Sei sulla pagina 1di 13

Unità 5 Tipi di occlusione

Unità 5 Tipi di occlusione

Contenuti Abilità
Occlusione bilaterale bilanciata Sapere quali contatti avvengono tra denti anteriori e posteriori
Occlusione unilaterale bilanciata antagonisti nell’occlusione bilaterale bilanciata in fase di
Occlusione mutualmente protetta occlusione e durante i movimenti mandibolari
Indicazioni protesiche per i vari tipi Sapere quali contatti avvengono tra denti anteriori e posteriori
di occlusione antagonisti nell’occlusione unilaterale bilanciata in fase di
Classificazione di Angle occlusione e durante i movimenti mandibolari
Classificazione di Ackermann Sapere quali contatti avvengono tra denti anteriori e posteriori
antagonisti nell’occlusione mutualmente protetta in fase di
occlusione e durante i movimenti mandibolari
Saper distinguere i casi protesici in cui risultano più indicati
i diversi tipi di occlusione, sapendone spiegare le ragioni e le
differenze
Saper descrivere le classi di Angle
Saper descrivere la classificazione di Ackermann

Tipo di occlusione

può essere

generalmente generalmente
bilaterale bilanciata unilaterale bilanciata mutualmente protetta
utilizzata per utilizzata per

diverse per
protesi totale protesi fissa
mobile

tipo di contatti

tra

denti anteriori antagonisti denti posteriori antagonisti

in

protrusiva lateralità

sui lati

lavorante bilanciante

129
Modulo 1 Anatomia e fsiologia del sistema stomatognatico

Nelle Unità precedenti si è visto come occlusione e disclusione siano stret-


tamente legate tra loro, e quanto i rapporti di relazione tra le ATM, i denti
e le altre strutture del sistema stomatognatico siano intrinsecamente legate
per assicurare il funzionamento fisiologico del sistema nel suo complesso.
Il sistema stomatognatico genera infatti forze notevoli, che possono dan-
neggiarlo gravemente se il sistema non funziona bene. Non a caso, i falli-
menti protesici sono proprio quelli in cui le forze non riescono a lavorare
correttamente. Se invece il sistema funziona, perché progettato e realizzato
correttamente, è perfettamente in grado di difendersi sia in fase statica, sia
nelle dinamiche mandibolari, sia nei casi in cui insorgessero delle para-
funzioni.
Dovendo intervenire protesicamente per ripristinare la corretta funzione,
o ripristinare elementi danneggiati o perduti, o per correggerne malforma-
zioni e malfunzionamenti, il protesista dovrà quindi studiare con attenzione
tutta la situazione occlusale del paziente, sia nelle sue componenti statiche
(chiusura), sia in quelle dinamiche (movimenti). Dovrà cioè studiare quale
tipo di occlusione sia meglio definire per la protesi, intendendo come tipo
di occlusione le relazioni che si instaurano tra gli antagonisti sia in occlu-
sione sia nei movimenti.

Posizioni mandibolari
In genere, per la realizzazione delle protesi, la posizione mandibolare cui
di riferimento
fare riferimento per la massima stabilità è diversa a seconda che la protesi
debba ripristinare singole parti della bocca o sia invece riabilitativa, cioè
debba ripristinare tutti i rapporti occlusali:
• se la protesi ripristina solo parzialmente i contatti tra antagonisti (come
nel caso di corone singole, ponti, o ricostruzioni estese che non coinvolgono
i rapporti occlusali nella loro totalità), il tecnico realizza il dispositivo pro-
tesico in occlusione abituale (massima intercuspidazione) e controlla
poi l’assenza di parafunzioni sia in relazione centrica che nei tragitti di-
namici, perché è durante il sonno profondo o nei momenti di stress –con
la mandibola in posizione di relazione centrica – che l’organismo può far
insorgere delle parafunzioni (con l’intento di eliminare eventuali interferen-
ze che lo infastidiscono);
• se invece la protesi è riabilitativa, cioè ripristina completamente tutti i
contatti occlusali, la funzione va ricostruita a partire dalla relazione cen-
trica, verificando ad ogni passaggio il rispetto delle funzioni: masticatoria,
fonetica, posturale ecc. In questo modo è possibile ottenere, al termine del
lavoro, un’occlusione con la mandibola in posizione di miocentrica, una
posizione articolare anatomica che risulta in armonia con tutte le catene
muscolari e fasciali dell’organismo.
Nelle varie realizzazioni protesiche, in tutti i casi in cui si ripristinano
completamente tutti i contatti tra antagonisti, sarà preferibile utiliz-
zare la posizione di relazione centrica, negli altri casi si dovrà invece
fare riferimento all’occlusione abituale.

130
Unità 5 Tipi di occlusione

Tipi di occlusione

Quale sia la migliore progettazione del tavolato occlusale da applicare è Tipi di occlusione
oggetto di discussione tra gli studiosi da quasi un secolo. Senza entrare
nel merito delle singole teorie gnatologiche, possiamo raggruppare le
varie filosofie in tre categorie principali: occlusione bilaterale bilanciata,
occlusione unilaterale bilanciata, occlusione mutualmente protetta.

Per ognuna di queste occlusioni, si valutano i contatti (occlusione) o la loro


perdita (disclusione) tra i denti anteriori e posteriori antagonisti in posizione
di chiusura e nei movimenti eccentrici della mandibola, considerando i due
lati lavorante e bilanciante.

Occlusione bilaterale bilanciata


Occlusione bilaterale
L’occlusione bilaterale bilanciata prevede un contatto stabile e bilanciato
bilanciata
(denti anteriori, denti posteriori del lato di lavoro, denti posteriori del lato
bilanciante) in tutte le posizioni e in tutti i movimenti della mandibola.

In occlusione: lato dx: numerosi lato sx: numerosi


• i denti anteriori antagonisti non contatti tra contatti tra
antagonisti antagonisti
contattano tra loro o si sfiorano appena;
• i denti posteriori realizzano nume-
rosi contatti tra antagonisti.
denti anteriori non sono in occlusione
In protrusiva: contatto o si sfiorano appena
• i denti anteriori entrano in contatto
e guidano il movimento fino alla po- lato dx: contatti tra lato sx: contatti tra
sizione di testa a testa; antagonisti antagonisti

• tra i denti posteriori si realizzano dei


contatti bilancianti su entrambi i lati.

In lateralità:
• i denti anteriori entrano in contatto
sul lato di lavoro; protrusiva
denti anteriori in contatto
o
• i denti posteriori realizzano nume-
rosi contatti sul lato di lavoro tra le
contatti di lavoro tra contatti bilancianti
cuspidi vestibolari superiori (versanti antagonisti tra antagonisti
palatali) e le cuspidi vestibolari infe-
riori (versanti vestibolari). Sul lato bi-
lanciante si realizzano contatti bilan-
cianti tra le cuspidi vestibolari inferiori
(versanti linguali) e le cuspidi palatali lateralità
denti anteriori del lato di lavoro in contatto
superiori (versanti vestibolari).

131
Modulo 1 Anatomia e fsiologia del sistema stomatognatico

Fondamento di questo tipo di occlusione è che i denti mandibolari mantengano


sempre un contatto stabile con i propri antagonisti mascellari, sia in occlusione
sia nei movimenti, garantendo un appoggio costante della mandibola in tre
zone (denti anteriori, denti posteriori di destra, denti posteriori di sinistra).
Caratteristica delle dentature fortemente abrase, questo tipo di occlusio-
ne in natura esiste soltanto in forma patologica, come conseguenza della
perdita della guida anteriore, cioè nei casi in cui i denti anteriori antago-
nisti non sono in grado di assicurare la corretta disclusione dei quadranti
Parafunzioni
posteriori durante i movimenti laterali e protrusivi. In queste situazioni, i
recettori propriocettivi parodontali registrano come interferenze i con-
tatti lavoranti e bilancianti posteriori e il sistema nervoso tende quindi ad
eliminarli attraverso movimenti parafunzionali (digrignamento, bruxismo).
Questo provoca abrasione delle cuspidi e – di conseguenza – aumento delle
superfici antagoniste a contatto, con conseguente incremento delle parafun-
zioni, in un circolo vizioso che in breve tempo porta alla rapida distruzione
dei denti, non solo posteriori, ma anche anteriori. La distruzione dei denti
anteriori riduce ulteriormente la naturale funzione di guida di questi denti,
partecipando a sua volta a rimettere in moto il ciclo distruttivo.

Deficit
Bruxismo funzionale

Maggiore azione
muscolare riflessa Usure e abrasioni

Aumento degli Aumento delle


attriti superfici a contatto

Il bruxismo porta alla


rapida abrasione dei
denti.

132
Unità 5 Tipi di occlusione

Parafunzioni fisiologiche
In effetti, entro certi limiti, una pa- a sommare i circa 20 secondi/ora di costruito con una corretta inclinazio-
rafunzione può anche essere con- cui si è detto). Nelle situazioni pa- ne è in accordo con il movimento
siderata fisiologica: un sistema che tologiche, invece, questi tempi ven- muscolare, lo scivolamento del suo
funziona bene durante il sonno può gono ampiamente superati, fino a antagonista non eserciterà nessun at-
bruxare, serrare, oppure combina- spostare o consumare denti, creare trito tra le superfici a contatto, ma il
re i vari movimenti per circa 15/20 sofferenze alle ATM, fratturare o con- movimento si svilupperà dolcemente
secondi ogni ora, per esempio ese- sumare protesi ecc. su un piano inclinato che essendo in
guendo i movimenti per 2/3 secon- Che la bocca mastichi o bruxi, quindi, accordo con l’engramma muscolare
di, poi staccando i denti, poi ripren- se è ben congegnata dal punto di non causerà nessun danno, né du-
dendo dopo pochi minuti un altro vista statico e dinamico può comun- rante la masticazione, né – soprattut-
“lavoro” di 3 o 4 secondi, poi stac- que svolgere egregiamente le sue to – durante il rientro in occlusione
cando nuovamente e così via (fino funzioni. Per esempio, se un canino da un movimento eccentrico.

Indicazioni protesiche

Nelle ricostruzioni protesiche fisse questo tipo di occlusione va sempre


evitato, mentre nel caso delle protesi totali mobili può – al contrario –
rappresentare un valido aiuto per aumentare la stabilitˆ della protesi.

Infatti, nelle protesi mobili totali non vi sono recettori propriocettivi paro- Protesi totale mobile
dontali che possano mettere in moto il ciclo distruttivo; inoltre, l’elasticità
della superficie di appoggio della protesi (la mucosa gengivale) tende a correg-
gere naturalmente gli eventuali contatti non fisiologici, semplicemente facendo
affondare la protesi di quel tanto che basta a neutralizzarne l’interferenza;
infine, poiché il problema principale nelle protesi mobili è la mancanza di
stabilità, poter disporre di un appoggio su tre punti in ogni fase dell’occlusione
e dei movimenti agevola notevolmente il paziente nella masticazione e nella
deglutizione, dandogli maggiore sicurezza.

Nelle protesi mobili totali, la realizzazione di overjet e overbite leg-


germente aumentati rispetto a quelli presenti nelle dentature naturali
agevola il bilanciamento bilaterale nei movimenti.

A sinistra: protesi totale mobile in


occlusione. Si notano il contatto stabile
tra i denti posteriori antagonisti e
l’overjet/overbite dei denti anteriori.
A destra: contatti tra i denti posteriori
antagonisti nel movimento protrusivo.

133
Modulo 1 Anatomia e fsiologia del sistema stomatognatico

A sinistra: contatti tra i denti posteriori


antagonisti nel lato di lavoro.
A destra: anche sul lato bilanciante si
notano contatti tra i denti posteriori
antagonisti.

Il montaggio finito e
pronto per la prova.

Occlusione unilaterale bilanciata


Occlusione unilaterale
L’occlusione unilaterale bilanciata prevede un contatto stabile di grup-
bilanciata
po (denti anteriori, denti posteriori del lato di lavoro) nei movimenti
laterali della mandibola.

In natura questo tipo di occlusione si ha in genere come preambolo all’oc-


clusione bilanciata bilaterale. Infatti, non è raro riscontrare questa situazione
quando si ha la presenza di canini abrasi o poco stabili, che non riescono a
guidare autonomamente la lateralità. In questi casi, la presenza di ulteriori
contatti di gruppo sul lato di lavoro “aiuta” il canino nella sua funzione di-
sclusiva, ma si tratta di situazioni destinate a peggiorare, poiché l’abrasione dei
denti del lato di lavoro porta all’aumento delle superfici a contatto e prima o
poi genera contatti anche sul lato bilanciante.

In occlusione:
• i denti anteriori antagonisti non contattano tra loro o si sfiorano appena;
• i denti posteriori realizzano numerosi contatti tra antagonisti che stabiliz-
zano l’occlusione.

In protrusiva:
• i denti anteriori entrano in contatto e guidano il movimento fino alla po-
sizione di testa a testa;
• tra i denti posteriori non sono presenti contatti.

134
Unità 5 Tipi di occlusione

In lateralità: lato dx: numerosi lato sx: numerosi


• i denti anteriori entrano in contatto contatti tra contatti tra
antagonisti antagonisti
di gruppo sul lato di lavoro;
• i denti posteriori realizzano nume-
rosi contatti sul lato di lavoro tra le
cuspidi vestibolari superiori (versanti
palatali) e le cuspidi vestibolari infe- occlusione
riori (versanti vestibolari). Sul lato bi- denti anteriori non sono in
lanciante non sono presenti contatti contatto o si sfiorano appena
tra i denti antagonisti.
lato dx: non si lato sx: non si
hanno contatti hanno contatti
tra antagonisti tra antagonisti

protrusiva

denti anteriori in contatto


o
Un canino danneggiato.

lato dx: Contatti lato sx: non si


di lavoro tra hanno contatti
antagonisti bilancianti tra
antagonisti

lateralità

Perduta la funzione disclusiva del canino, per ga- denti anteriori del lato di lavoro
rantire la funzione disclusiva dal lato di lavoro ven- in contatto
gono coinvolti anche i due premolari. Sicuramente
questi denti, in assenza di adeguati interventi pro-
tesici, sono destinati ad una rapida quanto irrever- Protezione di gruppo
sibile abrasione.

Indicazioni protesiche
In genere l’occlusione unilaterale bilanciata viene mantenuta solo nei casi in
cui il canino, per mobilità o altre situazioni patologiche, non viene reputato
sufficientemente in grado di assicurare la dovuta protezione in lateralità.
La sua funzione, in realtà, risulta comunque importante anche in caso di
deficit della protezione, perché questo dente presenta una spiccata sensi-
bilità propriocettiva e quindi partecipa a determinare la disclusione dei denti
posteriori “avvisando” il sistema nervoso non appena entra in contatto con
il proprio antagonista.

135
Modulo 1 Anatomia e fsiologia del sistema stomatognatico

Occlusione mutualmente protetta


Occlusione mutualmente
protetta L’occlusione mutualmente protetta o occlusione con protezione ante-
riore, o occlusione funzionale sembra essere il tipo di occlusione che meglio
soddisfa le esigenze funzionali del sistema stomatognatico.

In questo tipo di occlusione i contatti tra i denti posteriori proteggono


i denti anteriori in fase di occlusione, mentre la disclusione, operata
dagli incisivi in protrusiva e dai canini in lateralitˆ, protegge i denti
posteriori durante i vari movimenti.

lato dx: numerosi lato sx: nume-


In occlusione:
contatti tra denti rosi contatti tra • i denti anteriori antagonisti non con-
posteriori anta- denti posteriori
gonisti antagonisti
tattano tra loro o si sfiorano appena:
tra laterali e centrali antagonisti do-
vrebbe esserci uno spazio di circa 200
μm, mentre i canini antagonisti sono
in contatto, come i posteriori;
occlusione • i denti posteriori realizzano numero-
denti anteriori non sono in
contatto o si sfiorano appena
si contatti tra antagonisti che stabiliz-
zano l’occlusione.
lato dx: non si lato sx: non si
hanno contatti hanno contatti In protrusiva:
tra denti poste- tra denti poste-
riori antagonisti riori antagonisti • gli incisivi centrali antagonisti entra-
no in contatto e guidano il movimento
fino alla posizione di testa a testa; pos-
sono essere coinvolti anche gli incisivi
laterali inferiori, mentre il canino in-
protrusiva
feriore scorre liberamente sotto il mi-
incisivi centrali in contatto nus del laterale superiore;
• i denti posteriori discludono imme-
diatamente e non presentano contatti
lato dx: non si lato sx: non si
su nessuno dei due lati.
hanno contatti hanno contatti
tra denti poste- tra denti poste-
riori antagonisti riori antagonisti
In lateralitˆ:
• il canino entra in contatto con il pro-
prio antagonista sul lato di lavoro;
• i denti posteriori discludono imme-
diatamente sia sul lato di lavoro che
lateralità
su quello bilanciante.

canini del lato di lavoro in contatto In latero-protrusiva:


• i denti anteriori antagonisti entrano
in contatto e guidano il movimento
fino alla posizione di testa a testa;

136
Unità 5 Tipi di occlusione

• i denti posteriori discludono immediatamente e non presentano contatti


su nessuno dei due lati.

Indicazioni protesiche

L’occlusione mutualmente protetta è la soluzione da realizzare in ogni


tipo di protesi fissa e a supporto implantare.

Poiché la sensibilità propriocettiva dei denti anteriori è particolarmente


spiccata, di solito si preferisce non saldare tra loro i denti anteriori, se non
nei casi in cui si evidenzi una loro insufficiente stabilità dovuta a problemi
parodontali.
Per quanto riguarda invece la loro forma, è molto importante curare con
attenzione la concavità palatale degli incisivi centrali superiori, ren-
dendola compatibile con il movimento protrusivo del condilo (che scorre
sull’eminenza) e mantenendo, in genere, un loro leggero contatto con gli
antagonisti a livello delle creste marginali e in prossimità del limite tra la
convessità del cingolo e la concavità palatale
Se questo contatto in centrica debba realizzarsi o meno è però oggetto
di controversie: mentre alcuni Autori – come Lee e Dawson – ne hanno
sostenuto la necessità, altri – come Thomas, per esempio – lo hanno inve-
ce rifiutato, sostenendo che poiché i denti posteriori in occlusione tendono Alcuni Autori rifiutano il contatto tra
ad avere un leggero affondamento nei propri alveoli, un contatto centrico i denti anteriori in fase di chiusura,
degli anteriori si trasformerebbe in una spinta propulsiva in avanti che reputandolo dannoso.
potrebbe danneggiarli.

Contatto centrico tra gli anteriori L’affondamento dei denti posteriori La pressione sui denti anteriori, in
in posizione di massima in fase di chiusura forzata riduce la conseguenza della posizione dei loro assi, si
intercuspidazione dimensione verticale trasforma in una spinta propulsiva in avanti

137
Modulo 1 Anatomia e fsiologia del sistema stomatognatico

Rapporti tra le arcate


Rapporti interarcata Il tipo di occlusione che si realizza tra le arcate è frutto della storia stessa
dell’individuo, dell’azione esercitata sulle sue strutture anatomiche da muscoli
e lingua, da eventuali traumi subiti, da differenze congenite ecc.
Tutti questi fattori influenzano notevolmente la morfologia del soggetto,
la sua occlusione, e, a livello scheletrico, il suo rapporto tra le arcate supe-
riore e inferiore.

Si intende come rapporto tra le arcate (o rapporto interarcata) la rela-


zione scheletrica esistente tra il processo alveolare mascellare e il pro-
cesso alveolare mandibolare, indipendentemente dalla posizione dei
denti e dal tipo di occlusione presentata.

Questo rapporto è notevolmente importante soprattutto in protesi totale e in


ortodonzia: nel primo caso perché è l’unico sul quale ci si possa basare per
ricostruire la funzione nel paziente, nel secondo perché la sua analisi permette
di intervenire ortopedicamente per ripristinare una corretta occlusione in caso
di anomalie scheletriche.
Anche negli altri tipi di protesi un attento studio dei rapporti interarcata
partecipa alla migliore pianificazione dell’intervento terapeutico, tuttavia la
presenza dei denti residui in genere obbliga gli operatori a ricercare situa-
zioni di compromesso e adattamenti alla realtà esistente, per cui i vincoli
risultano maggiori.
Le classificazioni di questi rapporti più utilizzate in campo dentale sono
la classificazione di Angle, utilizzata per pazienti dentuli e in ortodonzia,
e la classificazione di Ackermann, relativa ai pazienti edentuli.

Classificazione di Angle
Classificazione di Angle Risalente al 1899, la classificazione di Angle è ancora oggi utilizzata in or-
todonzia, anche se studi successivi hanno integrato, modificato e migliorato
notevolmente le originali considerazioni di Angle.
Il criterio di base (e il maggiore limite) delle osservazioni di Angle è de-
terminato dal rapporto intermolare, in base al quale vengono distinte tre
differenti classi di rapporti interarcata:
• Classe I. La cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore arti-
cola con il solco centro-vestibolare del primo molare inferiore.
• Classe II. La cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore arti-
cola mesialmente al solco centro-vestibolare del primo molare inferiore.
In questi casi si riconoscono due divisioni, distinte a seconda di come si
presenta l’overjet dei denti anteriori:
– I divisione. L’overjet dei denti anteriori è elevato, per cui si nota una
notevole sporgenza dei denti anteriori superiori che si trovano fortemente
vestibolarizzati rispetto ai propri antagonisti inferiori.

138
Unità 5 Tipi di occlusione

– II divisione. L’overjet dei denti anteriori è ridotto a causa di una lin-


guoversione dei denti anteriori superiori che si rivolgono “all’indietro”, con
un’inclinazione assiale inversa rispetto ai normali criteri fisiologici.
• Classe III. La cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore arti-
cola distalmente al solco centro-vestibolare del primo molare inferiore.
In questo caso, generalmente, viene notevolmente ridotta (se non addirittura
eliminata, nei casi più gravi) la normale protezione esercitata dai denti ante-
riori nei confronti dei posteriori (con compromissione della disclusione).

Classe I: la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore


articola con il solco centro-vestibolare del primo molare inferiore e i
denti anteriori presentano overjet e overbite fisiologici.

Classe II – I divisione: la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore


articola mesialmente al solco centro-vestibolare del primo molare inferiore e i denti
anteriori evidenziano unoo spiccato progna
prognatismo.
Classe II – II divisione: La cuspide
mesio-vestibolare del primo molare
superiore articola mesialmente al solco
centro-vestibolare del primo molare inferiore
e i denti anteriori superiori evidenziano una
marcata linguoversione.

Classe III: la cuspide mesio-vestibolare del


Foto: dott. Marco Dini

Glossario
primo molare superiore articola distalmente
Prognatismo Protrusione in avanti del
mascellare superiore.
al solco centro-vestibolare del primo molare
Progenismo Protrusione in avanti del inferiore. È evidente il progenismo
mascellare inferiore. dell’arcata inferiore.
Linguoversione Inclinazione in senso
linguale.
Prognatismo e progenismo

Classificazione di Ackermann
La classificazione di Angle è relativa al rapporto intermolare, che però, nel
caso dei pazienti edentuli, non risulta più rintracciabile in quanto i denti che
la definiscono sono andati perduti.

Per i pazienti edentuli si utilizza quindi la classificazione di Ackermann, Classificazione di Ackermann


che distingue tre classi scheletriche in base alla posizione della papil-
la interincisiva superiore rispetto alla posizione del fornice vestibolare
inferiore.

139
Modulo 1 Anatomia e fsiologia del sistema stomatognatico

Secondo Ackermann i casi di edentulia totale possono essere quindi classificati


in:
• classe I, o normocclusione. In vista sagittale, la papilla interincisiva cade
perpendicolarmente al piano orizzontale in corrispondenza del fornice ve-
stibolare inferiore;
• classe II, o distocclusione. In vista sagittale, la papilla interincisiva cade
vestibolarmente al fornice vestibolare inferiore;
• classe III, o mesiocclusione. In vista sagittale, la papilla interincisiva cade
lingualmente al fornice vestibolare inferiore.

Classe II – Distocclusione.

Classe I – Normocclusione.

Classe III – Mesiocclusione.

Da notare che queste valutazioni sono indipendenti dalla posizione della cre-
sta alveolare inferiore, in quanto prescindono dal suo grado di riassorbi-
mento. È infatti consueto che con il riassorbimento della cresta inferiore questa
venga a trovarsi in una posizione più retrusa – rispetto al mascellare superiore
– di quanto non fosse in origine.
Inoltre, è opportuno che le valutazioni rispetto alla classe scheletrica se-
condo Ackermann vengano considerate solo una volta che si sia stata regi-
strata dal clinico la corretta dimensione verticale, cioè la distanza tra le
arcate sulla base della quale si realizzerà l’occlusione dei denti artificiali che
andranno a sostituire quelli andati perduti.

140
Unità 5 Tipi di occlusione

TEST DI AUTOVERIFICA

1. Qual è la caratteristica principale dell’occlusione bilaterale bilanciata?


2. Quali denti entrano in contatto durante i movimenti di lateralità nell’occlusione bilaterale
bilanciata?
3. Per quali tipi di protesi è indicata l’occlusione bilaterale bilanciata? Spiega perché.
4. Che cosa si intende per protezione di gruppo?
5. A livello protesico, perché si può decidere di realizzare un’occlusione unilaterale bilanciata?
6. Che cosa si intende per mutua protezione?
7. Descrivi i contatti dell’occlusione mutualmente protetta in fase di occlusione, di protrusiva e di
lateralità.
8. Qual è la funzione del canino nell’occlusione mutualmente protetta? E in quella unilaterale
bilanciata?
9. Quali sono le opinioni dei vari Autori rispetto ai contatti tra incisivi antagonisti in occlusione?
Descrivi almeno due ragioni contrapposte.
10. Descrivi il rapporto intermolare nella classe I di Angle.
11. Quali sono le diferenze tra I e II divisione nella classe II di Angle?
12. Come può essere definita la protrusione del mascellare inferiore? E quella del mascellare
superiore?
13. Per quali casi si impiega la classificazione di Ackermann? Perché non può essere utilizzata quella di
Angle?
14. Qual è il criterio di classificazione utilizzato da Ackermann per distinguere le varie classi scheletriche?
Fai un esempio.
15. Indica a quale classe di Angle ed eventuale divisione appartengono i casi seguenti.

141

Potrebbero piacerti anche