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S&F_n.

8_2012

ROSANNACUOMO

LASCRITTURADELDISASTROEILFREDDOBAGLIOREDIUNFIRMAMENTOSENZASTELLE

1.Peruninfinitointrattenimentosullacatastrofe
2.Linguaggioedistruzione:soggettivitsenzasoggetto3.Ilneutroelimpossibilit


ABSTRACT: The
Writingofdisaster
is composed of
fragments,thatare
the only possible
form to describe
it; but what is
really meant by
disaster? There
are several
possible
interpretations: it
can be an
unfavourable event,
suchasdestruction
orconsumption,but
it can also mean
separation from
the star, a
distance from any
kindofmeasureand
especially from
whatweconsiderourorder.Howcanwenameit?Canwethinkit?
Thiscriticalworkconcernsliterature,poetrybutalsophilosophyandanalysestheexperience
of the Neuter, the Outside and the Disaster: it is the disaster of thought, of the first
personnarrativeandoflanguageitself.


1.Peruninfinitointrattenimentosullacatastrofe
Nello sguardo gettato sul tempo, nel tentativo di separare il
tempo attuale dal tempo mitico e quindi di rischiarare il nesso
storiaredenzione, Walter Benjamin nelle Tesi di filosofia della
storia,conunabellaimmagine,cifacontemplarelAngelusNovus
diPaulKlee.LAngelushagliocchispalancati,laboccaaperta,
le ali distese. Langelo della storia deve avere questo aspetto.
Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di
eventi, egli vede una sola catastrofe [] Egli vorrebbe ben
trattenersi [] ma una tempesta spira dal paradiso [] questa

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DOSSIERRosannaCuomo,Lascritturadeldisastro

tempesta lo spinge irrimediabilmente nel futuro1. Passato e


futuro,catastrofeeredenzione.
La scrittura del disastro di Maurice Blanchot un infinito
intrattenimento sulla catastrofe cui non segue per alcuna
redenzione.Noncpossibilitditempoperildisastro,ndiun
passato, n di un futuro, esso piuttosto un contretemps2. Si
ritienechequestolibro,scrittoapartiredaisolchilasciatida
alcuniluttichehannosegnatolavitadelloscrittore,quasicome
se fosse quindi unelaborazione del lutto, sia stato lultimo,
dopo di esso solo raccolte di saggi e riedizioni di romanzi e
racconti.
L. Hill e E. Hoppenot si domandano, partendo da due posizioni
diverse, quale sia il ruolo delle parole evocate dal titolo La
scrittura del disastro: Genitivo oggettivo o soggettivo? Il
disastro un tema o un soggetto per la scrittura?3,
sottolineandone la duplice interpretazione: da un lato, un senso
funesto,comequalcosachegiunge,inaspettatoesconosciuto,dal
cielo.Lamorte,lapassivitsonotemicheriempionolepaginedi
questolibroaccompagnandocinelviaggioattornoaunaparolache
pare ormai giunta al suo esito. Ma, dallaltro lato, il disastro
si presenta sotto forma di metonimia: i rimandi diventano
molteplici cos come le sue diverse declinazioni: dissolution,
dsorientation, dception, distance, disparition, dsarrengement,
dsentente, dseppointement, dsolation, dsarroi. Il mondo del
disastro cos un mondo inteso non solo come il luogo delle
nostre esperienze ma anche come linsieme dei significati
veicolati attraverso il linguaggio. Tuttavia, questo mondo del
senso e della scrittura non abbacinante, sontuoso e fecondo ma

1
W.Benjamin,AngelusNovus,tr.it.Einaudi,Torino1962,p.80.
2
M.Blanchot,Lcrituredudsastre,Gallimard,Paris1980,p.27.Citodap.
7:Ildisastrolasuaimminenza[]nonesistefuturoperildisastro,cos
comenonesistentemponspazioincuisirealizzi.Cfr.anchep.125.
3
L. Hill, Entretien: sur un dsastre obscur, disponibile su www.blanchot.fr.
Cfr.AncheE.Hoppenot,MauriceBlanchotetlcriturefragmentaire:letemps
de labsence de temps, su http://remue.net; C. Bident, Maurice Blanchot.
Partnenaireinvisible,ditionsChampVallon,Seyssel1998.

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ci appare innanzitutto come desolato, frammentato non solo al


livellodelcontenutomaanchedellaforma.Leparoleappaionoqui
comemiriadidiscoglisicontanocircaquattrocentoframmenti
che vanno a formare un arcipelago, per richiamare unimmagine di
Ren Char, o comesciamidistellecadentiocome errantienigmi
dinietzschianamemoria.
La scrittura privilegiata in questo libro non la cifra di un
calcolatovagliomalunica,forse,modalitincuisipudire,
narrare il disastro. soltanto quando abbandoniamo ogni statuto
nellaedellescritturachesiprofilalascritturadeldisastro:
Quando tutto detto, ci che resta da dire il disastro4. La
scrittura frammentaria non soggiace al fascino del sistema,
nemmeno se tale fascinazione si tramutasse in intervallo (che
richiede, cerca una continuazione), essa piuttosto una
sospensione temporanea, unesigenza quale possibilit altra di
scrittura: lo spazio bianco tra le parole questa rottura e
questo vuoto non una distanza n una separazione ma uno
strumentochespingeiframmentiallimite.Laparoladiframmento
una parola di interruzione che conduce al di l di ogni
discorso, di ogni spazio ma essa , al tempo stesso, ci che
statorotto,infranto:unframmentodimeteoradistaccatosidaun
cieloignotoecheimpossibileriattaccareanullachesipossa
conoscere5. In Blanchot il frammentario non si riferisce a un
insieme, a una totalit: il frammento sembrerebbe la condizione
originaria di ogni realt senza avere tuttavia rapporto con
lorigine, con un centro originario. Il frammentario un
affidarsi al mormorio incessante e alleffacement, nel duplice
sensodicancellazioneedileguamentomachenondivienetuttavia
esperienza,anzi esso postoaldifuoridiognipossibilitma
anche di ogni occasione di esperienza possibile: esso la

4
M.Blanchot,Lcrituredudsastre,cit.,p.58.
5
Id., LInfinito intrattenimento, tr. it. Einaudi, Torino 1977, p. 410. Il
riferimento, sottaciuto, al calmo blocco caduto quaggi da un disastro
oscurodiLetombeaudEdgarPoediMallarm.

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DOSSIERRosannaCuomo,Lascritturadeldisastro

potenza del disastro di cui non c esperienza6. Si potrebbe


considerare la frammentazione come lintermittenza fugace di una
lampadachenonfunzionaalternanzadibaglioreedioscurit
comeunalucecheappare,atratti,comechiaroretremolante:non
siamoneldominiodellafosforescenzaedellabbacinamentomanel
campo del chiaroscuro. Invece di risiedere nella verit, nella
sualuminosaevidenza,invecediabitarelessere,disoggiornarvi
edificando delle costruzioni sicure, al riparo da ogni disastro,
daognimovimentotellurico,lascritturaframmentariaerrante.
Scriveva Blanchot ne La bestia di Lascaux Come la parola sacra,
lascritturaprovienedallignoto,senzaautore,senzaorigine,
e quindi rinvia a qualcosa di pi originale. Dietro alla parola
dello scritto nessuno presente ma quella parola d voce
allassenza7. Il linguaggio corrente si riferisce alla non
esistenza di una cosa, questa non esistenza diviene parola,
significa in modo concreto, la cosa cio diviene realmente
presente: la parola le restituisce, sul piano dellessere
(lidea), tutta la certezza che aveva sul piano dellesistenza8
Ci garantisce la tranquillit del nostro quotidiano,
lacquietamento di fronte a ci che ci circonda, a ci che
possiamo fare nostro perch dandogli un nome ce ne appropriamo e
questa conquista ci mette al sicuro da ogni minaccia di
instabilit. La letteratura, al contrario, ha a che fare con
linquietudine, ne intrisa, essa lossessione della notte:
[]nonsiconfondeconlacoscienzacheilluminaedecide;essa
la mia coscienza senza moi, passivit radiante di sostanze
minerali []9. La letteratura dialoga con la morte, constata il
dirittoallamorte.

6
Id., Lcriture du dsastre, cit., p. 72. Cfr.pure, Id., Le pas audel,
Gallimard, Paris 1973, in particolare pp. 6164, 7174; Id., La part du feu,
Gallimard,Paris1949.
7
Id.,LabestiadiLascaux,tr.it.IlCavaliereAzzurro,Bologna1983,p.14.
8
Id.,DeKafkaKafka,Gallimard,Paris1981,p.39.
9
Ibid.,p.42.

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2.Linguaggioedistruzione:soggettivitsenzasoggetto
Quandoparliamolamorte,perBlanchot,cheparlanelleparole,
ma cosasignifica questo?Quandoparlodiunacosa,anchesesto
dicendo cheinquel momentol, affermonellostessotempoche
pu essere sottratta a se stessa e rimandata a un niente di
esistenza e di presenza; il mio linguaggio significa
essenzialmente la possibilit di questa distruzione10. La
distruzione, la morte, ci che consente paradossalmente di
accedere al senso specifico delle parole, se essa non ci fosse
cadremmo in un non senso incommensurabile. Quando si nomina
qualcosa come se si facesse riferimento non alla presenza ma
alla sua assenza. E la morte non riguarda solo le cose ma anche
colui che le nomina: anche io che parlo, nominandomi, sono una
presenza impersonale: quando infatti nomino le cose nego, al
contempo,lesistenzadellecosemaanchelamiastessaesistenza.
Blanchot diffida della parola soggettivit, ambigua, infida,
poichnasconderebbeinrealtsoltantoiltravestimentoadoperato
da chi vuole conservare ancora il privilegio della presenza.
Lavventura della scrittura cos si trasforma in tragedia nel
corso della quale lio soggetto, autore, scrittore, ma anche
personaggioperdelepropriecaratteristiche,perdesoprattutto
il potere di dire io: siamo di fronte a una soggettivit senza
soggetto, la parte ferita, il livido del corpo morente gi morto
dicuinessunopotrebbeessereilproprietarioodire:io,ilmio
corpo11. Seguendo le esperienze di Kafka, di Mallarm, di Rilke,
maportandolefinoalleestremeconseguenze,Blanchotmostracome
colui che scrive sia consegnato al rischio di perdere se stesso:
lascritturasirivelaspossessamentodels.Scrivere,certo,
rinunciare a tenersi per mano o chiamarsi per nome proprio, e
nello stesso tempo non rinunciare, annunciare, accogliendo
senzariconoscerlolassenteo,attraversoleparolenellaloro

10
Ibid.,p.37.
11
Id.,Lcrituredudsastre,cit.,p.53.

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DOSSIERRosannaCuomo,Lascritturadeldisastro

assenza, essere in rapporto con ci di cui non si pu avere


ricordo [], rispondendo non solo al vuoto nel soggetto, ma al
soggettocomevuoto,lasuasparizionenellimminenzadiunamorte
chehagiavutoluogofuoridaogniluogo12.Unasparizioneche,
attraverso lesperienza tutta ed esclusivamente letteraria,
diventasemprepiradicaleperchloscrittoresubisce,daparte
dellopera, uno svuotamento: egli deve divenire il luogo vuoto
dove si formula laffermazione impersonale13, dove avviene il
passaggio dalla prima persona a un impersonale senza nome n
identit, passaggio dal je allil. Questo il non indica un altro
dameounaltroinme,nonunadistanzapresadaunsoggetto,
unallontanamentochenelmomentocreativodivienefecondostimolo
o conseguente necessit, niente di tutto ci: Il me stesso
diventatonessuno[]ldovesono,iononpossopirivolgermia
me stesso []14. Tra lo scrittore e lopera (letteraria, in
questo caso) c uno scarto, una distanza poich lopera sembra
acquisireaisuoiocchiunaanimapropria,unavitaseparatada
colui che la scrive: Lo scrittore scrive un libro, ma il libro
non ancora lopera; lopera non tale se non quando in essa,
nellaviolenzadiuncominciamentocheleproprio,sipronuncia
la parola essere15. Lo scrittore, cos, costantemente posto
difronteacicheloperaeacicheeglimancapoichogni
sua volont o iniziativa risulta vana dal momento che si scontra
con laffermazione impersonale e anonima dellopera: lopera in
questo senso infinita, n compiuta, n incompiuta. La
composizioneprendeformamanmano,rispondendoaunesigenzache
gli stessi romanzi, gli scritti politici, le lettere, i saggi di
critica letteraria di Blanchot in qualche modo mostrano: lopera
ha una vita propria e il dominio, lautorit dello scrittore
12
Ibid., p. 186. Cfr. le analisi di F. Collin in Maurice Blanchot et la
question de lcriture, Gallimard, Paris 1971, pp. 5585. Cfr. pure, A.L.
Schulte Nordholt, Maurice Blanchot, lcriture comme exprience du dehors,
Droz,Genve1995.
13
M.Blanchot,Lospazioletterario,tr.it.Einaudi,Torino1967,p.41.
14
Ibid.,p.14,corsivomio.
15
Ibid.,p.8.

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fittizia. Paradossalmente, lunico potere nelle mani dello


scrittore quello di smettere di scrivere, forse non iniziare
neppure.Cos,sescrivereconsegnarsialfascinodellassenza
di tempo16, questazione significa anche avere a che fare con
unassenza di sistematicit, uninsufficienza di punti di
riferimentoprecisi,senzainizionfine:lascritturacosun
luogo senza luogo dove regna sovrana una mancanza di tempo.
Scrittura come spazio vuoto in cui si avvicendano lattesa (e)
loblio, temporalit senza tempo e senza qualcuno in grado di
reggerle sulle spalle. Lopera affascina, attrae e trascina nel
suomovimentodiseduzione:scriverenonentrareafarpartedi
undispositivoconcatenato,incuisihagilatramadefinitada
seguire scrupolosamente, un percorso o unidea da sviluppare, un
progettodarealizzaremaaffidarsialcaso,alframmento,come
abbiamo visto, al rischio, anche, di unassenza di libro, al
rischiodiaffacciarsisulneutro.
Ne LInfinito intrattenimento, a proposito della filosofia
Blanchotscriveva:
Con una semplificazione evidentemente abusiva, si potrebbe
interpretare tutta la storia della filosofia come uno sforzo per
acclimatare e addomesticare il neutro sostituendovi la legge
dellimpersonale e il regno delluniversale [] Il neutro
costantemente escluso dai nostri linguaggi e dalle nostre verit. []
Questeproposizionirischianodinonaveralcunsenso,amenochenon
raggiungano il loro scopo che quello di mettere in questione il
postulatosucuisifondaimplicitamentetuttoilpensierooccidentale
[] la conoscenza del visibileinvisibile la conoscenza stessa; la
luceelassenzadilucedebbonoforniretuttelemetaforeinrapporto
alle quali il pensiero va incontro a ci che si propone di pensare
[]17.

3.Ilneutroelimpossibilit
Ma, cos il neutro? Neutro ci che non appartiene a nessun
genere, ci che non rinvia n alla sfera di un soggetto, n
tanto meno a quella di un oggetto. Non ci che sulla scia del
negativo hegeliano indichi un ritorno a una positivit della
Ragione, movimento interno a se stesso. Il neutro non il
16
M.Blanchot,Lospazioletterario,cit.,p.15.
17
Id.,LInfinitointrattenimento,cit.,pp.399e401.

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DOSSIERRosannaCuomo,Lascritturadeldisastro

negativo perch in esso non c alcun lavoro: il Terzo


Escluso18, n questo, n quello19. N affermazione, n
negazione.Ilneutro,nellesuemetaforedellanotte,delfuorie
del disastro, come ci che non dona niente, non pu essere la
cifra di una Sinngebung, non richiede nemmeno un ego che accolga
la sua (mancanza di) donazione ma al contrario trascina con s
allo stesso tempo lego ed ogni possibilit di costituzione, a
vantaggio[]diunaperditanudanellanotte20.
La primaapparizione delneutro,sesitralascianoiromanzi e i
racconti, in un articolo pubblicato nel 1958 ne La Nouvelle
Revue Franaise: qui Blanchot, parafrasando Lvinas, descrive
ltranget come un campo di forze anonimo, inteso come lessere
che si afferma sottraendosi [], dellessere che non mai un
essere, n una pura assenza dessere, e neppure dellessere che
non sarebbe n questo n quello, cio neutro, ma la neutralit
dellessere o la neutralit come essere []21. Nella radicale
differenza dallessere, il neutro si presenta nei suoi caratteri
diimpossibilitediinafferrabilit.Ilneutrocichenonsi
lascia rappresentare, comprendere, annullare o assorbire da una
definizioneoda un concetto:essocicheBlanchotnominanei
terminidellaltro,lassolutamentediverso,precisandocheluso
della maiuscola condurrebbe solo a sostantivizzarlo. Esso ci
cheilpensierononpuricondurreaununit,aunidentit;il
radicalmente altro, una trascendenza, senza che la parola
trascendenza ci rimandi a un al di l teologico, etico o
filosofico, tanto vero che Blanchot afferma che del neutro non

18
E. Lvinas, Su Maurice Blanchot, tr. it. Palomar, Bari 1994, p. 77 da cui
cito: Questo Neutro, o questo Terzo Escluso, non n affermazione, n pura
negazione dellessere. Perch affermazione e negazione sono nellOrdine, ne
fannoparte.
19
J. Derrida, Demeure. Maurice Blanchot, Galile, Paris 1998, p. 121. Si
confronti pure R. Barthes, le Neutre. Cours au Collge de France (19771978),
Seuil,Tours2002.
20
M. Zarader, Ltre et le neutre. partir de Maurice Blanchot, Verdier,
Lagrasse2001,p.254.
21
M. Blanchot, Ltrange et ltranger in La Nouvelle Revue Franaise, 70,
1,1958,p.678.

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si pu parlare n in termini di immanenza n in quelli di


trascendenza.
Ilneutrocosnonlapprodoaunadefinizione,malesserein
baladelmareggiare,loscillazionesemprecontinua.Ma,seesso
rappresenta per la filosofia un impasse e per il pensiero uno
scandalo,qualilmodoperavvicinarsialneutroseessosfugge
anche mettendola in discussione con il suo stesso apparire
allametaforadellaluce?Dasempre,osservaBlanchot,laluceha
avutoilruoloprivilegiatodiesserelaportatricedisensonella
misuraincuiinessaeattraversoessalecosediventanovisibili
anoichepossiamocosaccedervi:
la luce e lassenza di luce debbono fornire tutte le metafore in
rapporto alle quali il pensiero va incontro a ci che si propone di
pensare; impossibile prendere di mira (altra metafora ricavata
dallesperienza ottica) ci che non ci si presenti nella presenza
dellilluminazione. [] non la luce ad aprire il rapporto con esso
[il neutro], n lassenza di luce a chiuderlo. [] pensare o parlare
al neutro equivale a pensare o a parlare a prescindere da ogni cosa
visibileoinvisibile22.

Dunque,ilneutrononapreallaluce,lalucecomeverit,laluce
come misura greca, n aperto illuminato da essa, ma si
prospettacomeunadiversadimensioneincuioccorrerapportarsi
aldildiogniorizzonte23.
Nonbastapisoltantopensareilneutro,tentarediaccoglierlo,
occorre realizzare questa impresa: Marlne Zarader individua nel
disastro lincarico cui sottoposto il pensiero senza che ci
tuttaviasitraducainundispositivo,inunmeccanismoattivo.La
scrittura del disastro sarebbe, cos, un possibile risvolto del
neutro, una sua effettiva concretizzazione, che continua a
mantenere la sua distanza dallessere come dal non essere e
piuttosto che parlare di un passaggio dalla notte del neutro a
quella del disastro, occorrerebbe ritenere questultimo come la
tinteggiaturapiaccesadelneutro,lasuaultimasponda.

22
Id.,Linfinitointrattenimento,cit.,pp.401402.Cfr.anchep.222.
23
Id.,trejuifinLaNouvelleRevueFranaise,116,1962,p.285.

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DOSSIERRosannaCuomo,Lascritturadeldisastro

Come il dehors e la notte, anche il disastro ulteriore


declinazionedelneutrounnomepostoaldifuoridelsistema
diriferimentodelsensosenzachequestaesterioritdiventiessa
stesa senso: nessuna etimologia pu venire in nostro soccorso,
nessunsaperepucongedarequestorischioperilpensierocheha
ilcompitodivegliaresulneutro24.Ildisastrounresto:non
assenza n presenza, ma lascia inalterato sospeso ogni
rapportodipresenza/assenza.
Sul disastro, nel libro da cui siamo partiti, vi sono diverse
questioni: la solitudine (dellopera e dello scrittore), la
passivit, lolocausto, leffacement del soggetto, la veglia e
sono possibili naturalmente vari piani di interpretazione che si
intersecano. Tutti questi temi possono essere considerati come
residui di un dialogo a pi voci in cui nessuna di essa prevale
sulle altre e allo stesso tempo come radicalizzazioni di tesi
sostenute nelle opere precedenti. Ma, forse, attraverso un cenno
che implicitamente Blanchot rivolge a Bataille (ma anche a
HeideggereHolderlin)possiamoavvicinarcialsensodeldisastro
rischio concreto anche se il disastro tiene a distanza ogni
matrise25 a cui abbiamo accennato allinizio del nostro
percorso. Lasciamo parlare il frammento: Lazzurro del cielo
racconta superbamente il vuoto del cielo: il disastro come
ritrarsidalriparosideraleerifiutodiunanaturasacra26.Il
disastro che si verifica come esperienzalimite narra la
solitudine ma anche uninquietudine: se, come affermava Lvinas,
il disastro va letto come senza alcuna preoccupazione teologica

24
Id., Lcriture du dsastre, cit., p. 7: Pensare il disastro (se
possibile,ecinonpossibilenellamisuraincuipresagiamocheildisastro
il pensiero) non avere pi avvenire per pensarlo e da p. 12 Pensare
sarebbechiamare(nominare)ildisastrocomeretropensiero.Cfr.anchelepp.
1027.
25
Id., Lcriture du dsastre, cit., p. 20. Cfr. anche, B. Moroncini, Il
discorsoelacenere,Guida,Napoli1988.
26
Id., Lcriture du dsastre, cit., p. 202. Il cielo assente risuona ancora
nellultimoframmentochechiudeillibro:Solitudinecherisplende,vuotodel
cielo,mortedifferita:disastro,p.220.

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[] disastro: non essere nel mondo sotto gli astri27


comprendiamo che esso dice pure labbandono di un luogo e di un
sistemadiriferimento.Ildisastrolalontananzadallastro
cosluscitadallordinecosmicoedallamisura,laseparazione
dalla totalit: esso significa pure la separazione dalla verit
intesacomedisvelamento(aletheia),disvelamentoresopossibile
dal primato dellaluce e quindidellavisione.Malosguardoqui
si opacizza, si cristallizza e tramuta in muta pietra ogni cosa,
nonilluminailsensomafaprecipitaretuttoinunneroinferno,
nellanotteoscura28.Lalontananzadallastroraccontaunospazio
sideraleormaideserto,desolato:ilfirmamentotutto,comeluogo
del sacro, reca la tracciadellasparizionedeglidiela notte
sembraavvilupparenellesuefittetenebreilmondointero.Mase
ladivinitlamisuraconcuiluomofissalemisuredelsuo
abitare, del suo soggiorno sulla terra sotto cielo29, nel tempo
dellassenza degli di chi occuper il luogo da loro lasciato
vacante?
La misura [] ha la stessa essenza del cielo. Ma il cielo non pura
luce. Lo splendore delle sue altezze in s loscurit della sua
ampiezza che tutto alberga. Il blu della dolce azzurrit del cielo
il colore della profondit [] Questo cielo la misura. Perci il
poeta deve necessariamente domandare: C sulla terra una misura? E
nonpucherispondere:Noncenalcuna30:

ilsenzamisura,ilvuotoriecheggiante,ildisastro.



ROSANNACUOMODottorediricercainFilosofiaeattualmenteinsegnaneiLicei

27
E.Lvinas,Dio,lamorteeiltempo,tr.it.JacaBook,Milano1997p.199.
28
Cfr.lesplendidepaginededicateaOrfeoeallaviolenzadelsuosguardoin
M. Blanchot, Lo spazio letterario, cit., pp. 147151; Id., Linfinito
intrattenimento, cit., pp. 254262. Cfr. anche W. Tommasi, Per unesperienza
non dialettica della parola. La presenza di Hegel nel primo Blanchot in La
NuovaCorrente,1985,pp.7273.
29
M. Heidegger, Saggi e discorsi, tr. it. Mursia, Milano 1976, p. 131. Cfr.
pureId.,Sentieriinterrotti,tr.it.LaNuovaItalia,Firenze1968,pp.247
249 e G. Lissa, Spiritualmente luomo abita sulla terra, Giannini Editore,
Napoli2010.
30
M.Heidegger,Saggiediscorsi,cit.,p.135.

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