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TUTELA DELLA MATERNITA’ E DELL’ABORTO

La legge 22 maggio 1978 n. 194, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria
della gravidanza”, descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso di richiesta di IVG.

Diritti della madre e del nascituro

La costituzione della repubblica italiana afferma (art. 1) che l’italia è una repubblica democratica ed, all’art.
2, riconosce e garantisce i diritti involabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali, ove si
svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica
e sociale.

Quindi, il diritto alla vita, quale presupposto di tutti gli altri diritti dell’uomo, si colloca fra i diritti inviolabili,
“e cioè tra quei diritti che occupano nell’ordinamento una posizione privilegiata, in quanto appartenente
all’essenza dei valori supremi sui quali si fonda la Costituzione Italiana” (corte cost. sentenza n. 35/1997).

L’inizio della vita dell’uomo si colloca al momento del concepimento, rilevante per il nostro ordinamento
giuridico; ne consegue che il concepito è soggetto che gode della tutela costituzionale ed il suo diritto alla
vita ed il suo nascere si iscrivono fra i diritti inviolabili di cui all’art. 2 della costituzione.

I consultori

il consultorio Familiare è un servizio territoriale orientato alla prevenzione, rivolto alle donne ed alle
coppie, con specifico riferimento alle problematiche della sessualità, della procreazione responsabile e della
contraccezione, della gravidanza.

Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) nei primi 90 giorni

Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla donna “che accusi circostanze per
le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la
sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o
familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni
del concepito” (art. 4).

Una donna, quindi, può richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di
gestazione, ad un medico di famiglia, ad un consultorio familiare o ad un’altra struttura autorizzata, per
motivi di salute, economici, sociali o familiari.

La richiesta di iVG è effettuata personalmente dalla donna che deve spiegare le ragioni della sua scelta;
dopo aver inoltrato la domanda, la Legge prevede un periodo di riflessione obbligatorio di almeno una
settimana, durante il quale la donna ha la possibilità di esaminare la sua scelta.

Nel caso in cui venga riscontrato uno stato di urgenza, il medico deve rilasciare subito la certificazione
idonea per l’iVG

Nel caso delle minorenni è necessario l’assenso da parte di chi esercita la potestà o la tutela.

Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) dopo i 90 giorni

L’iVG può essere praticata dopo i primi 90 giorni quando la gravidanza o il parto comportino un grave
pericolo per la vita della donna, oppure quando siano state accertate gravi anomalie del feto che
potrebbero danneggiare la salute psicofisica della donna (aborto terapeutico) (art. 6). In entrambi i casi, lo
stato patologico deve essere accertato e documentato da un medico del servizio ostetrico e ginecologico
che deve praticare l’intervento, che può avvalersi della collaborazione di specialisti.

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