NOMINATIVO IL NOMINATIVO • Il nominativo è il caso che si usa per nominare persone, animali o cose anche al di fuori dei normali rapporti sintattici (titoli, elenchi, vocabolari). • È proprio del soggetto e di tutti gli elementi nominali della proposizione che concordano, nel caso, con il soggetto, cioè: parte nominale del predicato, participio perfetto nelle forme composte passive e deponenti del predicato verbale, participio futuro e gerundivo nelle costruzioni della perifrastica attiva e passiva, attributo e apposizione del soggetto o di altro termine in nominativo, complemento predicativo del soggetto. IL DOPPIO NOMINATIVO DEI VERBI COPULATIVI • Si definiscono «copulativi» quei verbi che, per completare il loro significato, uniscono al soggetto un nome o un aggettivo, che funge da parte nominale del predicato, o da complemento predicativo. • Essi si accompagnano, in latino, con il doppio nominativo: quello del soggetto e quello della parte nominale o del complemento predicativo del soggetto. • Oltre alla copula per eccellenza («sum»), i verbi copulativi possono essere di due tipi: verbi intransitivi che indicano un modo di essere; verbi passivi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi. VERBI COPULATIVI • Verbi intransitivi che indicano un modo di essere: fio (divento), exsisto (riesco), appareo (appaio), videor (sembro)… A essi vanno aggiunti altri verbi che, pur non essendo in sé copulativi, sono spesso accompagnati da un nominativo in funzione predicativa, come nascor (nasco), vivo (vivo), morior (muoio), pereo (perisco), maneo (rimango). • Verbi appellativi passivi: appellor, dicor, nominor, vocor (sono detto, sono chiamato…), feror (sono ritenuto), inscribor (sono intitolato)… • Verbi elettivi passivi: eligor (sono eletto), creor (sono creato), designor (sono designato)… • Verbi estimativi passivi: existimor (sono stimato), putor (sono creduto), iudicor (sono giudicato), habeor, ducor (sono ritenuto)… • Verbi effettivi al passivo: reddor (sono reso)… ESEMPI • Non pauci servi fuerunt, qui postea philosophi clari exstiterunt. • Nemo ignavia immortalis factus est. • Scipio privatus in urbe mansit. • Nos imbelles timidique videmur. • Iustitia erga parentes pietas nominatur. • Camillus extemplo dictator dictus est. • Cunctis populi suffragiis rex est creatus Lucius Tarquinius. • Varius est habitus iudex durior. MEMORANDUM • Bisogna ricordare che il doppio nominativo rimane anche quando questi verbi sono all’infinito, retti da un verbo servile: Es.: Caesar noluit rex appellari. • I verbi appellativi, elettivi, estimativi ed effettivi presentano, nella forma attiva, il doppio accusativo del complemento oggetto e del complemento predicativo dell’oggetto. Es.: Eos indoctos puto. Videor, vidēris, visus sum, vidēri • Il verbo videor può fungere da verbo copulativo, con il doppio nominativo (nos imbelles timidique videmur). • Oltre che da un aggettivo o da un nome, il verbo videor può essere seguito da una proposizione infinitiva e anche in tal caso mantiene per lo più la costruzione del doppio nominativo. Es.: Tu mihi videris audax esse. • Si riscontra, però, una fondamentale differenza tra l’uso italiano e quello latino: in italiano il verbo «sembrare» è usato impersonalmente, in latino ha una COSTRUZIONE PERSONALE (= ha un soggetto personale). COSTRUZIONE PERSONALE DI VIDEOR • Il soggetto della proposizione infinitiva italiana diventa soggetto di videor; • Videor concorda, in persona e numero, col proprio soggetto; • La persona a cui sembra, se espressa, va in dativo; • La proposizione dipendente da videor si rende con il semplice infinito; se contiene un predicato nominale o un complemento predicativo del soggetto, questi vanno al nominativo; se contiene una voce verbale con perifrasi participiale (infinito futuro attivo o deponente- infinito perfetto passivo o deponente), i participi assumono le uscite del nominativo. COSTRUZIONE PERSONALE DI VIDEOR Esempi: 1. Mihi videor amens fuisse. 2. Mihi ridicule es visus esse inconstans. 3. Illi sine ulla dubitatione a vobis damnati esse videntur. 4. Romani videbantur regem passuri esse. COSTRUZIONE IMPERSONALE DI VIDEOR • In alcuni casi videor ha anche in latino la COSTRUZIONE IMPERSONALE (= non ha un soggetto personale), cioè si presenta alla terza persona singolare e introduce l’infinito o la proposizione infinitiva con il soggetto all’accusativo. • La costruzione impersonale si trova, generalmente: quando videor è accompagnato da un aggettivo neutro (iustum, aequum, utile, idoneum, turpe, facile…); quando l’infinitiva introdotta da videor contiene un verbo impersonale (paenitet, piget, pudet, taedet…); quando videor è usato in senso assoluto, nel significato di «sembrar bene, sembrar opportuno»; quando videor regge un’infinitiva al futuro e il verbo è privo di supino (si usa la perifrasi fore o futurum esse ut e il congiuntivo). COSTRUZIONE IMPERSONALE DI VIDEOR Esempi: 1. Optimum visum est consulem revocari. 2. Mihi visum est te facinoris tui paenitere. 3. Hostibus fugā salutem petere visum est. 4. Mihi videtur fore ut discipuli linguam latinam perdiscant. COSTRUZIONE DEI VERBA DECLARANDI • I verbi dicor, narror, feror, trador, putor, perhibeor, existimor, invenior, reperior, audior, quando corrispondono a un’espressione impersonale italiana (si dice, si narra, si tramanda, si annunzia, si trova, si sente dire…) cui segue un’infinitiva, hanno questa duplice costruzione: 1. nei tempi semplici (presente e tempi derivati) hanno, come videor, la costruzione personale e l’infinito, o l’infinito con il nominativo; 2. nei tempi composti (perfetto e tempi derivati) e nella perifrastica passiva hanno di solito la costruzione impersonale, cioè sono usati alla terza persona singolare (col participio al neutro) e introducono la proposizione infinitiva con il soggetto all’accusativo. ESEMPI • Aristaeus inventor olei fuisse dicitur. • In Graecia primum humanitas, litterae, etiam fruges inventae esse creduntur. • Bibulus nondum audiebatur esse in Syria. • Hostes adesse nuntiatum est. • Negandum est esse deos. COSTRUZIONE DI IUBEOR, VETOR, SINOR, PROHIBEOR • Iubeor (sono comandato, mi si comanda), sinor (sono permesso, mi si permette), vetor e prohibeor (sono vietato, mi si vieta) hanno costruzione personale in tutti i tempi, divergendo dall’italiano. • La persona a cui si comanda, si permette e si vieta in latino compare al nominativo, come soggetto. • Con il soggetto concordano i verbi iubeo, veto, sino, prohibeo nella forma passiva. • L’azione ordinata, permessa o vietata è espressa all’infinito. ESEMPI 1. Iussus erat Tiberius Claudius classem in Siciliam ducere. 2. Nolani muros portasque adire vetiti sunt. 3. Hic accusare non est situs. ABLATIVO CON DIGNUS E INDIGNUS ACCUSATIVO ACCUSATIVO • È il caso del complemento oggetto e di tutti gli elementi sintattici che a esso si riferiscono (attributo, apposizione, complemento predicativo), ma indica anche funzioni come la relazione, lo spazio, la durata e il termine del movimento. • Accusativo semplice: accusativo del complemento oggetto, verbi transitivi in latino e intransitivi in italiano, verbi intransitivi usati transitivamente, verbi di moto, costruzione dei verbi impersonali. • Doppio accusativo: accusativo dell’oggetto e del complemento predicativo, accusativo dell’oggetto e del luogo, accusativo della persona e della cosa. • Particolari usi dell’accusativo: accusativo di relazione, accusativo avverbiale, accusativo esclamativo. • Alcuni complementi in accusativo: c. di estensione nello spazio, c. di distanza, c. di età. ACCUSATIVO • L’accusativo del complemento oggetto indica la persona o la cosa in cui si realizza direttamente e immediatamente l’azione verbale; è retto da verbi transitivi, attivi o deponenti. Es.: Lupus capellam sequitur. • Verbi transitivi in latino e intransitivi in italiano: alcuni verbi intransitivi italiani corrispondono a verbi latini transitivi reggenti l’accusativo dell’oggetto, come fugio, abdico, deficio, spero, ulciscor… Es.: Invidiam dictator, abdicando dictaturam, fugerat. Me non solum vires, sed etiam vita deficit. Pacem desperavi. Omnia me tua delectant. Multos castra iuvant. Spero meliora. ACCUSATIVO • Verbi intransitivi usati transitivamente: numerosi verbi, intransitivi sia in latino che in italiano, si costruiscono con l’accusativo, che non è propriamente l’oggetto diretto dell’azione verbale, ma esprime un concetto di relazione. Si tratta di: 1. Verba affectuum (verbi di sentimento): doleo, fastidio, fleo, formido, glorior, horreo, ludo, maereo, miror, queror, rideo… 2. Verbi di sensazioni fisiche: oleo, redoleo, sapio, resipio, sitio… 3. Verbi con l’accusativo dell’oggetto interno: cenare cenam, currere cursum, iurare ius iurandum, pugnare pugnam, vivere vitam, somniare somnium… ACCUSATIVO Esempi: Milo queritur iniuriam meam. Pauperiem horres. Catonis orationes antiquitatem redolent. Piscis, ut aiunt, sapit ipsum mare. Vicimus, socii, et magnam pugnavimus pugnam. ACCUSATIVO • Verbi di moto: numerosi verbi intransitivi indicanti movimento, quando sono composti con preposizioni reggenti l’accusativo (ad, circum, in, ob, per, praeter, sub, trans…) e talora l’ablativo (cum, prae), diventano transitivi e reggono l’accusativo, come adire, aggrĕdi, circumvenire, circumstare, percurrere, praeterire, subire, transire, transgrĕdi, convenire, praecurrere… • Es.: Siculi Senatum adierunt. Ineamus viam aliquam. Montem flumen subluebat. Crassus Euphratem transiit. ACCUSATIVO • I verbi impersonali, costruiti con l’accusativo, si suddividono in due gruppi: 1. Verbi assolutamente impersonali, usati solo alla III persona singolare, senza soggetto personale. 2. Verbi relativamente impersonali, usati alla III persona singolare o plurale, che possono anche avere un soggetto. ACCUSATIVO • I verbi assolutamente impersonali sono: 1. miseret, miseruit (o miseritum est), miserere 2. paenitet, paenituit, paenitere 3. piget, piguit (o pigitum est), pigere 4. pudet, puduit (o puditum est), pudere 5. taedet, pertaesum est, taedere • Si costruiscono con: 1. l’accusativo della persona che prova il sentimento (eum, eam, eos, eas se la persona è un pronome di terza persona; se, se si trova in una proposizione oggettiva con lo stesso soggetto della reggente); 2. il genitivo della cosa che determina il sentimento. ACCUSATIVO • Esempi: Me piget stultitiae meae. Voluntatis meae numquam me paenitebit. Eos peccatorum suorum maxime paenitet. Ait se paenitere. ACCUSATIVO • La cosa per la quale si prova il sentimento può essere rappresentata, oltre che da un sostantivo in genitivo, da: un pronome neutro singolare al nominativo, un infinito, una proposizione soggettiva o una causale introdotta da quod (con indicativo o congiuntivo), o un’interrogativa indiretta. • La costruzione della perifrastica passiva di questi verbi è sempre impersonale; la persona che deve provare il sentimento si esprime in dativo. • I verbi assolutamente impersonali mancano dell’imperativo; esprimono il comando con il congiuntivo esortativo. ACCUSATIVO • Esempi: Eos id pudet. Nonnullos id facere piget. Macedones pudebat tam praeclaram urbem deletam esse a rege. An paenitet vos quod salvum atque incolumem exercitum traduxerim? A senatu quanti fiam minime me paenitet. Consilii nostri nobis paenitendum est. Te pudeat. Vos paeniteat. ACCUSATIVO • Impersonali dipendenti da verbi servili (possum, debeo, soleo, incipio, desino…): vanno all’infinito, mentre il verbo servile diventa impersonale, passando alla terza persona singolare; la costruzione della persona e della cosa resta immutata. Solet eum paenitere. Non desiit me paenitere suscepti adversus populum Romanum belli. • Se è un verbo servile di volontà (volo, nolo, malo…), si mantiene personale, mentre il verbo impersonale passa al congiuntivo (presente o imperfetto) senza ut. Malo me meae fortunae paeniteat quam victoriae pudeat. ACCUSATIVO • Verbi relativamente impersonali: ammettono sia la costruzione impersonale (terza persona singolare e accusativo della persona) che quella personale (il soggetto è un pronome neutro, o un sostantivo indicante cosa, o un infinito, o una proposizione infinitiva). Sono: 1. Decet (si addice) 2. Dedecet (non si addice) 3. Delectat, iuvat (piace) 4. Fallit, fugit, latet (sfugge) 5. Praeterit (è ignoto) ACCUSATIVO • Esempi Facis ut te decet. Neque vero id Caesarem fugiebat. Neutros fefellit hostes appropinquare. ACCUSATIVO • Il doppio accusativo: accusativo dell’oggetto e del complemento predicativo, accusativo dell’oggetto e del luogo, accusativo della persona e della cosa. • L’accusativo dell’oggetto e del complemento predicativo si trova: 1. Con i verbi appellativi, elettivi, estimativi che nella forma attiva si costruiscono con il doppio nominativo, mentre nella forma attiva hanno il doppio accusativo. 2. Con i verbi che significano «fare, rendere» (facio, reddo), «dare, prendere, ricevere» (do, pono, habeo, accipio, sumo), «trovare, lasciare, mandare» (invenio, reperio, relinquo, mitto), oppure «mostrarsi, comportarsi» (me praebeo, praesto, ostendo, probo). ACCUSATIVO • Ancum Marcium regem populus creavit. • Existimo bonos beatos, improbos miseros. • Deos hominesque nos testes facimus. • Me tuarum rerum omnium socium comitemque habebis. • Caesarem certiorem faciunt de his rebus. • Sextius duxit uxorem optimi viri filiam. ACCUSATIVO • L’accusativo dell’oggetto e del luogo: alcuni verbi transitivi indicanti movimento, composti con preposizioni che reggono l’accusativo hanno il doppio accusativo, ovvero quello del complemento oggetto (retto dal verbo) e quello del luogo (retto dalla preposizione). L’accusativo del luogo resta anche nella costruzione passiva. Esempi: Agesilaus Hellespontum copias traiecit. Belgae, Rhenum traducti, in Gallia consederunt. ACCUSATIVO • Accusativo della persona e della cosa: 1. I verbi doceo e celo si costruiscono con l’accusativo (di relazione) della cosa insegnata o nascosta e l’accusativo della persona cui si insegna o si nasconde, che in italiano sono rese con il complemento di termine. 2. I verbi posco (chiedo), reposco (chiedo indietro) e flagito (chiedo insistentemente) reggono due accusativi, della persona e della cosa. 3. I verbi oro, rogo e altri verba rogandi ammettono due accusativi, quello della persona e quello della cosa, quando la cosa richiesta è rappresentata da un pronome neutro (accusativo di relazione). ACCUSATIVO Esempi: Doceo pueros elementa. Medicus mortem regis omnes celavit. Fratres sestertios mille me poposcerunt. Id te oro. ACCUSATIVO • Usi particolari dell’accusativo: accusativo di relazione, accusativo avverbiale, accusativo esclamativo, complemento di estensione nello spazio, complemento di distanza, complemento di età. GENITIVO GENITIVO • È il caso del complemento di specificazione. • Può specificare: 1. sostantivi 2. aggettivi 3. verbi. GENITIVO 1 • Il genitivo epesegetico determina un nome generico, definendo in quale significato particolare questo vada inteso. Es.: Flos purpureus rosae. • Il genitivo soggettivo e quello oggettivo indicano la persona o la cosa che possono assumere il valore di soggetto o di oggetto dell’azione, implicito nel concetto del sostantivo cui è unito da un rapporto di specificazione. Es.: Contra opiniones omnium. Imitatio virtutis aemulatio dicitur. GENITIVO 1 • Il genitivo possessivo indica un rapporto specifico di appartenenza, di possesso. Es.: Acceperam iam antea Caesaris litteras. • Il genitivo di pertinenza o di convenienza, espresso in italiano con le locuzioni «è proprio di, è dovere di…», è una forma di genitivo possessivo in funzione predicativa. Es.: Est adulescentis maiores natu vereri. GENITIVO 1 • Il genitivo di classificazione indica la categoria o la classe cui va attribuita o ascritta una persona o una cosa; è usato frequentemente per indicazioni di spazio, di tempo, di dimensione o di misura. Es.: Fossa quindecim pedum. • Il genitivo di qualità indica le doti (morali e intellettuali), le proprietà caratteristiche di una persona o di una cosa (per le qualità fisiche, o psichiche transitorie, si usa l’ablativo). Es.: Erat puer magni ingenii. GENITIVO 1 • Il genitivo partitivo indica una totalità, di cui il termine che lo specifica rappresenta una parte. Può essere considerato rispetto al numero, o rispetto alla quantità. 1. Il genitivo partitivo rispetto al numero è introdotto da: sostantivi indicanti numero (pars, turba…), comparativi e superlativi, aggettivi e pronomi indefiniti e interrogativi (aliquis, quisque, nemo, nullus, quis?, uter?...), numerali e avverbi di luogo. 2. Il genitivo partitivo rispetto alla quantità è introdotto da: sostantivi indicanti quantità (acervus, modius…), pronomi neutri e aggettivi neutri sostantivati di quantità e avverbi quantitativi usati sostantivamente, tutti solo in funzione di soggetto o di oggetto GENITIVO 1 • Genitivo partitivo rispetto al numero
1. Caesar captivorum magnum numerum habebat.
2. Prior horum cecidit in proelio; nemo hostium progredi ausus est. 3. Uter nostrum popularis est? 4. Nostri quinque suorum amiserunt. 5. Ubinam gentium sumus? GENITIVO 1 • Genitivo partitivo rispetto alla quantità
1. Non si maximos auri argentique acervos exstruat, felix sit.
2. Quid negotii est poetarum portenta convincere? 3. Ego autem, iudices, tantum esse in homine sceleris, audaciae, crudelitatis numquam putavi. 4. In te satis esse animi perseverantiaeque arbitror. GENITIVO 2 • Genitivo con aggettivi: 1. Aggettivi indicanti desiderio o avversione (avidus, cupidus, studiosus…). 2. Aggettivi indicanti capacità, esperienza, conoscenza, ricordo e i loro contrari (peritus/ imperitus, conscius/ inconscius, memor/ immemor…). 3. Aggettivi indicanti partecipazione, padronanza, proprietà, abbondanza (particeps, compos, proprius, plenus…). 4. Aggettivi indicanti somiglianza e dissimiglianza (similis, dissimilis… quando è perfetta, il dativo quando è relativa). GENITIVO 2 • Es.: 1. Aemilius Scaurus avidus potentiae, honorum, divitiarum fuit. 2. Conon peritus rei militaris erat. 3. Homo particeps est orationis et cogitationis. 4. Volo me patris mei similem esse. GENITIVO 2 • Genitivo con participi: alcuni participi presenti di verbi transitivi, usati con valore aggettivale (e quindi con relativi gradi di comparazione), reggono il genitivo. I più comuni sono: amans, appetens, patiens… Es.: Erat Iugurtha appetens gloriae militaris. Corpus patiens inediae, algoris, vigiliae est. GENITIVO 3 • Genitivo dipendente da verbi: - Genitivo di stima e di prezzo. - Genitivo di colpa e di pena. - Genitivo con verbi di memoria. - Costruzione di interest e refert. GENITIVO 3 • Genitivo di stima e di prezzo: 1. I verbi che indicano stima morale, come aestimo, facio, duco, habeo, puto, sum (valgo), fio (sono stimato), si costruiscono col genitivo di forme avverbiali che indicano la misura della stima: magni, pluris, plurimi-permagni-maximi, parvi, minoris, minimi, nihili, tanti, quanti. Es.: Te plurimi facio (Ti stimo moltissimo) Tua gratia magni aestimatur (Il tuo favore è molto apprezzato) Dolorem Epicurus nihili facit (Epicuro non stima nulla il dolore) Quis Carthaginiensium pluris fuit Hannibale? (Chi dei Cartaginesi contò più di Annibale?) GENITIVO 3 2. I verbi che indicano stima o valore commerciale, come aestimo, emo (compro), vendo, veneo (sono venduto), si costruiscono col genitivo solo nelle determinazioni tanti, quanti, pluris, minoris, con l’ablativo in tutti gli altri casi, sia quando il prezzo è determinato, che quando è indeterminato (magno, plurimo, parvo, minimo, nihilo). Es.: Frumentum tanti fuit, quanti iste aestimavit. Vendo meum non pluris quam ceteri. Signa ista permagno non aestimo. Te trecentis talentis regi vendidisti. GENITIVO 3 • Genitivo di colpa e di pena: 1. I verbi accuso, arcesso (chiamo in giudizio), damno, absolvo… reggono il genitivo della colpa, sia giuridica che figurata, di cui è accusata o da cui è assolta una persona. 2. I verbi damno, multo, absolvo, quando indicano la pena cui è condannata o da cui è assolta una persona, si costruiscono col genitivo quando la pena è indeterminata e generica, con l’ablativo quando è espresso in cosa consiste la pena (multa, carcere, exilio, morte…). GENITIVO 3 Es.: Eum tu accusas avaritiae? Postulavit Afranium proditionis exercitus Rufus. Iam me ipse inertiae nequitiaeque condemno. Cupio octupli damnari Aponium. Miltiades pecunia multatus est. M. Postumius decem milibus aeris gravis damnatur. GENITIVO 3 • Genitivo con verbi di memoria: 1. I verbi memini, reminiscor (mi ricordo) e il suo contrario obliviscor (mi dimentico) reggono: il genitivo di un nome di persona, il genitivo o l’accusativo di un nome di cosa, sempre l’accusativo se la cos è un pronome o un aggettivo neutro. Es.: Ut meminit nostri? T. Manlius imperii patris oblitus est. Forsan et haec olim meminisse iuvabit. GENITIVO 3 2. I verbi moneo, admoneo, commoneo, commonefacio (faccio ricordare, richiamo alla memoria di altri) reggono: l’accusativo della persona alla quale si fa ricordare, l’ablativo con de o il genitivo della cosa ricordata, sempre l’accusativo di un pronome o aggettivo neutro. Es.: Mearum me miseriarum commones. De moribus civitatis tempus (me) admonuit. Ridiculum est te istud me admonere. GENITIVO 3 • Nel significato di «faccio menzione, accenno…», il verbo commemoro regge l’accusativo o de e ablativo, mentre l’espressione mentionem facio vuole il genitivo o l’ablativo con de. Es.: Omnes de tua virtute commemorant. Is generis sui mentionem facit. Mentio de lege nulla fiebat. GENITIVO 3 • I verbi interest e refert (importa, sta a cuore, interessa) sono impersonali, a differenza delle corrispondenti espressioni italiane. Si costruiscono con: - la persona a cui importa in genitivo, se è un sostantivo o un pronome non personale; se si tratta di un pronome personale, si ricorre all’ablativo singolare femminile del possessivo corrispondente (mea, tua, nostra, vestra); se il pronome è di terza persona, si rende con illius (eius), illorum, illarum (eorum, earum). Es.: Interest regis. Tua et mea maxime interest. GENITIVO 3 - la cosa che importa espressa da: un pronome neutro al nominativo; un infinito, o una proposizione subordinata con l’accusativo e l’infinito, o con il congiuntivo retto da ut/ne, oppure un’interrogativa indiretta. Es.: Vestra hoc interest. Omnium interest recte facere. Nostra interest te esse Romae. Illius interest ne faciat moram. Maxime interest quemadmodum quaeque res audiatur. GENITIVO 3 - il fine per cui una cosa importa con ad e accusativo. Es.: Ad honorem nostrum interest quam primum ad urbem me venire. - quanto una cosa importa con un avverbio (magis, maxime, minime, parum…), un neutro avverbiale (multum, plus, plurimum, minimum, tantum, nihil…) oppure un genitivo avverbiale di stima (magni, pluris, permagni, plurimi, parvi, tanti…). Es.: Mea magni interest ut te videam.