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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO

DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANE, FILOSOFICHE E DELLA FORMAZIONE


CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA VALUTAZIONE MOTORIO-SPORTIVA E TECNICHE DI
ANALISI E PROGETTAZIONE DELLO SPORT PER DISABILI LM-68

TESI DI LAUREA
MEDICINA DELLO SPORT
BENIFICI DELL’ ATTIVITA’ MOTORIA STRUTTURATA NEL PAZIENTE ONCOLOGICO

RELATORE
CH.mo Prof. Ciccarelli Michele tesi di laurea di : Villano Salvatore
MATRICOLA : 4422201012
ANNO ACCADEMICO 2015/2016
Il Tumore o Cancro

Che cos’è il Tumore?


Come si sviluppa il Tumore?
Chi Colpisce il Tumore?
Che cos’è il Tumore?

Proliferazione incontrollata delle cellule che


distrugge ed invade i tessuti circostanti, va in
metastasi e può evolvere verso la morte se non
viene trattata. Le cellule cancerose di solito
presentano delle anomalie per quanto riguarda la
struttura, la forma, il colore ed il numero di
cromosomi. Il tessuto invaso dal cancro si
presenta di solito come tessuto noto, ma più
spesso ha una struttura anomala, è
indifferenziato ed ha una crescita casuale. Le
forme di cancro più specifiche sono i carcinomi ed
i sarcomi.
Come si sviluppa il Tumore?
Una cellula per diventare tumorale, deve impazzire, cioè deve
esserci un errore nel sistema che controlla la sua
riproduzione.
Le alterazioni cromosomiche delle cellule tumorali sono
talmente gravi ed estese da fornire la prova che in ogni caso di
tumore tutte le cellule cancerose discendono da una cellula
madre. Alla base della patogenesi del tumore c’è la mutazione
di determinati geni, i proto-oncogeni e i geni oncosoppressori
e altri geni coinvolti nella riparazione del DNA.
Chi Colpisce il Tumore?
Il tumore può colpire persone di ogni età, ma
le persone anziane sono colpite con maggiore
frequenza, perché i danni genetici tendono
ad accumularsi con il tempo.
Nei paesi sviluppati, il cancro è una delle
principali cause di morte.
Caratteristiche dei tumori

Tumori maligni

Tumori benigni
TUMORI MALIGNI

Si definisce tumore maligno o neoplasia una massa in continuo


accrescimento originata da una singola cellula, attraverso un processo di
riproduzione alterato. Alcune cellule tumorali possono staccarsi dalla massa
principale, immettersi nella circolazione plasmatica o linfatica e in questo
modo raggiungere sedi lontane nelle quali riprodursi, dando luogo a nuovi
tumori chiamati metastasi. Ancora non si sa esattamente perché questo
avviene, ma si sa che esistono fattori ereditari, fattori ambientali e fattori
legati allo stile di vita del paziente che possono aumentare la probabilità che
si verifichino i tumori maligni.
TUMORI BENIGNI
I tumori benigni sono costituiti da cellule che mantengono in parte le
loro caratteristiche morfologiche e funzionali , pur esibendo
autonomia moltiplicativa.
Essi sono caratterizzati da un tipo di sviluppo detto espansivo, perché
comprime i tessuti vicini senza distruggerli: i tumori benigni che
originano dall’epitelio ghiandolare (adenomi) sono spesso avviluppati
da una capsula di tessuto connettivo fibroso , che li delimitano
nettamente dai tessuti confinanti , coi quali assumono un rapporto di
contiguità.
I tumori benigni sono il Fibroma, Lipoma, Candroma, Angioma,
Leiomioma, per quanto riguardi i tumori ai tessuti mesenchimali non
linfoemopoietici, mentre, per quanto riguarda i tessuti epiteliali, sono
il Papilloma e l’Adenoma.
IL PERCORSO RIABILITATIVO DEI MALATI DI CANCRO

Il riscontro di una patologia tumorale determina, nel


paziente e nella sua famiglia, una profonda alterazione
con coinvolgimento della sfera fisica, psichica, affettiva
e sociale.
Il raggiungimento e il mantenimento della migliore
qualità della vita possibile e dell’autonomia fisica, con il
recupero del ruolo vissuto dal soggetto
precedentemente, sono obiettivi sostanziali nella cura
del paziente con neoplasia e possono contribuire a
ridurre significativamente il livello di sofferenza, oltre
che i costi sociali.
Le disabilità che presentano i pazienti sono
complesse e si manifestano sul piano fisico,
relazionale, psicologico e sociale, a seconda
dell’età, del contesto e della fase della malattia.
Emergono quindi nuovi bisogni, non solo in termini
quantitativi, bensì anche in termini qualitativi.
I benefici dell’attività motoria nei
pazienti oncologici
Esercizio fisico e cancro
A sostegno della correlazione positiva tra esercizio fisico e
cancro ci sono le evidenze specifiche:
Tutti i portatori di cancro traggono beneficio da pratiche
riabilitative e rieducative
 Gli obiettivi di una terapia fisica possono essere diversi a
seconda che il paziente sia in terapia per il cancro
primitivo, in fase di remissione oppure in terapia per una
recidiva
 La risposta all’esercizio oppure all’attabilità
all’allenamento sono influenzate dalla presenza o meno di
metastasi o dagli effetti collaterali delle terapie eseguite.
Esercizio fisico e cancro

Riassumendo, dopo la diagnosi del cancro, la prescrizione di esercizio


fisico può avere effetti positivi nel:
 Migliorare gli esiti chirurgici
 Ridurre i sintomi legati agli effetti secondari della radioterapia e della
chemioterapia
 Migliorare il benessere psicologico
 Mantenere le funzioni fisiche
 Ridurre l’aumento del tessuto adiposo e la perdita di massa muscolare e
ossea
Effetti positivi di un programma di
attività fisica
Durante la terapia: Dopo la terapia:
 Capacità di esercizio  Capacità di esercizio
 Forza arti sup. ed inf.  Forza arti sup. ed inf.
 Peso e composizione corporea  Peso e composizione corporea
 Flessibilità  Fatigue (fatica) oncologica
 Fatigue (fatica) oncologica  Tono dell’umore, ansia e
 Nausea autostima
 Benessere fisico e complessivo  Benessere fisico
 Qualità di vita  Soddisfazione nella vita e qualità
 Tono dell’umore, ansia e di vita complessiva
autostima  Numero di monociti
 Attività citotossica delle cellule
NK
Esercizio fisico e cancro

Malattia
Mancanza di allenamento
Terapia

Abitudini sedentarie
Fatica Allenamento fisico

Auto perpetrazione
Attenuazione della
della fatica
fatica
Attività Fisica adattata
Nella realizzazione del programma di esercizio da parte del paziente
oncologico sono necessarie:
 La conoscenza della terapia eseguita e dei possibili effetti collaterali sia
da parte del medico che di chi svolge l’attività motoria
 Valutazione delle condizioni cliniche e del rischio/beneficio caso per caso
 Regolare rivalutazione delle sintomatologie del paziente (Fatica,
intolleranza all’esercizio, dispnea da sforzo, variazione dello stato
nutrizionale ecc.)
 Flessibilità del programma di esercizio in base alla sintomatologia,
tipologia di diffusione della neoplasia, fase terapeutica, presenza di
effetti collaterali
Attività Fisica adattata
Quali tipologie di esercizio nei pazienti
oncologici?
Nei pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore, l’attività motoria
assume carattere fondamentale e si profila in diverse modalità.

Camminare a passo spedito, fare jogging, nuotare, o altri esercizi di


tipo aerobico mantengono la buona salute cardiovascolare e possono
contribuire a ridurre l'alta pressione.

Camminare è una forma eccellente di mantenersi in esercizio, a patto che


lo si faccia regolarmente.

Gli esperti propongono delle linee guida per pazienti oncologici sulla base
delle evidenze cliniche per fornire corrette informazioni nutrizionali e di
attività fisica.

I pazienti sono di solito fortemente motivati a cercare informazioni e


consigli su dieta, attività fisica e integrazioni alimentari utili a migliorare i
risultati terapeutici, la qualità della vita e la sopravvivenza.
Praticare un’attività fisica per una mezz’ora al giorno – non importa
a che livello – influenzerà positivamente la salute, la qualità della
vita, le prestazioni. Osservando i progressi sul piano fisico ci si sentirà
più forte in ogni ambito e ciò avrà positivi riflessi sulla vita psichica e
sociale. Gran parte dei malati è colpita dalla sindrome da stanchezza
e dal calo delle prestazioni: nel linguaggio specialistico si parla di
fatigue. La fatigue può provocare un calo del rendimento, ridurre
l’autostima comportare la perdita dei contatti sociali: un autentico
circolo vizioso. Con un allenamento fisico regolare si possono
superare queste difficoltà, affrontare meglio i problemi quotidiani e
riprendere gusto alla vita.
Diario dell’allenamento: M.C. (anni 50)
(patologia tumore al seno)

Data 11 Aprile 13 Aprile 15 Aprile

Tipo di Sport Nordic Walking Ginnastica e Ginnastica in


relax acqua
Durata 50 min. 60 min. 45 min.

Stato prima Stanca Positiva, gioiosa Apatia


attesa di rivedere il
dell’allenamento gruppo e fare attività

Stato dopo Eccitazione Distesa, Contenta


l’allenamento positiva equilibrata

Osservazioni Ritmo regolare Eseguiti esercizi col Acqua


braccio destro fino
alla soglia del dolore gradevole
Benefici dell’attività fisica nei pazienti
con carcinoma polmonare
Il laureato in scienze motorie deve essere in grado di soddisfare i bisogni
del singolo paziente, in quanto lo stesso presenta le seguenti criticità:

la riduzione della mobilità generale e toracica, in termini sia di prevenzione


sia di cura,
il deficit della muscolatura respiratoria, cioè dei muscoli del torace che
solitamente provvedono a far compiere i normali atti respiratori,
l’impegno della muscolatura respiratoria accessoria: si tratta di muscoli che
non dovrebbero intervenire nel respiro normale,
il deficit della capacità di tossire,
la ventilazione nei distretti polmonari,
la quantità e qualità delle secrezioni bronchiali,
il dolore di ferita chirurgica del drenaggio,
i dolori a spalla, arto superiore e rachide cervicodorsale,
le posture viziate, rigidità articolari e contratture muscolari,
l’affaticabilità,
le lesioni neurologiche periferiche.
Qualora la condizione fisica lo permetta è importante
svolgere un’attività motoria regolare con esercizi di rinforzo
muscolare, tonicità. E’ consigliabile camminata veloce, nuoto ed altri
esercizi di tipo aerobico, i quali permettono una migliore respirazione,
una buona salute a livello cardiaco riducono l’alta pressione. Oltre
all’aspetto puramente fisico l’attività motoria migliora anche l’aspetto
psicologico e relazionale attraverso la nascita di gruppi di attività
fisica per i pazienti oncologici.
LA FATIGUE ONCOLOGICA

In termini medici viene definita fatigue ( che non è propriamente


fatica o affaticamento ma qualcosa di più) il mix di stanchezza , di
estrema debolezza , di mancanza di energia , che condiziona
pesantemente la giornata del paziente. Insomma, una vera e propria
malattia nella malattia di cui soffre fino al 96% delle persone colpite
da tumore. Molti pazienti riferiscono di non riuscire a fare le cose più
semplici, come camminare o salire le scale, cucinare, pulire casa, farsi
una doccia, rifare il letto; dicono di sentirsi costantemente in
affanno: una condizione che a volte toglie il sonno, altre spinge a
dormire tutto il giorno.
La fatigue aumenta soprattutto durante i trattamenti e la
percentuale dei pazienti che si lamentano sale
proporzionalmente ai cicli di chemioterapia e al numero
delle cure concomitanti. Oltre alla stanchezza , alcuni
malati riferiscono problemi di attenzione e di
concentrazione: per esempio difficoltà a leggere o
semplicemente guardare la televisione.
Nella percezione dei pazienti i disturbi correlati alla fatigue
sono in testa a tutti e precedono nausea Sintomi presenti tutti i
giorni o quasi per almeno due settimane nell’ultimo mese:
• spossatezza significativa
• diminuzione dell’energia
• accresciuto bisogno di riposo, in maniera non proporzionale all’attività
sostenuta
Inoltre devono essere presenti cinque (o più) dei sintomi seguenti:
• debolezza generalizzata e pesantezza degli arti;
• diminuzione della concentrazione o dell’attenzione;
• diminuzione della motivazione o dell’interesse nelle normali attività;
• insonnia o ipersonnia;
• sensazione di non aver riposato durante il sonno;
• sensazione di dover compiere sforzi per superare l’inattività;
• marcata reazione emotiva (tristezza, frustrazione o irritabilità) alla sensazione
di fatigue;
• difficoltà a portare a termine le attività quotidiane , depressione e dolore
L’ATTIVITA’ MOTORIA NELLA FATIGUE ONCOLOGICA

La prescrizione di una moderata attività fisica può apportare un reale


beneficio terapeutico, mentre lo stare a riposo può a volte risultare
negativo.
Un esercizio fisico regolare può migliorare l’appetito.
Il tipo di esercizio che sembra essere più benefico comprende il
movimento ritmico e ripetitivo di grandi gruppi muscolari così come
avviene camminando, andando in bicicletta o nuotando. Il
programma di esercizio dovrebbe essere cominciato gradatamente e
dovrebbe includere un tipo di lavoro lieve-moderato per diversi giorni
o settimane.
CONCLUSIONE
Questi risultati nel loro insieme costituiscono la prima dimostrazione
scientifica dell’efficacia del percorso di attivita’ motoria , che
nei pazienti si è rivelato effettivamente in grado di determinare un
miglioramento significativo del grado di benessere e dello stato
complessivo di salute. l’obiettivo della attivita’ fisica nei pazienti oncologici
rientra nell’ambito di una riabilitazione globale e interdisciplinare della
persona, che fornisce anche strumenti per divenire protagonisti attivi
del recupero del proprio benessere, allievi e maestri nello stesso
tempo, si è dimostrato un intervento fattibile, efficace e gradito ai
pazienti.
GRAZIE

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