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L'infanzia a Omegna

Gianni Rodari nasce il 23 ottobre 1920 a Omegna sul Lago d’Orta in cui
i genitori originari della Val Cuvia nel Varesotto si trasferiscono per lavoro.
Gianni frequentò ad Omegna le prime quattro classi delle scuole elementari.
Era un bambino con una corporatura minuta e un carattere piuttosto schivo
che non lega con i coetanei. È molto affezionato al fratello Cesare mentre a
causa della notevole differenza di età è poco in confidenza con il fratello Mario.
Il padre Giuseppe fa il fornaio nella via centrale del paese e muore di bronco-
polmonite quando Gianni ha solo dieci anni. In seguito a questa disgrazia la
madre preferisce tornare a Gavirate il suo paese natale. 

La gioventù e l'adolescenza a Gavirate e l'esperienza del seminario


Nel varesotto vive dal 1930 al 1947. 
Frequenta la quinta elementare a Gavirate.
Il 5 agosto 1931 fa richiesta di entrare in seminario per frequentare il ginnasio.
Nell'ottobre dello stesso anno entrerà quindi nella IC del seminario di Seveso.
Gianni si distingue subito per le ottime capacità e risulterà infatti il migliore
della classe. Risultati che furono poi confermati anche nella seconda classe.
All'inizio della classe terza, nell'ottobre 1933 si ritirò. Concluse l'anno scolastico
a Varese, ma non proseguì gli studi liceali bensì optò per le scuole Magistrali.
Frequentò con profitto la quarta classe nel 1934-35 e venne ammesso al
triennio superiore. Il 25 febbraio 1937 abbandonò gli studi per presentarsi alla
sessione estiva con l'intento di sostenere direttamente gli esami e guadagnare
così un anno. 
Già a partire dal 1935 Rodari militava nell'Azione Cattolica. Dai verbali delle
adunanze di Gavirate risulta che nel dicembre dello steso anno Gianni svolgeva
già la funzione di presidente. Anche l'anno successivo fu dedicato
molto all'organizzazione cattolica.  
Nel 1936 pubblicò otto racconti sul settimanale cattolico L'azione giovanile e
iniziò una collaborazione con Luce diretto da Monsignor Sonzini.

Nel 1937 iniziò un periodo di profondi cambiamenti. Nel marzo lasciò la


presidenza dei giovani gaviratesi dell'Azione cattolica e da allora i rapporti con
questa si allentarono molto. Tra la primavera e l'estate il suo massimo
impegno venne dedicato allo studio  e a soli 17 anni conseguì il diploma
magistrale. 

In quegli stessi anni Rodari leggeva molto e amava la musica. Andò per tre
anni a lezione di violino. Molto sensibile, si confidava solo con pochi amici.
Aveva una grande curiosità intellettuale e cominciò a leggere le opere di
Nietzsche, Stirner, Schopenhauer, Lenin, Stalin e Trotzkij. "Queste opere, - 
commenta- ebbero due risultati: quello di portarmi a criticare coscientemente il
corporativismo e quello di farmi incuriosire sul marxismo come concezione del
mondo".
Nel 1939 si iscrive all’Università cattolica di Milano, alla facoltà di lingue.
Abbandonerà poi l'esperienza universitaria dopo alcuni esami, ma senza
laurearsi. Nel frattempo inizia ad insegnare in diversi paesi del varesotto.
Nel 1940, quando l’Italia entra in guerra Rodari viene dichiarato rivedibile e
non viene richiamato alle armi. 
Nel 1941 vince il concorso per maestro ed incomincia ad insegnare ad Uboldo
come supplente. Fu un periodo molto duro di cui ha un forte ricordo. Si iscrive
al partito fascista e accettò di lavorare nella casa del fascio pur di tirare avanti.
I drammatici avvenimenti della guerra lo colpiscono profondamente negli
affetti personali quando apprende la notizia della morte degli amici Nino
Bianchi e Amedeo Marvelli, mentre il fratello Cesare nel settembre del 1943
viene internato in un campo di concentramento in Germania.
Subito dopo la caduta del fascismo Gianni Rodari si avvicina al Partito
Comunista, a cui si scrive nel 1944 e partecipa alle lotte della resistenza.

Gli anni del giornalismo politico tra Milano e Roma


Subito dopo la guerra viene chiamato a dirigere il giornale "Ordine Nuovo", nel 1947 viene
chiamato all’Unità a Milano, dove diventa prima cronista, poi capo cronista ed inviato speciale.
Mentre lavora come giornalista incomincia a scrivere racconti per bambini. Nel 1950 il Partito lo
chiama a Roma a dirigereil settimanale per bambini, il "Pioniere", il cui primo numero esce il
10 settembre 1950. Nel 1952 compie il primo dei diversi viaggi che farà Urss.
In quegli anni pubblica Il libro delle filastrocche ed il Romanzo di Cipollino. Nel 1953 sposa
Maria Teresa Feretti, dalla quale quattro anni dopo ha la figlia Paola.
Dal settembre 1956 al novembre 1958 torna a lavorare all'Unità diretta da Ingrao. Farà
l'inviato e poi il responsabile della pagina culturale e infine il capocronista. Nel 1957 supera
l'esame da giornalista professionista.
Il 1° dicembre 1958passa a lavorare a Paese sera. Si realizza finalmente la scelta che
contrassegnerà tutta la sua vita: affiancare al lavoro di scrittore per l'infanzia quello di un
giornalismo politico non partitico. 
 
Gli anni della scrittura per l'infanzia e della notorietà
Nel 1960 incomincia a pubblicare per Einaudi e la sua fama si diffonde in tutta Italia. Il primo
libro che esce con la nuova casa editrice è Filastrocca in cielo ed in terra nel 1959.
Solo nel 1962-63 raggiunge una certa tranquillità economica grazie alla collaborazione  aLa via
migliore e a I quindici.
Dal 1966 al 1969 Rodari non pubblica libri, limitandosi a una intensa attività di collaborazioni
per quanto riguarda il lavoro con i bambini. Lascia Paese sera e nel l970 vince il Premio
Andersen, il più importante concorso internazionale per la letteratura dell’infanzia, che
accresce la sua notorietà in tutto il mondo. 
Nel 1970Ricomincia a pubblicare per Einuadi ed Editori Riuniti, ma la sua prodigiosa macchina
creativa non sembra più girare a pieno regime. Non è solo a causa del grande successo, ma
anche della grande mole di lavoro e della sua condizione fisica.
Nel 1974 si impegna nel rilancio del Giornale dei genitori, ma subito cerca di disimpegnarsi.
Cosa che accadrà agli inizi del 1977. 
Al ritorno da un viaggio in Urss Gianni Rodari nel 1979 comincia ad accusare i primi problemi
circolatori che lo porteranno alla morte dopo un intervento chirurgico il 14 apriledel 1980.
 
Juanito Pierdedía era un gran viajero. Viaja que te viaja, llegó al país con el des delante.

- ¿Pero que clase de país es éste? -preguntó a un ciudadano que tomaba el fresco bajo un árbol. El ciudadano, por
toda respuesta, sacó del bolsillo una navaja y se la enseñó bien abierta sobre la palma de la mano.

- ¿Ve esto?- Es una navaja.

- Se equivoca. Esto es una "desnavaja", es decir, una navaja con el des delante. Sirve para hacer crecer los lápices
cuando están desgastados, y es muy útil en los colegios.

- Magnífico -dijo Juanito-. ¿Qué más?

- Luego tenemos el "desperchero".

- Querrá decir el perchero.

- De poco sirve un perchero si no se tiene un abrigo que colgarle. Con nuestro "desperchero" todo es distinto. No
es necesario colgarle nada, ya está todo colgado. Si tiene necesidad de un abrigo, va allí y lo descuelga. El que
necesita una chaqueta no tiene por qué ir a comprarla: va al desperchero y la descuelga. Hay el desperchero de
verano y el de invierno, el de hombre y el de mujer. Así nos ahorramos mucho dinero.

- Una auténtica maravilla. ¿Qué más?

- Luego tenemos la máquina "desfotográfica", que en lugar de hacer fotografías, hace caricaturas, y así nos
reímos. Luego tenemos el "descañón".

- ¡Brrrrr, qué miedo!

- ¡Qué va! El "descañón" es lo contrario al cañón, y sirve para deshacer la guerra.

- ¿Y cómo funciona?

- Es sencillísimo; puede manejarlo incluso un niño. Si hay guerra, tocamos la destrompeta, disparamos el
descañón y la guerra queda deshecha rápidamente.

- Qué maravilla el país con el des delante.


Publicado por diana_mc en 21:50

El semáforo azul (Gianni Rodari)


Una vez, el semáforo que hay en la plaza del Duomo de Milán hizo una rareza. De improviso, todas sus luces se
tiñeron de azul y la gente no sabía a qué atenerse. 
-¿Cruzamos o no cruzamos? ¿Estamos o no estamos?
Por todos sus ojos, en todas direcciones, el semáforo propagaba la insólita señal azul, de un azul tan azul como
lo había estado nunca el cielo de Milán. 
Mientras esperaban a ver qué pasaba, los automovilistas gritaban y tocaban el claxon, los motociclistas hacían
rugir el tubo de escape y los peatones más gordos gritaban: 
-¡Usted no sabe quién soy yo!
Los ingeniosos decían irónicamente: 
-El verde se lo habrá comido el alcalde para hacerse una casita en el campo. 
-El encarnado lo han utilizado para teñir a los peces de los jardines. 
-¿Sabéis que hacen con el amarillo? Lo añaden al aceite de oliva. 
Finalmente llegó un guardia y se situó en medio del cruce para dirigir el tráfico. Otro guardia buscó la cajita de
los mandos para reparar la avería, y quitó la corriente. 
El semáforo azul, antes de apagarse, tuvo tiempo de pensar:
“¡Pobrecitos! Les había dado la señal de “vía libre” para el cielo. Si me hubiesen entendido, ahora todos sabrían
volar. Pero quizá les ha faltado valor”. 
Esta historia todavía no ha sucedido, pero seguramente sucederá mañana. Dice así. Mañana, una buena anciana
maestra condujo a sus discípulos, en fila de dos, a visitar el museo del Tiempo Que Fue, donde se hallan recogidas
las cosas de antes que ya no sirven, como la corona del rey, la cola del traje de la reina, el tranvía de Monza, etc.

En una pequeña vitrina, un poco polvorienta, había la palabra "Llorar".

Los alumnos de Mañana leyeron el cartelito, pero no lo entendieron.

- Señora, ¿qué significa?

- ¿Es una joya antigua?

- ¿Pertenecía quizás a los etruscos?

La maestra les explicó que antiguamente aquella palabra era muy empleada, y hacía daño. Les mostró un frasquito
en el que guardaban unas lágrimas: quién sabe, quizás las derramó un esclavo al ser golpeado por su amo, quizás
un niño que no tenía hogar.

- Parece agua -dijo uno de los discípulos.

- Pero picaba y quemaba -dijo la maestra.

- ¿La hacían hervir acaso antes de utilizarla?

En realidad, los colegiales no lo entendían, es más, ya empezaban a aburrirse. Entonces la buena maestra les
acompañó a visitar otras secciones del Museo donde había cosas más fáciles de entender, como: las rejas de una
prisión, un perro guardián, el tranvía de Monza, etc, cosas todas ellas que ya no existían en el feliz país de
Mañana.

Cuentos por teléfono. Gianni Rodari


Publicado por diana_mc en 01:25

Famoso por su fantasía y por su originalidad, Gianni Rodari hizo una importante contribución a la tarea de
renovar la literatura infantil mediante cuentos, canciones y poemas.

Sus textos pacifistas fueron musicados por Sergio Endrigo y otros cantautores italianos.

[editar]Lista de obras
Con el seudónimo de Francesco Aricocchi:
•Leyendas de nuestra tierra.
•El beso.
•La señorita Bibiana.
Como Gianni Rodari:
•1951 - Manuale del Pioniere (Manual del pionero).
•1951 - El libro de las canciones para niños o El libro de las retahílas (Il libro delle filastrocche).
•1951 - La novela de Cebollino (Il romanzo di Cipollino), reeditada en 1959 como Las aventuras de
Cebollino (Le avventure di Cipollino), obra que sería adaptada después al cine de dibujos animados.4 También
se hizo una adaptación en ballet en 1973, con música de Karen Jachaturián (en ruso, Карэн Хачатурян;
en armenio, Կարեն Խաչատրյան; 1920 - 2011) y coreografía de Guénrij Mayórov (Генрих Майоров, n.
1936).5
•1952 - Los naipes parlantes (Le carte parlanti).
•1952 - El tren de las canciones (Il treno delle filastrocche).
•1952 - Cebollino y las pompas de jabón (Cipollino e le bolle di sapone).
•1952 - El libro de los meses (Il libro dei mesi).
•1954 - Las aventras de Garabato (Le avventure di Scarabocchio).
•1954 - El viaje de la flecha azul (Il viaggio della freccia azzurra).
•1955 - Compañeros hermanos ciervos (Compagni fratelli cervi).
•1959 - Jazmino en el país de los mentirosos (Gelsomino nel paese dei bugiardi).
•1960 - Canciones del cielo y de la tierra (Filastrocche in cielo e in terra).
•1962 - Fábulas por teléfono (Favole al telefono).
•1962 - Eugenio el Genio en el televisor (Gip nel televisore), Fábula en órbita (Favola in orbita) o Eugenio el
Genio en el televisor y otras historias en órbita (Gip nel televisore e altre storie in orbita).
•1962 - El planeta de los árboles de Navidad (Il pianeta degli alberi di Natale).
•1963 - El castillo de naipes (Il castello di carte).
•1964 - El cantahistorias: historias a pie y en automóvil (Il cantastorie. Storie a piedi e in automobile).
•1964 - La flecha azul (La freccia azzurra), obra también adaptada con el mismo título al cine de animación.6
•1964 - El libro de los errores (Il libro degli errori).
•1966 - El pastel en el cielo (La torta in cielo).7
•1969 - Veinte historias y una más (Venti storie più una).
•1970 - Las canciones del caballo que habla (Le filastrocche del cavallo parlante).
•1971 - Muchas historias para jugar (Tante storie per giocare).
•1972 - Canciones del cielo y de la tierra, edición definitiva.
•1972 - Los negocios del señor gato (Gli affari del signor gatto).
•1972 - El palacio hecho de helado y otras ocho fábulas por teléfono (Il palazzo di gelato e altre otto favole al
telefono).
•1973 - Gramática de la fantasía (Grammatica della fantasia).
•1973 - Los viajes de Juanito el Manirroto (I viaggi di Giovannino Perdigiorno).
•1973 - Novelas hechas a máquina (Novelle fatte a macchina).
•1974 - La canción de Pinocho (La filastrocca di Pinocchio).
•1974 - Marionetas en libertad (Marionette in libertà).
•1978 - La góndola fantasma (La gondola fantasma).
•1978 - Érase dos veces el barón Lamberto (C'era due volte il barone Lamberto).
•1978 - El teatro los muchachos la ciudad (Il teatro i ragazzi la città).
•1979 - Palabras para jugar (Parole per giocare).
•1979 - Bambolik.8
•1980 - El juego de las cuatro esquinas (Il gioco dei quattro cantoni).
•1980 - Los enanos de Mantua (I nani di Mantova).
•1980 - Pequeños vagabundos (Piccoli vagabondi).
•1981 - Ejercicios de fantasía (Esercizi di fantasia).
•1981 - Canciones largas y cortas (Filastrocche lunghe e corte).
•1984 - Juegos en la Unión Soviética: notas de viaje (Giochi nell'URSS: appunti di viaggio).
•1984 - El libro de los porqués (Il libro dei perché), recopilación de Marcello Argilli (n. 1926) de escritos de
Gianni Rodari en su sección semanal del mismo título en el periódico Unità. La sección con ese título se había
publicado desde el 18 de agosto 1955 hasta el 25 de octubre de 1956. Más adelante, Rodari reemprendería
ese trabajo con el título La posta dei perché (El correo de los porqués), que duraría desde el 25 de mayo de
1957 hasta el 5 de junio de 1958.
•1987 - ¿Quién soy?: primeros juegos de fantasía (Chi sono io?: primi giochi di fantasia).
•1988 - Yo y los otros: más juegos de fantasía (Io e gli altri: nuovi giochi di fantasia).
•1989 - El juez en la mecedora (Il giudice a dondolo).
•1990 - Reediciones con ocasión del 10º aniversario de la muerte y el 70º del nacimiento.
•1998 - El teatro de las canciones: laboratorio de palabras y fantasía (Il teatro delle filastrocche: laboratorio
delle parole e della fantasia).
•2000 - Reediciones con ocasión del 20º aniversario de la muerte y el 80º del nacimiento.
•2001 - El pez contable del Cusio (Il ragioniere pesce del Cusio), Interlinea,[3] Novara.
•2001 - Un juguete para Navidad (Un giocattolo per Natale), Interlinea, Novara.
•2001 - El mago de Navidad (Il mago di Natale), Interlinea, Novara.
•2004 - Las aventuras de Antoñito el invisible (Le avventure di Tonino l'invisibile).
•2005 - Los cinco libros (I cinque libri), recopilación: Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro
degli errori, C'era due volte il barone Lamberto e Il gioco dei quattro cantoni; con ilustraciones de Bruno Munari.
•2010 - Los libros de la fantasía (I libri della fantasia), recopilación: Filastrocche in cielo e in terra, Favole al
telefono, Il pianeta degli alberi di Natale, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto e Il gioco dei
quattro cantoni; con ilustraciones de Bruno Munari.
Otras obras de Rodari son Atalanta y Los traspiés de Alicia Paf.

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la fantasía ===

En 1973, Einaudi publicó la obra maestra de Gianni Rodari: Gramática de la fantasía (Grammatica della


Fantasia), subtituladaIntroducción al arte de inventar historias (Introduzione all'arte di inventare storie), que es
un ensayo de pedagogía dirigido al personal docente, a los padres y a los animadores. La obra es resultado de
años de trabajo en el campo de la fantasía.9

En la contraportada de la primera edición, podían leerse estas palabras del autor:

{{cita|Lo que estoy haciendo es investigar las "constantes" de los mecanismos de la fantasía, las leyes de la
invención que aún no han sido formuladas, para ponerlos a disposición de cualquiera. Insisto en señalar que,
aunque el Romanticismo lo haya rodeado de misterio y haya instaurado una suerte de culto en torno a él, el
proceso creativo es inherente a la naturaleza humana, y, por tanto, está al alcance de todos, con toda esa
alegría de expresarse

Quello che io sto facendo è di ricercare le "costanti" dei meccanismi fantastici, le leggi non ancora
approfondite dell'invenzione, per renderne l'uso accessibile a tutti. Insisto nel dire che, sebbene il
Romanticismo l'abbia circondato di mistero e gli abbia creato attorno una specie di culto, il processo
creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e
di giocare con la fantasia, alla portata di tutti.

La obra no es un recetario de los cuentos de hadas, sino un instrumento

para quien cree que es necesario que la imaginación tenga su lugar en la educación, para quien confía en
la imaginación infantil, para quien conoce el poder de liberación que puede tener la palabra.

a chi crede nella necessità che l'immaginazione abbia il suo posto nell'educazione; a chi ha fiducia nella
creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola.

En esta Gramática de la fantasía, Rodari presenta el concepto del binomio fantástico, técnica que consiste en
escoger dos palabras que no suelan estar relacionadas y buscarles una relación haciendo uso de la
inventiva.10 11 12 13

La obra se forjó oficialmente en Reggio Emilia, ciudad muy querida por el escritor y a la que no falta
dedicatoria. Se acogían con entusiasmo las ideas de Rodari en las escuelas de esa ciudad de la Emilia-
Romaña, región que visitaba mucho por esa razón entre otras. La compilación se debió principalmente a la
transcripción a máquina por parte de una ayudante de apuntes sueltos del autor y largo tiempo olvidados. Esos
apuntes, escritos hacia 1940, formaban parte de su Quaderno della fantasia, y fueron recobrados en 1972.

El libro consta de 45 capítulos.

[editar]Reconocimientos
•1960: Premio Prato.
•1965: Premio Catello.
•1965: Premio Rubino.
•1970: Premio Hans Christian Andersen. Hasta hoy en día, es el único escritor italiano que ha sido premiado
con ese galardón.
•Desde 1980, año de su fallecimiento, se han escrito decenas de obras sobre él, y se ha puesto su nombre a
parques, asociaciones, bibliotecas, ludotecas, calles, guarderías y escuelas primarias. El Parque Rodari (Parco
Rodari) más conocido está en su localidad natal: Omegna.
•En el año 2010, 90º aniversario de su nacimiento, 40º de su recepción del Premio Andersen y 30º de su
muerte, se llevaron a cabo conmemoraciones en Italia y en otros países, y se reeditaron varias de sus obras.
[editar]Bibliografía
•ARGILLI, Marcello (n. 1926): Gianni Rodari. Una biografia, Einaudi, Turín, 1990.
•Rodari. Le parole animate (Rodari: las palabras animadas), con introducción de Pino Boero, entrevista de
Enzo Biagi (1920 - 2007) con Rodari y fichas de didáctica y creatividad de Anna Lavatelli, Interlinea, Novara,
1993.
•Rodari, le storie tradotte (Rodari: las historias traducidas), con resemblanza de Rodari por Roberto Cerati y
presentación de Pino Boero, Interlinea, Novara, 2002.
•Il cavaliere che ruppe il calamaio. L'attualità di Gianni Rodari (El caballero que rompió el tintero: la actualidad
de Gianni Rodari), edición preparada por Francesco Lullo y Tito Vezio Viola, Interlinea, Novara 2007.
•Gianni Rodari, Lettere a Don Julio Einaudi, hidalgo editorial e ad altri queridos amigos, edición preparada por
Stefano Bartezzaghi (n. 1962), Einaudi, Turín, 2008.
•ROSSITTO, Mariarosa: Non solo filastrocche. Rodari e la letteratura del Novecento (No sólo canciones
infantiles: Rodari y la literatura del siglo XX), Bulzoni,[4] Roma, 2011.

traducciones.

sintesi delle tre storie. Personalmente mi è costato molto di capire la traduzione del primo racconto.
in un primo momento essere compreso (verbo) in avanti, e non ha capito bene la storia. Più tardi ho
pensato che si riferisse alla lettera s davanti, nessuno dei due aveva molto senso. alla fine optano per
cercare una traduzione del racconto e ho visto che intendeva "dis" davanti, poi ho compreso.

Dopo questa breve introduzione, posso dire che è una storia per bambini con una morale. Si
racconta di un paese in cui le cose cattive è ridotto a nulla, e le cose buone aumenterà. è un paese in
cui, per esempio, serve Temperino a crescere quando la punta della penna li tira con lei quando
prende la "esse" in anticipo. Per contro la guerra con la canna rimosso e sedia tromba con l'esse
Davanti.

la storia ci dice quanto poco la fantasia che le persone hanno e hanno poca pazienza con gli altri.
come nella storia precedente, ha una morale, e ogni persona ha per rimuovere il più andare con la
vostra personalità. La storia racconta come un segnale cambia il suo colore azzurro, e la gente lo
capisce, piuttosto che ottenere impaziente e non vedo alcun senso.
Sono stato molto piacevolmente sorpreso questo autore italiano, conoscevo il suo nome, ma non il
suo lavoro.
il mondo che abbiamo di fronte in tre storie, è un mondo idilliaco, senza malizia, senza che le
persone che sono sopra gli altri. Qui si vede chiaramente l'ideologia dell'autore come un breve
periodo di tempo nelle file del fascismo, riesce a trovare la sua strada di militare nel Partito
comunista, ammollo pura ideologia.
Il lavoro di Gianni Rodari è molto ampia, in gran parte di essa è dedicata ai bambini, ma da quel
poco che ho letto, ottenendo la migliore e più vita positiva.

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