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I DENTI UMANI
dalla morfologia alla modellazione
TESTO
NUOVO
2014
www.umbertobuonanno.it
16
canino
incisivo laterale
incisivo centrale
PROSPETTO SINTETICO DEI PERIODI DI ERUZIONE PROSPETTO SINTETICO DEI PERIODI DI ERUZIONE
DEI DENTI DECIDUI DEI DENTI PERMANENTI
Incisivi centrali 6,5 mesi 7,5 mesi 6 - 7 anni Incisivi laterali 7 - 8 anni 8 - 9 anni
1
Nella dentizione decidua i premolari possono essere
denominati anche molaretti in quanto, pur occupando
il posto dei premolari, si differenziano da questi nella
forma e nelle dimensioni. Infatti il primo molaretto è
simile al primo premolare nella forma, ma è maggiore
nelle dimensioni; il secondo molaretto, invece, è simile al
primo molare nella forma ma ha dimensioni più piccole.
17
Mascellare superiore e mandibola di un bambino di 6/7 anni, sezionati per mostrare lo sviluppo della dentizione decidua e della
dentizione permanente. Si osservano i denti decidui, i denti permanenti eruttati e i denti permanenti in attesa di eruttare contenuti in
cavità ossee denominate cripte.
Arcate dentali viste da destra in cui si osserva la dentizione mista, Arcate dentali viste da sinistra in cui si osserva la dentizione mista,
denti decidui e denti permanenti. In azzurro i denti permanenti già denti decidui e denti permanenti. In azzurro i denti permanenti già
eruttati e quelli ancora contenuti nelle cripte in attesa di eruttare. eruttati e quelli ancora contenuti nelle cripte in attesa di eruttare.
36
Vestibolare
INCISIVO CENTRALE MASCELLARE
L’incisivo centrale è il primo dente dell’arcata
mascellare ed è ubicato a sinistra e a destra della
linea mediana. Data la sua posizione nell’arcata,
è il dente che si nota maggiormente.
Sul grafico fino ad ora costruito, dovranno
essere aggiunti i punti caratteristici che
contraddistinguono la corona e la radice di
ciascuna vista.
Vista vestibolare
PUNTI CARATTERISTICI DELLA CORONA
1 Il punto di contatto mesiale è situato a metà
circa del terzo incisivo.
2 Il punto di contatto distale è situato tra terzo
medio e terzo incisivo.
punto di contatto
tra le superfici distale del centrale spazio interprossimale
e mesiale del laterale
angolo angolo
disto-incisivo mesio-incisivo
Vista mesiale
La vista mesiale è simile a quella del canino
mascellare; si differenzia, però, per alcune
caratteristiche importanti.
Vista distale
È l’immagine speculare della vista mesiale;
presenta, però, una minore altezza della linea
cervicale.
Vista occlusale
Da questa vista è meglio visibile la posizione della
sommità della cuspide e dei punti di contatto
mesiale e distale, i quali risultano spostati
lingualmente, in quanto allineati con la sommità
della cuspide.
I CONTORNI
Il contorno mesiale è convesso dal punto
vestibolare al punto mesiale. Il contorno mesio-
linguale è convesso dal punto mesiale al punto
linguale, pur presentando una leggera concavità
al centro di questa porzione di contorno.
Il contorno distale presenta due leggere
concavità al centro delle porzioni di contorno
disto-vestibolare e disto-linguale; nella parte
restante è convesso.
63
ANATOMIA DIFFERENZIALE
COME DISTINGUERE IL CANINO
MANDIBOLARE DESTRO DAL SUO
OMONIMO SINISTRO
Il canino mandibolare destro può essere distinto
dal sinistro in base alle seguenti caratteristiche:
5 L a s o m m i t à d e l l a c u s p i d e d e i c a n i n i
mascellare e mandibolare, presenta
le seguenti caratteristiche:
sulla vista vestibolare quella del canino
mascellare risulta posta sull’asse del dente
Canino
mentre quella del canino mandibolare è spostata mandibolare
mesialmente (mm. 0,75) rispetto all'asse;
sulla vista mesiale la sommità della cuspide del
canino mascellare è spostata vestibolarmente
(mm.1) rispetto all’asse; mentre quella del
canino mandibolare è spostata lingualmente
(mm.1,50 circa) rispetto all’asse.
Vista vestibolare Vista mesiale
6 Il canino mandibolare è più lungo e più
affusolato del mascellare.
7 Osservando la superficie occlusale, mentre il
canino mascellare ha i punti di contatto posti
a metà della profondità vestibolo-linguale,
quelli del canino mandibolare sono spostati
lingualmente mm.1 rispetto al centro della
profondità vestibolo-linguale della corona.
ANATOMIA TOPOGRAFICA
POSIZIONE E NOMENCLATURA DEGLI ELEMENTI MORFOLOGICI
DENTI MOLARI
Viste occlusali dei secondi molari antagonisti Viste occlusali dei primi molari antagonisti
Versante cuspidale M
Solco della cuspide M-L
supplementare Cresta triangolare (o cresta supple-
aV della cuspide D-V mentare)
Fossa centrale
Fossa Fossa
distale mesiale Pozzetto Pozzetto
distale mesiale
Sommità della
Cresta (o rilievo) Cresta (o rilievo)
cuspide D-V Sommità della
cuspidale D della cuspide cuspidale M della cuspide
cuspide M-V
centrale centrale
(Secondo Latrou: costa) (Secondo Latrou: costa)
125
Primi molari (mascellari e mandibolari)
DENTI SINISTRI
Secondi molari (mascellari e mandibolari)
138
Metodo di Lee
Stabilito che, in assenza totale dei denti, l’unico larghezza della fronte
elemento di riferimento per risalire alla forma
dell’incisivo centrale mascellare è costituito
dalla forma del viso, Lee suggerisce di procedere
individuando sul viso stesso tre larghezze:
a) larghezza della fronte
b) larghezza bigoniaca (Go)1
c) larghezza bizigomatica (Zy)2.
larghezza
del colletto
larghezza del
margine incisivo
1
La distanza bigoniaca é la distanza che intercorre fra due
punti craniometrici chiamati Gonion (Go). Il Gonion, larghezza della corona
reperibile sulla mandibola, indica il punto più basso, più
arretrato e più esterno dell’angolo mandibolare, il quale é
determinato dall’incontro dei margini esterni del corpo e
della branca montante della mandibola.
2
La larghezza bizigomatica rappresenta la larghezza massima
della faccia; questa misura corrisponde alla distanza che
intercorre tra due punti craniometrici chiamati Zygion
(Zy). Lo Zygion indica il punto dell’arcata zigomatica più
distante dal piano sagittale mediano.
139
16
In particolare, le dimensioni dell’incisivo
centrale (altezza e larghezza), corrispondono ad
1/16 delle dimensioni del viso, le quali vengono
rilevate come segue:
• l’altezza del viso corrisponde alla distanza che
DISTANZA BIZIGOMATICA
La distanza
interalare
corrisponde
¼¼ ¼¼ alla distanza
intercanina
IL TAVOLATO OCCLUSALE
Con il termine tavolato occlusale si indica
quella entità spaziale formata dal progressivo
allineamento delle superfici occlusali dei denti
posteriori.
Il tavolato occlusale si estende dal primo
premolare al terzo molare di ciascuna emiarcata
ed è compreso tra due linee curve, ideali, delle
quali una passa per la sommità delle cuspidi
vestibolari e l’altra per la sommità delle
cuspidi linguali dei denti posteriori mascellari
e mandibolari. Mentre la linea v passante per
le cuspidi vestibolari ha un tracciato uniforme,
la linea l che passa per le cuspidi linguali V S L
presenta, in corrispondenza dei premolari,
una rientranza. Tale rientranza, che in questa V S L
zona comporta il restringimento del tavolato
occlusale, è determinata dal fatto che, la distanza
Tavolato occlusale
intercuspidale dei premolari, è minore di quella V = linea delle cuspidi vestibolari
dei molari. S = linea dei solchi
All’interno delle due linee che delimitano, L = linea delle cuspidi linguali
longitudinalmente, il tavolato occlusale è possibile
riscontrare una terza linea s originata dal
succedersi dei solchi intercuspidali mesiodistali
dei denti posteriori. La linea s risulta equidistante1
in tutti i suoi punti dalla linea v (3 mm. circa).
l
L’equidistanza che la linea s stabilisce rispetto alla linea
v è determinata dal fatto che, come si ricorderà, i solchi
intercuspidali dei premolari sono spostati lingualmente
rispetto al centro della superficie occlusale. Tale
caratteristica consente loro di allinearsi sul prolungamento
dei solchi dei molari. Teoria di Ackermann
Andamento elicoidale dei tavolati occlusali
157
Piano di Camper
168
CUSPIDI DI APPOGGIO
ZONE RICEVENTI
(o di supporto)
(o stop centrici)
MANDIBOLARI
MASCELLARI
(cuspidi vestibolari)
F Cuspide M-V del II° molare F Creste marginali del I° e del II° molare
13 - Versante cuspidale M 13' - Cresta marginale D del I° molare
14 - Versante cuspidale D 14' - Cresta marginale M del II° molare
G Cuspide D-V del II° molare* G Fossa centrale del II° molare
15 - Versante cuspidale M 15' - Versante D della (CrTr) della cuspide M-V
16 - Cresta triangolare 16' - (CrTr) della cuspide M-L
17 - Versante cuspidale D 17' - Versante M della (CrTr) della cuspide D-V
17
G 15 16
* La cuspide disto-vestibolare del primo molare mandibolare E
viene considerata, prevalentemente, non funzionale perciò alcuni autori
non prendono in cosiderazione i suoi contatti.
14
F 13
CONTATTO TRIPODE
* 12
E
= superfici di appoggio inferiori 10 11
= zone riceventi superiori D 9
8
7
CONTATTO BIPODE
6
= superfici di appoggio inferiori C 5
= zone riceventi superiori
4
B
3
2
A 1
D-L = Disto-Linguale
D-V = Disto-Vestibolare
M-L = Mesio-Linguale
M-V = Mesio-Vestibolare
PRIMO TIPO
OCCLUSIONE NORMALE
I Cuspide L del II° premolare I Creste marginali del II° premolare e del I° molare
20 - Versante cuspidale M 20' - Cresta marginale D del II° premolare
18 21 - Versante cuspidale D 21' - Cresta marginale M del I° molare
H 19
L Cuspide M-L del I° molare L Fossa Centrale del I° molare
22 - Versante cuspidale M 22' - Versante D della (CrTr) della cuspide M-L
23 - Cresta triangolare 23' - (CrTr) della cuspide centrale del I° molare
20 24 - Versante cuspidale D 24' - Versante M della (CrTr) della cuspide D-L
I
21
M Cuspide D-L del I° molare M Creste marginali del I° e II° molare
25 - Versante cuspidale M 25' - Cresta marginale D del I° molare
22 26 - Versante cuspidale D 26' - Cresta marginale M del II° molare
L 23
24
N Cuspide M-L del II° molare N Fossa Centrale del II° molare
25 27 - Versante cuspidale M 27' - Versante D della (CrTr) della cuspide M-L
M 28 - Cresta triangolare 28' - (CrTr) della cuspide D-V
26
29 - Versante cuspidale D 29' - Versante M della (CrTr) della cuspide D-L
27
N 29
28 O Cuspide D-L del II° molare O Creste marginali del II° e III° molare
30 - Versante cuspidale M 30' - Cresta marginale D del II° molare
30 31 - Versante cuspidale D 31' - Cresta marginale M del III° molare
O 31
31'
O
30'
29'
N 28'
27'
19'
H 18'
RAPPORTI OCCLUSALI DENTE A DUE DENTI - CUSPIDE - CRESTE MARGINALI PRIMO TIPO
1'
A 2'
18
H 19
3'
B 4'
20
I
5' 21
C 6'
22
7' L 23
D 8'
24
9'
* 10'
E 11' 25
12' M
13' 26
F 14'
15' 27
G 16' N 28
17' 29
30
O 31
31'
O
17 30'
G 15 16
29'
N 28'
27'
14
F 13
26'
* 12 M 25'
E
10 11
9
D 8
7 24'
L 23'
22'
6
C 5
21'
I
20'
4
B
3
19'
H 18'
2
A 1
PRIMO TIPO
In sintesi:
Inclinazione della accentuata - cuspidi alte
eminenza articolare ridotta - cuspidi basse
Motivazioni
Se osserviamo due differenti inclinazioni della
eminenza articolare, una dalla ripidità accentuata
l'altra dalla ripidità ridotta, avremo modo di Cuspidi alte Concavità linguale scarsa
INFLUENZA DELL'ORIENTAMENTO
DEL PIANO OCCLUSALE
Inclinazione
dell'eminenza
L'altezza delle cuspidi è direttamente proporzionale articolare
alla divergenza del piano occlusale dall'inclinazione
dell'eminenza articolare.
In sintesi: Piano
poco accentuata - cuspidi basse occlusale
Divergenza del P.O. (tendenza al parallelismo)
accentuata - cuspidi alte
Motivazioni
Come è facilmente intuibile, la traiettoria descritta
dalla mandibola durante la protrusione, è
parallela all'inclinazione dell'eminenza articolare.
Pertanto, nel caso in cui il piano occlusale Cuspidi basse
si presenta tendenzialmente parallelo
Il piano occlusale tende ad essere parallelo all'inclinazione
all'inclinazione dell'eminenza, sarà parallelo dell'eminenza articolare
anche alla traiettoria dello spostamento
mandibolare. In questa circostanza si verifica
una disclusione ridotta delle arcate dentarie,
simile ad uno slittamento, che produce spazi
interdentali esigui, per i quali sono appropriate
cuspidi basse.
Cuspidi alte
La squadratura indiretta (zoccolatura universale) Forme di gomma per la Forme di gomma per la
prevede la applicazione di uno zoccolo realizzato squadratura alla francese squadratura all'americana
mediante preformati in gomma (o altri materiali)
che riproducono i tagli alla francese e all’americana.
I TAGLI DI TWEED
254
13 mm
70 mm
13 mm
* *
70°
90°
* *
13 mm
Maxilla
*
* *
65°
90°
* *
13 mm
Mandible
ARCATE EDENTULE
E PROTESI TOTALE
GANCI SOPRAEQUATORIALI
I ganci sopraequatoriali che vengono principalmente
impiegati sono i seguenti:
A Gancio Ney N. 1;
B Gancio di Akers;
C Gancio ad azione posteriore;
D Gancio ad azione posteriore rovesciato; Gancio n. 1
E Gancio ad anello;
F Gancio doppio o gancio di Bonwill;
G Gancio Equipose N. 1 e N. 2; Gancio n. 1
H Gancio Iso Clasp ;
I Gancio Ney N. 1 doppio;
J Gancio continuo di Kennedy (o filo continuo).
A Gancio Ney n. 1
Caratteristiche Gancio n. 1
Il gancio n. 1 è formato da due bracci, uno
vestibolare ed uno linguale, entrambi con funzione
ritentiva; tali bracci si collegano all’appoggio (o r r
cavaliere) ed entrambi al connettore minore (o
peduncolo). Il gancio n. 1, esercitando l’abbraccio su
¾ della superficie del dente pilastro e la ritenzione su
entrambe le facce del dente, offre una buona stabilità ap
ab ab
alla protesi e una efficace ritenzione.
Impiego
Nelle edentulie intercalate mono o bilaterali.
Il gancio n°1 non va impiegato nei casi di selle ad
estensione o ad estremità distale libera, mono e
bilaterali.
Vestibolare Distale Linguale
Equatore
Basso in direzione della zona edentula, sia
vestibolarmente sia lingualmente.
Sottosquadro
0,50 mm. sulle superfici vestibolare e linguale del
dente pilastro.
307
B Gancio di Akers
braccio di guida
Caratteristiche
Il Gancio di Akers presenta forma, caratteristiche
e impiego simili a quelle del gancio Ney n. 1.
Equatore
Analogo a quello del gancio Ney n. 1: per il braccio
ritentivo equatore basso in corrispondenza della
zona edentula.
Sottosquadro
0,25 mm. sulla superficie vestibolare del dente
pilastro.
Braccio di guida o di stabilizzazione Gancio di Akers osservato dall’alto. Braccio ritentivo posto
posto sulla superficie linguale Si osservi la diversa conformazione dei sulla superficie vestibolare.
due bracci del gancio. Si noti come il braccio ritentivo scende più
in basso del braccio di guida
392
1- Si inizia col sigillare il bordo perimetrale 2- Fissaggio del composito fluido mediante 3- Completamento dei contorni dell’intarsio
dell’intarsio con dentina opaca ad alta breve esposizione ai raggi UW per la pre- con dentina.
saturazione cromatica polimerizzazione. Fissaggio del composito con raggi UW
4- Modellazione del cono della cuspide M-V 5- Modellazione del cono della cuspide M-P 6- Rilievi marginali M e rilievi delle cuspidi
e dei rilievi cuspidali. (cuspide di centrica) M-V e M-P, rilievo obliquo della cuspide M-P.
Fissaggio del composito con raggi UW Fissaggio del composito con raggi UW Fissaggio del composito con raggi UW
7- Modellazione della cuspide D-V (cono e 8- Modellazione della cuspide D-P 9 -Applicazione del colore arancio per dare
rilievi cuspidali) e del rilievo marginale distale profondità alla modellazione.
Fissaggio del composito con raggi UW Fissaggio del composito con raggi UW Fissaggio del composito con raggi UW
Pertanto:
M-V = Mesio-Vestibolare
M-P = Mesio-Palatale
M-D = Mesio-Distale
D-V = Disto-Vestibolere
D-P = Disto-Palatale
D-L = Disto-Linguale
10- Sul secondo molare sono disegnati: in blu 11- Polimerizzazione della dentina mediante
i rilievi e i solchi; in rosso le creste triangolari. “Apparecchio di luce per la polimerizzazione
Sono riferimenti per la modellazione. sottovuoto”
400
La tinta (o Tonalità) viene valutata su un cerchio Green-Yellow
cromatico posto in posizione orizzontale. Purple 6
La luminosità (o Valore) viene misurata 4
2
0
5
verticalmente su un asse (asse dei grigi). 6
8
La saturazione (o Croma) viene misurata 10 4
dall’asse dei grigi verso l’esterno. 12
Green
2
Blu
Blu-Green
La Tinta (o tonalità ) è l’elemento in base al quale Purple-Blu
0
distinguiamo un colore da un altro.
Per descrivere la tinta dei colori Munsell si servì
di un cerchio cromatico orizzontale che divise in
cinque parti dove collocò cinque colori principali:
rosso, giallo, verde, blu e violetto contrassegnati dalle
loro iniziali in inglese R (Red) Y (Yellow), G (Green),
B (Blue) e P (Purple); tra un colore e l'altro aggiunse
altri cinque colori intermedi ai primi cinque. Due
colori di uguale luminosità e saturazione, opposti
sul diametro della circonferenza delle tonalità,
sono colori complementari o diametrali; la loro Cerchio cromatico
mescolanza additiva genera il grigio della stessa
luminosità.
5 10
100
15
95
10Y 5GY
5R
10Y 10
10R
1 0RP YR GY
P 5Y 10
5R R
90
20
R
5G
5Y
10
P
RP YR
10
Y
85
25
10G
10R
5Y
5P
P Y
5BG 10R
N
10PB
R5
80
30
5R
PB GY
P
5GY
10R
5PB
G
75
35
B G
10
P
0B
5B
BG
5R
GY
1
5G 10
70
40
5B P B
G 10G 10
5PB
5BG 10B 5P
Cerchio cromatico Cerchio cromatico
45 10PB
65
di Munsell 5+5 colori 60 55
50 di Munsell 20 colori
Su struttura in zirconia
IL DISEGNO
E LA MODELLAZIONE
DI UNA PROTESI DENTARIA
CON TECNOLOGIA CAD–CAM
436
Nel caso si decida di realizzare la struttura presso Fresatrice per zirconia a 5 assi Forno per la
un centro di fresatura, il progetto CAD viene inviato installata in laboratorio sinterizzazione della
per via telematica presso un centro di fresatura, zirconia installato in
laboratorio
dove viene realizzata la struttura tridimensionale
disegnata.
2) La caratteristica di un componente realizzato per sinterizzazione è l’estrema durezza: grazie a questa caratteristica il componente
sinterizzato può essere sottoposto ad attrito assicurando resistenza e lunga durata.