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Antifungini
Antifungini
1. INTRODUZIONE
Nel campo delle malattie infettive, le patologie di origine fungina
hanno sempre occupato in passato posizioni di secondo piano rispetto a quelle
batteriologiche. Attualmente, per, le infezioni fungine stanno acquistando
sempre maggiore rilevanza e pongono una serie di problemi, sia in ambito
clinico che a livello di progettazione di nuovi farmaci.
I funghi si distinguono in patogeni e non a seconda della loro capacit
o meno di determinare stati patologici; la maggior parte di essi sono nonpatogeni.
Tutti i funghi appartengono ad una classe di organismi che vanno dalle
strutture monocellulari, visibili solo al microscopio, a quelle pluricellulari,
facilmente visibili ad occhio nudo.
I funghi possono essere saprofiti o parassiti. I saprofiti traggono il
loro nutrimento da sostanze morte, mentre i parassiti si nutrono in genere di
materia vivente. I funghi sono in grado di prosperare in unampia variet di
ambienti; li ritroviamo nelluomo, negli animali, sulle piante e anche nel
suolo, se arricchito da escrementi di animali oppure da vegetazione in via di
decomposizione.
2. ORGANISMI FUNGINI
2.1. LIEVITI
Esaminati al microscopio, i lieviti si mostrano come organismi di forma
tonda o ovale costituti da una sola cellula (unicellulari).
I lieviti si riproducono per un processo detto di gemmazione; nel corso
della gemmazione il nucleo della cellula madre si divide, ed un nucleo
figlia passa nel germoglio. Le cellule vengono separate con la formazione di
setti, o pareti divisorie. Dopo breve tempo il germoglio si stacca. Ci saranno
ora due microrganismi unicellulari identici dove in precedenza ce ne era
solamente uno.
2.2. MUFFE
Molti funghi sono muffe o ifomiceti, cio organismi pluricellulari
composti da pi cellule unite che formano strutture lunghe e tubulari dette ife.
Le ife crescono principalmente allungandosi allapice, anche se alcune
formano delle diramazioni laterali. Crescendo, le ife si intrecciano tra loro
formando un micelio; si pu formare cos una colonia di muffe visibile ad
occhio nudo.
Ogni rete di ife si divide in un micelio vegetativo che penetra nel
mezzo nutritivo per fornire nutrimenti al fungo, ed un micelio riproduttivo,
che partecipa alla riproduzione della specie attraverso la formazione di
2.3. DERMATOFITI
I dermatofiti appartengono alla classe degli ascomiceti, sono
cheratinofili e cheratinolitici, capaci di lisare le strutture cornee della cute, le
unghie e i peli per mezzo dellenzima cheratinasi e capaci di utilizzarne, come
nutrimento, i prodotti di demolizione.
Nei terreni di coltura i dermatofiti si riproducono per vie asessuata per
mezzo di spore, dette comunemente conidi, che danno luogo allo sviluppo di
un micelio tubulare semplice (tallo) che successivamente si moltiplica e si
ramifica in modo dicotomico.
3. MICOSI
Le malattie fungine si possono dividere in due grandi classi,
dermatomicosi, localizzate alla cute o alle mucose, da una parte e micosi
profonde o sistemiche dallaltra, non tanto per ragioni microbiologiche, ma
perch presentano dei problemi di approccio clinico completamente
differenti[1] .
[1]
una delle due categorie, talvolta con qualche incertezza, come nel caso del
Cryptococcus neoformans, che stato per tanto tempo classificato come
patogeno primario, mentre oggi si tende a classificarlo come patogeno
opportunistico [2].
[3]
infezioni molto gravi ed estese nei malati di AIDS, nei quali praticamente ogni
tessuto ed organo pu diventare bersaglio di un attacco fungino. Circa il 50%
dei malati di AIDS presenta almeno un episodio di infezione da Candida e
nella maggior parte dei casi si tratta di afta o esofagite. Questo spesso il
primo segno del progredire di uninfezione da HIV in AIDS. La Criptococcosi
una tra le pi gravi infezioni micotiche che comunemente affliggono questo
gruppo di pazienti, poich essa in genere si manifesta sotto forma di meningite
e non solo deve essere trattata con un efficace regime chemioterapico per
ottenere la guarigione, ma richiede anche delle forme di terapia di
5. LA CELLULA FUNGINA
Tutti i funghi hanno una struttura cellulare caratteristica. La conoscenza
della struttura e delle funzioni di una cellula fungina tipica importante per
capire in che modo i vari agenti antifungini agiscono.
La membrana cellulare, nota anche come membrana citoplasmatica,
riveste il citoplasma con tutti i suoi componenti e forma la barriera tra la
cellula ed il suo ambiente. Se la membrana non rimane intatta i componenti
citoplasmatici escono dalla cellula determinandone la morte. La membrana
cellulare evita anche che elementi dellambiente potenzialmente dannosi
entrino nella cellula.
Immediatamente allesterno della membrana cellulare c una parete
cellulare rigida che circonda lintera cellula e che ha il compito di darle una
forma e di mantenerla. La sostanza che forma la parte fondamentale della
parete cellulare e che la rende rigida, si chiama chitina.
C
A
14
HO
Lanosterolo
10
14
14-demetilasi
O2, NADPH
HO
HO
diene
Lanosterolo
8,14
funghi
mammiferi
14
HO
HO
Ergosterolo
Colesterolo
11
12
MICOSI
SISTEMICHE
PROBLEMI
6.1. AMFOTERICINA B
I polieni sono un gruppo di antibiotici macrolidici, prodotti
principalmente da specie di Streptomyces. Chimicamente essi sono costituiti
da un anello lattonico, da un sistema di doppi legami coniugati e da una
porzione idrofila[6]. Il pi noto e importante tra questi lAmfotericina B, un
macrolide eptaenilico costituito da un nucleo principale, contenente 7 doppi
legami coniugati in relazione trans fra di loro, che legato per mezzo di un
legame glicosidico al 3-amino-3,6-dideossimannosio (micosamina).
HO
HOOC
H3C
HO
H2N
OH
O
OH
HO
O
O
OH
OH
OH
OH
OH
CH3
O
H3C
OH
CH3
O
Amfotericina B
13
Meccanismo dazione
Questi antibiotici sono attivi in modo specifico contro le cellule
eucariotiche, vale a dire tutte le cellule contenenti steroli nella membrana
citoplasmatica.
La loro azione si basa proprio sulla formazione di complessi con tali
steroli, principalmente con lergosterolo. Questa interazione tra farmaco e
componente lipidica della membrana ha come risultato un aumento della
permeabilit della membrana stessa, che porta allalterazione del gradiente
protonico con fuoriuscita di ioni potassio. Leffetto fungistatico sembra essere
collegato proprio a tale efflusso di ioni potassio, mentre leffetto fungicida
sembra possa essere imputato ad una inibizione irreversibile dellATPasi di
membrana. I batteri non sono sensibili ai polieni poich la loro membrana
cellulare sprovvista di steroli.
Sebbene lAmfotericina B presenti un maggior grado di specificit per
lergosterolo piuttosto che per il colesterolo, la sua tossicit un problema
clinico ben conosciuto. I polieni determinano in vitro la lisi delle emazie,
14
6.2. GRISEOFULVINA
La Griseofulvina, prodotta da varie specie di Penicillum, non provoca la
sterilizzazione delle strutture gi infettate al momento in cui la terapia viene
iniziata, ma si accumula nelle strutture cheratiniche (strato corneo
dellepidermide, capelli e unghie) via via che queste si formano. La
Grisoefulvina quindi presente in tali cellule quando queste vanno incontro a
differenziazione, risulta strettamente legata alla cheratina rendendola pertanto
resistente allinvasione fungina.
OCH3 O OCH3
O
CH3O
CH3
Cl
Griseofulvina
15
Griseofulvina
risulta
attiva
solo
su
diversi
dermatofiti:
Meccanismo dazione
Il meccanismo dazione antimicotico della Griseofulvina poco noto,
nelle cellule animali provoca per il disorientamento del fuso mitotico e
linibizione della mobilit cromosomica nella anafase (effetti simili a quelli
esercitati dalla Colchicina e dalla Vinblastina). quindi probabile che il sito di
azione della Griseofulvina nelle cellule fungine sia rappresentato dai
microtubuli.
6.3. 5-FLUOROCITOSINA
La 5-Fluorocitosina o Flucitosina una pirimidina fluorurata,
sviluppata dalla Roche come possibile farmaco antimetabolita durante una
ricerca su nuovi agenti citotossici[7] .
16
H
N
O
N
NH2
5-Fluorocitosina
Meccanismo dazione
Il primo effetto dellesposizione di funghi sensibili alla Flucitosina
quasi unimmediata inibizione della sintesi degli acidi nucleici. Infatti la
Flucitosina assorbita attivamente dalla citosina permeasi, enzima
responsabile dellassorbimento di adenina, guanina, ipoxantina e citosina da
parte della cellula fungina, e tali substrati naturali antagonizzano pertanto
lassorbimento della Flucitosina[8] .
Allinterno della cellula la Flucitosina immediatamente deaminata a
5-Fluorouracile (5-FU) da parte di una citosina deaminasi, un passaggio critico
poich proprio il 5-fluorouracile il principio attivo responsabile della morte
del fungo. La bassa tossicit della Flucitosina dovuta infatti allassenza della
citosina-deaminasi nelle cellule dei mammiferi.
Il 5-Fluorouracile per non pu essere somministrato direttamente
come farmaco antimicotico poich lassorbimento da parte della cellula
17
6.4. TERBINAFINA
un composto della classe delle allilamine somministrabile per via
orale e topica e rapidamente assorbito a livello gastrointestinale.
Terbinafina
CH3
N
CH3
CH3
CH3
Meccanismo dazione
Il meccanismo dazione consiste in una riduzione della sintesi
dellErgosterolo nella cellula fungina attraverso unazione inibitoria
specifica nei confronti dello squalene epossidasi, enzima che catalizza la
trasformazione
dello
squalene
in
squalene
epossido,
precursore
18
R1
N
N3
R2
R
1
N
R
N4
19
6.5.1.1.
colesterolo.
20
Figura 2
1 Aromatasi
CHO
HO
OH
21
Figura 3
14
14-demetilasi
O2, NADPH
HO
HO
diene
Lanosterolo
8,14
funghi
mammiferi
14
HO
HO
Ergosterolo
Colesterolo
22
Figura 4
O
X
14
Fe
cit P450
23
Figura 5
binding
binding
R
N
N
R1
binding
III
Fe
Cys
X= CH, imidazoli
X= N, triazoli
24
Cl
Cl
Figura 6
O
R'
Econazolo R'=H
Miconazolo R'=Cl
Cl
Cl
Cl
Cl
Cl
N
N
O
Cl
S
S
Fenticonazolo
Tioconazolo
N
N
CH2
O
CH3CO N
OCH2
O
Cl
H
Chetoconazolo
Cl
Cl
O
N
Cl
Cl
Ossiconazolo
25
Cl
Figura 7
F
N
N
OH
N
N
N
Fluconazolo
Me
OH
N
N
Me F
OH
N
SO2Me
F
N
FN
F
Voriconazolo
F
Genaconazolo
Me
O
Et
N
N
N
N
N
Me
O
N
N
Cl
Cl
N
N
O
O
N
N
Itraconazolo
F
Saperconazolo
F
26
Et
N
6.5.2. Chetoconazolo
Anche se non stato il primo azolo disponibile per il trattamento delle
micosi sistemiche, il Chetoconazolo stato la rivelazione di questa classe di
composti e fino ad oggi ha mantenuto un posto preminente tra i farmaci
antifungini.
Si sospetta unassenza di azione fungicida a causa delle frequenti
ricadute dopo il trattamento ed un elevato dosaggio spesso necessario. La
necessit di usare un alto dosaggio di Chetoconazolo in diverse indicazioni ha
portato a notevoli problemi di tossicit
[13]
[14]
6.5.3. Genaconazolo
Il Genaconazolo un triazolo che risulta attivo sia se somministrato per
via orale, parenterale che topica. Numerosi studi microbiologici hanno
dimostrato come tale triazolo sia pi attivo del Fluconazolo contro
27
6.5.4. Saperconazolo
Anche il Saperconazolo, come il precedente derivato, ha ricevuto
recentemente molte attenzioni in quanto possiede una notevole azione
antifungina caratterizzata da un largo spettro dazione. Nonostante sia un
composto estremamente liposolubile sono riusciti tuttavia a somministrarlo per
endovena usando le -ciclodestrine come carrier.
[16]
28
(estrogeno
sintetasi)
un
complesso
enzimatico
29
[22]
per
ulteriore ossidazione.
Figura 8
O
HO
Androstenedione
HO
NADPH
NADPH
O2
O2
O
O
O
H2O
OH
NADPH; O2
H2O; CHO2H
Estrone
30
.
LEconazolo, un potente azolo antifungino, inibisce anche altri
citocromi P450 oltre a quello presente nei funghi; esso ha mostrato una buona
inibizione dellaromatasi nei microsomi della placenta umana, ma purtroppo
manca di selettivit [26,27].
Il gruppo di ricerca Eli-Lilly ha studiato il rapporto struttura-attivit del
Clotrimazolo
analoghi
ha
confermato
limportanza
dellanello
[29]
31
HO
Pregnenolone (21)
Progesterone (20)
[31]
32
recenti[32]
hanno
messo
in
relazione
le
caratteristiche
33
OH
Figura 9
N
F
F
Fluconazolo
Me
OH 4
N 1 2
N
N3
Me
N 1 2
F
R2
N
3
R1 O
R1 = H, CH3
R2 = H, OH
CH3
R
13
14
CH3
Lanosterolo
F
ca. 172
CH3
N3
H
CH2
1
ca. 137
Tr
CH3
H
CH2
(Tr = 1,2,4-triazolo)
34
ca.166
F
Tr
CH3 O
H
3
2
F
Tr
CH2
1
35
HO
HOOC
H3C
HO
H2N
OH
HO
O
OH
OH
OH
O
H3C
OH
OH
OH
O
CH3
OH
CH3
Amfotericina B
Me
Et
N
N
N
N
N
F
N
N
O
O
Cl
OH
N
Cl
Itraconazolo
N
N
Fluconazolo
Tabella
MIC (g/ml)
C.A.
A.F.
95%
80%
95%
80%
Amfotericina B
Fluconazolo
Itraconazolo
0.25
0.25
0.12
0.008
>125
0.25
36
7. BIBLIOGRAFIA
1.
2.
37
3.
4.
5.
6.
7.
8.
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27.
28.
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Holden, H.E.; Davenport, J.D.; Krumkalns, E.V. e Suhur, R.G.; J. Med.
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