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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

Dispensa N. 13

Geotermia

Corso di Gestione delle Risorse Energetiche


A.A. 2011/2012
D.E.TE.C - Dipartimento di Energetica, TErmofluidodinamica applicata
e Condizionamenti ambientali
Il gradiente geotermico

La temperatura nel sottosuolo


cresce con la profondità.
profondità.
Mediamente si osserva un
incremento della temperatura
pari a:
°C
∆t ≅ 25 ÷ 35
km
Il flusso termico può variare dai
circa 65 mW/m2
mW/m (aree
continentali) a quasi 101
mW/m
mW /m2 (aree oceaniche) in
funzione delle caratteristiche
termiche degli strati sotterranei
2
Natura delle risorse geotermiche

il meccanismo delle tettonica a zolle.

3
Zolle crostali, dorsali, fosse oceaniche, zone di subduzione e campi geotermici. Le frecce indicano la direzione del
movimento delle zolle. (1) Campi geotermici che producono elettricità; (2) dorsali interrotte dalle faglie trasformi
(fratture trasversali); (3) zone di subduzione, nelle quali la litosfera volge in basso verso l’astenosfera, dove fonde.

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Fasce geografiche geotermiche

L'esistenza di energia termica


all'interno della terra è reso
evidente da fenomeni
(fumarole vulcani, geysers,)
distribuiti sulla superficie
terrestre secondo fasce
geografiche delineate e
contraddistinte dal punto di
vista geologico
geologico::

1. Fascia Pacifico
Pacifico--Americana 4. Fascia Alpino-
Alpino-Himalainana
2. Fascia Medio
Medio--Atlantica 5. Fascia Asia Continentale
3. Fascia Africa Orientale 6. Fascia Pacifico-
Pacifico-Asiatica
5
I fluidi geotermici
L'energia termica accumulata nelle zone endogene viene in genere resa disponibile a
profondità accessibili da vettori termici presenti nella crosta terrestre e denominati fluidi
geotermici..
geotermici

I fluidi geotermici sono essenzialmente


composti da acqua meteorica o di origine
marina che penetra nel sottosuolo e si
riscalda a contatto con le rocce calde.
calde.

ACQUIFERI
strati o raggruppamenti di materiale
permeabile saturo di acqua, nel caso di
falde geotermiche le temperature
possono arrivare oltre 300°
300°C

6
Prime applicazioni industriali geotermiche

Lardarello 1904 La prima macchina “geotermica”(un motore


alternativo accoppiato ad una dinamo che ha convertito
energia geotermica in energia elettrica)
Prime applicazioni geotermiche Industriali e civili
• (1827) il conte Francois-Jacques de Larderel utilizza l’energia
geotermica per la produzione di acido borico e costruisce il
Lagone Coperto a Lardarello
• (1892) viene realizzato il primo sistema di riscaldamento
urbano a Boise (Idaho)
• (1904) il Principe Ginori Conti converte energia geotermica in
elettrica accendendo 5 lampadine
• (1915) a Lardarello entra in esercizio la centrale n.1 con due
gruppi da 2750 KW di potenza
• (1928) in Islanda inizia lo sfruttamento dei fluidi geotermici
per riscaldamento degli edifici
• (1937) si costruiscono le prime torri di raffreddamento a
Larderello in cemento armato
Schema di utilizzo di serbatoio geotermico
Classificazione dei sistemi geotermici

Se i fluidi caldi rimangono entro il serbatoio per effetto di una


copertura di terreni impermeabili
impermeabili,, si possono avere
concentrazioni di energia termica di interesse industriale a fini di
produzione di energia

Idrotermale (t > 100°


100°C)
Geopressurizzato
Sistema geotermico
Magmatico (600°
(600°C < t < 1400
1400°°C)
Rocce calde secche (200°
(200°C < t < 350°
350°C)

10
Sistemi geotermici idrotermali

Rappresentano praticamente gli unici sistemi geotermici


utilizzati nel mondo su scala industriale

Acqua dominante Vapore dominante


Sono i più diffusi. Sono i meno diffusi (10%)
Tacqua>100
>100°°C p = 0,1 – 1 MPa
La fase dominante è liquida Tvapore>200
>200°°C
La fase dominante è vapore
Sempre disciolti all’interno sostanze solide, liquide e gassose tra cui i gas “incondensabili” (CO2)

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Sistemi geotermici idrotermali ad acqua dominante
Sono formati da formazioni rocciose permeabili
permeabili,, che costituiscono i serbatoi
geotermici contenenti il fluido caldo, ricoperti di terreno impermeabile
impermeabile..

L’alimentazione del serbatoio è generalmente legata alla circolazione di acqua


meteorica o marina
marina,, mentre la fonte di calore è generalmente rappresentata
da intrusioni di magma ancora caldo nella crosta terrestre
terrestre..

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Impianti idrotermali a vapore dominante
• Il fluido geotermico è
disponibile totalmente o
prevalentemente in fase vapore
• Sono poco diffusi e
rappresentano il 1010%% di tutti i
sistemi idrotermali
• Il vapore è disponibile a
temperatura anche superiore a
200°°C e con pressioni alla bocca
200
del pozzo di 0,5-1MPa.
MPa.

• I serbatoi geotermici a vapore dominante in produzione sono Larderello, the


Geysers (USA), Matsukowa (Giappone), Kawah Kamojang (Indonesia)

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La reiniezione

• Nel serbatoio “the Geysers (California) la produzione


si è quasi esaurita alla fine degli anni ’80 per
mancanza di fluido nel serbatoio
• Un primo sistema di ricarica (Southeast Geysers
Effluent Reclycling Project) fu ideato con il trasporto
di acque di discarica depurate da una distanza di 48
km
• Il secondo sistema (Santa Rosa Geysers Rechange
Project) reinietta giornalmente nel serbatoio 41,5
milioni di litri di acqua depurata con un sistema di
tubazioni lungo 66 km
Sistemi geopressurizzati

- I sistemi geopressurizzati sono estese masse di sabbia o arenarie sature di


impermeabili, di natura prevalentemente
acqua sigillate entro sedimenti impermeabili,
argillosa, a profondità superiori ai 4000 m
- In questi sistemi il gradiente geotermico può arrivare a 50
50--100°
100°C/km
- I sedimenti impermeabili hanno una conducibilità termica bassa, si
comportano, quindi, come strati pressoché isolanti che rallentano la
propagazione del calore verso la superficie
- Prospezioni finalizzate all’utilizzo dell’energia geotermica per questi tipologie di
sistemi sono state effettuate nel nord del Golfo del Messico (Jones 1970 e
Duffeld and Saas 2003
2003)) ed attualmente nella regione del golfo tra Texas e
Louisiana

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Sistemi magmatici

- Sistemi con temperature che vanno dai


600°°C ai 1400°
600 1400°C
- Sono costituiti da rocce fuse di origine
magmatica
- I grossi problemi relativi allo
sfruttamento di questo sistema ne
fanno un obiettivo di utilizzo a lungo
termine
- Magma Energy Extraction Program
(1984
1984)) è stato effettuato Long Valley
Caldera, in California con un pozzo
profondo 6000 m e temperatura intorno
ai 500 °C.

16
- Se ne prevede l’uso iniettando acqua in
Rocce calde secche
rocce calde naturalmente fratturate
- Lo sfruttamento è sostenibile in tempi
medio--brevi se la temperatura del
medio
serbatoio è almeno di 200° 200°C, l’area di
scambio termico supera i 2 milioni di m2 il
volume interessato della roccia è di almeno
200 milioni di m3 e la perdita d’acqua del
sistema non supera il 10 %
- Al primo progetto di Los Alamos (USA) ne
sono seguiti altri prevalentemente in
Giappone (Hijiori,
Hijiori, Ogachi e Yunomori)
Yunomori). In
Europa le ricerche più avanzate sui HDR
sono in Alsazia (Francia)

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Classificazione delle risorse geotermiche in base alla T (°
(°C).
(a) (b) (c) (d) (e)
Risorse a < 90 <125 <100 ≤150 ≤190
bassa
entalpia

Risorse a 90-150 125-225 100-200


media
entalpia

Risorse ad >150 >225 >200 >150 >190


alta
entalpia

Rif: (a) Muffler and Cataldi (1978), (b) Hochstein (1990), (c) Benderitter and Cormy (1990), (d) Nicholson (1993), (e)
Axelsson and Gunnlaugsson (2000)

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Principali usi delle fonti geotermiche

calore per usi agricoli


Uso diretto calore per usi industriali Teleriscaldamento
calore per riscaldamento
Pompe di Calore
Geotermiche
Uso indiretto Conversione geotermoelettrica

19
Principali usi delle fonti geotermiche

Versione aggiornata del Diagramma di Lindal, 1973

20
Impianti Geotermici
per la
Produzione di Energia Elettrica
Tipologie:

 Impianti a Singolo-Flash

 Impianti a Doppio-Flash

 Impianti a vapore saturo secco (Dry Steam)

 Impianti Binari

 Impianti Ibridi
Impianti Geotermici per la Produzione di Energia Elettrica
Quadro Mondiale
Potenza Installata % Diffusione mondiale impianti %
Single Flash Double Flash Dry Steam Binary Altre tipologie Single Flash Double Flash Dry Steam Binary Altre tipologie

4% 5% 10%
32%
26% 42%
32%

14%
23%
12%

Potenza media degli impianti


45 40
40
Potenza Media [MWe]

35 32
30 25.3
25
20
15
10
5 2.3
0
Dati al Maggio 2007 Single Flash Double Flash Dry Steam Binary Altre
Fonte: tipologie
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
Impianti Geotermici
per la
Produzione di Energia Elettrica

Temperatura Rendimento Complessità


Tipologia Diffusione
sorgente [°C] exergetico % impiantistica

Singolo Flash 200 – 260 30 – 35 Moderata Ampia

Doppio Flash 240 – 320 35 – 45 Moderata → Alta Ampia


Bassa →
Dry – Steam >180 50 – 65 Bassa
Moderata
Binario 125 – 165 25 – 45 Moderata → Alta Ampia
Caratteristiche fondamentali delle differenti tipologie di impianti geotermoelettrici
Tratta da:
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
Impianti Singolo - Flash
È indicata con il termine di flash la trasformazione termodinamica che subisce un fluido quando è
sottoposto ad un processo di laminazione dalla condizione di liquido saturo o sottraffreddato alla
condizione di vapore saturo, caratterizzato dalla contemporanea presenza di una fase liquida ed una fase
vapore in equilibrio.
Il fluido geotermico, prelevato in fase liquida, è laminato e successivamente introdotto in un separatore
di fase. Il vapore saturo secco, generato dall’operazione di laminazione, è inviato in turbina dove
completa l’espansione mentre il liquido saturo è reiniettato nel pozzo.

5
2

1 3 6
6

Rappresentazione ciclo termodinamico sul piano T-s Rappresentazione schematica impianto Single-Flash
Tratta da: Tratta da:
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo Siemens – Siemens Student Awards
http://www.studentaward-middleeast.com/idea.php?id=146
Impianti Doppio - Flash
Il liquido saturo prodotto dalla prima operazione di flash è ulteriormente laminato per consentire la
produzione di vapore aggiuntivo da inviare in una turbina di bassa pressione.
 Consentono un incremento di potenza rispetto alla configurazione a singolo flash pari a 15 – 25%
 Più complessi degli impianti Single-Flash
 Più costosi degli impianti Single-Flash

9
4 5
10
2 6 11
1
3 7

Rappresentazione ciclo termodinamico sul piano T-s


Rappresentazione schematica impianto Duble Flash
Tratta da:
Tratta da:
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
Guzović Z. et Al.- Possibilities of electricity generation in the Republic of
Croatia from medium-temperature geothermal sources – Applied
Energy 2012
Impianti Dry – Steam
Il fluido geotermico, prelevato da un pozzo a vapore dominante, è direttamente introdotto in turbina
senza subire alcun processo di laminazione. Storicamente gli impianti Dry-Steam rappresentano la prima
applicazione dell’uso della sorgente geotermica per la produzione di energia elettrica
 Necessitano di pozzi a vapore dominante con specifiche caratteristiche geologiche
 Più semplici degli impianti Single-Flash
 Meno costosi degli impianti a Flash

2
1

Rappresentazione ciclo termodinamico sul piano T-s


Rappresentazione schematica impianto Dry-Steam
Tratta da:
Tratta da:
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
Guzović Z. et Al.- Possibilities of electricity generation in the Republic of
Croatia from medium-temperature geothermal sources – Applied
Energy 2012
Larderello
Gli impianti Dry-Steam rappresentano la prima applicazione della
risorsa geotermica per la produzione di energia elettrica. Risale al
1904 la nascita del primo “impianto” geotermoelettrico grazie
all’ingegno del principe Piero Ginori Conti che, sfruttando un getto
di vapore naturale proveniente da una pozzo geotermico, riuscì ad
alimentare un motore alternativo a vapore capace di illuminare
cinque lampadine presenti nella sua azienda.
Principe Piero Ginori Conti
Tratta da:
Enel S.p.A – Museo della geotermia
Larderello – Archivio Fotografico

Attualmente la potenza installata a Larderello e


nelle zone limitrofe ha raggiunto i 790 MW con
una produzione di energia, nel 2003, pari a 5300
GWh. [John W. Lund, GHC Bullettin, 2004]

Lardarello – Valle del diavolo


Tratta da:
http://www.reuk.co.uk/Larderello-Worlds-First-
Geothermal-Power-Station.htm
Impianti Binari
Il fluido geotermico è utilizzato esclusivamente come fluido termovettore. Esso ha il compito di
somministrare calore ad un fluido terzo, generalmente di natura organica, che evolve all’interno di un
ciclo di potenza. Grazie alle caratteristiche termodinamiche dei fluidi organici questa tipologia
d’impianto è adatta allo sfruttamento di sorgenti geotermiche a bassa temperatura.

Rappresentazione ciclo termodinamico del fluido organico sul piano


T-s T
ratta da:
Franco A., Villani M. - Optimal design of binary cycle power plants for
water-dominated, medium-temperature geothermal fields –
Geothermics 2009
Fluidi Organici
I fluidi organici sono sostanze con elevato peso molecolare, calore latente di evaporazione inferiore
rispetto all’acqua, basse temperature critiche e di ebollizione. Grazie a tali proprietà essi consentono di:

Ridurre il calore richiesto durante la fase di evaporazione


Ridurre il livello di temperatura e pressione all’evaporatore
Evitare la presenza di vapore saturo allo scarico della turbina grazie alla pendenza positiva della curva
limite superiore sul piano termodinamico T-s (fluidi secchi)
Aumentare la pressione di condensazione
Aumentare la densità del fluido allo scarico dell’espansore
Ridurre le portate volumetriche
Ridurre il rapporto d’espansione

Fluido Tc [°C] Pc [bar]

Isopentane 187,24 33,69

n-Butano 151,97 37,96

n-Esano 234,7 30,58

n-Pentano 196,54 33,64

Toluene 318,6 41,26

R245fa 154,01 36,51


Acqua 373,95 220,64
Impianti Binari
Sulla base delle caratteristiche dell’impianto di potenza, gli impianti binari si distinguono in:

 Impianti binari tradizionali

Impianti binari a doppio livello di pressione

Impianti binari a doppio fluido

Impianti binari con ciclo Kalina

Enel Green Power Stillwater Hybrid Power Plant


Foto da:
http://www.cleanenergyactionproject.com/CleanEnergyActionProject/CS.Enel_Green_
Power_Stillwater_Hybrid_Power_Plant___Hybrid_Renewable_Energy_Systems_Case_
Studies.html
Impianti Binari tradizionali
Il fluido geotermico, prelevato dal pozzo, è inviato in uno scambiatore di calore dove cede energia
sottoforma di calore ad un fluido organico opportunamente scelto che evolve in un ciclo rankine
tradizionale (ciclo ORC).

2 3

3 2 1
1

Rappresentazione ciclo termodinamico del fluido organico sul piano Rappresentazione schematica impianto binario
T-s Tratta da:
Guzović Z. et Al.- Possibilities of electricity generation in the Republic of
Croatia from medium-temperature geothermal sources – Applied
Energy 2012
Impianti Binari a doppio livello di pressione
Il liquido geotermico è inviato in scambiatori di calore disposti in cascata per riscaldare un fluido
organico che evolve all’interno di un ciclo rankine a doppio livello di pressione.

Rappresentazione ciclo termodinamico del fluido organico sul piano


T-s
Rappresentazione schematica impianto binario con doppio livello di
Tratta da:
pressione
Franco A., Villani M. - Optimal design of binary cycle power plants for
Tratta da:
water-dominated, medium-temperature geothermal fields –
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
Geothermics 2009
Impianti Binari a doppio fluido
Il liquido geotermico è utilizzato come sorgente calda per alimentare due cicli rankine organici disposti in
cascata. Il ciclo di potenza adopera una coppia di fluidi organici con proprietà differenti: il fluido
altobollente alimenta il ciclo superiore, quello bassobollente il ciclo ad esso sottoposto.

Rappresentazione schematica impianto binario a doppio fluido


Tratta da:
Rappresentazione ciclo termodinamico del fluido organico sul piano Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
T-s per impianto binario a doppio fluido
Tratta da:
Geothermal Power Plants – Ronald Di Pippo
Impianti Binari con ciclo Kalina
Il liquido geotermico è utilizzato come sorgente calda per alimentare un ciclo termodinamico alimentato
con una miscela di acqua e ammoniaca, noto come ciclo Kalina. Il vantaggio consiste nel miglior
accoppiamento dei profili di temperatura del fluido geotermico e della miscela acqua-ammoniaca
durante la fase di somministrazione del calore. Ciò accade in quanto per le miscele zeotropiche, come
acqua-ammoniaca, il passaggio di fase avviene con variazione della temperatura. Per contro tali impianti
risultano estremamente più complessi rispetto a quelli binari tradizionali in quanto richiedono un
maggior numero di componenti come recuperatori, separatore di fase, risurriscaldatore etc.

Rappresentazione schematica di un impianto binario con ciclo Kalina e relativo ciclo termodinamico sul piano T-h
Tratta da:
Guzović Z. et Al. - Possibilities of electricity generation in the Republic of Croatia by means of geothermal energy - Energy 2010
Impianti Ibridi
Si classificano come impianti ibridi tutti gli impianti geotermici caratterizzati da configurazioni
impiantistiche basate sull’accoppiamento dei sistemi flash o dry-steam con quelli binari.

Impianto ibrido Flash-Binario

Impianto ibrido Dry Steam-Binario

Rappresentazione schematica impianto ibrido dry steam-binario


Tratta da:
Ormat website
Rappresentazione schematica impianto ibrido flash-binario
Tratta da:
Ormat website
Utilizzazione a cascata di fluidi geotermici

Esempio di utilizzazione a cascata dei fluidi geotermici (Geo-Heat Center, Klamath


Falls, Oregon, USA)
36
La produzione geotermoelettrica
Quali sono le tecnologie avanzate:
• Adozione di cicli binari per usare fluidi a bassa temperatura
(tecnologia già attualmente in uso a livello commerciale)
• Adozione di fluidi supercritici ossia fluidi a altissima
temperatura (fase sperimentale)
• EGS (Enhaced Geothermal Systems ovvero sfruttamento di
sistemi geotermici a bassa permeabilità mediante
fratturazione artificiale del serbatoio e circolazione forzata di
acqua iniettata
EGS Enhaced Geothermal Systems
• Entro 5 km di profondità i corpi granitici
sono tutti più o meno attraversati da
fratture e fessure naturali
• Effettuando interventi di
micropressurizzazione o producendo
elevati shock termici iniettando fluidi a
bassa temperatura nell’ammasso
roccioso, si genera un incremento della
fratturazione della roccia aumentando
considerevolmente la trasmissività
idraulica
• È possibile effettuare tali interventi
anche su sistemi HDR esistenti
incrementandone la produttività
• Allo stato attuale esistono alcuni
progetti pilota: Soultz, Cooper Basin,
Bale e Coso.
EGS Enhaced Geothermal Systems
Progetto di Soultz (Alsazia, Francia)
1987-1997 1998-2001 2001-2004 2004-2008 2009-2011
EGS Enhaced Geothermal Systems
Problematiche
• Possibili terremoti indotti (il progetto svizzero di Bale è stato
chiuso così come quello californiano). E’, quindi, necessario
mettere a punto un sistema di pressurizzazione graduata con
fitti ma piccoli impulsi di pressione
• Formulazione di possibili modelli numerici di fisica del
serbatoio per prevedere la possibile evoluzione dei parametri
di produzione nel tempo
• Possibilità di utilizzare fluidi diversi dall’acqua per lo scambio
termico
Usi diretti dell’energia geotermica (da Lund et al. 2005)
Usi diretti dell’energia geotermica

• Nel 2000 la potenza degli impianti per usi non elettrici


dell’energia geotermica era pari a 15.145 MW e l’energia
termica utilizzata pari a 52.972 GWh (Lund e Freeston 2001);
• Nel 2005 la potenza degli impianti per usi non elettrici
dell’energia geotermica ha raggiunto i 28.573 MW e l’energia
termica utilizzata pari a 77.904 GWh (Lund et al. 2005);
• L’uso non elettrico più diffuso è rappresentato dalle pompe di
calore geotermiche (circa il 35%), seguito dagli usi termali
(circa il 27%), riscaldamento di ambienti (circa il 22%), serre
(circa l’8%), acquacoltura (circa il 4%) e impieghi industriali
diversi (circa il 3%)(Lund e Freeston 2001)
Down Hole Exchangers

La necessità di differenziare l’utilizzo delle fonti energetiche fa


crescere l’interesse verso lo sfruttamento di energia geotermica
a bassa entalpia (30-90°C)

Quando il fluido viene prelevato dall’aquifero (serbatoio), deve


essere poi reiniettato in pressione nell’aquifero. Questo
rappresenta un costo aggiuntivo di funzionamento.

Gli scambiatori di calore down-hole sono utilizzati per sfruttare


l’energia dall’aquifero senza prelevare il fluido, risparmiando
quindi sul consumo di energia elettrica e sulla manutenzione.

43
Il condensatore
Down Hole Exchangers
• Uno scambiatore di calore
posizionato all’interno del
pozzo
Il pozzo

Lo scambiatore di
calore

L’aquifero
geotermico

44
Il teleriscaldamento da fonti geotermiche

Schema semplificato del sistema di riscaldamento geotermico di un complesso di edifici a Reykjavik,


Islanda (da Gudmundsson, 1988).
45
La produzione geotermoelettrica
Nel 1995 al congresso
mondiale sull’energia
geotermica si rilevò un
potenza mondiale di 6.798
El Salvador
Costa Rica
204
208
MWe con una stima nel 2000
Giappone 535 di 9960 MWe.
Islanda 661
Nuova Zelanda 768
Italia 883 Nel 2000 (Huttrer 2001
2001)) la
Messico
Indonesia
958
1222
potenza geotermoelettrica
Filippine
U.S.A.
1904
3187
censita risultò invece pari a
0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500
7.974 MWe con una stima di
Potenza Installata [MW] al maggio 2012 11
11..000 MWe per il 2005
Nel 2012 la potenza
geotermoelettrica censita è
risulata pari a 11
11..224 Mwe
(Gea
Gea))
46
La produzione geotermoelettrica

International Energy Agency (IEA) 2008

47
La produzione geotermoelettrica (da Bertani 2008)
2008)

48
La produzione geotermoelettrica (da Bertani 2008
2008))
La produzione geotermoelettrica (da Bertani 2008)

• Le previsioni di produzione di
energia geotermoelettrica sono
inficiate dalla difficoltà di prevedere
gli sviluppi tecnologici temporali
delle tecniche di perforazione e di
coltivazione dei serbatoi geotermici
• Previsione della capacità
geotermoelettrica installata al 2050
secondo due diversi scenari: azzurro
(tecnologie attuali) – verde
(tecnologie avanzate)
Le zone geotermiche in Italia
• L’Italia è il Paese
"geotermicamente"
geotermicamente" più caldo
d’Europa, anche se, finora, lo
sfruttamento delle sue risorse
geotermiche si è sviluppato
solo nell’area centro-
centro-
settentrionale

• Le principali zone di
sfruttamento si concentrano
nelle zone di Larderello
(Toscana), Piancastagnaio
Piancastagnaio,, sull
e pendici del Monte Amiata,
Amiata, e
Civitavecchia
Le zone geotermiche in Italia

Le zone più calde sono la


Toscana, l’alto Lazio, la
Campania, la Sicilia e la
Sardegna
L’energia geotermica in Italia
■ Usi diretti del calore geotermico in Italia (dati UGI) :
– Potenza termica installata totale 606 MW nel 2005, 800 MW nel 2008
– Utilizzo complessivo energia termica 7554 TJ/anno nel 2005, 9500 nel 2008
■ Energia termica utilizzata in un anno (esclusi impianti a pompe di calore):
– Impianti termali 38%
– Impianti di riscaldamento e teleriscaldamento 24,3%
– Impianti di itticoltura 21%
– Impianti di serricoltura 16%
– Processi industriali 0,7%
■ Regioni che al momento utilizzano maggiormente energia termica:
–Veneto 38,2%
–Toscana 23,4%
–Campania 9,5%
–Puglia 8,8%
–Emilia Romagna 4,0%
–Lazio 3,5%
–Lombardia 1,4%
–Altre 11,2%
53
Normativa nazionale

• Legge 9 dicembre 1986, n. 896 (G.U. n. 298


supplemento ordinario del 24.12.1986) Disciplina
della ricerca e della coltivazione delle risorse
geotermiche. Ecologia.
• Decreto del Presidente della Repubblica 27 maggio
1991, n. 395 Approvazione del regolamento di
attuazione della legge 9 dicembre 1986, n. 896
ì, recante disciplina della ricerca e della coltivazione
delle risorse geotermiche.

54
Normativa nazionale

• Decreto Legislativo 11.02.2010 n. 22 riassetto


della normativa in materia di ricerca e
coltivazione delle risorse geotermiche a
norma dell’art. 27 della legge 23 luglio 2009 n.
99
La produzione geotermoelettrica in Italia (dati GSE)

ore di
Potenza Installata Energia
anno n utilizzazion
MW GWh
e
1997 28 559 3.905,2 6.986,0
1998 30 579 4.213,7 7.277,5
1999 32 621 4.402,7 7.089,7
2000 33 627 4.705,2 7.510,3
2001 30 573 4.506,6 7.864,9
2002 34 707 4.662,3 6.594,5
2003 34 707 5.340,5 7.553,7
2004 31 681 5.437,3 7.984,3
2005 31 711 5.324,5 7.488,7
2006 31 711 5.527,4 7.774,1
2007 31 711 5.569,1 7.832,8
2008 31 711 5.520,3 7.764,1
2009 32 737 5.342 7.355
2010 33 772 5.376 7.110
2011 33 772 5.654 7.324
La produzione geotermoelettrica in Italia
• I nostri impianti geotermici sono situati tutti in Toscana, L’energia prodotta
equivale al 10
10%% della quota mondiale di mercato (dati GSE)
• Il contributo della fonte geotermica alla produzione totale rinnovabile ha
mostrato una certa variabilità negli anni 2000 2000--2011 passando dal 9% del
2000 al massimo di 12 12%% del 2007 per poi scendere al minimo del 7% del
2011 soprattutto per la accresciuta produzione di tutte le altre fonti
rinnovabili, in particolare dell’energia solare (dati GSE)
• Nel 2008 in Italia il rapporto tra la produzione geotermoelettrica e la
produzione totale di energia elettrica è stato pari all’all’1
1,7%, nel 1997 era al
1,6%. Nell’arco temporale 2000 2000--2011 tale rapporto è variato all’interno
dell’intervallo 1,6-1.9% (dati GSE)
• Nel 2008 la potenza efficiente lorda degli impianti geotermoelettrici
rappresentava il 3% della potenza totale degli impianti alimentati da fonti di
energia rinnovabile, a fine 2011 tale valore è sceso al 2% (dati GSE)

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Il teleriscaldamento da fonti geotermiche in Italia
• Sistema di riscaldamento urbano della città di Ferrara, dove
due pozzi profondi circa 2000 m, emungono 400 m3/h di
acqua in fase liquida a 100
100°°C che fornisce 14 MW alla rete
urbana di teleriscaldamento
• Nella zona dei Colli Euganei (Abano Terme, Montegrotto, ecc.ecc.)
e in misura minore a Bormio, presso il confine svizzero, l’acqua
calda è sfruttata in impianti termali, oltre che per il
riscaldamento di edifici
• Alcuni Comuni (Pomarance) della Regione Boracifera in
Toscana sono teleriscaldati con calore geotermico (8 impianti
con 9 centrali, fluido estratto:
estratto: vapore a 220 °C, volume
700..000 m3 , potenza 30 MW
riscaldato 700
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