Alfabeto Arabo
ALFABETO ARABO
SOMMARIO
Lingua e letteratura Lessico fondamentale L'alfabeto arabo Il sistema consonantico Schema generale delle consonanti Legature Il sistema vocalico Vocali brevi Mozioni vocaliche: fatah, ammah, kasra e sukun Vocali lunghe Uso della hamza Suffisso femminile: t` marba Geminazione: tadd Assimilazione Nunazione: tanwn Alif maqsra Alif wala Punteggiatura Numerali Dialetti Bibliografia e letture consigliate
LINGUA E LETTERATURA
L'arabo appartiene al ramo semitico della grande famiglia afro-asiatica. Originariamente idioma delle trib beduine del deserto arabo, venne diffusa tra il VII e il XII secolo, sull'onda delle grandi conquiste islamiche, in tutto il nord Africa, dove venne ad affiancarsi ai dialetti berberi, e in un'ampia fascia che copre tutto il Medio Oriente fino ai confini della Persia. Oggi la lingua ufficiale di tutti i ventun paesi che aderiscono alla Lega Araba: Kuwayt, Barayn, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Oman, Yemen, Arabia Saudita, Irq, Siria, Giordania, Libano, Egitto, Sudan, Gibuti, Somalia, Libia, Tunisia, Marocco, Mauritania, essendo il ventunesimo membro la problematica Palestina. Incalcolabile il numero di persone che parla arabo come seconda lingua, lingua veicolare o lingua del culto. La letteratura araba immensa e ricchissima. Tale letteratura prende l'avvio con le Muallaqt, splendide poesie di argomento lirico, erotico o guerresco, scritte nel VI secolo da un gruppo di poeti nell'ambiente dei beduini nomadi, tra cui spiccano Antar e Imru al-Qays. A queste opere segue strettamente la compilazione del Qur`n, parola divina trasmessa dall'arcangelo Gabriele al Profeta
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Muammad (pace e benedizioni su di lui), con la quale si apre l'immenso capitolo dell'Islm. La perfezione formale, la bellezza e l'alta poesia del Libro Sacro sono considerate indicazioni, se non prove, dell'origine sovraumana della Rivelazione. Sia come sia, il Qur`n rappresenta un inizio sfolgorante di quella che, nei secoli successivi, si rilever come una delle pi vaste e feconde letterature del mondo. Le opere di narrativa, storia, filosofia, teologia, poesia, sia originali sia di derivazione greca e persiana, che meriterebbero di essere menzionate, sono innumerevoli. Ricordiamo l'antologia Alf layla wa layla Le mille e una notte, che tuttora continua ad affascinare l'umanit nelle sue innumerevoli traduzioni e riscritture. Da allora, l'arabo non ha mai smesso di essere, per centinaia di milioni di persone, una ricca e validissima lingua letteraria. Di grammatica non semplice, l'arabo presenta, come le altre lingue semitiche, la flessione interna dei sostantivi e dei verbi. Soltanto lo scheletro consonantico delle parole rimane invariato, mentre infissi e vocali si combinano per ottenere le pi sottili sfumature. Ricca di uvulari, aspirate e faringali ostiche agli Europei, l'arabo tuttavia una lingua molto melodiosa. Oggi l'arabo si presenta in un gran numero di dialetti, non sempre mutualmente comprensibili, mentre la lingua classica da tutti conosciuta come lingua dei media, delle pubblicazioni, della religione e dei rapporti internazionali del mondo arabo.
LESSICO FONDAMENTALE
Uomo Donna Padre Madre Raul Imrh Ab Um Cielo Terra Sole Luna Sam Ar ams Qamar Acqua Albero Cane Gatto M ara Kalb Qit
ALFABETO
L'alfabeto arabo, come la maggior parte delle scritture semitiche, costituito dalle sole consonanti, in questo caso 28. Corre da destra a sinistra, altra caratteristica comune alle scritture del Medio Oriente. Di grande eleganza, questa scrittura si presta meravigliosamente ad essere vergata a mano, fornendo splendidi esempi di arte calligrafica. Perfettamente connaturato con la lingua araba, l'alfabeto ne segnala con precisione il complesso sistema consonantico, con una perfetta corrispondenza tra grafema e fonema.
IL SISTEMA CONSONANTICO
Le 28 lettere dell'alfabeto arabo completano perfettamente il sistema consonantico della lingua. (Qui le elenchiamo, contrariamente all'uso arabo, da sinistra a destra, in modo da farle corrispondere alle bifrost.it/Lingue/Arabo.html#4 2/23
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le elenchiamo, contrariamente all'uso arabo, da sinistra a destra, in modo da farle corrispondere alle lettere latine.)
b t t h h d d r z s s s d t z f q k l m n h w y
Tale alfabeto segnala con precisione il complesso sistema consonantico della lingua araba, ricca di tutte le tipiche classi di suoni (aspirate, glottidali, faringali) delle lingue semitiche. In particolare notiamo l'importantissima lettera segnata in trascrizione con lo spirito dolce del greco:
()
Si tratta della famosa alif, l'indispensabile consonante muta presente in tutte le pi antiche lingue semitiche nonch in antico egiziano. In arabo, all'inizio di parola alif funge da aggancio vocalico (e in questo caso viene omessa in trascrizione), mentre nel mezzo della parola, quando si trova associata al simbolo detto hamza, corrisponde all'occlusiva glottale sorda [], un colpo di glottide che produce un istantaneo arresto nell'emissione del suono. In questo caso, alif-hamza viene notata con lo spirito dolce del greco. Ma vedremo poi nei dettagli l'uso di hamza. Caratteristica fonologica dell'arabo che molti suoni vengono articolati molto pi indietro, di quanto non accada in italiano e nella maggior parte delle lingue indoeuropee, tanto che l'arabo si fatto la fama di possedere una serie di suoni impossibili da distinguere quanto da pronunciare. Non cos, ma vediamo di fare un po' d'ordine, elencando questi suoni cos ostici per gli europei.
h
La lettera h la fricativa glottale sorda [h] e corrisponde all'h aspirata iniziale della parola inglese house.
Le lettere h e rappresentano le fricative velari sorda [x] e sonora [], cio il ch finale del tedesco Bach e la g dello spagnolo daga.
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Le lettere e sono rispettivamente la fricativa faringale sorda [] e sonora [], quest'ultima resa in 3/23
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Le lettere e sono rispettivamente la fricativa faringale sorda [] e sonora [], quest'ultima resa in trascrizione come lo spirito aspro del greco. Essendo pronunciati al livello della faringe, hanno il punto di articolazione pi arretrato di tutti gli altri suoni, consistendo in pratica in una sorta di raschio ottenuto col passaggio forzato dell'aria attraverso la glottide. difficile descriverne la pronuncia, non esistendo equivalenti delle lingue europee. In particolare, suona come una specie di h pronunciata in posizione ancora pi arretrata e fortemente strozzata, mentre viene percepita dall'orecchio di un europeo solo come un curioso schiacciamento della vocale successiva.
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q
La lettera q l'occlusiva uvulare sorda [q], una sorta di k articolata in fondo al velo palatino, simile alla c italiana di cubo ma ancora pi arretrata. Va tenuta ben distinta da k [k] che invece il normale suono velare di china.
s z
Le lettere s e z corrispondono alla fricativa dentale sorda [s] e sonora [z], cio rispettivamente alla s sorda di sole e alla s sonora di rosa.
La lettera corrisponde alla fricativa postalveolare sorda [], cio il suono sc(i) dell'italiano sciocco.
La lettera l'affricata palatale sonora [], cio la g(i) dell'italiano giardino (nell'arabo classico manca del tutto l'occlusiva velare sonora [g], il suono della g dura di gatto).
t d
Abbiamo con t e d (diacriticate con un submacron) le due fricative interdentali, sorda [] e sonora []. Corrispondono rispettivamente al th inglese di thing e that.
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Un importante asse di opposizione, tipico delle lingue semitiche, oppone alle normali consonanti una classe di consonanti dette enfatiche , da esse distinte grazie a un punto che viene posto sotto la lettera stessa. Esse sono pronunciate faringalizzate [s] [d] [t] [], ovvero accompagnate da un simultaneo strozzamento della faringe. Nel parlato, esse possono essere anche pronunciate velarizzate [s] [d] [t] []. La possibilit di un'alternativa tra faringalizzazione e velarizzazione [], ma di seguito in pu essere indicata con una tilde posta di traverso al simbolo IPA [s] [d ] [t] questo articolo utilizzeremo, nell'indicazione della pronuncia delle enfatiche, la semplice faringalizzazione.
w y
Per concludere, w e y sono le approssimanti velolabiale [j] e palatale [w], ovvero la u e la i semiconsonanti nelle parole italiane uomo e ieri.
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alif
B T T G H
[ ] [b] [t] [] [] []
Consonante muta Funge da aggancio vocalico Occlusiva labiale sonora Italiano bene Occlusiva dentale sorda Italiano tana Occlusiva interdentale sorda Inglese thing Affricata postalveolare sonora Italiano gelo Fricativa faringale sorda
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H H D D R Z S
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Fricativa faringale sorda Arabo ha Fricativa velare sorda Spagnolo trabajo Tedesco Bach Occlusiva dentale sonora Italiano dono Fricativa interdentale sonora Inglese that Vibrante alveolodentale Italiano remo Fricativa dentale sonora Italiano rosa Fricativa dentale sorda Italiano sole Fricativa postalveolare sorda Italiano scemo Fricativa dentale sorda faringalizzata Arabo saqr Occlusiva dentale sonora faringalizzata Arabo dabb Occlusiva dentale sorda faringalizzata Arabo tabb Fricativa interdentale sonora faringalizzata Arabo zufr Fricativa faringale sonora Arabo ayin Fricativa velare sonora Spagnolo daga Fricativa labiale sorda Italiano faro Occlusiva uvulare sorda Arabo qubba Occlusiva velare sorda Italiano cane
dl
dl
sn
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td
zd
ayn
ayn
F Q K
qf
kf
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lm
K L
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[k] [l]
mm
M N H W Y
Nasale labiale Italiano mare Nasale dentale Italiano nido Fricativa glottale sorda Inglese house Approssimante velolabiale Italiano uomo Approssimante palatale Italiano ieri
nn
ww
Poich molte consonanti hanno forma simile, bisogna fare attenzione a non confonderle. In questo caso i punti diacritici posti sopra o sotto le lettere graficamente simili aiutano a distinguerle, come ad esempio
oppure oppure oppure
b
Ma vediamo delle parole complete, cos da imparare a distinguere le singole consonanti che le compongono:
Originale Grafia Pronuncia Traduzione
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ragazza
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LEGATURE
Nella scrittura, specie nella scrittura d'arte, cpita che coppie di consonanti vengano legate tra loro secondo forme stilizzate, in modo che non sia pi possibile distinguere con certezza le singole lettere. In questo caso la lettura richiede da parte del lettore una certa esperienza della lingua e delle regole callibrafiche. La correttezza dei dizionari, unita all'uso sempre pi intensivo del mezzo elettronico, ha tuttavia portato a un sempre maggior rigore della scrittura ed a un'eliminazione progressiva di molte delle legature tradizionali. Alcune legature sono tuttavia standardizzate. il caso di lm-alif, successione di lm e di alif, da alcuni considerata una lettera a s stante e che ha una sua forma particolare.
Finale Mediana Iniziale Isolata Nome Traslitt. Pronuncia Descrizione
Originale
lm-alif
Nesso grafico
alif
Un altro importante nesso grafico il nome di Dio, Allh (gloria a Lui l'altissimo), che viene scritto con una sorta di simbolo a s stante, quasi un ideogramma, in cui sono tuttavia ancora parzialmente riconoscibili le lettere che lo compongono:
Grafia Pronuncia Traduzione
Allh
[alla:h]
Iddio
Si noti che nella pronuncia del nome divino e dei suoi derivati, la lettera l viene pronunciata faringalizzata [alla:h] o velarizzata [alla:h]. l'unica attestazione di questo fonema nel lessico arabo.
In arabo, i nomi femminili terminano normalmente per -a; si usa per indicare questa terminazione una particolare t finale detta t` marba t legata. Le origini etimologiche di questa t` sono giustificate dal fatto che nelle lingue semitiche l'originaria desinenza del femminile generalmente - t, com' anche evidente in molti sostantivi e pronomi arabi (es. bint figlia contro ibn figlio).
Finale Mediana Iniziale Isolata Nome Traslitt. Pronuncia Descrizione
Originale
t marba
[a]
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IL SISTEMA VOCALICO
Lingua cos ricca e varia nelle consonanti, l'arabo classico al contrario assai povero di vocali, contemplandone soltanto tre: /a/ /u/ /i/.
a u i
Esse possono essere sia brevi che lunghe. In trascrizione, le lunghe vengono contrassegnate con un macron:
La pronuncia delle vocali abbastanza varia. Alle tre vocali arabe corrispondono in pratica delle vocoidi che occupano un'area di pronuncia assai pi ampia di quanto non avvenga per i rispettivi suoni nelle lingue europee. Ad esempio, a /a/ pu realizzarsi, a seconda dei casi, nei vari allofoni [] [a] []; u /u/ pu essere pronunciata indifferentemente [u] [] [o]; i /i/ pu assumere gli esiti [i] [] [e]. Generalmente per le vocali lunghe vengono pronunciate in maniera netta e decisa ([a:] [u:] [i:]), rispetto alle rispettive brevi a u i ([ ~ ] [] []) le quali si collocano in posizione intermedia. Queste variazioni di pronuncia sono dovute al fatto che l'emissione dei suoni [a] [u] [i], posti ai vertici del quadrilatero vocalico, richiede un'energia maggiore rispetto alle vocali intermedie, e poich in arabo non vi alcun rischio di confusione, ecco che nel parlato quotidiano la pronuncia delle vocali a u i pu perdere energia ed esse si realizzano come suoni intermedi. Tali dizioni non vanno considerate errate, in quanto la distinzione tra i vari esiti soltanto fonologica. questa la ragione per cui la localit di al-Alamayn, teatro di una famosa battaglia, viene generalmente pronunciata [llmjn]; e il nome del Profeta, la cui grafia corretta Muammad, viene in genere pronunciato [mammd]. Da qui la grafia popolare occidentale dei due nomi, *al-Alamein e *Mohammed. Nella nostra trascrizione fonetica renderemo sempre i fonemi /a/ /u/ /i/ come [a] [u] [i].
VOCALI BREVI
Le vocali brevi a u i sono implicite nella scrittura araba, che si limita a segnare soltanto le consonanti. Per la loro lettura ci si affida alla conoscenza della lingua da parte del lettore. Si noti come, negli esempi che seguono, le vocali sono presenti soltanto in trascrizione, mancando del tutto nella grafia araba:
Originale Grafia Pronuncia Traduzione
sole et ragazza
Quando la vocale breve cade all'inizio della parola, viene utilizzata, per indicarne la presenza, un particolare segno diacritico chiamato hamza sostenuto dalla consonante debole alif. La hamza viene posta sopra il corpo della alif se questa funge da aggancio ad a o i, sotto la alif se funge da aggancio ad i.
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A
alif hamza
[a] [u]
Vocale anteriore aperta non-arrotondata breve Italiano amore All'inizio di parola Vocale posteriore chiusa arrotondata breve Italiano usato All'inizio di parola
U I
[i]
ah uh t ibn
In arabo le vocali brevi di norma non vengono indicate. Quando per necessario evitare degli errori (ad esempio nel caso particolare della lettura coranica, dove la tradizione pretende la massima correttezza nella lettura), allora vengono usati tre segni diacritici, le cosiddette mozioni vocaliche, fatah, ammah, kasra, le quali, poste su una consonante, indicano che quella consonante porta una vocale implicita, cio rispettivamente a u i. Vi inoltre un quarto segno, il sukn quiete, che indica assenza di vocale e viene posto sulla consonante seguita da altra consonante o su una consonante finale. Nello specchietto che segue, il cerchio grigio rappresenta la consonante su cui si poggia la vocale implicita.
Isolata Nome Traslitt. Pronuncia Descrizione
sukun
Assenza di vocale
fatah
A U I
ammah
kasra
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Vediamo in questa serie di esempi qual il corretto impiego delle mozioni vocaliche:
Originale Grafia Pronuncia Traduzione
In tutti gli esempi che seguiranno, le mozioni vocaliche - com' di regola nella scrittura araba - non saranno segnalate.
VOCALI LUNGHE
Mentre la scrittura araba non nota le vocali brevi, contrassegna le vocali lunghe facendo seguire, alla consonante che porta la vocale implicita, una consonante di prolungamento (mater lectionis), che sar rispettivamente una delle tre consonanti deboli w y [alif ww y`]. Nello specchietto che segue, la consonante con la vocale implicita contrassegnata da un cerchio grigio.
Isolata Nome
(fatah) alif (ammah) ww (kasra) y
Originale
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kitb sq wazr
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evidente che quelle che le vocali lunghe non sono altro che lo sviluppo dei tre dittonghi misti a uw e iy, formati da una vocale e da una consonante di prolungamento, e cos infatti sono intesi nella fonetica e nell'ortografia araba. All'inizio della parola, le vocali lunghe sono contrassegnate da alif hamza, esattamente come le brevi, ma seguite in questo caso dalla consonante debole di prolungamento (mater lectionis). Dunque per iniziale si ha alif hamza seguta da y` di prolungamento. Per iniziale si ha alif hamza seguta da ww di prolungamento. Per iniziale si dovrebbe dunque scrivere alif hamza seguta da alif di prolungamento, ma non essendo possibile scrivere due alif una di seguito all'altra, si usa la cosiddetta alif madda allungata, ovvero una particolare alif sormontata da una seconda alif pi piccola, posta trasversalmente sopra la prima.
Isolata Nome
alif madda
Originale
Vocale anteriore aperta non-arrotondata lunga Italiano amo All'inizio di parola Vocale posteriore chiusa arrotondata lunga Italiano uva All'inizio di parola Vocale anteriore chiusa non-arrotondata lunga Italiano ira All'inizio di parola
USO DELLA HAMZA
ya lamb tl
[a:ya] [i:ta:li:]
modello
[u:lambi:] olimpionico
italiano
Come abbiamo visto, all'inizio di parola, la hamza il segno diacritico che, posto sopra (o sotto) alif, regge la vocale breve che d inizio alla parola stessa. Ma la hamza una vera e propria lettera, la prima dell'alfabeto arabo. Essa segnala l'occlusiva glottale sorda [], un colpo di glottide che avvia o arresta l'emissione del suono.
Isolata Nome Traslitt. Pronuncia Descrizione
hamza
[]
Occlusiva glottale sorda Arabo saala Al centro di parola corrisponde a un'istantanea interruzione del suono.
Se all'inizio di parola la hamza coincide in pratica col suono della vocale, all'interno della parola la si percepisce nettamente come un rapido stacco rispetto alla sillaba precedente. In questo caso la hamza viene trascritta con lo spirito dolce del greco. Hamza necessita in tutti i casi di un sostegno, che pu essere una delle tre consonanti deboli: alif, ww o y` (quest'ultima scritta in questo caso senza i puntini sotto):
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a u i
All'inizio di parola il sostegno della hamza , come abbiamo visto, sempre la alif. In posizione mediana pu essere alif, ww o y`, a seconda della vocale che regge o di quella che precede. In posizione finale, la hamza pu avere come sostegno alif, ww o y`, ma pu anche trovarsi senza sostegno. L'ortografia della hamza piuttosto complicata. Al centro di parola, la hamza viene retta da alif, ww o y`, a seconda della vocale breve (rispettivamente a u i) che viene articolata con essa.
Originale Grafia Pronuncia Traduzione
Originale
In altri casi la hamza si regge sulla vocale (lunga o breve) della consonante che la precede.
Grafia Pronuncia Traduzione
tarh midfa
storia
Analogamente, hamza finale ha per supporto la vocale della consonante precedente. Se la consonante precedente priva di vocale implicita (avendo il sukn), o una alif o ww di prolungamento, allora hamza si scrive senza sostegno. Anche in tale posizione, hamza corrisponde all'occlusiva glottale sorda [], percepibile come un semplice colpo di glottide alla fine della parola.
Originale Grafia Pronuncia Traduzione
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ida s
[ia] [su:]
scarpa male
(avverbio)
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GEMINAZIONE: TADD
Un diacritico chiamato tadd o adda, posto sopra la consonante, serve a raddoppiare la stessa, che verr pronunciata con maggior forza, analogamente alla geminazione segnata dall'ortografia italiana.
Isolata Nome Traslitt. Pronuncia Descrizione
tadd adda
[ ]
ASSIMILAZIONE
mukaab [mukaab]
Il tadd serve anche a indicare l'assimilazione nel caso l'articolo determinativo al il preceda un sostantivo iniziante per lettera solare. Infatti l'arabo distingue le lettere in solari e lunari le prime producono assimilazione con l'articolo, le seconde no.
Vediamo come il tadd assimila l'articolo al con la successiva parola iniziante per lettera solare:
Originale Grafia Pronuncia Traduzione Originale Grafia Pronuncia Traduzione
la luna
NUNAZIONE: TANWN
Una particolare serie di diacritici, chiamati tanwn, consistenti nel raddoppiamento delle mozioni vocaliche, segnano il fenomeno fonetico della "nunazione", che consiste in pratica nell'aggiungere in bifrost.it/Lingue/Arabo.html#4 14/23
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vocaliche, segnano il fenomeno fonetico della "nunazione", che consiste in pratica nell'aggiungere in coda alla parola una vocale nasalizzata, cio seguita da suono nasale, in questo caso la lettera nn. A seconda della vocale, abbiamo il tanwn fatah (per -an), il tanwn kasra (per -in) e il tanwn ammah (per -un).
Isolata Nome Traslitt. Pronuncia Descrizione
Alfabeto Arabo
AN UN IN
[] [] []
Vocale anteriore aperta non-arrotondata nasalizzata In fin di parola, segna l'indeterminazione in caso accusativo
Vocale posteriore chiusa arrotondata nasalizzata In fin di parola, segna l'indeterminazione in caso nominativo
Vocale anteriore chiusa non-arrotondata nasalizzata In fin di parola, segna l'indeterminazione in caso genitivo
Il tanwn alla fine della parola segna l'idea di indeterminazione (corrisponde cio all'articolo indeterminativo italiano un una uno degli delle, etc.). Si usa -un quando il sostantivo in caso nominativo, -an quand' in accusativo, -in quand' in genitivo. Facciamo qualche rapido esempio:
Originale Grafia Pronuncia Traduzione
DITTONGHI MISTI
Un tipo particolare di dittongo, in irlandese, il dittongo misto, formato dall'incontro di una vocale a i o con le consonanti lenite dh gh e bh mh. Ma vediamo meglio le varie combinazioni. Per quanto riguarda dh gh, abbiamo:
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Grafia
Pronuncia
Traduzione
Grafia
Pronuncia
Traduzione
aidhm
proposito
della procedura
saighdiir [sai du:r] bacaigh feighl deighil leigheas loighic [baki:] [fai i:] [dai ] [ais] [lai k]
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La pronuncia abbastanza regolare: I gruppi abh amh obh si pronunciano tutti quanti [au]. I gruppi abha abhai, amha amhai ed obha obhai, presentano la medesima pronuncia. Il gruppo omh che una o lunga [o:]. I gruppi amha amhai, presentano la medesima pronuncia. Analogamente, eabh eamh si pronunciano [au]. I gruppi eabha eabhai ed eamha eamhai, presentano la medesima pronuncia.
Grafia Pronuncia Traduzione Grafia Pronuncia Traduzione
MUTAZIONI INIZIALI Caratteristici dell'irlandese sono i curiosi mutamenti fonetici che vengono inflitti alla lettera iniziale delle parole. La ragione di tali mutamenti va cercata nel fatto che le lingue celtiche sentono come unit minima del discorso non tanto la singola parola, quanto il sintagma, sistemi di parole strettamente congiunte come possono essere articolo e sostantivo, sostantivo e aggettivo, e cos via. Ora l'irlandese ha una forte intonazione discendente: tende cio ad anticipare il pi possibile l'accento tonico. Pu cos capitare, nell'ambito di un sintagma, che un sostantivo abbia l'accento... sull'articolo, rimanendo completamente in posizione post-tonica. Poich, come abbiamo visto, le consonanti post-toniche tendono a subire il fenomeno della lenizione, ecco che, in un sistema congiunto, le consonanti iniziali delle parole mutano di conseguenza. Per tali ragioni la declinazione irlandese risulta ardua per il forestiero, mentre il pi incolto contadino del Donegal, guidato dall'intuito della lingua materna, domina con esattezza infallibile ogni schema. Facciamo un esempio: an bh dubh la mucca nera, e mostriamo quali mutamenti, un sostantivo preceduto dall'articolo e seguito da un aggettivo qualificativo, produrr nel corso della declinazione. Singolare Nominativo an bh dubh Genitivo na b duibhe Dativo Vocativo Plurale
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Il primo di questi mutamenti fonetici proprio la lenizione, di cui gi abbiamo visto gli effetti. La consonante iniziale di un sostantivo viene lenita dopo l'articolo se il sostantivo femminile o se il sostantivo maschile in caso genitivo. I nomi propri femminili vengono invece leniti al genitivo. Un genitivo che segua un sostantivo femminile lenito a sua volta, cos alcune classi di pronomi possessivi leniscono il sostantivo a cui si riferiscono. Nello stesso modo agiscono alcune preposizioni, e via dicendo. Le regole insomma sono piuttosto complicate, ma sono anche utili, una volta che si sia fatto l'orecchio per la lingua, a captare alcune sottili distinzioni. Per esempio, suo in irlandese si dice a e, come in italiano, non specifica se il possessore sia uomo o donna. Tuttavia, qualora il possessore sia uomo, si produce una lenizione nell'oggetto posseduto, cosa che non succede se il possessore donna. Ad esempio, sua madre in irlandese si dice a mthair (senza lenizione) se la madre di lei, ma a mhthair (con lenizione) se si tratta della madre di lui. H NUDA Abbiamo visto che in irlandese moderno tutte le consonanti hanno un suono specifico, tranne
h
Questa lettera, in irlandese, non si trova mai da sola, servendo come diacritico per indicare la lenizione di un'altra consonante. In realt, h ha ancora un altro uso, che i grammatici chiamano spogliamento [lomadh]. In questa funzione, h viene posta dinanzi a un'altra vocale per impedire la liaison. Accade spesso che, nella declinazione di un sistema congiunto, due vocali finiscano col trovarsi vicine: allora viene interposta una h nuda per impedire il legame. Ad esempio, l'espressione an ire l'Irlanda si declina al genitivo na hireann dell'Irlanda. Questa seconda forma produrrebbe appunto un legame tra la vocale finale dell'articolo e quella iniziale del sostantivo, e per questo si inserisce tra l'una e l'altra una h eufonica, perfettamente muta. Tecnicamente lo spogliamento una forma di lenizione della vocale. Riprendendo l'esempio fatto precedentemente, possiamo dire che suo padre in irlandese si dice a thair (senza lenizione) se si tratta del padre di lei, ma a hthair (con h nuda lenitiva) se indichiamo il padre di lui. Il fenomeno dello spogliamento presenta tuttavia alcune eccezioni. In alcuni casi, una t a venire prefissa ai nomi maschili inizianti per vocale. In altri casi, t viene prefissa ai nomi maschili inizianti per s. Quest'ultimo fenomeno, dapprima limitato alla lenizione tra articolo determinativo e sostantivo, si in seguito esteso, almeno nel discorso parlato, ad altre combinazioni morfologiche. ECLISSI In irlandese esiste un altro tipo di mutazione consonantica detto eclissi, in quanto un suono si sostituisce a un altro, di fatto eclissandolo. La grafia irlandese usa scrivere entrambi i suoni, quello che copre posto prima di quello coperto. Le parole che iniziano con un suono sordo (c t f p) mutano trasformandolo in sonoro (g d bh f); graficamente la consonante sonora viene fatta precedere alla corrispondente sorda.
Lettera Eclisse Pronuncia
c
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gc dt
[ k] [d]
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t f p
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dt
bhf bp
Le parole che iniziano con un suono sonoro (g d b) mutano invece trasformandolo in nasale (ng n m); graficamente la consonante nasale viene fatta precedere alla corrispondente sonora.
Lettera Eclisse Pronuncia
g d b
ng nd mb
[] [] [m]
Ne risultano delle parole inizianti per gruppi consonantici apparentemente complessi, in cui tuttavia la seconda consonante non si pronuncia essendo stata eclissata dalla prima.
PAROLE PRIMITIVE Grafia Pronuncia Traduzione Grafia PAROLE CON ECLISSE Pronuncia Traduzione
poema citt
in un poema in citt
Nel caso di parole inizianti con vocale, l'eclissi antepone una n- dinanzi alla parola stessa.
Lettera Eclisse Pronuncia
a e i o
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u
Gli esempi sono ovvi:
n-u
[nu]
i n-uacht
nella volont
Un sostantivo pu subire l'eclisse della consonante iniziale per molte ragioni. Quando essa viene a cadere dopo alcune proposizioni, come i in, o dopo i pronomi possessivi plurali. Anche i numerali da sette a dieci causano il medesimo effetto. L'articolo produce eclissi in un sostantivo al genitivo plurale. Alcune forme verbali subiscono eclissi in particolari condizioni. Tutte queste difficolt, di cui irta la fonetica irlandese, rendono forse arduo l'apprendimento di questa lingua, ma contribuiscono moltissimo a crearne il fascino e la bellezza.
SCHEMA GENERALE
APPENDICE: NOTE SULL'ANTICO IRLANDESE Le regole ortografiche qui date riguardano l'irlandese moderno, la cui ortografia riconosciamo gi nell'opera di Sethrn Citinn (Geoffrey Keating). Ma si tratta solo del punto di arrivo di una lunga ricerca ortografica, che oltretutto segn di pari passo un lento mutamento nella pronuncia. Chiunque si avvicini a dei testi scritti in antico irlandese, trover delle grosse differenze rispetto alle regole dell'attuale ortografia. L'attuale parola irlandese per libro, che correttamente scritta leabhar, corrisponde in antico irlandese una forma lebor. subito evidente che questa parola, cos com' scritta, non rispetta la regola del larga con larga e stretta con stretta. L'opposizione tra consonanti larghe e strette era distintiva di significato gi in irlandese antico e fin d'allora era invalso l'uso di contrassegnare le strette ponendole a contatto con una delle due vocali strette e o i, ma il sistema lasciava un certo grado di ambiguit, segnando comunque soltanto quelle vocali che venivano pronunciate, senza preoccuparsi di utilizzare vocali aggiuntive per separare una consonante da una vocale contrastiva. Dunque in irlandese antico non esistevano falsi dittonghi, ma soltanto vocali e dittonghi che andavano regolarmente pronunciati. C' da dire che le vocali avevano una pronuncia pi aperta e netta in irlandese antico di quanto non sia in irlandese moderno, ed anche se sussisteva una certa bifrost.it/Lingue/Arabo.html#4 20/23 ambiguit nel modo di scrivere i dittonghi, questi erano soltanto cinque, pronunciati: [ai] ] [ui] [au
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Alfabeto Arabo
ambiguit nel modo di scrivere i dittonghi, questi erano soltanto cinque, pronunciati: [ai] [ui] [au] [eu] [iu]. A seconda delle parole, [ai] si poteva scrivere a, e, o, e, e nei testi pi recenti anche aoi; [au] si scriveva u o o; [eu] u, o, e via dicendo. Assai diverso il sistema in cui l'antico irlandese segnava le consonanti lenite. In antico irlandese, come nel moderno, l'accento cadeva di regola sulla prima sillaba e le consonanti post-toniche risultavano indebolite. Questo fenomeno, allora come oggi, doveva interessare tutte le consonanti tranne l n r, tuttavia esso non veniva di regola indicato, lasciandolo implicito nella parola. Questa la ragione per cui la forma antica lebar ha una semplice b laddove la moderna leabhar ha invece bh. Nella pronuncia, tuttavia, l'irlandese antico presentava alcune differenze rispetto al moderno. Foneticamente, la forma lenita delle consonanti occlusive, le sorde [k] [p] [t] e le sonore [g] [b] [d], era il regolare risultato di un passaggio alla rispettiva pronuncia fricativa, sicch le consonanti finivano col pronunciarsi rispettivamente [x] [] [] e [] [] []. L'ortografia venuta a segnalare un tale sistema, tuttavia, era un pochino pi complessa. Nel sistema grafico sviluppato dall'antico irlandese, le consonanti occlusive c p t si leggevano sorde [k] [p] [t] in posizione pre-tonica, ma sonore [g] [b] [d] in posizione post-tonica e intervocalica; le consonanti occlusive g b d si leggevano sonore [g] [b] [d] in posizione pre-tonica, ma cessavano di essere occlusive e diventavano fricative [] [] [] in posizione post-tonica e intervocalica. Soltanto fricative sorde [x] [] [] erano segnalate con la presenza di una h, venendo scritte appunto ch th ph. (Di contro si svilupp un'altra notazione, tutto sommato pi coerente, in cui le occlusive sorde [k] [p] [t] in posizione post-tonica si scrivevano cc pp tt, e le sonore [g] [b] [d] si scrivevano gg bb dd.) Riassumendo, cos funzionava la grafia delle occlusive nell'antico irlandese: Fonema Posizione Posizione Posizione Posizione Fonema pre- pre- post- post- tonica tonica tonica tonica
Occlusive
c p t
cc pp tt ch ph th
g b d
Fricative
Le regole qui date sono poi complicate dalla scarsa coerenza dell'ortografia. La parola mac [mak] figlio secondo le regole date si dovrebbe leggere [mag]; invece si comportava come se fosse scritto macc e cos in effetti si trova a volte nei manoscritti. I grammatici irlandesi avevano escogitato tali soluzioni dagli esempi attestati dalla letteratura classica, di cui erano buoni conoscitori. Ad esempio, l'uso di contrassegnare le fricative sorde [x] [] [] con i gruppi ch th ph derivava dal fatto che cos i romani trascrivevano le lettere greche . Ma l'irlandese leniva anche altre consonanti e fin dal medioevo i grammatici dovettero escogitare
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Ma l'irlandese leniva anche altre consonanti e fin dal medioevo i grammatici dovettero escogitare altre soluzioni. Ad esempio, per indicare s e f lenite, che nella pronuncia venivano praticamente a scomparire, si cominci ad utilizzare un puntino posto sopra il corpo della lettera: anche questa soluzione era stata tratta dalla filologia classica: infatti i latini usavano segnalare con un punctum delens quelle lettere erroneamente vergate nei manoscritti, indicando cos che tale lettere andavano espunte in fase di lettura. In questo modo, i copisti irlandesi cercavano di indicare che la pronuncia di quella s e di quella f andava lenita fin quasi a scomparire. In seguito, entrambi i modi di rendere la lenizione (con h o col punctum delens) vennero estesi a tutte le consonanti lenite e si crearono due grafie contrastanti, le quali, non di rado, si trovavano a convivere l'una accanto all'altra negli stessi manoscritti. Solo agli inizi del XX secolo la grafia in h ha preso definitivamente il sopravvento su quella col punctum delens, anche se, vuoi per vezzo o per gusto di arcaismo, non difficile vedere ancora oggi iscrizioni gaeliche in alfabeto onciale con il punctum delens a indicare le consonanti lenite. Il problema che, trattandosi di una lingua morta, l'ortografia dell'antico irlandese non pu pi essere riformata e resa coerente come quella delle lingue vive.
Alfabeto Arabo
IL PONTE ACOBALENO
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