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In italiano è rimasto unicamente in alcuni sostantivi deaggettivali che mantengono le tracce delle
sue terminazioni (agenda, mutanda, merenda, Amanda, laureando, specializzando…).
Abbiamo quindi:
am-a-ndus, -a, mon-e-ndus, -a, -um col-e-ndus, -a, -um aud-ie-ndus, -a, -um
-um rap-ie-ndus, -a, -um
PARTE A
amandā voce: con voce amabile (lett. “da amare, che deve essere amata”)
Come appena visto, l’uso del gerundio o del gerundivo è libero con il GENITIVO quando questo è
seguito da complemento oggetto.
Nobis est spes libertatem recuperandi. → genitivo del gerundio + complemento oggetto
Abbiamo la speranza di recuperare la libertà.
sostantivo al caso genitivo + gerundivo al caso genitivo → Nobis est spes libertatis recuperandae.
Come visto nel precedente paragrafo, lo stesso vale anche per l’ABLATIVO SEMPLICE se seguito
da complemento oggetto.
Sulla base di quanto detto, in alcuni casi va obbligatoriamente usato il gerundivo. È quindi
scorretto utilizzare, se seguiti da un complemento oggetto:
La traduzione del gerundivo attributivo non può essere letterale. Prendendo come esempio la
frase precedente, non è infatti possibile tradurre “Abbiamo la speranza della libertà da
recuperare”.
Ulteriore esempio:
In laudandis amicis → non possiamo dire “negli amici da lodare”. Seguo i passaggi:
1. in laudandis = nel lodare (traduco il gerundivo con l’infinito)
2. amicis = gli amici (traduco il sostantivo a cui si riferisce come un complemento oggetto).