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IL MITO GRECO
La Teogonia di Esiodo risale al 700 a.C. e ci
mostra il cammino che conduce dal Chaos
iniziale a quando Zeus diviene re degli dèi,
instaurando un relativo ordine cosmico tra gli dèi
dell’Olimpo.

(Cosmos infatti significa “ordine”)

Da cui oggi i termini cosmesi e cosmetici, nel


senso di mettere ordine ed abbellire la fisicità
corporea umana.
Chaos è una parola greca, di genere neutro,
personificazione di una divinità, il cui significato
è Abisso, Voragine, Vuoto.
IL MITO SECONDO I GRECI (.01)

Un bel giorno, spuntò fuori la Madre Terra che (forse


per osmosi) generò nel sonno un figlio : Urano ( il
Cielo). Quest’ultimo, commosso dalla bellezza della
Madre Terra, mari e piogge feconde che a loro volta
generarono fiori, alberi e poi gli animali.

Alla fine, Urano generò i Centimani i Ciclopi e i


Titani.

Dal sangue del membro evirato nacquero le Erinni,


personificazioni femminili della vendetta (Furie nella
mitologia romana) soprattutto nei confronti di chi
colpisce la propria famiglia e i parenti.

Spuntarono fuori le ninfee e quando il membro del


Dio raggiunse le acque dei mari, dalla spuma (afros
in greco) spuntò fuori Afrodite, la Dea dell’amore.
IL MITO SECONDO I
GRECI (.02)
Al concludersi del mito olimpico, comunque, la
stessa sorte di Urano vedremo toccare a Crono
per mano del suo ultimo figlio, Zeus.

Crono genererà gli Dei Maggiori: Estia,


Demetra, Era, Ade, Poseidone e Zeus, futuro
padre degli Dèi.

Per paura che lo spodestassero, mangiò i suoi


figli. Crono, ignaro della sostituzione, ingoiò
quello che credeva l’ultimo dei suoi figli.

E da adulto Zeus affrontò suo padre e lo


costrinse a bere un farmaco che gli fece
vomitare tutti i figli che aveva divorato, infine,
lo sfidò scatenando una guerra per il trono
degli Dei.
EFESTO, DIO DEL
FUOCO
Efesto (in greco antico: Ἥφαιστος, Hḕphaistos) nella
mitologia greca è il dio del fuoco. Era adorato in tutte le
città dell'antica Grecia in cui si trovassero attività
artigianali, specialmente ad Atene (dove aveva sede il
tempio omonimo). Nell'Iliade, Omero racconta di come
Efesto fosse piuttosto brutto e di carattere volubile, ma con
una grande forza nei muscoli delle braccia e delle spalle, e
di avere una tale abilità artigiana per cui tutto ciò che
faceva era di un'impareggiabile perfezione.

La sua grande fucina si trovava nelle viscere dell'Etna e di


altri vulcani, dove lavorava insieme ai suoi ciclopi, i cui
colpi delle loro incudini e il loro ansimare faceva
brontolare i vulcani e il fuoco ne arrossava, straripando, le
cime. I suoi simboli sono il martello da fabbro, l'incudine e
le tenaglie. In qualche rappresentazione è ritratto con una
scure accanto. Nella mitologia romana, vi era una figura
divina simile ad Efesto ed era il dio Vulcano
IL MITO DI EFESTO

Efesto fu concepito da sua madre Era solo per vendetta nei confronti del
marito Zeus per tutte le sue amanti avute nel corso dei millenni. Nell'Iliade
Efesto stesso racconta come continuò a cadere per molti giorni e molte
notti per poi finire nell'oceano, dove venne allevato dalle Nereidi, in
particolare da Teti ed Eurinome e che gli diedero una grotta come fucina.

Efesto si prese la sua vendetta su Era costruendo e donandole un magico


trono d'oro che, non appena ella vi si sedette, la tenne imprigionata, non
permettendole più di alzarsi. Gli altri dei pregarono Efesto di tornare
sull'Olimpo e liberarla, ma egli si rifiutò più volte di farlo. Allora Dioniso
fece in modo di ubriacarlo e lo riportò indietro legato sul dorso di un
mulo.

Efesto acconsentì a liberare Era, solo se lo avessero riconosciuto come dio


e se gli avessero dato Afrodite come sposa. Il matrimonio fu combinato,
ma alla dea della bellezza l'idea di essere sposata con il bruttissimo Efesto
non piaceva affatto, quindi, segretamente innamorata di Ares, dio della
guerra, più volte tradì il marito che, se ne tornò nella Terra, nelle viscere
del monte Etna, e decise di lasciare l'Olimpo per sempre.

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