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Ablativo assoluto

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L'ablativo assoluto è un costrutto della lingua latina, formato da un sostantivo o un pronome, in funzione
di soggetto, e un participio presente o perfetto (talvolta anche futuro), che funge da predicato, concordati in
caso ablativo.

Questa struttura costituisce in forma sintetica e implicita una proposizione ordinata che può esprimere
molteplici valori, perlopiù temporale e causale, ma anche concessivo, condizionale, ecc. È definito
absolutus, cioè «sciolto», perché è fondamentalmente autonomo rispetto alla proposizione reggente: ciò
significa che il soggetto dell'ablativo assoluto deve essere diverso dal soggetto della reggente e che la
reggente non deve avere alcun legame grammaticale con la subordinata, cioè non deve contenere un
pronome che richiami il soggetto posto in ablativo (altrimenti diventerebbe un participio congiunto).

Indice
Uso dei tempi
Particolarità sull'uso dell'ablativo assoluto
Nota storica
Voci correlate
Altri progetti

Uso dei tempi


Per quanto riguarda l'uso dei tempi del participio:

si può avere l'ablativo assoluto con il participio presente di tutti i verbi attivi e deponenti,
sia transitivi sia intransitivi. Il participio presente indica un rapporto di contemporaneità con il
verbo della reggente:
«In urbem, defendente nullo, tamen «Galli consilium ceperunt ex oppido
armatis ascendere difficile erat.» profugere, hortante Vercingetorige.»
«Sebbene non la difendesse nessuno, ai «I Galli presero la decisione di fuggire dalla
soldati era difficile salire nella città.» città, su esortazione di Vercingetorige.»

Nota: la subordinata ha valore concessivo, e defendo è un Nota: la subordinata ha valore temporale (= dopo essere
transitivo attivo. stati esortati), e hortor è un deponente transitivo.

«Scelerati, conscientia obstrepente, «Dido eadem labente die convivia quaerit.»


condormire non possunt.» «Al calar del giorno, Didone torna ai
«I delinquenti non possono chiudere medesimi banchetti.»
occhio, poiché la voce della coscienza si fa
sentire.» Nota: la subordinata ha valore temporale, e labor è un
deponente intransitivo.
Nota: la subordinata ha valore causale, e obstrepo è un
intransitivo attivo.

l'ablativo assoluto con il participio perfetto, può essere solo di un verbo transitivo attivo o
deponente intransitivo (mnemonicamente si dice che solo i verbi D.I.T.A. possono avere
l'ablativo assoluto con il participio perfetto, laddove D.I.T.A. sta per «deponenti intransitivi -
transitivi attivi»). Ciò si spiega proprio con la condizione principale di possibilità del
costrutto. Il participio perfetto di un verbo deponente transitivo, infatti, ha valore attivo e il suo
soggetto verrebbe a coincidere con il soggetto dalla reggente, mentre il nome in ablativo
sarebbe il suo complemento oggetto. Invece il participio perfetto di un verbo transitivo attivo
ha valore, come è noto, passivo, perciò il nome in ablativo è senza problemi il suo soggetto;
lo stesso dicasi con i verbi deponenti intransitivi, che hanno il participio perfetto attivo ma
intransitivo, e quindi il nome in ablativo è senza problemi il suo soggetto. Il participio perfetto
indica un rapporto di anteriorità rispetto al verbo della reggente.
«Volsci, traditis armis, sub iugum missi «Caesar ad solis occasum naves solvit et,
sunt.» orta luce, Britanniam conspexit.»
«I Volsci, consegnate le armi (= dopo che «Cesare al tramonto del sole salpò e allo
sono state consegnate le armi, essendo spuntar del giorno (= spuntato il giorno) vide
state consegnate le armi), furono fatti la Britannia.»
passare sotto il giogo.»
Nota: orior è un deponente intransitivo.
Nota: trado è un transitivo attivo.

Nei casi in cui non si può usare l'ablativo assoluto, il latino generalmente fa ricorso ad altri costrutti, come
quello del cum narrativo o al participio congiunto.

«Caesar, cum ad oppidum Senonum Vellaunodunum venisset, oppugnare instituit.»


«Cesare, giunto a Vellaunoduno, città dei Senoni, cominciò ad attaccarla.»

In italiano, l'ablativo assoluto può essere reso in forma implicita con il gerundio o il participio, con una
proposizione di vario tipo, ma talvolta può essere reso anche con un sostantivo:

diis iuvantibus con l'aiuto degli dei lett. «aiutandoci gli dei»
me absente durante la mia assenza lett. «mentre ero io assente»
regibus exactis dopo la cacciata dei re lett. «cacciati i re»
mortuo Caesare dopo la morte di Cesare lett. «morto Cesare»

Particolarità sull'uso dell'ablativo assoluto


Un tipo particolare di ablativo assoluto è quello costituito da due nomi o da un nome (o
eventualmente, un pronome) e un aggettivo. In questo caso il participio presente del verbo
sum (che non esiste) viene considerato sottinteso. Alcuni esempi:

Cicerone consule sotto il consolato di Cicerone lett. «essendo console


Hannibale duce sotto il comando di Annibale Cicerone»
diis invitis contro il volere degli dei lett. «essendo comandante
caelo sereno a ciel sereno Annibale»
natura duce sotto la guida della natura lett. «essendo gli dei contrari»
lett. «essendo il ciel sereno»
lett. «essendo guida la natura»

«Hostibus victis, civibus salvis, re placida, pacibus perfectis, bello exstincto, re bene gesta,
integro exercitu praesidiisque... (Plauto)»
«Vinti i nemici, salvi i cittadini, tranquilla la situazione politica, fatta la pace, spenta la guerra,
condotta felicemente l'impresa, illesi l'esercito e le guarnigioni...»

Sono forme particolari di ablativo assoluto anche quelle costruite dal solo participio perfetto.
Si può trattare di participi il cui soggetto, anziché da un sostantivo, è costituito da un'intera
proposizione. I participi con cui si può trovare questa forma più frequentemente sono:
cognito, «venutosi a sapere»; nuntiato, «essendo stato annunciato»; audito, «corsa la
voce»; permisso, «essendosi permesso»; edicto, «essendosi ordinato», «dato l'ordine»
ecc.
«Cognito vivere Ptolomaeum, navigandi in Aegyptum omissum consilium est.»
«Venutosi a sapere che Tolomeo era vivo, fu abbandonata l'idea di navigare verso l'Egitto.»

In altri casi si tratta, invece, di participi usati in modo avverbiale e privi di soggetto; i più usati
sono: auspicato, «presi gli auspìci»; augurato o inaugurato, «presi gli augùri»; litato,
«fatto il sacrificio»; explorato, «compiuta l'esplorazione» nonché le rispettive forme
negative, esempio: inexplorato, «senza aver fatto eseguire ricognizioni»; inauspicato,
«senza aver preso gli aupìci».
«Urbem auspicato inauguratoque conditam habemus.»
«Abbiamo una città fondata dopo aver preso gli auspìci e gli augùri.»

Si osservano molte somiglianze strutturali con il genitivo assoluto tipico della lingua greca.

Nota storica
È interessante notare che la fortunata denominazione di ablativo assoluto fu fissata da Pierre Hélie
(grammatico francese della fine del XII secolo) che a sua volta l'aveva ricavata da Prisciano che dal greco
apòlutos aveva tratto absolutus per designare un caso indipendente dall'altro. A questo proposito è utile
consultare la comunicazione di Concetto Marchesi, Due grammatici latini del medio evo, pubblicata nel
Bullettino della Società filologica romana N.12, Unione Tipografica Cooperativa, Perugia, 1910.

Voci correlate
Grammatica latina
Participio latino
Genitivo assoluto

Altri progetti
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