Sei sulla pagina 1di 2

Qualche domanda a Caterina Ramonda in occasione dell’uscita

del suo libro “La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti”
1. Questo libro si inserisce in una nuova collana della Bibliografica, che vuole parlare di
biblioteche al pubblico generalista. Un’iniziativa coraggiosa e necessaria di questi tempi.
Qual è lo spirito con cui hai scritto questo volume per spiegare la biblioteca per ragazzi
agli adulti? Come immagini il tuo lettore ideale?

Diciamo che l’inizio è stato difficoltoso: avendo sempre scritto di argomenti più “tecnici” mi
risultava ostico scrivere sapendo che non dovevano esserci note né spiegazioni troppo
particolareggiate. Alla fine ho adottato un metodo credo classico in questi casi: ho immaginato di
dover parlare della biblioteca per ragazzi a una persona che davvero non ne sa nulla e siccome la
persona a cui mi rivolgo è reale, è stato tutto più semplice! Poi il tutto è venuto da sè, appunto come
un lungo discorso, un mettere in mostra tutto quel che ci può essere in biblioteca.
La collana è pensata per chi di biblioteche non ne sa molto, ma in realtà credo che ci siano più
lettori potenziali: il pubblico generalista come i bibliotecari stessi, chi lavora in biblioteche di altro
tipo come gli stessi bibliotecari per ragazzi che spero si ritrovino in queste pagine.

2. Ti conosco come una bibliotecaria competente ma fortemente appassionata, c’è stato


qualche punto del libro che ti è costato mettere su carta?

Certamente dall’ultimo capitolo si capisce che non avrei voluto concludere così, avrei voluto essere
più ottimista, ma i tempi, i tagli finanziari, la carenza di risorse per le biblioteche non me lo
permettevano.
Mi è costato accennare alla presenza dei volontari in biblioteca: so anch’io quanto siano necessari in
certe aree marginali, però se la tendenza è quella (come in certe aree piemontesi) di utilizzare il loro
tempo e il loro lavoro per sostituire personale qualificato e preparato, allora non ci sto.

3. Quale reazioni speri o temi che susciterà questo volume? Quale era il messaggio forte che
volevi trasmettere?

Spero che nel suo piccolo possa allargare lo sguardo sulla realtà delle biblioteche per ragazzi e
sull’importanza dei servizi che offrono. Vorrei che passasse il messaggio che dice che la biblioteca
può essere una palestra dove un bambino, un ragazzo imparano a scegliere; che scegliere tra
documenti e attività è un esercizio che forma alla capacità di scelta che serve nella vita.

4. Parliamo di quella figura fondamentale che nel libro chiami “quell’adulto che fa la
differenza”, cosa ti sentiresti di dire a un giovane che oggi voglia fare il nostro mestiere tu
che sei bibliotecaria per scelta e per passione?

Aiuto… che probabilmente non capita nel momento migliore :-)


Gli direi di inseguire il suo desiderio di fare questo mestiere, di arrivarci preparato e di non
scoraggiarsi quando i suoi superiori cercheranno di frenare entusiasmo e progetti nuovi. E se vuole
lavorare in una sezione ragazzi, gli consiglierei di immergersi subito nella letteratura per ragazzi e
leggere leggere leggere.

5. C’è un punto del libro in cui parli di “chi sceglie quel che scegli”: ho trovato molto bello
questo volere portare a conoscenza del pubblico il dietro le quinte del nostro lavoro e in
particolare la selezione sui testi, un compito delicatissimo di cui, sono sicura, il grande
pubblico non è consapevole. Pensi che questo indurrà il non addetto ai lavori a porsi delle
domande sull’offerta editoriale?

Lo spero. Sull’offerta editoriale e non solo. I libri che sono a scaffale in biblioteca non ci arrivano
solo in virtù di quel che il mercato offre (e ci sarebbe di che parlare assai), ma anche del budget che
la biblioteca ha a disposizione, delle idee di chi fa gli acquisti e della sua capacità di andare al di là
delle proprie conoscenze, dei propri gusti e dei propri credo: una biblioteca è “per tutti”, non può
ignorare certi generi o certe forme, deve essere attenta anche a chi ha necessità particolari legate a
difficoltà e disabilità.

6. Delinea un punto di forza e uno di debolezza delle biblioteche per ragazzi oggi

Partiamo dalla debolezza, che è quella di sempre: in Italia le biblioteche per ragazzi hanno ancora
troppo poca visibilità (e di conseguenza pochi fondi dedicati, poca attenzione da parte del pubblico
di non addetti e, in questo tempo di crisi, un inevitabile taglio di fondi).
Ma anche il punto di forza è insito nel nocciolo stesso di questa istituzione: una biblioteca per
ragazzi è - come dico nel libro - un grande contenitore di documenti, di conoscenze, di attività, di
incontri. è un luogo dove i ragazzi possono imparare la libertà di scelta. e dove si può cambiare
idea.
Pochi giorni fa è venuta in biblioteca una classe di prima media per un laboratorio di lettura.
Abbiamo cominciato a chiacchierare riguardo a libri e lettura e ho chiesto loro che aggettivo
avrebbero affiancato a queste due parole. Mirko mi ha guardato di sotto in su: “Io vicino a libro ci
metto sottile”. Dopo l’incontro, ha scelto un libro sottile da portare a casa, poi un altro di 220
pagine che però lo interessava parecchio. Ci ha girato intorno, l’ha preso, l’ha sfogliato, l’ha posato,
l’ha ripreso e poi si è deciso: “Posso togliere sottile alla mia definizione?”. E io ho pensato che
questa è la vera soddisfazione del nostro mestiere.

7. Permettimi una chiusura un po’ alla Marzullo: lasciaci con un tuo sogno, dicci quello su
cui secondo te bisogna investire a partire da domani.

Investire prima di tutto sul personale: personale interno preparato, che abbia il tempo di aggiornarsi,
di leggere i libri che sceglie per proporli ai ragazzi, che possa progettare. E personale esterno,
professionisti del libro e della lettura che intervengano nei laboratori e nelle attività della biblioteca
in biblioteca. Mi verrebbe da dire personale “felice”… perché chi è soddisfatto ovviamente lavora
meglio… ecco, è un sogno :-)

Intervista a cura di Valeria Baudo http://biblioragazzi.wordpress.com/

Caterina Ramonda, La biblioteca per ragazzi raccontata agli adulti. Viaggio in un mondo che non finirà
di sorprenderti
2011, 16°, pp. 128, € 12,00 (Conoscere la biblioteca, 2), ISBN 978-88-7075-702-6

Potrebbero piacerti anche