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1. LE FONTI NORMATIVE
L ordinamento finan iario e contabile degli enti locali regolato essen ialmente dalla legge dello
Stato. Ogni ente poi è obbligato ad adottare un proprio regolamento di contabilità, applicando i
principi dettati dalla legge ed adattandoli alla comunità di riferimento. L ordinamento finan iario e
contabile degli enti locali è disciplinato nella parte seconda, titolo I del TUEL, agli articoli dal 149 al
269. Il TUEL ha riassorbito, abrogandoli, i primi 117 articoli del D. Lgs. 77/95, che costituì la prima
norma concepita per regolare la contabilità degli enti locali, fino ad allora disciplinata dalla legge di
contabilità dello Stato. Il D. Lgs. 77/95 si pone a pieno titolo nel processo di accrescimento
dell autonomia degli enti locali degli anni 90 che abbiamo accennato all ini io del corso, tanto che
fu proprio questa norma a riconoscere la facoltà a comuni e province di disciplinare nel proprio
regolamento di contabilità larga parte della materia, permettendo così di modellare la disciplina di
dettaglio alle caratteristiche del singolo ente.
Larga maggior parte di questi articoli del TUEL sono stati interamente riscritti dalla normativa di
riforma della contabilità degli enti pubblici, D. Lgs. 118/2011, emanato in attuazione della L.
196/2009, corretto ed integrato dal D. Lgs. 126/2014. La legge 196/09 ha avviato un processo di
riforma degli ordinamenti contabili pubblici, denominato armonizzazione contabile , volto a rendere
i bilanci di tutte le PA veritieri, omogenei, confrontabili e aggregabili, che è entrato a regime con
l eserci io 2016 (vedi paragrafo dedicato).
L espressione della potest regolamentare in questo caso si spinge al punto che il TUEL stesso
prevede che le disposizioni contenute in alcuni dei suoi articoli, espressamente indicati, possano
essere disciplinati diversamente nel regolamento di contabilit dell ente locale (cfr. art. 152 c. 4).
Inoltre si deve sempre al D. Lgs. 77/95 l introdu ione di ulteriori importanti novit , che anali eremo
nel prosieguo, fra cui il PEG, che nasce proprio con questa legge, e la definizione degli atti dei
dirigenti che agiscono sul bilancio (le determinazioni).
Iniziamo la tratta ione dell ordinamento finan iario e contabile affrontando un tema classico: il
bilancio, che costituisce il documento fondamentale per la vita dell Ente, dal punto di vista politico,
economico, finanziario, contabile ed amministrativo, in quanto il luogo in cui l attivit del Comune
trova una sua quantificazione contabile in una voce di entrata oppure di spesa. Infatti la stragrande
maggioranza degli atti posti in essere sia dagli organi politici che da quelli burocratici si concretizza
nel bilancio, che costituisce quindi uno strumento di programma ione dell attivit dell ente locale.
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Ad esempio i modi e i tempi per l espressione dei pareri di regolarità contabile o segnalazioni del responsabile
del servizio economico-finanziario; il responsabile del servizio economato
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
DOCUMENTO FUNZIONE
Programma elettorale del Sindaco Indicazione generale dei programmi
Documento unico di programmazione Trasposizione annuale del documento
(DUP) elettorale in atto amministrativo con
programmi e finanziamenti
Bilancio di previsione annuale e Traduzione pluriennale del programma
pluriennale (competenza) e focus sul primo anno
(cassa e competenza)
Piano esecutivo di gestione (PEG) Dettaglio e delega dell attua ione del
bilancio annuale
2. CLASSIFICAZIONE
In linea generale, col termine bilancio si intende un documento che, con riferimento ad un determinato
periodo di tempo, bilancia (eguaglia) le entrate e le uscite che vi sono iscritte seguendo regole
predeterminate. È possibile classificare il bilancio secondo vari criteri. Innanzitutto qualunque
bilancio è composto da due parti: entrata e spesa. Il bilancio può essere preventivo, se vi sono
registrate le entrate e le spese previste nel prossimo futuro; consuntivo se entrate e spese sono
registrate dopo che si sono verificate. Il documento fondamentale dell attivit finan iaria degli enti
locali è il bilancio di previsione, con il quale viene programmata l attivit dell ente e stanziati i fondi
necessari. La sua importanza è tale che, come abbiamo visto, la mancata approvazione costituisce una
delle cause di scioglimento del Consiglio (art. 141 TUEL).
A seconda del momento in cui il bilancio viene approvato rispetto a quello dell effettua ione della
spesa (o dell entrata), si distingue fra:
BILANCIO PREVENTIVO: è compilato prima dell anno a cui si riferisce, indica quindi le
entrate e le spese che si prevedono di effettuare nell anno successivo. È politicamente il più
importante e viene molto discusso, perché destina le somme disponibili a spese di interesse
pubblico. È preparato su schema della Giunta ed approvato dal Consiglio entro il 31/12 dell anno
precedente.
BILANCIO CONSUNTIVO: compilato dopo che l anno trascorso e rende conto delle entrate
effettivamente avvenute e delle spese effettivamente compiute. È approvato entro il 30/04
dell anno successivo dal Consiglio.
BILANCIO ANNUALE:
Vi sono registrate tutte le entrate e le spese riferite ad un anno. Il bilancio annuale di previsione
il documento fondamentale dell attivit finan iaria degli enti locali, in cui le amministra ioni
locali inquadrano in un piano organico le attività che si propongono di realizzare, indicando le
risorse cui attingere per concretizzare gli obiettivi programmati. La riforma dell ordinamento
finanziario e contabile ha previsto che il bilancio degli enti locali sia solo pluriennale (art. 151 c.
1). Dato che un bilancio a scorrimento , il primo anno del bilancio pluriennale coincide con il
bilancio annuale di previsione, che è redatto sia in termini di competenza che di cassa, mentre gli
esercizi successivi sono redatti esclusivamente in termini di competenza.
BILANCIO PLURIENNALE:
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Come vedremo, il bilancio finanziario presenta caratteristiche e vincoli tali per cui deve essere
costruito secondo equilibri e principi che non possono essere disattesi.
Infine, a seconda del momento in cui avviene materialmente il passaggio di denaro rispetto alla
registrazione contabile abbiamo:
BILANCIO DI CASSA:
BILANCIO DI COMPETENZA:
È il criterio con cui si calcolano tutti i bilanci degli enti locali. Le spese o le entrate vengono
registrate facendo riferimento al momento in cui nasce il credito oppure il debito,
indipendentemente da quando avverrà il materiale esborso o incasso dei soldi. Così nascono i
residui attivi e passivi.
residui attivi: sono le entrate accertate nell anno in corso ma non ancora incassate; saranno
perciò incassate negli esercizi futuri.
residui passivi: sono le spese impegnate nell anno in corso ma non ancora pagate; saranno
perciò pagate negli esercizi futuri.
QUALE BILANCIO?
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
TIPI DI CONTABILITA'
- FINANZIARIA: Tradizionale, garantisce la copertura della spesa e il rispetto delle
regole contabili classifica ione per natura (cos' ?)
- ECONOMICA: Misura il costo di tutte le risorse utilizzate per un'attività (a che
serve?)
- ANALITICA: Permette l'imputazione delle spese ad una specifica unità organizzativa
o linea di attivit classifica ione per destina ione
3. I PRINCIPI
Come abbiamo anticipato, il bilancio di previsione costituisce il documento fondamentale dell attivit
finanziaria degli enti locali, tanto che la sanzione prevista per la sua mancata approvazione è
addirittura lo scioglimento del Consiglio Comunale.
Il bilancio si dice preventivo quando contiene le entrate e le spese che si prevede si verificheranno
negli anni a venire. Il bilancio di previsione riguarda l anno successivo alla sua approva ione. L anno
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
finan iario il periodo di 12 mesi a cui fa riferimento il bilancio che, per gli enti locali, l anno
solare: dal 1 Gennaio al 31 Dicembre. L eserci io finan iario l insieme di opera ioni che si
riferiscono all anno finanziario2.
Unità = Il totale delle entrate finanzia indistintamente il totale delle spese. Tutte le entrate
costituiscono un unico fondo, destinato a finanziare le spese previste in bilancio. Dato che il totale
delle entrate costituisce un insieme indivisibile, non è possibile destinare una specifica entrata ad
una corrispondente spesa: a tutte le spese si contrappongono tutte le entrate senza una
corrispondenza specifica. (c. 2) Eccezione: le entrate finalizzate (art. 195), i servizi/spese in
conto terzi e le tasse di scopo.
Annualità5 = Il bilancio deve essere approvato ogni anno; l eserci io finan iario ha la durata
dell anno solare, dall 1/1 al 31/12. Dopo questo termine non possono effettuarsi né accertamenti
di entrate né impegni di spesa sull'esercizio già scaduto. (c. 3)
Universalità = Il bilancio deve contenere tutte le entrate e tutte le spese: sono vietate gestioni di
entrate e di spese che non siano iscritte in bilancio (gestione finanziaria unica). Le spese effettuate
senza essere iscritte in bilancio costituiscono i cosiddetti debiti fuori bilancio. (c. 4) Eccezione:
alcuni contributi speciali e straordinari [cfr. art. 158]
Integrità = Le spese e le entrate devono essere iscritte al lordo, ossia senza compensazioni fra
loro. Le entrate sono iscritte in bilancio al lordo delle spese di riscossione, mentre tutte le spese
sono iscritte integralmente senza alcuna riduzione delle correlative entrate. (c. 4)
Pubblicità = È obbligatorio rendere noto il bilancio. Gli enti devono assicurare ai cittadini e agli
organismi di partecipazione la conoscenza dei contenuti del bilancio e dei suoi allegati, secondo
le modalità previste nello Statuto e nel regolamento. (c. 7 e 174 c. 4)
2
Il primo è un concetto cronologico, il secondo è un concetto amministrativo
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Ossia, per l anno cui si riferisce, prende in considerazione le entrate che saranno accertate e spese che saranno impegnate,
indipendentemente dal momento in cui sorge il diritto di riscuotere e l obbligo di pagare
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Gli enti locali devono redigere certificazioni sui principali dati del bilancio di previsione e del rendiconto firmate dal
Segretario, dal Responsabile del servizio finanziario e dal Collegio dei Revisori (art. 161 TUEL)
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Questo l unico principio che non si applica anche al bilancio pluriennale
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Questi principi vanno integrati col principio di programmazione (art. 150 c. 2) e con i principi di cui
all allegato 1 del D. Lgs. 118/2011, opportunamente richiamati dall art. 162 c. 16.
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I principi contabili generali o postulati contenuti nell Allegato 1 sono stati elaborati nell ambito della Commissione
tecnica paritetica per l attuazione del federalismo fiscale (COPAFF) e sono:
- principio dell annualità
- principio dell unità
- principio dell universalità
- principio dell integrità
- principio della veridicità, attendibilità, correttezza e comprensibilità
- principio della significatività e rilevanza
- principio della flessibilità
- principio della congruità
- principio della prudenza
- principio della coerenza
- principio della continuità e della costanza
- principio della comparabilità e della verificabilità
- principio della neutralità
- principio della pubblicità
- principio dell equilibrio di bilancio
- principio della competenza finanziaria
- principio della competenza economica
- principio della prevalenza della sostanza sulla forma
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4. LA STRUTTURA
Il bilancio di previsione si suddivide in due parti: entrata e spesa. Ognuna di queste parti presenta una
struttura che va dal generale al particolare, nel senso che le voci di entrata (o di spesa) sono classificate
secondo aggregati che scendono sempre pi nel dettaglio, fino ad arrivare all unit di voto, ossia
quella su cui avviene la votazione da parte del Consiglio Comunale, che per l entrata la tipologia e
per la spesa è il programma, articolato in titoli (art. 164 c.1).
Entrate Spese
S a de e trata
Partendo dall aggregato pi grande ed arrivando al pi piccolo, l entrata strutturata in (art. 165 c. 2
e c. 3):
Le entrate tributarie sono i tributi: imposte e tasse (ad esempio l imposta di soggiorno). Nel secondo
titolo afferiscono le entrate provenienti dallo stato o dalla Regione (ad esempio per finanziare servizi
e funzioni che, per il principio di sussidiarietà, sono state conferite al Comune). Le entrate extra
tributarie sono quelle non riconducibili ad imposte e tasse (le multe, i diritti, le tariffe, i proventi dei
servi i a domanda individuale, ). Nel titolo quarto vengono ricompresi ad esempio i proventi della
vendita degli immobili, mentre nel VI i fondi ottenuti mediante l accensione di mutui o prestiti.
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
I Spese correnti
II Spese in conto capitale
III Spese per incremento attività finanziarie
IV Spese per rimborso prestiti
V Chiusura anticipazioni di tesoreria
VI Non indicato
VII Spese per servizi per conto di terzi e partite di giro
Le spese correnti sono quelle che servono per il pagamento di beni e servi i occorrenti per l ordinario
fun ionamento dell ente (le uten e, gli stipendi, la cancelleria, il carburante, le puli ie.. ), mentre
quelle in conto capitale servono a finanziare gli investimenti, ossia acquisti di beni durevoli, il cui
utili o supera l anno. Questa distin ione di fondamentale importan a e, come vedremo, comporta
dei vincoli nella gestione del bilancio. Al titolo IV vengono invece registrate le spese che servono a
rimborsare i prestiti che sono stati contratti dall ente.
Le spese/entrate per servi i in conto ter i costituiscono l ultimo titolo sia per le entrate che per le
spese, chiamate anche partite di giro . Come abbiamo visto, per il principio dell universalit tutto
deve essere iscritto in bilancio. Inoltre, per il principio dell unit , tutte le entrate devono finan iare
indistintamente tutte le spese, per cui, di norma, non possibile correlare un entrata ad una specifica
spesa. Vi sono però delle somme che il Comune incassa e poi riversa a terzi7. In questi casi occorre
tenerle distinte da tutte le altre entrate e spese, per cui vengono registrate nell ultimo titolo di entrata
o di spesa. La caratteristica di questi due titoli è che sono correlati fra loro: ad ogni entrata (credito)
corrisponde una spesa (debito) di uguale entità e viceversa. Di conseguenza, il titolo VII della spesa
e il titolo IX dell entrata vengono sempre previsti in pareggio fra loro (art. 168).
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Ad esempio quando opera come sostituto d imposta, ossia preleva l IRPEF dalle buste paga dei dipendenti e
la versa allo Stato
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STRUTTURA
ENTRATA SPESA
Titoli Missioni
Tipologie Programmi
Categorie Titoli
Capitoli Macroaggregati
Capitoli
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
TITOLI
ENTRATA SPESA
I Entrate correnti tributarie I Spese correnti
II Entrate correnti II Spese in conto capitale
III Entrate extra tributarie III Spese per incremento attività
finanziarie
IV Entrate in c/capitale IV Spese per rimborso prestiti
V Entrate da riduzione di attività finanziarie V Chiusura anticipazioni di tesoreria
VI Accensione prestiti VI Non indicato
VII Anticipazioni di tesoreria VII Spese per servizi per conto di terzi e
partite di giro
VIII Non indicato ---
IX Entrate per conto terzi e partite di giro ---
La struttura del bilancio è rigida e costituisce un vincolo per la gestione. Infatti, come vedremo, è
fatto divieto (art. 175 c. 7) di:
Spostare le dotazioni dai capitoli per conto terzi a favore di altre parti di bilancio
Spostare le somme tra residui e competenze
Inoltre nel bilancio di previsione deve essere inscritto il FONDO DI RISERVA di competenza,
maggiore dello 0,30 % e minore del 2% delle spese correnti. Lo può utilizzare la Giunta (organo
esecutivo), comunicandolo al Consiglio, per esigenze straordinarie ed urgenti o quando le dotazioni
degli interventi di spesa corrente si rivelino insufficienti. I prelevamenti sono di competenza della
Giunta e possono essere deliberati fino al 31 dicembre dell anno cui si riferiscono (artt. 166 e 176
TUEL). È previsto anche un fondo di riserva di cassa, ammontante almeno allo 0,2% delle spese
finali, sempre utili abile dall organo esecutivo (art. 166 c. 2-quater).
Novit importante della riforma dell ordinamento finan iario e contabile la previsione del DUP,
Documento Unico di Programmazione (art. 170), che accompagna il bilancio finanziario e sostituisce
sia la relazione previsionale e programmatica che il piano generale di sviluppo. Il DUP costituisce la
guida strategica ed operativa dell Amministrazione.
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
La sezione operativa ne rappresenta la fattibilit nell arco del triennio. Quantifica gli effetti
economico-finanziari delle attività necessarie per conseguire gli obiettivi strategici. Contiene la
programma ione operativa dell Ente avendo portata sia annuale che triennale.
La normativa di riferimento è rappresentata dal TUEL che, all art. 151, fissa al 31 luglio il termine,
peraltro ordinatorio, per la presentazione del DUP predisposto dalla Giunta al Consiglio, avente un
arco temporale quantomeno triennale.
Inoltre l art. 2 del Decreto del ministero dell Economia e delle Finan e, redatto di concerto con il
ministero dell Interno e con la Presiden a del Consiglio dei Ministri, stabilisce che, contestualmente
alla redazione del DUP, debba essere presentato al Consiglio comunale anche lo stato di attuazione
dei programmi al 30/6.
Lo schema di bilancio di previsione finanziario e il DUP sono predisposti dalla Giunta e presentati in
forma definitiva al Consiglio, unitamente agli allegati, entro il 15 Novembre di ogni anno, affinché li
approvi entro il 31/12.8 (art. 174). Il regolamento di contabilit dell ente prevede un congruo termine
per tutti questi adempimenti ed anche i termini per la presentazione di emendamenti (= modifiche)
allo schema di bilancio da parte del Consiglio.
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Collegio dei Revisori. Vedi oltre
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
La nota di aggiornamento al DUP deve essere redatta e adottata dalla Giunta entro il 15/11, qualora i
cambiamenti del contesto esterno si riverberano sulle condi ioni finan iarie e operative dell ente e/o
quando vi siano mutamenti degli obiettivi operativi dell ente. Conseguentemente la nota di
aggiornamento al DUP è eventuale. Può non essere presentata se sono verificare entrambe le seguenti
condizioni:
il DUP gi stato approvato in quanto rappresentativo degli indiri i strategici e operativi del
Consiglio;
non sono intervenuti eventi da rendere necessario l aggiornamento del DUP gi approvato.
Lo schema di nota di aggiornamento al DUP si configura come lo schema del DUP definitivo. La
nota di aggiornamento al DUP deve essere approvata dalla Giunta unitamente all approva ione dello
schema del bilancio di previsione. Il Consiglio Comunale può approvare la nota di aggiornamento al
DUP e il bilancio di previsione, nell ordine di priorit indicato, sia con un unico atto deliberativo che
con distinti e separati atti deliberativi.
Il bilancio di previsione deve essere deliberato dal Consiglio entro il 31/12 dell anno precedente
quello cui si riferisce, a pena di scioglimento (art. 141). Data la pesante sanzione prevista per la
mancata approvazione del bilancio, lo Stato deve mettere in condizione i comuni di deliberarlo nei
termini. In realtà, i comuni non sono quasi mai in grado di approvare il bilancio entro il 31/12
dell anno precedente a quello di riferimento, perch nel redigerlo devono tenere conto dei
trasferimenti statali, che costituiscono una buona parte del bilancio stesso. Questi fondi vengono
quantificati nella legge finanziaria, che in genere viene approvata dal Parlamento con grande ritardo,
ossia verso la fine di Dicembre. Ci fa s che anche l approva ione del bilancio dei comuni
inevitabilmente slitti. Infatti il TUEL prevede espressamente che, per motivate esigenze, il termine
del 31/12 possa essere differito con decreto del Ministro dell Interno (art. 151 c. 1) e questo
regolarmente accaduto negli ultimi anni.
Proprio perch l approva ione del bilancio nei termini costituisce un ecce ione e non la rego1a, la
legge disciplina il fun ionamento dell ente per il periodo in cui non stato ancora approvato il
bilancio. Infatti all art. 163 c. 1 previsto il cosiddetto esercizio provvisorio, durante il quale gli enti
possono, sulla base dell ultimo bilancio approvato, spendere mensilmente per ciascun intervento al
massimo un dodicesimo della spesa del secondo esercizio deliberata nell anno precedente, tranne le
spese che, per la loro natura, non sono frazionabili e quelle tassativamente regolate dalla legge. Inoltre
nell eserci io provvisorio gli enti non possono ricorrere all indebitamento e possono impegnare solo
le spese correnti, le partite di giro e interventi di somma urgenza (c. 3).
Pertanto, in attesa dell approva ione del bilancio, l attivit dell Ente va comunque avanti, prendendo
a parametro gli stanziamenti previsti in bilancio, che non possono essere superati.
L eserci io provvisorio autori ato con legge o decreto del Ministero dell Interno e quindi scatta
automaticamente. La Giunta, con propria delibera, assegna risorse ai responsabili, al fine di assicurare
la continuità della gestione dell'Ente.
Invece, il c. 2 del medesimo articolo 163 disciplina la gestione provvisoria, che scatta quando l Ente
non sia riuscito, a causa di un proprio malfunzionamento, a deliberare il bilancio nei termini di legge
(il 31/12 oppure la data indicata nel decreto di differimento). In attesa che si compia l iter che porter
allo scioglimento del Consiglio ed alla conseguente nomina di un commissario, la norma prevede una
gestione provvisoria, nei limiti degli stan iamenti dell ultimo bilancio approvato, durante il quale si
pu soltanto (onde evitare danni patrimoniali certi e gravi all ente):
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
7. LE VARIAZIONI DI BILANCIO
Il bilancio costituisce una previsione e pertanto pu subire, durante l eserci io, varia ioni (aumento
o ridu ione degli stan iamenti) sia per la spesa che per l entrata (art. 175). Cos come l approva ione
del bilancio, di norma anche le relative variazioni sono di competenza del Consiglio, salvo le
eccezioni previste ai commi 5 bis e 5 quater, che sono attribuite rispettivamente alla competenza della
Giunta e del responsabile del servizio finanziario e/o ai dirigenti. Le variazioni possono essere
effettuate fino al 30 novembre, ad eccezione delle seguenti variazioni, che possono essere deliberate
sino al 31 dicembre di ciascun anno (commi 1, 2 e 3):
Per motivi di necessità e urgenza le variazioni di competenza del Consiglio possono essere deliberate
dalla Giunta e poi ratificate dal Consiglio entro i successivi 60 gg., e comunque entro il 31/12, a pena
di decadenza [vedi anche art. 42 c. 4]. In caso di mancata ratifica il Consiglio, entro 30 gg. e
comunque il 31/12, deve sanare i rapporti sorti sulla base della delibera di Giunta non ratificata (art.
175 c. 5). È questo l unico caso in cui la Giunta pu deliberare su una materia di competenza del
Consiglio.
La riforma dell ordinamento finan iario e contabile, nell ottica di maggiore flessibilità, ha attribuito
alla Giunta e ai dirigenti la competenza ad effettuare variazioni di bilancio che non hanno natura
discrezionale, poiché si configurano come meramente applicative delle decisioni del Consiglio,
infrangendo così in parte il principio generale del parallelismo, in base al quale l organo che approva
un atto ne approva anche le modifiche.
Le variazioni attribuite alla Giunta sono le seguenti (art. 175 c. 5 bis):
a) variazioni riguardanti l'utilizzo della quota vincolata e accantonata del risultato di amministrazione nel
corso dell'esercizio provvisorio consistenti nella mera reiscrizione di economie di spesa derivanti da
stanziamenti di bilancio dell'esercizio precedente corrispondenti a entrate vincolate, secondo le modalità
previste dall'articolo 187, comma 3-quinquies;
b) variazioni compensative tra le dotazioni delle missioni e dei programmi riguardanti l'utilizzo di risorse
comunitarie e vincolate, nel rispetto della finalità della spesa definita nel provvedimento di assegnazione
delle risorse, o qualora le variazioni siano necessarie per l'attuazione di interventi previsti da intese
istituzionali di programma o da altri strumenti di programmazione negoziata, già deliberati dal Consiglio;
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
c) variazioni compensative tra le dotazioni delle missioni e dei programmi limitatamente alle spese per il
personale, conseguenti a provvedimenti di trasferimento del personale all'interno dell'ente;
d) variazioni delle dotazioni di cassa, salvo quelle previste dal comma 5-quater, garantendo che il fondo di
cassa alla fine dell'esercizio sia non negativo;
e) variazioni riguardanti il fondo pluriennale vincolato di cui all'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo
23 giugno 2011, n. 118, effettuata entro i termini di approvazione del rendiconto in deroga al comma 3;
e-bis) variazioni compensative tra macroaggregati dello stesso programma all'interno della stessa missione.
Le variazioni attribuite al Responsabile del Servizio Finanziario oppure ai Responsabili della spesa9,
secondo quanto previsto dal Regolamento di contabilità, sono le seguenti (art. 175 c. 5 quater):
a) le variazioni compensative del piano esecutivo di gestione fra capitoli di entrata della medesima categoria e
fra i capitoli di spesa del medesimo macroaggregato, escluse le variazioni dei capitoli appartenenti ai
macroaggregati riguardanti i trasferimenti correnti, i contribuiti agli investimenti, ed ai trasferimenti in conto
capitale, che sono di competenza della Giunta;
b) le variazioni di bilancio fra gli stanziamenti riguardanti il fondo pluriennale vincolato e gli stanziamenti
correlati, in termini di competenza e di cassa, escluse quelle previste dall'articolo 3, comma 5, del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118. Le variazioni di bilancio riguardanti le variazioni del fondo pluriennale
vincolato sono comunicate trimestralmente alla giunta;
c) le variazioni di bilancio riguardanti l'utilizzo della quota vincolata del risultato di amministrazione derivanti
da stanziamenti di bilancio dell'esercizio precedente corrispondenti a entrate vincolate, in termini di
competenza e di cassa, secondo le modalità previste dall'articolo 187, comma 3-quinquies;
d) le variazioni degli stanziamenti riguardanti i versamenti ai conti di tesoreria statale intestati all'ente e i
versamenti a depositi bancari intestati all'ente;
e) le variazioni necessarie per l'adeguamento delle previsioni, compresa l'istituzione di tipologie e programmi,
riguardanti le partite di giro e le operazioni per conto di terzi;
e-bis) in caso di variazioni di esigibilità della spesa, le variazioni relative a stanziamenti riferiti a operazioni di
indebitamento già autorizzate e perfezionate, contabilizzate secondo l'andamento della correlata spesa, e le
variazioni a stanziamenti correlati ai contributi a rendicontazione, escluse quelle previste dall'articolo 3,
comma 4, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.
Le suddette variazioni di bilancio sono comunicate trimestralmente alla Giunta.
Durante la gestione del bilancio e le sue variazioni gli enti locali sono tenuti a rispettare il principio
di pareggio finanziario e mantenere gli equilibri di bilancio per la copertura delle spese correnti e per
il finanziamento degli investimenti (art. 193 c. 1).
Inoltre, almeno una volta l anno, secondo la periodicità prevista dal regolamento di contabilità, e
comunque entro il 31/7, il Consiglio approvare la delibera di salvaguardia degli equilibri di
bilancio (art. 193 c. 2). In tale sede il Consiglio deve:
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A Firenze queste competenze sono attualmente attribuite al Responsabile del Servizio Finanziario
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Oppure
In caso negativo, adottare le delibere necessarie per ripianare il disavanzo o per riequilibrare la
gestione, sanando eventuali debiti fuori bilancio e ripristinare quindi il pareggio 10.
Per ripianare gli squilibri l ente pu usare, sia per l anno in corso che per i due successivi, le seguenti
risorse finanziarie (c. 3):
tutte le entrate e le disponibilità ad eccezione di quelle derivanti da assunzione prestiti e aventi
specifica destinazione per legge
i proventi derivanti dall aliena ione di beni patrimoniali disponibili. In attesa del perfezionamento degli
atti di vendita, l ente locale pu utili are, in termini di cassa, le somme a specifica destina ione, nei limiti
dell importo ricavabile dalla vendita patrimoniale e con l obbligo di reintegrare le somme vincolate con i primi
introiti delle alienazioni (art. 195 c. 4).
l'avanzo di amministrazione disponibile, nel caso in cui non possa provvedersi con mezzi ordinari
(art. 187).
Se il Consiglio non provvede a ristabilire gli equilibri, il Prefetto gli impone un termine per
provvedere (massimo 20 giorni, con lettera notificata ai singoli consiglieri), trascorso il quale si
sostituisce al Coniglio mediante un commissario, in quanto la mancata adozione dei provvedimenti
di riequilibrio è paragonata ad ogni effetto alla mancanza di approvazione del bilancio di previsione
(c. 4).
Infine il Consiglio, qualora durante l anno riceva dal responsabile del servi io finan iario
segnalazioni sulla concreta possibilità di squilibri di bilancio (art. 153 c. 6), che non siano
compensabili da maggiori entrate e/o da minori spese, è obbligato ad adottare i provvedimenti di
riequilibrio entro trenta giorni dalla segnalazione, anche su proposta della Giunta.
Una volta approvato il bilancio, la gestione delle entrate e delle spese si sviluppa in fasi temporali.
10
Questi atti vengono allegati al rendiconto dell eserci io
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Per il principio della competenza potenziata (comma 3-bis), l'accertamento dell'entrata è registrato
quando l'obbligazione è perfezionata, con imputazione alle scritture contabili riguardanti l'esercizio
in cui l'obbligazione viene a scadenza. Non possono essere riferite ad un determinato esercizio
finanziario le entrate il cui diritto di credito non venga a scadenza nello stesso esercizio finanziario.
È vietato l'accertamento attuale di entrate future. Le entrate sono registrate nelle scritture contabili
anche se non determinano movimenti di cassa effettivi.
11
Il tesoriere l istituto di credito che effettua i pagamenti e gli incassi per conto dell ente. Vedi oltre
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
2) liquidazione
3) ordinazione
4) pagamento
Un impegno si dice perfetto quando contiene tutti gli elementi sopra indicati. Durante l anno possono
venire assunte le cosiddette prenota ioni d impegno, relative a procedure in via d espletamento (es.
durante una gara), che non contengono ancora tutti gli elementi necessari e certi, ma saranno
perfezionate in seguito. Se il perfe ionamento non avviene entro la data di chiusura dell eserci io
(31/12) dell'esercizio non è stata assunta dall'ente l'obbligazione di spesa verso i terzi.
Conseguentemente questi impegni decadono (è come se non fossero mai stati assunti) e vanno a
costituire l economia della previsione di spesa cui erano riferiti, concorrendo alla determinazione del
risultato contabile di amministrazione di cui all'articolo 186. Le spese di investimento per lavori
pubblici prenotate negli esercizi successivi, la cui gara è stata formalmente indetta, concorrono alla
determinazione del fondo pluriennale vincolato e non del risultato di amministrazione. In assenza di
aggiudicazione definitiva della gara entro l'anno successivo le economie di bilancio confluiscono
nell'avanzo di amministrazione vincolato per la riprogrammazione dell'intervento in c/capitale e il
fondo pluriennale è ridotto di pari importo (c. 3).
Tutte le obbligazioni passive giuridicamente perfezionate devono essere registrate nelle scritture
contabili quando l'obbligazione è perfezionata, con imputazione all'esercizio in cui l'obbligazione
viene a scadenza, secondo le modalità previste dal principio applicato della contabilità finanziaria di
cui all'allegato n. 4/2 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118. Non possono essere riferite ad
un determinato esercizio finanziario le spese per le quali non sia venuta a scadere nello stesso
esercizio finanziario la relativa obbligazione giuridica. Le spese sono registrate anche se non
determinano movimenti di cassa effettivi (c. 5). Si ha economia di spesa qualora, in sede di
liquida ione, la spesa risulti inferiore a quanto impegnato (l impegno sempre una previsione) (c. 4).
I responsabili dei servizi (es.: dirigenti e i titolari di Posizioni Organizzative) sono coloro che
gestiscono le entrate e le spese, mediante il PEG. Gli atti dei responsabili dei servizi che assumono
impegni di spesa, secondo le modalità disciplinate dal regolamento di contabilità, si chiamano
determinazioni (c. 9). Tali atti, classificati con sistema cronologico e per ufficio di provenienza, sono
trasmessi al responsabile del Servizio Finanziario e diventano esecutivi con l apposi ione del visto di
regolarità contabile, attestante la copertura finanziaria (art. 153 c. 5).
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Una gestione del bilancio come quella sopradescritta, ossia per fasi temporali e per competenza, fa sì
che non sempre sia possibile concludere tutto l iter di effettua ione di una spesa, dall impegno al
pagamento, nell arco del medesimo eserci io finan iario (lo stesso discorso vale per le entrate), per
cui si generano dei residui.
I residui attivi (art. 189) sono le somme accertate e non riscosse entro il termine dell eserci io e per
le quali esiste un titolo giuridico che rende l ente creditore della relativa entrata. Invece le somme
iscritte tra le entrate e non accertate entro il termine dell eserci io costituiscono minori accertamenti
rispetto alle previsioni e vanno conteggiate come tali nei risultati finali della gestione.
Per il principio della competenza potenziata sono mantenute tra i residui dell'esercizio esclusivamente
le entrate accertate per le quali esiste un titolo giuridico che costituisca l'ente locale creditore della
correlativa entrata esigibile nell'esercizio (c. 2).
I residui passivi (art. 190) sono le somme impegnate e non pagate entro il termine dell eserci io. È
vietato conservare nel conto residui somme che non sono state in alcun modo impegnate, in quanto
quelle stanziate ma non impegnate entro il termine dell eserci io costituiscono economia di spesa e
vanno conteggiate come tali nei risultati finali della gestione.
Secondo quanto previsto dall art. 191 TUEL, gli enti locali possono effettuare spese solo se sussiste
l impegno contabile registrato sull intervento o sul capitolo del bilancio di previsione e se c la
copertura finanziaria (ossia fondi sufficienti). Il responsabile del procedimento di spesa, quando il
provvedimento esecutivo, tenuto a comunicare al creditore (es. il fornitore) il numero d impegno
e la relativa copertura finan iaria insieme con l ordina ione della presta ione e con l avverten a che
la successiva fattura dovrà contenere questi dati. In caso di mancata comunicazione, il terzo ha la
facoltà di non eseguire la prestazione sino a quando i dati non gli vengono comunicati (c. 1).
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Può capitare però che, a causa di un evento eccezionale ed imprevedibile, occorra intervenire senza
che vi sia il tempo di effettuare l impegno12. In caso di lavori pubblici di somma urgenza, cagionati
dal verificarsi di un evento eccezionale o imprevedibile, la Giunta, qualora i fondi specificamente
previsti in bilancio si dimostrino insufficienti, entro venti giorni dall'ordinazione fatta a terzi, su
proposta del responsabile del procedimento, sottopone al Consiglio il provvedimento di
riconoscimento della spesa con le modalità previste dall'articolo 194, comma 1, lettera e), prevedendo
la relativa copertura finanziaria nei limiti delle accertate necessità per la rimozione dello stato di
pregiudizio alla pubblica incolumità. Il provvedimento di riconoscimento è adottato entro 30 giorni
dalla data di deliberazione della proposta da parte della Giunta, e comunque entro il 31 dicembre
dell'anno in corso se a tale data non sia scaduto il predetto termine. La comunicazione al terzo
interessato è data contestualmente all'adozione della deliberazione consiliare. (c. 3)
Nel caso di acquisto beni e servizi diversamente da quanto stabilito sopra, il rapporto obbligatorio
(ossia di effettuare il pagamento) intercorre tra il privato fornitore e chi (amministratore, funzionario
o dipendente) ha consentito la fornitura. (c. 4) In altre parole, se viene effettuato un acquisto o una
fornitura sen a che precedentemente sia stato assunto l impegno di spesa, si forma un debito fuori
bilancio nei confronti del fornitore, del cui saldo non risponde l ente, bens chi ha fatto l ordina ione
in violazione di quanto previsto dalla legge.
Quindi, se la gestione fosse effettuata con tutti i crismi, teoricamente i debiti fuori bilancio non
avrebbero ragione d esistere. È anche vero però che, trattandosi di un bilancio di previsione, durante
l eserci io possono verificarsi delle situa ioni imprevedibili, che non sono sanabili con la procedura
prevista per i lavori di somma urgenza. Pertanto il legislatore ha disciplinato anche queste evenienze,
prevedendo dei casi in cui è possibile riconoscere la legittimità di debiti fuori bilancio (art. 194).
Soltanto il Consiglio può riconoscere la legittimità di un debito fuori bilancio che può derivare da (c.
1):
sentenze esecutive
copertura disavanzi consorzi o aziende speciali o istituzioni nei limiti degli obblighi derivanti da
statuti, convenzioni o atti costitutivi
ricapitali a ione S.p.A. per l eserci io di servi i pubblici locali
procedure espropriative o di occupa ione d urgen a per opere di pubblica utilit
acquisizione beni e servizi senza il rispetto delle regole di assunzione impegni e effettuazione
spese, quando si accerti l utilit e l arricchimento per l ente nell ambito dell espletamento delle
funzioni pubbliche e dei servizi di competenza13.
Per il pagamento l ente pu provvedere anche ratei ando in un piano di tre anni finan iari compreso
quello in corso, d accordo con i creditori (c. 2). Per il finan iamento delle spese l ente, dove non
possa sopperire con le entrate da utilizzare per la salvaguardia degli equilibri di bilancio 14, può far
ricorso ai mutui, motivando nella delibera del Consiglio l impossibilità di utilizzare altre risorse.
12
Ad esempio se il Sindaco interviene con ordinanza contingibile ed urgente e dispone di effettuare alcune attività che
comportano spese. Per la divisione dei poteri, il Sindaco, organo politico, non può impegnare spese su capitoli che sono
di competenza dei dirigenti (organi politici).
13
Questa previsione, che non era prevista nella prima stesura del D. Lgs. 77/95, è stata inserita con successive modifiche
normative e quindi ampliata per cui, se intesa in senso lato, pu ricomprendere un amplissima gamma di situa ioni,
vanificando di fatto la clausola san ionatoria di cui al c. 4 dell art. 191, che infatti vi fa esplicito riferimento
14
Pu usare sia per l anno in corso che per i due successivi tutte le entrate ad eccezione di quelle derivanti da assunzione
prestiti e quelle aventi specifica destinazione per legge
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Il rendiconto si compone quindi di tre parti. Inoltre, come per il bilancio preventivo, sono previsti
alcuni allegati, riportati all art. 11 c. 4 del D. Lgs. 118/2011, richiamato all art. 227 c. 5 del TUEL:
a cui si aggiungono:
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a) l'elenco degli indirizzi internet di pubblicazione del rendiconto della gestione, del bilancio
consolidato deliberati e relativi al penultimo esercizio antecedente quello cui si riferisce il bilancio di
previsione, dei rendiconti e dei bilanci consolidati delle unioni di comuni di cui il comune fa parte e
dei soggetti considerati nel gruppo "amministrazione pubblica" di cui al principio applicato del
bilancio consolidato allegato al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e successive
modificazioni, relativi al penultimo esercizio antecedente quello cui il bilancio si riferisce. Tali
documenti contabili sono allegati al rendiconto della gestione qualora non integralmente pubblicati
nei siti internet indicati nell'elenco;
b) la tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale;
c) il piano degli indicatori e dei risultati di bilancio. l elenco dei residui attivi e passivi, divisi per
anno di provenienza.
Come abbiamo visto la gestione del bilancio annuale di previsione è autorizzatoria, ossia autorizza
gli impegni di spesa ed al contempo ne costituisce il limite. Lo scopo del conto del bilancio è quello
di dimostrare i risultati finali della gestione autorizzatoria contenuta nel bilancio annuale rispetto alle
previsioni (c. 1).
I residui attivi e i residui passivi vengono riaccertati, ossia sono riesaminate le ragioni che hanno
comportato il loro inserimento e solo successivamente a questa verifica sono iscritti in bilancio (c. 3).
Il conto si conclude con la dimostrazione del risultato contabile di gestione, in termini di cassa e
competenza, e con quello contabile di amministrazione in termini di avanzo, disavanzo o pareggio (c.
4 vedi oltre).
Al conto del bilancio è annessa la tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà
strutturale e il piano degli indicatori e dei risultati di bilancio (c. 5). Le informazioni sintetizzate in
queste tabelle sono importanti per capire l andamento dei conti dell ente locale, che pu sfociare
anche in un dissesto.
La contabilità degli enti pubblici, e quindi anche degli enti locali, è tradizionalmente una contabilità
di tipo finan iario nella quale, come abbiamo visto, il momento pi importante quello dell impegno
di spesa. Lo scopo di tale contabilità è fondamentalmente quello di far sì che, quando si effettua una
spesa, vi sia la copertura finanziaria e quindi i fondi disponibili. Una contabilità di questo tipo quindi
si focalizza sul momento in cui una risorsa viene acquisita e sul prezzo corrisposto, però non dà alcuna
informazione sull utili o di questa risorsa, ossia sul momento in cui viene effettivamente consumata
e sul suo valore effettivo che, ad esempio, può essere anche notevolmente inferiore a quello di
acquisto a causa della svalutazione (si pensi, ad esempio, alle scorte di magazzino). Una contabilità
di tipo economico invece tiene conto di questi aspetti.
Il conto economico è quel documento contabile allegato al rendiconto che, alla luce della riforma
dell ordinamento contabile, eviden ia le competen e negative e positive della contabilità economico
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patrimoniale. Il raccordo fra contabilità economica e patrimoniale, che vengono tenute in parallelo, è
dato dal piano dei conti integrato.
Il patrimonio degli enti locali è costituito da un complesso di beni, mobili ed immobili (beni
demaniali, terreni, fabbricati, mobili, ..), iscritti in appositi elenchi (o registri di consisten a per i
beni demaniali), gli inventari, che devono essere aggiornati annualmente. Vi sono poi delle categorie
di beni, definite dal regolamento di contabilità, che non sono inventariabili in ragione della loro natura
e del modico valore.
Il conto del patrimonio è quel documento del conto consuntivo che rileva i risultati di gestione
patrimoniale riassumendo la consisten a del patrimonio alla fine dell eserci io ed eviden iando le
variazioni intervenute nel corso dell eserci io rispetto a quella che era la dota ione e consisten a
ini iale. Infatti l incremento o la diminu ione di questi beni, il cui acquisto finanziato mediante le
spese in conto capitale (investimenti), costituisce un importante parametro per valutare la ricchezza
dell ente.
Lo stato patrimoniale è redatto nel rispetto dei principi contabili generali ed economico-patrimoniali.
Al rendiconto è allegata una relazione illustrativa, dove la Giunta esprime le proprie valutazioni
sull efficacia dell a ione amministrativa. La rela ione costruita rapportando i risultati conseguiti ai
programmi ed ai costi sostenuti. Analizza inoltre gli scostamenti rispetto alle previsioni, motivandone
anche le cause che li hanno determinati. Contiene ogni informazione utile ad una migliore
comprensione dei dati contabili.
Il risultato contabile di amministra ione, disciplinato all art. 186 del TUEL, costituisce uno dei dati
più importanti ricavabili dal rendiconto. Riguarda l ultima fase della gestione di bilancio e pu
determinare avanzo o disavanzo di amministrazione. Il risultato contabile di amministrazione, che
viene accertato mediante l approva ione del rendiconto dell ultimo eserci io chiuso, dato dal fondo
cassa più i residui attivi meno i residui passivi (c. 1). Tale risultato non comprende le risorse accertate
che hanno finanziato spese impegnate con imputazione agli esercizi successivi, rappresentate dal
fondo pluriennale vincolato.
L esito di tale calcolo pu determinare o un avan o o un disavan o, che deve essere riportato nel
bilancio dell anno successivo, iscrivendolo prima di tutte le entrate e di tutte le spese.
Il risultato di amministrazione è distinto in fondi liberi, fondi vincolati, fondi destinati agli
investimenti e fondi accantonati.
Le modalità di utilizzo della quota libera dell avan o di amministra ione sono disciplinate dall art.
187, che ne stabilisce le priorità:
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Il disavanzo di amministrazione (art. 188) viene applicato al bilancio di previsione e deve essere
sanato con la salvaguardia degli equilibri di bilancio.
La mancata adozione della delibera che applica il disavanzo al bilancio in corso di gestione è
equiparata a tutti gli effetti alla mancata approvazione del rendiconto di gestione. Il disavanzo di
amministrazione può anche essere ripianato negli esercizi successivi considerati nel bilancio di
previsione, in ogni caso non oltre la durata della consiliatura, contestualmente all'adozione di una
delibera consiliare avente ad oggetto il piano di rientro dal disavanzo nel quale siano individuati i
provvedimenti necessari a ripristinare il pareggio. Il piano di rientro è sottoposto al parere del collegio
dei revisori. Ai fini del rientro possono essere utilizzate le economie di spesa e tutte le entrate, ad
eccezione di quelle provenienti dall'assunzione di prestiti e di quelle con specifico vincolo di
destinazione, nonché i proventi derivanti da alienazione di beni patrimoniali disponibili e da altre
entrate in c/capitale con riferimento a squilibri di parte capitale. Ai fini del rientro, l'ente può
modificare le tariffe e le aliquote relative ai tributi di propria competenza. La deliberazione contiene
l'analisi delle cause che hanno determinato il disavanzo, l'individuazione di misure strutturali dirette
ad evitare ogni ulteriore potenziale disavanzo, ed è allegata al bilancio di previsione e al rendiconto,
costituendone parte integrante. Con periodicità almeno semestrale il sindaco trasmette al Consiglio
una relazione riguardante lo stato di attuazione del piano di rientro, con il parere del collegio dei
revisori. L'eventuale ulteriore disavanzo formatosi nel corso del periodo considerato nel piano di
rientro deve essere coperto non oltre la scadenza del piano di rientro in corso.
Agli enti locali che presentino, nell'ultimo rendiconto deliberato, un disavanzo di amministrazione
ovvero debiti fuori bilancio, ancorché da riconoscere, nelle more della variazione di bilancio che
dispone la copertura del disavanzo e del riconoscimento e finanziamento del debito fuori bilancio, è
fatto divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge.
Sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni già assunti nei precedenti esercizi.
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
IL PEG
1. LE FINALITA
Il PEG (Piano Esecutivo di Gestione), introdotto dal D. Lgs. 77/95, costituisce una delle principali
innova ioni dell ordinamento contabile avvenute negli anni 90. Infatti la tradi ionale struttura del
bilancio, della quale abbiamo già avuto modo di rilevare la rigidità, non si adattava alle esigenze che
emergevano dall accresciuto ruolo e responsabilit dei dirigenti n tanto meno alle nuove fun ioni
degli enti locali. Per questo motivo, accanto ai bilanci descritti nei capitoli precedenti, la riforma
dell ordinamento contabile ha previsto un ulteriore importante strumento di programmazione, il Piano
Esecutivo di Gestione (PEG), che costituisce una delle maggiori novità della normativa, in quanto
concretizza la separazione fra funzioni politiche e competenze gestionali, al fine di garantire la
realizzazione delle attività a livello operativo.
Il PEG è uno strumento flessibile di programmazione e di gestione, concepito sulla base di tecniche
nate nelle a iende private (il budget), con cui l organo esecutivo trasforma gli obiettivi strategici
definiti dal Consiglio in obiettivi operativi. Può contenere, oltre agli elementi essenziali (responsabile,
obiettivi e stanziamenti), anche altri valori, finanziari e non (es.: indicatori), dati quantitativi e parti
descrittive, poiché, essendo un documento unico per ogni ente, la legge non prevede un modello
specifico. Infatti, come abbiamo visto, mentre la struttura del bilancio è rigida e stabilita dalla legge
in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, ciascun ente può strutturare il PEG in piena
autonomia, secondo le proprie esigen e. L esisten a del PEG ha ridotto quantitativamente il bilancio
di previsione e questo processo si è ulteriormente rafforzato con la riforma operata dal D. Lgs.
118/2011, che ha affidato alla Giunta la gestione del bilancio a partire dai titoli e dalle categorie,
anziché dai capitoli. Pertanto il PEG è diventato il vero strumento di pianifica ione dell attivit
dell Ente, che si ispira al programma del Sindaco e concretizza le enunciazioni contenute nel DUP.
Infatti il PEG dettaglia le previsioni contenute nel bilancio fino ai capitoli, che sono un unit
elementare ancor più piccola rispetto ai macroaggregati (per le spese) e alle categorie (per le entrate).
I capitoli possono eventualmente ripartirsi in articoli e si raccordano col piano dei conti. Per il primo
anno il PEG è redatto sia in termini di cassa che di competenza.
Il PEG, la cui adozione è obbligatoria nei comuni oltre i 5.000 abitanti e facoltativa per gli altri, è un
documento contabile dettagliato per capitoli e redatto contestualmente al bilancio di previsione ed
approvato dalla Giunta entro 20 giorni dall approva ione del bilancio, che attribuisce le risorse e gli
obiettivi ai dirigenti, coprendo l intera attivit dell ente (art. 169 c. 1 e 3 TUEL). Il PEG è quindi
l atto fondamentale di raccordo tra le fun ioni di indiri o politico e quelle di gestione dei
responsabili dei servizi, volte a realizzare gli obiettivi predeterminati nel bilancio annuale appena
approvato. Ma com che si concretizza nel PEG la separazione fra funzioni politiche e competenze
gestionali? Dato che i dirigenti saranno valutati in base al risultato delle loro prestazioni professionali,
gli obiettivi che dovranno raggiungere e le risorse occorrenti non possono essere calati dall alto n
tanto meno imposti dalla Giunta, ma sono oggetto di negoziazione fra gli organi politici e i dirigenti,
i quali accettano gli obiettivi proposti nel proprio PEG e si assumono la piena responsabilità di
conseguirli con le risorse loro assegnate. Infatti, qualora durante l eserci io si verifichi l esigen a di
modificare le risorse assegnate, il responsabile del servizio propone alla Giunta di modificare il PEG.
Proprio per tutelare i dirigenti, se l organo esecutivo non ritiene di dover variare il PEG lo deve
motivare (art. 177 c. 2 TUEL).
Per quel che riguarda le modalità di variazione del PEG si rimanda a quanto esposto per le variazioni
di bilancio.
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
E obbligatorio per gli enti locali con popolazione superiore ai 5.000 abitanti e facoltativo per
quelli inferiori a 5.000 (art. 169 c. 3)
E deliberato dall organo esecutivo (la Giunta), sulla base del bilancio di previsione deliberato
dal Consiglio entro 20 gg. dall approva ione del bilancio
Determina gli obiettivi di gestione da affidare, unitamente alle dotazioni necessarie per perseguire
questi obiettivi, ai responsabili dei vari servizi (art. 169 c. 1)
Ricomprende anche il PDO (art. 108) e il Piano della Performance (D. Lgs. 150/09)
Le variazioni di PEG
Le variazioni di PEG vengono deliberate dalla Giunta entro il 15 dicembre (art. 175 c. 9), fatte salve
quelle attribuite ai dirigenti (c. 5 quater) e ad eccezione delle variazioni correlate alle variazioni
d b a c c e, a e de c a 3 de a c 175, e e e effe a e e 31/12.
Le modifiche sono proposte dai responsabili dei servizi: la mancata accettazione deve essere motivata
(art. 177 c. 2). Le modifiche della dotazione assegnata devono essere giustificate da sopravvenute
esigen e successive all ado ione degli atti di programmazione; la variazione deve essere richiesta
secondo le modalità del regolamento di contabilità (art. 177 c. 1).
Le variazioni di PEG possono consistere in variazioni degli obiettivi, oppure delle risorse assegnate.
Fra queste ultime le più comuni sono quelle finanziarie, con cui si modificano i fondi stanziati su
ciascun capitolo, che il dirigente impegna mediante le determinazioni. A tale proposito osserviamo
che mentre ogni variazione di bilancio comporta necessariamente una variazione del PEG, che ne
costituisce un dettaglio, non è sempre vero il contrario. Infatti con la variazione di bilancio, anche
operando a livello di unità di voto, si spostano (e quindi aumentano o diminuiscono) stanziamenti a
livello di programmi e questo ovviamente avrà ripercussioni anche sui capitoli che, nel PEG, li
dettagliano. Viceversa, se una variazione di PEG riguarda capitoli che afferiscono al medesimo
programma, non vi sarà alcuna variazione di bilancio. Se invece la variazione di PEG viene effettuata
fra capitoli di interventi diversi si renderà necessario effettuare anche una variazione di bilancio, con
delibera separata. Questo perché bilancio e PEG, pur costituendo due documenti contabili con finalità
diverse, sono strettamente correlati fra loro, in quanto il PEG è costruito sulle previsioni di bilancio,
che vengono disaggregate e quindi riaggregate e dettagliate secondo criteri gestionali oltre che
finanziari.
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DATE DA RICORDARE:
Entro il 30/4: approvazione rendiconto esercizio precedente
(Consiglio)
Entro il 31/7: verifica e salvaguardia equilibri di bilancio
(Consiglio)
Entro il 31/7: assestamento generale (Consiglio)
Entro il 31/7: presentazione DUP (Giunta al Consiglio per
approvazione - ordinatorio)
Entro il 30/9: approvazione bilancio consolidato (Consiglio)
Entro il 15/11 presentazione nota di aggiornamento del
Documento unico di programmazione (Giunta al Consiglio per
approvazione) e schema di delibera di bilancio
30/11-31/12: termine ultimo per le variazioni di bilancio
15/12 -31/12 termine ultimo per le variazioni di PEG
Entro il 31/12: approvazione del bilancio di previsione dell anno
successivo (salvo proroghe)
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L ARMONIZZAZIONE CONTABILE
1. IL QUADRO NORMATIVO
L armonizzazione contabile degli enti territoriali è il processo di riforma degli ordinamenti contabili
pubblici diretto a rendere i bilanci delle amministrazioni pubbliche omogenei, confrontabili e
aggregabili al fine di:
consentire il controllo dei conti pubblici nazionali (tutela della finanza pubblica nazionale);
verificare la risponden a dei conti pubblici alle condi ioni dell articolo 104 del Trattato istitutivo
UE15;
favorire l attua ione del federalismo fiscale, sancito dall art. 119 Cost16.
L armoni a ione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche
costituisce il cardine irrinunciabile della riforma della contabilità pubblica, Legge n. 196/2009
("Legge di contabilità e finanza pubblica") e della riforma federale prevista dalla Legge n. 42/2009,
Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attua ione dell articolo 119 della
Costitu ione .
Entrambe le leggi hanno delegato il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi, informati ai
medesimi principi e criteri direttivi, per l attua ione dell armoni a ione contabile. Per gli enti
territoriali la delega è stata attuata col D. Lgs. 118/2011 Disposi ioni in materia di armoni a ione
dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a
norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42 .
La legge 196/09 ha avviato un processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici, denominato
armonizzazione contabile , volto a rendere i bilanci di tutte le PA omogenei, confrontabili e
aggregabili.
Infatti, la contabilità pubblica, di tipo tradizionale, non svolge correttamente la funzione conoscitiva
in quanto consente l ado ione di sistemi contabili e di bilancio differenti, ma soprattutto di principi
15
È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da pane della BCE o da
pane delle Banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate "Banche centrali nazionali"), a istituzioni o organi
della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto
pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte
della BCE o delle Banche centrali nazionali. Art. 104 B. La Comunità non risponde né si fa carico degli impegni assunti
dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da
imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune
di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni
dell'amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o
di imprese pubbliche di un altro Stato membro,
16
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto
dell'equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti
dall'ordinamento dell'Unione europea.
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contabili non uniformi. Pertanto non è in grado, ad esempio, di misurare i debiti delle pubbliche
amministrazioni, a discapito dell affidabilit dei conti pubblici e degli equilibri di bilancio.
In quest ottica, l armoni a ione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle PA costituisce
il cardine irrinunciabile della riforma della contabilità pubblica disposta dalla L. 196/2009 e della
legge per l attua ione del federalismo fiscale n. 42/2009 che, come abbiamo detto, costituisce
l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. La ratio è quella di assicurare autonomia di entrata e
di spesa di comuni, province, città metropolitane e regioni e garantire i princìpi di solidarietà e di
coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente, per tutti i livelli di governo, il criterio della
spesa storica. La legge disciplina altresì i princìpi generali per l'attribuzione di un proprio patrimonio
a comuni, province, città metropolitane e regioni.
Trattandosi di una legge delega, per gli Enti Locali il decreto attuativo di riferimento è il D. Lgs.
118/2011, corretto ed integrato dal D. Lgs. 126/2014. Il D. Lgs. 118/2011 ha definito i principi
generali della riforma e rinviato l individua ione dei contenuti specifici della riforma ad un
successivo D. L.gs. integrativo, da emanare in considerazione dei risultati di una sperimentazione
avviata con alcuni enti locali e disciplinata dal DPCM 28 Dicembre 2011. Conseguentemente, il D.
Lgs. 126/2014, che è stato emanato alla luce della sperimentazione:
17
16. Ai sensi dell'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, le regioni a statuto ordinario, gli enti locali, le aziende
e gli organismi di cui agli articoli 2, 29 e 172, comma 1, lettera b), del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267, ad eccezione delle società di capitali costituite per l'esercizio di servizi pubblici, possono ricorrere
all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento.
17. Per gli enti di cui al comma 16, costituiscono indebitamento, agli effetti dell'art. 119, sesto comma, della Costituzione,
l'assunzione di mutui, l'emissione di prestiti obbligazionari, le cartolarizzazioni relative a flussi futuri di entrata, a crediti
e a attività finanziarie e non finanziarie, l'eventuale somma incassata al momento del perfezionamento delle operazioni
derivate di swap, le operazioni di leasing finanziario stipulate dal 1° gennaio 2015, il residuo debito garantito dall'ente a
seguito della definitiva escussione della garanzia. Inoltre, costituisce indebitamento il residuo debito garantito a seguito
dell'escussione della garanzia per tre annualità consecutive, fermo restando il diritto di rivalsa nei confronti del debitore
originario. Dal 2015, gli enti di cui al comma 16 rilasciano garanzie solo a favore dei soggetti che possono essere
destinatari di contributi agli investimenti finanziati da debito e per le finalità definite dal comma 18. Non costituiscono
indebitamento, agli effetti del citato art. 119, le operazioni che non comportano risorse aggiuntive, ma consentono di
superare, entro il limite massimo stabilito dalla normativa statale vigente, una momentanea carenza di liquidità e di
effettuare spese per le quali è già prevista idonea copertura di bilancio.
18. Ai fini di cui all'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, costituiscono investimenti:
a) l'acquisto, la costruzione, la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria di beni immobili, costituiti da fabbricati
sia residenziali che non residenziali;
b) la costruzione, la demolizione, la ristrutturazione, il recupero e la manutenzione straordinaria di opere e impianti;
c) l'acquisto di impianti, macchinari, attrezzature tecnico-scientifiche, mezzi di trasporto e altri beni mobili ad utilizzo
pluriennale;
d) gli oneri per beni immateriali ad utilizzo pluriennale;
e) l'acquisizione di aree, espropri e servitù onerose;
f) le partecipazioni azionarie e i conferimenti di capitale, nei limiti della facoltà di partecipazione concessa ai singoli
enti mutuatari dai rispettivi ordinamenti;
g) Contributi agli investimenti e i trasferimenti in conto capitale a seguito di escussione delle garanzie destinati
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A cura di Mariella Bergamini
IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
L armoni a ione mantiene la distinzione fra gli enti in contabilità finanziaria, che devono adottare
la contabilità economico-patrimoniale, garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali, e enti in
contabilità economico-patrimoniale, cui è richiesta una riclassificazione dei propri incassi e
pagamenti secondo regole uniformi a quelle degli enti in contabilità finanziaria (utilizzo di SIOPE 18
e classificazione per missioni e programmi).
Le rilevazioni della contabilità finanziaria costituiscono la misura finanziaria dei fatti gestionali
rilevati dalla contabilità economico-patrimoniale:
i ricavi sono rilevati unitamente all accertamento delle entrate dei primi tre titoli di bilancio e
dei contributi agli investimenti e dei trasferimenti in c/capitale
i costi sono rilevati al momento della liquidazione delle spese del primo titolo di bilancio,
salvo che per i trasferimenti correnti, in c/capitale e i contributi agli investimenti, per i quali
si fa riferimento all impegno.
specificamente alla realizzazione degli investimenti a cura di un altro ente od organismo appartenente al settore delle
pubbliche amministrazioni;
h) Contributi agli investimenti e i trasferimenti in conto capitale a seguito di escussione delle garanzie in favore di
soggetti concessionari di lavori pubblici o di proprietari o gestori di impianti, di reti o di dotazioni funzionali
all'erogazione di servizi pubblici o di soggetti che erogano servizi pubblici, le cui concessioni o contratti di servizio
prevedono la retrocessione degli investimenti agli enti committenti alla loro scadenza, anche anticipata. In tale
fattispecie rientra l'intervento finanziario a favore del concessionario di cui al comma 2 dell'articolo 19 della legge 11
febbraio 1994, n. 109; [ Legge Merloni . Ora vedi il nuovo Codice dei Contratti].
i) gli interventi contenuti in programmi generali relativi a piani urbanistici attuativi, esecutivi, dichiarati di preminente
interesse regionale aventi finalità pubblica volti al recupero e alla valorizzazione del territorio.
19. Gli enti e gli organismi di cui al comma 16 non possono ricorrere all'indebitamento per il finanziamento di
conferimenti rivolti alla ricapitalizzazione di aziende o società finalizzata al ripiano di perdite. A tale fine l'istituto
finanziatore, in sede istruttoria, è tenuto ad acquisire dall'ente l'esplicazione specifica sull'investimento da finanziare e
l'indicazione che il bilancio dell'azienda o della società partecipata, per la quale si effettua l'operazione, relativo
all'esercizio finanziario precedente l'operazione di conferimento di capitale, non presenta una perdita di esercizio.
18
SIOPE (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), è un sistema di rilevazione telematica degli incassi e
dei pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche.
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IA ORDINAMENTO FINANZIARIO E CONTABILE CGIL 2018
Gli strumenti dell armoni a ione dei sistemi contabili previsti dal D. Lgs. 118/2011 sono:
1. principi contabili generali, intesi come enunciati molto sintetici (competenza, annualità, di
universalità, integrità, specificazione, ecc.), che lasciano agli operatori il compito di
individuarne le modalità di applicazione
la programmazione
la contabilità finanziaria
la contabilità economico patrimoniale
il bilancio consolidato
Per quel che riguarda la competenza, il principio della competenza finanziaria, costituisce il criterio di
imputazione agli esercizi finanziari delle obbligazioni giuridicamente perfezionate attive e passive
(accertamenti e impegni). Nella tradizionale contabilità degli enti locali, di tipo finanziario, le
obbliga ioni sono imputate all eserci io finan iario in cui sorgono, salvo deroghe ed eccezioni che
rendono incerta l applica ione del principio. Inoltre, l applica ione della vigente configura ione della
competen a finan iaria comporta che i residui passivi non rappresentano debiti effettivi dell ente.
Il principio contabile generale n. 16, della competenza finanziaria cosiddetta potenziata, prevede che
l obbliga ione sia registrata quando sorge, con imputa ione alle scritture contabili degli eserci i in
cui l obbliga ione esigibile. Inoltre, proprio per garantire una maggiore certezza e veridicità delle
scritture contabili, la normativa di riforma contabile prevede che:
Le obbligazioni sono registrate solo se formalmente costituite (le delibere di spesa o il bando
di gara non costituiscono obbligazioni formalmente costituite - si prenotano i fondi ma non si
impegna la spesa);
L accertamento e l impegno si imputano alle scritture di un eserci io sulla base della scaden a
dell obbliga ione, che costituisce un elemento necessario dell obbliga ione giuridica;
Gli impegni pluriennali sono imputati agli esercizi di competenza sulla base del
cronoprogramma e confermati in occasione del riaccertamento ordinario, sulla base dei SAL
(Stato di Avanzamento Lavori).
La disomogeneità dei bilanci è determinata anche dal fenomeno delle esternalizzazioni, ossia dal
trasferimento, attraverso contratti o convenzioni, dello svolgimento di funzioni, servizi e attività
strumentali di propria competenza ad altri soggetti. A causa dell esternali a ione i bilanci dei singoli
enti possono fornire informazioni incomplete, non rappresentative delle attività e delle funzioni
complessivamente svolte e, a parità di servizi resi alla collettività, presentano situazioni del tutto
differenti. Alla luce di ciò, la riforma contabile degli enti territoriali:
attribuisce al bilancio consolidato l obiettivo di rappresentare in modo veritiero e corretto
la situazione finanziaria e patrimoniale e il risultato economico della complessiva attività
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A tal fine, il gruppo amministrazione pubblica è costituito dall Ente locale e dai suoi:
Le previsioni di cassa
Ad integrazione della caratteristica autorizzatoria della competenza, nel bilancio di previsione è stato
reintrodotto l obbligo delle previsioni di cassa.
Di conseguenza, il bilancio armonizzato prevede le previsioni sia di competenza che di cassa per il
primo esercizio del periodo considerato e le previsioni di competenza per gli esercizi successivi. Le
previsioni riguardanti il primo esercizio costituiscono il bilancio di previsione finanziario annuale.
L unità di voto del bilancio di previsione, ai sensi del D. Lgs. 118/2011, è costituita da:
Questo livello di approvazione del bilancio, previsto dal nuovo sistema contabile, riconosce una
maggiore flessibilità agli strumenti della programmazione.
Le variazioni di bilancio
Una delle novità fondamentali della riforma della contabilità degli Enti Locali è costituita
dall attribu ione della competen a di alcune varia ioni di bilancio alla Giunta e ai Dirigenti (in
alternativa, al Responsabile del Servizio Finanziario), mentre in precedenza la competenza alle
variazioni di bilancio era esclusivamente del Consiglio.
Sono attribuite alla Giunta (nuovo art. 175, comma 5-bis, TUEL):
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le varia ioni compensative tra le dota ioni delle missioni e dei programmi riguardanti l utili o
di risorse comunitarie e vincolate, nel rispetto della finalità della spesa definita nel
provvedimento di assegnazione delle risorse.
le variazioni compensative del piano esecutivo di gestione, fra capitoli di entrata della medesima
categoria e fra i capitoli di spesa del medesimo macroaggregato, escluse le variazioni dei capitoli
appartenenti ai macroaggregati riguardanti i trasferimenti correnti, i contributi agli investimenti,
e ai trasferimenti in conto capitale, che sono di competenza della Giunta.
le variazioni di bilancio fra gli stanziamenti riguardanti il fondo pluriennale vincolato e gli
stanziamenti correlati, in termini di competenza e di cassa, escluse quelle attribuite alla
competenza della Giunta;
le varia ioni di bilancio riguardanti l utili o della quota vincolata del risultato di
amministra ione derivanti da stan iamenti di bilancio dell eserci io precedente corrispondenti a
entrate vincolate, in termini di competen a e di cassa, secondo le modalit previste dall articolo
187, comma 3-quinquies;
le variazioni degli stanziamenti riguardanti i versamenti ai conti di tesoreria statale intestati
all'ente e i versamenti a depositi bancari intestati all'ente.
le varia ioni necessarie per l adeguamento delle previsioni, compresa l istitu ione di tipologie e
programmi, riguardanti le partite di giro e le operazioni per conto di terzi.
A seguito della riforma le variazioni di bilancio sono più numerose. Infatti, la nuova normativa
attribuisce:
alla Giunta alcune competenze in materia di variazioni di bilancio che erano del Consiglio;
ai dirigenti alcune competenze in materia di variazioni di PEG che erano della Giunta.
Rimane esclusa la possibilità di variare il bilancio e il PEG con la stessa delibera. Le variazioni di
bilancio sono trasmesse al tesoriere attraverso un apposito prospetto.
Il principio della competenza finanziaria costituisce il criterio di imputazione agli esercizi finanziari
delle obbligazioni giuridicamente perfezionate attive e passive (accertamenti e impegni).
Sulla base di questo principio, che è quello tradizionalmente utilizzato per la redazione dei bilanci
degli enti locali, le obbliga ioni sono imputate all eserci io finan iario in cui sorgono.
L applica ione del principio della competen a finanziaria vigente (e in particolare dell art. 183,
comma 5 del TUEL) comporta che il rendiconto degli enti locali non svolge pienamente la funzione
conoscitiva che caratterizza la contabilità pubblica, poiché:
gli impegni ed i residui passivi comprendono gli accantonamenti e i debiti futuri e non è possibile
riconoscere i debiti effettivi nei confronti di terzi;
gli accertamenti comprendono crediti futuri e non è possibile riconoscere i crediti di dubbia
esazione;
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l equilibrio finan iario non considera la scaden a delle obbliga ioni, che possono essere a breve
o a lungo termine.
Per questo motivo la riforma contabile della PA ha previsto l introdu ione della cosiddetta
competen a finan iaria poten iata .
Il principio contabile generale n. 16, della competenza finanziaria, cd. potenziata, prevede che
l obbliga ione venga registrata quando sorge, con imputazione alle scritture contabili dell esercizio
in cui è esigibile.
Con la competenza potenziata il rendiconto degli enti locali riacquista la fondamentale funzione
conoscitiva che caratterizza i documenti contabili:
gli accertamenti, gli impegni ed i residui rappresentano solo crediti e debiti dell ente scaduti
(gli impegni esigibili negli esercizi successivi sono rappresentati in un documento contabile
dedicato)
imposto l equilibrio tra debiti e crediti esigibili nel medesimo esercizio
le spese decise e non ancora attuate ed eseguite (che non hanno dato luogo ad obbligazioni)
sono oggetto di prenotazione e non sono rappresentate nel consuntivo.
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Il principio contabile applicato n. 3 prevede che le entrate di dubbia e difficile esazione (ad es. le
sanzioni amministrative al codice della strada, gli oneri di urbanizzazione, ecc.) siano accertate per
l intero importo del credito, anche se non è certa la loro riscossione integrale.
Tuttavia, per tali crediti è obbligatorio effettuare un accantonamento al fondo crediti di dubbia
esigibilità nel bilancio di previsione e vincolare una quota del risultato di amministrazione in sede di
rendiconto. Nel corso di ciascun esercizio, il fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE) impedisce
l utili o di entrate di dubbia e difficile esa ione esigibili nell eserci io, a copertura di spese esigibili
nel medesimo esercizio.
Trascorsi tre anni dalla scadenza di un credito di dubbia o difficile esazione, non riscosso, il
responsabile del servi io competente alla gestione dell entrata valuta l opportunit di operare lo
stralcio di tale credito dal conto del bilancio, riducendo di pari importo il fondo accantonato
nell avan o.
6. IL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
Nel caso in cui il risultato di amministrazione non presenti un importo sufficiente a comprendere le
quote vincolate, destinate ed accantonate, la differenza è iscritta nel primo esercizio considerato nel
bilancio di previsione, prima di tutte le spese, come disavanzo da recuperare.
In occasione dell approva ione del bilancio di previsione necessario determinare il risultato di
amministrazione presunto alla fine dell eserci io precedente. Se negativo, il bilancio di previsione
deve considerare la quota di disavanzo da ripianare.
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Secondo quanto previsto dall art. 234, i consigli comunali con popolazione superiore ai 15.000
abitanti, i consigli provinciali e delle città metropolitane, eleggono, con voto limitato a due
componenti, un collegio di revisori composto da tre membri (c. 1), che sono scelti (c. 2):
1 tra gli iscritti al registro dei revisori contabili, che funge da presidente
1 tra gli iscritti nell albo dei dottori commercialisti
1 tra gli iscritti nell albo dei ragionieri
Nei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, nelle Unioni di Comuni e nelle Comunità
Montane c un solo revisore (c. 3). Il collegio rimane in carica tre anni ed i membri sono
rieleggibili una sola volta. In caso di sostituzione di uno, il nuovo rimane in carica fino alla scadenza
del mandato triennale del collegio (art. 235 c. 1).
Inoltre il revisore :
- Risponde della veridicità delle sue attestazioni (art. 240)
- Deve conservare la riservatezza su fatti e documenti (art. 240)
- Ha diritto di eseguire ispezioni e controlli individuali (art. 239 c. 5)
- Adempie ai suoi doveri con la diligenza del mandatario, ossia del buon padre di famiglia (art. 240)
- Può partecipare alle assemblee consiliari (in particolare di approvazione del bilancio) e, se previsto
dallo Statuto, a quelle della Giunta, (art. 239 c. 2)
A fronte di queste prerogative, vi sono alcuni doveri. Infatti il revisore non può:
assumere incarichi o consulen e presso l ente locale o qualsiasi organismo o istitu ioni dipendenti
o sottoposte al controllo dell organo di revisione contabile (art. 236 c. 3)
svolgere più di 8 incarichi che deve autodichiarare (art. 238 c. 1).
Anche il revisore soggetto ad alcune incompatibilit . Infatti l incarico di revisore non può essere
svolto da (art. 236 c. 2):
componenti organi ente locale o di chi lo è stato nei due anni precedenti
Segretario Generale
dipendenti ente
dipendenti regioni, province, città metropolitane, comunità montane, unioni di comuni
relative agli enti locali di competenza.
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A fronte delle attivit sopradescritte, l ente locale corrisponde ai revisori un compenso, il cui
ammontare massimo fissato da un decreto del Ministro dell Interno, in accordo con il Ministro
dell Economia, sulla base delle dimensioni demografiche dell ente e delle sue spese. Il Consiglio
stabilisce il compenso nella delibera di nomina e lo può aumentare fino al 20% se attribuisce ulteriori
funzioni al Collegio. Inoltre l ente pu aumentare il compenso quando il controllo viene esteso anche
alle istitu ioni dell ente fino al 10% per ogni istitu ione, fino ad un massimo complessivo del 30%
(art. 241).
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2. LE ULTERIORI FUNZIONI
I Revisori dei conti costituiscono la più antica forma di revisione esistente presso i comuni, la cui
origine risale addirittura ai primi anni del novecento19. La L. 142/90, alla quale si deve l attuale
formulazione delle previsioni normative, ora ricomprese nel TUEL, ha innovato profondamente
questo organo, sancendone la composi ione tecnica e non pi politica e l elevata qualifica ione
professionale. Ci al fine di avviare una reale revisione specialistica ed un attivit di supporto al
Consiglio che, prendendo ad esempio l organo di revisione aziendalistico, sostituisse il precedente
sistema, in cui la verifica era affidata ad una commissione consiliare mista e quindi fortemente
influenzata da logiche politiche. Pertanto la norma ha fissato delle garanzie (quali ad esempio il
sistema elettorale con voto limitato, che tutela le minoran e; l iscri ione all albo; il trattamento
economico fissato dalla legge) volti ad evitare la dipenden a dell organo di revisione dal Consiglio
Comunale, che si riscontrano in pochi altri casi.
In quindici anni di attività il Collegio ha consolidato il proprio ruolo, soprattutto nel controllo della
regolarit contabile. L evolu ione del quadro normativo culminata col TUEL - che conferisce più
ampi poteri e funzioni agli enti locali, rafforzando le prerogative del Consiglio - implica una maggiore
incisività del Collegio, sia nella vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria e in particolar modo
economica, che nella collabora ione con l organo consiliare. In tale ottica la legge ha
successivamente attribuito a questo organo compiti aggiuntivi rispetto a quelli del TUEL. Inoltre le
leggi di bilancio (finanziarie) degli ultimi anni hanno attribuito all organo di revisione ulteriori
fun ioni di supervisione sull attivit contrattuale dell ente (acquisti, consulenze, ecc..) e sulla spesa
per il personale, in stretto raccordo con la Corte dei Conti.
Queste nuove fun ioni, oltre a quelle eventualmente previste nel regolamento di contabilit dell ente,
si affiancano a quella tradizionale di vigilanza, che si sostanzia nelle certificazioni di bilancio e nel
controllo di cassa, per cui il Collegio attualmente interviene soprattutto nelle due fasi cruciali del
bilancio (previsione e rendiconto), e comportano un ruolo attivo ed importante per la predisposizione
dei bilanci annuali e pluriennali, soprattutto per ciò che riguarda il rispetto equilibri finanziari e il
monitoraggio dei debiti fuori bilancio.
19
Erano previsti nel R.D. del 1908, nel regolamento del 1911 e nei TU del 1915 e 1934. Secondo tali norme i revisori
erano espressione delle forze politiche e la loro competenza era limitata agli obblighi in materia di bilancio. Inoltre la
legge non richiedeva alcuna qualificazione professionale specifica per far parte di questo organo, che non era nemmeno
permanente.
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IL SERVIZIO DI TESORERIA
Il tesoriere quell istituto di credito abilitato che effettua, per conto dell ente, le opera ioni necessarie
per la gestione finanziaria: riscossione entrate e pagamento spese, custodia titoli e valori. Ogni
deposito, ovunque costituito, è intestato all ente locale e gestito dal tesoriere (art. 209). Quest ultimo
responsabile per i danni arrecati all ente e risponde con tutte le proprie attivit e tutto il proprio
patrimonio sia nei riguardi dell Ente che di ter i creditori (art. 211).
L istitu ione del servi io di tesoreria obbligatoria. L affidamento viene effettuato mediante gara,
secondo quanto stabilito nel regolamento di contabilit dell ente, e con procedure che rispettino i
principi della concorrenza, al fine di individuare il soggetto che meglio sia in grado di assolvere, sia
sotto il profilo tecnico-operativo che per le condizioni economiche offerte, i delicati compiti connessi
al servizio. Se ricorrono le condi ioni previste dalla legge l ente pu rinnovare, per una sola volta, il
contratto di tesoreria nei confronti del medesimo soggetto. Non è ammesso il rinnovo tacito, a pena
di nullità. Il rapporto con l ente viene regolato da una conven ione deliberata dal Consiglio (art. 210).
Il servizio deve essere gestito con metodologie e criteri informatici, con collegamento diretto tra il
servi io finan iario dell ente ed il tesoriere, al fine di consentire lo scambio di dati e documenti
relativi alla gestione del servizio (art. 213), anche per quel che riguarda mandati di pagamento e
ordinativi di incasso in forma elettronica, che sostituiscono a tutti gli effetti quelli cartacei. Inoltre la
convenzione potrà prevedere anche i pagamenti in forma elettronica.
Per ogni somma riscossa il tesoriere rilascia quietanza numerata in ordine cronologico per ogni
esercizio finanziario (art. 214). Il tesoriere può effettuare pagamenti, nei limiti degli stanziamenti di
cassa, soltanto se è stato emesso il relativo mandato, riportante la classificazione SIOPE. A tal fine
l ente gli trasmette il bilancio annuale di previsione approvato e tutte le delibere di variazione di
bilancio e di prelevamento dal fondo riserva (art. 216). Per i mandati che, alla data del 31 Dicembre
di ogni anno, non risultino estinti, il tesoriere provvede al pagamento mediante assegni postali
localizzati o con altri mezzi offerti dal sistema bancario o postale (art. 219). Inoltre, a seguito del
rilascio di delega ione di pagamento a garan ia dei mutui e dei prestiti di cui all art. 206, il tesoriere
è tenuto a versare i relativi importi alle scadenze prescritte, rispondendo in proprio di eventuali ritardi
nei pagamenti (art. 220).
Per far fronte ad eventuali carenze di liquidità, il tesoriere pu concedere all ente, che lo richiede
mediante una delibera di Giunta, anticipazioni di tesoreria entro i limiti massimi di 3/12 delle entrate
accertate del penultimo anno precedente. Gli interessi sulle anticipa ioni decorrono dall effettivo
utilizzo delle somme, secondo quanto stabilito dalla convenzione (art. 222).
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Ogni tre mesi il Collegio dei Revisori provvede alla verifica ordinaria di cassa, alla verifica della
gestione del servizio di tesoreria e di quello degli agenti contabili (art. 223). Si hanno anche verifiche
straordinarie di cassa quando cambia il Sindaco, alle quali intervengono gli amministratori che
cessano dalla carica e quelli nuovi, il Segretario Generale, il responsabile del servizio finanziario e di
revisori (art. 224).
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I CONTROLLI INTERNI
Come abbiamo visto, a partire dagli anni 90 sono fortemente diminuiti i controlli esterni sugli atti
che hanno costituito, per circa mezzo secolo, la tradizionale forma di controllo esercitata nella
pubblica amministrazione italiana. Sono controlli di matrice giuridica, in quanto riguardano la
legittimit , ossia il rispetto delle norme. Di pari passo invece aumentata l importanza dei controlli
interni, di deriva ione economica, che si riferiscono principalmente all attivit dell ente. Queste
tipologie innovative di controllo sono destinate ad assumere una rilevanza sempre maggiore, sia per
la crescente autonomia acquisita dagli enti locali, sia per l atten ione che l opinione pubblica rivolge
all utili o delle risorse, che diventano via via pi scarse. Inoltre, a differen a dei tradi ionali controlli
esterni, servono all ente stesso, che ne utili a i risultati per migliorarsi.
Infatti, come abbiamo visto, il Sindaco stringe un patto con gli elettori, proponendo un suo
programma e promettendo di realizzarlo nel corso del mandato, al fine di essere rieletto. Ha però
bisogno di strumenti che da una parte gli facciano sapere se la macchina comunale di cui è il
responsabile si muove nella dire ione da lui desiderata e dall altra se le scelte politiche effettuate
incontrano il gradimento dei cittadini e soddisfano i loro bisogni. I dirigenti, dal canto loro, vengono
valutati alla fine dell anno sul grado di raggiungimento degli obiettivi e sull uso che hanno fatto delle
risorse loro assegnate. Pertanto anch essi, durante lo svolgimento dell attivit amministrativa, hanno
bisogno di sapere come sta andando la propria struttura, per poter eventualmente correggere la rotta
e migliorare la prestazione prima che sia troppo tardi per intervenire.
I tradizionali controlli di legittimità sugli atti non forniscono queste informazioni, semplicemente
perché non sono nati con questo scopo. Ecco perch nell ultimo decennio si sono affermate nella
pubblica amministra ione nuove forme di controllo, talvolta imitando quelle esistenti nell impresa
privata. I controlli interni sono una forma di autocontrollo volta a consentire all ente sia il
raggiungimento degli obiettivi che una gestione pi consapevole e ra ionale ( intelligente ) delle
risorse che ha a disposizione. Questi controlli si sostanziano nella messa a disposizione dei decisori
dell ente, sia politici che burocratici, di informa ioni che li guidino nelle loro scelte.
I controlli interni negli enti locali sono disciplinati dagli articoli 147 e seguenti del TUEL, che
individua diverse tipologie di controlli interni:
Non fa invece più parte dei controlli interni la valutazione della dirigenza, poiché disciplinata da
specifica normativa.
finali ata a garantire la legittimit , la regolarit e la corrette a dell a ione amministrativa. Serve
inoltre ad individuare le responsabilità, politiche e burocratiche, della gestione. Questo controllo
verifica essen ialmente il rispetto delle regole nello svolgimento dell attivit amministrativa, con
riferimento alle norme giuridiche (legittimità) e contabili. In quest ottica, i responsabili dei Servizi
sono tenuti a esprimere il parere di regolarità tecnica su ogni proposta di deliberazione.
Il Servizio Economico Finanziario (la Ragioneria), attraverso il suo responsabile, che ha il compito
di:
verificare la veridicità delle previsioni di entrata e la compatibilità delle previsioni di spesa dei
bilanci
verificare periodicamente l accertamento delle entrate e gli impegni delle spese
attestare la copertura finanziaria con il visto di regolarità contabile sui provvedimenti che
comportano spese o diminuzione di entrata, rendendoli esecutivi
esprimere il parere di regolarità contabile sulle proposte di delibera
fare segnalazioni obbligatorie di fatti e valutazioni che potrebbero portare a squilibri di bilancio
Il Collegio dei Revisori, attuando una continua collaborazione con il Consiglio:
esprime pareri obbligatori sulle proposte di bilancio e allegati e sulle variazioni di bilancio. Questi
pareri devono contenere un giudizio di congruità, coerenza e attendibilità contabile.
vigila sulla regolarit contabile, finan iaria ed economica dell ente, sia per l acquisi ione di
entrate che effettuazione di spese
prepara la relazione sul rendiconto
prepara referti al Consiglio su gravi irregolarità di gestione e denuncia eventuali responsabili
partecipa alle verifiche di cassa ordinarie e straordinarie
Il controllo strategico è quello più innovativo per la pubblica amministrazione e, nei comuni di
maggiori dimensioni, serve a fornire agli organi politici un supporto tecnico-strategico sia per fissare
le priorità delle scelte che per verificare la fattibilità degli interventi che gli amministratori si
propongono di fare. Lo scopo del controllo strategico è quello di accertare la congruenza o gli
scostamenti fra:
i bisogni della popolazione gli obiettivi strategici prescelti dall ente le scelte operative
L'unità preposta al controllo strategico, che è posta sotto la direzione del direttore generale, laddove
previsto, o del segretario comunale negli enti in cui non è prevista la figura del direttore generale,
elabora rapporti periodici, da sottoporre all'organo esecutivo e al consiglio per la successiva
predisposizione di deliberazioni consiliari di ricognizione dei programmi.
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Il controllo strategico si svolge in forma integrata col controllo di gestione, di cui utilizza i risultati e
serve soprattutto a riorientare gli indirizzi del vertice politico, nel rispetto della dialettica
politica/gestione, al fine di porre rimedio, nel corso del mandato, agli errori eventualmente commessi.
Gli uffici ed i soggetti che sono preposti all attivit di valuta ione e controllo strategico riferiscono
in via riservata agli organi di indirizzo politico i risultati delle analisi effettuate.
Il controllo di gestione è una forma di controllo che nasce nell impresa privata e che in ambito
pubblico viene utili ata per verificare l efficacia, l efficien a e l economicit 20 dell a ione
amministrativa. Lo scopo è quello di ottimizzare il rapporto tra costi sostenuti e risultati raggiunti,
riducendo i primi e/o migliorando i secondi. Negli enti locali la prima idea di controllo di gestione
risale alla L. 142/90, che ha introdotto il concetto di controllo economico interno. Successivamente
la materia è stata dettagliatamente normata dal D.Lgs. n. 77/95. Il TUEL ha rimesso ordine e
razionalizzato tutto il sistema dei controlli interni, dettando una disciplina che sostanzialmente
riproduce quella del D.Lgs. 77/95. Al controllo di gestione sono dedicati gli articoli 196 e seguenti,
che entrano nel dettaglio di questa forma di controllo interno.
Col controllo di gestione si afferma una nuova concezione di controllo, inteso come guida e non come
giudizio e valutazione e che quindi non ha una funzione repressiva, ma di aiuto nelle scelte per gli
organi burocratici (soprattutto), ma anche per quelli politici. L oggetto del controllo non pi l atto
finale di un procedimento amministrativo, ma tutta l attivit dell ente. Il controllo di gestione quindi
una fonte di informa ioni sull andamento gestionale: misura il livello quantitativo e qualitativo dei
servizi erogati, lo confronta con i relativi costi e con gli obiettivi programmatici, analizza eventuali
scostamenti e propone i necessari interventi correttivi. Vediamo subito quindi che mentre la
tradizionale contabilità finanziaria, sulla quale si costruiscono i bilanci, fa riferimento alla spesa, per
effettuare le misurazioni necessarie al controllo di gestione viene introdotta la nozione di costo, che
è più ampia di quella di spesa, perché ricomprende tutte le risorse impiegate per realizzare una certa
attività in un determinato periodo di tempo. Mentre la spesa rappresenta i soldi sborsati per acquisire
una determinata risorsa, il costo esprime il sacrificio economico correlato al suo effettivo utilizzo,
ossia prende in considerazione anche gli impieghi alternativi che avrei potuto fare di quella risorsa,
se non l avessi consumata per svolgere quella determinata attivit [A cosa rinuncio se spendo quella
risorsa per effettuare quella cosa? Potrei fare meglio, ossia ottenere lo stesso risultato utilizzando
meno risorse, oppure un maggior risultato con le stesse risorse?] L aspetto economico valori a
quindi le risorse impiegate per un determinato scopo, poiché esprime i costi relativi alle sole risorse
consumate, anziché a quelle ancora da impiegare, che sono invece misurate dalla spesa. In
conclusione la contabilità economica, che si basa sui costi, evidenzia non solo le spese, ma anche i
costi di gestione di un amministra ione e non si focalizza sulla copertura finanziaria, bensì su come
vengono utilizzate le risorse una volta che sono state acquisite.
Su questi concetti si basa il controllo di gestione, che è una metodologia diretta a verificare (art. 196
c. 1):
Tale procedura si attua a livello di centro di costo, misurando le risorse utilizzate e comparandole sia
con i costi sostenuti per acquisirle che con la quantità e la qualità dei servizi offerti (c.2). Si applica
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Efficienza: rapporto fra risorse e risultati; Efficacia: rapporto fra risultati e obiettivi; Economicità: rapporto fra costi
e ricavi. Vedi oltre
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all intera attivit amministrativa e gestionale dell ente e si svolge con cadenza periodica, definita dal
regolamento di contabilità, in tre fasi (art. 197 commi 1 e 2):
La funzione del controllo di gestione è quindi quella di fornire agli amministratori informazioni sullo
stato di attuazione degli obiettivi programmati ed ai dirigenti gli strumenti necessari per valutare
l andamento dei servi i di cui sono responsabili. Questi dati vengono elaborati in alcune tabelle,
adeguatamente commentate, che costituiscono il cosiddetto referto del controllo di gestione (art. 198).
Da quanto sopra esposto emerge chiaramente che il PEG, con il quale si assegnano gli obiettivi e le
risorse ai responsabili dei servizi, costituisce il documento contabile indispensabile per effettuare il
controllo di gestione, mentre il tradizionale bilancio finanziario è del tutto inadatto.
IL CONTROLLO DI GESTIONE
OGGETTO Verifica dell intera attivit dell ente per servi i e centri di costo
Verifica dell'efficacia dell'azione amministrativa intesa come capacità dell'ente di
raggiungere gli obiettivi programmati
Verifica dell'efficienza dell'azione amministrativa intesa come capacità di
MODALITA raggiungere gli obiettivi con il minor impiego di risorse disponibili ovvero come
capacità di raggiungere i massimi risultati con i mezzi disponibili
* Misura dell efficien a, l efficacia e l economicit dell a ione intrapresa e dello stato di attuazione dei programmi e progetti
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PROGRAMMAZIONE
Efficacia: è un termine atecnico che indica il grado di raggiungimento degli obiettivi da parte dei
risultati dell a ione amministrativa.
E l oggetto del controllo strategico (valuta ione).
Un indicatore di efficacia esprime il rapporto fra risultato di una determinata attività e
l obiettivo assegnato.
Efficienza: consiste nell ottenere il maggior risultato, sia quantitativo che qualitativo, utili ando le
minori risorse possibili, quindi riducendo gli sprechi.
Generalmente si riferisce alle tecniche di produzione (rapporto fra input e output) ed è facilmente
misurabile e definibile. Data la valen a qualitativa, si riferisce all a ione amministrativa, non al
singolo procedimento.
Un indicatore di efficienza esprime il rapporto tra costo e risultato di una determinata attività
Economicità: è un termine largamente usato dagli addetti ai lavori, ma piuttosto sfuggente. Consiste
nel far buon uso dei fondi pubblici e si verifica analizzando la rispondenza fra mezzi impiegati ed
obiettivi da raggiungere.
In particolare, la capacit durevole di perseguire nel tempo l equilibrio fra costi e ricavi, che
garantisce l autonoma durata del servi io.
Un indicatore di economicità esprime il grado di copertura dei costi di gestione del servizio.
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INDICE
IL BILANCIO ANNUALE DI PREVISIONE ............................................................................................................... 2
1. LE FONTI NORMATIVE.......................................................................................................................................... 2
2. CLASSIFICAZIONE ................................................................................................................................................. 3
3. I PRINCIPI ................................................................................................................................................................. 5
4. LA STRUTTURA ...................................................................................................................................................... 8
5. IL BILANCIO DI PREVISIONE: DUP E ALLEGATI ............................................................................................ 11
6. APPROVAZIONE DELLA DELIBERA DI BILANCIO ........................................................................................ 12
7. LE VARIAZIONI DI BILANCIO ............................................................................................................................ 14
8. LE FASI DELL ENTRATA E DELLA SPESA ....................................................................................................... 16
9. I DEBITI FUORI BILANCIO .................................................................................................................................. 19
IL RENDICONTO DELLA GESTIONE ..................................................................................................................... 21
1. CONTO DEL BILANCIO (ART. 228) ...................................................................................................................... 22
2. CONTO ECONOMICO (ART. 229).......................................................................................................................... 22
3. CONTO DEL PATRIMONIO (ART. 230) ................................................................................................................ 23
4. RELAZIONE DELLA GIUNTA (ART. 231) ............................................................................................................ 23
5. IL RISULTATO CONTABILE DI AMMINISTRAZIONE .................................................................................... 23
IL PEG ............................................................................................................................................................................. 25
1. LE FINALITA ........................................................................................................................................................ 25
2. LE PREVISIONI DEL TUEL .................................................................................................................................. 26
L ARMONIZZAZIONE CONTABILE ....................................................................................................................... 28
1. IL QUADRO NORMATIVO ................................................................................................................................... 28
2. I NUOVI SISTEMI CONTABILI ............................................................................................................................ 30
3. GLI STRUMENTI DELL ARMONIZZAZIONE ................................................................................................... 31
4. LA COMPETENZA FINANZIARIA POTENZIATA ............................................................................................. 34
5. IL FONDO CREDITI DI DUBBIA ESIGIBILITÀ (FCDE) .................................................................................... 36
6. IL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE ............................................................................................................ 36
IL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI............................................................................................................. 37
1. LE PREVISIONI DEL TUEL .................................................................................................................................. 37
2. LE ULTERIORI FUNZIONI ................................................................................................................................... 39
IL SERVIZIO DI TESORERIA .................................................................................................................................... 40
1. LE FUNZIONI DEL TESORIERE .......................................................................................................................... 40
I CONTROLLI INTERNI ............................................................................................................................................. 42
1. I CONTROLLI INTERNI NEGLI ENTI LOCALI .................................................................................................. 42
IL CONCETTO DI RAZIONALITA ECONOMICA ............................................................................................... 46
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