

tampante laser” (dal verbo eyða “distruggere”).129

a svariati ambiti Ma l’influsso dell’inglese sulle lingue nordiche si attua, come detto, anche in forme più ‘subdole’.

ela informazioniA esempio ampliando o modificando il significato originario di una parola (si veda dan. dumpe

fløjteblæser,“cadere, essere bocciato” che ha acquisito anche il senso dell’ingl. to dump “scaricare [rifiuti]”),130

nte sostituito daintroducendo elementi superflui o modificando locuzioni (come in svedese han vill bli en journalist

ave, bodylotion, in luogo di han vill bli journalist “vuole diventare giornalista” con l’inserimento dell’articolo su

(tuttavia conmodello inglese e igen och igen che riprendendo l’ingl. again and again sostituisce l’espressione om

ard, skateboard;och om igen), oppure condizionando la sintassi come nella frase danese en ven af mig “un mio

rsi’ almeno nellaamico” (invece di en av mine venner) palesemente ricalcata sull’ingl. a friend of mine), o anche

coke, adattandosi alla complessa grammatica islandese come nell’espressione (sentita in una conversazione

mmaticale (talorafra ragazzi a Reykjavík) “keepum í contacti”131 “teniamoci in contatto” nella quale l’ingl. keep in

ini come i sopra contact è stato piegato alle regole dell’islandese assegnando al verbo to keep la desinenza della prima

), svedesepersona plurale del presente e al sostantivo contact quella del dativo, richiesta dalla preposizione.
ripreso dall’ingl. Accanto alle parole e alle espressioni inglesi, assolutamente predominanti, sono entrati nelle

).lingue nordiche anche termini di diversa origine. Si citino qui i casi esemplari dei termini jihad (che

hang out, tuttavia è inteso più nel senso di “guerra santa” che in quello di “sforzo”, “tensione”), imam, sharia,

(ingl. di origine araba ma anche, espressioni e parole riprese dal francese come ajour, lassez faire o dejà

lie, rockestjerne vu.132 Esse però corrispondono piuttosto all’esigenza di esprimere concetti ‘nuovi’ o, anche, a una

molta frequenza, ‘scelta stilistica’ (in danese ajour è da taluni preferito all’inglese update). In qualche caso (a esempio

pur esprimendo kebab, sushi) sono comunque la ‘spia’ di cambiamenti culturali.

evole autonomia 14.4.2. Ricerche e sperimentazioni: letterarie e non solo

, vale a dire Se il dramma della guerra, con il suo carico di aggressione e crudeltà e la sua scia di
nza “distruttore”
morte e rovine, aveva definitivamente conclamato le questioni esistenziali ben presenti fin

dai primi decenni del secolo, i suoi strascichi non avrebbero potuto non riflettersi nella
me più ‘subdole’.
produzione letteraria successiva. Che, se almeno da una parte, manifesta il senso di sollievo
dumpe
per la conclusione del conflitto, si trova dall’altra a dover presto fare i conti con nuove
130
problematiche politiche, sociali e, di riflesso, individuali. Nuovi fattori di preoccupazione,
bli en journalist,
come le armi atomiche, la guerra fredda, i conflitti scatenati in Paesi ormai solo
dell’articolo su

om
geograficamente lontani (si pensi alla Corea, all’Algeria, a Cuba, al Vietnam, alla Palestina),

“un mio ma in grado tuttavia di mettere a repentaglio gli equilibri mondiali, si sommano a una

), o anchecrescente consapevolezza critica che mette ora in discussione il progresso tecnologico, la

na conversazionegestione delle risorse naturali, lo stesso sistema economico, esprimendo al contempo uno

keep in strisciante senso di angoscia per la possibilità, sempre incombente, d’una catastrofe e il

enza della prima


disagio (spesso legato a un senso di impotenza) per le grandi ingiustizie, perpetrate sia

all’interno della società, sentita ormai come disgregata e comunque capace di esclusione nei
ono entrati nelle confronti di soggetti deboli o ‘diversi’ (basti pensare ai moti studenteschi del ’68) sia a

(chelivello mondiale rispetto ai Paesi del cosiddetto Terzo mondo. Al che si accompagna

imam, sharia,
l’apertura a nuove tendenze (a esempio beat, punk, pop) così come la definitiva concessione
dejà
di ‘cittadinanza’ anche ad argomenti a lungo ritenuti, quantomeno ‘sconvenienti’. Dopo la
o, anche, a una
caduta del muro di Berlino nel 1989, si fa strada un rinnovato nazionalismo, si acuisce il
caso (a esempio
senso del conflitto culturale, si ripropone l’esigenza di individuare un ‘centro di gravità’

(quantomeno il proprio), un punto di riferimento sicuro che, tuttavia, sembra restare

irraggiungibile. Le reazioni degli autori e i loro tentativi di dare voce a questo complesso di
e la sua scia di
sentimenti sono molteplici e, si potrebbe dire, si distribuiscono in mille rivoli che si perdono
ben presenti fin
in molte (forse troppe) direzioni. Il che vale anche dal punto di vista degli strumenti
riflettersi nella
espressivi che non soltanto vengono scelti su basi marcatamente soggettive, ma in non pochi
enso di sollievo
casi superano i confini ‘strettamente linguistici’ per combinarsi con forme tratte da altri
onti con nuove
ambiti (arti visive e musica in primo luogo ma, a esempio, anche matematica o fotografia). E,
reoccupazione,
del resto, anche la rivoluzione informatica non sarà senza conseguenze.133 Per altro in alcuni
si ormai solo
il bisogno di una letteratura legata alla vita reale porterà all’utilizzo di una lingua il più
alla Palestina),
possibile aderente alla quotidianità, livellando ogni differenza fino a determinare una ‘crisi
ommano a una
della parola letteraria’, fino a domandarsi il senso stesso della sua esistenza.
tecnologico, la
14.4.2.1. Percorsi danesi
contempo uno
In Danimarca un punto di riferimento del primo dopoguerra è la rivista Heretica (uscita
catastrofe e il
tra il 1948 e il 1953) tra i cui primi redattori c’era il poeta Thorkild Bjørnvig (1918-2004), un
perpetrate sia
autore nella cui opera si riconosce lo sforzo di ritrovare l’armonia dell’animo umano. Attorno
i esclusione nei
del ’68) sia aa essa erano infatti raccolti molti intellettuali e scrittori che consideravano il disastro della

si accompagnaguerra come la conseguenza di una visione eccessivamente razionalistica e tecnicistica che

va concessioneaveva finito per privare l’uomo del suo equilibrio, rendendolo incapace di dare spazio alla

ienti’. Dopo lapropria componente sentimentale e spirituale e di mantenere un corretto e proficuo rapporto

o, si acuisce ilcon la natura: essi ritenevano che la ‘costruzione di una nuova umanità’ potesse passare

ntro di gravità’attraverso la poesia.134 Di segno opposto erano altri scrittori (legati all’area culturale di

sembra restaresinistra) le cui idee erano espresse nella rivista Dialog (uscita tra il 1950 e il 1961), il cui

o complesso diprimo redattore fu lo storico della letteratura Sven Møller Kristensen (1909-1991): secondo

che si perdono questi ultimi, che si richiamavano al radicalismo culturale degli anni ’30, l’impegno dello

degli strumentiscrittore doveva essere strettamente legato alla realtà concreta per incidere in misura

ma in non pochisignificativa nella sfera sociale e politica.135 È opportuno notare qui che questa pubblicazione

e tratte da altri riportava anche contributi di architetti e scultori. Dal punto di vista artistico questo legame

o fotografia). E,diretto con la realtà si esprime tra l’altro, negli anni ’60, nella cosiddetta ‘poesia del

r altro in alcuni confronto’, che prende nome da una celebre raccolta del 1960 (Konfrontation) di Klaus

a lingua il più Rifbjerg (n. 1931); in essa si riproduce il rapporto diretto dell’autore con la realtà circostante

inare una ‘crisidella quale egli è costretto a constatare tutta la frammentazione: un confronto, appunto (nel

quale è coinvolto il lettore), da cui può derivare la sola ‘registrazione’ di ciò che si

percepisce, la rappresentazione di squarci di realtà. In questo ambito, o comunque, in quello

(uscita di una disagevole (per taluni versi quasi imbarazzata) ricerca espressiva molti si muovono.136

1918-2004), unEsperimenti linguistici arditi (una vera e propria ‘poesia visiva’) sono legati al concretismo

umano. Attorno(si veda l’esempio di Per Højholt, 1928-2004),137 una tendenza che del resto si riscontra
l disastro dellaanche nelle arti visive e nella musica. E dunque il modernismo più che ‘interpretare’ la realtà

tecnicistica cheprova a ‘crearla’ per mezzo della parola. Ma esso si nutre anche di surrealismo (se non di

dare spazio allanichilismo) e talora ricorre all’umorismo per ‘coprire’ l’angoscia.138

oficuo rapporto Anche sul versante della prosa – alla quale per altro molti dei poeti sopra menzionati, in

potesse passareprimo luogo Klaus Rifbjerg (con il suo linguaggio franco e disinvolto), si dedicano con

ea culturale disuccesso – si constata, accanto a una letteratura ‘tradizionale’,139 la comparsa di opere

il 1961), il cuisperimentali i cui autori affrontano con strumenti linguistici il problema di una realtà di

1991): secondodifficile comprensione e definizione, che si riflette in quelle molteplici, cangianti e

’impegno dello frammentarie dei diversi personaggi. Del resto l’immagine del mondo che ci circonda ci è

dere in misuratrasmessa in buona parte attraverso la lingua: per questo se la si vorrà analizzare si dovrà fare

a pubblicazionericorso a sistemi innovativi che consentano di ‘smontare’ i luoghi comuni (la lingua comune)

questo legameper cercare di proporre una diversa prospettiva e svelare gli aspetti nascosti. Autori che si

tta ‘poesia delmuovono in questa direzione sono, in primo luogo, Peter Seeberg (1925-1999), le cui opere

) di Klausriflettono il disagio di chi non riesce a rapportarsi con il mondo circostante, e Villy Sørensen

altà circostante(1929-2001),140 interessato alla filosofia, che trarrà ispirazione anche dalla letteratura antica

o, appunto (nelper reinterpretarne (in un linguaggio ricco di forme inaspettate) i significati nella prospettiva

di ciò che sidell’uomo moderno.141 Lo sforzo di superare il disorientamento e costruirsi un linguaggio

nque, in quellocapace in qualche modo di ‘dare ordine’ alla realtà si tradurrà anche in una “poesia

136 organizzata secondo un sistema” (systemdigtningen) che, tuttavia, in casi estremi, pare

al concretismoarrivare a produrre versi ormai privati di un qualche significato che non sia (forse) l’assenza

sto si riscontrastessa di significato, la resa dell’autore di fronte alla complessità e alla inestricabilità
retare’ la realtàdell’esperienza. L’esempio migliore è certamente quello della poetessa Inger Christensen

smo (se non di(1935-2009), più volte ‘in odore’ di Nobel,142 alla ricerca, attraverso la poesia, di una qualche

forma di libertà, ma va ricordato come anche il romanziere e drammaturgo di grande

menzionati, insuccesso Svend Åge Madsen (n. 1939), capace di manipolare stili e linguaggi diversi, sia

i dedicano coninfluenzato da questa tendenza.143

parsa di opere In Danimarca come altrove tra gli anni ’60 e gli anni ’70 (che sono, non lo si dimentichi,

i una realtà dianche gli anni degli hippies, della rivolta studentesca e dei collettivi)144 il mondo culturale è

ci, cangianti efortemente orientato a sinistra e impegnato; in letteratura i temi sociali e politici conquistano

ci circonda ci èsempre più spazio: la questione femminile,145 il persistente disagio del proletariato,146 la

re si dovrà faredipendenza dalla droga, l’emarginazione, i conflitti internazionali, il problema dell’energia

lingua comune)atomica. Impegni a fronte dei quali la ricerca estetica sembra cedere il passo. In questo clima

. Autori che si si propongono scrittori come Henrik Stangerup (1937-1998), narratore anticonformista che

9), le cui operemuove verso una ricerca etico-filosofica che lasci spazio alla coscienza individuale; Ebbe

Villy SørensenKløvedal Reich (1940-2005), assai attivo nel movimento della sinistra radicale, che scrive

tteratura anticavolentieri romanzi ispirati a temi storici, e Sven Holm (n. 1940) che pur formulando una

ella prospettiva critica sociale la proietta sul piano dei rapporti umani piuttosto che su quello della realtà

un linguaggio politica.147 E, per altro, i prodotti artisticamente migliori si riconoscono là dove gli autori,

n una “poesiapiuttosto che alla polemica, danno voce all’ispirazione che nasce dall’esperienza personale,

i estremi, paredalle problematicità dell’esistenza e dall’empatia verso i deboli e gli emarginati. Nascono

forse) l’assenza così i versi raffinati e impreziositi di metafore di Henrik Nordbrandt (n. 1945), al contempo

a inestricabilità pensieroso e ironico, che dopo aver ricercato nelle atmosfere calde e luminose dei Paesi
ger Christensenmediterranei una risposta al proprio senso di solitudine e disagio farà ‘ritorno’ verso il

di una qualchemondo danese; ma anche il successo di Tove Ditlevsen (nata nel 1917 o 1918, morta suicida

urgo di grandenel 1976) autrice di poesia e di prosa che riversa nei propri scritti il ricordo di una infanzia

ggi diversi, siavissuta nei quartieri poveri di Copenaghen.

Naturalmente anche la drammaturgia risente delle tendenze moderniste. Il primo nome di

o si dimentichi, rilievo è quello di Leif Panduro, appena ricordato come prosatore: le sue opere mostrano da

ndo culturale èsubito (scriverà poi per la televisione) chiari influssi di Samuel Beckett (1906-1989), di

ici conquistanoEugène Jonesco (1909-1994) e di Harold Pinter (1930-2008), proponendo le tematiche

ladell’assurdo. Sotto la spinta di un approccio altrettanto ‘disgregato’ e ‘scomposto’ quanto la

ma dell’energiarealtà (interiore o esteriore) che è chiamato a rappresentare, il teatro si apre a sperimentazioni

In questo clima che da una parte sono indotte dai nuovi mezzi di cui dispone (radio, televisione) ma dall’altra

onformista che confondono i generi (diversi scrittori si dedicano anche a riviste e musical) e i ruoli: non

dividuale; Ebbesoltanto quelli degli attori bensì anche quello dell’autore e del suo pubblico in una

cale, che scrive prospettiva che va a intaccare la definizione stessa di ‘arte’ e di ‘letteratura’ e nella quale

ormulando unainoltre diventa difficile marcare un confine tra linguaggio quotidiano e linguaggio artistico. Il

llo della realtàtutto per far sì che la ‘creazione’ sia ‘realtà’ o, quantomeno, sia capace di ‘rappresentazione

dove gli autori,della realtà’ senza tralasciarne gli aspetti più sgradevoli e inconfessabili. Un processo nel

enza personale, quale lo stesso Klaus Rifbjerg appare pienamente coinvolto. Per certi versi si può dire che nei

ginati. Nascono suoi aspetti estremi il modernismo abbia portato al disfacimento della parola letteraria

5), al contempodissolvendola nel magma d’ogni possibile forma di espressione.

nose dei Paesi A ciò, come è ovvio, si determinò una reazione. Essa aveva comunque radici lontane,
torno’ verso il quantomeno in quel neorealismo che (ridando spazio alle esperienze personali dell’autore e

8, morta suicida avvicinandosi al lettore con storie più immediatamente fruibili) si era manifestato fin dagli

di una infanzia anni ’60.148 Si noti qui che un’autrice come Kirsten Thorup (n. 1942) mostra di trovarsi a

proprio agio sia con la scrittura sperimentale sia (più tardi) con il romanzo realista. Del resto

primo nome dinegli anni ’80, mentre si assiste al crollo di molte illusioni politiche, si constata come in un

re mostrano damondo ormai urbanizzato e tecnologico il legame con la natura sia sostanzialmente reciso

1906-1989), dimentre non si trova soluzione al senso di solitudine e disillusione: interviene così una forma

o le tematichedi reazione, una stanchezza, ma anche la resa di fronte al cambiamento ormai irreversibile, la

osto’ quanto ladisgregazione dell’esperienza. Siamo ormai in un clima postmodernista. La conseguenza è

sperimentazioni un ripiegamento alla ricerca della propria identità e, al contempo, un ritorno (consolatorio?)

e) ma dall’altraall’arte. La quale (si veda Peter Laugesen, n. 1942, poeta e drammaturgo) va liberata, così

) e i ruoli: non come la vita, da tutto ciò che la abbia in qualche modo ‘inquinata’; ma che, al contempo, non

ubblico in una conosce confini definiti. Figura emblematica della poesia degli anni ’80 è Michael Strunge

a’ e nella quale(1958-1986) che, pur recependo l’eredità degli anni ’60 e ’70, manifesterà tragicamente nel

ggio artistico. Ilsuicidio la sete inappagata di una vita vera.149 Accanto a lui Søren Ulrik Thomsen (n. 1956)

appresentazioneche attraverso la poesia riflette sulle grandi questioni dell’esistenza; F.P. Jac (Flemming

n processo nel Preben Jacobsen, 1955-2008), originale improvvisatore, e Pia Tafdrup (n. 1952) che pur

può dire che neitoccando temi dell’erotismo femminile persegue una sorta di religiosità umana e poetica.

arola letterariaNella prosa il senso di un’umanità frantumata in una serie di individualità sofferenti alla

ricerca di un qualche conforto è ben interpretato da Peer Hultberg (1935-2007).

radici lontane, Il motivo della frammentazione che induce a soffermarsi su singoli temi resta una
ali dell’autore ecaratteristica della letteratura danese anche negli ultimi due decenni. Quando ormai, divenuto

estato fin dagliancor più difficile individuare orientamenti comuni ben definiti, si cerca piuttosto di

ra di trovarsi adistinguere gli autori di maggior rilievo, nel che si darà merito alla loro capacità di

alista. Del resto riappropriarsi di una dimensione estetica (applicata, non di rado, a opere di svariata natura)

ata come in un capace di prevalere tanto sull’esigenza del dibattito (che tuttavia non manca) quanto su

ialmente recisoquella dell’impegno politico. Si citano qui dunque (con le dovute cautele) poeti come Simon

così una formaGrotrian (n. 1961) che si richiama al surrealismo ma anche al barocco in un percorso sempre

irreversibile, lapiù marcatamente segnato dal sentimento religioso (fino ad arrivare a comporre salmi); Pia

conseguenza èJuul (n. 1962), che si affida a una scrittura fatta di frammenti; Morten Søndergaard (n. 1964)

(consolatorio?)che ripropone il tentativo di tradurre la realtà in poesia; Niels Lyngsø (n. 1968), tra l’altro

va liberata, cosìredattore dell’importante rivista letteraria Il portone blu (Den blå port),150 e Ursula Andkjær

contempo, nonOlsen (n. 1970) autrice di una lirica al contempo vivace e melodiosa.

Michael Strunge Nella prosa gli anni ’90 mostrano (con le dovute eccezioni) la tendenza a romanzi brevi e

agicamente nel a narrazioni affidate a uno stile essenziale (minimalista) ma non per questo banale, ma anche

msen (n. 1956)nuove forme di realismo. In questo periodo mentre si consolida il successo di Ib Michael (n.

Jac (Flemming 1945), che arricchisce il proprio realismo magico con spunti fantastici tratti da culture

1952) che purlontane, si afferma una serie di scrittrici di sicuro valore come Solvej Balle (n. 1962),

mana e poetica. interessata a una prospettiva filosofica; Merete Pryds Helle (n. 1965), autrice di opere di

sofferenti allavario genere che nei suoi romanzi (sempre concentrati sulla realtà) coinvolge ora la storia,

ora le scienze naturali; Naja Marie Aidt (n. 1963), anche fine poetessa;151 Ida Jessen (n.

temi resta una 1964) che abilmente caratterizza la psicologia dei suoi personaggi, Helle Helle (Helle Olsen,
ormai, divenuton. 1965), la cui prosa è al contempo minimalista e realista. Nel 1990 debuttava Jan

ca piuttosto di Sonnergaard (n. 1963) destinato a diventare, con la sua realistica denuncia del mondo danese

ro capacità di contemporaneo, uno degli autori più noti nel primo decennio del XXI secolo; mentre Jakob

svariata natura)Ejersbo (1968-2008) ritorna al ‘romanzo collettivo’152 (una forma narrativa che, per altro,

nca) quanto suaveva interessato anche Sonnergaard) e Jens Christian Grøndahl (n. 1959), il cui debutto

eti come Simonrisale al 1985, si concentra sul tema della vita interiore. I conflitti psicologici e il disagio

ercorso sempredell’individuo sono al centro della narrazione di Charlotte Weitze (n. 1974) che si avvale di

orre salmi); Piauna lingua intrisa di simboli e colloca le proprie storie al confine fra realtà e fantasia.

gaard (n. 1964) Nell’ambito della drammaturgia si vogliono ricordare qui Nikolaj Cederholm (n. 1963),

968), tra l’altrofigura centrale del rinnovamento del teatro danese, e Line Knutzon (n. 1965), il cui teatro

Ursula Andkjær(nel quale non manca il ricorso all’assurdità e all’umorismo) interpreta assai bene la critica

alla società contemporanea, ma – soprattutto – Peter Asmussen (n. 1957), tra l’altro

romanzi brevi e collaboratore del famoso regista Lars von Trier,153 che rivela una visione pessimistica dei

anale, ma ancherapporti fra gli individui, sostanzialmente infelici in un mondo, come quello moderno,

Ib Michael (n.incapace di fare spazio a sentimenti davvero autentici. Uno sperimentatore di forme teatrali

ratti da culturenuove è anche il regista e autore Lars Kaalund (n. 1964).

alle (n. 1962), La difficoltà di misurarsi con il linguaggio, ritenuto incapace di esprimere la complessità della

ice di opere divita, è uno dei temi ricorrenti nella letteratura del secondo dopoguerra, in particolare della poesia. Si
leggano in proposito alcune citazioni tratte da composizioni di diversi poeti:
ge ora la storia,
“Lontano dalle mie poesie
Ida Jessen (n.
era tutto sorprendentemente bianco:
e (Helle Olsen,
un foglio vuoto con intorno il buio [...]”
debuttava Jan (Lasse Söderberg)

mondo danese “Dunque si tratta di descrivere

una situazione impossibile


o; mentre Jakob
- e in un modo possibile, cioè
che, per altro,
con parole. E che la situazione è impossibile
il cui debutto
non può sostenersi con pure parole (chi crede
ici e il disagio
alle parole pure oggigiorno? [...]”
che si avvale di
(Jan Erik Vold)

“Spesso io resto a distanza


holm (n. 1963), e faccio un cenno alle parole scintillanti –

5), il cui teatro mi piacerebbe conoscerle più da vicino.

bene la critica Il problema è

57), tra l’altro che ben raramente sono sole

pessimistica dei e si portano dietro una massa di parole assurde:

se ne chiamo una
uello moderno,
arriva quasi senza eccezione un intero giornale [...]”
i forme teatrali
(Þorsteinn frá Hamri)

“Stanco di tutti quelli che si presentano con parole, parole ma nessuna


omplessità della
lingua [...]
e della poesia. Si
La natura non ha parole.

Le pagine non scritte si estendono in tutte le direzioni! [...]”

(Tomas Tranströmer)

Ma si leggano anche i versi straordinari con i quali la poetessa danese Inger Christensen
descriveva il miracolo dell’atto poetico:

“Di nuovo riconosco

un albore nella lingua

le parole rinchiuse

che esistono per essere amate

e ripetute fino all’essenza

Un cigno che si stringe

attorno all’uovo

è ancora un’eco

in noi della creazione [...]”154

14.4.2.2. Percorsi svedesi

In Svezia gli sviluppi in campo letterario sono per molti versi paralleli. La conclusione

della guerra (nella quale, pure, il Paese era rimasto esente dalle devastazioni e dalle tragedie

verificatesi altrove) aveva avviato una amara riflessione sulla catastrofe che si era compiuta,

allargandola a problemi nuovi o irrisolti come la guerra fredda, la persistente dittatura

franchista in Spagna, i conflitti in diverse aree del mondo. Una riflessione alla quale il

mondo culturale certo non si sarebbe sottratto, anzi. Dal punto di vista più strettamente legato

all’aspetto politico si ricorda, tra l’altro, il dibattito sul cosiddetto “terzo punto di vista”
lingua [...]
(tredje ståndpunkten) che, dopo il colpo di stato con il quale i comunisti avevano preso il

potere in Cecoslovacchia (1948), vide contrapposti intellettuali di diverso orientamento: da

una parte coloro che chiedevano una ferma condanna di questo atto, dall’altra quelli che

nger Christensenerano tradizionalmente favorevoli all’Unione sovietica. Riallacciandosi alla politica di


neutralità portata avanti dal Paese, si propugnava così la scelta di una posizione ben distinta

di equidistanza rispetto ai due grandi blocchi nei quali il mondo risultava diviso dopo la fine

della guerra. In letteratura il modernismo continuava a produrre i suoi frutti e la ricerca

linguistica si sforzava di trovare strumenti adatti a esprimere i sentimenti di angoscia e

indignazione.155 Il tutto si tradusse in un’intensa dialettica (con inevitabili risvolti sociali e

politici) che vide impegnate figure di primo piano come gli scrittori e critici Olof Lagercrantz

(1911-2002) e Bengt Holmqvist (1924-2002), finno-svedese, e i sopra citati Karl Venneberg,

Erik Lindegren e Werner Aspenström. Meno coinvolto restò il ‘poeta solitario’ Gunnar

Ekelöf concentrato piuttosto sulle problematiche esistenziali (seppure si fosse mostrato

avverso ai nuovi indirizzi politico-sociali). Ma tutti loro non avrebbero mancato di portare

La conclusione avanti esperimenti e innovazioni linguistiche.156 Come si è detto in Svezia il modernismo era

e dalle tragedie giunto fin dai decenni precedenti il secondo conflitto mondiale,157 esso dunque aveva qui

i era compiuta, avuto modo di ‘maturare’ in tardomodernismo: ma il suo segno è ben riconoscibile dalla

stente dittaturalettura dei diversi poeti che debuttano tra la fine degli anni ’40 e nei decenni successivi. Si

ne alla quale ilcitino almeno Bo Setterlind (1923-1991), temperamento religioso ispirato alla natura; Östen

ttamente legatoSjöstrand (1925-2006), anch’egli animo profondamente religioso (nel 1953 si convertirà al

punto di vista”cattolicesimo) e primo redattore (dal 1975) della rivista di arte, musica e letteratura Artes (le

vevano preso ilcui pubblicazioni sono cessate nel 2005); Folke Isaksson (1927-2013) che se da una parte si

rientamento: daispira alla natura, mostra dall’altra un serio impegno politico-sociale; Birgitta Trotzig (nata

altra quelli cheKjellén, 1929-2011), anche autrice di romanzi, la cui opera è percorsa da un profondo senso

alla politica dimorale e religioso.158 Seppure i loro percorsi siano diversi, in tutti si riconosce lo sforzo di
one ben distinta‘costruirsi’ una lingua nuova. Fin dal debutto, a soli ventitré anni, con la raccolta 17 poesie

so dopo la fine(17 dikter, 1954), subito segnata da un grande successo, Tomas Tranströmer (1931-2015),

tti e la ricercavincitore del Nobel nel 2011, ha dimostrato uno straordinario talento, presto imponendosi

di angoscia ecome uno dei massimi autori scandinavi di ogni tempo. Universalmente riconosciuto come

isvolti sociali emaestro nell’uso della metafora, egli indaga nei suoi versi i territori di confine, le ‘zone

lof Lagercrantzd’ombra’ tra la vita e la morte, lo spazio espressivo tra la parola e il silenzio, privilegiando

Karl Venneberg,nelle ultime raccolte la poesia essenziale sul modello orientale del haiku (assai caro a diversi

litario’ Gunnar poeti nordici): si veda in particolare Il grande mistero (Den stora gåtan, 2004).159 Nella

fosse mostratoprospettiva di un componimento ‘dominante’ rispetto al suo autore (come testimonia

ncato di portareTranströmer stesso),160 di un’opera dello scrittore che non è più ‘rappresentazione’ né

modernismo era ‘interpretazione’ bensì ‘azione’ molto si comprende del modernismo lirico svedese. Che

nque aveva quinegli anni ’60 e ’70 non manca di adeguarsi alle esuberanze del concretismo161 così come di

onoscibile dallaradicalizzarsi politicamente (un orientamento al quale pochi paiono sottrarsi, non da ultimo

i successivi. Siproprio Tranströmer). Se ne prenda esempio in autori come Lars Forssell (1928-2007), che

a natura; Östenpassa da una lirica di ispirazione simbolista che si esprime su diversi livelli alla poesia

si convertirà al impegnata nella critica sociale (anche se poi rifluirà verso l’interiorità e la riflessione); Lasse

(le Söderberg (n. 1931), ‘poeta’ e ‘socialista’ che affida il proprio messaggio a un linguaggio

da una parte siinnovativo, per certi versi simbolico e surreale, ma regolato da una propria disciplina

a Trotzig (nataformale;162 Göran Sonnevi, severo giudice della guerra americana in Vietnam e della società

profondo sensocapitalista;163 Björn Håkanson (n. 1937), tra i fondatori della rivista letteraria Rondo (uscita

sce lo sforzo ditra il 1961 e il 1964) e promotore di un vivace dibattito (noto come trolöshetsdebatten:
17 poesie letteralmente “dibattito sulla mancanza di fede”), nato dalla sua proposta di rigettare le

er (1931-2015), norme codificate e l’autorità in nome di una nuova libertà. Una reazione a queste tendenze

o imponendosi verrà dalla cosiddetta neosemplicità (nyenkelhet): in effetti se gli autori che la perseguono

onosciuto comemostrano di volersi riappropriare di una lingua lineare e aderente alla realtà, anch’essi

nfine, le ‘zonefiniscono poi per lasciarsi andare a ‘eccessi’ (seppure di segno contrario) quando spalancano

o, privilegiandogli spazi della poesia agli aspetti più banali della quotidianità.164 Ma i migliori, come Göran

ai caro a diversiPalm (n. 1931), che fa anche una critica della società svedese americanizzata,165 e Sonja

Nella Åkesson (1926-1977), che spesso dà voce alla situazione della donna, sopraffatta da una

ome testimoniasocietà maschilista, riescono a conferire un tono lirico alle situazioni più ordinarie.

sentazione’ né Anche sul versante della prosa ci sono nomi di grande prestigio. Nel 1957 debuttava Per

o svedese. CheOlof Sundman (1922-1992) che con il suo stile asciutto e puntuale (e le sue storie ispirate ad

così come diavventurose spedizioni)166 avrebbe ottenuto un notevole successo nazionale e internazionale.

non da ultimoPosizioni politicamente radicali sono invece incarnate in primo luogo da Artur Lundkvist,

928-2007), chesopra ricordato come poeta,167 ma anche da Sara Lidman (1923-2004), assai attiva sul piano

elli alla poesiapolitico e dotata di uno stile originalissimo, che narra delle ingiustizie sociali e della

essione); Lasseprevaricazione dei potenti. Originaria di un paese del Västerbotten nella Svezia

a un linguaggiosettentrionale, con le sue rappresentazioni di quell’ambiente ella si inserisce per diversi

opria disciplinaaspetti nella tradizione della letteratura ‘localistica’, ma al contempo sviluppa la propria

e della società vocazione di paladina degli oppressi, il che non solo la porterà a scrivere delle

(uscitadiscriminazioni razziali nel Sud Africa, ma eleverà la sua denuncia (quale che ne sia

:l’oggetto) su un piano superiore facendone uno specchio (dunque un motivo di riflessione)


di rigettare ledegli squilibri sociali che in ogni tempo hanno deformato i rapporti umani.168 Coetaneo di

queste tendenze Sara Lidman è Stig Dagerman (1923-1954), morto suicida, capace di indagare e portare alla

la perseguonoluce i sentimenti e i timori dell’animo umano, in tal modo contemporaneamente dimostrando

ealtà, anch’essiquanto la cosiddetta ‘cultura occidentale’ sia per molti aspetti solo una immagine di facciata

ndo spalancanodietro la quale si nascondono paure, istinti primordiali ed egoismi e quanto dunque sia

ri, come Görannecessaria una vera e propria ‘presa di coscienza’. Un altro autore appartenente alla sinistra

e Sonjaradicale, legato alla Cina di Mao Tse Tung e attivamente interessato al Terzo mondo, è Jan

raffatta da unaMyrdal (n. 1927), figlio della celebre coppia formata da Gunnar e Alva, dalle cui idee egli

tuttavia prende notevole distanza.169 Ma accanto agli esponenti del radicalismo culturale ci

7 debuttava Per sono scrittori che mostrano di prediligere una diversa prospettiva, in primo luogo Lars Ahlin

torie ispirate ad(1915-1997): vero innovatore del romanzo svedese che considera uno strumento di

internazionale.comunicazione fra autore e lettore egli, pur ispirandosi alle problematiche sociali, va alla

rtur Lundkvist, ricerca di una sorta di sintesi tra marxismo e luteranesimo dalla quale possa scaturire una

attiva sul piano umana riabilitazione, rammentando come un vero equilibrio sociale possa essere raggiunto

sociali e della solo attraverso il rispetto del valore e della dignità di ciascuno. Figura centrale del dibattito

nella Sveziaculturale svedese, Lars Gyllensten (1921-2006), respinge qualsiasi sovrastruttura

sce per diversiprecostituita per misurarsi con la vita (nei suoi diversi momenti e nei suoi diversi aspetti) in

uppa la propriauna costante e onesta ricerca. Un percorso proprio è anche quello di Lars Gustafsson (n.

scrivere delle1936), influenzato dalla filosofia e molto critico con la società e la politica svedese e, più in

ale che ne siagenerale, con quella che viene considerata la ‘civiltà’.170 Né mancano autori che ritrovano

o di riflessione)spunti nella realtà locale, in una sorta di ritorno ad atmosfere più consuete.171 Del resto,
Coetaneo diseppure ancora dominati dalle tematiche politiche e sociali (fra cui conquista terreno

e e portare alla l’ecologia), gli anni ’70 lasciano già in parte trasparire una sorta di ‘stanchezza’, una forma

nte dimostrandodi ripiegamento su se stessi, la ricerca di una identità perduta, un’indignazione sociale e

gine di facciataumana prima che politica. Un autore che trae ispirazione dalla storia del suo Paese per

nto dunque siamostrarne l’inarrestabile cambiamento è Sven Delblanc (1931-1992) che negli anni ’80 si

nte alla sinistra dedicherà a una serie di romanzi realistici nei quali traccia il destino di una famiglia e dei

o mondo, è Jansuoi componenti ma si aprirà anche a una ricerca se non religiosa quanto meno filosofica;172

le cui idee eglimentre il poeta (ma anche prosatore e finissimo critico) Kjell Espmark (n. 1930) esprime il

mo culturale cibiasimo per una società insensibile verso il singolo che viene calpestato senza compassione.

ogo Lars AhlinAccanto restano testi che riflettono un più marcato ‘impegno’, come quelli riconducibili a

strumento diuna visione femminista, un ambito nel quale occorre ricordare almeno Kerstin Ekman (n.

sociali, va alla 1933) che mostrerà di saper ben interpretare le vicende di donne appartenute a diverse

a scaturire unagenerazioni.173

ssere raggiunto Negli anni ’80 – che in linea generale segnano un distacco dalla politica e, insieme, il

ale del dibattitotentativo di ‘riprendersi’ l’arte in quanto tale – la molteplicità dei percorsi è, si potrebbe dire,

sovrastruttura‘disarmante’. In poesia, mentre procede il percorso ineguagliabile di Tomas Tranströmer, si

versi aspetti) inafferma una schiera di giovani tra i quali emergono Stig Larsson (n. 1955),174 tra l’altro

Gustafsson (n.promotore della rivista Crisi (Kris) che ben riflette il clima culturale del periodo, e Mikael

vedese e, più inNiemi (n. 1959), di madre sami, originario della regione al confine con la Finlandia, una

i che ritrovanocondizione che conferisce alle sue opere forza e ispirazione.175 Stig Larsson, ben noto anche

Del resto, come cineasta e romanziere, è autore di numerosi testi nei quali ha mostrato di saper ben
nquista terrenoanalizzare gli aspetti psicologici dei rapporti umani; Mikael Niemi è forse più conosciuto

zza’, una formacome prosatore capace di trarre storie affascinanti da semplici intuizioni, ma anche di ben

zione sociale edescrivere i contrasti della sua terra. L’arte narrativa di Göran Tunström (1937-2000), che

suo Paese per aveva debuttato fin dalla fine degli anni ’50 ed è anche fine poeta, raggiunge il culmine con

egli anni ’80 siL’oratorio di Natale (Juloratoriet) del 1983, un’opera di notevole successo che si pone

famiglia e dei(come del resto gli altri racconti) nella cornice del realismo magico. Originario della regione

172di Värmland, come la celebre Selma Lagerlöf,176 Tunström ne raccoglie per diversi aspetti la

930) esprime ilpreziosa (ma anche ingombrante e difficile) eredità.177 Altri autori che conoscono una

a compassione.definitiva affermazione in questo periodo sono Per Olov Enquist (n. 1934) la cui migliore

riconducibili aproduzione si lega a romanzi ispirati alla storia e nei quali la veridicità non è affatto di

stin Ekman (n. ostacolo al fascino della narrazione;178 P.C. (Per Christian) Jersild (n. 1935) che esprime la

nute a diverse sua critica della società contemporanea e dei suoi assurdi paradossi attraverso la satira;

Torgny Lindgren (n. 1938) che proprio in questi anni si converte al cattolicesimo e,

a e, insieme, ilprofondamente influenzato dall’aspetto religioso oltre che da quello filosofico, trae feconda

i potrebbe dire, ispirazione dall’ambiente tradizionale della Svezia del Nord da cui proviene; Klas Östergren

Tranströmer, si(n. 1955) che con toni umoristici propone una decisa critica della società svedese.179

tra l’altro Nel 1980 con la raccolta Cuore a cuore (Hjärta i hjärta) Lars Norén (n. 1944)

riodo, e Mikaelabbandonava la poesia per dedicarsi definitivamente alla prosa e alla drammaturgia nella

Finlandia, unaquale sarebbe diventato figura centrale. Un vero e proprio nome di riferimento il suo, dopo

ben noto anchegli anni del ‘teatro politico’ e dei “gruppi di teatro libero” (fria teatergrupper) che avevano

to di saper benin precedenza occupato la scena.180 Ma è proprio alla poesia di Norén che occorre guardare
più conosciuto per ben comprenderne l’opera teatrale. Un flusso ininterrotto e, almeno apparentemente,

a anche di bendisorganico (si potrebbe dire scomposto) di immagini, pensieri, riflessioni, visioni, fantasie,

937-2000), che sensazioni, situazioni tradotto in un flusso parallelo di parole, quasi a ‘coprire’ la realtà

il culmine conesterna, dalla quale tuttavia tutto ciò deriva. Opere nelle quali la forza dirompente del

so che si pone linguaggio scardina, esasperandone l’insostenibilità, precari equilibri interpersonali; opere

io della regione spesso imponenti e impegnative che non di rado hanno dovuto essere riadattate per la messa

iversi aspetti lain scena.

conoscono una La molteplicità delle esperienze e delle sperimentazioni letterarie continua negli anni ’90,

la cui migliorenei quali tuttavia si può constatare anche in Svezia una forma di ‘minimalismo letterario’.

on è affatto diAutori di rilievo che si affermano in questo periodo sono Mare Kandre (1946-2005),

che esprime la debuttante nel 1984, che in una ‘prosa poetica’ descrive l’esistenza di persone (non da ultimi

verso la satira;i bambini e le donne) che devono faticare a trovare un loro posto nella società (nel che ella

attolicesimo e,coniuga i problemi sociali con quelli esistenziali); Sigrid Combüchen (n. 1942), già nota al

o, trae fecondagrande pubblico per la biografia Byron (1988), padrona di uno stile ricco di sfumature con

Klas Östergrencui cattura l’attenzione del lettore; Björn Larsson (n. 1953) che con i suoi romanzi ispirati

alla vita di mare (e ai pirati) ha conseguito più successo all’estero che in patria. Negli anni

orén (n. 1944) Duemila resta la molteplicità dei temi ispiratori (seppure si possa sottolineare un certo

mmaturgia nellainteresse per i motivi storici e biografici) e, parallelamente, la molteplicità degli approcci

nto il suo, dopostilistici. Benché il suo debutto risalga al 1969 e sia avvenuto nell’ambito della poesia, Stewe

) che avevanoClaeson (n. 1942) ha ottenuto il pieno riconoscimento della critica come prosatore solo da

ccorre guardarequesto secolo; mentre Agneta Pleijel (n. 1940), che negli anni ’70 aveva debuttato come
pparentemente,autrice di teatro, è definitivamente affermata come una delle prosatrici svedesi più lette e

isioni, fantasie,tradotte ma anche come figura di riferimento del mondo culturale svedese.181 Un esordio

prire’ la realtàpiuttosto recente (2000) ma che ha subito raccolto notevole consenso è quello di Lotta Lotass

dirompente del (Britt Inger Liselott Hellberg, n. 1964), la cui scrittura sottoposta a molte sperimentazioni

ersonali; opere(come mostrano in particolare le ultime opere) riesce a far sentire il lettore coinvolto nella

te per la messacreazione della storia. Lotta Lotass, che è anche autrice di testi per il teatro, di critica

culturale e di testi in formato elettronico, si è così guadagnata una sicura posizione nel

negli anni ’90, panorama contemporaneo e (dal 2009) un seggio all’Accademia svedese. Nel 2003 la

smo letterario’.poetessa Eva Ström (n. 1947) è stata insignita del prestigioso premio letterario del Consiglio

e (1946-2005),nordico che ha voluto riconoscere la sua capacità di rinnovare costantemente il dire poetico,

e (non da ultimiil che ne fa un modello per le nuove generazioni. Il medesimo riconoscimento è andato

tà (nel che ella(2007) alla più giovane Sara Stridsberg (n. 1972), romanziera e drammaturga padrona di un

42), già nota al linguaggio forte ed espressivo.

sfumature con 14.4.2.3. Percorsi norvegesi

omanzi ispirati In Norvegia dopo la fine della guerra e dell’oppressione nazista la letteratura poté,

tria. Negli annifinalmente, ‘riprendere fiato’ e riguadagnare i propri spazi.182 La ritrovata libertà di

neare un certoespressione si tradusse in molte opere (magari scritte durante il conflitto) nelle quali si

degli approcciriversavano i ricordi e le angosce di quegli anni terribili in un tentativo di fissarne la memoria

a poesia, Stewema anche di elaborarli per poter guardare al futuro.183 In questo ambito si muovono scrittori

osatore solo dadi fama già consolidata come Tarjei Vesaas, Johan Borgen e Sigurd Hoel,184 ma anche

debuttato comedebuttanti come Sigurd Evensmo (1912-1978) o autori da poco comparsi sulla scena
desi più lette e letteraria come Kåre Holt (1916-1997) che poi diventerà lo ‘scrittore della classe

Un esordioproletaria’.185 Ma l’apertura a nuovi spazi espressivi fa sì che accanto a una prosa realista si

di Lotta Lotassvenga affermando anche una tendenza a superare confini ‘razionali’ per ricercare simbolismi

sperimentazionie lasciarsi guidare dalla fantasia o, quantomeno, dall’irregolare e irregolabile fluttuare dei

coinvolto nella sentimenti. In poesia è finalmente possibile pubblicare i testi di quegli autori che avevano

atro, di criticainterpretato in prima persona (fino alle più dure conseguenze) la resistenza contro il nazismo:

a posizione nelin primo luogo Nordahl Grieg e Arnulf Øverland.186 E saranno in particolare la fama e il

. Nel 2003 laprestigio di quest’ultimo a contribuire in misura determinante alla reazione, di cui egli si farà

o del Consiglio primo portavoce, contro l’affacciarsi del modernismo.187 Vengono così costituendosi due

il dire poetico,‘fronti’ contrapposti: quello dei poeti legati alle forme tradizionali e quello degli innovatori.

mento è andatoFra i primi si segnalano, oltre a Øverland, Ragnvald Skrede (1904-1983), per il quale

a padrona di unl’esercizio poetico concorre al raggiungimento di valori etici dai quali l’essere umano non

può prescindere; Inger Hagerup (nata Halsør, 1905-1985), autrice di convinta fede socialista

che si afferma proprio nel dopoguerra (ma è ricordata anche per i versi ‘di resistenza’ scritti

etteratura poté, durante l’occupazione); André Bjerke (1918-1985), severo censore e parodista delle ‘nuove

vata libertà dimode’.188 Al secondo, destinato a prendere il sopravvento, appartiene una schiera di autori

nelle quali si(diversi tra i quali debuttano nel 1949 considerato dunque l’anno dell’avvio ‘ufficiale’ del

rne la memoriamodernismo norvegese):189 una tendenza che troverà in Paal Brekke (1923-1993) il più

uovono scrittori convinto teorico. Poeti come Gunvor Hofmo (1921-1995), che riversa nello scrivere la

ma anchedolorosa esperienza della guerra e vive una costante ricerca religiosa, lo stesso Brekke, che

rsi sulla scenaera stato influenzato dalle nuove tendenze durante l’esilio svedese, Harald Sverdrup (1923-
e della classe1992), i cui versi esprimono l’intensità della vita ma anche i pericoli cui va incontro l’uomo

prosa realista simoderno, Arnold Eidslott (n. 1926), il ‘poeta religioso’, Erling Christie (1928-1996),

care simbolismimodernista che non tralascia la riflessione sull’esistenza, e altri più giovani,190 mostrano di

le fluttuare deivoler sperimentare inaspettate potenzialità linguistiche. Ma si può ugualmente constatare

ri che avevano come ‘il nuovo corso’ coinvolga anche autori appartenenti a un’altra generazione:191 in primo

ntro il nazismo:luogo Olav H. (Håkonson) Hauge (1908-1994), poeta-contadino che si esprime in una forma

re la fama e il personalissima di nynorsk192 e che, pur restando per molti versi estraneo alla vita culturale e

cui egli si farà letteraria, è considerato un maestro. Del resto il vero pioniere del modernismo lirico

stituendosi duenorvegese è Rolf Jacobsen (1907-1994), nome eccellente del Novecento, che fin dal 1933

egli innovatori. con la sua prima raccolta Terra e ferro (Jord og jern) aveva mostrato un nuovo modo di

), per il quale‘lavorare’ la lingua e ‘contrapposto’ la natura alla tecnologia, qui in parte ancora ammirata,

ere umano nonma i cui rischi avrebbe successivamente sottolineato mostrando come il suo sviluppo

fede socialista incontrollato dovesse finire per distruggere la natura e svuotare di significato la vita

sistenza’ scrittidell’uomo.

ta delle ‘nuove La ‘rottura con la tradizione’ riguardò del resto anche un prosatore ‘religioso’ come

chiera di autoriAlfred Hauge (1915-1986), mentre la scelta di una assoluta libertà di contenuti non sarebbe

o ‘ufficiale’ delcerto passata inosservata, come mostra il clamore (e le conseguenze giudiziarie) suscitati

23-1993) il piùdall’opera di Agnar Mykle (1915-1994) che soprattutto con la pubblicazione del romanzo Il

ello scrivere lacanto del rubino rosso (Sangen om den røde rubin, 1956), giudicato osceno, innescò un

so Brekke, chedibattito destinato a lasciare il segno.193 Inoltre il modernismo non avrebbe mancato di far

verdrup (1923-sentire la propria influenza anche nell’ambito della drammaturgia dove, accanto al persistere
ncontro l’uomodi opere realistiche, si fanno spazio esperienze innovative. Attivi in questa direzione sono

e (1928-1996),autori dediti anche ad altri generi tra cui Finn Carling (1925-2004) cui si attribuisce un teatro

mostrano diespressionista e Jens Bjørneboe (1920-1976).194 Il quale ultimo avrebbe contribuito a creare

ente constatare una vivace discussione culturale, sia per la sua critica sociale, sia (più tardi) per la posizione

in primoassunta di fronte al problema d’una definizione di ‘letteratura’, sia anche per la sua ferma

me in una formaposizione a favore del riksmål.195

vita culturale e Ma con i drammi di questi due autori siamo già addentro agli anni ’60 che, anche in

dernismo liricoNorvegia, conoscono un prevalente impegno politico-sociale. Il che si riflette, tra l’altro,

he fin dal 1933nella fondazione della rivista Profilo (Profil, uscita fra il 1959 e il 1992) organo

nuovo modo di dell’opposizione culturale attorno al quale si raduneranno nomi prestigiosi tra cui Tor

cora ammirata,Obrestad (n. 1938) convinto socialista e poeta polemico; Jan Erik Vold (n. 1939), autore

l suo sviluppopopolarissimo, rappresentante esemplare e promotore del rinnovamento della lirica

nificato la vitanorvegese che lega volentieri ad altre forme di espressione, in primo luogo la musica; Einar

Økland (n. 1940) che pur riconoscendo l’importanza dell’impegno sociale e politico

eligioso’ comeprosegue la ricerca sui temi dell’esistenza;196 Dag Solstad (n. 1941) che nel decennio

uti non sarebbesuccessivo si impegnerà come ‘artista al servizio del popolo’; Espen Haavardsholm (n. 1945)

ziarie) suscitati che si sforza di rovesciare le prospettive tradizionali della cultura occidentale. La quale in

Ilquesto periodo viene fatta oggetto di molti giudizi negativi che non solo prendono di mira

no, innescò unscelte politiche ritenute sbagliate se non ingiuste, ma rilevano come la ‘società del benessere’

mancato di farsia, in realtà, un meccanismo che esclude non soltanto chi viva situazioni in qualche misura

nto al persistereemarginanti ma anche chi non accetti di adeguarsi a canoni predeterminati. Nel che sta la sua
direzione sono incapacità di creare un ‘benessere’ che vada al di là della comodità e dell’efficienza. Una

buisce un teatro critica ironica e al contempo amara delle prospettive cui può portare la società

ribuito a crearecontemporanea si trova nel romanzo distopico Epp (1965) di Axel Jensen (1932-2003).197

per la posizioneUno scrittore che pare ‘adeguare’ la propria opera al clima culturale del tempo è Sigbjørn

er la sua fermaHølmebakk (1922-1981), autore che denuncia i pericoli di disumanizzazione insiti nel

welfare: impegnato sul versante politico-letterario negli anni ’60, rifluisce verso

0 che, anche inproblematiche individuali nel decennio successivo, mentre Ebba Haslund (1917-2009) che

ette, tra l’altro,fin dagli anni ’50 aveva proposto tematiche legate ai problemi della donna, vedrà riconosciuti

1992) organo i propri meriti solo quando esse otterranno piena cittadinanza nel mondo culturale e

osi tra cui Torletterario.

. 1939), autore Per la verità l’unico vero comune denominatore del modernismo sembra essere, anche in

o della lirica Norvegia, la contestazione delle forme (e, almeno in parte, dei contenuti) tradizionali, dal

a musica; Einarmomento che, come altrove, i percorsi seguiti dagli autori sono molteplici e l’offerta

iale e politicofortemente ampliata. Ciò anche (forse innanzi tutto) in conseguenza della politica statale di

e nel decennio sostegno economico all’editoria grazie alla quale la selezione si fa meno severa e ai più viene

sholm (n. 1945)offerta la possibilità di veder pubblicate le proprie opere. Il che spiega il grande numero di

le. La quale inautori, molti dei quali dotati di talento e qui, dunque, doverosamente citati. Mentre

endono di mira importanti lavori di traduzione dei grandi nomi stranieri forniscono modelli e punti di

à del benessere’riferimento, in poesia non mancano esperimenti concretisti,198 né una neosemplicità; in prosa

qualche misura(dove si muovono molti sperimentatori) temi di attualità (che si estenderanno agli anni ’70)

el che sta la suacome il femminismo,199 l’emarginazione sociale, le difficoltà esistenziali. Nel decennio
efficienza. Una successivo l’aspetto politico si accentua e autori come Dag Solstad, Espen Haavardsholm e

are la societàTor Obrestad pongono la propria arte al servizio dell’ideale comunista contro il capitalismo:

197 si può dunque parlare di realismo socialista. In questo contesto vanno inquadrati anche

mpo è SigbjørnEdvard Hoem (n. 1949), che tuttavia tralascerà l’impegno rigorosamente politico per

ione insiti nelanalizzare i percorsi individuali dei suoi personaggi (evoluzione che si può constatare anche

rifluisce versonella sua produzione teatrale) e Torborg Nedreaas (1906-1987) che, pur anziana, rappresenta

1917-2009) cheuna delle figure di spicco della letteratura del secondo dopoguerra. Legata al radicalismo

drà riconosciuticulturale è anche l’opera di Knut Faldbakken (n. 1941) che ben interpreta, con acuta indagine

do culturale epsicologica, il disagio che nasce da irrisolti problemi sessuali e di relazione.200

Mentre il teatro assiste alle sperimentazioni dei “gruppi liberi” (frie grupper) non di rado

essere, anche ingiudicate incomprensibili (ma che proseguiranno negli anni ’80), il clima culturale si riflette

radizionali, dalanche sulla poesia, dove Sigurd Helseth (n. 1945) propone riflessioni sull’uso strumentale

lici e l’offertadella lingua e Arnljot Eggen (1923-2009) dà voce, da posizioni politiche di estrema sinistra,

olitica statale dialla disumanizzazione della società contemporanea. Al di fuori di questo panorama si segnala

a e ai più vienela figura singolare e per certi versi incompresa (fu, del resto, avversario del modernismo) del

ande numero diromanziere ‘ribelle’ Finn Alnæs (1932-1991) che fin dal debutto nel 1963 aveva suscitato

citati. Mentrel’interesse della critica e che porta avanti una visione ideale dell’arte, scevra da

elli e punti dicoinvolgimenti politici. Per altro anche un scrittore molto produttivo come Tor Edvin Dahl

plicità; in prosa(n. 1943) si affida a una prosa realistica per raccontare le sue storie che si svolgono talora in

o agli anni ’70)ambienti religiosi, le cui atmosfere, speranze e contraddizioni sono da lui mirabilmente

Nel decenniodescritte.
Haavardsholm e Negli anni ’80 l’impegno ‘militante’ si attenua lasciando spazio, anche nei più convinti

il capitalismo:sostenitori della funzione politico-sociale dell’arte, a una nuova (ma per taluni versi si

quadrati anchedovrebbe dire antica) ricerca estetica (che rivaluta anche il ruolo dell’autore in quanto tale) e

te politico pera temi più individuali e psicologici, concedendo inoltre nuovo spazio alla fantasia. Così

onstatare anche scrittori marxisti e radicali perseguono ricerche non più strettamente politiche: si pensi a

na, rappresentaKjartan Fløgstad (n. 1944),201 che si esprime in nynorsk e per il quale il mondo proletario e le

al radicalismosue condizioni di vita costituiscono un interesse primario, che diviene uno dei massimi

acuta indagine rappresentanti norvegesi del realismo magico. Anche Gunnar Lunde (1944-1993) introduce

nella sua prosa elementi irreali quando non assurdi o paradossali, mentre Gert Nygårdshaug

) non di rado(n. 1946) combina argomenti di attualità con spunti narrativi tratti dal passato o da mondi

turale si riflettelontani. Così la ‘scrittura femminile’ si svincola dalla militanza e, pur continuando a

uso strumentaleoccuparsi dei problemi delle donne, lascia spazio alla fantasia.202 In quegli anni si affermano

strema sinistra,autori come Lars Saabye Christensen (n. 1953), poeta e prosatore capace di ben interpretare

rama si segnala(anche con toni umoristici) le vicende di personaggi appartenenti alle nuove generazioni, e

odernismo) delJan Kjærstad, suo coetaneo, che rigetta le forme tradizionali di realismo per rinnovare il

aveva suscitatoromanzo (lasciandosi tuttavia a volte ‘prendere la mano’) per esprimere appieno il senso (il

rte, scevra danon-senso) della società postmoderna. Come loro Roy Jacobsen (n. 1954), fine conoscitore

Tor Edvin Dahldella realtà norvegese approfondita in diversi momenti e situazioni, mentre Arild Nyquist

olgono talora in (1937-2004) riflette, in una lingua apparentemente disordinata, una fantasia creativa che pare

i mirabilmentenon trovare ostacoli e che si esprime ora con ironia, ora con stravaganza, ora con invenzioni,

ora anche con il ricorso a immagini sgradevoli. Un notevole successo ha conseguito Herbjørg
nei più convintiWassmo (n. 1942), abile nel combinare il modello del ‘romanzo collettivo’203 con una fine

taluni versi sianalisi psicologica. Ma i nuovi prosatori (favoriti dal sostegno statale alla letteratura) sono

n quanto tale) emolto numerosi e, in non pochi casi, capaci.204

fantasia. Così Anche in poesia si constata un ritorno alle antiche istanze, legato a un nuovo senso della

che: si pensi acreazione artistica e della lettura: un passaggio già evidente, a esempio, in Annie Riis (n.

o proletario e le1927) che accanto alla critica sociale propone versi ispirati alla natura, e in Sigmund Mjelve

no dei massimi(1926-1995), debuttante a cinquantadue anni, influenzato dalle filosofie orientali. E mentre

1993) introducepoeti già affermati come Rolf Jacobsen, Jan Erik Vold, Stein Mehren e Arvid Torgeir Lie (n.

rt Nygårdshaug1938), il ‘poeta dell’esattezza’, continuano a produrre proficuamente, si impongono nomi

ato o da mondi come quello di Triztan Vindtorn (Kjell Erik Larsen, 1942-2009) i cui versi surrealisti non

continuando alasciano spazio al linguaggio convenzionale;205 di Tor Ulven (1953-1995), anche eccellente

ni si affermanoprosatore, che riversa negli scritti le proprie riflessioni filosofiche; di Inger Elisabeth Hansen

ben interpretare(n. 1950), alla ricerca di un linguaggio nuovo che abbatta le sovrastrutture imposte all’uomo;

generazioni, edi Paal-Helge Haugen (n. 1945), in bilico (anche nelle scelte stilistiche) fra tradizione e

per rinnovare ilmodernità, che in questo decennio mostra di avere raggiunto la propria maturità artistica; di

eno il senso (il Erling Kittelsen (n. 1946) che trova ispirazione nella letteratura del passato; di Helge

ine conoscitore Torvund (n. 1951), scrittore e psicologo, che tramite la poesia cerca di individuare una

Arild Nyquistcoerenza fra le cose del mondo; di Terje Johanssen (1942-2005) tipico tardomodernista; di

eativa che pareNils Yttri (1947-1980), apparentemente ancora politico (in realtà autobiografico) alla

con invenzioni,disperata ricerca di un senso della vita, conclusasi per lui con il suicidio.206

eguito Herbjørg Rispetto alla poesia e alla prosa la drammaturgia è rimasta, per qualche verso, in disparte,
con una finee tuttavia negli anni ’80 Cecilie Løveid (n. 1951), che predilige tematiche legate alle figure

etteratura) sonofemminili (a esempio il rapporto madre-figlia) si afferma come una delle autrici più efficaci.

Sarà tuttavia negli anni ’90 che il teatro norvegese tornerà finalmente (per usare un gioco di

ovo senso dellaparole) alla ‘ribalta internazionale’ grazie a Jon Fosse (n. 1959), autore di straordinario

Annie Riis (n. successo, i cui drammi affidano ai personaggi un linguaggio quotidiano e al contempo

igmund Mjelvepoetico, fatto di ripetizioni e di silenzi e che, parallelamente, esprime in forme

ntali. E mentreintenzionalmente semplici e senza la pretesa di affondare nell’indagine psicologica le

Torgeir Lie (n. relazioni fra gli esseri umani così come la loro solitudine, un difficile equilibrio tra realismo

mpongono nomie paradosso. A Jon Fosse, che ha scritto anche liriche e romanzi è stato assegnato nel 2007 il

surrealisti nonPremio internazionale Ibsen (Den internasjonale Ibsenprisen), intitolato al grande

nche eccellentedrammaturgo di cui è ritenuto il primo vero erede. Anche se la loro arte si esprime in forme

isabeth Hansencompletamente differenti.207

poste all’uomo; Negli anni ’90 è proseguita la produzione di prosatori come Terje Stigen (1922-2010),

ra tradizione e che volentieri si ispira a temi storici, e Kjell Askildsen (n. 1929), asciutto osservatore della

rità artistica; divita che, per altro, aveva debuttato fin dal 1953, mentre il giovane Erik Fosnes Hansen (n.

sato; di Helge1965) ha ottenuto un successo internazionale con il romanzo Corale alla fine del viaggio

ndividuare una(Salme ved reisens slutt, 1990)208 che prendendo lo spunto dalla tragedia del Titanic racconta

omodernista; dila storia dei musicisti di bordo (in realtà figure diverse dai reali protagonisti di quel dramma)

biografico) allache un destino di morte ha voluto riunire sul transatlantico. Coetaneo di Hansen è l’eclettico

Nikolaj Frobenius (n. 1965), anche sceneggiatore di successo, che nei suoi romanzi si ispira a

rso, in disparte,singolari personaggi storici ma prende anche spunto dalle problematiche legate alla
gate alle figure quotidianità della vita norvegese. Un prosatore ancora relativamente giovane è Erlend Loe

ici più efficaci.(n. 1969), capace di interpretare realisticamente (ed efficacemente) lo spirito delle nuove

are un gioco digenerazioni. In questo decennio il poeta Kolbein Falkeid (n. 1933), che ama legare le proprie

di straordinariocomposizioni alla musica rock, giunge alla piena maturazione artistica.

e al contempo Nella prospettiva ravvicinata del XXI secolo i nomi di maggior peso paiono essere quello

ime in formedi Per Petterson (n. 1952), prosatore che nel 2009 ha ottenuto il premio letterario del

psicologica leConsiglio nordico per la sua capacità di trasmettere al lettore il messaggio sulla difficoltà

rio tra realismodegli esseri umani di comunicare fra loro sui temi davvero vitali; quello di Merethe

nato nel 2007 il Lindstrøm (n. 1963), che in una lingua chiara e compiuta sa interpretare la costante (e

ato al grandefaticosa) ricerca dell’uomo moderno e che ha avuto il medesimo riconoscimento nel 2012;

prime in formedel poeta e prosatore Rune Christiansen (n. 1963), vero maestro nell’uso della lingua.

14.4.2.4. Percorsi islandesi

n (1922-2010), In Islanda fin dai primi decenni del Novecento c’erano stati tentativi di rinnovamento

sservatore delladell’espressione letteraria. Uno sforzo per molti versi ancora difficile in un Paese fortemente

nes Hansen (n.legato alla tradizione e in possesso di un patrimonio di poesia e di prosa di assoluto prestigio.

ine del viaggioNel secondo dopoguerra il punto di svolta fu segnato dall’opera di Steinn Steinarr

racconta(pseudonimo di Aðalsteinn Kristmundsson, 1908-1958), unanimemente considerato uno dei

i quel dramma)più grandi poeti islandesi di tutti i tempi. La sua raccolta Il tempo e l’acqua (Tíminn og

sen è l’ecletticovatnið) del 1948 doveva infatti inaugurare un totale rinnovamento nell’uso dello strumento

manzi si ispira alinguistico: una ‘rivoluzione’ che non sarebbe rimasta senza conseguenze. A essa si

he legate allariconduce, innanzi tutto, la nascita della poesia dei cosiddetti “atomisti” (atómskáld),209 i
e è Erlend Loemodernisti che avrebbero profondamente trasformato la lirica islandese, introducendovi non

ito delle nuovesoltanto il verso libero ma anche un nuovo modo di impiegare le parole, ricorrendo ad

egare le proprie associazioni lessicali impreviste e a immagini singolari: tra loro i nomi più noti sono quelli di

Stefán Hörður Grímsson (1920-2002), che pur avendo debuttato nelle forme della lirica

no essere quellotradizionale è passato poi al modernismo e allo ‘scrivere impegnato’, e Hannes Sigfússon

o letterario del(1922-1997), che dà il meglio di sé quando, evitando di lasciarsi troppo coinvolgere

sulla difficoltàdall’intento politico, affida a uno stile denso di metafore gli irrisolti enigmi dell’esistenza.210

lo di Merethe Nel 1955 debuttava Hannes Pétursson (n. 1931), che pur proponendo temi di attualità è

la costante (econsiderato una sorta di ‘classico’ che volentieri si rifà alla tradizione, mentre Matthías

mento nel 2012;Johannessen (n. 1930) mostra uno straordinario talento di sperimentatore, capace di

combinare spunti poetici tratti da diversi ambienti, da diverse epoche e da diverse culture.

Legato alla cerchia della rivista Birtingur,211 di cui fu uno dei redattori, è anche Thor

i rinnovamentoVilhjálmsson (1925-2011), in primo luogo prosatore, che dagli anni ’60 si imporrà come una

aese fortementedelle figure centrali della letteratura del suo Paese.212 Autore difficile e non di rado

oluto prestigio. incompreso, grande conoscitore di letterature straniere (non ultima quella italiana), egli

Steinn Steinarrscrive opere intrise di tutto il fascino misterioso (e talvolta inquietante) della natura e della

iderato uno deitradizione islandese, seppure le sue sperimentazioni linguistiche (che mai oltrepassano il

Tíminn ogconfine di un autentico dire poetico) ne facciano un campione del modernismo. Accanto a lui

dello strumentouna posizione di primo piano spetta al più giovane Guðbergur Bergsson (n. 1932), il cui

ze. A essa siromanzo Tómas Jónsson. Bestseller (T.J. Metsölubók, 1966) rappresenta un vero momento di

isvolta. Modernista e sperimentatore a tutto campo è certamente Steinar Sigurjónsson (1928-


oducendovi non 1992), mentre una menzione a parte meritano Elías Mar (1924-2007), su posizioni politiche

ricorrendo adradicali, che descrive la Reykjavík del dopoguerra e la misera vita delle persone costrette ad

ti sono quelli diabitare nelle baracche costruite per i soldati dagli Inglesi e dagli Americani, e Ásta

me della liricaSigurðardóttir (1930-1972), morta prematuramente per problemi derivanti dall’alcolismo,

nnes Sigfússon vera prosatrice modernista e artista che illustrava le proprie opere. Una critica sociale da una

po coinvolgereprospettiva femminile (e femminista) è quella di Svava Jakobsdóttir (1930-2004), che

210debutta negli anni ’60.213

i di attualità è Censore della società contemporanea è certamente il poeta Þorsteinn frá Hamri (n. 1938)

mentre Matthíasche pur impegnato su posizioni radicali214 rivela la persistenza delle profonde radici che lo

ore, capace dilegano alla cultura del suo Paese, sicché nei suoi versi il presente si intreccia con il passato

diverse culture. dal quale egli sa trarre immagini e atmosfere espresse con rinnovata efficacia; per altro nella

è anche Thorsua opera in prosa è presente l’elemento legato al sogno e alla fantasia. E, del resto, l’Islanda

porrà come unamoderna continua a vivere accanto all’Islanda tradizionale in una sorta di parallelismo, di

e non di radointerscambio e di confronto (talvolta causa di inquietudine esistenziale)215 che non manca di

italiana), egliriflettersi in letteratura. Negli anni ’70 taluni poeti si riavvicinano allo scrivere semplice e

a natura e dellarealistico trovando ispirazione nella vita quotidiana, in reazione al linguaggio ‘difficile’ e

oltrepassano il‘sperimentale’. Tra di loro Jóhann Hjálmarsson (n. 1939), pur partito da suggestioni

o. Accanto a lui surrealiste (ma poi tornato al modernismo), e Nína Björk Árnadóttir (1941-2000), nota anche

n. 1932), il cuiper le opere di teatro, i cui versi sono intrisi di musicalità. Ma non mancano poeti che ancora

ero momento di‘giocano’ e ‘si divertono’ con la lingua.216 Né, tantomeno, chi si ispira a temi politici e

jónsson (1928- sociali. Sul versante della prosa si afferma, parallelamente, una forma di neorealismo al cui
izioni politiche interno si può inquadrare la narrativa di Ólafur Jóhann Sigurðsson (1918-1988) che, per

one costrette adaltro, aveva debuttato fin dal 1934.

ericani, e Ásta Negli anni ’80 si procede, da una parte, con racconti che restano ispirati alla critica

dall’alcolismo,sociale, un tema che non manca di toccare la profonda trasformazione, avvenuta in pochi

a sociale da unadecenni, della capitale Reykjavík, divenuta ora vero emblema della ‘città’ aperta alle novità,

930-2004), che alle suggestioni, alle ideologie e alle mode straniere (e non sufficientemente lontana dalla

base americana) cui si contrappone la ‘campagna’ islandese, simbolo e rifugio dei valori

Hamri (n. 1938)tradizionali. Un tema, quello della condizione dell’uomo in città, già presente in autori come

de radici che loIndriði G. (Guðmundur) Þorsteinsson (1926-2000) e Pétur Gunnarsson (n. 1947), ma ripreso

a con il passato(seppure con differente interpretazione) da Einar Már Guðmundsson (n. 1954), destinato a

; per altro nelladivenire uno dei più significativi prosatori islandesi contemporanei: il suo romanzo Angeli

resto, l’Islandadell’universo (Englar alheimsins) del 1993, ambientato in una clinica per malattie mentali,

parallelismo, diotterrà nel 1995 il prestigioso premio del Consiglio nordico.217 Il tema delle misere

e non manca dicondizioni delle persone costrette a vivere nelle baracche abbandonate dai soldati alla fine

vere semplice edella guerra torna in Einar Kárason (n. 1955), capace di trasmettere al lettore il piacere dello

gio ‘difficile’ escrivere.218 Dall’altra parte ci sono autori che seguono un diverso percorso: un approccio che

da suggestionisi apre alla riflessione interiore (con flashback sul passato) mostra Fríða Á. (Áslaug)

00), nota ancheSigurðardóttir (1940-2010), mentre una scrittura molto personale caratterizza l’opera

oeti che ancoramultiforme di Steinunn Sigurðardóttir (n. 1950), che padroneggia con grande sicurezza la

temi politici e propria lingua scrivendo versi delicati e profondi e grazie al ‘tirocinio lirico’ rinnova la

realismo al cuiforma del romanzo. In poesia gli anni ’80 e ’90 mostrano anche un recupero della tradizione,
1988) che, perseppure naturalmente combinato con metafore e simbolismi modernisti; del resto in una

società profondamente trasformata sarebbe impossibile ripristinare una continuità di forme

rati alla criticaletterarie: i nuovi autori sono figli di una società modernizzata e influenzata dall’esterno e

venuta in pochiper i quali l’esperienza della cultura del passato è ormai, in diversi casi, indiretta.

erta alle novità, Parallelamente si osserva una rinnovata tendenza all’introspezione. In questi anni debutta il

e lontana dallapoeta e prosatore Gyrðir Elíasson (n. 1961)219 che si esprime in uno stile semplice ed

ugio dei valoriefficace, ma si affermano anche poeti surrealisti come gli appartenenti al gruppo Medúsa, il

in autori comecui miglior rappresentante è certamente Sjón (pseudonimo di Sigurjón Birgir Sigurðsson, n.

47), ma ripreso1962), un autore (che ha lavorato anche a testi per canzoni e romanzi) che continua a

54), destinato aprodurre proficuamente e con grande originalità ricorrendo volentieri all’ironia e al gioco

Angelidell’ambiguità.

alattie mentali, La dissoluzione degli antichi valori viene definitivamente sancita con il postmodernismo

a delle misereche tuttavia, di fronte al sostanziale fallimento della modernità, sospinge verso una

soldati alla finericonsiderazione della storia e della tradizione, seppure viste ormai con lo sguardo distaccato

il piacere dello dell’analisi più che con la nostalgia di chi sente di averne perduto il senso. Presupposto

n approccio cheindispensabile al tentativo di ‘reinventarsi’ dei rapporti e di riappropriarsi di un linguaggio,

a Á. (Áslaug) essendo quello ricevuto in eredità ormai travolto, stravolto e manipolato (anche dai media).

terizza l’operaUn compito arduo, ma affrontato con ottimi risultati da prosatori come Hallgrímur Helgason

de sicurezza la(n. 1959) e Jón Kalman Stefánsson (n. 1963), mentre Mikael Torfason (n. 1974) si sofferma

ico’ rinnova lasul disagio (si potrebbe dire l’alienazione) di giovani vite che devono misurarsi (anche in

della tradizione,modo violento) con una società in cui sono, sostanzialmente, abbandonate a se stesse.
el resto in unaUn’esperienza, quella d’una gioventù ‘allo sbando’ di fronte alle difficoltà, che si ritrova in

inuità di formeDidda (Sigurlaug Jónsdóttir, n. 1964), che scrive anche testi per musicisti punk. Esperienze

a dall’esterno emusicali riversate in letteratura si trovano in Bragi Ólafsson (n. 1962), membro di un gruppo

casi, indiretta.rock, le Zollette di zucchero (Sykurmolarnir o anche, in inglese, The Sugarcubes, con il quale

anni debutta il ha partecipato a diverse tournée), che le combina con il vissuto islandese.220

le semplice ed Nell’ambito della lirica continua il successo della poetessa e traduttrice Ingibjörg

, il Haraldsdóttir (n. 1942), i cui versi all’apparenza semplici che si susseguono quasi

Sigurðsson, n.frammentati lasciano una scia di sensazioni e nostalgia, così come di Sigurður Pálsson (n.

che continua a1948), anche autore di teatro, che vede nell’opera letteraria un punto di incontro tra il mondo

onia e al giocoindividuale e l’esperienza collettiva. Assai dotato è altresì il più giovane Steinar Bragi

(Steinar Bragi Guðmundsson, n. 1975) che si è dedicato anche alla narrativa dove dà prova

ostmodernismodella stessa intensità linguistica che caratterizza la sua poesia.

nge verso una Il teatro islandese ha storia relativamente recente.221 Per tutto il XIX secolo la sua

ardo distaccatoesistenza era stata affidata a compagnie amatoriali e solo dal 1897 si era formata (dalla

o. Presuppostofusione di due di esse) la Compagnia teatrale di Reykjavík (Leikfélag Reykjavíkur), tuttora

un linguaggio, esistente. A lungo gli spettacoli nella capitale trovarono spazio a Iðnó, un locale

).appositamente costruito nel centro della città in quel medesimo anno. Un nuovo edificio

rímur Helgasondestinato alle rappresentazioni, il Teatro nazionale (Þjóðleikhúsið) disegnato dall’architetto

74) si soffermaGuðjón Samúelsson,222 fu inaugurato nel 1950. Nonostante la prevalenza della poesia e della

urarsi (anche inprosa, forti di una secolare tradizione, molti autori si sono dedicati a questo genere (magari

te a se stesse.anche grazie a un tirocinio all’estero). Iniziatore del teatro islandese contemporaneo è


che si ritrova inconsiderato Jökull Jakobsson (1933-1978) che fin dall’inizio degli anni ’60 avviò una intensa

. Esperienzeproduzione che avrebbe portato avanti per tutta la vita; in quel decennio debuttava anche

ro di un gruppoGuðmundur Steinsson (1925-1996) che, pur influenzato da Brecht, mostra una propria

, con il quale individualità artistica legata anche al mutato clima culturale. Così Oddur Björnsson (1932-

2011), che scrive anche musical e drammi radiofonici, si propone come allievo di Samuel

trice IngibjörgBeckett e del suo ‘teatro dell’assurdo’, una strada percorsa anche da Birgir Engilberts (1946-

seguono quasi1999). Negli anni ’70 si afferma Birgir Sigurðsson (n. 1937), anche poeta e prosatore, i cui

ður Pálsson (n.drammi realistici poggiano su una schietta critica sociale che nasce da posizioni di sinistra

ro tra il mondoma si stempera nello stile quasi lirico dei dialoghi; la sua opera Giorno di speranza (Dagur

Steinar Bragivonar, 1987), che mette in scena uno spaccato dell’umanità islandese del dopoguerra, sarà un

dove dà prova autentico successo. Neorealista e marxista è anche Vésteinn Lúðvíksson (n. 1944), mentre

Ólafur Haukur Símonarson (n. 1947), molto popolare, considera i rapporti tra gli individui e

secolo la suala complessità della società islandese in testi (è anche autore di poesie e romanzi) che non

formata (dallaperdono mai di vista l’importanza della parola letteraria.223 La più giovane Hrafnhildur

), tuttoraHagalín Guðmundsdóttir (n. 1965) è considerata attualmente il miglior talento del teatro

nó, un localeislandese.

nuovo edificio 14.4.2.5. Immigrati, bambini, ragazzi e criminali

o dall’architetto A conclusione di questo breve profilo letterario dal secondo dopoguerra in poi non si

a poesia e dellapossono tralasciare tre generi che caratterizzano in forma marcata le letterature scandinave

genere (magari negli ultimi decenni.

ntemporaneo è Il primo riguarda la cosiddetta ‘letteratura degli immigrati’, diretta conseguenza di un


viò una intensafenomeno che ha coinvolto in misura notevole questi Paesi,224 certo determinando

ebuttava anche problematiche, ma anche arricchendo (non solo di forza lavoro) la società e la cultura. Giunti

ra una propriadirettamente da terre lontane o comunque appartenenti a famiglie di rifugiati, trasferitisi in

örnsson (1932-Scandinavia alla ricerca di asilo politico o, più semplicemente, di migliori condizioni di vita,

ievo di Samuelquesti autori mostrano, con il loro contributo, di sentirsi ben integrati nella nuova patria: e

ngilberts (1946- tuttavia il loro retroterra culturale e la situazione ‘ibrida’ da loro vissuta costituiscono

prosatore, i cui elementi che condizionano non solo le loro opere ma anche il criterio con il quale esse

zioni di sinistravengono giudicate. Del resto la sensazione di essere comunque (quantomeno in parte)

Dagur‘stranieri’, le difficoltà di inserimento, la nostalgia per la patria di origine, i problemi di

oguerra, sarà uncomunicazione e di identità (bilinguismo e biculturalismo) non possono non ‘pesare’, anche

1944), mentrese si debba tener conto che le ‘nuove forme di scrittura’ (le ‘nuove forme di pensiero’) vanno

a gli individui ead ampliare il panorama letterario. Ci si limiterà qui a segnalare i nomi che paiono di

manzi) che non maggior rilievo.

ne Hrafnhildur In Danimarca, dove questo fenomeno (che si manifesta a partire dagli anni ’90) ha

ento del teatrodimensioni minori rispetto alla Svezia (ma anche alla Norvegia) sono state pubblicate diverse

opere (talora di carattere antologico) che presentano la ‘scrittura’ degli autori di origine

straniera. Qui si vogliono citare l’iracheno Muniam Alfaker (n. 1953), poeta che tocca temi

a in poi non siesistenziali ma anche drammaturgo e romanziere; il cileno Rubén Palma (n. 1954), giunto nel

ure scandinavePaese da profugo politico all’età di vent’anni, il quale mostra di saper ben ‘lavorare’ la sua

nuova lingua e scrive anche saggi per contribuire al dibattito sui problemi dell’immigrazione;

seguenza di unAdil Erdem (n. 1964), rifugiato dalla Turchia nel 1982, che si misura con diversi generi. Le
determinando esperienze di donna pachistana al confronto con una diversa cultura sono riversate in libri di

cultura. Giuntisuccesso dalla giornalista Rushy Rashid (n. 1968) che, dopo due matrimoni combinati con

i, trasferitisi in connazionali, ha trovato la propria strada e il proprio equilibrio anche sposando un collega

ndizioni di vita,danese. Nei versi della poetessa Milena Rudez (n. 1958), bosniaca, riecheggia la tragedia

nuova patria: edella guerra dalla quale è fuggita. Un diverso modo di tradurre in forma letteraria il proprio

a costituisconoretaggio culturale è mostrato da Birgithe Kosovic (n. 1972), di madre danese e padre serbo,

n il quale essedunque (almeno per metà) ‘immigrata di seconda generazione’ che ambienta il suo fortunato

meno in parte)romanzo La terra doppia (Det dobbelte land, 2010) nella ex Yugoslavia in guerra, mentre la

, i problemi dipolacca Janina Katz (1939-2013), poetessa, prosatrice, traduttrice e critica letteraria fa

‘pesare’, anchevolentieri ricorso a ricordi autobiografici.225

ensiero’) vanno In Svezia il fenomeno è ben più vasto e ha avuto avvio fin dalla fine degli anni ’60,

che paiono diquando (1969) ha debuttato il greco Theodor Kallifatides (n. 1938), arrivato nel Nord cinque

anni prima.226 Divenuto nel corso degli anni una sorta di ‘icona’ di questo tipo di letteratura,

i anni ’90) haegli è, piuttosto, uno ‘scrittore svedese’ a tutti gli effetti che, oltre a quelli legati

bblicate diverse all’immigrazione, affronta una grande varietà di temi. Ma mentre Kallifatides tralascia il

utori di originegreco per eleggere lo svedese a propria lingua letteraria (e non solo), il curdo Mehmed Uzun

che tocca temi(1953-2007), giunto in esilio in Svezia nel 1977, si avvantaggia del clima di libertà

954), giunto neld’espressione trovato nella nuova patria per dare un contributo alla letteratura nella sua

avorare’ la sua lingua madre, una varietà di curdo, idioma inviso al governo turco e da quello, addirittura,

’immigrazione; proibito.227 Nel 1976 era arrivata in Svezia la rumena Gabriela Melinescu (n. 1942) che

versi generi. Leaveva già alle spalle esperienze letterarie in patria: in una lingua concreta e allo stesso tempo
ersate in libri diimmaginosa ella si ispira volentieri alla Romania della sua infanzia. Questa autrice scrive

combinati conanche in rumeno e in francese. Molto apprezzato è anche il cubano René Vázquez Diaz (n.

ndo un collega1952), trasferitosi in Svezia nel 1975, autore di poesie, romanzi, saggi e traduzioni. Un forte

ggia la tragedialegame con la produzione letteraria del Paese d’origine mostra l’iraniana Jila Mossaed (n.

eraria il proprio1948) che dopo un tirocinio in patria si è presentata al pubblico svedese nella seconda metà

e padre serbo,degli anni ’90, periodo in cui esordisce anche il poeta nigeriano Cletus Nelson Nwadike (n.

il suo fortunato1966) i cui versi riflettono, tra l’altro, il persistente legame con l’Africa. In questo decennio

uerra, mentre la debuttano altre due scrittrici iraniane, le prosatrici Fateme Behros (1944-2009) e Azar

ca letteraria faMahloujian (n. 1949) nelle cui opere l’itinerario e le difficoltà del migrante sono considerati

anche dalla prospettiva femminile, mentre i ricordi della madrepatria montenegrina non

degli anni ’60,mancano di trasparire negli scritti di Zvonimir Popović (n. 1934) che inizia la propria

nel Nord cinquecarriera di scrittore nel 1998.228 Negli anni 2000 hanno cominciato a pubblicare, con

o di letteratura,notevole successo, Jonas Hassen Khemiri (n. 1978), ‘immigrato di seconda generazione’ di

a quelli legatimadre svedese e padre tunisino; Johannes Anyuru (n. 1979) di padre ugandese e madre

des tralascia ilsvedese, innanzi tutto poeta (ma anche drammaturgo e prosatore); l’iraniano Hassan Loo

Mehmed UzunSattarvandi (n. 1975) e la connazionale Marjaneh Bakhtiari (n. 1980); il cileno Alejandro

lima di libertàLeiva Wenger (n. 1976) anche sceneggiatore. Attivamente impegnata nella lotta contro ogni

atura nella sua forma di violenza nei confronti delle donne è Dilsa Demirbag-Sten (n. 1969) che non manca

llo, addirittura,di riferirsi al suo retroterra curdo. Un autore che tratta il problema dell’emigrazione in una

(n. 1942) che prospettiva umoristica è Zbigniew Kuklarz (pseudonimo di Petrus Zbigniew Kukulski, n.

lo stesso tempo1967), di genitori polacchi. Cittadinanza italiana ha Marcus Birro (n. 1972), di madre
a autrice scrive svedese, che affianca all’attività di pubblicista e conduttore di programmi quella di scrittore

ázquez Diaz (n.dai tratti non convenzionali e non troppo condizionato dal suo biculturalismo.

uzioni. Un forte In Norvegia la comparsa di una letteratura scritta da stranieri risale al 1986, anno in cui il

la Mossaed (n.pachistano Khalid Hussain (n. 1969), giunto qui (senza i genitori) a soli sei anni, pubblicava

a seconda metàil suo primo romanzo, Pakkis.229 L’anno successivo debuttava un altro prosatore

on Nwadike (n.‘d’importazione’, il ceco Michael Konůpek (n. 1948), espulso dal suo Paese per aver

uesto decennio sottoscritto insieme ad altri dissidenti la cosiddetta Charta 77 contro l’operato del governo:

-2009) e Azar nei suoi scritti si avverte l’orgoglio del proprio retroterra culturale messo a confronto con

ono considerati quello norvegese. Negli anni ’90 compaiono sulla scena letteraria la giovane Nasim Karim

ntenegrina non(n. 1974) di genitori pachistani, che affronta il tema del contrasto culturale vissuto dalla

izia la propriadonna che, nata in una famiglia legata alle tradizioni del proprio Paese d’origine, si trova a

pubblicare, convivere la realtà della cultura occidentale, e il cileno Pedro Carmona-Alvarez (n. 1972) poeta,

generazione’ diromanziere e musicista. Sul versante della lirica si possono citare anche il kosovaro Ismet

ndese e madreJanuzaj (n. 1963), il pachistano Jamshed Masroor (n. 1946) e il cinese He Dong (n. 1960) che

no Hassan Loosi dedica anche alla prosa. Gli ultimi due hanno pubblicato opere bilingui e hanno lavorato

leno Alejandro come traduttori. Il primo ha introdotto in Norvegia il ghazal, forma poetica derivata dalla

otta contro ognipoesia araba e caratteristica della letteratura urdu e persiana.230 Uno dei ‘ragazzi prodigio’

che non mancadella letteratura norvegese contemporanea (debuttante di successo a soli ventuno anni) è stato

grazione in unail poeta e prosatore ugandese Bertrand Besigye (n. 1972), giunto nel Paese in tenera età dopo

w Kukulski, n. che il padre, medico di Idi Amin (1925-2003), vi si era rifugiato temendo di cadere vittima

972), di madre della paranoia del dittatore. Ancora più giovane è la bosniaca Merima Maja Brkic (n. 1981),
ella di scrittoregiunta in Norvegia a dodici anni, nelle cui poesie (le prime pubblicate a soli quindici anni) si

riflette il clima della guerra così come vissuto da un bambino. Negli anni duemila debutta,

6, anno in cui ilfra gli altri, il curdo Memo Darez (n. 1963), che analizza l’incontro di diverse culture.231

nni, pubblicava La varietà dei temi e degli approcci nelle opere di tutti questi (e di altri) scrittori mostra,

altro prosatoreuna volta di più, quanto sia riduttivo voler stabilire una ‘categoria’ in cui inserire autori non

Paese per averdi origine (o cultura) esclusivamente scandinava.

to del governo: *

confronto con Un secondo genere, di ben più lunga tradizione, è quello della letteratura per l’infanzia e

e Nasim Kariml’adolescenza,232 che ha certamente la figura più significativa nella svedese Astrid Lindgren

e vissuto dalla(nata Ericsson, 1907-2002), debuttante nel 1945 con le fortunatissime storie che hanno per

gine, si trova aprotagonista Pippi Calzelunghe (Pippi Långstrump), cui si accompagneranno altri fortunati

n. 1972) poeta, personaggi. I libri della Lindgren, diffusi a livello mondiale, rappresentano certamente uno

kosovaro Ismet dei vertici raggiunti da questa tradizione letteraria che nel Novecento nordico aveva tratto

g (n. 1960) cheimpulso anche dalla nuova concezione della figura del bambino così come annunciato,

hanno lavoratoproprio all’inizio del secolo, da Ellen Key.233 Nel medesimo 1945 debutta anche, lo si

a derivata dallaricordi, la finno-svedese Tove Jansson, creatrice dei Mumin.234 Più recentemente uno

gazzi prodigio’straordinario consenso di pubblico su scala mondiale ha premiato il norvegese Jostein

no anni) è statoGaarder (n. 1952) per il romanzo Il mondo di Sofia (Sofies verden, 1991), nel quale l’autore

tenera età dopocon rara maestria riesce a ‘dosare’ la storia della filosofia all’interno di un racconto che ha

cadere vittima per protagonista una ragazzina. Ma molti altri (non da ultimo tra gli autori citati nei paragrafi

Brkic (n. 1981),precedenti)235 si sono dedicati con successo a questo tipo di scrittura, che viene ancora da
uindici anni) siparecchi considerata una sorta di ‘sorella minore’ della ‘letteratura propriamente intesa’:

uemila debutta, giudizio che, almeno nei casi delle opere più riuscite (si pensi, per restare a casa nostra, a Le

avventure di Pinocchio di Collodi), appare del tutto ingiustificato se solo si rifletta sulla

scrittori mostra, molteplicità dei piani di lettura che esse possono offrire anche a un lettore adulto (definizione

erire autori non sulla quale ci si dovrebbe, per altro, mettere d’accordo).

Si vogliono ricordare qui almeno i nomi di maggior spicco. Così i danesi Jens Sigsgaard

(1910-1991), psicologo e pedagogo; Halfdan Rasmussen (1915-2002), popolarissimo; Ole

per l’infanzia e Lund Kirkegaard (1940-1979) che sottolinea il contrasto tra il mondo infantile e quello di

Astrid Lindgrenadulti che hanno dimenticato cosa esso sia stato anche per loro; Bent Haller (n. 1946), che

che hanno perconsidera le difficoltà dell’essere bambino all’interno della società e con il Piccolo Lucifero

o altri fortunati(Lille Lucifer, 1996) propone in ambiente danese una storia simile a quella di cui è

certamente unoprotagonista il Nils Holgersson della Lagerlöf; Bjarne Reuter (n. 1950) nei cui libri si riflette

co aveva trattoil periodo della sua infanzia e adolescenza nella Danimarca tra gli anni ’50 e ’60.236 Decenni,

me annunciato, questi, in cui emergono in Svezia autori come Lennart Hellsing (n. 1919), il cui esordio risale

ta anche, lo sial 1945, ‘padre’ del notissimo personaggio Krakel Spektakel, un monello che ne combina di

entemente unotutti i colori (e per il cui nome non si trova traduzione più appropriata di Gianburrasca) e

vegese Jostein Marie Gripe (Maja Stina Walter, 1923-2007), le cui opere illustrate dal marito Harald (1921-

l quale l’autore 1992) sono state tradotte in moltissime lingue. Agli anni ’70 risale il debutto di Gunilla

acconto che haBergström (n. 1942) che ha creato, tra gli altri, il fortunato personaggio del piccolo Alfons

ati nei paragrafiÅberg (il cui nome nelle varie traduzioni è stato diversamente ‘adattato’) e di Anna- Clara

viene ancora daTidholm (n. 1946) prolifica autrice e illustratrice. Più recentemente Sven Nordqvist (n. 1946)
amente intesa’:ha riscosso un successo internazionale con le storie (che si legano alla ‘buona tradizione

Lesvedese’) sul vecchio contadino Pettson e il suo gatto Findus. Per altro la letteratura per

si rifletta sulla l’infanzia e l’adolescenza mostra di non rifuggire da argomenti ‘scomodi’ (come si constata

lto (definizionein Gaarder medesimo): in questa prospettiva si vuole citare qui almeno Annika Thor (n.

1950), svedese di famiglia ebrea, la quale in una serie di romanzi tratta con le dovute cautele,

Jens Sigsgaard ma al contempo con straordinaria efficacia e veridicità, il tema delle persecuzioni degli Ebrei

olarissimo; Oleda parte dei nazisti.237 Un messaggio politico di sinistra si trova nei libri per ragazzi di Sven

tile e quello diWernström (n. 1925). Nell’ultimo decennio ha ottenuto un notevole consenso lo scrittore

(n. 1946), che anglo-svedese Douglas Foley (n. 1949) per la sua capacità di parlare alle nuove generazioni

iccolo Luciferodi adolescenti nel loro medesimo linguaggio.

uella di cui è Il successo straordinario di un personaggio come Pippi calzelunghe (Pippi Långstrump) della

i libri si riflettescrittrice svedese Astrid Lindgren, è dovuto certamente in buona parte alla sua capacità di
comprendere il punto di vista dei bambini, del quale Pippi diventerà una ‘rivoluzionaria’ espressione.
Decenni,
Il primo libro della serie sarebbe uscito nel 1945,238 ma fin dal 1939 la Lindgren mostrava di avere
ui esordio risale
idee ben chiare in proposito. Si legga:
ne combina di
“Non è facile essere bambini, ho letto l’altro ieri su un giornale e mi sono stupita perché non
Gianburrasca) e
tutti i giorni si legge sul giornale qualcosa di vero. Chi parla è un rivoluzionario.
o Harald (1921-
Non è facile essere bambini, no! È difficile, molto difficile. Cosa significa dunque – essere
utto di Gunilla
bambini. Significa che bisogna andare a dormire, alzarsi, vestirsi, mangiare, lavarsi i denti e tenersi
piccolo Alfonsin ordine, quando va bene ai grandi, non quando uno ne ha voglia [...] Significa anche che bisogna

di Anna- Clarastare a sentire senza lamentarsi le osservazioni più personali da parte di qualsiasi adulto a proposito

dqvist (n. 1946)del proprio aspetto, condizioni di salute, vestiti che si hanno addosso e prospettive per il futuro.
uona tradizione Mi sono spesso domandata cosa succederebbe se si cominciasse a trattare i grandi allo stesso

letteratura per modo.


I grandi hanno una spiacevole tendenza a uscirsene con dei paragoni. Parlano volentieri della
ome si constata
loro infanzia [...] A quel tempo i bambini erano davvero speciali. Non prendevano mai note, solo
nnika Thor (n.
bellissimi voti in tutte le materie, si lucidavano sempre le scarpe da soli, si rifacevano il letto tutti i
dovute cautele,
giorni, tutte le mattine si lavavano le orecchie e il collo nell’acqua fredda e a loro piaceva il cibo
ioni degli Ebrei
sano e nutriente, principalmente pesce bollito e verdure. Il loro massimo divertimento era star dietro
ragazzi di Sven
ai più piccoli e il solo pensiero di ricevere in cambio i soldi per andare al cinema era per loro
nso lo scrittore
enormemente obbrobrioso. In breve – la loro infanzia era un’unica lunga lezione di
ove generazionicomportamento.239 Dev’essere a loro che il poeta pensava quando scriveva così: ‘Quando vediam

bambini, principi immaginiamo, però re adulti non ne troviamo.’”240

) della In Norvegia il successo di Gaarder costituisce il culmine di una tradizione di tutto rispetto
sua capacità di
rappresentata da autori come Aimée Sommerfelt (1892-1975), capace di far riflettere i
aria’ espressione.
giovani lettori su temi storici e sociali, Zinken Hopp (Signe Marie Brochmann, 1905-1987),
mostrava di avere
che fu inoltre apprezzata traduttrice, e Alf Kvasbø (1928-2014) che si ispira anche alla

tragedia della guerra.241 Negli anni ’40 aveva esordito Thorbjørn Egner (1912-1990) che nei
upita perché non
suoi testi ha cercato di trasmettere ai bambini un messaggio ‘socialmente utile’: il senso

dell’appartenenza e della solidarietà e, insieme, lo stimolo a sviluppare la propria creatività


dunque – essere

i i denti e tenersi
in forme proficue. Negli anni ’50 debuttavano Anne-Cath. (Anne-Catharina) Vestly (1920-

che che bisogna 2008), le cui opere sono state volentieri ‘tradotte’ in film, e Leif Hamre (1914-2007), capace

dulto a proposito di trasmettere il senso della vita come affascinante esperienza. Più recentemente scrittori

come Klaus Hagerup (n. 1946)242 e Tormod Haugen (1945-2008) hanno ben interpretato il
randi allo stesso sentimento dell’infanzia e dell’adolescenza che si sentono incomprese in un mondo di adulti

a loro volta a confronto (e a disagio) con tempi profondamente mutati. Nel 1987 Ingvar
o volentieri della
Ambjørnsen (n. 1956) pubblicava il primo libro della serie dedicata a due personaggi
o mai note, solo
destinati a diventare celebri: Pelle e Proffen, adolescenti che si trasformano in detective e
ano il letto tutti i
risolvono tutta una serie di situazioni complicate.243
o piaceva il cibo
In Islanda, dove non sono dimenticate le vecchie storie di Nonni,244 i nomi di rilievo sono
o era star dietro
quelli di Stefán Jónsson (1905-1966) che con i suoi racconti voleva stimolare i piccoli lettori
ma era per loro
alla riflessione; Ármann Kr. Einarsson (1915-1999) molto apprezzato; Hreiðar Stefánsson
nga lezione di

‘Quando vediam
(1918-1995) che scriveva in collaborazione con la moglie Jenna Jensdóttir (n. 1918); Magnea

Magnúsdóttir frá Kleifum (1930-2015) che colloca le vicende dei suoi libri nella cornice

di tutto rispettodella campagna islandese; Guðrún Helgadóttir (n. 1935)245 e Andrés Indriðason (n. 1941),

far riflettere ipopolarissimi e tradotti in diverse lingue. Notevole successo ha riscosso anche Andri Snær

nn, 1905-1987), Magnason (n. 1973) con La storia del pianeta blu (Sagan af bláa hnettinum, 1999) premiato

pira anche allacon diversi riconoscimenti, tradotto all’estero e adattato per il teatro.

2-1990) che nei *

utile’: il senso Un terzo genere particolarmente diffuso negli ultimi decenni e nel quale gli autori

opria creativitàscandinavi si sono guadagnati se non una sorta di primato almeno notevole fama anche

) Vestly (1920- all’estero è quello del romanzo ‘giallo’: poliziesco, di spionaggio o comunque ‘criminale’.

4-2007), capaceEsso per la verità era già stato coltivato con successo fin dagli anni ’60 e ’70 dagli autori

emente scrittorisvedesi Maj Sjöwall (n. 1935) e Per Wahlöö (1926-1975), marito e moglie, che avevano

n interpretato ilcreato il personaggio dell’investigatore Martin Beck, operativo a Stoccolma.246 Negli anni
mondo di adulti’80 fu la volta del danese Dan Turéll (1946-1993), poeta e romanziere che con la sua ‘serie

el 1987 Ingvardegli omicidi’, che comprende tredici storie pubblicate tra il 1981 e 1989, mostra quanto la

due personaggi ‘tentazione del romanzo criminale’ possa essere forte anche per uno scrittore non

o in detective especificamente votato a questo genere (il che è facilmente constatabile anche per molti degli

autori sopra citati). In quello stesso decennio debuttava Leif Davidsen (n. 1950) con storie di

di rilievo sonointrighi internazionali e di spionaggio.247 Dalla fine degli anni ’70 anche il norvegese Fredrik

i piccoli lettoriSkagen (n. 1936) si è dedicato, con continuità, a questo genere, mostrando grande abilità

ðar Stefánssonnella creazione dell’atmosfera drammatica.

1918); Magnea In un ambito, come quello della ‘letteratura criminale’, nel quale l’organicità della storia,

ri nella cornice le corrispondenze e i meccanismi interni hanno importanza fondamentale (e costituiscono

ason (n. 1941),una irrinunciabile aspettativa del lettore), poco ‘spazio di libera manovra letteraria’ pare

he Andri Snæressere lasciato all’autore, il quale resta in un certo senso sottomesso alle esigenze di un

1999) premiatoracconto ‘chiuso’. In ciò il limite di questo genere che, nei migliori, viene tuttavia superato

dalla capacità di lavorare sull’ambientazione delle storie, sui caratteri dei personaggi e sulla

natura delle loro relazioni, nel che può trovare spazio una riflessione, quando non una

uale gli autoridenuncia.248

ole fama anche E i migliori sono certamente in Danimarca Peter Høeg (n. 1957), che nel 1992 ha

que ‘criminale’. conseguito uno straordinario successo (ma del resto questo autore è ben più che un semplice

70 dagli autori scrittore di gialli) con Il senso di Smilla per la neve (Frøken Smillas fornemmelse for sne);249

e, che avevanoin Svezia Henning Mankell (n. 1948), creatore del celebre commissario Kurt Wallander di

Negli anniYstad; Jan Guillou (n. 1944), giornalista e narratore di storie di spionaggio;250 Stieg Larsson
on la sua ‘serie(1954-2004),251 la cui trilogia nota come Millennium (dal nome della rivista in cui lavora il

ostra quanto la protagonista maschile) e pubblicata postuma ha conquistato i lettori e (nelle versioni

scrittore non cinematografiche e televisive) gli spettatori di tutto il mondo;252 Håkan Nesser (n. 1950), con

per molti degli la serie sul commissario Van Veeteren; Liza Marklund (n. 1962) che preferisce una detective

0) con storie di donna (la commissaria Annika Bengtzon).253 In Norvegia i nomi di maggior spicco sono

rvegese Fredrikquelli di Gunnar Staalesen (n. 1947), dallo stile realista, il cui personaggio principale è il

grande abilitàdetective Varg Veum;254 di Karin Fossum (Karin Mathisen, n. 1954), molti dei cui romanzi

(che hanno per protagonista l’investigatore Konrad Sejer) sono divenuti anche dei film; di

cità della storia, Anne Holt (n. 1958) considerata la rappresentante del romanzo criminale in prospettiva

e costituisconofemminista.255 Un successo che ha oltrepassato i confini nazionali è quello dell’islandese

letteraria’ pareArnaldur Indriðason (n. 1961), tradotto anche in italiano, e del faroese Jógvan Isaksen (n.

esigenze di un1950), noto studioso di letteratura oltre che scrittore.256

uttavia superato Certamente l’interesse per storie al contempo intricate e semplici, l’agevole trasposizione

sonaggi e sullacinematografica e televisiva, il bisogno del pubblico di disporre di ‘testi di svago’, hanno

uando non una contribuito in misura notevole al successo di questo genere. Il tempo selezionerà le opere

destinate a restare.

e nel 1992 ha 14.4.3. Il mondo dell’arte

he un semplice In panorama delle arti figurative in Scandinavia dopo la seconda guerra mondiale è

249 davvero affollato e complesso: anche qui come in letteratura (forse, addirittura, in misura

rt Wallander di maggiore) la tendenza dei singoli (anche quando lavorino in ‘collettivo’) a ricercare un

Stieg Larssonproprio percorso e una propria forma espressiva (per altro spesso provvisori) si combina con
in cui lavora illa perdita definitiva di sicuri punti di riferimento e con la questione (quanto mai attuale) di

(nelle versioni cosa ‘sia o non sia arte’ (con ciò intendendo anche l’oggetto della rappresentazione) e con la

r (n. 1950), con conseguente apertura a scelte (anche di nuovi materiali) non di rado giudicate provocatorie,

e una detectivequando non addirittura inaccettabili. Al che si aggiungano gli influssi derivanti dagli stretti

or spicco sono contatti con artisti stranieri, ricercati soprattutto dopo la fine del conflitto. Tutti questi fattori

principale è il vanno a comporre un quadro assai variegato e dinamico. E tuttavia, prima di proporre una

dei cui romanzibreve rassegna degli artisti più significativi, sarà doveroso menzionare un ambito nel quale i

che dei film; diPaesi scandinavi sono da tempo all’avanguardia, vale a dire quello del design che combina la

in prospettivafunzionalità (non a caso esso molto deve al funzionalismo) con l’estetica, ma che poggia

o dell’islandeseanche su una antica e consolidata abilità artigianale. Un settore che nel secondo dopoguerra

van Isaksen (n. (soprattutto dagli anni ’50) ha conosciuto una indiscussa affermazione, una costante crescita

e un generale riconoscimento.257 E non si ometterà di citare la fotografia (spesso intersecata

le trasposizionecon la creazione di altre forme di arte) che ha prodotto, nei migliori casi, veri e propri

svago’, hannocapolavori.258

ionerà le opere 14.4.3.1. Arte danese

Per tornare alle arti visive: nell’ottica della commistione di forme, di stili e materiali di

cui si è detto, non stupirà dunque che in Danimarca una figura emblematica come Richard

rra mondiale èWinther (1926-2007) abbia sperimentato diverse forme di arte (dalla concreta alla collettiva),

tura, in misuracon pitture, sculture, fotografie, ceramiche. Egli è del resto un esemplare rappresentante del

a ricercare ungruppo (fondato nel 1947) che ebbe nome Linea II (Linien II) il quale, almeno inizialmente,

si combina conavrebbe dovuto portare avanti l’indirizzo astratto e surrealista,259 ma passò poi al
mai attuale) di concretismo che di fatto introdusse nel Paese con le esposizioni tenute tra il 1950 e il 1952 e

azione) e con laalle quali parteciparono anche prestigiosi nomi stranieri come Kandinsky e Le Corbusier.

e provocatorie,Con lui, tra gli altri, artisti come Richard Mortensen (1910-1993) che nell’immediato

nti dagli stretti dopoguerra era stato a Parigi donde aveva riportato in patria la lezione di un astrattismo

tti questi fattoriormai rivolto al concretismo; l’eclettico Gunnar Aagaard Andersen (1919-1982), che si

di proporre una dedicò anche alla scenografia e al design; Preben Hornung (1919-1989), noto per diverse

bito nel quale iopere monumentali; Ib Geertsen (1919-2009) e Paul Gadegaard (1920-1996), pittori e

che combina lascultori che avevano abbandonato il naturalismo; Albert Mertz (1920-1990) anche critico

ma che poggiad’arte e docente. In scultura le nuove tendenze sono ben rappresentate da Robert Jacobsen

ndo dopoguerra(1912-1993), rimasto in Francia fino al 1969 e noto a livello internazionale, e da Søren

ostante crescitaGeorg Jensen (1917-1982), conosciuto anche come creatore di oggetti in argento.260

esso intersecata Nel 1948 alcuni artisti belgi, olandesi e danesi fondavano nella capitale francese il

, veri e proprigruppo COBRA.261 Sebbene venisse sciolto solo tre anni dopo, il contributo che esso portò a

livello europeo fu fondamentale per l’impulso determinante dato all’arte astratta e

‘spontanea’.262 Tra di loro si distinguono i danesi Henry Heerup (1907-1993), Egill Jacobsen

i e materiali di (1910-1998),263 Ejler Bille (1910-2004), Else Alfelt (1910-1974) e, soprattutto, il di lei

come Richardmarito Carl-Henning Pedersen (1913-2007). Se nelle opere pittoriche l’influsso di Picasso e

alla collettiva),di Paul Klee è palese, si deve altresì constatare come in molti l’ispirazione cerchi sbocco non

presentante delsoltanto nella pittura e nella scultura ma anche nella grafica e nella composizione che ricorre

no inizialmente,a materiali inusitati (a esempio il linoleum o, addirittura, rottami di metallo). Per altro

passò poi al quest’ultimo aspetto, insieme alla varietà delle forme espressive, sarà una costante per la
950 e il 1952 emaggior parte degli artisti anche nei decenni a venire. Il gruppo COBRA allestirà importanti

Le Corbusier.mostre a Bruxelles e Amsterdam nel 1949 e a Liegi nel 1951, lo stesso anno in cui verrà

nell’immediatoorganizzata a Copenaghen una “Esposizione di marzo” (Martsudstillingen), evento al quale

un astrattismoseguirà la formazione, da parte dei promotori, di un gruppo che si porrà come obiettivo di

9-1982), che sidedicarsi all’arte in se stessa, svincolandola dal mutare delle correnti.264 Gli anni ’50

oto per diverseconoscono dunque una marcata innovazione e sperimentazione che recependo le tendenze

996), pittori etedesche,265 francesi,266 inglesi e americane nel decennio successivo si misurerà con pop art e

) anche criticohappening.267 I tentativi, per quanto convinti ed esteticamente solidi, di difendere una visione

Robert Jacobsenpiù tradizionale (un intento per taluni versi anche ‘etico’)268 non avrebbero comunque potuto

le, e da Sørenarrestare un processo che si legava (al contempo influenzandola) alla trasformazione della

società.269 Del resto proprio questo era l’intento della cosiddetta Eks-skole, vale a dire la

ale francese ilScuola d’arte sperimentale (Den Eksperimenterende Kunstskole), fondata nel 1961

he esso portò adall’eclettico Paul Gernes (1925-1996)270 allo scopo (una volta di più in polemica con

arte astratta el’accademia) di riformare l’insegnamento privilegiando il lavoro dell’artista (maestro o

Egill Jacobsen allievo) e il messaggio da trasmettere rispetto all’opera (nello spirito dell’arte concettuale).

ttutto, il di leiQui avrebbero lavorato figure come Bjørn Nørgaard (n. 1947), scultore e grafico271 e Per

so di Picasso eKirkeby (n. 1938), artista eclettico (pittore, scultore, architetto, regista, scrittore) che nel

rchi sbocco nontentativo di dare espressione alla molteplicità del reale ricorre a materiali estranei alla

one che ricorretradizione (a esempio cartone, masonite, ritagli di giornale o rivista), ma anche Stig Brøgger

allo). Per altro (n. 1941), scultore e pittore da subito aperto alle nuove tendenze. L’indirizzo della scuola ne

costante per larendeva naturale la vicinanza al movimento sovrannazionale noto come Fluxus272 che
stirà importanti portava avanti l’idea dell’abolizione dei confini (ritenuti arbitrari) tra arte e vita, tra artista e

no in cui verrà pubblico, traducendo la quotidianità in atto creativo, focalizzandosi su una determinata

evento al qualesituazione (si pensi al ‘situazionismo’ di Asger Jorn e del fratello Jørgen Nash)273 e

me obiettivo ditrasformando lo spettatore in protagonista di performance e happening nelle quali era

Gli anni ’50prevista la contemporaneità e l’interazione di diverse forme espressive (arti visive, musica,

do le tendenzedanza, teatro, poesia).274

e Tutto ciò si poneva, naturalmente, in un’ottica rivoluzionaria, anche dal punto di vista

ere una visionepolitico. E, del resto, la tendenza a una forte politicizzazione della cultura, che si manifesta

munque potutonegli anni ’60 per ‘esplodere’ nel decennio successivo, non poteva non coinvolgere le arti

rmazione dellafigurative. Un esempio eclatante è la performance di Bjørn Nørgaard e di sua moglie Lene

vale a dire laAdler Petersen (n. 1944) i quali il 30 gennaio 1970 in un mercato di Hornsherred (Selandia)

data nel 1961uccisero un cavallo e lo macellarono pubblicamente, conservandone poi i pezzi sotto

polemica conformalina con l’intento di esporli alla mostra Tabernakel presso il noto museo d’arte

sta (maestro omoderna Louisiana.275 Ciò per mostrare con un gesto clamoroso come l’abbattimento di un

te concettuale).animale destasse molto più scalpore e sdegno della quotidiana uccisione di tante vittime

e Per innocenti nella guerra del Vietnam. Per altro negli anni ’70 non mancherà il lato

rittore) che nel‘femminista’ dell’arte, per certi versi ‘inaugurato’ ancora da Lene Adler Petersen la quale

li estranei allanella primavera del 1969 era entrata nel palazzo della borsa di Copenaghen completamente

he Stig Brøggernuda reggendo in mano una croce come una sorta di Cristo al femminile: con ciò volendo al

della scuola necontempo sottolineare, in un ambiente dominato dai maschi e dal ‘dio denaro’, la povertà

chespirituale e la ‘povera’ condizione sociale della donna. L’anno successivo venne aperta a
ita, tra artista eCopenaghen la prima esposizione di arte femminista: “Immagini di donna”

na determinata(Damebilleder).276 Altre mostre di questo genere si tennero a Copenaghen nel palazzo di

eCharlottenborg (1975) e nella residenza di Sophienholm a nord della capitale (1978).277

nelle quali era In un ambiente tanto dinamico nuovi artisti sono venuti alla ribalta: Arne Haugen

visive, musica, Sørensen (n. 1932), sostanzialmente autodidatta, pittore ‘errante’ e in continua ricerca (da

tempo trasferito in Spagna) che sembra trovare la migliore espressione in temi religiosi, e il

punto di vistafratello Jørgen Haugen Sørensen (n. 1934), anch’egli autodidatta, autore di opere ‘di

he si manifestacontestazione’ verso la scultura tradizionale. Ma anche i più giovani Merete Barker (n. 1944)

nvolgere le artiche si ispira a “visioni della terra e delle città” (“Visions of Earth and the Cities”);278 Niels

ua moglie Lene Nedergaard (1944-1987), il cui astrattismo si basa sullo studio e la combinazione di colori in

erred (Selandia)forme geometriche influenzate dallo stile decorativo islamico,279 e Torben Ebbesen (n. 1945),

i pezzi sottoscultore. Questi tre artisti sono figure rappresentative di un gruppo fondato nel 1976 e attivo

museo d’artefino al 1988 che ebbe nome Nuova astrazione (Ny Abstraktion); il loro intento era quello di

attimento di unesprimersi attraverso le infinite potenzialità dello spazio e del colore.280 La vitalità di questa

di tante vittimecompagine è testimoniata dall’adesione, ancora negli ultimi anni, di nuovi nomi, tra gli altri

ncherà il latoBjarne v.H.H. Solberg (n. 1945), anche scenografo. Un altro gruppo degno di menzione

tersen la quale(attivo tra il 1971 e il 1988) è quello degli espressionisti di Violet Sol,281 mentre Zebra (sorto

completamentenel 1976 e indirizzato al lavoro nell’arte grafica) è formato per lo più da allievi del celebre

ciò volendo alPalle Nielsen (1920-2000).282

aro’, la povertà L’attività di queste associazioni testimonia il dinamismo del mondo artistico danese che

venne aperta aanche negli anni ’80 continua a proporre nuove ricerche e ad allestire nuove mostre. Nel
i di donna” 1981 veniva costituito un gruppo che denominò il proprio atelier (collocato in Rosenørns

nel palazzo diAllé 29 a Copenaghen) Officina il Peggio (Værkstedet Værst): all’inizio esso era composto

da Dorte Østergaard Jakobsen (n. 1958), che sarebbe divenuta una importante designer in

Arne Haugenambito tessile, Erik A. (August) Frandsen (n. 1957), autodidatta, e Christian Lemmerz (n.

nua ricerca (da1959), un tedesco trasferitosi in Danimarca. A loro si unirono poi Ane Mette Ruge (n. 1955)

mi religiosi, e ilesperta di video arte e fotografia, e suo marito l’olandese Jacob F. (Frederik) Schokking (n.

e di opere ‘di1956). L’anno successivo essi aprirono una scuola il cui allievo Lars Nørgård (n. 1956) fu

Barker (n. 1944)presto accolto nel gruppo. Il quale, per altro, sarebbe stato sciolto già due anni dopo, non

Nielssenza aver segnato un importante punto di svolta per il rinnovamento dell’arte danese, in

one di colori inprimo luogo la pittura, in reazione al concettualismo e al minimalismo. Mentre artisti di

besen (n. 1945),talento come Jens Birkemose (n. 1943), a lungo vissuto in Francia, e Peter Brandes (n. 1944)

el 1976 e attivocontinuavano a esprimersi efficacemente nelle forme dell’espressionismo astratto, anche

to era quello dinell’ambito dell’accademia e in parallelo con gli sviluppi tedeschi (e italiani) si ritornava ora

italità di questa (seppure gradualmente) a un’arte figurativa, ispirata in primo luogo al corpo umano. Essa

omi, tra gli altri tuttavia si esprimeva in forme improvvisate, impulsive, per certi versi sregolate e violente.

o di menzioneSimbolicamente il punto di svolta fu segnato dalla mostra dal titolo “Il coltello sulla testa”

(sorto (Kniven på hovedet) allestita nel 1982 a Tranegården283 e nella quale esposero allievi

ievi del celebredell’accademia: per le caratteristiche delle loro opere questi pittori emergenti (diversi fra i

quali avevano frequenti rapporti con l’Officina il Peggio) furono etichettati come “i giovani

tico danese cheselvaggi” (“de unge vilde”).284 A questa definizione corrispondono anche Inge Ellegaard

ve mostre. Nel(1953-2010), Knud Odde Sørensen (n. 1955), anche musicista di punk-rock, e Lars Ravn (n.
o in Rosenørns1959), che traduce il suo senso della vita (non certo privo di critica) in immagini dai forti

o era compostocolori. Con questa esposizione fu sancito il rilancio della pittura che negli anni ’70 aveva

in perso vigore. Al 1984 risale la nascita di Leifsgade 22, gruppo fondato, tra gli altri, dalla

n Lemmerz (n. scultrice Anita Jørgensen (n. 1942) e dall’eclettico Frans Kannik (1949-2011), interessato

Ruge (n. 1955) all’arte dell’installazione.285 L’attività di Officina il Peggio (cessata nel 1983) fu per certi

) Schokking (n.versi portata avanti dal Gruppo di performance il Peggio (Performancegruppen Værst),

rd (n. 1956) fuanche se l’unico artista che prese parte a entrambe le esperienze fu il tedesco Christian

anni dopo, nonLemmerz; una figura significativa in questo contesto è stata quella del pittore Michael

arte danese, inKvium (n. 1955), che dipinge soprattutto figure umane al contempo grottesche e surreali.286

Mentre artisti di Gli artisti che avevano esposto a Tranegården erano allievi di Stig Brøgger e di Hein

andes (n. 1944)Heinesen, scultori che insieme a Willy Ørskov (1920-1990)287 avevano esercitato (anche con

astratto, anchel’insegnamento) notevole influenza. Ma la nuova, ‘più libera’ scultura, rappresentata in

si ritornava oraprimo luogo da Erland Knudssøn Madsen (n. 1942), Steen Krarup Jensen (n. 1950), Morten

o umano. Essa Stræde (n. 1956), Elisabeth Toubro (n. 1956) e Henrik B. (Bjørn) Andersen (n. 1958),

late e violente.combina l’uso di materiali (talora inusitati) con l’intreccio degli stili.

ello sulla testa” Nel 1989 si teneva per l’ultima volta la rassegna nota come Å-udstillingen,288 una

sposero allieviesposizione itinerante che a partire dal 1953 aveva rappresentato una vetrina per l’arte danese

ti (diversi fra i contemporanea.289 Due anni prima era stato costituito il gruppo Baghuset che presentava i

ome “i giovanipropri lavori (soprattutto installazioni) nell’omonima galleria.290 Negli anni ’90 la

Inge Ellegaardsperimentazione è andata avanti e nuove forme e tendenze come la videoarte291 o l’uso di

e Lars Ravn (n.strumenti digitali o interattivi hanno conquistato spazio, tuttavia si constata anche un ritorno
magini dai fortialla tradizione: molto apprezzati sono infatti artisti come Thomas Kluge (n. 1969), che

anni ’70 aveva(anche se non manca di produrre opere di moderna enigmaticità) ripropone la bellezza del

gli altri, dallaritratto realizzato con una tecnica che si rifà ai grandi del passato, o Anders Moseholm (n.

11), interessato1959) che dipinge immagini indistinte e, al contempo, di chiarissima ‘lettura’ di metropoli

83) fu per certianonime o di interni ampi e decoratissimi nei quali prevale l’aspirazione all’estensione dello

), spazio e, insieme, una sensazione di vuoto. Del resto negli ultimi anni ha ripreso vigore il

desco Christiangusto della raffigurazione (magari combinata con motivi astratti, surreali o naïf) per cui si

pittore Michaelpuò, con le dovute cautele, parlare di una sorta di realismo. Del che testimoniano (seppure in

modi assai diversi!) le opere di pittori come John Kørner (n. 1967), Kaspar Bonnén (n.

gger e di Hein 1968),292 Kathrine Ærtebjerg (n. 1969), Simone Aaberg Kærn (n. 1969) e, forse, anche Eske

tato (anche con Kath (n. 1975).

appresentata in Altri nomi di recente affermazione sono quelli di Martin Bigum (n. 1966) che produce

1950), Mortenquadri animati da immagini spesso coloratissime ed è anche poeta, e Tal R (Tal Rosenzweig,

rsen (n. 1958),n. 1967), nato in Israele ma cresciuto in Danimarca fin dalla più tenera età, che traduce la sua

molteplice ispirazione in opere che sembrano composte con ingredienti casuali, ma che

unarispondono a un bisogno (non di rado espresso in forme umoristiche) di critica sociale.

er l’arte danese Nella scultura contemporanea il più dotato pare essere Ólafur Elíasson (n. 1967), di

he presentava i genitori islandesi, le cui creazioni molto apprezzate e realizzate in diversi Paesi del mondo

anni ’90 laprevedono non di rado l’interazione dinamica di elementi (come luce, ombra, acqua, umidità)

o l’uso dicon le componenti dell’installazione: un insieme nel quale lo spettatore si sente attivamente

nche un ritornopartecipe. Un’arte per molti versi parallela è quella di Jeppe Hein (n. 1974), che per altro era
(n. 1969), chestato suo assistente. Il più anziano Jens Galschiøt (n. 1954) affida invece alla propria scultura

la bellezza delun messaggio politico per denunciare ingiustizia e sopraffazione, mentre Frans Jacobi (n.

Moseholm (n.1960) è considerato un neorealista. Come si vede un quadro che promette futuri e interessanti

a’ di metropoli sviluppi.

estensione dello

ipreso vigore il

) per cui si

ano (seppure in

par Bonnén (n.

rse, anche Eske

6) che produce

al Rosenzweig,

e traduce la sua

asuali, ma che

n (n. 1967), di

aesi del mondo

acqua, umidità)

nte attivamente

he per altro era


stato suo assistente. Il più anziano Jens Galschiøt (n. 1954) affida invece alla propria scultura

un messaggio politico per denunciare ingiustizia e sopraffazione, mentre Frans Jacobi (n.

1960) è considerato un neorealista. Come si vede un quadro che promette futuri e interessanti

sviluppi.
14.4.3.2. Arte svedese

In Svezia nel secondo dopoguerra la nuova stagione fu inaugurata da una celebre mostra

di Arte giovane (Ung konst) tenuta a Stoccolma nel 1947 presso la galleria Färg och

Form.293 Gli artisti che vi presero parte furono presto etichettati come “uomini del 1947”

(“1947 års män”), definizione data dal critico Lars-Erik Åström (1917-1994)294 e che,

sebbene non tenesse in alcun conto il fatto che tra gli espositori vi era anche una donna

(Randi Fisher, 1920-1997), fu presto recepita e diffusa ma – soprattutto – intesa come

indicativa di un momento di svolta, vale a dire l’introduzione nel Paese del concretismo. In

realtà gli artisti che avevano preso parte alla mostra – tra i quali si segnalano Lennart Rodhe

(1916-2005), Uno Vallman (1913-2004), Olle Bonniér (n. 1925) e la stessa Fischer –295 non

costituivano affatto un gruppo con un orientamento comune e il loro concretismo era

tutt’altro che compiuto. Ma la ricerca di nuove forme era anche l’obiettivo del gruppo degli

Imaginisti (Imaginisterna), costituitosi a Malmö nel 1945 e dissoltosi verso la metà degli

anni ’50, i cui rappresentanti più significativi erano Max Walter Svanberg (1912-1994) e

C.O. (Carl Otto) Hultén (1916-2015).296 Partendo da un’arte surrealista (alla quale Svanberg

sarebbe poi tornato) essi volevano ‘mitigare’ i suoi effetti con una ricchezza di immagini

fantastiche (in primo luogo figure femminili, farfalle, uccelli, pesci) che ‘accompagnassero

poeticamente’ la lettura del quadro. Tra le diverse esposizioni da loro organizzate ve ne fu

una anche a Parigi (1953).297

Negli anni ’50, che vedono il moltiplicarsi delle esperienze artistiche, sia per l’emergere

di nuovi nomi sia per il formarsi di diverse associazioni in tutto il Paese, si constata la
contemporanea presenza di svariate tendenze. Si va dall’espressionismo del pittore e poi

celebre mostrascultore Torsten Renqvist (1924-2007) al surrealismo (ripreso, come detto, da Max Walter

Färg ochSvanberg), all’astrattismo e al concretismo. Queste tendenze si ritrovano nelle opere di artisti

mini del 1947”come Rune Jansson (1918-2014), che insieme a Eddie Figge (1904-2003)298 fu uno dei primi

e che,a esercitare l’arte informale, con la quale era venuto in contatto durante un soggiorno in

che una donnaFrancia, o come Ulf Trotzig (1925-2013) che nella ripetizione dei suoi motivi preferiti (alberi

– intesa come e uccelli) cerca di fissare in immagini l’inesorabile scorrere dell’esistenza.299 Un notevole

concretismo. Inimpulso al rinnovamento venne dall’immigrato Endre Nemes (Endre Nágel, 1909-1985), di

Lennart Rodhe famiglia ungherese, giunto in Svezia all’inizio della seconda guerra mondiale. Egli poté

non presto esporre le proprie opere ed entrare in contatto con i colleghi.300 Tra il 1947 e il 1955 fu

oncretismo era direttore della Scuola d’arte di Valand301 dove introdusse le nuove tendenze sviluppatesi

el gruppo deglinell’Europa centrale (e l’uso degli smalti); il suo allievo migliore è forse Acke Oldenburg

o la metà degli (1923-2005), le cui produzioni sono spesso caratterizzate dalla forza di colori contrapposti.

(1912-1994) eMa la sua lezione incontrò anche l’opposizione di taluni critici (come Torsten Bergmark,

quale Svanberg1920-1996) e anche Torsten Renqvist, suo successore alla guida della scuola, disapprovò

za di immaginiun’immediata (e non sufficientemente ponderata) adesione alle nuove correnti.302 In ogni

compagnasserocaso nel 1954 alcuni allievi di Nemes, cui era stato rifiutato l’ingresso nel Club degli artisti

izzate ve ne fudi Göteborg (Göteborgs konstnärsklubb), fondarono il Gruppo 54 (Grupp 54) che aprì un

proprio spazio espositivo (Galleri 54). Gli aderenti seguivano l’astrattismo e il

per l’emergere surrealismo.303 In questi anni dunque la pratica dell’arte ‘nuova’ è proficuamente esercitata:

, si constata lane danno prova esemplare pittori come il sopra citato Olle Bonniér, che si dedica a opere
el pittore e poiastratte segnate da precisione geometrica e sapiente cromatismo, e Olle Bærtling (1911-

da Max Walter 1981), anche scultore, che si affida a semplici linee geometriche e a una netta separazione dei

opere di artisti colori; gli scultori Vicke (Viktor) Lindstrand (1904-1983) creatore di monumentali opere in

u uno dei primi vetro (ma anche di eleganti oggetti di design); Bror Marklund (1907-1977), anche

n soggiorno inscenografo, che interpreta variamente la figura umana con tratti ora delicati ora decisi, in

preferiti (alberiforme ora realistiche ora astratte, ma sempre con un che di primitivo o, quanto meno, di

Un notevoleantico; Arne Jones (1914-1976), uno degli “uomini del 1947” ma, soprattutto, uno dei grandi

1909-1985), diinnovatori della scultura svedese; Gert Marcus (1914-2008), di padre tedesco, che seppure

diale. Egli potéprivo di una regolare formazione seppe trarre insegnamento da diversi soggiorni all’estero

947 e il 1955 fu(Francia e Italia) e sviluppò un concretismo fatto di linee semplici e di armonia cromatica.304

ze sviluppatesiParallelamente continuava la produzione di Torsten Billman (1909-1989), interprete a suo

cke Oldenburgmodo del socialrealismo, che sarebbe divenuto celebre come grafico e interprete, con le

ri contrapposti.proprie illustrazioni, di importanti testi letterari (ma anche di eventi storici sconcertanti). Tra

sten Bergmark,gli anni ’50 e i ’60 pittori che ebbero successo nel campo della grafica sono Philip von

ola, disapprovò Schantz (1928-1998), allievo di Otte Sköld,305 e Nils G. (Gunnar) Stenqvist (1934-2005),

In ogniautore anche di sculture e dipinti ispirati alle forme armoniose di una chiocciola.

lub degli artisti Gli anni ’60 conoscono in Svezia (come altrove) una riviviscenza del dadaismo il cui

) che aprì un rifiuto di ogni regola coinvolge ora anche le esperienze moderniste. Una importante

trattismo e ilconseguenza sarà l’apertura del mondo dell’arte, con ciò intendendo il definitivo

mente esercitata:superamento di regole fisse sia per quanto riguarda i generi sia per quanto riguarda i

dedica a operemateriali. Il che condurrà, nello stesso tempo, all’interazione che origina dall’interesse per
Bærtling (1911-forme espressive nate (o sviluppatesi) in tempi ancora relativamente recenti, come la

separazione deicinematografia, la pubblicità, i prodotti dei media. Questo sbocco metterà in discussione

mentali opere inl’idea stessa di arte, così come considerata tradizionalmente: la volontà di avvicinarla alla

7-1977), anchevita (fino a una sorta di identificazione) e, insieme, quella di coinvolgere quasi

i ora decisi, inparitariamente il creatore di un’opera e il suo pubblico, spalancheranno spazi creativi ma

uanto meno, di condurranno anche a risultati assai criticati (e criticabili). Del resto questo sviluppo si

uno dei grandimanifesterà in parallelo a una crescente politicizzazione dell’impegno artistico, non certo

co, che seppureesclusiva, come si è avuto modo di constatare, di questo ambito culturale. Anche qui si

giorni all’esterocercherà dunque di esprimere l’ispirazione in forme nuove, anche qui si sperimenteranno

304happening306 e performance, anche qui si riuniranno collettivi. In molti casi con lo scopo

nterprete a suo esplicitamente dichiarato di produrre un vero e proprio cambiamento sociale in senso

erprete, con leanticapitalista e antimperialista. La pop art fa il suo ingresso nel Paese.

oncertanti). TraContemporaneamente, tuttavia, taluni persisteranno in una ricerca individuale: così Staffan

ono Philip vonHallström (1914-1976) dallo stile neoespressionista, così anche Erland Cullberg (1931-

st (1934-2005),2012), a lungo tormentato da disturbi mentali, che ha lavorato si potrebbe dire

‘ostinatamente’ col colore in opere anch’esse di carattere espressionista e, nonostante il

dadaismo il cui debutto in questo decennio, avrebbe non a caso conosciuto l’affermazione solo a partire dagli

Una importanteanni ’80; così Lasse Anders Andréasson (1924-2007), anche apprezzato scultore.307

o il definitivo Ma altri, come si è detto, percorrevano strade diverse, in molti casi non limitandosi a

anto riguarda i elaborare un messaggio politico attraverso le opere308 o propugnando l’idea dell’arte come

all’interesse perprodotto di massa,309 ma anche impegnandosi direttamente in prima persona con il dibattito
centi, come la(o la provocazione). Artisti di questo genere sono, a esempio, Roj Friberg (n. 1934), pittore,

in discussionegrafico e scenografo che crea immagini avare di colori (almeno fino alla metà degli anni ’80)

avvicinarla allasegnate dall’atmosfera del sogno tormentoso, talora quasi della distopia;310 il marxista

nvolgere quasiÖyvind Fahlström (1928-1976), di padre norvegese, che tralasciata la strada della scrittura si

azi creativi madedica alla pop art con happening e performance (anche negli Stati uniti);311 Torsten

sto sviluppo si Bergmark (1920-1996), pittore che traduce le proprie riflessioni in materia in una serie di

tico, non certoscritti. Altri nomi di rilievo che segnano il clima predominante del decennio312 sono quelli di

. Anche qui si Carl Fredrik Reuterswärd (n. 1934), anche poeta, che a metà degli anni ’60 introduce

perimenterannol’ologramma e più tardi diventerà celebre per la sua interpretazione figurativa della ‘Non-

si con lo scopoViolenza’ (Non-Violence) tradotta esemplarmente in sculture che rappresentano una pistola

ociale in sensocon la canna annodata;313 lo scultore Erik Dietman (1937-2002), trasferitosi tuttavia in

o nel Paese.Francia nel 1959; Elis Eriksson (1906-2006) e Per Olof Ultvedt (1927-2006) pionieri

le: così Staffandell’arte dinamica con le loro ‘sculture in movimento’. Movimento nell’arte (Rörelse i

ullberg (1931- konsten) è, del resto, il titolo di una importante esposizione organizzata nel 1961 dal Museo

potrebbe dire d’arte moderna (Moderna museet) di Stoccolma, una istituzione che sotto la guida del

, nonostante ilprofessor Pontus Hultén (1924-2006) sarebbe divenuta punto di riferimento centrale per le

o a partire dagliavanguardie artistiche e le loro sperimentazioni. Ma nel museo furono ospitate anche mostre

dedicate a prestigiosi nomi stranieri, basti ricordare quella (1968) su Andy Warhol (1928-

n limitandosi a1987), unanimemente riconosciuto come figura-simbolo della pop art. Per il museo Pontus

dell’arte comeHultén portò avanti anche una politica di acquisizioni che (1962) suscitò un acceso dibattito.

con il dibattitoPer altro Öyvind Fahlström, Carl Fredrik Reuterswärd ed Elis Eriksson facevano parte di un
1934), pittore,gruppo, detto Svisch, che organizzava in giro per il Paese manifestazioni al contempo

degli anni ’80)artistiche e letterarie legate all’arte concretista.314 Nella seconda metà degli anni ’60 quando

il marxistal’onda della politicizzazione era montata (e, in effetti, essa dilagò nel 1968) sul versante

della scrittura siartistico si conoscono in Svezia altre due importanti associazioni. Il Movimento Provie

Torsten(Provierörelsen),315 che fu attivo tra il 1966 e il 1967, coniugava le tendenze pacifiste con la

in una serie dinecessità di organizzare manifestazioni di carattere politico progettate ‘artisticamente’ in

sono quelli di forma di happening. La Banda Bassotti (Björnligan), fondata a Göteborg nel 1968,316 era

’60 introduceattenta alla land art, all’arte concettuale, al situazionismo e al minimalismo,317 ma (si

va della ‘Non-dovrebbe dire soprattutto!) era percorsa da idee politiche assolutamente radicali e ‘naufragò’

ano una pistolanel 1969.318

tosi tuttavia in Lo spirito degli anni ’60 si protrae sostanzialmente nel decennio successivo, con diversi

-2006) pionieri risultati espressivi. Una pittrice e scultrice di talento è Lena Cronqvist (n. 1938), moglie del

Rörelse i noto scrittore Göran Tunström,319 che nelle opere predilige temi legati alla famiglia e alla

961 dal Museo donna da lei rappresentate in forme lontane dagli stereotipi, con una propria autentica

o la guida del identità, e viene dunque ricondotta a un’arte femminista. Un genere che, per altro, è ora

centrale per leparticolarmente coltivato e volentieri tradotto in opere tessili (in tal modo alludendo a una

e anche mostreattività considerata come specifica delle donne) e al quale proprio in questo decennio sono

Warhol (1928-dedicate diverse mostre, cui non saranno risparmiate critiche e ironia.320 Nel 1973 a

museo PontusStoccolma l’esposizione Vita quotidiana (Var dags liv) di Anna Sjödahl (1934-2001), farà

cceso dibattito.conoscere una figura ‘leggendaria’ in questo ambito; due anni dopo ella parteciperà alla

ano parte di un mostra dal titolo assai significativo Donne. Lavoro femminile, cultura femminile: storia,
ni al contempodibattito, arte (Kvinnfolk. Kvinnoarbete, kvinnokultur: historia, debatt, konst) allestita,

nni ’60 quandoancora una volta, nella capitale (ma poi esposta anche a Malmö). L’intento marcatamente

8) sul versante politico è ancora ben presente: lo si riconosce, a esempio, in Gerhard Nordström (n. 1925),

vimento Provie noto per una serie di opere di denuncia ispirate alla guerra del Vietnam, ma anche per lo

pacifiste con la spirito ecologista (un tema che gli artisti talora interpretano in un surrealismo distopico); in

isticamente’ inGunnar Thorén (1931-2002) che produce lavori in cui è palese la critica contro la politica

eraamericana; in Åke Nilsson (n. 1935) che tra l’altro si ispira alle dimostrazioni del ’68. Più

ma (sienigmatico resta Dick Bengtsson (1936-1989), eclettico e originale, assai discusso per il

ali e ‘naufragò’costante inserimento nelle opere del motivo della croce uncinata. Un’allusione al male

sempre incombente? Una critica alla politica svedese nel periodo della guerra? Una ‘sfida’

vo, con diversiper richiamare l’attenzione? L’artista si è rifiutato di rivelarlo. In ogni caso l’elemento

38), moglie delpolitico favorirà un ritorno al realismo (la quotidianità con i suoi problemi sociali ma anche

famiglia e allapsicologici), talora fortemente connotato di grottesco come appare dai lavori di Lars

opria autentica Hillersberg (Lars Ture Andersson, 1937-2004) e della giovane Lena Svedberg (1946-1972),

per altro, è oramorta suicida a soli ventisei anni dopo essersi strenuamente impegnata nella lotta politica

lludendo a unaanticapitalista e nella critica sociale: obiettivi che si traducono in modo palese nelle sue

decennio sono opere.321 Una tecnica realistica accomuna altre figure di rilievo come John-E (John-Erik)

Nel 1973 aFranzén (n. 1942) la cui arte rasenta il risultato ‘fotografico’, e Peter Tillberg (n. 1946) che

934-2001), faràtuttavia propone anche immagini fantastiche che evocano il mondo delle fiabe; così anche

parteciperà alla Ola Billgren (1940-2001) che si era esercitato in questo tipo di pittura fin dagli anni ’60

mminile: storia,(sebbene non mancasse di ricorrere all’espressionismo astratto) e che conoscerà una vera
) allestita,affermazione negli anni ’80.322 Dal naturalismo a un astrattismo non scevro da immagini

o marcatamenterealistiche è passato Olle Kåks (1941-2003), per il quale il ‘messaggio muto’ di un quadro

tröm (n. 1925),può essere analizzato ricorrendo a strumenti simili a quelli con cui si interpretano le parole.

ma anche per loDal neorealismo all’arte non figurativa procede Petter Zennström (1945-2014), le cui opere

o distopico); in restano tuttavia costantemente descrittive, nel senso che riescono pienamente ad ‘aderire’ a

ntro la politicaciò che vogliono trasmettere. Tra i gruppi nati negli anni ’70 va ricordato Vesuvius che

oni del ’68. Piùraccoglieva poeti e artisti: tra di loro lo scrittore Bruno K. Öijer (Kenneth Bruno Öijer, n.

discusso per il1951) e l’artista ‘concettuale’ Leif Elggren (n. 1950).

usione al male Nella seconda metà del decennio l’impegno politico va scemando anche per la

ra? Una ‘sfida’constatazione della sostanziale inadeguatezza dell’arte (per quanto aperta, sperimentale e in

aso l’elementocontinuo rinnovamento) a fungere da strumento per la ‘liberazione sociale’. Si mitiga in tal

ociali ma anchemodo la rigida opposizione alle forme tradizionali e si abbandona l’idea d’una incessante

lavori di Lars ricerca. Il nuovo clima si traduce in un’attività molto intensa cui corrisponde un notevole

g (1946-1972),interesse da parte del pubblico. Il neoespressionismo astratto è la tendenza dominante, e il

la lotta politicasuo miglior rappresentante è probabilmente Jarl Ingvarsson (n. 1955), maestro nell’uso del

alese nelle suecolore. Ma come lui diversi artisti introducono nelle proprie creazioni elementi figurativi:

n-E (John-Erik)così a esempio Rolf Hanson (n. 1953), autore di dipinti nei quali sono inserite componenti

g (n. 1946) chedel paesaggio circostante come una casa o una scala (figura per lui particolarmente

abe; così anchestimolante) o il suo coetaneo Max Book, autodidatta, che li ricerca nella natura o anche nella

dagli anni ’60tradizione popolare. Tra il 1980 e il 1984 Max Book farà parte del gruppo noto come Wallda

scerà una vera(Walldagruppen),323 che si scioglierà dopo pochi anni ma che ‘lascerà il segno’ per le scelte
o da immaginiprovocatorie (in stile punk) e l’audace commistione dei generi. Con lui Eva Löfdahl (n.

o’ di un quadro1953), pittrice e scultrice che pone grande attenzione alla scelta dei materiali, e Stig Sjölund

etano le parole.(n. 1955) che molto contribuirà alla diffusione anche in Svezia della cosiddetta ‘arte

4), le cui opere relazionale’, per la quale l’autore dell’opera deve creare una situazione di incontro e

e ad ‘aderire’ acooperazione che si traducano in un evento visivo interattivo.324

che Verso la fine del decennio rivestono importanza anche il minimalismo e il costruttivismo.

Bruno Öijer, n.Tra i nomi di maggior prestigio Cecilia Edefalk (n. 1954) autrice di quadri il cui ‘verismo’ ci

interroga sul nostro modo di intendere la realtà; l’eclettico Ernst Billgren (n. 1957) creatore

anche per ladi immagini per certi versi tradizionali e romantiche ma anche scultore, scrittore, musicista,

erimentale e in designer; ma soprattutto diversi scultori (anche la Edefalk, del resto, si misura con questa

Si mitiga in tal forma espressiva): Stina Ekman (n. 1950) che si affida a svariati materiali e si esprime in

’una incessante opere (anche di grandi dimensioni) dai tratti semplici, talora quasi grezzi, ma dense di

de un notevolesignificato; Pål Svensson (n. 1950), noto soprattutto per i lavori in pietra; Fredrik Wretman

dominante, e il(n. 1953) che persegue forme esteticamente ‘pulite’; Dan Wolgers (n. 1955) che esprime una

tro nell’uso delironica (ma al contempo impotente) critica sociale e artistica; Truls Melin (n. 1958) che trae

menti figurativi: ispirazione dagli elementi della vita quotidiana inseriti in opere che hanno una loro interna

ite componentigeometria e, di solito, uno (magari due) colori, mai sgargianti.

particolarmente Il concetto di arte (sul quale il dibattito non è certamente esaurito) è ormai

a o anche nellaprofondamente mutato. L’uso di moderne tecnologie diventa dagli anni ’90 parte integrante

o come Walldadella creazione che (in parallelo agli sviluppi internazionali) si affida a tecniche fotografiche,

no’ per le sceltecinematografiche, informatiche, digitali, di videoregistrazione, di elaborazione del suono. Il


va Löfdahl (n.risultato è volentieri tradotto in installazioni e performance, ma anche in espressioni

e Stig Sjölund pittoriche, grafiche o scultoree. Dal 1996 Tobias Bernstrup e Palle Torsson (entrambi nati nel

cosiddetta ‘arte1970) hanno lavorato tra i primi a un’arte fondata sull’informatica, mentre Peter Hagdahl (n.

di incontro e1956), che nel 1998 ha dato vita alla Creative Room for Art and Computing (CRAC) a

Stoccolma, diventava docente della ‘nuova scuola’. Una tendenza che stimola diversi artisti.

costruttivismo.Tra di loro l’eclettica Ann-Sofi Sidén (n. 1962), Magnus Wallin (n. 1965), Miriam

cui ‘verismo’ ciBäckström (n. 1967), molto nota anche come fotografa, Annika Larsson (n. 1972).325 A una

1957) creatore pittura più ‘tradizionale’ si dedica Karin Mamma Andersson (n. 1962), mentre il suo

tore, musicista, compagno Jockum Nordström (n. 1963) mostra uno stile quasi naïf. Un’artista interessante

ura con questa che coltiva diversi generi è anche Annika Svenbro (n. 1946), che si propone di suggerire

e si esprime in all’osservatore una ricerca di ciò che si trova ‘oltre l’immagine’. Dal debutto negli anni ’70

i, ma dense dicontinua a produrre lo scultore ‘concettuale’, grafico e critico Lars Vilks (n. 1946), noto per

edrik Wretmanil progetto Nimis iniziato nel 1980 e costantemente rinnovato: si tratta di una serie di

he esprime unacostruzioni realizzate (senza alcun permesso delle autorità) all’interno della riserva naturale

1958) che traedi Kullaberg (Scania) con pezzi di legno spinti a riva dalle onde del mare; successivamente

na loro interna (1991) sempre nello stesso luogo egli ha eretto Arx, una scultura di pietre e cemento.326 Nel

1999 allestiva la sua prima personale la pittrice Linn Fernström (n. 1974), le cui immagini

urito) è ormairichiamano il mondo della fiaba e della fantasia ma non sono prive (né lo sono, del resto, le

parte integrantefiabe stesse) di elementi impressionanti. Verso la fine degli anni ’90 c’è stata una ripresa

he fotografiche,dell’arte ‘femminista’ a esempio con Fia-Stina Sandlund (n. 1973) e la polacca cresciuta in

ne del suono. IlSvezia Joanna Rytel (n. 1974).


in espressioni Ma accanto a queste espressioni ultramoderne occorre registrare la presenza di artisti che

ntrambi nati nelpreferiscono tornare alla tradizione, come Mikael Bonnevie (n. 1969) e Markus Andersson

ter Hagdahl (n.(n. 1968), i “mistici dell’Uppland” (Upplandsmystikerna), pittori la cui scelta vuole arginare

) aun processo che nella commistione dei generi, nel continuo spostamento (in avanti?) dei

a diversi artisti.confini e degli obiettivi, nella intrinseca transitorietà (inconsistenza?) della creazione rischia

1965), Miriamdavvero di dissolvere il concetto stesso di arte, almeno così come inteso nel senso, per molti

A unaversi ancora rassicurante, della tradizione.

mentre il suo A conclusione del suo lavoro sulla storia dell’arte svedese che si ferma al periodo della seconda

sta interessante guerra mondiale, lo studioso Andreas Lindblom faceva alcune considerazioni su quelli che avrebbero
potuto essere i futuri sviluppi in questo ambito. Si legga:
ne di suggerire
“Riguardo al problema sul futuro dell’arte ci troviamo davanti a molti fattori di incertezza. La
o negli anni ’70
società si sviluppa in direzione di una struttura priva di classi. Verrà anche un tempo in cui tutti
1946), noto per
comprenderanno la bellezza? Può darsi. È certo tuttavia che non tutti possono imparare a
di una serie di
comprendere la medesima opera d’arte. La diffusione della bellezza fra ampi strati [della
riserva naturale
popolazione] e la sua aumentata standardizzazione significheranno la decadenza dell’arte, la sua
uccessivamente
trasformazione in qualche cosa di impersonale e appiattito, in analogia con la standardizzazione
Nelspirituale che i pessimisti ritengono sarà conseguenza della nostra moderna politica sociale? Non lo

e cui immaginisappiamo. Non ci dobbiamo meravigliare se nell’inquietudine politica e sociale di fronte alle

no, del resto, leinnumerevoli domande che dopo la seconda guerra mondiale si riversano su di noi, anche l’arte si

ata una ripresa presenta come un fatto problematico. Per lo sviluppo della creazione artistica si vuole [poter]

cca cresciuta in sperare che il processo di elevazione spirituale che sembra pervadere la nostra più giovane pittura
continui, in auspicabile opposizione alla meccanizzazione dell’epoca delle macchine. A riguardo
za di artisti chedell’archittettura, dell’industria e dell’artigianato, tutto quello che quotidianamente ci circonda,

rkus Anderssonosiamo con certezza prevedere che l’arte in misura assai maggiore di quanto [avvenuto] fin’ora
possa pervadere la società e diventare una comune esigenza di vita per tutti i suoi membri. In ciò
vuole arginare
anche il germe della speranza di una accresciuta felicità per i più.”327
in avanti?) dei
14.4.3.3. Arte norvegese
eazione rischia
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale la liberazione coinvolse in Norvegia anche il
enso, per molti
mondo dell’espressione figurativa. Presto messisi alle spalle i ricordi della guerra i giovani

artisti cominciarono a esercitarsi in forme nuove attirandosi critiche e dissenso. Alcuni – tra
do della seconda

lli che avrebbero


cui Oddvar Alstad (1915-1956), Tore Haaland (1918-2006), Arne Bruland (1920-1980) –

avrebbero presto tralasciato un’arte ‘radicale’ per aderire all’astrattismo: tra di loro il nome

di incertezza. La più significativo è forse quello di Haaland. Un astrattista di grande talento è Jakob

empo in cui tuttiWeidemann (1923-2001), artista versatile le cui pitture ‘giocate’ su luce e colore (nelle quali

ono imparare asi riconosce un evidente influsso francese) rappresentano una delle migliori espressioni della

pi strati [della
pittura norvegese del dopoguerra. Tra gli altri ‘pionieri’ dell’astrattismo Anna-Eva Bergman
dell’arte, la sua
(1909-1987), anch’ella legata alla scuola francese e ben nota all’estero,328 e Gunnar S.
andardizzazione
(Sigmund) Gundersen (1921-1983), le cui opere, che si affidano a colorate astrazioni e
sociale? Non lo
richiamano la cosiddetta optical art, avrebbero influenzato le successive generazioni. Per
e di fronte alle
altro Gundersen e Weidemann facevano parte del gruppo di artisti Il dado (Terningen), sorto
i, anche l’arte si
nel 1956: con loro Carl Nesjar (Carl Carlsen, n. 1920), collaboratore di Pablo Picasso per ben
si vuole [poter]

ù giovane pittura
diciassette anni, e Inger Sitter (1929-2015), che per dodici anni (1955-1967) sarebbe stata

hine. A riguardosua moglie, molto attiva anche sul piano della politica artistica. Ma i veri pionieri del
nte ci circonda,nascente astrattismo norvegese sono considerati i componenti della cosiddetta Banda della

vvenuto] fin’ora morte (Dødsgjengen):329 essa era costituita da Ludvig Eikaas (1920-2010), anche grafico e

i membri. In ciò
scultore e grande sperimentatore di nuovi materiali che ha lavorato anche in stili figurativi;

da Odd Tandberg (n. 1924), tra coloro che alla fine degli anni ’50 ebbero l’incarico di

decorare con rilievi le costruzioni del nuovo complesso di edifici governativi costruiti a Oslo
orvegia anche il
dall’architetto Erling Viksjø (1910-1971);330 da Tor Hoff (1925-1976), la cui memoria (e il
guerra i giovani
giudizio sulle opere) è inesorabilmente condizionata dal crudele assassinio commesso nei
so. Alcuni – tra
confronti della sua convivente e dal successivo suicidio; dallo stesso Gunnar S. Gundersen.
(1920-1980) –
Alla nuova tendenza si ‘converte’ ora (seppure non totalmente) un artista come Thore
di loro il nome
Heramb (1916-2014), ispirato dalla natura e ancora sotto l’influsso degli impressionisti, una
alento è Jakob
sorta di ‘traduttore’ dell’impressionismo in astrattismo; come lui anche Johannes Rian (1891-
ore (nelle quali
1981), esordiente solo nel 1930 e grande colorista, si dedicherà all’astrattismo quando esso (a
spressioni della
partire dagli anni ’60) verrà definitivamente accettato. Altri nomi di rilievo di questo periodo
a-Eva Bergman
sono quelli di Gunnvor Advocaat (1912-1997) e di suo marito, Øistein Thurman (1922-
e Gunnar S.
1988), a lungo residenti in Italia e convinti sostenitori della pittura modernista; di Knut
te astrazioni e
Rumohr (1916-2002), noto per i paesaggi astratti segnati da vivaci colori; di Kåre Tveter
enerazioni. Per
(1922-2012) che tuttavia col tempo si muoverà dall’arte astratta verso paesaggi figurativi.
), sorto
Nel frattempo procede proficuamente la produzione del celebre grafico tedesco Rolf
Picasso per ben
(Emil Rudolf) Nesch (1893-1975), rifugiatosi dalla Germania in Norvegia (sua seconda
7) sarebbe stata
patria) dopo la presa del potere da parte dei nazisti; del resto la grafica sarà efficacemente
eri pionieri del
coltivata anche da artisti come Ludvig Eikaas, Knut Rumohr e, più avanti, Bjørn Ransve.331
Banda dellaUn fattore certamente non secondario rispetto alla ‘svolta’ impressa all’arte norvegese è il

anche grafico etirocinio di molti in Paesi stranieri (Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Stati uniti, ma anche

stili figurativi;Grecia e Turchia). All’estero aveva studiato Halvdan Ljøsne (1929-2006) che con Roar Wold

o l’incarico di (1926-2001), Lars Tiller (1924-1994), Håkon Bleken (n. 1929) e l’ispano-norvegese Ramón

costruiti a OsloIsern (1914-1989) aveva formato a Trondheim nel 1961 il cosiddetto Gruppo 5 (Gruppe 5),

i memoria (e ilattivo fino al 1970, i cui componenti non erano tuttavia legati da un programma artistico

commesso neicomune quanto, piuttosto, dal desiderio di scambiarsi le proprie esperienze e dalla possibilità

S. Gundersen.di trovare più facilmente comuni spazi espositivi.332 Per altro mentre Ljøsne, Wold e Tiller

a come Thoresono considerati esemplari rappresentanti dell’astrattismo, Bleken mostra di volersi

ressionisti, unaesprimere secondo diversi canoni: dall’astratto al figurativo, dal realista al surrealista, al pari

nes Rian (1891-dello scultore, grafico e autore di collage Isern.333

quando esso (a Del resto il cambio di registro stilistico è fenomeno naturale nel percorso di un artista,

questo periodocome mostra Olav Strømme (1909-1978) passato da suggestioni dadaiste, cubiste e

hurman (1922-surrealiste a una pittura ‘romantica’ e – ancora – all’astrattismo e al costruttivismo per

rnista; di Knutcercare, un’altra volta, strumenti con cui creare un linguaggio figurativo rinnovato,

di Kåre Tvetersignificativo di per sé e svincolato da qualsiasi associazione estranea all’opera stessa.

Un intento che tuttavia avrebbe incontrato l’opposizione di altri, desiderosi di ridare

o tedesco Rolfspazio alla pittura figurativa, in primo luogo Eilif Amundsen (1930-2007), autore di quadri

a (sua seconda delicati dai colori per lo più tenui e ‘sommessi’, pittore che avrà il suo migliore periodo

à efficacementecreativo tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80. Per sua iniziativa nel 1963 fu tenuta a Oslo

331(presso la galleria privata Holst Halvorsen kunsthandel) una mostra (allora fortemente
norvegese è il criticata) di artisti che condividevano la sua reazione all’astrattismo: tra di loro Johannes

uniti, ma anche Vinjum (1930-1991), Svein Strand (n. 1934), che con le sue opere raffinate che si ricollegano

con Roar Woldalla tradizione francese conoscerà maggior successo molto più avanti, e in parte Frans

rvegese RamónWiderberg (n. 1934), affermatosi anche come grafico: si inaugurava così una forma di

),neoromanticismo, coltivata poi anche da Karl Erik Harr (n. 1940), sul cui ‘tradizionalismo’

amma artistico ha certamente influito l’ambiente della Norvegia settentrionale nella quale è cresciuto e da

dalla possibilitàOdd Nerdrum (n. 1944) che, seppure nelle prime opere esprima un chiaro impegno politico

, Wold e Tiller(in forme ‘provocatorie’ che suscitarono una vivace polemica), si pone poi in netto contrasto

tra di volersicon l’arte concettuale, l’astrattismo e le mode ‘rivoluzionarie’ provenienti dall’esterno

rrealista, al pari(l’organizzazione di happening e performance) che dominano il clima tra la seconda metà

degli anni ’60 e la prima degli anni ’70. Un diffuso coinvolgimento politico del mondo

o di un artista,culturale non risparmia infatti la Norvegia e molti artisti danno prova di una vera e propria

iste, cubiste emilitanza. La tendenza politica è, naturalmente, quella della sinistra radicale. In questo

truttivismo percontesto si situano, in primo luogo, gli appartenenti al gruppo GRAS, fondato a Oslo alla fine

ivo rinnovato, del 1969 e attivo fino al 1973. Un’associazione con scopi di carattere artistico (ma anche

rivendicativo dei propri diritti) e, al contempo, politico: l’arte deve farsi strumento di lotta

derosi di ridaresociale, partecipare al cambiamento promuovendolo, sostenere le battaglie dei lavoratori,

utore di quadri denunciare le prevaricazioni e le ingiustizie del potere, combattere l’imperialismo. Non a

igliore periodocaso uno degli impegni primari (certo non l’unico) sarà l’opposizione alla guerra americana

u tenuta a Oslo in Vietnam. Nonostante la forte (in certi casi predominante) politicizzazione i risultati

ora fortementeartistici sono, in diversi casi, di tutto rispetto. Il migliore nel gruppo è probabilmente Per
loro JohannesKleiva (n. 1933),334 pittore ma anche artista che lavora con diversi materiali; con lui Anders

e si ricolleganoKjær (n. 1940), seguace della pop art; Bjørn Krogstad (n. 1943) che tuttavia, desideroso di

in parte Franssvincolare la creazione dell’opera dal soffocante proposito politico, lascerà il gruppo; Victor

una forma diLind (n. 1940), che lavora anche con il linoleum e con il legno; Asle Raaen (1934-2007),

radizionalismo’ grafico.335

cresciuto e da Per altro, come si deduce dai nomi sopra citati, nel secondo dopoguerra gli sviluppi verso

mpegno politico un’arte nuova furono assai più immediati nella pittura e nella grafica che non nella scultura,

netto contrastodove doveva protrarsi ancora per un po’ di tempo una sorta di naturalismo. Qui si deve

nti dall’esterno tuttavia citare Arnold Haukeland (1920-1983) che alla fine degli anni ’50 si ‘convertì’

a seconda metàall’astrattismo non soltanto applicandolo alle sue opere ma anche sostenendo la necessità di

ico del mondouna sua sperimentazione in quell’ambito. Una rottura totale con la tradizione è invece

vera e propria evidente nell’affermarsi dell’installazione, si consideri tra gli altri Kjartan Slettemark (1932-

cale. In questo2008), figura controversa di artista noto per le posizioni politiche di sinistra e antiamericane

a Oslo alla fine tradotte in opere come quella ispirata alle tragiche notizie provenienti dal Vietnam in guerra

tico (ma ancheed esposta nel 1965 davanti al parlamento norvegese.336 Per lui, come per i seguaci delle

umento di lottanuove tendenze straniere (pop art, situazionismo, arte concettuale e via dicendo), non c’è

dei lavoratori,confine tra arte e vita, tra artista e pubblico, tutto può essere rappresentato, tutto deve essere

ialismo. Non a rappresentato in forme attive e libere da qualsiasi condizionamento. Il che riguarda anche

uerra americanal’arte ‘femminista’ per la quale si possono citare qui i nomi di Berit Soot Kløvig (1920-1975)

ione i risultatie Sidsel Paaske (1937-1980), pittrici e scultrici, di Siri Anker Aurdal,337 delle artiste tessili

babilmente PerBrit Fuglevaag (n. 1939) ed Elisabeth Haarr (n. 1945), della protagonista di performance
con lui AndersWencke Mühleisen (n. 1953),338 della grafica ceco-norvegese Zdenka Rusova (n. 1939).

a, desideroso di Figure di maggior prestigio che si affermano negli anni ’70 sono quelle di Jens

gruppo; VictorJohannessen (n. 1934) e di Bjørn Ransve (n. 1944). Il primo, grafico e pittore discontinuo

n (1934-2007),(ma dotato di forte e sicuro talento) che non manca di applicarsi alla pop art e al collage,

consolida un riconoscimento già ottenuto nel decennio precedente; il secondo è artista

i sviluppi versoeclettico e imprevedibile che in una continua ricerca si rivela capace di utilizzare differenti

n nella scultura,tecniche e differenti registri stilistici (figurativo, astratto, realistico seppure non ‘romantico’)

o. Qui si devee trova ispirazione in una varietà di motivi. Un percorso individuale è quello di Bjarne Holst

0 si ‘convertì’(1944-1993), artista multiforme che accanto alla pittura coltiva la letteratura, la

la necessità di cinematografia e la musica; il suo stile surrealista sarà poi mitigato dagli influssi realistici

zione è inveceassorbiti nel corso di un lungo soggiorno (1970-1978) all’estero (Austria e Germania). Ma in

ettemark (1932-lui è molto chiaro anche l’influsso della sua regione di origine (è nato nell’estremo

e antiamericanesettentrione del Paese a Honningsvåg, non lontano da Capo Nord). Un influsso che, per altro,

etnam in guerrasi riconosce anche in Iver Jåks, di etnia sami.339

i seguaci delle In scultura va menzionato ora soprattutto Nils Aas (1933-2004), anche eccellente

endo), non c’èritrattista, che certamente ha appreso la lezione di Haukeland, ma sviluppa un’arte originale

utto deve essere(astratta o figurativa), moderna ma al contempo legata alla tradizione artigianale norvegese, e

riguarda anche per la quale ricorre a svariati materiali; né va dimenticato Per Ung (1933-2013), considerato

ig (1920-1975)insieme ad Aas uno dei migliori scultori norvegesi contemporanei: formatosi tanto nell’arte

le artiste tessilifigurativa quanto in quella modernista avrebbe tuttavia da quest’ultima preso le distanze,

performanceconsiderandola inadatta a esprimere il suo messaggio. Nella sua opera è possibile rintracciare
talora un tocco neoromantico.

quelle di Jens Come è stato detto dopo il fatidico 1814 il mondo culturale norvegese era a lungo rimasto

ore discontinuocondizionato dalla necessità di ridare al Paese una propria identità, riscoprendone le

, tradizioni e riaffermandone la peculiarità rispetto ai vicini scandinavi. Una situazione che,

condo è artistagiocoforza, avrebbe determinato un divario rispetto alla Danimarca e alla Svezia (e, tutto

zzare differentisommato, anche all’Islanda), di fatto condizionando la ricezione di nuove correnti (si pensi

on ‘romantico’)alla disputa sul modernismo in letteratura)340 in nome del rispetto della ‘norvegicità’.

di Bjarne Holst Seppure naturalmente gli influssi stranieri e le nuove tendenze siano riusciti comunque a

letteratura, lafarsi strada, si può dire che in campo artistico la definitiva rimozione di questo ‘ostacolo’ sia

nflussi realisticiavvenuta solo a partire dalla seconda metà degli anni ’70. In questo contesto si porranno in

ermania). Ma inluce artisti come Arvid J. (Jarle) Pettersen (n. 1943), pittore non convenzionale che negli

o nell’estremoanni ’80 sarà influenzato dall’espressionismo tedesco; Leonard Rickhard (n. 1945), che

o che, per altro,dipinge immagini asciutte, segnate da tratti tirati e colori nitidi e pervase da un senso di

quiete (quasi di immobilità); Kjell Torriset (n. 1950), formatosi anche in Inghilterra (dove

nche eccellente vive) e, dunque, palesemente influenzato dai britannici ma anche dagli americani: un artista

n’arte originaleche ha prodotto opere sia figurative (spesso ispirate alla persona umana) sia astratte. Per altro

ale norvegese, eanche in Norvegia il clima degli anni ’80 mostra un abbandono del modernismo, una sorta di

13), considerato disillusione e di resa, il cedimento alle inquietudini del postmodernismo. Non di meno gli

i tanto nell’arteartisti perseguono la propria personale ricerca. In questo decennio, particolarmente

eso le distanze, favorevole alla pittura, debuttano artisti come Ørnulf Opdahl (n. 1944) che da una forma di

bile rintracciareastrattismo decorativo è passato in seguito a suggestivi paesaggi marini e montani; Johanne
Marie Hansen-Krone (n. 1952), dallo stile quasi naïf; Olav Christopher Jenssen (n. 1954),

a lungo rimastoche vive per lo più in Germania o in Svezia, la cui arte vagamente espressionista predilige le

scoprendone le raffigurazioni astratte; Bjørn-Sigurd Tufta (n. 1956), che si dedica soprattutto a scenari

situazione che,astratti. Tra i migliori ‘installatori’ Bente Stokke (n. 1952) e Lars Paalgard (n. 1955); tra gli

Svezia (e, tutto autori di performance Kurt Johannessen (n. 1960). Nella scultura va senz’altro citato Kristian

orrenti (si pensi Blystad (n. 1946), attualmente il migliore dei norvegesi in questo campo, autore di opere in

a ‘norvegicità’.pietra e in bronzo (ma anche in materiali inconsueti) tanto astratte quanto figurative, queste

iti comunque aultime frequentemente ispirate al corpo umano nei cui tratti si riconosce un che di classico;

o ‘ostacolo’ siacon lui Jan Groth (n. 1938), che in precedenza si era conquistato fama internazionale come

o si porranno ineccellente artista dell’arazzo,341 e Gunnar Torvund (n. 1948),342 anche pittore, volentieri

onale che negliispirato dal tema del viaggio della vita e innovatore dell’arte religiosa. E tuttavia: una

(n. 1945), chetradizionale distinzione fra ‘generi’ non è del tutto corretta, come mostra la gran parte di

da un senso diquesti artisti che si muovono ormai su svariati piani espressivi.343

ghilterra (dove Negli anni ’80 si sono formati in Norvegia diversi gruppi: tra quelli di più lunga durata e

icani: un artistafondati su intenti artistici condivisi si vuole citare qui almeno Lambretta, attivo tra il 1982 e

stratte. Per altroil 1987344 che si è dedicato soprattutto alla pittura e alle installazioni ed è noto, in particolare,

mo, una sorta diper quelle dette Concetti temporali I-V (Tidskonseptene I-V) allestite tra il 1982 e il 1985 e

on di meno gli per certi versi simili a un happening la cui realizzazione prevedeva il ricorso contemporaneo

particolarmentea elementi visivi e auditivi (musica rock, rombo di motori). Caratteristiche di questa

da una forma dicompagine sono anche la predilezione (tutta norvegese) per l’arte monumentale e la

ontani; Johannechiarezza delle forme. Di interesse è anche il gruppo Provincia (Provins), i cui migliori
ssen (n. 1954),rappresentanti sono Reidar M. (Martin) Kraugerud (n. 1950) che ultimamente si è volto a

ista predilige lestudiare il rapporto artistico tra ‘vecchio’ e ‘nuovo’ e Svanhild Heggedal (n. 1944).

tutto a scenari Ma ora occorre constatare l’introduzione di nuove tecnologie abbinate a quelle

n. 1955); tra glitradizionali, come l’uso del video e del computer di cui si fanno pionieri artisti come

o citato Kristian Marianne Heske (n. 1946) che ne trae insospettabili immagini del paesaggio norvegese, e

tore di opere inKjell Bjørgeengen (n. 1951), formatosi negli Stati uniti, cui seguiranno Nils Olav Bøe (n.

gurative, queste1958) e Sven Påhlson (n. 1965). Nel 1986 nascerà a Bergen il collettivo di artisti

che di classico; Retroguardia (Baktruppen) che organizzerà happening, rappresentazioni di teatro e danza,

nazionale comemostre di arte video e sonora. Ma anche manifestazioni di intento chiaramente politico.345

tore, volentieriDel resto questo aspetto, per quanto non prevalente come nei decenni precedenti, non manca

E tuttavia: unadi trovare ancora spazio: basti pensare alla nota artista dell’arazzo Else Marie Jakobsen

a gran parte di(1927-2012) che ne ha prodotto alcuni il cui tema si lega alle vicende politiche

contemporanee.

ù lunga durata e Negli anni ’90, mentre si constata un orientamento internazionale ulteriormente marcato

vo tra il 1982 ee, al contempo (da parte dei più), un allontanamento definitivo (senza rimpianti e, talora,

, in particolare,ironico) tanto dalla ricerca esasperata delle avanguardie quanto da quelli che sono sentiti

982 e il 1985 ecome gli ‘intralci’ della tradizione, l’utilizzo di nuovi materiali e delle moderne tecnologie è

contemporaneoormai un fatto acquisito. Il sostegno economico garantito dallo Stato consente a ciascuno di

iche di questaperseguire i propri intenti artistici e di portare avanti le proprie sperimentazioni. Il Museo

umentale e ladell’arte contemporanea (Museet for Samtidskunst), aperto a Oslo nel 1990, accoglie molte

i cui miglioriopere ed è divenuto un imprescindibile punto di riferimento. Selezionare i nomi degli artisti
nte si è volto apiù significativi non è facile, anche perché i percorsi di maturazione sono tutt’altro che

compiuti. Qui si possono citare i pittori: Per Formo (n. 1952), le cui opere ‘traducono’ in

inate a quellearmonie di colori il suo animo di musicista, Håkon Gullvåg (n. 1959), autore di ritratti e

ri artisti comeinnovatore (non sempre del tutto convincente) del genere, Bjarne Melgaard (n. 1967) che

o norvegese, elavora (in forme espressioniste) anche con installazioni e fotografie ed è noto (seppure non

s Olav Bøe (n.unanimemente apprezzato) a livello internazionale, Mari Slaattelid (n. 1960) che si affida

ttivo di artistianche a elementi fotografici; l’artista ‘multimediale’ Anne Kathrine Dolven (n. 1953); gli

teatro e danza, scultori: Per Inge Bjørlo (n. 1952), anche pittore e autore di installazioni (probabilmente il

345 migliore in questo ambito), espressionista che produce opere tormentose spesso dominate dal

enti, non manca nero e dal grigio; Per Barclay (n. 1955), artista eclettico, Marit Benthe Norheim (n. 1960), le

Marie Jakobsencui sculture di grandi dimensioni uniscono semplicità delle forme e grande forza

ende politicheespressiva.346 Il periodo di transizione verso il nuovo millennio ha visto una ripresa dell’idea

di un’arte legata al sociale e intesa come spunto di riflessione in relazione alle problematiche

rmente marcatodell’attualità, conseguentemente riproponendo il dibattito sul ruolo di chi la ‘produce’. La

pianti e, talora, commistione dei generi e l’uso di strumenti e tecnologie avanzate (fotografiche,

he sono sentiticinematografiche, di elaborazione della luce e del suono, informatiche e digitali) è ormai

ne tecnologie èindiscussa così come il fatto che ci si possa esprimere (talora contemporaneamente) su

e a ciascuno didiversi livelli e che non ci sia, sostanzialmente, una tendenza predominante. Nell’ultimo

zioni. Il Museodecennio è molto considerato anche Sverre Bjertnes (n. 1976), in primo luogo pittore, che

accoglie moltenella sua arte figurativa esprime un realismo talora quasi fotografico. Ma l’arte norvegese del

omi degli artisti terzo millennio resta in pratica totalmente da scoprire.


o tutt’altro che 14.4.3.4. Arte islandese

‘traducono’ in In Islanda fin dai primi decenni del XX secolo le aperture ai modelli e alle correnti

ore di ritratti estraniere avevano dato un impulso fondamentale alle arti visive e alle sperimentazioni di

d (n. 1967) che nuovi stili espressivi coltivati da figure come i sopra citati Snorri Arinbjarnar, Gunnlaugur

o (seppure nonÓskar Scheving, Jón Engilberts, Finnur Jónsson, Þorvaldur Skúlason, Nína Tryggvadóttir,347

0) che si affida cui va aggiunta qui la pittrice Louisa Matthíasdóttir (1917-2000) la quale dopo gli studi in

n (n. 1953); gli Danimarca e Francia si era trasferita negli Stati uniti (dove tenne la sua prima personale nel

robabilmente il1948) cominciando a introdurre nelle proprie opere elementi espressionisti.348 Il secondo

so dominate daldopoguerra è anche in questo Paese un periodo di notevole dinamismo: mentre Svavar

im (n. 1960), leGuðnason aderisce al gruppo COBRA,349 emergono infatti giovani pittori votati

grande forzaall’astrattismo come Kristján Daviðsson (1917-2013), che aveva studiato negli Stati uniti e in

ipresa dell’ideaFrancia, l’eclettico Hörður Ágústsson (1922-2005), anche designer, ed Eiríkur Smith (n.

e problematiche1925), allievo di Jóhann Briem (1907-1991),350 che aveva completato il proprio tirocinio

a ‘produce’. Laall’estero con un lungo viaggio e ha prodotto anche suggestive immagini ispirate al

(fotografiche,paesaggio islandese.351 Ma il cambiamento si manifesta anche nella scultura, come si

igitali) è ormaiconstata dai lavori di Ásmundur Sveinsson che dagli anni ’50 mostra di preferire

raneamente) sul’astrattismo e di Sigurjón Ólafsson (che pure si esprime talora anche in uno stile realista) le

te. Nell’ultimocui sperimentazioni con diversi materiali avrebbero aperto la strada ad artisti più giovani,352

ogo pittore, chema – soprattutto – nell’astrattismo tridimensionale che segna le opere di Gerður Helgadóttir

e norvegese del(1928-1975), formatasi in Italia e Francia e nota altresì per i grandi mosaici in prospettiva e

le vetrate che decorano alcune chiese (Skálholt, Kópavogur). Un impulso al rinnovamento


verrà al mondo dell’arte islandese (che durevolmente ne sarà influenzata) dallo svizzero

e alle correntiDieter Roth (1930-1998), scultore, grafico, poeta, che dalla metà degli anni ’50 soggiornerà

rimentazioni di per lunghi periodi nell’isola. Nella sua cerchia anche Ragnar Kjartansson (1923-1988),

ar, Gunnlaugurfondatore dell’arte della ceramica in Islanda e noto scultore.

347 Con gli anni ’60 si diffondono come altrove le nuove tendenze (pop art, concretismo,

opo gli studi inarte concettuale, happening e performance) e, con loro, la politicizzazione della cultura.353 A

a personale nelqueste esperienze si richiama innanzi tutto l’opera di Erró (Guðmundur Guðmundsson, n.

Il secondo1932),354 formatosi in lunghi periodi di studio e di viaggio all’estero, artista impegnato nella

mentre Svavarcritica politica e sociale ma che continua a produrre proficuamente opere (spesso nate dal

pittori votaticollage) in cui si ammassano simboli e immagini (talora ironiche) tratti da tempi e ambienti

i Stati uniti e inculturali molto diversi; attualmente è considerato uno dei migliori rappresentanti del

ríkur Smith (n.postmodernismo. A questi anni risalgono anche le prime sperimentazioni di ‘scultura

roprio tirociniodinamica’ da parte di Jón Gunnar Árnason (1931-1989) e della stessa Gerður Helgadóttir che

gini ispirate aldal decennio successivo comincerà a utilizzare materiali inconsueti come gesso e cemento.

ltura, come siNell’ambito delle installazioni e delle performance si afferma il ‘concettuale’ Sigurður

a di preferireGuðmundsson (n. 1942), che nel 1978 sarà tra i fondatori del museo di ‘arte vivente’ (living

stile realista) leart) di Reykjavík (Nýlistasafnið, comunemente noto come Nýló), istituzione gestita

352 direttamente dagli artisti la cui nascita va ricondotta, per molta parte, all’attività del gruppo

ður Helgadóttirnoto come SÚM (SÚM hópinn), attivo tra la seconda metà degli anni ’60 e la prima degli anni

in prospettiva e ’70. Nel 1965, infatti, quattro giovani artisti, fra cui Jón Gunnar Árnason, avevano allestito a

l rinnovamentoReykjavík una esposizione comune alla quale avevano dato questo nome (il cui significato
dallo svizzero resta, a quanto pare, inutile da ricercare).355 Altri si unirono a loro successivamente e il

50 soggiornerà gruppo SÚM (che continuò a organizzare mostre) diventò portavoce della rivoluzione

n (1923-1988),artistica islandese, alla quale anche qui avrebbe dovuto conseguire una profonda

trasformazione sociale e l’apertura dell’arte alla vita (nel solco delle idee del movimento

, concretismo,Fluxus). Tra coloro che fecero parte di SÚM Magnús Pálsson (n. 1929), che spesso

Acollaborava con Dieter Roth, Tryggvi Oláfsson (n. 1940) che coltivava la pop art, Kristján

uðmundsson, n.Guðmundsson (n. 1941), concettualista e minimalista, e anche Hildur Hákonardóttir (n.

mpegnato nella1938), artista tessile e femminista (un aspetto che, nel clima di quegli anni, non va certo

spesso nate daldimenticato). Nel 1974 rientrava in Islanda Alfreð Flóki Nielsen (1938-1987), che a lungo

mpi e ambientiaveva vissuto in Danimarca (era, in effetti, di padre danese), figura di difficile collocazione

presentanti delartistica, ma le cui illustrazioni di carattere grottesco e anche, si potrebbe dire, grossolane,

ni di ‘scultura avrebbero costituito un punto fermo nella storia della grafica islandese. Alla fine degli anni

Helgadóttir che’70 una pittura figurativa (di carattere espressionista) sarà riproposta da Einar Hákonarson (n.

sso e cemento.1945), che si dedica anche alla scultura e alla realizzazione di vetrate.

uale’ Sigurður Per altro, il ‘crepuscolo’ delle tendenze artistiche e politiche rappresentate dai

living componenti del gruppo SÚM va di pari passo col mutamento del clima culturale che si

tuzione gestita manifesta nella seconda metà degli anni ’70 e permea il decennio successivo, quando anche

vità del gruppo artisti già affermati muovono verso nuove forme espressive. Così, a esempio, Sigurður

rima degli anniGuðmundsson che preferisce ora dedicarsi alla pittura, alla grafica e alla scultura, così anche

vano allestito aJón Gunnar Árnason la cui celebre opera dal titolo Il viaggiatore del sole (Sólfar),

cui significato commissionata nel 1986 in occasione del bicentenario di Reykjavík,356 sarà collocata nella
ssivamente e ilcapitale sul lungomare di Særbraut e inaugurata nel 1990. Realizzata in alluminio e

lla rivoluzioneraffigurante una nave stilizzata, vuole rappresentare, nelle intenzioni dell’autore, la promessa

una profondadi poter raggiungere terre nuove e incontaminate. Ma essa richiama alla mente anche

del movimentol’immagine delle navi vichinghe, così come quella delle imbarcazioni collegate al culto del

9), che spessosole presenti nelle incisioni rupestri dell’età del bronzo.357 Del resto gli elementi ripresi dalla

, Kristjántradizione pagana e mitologica, così come dal paesaggio islandese, restano qui motivi

konardóttir (n. ispiratori irrinunciabili anche se il mondo artistico è ormai necessariamente e

i, non va certo‘irrimediabilmente’ coinvolto con quello straniero e il tirocinio all’estero è per i più prassi

7), che a lungo acquisita. Da tutto ciò ciascuno trae il proprio personale linguaggio espressivo.

le collocazione Negli anni ’80 si affermano (o si confermano) artisti come Jóhanna Yngvadóttir (1953-

ire, grossolane,1991) che nei suoi quadri ama rappresentare figure femminili nei cui tratti è spesso

fine degli anniriconoscibile la ‘stanchezza’ per la malattia che la tormentava e che ne avrebbe provocato la

Hákonarson (n.morte prematura; Helgi Þorgils Friðjónsson (n. 1953), come lei formatosi in Olanda, che

traduce elementi fiabeschi in forme quasi surreali rinnovando il genere pittorico; l’eclettico

ppresentate daiSteingrímur Eyfjörð (n. 1954) che in opere di vario genere, la cui ispirazione trae da ambiti

ulturale che sidisparati, esprime il senso stesso della narrazione artistica; Birgir Andrésson (1955-2007),

, quando anche autore di disegni e composizioni che ricercano e reinterpretano (talora ironicamente) la

mpio, Sigurður tradizione e il paesaggio; la ‘scultrice con la cartapesta’ Svava Björnsdóttir (n. 1952). Nel

tura, così anchefrattempo anche nell’arte islandese si diffonde l’uso di nuove tecnologie (audio, video,

),informatiche, digitali), una tendenza destinata a espandersi. Tra i primi a coltivare questa

collocata nella nuova possibilità Þorvaldur Þorsteinsson (1960-2013), anche scrittore, e Ólafur Elíasson,
in alluminio e artista molto noto a livello internazionale.358 Un esempio dello sviluppo di queste tendenze è

re, la promessadato dal gruppo (tutto al femminile) che ha nome The Icelandic Love Corporation, costituito

a mente anchenel 1996 da Eirún Sigurðardóttir (n. 1971), Jóní Jónsdóttir (n. 1972) e Sigrún Hrólfsdóttir (n.

ate al culto del1973),359 ben note anche all’estero. Un artista che con la sua ricerca cromatica ‘segna’ gli

nti ripresi dallaanni ’90 è Tumi Magnússon (n. 1957).

ano qui motivi Nel 1998 veniva fondata la Scuola superiore islandese d’arte (Listaháskóli Íslands), i cui

ssariamente e corsi (avviati nel 1999) prevedono diversi indirizzi: arti visive, teatro, design, architettura e

per i più prassimusica. Sono questi, per altro, gli ambiti che volentieri i nuovi artisti amano intersecare, di

fatto non riconoscendo più alcun tipo di demarcazione. Nel panorama dell’ultimo decennio,

vadóttir (1953-che ha visto il fiorire di una attività davvero intensa, i nomi che meritano una citazione sono

tratti è spesso forse quelli degli scultori Rósa Gísladóttir (n. 1957), che ricorre a materiali ‘nuovi’ come la

be provocato lajesmonite o ‘di scarto’ come le bottiglie in plastica, e Páll Guðmundsson (n. 1959), che più

in Olanda, chetradizionalmente lavora la pietra su cui volentieri scolpisce volti; di Georg Guðni Hauksson

rico; l’eclettico (1961-2011), morto improvvisamente a soli quarant’anni, capace di ‘reinventare’ la pittura

e trae da ambiti del paesaggio ispirata ai panorami islandesi; di Kristinn E. Hrafnsson (n. 1960), scultore,

n (1955-2007),grafico, autore di installazioni; di Finnbogi Pétursson (n. 1959) che nello spazio delle proprie

onicamente) laopere ricerca gli effetti del suono; di Katrín Sigurðardóttir (n. 1967) le cui sculture e

(n. 1952). Nelinstallazioni interrogano i preconcetti architettonici; di Kristín Gunnlaugsdóttir (n. 1963),

(audio, video,formatasi in Italia e autrice anche di opere di carattere religioso (in particolare icone).

coltivare questa 14.4.3.5. Architettura

Ólafur Elíasson, Nei Paesi nordici dopo la fine del secondo conflitto mondiale il graduale miglioramento
este tendenze èdelle condizioni di vita e gli impulsi provenienti dall’esterno determinarono importanti

, costituitocambiamenti nell’architettura abitativa che venne in molti casi (soprattutto nelle città)

Hrólfsdóttir (n.allontanandosi dai canoni tradizionali per recepire nuove tendenze (in primo luogo americane

tica ‘segna’ gli e inglesi). Il funzionalismo, che già aveva impresso una svolta in questo settore nei decenni

tra le due guerre, fu definitivamente combinato con il modernismo, allo scopo di costruire

), i cui case confortevoli collocate in quartieri progettati razionalmente.360 E, in effetti, molti (e in

, architettura e diversi casi piuttosto rapidi) sono stati i mutamenti cui questi centri sono andati incontro,

o intersecare, dianche se, fortunatamente, essi non ne sono stati (se non in pochi casi) esteticamente devastati

ltimo decennio,(non mancando tuttavia le polemiche in merito). Il processo di modernizzazione e

citazione sonoripensamento degli spazi urbani (con la creazione di aree riservate ai pedoni e corsie per i

nuovi’ come laciclisti),361 integrato con studi di architettura del paesaggio e utilizzo di manufatti artistici (in

1959), che più particolare sculture e fontane) da collocare in punti ‘strategici’ ha tuttavia profondamente

uðni Hauksson modificato l’immagine delle città nordiche, anche quando l’ispirazione per le nuove

ntare’ la pitturacostruzioni è stata ripresa dalle forme tradizionali, ben più facilmente conservate nelle aree

1960), scultore,rurali. Nomi di riferimento sono quelli dei danesi Svenn Eske Kristensen (1905-2000), Povl

io delle proprieErnst Hoff (1903-1992) e Bennet Windinge (1905-1986),362 Nils (1914-2009) ed Eva Koppel

cui sculture e(nata Ditlevsen, 1916-2006), marito e moglie, Jørn Utzon (1918-2008),363 Gunnar Krohn

óttir (n. 1963), (1914-2005) ed Eigil Hartvig Rasmussen (1905-1980),364 Henning Larsen (1925-2013),

Knud Holscher (n. 1930);365 degli svedesi Sven Markelius (1889-1972), sopra ricordato tra i

pionieri del funzionalismo,366 Sven Backström (1903-1992) e Leif Reinius (1907-1995),367

miglioramentoGustaf Lettström (1913-1999), Ralph Erskine (1914-2005, anglo-svedese),368 Carl Nyrén


ono importanti(1917-2011),369 Peter Celsing (1920-1974),370 Hans Asplund (1921-1994);371 dei norvegesi

tto nelle città)Knut Knutsen (1903-1969, attivo fin dagli anni ’30 ma figura di riferimento nel secondo

uogo americanedopoguerra), Per Cappelen (1921-1978) e della moglie Molle (Bergljot Ambrosia Heyerdahl,

ore nei decenni1922-1986), Trond Eliassen (n. 1922), Birger Lambertz-Nielsen (1923-2012), Nils Slaatto

opo di costruire(1923-2011) e Kjell Lund (1927-2013),372 Sverre Fehn (1924-2009) e Geir Grung (1926-

etti, molti (e in1989);373 degli islandesi Gunnlaugur Halldórsson (1909-1986), Skarphéðinn Johannesson

andati incontro,(1914-1970), che si era formato in primo luogo in Italia, Guðmundur Kr. Kristinsson (1925-

mente devastati2001), Manfreð Vilhjálmsson (n. 1928) e Þorvaldur S. Þorvaldsson (n. 1933), che a lungo

ernizzazione ehanno lavorato insieme, Högna Sigurðardóttir (n. 1929), prima donna islandese ad affermarsi

i e corsie per iin questo campo.

fatti artistici (in Il rinnovamento coinvolse naturalmente anche gli edifici pubblici come municipi, scuole,

profondamenteuniversità, ospedali, musei, chiese, biblioteche, luoghi di incontro e, inoltre, hotel, aeroporti,

per le nuovefabbricati a uso commerciale e industriale.374 Si venne così creando un nuovo ‘modello

rvate nelle areescandinavo’ destinato a essere esportato anche all’estero. Lo stile modernista evolse poi da

05-2000), Povluna parte verso il brutalismo, dall’altra verso lo strutturalismo che lo misero in discussione

ed Eva Koppelfino a che esso non sarebbe stato, in sostanza, superato.375 Un superamento che in buona

Gunnar Krohnparte si constata già dagli anni ’70, quando si comincia a costruire con più attenzione

n (1925-2013),all’aspetto sociale e alle esigenze ambientali (e meno a una logica schematica), restituendo

a ricordato tra i valore alle costruzioni preesistenti.376 Più avanti si affermerà il postmodernismo, anch’esso

367 successivamente abbandonato in favore di nuove tendenze che si legheranno alle crescenti

Carl Nyrénopportunità offerte dalla tecnologia (senza dimenticare le esigenze di carattere ecologico) ma
dei norvegesi anche al minimalismo, all’espressionismo, a una sorta di neo-funzionalismo.

to nel secondo Nel saggio critico in cui dà il ‘benservito’ al funzionalismo377 Hans Asplund contrappone a

osia Heyerdahl,questa tendenza lo stile di un edificio come il Municipio di Stoccolma, realizzato sulla base di
un’architettura magari ‘poco organica’ ma dai risultati assolutamente felici:
2), Nils Slaatto
“L’immagine semplificata del mondo del funzionalismo si è espressa in divieti di vario genere. Il
Grung (1926-
primo divieto ha riguardato l’imitazione di uno stile. L’atteggiamento negativo nei confronti delle
nn Johannesson
epoche architettoniche storiche, prima di tutto l’Ottocento, si è manifestato in espressioni che sono
stinsson (1925-
passate dall’ironia allo scherno e al disprezzo. Oltre alla formula imitazione stilistica le definizioni
3), che a lungo
comuni dei risultati archiettonici dell’Ottocento sono state ecletticismo, copiatura, plagio e
e ad affermarsi
riproduzione. Qualche volta gli architetti del passato si sono presi una pacca postuma sulla spalla,

sono stati nominati pionieri e prefunzionalisti [...]

unicipi, scuole, Per fortuna Stoccolma ha fatto in tempo a costruire il suo Municipio prima dell’avvento del

hotel, aeroporti, funzionalismo, visto che questo edificio contrasta totalmente con la morale. In particolare con tutte

uovo ‘modellole tesi funzionaliste. Frammenti e motivi architettonici sono stati fatti a diretta imitazione o

a evolse poi dareinterpretati come parafrasi dell’architettura di diversi Paesi e periodi. L’architetto Ragnar
Östberg378 è riuscito a combinare e amalgamare tutti questi influssi in un insieme imponente, solido
in discussione
e ricco: il Municipio non è certo inteso come uno strano uccello esotico sulla fredda spiaggia
o che in buona
nordica, piuttosto come un uccello migratore nordico che torna riportando il ricordo di regioni più
più attenzione
meridionali. Le forme erano meridionali ma i materiali, pietre, mattoni, legno, ferro e rame
ca), restituendo
arrivavano dal nostro Paese.
smo, anch’esso
Certo il Municipio è un teatro, abitato dalle ombre di Birger jarl e di Sant’Erik,379 certo il
o alle crescenti
Municipio è una poesia, una bugia provvidenziale con i massi trasportati fin qui per riprodurre la
e ecologico) mabase di una montagna di roccia, con le aperture delle finestre richiuse, come un palinsesto che
alluda alle diverse necessità nel corso dei secoli, certo l’edificio è in parte inadeguato, certo una

d contrappone aparte delle finestre degli uffici sono a livello del pavimento con vista sul luccichio delle acque del

to sulla base di Riddarfjärden,380 certo l’edificio è costoso, molto costoso. Ma che festa, che gioia, che bellezza, che

spettacolo di fronte al magnifico paesaggio della città. Questo edificio è stato costruito quando la

i vario genere. Il Svezia era ancora povera, ma ha già deliziato due generazioni di Svedesi e molti stranieri. Cosa

i confronti delleabbiamo realizzato di paragonabile nel corso del nostro danaroso mezzosecolo?”381

essioni che sono Naturalmente, dunque, gli architetti si dedicarono anche a progetti molto ambiziosi, nei

ica le definizioniquali poter esprimere al meglio la loro creatività: una creatività fatta di linee semplici e

atura, plagio emateriali ‘moderni’ (tra cui vetro e acciaio), capace di trarre ispirazione da svariate culture

uma sulla spalla,


figurative (anche non ‘di scuola’) e al contempo di non trascurare il ricorso a elementi

tradizionali caratteristici dell’identità nordica. La combinazione di questi fattori,


dell’avvento del
sapientemente dosata, ha fatto sì che molti fra i migliori abbiano avuto successo anche fuori
icolare con tutte
dalla Scandinavia ottenendo prestigiosi riconoscimenti.
ta imitazione o
Da questo punto di vista, per la verità, bisogna riferirsi in primo luogo ai danesi. Il caso
chitetto Ragnar
più eclatante è quello di Jørn Utzon, il cui celeberrimo palazzo dell’Opera (Opera House) di
mponente, solido

fredda spiaggia
Sidney (1973)382 gli ha procurato la soddisfazione di vederlo inserito (2007) nell’elenco del

do di regioni più patrimonio mondiale dell’umanità stilato dall’Unesco. Un altro danese, Henning Larsen, ha

o, ferro e rame ottenuto incarichi in Medio oriente (tra cui la costruzione dell’edificio del Ministero degli

esteri dell’Arabia saudita, 1982-1984) e altrove, il che consente ai nuovi nomi dello studio da

certo il lui fondato nel 1959 di essere tuttora coinvolti in importanti progetti in diversi Paesi. Nel

er riprodurre la
1989, due anni dopo la morte di Johann Otto von Spreckelsen (1929-1987), veniva
n palinsesto che
inaugurato nelle vicinanze di Parigi (nel centenario del completamento della Tour Eiffel e nel
guato, certo una bicentenario della rivoluzione) il cosiddetto Arco de La Défense (La Grande Arche de la

delle acque delFraternité o L’Arche de la Défense) da lui progettato. Ancora in Medio oriente è stata poi la

che bellezza, che


volta di Hans Dissing (1926-1998) e Otto Weitling (n. 1930) che hanno disegnato le sedi
truito quando la
delle banche centrali in Kuwait (1976) e Iraq (1985). Allo studio da loro fondato
i stranieri. Cosa
(Dissing+Weitling) con l’intenzione di portare avanti il lavoro avviato da Arne Jacobsen è

stata affidata in tempi più recenti la progettazione di diversi ponti come il Nelson Mandela
ambiziosi, nei
Bridge a Johannesburg in Sud Africa (2003), lo Stonecutters Bridge a Hong Kong (2009), il
nee semplici e
New Forth Road Bridge Bridge (Queensferry Crossing) in Scozia (apertura prevista nel
svariate culture
2016).383 Un altro studio architettonico danese che vanta un notevole successo è 3XN,384
rso a elementi
aperto a Copenaghen nel 1986: tra le sue realizzazioni il palazzo dei concerti Muziekgebouw
questi fattori,
aan ’t IJ di Amsterdam (2005) e il Museo di Liverpool (Museum of Liverpool, 2011); così
sso anche fuori
anche schmidt hammer lassen architects, costituito ad Aarhus nel 1986,385 che ha lavorato in

vari Paesi d’Europa, in Medio oriente, negli Stati uniti e in Cina (a Shangai, dove esso ha
danesi. Il caso
aperto un ufficio, sono stati recentemente inaugurati i padiglioni progettati per la Shanghai
) di
West Bund, Biennale di architettura e arte contemporanea). Dello studio C.F. Møller
nell’elenco del
Architects si è detto in precedenza.386
ning Larsen, ha
A livello internazionale gli architetti norvegesi più noti sono certamente i componenti del
Ministero degli
gruppo Snøhetta,387 formatosi nel 1987 e che solo due anni dopo si sarebbe aggiudicato
dello studio da
l’incarico di realizzare la nuova biblioteca ad Alessandria d’Egitto (inaugurata nel 2002). Fin
ersi Paesi. Nel
da allora si unirono a loro anche professionisti stranieri come Craig Dykers (n. 1961), nato a
-1987), veniva
Francoforte ma a lungo vissuto in Europa e Nord America, che insieme a Kjetil Trædal
e nel
de Arche de laThorsen ne è ora il principale esponente. Tra i loro numerosi successi internazionali la

te è stata poi lapartecipazione alla realizzazione del Memorial sul luogo nel quale sorgeva il World Trade

segnato le sediCenter di New York distrutto negli attentati dell’11 settembre 2001, il Centro della cultura

a loro fondato mondiale di re Abdulaziz a Dhahran nell’Arabia saudita (King Abdulaziz center for world

rne Jacobsen èculture, in costruzione), l’assegnazione dell’incarico per la realizzazione del palazzo

Nelson Mandeladell’Opera nella città sudcoreana di Busan.

Kong (2009), il Per quanto riguarda la Svezia, dove dopo gli anni ’60 l’architettura non è più sembrata in

ra prevista nel grado di esprimere autentici talenti,388 ci si dovrà limitare a ricordare Ralph Erskine che ha

384 realizzato un progetto di appartamenti nel quartiere di Byker a Newcastle in Inghilterra

Muziekgebouw(1969-1982) e più tardi (1997-2005) ha dato il proprio contributo al Greenwich Millennium

, 2011); cosìVillage di Londra. Gli islandesi hanno fatto grandi progressi: lo studio Batteriið Arkitektar389

e ha lavorato in ha ottenuto in collaborazione con i canadesi di Cibinel Architects di lavorare all’Active

i, dove esso haLiving Centre per l’Università del Manitoba, la cui apertura è prevista per il 2015.

Shanghai Per altro, pur tributando la dovuta ammirazione ai progetti internazionali, si deve

C.F. Møller constatare come l’evoluzione cui è andata incontro l’architettura scandinava abbia

parallelamente prodotto risultati notevolissimi anche all’interno di questi Paesi, non soltanto

componenti delin termini di rinnovamento delle forme (per il ricorso, come si è detto, a svariati stili), bensì

be aggiudicatoanche – forse soprattutto – perché essa ha saputo in diversi casi reinventare e reinterpretare lo

a nel 2002). Finspirito nordico nel suo imprescindibile legame con l’ambiente naturale che ha contribuito a

n. 1961), nato aplasmarlo e con la tradizione formatasi nel corso dei secoli. Sono dunque senz’altro degni di

a Kjetil Trædalammirazione (per fare solo qualche esempio tra le costruzioni più prestigiose) i diversi
nternazionali laedifici (postmodernisti) dell’Università di Stoccolma nel quartiere di Frescati realizzati da

World Trade Ralph Erskine a partire dal 1974; il quartier generale della compagnia aerea SAS a Solna

ro della cultura(nord di Stoccolma) progettato dal norvegese Niels Torp (n. 1940) e inaugurato nel 1985;390

enter for worldl’edificio della Banca di Norvegia (Norges Bank) a Oslo, completato nel 1987 su progetto di

e del palazzoKjell Lund e Nils Slaatto; il Municipio di Reykjavík (Ráðhús Reykjavíkur) realizzato dallo

Studio Granda391 (1992); la Biblioteca nazionale d’Islanda (Landbókasafn Íslands), opera di

più sembrata inManfreð Vilhjálmsson e Þorvaldur S. Þorvaldsson (1994); l’edificio in cui ha sede la Corte

Erskine che hasuprema islandese (Hæstiréttur Íslands), ancora dello Studio Granda (1996); la Biblioteca

e in Inghilterra universitaria (Universitetsbiblioteket) di Oslo (Georg Sverdrups hus, 1998), disegnata dallo

ich Millenniumstudio Telje-Torp-Aasen;392 l’ampliamento della Biblioteca reale di Copenaghen con il

389cosiddetto “Diamante nero” (Den Sorte Diamant) progettato dallo studio schmidt hammer

Activelassen architects (1999); il Teatro dell’Opera di Copenaghen (Operaen) realizzato su disegno

di Henning Larsen (2005); il Teatro reale danese (Skuespilhuset), sempre nella capitale,

ionali, si deveprogettato dallo studio Lundgaard & Tranberg393 (2008); il Palazzo dell’Opera (Operahuset)

ndinava abbiadi Oslo, disegnato dagli architetti di Snøhetta (2007); il centro culturale per concerti e

si, non soltantoconferenze di Reykjavík, noto come Harpa (2001), nato dalla collaborazione dello studio

iati stili), bensìdanese Henning Larsen Architects con quello islandese Batteríið Arkitektar e alla cui facciata

einterpretare loha contribuito l’artista dano-islandese Ólafur Elíasson.394 Ma una particolare attenzione

ha contribuito ameritano opere che richiamano, appunto, la natura e la tradizione nordica, realizzate in primo

z’altro degni diluogo da norvegesi o islandesi. Tali sono, a esempio, il Museo dei Ghiacciai (Norsk

giose) i diversiBremuseum), che si trova a Fjærland (nella regione norvegese di Sogn e Fjordane) ed è
ati realizzati da considerato uno dei capolavori di Sverre Fehn (1991); il palazzo del ghiaccio costruito a

a SolnaHamar (Hedmark) per i giochi olimpici invernali del 1994 (Hamar olympiahall), pronto fin

390 dal 1992 e noto come “nave vichinga” (vikingskipet), che riprende la forma (rovesciata) di

7 su progetto ditale imbarcazione ed è stato realizzato su disegno di Niels Torp e dello studio Biong

realizzato dalloArkitekter;395 il centro culturale Casa del Nord (Norðurlandahúsið) di Tórshavn nelle

), opera diFøroyar, aperto nel 1983 e disegnato da Ola Steen (n. 1942), norvegese, e Kolbrún

a sede la Corte Ragnarsdóttir (n. 1939), islandese: una costruzione che si ispira alle antiche abitazioni

); la Bibliotecanordiche ricoperte di zolle d’erba, così come, in precedenza, il Brekkestranda Fjord Hotel

disegnata dallo(Brekke, regione di Sogn) disegnato da Bjørn Simonnæs (n. 1921) e aperto nel 1970.

enaghen con ilL’individuazione di una ‘linea neonordica’ nell’architettura è stata per altro oggetto di un

chmidt hammerevento culturale tenutosi nel 2012 presso il museo Louisiana in Danimarca, dal titolo Nuova

zato su disegnoarchitettura e identità nordica (Ny arkitektur og identitet i Norden).

nella capitale, È presumibile che sarà questa una delle sfide che dovranno affrontare i progettisti nel

)futuro, insieme a quella di gestire con razionalità e felici risultati estetici la continua

per concerti etrasformazione dei moderni centri urbani, in relazione alle esigenze d’un mondo e d’una

ne dello studio società in continuo e rapido divenire.396

alla cui facciata 14.4.4. Il mondo della musica

lare attenzione 14.4.4.1. Ritmi scatenati e nuove canzoni

izzate in primo Fin dal periodo tra il primo e il secondo conflitto mondiale il mondo musicale scandinavo

Norsksi era aperto a nuovi modelli provenienti dall’esterno, in primo luogo il jazz (ma anche le

Fjordane) ed ècanzoni di ‘musica leggera’), che rappresentavano una novità significativa rispetto alla
ccio costruito a tradizione popolare, a quella classica e, ovviamente, a quella della musica religiosa. Questa

), pronto fintendenza si consolidò nel secondo dopoguerra, quando le mode americane e inglesi si

(rovesciata) di propagarono rapidamente e nei Paesi nordici cominciarono a formarsi band che si

Biongdedicavano alla composizione e all’esecuzione di pezzi che vi si ispiravano. La strada fu

Tórshavn nelleaperta dal rock and roll, diffuso a partire dagli anni ’50,397 una forma musicale che anche qui

se, e Kolbrún avrebbe conosciuto, dal decennio successivo, l’evoluzione in hard rock, rock progressivo

iche abitazioni(prog) e poi heavy metal, in voga negli anni ’70 e ’80, ma che nelle sue varie specie (e

da Fjord Hotel sottospecie) è tuttora coltivata (con l’uso di strumenti sempre più tecnologicamente

erto nel 1970. sofisticati) e seguita. Una innovazione che ebbe ovunque un notevole impatto, ma i cui effetti

o oggetto di unfurono particolarmente evidenti in Islanda. In un Paese in cui la tradizione si era a lungo

Nuovabasata quasi esclusivamente sulle composizioni di carattere religioso e su quelle popolari,

l’introduzione di generi ‘moderni’ (i cui pionieri, come altrove, erano stati i musicisti jazz)

progettisti neldeterminò una vera e propria ‘rivoluzione’: quasi che il bisogno degli Islandesi di esprimersi

ici la continuamusicalmente, a lungo in qualche modo ‘forzatamente incanalato’, trovasse ora finalmente il

mondo e d’unaproprio sfogo. Il primo festival rock nel Paese ebbe luogo a Reykjavík nel 1957 e nel giro di

un anno questo tipo di musica conquistò la gente.398 Sicché non deve fare meraviglia che

nell’isola si siano susseguiti (e continuino a susseguirsi) con frequenza concerti di musica

moderna che richiamano sempre un grande pubblico399 e che nel corso degli anni siano nate

cale scandinavomolte band, alcune delle quali come i Sykurmolarnir400 e Sigur Rós401 hanno raggiunto fama

(ma anche leinternazionale.402 Per altro una ‘stella’ musicale islandese universalmente nota è Björk

va rispetto allaGuðmundsdóttir (n. 1975), più semplicemente nota come Björk, che ha anche fatto parte
eligiosa. Questadella band Sykurmolarnir: la sua formazione ha compreso i diversi generi delle più moderne

ne e inglesi siespressioni musicali. Più recente ma altrettanto clamoroso è il successo di Sóley Stefánsdóttir

che si (n. 1986). Ma anche altre band e cantanti scandinavi hanno raggiunto il successo all’estero: a

o. La strada fu esempio i gruppi danesi D-A-D, formatosi nel 1982,403 Dizzy Mizz Lizzy (1988), Volbeat

e che anche qui(2001); gli svedesi The Spotnicks (1961), Europe (1978), Roxette (duo, 1986), Entombed

progressivo (1987) e Opeth (1990); i norvegesi della band a-ha (1982) e del duo Röyksopp (1998). Per

varie specie (ealtro tutte le forme di rock, di pop rock e di pop music sono ben rappresentate in questi Paesi,

cnologicamentedove naturalmente si è diffuso l’uso di strumenti elettronici, ma anche quello di scrivere

ma i cui effetti (seppure non sempre) i testi in lingua inglese, il che non soltanto sottolinea la dipendenza dai

si era a lungomodelli anglosassoni e americani, ma anche la volontà di raggiungere un pubblico più vasto.

quelle popolari, Parallelamente continua il successo della musica jazz che in Danimarca ha conosciuto un

)momento di grande fortuna negli anni ’60,404 mentre in Svezia è stata sottoposta a

si di esprimersi sperimentazioni come quella di Jan Johansson (1931-1968), che l’ha utilizzata per ‘tradurre’

ra finalmente ilmelodie popolari, o di Eje Thelins (1938-1990) che lo ha voluto ‘progressivo’.405 In

57 e nel giro diNorvegia debuttava in quel decennio il celebre Jan Garbarek (n. 1947),406 mentre in Islanda

meraviglia che nel 1977 sarà costituita la band Mezzoforte che lo declina nel genere fusion ed è nota

certi di musicainternazionalmente.407 Tra i cantanti di questo genere le voci più note sono per lo più

anni siano natefemminili.408

raggiunto fama Un diverso, parallelo, e altrettanto importante percorso è quello della canzone melodica,

nota è Björkpopolare,409 anch’essa felicemente coltivata in Scandinavia e i cui migliori interpreti

che fatto parte(notissimi a livello mondiale) sono stati gli svedesi del gruppo degli ABBA,410 accanto ai
le più modernequali vanno comunque ricordate la pop star norvegese Wenche Myre (n. 1947), le

ey Stefánsdóttircomponenti del duo Bobbysocks411 e l’islandese Emilíana Torrini (n. 1977, di padre italiano).

sso all’estero: a In Svezia la tradizione della ‘canzone’ che risaliva a Bellman412 è stata rinnovata da

Volbeatautori come Cornelis Vreeswijk (1937-1987), di famiglia olandese, e Fred Åkerström (1937-

Entombed1985), che la arricchiscono con toni ripresi dalle nuove mode musicali (come il rock) ma

(1998). Peranche dalle canzoni popolari. Una ‘leggenda’ di questo tipo di composizione è anche Povel

in questi Paesi,Ramel (1922-2007). Il rinnovamento del genere ha altresì influenzato la ‘canzone’ norvegese

ello di scrivereil cui miglior rappresentante pare essere Bjørn (Lillebjørn) Nilsen (n. 1950).413 Anche in

dipendenza daiIslanda nel secondo dopoguerra il lato artisticamente migliore della ‘canzone popolare’ sono

probabilmente le composizioni del ‘trovatore’ Hörður Torfason (n. 1945), all’estero

a conosciuto uncertamente più noto come organizzatore delle proteste di piazza legate alla gravissima crisi

a sottoposta a economica del 2008.414 Molto apprezzato per la sua musica intensa e delicata è anche Snorri

a per ‘tradurre’Helgason (n. 1984).

In 14.4.4.2. Musica, avanguardie, politica e società

entre in Islanda Come altrove le correnti musicali assolutamente innovative provenienti dall’area

ed è notaanglosassone ebbero da subito particolare diffusione negli ambienti giovanili e da subito si

ono per lo piùlegarono al clima di ‘ribellione’ politica e sociale che tra l’altro sarebbe sfociato nei moti di

protesta del ’68. Sicché esse sono strettamente legate alla ‘filosofia’ hippie prima e a quella

zone melodica,punk poi. Ottimo esempio della stretta connessione tra la contestazione politica e questo tipo

gliori interpretidi musica è il movimento progg (o proggen) sorto in Svezia nella prima metà degli anni ’70

accanto aiallo scopo di dare spazio alla composizione non ‘commerciale’ (anche di carattere popolare)
(n. 1947), lema presto divenuto espressione di ambienti politici della sinistra.415 Una delle principali

padre italiano). manifestazioni tenute dagli aderenti al progg fu il cosiddetto “Progetto tenda” (Tältprojektet)

a rinnovata dache nell’estate del 1977 vide la partecipazione di centinaia di artisti (musicisti e attori di

kerström (1937-teatro) che fecero una lunga tournée in giro per il Paese. D’altro canto le innovazioni

) mamusicali si sarebbero senz’altro legate con le sperimentazioni delle avanguardie culturali, il

e è anche Povelche avrebbe coinvolto (nel solco delle idee portate avanti dal movimento Fluxus) anche

one’ norvegese musicisti formatisi seguendo un percorso più tradizionale. Happening e performance

Anche in avrebbero dunque costituito occasioni ideali per realizzare una collaborazione, destinata

popolare’ sonocomunque a svilupparsi ulteriormente con il diffondersi del convincimento della necessità di

945), all’esteroabbattere i confini (ora giudicati artificiosi) tra le diverse forme di arte. Un caso esemplare è

gravissima crisiquello del compositore danese Henning Christiansen (1932-2008), che accompagnò con il

è anche Snorrisuo violino la performance di Bjørn Nørgaard e Lene Adler Petersen, quando essi in un

mercato danese macellarono provocatoriamente un cavallo.416 Egli aderiva, del resto, al

movimento Fluxus. Come lui anche Niels Viggo Bentzon (1919-2000),417 che sarebbe

nienti dall’areadivenuto uno dei maggiori compositori danesi contemporanei. Un modo diverso di

i e da subito siperseguire la ‘fusione’ di forme espressive è, tra gli altri, quello degli svedesi Ulf Lundell (n.

iato nei moti di 1949), musicista rock e scrittore (la cui carriera inizia negli anni ’70) che si richiama alla

rima e a quellabeat generation418 e Jacques Werup (n. 1945), scrittore le cui poesie vengono messe in

ca e questo tiporelazione con la musica jazz che egli stesso ha eseguito, spesso in collaborazione con Frans

à degli anni ’70Sjöström (n. 1944).419 Un intento più marcatamente politico è rappresentato da autori come

attere popolare)gli svedesi Björn Afzelius (1947-1999) e Mikael Wiehe (n. 1946) che, spesso insieme,
delle principali vollero ispirare il loro lavoro al socialrealismo tanto in voga negli anni ’70 (per altro un

) risultato piuttosto difficile da conseguire in ambito musicale).

cisti e attori di In effetti nei primi decenni del dopoguerra l’intreccio tra propositi politici, critica sociale

le innovazionie ricerca artistica è indiscutibile e buona parte delle innovazioni portate avanti dai

die culturali, il compositori si legano al quel clima culturale: il panorama appare variegato e il dibattito

) anchevivace.420 Una tendenza che si fa strada anche nel Nord è quella della ‘musica concreta’, per

performance altro strettamente legata a quella elettronica ed elettro-acustica. Autori come i danesi Else

zione, destinataMarie Pade (n. 1924) e Jørgen Plaetner (1930-2002), gli svedesi Rune Lindblad (1923-1991)

ella necessità di e Bengt Hambræus (1928-2000), interessato anche alla musica seriale, e i più giovani Ralph

aso esemplare èLundsten (n. 1936) e Leo Nilsson (n. 1939), il norvegese Arne Nordheim (1931-2010),

ompagnò con il radicale nelle sue sperimentazioni, ben si inquadrano in questo contesto. Del resto il

ndo essi in undesiderio di innovazione si applica anche alla scelta degli strumenti (si pensi tra gli altri allo

a, del resto, alsvedese Sven-Eric Johanson, 1919-1997). Agli ‘eccessi del modernismo’ non mancherà una

che sarebbe reazione tesa a produrre composizioni ‘neosemplici’ (una forma di minimalismo musicale),

do diverso dicome è il caso dello stesso Henning Christiansen,421 dei suoi connazionali Pelle

Ulf Lundell (n.Gudmundsen-Holmgreen (n. 1932) che, pure, aveva voluto tentare sperimentazioni, Ole

si richiama alla Buck (n. 1945), anch’egli ‘convertito’ alla semplicità e Hans Abrahamsen (n. 1952), le cui

gono messe inprime opere sono da ‘leggere’ in questa prospettiva, e inoltre dello svedese Lars Johan Werle

ione con Frans (1926-2001) che dà un nuovo impulso all’opera.

da autori come 14.4.4.3. Prima di tutto musica

pesso insieme, Ma le sperimentazioni non si legano soltanto a motivazioni politico-sociali, bensì anche
0 (per altro un al bisogno di recepire pienamente stimoli provenienti dall’esterno o comunque di sviluppare

le teorie sorte nel Novecento (dodecafonia, atonalità) portando un contributo davvero

, critica socialeinnovativo. E, dunque, pur tenendo conto dell’impegno politico-sociale ‘imposto’ dal clima

ate avanti daidegli anni ’60 e ’70, dell’apporto dato a happening, performance e più tardi all’installazione

o e il dibattito per finire all’arte intermediale, occorrerà considerare i percorsi dei compositori nel solco di

a concreta’, peruno sviluppo che resta, per molti versi, tutto interno alla musica stessa, anche quando essa sia

e i danesi Elselegata ad altre forme espressive (da non dimenticare cinematografia, rivista, balletto e via

ad (1923-1991)dicendo).

ù giovani Ralph In Danimarca l’innovazione sarà portata avanti, tra gli altri, da Ib Nørholm (n. 1931) che

m (1931-2010),dagli anni ’60 comincia a sperimentare la musica seriale,422 ma produrrà anche composizioni

o. Del resto il‘neosemplici’, da Per Nørgård (n. 1932), prolifico autore di sinfonie, opere, concerti (ma

tra gli altri alloanche di molto altro)423 e figura molto influente anche per l’importante attività di docente,424

n mancherà unada Bent Lorentzen (n. 1935), allievo del compositore e musicologo Knud Jeppesen (1892-

smo musicale),1974) e di Vagn Holmboe,425 e pioniere della musica elettronica.

nazionali Pelle Si tratta di autori cresciuti nel solco di una tradizione ‘classica’ nobilitata da nomi come

mentazioni, Olequello del celebre Carl Nielsen,426 ma che in seguito sentono il bisogno di trovare la propria

n. 1952), le cui strada attraverso la sperimentazione di nuove forme espressive (emblematico da questo punto

rs Johan Werledi vista è l’abbandono da parte di Nørgård del conservatorio di Copenaghen427 per trasferirsi

in quello jutlandese di Aarhus).428 Accanto a loro Axel Borup-Jørgensen (1924-2012), tra i

primi a frequentare i celebri corsi di musica contemporanea (Internationale Ferienkurse für

ali, bensì anche Neue Musik) tenuti a Darmstadt,429 ma che tuttavia mantiene una posizione più distaccata
ue di svilupparerispetto alle novità, così come Tage Nielsen (1929-2003), interessato, più che all’aspetto

ributo davvero‘tecnico’, alla magia che può scaturire dalle nuove melodie.430 Tra i più noti autori danesi

osto’ dal climauna posizione particolare è quella del cattolico Bernhard Lewkovitch (n. 1927), che ‘a

all’installazionedisagio’ con le innovazioni (il che ne farà una sorta di ‘escluso’) troverà la sua strada nella

ori nel solco dicomposizione di opere di carattere religioso. Per altro anche Mogens Winkel Holm (1936-

quando essa sia 1999), compositore e critico (ma anche attivo difensore dei diritti dei musicisti), pur conscio

, balletto e viadelle innovazioni moderniste, mostra di sapersi muovere in modo indipendente.431

A partire dagli anni ’80, con l’attenuarsi del clima politico-sociale che aveva

m (n. 1931) che caratterizzato i decenni precedenti, i compositori possono tuttavia usufruire del ‘lascito’ di

e composizioniquelle esperienze: ciò si constata, a esempio, in Anders Koppel (n. 1947) che nel proprio

e, concerti (ma percorso tocca generi assai diversi, dal rock al jazz, dalla world music alla classica, dai temi

424per balletto alle colonne sonore; in Karl Aage Rasmussen (n. 1947), che ha sviluppato la sua

eppesen (1892-forma compositiva dalla tecnica del collage; in Bo Holten (n. 1948), coordinatore di

importanti insiemi vocali, che ha collaborato con il gruppo di performance teatrale Hotel Pro

da nomi comeForma, fondato nel 1985.432 Holten è uno degli autori cui si deve il rinato interesse per

ovare la proprial’opera;433 altri sono certamente Poul Ruders (n. 1949), noto a livello internazionale, e la più

da questo puntogiovane Eva Noer Kondrup (n. 1964). Figure di primo piano del panorama musicale danese

per trasferirsi contemporaneo sono fra i molti Niels Rosing-Schow (n. 1954), concentrato sull’essenza del

924-2012), tra isuono; Anders Nordentoft (n. 1957), che affida alla composizione un messaggio

Ferienkurse für sull’inesprimibile; Bent Sørensen (n. 1958) che compone soprattutto musica strumentale di

e più distaccataagevole (ma al contempo sorprendente) ascolto; Peter Bruun (n. 1968) molto attivo anche
che all’aspetto nella ‘politica musicale’; Frederik Magle (n. 1977), autore di opere classiche ma anche di

ti autori danesicomponimenti commissionatigli dalla famiglia reale. Non manca chi si ‘lascia tentare’ dalle

1927), che ‘apossibilità offerte dalle più recenti tecniche, ivi comprese le applicazioni dell’informatica: tra

sua strada nelladi loro Gunnar Møller Pedersen (n. 1943), che fin dagli anni ’70 coltivava la musica

el Holm (1936-elettronica, e l’allievo di Niels Viggo Bentzon, Ivar Frounberg (n. 1950).

ti), pur conscio Anche in Svezia i primi decenni del dopoguerra dovevano aprire le porte a molte novità

provenienti dall’estero e ampliare gli spazi di quelle già approdate qui nel periodo tra i due

ale che aveva conflitti. Come si è detto in precedenza,434 un forum di discussione sulle nuove tendenze

del ‘lascito’ dimusicali era costituito dal cosiddetto “gruppo del lunedì” che si riuniva settimanalmente.

che nel proprio Diversi fra i suoi componenti sarebbero stati nomi di riferimento nella trasformazione della

assica, dai temimusica svedese. Così, innanzi tutto, il sopracitato Karl-Birger Blomdahl (1916-1968),435 uno

viluppato la suafra i primi a sperimentare la musica dodecafonica, le cui melodie di accompagnamento

coordinatore di all’opera di Harry Martinson Aniara mostrano chiari toni modernisti, ma anche Sven-Erik

Hotel ProBäck (1919-1994), che si misura con l’atonalità e la musica elettronica,436 e l’eclettico e

o interesse perproduttivo (per certi versi bizzarro e divertito) Sven-Eric Johanson (1919-1997), allievo e

zionale, e la più amico del norvegese Fartein Valen,437 capace di esprimersi su diversi registri stilistici e

musicale daneseanche sperimentatore e interprete di happening. Non a caso Blomdahl, Bäck e Johanson

sull’essenza delavevano studiato presso il celebre Hilding Rosenberg,438 pioniere del modernismo che con la

un messaggiosua attività di docente lo aveva trasmesso agli allievi. Fra i quali è da includere Ingvar

strumentale diLidholm (n. 1921), grande innovatore che dall’espressionismo e dalla musica dodecafonica

to attivo ancheprocede verso ulteriori sperimentazioni d’avanguardia. Un ‘pioniere’ è certamente Bengt


he ma anche di Hambræus (1928-2000) che aveva frequentato i corsi di Darmstadt e diffuso la teoria

a tentare’ dalleconcretista così come la musica elettronica, mostrando interesse anche per altre forme

informatica: traespressive come le performance e la musica seriale.

vava la musica Diversi percorsi sono quelli di Allan Pettersson (1911-1980), compositore celebre per le

sue sinfonie che resta in buona parte legato alla tradizione della musica tonale (seppure

a molte novità sappia declinarla con molte variazioni)439 e di Claude Loyola Allgén (Klas-Thure Allgén,

eriodo tra i due1920-1990),440 anch’egli, al modo del danese Bernhard Lewkovitch (come lui cattolico),

nuove tendenze figura isolata e per molti versi incompresa, anche a motivo della difficoltà delle sue

ettimanalmente.composizioni.441 Del resto, pur avendo fatto parte del “gruppo del lunedì” egli ne aveva poi

ormazione dellaridimensionato l’importanza.442

uno Ma la sperimentazione proseguiva con musicisti interessati alle nuove possibilità offerte

ompagnamento dall’elettronica. Così Arne Mellnäs (1933-2002) che avrebbe perfezionato questa tecnica con

nche Sven-Erikperiodi di studio ed esperienze all’estero (Europa, Giappone, Stati uniti); Bo Nilsson (n.

e l’eclettico e1937) che diede l’avvio a composizioni di questo genere quasi ‘per gioco’; Jan W. (Wilhelm)

997), allievo e Morthenson (n. 1940) che avrebbe fatto parte della direzione dello Studio di musica

istri stilistici eelettronica (Elektronmusikstudion), un centro fondato a Stoccolma nel 1964 da Karl-Birger

äck e JohansonBlomdahl e presto divenuto un punto di riferimento per tutti quelli che volevano seguire

smo che con laquesto percorso. Punto di riferimento per questo ‘studio’ era l’associazione Fylkingen (la cui

cludere Ingvar fondazione risale al 1933):443 nata come un circolo musicale interessato alle opere dei

a dodecafonicacontemporanei (ma aperto anche alla musica tradizionale), negli anni ’60 diede spazio

tamente Bengt all’arte e alla musica d’avanguardia, a happening e sperimentazioni di vario genere.444
ffuso la teoriaMusicisti dell’innovazione sono anche Jan Bark (1934-2012) e Folke Rabe (n. 1935),

per altre formeentrambi con un retroterra nel jazz.

Come altrove a partire dagli anni ’80 c’è stato in Svezia un progressivo declino dell’arte

e celebre per lepolitico-sociale, ma naturalmente la ricerca di nuove forme espressive non si è affatto

onale (seppureinterrotta. In questo periodo si consolida l’esperienza di compositori come Sven-David

-Thure Allgén,Sandström (n. 1942), che, pur senza rinnegare le esigenze dell’innovazione rifluisce verso

e lui cattolico),toni più semplici; Daniel Börtz (n. 1943), che ricerca uno stile più vario; Anders Eliasson

coltà delle sue (1947-2013), che continua a coltivare quella ispirazione che lo aveva tenuto lontano dal

li ne aveva poiclima culturale dei decenni precedenti; mentre Hans Gefors (n. 1952), allievo di Per Nørgård

e a lungo vissuto in Danimarca, è noto soprattutto per le opere, genere coltivato anche da

ssibilità offerteAnders Nilsson (n. 1954) che in gioventù aveva aderito a gruppi progg. Tra gli autori nati

esta tecnica connegli anni ’50 anche l’eclettico Jan Sandström (n. 1954), cui si devono musica, corali, opere

Bo Nilsson (n.e composizioni per orchestra, gratificato da un successo internazionale; Madeleine Isaksson

n W. (Wilhelm)(n. 1956), che seleziona e al contempo integra suoni di diversa natura; Carl Michael von

dio di musicaHausswolff (n. 1956) artista ‘concettuale’ che lavora con installazioni basate su luci e suoni.

da Karl-BirgerTra i più giovani Anna-Lena Laurin (n. 1962) cantante e pianista di jazz passata alla

olevano seguirecomposizione, Fredrik Högberg (n. 1971), postmodernista, padrone di diversi stili e molto

(la cuiapprezzato, e Benjamin Staern (n. 1978) le cui composizioni musicali per orchestra sono

alle opere deieseguite in diversi Paesi del mondo.445

0 diede spazio Un ambito nel quale la musica svedese ha raggiunto risultati di tutta eccellenza è quello

444 della composizione per corale o per esecuzione vocale: una tradizione che si richiama
abe (n. 1935), almeno in parte alla musica religiosa e conosce nomi prestigiosi di compositori446 e maestri

di coro tra i quali primeggia Eric Ericson (1918-2013).

eclino dell’arte Anche in campo musicale la Norvegia è rimasta a lungo, seppure in diverse forme, legata

on si è affattoallo ‘spirito nazionale’ cui si era affidata dopo il 1814 per recuperare e promuovere la propria

me Sven-David identità. Ma a partire dagli anni ’30 del Novecento alcuni compositori (come il sopra citato

rifluisce versoFartein Valen)447 cominciarono, recependo influssi provenienti dall’esterno, a muoversi in

Anders Eliassonuna direzione ‘moderna’. Tra costoro Harald Sæverud (1897-1992), che tuttavia conserverà

uto lontano dall’impronta nazionale, e Klaus Egge (1906-1979), che da composizioni volentieri ispirate alla

di Per Nørgårdtradizione popolare approderà alla dodecafonia e sarà figura di riferimento nel mondo

tivato anche damusicale norvegese. Per altro anche Bjarne Brustad (1895-1978), che a lungo aveva

a gli autori nati mantenuto un tono ‘nazionale’ mostra dagli anni ’50 di volersi adeguare alla lezione di

a, corali, opere maestri stranieri. Ma saranno autori più giovani a intraprendere con decisione la strada del

eleine Isakssoncambiamento: così il sopra citato Arne Nordheim, ma anche Finn Mortensen (1922-1983)

rl Michael vonche avrebbe sviluppato i princìpi della dodecafonia e del serialismo per arrivare a ciò che

su luci e suoni. definisce “neoserialismo” (nyserialisme), come pure Knut Wiggen (n. 1927) che si trasferirà

passata allain Svezia dove sarà attivo nell’associazione Fylkingen. Un vero e proprio modernista è Kåre

si stili e molto Kolberg (1936-2014), che dagli anni ’60 con le sue proposte ‘rivoluzionarie’ ha portato un

orchestra sononotevole contributo al dibattito sulla funzione sociale e politica della musica.

Accanto a questi autori d’avanguardia procedono tuttavia altre ricerche. Così quella che

ellenza è quellosi propone il rinnovamento della composizione religiosa448 e che trova il proprio punto di

he si richiama riferimento nell’associazione Musica sacra, fondata nel 1952 dal musicista Rolf Karlsen
e maestri (1911-1982) insieme a Ludvig Nielsen (1906-2001), direttore di coro molto apprezzato,

entrambi allievi di Per Steenberg.449 L’intento era quello di rinnovare questo tipo di musica

se forme, legatao, per meglio dire, di restituirle il suo autentico carattere nell’ottica d’una ‘nuova

overe la propriaoggettività’.450 Figura di primo piano è qui Trond Kverno (n. 1945) che raccoglie e

e il sopra citatocompendia con grande abilità creativa spunti da diverse tradizioni cristiane; accanto a lui

a muoversi inKjell Mørk Karlsen (n. 1947), figlio di Rolf.451

avia conserverà Esaurito l’impeto sperimentatore legato a una prospettiva politico-sociale, anche in

ieri ispirate allaNorvegia si è andati verso una neosemplicità e un recupero del valore intrinseco della

nto nel mondocomposizione. Ciò si constata, a esempio, nel percorso artistico di Olav Anton Thommessen

a lungo aveva (n. 1946), formatosi anche all’estero (Europa, Stati uniti), musicista ‘radicale’ che tuttavia

alla lezione di non abbandona la tonalità e dagli anni ’80 ricerca spunti anche nella tradizione classica.

ne la strada del Docente e attivo partecipe del dibattito culturale, Thommessen è una delle figure più

en (1922-1983) influenti del mondo musicale norvegese contemporaneo.452 All’attività di insegnamento si

ivare a ciò chededica anche Lasse Thoresen (n. 1949), ben informato sulle nuove tendenze come musica

che si trasferiràconcreta, elettroacustica e spettrale, addentro alla nuova disciplina della sonologia e studioso

dernista è Kåredelle tradizioni musicali popolari. Un compositore assai noto è anche Ragnar Søderlind (n.

’ ha portato un1945) che mantiene una posizione di equilibrio tra novità e tradizione.

L’eredità migliore degli anni delle avanguardie pare essere anche in questo Paese il

Così quella che superamento dei confini tra le diverse espressioni artistiche e musicali, il che consente di

roprio punto dicreare opere nelle quali forme musicali del tutto diverse (e diversi registri) vengono

a Rolf Karlsen‘composti’ in insiemi che, nei casi migliori, hanno una notevole efficacia e forza espressiva.
lto apprezzato, Senza dimenticare che l’uso delle moderne tecnologie (non da ultimo quello del computer) è

tipo di musicaormai molto diffuso. In questo contesto vanno ricordati musicisti nati negli anni ’50 e ’60

d’una ‘nuova come l’eclettico Henning Sommerro (n. 1952); Magnar Åm (n. 1952) che nella ricerca di una

he raccoglie emusica ‘spirituale’ combina l’elemento melodico con la sperimentazione; Cecilie Ore (n.

; accanto a lui 1954) che si è imposta all’attenzione del pubblico negli anni ’80 con composizioni

elettroacustiche; Rolf Wallin (n. 1957), considerato uno dei più prestigiosi compositori

ciale, anche innorvegesi contemporanei, che sa ben combinare i diversi aspetti della musica d’avanguardia

ntrinseco della(e di generi come il rock e il jazz) con i frutti della formazione classica; Asbjørn Schaathun

n Thommessen(n. 1961), pioniere dell’uso del computer nella composizione musicale; Henrik Hellstenius

le’ che tuttavia(n. 1963) e Gisle Kverndokk (n. 1967) che si sono dedicati anche all’opera.453 Tra i più

izione classica. giovani si possono ricordare i nomi Maja Ratkje (n. 1973) compositrice e cantante che tiene

elle figure piùconcerti in tutto il mondo, Martin Romberg (n. 1978) compositore che in uno stile

nsegnamento sipostromantico si ispira ai racconti fantastici e alla mitologia; Adrian Clemens Di Ruscio (n.

e come musica1981), musicista ma anche poeta come il padre, l’italiano Luigi Di Ruscio (1930-2011)

ogia e studiosotrasferitosi in Norvegia nel 1957. Da sottolineare che la dinamicità della vita musicale

ar Søderlind (n.norvegese si basa anche sulla presenza di numerose scuole, sull’organizzazione di festival e

concerti, su un importante sostegno economico statale.

questo Paese il Come si è detto in precedenza, per il mondo musicale islandese il secondo dopoguerra ha

che consente disignificato una vera e propria ‘rivoluzione’. Ma a parte lo straordinario successo del rock e

gistri) vengonodel pop nelle loro varie declinazioni, occorre qui menzionare i compositori che hanno

orza espressiva. rappresentato (e rappresentano) punti di riferimento negli sviluppi di quest’arte nel Paese.
) è Nel 1945, dopo un lungo periodo trascorso all’estero, tornava in patria Jón Leifs (1899-

anni ’50 e ’601968), musicista di autentico talento, modernista che pure si ispirava alla natura e alla

a ricerca di unatradizione del suo Paese; egli restò tuttavia a lungo incompreso e le sue composizioni

Cecilie Ore (n.sarebbero state pienamente rivalutate solo verso la fine del secolo. In ogni caso fin da

n composizioniquell’anno egli contribuiva alla fondazione dell’Associazione dei musicisti islandesi

osi compositori(Tónskáldafélag Íslands), alla quale avrebbe fatto seguito una serie di iniziative tra cui

d’avanguardia (1950) la nascita dell’Orchesta sinfonica islandese (Sinfóníuhljómsveit Íslands).454 Nel 1954

jørn Schaathuntornava in patria, dopo un tirocinio negli Stati uniti, anche Magnús Blöndal Jóhannsson

nrik Hellstenius(1925-2005), pioniere della musica elettronica e compositore aperto alla sperimentazione di

Tra i piùtutte le novità. Per sua iniziativa nel 1959 veniva fondata l’associazione Musica Nova, allo

ntante che tiene scopo di introdurre le tendenze moderne. Naturalmente il compito non era facile; fu tuttavia

e in uno stilegrazie a essa che giovani compositori come Jón Ásgeirsson (n. 1928), Fjölnir Stefánsson

s Di Ruscio (n.(1930-2011), Leifur Þórarinsson (1934-1998) e Þorkell Sigurbjörnsson (1938-2013) poterono

io (1930-2011)presentare al pubblico le loro opere, anche se l’accoglienza fu tutt’altro che entusiastica.

vita musicaleNonostante le critiche la sperimentazione andò avanti. Nel 1964 venne rappresentata la prima

ne di festival eopera da camera islandese composta da Þorkell Sigurbjörnsson.455 Un altro musicista

d’avanguardia era Atli Heimir Sveinsson (n. 1938), che si era formato in patria e all’estero

o dopoguerra ha(seguendo anche alcuni corsi a Darmstadt), aveva avuto modo di incontrare personalmente

eimportanti innovatori come l’austriaco György Ligeti (1923-2006) e il francese Olivier

tori che hannoMessiaen e di studiare con i tedeschi Karlheinz Stockhausen e Gottfried Michael Koenig (n.

arte nel Paese.1926). Fu lui che insieme a Dieter Roth456 si adoperò perché Musica Nova organizzasse la
n Leifs (1899- performance (in pieno spirito Fluxus) dell’americana Charlotte Moorman (1933-1991) e del

a natura e allacoreano Nam June Paik (1932-2006) tenuta a Reykjavík nel 1965, un evento che avrebbe

e composizionisuscitato un grosso scandalo, costringendo l’associazione stessa a disconoscerne i contenuti.

ni caso fin da Ma negli anni ’70 le novità che all’inizio avevano suscitato scalpore vennero sempre più

icisti islandesiconquistando spazio e la musica islandese trovò modo di esprimere tutta la sua potenzialità

iziative tra cuiestendendo le sperimentazioni ai decenni successivi nei quali avrebbero trovato spazio non

Nel 1954solo la musica elettronica (Hjálmar H. Ragnarsson, n. 1952; Lárus H. Grímsson, n. 1954;

dal Jóhannsson Kjartan Ólafsson, n. 1958) ma anche le composizioni realizzate con l’ausilio del computer

rimentazione di(Ríkharður H. Friðriksson, n. 1960; Hilmar Þórðarson, n. 1960; Helgi Pétursson, n. 1962).

, alloTra gli autori che si sono imposti all’attenzione del pubblico e della critica Hafliði

cile; fu tuttaviaHallgrímsson (n. 1941) che compone (soprattutto per strumenti a corda) melodie al contempo

lnir Stefánssonsemplici e raffinate, accessibili e misteriose e Haukur Tómasson (n. 1960) che combina i

2013) poteronodiversi strumenti in una intensa e vibrante musicalità. Nel 2012 la più giovane Anna

he entusiastica. Thorvaldsdóttir (n. 1977) è stata insignita del Premio musicale assegnato dal Consiglio

sentata la primanordico per l’opera Sognare (Dreymi): la giuria ha sottolineato la sua capacità di esprimere

altro musicistamusicalmente il senso del sogno che sospende il tempo e fa rivivere all’ascoltatore le

tria e all’esterosensazioni che si ritrovano nella natura e nella mitologia nordica.457

personalmente Va da sé che agli sviluppi della musica si sono ovunque accompagnati quelli della danza,

rancese Oliviernon soltanto quella classica ma anche i balli moderni legati ai nuovi ritmi introdotti

hael Koenig (n. dall’esterno.

organizzasse la 14.4.5. Uno sguardo al mondo della scienza


933-1991) e del In Paesi come quelli nordici che hanno conosciuto gli sviluppi politici e sociali di cui si è

to che avrebbe detto, il mondo della scienza ha proseguito proficuamente in un lavoro di ricerca i cui

fondamenti e le cui premesse sono agevolmente rintracciabili nei secoli precedenti. Le

nero sempre piùpolitiche portate avanti in questo settore da parte dei governi (ma anche dal Consiglio

sua potenzialitànordico) hanno garantito un sostegno che ha permesso la creazione e la crescita di molte

vato spazio nonprestigiose istituzioni. L’elenco degli scienziati scandinavi il cui lavoro è venuto alla ribalta

msson, n. 1954;internazionale è cospicuo. Basterà qui constatare come il numero di coloro che negli ultimi

computer decenni sono stati insigniti (talvolta in condivisione) del premio Nobel in discipline

sson, n. 1962).scientifiche o economiche sia davvero rilevante, in proporzione al totale della popolazione,

critica Hafliðirispetto a molti altri Paesi.458

die al contempo Studi e ricerche scientifiche di avanguardia vengono condotti nelle università, alcune

che combina idelle quali (come quelle di Uppsala e di Copenaghen) vantano una storia secolare, ma anche

giovane Anna in istituti di alta specializzazione (finanziati dallo Stato o da enti privati) tra i quali si devono

dal Consiglioricordare almeno il Laboratorio Carlsberg (Carlsberg Laboratorium) con sede a Valby

tà di esprimere(Copenaghen) voluto fin dal 1875 dal fondatore della fabbrica di birra Carlsberg, J.C. (Jacob

l’ascoltatore le Christian) Jacobsen (1811-1887), il celebre istituto Karolinska di Stoccolma (Karolinska

Institutet) con annesso ospedale, ben noto per l’eccellenza della ricerca in campo medico,459

elli della danza,l’Università di scienze tecniche e naturali di Trondheim (Norges teknisk-naturvitenskapelige

ritmi introdotti universitet) che dal 1996 coordina precedenti esperienze.460 Ma anche l’Istituto

arnamagnæano di Islanda (Stofnun Árna Magnúsonar á Íslandi)461 nel quale vengono

condotti studi sui preziosi manoscritti medievali: il che ci ricorda che anche in campo
ociali di cui si è umanistico la ricerca scientifica è, in questi Paesi, di eccellente livello. Ottimo viatico per

di ricerca i cuiaffrontare il futuro.

precedenti. Le

dal Consiglio

escita di molte

nuto alla ribalta

che negli ultimi

l in discipline

la popolazione,

iversità, alcune

olare, ma anche

quali si devono

sede a Valby

, J.C. (Jacob

Karolinska

459

rvitenskapelige

Istituto

quale vengono

nche in campo
umanistico la ricerca scientifica è, in questi Paesi, di eccellente livello. Ottimo viatico per

affrontare il futuro.
Nella pagina successiva: i Paesi nordici rispetto al resto del mondo
1 Categorie rispetto alle quali la tendenza è quella di creare i presupposti affinché la situazione di

disagio non venga ulteriormente appesantita (se non in casi non diversamente gestibili) dal ricovero

in case di riposo o strutture specializzate, ma venga piuttosto fornito il supporto necessario affinché

la persona possa restare nel proprio ambiente.

2 Si prenda come caso esemplare quello della Legge sull’assistenza (Bistandsloven) danese,

entrata in vigore il 1 aprile 1973, che unificava la gestione dei servizi sociali (affidati ai comuni o ai

distretti) garantendo a tutti un aiuto immediato. Con provvedimenti successivi come la Legge sulla

politica sociale attiva (Lov om aktiv socialpolitik) e la Legge sul servizio sociale (Lov om social

service, entrambe entrate in vigore 1 luglio 1998) il diritto a ottenere sussidi sarebbe stato

subordinato alla disponibilità ad attivare risorse proprie. Ma anche l’andamento della legislazione

pensionistica nei diversi Paesi nordici (e non solo!) riflette questa tendenza.

3 Per evidenti ragioni di prolungato isolamento e di più circoscritto sviluppo economico, in

Islanda l’immigrazione ha una tradizione molto più recente. Talora c’è stata nel Paese la presenza di

lavoratori provenienti dall’estero legata alla realizzazione di una determinata opera, ma il numero di

coloro che hanno scelto di restare nell’isola o di trasferirvisi è progressivamente cresciuto e si calcola

che ora gli immigrati costituiscano circa l’11% della popolazione. Da segnalare che nel 2007 è stato

eletto al parlamento islandese il primo cittadino di origine straniera, l’americano Paul Fontaine

Nikolov (n. 1971).

4 A tal proposito si vogliono ricordare qui, come esempio, ‘lingue’ note con definizioni come

kebabnorsk (“norvegese kebab”) o Rinkebysvenska (“svedese di Rinkeby”, dal nome di un quartiere

di Stoccolma dove è particolarmente elevata la presenza di immigrati).

5 Si porta qui l’esempio di organizzazioni come le svedesi BSS acronimo di Bevara Sverige

svenskt (“Mantieni la Svezia svedese”) sorta nel 1976 e che sarebbe poi confluita nel Partito della
é la situazione diSvezia (Sverigepartiet) fondato nel 1986 ma presto sciolto e Resistenza ariana bianca (Vitt ariskt

bili) dal ricoveromotstånd) assai vicina alle posizioni dei gruppi neonazisti; i gruppi di skinheads, ai quali erano vicine

cessario affinchéle Giacche verdi (Grønjakkerne) danesi degli anni ’80; il partito norvegese Alleanza elettorale bianca

(Hvit valgallianse) sorto nel 1995 dalla fusione di Stop all’immigrazione (Stopp innvandringen) e

) danese, Aiutiamo gli stranieri a tornarsene a casa altrimenti perdiamo la nostra terra (Hjelp de fremmede hjem

ti ai comuni o aiellers mister vi landet vårt). Ma la galassia dei gruppi di nazionalisti contrari all’immigrazione e, non

Legge sulladi rado, con tendenze razziste è assai variegata.

Lov om social 6 Vd. sopra 12.3.

di sarebbe stato 7 Cfr. sopra, p. 1070, nota 473.

ella legislazione 8 A ciò si legano ‘battaglie’ ecologiche come, per esempio, quella ‘combattuta’ in Norvegia negli

anni 1979-1982 contro la costruzione di un impianto idroelettrico sul fiume Alta nel Nord del Paese e

o economico, innella quale le ragioni ambientali si combinarono con la difesa degli interessi delle popolazioni sami

se la presenza didell’area. Vd. pp. 1405-1406.

ma il numero di 9 Una statistica del Consiglio nordico (Nordiska rådet) che prende in considerazione gli anni fra il

ciuto e si calcola1962 e il 2009 mostra, oltre a una maggiore incidenza di casi fra gli individui di sesso maschile, una

nel 2007 è stato diminuzione in Svezia e Danimarca (dove il calo è del 30% circa tra gli uomini e del 60% circa fra le

o Paul Fontaine donne) mentre in Norvegia e in Islanda si registra un aumento. Pur presentando una certa flessione

fra gli uomini e un lievissimo aumento fra le donne, la Finlandia detiene il triste primato delle

definizioni comepersone che si tolgono la vita (per i grafici si rimanda alla pagina web:

e di un quartierehttp://www.norden.org/sv/tema/nordisk-statistik-i-50-aar-1/statistik-fraan-

196220132012/sjaelvmord).

Bevara Sverige 10 In Svezia una legge del 26 novembre 1998 (entrata in vigore il 1 gennaio 2000) ha, di fatto,

nel Partito dellaoperato una (quasi) netta separazione (Lag om Svenska kyrkan). Del 1951 (26 ottobre) è una legge
Vitt ariskt sulla libertà religiosa che consentiva di uscire dalla Chiesa svedese senza l’obbligo di aderire a

uali erano vicineun’altra comunità religiosa (Religionsfrihetslag, entrata in vigore il 1 gennaio 1952).

elettorale bianca 11 Poiché tale pena era stata abolita dal Codice penale civile nel 1930 (Straffeloven del 15 aprile),

) ecoloro che si erano resi colpevoli di gravi forme di collaborazionismo furono giudicati in base a una

e fremmede hjemLegge integrativa al codice penale civile a riguardo del reato di tradimento e altre attività dannose

migrazione e, non per il Paese (Lov om Tillæg til Borgerlig Straffelov angaaende Forræderi og anden landsskadelig

Virksomhed) approvata il 1 giugno del 1945 (ma di efficacia retroattiva fino al 9 aprile 1940) e

accompagnata da altri provvedimenti – tra cui una Legge sulla pena per i reati di guerra (Lov om

Straf for Krigsforbrydelser del 12 luglio 1946) – che (§ 3) consentiva di applicare questa pena. Il § 3

n Norvegia neglisarebbe stato cassato in data 18 giugno 1951, tuttavia le norme sarebbero state abolite il 22 dicembre

Nord del Paese e1993 (Lov om ændring af lov om tillæg til borgerlig straffelov angående forræderi og anden

popolazioni samilandsskadelig virksomhed og lov om straf for krigsforbrydelser), data in cui veniva meno anche la

pena di morte per reati militari.

one gli anni fra il 12 Vd. p. 1425.

so maschile, una 13 Negli anni fra il 1947 e il 1968 si succedettero come primi ministri il socialdemocratico Hans

60% circa fra leHedtoft (1903-1955) dal 1947 al 1950, il liberale Erik Eriksen dal 1950 al 1953, poi ancora Hans

a certa flessioneHedtoft dal 1953 al 1955, il socialdemocratico H.C. (Hans Christian) Hansen (1906-1960) dal 1955

te primato delleal 1960, il socialdemocratico Viggo Kampmann (1910-1976) dal 1960 al 1962 e il socialdemocratico

pagina web:Jens Otto Krag (1914-1978), con due succesivi governi, dal 1962 al 1968 (egli avrebbe poi guidato il

suo terzo governo fra il 1971 e il 1972). Per certi versi paradossalmente l’esecutivo più solido

sarebbe stato quello guidato da H.C. Hansen dopo le elezioni del 1957, quando la Lega dei diritti

000) ha, di fatto,(Retsforbundet) sorta nel 1919 accettò sorprendentemente di entrare a far parte della maggioranza

bre) è una leggeinsieme ai socialdemocratici, fino ad allora pesantemente criticati.


igo di aderire a 14 Il che alla morte di Federico IX (1899-1972) consentirà alla figlia primogenita Margherita

(Margrethe Alexandrine Þórhildur Ingrid, n. 1940) di salire al trono.

del 15 aprile), 15 Danmarks Riges Grundlov af 5. juni 1953.

ati in base a una 16 Il programma politico dei socialdemocratici era stato formulato nel ‘manifesto’ uscito dal

attività dannose congresso del 1945, al quale era stato dato il significativo titolo La Danimarca del futuro

en landsskadelig (Fremtidens Danmark). In esso, anche sulla base delle idee keynesiane, ci si poneva l’obiettivo di

9 aprile 1940) ecostruire una società del benessere nella quale lo Stato svolgesse un ruolo centrale.

Lov om 17 Vd. p. 1238.

uesta pena. Il § 3 18 Dal 2003 Cristianodemocratici (Kristendemokraterne).

e il 22 dicembre 19 I partiti tradizionali furono pesantemente penalizzati: i Socialdemocratici persero circa il 32%

æderi og anden dei propri voti (risultato in parte dovuto al loro appoggio all’ingresso nell’Unione europea), la

a meno anche laSinistra il 22%, la Sinistra radicale il 29%, il Partito popolare conservatore il 45%, i Socialisti il 34%.

Solo i Comunisti ebbero un avanzamento passando da zero a sei seggi.

20 Esso tuttavia avrebbe poi perduto seguito, scendendo dai ventotto eletti del 1973 ai sei del

emocratico Hans 1984 (ma nove nel 1987). Alla caduta di consensi avrebbe contribuito la condanna a tre anni di

poi ancora Hanscarcere e a una multa di un milione di corone per frode fiscale comminata a Mogens Gilstrup nel

6-1960) dal 19551983. Nel 1988 il partito ebbe una ulteriore ripresa sotto la guida di Pia Kjærsgaard (n. 1947) che

ocialdemocraticotuttavia nel 1995 avrebbe dato vita a una nuova formazione (anch’essa di stampo populista): il Partito

be poi guidato ildel popolo danese (Dansk folkeparti).

utivo più solido 21 Tra cui lo sciopero di 300.000 dipendenti pubblici nel 1985.

Lega dei diritti 22 Si pensi, solo per fare un esempio, ai ponti che collegano le diverse isole e a quello, davvero

ella maggioranzaimponente, sull’Øresund che unisce il territorio danese (e di conseguenza il retroterra europeo) con la

Svezia, la cui realizzazione (concordata nel 1991 e finanziata al 50% dai governi dei due Paesi) è
enita Margherita stata completata nel 1999. Un’opera che ha anche una valenza politica molto forte, se si considerano

non soltanto gli innumerevoli conflitti del passato ma anche, più banalmente, la disputa che ancora

nel 1983 li aveva contrapposti sulla questione della linea di confine nel Kattegat, lo stretto che separa

festo’ uscito dalle coste svedesi dalla penisola danese dello Jutland.

arca del futuro 23 Il più consistente calo dei consensi si verificò negli anni ’50; esso non fu tuttavia tale da

va l’obiettivo di impedire che i socialdemocratici restassero al governo grazie all’alleanza con l’Associazione dei

contadini. Ma il terzo (e ultimo) governo Erlander sarebbe rimasto in carica per il tempo record di

dodici anni (dal 31 ottobre del 1957 al 14 ottobre del 1969).

24 Nel 1950 moriva il vecchio re Gustavo V e gli succedeva il figlio Gustavo VI Adolfo (Oscar

sero circa il 32%Fredrik Wilhelm Olaf Gustaf Adolf, 1882-1973).

one europea), la 25 Sulla questione della perequazione del trattamento pensionistico fra operai e impiegati (con

Socialisti il 34%.l’introduzione di una pensione supplementare per tutti) fu condotta una lunga battaglia nel corso della

quale fu anche indetto un referendum consultivo che si tenne il 13 ottobre 1957. Sulla base del

1973 ai sei delrisultato di questa votazione (che aveva visto prevalere la loro linea (seppure senza la maggioranza

na a tre anni diassoluta) i socialdemocratici portarono avanti e realizzarono il loro progetto di riforma.

ens Gilstrup nel 26 Si segnali qui che nel 1954 dalla fusione della scuola superiore di Göteborg (Göteborgs

rd (n. 1947) cheHögskola) e della scuola superiore di medicina (Medicinska Högskolan) della città, nasceva

pulista): il Partitol’Università di Göteborg e che nel 1960 la Scuola superiore (Högskola) di Stoccolma veniva

trasformata in università. Più tardi (1967) sarà dato l’avvio alle future sedi universitarie di Örebro

(Närke), Linköping (Östergötland) e Växjö (Småland).

quello, davvero 27 Ma ci furono anche provvedimenti intesi a snellire l’amministrazione pubblica (come la

a europeo) con ladiminuzione del numero dei comuni approvata con una serie di riforme successive). Parimenti fu

dei due Paesi) èintrodotto (1971) il tribunale distrettuale (tingsrätt) per i processi di prima istanza in luogo di
se si consideranostrutture preesistenti ormai superate.

sputa che ancora 28 Kungörelse (1974: 152) om beslutad ny regeringsform. Sulla nuova costituzione e successivi

tretto che separa rilevanti emendamenti si rimanda a: The Constitution of Sweden. The fundamental Laws and the

Riksdag Act, with an Introduction by E. HOLMBERG and N. STJERNQUIST, revised translation by R.

tuttavia tale da BRADFIELD, Stockholm 2000. Alcune modifiche costituzionali sono state approvate dal parlamento

Associazione deinel 2010 (con validità dal 1 gennaio 2011. Per i testi e le informazioni relative si rimanda ai siti:

tempo record dihttp://www.regeringen.se/sb/d/13754 e http://www.regeringen.se/sb/d/504/a/3026).

29 Il figlio di Gustavo VI Adolfo, il principe ereditario Gustaf Adolf (1906-1947), era infatti

Oscarmorto in un incidente aereo.

30 Vd. ERIKSSON M. – WÅNGMAR E., “Vägen till kvinnlig tronföljd 1952-1980”, in Scandia

e impiegati (conLXXI: 2 (2005), pp. 265-287 e p. 336.

ia nel corso della 31 Vd. p. 1125 con nota 49. All’epoca esso aveva la denominazione di Partito di sinistra –

. Sulla base delComunisti (Vänsterpartiet – Kommunisterna).

a la maggioranza 32 In seguito a questo risultato il numero dei parlamentari fu poi ridotto di una unità, da

trecentocinquanta a trecentoquarantanove.

Göteborgs 33 Nel 1978 Fälldin dovette dare le dimissioni proprio per contrasti interni al governo su questa

a città, nascevaquestione. A lui succedette Ola Ullsten (n. 1931) che guidò un esecutivo di minoranza monocolore

occolma venivadel Partito popolare (Folkpartiet, cfr. p. 988 con nota 143) per poi di nuovo cedere il passo a

sitarie di Örebro Thorbjörn Fälldin che con due governi successivi sarebbe rimasto in carica fino al 1982.

34 La decisione di costruire la prima centrale nucleare svedese, collocata nel comune di

bblica (come la Oskarshamn (Småland) risale al 1965. Nel 1986 il disastro nucleare di Černobyl’ (Чopнoбиль) ha

e). Parimenti fu colpito anche la Finlandia, la Svezia e la Norvegia, soprattutto nelle regioni settentrionali abitate dai

nza in luogo diSami, riaccendendo il dibattito.


35 Anche in Svezia sorse (1964) un partito che aveva l’obiettivo di difendere i valori tradizionali e

one e successivi quelli cristiani. Esso fu fondato con il nome di Unione cristiano-democratica (Kristen Demokratisk

al Laws and theSamling), attualmente Cristiano-democratici (Kristdemokraterna), e si sviluppò sulla base di un

ranslation by R. gruppo sorto nel 1955 e detto Responsabilità sociale cristiana (Kristet samhälls ansvar). Nelle

e dal parlamentoelezioni del 1991 il partito ha superato la soglia di sbarramento del 4% ed è entrato in parlamento

rimanda ai siti:dove in seguito è rimasto costantemente (con un picco di consensi fino a sfiorare il 12% nel 1998).

36 In relazione a ciò è sorto in Svezia nel 1981 il Partito dell’ambiente i verdi (Miljöpartiet de

1947), era infattigröna), collocato nell’area della sinistra. Entrato per la prima volta in parlamento nel 1988 con venti

seggi, li avrebbe poi perduti tutti nelle elezioni del 1991 per rientrare nel 1994, dopo di che è

Scandia,divenuto una presenza costante fino al 2014, quando non ha ottenuto alcun seggio. In Danimarca e

Norvegia, al contrario, queste formazioni non hanno avuto un consistente seguito di elettori.

ito di sinistra – 37 Si tenga presente che in Svezia, come in molti altri Paesi, nei decenni del dopoguerra il numero

delle persone impiegate nel settore agricolo è calato drasticamente e si calcola che ora occupi meno

di una unità, dadel 3% della popolazione.

38 Per altro in precedenza i conflitti di lavoro non erano mancati. Nel 1969 c’era stato un grande

overno su questa(e prolungato) sciopero nel distretto minerario di Gällivare e Kiruna (Malmfälten), mentre due anni

anza monocoloredopo era stata la volta delle categorie professionali aderenti ai sindacati SACO (Sveriges Akademikers

edere il passo aCentralorganisation, che comprende professionisti come insegnanti, architetti, dentisti, ingegneri e

simili) e SR (Statstjänstemännens Riksförbund, poi confluito nel SACO, che rappresentava i

nel comune didipendenti statali). Ciò aveva determinato serrate e, infine, l’intervento del governo. Una importante

) ha legge sui rapporti sindacali che tra l’altro ha introdotto il principio del diritto dei dipendenti a

ionali abitate daiintervenire sull’organizzazione del lavoro è stata emanata il 10 giugno 1976 (Lag om

medbestämmande i arbetslivet).
ori tradizionali e 39 Si trattava infatti della sesta svalutazione dal 1976.

ten Demokratisk 40 Molto è stato scritto in proposito. Oltre a GARZIA 2007 si citino qui i testi più recenti:

sulla base di unGRUVEDAL E., Den slutliga sanningen om Palmemordet. En annorlunda mordutredning. Nygamla

). Nelleindicier, Sollentuna 2010; HEDERBERG H., Offret & gärningsmannen. En essä om mordet på Olof

to in parlamentoPalme, Stockholm 2010; ANÉR S., Palmemordet. De sammansvurna, Göteborg 2011; VINTERHED K.,

Mordet. Om öppna och dolda motsättningar bakom Palmemordet, faktagranskning A.W JOHANSSON

Miljöpartiet de och KJ. ÖSTBERG, Stockholm 2011; SMITH P., Palmes morder. Er mordgåden løst?, Højbjerg 2012.

l 1988 con venti 41 Ci si riferisce qui in primo luogo all’attacco alla sede diplomatica della Germania a Stoccolma

, dopo di che è(24 aprile 1975) portato dalle ‘brigate rosse’ tedesche, la Rote Armee Fraktion, che occuparono

In Danimarca el’edificio e presero in ostaggio l’ambasciatore e diverse altre persone, uccidendone alcune senza

esitazione per ottenere la liberazione di compagni detenuti in patria. Ma anche a un episodio di

guerra il numerocomune delinquenza come la rapina alla Banca di credito (Kreditbanken) di Stoccolma che portò alla

ora occupi menopresa di quattro ostaggi trattenuti dal 23 al 28 agosto del 1973: un fatto che ebbe una straordinaria

copertura mediatica e determinò un forte coinvolgimento della popolazione (e dal quale prenderà

a stato un grandenome la cosiddetta ‘sindrome di Stoccolma’ che definisce un particolare rapporto che si viene a

mentre due annicreare tra la vittima di un trattamento violento e il suo aguzzino).

ges Akademikers 42 In quell’occasione un notevole successo fu ottenuto anche da un partito populista di destra di

tisti, ingegneri enuova costituzione, Nuova democrazia (Ny demokrati) che ottenne quasi il 7% dei voti ma

rappresentava i successivamente non riuscì più a superare la soglia di sbarramento e cessò l’attività nel 2000.

Una importante 43 Questi fondi (svedese löntagarfonder) erano costituiti da una parte dei profitti dell’azienda che

dei dipendenti a dovevano essere utilizzati per acquistare azioni e gestiti dai sindacati. Essi erano basati su un’idea

Lag omdell’economista Rudolf Meidner (1914-2005), un ebreo tedesco rifugiato in Svezia dove poi aveva

ottenuto la cittadinanza. A lungo furono contestati: una grande manifestazione per la loro
abrogazione, organizzata dalle imprese, ebbe luogo il 4 ottobre 1983 a Stoccolma con la

esti più recenti: partecipazione di migliaia di persone.

edning. Nygamla 44 Vd. p. 440, nota 12.

mordet på Olof 45 Dell’esecutivo Persson faceva parte, in qualità di ministro degli esteri, Anna Lindh (1957-

K.,2003), già ministro dell’ambiente con Ingvar Carlsson. Il 10 settembre 2003 all’interno di un grande

OHANSSONmagazzino di Stoccolma ella veniva brutalmente aggredita e accoltellata da tale Mijailo Mijailović

(n. 1978) di nazionalità serba, il quale le procurava gravissime ferite che nonostante le immediate

ania a Stoccolmacure dei sanitari quella stessa notte l’avrebbero portata alla morte. Le ragioni del gesto, la cui

che occuparonoresponsabilità l’attentatore ha ammesso, sono state ricercate in disturbi psichici, tuttavia egli è stato

ne alcune senzadichiarato sano di mente. Condannato all’ergastolo, Mijailo Mijailović ha chiesto di rinunciare alla

a un episodio dicittadinanza svedese.

ma che portò alla 46 Vd. p. 1263.

una straordinaria 47 DLO nr. 179.

l quale prenderà 48 Qui va ricordata anche la nascita, per iniziativa della scrittrice Ingeborg Refling Hagen (1895-

o che si viene a 1989), del Movimento Suttung (Suttungbevegelsen), tuttora attivo. Essendo stata internata dai

Tedeschi durante la guerra la Refling Hagen volle dar vita a una organizzazione che promuovesse il

lista di destra diprogresso spirituale e civile per mezzo della cultura, per evitare che ideologie nefaste come il

% dei voti manazismo potessero in futuro trovare spazio nella società norvegese. Il nome Suttung, ripreso dalla

mitologia nordica (norreno Suttungr), è quello di un gigante possessore di un prezioso idromele che

dell’azienda cheinfonde saggezza (e capacità di poetare) a chi lo beva (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 90-92).

basati su un’idea 49 Si trattava di una modifica costituzionale sulle modalità di voto deliberata il 26 novembre

dove poi aveva 1952.

ne per la loro 50 Questa formazione politica era stata costituita da dissidenti del Partito dei lavoratori i quali ne
occolma con la criticavano soprattutto la politica estera considerata troppo filo-americana, specie in relazione alla

questione delle armi atomiche. Fin dal 1952 l’opposizione di sinistra alla socialdemocrazia aveva

espresso le proprie posizioni nella rivista Orientamento (Orientering) e quando un gruppo di coloro

na Lindh (1957- che si riconoscevano in quell’area venne escluso dal partito essi diedero vita al nuovo soggetto.

rno di un grande 51 La Saga petroleum sarà acquisita dalla Norsk Hydro nel 1999, mentre il settore del petrolio e

ijailo Mijailović del gas di quest’ultima (Norsk Hydro-Oil and Gas) si fonderà successivamente (2007) con la Statoil a

nte le immediate formare la StatoilHydro, una delle più grandi compagnie del settore al mondo (dal 2009 Statoil ASA).

del gesto, la cuiSulla Norsk Hydro cfr. p. 1028, nota 291.

tavia egli è stato 52 Tra il 1993 e il 1996 questo ministero fu accorpato con quello dell’Economia

di rinunciare alla(Næringsdepartementet) nel Ministero dell’economia e dell’energia (Nærings- og

energidepartementet) per poi essere nuovamente scorporato. Si noti qui che il dibattito sui problemi

ecologici legati all’accresciuta industrializzazione (e intensificato in relazione ai timori di impatto

ambientale dell’industria petrolifera) aveva trovato una risposta governativa nella costituzione, fin

ng Hagen (1895- dal 1972, del Ministero per la difesa dell’ambiente (Miljøverndepartementet). Nel 1980 l’industria

ta internata dai petrolifera norvegese fu colpita dalla catastrofe della piattaforma Alexander Kielland (dal nome del

e promuovesse il celebre scrittore, vd. p. 1080), posizionata nel campo petrolifero Ekofisk nel Mare del Nord, che a

nefaste come il causa di una tempesta si rovesciò provocando la morte di centoventitré persone.

ng, ripreso dalla 53 Vd. oltre, pp. 1242-1243.

oso idromele che 54 Dopo il primo governo Bratteli (1971-1972), toccherà a un esecutivo conservatore (1972-1973)

presieduto da Lars Korvald (1916-2006), poi di nuovo a Trygve Bratteli (1973-1976), seguito da un

il 26 novembrealtro socialdemocratico, Odvar Nordli (n. 1927), in carica dal 1976 al 1981. Tra i provvedimenti di

quest’ultimo governo l’estensione di una zona economica esclusiva a 220 miglia nautiche dalle coste

oratori i quali ne(1977).


in relazione alla 55 Dal 1980 il Nuovo partito popolare avrebbe mutato la propria denominazione in Partito

emocrazia aveva popolare liberale (Det Liberale Folkepartiet). Questo nome sarebbe stato ripreso nel 1992 da una

gruppo di coloro nuova formazione politica.

56 Primo ministro fu, questa volta, Jan Peder Syse (1930-1997), rappresentante della Destra.

ore del petrolio e 57 Su Margherita si rimanda al paragrafo 7.1.1. La modifica costituzionale (che riguarda il § 6,

a approvata il 29 maggio 1990) ha introdotto la discendenza al trono cognatica, tuttavia ha stabilito che

).per i nati prima del 1990 valga ancora il principio della discendenza maschile: per questo motivo la

sorella del principe ereditario Haakon, Märtha Louise (n. 1971), pur essendo maggiore di lui, ne è

dell’Economiarimasta esclusa.

(Nærings- og 58 Ciò non riguarda solo l’istruzione primaria fatta oggetto di diversi decreti di legge ma anche la

tito sui problemifondazione di nuovi istituti di istruzione superiore e di università; cfr. pp. 1026-1027 con nota 288.

imori di impatto 59 Jens Stoltenberg aveva guidato il suo primo governo tra il 2000 e il 2001 ma in seguito alla

costituzione, fin forte perdita di consensi elettorali aveva dovuto cedere il passo ai conservatori.

1980 l’industria 60 Per altro anche in Islanda opereranno tra gli anni ’70 e ’80 formazioni comuniste ancor più

nd (dal nome delradicali come l’Associazione comunista marxista-leninista (Kommúnistasamtökin marxistarnir-

del Nord, che alenínistarnir) e l’Unione comunista (Einingarsamtök kommúnista) filocinese.

61 Vd. sopra, p. 1164 con nota 180.

62 Sugli avvenimenti del 30 marzo vd. JÓNSSON P.H. – GUÐLAUGSSON B., 30. mars 1949,

tore (1972-1973)Reykjavík 1976.

6), seguito da un 63 Landgrunnslögin, 5 aprile 1948.

provvedimenti di 64 Per un approfondimento su tutta questa questione si rimanda a JÓHANNESSON G.TH.,

utiche dalle costeÞorskastríðin þrjú. Saga landhelgismálsins 1948-1976, Reykjavík 2006.

65 Dopo la caduta del “governo della ricostruzione” (vd. sopra, p. 1163), si formò nel 1947 una
zione in Partitocoalizione composta dai socialdemocratici, dal Partito del Progresso e dal Partito dell’indipendenza

nel 1992 da unacon a capo Stefán Jóhann Stefánsson (1894-1980) che decise, tra l’altro, l’adesione al Patto atlantico

e dovette affrontare le violente manifestazioni di dissenso nei confronti di questa scelta svoltesi fuori

dal palazzo del parlamento durante la discussione relativa (vd. sopra, p. 1224 con nota 62). Caduto

e riguarda il § 6,nel 1949 per disaccordi in materia economica, il governo Stefánsson fu sostituito da un esecutivo di

a ha stabilito cheminoranza, formato solo dal Partito dell’indipendenza e guidato da Ólafur Thors, che tuttavia ebbe

questo motivo ladurata assai breve (dal dicembre 1949 al marzo 1950). Sulla base di un accordo con il Partito

giore di lui, ne èdell’indipendenza nacque poi il governo di Steingrímur Steinþórsson (1893-1966) che nel 1953

cedette la carica di primo ministro nuovamente a Ólafur Thors. Questa alleanza si protrasse fino al

egge ma anche la1956. Successivamente Hermann Jónasson (1896-1976), leader del Partito del progresso che già era

stato primo ministro tra il 1934 e il 1942, divenne capo di un esecutivo sostenuto anche dal Partito

a in seguito allasocialdemocratico e dall’Alleanza socialdemocratica (letteralmente “Allean za popolare”,

Alþýðubandalagið), guidata da Hannibal Valdimarsson (1903-1991), una formazione elettorale

uniste ancor piùcreatasi nello stesso anno dall’unione del Partito socialista con alcuni ‘esuli’ socialdemocratici.

in marxistarnir-Hermann Jónasson restò in carica fino al 1958.

66 Cfr. nota precedente. Si ricordi qui che in precedenza (1930) i medesimi socialdemocratici

avevano conosciuto l’abbandono di coloro che avevano formato il Partito comunista, filosovietico, e

30. mars 1949, (1938) di coloro che avevano dato vita al Partito socialista.

67 Ne fu fondatore lo stesso Hannibal Valdimarsson, che aveva lasciato l’Alleanza

socialdemocratica (cfr. nota 65).

., 68 Una formazione minore fu il Partito umanista (Húmanistaflokkurinn), sorto nel 1984, che non

ha mai avuto rappresentanti in parlamento.

mò nel 1947 una 69 In realtà il nome è Alleanza-Partito socialdemocratico d’Islanda (Samfylkingin –


ell’indipendenzajafnaðarmannaflokkur Islands). Dal gruppo si sarebbero staccati alcuni membri che avrebbero dato

al Patto atlantico vita al Movimento di sinistra – Proposta verde (Vinstrihreyfingin–grænt framboð) più orientato ai

elta svoltesi fuoritradizionali valori socialisti; al contrario nel 2009 vi sarebbe confluito il Movimento islandese terra -

nota 62). Caduto viva (Íslandshreyfingin – lifandi land), sorto nel 2007.

a un esecutivo di 70 Il governo fu guidato, in successione, da Ólafur Thors, Bjarni Benediktsson (1908-1970) e

che tuttavia ebbe Jóhann Hafstein (1915-1980).

o con il Partito 71 Si indicano qui i primi ministri (con le rispettive coalizioni) che si sono succeduti in quel

6) che nel 1953ventennio: dal 1971 al 1974 Ólafur Jóhannesson (1913-1984) del Partito del progresso insieme

protrasse fino al all’Alleanza socialdemocratica e all’Unione dei liberali e della Sinistra; dal 1974 al 1978 Geir

resso che già eraHallgrímsson (1925-1990) del Partito dell’indipendenza insieme al Partito del progresso; dal 1978 al

anche dal Partito1979 di nuovo Ólafur Jóhannesson insieme al Partito socialdemocratico e all’Alleanza

za popolare”, socialdemocratica; dal 1979 al 1980 Benedikt Sigurðsson Gröndal (1924-2010), con un monocolore

azione elettoralesocialdemocratico; dal 1980 al 1983 Gunnar Thoroddsen (1910-1983) con alcuni suoi seguaci usciti

ocialdemocratici.dal Partito dell’indipendenza insieme al Partito del progresso e all’Alleanza socialdemocratica; dal

1983 al 1987 Steingrímur Hermannsson (1928-2010) del Partito del progresso insieme al Partito

ocialdemocratici dell’indipendenza; dal 1987 al 1988 Þorsteinn Pálsson (n. 1947) del Partito dell’indipendenza

a, filosovietico, e insieme al Partito del progresso e ai socialdemocratici; dal 1988 al 1991 ancora Steingrímur

Hermannsson (per due mandati) insieme a socialdemocratici, all’Alleanza socialdemocratica e (nel

ciato l’Alleanza secondo esecutivo) anche al Partito dei cittadini.

72 Questo fatto avrebbe in seguito determinato provvedimenti di totale proibizione o comunque di

el 1984, che nonsevera restrizione di questo tipo di pesca.

73 Come è stato ricordato in precedenza, l’Islanda è un territorio di intensa attività sismica e

– vulcanica. Episodi importanti che hanno preceduto la devastante eruzione su Heimaey si sono avuti
e avrebbero datonel 1963 e nel 1970. Nel primo caso si è trattato di una eruzione sottomarina in seguito alla quale si è

più orientato aiformata un’isola che ha continuato a ‘crescere’ fino al giugno del 1967 per poi gradatamente ridursi.

islandese terra -Essa è stata battezzata Surtsey, vale a dire “Isola di Surtr”, dal nome di un mitologico gigante del

fuoco (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], p. 321). Nel secondo caso a eruttare è stato invece il

n (1908-1970) evulcano Hekla (che si è ripetuto nel 1980-1981, nel 1991 e nel 2000). Più recentemente (2010) è stata

la volta del vulcano che si trova sotto il ghiacciaio Eyjafjallajökull, nel sud del Paese, le cui ceneri

ucceduti in quelhanno creato notevoli problemi al traffico aereo in diverse zone del continente europeo; nel 2014 si

ogresso insieme sino nuovamente temuti i problemi per i voli sull’Europa in seguito all’attività del Bárðarbunga che

74 al 1978 Geirsi trova sotto la superficie dell’enorme ghiacciaio Vatnajökull.

esso; dal 1978 al 74 Vd. EINARSSON Þ., Gosið á Heimaey, Reykjavík 1974. A questo evento è ispirato anche il

e all’Alleanza romanzo dello scrittore Agnar Þórðarson (1917-2006) dal titolo Richiamato a casa (Kallaður heim)

n un monocoloredel 1983.

oi seguaci usciti 75 Il provvedimento relativo (Lög um breytt verðgildi íslensks gjaldmiðils) fu emanato il 29

democratica; dalmaggio 1979, tuttavia la sua entrata in vigore fu stabilita al 1 gennaio 1981.

sieme al Partito 76 Il Ministero dell’ambiente e delle risorse naturali (Umhverfis- og auðlindaráðuneytið),

ell’indipendenzacostituito in Islanda nel 1990, è stato recentemente (2013) accorpato con il Ministero della pesca e

ora Steingrímurdell’agricoltura (Sjávarútvegs- og landbúnaðarráðuneytið) il che ha sollevato le perplessità degli

mocratica e (nelambientalisti, anche in relazione ai problemi legati alla caccia alle balene.

77 Così, a esempio, la formazione sorta nel 2003 che si è data nome Forza nuova (Nýtt afl). Essa è

e o comunque diin seguito confluita nel Partito liberale (Frjálslyndi flokkurinn) sorto nel 1998.

78 Tali sono (tra parentesi l’anno di costituzione): Sturla Jónsson (2008), formazione che porta il

ttività sismica enome del suo fondatore, un camionista (n. 1966) resosi particolarmente attivo nelle proteste di piazza

aey si sono avuti del 2008; il Partito popolare dei verdi di destra (Hægri Grænir flokkur fólksins, 2010) fautore di una
to alla quale si è politica di libero mercato; il partito dei Pirati (Píratar, 2012) che si batte per un’assoluta libertà di

atamente ridursi. informazione; Futuro luminoso (Björt framtíð, 2012), favorevole all’ingresso dell’Islanda in Europa;

gico gigante delAlba – Associazione politica per la giustizia, l’equità e la democrazia (Dögun – stjórnmálasamtök um

è stato invece ilréttlæti, sanngirni og lýðræði, 2012), in cui sono confluiti gruppi minori come Movimento

nte (2010) è stata(Hreyfingin), Movimento dei cittadini (Borgarahreyfingin) e il Partito liberale (cfr. nota precedente);

ese, le cui ceneri il Partito della famiglia (Flokkur Heimilanna, 2013) nato dall’unione di forze minori; Arcobaleno

peo; nel 2014 si (Regnboginn, 2013), che raccoglie i socialisti euroscettici; il Partito rurale (Landsbyggðarflokkur

Bárðarbunga che2013), che si propone di favorire lo sviluppo di tali aree; Vigilanza democratica (vd. nota

successiva); Alleanza popolare (Alþýðufylkingin, 2013) di tendenze anticapitalistiche.

ispirato anche il 79 Per promuovere l’adozione della nuova costituzione è nato anche (2013) un partito che ha

)assunto la significativa denominazione di Vigilanza democratica (Lýðræðisvaktin).

80 Cfr. p. 147. Nel 1956 erano stati celebrati i novecento anni dalla consacrazione del primo

u emanato il 29vescovo islandese, Ísleifr Gizurarson (vd. p. 269). Nel 2000 è stato celebrato il millenario della

cristianizzazione (vd. pp. 265-267).

), 81 Si ricordi tra l’altro il summit tra il presidente francese George Pompidou (1911-1974) e quello

ero della pesca eamericano Richard Nixon (1913-1994) tenuto a Reykjavík il 31 maggio 1973, così come quello tra il

perplessità deglisegretario generale del Partito comunista sovietico Michail Gorbačëv (Muxauл Гopбaчëв, n. 1931) e

il presidente americano Ronald Reagan (1911-2004) svoltosi nei giorni 11-12 ottobre 1986. Meno

). Essa èimportante politicamente (ma certo più gradito agli Islandesi che sono grandi appassionati di questo

passatempo) fu il campionato mondiale di scacchi svoltosi qui tra i mesi di luglio e di settembre del

ione che porta il1972, che vide la sfida tra il campione russo Boris Spasskij (Бopuc Cnaccкий, n. 1937) e lo sfidante

proteste di piazzaamericano Bobby Fischer (1943-2008) e che si concluse con la vittoria di quest’ultimo.

0) fautore di una 82 Durante il secondo conflitto mondiale l’intento di dare vita a forme organizzate di solidarietà
ssoluta libertà diinterscandinava si era tradotto nella fondazione della Società per la libertà nel Nord (Samfundet för

landa in Europa;Nordens frihet, attiva in Svezia tra il 1939 e il 1946) e dell’Associazione svedese-norvegese (Svensk-

nmálasamtök um norska föreningen) sorta nel 1942 (e tuttora attiva) che nel 1946 avrebbe trovato un corrispettivo

ome Movimento nell’Associazione norvego-svedese (Norsk-svensk forening).

nota precedente); 83 La Danimarca entrò nella NATO a condizione che l’organizzazione non installasse basi né armi

nori; Arcobalenoatomiche sul suo territorio (pur permettendo il mantenimento di quelle groenlandesi, sulle quali vd.

sbyggðarflokkur,sopra, p. 1118). L’Islanda a condizione di non dover fornire truppe e di non consentire la presenza di

ratica (vd. notasoldati stranieri sul proprio territorio in tempo di pace.

84 È tuttavia non facendo mancare forme di collaborazione con la NATO.

n partito che ha 85 Sullo scandinavismo vd. sopra 12.1. Oltre a quanto già detto si ricordi qui l’accordo per una

cooperazione postale tra Danimarca e Svezia concluso nel 1869.

zione del primo 86 Danese e norvegese (bm e nn) Nordisk råd, svedese Nordiska rådet, islandese Norðurlandaráð

millenario della finnico Pohjoismaiden neuvosto. La Finlandia vi aderì nel 1956.

87 Per una sintesi sulla storia delle Åland vd. App. 1, passim, e in particolare, p. 1370 con nota 82.

1-1974) e quello 88 Basata su un accordo del 22 maggio 1954 (in svedese: Protokoll angående befrielse för

ome quello tra il nordiska medborgare från att under uppehåll i annat nordiskt land än hemlandet innehava pass och

, n. 1931) euppehållstillstånd) questa disposizione entrò in vigore in Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia il

bre 1986. Meno1 luglio di quello stesso anno; in Islanda il 1 dicembre 1955 e nelle Føroyar il 1 gennaio 1966.

sionati di questo 89 Questo accordo è stato rinnovato, modificato e integrato in varie occasioni (13 febbraio 1971,

di settembre del11 marzo 1974, 15 giugno 1983, 6 maggio 1985, 21 agosto 1991, 18 marzo 1993 e 29 settembre

37) e lo sfidante1995). Vd. testo alle pp. 1236-1237.

90 Vd. paragrafo successivo. Per notizie più dettagliate riguardo al Consiglio nordico si può

ate di solidarietàconsultare il sito www.norden.org, dal quale qui molte informazioni sono riprese.
Samfundet för 91 Danese e norvegese (bm e nn) Nordisk Ministerråd, svedese Nordiska Ministerrådet, islandese

Svensk-Norræna ráðherranefndin, finnico Pohjoismaiden ministerineuvosto.

un corrispettivo 92 Si tenga presente che qui si fa riferimento alle linee d’indirizzo così come stabilite in data 23

marzo 1962. Il testo integrale e i successivi emendamenti possono essere consultati alla fonte

asse basi né armi indicata; DLO nr. 180.

i, sulle quali vd. 93 Essa fu tuttavia confermata in Groenlandia; cfr nota 83.

re la presenza di 94 Vd. paragrafo precedente.

95 Nome che fa riferimento al mese in cui si è svolto il referendum sul trattato di Maastricht.

96 Così anche la Svezia e la Norvegia mentre l’Islanda vi è entrata nel 1950 e la Finlandia solo nel

accordo per una 1989.

97 Delle quali lo svedese Dag Hammarskjöld (1905-1961) fu nominato segretario generale nel

Norðurlandaráð,1953. Questi era figlio di Hjalmar Hammarskjöld (vd. pp. 1123-1124). Nel 1961 a Dag

Hammarskjöld fu assegnato (postumo) il Nobel per la pace.

370 con nota 82. 98 Vd. sopra, p. 1233.

nde befrielse för 99 La crisi vietnamita portò a un certo punto anche alla decisione di richiamare l’ambasciatore

nehava pass och svedese negli Stati uniti. I rapporti con l’Unione sovietica furono a lungo resi complicati dalla

gia e Finlandia ilviolazione delle acque territoriali da parte di sottomarini russi, uno dei quali nel 1981 si incagliò

presso Karlskrona, così come da incursioni di aerei militari russi nello spazio svedese.

3 febbraio 1971, 100 A rimarcare la propria scelta di neutralità la Svezia si oppose alle tendenze manifestatesi

3 e 29 settembrenell’OEEC verso la fine degli anni ’40 in direzione di una cooperazione di tipo politico,

sottolineando la mera natura economica delle sue scelte all’interno di quell’organismo. Vd.

nordico si puòKARLSSON B., “Sweden and the OECE, 1947-50. Walking the tightrope”, in Scandinavian Economic

History Review, XLIV: 3 (1996), pp. 222-243.


, islandese 101 Oltre al sopra citato Dag Hammarskjöld si richiamino qui Folke Bernadotte (vd. p. 1135, nota

77), Olof Palme (vd. p. 1212 e p. 1214 con nota 40), che nel 1980 fu nominato mediatore delle

abilite in data 23Nazioni unite nella guerra fra Iran e Iraq, e Åke Sellström (n. 1948), esperto di armi chimiche al

ultati alla fontequale le Nazioni unite affidarono (1990 e 2002) l’incarico di verificare la presenza di un arsenale

segreto di armi chimiche a disposizione di Saddam Hussein; responsabilità analoga gli è stata

recentemente (2013) rinnovata per la guerra in Siria.

102 Vd. sopra, p. 1147 con nota 119.

103 Nel 1946 era stata respinta anche la richiesta di installare nelle isole basi militari norvegesi-

inlandia solo nel russe.

104 In questo contesto si ricordi la vicenda della spia norvegese Arne Treholt (n. 1942), politico e

ario generale nelfunzionario che nel 1984 fu arrestato per attività di spionaggio a favore dell’Unione sovietica e

el 1961 a Dag dell’Iraq e condannato a venti anni di prigione per alto tradimento. Rinchiuso in un carcere di

massima sicurezza fu tuttavia rilasciato nel 1992.

105 Nella capitale fu raggiunta la più alta percentuale di SÌ con il 67%.

e l’ambasciatore 106 Rispetto al referendum del 1972 l’unico distretto in cui la maggioranza ha cambiato opinione

complicati dallaè quello di Østfold dove questa volta hanno prevalso i favorevoli all’Unione.

1981 si incagliò 107 E con essa le isole Åland (vd. p. 1373 e p. 1370, nota 82).

108 Ne fanno parte i Paesi gravitanti sul Mar Baltico (Russia, Finlandia, Svezia, Danimarca,

ze manifestatesiGermania Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia) ma vi partecipano anche la Norvegia, l’Islanda e

di tipo politico,l’Unione europea. Altri Paesi (tra cui l’Italia) vi hanno un ruolo di osservatori.

organismo. Vd. 109 Dal nome della città della Finlandia meridionale; vd. “The Porvoo Common Statement”, in

navian EconomicConcordia Theological Quarterly, LXI: 1-2 (1997), pp. 3-34.

110 Le prime firme sono state apposte nel 1994, l’ultima (da parte delle autorità della Chiesa
vd. p. 1135, notadanese) nel 2010.

mediatore delle 111 Vd. in particolare il testo alle pp. 824-826 con la nota 654.

armi chimiche al 112 Un ente cui sono demandate le questioni linguistiche nei Paesi nordici è il Consiglio

a di un arsenalelinguistico nordico (Nordens Sprogråd, fino al 2009 Nordisk Sprogråd), che opera all’interno del

loga gli è stataConsiglio nordico. Nel 1987 è stata sottoscritta una convenzione sulla cui base ai parlanti danese,

svedese, norvegese, islandese e finnico viene garantito il diritto di rivolgersi alle autorità di un altro

Paese nordico utilizzando la propria lingua madre (consultabile in rete su:

ilitari norvegesi-http://www.norden.org/sv/om-samarbetet/avtal/nordiska-avtal/spraak/spraakkonventionen?

set_language=sv). Del 2006 è una dichiarazione relativa alle finalità di tutela e promozione delle

1942), politico e lingue nordiche (testo su: http://www.norden.org/da/publikationer/publikationer/2007-746).

ione sovietica e 113 Riorganizzato nel 1972 è divenuto successivamente (2006) il Consiglio linguistico

n un carcere di (Språkrådet) che si occupa anche delle lingue minoritarie. In ambito linguistico opera anche

l’Accademia svedese; cfr. pp. 820-821 con note 629-630.

114 Con questo ente collabora anche la Società per la lingua e la letteratura danese (Det Danske

mbiato opinione Sprog- og Litteraturselskab), fondata nel 1911.

115 In Svezia le lingue minoritarie sono il finnico, il meänkieli (vd. p. 1378), i dialetti sami (vd.

pp. 1406-1407), la lingua dei Kveni (vd. p. 145, nota 176), lo yiddish, il romaní. In Danimarca il

ezia, Danimarca,tedesco.

egia, l’Islanda e 116 Il principale cambiamento è il definitivo abbandono delle forme verbali specifiche per le

persone del plurale in favore di una comune per tutte, un fenomeno di cui in norvegese ci sono tracce

n Statement”, ingià in precedenza e che in danese appare sostanzialmente consolidato fin dalla fine del XVII secolo

(con indizi addirittura dal medioevo). Ma dal punto di vista sintattico si constata soprattutto la

rità della Chiesa rinuncia a periodi troppo complessi, con frasi principali appesantite da molte secondarie di vario
genere e grado, in favore di una lingua più ‘snella’.

117 Cfr. sopra, p. 1146 con nota 115.

i è il Consiglio 118 Riksmaalforbundet, vd. p. 944, nota 386.

a all’interno del 119 Essa costituisce il settore giovanile della Noregs Mållag (vd. p. 944, nota 386).

parlanti danese, 120 Il termine høgnorsk, introdotto dal linguista Torleiv Hannaas (1874-1929) è stato coniato in

torità di un altroparallelo a hochdeutsch “alto tedesco” in quanto riferito alle parlate dialettali delle aree montane

in rete su:della Norvegia occidentale, sulle quali Aasen si era in primo luogo basato. Ma Hannaas usa anche il

termine flatnorsk “basso norvegese” (letteralmente “norvegese piatto”), che risulta parallelo a

romozione delleplattdeutsch “basso tedesco”, in riferimento alle parlate delle zone più pianeggianti: sulla scorta di

Jacob Grimm egli ritiene le prime ‘vincenti’ rispetto alle seconde; vd. l’articolo “Høgnorsk eller

iglio linguistico flatnorsk” pubblicato nel 1922 su Norsk Aarbok (consultabile in rete sul sito Ivar Aasen-tunet:

co opera anche http://www.aasentunet.no/iaa/no/ alla voce Litteratur: Forfattarar). Su Ivar Aasen vd. pp. 942-943.

121 Nel 1964 era stata istituita una commissione presieduta dal linguista Hans Vogt (1903-1986),

Det Danske rettore dell’Università di Oslo, la quale dopo due anni di lavoro presentò una relazione sullo stato

delle cose ma non fu in grado di trovare una soluzione condivisa. Anche se il progetto di giungere a

dialetti sami (vd.un samnorsk è stato abbandonato esiste ancora una associazione, l’Organizzazione nazionale per

In Danimarca ill’unione linguistica (Landslaget for språklig samling), fondata nel 1959, che continua a perseguire

questo obiettivo.

specifiche per le 122 Il termine riksmål (riksmaal), coniato da Bjørnstjerne Bjørnson (vd. p. 944, nota 386 e p.

se ci sono tracce 1079) è stato inizialmente usato come sinonimo di bokmål. Tuttavia, dopo che nel 1929 con un

del XVII secoloprovvedimento ufficiale si optò definitivamente per la denominazione bokmål (vd. p. 944, nota 384),

ta soprattutto laesso è passato a indicare una forma più conservativa di questa lingua. Nell’ambito del riksmål opera

ondarie di variol’Accademia norvegese per la lingua e la letteratura (Det Norske Akademi for Sprog og Litteratur)
fondata nel 1953. Per la distinzione fra nynorsk e høgnorsk vd. nota 120.

123 Si considerino a esempio il conflitto che nel 2004 ha diviso i membri dell’Unione Ivar Aasen

e, sul fronte opposto, le posizioni dell’Associazione per il bokmål (Bokmålsforbundet), sorta nel

1990.

stato coniato in 124 Legge sullo stato della lingua islandese e sulla lingua islandese dei segni (Lög um stöðu

le aree montaneíslenskrar tungu og íslensks táknmáls; 7 giugno 2011). In essa infatti si prevede anche l’istituzione di

naas usa anche il un comitato che si occupi della lingua per i non udenti.

ulta parallelo a 125 Si ricordi qui l’associazione svedese Difesa della lingua (Språkförsvaret), sorta nel 2002, il

i: sulla scorta dicui sito (http://www.språkförsvaret.se/sf) raccoglie le ‘denunce’ per l’uso improprio dell’inglese in

“Høgnorsk ellercontesti nei quali, si sostiene, sarebbe doveroso utilizzare lo svedese. In Norvegia è attivo dal 1996 il

: gruppo degli Astronomi contro la divisione delle parole (Astronomer mot orddeling), così detto

perché fondato da alcuni studenti di astronomia dell’Università di Oslo. Lo scopo di questa

ogt (1903-1986),organizzazione è in primo luogo di opporsi all’uso (ripreso dall’inglese) di dividere le parole

zione sullo stato composte che in norvegese formano un unico termine (un esempio tratto dal loro sito: geit melk “latte

tto di giungere a di capra”, in luogo del termine corretto geitemelk per evidente influsso dell’inglese goat milk), un

ne nazionale pererrore, questo, che in taluni casi può anche determinare fraintendimenti. Essi inoltre contestano l’uso

nua a perseguire errato dell’apostrofo al genitivo (dove il norvegese aggiunge direttamente al nome una -s) e quelle

che definiscono “altre porcherie” (andre uhumskheter) dal punto di vista linguistico.

4, nota 386 e p. 126 Si tenga presente che, non di rado, un termine anglo-americano è entrato in più lingue (quando

nel 1929 con unnon in tutte) seppure qui, per lasciare spazio a un numero maggiore di esempi, si faccia riferimento a

. 944, nota 384),una sola fra esse.

opera 127 Ma si osservi che nella parola ‘svedese’ il secondo elemento chef è di chiara origine francese,

)anche se oramai ‘metabolizzato’!


128 Si noti qui come nella formazione del calco svedese si sia fatto ricorso, per il primo elemento,

nione Ivar Aasenal termine per “sapone” såpa, meno comune rispetto a tvål e tuttavia più vicino al suo modello.

), sorta nel 129 Si segnali tuttavia che in islandese eyðni è di genere femminile. Un altro ottimo esempio è la

parola per design, in islandese hönnun, termine che si rifà al verbo hanna “disegnare”, “progettare” e

Lög um stöðuall’aggettivo hannarr (ormai scomparso dall’uso) “estroso”, “dotato di inventiva”, “abile”. Si ricordi

he l’istituzione diche nella mitologia nordica Hannarr (o Hanarr, Hánarr) è il nome di uno tra i nani, esseri dotati di

grande abilità nel realizzare magnifici manufatti (vd. CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 334-335).

orta nel 2002, il 130 Un parallelo si ha in italiano con il verbo realizzare che ha assunto anche il significato di

o dell’inglese in“rendersi conto” per influsso dell’inglese to realize.

attivo dal 1996 il 131 Non sapendo come riportarla graficamente si è scelto di mantenere la grafia inglese per le

), così dettoparole chiaramente derivate da questa lingua e quella islandese per í (corrispondente dell’ingl. in).

scopo di questa 132 Pare qui interessante ricordare come fin dall’Ottocento ci sia stato in Danimarca un

videre le parole atteggiamento ostile nei confronti di un possibile influsso del tedesco sul danese, una posizione che

“latte gli eventi della seconda guerra mondiale avrebbero consolidato.

), un 133 Al ‘linguaggio’ dei computer si ispirano a esempio il danese Gordon Inc. (Hr. Claus Winther,

contestano l’uson. 1964) che si definisce un “kamikaze culturale” (“en kulturel kamikazepilot”:

) e quellehttp://www.litteratursiden.dk/forfattere/gordon-inc) e il norvegese Jan Kjærstad (vd. oltre, p. 1274).

Più recentemente (2001) il danese Jens Blendstrup (n. 1968), che tra l’altro ama recitare le sue poesie

ù lingue (quandocon l’accompagnamento di una rock band (Frodegruppen40), ha voluto cimentarsi con un romanzo

cia riferimento a in chat, mentre Merete Pryds Helle (su cui vd. p. 1259) ha sperimentato il romanzo per iPad.

134 Tra i più noti Paul la Cour (1902-1956), che sembra abbandonarsi a un senso panteistico della

origine francese,natura; Martin A. Hansen (vd. p. 1170), Ole Sarvig (1921-1981), che esprime un mondo al contempo

simbolico e mistico-religioso nel quale tuttavia non sa trovare quiete come mostra il suo tragico
primo elemento, suicidio; Ole Wivel (1921-2004), che pare recuperare un significato della vita solo in una profonda

fede in Dio; Frank Jæger (1926-1977), che passa da toni gioiosi e umoristici a un profondo senso di

mo esempio è laangoscia e impotenza; Tage Skou-Hansen (n. 1925) autore i cui romanzi, pur trattando dei problemi

”, “progettare” edell’attualità, offrono spunto a riflessioni storico-politiche. Nel 1953 venne fondata Prospettiva

abile”. Si ricordi(Perspektiv, edita fino al 1969), una rivista aperta alla discussione ma di orientamento conservatore.

i, esseri dotati diPiù avanti un organo dei conservatori sarà Criterio (Kriterium), pubblicazione uscita tra il 1965 e il

1969.

il significato di 135 Tra di loro Otto Gelsted (vd. p. 1172), Erik Knudsen (1922-2007), che aveva lasciato

Heretica, e il faroese William Heinesen (vd. pp. 1449-1450).

ia inglese per le 136 Qui si possono menzionare poeti come Jørgen Sonne (n. 1925), il cui ricorso alla metafora

anticipa futuri sviluppi, Jørgen Gustava Brandt (1929-2006), che esprime tutto il senso

Danimarca un dell’incertezza di fronte a una realtà caleidoscopica, Benny Andersen (n. 1929), l’ironico poeta

na posizione checantautore e, soprattutto, Jess Ørnsbo (n. 1932), censore delle vuote convenzioni che ricorre a uno

stile per certi versi grottesco arricchito da elementi barocchi.

. Claus Winther, 137 Ma anche di Hans-Jørgen Nielsen (1941-1991) che fu inoltre una figura di riferimento nel

kamikazepilot”:dibattito culturale, soprattutto per aver definito il concetto di “relativismo attitudinale”

. oltre, p. 1274). (attitudrelativisme), con ciò volendo descrivere la situazione dell’uomo moderno che, privato di un

are le sue poesieproprio ‘centro di gravità’, si trova a interpretare ruoli diversi (magari socialmente predefiniti): nel

con un romanzo che accanto a un ampliamento delle possibilità si nasconde il rischio di una perdita dell’identità della

persona. Si vedano tra l’altro i saggi “Hr. Godot formoder jeg? Mod en attitudrelativisme” e “Spillets

panteistico dellaregler. Til attitudrelativismens psykologi” in, “Nielsen” og den hvide verden. Essays, kritik,

ndo al contemporeplikpoesi, 1963-1968, København 1968, pp. 9-12 e pp. 13-18, rispettivamente.

ra il suo tragico 138 Si pensi a poeti come Ivan Malinowski (1926-1989) che, pur cedendo a una sorta di
in una profondanichilismo, trasforma la rivolta linguistica in rivolta politico-sociale e Uffe Harder (1930-2002)

rofondo senso dilegato alla tradizione surrealista europea.

ndo dei problemi 139 Il perdurare di questa tendenza porterà come frutto migliore i romanzi di Thorkild Hansen

Prospettiva (1927-1989) che a partire dagli anni ’60 scriverà opere ambientate in territori lontani e talora

nto conservatore. misteriosi, combinando il resoconto documentario con l’avventura e la storia, in un viaggio di ricerca

a tra il 1965 e ilche tuttavia pare non giungere mai alla propria meta.

140 Insieme a Klaus Rifbjerg, Villy Sørensen avrebbe redatto dal 1959 al 1973 la rivista letteraria

e aveva lasciatoLa rosa dei venti (Vindrosen). Fondata nel 1954 come una sorta ‘continuazione’ di Heretica, sotto la

loro guida essa fu aperta alle idee più innovative e contribuì a far conoscere in Danimarca molti

so alla metaforaautori stranieri della giovane generazione.

tutto il senso 141 Qui si menzioni inoltre Cecil Bødker (n. 1927, anche poetessa) che affida (e non è la sola) la

, l’ironico poetaprosa alla fantasia e all’indagine psicologica in opposizione a una intransigente razionalità, mentre

he ricorre a unonelle novelle e nei romanzi di Leif Panduro (1923-1977) si constata la difficoltà di svincolarsi da una

lingua ‘normale’ (riflesso di una vita ‘normale’) che non lascia spazio a forme diverse (ma per molti

i riferimento nelincomprensibili) di espressione.

mo attitudinale” 142 Tra il 1959 e il 1976 Inger Christensen fu sposata con Poul Borum (1934-1996), poeta, critico,

he, privato di untraduttore e redattore (1968-1996) della rivista letteraria Chicco di grano (Hvedekorn), fondata nel

predefiniti): nel 1920 (nel corso degli anni essa è stata pubblicata con diversi titoli). Egli inoltre dal 1987 fu alla guida

ell’identità delladella Scuola per scrittori (Forfatterskole), nata in quell’anno e tuttora attiva.

isme” e “Spillets 143 Un esemplare rappresentante di questa poesia è anche Klaus Høeck (n. 1938).

. Essays, kritik, 144 In questo periodo nasce il cosiddetto “teatro di gruppo” (gruppeteater), aperto alle

sperimentazioni, il cui esempio migliore è l’Odin Teatret fondato da Eugenio Barba (n. 1936) il

a una sorta dicelebre regista italiano formatosi in Polonia e poi trasferitosi in Scandinavia (nel 1964 in Norvegia
der (1930-2002)dove diede vita a questa compagnia e dal 1966 in Danimarca). Un altro gruppo assai noto è stato

anche Il carro solare (Solvognen; cfr. p. 43 con nota 107). Notevole importanza riveste in questo

Thorkild Hansen periodo il ‘teatro politico’, chiaramente orientato a sinistra e al primo non di rado sovrapposto.

lontani e talora 145 Che trova una ‘traduzione letteraria’ nell’opera di diverse autrici. Jytte Borberg (1917-2007),

viaggio di ricercadi origini svizzere ma trasferita in Danimarca fin da bambina, tratta il tema della ricerca dell’identità

femminile, mentre Dorritt Willumsen (n. 1940), moglie di Jess Ørnsbo (cfr. nota 136), incentra

rivista letteraria volentieri le proprie storie su figure di donne sottolineandone la solitudine e il bisogno di trovare la

, sotto la propria realizzazione. Un diverso approccio si constata nei versi di Marianne Larsen (n. 1951), più

Danimarca moltiorientata a una prospettiva strettamente politico-sociale, e in Vita Andersen (n. 1942) che riflette in

poesia e in prosa la sua infelice esperienza infantile. Se per Vibeke Grønfeldt (n. 1947) le prospettive

non è la sola) la sulla condizione della donna restano ‘inevitabilmente’ negative, in Jette Drewsen (n. 1943) i temi

zionalità, mentrefemminili vengono trattati in una prosa realistica attenta alle esigenze della forma, mentre per

vincolarsi da unaSuzanne Brøgger (n. 1944), che debutta nel pieno delle battaglie per la parità fra i sessi, la lotta al

se (ma per moltipatriarcato può passare anche da una rivisitazione di antichi miti. Va qui tuttavia infine citata anche

un’autrice più anziana, Elsa Gress (1919-1988), che rifiuta apertamente le istanze femministe in

6), poeta, critico,favore di un superiore umanesimo.

), fondata nel 146 Si ricordino autori come John Nehm (n. 1934) e Lean Nielsen (1935-2000).

987 fu alla guida 147 Cfr. p. 757, nota 332.

148 I nomi di riferimento sono quelli di Anders Bodelsen (n. 1937) e di Christian Kampmann

(1939-1988).

), aperto alle 149 Michael Strunge fu anche tra i redattori della rivista Strada laterale (Sidegaden), un forum per

arba (n. 1936) ilil dibattito letterario, uscita tra il 1981 e il 1984. Il titolo del resto ben riflette l’idea di avviarsi su

964 in Norvegiapercorsi inconsueti.


ssai noto è stato 150 Fondata nel 1985 dal critico letterario Erik Skyum-Nielsen (n. 1952) e dal poeta Søren Ulrik

riveste in questo Thomsen, sopra citato, questa pubblicazione (in cui ogni numero ha una sezione dedicata a un tema

specifico) si propone, con articoli critici e interviste, di offrire un panorama della letteratura

erg (1917-2007), contemporenea; inoltre presenta testi nuovi e autori stranieri in traduzione. Un’altra rivista culturale

erca dell’identità di un certo interesse è stata Venerdì (Fredag), uscita tra il 1985 e il 1991, il cui nome si rifaceva al

a 136), incentra celebre personaggio di Daniel Defoe (1660-1731).

gno di trovare la 151 A lei nel 2008 è andato il prestigioso premio letterario del Consiglio nordico (Nordiska rådets

en (n. 1951), piùlitteraturpris).

2) che riflette in 152 Vd. p. 1169.

47) le prospettive 153 Vd. pp. 1190-1191.

(n. 1943) i temi 154 DLO nr. 181-185.

rma, mentre per 155 Un modernismo portato alle estreme conseguenze caratterizza la prosa di Gösta Oswald

sessi, la lotta al(1926-1950), morto prematuramente.

fine citata anche 156 Su questi poeti vd. sopra, pp. 1171-1172.

e femministe in 157 Vd. sopra, p. 1171.

158 Ella era sposata con il pittore Ulf Trotzig (vd. p. 1301).

159 Qui non si può fare a meno di constatare la ‘distrazione’ di un critico assai severo come Mario

Gabrieli, il quale (GABRIELI 1995 [B.4, nota 6], pp. 60-62), inserisce Tomas Tranströmer in un elenco

tian Kampmanndi prosatori, salvo correggersi in una lunga nota nella quale ne illustra le qualità poetiche, tuttavia

sottolineando quello che ritiene l’affievolirsi della sua arte, che – al contrario – ha mostrato di

perpossedere una straordinaria vitalità restando costantemente ad altissimi livelli.

ea di avviarsi su 160 Vd. CHIESA ISNARDI 2011, pp. 123-124.

161 Esemplarmente interpretato da Öyvind Fahlström (vd. pp. 1304-1305) e Bengt Emil Johnson
oeta Søren Ulrik(1936-2010).

dicata a un tema 162 Lasse Söderberg fu uno dei componenti del gruppo Metamorfos, orientato in senso neo-

della letteratura romantico e formatosi a partire dal 1951 allo scopo di ‘riformare’ la poesia. Del gruppo (che aveva

rivista culturale un atteggiamento ‘aperto’ nei confronti delle sostanze stupefacenti) facevano parte anche Lennart

me si rifaceva al Nilsén-Somre (1923-1991), Björn Lundegård (1927-1988), Öyvind Fahlström (cfr. nota 161), Paul

Andersson (1930-1976), Janne Bergquist (1930-1994), Urban Torhamn (1930-2010), Svante Foerster

Nordiska rådets(1931-1980), Ingvar Orre (1932-1983), Birgitta Stenberg (1932-2014) e Petter Bergman (1934-

1986).

163 Si rileggano i suoi versi citati alle pp. 1216-1217.

164 Si pensi a Lars Bäckström (1925-2006).

165 Di lui si veda a esempio il saggio dal significativo titolo Indottrinamento in Svezia

i Gösta Oswald(Indoktrineringen i Sverige) del 1968.

166 Cfr. p. 1105, nota 637.

167 Vd. p. 1171. Artur Lundkvist fu anche uno dei più convinti sostenitori del “terzo punto di

vista”.

168 Su questa importante figura della letteratura svedese contemporanea vd. HOLM B., Sara

vero come MarioLidman – i liv och text, Stockholm 2005.

mer in un elenco 169 Sui celebri coniugi Myrdal vd. sopra, p. 1130.

poetiche, tuttavia 170 Nel 1983 Lars Gustafsson ha lasciato la Svezia, trasferendosi ad Austin nel Texas dove ha a

ha mostrato dilungo insegnato all’università. È tornato a vivere nel suo Paese nel 2006.

171 Si citi Per Wästberg (n. 1933) noto per la sue descrizioni di Stoccolma (ma successivamente

autore di libri ispirati all’Africa).

gt Emil Johnson 172 Insieme a Lars Lönnroth (n. 1935) Sven Delblanc è redattore di una importante storia della
letteratura svedese (LÖNNROTH – DELBLANC ET AL. 1999 [B.4]).

o in senso neo- 173 Ma anche Gerda Antti (n. 1929), che sa ben dosare nei suoi scritti satira e ironia; Inger Alfvén

uppo (che aveva(n. 1940, figlia di Hannes, vd. p. 1132, e pronipote di Hugo, vd. p. 1099, con nota 610) che

e anche Lennartrappresenta (anche sulla scena) i conflitti che segnano la vita degli uomini (e delle donne!); Gun-Britt

nota 161), Paul Sundström (n. 1945) che costantemente sottolinea il punto di vista femminile. Su Kerstin Ekman cfr.

, Svante Foersternota 181.

Bergman (1934- 174 Cfr. p. 1290, nota 251.

175 Si citino qui inoltre Ole Hessler (1945-2002) che costruisce i propri versi come una sorta di

mosaico; Konny Isgren (n. 1948) che mostra tendenze romantico-metafisiche se non, addirittura,

mistiche; Ernst Brunner (n. 1950) per molti versi ancora legato al modernismo; Katarina Frostenson

mento in Svezia(n. 1953) il cui linguaggio, forse difficile, risulta però estremamente ritmico e musicale; Niklas

Rådström (n. 1953) i cui versi sono carichi di nostalgia e creano un’atmosfera proiettata fuori dal

tempo; Eva Runefelt (n. 1953) il cui stile appare, talora, sovrabbondante.

“terzo punto di 176 Vd. p. 1075 con note 486-487.

177 Göran Tunström era sposato con l’artista Lena Cronqvist (vd. p. 1305).

Sara 178 Vd. p. 692, nota 65 e p. 1136, nota 80.

179 Romanzi che si incentrano su problematiche sociali e di identità sono quelli di Inger Edelfeldt

(n. 1956) tra le prime a trattare lo ‘scottante’ tema dell’omosessualità e Jonas Gardell (n. 1963) che

Texas dove ha acon ironia non di rado amara mette a nudo i problemi della società svedese contemporanea.

Un’autrice tradizionale che debutta negli anni ’80 conoscendo un notevolissimo successo anche

successivamenteall’estero è Marianne Fredriksson (nata Persson, 1927-2007).

180 Se negli anni ’60 il maggior drammaturgo ‘svedese’ è il rifugiato tedesco Peter Weiss (1916-

tante storia della1982), autore ‘politico’, dal decennio successivo un notevole successo in questo ambito avrà Per
Olov Enquist accanto al quale va segnalato il più tradizionale Arne Törnqvist (1932-2003).

nia; Inger Alfvén 181 Dal 1988 Agneta Plejel fa parte dell’Associazione I Nove (Samfundet De Nio): una sorta di

n nota 610) cheaccademia fondata nel 1913 grazie a un lascito. Oltre a produrre diverse pubblicazioni essa assegna

onne!); Gun-Brittanche importanti premi letterari. Attualmente gli altri membri sono: il presidente Inge Jonsson (n.

erstin Ekman cfr. 1928), professore emerito e scrittore; Nina Burton (n. 1946) poetessa e critica letteraria; Anders R.

(Ragnar) Öhman (n. 1925), avvocato; Kerstin Ekman (vd. p. 1265); Gunnar Harding (n. 1940) critico

e scrittore (cfr. nota 419); Niklas Rådström (vd. nota 175), scrittore e sceneggiatore; Madeleine

ome una sorta diGustafsson (n. 1937), critica letteraria e traduttrice; Johan Svedjedal (n. 1956) docente di letteratura e

non, addirittura,scrittore.

arina Frostenson 182 Del 1947 è la fondazione della rivista La finestra (Vinduet), tuttora pubblicata, che divenne

musicale; Niklas presto un punto di riferimento per il dibattito culturale.

oiettata fuori dal 183 Nel 1949 fu edito anche il Diario di Petter Moen (Petter Moens dagbok) che riportava le

vicende di un partigiano norvegese, Petter Moen (vd. pp. 1153, nota 139). Costui, arrestato dalla

Gestapo nel 1944, trovò il modo di raccontare la sua esperienza in un diario che riuscì a scrivere su

fogli di carta igienica perforandoli con un chiodino. Il testo, da lui nascosto nel condotto di

ventilazione, fu in seguito ritrovato in quanto Moen aveva raccontato la sua storia a un compagno di

i Inger Edelfeldt prigionia che ebbe la fortuna di sopravvivere al naufragio della nave che li stava trasportando in

ell (n. 1963) cheGermania

contemporanea. 184 Vd. p. 1168, nota 188, p. 1170 e ivi nota 197.

successo anche 185 Una chiara ‘coscienza di classe’ si constata anche negli scritti di Alf Prøysen (1914-1970), la

cui famiglia apparteneva al proletariato di campagna.

ter Weiss (1916- 186 Vd. p. 1171 e p. 1175; p. 1153 e p. 1172, rispettivamente.

ambito avrà Per 187 La polemica, accesasi negli anni ’50, fu molto vivace. Si veda in particolare lo scritto di
Øverland “Glossolalia dal parnaso” (“Tungetale fra parnasset”), testo di una conferenza nella quale

): una sorta di egli criticava duramente le nuove tendenze musicali, artistiche e letterarie, giudicandole espressione

oni essa assegnadi miseria culturale e solo capaci di produrre musica senza melodia, arte senza forma e letteratura

Inge Jonsson (n.senza significato.

raria; Anders R. 188 Qui va citato anche Tor Jonsson (1916-1951), poeta assai legato all’ambiente rurale da cui

(n. 1940) criticoproveniva, i cui versi tuttavia interpretano la ‘tradizione lirica’ in maniera del tutto originale.

atore; Madeleine 189 Vd. DAHL 1981-1989 (B.4), p. 150.

te di letteratura e 190 Come Peter R. (Røwde) Holm (n. 1931) che tuttavia conserva toni romantici, Georg

Johannessen (1931-2005), poeta, prosatore, critico e attivista politico e Stein Mehren (n. 1935), per il

ata, che divennequale l’esercizio lirico è uno strumento di conoscenza, ma che poi andrà oltre il modernismo ritenuto

d’ostacolo al compito del poeta.

che riportava le 191 Si citino Ernst Orvil (1898-1985), che modella la propria lingua in forme tanto inattese quanto

i, arrestato dalla efficaci; Astrid Hjertenæs Andersen (1915-1985), tardo simbolista sempre alla ricerca di immagini

uscì a scrivere sunuove e di associazioni inattese, e Hans Børli (1918-1989), il poeta-boscaiolo.

nel condotto di 192 In nynorsk scrive anche Marie Takvam (1926-2008) che spesso ricorrerà allo strumento della

un compagno di lirica per la denuncia politica e sociale.

trasportando in 193 Tre anni più tardi un simile dibattito avrebbe seguito la pubblicazione del romanzo Line di

Axel Jensen (di cui poco più avanti).

194 Bjørneboe risulta particolarmente interessato al teatro di Bertolt Brecht (1898-1956) al quale

(1914-1970), laha dedicato anche l’opera Om Brecht del 1977.

195 Nel secondo dopoguerra, come è stato detto (vd. pp. 1247-1248) la disputa sulla lingua aveva

ripreso vigore. Nel 1952 una schiera di autori tra cui lo stesso Bjørneboe, ma anche altri scrittori di

lare lo scritto diprestigio (come Arnulf Øverland, André Bjerke, Sigurd Hoel), avevano abbandonato l’Associazione
renza nella qualedegli scrittori norvegesi (Den norske forfatterforening), la cui fondazione risaliva al 1893, per

dole espressionecostituire l’Associazione degli scrittori (Forfatterforeningen) in reazione alla decisione di collaborare

rma e letteratura alla politica che mirava a risolvere il bilinguismo norvegese con la creazione del cosiddetto

samnorsk. Le due associazioni tuttavia si sarebbero riunite nel 1966.

nte rurale da cui 196 Nel 1976 Einar Økland, già aderente a Profil, darà vita insieme a Kjartan Fløgstad (di cui

poco oltre) a Bazar. Rivista letteraria norvegese (Basar. Norsk litterært tidsskrift) che uscirà fino al

1981.

omantici, Georg 197 Altri autori che faranno ricorso alla distopia saranno Kjartan Fløgstad (cfr. nota precedente) e,

(n. 1935), per il più recentemente, Thure Erik Lund (n. 1959).

ernismo ritenuto 198 Si veda in particolare Jorunn Anderaa (n. 1934) ma anche lo stesso Jan Erik Vold.

199 In questo ambito abbiamo diverse autrici, tra cui Bjørg Vik (n. 1935), che dichiara

o inattese quantoesplicitamente il proprio debito nei confronti di Cora Sandel (vd. p. 1056) e Liv Køltzow (n. 1945),

erca di immaginiche riprende l’irrisolta questione del rapporto fra i sessi, le quali restano legate alla tradizione

realista; mentre altre, in particolare Cecilie Løveid (di cui poco oltre) e la poetessa Eldrid Lunden (n.

o strumento della1940), per la quale la problematica di genere è strettamente legata al senso dell’identità della persona,

sono alla ricerca di un linguaggio del tutto nuovo. Negli anni ’70 debutta Tove Nilsen (n. 1952) che

dipartita dalle questioni femminili e femministe amplierà poi i propri temi, con particolare attenzione ai

problemi degli immigrati.

8-1956) al quale 200 Negli anni Duemila Faldbakken si dedicherà anche con successo ai romanzi gialli. Con

diverse sfumature sono realisti Bergljot Hobæk Haff (n. 1925) la quale sceglierà poi una scrittura

ulla lingua avevaallegorica affidata alla fantasia, Mona Lyngar (n. 1944) che si concentra sulla descrizione delle

e altri scrittori dipersone e dei loro rapporti, ma ripropone anche temi tipicamente femminili, e Øystein Lønn (n. 1936)

o l’Associazioneche si affermerà solo verso la fine degli anni ’80.


va al 1893, per 201 Ma anche a Dag Solstad, Espen Haavardsholm, Sigurd Helseth; un altro autore che tralascia il

ne di collaborare realismo socialista è Lars Amund Vaage (n. 1952).

e del cosiddetto 202 Nomi di riferimento sono quelli di Mari Osmundsen (Anne Kristine Halling, n. 1951), Karin

Sveen (n. 1948) e Karin Moe (n. 1945), l’unica che appare ancora legata a un impegno ‘militante’.

Fløgstad (di cui 203 Vd. p. 1169.

he uscirà fino al 204 Si citino qui anche Hans Herbjørnsrud (n. 1938) debuttante a quarantuno anni, che si muove

tra fantasia e realtà; Ragnar Hovland (n. 1952), anche drammaturgo; Ketil Bjørnstad (n. 1952), ben

ta precedente) e, noto anche come compositore e pianista, cui si devono, fra l’altro, le biografie dello scrittore Hans

Jæger (vd. p. 1064) del musicista Edvard Grieg (vd. p. 1100) e del pittore Edvard Munch (vd. p.

1094); Peter Serck (n. 1957) che esprime una sorta di ‘modernismo esistenzialista’; Tor Åge

5), che dichiaraBringsværd (n. 1939) che oltre a essere un prosatore e un drammaturgo assai apprezzato ha scritto, in

øltzow (n. 1945),collaborazione con Jon Bing (1944-2014), opere di fantascienza di elevata qualità letteraria.

e alla tradizione 205 Nel 1983 insieme ad altri Triztan Vindtorn diede vita al gruppo dei cosiddetti Poeti acrobati

ldrid Lunden (n.(Stuntpoetene), che proponevano una lirica nuova e sorprendente. Con lui Karin Moe (cfr. nota 202),

ità della persona,Erling Kittelsen (di cui poco oltre), Arne Ruste (n. 1942), Torgeir Rebolledo Pedersen (n. 1949),

en (n. 1952) che Thor Sørheim (n. 1949), Thorvald Steen (n. 1054) e Jón Sveinbjørn Jónsson (1955-2008), nato in

are attenzione aiIslanda.

206 Alla fine di questo lungo elenco merita una citazione anche Ellen Einan (1931-2013), autrice

anzi gialli. Condi versi oscuri ma intensi nei quali inserisce diverse metafore.

poi una scrittura 207 In precedenza (1996) Jon Fosse aveva ricevuto anche il Premio Ibsen (Ibsenprisen) assegnato

descrizione delledal comune di Skien, luogo di nascita del celebre drammaturgo. Nel 1999 questo riconoscimento è

n Lønn (n. 1936)andato a Cecilie Løveid.

208 Qui si è indicato il titolo italiano così come apparso nella versione pubblicata a Milano nel
re che tralascia il2012 (una prima edizione risale al 1996), tuttavia la traduzione letterale sarebbe Salmo alla fine del

viaggio.

, n. 1951), Karin 209 Questa definizione (inizialmente dispregiativa) è stata coniata da Halldór Laxness (vd. pp.

1168-1169, p. 1173 e p. 1175) nell’opera dal titolo La stazione atomica (Atómstöðin) del 1948.

210 Altri noti ‘atomisti’ sono Einar Bragi (1921-2005), molto impegnato nel dibattito culturale ed

ni, che si muove eclettico traduttore cui si deve la fondazione della rivista di letteratura, arte e cultura Birtingur (uscita

d (n. 1952), bentra il 1953 e il 1954 e poi ancora tra il 1955 e il 1968) che ha costituito il vero e proprio forum del

lo scrittore Hansmodernismo islandese; Jón Óskar (1921-1998), che dà voce al senso di intimità con la propria terra;

d Munch (vd. p. Sigfús Daðason (1926-1996), assai influenzato dal mondo culturale francese; Jónas Svafár (1925-

alista’; Tor Åge 2004) la cui poesia ‘sfida’ talora la comprensione razionale. Tra gli ‘atomisti’ può essere annoverata

zato ha scritto, inanche Vilborg Dagbjartsdóttir (n. 1930), attivamente impegnata nel movimento femminista. Un

‘erede’ degli atomisti sarà Sigfúss Bjartmarsson (n. 1955), le cui diverse esperienze di viaggio si

tti Poeti acrobati riflettono negli scritti.

e (cfr. nota 202), 211 Cfr. nota precedente. Birtingur è un nome proprio maschile (raro) derivante da bjartur

ersen (n. 1949), “luminoso”, una scelta che qui allude al compito della pubblicazione, quello di ‘fornire chiarimenti’.

5-2008), nato inUn’altra pubblicazione di carattere culturale, che rappresenta un punto di riferimento nel dibattito

letterario e artistico islandese è la Rivista di lingua e cultura (Tímarit Máls og Menningar), fondata

31-2013), autricefin dal 1938 ma inizialmente intesa come foglio informativo della casa editrice Mál og Menning nata

l’anno precedente; cfr. p. 1172, nota 206.

) assegnato 212 Nel dopoguerra una prosa più tradizionale è quella di scrittrici come Elínborg Lárusdóttir

iconoscimento è(1891-1976), Guðrún Árnadóttir frá Lundi (1887-1975), Halldóra B. (Beinteinsdóttir) Björnsson

(1907-1968).

ata a Milano nel 213 Importanti tematiche femminili sono ben presenti anche nelle opere di un’autrice anziana
lmo alla fine delcome Ragnheiður Jónsdóttir (1895-1967).

214 Una caratteristica che, come si è visto, percorre tutto il mondo letterario scandinavo (e non

Laxness (vd. pp.solo) negli anni ’60 e ’70. Si ricordino in questa prospettiva anche autori come Jóhannes Helgi

Jónsson (1926-2001) e Böðvar Guðmundsson (n. 1939), figlio di Guðmundur Böðvarsson (vd. p.

ttito culturale ed 1173, nota 208), particolarmente sensibile alle tematiche politico-sociali e noto anche come autore di

(uscitateatro.

del 215 Si ricordi qui il bohémien Dagur Sigurðarson (1937-1994), primo vero ‘poeta di città’, ma

la propria terra;anche pittore.

as Svafár (1925- 216 Si pensi ai giochi concretisti di Baldur Óskarsson (1932-2013), all’ironico Þórarinn Eldjárn (n.

ssere annoverata 1949) autore delle Disneyrímur del 1978 (sulle rímur vd. p. 426 con indicazioni alla nota 376) e ad

femminista. Un Anton Helgi Jónsson (n. 1955), i cui versi sono percorsi da una sottile ironia.

nze di viaggio si 217 Dal libro sarà anche tratto un film con il medesimo titolo diretto dal regista Friðrik Þór

Friðriksson (vd. p. 1197).

bjartur 218 Nel 1982 debutta Alfrún Gunnlaugsdóttir (n. 1938), che mostra notevoli capacità di variazione

nire chiarimenti’. stilistica e guarda alla realtà islandese nella più ampia prospettiva europea.

nto nel dibattito 219 Fratelli di Gyrðir Elíasson, sono Sigurlaugur (n. 1957), artista (e anche scrittore), e Nökkvi

), fondataElíasson (n. 1966), affermato fotografo.

nata 220 Cfr. p. 1331. Altri importanti autori contemporanei sono Vigdís Grímsdóttir (n. 1953), che si

esprime in un linguaggio simbolico e talvolta astratto; Guðmundur Andri Thorsson (n. 1957), che

borg Lárusdóttir analizza individui che vivono a fondo le proprie esperienze fino a restarne (talora) travolti; Ólafur

óttir) Björnsson Jóhann Ólafsson (n. 1962), scrittore e manager che si sofferma sull’indagine dei singoli personaggi e

sulla loro solitudine; Andri Snær Magnason (vd. p. 1289), poeta e prosatore impegnato nella difesa

n’autrice anzianadell’ambiente; Guðrún Eva Mínervudóttir (n. 1976), che consapevolmente risponde al bisogno della
gente di seguire chi abbia storie da raccontare. Una posizione a parte spetta a Ólafur Gunnarsson (n.

andinavo (e non1948) che volentieri si affida a temi religiosi, il che, nel panorama attuale è, in effetti, inconsueto (cfr.

Jóhannes Helgip. 489, nota 87).

ðvarsson (vd. p. 221 Cfr. p. 840 con nota 734, p. 1077, p. 1085 con nota 543 e p. 1175. Oltre agli autori ivi citati si

e come autore diricordino Steinn Sigurðsson (1872-1940), Sigurður Nordal (1886-1974), forse più noto come

studioso (cfr. p. 826, nota 664), Tryggvi Sveinbjörnsson (1891-1964), Jón Thoroddsen (1898-1924),

eta di città’, maJóhann Frímann (1906-1990) e Steingerður Guðmundsdóttir (1912-1999).

222 Vd. p. 1186.

arinn Eldjárn (n. 223 Negli anni ’70 debuttava anche Kjartan Ragnarsson (n. 1945), molto popolare per la comicità

a nota 376) e addelle sue opere.

224 Vd. p. 1200.

gista Friðrik Þór 225 Janina Katz fa parte del gruppo di autori di nazionalità ebraica – cui appartiene anche la

tedesca Cordelia Edvardson (1929-2012), una sopravvissuta ai lager nazisti stabilitasi in Svezia –

cità di variazionenelle cui opere si riversano anche i ricordi della tragedia della shoah.

226 L’opera con la quale Kallifatides ha fatto il suo esordio nel panorama letterario svedese è una

ttore), e Nökkviraccolta di poesie dal titolo La memoria in esilio (Minnet i exil), cui l’anno successivo seguirà il

romanzo Stranieri (Utlänningar).

(n. 1953), che si 227 Nel 1995 Mehmed Uzun è stato con la giornalista Madeleine Grive (n. 1955) redattore

n (n. 1957), che dell’antologia Il mondo in Svezia (Världen i Sverige), che raccoglie una settantina di voci provenienti

) travolti; Ólafurda diverse parti del mondo.

goli personaggi e 228 Un altro autore che debutta alla fine degli anni ’90 è il turco Ihsan Kutlu (n. 1949), tra quelli

nato nella difesache hanno appreso lo svedese in età adulta.

al bisogno della 229 Il titolo fa riferimento al termine con il quale vengono definiti, con una venatura di disprezzo,
r Gunnarsson (n. gli immigrati pachistani.

, inconsueto (cfr. 230 Lo schema prevede strofe di due versi: nella prima essi devono rimare fra loro, mentre nelle

successive solo il secondo deve riproporre la rima con quelli della prima strofa.

autori ivi citati si 231 Una figura autorevole in questo contesto è anche quella del profugo iracheno Walid al-

più noto comeKubaisi (n. 1958) che in diverse pubblicazioni esamina i problemi della multiculturalità e del

sen (1898-1924),razzismo e si pone in una posizione critica nei confronti dell’islamismo.

232 Basti ricordare nomi famosi come quello di Hans Christian Andersen (vd. p. 916), di Selma

Lagerlöf con la storia di Nils Holgersson (vd. p. 1075), ma anche di B.S. Ingemann (vd. p. 915) e

e per la comicitàChristian Winther (vd. p. 916, nota 242); ma anche gli autori meno noti citati in precedenza (vd. pp.

1085-1086 con note 545-547), così come (seppure con prospettiva per molti versi differente) le

raccolte di fiabe e racconti popolari, in primo luogo quelle di Asbjørnsen e Moe in Norvegia (vd.

artiene anche lasopra, p. 933 con nota 328) e di Jón Árnason e Magnús Grímsson in Islanda (vd. p. 1074 con nota

itasi in Svezia –485).

233 Vd. p. 1062.

io svedese è una 234 Vd. p. 1376.

essivo seguirà il 235 Si ricordi qui, almeno, Johan Borgen, autore del celeberrimo romanzo Il piccolo lord (vd. p.

1168, nota 188).

1955) redattore 236 Assai interessante è l’opera di Flemming Quist Møller (n. 1942), anche ‘tradotta’ in cartoni

voci provenientianimati.

237 Del resto temi ‘seri’ erano già stati affrontati dal norvegese Finn Havrevold (1905-1988) che,

1949), tra quelli dopo opere iniziali di carattere giocoso, aveva optato per una letteratura che, pur destinata

all’infanzia, avesse tono realista e contenuti su cui riflettere.

ura di disprezzo, 238 Esso porta, appunto, il titolo Pippi Långstrump.


239 In svedese söndagsskoleberättelse, dove söndagsskole, letteralmente “scuola domenicale” fa

oro, mentre nelleriferimento alle lezioni di religione che venivano tenute ai bambini la domenica.

240 DLO nr. 186.

cheno Walid al- 241 Qui va forse ricordato anche Arvid Hanssen (1932-1998), più noto tuttavia per le opere

culturalità e delindirizzate agli adulti. Scrittrice per l’infanzia e, insieme, critica letteraria studiosa anche di questo

genere è inoltre Else Breen (n. 1927).

. 916), di Selma 242 Questo autore, ben noto anche per l’attività teatrale, è figlio di Inger Hagerup, sopra citata (vd.

nn (vd. p. 915) ep. 1269), la quale si era dedicata anche a libri per bambini.

cedenza (vd. pp. 243 Interprete in diverse opere del malessere sociale giovanile, egli è noto soprattutto per la serie

rsi differente) ledi romanzi incentrati sull’enigmatica figura di Elling, un ‘disadattato’ psichicamente instabile (forse

n Norvegia (vd. malato di autismo?), nella cui vicenda si constata in quale misura gli autentici rapporti fra le persone

p. 1074 con notasiano ben più importanti di ogni politica di welfare, per quanto adeguatamente realizzata.

244 Vd. p. 1085 con nota 546.

245 Cfr. p. 1070, nota 474.

246 Nel 1975 debuttava in questo campo anche il norvegese Jon Michelet (n. 1944).

(vd. p. 247 Un genere più avanti coltivato con successo anche dallo scrittore Jussi Adler-Olsen (n. 1950).

248 Una posizione particolare è quella del danese Poul Ørum (1919-1997) che si avvale del

dotta’ in cartoni‘romanzo criminale’ per indagare sul significato di ‘colpa’ e per smascherare quella che può essere la

disumanità della legge e dei suoi rappresentanti.

1905-1988) che, 249 Da questo romanzo il regista Bille August (vd. p. 1191) ha tratto l’omonimo film del 1997.

e, pur destinataTra i danesi merita una citazione anche Niels Lillelund (n. 1965), i cui gialli, ambientati in scenari di

diverso genere, hanno come protagonista l’ex poliziotto Erik Andersen.

250 Cfr. p. 1194. Nel 1973, insieme al giornalista Peter Bratt (n. 1944), Guillou rivelò l’esistenza
a domenicale” fadi una organizzazione segreta, nota come IB, che in patria agiva contro le aree politiche della sinistra

(tenendo sotto controllo i loro appartenenti e introducendovi infiltrati) e all’estero collaborava con la

CIA e i servizi segreti israeliani (in evidente contrasto con la politica svedese di neutralità). Ciò fece

via per le opere scoppiare un grosso scandalo, il che non impedì che insieme ad altre persone Guillou e Bratt fossero

anche di questocondannati per spionaggio: ne scaturì un vivacissimo dibattito sulla libertà di stampa. In proposito si

può leggere il volume di Bratt dal titolo Con buone intenzioni. Memoriali (Med rent uppsåt.

sopra citata (vd. Memoarer), la cui prima edizione è del 2007.

251 In realtà il vero nome di questo autore era Stig Larsson (Karl Stig-Erland Larsson), ma esso fu

tutto per la serie cambiato per evitare continue e spiacevoli confusioni con l’omonimo Stig Larsson, anch’egli

e instabile (forsescrittore (vd. p. 1265).

rti fra le persone 252 I romanzi che la compongono sono: Uomini che odiano le donne (Män som hatar kvinnor,

2005), La ragazza che giocava con il fuoco (Flickan som lekte med elden, 2006) e Il castello in aria

che fu fatto esplodere (Luftslottet som sprängdes, 2007), tradotto in italiano con il titolo La regina dei

castelli di carta (Venezia 2009, a cura dell’editore Marsilio che ha pubblicato anche gli altri due titoli

della serie).

253 Ma si ricordino anche il giornalista Thomas Kanger (n. 1951) e Åsa Larsson (n. 1966),

he si avvale delavvocatessa, che proprio a una immaginaria collega, Rebecka Martinsson, affida la soluzione dei suoi

che può essere laenigmi polizieschi.

254 Qui non si può fare a meno di rammentare (vd. p. 184, nota 331) che questo nome richiama

o film del 1997.un’espressione norrena con la quale si designava una persona che fosse stata bandita avendo

ntati in scenari dicommesso un reato in un luogo sacro, in tal modo profanandolo.

255 Una citazione merita qui anche Kim Småge (Anne Karin Thorshus, n. 1945).

rivelò l’esistenza 256 Si veda il suo testo sulla storia della letteratura faroese: ISAKSEN 1993, citato in bibliografia
che della sinistra(App. 3.3).

ollaborava con la 257 Tra coloro che fondarono e consolidarono questa tradizione si citino qui i nomi dei danesi Ole

tralità). Ciò feceWanscher (1903-1985), Finn Juhl (1912-1989), Gertrud Vasegaard (nata Hjorth, 1913-2007), Børge

u e Bratt fosseroMogensen (1914-1972), Hans Jørgen Wegner (1914-2007), Aksel Bender Madsen (1916-2000), Jens

a. In proposito siHarald Quistgaard (1919-2008), Kristian Solmer Vedel (1923-2003), Poul Kjærholm (1929-1980) e

ed rent uppsåt. Verner Panton (1926-1998), oltre ai sopra ricordati Arne Jacobsen (vd. p. 1184 con nota 261) e Poul

Henningsen (vd. p. 1184, nota 262); degli svedesi Simon Gate (1883-1945), Edward Hald (1883-

sson), ma esso fu1980), Einar Hjorth (1888-1959), Wilhelm Kåge (1889-1960), Gustaf Axel Berg (1891-1971), Ralph

rsson, anch’egliLysell (Rolf Åke Nystedt, 1907-1987), Bruno Mathsson (1907-1988), Sixten Sason (Sixten

Andersson, 1912-1967), Yngve Ekström (1913-1988), Sigurd Fritiof Persson (1914-2003), Stig

m hatar kvinnor, Lindberg (1916-1982), Bengt Orup (1916-1996), anche scultore e pittore concretista, John Kandell

l castello in aria(1925-1991), Vivianna Torun Bülow-Hübe (1927-2004) e Hans Ehrich (n. 1942); dei norvegesi

La regina deiSverre Pettersen (1884-1959), Nora Gulbrandsen (1894-1978), Per Tannum (1912-1994), Birger

gli altri due titoli Dahl (1916-1998), Grete Prytz Kittelsen (1917-2010), Hermann Bongard (1921-1998) e Tias

(Mathias) Eckhoff (n. 1926); degli islandesi Gunnar H. Guðmundsson (1922-2004), Halldór

rsson (n. 1966),Hjálmarsson (1927-2010), Árni Jónsson (1929-1983), Gunnar Magnússon (n. 1933) e Pétur B.

oluzione dei suoiLúthersson (n. 1936). Non si dimentichi infine che la celebre bottiglia della Coca-Cola (che risale al

1916) è stata disegnata da Alexander Samuelson (1862-1934), uno svedese emigrato negli Stati uniti.

o nome richiama 258 Si ricordino qui, almeno, i nomi del danese Joachim Ladefoged (n. 1970), degli svedesi

bandita avendoLennart Nilsson (n. 1922) e Annika von Hausswolff (n. 1967), del norvegese Kjell Sten Tollefsen

(1913-2002) e dell’islandese Ragnar Axelsson (n. 1958).

259 Tale era infatti l’intento di coloro che nel 1934 avevano fondato il gruppo Linea (vd. p. 1176,

o in bibliografianota 220). Altri nomi di rilievo all’interno di Linea II sono Bamse Kragh-Jacobsen (Hans Bernhardt
Kragh-Jacobsen, 1913-1992), pittore e jazzista, e l’autodidatta Niels Macholm (1915-1997).

mi dei danesi Ole 260 Altri importanti rappresentanti del concretismo saranno Mogens Lohmann (1918-1985) e Ole

13-2007), BørgeSchwalbe (1929-1990), pittori e grafici, e Jørn Larsen (1926-2004), pittore e scultore.

1916-2000), Jens 261 L’acronimo, formato dalle iniziali dei nomi di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, fu creato

m (1929-1980) e da Christian Dotremont (1922-1979), artista e poeta belga, una delle ‘anime’ del gruppo insieme al

nota 261) e Poulpittore danese Asger Jorn (Asger Oluf Jørgensen, 1914-1973), il quale soggiornò a lungo sulla riviera

ard Hald (1883-ligure ad Albissola Marina, cittadina nota per gli artisti della ceramica, dove la villa in cui visse e

91-1971), Ralph lavorò è divenuta un museo. In precedenza (tra il 1941 e il 1944) Asger Jorn aveva dato alle stampe

Sason (Sixtenuna rivista dal titolo Il cavallo infernale (Helhesten, mitico animale a tre zampe che preannuncia la

914-2003), Stig morte) che in parte avrebbe anticipato lo spirito del gruppo COBRA.

ta, John Kandell 262 Una tendenza all’arte spontanea si era manifestata in Danimarca anche durante gli anni del

); dei norvegesiconflitto, quando l’isolamento provocato dalla situazione del Paese occupato dai Tedeschi aveva

12-1994), Birgerindotto gli artisti a ‘ripiegare’ verso modelli espressivi come quelli degli Eschimesi e quelli

21-1998) e Tiasmedievali.

-2004), Halldór 263 Nel libro De abstrakte. Historien om en kunstnergeneration (København 19912) lo studioso

933) e Pétur B. Gunnar Jespersen analizza i percorsi dell’arte astratta danese seguendo il filo conduttore

ola (che risale aldell’esperienza di questo artista.

negli Stati uniti. 264 Non a caso uno degli aderenti sarà Ejler Bille che fin dal 1945 aveva pubblicato a Copenaghen

0), degli svedesi una serie di saggi dal titolo Picasso. Surrealismo. Arte astratta (Picasso. Surrealisme. Abstrakt

l Sten TollefsenKunst), sottolineando l’autonomia dell’arte rispetto all’idea di una ‘continua fuga in avanti’. Con lui

nel nuovo gruppo (che sarà sciolto nel 1982) aderenti di COBRA come Carl-Henning Pedersen, Asger

(vd. p. 1176,Jorn, lo scultore del legno Erik Thommesen (1916-2008), il pittore e disegnatore Erik Ortvad (1917-

(Hans Bernhardt2008), Harald Leth (cfr. p. 1178, nota 230).


265 In questo contesto va ricordata la figura di Arthur (Addi) Köpcke (1928-1977), artista tedesco

918-1985) e Oletrasferitosi in Danimarca (dove aprì una galleria a Copenaghen), che ebbe un ruolo fondamentale

nella diffusione delle nuove idee.

erdam, fu creato 266 Legate in primo luogo all’astrattismo e al dibattito relativo all’arte moderna cui porterà un

ruppo insieme al importante contributo il pittore Mogens Andersen (1916-2003) che fino al 1965 trascorse lunghi

ungo sulla rivieraperiodi a Parigi.

la in cui visse e 267 Minore seguito troverà qui il minimalismo, rappresentato soprattutto dalle sculture di Hein

dato alle stampe Heinesen (n. 1935). Nel 1974 questo artista insieme a Mogens Møller (n. 1934) e a Stig Brøgger (di

e preannuncia la cui poco oltre) avrebbe fondato l’Istituto per l’arte in scala (Institut for Skalakunst), per sperimentare

la creazione di opere le cui dimensioni e il cui minimalismo si addattassero in modo nuovo

ante gli anni delall’ambiente in cui erano inserite.

Tedeschi aveva 268 Si pensi a Svend Wiig Hansen (1922-1997), pittore, scultore e grafico, che trae ispirazione in

chimesi e quelli primo luogo dalla figura umana e rappresenta dunque, insieme ad altri, un’arte ancora legata alla

rappresentazione della realtà.

) lo studioso 269 Una buona parte della quale, naturalmente, non era affatto ben disposta nei confronti di tutte

filo conduttore queste novità, il che, a esempio, si tradusse in forti manifestazioni di protesta quando il Fondo statale

per l’arte (Statens Kunstfond, istituito nel 1956) acquistò una scultura di Peter Bonnén (n. 1945) che

to a Copenaghenapparteneva all’ambiente della Scuola sperimentale dell’arte (di cui appena più avanti).

alisme. Abstrakt 270 Con lui Jens Jørgen Thorsen (1932-2000), pittore, regista e scrittore, il sopra citato Richard

avanti’. Con luiWinther e lo storico dell’arte Troels Andersen (n. 1940).

Pedersen, Asger 271 Cfr. p. 620, nota 428.

ik Ortvad (1917- 272 A Fluxus portò un notevole contributo il danese Eric Andersen (n. 1943), in prima fila

nell’organizzazione di happening e performance.


), artista tedesco 273 Il cui vero nome era Axel Jørgensen (1920-2004). Jørgen Nash era sposato con la pittrice e

lo fondamentalegrafica Lis Zwick (1942-2004). Fin dal 1957 Asger Jorn aveva contribuito alla nascita

dell’Internazionale situazionista, che aveva intenti artistici ma anche politici e contava rappresentanti

a cui porterà unin Francia, Italia e Scandinavia. Fra i danesi vi aderì anche il pittore Jens Jørgen Thorsen (cfr. nota

trascorse lunghi270). Il movimento, culminato negli anni della rivolta studentesca, fu sciolto nel 1972.

274 Nella seconda metà degli anni ’70 diversi fra gli esponenti della scuola sperimentale, la cui

sculture di Heinattività venne meno, formarono il gruppo “Braccia e gambe” (Arme og Ben) per proseguire nel loro

Stig Brøgger (di intento.

per sperimentare 275 Aperto nel 1958 a Humlebæk, sulla costa orientale della Selandia, ha da allora rappresentato

in modo nuovoun imprescindibile punto di riferimento per l’arte contemporanea.

276 Vi presero parte Kirsten Dufour (n. 1941), Jytte Rex (n. 1942), Jytte Keller (n. 1942), Rikke

ae ispirazione inDiemer (n. 1943), Kirsten Justesen (n. 1943) e Gitte Skjold-Jensen (n. 1943).

ncora legata alla 277 Ancora nel 1997, in seguito a una ripresa di questi temi, sarà formato il gruppo denominato

Donne al pub (letteralmente “all’osteria”) (Kvinder på Værtshus) che raccoglierà artiste impegnate

confronti di tutte nelle problematiche femministe e nelle questioni legate alla discriminazione. Ne faranno parte Åsa

o il Fondo stataleSonjasdotter (n. 1966), Andrea Creutz (n. 1970), Kristine Roepstorff (n. 1972), Marika Seidler (n.

én (n. 1945) che1972), Christina Prip (n. 1969) e Lisa Strömbeck (n. 1966). Successivamente hanno aderito Katya

Sander (n. 1970), Nanna Debois Buhl (n. 1975), Nynne Haugaard (n. 1976). Ai loro progetti hanno

ra citato Richard collaborato anche Sofie Hesselholdt (n. 1974) e Vibeke Mejlvang (n. 1976). Alcune di loro pur

essendo nate al di fuori della Danimarca sono ormai del tutto integrate nel mondo culturale danese.

Nel 2004 per questo gruppo la Haugaard ha pubblicato a Copenaghen il volume dal titolo

3), in prima fila Prospettiva. Strategie femministe nell’arte figurativa danese (Udsigt. Feministiske strategier i dansk

billedkunst).
con la pittrice e 278 Come afferma lei stessa sulla sua pagina web (http://www.meretebarker.dk/).

ito alla nascita 279 Geometria e colore sono fondamentali anche per Viera Collaro (n. 1946), artista dano-

va rappresentanti slovacca formatasi negli Stati uniti.

horsen (cfr. nota 280 Tra i fondatori anche Finn Mickelborg (1932-2007), Tonny Hørning (n. 1941) e Klaus

Hilligsøe (n. 1947).

rimentale, la cui 281 Ne facevano parte artisti come Per Baagøe (n. 1946), che si ispira anche alle regioni

oseguire nel loro dell’Europa meridionale (ha studiato anche in Italia), e Niels Reumert (n. 1949) che affida la propria

espressività all’accostamento di colori intensi.

ora rappresentato 282 Un grafico molto apprezzato è Jes Fomsgaard (n. 1948), mentre Per Arnoldi (n. 1941) è

considerato uno dei migliori disegnatori danesi di manifesti.

(n. 1942), Rikke 283 Si tratta della Biblioteca dell’arte del comune di Gentofte nella Selandia orientale. Il titolo è

ripreso da quello di un quadro realizzato da uno degli espositori, Kehnet Nielsen (n. 1947). Gli altri

uppo denominatoartisti erano: Steen Krarup (n. 1943, da non confondere con Steen Krarup Jensen, di cui poco oltre),

artiste impegnateJens Nørregård (1946-1990), la svedese Anette Abrahamsson (n. 1954), Peter Carlsen (n. 1955),

aranno parte ÅsaDorte Dahlin (n. 1955), Berit Jensen (n. 1956), Claus Carstensen (n. 1957), Søren Jensen (n. 1957),

arika Seidler (n. Nina Sten-Knudsen (n. 1957), Peter Bonde (n. 1958) e Kristian Dahlgård Larsen (n. 1958).

no aderito Katya 284 Definizione che, per altro, riprendeva quella che in Germania era stata attribuita ai nuovi

o progetti hanno pittori (Junge Wilde), autori di quadri neo-espressionisti che contenevano un messaggio di ironica

cune di loro pur contestazione.

culturale danese. 285 Esso sarà attivo fino al 1992. Il nome fa riferimento all’indirizzo di Copenaghen presso il

olume dal titoloquale si trovava l’atelier. Tra i fondatori anche Finn Reinbothe (n. 1953), Finn Naur Petersen (n.

trategier i dansk1954) e Mette Gitz-Johansen (n. 1956).

286 Con loro la norvegese Ingunn Jørstad (n. 1953) e Sonny Tronborg (1953-2009).
287 Noto per le creazioni in materie plastiche e quelle ‘pneumatiche’, è anche autore di testi nei

6), artista dano-quali espone il concetto fondamentale su cui si basa la sua opera, vale a dire che il contenuto della

scultura è la scultura in se stessa.

1941) e Klaus 288 Nel corso degli anni la mostra (udstilling) ebbe luogo ad Aarhus, Aabenraa e Aalborg (come

noto la grafia danese aa corrisponde ad å).

che alle regioni 289 Grazie a essa il pubblico poté conoscere artisti come Finn Mickelborg (cfr. nota 280), passato

affida la propriadal surrealismo all’astrattismo, Hans Voigt Steffensen (n. 1941), autodidatta i cui dipinti richiamano

il fauvisme, René Tancula Nielsen (1949-2014), per il quale l’opera deve essere scoperta e compresa

oldi (n. 1941) èpoco per volta, e Lise Malinovsky (n. 1957) che mostra una diversa e più sentimentale ispirazione.

290 Il nome significa letteralmente “Casa sul retro”. Il gruppo è stato attivo fino al 1992. Ne

entale. Il titolo èfacevano parte, tra gli altri, Peter Neuchs (n. 1958), Joachim Koester (n. 1962), Christian Schmidt-

. 1947). Gli altriRasmussen (n. 1963), Lars Bent Petersen (n. 1964), Peter Rössel (n. 1964), Jes Brinch (n. 1966) e

i cui poco oltre),Peter Holst Henckel (n. 1966).

arlsen (n. 1955), 291 Esercitata, tra gli altri, da Joachim Koester (cfr. nota precedente), Ann Lislegaard (n. 1962),

ensen (n. 1957),nata in Norvegia, Gitte Villesen (n. 1965) e Peter Land (n. 1966).

292 Insieme a Tal R (di cui subito oltre) e Kirstine Roepstorff (cfr. nota 277) questi due artisti

tribuita ai nuovi hanno formato (1997) il gruppo del cosiddetto Ufficio di Kørner (Kørners Kontor) per allestire

saggio di ironicaesposizioni in sedi inusuali e organizzare incontri e seminari allo scopo di dar vita a un’arte davvero

rivolta a tutti. Kaspar Bonnén è figlio di Peter Bonnén (cfr. nota 269). Un gruppo sorto più

naghen presso ilrecentemente (1999) è il Seven Up (con ironico riferimento alla nota bevanda) nel quale gli artisti

Naur Petersen (n. scelgono un tema cui ispirare le proprie opere. Vi hanno aderito il sopra citato Stig Brøgger, Freddie

A. (Alexander) Lerche (n. 1937), Peter Mandrup (1949-2009), Troels Wörsel (n. 1950), Erik

Steffensen (n. 1961), Ivar Tønsberg (n. 1961) e Signe Guttormsen (n. 1964).
utore di testi nei 293 Vd. p. 1179 con nota 237.

l contenuto della 294 La sua recensione dal titolo “Cronaca d’arte” (“Konstkrönika”) apparve sul giornale

Expressen il 27 aprile 1947.

e Aalborg (come 295 Gli altri erano Olle Gill (1908-1996), Armand Rosander (1914-1976), Arne Jones (su cui più

avanti), Liss Eriksson (1919-2000), Lage Lindell (1920-1980), Knut Erik Lindberg (1921-1988),

ota 280), passatoPierre Olofsson (1921-1996), Karl Axel Pehrson (1921-2005). Olle Bonniér era l’unico che non

pinti richiamanoaveva studiato all’accademia.

perta e compresa 296 Con loro Anders Österlin (1926-2011), Gösta Kriland (1917-1989) e la moglie Gudrun

Åhlberg-Kriland (n. 1921) e, successivamente, anche Bertil Gadö (1916-2014) e Bertil Lundberg

ino al 1992. Ne(1922-2000). Precedente agli Imaginisti è la breve esperienza (1943) del gruppo di surrealisti

hristian Schmidt-Minotauro (Minotaur) che comprendeva gli stessi Svanberg e Hultén e inoltre l’americana Adja

inch (n. 1966) eYunkers (1900-1983), vissuta a Stoccolma tra il 1939 e il 1947, Carl O. (Otto) Svensson (1890-1977)

ed Endre Nemes (di cui poco più avanti).

egaard (n. 1962), 297 Da ricordare qui che ancora negli anni ’40 e ’50 i surrealisti del “gruppo di Halmstad” (vd. p.

1176, nota 220) formarono una colonia artistica nella località di Söndrum presso Halmstad, alla quale

questi due artistisi unirono altri artisti e letterati. Ma la dura realtà della guerra spinse diversi fra loro ad abbandonare

) per allestireil surrealismo per esprimersi (e cercare fiducia?) in un’arte più realistica ispirata a motivi di vita

un’arte davveroquotidiana.

ruppo sorto più 298 Anche attrice e poetessa, fu sposata con Rune Jansson tra il 1945 e il 1965.

quale gli artisti 299 Marito della scrittrice Birgitta Trotzig (vd. p. 1262).

Brøgger, Freddie 300 Cfr. nota 296.

(n. 1950), Erik 301 Vd. p. 1179.

302 Su Nemes vd. MILLROTH TH., Endre Nemes, Stockholm 1985.


303 Tra di loro Knut Irwe (1912-2002), che tuttavia aveva studiato all’accademia di Stoccolma.

ve sul giornale 304 Qui vanno ricordati anche Martin Holmgren (1921-1969), molto considerato da Arne Jones, e

Palle Pernevi (1917-1997), allievo di Nemes alla scuola d’arte di Valand e poi direttore del corso di

Jones (su cui piùscultura da quando (1950) esso fu aperto nella scuola stessa.

erg (1921-1988), 305 Vd. p. 1179.

l’unico che non 306 Si può qui fare l’esempio di artisti come Bengt Hinnerson (n. 1939) ma anche del giapponese

Yoshio Nakajima (n. 1940) che organizzò una serie di questi eventi a Göteborg.

moglie Gudrun 307 Uno scultore per molti versi tradizionalista è Jerd Mellander (1934-1992).

Bertil Lundberg 308 Tra coloro che denunciavano attraverso l’arte gli orrori della guerra e delle dittature (come

po di surrealisti quella cilena) anche Ingrid Olson (n. 1933) che nel 1972 presentava un’opera dal titolo Mentre

’americana Adja facciamo l’amore (Medan vi älskar) con la quale voleva segnalare l’indifferenza e l’ipocrisia della

son (1890-1977)società svedese del welfare rispetto al dramma della guerra nel Vietnam.

309 Per altro fin dal 1947 era sorta l’associazione Promozione dell’arte (Konstfrämjandet) la quale

Halmstad” (vd. p.si proponeva di far sì che tutti potessero avervi accesso.

mstad, alla quale 310 Nel 1974 insieme a Folke Lind (n. 1931), Gunnar Thorén, Åke Nilsson (sui quali poco oltre),

ad abbandonare Bertil Berg (n. 1935) e Bernt Jonasson (n. 1936), Roj Friberg costituirà il gruppo Sei Aspetti (Sex

a motivi di vitaAspekter).

311 Qui fu uno fra coloro che nel 1966 realizzarono a New York le performance di 9 evenings:

theatre & engineering, evento che ebbe importanza determinante per l’avvio della collaborazione fra

artisti e scienziati.

312 Per approfondire il quale si possono leggere gli articoli di importanti periodici d’arte come

Tavolozza (Paletten, fondata nel 1940) o della Rivista d’arte (Konstrevy) che all’epoca facevano la

tendenza.
313 A quanto pare l’idea di quest’opera gli venne in seguito alla notizia della morte violenta del

da Arne Jones, e celeberrimo beatle John Lennon (1940-1980). Recentemente Reuterswärd ha saputo magistralmente

tore del corso di interpretare il messaggio ecologico sulla necessità di tutelare il nostro pianeta con la scultura in

bronzo (collocata a Borås in Västergötland) dal titolo “Abbi cura della terra” (Var rädd om jorden),

costituita da un enorme punto esclamativo (alto 4,5 mt.) la cui parte inferiore (il punto) riproduce un

e del giapponese mappamondo.

314 Cfr. p. 1263 con nota 161. Gli altri componenti erano Åke Hodell (1919-2000), poeta, Torsten

Ekbom (1938-2014), scrittore, Leif Nylén (n. 1939), critico e musicista, Mats G. Bengtsson (1944-

dittature (come 2005), scrittore e musicista, e Bengt Emil Johnson (1936-2010), poeta e compositore. Il nome Svisch

Mentrecorrisponde al titolo di una antologia di poesia concretista pubblicata a Stoccolma nel 1964 e che

l’ipocrisia dellariportava composizioni di questi autori.

315 Il termine provie risale al latino pro “a favore di” e al francese vie “vita”.

) la quale 316 Diversi tra coloro che sarebbero diventati membri di questo gruppo avevano partecipato in

quello stesso anno alla mostra 8 st (nella quale erano presenti, appunto, otto artisti) tenuta a

quali poco oltre),Göteborg.

Sex 317 Essa era formata da Nils Olof Bonnier (1945-1969), Lars Hansson (n. 1944), Dag E. Nyberg

(n. 1944), Anders Bergh (1947-2004), Bo Söderström (n. 1945) e dall’inglese Graham Stacy (n.

9 evenings:1940).

ollaborazione fra 318 A determinare la dispersione del gruppo fu infatti una terribile tragedia avvenuta sul traghetto

Åbo-Stoccolma a bordo del quale, al ritorno da un viaggio nell’Unione sovietica, erano imbarcati i

dici d’arte come componenti della Banda Bassotti. Il giovane Nils Olof Bonnier aveva infatti una posizione meno

poca facevano laestremista rispetto ai compagni e intendeva privilegiare l’arte rispetto alla politica. Durante la

navigazione ci fu in proposito un feroce diverbio nel quale alcuni di essi in preda a un totale attacco
orte violenta del di aggressiva intolleranza lo accusarono di tradimento, dopo di che egli si allontanò dalla propria

o magistralmentecabina profondamente avvilito. Era notte: di lui non si seppe più nulla. Si era suicidato? Era stato

on la scultura inucciso? Era caduto in mare? Il mistero resta irrisolto.

), 319 Vd. p. 1266.

nto) riproduce un 320 A esempio quelle tenute a Göteborg, dove il movimento delle ‘artiste-donne’ era molto attivo:

Livegen. EGET LIV (un titolo difficilmente traducibile in quanto costruito su un gioco di parole tra il

), poeta, Torstentermine livegen che significa “servo della gleba” ed eget liv, che significa “vita propria”) nel 1973;

Bengtsson (1944-La realtà lascia tracce (Verkligheten sätter spår) nel 1975; Mito della madre, maternità, umanità

Svisch(Modersmyt, moderskap, mänskoskap) nel 1979.

nel 1964 e che 321 Il medesimo intento dissacratorio nei confronti del potere vigente è alla base della nascita

(1968) della rivista PUSS (uscita fino al 1974) che entrambi fondarono insieme ad artisti come Ulf

Rahmberg (n. 1935), Carl Johan de Geer (n. 1938) e Karin Frostenson (n. 1946). Nel contesto di

no partecipato inun’arte derisoria e irriguardosa va ricordato qui anche lo scandalo provocato nel 1970

artisti) tenuta adall’esposizione a Göteborg di un quadro del pittore Peter Dahl (n. 1934), di origine norvegese, dal

titolo Il dilagare del liberalismo nella società (Liberalismens genombrott i societeten), nel quale in

, Dag E. Nyberguna scena a forte connotazione erotica era raffigurata una donna in cui venne riconosciuta la

raham Stacy (n. principessa Sibylla (Sibilla di Sassonia-Coburgo-Gotha, 1908-1972, madre dell’attuale re di Svezia).

Per questo motivo il quadro fu sequestrato dalla polizia.

nuta sul traghetto 322 Altri neorealisti di rilievo sono Lars Gösta Lundberg (n. 1938), Ulf Wahlberg (1938-2014),

erano imbarcati iTord Lager (n. 1942), Ulla Wiggen (n. 1942) e Peder Josefsson (n. 1943).

posizione meno 323 Il nome riprende una scritta che si trovava su un’insegna collocata all’esterno dell’edificio di

tica. Durante laÅrsta (un sobborgo di Stoccolma) in cui tre di loro avevano affittato un locale per farne il proprio

un totale attaccostudio.
nò dalla propria 324 Tra i giovani artisti che seguiranno questa tendenza, diffusa tra la fine degli anni ’90 e l’inizio

cidato? Era statodel nuovo millennio, Charlotte Åberg (n. 1966), allieva di Sjölund.

325 Mentre Annika Larsson vive a Berlino qui si può ricordare anche il tedesco Felix Gmelin (n.

1963), che risiede e lavora in Svezia.

era molto attivo: 326 Il lavoro di Vilks ha avuto uno strascico giudiziario in quanto le autorità lo hanno considerato

co di parole tra il una ‘costruzione abusiva’. Esso tuttavia è ancora al suo posto e attrae anche un discreto numero di

opria”) nel 1973;turisti. Ma Lars Vilks è noto anche per aver scatenato una vivace polemica per le sue immagini

ternità, umanitàirriverenti di Cristo e di Maometto. In particolare nel 2007 la pubblicazione sul giornale Nerikes

Allehanda di disegni che rappresentavano il profeta come un cane ha suscitato violente proteste nei

ase della nascitaPaesi islamici ed egli è stato fatto oggetto di minacce di morte e aggressioni. Difese sulla base del

artisti come Ulfdiritto di espressione, queste illustrazioni (replicate nel 2010) non hanno certamente tenuto conto del

Nel contesto didovere del rispetto per le diverse fedi religiose, principio altrettanto incontestabile. Un caso analogo è

ocato nel 1970avvenuto del resto in Danimarca nel 2005, quando il quotidiano Jyllands-Posten pubblicò (30

e norvegese, dalsettembre) dodici vignette satiriche sul profeta dell’Islam. Anche in quel caso le proteste del mondo

), nel quale in musulmano sono state veementi e sono sfociate in diversi casi di violenza che hanno coinvolto

riconosciuta lapersonale diplomatico e cittadini europei (il che dovrebbe, quanto meno, far riflettere gli autori di

ale re di Svezia). questi disegni).

327 LINDBLOM 1944-1946 (B.6); DLO nr. 187.

erg (1938-2014), 328 Anna-Eva Bergman è stata sposata con il pittore tedesco Hans Hartung (1904-1989).

329 In effetti il nome non si riferisce a un concetto artistico bensì all’abuso di bevande alcoliche a

o dell’edificio dibasso prezzo e, dunque, di scarsa qualità.

farne il proprio 330 Gli altri artisti che vi lavorarono erano Inger Sitter, Carl Nesjar e (addirittura!) Pablo Picasso.

331 Assai più giovane degli altri e del quale dunque si parlerà più avanti in questo stesso
nni ’90 e l’inizioparagrafo.

332 Da segnalare che nel 1966 per iniziativa di Lars Brandstrup (1913-1997) aprirà a Moss

Felix Gmelin (n.(Østfold), sulla riva orientale del fiordo di Oslo, la Galleria F 15 (Galleri F 15), il cui nome è tratto

dall’indirizzo del primo locale utilizzato per le esposizioni (Fossen 15).

anno considerato 333 Vd. TORHEIM I., Individuelle tendenser og fellestrekk hos kunstnerne i Gruppe 5 1956-1962,

screto numero di Oslo 1994.

le sue immagini 334 Fu lui a coniare il nome GRAS, vale a dire ERBA. Nel 1965 Per Kleiva aveva esposto in una

Nerikes mostra tenuta a Bergen da artisti che vollero chiamarsi Gruppo 66 (Gruppe 66). Accolta con giudizi

ente proteste neiantitetici essa segnò comunque un momento significativo per la nuova arte sperimentale. Tra gli altri

se sulla base delmembri i nomi più noti sono quelli di Laurie Grundt (n. 1923), Egil Røed (n. 1932), Olav Herman-

tenuto conto delHansen (n. 1935), Oddvar Torsheim (n. 1938), Ingvald Holmefjord (n. 1941), ma anche dei musicisti

n caso analogo èKetil Hvoslef (Ketil Sæverud, n. 1939) e Knut Kristiansen (n. 1946). In effetti il Gruppo 66 era

pubblicò (30 costituito da artisti di vario genere che furono tra i primi a organizzare happening in Norvegia. Nel

oteste del mondo 1970 sempre a Bergen essi tennero un’altra importante mostra dal titolo Analisi concreta (Konkret

hanno coinvoltoAnalyse).

tere gli autori di 335 Gli altri componenti erano Willibald Storn (n. 1936), artista austriaco trasferitosi in Norvegia

nel 1957, Siri Anker Aurdal (n. 1937), Morten Krohg (n. 1937), Arne Sørensen (n. 1937), Jan

Radlgruber (n. 1940), Egil Storeide (1940-2013), Øivind Brune (n. 1942), Olav Orud (n. 1942), Eva

Lange (n. 1944), Marit Wiklund (n. 1945) e Bjørn Melbye Gulliksen (n. 1946). Alcuni di loro furono

vande alcoliche aattivi anche nel movimento contro l’ingresso della Norvegia nell’Unione europea (del resto bocciato

dal referendum del 1972; vd. p. 1242).

336 Si trattava di un collage in plastica raffigurante una bocca aperta dentro la quale tra diverse

in questo stessolettere dell’alfabeto ne emergevano alcune a formare la parola VIETNAM, una piccola bandiera
americana su quella che sembrerebbe la lingua e sopra di essa una figura di bambino ferito. Accanto

) aprirà a Mossle seguenti parole: “Notizie dal Vietnam: I bambini sono inondati di napalm rovente, la loro pelle

cui nome è trattobrucia formando nere ferite ed essi muoiono” (“Av rapport fra Vietnam: Barn overskylles av

brennende napalm, deres hud brennes til svarte sår og de dør”).

pe 5 1956-1962, 337 Cfr. nota 335.

338 Nel periodo 1976-1985 la Mühleisen ha fatto parte di un collettivo di artisti radicali stabilitisi

va esposto in unaa Friedrichshof in Austria.

colta con giudizi 339 Vd. p. 1410.

tale. Tra gli altri 340 Vd. sopra, pp. 1269-1270.

), Olav Herman- 341 Il suo successo in questo campo si deve in buona parte al contributo della moglie, l’artista

che dei musicistitessile Benedikte Herlufsdatter Hansen (n. 1933).

era 342 Fratello dello scrittore Helge Torvund (vd. p. 1275).

n Norvegia. Nel 343 Ma si citino anche Ola Enstad (1942-2013), Steinar Christensen (n. 1946), Oddvar I.N.

Konkret(Oddvar Darén, n. 1953) e John Audun Hauge (n. 1955).

344 Ne hanno fatto parte Erik Evensen (n. 1947), Terje Uhrn (n. 1951), Jon Arne Mogstad (n.

itosi in Norvegia1950), Edgar Ballo (n. 1955), Axel Ekwall (n. 1955), e Ole H. (Henrik) Hagen (n. 1955).

n (n. 1937), Jan 345 Il gruppo sarà sciolto nel 2011.

d (n. 1942), Eva 346 Molti scultori norvegesi (ma non solo) sono stati coinvolti nel progetto “Nordland paesaggio

ni di loro furono di sculture” (Skulpturlandskap Nordland) avviato nel 1992 che prevede la collocazione di loro opere

el resto bocciatoin diversi luoghi della regione.

347 Vd. p. 1181.

quale tra diverse 348 Louisa Matthíasdóttir aveva sposato il pittore americano Leland Bell (1922-1991).

piccola bandiera 349 Vd. p. 1181 e pp. 1293-1294.


o ferito. Accanto 350 Oltre che docente Jóhann Briem era anche pittore espressionista.

nte, la loro pelle 351 Un pittore di talento che segue un percorso proprio è Sverrir Haraldsson (1930-1985), nato

n overskylles avnelle Vestmannaeyjar, le cui opere si distinguono per la capacità dell’artista di lavorare su diverse

sfumature di una tonalità (o di poche tonalità) di colore.

352 Anche Ásmundur Sveinsson e Sigurjón Ólafsson sono stati precedentemente citati: vd. p.

adicali stabilitisi 1183.

353 Un tema centrale è anche qui l’opposizione alla guerra americana in Vietnam (si veda, a

esempio Þórður Ben Sveinsson, n. 1945).

354 Inizialmente (tra il 1954 e il 1967) il suo pseudonimo era Ferró, poi cambiato in Érro a motivo

moglie, l’artista di una omonimia.

355 Gli altri tre espositori erano Sigurjón Jóhannsson (n. 1939), Haukur Dór Sturluson (n. 1940) e

Hreinn Friðfinnsson (n. 1943).

6), Oddvar I.N. 356 Vd. p. 730 con nota 232.

357 Vd. pp. 48-50 e pp. 52-53.

rne Mogstad (n. 358 Di lui si è detto in precedenza (vd. p. 1300). Pionieri della video arte fin dalla metà degli anni

’60 (quando si trovavano negli Stati uniti) sono Steina (Steinunn Briem Bjarnadóttir, n. 1940) e suo

marito, il ceco Woody Vasulka (n. 1937).

rdland paesaggio 359 Tra il 1996 e il 2001 ha fatto parte del collettivo anche Dóra Ísleifsdóttir (n. 1970).

one di loro opere 360 In Svezia per sopperire alla carenza di abitazioni si portò avanti un progetto noto come

Miljonprogrammet, in base al quale si voleva risolvere definitivamente il problema. Si calcola che tra

il 1965 e il 1974 siano state costruite 1.006.000 abitazioni, cifra che corrisponde all’incirca a un

quarto del totale dell’attuale patrimonio immobiliare (vd. LINDQVIST M., Miljonprogrammet -

planeringen och uppförandet: http://www.micral.se/miljonprogrammet/Miljonprogrammet.pdf).


361 Si ricordino qui i progetti del danese Jan Gehl (n. 1936) che in proposito ha anche scritto saggi

1930-1985), natoe nel 2000 ha dato vita allo studio di architettura Gehl Architects a Copenaghen.

orare su diverse 362 Dalla cui collaborazione nacque lo studio Hoff & Windinge, attivo tra il 1942 e il 1973.

363 Anche il figlio Kim Utzon (n. 1957) è un affermato architetto.

nte citati: vd. p. 364 Nel 1946 essi fondarono lo studio Krohn & Hartvig Rasmussen (ora KHR arkitekter).

365 Senza dimenticare C. F. Møller e Arne Jacobsen; vd. p. 1184 con nota 261.

nam (si veda, a 366 Vd. p. 1185.

367 Che condivisero tra il 1936 e il 1980 il celebre studio Backström & Reinius.

in Érro a motivo 368 Insieme al quale è doveroso citare il danese Aage Rosenvold (1914-2006) che a lungo fu suo

collaboratore.

uson (n. 1940) e 369 Lo studio da lui fondato nel 1948 (Nyréns Arkitektkontor) è tuttora attivo.

370 Il cui figlio Johan Celsing (n. 1955) continua il lavoro del padre.

371 Figlio dell’architetto Gunnar Asplund su cui vd. p. 1185.

372 Dalla cui collaborazione nacque nel 1987 lo studio Lund+Slaatto Arkitekter, rilevato nel 2003

a metà degli anni da Inge Ormhaug (n. 1947), Pål Biørnstad (n. 1960) ed Espen Pedersen (n. 1965).

r, n. 1940) e suo 373 Insieme a P A M (Peter Andreas Munch) Mellbye (1918-2005), Håkon Mjelva (1924-2004),

Odd Østbye (1925-2009), Christian Norberg-Schulz (1926-2000), Fehn e Grung facevano parte del

cosiddetto gruppo PAGON (Progressive Architects Group) formatosi nel 1949 e ispirato alle idee di

getto noto come Arne Korsmo per un modernismo di orientamento internazionale.

Si calcola che tra 374 Gli esempi sono molto numerosi e qui non se ne può offrire se non una selezione puramente

all’incirca a unorientativa: il municipio di Rødovre, località a circa 9 km. dal centro di Copenaghen (Arne Jacobsen,

onprogrammet - 1956); il municipio di Asker (nel distretto di Akershus, Nils Slaatto e Kjell Lund, 1964); i diversi

edifici dell’Università di Oslo a Blindern realizzati negli anni ’60 e progettati da Olav Moen (1928-
nche scritto saggi1986); l’università di Odense (Knud Holscher, 1971); il campus sud dell’Università di Copenaghen

ad Amager (Nils ed Eva Koppel, 1972-1979); la casa di riposo nel quartiere di Økern a Oslo (Sverre

Fehn e Geir Grung, 1955); il Museo d’arte moderna Louisiana (cfr. p. 1296 con nota 275), progettato

da Jørgen Bo (1919-1989) e Vilhelm Wohlert (1920-2007) e aperto nel 1958; il Centro per l’arte

Henie Onstad (Henie Onstad kunstsenter) di Bærum non lontano da Oslo, fondato da Sonja Henie

(vd. p. 1150, nota 129) e dal marito Niels Onstad (1909-1978), progettato dagli architetti Jon Eikvar

(n. 1933) e Svein-Erik Engbretsen (n. 1933) e aperto nel 1968; la chiesa cattolica e il convento di San

Hallvard a Oslo (Kjell Lund e Nils Slaatto, 1966); la chiesa di Bagsværd, a circa 12 chilometri a

e a lungo fu suonord-ovest del centro di Copenaghen (Jørn Utzon, 1973-1976); il Community center

(Medborgarhuset) di Eslöv in Scania (Hans Asplund, 1957); la Casa del popolo (Folkets hus) a Oslo

(Knut Knutsen, 1962); la Casa della cultura (Kulturhuset) a Stoccolma (Peter Celsing, 1971-1974); il

cosiddetto Chateau Neuf di Oslo, sede dell’Associazione degli studenti norvegesi (Det Norske

Studentersamfund, Kjell Lund e Nils Slaatto, 1971); l’albergo Borgafjäll nel comune di Dorotea,

rilevato nel 2003Lapponia meridionale (Ralph Erskine, 1955); il Radisson Blu Royal Hotel di Copenhagen (Arne

Jacobsen, 1960); i grandi magazzini di Åhléns City a Stoccolma (Backström e Reinius, 1964); il

lva (1924-2004),palazzo degli uffici centrali della SKF (industria produttrice di cuscinetti a sfera) a Göteborg (Gustaf

cevano parte delLettström, 1963-1967); l’edificio della Cassa di risparmio (Sparbankshuset) a Stoccolma (Carl

irato alle idee diNyrén, 1973-1975).

375 Significativamente nel 1980 uscirà a Stoccolma il volume Addio al funzionalismo! (Farväl till

zione puramentefunktionalismen!) di Hans Asplund, che pure ne era stato uno dei più convinti interpreti ma che ora

(Arne Jacobsen,ne metteva in luce gli aspetti insoddisfacenti.

1964); i diversi 376 In questa direzione andava, a esempio, il piano noto come ROT, portato avanti in Svezia tra il

av Moen (1928-1977 e il 1989. L’acronimo, da interpretare come Reparation, Ombyggnad, Tillbyggnad (vale a dire
à di Copenaghen“Riparazione, Ristrutturazione, Ampliamento”), ben ne chiarisce gli scopi.

n a Oslo (Sverre 377 Vd. nota 375.

275), progettato 378 Vd. p. 1184.

Centro per l’arte 379 Vd. pp. 350-353 e pp. 275-276, rispettivamente.

da Sonja Henie 380 L’ampio braccio di mare che attraversa Stoccolma.

hitetti Jon Eikvar 381 DLO nr. 188.

convento di San 382 Progetto al quale collaborò l’architetto norvegese Jon Lundberg (n. 1933) che in seguito

12 chilometri a (1969-1982) avrebbe gestito lo studio Jan & Jon insieme a Jan Digerud (n. 1938), dando un notevole

mmunity center impulso al postmodernismo norvegese.

) a Oslo 383 A loro si deve per altro anche la progettazione del grande ponte che collega le isole danesi di

g, 1971-1974); ilSelandia e Fionia, noto come Storebæltsbroen e aperto al traffico ferroviario nel 1997 e a quello

Det Norskeautomobilistico nel 1998 e, successivamente, di quello sull’Øresund (danese Øresundsbroen, svedese

mune di Dorotea,Öresundsbron) che collega la Danimarca con la Svezia, aperto nel 2000 (cfr. nota 22).

penhagen (Arne 384 Il nome nasce dal fatto che i soci fondatori avevano tutti cognome Nielsen: Lars Frank

einius, 1964); ilNielsen (n. 1951), Kim Herforth Nielsen (n. 1954) e Hans Peter Svendler Nielsen (n. 1954) che

Göteborg (Gustaf tuttavia in seguito avrebbe lasciato il gruppo.

Stoccolma (Carl 385 I suoi fondatori sono John Foldbjerg Lassen (n. 1953), Bjarne Hammer (n. 1955) e Morten

Schmidt (n. 1956), cui si sono uniti Kim Holst Jensen (n. 1964) e Kristian Lars Ahlmark (n. 1973).

Farväl till 386 Vd. p. 1184 con nota 260.

preti ma che ora 387 Fondato da Johan Østengen (n. 1952), Alf Haukeland (n. 1955), Kjetil Trædal Thorsen (n.

1958), Inge Dahlman (n. 1959), Berit Hartveit (n. 1960), Øyvind Mo (n. 1956). Il nome Snøhetta fa

ti in Svezia tra il riferimento a quello della cima più alta (2286 mt.) della catena montuosa di Dovre (su cui cfr. p. 876,

(vale a direcon nota 66).


388 Fatta eccezione per Gert Wingårdh (n. 1951), titolare dello studio Wingårdh arkitektkontor,

che ha abbandonato il postmodernismo per sperimentare nuove tendenze.

389 Lo studio degli architetti La batteria è stato aperto nel 1988 e con sede a Hafnarfjörður, non

lontano da Reykjavík.

390 Questa realizzazione di successo ha aperto le porte a incarichi prestigiosi, anche all’estero,

affidati al suo studio (Niels Torp).

) che in seguito 391 Aperto a Reykjavík nel 1987 da Margrét Harðardóttir (n. 1959) e da suo marito, l’architetto

ando un notevoleinglese Steve Christer (n. 1960).

392 Fondato nel 1964 da Are Telje (n. 1936), Fredrik Torp (n. 1937) e Knut Aasen (1936-1996).

le isole danesi diRilevato nel 2007 da Torstein Lømo (n. 1960), Jan Arnfinn Mork (n. 1954) e Kay Erik Rosted (n.

1997 e a quello1953) è divenuto LMR arkitektur.

, svedese 393 Fondato nel 1983 da Boje Lundgaard (1943-2004) e Lene Tranberg Hansen (n. 1956).

394 Vd. p. 1300.

sen: Lars Frank 395 Si tratta di uno dei più antichi e prestigiosi della Norvegia, risalente addirittura al 1898 e

n (n. 1954) chefondato da Kristian Biong (vd. p. 1185, nota 264).

396 Si ricordino qui infine nomi di rilievo di singoli o di gruppi non citati in precedenza: per la

1955) e MortenDanimarca Søren Robert Lund (n. 1962), uno dei pochi a tentare esperimenti di decostruttivismo,

Bjarke Ingels (n. 1974) che nel 2006 ha dato vita al BIG (Bjarke Ingels Group), capace di conseguire

notevoli riconoscimenti internazionali, i team di CEBRA, COBE, Effekt, Transform (tutti premiati alla

ædal Thorsen (n. Biennale di Venezia nel 2006), Masu Planning, NORD architects, Dorthe Mandrup Architects, tutti a

fa Copenaghen; per la Svezia, dove dagli anni ’90 la disciplina ha mostrato una ripresa, Studio Grön

u cui cfr. p. 876,Arkitekter e White Arkitekter a Göteborg, Arkitekthuset Monarken a Luleå, Henrik Jais-Nielsen &

Mats White Arkitekter a Helsinborg, Sweco Architecture e Tham & Vingård Arkitekter a Stoccolma;
h arkitektkontor,per la Norvegia Kristin Jarmund (n. 1954), che reinterpreta il funzionalismo, Carl-Viggo Hølmebakk

(n. 1958), formatosi anche negli Stati uniti, i team di Arkitektgruppen CUBUS a Bergen, BOARCH a

afnarfjörður, non Bodø, LPO ARKITEKTUR & DESIGN, Jensen & Skodvin Arkitektkontor e Narud-Stokke-Wiig a Oslo; per

l’Islanda Guðmundur Jónsson (f. 1953), che vive e lavora in Norvegia, Dagur Eggertsson (n. 1965)

anche all’estero,che collabora con il noto architetto finlandese Sami Rintala (n. 1969).

397 Nel 1962 il compositore danese Bent Fabricius-Bjerre (noto anche come Bent Fabric, n. 1924)

arito, l’architettoavrebbe vinto il prestigioso Grammy award per la miglior incisione di rock and roll con il suo

orecchiabile motivo Alley Cat, uscito l’anno precedente.

sen (1936-1996). 398 GUÐMUNDSSON 1990, pp. 16-19. Uno dei primi cantanti rock islandesi è stato Megas (Magnús

Erik Rosted (n. Þór Jónsson, n. 1945).

399 Tra cui si possono ricordare il Festival annuale del jazz di Reykjavík, quello di rock e pop,

noto come Iceland Airwaves (sempre nella capitale) e quello che ha luogo a Ísafjörður (nei fiordi

occidentali) dal titolo Non sono mai andato a sud (Aldrei fór ég suður) ideato dal celebre cantante

rittura al 1898 eMugison (Örn Elías Guðmundsson, n. 1976).

400 Band costituita nel 1986 che interpreta ora il postrock; cfr. p. 1280.

ecedenza: per la 401 Formata nel 1994. Il nome è ripreso da quello di Sigurrós, sorellina di uno dei componenti,

decostruttivismo, Jón Þór Birgisson (n. 1975), detto Jónsi, nata in quell’anno. Significa “Rosa della vittoria”.

ace di conseguire 402 Ma si citino qui anche i Múm (1997) il cui leader è Örvar Smárason (n. 1977), e i Sólstafir

utti premiati alla(termine che indica i raggi di sole che si fanno strada attraverso le nuvole) che eseguono musica

, tutti ametal.

Studio Grön 403 Il nome è stato successivamente cambiato in D.A.D., D•A•D, e ancora D:A:D.

k Jais-Nielsen & 404 Si ricordino Palle Mikkelborg (n. 1941), Jesper Thilo (n. 1941) e Niels-Henning Ørsted

a Stoccolma; Pedersen (1946-2005), noti a livello mondiale.


iggo Hølmebakk 405 Tra i jazzisti svedesi di fama mondiale Åke Hasselgård (noto come Stan 1922-1948), morto

atragicamente a soli ventisei anni, il clarinettista Putte (Hans Olof) Wickman (1924-2006), il direttore

a Oslo; per d’orchestra Arne Domnérus (1924-2008), il sassofonista Lars Gullin (1928-1976), il pianista Bengt

ertsson (n. 1965)Hallberg (1932-2013), il ceco-svedese Georg Riedel (n. 1934), noto per aver composto le musiche

per i film basati sulle storie scritte da Astrid Lindgren (vd. p. 1285), Bernt Rosengren (n. 1937), che

Fabric, n. 1924)spesso ha collaborato con musicisti americani, il contrabbassista Palle (Nils Paul) Danielsson (n.

con il suo1946).

406 Con lui ha spesso suonato il bassista Arild Andersen (n. 1945). Altri noti jazzisti norvegesi

Megas (Magnússono il percussionista Jon Christensen (n. 1943), il contrabbassista Bjørn Alterhaug (n. 1945), il

chitarrista Terje Rypdal (n. 1947) che si dedica anche alla composizione di musica ‘seria’, e i più

pop,giovani Nils Petter Molvær (n. 1960), trombettista e Paal Nilssen-Love (n. 1974), batterista.

örður (nei fiordi 407 Nomi importanti del jazz islandese sono quelli di Pétur Östlund (n. 1943), tuttavia di padre

celebre cantanteamericano e vissuto in Islanda solo nell'adolescenza, e Björn Thoroddsen (n. 1958).

408 Come la danese Cæcilie Norby (n. 1964); le svedesi Alice Babs Sjöblom (1924-2014) e

Monica Z (Zetterlund, 1937-2005); le norvegesi Karin Krog (n. 1937) e Silje Nergaard (n. 1966), le

dei componenti,islandesi Kristjana Stefánsdóttir (n. 1968) e Ragga (Ragnheiður) Gröndal (n. 1984).

409 Il che non è affatto sorprendente se si pensa che il celeberrimo Elvis Presley (1935-1977)

Sólstafirbasava, appunto, il proprio repertorio (e il proprio straordinario successo) sul dualismo rock e

seguono musica canzone melodica.

410 Come noto l’acronimo è formato dalle iniziali dei nomi dei quattro componenti del gruppo:

Frida (Anni-Frid) Lyngstad (n. 1945), Björn Ulvaeus (n. 1945), Benny (Göran Bror) Andersson (n.

Henning Ørsted 1946) e Agnetha Fältskog (n. 1950), sposata con Björn Ulvæus tra il 1970 e il 1980. Con loro si può

nominare il gruppo Ace of Base costituito nel 1987.


22-1948), morto 411 Formato da Hanne Krogh (n. 1956) ed Elisabeth Andreassen (n. 1958) che nel 1985 hanno

006), il direttore vinto l’Eurovision Song Contest.

il pianista Bengt 412 Vd. pp. 836-838.

posto le musiche 413 Ma si ricordino anche i più anziani Birgitte Grimstad (n. 1935) e Alf Cranner (n. 1936).

en (n. 1937), che 414 Vd. p. 1231. Un nome emergente della canzone islandese (che continua a suscitare interesse

) Danielsson (n. internazionale) è quello del giovanissimo Ásgeir (Trausti Einarsson, n. 1992).

415 Vd. LAHGER H., Proggen. Musikrörelsens uppgång och fall, Stockholm 2008.

azzisti norvegesi 416 Vd. sopra, pp. 1295-1296.

aug (n. 1945), il 417 Pronipote per parte di madre del celebre musicista J.P.E. Hartmann (vd. p. 921 con nota 264).

a ‘seria’, e i più 418 Un altro scrittore legato al mondo della musica rock è Peter Kihlgård (n. 1954).

419 Essi in effetti avevano dato vita al gruppo noto come Werup-Sjöströmgruppen. Un altro poeta

tuttavia di padre svedese che volentieri legge i propri versi con l’accompagnamento di musica jazz è Gunnar Harding

(cfr. nota 181).

m (1924-2014) e 420 In Svezia la discussione sulle prospettive e le innovazioni nel campo della musica era stata

ard (n. 1966), le portata avanti fin dal 1944 dal cosiddetto “gruppo del lunedì” (måndagsgruppen) del quale facevano

parte compositori, esecutori e critici (vd. 40-tal. En klippbok om Måndagsgruppen och det svenska

ley (1935-1977) musiklivet, sammanställd och kommenterad av B. WALLNER, Stockholm 1971). In Danimarca un

eimpulso al rinnovamento era venuto negli anni ’40 da Herman D. (David) Koppel (1908-1998).

421 Per altro, come si è visto, Henning Christiansen non mancò di presentarsi come un artista

nenti del gruppo:all’avanguardia, portavoce di un punto di vista progressista (cfr. p. 1333).

r) Andersson (n. 422 Introdotta nel Paese da Gunnar Berg (1909-1989), che fu uno dei primi danesi a comporre

Con loro si puòmusica dodecafonica, una innovazione accolta con scetticismo, per non dire con ostilità.

423 Come pure di saggi sulla teoria e la ‘filosofia’ della musica.


nel 1985 hanno 424 Tra i suoi allievi il lirico Erik Højsgaard (n. 1954), l’eclettico Svend Hvidtfelt Nielsen (n.

1958) e Karsten Fundal (n. 1966), gratificato da notevole successo.

425 Vd. sopra, p. 1187. Tra i molti allievi di Holmboe anche Per Nørgård, Ib Nørholm e il

norvegese Arne Nordheim.

uscitare interesse 426 Vd. p. 1100.

427 Det Kongelige Danske Musikkonservatorium, vd. p. 921, nota 265.

428 Det Jyske Musikkonservatorium, aperto nel 1927. La decisione fu presa in seguito alla

mancata ammissione al conservatorio di Copenaghen di Ole Buck. Con lui si trasferirono ad Aarhus

diversi studenti, tra i quali Ingolf Gabold (n. 1942), che sarà poi autore soprattutto di composizioni

vocali.

. Un altro poeta 429 Dove dal 1953 insegnava uno dei maggiori musicisti d’avanguardia, il tedesco Karlheinz

Gunnar HardingStockhausen (1928-2007) che aveva avuto modo di prendere lezioni da un altro grande innovatore, il

francese Olivier Messiaen (1908-1992), il quale a sua volta aveva insegnato a Darmstadt nel 1949 e

musica era statanel 1950.

l quale facevano 430 Ma si citino qui anche Poul Rovsing Olsen (1922-1982), studioso di culture musicali esotiche

och det svenskae Fuzzy (Jens Vilhelm Pedersen, n. 1939), sperimentatore di musica elettronica.

n Danimarca un 431 Fratello del ballerino e coreografo Eske Holm (n. 1940) ha scritto anche diverse composizioni

per questo genere di spettacolo.

come un artista 432 Questo gruppo porta avanti l’esperienza del precedente Teatro-immagine (Billedstofteater)

attivo dal 1977 al 1985.

nesi a comporre 433 Nel 1995 veniva aperto a Copenaghen il teatro Seconda opera (Den Anden Opera), dal 2006

noto come PLEX. Lo scopo era quello di promuovere la musica sperimentale e la cosiddetta ‘opera da

camera’, vale a dire un’opera realizzata con un numero limitato di artisti.


dtfelt Nielsen (n. 434 Vd. sopra, nota 420.

435 Vd. p. 1169, nota 195.

Ib Nørholm e il 436 Da sottolineare la sua collaborazione con il poeta Östen Sjöstrand (vd. p. 1262).

437 Vd. p. 1188.

438 Vd. p. 1187.

439 Compositori che in misura maggiore o minore si richiamano alla tradizione sono Jan Carlstedt

in seguito alla(1926-2004) che pure era partito dalla musica atonale; Hans Eklund (1927-1999), Maurice Karkoff

rirono ad Aarhus(1927-2013), Bo Linde (1933-1970) la cui vita si è conclusa con la tragedia del suicidio.

di composizioni 440 In occasione della sua conversione al cattolicesimo (1950) egli cambiò il proprio nome in

Claude Johannes Maria premettendo Loyola al cognome in onore di San Ignazio che considerava il

desco Karlheinzsuo protettore.

de innovatore, il 441 Gran parte delle quali sono andate distrutte nell’incendio della sua casa del quale egli stesso

mstadt nel 1949 erestò vittima.

442 La contrapposizione tra tradizionalisti e innovatori che contraddistingue i primi decenni del

musicali esotichesecondo dopoguerra è ben rappresentata nel volume autobiografico di Erland von Koch (vd. p. 1187)

dal titolo Musica e ricordi (Musik och minnen), pubblicato nel 1989.

rse composizioni 443 Il nome fa riferimento all’antico nordico fylking (f.) che indica un ordine di battaglia dei

combattenti (vd. CLEASBY – VIGFUSSON 1957 [B.5], p. 179). Nel 1952, in collaborazione con la radio

) svedese, Fylkingen presentò al pubblico il primo concerto di musica elettroacustica.

444 In questo contesto si situa l’esperienza di autori come Lars-Gunnar Bodin (n. 1935) dedito

), dal 2006anche alle arti visive, alle performance e alla poesia, e Bengt Emil Johnson (cfr. nota 314), anche

iddetta ‘opera dascrittore e poeta. Essi avevano coniato l’espressione “composizione testo-suono” (text-ljud-

komposition) con ciò volendo indicare un prodotto artistico nel quale il confine tra arte del suono e
arte della parola è del tutto livellato.

445 Nel parlare di orchestra è doveroso nominare qui almeno Herbert Blomstedt (n. 1927), celebre

direttore.

446 In tempi recenti, a esempio, Karin Rehnqvist (n. 1957) e Mattias Sköld (n. 1976).

447 Vd. p. 1188, dove si fa riferimento anche a Ludvig Irgens-Jensen.

ono Jan Carlstedt 448 Al quale per altro aveva dato un impulso la pubblicazione (1947) Libro corale (Koralbok) di

Maurice Karkoff Per Steenberg (1870-1947) che propugnava il ritorno a uno stile più sobrio (e conservativo).

449 Vd. nota precedente. Con loro il sacerdote e storico della musica Hans Buvarp (1909-1970),

proprio nome in l’organista e maestro di musica Anfinn Øien (n. 1922), il teologo e politico Per Lønning (n. 1928) ed

he considerava ilEgil Hovland (1924-2013) che nel suo percorso artistico ha sperimentato svariati stili sicché la sua

esperienza musicale compendia le diverse tendenze del Novecento. L’associazione fu presto presa a

quale egli stesso modello in Svezia e Danimarca.

450 La definizione di Musica sacra come Associazione per il rinnovamento della musica di chiesa

rimi decenni del(Samfunn for kirkemusikalsk fornyelse) è del resto esplicita.

och (vd. p. 1187) 451 Una notevole innovazione porterà la pubblicazione del nuovo Libro corale norvegese (Norsk

Koralbok, Oslo 1985) a cura del Comitato per il libro corale (Koralbokkomitéen) nel quale sono

di battaglia dei comprese melodie religiose riprese da diverse tradizioni.

ione con la radio 452 Olav Anton Thommessen è stato anche consigliere nell’associazione Musica nuova (vd. p.

1188)

(n. 1935) dedito 453 Gisle Kverndokk ha anche composto i brani per il musical Sofies verden (1998) basato sul

nota 314), anchefortunatissimo romanzo di Jostein Gaarder (vd. p. 1286).

text-ljud- 454 Essa si basava sull’orchestra sinfonica di Reykjavík. Figura importante in questo contesto fu

arte del suono equella di Jón Þórarinsson (1917-2012) che aveva studiato all’estero ed era stato allievo del celebre
compositore tedesco Paul Hindemith (1895-1963).

n. 1927), celebre 455 Ispirata alla Saga di Gunnlaugr Lingua di serpente (vd. p. 313; cfr. pp. 304-305 e pp. 314-

315) e definita dall’autore semplicemente Composizione in tre scene (Tónsmíð í þremur atriðum) è

nota anche come Il fiore artificiale (Gerviblómið). Per la precisione questa è stata la prima opera a

essere rappresentata pubblicamente (SVEINBJÖRNSSON 1998 [C.13.5], p. 40). La prima opera

) diislandese, Þrymskviða del 1974 (cfr. p. 292), fu composta da Jón Ásgeirsson, interprete riconosciuto

della tradizione del suo Paese. Dopo di ciò il genere ha conosciuto in Islanda un certo sviluppo. Nel

arp (1909-1970),1978 è stata fondata l’Opera islandese (Íslensk Ópera) che ora ha sede nell’edificio noto come Harpa

ning (n. 1928) ed (vd. p. 1329) e organizza le rappresentazioni. Il primo celebre cantante d’opera islandese è stato il

tili sicché la sua baritono Guðmundur Jónsson (1920-2007); noti internazionalmente sono i tenori Kristján Jóhannsson

fu presto presa a(n. 1948) e Garðar Thór Cortes (n. 1974), oltre al basso Kristinn Sigmundsson (n. 1951).

456 Vd. p. 1319.

musica di chiesa 457 Nel 2009 Víkingur Ólafsson (n. 1984), vero e proprio talento del pianoforte noto ormai anche

a livello internazionale, è stato il più giovane artista a ricevere una nomination per il medesimo

Norsk prestigioso premio.

) nel quale sono 458 Per la fisica: i danesi Aage Niels Bohr (1922-2009), figlio di Niels (vd. p. 1123), e Ben Roy

Mottelson (n. 1926), entrambi premiati per gli studi sulla struttura dei nuclei atomici (1975); gli

(vd. p. svedesi Hannes Alfvén (vd. p. 1132) e Kai Siegbahn (1918-2007), figlio di Manne (vd. p. 1103, nota

629), per il contributo allo sviluppo della spettroscopia degli elettroni ad alta risoluzione (1981); il

1998) basato sulnorvegese Ivar Giaever (n. 1929) per le scoperte relative all’effetto tunnel nei semiconduttori (1973).

Per la medicina: il danese Niels Kaj Jerne (1911-1994) per gli studi sul sistema immunitario (1984);

uesto contesto fuil finno-svedese Ragnar Granit (1900-1991) per le scoperte sui processi visivi fisiologici e chimici

lievo del celebrenell’occhio (1967); gli svedesi Hugo Theorell (1903-1982) per le ricerche sugli enzimi ossidanti
(1955), Ulf Svante von Euler (1905-1983), figlio di Hans (vd. p. 1103, nota 629), per il lavoro sui

4-305 e pp. 314-neurotrasmettitori (1970), Sune Bergström (1916-2004) e Bengt Ingemar Samuelsson (n. 1934),

) èentrambi premiati per le ricerche sulle prostaglandine (1982), Arvid Carlsson (n. 1923) per quelle

la prima opera ainerenti ai segnali di trasduzione nel sistema nervoso (2000); i norvegesi Edvard Moser (n. 1962) e la

La prima operamoglie May-Britt (n. 1963) per la scoperta dei meccanismi cerebrali che gestiscono l’orientamento

rete riconosciutonello spazio (2014), premio condiviso con l’americano John O’Keefe (n. 1939). Per la chimica: il

rto sviluppo. Nel danese Jens Christian Skou (n. 1918) per la scoperta della cosiddetta pompa sodio-potassio (1997); i

Harpanorvegesi Lars Onsager (1903-1976) per lo studio delle relazioni reciproche (che da lui prendono

andese è stato ilnome), fondamentali per la termodinamica dei processi irreversibili (1968), e Odd Hassel (1897-

stján Jóhannsson1981) per il contributo allo sviluppo del concetto di conformazione e le sue applicazioni in chimica

(1969). Per l’economia: gli svedesi Gunnar Myrdal (vd. p. 1130) per gli studi sull’interrelazione tra i

processi economici, sociali e politici (1974) e Bertil Ohlin (1899-1979) per quelli sul commercio

noto ormai ancheinternazionale e i movimenti di capitale (1977); i norvegesi Ragnar Frisch (1895-1973) per aver

per il medesimosviluppato e applicato modelli dinamici all’analisi dei processi economici (1969), Trygve Haavelmo

(1911-1999) per gli studi sull’econometria e l’analisi delle strutture economiche simultanee (1989) e

123), e Ben RoyFinn Erling Kydland (n. 1943) per il contributo alla macroeconomia dinamica (2004).

mici (1975); gli 459 Vd. p. 898 con nota 151.

vd. p. 1103, nota 460 Vd. p. 1027, nota 288.

uzione (1981); il 461 Vd. p. 824, nota 650.

onduttori (1973).

munitario (1984);

ologici e chimici

enzimi ossidanti
(1955), Ulf Svante von Euler (1905-1983), figlio di Hans (vd. p. 1103, nota 629), per il lavoro sui

neurotrasmettitori (1970), Sune Bergström (1916-2004) e Bengt Ingemar Samuelsson (n. 1934),

entrambi premiati per le ricerche sulle prostaglandine (1982), Arvid Carlsson (n. 1923) per quelle

inerenti ai segnali di trasduzione nel sistema nervoso (2000); i norvegesi Edvard Moser (n. 1962) e la

moglie May-Britt (n. 1963) per la scoperta dei meccanismi cerebrali che gestiscono l’orientamento

nello spazio (2014), premio condiviso con l’americano John O’Keefe (n. 1939). Per la chimica: il

danese Jens Christian Skou (n. 1918) per la scoperta della cosiddetta pompa sodio-potassio (1997); i

norvegesi Lars Onsager (1903-1976) per lo studio delle relazioni reciproche (che da lui prendono

nome), fondamentali per la termodinamica dei processi irreversibili (1968), e Odd Hassel (1897-

1981) per il contributo allo sviluppo del concetto di conformazione e le sue applicazioni in chimica

(1969). Per l’economia: gli svedesi Gunnar Myrdal (vd. p. 1130) per gli studi sull’interrelazione tra i

processi economici, sociali e politici (1974) e Bertil Ohlin (1899-1979) per quelli sul commercio

internazionale e i movimenti di capitale (1977); i norvegesi Ragnar Frisch (1895-1973) per aver

sviluppato e applicato modelli dinamici all’analisi dei processi economici (1969), Trygve Haavelmo

(1911-1999) per gli studi sull’econometria e l’analisi delle strutture economiche simultanee (1989) e

Finn Erling Kydland (n. 1943) per il contributo alla macroeconomia dinamica (2004).

459 Vd. p. 898 con nota 151.

460 Vd. p. 1027, nota 288.

461 Vd. p. 824, nota 650.


CONCLUSIONI

Verso quale futuro?

Al termine di questo lungo percorso nel quale si è cercato di seguire gli sviluppi storico-

culturali dei diversi Paesi nordici, credo si possa riaffermare quanto scritto nell’introduzione:

e cioè come ciascuno di essi sia venuto costruendo, nel corso dei secoli, una propria ben

precisa identità senza che ciò abbia potuto stravolgere in maniera irrimediabile le

caratteristiche che da sempre ne hanno fatto un costituente insostituibile della più grande

‘comunità scandinava’. Questo doppio ruolo fatto di autonomia ma, al contempo, di

cooperazione politica e culturale (e anche di ‘comune sentire’), continua a condizionare la

vita e le scelte di questi popoli, anche (forse soprattutto) ora che essi devono misurarsi con i

problemi della globalizzazione. L’identità scandinava, all’interno della quale è sicuramente

più agevole ribadire (e difendere) quella della singole nazioni, di certo costituisce una sorta

di ‘patente’ da presentare al resto del mondo, rivendicando conquiste di progresso civile e

democratico di fronte alle quali non si possono porre obiezioni concrete e che dunque ancora

consentono di indicare in questi Paesi un vero e proprio ‘modello’. E tuttavia: in tempi in cui

complesse crisi economiche e profondi rivolgimenti culturali mettono alla prova anche le

società costruite su un sincero sforzo di uguaglianza e su un indiscusso processo di

maturazione democratica, la rivendicazione dell’identità scandinava (danese, svedese,

norvegese o islandese che sia)1 non può da sola bastare né per difendere ciò che si è

conquistato né per mettersi al riparo da involuzioni o regressioni. Di ciò danno

testimonianza, a esempio, i problemi sociali legati all’immigrazione emersi in tempi recenti,


così come i casi di diminuzione del livello di welfare derivanti da difficoltà di carattere

economico.2 Del resto è del tutto evidente che le sfide derivate dal processo di

viluppi storico- globalizzazione non escludono alcun Paese, per quanto esso possa essere ‘attrezzato’ tanto

ll’introduzione:dal punto di vista politico-sociale quanto da quello culturale. Tenuto conto del diverso

na propria benatteggiamento che i vari Stati scandinavi hanno assunto rispetto alle istituzioni

rrimediabile le sovrannazionali (in primo luogo la Comunità europea e la NATO) ma anche della dichiarata

ella più grandevolontà (espressa nell’appartenenza a organismi comuni, innanzi tutto il Consiglio nordico)

contempo, didi mantenere tra loro rapporti privilegiati, è opportuno domandarsi se e in quale misura le

condizionare laproblematiche future saranno affrontate con strumenti (almeno parzialmente) condivisi o

misurarsi con i secondo scelte indipendenti. In relazione a ciò si deve anche considerare che l’orientamento

e è sicuramentedei governi non è certamente uniforme, tenuto conto che attualmente sono al potere esecutivi

uisce una sortadi diversa tendenza politica.3 La risposta al quesito non è certo facile, soprattutto perché non

ogresso civile eè facile prevedere l’evoluzione della situazione economica mondiale, né degli equilibri di

dunque ancoraforza tra quelle che, si può ragionevolmente supporre, ancora per molti anni resteranno

in tempi in cui‘grandi potenze’, vale a dire – almeno – gli Stati uniti e la Russia (seppure non si possa certo

prova anche ledimenticare il ‘peso’ di altri Paesi, in primo luogo la Cina). Ciò che invece si può affermare

so processo dicon sufficiente certezza è che i rapporti internazionali (sia dal punto di vista economico, sia

nese, svedese,da quello politico, sia da quello culturale) occuperanno uno spazio crescente e che, di

e ciò che si è conseguenza, sarà necessario (qui come altrove) sviluppare strumenti e strategie per

Di ciò dannocorrispondere a questa realtà. È presumibile che i Paesi scandinavi non si faranno trovare

n tempi recenti,impreparati. Da tempo essi hanno promosso in diversi settori iniziative specifiche, non da
ltà di carattere ultimo finanziando vari progetti di ricerca scientifica e promuovendo indagini i cui risultati

al processo dipossono fornire conoscenze indispensabili per affrontare correttamente i problemi e indicare

ttrezzato’ tantole più opportune linee di condotta per gestire al meglio le diverse situazioni, siano esse legate

nto del diversoa questioni economiche, sociali o di interrelazione con gli altri Paesi. Naturalmente gli esiti

alle istituzioni di queste politiche non dipendono esclusivamente dalle scelte più o meno corrette operate dai

della dichiaratasingoli governi nordici, ma anche, nel caso in cui determinate problematiche venissero

nsiglio nordico)affrontate sulla base dei risultati di un confronto allargato ai diversi Stati, dal grado di

quale misura lecooperazione che potrà effettivamente essere messo in atto. In ogni caso molto resterà

te) condivisi ocomunque dipendente da fattori esterni, come le decisioni politiche assunte da altri governi o

l’orientamento da organismi internazionali (come la Comunità europea o l’ONU, nelle quali l’opinione dei

potere esecutiviNordici dovrà di certo essere ascoltata ma non potrà necessariamente prevalere), l’evoluzione

utto perché non dell’economia mondiale, quella dei flussi migratori, le tendenze che verranno affermandosi

egli equilibri diall’interno della società con le inevitabili spinte reazionarie in direzione di una ‘chiusura’ ma

anni resterannoanche con le ‘fughe in avanti’ intese a risolvere i problemi prima ancora di averli

n si possa certocorrettamente esaminati e, dunque, destinate a creare soluzioni tanto illusorie quanto di breve

i può affermaredurata (due atteggiamenti contrapposti ma che, parimenti, farebbero solo sorgere problemi

economico, siaulteriori). Del resto non vi è garanzia alcuna che la politica resti esente da errori di questo

ente e che, ditipo, soprattutto se, da diverse parti e con diversi interessi, si vorranno assecondare queste

e strategie perspinte; il che risulta essere un pericolo reale se si guarda alla storia recente, nella quale è

faranno trovarefacile constatare il formarsi (con maggiore o minore fortuna) di partiti (a esempio quelli di

cifiche, non da stampo populista o xenofobo) la cui ragion d’essere pare consistere esclusivamente nella
ni i cui risultativolontà di ‘dare sostanza’ a determinati segnali che si manifestano all’interno del corpo

lemi e indicareelettorale, piuttosto che quella di costruire una proposta politica di lungo respiro basata su

iano esse legateuna visione del mondo e della società e finalizzata alla realizzazione di una strategia

lmente gli esiti realmente utile al Paese tanto nell’ottica dei suoi equilibri interni quanto in quella dei

ette operate dairapporti internazionali. Per altro, seppure a fronte di cambiamenti profondi che mettono in

tiche venisserodiscussione l’idea stessa di società e di nazione al modo in cui esse si erano venute

i, dal grado diconsolidando, la tentazione di un ‘arroccamento’ in difesa delle proprie posizioni o, al

o molto resteràcontrario, di una ‘fuga in avanti’ siano reazioni del tutto comprensibili, ciò che pare lecito

a altri governi oattendersi da Paesi, come quelli scandinavi, di comprovata tradizione civile e democratica, è

i l’opinione dei– piuttosto – la capacità di estendere e rafforzare questi valori fondamentali, contribuendo

e), l’evoluzionecosì in misura significativa alla loro trasmissione e alla loro affermazione anche là dove essi

o affermandosirestano tuttora disattesi. Il che, a esempio, può essere conseguito per via politica o culturale

a ‘chiusura’ ma ma anche (almeno in parte) per il tramite dei molti immigrati che possono in qualche misura

ncora di averli diventarne mediatori. Se è dunque auspicabile che gli Stati nordici possano continuare a

quanto di breverappresentare, almeno dal punto di vista dell’organizzazione sociale e del rispetto dei diritti,

rgere problemiquello che per molti stranieri è un vero e proprio esempio da seguire, appare altrettanto

errori di questoauspicabile che essi si dimostrino capaci di sottoporre il loro modello a un’onesta e costante

condare questerevisione allo scopo, in primo luogo, di verificarne (soprattutto in presenza di inattese

e, nella quale ètensioni sociali) l’effettiva fruizione da parte di tutti i cittadini. Si ricordi qui che al di là della

empio quelli diquestione degli immigrati, minoranze interne (come a esempio i Sami in Svezia e in

ivamente nella Norvegia) sono ancora alle prese con una serie di problemi irrisolti. Problemi che, per altro,
erno del corposono in buona parte di carattere culturale, il che mostra come l’applicazione di uno ‘standard

spiro basata sudi uguaglianza sociale’ non sia, di per sé, sufficiente, là dove a essa non corrisponda un

i una strategia‘senso dell’uguaglianza’ effettivamente diffuso nella coscienza collettiva dei cittadini. Un

o in quella deiesito che deve essere conseguito attraverso un’educazione che promuova consapevolezza e

che mettono in rispetto. Obiettivo che in quest’area del pianeta pare, proprio per i risultati conseguiti

i erano venuteattraverso i secoli, di più vicina e possibile realizzazione: nel che dunque si ritiene di poter

posizioni o, alindicare l’impegno fondamentale e il conseguente miglior contributo che i Paesi nordici

che pare lecitopossono portare nel futuro a un mondo globalizzato.

democratica, è A chiusura di questo lavoro sia consentito un riferimento autobiografico risalente a molti

i, contribuendoanni addietro, quando la scelta dell’area di studio della Scandinavistica da me poi coltivata

che là dove essiper decenni fu determinata in non piccola parte da una semplice frase, letta da qualche parte

tica o culturalesu un libro, il cui senso può essere riassunto con queste parole: “La Scandinavia è una terra

qualche misura nella quale la libertà è fondata sul rispetto e sulla buona educazione”. Ci si augura che ancora

o continuare alo resti, tanto nel presente quanto nel futuro.

petto dei diritti,

pare altrettanto

nesta e costante

nza di inattese

he al di là della

n Svezia e in

i che, per altro,


sono in buona parte di carattere culturale, il che mostra come l’applicazione di uno ‘standard

di uguaglianza sociale’ non sia, di per sé, sufficiente, là dove a essa non corrisponda un

‘senso dell’uguaglianza’ effettivamente diffuso nella coscienza collettiva dei cittadini. Un

esito che deve essere conseguito attraverso un’educazione che promuova consapevolezza e

rispetto. Obiettivo che in quest’area del pianeta pare, proprio per i risultati conseguiti

attraverso i secoli, di più vicina e possibile realizzazione: nel che dunque si ritiene di poter

indicare l’impegno fondamentale e il conseguente miglior contributo che i Paesi nordici

possono portare nel futuro a un mondo globalizzato.

A chiusura di questo lavoro sia consentito un riferimento autobiografico risalente a molti

anni addietro, quando la scelta dell’area di studio della Scandinavistica da me poi coltivata

per decenni fu determinata in non piccola parte da una semplice frase, letta da qualche parte

su un libro, il cui senso può essere riassunto con queste parole: “La Scandinavia è una terra

nella quale la libertà è fondata sul rispetto e sulla buona educazione”. Ci si augura che ancora

lo resti, tanto nel presente quanto nel futuro.


1 Ma non si dimentichi qui la Finlandia che, pur fondata su una diversa tradizione etnico-

linguistica, è ormai pressoché completamente integrata nell’area scandinava alla quale del resto

appartiene geograficamente (vd. p. 10).

2 Il che, evidentemente, è avvenuto in diversa misura a seconda della situazione dei singoli Paesi.

3 Attualmente in Danimarca l’esecutivo è di centro-sinistra, in Norvegia e in Islanda di centro-

destra, mentre in Svezia si è formata una sorta di ‘grande coalizione’.


1 Ma non si dimentichi qui la Finlandia che, pur fondata su una diversa tradizione etnico-

linguistica, è ormai pressoché completamente integrata nell’area scandinava alla quale del resto

appartiene geograficamente (vd. p. 10).

2 Il che, evidentemente, è avvenuto in diversa misura a seconda della situazione dei singoli Paesi.

3 Attualmente in Danimarca l’esecutivo è di centro-sinistra, in Norvegia e in Islanda di centro-

destra, mentre in Svezia si è formata una sorta di ‘grande coalizione’.


Apparato iconografico capitoli 11-14
Apparato iconografico capitoli 11-14
Fig. 58

Melodia popolare norvegese che celebra il ricordo dell’assemblea di Eidsvoll: “A Eidsvoll c’è

una «sala leggendaria»” (På Eidsvoll stander en «sagahall») composta da Olaus Arvesen (1830-

1917; § 11.1.3)
Fig. 58

Melodia popolare norvegese che celebra il ricordo dell’assemblea di Eidsvoll: “A Eidsvoll c’è

una «sala leggendaria»” (På Eidsvoll stander en «sagahall») composta da Olaus Arvesen (1830-

1917; § 11.1.3)
Fig. 59

‘Re d’Islanda’ per meno di due mesi: Jørgen Jürgensen ritratto (1808) da Christoffer Wilhelm

Eckersberg (vedi qui)


Fig. 59

‘Re d’Islanda’ per meno di due mesi: Jørgen Jürgensen ritratto (1808) da Christoffer Wilhelm

Eckersberg (vedi qui)


Fig. 60

L’edificio della scuola e la chiesa di Bessastaðir (sulla penisola islandese di Álftanes) nel 1834

(vedi qui)
Fig. 60

L’edificio della scuola e la chiesa di Bessastaðir (sulla penisola islandese di Álftanes) nel 1834

(vedi qui)
Fig. 61

L’illustrazione (e l’interpretazione) dei miti nordici era uno dei motivi ispiratori degli artisti

nell’età dell’oro danese. Qui un quadro del 1817 che raffigura la morte del dio Baldr dipinto da

Christoffer Wilhelm Eckersberg (vedi qui)


Fig. 61

L’illustrazione (e l’interpretazione) dei miti nordici era uno dei motivi ispiratori degli artisti

nell’età dell’oro danese. Qui un quadro del 1817 che raffigura la morte del dio Baldr dipinto da

Christoffer Wilhelm Eckersberg (vedi qui)


Fig. 62

Ancora tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo gran parte delle abitazioni islandesi aveva

questo aspetto (vedi qui)


Fig. 62

Ancora tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo gran parte delle abitazioni islandesi aveva

questo aspetto (vedi qui)


Fig. 63

Il trifoglio simbolo degli scandinavisti che fa evidente riferimento ai tre Regni di Danimarca,

Svezia e Norvegia. Si noti che l’Islanda non viene presa in considerazione in quanto ritenuta solo una

colonia danese (§ 12.1)


Fig. 63

Il trifoglio simbolo degli scandinavisti che fa evidente riferimento ai tre Regni di Danimarca,

Svezia e Norvegia. Si noti che l’Islanda non viene presa in considerazione in quanto ritenuta solo una

colonia danese (§ 12.1)


Fig. 64

Immagine di Louis Pio che incita i proletari alla rivolta contro il capitalismo sul frontespizio de

La lanterna danese (Den danske Lanterne) una rivista uscita solo in due numeri nel gennaio del 1875

(vedi qui e qui)


Fig. 64

Immagine di Louis Pio che incita i proletari alla rivolta contro il capitalismo sul frontespizio de

La lanterna danese (Den danske Lanterne) una rivista uscita solo in due numeri nel gennaio del 1875

(vedi qui e qui)


Fig. 65

Emigranti danesi in attesa di imbarcarsi per l’America raffigurati in un quadro del 1890

(Udvandrere på Larsen Plads) del pittore Edvard Frederik Petersen (1841-1911; vedi qui)
Fig. 65

Emigranti danesi in attesa di imbarcarsi per l’America raffigurati in un quadro del 1890

(Udvandrere på Larsen Plads) del pittore Edvard Frederik Petersen (1841-1911; vedi qui)
Fig. 66

Vignetta tratta dalla rivista satirica Folletto della domenica (Söndagsnisse, 12 febbraio 1905) dal

titolo: “Il legame si spezza?” (Brister bandet?) nella quale si mostra il primo ministro svedese Erik

Gustaf Boström che cerca di spegnere il fuoco che sta per bruciare la corda che tiene unito il cane

svedese e il gatto norvegese dall’aspetto molto aggressivo (vedi qui)


Fig. 66

Vignetta tratta dalla rivista satirica Folletto della domenica (Söndagsnisse, 12 febbraio 1905) dal

titolo: “Il legame si spezza?” (Brister bandet?) nella quale si mostra il primo ministro svedese Erik

Gustaf Boström che cerca di spegnere il fuoco che sta per bruciare la corda che tiene unito il cane

svedese e il gatto norvegese dall’aspetto molto aggressivo (vedi qui)


Fig. 67

Nella campagna per la concessione del diritto di voto alle donne si fece ricorso anche alle

cartoline di Natale. Accanto all’augurio di “Buon Natale e Buon Anno Nuovo!” (God Jul och Gott

Nytt År!) compare qui anche la scritta “Diritto di voto alle donne” (Rösträtt för kvinnor; § 12.3)
Fig. 67

Nella campagna per la concessione del diritto di voto alle donne si fece ricorso anche alle

cartoline di Natale. Accanto all’augurio di “Buon Natale e Buon Anno Nuovo!” (God Jul och Gott

Nytt År!) compare qui anche la scritta “Diritto di voto alle donne” (Rösträtt för kvinnor; § 12.3)
Fig. 68

Colazione sotto la grande betulla (Frukost under stora björken, 1896): uno dei celebri acquerelli

del pittore svedese Carl Larsson (vedi qui)


Fig. 68

Colazione sotto la grande betulla (Frukost under stora björken, 1896): uno dei celebri acquerelli

del pittore svedese Carl Larsson (vedi qui)


Fig. 69

Ancora alla fine dell’Ottocento gran parte della popolazione norvegese viveva (soprattutto nelle

città) in condizioni di indigenza come testimonia questo quadro di Christian Krohg dal titolo Lotta
per l’esistenza (Kampen for tilværelsen, 1888-1889) che mostra un gruppo di donne e bambini che si

affollano per prendere il pane stantio distribuito da un fornaio (vedi qui)

soprattutto nelle

Lotta
per l’esistenza (Kampen for tilværelsen, 1888-1889) che mostra un gruppo di donne e bambini che si

affollano per prendere il pane stantio distribuito da un fornaio (vedi qui)


Fig. 70

Durante la campagna elettorale del 1928 le diverse formazioni politiche si attivarono per attrarre

gli elettori, soprattutto gli indecisi e coloro che si erano in precedenza astenuti (valskolkare).

Entrambi i manifesti li invitano sia con le parole sia con le immagini a “svegliarsi”. Il manifesto del

partito socialdemocratico (Arbetarpartiet) indica (in alto a sinistra) anche l’alto numero di astenuti

nelle elezioni del 1924 (vedi qui, nota 55)


Fig. 70

Durante la campagna elettorale del 1928 le diverse formazioni politiche si attivarono per attrarre

gli elettori, soprattutto gli indecisi e coloro che si erano in precedenza astenuti (valskolkare).

Entrambi i manifesti li invitano sia con le parole sia con le immagini a “svegliarsi”. Il manifesto del

partito socialdemocratico (Arbetarpartiet) indica (in alto a sinistra) anche l’alto numero di astenuti

nelle elezioni del 1924 (vedi qui, nota 55)


Fig. 71

Disoccupati (Arbeidsløse, 1934), un quadro di Carl von Hanno che mostra l’impegno sociale

dell’artista (vedi qui)


Fig. 71

Disoccupati (Arbeidsløse, 1934), un quadro di Carl von Hanno che mostra l’impegno sociale

dell’artista (vedi qui)


Fig. 72

Diagramma che mostra la percentuale di donne elette al parlamento in diversi Paesi europei nel

1990 (vedi qui)


Paesi europei nel
Fig. 73

Diagramma che mostra il numero di copie di giornali vendute per ogni 1000 abitanti in diversi

Paesi nel 1993 (vedi qui)


Fig. 73

Diagramma che mostra il numero di copie di giornali vendute per ogni 1000 abitanti in diversi

Paesi nel 1993 (vedi qui)


Fig. 74

Scritta contro gli immigrati comparsa su un muro di Oslo. Sotto il cartello “Alta tensione.

Pericolo di morte” il testo scritto a mano dice “i lavoratori stranieri si prendono le nostre case e i

nostri posti di lavoro” (vedi qui)


Fig. 74

Scritta contro gli immigrati comparsa su un muro di Oslo. Sotto il cartello “Alta tensione.

Pericolo di morte” il testo scritto a mano dice “i lavoratori stranieri si prendono le nostre case e i

nostri posti di lavoro” (vedi qui)


Fig.75

Profondi cambiamenti sono avvenuti nella società e nell’economia svedese tra il 1880 e il 1985,

come mostra questo grafico (vedi qui)


Fig.75

Profondi cambiamenti sono avvenuti nella società e nell’economia svedese tra il 1880 e il 1985,

come mostra questo grafico (vedi qui)


Fig. 76

Inviti contrastanti al voto per il referendum sull’adesione della Danimarca all’Unione europea

tenuto nel 1972. Mentre il primo manifesto mostra i giovani danesi che entrano nell’Unione europea

(EF) in bicicletta sventolando le bandiere nazionali, il secondo, diffuso dal Partito comunista, mostra

la piovra europea pronta a inghiottire il pesciolino danese (vedi qui)


Fig. 76

Inviti contrastanti al voto per il referendum sull’adesione della Danimarca all’Unione europea

tenuto nel 1972. Mentre il primo manifesto mostra i giovani danesi che entrano nell’Unione europea

(EF) in bicicletta sventolando le bandiere nazionali, il secondo, diffuso dal Partito comunista, mostra

la piovra europea pronta a inghiottire il pesciolino danese (vedi qui)


Fig. 77

Inviti contrastanti al voto per il referendum sull’adesione della Norvegia all’Unione europea (EF)

tenuto nel 1972: “SI all’Unione europea”, “Vota NO Movimento popolare”, “Vota NO” (vedi qui)
Fig. 77

Inviti contrastanti al voto per il referendum sull’adesione della Norvegia all’Unione europea (EF)

tenuto nel 1972: “SI all’Unione europea”, “Vota NO Movimento popolare”, “Vota NO” (vedi qui)
Fig. 78

Pubblicità su un giornale svedese il cui testo è chiaramente influenzato da espressioni inglesi (§

14.4.1)
Fig. 78

Pubblicità su un giornale svedese il cui testo è chiaramente influenzato da espressioni inglesi (§

14.4.1)
Fig. 79

Nuova edizione (2002) del romanzo distopico di Axel Jensen, Epp (vedi qui)
Fig. 80

La letteratura per l’infanzia occupa nei Paesi nordici una grossa fetta di mercato: qui la pubblicità

di una casa editrice danese (vedi qui)


qui la pubblicità
Fig. 81

Un esempio del nuovo modo di interpretare l’arte: la sirenetta di Hans Christian Andersen

realizzata dall’artista danese Bjørn Nørgård (vedi qui)


Fig. 81

Un esempio del nuovo modo di interpretare l’arte: la sirenetta di Hans Christian Andersen

realizzata dall’artista danese Bjørn Nørgård (vedi qui)


APPENDICE 1

Breve profilo storico-culturale della Finlandia

Cacciatori e pescatori furono i primi abitanti delle regioni finlandesi, uomini i cui

insediamenti risalgono, al più presto, alla metà del nono millennio a.C. In epoca successiva,

con la cultura cosiddetta della ‘ceramica a pettine’,1 l’archeologia comincia a rilevare

l’esistenza di rapporti e interscambi di importanza tutt’altro che secondaria tra le aree

dell’attuale Finlandia e il resto della regione scandinava (in particolare le zone orientali della

Svezia), contatti per altro ben testimoniati nel prosieguo del periodo preistorico. Questi

rapporti paiono comprendere, nell’età del bronzo, una immigrazione (per quanto sporadica)

di nuclei familiari provenienti da sud-ovest, apportatori di elementi culturali nuovi; in

quest’epoca si sarebbero tra l’altro impostate le basi della lingua finnica.2 L’avvento dell’età

del ferro segna nelle regioni finlandesi, come nel resto del Nord, una fase di decadimento. È

tuttavia questo il periodo nel quale si stabilizzano gli insediamenti nelle regioni meridionali:

Finlandia propriamente detta (Varsinais-Suomi, svedese Egentliga Finland),3 Satakunta

(svedese Satakunda), Uusimaa (svedese Nyland), Häme (svedese Tavastland), Carelia

(Karjala, svedese Karelen) e l’ Ostrobotnia, area prospiciente le rive centro-orientali del

Golfo di Botnia (Pohjanmaa, svedese Österbotten), uno sviluppo certamente legato anche

all’affermazione della pratica agricola, per quanto in forme ancora primitive. Alla vigilia del

periodo vichingo – seppure si constatino differenze (in misura non secondaria dovute alla

ricezione di diversi influssi) – queste regioni risultano popolate da tribù sostanzialmente

organizzate secondo una struttura patriarcale e, a quanto pare, riunite in clan. Questi uomini
vivevano di caccia, di pesca e della raccolta dei prodotti della terra. La loro religione, a forte

componente sciamanica, venerava divinità nelle quali erano incarnati diversi aspetti della

, uomini i cuinatura. Le principali tribù di cui abbiamo conoscenza sono i Finni,4 i Tavasti e i Careli. Con

oca successiva,essi entreranno in contatto i vichinghi svedesi (Vareghi) quando si muoveranno verso

ncia a rilevareoriente.

ria tra le aree Con il periodo vichingo sono poste le basi di quello che diventerà nei secoli successivi lo

e orientali dellastrettissimo rapporto tra la Finlandia e la Svezia. Un rapporto da cui scaturirà una lunga serie

storico. Questidi conflitti (nei quali ovviamente gli abitanti resteranno coinvolti), stante l’interesse parallelo

anto sporadica)e contrapposto nei confronti di queste regioni dimostrato da parte russa. Innanzi tutto dalla

urali nuovi; in‘repubblica’ di Novgorod (sviluppatasi in uno dei maggiori centri vareghi)5 che vedeva nelle

avvento dell’etàregioni finlandesi un territorio di passaggio dei traffici in direzione del Mar Baltico6 e

decadimento. È ripetutamente cercò di sottometterle.7 I reperti archeologici del periodo vichingo (tra cui le

oni meridionali:monete arabe ritrovate nelle isole Åland) riflettono del resto questa situazione testimoniando

Satakunta di intensi traffici e rapporti commerciali non soltanto nelle zone meridionali della Finlandia

), Carelia ma anche nella fascia a nord del golfo di Botnia.

ro-orientali del Lo scontro russo-svedese fu esteso anche all’ambito religioso: nella storia tutt’altro che

e legato anchelineare della cristianizzazione delle regioni finlandesi (che la leggenda svedese vorrebbe

Alla vigilia del sbrigativamente attribuire in primo luogo all’opera del re Erik Jedvardsson coadiuvato dal

aria dovute allavescovo Enrico)8 occorre infatti piuttosto chiarire la misura d’una precedente diffusione del

sostanzialmentecredo cristiano, così come il ruolo svolto dalla Chiesa greco-ortodossa sostenuta dalla

Questi uomini‘repubblica’ di Novgorod, ruolo testimoniato, tra l’altro, da prestiti entrati in finnico dalle
eligione, a fortelingue slave e dal greco.9 Sicché la leggenda relativa alla ‘crociata’ finlandese che il re

si aspetti dellasvedese e il suo vescovo avrebbero intrapreso attorno al 1155 deve piuttosto essere intesa in

e i Careli. Conriferimento a una spedizione di tipo militare, anche se una lettera papale del 1172 (o 1171)

overanno versoinsiste nel sottolineare il carattere missionario di tali imprese.10 Appare evidente che

l’imposizione di un nuovo ordine religioso doveva, anche qui, accompagnare l’instaurazione

oli successivi lodi un nuovo potere, garantire da incursioni portate dalle tribù finniche sulle coste svedesi e

una lunga serieconsolidare le posizioni nei confronti della ‘repubblica’ di Novgorod (che già era stata

eresse paralleloattaccata nel 1142 e che di nuovo lo sarebbe stata nel 1164).11 Ma che la cristianizzazione di

anzi tutto dallaqueste popolazioni non fosse impresa facile è testimoniato tra l’altro dall’assassinio del

he vedeva nellevescovo Rudolf, successore di Enrico, il quale a quanto pare fu imprigionato e ucciso dai

e pagani nel 1178.12

ingo (tra cui le L’intreccio tra interessi religiosi e politici si constata chiaramente anche nel XIII secolo

e testimoniandoquando sia da parte svedese sia da parte russa si cerca di ‘guadagnare’ definitivamente i

della Finlandiapopoli della Finlandia alla religione cristiana: la conversione dei Tavasti, perseguita dal

vescovo Thomas mandatario degli Svedesi,13 così come il battesimo imposto ai Careli dal

ia tutt’altro che principe Jaroslav,14 con l’evidente scopo di legare questa regione nell’area russa anche

edese vorrebbeattraverso l’adesione forzata dei suoi abitanti alla Chiesa greco-ortodossa, ne danno palese

coadiuvato dal testimonianza. Sul piano militare non mancarono gli scontri, come l’attacco (1227) ai Tavasti

e diffusione delda parte delle forze della ‘repubblica’ di Novgorod, che li sconfissero nel 1229 e la battaglia

sostenuta dalladella Neva nella quale il principe Alessandro Jaroslavič ottenne nel 1240 una celebre vittoria

n finnico dallecontro gli Svedesi.15 Le successive ‘crociate’ organizzate da questi ultimi corrispondono
ndese che il redunque certamente alla volontà di garantirsi un’autorità politica nell’area:16 obiettivo

essere intesa inchiaramente dimostrato dalla costruzione di fortezze come il castello di Turku (svedese Åbo)

1172 (o 1171)nella Finlandia propriamente detta,17 Hämeenlinna (svedese Tavastehus) in Häme

e evidente che(Tavastland) e, più tardi, Viipuri (svedese Viborg) in Carelia18 e Kastelholma (svedese

l’instaurazioneKastelholm) nelle Åland. Dall’altra parte tra la fine del XIII secolo e i primi decenni del XIV

coste svedesi eassistiamo a rinnovati scontri fra Svedesi e Russi i quali nel 1318 conquisteranno Turku

e già era stata (Åbo) dando alle fiamme la residenza episcopale, mentre nel 1322 a un attacco svedese a

ianizzazione diKäkisalmi (svedese Kexholm),19 per altro non riuscito, corrisponderà il tentativo russo di

’assassinio delconquistare Viipuri (Viborg). Del resto, nonostante il trattato di pace di Nöteborg del 1323

to e ucciso dai(nel quale vengono fissati i confini)20 le contrapposizioni non cesseranno affatto. Nel 1348

gli Svedesi porteranno un nuovo assalto, per altro inutile, e tre anni dopo (1351) a Tartu

nel XIII secolo(Estonia) sarà riconfermato l’accordo. Ma ancora nel 1497, a conclusione di una guerra

finitivamente i durata due anni, Svezia e Russia stipuleranno un trattato di pace che riprenderà le statuizioni

perseguita daldi Nöteborg.21

o ai Careli dal L’imposizione del dominio svedese in Finlandia si attuò da un lato tramite la

ea russa anchestabilizzazione delle strutture ecclesiastiche. La Chiesa finlandese si venne organizzando e

e danno paleseconsolidando nel XIII e XIV secolo con la costruzione di edifici religiosi (a partire

227) ai Tavasti naturalmente dalle isole Åland, dove, a Jomala, fu costruita – forse già nel XII secolo – la

29 e la battagliaprima chiesa finlandese), con la creazione di diverse parrocchie, con l’istituzione del capitolo

celebre vittoriadel duomo di Turku (Åbo) (terminato e consacrato nel 1300) e con la fondazione, nel

corrispondonomedesimo centro, di un importante convento (1249), cui sarebbero seguiti nel XV secolo
obiettivoquelli di Naantali (svedese Nådendal, cioè Vallis gratiae, nella Finlandia propriamente detta,

) 1438) e Rauma (svedese Raumo, in Satakunta, 1442). Il primo vescovo di origine finlandese,

) in Hämetale Magnus (morto nel 1308), fu nominato nel 1291. Dall’altro lato si procedette sul

holma (svedeseversante amministrativo. Nel 1284 il re svedese Magnus Serrature ai fienili nominava il

ecenni del XIV fratello Bengt Birgersson (1254-1291) duca di Finlandia22 e nel XIV secolo veniva definita

steranno Turkul’effettiva appartenenza del ducato al Regno svedese23 con il successivo conferimento del

acco svedese adiritto di partecipare all’elezione del sovrano.24 Esso diventava dunque a tutti gli effetti un

tativo russo di ‘feudo’ i cui territori venivano in parte occupati da coloni svedesi,25 mentre potenti signori

eborg del 1323facevano erigere nuovi imponenti castelli.26 E tuttavia la situazione politica appare ancora

fatto. Nel 1348incerta: nel 1353 il lagman27 Nils Turesson Bielke (morto nel 1364) darà vita a una rivolta

(1351) a Tartucontro la nomina a duca di quel territorio di Bengt Algotsson (morto nel 1360), uomo di

di una guerrafiducia del re. Solo con la concessione del ‘feudo’ al drots Bo Jonsson Grip28 ci sarà una

rà le statuizionicerta stabilizzazione. Nel 1397 seguendo i destini della Svezia la Finlandia entrerà

nell’Unione di Kalmar,29 il che spiega la successiva presenza di amministratori danesi sul suo

ato tramite laterritorio, il primo dei quali prenderà possesso del castello di Turku (Åbo) nel 1399. È questo

organizzando eil periodo nel quale l’ordinamento del Paese viene regolamentato sia dal punto di vista

giosi (a partireamministrativo sia da quello giuridico.30 In questi anni le coste finlandesi subiscono ripetuti

XII secolo – laattacchi da parte dei cosiddetti Fratelli vitaliani,31 mentre nel 1429 si ha notizia di incursioni

one del capitolopiratesche a Turku (Åbo) da parte di uomini provenienti dall’Estonia e nel 1438 di rivolte

ondazione, nelnelle regioni di Satakunta, Häme e Carelia. D’altronde in questo contesto vanno anche

nel XV secoloricordati gli interessi dell’Ansa che aveva assai presto mostrato attenzione per quell’area
priamente detta,(basti pensare all’ufficio commerciale tedesco aperto a Novgorod). È giustamente ritenuto

gine finlandese,che l’influsso esercitato dall’Ansa nelle zone finlandesi abbia fatto sì che il Paese sia entrato

procedette sulnella sfera culturale occidentale.32

ili nominava il Tra i protagonisti delle lotte che porteranno allo scioglimento dell’Unione particolare

veniva definitaimportanza riveste la figura di Carlo (Karl) Knutsson Bonde – forse finlandese di nascita – il

onferimento delquale a partire dal 1440 ebbe in feudo vaste zone della Finlandia occidentale e stabilì la

ti gli effetti unpropria residenza a Turku (Åbo). Successivamente gli furono concesse la regione di Häme

potenti signori (Tavastland) e Viipuri (Viborg) dove risedette fino a quando (1448) divenne sovrano di

appare ancora Svezia.33 Soprattutto quest’ultimo periodo viene ricordato per la buona amministrazione e

ta a una rivoltaper il fiorire dei commerci. Tra le figure di spicco nel XV secolo occorre annoverare anche

1360), uomo di due vescovi: il primo è Magnus II Tavast (o Tawast, in finnico Maunu Olavinpoika, ca.1357-

ci sarà una 1452) che fondò il convento di Naantali (Nådendal), promosse una migliore organizzazione

nlandia entreràdella giustizia e dell’istruzione dei giovani, fu attento visitatore delle parrocchie a lui affidate

i danesi sul suoe fece ingrandire e abbellire il duomo di Turku (Åbo); il secondo è Magnus III Stjernkors

1399. È questo(Maunu Niilonpoika Särkilahti, morto nel 1500) che lavorò con impegno a una rigorosa

punto di vista organizzazione ecclesiastica e contribuì alla difesa del Paese da rinnovate incursioni russe.

biscono ripetuti Nell’ultimo periodo dell’unione di Kalmar, quando i rapporti tra Svedesi e Danesi erano

ia di incursioni ormai completamente deteriorati, questi ultimi portarono diversi attacchi alla Finlandia: nel

1438 di rivolte1507 il danese Søren Norby (morto nel 1530) conquistò le isole Åland divenendone

o vanno anchegovernatore nel 1509, il medesimo anno in cui un altro danese, Otte Rud (morto nel 1510),

per quell’areaassaliva Turku (Åbo) e la sottoponeva a un devastante saccheggio. Tra il 1520 e il 1523, anno
amente ritenutoin cui Gustavo Vasa li caccerà definitivamente, i Danesi domineranno nel Paese.

aese sia entrato Dal 1523 i destini dei Finlandesi verranno per lungo tempo legati alla Svezia: al re

Gustavo Vasa si deve tra l’altro la fondazione (1550) della capitale Helsinki.34 Nuclei urbani

one particolare di una certa consistenza si erano del resto già affermati in precedenza in località dove

e di nascita – ilsorgevano importanti castelli, chiese, monasteri o centri commerciali: Viipuri (Viborg) in

tale e stabilì laCarelia, Ulvila (svedese Ulvsby) e Rauma (svedese Raumo) in Satakunta, Porvoo (svedese

gione di HämeBorgå) in Uusimaa e, naturalmente, Turku (Åbo) e Naantali (svedese Nådendal) nella

nne sovrano diFinlandia propriamente detta.35 Durante questo periodo si intensifica anche la colonizzazione

ministrazione e delle zone disabitate.36 Nel frattempo, come è stato detto, anche in Finlandia si afferma la

noverare ancheriforma protestante che segna un momento di svolta anche dal punto di vista culturale.37

, ca.1357- E tuttavia la relativa stabilità e prosperità non sarà di lunga durata: la seconda metà del

organizzazionesecolo verrà inaugurata da una gravissima carestia (1551) mentre tra il 1554 e il 1557 si

ie a lui affidate combatterà la grande guerra russa.38 Dopo la morte di Gustavo Vasa (1560) la situazione non

s III Stjernkorsmigliorerà affatto: tra il 1570 e il 1595 il Paese sarà coinvolto in un nuovo lungo conflitto

a una rigorosacontro la Russia scatenato da Giovanni III e (nonostante qualche tregua) concluso solo nel

ncursioni russe.1595 con la pace di Teusina;39 mentre in seguito le lotte per il potere, segnate anche da

e Danesi erano motivazioni religiose, coinvolgeranno la nobiltà finlandese che, schierandosi con Sigismondo

a Finlandia: nel(il figlio di Giovanni III che – dal suo punto di vista opportunamente – risiedeva in Polonia),

d divenendone cercherà di affrancarsi dal dominio svedese per esercitare liberamente la propria autorità.40

orto nel 1510),Nel frattempo la popolazione si ribellerà ai molti abusi dei potenti dando vita, sotto la guida

e il 1523, anno di Jakob Ilkka (1545-1597), figlio di un possidente contadino, alla cosiddetta “guerra dei
randelli” (finnico nuijasota, svedese klubbekriget), una serie di rivolte scoppiate nel periodo

a Svezia: al re1596-1597 contro il governatore Clas (Klaus) Eriksson Fleming (1535-1597). L’insurrezione

Nuclei urbani verrà domata (e Jakob Ilkka giustiziato), ma anche l’aristocrazia dovrà piegarsi di fronte al

n località doveduca Carlo (il futuro re Carlo IX) la cui repressione nei suoi confronti culminerà nel

) incosiddetto ‘bagno di sangue di Åbo’ (1599).

orvoo (svedese Divenuto re Carlo IX avrebbe dimostrato per la Finlandia (considerata ormai a tutti gli

) nellaeffetti una regione svedese) un notevole interesse riflesso anche nella fondazione delle due

colonizzazionenuove città: Oulu (svedese Uleåborg, 1605) e Vaasa (svedese Vasa, 1606). Il figlio e

a si afferma lasuccessore di Carlo, Gustavo II Adolfo, visiterà il Paese in diverse occasioni (nel 1616 anche

incontrando i rappresentanti degli stati a Helsinki). Del 1617 è il trattato di pace di Stolbova

conda metà delche, ponendo fine a un nuovo conflitto con la Russia, rafforzava i confini orientali;41 tuttavia

54 e il 1557 sinon si può certo dire che per i suoi abitanti esso significasse la cessazione dei conflitti.

situazione nonTutt’altro. Arruolati nell’esercito svedese in numero superiore rispetto ad altre regioni, i

lungo conflittoFinlandesi portarono un notevolissimo contributo di uomini alla politica militare della

ncluso solo nelCorona e inoltre furono attivamente coinvolti nella difesa del loro Paese da rinnovati attacchi

gnate anche da russi. Il XVII secolo, iniziato e concluso da gravissime carestie determinate da difficili

con Sigismondocondizioni climatiche (1601 e 1695-1697), che provocarono la morte per malattia o per fame

eva in Polonia), di migliaia di persone (la seconda di quasi un terzo della popolazione), è comunque anche un

40 periodo segnato da alcuni fatti positivi. Tali sono l’istituzione (1623) della Corte d’appello di

, sotto la guidaTurku (Åbo),42 l’apertura nella medesima località di un ginnasio (1630), la creazione

tta “guerra deidell’Ufficio per il rilevamento topografico (1633).43


ate nel periodo Nel 1637 Per Brahe (1602-1680) diventava governatore della Finlandia, una carica che

L’insurrezione avrebbe ricoperto fino al 1640 e poi, ancora, dal 1648 al 1654.44 La sua amministrazione fu

arsi di fronte al efficiente e lungimirante: egli istituì, sulla base della scuola della cattedrale, l’Accademia di

culminerà nelTurku (Åbo), dove si insegnava in latino e svedese, favorì la cultura e l’apertura di scuole, si

adoperò per promuovere lo studio della lingua finnica,45 organizzò l’amministrazione,

ormai a tutti gliintrodusse (1638) il sistema postale,46 incentivò l’agricoltura e il commercio e fondò una

zione delle due serie di nuove città.47 Il suo ricordo resta ancora vivo nella popolazione finlandese. Nel 1658

06). Il figlio e ci fu una nuova aggressione russa nella regione dell’Ingria e di Käkisalmi (Kexholm), seguita

nel 1616 ancheda una tregua.

ace di Stolbova Come si vede, a Mosca non si era mai rinunciato all’idea di conquistare la Finlandia e

tuttavia questi piani cominciarono a concretizzarsi nel XVIII secolo. L’esito infausto per la Svezia

ne dei conflitti.della grande guerra nordica segnato dalla disfatta di Poltava (1709)48 diede la spinta decisiva

altre regioni, i per raggiungere l’obiettivo. A partire dal 1710 i Russi portarono diverse offensive che

militare della permisero loro, tra l’altro, di conquistare Viipuri (Viborg) e Käkisalmi (Kexholm) in Carelia

nnovati attacchie di penetrare in gran parte del territorio finlandese, attaccare Helsinki (1713) e piegare

ate da difficilil’esercito svedese, guidato da Carl Gustaf Armfeldt (1666-1736), nella battaglia di Isokyrö

attia o per fame (svedese Storkyro) in Ostrobotnia (1714). Le loro truppe rimasero per otto anni sul territorio

unque anche une molti abitanti furono deportati. Nel 1721, alla fine di quello che è ricordato come il “grande

rte d’appello dicaos” (finnico isoviha, svedese stora ofreden),49 fu sottoscritta la pace di Nystad. In base a

), la creazione questo trattato la Svezia cedeva alla Russia, tra l’altro, l’Ingria e una parte della Carelia:

perdite territoriali che non poterono essere recuperate, anzi furono aumentate, dopo la guerra
una carica chedi rivalsa in cui essa fu trascinata dal partito dei “cappelli” che vide l’intera Finlandia

ministrazione fuoccupata dalle truppe nemiche.50 Un effetto di queste sconfitte fu la decisione di costruire la

l’Accademia digrande fortificazione Suomenlinna (svedese Sveaborg), la cui edificazione fu avviata nel

ura di scuole, si 1748 sugli isolotti di fronte a Helsinki, allo scopo di renderne più sicura la difesa.51 Fin dal

mministrazione, 1722 era del resto iniziata la fortificazione di Hamina (Fredrikshamn) mentre anche la nuova

io e fondò unacittà di Loviisa (svedese Lovisa), fondata nel 1745, veniva opportunamente provvista di

dese. Nel 1658bastioni e protetta dalla fortezza di Svartholma (svedese Svartholm).52

), seguita Verso la metà del XVIII secolo il Paese – che ora veniva chiamato Finland e non più

Österland –53 contava circa 420.000 abitanti. Anche qui le idee illuministe avevano portato

e la Finlandia equalche progresso, sia dal punto di vista culturale e della formazione scolastica di base, sia

o per la Sveziada quello economico54 con l’abolizione di restrizioni commerciali per le città e l’introduzione

spinta decisivadel sistema dello storskifte.55 Intanto uno spirito nazionalistico aveva cominciato a

offensive chemanifestarsi. Fin dal 1700 Daniel Juslenius (1676-1752), vescovo e docente all’Accademia

) in Careliadi Åbo, aveva esposto una tesi dal titolo Åbo vecchia e nuova (Aboa vetus et nova) nella

713) e piegarequale in pieno spirito goticista56 esaltava i Finlandesi come discendenti di un popolo antico e

glia di Isokyröglorioso (cui naturalmente veniva attribuita discendenza biblica!) che aveva compiuto

ni sul territorioleggendarie imprese guadagnandosi fama e rispetto in tutta Europa.57 Il suo metodo (uso

come il “grandedisinvolto delle fonti, etimologie spericolate e una buona dose di fantasia) non era nuovo. E

ystad. In base apure, questa volta, utilizzato per rivendicare un inatteso nazionalismo, anziché porsi al

e della Carelia:servizio del dominatore svedese. Sul piano più pratico: negli ultimi decenni del secolo viene

dopo la guerraaffermandosi negli ambienti della nobiltà finlandese ostile a Gustavo III l’ipotesi di una
ntera Finlandiaseparazione della Finlandia dalla Svezia; a partire dal 1786 il nobile Georg Magnus

e di costruire laSprengtporten (1740-1819), un militare finno-svedese di alto grado, aveva sostenuto l’idea di

fu avviata nel uno stato finlandese indipendente garantito dalla potenza russa (con i cui rappresentanti

Fin dal diplomatici aveva preso contatti). Condannato (in contumacia) a morte e alla confisca dei

anche la nuovabeni come traditore, egli passò poi al servizio dei Russi. Nel 1788, quando il re Gustavo III si

te provvista diimpegnò in un nuovo conflitto contro di loro,58 fra gli ufficiali dell’esercito si formò la

cosiddetta Lega di Anjala i cui aderenti, in contrasto con la politica del sovrano, chiedevano

land e non piùdi trattare un immediato accordo; la guerra sarebbe comunque andata avanti fino alla pace di

vevano portato Värälä (1790) che avrebbe lasciato la situazione sostanzialmente inalterata.59 Ma per il

ica di base, siamomento il sovrano svedese avrebbe continuato a imporre la propria volontà: diversi fra i

e l’introduzione‘congiurati’ furono imprigionati e uno, Johan Henrik Hästesko (1741-1790), condannato a

cominciato a morte e giustiziato. Per altro la nuova costituzione imposta dal re nel 1789 allo scopo di

all’Accademiagarantirsi amplissimi poteri60 sarebbe stata, naturalmente, applicata anche in Finlandia, dove

) nellaavrebbe continuato ad avere validità anche dopo il fatidico 1809.

popolo antico e In quell’anno, dopo oltre sei secoli e mezzo dalla ‘crociata’ di Erik Jedvardsson, il Paese

veva compiuto(che ha ormai superato i 900.000 abitanti) si separa definitivamente dalla Svezia per passare

o metodo (usoalla Russia sulla base degli accordi di pace di Fredrikshamn.61 Se per gli Svedesi questa

on era nuovo. E perdita sembra rappresentare una vera e propria ‘tragedia nazionale’ per i Finlandesi essa

nziché porsi alcostituisce l’inizio di un nuovo e lungo periodo di dipendenza dal quale faticheranno a

el secolo vieneliberarsi, costretti (anche una volta ottenuta la piena autonomia) a fare i conti con un

’ipotesi di una‘ingombrante vicino di casa’. Per la verità, per gran parte del XIX secolo alla Finlandia sarà
Georg Magnus garantita una buona misura di autodeterminazione. Il 29 marzo 1809, mentre la guerra era

tenuto l’idea di ancora in corso, lo zar Alessandro I (Алексан∂р I Павловuч Романов) riceveva dal

rappresentanti parlamento finlandese (finnico maapäivät, svedese lantdag) riunito a Porvoo (Borgå) il

la confisca dei giuramento di fedeltà, impegnandosi per contro a rispettare le leggi del Paese, la sua lingua e

e Gustavo III sila sua religione.62 Ed effettivamente dopo la conclusione del trattato di pace esso sarà

ito si formò latrasformato in quello che fino al 1906 sarà il Granducato di Finlandia (finnico Suomen

no, chiedevanosuuriruhtinaskunta, russo Велuкое княжесmво Фuнлян∂ское). Il ‘traditore’ Georg Magnus

ino alla pace diSprengtporten ne diverrà primo governatore. Tra i consiglieri dello zar anche Gustaf Mauritz

Ma per ilArmfelt (1757-1814), allievo di Sprengtporten, abilissimo diplomatico, militare e uomo di

tà: diversi fra icorte grazie alla cui mediazione Alessandro I consentirà che i territori ceduti in seguito ai

, condannato a trattati di pace con la Svezia del 1721 e del 1743 siano nuovamente integrati nel territorio

9 allo scopo di finlandese.63

Finlandia, dove La gestione del Paese venne in primo luogo affidata a un Senato (Keisarillinen Suomen

Senaatti) con sede a Turku (Åbo) le cui funzioni furono regolamentate nel 1816: esso

rdsson, il Paesesovrintendeva tanto alle questioni amministrative quanto a quelle giudiziarie. Ma i funzionari

ezia per passare erano di norma russi, così come era russo il governatore generale che presiedeva le riunioni e

Svedesi questadoveva sottoporre le decisioni all’approvazione dello zar.64 Inoltre va considerato che per

Finlandesi essadiversi decenni il parlamento finlandese non fu più convocato; quando ciò avvenne (1863) un

faticheranno a primo provvedimento fu quello di introdurre il sistema di amministrazione comunale. In

i conti con un seguito (a partire dal 1869) questo organismo prese a riunirsi ogni tre anni.

a Finlandia sarà La gran parte del XIX secolo fu dunque, sostanzialmente, un periodo di relativa
e la guerra eratranquillità se si fa eccezione per anni (in particolare il 1867) segnati da carestie. Accanto al

) riceveva dalpotere politico restava quello ecclesiastico che a lungo continuò a fondarsi sulla legislazione

) ilin materia emanata nel 168665 con la sola differenza che dopo il 1809 il capo della Chiesa era

la sua lingua elo zar.

pace esso sarà Come si è visto, il pietismo era giunto anche in Finlandia e la vita religiosa aveva anche

Suomen qui conosciuto un rinnovamento.66 Una delle prime espressioni di revivalismo fu, all’inizio

Georg Magnusdel XIX secolo, quella dei “gruppi di preghiera” (finnico rukoilevaisuus), mentre dalla

Gustaf Mauritzdisgregazione del pietismo si formava il movimento evangelico che ebbe nel pastore Fredrik

tare e uomo diGabriel Hedberg (1811-1893) una guida spirituale di sicuro riferimento. Grande rilevanza

ti in seguito aiavrebbe assunto anche il movimento noto come Risveglio (Herännäisyys) fondato alla fine

ti nel territoriodel XVIII secolo da Juhana Lustig (1771-1833), ma il cui animatore principale sarebbe stato

Paavo Ruotsalainen (1777-1852). Molto importante sarà in seguito il læstadianismo, di cui si

illinen Suomenparlerà a proposito dei Sami.67 Queste (e altre) organizzazioni religiose avranno grande

nel 1816: essoimportanza per gli sviluppi sociali e culturali del Paese. Quanto alla Chiesa ufficiale: nel

Ma i funzionari1817 il vescovo di Åbo, Jakob Tengström (1755-1832) veniva elevato al rango di

va le riunioni e arcivescovo;68 più tardi (1869) era emanata una nuova legge che rafforzava notevolmente

iderato che per l’autonomia ecclesiastica.69

enne (1863) un Dal punto di vista economico occorre osservare come nel XIX secolo la rivoluzione

e comunale. Inindustriale constatabile negli altri Paesi nordici non toccasse la Finlandia se non in misura

molto limitata (e sostanzialmente solo in relazione alla lavorazione dei derivati del legno e

odo di relativaall’industria mineraria): la gran parte degli abitanti restava infatti legata a un’economia
stie. Accanto alagraria e forestale.70 Segnali importanti di sviluppo sono comunque la fondazione della

lla legislazioneBanca di Finlandia (Suomen Pankki) sorta nel 1811 a Turku (Åbo), ma il cui ufficio

della Chiesa eraprincipale fu nel 1819 trasferito a Helsinki; la creazione (1860) di una valuta propria, il

marco (Suomen markka), che nel 1865 sarebbe stato svincolato dal rublo, la progressiva

sa aveva ancheliberalizzazione dei commerci completata nel 1879. Figura di riferimento in questo ambito è

mo fu, all’inizio quella di Fabian Langenskiöld (1810-1863). Importanti passi avanti furono fatti anche nelle

), mentre dallacomunicazioni: tra il 1846 e il 1856 fu costruito il canale di Saima, che mette in

pastore Fredrikcomunicazione il grande lago Saimaa (svedese Saimen) con la baia di Viipuri (Viborg); nel

rande rilevanza 1836 prese l’avvio un collegamento navale regolare tra Turku (Åbo) e Stoccolma; nel 1862

ondato alla fineentrò in funzione la prima linea ferroviaria finlandese tra la capitale e Hämeenlinna

le sarebbe stato(Tavastehus). Nel 1882 per iniziativa di Daniel Johannes Wadén (1850-1930) nasceva a

nismo, di cui siHelsinki la prima società telefonica finlandese (Helsingin Telefoniosakeyhtiö) mentre il

avranno grandetelegrafo era già in funzione per esigenze belliche fin dagli anni della guerra di Crimea.71 La

a ufficiale: nel prima auto arriverà nel Paese, a Tampere (Tammerfors), nel 1898. Altre date importanti che

o al rango di segnano il XIX secolo sono il 1827 in cui si verificò un grave incendio a Turku (Åbo), il

a notevolmente1837 quando fu fondata la città di Jyväskylä nella Finlandia centrale (finnico Keski-Suomi)72

e il 1881, anno della costituzione dell’esercito finlandese.

la rivoluzione In quello stesso anno, con l’attentato avvenuto il 13 marzo che costava la vita allo zar

non in misuraAlessandro II (Алексан∂р II Нuколаевuч Романов), la situazione della Finlandia era

vati del legno e destinata a peggiorare. Nel Paese il sovrano era benvoluto e la sua morte violenta provocò un

a un’economiadiffuso cordoglio.73 Questo tragico evento si combinò con la crescita di un movimento di


ondazione dellanazionalisti russi che si opponevano alla condizione ‘privilegiata’ della Finlandia all’interno

il cui ufficiodell’impero e chiedevano a gran voce che quel territorio fosse parificato in tutto e per tutto

luta propria, ilalle altre province. Un primo segnale dell’accoglimento di queste richieste venne dal nuovo

la progressivazar Alessandro III (Алексан∂р III Алексан∂ровuч,, 1845-1894) con la promulgazione del

questo ambito è cosiddetto ‘manifesto della posta’ (ordinanza del 12 giugno 1890) con il quale si aboliva

atti anche nellel’autonomia del servizio postale finlandese, tra l’altro predisponendo l’uso di francobolli

che mette inrussi e imponendo a molti funzionari la conoscenza della lingua russa. Ulteriori passi avanti

); nelin questa direzione vennero fatti dal successore di Alessandro III, Nicola II (Нuколай II

olma; nel 1862Алексан∂ровuч Романов, 1868-1918), che pure al momento di salire al trono (1894) si era

e Hämeenlinnaimpegnato a rispettare le leggi finlandesi. Nel 1898 Nicola nominava a governatore di

930) nasceva aFinlandia Nikolaj Ivanovič Bobrikov (Николай Иванович Бобриков,, 1839-1904), un alto

) mentre ilufficiale che nutriva ostilità nei confronti di quel Paese e che impresse alla sua

La amministrazione una svolta marcatamente autoritaria, intesa a smantellare qualsiasi forma di

importanti cheautonomia a vantaggio del potere centrale. Ebbero così inizio quelli che sono ricordati come

), ilgli “anni dell’oppressione” (finnico sortovuodet), inaugurati dalla promulgazione del

72 cosiddetto “manifesto di febbraio” (Keisarillisen Majesteetin Armollinen Julistuskirja),

datato 15 febbraio 1899 (3 febbraio secondo il calendario russo),74 documento che fu fatto

la vita allo zarleggere nelle chiese. Esso in sostanza subordinava qualsiasi interesse finlandese al superiore

Finlandia era interesse russo, stabiliva il primato delle leggi dell’impero su quelle locali, svuotava di fatto

nta provocò unil parlamento di ogni potere reale e promuoveva (per certi versi imponeva) l’uso della lingua

movimento di russa nell’amministrazione. L’anno successivo veniva sciolto l’esercito finlandese e la


ndia all’internocondizione dei soldati parificata a quella di tutti gli altri militari dell’impero (il che dunque li

utto e per tuttoobbligava a prestare servizio in qualsiasi regione sottoposta al dominio russo).75 L’evidente

enne dal nuovolimitazione della libertà che conseguiva a queste decisioni fu motivo di vibrate proteste da

mulgazione delparte dei Finlandesi i quali sottoscrissero in massa una petizione allo zar il che tuttavia non

uale si abolivamodificò le cose. Anzi, il governatore Bobrikov, che nel 1903 venne investito di un potere

di francobolli quasi dittatoriale, proseguì nella sua politica totalitaria istituendo una rigida censura,

ori passi avantiimponendo l’uso e lo studio della lingua russa, favorendo la Chiesa ortodossa, imprigionando

Нuколай IIe deportando tutti coloro che in qualche modo si opponevano alla ‘russificazione’ del Paese.

o (1894) si eraIl 16 giugno 1904, mentre si recava a una riunione del Senato, il patriota Eugen Schauman

governatore di(1875-1904) gli esplose contro tre colpi di pistola per poi rivolgere l’arma contro se stesso.

-1904), un altoBobrikov morì il giorno dopo in ospedale. La sua politica non morì tuttavia con lui. Sebbene

resse alla suagli eventi della guerra russo-giapponese (1904-1905) richiamassero altrove l’attenzione e nel

alsiasi forma di1905 uno sciopero generale inducesse lo zar a revocare alcune disposizioni del manifesto di

ricordati comefebbraio, il progetto di piena integrazione della Finlandia nell’impero fu ripreso nel 1910 e

mulgazione delnel 1912 i russi presenti sul territorio finlandese ottennero piena parità di cittadinanza.

),Ancora nel 1914 si progettò la definitiva inclusione della Finlandia nel territorio russo. Ma

nto che fu fatto l’attuazione di questi disegni si sarebbe scontrata con i cambiamenti politici conseguenti allo

ese al superiorescoppio della prima guerra mondiale e alla rivoluzione russa del 1917 con il conseguente

vuotava di fatto cruento rovesciamento del potere degli zar.

uso della lingua Ciò significò per la Finlandia il recupero dell’autonomia: a fronte di questi eventi infatti

inlandese e la il parlamento dichiarò di assumere su di sé il potere nel Paese e il 6 dicembre di quello stesso
il che dunque lianno fu proclamata ufficialmente l’indipendenza.76 Subito dopo venne formato un governo

L’evidenteguidato da Pehr Evind Svinhufvud (1861-1944) rappresentante del movimento

rate proteste daindipendentista che aveva conosciuto anche la deportazione in Siberia. La dichiarazione di

he tuttavia nonindipendenza fu riconosciuta da Mosca e si pensò di trasformare la Finlandia in una

to di un poteremonarchia offrendo il trono al principe tedesco Fredrik Karl von Hessen (1868-1940) che,

rigida censura,per altro, rinunciò. Mentre l’esercito regolare finlandese veniva riorganizzato sotto la guida

imprigionando del generale Gustaf Mannerheim (1867-1951), i fautori dell’instaurazione di uno Stato di tipo

one’ del Paese.socialista (che disponevano di una milizia di volontari) proclamavano la formazione di un

ugen Schaumangoverno rivoluzionario e la nascita della Repubblica socialista finlandese dei lavoratori

ontro se stesso.(Suomen sosialistinen työväentasavalta, 28 gennaio 1918). A ciò seguì, inevitabile, una

on lui. Sebbene sanguinosa guerra civile tra la fazione dei “rossi” (finnico punaiset, legati ai bolscevichi

attenzione e nelrussi) che dominavano il sud del Paese e quella dei “bianchi” (finnico valkoiset) che

el manifesto didominavano il centro e il nord (con quartier generale a Vaasa). I combattimenti, scatenati da

eso nel 1910 eun’offensiva dei “rossi”, andarono avanti da gennaio a maggio, quando infine i “bianchi”

di cittadinanza. ottennero la vittoria. Non mancarono, da entrambe le parti, atti di crudele ferocia e

torio russo. Materrorismo.77 Questo conflitto, esploso dopo che il pericolo della russificazione era stato

onseguenti allo superato dai fatti, fu espressione del vuoto di potere che si era venuto a creare con la caduta

il conseguentedegli zar ma anche, e soprattutto, della profonda frattura che divideva la società finlandese

nella quale da una parte stavano i conservatori e i borghesi benestanti e, dall’altra, la massa

sti eventi infatti dei diseredati che facilmente aderiva a un credo, come quello socialista, che prometteva di

di quello stessofare giustizia dopo secoli di illegalità e oppressione. La sua conclusione, segnata da vendette
ato un governoe rese dei conti, lasciò dietro di sé circa 37.000 morti e una profonda ferita nel cuore della

el movimentonazione che sarebbe stata sanata solo col tempo e con grande fatica (nel 1926 sarà approvata

dichiarazione diun’amnistia generale per i combattenti di entrambi gli schieramenti). Un primo passo fu la

nlandia in una proclamazione (17 luglio 1919) della Repubblica di Finlandia (Suomen tasavalta) con una

868-1940) che,nuova costituzione (Suomen perustuslaki):78 primo presidente fu il liberale Kaarlo Juho

o sotto la guidaStåhlberg (1865-1952). Ma per ripristinare la pace sociale sarebbe stato necessario dare il via

no Stato di tipoa una politica autenticamente democratica che prevedesse anche provvedimenti a favore

rmazione di undelle classi più disagiate come gli operai e i braccianti agricoli (i cosiddetti torpparit, sing.

dei lavoratori torppari, corrispondenti dei torpare svedesi).79

nevitabile, una Nel corso dell’Ottocento la vita politica finlandese aveva conosciuto il suo sviluppo e in

ai bolscevichirelazione all’attività del parlamento si erano venuti formando i primi partiti, un processo per

) chebuona parte legato alla questione della nazionalità, a sua volta riflessa nella questione della

nti, scatenati dalingua. Sicché oltre alla formazione di partiti ‘paralleli’ a quelli degli altri Paesi (come il

ine i “bianchi” liberale e il socialdemocratico) ci saranno qui un partito finnico voluto dai cosiddetti

dele ferocia e‘fennomani’ (sostenitori della ‘pura finnicità’) e un partito svedese voluto invece dai

zione era stato nostalgici dell’unione con la Svezia. Inoltre anche nella società, oltre ai movimenti revivalisti

e con la cadutadi cui si è accennato, furono compiuti progressi sia sul piano dell’istruzione (con la creazione

cietà finlandese di nuove scuole e biblioteche e l’emanazione di opportune leggi al riguardo), sia su quello

’altra, la massa della lotta all’alcolismo (anche qui una vera e propria piaga sociale), sia su quello della

e prometteva dinascita di movimenti sindacali per i diritti dei lavoratori e di organizzazioni per

ata da vendette l’emancipazione delle donne, le quali fin dal 1906 si vedranno, prime in Europa, riconoscere
nel cuore della il diritto di voto.80

sarà approvata Tra il 1918 e il 1920 la Finlandia fu coinvolta in una serie di azioni belliche contro la

mo passo fu la Russia dettate dalla volontà di sottrarre al suo dominio territori nei quali vivevano ‘popoli

) con unafratelli’ (come gli abitanti della Carelia e dell’Ingria) o di aiutare altri (come gli Estoni) ad

e Kaarlo Juhoaffermare la propria indipendenza. Questo nuovo conflitto si concluse con il trattato di pace

sario dare il via siglato a Tartu (Estonia) il 14 ottobre 1920. In esso la Russia riconosceva i confini del 1812 e

menti a favore cedeva anche il territorio di Petsamo tra la Lapponia finlandese e la penisola di Kola.81 In

, sing.quel medesimo anno la Finlandia entrava a far parte della Società delle Nazioni la quale

presto si sarebbe trovata a dirimere la questione riguardante le isole Åland reclamate dalla

o sviluppo e inSvezia anche sulla base della volontà manifestata dalla grande maggioranza della

un processo perpopolazione (ragion per cui questa decisione resterà legata a una serie di precise

questione della condizioni).82 Nel periodo tra le due guerre fu approvata una serie di norme di carattere

Paesi (come illiberale, economico e sociale (dalla libertà in materia religiosa all’istruzione, dagli incentivi

dai cosiddetti per l’agricoltura alla parità fra i sessi); inoltre (1928) venne nuovamente riformato il

uto invece daiparlamento. Ma nel Paese, tutt’altro che isolato rispetto agli sviluppi sociali e ideologici del

menti revivalisti resto d’Europa, nacque anche un movimento di estrema destra, noto come Movimento di

on la creazioneLappo (Lapuan liike), guidato da Vihtori Kosola (1884-1936) e formato da persone animate

), sia su quello da un forte sentimento anticomunista e profondamente ostili alla politica di pacificazione nei

su quello dellaconfronti dei combattenti “rossi” della guerra civile.83 Oltre a partecipare a diverse

nizzazioni perdimostrazioni i suoi membri si resero responsabili di molti atti di violenza contro avversari

pa, riconoscerepolitici o presunti tali. Quando (1932) essi cercarono di rovesciare il governo con la forza
(minacciando su modello dei fascisti italiani una ‘marcia sulla capitale’) molti di loro furono

lliche contro la arrestati e condannati, dopo di che il movimento fu sciolto. Cinque anni dopo il governo

vevano ‘popolidella Finlandia comprenderà di nuovo (dopo l’esperienza dell’esecutivo minoritario del

e gli Estoni) ad1926-1927) rappresentanti del Partito socialdemocratico (Suomen Sosialidemokraattinen

trattato di pacePuolue), il che darà inizio a un’alleanza politica che andrà avanti per diverso tempo. La

nfini del 1812 eprima metà del Novecento ha segnato in Finlandia importanti sviluppi in direzione della

In modernizzazione: nel Paese ha preso l’avvio una più significativa industrializzazione, sono

azioni la qualearrivati il cinema e la radio,84 si sono diffusi moderni mezzi di trasporto (l’aereo dal 1924) e

reclamate dallanuove tecnologie.

gioranza della Il 30 novembre 1939, come già si è accennato, la Russia aggrediva la Finlandia facendo

rie di precisescoppiare quella che è nota come “guerra d’inverno” (finnico talvisota). Un conflitto che la

me di carattereFinlandia dovette in sostanza affrontare con le sole proprie forze (anche se numerosi

dagli incentivivolontari affluirono dai Paesi nordici) in quanto da parte inglese e francese si temeva il

te riformato ilcoinvolgimento in una guerra contro la Russia e da parte svedese fu garantito solo qualche

e ideologici delsostegno.85 Il 12 marzo 1940 veniva sottoscritto il trattato di Mosca con il quale il Paese era

Movimento dicostretto a cedere all’aggressore circa il 10% del proprio territorio.86 Ma nel 1941, quando la

ersone animate Germania attaccò l’Unione sovietica, la Finlandia approfittò dell’occasione per ingaggiare

acificazione nei una guerra di rivalsa, la cosiddetta “guerra di continuazione” (finnico jatkosota) che si

pare a diverseprotrasse fino al settembre del 1944 quando, di fronte alla superiorità delle forze nemiche, i

ontro avversariFinlandesi (che pure avevano eroicamente combattuto) furono costretti a cercare l’armistizio

no con la forza(sottoscritto a Mosca il 19 settembre 1944)87 e ad accettare le clausole contenute nei trattati
i di loro furonodi pace di Parigi del 1947.88 Sulla base di questi accordi la Finlandia doveva cedere a sud est

opo il governola Carelia e alcune isole, oltre a una parte del distretto di Salla (nel nord-est) e alla regione

minoritario delnord-orientale di Petsamo (con i suoi importanti giacimenti di nichel). Anche se essa riusciva

demokraattinena mantenere la propria autonomia e a restare fuori dal ‘blocco comunista’ questo esito fu

erso tempo. Lavissuto nel Paese come una sorta di lutto nazionale. Il terzo conflitto che in quegli anni

direzione dellacoinvolse il Paese fu, tra il settembre del 1944 e l’aprile del 1945, la “guerra della Lapponia”

izzazione, sono(finnico Lapin sota) con la quale i Finlandesi si trovarono a combattere gli ex alleati tedeschi

reo dal 1924) eper cacciarli dalle regioni settentrionali del Paese. Le operazioni si conclusero con un

successo ma le devastazioni e i danni che la popolazione civile subì furono enormi.

nlandia facendo Il dopoguerra non si presentava dunque affatto facile e nel 1946 i cittadini furono

conflitto che lacostretti a fare un prestito forzoso allo Stato. L’orientamento politico dei Finlandesi mostrava

e se numerosiora una propensione a sinistra, il che certamente aiutò le autorità a stabilizzare i rapporti con

se si temeva ill’Unione sovietica con la quale nel 1948 fu stretto un patto di amicizia e collaborazione e nel

to solo qualche1950 un accordo commerciale della durata di cinque anni. Nel 1955 il Paese aderì alle

ale il Paese era Nazioni Unite e al Consiglio Nordico.89 Il progressivo avvicinamento all’area ‘occidentale’ –

1941, quando lasegnato (a partire dal 1957) dalla presenza finlandese in qualità di osservatore

per ingaggiare nell’Organizzazione per la cooperazione economica (OECE) europea, il che una decina

) che sid’anni dopo avrebbe portato all’ingresso nella Organizzazione europea per la cooperazione e

orze nemiche, i lo sviluppo economico (OCSE) – non poteva non suscitare il disappunto di Mosca che

are l’armistizioconsiderò anche con preoccupazione la formazione (1958) del governo di coalizione sotto la

nute nei trattati guida di Karl-August Fagerholm (1901-1984), esecutivo nato grazie a un accordo tra i grandi
cedere a sud est partiti che escludeva dal potere la Lega democratica per il popolo finlandese (Suomen

) e alla regioneKansan Demokraattinen Liitto), in sostanza i comunisti, sebbene essa avesse prevalso nelle

se essa riuscivaelezioni tenute in quell’anno. Ne seguì quel peggioramento delle relazioni che è ricordato

questo esito fucon la definizione di “gelo notturno” (yöpakkanen), una situazione che fu chiarita solo dopo

in quegli anniqualche mese quando (gennaio 1959) il presidente Urho Kekkonen (1900-1986) si incontrò a

della Lapponia”San Pietroburgo (allora Leningrado) con una delegazione russa guidata in prima persona da

alleati tedeschi Nikita Chruščëv (Никита Хрущёв, 1894-1971). In quello stesso anno tuttavia la Finlandia

clusero con undava una prima adesione all’Associazione europea di libero scambio (EFTA) di cui sarebbe

divenuta membro a pieno titolo nel 1986.

cittadini furono Nel lungo e difficile periodo della guerra fredda, segnato da ripetute tensioni, si deve al

ndesi mostravapresidente finlandese Kekkonen la proposta (del 1963 ma rinnovata nel 1965) di creare nel

e i rapporti conNord una zona libera da armi atomiche, il che preluderà alla scelta di Helsinki come sede dei

borazione e nelnegoziati SALT sulla limitazione di questo tipo di armamenti (1969). Tra il 1973 e il 1975 la

aese aderì allecapitale finlandese ospiterà la conferenza sulla sicurezza europea. La necessità (dettata in

‘occidentale’ –primo luogo dalla geografia!) di mantenere buone relazioni con l’Unione sovietica pur

di osservatorerestando – in un difficile equilibrio – un Paese ‘occidentale’ segna gran parte della politica

che una decinafinlandese nei primi decenni del dopoguerra: una politica perseguita in primo luogo dai

cooperazione epresidenti Juho Kusti Paasikivi (1870-1956), in carica dal 1946 al 1956, e poi da Urho

di Mosca cheKekkonen, in carica dal 1956 al 1982. Del resto l’invasione della Cecoslovacchia (1968)

alizione sotto lasusciterà qui non pochi timori.90 Una politica estera meno condizionata potrà essere messa in

ordo tra i grandiatto dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989: di quello stesso anno è l’ingresso nel
SuomenConsiglio europeo, del 1990 la ridiscussione del patto di amicizia e collaborazione stipulato

e prevalso nellenel 1948 con l’Unione sovietica, il che anche dal punto di vista della difesa (ministero

che è ricordatoall’epoca gestito dall’energica e popolare Elisabeth Rehn, n. 1935) apriva nuove possibilità.

arita solo dopoNel 1993 la Finlandia sottoscriverà l’adesione allo Spazio economico europeo e nel 1995

6) si incontrò a entrerà nell’Unione europea (adottando la moneta unica); successivamente si è avvicinata

ima persona daalla NATO di cui è divenuta membro associato.

via la Finlandia Anche in Finlandia la seconda metà del Novecento avrebbe portato significativi progressi

) di cui sarebbe dello stato sociale con l’emanazione di leggi sull’assicurazione pensionistica e sanitaria,

sull’istruzione, sulle pari opportunità. Ma come altrove il Paese avrebbe risentito della crisi

ioni, si deve alavviatasi negli anni ’70 e culminata all’inizio degli anni ’90, che determinò nel 1992 la

5) di creare nel fluttuazione del marco e un forte aumento della disoccupazione. In questo periodo la

i come sede deicongiuntura economica fu aggravata dagli sviluppi legati alla disgregazione dell’Unione

973 e il 1975 lasovietica che a lungo era stata un importante partner commerciale. Dopo una relativa ripresa

ssità (dettata in la Finlandia risente ora (seppure in misura minore rispetto ad altri Paesi) della crisi mondiale.

e sovietica purIl raggiungimento di una piena dignità internazionale è stato coronato nel 2008 con

e della political’assegnazione del Premio Nobel per la pace a Martti Oiva Kalevi Ahtisaari (n. 1937),

rimo luogo daipresidente dal 1994 al 2000, per il suo impegno in favore di una soluzione ai conflitti

e poi da Urho internazionali (non da ultimo quello del Kosovo).

vacchia (1968) Nel secondo dopoguerra la Finlandia si è posta all’attenzione del mondo anche per

essere messa inl’organizzazione di eventi sportivi di rilevanza internazionale come le Olimpiadi di Helsinki

è l’ingresso nel del 1952 e i Campionati mondiali di atletica del 1983.


azione stipulato *

fesa (ministero La cultura finnica è stata per lunghissimo tempo circoscritta all’ambito popolare e

ove possibilità.folcloristico al quale apparteneva un patrimonio di conoscenze trasmesse oralmente tra cui

peo e nel 1995 antiche rime (composte in un metro noto come kalevalamitta) legate alla tradizione

si è avvicinata mitologica pagana (ben viva ancora nel XVI secolo), retaggio di una religione di carattere

animistico. Questo importante ἔπος nazionale ci è giunto in gran parte grazie all’opera di

cativi progressiElias Lönnrot (1802-1884), medico e filologo, il quale a lungo viaggiò per il Paese per

ica e sanitaria,raccogliere le antiche storie dalla viva voce della gente, materiale che elaborò e pubblicò

ntito della crisi(1835) nel celeberrimo Kalevala.91 Un impulso in direzione di una formazione intellettuale di

nò nel 1992 latipo scolastico ed erudito venne naturalmente con la colonizzazione svedese; questo tipo di

sto periodo lacultura cominciò a produrre i propri frutti solo dopo la riforma protestante, col che si diede

ne dell’Unione vigore anche alla lingua finnica, fino ad allora relegata a un uso esclusivamente popolare:

relativa ripresa figure come quelle di Mikael Agricola e Johannes Gezelius il Vecchio sono, da questo punto

crisi mondiale.di vista, fondamentali.92 Nomi di grande rilievo nella cultura finlandese emergono tuttavia

nel 2008 connel Settecento. Il primo vero poeta in lingua finnica è considerato Gabriel Calamnius (1695-

aari (n. 1937),1754), autore di poesia d’occasione, mentre la personalità più autorevole è certamente quella

one ai conflittidi Henrik Gabriel Porthan (1739-1804) docente all’Accademia di Åbo, storico e studioso

della tradizione e della lingua finnica alle quali volle dare piena dignità: egli è considerato il

ndo anche perprimo promotore della cultura nazionale finlandese. Alla sua iniziativa si deve la fondazione

iadi di Helsinki (1770) della Associazione Aurora (svedese Aurorasällskapet, finnico Aurora-seura) che

l’anno successivo avvierà la pubblicazione del primo giornale finlandese (per quanto redatto
in svedese): Tidningar utgifne af et Sällskap i Åbo.93 Essa sarà attiva fino al 1779.

ito popolare eAll’Ottocento appartengono nomi prestigiosi come quelli del ‘poeta nazionale’ Johan Ludvig

almente tra cuiRuneberg (1804-1877)94 e di Zacharias Topelius (1818-1898), che, pur appartenendo alla

alla tradizione tradizione letteraria finno-svedese, hanno portato un insostituibile contributo alla causa

one di carattereculturale del Paese. A Elias Lönnrot, di cui è detto, si deve, con altri, la fondazione (1831)

zie all’opera didella Società letteraria finlandese (svedese Finska Litteratursällskapet, finnico Suomalaisen

er il Paese perKirjallisuuden Seura). Anche in Finlandia il romanticismo si nutrirà di nazionalismo,

orò e pubblicòspingendo alla ricerca e alla rivalutazione del patrimonio tradizionale. Il che avrà benefici

e intellettuale di effetti anche sulla lingua e, di conseguenza, sulla ‘emancipazione’ sociale dei parlanti

; questo tipo di finnico. Nel 1889 l’Università di Helsinki (erede dell’Accademia di Åbo, qui trasferita dopo

col che si diedel’incendio di quella città nel 1827) avrà tra i suoi iscritti una maggioranza di studenti di

mente popolare: madrelingua finnica.95 Nell’Ottocento gli sviluppi culturali (e politici) del Paese passeranno

da questo puntoanche attraverso la fondazione di nuovi giornali tra i quali si segnalano Suometar,96 fondato

ergono tuttavianel 1847, e Quotidiano (Päivälehti) del 1889.97

lamnius (1695- Gli scrittori finlandesi hanno seguito le diverse e principali correnti letterarie che si sono

rtamente quella avvicendate nella letteratura occidentale. Nell’Ottocento tra i nomi più noti si segnalano

rico e studiosoAleksis Kivi (1834-1872), poeta e drammaturgo, noto soprattutto per aver dato l’avvio al

è considerato ilromanzo in lingua finnica con l’opera I sette fratelli (Seitsemän veljestä) del 1870; Minna

e la fondazioneCanth (1844-1897) che tratta di temi legati alla condizione delle donne e dei lavoratori;

) cheJuhani Aho (1861-1921), primo scrittore professionista e il poeta Eino Leino (1878-1926)

quanto redattomolto legato alla tradizione del suo Paese. Nel Novecento prosegue la produzione degli
fino al 1779.autori finno-svedesi con nomi di prestigio come quelli della poetessa Edith Södergran (1892-

’ Johan Ludvig1923), una delle prime a introdurre il modernismo nel Nord, tendenza seguita anche da Elmer

partenendo allaDiktonius (1893-1961);98 del prosatore Tito Colliander (1904-1989), di Göran Schildt (1917-

uto alla causa 2009), autore di resoconti di viaggio,99 di Tove Jansson (1914-2001) assai nota per aver

dazione (1831)creato (e illustrato) la serie per bambini dei Mumin. Il più giovane Bo Carpelan (1926-2011)

Suomalaisenè raffinato poeta ma anche autore di prosa e libri per ragazzi. Mentre la produzione in lingua

nazionalismo,finnica vede affermarsi prosatori come Joel Lehtonen (1881-1934) che trae ispirazione dal

e avrà benefici mondo del proletariato, Frans Eemil Sillanpää (1888-1964), premio Nobel per la letteratura

le dei parlantinel 1939, e – ancora – Mika Waltari (1908-1979) noto soprattutto per i romanzi storici100 e

trasferita dopoKalle Päätalo (1919-2000), cui si deve una lunga autobiografia. Autori ben noti nel secondo

a di studenti didopoguerra sono, tra gli altri, prosatori come Väinö Linna (1920-1992) che si ispira alla

ese passeranno storia recente del suo Paese,101 Timo Kustaa Mukka (1944-1973), morto prematuramente,

fondatoche descrive le dure condizioni di vita nelle regioni sami e Arto Paasilinna (n. 1942). Alcuni

di questi hanno prodotto anche opere per il teatro, un ambito nel quale vanno citati qui

arie che si sonoalmeno Lauri Haarla (1890-1944) e Ilmari Turja (1901-1998). La poesia è ben rappresentata

ti si segnalanoda Eeva-Liisa Manner (1921-1995), Eeva Kilpi (n. 1928), Paavo Haavikko (1931-2008) e

dato l’avvio alPentti Saarikoski (1937-1983). In ambito finno-svedese gli ultimi decenni hanno conosciuto

el 1870; Minnal’affermazione della poetessa Tua Forsström (n. 1947) che nei suoi versi riesce a esprimere

dei lavoratori;con grande efficacia tanto le pulsioni del mondo interiore quanto i sentimenti che nascono di

no (1878-1926) fronte agli scenari dell’attualità. Tra i prosatori finno-svedesi emersi in questo stesso periodo

oduzione deglivanno citati almeno Ulla Lena Lundberg (n. 1947), originaria delle isole Åland (i cui abitanti
ödergran (1892-si sentono per la maggioranza svedesi), nota soprattutto per i resoconti di viaggio e i racconti

anche da Elmerispirati all’Africa, e i più giovani Kjell Westö e Monika Fagerholm (entrambi nati nel 1961)

Schildt (1917- che non mancano di inserire nelle loro opere qualche ‘segmento’ in finnico. In svedese (e in

i nota per averrusso, sua lingua madre) scrive Zinaida Lindén (n. 1963), anche apprezzata traduttrice. In

an (1926-2011) finnico si esprime Sofi Oksanen (n. 1977) la cui opera ha ricevuto negli ultimi anni numerosi

uzione in linguae importanti riconoscimenti, tra i quali (2010) il Premio del Consiglio nordico. Ma la

ispirazione daldinamicità del mondo letterario finlandese è testimoniata dal numero (e dal successo) di

er la letteraturamolti altri autori.102

e Anche nell’ambito delle arti figurative la Finlandia vanta nomi di prestigio come

oti nel secondo Margareta Capsia (1682-1759), una delle prime pittrici del Nord,103 e Michael Toppelius

e si ispira alla(1734-1821), allievo di Johan Pasch104 che si dedicarono all’arte religiosa; Isak Wacklin

rematuramente,(1720-1758) primo pittore professionista finlandese (e unico rappresentante del rococò) e

. 1942). AlcuniNils Schillmark (1745-1804) autore di ritratti, paesaggi e nature morte. Tra Ottocento e

anno citati quiNovecento i nomi più noti sono quelli dell’architetto di origine tedesca Carl Ludvig Engel

n rappresentata (1778-1840); dei pittori Albert Edelfelt (1854-1905), che aveva studiato a Parigi, Akseli

(1931-2008) eGallen-Kallela (1865-1931), interprete dello ‘spirito finnico’ espresso nel Kalevala, passato

nno conosciutodal naturalismo al simbolismo, Helene Schjerfbeck (1862-1946) la cui arte evolve verso il

sce a esprimeremodernismo e quello dello scultore Walter Runeberg sopra ricordato.105 Sebbene di

che nascono dinazionalità svedese va qui menzionato anche un altro scultore, Carl Eneas Sjöstrand (1828-

o stesso periodo1905) a lungo vissuto in Finlandia dove realizzò in stile neoclassico una serie di opere

d (i cui abitantiispirate alla tradizione di quel Paese, non da ultimo (anch’egli) al Kalevala. Nel secolo
gio e i raccontiscorso gli artisti di maggior prestigio sono lo scultore e pittore Wäinö Aaltonen (1894-1966),

i nati nel 1961)gli architetti Eliel Saarinen (1873-1950)106 e Alvar Aalto (1898-1976), oltre al designer Eero

n svedese (e inAarnio (n. 1932). Altrettanto (forse anche più) noto è il grande musicista ‘nazionale’ Jean

a traduttrice. InSibelius (1865-1957). Tra gli scienziati finlandesi occorre qui citare almeno Artturi Ilmari

i anni numerosiVirtanen (1895-1973) vincitore del Premio Nobel per la chimica nel 1945.

nordico. Ma la La lingua finnica (suomen kieli) appartiene (come l’estone) al gruppo uralico cui risale

al successo) dianche l’ungherese. Essa ha dunque struttura completamente diversa dagli idiomi degli altri

Paesi nordici (danese, svedese, le due varietà di norvegese, islandese, faroese e gutnico) che,

prestigio come come si è detto, costituiscono il ramo nordico del germanico.107 Al finnico si ricollegano

hael Toppeliusdiverse lingue minori tra cui il dialetto della Carelia, quello dell’Ingria e il meänkieli, parlato

; Isak Wacklinnella regione settentrionale svedese di Tornedalen (finnico Tornionlaakso). Il primo

e del rococò) edocumento di lingua finnica è un testo di tre righe riportato su una corteccia di betulla che si

ra Ottocento efa risalire alla metà del XIII secolo: esso è redatto (in caratteri cirillici) in una antica forma

l Ludvig Engel del dialetto della Carelia.108 Un lunghissimo lasso di tempo intercorre tra questo scritto e i

Parigi, Akseliprimi libri in lingua finnica, stampati dopo la riforma protestante.109 In ogni caso per molto

, passatotempo ancora il finnico rimarrà sostanzialmente una lingua relegata quasi esclusivamente

evolve verso il all’uso parlato e il ‘confine linguistico’ tra finnico e svedese (la lingua dei dominatori e,

Sebbene diinsieme al latino, quella della cultura) a lungo coinciderà con un ‘confine di status sociale’.

jöstrand (1828-Solo nell’Ottocento, grazie soprattutto al movimento cosiddetto della ‘fennomania’ (sorto

serie di operedopo il distacco dalla Svezia) questa lingua ha trovato una serie di convinti studiosi e

. Nel secolosostenitori che hanno accompagnato la sua ‘emancipazione’ fino al pieno riconoscimento
en (1894-1966),culturale e legale. Oltre ai suoi primi promotori, linguisti e letterati,110 va citato qui

Eerosoprattutto il filosofo Johan Vilhelm Snellman (1806-1881), che molto si adoperò in questa

nazionale’ Jeandirezione (ma anche per la creazione di una valuta finlandese) e nel 1844 diede alle stampe il

o Artturi Ilmariperiodico in lingua finnica intitolato L’amico del Contadino (Maamiehen Ystävä).111 Per

quanto da parte delle autorità si cercasse di limitare l’uso scritto di questo idioma ad

alico cui risaleargomenti religiosi ed economici, nel 1858 si dovette dichiararlo lingua ufficiale nei comuni

iomi degli altriin cui esso era utilizzato dalla maggioranza dei parlanti, finché, a coronamento degli sforzi di

e gutnico) che,Snellman, nel 1863 venne stabilito di procedere a una sua graduale parificazione con lo

o si ricolleganosvedese,112 un riconoscimento in seguito sancito nella costituzione finlandese del 1919.

, parlato Sebbene dalla seconda metà dell’Ottocento il finnico avesse guadagnato molto terreno

). Il primorispetto allo svedese, il ‘conflitto’ fra le due lingue si è trascinato almeno fino agli anni ’30

di betulla che sidel XX secolo.

na antica forma *

uesto scritto e i La bandiera finlandese, che presenta una croce blu in campo bianco, è stata adottata nel

caso per molto1918. Ma fin dall’Ottocento si cominciò a pensare a un vessillo nazionale. Motivazione

esclusivamenteprincipale fu, naturalmente, il desiderio di sottolineare la specificità finnica, ma anche il fatto

i dominatori e, che, negli anni della guerra di Crimea, le navi del Paese che viaggiavano per mare sotto

sociale’.bandiera russa venivano fatte oggetto di attacchi da parte anglo-francese. La scelta del

omania’ (sortodisegno e dei colori avvenne al termine di una lunga disputa nella quale al bianco (simbolo

vinti studiosi edella neve) e al blu (simbolo dei numerosissimi laghi)113 si contrapposero altre proposte: i

riconoscimentocolori rosso e giallo (o anche blu, rosso e giallo) e l’inserimento di un leone coronato (che era
va citato qui presente nello stemma del Paese in colore giallo su fondo rosso). Alla fine questo stemma è

operò in questarimasto al centro della croce blu su fondo bianco nella bandiera ufficiale dello Stato mentre

e alle stampe ilquella comunemente usata presenta una semplice croce.114

Per

esto idioma ad

iale nei comuni

o degli sforzi di

cazione con lo

dese del 1919.

molto terreno

no agli anni ’30

ata adottata nel

e. Motivazione

ma anche il fatto

per mare sotto

La scelta del

ianco (simbolo

ltre proposte: i

oronato (che era


presente nello stemma del Paese in colore giallo su fondo rosso). Alla fine questo stemma è

rimasto al centro della croce blu su fondo bianco nella bandiera ufficiale dello Stato mentre

quella comunemente usata presenta una semplice croce.114


1 Vd. pp. 38-39.

2 Vd. TARKIAINEN 2008, pp. 27-29.

3 Con questa definizione si intende la regione sud-occidentale del Paese e l’arcipelago che le sta

di fronte compreso nella zona di mare nota come Saaristomeri (svedese Skärgårdshavet).

4 Da loro, evidentemente, prende nome la Finlandia (“Terra dei Finni”). Si deve tuttavia tenere

presente che nelle fonti antiche l’etnonimo Finni può indicare i Sami (così nelle saghe norrene) o altri

popoli non germanici (si pensi all’uso di questo termine fatto da Tacito, non definitivamente

chiarito). L’etimologia resta incerta (DE VRIES 19622 [B.5], pp. 120-121); si consideri tuttavia

l’opinione di Riho Grünthal (vd. il testo in http://www.sgr.fi/ct/ct51.html, sito nel quale si dà conto in

inglese dell’opera in lingua finnica Livvistä liiviin. Itämerensuomalaiset etnonyymit, Helsinki 1997)

che lo collega alla radice *fenthan- da cui deriverebbero termini quali l’antico alto tedesco fendo,

medio alto tedesco vende “persona che va a piedi”, “vagabondo”, antico inglese fandian “ricercare”,

“esplorare”, medio alto tedesco vanden “visitare”; una spiegazione che ben si accorderebbe con il

carattere semi-nomade di questo popolo. Incerta è d’altronde anche l’origine del termine Suomi che

indica il Paese in lingua finnica: è tuttavia possibile che esso si leghi al baltico *žemė dal quale

derivano parole come il lituano žem-, e il lettone zeme “terra” (per questo vd. anche p. 1380, nota 1).

Da citare solo come una curiosità l’interpretazione di Adamo da Brema il quale con l’espressione

“terra feminarum” (Gesta Hammaburgensis […], III, XV; IV, XIV; IV, XVII; IV, XIX e scolio 119)

parrebbe (in base alle indicazioni geografiche da lui fornite) fare riferimento alla Finlandia: è tuttavia

probabile che il riferimento sia, piuttosto, a Kvenland, toponimo erroneamente inteso, appunto, come

“Terra delle donne” (su cui cfr. p. 145, nota 176).

5 Vd. pp. 119-120, p. 276 e p. 351.

6 Una via commerciale molto frequentata collegava il lago Ladoga con la foce del fiume Neva, e
proseguiva nel Golfo di Finlandia verso le isole Åland (finnico Ahvenanmaa) e la penisola

scandinava. Presso il lago Ladoga sorgeva l’importante mercato vichingo di Aldeigjuborg (russo

pelago che le sta Сmарая Ладога, vd. p. 115 con nota 61). Quando nel 1019 Ingegerd (Ingigerðr), figlia del re

svedese Olof Skötkonung, andò in sposa a Jaroslav, principe di Kiev (cfr. p. 244), ella ebbe in dote i

e tuttavia tenereterritori intorno al lago Ladoga. Da lei prende nome, verosimilmente, la regione dell’Ingria (finnico

e norrene) o altriInkeri, svedese Ingermanland, russo Ижора o Ингерманландия) che si trova tra il fiume Neva e la

definitivamentecosta meridionale del Golfo di Finlandia. Сmарая Ладога (Aldegjuborg) sarà annessa alla

onsideri tuttavia ‘repubblica’ di Novgorod nel XII secolo.

ale si dà conto in 7 Secondo la Cronaca di Novgorod (Новгородская карамзинская летопись) già nel 1042 il

, Helsinki 1997)principe Vladimir Jaroslavič (Владимир Ярославич) aveva fatto una incursione militare nel territorio

fendo, dei Tavasti, qui detti ЯмЬ (Yem/Jam’). Nel 1149, poi, si ha notizia di uno scontro tra le medesime

“ricercare”,tribù, i Voti e le forze della ‘repubblica’ di Novgorod giunte in loro soccorso. I Voti abitavano la

orderebbe con ilregione dell’Ingria (vd. nota precedente): anch’essi appartenevano alle popolazioni finniche. Un altro

mine Suomi cheattacco contro gli Yem è segnalato nel 1186. Nell’anno 1227 si ha notizia di una guerra intrapresa da

dal qualeNovgorod contro i medesimi Yem sconfitti l’anno successivo sul lago Ladoga; nel 1278 si riferisce di

p. 1380, nota 1).un attacco portato dai Russi ai Careli; per la Cronaca di Novgorod si è qui consultata la versione

on l’espressioneinglese: p. 3, p. 20, pp. 32-33, pp. 68-69 e p. 107 rispettivamente.

e scolio 119) 8 Vd. pp. 275-276.

landia: è tuttavia 9 Vd. TARKIAINEN 2008, p. 69.

o, appunto, come 10 STFM I, nr. 48, 11 settembre 1172 (o 1171), pp. 93-94.

11 In questo quadro si veda la lettera del Papa Innocenzo III che rivolgendosi a Erik Knutsson lo

riconosce come legittimo sovrano del Regno di Svezia e “della terra che [...] i tuoi predecessori

el fiume Neva, ehanno sottratto al dominio dei pagani” (“terram, quam [...] predecessores tui a paganorum manibus
) e la penisola extorserunt”), in STFM I, nr. 64, 4 aprile 1216, p. 131.

eigjuborg (russo 12 Vd. STRINNHOLM A.M., Svenska folkets historia från äldsta till närvarande tider, Stockholm

), figlia del re1834-1854, IV, p. 193, nota 468.

lla ebbe in dote i 13 Si trattava di un membro del capitolo di Uppsala, di origine inglese, nominato vescovo di

ll’Ingria (finnicoFinlandia nel 1220. Nel 1221 egli riceveva dal Papa Onorio III l’ordine di impedire che ai pagani che

fiume Neva e lavivevano nelle zone prossime alla sua diocesi venissero forniti prodotti alimentari e altre merci di cui

rà annessa alla avessero bisogno in modo da indebolirli per arginare i loro attacchi (STFM I, nr. 69, 13 gennaio

1221, p. 137). A lui si deve la decisione di trasferire la sede vescovile da Nousiainen (svedese

già nel 1042 il Nousis) a Koroinen (svedese Korois) nelle immediate vicinanze di Turku (Åbo); cfr. p. 276. Alla

tare nel territorio ribellione dei Tavasti e al loro ritorno al credo pagano si fa riferimento in una lettera del Papa

tra le medesime Gregorio IX (vd. p. 277 con nota 187). Thomas, ritiratosi dall’incarico nel 1245, morì poi a Visby

Voti abitavano la (Gotland) nel 1248.

inniche. Un altro 14 Questa notizia, riferita all’anno 1227, si trova in una copia pergamenacea della Cronaca di

erra intrapresa daNestore; vd. N. MICHAJLOWITSCH KARAMZIN, Geschichte des russischen Reiches von Karamzin, III,

278 si riferisce di Riga 1823, p. 204 e p. 320, nota 166.

ltata la versione 15 Cfr. nota 7 e p. 351, nota 93.

16 In particolare quelle condotte da Birger jarl nel 1238 e nel 1249. Si veda in proposito la

cronologia riportata alle pp. 276-277. Tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo si ha anche notizia

di ‘crociate’ danesi in Finlandia delle quali tuttavia non è chiaro l’esito, anche se da un documento

del 1209 (DD I: 4, nr. 161, 30 ottobre 1209, pp. 298-300) si deduce che in quell’anno il danese

Erik Knutsson loAndrea Sunesen (vd. pp. 333-334) doveva nominare un vescovo per la Finlandia. Del resto i Danesi

uoi predecessoriavrebbero tentato di imporre il proprio dominio sul Paese ancora agli inizi del XVI secolo fino a che

anorum manibusesso sarebbe stato definitivamente sottomesso alla Svezia. In questo contesto si vedano anche la
lettera di Papa Gregorio IX con l’invito ad assumere misure atte a proteggere i cristiani di Finlandia

, Stockholm(ma anche di Svezia) dalla minaccia rappresentata dalle tribù finniche ancora pagane (STFM I, nr. 78,

9 gennaio 1230, pp. 175-176 e nr. 79, stessa data, pp. 176-177) ma anche la promessa di Papa

nato vescovo diGiovanni XXII di accordare ai Norvegesi che fossero caduti in battaglia contro i Finni la medesima

che ai pagani cheindulgenza concessa ai Crociati in Terrasanta (DN VI: 1 nr. 106, 10 febbraio 1323, p. 111). Ancora

altre merci di cuinel 1378 il papa Urbano VI esortava i cristiani in quelle zone a resistere agli attacchi dei Russi

69, 13 gennaio (Ruteni) definiti infedeli e scismatici (STFM II, nr. 407, 13 dicembre 1378, pp. 447-448).

siainen (svedese 17 Situata presso la foce del fiume Aura (Aurajoki, svedese Aura å), in una zona che nel periodo

cfr. p. 276. Allavichingo risulta essere un importante snodo commerciale, come del resto l’area circostante Viipuri

lettera del Papa(Viborg), Turku (Åbo) era divenuta nel 1229 sede episcopale finlandese (vd. p. 276). Essa prese

morì poi a Visbydunque a svilupparsi ulteriormente per diventare anche un importante centro religioso e di cultura.

18 Cfr. p. 277 (anno 1293). Al reggente Torgils Knutsson si deve la definitiva annessione della

della Cronaca di Carelia occidentale ai territori finlandesi sottoposti a giurisdizione svedese.

, III, 19 In questa località sorgeva, almeno fin dalla prima metà del XII secolo, una importante fortezza

(finnico Käkisalmen linna, svedese Kexholms slott, russo Крепость Корела) attorno alla quale si

sviluppò in seguito il centro abitato.

in proposito la 20 Vd. p. 378 con nota 206.

ha anche notizia 21 Questo conflitto ebbe inizio nel 1495 con un attacco dei Russi che posero l’assedio alla

da un documentofortezza svedese di Viborg. La tradizione (per altro piuttosto enfatizzata) vuole che il difensore Knut

l’anno il danesePosse (ca.1440-1500) mettesse in fuga i soldati russi facendo saltare in aria una delle torri del muro

el resto i Danesi di cinta: la cosiddetta “esplosione di Viborg” (Viborgska smällen). L’anno successivo i Russi

secolo fino a cheimperversarono in Häme (Tavastland) ma gli Svedesi appoggiandosi alla fortificazione di Olofsborg

vedano anche la (cfr. nota 26) poterono respingere le aggressioni, a loro volta attaccando e conquistando la fortezza
iani di Finlandiarussa di Ivangorod presso Narva, un’impresa cui prese parte Svante Nilsson (ca.1460-1511 o 1512),

I, nr. 78,reggente di Svezia dal 1504.

omessa di Papa 22 Questa informazione su Bengt (Benedictus) è contenuta in una Cronologia svedese

nni la medesima(Chronologia svecica), vd. SSRSMAE I: I, p. 41. Tra la metà del XIV secolo e la fine del medioevo i

p. 111). Ancora territori finlandesi sottoposti alla Corona svedese ricaddero sotto la denominazione Österland, cioè

tacchi dei Russi“Terra a oriente”. Le province che costituivano l’Österland erano: Finlandia propriamente detta

(finnico Varsinais-Suomi, svedese Egentliga Finland), Uusimaa (Nyland), Häme (Tavastland),

che nel periodo Satakunta (Satakunda), Savo (Savolax) e Carelia occidentale, oltre, naturalmente, alle isole Åland. Le

rcostante Viipuriprovince di Ostrobotnia e Lapponia (finnico Lappi, svedese Lappland) verranno istituite

276). Essa presesuccessivamente.

23 Nel 1352 la Legge generale di Magnus Eriksson promulgata in Svezia nel 1350 (cfr. pp. 354-

annessione della355) entrava in vigore anche nei territori finlandesi.

24 Decreto emesso nel 1362 da Håkon Magnusson, re di Norvegia, nominato in quello stesso anno

portante fortezzaanche sovrano di Svezia; vd. DS VIII: 1, nr. 6584, 15 febbraio 1362, pp. 160-161.

rno alla quale si 25 Una significativa immigrazione si constata del resto già dagli ultimi decenni del XII secolo.

26 Si pensi a quelli di Rasaborg/Raseborg (finnico Raaseporin linna) in Uusimaa (Nyland) e di

Korsholm (finnico Korsholman linna) in Ostrobotnia fatti costruire da Bo Jonsson Grip (di cui poco

ro l’assedio allaoltre) il quale fece anche completare quello di Kastelholm (finnico Kastelholma) nelle Åland. Nel

l difensore Knut1475 il nobile danese e reggente di Svezia Erik Axelsson Tott (ca.1419-1481), che tra il 1457 e il

le torri del muro1481 ebbe in feudo i castelli di Viborg e Tavastehus, fece iniziare la costruzione della fortezza di

ccessivo i RussiOlofsborg (finnico Olavinlinna) nella regione di Savo; essa fu eretta in un territorio che secondo i

one di OlofsborgRussi stava oltre la linea di confine stabilita nel trattato di Nöteborg.

tando la fortezza 27 Vd. p. 358.


0-1511 o 1512), 28 Vd. p. 359, nota 129.

29 Vd. 7.1.1.

nologia svedese 30 Nel 1411 il re Erik di Pomerania ribadiva l’autorità della Corona sui terreni della colonia (DS

e del medioevo i2: 1: 2, nr. 1375, 16 gennaio 1411, p. 350 e nr. 1470, 2 settembre 1411, pp. 422-423). Nel 1435

, cioè venivano istituiti i due distretti amministrativi di Norrfinne e Söderfinne, separati dal confine naturale

opriamente dettacostituito dal fiume Aura. Il primo comprendeva le province di Satakunta, Åland, la parte nord-

), occidentale della Finlandia propriamente detta e i territori dell’Ostrobotnia; al secondo

e isole Åland. Le appartenevano Uusimaa (Nyland), Häme (Tavastland), Savo (Savolax), la Carelia occidentale e la

erranno istituiteparte sudorientale della Finlandia propriamente detta (vd. Registrum ecclesiæ Aboensis eller Åbo

domkyrkas svartbok, med tillägg ur Skoklosters codex Aboensis, i tryck utgifven af Finlands

50 (cfr. pp. 354-statsarkiv genom R. HAUSEN, Helsingfors 1890, nr. 456).

31 Vd. p. 438 nota 7.

uello stesso anno 32 Vd. NIITEMAA 1961, col. 200.

33 Vd. p. 441 e p. 444.

34 Progettata come punto di snodo per i commerci (allo scopo di spezzare la supremazia

) e didell’Ansa) la città sorse nei pressi di una cascata alla foce del fiume Vanda (Vantaanjoki, svedese

Grip (di cui pocoVanda å): il nome svedese (Helsingfors) si rifà infatti a Helsinge (la parrocchia cui questa località

nelle Åland. Nelapparteneva e fors “cascata”). Per popolarla e incrementarne lo sviluppo nella direzione desiderata il

e tra il 1457 e il re stabilì che i mercanti si dovessero trasferire in quel luogo. Ma la città ebbe una crescita lenta,

della fortezza dianche a motivo del fatto che una volta consolidata la supremazia svedese sul Mar Baltico la sua

io che secondo i stessa ragion d’essere venne meno. Nel 1640 per iniziativa del governatore della Finlandia Per Brahe

(di cui più avanti) essa fu spostata nel luogo noto come Kruununhaka (svedese Kronohagen) che si

trova nell’attuale centro della città mentre il vecchio insediamento (ora parte del grande nucleo
urbano di Helsinki) fu abbandonato. Helsinki sarebbe stata dichiarata capitale nel 1812 dallo zar

Alessandro I, ma solo nel 1841 il numero dei suoi abitanti avrebbe superato quello di Turku (Åbo).

DS Vd. KUISMA M., Helsinge sockens historia. 2. Från tillkomsten av den gamla Helsingfors till Stora

-423). Nel 1435ofreden 1550-1713, Vanda 1992.

confine naturale 35 Lo status di città che Turku (Åbo) aveva ottenuto almeno dal 1309 fu concesso a Porvoo

d, la parte nord-(Borgå) nel 1346, a Ulvila (Ulvsby) nel 1364, a Viipuri (Viborg) nel 1403, a Rauma (Raumo) nel

ia; al secondo1442 e a Naantali (Nådendal) nel 1443. I privilegi di città di Ulvila passeranno tuttavia in seguito

occidentale e la(1568) a Pori (svedese Björneborg, in Satakunta), quando essa accoglierà i cittadini di Ulvila che,

oensis eller Åbo costretti a trasferirsi a Helsinki (vd. nota precedente), otterranno di tornare nella loro regione.

ven af Finlands 36 Nel 1542 veniva aperta a Ojamo (nel comune di Lojo in Uusimaa) la prima miniera di ferro in

territorio finlandese (vd. KGFR XIV, 5 settembre 1542, pp. 223-225). Del 1547 è una lettera di

Gustavo Vasa nella quale egli auspicava l’occupazione e la colonizzazione di nuovi territori in

direzione del confine russo (Handlingar till upplysning af Finlands Häfder, utgifna af A.I.

ARWIDSSON, Andra Delen, Stockholm 1848, nr. 177, 7 febbraio 1547, pp. 256-258).

e la supremazia 37 Vd. 8.2.4. In seguito all’introduzione della riforma sarà chiuso (1584) l’importante convento di

, svedeseNaantali (Nådendal).

ui questa località 38 Vd. p. 531, nota 4. Nel 1478 la ‘repubblica’ di Novgorod aveva dovuto sottomettersi

one desiderata il all’autorità di Mosca, perdendo la propria indipendenza. Ma l’interesse per le regioni finlandesi non

na crescita lenta, venne meno e gli scontri con i Russi continuarono.

ar Baltico la sua 39 Cfr. p. 556. Nel 1556 il figlio di Gustavo Vasa, Giovanni, era stato nominato duca di Finlandia

landia Per Brahee aveva stabilito la propria residenza a Turku (Åbo). Dopo la morte del padre egli fu fatto prigioniero

) che si(1563) ma una volta divenuto re elevò la Finlandia a granducato (autonominandosi granduca) e

l grande nucleoconcesse molti privilegi alla nobiltà.


l 1812 dallo zar 40 Vd. pp. 557-558.

). 41 Vd. pp. 559-560.

ingfors till Stora 42 Una seconda verrà istituita a Vaasa nel 1776.

43 La prima carta geografica della Finlandia è compresa nella grande carta del Nord realizzata nel

ncesso a Porvoo1626 da Andrea Bureus (cfr. p. 669 con nota 621). Successivamente nel secondo volume

) nel(Geographiæ Blavianæ volumen secvndvm) dell’Atlas Maior del cartografo olandese Joan Blaeu

ttavia in seguito(1596-1673) fu pubblicata una carta della Finlandia basata sul lavoro di Bureus.

ni di Ulvila che, 44 Egli era nipote di Per Brahe il Vecchio (den äldre), a sua volta nipote e consigliere di Gustavo

Vasa (vd. p. 470, nota 31 e p. 654 con nota 567), ed è quindi noto come Per Brahe il giovane (den

iniera di ferro inyngre). Su di lui vd. PETERSSON E., Vicekungen. En biografi över Per Brahe den yngre, Stockholm

è una lettera di2009.

uovi territori in 45 Si ricordi qui che la prima traduzione della Bibbia in finnico comparve nel 1642 (anno in cui fu

utgifna af A.I.anche aperta la prima libreria a Åbo), la seconda nel 1685 (vd. p. 515, nota 179). Questi testi sono di

fondamentale importanza per la lingua finnica. Si ricordi qui anche che la legislazione ecclesiastica

ante convento dipromulgata nel 1686 (Kyrkio=Lag och Ordning, vd. p. 569, nota 172) prevedeva che i pastori che

operavano in Finlandia dovessero conoscere la lingua locale.

uto sottomettersi 46 Ma i primi francobolli saranno emessi in Finlandia solo nel 1856. Nel 1890 la decisione di

ni finlandesi nonsottoporre il servizio postale finlandese al controllo del Ministero degli interni russo costituirà un

primo passo nella politica di ‘russificazione’ del Paese: vd. oltre pp. 1366-1367.

duca di Finlandia 47 Esse sono Savonlinna (svedese Nyslott, 1639) e Ristiina (svedese Kristina, 1640) in Savo,

fatto prigioniero Raahe (svedese Brahestad, “città di Brahe”, 1640) e Kristiinankaupunki (svedese Kristinestad, “città

dosi granduca) e di Cristina”, 1640) in Österbotten; Hämeenlinna (svedese Tavastehus, 1639) in Häme; Kajaani

(svedese Kajana, 1651) in Kainuu (svedese Kajanaland); Hamina (svedese Fredrikshamn, 1653,
sorta tuttavia con il nome di Veckelax Nystad che avrebbe mantenuto fino al 1723; cfr. nota 52) in

Kymenlaakso (svedese Kymmenedalen); Lappeenranta (svedese Villmanstrand, 1640) in Carelia. In

quest’ultima regione fu fondata nel 1653 anche Brahea (nei pressi dell’attuale Lieksa) che tuttavia

ord realizzata nelpresto decadde.

secondo volume 48 Vd. pp. 675-682.

dese Joan Blaeu 49 Per la precisione il termine finnico significa “grande odio”. L’espressione, di non facile resa in

italiano, indica il lungo periodo caratterizzato da disordine, insicurezza e soprusi determinati dalla

gliere di Gustavo presenza delle truppe russe sul territorio finlandese.

den 50 Vd. pp. 699-700. Il periodo segnato da questa guerra è ricordato in Finlandia come “piccolo

, Stockholm caos” (finnico pikkuviha, svedese lilla ofreden); cfr. nota precedente.

51 L’opera fu realizzata da Augustin Ehrensvärd (1710-1772) militare e architetto.

2 (anno in cui fu 52 In realtà essa inizialmente aveva avuto nome Degerby, ma nel 1752 esso fu cambiato per

esti testi sono dionorare la regina Luisa (Lovisa) Ulrica, moglie di Adolfo Federico, allo stesso modo in cui, in

one ecclesiasticaprecedenza, Veckelax Nystad era stata ribattezzata Fredrikshamn “porto di Federico”, in onore del re

che i pastori cheFederico I (cfr. nota 47).

53 Vd. TARKIAINEN 2008, pp. 259-261. Il cambiamento è significativo in quanto la definizione di

0 la decisione di“Terra a oriente” (Österland) sottolinea chiaramente come il ‘centro di gravità’ del potere si trovasse

sso costituirà unin Svezia, rispetto alla quale si indicava semplicemente la posizione geografica di una colonia,

mentre con “Terra dei Finni” (Finland) si riconosceva al territorio una identità specifica.

1640) in Savo, 54 Non si dimentichi che uno dei più eminenti illuministi nordici, Anders Chydenius, era

, “cittàfinlandese (vd. p. 711 con nota 141, p. 750 e p. 776).

Häme; Kajaani 55 Vd. p. 709 con nota 132.

, 1653, 56 Sul goticismo si rimanda alle pp. 577-584.


; cfr. nota 52) in 57 A lui si deve, tra l’altro, anche il Tentativo di un dizionario finnico (Suomalaisen sana-lugun

0) in Carelia. Incoetus [...] – Fennici lexici tentamen [...] – Finsk orda-boks försök), 1745.

ksa) che tuttavia 58 Nell’ambito del quale si ricorda la celebre battaglia navale nella baia di Viborg (3 luglio 1790,

secondo il calendario svedese, 3 giugno secondo quello giuliano; sul che cfr. p. 676, nota 5).

59 Vd. p. 705 con note 115-116.

non facile resa in 60 Vd. pp. 705-706.

determinati dalla 61 Vd. pp. 866-868.

62 Una serie di importanti documenti relativi alla Finlandia nel XIX secolo è raccolta (in

a come “piccolotraduzione francese) in La Constitution du Grand-Duché de Finlande – Recueil des lois

fondamentales et autres actes officiels qui déterminent ou éclaircissent la situation politique du

grand-duché avec un aperçu du développement historique du droit public de la Finlande et un

fu cambiato percommentaire aux lois fondamentales de 1772 et de 1789, Paris 1900 (senza indicazione di autore).

modo in cui, in 63 Brillante esponente dell’alta aristocrazia finlandese, egli aveva presto avuto accesso alla corte

”, in onore del redi Gustavo III. Perduto e riconquistato il favore del re lo seguì in un viaggio in Italia. Uomo di

mondo ma anche di cultura, fu incaricato dal sovrano di prendersi cura del figlio Gustavo Adolfo. Ma

la definizione didopo la morte del re si allontanò dalla corte a causa dell’ostilità del reggente, il duca Carlo;

potere si trovassecondannato a morte nel 1794 per il tentativo di rovesciare il potente consigliere Reuterholm (cfr. p.

di una colonia,865), fu poi costretto a cercare riparo in Russia. Poté tornare in Svezia solo dopo l’ascesa al trono di

Gustavo IV Adolfo, ma dopo gli eventi del 1809 si risolse infine a mettersi al servizio dello zar

Chydenius, era adoperandosi molto per salvaguardare la posizione della Finlandia, suo Paese natale, che per questo

lo annovera tra i suoi più stimati statisti. Vd. RAMEL S., Gustaf Mauritz Armfelt 1757-1814.

Dödsdömd kungagunstling i Sverige, ärad statsgrundare i Finland, Stockholm 2012.

64 Due sono tuttavia, come detto, le eccezioni: Georg Magnus Sprengtporten, che sarà in carica
aisen sana-luguntra il 1808 e il 1809 e Gustaf Mauritz Armfelt nel 1813. Ma entrambi avevano dichiarato la loro

fedeltà alla ‘nuova patria’ russa.

g (3 luglio 1790, 65 Vd. nota 45.

66 Vd. pp. 769-770.

67 Vd. pp. 1398-1400 con note 88, 89, 93, 94.

68 Imparentato con Anders Chydenius, Jacob Tengström è ricordato anche come autore dei primi

libri per bambini scritti (tuttavia in lingua svedese) in Finlandia: Esercizio di lettura per i miei

o è raccolta (inbambini (Läse=Öfning för Mina Barn, 1795) e Passatempo per i miei bambini (Tidsfördrif för Mina

ecueil des loisBarn, 1799). È figura di grande rilievo nel mondo culturale finlandese dell’epoca.

ion politique du 69 Kyrkolag för den evangelisk-lutherska kyrkan i Finland av Finlands ständer vid lantdagen år

Finlande et un1867 antagen: den 9 december 1868 stadfäst och given i Helsingfors den 6 december 1869, jämte

ändringar intill den 23 januari 1925, utarb. av Y. LOIMARANTA, Helsingfors 1926.

ccesso alla corte 70 Si deve tuttavia segnalare qui almeno l’apertura (1820) di un’officina per la produzione di

Italia. Uomo di macchinari tessili (poi divenuta un cotonificio) a Tampere (svedese Tammerfors, in Satakunta) da

tavo Adolfo. Maparte dello scozzese James Finlayson (1772-1852), considerato il pioniere dell’industrializzazione in

, il duca Carlo;Finlandia.

uterholm (cfr. p. 71 Una guerra che non mancò di toccare anche la Finlandia: nel 1854 infatti le forze anglo-

scesa al trono difrancesi bombardarono la fortezza di Bomarsund (finnico Bomarsundin linnoitus) nelle Åland, l’anno

ervizio dello zarsuccessivo quella di Suomenlinna (Sveaborg). Al termine del conflitto (1856) i Russi dovranno

e, che per questosottoscrivere l’impegno a non fortificare le Åland.

mfelt 1757-1814. 72 Altri centri sorti nell’Ottocento sono Kemi in Lapponia (1869) e Kotka (1879) in Kymenlaakso

(Kymmenedalen).

he sarà in carica 73 A lui il popolo finlandese eresse un monumento nel cuore della capitale, opera realizzata da
ichiarato la loroWalter Runeberg (1838-1920), figlio del celebre scrittore Johan Ludvig (vd. p. 1377).

74 Suomen suuriruhtinanmaan asetus-kokoelma 1899 nr. 3 / Storfurstendömet Finlands

Författnings-Samling. Nr. 3, 1899.

75 Vd. KURTÉN LINDBERG B., “Finlands kamp mot tsarväldet”, in PH 1999: 1, pp. 20-25.

76 Questa data è stata scelta come giorno della festa nazionale finlandese.

autore dei primi 77 Vd. PAAVOLAINEN J., Röd och vit terror. Finlands tragedi, Stockholm 1986.

ttura per i miei 78 L’attuale costituzione della Repubblica di Finlandia approvata l’11 giugno 1999, è entrata in

sfördrif för Minavigore il 1 marzo 2000. Versione in lingua finnica Suomen perustuslaki:

http://www.finlex.fi/fi/laki/ajantasa/1999/19990731; versione in lingua svedese: Finlands grundlag:

vid lantdagen år http://www.finlex.fi/sv/laki/ajantasa/1999/19990731.

mber 1869, jämte 79 Vd. p. 709, nota 136.

80 In quell’anno il parlamento finlandese venne riformato: non più un consesso dei quattro stati

la produzione dima un’assemblea unicamerale. In relazione a ciò fu approvata anche una riforma elettorale. Nelle

in Satakunta) da elezioni dell’anno successivo (che videro una notevole avanzata dei socialdemocratici) le prime

strializzazione indonne a essere elette furono Lucina Hagman (1853-1946), Alexandra Gripenberg (1857-1913) e

Hilja Pärssinen (1876-1935). Per le leggi finlandesi relative alla condizione delle donne si rimanda a

le forze anglo-BLOM – TRANBERG 1985 (C.12.3).

lle Åland, l’anno 81 Peace Treaty between the Republic of Finland and the Russian Socialist Federal Soviet

Russi dovranno Republic, Signed At Dorpat, October 14, 1920 (League of Nations – Treaty Series. 1921, nr. 65).

82 Durante le trattative che avevano portato all’accordo di pace del 1809 la Svezia aveva chiesto

in Kymenlaakso che questo arcipelago continuasse a far parte del suo territorio ma la Russia non aveva voluto

accogliere questa richiesta. Nel 1918, nel corso della guerra civile, gli Svedesi avevano inviato delle

era realizzata danavi militari per provvedere all’evacuazione di coloro che chiedevano di essere trasferiti in Svezia.
Per questo intervento essi si trovarono coinvolti in una difficile mediazione fra le forze russe e quelle

dömet Finlandsfinlandesi presenti sul territorio dove poi giunsero anche le truppe tedesche chiamate dal governo dei

“bianchi”. Quando la decisione sulle Åland fu rimessa alla Società delle Nazioni venne stabilito che

le isole restassero alla Finlandia ma che potessero godere di una notevole autonomia (che sarebbe

stata nuovamente regolamentata nel 1951). Nel 1954 esse otterranno, dopo diversi tentativi, una

bandiera propria (una croce rossa all’interno di una croce gialla più grande in campo blu; vd.

999, è entrata inENGBLOM CHR. – ENGBLOM L-Å., “Åland flaggar för fred”, in FFF, pp. 86-87). Nel 1970 entreranno a

:far parte del Consiglio Nordico; nel 1988 l’organismo di gestione della loro autonomia assumerà

nlands grundlag:carattere parlamentare. Sulla base dell’esito positivo di un referendum popolare tenuto il 20

novembre 1994 le isole Åland sono entrate a far parte della Comunità europea insieme alla Finlandia.

La citta capoluogo, Mariehamn (finnico Maarianhamina) “Porto di Maria” prende nome da Marija

dei quattro statiAleksandrovna (Мария Александровна, 1824-1880), moglie dello zar Alessandro II, ed è stata

elettorale. Nelle fondata nel 1861. Per una valutazione complessiva della situazione delle isole (anche nel contesto

cratici) le prime europeo) si rimanda a JOENNIEMI P., “The Åland Islands Issue”, in NP, pp. 88-104.

g (1857-1913) e 83 Il nome del movimento fa riferimento al distretto di Lappo in Ostrobotnia nel quale esso aveva

nne si rimanda aavuto origine.

84 Dopo esperimenti cominciati nel 1917 le prime trasmissioni radio furono effettuate nel 1923,

Federal Soviet anche se la data ufficiale di inizio di questo servizio è considerata il 9 settembre 1926. Dopo qualche

messa in onda di prova (a partire dal 1950) le trasmissioni della televisione finlandese prenderanno

zia aveva chiesto l’avvio nel 1958.

on aveva voluto 85 Vd. p. 1133.

ano inviato delle 86 Vd. p. 1133, nota 73.

sferiti in Svezia. 87 Testo consultabile in rete: http://heninen.net/sopimus/1944_e.htm.


ze russe e quelle 88 Vd. SANDSTRÖM A., Fortsättningskriget. 1941-1944, Örebro 1991. I trattati di Parigi si trovano

dal governo dei su: http://www.austlii.edu.au/au/other/dfat/treaties/1948/2.html.

nne stabilito che 89 Vd. 14.2.

mia (che sarebbe 90 All’interno del Partito comunista finlandese (Suomen Kommunistinen Puolue) tuttavia una

rsi tentativi, unanetta separazione dai filorussi avverrà solo nel 1985.

campo blu; vd. 91 Kalewala taikka Wanhoja Karjalan Runoja. Una edizione riveduta uscirà nel 1849.

970 entreranno a 92 Vd. pp. 513-515; p. 515, nota 179 e p. 575 con nota 210 rispettivamente.

nomia assumerà 93 Vd. p. 807 con nota 546. Per la verità in precedenza (1775-1776) l’ecclesiastico Anders

re tenuto il 20Lizelius (finnico Antti Lizelius, 1708-1795) aveva dato alle stampe un Giornale di informazione in

me alla Finlandia. lingua finnica (Suomenkieliset Tieto-Sanomat), con il quale intendeva diffondere notizie utili e

nome da Marijaconsigli pratici; egli tra l’altro si adoperò per la diffusione della coltivazione delle patate (cfr. i

o II, ed è stata cosiddetti ‘preti delle patate’ di cui a p. 717, nota 171).

che nel contesto 94 A lui si devono anche i versi dell’inno nazionale, scritti come introduzione alla celebre opera

Leggende del sottotenente Stål (vd. p. 867, nota 27), redatta originariamente in lingua svedese ma

quale esso aveva tradotta in finnico nel 1867. Esso ha per titolo La nostra terra (svedese Vårt land, finnico Maamme).

La musica si deve al compositore tedesco Friedrich Pacius (1809-1891), vissuto a lungo in Finlandia

ettuate nel 1923,dove morì.

6. Dopo qualche 95 Sulla storia di questa istituzione vd. RENVALL R.A., “Helsingfors universitet”, in Några

ese prenderanno anteckningar till de nordiska universitetens historia under de sista femtio åren, in NTVKI 1878, pp.

708-716.

96 Il termine Suometar indica la patria finlandese immaginata (secondo un uso comune presso

molti popoli) come una figura femminile (cfr. p. 701, nota 103 e p. 823, nota 646). Qui il termine fa

preciso riferimento a una fanciulla, il che vuole alludere alla ‘giovane età’ del Paese in quanto tale.
Parigi si trovano 97 A Suometar seguiva nel 1869 Nuovo Suometar (Uusi Suometar) e nel 1919 Nuova Finlandia

(Uusi Suomi) pubblicato fino al 1991 e dal 2007 come giornale online. Si tratta di una pubblicazione

di tendenza conservatrice. Al concorrente Quotidiano, chiuso dalle autorità russe nel 1904, seguiva

) tuttavia unanel 1905 Le informazioni di Helsinki (Helsingin Sanomat), tuttora il più diffuso giornale di Finlandia.

98 Vd. p. 1171 con nota 200. Oltre a Ultra, ivi citata, anche la “rivista per la nuova generazione”

Quosego. Tidskrift för ny generation [sic], pubblicata in quattro numeri tra il 1928 e il 1929

rappresentò un momento di svolta. Tra i suoi redattori, oltre a Diktonius, altri poeti modernisti finno-

esiastico Anderssvedesi come Gunnar Björling (1887-1960), Hagar Olsson (1893-1978; cfr. p. 1063), Rabbe Enckell

informazione in (1903-1974), Henry Parland (1908-1930).

e notizie utili e 99 Göran era figlio di Runar Schildt (1888-1925), anche’egli scrittore, soprattutto di novelle.

lle patate (cfr. i 100 Cfr. p. 477, nota 55.

101 Molto famoso è il suo romanzo Milite ignoto (Tuntematon sotilas) del 1954.

lla celebre opera 102 Tra i quali si possono ricordare ancora i prosatori Veijo Meri (n. 1928), Hannu Salama (n.

ngua svedese ma1936), Antti Tuuri (n. 1944) e Kari Hotakainen (n. 1957).

). 103 Con lei va ricordata anche Helena Arnell (1697-1751).

ngo in Finlandia 104 Vd. p. 849. Michael Toppelius era il nonno paterno dello scrittore Zacharias Topelius sopra

menzionato.

Några 105 Cfr. nota 73.

1878, pp. 106 Figlio di Eliel Saarinen è Eero (1910-1961) anch’egli noto architetto.

107 Vd. pp. 157-161 con note relative.

o comune presso 108 Questo documento fa parte dei cosiddetti ‘manoscritti su corteccia di betulla’ (Берестяные

Qui il termine faграмоты) ritrovati in gran numero soprattutto nella zona di Novgorod in Russia. Esso (nr. 292) è

conservato nel Parco-museo statale unificato di Novgorod (Новгородский государственный


Nuova Finlandiaобъединенный музей-заповедник). Il testo del documento, nella cui interpretazione gli studiosi non

na pubblicazionesono del tutto concordi, fa riferimento a una ‘freccia di Dio’ e al suo ‘giudizio’.

el 1904, seguiva 109 Vd. pp. 514-515.

ale di Finlandia. 110 Tra i primi i nomi di maggior rilievo sono quelli di Gustaf Renvall (1781-1841), docente di

ova generazione”finnico all’Accademia di Åbo; di Reinhold von Becker (1788-1858) che nel 1824 pubblicò la prima

1928 e il 1929 Grammatica finnica (Finsk grammatik); di Andreas Johan Sjögren (1794-1855) anche etnologo. Fra i

modernisti finno- secondi quelli di Zacharias Topelius (1781-1831), padre del più celebre omonimo poeta (sopra citato)

), Rabbe Enckelle di Jacob Judén (Jaakko Heikinpoika, 1781-1855).

111 Nello stesso anno egli avviava la pubblicazione del settimanale Saima (nome svedese del lago

più grande della Finlandia, finnico Saimaa) in lingua svedese, che avrebbe esercitato un importante

influsso sulla vita culturale e politica del Paese.

112 Vd. MEURMAN A., Huru finska språket blef officielt, Helsingfors 1893.

annu Salama (n. 113 Questa proposta risale al poeta Zacharias Topelius.

114 Vd. ENGBLOM CHR. – ENGBLOM L-Å., “Finlands frihet – röd eller vit?”, in FFF, pp. 78-79 e

KLINGE M., Finlands blåvita färger, Helsingfors 1988.

s Topelius sopra

Берестяные

Esso (nr. 292) è

сударственный
объединенный музей-заповедник). Il testo del documento, nella cui interpretazione gli studiosi non

sono del tutto concordi, fa riferimento a una ‘freccia di Dio’ e al suo ‘giudizio’.

109 Vd. pp. 514-515.

110 Tra i primi i nomi di maggior rilievo sono quelli di Gustaf Renvall (1781-1841), docente di

finnico all’Accademia di Åbo; di Reinhold von Becker (1788-1858) che nel 1824 pubblicò la prima

Grammatica finnica (Finsk grammatik); di Andreas Johan Sjögren (1794-1855) anche etnologo. Fra i

secondi quelli di Zacharias Topelius (1781-1831), padre del più celebre omonimo poeta (sopra citato)

e di Jacob Judén (Jaakko Heikinpoika, 1781-1855).

111 Nello stesso anno egli avviava la pubblicazione del settimanale Saima (nome svedese del lago

più grande della Finlandia, finnico Saimaa) in lingua svedese, che avrebbe esercitato un importante

influsso sulla vita culturale e politica del Paese.

112 Vd. MEURMAN A., Huru finska språket blef officielt, Helsingfors 1893.

113 Questa proposta risale al poeta Zacharias Topelius.

114 Vd. ENGBLOM CHR. – ENGBLOM L-Å., “Finlands frihet – röd eller vit?”, in FFF, pp. 78-79 e

KLINGE M., Finlands blåvita färger, Helsingfors 1988.


APPENDICE 2

Storia, cultura e società dei Sami

La popolazione dei Sami (impropriamente detti anche Lapponi, definizione loro

sgradita)1 ha da lunghissimo tempo vissuto nelle regioni più settentrionali del continente

europeo, dal nordovest norvegese attraverso la Svezia e la Finlandia fino alla penisola di

Kola. Resta tuttavia difficile determinare con certezza da quanto tempo essi siano stanziati in

quei territori, dal momento che più si ritorna indietro nel tempo più risulta problematico

stabilire se i reperti archeologici ivi ritrovati siano da attribuire alla loro cultura o a quella

che altrove abbiamo chiamato ‘scandinava’ o ‘nordica’.2 È tuttavia probabile che questa

popolazione (che dovrebbe essere di razza europea) sia giunta nel Nord da regioni sud-

orientali. Ma la storia dei Sami può essere indagata archeologicamente con sufficiente

certezza solo dal terzo millennio a.C., vale a dire dal neolitico recente.3 È certo comunque

che essi hanno a lungo abitato in un’area ben più estesa dell’attuale, che ancora alla fine del

primo millennio d.C. comprendeva tutta la Norvegia più gran parte della Svezia, esclusa

(grosso modo) l’area meridionale a sud della regione di Svealand, più la quasi totalità della

Finlandia, esclusa l’area sud-occidentale delimitata, da un lato, da una linea immaginaria tra

Korsnäs (a sud di Vaasa) e Helsinki e, dall’altro, dalle coste del Mar Baltico, più l’intera

penisola di Kola e una estesa porzione delle regioni russe prospicienti la Finlandia fino al

Mar Bianco.4 In gran parte di queste zone essi vivevano fianco a fianco con le altre

popolazioni (nordiche e finniche).

Le prime fonti scritte che possediamo a riguardo dei Sami ci vengono da Tacito che li
chiama Finni (Fenni)5 e li descrive come uomini primitivi che vivevano in uno stato di

povertà quasi animalesca, non possedevano armi, né cavalli, né case; si nutrivano di erbe, si

efinizione lorovestivano di pelli e dormivano per terra. Essi, aggiunge, avevano fiducia solo nei loro archi,

del continentele cui frecce avevano la punta di osso. Il loro sostentamento veniva dalla caccia e tutti loro,

alla penisola di tanto i bambini quanto i giovani quanto i vecchi, non avevano se non modesti ripari dalle

ano stanziati inintemperie o dagli animali selvatici. Tacito concludeva affermando che, sicuri nei confronti

a problematicodegli uomini come degli dèi, essi avevano conseguito la cosa più difficile, cioè non aver

ltura o a quellabisogno di sperare in nulla.6 Successivamente li troviamo citati in Tolomeo come Φίννοι7 e

bile che questa in Procopio che menziona i “Finni sciatori” (Σχϱιθίϕινοι) attribuendo loro (al modo di

da regioni sud-Tacito) abitudini quasi animalesche e sostenendo che le donne non allattavano i figli bensì li

con sufficientenutrivano soltanto col midollo degli animali uccisi durante la caccia.8 La denominazione

erto comunque“Finni sciatori” si ritrova in Giordane (Screrefennae);9 di Scritobini parla anche Paolo

ora alla fine delDiacono il quale allude all’utilizzo delle renne, al sole di mezzanotte e al buio invernale.10

Svezia, esclusa Dei Sami riferisce inoltre il resoconto di Óttar risalente al IX secolo,11 il quale parla tra

si totalità dellal’altro dell’uso di renne addomesticate come animali da richiamo per la caccia e aggiunge

mmaginaria trache essi non praticavano l’agricoltura.12 Nelle saghe islandesi i Sami vengono detti Finnar e

co, più l’intera di loro si evidenzia in primo luogo l’abilità magica.13 Adamo da Brema che li chiama

nlandia fino alScritefingi (Scritefini/Scrithefinni) sottolinea la loro velocità nei movimenti, superiore a

o con le altre quella degli animali selvatici (“quos aiunt cursu feras preterire”),14 mentre Sassone

grammatico loda la loro perizia nell’uso delle armi da lancio, informa dell’abitudine a

a Tacito che li spostarsi sugli sci, del semi-nomadismo e allude al ricorso alla magia.15 Alla consuetudine di
n uno stato ditrasferirsi di luogo in luogo fa riferimento anche l’ignoto autore della Historia Norwegie, che

vano di erbe, sidescrive la vita semi-nomade dei Sami e la loro bravura di cacciatori, ma soprattutto ancora

o nei loro archi,una volta sottolinea l’uso della magia.16 Una fonte di primaria importanza è poi costituita

ccia e tutti loro,dall’opera di Olaus Magnus,17 senza dimenticare, successivamente, tutta la letteratura che si

esti ripari dalleè citata in precedenza.18

ri nei confronti Sappiamo che in età preistorica i Sami erano cacciatori e raccoglitori che facevano uso di

cioè non averstrumenti di quarzo e poi di scisto19 e basavano la propria economia sulla cattura di prede

eanimali, in particolare la renna, che cominciò fin da tempi remoti a essere addomesticata

o (al modo di(anche se un allevamento intensivo di questi animali si avrà solo a partire dal XVII secolo).

o i figli bensì li Fin dall’età del ferro (nella quale sono testimoniati intensi scambi con i Nordici) la

denominazionesocietà sami risulta strutturata secondo un sistema che si riscontra ancora (almeno nelle zone

a anche Paolopiù settentrionali) nel XVI secolo: la base della società, gestita da un consiglio di anziani, era

10 la cosiddetta siida (sijdda, sijte),20 termine che indica un insieme di famiglie che condivideva

quale parla trale risorse di un determinato territorio (ma che va inteso anche come una comunità dal punto

cia e aggiunge di vista religioso). I Sami erano semi-nomadi: essi cambiavano sede a seconda delle stagioni;

ein inverno si rifugiavano in ‘villaggi’ che erano al contempo mercati e centri di culto, mentre

che li chiamain estate si spostavano nei luoghi più adatti alla caccia e alla pesca. Una distinzione niente

nti, superiore aaffatto irrilevante va fatta tra i Sami ‘di mare’ e quelli ‘di montagna’. La loro abitazione era

mentre Sassone una capanna di legno (goahti, gábma, gåetie) quasi sempre di forma grosso modo conica

dell’abitudine a(talvolta ricoperta di zolle e frasche, corteccia o stoffa) oppure una vera e propria tenda

consuetudine di sostenuta da pali e facilmente smontabile. Essa aveva una chiara suddivisione interna (al
, checentro sempre il focolare) legata anche a ragioni di carattere religioso (o a precisi tabù) e

prattutto ancora ciascuno (ivi comprese talune divinità) vi aveva il proprio posto.

è poi costituita I Sami seppellivano i loro morti il più delle volte all’interno di falde o fenditure rocciose

tteratura che si (ma anche sottoterra, sotto delle pietre o in una grotta), dopo che il cadavere era stato avvolto

in un ‘tessuto’ fatto di corteccia. Nella tomba venivano posti doni funebri per accompagnare

facevano uso diil defunto nell’aldilà.21 Il quale (ma non è chiaro in quale misura questo possa dipendere da

cattura di predeun influsso cristiano) era costituito sostanzialmente da due diversi luoghi. Il primo, una sorta

addomesticatadi ‘paradiso’, era Sáivu (Saivvo, Sájvva, Sáiva, Sávja, Saajve), un termine collegato all’idea

di freschezza e rigenerazione. Nel paesaggio che li circondava i Sami associavano a questa

n i Nordici) laidea i luoghi ‘benedetti’ (cui si attribuiva il medesimo nome), sicché vi erano molti di questi

meno nelle zone‘paradisi’ che di solito potevano trovarsi fra le montagne oppure sotto un lago a doppio

o di anziani, erafondo: lì i morti conducevano una vita ‘rigenerata’ simile a quella sulla terra e, tuttavia,

he condividevamigliore potendosi anche spostare dall’uno all’altro luogo. Gli animali che vi vivevano

unità dal punto(uccelli, pesci, renne) potevano rendere utili servigi agli uomini sulla terra. Un altro aldilà,

a delle stagioni;assai meno desiderabile (anzi temuto) che si collocava sottoterra era detto Jábmiid áibmu

di culto, mentre“Mondo dei morti”: esso era dominato dagli spiriti della malattia Rota (Rohttu) e sua moglie

stinzione nientee governato dalla “madre dei morti” Jábmiidáhkká (Jabmeakka, Jaemiehaahka):22 qui si

o abitazione era raccoglievano i morti malvivi. Questi due mondi dell’aldilà erano considerati paralleli a

o modo conicaquello degli uomini, degli animali, del cielo e del sottosuolo.

e propria tenda I Sami avevano un credo religioso di tipo animistico: ritenevano infatti che tutti gli

one interna (alelementi della natura fossero animati e ‘posseduti’ da spiriti benevoli o maligni che potevano
precisi tabù) eabitare nelle pietre, negli alberi, nelle acque, nelle montagne.23 Perciò era necessario

guadagnarsi il favore dei primi dal quale si pensava dipendesse un buon corso della vita. Tra

nditure rocciosequesti c’erano, a esempio, gli spiriti noti come Ulddat, il ‘piccolo popolo’ dall’aspetto

ra stato avvoltoumano, che solitamente dimorava nei massi e nei tumuli. Se rispettati e trattati bene costoro

accompagnarepotevano mostrarsi soccorrevoli, a esempio custodendo gli animali o proteggendo

sa dipendere da l’abitazione. Il paragone con gli elfi nordici appare, in questo caso, più che giustificato.24

rimo, una sortaProtettori delle piante e degli animali erano spiriti detti Haldek (Hálddit), tra i quali quello

llegato all’ideadell’orso. È certo che il credo dei Sami si basava su un rapporto ‘armoniosamente ecologico’

avano a questacon il mondo circostante.25

molti di questi Ma la religione dei Sami aveva sviluppato (forse per influsso esterno) anche l’immagine

lago a doppiodi divinità ‘superiori’. Che il dio supremo fosse Jupmele (Jubmel, Ipmel, Ibmil) pare

erra e, tuttavia,confermato dal fatto che dopo la conversione il suo nome fu utilizzato per indicare il Dio

he vi vivevanocristiano. Egli era signore del cosmo e in suo onore veniva innalzato un palo che

Un altro aldilà, simboleggiava l’asse del mondo e che, puntato sulla stella polare, sosteneva la volta del

Jábmiid áibmucielo. Questo dio è verosimilmente da identificare (come confermato anche da alcuni

) e sua mogliesciamani)26 con il ‘Padre che regna [su tutto l’universo]’ Radienattje (Radienačče,

qui siRaedieaehtjie, Raediegiedtie), il cui figlio Radien pardne (Radien kieddi, Raediegiedtie) ha

erati paralleli a da lui ricevuto la forza di creare tutte le cose. Quest’ultima figura tuttavia parrebbe

fortemente influenzata da modelli cristiani,27 come del resto mostrerebbe anche la prima

tti che tutti gliparte del nome, riconducibile a un prestito risalente all’ant. nordico ráða “governare”. Altri

ni che potevanodèi erano incarnazione, in primo luogo, di entità o fenomeni naturali. Tali erano Beæivve
era necessario(Beaivi, Bæivaš, Biejvve, Biejjie), il dio Sole (ma la parola significa anche “giorno”), il cui

o della vita. Traculto, collegato a riti di fertilità, era di primaria importanza (si ricordi qui quanto detto in

lo’ dall’aspettoproposito a riguardo dell’età del bronzo nordica).28 Secondo la mitologia sami le renne erano

ati bene costoro giunte sulla terra scendendo lungo i raggi del sole. I riti legati a questa divinità erano

o proteggendoassociati a particolari momenti dell’anno, a esempio il solstizio d’estate. Un’altra importante

24 divinità ‘astrale’ era la luna (come il sole considerata maschile): Mano (Mánnu, Manna),29 o

a i quali quelloanche Aske.30 Grandissima venerazione era riservata al “dio del cielo” Tiermes (Dierpmis,

ente ecologico’ Turat-uros, Aggja, Aijeke, Átjek, Horagalles, Hovrengaellies), che governava i lampi e i

tuoni, il vento e le condizioni atmosferiche, poteva uccidere gli esseri maligni ed era invocato

che l’immagineper la salute e il benessere: il suo simbolo è l’arco(baleno). Sui tamburi degli sciamani era

) pare raffigurato con un martello in una mano e un’ascia nell’altra. Il parallelo con il dio nordico

indicare il DioThor è, in questo caso, ben più che convincente.31 Altre divinità dei Sami erano strettamente

o un palo chelegate alla vita quotidiana e alle sue esigenze. Così Leaibealmmái (Leaibolmmái, Liejbålmaj,

va la volta del Liejpålmaj), “uomo del bosco di ontani” (alberi sacri), dio della caccia, invocato in primo

nche da alcuniluogo quando ci si accingeva alla cattura di un orso, poiché la sua protezione avrebbe evitato

Radienačče,di essere dilaniati dall’animale;32 Barbmo-akka (Bárbmoáhkká) che, aiutata dalla gru

) haGuorga, si preoccupava di richiamare gli uccelli migratori dalle lontane regioni meridionali

tavia parrebbesulle quali il sole risplendeva sempre; Biegga gales (Bieggaalmmái), signore del vento (un

anche la primaelemento, tra l’altro, di primaria importanza per la caccia alle renne), della pioggia e della

overnare”. Altrineve; Storjunkeren, che governava animali selvatici, pesci e uccelli;33 Čáhcealmmái

Beæivve(Tsjaetsieålmaj) e Guolleipmil, ai quali occorreva rivolgersi per una pesca fortunata nei laghi
giorno”), il cui e nei torrenti;34 Kirvaradien (Tjåervieraeie), dio della vegetazione cui ogni autunno si

quanto detto insacrificava una renna maschio del cui sangue veniva irrorato un albero con la punta

i le renne eranoconficcata nel terreno e le radici rivolte verso il cielo.

divinità erano Tra le divinità femminili la più importante era Mader-akka (Mader-akko, Máttaráhkká,

altra importanteMáhtáráhkká, Maadteraahkas), moglie di un dio supremo Mader-ačče, del quale, si dice,

osolo gli sciamani più esperti conoscono l’esistenza.35 Benché sottoposta al marito (situazione

Dierpmis,nella quale si riflette lo stato di subordinazione delle donne nella società sami) ella è la madre

va i lampi e i primordiale e come tale è coinvolta nella nascita di nuove creature. Si dice che quando

ed era invocatoRadien pardne (che ha ricevuto dal padre Radienattje la forza di dare vita a tutte le cose) crea

li sciamani eraun’anima, essa è data a Mader-ačče, il quale la riceve nel suo ventre e con essa compie un

n il dio nordicoitinerario attorno al sole, attraverso tutti i suoi raggi. Poi l’anima viene consegnata a Mader-

no strettamenteakka la quale ha il compito di fornirla di un corpo. Mader-akka ha tre figlie: Sarakka

Liejbålmaj,(Saaraahka, Sáhráhkká), Juksakka (Joeksaahka, Juksáhkká) e Uksakka (Uhksáhkká,

ocato in primo Oksaahka). La prima, divinità, grandemente venerata (soprattutto nelle aree meridionali), era

avrebbe evitato la protettrice delle donne e si occupava di loro durante il periodo mestruale e in occasione del

utata dalla gruparto: di lei si pensava che dimorasse presso il focolare. Ella aveva il compito di introdurre

oni meridionalil’embrione nell’utero della madre. I Sami ritenevano che originariamente tutti gli embrioni

e del vento (unfossero di sesso femminile, ma che per intervento di Juksakka (“dèa dell’arco”, quindi della

pioggia e della caccia, attività riservata agli uomini) potessero essere trasformati in maschi; a Juksakka era

Čáhcealmmáiriservata l’area sacra dietro al focolare detta boaššu. Uksakka infine dimorava presso la

tunata nei laghisoglia dell’abitazione allo scopo di proteggere coloro che si trovavano all’interno; ella
gni autunno siaiutava i genitori a prendersi cura dei bambini durante il loro primo anno di vita, specie

con la puntaquando imparavano a camminare.36 La nascita di un bambino era seguita dall’offerta di doni

rituali e da una sorta di ‘battesimo’ con il quale il neonato riceveva il proprio nome. Si

Máttaráhkká,riteneva che all’origine di una malattia ci fosse l’imposizione di un nome ‘sbagliato’; in tal

quale, si dice,caso esso veniva ‘lavato via’ e sostituito con un altro. I Sami spesso usavano ‘lavare via’

rito (situazioneanche il battesimo cristiano imposto dai missionari. Era uso comune che i neonati fossero

ella è la madre‘affidati’ a Sarakka.

ce che quando Le divinità sami venivano frequentemente raffigurate (anche con simboli) specie sui

tte le cose) creatamburi rituali degli sciamani; a loro si facevano offerte e sacrifici, spesso presso pietre

essa compie unsacrificali (scelte non di rado per la forma o la collocazione particolare data loro dalla natura)

Mader- o figure intagliate nel legno: il luogo in cui queste si trovavano (ma talora la pietra o

Sarakka l’immagine medesima) era detto sieidi (seite): qui si offrivano (ma ancora si offrono!) parti

Uhksáhkká,di animali;37 in qualche caso tuttavia sono stati rinvenuti anche monete, oggetti di metallo,

meridionali), erapunte di lancia, gioielli.38

n occasione del Una figura centrale nella società sami era quella dello sciamano (noaidi, noajdde,

to di introdurre nåejttie, nōjjd, niojte, noojd, nuojd), che aveva il compito (e la possibilità) di tenere i contatti

tti gli embrionifra questo e gli altri mondi (quelli abitati da divinità, spiriti o defunti), sicché poteva visitare

o”, quindi dellaluoghi lontani, prevedere il futuro, curare le malattie, suggerire i sacrifici più opportuni. Per

eraesercitare le sue funzioni lo sciamano aveva bisogno innanzi tutto di un tamburo (goavddis,

orava presso la gobdas, gievre), conservato nell’area sacra dell’abitazione (boaššu): esso era lo strumento

all’interno; ella rituale per eccellenza.39 Inoltre poteva disporre di assistenti (a esempio per intonare i canti
di vita, speciemagici), ma soprattutto doveva avere degli spiriti aiutanti. Sebbene si ritenesse che gli spiriti

’offerta di donipotessero generalmente manifestarsi alla maggior parte delle persone, lo sciamano era colui

oprio nome. Si(in qualche caso colei) che intratteneva con loro un rapporto privilegiato. Essi erano i suoi

bagliato’; in tal‘compagni’, noti come noaidegadze (noaidegázzi) o saivogadze (sáivugázzi). Dei primi è

no ‘lavare via’detto che avevano aspetto umano ma erano di corporatura molto piccola e vestivano con

neonati fosserocoloratissimi costumi sami. A loro spettava la scelta della persona destinata a diventare

sciamano alla quale si presentavano per non lasciarla più per il resto della vita: è detto anzi

boli) specie suiche se qualcuno avesse rifiutato l’invito essi lo avrebbero tormentato finché non avesse

o presso pietreacconsentito o, altrimenti, lo avrebbero fatto morire.40 È tutt’altro che improbabile che questi

ro dalla natura) spiriti rappresentassero gli antenati defunti. Ai secondi era attribuito aspetto animale

ora la pietra o(uccello, pesce o renna)41 ed essi venivano collegati a luoghi come quelli indicati con il

offrono!) partitermine Sáivu di cui sopra si è detto. Degli spiriti accompagnatori dello sciamano si sa che

getti di metallo, potevano essere ‘ereditati’, ricevuti ‘in dote’ o venduti.42 Attraverso il suono ritmico e

incessante del tamburo accompagnato da canti rituali (joik, yoik, juoiggus, ma anche luohti,

noajdde,vuolle, leu’dd)43 lo sciamano raggiungeva lo stato di trance (forse indotto anche attraverso

tenere i contattil’assunzione di determinate sostanze). Il suo corpo ‘addormentato’ (lo stato di trance è detto

poteva visitarein lingua sami nagir, cioè “sonno”) e la sua anima (per i Sami semplicemente il respiro)

opportuni. Perrestavano in questo mondo mentre lo spirito, accompagnato dagli ‘aiutanti’, si recava in altre

goavddis,dimensioni per svolgere il proprio incarico.44

a lo strumento Tra i diversi rituali dei Sami particolare attenzione hanno da sempre suscitato quelli

intonare i cantirelativi alla caccia all’orso (guofča, guovža). Questo animale, protetto dal dio Leaibealmmái,
e che gli spiriti era certamente legato a una serie di tabù. Quando ci si accingeva a dargli la caccia esso non

mano era coluipoteva venire nominato se non con locuzioni allusive, a esempio “selvaggina sacra”, “il

ssi erano i suoi nonno con la pelliccia”, il “nonno della collina” e simili. La battuta per catturarlo doveva

). Dei primi è essere condotta secondo una rigida serie di norme: il primo che ne aveva individuato le

vestivano con tracce doveva andare avanti portando un bastone alla cui sommità era legato un anello di

ata a diventareottone (metallo cui erano attribuite qualità magiche), seguiva poi uno che recava un tamburo

ta: è detto anzie dopo di lui il cacciatore più coraggioso, quello che doveva infliggere il primo colpo.

ché non avesseL’uccisione dell’animale era accompagnata da un canto e da gesti e movimenti rituali.

abile che questiQuando la preda veniva portata nell’abitazione doveva esservi introdotta attraverso l’entrata

spetto animale posteriore (quella ‘nascosta’) e le donne, tutte agghindate con le vesti migliori, potevano

indicati con ilguardarla solo attraverso un anello di ottone. I cacciatori (e i cani che li avevano

mano si sa cheaccompagnati) venivano spruzzati con il succo rosso della corteccia dell’ontano, albero

uono ritmico esacro.45 Essi dovevano astenersi dai rapporti sessuali per tre notti (cinque colui che aveva

luohti,recato il bastone con l’anello). Norme precise regolavano anche la macellazione

nche attraverso(costantemente accompagnata da canti) e la cottura nonché la suddivisione delle parti da

è dettoconsumare (separatamente) tra uomini e donne. Alla fine le ossa dell’animale venivano

ente il respiro)raccolte con cura e deposte, secondo la loro disposizione nel corpo dell’animale, in una

i recava in altretomba scavata nel luogo dove esso era stato cucinato. Un rituale (qui necessariamente

riassunto) che trovava giustificazione anche nella leggenda relativa a una fanciulla che,

suscitato quellifuggita dalla propria abitazione, aveva incontrato un orso con il quale aveva poi generato un

Leaibealmmái,figlio.46
caccia esso non Per molto tempo si è ritenuto (anche in nome di una presunta ‘superiorità culturale’) che

gina sacra”, “ilil mondo religioso dei Sami fosse in gran parte derivazione di quello pagano dei Nordici.47 In

tturarlo dovevaeffetti se è vero che si possono trovare diversi (e in alcuni casi eclatanti) paralleli,48 è

individuato lealtrettanto vero che è stata piuttosto la contiguità fra le due culture ad aver prodotto delle

to un anello di‘contaminazioni’.49 E, del resto, che tra i Nordici e i Sami ci fossero frequenti rapporti è

ava un tamburotestimoniato esemplarmente nella vicenda del re norvegese Araldo Bella chioma50 del quale è

l primo colpo. riferito che si era perdutamente innamorato di una ragazza di nome Snæfríðr, appartenente a

vimenti rituali. quell’etnia, l’aveva sposata e aveva avuto da lei quattro figli.51 E tuttavia nelle fonti nordiche

averso l’entrata ai Sami viene attribuita una identità culturale ben distinta legata anche (soprattutto) alla loro

gliori, potevano costante abitudine di praticare la magia. Del che si hanno numerosi esempi.52 In epoca

he li avevanocristiana questo fatto si tradurrà nella precisa proibizione di recarsi nei loro territori.53

’ontano, albero I primi tentativi di cristianizzazione dei Sami risalgono piuttosto indietro nel tempo.

olui che avevaNella Heimskringla di Snorri Sturluson è riferito che il sovrano Olav Tryggvason (il cui

macellazione regno va dal 995 al 1000) aveva fatto un viaggio nella regione settentrionale di Hålogaland

e delle parti da(Hálogaland) nel corso del quale aveva ottenuto la conversione di tutti gli abitanti (quindi,

male venivanoverosimilmente, anche degli individui di etnia sami).54 Più avanti la stessa fonte dà notizia di

nimale, in unaun altro viaggio in quelle regioni compiuto dal re Olav il Santo al medesimo scopo.55 Certo è

ecessariamente che tra il XII e il XIII secolo nelle regioni settentrionali della Norvegia furono costruite delle

fanciulla che,chiese, che – seppure in primo luogo dovessero rispondere alle esigenze religiose della

poi generato unpopolazione nordica – poterono forse fungere in qualche misura anche come ‘centri

missionari’.56 Un particolare impegno in quella direzione risulta da parte del re Håkon


culturale’) cheHåkonsson (1217-1263) e, oltre due secoli dopo, dell’arcivescovo di Nidaros Erik

In Valkendorf (ca.1465-1522).57

è In Svezia nell’XI secolo abbiamo notizia di tale missionario Stenphi (Staffan) inviato dal

prodotto dellevescovo Adalberto a convertire gli abitanti della regione centrale di Hälsingland.58

uenti rapporti èDell’arcivescovo Hemming Laurentii è riferito che nel 1346 battezzò alcuni sami.59 A

del quale èriguardo dei primi tentativi di cristianizzazione dei Sami di Svezia è assai interessante la

appartenente afigura di tale Margherita (Margareta, morta dopo il 1414), una donna appartenente a

e fonti nordiche quell’etnia (ma si noti il suo nome cristiano!),60 della quale è riferito che verso la fine del

ttutto) alla loroXIV secolo, verosimilmente nel 1388, intraprese un lungo viaggio verso sud (almeno in parte

In epocasugli sci) per raggiungere Uppsala, sede dell’arcivescovato, poi Strängnäs (Södermanland)

per parlare col vescovo e che, forse, visitò anche il famoso convento di Vadstena e incontrò

etro nel tempo.addirittura la regina Margherita, ‘signora’ della Scandinavia.61 Motivo del suo viaggio il

ggvason (il cuidesiderio di trovare sostegno per un progetto di diffusione della fede cristiana fra i Sami, fede

di Hålogaland alla quale ella si era convertita (in circostanze tuttavia non chiarite). In relazione a questo

bitanti (quindi, fatto possediamo una serie di documenti (uno dei quali a firma della medesima regina

nte dà notizia diMargherita) nei quali si fa riferimento all’intenzione di avviare una missione fra i Sami

Certo èsvedesi i cui risultati (se ce ne furono) ci restano tuttavia ignoti. Tra essi forse la

o costruite delleraccomandazione di Erik di Pomerania al capitolo del duomo di Uppsala di sostenere un

religiose dellamonaco di nome Toste nella sua opera di cura delle anime fra i Sami (1419).62

e come ‘centri Successivamente un chiaro interesse per la loro conversione (certamente legato a mire

del re Håkonespansionistiche e commerciali!) sarà mostrato da Gustavo Vasa.63 Durante il regno di


Nidaros ErikGiovanni III, suo figlio e successore, avranno l’avvio regolari visite di ecclesiastici in quelle

regioni e verso la fine del XVI secolo sarà ordinato il primo sacerdote di etnia sami, tale

) inviato dalGerdt morto nel 1623. Contemporaneamente ci si muoveva anche da parte russa. Figura

58 eminente è quella del santo monaco Trifone (Три́фон, ca.1495-1583), il quale partito da

ANovgorod si era recato tra i Sami della penisola di Kola allo scopo di convertirli. Nel 1533

interessante laegli aveva fondato a Pečenga64 il monastero della Trinità, il più settentrionale al mondo.65 A

appartenente alui si deve anche la costruzione di diverse cappelle tra cui (1565) quella di San Giorgio a

erso la fine delNeiden (sami Njávdán, Njauddâm, Njávdán, Njiävđám) nell’area di Varanger e di

almeno in parteBorisoglebsk (Борисоглебск) presso il confine russo-norvegese.66 Per la sua costanza e

Södermanland)l’aiuto dato durante un duro periodo di carestia (tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni

tena e incontrò’60) Trifone riuscì a guadagnarsi la fiducia della popolazione sami che pure inizialmente lo

suo viaggio ilaveva respinto, malmenato e, addirittura, minacciato di morte. Fu anche ricevuto dallo zar

fra i Sami, fedeIvan il Terribile che gli diede un sostegno economico: anche qui del resto gli interessi politici

azione a questoerano prevalenti, basti pensare che i Russi si erano spinti in queste regioni fin dal XIII secolo.

edesima regina Assai importante fu anche l’attività svolta da un altro santo monaco, Theodoretos o Feodorit

one fra i Samidi Kola ((Феодорит Кольский, ca.1489-1571) che conosceva la lingua dei Sami e tradusse

essi forse laper loro diversi testi cristiani. Feodorit, che forse collaborò con Trifone, fondò un monastero

di sostenere un alla foce del fiume Kola.67

Ma la progressiva occupazione del territorio dei Sami percorse naturalmente anche la

e legato a mire strada amministrativa. Fin dal IX secolo (come risulta dal sopra ricordato resoconto di Óttar68

nte il regno dima anche in un’altra fonte riferita a quel periodo)69 si ha notizia di tributi imposti dai
iastici in quelle Norvegesi ai Sami (ma non si può escludere che essi fossero già tassati fin dall’epoca dei

etnia sami, taleMerovingi).70 Successivamente (almeno dal XIII secolo) anche gli Svedesi e i Russi

e russa. Figuracominciarono a esigere da loro delle imposte: ciò naturalmente determinò ripetuti contrasti,

uale partito datentativi di accordo, riaffermazioni di sovranità e reciproche ordinanze di divieto. Un

rtirli. Nel 1533documento come il trattato di Novgorod (13 giugno 1326) concluso tra la Norvegia e quella

A‘repubblica’ nel quale si definisce tale questione ne dà esemplare testimonianza.71 Del resto

San Giorgio ala situazione era resa decisamente complessa dall’incertezza sui confini in quelle regioni,

Varanger e didalle contrapposte pretese di sovranità, dal semi-nomadismo dei Sami: il tutto a svantaggio di

sua costanza equesti ultimi che non di rado si trovavano a dover pagare le imposte a due se non a tre

nizio degli annidiverse autorità. I tributi richiesti ai Sami consistevano in prodotti della caccia (in primo

inizialmente loluogo pelli e pellicce) e della pesca ma anche denaro, il che rappresentava

evuto dallo zarun’importantissima fonte di reddito per chi li incamerasse. I Norvegesi (e successivamente i

nteressi politiciDanesi) ritenevano di avere giurisdizione (e quindi potere di riscossione) fino al Mare di

dal XIII secolo.Barents, laddove i Russi volevano estendere i loro diritti fiscali fino al Lyngenfjorden (sami

etos o Feodorit Ivgovuotna) nella regione norvegese di Troms. Da sud premevano gli Svedesi. A partire dal

Sami e tradusse XIII secolo essi avevano infatti cominciato a insidiare l’egemonia commerciale di Novgorod

ò un monasteronelle zone più settentrionali della Scandinavia e un buon numero di mercanti provenienti

dalla Svezia e dalla Finlandia aveva ‘colonizzato’ le regioni percorse dai fiumi Torne (sami

mente anche laDuortnoseatnu), Lule (sami Julevädno) e Pite (sami Bihtámädno) in Norrbotten.72 Costoro

68sono noti come birkarlar (sing. birkarl).73 La tradizione vuole che essi praticassero i loro

uti imposti dairedditizi traffici con la protezione della Corona e che per essa divenissero anche esattori dei
dall’epoca deitributi imposti ai Sami in quelle zone, tributi che più a sud erano riscossi (così come da parte

desi e i Russi norvegese) dai funzionari regi (fogdar).74 Dopo l’ascesa al trono svedese nel 1523 il re

petuti contrasti, Gustavo Vasa portò avanti una politica fortemente accentratrice, il che si riflesse anche sui

di divieto. Un vantaggi di cui godevano i birkarlar nelle regioni settentrionali, sicché fu loro in sostanza

orvegia e quellarevocato il diritto di esigere le tasse per conto della Corona e la gestione di quelle remote

Del restoregioni settentrionali passò direttamente nelle mani dei rappresentanti del sovrano (per altro

quelle regioni,fin dal secolo precedente compare il termine lappfogde che indica, appunto, colui che era

a svantaggio dispecificamente incaricato di occuparsi delle questioni relative ai Sami per conto del re).75 Del

ue se non a tre resto al dominio quasi incontrastato e ai non infrequenti abusi consumati dai birkarlar sarà

accia (in primoposto un freno durante il regno di Carlo IX.76 Al cui periodo di governo risale una

rappresentavariorganizzazione del tributo preteso dai Sami dalla quale deriverà una tassazione legata alla

ccessivamente iporzione di territorio delle cui risorse essi potevano disporre (lappskatteland), un sistema

ino al Mare diabolito definitivamente solo nel 1928.77 Come è stato detto, Carlo IX aveva un forte intento

enfjorden (samiespansionistico in direzione delle regioni più settentrionali, il che lo pose in conflitto con la

si. A partire dalDanimarca di Cristiano IV e fu una delle cause scatenanti della cosiddetta ‘guerra di

le di NovgorodKalmar’.78 Per altro nell’ultimo decennio del XVI secolo c’erano stati diversi colloqui tra le

anti provenientidue parti per definire la questione, tuttavia senza alcun esito concreto. Non a caso il 17 aprile

mi Torne (samidel 1599 il re danese (incoronato tre anni prima) si imbarcava a Copenaghen sulla nave da

Costoroguerra Victor (scortata da altre sei imbarcazioni) per un lungo viaggio che lo avrebbe portato

ticassero i lorofino alla regione di Finnmark e al Mare di Barents: un modo per rimarcare in prima persona

che esattori deidi fronte agli Svedesi e ai Russi la propria autorità sui territori più settentrionali della
ì come da parteNorvegia, ma anche per ‘lanciare un segnale’ ai commercianti olandesi, inglesi e francesi che

nel 1523 il refrequentavano quelle zone senza permessi specifici né versando alcun tipo di dazio alla

lesse anche sui Corona (e in effetti diverse navi furono bloccate).79 Del resto verso la fine del XVI secolo la

oro in sostanzasituazione dei confini (e quella a essa collegata dei diritti fiscali sulle diverse aree) era ancora

i quelle remotelontana da una soluzione definitiva: se infatti è vero che con il trattato di pace di Teusina

vrano (per altro(1595) i Russi avevano riconosciuto alla Svezia il dominio su gran parte della Lapponia

o, colui che erafinlandese e il diritto di esigere i tributi fino al fiordo di Varanger (mentre gli Svedesi

Delaccettavano come soggetti alla controparte i Sami abitanti nella regione del fiume Dvina, di

sarà Kexholm e della penisola di Kola),80 è altrettanto vero che il nuovo zar, Boris Fëdorovič

rno risale unaGodunov (Борис Фёдорович Годуноов ca. 1552-1605), salito al trono nel 1598 si affrettò a

ione legata allarinnegare gli accordi. Contro i quali per altro aveva già protestato Cristiano IV che, come

), un sistema detto, andò in prima persona a rivendicare i diritti danonorvegesi. Questo re provò anche a

un forte intento indebolire la posizione svedese cercando un accordo con la Russia, accordo che avrebbe

conflitto con ladovuto essere sancito dal matrimonio di suo fratello il duca Hans (1583-1602) con la figlia

etta ‘guerra didello zar Xenia Borisovna Godunova (Ксения Борисовна Годунова, 1582-1622). Hans

i colloqui tra letuttavia si ammalò e morì a Mosca poco prima delle nozze. Il conflitto con gli Svedesi

caso il 17 apriledunque andò avanti, gli incontri tra i rappresentanti delle due parti si rivelarono infruttuosi e

n sulla nave datra di esse si verificarono anche scontri armati finché nel 1611 si arrivò allo scoppio della

avrebbe portato ‘guerra di Kalmar’. Guerra che si concluse due anni dopo con il trattato di pace di Knäred

prima personacon il quale gli Svedesi furono costretti a rinunciare a favore dei Danesi alle loro aspirazioni

entrionali dellasulle terre più settentrionali.81 Ma un confine definitivo tra Svezia e Norvegia sarebbe stato
i e francesi che tracciato solo nel 1751 con il trattato di Strömstad, al quale sarebbe stato annesso un

o di dazio alla‘codicillo’ che finalmente prendeva in considerazione la particolare situazione dei Sami.82 Le

l XVI secolo la questioni russo-svedesi si sarebbero invece trascinate fino al 1809 quando con il trattato di

aree) era ancora Fredrikshamn la Svezia fu costretta a cedere al nemico addirittura la Finlandia.83

pace di Teusina La ‘conquista finale’ del territorio dei Sami, di cui si è ampiamente trattato in

della Lapponiaprecedenza,84 si colloca all’incirca tra i primi decenni del Seicento e la metà del Settecento,

tre gli Svedesi periodo in cui essi furono sottoposti a un pressante indottrinamento da parte dei missionari

iume Dvina, diche in molti casi si sforzarono di sradicare non solo la loro religione ma anche le loro

Boris Fëdorovič tradizioni: significativa è la massiccia distruzione di tamburi sciamanici così come la

598 si affrettò a percentuale di processi per stregoneria di cui molti di loro furono vittime. Le credenze dei

o IV che, comeSami furono semplicisticamente etichettate come risultato dell’opera del demonio. Anche se

provò anche afin da questo periodo si intravvede in alcuni il tentativo di una loro interpretazione, quanto

do che avrebbe meno come riflesso di altre religioni pagane. Del resto se da una parte le politiche religioso-

2) con la figliaamministrative produrranno un irreversibile cambiamento nella vita del popolo sami, sarà

82-1622). Hansproprio da questo periodo che avranno inizio studi e ricerche sulla loro cultura e la loro

on gli Svedesilingua riversati in importanti lavori.85

no infruttuosi e I cambiamenti di cui si è detto furono accelerati anche dalla creazione di scuole nei

o scoppio della territori sami; dalla fondazione di vere e proprie città come Umeå, Luleå, Piteå, Torneå in

pace di Knäred Svezia e Hammerfest, Tromsø, Vardø in Norvegia;86 dall’arrivo di viaggiatori (e scienziati)

loro aspirazioni stranieri; dall’apertura di miniere (nelle quali di norma ai lavoratori sami toccavano i compiti

a sarebbe statopiù gravosi). Per altro, oltre a vedere stravolto il proprio tradizionale stile di vita, i Sami
ato annesso un restavano in una evidente situazione di subordinazione:87 dal punto di vista dei diritti civili

Leessi erano di fatto discriminati e la loro cultura per lo più disprezzata. Fortunatamente non

on il trattato ditutti coloro che erano inviati in quei territori con compiti di carattere religioso o formativo

perseguivano una ‘politica di normalizzazione’. Si citi qui l’esempio dell’ecclesiastico

nte trattato innorvegese Niels Vibe Stockfleth (1787-1866), che giunto nell’estremo Finnmark negli anni

del Settecento,’20 dell’Ottocento si adoperò per la difesa della lingua sami che utilizzò sia

dei missionarinell’insegnamento sia nelle funzioni di chiesa e sulla quale scrisse anche dei testi, oltre a

anche le loro tradurre scritti di carattere religioso. Una figura di notevolissima importanza è, nel XIX

così come lasecolo, quella del pastore svedese Lars-Levi Læstadius (1800-1861), il quale si interessò

Le credenze deiattivamente delle misere condizioni di vita dei Sami e del serio problema dell’alcolismo tra

onio. Anche se loro assai diffuso.88 Da lui prende nome il læstadianismo, un diffuso movimento revivalista

tazione, quantoin cui egli, dopo profonde riflessioni (legate alla morte di un figlio e a una sua malattia) ma

tiche religioso-anche a un incontro ‘rivelatore’ con una giovane, nota come Maria, appartenente al

polo sami, saràmovimento dei cosidetti ‘lettori’),89 tradusse la sua rafforzata esperienza di fede: esso prese

ultura e la lorol’avvio nel 1846 coinvolgendo gran parte della gente sami. Læstadius teneva prediche

infervorate nelle quali si affidava a un linguaggio colorito e concreto: ciò gli avvicinò molti

e di scuole neifedeli ed ebbe un impatto positivo sulla loro coscienza e sulla loro vita. Il pastore riuscì

Piteå, Torneå ininfatti a scuotere gli animi dall’apatia e dall’abbruttimento derivante dall’alcolismo, il che

ri (e scienziati) significò per molti sami una vera e propria rinascita, l’abbandono di abitudini come il furto e

avano i compitiil desiderio di un’emancipazione personale anche attraverso la scolarizzazione (almeno

di vita, i Samiquella di base). Ma la sua predicazione fu recepita da taluni come un incoraggiamento a una
dei diritti civili rivalsa di carattere sociale, il che si tradusse anche in un episodio di violenza, avvenuto nel

unatamente non centro norvegese di Kautokeino (sami Guovdageaidnu) nel 1852. Infatti un gruppo di

so o formativoseguaci di Læstadius aveva imboccato una deriva estremistica (da lui non riconosciuta) e

ell’ecclesiastico interpretò le sue accuse contro i commercianti di bevande alcoliche che si arricchivano sulla

mark negli annirovina dei Sami come un invito alla ribellione; una ribellione che doveva prendere di mira

e utilizzò siaanche le autorità ecclesiastiche (a loro parere prive di autorità morale)90 e quelle statali.

ei testi, oltre a Sicché (dopo una serie di azioni di ‘disturbo’ delle funzioni religiose ufficiali con

nza è, nel XIXconseguenti punizioni) nella notte tra il 7 e l’8 novembre 1852 essi si diressero verso il

ale si interessòcentro di Kautokeino con l’intenzione di punire i ‘miscredenti’. Risultato della loro ‘santa

ll’alcolismo tra spedizione’ fu l’uccisione del commerciante Carl Johan Ruth (1818-1852) e del suo

ento revivalistacollaboratore Lars Johan Bucht (1813-1852), entrambi svedesi, e l’incendio degli edifici di

ua malattia) maproprietà di Ruth. Anche il pastore di Kautokeino, Fredrik Waldemar Hvoslef (1825-1906)91

appartenente alche era accorso per vedere cosa stesse accadendo fu malmenato e frustato, così come la gente

ede: esso presedi casa sua. Alla fine tuttavia gli assalitori vennero catturati e imprigionati. I capi della

eneva prediche rivolta furono condannati a morte, ma tra loro solo Aslak Jacobsen Hætta (Jáhkoš-Ásslat,

avvicinò molti1824-1854) e Mons Aslaksen Somby (1825-1854) vennero poi giustiziati per

l pastore riuscìdecapitazione.92 Questo fatto suscitò enorme scalpore e certamente diede fiato ai nemici di

colismo, il che Læstadius, il quale tuttavia era assolutamente estraneo.

come il furto e Læstadius, che conosceva diversi dialetti sami e aveva studiato il finnico (il che lo

azione (almenofavoriva molto nel rapporto con gli abitanti delle zone in cui operava)93 si dedicò anche

giamento a una concretamente alla promozione delle comunità a lui affidate, a esempio interessandosi delle
a, avvenuto nelpossibilità offerte dalla pratica agricola in quelle zone. Ma si occupò anche della mitologia e

un gruppo di della religione tradizionale dei Sami, mostrando nei suoi scritti un notevole spirito critico

riconosciuta) enella valutazione delle fonti. Ma Læstadius era anche, nella scia della miglior tradizione

icchivano sullasvedese, un botanico di fama: allievo dell’eminente Göran Wahlenberg (1780-1851), lavorò

rendere di miraa scritti scientifici in questa disciplina.94

e quelle statali. Per quanto inaccettabile, la violenza perpetrata dal gruppo di rivoltosi di Kautokeino

e ufficiali conappare come una conseguenza della situazione di discriminazione sociale ed economica (e

essero verso il delle non infrequenti angherie) delle quali i Sami erano fatti oggetto. In effetti la loro lingua

ella loro ‘santae la loro cultura erano considerate, nella migliore delle ipotesi, complementari e i loro diritti

52) e del suoregolarmente contrapposti (e per lo più subordinati) a quelli dei coloni che si erano stabiliti

degli edifici dinelle loro regioni. Poche le voci che si levavano in difesa, come quella del funzionario Carl

91 Magnus af Robson (1776-1840) che nel 1828 presentò (ma senza risultati concreti) una

ì come la gentemozione nel parlamento svedese per salvaguardare il territorio dal quale essi traevano le

ti. I capi dellaproprie risorse. Quasi quarant’anni dopo, nel 1867, argomenti simili furono esposti in

Jáhkoš-Ásslat,un’altra mozione (questa volta più fortunata) da parte di Eric Victor Almquist (1817-1872) e

giustiziati per attorno al 1870 il parlamento svedese mostrò un atteggiamento loro favorevole, che tuttavia

to ai nemici difu in seguito ribaltato.95 E in effetti dopo il 1880 il clima cambiò radicalmente e i Sami

furono sempre più discriminati: nel 1888 fu emanata in Norvegia (allora ‘in unione’ con la

nico (il che loSvezia) la cosiddetta “legge sulla cittadinanza” che (anche nell’intento di tenere sotto

i dedicò anchecontrollo gli immigrati di etnia kveni provenienti in gran numero dalla Finlandia)96 stabiliva

essandosi dellecome conditio sine qua non per il possesso di terre in Finnmark quella di avere la
ella mitologia ecittadinanza svedese o norvegese, la quale ultima poteva essere concessa solo a coloro che

e spirito criticodimostrassero di conoscere a fondo la lingua del Paese.97 Nel 1899 veniva istituita la Società

glior tradizioneper la promozione dell’agricoltura in Finnmark (Selskabet til fremme af Finnmarkens

0-1851), lavoròjordbrug) che distribuiva appezzamenti di terreno e un contributo in denaro ma soltanto a chi

fosse di ‘pura’ razza norvegese;98 nel 1902 veniva emanata una nuova “legge sulla vendita

di Kautokeinodei terreni”99 che consentiva l’acquisto solo a chi padroneggiasse oralmente e per iscritto la

d economica (elingua norvegese e la utilizzasse quotidianamente. Va da sé il danno che da ciò derivò ai

ti la loro linguaSami e ai Kveni.100 I quali cominciarono a far sentire la loro voce.

ri e i loro diritti Nel 1906 Isak Saba (1875-1921) originario di Nesseby (sami Unjárga) nel Finnmark

i erano stabiliti orientale, veniva eletto, primo rappresentante del suo popolo, al parlamento norvegese (dove

unzionario Carlsarebbe rimasto fino al 1912). La sua candidatura era stata sostenuta da un altro

i concreti) una‘nazionalista’, Anders Larsen (1870-1949), il quale aveva fondato il primo giornale redatto in

ssi traevano le lingua sami, dal titolo Il riferitore di notizie (Sagai Muittalægje), uscito tra il 1904 e il 1911.

ono esposti in Su quel medesimo giornale il 1 aprile 1906 sarebbe stato pubblicato in prima pagina il testo

(1817-1872) e poetico di Isak Saba Canto della famiglia sami (Same soga laul), che musicato da Arne Sørli

ole, che tuttavia(1904-1969) sarebbe stato tradotto nei vari dialetti e scelto (1986) come inno nazionale.

mente e i SamiAnche fra i Sami meridionali, sebbene maggiormente dispersi nelle diverse regioni interne

unione’ con lanorvegesi e svedesi (da Hedmark attraverso Trøndelag e da Härjedalen attraverso Jämtland e

di tenere sottoVästerbotten fino al circolo polare artico), il sentimento nazionale si faceva strada. Figure di

stabilivarilievo sono qui Daniel Mortensson (1860-1924) che diede vita al giornale Notizie dalla

la di avere lamontagna (Waren Sardne), uscito (tuttavia in norvegese) tra il 1910 e il 1913 e
lo a coloro chesuccessivamente tra il 1922 e il 1926,101 ed Elsa Laula Renberg (1877-1931), vera anima del

ituita la Societàmovimento, che organizzò il primo convegno dei Sami (un evento tutt’altro che gradito alle

f Finnmarkens autorità di governo) tenuto a Trondheim tra il 6 e il 9 febbraio del 1917.102 Fin dal 1904 ella

a soltanto a chiaveva fondato e diretto l’Associazione centrale dei Sami (Lapparnas Centralförbund), la

ge sulla venditaprima organizzazione di questo tipo sorta in Svezia, alla quale molte simili erano seguite in

e per iscritto laNorvegia.103 In questo Paese infatti la politica governativa di ‘norvegizzazione’ aveva

a ciò derivò aiottenuto l’effetto (contrario a quello voluto) di suscitare forti reazioni. Ma un altro elemento

determinante per la nascita di movimenti nazionalistici sami fu il fatto che la pressione cui

) nel Finnmarkessi erano sottoposti minacciava di annientarli anche dal punto di vista economico. Una

orvegese (dovechiara analisi dei problemi da cui essi erano afflitti (diritti territoriali di proprietà e

a da un altro sfruttamento, invadenza degli agricoltori, educazione dei bambini sami)104 si può leggere in

rnale redatto inun’opera della stessa Elsa Laula Renberg, dal titolo Di fronte alla vita o alla morte? Parole

1904 e il 1911.di verità sulla situazione dei Sami (Inför lif eller död? Sanningsord i de lappska

pagina il testoförhållandena, 1904).105 Dopo la scomparsa di Elsa Laula Renberg il movimento sami parve

o da Arne Sørliperdere forza, anche perché da taluni si voleva ridurre il loro problema a una semplice

nno nazionale.questione di ingiustizia o quantomeno di squilibrio sociale, tralasciando tutto ciò che era

regioni internelegato alla loro specifica identità etnica.

erso Jämtland e Durante la seconda guerra mondiale i Sami si trovarono in difficoltà e furono spesso

trada. Figure di costretti a spostarsi in nuove aree, il che creò per loro non pochi problemi. Tuttavia dopo la

Notizie dallaconclusione del conflitto la loro situazione cominciò a migliorare, sia perché l’atteggiamento

e il 1913 enei loro confronti (e, in generale, nei confronti delle popolazioni indigene e minoritarie) era
vera anima delcambiato anche a livello mondiale (si pensi alle dichiarazioni dell’ONU sulle minoranze) sia

che gradito alle perché essi furono capaci di dare vita a istituzioni ben funzionanti alle quali affidare la difesa

n dal 1904 elladei propri diritti e l’affermazione della specificità della loro cultura. Nel 1945 veniva fondata

), laa Jokkmokk (sami Jåhkåmåhkke, Dálvvadis) a scopo di promozione culturale l’Associazione

rano seguite in nazionale del territorio sami (Riikkasearvi Sámi Ätnam) per iniziativa di Karin Stenberg

zazione’ aveva(1884-1969) e del pastore Gustav Park (1886-1968). Tre anni prima essi avevano dato vita

altro elemento nella medesima località a una scuola popolare superiore (folkhögskola),106 che sarebbe

a pressione cuidivenuta un importante Centro di formazione sami (Samij Åhpadusguovdásj).107 Qui veniva

conomico. Una fondata nel 1950 l’Associazione dei Sami svedesi (Sámiid riikkasearvi). In Norvegia nasceva

di proprietà enel 1947 l’Unione nazionale dei Sami allevatori di renne (Norgga Boazosápmelaccaid

può leggere inRiikkasearvi) e nel 1948 l’Associazione sami (Sàmiid Sær’vi) aperta a tutti coloro che

morte? Parolefossero interessati alle questioni politiche e culturali relative a questo popolo. Una ventina

i de lappskad’anni dopo (1968) era la volta dell’Associazione dei Sami norvegesi (Norgga Sámiid

ento sami parveRiikasearvi). Un risultato molto importante fu raggiunto nel 1956 con l’istituzione del

a una semplice Consiglio dei Sami (Sámiráđđi) cui aderirono quelli norvegesi, quelli svedesi e quelli

tto ciò che erafinlandesi. In quest’ultimo Paese, sebbene non sia stata portata avanti una specifica politica

di assimilazione, neppure si è, per lungo tempo, provveduto a leggi di tutela. Ciò anche per il

furono spesso fatto che qui l’allevamento delle renne non è prerogativa dei Sami. Solo al 1996 risale la

uttavia dopo lafondazione dell’Associazione dei Sami di Finlandia (Suoma Sámiid Guovddášsearvi) e

l’atteggiamentotuttavia fin dal 1932 era sorta presso l’Università di Helsinki la Società per la promozione

minoritarie) era della cultura sami (Sámi Čuvgehussearvi, Sami Čuvgitusseärvi, Säämi Čuovvittasseervi) che
minoranze) siatra l’altro avrebbe pubblicato testi di carattere linguistico e culturale. Al Consiglio dei

ffidare la difesaSami108 afferiscono attualmente anche organizzazioni russe come l’Associazione sami della

veniva fondatapenisola di Kola (Guoládaga Sámi Searvi), nata nel 1989, e l’Associazione sami della

l’Associazioneregione di Murmansk (Murmánskka guovllu Sámesearvi), sorta nel 2002. In proposito

Karin Stenbergoccorre dire che in questo vasto Paese, lontani dal centro del potere, essi poterono più a

evano dato vitalungo mantenere le proprie tradizioni, ma furono poi ‘travolti’ dalla rivoluzione del 1917 che

che sarebbeli espropriò delle terre e li costrinse a vivere nei kolchoz (колхоз). Solo dopo la caduta del

Qui venivaregime comunista hanno potuto ritrovare, almeno in parte, la propria indipendenza. Il

orvegia nascevaConsiglio dei Sami ha sede a Utsjoki (Ohcejohka) in Finlandia e si definisce un’istituzione

zosápmelaccaidnon governativa di carattere culturale e politico che coordina istituzioni minori allo scopo

utti coloro cheprimario di promuovere gli interessi dei Sami come popolo, rafforzare la loro comunanza

o. Una ventina oltre i confini e lavorare perché anche in futuro essi siano considerati un popolo, i cui diritti

Norgga Sámiidculturali, politici, economici e sociali siano garantiti tanto attraverso la legislazione di

’istituzione del ciascun Paese, quanto per mezzo di accordi tra gli Stati interessati e l’organismo che li

vedesi e quellirappresenta.109 Il Consiglio dei Sami fa parte del Consiglio artico, ente intergovernativo sorto

pecifica politicanel 1996, e ha funzione consultiva per le questioni riguardanti i popoli aborigeni presso le

Ciò anche per il Nazioni unite.110

1996 risale la Dal 1986 (anno della conferenza tenuta a Åre in Svezia) i Sami hanno, come detto in

) eprecedenza, un inno nazionale ma anche una bandiera. Essa si basa su un modello non

la promozioneufficiale usato a partire dal 1977 in diverse manifestazioni. Questo modello di base

) chepresentava tre rettangoli posti l’uno accanto all’altro in senso verticale, di altezza pari a
Consiglio deiquella della bandiera ma con la base di diverse dimensioni: il primo (vicino all’asta) di colore

ione sami della rosso, il secondo con la base assai più stretta di colore giallo, il terzo di colore blu, largo

one sami della circa il doppio di quello rosso. Nel 1986, in seguito a un concorso, è stata scelta la bandiera

2. In propositoufficiale: essa ripropone la serie dei rettangoli affiancati ai quali se ne aggiunge uno di colore

poterono più averde inserito tra il rosso e il giallo e di dimensioni uguali a quest’ultimo. Sulla linea che

ne del 1917 chedivide il verde dal giallo è posto il diametro di un grande cerchio tracciato sulla bandiera che

o la caduta delè per metà blu (dalla parte dell’asta) e per metà rosso (dalla parte opposta). Esso rappresenta

ndipendenza. Il al contempo il tamburo dello sciamano ma anche il cerchio del sole (simboleggiato dal rosso)

e un’istituzione e della luna (simboleggiata dal blu). L’insieme dei colori riprende quelli utilizzati nei vivaci

nori allo scopo costumi tradizionali e vuole rappresentare la natura e le piante (verde), l’acqua (blu), il fuoco

oro comunanza (rosso) e il sole (giallo).111

olo, i cui diritti Dal punto di vista più propriamente politico occorre rilevare come i Sami siano riusciti a

legislazione diottenere in Finlandia (1972), in Norvegia (1989) e in Svezia (1993) la costituzione di loro

ganismo che liassemblee parlamentari (Sámediggi).112 Nel 2001 questi parlamenti hanno costituito un ente

vernativo sorto di coordinamento detto Consiglio parlamentare sami (Sámi parlamentáralaš ráđđi) nel quale

rigeni presso lei Sami russi sono stati ammessi in qualità di osservatori: nel 2010 infine anche questi ultimi

hanno deciso di creare una loro assemblea rappresentativa (Kuellnegk Nyoark Sam’ Sobbar)

come detto in con sede a Murmansk, anche se le trattative con le autorità russe non hanno portato a un

n modello nonconcreto riconoscimento ufficiale.113 Sebbene i Sami si siano espressi in maggioranza contro

odello di basel’adesione dei rispettivi Paesi all’Unione europea, questa nei suoi programmi ha comunque

altezza pari apreso in considerazione la loro specifica situazione e stanziato fondi loro destinati che
l’asta) di colorevengono gestiti dal Consiglio parlamentare sami.

olore blu, largo Attualmente la popolazione indigena distribuita sull’area sami (Sápmi) ammonta a circa

elta la bandiera80.000 individui dei quali si calcola che oltre 50.000 vivano in Norvegia, 20.000 circa in

ge uno di coloreSvezia, 8000 circa in Finlandia e 2000 circa in Russia.114 La loro situazione nei Paesi

Sulla linea chescandinavi è assai migliorata, almeno dal punto di vista legale e del riconoscimento dei diritti

la bandiera che ormai codificati in testi legislativi e nella costituzione. Tuttavia molti problemi concreti

sso rappresentarestano da risolvere. Per fare un esempio relativo alla gestione delle risorse del territorio (e

giato dal rosso) delle acque) si ricorderà che tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 ci fu un aspro

zzati nei vivaciconflitto tra il governo norvegese e la popolazione sami a causa del progetto di costruzione di

a (blu), il fuocouna diga e di una centrale elettrica che doveva sfruttare le acque del fiume Alta. Nonostante

una lunga lotta, una resistenza passiva, ripetute manifestazioni ed episodi di disobbedienza

siano riusciti acivile, il progetto fu portato a termine. Nel 1986 i pascoli sui quali i Sami avevano da sempre

tuzione di lorofatto affidamento per l’allevamento delle renne furono contaminati in misura molto grave per

stituito un entegli effetti del disastro avvenuto nella centrale nucleare ucraina di Černobyl’ (Чорнобиль), il

) nel qualeche ha ancora una volta sottolineato come la difesa del territorio e delle sue risorse naturali

he questi ultimisia una questione essenziale per la loro stessa esistenza.

) *

no portato a un Come si è avuto modo di accennare i Sami non parlano una lingua unitaria bensì una

gioranza controserie di dialetti non sempre di reciproca comprensione. Essi appartengono al gruppo delle

i ha comunquelingue ugro-finniche (sono quindi ‘imparentati’ con l’estone e il finnico). Queste parlate si

o destinati che suddividono grosso modo in tre aree. Nella zona orientale sono compresi il sami di Akkala
(A’kkel), recentemente estinto; il sami di Kildin, suddiviso in quattro varianti (kīllt,

mmonta a circakoarrdegk, arsjogk e il più diffuso lujavv’r) e parlato da un centinaio di persone nella zona di

20.000 circa in Lovozero (sami Lujavv’r, russo Ловозеро); il sami di Ter (saa’mekiill) che sta per

ione nei Paesiscomparire: tutti sono (o erano) parlati nella penisola di Kola; il sami skolt (nuõrttsää’mǩiõll)

mento dei dirittidiffuso un tempo dalla Russia alla Norvegia ma parlato ormai da poche decine di persone

oblemi concretinella penisola di Kola e da qualche centinaio in Finlandia; il sami di Enare (ánâraškielâ),

del territorio (eanch’esso a rischio estinzione, usato nella Finlandia settentrionale attorno al lago Inari;115 il

ci fu un asprosami di Kemi (giemasámegiella) che era parlato fino alla metà del XIX secolo nell’area sami

i costruzione difinlandese più meridionale. A ovest di questi ci sono il sami settentrionale (davvisámegiella),

lta. Nonostanteil più diffuso, parlato nel nord della Norvegia (dove c’è una variante utilizzata dai ‘Sami di

disobbedienza mare’) della Svezia e della Finlandia; il sami di Lule (julevsámegiella) che è il secondo per

vano da semprenumero di parlanti ed è utilizzato tra la Svezia e la Norvegia (nella fascia che va dal corso del

molto grave perfiume Lule fino alle coste norvegesi del Tysfjorden); il sami di Pite (bidumsámegiella), a

), ilforte rischio di estinzione, che è tuttavia ancora utilizzato da qualche parlante in Svezia lungo

risorse naturaliil corso del fiume Pite e nelle zone circostanti le località di Arjeplog e Arvidsjaur (esso è

noto anche come ‘sami di Arjeplog’). Nell’area a sud di queste regioni si collocano il sami di

Ume (ubmejensámien giella), ormai patrimonio di pochissimi, che resiste solo in Svezia e

taria bensì unacostituisce un ‘ponte’ con il dialetto sami meridionale (åarjelsaemien gïele) la cui

al gruppo dellesopravvivenza è affidata a circa duemila persone, ma la cui area si spingeva fino alla

ueste parlate siDalecarlia in Svezia e fino in Oppland, Hedmark, More e Romsdal in Norvegia. A rimarcare

sami di Akkala il fatto che il popolo sami occupava una porzione molto estesa della penisola scandinava
kīllt,(oltre alla penisola di Kola) sta il fatto che i ‘confini’ di questi dialetti non coincidono affatto

ne nella zona di con quelli degli Stati nazionali. Se si fa eccezione per il sami settentrionale e quello di Lule,

) che sta perla colonizzazione iniziata tanto tempo fa determinerà nel giro di pochi decenni la scomparsa

)di molte varianti di lingua sami con tutta la loro ricchezza espressiva. Del resto il fatto che tra

cine di personele persone appartenenti a questa etnia solo una parte (niente affatto maggioritaria) usi ancora

),la propria lingua si commenta da sé. Resterà il lavoro di tanti appassionati che nel corso dei

ilsecoli hanno annotato, studiato, codificato e catalogato questi idiomi. Qui oltre a rimandare a

o nell’area samiquanto precedentemente indicato116 si possono ricordare il finlandese Jacob (Jakob, Jaakko)

),Fellman (1795-1875) studioso del sami di Kemi; il danese Rasmus Rask;117 i norvegesi Niels

ta dai ‘Sami di Vibe Stockfleth (sopra citato), Per Fokstad (1890-1973), che si batté per l’uso della lingua

il secondo persami nelle scuole,118 e Knut Bergsland (1914-1998) specialista in sami meridionale; gli

va dal corso delsvedesi Johan Israel Ruong (1903-1986), linguista ed etnologo sami docente all’Università di

), aUppsala ed Ella Holm Bull (1929-2006) che si impegnò nella salvaguardia del sami

in Svezia lungomeridionale. In difesa degli idiomi sami negli anni ’70 era stata costituita una commissione

vidsjaur (esso èapposita recentemente trasformata dal Consiglio parlamentare sami in un Comitato per le

ocano il sami dilingue sami (Sámi giellalávdegoddi) che ha sede a Kautokeino. In quella località era attivo

olo in Svezia e fin dal 1973 l’Istituto sami (Sámi Instituhtta) istituito dal Consiglio nordico e ora integrato

) la cui nella Scuola superiore sami119 e naturalmente coinvolto anche della ricerca linguistica.

ngeva fino alla Un sostegno alla lingua sami è venuto anche dalla nascita di giornali con una certa

ia. A rimarcare diffusione come (oltre a quelli sopra ricordati)120 Sábmelaš (poi Ođđa Sápmelaš, vale a dire

ola scandinavaNuovo S.) uscito in Finlandia tra il 1934 e il 2001; Ávvir scritto in sami settentrionale, uscito
ncidono affattodal 2008 e nato dalla fusione (2007) di due testate precedenti, Min Áigi e Áššu.121 Nel

quello di Lule,dialetto dei Sami skolt della penisola di Kola è stata pubblicata dal 1978 al 1986 la rivista

ni la scomparsaNotizie skolt (Sää´mođđâz) uscita con quattro numeri all’anno ma chiusa poi per difficoltà

o il fatto che tragestionali e finanziarie. Tra i periodici di interesse anche la rivista religiosa Daerpies Dierie,

aria) usi ancorafondata nel 1997, che pubblica articoli in sami meridionale ma anche in norvegese e

he nel corso deisvedese.122

e a rimandare a Anche la radio e la televisione (comprese quelle trasmesse su internet) hanno programmi

)nei dialetti sami: la radio norvegese cominciò a diffonderle nel 1946, sebbene l’idea fosse già

norvegesi Nielsstata presa in considerazione nel 1938. Essi riguardano il sami settentrionale, quello di Lule,

so della linguaquello di Inari, quello skolt. Per il sami di Kildin ci sono trasmissioni della radio sami di

meridionale; gliKola (Куэльнег Сāмь Ра∂ио) che tuttavia ha dovuto affrontare gravi difficoltà finanziarie.

ll’Università di In ambito scolastico e giuridico l’utilizzo della lingua sami è finalmente riconosciuto.123

ardia del samiMa tutte queste iniziative non garantiscono in misura completa dal rischio che i dialetti sami

a commissionevadano incontro all’estinzione (il che, come si è visto, è già avvenuto o sta avvenendo per

Comitato per lequelli ‘minori’). Sarà dunque forse troppo tardi?

calità era attivo Una risposta incoraggiante viene tuttavia dall’apprezzabile numero di scrittori sami che

e ora integratoutilizzano la propria lingua madre per le loro opere. Come è facilmente intuibile, per lungo

tempo una ‘letteratura’ sami è consistita soltanto di leggende e canti trasmessi oralmente. A

con una certaquesta si è poi sovrapposta la letteratura religiosa introdotta dai missionari e costituita

, vale a diresostanzialmente da traduzioni. Primo vero poeta sami fu il pastore Anders Fjellner (1795-

ntrionale, uscito1876), autore di una serie di testi, scritti in una lingua da lui rivisitata artisticamente, che
Nelsono andati a formare una sorta di ἔπος noto come Figli del sole (Beaivvi bártni).124 Uno dei

1986 la rivistasuoi componimenti ha ispirato il disegno della bandiera sami. Altri nomi di rilievo sono

oi per difficoltàquelli del sopra ricordato Anders Larsen, autore del primo romanzo in lingua sami Alba

aerpies Dierie,(Bæivve-Alggo, 1912) e, soprattutto, di Johan Turi (1854-1936), un sami norvegese nato a

n norvegese e Kautokeino, che scrisse nel suo dialetto un fortunato resoconto sulla vita quotidiana del suo

popolo dal titolo Un libro sulla vita dei Sami (Muittalus samid birra): pubblicato una prima

nno programmi volta nel 1910 con versione danese dell’artista, scrittice ed etnologa Emilie Demant (1873-

l’idea fosse già1958), esso fu poi tradotto in diverse lingue125 e permise di far conoscere ‘dall’interno’ la

quello di Lule,vita di questa gente.126 Johan Turi proseguì poi nella sua attività di scrittore e raccolse anche

a radio sami ditesti originali sami. Ma mentre un autore come Matti Aikio (1872-1929) sceglieva di

esprimersi in norvegese,127 Peđar Jalvi (Lemehaš-Biehtár, 1888-1916), morto

123 prematuramente, si presentava come il primo scrittore finlandese di etnia sami. Dopo Johan

e i dialetti samiTuri anche Anta Pavvasson Pirak (1873-1951) si dedicò alla descrizione della vita quotidiana

avvenendo perdei sami (quelli di Lule nella regione di Jokkmokk in Svezia). Un apprezzabile successo è

stato ottenuto dal poeta e prosatore Hans Aslak Guttorm (1907-1992), a lungo redattore della

rittori sami chesopra citata rivista Sápmelaš, così come da Paulus Utsi (1918-1975), autore di intense liriche.

ibile, per lungoNel 1991 Nils-Aslak Valkeapää (Áillohaš, 1943-2001) riceveva il prestigioso Premio

si oralmente. Aletterario del Consiglio nordico, primo scrittore sami a ottenere questo riconoscimento. Nils-

ari e costituitaAslak Valkeapää è stato un artista eclettico che si è dedicato anche alle arti figurative e alla

Fjellner (1795-musica (in primo luogo il tipico canto sami detto joik) e ha saputo interpretare ed esprimere

sticamente, che appieno l’anima del suo popolo. Notevole talento hanno scrittrici come Rauni Magga
Uno deiLukkari (n. 1943), Ragnel Rosmare Huuva (n. 1943), Kirsti Paltto (n. 1947), Ristin Sokki,128

di rilievo sonoMarry Áilonieida Somby (n. 1953), la prima a scrivere un libro per bambini, ed Ellen Marie

AlbaVars (n. 1957), che ha presto raggiunto notevole popolarità. Autori più giovani sono Inger-

orvegese nato a Mari Aikio-Arianaick (n. 1961), poetessa e giornalista, Stig Riemmbe Gælok (n. 1961), uno

otidiana del suodei pochissimi che usano il dialetto sami di Lule, Rawdna Carita Eira (n. 1970) scrittrice e

cato una prima drammaturga e il poeta Sigbjørn Skåden (n. 1976). Nel 1979 è stata fondata l’Associazione

Demant (1873-degli scrittori sami (Sámi Girjecˇálliid Searvi).

dall’interno’ la L’arte dei Sami è stata per secoli legata alla produzione di oggetti artigianali, anche di

raccolse anchenotevole fattura, alla quale tutti venivano avviati. Un’attività definita, nella loro lingua, con il

9) sceglieva ditermine duodji e che si rifà a una tradizione estetica raffinata e produce risultati assai

1916), mortopregevoli (basti pensare ai manufatti realizzati in argento). Essa dunque non avrebbe

mi. Dopo Johanmancato di influenzare in misura consistente gli sviluppi avvenuti a partire dal XX secolo.129

vita quotidianaInizialmente infatti gli artisti sami che si sono dedicati alla pittura e, soprattutto, alla scultura

bile successo ènon hanno potuto fare a meno di riferirvisi, anche se, a partire dagli anni ’70, si sono mossi

o redattore dellapiù liberamente dedicandosi a diverse sperimentazioni. Miglior artista sami è considerato

intense liriche. Iver Jåks (1932-2007), pittore, disegnatore, scultore e – non a caso – creatore di prodotti

tigioso Premioartigianali di grande pregio;130 all’estero è molto apprezzato anche Lars Pirak (1932-2008).

scimento. Nils- Ma l’arte sami, intesa in senso moderno, conosce fin dall’ini-zio del secolo XX il nome di

igurative e allaNils Nilsson Skum (1872-1951), autodidatta, che rappresentò la vita del suo popolo in una

re ed esprimereserie di disegni dal tratto semplice ma assolutamente efficace. La raffigurazione della vita

Rauni Maggasami era del resto oggetto non solo dello scritto ma anche dei disegni di Johan Turi, così
128 come di John Savio (1902-1938), noto per le sue incisioni. Tra gli innovatori un nome di

ed Ellen Marierilievo è quello di Synnøve Persen (n. 1950), anche scrittrice,131 che è stata uno dei promotori

ani sono Inger- (1978) di quello che è noto come Gruppo di Masi (Mázejoavkku),132 i cui membri volevano

(n. 1961), unoimprimere una svolta alla tradizione artistica sami inserendola in un contesto internazionale e

970) scrittrice eal contempo favorire l’affermazione dell’identità del loro popolo. Tra di loro artisti come

l’Associazione Trygve Lund Guttormsen (1933-2012), Aage Gaup (n. 1943), Josef Halse (n. 1951), il pittore

e scrittore Hans Ragnar Mathisen (Elle-Hánsa, n. 1945), Berit Marit Hætta (n. 1948), pittrice

ianali, anche die artista del tessile, e Britta Margareta Marakatt Labba (n. 1951), artista del tessile. Gli

o lingua, con ilsviluppi dell’arte sami sono ben constatabili anche nell’opera della scultrice Ingunn Utsi (n.

e risultati assai1948) e della grafica Merja Aletta Ranttila (n. 1960). Dal 1979 gli artisti sami hanno una loro

e non avrebbe associazione di riferimento (Sámiid dáidačehpiid searvi).

129 Anche nel campo musicale la tradizione dello joik, strettamente legata alla ‘filosofia di

to, alla scultura vita’ dei Sami, ha a lungo mantenuto il primato133 e a essa si sono ispirati anche autori

, si sono mossicontemporanei. Così Mari Boine (n. 1956), che lo intreccia con generi musicali stranieri (tra

i è consideratocui jazz e rock), Mattis Hætta (n. 1959), che, tra l’altro, con il fortunato motivo Terra dei

ore di prodotti Sami (Sámiid Ædnan) insieme a Sverre Kjelsberg (n. 1946) partecipò all’Eurovision Song

k (1932-2008).Contest del 1980. Attualmente il più noto cantante sami è Niko Valkeapää (n. 1968),

XX il nome di figlioccio di Nils-Aslak Valkeapää, musicista egli stesso. Una figura molto importante è

popolo in una anche quella di Iŋgor Ántte Áilu Gaup (Áillos, n. 1960), compositore e artista eclettico che ha

zione della vita contribuito alla nascita (1981) del Teatro sami Sole (Beaivváš Sámi Teáhter, unico in

ohan Turi, così Norvegia) di Kautokeino.134 Qui ha debuttato il più giovane Niillas Holmberg (n. 1990), fine
ori un nome dipoeta e musicista di successo. Una citazione a parte va fatta infine per John Persen (n. 1941),

o dei promotoriche ha seguito le lezioni della scuola di Darmstadt e si dedica a una composizione musicale

embri volevanorinnovata, più agevolmente inseribile nell’ambito norvegese che non in quello sami.

nternazionale e Di grande interesse è l’annuale manifestazione di musica dei popoli indigeni, nota come

ro artisti come Riddu Riđđu Festivála, vale a dire “piccola tempesta sulla costa” che si tiene ogni estate a

1951), il pittoreKåfjord nella regione norvegese di Troms.

. 1948), pittrice Infine è doveroso ricordare che il cinema sami, sebbene assai giovane,135 ha già prodotto

del tessile. Glifilm di ottima qualità legati all’ambiente e alla cultura di questo popolo.

Ingunn Utsi (n.

hanno una loro

lla ‘filosofia di

ti anche autori

ali stranieri (tra

Terra dei

urovision Song

pää (n. 1968),

o importante è

eclettico che ha

, unico in

(n. 1990), fine


poeta e musicista di successo. Una citazione a parte va fatta infine per John Persen (n. 1941),

che ha seguito le lezioni della scuola di Darmstadt e si dedica a una composizione musicale

rinnovata, più agevolmente inseribile nell’ambito norvegese che non in quello sami.

Di grande interesse è l’annuale manifestazione di musica dei popoli indigeni, nota come

Riddu Riđđu Festivála, vale a dire “piccola tempesta sulla costa” che si tiene ogni estate a

Kåfjord nella regione norvegese di Troms.

Infine è doveroso ricordare che il cinema sami, sebbene assai giovane,135 ha già prodotto

film di ottima qualità legati all’ambiente e alla cultura di questo popolo.


1 Il termine Lapponi si ricollega al finnico Lappi “Lapponia” che ha senso di “landa desolata”

(vd. DE VRIES 19622 [B.5], p. 346). Il toponimo Lappia si ritrova per la prima volta in Sassone

grammatico (Gesta Danorum, V, VII, 13 e V, x, 2), il quale fa riferimento a ‘due Lapponie’ (utraque

Lappia), intendendo verosimilmente quella svedese e quella finlandese; successivamente, in una

lettera del Papa Gregorio IX all’arcivescovo di Uppsala del 9 gennaio 1230 si nominano gli abitanti

pagani della Lapponia (paganorum [...] lippie) come nemici della cristianità (DS I, nr. 254, p. 256). Il

termine Sami (Sámit, Sápmelaččat) legato a Häme, nome della regione detta in svedese Tavastland, e

a quello dei suoi abitanti (hämäläinen), ma verosimilmente anche al finnico Suomi “Finlandia”, va

ricondotto in ultima analisi al baltico *žemė dal quale derivano parole come il lituano žem-, e il

lettone zeme “terra”. Questa radice sarebbe passata nel protofinnico come *šämä così come nel

protosami dove si sarebbe in seguito sviluppata in *saamee (così Riho Grünthal nel testo indicato a p.

1352, nota 4). Cfr. TARKIAINEN 2008 (App. 1), p. 35.

2 Vd. pp. 10-11.

3 Tuttavia l’analisi di alcuni reperti risalenti al mesolitico evidenzia l’esistenza di una cultura di

tipo ‘circumpolare’ (vd. BURENHULT 1999-2000 [B.2], I, pp. 391-393) cui forse potrebbero

appartenere gli antenati dei Sami. I quali sono stati chiamati in causa (con più evidenze) anche in

relazione alla cultura contraddistinta dall’uso della ceramica all’asbesto (vd. pp. 60-61).

4 Si veda la cartina in BURENHULT 1999-2000 (B.2), I, p. 379.

5 Sull’etimologia di questo etnonimo vd. p. 1352, nota 4.

6 Germania, cap. 46. Non è tuttavia del tutto certo che l’autore non si riferisca piuttosto alle tribù

finniche. Ma si consideri che all’epoca i Sami costituivano una gran parte della popolazione

finlandese.

7 Γεωγϱαϕιχὴ ‘Yϕήγησις,, III, v, 8; cfr. II, XI, 16.


“landa desolata” 8 PROCOPIO 1961, VI, xv, 4-26. Cfr. p. 79, nota 64.

volta in Sassone 9 Vd. p. 75.

utraque 10 Historia Langobardorum, I, 5.

vamente, in una 11 Vd. p. 83 con nota 74.

nano gli abitanti 12 Questa informazione è contraddetta da Sassone grammatico (Gesta Danorum, V, XIII, 1) ma

r. 254, p. 256). Ilanche da riscontri lessicali (termini presenti in norvegese) per quello che riguarda i Sami che

, eabitavano le regioni climaticamente meno sfavorite; cfr. nota 49.

“Finlandia”, va 13 Nella Saga di Hálfdan Nero, a esempio, si riferisce di un sami che grazie alla magia era

-, e ilriuscito a far sparire tutto il cibo che era stato preparato per un banchetto (Hálfdanar saga svarta,

così come nelcap. 8). Ma i passi relativi sono diversi. Nella Flateyjarbók (Þessi er serliga Olafs konungs vm fall

esto indicato a p. hans: II, p. 325) si racconta di tale Þorir Cane (hundr) che si era recato presso i Sami e si era fatto

conciare una pelle di renna intrisa di una magia così potente che nessun’arma poteva conficcarvisi;

nella stessa fonte (II, p. 76) si trova il verbo finnvitka “operare magia al modo dei Sami”. Della

di una cultura diregina Gunnhild, moglie di Erik Ascia insanguinata, era detto che era esperta di magia perché

orse potrebbero cresciuta fra i Sami (vd. p. 143, nota 172).

idenze) anche in 14 Gesta Hammaburgensis […], IV, XXIII, p. 255.

15 Gesta Danorum, V, XIII, 1-2; cfr. IX, IV, 24.

16 Qui i Sami (Finni) sono citati nel libro I, una prima volta nella sezione intitolata “La

popolazione tripartita della Norvegia” (“De tripartitu incolatu Norwegiæ”), poi in una sezione

uttosto alle tribùspecifica “Sui Sami” (“De Finnis”).

ella popolazione 17 Vd. p. 737 con nota 259.

18 Vd. 10.3.1. Dal XVI secolo i Sami cominciarono a essere oggetto di ulteriore attenzione: di

loro riferivano il geografo tedesco Jacob Ziegler (cfr. p. 483), il delegato papale portoghese
Damianus a Goes (Damião de Góis, 1502-1574) che in una lettera deplorava il persistente

paganesimo dei Sami e descriveva la loro regione (Deploratio Lappianae gentis & Lappiae

Descriptio, 1540) e il riformatore e scienziato tedesco originario della Sorabia Kaspar Peucer (1525-

1602), autore di un Commentario sui principali tipi di divinazione (Commentarivs de præcipvis

, 1) ma divinationvm generibvs, 1553). In seguito diversi viaggiatori si sarebbero spinti in quelle remote

arda i Sami cheregioni (vd. p. 738 con nota 265).

19 Dal quinto millennio a.C. si constata, soprattutto in Svezia e in Norvegia (ma in parte anche in

e alla magia era Finlandia) la presenza di utensili realizzati in questo materiale, il che ha dato luogo alla

nar saga svarta,denominazione di ‘cultura dello scisto’, da più d’uno identificata (soprattutto in passato) con la

konungs vm fallcultura sami.

ami e si era fatto 20 La lingua sami è frazionata in una serie di dialetti (vd. oltre, pp. 1406-1407) e ha una tradizione

va conficcarvisi;scritta relativamente recente. Per questo motivo le parole hanno numerose varianti. Qui si darà conto

dei Sami”. Della solo di quelle più rilevanti, rimandando per più precise indicazioni alla letteratura critica di

di magia perchériferimento.

21 In tombe sami dell’età dei Merovingi sul territorio norvegese sono stati ritrovati oggetti e armi

di provenienza finlandese o russa (MAGNUS – MYHRE 1986 [B.2], p. 426), il che indica chiaramente

contatti ben stabiliti con quelle zone.

La 22 Vd. PETTERSSON O., Jabmek and Jabmeaimo. A comparative study of the dead and the realm of

in una sezionethe dead in Lappish religion, Lund 1957.

23 Un esempio di esseri malvagi erano i Gufihttar dei quali si diceva che vivessero in colline o

tumuli e che cercassero di attirare i bambini: se questi avessero accettato l’invito e mangiato o bevuto

re attenzione: diqualcosa presso di loro non avrebbero più potuto fare ritorno nel mondo degli uomini. I bambini

pale portoghese erano messi in guardia anche dai Čahcerávga o Guovdi, esseri delle acque, così come da Stállu, una
va il persistentesorta di gigante (o di troll). Funzione benefica avevano al contrario i Čahkálakkat che dimoravano

ntis & Lappiae presso le fonti: di loro si diceva che avessero lo stomaco pieno di monete d’argento e che

ar Peucer (1525- possedessero capacità terapeutiche.

vs de præcipvis 24 Sugli elfi (ant. nordico álfar, sing. álfr, m.), ancora ben presenti nel folclore islandese, si

n quelle remoterimanda a CHIESA ISNARDI 20084 (B.7.1), pp. 309-311.

25 Vd. HULTKRANTZ Å., “Religion and Environment among the Saami. An Ecological Study”, in

in parte anche in IRIMOTO T. – YAMADA T. (eds.), Circumpolar Religion and Ecology. An Anthropology of the North,

dato luogo alla Tokyo 1994, pp. 347-374.

passato) con la 26 FRIIS 1871, p. 64.

27 La connessione con la figura del Cristo pare qui tutt’altro che casuale. Si legga: “Egli era in

ha una tradizione principio presso Dio. Tutte le cose per mezzo di lui furono fatte, e senza di lui nulla fu fatto di ciò

Qui si darà contoche fu fatto” (Vangelo secondo GIOVANNI, “Prologo”, in La sacra Bibbia, Nuovo Testamento, p. 165)

ratura critica di con cui si confrontino la Lettera ai Colossesi di San Paolo (1, 16-17; ibidem, p. 370) e la Lettera agli

Ebrei (1, 2; ibidem, p. 404).

ati oggetti e armi 28 Vd. pp. 48-49 con nota 130.

dica chiaramente 29 Questo nome ricorda molto da vicino quello del ‘dio luna’ nordico Máni (vd. CHIESA ISNARDI

20084 [B.7.1], pp. 55-56).

and the realm of 30 Vd. LUNDMARK B., Bæi’vi mánno nástit. Sol- och månkult samt astrala och celesta

föreställningar bland samerna, Umeå 1982.

sero in colline o 31 Martello e ascia sono simboli eccellenti di Thor (vd. p. 52 con nota 148 e CHIESA ISNARDI

angiato o bevuto 20084 [B.7.1], pp. 226-227). In TURVILLE-PETRE 1964 (B.7.1), pp. 97-98, si rileva come l’appellativo

omini. I bambiniHora galles altro non sia che la ‘trascrizione’ sami di Þórr Karl, vale a dire “il vecchio Thor”.

, una 32 Una dèa della caccia era anche Boaššuáhkká, verosimilmente da identificare con Juksakka
che dimoravano (sulla quale poco oltre) il cui nome significa “dèa dell’arco”.

d’argento e che 33 Questo nome, che vale “Grande junker” è in lingua norvegese; per il significato di junker si

rimanda a p. 469, nota 29.

ore islandese, si 34 Diversi siti sacrificali in prossimità dell’acqua sono detti, appunto, guolleipmil.

35 FRIIS 1871, p. 85.

ogical Study”, in 36 Nelle aree sami settentrionali si riteneva che l’abitazione fosse protetta anche da un’altra

ogy of the North, divinità femminile, Gieddegeašgálgu (Gieddegeašáhkku) che veniva invocata nelle situazioni di

difficoltà. L’immagine di questa divinità femminile si è poi ‘deteriorata’ e il termine è passato a

indicare una “vecchia pettegola”.

gga: “Egli era in 37 Chi scrive ha avuto modo di constatare direttamente (in concomitanza con l’ultima apparizione

la fu fatto di ciòdel sole a mezzanotte) l’offerta della testa (privata degli occhi) e delle corna di una renna collocate su

, p. 165) una grande pietra sacra non lontano da Kvalsund (sami Fálesnuorri, in Finnmark) nell’estate del

Lettera agli2012.

38 Vd. SERNING I., Lapska offerplatsfynd från järnålder och medeltid, Uppsala 1956.

39 Come detto, sul tamburo erano raffigurate divinità e simboli. La divinità sole, a esempio era

SNARDIvolentieri rappresentata da un rombo posto al centro, dal quale si dipartivano quattro linee a indicare

le quattro direzioni del mondo. Sul tamburo ciascuna divinità veniva messa in relazione con la sua

ala och celesta‘sfera di competenza’, sicché l’insieme dei disegni era, al contempo, un riassunto della visione sami

del mondo. Vd. MANKER E., Die lappische Zaubertrommel. Eine ethnologische Monographie, I-II,

SNARDI Stockholm 1938-1950 e anche il più recente CHRISTOFFERSSON R., Med tre röster och tusende bilder.

me l’appellativo Om den samiska trumman, Uppsala 2010.

40 Cfr. il testo alle pp. 751-753.

Juksakka 41 Detti, rispettivamente, noaideloddi, sáivoloddi; noaideguolli, sáivoguolli; noaidesarvvis


sáivosarvvis.

si 42 Una categoria di spiriti aiutanti femminili è nota come Árja, un termine che significa “energia”,

un’altra Ruđot, forse “coloro che emettono un suono piagnucoloso”. La possibilità che gli spiriti

aiutanti possano essere ereditati ricorda da vicino quanto si sostiene nelle fonti nordiche a proposito

di spiriti protettori femminili noti come fylgja e hamingja nei confronti dei quali si allude in qualche

nche da un’altra occasione a questa possibilità (CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 355-357).

lle situazioni di 43 Questo termine tuttavia non indica solo i canti rituali utilizzati dagli sciamani ma anche un tipo

mine è passato adi musica per mezzo del quale si vuole interpretare lo spirito di una persona o di un luogo. Tuttora

coltivato esso risale, quanto meno, all’età del ferro. Nello joik il testo è di solito limitato per lasciare

tima apparizione spazio a suoni onomatopeici attraverso i quali si vuole ‘catturare’ ed esprimere l’essenza dell’oggetto

enna collocate sudel canto: non casualmente juoigat “cantare uno joik” è transitivo. Noti esecutori di joik sono la

k) nell’estate delcantante Mari Boine (vd. p. 1411) e il gruppo Adjágas formatosi nel 2004. Il termine adjágas indica

lo stato intermedio tra la veglia e il sonno.

44 Qui non si può fare a meno di sottolineare come le qualità sciamaniche del dio nordico Odino

e, a esempio era(sul quale per approfondimenti si rimanda a CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 199-213) vengano

o linee a indicaredescritte da Snorri Sturluson (vd. p. 287, nota 13) in termini quasi sovrapponibili: “Odino cambiava

zione con la suaaspetto. Mentre il suo corpo giaceva come morto o addormentato egli diventava uccello o animale,

ella visione samipesce o serpe, portandosi in un batter d’occhio in terre lontane per [accudire alle] proprie o altrui

, I-II,faccende” (Saga degli Ynglingar, cap. 7; DLO nr. 189).

h tusende bilder. 45 Questo liquido aveva certamente un significato magico in quanto esso veniva usato anche per

dipingere i tamburi sciamanici.

46 Per un resoconto più dettagliato e la leggenda relativa si rimanda a FRIIS 1871, pp. 155-164.

noaidesarvvis,Sulle sepolture rituali degli orsi vd. IREGREN E., “Samernas rituella björngravar”, in PA, IV: 3 (1986),
pp. 8-11. Una lontana eco di queste credenze si trova forse nella Saga degli uomini di Flói

nifica “energia”,(Flóamanna saga, cap. 25) dove si riferisce di tale Þorgils Þórðarson, noto con il soprannome

tà che gli spiriti Örrabeinsstjúpr, vale a dire “figliastro di [Þórgrímr] Örrabeinn” (il che a sua volta significa “gamba

diche a propositocon cicatrici”), il quale in Groenlandia aveva ucciso un orso molto grosso e feroce. Di ciò tutti si

allude in qualcheerano rallegrati tranne Eirik il Rosso: “Eirik non fu contento di questa cosa, tuttavia fece cucinare

l’animale. Alcune persone dissero che aveva verso di esso un’antica credenza” (DLO nr. 190). Vd.

ma anche un tipoDE VRIES 19703 (B.7.1), I, pp. 362-363 (cfr. ibidem, II, pp. 64-65).

n luogo. Tuttora 47 Già Olof Rudbeck nella sua voluminosa opera Atlantide ovvero Manheim (vd. pp. 582-584)

itato per lasciare aveva sostenuto che le immagini raffigurate sui tamburi degli sciamani fossero da interpretare come

enza dell’oggetto divinità nordiche (vd. WIKLUND K.B., “Olof Rudbeck d.ä. och lapptrummorna”, in Rudbecksstudier.

sono la Festskrift vid Uppsala universitets minnesfest till högtidlighållande av 300-årsminnet av Olof

indica Rudbeck d.ä.:s födelse, Uppsala 1930, pp. 87-115).

48 Si veda anche il caso del dio sami detto Vearalden Olmmai (Várenal-olmmái) che secondo il

o nordico Odino manoscritto di Nærøy redatto dal pastore Johan Randulf (vd. p. 744, nota 284) dovrebbe rivestire

99-213) venganoprimaria importanza: questo nome, che significa “uomo del mondo”, ricorda da vicino un appellativo

Odino cambiavadel dio nordico Freyr (sul quale si rimanda a CHIESA ISNARDI 20084 [B.7.1], pp. 279-283) detto

ccello o animale,Veraldar goð “dio del mondo”. Del resto se Olmmai è parola genuinamente sami, Vearalden si rifà

proprie o altrui chiaramente al nordico verǫ˛ld, “mondo”. Si consideri anche che di entrambi viene sottolineata la

qualità feconda. A proposito del paragone tra la religione (e la magia) sami e quella di altri popoli, in

usato anche perparticolare i Nordici, si può ancora leggere FRITZNER J., “Lappernes Hedenskab og Trolldomskunst

sammenholdt med andre Folks, især Nordmændenes, Tro og Overtro”, in NHT IV (1877), pp. 135-

71, pp. 155-164.217.

, IV: 3 (1986), 49 Il che vale anche per le condizioni di vita, come parrebbe indicare il termine norreno búfinnar
uomini di Flói(la cui prima parte si lega al verbo búa “abitare”) con il quale si indicano i Sami che, probabilmente,

n il soprannome si dedicavano all’agricoltura (cfr. p. 1382 con nota 12). Per altro una fonte islandese risalente al 1200

significa “gamba circa, la cosiddetta Rímbegla indica il confine tra il territorio dei Sami (che praticavano il semi-

e. Di ciò tutti sinomadismo) e quello dei coloni stanziali (nordico búmenn, sing. búmaðr) sul fiordo di Malangen

via fece cucinare (sami Málatvuotna) nella parte meridionale della regione norvegese di Troms: “Inoltre c’è un fiordo

LO nr. 190). Vd.che è detto Malangen e divide [la regione] di Finnmark dalle [terre dei] coloni stanziali”. La

Rímbegla, è una sorta di ‘zibaldone’ che tratta di computo del tempo, storia, geografia, astronomia. Si

vd. pp. 582-584)chiama così, come specificato nell’introduzione, “perché essa deve adattarsi a una buona

nterpretare comecomputistica (rímtal) come un’ammaccatura (begla) a un bell’oggetto” (DLO nr. 191-192).

Rudbecksstudier. 50 Vd. pp. 142-143.

minnet av Olof 51 SNORRI STURLUSON, Haralds saga ins hárfagra, cap. 25. L’autore riferisce che quando ella

morì il suo corpo restò incorrotto, sicché il re restava sempre vicino a lei e immaginava che fosse

) che secondo ilviva. Ma quando dopo tre anni si lasciò convincere a metterla sulla pira funeraria dal suo corpo

ovrebbe rivestireuscirono serpi, lucertole, rane e rospi. Nel che una ulteriore allusione alla qualità magica dei Sami. Si

no un appellativo noti che Snæfríðr “Bella come la neve” è un nome nordico.

279-283) detto 52 Cfr. nota 13 e nota 53. Si ricordi qui la seduta di magia gestita da una donna sami di cui

si rifàriferisce la Saga dei valligiani di Vatnsdalur (Vatnsdœla saga, cap. 10; cfr. cap. 12). Per un

ne sottolineata laintroduzione alla magia dei Sami si rimanda a NESHEIM 1970. Per una ‘distinzione’ tra i diversi tipi di

di altri popoli, in magia si rileggano le considerazioni proposte a p. 204 con nota 412.

Trolldomskunst 53 NGL I, pp. 350-351 (leggi del Borgarting): “è un reato recarsi presso i Sami. andare a chiedere

(1877), pp. 135-profezie” (“þæt er ubota verk [at gera finfarar. fara at spyria spa”); NGL I, p. 389 e p. 403 (leggi

dell’Eidsivating): “Nessun uomo dovrà credere nei Sami o nelle streghe” (“Engi maðr a at trua. a

búfinnarfinna. eða fordæðor”) e “Nessun uomo dovrà credere nella magia dei Sami o delle streghe” (“Engi
e, probabilmente,maðr skal trua a fin eða fordæðskap”). La ricorrente contrapposizione tra religione cristiana e

risalente al 1200credenze sami etichettate come superstizione e diavoleria (che sarà una costante dell’atteggiamento

icavano il semi-dei missionari) si constata già a proposito del re cristianizzatore Olav Tryggvason, quando si riferisce

do di Malangenche egli si era (seppure a malavoglia) recato da un sami definito “profetico e preveggente” (“framviss

tre c’è un fiordo ok forsparr”): costui aveva invitato il sovrano a non entrare nella sua dimora (dalla quale egli stesso

ni stanziali”. Lasi rifiutava di uscire) poiché la presenza di Olav (cioè la forza della sua ‘virtù’ cristiana) lo faceva

a, astronomia. Sisentire debole (Flateyjarbók, I, pp. 231-232).

i a una buona 54 SNORRI STURLUSON, Óláfs saga Tryggvasonar, cap. 78.

55 SNORRI STURLUSON, Óláfs saga helga, cap. 106.

56 All’inizio del XII secolo fu eretta una chiesa a Vågan nelle isole Lofoten e forse anche a

che quando ella Trondenes nella regione di Troms (in pieno territorio sami) dove sorse poco dopo quella di Lenvik

ginava che fosse(sami Leaŋgáviika). Della metà del XIII secolo è quella voluta dal re Håkon Håkonson a Tromsøya.

a dal suo corpo Quest’ultima è citata in una lettera del Papa Clemente V (DN I: 1, nr. 113, 5 febbraio 1308, pp. 100-

gica dei Sami. Si101) come “sancte Marie de Trums [...] iuxta paganos”, dal che si può forse dedurre che essa potesse

fungere da ‘avamposto’ per tentativi missionari nelle aree sami. Naturalmente la costruzione di

nna sami di cui chiese (o fortificazioni) aveva anche lo scopo di ‘marcare’ la presa di possesso del territorio (cfr. p.

ap. 12). Per un 741, nota 273), anche se è evidente che la colonizzazione da parte norvegese era interessata, innanzi

a i diversi tipi ditutto, alle zone costiere. Nel 1307 fu eretta una chiesa a Vardø nell’estremo nord-est del Paese, non

lontano dalla quale sorse poi una fortezza.

ndare a chiedere 57 Vd. GALLÉN J., “Missionverksamhet”, in KHLNM XXVIII (1966), col. 649 e bibliografia

9 e p. 403 (leggirelativa (col. 650).

maðr a at trua. a 58 Vd. I. NORDIN, “Staffan, Hälsingarnas apostel i lokal tradition och levande sägen”, in FV 1932,

“Engipp. 129-150.
gione cristiana e 59 Vd. PEHRSSON P. “Svensk lappmission under katolska tidehvarfvet”, in Meddelande från

ll’atteggiamento Studentmissionsföreningen i Upsala, Tredje årgången 1890-1891, pp.173-189.

uando si riferisce 60 È assai probabile che ella fosse originaria della regione di Åsele in Västerbotten.

“framviss 61 Vd. pp. 437-439.

quale egli stesso 62 Vd. http://sok.riksarkivet.se/sbl/artikel/9098, Svenskt biografiskt lexikon (art. av JAN

stiana) lo faceva LIEDGREN); LUNDGREN G., “Lappkvinnan Margaretha”, in Norrland. Småskrifter utgifna av

Norrländska Studenters Folkbildnings förening, VII (1907), pp. 45-55; SÖDERHOLM V., Lappquinnan

Margare

Potrebbero piacerti anche