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L’alfabeto arabo ‫الا َٔ ْب َجد‬

Lettera Nome lettera Lettera Fonema Traslitte- Ipa


isolata accompagnata razione

‫ا‬ alif ‫أَلِف‬ ‫ا ـا ـا‬ – – –

‫ء‬ hamza ‫َه ْم َزة‬ ‫أ إ ؤ ئ ء‬ attacco vocalico ʾ ?


o glottal stop

‫ب‬ bāʾ ‫باء‬ ‫ببب‬ B B b

‫ت‬ tāʾ ‫تاء‬ ‫تتت‬ T T t

‫ث‬ ṯāʾ ‫ثاء‬ ‫ثثث‬ Th (inglese thank) Ṯ/Th θ

‫ج‬ ǧīm ‫جيم‬ ‫ججج‬ J inglese Ǧ Ʒ/ʤ

‫ح‬ ḥāʾ ‫حاء‬ ‫ححح‬ H molto aspirata Ḥ h̸

‫خ‬ ḫāʾ ‫خاء‬ ‫خخخ‬ J spagnola Ḫ/Kh x

‫د‬ dāl ‫دال‬ ‫د ـد ـد‬ D D d

‫ذ‬ ḏāl ‫ذال‬ ‫ذ ـذ ـذ‬ Th (inglese the) Ḏ/Dh ð

‫ر‬ rāʾ ‫راء‬ ‫ر ـر ـر‬ R R r

‫ز‬ zāy/zāʾ ‫زاء‬/‫زاي‬ ‫ز ـز ـز‬ S di rosa Z z

‫س‬ sīn ‫سين‬ ‫سسس‬ S di sole S s

‫ش‬ šīn ‫شين‬ ‫ششش‬ Sc di sci Š/Sh ∫

‫ص‬ ṣād ‫صاد‬ ‫صصص‬ enfatica di ‫س‬ Ṣ s̴

‫ض‬ ḍād ‫ضاد‬ ‫ضضض‬ enfatica di ‫د‬ Ḍ d̴

‫ط‬ ṭāʾ ‫طاء‬ ‫ططط‬ enfatica di ‫ت‬ Ṭ t̴

‫ظ‬ ẓāʾ ‫ظاء‬ ‫ظظظ‬ enfatica di ‫ز‬/‫ذ‬ Ẓ z̴

‫ع‬ ʿayn ‫َع ْين‬ ‫ععع‬ A gutturale ʿ Ϟ

‫غ‬ ġayn ‫َغ ْين‬ ‫غغغ‬ specie di R parigina Ġ/Gh Ɣ

‫ف‬ fāʾ ‫فاء‬ ‫ففف‬ F F F


Lettera Nome lettera Lettera Fonema Traslitte- Ipa
isolata accompagnata razione

‫ق‬ qāf ‫قاف‬ ‫ققق‬ Q gutturale enfatica Q Q

‫ك‬ kāf ‫كاف‬ ‫ككك‬ K K k

‫ل‬ lām ‫لام‬ ‫للل‬ L L l

‫م‬ mīm ‫ميم‬ ‫ممم‬ M M m

‫ن‬ nūn ‫نون‬ ‫ننن‬ N N n

‫ه‬ hāʾ ‫هاء‬ ‫ههه‬ H leggera H h

‫و‬ wāw ‫واو‬ ‫و ـو ـو‬ U W w

‫ي‬ yāʾ ‫ياء‬ ‫ييي‬ I Y j

L’alfabeto arabo – come possiamo notare nella tabella qui sopra – ha 29 lettere con-
‫ا‬
siderate tutte consonanti, salvo l’alif ( ), sotto la quale – nei lessici – troviamo in re-
‫ء‬
altà la hamza ( )1, la prima vera lettera cui, per lo più, non vien dato – a nostro avvi-
so – il suo giusto valore di consonante. Tali lettere legano tra di loro con sei eccezioni
qui sotto indicate. Altri segni sono la ‫ لا‬lām-alif e il grafema ‫ ﷲ‬che compare nel no-
me di Dio ‫ اَﷲ‬Allāh.
Esse cambiano la loro forma se si trovano all’inizio della parola, in mezzo, alla fine
o se sono isolate. Le sei lettere che non legano a sinistra si presentano solo nelle for-
me isolata e legata a destra.
La alif, pur se ritenuta la prima lettera, come si diceva non è in realtà una consonan-
te né la prima vera lettera dell’alfabeto. È un segno ortografico indicante l’allunga-
‫َـا‬
mento della vocale a ( ) ed è una di quelle lettere che non legano a sinistra. Si pren-
de in genere come una consonante servendo spesso anche da sostegno alla hamza (V.
pagina seguente), la prima vera consonante dell’alfabeto arabo, come già suindicato.
Da sottolineare, comunque, che l’enunciazione delle prime lettere dell’alfabeto arabo
suona: alif, bāʾ, tāʾ, ṯāʾ, ǧīm, ecc.
Le altre lettere che non legano a sinistra sono: , , , , . ‫وزرذد‬
Le lettere ‫ و‬e ‫ ي‬sono lettere deboli, chiamate anche semivocali o semiconsonanti, in
1 Unica eccezione, a nostra conoscenza, il basilare al-Munǧid f ī ʾl-luġa al-ʿarabiyya al-muʿāṣira, che
pone una hamza in luogo dell’alif in testa alla prima lettera del suo lessico.
quanto possono cadere o subire delle modificazioni in determinati casi. Possono an-
che essere, come l’alif, sostegno della hamza (V. qui sotto) e segno d’allungamento
delle relative vocali brevi. In pochi casi, per ragioni eufoniche, possono modificarsi
anche la hamza: ‫ اِ ْس ِتي َمارة → اِ ْس ِت ْئ َمارة‬giungendo in questo caso al più usato ‫ اِ ْس ِت َمارة‬que-
stionario, e pure la tāʾ caratteristica dell’8ª forma del verbo per cui si veda p. 614.
La hamza, l’unica lettera che non lega né a destra né a sinistra (mentre possono lega-
re o meno i suoi sostegni, per cui si veda qui sotto), può rappresentare un attacco vo-
calico su cui si appoggia una vocale, come la a nella parola Antonio, oppure un’occlu-
siva glottale (colpo di glottide) quando, all’interno di una parola, è secondo elemento
di una sillaba chiusa determinando uno stop improvviso nell’emissione di fiato, come
in ‫ َكأْس‬kaʾs coppa, o ancora uno stop con immediato attacco vocalico come in ‫كُ ُؤوس‬
kuʾūs coppe. Essa si presenta generalmente appoggiata a una delle lettere viste per
indicare l’allungamento della vocale: , , , ٔ‫ئ ؤ إ ا‬. Tali lettere sono chiamate ‫اله ْم َزة‬ َ ‫كُ ْر ِس ّي‬
sostegno (sedia) della hamza. La hamza iniziale ha sempre l’alif per sostegno ( َٔ‫ا‬, ُٔ‫ا‬, ِٕ‫) ا‬.
Se il sostegno è yāʾ la si scrive senza punti (in arabo ‫)ال َّن ِب َرة‬: ‫ بِئْر‬biʾr pozzo. Si può trova-
re la hamza anche senza sostegno dopo una ā (‫ل‬ َ ‫ساء‬
َ sāʾala interrogare), dopo una ū
(‫وءة‬
َ ‫ ن ُُب‬nubūʾa profezia) o in finale di nomi e aggettivi, dopo una sillaba lunga (‫ ُج ْزء‬ǧuzʾ
parte, ‫ َم ِليء‬malīʾ pieno). Se ne vedano alcune regole alla sezione dei verbi hamzati
nelle note grammaticali (V. p. 617).
La hamza può essere ‘disgiuntiva’, ‫ َه ْم َزة ال َق ْطع‬, che non può essere mai elisa, oppure
‘congiuntiva’, ‫( َه ْم َزة ال َو ْصل‬si veda alla pagina seguente sotto la waṣla), che viene eli-
sa se preceduta da una parola.

Tutte le lettere dell’alfabeto, salvo l’alif ma compresa la hamza, sono radicali in quan-
to possono entrare a far parte della radice, concorrendo alla definizione dei signifi-
cati di base del lessico arabo (V. p. 585). Sette di loro, raccolte nella frase mnemoni-
ca َ ‫ أَنْ َت ُم‬tu sei Mosè, possono essere anche servili (‫ ) ُح ُروف ال ِّزيادة‬perché, aggiun-
‫وسى‬
te allo scheletro della radice assieme alle vocali, servono a trarre tutti i significati re-
lativi all’azione o allo stato espressi da quella radice.
Vocale si dice ‫ َح َركَة‬ḥaraka movimento, in quanto ‘muove’ la consonante.
َّ ‫ َض‬ḍamma), ‫ َـ‬a (‫ َف ْت َحة‬fatḥa), ِ‫ ـ‬i (‫ ك َْس َرة‬kasra). Notiamo
Le vocali brevi sono tre: ‫ ُـ‬u (‫مة‬
che i loro segni si pongono sopra o sotto la consonante. Abbiamo appena visto che
la vocale ‘muove’ la consonante. L’assenza di vocale – e quindi di ‘movimento’ – del-
la consonante quiescente è indicata da un cerchietto sulla consonante stessa: chia- ‫ْـ‬
mato ‫ ُسكون‬sukūn quiete. Come accennato sopra, aggiungendo alla consonante con
ḍamma o fatḥa o kasra rispettivamente una ‫و‬, una ‫ ا‬o una ‫ ي‬si ottengono le rispetti-
ve vocali lunghe: ‫ ـ ُو‬ū, ‫ َـا‬ā, ‫ ـِيـ‬/ ‫ ـِي‬ī.

Altri segni ortografici


Il segno ّ‫ـ‬ su una consonante si chiama ‫ شَ دَّة‬šadda, (o ‫ َتشْ ديد‬tašdīd, rafforzamento) e
indica in pratica il raddoppiamento di quella consonante: ‫ف‬ َ ‫ َخ َّو‬ḫawwafa spaventa-
ُّ ‫ َت َس‬tasammum avvelenamento, ‫ َط ِّيب‬ṭayyib buono.
re, ‫مم‬
La waṣla ( ‫ص َلة = ٱ‬ْ ‫ال َو‬, ‫ ) َه ْم َزة ال َو ْصل‬è un segno posto sopra una alif iniziale di parola,
detta prostetica, che in contesto perde la sua originale hamza. La vocale finale della
parola che la precede si lega allora foneticamente alla consonante che la segue; nel
caso la preceda un sukūn, questo dovrà essere sostituito da una vocale, specifica per
ogni caso. La waṣla è dunque un segno puramente ortografico, senza valore foneti-
co di per sé, indicante che la alif ha perduto la hamza dell’attacco vocalico e di con-
seguenza anche il relativo valore fonetico. Si applica a certi nomi e ad alcune catego-
rie grammaticali ben definite di cui l’articolo è il caso più frequente (V. p. 631 Voca-
li di legamento).
La madda ‫ ) آ ( َمدَّة‬posta su una alif sostituisce una hamza iniziale con vocale fatḥa
seguita sia da una alif di prolungamento ( ‫ ) آ = أَا‬sia da una hamza con sukūn ( ْ ٔ‫) آ = أَا‬.
Talvolta la madda indica un’abbreviazione: ‫ٓخ ِر ِه‬ ِ ‫( إلى ا‬eccetera) → ‫الٓخ‬, che però in que-
sto dizionario troveremo sempre semplificata: ‫ إلخ‬.
Il tanwīn ‫ َت ْنوِين‬, o nunazione, è un particolare segno vocalico posto sull’ultima conso-
nante di un sostantivo o di un aggettivo, per cui la vocale finale del caso si legge facen-
dole seguire una n ( ٌ‫ ـ‬, ‫ ًـا‬, ٍ‫ـ‬
un an in
). Indica un’indeterminazione, salvo che nei nomi propri.
Questi segni, come pure i segni delle vocali brevi, il sukūn, la šadda, non vengono nor-
malmente rappresentati nella scrittura e nella stampa. Per cui nei testi troviamo sol-
tanto lo scheletro consonantico a cui, nella lettura, si dovranno aggiungere le vocali.
La alif maqṣūra ‫ ) َـى( أَلِف َم ْقصورة‬è una yāʾ finale senza punti con funzione di alif. Con
suffissi in genere diventa ‫ ـي‬: ‫ َع َلى‬+ ‫ك ْم → كُ ْم‬ ُ ‫ َع َل ْي‬. Si può trovar traslitterata à oppure ā.
In alcune parole di largo uso si può trovare la alif maḥḏūfa ‫حذو َفة‬ ْ ‫) ـٰ ( أَلِف َم‬, che è una
scrittura difettiva della lettera alif: ‫حمٰن‬ ْ ‫ َر‬per ‫ َر ْح َمان‬, ‫ ٰه َذا‬per ‫ها َذا‬, َ‫ أُول ٰ ِئك‬per َ‫أُولائِك‬, ecc.
La tāʾ marbūṭa ‫ )ة( تاء َم ْر ُبو َطة‬cioè legata, già precedentemente citata, è una ‫ ه‬con due
punti sopra. Si trova solo in finale di parola e serve per lo più a rendere il femminile
singolare di nomi e aggettivi, pur essendo presente anche in qualche sostantivo ma-
schile e in varie forme plurali. Ha valore di tāʾ nella pronuncia quando si vuol eviden-
ziare la vocale casuale e, nella scrittura, se è seguita da un suffisso divenendo media-
na. Non pronunciando la vocale casuale finale la tāʾ marbūṭa viene espressa in genere
solo dalla a, che è sempre la vocale che la precede. Qui la si troverà traslitterata sem-
pre con a ( ‫ َمدي َنة‬madīna, città), anche se altrove può trovarsi rappresentata da una ah
(madīnah). Dovrà invece esser sempre traslitterata, e pronunciata, con una at quan-
‫ َم ْد َر َسة ال َمدينة‬madrasat al-madīna, la scuola della città).
do si trova in stato costrutto (
La lettera ‫ تاء‬normale ‫ ت‬può chiamarsi ‫وحة‬ َ ‫ َتاء َم ْف ُت‬tāʾ maftūḥa, aperta, per differen-
ziarsi dalla ‘legata’.

Particelle monolittere (‫الأُحا ِد َّية‬ ‫الح ُروف‬


ُ )
‫َفـ َو‬
Le particelle monolittere quali le congiunzioni , , le preposizioni , , ‫كَـ لِـ بِـ‬, ecc., si uni-
scono nella scrittura alla parola che segue. Es.: ‫س ُهولَة‬ ُ ِ‫ ب‬bi-suhūla con facilità, ‫ال َولَد‬
‫ َوال ِب ْنت‬al-walad wa-ʾl-bint il bimbo e la bimba, ‫ كَال َعا َدة‬ka-ʾl-ʿāda come al solito.
Per questa regola, la ‫ َو‬congiunzione non dovrebbe esser seguita da uno spazio, né
tantomeno apparire isolata a fine riga; in realtà – specie nei giornali – l’anomalia sta
entrando nell’uso, come altre d’altronde.

Sillabe (‫اللَّ ْف ِظ َّية‬ ِ ‫ال َم‬, sing. ‫) َم ْق َطع ل ْف ِظي‬


‫قاطع‬ ّ
Ve ne sono di due tipi: la sillaba aperta, terminante per vocale breve o lunga, per cui
a sua volta la sillaba sarà breve ( ‫ ِب‬bi) o lunga (‫ ِفي‬fī ), e la sillaba chiusa, terminan-
te per consonante e sempre lunga (‫ َق ْد‬qad). La lettera rafforzata si ripartisce in due
sillabe: ‫ َم َّر‬mar-ra egli passò, ‫ت‬
ُ ‫ َص َّو ْر‬ṣaw-war-tu io fotografai.

Accento tonico (‫اللَّ ْفظ‬ ‫)نَ ْب َرة‬


L’accento nella parola araba cade sulla sillaba lunga più prossima alla finale, esclu-
dendo la finale stessa: ‫ كَاتِب‬kātib scrittore, ‫ ِك َتاب‬kitāb libro, ‫ ُم َعلِّ ُمو َن‬muʿallimūna ma-
estri. In assenza di sillabe lunghe l’accento tonico cade sulla prima sillaba della pa-
rola: ‫ َك َت َب‬kataba egli scrisse.
Segni d’interpunzione (‫) َعلَا َمات ال َّت ْر ِقيم‬
Estranei alla tradizione araba, i nostri segni d’interpunzione sono entrati nella scrit-
tura in epoca moderna e non sempre appaiono usati secondo i canoni correnti nel-
le lingue occidentali:

virgola ، ِ ‫َف‬
‫اص َلة‬
punto . ‫نُ ْق َطة‬
punto e virgola ‫؛‬ ‫اصلة َم ْنقُو َطة‬ ِ ‫َف‬
due punti : ‫نُ ْق َط َت ِان‬
punto interrogativo ‫؟‬ ‫َعلَا َمة ِالا ْس ِت ْف َهام‬
punto esclamativo ! ‫ ِالا ْس ِتغ َْراب‬/ ‫َعلَا َمة ال َّت َع ُّجب‬
puntini di sospensione … ‫الح ْذف‬ َ ‫َعلَا َمات‬
parentesi (due) () ‫َق ْو َس ِان‬
parentesi quadre (due) [] ‫سان َم ْعقو َف َتان‬ِ ‫َق ْو‬
virgolette «» ‫ ال َّت ْن ِصيص‬/ ‫َعلَا َم َتا ِالا ْق ِت َباس‬

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