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CONTINUO LEZIONE 12

Nel Romanzo la categoria aspettuale è presente (mettendo a confronto “Giovanni cantava” – “Giovanni
cantò”, notiamo la differenza nell’uso di questi due tempi verbali), ma non è sentita come primaria → è il
tempo la categoria fondamentale.

N.B. → l’infisso /w/ è il più frequente, ma, ad un certo punto, si indebolisce fino a scompare (es. CANTĀVI ->
*CANTĀI -> it. cantai, fr. chantai, sp. canté, ecc.); ma si mantengono altre distinzioni, soprattutto a livello di
timbro. Ad esempio, a livello della vocale tematica distinguiamo in italiano: faccio ~ feci, vedo ~ vidi e dico ~
dissi.

VOCE DEPONENTE
Si usa quando l’azione espressa dal verbo coinvolge il suo soggetto, il quale genera l’azione e ne riceve gli
effetti. Ad esempio, hortor-ari (“esorto”) e vereor-eri (“temere”) hanno forma passiva ma significato attivo.
Questa voce deponente la riscontriamo quando usiamo un verbo al modo riflessivo: mi faccio la doccia, Luca
si mise la felpa.

LE CONIUGAZIONI
In latino esistevano 4 coniugazioni che si distinguevano per i temi: /ā, ē, ĕ, ī/ (CANTĀRE, HABĒRE, VENDĔRE,
DORMĪRE).
N.B. → quando si perde la percezione della distinzione delle vocali tematiche, si perde la capacità di
distinguere alcuni verbi.

Ogni verbo ha 3 temi principali: imperfettivo, perfettivo (spesso veicolata dall’infisso /-u-/, ovvero U,V), e il
supino.
A partire da questi temi e l’unione con le desinenze (e) suffisso o infisso, si formano i tempi e le forme non
finite del verbo (imperativi, infiniti, participi, gerundi).
Es. amō ~ amāvi ~ amātum

Fanno parte dell’aspetto Infectum→ presente (āmo), imperfetto (amābam), futuro (amābo), infinito (amāre)
e participio presente (amans);
Fanno parte dell’aspetto Perfectum → perfetto (amā-vi), piuccheperfetto (amā-ve-ram), futuro anteriore
(amā-ve-ro), infinito perfetto (amā-vis-se) e il participio perfetto (amātum).

Per questo il paradigma del verbo contempla, non solo l’infinito, ma anche la 1^ persona singolare
dell’indicativo presente, il perfetto e il supino:
Es. AMO, (AMAS), AMAVI, AMATUM, AMARE
DO, (DAS), DEDI, DATUM, DARE

Nel Romanzo, le 4 coniugazioni si conservano in italiano, francese, catalano, occitano e romeno:


1) CANTĀRE -> it. cantare, fr. chanter, cat. occ. cantar, rom. a cînta/cânta - cântare
2) HABĒRE -> it. avére, fr. avoir, cat. haver, occ. aver, rom. a avea
3) VENDĔRE -> it. vèndere, fr. vendre, cat. occ. vendre, rom. a vinde
4) DORMĪRE -> it. dormire, fr. cat. occ. dormir, rom. a dormi

Nell’uso, le coniugazioni tendono a ridursi; solo la 1^ e la 4^ sono le più produttive.


Inoltre, già in età antica, c’è un incremento della 1^ coniugazione, e si formano forme verbali che derivano
da sostantivi, aggettivi, participi perfetti con infisso /j/ (-IĀRE, ICĀRE):
CAPTUS -> *CAPTIARE -> sp. cazar, fr. chasser, it. cacciare, ecc.
ACUTUS -> *ACUTIARE -> sp. occ. aguzar, fr. aiguiser, it. aguzzare;
CARRUS -> *CARRICARE -> sp. occ. cargar, fr. charger, it. caricare;

Oppure altri col suffisso greco -IDIARE/-IZARE, alla base dei suffissi verbali romanzi italiani -eggiare, francesi
-eyer/-oyer, spagnoli -ear: Es. *WERRA + -IDIARE -> it. guerreggiare, fr. guerroyer, sp. port. guerrear, ecc.
La 4^ coniugazione è altrettanto produttiva, ma meno consistente.
- Abbiamo dei verbi che appartenevano alla 3^ coniugazioni in -ĬO/-ĔRE (tipo FUGĬO-FUGĔRE), e
passano alla 4^: *FUGĪRE -> sp. huir, fr. fuir, it. fuggire;
- Passano alla 4^ coniugazione anche i verbi in /jo/ secondario che diventa -ĔO (tipo *florio per
FLORĔO): *FLORĪRE -> occ. florir, fr. fleurir, it. fiorire.

Anche le neoformazioni romanze si concentrano nella 1^ classe flessiva, ma meno nella 4^.
Riscontriamo delle eccezioni nei verbi irregolari come POSSE e VELLE, regolarizzati e introdotti nella 2^
coniugazione: *POTĒRE, *VOLĒRE

La 2^ e la 3^ coniugazione sono relittarie e improduttive, tendono a confondersi.


Ad esempio, il sardo neutralizza la 2^; lo spagnolo e il portoghese neutralizzano la 3^:
HABĒRE -> sp. haber, port. haver
VENDĔRE -> *VENDĒRE -> sp. port. vender

In alcune varietà, ci sono metaplasmi, dei casi in cui dalla 2^ coniugazione si passa alla 3^:
es. RIDĒRE → RIDĔRE -> it. ridere, fr. rire; RESPONDĒRE → RESPONDĔRE -> it. rispondere, fr. Répondre
Oppure, seppur meno numerosi, metaplasmi dalla 3^ alla 2^ coniugazione:
es. CADĔRE → *CADĒRE -> it. cadere, occ. cazer; SAPĔRE → *SAPĒRE -> it. sapere, occ. saber, fr. Savoir

SOPRAVVIVENZA DI FORME
Le forme latine che sopravvivono, pur subendo cambi fonologici e analogici sono:
• Indicativo presente (canto, -as, -at, …)
• Congiuntivo presente (cantem, -es, -et, …)
• Indicativo imperfetto (cantabam, -as, -at, …)
• Indicativo perfetto (cantavi, -is, -it)

o INDICATIVO PRESENTE
È il tempo che resta maggiormente intatto: è quello più usato e addirittura estende il suo uso per indicare
anche altri tempi verbali.
Naturalmente intervengono fenomeni fonetici, ed eventualmente analogici, che tendono a marcare
differenze tra le voce di 4^ e 5^, accentate alla desinenza, e le altre che si distinguono attraverso fenomeni
di apofonia, l’alternanza vocalica nel tema.
➔ VÓLEO, VÓLES, VÓLET, VOLÉMUS, VOLÉTIS, VÓLEUNT → voglio, vuoi, vuole, volemo (→ vogliamo), volete,
vogliono

o CONGIUNTIVO PRESENTE
Viene spesso sostituito dall’indicativo presente. Notiamo questa retrocessione del tempo verbale soprattutto
nel romeno: să < SI ‘se’.
Il congiuntivo presente si riduce a 2 serie di desinenze:
- I coniugazione, Vocale Tematica -E-: CANTARE – CANTEM
- II-III-IV coniugazione, Vocale Tematica -A-: VENDERE – VEDAM

o INDICATIVO IMPERFETTO
In latino era caratterizzato dall’infisso -B- tra vocale tematica e desinenze: CANTABAM, VENDEBAM,
DORMIBAN.
In italiano conserva le 3 forme: cantavo, vendevo, dormivo; le altre lingue si riducono a 2 tipi:
I coniug : -ABAM >
Dalla II alla IV coniug : -EBAM, -IBAM -> *-EA, *-IA -> -ia
Es. Spagnolo → cantaba, había, dormía; portoghese, catalano → cantava, havia, dormía; occitano →
cantava, avia, dormia
Più radicale il francese che riduce tutte le forme dell’imperfetto a 1 tipo: dalla I alla IV coniug: -EBAM -> antico
francese eie -> francese -ais
➔ chantais, avais, dormais

In tutte le lingue romanze sopravvive la forma irregolare dell’imperfetto di essere (SUM, ES, FUI, ESSE):
ERAM -> italiano ero, antico francese iere, spagnolo, portoghese, catalano, occitano era, romeno eram

o INDICATIVO PERFETTO (PASSATO REMOTO)


In latino il tema del perfetto si sviluppava a partire da una serie di meccanismi:
• infisso /w/, amō ~ amāvi → riguardava i verbi deboli
• raddoppiamento, do ~ dedi
• desinenza -I + apofonia, facio ~ fēci
• formazioni sigmatiche (desinenza -SI), mitto ~ misi riguardava i verbi forti, accentati sulla radice
• desinenza -UI, habeo ~ habui

RIORGANIZZAZIONE DEL PERFETTO


Tendenzialmente si conservano i tipi deboli in -ĀVI, ĪVI, e si perdono quelli in -ĒVI.
➔ -Ā(V)I, Ī(V)I diventano -AI, II
CANTAVI -> CANTAI -> italiano cantai, francese chantai, spagnolo canté
DORMIVI -> DORMII -> italiano dormii, francese dormi, spagnolo dormí

Per ovviare alla perdita del tipo -ĒVI si ricorre ad una serie di escamotage. Per esempio, nelle varietà
occidentali, si crea un nuovo perfetto debole per i composti di DARE, con raddoppiamento (es. CREDĬDI,
VENDĬDI), ma già nell’uso con sostituzione della parte finale mutuata dal perfetto del semplice DARE (DĒDI),
e con conseguente spostamento dell’accento:
Es. VENDĬDI → *VENDĒDI -> italiano vendei/vendetti, occitano vendei, francese vendi, spagnolo vendí
PERDĬDI → *PERDĒDI -> italiano perdei/perdetti, occitano perdiei, francese perdi, spagnolo perdí

Altro modo per supplire alle forme in -ĒVI, si estende l’uso delle forme forti -UI, -SI (il tipo in -I continua in
FECI, FUI, VENI, VIDI)
Tra i perfetti forti in -I si estendono: VIDĒRE – VĪDI -> it. vidi, occ. fr. vi, sp. vide/vi;

Nelle varietà che mantengono la distinzione fra II e III coniugazione, come in italiano e galloromanzo, si nota
questo atteggiamento:
II) perfetto forte in -ŬI:
*SAPĒRE – SAPŬI -> it. seppi, sp. supe, occ. saup, afr. sus HABĒRE – HABŬI -> it. ebbi, asp. ove (ovo), occ. ac,
fr. eus
Parallelamente a questi perfetti forti corrisponde un participio debole, modellato su -ŪTU:
*SAPĒRE – *SAPŪTU -> it. saputo, sp. savudo, occ. sabut, fr. savu
HABĒRE – *HABŪTU -> it. avuto, sp. havudo, occ. agut, fr. eu

III) perfetto forte sigmatico, etimologico:


MITTĔRE – MĪSIT -> it. mise, occ. mes, afr. mist (-> mit), asp. miso (mod. metió)
DICĔRE – DIXIT -> it. disse, afr. dist -> fr. dit, sp. dijo, occ. dis
Parallelamente corrisponde un participio forte:
MITTĔRE – MĬSSUM -> it. messo, occ. mes, fr. mis, asp. messo (poi metudo, metido).

CAMBIO DI FUNZIONE
Alcuni tempi e modi latini cambiano funzione assumendone di nuovi. Tali tempi e modi sono:
a) Congiuntivo piuccheperfetto (trapassato), forma verbale non utilizzata che andrà a sostituire:
- Congiuntivo imperfetto (lingue occidentali)
- Indicativo piuccheperfetto (romeno)
Es. CANTAVISSEM (tema del perfectum + infisso -SS-)
CANTA(VI)SSEM -> it. cantassi, fr. chantasse, sp. cantase / arom. cîntase -> cîntasem
b) Indicativo piuccheperfetto → CANTA(VE)RAM, ecc.:
- Si conserva in portoghese: cantara “aveva cantato”
- In spagnolo, va a costituire la 2^ forma del congiuntivo imperfetto: cantara “cantassi”
- In occitano e in alcuni dialetti meridionali, costituisce la forma del futuro anteriore o
condizionale: occ. Cantera “canterei”

c) Indicativo futuro anteriore CANTA(VE)RO, aveva una serie di congiunzioni simili al congiuntivo
perfetto (cantaverim, cantaveris, …), e infatti andrà a convergere proprio nel congiuntivo perfetto.
Es. congiuntivo futuro portoghese: cantar “che io sia per cantare”

SCOMPARSA DI FORME
Accanto ai tempi verbali che cambiano di funzione, ce ne sono altri che scompaiono del tutto: participio
futuro, infinito perfetto, infinito passivo.
La scomparsa di questi tempi si lega alla perdita delle forme passive. I verbi deponenti, in latino, sono quei
verbi che hanno forma passiva ma significato attivo, e la distinzione tra attivo e passivo era possibile grazie
alla presenza di desinenze precise o del verbo SUM. Di questa categoria scompaiono:
MORIOR – MORI -> MORIO – MORIRE -> it. morire, fr. mourir, sp. cat. occ. morir, rom. a muri → 4^
coniugazione attiva

In particolare, scompaiono le forme sintetiche del passivo, diventando delle forme di passivo perifrastico che
si basano sull’uso del verbo essere:
es. laudor -> sono lodato

Inoltre, scompare anche il futuro latino. Nelle lingue romanze il futuro era di tipo sintetico, ma di tempo
debole e soggetto all’usura fonetica delle desinenze (marche morfologiche deboli): -ABO, -EBO (I, II), -AM (III-
IV) -> sono recessive
Poteva essere sostituito da presente + avverbio di tempo (“domani vado”)

Ma nasce una nuova forma di futuro: il futuro romanzo

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