Sei sulla pagina 1di 179

Servizio geologico Agenzia regionale per la

Regione Emilia-Romagna sismico e dei suoli Ricostruzione Sisma 2012

Formazione sulla
PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E CONTROLLO DEGLI
INTERVENTI STRUTTURALI NELLA RICOSTRUZIONE
POST-SISMA 2012 IN EMILIA
Viale della Fiera, 8, Bologna
17 & 24 gennaio 2019

Prove in sito e di laboratorio per la


definizione del modello di sottosuolo

Prof. Ing. Giuseppe Lanzo


Modello geotecnico di sottosuolo in campo statico
È in generale necessario individuare più di un modello
geotecnico, in ragione del tipo di opera (fondazione, opera di
sostegno, ..) e dello stato limite considerato.

Programma di indagini
Indagini condizionate da:
• tipologia strutturale
• stato limite da esaminare
• metodo di analisi
• caratteristiche del sottosuolo
(proprietà fisiche,
parametri di stato, parametri
di comportamento)

g, c’, j’, Eed, …

g, Cu, Eu, …

volume g, c’, j’, Eed, …


significativo
Modello geotecnico di sottosuolo in campo statico
Variabilità dei parametri di deformabilità all’interno
di uno stesso terreno
Cross-hole

Argilla NC
Argilla
SC

G, E

piccole medie grandi

≈0.001% ≈0.1-1%
g, e
Sulla resistenza al taglio
Variabilità delle caratteristiche di resistenza al
taglio in un terreno omogeneo
f  c'(   u ) tan j'  c'' tan j'
I parametri di resistenza al taglio dipendono dalla tensione
efficace.

 OCR>1 OCR=1
j’cv

j’p

c’p
’p’max ’
Sulla resistenza al taglio
Dipendenza della resistenza al taglio dal livello di
deformazione (resistenza al taglio mobilitata)

f  c'(   u ) tan j'  c'' tan j'

  j’p
picco
j’c
critico
j’r
residuo

c’p

dh ’
Modello geotecnico di sottosuolo in campo statico
Variabilità dei parametri di resistenza all’interno
di uno stesso terreno

Re
si
st
en
za
al ql=’h tand
t ag
lio
di
pic
co

qp=’v L Nq(j’) q
q q

p'
q
p' e p'

(Scarpelli et al. 1999, modificato) e


Modello geotecnico di sottosuolo in campo dinamico
Le indagini nel sottosuolo, in linea di principio, vanno estese
nell’ambito del volume significativo che, per analisi di
amplificazione sismica, può essere molto più esteso rispetto a
quello relativo alle classiche analisi in ambito statico. Si tratta
di:

 geotecniche (laboratorio e sito);


 geofisiche (attive e passive)

g, Vs, VP g, Vs, VP
g, Vs, VP
H g, Vs, VP fo H?
fo

g, Vs, VP g, Vs, VP

gr, Vs, VP
Proprietà dinamiche di interesse
Il comportamento meccanico dei terreni sotto azioni
sismiche può essere descritto mediante:

G0, D0, G(g), D(g), Du/’v(g)


G0 G(g)
N cicli

Du/’v
D(g)
D0 N cicli

gl0,001% gv  0,05% g (log)

G0=cost G= f(gc) G= f(gc,N)


D0= cost D= f(gc) D= f(gc ,N)
Proprietà dinamiche
Intervalli di deformazione per diversi tipi di prove
piccole medie elevate

G0
G D

D0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1 g (%) 10

Prove geofisiche in sito (CH, DH, MASW, etc.)

Colonna risonante (RC)

Taglio torsionale ciclico (CTS)

Taglio semplice
ciclico (CSS/DSDSS)
Triassiale ciclico (CTX)
Proprietà dinamiche
Strategia per la loro determinazione

G(g) e D(g)

 G( gProve
)  in lab
G( g ) sito
Misure in sito
 G 0 sito  
G0  G 0G(g) labe D(g)
G(g)
G0
D(g)

D0
g
Indagini geofisiche
Tecniche sperimentali di indagine in sito

Tecniche geofisiche

Misure sismiche

Intrusive Non intrusive

Attive Attive Passive


VP VS
VS
VP VS V P VS VS
DH CH SCPT SDMT Rifr. Rifl. SASW MASW fk, SPAC, Remi

foro Metodi basati su


onde di superficie
Tecniche geofisiche - Misure sismiche
Le misure sismiche possono essere classificate come:

 attive: le onde sono generate da una sorgente


opportunamente energizzata durante la prova
 passive: è utilizzato come sorgente il rumore ambientale di
fondo

oppure

 non intrusive: sia la sorgente che i ricevitori sono ubicati


in superficie durante la prova
 intrusive: sorgente o ricevitori (o entrambi) sono ubicati
all’interno del terreno
Misura diretta del modulo di taglio G0
Prove in sito – vantaggi rispetto alle prove di
laboratorio
 consentono una misura più accurata di G   VS la
G00attraverso2

misura della velocità delle onde di taglio Vs in quanto


sono più rappresentative delle condizioni reali del
terreno nella sua sede naturale (assenza di disturbo
del campionamento);
 forniscono valori medi su grandi volumi di terreno
rispetto alle dimensioni dei provini di laboratorio (i
risultati delle prove di laboratorio possono riflettere
l’eterogeneità del terreno molte prove);
 consentono di disporre di un numero più elevato di
misure lungo una data verticale;
Modulo di taglio massimo G0
MASW vs. CH : differenze nei volumi di terreno
campionati
sorgente sorgente

ricevitore ricevitore

volume di terreno
campionato da SASW

volume di terreno
campionato da CH
Tecniche geofisiche - Misure sismiche
prove geofisiche sismiche
 Riflessione sismica
 Rifrazione sismica
 Cross-Hole (CH)
 Down-Hole (DH)
 Cono sismico (SCPT)
 Dilatometro sismico (SDMT)
 Analisi spettrale di onde di superficie
(MASW)
prove convenzionali
 SPT, CPT (correlazioni empiriche)
PROVA
CROSS-HOLE
Prova cross-hole (CH)
La sorgente meccanica è
ubicata in foro; il
ricevitore è ubicato in
foro, alla stessa
profondità.

Si misura il tempo
necessario alle onde SV Sorgente
per spostarsi tra i due Profondità Geofono
Ricevitore
punti a distanza nota. di prova
packer

Tubazione di
Misurando i tempi di rivestimento in PVC-
foro cementato
viaggio delle onde, note
le distanze percorse, si
calcola la velocità di
propagazione delle onde.
Prova CH – tecnica di esecuzione
 Sorgente: onde P e S, munita di un trasduttore (trigger) per
l’identificazione dell’istante di partenza della sollecitazione dinamica
 Ricevitori: geofoni con 1 o 3 trasduttori di velocità
 Un sistema di acquisizione in grado di registrare in modo digitale sia
il segnale del trigger che le forme d’onda
I segnali registrati ai ricevitori possono essere filtrati (per
l’eliminazione di eventuali disturbi ambientali) e interpretati per la
determinazione dei tempi di arrivo delle onde sismiche, secondo una o
più metodologie (e.g. metodo visuale; cross-correlazione)

 Interasse fori : fra 3 e 5 m (compromesso tra riduzione effetti del


disturbo e caratterizzazione dei dettagli stratigrafici)
 Diametri dei fori : piuttosto piccoli (f ~ 150 mm)
 Rivestimento foro con tubi PVC
 Intercapedine foro-tubo riempita con malta a ritiro nullo (perfetta
connessione)
 Misure inclinometriche : per controllo deviazione dei fori dalla
verticale
 Profondità massime ≥ di 100m
Oscilloscopio
Prova Cross-Hole (CH)

Pompa

Dt
Velocità delle onde di taglio
Vs = Dx/Dt

Sorgente Geofono
Profondità Ricevitore
di prova
packer
Dx
inclinometro inclinometro

Tubazione di rivestimento in
PVC- foro cementato
Risultati di prove Cross-Hole

Risultati restituiti
in forma di grafici
che riportano i
valori puntuali delle
velocità misurate
con la profondità
Risultati di prove Cross-Hole

Risultati restituiti
in forma di grafici
che riportano i
valori puntuali delle
velocità misurate
con la profondità
Prova Cross-Hole (CH)
Limiti
 Costi abbastanza elevati
 Maggiore ingombro areale
 Necessità di sondaggi, misure inclinometriche, etc.

Pregi
 Misura continua della velocità con la profondità
 Riduzione dei problemi relativa all’interferenza tra onde
dirette, rifratte e riflesse
 Profondità di investigazione elevata
 Possibilità di rilevare anche la velocità in corrispondenza di
strati sottili

Il metodo CH fornisce risultati che valgono da


riferimento per altre tecniche. I costi del metodo però
ne impediscono un uso di tipo estensivo
PROVA
DOWN-HOLE
Prova down-hole (DH)
La sorgente meccanica è Tavola-sorgente

ubicata in superficie; i
ricevitori (uno o due) sono
ubicati in foro.

Martello
Si registrano, a diverse z1

profondità, gli arrivi di onde z2


packer
di taglio SH che si
propagano prevalentemente Trasduttor
Intervallo i di
in direzione verticale della velocità
profondità orizzontali
di prova (Geofoni
Misurando i tempi di viaggio ricevitori)
delle onde, note le distanze
percorse, si calcola la Tubazione
in PVC
velocità di propagazione
delle onde.
Prova DH – tecnica di esecuzione
 Sorgente: ad impulsi orizzontali
 Ricevitori: geofoni con 1 o 3 trasduttori di velocità
 Un sistema di acquisizione in grado di registrare in modo
digitale sia il segnale del trigger che le forme d’onda
I segnali registrati ai ricevitori possono essere filtrati (per
l’eliminazione di eventuali disturbi ambientali) e interpretati per
la determinazione dei tempi di arrivo delle onde sismiche,
secondo una o più metodologie (e.g. metodo visuale; cross-
correlazione)

 Distanza sorgente-foro : fra 1,5 e 2,5 m


 Distanza geofoni in foro : 1-3 m
 Rivestimento foro con tubo PVC
 Intercapedine foro-tubo riempita con malta a ritiro nullo
(perfetta connessione)
 Profondità massime < di 50m
Prova DH
Modalità operative

 Si mantiene fissa la sorgente e, all’interno del foro, si


abbassano o si sollevano, ad intervalli successivi di 1m, i
ricevitori, di cui è fissata la distanza e l’orientazione dei
trasduttori orizzontali

 Per ciascuna posizione è energizzata la sorgente delle onde P


(battute verticali) e la sorgente delle onde S (battute
orizzontali), eventualmente invertendone l’orientazione e
sono acquisiti i segnali corrispondenti.

 Si misurano, con la profondità lungo la verticale esaminata, i


tempi di arrivo (diretti sorgente-ricevitore e /o di
intervallo tra i due ricevitori)
Oscilloscopio
Prova Down-Hole (DH)
Tavola-sorgente
Pompa

x
Dt Martello
z1
z2 packer

Trasduttori
Intervallo della di velocità
profondità di
orizzontali
prova
(Geofoni
ricevitori)
Velocità delle onde di taglio:
R12 = z12 + x2
Vs = DR/Dt R22 = z22 + x2 Tubazione
in PVC
Prova Down-Hole (DH): interpretazione
Prova Down-Hole (DH): interpretazione
Prova Down-Hole (DH)
Limiti
 attenuazione dell’ampiezza delle onde con la profondità
 effetti di rifrazione/rifrazione delle onde sismiche a causa
dell’eterogeneità del mezzo,
 misura di valori medi della velocità per ciascuno strato
 difficoltà di caratterizzare sottosuoli fortemente
stratificati
 profondità di investigazione limitata (≤50m)

Pregi
 misura continua della velocità con la profondità
 ingombro areale limitato
 vasta sperimentazione nella pratica e nella ricerca

I profili di velocità ottenuti dalla prova DH sono in


generale meno accurati di quelli forniti dalla prova
PROVA MASW
(Multichannel Analysis of Surface
Waves)
Prova MASW
Prova MASW
Base teorica
 La tecnica MASW è basata sulla determinazione
della velocità delle onde di Rayleigh VR.
 Esse inducono spostamenti verticali e orizzontali.
 Gli spostamenti verticali si propagano soltanto fino
a limitate profondità, all’incirca proporzionali alla
lunghezza d’onda l.

lR ricevitore
sorgente
Spostamento verticale

VS~ VR= lR f lR

z
La componente verticale del moto si attenua con la profondità meno
rapidamente della componente orizzontale e si può considerare trascurabile
ad una profondità pari alla lunghezza d’onda lR
Prova SASW
Nell’ipotesi di deposito omogeneo, onde di diversa
lunghezza d’onda l (o diversa frequenza f o diverso
periodo T), si propagano con la stessa velocità VR
l piccola l grande
f elevata f bassa

VS,1 lR,1
lR,2
lR,3

VR = lR1 f1 VR = lR2 f2 VR3 = lR f3

VR

lR1 lR2 lR3


Prova MASW
Nell’ipotesi di deposito stratificato orizzontalmente,
onde di diversa lunghezza d’onda l (o diversa frequenza
f o diverso periodo T), si propagano con velocità VR
differenti l piccola l grande
f elevata f bassa

VS,1 lR,1
lR,2
VS,2 lR,3
VS,3
VR1 = lR1 f1 VR2 = lR2 f2 VR3 = lR3 f3

VR
DISPERSIONE

lR1 lR2 lR3


Prova MASW
Nell’ipotesi di deposito stratificato orizzontalmente,
per investigare diverse profondità dal p.c., è
necessario:
 generare onde di diversa lunghezza d’onda l (o
diversa frequenza f o diverso periodo T);
 registrare il moto verticale;
 determinare la VR
l piccola
l grande
f elevata
f bassa

VS,1 lR,1
lR,2
VS,2 lR,3
VS,3
VR1 = lR1 f1 VR2 = lR2 f2 VR3 = lR3 f3
Prova MASW
Prova MASW
Prova MASW
La legge di variazione di VR con f è detta curva di
dispersione e consente di risalire al profilo di rigidezza
del terreno.
VR
VR
VS,1
VS,2
VS,3
?
l

f
Processo
d’inversione
Prova MASW

Misura delle onde di Rayleigh

Curva di dispersione: VR vs f
VR
Processo
d’inversione
Profilo di VS con la profondità
f

G0=VS2 G0

Profilo di G0 con la profondità


z
Prova MASW
Procedura d’inversione
 La relazione che intercorre tra la curva di dispersione delle
onde di Rayleigh, ottenuta sperimentalmente in sito, e il
profilo di rigidezza del terreno non è immediata.
 Occorre simulare con modelli matematici il meccanismo di
propagazione delle onde superficiali in modo da potere
stimare il profilo di rigidezza che riproduce la curva di
dispersione ottenuta (processo d’inversione).
 Scelto il modello, si applica la procedura iterativa
seguente:
1) Discretizzazione del sottosuolo in strati omogenei e
orizzontali
2) Definizione dei parametri geoemetrici (spessore), fisici
(densità) e meccanici (VS, n) per ogni strato
3) Calcolo della curva di dispersione teorica e confronto
con quella sperimentale
4) Iterazione dei passi precedenti fino al raggiungimento di
un buon accordo tra le curve di dispersione
La procedura d’inversione è il punto di debolezza della
SASW in quanto è sensibile al modello adottato e fornisce
spesso soluzioni non univoche
Prova MASW
Limiti
 sensibilità ai disturbi ambientali
 scarsa affidabilità a profondità maggiori di 40-50 m;
 i modelli numerici d’inversione devono essere usati con
accortezza (scelta dei parametri sbagliati può
compromettere i risultati)
 fase interpretativa spesso lunga e complessa
 problemi d’interpretazione possono anche derivare dalla
non orizzontalità degli strati
Pregi
 non invasività
 economicità
 possibilità di coprire vaste aree
 sono le più diffuse tra le misure sismiche basate su onde di
superficie e sono oggetto di ricerca continua
CONFRONTI
TRA LE TECNICHE
CH, DH E MASW
Confronto tra CH effettuate in siti vicini
Confronto tra CH effettuate nello stesso foro
Confronto tra DH effettuate nello stesso foro
Confronto tra DH effettuate nello stesso foro
PROVE PASSIVE
Misure di rumore ambientale
Misure di rumore ambientale
Misure di rumore ambientale
Misure di rumore ambientale
Misure di rumore ambientale
Configurazione a stazione singola
Configurazione ad array
Metodo H/V (metodo di Nakamura)
Metodo H/V (metodo di Nakamura)
Metodo H/V (metodo di Nakamura)
Configurazione ad array
Misure passive : limiti e pregi
Misure passive : limiti e pregi
Prove invasive vs. prove non invasive
Prove di laboratorio
Prove di laboratorio cicliche e dinamiche

Le prove di laboratorio cicliche e dinamiche hanno lo


scopo di:
 investigare l’influenza dei vari fattori che governano il
comportamento dei terreni sotto l’azione di
sollecitazioni cicliche e dinamiche per elaborare
teorie sul comportamento tensio-deformativo dei
terreni (modelli costitutivi)
 determinare i parametri meccanici di deformabilità e
resistenza in funzione dell’ampiezza della
sollecitazione (ciclica o dinamica) e del numero dei
cicli da utilizzare nelle analisi sismiche
Proprietà dinamiche di interesse
In relazione al problema geotecnico e al livello di
deformazione di taglio di interesse i parametri
geotecnici possono essere diversi:

G0, D0, G(g), D(g), Du/’v(g), cycl


G0 G(g)
N cicli

Du/’v
D(g)
D0 N cicli

gl0,001% gv  0,05% g (log)

G0=cost G= f(gc) G= f(gc,N)


D0= cost D= f(gc) D= f(gc ,N)
Il modello geotecnico di sottosuolo per RSL
Caratteristiche geotecniche dei terreni e della roccia di base:
- pesi dell’unità di volume g (dei terreni) e gR (della roccia di base)
- profilo della velocità delle onde di taglio VS del terreno;
- velocità delle onde di taglio nella roccia VR;
- coefficiente di Poisson  o velocità delle onde di compressione Vp (solo per
analisi 2D)
- curve di decadimento del modulo di taglio (G/G0- g) e di incremento del
fattore di smorzamento (D- g)
Vs
G
strato 1 D g1
g G
g2
D
DEPOSITO gr, VR
strato 2 G
g

g1 D
strato 3 BEDROCK
g

z
Proprietà dinamiche
Strategia per la loro determinazione

G(g) e D(g)

Misure in sito Prove in lab

G0 G(g) e D(g)
 G(g) 
G( g ) sito  G 0 sito  
 0  lab
G
G0
G(g) D(g)

D0
g
Prove di laboratorio cicliche e dinamiche
Prove dinamiche – determinazione indiretta
 Bender elements (f = 1-20 kHz)
 Colonna risonante (f = 10-100 Hz)
Prove cicliche (f=0.01-1 Hz) – determinazione
diretta
 Taglio semplice
 Taglio torsionale
 Triassiale
Campi di frequenze investigati con prove di
laboratorio cicliche e dinamiche

terremoti
f (Hz)

0.001 0.01 0.1 1 10 100

Bender elements (BE)

Colonna risonante (RC)

Taglio torsionale ciclico (CTS)

Taglio semplice ciclico (DSDSS)

Triassiale ciclico (CTX)


Proprietà dinamiche
Tipici campi di deformazione per diversi tipi di prove
piccole medie elevate (rottura)

G0
G D

D0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1 g (%) 10
Prove geofisiche in sito (CH, DH, SASW, etc.)

Bender elements (BE)


Colonna risonante (RC)
Taglio torsionale ciclico (CTS)

Taglio semplice
ciclico (CSS/DSDSS)
Triassiale ciclico (CTX)
Proprietà dinamiche
Quadro riassuntivo

Categorie di prova Tipo di prova Stato Deformazione Frequenza Rigidezza Smorzamento Resistenza
tensionale
g [%] f [Hz]
G F

SPT NVS G0 f’


Penetrom.
CPT qc VS G0 f’ cu
In situ Down-Hole VS G0 -
Geofisiche Cross-Hole Litostatico <10-3 10-100 VS  G 0 possibile
SASW V R  VS  G 0 -

Triassiale Simmetria >10-2 0.01-1 q:ea E G q/’r : Nc


radiale
WD/WS  D
Taglio Simmetria >10-2 0.01-1 :g G /’v : Nc
Cicliche
semplice radiale
Taglio Simmetria 10-4 -1 0.01-1 :g  G0, G
Laboratorio torsionale radiale
o triax vero
Colonna Simmetria 10-4-1 >10 fr G0, G H.p., R.f.  D
risonante radiale
Dinamiche o triax vero
Trasduttori Simmetria <10-3 >100 VS G0 -
piezoceramici radiale

Legenda: VR = velocità onde di Rayleigh; fr = frequenza di risonanza;


H.p. = metodo della semibanda di potenza; R.f. = metodo del fattore di risonanza
Bender Elements (BE)
Bender Elements (BE)

Campo di deformazioni investigato

piccole medie elevate

0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 g (%)

Campo di frequenze investigato

f > 100 Hz
Bender Elements (BE)
Sorgente (S) Sorgente (S)

t
provino tSR

L
Ricevitore (R)

L
Ricevitore (R) VS=
tSR
Tecnica di esecuzione
Trasduttori piezoelettrici “sorgente” (S) e “ricevitore” (R) inseriti in
corrispondenza della testa e della base del provino
Proprietà dei materiali piezoelettrici: se deformati si polarizzano
elettricamente e, viceversa, se sottoposti a campo elettrico si
Bender Elements (BE)
Sorgente (S)

provino

Ricevitore (R)

 Trasduttori installati in apparecchiature per prove statiche (ad


ex TX)
 impiegati per terreni a grana grossa e a grana fine
 solo misure a piccole deformazioni
Bender Elements (BE)
Per la significatività dei risultati:
 la lunghezza d’onda delle onde di taglio deve essere inferiore
alla metà dell’altezza del provino
 la lunghezza d’onda del segnale deve essere maggiore del
diametro massimo delle particelle del terreno

Nelle applicazioni sismiche si preferisce ricorrere alle misure di G0


fatte in sito quindi l’impiego dei bender trova scarsa applicazione.
Possono essere di maggiore interesse per problemi dinamici
caratterizzati da volumi significativi minori (es. vibrazioni da
traffico, fondazioni di macchine vibranti)

Con tecniche analoghe a quelle


usate per la colonna risonante,
è possibile misurare anche lo
smorzamento; tuttavia il
parametro è fortemente
sovrastimato a causa delle
elevate frequenze applicate
Shibuya et al., 1995
Confronto Go tra prove RC e BE

Lanzo et al. (1996)


Apparecchio di colonna
risonante
(RC-Resonant Column)
Colonna risonante (RC)

(Lab. Geomeccanica, Politecnico di


Torino, cortesia prof. Foti)
Colonna risonante (RC)

M = Ma sin (2pft)

a Sistema di
eccitazione
(attuatore – motore
elettromagnetico)
la frequenza cresce sino ad
arrivare a risonanza (fr)
r r H M(t)

Provino, vincolato alla t


base (fixed-free)
Tecnica di esecuzione
- sollecitazioni (momento torcente) applicate in condizioni dinamiche
- fissato Ma (ampiezza del momento), si fa variare la frequenza con
continuità individuando la prima frequenza di risonanza fr
Colonna risonante (RC)
M(t)
Curva di risposta = risposta del
provino in termini di
accelerazione alla testa del
provino (misurata attraverso
t accelerometro)


 

Mt
max

a

 2
max

f1 fr f2 f
r r H
Frequenza di risonanza dell’insieme
costituito dal provino e dal sistema di
eccitazione (dipende cioè da materiale,
provino geometria del provino, caratteristiche del
sistema di eccitazione)
Colonna risonante (RC)

Momento
torcente
applicato

Accelerazioni
testa provino

(Lab. Geomeccanica, Politecnico di Torino, cortesia prof. Foti)


Colonna risonante (RC)
Determinazione del modulo di taglio

fr Vs G
x Modello interpretativo: teoria di propagazione
delle onde elastiche in un mezzo cilindrico

H
Eq.ne del moto per vibrazioni torsionali:

Si impongono le condizioni iniziali e al contorno:


= 0 per x = 0 e t= 0 (base inferiore del provino incastrata)
M=M0 per x=H (momento torcente applicato alla base
superiore)
Colonna risonante (RC)
Per rotazione di tipo armonico si arriva all’espressione:
2
I P  H 
     2pfr
I M  Vs 
H

IP 2 2
Vs 
2
H
IP=momento d’inerzia assiale
IM
del provino
IM=momento d’inerzia assiale
del sistema di eccitazione G  Vs
2

Noti IP, IM, H e misurata la frequenza di risonanza fr si determina Vs


e quindi G
Cambiando ampiezza del momento torcente (e quindi la deformazione
imposta al provino) e ripetendo la prova posso trovare G ad un altro
livello deformativo  curva G-g
Colonna risonante (RC)
Lo smorzamento è misurabile dalla curva di risposta in frequenza
con il metodo della semibanda di potenza (o stato stazionario)
Modello teorico: oscillatore semplice con smorzamento (oscillazioni
forzate)
Si calcolano:
f1, f2 = frequenze di taglio in corrispondenza di A (f ) 
2
A (f r )
fr = frequenza di risonanza 2
0.0035
deformazioni tangenziali, g (%)

0.0030 fr

0.0025
f 2 -f1
0.0020
0.707 gmax D
0.0015 2f r
0.0010

0.0005
f
f11
ff2
0.0000
24 26 28 30 32 34 36
frequenza, f (hz)
Colonna risonante (RC)
Lo smorzamento può essere determinato anche misurando il
decremento nell’ampiezza delle oscillazioni libere del provino
ottenute interrompendo l’eccitazione
Modello teorico: oscillatore semplice con smorzamento
(oscillazioni libere) Decremento logaritmico:
y1 y2 y N 1
d  log  log  ...  log
y2 y3 yN
che può essere riscritto come:
1 y
d log 1
N 1 yN
È anche:
d
2pD
d
In scala logaritmica 1  D2
il decremento è 
rappresentato da fattore di smorzamento
una retta di
d
pendenza d D
4p 2  d 2
Colonna risonante (RC)
La determinazione del valore della deformazione di taglio a cui
associare i valori di G e D non è immediata.
La deformazione di taglio g dovuta ad un’azione torcente non è
uniforme: varia oltre che con il tempo anche con la distanza r
dall’asse di rotazione

g = 0 per r=0 R
g = gmax(t) per r=R x

Deformazione rappresentativa quella H


che si ha ad una distanza di 2/3R
dall’asse di rotazione (Hardin and
Drnevich, 1972)
Colonna risonante (RC)

Campo di deformazioni investigato

piccole medie elevate

0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 g (%)

Campo di frequenze investigato

f > 10 Hz
Colonna risonante (RC)
Pregi
 Alta risoluzione, affidabilità e ripetibilità a piccole
deformazioni (è uno dei metodi di laboratorio più
precisi e ripetibili per la misura di G0)
 Possibilità di misura delle Du (e quindi della soglia di
deformazione volumetrica)
Limiti
 La prova impone velocità di deformazione molto
elevata (f elevata) che influenza le curve G/G0-g e
D-g

 La prova impone centinaia o migliaia di cicli di


sollecitazione al provino

 meno affidabile di altre tecniche sperimentali per


deformazioni g > 0,1%
Apparecchio di taglio
torsionale ciclico
(CTS-Cyclic Torsional
Shear)
Prove di taglio torsionale ciclico

Sono applicate sollecitazioni torsionali


cicliche utilizzando un sistema
elettromagnetico che genera una coppia
(Lab. Geomeccanica, Politecnico di oscillante in corrispondenza della base
Torino, cortesia prof. Foti) superiore del provino.
Prove di taglio torsionale ciclico

Cella di taglio torsionale THOR dell’Università di Napoli (D’Onofrio,


1996) (cortesia prof. Silvestri)
Prove di taglio torsionale ciclico

Mt
c

Provino pieno

Apparecchiatura del tipo fixed-free (Stokoe) – tipo prova RC


Un’estremità è fissa e l’altra è libera di ruotare. Il sistema di
eccitazione e il dispositivo di misura della risposta sono applicati
alla sommità del provino.

Il provino, una volta saturato e consolidato, è sottoposto


all’applicazione di un Mt sinusoidale applicato all’estremità libera.
Prove di taglio torsionale ciclico

Provino cavo Provino pieno


Mt = Ma sin (2pft) r Mt = Ma sin (2pft)
r

r i r r r

r r
r r

r= pressione di cella


Il provino cavo consente di superare il
i= pressione interna problema della disuniformità in
direzione radiale delle deformazioni
di taglio
Prove di taglio torsionale ciclico
Mt
c

Provino pieno
g
Tecnica di esecuzione
Cicli di momento torcente che danno luogo a condizioni di taglio
semplice
La frequenza è tenuta costante (al contrario della RC) e
l’ampiezza del momento è incrementata ad ogni ripetizione della
prova ( curva G-g)

Prestazioni
- prova tradizionalmente a tensione controllata
- alta risoluzione a deformazioni pre-rottura
- non adatta per resistenza ciclica
Prove di taglio torsionale ciclico

Piccole deformazioni
g sa  9 10 6

g sa  6 10 6

g sa  2 10 5 g sa  5 10 5

(Lab. Geomeccanica, Politecnico di Torino, cortesia prof. Foti)


Prove di taglio torsionale ciclico

Medie deformazioni

g sa  2 10 5 g sa  110 4

g sa  3 10 4 g sa  8 10 4

(Lab. Geomeccanica, Politecnico di Torino, cortesia prof. Foti)


Prove di taglio torsionale ciclico

Valutazione dei parametri dinamici


diretta, attraverso le loro definizioni
Prove di taglio torsionale ciclico
Prove di taglio torsionale ciclico

Campo di deformazioni investigato

piccole medie elevate

0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 g (%)

Campo di frequenze investigato

f = 0.01-1 Hz
Apparecchio triassiale
ciclico
(CTX-Cyclic Triaxial)
Prova triassiale ciclica (CTX)

Cella triassiale
Università di Napoli
“Federico II”
Prova triassiale ciclica (CTX)

Estensione
Compressione
Dq = Da

r = tensione di cella r
a = sforzo assiale r r
Dq = sforzo deviatorico
r r
Tecnica di esecuzione
Cicli di estensione-compressione.
È possibile controllare separatamente pressione di cella a e sforzo
assiale r in modo da riprodurre qualsiasi percorso di sollecitazione
 stato di tensione efficace iniziale isotropo ’r
 deviatore applicato ciclicamente Dq= Da
 tensione di cella costante
Prova triassiale ciclica (CTX)
Dai cicli di compressione e estensione si ricavano,
direttamente, i valori del modulo di Young (E) e del fattore di
smorzamento (D)

Per determinare i corrispondenti valori


del modulo di taglio G e delle
deformazioni di taglio g, occorre
conoscere il coefficiente di Poisson 
Prova triassiale ciclica (CTX)

Per le misure di rigidezza dei terreni a piccole e medie


deformazioni occorre:

Per la misura della forza assiale, occorre effettuare la misura


all’interno della cella triassiale, in prossimità del provino. Le
celle di carico piu frequentemente adottate sono di tipo a ponte
estensimetrico (strain gauge).

 Per la misura accurata degli spostamenti assiali, è necessario


disporre di trasduttori locali che misurano spostamenti di punti
appartenenti al provino. Le misure di deformazione vengono
effettuale direttamente sul provino e di norma lungo due verticali
diametralmente opposte, con la deformazione assiale complessiva
derivante dalla media delle due misure.
Prova triassiale ciclica (CTX)
Andamento nel tempo (o con il numero dei cicli) dei carichi, delle
deformazioni assiali e delle pressioni interstiziali

Crespellani e Madiai (2002)


Prova triassiale ciclica (CTX)
Osservazioni
 Le direzioni principali durante la prova ruotano di 90° (al
contrario di quello che accade in sito)
 Le giaciture lungo le quali si verificano gli sforzi tangenziali
massimi sono inclinate di 45°
 Il modo di deformazione è quindi sostanzialmente diverso da
quello relativo alle condizioni di taglio semplice (più simile a ciò
che avviene in sito)

Stato di sforzo in un
provino consolidato
isotropicamente e
sottoposto a prova
triassiale ciclica
A-B-C: evoluzione
degli sforzi
tangenziali
(Crespellani e
Facciorusso, 2010)
Prova triassiale ciclica (CTX)

Osservazioni

 Le deformazioni misurabili con apparecchiature convenzionali


sono > 0,1%
 Con trasduttore locali si possono misurare deformazioni di
circa 0,001%
 In una prova triassiale si possono raggiungere deformazioni
molto maggiori di quelle ottenibili con apparecchiature di taglio
semplice
 Le prove triax possono essere soprattutto utilizzate per
caratterizzare la resistenza in condizioni cicliche e per lo
studio di fenomeni di liquefazione in terreni incoerenti saturi
(curva di resistenza ciclica)
Prova triassiale ciclica (CTX)

Osservazioni

 Le prove triax possono essere soprattutto utilizzate per


caratterizzare la resistenza in condizioni cicliche e per lo
studio di fenomeni di liquefazione in terreni incoerenti saturi
(curva di resistenza ciclica)
Prova triassiale ciclica (CTX)

Campo di deformazioni investigato


piccole medie elevate

0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 g (%)

Campo di frequenze investigato


f = 0.01-1 Hz
Apparecchiature di taglio
semplice ciclico
(DSS-Direct Simple Shear)
Condizioni tensionali nel terreno in presenza di sisma
Piano campagna orizzontale (assenza di sforzi statici iniziali)

’v0 ’v ’v


 
K0 ’v0
K ’v K ’v

condizioni condizioni durante


statiche il sisma

Piano campagna inclinato

 ’v
’v0 
K0 ’v0 K ’v K ’v

condizioni condizioni durante


statiche il sisma
Prove di taglio semplice ciclico
Vantaggio principale delle prove di taglio semplice ciclico:
 è possibile simulare in laboratorio gli stati tensionali e
deformativi che si verificano in un elemento di terreno
sottoposto alla propagazione di onde di taglio che si
propagano in direzione verticale
 è possibile simulare in generale tutte quelle condizioni
di carico associate ad una rotazione (ridotta) delle
direzioni principali
v  

g g
Prove di taglio
taglio semplice diretto taglio diretto
(DSS) (DS)

’v ’v
 

h h

u u
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico
Diverse apparecchiature sono state realizzate per
simulare le condizioni di deformazione di taglio semplice
Cella tipo Cambridge Cella tipo NGI
(Roscoe, 1953) (Bjerrum e Landva, 1966)
Provino prismatico Provino cilindrico
Pareti laterali rigide Membrana rinforzata con
incernierate su un lato spirale metallica

provino provino
Prove di taglio semplice ciclico

(Franke et al., 1979)


Taglio semplice ciclico DSS

Distribuzione delle deformazioni di taglio nel taglio


diretto e nel taglio semplice (Roscoe, 1964)

taglio diretto taglio semplice

 

dh g
Prove di taglio semplice ciclico

v v= tensione verticale di


consolidazione

r r r= tensione radiale (orizzontale)

r r  = sforzo di taglio ciclico

Tecnica di esecuzione
Cicli di sforzi di taglio semplice simmetrici
È possibile controllare la tensione verticale v (stato tensionale di
confinamento di tipo K0)

Limiti
- Non è possibile conoscere le tensioni orizzontali r durante la fase
di taglio
- Distribuzione di tensioni e deformazioni non uniforme
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico
Prove a volume costante (equivalenti non drenate)

Nella configurazione standard, le apparecchiature di taglio


semplice non consentono di simulare prove non drenate. Si
realizzano in realtà prove a volume costante.
Poiché le deformazioni laterali sono impedite, per ottenere
le condizioni DV=0, è necessario mantenere costante
l’altezza del provino.
Ciò si può ottenere bloccando rigidamente le facce del
provino oppure variando il carico verticale durante la prova.
La variazione del carico verticale necessaria per mantenere
H=cost è assunta uguale alla variazione di pressione
interstiziale che si sarebbe sviluppata nel provino in
condizione non drenate.
Prove di taglio semplice ciclico

I parametri geotecnici di interesse possono essere


ottenuti direttamente dai cicli sforzi tangenziali-
deformazioni tangenziali ottenuti.


G
1 c
DW
c G =
W gc

1 DW
D =
gc g 4p W
Apparecchio di taglio
semplice ciclico
tipo NGI
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI

In dotazione presso la UCLA


Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI

In dotazione presso la UCLA


Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Apparecchiatura per la preparazione del provino
Taglio semplice ciclico NGI

Membrana rinforzata con spirale metallica


della GEONOR
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI

Si compone di tre parti principali:


 cella
 sistema di generazione del carico ciclico
 sistema di acquisizione dei dati

Le apparecchiature consentono di effettuare:


 prove a sforzo controllato
 prove a deformazione controllata
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Componenti standard dell’apparecchio DSS

(Crespellani & Facciorusso, 2010)


Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI

Modalità di prova
In generale la prova viene eseguita in due fasi:
 il provino è sottoposto a consolidazione (previa
saturazione)
 in condizioni non drenate, è applicato un carico ciclico
orizzontale di ampiezza prefissata (c) oppure è
imposta una deformazione di ampiezza data (gc), che
varia generalmente fatta variare con legge armonica; il
carico può essere applicato per un numero di cicli
prefissato oppure fino a rottura
Prove di taglio semplice ciclico NGI

Risultati

 Percorsi tensionali nel piano /’vc-’v/’vc o -’v


 Cicli di isteresi nel piano /’vc-g o -g
 Andamento nel tempo (all’accumularsi del numero dei
cicli di carico) degli sforzi di taglio , delle
deformazioni g e delle pressioni interstiziali Du
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Prove sulla Nevada sand
gc=0.03%

(Mortezaie, 2012)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Prove sulla Nevada sand
gc=0.08%

(Mortezaie, 2012)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Prove sulla Nevada sand
gc=0.5%

(Mortezaie, 2012)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Prove sulla Nevada sand
gc=0.15%
gc=1.8%

(Mortezaie, 2012)
Curva di Resistenza alla Liquefazione
La liquefazione può essere innescata da diverse combinazioni di
ampiezze di sforzi di taglio ciclico (CSR – Cyclic Resistance
Ratio) e di numero dei cicli N
(Cubrinovski, 2011)

Come si definisce
la liquefazione
nelle prove?
Quando si raggiunge
una determinata
soglia
Single Amplitude (SA)
strain =
3% (Dahl et al., 2014)
3.75% (Wijewickreme
and Sanin, 2004)
5% (Bray and Sancio,
2006)
Curva di Resistenza alla Liquefazione
La resistenza ciclica è generalmente espressa in termini di
relazione tra il rapporto tensionale /’0 (ampiezza della sforzo
di taglio ciclico normalizzato rispetto alla tensione media efficace
di confinamento) e il numero di cicli uniformi N che portano il
terreno alla condizione di “liquefazione”.
Cioé la resistenza ciclica può essere definita come quel valore del
rapporto tensionale o che, in un dato numero di cicli uniformi N,
porta il terreno alla condizione di liquefazione o ad un livello di
deformazione assegnato

/’0

N
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Prove sul Fraser River Delta silt

(Sanin e Wijewickreme, 2011)


Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Prove per determinare la resistenza ciclica a
liquefazione di limi della Valle di Kathmandu (Nepal)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
Limitazione: a causa dell’attrito tra le varie parti
meccaniche dell’apparecchiatura, non è possibile investigare
il comportamento del terreno a bassi livelli deformativi

 tot   terreno   carrello

A bassi livelli deformativi, la scarsa precisione delle misure


per la presenza dell’attrito, penalizza l’impiego delle prove
tipo NGI
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI

Prove
DSS-NGI
IP=28
’vc=148 kPa

(Mortezaie, 2012)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico

Prove
DSS-NGI
IP=26
’vc=390 kPa

(Mortezaie, 2012)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico NGI
A piccole deformazioni l’influenza sulla rigidezza non è
elevata mentre è molto marcata per il fattore di
smorzamento

(Hsu e Vucetic, 2002)


Apparecchio di taglio
semplice ciclico
con doppio provino
(DSDSS-Double Specimen
Direct Simple Shear)
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico
con doppio provino
Cella tipo UCLA con
doppio provino
(DSDSS)
provini cilindrici
membrana con
spirale metallica sample

sample

In dotazione presso il
Dipartimento di
Ingegneria Strutturale
e Geotecnica -
Università La Sapienza
di Roma
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico DSDSS
Principale vantaggio: è possibile misurare direttamente,
in una singola prova, le proprietà statiche e cicliche dei
terreni in un ampio campo di deformazioni di taglio
(gc=0.0004% fino a gc=4-5%)

Ciò è stato possibile grazie alla configurazione adottata


e alla realizzazione di un’apparecchiatura estremamente
rigida in cui gli attriti tra le varie parti meccaniche sono
ridotti al minimo.
Prove di taglio semplice ciclico

Campo di deformazioni investigato

piccole medie elevate

0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 g (%)


NGI

DSDSS

Campo di frequenze investigato

f=0.01-1 Hz
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS
Apparecchiatura DSDSS

target target

sonda di sonda di
prossimità prossimità

Lo spostamento orizzontale del supporto intermedio


rispetto a quello superiore e inferiore è misurato mediante
un trasduttore di prossimità. Questo è costituito da un
riscontro (target) circolare di alluminio, saldato alla
superficie laterale del supporto intermedio nella parte
centrale, e da una sonda di prossimità orientata verso il
riscontro.
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico DSDSS
Modalità di prova
Le prove DSDSS sono condotte in due fasi:

1° fase) consolidazione dei provini alla tensione ’vc

Dopo la consolidazione, si provvede ad allineare


verticalmente i provini mediante una vite posta alla base
dell’apparecchiatura. Ciò al fine di applicare il carico
orizzontale sempre in corrispondenza del centro del
supporto intermedio
Poi il supporto superiore e quello inferiore vengono
fissati ai piatti di testa e di base dell’apparecchiatura
mediante barre filettate. In tal modo si garantisce
l’applicabilità delle condizioni per potere effettuare
prove "a volume costante”.
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico DSDSS
Modalità di prova
Le prove DSDSS sono condotte in due fasi:

2° fase) applicazione dello sforzo di taglio al contorno


dei provini

Per ciascun valore della ’vc vengono eseguite fasi di


taglio ciclico con ampiezza della deformazione
crescente in modo da definire varie coppie G-g e D-g
che definiscano completamente le curve dei parametri
dinamici
Prove DSDSS sulla sabbia di Toyoura
0.36 1.1

Shear stress,  (kPa)


Gs=102.2 MPa Gs=99.9 MPa
0.18 D0% 0.55 D0%
(a) (b)
0 0

-0.18 gc=0.00033% -0.55 gc=0.00105%

-0.36 -1.1
-0.00036 -0.00018 0 0.00018 0.00036 -0.0011 -0.00055 0 0.00055 0.0011
4.5 9
Shear stress,  (kPa)

Gs=96.1 MPa Gs=89.1 MPa


2.25 D = 1.0 % 4.5
D = 2.1 %
(c) (d)
0 0

-2.25 gc=0.0043% -4.5 gc=0.01%

-4.5 -9
-0.0044 -0.0022 0 0.0022 0.0044 -0.01 -0.005 0 0.005 0.01
28 44
Shear stress,  (kPa)

Gs=65.1 MPa Gs=35.8 MPa


14 D = 8.8 % 22 D = 18.8 %
(e) (f)
0 0

-14 gc=0.041% -22 gc=0.12%

-28 -44
-0.041 -0.0205 0 0.0205 0.041 -0.12 -0.06 0 0.06 0.12
Shear strain, g (%) Shear strain, g (%)
Prove DSDSS sulla argilla di S. Barbara

Secant shear modulus, Gs (MPa)


60

40

Santa Barbara clay #1


Santa Barbara clay #2
20

'vc = 400 kPa

0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Cyclic shear strain amplitude, gc (%)
Normalised shear modulus, Gs /G0

1 25
(a) (b)
Damping ratio, D (%)

0.8 20

0.6 15
Santa Barbara clay #1
0.4 Santa Barbara clay #2 10

0.2 'vc = 400 kPa 5


D’Elia, Lanzo e
0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Pagliaroli,
Cyclic shear strain amplitude, gc (%) Cyclic shear strain amplitude, g c (%) (2003)
Prove DSDSS argine di Scortichino (Emilia)
Prove DSDSS argine di Scortichino (Emilia)
Prove DSDSS argine di Scortichino (Emilia)
Prove DSDSS argine di Scortichino (Emilia)
Apparecchiatura
di taglio
semplice ciclico
DSDSS

Prove per
determinare i
cicli di isteresi
dei limi della
Valle di
Kathmandu
(Nepal)
Confronto tra varie tecniche di laboratorio
Confronto RC-CTS-DSDSS su
argilla di Noto
(Cavallaro et al., 2003)
Confronto tra varie tecniche di laboratorio

Normalized shear modulus, Geq/G0 1.2

0.8

0.6

0.4 CTS 'c=294 kPa


RC 'c=294 kPa
0.2 'vc=294 kPa
DSDSS
0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Cyclic shear strain amplitude, gc (%)
Confronto tra varie tecniche di laboratorio

30

25 CTS 'c=294 kPa


Damping ratio, D(%)

RC 'c=294 kPa
20
DSDSS 'vc=294 kPa

15

10

0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Cyclic shear strain amplitude, gc (%)
Confronto tra varie tecniche di laboratorio
Osservazioni
o Modulo di taglio massimo (G0): sottostima DSDSS
dovuta alla più bassa tensione di confinamento
(consolidazione pseudo k0 vs. isotropa); sovrastima della
RC dovuta alle elevate frequenze di eccitazione

o Smorzamento: buon accordo tra le prove cicliche (CTS


e DSDSS), sovrastima della RC, in tutto il campo di
deformazione, a causa delle elevate frequenze di
eccitazione

o Curva G/G0-g: ottimo accordo tra le curve normalizzate


ricavate dalle prove cicliche (CTS e DSDSS); la
degradazione ciclica del modulo di taglio a causa
dell’elevato numero di cicli applicato nella prova RC
causa un maggiore decadimento alle deformazioni
medio-alte
Confronto sito-laboratorio
I due gruppi di tecniche sperimentali (prove in sito e
prove in laboratorio) sono ovviamente complementari.

Infatti la definizione completa del comportamento


dinamico dei terreni necessita sia di risultati acquisibili
in sito, per la caratterizzazione alle piccole
deformazioni, sia di risultati di laboratorio, per la
caratterizzazione alle deformazioni più elevate.

Prove in sito
- si evita il campionamento
- solo comportamento a basse deformazioni
Prove in laboratorio
- disturbo da campionamento
- comportamento in tutto il campo di deformazioni
Confronto sito-laboratorio
Prove di laboratorio

Vantaggi: Svantaggi:
 Condizioni al contorno ben  Campioni indisturbati
definite
 Terreni incoerenti
 Controllo delle condizioni di
drenaggio  Disturbo
 Percorsi tensionali noti e/o  Volume ridotto dei campioni
controllabili
 Valori puntuali
 Stato tensionale e
deformativo uniformi  Costi e tempi
 Caratterizzazione del
materiale
Confronto sito-laboratorio
Uso integrato di indagini in sito e in laboratorio
(Silvestri e d’Onofrio, 2014)
prove prove
in sito di laboratorio
120 30
2
G 0 ( s ito )    V S
campionamento
100 25

D (%) D u/ '0 (%)


80 G ( g ) la b 20
G (MPa)

60 15

40 10

20 5

0 0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
deformazione tangenziale, g (%)
terremoti deboli terremoti forti
(weak motion) (strong motion)
Confronto sito-laboratorio
Uso integrato di indagini in sito e in laboratorio
(Silvestri e d’Onofrio, 2014)
prove prove
in sito di laboratorio
120 30
 G( g ) 
G( g )  (G 0 )sito  
100  G 0  lab 25

D (%) D u/ '0 (%)


80 20
G (MPa)

60 15

40 10

20 5

0 0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
deformazione tangenziale, g (%)

terremoti deboli terremoti forti


(weak motion) (strong motion)
Confronto sito-laboratorio
G /G
0,lab 0, sito

0.10 0.25 0.50 0.80 1.00 1.50 2.00


0

150
valori progetto
ROSRINE
300
XX X
X X X
campioni
(m/s)

450
ricostituiti
da sabbie campioni indisturbati
S, sito

600 cementate di sabbie cementate


V

750

900 valori usuali per


Pisa campioni di roccia
1050
0.0 0.5 1.0 1.5
V /V
S,lab S,sito

(Stokoe e Santamarina, 2000)

Potrebbero piacerti anche