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forme, che mi alletta, che mi procura gioia. La pittura è la forma intuitiva attraverso la via del
Colore. Il primo movimento della coscienza è il sentire, cui succede il desiderare, quindi il volere,
infine il pensare. Altrettanto accade per la pittura; senonchè, dopo il volere, anzichè il pensare,
segue il dipingere.
Archivio Del Maestro Paolo Pasotto Presso Associazione Culturale “Paolo Friends”
PAOLO PASOTTO
(Bologna, 4 settembre 1930 - Bologna, 18 novembre 2015)
Vol. 1
Catalogo Generale
Edizioni Archivio Paolo Pasotto
A cura di
Giorgio Di Genova
Testi critici
Giorgio Di Genova
Renato Barilli
Virgilio Guidi
Umbro Apollonio
Paolo Rizzi
Luigi Lambertini
Francesco Arcangeli
Postfazione
Marco Vinetti
Coordinamento generale
Giovanni Crotti e Gianluca Mastellari
Autenticità e archiviazione delle opere
Direzione scientifica
Direzione artistica
Massimiliano Brunato
Stampa
Edizioni Archivio Paolo Pasotto
Copertina
1964, Senza Titolo, Olio su tela, 130x130
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma
o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta
dell’editore.
Retro Copertina
1964, Senza Titolo, Olio su tela, 97x131,5
© 2018 Archivio del maestro Paolo Pasotto presso
Associazione culturale “Paolo Friends”
Paolo Pasotto
(Bologna, 4 settembre 1930 - Bologna, 18 novembre 2015)
a cura di
Giorgio Di Genova
mio Internazionale Lìmen Arte, mostra che, matiche e delle fluidità dell’esistere, che spesso,
essendo Pasotto scomparso un mese prima, parafrasando il grande Ungaretti, s’illuminano
volli dedicare a lui. d’immenso.
In essa avevo appunto inserito la sua aerogra- Giorgio Di Genova
fia su tela, del 1970-71 Figure, che, dopo aver
parlato del suo approdo alle varie visioni dei
Campi Elisi, definii: “La più significativa di tali
visioni in linea col suo misticismo è senza dub-
bio il gruppo di eteree Figure, che si aggirano
nella impalpabile e diffusa luce ultraterrena
qui presente”, precisando poi: “Figure” appar-
tiene agli anni precedenti la svolta, che portò
Pasotto a smaterializzare le sue visioni e per-
tanto affidarle alla sola modulazione dei colori
in opere di lirismo assoluto. Del resto per lui la
Paolo Pasotto e Giorgio Di Genova 2006
corposità era solo un rivestimento momenta- Presentazione della personale alla Galleria Lydia
Palumbo Scalzi - Latina
neo della Materia, come nel 2003 asseriva in
un brano del suo opuscolo Logica plausibilità
rivelazione: ‘La tanto conclamata magnitudo
della Materia si riduce, pertanto, a morto ma-
teriale da costruzione che da solo, al massimo,
arriva a cristallizzare; e, quando si dà come
Energia, si rivela essere solamente nuda forza
che se ne fugge dal di sotto: la Vita, la Cresci-
ta, la Rigenerazione, idealità che incontriamo S.T., 1964, Olio su tela, 38x61 cm, Coll. GDG, Roma.
già nei vegetali, non appartengono affatto all’I-
dea-Materia. E l’Idea ‘pentola’ - idea fisica – è
lontana dalla Materia anche se ne è rivestita’”.
In questi assoluti di Materia, Energia, Rivela-
zione, Idea “pentola” si condensa tutto il mi-
sticismo di Paolo Pasotto, da lui trasferito nel
colore e nella luce dei suoi dipinti. Soprattutto
nelle carte estreme, lasciateci come testamento, Figure 1970/71 Aerografia su tela, - dittico 198 x141
cm (collezione privata, Vibo Valentia)
in cui riaffiorano talora gli echi delle grafie cro-
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i contorni degli oggetti si irrigidiscano troppo, seguace dell’Art Nouveau. In primo luogo, ha
fino a nascondere di essere cresciuti da qualche sfoltito quel suo polipaio di viscere, compiendo
germe, da qualche embrione primordiale. uno sforzo di individuazione: non più l’imma-
Questo discorsetto di apertura si adatta mol- gine di un ventre collettivo esteso all’infinito,
to bene al percorso di un pittore a prima vi- ma una porzione ben recintata di epidermide:
sta appartato e isolato come Pasotto. ll quale, senza tuttavia toccare l’estremo opposto, senza
come tutti quelli che non sono nati appena ieri, giungere cioè al profilo di un singolo, staccato
ha alle spalle un’esperienza informale, che per individuo, poiché un motivo cui Pasotto non
gradi ha poi portato ad altri esiti, senza però ha rinunciato è quello del “vivere insieme”
doverla ripudiare. Già nel periodo informale di dell’allacciamento stretto e indiviso. Si noti co-
qualche anno fa, Pasotto aveva compiuto una munque che abbiamo dovuto parlare di epi-
scelta di fondo, scartando il regno della materia dermide. Da una vivisezione delle tempestose
inorganica e anche quello vegetale, per pun- profondità viscerali, Pasotto passa infatti a una
tare piuttosto sul regno animale, che è quel- pacata descrizione di vaste, espanse superfici di
Paolo Pasotto nel suo ultimo studio in Via Jacopo Di Paolo
Bologna lo ove l’indistinto rigoglio di natura sembra nudo: nudo femminile potremmo dire, in via
compiere lo sforzo maggiore per giungere a alquanto approssimata e imprecisa, dato che
un qualche grado di definizione. E nello stesso l’artista evita certe esplicite precisazioni ana-
tempo il regno della carne è il meno innocente, grafiche; nudo comunque colmo di attributi
quello che più presto si carica di implicazioni sessuali, chiamato ad affascinare morbosa-
psicologiche, di significati torbidi e complessi. mente, a esercitare un’intensa azione affettiva.
Pasotto ci offriva allora vaste superfici ove si Tanto per cominciare, Pasotto trae partito,
dipanava un groviglio di viscere, una matassa per i suoi giochi lineari da certi normali tratti
di vesciche ora emergenti, ora sprofondanti. E anatomici: il segno affondante che separa un
appunto già allora, il tema non consentiva di braccio o una gamba dal resto del corpo, segno
abbandonarsi per intero a un effetto di “natu- che si dirama, al punto d’attacco in tante pie-
ra”, ma richiedeva un inizio di stilizzazione, di ghette disposte a ventaglio. E qui siamo quasi
definizione elegante, nel tracciato sinuoso di al limite della « citazione » pari pari dall’Art
ciascuno di quegli elementi organici. Ma certo Nouveau; basti pensare a Egon Schiele, ai raf-
quello che nell’assieme dominava, era il motivo finati, splendidi giochi lineari che egli seppe
tipicamente informale del groviglio del “bruli- trarre impaginando nei modi più impensati
care”: il ritmo di proliferazione indistinta aveva quei motivi anatomici, insaccando, distorcen-
Paolo Pasotto negli studi televisivi di Arte Tivù
partita vinta sullo stato anagrafico dei singoli do, piegando i suoi nudi nelle pose più eccen-
componenti. In seguito, Pasotto ha compiuto triche e studiate.
operazioni singolarmente affini a quelle di un Si aggiunga che, mentre Schiele, dati i tempi,
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bicchiere stesso; linea che porta in testa vetro seriscono nella immensa problematica attuale
in fusione e in coda vetro in frantumi...” e non solo, certo, in quella della pittura.
Ed ancora più giù: “E’ l’esistenza invero, cosa Virgilio Guidi
unitaria ed unica, quella dell’assoluto: l’Esse-
re”. E più giù ancora: “Riconosco nel -Pia-
cere- la molla di tutto: ogni minimo atto è in
funzione di piacere e di felicità, che in ultima Testo critico alla mostra
Invito alla personale di Pasotto alla Galleria Del analisi è amore: cioè autodistruzione nel di- personale 554 alla Galleria del
Cavallino di Venezia
strutto oggetto”. Cavallino di Venezia 1963,
E concludendo: “Sostengo la posizione di co- Stamperia di Venezia
loro che oggi hanno sete inconsapevole di as- Umbro Apollonio
soluto, e non già di sterili viaggi interplanetari
proposti dal divenire assurdo. Sete di autodi-
struzione nella voluttà ineffabile dell’abbando-
no nel tutto. Il che è poi religiosità”.
Io ho fatto il portavoce finora (non della Casa
Bianca). Conobbi questo giovane sedicenne a
Bologna, voglioso già della pittura, anche se
allora silenzioso, era però ansioso e meditati-
vo. Come risulta oggi da quello che di lui ho Non sono pochi coloro che sanno trarre pro-
trasmesso. E avendomi egli chiesto una “pre- fitto dalle relazioni culturali fino magari a
Paolo Pasotto nel 1965, alla storica osteria del Sole a Bologna
sentazione” alla sua prima mostra ho creduto conquistarsi notevole rinomanza sagacemente
giusto far di questa una “autopresentazione”. incorporando la loro condizione di epigoni in
Anche perché fra tante sue affermazioni e ne- forme fascinose.
gazioni non saprei, nel momento, che cosa Taluni, al contrario, se ne stanno appartati e
dire, trattandosi di dire su un catalogo di mo- lasciano passare davanti a sé le vicende presen-
stra. Rimarrebbe da dire assai sui suoi dipinti ti paghi di coltivare un mondo segreto di sogni
esposti, sulle loro risultanze estetiche, su certi e di visioni per il quale vanno ricercando for-
valori innegabilmente espressivi e coerenti al me adeguate. Tra quest’ultimi fa parte Paolo
suo pensiero. Pasotto, che affronta, come distaccato appunto
Per i quali valori lo consigliai a far la mossa di dai tumulti e dalle incertezze contemporanee,
Paolo Pasotto, Giorgio Di Genova, Iole Minarini Pasotto, Edoardo questa esposizione. Non so fino a qual punto è una sicurezza interiore i cui tremori sono sem-
Brandani 2006 Presentazione della personale alla Galleria Lydia
Palumbo Scalzi Latina data, in queste sue opere, chiara l’ansia verso pre contenuti e velati. Si potrebbe dire che il
“l’assoluto”. Sono esse, tuttavia, opere che s’in- pittore rimane equidistante tanto dalle parven-
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Una coscienza d’esistere che diventa “numero” glio, legato con una lunga corda.
simbolo. Un quadro di quelli “aggiornati”? Mancano
Dal 1957, quando ancora dominava l’informa- però le strisce e la segnaletica stradale, ma po-
le, Pasotto ricerca, senza curarsi d’altro, e lascia trebbe essere un inizio. Invece niente di tutto
affiorare i suoi emblemi ora tetri, ora limpidi, questo.
come una teoria di voci lontane. Sono grida o Ogni tanto un tale da una finestra, che dà nella
canti? Sussurri o parole staccate? piccola corte, si diverte a sparare contro i vetri
--Non è inafferrabile, al contrario. Se è numero con una carabina ad aria compressa. Pasotto
vuol dire che è definito, decifrabile. Un simbo- espone allora il bersaglio... e quello smette.
lo poi non è altro che un numero digerito. --S’è parlato di angoscia, all’inizio ed è nor-
--Staranno pure sullo stomaco a qualcuno que- male. La pittura diventa angoscia quando si è
sti « numeri »! consapevoli dell’imposibilità d’andare oltre il
-Ricapitoliamo. Io credo che il non esistere «numero», oltre la frazionalità. Paolo Pasotto negli studi televisivi di Arte Tivù
non esista, chiaro? Pur rimanendo la realtà un --A questo punto quindi un “numero” un “esi-
fatto ambiguo. stere” vale l’altro; insomma “uno, nessuno,
Non accetto la realtà che rimanga circoscritta centomila” non importa. È l’esistere che conta.
da quel lasso di tempo che va dalla nascita alla --Esattamente, la vite di un orologio vale come
morte o dal rosso al violetto o dal Do al Si. un orologio intero; un sasso quanto una pepita.
Questi quindi, che per intenderci chiamiamo In altre parole non accetto gerarchie.
numeri e che in fondo lo sono, non mi stanno ---E noi quindi... siamo degli oggetti, uguali a
sullo stomaco presi di per sé, ma come dimen- loro?
sione relativa. ---No, dei numeri. E così si torna da capo,
Un rumore secco viene ad infrangersi contro Quindi il « numero » è il motivo dominante
un vetro. di questi quadri anche se invece di essere vera-
Pasotto s’interrompe e lascia i quadri, quasi mente un numero, una cifra, si tratta di un sus-
concitatamente si mette a cercare tra tela,i e seguirsi di entità cromatiche che si annullano e
cartoni. Un altro colpo. Che sia la « questio- si compenetrano una nell’altra, immerse in un
ne » Goldfinger arrivata all’ombra delle Due silenzio, in un Limbo definito da uno spazio,
Torri? « Non è niente, adesso rimedio io » dice quello della tela, e da un tempo, quello dell’at-
Paolo Pasotto negli studi televisivi di Arte Tivù
Pasotto continuando a cercare nel silenzio in- tesa e compenetrandosi allora sono in attesa
crinato da un tramestio di fogli e tele. dell’imponderabile e dell’assurdo o della logica
Poi si avvia alla finestra, la socchiude evitan- e dell’ordine?
do con cautela, di affacciarsi ed infila fuori un ---Se per logica intendiamo che con meno di
grande cartone, sul quale è disegnato un bersa- dieci pani e pesci sono state saziate cinquemila
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persone accetto questa «logica »; comunque ri- passare del tempo si è sempre più frazionata e
fiuto l’assurdo. In tutti i casi « l’imponderabile il discorso era pur sempre lo stesso, visto attra-
» che aspetto è quell’imponderabile che può verso un grandangolare.
determinare la cessazione dell’attesa, la cessa- Attualmente invece ritorno ad una visione
zione insomma di un brutto sogno in funzione più accentrata e dai diminuiti elementi che
di un risveglio nella condizione unitaria che compongono l’immagine si può penetrare in
verrebbe a contrapporsi a quella di relatività altrettanti mondi che hanno sempre lo stesso
esistenziale in cui i « numeri » gravitano. linguaggio, il linguaggio della totalità.
Eppure esistono, fuori, uomini soltanto indaffa- La piccola porta grigia sta ormai per rinchiu-
rati; esiste la città antica ed anacronisticamente dersi. Prima di andare però bisogna chiedere
attuale; esiste un mercato, vecchio e sbreccato, il significato di quel numero, di vere cifre, di
tra vicoli e stradette che propone anche utensili quel «PASOTTO 00-180». È solo un messag-
di plastica. gio, nient’affatto fumettistico, per l’incaricato
Formicola il mercatino con i suoi odori di frut- che verrà a controllare il contatore della luce.
ta e di pesci e di pani ma per sfamare cinque- Luigi Lambertini
mila persone ne occorrono altrettanti.
Paolo Pasotto a La Pilla di Monzuno
I miracoli del giorno d’oggi sono le scatolette e
il “vitello d’oro”.., un grande barattolo di car- Scritto critico della personale di
ne conservata;.. Paolo Pasotto alla Galleria
--Io non credo però nell’evoluzione dell’umani- San Luca, Bologna, 1968
tà come tale ma in quella dell’individuo, sem- Francesco Arcangeli
pre che questa evoluzione approdi a qualcosa.
L’assoluto non può esprimersi come traguardo
della relatività. Allora l’evoluzione può avveni-
re unicamente nella scala dei numeri, abbiamo
così un immobilismo evolutivo.
-E questa non è una contraddizione? Se con-
sideriamo la totalità come un recipiente sen-
za confini qualunque reazione o agglomerato
che avviene dentro a questo recipiente non Nella pittura di Pasotto, un lungo fiato per-
farà mai aumentare né diminuire il peso del plesso imbarazza, insidiandoli proprio nel loro
Marzo 2015 Istituto S.anna di Bologna Pasotto continuò il
suo lavoro di archiviazione fino alla fine della sua vita recipiente medesimo. E ciò lo si ritrova anche apparente isolamento, gli oggetti, le forme,
nei miei quadri. In un primo tempo la loro su- le situazioni del mondo di oggi, inteso ormai
perficie era scandita da pochi elementi, con il dagli ideologi, spesso improvvisati, come una
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globalità cui si dà il nome di “civiltà dei consu- loro sorte non sfuggono, di volta in volta, tac-
mi”. E’ un mondo pulito, efficiente, ma squal- chi a spillo, una forma geometrica, tre cucchiai
lido; almeno in tante versioni italiane, dove e una tazza, un volto di donna a labbra pro-
spesso anche il timbro delle nuove tecniche e truse. E una vicenda, insomma, molto singo-
dei nuovi materiali sa di anonimo “rimedio” lare che qui accade, ben lontana dalle infinite
rispetto alla barbara astorica immediata in- prefabbricazioni debolmente intellettualistiche
sorgenza degli oggetti nelle registrazioni dei di cui siamo oggi, letteralmente assediati. Non
più potenti “popists” americani. Del resto, se sembra un pittore all’offensiva, Pasotto; ma la
Oldenburg ha sentito il bisogno di sottoporre qualità del suo “amalgama” è così tenace, così
la sua macchina da scrivere a una molle ma invischiante, così fondata, che la sua risposta
del tutto coinvolgente operazione di scasso, sa- al mondo di oggi si pone a livello delle più po-
rebbe strano che si volesse rifiutar legittimità tenti ondate alienanti. Così entrare nella sua
all’operazione più lenta e sottile dell’italiano mostra, sarà ancora come conoscere una per-
Pasotto...Allora tutto, nella pittura di Pasotto sona, direttamente; ed è la sorte inevitabile cui,
reagisce in modo singolare, ma non certo in- nemmeno in quest’epoca di assurdi disperati
congruo; e prevedibile, forse, se si ricorda quel travestimenti, si può sottrarre, non dirò l’arti- Paolo Pasotto 1987
suo “informale” morbido, pazzo, inquietante, sta, ma l’operatore il progettatore il designer
dove un “continuo” di materia e di spenti ful- l’evironmentista. Ci si confessa, sempre; anche
gori agiva senza respiro su tutto lo spazio della una civiltà collettiva e tecnologicamente “illu-
superficie dipinta. minata” si confessa, sempre. Saperlo, mi pare
Prevedibile, forse: ecco, ho toccato la possibilità ancora l’atteggiamento più importante, quello
d’un vero tramando personale entro la vicen- da tentare fino in fondo prima che la grande
da ardua d’un passaggio di civiltà improvviso, prefabbricazione collettiva finga di annullarci,
duro, totale. I modelli, son le rose viste sulle pa- e maturi gli strumenti per annullarci di fatto.
gine d’una rivista; ma le convenzioni di forma Per questo dipinti come quelli di Pasotto sfug-
e d’immagine, via via più obbliganti dacché gono, come ogni dipinto, come ogni opera de-
nuove tecniche di produzione e riproduzione gna di questo nome, a quella mercificazione su
vennero in corso, son rituffate a nuovo nel lim- cui tanto facilmente e da tante parti si teorizza.
bo, nell’intercapedine in cui Pasotto sembra Pasotto sa che l’arte, col suo “indiretto” , si in-
isolarle, nell’amalgama di cui l’artista sembra sinua, con forza non registrabile ma ininterrot-
Paolo Pasotto nel 1987
possedere l’ambiguo segreto. Ecco, allora, que- ta, entro le maglie della società: i suoi dipinti
ste rose, fragranti e insidiosamente famigliari lavorano a questo livello.
come in un vecchio pittore, ma stranamente Francesco Arcangeli
occupanti come in un artista nuovissimo: e alla
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Opere su tela
Opere su tela
S.T., 1963, Olio su tela, 65x54 cm, Coll. GDG, Roma. - 60P516T
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S.T., 1964, Olio su tela, 61x38 cm, Coll. GDG, Roma. - 60P517T
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