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Il gerundivo latino è un aggettivo verbale che che enuncia un’azione da compiere (opus

perficiendum «un lavoro da portare a termine») – esprimendo l’idea di “dovere”, “necessità” – in


contrapposizione al participio perfetto, che esprime invece azione compiuta (opus perfectum «un
lavoro terminato»).

In italiano è rimasto unicamente in alcuni sostantivi deaggettivali che mantengono le tracce delle
sue terminazioni (agenda, mutanda, merenda, Amanda, laureando, specializzando…).

Si forma a partire dai seguenti elementi:

● Tema del presente (radice + vocale tematica)

● suffisso -NDUS, -A, -UM: segue la 1° classe degli aggettivi

Abbiamo quindi:

1° coniugazione 2° coniugazione 3° coniugazione 4° coniugazione e


verbi in -ĭo

am-a-ndus, -a, mon-e-ndus, -a, -um col-e-ndus, -a, -um aud-ie-ndus, -a, -um
-um rap-ie-ndus, -a, -um

da amare, che deve da ammonire, che da coltivare/onorare, da ascoltare/da afferrare,


essere amato deve essere ammonito che deve essere che deve essere
coltivato/onorato ascoltato/afferrato

In quanto “aggettivo verbale”, le sue proprietà fondamentali sono le seguenti:

- Concorda in genere, numero e caso al nome a cui si riferisce

- Ha sempre significato passivo: di conseguenza, lo possiedono solo i verbi transitivi (sia


attivi che deponenti)

- Può avere funzione funzione ATTRIBUTIVA (a) o funzione PREDICATIVA (b)

PARTE A

Esempi di funzione attributiva:

amandā voce: con voce amabile (lett. “da amare, che deve essere amata”)

puer laudandus: il ragazzo da lodare, che deve essere lodato

milites hortandi: i soldati che devono essere esortati, da esortare

Pecuniā spernendā dives fies (→ l’ablativo indica un compl. di mezzo)


Disprezzando il denaro (lett. “con il denaro da disprezzare”) diventerai ricco.*

Orationis audiendae cupidus sum


Sono desideroso di ascoltare il discorso (lett. “del discorso da ascoltare”). *
(* vedere paragrafi successivi sulla traduzione del gerundivo attributivo)
La concorrenza di gerundio e gerundivo: quando usare l’uno e quando l’altro?
Esempio pratico di trasformazione possibile da gerundio a gerundivo attributivo

Come appena visto, l’uso del gerundio o del gerundivo è libero con il GENITIVO quando questo è
seguito da complemento oggetto.

Nobis est spes libertatem recuperandi. → genitivo del gerundio + complemento oggetto
Abbiamo la speranza di recuperare la libertà.

Possiamo quindi utilizzare, in maniera equivalente, anche la forma:

sostantivo al caso genitivo + gerundivo al caso genitivo → Nobis est spes libertatis recuperandae.

Come visto nel precedente paragrafo, lo stesso vale anche per l’ABLATIVO SEMPLICE se seguito
da complemento oggetto.

Esempi di uso obbligatorio del gerundivo in luogo del gerundio

Sulla base di quanto detto, in alcuni casi va obbligatoriamente usato il gerundivo. È quindi
scorretto utilizzare, se seguiti da un complemento oggetto:

- dativo del gerundio


Demosthenes curator muros reficiendo fuit (Cic.) → muris reficiendis
demostene fu responsabile della ricostruzione delle mura

- AD + accusativo del gerundio


Ad gerendum bella → ad bella gerenda
per combattere guerre
(mentre “ad pugnandum”, ovvero senza complemento oggetto, è corretto)

- ablativo del gerundio con preposizione


Tuam in capiendo consilia prudentiam mirifice diligo (Cic.) → in capienda consilia

*Come tradurre il gerundivo attributivo?

La traduzione del gerundivo attributivo non può essere letterale. Prendendo come esempio la
frase precedente, non è infatti possibile tradurre “Abbiamo la speranza della libertà da
recuperare”.

Pertanto per la traduzione occorre seguire questi passaggi:

1. tradurre il gerundivo come un infinito (ad es. recuperandae = (di) recuperare)

2. tradurre il sostantivo che lo accompagna come il suo complemento oggetto (libertatis =


la libertà, c. ogg.)

Ulteriore esempio:

In laudandis amicis → non possiamo dire “negli amici da lodare”. Seguo i passaggi:
1. in laudandis = nel lodare (traduco il gerundivo con l’infinito)

2. amicis = gli amici (traduco il sostantivo a cui si riferisce come un complemento oggetto).

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