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Docsity Confronto Tra Prima e Seconda Rivoluzione Industriale Appunti Di Storia Economica
Docsity Confronto Tra Prima e Seconda Rivoluzione Industriale Appunti Di Storia Economica
Se la prima rivoluzione industriale si basava sulla macchina a vapore, che mutò drasticamente
l'approvvigionamento di energia in qualunque processo produttivo, sulla lavorazione del ferro all'alto forno
e sulla meccanizzazione di molti processi produttivi prima effettuati a mano, particolarmente nelle industrie
tessili e alimentari, la seconda rivoluzione industriale si basò invece sull'elettricità, il motore a scoppio,
acciaio e la chimica organica. Ebbene, le invenzioni della prima rivoluzione industriale richiedevano scarse
elaborazioni teoriche e potevano essere realizzate ed utilizzate da uomini pratici: un' istruzione elementare
era sufficiente (si ricordi, comunque, che all'epoca anche l'istruzione elementare era patrimonio di pochi).
Ma la chimica, l'elettricità, l'acciaio e la meccanica del motore a scoppio erano più complicati, più legati a
conoscenze e a nuove scoperte scientifiche, e richiedevano quindi un'istruzione medio-superiore . I paesi che
seppero istituire un sistema di istruzione medio-superiore più valido e generalizzato fecero meglio degli altri,
la Germania e gli Stati Uniti in testa a tutti. Fu così che la Gran Bretagna attaccata ai suoi splendori non
seppe tener dietro a questi nuovi sviluppi, non adeguò il suo sistema educativo e inizio il suoi declino da
paese leader.
Ma la seconda rivoluzione industriale rivela anche altre differenze rispetto alla prima. Nella seconda ci
furono un numero maggiore di innovazioni di prodotto rispetto alla prima. Proprio la macchina a vapore è
un'innovazione di prodotto: si tratta di qualcosa che prima non esisteva affatto, ma la meccanizzazione dei
processi produttivi era soprattutto fatta di innovazioni di processo: quello che prima veniva fatta a mano, ora
veniva eseguito dalle macchine, ma il prodotto finale non variava di molto. La seconda rivoluzione
industriale vede invece spettacolari novità di prodotto: dal telefono all'aspirina, dall'aereo all'alluminio, dal
cinematografo alle fibre tessili artificiali. Si avviano giganteschi investimenti per il trasporto dell'elettricità e
della telefonia, la costruzione di strade per le automobili, ma, soprattutto, ci si rende conto che molti di quei
nuovi prodotti possono essere resi disponibili ai consumatori a prezzi assai contenuti se solo se ne organizza
la produzione su larga scala in impianti di enormi dimensioni.
Iniziarono a circolare nuove merci, prese avvio l'età del petrolio, della chimica, dell'elettricità (foto,
cinema, automobili). Nel campo della produzione industriale vennero introdotte nuove tecniche per
strutturare il lavoro in modo da risparmiare tempo e denaro:
• fordismo: struttura della tipica catena di montaggio, i tempi sono dettati dalla macchina, vi è un
risparmio energetico;
• taylorismo: impongo a tutti gli operai il tempo cronometrato del miglior dipendente;
Si giunse così ad una massiccia produzione di nuove merci. Altra caratteristica fondamentale della seconda
rivoluzione industriale è la fine del monocentrismo industriale inglese, che, fino al 1780, era l'officina del
mondo (workshop of the world), unico o di gran lunga principale centro industriale del mondo. A questo
punto nuovi paesi avevano raggiunto la piena maturità industriale e cominciarono il decollo (take-off)
industriale. Si passa ad una struttura con molti centri, in particolare nel 1900 USA e Germania riuscirono
ad eguagliare l'Inghilterra nella produzione del ferro. In Italia il decollo iniziò nel 1896 nel Nord Italia (1899
fondazione della FIAT). Anche il Giappone negli ultimi decenni dell'Ottocento ebbe uno sviluppo industriale
enorme. Giappone, USA e Germania sono i cosiddetti second comers (secondi arrivati).
In questi anni prende avvio una fortissima tendenza monopolistica, i capitali si concentrano, si formano
colossi industriali il cui obiettivo è il monopolio in un certo bene/settore. Qui nascono i trust, enormi
Nel Settecento l'agricoltura subisce una grande trasformazione che, a buon diritto, è chiamata rivoluzione
agricola per i profondi cambiamenti che determina nella vita rurale; il prodotto della terra aumenta in modo
deciso tanto che vengono soddisfatte le maggiori richieste alimentari della popolazione in continuo aumento.
A sua volta la pressione demografica accelera le trasformazioni agricole incoraggiando ogni iniziativa mirata
ad ottenere dalla terra una sempre maggiore produttività .
Area geografica: La rivoluzione agricola si verifica nell'Europa occidentale. Parte dai Paesi Bassi, dove già
nel '500 e nel '600 fervevano numerose iniziative, e nel '700 si diffonde in Inghilterra dove ha un eccezionale
sviluppo. Fra le probabili cause di questa rapida diffusione va annoverata la struttura sociale inglese, meno
rigida che in altri paesi europei, nella quale i grandi proprietari terrieri non costituiscono una casta ed
assicurano una loro effettiva presenza sulle terre. Nella prima fase (dal 1690 al 1730 circa) la rivoluzione
agricola inglese imita i modelli fiamminghi, poi dal 1730 e fino alla metà del sec. XIX adotta varie
innovazioni originali tanto da diventare modello al resto dell'Europa, particolarmente occidentale, ed agli
Stati Uniti. Da un punto di vista storico tale diffusione si realizza in rapporto diretto con la distanza di ogni
paese dall'Inghilterra: i più vicini vengono raggiunti per primi e tra questi sono da annoverare anche gli Stati
Uniti, dove il forte flusso migratorio dall'Inghilterra rappresenta una forma di vicinanza, indipendentemente
da quella geografica .
Elementi che determinano la rivoluzione agricola :
1)Il maggese (terra coltivabile lasciata a riposo) è progressivamente soppresso. La rigenerazione del suolo
viene realizzata in modo graduale attraverso un alternarsi di colture che utilizzano elementi chimici del suolo
diversi e situati a profondità variabili; inoltre il suolo viene concimato più abbondantemente grazie
all'incremento dell'allevamento, favorito dalle piante foraggere introdotte nella rotazione delle .
2) Introduzione o estensione di colture nuove Rispondono all'esigenza della rotazione che impone
l'introduzione nei cicli di piante diverse, alcune nuove, in specie americane, per la maggior parte d'Europa.
Rispetto ai cereali tradizionali, spesso si tratta di alimenti con scarso valore energetico che però consentono
di fronteggiare le conseguenze dei periodici cattivi raccolti di cereali .
3) Estensione e miglioramento della superficie coltivata.Viene imposta per legge la recinzione di varie aree
coltivabili in un'unica unità di produzione al fine di aumentare i seminativi, interessando anche zone
precedentemente incolte; viene ricercata forza-lavoro salariata, necessaria per una agricoltura intensiva. Si
delinea la formazione dell'azienda agraria di grandi dimensioni .
Al termine della Prima Guerra Mondiale, ad eccezione degli Stati Uniti, la situazione economico politica era
stata ovunque sconvolta. Gli impianti produttivi erano andati distrutti, l’agricoltura era priva delle sue
migliori forze lavorative, i beni primari erano molto scarsi, specialmente nelle grandi città, dove i prezzi
aumentavano vertiginosamente. Inoltre, i salari erano bloccati a causa della riconversione industriale, dalla
4. L’ARRIVO DEI METALLI PREZIOSI DAL NUOVO MONDO Nel Medioevo, i pregiati prodotti
dell'Africa e dell'Asia giungevano sui mercati europei attraverso i mercanti arabi e italiani. Tali
intermediazione rendeva costosissime le merci: per questo, sin dal XIII secolo, si tentò di raggiungere
l'oceano Indiano circumnavigando l'Africa. Tra il Quattro e il Cinquecento alcuni grandi navigatori al
servizio di vari Stati europei, realizzarono numerosi viaggi di esplorazione allo scopo di individuare nuove
rotte commerciali. Nel 1487, Bartolomeo Diaz doppiò il Capo di Buona Speranza, la punta meridionale
dell’Africa, ma non riuscì a raggiungere le Indie e fu costretto a tornare indietro; nel 1498 Vasco de Gama,
doppiato il capo e risalita la costa orientale dell’Africa, arrivò fino all’India. La nuova rotta da lui percorsa
consentì al Portogallo di assumere il control 0 lo
0 1 Fdel commercio marittimo con l’Oriente.
5. FORDISMO
Con la parola fordismo si usa indicare una peculiare forma di produzione basata principalmente sull'utilizzo
della tecnologia della catena di montaggio (assembly-line in inglese) al fine di incrementare la produttività. Il
significato è variabile nei diversi Paesi.
Il termine fu coniato attorno agli anni trenta [1] per descrivere il successo ottenuto nell'industria automobilistica
a partire dal 1913 dall'industriale statunitense Henry Ford (1863 - 1947); ispiratosi alle teorie proposte dal
connazionale Frederick Taylor (1856 - 1915), ebbe poi un considerevole seguito nel settore dell'industria
manifatturiera, tanto da rivoluzionare notevolmente l'organizzazione della produzione a livello globale e
diventare uno dei pilastri fondamentali dell'economia del XX secolo, con notevoli influenze sulla società. Con
l'aggettivo fordista si usa indicare un regime di produzione ispirato al paradigma adottato da Ford, o una sua
stretta evoluzione.
I princìpi del taylorismo
Tutto questo significa che, maggiore è il ritardo, più vasto tende a essere l'intervento dello Stato .
Ma non sono sufficienti gli incentivi tradizionali, forniti dalle infrastrutture, e quelli escogitati di recente
(agevolazioni creditizie e fiscali): tali stimoli presuppongono l'esistenza potenziale di imprenditori che nelle
regioni sottosviluppate manca completamente .
Lo Stato deve pertanto intervenire nella costituzione stessa delle imprese e delle attività produttive, che nel
passato, nei paesi oggi progrediti, erano state promosse da forze private.
Il motore del processo di sviluppo sono gli imprenditori innovatori, dai quali scaturiscono le innovazioni, i
nuovi prodotti e processi, i miglioramenti all’organizzazione di un’impresa, le conquiste di nuovi mercati e