Sei sulla pagina 1di 3

REPORT SULLA SITUAZIONE

PATRIMONIALE, FINANZIARIA E SUL


RISULTATO ECONOMICO DELLA
GESTIONE 2019/2020

ART OF SUSHI s.r.l.

PRINCIPALI VOCI/INDICATORI DI 2020 2019


BILANCIO
TOTALE ATTIVO 508.612 306.145
CAPITALE SOCIALE 10.000 10.000
FATTURATO 764.436 972.889
EBIT (RO) 14.977 19.209
UTILE/PERDITA 15.038 9.522
ROI 2,9% 6,3%
ROS 1,7% 1,9%
ROE 15,2% 11,4%

Bortolin Simone
11/75/70411
1
Art of Sushi s.r.l. è una società a responsabilità limitata che opera a Cagliari la sua attività di ristorazione con
somministrazione.
Si sottolinea che il seguente report analizza la situazione societaria riguardante gli esercizi 2019 e 2020.

Dati i prospetti di conto economico e stato patrimoniale riclassificati e l’analisi per indici svolti su Excel si può
identificare una situazione generale peggiorativa tra la gestione del 2019 e quella del 2020, dovuta sicuramente
all’avvento della pandemia di COVID-19 nel corso del 2020, che ha sicuramente stravolto la struttura logistica e
le metodologie di erogazione del servizio di ristorazione, a causa della lunga chiusura che ha interessato tutti i
locali commerciali.

Più nello specifico, si nota un capitale investito nel 2020 quasi doppio rispetto all’anno precedente, dovuto da
sostanziali aumenti di varie poste dello stato patrimoniale:
L’aumento dei debiti esigibili entro l’esercizio, che hanno comportato un grosso aumento del passivo corrente e
quindi a un problema di liquidità nel 2020 dato l’indice di liquidità secondario minore di 1, e quindi l’impossibilità
di coprire interamente il passivo a breve tramite i crediti correnti più le disponibilità liquide.
Le rimanenze di magazzino, che a causa del loro aumento hanno alimentato appunto questo problema di
liquidità.
Infine, l’aumento dei crediti esigibili entro l’esercizio che, uniti alle elevate disponibilità liquide, portano ad un
ampio squilibrio tra attivo circolante e attivo fisso dimostrato dagli indici di elasticità e rigidità degli impieghi
(squilibrio che tuttavia è sempre stato presente nel bilancio aziendale, causa le poche immobilizzazioni
possedute, spiegate da una plausibile locazione del locale adibito alla ristorazione).

Continuando ad analizzare lo stato patrimoniale riclassificato, grazie all’analisi per indici, in particolare all’indice
di indebitamento (cap.di terzi/cap.proprio) è facile intuire che la società, soprattutto nel corso del 2020, si trova
in una posizione di indebitamento troppo forte, dato il capitale di terzi 4 volte più alto di quello proprio; questo
risultato porta a considerare il debito eccessivo e potenzialmente dannoso per la salute economica dell’azienda,
anche se parzialmente giustificato dal periodo di crisi (economica e sanitaria) che la società ha affrontato nel
2020 e negli esercizi successivi. Questo ulteriore squilibrio tra capitale prestato e proprio avrà un’influenza sugli
indici di redditività, che verranno analizzati in seguito.

Per concludere l’analisi sulla situazione patrimoniale e finanziaria si evidenziano i due margini di struttura,
mediante i quali si intuisce che nel corso del 2020 la società non riesce a coprire l’attivo fisso (cioè le
immobilizzazioni) col solo capitale proprio ma solo grazie all’aiuto del passivo consolidato; questo risultato,
espresso dal margine di struttura secondario positivo (sia nel 2020 che nel 2019), assicura un equilibrio
finanziario nel breve periodo.

Si può quindi dedurre dalle considerazioni svolte che, per quanto l’utile d’esercizio del 2020 sia quasi raddoppiato
rispetto all’anno precedente, viene confermato il trend peggiorativo giustificato essenzialmente dall’avvento della
crisi pandemica; quindi, la mera valutazione d’esercizio dipende maggiormente dalla presenza di buoni flussi
finanziari che semplicemente dalla presenza di un utile d’esercizio soddisfacente.

2
Si passa adesso all’analisi sul risultato economico della gestione 2019 e 2020.

I prospetti di conto economico (riclassificato e non) rendono nota la presenza di un utile netto nel corso di
entrambi gli esercizi, di circa 15.000 euro nel 2020 e 10.000 nel 2019; eppure, come sottolineato in precedenza,
ciò non determina una migliore gestione nel 2020, ma al contrario si nota una situazione peggiorativa di
quest’ultimo esercizio dovuta da vari fattori, alcuni dei quali sono stati analizzati anteriormente.

Con riferimento al reddito netto (utile) è stato calcolato l’importante indice di reddittività netta (ROE), grazie al
quale è facile comprendere quanto in percentuale, del capitale proprio torna indietro per effetto della gestione
sottoforma di reddito netto e quindi esprime il frutto economico dell’impiego dei mezzi propri aziendali in un certo
periodo di tempo; i calcoli effettuati evidenziano un elevato risultato (15% circa per il 2020) dovuto ad un
patrimonio netto aziendale molto ridotto rispetto al totale del capitale acquisito (o investito), che comporta ,come
già affermato in precedenza, un eccessivo indebitamento verso terzi e quindi un valore di ROE notevolmente
maggiore rispetto al ROI (segue).

È fondamentale, inoltre, l’analisi dell’indice di reddittività del capitale investito (ROI), uno degli indici economici
più importanti e significativi, che analizza il ritorno del capitale investito per effetto della gestione però sottoforma
di reddito operativo (EBIT) e quindi la capacità dell’impresa nel realizzare reddito operativo dato un certo capitale
investito (totale attivo).
Dai calcoli effettuati risulta un ROI in netta diminuzione tra i due esercizi (2019: 6,3% e 2020: 2,9%), situazione
senza dubbio dovuta all’evidente aumento di capitale investito e specialmente provocata dall’avvento della
pandemia globale che ha imposto la chiusura di tutti gli esercizi commerciali per più di tre mesi, ha costretto tutte
le imprese operanti nel settore a rivoluzionare il loro servizio con la forte crescita e diffusione di compagnie di
food delivery, che hanno permesso a tante piccole società (compresa Art of Sushi s.r.l.) di sopravvivere e
conseguire un risultato reddituale e operativo accettabile (dato il periodo problematico).

In aggiunta, è corretto esaminare un ulteriore indice di redditività: l’indice di redditività delle vendite (ROS),
indicatore che fornisce informazioni su quanto profitto viene prodotto per ogni euro incassato dalle vendite.
È quindi strettamente collegato con il ROI in quanto anch’esso prende in considerazione il valore del reddito
operativo (o EBIT) come numeratore; infatti, un aumento del ROS riflette in una crescita del ROI e viceversa.

Nel caso analizzato risulta un ROS tendenzialmente basso e in leggero calo tra il 2019 e il 2020 (da 1,9 a 1,7%),
questi valori sono una conseguenza degli alti costi esterni della società, in particolare dei costi per materie prime,
motivati dall’alta qualità dei prodotti offerti alla clientela.

È infine utile ricordare che l’analisi degli indici di redditività sarebbe più funzionale ed efficace solo mettendoli a
confronto con diverse aziende operanti nello stesso settore (competitors); comunque quest’analisi dettagliata
sui vari indicatori permette di valutare le attività aziendali.
Perciò, generalmente, la società si trova in una situazione di stabilità, solo in parte compromessa dai vari squilibri
(di liquidità e struttura) facilmente risolvibili, e dalla crisi sanitaria che sembra ormai quasi totalmente superata.

Potrebbero piacerti anche