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Nel 1905 monsignor Giacomo Radini-Tedeschi, allora nuovo vescovo di Bergamo lo nominò suo
segretario personale. Roncalli si segnalò per la dedizione, la discrezione e l'efficienza. Roncalli
restò al fianco di Radini-Tedeschi fino alla morte di questi, il 22 agosto 1914, durante questo
periodo si dedicò altresì all'insegnamento della storia della Chiesa presso il seminario di Bergamo.
Si contraddistinse anche nel lavoro di ricerca storica sulla diocesi, lavorando sull'edizione critica
degli atti della visita apostolica a Bergamo di San Carlo Borromeo.
Sfavorevole a mussolini…
Fu richiamato nel 1915, a guerra iniziata, nella sanità militare e ne fu poi
congedato col grado di tenente cappellano. L'affermazione, nel 1919, del
Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo, fu vista da Roncalli come "una
vittoria del pensiero cristiano".
Di fronte alla drammaticità della situazione, il Papa sente la necessità di agire per la pace. Il 25 ottobre successivo,
alla Radio Vaticana, rivolge "a tutti gli uomini di buona volontà" un messaggio in lingua francese, già consegnato -
in precedenza - all'ambasciatore degli Stati Uniti presso la santa Sede e ai rappresentanti dell'Unione Sovietica:
….
Il messaggio suscita consenso in entrambe le parti .
Non sono stati ancora pubblicati documenti sull'attività per la pace esercitata in quei giorni
dalla diplomazia vaticana nei confronti di Kennedy e sull'Unione Sovietica. È certo, peraltro che,
il 27 ottobre alle ore 11.03, dopo nemmeno quarantotto ore dal radiomessaggio del Papa,
giunge a Washington una proposta di Nikita Chruščёv, concernente il ritorno in Patria delle navi
sovietiche e lo smantellamento delle postazioni cubane in cambio del ritiro delle testate
atomiche americane dalla Turchia e dall’Italia.
In data 15 dicembre 1962, perveniva al Papa un biglietto di ringraziamento del leader sovietico
del seguente tenore: "In occasione delle sante feste di Natale La prego di accettare gli auguri e
le congratulazioni... per la sua costante lotta per la pace e la felicità e il benessere". La
drammatica esperienza convince ancor più Giovanni XXIII a un rinnovato impegno per la pace.
Da questa consapevolezza, nasce, nell'aprile del 1963, la stesura dell'enciclica Pacem in Terris.
morte
Sin dal settembre 1962, si erano manifestate le avvisaglie della malattia fatale: un
tumore dello stomaco, patologia che aveva già colpito altri fratelli Roncalli.
Pur visibilmente provato dal progredire del cancro, papa Giovanni firmò l'11 aprile
1963 l'enciclica Pacem in Terris e, un mese più tardi, l'11 maggio, ricevette dal
presidente della Repubblica italiana Antonio Segni il premio Balzan per il suo
impegno in favore della pace. Fu il suo ultimo impegno pubblico: il 23 maggio, si
affacciò per l'ultima volta dalla finestra per recitare il Regina Coeli. Il 31 maggio
iniziò l'agonia. Nel primo pomeriggio del 3 giugno papa Giovanni patì di una febbre
altissima, circa 42 gradi, in conseguenza alla malattia che lo affliggeva da tempo.
Giovanni XXIII morì il 3 giugno 1963. Venne inizialmente sepolto nelle Grotte
Vaticane e all'atto della beatificazione il suo corpo fu riesumato. La salma fu trovata
in un perfetto stato di conservazione, grazie al particolare processo d'imbalsamazione
eseguito dal professor Gennaro Goglia subito dopo il decesso, consistente tra l'altro
nell'iniettare molti litri di liquido conservativo nelle arterie principali, sostituendo il
sangue. Praticati alcuni interventi conservativi, sul volto e sulle mani fu applicato uno
strato conservativo di cera. La salma fu poi tumulata in un'urna di vetro in un altare
della navata destra della basilica di San Pietro.