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CAPITOLO 1

TRAUMATOLOGIA SPORTIVA

1.1 Introduzione
Negli ultimi anni, soprattutto nei paesi industrializzati, si diffusa notevolmente la percezione dell'importanza degli esercizi fisici e delle attivit sportive per la salute del corpo, non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. In Italia, molte persone esercitano sport: il calcio, secondo le statistiche CONI, praticato da un milione di tesserati; seguono pallacanestro (300.000) e pallavolo (200.000). Anche il tennis (190.000) e gli sport invernali (175.000) sono molto praticati. In totale, oltre quattro milioni e mezzo di persone sono tesserate presso il CONI nelle varie discipline sportive. Ma un'intensa attivit fisica pu generare anche dei problemi. Le lesioni traumatiche acute tipiche dellattivit sportiva sono quelle che per frequenza, meccanismi fisiopatologici e quadri anatomo-clinici sono caratteristiche della pratica delle singole attivit sportiva. Evidentemente la conoscenza della tecnica e della dinamica delle fasi dei diversi sport, derivata dalla personale familiarit con essi e da unaccurata raccolta dellanamnesi, fondamentale per la comprensione dei meccanismi di produzione delle lesioni. Il loro esatto riconoscimento consente la pronta adozione delle misure diagnostiche e, quindi, terapeutiche singolarmente pi efficaci. La traumatologia dello sport studia, previene e cura le lesioni dipendenti dalle attivit sportive; essa rappresenta una disciplina ben definita e distinta dalla comune traumatologia,

anche se i suoi compiti vengono assolti spesso con la collaborazione di questa e/o di altre discipline mediche1. Il rischio infortunistico nello sport, a differenza della comune traumatologia, va ricercato spiccatamente in quelle pratiche finalizzate al raggiungimento di prestazioni atletiche massimali; da ci lindirizzo moderno alla prevenzione, che trova motivo di studio e di ricerca nei compiti di allenamento e nelle palestre: la responsabilit della tutela della integrit fisica dellatleta spetta al medico, al preparatore atletico, allinsegnante di educazione fisica, ciascuno per la parte di propria competenza. Attualmente l'attivit sportiva rappresenta una delle prime cause di infortuni: solo negli U.S.A. ogni anno vengono trattati oltre dieci milioni di traumi da sport2. Circa il 70% degli eventi interessa giovani sportivi al di sotto dei 25 anni; vi sono per alcuni sport che presentano unelevata incidentalit anche in et pi avanzate. Tali dati sono confermati da unelaborazione svolta dallIstituto Superiore di Sanit e riassunta nei grafici sottostanti in cui viene evidenziata la distribuzione percentuale degli infortuni per classe di et e disciplina sportiva: pressoch nella totalit degli sport sono i ragazzi a riportare pi frequentemente traumi, tuttavia interessante notare come il tennis e il trekking siano causa di infortuni soprattutto negli over 46, seguiti da jogging, sci e fitness.

Traumatologia dello sport, III edizione, Piccin

Si definisce trauma da sport un infortunio accidentale che accade durante la pratica di attivit sportive agonistiche o amatoriali. Richiede un intervento medico e comporta linterruzione dellattivit svolta per uno o pi giorni dopo quello dellinfortunio.

Tabella 1 Distribuzione (%) degli infortuni sportivi per classi di et e disciplina

Sulla base dello studio del ISS, gli sport in cui si verifica la pi elevata incidentalit sono: Attrezzistica; Mountain bike; Atletica leggera; Snowboard

Genericamente, si possono individuare tre tipi di dinamiche che conducono allinfortunio sportivo: 1. Contrasto tra atleti. Si verifica negli sport caratterizzati da un contatto fisico preponderante (calcio 53%, lotta 42%, rugby 40%); 2. Cadute. Avvengono di solito negli sport con uso di mezzi meccanici (motociclismo 73%; ciclismo 59%) 3. Sforzo o tensione degli arti. Si verificano negli sport individuali senza ausilio di mezzi esterni (pallavolo 46%; ginnastica 37%). In ogni caso, il corpo di uno sportivo pu anche essere predisposto neurofisiologicamente ai traumi e le cause possono essere diverse: traumi passati, cattive abitudini alimentari, precedenti interventi chirurgici o odontoiatrici. Tutte le persone hanno tessuti suscettibili a traumi per l'inerente debolezza o per fattori biomeccanici. Per esempio, i pazienti con esagerata lordosi lombare sono a rischio di lombalgia quando battono al baseball, mentre i pazienti con eccessiva pronazione dei piedi sono a rischio di gonalgia quando corrono lunghe distanze. Senza correzione, il rischio di trauma cronico alto, poich specifici movimenti sono effettuati ripetutamente in tutti gli sport. Il dolore di solito cessa quando l'attivit interrotta, ma si riacutizza ogni volta che viene raggiunto lo stesso carico di lavoro. I traumi sportivi poi sono spesso il risultato di un modo sbagliato di allenarsi, di un allenamento troppo intenso o errato per quel particolare tipo di sport. Dunque, quando si decide di intraprendere uno sport sempre consigliabile attenersi ad un programma di allenamento specifico e seguire alcune fondamentali regole di prevenzione: riscaldamento, che comprende esercizi muscolari ad un ritmo rilassato per pochi minuti prima del lavoro intenso. La temperatura del muscolo dopo alcuni minuti di esercizio, pu salire a circa 38C (101F), rendendo il muscolo pi elastico, forte e resistente alla lesione. Gli esercizi attivi di riscaldamento preparano i muscoli per un'esercizio intenso pi efficacemente del riscaldamento passivo con acqua calda, termocoperte, ultrasuoni o lampade a infrarossi;

stiramento (stretching), che non previene il danno, ma pu aiutare a migliorare le prestazioni, allungando i muscoli in modo che essi sviluppino una maggior tensione; lo stretching deve essere svolto dopo il riscaldamento o dopo l'esercizio. Per evitare un danno diretto, gli atleti non devono stirare oltre le loro capacit, contando per 10 secondi;

raffreddamento (graduale rallentamento prima della sospensione dell'esercizio), che pu prevenire i giramenti di testa e la sincope. In una persona che fa uno sforzo vigoroso e si ferma all'improvviso, il sangue pu ristagnare nelle vene dilatate delle gambe, causando vertigini ed eventualmente svenimenti. Il raffreddamento mantiene la circolazione sostenuta e aiuta a rimuovere l'acido lattico dal circolo.

1.2 Epidemiologia dei traumi da sport


L'epidemiologia traumatica sportiva cerca di analizzare l'incidenza delle lesioni sportive, da sport cio che avvengono per determinate gestualit sportive e nello sport cio che avvengono durante l'attivit sportiva, tenendo conto: del tipo di popolazione praticante; del luogo in cui si effettua lo sport; delle modalit di insorgenza traumatica3.

Tuttavia, notevoli sono le difficolt a comparare studi epidemiologici diversi in quanto fra i vari lavori presenti in letteratura spesso non c' uniformit nel definire le lesioni o nel raccogliere i dati in modo uguale; spesso infatti vengono presi in considerazione parametri differenti circa il livello sportivo, le modalit traumatiche, i meccanismi lesivi, ecc. In ogni caso, un dato certo che la popolazione sportiva negli ultimi 25 anni considerevolmente aumentata per numero e per impegno: infatti incrementato il "range" di et (pi bambini, pi anziani), sono aumentate le donne che praticano sport e si sono affermati nuovi sport quali il calcetto, lo squash, il beach volley e altri ancora. Infine, notevolmente cresciuto l'agonismo e la competitivit nelle manifestazioni sportive a tutti i livelli. A rendere difficoltoso lo studio epidemiologico dei traumi sportivi sono anche i diversi modi in cui pu essere raccolta l'incidenza delle lesioni : per numero di lesioni per 1000 atleti, per numero di lesioni per stagione, per gara, per allenamento, per espositivit per atleta o per sport, ecc. Inoltre, numerosi sono i fattori in causa che possono modificare o variare ogni ricerca epidemiologica: l'et del praticante, il livello di competizione, la diffusione loco-regionale o nazionale per quel tipo di sport, le competenze dell'allenatore o del preparatore, il tipo di sport (alta o bassa lesivit traumatica), ecc.

EPIDEMIOLOGIA TRAUMATICA NELLO SPORT - Dr. Volpi Centro di Traumatologia dello Sport e di Chirurgia Artroscopica Istituto Ortopedico Galeazzi - Milano

Le lesioni poi possono essere suddivise in acute, cio dovute ad un singolo episodio macrotraumatico, e croniche, cio dovute a episodi microtraumatici ripetuti nel tempo e spesso conseguenti alle sollecitazioni gestuali tipiche di ogni sport. E' indubbio che solo attraverso una conoscenza diretta dei dati epidemiologici si possa meglio applicare i principi di prevenzione per ridurre e contenere il numero e la gravit delle lesioni di quel tipo di sport, cos come solo approfondendo le conoscenze biomeccaniche dei gesti sportivi, delle attrezzature e dei materiali si possa pretendere di rispettare i carichi di lavoro negli allenamenti, i tempi di recupero fra una competizione e l'altra, la protezione necessaria per fare in modo che lo sport non rappresenti un danno ma un bene per tutti coloro che lo praticano.

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1.3 Eziologia dei traumi da sport


Nella maggior parte dei casi il danno provocato durante lo svolgimento di unattivit sportiva di lieve entit e riguarda in genere le parti molli dell'apparato locomotore (muscoli, tendini, legamenti e capsule articolari). Di solito, quindi, si tratta di traumi che guariscono completamente entro qualche settimana. Proprio per questo motivo pu accadere che gli infortuni vengano trascurati dagli atleti dilettanti o vengano curati sommariamente. E fondamentale, invece, che anche i traumi pi lievi vengano trattati con la massima attenzione sin dalle prime ore dopo l'evento. A livello nazionale non esistono ancora raccolte sistematiche di tutti gli infortuni sportivi; i dati disponibili sono tratti da casistiche di centri medici o di istituti assicurativi, sottostimati rispetto alla realt perch sfuggono i casi minori o comunque non visitati al pronto soccorso n denunciati allassicurazione. Il rapporto (%) fra infortuni gravi, di moderata e di lieve entit illustrato nel grafico sottostante4.

60 50 40 30 20 10 0 lievi moderati gravi

Le modalit con cui avviene linfortunio sono essenzialmente due, acuta e cronica, a cui corrispondono le due forme di trauma: isolato o da sovraccarico funzionale.
M. Gottin, Traumi da sport: lesioni e localizzazioni, rassegna dei pi comuni infortuni che possono colpire gli sportivi, 2004
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1. La lesione acuta avviene con un trauma isolato, improvviso, violento e dalla dinamica caratteristica, a cui l'atleta riferisce l'inizio dei suoi disturbi (cadute o colpi diretti): si pensi ad esempio ad una distorsione articolare, uno stiramento muscolare, una frattura. L'azione lesiva concentrata nel tempo e si realizza in pochi istanti. Questi infortuni non differiscono molto da quelli che possono colpire una qualsiasi persona, se non per il fatto che sono assai pi frequenti tra gli sportivi per il maggior rischio insito nella loro attivit. Rientrano in questo gruppo i traumi pi gravi, come quelli che coinvolgono le strutture nervose contenute nel cranio e nella colonna vertebrale. 2. La lesione cronica il cosiddetto microtrauma, ossia il danno dovuto al sommarsi di molteplici e ripetute lesioni da sovraccarico funzionale, ciascuna di minima e inavvertita entit, ma in grado di sfociare in una patologia conclamata per la esasperata ripetitivit del gesto nel tempo. L'azione lesiva, a differenza del caso precedente, diluita e si manifesta in tempi lunghi. Esempi tipici sono le tendinopatie, le microfratture, le osteocondrosi: sono malattie caratteristiche dello sportivo, o di chi per professione o per diletto fa gesti simili a quelli di certi sport in modo intenso e continuativo. Per questa specificit sono anche note come atlopatie, ossia malattie dell'atleta. La frequenza di queste patologie sembra essere in aumento. Nel podismo, ad esempio, i praticanti riferiscono infortuni dal 35 al 60% dei casi: la frequenza di traumi cresce esponenzialmente con la frequenza della prestazione e la distanza percorsa. Lazione meccanica responsabile del trauma si attua per effetto di una forza che sollecita in senso iperfisiologico od extrafisiologico un tessuto, organo o apparato. Questa pu estrinsecarsi con meccanismo di pressione, flessione, torsione o distensione. La magnitudine del trauma dipender dallintensit e durata della forza agente, dal mezzo con cui questa viene applicata, dal segmento corporeo interessato, sia qualitativamente che quantitativamente5.

Andrea Trenti, Francesco Bracci Chirurgia pratica e pronto soccorso;

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Tuttavia, bench la maggior parte dei traumi sportivi abbia carattere fortuito ed imprevedibile, esistono delle condizioni che, agendo come concause, favoriscono il verificarsi dellevento traumatico o lo rendono pi grave. Innanzitutto, vi possono essere alcune caratteristiche costituzionali degli individui che praticano sport che possono aumentare la suscettibilit agli infortuni6: l'eccessiva pronazione (intrarotazione del piede dopo l'impatto con il terreno) durante la corsa di gran lunga il pi comune dei fattori biomeccanici che causa lesioni al piede, alla gamba e all'anca. Successivamente alla pronazione, il piede ruota verso la parte laterale della pianta (supinazione), poi si solleva sulle dita subito prima di staccarsi da terra e spostare il peso sull'altro piede. La pronazione aiuta a prevenire il trauma distribuendo la forza di impatto sul terreno. La pronazione eccessiva, tuttavia, pu causare danni per via dellesorbitante scivolamento mediale della parte inferiore della gamba che sfocia in dolori al piede, alla gamba, all'anca e al ginocchio. Le caviglie sono cos flessibili che, durante la deambulazione o la corsa, le arcate plantari toccano il suolo dando l'impressione di una arcata plantare molto schiacciata o assente. Un piede con un arcata plantare molto alta viene definito cavo. Molte persone che hanno una evidenza di piede cavo hanno arcate plantari normali ma caviglie rigide, cosicch pronano molto poco. I piedi di questi soggetti assorbono poco i traumi, aumentando il rischio di sviluppare fratture da stress nelle ossa dei loro piedi e delle loro gambe. Il ginocchio valgo invece favorisce, ad esempio, l'insorgere di gonalgie e patologie rotulee; le posture scorrette possono scatenare dorsalgie e lombalgie, mentre le lassit legamentose predispongono alle distorsioni articolari. L'eccesso di peso corporeo grava sulla colonna vertebrale e sugli arti inferiori, sommandosi al carico di per s gi elevato in attivit quali la corsa e i salti. La maggior larghezza del bacino nelle ragazze accentua il valgismo fisiologico delle ginocchia e favorisce l'insorgere di sublussazioni rotulee, in particolare nell'et dello sviluppo.
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Manuali Merck Sharp & Dohme Italia Spa, Malattie muscoloscheletriche del tessuto connettivo; Dott. Abele Guerini, Traumi da sport, www.informacalcio.it/area medica/medicina dello sport

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Vi sono poi anormalit strutturali che possono sovraccaricare alcune parti in maniera non bilanciata. Ad esempio, la corsa su piste non lisce o su strade non pianeggianti, pone uno stress maggiore sull'anca della gamba che colpisce il terreno pi in alto, aumentando il rischio di dolore o di trauma a quel livello. Il clima freddo umido, il terreno sfavorevole, la fatica, l'attrezzatura inadatta, il mancato rispetto delle regole di gioco, l'esasperazione della prestazione fino al limite delle proprie possibilit sono altre riconosciute cause di aumentato rischio di infortunio. L'incidente fa generalmente la sua comparsa alla fine di una partita o di un allenamento, cio quando lo sportivo affaticato. Nel calcio come nello sci e in tutti gli sport, ci si fa male quando si stanchi o non concentrati, perch non si realizza la vera a propria preparazione dei muscoli allo sforzo. Percepita una fatica da affrontare, i muscoli, se non c' stanchezza e se, soprattutto, c' concentrazione, si contraggono, aumentano il loro livello di inserzione e di "attaccamento" alle ossa, e tutto ci ha un'azione protettiva nei confronti dei traumi. Pertanto, nella programmazione degli allenamenti, si dovrebbe sempre tenere conto che una seduta di lavoro molto intenso causa alle fibre muscolari piccoli danni, che si ritiene siano di stimolo per il successivo rafforzamento del muscolo stesso. Ogni volta che i muscoli sono sottoposti a sforzo, infatti, alcune fibre vengono danneggiate e altre esauriscono le riserve disponibili di glicogeno. Poich solo le fibre non lesionate o quelle con sufficiente glicogeno funzionano adeguatamente, uno sforzo massimale richiede lo stesso lavoro da parte di meno fibre, aumentando la probabilit che queste si lesionino. Per non trasformare questo minimo danno in una vera e propria lesione muscolare occorrono almeno 48 ore di recupero e un tempo pi lungo per rimpiazzare il glicogeno. In teoria si dovrebbe ridurre l'intensit degli esercizi nei due giorni successivi, allenando qualit motorie diverse (flessibilit, resistenza, forza, rapidit, detrezza) o gruppi muscolari diversi o curando altri aspetti della preparazione sportiva (tecnica, tattica, approccio mentale). In relazione al tipo, all'intensit e alla durata dello sforzo, noto inoltre che in uno stesso muscolo fibre di diverso tipo (tipo I, a lenta contrazione; tipo II, a rapida contrazione) sono sollecitate in modo disomogeneo e richiedono differenti tempi di recupero.

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Bisogna quindi evitare di somministrare troppo presto altri intensi carichi di lavoro, che graverebbero solo sulla parte di fibre muscolari a pi veloce recupero, rischiando di danneggiarlo. La maggior parte dei metodi di allenamento si basa sul principio del "facile-difficile", cio su un intenso sforzo nell'arco di un giorno (per es., correndo a una media di 1,5 km ogni 5 minuti) e a ritmi ridotti il giorno seguente (per es., a una media di 1,5 km ogni 6-8 minuti). Se un atleta si allena due volte al giorno, bisogna far seguire ogni sforzo massimale da almeno tre leggeri. Solo i nuotatori possono sopportare un sforzo pesante e uno leggero ogni giorno. Questo perch, presumibilmente, la galleggiabilit dell'acqua aiuta a proteggere i loro muscoli e le articolazioni.

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1.4 Classificazione dei traumi sportivi: sport interessati e sedi colpite


Le principali patologie acute e croniche che possono verificarsi durante le attivit sportive7possono essere distinte in: Lesioni traumatiche osteo-articolari: lapparato osteo-articolare il pi costantemente ed intensamente sollecitato nellattivit motoria connessa alla pratica sportiva, per cui saranno frequentissime le lesioni traumatiche che lo andranno ad interessare con i caratteri delle lussazioni, distorsioni e fratture; Lesioni traumatiche ossee; Lesioni traumatiche muscolari e tendinee: di comune osservazione, possono verificarsi in conseguenza di un trauma diretto esogeno (ad esempio contusioni, rotture, ecc.) od indiretto. Altri tipi di traumi sono le contusioni muscolari, ferite muscolari, rotture muscolari sottocutanee, rotture tendinee sottocutanee.

M. Gottin, Traumi da sport: lesioni e localizzazioni, rassegna dei pi comuni infortuni che possono colpire gli sportivi, 2004

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