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Biografia
Presidente dell’archivio Paolo Pasotto

Paolo Pasotto (Pittore, Scultore, Antroposofo, lebra il sacramento della sua prima comunione.
Filosofo, Professore, Poeta, Scrittore, Editore, Vive in questi anni (e fino ai primi anni 2000)
Attore, Autore e Regista teatrale, Regista Ci- nella sua residenza medievale di Via San Isaia,
nematografico e Imprenditore) nasce nel cen- 6-2, e nel 1944 inizia a frequentare lo storico
tro storico di Bologna il 4 Settembre 1930, da e piu’antico liceo scientifico di Bologna, l’Au-
Mamma Sfriso Marietta e da Papà Pasotto Aldo. gusto Righi fondato nel 1923, che però lascia
Nei primi anni della sua vita frequenta la par- dopo pochissimo, per la sua vocazione artistica
rocchia di S.Carlo, dove poi il 4/6/1939 si ce- che già si palesa. Incomincia quindi a frequen-
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tare il liceo Artistico di Bologna (oggi denomi- Il 3 Novembre 1956 sposa a Bologna (registro
nato Francesco Arcangeli) fondato nel 1923, di matrimonio Parte 1 numero 145) , Minarini
dove nei primi anni di vita del liceo insegnò Iolanda (detta Iole) figura fondamentale in tut-
Giorgio Morandi. to l’arco della sua vita.
Pasotto inizia a dipingere a 16 anni nel 1946, Nel 1958 Pasotto decise di fare solo il Pittore
frequenta il Maestro Virgilio Guidi e ne diven- e mise su uno studio, presso i frati di San Giu-
ta presto suo primo allievo e amico. Terminati seppe, a porta Saragozza sempre nel centro
gli studi, si dedica oltre che alla pittura, anche storico di Bologna (disse in un’intervista che
all’azienda di famiglia, dove dirige una piccola lavorava seppellito dai Santi).
fabbrica di Fuochi d’artificio, che cede succes- I suoi primi lavori di quegli anni, ovviamente
sivamente. possedevano un sapore Guidiano, visto che Pa-
Appena venduta, la fabbrica salta in aria e vi- sotto continuava a essere suo allievo da ormai
sto che a Pasotto non gli era ancora stata pa- 12 anni, ben presto però “tradì” il maestro (an-
gata, i nuovi proprietari emettono cambiali da che se continuo’ comunque a frequentarlo as-
cinquemila lire ognuna, con l’ultima che sca- siduamente) per seguire la dottrina surrealista
deva addirittura nel 1972! dell’altro suo grande Maestro e Amico, Andrè
Successivamente fonda un’azienda cinema- Breton.
tografica di Cartoni Animati pubblicitari, ne A differenza dei suoi seguaci, per Pasotto, non
diviene regista, ma capisce che ha un innato esistevano due realtà, ma una sola: quella del-
odio per il mondo della pubblicità, ben pre- la vita interiore. Lui pensava che l’altra realtà,
sto Pasotto si stanca e cerca di vendere tutta la quella convenzionale fosse un’astrazione.
strumentazione. E disse; “Sono e non sono surrealista. Essere e
Queste le sue dirette parole: “Avevo messo esistere sono due posizioni che si oppongono.
insieme un’attrezzatura cinematografica ap- Noi ci troviamo a vivere in un’assoluta relati-
prezzabile. Prima di chiudere per cessazione vità. Cerchiamo ossessivamente di distruggere
di esercizio avevo ricevuto molte e cospicue questa relatività, ma è una distruzione che ri-
offerte per farmi vendere tutto. Ma io non mi mane soltanto in una situazione sospesa, forse
ero ancora deciso. Quando l’idea lampeggiò attuabile. Io credo ci sia la possibilità di saltar
spensero le offerte. Contrariato e insofferente fuori dall’altra parte. Il poeta, il pittore forse
alle attese, caricai su un carretto, macchine, possono. Comunque è certo; solo la poesia,
riflettori, tavoli, pellicole e tutto il resto e get- non il pensiero, può darci quella possibilità. La
tai tutto, anche il carretto, nel “Renunzèin” il vita è tutto un pregare. L’amore è la forza più
canale che corre in Via Carracci. E di cinema idonea a superare questo passaggio. Giunti a
non ne volli più sapere”. questo punto, e in questo senso posso anche
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dichiararmi surrealista. Io vivo il surrealismo”. L’evento cardine della vita di Pasotto è stato l’in-
Nel 1961 si spostò nel suo storico Studio, quello contro con l’Antroposofia di Rudolf Steiner che
di Via Drapperie, 6 a Bologna. Nel 1965 Luigi egli scopre ancora giovanissimo e che diventa il
Lambertini disse dello studio: “Lo studio è lar- filo conduttore della sua esistenza fino alla mor-
go, alto. Chi si aspettava un “buco” viene subi- te, infatti nel 2015 verrà celebrato anche il suo
to smentito. Un ballatoio lo sovrasta e gli corre funerale con il rito Antroposofico. Pasotto nella
intorno con una ringhiera metallica. Pare addi- sua vita ha scritto 20 libri sull’Antroposofia in
rittura il «Gabinetto del dottor Calligaris » per campo conoscitivo, artistico e sociale.
quei grossi tubi che lo incorniciano...” A lui si deve (in questi primi anni ‘60) la pri-
I tempi erano maturi per la sua prima grande ma conferenza pubblica di Antroposofia al
personale, e arrivò la chiamata di Uccia Zam- circolo degli artisti, quando da parte di molti,
berlan direttrice in quegli anni dell’importantis- a quei tempi, si riteneva che i contenuti esote-
sima galleria S. Stefano di Venezia. rici dell’Antroposofia li si dovesse coltivare solo
La presentazione della mostra fu’ dell’amico ed in cerchie chiuse mentre Pasotto aveva colto
oramai collega Virgilio Guidi: “ Rimarrebbe da dell’Antroposofia anche il carattere di Scienza
dire assai sui suoi dipinti esposti, sulle loro ri- dello Spirito e come tale comprensibile, se ri-
sultanze estetiche, su certi valori innegabilmente data in forma di pensieri, ad ogni essere privo
espressivi e coerenti al suo pensiero. Per i quali di pregiudizi.
valori lo consigliai a far la mossa di questa espo- Tra il 1960 e il 1964 la sua pittura era diven-
sizione. Non so fino a qual punto é data, in que- tata carnale fatta di innumerevoli interiora, si
ste sue opere, chiara l’ansia verso “l’assoluto”. era evoluta ed era oramai una pittura avan-
Sono esse, tuttavia, opere che s’inseriscono nella guardistica, unica, che andava oltre l’informa-
immensa problematica attuale e non solo, certo, le (e l’astrattismo), evocando l’anima.
in quella della pittura.” Carlo Cardazzo fondatore della Galleria del
A novembre 1961 espone poi, in una persona- Cavallino di Venezia, insieme al fratello Re-
le alla International Art Galleries di Parma con nato, scoprono Pasotto nel 1961 ed entusiasti
un autopresentazione: “motivi primordiali e chiedono a Pasotto di legarsi a loro in esclusiva.
immanenti, versano concreti impulsi che affio- Pasotto dopo aver consegnato alcuni quadri a
rano all’inqualificabilità del reale e dell’esistere: Cardazzo a Dicembre ‘61, invia poi in visione
arte allora, se ancor questa parola si ritrova in 47 quadri a Gennaio ‘62, e a Febbraio Cardaz-
validità, continua a manifestarsi nell’intensità zo scrive uno scritto critico che elogia la sua
dei ritmi, nel linguaggio primordiale e concreto pittura e invita Pasotto a spedirgli altri quadri.
dell’intuizione, che dallo spirito parla allo Paolo si incontra e si scrive numerose volte con
spirito.” Cardazzo fino a Giugno, quando durante una
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riunione in concomitanza con una importante numero civico 112 nella campagna collinare di
personale di Emilio Scanavino, conosce il Ma- Bologna, una villa storica cinquecentesca in un
estro, inizia a frequentarlo e spinto dalla moglie Borgo medievale, che si trova alla sommità di
Iole Minarini Pasotto (che partecipava sempre un piccolo colle e domina tutta la vallata.
a tutto e si poteva considerare sua manager), Cardazzo fissa la sua prima mostra personale a
acquista nel 1963 un suo quadro, di proprietà Pasotto, alla galleria del Cavallino dal 25 Mar-
di Carlo Cardazzo. zo al 3 Aprile 1963 mostra numero 554. La
In questo periodo Pasotto, espone direttamen- presentazione è affidata al grande critico d’arte
te le opere in galleria, nell’allestimento perma- Umbro Apollonio: “Vestigia di ignote muraglie
nente e viene notato da un personaggio im- istoriate, dissepolte e ancora ricoperte di sabbia
portantissimo venuto da Philadelphia, il Dott. iridescente oppure intraviste nei fondi equorei
Adolf D. Klarmann (vincitore di diversi premi d’una luce velata; rilievi muschiosi e indecifra-
internazionali tra cui il Guggenheim fellow bili di favolose archeologie che la storia non
del 1966/67), arrivato in città a Venezia per registra; e poi labirinti rocciosi sfiorati da lu-
visitare la Biennale e la Galleria del Cavallino. minescenze di crepuscolo”. Paolo Rizzi invece
Klarmann si innamora della pittura di Pasotto sul Gazzettino scrive una presentazione critica
e compra per il museo d’arte di Philadelphia della mostra: “ La sua è, anzitutto una pittura
un suo grande quadro Intitolato “Paseo del illusionistica: essa crea sulla tela parvenze di
Sol” a Luglio ‘62. misteriose superfici in rilievo, quasi istoriate da
Paolo, viene invitato poi da cardazzo alla im- mano arcaica, immerse in un silenzio di mil-
portantissima 536a mostra del Cavallino di lenni, velate di luce lattiginosa..”.
Agosto ‘62, dal 25 Agosto al 31, una collettiva Anche questa volta Cardazzo e Pasotto (e il
ristretta, fatta in concomitanza della 31a Bien- pubblico) sono entusiasti per la riuscita della
nale di Venezia. mostra, Cardazzo il 12 Aprile 1963 scrive a Pa-
Un successo incredibile di pubblico, che lo por- sotto: “La sua mostra si è chiusa e io sono con-
ta a vendere tutte le sue opere esposte, dovuto, tento perchè tutti si sono veramente interessati,
oltre che all’importanza della galleria stessa i quadri in visione spero verranno acquistati
anche dal fatto che i visitatori della biennale (ndr: cosa poi successa)e sono certo che è stata
visitavano assiduamente tutte le mostre corre- molto utile per il nostro futuro programma...
late. sono contento abbiate anche ricevuto il quadro
All’inizio del 1963 Pasotto acquista la residen- di Scanavino”.
za estiva usata come studio (soprattutto scul- Grazie a questi eventi Pasotto era ormai con-
toreo e legato al filone di studi Antroposofo- siderato anche dai “grandi” e nasce una fre-
Steineriano), in frazione Pilla Di Monzuno quentazione con i Maestri Franco Gentilini e
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Giuseppe Capogrossi. il cerchio dell’ultimo sasso scagliato nell’acque


Pasotto poi il 19 Luglio 1963 scrive, ringra- del tempo si allarga
ziando Cardazzo per i ricevuti inviti agli allora incessante
importantissimi premi “Campione d’Italia” e ma il cuore
“Premio Marche”, gli comunica inoltre di aver non lancia più sassi
eseguito nel frattempo parecchi quadri, anche non regge l’AMORE che preme
di Grandi dimensioni, e si accordano per ri- DESIDERIO non basta a capire
vedersi a Settembre a Venezia, per redigere pesante
il futuro programma, finito il viaggio annuale la carne
estivo di Pasotto(che lo portava da parenti a il sangue
Marsiglia, e a frequentare Parigi e la cerchia trasuda
di Breton). è tempo di fuga
Purtroppo il 16 Novembre 1963 Carlo Cardaz- Tempo di fuga
zo muore a Pavia, e le loro strade si dividono voluttà d’osare
per sempre. è forse l’ENDURA la via opportuna?
Pasotto proprio nel suo viaggio dell’estate
1963, conosce Iris Clert, che gli fissa, una pic- Pasotto negli anni fu anche editore, diresse e
cola personale, in permanenza per alcuni gior- fondò personalmente tre case editrici: Edizio-
ni all’inizio di Febbraio 1964 nella sua galleria ni Noumero (dal 1975), Studio d’arte Bologna
di Parigi. (dal 1996) ed Editrice Pico della mirandola
Grazie a questo fondamentale evento, proprio (fine anni ‘90).
nel 1964 Andrè Breton gli acquista un quadro Dopo la personale del 1966 alla Galleria del
81x65 cm del 1963. Portico di Reggio Emilia con scritto critico di
Nel 1965 scrive il suo primo libro di Poesie An- Paolo Carta, Pasotto espone nella prestigiosa
troposofiche “Endura” , cerca un editore che galleria Ferrari di Verona, la sua pittura si è
trova due anni dopo nel 1967, le edizioni G.R. nuovamente evoluta e viene presentato così, il
Tamari di Bologna: nuovo ciclo, da Renato Barilli: “Da una vivi-
sezione delle tempestose profondità viscerali,
CONCRETO SCAMBIO DELL’IO COL Pasotto passa infatti a una pacata descrizione
TU DESIDERIO È RISCATTO di vaste, espanse superfici di nudo: nudo fem-
minile potremmo dire, in via alquanto ap-
Il cuore prossimata e imprecisa, dato che l’artista evita
senza affanni certe esplicite precisazioni anagrafiche; nudo
contempla il manto di Maja comunque colmo di attributi sessuali, chiama-
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to ad affascinare morbosamente, a esercitare di Firenze e la partecipazione ai premi Cam-


un’intensa azione affettiva”. pigna invitato da Francesco Arcangeli (1968-
Un’altra grande esposizione che chiude le mo- 1969-1970), per finire la mostra al Castello
stre personali degli anni ‘60, è quella alla gal- Sforzesco di Milano (1974) .
leria San Luca di Bologna del 1968 presentata Nei primi anni ‘70 Pasotto entra in crisi artisti-
da Francesco Arcangeli che da alcuni anni era ca, vista l’escalation consumistica dell’arte che
affascinato totalmente dalla pittura di Pasotto lo disgustava, decide di astenersi quasi total-
(a lui si deve anche il termine “Metanaturali- mente dalle manifestazioni.
smo”): “Nella pittura di Pasotto un lungo fiato In una presentazione per “diciotto serigrafie”
perplesso imbarazza, insidiandoli proprio nel edizioni Noumero datata 1976 scrisse: “ Il
loro apparente isolamento, gli oggetti, le forme”. primo comandamento del mercato d’arte esi-
Il 1970 e’ l’anno della sua prima esposizione ge che ciascun artista risulti immediatamente
personale di Grafica alla Galleria del Teatro identificabile tramite un prodotto costante e
Sperimentale di Modena, segue poi quella del stabilizzato. Da ciò, la prima fatica di chiun-
1978 alla Galleria del Cortile di Bologna. que si dia ad essere artista, sarà la tensione alla
Nel 1971 Italo Tomassoni e Giulio Carlo Ar- ricerca di un modulo espressivo personalistico
gan inseriscono Pasotto nell’arte dopo il 1945 che poi baratterà con qualsiasi teorizzazione
in Italia. critica. In certi casi tale modulo sarà forse la
Negli anni che vanno dal 1964 al 1976 Pasotto sola cosa a sussistere. Molti anni fa, le mie ope-
espone in decine di grandi e importanti col- re erano riconoscibilissime, un grosso mercan-
lettive in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo: te d’arte mi disse:
Premio Michetti di Francavilla a Mare (1964), -Bravo Pasotto continua a farmi sempre di
la serie di Mostre curate da Luigi Lamberti- queste cose che così ci siamo-
ni “Oggi a Bologna” (1965) con testo sul mat- Smisi!
tino di Napoli di Filiberto Menna, la mostra Lo ringrazio. Egli mi fu assai illuminante.
Prospettive 1 a Palazzo dei diamanti a Ferrara Oggi m’interessa ben poco apparire “imme-
(1966) con testi di Luciano Caramel, Enrico diatamente riconoscibile” M’interessa invece,
Crispolti, Renato Barilli, Giorgio Di Geno- nel superamento di ogni fattore personalistico,
va, Toni Toniato, Ra1(1966) ad Amalfi cura- dire effettivamente qualcosa. A tal fine non di-
ta da Renato Barilli, la serie di mostre estere sdegno usare di volta in volta la formula che
a Skopje, Graz, Klagenfurt, Zagabria, Byd- meglio si presta, facendo così mambassa di ec-
goszczy, Kharkov, il premio Trento (1967) cu- cleticità: dal figurativo all’astratto, dal concet-
rato da Maurizio Calvesi e Luigi tuale al pop e magari pure al Kitsch! Lo stile
Lambertini, la grande mostra a Palazzo Strozzi è comunque un’altra cosa. Io credo sempre di
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più nel messaggio e a Pasotto e a chiunque al- rie), nel ventre opulento del mercato di prodotti
tro solo per quel tanto che riescono ad esserne alimentari di Bologna.
il tramite.” Dietro il palcoscenico gestiva da solo i burat-
In tutti gli anni ‘70 Pasotto usò in moltissime tini modellati da lui in cartapesta dipinta ma-
occasioni l’aerografo per creare carte quasi tut- gistralmente, di dimensioni enormi che solo le
te di dimensioni 70x100 cm e grandissime tele sue grandi mani volitive potevano calzare.
che Giorgio Di Genova così definisce:“dopo Maschere a volte terribili, a volte grottesche o
aver parlato del suo approdo alle varie visioni ingenue dove la materia fattasi trasparente sen-
dei Campi Elisi,la più significativa di tali visio- za più impedimenti mostrava ciò che in loro si
ni in linea col suo misticismo è senza dubbio il agitava. Gli abiti realizzati dalla anziana madre
gruppo di eteree Figure, che si aggirano nella e dalla moglie lole sarta raffinata e creativa. Lo
impalpabile luce ultraterrena qui presente, Fi- svolgimento scenico ricco di effetti speciali”.
gure appartiene agli anni precedenti la svolta, Ritornando alla pittura, negli anni ‘80 riprende
che portò Pasotto a smaterializzare le sue vi- il pennello in mano, perché Pasotto aveva co-
sioni e pertanto affidarle alla sola modulazio- munque sempre creduto nella pittura- pittura,
ne dei colori in opere di lirismo assoluto. Del anche se tanti altri pregevoli addetti, la pittu-
resto per la corposità era solo un rivestimento ra-pittura l’avevano definitivamente superata.
momentaneo della materia.” Paolo diventa an- Pasotto poi nel 1987 decide di mettere in ven-
che Attore, Autore e regista, prima nel teatro dita la residenza a La Pilla di Monzuno, per
classico con: Prima più tardi e poi dramma acquistarne un’altra attigua da restaurare al
in 9 quadri, commedia teatrale, Concepito e civico 111.
scritto nel settembre 1976, correzione e prima Grazie a un amico comune il Sig. Maurizio
edizione ciclostilata settembre 1977, edizioni Negrini, Pasotto entra in contatto nello stesso
Noumero Bologna, poi anche con il teatro dei anno, con una famiglia Americana di Artisti
burattini con una serie di dodici commedie e ceramici (Thea Tenenbaum e il marito di ori-
farse, che rappresentava tra gli anni ‘80 e ‘90. gini italiane Raffaele detto lele Malferrari) che
Nei primi anni 2000 le rappresentazioni si svol- vivono in Colorado, precisamente a Boulder.
gevano al teatro del Navile e itineranti eseguiti Dopo aver visto la casa, se ne innamorano su-
dalla compagnia la Garisenda di Pierluigi Fo- bito e l’acquistano per 200 milioni di lire, per
schi. Giovanni Simoncini scrive a proposito di farla diventare il loro studio estivo.
questo: “Paolo, in prima persona, nelle vesti Ogni estate si incontrano con Pasotto essen-
di burattinaio, rappresentava le sue commedie do diventati vicini di casa, e diventano grandi
farse in un teatrino montato nel suo studio di amici, anche perche’ i figli della Tenenbaum
pittore in Via Pescherie Vecchie (Via Drappe- e di Malferrari; Emiliano e Gelsomina gia’ in
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America frequentavano una scuola steineriana merevoli testi Antroposofici.


e quindi Pasotto si offre di fare lezioni Antro- Nei primi anni 2000 Pasotto, poi, torna a
posofiche all’ombra delle querce. esporre assiduamente e viene consacrato e ri-
Questo nuovo studio estivo sarà abitato da valutato da una miriade di critici e addetti ai
pasotto fino a dopo il 2010, Pasotto in questa lavori.
nuova casa amava scolpire e dipingere i suoi Giorgio Di Genova lo inserisce nella monu-
burattini, meditare, curare il suo piccolo orto mentale e fondamentale “Storia dell’Arte ita-
e cucinare. liana del ‘900” edita da edizioni Bora: “ben
Nel 1998 Pasotto parlando del suo lavoro di diverso è il lirismo del bolognese Paolo Pasot-
questi due ultimi decenni: “Considero la valle to pittore sintetico ed a suo modo visionario
dell’informale storico come una stazione che ed estatico per interiore empito religioso volto
mi lascio ogniqualvolta dietro le spalle e ne all’assoluto. Tale condizione mistico-poetica
risalgo allora l’altro versante. Mi astengo dal porta ad un’iperscrutazione delle pareti della
portare sulla tela alcunché di predisposto, ma coscienza di cui Pasotto restituisce le confor-
nulla escludo di ciò che da essa possa venir- mazioni tissurali, cogliendone il bassorilievo al
mi incontro: che in essa ricerco e trovo di una di là della nebbiolina determinata dalla luce
“Natura oltre” che l’anima mia, rispecchian- diffusa della sua spiritualità. Una luce, tutto
dosi, intende rivelarmi...Attribuisco ad una sommato, costantemente col fiato sospeso. Ne
linea di ricerca come quella che ha caratteriz- sortiscono degli sbalzi del carnale, sbalzi che
zato la mia pittura, la denominazione: META- ricordano in qualche caso quelli barbarici su
NAURALISMO” (termine coniato per lui da lamine, solo che qui alle lamine di rame è ap-
Francesco Arcangeli). punto sostituito l’epitelio delle cavità interne
Pasotto tra gli anni ‘80 e ‘90 ricomincia ad del corpo. Una mentale luce radente di tali
esporre anche se solo in ricercati eventi, ricor- sbalzi ammorbidisce le depressioni, che per-
diamo le personali alla galleria Caldarese a tanto perdono in incisività per risolversi in di-
Bologna nel 1984, e l’altra personale al Cen- latato discorso semitonale
tro Arte Lavoro di Milano nel 1986. Nel 1993 e riassorbire le trame del segno nelle ombre
espone allo Studio 5 di Bologna e alla prima delle venature. Dell’Informale permaneva
Biennale di Bologna, successivamente lo tro- un’eco lontana e tutto sommato semispen-
viamo a New York nel 1994 allo spazio Italia e ta, atta tuttavia a mimare, non senza qualche
al premio Campigna di Santa Sofia nel 1998 (il compiacimento sensuale, quell’immagine del-
museo Vero Stoppioni acquisisce due sue ope- la Carne Universale cui tendeva l’artista. Col
re tutt’ora esposte). tempo questi fitti ghirigori si diradano per pro-
In questi anni Paolo continua a scrivere innu- sciugamento dovuto ad una sottrazione di per-
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corsi, poiché sopravviene l’esigenza di alludere Il 2007 è l’anno della mostra al Palazzo Comu-
alla realtà esterna, tuttavia sempre restituita nale di Civitanova Marche, segue poi la bellis-
per allusione grafica all’interno del campo di sima mostra alla galleria Gnaccarini di Bolo-
luce coscienziale che si spande sulle superfici gna nel 2010 dal titolo “Opere storiche anni
delle opere. I percorsi del disegno incidono i ‘60”, preceduta da una conferenza filosofica/
pallori di questa luce col fiato sospeso, facendo artistica curata dallo stesso Pasotto e organiz-
riemergere impercettibilmente come in certi zata da Otello Gnaccarini.
disegni e acquarelli di Morandi, le forme di Nel 2011 Pasotto viene invitato a un evento
tre cucchiai, di un incompleto profilo, di tacchi importantissimo, La Biennale Di Venezia ,
a spillo e di oggetti con lunghi manici com’è Vittorio Sgarbi curatore dell’ edizione numero
nelle opere esposte dal 24 febbraio 1968 alla 54, mette in mostra due sue opere nel Padiglio-
Galleria San Luca di Bologna con prefazione ne Italia sezione ER.
di Francesco Arcangeli. Ed era la riemersio- Successivamente dopo la Biennale, viene invi-
ne dalla Sostanza Primordiale dell’Universo tato da Artetivu’ a registrare negli studi televi-
Quotidiano che si lasciava alle spalle le esta- sivi una conferenza e ed espone in una perso-
si generate dalla contemplazione della Carne nale formata, da una ventina di opere.
Universale e preparava quella crisi che ebbe Tra il 2010 e il 2014 scrive e pubblica per le
l’apice nel decennio successivo”. edizioni Pico della Mirandola 9 testi Antropo-
Gli eventi più importanti di questi anni sono : sofici alcuni insieme ad altri due importantis-
2002 il museo Magi ‘900 di Pieve di Cento simi Antroposofi, Giovanni Simoncini e Gio-
(Bo), inserisce in collezione permanente 58 sue vanna Bettini.
opere, alcune delle quali esposte poi nella mo- In questi anni tiene lezioni frequenti la mat-
stra del 2003 generazione anni ‘30, con testo tina, all’istituo di Antroposofia di Bologna al
critico di Giorgio Di Genova, che cura poi an- civico numero 4 di Via Morandi (che si trovava
che la successiva personale di Latina. Pasotto e si trova anche oggi sotto la sua vecchia abita-
nel mentre sposta il suo studio c/o Via Jacopo zione mansardata).
di Paolo a Bologna. Pasotto si ritira nel 2014 all’istituto S.Anna di
La fondazione Ant di Bologna dopo la mostra Bologna dove continua fino alla morte del 18
del 2006, acquisisce e ha ora in collezione per- novembre 2015 ad autenticare le sue opere,
manente tre opere di Pasotto di grandissimo l’ultima sua conferenza Antroposofica (video)
formato. è della fine del 2014.
Sempre nel 2006 Pasotto espone in una per- Le prime mostre postume sono Quelle di di-
sonale, alla Galleria Lydia Palumbo Scalzi di cembre del 2015 Premio Limen Arte (curatore
Latina (testo critico di Luigi Lambertini). Giorgio Di Genova) e quelle al Map di Ponti-
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nia nel 2016 (che inserisce due opere in col- volere, infine il pensare. Altrettanto accade per
lezione permanente una tela 50x70cm e un la pittura: senonchè, dopo il volere, anziché il
olio su carta della stessa dimensione) curata da pensare segue il dipingere”.
Alessandro Cocchieri e Lorenza Lorenzon.
Sempre nel 2016 Enzo Le Pera e Giorgio Di
Genova inseriscono Pasotto negli artisti storici
da non dimenticare nel volume “Percorsi d’ar-
te in Italia 2016” edito da Rubettino.
Nel 2017 nasce l’Archivio Paolo Pasotto.
Il museo Civico Duilio Cambellotti di Latina
tra il 2017 e il 2018, organizza una mostra an-
tologica su Pasotto curata da Alessandro Coc-
chieri e Lorenza Lorenzon.
Alla fine del 2018 esattamente dal 27 Ottobre
all’1 dicembre, su invito del curatore Giorgio
Di Genova, sono in mostra tre importanti ope-
re di Pasotto alla “Biennale internazionale del-
la Calabria Citra” (BiCc), mostra istituzionale,
organizzata da Enzo Le Pera, presso il palazzo
delle esposizioni nel museo civico di Praia a
Mare (cs).
L’istituto di Antroposofia di Bologna nel 2019
ha in programma una mostra antologica e una
serie di conferenze dedicate alla figura e alla
memoria del Maestro Paolo Pasotto.
La vita artistica di Paolo Pasotto (che alla fine
si è sempre considerato in primis pittore) si può
sintetizzare con le (sue) parole seguenti: “Di-
pingere per me è come fissare un fatto interio-
re, in dolce abbandono, un lento ricercare di
forme, che mi alletta, che mi procura gioia. La
pittura è una forma intuitiva attraverso la via
del colore. Il primo movimento della coscienza
è il sentire, cui succede il desiderare, quindi il

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