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05/03/2021

LEZIONE 2:

IL PALLADIANESIMO, DA SETTECENTO A OTTOCENTO


Periodo di rottura che sta alle radici degli estesi ambiti della modernità, la complessità del periodo dei lumi
apre la via allo sviluppo moderno della cultura e dell’intelletto, in generale comprende tutte le discipline, in
particolare quella del progetto architettonico. Nel Settecento è possibile riconoscere una serie di tematiche
fondamentali, a partire dagli sviluppi che attraversano le trasformazioni della società. Un primo elemento
da considerare è quello della demografia: nel corso della storia ci sono stati diversi fenomeni di aumento e
diminuzione demografica, nel periodo illuminista cresce fortemente la popolazione, di conseguenza
l’economia prende uno sviluppo notevole per rispondere alle esigenze di una popolazione in crescita,
l’agricoltura stessa conosce una forte crescita, inizia il fenomeno delle privatizzazioni. Il miglioramento delle
condizioni di vita è sempre più favorevole in ambito urbano e determina un allungamento della vita media
della popolazione.

In questo momento due realità sono particolarmente importanti: quella francese dell’assolutismo che
diviene regime fondamentale nell’Europa settecentesca e l’Inghilterra con gli sviluppi culturali, filosofici e
industriali. Si delinea una polarità tra architetto e ingegnere che porta a una specializzazione dei saperi,
implicando la necessità di mettere a fuoco il campo della propria azione. La trasformazione della sensibilità,
del gusto e delle conoscenze dell’epoca ha portato a questo sviluppo in chiave moderna. Il tema del bello
costituisce un faro per gli artisti e gli architetti, si accompagna a quello del sublime portando delle
implicazioni dal punto di vista progettuale. Il mondo dell’antichità viene ripreso, in particolare la classicità a
Roma viene reinterpretata e messa alla base di un nuovo linguaggio architettonico che arricchisce i
repertori classici. Questo fatto è fondamentale per comprendere gli sviluppi e le sensibilità degli architetti. Il
cantiere che racchiude la massima espressione di questo movimento è quello della cattedrale di Saint
Genevieve a Parigi, che si confronta e compete con gli altri grandi edifici europei dal punto di vista del
calcolo delle strutture, dell’impianto centralizzato a croce greca, dalla tipologia di costruzione. Un tema
fondamentale proprio di tale progetto che è espressivo dei caratteri della Francia del tempo è quello del
gotico e dei suoi valori che gli architetti contemporanei non potevano rendere pari al linguaggio classico,
che costituiva il punto di riferimento dell’epoca, come l’apporto di luce, lo svuotamento dei muri,
l’elevazione verso l’alto. Nella Francia del Settecento accadono avvenimenti di rilevanza universale e
divengono riferimento importante per la modernità, in particolare in campo architettonico vengono messe
a punto linee di pensiero che costituiscono un punto fermo nell’orizzonte teorico dell’architettura. Tutta
l’Europa rappresenta un grande cantiere dove avanzano le nuove idee, il Barocco passa al Rococò,
movimento che salda istanze di ricerca formale e valorizzazioni decorative, in forte contrasto con la
razionalizzazione e semplificazione delle forme del Movimento Moderno. Il Barocco si sviluppa in
Inghilterra attraverso diverse figure come Christopher Wren, il gusto francese viene reinterpretato dagli
architetti inglesi. L’Inghilterra agli inizi del Seicento non conosce gli stessi sviluppi rinascimentali degli altri
paesi europei, fin quando l’architetto Johnes entra in contatto con la cultura palladiana e architetti come lo
Scamozzi e, tornato in Inghilterra, porta il linguaggio rinascimentale. Alla fine della sua carriera hanno inizio
gli sviluppi barocchi, ma all’inizio del Settecento torna in auge l’interesse per gli studi di Palladio. Il
palladianesimo ha un’importanza fondamentale e permette di osservare certi sviluppi inglesi e le sue
successive influenze, inquadrando un ampio quadro di problemi riguardo lo sviluppo architettonico del
Settecento, permette di leggere l’importanza decisiva della circolazione dei testi e dei trattati, la teoria
architettonica acquista pertanto una specifica valenza, consente di leggere fenomeni che riguardano lo
sviluppo della committenza in rapporto con l’architettura, comprende e approfondisce una serie di modelli
a scala internazionale. Questo fenomeno si sviluppa attraverso una serie di passi fondamentali, il primo lo
compie l’architetto Colen Campbell che scrive un trattato diviso in tre parti intitolato “Vitruvius
britannicus”, manifestazione del nuovo interesse del palladianesimo che approfondisce alcuni avvenimenti
del secolo, come l’affermazione della nuova visione delle arti in Inghilterra che rappresenti l’identità di una
nazione in piena modernizzazione. Per perseguire questo obiettivo viene considerata l’opera di Johnes,
studia in Italia le opere palladiane e produce dei disegni di studio fedeli all’architettura palladiana. La figura
fondamentale di riferimento è quella di Richard Boyle, fautore dell’innovazione architettonica in Inghilterra,
conosciuto anche come lord Burlington. Egli si ispira al testo palladiano, al Vitruvius britannicus,
approfondisce il tema del Gran Tour, viaggio con epicentro a Roma che conosce il suo sviluppo massimo nel
Settecento e coinvolge soprattutto le classi aristocratiche. Boyle compie un primo viaggio in cui vede cose
che lo appassionano all’architettura, scaturisce tale interesse e lo rende un grande ispiratore delle nuove
correnti, diventando architetto dilettante. La villa palladiana ispirata alla Rotonda chiamata Villa Chiswick è
un esempio di produzione architettonica realizzata in seguito al Gran Tour. I caratteri palladiani sono
evidenti tanto quanto quelli che contraddistinguono la diversa configurazione delle facciate autonome, che
sperimentano un tipo di linguaggio tipologicamente ascrivibile alle architetture palladiane ma non
perfettamente aderenti. Si tratta di una reinterpretazione di alcuni temi che vengono declinati
differentemente. Gli architetti inglesi sono ispirati dall’osservazione diretta delle opere e dalla circolazione
dei trattai, dalla loro diffusione crescente che favorisce una mobilità delle immagini decisamente nuova
rispetto al passato, alimentando una serie di possibilità di replica emancipate dai modelli originali. Il
trattato del Palladio, per la sua concezione diversa da quello di Serlio e basato su immagini illustrate riferite
all’antichità, ispira e circola in maniera indipendente rispetto all’accesso delle opere originali. Il primo
tentativo di reinterpretazione delle opere viene attuato da Giacomo Leoni, propone una versione non del
tutto canonica e attenta agli aspetti filologici. La volontà di affermare un nuovo palladianesimo consapevole
dell’adattamento dei caratteri è un obiettivo fondamentale nei progetti di Lord Burlington, si cimenta nella
realizzazione di opere che costituiscono dei riferimenti importanti nello sviluppo dell’architettura inglese
del Settecento, come ad esempio la Holkham Hall, legata all’idea di dimora sontuosa che evidenzia
l’interpretazione dell’edificio centrale caratterizzato da due ali di Palladio. Gli elementi angolari sono
caratterizzati da torri perimetrali, l’impianto risulta essere una rilettura di Palladio presentando quattro ali
totali e un fronte molto fedele alle opere palladiane. Negli interni si presenta una dialettica tra l’importanza
del disegno originario certificato dallo studio dei disegni e di altre correnti. Col passare dei decenni in
Inghilterra mutano diversi aspetti, cambia il quadro politico, con la scomparsa di Lord Burlington giunge alla
fine anche il palladianesimo ma ne rimane la matrice che influenza gli sviluppi successivi. William Kent è
una figura fondamentale nello studio del palladianesimo in Inghilterra nel Settecento, è architetto che
sviluppa un’attività autonoma e si lega al sodalizio con Boyle, realizza la Holkham Hall.

In Europa il Gran Tour si estende, nascono le prime scuole di architetture, in particolare quella fondata da
Blondel, scuola privata che accoglie allievi da tutto il mondo, alimentando nuove condizioni di circolazione.
L’interesse crescente per le manifestazioni della cultura greca entra nel circuito della rielaborazione dei
modelli, il campo vivo ed eloquente delle manifestazioni empiriche viene letto come il prodotto di
un’assimilazione di correnti diverse, il mondo classico viene riscoperto, la Roma imperiale si studia ancora
ma si intreccia con il mondo greco, generando le diverse espressioni della classicità settecentesca. Gli
architetti, mossi dall’interesse per l’antichità, compiono il Gran Tour, importantissimo per gli inglesi che
passano per Roma, dove si trova Piranesi e circolano le sue tavole, si trova l’Elite della cultura europea, si
crea un quadro del tutto nuovo da cui l’architetto-imprenditore trae spunto per alimentare la propria
ricerca. Questo favorisce le dinamiche della professione e lo sviluppo architettonico. Tra le figure
imprescindibili della seconda metà del Settecento inglese ed europeo si ricorda Robert Adam, architetto
che investe sui propri progetti realizzando opere straordinarie che testimoniano il suo interesse verso
l’antico. Manifesta il suo talento attraverso opere importantissime come la Kedleston Hall, le sue
architetture interpretano in maniera innovativa il complesso della città. Egli fa parte di una famiglia di
architetti, la sua fortuna riguarda architetture e l’idea di progettazione a tutto campo che domina il
Settecento e porta particolare attenzione agli interni. La capacità di trarre spunto e ispirazione dalle
scoperte archeologiche sono evidenti nelle sue architetture, gli apparati decorativi richiamano la scoperta
di Pompei ed Ercolano. Il tempio dorico di Hagley park di J. Stuart è un’altra opera che incarna la passione
per la storia greca, mostra i filoni emergenti non solo in Inghilterra, si spinge verso un’idea di purificazione e
semplificazione delle forme, delle masse e dei volumi, si ispira ai modelli dell’antichità e osserva gli ordini
con una nuova sensibilità, la loro articolazione torna alla concezione primitiva. Si predilige l’ordine dorico,
rappresentativo della visione architettonica affine ai valori che si affermano in questo periodo anche grazie
a Winckelmann, ritornano i tre ordini del mondo greco. La visione del mondo antico immagina delle opere
prive di trattazioni cromatiche, aspetto confutato nell’Ottocento quando si scopre la vera natura delle
architetture classiche.

Il palladianesimo costituisce un aspetto fondamentale della vicenda settecentesca nel quadro europeo, con
delle diramazioni internazionali che si estendono al secolo successivo, viene riconosciuto in molti ambiti e
presenta casi studio interessanti. Questo fenomeno arriva fino a Novecento inoltrato, a partire dalla linea
inglese (molto influente) dove si ritrovano delle manifestazioni incredibili. In Francia si riconoscono segni
palladiani evidenti in opere legate a dimore urbane dell’Elite francesi (hotel, quindi residenza urbana). A
Parigi sono presenti degli esempi particolarmente significativi. Questo fenomeno si diffonde e si lega
all’aspetto progettuale che pone l’attenzione alla circostanza e al paesaggio limitrofo. In Germania un caso
studio importante è il castello a Gorlitz, manifestazione palladiana del secondo Settecento progettata negli
anni ’60 da un architetto importante della cultura tedesca. In Russia la zarina Caterina II è legata al pensiero
dei lumi, le manifestazioni palladiane sono legate al tema del paesaggio. Tra i principali fautori di questo
fenomeno si collocano alcuni protagonisti che confermano l’innovazione del fenomeno, come Quarenghi,
architetto italiano che lavora in Russia e trova fortuna in questo paese, è protagonista dello sviluppo del
neoclassicismo. Un altro architetto fondamentale che ha formazione romana è lo scozzese Cameron,
progetta le residenze imperiali che circondano la nuova capitale di San Pietroburgo e manifestano lo
sviluppo del fenomeno palladiano. Il tema del pittoresco accompagna spesso le architetture palladiane,
arriva in America quando è ancora colonia britannica, quindi i modelli inglesi e la circolazione dei trattati
influenzano notevolmente questo fenomeno, ma con l’indipendenza si ricerca un adattamento e una
reinterpretazione del modello. Thomas Jefferson è un architetto dilettante che fa diventare il
palladianesimo riferimento di un’idea di architettura nazionale. L’identità architettonica è legata ai valori
della nuova democrazia americana. Un esempio di questa corrente realizzata da Jefferson stesso è la
dimora che sovrasta le colline della Virginia e presiede le tenute dove vigeva lo schiavismo, incorpora dei
valori affini a quelli propugnati dalle ville palladiane, anch’esse erette all’interno di proprietà private. Il
tema del palladianesimo guarda quindi all’architettura e al paesaggio legato all’economia agricola, che
spiega la fortuna che l’applicazione di questo modello ha a partire dall’Inghilterra fino a diversi stati nel
mondo. Il modello palladiano, seppur ibridato ad altri riferimenti, si sviluppa pertanto a livello mondiale. In
America si sviluppa come tema progettuale legato sia a residenze sia agli edifici rappresentativi dello stato,
l’architettura pubblica vede la sua nascita e il suo sviluppo accompagnata da architetture che differiscono
da palazzi (come, ad esempio, Versailles). Gli sviluppi rivoluzionari del periodo portano ad evidenziare
l’importanza degli edifici pubblici dedicati alla cultura e alla rappresentazione dello stato che si manifesta
attraverso forme artistiche differenti. I palazzi di giustizia, il complesso come l’Università della Virginia
(realizzato da Jefferson) riassumono i grandi valori legati alla cultura e all’idea di una formazione dell’Elite
atta a governare il paese. L’Università rappresenta il prototipo del campus, complesso che caratterizza le
realtà nord-americane. La fortuna del modello travalica ampiamente l’ambito cronologico e arriva fino al
Novecento, periodo lontano dal contesto di formazione. Negli anni Trenta si sviluppa un dibattito sulla
modernità, ma la lezione palladiana colta nelle sue complessità continua ad essere fondamentale in ambito
europeo, ad esempio a Mosca viene realizzato un palazzo ispirato a tale corrente. Il caso francese continua
ad essere idealmente un riferimento, la sua vivacità culturale si pone al centro del dibattito illuminista,
nasce l’opera simbolo per eccellenza del periodo, ovvero l’Enciclopedia, sintesi del sapere aperta a nuove
idee, tratta della figura dell’architetto in un articolo di Blondel. La scuola privata di Architettura diviene
luogo di incontro e mescolanza di figure importantissime del Settecento europeo. Il ritorno alla teoria è
fondamentale per il periodo, a metà Settecento il trattato di Laugier è un caposaldo che riassume gli aspetti
chiave degli sviluppi razionalistici francesi che, a aprtire da Perrot, mette a punto la visione incentrata sul
razionalismo. In campo architettonico questa visione si traduce con la liberazione degli eccessi decorativi
del Barocco, che continua a manifestarsi anche nel Rococò. Si richiamano le forme essenziali della struttura,
vi è un primato dell’essenzialità costruttiva rispetto alla decorazione. Viene prediletto l’ordine
architettonico ispirato alla triade greca. Il discorso sulla città è ricorrente nel trattato, essa è luogo in cui si
manifestano questi temi e vengono messi a frutto in un quadro di grande complessità. Le architetture si
innalzano in un contesto urbano in piena trasformazione, si necessita un ordine nuovo che corrisponda ai
valori di razionalità dell’architettura o ai valori del paesaggio, viene stabilita un’analogia nel modo di
intervenire sul paesaggio, parte degli sviluppi della cultura architettonica. L’istanza razionalistica che
affonda le proprie radici in Perrot si sviluppa attraverso trattati, come quello di Blonde, fondatore della
Scuola privata e trattatista di grande successo, architetto che studia opere e ne realizza altre. Il trattato
“Corso di architettura” viene pubblicato in varie tranches, riflette il tentativo di restituire un quadro
d’insieme totalizzante che tenga insieme i valori della storia riadattati alla modernità, ma nell’eclettismo
delle sue parti tale tentativo risulta quasi vano. In queste incongruenze vengono discussi una serie di
concetti basilari su cui opera l’architetto e si manifestano nella sua attività e nelle opere. Tali concetti sono
innovativi rispetto all’interpretazione delle proporzioni degli ordini, già presente in Perrot, il tema
dell’equilibrio degli elementi si dà quasi per scontato, sono convenzioni che passano in secondo piano. I
temi principali sono diversi e innovativi: emergono dei concetti decisivi in tutta la cultura francese del
periodo, come quello del carattere, centrale nel discorso di questi anni, diviene oggetto focale nel discorso
teorico dei trattati nella tarda parte del Settecento. Il carattere ha origini vitruviane, secondo cui gli ordini
utilizzati in un certo modo servono a costruire un tempio specifico dedicato a una precisa divinità, entra in
gioco il decoro. La capacità dell’architettura di rappresentare il committente e il suo rango aleggia nella
trattatistica e nell’architettura del Cinquecento, assume ancor più importanza nel Settecento. L’architetto
deve individuare il proprio ramo di lavoro nel contesto contrastante con gli ingegneri, deve interpretare i
gusti variegati di una committenza in una società sempre più complessa. Esiste una crescente varietà di
edifici da interpretare, nascono i musei pubblici, luoghi di esposizione delle arti, edifici residenziali da
adattare in tutti i caratteri (dagli spazi esterni a quelli distributivi, fino alle decorazioni) al gusto
dell’articolata committenza. La scelta e l’interpretazione degli ordini, la struttura, la distribuzione deve
rispondere alla società attraverso specifici caratteri. Il lavoro di Blondel insiste su questo tema e si riflette
sulla produzione architettonica francese della seconda metà del Settecento. Alcuni esempi di residenze
(hotel) che caratterizzano Parigi in questo periodo sono realizzati da Ledoux, dove il tema del carattere
legato all’espressività dell’architettura diviene sempre più centrale. Gli elementi portanti sono le colonne
dalle forme semplificate, prende spazio il tema della massa e dei volumi architettonici, come nell’hotel
particulier criticato da Blondel per l’inadeguatezza nell’interpretazione del carattere dell’edificio, in quanto
l’ordine gigante della facciata risulta colossale e incombente sullo spazio modificandone le relazioni e
rendendolo angusto, l’odine è troppo greve e non risponde ai criteri di correttezza che devono presiedere
all’operazione progettuale. Esso conferisce a un contesto borghese l’aurea di un palazzo nobiliare.
L’architetto deve saper interpretare diversi aspetti, l’edificio deve saper declinare più condizioni partendo
dal repertorio classico ed estendendosi ad altri modelli, tenendo presente il tema dell’equilibrio e del
sublime, che allude non alle proporzioni ma alla dismisura che coltiva forme e temi che sollecitano i sensi,
creano paura e suscitando emozioni nuove. Il gusto del bello e delle proporzioni si pone in contrasto al
sublime e all’inquietudine, sono ricorrenti nella Francia settecentesca, modello europeo i cui sviluppi
avanguardistici sono ripresi da diversi architetti in Europa. Tra le opere più rappresentative si ricorda la
Scuola di chirurgia, una delle pagine più esaltanti del tardo classicismo, presenta delle decorazioni
incastonate a evidenziare la centralità dell’ingresso, riprende la stoah con le colonne ioniche. All’interno la
corte propone un pronao, l’esterno rende omaggio alla scienza e alla professione della medicina. Questo
fronte ispirato al tempio mostra lo spazio che si avvicina al centro dell’organismo dedicato alla scienza,
ovvero il teatro anatomico, dove gli studiosi si affollavano per assistere alla dissezione dei cadaveri, tema
fondamentale dell’apprendistato della disciplina medica. A Bordeaux un grande esempio di edificio teatrale
coevo ad altri importanti edifici parigini è il teatro che si pone al centro della vita culturale settecentesca, si
riflettono le esigenze della rappresentazione della nuova società. L’esigenza di semplicità che deve
contenere soluzioni spaziali complesse mostra un tema di ricerca fondamentale del periodo.
L’interpretazione del nuovo carattere sociale e urbano è riflessa nello spazio di ingresso, che acquista
autonomia e diviene luogo di socialità. Si sviluppa una ricerca tipologica che interessa vari ambiti della
cultura progettuale, interpreta le trasformazioni della società e della città, si rivolge a temi che rispondono
a mutamenti economici in atto, come il mercato del grano a Parigi, architettura utilitaristica interessante
che mostra negli spazi interni l’idea di sublime che circola e trova interpretazioni seducenti nel Piranesi e
nelle sue immagini, promuovendo nuove forme di pensiero. Ledoux approfondisce il tema del carattere, è
uno dei più fortunati architetti della seconda parte del Settecento, opera nell’Ancien Regime e intervieni su
diversi piani in cui si rappresenta la cultura dello stato assoluto, quindi dimore e complessi produttivi o
industriali, come le saline, realizzate in forma emiciclica in territorio industriale. Al centro di queste si pone
il palazzo del direttore, ogni edificio viene progettato per esplicitare il senso delle funzioni e conferire
carattere al complesso. Il tema del carattere riguarda i singoli edifici e gli aspetti decorativi, permea
l’atteggiamento progettuale in tutti i suoi ambiti. L’accesso alla città dell’industriale che fronteggia il palazzo
del direttore presenta delle sculture che portano i contenuti fondamentali del processo decorativo che
porta alla produzione del sale, risorsa fondamentale per l’economia dello stato assoluto. Quest’opera di
Ledoux culmina con la realizzazione delle barriere di Parigi, che scandiscono la cinta daziaria che pone un
controllo sui traffici tra interno ed esterno della città. L’opera è interessante dal punto di vista urbanistico, è
il culmine di una linea di sviluppo che accompagna la trasformazione urbana nel Settecento. Il tema della
regolarizzazione e pianificazione si sviluppa con l’inserimento di edifici caratterizzanti nelle barriere della
città, dal punto di vista architettonico ciascuna di esse interpreta una possibile soluzione che identifica le
possibilità espressive dell’architettura, che esprime il carattere degli edifici. Le saline interpretano e
rispondono agli sviluppi tardo-settecenteschi. Rimane fermo il riferimento agli ordini e alla cultura classica,
ma conosce un’interpretazione sempre più eccentrica. I fronti che si sovrappongono al corpo dell’edificio
pongono in questione il tema della proporzione e della scala rispetto al complesso. Gli elementi parlano di
una classicità che combina diverse sorgenti e riferimenti, risponde a un gusto che combina in vario modo le
cose. Il fenomeno dell’Eclettismo si manifesta alla fine del Settecento e prende piede nell’Ottocento, è
frutto del convergere di istanze diverse, come il bello e il sublime, il riferimento della cultura classica che si
alimenta delle diverse espressioni del mondo antico, il Rinascimento viene combinato con il greco. Il
processo che investe la cultura architettonica nel Settecento si compone di soglie che manifestano la loro
piena espressione in Francia. In alcuni edifici gli ordini compaiono ma iniziano poi a sparire cedendo il passo
a un’idea di architettura in cui i volumi, la massa, la scala e gli elementi che rendono eloquente l’edificio allo
sguardo dell’osservatore diventano fondamentali, passando dalla stagione del tardo-assolutismo a quella
rivoluzionaria.

La rivoluzione scatena l’immaginazione, forza il pensiero dell’architettura in modo particolarmente vivace,


cercando un’idea di architettura che debba rispondere ai compiti di una stagione che presenta un nuovo
tipo di società. I padri dell’architettura rivoluzionaria, Ledoux e Boullee, si formano nella cultura dell’Ancien
regime e vi lavorano. Mettono a punto gli strumenti utili a interpretare questo nuovo orizzonte che
caratterizza gli estremi sviluppi della ricerca architettonica del Settecento, rendendo evidente come il
secolo abbia comportato un totale sconvolgimento dell’idea stessa di architettura. Ledoux realizza poche
opere, ma passa alla storia per le tavole in cui manifesta la radicalità della propria ricerca, che passa sotto il
segno di vari termini, la denominazione è quella dell’architettura parlante e risponde al concetto di
carattere. Questo tema, già delineato quale nodo importante a metà Settecento, in questo periodo gravita
maggiormente sulla ricerca teorica degli architetti. Si sperimentano soluzioni estreme, ad esempio il
Cenotafio di Newton, dove viene messo in chiaro il discorso sul sublime. Questo concetto invoca la rottura
delle proporzioni, porta a delle scale gigantesche che vogliono suscitare sentimenti di paura, smarrimento,
terrore o smisurata ammirazione, come ad esempio nel Cenotafio di Boullee. Egli rappresenta accanto a
Ledoux un testimone fondamentale di questa stagione, che abbraccia molti architetti ma vede nella figura
di questi due architetti i principali esponenti. Boullee non si limita a potenziare all’estremo le possibilità
legate al carattere e agli strumenti utili a rendere espressiva un’architettura, ma scrive anche un trattato
non pubblicato nel Settecento ma riscoperto nel Novecento, si intitola “Architettura, Saggio sull’arte” e
riassume una serie di problematiche. Si inserisce a un certo punto del dibattito teorico, precisamente nel
momento in cui è evidente nel quadro di crescente ambizione disciplinare che l’architetto non può ricoprire
un ruolo totalitario, ma deve ritagliarsi uno spazio specifico. Il compito dell’architetto non riposa più nel
saper dominare tutti gli ambiti del lavoro progettuale, il campo della costruzione è già detenuto da altri
specialisti. Evolve la forma del trattato da grande trattato di architettura a trattati specializzati, che coprono
aspetti conoscitivi e metodologici specifici, come quelli che si occupano di costruzioni. Il tema
dell’architettura viene diversamente circoscritto, essa è un’arte, la capacità dell’architetto consiste
nell’essere capace di manifestare l’espressività propria delle opere. La stessa trattazione del carattere è
argomento fondamentale dello scritto, Boullee afferma che il primo sentimento che si prova guardando
l’oggetto è ciò che esso deve trasmettere, questa è la definizione di carattere. Il tema diviene centrale
all’interno del discorso ormai definito sulle professionalità: l’architetto e l’ingegnere sono due figure
distinte, l’architettura deve ricercare nuove sponde. Alcuni approfondimenti sui cenotafi trovano come
prime espressioni di architettura funeraria straordinariamente espressiva le piramidi egizie, che si evolve
fino all’epoca moderna. Il concetto di sublime diviene riferimento a livello internazionale. In Germania un
edificio carcerario ha facciata che viene letta con canoni diversi da quelli settecentesca, gli elementi fanno
riferimento a varie epoche, il pronao dell’edificio classico diviene elemento decorativo, c’è una dislocazione
di scala e significato, tema ricorrente nel nuovo momento della cultura architettonica. Il trattato di
progettazione “Gli appunti di una lezione di architettura” è un manuale che riassume una visione nuova e
standardizzata della progettazione, basata su una serie di procedure considerate come punto di avvio di un
nuovo ciclo che apre lo scenario all’Ottocento. Viene scritto da Durand, non realizza opere ma il suo
contributo teorico è fondamentale, insegna la progettazione agli ingegneri.

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