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Il Maestro Sola
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Collaborò con il Comune di Nichelino in occasione dei Censi-
menti del 1954 et 1964.
Per diversi anni rivestì l’incarico di segretario del Consorzio
Irriguo Gorapalazzo quando il territorio di Nichelino era ancora a
conduzione preminentemente agricola.
Nel 1965, si sposò con la signora Ussello Teresina ed ebbe una
figlia di nome Emilia.
Nello stesso anno dopo aver preso anche il diploma da Ragio-
niere venne assunto dal Salumificio Campagnolo che allora aveva
sede e stabilimento in Nichelino, prima di trasferirsi a Piobesi To-
rinese, qui raggiunse l’apice della carriera diventando Dirigente ol-
tre che Capo del personale, andando poi in pensione nel 1992. No-
tevole il suo impegno per il risanamento di tale industria.
Raggiunto il pensionamento venne subito contattato dal Par-
roco don Paolo e coinvolto in Parrocchia dove gli venne affidato
l’incarico di Tesoriere del Consiglio Pastorale nel quale restò per ot-
to anni interessandosi tra l’altro del problema dei Cassaintegrati
delle Officine Viberti.
Morì il 12 Settembre 2000, per un male incurabile.
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PREMESSA
Quel che rappresenta, per me, la Chiesa della SS. TRINITÀ
(Riflessione di una cristiana “poco praticante”)
Anna Bellocchia
15 Dicembre 1994
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CENNI STORICI
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sone con una forte guarnigione a Pinerolo (Pignerol) e la
piazzaforte di Casale (dai 1681).
Per molti anni il Piemonte è stato teatro di lotte quasi con-
tinue, di ripetute scorribande e battaglie fra eserciti diversi:
piemontesi e francesi, ma anche austriaci e spagnoli.
Fra le azioni belliche più disastrose per il ducato dei Sa-
voia ricordiamo:
- nel 1690 l’uscita di Catinat da Pinerolo a Cavour (600
morti fra guarnigione ed abitanti) e successiva battaglia
dell’Abbazia di Staffarda (vera disfatta per i piemonte-
si con 4000 morti).
- NeI 1693 (4 ottobre) la terribile battaglia della Marsaglia
nella campagna fra Piossasco, Volvera e Cumiana; eser-
cito francese contro piemontesi, austriaci, prussiani, na-
poletani, spagnoli, uniti nella “Lega di Augusta” (com-
plessivamente 12000 morti fra tutti gli schieramenti).
- Nel medesimo anno le truppe del Catìnat, nel corso di
un’incursione da Pinerolo verso Torino, saccheggiarono
ed incendiarono il Castello di Venaria (la reggia proget-
tata nel 1660 dall’arch. Amedeo di Castellamonte su in-
carico di Carlo Emanuele II, ed ultimata da pochi anni
andò così semidistrutta).
in conseguenza di tutte queste continue azioni militari le cas-
se del Ducato Sabauda erano vuote, dissestate, mentre le ne-
cessità risultavano sempre maggiori.
Di questa situazione ed in tale contesto, (nella località di
cui ci accingiamo a parlare, cioè Nichelino), n’approfittò la
famiglia Occelli, per ottenere diversi privilegi.
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NICHELINO DIVENTA
COMUNE AUTONOMO
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- Nichilino (nello stesso decreto di assegnazione in feudo
al neo-conte Niccolò Manfredo Occelli e suoi eredi);
- Nichellino (in diversi documenti del ‘700);
- Niclin (in documenti del periodo Napoleonico).
Per l’etimologia propendiamo a ritenere che la denomina-
zione “Nichelino” derivi da qualche famiglia (Nicola o Nico-
lino) abitante, in tempi più antichi, nella borgata e cascinali
oggi denominata ‘Castello”, come è avvenuto per molte bor-
gate del circondano (Tetti Rolle, Tetti Piatti, Tetti Grella, fra-
zione Bauducchi, Tetti Neirotti in Comune di Rivoli e, di for-
mazione molto più recente, frazione Garino in Comune di
Vinovo).
Non riteniamo che possa essere presa in considerazione la
denominazione da “Nihil locus” (Luogo del nulla), ipotizza-
ta nel libro “Nichelino” di Mario Ruberi, ediz. 1981, in quan-
to la denominazione “Niclino” era riferita al borgo divenuto
poi di proprietà degli Occelli (nel 1619) e solo con la costitu-
zione del Comune autonomo venne estesa a tutto il territorio
del nuovo Comune.
Anzi, la denominazione ‘Nichelino” riferita all’attuale
Borgo Castello, la ritroviamo ancora su carte topografiche
del 1780, del 1832 e del 1852.
Possiamo arguire che la zona di detto borgo, costituita da
cascinali con circostanti fertili campi e prati irrigui, non po-
tesse essere considerata un “Nihil locus”. Caso mai terre me-
no produttive erano verso il torrente Sangone (regione Cesia)
o nella prateria acquitrinosa di S. Quirico.
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IL TERRITORIO
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circa 190 ettari (dal 1610 proprietà della famiglia Umoglio,
conti di Pramollo e della Vernea), la cascina Pallavicino (già
dei conti Pallavicino). (1)
Ai tempi della formazione del Comune di Nichelino (ed
ancora per molti anni dopo, come possiamo rilevare da una
carta topografica del 1832 ed una mappa del 1852), il torren-
te Sangone scorreva appena a lato dell’attuale via Cacciatori
e formava una grande ansa che veniva a lambire l’attuale
strada Moncalieri-Stupinigi (attuale via XXV Aprile) nel trat-
to compreso fra via dei Mughetti e la rotonda Largo delle Al-
pi, nella zona della strada Debouché (già allora esistente qua-
le strada di campagna e “rotta” dei boschi).
Al di là del Sangone c’erano i boschi (attuale “Boschetto”)
ed i resti del giardino che adornava il Castello di Mirafioni
(Miraflores), costruito nel 1585-86 su progetto dell’arch. Car-
lo di Castellamonte, realizzato però solo in parte e poi di-
strutto dai francesi durante una delle ripetute incursioni ef-
fettuate nel corso del ‘600.
Una notevole estensione del territorio era coltivata a prati,
serviti da una fitta rete di canali di irrigazione:
- La “gora Palazzo” che derivava l’acqua dal Sangone me-
diante una diga realizzata a quei tempi con tronchi di le-
gna, poco a valle della zona della cascina Drosso, e ser-
viva i prati della cascina Pallavicino, della borgata Pa-
lazzo e del Palazzetto;
(1) Per una più approfondita descrizione dei cascinali e borghi vedasi opuscolo “In-
chiostri ed acquarelli per immaginare la storia” edito dal Comune di Nichelino nel 1994
per la celebrazione del tricentenario.
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- la “Leyretta” che derivava l’acqua dai fontanili esistenti
fra Borgaretto e Beinasco, serviva i prati della borgata
“Niclino” (Castello);
- la “Leyra” forniva acqua ai prati delle cascine Buffa e
Buffetta;
- la bealera di S. Quirico, che derivava l’acqua dalla fonta-
na “Darmello” esistente a quei tempi sulla direttrice del-
l’attuale via Moncenisio nel punto in cui si apre su piaz-
za Dalla Chiesa, serviva i prati della borgata S. Quirico,
già peraltro ricchi d’acqua scaturente da propri fontanili;
- la “Grivasola” forniva acqua per l’irrigazione dei prati
della Vernea.
La parte del territorio coltivata a campi era costituita dal-
le zone a livello più alto, dove non si potevano far arrivare i
canali di irrigazione (zona dell’attuale cimitero, zona di via
Scarrone, attuale zona industriale di via Vernea).
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NICHELINO AI TEMPI
DELL’ASSEDIO DI TORINO
(2) Vedasi “Nichelino come eravamo” Ed. 1989 - art. “La Madunina” pag. 113.
(3) 1 rubbo = 25 Iibbre = Kg 9,2219. Un carro sarebbe dovuto essere di 60 rubbi (Kg.
553,314) che non è un peso elevato, ma dobbiamo ricordare che i carri di allora era-
no piccoli e trainati quasi sempre da buoi.
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Altro documento riportato nell’opuscolo edito dal Comu-
ne di Nìchelino per il tricentenario (4), ordina la fornitura di
un bovaro con carro e buoi (05/02/1 706).
In questo periodo, il Conte Nicolò Manfredo Occelli, sem-
pre proiettato a rafforzare la propria autorità, versando mil-
le lire, otteneva il 14/07/1705, il diritto di nomina dei Sindaci
di Nichelino, confermato il 23/07/1705 con regia patente di
Anna d’Orléans, moglie di Vittorio Amedeo Il, “Duchessa di
Savoia, Principessa di Piemonte, Regina di Cipro” (5)
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ISTITUZIONE DELLA PARROCCHIA
SS. TRINITÀ DI NICHELINO
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gata Nichelino, anticamente dedicata ai Santi Pietro e Paolo,
chiesetta dei Santi Rocco e Matteo alla borgata Palazzo, chie-
setta di S. Giuseppe, cappella della Vernea).
Ma le funzioni religiose si celebravano solo alla domenica
o addirittura soltanto in occasione delle festività maggiori
nel corso dell’anno. Talvolta a causa di inondazioni era diffi-
coltoso per i sacerdoti venire da Moncalieri a celebrare a Ni-
chelino, ad eseguire i funerali, a somministrare i sacramenti.
Già daI 1711 la Comunità di Nichelino ed il Conte Occelli
si erano attivati per ottenere il distacco dalla Parrocchia di
Moncalieri e la creazione della parrocchia di Nichelino, ma
non erano riusciti nell’intento.
Finalmente nel 1725 l’Arcivescovo Francesco Arborio di
Gattinara concesse l’autonomia da Moncalieri autorizzando la
formazione della nuova parrocchia di Nichelino, con sede nel-
la chiesetta della borgata Palazzo, la più popolosa
(Vedi Tavola 1, pag. 52)
Però solo dopo che il conte Nicolò Manfredo Occelli il
17/02/1730 ebbe costituito il “Beneficio Parrocchiale” donan-
do una cascina con 31 giornate piemontesi di terreni a ga-
ranzia dell’autosufficienza economica della Parrocchia, l’Ar-
civescovo di Torino (Arborio di Gattinara) decretava, il
31/05/1730, l’istituzione effettiva della nuova “Parrocchia SS.
Trinità, con sede nella cappella esistente dedicata a S. Matteo
e S. Rocco, avente come patrono S. Matteo apostolo
Il conte Occelli e suoi eredi, con la suddetta donazione, ot-
tennero di avere voce in capitolo nella nomina dei parroci.
Tale diritto fu esercitato in linea retta dagli Occelli, poi dai
successori collaterali.
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II primo pievano fu Don Giuseppe Antonio Macario
(daI 1730 al 1768); l’ultimo parroco nominato con tale proce-
dura fu Don Francesco Granero (daI 1941 aI 1976).
Del “beneficio parrocchiale”, attualmente è rimasta la ca-
scina trasformata in fabbricato civile, che ospita la comunità
di recupero tossicodipendenti “Nikodemo”; i terreni su cui
sorge la chiesa succursale S. Vincenzo De’ Paoli ed i campi
sportivi oratoriali circostanti, gestiti dal G.S. Don Bosco; di-
versi altri appezzamenti sono stati via via ceduti per sovven-
zionare la realizzazione di opere quali il restauro della casa
che ospita i PP. Giuseppini, la chiesa di S. Vincenzo, il Centro
Femminile, (ora Conventino delle suore).
Gli ultimi terreni rimasti, con Decreto Vescovile deI 1986,
sono passati in proprietà all’I.D.S.C. (Istituto Diocesano So-
stentamento Clero), fra cui il terreno del campo sportivo di
via Stupinigi recentemente ceduto dall’I.D.S.C. al Comune di
Nichelino.
La chiesetta di borgata Palazzo era anticamente dedicata a
S. Rocco e poi a S. Rocco e S. Matteo.
La devozione a S. Matteo risale ai tempi dell’assedio di To-
rino del 1706; col passar del tempo prevalse la dedizione a S.
Matteo che da compatrono del paese assieme a S. Rocco, di-
venne unico patrono.
La suddetta chiesetta, sede della nuova Parrocchia, si rese
ben presto troppo piccola per accogliere tutti i fedeli parroc-
chiani, particolarmente nelle maggiori ricorrenze. Già nel
1737 il pievano Don Macario segnalava che la piccola chiesa
era divenuta di insufficiente capienza.
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Per alcuni anni si pensò di realizzare un ampliamento del-
la chiesetta. Nel 1738 il Comune di Nichelino rivolge do-
manda al Regio Senato di Torino per ottenere la relativa au-
torizzazione: “...Espone la Comunità di Nichelino, unitamente a
don Giuseppe Antonio Machario, parrocho di detto luogo, et alla
Compagnia del Corpus Domini, siccome la capella di S. Matheo,
servente di Chiesa parrocchiale nel medemo luogo, si trova talmen-
te angusta, sprovvista di Choro, sacrestia, in modo che non pol ca-
pire le persone concorrenti alle funzioni parrocchiali ...... si chiede
sia permesso d’ampliare detta Chiesa...” (da A.C.N. Atti di lite,
1715 - 1824, fascicolo 2 - foglio 305).
L’ampliamento avrebbe dovuto occupare un piccolo ap-
pezzamento di terreno già di proprietà della chiesa, confi-
nante con la cascina del Dott. Pateri, però non erano ben de-
finiti i confini (probabilmente perché erano stati rimossi i
ceppi segnalanti il confine fra le due proprietà), il che com-
portò una serie di liti durate diversi anni.
Nella medesima istanza sopra citata si legge: “....Si degni-
no di permettere l’ampliazione di detta Chiesa Parrocchiale con va-
lersi del sìtto di tavole 12 piedi 8 che la circonda, come nella fede
delli 18 agosto scaduto del sig. misuratore Ivano Antonio Appiano,
[…] destinando tavole due nella costruzione del choro, tavole tre
nella formazione della sachristìa ed lasciar il restante [....] ad uso
del cimitero...”
Il Regio Senato “veduta l’alligata supplica” rilasciò l’autoriz-
zazione in data primo aprile 1739.
Le liti, i sopralluoghi, le trattative si trascinarono a non fi-
nire.
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In un verbale di causa di qualche anno dopo (11/09/1743)
è citato come comparente all’udienza il Sindaco Gio Batista
Merlo.
Col trascorrere degli anni, considerato che la chiesetta era
piccola ed anche vetusta, con mura decrepite, si fece strada
l’idea di costruire una chiesa ex-novo, ma occorreva dispor-
re di un pò di terreno in più.
In una lettera del Pievano don Macario in data 05/08/1749
leggiamo “Doppo che si sono fatti tanti esperimenti col sig. medi-
co Patteri per ottenere due o tre tavole di sitto per la Chiesa, ed il
tutto di quella ragionato, si è pensato dal Consiglio della Compa-
gnia d’implorar l’assistenza della Comunità, per ottener un dele-
gato per tal fatto, sottoponendosi la Compagnia a far la spesa per
tal delegazione....”. (Vedi Appendice 1, pag. 46-47)
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COSTRUZIONE DELLA NUOVA
CHIESA DELLA SS. TRINITA’
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Nicolao Fiorio ed in anni successivi a Carlo Casasopra.
L’arcivescovo Giovan Battista Rotario autorizzò il pievano
a benedire la posa della prima pietra. (1750, vedi Tav. 2, pag.
53)
Molto materiale da costruzione venne fornito da France-
sco Antonio Umoglio della Vernea.
Sappiamo che gli Umoglio (conti di Pramollo) avevano ac-
quistato e si erano installati nella cascina della Vernea sin dal
1610 e che all’inizio del 1700 avevano costruito una fornace
nei terreni della loro cascina.
Da una istanza del 1753 promossa dal sunnominato Fran-
cesco Antonio Umoglio rileviamo che “….con atto del 15 giu-
gno 1751 veniva delliberata dalla Comunità di Nichelino la prov-
visione di materiali per la costruzione della nuova fabbrica della
Chiesa Parrocchiale….per il prezzo, quanto ai mattoni, di livre die-
cisette cadun milla e, quanto ai coppi per il prezzo di livre venti-
sette cadun milla..... E’ stata provvista la quantità di matteriali ne-
cessaria secondo le annotazioni quali furono di tempo in tempo
esattamente fatte e ritenute da Don Giuseppe Macario, Pievano
della parrocchiale di detto luogo...Vien rilevare rispetto ai mattoni
al numero di centodiecinove milla quattrocento sessanta ... rispetto
ai coppi al numero di sei milla settantaquattro ... le scandole al nu-
mero di milla ... li quadrettoni al numero di mula trecento ... calce
fornita da Nicolao Fenoglio ...
Richiede pertanto il pagamento di livre 2.436: soldi 0: denari 2”.
(da A.C.N.- Atti di lite anno 1753 - Foglio 395).
Negli anni 1755-1756 veniva costruito il campanile dotan-
dolo di campane ma senza orologio.
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Seguirono anni difficili per i danni causati dalle frequenti
inondazioni del torrente Sangone su parte del territorio. Era
molto difficile reperire fondi.
I lavori furono interrotti per diversi anni. In quel periodo
i cittadini vennero esentati dalle imposte statali per alcuni
anni.
Nel 1767 veniva installato sul campanile l’orologio pubbli-
co. Ma non funzionava bene. Così nel 1768 venne iniziata
una causa contro il costruttore e l’installatore.
Venne nominato un perito (sig. Ignazio Mattina, orolog-
giaro di Torino) per verificare ….. “il motivo della resa fuori ser-
vizio dell’orologgio, se proceda da difetto dell’opera oppure da di-
fetto del regolatore del medesimo...”. Il perito fece un sopralluo-
go (19 dicembre 1767), presente il Sindaco di Nichelino sig.
Felice Spiretto, e relazionò circa i motivi del mancato funzio-
namento:
1. “essere le quattro colonne del castello non come essere, con-
seguenza esser necessario che venghino incastrate le quattro
lame di dette nelle colonne acciò il castello si renda fermo e si-
curo.
2. Aver riconosciuto gli alberi, pignoni e ruote non essere stati
torniti, per conseguenza non esser rotondi ed eguali e la den-
tatura delli pignoni e ruota ineguale e fuori di calibro.”
Aggiunge che la spesa della riparazione potrebbe am-
montare a lire cento circa.
Nel 1768, per accelerare l’ultimazione dei lavori il pievano
don Antonio Macario fece donazione di duemila lire e si ac-
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cettarono mille lire dalla famiglia Umoglio concedendo il pa-
tronato sull’altare laterale (di sinistra). (Vedasi Inchiostri ed
Acquerelli nota 42 opera citata) (da vedere anche ACN - Or-
dinati 1759 - 1777 C.198).
In una lettera del 09/07/1768 il Conte di Nichelino (Niccolò
Manfredo Occelli II) accenna ad una “sproporzionata offerta di
L. 1.000” per il patronato dell’altar maggiore, approva il ri-
fiuto della Comunità, ma si dichiara disposto a pagare detta
somma se la Comunità cambiasse parere.
(Vedi Appendice n. 2, pag. 48-49)
Sull’altare laterale di sinistra, in alto, campeggia uno stem-
ma che unisce i due casati degli Umoglio imparentati coi
Conti Rasini (un’aquila) e degli Occelli (nove merli anziché
tre, forse derivato dai parenti Conti di Piossasco). Sul pavi-
mento antistante la cappella laterale è inserita la botola di ac-
cesso alla tomba degli Umoglio datata 1770.
Nel 1769 viene installato il portone d’ingresso e la busso-
la. La nuova chiesa viene ultimata nel 1771: ne fa testimo-
nianza la lapide inserita nel timpano della facciata della chie-
sa. (Vedere ACN Chiesa Parrocchiale - foglio 132 e foglio
136).
In data 21 maggio 1775 l’arcivescovo di Torino Francesco
Rorengo di Rorà veniva a Nichelino e consacrava la nuova
“Chiesa Parrocchiale di SS. Trinità.”
Parroco era in quegli anni don Giuseppe Francesco Cere-
sole, succeduto a don Macario morto nel 1768.
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PRIMI LAVORI DI RESTAURO
O DI ABBELLIMENTO
NEL SECOLO SUCCESSIVO
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Nel 1860 viene rifatto il pavimento in pietra di Barge
(quarzite) a piastre quadrate di due tonalità, disposte in dia-
gonale, in sostituzione della precedente pavimentazione in
cotto (mattoni).
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DIGRESSIONE
Storico - pastorale anni 1940-2000
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L’Arcivescovo Card. Michele Pellegrino la consacrerà la
domenica delle Palme, 15 aprile1973.
Si tratta di un edificio molto moderno, in cemento armato
con pareti in mattoni a vista e amplissime vetrate su struttu-
re in ferro. Oltre seicento posti a sedere! Funzionerà la do-
menica e festività mentre per la ferialità, per i matrimoni, fu-
nerali e battesimi, resterà operante la Chiesa Antica, oggetto
della nostra specifica attenzione.
Una nota storica non guasta: ad una parete della Chiesa
Nuova o Grande... il parroco che succederà al can. Granero
farà collocare una lapide commemorativa del predecessore
con la scritta “Fu un uomo pio e intrepido”, perché?
Uomo pio. Per l’evangelizzazione tumultuosa del dopo-
guerra il Granero ha fatto costruire una scuola materna e due
plessi molto vasti, denominati Centro Maschile e Centro
Femminile perché fungessero da sedi del catechismo e degli
oratori per la Gioventù; il decollo, per la situazione sociale e
contestataria si rivelò faticoso tanto che avranno la loro pri-
mavera col parroco successivo. La fede di questo uomo e la
preparazione teologica valsero a mantenere un laicato forte
nella fede.
Uomo intrepido. Questo parroco non esitò a trasformare la
Chiesa della SS. Trinità in Ospizio per ricevere le famiglie
senza casa e soprattutto cavalcò con coraggiosa abnegazione
gli anni sanguinosi dell’occupazione tedesca, delle vessazio-
ni fasciste e della lotta partigiana.
L’episodio toccante è del tardo 1944 quando in seguito a
rastrellamento delle “brigate nere” furono prelevati diversi
giovani in ostaggio e deportati nella famigerata casa di tor-
tura di via Asti a Torino. Il Canonico si recò dalle brigate ne-
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re di via Asti e si offrì in ostaggio come scambio degli ostag-
gi. La cosa si risolverà per il meglio, con l’intervento dell’Ar-
civescovo Card. Maurilio Fossati.
Ottobre 1976 il Parroco Granero, spossato e anziano, si di-
mette. Il 19 dicembre su nomina dell’Arcivescovo Card. Mi-
chele Pellegrino fa il suo ingresso in Chiesa Nuova (in segui-
to chiamata “Grande” perché di nuove sorgeranno le Chiese
delle novelle parrocchie nichelinesi di Regina Mundi, S.
Edoardo, Madonna della Fiducia e S. Damiano, oltre una
nuova succursale della Trinità verso sud-est dedicata a S.
Vincenzo),… fa il suo ingresso don Paolo Gariglio.
Il nuovo Parroco proviene da Lingotto e Mirafiori Sud e si
presenta alla gente con un programma sincrètico: “Conser-
vando renovare”.
Conservare tutto, rinnovando e mettendo in moto le po-
tenzialità, le strutture esistenti e i laici, secondo le istanze del
Concilio. L’Arcivescovo lo mandò perché dedicasse il meglio
delle energie al mondo giovanile in balia, come altrove, al
nulla della droga incipiente e soprattutto all’ateismo della
politica e della rivoluzione culturale.
Va detto che il nuovo Parroco farà il suo ingresso dicem-
brino senza essere accolto da un solo rappresentante del Co-
mune o vigile della città (Nichelino è diventata città con oltre
45.000 abitanti). Il Comune era comunista a stragrande mag-
gioranza, tanto che per l’ingresso del Parroco il Sindaco e col-
laboratori organizzarono appunto per il 19 dicembre una
maxi gita in montagna di giovani e ragazzi semigratuita tan-
to da riempire ben diciannove pullman.
Il nuovo Parroco promuoverà i restauri recenti ma ancor
prima si preoccuperà di costruire per la Gioventù una Scuo-
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la Professionale di Meccanica ed Elettronica affidata ai Padri
Giuseppini del Murialdo, ubicata nel grande plesso denomi-
nato Centro Maschile.
Nel Centro Femminile, con le sedi catechistiche installerà
al piano superiore un Conventino abitato dalle Suore cate-
chiste e Missionarie di S. Pietro Claver.
Nella antichissima Cascina parrocchiale detta di “Niccoli-
no” aprirà un Centro per giovani afflitti di tossicodipenden-
za che in seguito si trasferirà nella più capiente Cascina Pal-
lavicino.
Sui terreni viciniori al Camposanto, salvati dall’incamera-
mento dell’Istituto Sostentamento Clero che assorbirà gran
parte dei “beneficio parrocchiale”, con l’aiuto della sola po-
polazione farà edificare una Chiesa succursale dedicata a S.
Vincenzo de’ Paoli. Il Card. Anastasio Ballestrero il 1° mag-
gio 1980 benedirà la prima pietra del tempio e di un ampio
oratorio reso fecondo dal viceparroco particolarmente capa-
ce. Invece sotto la Chiesa Grande si installa una Radio per
l’assistenza ai malati che non possono vivere la vita parroc-
chiale; (che raggiungerà ammalati e anziani di mezzo Pie-
monte e diventerà diocesana) più la sede del Giornale inter-
parrocchiale Nichelino Comunità, (editore di questo studio).
In montagna nel 1977 e 1978 questo Parroco aprirà due ca-
se alpine per i Campi della Gioventù e per gli Esercizi Spiri-
tuali dei giovani e degli adulti. A questo punto, arricchiti di
notizie utili possiamo inserire le varianti apportate nel dopo-
guerra e i restauri recenti. (7)
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VARIANTI APPORTATE
NEL SECONDO DOPOGUERRA
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DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO
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Sul pavimento, di fronte alla cappella di sinistra, si nota
una lastra di marmo ricoprente l’accesso alla tomba degli
Umoglio (conti di Framollo) all’epoca proprietari della Ver-
nea; nella zona del presbiterio, verso destra, esiste la lastra di
copertura della tomba dei conti Occelli.
Nella cappella di sinistra, in alto sulla cornice in marmo,
c’è uno stemma che raggruppa i due stemmi degli Umoglio
e degli Occelli.
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AFFRESCHI E DIPINTI
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neggiano due grandi quadri: il dipinto di sinistra rap-
presenta la Madonna del Rosario, con S. Giuseppe, S.
Francesco d’Assisi e S. Luigi; quello di destra ricorda S.
Carlo Borromeo, Vescovo di Milano e S. Filippo Neri e la
Madonna pregante ai piedi del Crocifisso, inoltre un an-
gelo con la scritta “humanitas”.
- Nella nicchia dietro il confessionale della cappella di si-
nistra è riapparso, dipinto, lo stemma degli Umoglio del-
la Vernea.
- Soprastante l’arco del portale di comunicazione della
cappella di sinistra con la cappella del Crocifisso, un
quadro rappresenta la morte di S. Giuseppe, confortato
dalla Madonna; sopra l’arco del portale della cappella di
destra comunicante con la cappella della Consolata vi è
un quadro riportante ancora S. Matteo.
- Sulla parete di fondo dell’abside, dietro l’altare maggio-
re, un grande quadro ovale, dipinto su tela raggruppa la
SS. Trinità, S. Matteo e S. Rocco, cui è dedicata la Chiesa.
- Attorno sulle pareti, i quadri della “Via Crucis”.
- Appena oltre l’ingresso della Chiesa, a sinistra, vi è il
Fonte Battesimale: l’affresco sulla parete di fondo ricor-
da il battesimo di Gesù da parte di S. Giovanni; a sinistra
è raffigurata la Fede, a destra la Speranza con l’Ancora;
dall’alto lo sguardo del “Padre” e sul soffitto la Colom-
ba.
- Le due piccole cappelle più recenti, ai lati del presbiterio,
sono dedicate rispettivamente al Crocifisso, quella di si-
nistra, ed alla Consolata ed ai Santi piemontesi, quella di
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destra (S. Giovanni Bosco, S. Leonardo Murialdo, S. Vin-
cenzo De’ Paoli, S. Giuseppe Cafasso e S. Giuseppe Cot-
tolengo, il Beato Giovanni Maria Boccardo fondatore
delle suore “Povere Figlie di S. Gaetano”).
- Fatta eccezione dei recenti dipinti della cappella della
Vergine e dei Santi, opera del Prof. Enrico Baffoni, degli
altri pittori mancano purtroppo notizie e firme...
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RESTAURI RECENTI
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2a campana: dedicata a S. Matteo Apostolo Evangelista,
con immagine in rilievo della Madonna - Anno di fu-
sione 1991.
3a campana: dedicata a Maria Regina del Mondo e Ma-
dre della Fiducia, con immagine della Madonna - Anno
di fusione 1991.
4a campana: dedicata a S. Edoardo Re. Dono della fa-
miglia Sola Cesare. Immagine di S. Edoardo - Anno di
fusione 1991.
5a campana: dedicata a S. Vincenzo De’ Paoli e S. Da-
miano. Immagine di S.Vincenzo e S. Damiano -Anno di
fusione 1991.
Le campane fuse nel 1991 sono della ditta Roberto Mazzo-
la di Valduggia e sono installate con comando elettronico per
automazione suono ed orologio della ditta Elettrobell di Mo-
retti Giancario di Acqui Terme.
Le due vecchie campane sostituite e non usufruibili, per-
ché lesionate, sono state recuperate su proposta e sponsoriz-
zazione di due famiglie di parrocchiani - Sigg. Venere Giu-
seppe e Michele, e Sig. Cerutti Silvio - e sono state installate
in chiesa grande con la funzione di acquasantiere:
campana piccola - anno di fusione 1858 - “fusa da Vijno,
Pinerolo” con denaro pubblico per cura del Municipio
di Nichelino, dedicata a S. Matteo, S. Rocco, S. Defen-
dente ed il Crocifisso;
campana media - anno di fusione 1869 - “fusa dai F.lli
Marchioni, Asti”. Stemma, effige dell’Assunzione, S.
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Matteo e S. Rocco. Battezzata S. Augusto “rifusa” e au-
mentata di Kg. 43, dal Comune di Nichelino.
1995 Rifacimento completo del tetto, con sostituzione della
piccola e media orditura e sostituzione di alcune travi;
coppi nuovi nello strato sottostante e recupero median-
te selezione dei coppi vecchi per lo strato superiore a
vista (Impresa Costruzioni Mirafiori di Noia Giuseppe,
Torino). Opere collaterali: impianto antivolatili (Gene-
ral Elettronica - Modena). Rifacimento completo im-
pianto elettrico per adeguamento (ditta AL.MA, di
Biolé Alfredo e Mauro). Riassetto cappella del Crocifis-
so (con crocifisso donato da una famiglia di Moncalieri
e riproduzione della S. Sindone della ditta Scoffone di
Torino). Riassetto della cappella della Consolata, con
affreschi alle pareti raffiguranti i Santi Piemontesi (pit-
tore Enrico Baffoni).
1995/96 Completo restauro interno degli affreschi, in molte
parti rovinati da infiltrazioni d’acqua e per vetustà,
sponsorizzato dalla famiglia Giuseppe Franco - Mi-
chelia Marchiaro e figlia Francesca Franco.
Nel presbiterio: nuovo altare rivolto verso i fedeli,
dipinto a finto marmo (esecuzione della ditta Bom-
bara-Orbassano) sponsor i sigg. Franco e Marchiaro.
Progettista-Direttore dei lavori di restauro del 1995-
1996: Arch. Ivano Verra di Torino.
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RESTAURI NON EFFETTUATI
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ELENCO DEI PARROCI
DURATA ANNI
NOMINATIVO DAL AL
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LA CHIESA VECCHIA
Con la sua facciata rugosa In fondo è ancora come è nata
corrosa dal tempo e dagli elementi nell astessa strada, anche se ha
incastonata nel diadema della Storia una Sorella, un po’ più in làà,
e degli evanti liscia, giovane, stilizzata
che nel bene e nel male, “CHIESA NUOVA” viene chiamata.
dentro e fuori Talora, quando qualche avvenimento
l’hanno segnata. dev’essere pubblicizzato,
Ora “CHIESA VECCHIA” viene utilizzata, segnandoLa
viene chiamata. sulla facciata con striscioni di
Al suo interno hanno pregato tela o carta plastificata,
moltitudini di anime in affanno; mettendola in imbarazzo,
si sono sentiti avvilendo il Suo Amor Proprio,
vagiti, pianti, facendop temere per il suo avvenire
cori, lodi e preci che potrebbe diventare quello di:
tra le sue pareti. “CHIESA INAGIBILE”
Quante candele si sono consumate, chiusa e abbandonata!
illuminando il Tabernacolo
o qualche Santo! Pireangela Chiesa (8)
Veramente ad esser giusti e onesti
“ANTICA” sarebbe
il termine più consono
al suo rango, al suo ruolo
di Casa di Dio, Luogo di preghiera
Casa Amica...
e soltanto chi non crede
o non conosce la Sua Storia
mi contraddica.
(8) Pierangela CHIESA è stata ispiratrice e valida interprete delle finalità perseguite
dal Gruppo “Poesia Terapia”, operante nell’ambito del Comitato locale della So-
cietà “Dante Alighieri”. Pierangela ha lasciato per sempre familiari, amici e la poe-
sia il 3 novembre 1998. [A.R.]
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TAVOLE E APPENDICI
“Doppoché si son fatti esperimenti col sig. medico Patteri per otte-
ner due o tre tavole di sitto per la Chiesa, ed il tutto di quella ra-
gionato, si è pensato dal Consiglio della Compagnia d’implorar
l’assistenza della Comunità, per ottener un delegato per tal fatto,
sottomettendosi la Compagnia a far la spesa per tal delegazione, e
come che Vs. M. Ill.ma si è sempre dimostrata benefattrice molto
propensa verso la Chiesa, La prego della continuazione, con racco-
mandar caldamente l’affare al sig. Provveditore della Comunità, af-
finché, ove sia possibile, alla più presto otteniamo il nostro intento.
Tanto mi comprometto della di lei solita bontà, mentre con tutto
l’ossequio Le dicco e La priego de mei umili rispetti.
Devotissimo ed obbligatissimo
Il Pievano del Nichelino
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APPENDICE N° 1
47
LETTERA DEL CONTE DI NICHELINO
DEL 9 LUGLIO 1768
Devotissimo ed obbligatissimo
Conte di Nichelino
48
APPENDICE N° 2
49
Traduzione della lapide a memoria del
Conte Niccolò Manfredo Occelli
posta sulla destra prima del presbiterio
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APPENDICE N° 3
51
TAVOLA N° 1
52
TAVOLA N° 2
53
CHIESA SS. TRINITA’ LATO EST
INDICE
Tavole e Appendici
55
STAMPATO COME ESERCITAZIONE DIDATTICA
DALLA PICCOLA SCUOLA GRAFICA NIKODEMO
VIA PALLAVICINO, 61 - 10042 NICHELINO (Torino)