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CAPITOLO I. GLI ATTORI.

IL GIUDICE

La giurisdizione ordinaria è ​esercitata dai magistrati ordinari, istituiti dalle leggi di


ordinamento giudiziario, ai quali la Costituzione garantisce ​indipendenza, autonomia e
inamovibilità.

Sono giudice penali ordinari:


- Di ​ primo grado​: il giudice di pace, il tribunale (in composizione collegiale o
monocratica) e la corte di assise.
- Il tribunale per i minorenni è un giudice ordinario ​specializzato.
- In appello: la corte d’appello, la corte di assise d’appello e la sezione della corte
d’appello per i minorenni. Il tribunale in composizione monocratica è giudice di
appello avverso le sentenze del giudice di pace.
- La ​ Corte suprema di cassazione è organo supremo della giustizia, la quale assicura
l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto
oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni e la regolazione
dei conflitti di competenza. Ha sede in Roma ed ha giurisdizione su tutto il territorio
italiano.

La Costituzione vieta l’istituzione di ​giudici straordinari (giudice istituti post factum) e di


nuovi ​ giudice speciali oltre a quelli espressamente previsti, cioè a dire, la Corte
costituzionali, che ha giurisdizione sulle accuse promosse contro il Presidente della
Repubblica per alto tradimento o per attentato alla Costituzione e i tribunali militari.

Possono soltanto istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari ​sezione specializzate per
determinate materie.

Giurisdizione e “giusto processo”:​caratteri di ​terzietà ​ed ​imparzialità​del giudice.

Capacità del giudice: quest’espressione evoca l’idoneità dello stesso a rendere il giudizio
secondo il disegno dell'ordinamento giudiziario.

LA COMPETENZA

Tradizionalmente configurata come “porzione” della funzione giurisdizionale svolta dal


singolo organo, la competenza è l’​insieme delle regole necessarie per determinare, in ogni
procedimento penale singolarmente considerato.

A) Competenza funzionale: riguarda sia la ripartizione delle funzioni all’interno degli


organi collegiali, sia quella tra i vari giudici nei vari stati e gradi del procedimento,
sia, infine, le specifiche attribuzioni di un determinato giudice.
B) Competenza per materia​: strutturata verticalmente, ripartisce le regiudicande
secondo due criteri:
a) Uno​qualitativo:​il titolo del reato.
b) Uno​quantitativo​: pena edittale.

- Giudice di pace​: è un giudice onorario. Alla sua competenza sono devoluti una serie
di reti di scarso allarme sociale​, ma di ​frequente commissione ​(ad. es.: percosse,
diffamazione, somministrazione di bevanda alcoliche a minori).
- Tribunale:​conosce dei reati non devoluti né al giudice di pace, né alla corte di assise.
- Composizione collegiale (composto da tre giudici): le attribuzioni sono
individuate sia secondo un parametro qualitativo, fondato sulla specifica
individuazione delle fattispecie, sia secondo un parametro quantitativo, che
devolve al collegio la competenza a conoscere dei reati punito con la pena
della reclusione ​superiore nel massimo a 10 anni, ma inferiore a 24 anni.
- Composizione monocratica (composto da un solo giudice): conosce dei reati
puniti con la pena della reclusione ​inferiore nel massimo a 10 anni (criterio
quantitativo), nonché dei delitti specificamente previsti (criterio qualitativo).
- Corte d’assise (giudice collegiale composto da due giudici togati e sei giudici
popolari): competenza a giudicare i delitti più gravi con la pena dell’ergastolo o della
reclusione non inferiore nel ​massimo a 24 anni​, ​esclusi i delitti di tentato omicidio,
di rapina, di estorsione, di associazione di tipo mafioso. Sul piano ​qualitativo​ ,
conosce dei più gravi fatti di sangue e dei più gravi delitti politici che non richiedono
particolari competenze tecnico-giuridiche.
- Tribunale per i minorenni: conosce tutti i procedimenti penali per reati commessi
dai ​
minori degli anni 18.

C) Competenza per territorio​ : declina le regole funzionali ad una distribuzione


“orizzontale” delle regiudicande sul territorio dello Stato. Il territorio è diviso in:
- Distretti​: aree geografiche delle corti di appello.
- Circoli:​circoscrizioni delle corti di assise.
- Circondari:​circoscrizioni dei tribunali.
- Il giudice di pace ha sede in tutti i capoluoghi dei ​mandamenti (ambiti
giudiziari in cui il pretore esplicava le proprie funzioni).

La competenza territoriale è determinata dal ​luogo in cui il reato è stato consumato.


Nondimeno, se si tratta di fatto dal quale è derivata la ​morte ​di una o più persone, è
competente il giudice del luogo in cui è avvenuta ​l’azione o l’omissione. ​Nel caso del ​reato
permanente è competente il giudice del luogo in cui ​ha avuto inizio la consumazione Se si
tratta di ​
delitto tentato, ​la competenza è del giudice del luogo in cui è stato compiuto
l’ultimo atto diretto a commettere il delitto.

Regole suppletive: Nel caso in cui non sia possibile determinare la competenza secondo le
regole precedenti, essa si radica nel giudice dell’ultimo luogo in cui è avvenuta ​una parte
dell’azione o dell’omissione​, ovvero in subordine, nel giudice della residenza, della dimora
o del domicilio dell’imputato. ​Se nemmeno in tale modo è possibile determinare la
competenza, questa appartiene al giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio del p.m. che ha
provveduto per primo a ​iscrivere la notizia di reato.

Reati commessi all'estero: ​Se il reato è commesso interamente ​all’estero, ​la competenza è
determinata successivamente dal luogo della residenza, dimora, domicilio, arresto o consegna
dell’imputato. Nel caso di pluralità di imputati, procede il giudice competente per il maggior
numero di essi.

D) Competenza per trascinamento: ​Quando si procede per i reati di cui le funzioni di


g.i.p. e di g.u.p. sono “attratte” dalla titolarità investigativa della DDA ed esercitate un
magistrato operante nel capoluogo del distretto di corte d’appello nel cui territorio ha
sede il giudice competente.
E) Competenza per connessione: La parziale coincidenza degli oggetti di più
regiudicande, la legge processuale affida ad un unico giudice la cognizione su tutte la
fattispecie interessate. In caso di connessione, la competenza a conoscere dei vari reati
appartiene sempre al ​giudice superiore​. Tra due organi aventi eguale competenza per
materia, prevale il giudice competente per il reato più grave. Nel caso di connessione
tra procedimenti rispettivamente appartenenti alla competenza del tribunale in
composizione collegiale e a quello in composizione monocratica, la competenza è
sempre dell’​organo collegiale. Gli imputati minorenni sono sempre giudicati dal
tribunale per i minorenni ed il giudice speciale prevale su quello ordinario.

RIUNIONE E SEPARAZIONE DI PROCESSI

La riunione di processi può essere disposta:


a) quando essi siano pendenti nello stesso stato e grado davanti il medesimo giudice;
b) quando essi siano connessi oppure sussista tra di essi un collegamento investigativo;
c) quando la riunione non determini un ritardo nella loro definizione.

La separazione di processi rappresenta la regola del modello accusatorio.

L’INCOMPATIBILITÀ DEL GIUDICE

Le cause di incompatibilità sono preordinate a garantire che la funzione giurisdizionale non


sia condizionata dalla pregressa conoscenza dei fatti relativi alle regiudicanda.

I casi di ​
incompatibilità endoprocedimentale​sono i seguenti:
a) Aver pronunciato sentenza n un precedente grado del medesimo procedimento.
b) Aver emesso il provvedimento conclusivo dell’udienza preliminare.
c) Aver disposto il giudizio immediato.
d) Aver emesso decreto penale di condanna.
e) Aver deciso sull’impugnazione avverso la sentenza di non luogo a procedere.
Inoltre, il giudice che nel medesimo procedimento ha esercitato funzioni di g.i.p. non può
emettere il decreto penale di condanna, né tenere l’udienza preliminare, né partecipare al
giudizio.

Infine, non può rivestire l’ufficio di giudice chi, in precedenza, abbia svolto funzioni di p.m.,
di p.g., di difensore, di procuratore speciale, di curatore, perito, consulente tecnico o ha
proposto querela, denuncia, istanza o richiesta o ha deliberato l’autorizzazione a procedere.

Incompatibilità per ragione di parentela et ​similia:​ Incompatibilità, all’interno dello


stesso procedimento, di giudici che siano legati da un vincolo di coniugio ovvero siano
parenti o affini entro il secondo grado.

ASTENSIONE E RICUSAZIONE DEL GIUDICE

Il giudice ha l’obbligo di astenersi attraverso una dichiarazione scritta quando esista una
delle ipotesi che potrebbe mettere in pericolo la sua imparzialità. Tale obbligo sussiste:
a) se il giudice ha interesse nel procedimento o se alcuna delle parti private o un
difensore è debitore o creditore del giudice, del coniuge o dei figli.
b) se il giudice è tutore, curatore, procuratore o datore di lavoro di una delle parti private.
c) se il giudice ha dato consigli o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento
fuori dell'esercizio delle funzione giudiziarie.
d) se vi è inimicizia grave tra il giudice o un suo prossimo congiunto e una delle parti
private.
e) se alcuno dei prossimi congiunti del giudice o del coniuge è offeso o danneggiato dal
reato o parte privata.
f) se un prossimo congiunto del giudice o del coniuge svolge funzioni di p.m.
g) se si trova in taluna delle situazioni di incompatibilità.
h) se esistono altre gravi ragioni di convenienza.

Le parti possono ​ricusare ​il giudice negli stessi casi legittimanti l’astensione l’astensione
eccezion fatta per l’ipotesi delle gravi ragioni di convenienza. In caso di concorso tra una
dichiarazione di astensione ed una di ricusazione, la seconda si considera come non proposta.

Nel caso in cui la dichiarazione di astensione o di ricusazione sia accolta, il giudice ​non può
compiere alcun atto del procedimento.

LA RIMESSIONE DEL PROCESSO

La rimessione è lo strumento volto ad evitare, tramite una ​deroga ai normali criteri di


determinazione della competenza territoriale, che situazioni locali esterne rispetto al
processo si ripercuotano con effetti negativi sulla serenità e sull’imparzialità del suo
svolgimento.
Trattasi di particolari circostanze di natura ambientale suscettibili di riflettersi in modo
anomalo sull’autonomia dell’ufficio giudiziario, determinando pregiudizio dell’obiettività e
dell’imparzialità dell’organo giudicante.

La rimessione tende a tutelare l’imparzialità del giudice-organo “vulnerata” da ​gravi


situazioni locali​, estranee al processo, idonee ad incidere sulla sfera volitiva dei partecipanti
alla contesa giudiziaria.

Per la fondatezza del presupposto necessario alla ​translatio iudicii ​occorre, in un primo
tempo, valutare in modo autonomo la sussistenza di gravi fattori locali tali da incidere sul
processo turbandone il corso e, in un secondo momento, le cause in grado de pregiudicare i
valori tutelati dalla rimessione.

Concetto di gravi situazioni locali​: specifici eventi, di notevole portata, radicati


nell’ambiente circostante la sede giudiziaria, per loro natura destinati ad incidere sulla
medesima sede considerata nel suo complesso, cosicché il turbamento non possa essere
“altrimenti eliminabile” che tramite un provvedimento radicale quale il trasferimento del
processo.

Innanzi tutto, occorre verificare se gli eventi siano tali da turbare il regolare svolgimento del
processo, nel senso che saranno rilevanti gli eventi che evidenzino una concreta ed effettiva
capacità inquinante. In secondo luogo, è necessario appurare se dette situazioni non siano
altrimenti eliminabili. Tale requisito sussiste solo allorché a detti fattori perturbanti non sia
possibile porre rimedio mediante l’adozione di particolari accorgimenti e cautele, ovvero
attraverso l’impiego di strumenti quali il ricorso alla forza pubblica, la celebrazione del
dibattimento a porte chiuse o l’impiego delle videoconferenze.

Quanto all’oggetto del pregiudizio, la legge contempla la libera determinazione delle persone
che partecipano al processo (giudice, parti e difensori, soggetti chiamati a contribuire alle
esigenze della giustizia del caso singolo -testimoni, periti, ecc.-).

Con riguardo alla tipologia del pregiudizio, è richiesta una vera e propria coartazione fisica o
psichica.

L’arco temporale per la presentazione delle richiesta di rimessione si estende ad ogni stato e
grado del processo di merito.

Triplice la ​legittimazione alla proposizione della richiesta​: imputato, procuratore generale


presso la corte d’appello ed il p.m. presso il giudice che procede. Il soggetto richiedente deve
notificare della richiesta alle altre parti entro sette giorni dal deposito in cancelleria.

La Corte di cassazione decide sulla richiesta di rimessione in camera di consiglio, dopo aver
assunto, se necessario, le opportune informazioni.
Atti compiuti: Il giudice designato procede alla rinnovazione degli atti compiuti
anteriormente al provvedimento che ha accolto la richiesta di rimessione, quando ne è
richiesto da una delle parti e non si tratta di atti di cui è divenuta impossibile la ripetizione.

LE PARTI: DEFINIZIONE E “PROFILI DINAMICI”

Nel corso del dibattimento, p.m., imputato, parte civile, responsabile civile e civilmente
obbligato per la pena pecuniario sono parti del processo.

Le prime due sono ​parti necessarie ai fine del regolare svolgimento del processo. Le ultime
tre sono ​parti eventuali, nel senso che la loro presenza non è indispensabile per lo
svolgimento del processo.

Le parti svolgono una pluralità di atti all’interno del dibattimento prevalentemente volti
all’assunzione delle prove.

❖ IL P.M.

Il p.m. interviene in qualità di parte, rappresenta l’accusa e avolge in dibattimento,


principalmente, l’attività previste in tema di ammissione di prove ed escussione delle stesse.

Nel corso del ​dibattimento​, la disciplina dell’udienza e la sua direzione sono svolte dal
presidente del collegio giudicante. Tuttavia, in sua assenza la disciplina dell’udienza è
esercitata dal p.m.

Nell’ipotesi in cui durante l’udienza dibattimentale venga commesso un ​reato in udienza​, il


p.m. procede disponendo, nei casi ove ciò sia previsto, l’arresto dell’autore.

Nell dibattimento, il p.m. può ​modificare l’imputazione​, se nel corso dell’istruzione


dibattimentale il fatto risulta diverso da come è descritto nel decreto che dispone il giudizio.

❖ L’IMPUTATO

La circostanza in cui si assume la qualità di imputato è il momento in cui è scandito il


passaggio dalla fase procedimentale a quella processuale.

L'assunzione della qualità di imputato si sintetizza nella formulazione dell’​imputazione e


nella ​
richiesta di un accertamento giurisdizionale​.

I​
modi attraverso cui si assume la qualità di imputato sono diversi (richiesta di applicazione
della pena su richiesta delle parti, richiesta di rinvio a giudizio, richiesta di giudizio
immediato o di decreto penale de condanna).
L’assunzione della qualità di imputato genera in capo allo stesso una serie di ​diritti e
garanzie ​da esercitare nel corso del processo. Tali diritti e garanzie si considerano estesi
all’indagato.

La qualità di imputato si ​conserva in ogni stato e grado del procedimento​. Le sole ragione
che consentono il venir meno di tale qualità sono ascrivibili a taluni pronunciamenti
dell’autorità giurisdizionale: sentenza di non luogo a procedere, sentenza di proscioglimento
o di condanna irrevocabile.

La qualità di imputato si ​riassume qualora la sentenza di non luogo a procedere sia revocata
ovvero se è disposta la revisione del processo.

L’​
identificazione dell’imputato​avviene tramite due distinte operazioni:

1. L’accertamento dell’identità fisica:


- Occorre stabilire se la persona che si trova dinanzi all’autorità giudiziaria è la
stessa contro la quale si sta procedendo.
- La certezza sull’identità fisica dell’imputato è requisito imprescindibile per
proseguire il procedimento.
- Modi attraverso cui procedere: verifica delle impronte digitali, prova del
DNA, testimonianza.
- Il ​diritto al silenzio dell’imputato non si estende alle dichiarazioni che egli è
tenuto a rendere circa le proprie generalità e quant’altro serva
all’identificazione anagrafica dello stesso.

2. L’accertamento dell’identità anagrafica:


- Per procedere egli è invitato ​dall’autorità giudiziaria a declinare le proprie
generalità e ogni altro elemento utile ad identificarlo → facoltà di non
rispondere.

La capacità dell’imputato: ​perché l’imputato possa essere tale deve possedere: ç

- La ​legittimazione al processo: ​ogni soggetto è legittimato ad assumere la qualità di


imputato e a essere parte del processo penale. Tale capacità viene a mancare negli
infanti e negli immuni.

- La ​capacità processuale: ​è la capacità di partecipare coscientemente al processo ed


esercitare i diritti e le facoltà connesse a tale posizione. La capacità processuale è
commisurata in relazione alla capacità dell’imputato di prendere parte al processo in
modo consapevole. L’imputato deve trovarsi nelle condizioni psico-fisiche idonee ad
esercitare in pieno il suo diritto di autodifesa nel corso del processo.
Nel corso del processo penale, qualora sorga il dubbio che l’imputato sia affetto da uno stato
di infermità mentale idoneo ad impedirne la cosciente partecipazione al processo, il giudice
può disporre apposita ​perizia.

Una volta che siano stati compiuti gli accertamenti sulla capacità dell’imputato, ove risulti
che lo stato mentale dell’imputato è tale da impedirne la cosciente partecipazione e che tale
sia ​
reversibile​, il giudice dispone la ​sospensione del procedimento. Con l’ordinanza di
sospensione, il giudice nomina all’imputato un curatore speciale.

Invece, se tale stato è irreversibile​, il giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere o
sentenza di non doversi procedere.

L’imputato assiste all’udienza ​libero nella persona​, salvo che siano necessarie cautele per
prevenire il pericolo di fuga o di violenza.

L’imputato che, dopo essere stato ammonito, persiste nel comportarsi in modo da impedire il
regolare svolgimento dell’udienza, è ​allontanato coattivamente dall’aula. In tale caso, si
considera presente ed è rappresentato dal difensore.

Il giudice può disporre l’​accompagnamento coattivo dell’imputato assente, qualora la sua


presenza sia necessaria per l’assunzione di un prova diversa dall’esame.

Nel corso degli atti introduttivi al dibattimento, il presidente informa l’imputato che egli ha la
facoltà di rendere le dichiarazioni che ritiene opportune, purché riferite all’oggetto
dell’imputazione.

Nel caso, in dibattimento, emergano ​nuove contestazioni l’imputato può chiedere un termine
per la difesa o l'ammissione di nuove prove.

❖ LE PARTI EVENTUALI

Sono la parte civile, il responsabile civile e il civilmente obbligato per la pena pecuniaria.

Ogni reato obbliga l’autore dello stesso alle restituzioni e, qualora abbia provocato un danno,
al risarcimento. Il soggetto che ha subito il danno ovvero i suoi successori universali possono
avanzare le loro pretese risarcitorie dinanzi al giudice civile ovvero costituire ​parte civile nel
processo penale.

L’azione civile per la restituzione ed il risarcimento del danno può essere attivata nel
processo penale non soltanto nei riguardi dell’imputato, ma anche del ​responsabile civile​.

Per quanto concerne la ​persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria​, tale soggetto
è obbligato a pagare la multa o l’ammenda inflitta all'autore del reato condannato in casi di
sua insolvibilità.
❖ IL DIFENSORE

La presenza del difensore nel dibattimento è indispensabile. Qualora il difensore


dell’​
imputato non sia presente, il giudice designa come sostituto altro difensore. Anche le
parti eventuali ​sono assistite da un difensore.

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