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Papa giovanni xxiii

Il papa che salvò il mondo


Giovinezza
Nato a Brusicco frazione di Sotto il Monte, un piccolo paese della provincia di Bergamo, il 25
novembre del 1881, da Battista Roncalli e da Marianna Mazzola, quarto di tredici fratelli, veniva
da una famiglia di umili origini: i suoi parenti lavoravano infatti come mezzadri. Grazie all'aiuto
economico di suo zio Zaverio, studiò presso il seminario minore di Bergamo, vinse una borsa di
studio e si trasferì al seminario dell'Apollinare di Roma, dove completò brillantemente gli studi e fu
ordinato prete nella chiesa di Santa Maria in Montesanto.

Da ragazzo, e durante il seminario, manifestò la venerazione per la Vergine con numerosi


pellegrinaggi al Santuario della Madonna del Bosco ad Imbersago. Nel 1901 era stato coscritto ed
arruolato nel 73º Reggimento fanteria, brigata Lombardia, di stanza a Bergamo. Venne ordinato
sacerdote il 10 agosto 1904 dall'arcivescovo Giuseppe Ceppetelli.

Nel 1905 monsignor Giacomo Radini-Tedeschi, allora nuovo vescovo di Bergamo lo nominò suo
segretario personale. Roncalli si segnalò per la dedizione, la discrezione e l'efficienza. Roncalli
restò al fianco di Radini-Tedeschi fino alla morte di questi, il 22 agosto 1914, durante questo
periodo si dedicò altresì all'insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo.
Si contraddistinse anche nel lavoro di ricerca storica sulla diocesi, lavorando sull'edizione critica
degli atti della visita apostolica a Bergamo di San Carlo Borromeo.
Sfavorevole a mussolini…
Fu richiamato nel 1915, a guerra iniziata, nella sanità militare e ne fu poi
congedato col grado di tenente cappellano. L'affermazione, nel 1919, del
Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo, fu vista da Roncalli come "una
vittoria del pensiero cristiano".

Nel 1921 papa Benedetto XV lo nominò prelato domestico e presidente del


Consiglio Nazionale Italiano dell'Opera della Propagazione della Fede.

L'avvento del fascismo non trovò monsignor Roncalli particolarmente


favorevole al nuovo regime: alle ultime elezioni che si tennero con liste
contrapposte (1924), dichiarò alla famiglia di restar fedele al Partito
Popolare, nonostante la politica filo-fascista dell'Azione Cattolica. Il suo
giudizio su Mussolini è abbastanza negativo, pur nella consueta moderazione
dei toni: "la salute dell'Italia non può venire neanche da Mussolini, per
quanto sia un uomo d'ingegno. I suoi fini sono forse buoni e retti, ma i mezzi
sono iniqui e contrari alla legge del Vangelo.
L’elezione
Il 28 ottobre 1958, con grande sorpresa
della maggior parte dei fedeli, Roncalli fu
eletto papa e il 4 novembre dello stesso
anno fu incoronato, divenendo così il 261º
Sommo pontefice. Ciò che giunse
inaspettato fu il fatto che il calore umano, il
buon umore e la gentilezza di Giovanni
XXIII, oltre alla sua esperienza
diplomatica, conquistarono l'affetto di tutto
il mondo cattolico e la stima dei non
cattolici.

Fin dal momento della scelta del nome,


molti cardinali si accorsero che Roncalli
non era ciò che loro si aspettavano, infatti
Giovanni era un nome che nessun papa
adottava da secoli, possibilmente perché
nella storia, dal 1410 al 1415, c'era stato un
antipapa di nome Giovanni XXIII.
Il pontificato
Già nel dicembre 1958 papa Giovanni XXIII provvide a integrare il
Collegio cardinalizio, che a causa dei rari concistori di Pio XII era
ormai numericamente assai ridotto. In quattro anni e mezzo creò
cinquantadue nuovi cardinali, superando il tetto massimo di settanta,
fissato nel XVI secolo da papa Sisto V. Nel concistoro del 28 marzo
1960 nominò il primo cardinale di colore, l'africano Laurean
Rugambwa, il primo cardinale giapponese, Peter Tatsuo Doi, e il
primo cardinale filippino, Rufino Jiao Santos. Il 6 maggio 1962, elevò
agli altari anche il primo santo di colore, Martín de Porres.
Il suo pontificato fu segnato da episodi indelebilmente registrati dalla
memoria popolare, oltre che da un'aneddotica celeberrima e vastissima.
I suoi «fuori programma», talvolta strepitosamente coinvolgenti,
riempirono quel vuoto di contatto con il popolo che le precedenti
figure pontificie avevano accuratamente preservato come modo di
comunicazione distante.
Il giorno di santo Stefano, al suo primo anno di pontificato, il 26
dicembre 1958, visitò i carcerati nella prigione romana di Regina
Coeli.
Il discorso della luna
Uno dei più celebri discorsi di papa Giovanni, forse una delle allocuzioni
in assoluto più celebri della storia della Chiesa, è quello che ormai si
conosce come «Il discorso della luna». L'11 ottobre 1962, in occasione
della serata di apertura del Concilio, piazza San Pietro era gremita di
fedeli. Chiamato a gran voce, Roncalli decise di affacciarsi, per limitarsi a
benedire i presenti. Poi si convinse a pronunciare, a braccio, un discorso
semplice, dolce e poetico, con un richiamo straordinario alla luna, pur
tuttavia contenente elementi del tutto innovativi:
« Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume
la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe
che persino la luna si è affrettata stasera - osservatela in alto - a guardare a
questo spettacolo. »

Poi il Papa salutò i fedeli della diocesi di Roma (essendone anche il


vescovo), e si produsse in un atto di umiltà forse senza precedenti,
asserendo tra le altre cose:

« La mia persona conta niente, è un fratello che parla a voi, diventato


padre per volontà di Nostro Signore, ma tutti insieme paternità e fraternità
è grazia di Dio (..)
(...) Facciamo onore alle impressioni di questa sera, che siano sempre i
nostri sentimenti, come ora li esprimiamo davanti al cielo, e davanti alla
terra: fede, speranza, carità, amore di Dio, amore dei fratelli. E poi tutti
insieme, aiutati così, nella santa pace del Signore, alle opere del bene. »
LA CRISI DI CUBA
Pochi giorni dopo l'apertura del Concilio ecumenico, il mondo sembra precipitare nel baratro di un conflitto
nucleare. Il 22 ottobre 1962, il presidente degli Stati Uniti d'America, infatti, annuncia alla nazione la presenza di
installazioni missilistiche a Cuba e l'avvicinamento all'isola di alcune navi sovietiche con a bordo le testate
nucleari per l'armamento dei missili. Il Presidente statunitense impone un blocco navale militare a 800 miglia
dall'isola, ordinando agli equipaggi di essere pronti ad ogni eventualità, ma le navi sovietiche sembrano
intenzionate a forzare il blocco.

Di fronte alla drammaticità della situazione, il Papa sente la necessità di agire per la pace. Il 25 ottobre successivo,
alla Radio Vaticana, rivolge "a tutti gli uomini di buona volontà" un messaggio in lingua francese, già consegnato -
in precedenza - all'ambasciatore degli Stati Uniti presso la santa Sede e ai rappresentanti dell'Unione Sovietica:
….
 Il messaggio suscita consenso in entrambe le parti .

 Non sono stati ancora pubblicati documenti sull'attività per la pace esercitata in quei giorni
dalla diplomazia vaticana nei confronti di Kennedy e sull'Unione Sovietica. È certo, peraltro che,
il 27 ottobre alle ore 11.03, dopo nemmeno quarantotto ore dal radiomessaggio del Papa,
giunge a Washington una proposta di Nikita Chruščёv, concernente il ritorno in Patria delle navi
sovietiche e lo smantellamento delle postazioni cubane in cambio del ritiro delle testate
atomiche americane dalla Turchia e dall’Italia.

 Il 28 ottobre gli Stati Uniti accettano la proposta sovietica.

 In data 15 dicembre 1962, perveniva al Papa un biglietto di ringraziamento del leader sovietico
del seguente tenore: "In occasione delle sante feste di Natale La prego di accettare gli auguri e
le congratulazioni... per la sua costante lotta per la pace e la felicità e il benessere". La
drammatica esperienza convince ancor più Giovanni XXIII a un rinnovato impegno per la pace.
Da questa consapevolezza, nasce, nell'aprile del 1963, la stesura dell'enciclica Pacem in Terris.
morte
Sin dal settembre 1962, si erano manifestate le avvisaglie della malattia fatale: un
tumore dello stomaco, patologia che aveva già colpito altri fratelli Roncalli.
Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, papa Giovanni firmò l'11 aprile
1963 l'enciclica Pacem in Terris e, un mese più tardi, l'11 maggio, ricevette dal
presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo
impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico: il 23 maggio, si
affacciò per l'ultima volta dalla finestra per recitare il Regina Coeli. Il 31 maggio
iniziò l'agonia. Nel primo pomeriggio del 3 giugno papa Giovanni patì di una febbre
altissima, circa 42 gradi, in conseguenza alla malattia che lo affliggeva da tempo.

Giovanni XXIII morì il 3 giugno 1963. Venne inizialmente sepolto nelle Grotte
Vaticane e all'atto della beatificazione il suo corpo fu riesumato. La salma fu trovata
in un perfetto stato di conservazione, grazie al particolare processo d'imbalsamazione
eseguito dal professor Gennaro Goglia subito dopo il decesso, consistente tra l'altro
nell'iniettare molti litri di liquido conservativo nelle arterie principali, sostituendo il
sangue. Praticati alcuni interventi conservativi, sul volto e sulle mani fu applicato uno
strato conservativo di cera. La salma fu poi tumulata in un'urna di vetro in un altare
della navata destra della basilica di San Pietro.

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