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GAIO SALLUSTRIO CRISPO

Vita
Nasce nel 86 a.c. in Abruzzo ad Amiterno da una famiglia plebea abbastanza agiata. Si dedica alla
carriera politica a Roma essendo un homo novus (non appartenente alla nobiltà che intraprende
vita politica) ha la necessità di un appoggio illustre, che sarà Cesare di cui lui stesso sarà
seguace, apparterrà alla fazione dei populares.
Nel 50 a.c. viene espulso dal Senato con accusa di vita scostumata (probrum) e verrà reintegrato
grazie a Cesare.
Nel 46 a.c. dopo la battaglia di Taps che vede Cesare vincitore in Africa Nova (Numidia), Sallustrio
viene nominato governatore di questa nuova provincia romana.
Nel 45 -44 a.c. viene accusato di concussione (repetundis) ma verrà scagionato sa Cesare, alla
sua morte si ritirerà dalla politica.
Le ricchezze accumulate gli consentono di ritirarsi in un sontuoso palazzo circondato dagli Horti
Sallustiani e di acquistare la Villa di Cesare a Tivoli. Morirà nel 35 a.c.
Lo stile
E’ caratterizzato da una patina arcaica legata a catone, troviamo arcaismi fonetici e
morfologici e l’uso di vocaboli elevati. C’è la ricerca della concisione e pregnanza (brevitas),
concentra il massimo significa nel minimo di parole, e il rifiuto della simmetria (variatio)
preferisce il brusco cambiamento. Rivaluta l’importanza del linguaggio.
Il narratore, nelle sue opere, non è lui stesso ma Sallustrio sente la necessità di creare un
personaggio affidabile e autorevole. Secondo i fati storici infatti Sallustrio non è esente da
colpe o sospetti, quindi a lui si sostituisce un personaggio ineccepibile senza colpe e
imparziale che racconta la storia dopo aver assaporato le bassezze della politica e di cui il
lettore si può fidare.
Sua scrittura
Fu il primo storico latino, la sua produzione è dedicata a riflessioni sulla storia e sul ruolo dello
storico in particolare nei proemi delle sue opere, in particolare nel De Catilinae coniuratione (La
congiura di Catilina) e nel Bellum Iugurthinum (La guerra contro Giugurta).
I proemi costituiscono sezioni a sé stanti delle sue opere, senza legami evidenti con gli
argomenti del resto delle opere, sono utilizzati da Sallustrio per giustificare la sua scelta di
dedicarsi alla storiografia e per spiegare l’utilità della storia.
Sallustio approda alla storiografia come una sorta di ripiego, dopo il forzato abbandono della
politica attiva per lo spirito pratico dei romani l’attività di chi scrive storia è meno prestigiosa
rispetto a quella di chi si impegna nello stato attraverso lo svolgimento della carriera politica o
militare.
Fonda l’opera dello storico su:
-premesse filosofiche in particolare sul dualismo platonico dell’essere umano, composto da
anima e corpo, la prima di origine divina, funge da guida mentre il secondo è mortale e
obbedisce all’animus. L’autore riconduce le occupazioni più nobili alla parte spirituale.
-fatti politici perché la storiografia sostituisce l’attività politica che ormai non è più praticabile a
Roma perché trionfa la corruzione e gli onori sono ottenuti con la frode e la violenza.
-dignità della storiografia che spinge a emulare le grandi imprese degli antenati ed è quindi
considerata valido sostituto dell’azione politica anzi prescritta dal mos maiorum (usanza o
costume degli antenati).
Caratteristica della storiografia sallustiana è cha aspira all’imparzialità, nonostante i suoi
legami con Cesare e la fazione popolare. Non rinnega le sue convinzioni politiche ma le controlla
in nome del vero e dell’obiettività. Esprime giudizi negativi anche sull’operato dei populares ciò
dimostra che persegue l’imparzialità attraverso la valutazione dei fatti in modo attento ed
equilibrato.
IL DE CATILINAE CONIURATIONE
E’ una monografia (si concentra su un fatto preciso svoltosi in un tempo limitato), filone
monografico relativamente nuovo per l’epoca; è la sua prima opera, composta tra il 43 e il 40
a.c. e racconta dei fatti, accaduti nel 64-62 a.c., riguardanti la congiura e la morte di Catilina,
fatti ritenuti importanti e degni di memoria, egli coglie nella cospirazione la crisi della res
pubblica proprio come viene illustrato nell’excursus dell’opera.
L’excursus iniziale mette in contrapposizione il glorioso passato con la situazione attuale di
corruzione e degenerazione, considerata come una malattia che ha invaso la città.
Si tratta di una riflessione moralistica sulle vicende della res publica da un lato il buon tempo
antico e dall’altro la corrotta età moderna.
La decadenza ha inizio dopo la 3° Guerra punica (distruzione di Cartagine 146 a.c.) e si conclude
con la dittatura di Silla. La prosperità raggiunta provoca dei cambiamenti determinati da:
-Desiderio eccessivo di ricchezza (avaritia)
-Brama di potere (ambitio).
I personaggi
Agli stessi è attribuita la responsabilità degli eventi, l’analisi psicologica diventa parte integrante
delle indagini storiche.
Catilina = personaggio statico, incarna il tipo del malvagio e sovversivo (male – figura negativa),
e riassume in sé i termini caratteristici della crisi della res publica. E’ la figura centrale , vi sono
infatti due discorsi di Catilina che esprimono il punto d vista dello stesso ma anche l’energia
morale che per Sallustrio rappresenta l’elemento che attribuisce grandezza alla figura.
Cicerone = avversario di Catilina, meno importante non gli viene data la possibilità di esprimere
il suo punto di vista, è il semplice magistrato che scopre la congiura .
IL BELLUM IUGURTHINUM
Seconda opera monografica, composta nel 40°a.c. e costituita da 114 capitoli, racconta dei fatti
storici sulla guerra sostenuta dai romani in Africa per ben 6 anni dal 111 al 105 a.c. contro
Giugurta, re della Numidia. Guerra lunga a causa della corruzione della nobilitas e dei conflitti
interni di Roma. Anche qui si sofferma sulle cause che hanno portato alla decadenza di Roma.
Anche qui l’inizio della decadenza è rappresentata dalla caduta di Cartagine, ma la causa su cui
fa maggiore leva è la discordia interna, conflitti tra popolo e senato, l’unico elemento di
coesione dello stato è rappresentato da un nemico esterno da combattere.
I personaggi
Attraverso il ritratto vengono presentate le figure di spicco come Silla e Mario. Anche qui il
ruolo centrale è ricoperto da un personaggio negativo.
Giugurta = non è statico come Catilina ma la sua figura si definisce con il proseguo dell’opera.
Inizialmente è un giovane energico che si batte dalla parte dei romani ma poi con la corsa
all’eredità del regno di Numidia, si trasforma in un maestro dell’intrigo e della corruzione e poi
in un nemico, diviso tra l’impulso del delitto e la preoccupazione delle conseguenze.
Mario = antagonista, apprezzato da Sallustrio per la sua capacità di rinnovamento politico.

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