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LA PRATICA

DI PROSPETTIVA DEL

CAVALIERE LORENZO

MO Si rigarti

AL SEI*". FERDINANDO
MEDICI CRANDVCA
Di Tofcana
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IN VENETI A

Per Girolamo Francefchi S anele


ia. Libraio m Firenze. MDXCVl. t

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ERDINANDO MEDICI
GRAN DVCA DI TOSCANA-

OG L TONO gli accorti, e amor aioli Padri, quando manda^


no alcuna volta fuori della propria cafa, e della lor Patria igio-
uanetti figliuoli mgrgnarfidi commett ergli a [corta pratica, è fi-
da,per af curargli da i difigi e pericoli, chunuoui, e difficili
viaggi apportano [eco . N e mancano oltre à ciò di procurar loro
fauori, e gratic quanto più pcfono appo fcgnaliti ,e gran per fo-
,
naciaccioche condotti film dalle difficultà del cammino , ab-
biano chi gli difenda, "egl'indri^i à bene e lodeuolmente operare, lo ora ad hm-
t attorie di quefii fi fatti P 'adri , douendo mandare allaluce il primo partodelmio de-
boli fimo ingegno, e tale quale egli fi fia , defìderando d' mcaminarlo à bene, e ferro
daque pericoli , che a cefi fatte cofe s'oppongono a lei lo indirlo , et inaio, Jote., I :
[corta del fuo Sereni f. nome , lo quale non pure in cot al viaggio l'auualori, elogu-
di ; mada; edgiunto a felice porto, da ogni colpo di fortuna , odi tempo l'afsicuri, e difen-
oltre che per mio debito ancora , ed vtilediefo parto à lei lo confacro , accio
che egli à ciafcheduno più grato, e più ragguardeuole firapprefenti : illufrato dallo
fplendore della Vostra Serenif. Altera ; alla quale fo umili fiim.i reuereitXa ,e le
prego intera, e [.prema felicità. DiFtren\e li 20. Luglio, MDXCVI.

D.V. Altera Serenif.

Obligatijf. 'fruitore & vajfalla

Lorenzo Sirigattt.

A 2 A.BE-
A BENIGNI, ED AMOREVOLI
LETTORI

ARE che di tutte le feienze due fieno i fini principali } vno


d<u
quali confitte nei puro,c femplice atto dello fpecularc , l'altro è in-
torno almettere in atto pratico le cofe fpcculate : e non è dub-
bioche
, il primo di quefh' due fmi , perefler proprio dell'int
to noftrp contempla duo parte principal dell'anima noftra, ellet- lon-
tano daogni alteration •materia , e da ogni efercitio meccanico ,
c del fecondo più nobile, e più perfetto , nulla dimeno fcvorrc-
mo Jlaucr riguardo , non alla perfctione , è diletto parncularc, ma all'utile
, e perfettio-
ncyniualale , troucremp indubitatamente, cheil metterein pratica,
ed cfceuirclcco-
fcfpccuIatc.cflcr pKi da cIcfidcrarfi.cpcTconferrnarqucfta verità
con cfcmdi fenfari
dico prima ,chi c imuna , oppchifìima vtilirà farebbe alla vita humana
, che ilmedicò
fermandoli nella o La contcmplationedellenature,equalitàde
femplic,, edecompo-
fti medicamenti, laiciaflc gl'infermi pnui di quell'aiuto, checol
lua faenza gli può arrecare; e parimente quando qualche meccan metterein pratica la
ico
uentioni a qualche materiale (frumento vtiìe òin pace, òin qucrraa applica lefue in
l viuerehumano
e degno di maggior lode, e premio, che fe quietandoli nelle fpeculauoni
aftratteda
.eDeneaipecuIanoneepiùnobiledellapratica
.nientedimenolama c
lodeuolc per efler quella perfezione, e ornamento dVn'folo intelle
tto particularc e
queftavtile e comodo di molami particolari, cdclIcintcrcRcpubl
icho.il qualcvli-
c, e comodo vnmcrfalc, hafpimomcancoraad applicarmi doppo
i mici fmdij delle
latcmancìie a quefla cipratica
cularc prefo nelle rpcculationi mendedi profpe ttiua • accioc he da il diletto mio parti-
— ,cdi Vi teli ione, nenafceffepure qualche vti-
Jcaquclli.^cprancalinente haueflèrobifogno di feruirfi della
profpetti
quella pratica ... inda altrungegnolàmcnte, econfottiliinucntioni ua 5 efèbene
infermata , non
u, meno ho confideraro, che nel metterla in atto, e mancamente
nel digradare, c por
Kinleorao ngurcuimolte lince, ed angoli, vengono talmente
intrigate, che Cornava*

gran-
gran patienza, e una lunga fatica non può ucnirfi al fine dell'opera . Tutto quefto
mi è flato ftimolo di penfare fe ci fofle modo , ò regola di ageuolare quefta operatio-
ne3Ia quale eflendomi paruto d'hauertrouato,m'e paruto anche di publicarla, per-
vadendomi cheella fia per eitere di giouamento à chi fi diletta di limile facoltà.
Della perfettione, ò imperfetion della quale ne rimetto il giuditio in tutto , e per tut-
to àquelli , che hanno uiflo le regole date da tanti altri , e folo pregherò quelli che la
leggeranno àuederlauolcntieri, il che uerrà lor fatto tuttauolta , che hauranno ri-
guardo alla (inceri tà dell'animo mio, il quale non è di acquiftarmi ambitiofa lode
col fuperaregl'altrijma folamente d'apportar qualche giouamento à gli ftudiofi di
cofi bella feienza . Efeconofceròenagrata,ericeuutauolentieri quefta mia ope-
ra piglierò
, animo di darne fuori , quanto prima un'altra , la quale in quefta materia
farànonmeno bella, che utile, fpiegandocon eflà difficultà fottiliffime,chcln cflà
materialoglionoaccadercficheuipregoad aggradirla uolentieri , e darmi animo
di attendere con più diligenza, che forfè non hò fatto (inoalprefenteà (ìmiliftudii ,
Dio ui feliciti.
TAVOLA DE CAPITOLI NELLA
PRESENTE OPERA CONTE NVTI.

RCH I da metter firn [cordo con la viSta in mez_zp.


carchi da metterfi m [cordo fuori di [quadra^
Qtp.26- carte 20
circhi da metterfi in feorcio l'vno a delira l'altro k Cap.zj- car. 22
fimftrd Cap.qS.car.24
B
Bafe tofeana da metterfi in fiord»
Cap. 32- car. 3 1
c
Qrchto da metterfi in fiordo
Cerchio fuor di [quadra da metterfi m fiordo Cap. 9. car. 7
[fodera con la njitla in me^Xp da metterfi in fiord» Cap-l 5. fan 10
Crociera fuori di [quadra da metterfi in fiora» Cap.29.car.16
Capitello Tofano da metterfi in feorcio
Cornice tofana da metterfi in fiora» Qxp. 3 o. £ ar. 1 8
Cafiamemo da metterfi m fiora» (ap.33.car.s2
Cap.3ycar.34
Qap.34.car.33
D

^Oimoftratione per digradare corpi folidi Cap. 16. car. 11


E

Sfamano da metterfi in fiord»

F Qap.j.car.6
Cap.43.car.4s
Finti della feena che unifica con le cafe del palco da metterfi in farci»

Liuto da metterfi infiora» con la uifiafuoridi fiquadraj Qap.42.car.4z


M

J?,la^tocchio di quattro facete da metterfi m fiora» Cap.39.car.59

Ottogona figura da metterfi in fiordo fuori di fquadrOj


Qap.14.car.lb
ProJj>etìua
TAVOLA.

Trojjietiua che cofiafidj Cap.^.cOr-Z


Punto della dittatila come fi debba collocarti Cap.q.car.&
Pentagono dametterfi in fcorcto con vna delle fine faccìeverfe laviHa (Jap.^.car.f
Piano da metterfi in fiordo diuifo in quadri (Jap.io. car. 8
Piano partito a lifle da metterfi in fiordo Cap. i a.car. 8
P0ZX.0 di forma quadra da metterfi in fiordo, Cap. i j.car. 1 z
Po^zP in ottangolo da metterfi m Jcorcio Cap. i 8 . car. i z
Tiedettallo top ano da metterfi in [cordo fap. 3 I . car. 3 o
Palla da metterfi in fcorcto con la vifta in me^zp Cap. 3 6- car. 3 6
Tali a da metterfi in f orcio pendente fap. 3 j.car. 3 7
Talla la eguale piegata in mezzo per l'altezze-, (ìfpofta in uno angolo, ò interiore , ò
eHeriore appari/c a tondiu Cap. 38. car. 38
Tiramide equi latera traforata da metterfi in farcia Cap.40.car.40

Q
Quadrato perfetto da metterfi in fiordo Cap. 5 . car. 5
Quadrato perfetto da metterfi in fiordo fuori 'di JquadrOj Cap. \ 2. car. 9
Quadrato pei fitto da metterfi tn fiordo con un'angolo verfi la uiftaj Cap. I 3 . car. 9

Superficie quadrata con un'angolo ver/o la vifta da metterfi in fiordo Cap.\$.car.i


Cap-6- carte 63
Scala quadra che fiale da tutti i lati da metterfi in fiordo Cap.zo. car. 14
Scala che fiale da due bande in profilo da metterfi m fiordo
Scala fuor di Jquadra che fiale tra due muri da metterfi in fiordo Qap.zi.car.iì
Scala che fiale da una banda fuor di Jquadra da metterfi in fiordo Cap.22-car.ig.
Scala fuor di fquadra che fiale uerfio la uifta da metterfi in fiord» (Jap.23.car.1j
Scala che file oppofta alla uilia da metterfi mficordo Cap. 2 j.car. 19
fap.24.car.1S
Scala a lumaca da metterfi in fiordo

V
Cap.41.car.41
'Viola da metterfi in Jcorcio con la viHa fuori di Jquadra
O V A
q

Errori
Correggi mento
tata Neil» lettera al G. D. Ver. 14. accioche
V. 9. alteraafilK materia ' ^V.*Y^» \ auuerra che
• nlteratiune di-materia
Kcllalettcìaa' Lettoti V. 6. cheli de l)
Nella medelima .
V. 10. Tjrtriangoli
ciferuiamo r^ww¥' ( \. '■
Cap.il- V.V. 42. 2.4.
... liletuiamo
treangolo
Cap.UI.
Cap. 'li-
Cap.H t 49. N- punto della 1)alclla
puntoqualedella,
Cup-lll. 25. Itilo
2j. del quale ciìono
Cap-V. .L.6 isfe rio
CaF.V 1111. ,. 42. I-li tono
25- 6- Pian
Cap.V.
Cap. 1 X. V. vitmio l'ieiusferio
Cap. XI. fi. ripigtcio liando digradato ■ le^marjnfiripigl a 2. t*il medelìmo digitato
iando
(cordo
Cap. XI. 10. illco
legat a. 2. legnino _ . -
Cap. XIII. 0. lileg limo
Cap. XXI.
Cap.XXlIII. pian tannini.
22.
J7t 4. lega lo, fegninfi
profindo
come da,
prohlo
l?g
clic da ,laltroà gl'angoli della
mando
Cap. XXV. V.
Cap XXV. due archi.ò ucro due porte , due porte , ò nero due archi
Cap.XXVIII.
Cap.XXVIIi. ilV.titolo.4-, cercaua per cercaua: per
Cap.XXVllI. V. }6.
Cap.XXXI. ilV.titolo» o.. picdcftello
portione
Cap.XXXI 11.1.
Cap.XXXI y< j 5, uuouole uuouolo
pìedcltallo
Cap.X iXVI. parte proportione
V. 23. rapprelcntaci elappreientatoci
le linee
Cap. X L.U V, 13. e linee 7- linee. L'altezza
. Cap.XLII. V. 2{. linee l'altezza
AL1U. V. -2 —2.5- che perpendicolari che ha parti
la linea.
Cap.XLllI V. la linea
perpendicoli

ionoa Firen
Ottoh PerGirolamo Franchi Sanefe
, ^i-t-
Stampatocene»* adi zi-Libra
\

LIBRO PRIMO.

Capitola I I.

DILIGENTI artefici fono foliti di inlègnare prima i nomi dclìi


inanimenti, c delle altre cofe , che hanno à adoperare quelli , i
quali hanno voglia'di apprendere le arti loro , e il rare quello è co-
la vtilidìma, acciò chi impara, non làpendo distinguere non relli
confutò dalla diuerlìtà. Noi uolendo nello flelfo modo infègna-
re l'arte della Prolpettiua , 'cominciando da i fua primi principi] , c
fondamenti , hauiamo giudicato che egli lia ncceflàrio dichiarare
tutti quei termini , de quali ci hauiamo da leruirenel progreffo dell'operare, prima
che più oltre fi proceda . Ma perche parte di e/fi fono dichiarati da Euclide nelle diffi-
nitioni del Tuo primo libro detti Elementi , e noi defideriamo fcriuerc con quella più
breuità,che è pofTìbile, rimettereno chiunque defidera hauere efatta cognitione de prin
cipij detti alle dette diffinitioni , ballandoci al prefente porre qui appreffo le figure con i
loro propri] nomijfimilmentc quanto alla fàbbrica , e confininone delle diuerlè figure ,
che nella feconda fàccia fiuedono; formereno il triangolo equilatero , il quadrato, c
l'efagono, nello fleffo modo, che Euclide ci infegna per la prima del primo.e per la fe-
lice quintadecima del quarto ; ma il pentagono ancora, che Euclide molto fioralmen-
te ,e cfquifitamente infegni il modo di fàbbricarlo , per enere il fuo detto modo molto
difficile lo fàbbrichcrcno nel modo appreffo , è che fi uede nella fua figura; Ciò è volen-
do defcriucreun'pentagono fopra la linea A.B. deferiuafi il cerchio de P.B. fopra il
centro A. & allocano A. B. e di nuouo fi deferiua fopra il centro B. e allo fpatio B.
A. il cerchio A. E. T, & con la medefima apritura di compaffo fopra il centro P. deferi-
uafi laportione del cerchio S. A.B. T. e tirili la linea P. O. la quale feghi la circunferen-
za S. A.B. T.- nel punto H. e dai punti S.T. fi tirino per il punto H. le lince S.H. Ne
T.H. Z.efi congiunghinoleA.Z.& B. N. le quali faranno due de' lati del pentago-
no ,finalmente per trouare il punto nel quale concorrono gl'altri due lati del penta-
gono, pongali il piedeimmobile del compaffo prima nel punto Z.& poi nel punto
N. difegnando archi di cerchi , i quali fi interfecheranno nel punto C. fecondo gli (pa-
tii. Z.A.eB.N.efi tirino le linee Z. C. e N. C. e hare no difegna to il pentagono A.
Z.C.N.B. ' 1 °
A FIGVRA eptagona, òuero di fette faccie, eia ottogona, ò vero di
otto faccie non ci fono fiate infegna te da Euclide, però uolendo dileguar-
le, prima
e la di fette facciefaremo nel modo appreffo. Deferiuafi il cer-
chio N.fopra il centro A. Seconla medefima apritura di felle fitto cen-
tro inqualunque punto della circumferenza già deferitta uerbigratia nel punto O. de-
feriuafi l'arco H.D.P. e tirifi la corda H.P. della quale lene pigli la metà, e quefla farà
il lato della figura di fette facae , ilquale adattato fette uolte dentro la circumferenza
del cerchio N. deferiuerà la detta figura. .
I NVOVO uolendo deferiuere l'ottangolo deferiuafi prima nel cer-
chio D. C. O. I. il quadrato D. C. O. I, e haremo diuifo la circumferenza
in quattro parti uguali, e diuidendo ciafeuna diefTc perii mezzo, nei
punti ET.L. H. haremo gl'otto punti . D.F.C.T.O.L.I.H.iqualilìt»
ranno gl'angoli dell'Ottangolo, òc tanto balli circa quella primi principi).
LIBRO PRIMO.
III.
E C O S E tutte , le quali noi uediamo per tre cagioni fono focile, di apparire
all'occhio noftro di grandezza tolo nafeonotaloradiuerla da quella, che è loro veramente
propria . Due delleRapiquali dalla diuerfitd del luogo di ella cofa vedu-
ta, l'altra dalla diuerfità del mezzo , mediante il quale le fpetie di ella cofa
pervengono all'occhio noftro . perche di altra grandezza ci fi rapprefen-
tarà l'immagine d'un'huomo , douendo ella prima che arriui all'occhio
noftro
concauopartire j ma per un' vetrocagione
di quefta piano ,non
che èfenoftra
ella douelìe parlare
intentione di per un'uetr»a!
ragionare
prefente . Ma fi bene dell'altre due cagioni , l'vna delle quali nafee dalla,
lontananza dell'oggetto , il quale ci lì rapprefenta tanto minore quanto ,
farà collocato più lontanofia dall'occhio
la medefifna,noftro , l'altra dalla diuerla polmone
ancorché la lontananza perche di maggiore lunghezza ci fidello ftefib oggetto,
rapprefenta vna co-
lonna diritta , che i giacere , ancorché in quefto modo ci tulle porta più uicina , ogni volta
però che la fua bafe furie volta verfo l'occhio noftro . le ragioni di queftidue effetti duro, quark
to alla fpeculatione hanno dottamente allegriate prima Euclide, di poi piùdiffufiimenre Vitello-
ne ne i loro proprij libri della prolpettiua. Ma quanto à quella pratica , che ci infogna dilegua-
re con diligenza le cofe lontane , e leuicine fopra ilmedelìmo piano, o quelle clic con belhfii-
mo inganno della vifta ci apparivano corpi lodi , &rileuati fopra il piano, e di più uoti dentro,
sfuggendo ò rileuando gli fteffi corpi . Per dare qualche faggio delle fatiche noltre habbiamo
determinato dare in luce vna noftra regola forfè più facile dell'altre , è più breue , ancorché da
altri Autori ne frano ftati fcritti modi ingegnioli , e regole atteà ciò confeguire , fe però le cofe
noftre non ci ingannano , i cui fondamenti dependono immediate dalla (Iella natura , e dallo
modo Hello del vedere, perche confiderando noi che de gl'oggetti tutti , che apparirono all'oc-
chio noftro non uediamo altroché le Iole lùperficie , però la fuperricie per tal conto da Greci fu
chiamata apparenza , e non fi potendo variare la fiipertìcie per quanto appartiene alla quantità
fe non in due modi , per che elfi è folo capace di due mifure , ciò è della lunghezza , e della lar-
ghez a, lecole adunque che habbiamo a difegnare potranno lolamentc digradare , e (cordare
per due verfi damento, habbiamo
l'vno immaginato
fecondo la lunghezza due lince , ,l'altro fecondoqualila larghezza
vna delle Auuertitidelleda lunghezze
ci dia le mifure quefto fon-,
l'altra quelle dellelarghezze , le qualilinee tagliando i raggi, che à guifa di piramide fi diftendono
dall'ggietto all'occhio/vna fecondo la lunghezza, l'altra lecondo la larghezza .quanto faranno pofte
più vicine all'occhio, ci daranno tanto minore il dileguo dell'oggetto, attefo chetali raggi fi ri-
itringono uerfo l'occhio, e formano vna piramide tale, che la baia è nell'oggetto , e la punta, ò
vero fommità nell'occhio , fi feruiamo ancora di due altre linee porte à piombo l'vna lopra l'al-
tra ,con l'aiuto delle quali traportiamo nel piano , doue uogliamo dileguare le lunghezze , e le
larghezze già trouate per mezzo dell'altre due dette linee. Ma perche meglio s'mtendinoqueftc
colepigliamoinnazi il difegno , nel quale il quadrato A. B. C. D. fia ueduto dall'occhio O
mediante 1 raggi O. A. e O. C. e O. B. e O. D. 1 quali effondo fegati dalla linea G. L. ci
daranno nella ftella linea G. L. le mifure M. N. e P. Q^mafe follerò fegati più vicini all'oc-
chio ,come dalla linea E. F. le medefime mifure lcemcrcbbono , come fanno la R. S. e T.
V. e quanto fi ieghalì'ero piùftello
vicinoEuclide
all'occhio
ne , come bene dimoftra lo nel ,fello
tantodell'elementi
feemerebbonocon la medelìma
formandoli fempre proportid
Io limili. ' tre auro- *
ELLA feconda figura intenderemo la linea A. L. fia lalineadel piano, nel quale li»
collocato
la pianta ,l'oggetto,
e (opra ilche fi ha come
da difegnare
profilo uedremoin prolpettiua
più abballò ,,elafotto
lineaad Cella. B.fi dileguerà
tirata fo-
pra ella ad angoli retti fegata nel punto P. fia chamata linea del taglio , o vera
delle milure , perche fopra ella faranno tagliati i raggi , & da ella fi prendenti»
n°le m,^LIre ' 'n-3 'lalla p.irtc di fotto quelle dellelarghezze, dalla pane di fopra,
cioè dal a P. C. fi prenderanno le mifure delle lunghezze . N. punto dalla diftanza ,ò voglia-
mo dire 1 occhio fari il punto D. poftoà beneplacito, dal quale fi ha da tirare vna linea à piom-
bo (opra la linea del piano , quale fia la D. L. Scilpunto L. fia quello , al quale fi tireranno dal-
la pianta i raggi , che ci danno le larghezze , e al punto D. fihanno da tirare i raggi del profilo
daiquali fegati fopra la linea P. C. (i pigliano le lunghezze . le linee R. S. e O. Z. pofteàfqua ,
eira fono quellcfopra le quali fi dilegua nel piano , nel quale fi hanno à difegnare , le cofe pofte m
prolpettiua , & traportare le lunghezze, e le larghezze eia ntrouate , come meglio fi comprende-
rà nei Procedere dell'onera
LIBRO PRIMO.
Come fi halli* a, collocare ilpunto della JiFfanz* '• CaP'toIl> UH.

7ll*nxl^
irC*;\\m regolai a quello,
^^PnmoapparircrofaimpcrtincnrcccrcarccK
cheinteramentcneèpnuo, e che defidcriamo dare
nltnngerefotto determinati precetti, cofa cheelTendoper
raraienza termine , ci fi può inoltrare in infiniti modi , tale Giana
in ve-
ro il
e volere alTegnareparticularc , e determinato luogo per
di-
ftanza alla viltà, che ha da vedere le immaggini , le quali
fi hanno
. dadifcgnareinprofpettiua .attcfoclicilm^dcfimooseetto può
eflereuedutodaluoghiinfiniti.rlipondendoàqueftaragioneapparentedfcm
perqueltalolacagionccioepercheininfinitiluoghifipuò collocarela
villa habb.a-
inogmclicatoneceli^inoairegnare luogo particulare perfito
di elTa , acciò chi opera
non rem confufo dalla infinita ; Dicamodunquecheladeterminationedi
quclloluo
òperelettione, e per ncccifit-a quando
conmett,dal!alcarI,tadelIuogo,0daaltroaccidentenonpolfiamoalloiHanarci,òau-
SSSSS'J ^5^°^*°^'
uicnaraal oggetto a piacer nomo, pcròintali calici habbiamo
accomodare il me-
glio chepolliamo ingegnandoci quanto fia polfibile di accollarli alla
regola , che ne-
ghamo dare, ouc faremo liberi d ogni impedimento percheallora
elfcndo in noltra
clenonepighareilluogodellauilta.giudichiamo (fecondo
tratta damolnpamcuhnci^ che una lunga efperienza
fndodaeirounapapcndicularefopra^
dadilegnareinfcorao,edaltermi,KdieCaperPen^
emme dell oggetto quella linea tirata fia più lunga una
volta e mezzo dalla ma Jor
linea tranciale de l'oggetto, che all'occhio fi rapprefenta,
in oltre fia l'aES
do no, a porre in fcorc.o qua fi voglia delle prelente figure, prefa
la ma™]„ea tran-
ciale d,qual fi,uogha delle polle figure, che in tal loto a poflà apS
, qual i

? .. a r } puT L*fi "n [°Pra cfTa la Perpendiculare L. D. lunga la erzà mi te


fcendoglileoiadiiegnatiharannopiùgr^
qual fiuogha altro luogo , che col, ci ha infegnato Pelpenenza
maeilra di tutte le col
LIBRO PRIMO.
Modo da mettere in Jcorcio uri Quadrato perfetto. Capitolo V-
AVENDO noi oramai à cominciare l'ufo della noftra regola per procedere
ordinatamente,cominceremo dalle cole più facili, aprendoci elle dolcemente
la ftradaalle cofe più difficili . Proponghiamo dunque di mettere in feorcio li
fuperficie quadrata , pero tirifi la linea del piano,come nella figura legnata A.
fotto la quale fia deferitala metà del quadrato , chequefta ballerà , douendo
noi porlo con la uifta in mezzo,& non fuori di (quadra , è gl'angoli della pian-
ta frano fegnati coni legni 2. 2. e. 4. 4. e perche la linea 4. 4. è la meta della li-
nea tranlùerfale , notili nellalinea del piano la 4. L. tripla della. 4.4. che cofi
uerràad eflerevnauoltaèmezzomaggioredellatranfuerfile, edal punto L. fi
tirilaperpendkulare L.D. lunga la terza parte di ella L. 4. e dagl'angoli di lòt-
to della pianta dalpunto L. tirinfi le linee 1. L. e. 4. L. e dagl'angoli di fopra al punto D. li tirino le linee
2. D. C4.D. e manifefto che fe l'occhio fullc nel punto L. la larghezza 2.2. farebbe ueduta fotto l'ango-
lo 2.L. come
quefta 2. e lapiùuicina
larghezza fotto
4. 4. fotto l'angolo la4. lunghezza
maggiore,ma L. 4. quella comprefa
per eflerepiù
nellalontana
linea delfotto
pianominore angolo
tra i punti 2-e.4„, e
ci apparirebbe nulla, ellèndo nella medefima linea chela uifta : bifogna adunque pigliare le lunghezze
dalla altezza dell'occhio, però ponendolonoi (opra il piano quanto èl'altezza L.D. la detta lunghez
za 2. e. 4. farà ueduta dall'occhio D. che forma in elio l'angolo 2. D. 4. Ordinate le cofe che noi riab-
biamo dette fino à qui , non è ragioueuole tacere vna vtilità di momento non piccolo , che fi può ca-
uare con grandifsima facilità dalla noftra cperatione , e queftaèchedefiderando noi, cheilnoftro
digradato (cerni dal fi-io perfetto, lecondo una determinata proportione, pofsiamo confegmre quefto ,
folo con il (egare la linea de! piano contenuta tra il punto delle larghezze , e la pianta talmente che
tutta ella linea habbia la data proportionealla fua parteuerfo il detto punto delle larghezze, come
perefempio . Se noi nella prelènte figura defideralsimo che la linea 4. 4. nel digradato tornarti i tra
quarti di quellocheèncl perfetto, pigliando nella lineaL.4.itre quaitiucrfo L.iquali fiano L. P.
e tirando o per il punto P. lalineadel taglio ad angoli retti, fopra la lineadcl piano confeguiremo
ilnoftro intento, perche la linea 4. 4. ci tornerà nel digradato , come la linea P. 6. e perche la linea
P. 6. èparalelladeila linea 4. 4. 'alinea P. 6. haràla medefimaproportioneconla 4. 4. che la P. L.
conia L. 4. mala P. L. e 1 tre quarti della L. 4. Dunque la P. 6. farà ancora i trequarti della 4. 4.
e parimente fc vogliamo , come è nel prelènte efempio , che la 4. 4. digradata ci torni dicianno-
ue parti delle uenti,diuidafi la 4. L. in uenti parti, delle quali la L.P. ne contenga diciannoue, e per
il punto P. fi tiri la linea del tagliò, la linea P.6. uerrà nelmedefimomodo.chefi dsfideraua. Ora,
per difegnarc ilnoftro digradato, tirifi foprail piano, nel quale louogliamo difegnarela linea R. S.
dal mezzo del quale fia tirata la linea O.Z:ad angoli retti , e in ella fe noti la linea O. 3. eguale alla
P. 3. e per il punto 3. pur ora trouato fi tiri la linea 8. 8. paralclla alla R. S. e fi tiri cofi <!alla delira co-
me dalla fmiftra, eguale alla P. 6. fegnili in oltre nella medelima linea O. Z. lalinea O. 9. eguale al-
ia linea P. 9. e per il punto 9. fi tiri la linea 4.4. equidiftante alla linea R. £. e cofi dalla deftra coma
dalla fmiftra eguale alla P. 5. e fi congiunghino le linee 4. 8. e haremo meflò in profpettwa il noftra
quadrato come era il defiderio noftro .
A PER ridurre ancora quefta noftra operatone ad una pratica più efpedita, e per Ie-
uare all'operante la confufione di molte linee, che harebbe da tirare
punti D. L. due piccoli chiodetti, à i quali fiano legati duoi lottili fili, da, fiano fermi ne
i quali trarre-
mo quelle vtilità, che fi fono apportate nella figura delle linee punteggiate . Perciocho
iltiìo D.diftefo fino al punto 4. nella linea del piano, darà la lunghezza P:3.1a quale
con il compaflo traporteremo in O. 3. filuando il compaflb cofi aperto, prefo poi il fi-
lo L.e diftelolo fino al punto 4. ci darà la larghezza P. 6. nella linea del taglio, la quale prefa con al-
tro compaflo , traporteremo in 0. 4. pofto poi nel punto 4. ora notato il piede immobile del com-
paflo della lunghezza O. 3. e in eflo 3. il piede immobile del compaflo della larghezza 0. 4. e incro-
ciandpiedi
o 1 mobili de due compafsi , cofi da deftra , come da finiftra , haremo i punti 8. 8. di mioUQ
poi facendo la medefima operatone , diftefo il filo D. 2. ci darà nella linea del taglio la lunghezza P.
9. e ii filo L. 2. la larghezza P. 5 . lequali due mifùre fiano tolte con i due compafsi, eia P. 9. tra-
portata itiO. 0. e la P. 5. in O. 2. cofi da deftra come da finiftra , e meflo il piede immobile del com
p»flo della O. 9. fopra il 2. e quello del compaflo della O. 2. fopra il punto 9. e incrociando, da de-
ftra e, da finiftra , haremo 1 punti 4. 4. da i quali tirando le lince à i punti 8. 8. e chiudendo la figura ha.
remo difegnato in feorcio il quadrato nel modo ftellb , che haueuaino propello di fare .
LIBRO PRIMO.
Ter mettere la f perfine girata infardo con
Capitolo Vi. un angolo ,„ uerfo U ui!U,
,IRISI lalineadcl piano A. Cotto la quale /la tiratala metà
del
quadrato B. E. F. e dall'angolo E. tirili iòpra la linea
del piano
la linea E. E. quella linea farà la metà
Peropongafi la F. L. tnpladella E. E. edella linea tranfuerfalc '
dal punto L. punto
le larghezze finn a piombo la linea L. D. ancora fi adatti dei
no ài
punti D. e L. i dua fili ,i quali fi rapprefentano per le
linee pun-
Vah^TlT
laltia i — fi
e finalmente rate' IcProP°Ijghiri,lc llnee R- S- c Z. O. l'vna àfquadra fopra
tir, la linea del taglio C. P. B- edalfilo diftefo dal punto D al
punto F. fi pigli fopra la linea delle lunghezze P. C. la lunghezza?.
2.]a qualeiia tra
portatain O. 2. diritto poi il mede/imo filo fopra il punto
E. fi piglierà la tondezza
P.4.c/f traportera in OF e diftefo l'altro filo da L. fopra
l'angolo E. c. daràla b

i fi « , *f C lmmoblle dcI compafTo della lunghezza O. E. nel punto , e


quellodellalarghezza O 3 nel punto E. incrociando dadeftra.cda
finiftra il noti-
no 1punti 7. 7. diftefo finalmente il filo D. B. prendafi la lunghezza
P. c quefta
fitraportera in O .. E haremo 1 quattro punti ,c7.c
fcambicuolmcnte lince rette , haremo la fupcrfiac ,. e°7. da quali tirando
quadrata in fcorcio come ccri"
cauamo.

Ter fare la figura efagona in fcorcio.


VII.
ON effendocofa alcuna di nuouo nelle operationi fomenti
dalle precedenti, chefia di molto momento , ccnefoediremo
con breuità, presupponendo che ilQiph olo o lettore intenda
diferet
bcniffimo, & poftègga le cofe dichiarate fino al prefente. Sia-
no adunque preparate le cofe ncccuaric , cioè la linea del pia-
no A. e fotto a effa la metà dell'efagono B. B. D. E. E. ladi-
. ftanza E. L. l'occhio D. punto delle lunghezze , il punto
delle larghezze L. la linea del taglio C. P. B. le linee à fquadra R.S.cO.Z c fro-
llate con l'aiuto de fili la lunghez
zo de compaifi , & delle linee R.zaS. P. 2. e la larghezza P.
& O. Z. ne punti 2. e3.2.traporti nfi con il mez
e nel medefimo mo-
do lalunghezza P. 5. e la larghezza P. 4- ci terminino i punti 3. e 3. c finalmente la
lunghezza P. 6. e la larghezza P. 7. i punti 4. e 4. c trouati 1 punti , chiudal
i la
figura , e haremo l'intento noftro .
LIBRO PRIMO

Ver mettere in fcorck il pentagono con vna delle fue facete 'verfola, vi Ha,
Capìtolo Vili.

IANO difpoftelecofe lolite, ciò è la linea de! piano A. e lotto eflà la metà del
pentagono 3. 4- [> '> E la linea del taglio C. P. B. e il punto L. delle lar-
ghez e ,e l'occhio D. ò vero punto delle lunghezze ,e dall'angolo 4. li mera
vna lineai piombo fopra la linea del piano, la quale terminerà nel punto 4.
e col (ilo drizzato al punto 1. fi pigliela la lunghezza P. y. e col filo L. driz-
zato alpunto: 1. fuo corrifpondente fi piglierà la larghezza P. 6. e quefte
traportate, e incrociate al modo iolito, ci diano i punti, I. 1. dentro le linee
à (quadra , e con la medelima regola fiano ritrouati 1 punti 2. e 2. e 3. e chiu-
dali lafigura , e con quella medefuna regola metteremo in feorcio qual lì uoglia piano contenta
to da linee rette ,

Per digradare il cerchio . Capitolo IX<

3"Y7"|jl ABBIAMO nelle operationi precedenti veduto , come per mettere in


"Vt 3 feorcio le figure retti linee , non habhiamo bifogno fe non di trotiare iti
qual luogo lì habbino à porre gl'angoli nel digradato, i quali angoli com-
pongono" laproporla figura , perche trQU3U quelli , e dall'vno all'altro
tirate lineetutti
digradare rettei retti
, fi conleguilce l'intentola ,figura
linei . Ma perche e la medefima
circulare regola
non habalta per
angolo
alcuno , ò vero ne ha infiniti , e ftato necellario per digradarla delcriuere
dentro ad elle vn'poligono , dal quale fi polla cauare il cerchio perfetto digra-
dato,quando poi fia niello in (cordo con le precedenti regole, ma perche nel-
cumferenza del cerchio l'operatione in alcune parti non ,eipunti
ci feruiamodelle
d'altro , che delli
diuifioni angoli ballerà diuidere
ci rappreienteranno lacir-
in fcritto gli
angoli del poligono, come nella prefente figura, nella quale A. fia la linea del piano , D. il pun-
to delle lunghezze. L, il punto delle larghezze, e il mezzo cerchio da digradarli liadiuilo ne pun-
quali2. 3.fopra
ti 4. 5.la6.linea 7. 8.deli quah
piano cicadino
rapprefentjno le linee gl'angoli
à piombo d'un'poligono
, legandola nedelcritto
punti 2.nel3. cerchio , das,
4. 5. 6. 7.
corrifpondenti alli angoli , e da quelli con il filo D. fi trouino nella linea del tagliole lunghez-
ze P, 1, eP. 2. eP. 3. e da quelli della circumferenzza fi prendino le larghezze con il filo L,
P. 2. eP. 3. e P.4. e hauendo di già ordinate le linee à (quadra R. S. e O. Z, intertecando tra
ella, è da delira , e da finitila le lunghezze corrifpondenti con le larghezze , fi frolleranno nel
digradato i punti 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. fopra i quali con diligente mano fi andrà dilegnan-
do intorno l'ouato , ilquale ci rapprefenta il cerchio propofto . Ma in quello luogo non mi
pare da paflàre fotto filentio , che non elléndo altro il cerchio digradato , che vna figura Oua-
ta, chiamata da Greci Elipfi pofsiamo più facilmente digradare il nollro cerchio , folo con il
ritrouare la maggiore larghezza, la quale è notata nella linea del taglio P. 6. tuttauoltapero, che
la linea I. 6. tocchi il cerchio , e la maggiore lunghezza 9. i.prelaJaL. 6. come maggiore dia-
metro^ la9. 1. comeminore diametro delcriueremo vna eliplì nel modo che l'illuiìiìfsirno &
dottifsimo Signore Guidobaldo de' Marchefi del Monte inlegna nel fine del fecondo libro del
fuoPlenisferio.
LIBRO PRIMO-
Per digradare ^npiano partito in quadri. Capitolo X.

p:?g||g|§IA la linea del piano A. la linea del taglio P.C. B. il punto delle
larghezze L. l'occhio , e punto delle lunghezze D. c N. fia la
metà del piano da digradarli, diuifo per lunghezza in quante parti
vguali fi vogliano dai punti i. 2. 3. 4. 5. e per la metà della larghez-
za fia diuifo da i punti R. e H. Q^e N. e fia difegnato tra le
linee à fquadra in feorcio, con l'aiuto del Capitolo precedente il
piano propofto , ma non partito , le cui larghezze fiano 9. 9. 2. 2. e le lunghezze
9. 2. e 9- 2. ora per partire il quadrato proportiónatamentc al perfètto, quanto alle
larghezze balta diuiderlein parti vguali, perche quefte non efiendo vedute in feorcio,
non variano proportione dal perfètto 5 fiano adunque diuifc ne punti G. H. 3. e
quattro, da quali fiano tirate le linee G. 3. e H. 4; e quando pure volelfimo „
polliamo col filo L. trouare nella linea del taglio le medefimediuifioni, pero che
drizzato à punti R. darà lediuifioni O. G. che fono nel digradato la G.H. e driz-
zato punti
à H. N. piglicremo le diuifioni I. Z. che nel digradato fono le 3.4. Per
trouare poi le diuifioni fecondo la lunghezza , diftendafi il filo D. ài punti 1. 2. 3.
4. 5. & notinfi nella linea del taglio P. C. le lunghezze P. 5. e. P. 4. e P. 3. c P. 2.
e P. 1. e quefte fiano traportate fòpra la linea à fquadra O. Z. & fiano le O. 5. le O.
4. le O. 3- le O. 2. leO. 1. e peri punti 1. 2. 3. 4. 5. fiano tirate le linee paralclle alla 2.
a.eharemo il piano compartito come fi dclìdcraua,.

Per difegnare in feorcio il mede fimo piano partito à li He. Rapitolo X I.


A prefente operationc non farà differente dalla panata, eccetto
che le diuifioni non faranno vguali, però ripigliando digradato
è il medcfimo perfetto , come nella feconda figura li uede , il per
fetto e diuifo à beneplacito nelle Me, 1 loro termini nella lun-
ghezza fiano 1.2.3.4. 5- c nella larghezza R. S. Q^C. H. H.
e trouate col filo L. nella linea del taglio le larghezze P. Z.
P. G. eP. 5. fiano traportatc nel digradato nella linea legata
2. 2. coli da deftra come da finiftra ne punti 3. c 4- e 5. & prefe le larghezze
più
lontane, le quali nella linea del taglio torneranno P. 1. P. o. e P. 2. traportmfi nel
digrato fopra l'altra linea fegnata 9. 9. coli da deftra ,come da finiftra
e O. e 2. fatto quefto trouinli con l'aiuto del filo D. nella linea del taglioncpuntiG.
notati nella lunghezza del perfetto, 1 quali faranno P. 5. e P. 4 e. P. 3. e P. 2. 1e termini
P. 1. &
quelli fiano trafportati nella linea à fquadra O. Z. come nella figura fi uede, tirate
poi da 1 punti notati nella larghezza 9. 9. ài punti loro confondenti, fegnati nel-
lalarghczzi 2. 2. e ùmilmente tirando per i punti notati nella linea . O. Z. Iincepara
Ielle allabnea 2. 2. haremo ilnoftro digradato compartito à lille, come
intentione, come nella figura fi vedo. cranolfra
LIBRO PRIMO.

per digradare in /cordo il quadrato perfetto fuori di /quadra.


XII.
Capitolo
SI A PRESENTE operatone fàrà deferentc dalle pafiàte in tre
cofe, vna è che nelle parlate per eflere la uifta in mezzo ballaua
difegnarc la metà della pianta , doue che ora per elfere la vifta
fuori difquadra bifogna dilègnare la pianta intera l'altra è che
quando il quadrato farà porlo più lontano dalla linea del piano ,
tanto più verrà à (cordare il digrato, cdouc prima le miliare fi
traportauan.o (oprala linea à (quadra intcriècr.ndole à delira , e
a fi mitra , ora fi hanno da inteifècare da vna lòia banda. Sia adunque la linea del
piano À. la linea del taglio C. P. B. l'occhio, epunto delle lunghezze D. il punto
delle larghezze L. le linee à (quadra R. O. Z. e lòtto la linea del piano ila disegnato
il quadrato perfetto A. B. C. D. da gl'angoli del quale cadino fopra la linea del pia-
no le lince perpendicolari ,fegando ne punti . A. B. C. D. 1 quali dirtelo il filo D.
feghi la linea P, C. ne punti s. 7. diftefo poi il filo L. à gl'angoli del quadrato,
leghila lineaP. B. ne punti 3-e4.c5.e6. prelà poi con vn'compallò la larghezza P.4.
e con un'altro la lùa corriipondente lunghezza P.8. fi hanno da interfecarc tra le li-
nee àfquadra al modo folito , ma folo da man finiftranel punto 2. parimente pre-
fa la larghezza P. 6. elafua corrifpondcnte lunghezza P. 8, traportinfi interlecando-
le nel punto 3- prclò poi la loro larghezza P. 3- e la loro corrifpondcnte lunghezza
P. 7, einterlècandoletralelinee à fquadra,dianel punto 5. è la larghezza P! 5. con
la lunghezza P. 7- fi interfèchino nel punto 4. e finalmente fi tirino le linee 2. 3. e j,
4, e 3 . 4. e 2 . 5 . e haremo il quadrato hiori di (quadra come bifognaua .

Ver tirare ìnprojpettiuail mede/imo quadrato con vno angolo ver/ola uiB(L>,
Rapitolo XIII.
I ANO ordinate lefolitc cofe necelfarie comenclla figura fi vede,
efia dilègnatoil quadrato perfetto R. S. D. Q^daicui angoli io-
pra la linea del piano ,cadinolclinee perpendicolari , legandolo ne
1 punti corrifpondenti R. S. Q^D. cprelè coni fili la larghezza
P. S e la fuacorrifpondente lunghezza P. 2. fiano traportate interfe-
candoletrale linee àfquadra nel punto 2. come fi vede da vna fola
banda parimente la larghezza P. 9. con la lunghezza P. 3. fi interfechi ne! punto
5. la P. 6. con la P. 7. nel punto 4. e finalmente la larghezza P. 4. con la lunghez-
za P. 3. fi interfèchino nel punto 3. e chiudendo i quattro punti, come 2.ej.Cfc
5 Jiaremo drfegnato il feorao il quadrato, come cercauamo di dilègnare .
LIBRO PRIMO.
Ter mettere in /cordo la figura Ottogona fuori di fiuadra. Rapitolo XI 111.
|ABBIAMO portele due figlienti operarioni , non perche in
effe fiano cofenuoue, e diuerfe dalie patiate , ma folo per
dare
occafione à chi òpera di ferii più familiare la nofìra redola, me-
diante ladiuerfità delle figure. Siano adunque come fi'vede
nelle feguentc figure mciTe in ordine, la linea del piano A la li-
nea deltaglio C. P. B. il punto delle lunghezze D. il punto
. delle larghezze L. c le linee à fquadra R. O. Z e dalli an
golidcUafiguraottogónafcgnau T. fiano tirate Iclinccpcr
pend.colan foprala li-
nea delpiano figandolancpunti , , e ,. 3. e 7. 4. e I.
filo D fighi la linea del tagho nepunt. 2. 3. 4- e 5. cilfilo àiqM diftefo il
L. drizzato adi
angoli dell ortangolo leghi la linea del taglio ne punti 1. 2.
3. 4. 5 6 7 * ofe
fa poi la lunghezza P 2. con la fua cornfpondente larghezz
a P. 4. e ìntcÀU^
doletralcinecafquadraalmodofolitojuremoilpunt
oted.poiprefalalun-h
. 2. conia larghezza P- 7. ina confondente, ci daranno il punto
2. cdi poi prefala
lunghezza P. 3. con la larghezza P. s. fi interfecheranno nel punto
3. ccónlamcdc-
lima ofleruationc ■mtcriccando ciafeuna lunghezza con
la fua corrifpoiKÌentc larghez-
za, noteremo tra lelince a fquadraj punti rimanenti 4. 5. 6. 7. £
trai quali tiran-
do fcambieuplmentelmccrcttc , fi chiuderà lafiguraottogona
noltra intentione, . 1 digradata, come era

Ter difegnare il Cerchio fuori di Quadra. Capitolo X V.


VESTA operationc nel medefimo modo non farà diurna dal-
lepafTare, con tutto chela figura circulare fia di natura eontra-
riaallcrctti linee, perche noi la confidcrcremo non con,,? ccr.
chio, ma come figura di molti lati deferirla dentro al cerchio.
Siano adunque come nella figura fi vede ordinate le cole , , . f
lane , e il cerchio H. pollo lotto la linea del piano , fia dittilo in
quantepam nepiace, auucrtcndo pero cheinquàntc più fidati
dera, tanti più punti neuerranno dilpoftì nel digradato vici;:o alla forma
circulare
Sia adunque al prclente diuifo in parte fidici, ci punti fiano notati coni numeri
Con-
tinui dall'i, fino al 1 6. e come detto cerchio fuflc viVpoligono rettilineo,
lodel Capitolo precedente , 1 cui angoli fuifiro notati à i punti nella arcumfe qucl- fimileà
ren-
za operili nel modo (olito , facendo da ciafeheduno punto della cu cumfercz
a ca-
dere linee a piombo, foprala linea del piano, notando 1 loro termini coni numeri fi
gnau ai punti cornlpondenti nella circumferenza del cerchio , come nciia
figura fi
icorge.edaqueftì punti prenderemo , nella linea del taglio P. C. le
lunghezze del
filo D. e drizzando l'aln o filo L. a gl'altri punti della circumferenza
larghezze foprala linea del tagho P. B- irtterficandopoitralc linee pigeremo le
à fquadra ciafeu-
na larghezza con la fua corrilpondente lunghezza , fi noteranno 1 punti ,
1 quali ci
dranno nella circumferenza d'vna figura ouata 5 fopra 1 quali
mano detta circumferenza , haremo il nomo cerchio digrato come volcuam tirando con diligente
o
LIBRO PRIMO

Rapitolo XV I.
AVENDO difcorfofino à qui largamente intorno alle regole del mette-
re in fcorcio le fuperficie contenute coli da linee rette, come da circulari ,
&douendo pallat e con il ragionamento à i corpi fohdi , ed alle regole del
digradargli , ci è parlo prima che diamo mano dotitre apportare non pic-
ciola vtilità, il dichiarare prima con hreue difcoifo , e dimoftrare che le
feguenti operationi non faranno differenti dalle pallate , e perfuadetc chi
impara, che nonci è per hauere cola neflùnadi nuouo, che gli riabbia dai
apportare difficulcà, ogni volta, che hara intelo bene, e polltderà le cole
dette fino à qtii. Dunque è da fapere che il mettere in profpettiua cor-
pi fodi , come leale , cale, Chiefe , & limili editìtij non è altro che digra-
dare lamedefima,òdiuerfe fuperficie fopra differenti piani , dico differenti tra di loro per edere
l'vno pofto perficie;più,
non hardò meno
da temere alto dell'altro , tal che
, ne sbigottirli chiharàprefo
di efière bene inil modo
per nfeontrare del alcuna,
difficultà digradarema leper-
fu-
che molte volte le cofe fteftè, non per loro natura, ma per eflere fcritte difficilmente , & ofeura-
jnente da chi le tratta fogliono apparire difficili , noi per fuggire quefto errore con l'eflempio
innanzi, cerchereno E ADVlSHÌ^Vdi cfplicare il concetto
E farà ncftro piùmettere
noftra intentione chiaramente'.
in profpettiua il cubo A. B. C. D.
E. F. G. H. ogni volta, che haremo ritrouatooueli habbino da collocare nel di-
gradato gl'otto punti A. B. C. D. E. F. G. H. pofti agl'angoli del cubo , non è
dabbio alcuno che haremo confeguito l'intento perche tirando tra elfi fcambieuolmcn
te le linee rette, che lono i lati del cubo farà delcrirto il tutto . Mapertrouarc i quattro
punti B. C. H. G. che altro hauiamo noi à fare che digradare il quadra to B. C.
H. G. e per trouare i punti rimanenti , quale altra regola ci farà neceflària , che quella che ci infe-
gnaàva difegnare
D. pofto più ilaltoquadrato dei quadrato A. F. B.E. G.Dì H.di C. niuna certo altezza
e quefta , è ben civero
vienechedatail quadrato
dal profilo A.di E.
detto1-'.
cubo, che altro non è , che il quadrato A. B. C. D. e fi vede in quella opcratione , che il met-
tere inprofpettiua il cubo , non importa altro che digradare il medelimo quadrato fopra duoi di-
uerfi piani , il limile vedremo , più particularmente in tutte le fequenti operationi , come dalle plan-
ce (le quali ci rappi -elencano tutte le diuerfità de piani difegnare nel piano dello )fi cauino i digra-
dati de piani , da i quali fi compone il corpo , dal profilo li pigliano le loro diuerfe altezze , e perche
à forte fi è fatta mentione dell'altezze , non habbiamo da tacere un'accidente , che fiiole apportare
marauiglia,
fpettiua,e quefto e talora difficultà,
è donde e dubbio della
polla procedere, che certezza
vedendo dell'arte à molti, lunghe;
noi lamedelima che fiefercirano nella pro-
2.1 (opra ìlmedelimo
piano , quanto più fi porrà lontano , tanto ci apparirà minore , e dileguata ancora nel digradato
tornerà minore la più lontana , che la più vicina, come fi vede in quello efèmpio , nel qualeè
irianifefto che fé l'occhio D. vedrà la lunghezza B. A. vicina gli parrà maggiore , che uedendo-
la porta più lontana , e tale ancora gli tornerà nel digradato , perche la più vicina gli verrà rapprefen-
cata dalla linea LO. e la più lontana dalla S. E. e manifefto che la linea f . O. e maggiore della
linea S. E. ma quefto accidente non fi fitrouando nelle altezze, ha dato come ho detto difficultà
à molti , perchefe bene il medefimo oggetto pofto da noi più lontano , con tutto che fia vero inquan-
cheto farà
all'altezza,
pofto lapiù quale ci appare
vicino, ciò è minore,
più ballò,non
comedi meno nel digradato
perefempio, non ci corna
lamedefima minoreA. diB.quello,
lunghezza uedu-
ta dall'occhio D. quando fira balla, nel vero gli apparirà maggiore , che quando farà porta più al-
ta, non di meno fé io la vorrò difegnare.in profpettiua tirando la linea del Caglio I. F. lalinea S. E
non
come verrà nelledileguata
dittanze minore
fopra vndella lineachelecolemedefimeuedutepiù
piano, I. O. ma eguale, non vale dunque l'argumento
da lontano nelle minori
appararono altezze,,
& nel digradato fi hanno à difegnare, non quali fono, ma quali apparirono, dunque le mcdefime
cofe porte più alte, apparendoci minorili hanno à dilegnare minori delle più balle, ma la cagione di
quefte diuerfità, credo che hormai fia fiata comprela, per che da alerò non deriua, le non che volen-
do porre . in profpettiua
tez eperò è necelìario l'altezza , la filinea
che ad eflà del taglio
olleruino viene paralella alla linea , fono
lemedelimeproportioni,che nella nel
qualeperfetto,
fono le co-
al-
me nella feconda figura appare, ma disegnando le lunghozze polle nel piano fuggetto , & la linea del
taglio uenendo perpendicolare fopra il piano fuggetto , &non equidi dante ad elio , e necefiario che
le proportioni del perfetto non fi mantenghino più , m a lì alcerino , & che le medelìmelunghezze po-
lle piùlontane, tornino nel digradato minori delle più vicine .
LIBRO PRIMO.

Per dfgnare in fiordo il poz& di forma quadra . Capitolo X VII .


ER
quello , che fuccintamentc fi è dichiarato nel
Capitolo panato, proponghiamo di dìfegnarein fcorcio vn'pozzodi
quadra, con la uifta in mezo, del quale fiadifegriata fottoklinea del forma piano
la metà della pianta legnata G. 1 cui termini nella (ponda di fuori fiano R.
S. T. V. & nell'interiore H. O. c dalla
dell'altezza che fi vuole, e quefto fi farà con pianta fia drizzato il profilo N*
dai fiia termini linee perpendicolari le quali ilfono
fare fingere dalla pianta , ciò è
quelle che terminano ne
punti M. A. B. I. ora fi harebhe per la regola ordinaria à digradare la pian-
ta G. ma perche di ella non fi potrà uedere nel digradato , che la linea T.
V. pofto il punto delle larghezze al fuo luogo , ma quello delle lunghezze
ciò e D pili alto del (olito, accio polla fcopnre la bocca del pozzo, prcndafi con il filo L. la larghez-
za TV. la quale nella linea del taglio C. P. B. tornerà P. 8. e prefa
rilporidente lunghezza che e la diftanza del perfetto dellalinca del taglio, con il filo D. la lua cor-
cioè efii P V la quale
nella linea del taglio torni P. 6. e incrociate nel modo folito tra le linee àfquadra R S e O Z
tìnto ida deftra quanto dà (miftrahareraoi punti 2. a. trai quali tirili una linea retta refta ora à dira-
dare lamedelima pianta G. ma 111 vn'piano tanto più eleuato della linea R. P. S quanto è l'afe/
za del profilo N. Mendendofi dunque il filo D. al punto F. il quale feghi la linea del taglio nel
punto 5. la linea j. 6. farà quella , che ci rapprefenta la linea I. V. e perche
to cidaua 1 pu nti z. 2. tiri fi (opra la linea 2. 2. le due perpendicolari 2. 3. e 2. ?.ileguali
pùnto 6. nel digrada-
ali 1 linea %
vero per trouare , medefim, punti 3 3. p.gl.fi la larghezza P. 8. con la fua con fondente altezza 6 Ph
5. & mterfichinfi a deftra , & a finiftra , che ci daranno i medefim, punti 3. 3. tra i quali tir.fi una
retta, fopra aquale uad.fegnata in fcorcio la pianta G. lecu. larghezze fi migreranno al modoìinea
lito (opra, la linea P. B ma e lunghezze fi deuono prendere con il filo D. non fopra la linea del fo-
piano K. P.-L. ma (opra il piano più alto , ciò è fopra la linea M. A. B. I. mifunndol e Dure
fopra la linea del taglio C. P. diftefo dunque,! filo D. al punto B. la linea P. C feghi nel
to 4. e prefa la lunghezza P. 4. & la fi.a confondente larghezza P. 7. mterfecate al modo folito C!
da deftra, e da finora, c, daranno .punti 5. 5. umilmente diftefo ilfilo D. A. e prefa la lunghezza
g,hfz\P- *■ e'»Krfecateci daranno! punti 6. e. è finalmente prefa la tondezza 2
comi filo M. eia larghezza P. 6. incrociateci daranno ipu»ti4- 4- e congiuntele linee
6. e 4 4. e 6. 6. e 6. 5 e 4. 3. haremo difegnato il pozzo , come fi delideraua . Auertendo peròj.Te^ , che il
medefimo punto che nel digradare , pian, ci dale lunghezze, nel mettere , fedi in fcorcio ci darà
co lealtezze , pero quando tratteremo d, elio lo chiameremo lenza differenza alcuna an-
tez e, overo lunghezze. . punto
r dellel"al-
Per mettere in fcorcio ilpo^zo Ottangolo . Capitolo XV III.
ISEGNISI la metà della pianta D. come fi vede contenuta dentro le li-
nee , 3 6.8.e2.4 j. 7. dalla quale furgail profilo M. all'altezza che fi de-
f.dera la (ponda del pozzo ,, e datUtti gl'angoli della pianta , nano diritte linee
a piombo verfoleftrema linea del profilo terminate ne punti corrifpondenti
ad e le 1. 2. 3. 4 y. 6. 7. 8. e ordinate la linea del taglio , le linee à (quadra , il
punto delle larghezze, e quello delle lunghezze, p.glinfi al modo (olito le
arghezze con il filo L. diftefo à tutti gl'angoli della pianta (opra la linea del
taglio P. 1. P. 2. P. 3. P 4. P. y. p. 6. p. p. /perchene)di.
gradato non fi potranno uedere , che tre faccie della bafe del pozzo , fia dal-
ghinelptmto N. ecolfilo D. diftefo ài punti O. N. piglmfi le lunghezze P. X piano,
„u- 1 \ 1 J ^"go^vde llapiant a piombata vna linea (opra la linea del che la fe-
e P. H pre-
(quadra 71 ZZa,
fon'r da1 delira r •Tnk cif"acom«P
, eda finiftra, daranno .°nd«=nt
1 puntila,elunghez za P.X. P.cheinterf
a. e larghezz ecatefopra lalnfeai
a daranno , punti diftefo po, , irlo D. a tutti , Punt, del profilo,a not.nfi 8. con la lunghezza P H
telemilurecontenute tra, punto P. e, numeri 1.2.3.4.5. 6.7. 8. le quali nella linea dehaglio tUN
fquadra.cialchedunaconlafuacorrifpoiidentelarghezza.ci termineranno mterfecate tra le meéà
Roccatura del pozzo fiueggano, tra , qual, timiat, che fiano , tirandole lineetutti, punt, , che ella
rettecome fivedè ,^
dileguerà il pozzo in fcorcio, come haueuamo propofto di fare . '
LIBRO PRIMO.

Ter difegnare in /corde vna /cala quadra, che fale da tutti i luti. Rapitolo XIX.
IA legnata lotto la linea del piano la metà della pianta R. la quale
altro non è che la larghezza di tutti li fcalini , e fopra vi fiano no-
tati Tua
i profili , che fono le altezze de medefimi fcalini , fiano
adunque coli gl'angoli della pianta , come quelli del profilo cor-
rifpondenti ad elfi , legnati con lettere A. B. C. R. E. F. c po-
rti fili
i à luogliloro , fiano fegnati con l'aiuto di elfi (opra la linea
del taglio al modo Iblito tutte le mifure delle larghezze , e lunghezze, e prefala lar-
ghezza P. 2. con la Tua cornlpondcn te lunghezza R O. ed intcrlècate inficine tra
le lince à fquadra , ci daranno da delira, e da finiftra i punti 2. 2. tra i quali fi ti-
rerà vna linea che farà il termine di lòtto del primo fcalino, e per trouarcla lua al-
tezza ritenghafi la mcdelìma larghezza P. 2. e prefala P. N. che raprefenta l'altez-
za dello fcalino I. R. inficine con la diftanza P. I. fiano le dette milure P. N. e
P. 2. intcrlècate da delira , c da finiftra , le quali ci daranno i punti 3. 3. c vo-
lendo lalunghezza del medefimo grado, prendali le milùrc P. 4. c P. A. le qua-
li intcrlècate ci daranno i punti 10. 10. prelè poi le mifure P. 3. e P. 5. e inter-
fccatc ci denotaranno i punti 4. 4. larghezza del fecondo grado , la cui altezza 5.
5. trotteremo interlecando la medefima larghezza P. 3- con la lunghezza P. T- c
la fua larghezza 9. 9. ci verrà terminata dalle milùrc P. 6. e P. D. interfecate
l'vna con l'altra , la larghezza 6. 6. del terzo fcalino troueremo interfecando le di-
ftanze P. 5. e P. V. & l'altezza incrociando la medefima P. 5. conia P. Z. eia
lunghezza 8. g. farà trouata intcrlècando P. 7. con P. L. tinnii poi trai punti
trouati, come fi vede ncll'efempio linee , e haremo la ficaia dileguata come fi defidc-
raua , e fe fi tireranno ancora le lince 3- 4- 5- (>■ e quelle piccoline da i punti 9.
jo. dritte à i punti 3- 5- ci rapprefenteranno le mifure de gradi , ò per dir meglio
delle pietre che compongono i gradi .
CAP XIX
c

D
LIBRO P RIMO.
XX.
Per digradare la[cala che file da due lande in profilo .
foito,
E S C R I V A S I fotto la linea del piano la metà della pianta , e G.
pra.lnio profilo X. che fonole altezze dedicai™, annett ,
endo
cnenella pianta lo fpanoO.ci rapprefentnlnpofò, ao
è quello
ipatio aito fopra gli fcalini, e i piani A. G, e" B. H. c C I e
P. K. fonole larghezze de gradi, i quali nel preferit
e efempio
porremo, che fieno quattro . Diflcndinii poi ifilià tutti el'an-
— ry- JT~- g° dclla pianta' cdcI Profilo> cnotinfileinterlccarioniloro fo-
pralahnea c taghocfpongh.nfilelineeafquadra.epe
r dare principio allWraul
kcatcdadeftraedafin.ftra.citerminerannoipunti
feSSSeIhHP' C^-^ndcntelìnghe 2, 2, per
zzaP izza\c1
la Rlarghe $to
della L
fola
conia 1. n. ne punti 3. 3- eia fi»a larghezza 4. 4- ci farà
terminata dalla interfccatio-
nedi R p. con la medehma R „. e la mede/ima R
9. internata co, P io ci
daraipunt, 5. e R io ^crociata con R ,. terminerai punti
fecatacon R 9. ì?ma 7 7, CR 9. mterfe 6. 6. eR s nte"
cata con R Spunti*. ,cf
terfecatacon R a darà 1 punti 9, 9- e P. mterfecato coi R 6.ipu
efinalmcme P interlecata con R 7. citerm nt ,0 o
toun quilelargl^^ ineràipuntin. ,i,c haremo ope£
gononel digradato notate coni punti 1. 2. 3. 4 5- troue
remoin quella manaa 3
dalla linea del taglio la larghezza R u c la lunghezza
R 5. ci daranno iiScc 1
lvnaconlaltraipunti, 5.e R 2,nterfecatocon R Spunti
zainterfecatacon R 3. lunghezza ci darai punti 3.3. \+ P. C ^
R i Inter fiia con ?"
dataipunti 2. 2. efinalmente R 5. mterfecato
con R ..ritemperi i punti U
LIBRO PRIMO

Per mettere infcorch U fcak fuori di Quadra , che [de tra, due muri. Capitolo XXI,

E R confeguire l'intentionc noftra in quanto appartiene alla pro


fenteoperationc.difegniamofopra la linea del piano il perfetto
profilo M. della fcala , che vogliamo digradare, il cui ripofò fia
A. B. egli fcalinifianodifegnati , come fi vede nella figura D.
da ciafoino de lati cadauna linea à piombo fopra la ìmea del
piano , le quali poi tutte allungate , quanto vorremo che fìa
_ la larghezza della fcala, ci daranno la Tua pianta , come nella
figura appare. Ponghinfi poi le lince àfquadra R. O. Z. e porti i fili à loro luoghi ,
ediftefi l'uno à punti della pianta, e l'altro à punti del profilo , fi felino le
mterfecationi con la linea del taglio C. R B. piglifi poi la larghezza % I. foro
eia di-
fenda RK. einterfechjfi dalle linee à fquadra da vna fola banda del punto I. che
fera la lunghezza del primo fcalino , e volendo ridurre Popcratione pm fpedita
gninfi nella linea O. Z. le medefime mifure che fono nella linea del taalio P fe- C
e da eflanrinfi le linee paralelle alla linea O. R. et le due prime quali fonole K
i e
le 9. 2. fiano porte vguali alla larghezza R i, leduefeguenti, e L. 3. e 4. 8. fia-
no uguali alla R H, e uadafifeguitando con quefto ordine fino al fine, l'vlrimoter-
mincdelripofo,cioèlalinea S. 17. fia eguale alla P. A. e haremo le altezze di
tutti
lifcalmi, e le lunghezze , e fe congiugneremo poi le linee 1. 2. e 2. 3. c 3, 4. e 4.
5.
daremo compimento all'operatione .
LIBRO PRIMO

Per difipmre in Jcorcio la fcala, che fale da vna landa fuori di Quadra.
Capito/o XXII.

^^^^^^SEGNISI fotto la linea del piano la fùa pianta nel modoapprefio,


^fea^^^K n"fi 'a l"lca A. F- lontana dalla linea del piano quanto fi vuole , clic
^^O^^S la (cala uenghi fuori di {quadra, c fotto dieflàfiano difègnatelclar-
ghezze di quanti fcalini fi uorranno,e fiano queffi gli fpatij A. F. c B.
gg|g^gggl G.e C.H.e DJ. fiotto ì quali finalmente fia deferi tto il Tuo ripofo S. no
tifi poi (opra la detta linea del piano il fuo profilo R. che altro non fa-
rà, che tra le due lince F.R.cA.X. tirate à piombo, è à dirittura delle A.M.eF. N.difcgna
re l'altezze de gradi , fia in oltre tirata la linea del taglio , e fi ponghino le linee à {qua-
dra, cifili à luoghi loro, e drizzati l'uno à gl'angoli della pianta Faltroà gl angoli
del profilo, notinfi le loro interfecationi conia Linea del taglio, ,eprefa la larghezza
P. icclalunghezza P. u.interfecate frale linee àfquadra da una fola banda, ci daran-
no ilpunto 2. la medefima larghezza P. io. con lai tra lunghezza P. i o. fufpcriore ìntcr-
fecate ci daranno il punto, j.cfeguéndodi pigliare le mifùre.che narrano fopra la li-
nea del taglio da i punti delle linee F. R. e F. N. e incrociando ciafeuno con 1 fuoi duoi
corrifpondenti, haremo tutti 1 punii fegnati naie linee à fquadra 2. 3. 4. 5. finoin
12. parimente interfecando ciafeuna delle mifure , che nafeono da i punti della A.
M. con le due corrifpondenti mifure, che dcriuono dalla A.X. ci daranno 1 punti
fegnan tra le linee àfquadra da 1. fino in 11. come per efempio la larghezza P. 5. in-
tcrfccatcleduccorrifpondcnti. P. X. e P. 5. ci darai punti 11. 10. la P. 4 intcrfcca-
taconle duefuperion P. 5. e P. 4. ci darà 1 punti 9. g.JaP. 2. intcrfecata con le due
fuperiori P. 4. e P. 3. ci darai punti 7. 6. c coli dell'altre e nel fine P. Q^e P. 5. ci
daranno ilpunto u e tirate tra i punti le linee, come fi uede haremo digratata la ficaia
coinè defidcrauamo .
LIBRO PRIMO

Per dfcgnare in fiordo fuori di /quadra la fcala, che faleuerfò la u'jloj.


Capitolo XX III.

ISEGNISI fopra la linea del piano il profilo della fcala , die fi


hadadifcgnare, talmente che lal^a verfo la linea del taglio, co-
me ncll'cfèmpio fi vede , e fegnid lòtto la medefima linea del pia-
no la pianta ccrrifpondenrc al profilo, nel numero , e nelle lar-
ghezze degradi, e fia tanto lontana dalla linea del piano , quanto
vogl iamo che ella fia fuori di fquadra , e auucrtifcafi che ciafeuno
grado fia poftoà piombo con ciafeuno del profilo fia dunque il
profilo S. e la pianta M. e pofti i fili , e la linea del taglio à luoghi lóro , c ordinate le
linee à fquadra, diftendafi il filo D. àciafclieduno angolo del profilo, e l'altro filo L.
à ciafeheduno angolo della pianta, e notinfi le in terfeca rioni fopra la linea del taglio , c
per dare principio all'opcranone prendali la larghezza P. T. la quale interfècata con
P. H. ci darà il punto 2. la medefima P. T. incrociata con P. 3. ci darà il punto 4.
ma il punto 6. ci làrà dato dalPinterfecatione della larghezza P. 5. con l'altezza P. ì.c
la medefima larghezza P- 5. interfecata con P. R. ci darà il punto 1. la larghezza P.
G. intcriècata con le due altezze P. 2. e P. ci darà i punti 2. 3. mai punti 4. 5.
uengano dalla interlècatione della larghezza P. F. con le due altezze P. 4. c P. 2.
nel medefimo modo mterfecando ciafeuna delle lèguenti larghezze con le due milùrc
tolte dal profilo , che rilpondano ad elle, haremoi punti 6. 7.cpcrinfino al punto 1$.
congiungalì poi le linee 1. 2. 3, e 4. 05. 6. e 7. Z.C 9. io.ciì. 12 c 13.14. e peri punti 2. 4.
6.8.10. 12. 14. lì tirino linee paralelle alla O. R. e faranno dilegna ti tutti li fcalinij più
oltre interlècando la larghezza P. V. con le due P. H. c P. 3. haremo i punti 3.c
j. e il punto 7. ci verrà notato dall'interfecatione delle milùrc P. X. e P. L. e final-
mente tirando le linee 6. 7. e 7.5.C5.4.C4. 2. C3. 2. daremo perfettionc all'opera;
Auertifcafi che le linee puntate fènza numeri, che fono nella pianta , leruano per chi
voleffe trouare l'altra teli ata della fcala , la quale viene occulta- .
LIBRO P RIMO. •
Per mettere in fcorcio In JcaU che file oppoHaa/U uitltu .
Rapitolo XX mi.

ISEGNISI il profilo R. che fcendaveriò la linea del taglio.c


fotto il quale fra poftaà piombo la fìia piaata, K. lontana dalla
linea del piano quanto vorreno chela Zia fuor|di /quadra , c po-
ftiifiliàluoghilorodiftefilVnoàgl'angoh'defprofìlo, fegniniì
le mifure (òpra la linea del taglio, ordinate poi le linee à (quadra
R. O. Z. c incrociata la larghezza P. i. con le due altezze P.
R. e P. 9. ci darai punti i. 2. c le medefimc altezze intorfecarc
con la larghezza P. R. ci daranno i punti 17. 16. ma la larghezza P. 2. interi ccata con
P. L. e P. 8. ci darai punti 3. 4. e le medefime P. L. c P. s. incrociate con P.
C. ci daranno 15, 14. la larghezza P. 3. incrociata con ledue P, M. e P- 7. danno
ipuntÌ5.6,elemedefimc P. M. e P. 7. incrociate con P. D. dannoi punti 13. 12.
cleguendo il medelìmo ordine troucremo i punti rimanenti talché l'eflremità del ri-
polb notata dai punti 1. e 17. ci verrà notata daìi'intcriècationedclle larghezze P. 9.
e con l'altezza P. 1. ciangolo is. naicerà dalla larghezza P. 9. incrociata con l'altezza
P. A. tirando poi trai punti rirrouari le linee rette, haremo dato fine alla nonra opc-
rationo .
LIBRO P RIMO.

Pei- chfegnare in fcorcio la fiala, a, chiocciola . Rapitolo XXV .


AVENDO infmo à qui integriate le regole di porre in profpettiua , le
(cale ordinarie , e in diuerfe vedute , pare ora dcuiamo moftrare la
regola del dilegnare in fcorcio le frale à chiocciola . Proponghiamo
dunque di mettere in profpettiua detta tirala , e per ciò fare difegnifi la
metà della pianta di ella fotto [h linea del piano A. e fia la detta pian-
ta la metà d'vn'ottangolo, uolendo per ch'empio che la noftra fcala con-
2. ì. 4.tenga ein ogni
(oprarmoltaotto
il centro X.fcalini , e fiano
fia tirata la X.gl'angoli della pianta
R. à piombo nellalegnati
quale i.fi
noteranno le altezze delli (catini uguali tra di loro , e per difègnare il
profilo piglieremo fopra la linea del piano i tre punti i. i. i. poftià
piombo fopta il punto i. della pianta , e corrilpondenti alle prime tre altezze legnate nella li-
nea X. R. equefti tre punti ci daranno le altezze, del primo, e del fecondo grado , fimilmen-
te pigleremo 1 tre punti 2. 2. z. iquali cadino à piombo l'opra il punto 2. della pianta, e al-
la'feconda , terza , e quarta altezza prefe nella linea X. R. enei medefimo modo fi noteran-
no itre punti
i quattro punti3.4.3.4.;. 4.alzandoli
4. a piombo temprefopra
vii grado più 4.de'della
il punto punti pianta
precedenti ; Piglieremo
, i quali conterrannodi poi tre
altezze , per efiere lo (calino legato O. ueduto in faccia nella riuolta della fcala , come nel-
lo (cordò fi vede più manifefto , e qucfto fi deue ollèruare , ciò è di pigliare nel profilo tre
altezze in tutti i gradi , che vorremo cofi da delira come da finiftra , fegnati nella eftremità del
piotilo
dino due, à altezze.
gl'altri poi come nella
Hauendo figuramaniera
in quella fiuede, ordinato
fi Digiteranno tre ,punti
la pianta foli , inon
e il profilo quali(aracompren-
difficile
l'operare quel che refta , perche legando le linee a (quadra R. S- e O. Z. e porte le diftanze
à luoghi loro , prendali l'altezza P. 1. da ballò , e larghezza P. 1. e interfecate da deflra , edu
finiftra haremo i primi termini del polamento del primo (calino, e la mcdelima larghezza in-
crociata con la feconda altezza P. 1. ci darà l'altezza del medefimo grado , gl'alni dua termi-
ni cioè i punti X. e N. ciuéngono prefi traportando nella linea O. Z. le due altezze P. X.
e I'. N. amici tendo che per breuità fi potranno legnare nel tuffo Z. O. le altezze di tutti gli
altri gradi ciafeheduna eguale all'altezza già trouata del primo grado , la medefima larghezza
I'. 1. intér fecata (blamente da finiftra con la terza larghezza P. 1. ci darà l'altezza legnata 1.
del fecondP.o (calmo
ghezza 2. con elegl'altri
altezzedueP.punti
2. enotati
P, 2,2.feconda
2. ci uerranno legnati dalla
, e la mcdelima interfecatione
larghezza dellapure
incrociata lar
da finiflra con la terza altezza P. 2. ci darà l'alteza del terzo teatino legnata 2. del quale s;li
altrimedue
altezzepunti P. 3.s. e3. ccn
ci uerranno
la mcdelima dati regola
dall'intcrlecatione
con facilita della larghezzafi ritroueranno
grandiffitria P. 3. con le idue pri-
termini
delli altri fcalini , aiiucrtiiic.o, che nello (calino che uienc in faccia (11 le riuolre della lumaca,
ouale è lo fcalir.o 4. 4. 4- 4- fi harhio da rare le interfecatione da delira , e da finiflra , come
osili pei fona di giuditio potrà meglio comprendere da queflo eflempio , come da qual fiuoglia
dich iaratione di parole.
LIBRO PRIMO.

Pur iifcgnarc in feorcio due archi con la nifi* in me^KP- Capitolo X X Fi.
S S E N D O fpcditi dalla diuerfità delle /calce tempo di paflàre ad
altra materia, vtileà/àperla prima che fi ragioni delle crociere,
e qucfto /ara il digradare due archi , e prima con la vifta ih mezzo.
Defcriuafi dunque il profilo di c/fi M. /òpra la linea del piano nei
modo appreflò . Dc/cnuinfi due Pila/tri le cui bafe , c capitelli per
più facilità fianofenza membri, con li puri aggetti, e fiaui /òpra
pofto l'arco il qualcfeguita il viuo de pilaftri, defcriuafi poi fotto
a (uà pianta , della quale ballerà defcriuernela metà per c/Iere veduta in fàccia , e que-
lla fitrouerà tirando in lungo due linee corri/pondcntial viuo depila/tri negli e/tremi
de quali /àranno polli i due quadrati R. R. i quali ci rapprefcntanoilfddode pila/tri,
intorno à quali quadrati ne difegneremo due altri più larghi de primi quanto èia lar-
ghezza delli aggetti. Sia dunque de/critto il profilo M. eia pianta H. /canari con
numeri comenella figura fi vede, eperdare principio ali'operatione, polli i fili à luoghi
loro deferiuiamo le linee à /quadra , le quali ora perla ficarfità del luo^o fi metteranno
in vno altro foglio. Diftcndalì il filo D. al punto 3. inferiore del profilo, e prefa la di-
stanza tra P. e la fuainterfecationefopra la linea del raglio, fi ha da incrociare con le
due larghezze tratte dal filo L. diftefo à punti 3.3. della pianta , e ci darà interfecata da
de/Ira, e da finiftra i punti 3- 3- quefieduemedefime larghezze interfècatepureda de-
lira e, da finiftra con l'altezza prefà dal punto 3. più alto del profilo , ci daranno nel di-
gradapunti
to i 3. 3, fuperiori, che faranno le due larghezze delli aggetti 1 punti 1. 1. in-
feriori dello feorcio nafeono dalle due larghezze prefe col filo L. diftefò à punti 1. i.del-
Ia pianta, è interfecate con l'altezza prefa col filo D. drizzato al punto 1. inferiore del
profilo , d'altezza tolta dal punto 1. fuperiore del profilo incrociata con le due pure era
nominatelarghczze, ci da i punri 1. 1. fuperiori nello feorcio , e quelli quattro punti le-
gnati 1. 1. 1. 1. Ibno i termini de pilaftri . I punti che fi ueggono fegnati nello feorcio 2.2.
fermano dalla larghezza tolta dal punto 2. della pianta , e interfecata con le due al rezze
tratte dai punti 2. 2. del profiloja larghezza tolta dal punto 4. della pianta, e interfecata
con le due altezze tratte da i punti 4.4. del profilo , ci da nello feorcio i punti 4. 4. e br-
uendo trouato tutti quefti termini,defcriuiamo i due pilaftri più vicini alla vifta,e per di
fegnareil loro arco piglili nella linea Z.O.il punto i.alto al pari de punti 3 .e 3 . & fattolo
centro deferiuiamo /òpra elfo due mezzi cerchi corri/pondenti alla larghezza de uiui de
pilaftri , e quefti faranno la larghezza di detto arce, la cui groftèzza fi difegnerà intorno
al centro 2. alto quanto i punti 4. 4, fecondo lo interuallo delle groffezze de' pilaftri ,
feguendo poi pun talmente il medefimo ordinccauandole mifure dall'altra parte della
pianta, e del profilo , fi di/ègneranno gl'altri due pilaftri più lontani con il loro arco .
LIBRO PRIMO
Jjfoure in /conio due mbì come i pafati fuori difìu
Capitolo XXV il. ajr*:

fik/n A, n** dd f,ZP° A; f°Pra h W3le fidefcriua folamenre il prò-


te la ltrettezzadel luogo , e fopra detto profilo , fia il profilo
te la ftre éiTi'l ' ^ ^ ' pe*he cofici &« dell'arco
Za^Thlm
profilo degnaeiddp'a
ndo i quattro^de&"n3
quadrati H. ekX. e Q.Ae Sondin
prefent.no , u,u, de plkftri , 2 intorno ad efi, fi^ L iScT»ne al
d&rtffi qut
Sereddla là ' ^T0 k>ff ' e§l'aSe«i , fqaS fi SóLVò

T fiaU P°^a
» t C h P,anra 1 Piombo '"«to al
ài fquadra^fSTpT,=. fa Profilo
Wddtg jo C P11H^iK
edXlin« ^' ^
1j pianta , el profilo con numeri tra fóro ™ ,r„ f P ^ uoghi loro , e contrafegnari
perche doue,L noi é^^S^I^^^éa f!?^0 & ' 8 che fi fa
fccarlidifopra.cdifQttóSidebitaDroDo^ Pr°h,° fi caueran"° con l'mrer-
ftro , che ^^^nSTSS^X^fi'l^ Pr,ffla Jnte»ri°ne nJ,feSnare 11 P'Ja-
Pianta X. & interfecfiifi foora e fo m U r P f , mmo,re lar8he«a P. i. tratta dalla
rponden7ead^,?toen?o ipu„H fe" MV"" 'a «Itaa P. ,; corr,-

eftremi termini del capitello , e della bafe fegnati » 7, fe^Wj 3' ^attro
4- c. faranno dati dall'altezze P. 4. elarSa P J',h 3' S ' due.tc,m»" Agnati 4.
tra i quali.tirando le linee , cornei vede, il 1 tto' viiaft,Ò Ar df ^P3*»modo,
incrociate l'altezze con ilmédefimo ordine „ ? *? Ù? ^£apm nelmeddimo
Q^ci daranno ilPllaloT cp^cZVZÌ Tu^Tg *«* piailra

trapiantala larghezza P. , e inc^l^Tma^ÉT^ p"° Ti' ' M P°' ''a"a *


fopra il quale con Imteruallo cornfpondente JeinSsfuSf a A a ' r da,a,altro «nero 2.
ra la groifaza del medefimo ^ffiS3SSSfSS SS* B™° r *\ f' dcfcriue-
LIBRO PRIMO

Ter difegnare due archi , ò vero due forte firn a defira , $ l'altro a finiftra^ ". ■
Capitolo XXFlll.

efcriuafifopra la linea del piano il profilo d'vno de detti archi , il


qualefia H. ciò è defaiuinfi le larghezze de due pilaftri S. e R.
e fopraeifi fi volghinoi mezzi cerchi, il maggiorede quali fiadi-
uifo in quante parte uguali, ci punti delle diuifioni fiano legnati
i. 2. 3. 4- 5- 6. 7- 8. à i quali fiano tirate dal centro linee rette, le
quali legheranno il minore mezzo cerchio in altre tante parti
uguali le quali fiano fegnate con le lettere A. B. C. D. E. F. G.
H. D. Defcriuafi
^ oi lòtto la linea del piano la metà della pianta X. in quefta manie-
ra Prolunghinfi
. i pilaftri del profilo per la metà della diftanza , che uorremo fia tra lu-
na, l'altra
e porta, & nelle efhcmità fi dilegnino i due quadrati S. e R. i quali ci rap-
prefenteranno le bafe de' pilaftri , e fi tirino dall'uno quadrato all'altro , le due linee co-
me fivede, le quali ci dinoteranno la grolìczza dell'arco . Tirinfi finalmente da i pun-
ti delle diuifioni dei mezzi cerchi à piombo linee alledue lince pureora tirate dall'uri"
quadrato all'altro, e doue le cadano fiano contrafegnate con 1 medefimi numeri ò vc-
rolettere. E per dare principio all'operatione, tirili la linea del taglio C. P. B. epofti
i fili à luoghi loro dirizzinfi I'vno à punti del profilo , el'altro à quelli della pianta, e no-
tili Topra la linea del taglio le larghezze, e altezze al modo folito , tinnii poi le linee à
fquadra R. S. e O. Z. e prefa la minore altezza P. 1. interfecata da defila, e da 11-
niiìra con le due larghezze P. 1. ci darai punti 1. 1. eie medefime larghezze interfeca-
te con la maggiore altezza P. 1. ci daranno i punti più alti 1. 1. le due larghezze P. 2..
incrociate pure da delira, e da finiftra con l'altezza P. 2. ci daranno i punti 2. 2. e l'al-
tezza P. 3. interfecando le due larghezze P. 3. <-i darà 1 punti 3. 3- fimilmen te l'al-
tezza P.4. interlècata con le due larghezze P. 4- darà 1 punti 4. 4. l'altezza P. 5. in-
teri ecando la larghezza P. 5. darà il punto 5. & nel medefimo modo fi tremeranno
nello feorcio gl'altri punti del mezzo cerchio fuperiore6.e7.e8. finche le due altezze
P. 9. incrociate con la larghezza P. 9. ci daranno i punti 9. 9. e fino à qui ha remo di-
fegnati 1 termini di fuori delli archi , e per difegnare i termini di drento piglili la minore
altezza P. A. la quale interfecata con le due larghezze P. A. ci darà 1 più baffi punti
A. e A. elcmedefimealtezzeincrociandoficonlamaggiorealtezza P. A. daranno
i più alti punti A. e A l'altezza P. B. interfecando le due larghezze P. B. darai pun-
ti B. B. eritrouerenoipunti C. e C. dalla interfecatione dell'altezza P. C. con le
due larghezze P. C. feguendo poi d'interfecarc l'altezza P. D. conia larghezza P.
D. darà il punto D. eprocedendo con il medefimo ordine , troueremo nello feorcio
gl'altri punti E. e F. G. e H. fino à che le due altezze P. e D. ci daranno interlè-
cando la larghezza P. D. i punti D. e D. 1 quali finalmente trouatifarà trouato
tutto quello , che fi cercaua per che tirando le linee come fi vede , haremo niellò in
profpcttiua ledueporte come era noftra intendono .

f
CAPXXVIII^
LIBRO PRIMO

Ter dfynare in fiordo I» eroder» con la -vi fiamme^.


Capitolo XXIX.
AREMO la prefente operatone con femplicilinec per
fare minore
conrunonceper moftrarcpiù diffintamentc l'effetto della
crocie-
ra pero defenuafifopra la linea del piano il profilo X- tirand
o le
due linee 1. i, c 9. 9. c fopra effe voltando il mezzo cerchio
di-
uilocome fi vede in quantcparti uguali ci piacerà,
difeenifipoi
lotto ilprofilo , la fua pianta V. la quale fia la metà d'vn' perfet-
— to quadrato e dal punto di mezzo O. fi tirino le due diacona-
li O. 9 e O. 1. e tirateci ledmifioni dell arco linee à piombo
ghmolelineediagonal,,elalineainferiorC 1. 9. ne verfo la pianta, fc-
punti congegnati coni numeri
corri pondenti 2. 3 4. 5. 6 7. s. fia poi
luoghiloro, e per ilpoco fipatio fi deformtirata la linea del taglio C. P. B. & poffn fil"
eranno le linee àfquadra nella fedente fi^u
ra; e per dar principio ad una fpedita operatione, pighfile
tralelinee a fquadrafianomterfccate con la larghezza due altezze P. i.le quali
P. 1. dadeltra, eda finirti!, le
quali ci daranno 1 quattro Punti 1.1. ei.i. l'altez P. 2.
ze, toltedallapiantade duecorrilpondemi punti zalegnati interfecata con k due larghi
*, e*, mcrociateda dcftra c
da Imiftra, a darannoi punti 2. e 2. e comi medefimo ordmcl
edue IareW toheda
11due punti della pianta 3.3. mterfacate con 1 altezea P. 3 . pur
fempre da delira , e da fini
lira , ci termineranno 1 punti 3. 3 . e lèguendo il medefimo ordine
di incrociare ciafcfac
duna altezza con le fue due confondenti larghezze , con agevol
ezza mirabile troue-
remo 1 rimanenti punti fognati 4- 4- c 5. 5. c 6. 6. e 7. 7. e 8. s.
e finalmente incrocian-
do leduealtezze P. 9. conia medefimalunghezza P. 9.
haremo ncDo ftordó eli
almpunti9 9 c9.9.trouatiipu^^^
ti punti 1. 1. difegrufi 1 mezzo cerchio , comeancora fopra 1, 9. 9.
gl'altri due mezzi cer-
chi che feoraano eg! archi della crociera fi dilegueranno con diligen
za, econ l'aiuto
dellelincecuruclopraipuntiritrouati, ehauendopoffedute
le colè fino à qui dimo
Irate, non (ara difficile il difcgnarcvna crociera coni fua pilaftri
bafc, & capitelli con
tormeaquella.chenclfecondolibroiivedepollaàcarte 49
CAPXXIX"' 7.7
LIBRO PRIMO.

Ter dtfegnare in f orcio la crociera fuori difjtiadra. Rapitolo XXX.


ESCRIVISI il profilo .X. con (empiici lince alto dalla linea
del piano A. la metà di quello, che dourebbe clTere rapprelèn-
tato dallo feorcio , il che facciamo qui per fcarfì tà di luceo . Dc-
fcriuafi poi (òtto la linea del piano l'intera pianta V. lontana da
efla quanto vorremo che lo (corco fia fuori di (quadra , e fia det-
ta pianta vn perfetto quadrato , corrilpondentcalla larghezza del
profilo, il cui arco fia diuifò in quanteparti uguali ci piacerà , co-
me che in quefto luogo fi uede diuifo in otto parti,c da i punti delle diuifioni tirata la li-
nea piombo
à ucrfò la pianta,notinfi con numeri corrifpondenti le loro interf'ccationi,
fopra le due diagonali, c l'altre due linee come nel efempio fi vede E. per dare principio
ad vna bella, efàcile opcratione, mcttinfi in ordine le linee à (quadra , che nell'altro
dileguo fi veggono, delle quali però la Z. O. fia prolungata di (òtto ancora , che co-
fi è necefìlirio fare non eftèndo difegnata fe non la metà dell'altezza del profilo , e pofti
i fili à luoghi loro, e tirata la linea del taglio, prendali l'altezza'tolta dal punto i. del pro-
filo, laqualefia incrociata con le due larghezze tratte dai punti i.i. della pianta (òtto,
c fopra la linea R. O. e ci darà 1 quattro punti i. i.ci. i. l'altezza prefa dal punt09.de!
profilo interfecando pure fopra , e (otto la linea R. O. ci darà le due larghezze prclc
da punti 9. della pianta, fi noterà gl'altri punti quattro 9.9^9.9. trai quali tireremo
tutte le linee rette , come nello (cordo fi vede , e fopra i punti r. 1. de'criueremo il mez -
zo cerchio X. e fopra i punti 9. 9. l'altro mezzo cerchio V. Refta oraà deferiuerei
quattro cerchi , che feorciano i quali fi vedono pun tati,e quelli delcriucrcmo con bello
ordine, e gran facilità nella maniera apprelfo. Piglili l'altezza P. 2. cinterfcchificon
le quattro altezze tolte dalla pianta de quattro punti 2. 2. e 2. 2. la quale ci darà nello
feorcio i punti 2. 2. e 2. 2. Umilmente l'altezza P. 3. interfecando le quattro larghezze
P. 3- darài quattro punti 3-3 .C3. 3. l'altezza P. 4. incrociata con l'altezza P. 4. da-
rai quattro punti 4. 4. e 4. 4. l'altezza P. 5. bterfecata coni tre punti 5. 5. 5. delle lar-
ghezze darài punti 5. 5. 5. e ficguendo quefto 01 dine fino al fine troueremo hauer no-
tato tutti i punti de' quattro archi con efquifita facilità , i quali feorciano , e (òpra i qua-
li fideformeranno con diligente mano gl'archi che neil'efempio fi vedano puntati, e
chi pofTèdcrà bene queftaoperatione, potrà con facilità difegnare la crociera fuor di
fquadracontuttiifuamembri, limile à quella che fi vede dilègnata nel fecondo libro
à carte 5 o.
LIBRO PRIMO

Ter ifignm in /arci» il fìedefiellp Tofan» . Coitolo XXXI.

jIR I S I la linea del piano A. fopra la quale fi defcriua il profilo M.


con idebiti membri , e con le proprie proporcioni , che l'architet-
tura ciinfegna, e fotto la linea del piano deferiuafi la fua pianta N.
lontana da cita quanto vorremo, che fra veduto fuori di fquadra,
la quale farà ordinata di cinque quadrati , il nafeimcnto de quali
derma dalle cinque diuerfe larghezze de gl'angoli del profilo, c
fianoja pianta, cil profilo contrafegnati con numeri tra loro cor-
nfpondenti , come nell'efempio è manifcfto , e porti i fili à luoghi
ioro , dcfcriujnfi le lince à fquadra , per vna delle quali per la itrettezza del luo^o ci
fer-
Uiremo della Iteflà linea del piano tirandoui fopra l'altra pcrpendiculare O.Z
eprefa
Iammorclarghezza P. 2. interfcchinfi con le quattro altezze P. 2. cci
darà i quattro
plinti B.D.I.L, Icmedcfimequattroaltezzeintcrfccatcconlamaggiorcaltezza
P 2
ci daranno «quattro punti CE, KM. le due altezze P. 3. incrociate con la minoro
altezza P. 3 -daranno 1 punti F.G. e in terfecate con la maggiore ci daranno i punti
duoi punti A.O. ci faranno dati dalla intcrfccationc delle duealtezze P. 6. conlami- H 11
norclarghezza P, «5. e le medefirhe altezze con la maggiore larghezza P,
6. darannoi
punti P,B. l'altezza P. s. incrociata con le due larghezze P. s. darai punti
n G.F. vengono terminati dall'altezza P. 4. incrociata con le larghezze P. 3.E. eDP.4 ipun-
tre qucfto ol-
a la minore larghezza P. 5 . incrociando le quattro altezze P 5 . darà i quattro
punti K. L. N. O, ipunti M.N. vcngonodallcinterfecationedclle duealtezzcP,
7. con
laminorelarghczzaP. 7. il punto Q.uicnc dalla larghezza P. 10. incrociata con
l'al-
tezza P,10. la larghezza P. 8. interfecata con l'altezza P, g, ci aifegna il punto C.
e fi-
mlmentcìl punto H. ci farà aiTegnato dalla interfecationc della larghezza P,4.
conia
larghezza P. 4. e il punto Pr dà l'altezza P. s, e lalarghczza magiorc P. 5. chauendo
trouato tuttnpunti tinnfi le lince rettecon le loro modinature, e farà digradato
il pie.
tleJtcllo come fi uede nell'efempio.

\1
LIBRO PRIMO

Per iifigrurt in fiordo UbafeTofiann. Capitolo X X X lL

ESCRIVASI il profilo R. della bafa , fopra la linea del piano


A. conforme à precetti d'architettura , e (òtto fi deforma la meta
della pianta H. fecondo la larghezza del piano di detta bafe, &
intorno al centro X. fi deforma il maggior cerchio cauiàto dal
maggiore aggetto del toro, c il minore fecondo il viuo della co-
lonna,einoltreiImczzo cerchio A. B. E. corrifpondente all'imo
fcapo della colonna , agl'altri due mezzi cerchi fecondo la quan-
tità 3. 6. e 2. notati nel profilo, enei pofamentodel toro, ediuifo il maggiore mezzo
cerchio in parti uguali tirinfi da i punti delle diuifioni linee rette al centro X. le quali
diuideranno gl'altri mezzi cerchi con la medefima portione, edaipunti delle diuifio-
ni fi
, tirino linee à piombo dal profilo , le quali feghino le linee rette conforme à i cer-
chi cauati da loro , e notinfi i legamenti con numeri , e lettere corrifpondenti alla pian-
ta, come fi vede, e pofhi fili à luoghi loro, e tirata la linea del taglio tirinfi le linee à
fcjuadra R. S. e O. Z. e per dare principio all'operatipne interfechinfi tutte le lar-
ghezze tratte dal mezzo cerchio minore con l'altezze corrifpondenti ad effe , prefedai
punti della linea del profilo corrifpondente al cerchio, e quefto fi faccia da dcftra , e da
finiftra , e haremo deferitto il cerchio , che ci rapprefenta il viuo della colonna , le lar-
ghezze tolte da punti del mezzo cerchio A. B. C. D. E. F. incrociate con l'altez-
ze corrifpondenti ad effe, prefedai punti delle due linee A. B. C- D. E. F. daran-
no nello Icorcio i cerchi A. B. C. D. E. F. lelarghezze, prefeda punti del mezzo
cerchio , caufati dal pofamento del toro , interfecati con le altezze corrifpondenti , tol-
te dalla linea R D. ci daranno il pofamento del toro fino al punto 5. Ma per difegna-
regiufta la volta di detto toro, traportinfii punti della volta 6.7.8. paralelli alla linea C.
D. fino al mezzo, doue cadrebbono le perpendiculari, le quali tufferò tirate dalla pian-
ta dai punti 6. 7. e 8. dei maggiori cerchi . piglinfi dunque tali larghezze , & fiano in-
crociate con le loro corrifpondenti altezze , che in tal modo ci daranno la uolta del to-
ro 6. 7 . 8 .Il punto che è notato nel profilo corrifpondente al punto 9 . nella pianta è di-
fegnatoperpigliarel'altezza, e larghezza doue uieneà finire la volta del toro, la quale
va occulta , Rettaci à mettere in feorcio il plintio della cui operatione per effere fàcilif
fima , e nota , non diremo altro , e con tal ordine fi difegnerà in feorcio ogni Ipetie di
bafe, come nel fecondo libro fi vede à carte 46. 47. 4».
LIBRO PRIMO

Ter i'.fegnm-e in /cordo il Capitello Tofcano. XXXIII.

ESCRIVASI il Tuo profilo C. fecondo i precetti d'architet-


tura,quello
c fi faccia eleuato fopraRala
pitolinea
lo del piano , accio fi
pofia vedere fotto il viuo della colonna , c fi deferiua la metà della
pianta X. corrilpondeuteal profilo, facendo 1 due mezzi qua-
drati corrilpondenti all'abbaco , e dentro ad elfi i mezzi cerchi fe-
condo lemifure de membri particolari del capitello, fiano poi
_ come nella pattata diuifi i cerchi in parti uguali , e fi tirino lince à
piombo dalla diuifione verfo il profilo, le quali feghino le linee corrifpondenti à cerchi,
e fiano notate , di numeri , e di lettere conformi alla pianta, e accio fi polla fcopnre il
di-
fettovferemo
, vn'fol filo, e quello lo porremo nella linea del piano . Piglinfi finalmen-
te lelinee a (quadra R. O. S. Z. tralequaliincrociandodadeftra,eda finiilra le al-
tezze:e larghezze cornfpondenti prefe dal profilo, e dalla pianta delviuo della colon-
na, fihaurain feorao il cerchio baffo, che ci figura il detto viuo , e procedendo come,
pm volte fi è detto col medefimo ordine fi trouerà con facilità tutti i punti dclli altri
membri. Per trouare poi il corpo dell vuouole, diuidafi il fuo profilo per mezzo
del
punto O. fecondo la cui quantità fi deformerà nella pianta vn'mezzo cerchio, nel qua-
le lipalleranno i'punti Y. X. E. da elfi fi tireranno à piombo verfo il profilo due li-
nee, lequainn elfo ci daranno i punti corrifpondenti Y. X. dall'altezze , e larghezze
de quali fi caueranno nello fcorcioi punti Y. X. nella volta di detto vuouolo ffimil-
mente fi defenueranno i punti dell'abbaco , facendo occulti quelli , à quali vanno drit-
te lelinee inclinanti , c non fi marauigli alcuno della nollra breuità , per che fiamo licu-
n.chechihaurà, prefo bene le pratiche, eoperationi fin qui infcgnatipiù comodità
trarrà dal vedere difegnate le prefente operationi dichiarate con breuità, che fe con lun-
ghi e, confili] ragionamenti fulfero dimollrate, e hauendo apprefo il modo del digra-
dare capitello
il Tofcano procedendo con modo limile, fi degneranno gl'altri , come
fi vede nel fecondo libro à carto 45 . 46. 47. 4S.
LIBRO PRIMO

Ter difegnare in fitnk k fornice Tofcancu . Qap. j j XII li.


ESCRIVASI fopra la linea del piano i! fuo profilo X. con i fui
membri proporrionan , e ila da effa tanto lontano, che fi fiquopr
a
il difotto dell'architraue,e fiotto à piombo gli fia deficritto la
ta Q^compofìa di tanti rettangoli, quanti fono 1 membri parti- pian-
colari delprofilo, tra loro differenti, come più diftintamente fi
ficorge nel difiegno che dalle parole , e contrafcgnati il profilo, e la
pianta di numeri tra loro cornfipondenti , cpiefic con 1 folitifili
tuttelemifurcfaccinfilelineeàfquadra R. O. Z. e intcrfècate
tutte le altezze prefie
da i punti più m su la man dcftra del profilo , con le larghezze cornfpondenti ,
tolti da ,
punti dcftn della pianta, ci daranno tutti i punti dello feorcioj quali dimena
no la par-
te del la cornice alla vifta più vicina.de fnifurepoi,cioè l'altezze prefe da i punti
profilo.e interiecate con le larghezze tolte pure da punti della parte finiftra finiftri del
della pianta
daranno il dintorno p,u dalla vifta remoto, alqualc dai punti pur ora
trouaa.fi tire-
ranno lelince rette cadenti, che figureranno la cornice, che feorcia dintornando
con
accuratezza imembri de dintorni curui come l'uuouolo, il fiuo baftonc
ino , e tirando
poi dal dintorno propinquo alla vifta verfo la linea Q. D. lineeparalellealla linea
R
O. farà dileguata l'altra parte della cornice, che non feorcia , e con tal regola
fi porran-
no inprofipettiua , tutti gl'ordini di cornice , come nel fecondo libro fi vede
à carte 4 j

\
LIBRO PRIMO

Per mettere in /cordo il Qafamento . Capitola X X X V.

ISEGNISI ilruoprofiloì'n maeftà (opra la lirica del piano, co^


me nell'clempio fi vede, legnato X. e fotro lontano da detta li-
nea quanto ci piacerà fia deferitta la pianta M- porta à piombo
fotto il profilo , facendo le larghezze delli Icalini innanzi alla por-
ta ,e le cornici e il muro legnato O. che rigira intorno , e tutto fia
contrafegnato con numeri corriipondenti,efitirilaIineadel ta^
glio C. P. B. e fi ponga i fili à luoghi loro , e finalmente fi deferiua
le linee à lquadra, lequali per la ftrettezza del luogo habbiamo pofte nella feguente cara-
ta .e per dare principio fiano interfecatc le altezze tratte dall'eftremità del profilo vicina
alla linea del taglio con le loro corrilpondcnti larghezze , e cinteranno 5.5.0.5.7. alla vi^
fta più vicino, & il più lontano ci verrà terminato dall'altezze dell'altro eftremo din-
torno dalla linea del taglio più remoto,incrociato con le fue corrjfpondenti larghezze,
ilquale trouato tirinfi le linee inclinanti , che nello Icorcio ci figurano la cornice lotto le
feconde fineftre, e il fupremo cornicione, e Analmente perche giudichiamo non poterli
dichiarare più facilmente con parole (à]quelli però che polfederanno bene le colè dimo-
ftrate fino à qui) quanto è neeetfario che conl'cfcmpio de prefenti dilegui concludia-
mo che
, prefe tutte le mifure , e interfecate cornfpondentemcnte tra di loro , con gran
facilità fi troueranno tutti i termini della fcala, delle fineftre , e della porta , tra i quali ti-
rando lince , come bene ci rapprefenta il difegno dello fcorcio.farà dilegnato in prolpet^
duailnoftro cafamento, e con la medefima regola fi difegneranno gl'altri con 1 loro
adornamenti , conforme à quello che appare nel fecondo libro 3 carte j 1,
4- A_
7 ~t> 7 ?r, ,7

,9\ * 1

4- -A «-

Ir" 7
o

A...'
LIBRO PRIMO

Per mettere in fcorcìo la fdla, con la, vifta in me^p. Capitolo XX XV l'.

AVENDO fino à qui dato rego le baftanti per mettere in pro-


fpettiua tutti i corpi di architettura , non dirà colà inutile moftra-
re con quali mezzi fi poffino digradarci corpi geometrici , e pri-
ma tratteremo della fphera.o vero palla che chiamare la voglia-
mo. Siaad unquenoftraintentione mettere in proipcttiua vna>
palla, e prima deferiuafi il fuo profilo N. il quale farà vn'cerchio
il maggiore che fia nella palla, che noi vogliamo rapprefentarc , c
fia il cerchio N. il quale fi diuida in quante parti uguali ne piace , pur che la moltitudi-
ne loro fia midi ra ta dal 4. che coli ci verrà più facile l'operatronc , e volendo con la vifta
in mezzo, bafteri mettere in feorcio la quarta parte . Diuidafi dunque in parte 16. tra le
quali fiano tirate linee .rette, come nell'efempio fi vede, difegnifipoi lòtto la linea del
piano ; la metà della fua pianta A. la quale farà compofta di quattro mezzi cerchi,! dia-
metri dequali faranno uguali alle linee pure ora drento al profilo tirate , e diuifo il mag-
giore mezzo cerchio in parti uguali, in grandezza alle parti del profilo, le quali in nu-
mero faranno la metà, tirinfi dalle diuilloni al centro linee rette , le quali legheranno
proportionatamente gl'altri cerchi , e tirinfi linee perpendicolari , alle linee5 rette del
profilo da ciafeuno legamento à ciafeuno mezzo cerchio , e quello fi faccia {blamente
per vna quarta parte, che tanto bafta, e fi contrafegnino i termini della pianta, e del
profilo, di lettere, e numeri tra loro corrifpondenri, ponghinfi poi i fili D. L. à luo-
ghi loro , e il punto D. fia tanto alto fopra la linea del piano , quanto è l'altezza del fe-
midiametro del profilo, accio la vifta fia in mezzo, e fi tiri la linea del taglio C. P. B.
eie lince àfquadra R. S. e O. Z. Ordinate tutte quefte cofe, per dare principio al-
l'operatione,mettafiin
mezzocerchio A. B. C.feorao il cerchio
D. interfecando maggiore
le larghezzerapprefentac
tolte da 1i{boi
nella pianta per il
termini con la
medefima altezza P. A. la quale fola bafta come e manifefto, e fi faccino le interfeca-
tioni da deftra, e da finiftra , e mettere in feorcio il pro/Iimo cerchio 4. 5 . 6 . fiano in ter-
fecate le fue larghezze, con le altezze corrifpondenri da deftra , e da fiuiftra.c gl'altri
duoifeguenti cerchi ci verranno terminati dalle interfecationi dell'altezze, con k loro
corrifpondenri larghezze, e finalmente l'altezza P. F. ci darà nello feorcio il punto
F. e haremo trouati tutti i termini della metà inferiore della palla da i quali faciliffima-
mcnte,fe ne cauerà l'altra metà, efinalmente tirandotra
moftra , fe faranno retteharemo vna palla diuifà in faccie, e/fi linee come l'efempio ne
e con fimilc redola fi potran-
no digradare 1 cinque corpi regolari , come nel fecondo libro fi vede à carte 5 3 .
LIBRO PRIMO.

permettere in fiordo la falla fendente conia vifia fuori di /quadra., .


C"p- XXXV li.
AVENDO quia dietro dimoftra to il modo di mettere in feor-
cio la palla con la vifta in mezzo , metteremo hora la fopradetta.
palla in profpettiua pendente , però deferiuafi prima il ilio profilo
B. ilquale fia vn' cerchio de maggiori,che fi delcriuano fopra det-
ta palla , tirili poi il diametro A.C. che penda quanto fi vuole,
che penda la detta palla, e detto cerchio B. fia diuifo in quanto
_ parti vguali ne piace , pur che fiano mifurate dal quattro, che coli
facendo verrà più facile, dimdafi dunque in parti dodeci , tra banali fiano
tirate le lince
pendenti comefivede^fia di poi tirata fiotto la linea del piano A. la linea
CD. equi-
diftante alla linea del piano , lontana quanto fi vede, che venga fuori di
fquadra il det-
to corpo e opra lalinea C. D. fi mandino à piombo lineedai legamenti dcliclinec
pendenti dal diametro A.C. del cerchio B. eintorno Atutti i puntftrouati
nella linea
CD . fidefcnuerannocei-cln fecondo linteruallo. i.e4. 3.e6.4.c7.
i-es.auuerten-
do, che detti interualli fi hanno à pigliare à piano, efia ciafcuno cerchio
della pianta,
fpartico inpartedodeci vguali, ep.glmfile mifure d'ogni cerchio, e fieno
nelle loro linee pendenti del cerchio B. come fi vede contrafegnato d. numeritraportate,
limili, le
quali rapprefentano . diametri de cerchi della pianta . Pongali poi i fili D.
c L. à i loro
uoghi e il filo D. fi porrà alto quanto fi vorrà feoprire del difopra della palla;
tinfi poi
la linea del taglio C P.B. eia linea dello fquadroZ.O.R. e per dare principio
ranone fia prefa nel profilo 1 altezza P. A. e nella pianta la larghezza P. A. all'ope-
legnali inter-
lecate da banda defìra , ci daranno nello fcorcio il punto A. eper mettere
in feorcio il
primo cerchio fia prefol altezza P. ,. elalarghezza P. i. einterfecatecomefi
è detto, fi
hara ilpunto i. e coli feguendo dell'altre mifure confondenti l'vna all'altra ,
ilreftante del primo cerchio, e coli feguendo ancora dell, altri cerchi, haremo
fi condurrà il
corpo lopradetto col tirare le linee da vn'punto all'altro , come per l'efempio
co fivedccqueltomodofarànonfolofuffìcienteperdigradarcla palla dello feor
pendente, ma
ancora qual fi voglia altro corpo pendente , come appare nel fecondo libro
à carte $ 9.
LIBRO PRIMO

Per digradare in fcorcio vna palla, la eguale piegata in mezX" plr l altezza , (éf pojlainvno angt-
lo, i interiore , o elìeriore apparifca tonda. Capitolo X X X V i I I.

IACE VOLISSIMO è l'inganno della prefentc opcratione,


non folo per la nouità del concetto, quanto perla facilità (Lia, non
variando cola alcuna dalla pattata , /àluo che la grandezza della
pianta, la quale fi pone non corrilpondente al profilo maggiore,
e per venire al fatto, proponghiamo voler mettere in Icorcio, la-
palla medefima della quale di (òpra fi è trattato , e ripiglili il lùo
profilo N. c la fua pianta, diuifi, e diluirti nelle medefime parti
apunto, ma la fua pianta B. fia polla in d'fparte, comenell'elcmpio appare, doucndo-
fi fotto la linea del piano difegnarda maggiore pianta C^Ja quale fi trouerà in quello
modo . prolunghili la linea P. D. della pianta B. fino al punto D. e volendo che
la palla apparifca tonda polla fopra vn'angolo retto , piglili la linea H. X. eguale al
femidiametro A. A. fe fopra vn'angolo acuto piglifi la H-X.maggiorc,felòpra vn'an-
golo ottefo piglili la H- X. minore. Ora lia uguale, e congiungafi la linea X. A. c
peri punti del maggiore mezzo cerchio A. B. C. D. tirinli le linee D. O. cC.Sc
B. R. paralellealla P. X. e la linea X. O. R. S. A. Ila trafportata cofi diuifa fopra
la linea del piano, la quale farà la F. O. S. R. A. efattocentro F. con gl'in tcrualli
de quattro punti O. S. R. A. defcriuaafi i quattro mezzi cerchi i Iella pianta Q^il
maggiore de quali fia diuifo in tante parti uguali, in quante ediuifo la metà del profi-
lo, fiano
e le dmifioni A. B. C. D. dalle quali al centro F. fi tirino le linee rette , le
quali diuidino gl'altri mezzi cerchi , con le medefime proportioni , le diuifioni de quali
fiano contrafegnate, con numeri conformi à numeri della pianta B. e faranno anco-
ra conformi à i numeri del profilo, e hauendo trouata la pianta Q^il reflante dell'ope-
ratione non farà in parte alcuna differente dall'operatione pallata . Openfi adunquo
che interfecandofj da delira, e da finillra le larghezze tolte dalla pianta Q^conle cor-
rilpondenti altezze prefe dal profilo, troueremo i termini della metà della palla , che
cercauamo , e l'altra metà (hauendo come di lòpra porto la viltà in mezzo ) farà limile
in tutto alla già ritrouata, e quella palla piega ta come fi è detto ad angolo uguale all'an-
golo X. apparirà rotonda come la panata., .
LIBRO PRIMO

Per mtttét '» /Sorcio il mazzocchio di quattro [accie , Capitolo XX X IX.

ESCRIVASI la linea del piano A. e fi deferiuino due mezzi


cerchi intorno al centro C. fecondo la grandezza, egrouezzache
uogliamo il mazzocchio , e fopra le linee 9. 1. e A. j, che fono le
differenze de loro diametri, fi deferiuino i due quadrati X. X. e
congiungafi la linea fuperiore A. i.e haremo la pianta O.e il profilo
B.diuidafi il maggiore mezzo cerchio in quante parte eguali ci pia-
cerle tirino
fi dallediuifioni al centro linee rette, lequaìi leghino
l'altro mezzo cerchio fecondo lemcdefimeproportioni.efiano le diuifioni del maggio
re, legnate con i numeri.e l'altre con le Ietterei dalle dette diuifioni fi tirano linccpcr-
pendicolan all'una , e all'altra linea del profilo , contrafegnando i loro termini con let-
tere,numeri
e confondenti alla pianta. . Tirili finalmente la linea del taglio C. P.B.
e porti 1fili à luoghi loro fi tirino lelineeà fquadra. R. S. e O. Z. e perche l'opcra-
tionereftanteefaciliffimafenza più allargarli in parole interfecando da deftra, e da ii-
niftra le larghezze del maggiore mezzo cerchio, con le altezze prefe dai punti corri-
fpondenti dellapiù alta linea del profilo , ci uerranno terminati i punti del maggiore e
del più alto cerchio, che fi uegga nel digradato, le medefime larghezze incrociate con
l'altezze tolte dai punti corrifpondenti della pai bada linea dellapianta, cheèla linea
del piano.ci daranno il maggiore cerchio più ballo nel digradato,difègnan donedi elfo
però quella fola parte, che all'occhio fi rapprefcnta,e con il medefimo ordine le larghez-
ze prefe dal minore mezzo cerchio incrociate da deftra , e da finiflra , con le maggiori,
e con le minori altezze tolte da 1 termini corrifpondenti delle due linee della puntai
termineranno ipunti de due minori cerchi del digradato.notandone nel più badò quel
li,foli,cheallauiftafiapprefentano,etrouatituttiitermini, tirinfi tra e/fi lelinee, come
ne moftra l'efempio,e hauremo il mazzocchio in fcorcio,e con limile redola fi tireran-
no diuerfe forme di mazzocchi come quelle , che nel fecondo libro fi uegono à carte.
iS- 59-
LIBRO PRIMO

Per dìfegntri in /cerno la Tiramidc equi/atra traforata^. Capitolo X XXX,

ESCRIVASI (opra la linea del piano il triangolo 2. 4. 6. den-


tro alquale ne Ila deferitto un'altro tanto minore quanto voglia-
mo che fia la groffezza de regoli, de quali fi ha da fìngere, che fia
comporta la piramide , e negl'angoli fiano disegnatele incaftra-
ture de i detti regoli come nel difègno fi vede, e quefto farà il pro-
li; filo X. della piramide, fiotto ilquale fi difègnerà la metà della,
=H pianta Z. volendo che non fia veduto fuori di fquadra, che (è
lo voldlimo fuori di (quadra faremo tutta la pianta come più volte hauiamo infesta-
to ,e volendo che lo feorcio torni con vna faccia verfo la vifea facciafi la pianta con vna
faccia verfo la linea del taglio , e fia detta pianta la metà del triangolo eguale al profilo,
difegnato con le fueincaftraturecorrifpondcntià quelle del profilo, c fia detto profilo
contrafegnato con numeri, elcttcrecorrifpondenti alla pianta, eper comincrarelcpe-
rationc, ornila linea del taglio, e linee à fquadra R. O. S. Z. cponghinfiifilià luo-
ghi loro, e incrociata l'altezza P. 2. con la larghezza P. 2.dadefìra,edafiniftradarà
ipuntÌ2.2.cponghififopralalinea O. Z. l'altezza P. 4, econgiungafi le tre linee 4.
2. 2. 2. e 2. 4. e haremo l'eftremo dintorno citeriore della piramided'altezzaP. 3. con la
larghezza P. 3- darài punti 3. 3. e l'altezza P. j. fi traporti fopra la linea O. Z. ce
giungafi l'altre tre linee f , 3. c 3. 3 • e 3, 3. C haremo la larghezza de regoli verfo la villa ;
lalarghezza P. 7. conl'altezza P. 7. terminerai punti 7. 7. c l'altezza P. O. fìafè-
gnata nella linea O. Z. econgiungafi l'altre tre linee O. 7.C7. 7.C7.0. groffezza de det
ti regoli. Pongafi l'altezza P. 9- fòprala O. Z. cinterfecata l'altezza P. C. da baffo
conia larghezza P. C. ci darài punti occulti C. C. à i quali fiano diritte dal punto
9. due lince l'altezza P. r. fi ha da traportare fopra la O. Z. l'altezza P. 7. conia,
larghezza P. 7. darà i punti 7. 7. da i quali fiano tirate à dirittura due linee 1. e 7. l'al-
tezza P. 8. con la larghezza P. 8. darài punti 4. 4. la larghezza P. C. maggiore con
l'altezza P. C. più alta darài punti C. e C occulti, à quali da punti 4. 4. fìanc tira-
te due linee rette , e da 1 punti 4. 4. ora trouati fiano tirate due linee rette , che faranno
l'altezza de due regoli che pofano , e feorciano , e haremo meno in feorcio la piramide
come defiderauamo , e con la medelìma regola fi potranno mettere in profpetnua tut-
ni corpi limili come appare nel fecondo libro à carte 60.61. 62.63.64.6f.

I
LIBRO PRIMO

Per dipanare in f orcio vnaviola conia uifia fuori ài finaàrtu . Capitolo X X X X I.

VNIVERS ALE fino à queir o giorno , ha tenuto colà molto


■difficile il mettere in feorao corpi regolari, e maffimeicòmp
ofti
di linee curue come fono la viola, e il liuto , e nel uero udendo
operare con le regole date da gl'altri, che hanno fcritto di profpct-
tiua , troucremo ciò cofa difficili/lima. Dunque riabbiamo al
prelente occafione di moftrare la facilità della noterà regoli,
da
che polliamo con cfta digradare ageuolmente prima la viola di
poi illiuto. Delcriuafi dunque per venire al ferro la pianta della viola fegnata
R la.
quale douiamo fare conforme alle mifurc di vna uiola naturale , difegna
ndoui le rofe
il cordiere, ilponticello, & tuttelefueappartenenze, equefta contrafegner
emo dalla
parte difetto coninumcri i. 2. 3. 4. 5- 6. 7. 7. 8, 9. 10. cominciandoci dall'ap
piccatura
del manico fino ali eitremita del cordiere , farà nel medefimo modo legnata
di nume-
ri 1.2. 3. 4. la parte di fiotto della bifchenera , tireremo dipoi la linea, del piano A.
tan-
to lontana dalla pian ta , quanto vogliamo che ella fia fuori di 1 quadra , e fopra
effà de-
gneremo, fuoProfilo M. confondente alla pianta, e dai punti notati di fiotto nel-
la parte della pianta fi faranno venire verfo il profilo linee à fquadra , le quali
falleran-
no ancora la parte fupcnore di detta pianta, e contrafegneremo la pianta, e
ifprofilo
coni medefimi numeri tra loro confondenti , e le perpendicolari
de punti 5. 6 7
contrafegneranno legando ancora le rofette . Ora pigliando tutte le larghez
ze del din-
torno della pianta , einterfiecandole con le altezze prefeda 1 punti corrifp
ondenti della
parte lupenore del profilo , haremo il fondo fuperiorc nello ficorcio della viola
, le me-
defime larghezze incrociate con le altezze della parte inferiore del profilo
daranno il
fondo di otto della viola , ma di quefte ne noteremo quelle fole , che fi
ponono appre-
fentare alla viltà nello Icorcio, facendo ilfimilc dell'altezze , e larghez
troueremo nello ItciTo modo 1 termini del manico digradato come fiotto del manico ze
li Vedediftin-
tamentedall'efiempio, e più chiaramente ancora che con paiole
perche in quefta fi e dileguata la pianta, e il profilo con il manico verfo la olinea polliam riferirlo- «j
del ra-
dio, lofcòrcio torna con il manico verfo la vifta, e volendo al contrario fi
difeenerà
detta pianta , e profilo per l'oppoii to . 0
LIBRO PRIMO

Per dipanare in fiorcio un liuto con la 'uiHa fuori dif^uadraj . Capitolo XXX XII.

IRI SI la linea del piano A. fopra la quale fi facci il profilo X. con


le fue fette diminuì te fecondo la proportionedel liuto naturale,
le cjuahfiano quattro, uolcndo noi rapprefenrareun'liuto di no-
ue fette, e difegneremo la pianta H. diuidendola in noue fette,
cornlpondentià perpendicolari , che ci poliamo immaginare,
che ci fuffero dati da il liuto naturale, chein qucfto batterà il bu-
dino piùdi altra regola , che dare fc ne poifa ; noteremo ancora il
filo ponticello ; è il cerchio A.A.C. C. che ci rapprefenta la rofa; parta/i poi il dintorno
eli fuori, in quante parti ne piace , e nel noftro efèmpio fia partito in quattordici , dalle
quali diuifioni fi mandino lince perpendicolari alla linea del fondo nel Profilo , contra
legnandole con numeri corriipondenti alla piantaci! fimilcfifarà dell'altre fette pon-
gliinfi poi 1 fili à luoghi loro, e tirinfi le linee à fquadra R. O. Z. Ordinate , e fcom-
partite che fifaranno con diligenza la pianta,e il profilo , non haremo più difficultà nel-
la noftra op'erationc, perche quello che rimane e facili/fimo, c non e differente in par-
te alcuna dalle cofe pallate , e perche quello che ci rimane à fare, non fi potrebbe dichia
rare lènza lunghezza di parolc.la quale lunghezza apporterebbe più torto tedio all'opc-
nnte, che facilità rimetteremo il difcretto lettore ad apprendere il reftantcdalprefcntc
d legno , aflicurandolo che fehaurà benepoficdute le altre operationi, mfegnate da noi
fi ioalpre(ènte,nonharàdifficultàalcuna,neinqucftane inqual fi vog'ìia altra in-
trigata operadone, e udendo il liuto uolto con il corpo all'insù , befìerà difegnarc il
profilo uolto all'insti , c la medefima pian ta ci feruirà .
LIBRO PRIMO

fer dipanare il finto della Scena talmente che vnifca con le cafe del palei.
Capitolo XX XX 111.

O N fia chi creda come forfè credano alcuni , che il punto fi pofTa
collocare talmente nella tela del fìnto, che le cafe figurate in efia
poffino apparire da tutte le vedute vnite , e continuate con gl'edifì-
ci) dirilieuo della Scena , perche quefto non fi può fare attelò che
ponendo l'occhio (blamente in vna certa linea detcrminata fi ve-
de vnire il nlicuo del palco , con il finto della tela.come meglio fi
intenderà qui appreflo . Sia il palco della profpcttiua B. O. e S.
S. i cui termini B. S. e O. S. vadano ad vnirfi nel punto Q^è manifefto che do-
uendo fi fabbricare edifitij fopra le linee B. S. e O. S. fi potrebbe arriuare fino al pun-
to Q^ma perche il palco B. S. e S. O. e affai peri recitanti, e fi può rifèrbare lo Ipa-
tio S. Q^S. per comodità dclli ftriom fi è giudicato , che egli fia ben fatto drizzalo
vna tela S. S. e in ella fingere con la pittura quelli edifitij , che fc fuflero materiali oc-
cupereb ero Ipatio
Io S. Q^S. c perche l'occhio reftì più facilmente ingannato dal
finto , fi è cercato di porre il pun to talmente nella tela , che faccia quello effetto , che-
farebbe il punto Q^e per confeguenza gl'edifìti) finti vnifchino con i veri , quafi che,
fufTero continuati fopra le linee S. Q^efèbeneilfare, chetale vnione trailfmto.eil
Vero apparifea da tutti 1 luoghi, è cofa del tutto imponibile, nondimeno fi può medi-
ante l'arte fìtuare talmente il detto punto, che pofto l'occhio in vna linea data, il finto
apparifea vnito col vero , e il modo è quefto . Prefuppongafi per efempio , che l'occhio
che ha da vedere la Scena, fi rilieui fopra il punto A. quanto è la linea A. E. per tro-
uare quanto habbiamo da porre alto il punto nella tela, facciati che la medefima pro-
portione , che la linea B. O. con la linea S. S. l'habbia ancora la linea A. E. con
vn'altra , e queft 'altra farà l'altezza del punto del finto fopra il piano del palco come A.
G Ponghiamoche B. O. fia venti libbre, e S. S. dodici, e A. E. 2. i. per la regola
del tre multiplichifì dodici per dua ? mezzo fà trenta , e quefto fi patta per uenti ne uie-
ne vno è mezzo , e tanto deue eflere l'altezza del punto fegnato nella tela P. fopra il pia-
no del palco S. G. S, e quefto ancora fi comprenderà nel profilo della Scena, doue,
A. G. Q;_è il piano del palco la tela viene fopra il punto G. eia linea A. E. è l'altez-
za data, la linea G. P. vieneadeflerel'altezzadclpuntodelfinto.e feci immaginere-
mo una linea tirata dal punto P. al punto E. e tirata pedo lungo in infinito dal pun-
to E. verfoil punto X. tutti quelli che haranno la vifta nella linea P. E. X. giudiche-
ranno ilrilieuo vnire con il fìnto , ma quelli che faranno con la vifta fuori di detta linea
conofeeranno l'inganno , e tanto più quanto fi allontaneranno da cfTa- .
V E N E T I A.

ApprefTe Girolamo de Francefchi Sene

M D XCVI
M
li

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