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BION

LA TAVISTOCK clinica che nasce nel dopo guerra a Londra oltre ad essere una clinica di pratica
sulla malattia mentale sui traumi post guerra è anche un luogo di ricerca.
FREUD è un uomo tra 800 e 900 ma è figlio del suo tempo perchè si ostina a fare della psicoanalisi
una sorta di branchia della psichiatria vuole radicare la psicoanalisi nella medicina ma in questo
modo si perde la portata rivoluzionaria della psicoanalisi, che è lo spostamento della centralità del
controllo della razionalità sul destino del uomo rispetto all’inconscio. Freud si occupa a puntare il
dito allo sgretolamento sulla teoria del controllo della mente razionale sul destino del uomo. La
portata rivoluzionaria di Freud diviene evidente grazie alle scuole che seguono Freud. I suoi
discepoli prendono le distanze da lui ma si mostrano grati all’eredità freudiana e si riterranno degli
sviluppatori: JUNG, ADLER, KHLAINE. Essi si mettono insieme per capire in che modo la
psicoanalisi può aiutare a spiegare i comportamenti del mondo.
Uno di questi è la TAVISTOCK che sviluppa gruppi di ricerca…che si occupa di formazione e
consulenza aziendale che crea la CONFERENZA. La conferenza è rivolta a tutti coloro che
svolgono un ruolo professionale dove hanno a che fare con i gruppi, per 10 giorni queste persone si
trovano in un contesto formativo che ha come programma una successione di piccoli gruppi, gruppi
mediani, gruppi allargati si intendono dei gruppi in cui dove i compiti primari non sono dati
dall’esterno imposti dallo staff di conduzione ma il compito primario è fare esperienza.
Il luogo, soprattutto nei gruppi allargati, sono luoghi di disorientamento lasciando indietro un po’ di
razionalità facendo l’esperienza del qui ed ora (di solito succede che lo staff si siede entra e dà le
regole e poi dice il compito di questa sessione è quella di fare esperienza.)
I gruppi Bioniani sollecitano dei livelli inconsci profondi
Una delle grandi influenze di Bion è il gruppo di lavoro nel quale lui esercita si sviluppa che è il
gruppo Tavistock dove dentro ci sono persone divere da lui come BOWLBY “teoria
dell’attaccamento”
Quindi dentro la TAVISTOCK confluiscono le teoria del campo americane quindi Lewin dall’altro
la psicoanalisi freudiana e Bion in queste cose ci sguazza.
Cosa c’entra Kurt Lewin con la Tavistok?
Eistain fa un passo rispetto alla fisica perché dice non sono le cariche e le particelle che sono
essenziali ma il campo compreso tra di esse e Lewin dice “può darsi che questa cosa si possa
applicare anche con gli umani?” Quello che conta non è solo guardare alle singole personalità o
guardare che cos’è il campo sociale l’ambiente, forse non è tanto guardare l’uno o all’altro ma è
importante guardare al campo alla relazione tra queste due cose. Il comportamento umano è una
funzione della persona per l’ambiente è nella relazione nell’interdipendenza tra questi due elementi
che si focalizza e qui nasce il comportamento sociale. Lui elabora dalle teorie “il concetto di
campo” e sottolinea quanto nella teoria del campo le leggi di questo campo non dipendano dalle
caratteristiche dei singoli elementi ma dai movimenti dalla struttura nella sua globalità (Lewin è un
Gestaltico) cioè uno che dice quello che importa è la totalità non la sommatoria delle parti. Ciò che
conta non sono ma le piccole particelle ma la globalità e il campo di forza che ce tra che conta. Il
comportamento che in un dato momento si verifica in un campo sono funzione di quello che sta
avvenendo nel qui ed ora nel campo.
Fare esperienza significa mettere nel frigorifero passato e presente ed essere nell’esperienza.
I partecipanti della conferenza sono messi nella situazione di doverci stare dentro.
Uno dei pensieri su cui si fonda la Tavistok è il concetto di campo di Lewin (guardare al gruppo
nella sua totalità nella sua interdipendenza e nel suo qui ed ora nel suo esserci sostarci) questi sono i
“T-group Lewiniani”.
L’altro pezzo è il pezzo psicoanalitico Bion è stato un paziente di Melanie Khlaine lei dice che
psicosi degli adulti nascono perché ci sono delle fissazioni nei rapporti con le relazioni dei primi
oggetti (il seno) primo rapporto che viene offerto al bambino per consolarlo nutrirlo non avere
paura dargli piacere…lei dice il rapporto che ce tra bambino e seno determina come il bambino sarà
da adulto, l’ansia che deriverà dal rapporto con il seno costituirà la nascita delle future nevrosi ansie
psicotiche . Il seno viene visto come buono quando soddisfa le richieste del bambino ed è e cattivo
quando la mamma non agisce prontamente sul pianto del bambino e il rapporto tra seno bambino
viene definito come posizione schizzo paranoide o manico depressiva, queste due posizioni
diventano le basi delle nevrosi future.
Khleine parlava con Melanie.
Per Bion quando gli individui si mettono insieme e sono in una situazione di qui ed ora che provoca
ansia, queste situazioni di silenzio sono un tentativo di aiuto a crescere, dai le condizioni per
crescere dai le condizioni per fare l’esperienza e di farti domande. Dai le condizioni per fare
“l’esperienza della regressione” come dice Bion.
Bion dice un gruppo in assunto di base è un gruppo i cui tuti i soggetti si trovano allo stesso stato di
regressione. Tutti si trovano nello stesso stato emozionale ciò vuol die che non tutti proviamo la
stessa emozione ma l’elemento emozionale è attivato.
Bion mette insieme la psicoanalisi a cui ha aderito e vissuto con una grande psicoanalista con il
concetto di campo che in realtà è già entrato nella Tavistock e quindi la questione dell’ansia non è
più tra bambino e mamma e paziente e terapeuta ma una questione tra gruppi e staff di conduzione.
Bion dice a questo punto non ci importa più di capire le particelle individuali anzi se io come
conduttore di gruppo guardo l’individuo io mi sto perdendo il gruppo. Bion è uno di quelli che dice
che il gruppo è in primo piano e l’individuo è nello sfondo, ma l’analista deve guarda al campo al
gruppo alla totalità dinamica e quindi anche alle regressioni del gruppo quei movimenti inconsci
che il gruppo fa quando si sente in una situazione di pericolo.
Il gruppo bioniano non è un gruppo che fa terapia ma che fa consulenza formazione ecc… non
lavora sulla malattia sul disagio mentale e non vuole che quella sessione diventi psicopatologica.

Bion e la Tavistock nella Tavistok confluisce Lewin teoria del campo e la psicoanalisi e la Klain
l’altra cosa che confluisce nella teoria Bioniana è la sua esperienza di guerra Bion fa un’esperienza
in trincee per cui ha un’esperienza diretta della vita del campo e quando si trova a Northfield a
occuparsi di soldati con sindromi da stress post traumatico prova ad utilizzare la sua conoscenza
della guerra per organizzare il padiglione ospedaliero e si accorge che nella vita dei soldati che sono
organizzati in gruppi all’interno dell’ospedale non c’è solo una vita razionale quindi loro non solo si
organizzano i compiti dei vari reparti come pulire mettere apposto ecc… ma ce anche un’intensa
attività inconscia che si sviluppa all’interno di questi reparti ospedalieri.
Quindi il gruppo è dato da questi due elementi:
1.Il gruppo di lavoro quello razionale quello che si dà i compiti
2.Il gruppo in assunto di base cioè quella dimensione inconscia di ansia psicotica, regressiva che
costituisce la parte invisibile che però coesiste all’interno del gruppo e in 3.La cultura gruppale.

1.Dimensione raziale
2.Dimensione inconscia che emerge quando facciamo esperienza quando sentiamo certe emozioni
quando facciamo esperienza emerge la parte inconscia è un’attività mentale che si organizza
secondo gli assunti di base delle fantasie inconsce condivise che hanno la funzione di proteggere il
gruppo dalle ansie di disintegrazione psicotica. Cioè in quel silenzio disorientamento dell’inizio
prima dinamica ma tutte queste dinamiche hanno in comune questa condizione di paura e si
chiamano angosce di disintegrazione. Per non farci sopraffare per reagire da essa attiviamo questi
meccanismi di difesa che lui chiama assunti che sono reazioni difensive e sono 3:
1.Dipendenza il gruppo o parte di esso la dinamica è vive l’esperienza di un’impotenza di fronte ad
un pericolo sovrastante e immediato regna l’assenza di iniziativa la possibilità di cavarsela da soli e
giganteggia la figura del leader “mamma mi dai da mangiare?”
2.Attacco fuga quando un gruppo ricerca la salvezza su stesso e individua un leader che possa
combattere contro il nemico
3. Accoppiamento si definisce una ricerca di alleanze ogni membro è convinto che solo dalla sua
unione con l’altro può avvenire la salvezza tale unione di presenta come un fatto creativo (speranza
messianica).

SCHERMANN
Discepolo di Bion sottolinea quanto questi assunti di base cioè questi meccanismi di difesa inconsci
del gruppo siano una sorta di imperativo biologico di altri gruppi umani (non di gruppi ad hoc) ma
gruppi che esistono nella società normale come le istituzioni come la chiesa l’esercito e
l’aristocrazia dice ci sono delle istituzioni che hanno una loro radice inconscia che sorgono in
quanto difesa dalle ansie psicotiche dell’umanità rispetto a 3 assunti di base
- Dipendenza è quell’ imperativo biologico tipico dell’umanità che ha a che fare con
l’educazione dei figli
- Accoppiamento che è legato alla riproduzione della specie
- L’attacco e fuga che è legato alla protezione del gruppo dai pericoli interni ed esterni
Questi assunti di base sono serviti a mantenere in vita la specie umana e questi assunti di base
incarnano tre grandi istituzioni sociali che incarnano questi imperativi biologici.
-La chiesa per quello che è la dipendenza nutrire di amore i propri figli da parte del messia
-L’aristocrazia che ha che fare l’idea che esista un pezzo della società che è meglio degli altri
-L’esercito che incarna l’attacco fuga perché serve a difendere ma anche ad attaccare

Bion è un aristotelico come tutti gli psicoanalisti di gruppo Bion pensa che la natura sociale del
uomo intrinseca alla sua identità lui la chiama VALENZA ogni individuo ha una capacità innata di
combinarsi con gli altri. Dice abbiamo una capacità innata di combinarci con gli altri ma per le più
svariate ragioni quando siamo in gruppo abbiamo la capacità di entrare in sintonia (empatia lui la
chiama Valenza) la società non è qualcosa che impariamo ma è qualcosa che abbiamo. L’uomo è
un’animale sociale, questa socialità è la “valenza” di cui parla Bion che non ha bisogno di
addestramento. Abbiamo una capacità innata di sentire le emozioni dell’altro e questa cosa a livello
protomentale fa sì che le nostre emozioni possano entrare in circolo e combinarsi.

ANZEIEU
Studia i fenomeni gruppali a partire dalle trasformazioni sociali che investono la Francia nel
secondo dopoguerra provano l’analisi dei fenomeni gruppali in una società in grande fermento.
Fa proprie le teorie Lewiniane le assimila in modo critico sostenendo che le sue teorie non possono
spiegare adeguatamente il funzionamento gruppale perché il momento storico è diverso in un
momento di trasformazione dove questi gruppi diventano degli aggregati sociali visibili si fanno
vedere. La sua teoresi parte da una domanda…quando si può parlare di gruppo?
Definizione: è gruppo quel luogo simbolico nel quale si crea un illusione gruppale comune a tuti i
componenti, non è molto distante il fenomeno di regressione di Bion ma qui non sta pensando solo
al piccolo gruppo ma alle grandi masse che si sono versate sulle strade francesi che chiedono
maggiori benefici. Il gruppo secondo lui non è un luogo di regressione ma di illusione, tutti i
membri condividono una dimensione illusoria non esiste un gruppo senza immaginario. Se un
immaginario si scontra con la realtà e si frantuma se ne costruisce un altro. Il grippo organizza un
apparato psichico comune, costruisce un’organizzazione psichica per soddisfare i bisogni non
soltanto mentali ma anche fisici. Il gruppo quindi rappresenta a livello psichico la realizzazione di
un sogno. Il fatto che sia un’utopia definisce a natura minacciosa del gruppo stesso, perché?
Anzieu non vede solo degli operai che chiedono migliori condizioni di lavoro, diritti ecc.. vede
anche la risposta dell’apparto governativo a queste formazione gruppali di piazza e quindi vede che
la dimensione del sogno propria di questi aggregati sociali si scontra contro una percezione di
minaccia generando un conflitto sociale importante. Nel sogno si realizza lo spazio per l’utopia e il
contesto sociale origina un conflitto perché vede il gruppo come una minaccia a tutti coloro che non
fanno parte a quel sogno e devono essere cacciati e rimossi. Il gruppo quindi diventa il luogo di
trasgressione del vietato, il gruppo di natura utopistica diventa minaccia per l’organo sociale.
In che misura e per quale motivo questi gruppi vengono percepiti come minaccia?
C’è una concordanza tra coloro che condividono un’utopia e lo status quo dello stato sociale
esterno, c’è una condivisione del legame magico di chi è nel gruppo dentro il gruppo ci si sente forti
grazie alla condivisione di tutti i membri dall’esterno invece questo gruppo viene vissuto come una
sorta di falange che si prepara a smantellare lo stato sociale.
Qual è il compito del conduttore in un gruppo psicoterapeuta?
Analisi dei transfer
Transfer centrale dell’analista
Transfer laterali cioè quelli che avvengono tra i soggetti
Transfer di gruppo ciò la capacità di so stare in questa illusione per poter capire quali sono gli
elementi sui quali è possibile agire cioè un intervento che possa spezzare la dimensione distruttiva e
che possa nutrire la dimensione dei transfer positivi. L’analisi è sia i transfer positivi che negativi e
vanno elaborati
Metafora del io-pelle gruppale se l’io è un sogno illusorio il gruppo si identifica come un soggetto
che ha una pelle per questo viene percepito il legame che protegge, e questo io pelle gruppale è
l’unione, la messa in gioco di tanti io pelle individuali nella costruzione di un corpo psichico
comune quindi una visione non solo inconscia ma che diventa visione fisica tale per cui il gruppo
diventa un’entità a tutti gli effetti non solo psichica. Anzieu sta adoperando l’anelsi dei fenomeni
sociali del suo tempo per capire in che modo funzionano i gruppi psicoterapeutici.
KAES
Anzieu e Kaes sono coetanei anche lui è uno studioso di psicosociologia cioè di psicoanalisi
applicata ai fenomeni sociali organizzativi ed è dall’analisi di questi fenomeni organizzativi negli
anni 60 Kaes sviluppa una sua visione originale di guardare ai gruppi e alle istituzioni.
Kaes si oppone ad una visione riduttivistica e vede il grippo come un luogo nel quale c’è bisogno di
una visione binoculare cioè bisogna guardare alla dimensione inconscia, immaginaria ma non
bisogna dimenticare di focalizzarsi sul processo cioè su quanto accada realmente nel gruppo. Mette
insieme le dimensione inconsce con le dimensione consce quelle organizzative.
L’apparato psichico gruppale è una costruzione transizionale comune ai membri di ogni gruppo
quindi è un luogo fisico di transizione che viene condiviso ma è anche un luogo interna lizzato di un
modello elaborato di organizzazione dello psichismo, quindi l’apparato psichico gruppale ha una
sua dimensione reale di processo una costruzione comune a tutti i membri, ma anche una
dimensione di internalizzazione di organizzatori dello psichico.
Questa costruzione consente una mediazione reciproca tra universo intrapsichico e sociale quindi tra
le istanze della realtà ed elementi immaginari di costruzione della psichiche individuale gruppale e
sociale.
Due sono le componenti dell’apparato psichico gruppale:
1.Gli organizzatori psichici configurazioni inconsce immagini del corpo fantasmatica originali
complessi edipici
2.Gli organizzatori socio-culturali abbiamo le immagini che derivano dall’elaborazioni sociale
dell’esperienza cioè quella che definiamo cultura.
L’apparto psichico è il frutto di una mediazione reciproca tra elementi interni psichici interiorizzati
ed elementi socio culturali anch’essi interiorizzati che vengono però dalla realtà culturale che ci
circonda.
L’apparato psichico soggettivo è la rappresentazione del gruppo che è elaborata attraverso la
conoscenza del proprio funzionamento quindi una conoscenza endopsichica di una sorta di gruppo
interiora
Sta provando a ricercare qual è la natura psichica di un nuovo soggetto chiamato gruppo, questa è
un’evoluzione importante della psicoanalisi perché fino ai francesi inglesi a Bion e Foukes il gruppo
era solo luogo di regressione delle menti individuali era un luogo di riattualizazzione dei rapporti tra
soggetto e capo che riattivava le dinamiche con il padre interiorizzato o le figure genitoriali nella
psicoanalisi ortodossa qui invece il gruppo diventa un soggetto psichico un soggetto che ha un suo
io pelle che ha una sua conoscenza per quanto non del tutto consapevole del gruppo internalizzato
ha una sua coscienza di sé.
Kaes guarda le organizzazioni reali e guarda i meccanismi che sottendono la nascita e il
mantenimento di queste organizzazione di sopravvivere e sono due meccanismi:
1. Il contratto narcisistico favorisce gli aggregati cioè implica un passo indietro ad una
dimensione egoistica narcisistica a favore dell’incontro con l’altro a favore di un’illusione
comune quindi è quel patto inscio che noi sigilliamo con gli altri dentro un’organizzazione
per essere meno egoisti e più altruisti nei confronti dei nostri compagni di gruppo che
assicura continuità. Perché siamo disponibili a rinunciare una parte del nostro narcisismo?
perchè in cambio ne otteniamo senso di appartenenza sostegno affiliazione permanenza.
2. Il secondo meccanismo è il patto del negativo cioè quel legame che si fonda su ciò che
bisogna lasciare da parte, è un contratto inconscio tra i membri che sottende il mantenimento
di un’organizzazione, è quel contratto inconscio tra i membri di quanto è considerato
metterebbe in pericolo il legame e come tale va negato è una sorta di contratto di negazione
collettivo nel quale ci impegniamo a non far emergere quella parte dell’organizzazione che
sarebbe rappresenterebbe un elemento autolesivo della dignità della stessa.
es. Nelle aule universitarie troverete che la sistemazione degli arredi traduce che la cultura che
sottende l’università è gerarchica conservatrice retrograda perché presuppone uno che sia una
posizione sopra elevata gli altri in una posizione inferiore.
Il patto del negativo è quel tappetto sotto il quale nascondiamo quello che non vogliamo vedere
perché esso potrebbe costituire un elemento di rottura del legame autodistruzione.
Kaes sottolinea l’importanza della dimensione inconscia delle organizzazzione che lui chiama
istituzione costituita dagli aspetti emotivi e affettivi sottostanti i contesti organizzativi.
C’è una dimensione razionale organizzazzione collettiva manifesta che però è influenzata dagli
aspetti inconsci emotivi sottostanti che lui definisce istituzionali.
L’istituzione ha la funzione di conservare questo irrapresentato cioè questa dimensione invisibile
mascherandola attraverso sistemi di significazione di senso mettendo a disposizione di ciascuno un
corpo di rappresentazioni note, funzione che svolgono i miti. L’istituzione si traduce in storie,
narrazioni, luoghi comuni ciò che racconta la natura sottostante la dimensione organizzativa coscia.

FOULKES
Rovesciare la Klaine
Con Bion abbiamo visto che la posizione della Klaine influisce sul rapporto con le nevrosi quindi
del rapporto schizoparanoide o maniacodepressivo con l’oggetto esterno, quindi la nascita delle
nevrosi avviene in tenera età e per questa proiezione nel mondo esterno delle proprie soddisfazioni
e il gruppo fa riaccendere quelle emozioni di stress depressione ecc…
Con Foulkes la questione si ribalta come in uno specchio, quindi il rapporto principale non è la
proiezione verso mondo esterno ma quello della introiezione… Foukes prende di Freud il suo pezzo
più sociale e sottolinea quanto la psicoanalisi in realtà con l’identificazione di io es super-io in
realtà dice Foukes la questione è più complessa.
Biografia
Foukles inizia ad isolarsi
Tedesco che si sposta da Francoforte a Vienna per iniziare il training psicoanalitico, torna poi in
Germania dove incontra la scuola di Francoforte e Elias (sociologo con una teoria che chiama
sociogenetica) per poi trasferirsi in svizzera e con un amico Johns decide di muoversi a Londra in
cui ce Khlaine, Anna Freud, Bion moti psicoanalisti, siamo alla morte di Freud e i suoi pupilli
cominciano a litigare… entrambe si occupano alla psicologia infantile ma con due approcci diversi,
Freud è ortodossa più vicina al padre invece la Khlaine sviluppa le relazioni oggettuali, Foukes in
mezzo a questo litigio si mette da parte perchè nonostante una sua parte ortodossa Freudiana è già
qualche anno che comincia a sviluppare concetti vicino al panorama Americano (perché in America
si sviluppa l’attenzione alla dimensione collettiva, si sviluppano i modelli come la psicoanalisi IN
gruppo, nel senso che il gruppo viene utilizzato come luogo della terapia (questo deriva anche dalla
guerra necessità di curare tante persone e il gruppo viene considerato come una cassa di risonanza
cioè è un setting terapeutico che permette un’insorgenza di determinate nevrosi individuali ed è su
quel trauma, disturbo individuale che lo psicoanalista lavora, questo è quello che succedeva in
America)
Foukes tiene presente l’idea di Barrow
…tranne per Barrow che negli anni 20 viene cacciato dalla psicoanalisi freudiana dice questo
lavoro con i gruppi fa emergere quanto alla base della nevrosi ci sia un conflitto tra la natura sociale
dell’individuo (quindi la sua naturale valenza “BION”) e quelle che invece sono le negative di
questa socialità (questa socialità gli impedisce di essere se stesso perché le impone delle regole) è
in questo conflitto che nasce la nevrosi INDIVIDUALE (concetto rivoluzionario perché per
Freud la nevrosi nasce dall’interno).
-Foukes sa di queste posizioni di Barrow e Foukes sa degli psicoanalisti che utilizzano il gruppo
come dispositivo terapeutico e a Francoforte conosce i filosofi che studiano l’antiautoritarismo
quindi che si sono concentrati sulla questione del capo dell’autorità che anche Freud aveva
attenzionato ma che aveva spiegato come una sorta di sottomissione alla figura genitoriale che
questi capi rappresentavano, quindi che per esempio dentro l’esercito l’individuo si fondava con gli
altri no per socialità ma perchè condivideva con gli altri una sorta di adorazione verso il capo.
La lettura che danno i sociologi di Francoforte (In particolare Elias) dicono è proprio questa
massificazione della società è questa insorgenza populistica che registrano intorno agli anni 30
(periodo delle dittature) queste derive naziste prendono piede a cavallo degli anni 30, in particolare
Elias sostiene che la questione del condizionamento sociale siano fondamentali per capire
come si comporterà l’individuo cioè comportamenti individuali non sono motivati da tensioni
interne ma che un peso importamene ce l’ha l’ambiente esterno.
- “Lewin diceva che il comportamento dell’uomo è funzione C=F (P X A) C=
comportamento dell’uomo chi è… è funzione di che cosa? P=persona, storia personale
A=ambiente quindi l’interdipendenza è tra l’individuo e l’ambiente; quindi già Lewin
aveva sottolineato come i comportamenti di un soggetto fossero espressione di questa
negoziazione. In comportamenti e i sociologi di Francoforte si chiedono perchè questa
insorgenza di movimenti autoritari fascisti nazisti? perchè i soggetti crescono e vengono
educati in un contesto in cui l’autorità è un valore, la leadership è un valore e il senso critico
è visto come minaccia alla stabilità dello stato… quindi nello stesso periodo molte
personalità fanno un’analisi tra il rapporto tra individuo e società e Foukes fa proprio questo
dibattito e allontanandosi dalla teoresi Freudiana classica comincia a elaborare questa idea di
gruppo analisi.
Gli albori della psicoanalesi
Gli albori sono intorno al 39. E’ nato in Germania è andato a Vienna, è tornato in Germania ha
conosciuto Elias e Golstein e si trasferisce a Londra dove c’è il dibattito tra post Freudiani ma nel
frattempo Foukes guarda fa un passo indietro e dà un’occhiata agli stati uniti (Barrow).
La psicoanalisi prende corpo
Quand’è che prende corpo la gruppo analisi, termine coniato da Barrow (che parla di conflitto tra
natura e cultura). ?
Foukes, il suo primo esperimento in senso di lavoro clinico sui gruppi è quello di Northfield (dove
aveva lavorato anche Bion “era andavo via presto perché il suo lavoro aveva organizzato i reparti
psichiatrici come reparti militari aveva visto l’insorgenza della leadership e aveva notato come
aldilà di una dimensione razionale orientata al compito c’era auna dimensione inconscia regressione
ad uno stato comune che aveva chiamato Assunto) e nel quale lui si occupa di terapia di gruppo nei
reparti di psichiatria.

Esperimento di Northfield
Foukes lavora a Northfield per molti anni dove prende corpo il modello clinico gruppo analitico lui
ci lavora tra il 43 e 46 anni della seconda guerra mondiale e li individua concetti importanti.
GLI AUTORI SONO MESCOLATI BION E FOUKES
I capiscuola i fondatori di questi approcci sono persone che convivono in uno stesso contesto di
ricerca e traggono delle considerazioni diverse per esempio per:
Per Bion la totalità dinamica la dimensione gruppale il gruppo è da mettere in primo piano rispetto
all’individuo e dicevamo lo psicoterapeuta che si mette a evidenziare interloquire con l’individuo
non sta guardando alle dinamiche del gruppo non sta guardando il campo. Noi dobbiamo utilizzare
la voce dell’individuo per costruire, INTERPRETARE con quella dimensione gruppale.
Foukes dice invece c’è una dimensione gruppale che è alla base della stessa identità sociale cioè
non esiste un individuo che non nasce da una matrice gruppale, ciò che c’è alla base dell’identità è
una rete di dimensione collettive inconsce che fanno da madre alla soggettività.
E’ importante pensare che quello che studiate non è una successione di teorie isolate ma
queste teorie modelli clinici questo modo di interpretare uomo e ambiente questo modo di
costruire pratiche di intervento nei gruppi educativi è il frutto di una dialettica di questi
autori che si muovono tutti nello stesso periodo storico in cui Freud è vecchio e i suoi discepoli
si contendono la sua eredità ed è un periodo in cui si va da una società ottocentesca con
stratificazione sociale al momento in cui si assistente all’insorgenza di questi nazionalismi, in
questa trasformazione sociale gli psicoanalisti si chiedono qual’ è il rapporto tra individuo e
ambiente? cosa vuol dire interdipendenza?

-Specifiche del suo contesto di analisi


Vicino alla scuola di Francoforte ed Elias
-si interessa di Barrow che ha coniato il termine gruppoanalesi
-si interessa degli piscoanalisti IN gruppo psicoanalisi americana freudiani che fanno entrare il
gruppo nelle loro psicoterapia il gruppo come cassa di risonanza come elemento di contorno e non
centrale.
-Crollo del paradigma positivista (paradigma della complessità) Foukes si trova anche in un
momento dove crolla il paradigma positivista (paradigma della complessità che la scienza possa
risolvere il quesito e la scienza a partire dagli studi della fisica comincia a dire ci sono cose che io
non capirò mai in termine di risultati scientifici perché nel modello positivista facevano tutto gli
scienziati. In realtà i fisici scoprono che c’è una natura dell’universo che non avevano considerato
cioè una natura caotica (la chiamano entropia) e dicono non tutto quello che esiste nell’universo è
comprensibile come ordine regola principio deterministico perché il mondo è fatto da cose
determinate ma ci sono anche una quota di caos che ogni sistema riesce a contenere senza
dissolversi. Le scienze dure naturali, fisica ecc… penavo che si trattava di capire una regola in
realtà si rendono conto (per esempio con le teorie della termo dinamica) che non tutto quello che
succede nell’universo è regolato da un principio e spiegabile secondo una causa, perché? perché
ogni sistema ha una parte che risponde a delle regole, all’ordine e una parte che chiamiamo
entropica che è una parte di caos disordine che quel sistema riesce a contenere senza dissolversi. E’
un po’ come quando Freud dice è vero che noi siamo razionalità ma ce anche una parte inconscia
(Freud però è ancora un positivista che vuole ancorare la psicoanalisi alla disciplina forte della
disciplina e dice questo inconscio è un mondo che io non conosco ma è sicuramente ordinato si
tratta solo di capire le regole).
FOUKES E GOLDSTAIN
Foukes invece è un uomo del 900 cioè un uomo che ha respirato gli studi neurologico di Golstein
che è un neurologo moderno che ha una visione non classica ma come network di neuroni che
costituiscono una rete, noi non ci concentriamo tanto sul neurone ma sulla rete una rete di
connessioni che parte e arriva all’individuo e che collega l’individuo ai punti nodali della rete. Per
Foukes il rapporto è tra individuo e mondo socioculturale e da Golstein, Foukes adotta il termine di
network cioè rete sociale, quindi il focus sul soggetto di Freud viene a mancare ed è il focus sulla
sua rete e matrice transpersonale dove matrice è quel tessuto che dà vita come una madre alla psiche
individuale, questa rete è fatta da un potere trasformativo generativo.
RIELABORARE GOLDSTAIN
Il concetto di rete aumenta la questione dell’interdipendenza. Foukes dice IN PIU’ che la
complessità di questa rete fa sì che io non riesco a predire un comportamento, il comportamento è
entropico casuale disordinato non prevedibile. Foukes con il concetto di rete fa un passo
epistemologico importante dice smettiamo come psicoterapeuti di pensare che “l’individuo è frutto
di…” (non puoi isolare l’ambiente non puoi isolare una parte per capire il soggetto perché sono
molto connesse e bisogna tenere in considerazione una parte una quota di imprevedibilità perché
impossibile da comprendere. La complessità è talmente grande che una parte del comportamento
non è prevedibile.
Riassunto quindi: Golstein studia il sistema nervoso, Foukes studia Elias il rapporto tra società
e individuo e li mette insieme e dice io posso usare la metafora neuronale di Golstein come una
metafora delle reti sociali che attraversano l’individuo anche prima della sua nascita. Foukes
dice è come se ognuno di noi nascesse con una serie di gruppalità interne di cui io non sono
consapevole che forse non si accenderanno mai.
Metafora: Dolly ho caricato materiali prima dell’inizio del corso, io ho decido di renderne visibile
qualcuno prima che noi cominciassimo via via che il corso va avanti io rendo fruibile altri materiali,
questi materiali si possono arricchire con l’esperienza nuovi video da studenti così come posso non
rendere visibile mai delle cose.
L’individuo che nasce ha un insieme dei gruppi interni che magari mai si renderanno visibili oppure
al contrario un giorno succederà qualcosa per cui avrà modo di accedere a quella dimensione.
Dentro di noi ci sono delle gruppalità interne che si possono manifestare perché ci confrontiamo
con la vita oppure perchè noi decidiamo di accenderle facendo un lavoro di viaggio dentro di noi
ma possono anche no accendersi mai (Napolitani dice esistono i gruppi non nati) siamo dentro di
noi portatori di gruppalità che noi non visiteremo mai ma che facendo parte di questa rete siamo
nella potenzialità di poterle attivare).
-La rete è un sistema di relazioni che connette gli individuo ad un individuo in quanto punto nodale
della rete (hub) il puntino dell’intersecarsi delle reti, quindi la rete è un luogo sociale e mentale di
convergenze e divergenze e di relazioni transpersonali con altri nodi (transpersonale perché queste
relazioni ci attraversano e in qualche modo diventano un po’ nostre, ci lasciano una traccia perchè
hanno un potenziale trasformativo) la rete è transpersonale perché attraversa gli individui, ma
attraverso questa rete ogni individuo è in collegamento con gli altri individui del suo gruppo.
Nel 900 Foukes non aveva mia visto un telefono un computer ma ha già immaginato una rete.

I GRUPPO ANALISTI
MATAFORA DEI TELEFONI (APP) per comprendere le famiglie di ognuno di noi
I gruppo analisti dicono se è vero che la nevrosi si costituisce quando siamo bambino nel rapporto
con il seno con l’altro mio bisogno, il rapporto con quello poi si riverbera nella mia fase adulta; la
stessa cosa è per Foukes solo che è il rapporto non è con il seno con l’oggetto ma con il rapporto è
tra famiglia tra rete tra matrice, se quella matrice è satura e mi impedisce di trasgredire è direttiva, è
normativa è satura ha già previsto tutto mi da molte regole, mi fa saturo, se quella famiglia ha già
saturato tutto io farò molta fatica e ad un certo punto in qualche caso mi devo allontanare con
violenza dalla mia famiglia (prendo il telefono e lo butto) per poter rivendicare un’autonomia di
scelta mi devo allontanare, ma se invece quella matrice iniziale non è stata saturante mi ha
permesso di muovermi e ha accettato che io potessi essere un pò entropico che io potessi portare
anche un po’ di disordine e io non sono solo l’esaudirsi di tutte le loro fantasie sono anche altro e
questa cosa stata possibile (la matrice è stata Insatura) io da grande potrò gestire quelle app con
molta più serenità, posso gestire quelle informazioni come voglio. La matrice insatura per i
gruppo analisti è quel imprinting famigliare che permette al soggetto di esprimersi con
maggiore autenticità. Se è vero che da piccoli io ho bisogno di identificarmi introiettando dal
genitore quelli che sono i suoi contenuti, se questi hanno distrutto la mia capacità di essere unico,
originale, disordinato, inaspettato ecc… da grande soffrirò perchè la mia vita sarà stata un fare i
conti con le aspettative del mio gruppo di appartenenza.
Se quell’individuo è stato pensato con un margine di autonomia è vero che il bambino deve avere
delle immagine introiettive ma si deve lasciare un margine di trasgressione, l’identificazione non
deve corrispondere all’identicità ma deve essere un percorso verso l’autenticità.
QUALI SONO GLI AUTORI CHE INTRODUCONO LA GRUPPO ANALESI
FOUKSIANA IN ITALIA? LA GRUPPO ANALESI ITALIANA INTORNO
AGLI ANNI 50
In Italia si sviluppa una corsa agli esperienze, pratiche cliniche intorno ai piccoli gruppi.
In area psico dinamica abbiamo da una parte Ancona e Galli che applicano i concetti del
piccoli gruppo alla formazione aziendale. Dall’altra parte Fratelli Fabrizio e Diego Napolitani
che si occupano di pratica clinica e terapeutica.
Entrambi questi gruppi hanno lo scopo comune quello di rompere con le tradizione del passato.
Siamo nel dopoguerra anche nel momento storico di voglia di riscatto.
Il piccolo gruppo diventa una metafora che permette ai navigatori del sociale delle questioni
dell’uomo di avere una sorta di mappa che può consentire una sorta di navigazione sicura agli
esperti delle scienze sociali applicate ai piccoli gruppi.
Nonostante la sua formazione psicoanalitica introno agli anni 50 Napolitani comincia a lavorare
nelle prime comunità terapeutiche, con soggetti psicotici e inizia a interessarsi e a praticare il
gruppo come strumento di cura di queste comunità terapeutiche, non nega Freud ma prova a
distaccarsi dalla visione ortodossa.
Napolitani legge e studia l’ultimo Freud quello dei lavori gruppali quello delle “psicologie delle
masse e analisi dell’io” dove sembra riflettere sul valore della relazionalità avrebbe del fondare
l’identità psicologica dell’individuo. In questa prospettiva freudiana vengono messi in evidenza i
fenomeni intersoggettivi, relativi al mondo interno, al punto tale di poter affermare che non può
esistere un interno senza un esterno. Non è possibile isolare l’uno dall’altro dato che il collettivo è
fin dall’inizio strettamente individuale. Scrive Freud “Ogni singoli è costitutivo di molte masse, il
singolo è partecipe di molte anime collettive”.
Napolitani riprende questo concetto di Freud che aveva inteso il processo di identificazione come
luogo di fondazione del super-io e lo estende a un’idea che non è solo l’interiorizzazione delle
regole e dei divieti che attraverso la figura del padre vengono introiettati dal bambino per superare il
complesso di Edipo ma prova ad andare oltre… Napolitani estende il concetto di identificazione
non soltanto a quel momento di crescita ma a quel processo che durante tutta la vita fa sì che il
mondo esterno diventi intimamente interno e quindi che permetta all’individuo di esserci e sostare
in questo mondo. L’identificazione permette al bambino di fare proprie le caratteristiche
dell’ambiente in cui nasce non solo gli aspetti normativi superegoici dandogli gli elementi per
sopravvivere in altrimenti ostile fornendogli una rete ambientale un terreno solido su cui poggiare e
sperimentare il mondo.
Come avviene l’identificazione? Esiste per Napolitani una disposizione innata del bambino ad
apprendere dall’ambiente ( A partire da Foulkes lo chiama “plexus” cioè il gruppo famigliare primo
contesto relazione che ha l’obbiettivo di orientarlo) Napolitani scrive che il bambino è
geneticamente disposto ad apprendere ad assumere i segni degli affetti che l’ambiente intende
insegnargli, l’obbedienza del bambino consente nell’appropriarsi di questi segni, segni consapevoli
o inconsapevoli che il genitore impone, il bambino apprende introiettando e internalizzando,
prendendo stabilmente dentro di sé tutto ciò che il genitori gli insegna che il genitore pone come
segno. Ne consegue che esiste un genitore che si appropria del figlio ma anche un figlio che si
appropria del genitori, Napolitani chiama ciò EQUIVALENZA APPROPRIATIVA.
Il genitore si appropria del figlio tramite un processo di identificazione proiettiva attraverso il quale
alimenta il sogno di diventare eterno, mentre il figlio si appropria del genitore attraverso il
meccanismo di identificazione introiettiva mediante il quale mette dentro ciò che il genitore gli
trasmette.
In questo giorno relazionale inconscio e inconsapevole di identificazione proiettive e introiettive,
Napolitani situa l’analisi del concetto della gruppalità interna cioè quella serie di relazioni
interiorizzate che albergano dentro ciascun individuo, quindi le gruppalità interne sono il frutto
delle relazioni identificatori tra genitori e bambino che rendono possibile l’interiorizzazione del
mondo esterno a partire dalla preesistenza del bambino. es. nome che si dà al bambino nascituro è
già portatore di queste identificazione proiettive da parte del genitore.
Postulare l’esistenza di gruppalità interne ad ogni individuo significa che l’incontro tra individui in
realtà è l’incontro tra più gruppalità.
Per fortuna il processo di costruzione dell’identità per fortuna noi si costruisce solo con
l’interiorizzazione se non saremmo obbedienti e fedeli, non si saremmo affrancati dal mondo
animale.
Cosa accade nell’uomo diverso dagli animali?
L’uomo può riconcepire la questione dell’erlebnis o della simbolo poiesi è la capacità dell’uomo di
un’esperienza vissuta che è un’esperienza del mondo non replicativa, non identica alla trasmissione
dei fatti tramandati, l’erlebnis si fonda dall’incontro del soggetto con il mondo secondo una sorta di
combinatoria ogni volta unica tra tutti i sensi possibili che il dato sensibile esterno può avere per il
soggetto.
Per Napolitani emerge la differenza tra l’accadimento e l’invento ovvero la differenza che
intercorre tra il dato sensibile quello di realtà quello esterno e la personale elaborazione che ciascun
individuo effettua sotto la lente della propria creatività, quindi la capacità di ognuno di noi di
attraversare quel dato accadimento e donando nuovi significati a quelli già esistenti consentendo
una sorta di discontinuità tra quello che viene tramandato insegnato dalla propria cultura e quello
che invece viene letto in chiave personale.
-L’accadimento è un fenomeno un oggetto un vento una relazione che noi osserviamo percepiamo
ma che non ha ancora trovato un posto nello spazio mentale dell’uomo.
-L’invento invece è un evento che ha assunto un significato personale e quindi è un pensiero
riflessivo e non riflettente quindi capace di trasformazione e non solo rispecchiamento.
-La simbolo poiesi è quindi la trasformazione degli eventi in inventi grazie a questa opera riflessiva
del pensiero dell’uomo e significa “creazione di significato” cioè la possibilità di offrire a sé stessi e
alla rete in uno scambio reciproco tra individuo e società significati nuovi e autentici, si tratta di una
vera possibilità di ri-guardare quel mondo che ci riguarda.

NEOTENIA Napolitani fa riferimento anche a questo concetto studiata da


Gehlen.
Vuol dire tendere al nuovo prolungare la gioventù è un fenomeno evolutivo per cui negli individui
adulti permangono delle caratteristiche proprie degli stati giovanili. Questo è vero sia per gli aspetti
ontogenetici nell’individuo adulto permangono caratteristiche tipiche del bambino sia per quanto
riguarda la dimensione filogenetica cioè negli stati evolutivi adulti permangono caratteristiche degli
antenati.
Il costrutto di neotenia ripreso in ambito gruppo analitico viene definito come processo evolutivo
verso una nuova specie mediante il mantenimento di stadi evolutivi di tipo narvale.
L’autore che insieme a Gehlen si occupa di neotenia nell’uomo è Bolk che considera anche l’uomo
un esempio di neotenia in quanto per esempio riesce a digerire il latte caratteristiche tipiche della
fasi neonatali ma l’uomo riesce a digerirlo anche da adulto cosa che non avviene nei bovini, un’altra
caratteristiche dell’uomo è la scarsità di pelo negli adulti.
Gli ordini di fattori della Neotenia sono 4:
-Aspetto fisico- morfologico: nell’uomo c’è la scarsità di pelo negli individui adulti, un babbuino.
-Aspetto temporale dello sviluppo: la quantità di tempo che serve all’uomo per rendersi
indipendente che ha una lunga durata rispetto al mondo animale.
-Plasticità delle strutture celebrali: il corredo celebrale plastico permette di apprendere per un
periodo molto più lungo rispetto alle altre specie. Il corredo gli permette apprendimento per molto
tempo rispetto ad altre specie.
-Centralità del nucleo famigliare: ha un ruolo fondamentale nella sopravvivenza e nella crescita.
Per Napolitani nel concepire e concettualizzare il bambino come un essere che si appropria
mediante identificazione introiettiva dei propri genitori per poter imparare ad abitare il mondo,
Napolitani recupera il concetto di Gehlen di neotenia che fa riferimento alla mancata
specializzazione del cucciolo umano che a differenza delle altre specie umane ha bisogno per un
tempo lungo della sua rete famigliare per poter sopravvivere e apprendere a vivere.
Gehlen sottolineava che la natura dell’uomo era la sua cultura e Napolitani ribadisce questo
concetto quando dice che tramite l’identificazione la cultura si insedia nel mondo interno
dell’individuo.
La cultura è una sorta di culla nel quale si esperisce il percorso della vita umana, culla tornando a
Gehlen perché l’uomo non potrebbe sopravvivere senza una funzione di accudimento della sua rete
primaria (la famiglia) e culla in quanto non esiste un’identità esclusivamente biologica ma anche
un’identità psicologica.
Si tratta di un percorso (quello neotenico, quello culturale) in quanto i codici, i sensi, i linguaggi che
il bambino apprende sono destinati a ricevere quell’impronta di originalità che ha il duplice risultato
di differenziarsi psicologicamente dagli altri individui e quindi di essere un soggetto a sé stante,
anche però di diventare con il proprio punto di vista quella cultura con la quale l’uomo si relaziona
quindi un rapporto dinamico un rapporto interdipendente nel quale la personalità dell’individuo si
forma a partire da quelle identificazioni introiettive della cultura che è la sua culla ma anche la
capacità dell’individuo trasformare la sua culla, il suo ambiente culturale.
L’unicità dell’uomo

LACAN
Sfugge da molte categorizzazioni, massimo Recalcati oratore di Lacan.
Lacan si avvina a molteplici discipline, ha un pensiero che non è lineare ed è lui stesso che elabora
il suo pensiero in una sorta di dialogo ad alta voce con i personaggi del suo percorso di riflessione,
Lacan espone le sue tesi nell’arco di oltre 20 anni in una serie di seminari che si tenevano ogni
mercoledì, è negli anni 70 che suo genero e allievo Miller, Lacan comincia a pubblicare. Lacan si
avvia alla sistematizzazione alla pubblicazione della sua teoresi all’età di oltre 70 anni. La sua opera
rimane una delle più controverse e ricche, Lacan rappresenta uno di quegli autori che ha senso
studiare nella relazione con l’altro deve rimanere vivo nel confronto.
Chi è? Nasce nel 1901, viene da una famiglia borghese di medio-alto livello e infatti studia al
convegno sta Parigina, da subito legge Spinosa e dopo il collegio entra in contatto con i colleghi
autori surrealisti come Breton si iscrive a medicina e si specializza in psichiatria. Segue i corsi di
filosofia di Hegel alla scuola di Parigi.
Si laura con una tesi sulla psicosi paranoica nei suoi rapporti con la personalità. Entra nella società
psicoanalista di Parigi dove rimane fino al 53 data di inizio dei suoi seminari, nel 53 abbandona la
società psicoanalitica
E’ un medico psichiatria, appassionato di filosofia, già negli anni 30 entra come interno all’ospedale
sant’Anne quando è ancora indifferente ai concetti freudiani di follia cui si avvicinerà grazie alla
sua frequentazione degli autori surrealisti che vedono la follia come esperienza creativa. Lacan
definisce follia come quasi atto creativo, per Lacan lo psicotico è chi è più a contatto con la
dimensione dell’inconscio e in qualche modo accede ad una dimensione inconscia. Nel 34 entra
nella società piscoanalista e nel 36 convegno nazionale di psicoanalisi ed è quello l’anno in cui
presenta la sua tesi sulla fase dello specchio.
Riassunto:
-Nei primi 30 anni della sua vita è uno psichiatra e filosofo è vicino agli autori come Breton autori
surrealisti e si avvicina alle nozioni freudiane a partire dai suoi incontri con il concetto di follia
come atto creativo.
Sono gli anni in cui legge Heidegger che incontra nel 55.
nel 53 si distacca dalla società psicoanalita francese e fonda insieme a Doltò la società francese di
psicoanlesi e dopo varie scissione nel 63 fonderà la scuola freudiana di Parigi che ha come organo
la rivista “
A cavallo di questa rottura nascono i seminari del mercoledì all’ospedale Sant’Anne e che vengono
seguiti da allieve e intellettuali.
Lacan riconosce a Marx di avere intuito ancora meglio di Freud
Secondo Lacan non c’è psicoanalisi senza scienza moderna, mentre la scienza si occupa di oggetti
la psicoanalisi si occupa del soggetto del puro riferimento simbolico. La scienza moderna si occupa
di oggetti la psicoanalisi si occupa di soggetti. E’ grazie al metodo scientifico che è possibile una
trasmissione nella psicoanalisi il sapere è reso possibile grazie ad una vera e proprio
matematizzazione. Il matema riveste un’importanza notevole e il suo utilizzo è una delle
componenti più origani della teoria lacaniana.
Lacan è un innovatore anche se il suo mantra è “il ritorno a Freud” è innovatore perché apporta alla
psicoanalisi una dimensione scientifica. Lo fa grazie ad un dialogo profondo con discipline come
filosofia linguistica ecc…
Secondo lui la vera rivoluzione Freudiana è quella dell’avere sovrapposto e anteposto il concetto di
soggettività al concetto di razionalità. Cartesio aveva definito l’uomo in funzione alla sua capacità
di pensare razionalità cartesiana, Freud invece definisce l’uomo come quella dimensione inconscia
soggettiva e inconoscibile. Da questo postulato derivano 3 elementi del pensiero lacaniano:
1.L’inconscio è il centro pulsionale del soggetto ed è condizionato dal linguaggio e coincide con il
soggetto medesimo. Lacan capovolge la metafora freudiana dell’iceberg. L’io diventa un soggetto
alienato e illusorio che svolge una funzione narcisistica, difensiva è quindi è un soggetto
immaginario.
1936 Lacan presenta una comunicazione al convegno di psicoanalisi sulla fase dello specchio e la
costruzione dell’io per Lacan la fase dello specchio è: l’autore sostiene che il primo desiderio per
ciascuno di noi è il desiderio di essere l’oggetto che gratifica il desiderio della madre all’interno di
un ottico freudiana e nel rapporto figlio madre che si struttura l’inscio del bambino. Andiamo per
stadi: questa costruzione avviene in forma fusionale nei primi mesi di vita ed è solo il padre che
impone la sua legge attraverso il suo nome che interrompe il rapporto tra madre e figlio regolando i
loro scambi e rendono possibile la costruzione di un lei diverso da mio.
Il desiderio per Lacan è una sorta di riparazione esistenziale che è perpetuamente irrealizzabile cioè
il desiderio è quello di voler essere l’oggetto che gratifica il desiderio della madre questa cosa non è
possibile grazie alla legge del padre e quindi ci rimane per sempre questa mancanza che nutre
questo desiderio irrealizzabile. Per Lacan il soggetto è il risultato di una costruzione nei primi mesi
di vita il bambino dipende dalla madre ed è in balia del caos perché il suo corpo è diviso in
frammenti. Il corpo è percepito come frammentazione ed è lo sguardo della madre che permette al
bambino il riconoscimento di se come immagine integra coerente, intorno all’anno in braccio alla
madre davanti allo specchio reagisce prima come se l’immagine appartenesse a qualcun’altro ma
quando incrocia lo sguardo della madre allo specchio, l’immagine gli si rivela come sua, il primo
momento è quello del fare proprio un’immagine riflessa; se lo sguardo della madre non dicesse al
bambino che l’immagine gli appartiene egli continuerebbe a vederla come oggetto separato.
L’investimento del bambino si attua ancor prima del suo corpo percepito come frammentato
sull’immagine completa
il bambino smette di essere frammentato grazie ad un immagine che è separata da se questa è la
prima identificazione ed è due volte all’inenate perché dipende dallo sguardo della madre se

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