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ABORTO

Nozione ostetrica:
interruzione della gravidanza durante
i primi 6 mesi con o senza espulsione
del prodotto gravidico

Ogni interruzione avvenuta prima del termine


fisiologico ma dopo il sesto mese è parto
prematuro o parto precoce quando anticipa di
poco il termine naturale
Nozione medico-giuridica:

interruzione della gravidanza in


qualunque periodo del suo decorso
con morte conseguente del prodotto di
concepimento
• la tutela giuridica del prodotto del
concepimento si estende a tutta la durata
della vita intrauterina
(è aborto anche la soppressione del feto
vitale)

• Deve avere come risultato la morte


del prodotto di concepimento (se il feto
vive: tentativo di aborto, acc. del parto)
Sono irrilevanti le circostanze che il prodotto sia
stato espulso immediatamente o tardivamente

Se il feto è immaturo non è possibile la vita


autonoma

Se si ha l’espulsione di un prodotto
cronologicamente vitale, l’aborto si realizza solo
se la morte del prodotto sia in rapporto causale
con l’espulsione precoce o con i fatti lesivi
determinati dalla condotta colposa o dolosa
FETO (nel significato improprio adoperato dal Codice penale):

il prodotto nascente dal momento in cui ha inizio il suo distacco


dall'utero fino a quando si e' completata l'espulsione dal corpo
della madre.

NEONATO:

il nato di recente vivo, vitale o non vitale, che abbia raggiunto


un sufficiente grado di sviluppo.

Si considera neonato l’essere umano completamente espulso,


anche quando sia ancora unito alla madre dal cordone
ombelicale.

Nascere vivo e' presupposto del delitto di infanticidio


Il diritto penale considera persona 1’essere
umano prima ancora che abbia luogo la nascita
vera e propria e fa coincidere tale qualifica
giuridica con un momento anteriore,
rappresentato dall'inizio del travaglio di parto,
quando la gravidanza e' giunta spontaneamente a
conclusione e comincia il distacco del feto
dall'alvo materno.
Aborto

Spontaneo: da cause patologiche materne o


ovulari

Provocato:
a) da cause esterne fortuite (senza
responsabilita' da parte di terzi)
necessita‘ dell'analisi della situazione
causale
b) terapeutico o da "autodeterminazione"
IVG)
c) criminoso: provocato con un fine specifico
senza fine specifico (lesione
personale)
Aborto spontaneo:
cause interne patologiche di origine materna o ovulare

Origine materna:
malattie generali (infettive, ormonali, metaboliche)
Malattie gravidiche (gestosi)
Malattie genitali

Cause ovulari:
anomalie dell’annidamento, degli annessi, del feto

Non più denuncia obbligatoria da parte del medico


per gli aborti spontanei
Aborto accidentale:

Cause esterne, violente, fortuite senza responsabilità di terzi

Traumi diretti, indiretti

Traumi psichici

Cause tossiche

Medicamenti
Aborto criminoso

Sostanze abortive:

minerali (fosforo bianco, mercurio, piombo)


emmenagoghe aumento del flusso ematico e congestione
dell’utero (prezzemolo)
ecboliche aumento contrazione utero (segale cornuta, chinino)
sostanze purgative (aloe, ricino)
sostanze ormonali prostaglandine (pillola del giorno dopo)
Manovre abortive

Esterne effettuate sulla parete addominale


Vaginali per eccitare la contrazione uterina
Cervicali dilatazione del collo uterino (di solito sono
preparatorie)
Endouterine:
distruzione del feto con iniezione intraamniotiche
espulsione dell’uovo con puntura delle membrane, introduzione
di sonde,uso di paste abortive ecc.
estrazione dell’uovo mediante svuotamento dell’utero che può
essere manuale, strumentale o per aspirazione
Conseguenze dannose dell’aborto:

Intossicazioni: epatosi da fosforo, epatonefrosi da apiolo;


avvelenamento da segale cornuta con sintomatologia
neuropsichica ecc.

Lesioni traumatiche da strumenti introdotti a scopo


abortivo

Emorragie: immediate o tardive

Infezioni post abortive

Embolia gassosa, adiposa, trombotica

Morte per inibizione (riflesso cardio inibitore da


stimolazione del canale cervicale)
INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA
GRAVIDANZA

LEGGE N. 194
22 MAGGIO 1978

Norme per la tutela sociale della maternita' e


sull'interruzione volontaria della gravidanza
Abrogazione delle norme relative all'aborto
considerato come delitto contro l’integrita'
e la sanita' della stirpe (proteggevano la
procreazione e la gestazione per garantire
1'integrità della stirpe e l'interesse
demografico dello Stato)

Mutamento della società: interesse al


controllo nascite
SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE (18
febbraio 1975)

“ La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità


dell’art. 546 del codice penale, nella parte in cui
non prevede che la gravidanza possa venire
interrotta quando l’ulteriore gestazione implichi
danno, o pericolo, grave, medicalmente accertato
nei sensi di cui in motivazione e non altrimenti
evitabile, per la salute della madre.
Illegittimità costituzionale art. 546 c.p. (aborto di donna
consenziente) nella parte in cui puniva chi cagionava
l'aborto di una donna col consenso di lei e la donna stessa,
anche quando era accertata la pericolosita' della gravidanza
per il benessere fisico e l’equilibrio psichico della gestante,
ma senza gli estremi dello stato di necessita'.

Prevalenza assoluta alla salvaguardia del prodotto di


concepimento, che persona ancora deve diventare,
a scapito del diritto della madre alla vita ed alla salute.
STATO DI NECESSITA’
“non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi
stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri
dal pericolo attuale di un danno grave alla persona,
pericolo da lui non volontariamente causato né
altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia
proporzionato al pericolo” (art. 54)

la ragione giustificatrice si ravvisa nella forza


compulsiva dell’istinto di conservazione (necessitas
legem non habet) impossibilità di esigere dalla
persona un comportamento diverso.
Non può invocare lo stato di necessità chi ha
un particolare dovere giuridico di esporsi al
pericolo (art.54)
Es. sanitario che non può rifiutarsi di prestare la
sua opera in caso di epidemia né la vita altrui per
salvare la propria)
L’aborto punibile cessa di essere un
delitto contro 1'integrita' e sanita' della
stirpe e diventa un delitto contro la
maternita' (intesa quale evento sociale
costituzionalmente tutelato)
Nella legge 194 il diritto alla vita ed alla salute della
madre e' posto a confronto con il diritto alla vita del
nascituro

Tre periodi:

a gravidanza che non ha superato i 90 giorni


b) gravidanza che ha superato i 90 giorni
c) feto che ha raggiunto la capacità di vita autonoma
Art 1 e 2

Garantire il diritto alla procreazione


cosciente e responsabile riconoscendo il
valore sociale della maternita' e la tutela
della vita umana dal suo inizio.

L’IVG non e' un mezzo per il controllo


delle nascite

Consultori familiari (legge 29 giugno


1975)
Valore sociale della maternità che
giustifica l'assistenza e le previdenze
dovute alla madre

In questa prospettiva di protezione


sociale si colloca la lotta contro
l'aborto
clandestino, che lo Stato continua a
perseguire penalmente
Questa legge non tutela la
maternita' in senso assoluto,
bensì garantisce il
diritto alla procreazione
cosciente e responsabile
Art 4
I.V.G. entro i primi 90 giorni

Per l'interruzione volontaria della gravidanza entro i


primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze
per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o
la maternità comporterebbero un serio pericolo per la
sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di
salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o
familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il
concepimento, o a previsioni di anomalie o
malformazioni del concepito, si rivolge ad un
consultorio pubblico istituito ai sensi dell'articolo 2,
lettera a), della legge 29 luglio 1975 numero 405 (2), o a
una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla
regione, o a un medico di sua fiducia.
Richiesta della donna

"accusi" (problematica vissuta soggettivamente)


un serio pericolo per la salute

Salute = benessere

Cause: sanitarie, sociali, umanitarie,


eugenetiche, circostanze in cui avvenuto il
concepimento

Autodeterminazione della donna


Art 5

Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover


garantire i necessari accertamenti medici, hanno il
compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di
interruzione della gravidanza sia motivata dall'incidenza
delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla
salute della gestante, di esaminare con la donna e con il
padre del concepito, ove la donna lo consenta, nel rispetto
della dignità e della riservatezza della donna e della
persona indicata come padre del concepito,
le possibili soluzioni dei problemi proposti, di
aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero
alla interruzione della gravidanza, di metterla in
grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di
madre, di promuovere ogni opportuno intervento
atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti
necessari sia durante la gravidanza sia dopo il
parto.
Quando la donna si rivolge al medico di sua
fiducia questi compie gli accertamenti sanitari
necessari, nel rispetto della dignità e della
libertà della donna; valuta con la
donna stessa e con il padre del concepito, ove
la donna lo consenta, nel rispetto della dignità
e della riservatezza della donna e della
persona indicata come padre del concepito,
anche sulla base dell'esito degli accertamenti
di cui sopra, le circostanze che la determinano
a chiedere l'interruzione della gravidanza; la
informa sui diritti a lei spettanti e sugli
interventi di carattere sociale cui può fare
ricorso, nonché sui consultori e le strutture
socio-sanitarie.
Accertamenti sanitari necessari (della gravidanza e
dell'epoca della stessa) e delle condizioni di salute

Esaminare possibili soluzioni

Aiutarla a rimuovere le cause che porterebbero


all’IVG

Ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna

COLLOQUIO (informativa, ricerca di soluzioni


alternative)

Non carattere autoritaristico


La legge non prevede alcun controllo dei motivi
addotti dalla donna
Il serio pericolo può essere solo temuto o presunto

Procedura ordinaria:
DOCUMENTO firmato anche dalla donna
7 giorni di attesa

Esistenza di condizioni tali da rendere urgente


l’intervento: certificato
E' una valutazione medica con obiettivazione
sanitaria
Art 6 IVG dopo i primi 90 giorni:

L'interruzione volontaria della gravidanza,


dopo i primi novanta giorni, può essere
praticata:
a) quando la gravidanza o il parto comportino
un grave pericolo per la vita della donna;

b) quando siano accertati processi patologici,


tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o
malformazioni del nascituro, che determinino
un grave pericolo per la salute fisica o psichica
della donna.
Grave pericolo per la VITA
Accertati processi patologici, tra cui quelli
relativi a rilevanti anomalie o
malformazioni del nascituro, che determinano
un GRAVE PERICOLO PER LA
SALUTE FISICA o PSICHICA DELLA
DONNA
Solo quando sussistono indicazioni mediche
ACCERTATE

PERICOLO GRAVE:
il rischio deve essere reale, rilevante, attuale
o anche futuro, inevitabile
Art 7
richiesta della donna

medico del servizio ostetrico


ginecologico dell'ente ospedaliero in
cui deve praticarsi l’intervento =
accertamento-esecuzione

Informativa al Direttore Sanitario


Imminente pericolo per la vita
della donna

Anche senza le procedure previste


e al di fuori delle sedi previste
dall'art. 8
Se sussiste la POSSIBILITA' DI VITA
AUTONOMA DEL FETO
l’interruzione
può essere praticata solo nel caso di
pericolo per la VITA della donna e si
deve
adottare ogni misura idonea a
salvaguardare la vita del feto
Art. 8

Inesistenza di controindicazioni sanitarie

Sedi dove possono essere praticati gli interventi


(controllo sociale)
Hp. di illecito per evitare la clandestinità
Art. 9
OBIEZIONE DI COSCIENZA

Il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è


tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed
agli interventi per l'interruzione della gravidanza quando sollevi
obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione. La
dichiarazione dell'obiettore deve essere comunicata al medico
provinciale e, nel caso di personale dipendente dello ospedale o
dalla casa di cura, anche al direttore sanitario, entro un mese
dall'entrata in vigore della presente legge o dal conseguimento
della abilitazione o dall'assunzione presso un ente tenuto a
fornire prestazioni dirette alla interruzione della gravidanza o
dalla stipulazione di una convenzione con enti previdenziali che
comporti l'esecuzione di tali prestazioni.
La dichiarazione dell'obiettore deve essere
comunicata al medico provinciale e, nel caso di
personale dipendente dello ospedale o dalla
casa di cura, anche al direttore sanitario, entro
un mese dall'entrata in vigore della presente
legge o dal conseguimento della abilitazione o
dall'assunzione presso un ente tenuto a fornire
prestazioni dirette alla interruzione della
gravidanza o dalla stipulazione di una
convenzione con enti previdenziali che
comporti l'esecuzione di tali prestazioni.
L'obiezione può sempre essere revocata o venire
proposta anche al di fuori dei termini di cui al
precedente comma, ma in tale caso la dichiarazione
produce effetto dopo un mese dalla sua
presentazione al medico provinciale.
L'obiezione di coscienza esonera il personale
sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal
compimento delle procedure e delle attività
specificamente e necessariamente dirette a
determinare l'interruzione della gravidanza, e non
dall'assistenza antecedente e conseguente
all'intervento.
Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate
sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo
espletamento delle procedure previste
dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di
interruzione della gravidanza richiesti secondo le
modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8.
La regione ne controlla e garantisce
l'attuazione anche attraverso la mobilità
del personale.
L'obiezione di coscienza non può essere
invocata dal personale sanitario, ed
esercente le attività ausiliarie quando,
data la particolarità delle circostanze, il
loro personale intervento è indispensabile
per salvare la vita della donna in
imminente pericolo.
L'obiezione di coscienza si intende
revocata, con effetto, immediato, se
chi l'ha sollevata prende parte a
procedure o a interventi per
l'interruzione della gravidanza
previsti dalla presente legge, al di
fuori dei casi di cui al comma
precedente
Diversa dalla obiezione al Servizio Militare
(la differenza e' notevole, nel servizio militare
l’obiezione viene concessa, nel caso dell'IVG
viene dichiarata)
Inoltre nel servizio militare e' richiesta una
prestazione sostitutiva, nell’IVG no.
Soggetti:

Personale sanitario ed esercente attività


sanitarie oggi riletta alla luce della
legge
n. 42/99 che pone fine alla distinzione
tra professioni sanitarie principali ed
ausiliarie.
Non concerne coloro che svolgono
funzioni organizzative

Dal punto di vista amministrativo


discende la necessità
dell'organizzazione del servizio
Oggetto: procedure di cui agli art. 5 e 7 ed
interventi di interruzione di gravidanza

Esonero dalla certificazione d’urgenza nei primi 90


giorni
Dalla certificazione dopo i 90 giorni in caso di
grave pericolo
Controversie circa il documento

NON SI PUO’ OBIETTARE


SULL’ASSISTENZA PRE-POST-
OPERATORIA (post-operatoria e' implicito in
ogni caso)
Attivita' che sono

SPECIFICAMENTE E
NECESSARIAMENTE DIRETTE A
DETERMINARE L’IVG
Problema: riguarda l’assistenza pre-
operatoria

Lo stesso sanitario può essere visto in


due modi: procedura e assistenza (Es.
valutazione cardiologia, psichiatrica)

II documento fa parte della procedura


(?)
Vita della donna in imminente pericolo

Non solo si deve intervenire, se la donna


consente, ma esiste proprio l'obbligo
giuridico.
II non ottemperarle integra una
responsabilità colposa
(differenza rispetto alla posizione
precedente dello stato di necessità)
La dichiarazione di obiezione di coscienza va
presentata direttamente dal soggetto interessato e
non abbisogna di specifica motivazione.

Deve essere presentata entro un mese dal


conseguimento dell'abilitazione o
dall'assunzione presso un ente tenuto a fornire
prestazione di carattere abortivo, può essere
proposta anche fuori dai termini indicati, in tal caso
produce effetti dopo un mese dalla presentazione.
REVOCA
Si intende revocata se chi l’ha
sollevata partecipa ad attività
interruttive
 Perchè, allora, ha chiesto alla Corte il giudice tutelare di Napoli,
non si applica al giudice la stessa disciplina prevista, non solo per
i medici, ma per tutto il personale sanitario ed esercente le
attività ausiliarie? La sentenza costituzionale risponde che i
margini di intervento del giudice tutelare sono ben circoscritti: l'
autorizzazione a decidere, disposta dal giudice tutelare, è un
provvedimento che si limita ad integrare la volontà della
minorenne che non può decidere da sola. Rimane, quindi,
estraneo alle procedure e attività specificamente dirette a
determinare l' interruzione della gravidanza, dato che gli
accertamenti richiesti dalla legge sono svolti dai medici. Inoltre, il
magistrato deve attuare un interesse di ordine generale, l'
indeclinabile primaria realizzazione delle esigenze di giustizia.

OBIEZIONE DI COSCIENZA DEL


GIUDICE TUTELARE ?
Giugno 2014

Ottobre 2014

Febbraio 2015
Art 12
La richiesta di interruzione della gravidanza
secondo le procedure della presente legge è
fatta personalmente dalla donna.
Se la donna è di età inferiore ai diciotto anni,
per l'interruzione della gravidanza è
richiesto lo assenso di chi esercita sulla
donna stessa la potestà o la tutela.
Tuttavia, nei primi novanta giorni, quando vi
siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la
consultazione delle persone esercenti la potestà o
la tutela, oppure queste, interpellate, rifiutino il
loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi,
il consultorio o la struttura socio-sanitaria, o il
medico di fiducia, espleta i compiti e le procedure
di cui all'articolo 5 e rimette entro sette giorni
dalla richiesta una relazione, corredata del proprio
parere, al giudice tutelare del luogo in cui esso
opera.
Il giudice tutelare, entro cinque giorni,
sentita la donna e tenuto conto della sua
volontà, delle ragioni che adduce e della
relazione trasmessagli, può autorizzare la
donna, con atto non soggetto a reclamo, a
decidere la interruzione della gravidanza.
Qualora il medico accerti l'urgenza dell'intervento
a causa di un grave pericolo per la salute della
minore di diciotto anni, indipendentemente
dall'assenso di chi esercita la potestà o la tutela e
senza adire il giudice tutelare, certifica l'esistenza
delle condizioni che giustificano l'interruzione della
gravidanza. Tale certificazione costituisce titolo per
ottenere in via d'urgenza l'intervento e, se
necessario, il ricovero.
Ai fini dell'interruzione della
gravidanza dopo i primi novanta
giorni, si applicano anche alla minore
di diciotto anni le procedure di cui
all'articolo 7, indipendentemente
dall'assenso di chi esercita la potestà
o la tutela.
Minore degli anni 18

Assenso di chi esercita la potesta' o la tutela


seri motivi, nei primi 90 giorni,che
impediscono o sconsigliano la loro
consultazione, oppure questi rifiutano
l'assenso o esprimono pareri difformi-

Giudice Tutelare che puo' autorizzare la donna


Urgenza dell’intervento a causa di un grave pericolo
per la salute medicalmente accertato, certificazione
d'urgenza (indipendentemente da chi esercita la potestà
o tutela e senza adire al giudice tutelare)

- Dopo i primi 90 giorni procedure previste


dall'art. 7 indipendentemente da chi esercita, la potestà
e la tutela
Art. 13
Interdetta per infermità di mente

Richiesta: presentata dalla donna,


dal tutore o dal marito non
legalmente separato, Se presentata
dal marito o dal tutore conferma
della donna
Se presentata dal marito o
dall'interdetta ---- parere del tutore
Sempre Giudice tutelare
Art 14

Compiti di informativa e di
educazione sanitaria sono
demandati al medico che
esegue l’IVG
Art. 15

Aggiornamento del personale medico e


paramedico sui problemi della
procreazione cosciente e responsabile,
sui metodi anticoncezionali, sulle
tecniche piu' moderne e rispettose
dell'integrità fisica e psichica della
donna o meno rischiose per
l'interruzione della gravidanza
Art. 17
aborto colposo (parto prematuro)
prima aggravante delle lesioni personali oggi reati
autonomi
Perseguibile d'ufficio e non a querela

Maggiore sanzione in caso di inosservanza di norme


facenti parte del diritto del lavoro
Art. 18

Aborto doloso: senza il consenso o nel


dissenso (violenza, inganno, frode)
Aborto preterintenzionale: non esisteva prima
della legge 194
E’ l’aborto provocato con azioni dirette a
provocare lesioni alla donna

Morte e lesioni personali gravi e gravissime


come conseguenza delle azioni dolose
Art. 19
Interruzioni di gravidanza illecite:

A) assenza dei requisiti di legge

B) pur presenti i requisiti, l’IVG viene


eseguita da persona o in luoghi non
autorizzati
Art. 20

pene previste dagli art. 18 e 19


aumentate se i reati sono
commessi da obiettori
LEGGE N. 194
22 MAGGIO 1978

Art. 21
Conferma e rafforzamento dell’obbligo del
segreto professionale
INTERRUZIONE FARMACOLOGICA
DELLA GRAVIDANZA

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