Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
I 'Ili'/ li
TANZ ,t\R rN NI
111/2
SEZIONE 'III - TES'f.IMONIANZE PROCESSUAL! 4941
· E·ra · umilissimoi e 'áandido 'àdme unf,tmciülto.; 'm?:l difr.onte àlle sue, 'responsabili
tà di''ministw 'e-::sen)o ·'d�i Jrati- avJv.a)fairdeofsio)'Je e- liPsiéurer.za de-l-a�mando. Il
1
Colpisce n
eUa sua figura, º:ª come allora)· come scrive Ilarino da Milano, « la
grado d'eccezzone delle sue doti, il loro sviluppo costante in un
uantità e il
ato sotto l'azione delta volontà e ·i carismi della· grazia, il loro .impiego
qiatto elev
animo nelle molteplici imprese di aposto/ato, di studio a cui si dona
pempre magn
hi e uffici a cui la Provviden za lo destina. Nel tono e nel ritmo
� negli incaric
tutta ·. fa. sua esistenza, che va dal 1559 (22 luglio) al 1619 (22
sos tenuto di
luglio), egli figu.rá con rilievo fra i migliori rappresentanti delt'età post-tridentina ».
. Se !{! sue. )mPr.tW!_ diplomatiche in Baviera · e in Spagna e le sue missioni
in,Boemia-Aust,ja cor.z, l'epica,battaglia di Alba Reale sono ricordate con ammira
zion.e dai testi .proces$udli, Jjn_fatto, perà,) viene .soprattutto segnalato: la.,sua lun
ghis sima celebrazione eucaristica, ct{ori profondo delta su_a .mística contemplazio.-
.ne, :anima. del¼ sua· ·azione- 4pos_t9liç�.- :_ .. ::.: . ,.u 0 _ . ;.. •.J
'Qu.elli che non satJno {ettere, non si curino d'imparÇJ,rl�, .ma. atte,rjdano cf;e spprçz
.,..J _, • • .. - • i,�
• - .. l_ (. .. ... ' _.. ) •.,.
t1±tt1iJr c�s? �ev��? deside�a�e d'avere.fo �Eirito de� j�g�pr� �Jf�Stta s9rz·�� ?f�ra
- ,_ j
_zione; orare sempre a lui con puro cuore .e avere umiltà e paciefiza nelle persecu-
l
ziofi e ihjJ,!,nit'à', Íi',;iare q�eÚi ;;-,;; ne pé�s�guitanó,::,�:i��hdo�o ...e árguisc;;o,
impê�oc�h[�icê 'il Signore: ·Amate' gli nemicFv8stri".0 s'óp{f queste·'parole' io Ho
1
'.·. :. In - conalusione; i tJ_elleYÚirtú di -jan. Lorenz0, r,Yelia -;sua rscienzá sacra· e nei
:suo_ i, monum�nti letterqri;, •ti�l[a. ·$..�fl. pr�âiç_aziqne 1 che -si, svolge_.i1J , molteplici ,.am.
��ienti · ,:zellg_, ��a- pperg g.i di[C§O: ef,.�lfa, : r?ligi.9t1e � cqtjq(jcçz- çpntr9.:. proteStJlf!ti, eb..rei
e mussÚlmani, nel suo impegn� continuo pêr l'unione dei popoli e dei gove�i
,.: ft: ªÍ:-,
:(J.ff�hc/, ;_f-!r:. .}ut�!fodella, �i�stizig s.�ff í;q ;5 la_ , si�tesi. �[�) �lt� �e .) mission�
dell1 Ordzne cappuccino nella sua ep_oca, ma anche nella -sto,rz.a futura. I lettorz
lla
�4?.,
1
Fonte: funsbruck, APC, fase. X/8: Proc. dioces ano d�_Monaco (1624); _ASV�
:,2 ·::,_Arch . .ti'ongr.0�Sf ·:Ritu1J,m'-''Proç. _1J70: Proc.1°·apost'.. di -�ilaho, (1628-2,9�, troe.
1
' '') · 380/I: Pr-0if. llio€ .,di V.en�iiat(lt6'25), Proc:379: ·Broê. '.'apost� di Napóli (1626- _ 28'},
.
; ' .i Prôc:.•,J.76/N: .Pro p óst di �, á .', -- Cl e va 1��,6 � 6-28), R ro c: ? 7 4 ( II: ,Pr oc · ap o s t. �
no :
<
,: 1� � VieeMa--:(·l�Qil}-Q8h,rper-= i1,ff.' si veda a_li
1
e s �n g�l e f� º
t .� �
s z o ru . � E- d iz .: ���ô
· Jn, ·,M1.
r
,·dli �1- (f rrí:í
at gnáfio .. di Br� n tai,• - San f;0renZ0 d.à .'Brmâm , Dottor e · 1ella C�tesa
únfoersale-(15�9;1619)rJV/1·, Vénézia-Mestre 19,�3 (pp. segnate alle sfügole depo'-
('i
8549 L'h'? -cognosciut� 1.'.. 'già 29 anni sono a Monteforte, mia pa
tria, dove, essendo provinciale della provinda di Venezia ... , mi rice
vette alla religi?ne nostra, e, tre anni fu pr�vinciale di quella provín
cia 2••• L'ho cognosciuto a Vene�ia, perché -µn anrio fu guardiano di
Venezia 3 e io ero. suo suddito; ma non . avevo piú che tanta fami
gliarità e conversazione con lui, essendo giovane e sotto la cura dei
maestri miei, e m' occor,reva poche volte trattare con lui, essendo io
giovane e devendo stare con ,gran rispetto con luí, essendo superiore,
come e consuetudine della nostra religione che 'i giovani hon trattino
con i · suoi superiori se non, quando 'sono chiamati, ·e conviene stare
con rispetto, come e il dovere per il buon governo e utilità de' giovani
[. .. ].
Sette anni dopo la mia professione il detto molto reverendo padre
ando a Praga, in Boemia, l' anno 1599, a fundare la religione nostra,
come la fundo, e ivi adesso, per grazia di Dio, sta benissimo con
- , l
1 Gianmada Dall'Oste da Montefor-
,
morõ anche iq Baviera-(162Q-J4). E fr�tel. dova ,iJ 6 maggio 1594 e conferroato fin
0) ·
lo di fr. �drea da Mont�forte. Morí a Brau 1597 (Arturo, San Lorenzo I, .387, 42
nau in Austria il 25.9.1634. Su di lui cf. Ar- 3 Nel 1597-98: ibid., 569s. ·
SEZI01 E III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4945
4
Cioe Zbynek Berka von Duba. (t 1626). Oi questo soggiorno rende una cu
5
Sull'insediamento dei cappuccini in riosa teastimonianza p. Marco da Capodi
Austria e Boemia cf nel vol. IV, sezione 5/2 stria nel Processo apostolico di Venezia:
(introduz. e doce. a cura di G. Ingegneri). « Vidi e osservai che il suo ordinario insti
6
Cf. nn. 8576-77; vedi ancbe nn tuto circa la sua vita era di entrare nella detta
8596-97 santa casa doi ore avan6 giorno e celebrar
7
Missionaria in Boemia nel 1600 e prima e pai assistere alle sante messe sino
cappellano militare in Ungheria con san Lo all'ora di nona; e circa le 23 ore ritornava
renzo nel 1601. el 160 3 insegnà Logica a pur all'istessa casa, dove stava in orazione
Verona. Fu anche ministro provinciale a due o tre altre ore. E fra il giorno, doppo
Otranto Morí a Manfredonia I'l.8.1613 un pocco di conversazione religiosa, sj di
(Necrologio cit., 357). letcava di andar cercando per li campi certe
Il santo fu a Loreto per tutra la qua radiei di erbe, le quali egli soleva mangia
resima del 1602 , essendo ministro generale. re ». Cf. Arturo, San Lorenzo IV/2, 366s,
P- Girolamo Geradoni da Castelferreta doe. 1159.
4 46 I •RATl APP INI . PARTE III
8.5 52 Poi, finita detta ambasciata, torno a Praga, dove stette qualche
tempo, essercitandosi al solito nella santa orazione e nella messa che
teneva assai lunga, come s'e detto e si dirà ancora. Dapoi venne a
Monaco. lo restai a Praga, pero non so che facesse a Monaco, ma
so bene che si diceva che teneva l'istesso ordine della me a oraz10-
ne. Potranno quelli che sono stati ivi a Monaco, mentre eh'anco esso
v' era, díre qualche cosa 11• '
'
ll
9
Circa il suo generalato (1602-1605) portare l'irruenza del Divino nel suo esse
e i viaggí per visitare le province transalpi, re, per oui era costretto a gridare. Sul rien
oe e italiane cf. Arturo, San Lorenzo II, tro a Praga cf. Arturo, San Lorenzo II, 322s,
193-309. 331,.335.
10
Impressionante questo quadro del �l Cf. ibid., 335-346.
i' orazione dei santo che non riusciva a sop,
.
t.
'
,
,
8553 Egli ando alla província di Venezia, dove era stato vestito e
professo; e ando a Venezia, dove fu grandíssimo concorso di gente
e tutti lo chiamavano il santo padre, e ·tutti eh'avevano infermità
correvano a lui con speranza d' esser risanati, e si tiene che molti
furono risanati, come spero si vedrà per gli processi che s1 faranno
in quella província.
Da Venezia ando a Padova, e ci fermassimo ivi per tre giorni,
e fu il concorso grandissimno, come a Venezia, e forse anco piú �4 ;
e tutti ch'avevano infermità concorrevano dove era per· ricuperare
la sanità, e particularmente venivano molti indemoniati, cosí uomini
come donne, ma particularmente donne, e facevano grandissimi strepi
ti e rumori in chiesa dove erano; e v'erá nel convento, ne l'orto,
nella chiesa e fuori e intorno una multitudine quasi infinita di gente,
particolarmente appresso la capella dove diceva la messa, appresso
la sacristia, talmente che molti per vederlo andavano sopra le finestre
di fuori eh'erano serrate di dentro, ed era tanta la quantità della
12
Nel capitolo del 1613 venne eletto santo fino al 1616 cf. Arturo, San Loren:w
vic ario generale Paolo Angelini da Cesena III, 191-291.
e il santo 3º definitore. Cf. Fetice da Mare 14 Giunse a Venezia il 18 aprile
1617
to, Tav ole dei capitoli generali, Parma 1940, e a Padova il 12 giugno. I1 teste da quel mo
117s. mento seguirà il santo fino all'ultimo respi
13 Sul contesto della visita alla provin ro. Su questi fatti cf. ibid., 303-314.
da di Genova, sul provincialato clifficile del
494 I FRATI CAPPUCCINI · PARTE ili
8555 Aveva animo il padre, di stare ivi a Padova per tre o quattro
giorni, per consolazione dei padri e fratelli; ma vedendo che non si
poteva aver requie né riposo, si .risolse di partire segretamente; pero
il padre guardiano 15 fece trovare una carozza e venne segretamente
dietro le mura della città, ché non era possibile andare per la 5 rrad
a
a e
ai monasterio de' frati, tutto pieno di gente, e tutte l'altre s t r
eva·
interno, e non solo di gente, ma di carozze ancora, che non si pot
no dar 1uogo; pero la carozza che doveva menar via, . an d,° al monaste·
e
no . . e venne alla porta de, carri. e cosí secretament
. per strada mcogruta
. ,
perché n on poteva
' .
che russuno se n accorse, egli entro m carozza,
16
. Circa padre Davide Panzoldi da Bo- gio cit.,
396; Arturo, San Lorenzo TV/2, 601a
gliaco di Salo (t Bassano 1631) cf. Necrolo- (índice).
o I F TI PPUC INI · PARTE III
P·
Port a O rien
. tale dove
no di
17
Per questo fatto cf. Arturo, San Lo S. Vitt ore a º·
gua.rdian
renw III, 332-339. I s1"doro Ardiz1. da Milano era a.rate.
18 s·1 trattava deI convento cappucc1- 19
Era p. Luciano da G
all
SEZIONE l1I · iESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4951
20
• Incredibile la foga di questa devo- 21Era il convento di Melzo, sul qualc
ztone popolare o di questo fanatismo devoto. cf. MHOC XV, 186s.
4952 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE III
22
Sulla permanenza a Melzo cf. Arturo, San Lorenzo III, .34.3-.345.
EZlO ' lll T Tr IONJANZ PR CE SUALI 4953
a
tà, t lmente che parevano storni quando vanno in frotta ms1eme e
s'accom modano su gl'alberi.
Arri vati quelli signori alia cella del padre, eh ben lo conosceva
no, se gettarono in terra con grandissima devozione per pigliare la
sua benedizzio ne e ragionarono con lui alcune parole, come si suole,
di divozione e cornplirnenti. S'affaticarono poi, parte i frati e altri
sec olari, che pur lo condussero a refettorio accià potesse mangia re
un poco; ma alcuni, mentre era in quella cella, per vederlo pigliarono
delle scale e andavano alla finestra; e quando li vide, ebbe grandissimo
dispiacere e disse: « Per amor di Dio, non mi travagliate, andate
via » 2}.
.
23
Giunse a Vicenza il 17 aprile 1618: 2◄ . lo provtnc1·a1e era stato in-
U capita
ibid., 349-51. dctto per il 27 aprilc 1618.
4954 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE III
loro
cbe m' ero scordato di dire ,_ che tutti volev�no toccarlo con le
rone
corone; e perché non potevano appressarsi, pigliavano fasci di co
occan·
e le legavano ad una corda e la tiravano dove era, e alle volte t
doli a quel modo il capo o altra parte del corpo scoperta, gli facevano
male.
-----
26 · , di e aste no.
ettta 29 Da Roma partí ll 10 luglio 1618.
21
. e ancora vera osservaz10-
B ellissuna Sulla sua permanenza a Napoli, nd convento
1e.an Su questo viaggio dei santo cf. Arturo, di S. Eframo Nuovo o della Concezione, cf.
Lorenw III ' 353-356• ibid., 377-382.
28
Ibid., 357-363.
4956 I FRATI. CAPPUCCINI - PARTE IIl
di tlS
aveva toccato; e sapendo che nella messa piangeva e lagrimava vo �
simamente, talmente eh'alle volte bagnava 2 o 3 fazzoletti, e di qu �
eSr
ti
desideravano averne qualcheduno, pero mi davano delli suai fazzolet
30 S. Eframo Vecchio.
SEZIO E ill · TESTIMONIANZE PROCESSUALI 4957
8569 Voglio d.ir anco questo, a proposito della messa, eh' egli, quan
do voleva d.ire la messa, voleva, purché si potesse, che fusse -sopra
l'altare una imagine della Madonna santíssima con il Bambino in brac
eio, perché era divotissimo della Madre di Dio, e tutti essortava alla
sua divozione; e quando dava la benedizzione e che faceva qualche
cosa, diceva che tutto era per orazione della Madonna; e, sempre
che poteva, diceva la messa di detta santíssima Vergine Maria, Madre
d i Dio, nostra Signora J2•
Dappoi che fussimo stati a Napoli alcuni mesi, come io ho detto,
con licenza del molto reverendo padre generale nostro, si partíssimo
da Napoli per and are a Brindesi e andassimo lontano da quindeci
rniglia italiani, ad un luogo che si chiama Caserta, e ivi stassimo alcuni
ssi. rno
8571 E furono preparate due feluche 34 per il viaggio, e anda
per entrar dentro nelle dette feluche, ma era tanto grande 1
fortuna ª
n Don Pictro Téllez Girón, conte di ro ' San Lorenzo lll, 477-523.
. ,_ e vdoce.
Urena e duca di Ossuna, sul quale d. Artu- 34 Nave vcliera p1cco1,1
SEZION · III · T · STIMONlANZ , PR SSUALJ 4959
del mare che non era possibil di partirsi; dissero i marinai: « Padre,
non e possibile di partirsi, e non sappiamo che fare. Se noi restiamo,
s aremo castigati, come quelli he fanno contra l'ordine dell'Ossona;
s'andiamo, ci mettiamo a pericolo manifesto d'annegarsi; s'andiamo
a terra via, saremo presi ». Allora disse il padre: « Orsú, andiamo
in n ome di Dio e della Madonna; e spero che il mare ci perdonerà
da dove gl'uonúni vogliono dare travaglio e ,anco la morte». Il che
udito dalli barcaruoli fatto animo, cominciarono a navigare in quella
gran fortu na e tempesta di mare; e tutti stimavano miracolo questo,
perché quelle barche non possono andare per il mare quando e gran
fo rtuna. Pur, con l'aiuto di Dio, arrivassimo a Terracino, porto ch'e
su quello del papa.
Il governatore di Napoli aveva dato ordine ad uno, ch'era guerzo
d'un occhio 35, che ci perseguitasse cosí per terra come per mare, e
vedesse d'aver il padre nelle mani o vivo o morto, e cosí ci seguiva.
Ma, non credencio che andassimo per quella fortuna cosí grande per
l'alto mare, esso andava con le sue feluche appresso a terra, e cosí
non si puote arrivare.
35
Un tipo autentico di pirata.
4 O I RATI P m
· olo di 1 scia
. v1· 1 a
m re ttav no le feluc
h
p· e ch'u v no dili enza p
r az1. di n·1 .
r1v simo G no
r p.
va.
da ta
36 Bonaventura da Napoli. Circa que- un'importantissima rdazto . ta' in,
. ne giura
, pri-
sto nturo o viaggio cf. Arturo, an Lo- 26. 9 .1620, u quello che vide e osserv�
renzo III, 534-556. ma an ora eh fo s ro istituiti i proce��
37 Q
santo da
to religioso, eh a compagno il
no a a Li hona, criss p r 1 166-170, d . 1094 (t to d lla r
I,j
tolici. Cf. Arturo, an Lorenzo 8�onel,
38
Circa questa missione in Spagna cf. a parte, nel vol. estratto Commentarii Lau
Ilarino da Milano L 'ultima missio ne di san rentiani historiei, Romae 19 9, 145-203· e
Lore nzo in difes� dei regno di Napoli naturalmente, Arturo, San Lorenzo iu'
(l618-1619), in CF 29 (1959) 273-331; e 569-642.
4962 I FRATI CAPPUCCINI · PARTE III
nato-
559, era
39
ll 22 agosto 1619, lo stesso giorno ín cuí il santo, 60 anni prima, nel 1
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4963
7 libera
857 Finite tutte queste cose, quell'anima santa, come spero,
dalla custodia e del carcere di questo corpo, salí a godere l' eterni
beni, a cui sempre aveva aspirato mentre era in questa vita 40•
E certo pareva che non avesse altro gusto, se non pensare alie
cose del cielo. E a eva singolar devozione alia beatíssima Vergine,
e sem pre, quando diceva la messa, voleva aver imagine della Madonna
santíssima con il nostro Signore nelle braceia, come ho detto di sopra.
E digiunava tutti sabbati per devozione della beatíssima Vergine;
e all'ultimo di sua vita, due anni prima che morisse, o piú, non beveva
vino, ma acqua pura e fredda, come veniva dal pozzo, e anco mangia
va una buona parte di frutti ed erbe,.-.che li, piacevano assai, se ben
non aveva buon stomaco.Morse il buon padre circa le 23 ore all'italia
na 41, il giorno, come ho detto, della Maddalena, alli 22 di luglio,
l'anno 619, con quiete e senza fare moto alcuno indecente.
40
Sulla morte dei santo cf. Francisco III, 645-705.
Leite de Faria de Guimarâes, A morte de S. 4 L Cioe verso
il tramonto del sole, al..,
Lou renço de Brindes e as homenagen s que Li le 'ore 19 circa.
sboa lhe prestou in CF 29 (1959) 332-361; 42 Su di
. ' lui cf. Arturo, San Lorenw
e ln Commentarii Laurentiani historiei cit., IV/2, 580b (índice).
204-233; in
oltre il solito Artqro, San Lorenzo
4 64 I F T1 APPUCCI I - PART III
.J ,.,
i
8580 Cominciai a conoscerlo con occasione che, mentre egli fu m ni-
. · dell'Ord'me nostro çapuccmo
. . 1e nelia provmcia
stro prov1nc1a · di Vene·
zia, mi riceve all'Ordine e mi fece dare quçsto santo abito di c�� �
ucc
uuto
no, e saranno da 3 5 anni in circa. Poi, avendo esso padre f
SEZION · UI • T STIMONlJ\NZE PROCESSUAL! 4965
8581 La divozione che 'ésso padre Brindesi porto sempre alla beatís
sima Vergine era senza fine e tanto grande che per me la tengo inespli
cabile. Per quello io potei osservare, eranô lipensieri e affetti di lui,
doppo Dia Signor nostro, indrizzati alla Madre di Dio. Questa era
l' alegrezza e il gaudio del suo cuore; a questa continuamente ricorreva;
e con quanti trattava, a tutti sempre rammemorava la Madre di Dio,
e cercava l'occasione di persuadere ad ognuno la divozion� della bea
tissim a Vergine, e soleva chiamare beati quelli che sono devoti della
Madre di Dio; e quanto piú invecchiava, tanto piú cresceva in questa
divozione e affezzione.
E si ridusse a termine che, negli ultimi anni, subito che sentiva
parl are o di Dio o della Madre di lui, subito restava come fuori di
43 Si noti quí come in breve ha rias la deposizione di Monaco aveva, invece, piµ
sunto, sen za particolari rilevanti, cio che nel, dettagliatameqt sviluppato.
11111111111
8582 L' amore che portava a Giesú Cristo Signor nastro e alia sacra
Passione di lui era ardentíssimo e tanto che essa padre moltissime
volte, per quel grande incendio e per la compassione, non si poteva
contenere né capire in se stesso. Mentre celebrava la santa messa
era costretto di mandare gemi_ti e sospiri, i quali erano tanto dolorosi
che parevano stiletti con i quali trapas�ava il cuore di chi lo sentiva.
Dava pai in un profluviq di lagrime ed era tutto trasportato dalla
. .
componz1one e co�pass10ne.
E io per me credo che quella ordinaria e tanto grande componzio
ne nascesse dalla meditazione della Passione di Giesú Cristo e delli
dolori che per cià .soffrí la beatíssima '-:;ergine, e cosí detto padre
per la compassione di Giesú e di Maria si dolesse e si struggesse;
� tanto piú, quanto che ess� padre considerava dali' altro canto la
ingratitudine de gli uomini mondani e le offese che del continuo si
fanno a sua divina Maestà e ali� beatíssima Vergine e tutti li sa nti.
e dottri-
not 32, , p r 1 u pr di azion
44
Sulla devozione alia Vergine ritor
UZlºn.
nano quasi tutte le deposizioni processuali. n m ri , lla not 350 d ll'introd red1·
eeP
Vedi, ad. e ., aí nn. 8610, 8619, 8642, 8654, g n ral alia zion Il/1: Predich
8663, 8680, 8713 ecc.; come pure qui, alla catori.
SEZIO E ill · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4967
4
Questo costume di portare sempre dolori e alla croce di Cristo cf. Arturo, San
m,
'
Lorem:o 408-412 e nota 137 per í vari li
sul petto sopra l'abito una croce era seguito
anche da san Giuseppe da Lconessa. Circa Crocifissi usati dal santo.
la devozione di san Lorenzo da Brindisi ai
4968 I FRATI CAPPUCCINI · PARTE III
46
Circa questo straordinario fcrvore -zo III,
ze processuali,. cf. Arturo, san Lo,.,,.
eucarístico, ricordato da tutte le testimonian- 413-441.
SEZIONE lil - TESTIM NlANZ PR CESSUAU 4969
lo spaz10 di quelli utlimi tre anni m zzo in circa, fino a che mo
rí.
Quando il padr fu fatto generale, io restai in Boemia e non
ebbi occasione di vedere. Ho pero inteso da altri che sempre camino
a piedi; e in questo offizio si porto rettamente e santamente.
lo ho veduto e pratticato esso padre Brindesi quando era commis
sario generale in Boemia, sicome ho detto di sopra e ho sentito e
visto quando predicava la catolica fede contro li eretici: il che faceva
con tanto fervore, che pareva un apostolo. Quando il padre fu mini
stro provinciale nella província di Genova, allora io ero nella província
nostra di Austria e di Boemia.
n ui ric. hiam
. av.a il padre, d'ice
ndo
v r ndiss1mo s1gnor cardin
ale no.
Napo. li
dr Brindesi, rivolto a m
. e suo
volontà del Signor e che 1· 0
. non
u tr volte rru sono posto in vi ag
. ' ia
nut di tralasciarlo; e pero andia mo a Napoli�
».'
n i donqu , giongessimo a Napoli e v'entrassimo
r di nott per fuggire il concorso delle genti. Entrassimo
nel m n t r nostro nuovo e, avuta la benedizzione, il padre si riti rà
ali ell . Fra poco venne il padre guardiano e disse che nel monastero
an pragionti li primi personaggi di Napoli e di tutto il regno,
eh olevano parlare col padre per cose molto importan ti. Il padre
Brindesi, udendo cio resto alquanto sospeso e interrogo che cosa VO·
1 ero. Replico il padre guardiano che quelli signori volevano parlare
con sua paternità. e che da loro averebbe inteso il che. Allora il
padre Brindesi disse al padre guardiano che introducesse quei signori
nel refettorio ché colà anch'egli sarebbe disceso.
---
gionse il padre Brindesi, con noi due compagni. E perché non vi
49
48
E una lettera del procu_ratore gene- L' ordine proveniva astutamente dai
rale in data 24.10.1618, d'ordine del card. duca d'Ossuna il card. Montalto, inteso
ot
: etiore Peretti Alessandro, detio card. Pªofo V, autodzzo di nuovo il s.anto a pro
0 ntalt seguire il viaggÍQ vers.o la Spagna, con let
o, Cf. Arturo, San Lore11zo III,
549-556; IV/2, 51s, doce. 950-952. tera del 29.3.1619: ibid., 98, doe. 1009, 3,
4972 I FRATI APPU INI - PARTE III
8592 Duro questa audienza circa tre ore; e fu con tanta sodisfazione
di sua maestà, che riel fine disse ·il re- al padre: « Neil' avvenire non
richiameremo piú. vostra paternità, ma es·sa venga quando vuole, ché
sempre le dàrerrio audienza ». Ritorno poi il padre tre altre volte,
ed ebbe di suoito. sempre audienza, e vi stava quanto voleva, ed era
1
una pazíenza mirabile enza che mai desse un minimo segno né cli
lamento né di rincrescimento.
8593 Parlava poco e stava raccolto in Dio e si mostro tutto rassegna
to n ella divina volontà. Quando parlava, ripeteva frequentemente que
ste parole « Sia laudato il Signore Iddio. ia laudata la b atíssima
Vergm e aria ». Si comunico piú volte, non potendo cel brare. Si
confessava spesso dai padre fra Girolamo da Casalnuovo, compagno
e capuccino sodetto. E !'ultima volta nella quale ricevê il santíssimo
S agramento fu nel giorno stesso cli santa Maria Maddalena, nel quale
poi spírõ. Quando si comunicava era con tanta di ozione con quanta
egli era solito di celebrare la santa messa.
II penultimo giorno di sua vita, che fu la vigília di santa Maria
Maddalena, ritrovandosi il padre con mente sana, con intell tto
sentimenti bonissimi, chiamo a s' noi du suoi compagni in prima
ci avvert.í com ià s' avvicin a all morte· poi con profondissima
umiltà e con la rim , pian endo, ci domando per ono p r amor di
Dio d'ogni fastidio che mai ci aves e d to, se b n in fatti non riceves
simo mai da lui cos a1cuna di f stidio, m s ntissimo escmpio. Inoltre
ci ringrazià d ll comp nia e fatich fatt , e aggionse che noi due
eravamo stati soli eh i onsol simo con la speranza del premio
che Iddio p r ià ci verebb dato.
due padri l' int rrogavano gli u rivano alcuna cosa, come il nom
di Giesú, egli r plicava il nom i Gi sú, e inchinava il capo e gionge
va le mani, ovv ro le pon va sopra il petto in forma di croce. Mentre
gli raccomandavano l' anima, gli, a c rti passi, alzando la faccia verso
il cielo, vi ten va gli occhi fissi in atto di profonda contemplazione
e desiderio di unirsi a Dio.
8597 Circa lo spazio di tre Miserere avanti che spirasse, fecero in
stanza quelli della corte del signor don Pietro, ricercando la benedizio
ne. lo che sempre stetti presente, dissi al padre che si compiacesse
di benedirli; ed esso padre Btindesi alzando gli occhi al cielo, stese
la mano e diede loro la benedizione, facendo il segno della santa
croce. Doppo il padre acconciõ le sue mani in croce e da se stesso
chiuse gli occhi e spirõ con tanta quiete e soavità, come se dormisse.
Morí nella festa di santa Maria Maddalena dell'anno 1619, circa
le ventidue ore. Nell'agonia, sicome in tutta l'infermità, non fece mai
alcun atto incomposto; nemeno si udiva ansare, né ranticare, né di
movere la testa; ma era nell' agonia stessa- come se dormisse. Quando
poi spirõ, allora diede segno respirando da tre volte e anelando alquan-
do fortemente [. .. ]. · '
8598 Sicome il padre avea tutta la sua confidanza ·in Dio e poi nella
beatíssima Vergine e nelli altri santi, cosí cercava che tutti sperassero
e confidassero. Ma perché la Madre di Dio e la· madre di misericordia
e di tutte le grazie, per questo egli con quanti ragionava in tale proposi
to, a tutti proponeva la divozione della beatissima Vergine. Quando
venivano gli infermi e tribolati, dava loro per consiglio che fossero
divoti della Madre di Dio. Quando benediceva alcuno, era solito di
fare il segno di santa croce dicendo: « II Signore ti benedica e la Vergi
ne Maria»; 0 vero: « La Madre di Dio vi benedica». Quando erano
persone ossesse, quelle parole: Ecce crucem Domini, fugite partes adversae.
Non si puõ puoi dire altro se non che il padre Brindesi fosse
pie no d'un'infuocata carità e verso Dio e verso il prossimo. ln tutto
il tempo che ho pratticato esso padre, non ho mai veduto alcuna
azzione in lui che jo pos�a giudicarla peccato. Nel çelebr�e la santa
mess a, doppo la consacrazione si riempiva di tanto fuoco di carità
r 7 I TI NI - PART • I
8600 Per quanto no�ai, il padre ,era ._ç\otat9 da Dio d'una prudenza
mirabile. Ho veduto personaggi g�andi che riccorrevano a lui per con·
seglio e restavano molto sodisfatti.
Quando il padr,e Brindesi fu ��rto, sua maestà. catolica die�e
ordin al signor don Pietro da Toledo che non ci fasciasse part
tre
2 • in·
i noti con quanta p n trazion pirituale il teste, un emplice fratello 1aico,
'
cli santa memoria, quale amavamo tanto; e ci spiace che non abbia
potuto compire la sua legazione; tuttavia abbiamo inteso la sostanza
e vogliamo fare conforme all'intenzione di esse padre ».
Queste e altre parole ci disse il re dalle quali conoscessimo quan
ta gran stima facesse sua maestà del padre Brindesi. Inoltre, mentre
vivea il padre, io fui presente quando presso la città di Lisbona visito
il prencipe di Spagna, adesso re, con la regina sposa e l'infante. E
viddi che fu ricevuto con tanta divozione, riverenza e amore, che
piú non si puà dire. Lo stesso faceano altri prencipi e signori grandi,
sicome io ho osservato in varie occasioni.
8601 Per quanto potei osservare, il padre Brindesi era tutto candido
e sincero nemicissimo d' ogni sorte d'ipocrisia e affetazione. II padre
era lontano da ogni parzialità; governava rettamente e giustamente.
Mi ricordo che esso padre Brindesi, trovandosi in Vienna, patí
di pietra; e, a quello si pote osservare, quei dolori erano gravissimi.
Piú volte poi l'ho veduto infermo di gotta, in modo che non si poteva
muovere, né altri lo potevano toccare senza dargli gran dolore. ln
tutte queste infermità io lo viddi sempre stare con tanta pazienza,
ché mai si lamento, né fece atto scomposto, per quanto potei osserva
re. Invocava spesso il nome di Giesú e di Maria, e rendeva grazie
a Dio e alla Vergine santíssima.
8603 E nelli ultimi tre anni e mezo in,circa, quando io gli fui compa
gno, egli _si era ridotto a tale che ordinariamente non beveva altro
che acqua semplice e na_turale ,. Ne' -sabbati e altre vigilie digiunava
con maggiore austerità. E in tutti quei rigori e asprezze si dimostrava
sempre allegro .'4• E io m'accorgevo :ahe, quando veniva l'ora di pren
dere il. cibo,. egli sentiva pena.grande. Né mi ricordo che mai deman
dasse alcuna ·cosa in .particolare, o con segni mostrasse gusto di avere
questo e quello per mangiare, come si costuma tal.volta per appetenza.
Per tutto il tempo che io conobbi il padre, lo viddi sempr e oss er
vahtissimo della Reg0la nostra Povero in,se stesso, vestiva rozzamen
.
te, senza niuna curiosità e, se avesse potuto, sarebbe vissuto d'ar ia.
ln tutte le occasioni.che io viddi e pratticai esso padre Brindesi,
lo viddi e ritrovai sempre modestíssimo e purissimo E, in quanto
.
alia castità, egli par.eva non uomo, ma angelo Era obe dientissiin�,
.
non solo al padre generale e altri supet.iori maggiori, roa a qualsivoglia
superiore locale.
8604 Da quello che viddi e pratticai, non �i puo dire altro se no�
che Dio avesse dottato esso padre Brindesi d'una contemplazione ellll·
nentíssima; e, quanto piú invecchiava, tanto piú era asserto nella con
templazione, dimodoché con tanta facilità poteva sollevarsi in Dio,
e di fatto quasi del continuo stava unito e tutto transformato in Dio.
L'umiltà di esso padre Brindesi era veramente profondissima. Egli
si chiamava, alie occorrenze, vilíssimo e miserabile peccatore. Non
poteva sopportare d' essere Iodato. Quando vedeva quei concorsi di
gente, sentiva tanto affanno che, sicome io viddi, piangeva amaramen
te e, per quanto poteva, fugiva e si nascondeva, commandando a me
che io non lasciassi entrare niuno quando celebrava; e me lo comman
dava tanto seriamente che, quando mancava, mi riprendeva e correg
geva e voleva che io tenessi chiuso il loco. ln certe cose indiferenti
si soggettava a me e voleva fare la mia volontà e non la sua, e s1
sottoponeva con tanta umiltà che era cosa di stupore.
55
E significativo che il teste, compa santo, non sappia rispondere alia domanda
gno piú int imo negli ultim.i anni di vita dei se abbia avuto visioni e rivelazíoni.
4 O I FRATI PP CINI - PARTE II
S Loretit0
·
56
Questo appare chiaramente nei vo pera omnia, su cui cf. Arturo, an
lumi dei suai sermoni manoscritti, pubbli III, 757-769.
cati ora in molti tomi dai padri cappuccini 7
' Ncl 1605.
veneti negli anni 1928-1956 a formare 1'0-
SEZIONE Ill - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4981
E quanto alia lingua ebrea, me ricordo che lui disse una volta
8601
o nella chie a dello Spirito Santo sopradetta, predicando, che
in pu lpit
uomo, il quale parlava e vivea e ax.rea avuto la língua ebrea
sape a un
ergine perfettissimamente in questo modo: cioe, che,
dalla beata
perfetta cogni zione della Scrittura e particolarmente
de iderando a er
delle grandezze della Vergine, fe' orazione ali'istessa Vergine che si
degn asse comunicarli la língua ebrea; e cosí, soprapreso da un leggiero
sonno, desto poi, si ritrovo perfettissimo mella língua ebrea, siché,
avendo letto agl'Ebrei, pronunziava tanto bene che tenevano fusse
della loro nazione. "1 4
E tutto cio diceva il padre per accennere, gl' ascoltanti alia divo
zione della gloriosíssima Vergine; e intendeva di se stesso che avea
ricevuto questa grazia, ma l' esplicava in quel modo pet: umiltà; e cosí
l'intendevano tutti o la maggior parte, perch'esso diceva: '<< lo so un
uomo che vive e parla, have avuto,questa grazia »; ,e poi nelli raggiona
menti spirituali, toccandosi il petto, dicea che aveá avuto gran grazia
e favore della gloriosíssima Vergine; ond'io che seQtiva parlare a que
sto modo e sapendo che nella religione non. avea · imparato_ la língua
ebrea, ho sempre inteso che dicesse-di seistesso, com'anco in questo
modo intendevano gl'altri 58• ..., t j , ...
l •
--
E questo lo so perch'io allora era studente e il padre~sudetto
58
Su questa perfetta conoscenza del- cf. Emmanuel el nt no d li, Memo
1, ebraico p rie storiche crono/ogi he attenenti a' F. F. i
er intervento soprannaturale, e
�ulla sua predicazione agli ebrci d. Arturo, nori cappuccini dei/a provinci di apoli.
5�n Lorenw I, 164s e nota 114, 267-316, diz. cura di . tr i nni, t. I, poli
3·547; III 448 1 2-4
'
59 • '
C1rca Ruffino da Napoli (t 1606)
49 2 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE III
8610 lo so che nella mia religione il detto padre Brindisi avea avut �
tutti li é:arichi e offici onorati che in quella si sogliono dare a' fr at1
buoni e zelanti, di diffinitore, di :visitator generale, di provinciale
r·
e finalmente fu anco generale. Li quali uffici tutti so che l'have es se
ra
citati con gran carità e zelo, e anco con malta umiltà. E questo e
noto fra di noi.
1 '
60 Fu provinciale nel 1599 e 1606. puccini nelli scuol� di ontoria sac
�d pre·
61
Era uno dei pulpiti piú famosi in 62
Splendida immagin e ideale o
su
Italia e le reportationes delle prediche era uno dicatore cappuccino nel fulgore de1
degli esercizi piú ambiti dagli studenti cap- carisma.
SEZION III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4983
63
Cf. sopra, nota 45. segretario del generale nel 1613 e 1618.
Morí nel 1622. Cf. Arturo, San Lorenw
Fu compagno dei vicario g neral
64
Girol mo da Sorbo (1596-99) e d 1 procu II, 201s e nota 31; Emmanuele Celentano
ratore gencrale Anselmo da Monopoli e da Napoli, Memorie storiche cronologiche
ncl 1602 segretario parúcolar d 1 anto cit., 544-547.
ncl triennio d l uo g neralato, e an ora
49 4 I , A t
, nd
qu t 1 bli a1 t
E ia qu d 1
m h bagna a, uno, du piú
da piú frati eh hanno vist i fazz 1 tti b g
larm nt me l'ha raeeontato il padr fr
t 65• Li quali fazzoletti ho dopoi int
65 i a a
stri da Parma (t 16,7).
to, Necrologio, 4.5.3.
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4985
8615 lo so che 'l detto padre fra Lorenzo da Brindisi, essendo ap
presso l'imperadore, ritrovandosi ad essortare l'essercito cristiano a
combattere valorosamente contro l'essercito de? Turchi, egli con una
croce in mano, montato a cavallo, precedendo l'essercito cristiano,
dato il segno della battaglia, segnando piú volte col segno della croce
l'essercito contrario, fermo tutte le palle d'archibugi, artiglierie e saet
te de' nemici, in modo che non passavano il suo cavallo. E una palla
grossa d'artiglieria resto nella sella del suo cavallo.
E questo l'ho inteso dallo stesso padre fra Lorenzo mentre predi
cava nella chiesa dello Spirito Santo di Napoli, ragionando in questo
67
Cf. sopra, nota 58. sistíca Lutheranismi Hypotyposis. Il fatto e
68
Questo predicante era Policarpo spi egato dettagliatamente da Arturo, San Lo
Lciser (Laisero), che costringerà san Loren renzo II, 355-415.
zo a scrivere la sua famosa opera controver-
49 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE III
modo: � lo so una persona che vive e parla, che con divozion e de}
antis irno segno della croce e della santíssima Vei:gine ha fe rmat
le palle d'artiglierie, globbi infocati e saette che non passav ano �
uo ca allo in offensione dell'essercito cristiano. E, per maggior mira.
colo, una palla grossa resto nell' arcione della sella di quest'uomo che
vive e parla. Ed, essendo i Turchi in numero assai piú de' cristiani
furono tutti fugati e in gtan parte uccisi, restando l'essercito cristiano'
eh'era minore in numero e stato, e lasso per le continue battaglie,
vittorioso miracolosamente ».
tr o
8617 lo so che 'l padre fra Lorenzo da Brindisi giunse nel n°s
,
luogo della Torre de! Greco, di guesta diocesi, molti anni sono �
tempo che andava in Spagna, mandato dallij çittà di Napoli, e tn1
dissero che giunse a cavallo, perch'era aggravato da podagra, d a uoa
te
certa villa vicino detta Torr , secondo fu detto ' e miracol osamen
l
. t . • 5,Lo-
Circa questo episodio che si rifedsce alla b�ttaglia di 1\lbareale d. J\rtur0, an
69
.
renzo II, 133-192. .., r.
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUALI 4987
' i
nondimeno si ricor-
dava a suo temp9 di tutto quelio che le avevano detto li frati, quali
di. cio si stupiv.ano. , � / -
Era talmente pronto in trattare delia Sacra Scrittura, tanto nel
citare il testo ebreo come il latino, che parea avesse tutta la Bibia
J • J J
8619 Dico che nella sua cella e nell'altare dove dicev messa, aveva
sempre qualche divota Únmagine della beata Vergine; e quando'entravà
la prima volta nella cella preparatagli per il 'viaggio, ó' célebtava in qual
che altro altare dove· non aveva· celebrato altra· voltà' la messa } la prima
cosa dava un'occhiata se vi vedeva l'immagine della 'beata Ve�gine; e,
nel vederla, si ·scorgeva nel voltó il ·gusto che séntiva nel cuore.
Percio i frati, per êonsolarlo� mettevano sempre nella cella dove
aveva da stare, o rnell'altare dove doveva-: celebrare, qu'alche bella im
magine della beata Vergine; e, se n�n l'avevano i'n casa;'se fa ·facevano
imprestare. Avanti detta immagirí� orava dettb fra Tiorenzo Brindisi
con tanto fervore e divozione che, per l'affetto interno, era sforzato
a prorompere ih voce esteriore di giubilo: · « Ah, ·'mia Signora! »; repe
tendo questa parola piú volte: « Beato chi ti vuol bene! Beato chi
ti porta nel cuore! », e simili altri affetti.
gliato, divent-0 grasso come prima: Questo l'ho sentjto al detto p adr
e
· • r
denza cf. e
Circa quest'a corrispon
74 76 •
Devozione popolare. ,.. 55.51.
n Formula tradizionale nell'Ordine. preci_saziotú di Arturo, SAn Lorent-0 L
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4991
E vero che detto padre fra Lorenzo Brindisi era divotissimo della
croce, essortando il popolo a segnarsi spesso col segno della santa
croce. Con questo segno segnava l'infermi. Nel bastohe che portava
per viaggio vi era la croce. Di giorno e di notte portava apeso al
collo una bella croce di legno, di longhezza d'un palmo e mezzo in
circa, e di larghezza uno. ln detta croce vi erano alcune reliquie,
e particolarmente vi era del legno verace della croce e del santíssimo
sangue di nostro Signore. E cosí 1e stato ed 'e vero.
8622 ln tre anni che io sono stato suo compagno, mai lasso la messa
per negozio urgente che avesse o infirmità corporale. Andando per
viaggio, se l'occorreva fermarsi in qua' lche luogo sopravenendo, lá• not
te, la prima cosa voleva assicurarsi se vi saria stata la corhmodità
di dir la messa la seguent� mattina.
Diceva quasi sempre la messa della Madonna, eccette certe solen
nità principali di nostro Signbre o dé' santi principali. Stava per ordi
nario sette o otto ore ali'altare; e, nelle solennità,I sin diece o dodeci,
particolarmente dove aveva capelle secrete, come in Gehova, Pavia e
simili. E una volta in Genova, la hbtte di Natale, in una capella sotto
il coro, cominciõ la messa alie cinque ore di notte e fení alle vent'ore.
Non si possono esprimere l'affetti ·suoi nella messa, i sospiri. Co
me ebrio dell'amore divino, prorompeva talvolta in parole come par
lasse con Giesú Cristo o con la sua Madre santíssima. ·L'ho' veduto
tal volta trasformarsi in faccia come di fuoco. Aveva il dono delle
il
lacrime nella messa, che bagniava fazzolétto dél laval:,o dove sgorga
va le lagrime.
Questi fazoleti sono stati servati ·da molti' per devozione 'e, aplica
ti ad alcuni infermi, hanno ricevuto grazia di sanità, come · appare
nei processi d'informazionê presi da me per' ordine �della religione
e mandati alia sacra Congregazione. ' '
' 1
8623 Mai, nei sudetti tre anni, lasciõ "la messa; quantonque molte
volte fosse ínfermo di podagra alle mani e piedi, della qual podagra
Pativa spesso, o vero avesse altra infirmità, mai lascio la messa. E
quel che faceva meravigliare i frati, i seculari e i mediei, era che,
stando in letto, era necessario con un ce.rchio sostenere in alto le
4992 I FRATI CAPPUCCINI • PARTE III
E anch'io tengo che sia cosí, poiché, dicendole una volta io:
« Padre, la reverenza' yos,tra non vª'da a dir mess�, perché patirà trop-
po, ess_�ndo. cosí infçrmo ·di piedj », mi, rispose: 1« Eh, eh! Quando
sono all'aitare si, mitiga il dolote ». };:pur� naturalmente doveva cresce
re; cosí dicono rutti quelli _che patiscono <;li ,podagra. )o., quando ho
qu«:_sto mal� ai,piedi, n9.n posso t:µvolta fermarmi sui piedi né anco
un Miserer.5; e quando. il male ,e in rigore, non posso con i piedi tocare
la terrt1i" E cosí e st�to. ed .,e
vero. , � :, s •...
'" ,J l �
r--.
,. \ - r ;_ ,.
"-J .l-J ..
8621 Neil'an�o lqJ3 fu.:,mandatq �il- p�dre fra Lorenz9 Brindisi visi
tator generale in questa . p__rovinci� di Çenova, che allora stava unit a
col Pie_monte., Celebrqril&api!olo a J?avfa, nel quale fu el�tto provinda·
le quasi con tutti i voti de' padri vocali S'opose a questa elezzione
.
q�anto, pu9tt, _scu_sando�i che per la sua indisposizione' non pote:ª
visitare . ..,Tuttavia i ,padrj '?PCali non volsei:o elegere altro che lui. Scris·
se alli molto � revçr�ndi pa�Cgenerali e P..t;ocuratori. dell'Ordine che
ro
non confirmassero tale elezzione; ma, essi la confirmo !no e disse
che tale era la mente del signor cardinale protettore e dei sotIUil
º
11
Monsignore gli commândb êl;i� gli �âes�e la benecÍizione, dicendo: « Pa
d.re, queste'g�nti vogliono.là b�nedizzioRe da voi e non da me.,Conso
1
late que�t� popolo / dat;gli lk l5enedizzi�ne >�. E cosi, ""chinato il ca po,
r !
obediva, �lb'eh�•-,si �edeva �he' ló f�cê1vij sfÓrzatilmerité e éon ·verecon
dia. L r istesso· fà��va .fittlta lá p��âic1, 'côrri�á�aandóli i v�scovi che
disse ·1ã· hfh�â�ion�" in -pclpito. E-·"cosí e \t1to ed 1 v�r�:
ª
... 1� ,.. 'Jii 1: i fli "l ., · q í!t J ' .., 1 -: • •' " , ..; r J
.
Ruffini, gíà 1'vicario di fÁIJ monsignor illustrissimo, al presente vescovo di
,J
J J
.. . .l{ • G , _ • 1- ' l
s·avona, ho }ntesõ in v9ce e me ne ha1 fatto fede scritta e sottoscritta
cÍi ��a ma�o, ,
che
'
in Prag· a, �ell' adno
• 1 r 31 ( >
f608, ·avendo,
inteso il padre fra
Lorenzo che un ministro predicante del duca1 di Sassonia aveva pr�dica-
to in un grari' cortile �ublicamente cpd�ro ,
i1,, sa�tissÚno sag;amento de!-'
l'Eucarestia, tollerand9 cio l'imp�rat1orr, il P_adre fra Lorenzo e;�a mo
grande�ente in pulpito di questa cos�; e, invitati ttti µ
i ministn 1mpe·
r�aµ, baroni, e per�onaggi eh� -p9tf,· ,sfipo il, pett<?' predicant� � pub blica
disputa per la domenica I segu�nte per disputare con 1 i intorn� alla
verità del santíssimo sagramento dell'Euc;re 'ti� ché vole va fargli co·
noscere che la dottrina che esso ministro aveva predicata era falsa.
, Ma, venuta la domenica, non v0lse esso predicante· comparite,
anzi. ricusõ di venire; .onde: all'ora solita, il padre Brindesi ascese
SEZIONE IIl - TESTIMONIANZE PROCES UALI 4995
01 ).
• 79 L' episodi.o riguarda ancora la dispu- nia e morí a Llnz (Austria) il 4.4.1620. Cf.
ta dei 12 luglio 1 p07 çontro gli erroó di Po Necr;ologio cit., 172; di questo fratello par.
licarpo Leiser, di cui alla nota 68. la anche la deposizione di Alberto Rollini da
80 No.;ara (cf. nn.· 8681, 8684).
Intende dire fr. Macario da Verona,
che fu compagno di san.Lorenzo in Germa, J
I I
O V o
ce . Per
nnio del
per one. Gli andava con gran mortificazione d gl' occhi .. I1 parlare con
a,
loro era consid ratissimo e brevíssimo , quando piú pr est o potev
1 di a da loro. co Í e stato ed e V ro.
li alui
ami o di rbe, di
dire
d 11
�
Questo reverendo padre era· amatÔre âel Signor nostro G1esú Cri
sto e della sua Passione, e so e ho veduto che per segno portava
una croce apesa al collo dei legno del padre san Francesco, con gran
devozione, cosí il giorn'.o come la ·notte. :.
m·
8634 Per íl spazio di un anno in circa che io l'ho pratticato, ac co
pagnato e servito, in infermità e anco in altro tempo, sempr e il r
eve·
altar
rendo padre ha celebrato ogni mattina la santa messa, e so pra l'
. . . s so
. della sant1ss1ma
v�1eva 1,.1mag1ne V ergme; e frequenteme�te, e po ai
u
dir sempre, celebrava la messa ad essa santíssima Vergme, la q
tro
durava nel tempo della grave infermità sino a cinque ore; e in al
to ,
tempo che non era travag1.lato dal male, durava la santa messa ot
81
eirca i· . o, morto a V
· qu sto re1g10 n zia il 19.11.1659 cf. , gz.o
Necro,o
cit ·• 52,.
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 4999
1 • 1 83 ll
1 , ! 1 ,
1 1
82
Si conf;onti �on la pratica contem
plativa di san Felice da Canta1ice, che e mol-. miere, vedi piú avanti la' deposizione (nn.
to analoga. Cf. sopra, nn. 8182, 8202 ecc. 8641,8650). 1 111
5000 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE llI
erra.
li commandà che venisse a lui e tacesse. Venne e si gettõ a t
e
Il padre le mise la solla con il piede sopra la bocca e le disse: <�L �:
,
su, figliuola ». E avendole det�e alc�ne 'pa�ole in un a. orecchia o
. ; . red
. , ed essa s1 parti sana e salva con qu1etezza; e per me c
licenz10;
SEZIONE III - TESTIM NIANZE PROCESSUALI 5001
84
Dalle lettere del santo edít da Ar frequent qu sta invocazione alla fine d lia
turo, San Lorenzo IV/1, 19-99, risu1ta piú 1 ttera.
Fl Tl INl 1 /\ 1 llI
'</ rgin 1.
orno.
LJ •nt'.) tfh S!
,., r (.l J;:
6. Deposizione di fra':>FrancescoGdaLVaidobbiadene
r r 01.:õ
el processo apostolico Vicenza venne interrogato anche un altro fratello
di
ch
infermiere piú famoso del precedente, J<rancesco Bertollo. da Valdobb iade n e, e
esercità nella província v neta questo suo u/ficio per flQ anni 85• Egli ri,nase ª
ca
servizio del santo per circa mezzo anno dalla fine dei 1616. Ma ricorda �
particolare gusto anche la sua predicazione quare$imale te,nuta a Manto va
n;
(Pro . apost, di Vic za d 1 1 27-2 � A /2,
161.5 con a/cuni dettagli interessanti
Arch. Congr. SS. Rituum Proc. 374/II, ff. 78r ss; Arturo, an Lor nzo rV. 1
85 i'ª lpe·
ondo il Necrologio ( it., 159), vr bb ritto due Ubri di m d CUl naro,
t
qu sto fr llo 1 i o, m to a nezi n l ud nimo di Dal Bos o detto 11 8
1640, ssist tt gli app stati n 1163 � 1 f. Lexicon cap., 6 9s.
SEZIONE llI · TE TIMONIANZE PROCESSUALJ 5003
8642 Che questo reverendo padre fosse devoto della santíssima Ver
gine, questo e verissimo e ho sempre sentito da tutti li frati universal
mente aver questa opiniohe di lui; e l'ho. veduto che digiunava tutti
li sabbati, sano e infermo, viaggiando e non viaggian�o, cioe che ancor
che stracco del viaggio, ovvero afflitto dall'infermità e massime dí
gotte, mai voleva lassar il dígiuno del sabbato per riverenza della
Madonna. E quando parlava o sentiva a parlar delle lodí della santíssi
ma Vergine, si vedeva che aveva gran gusto spirituale.
E voglio dir questo, che, venendo con esso lui in barca da Verona
verso Venezia, quel barcarolo, che· era .un povero vecchiarello, inco
mincio a raggionar· delle lodi della santíssima Vergine da Loreto con
quella sua roza simplicità; e si vedeva che il padre sentiva grand íssimo
gusto e ascoltava con silenzio e umiltà grande, che io per me restavo
ammirato vedendo un tanto uomo ascoltar con tanto gusto quella sim
plicità s1. E fornito che' ebbe il generalato, si ritiro con licenza delli
superiori nella santa casa di Loretto per un spazio di tempo, dicendo
86
ln realtà il guardianato di san Lo .569s.
renzo nel convento dei Redentore cbbe luogo 87 Bellissima istantanea manifestata
nel 1.597-98. Cf. Arruro, San Lorenzo 1, con altrettanta semplicità.
TI PP INI - PART III
1 · E q
esto ho
· 1·
(nn. 86) . 40) 1 not 80
Su qu ti r ligio í cf. la d po izione pr
SEZIONE ill - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5005
8645 E ancor che il suo cibo fosse tanto parco e li dolori cosí grandi,
ad ogni modo il giorno seguente lo portavimo a basso a dir la santa
messa, né mai la volse lassar pur una volta. E questo ho veduto e
p ratticato, perché, essendo io infermiero di quel loco, continuamente
li facevo la carità. E a giudizio mi avendo pratticato tanti infermi
di podagra, umanamente parlando noo era possibile che il padre potes
se soportar tali dolori, e massime tar in piedi come stava, se dalia
mano del Signor non era a iutato; sí che a me par un miracolo e
dono sopranaturale. E ho osservato ancor questo, che, quando lui
era sano cioe che poteva caminare, quando che aveva fornita la messa
perché veniva in reffettorio, se li vedeva la faccia transformata che
pareva eh avesse un gran calore ancor che la staggione fosse &ed_..
díssima.
89
Espressioni dialettali che significano: lo facevamo accomodare su una sedia.
T FRATI Pt1: .TNT PAR , til
La.
s rvo d I Sig
n r
0 nelle
r qu to
m ro i
1Ul.
n carit , um'lta t> .
gno, v mv a:lla c lla n a
va
...,_ÃÃ-.... i�zion ; il · tnil nco faceva p r
u to h visto ritrovandomi nelli sudetti luoch i e
r trad da M n agnana a Est ; e questo fu già 3
1 ire 90
,
6. 1, I 161 .
SEZIONE III· TESTlMONIANZE PROCESSUAL! 5007
93
92
La caduta, la fine. Cf. Is 3, 1-4 (Vu/g.).
00 I FRATI APPU INI - PARTE III
1
94 Ferdinando Gonzagí¼, cardinale e · · ZlQ-
stp fatto, come si sa, died� Ull
· alla fu·
.' . di
poi duca di Mantova (1612-1626). nesta guerra di success1o.ne al ducato hi
ec c
95 Infatti proprio alia fine deli'anno Mantova che fece calare 1 1anzi·chen bbe,
. cc re
1627, quando già era in corso il processo mtrodusse nel Milanese 1a peste, a • .
, d struz10
apostolico di Vicenza (1627-28), si era la fame e la miseria e porto alla i
estinto il duca Vincenzo II Gonzaga e con ne di Mantova.
lui il ramo prinçipale dei Gonzaga. Que-
SEZTON III · TESTIM NTANZE PROCESSUAL! 5009
a Venezia si trovo ammatato accanto a !ui e sottoposto alle stesse cure. Le indica-
zioni sono sobrie e veloci e, insieme a qualche episodio significativo, /anno intra
vedere il cammino spirituale e l'opera delta grazia che andava forgiando il santo
ai /uturi compiti di predicatore innamorato di Maria, dotato di pro/onda umiltà
e de! carisma dell'orazione, con una facilità prodigiosa nello studio e mostruosa
mente qualificato nelta scienza e lingue bibliche (Proc. apost. di Vicenza del
1627-28: ASV, Arch. Congr. SS. Rituum Proc. 374/II, ff. 61r ss; Arturo,
San Lorenzo IV/2, 285-288, doe. 1139).
96
Daniele Nicoliviti da Ven zia (t mani di p. Lor nzo d B rg mo e, col nome
1645) avev a fatto il noviziato n 1573-1574 cli fr. Lor nzo da Brincli i inizi il n vizi .
ed era professo emplice da circa s i m si to tto la guida cU p. Ruffino d nt' r-
quando venne il giovane Giulio sar ri• o Vi ntino. Notizi biogr fich d 1 t t
cevette l'abito religio o il 19.2.1575 dali nel Necrologio, 74.
5010 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE ill
0
8653 Sopra questo articolo non so altro, se non che mi rac c0rd
San
che in Venezia il detto padre Brindesi fu fatto predicare in
98
nel
l O
97 La notizia e esatta. Lo scritto ven
La predicazione ebbe uog 0 J
98
ne pubblicato a Padova nel 19.3.5 come vol. 1582. Sul fatto cf. Arturo, San io,enz tJ
IU dell' Opera omnia col titolo: Exp/anatio C •tic
175 s e soprattutto 5 .37-541 ( == N�ttJ � tJ ·
in Genesim (çf. Felix a Mareto, Bibliographia sul/a ma/attia e sul/a prima predica��one
p
::;:=.:::_;_-.-·
-- -.------ . ::-::::.a:=:�
-----•.. ...- - --:_
--=- ��"
� '\O\ -�,0,
J&,r:· ri-t\_
Fig. 105 - La benedizione di san Lorenzo da Brindisi
8655 E vero che il detto padre essortava tutti nel parlare e nel
predicar ad esser devoti della beata Vergine Maria. E il detto padre
99
li santo dovette sospendere gli va ricevuto l'abito cappuccioo. li p. Fetice
srudi e venne invi.ato a Oderzo nella pri d' Ampezzo morí nel 1586 Cf. Necrolo
mavera del 1580, dove era guardiano Lo gio, 605.
renzo da Bergamo (t 1593) dal quale ave-
....
012 I RAil APPU INI · PARTE III
100
L' anno e, 1mprec1s0;
. . il fatto avven-
101 Cioe nel 1615.
ne ne] 1578 o 1579. Cf. Arturo, San Loren 1o2 Is 3, 1-4 (Vulg.).
:w I, 538.
5014 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE ID
z
E il tutto fece cader con essageraion grande · " ·
sopra la casa di s
ua
altezza, all, aperta predicen do ehe presto sana f1ruta, dove che si dice-
va che senza altro da sua altezza s,averebbe mandato via.
II che essendo subito stato riferito a sua altezza, e ne ve
nn
alia citta e fece chiamar il padre predicatore con molta familiari t:
e carezze lo menõ ad ascoltar la compieta eh cantavano con mu ic
a
in Santa Barbara; il che fu d.i gran srupor ad o ni uno, n' fu detto
né fatto piú cosa alcuna; anzi che pur allora ua altezza v niva ad
ascoltarlo ed ebbe a dir queste parole verso alcuni gentiluomin i: << Queste
sono persone degne d, essere ascoltate � .
II venerdí santo, finita eh' ebbe il padre la pr dic ua altezza
con gran quantità de signori e popolo che non pote no tar né in
chiesa né in coro, l' accompagnarono al loco no tro do di e la mes a
che duro due ore. E poi vedendo eh · niun i vol va partir senza
la sua benedizzione, s n ando per chie a 1 di d ad ogni uno,
con stupor di sua altezza d tu ti qu ili igno i conti, marchesi
e altri, di tal novi , mas im eh in tutt 1 qu drag sima non fu
mai molestato e da podú visitato. queste co e 1 so perché mi
ritrovai presente, né lu' i l cio m · ved re in tutta la quaresima
fuori delle sue tanzie.
,
lO} San Lortnz0
Circa Arscnio Barozzi (o Bízzot cf. Necro/.ogio cit., 50; Arturo,
to?) da Venczia, morto a Vicenza ncl 1633 IV/2, 579a (índice).
EZIONE lI1 - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5015
8660 E vero che il reverendo padre fra Lorenzo era di vivo ingegno
e di felicíssima memoria, e divenne non solo segnalato filosofo, ma
anco dottissimo teologo e seppe varie lingue, cioe la latina, greca,
ebrea, caldea, germanica e in parte la francese e spagnuola, ed ebbe
alia memoria il testo quasi tutto della sacra Bíblia e fu studioso delle
sacre lettere singolarmente, di giorno e notte, in casa e fuori, anco
mentre faceva viaggio. Lesse quasi tutti i sacri scrittori ed era versato
in tutto.
lo so le cose che ho dette di sopra perché ho conversato longo
tempo con detto padre Lorenzo, cioe quattro anni in circa in Venezia
mentre che eravamo chierici, tre anni mentre che lui fu provinciale
e io ero guardiano in Monteforte e parte in Montagnana e in parte
anco a Conegliano, e l'ho sentito leggere in Venezia molte volte e molte
volte l'ho sentito a predicare con moita dottrina in diversi luochi.
L'ho anco sentito a disputar con filosofi, particolarmente nella
città di Gorizia, con molto suo onore e con confusione delli aversari;
e so che piú volte sono stati molti a dimandarli parere sopra cose
molto difficili della nostra religione e· anco di altre; e quando mi
ha occorso far viaggio con lui, il che e· stato diverse volte, sempre
gli proponeva qualche difficoltà, presa in particolare da' sacri salmi;
e, avendo sentito il parere de' compagni, egli poi portava esposizioni
e sentimenti singolari, etc.
la divina parola >> 104• altr volte ancora l'ho entito n Venez ia
,
1n Padova, V rona, Mantova, in Roma in diversi tempi. E quanto
a1 contesti, ve ne ariano molti, ma sono morti.
105
Cioe « visitatore sopra le fabriche >>, come dice al n. 8667.
01 I FRATI APPU INI - PART III
visitato li suoi monasteri á -'píedi- :con J. grán pericofo della sua vita,
1 •
e li visito tut'ti; cosa che flon' ha fattô ·alcun altro ·g'enerale; ha passato
T
eglí pero la 'visito rsempre a piedi 107• E quando �arivava alli monaste·
ri, se ben e solito nelle nostre religioni Hi conceder un materazzo
alle persone stracche óltre il pagliarizzo, ad ogni ·modo egli non lo
voleva e voleva riposar solamente sopra il pagliarizzo..
Che poi andasse ai mattutino la notte ancor "che stracco, quest0
non lo so, ma e ben vero che nel suo generalato n�n ha' mai sparagnato
1 , 1
,,
t •
106
Tre di questi religiosi sono già logio, 299).
o ed
noti per le loro deposizioni; p. Germano 107
Questo fatto ha colpito �olt
da Bergamo fu per molti anni maestro dei e ripetuto nelle varie deposízioru.
novizi e morí a Vicenza nel 1635 (Necro-
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5019
8668 E vero che per molti anni il sudetto padre, di ordine del som
mo pontefice, predico la fede catolica · agli ebrei publicamente, parlan
do in lingua ebraica, convincend0 e ·con · fondendo frequentemente gli
ebrei; e nella província di Genoa, in piú città, ha predicato alli ebrei
parimente ' con tanto fervore che li medesimi' piú vecchi rabini se
ne meravigliavano e, pieni di confusione, dicevano non aver mài senti-
to un símile.
lo medesimo l'ho sentito predicar in Roma agli ebrei nella chiesa
deputata a tal fine, il giorno di sabbato, cinque o sei volte in circa;
e ho sentito degl'ebrei allora dire che non era possibile che questo
padre non fosse stato prima ebreo, mostrando lui tanta cognizione
delle cose ebraiche; e so parimente che alle sue predicazioni molti
si convertirono, perché lui me l'ha detto e l'ho sep.tito dire ad altri
mentre ero in Roma e anco in altri luochi; e questo fu sotto il pontifi-
I RATI PI U INI · PART' III
ios • nt 1. ali . 1a
ovmc . d'1 Genoa,
. et aud'ztu proprio, ma solamente
al una de vtsu
m 1 alt p sone, te.
_;J
8670 lo non ho conosciuto questo padre· da; putto, perché eta nella
religione tre anni prima_di me,1 ma so bene che nelli primi anni che
lo vidi nella religione era debolissimo, pieno d'infermità e perde aveva
molti .cauterii e si duhitt1va che� div;eºtasse tisico; ma ad ogni modo
non lo spaventorno mai l'asprezze.., d�lla religiqne ,. ,ma stete sempre
saldo e costante; e nelle sue infermità, dalle quali era travagliato gra n
dissimamente, dimostrç, gran pazienza, né mai si lamentava, fuori c;he
alcune volte lo. sentivo, dire: << Ohime! », e ha s.empre mostrato gran
fortezza e costanz� in mpderare e rafrenarei · le passiop.i dell' animo
suo e nel conservar la mansuetudine e piacevolezza con perseveranza.
Queste cose le so perch� ho avuto _sua prattica, e faimiliai:it à., co me
ho detto di ,sopra.
l 1
' · f Artur0
108 Questa aff ermazione e un lapsus pontificat di Clemente VIII. C ·
547 '
del teste. San Lorenzo predico agli ebrei San Lorenzo I, 296, e specie 543-
a Roma nel biennio 1592-1594 durante il
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5021
109
Come veniva analiticamente spie• dd primo volume di questa raccolta doeu-
gato nei commenti cappuccini alla Regola, mentaria.
da noi riportati, in parte, nella sezione III
5 22 RATI APP C INI. PARTE III
del santo a Milano sia ,Prima_ de! 1uo_ft1Jeralato c�e ,dopo1., cÕm.e pu�e pote ra cco·
,
gliere molti giudizi e notizie di prima mano. Ne �risulta un ritratto delicato e
ª
già circonfuso di un tono agiografico e meraviglioso� _;na pur �empre legat o
precísi fatti ed episodi visti di persona o provati da 'attre testimonianze (Pr '.
oc
apost. di Milano dei 162829: ASV, Arch. 'Congr.• SS. Rituum Proc. 37 o,
ff 639ss; Artu�o, San Lorenzo N/2, 312-317, doe. 11.46).�
- 1
L •
t
111
E il convento nuovo, fondato od
' del santo a1 tempo del provincialato vene
1593, dentro le mura ddla città, e dedica to e del guardianato di Venezia nd
to all'Immacolata Concezione, reso famo 1597-98; nel 1601 accompagno il santo nd
so dal Manzoni nd suo romanzo (cf. la spedizione d'Ungheria. Morí ad Arco
MHOC XV, 191s). nel 1612
iu
Michde da Bologna fu compagno
4 F TI AlPU Nl- PAR III
8677 Mi racconto di piú altre cose segnalate ·che adesso non posso
testimoniare p�rché di presente nem mi sovvengono con quella c ertez·
za che si conviene per deporle in causa tanto grave. Questo fra Mic he·
le mi raconto le sodette cose in questa città di Milano, nel sode tto
convento nos'tro di Porta Orientale, in una cella, quando esso p adr_e
Brindesi veniva da Germania e andava a Roma. Con questo fra Mi·
chele io ho pratticato assai e in vari luoghi, e sempre l'ho conosci�t�
e ritrovato per un servo di Dio molto virtuoso, di gra nde int egrit
a
113
Si nota qui già il tono meraviglioso.
EZIO E III TE TIMONIANZE PROCESSUALI 5025
114
Di cui sopra, alia nota 80.
l Il tt PI\H'I F 111
u t
o
mi f
ti dri
i, allegri
·
v · 11 V rgine anti sima
fu d d m lti frati nostri che
d v m n 11 ap ll tto al coro del monaste-
r a all ·a un' ima in di rili v d li V rgine santissi-
m i i i tr v , patl a d tto padr Brind si.
Di iú in G rmania in Italia ho int so da molti e mólti che
o padr Brindesi avea conseguito la língua ebraica p r dono singola
r di essa beatíssima Vergine signora nostra. Quanto alli altri santi,
egli era grandemente divoto di tutti e gli riveriva e venerava le imagi u
ni e le reliquie loro.
r•
8681 Per questa sua gran divoziope, mentre egli era ministro provin-
ciale nella província lnost�a di Genova, 'mando ín Germania un suo
compagno, doe il sodetto fra Macario eda Verona, professo capuccino,
e me insieme, e ci díede ordíne che tratt,assimQ con il sereníssimo
signor duca di Baviera per ottenere da lui alcune sante reliquie. An
dassímo e ottenessimo da detto sereníssimo Je reliquie con 1 dovuta
autentichezza; ed etano tante che carica\'ano due some� e noi le faces
simo condurre in .,, Italia; e, furono,' consegnate parte al d tto pad re
. o
Brindesi e parte al sudetto padre Giacinto Natta da Ca ale cappu,ccm .
)
in vita sua un gran -servo di Dio, pieno ,di vera santità; e questo
êoncetto e "cresciuio in , me· dopo la mtirt� di lui; e per quanto io
posso vederé, questo e anco .,il sentimento' commune di quelli che
hanno cognizione di aêtto pádre· Brindesi, non solo in ltalia, ma anco
in Germania e 'in Sí:fagnà.
Quanto alla Germania, io ho veduto' che detto padre Brindesi
era tenuto per uomo di santità primierámente
r
dalla sereníssima casa
d' Austria, poi dal signor duca di Baviera e dalla signora madama;
inoltre da altri baroni e signori 'principali, con i quali tutti mi e avve
nuto a ragionare con occasione che io fui mandato in Germania da
detto padre Brindesi, come ho detto di sopra, e in oltre perché io
fui compagno del sodetto padre fra Giacinto mentre fui in Germania
per gli affari della Lega catolica e· altrí pegozi gravL pubblici 115•
ln Lantzuvet, città sotto il signor duca di Baviera, vi fu anche
una signora princípale che mi scongiurõ a darle un poco dell' abito
del detto padre Brindesi, e lo riceve con somma divozione, e protest0
publicamente che faceva tanta stima
,
delle cose del detto padre Brinde-
m Circa il contributo dato da san Lo• ca cf. le oss rvazioni conclusive di Art uro,
renzo per la fondazion d lla Lega Cattoli- an Loren�o II, 646-48 .
• ZI N • lll • TlM NIANZ • PR C • SSUALI 5029
nd o
tare
co min-
V
p r molt
or v ll s
1 z 1 p all 1 1er E qu to io
h d d h un gr n miracolo.
E, itr omi io in nova, n 1 sod ttó convento nostro della
Con zzion , io ntii il m clico ordmario de' frati no tri, chiamato,
r quanto mi ricordo, il signor Orazio, il quale, considerando lo
stato del padre Brindesi mentre si ritrovava con gotta e vedendo che
si face a portare all'altare e che poi acquistava forze e celebrava,
come sopra, la messa, continuandovi per molte ore, disse e affermà
che egli reputava questo · per ún grande miracolo.
Quanto alli affetti chê predominavano' il detto padre Brindesi
nel celeb�are la santa messa,' io ho notato in lui affetti singolarissimi
e divini, come di componzione, nella quale spargeva grande ab�ondan
za di lagrime, e io vedevo che bagnava di lagrime molti fazzoletti.
Di piú, affetti di liquefazzione e di giubilo spirituale che pareva si
struggesse. Di piú, affetti di astrazzione e rapimento in Dio, che per
cio detto padre in celebrando restava talv�lta tutt� assorto in Dio;
e sempre egli era divotissimo 11(
8689 Inoltre l'anno del 1616 io ancÍavo a Roma con fra Zeferino
da Como, professo capuccino. Giongessimo a Pavia, e una mattina
buon'ora, che fu del mese di luglio, s'avviassimo verso Voghera. Per
strada fossimo arrivati da una caroccia, nella quale vi er� monsignore
allora vicario generale di Pavia, con due altri canonici. {)etto monsi
gnore ci invito a pranzo seco in un suo luogo pos�o su la Pamarana
e ci disse che andava per incôntrare il detto padr �rind si; ggionse
eh egli ra molto obligato. Noi lo ringrazia imo ri usas imo per
16Inter s nt qu ta applicazion di i f no ·
rdin ri o s rvati nell d
nozioni · t ol ia mi ti a p int r tare vozion tt d ant .
• ZI • III · t TIM NIANZ PR ESSUALI 5031
1
10. Deposizione di padre .,Frances�o Tomielli "da.'Novara
r s-.· , � -,,e- r_,
.,
1 •r r• ',,
. da .
- • - ' � ..l. -
che egli predico sempre dottrina catolica, conforme in tutto alia santa
romana Chiesa.
Di piú e similmente publico e notorio che, non solo predico fra
catolici, ma ancora alli eretici e alli ebrei per convertirli; e massime
in Germania e in altre città d'Italia ove si trovano ebrei. Di piú
esso padre Brindesi intraprese molte altre fatiche, sí per mantenere
e difendere la catolica fede, come anco per propagada.
8693 Caminà a tale effetto per diverse parti del mondo, come in
Germania, in Spagna e per l'Italia, trattando ora con sua santità,
ora con la maestà cesarea, ora con la maestà catolica, ora con altri
prencipi. E in questi viaggi io l' alloggiai piú volte nel sudetto convento
nostro di Milano, mentre egli andava e ritornava. ·
E so che esso padre Brindesi con l' aiuto della divina grazia tanto
fece e tanto disse che la Santa Sede Apostolica e le due sodette maestà
cesarea e catolica e il sereníssimo di ·Bavierá e altri prencipi ecclesiasti
ci e secolari restarono persuasi a fare molte cose per la manutenenza
e propagazione della catolica fede,, e si disposero a fare di piú quella
santa Lega catolica da cui e derivato tanto gran bene, massune per
l'Impero e per la Germania, quanto si vede oggidí. �
egli stava con l 'occhio della mente e con I' affetto dei cuore tanto solle
vato in Dio che neanche nella conversazione perdeva l'attenzione in
Dio. Inoltre ad altro egli non attendeva se non ad onorare Dio in se
stesso con opere sante e a procurare che gli altri facessero il medesimo.
8695 Verso dei prossimo raccolgo che egli fosse pieno d'una infuoca
ta carità perché si guardava d'offendere alcuno com dalla morte·
anzi a tutti si mostrava benigno, affabile, riverente; e in tutto quello
potesse mai, secondo Dio, compiaceva a tutti; s'inteneriva grandemen
te verso li afflitti e infermi e, non potendo con altro, alla meno con
sante essortazioni e con preghiere a Dia cercava di porgere a loro
conforto e aiuto. Inoltre si_ manifestà la grande carità di lui nella
cura che egli ebbe di mettere pace fra tutti e nelle fatiche intraprese
per levare le differenze singolarmente fra prencipi cristiani.
A proposito di che venne il padre a ritrovare l'eccellentissimo
signor don Pietro da Toledo, allora governatore di Milano, avanti
uscisse la prima volta in campagna, e s'affaticà d'impedire quella guer
ra; ma erano i negozi tanto incancheriti che non pote ottenere l'inten
to. Ritornà pai l'anno sodetto 1618, e tanto fece e tanto disse che
si agevolà la restituzione di Vercelli, quale seguí felicemente, restando
pace in Italia 119•
119
Cf. sopra, nota 17.
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 50.35
8699 Per quanfo io osservai in detto padre Brindesi, altro non posso
dire per pura verità se · nont ché egli avea un zelo ardentíssimo deli' os
servanza nostra regolare, prima in se stesso e •con l'essempio di sua
vita pratticando egli e osservando 1perfettamente quanto e nella Regela
e nelle nostre constituzioni vlene prescrit to, e ,poi negli altri con effi.
caci persuasive e ammonizioni, secondo li vari• gradi e uffici che dalla
religione gli furno imposti.
o
L'umiltà che risplendeva nel sodetto padre Brindesi, per quant
da
io potei i0sservare, era veramente profondissima e regolata e.tnpre
i
una obedienza esatissima, a segno tale che io non viddi in lui g à
à.
mai neanche un segno o di superbia o vanagloria O di propria volont
1
.
. . v·
. a una concretizzazione dell ,.1dea1e di i
121
La d escnz1one, qui e anche d opo, d1vent
ta religiosa e cappuccina.
SEZIONE III · TESTIMONIANZ PROCESSUAL! 5037
122
Paolo V morí n l 1621.
5038 I FRATI APPUCCINI - PARTE llI
L'importanza di questa testimonianza, una dei/e piú lunghe fra quel/e rila
sciate durante il processo apostolico di Milano, risulta immediatamente fin dai/e
Prime battute, perché Gaspare da Cassano d'Adda, !'ex missionario d'Algieri, seguí
san Lorenzo da Brindisi nei viaggi che /ece durante il triennio dei suo generalato,
da! 1602 ai 1604, in Svizzera, Paesi Bassi, Francia � Spagna, fino a quando,
giunto in icilia, nella seconda metà del 1604, non lo poté seguire per soprav
venu.
ta malattia. Di questo periodo particolarmente, senza volerlo, egli diventa i
modo testtmone prezzoso e stonco
. znvo,ontano.. Anche successivamente, ne/ n tal
16
. . . ,
questo dinamico /ratello laico incontrà a Mi/ano e serví il santo, aggiun
end0'
ulteriori notizie. Anche se ta/volta sembra improvvisarst panegirista, << la su a�
epo
sizione - scrive p. Arturo M. da Carmignano di Brenta - resta una fi -
copiosa e sufficientemente sicura dalla quale trarre le notiúe che ci permetta
Onte
no
di ricostruire, nei suoi tratti essenziali, la fisionomia dei santo durante questo
importante periodo delta vita, il suo tenore di vita, il suo modo di governare
insomma quelle qualità e quelle virtú che fecero di !ui il generale santo » (Proc'.
apost. di Milano del 1628-29: ASV, 'Arch. Congr. SS. Rituum Proc. 370
ff. 584 ss; Arturo, San Lorenzo N/2, 300- 308, doe. 1144).
126
Circa l' assístenza e l' aiuto agli .
1608), predicatore o re ne·i
di. gr1'do, �u�rimil
e
schlavi crístiani svolta daí cappuccini ad Al principali eonventi della provinc1a ane1
gíerí cf. vol. II, 1065-1077, nn. 2611-2622, . . . iz z
se , v1s1tatore provmci·a1e delia Sv e . di
ra n
dove sí parla anche di p. Ambrogio da 1599 e consultore di san Lore�zo e afu�di
Soncino. Silvestro d'Assisi, morí a Cava� �u Na·
'ª!J;
di
11 card. Anselmo Marzati da Mo commissario generale della provincla ccini
127
lina stava camminava con sso padr Brindesi, percio con tale occa
!iÍone anch'io mi ritr vavo con l'istesso padre generale ed ebbi occasio
ne di pratticarlo e servido ne' suai viaggi.
8707 Di piú mi ri ordo che esso padre spesso raggionava del serenis
imo ign r duca di Baviera, e ci essortava a pregare Dio accio sua
divina Maestà desse e mantenesse la successione in casa di Baviera
allegando che, se questa successione fosse mancata, sarebbe sottentra-
t il palatino eretico, onde quei paesi averebbero patito nella santa
nostra fede· e in questi raggionamenti s'infiammava assai e mostra va
che questo negozio gli ·stesse •molto a cuore.
Il costume ordinario di esso padre, quando caminava nel tempo
del suo generalato, era prima di tenere silenzio, nel qual tempo ogni
uno di noi compagni attendeva a fare le sue devozioni. Quando poi
avevamo camminato un pezzo, incominciava esso padre generale a
ragionare di Dio e delle cose della Sacra Scrittura con tanta patronan
za, che per me credo la sapesse tutta· a mente come il Pater noster.
Da questi r·aggionamenti restavamo tutti · noi altri infervorati.
Nel discorrere, ebbe occasione piú volte esso padre di ragionare
in língua ebraica; nella quale si dimostrava molto dotto. E in Tolosa
di Francia, vedendo il padre certi scritti ebraici, domando chi li ave sse
fatti; e intendendo che e.rano di. un nostro frate studente, chiamo
il frate e ne mostro· gusto.. ! .., ..,
8708 Era suo proprió ·uffició, quando gli studenti avevano compiuto
li •studi ed· erano idonei, di farli' predicatori, · accio servissero c on cio
nel mantenere e propagare la catolica fede e salvare le ani me. Tra le
altre volte mí ricordo particolarmente che in Barcellona, nel temPo
della visita e capitolo provinciale, essendovi aleuni studenti da promuo
versi alla predica, esso gli esamino; e in questi essami fu scoperta ta nta
o.
dottrina nel padre, che fu tenuto e chiamato per un altro san Toma ss
Per la prattica che io ho avuto di esso padre Brindesi, noP po
sso
a
cavare altro dalle azzioni di lui, se non che eg1i avea tutta fa su
on
speranza e confidenza in Dio. ln tanti viaggi che io feci insieme c
Fig. 106 • San Lorenzo da Brindisi, « cappellano militare »
ªZ:.
Bella incisione di A. Gregori che raffigura il santo me�tre_
. a
le truppe imperiali contro i turchi durante la battaglia di
reale, nell' ottobre del 1601.
8709 Ho sentito dire piú volte delle cose grandi che nostro Signore
fece in Ungaria contro i Turchi per i meriti del padre Brindesi, ma
io allora non ero presente. Mi ricordo che il padre fra Giovanni Batti
sta da Mantova 1H, compagno di esso padre ·Brindesi, mi racconto,
nell'andare noi altri per viaggio, che esso padre Brindesi, quando era
in Ungheria, col segno di santa croce fece ritornare a dietro le balle
deli'artiglieria del Turco in una certa giornata, di modo che, se bene
i Turchi erano vicini e sparavano contro l'esercito de' cristiani, con
tutto cio le baile, invece di venire contro il campo de' cristiani, o
ritornavano a dietro dei tutto, o cadevano a mezzo il corso in terra,
senza lesione de' cristiani.
Similmente il detto padre fra Giovanni Battista racconto che nel
la stessa Ungheria i Turchi fecero un'imboscata contro li soldati catoli-
.
1 dr
rindes ·. niuno de' nostri·
. r est o'
1 ordare rru pare ehe l'ist
esso Padre
a nu. d'1 s e eh , venuto il tempo di c
ert a
dr p rs adeva a' catolici che in
vo-
ú, eh gli eretici i quali si trova van
r il ureo, si burlavano d' esso padr:
qu sto; a, quando poi si venne alla batt agli a, invo
t l' i il n m di esú, restarono vittoriosi; e quella vittoria
fu tant gnalata eh li stessi eretici eonobbero il fniracolo e non
ebb r piú ardir di burlarsi, anzi mostrarono segno di moit a ri-
renza m. 1 J
710 Dalle opere ehe faeeva il padre Brindesi, 'e furono vedute da
me, io non posso eavare_ altro se non eh'e esso padre amava Dio som
mamente, e ehe tutti i pensieri e desideri di lui erano indrizzati a
procurare l' onore e gloria di sua divina Maestà, fuggendo eon grandís
sima diligenza tutti li vizt e imperfezzioni. �uando esso padre camina
va per le provinde, visitandole, io l'ho sentito dire ehe, sicome ne'
giar.dini, quando l' ortolano non ,e molto' diligente, _presto erescono le
erbe e i giardini divengono e(?me prati e bç,sçhi, eosí quando il cristia
no non e sollecito nel--.fugire li maneamentLed"'estirpare i vizi e male
inclinazioni, presto si riempie di mali abiti e pe_ccati; e_ sí come diceva
il padre esortando altri, cosí operava ,in se stesso, perehé egli era
diligentíssimo in fugir-e ,ogni sorte di vizio; in reprimere ogni passio�e:
a
sempre mortificando se medesimo, tanto che io posso dir eon verit
lo
di non avere mai scoperto nel padre aleun atto che io po sa giudicar
peccato.
'
n cri _
clienza n I lu lio d 1 1612 sugli avv ni-
SEZIONE III · TESTIM NIANZE PROCESSUAL! 5045
rata. Amava tutti senza sin olarità, e seben io so che anche da gene
rale riceve incontri duri, ad ogni modo non l'ho mai veduto risentirsi,
anzi non dava pure un minimo segno d' amaritudine. Quando poi ra
gionava a' frati, fac va gran forza sopra quelle parole della nostra
santa Regela, doe: « Quelli che non sanno lettere non si curino d'im
pararle, ma attendano che sopra tutte le cose devono desiderare d'ave
re lo spirito del Signore e la sua santa operazione; orare sempre a
lui con puro cuore e avere umiltà e pacienza nelle persecuzioni e
infermità, amare quelli che ne perseguitano, riprendono e arguiscono;
imperoche dice il Signore: Amate gli nemici vostri ».
Sopra queste parole io ho sentito a ragionare il padre Brindesi
nell'atto di visitare i frati, e mostrava che la midolla della nostra
Regola si riduceva a questa perfezione, e che pero intorno ad essa
doveva ognuno esercitarsi 136• E sicome il padre esortava gli altri, cosí
egli ne dava l' esempio in se medesimo, amando non solo quei che
gli erano amici, ma quelli ancora da' quali riceveva mali incontri.
. v· . v . 1 o hi d ' nti, n n
r1
eh qu ndo fo simo
t · opra uel monte alto, dove
Ma i in u lia grotta a far penitenza. Ivi
r n h zza del viaggio con il fervore della div o-
zi n a santa M noi altri si communicassimo per man o
di li 137 •
i
n·
7,
SEZIONE III - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5047
N014 crití·
139 Il fatto riguarda il convento di Ta in Spagan cf. ibid .• 723-744 ( • zo ai• ctlP'
razona, fatto costruire a s�c spesc dali' arci ca su lia vtSZta . d·I san Loren
. . canomca
diacono don Michclc de Orti ncl 1.599. Cf. puccini di Spagna).
Arturo, San Lorenzo II, 237s. Sulla visita
SEZIONE ill · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5049
8718 Di piú osservai che, mentre esso padre Brindesi generale visita
va le provincie, quando aveva citato li frati in qualche luogo per gior
no determinato, egli vi si ritrovava sempre per detto tempo, non ostante
che piovesse, nevicasse e facesse gran vento. E mi ricordo che molte
volte, per giongere a simili luoghi, caminava esso padre generale le
giornate intiere con questi mali tempi e sempre a piedi e sopportando
il tutto con gran pazienza.
Per quanto ho pratticato il detto padre Brindesi, sempre l'ho
veduto nemico delle morbidezze e delicatezze. II suo vestire era com
mune, ordinario, senza verona curiosità; per maggior mortificazione
si cingeva con una corda di canepo grossa. Non l'ho mai veduto man
giare cosa delicata, di modo che, oltre al pane, quasi non ammetteva
altra pitanza che erba e frutti. Beveva sobriamente; e io, osservando
il suo mangiare, molte volte non sapevo cbme si potesse 'mantenere.
Osservava con gran rigore tutti li digiuni commandati dalla santa Chiesa
e dalla Regola nostra. Era solito eziamdio di osservare la quaresima
che noi chiamiamo di Benedetta, .e .posso dire con verità che la vita
sua era un continuo digiuno.
8720 Quanto alia mortificazione, io non posso dire altro se non che
esso padre Brindesi era di grande composizione e mortificazione, né
mai io l'ho veduto guardare vana o curiosamente. Parlava poco e quan
do gli avveniva di ragionare, i suoi discorsi erano indirizzati a Dio
e a cose necessarie o di qualche utilità e profitto spirituale. E per
quanto ho pratticato il detto padre, sempre ho trovato e veduto in
lui una. gran purità e modestia in tutte le sue azzioni; ed era sincero
e candido, senza doppiezza.
ln tutto il tempo che io ho pratticato il detto padre Brindesi,
sempre l'ho veduto osservante della nostra santa Regala, né mai ho
veduto in lui, né sentito dire da altri, che egli facesse cosa co ntraria.
Cosí interno alie nostre �costituzioni si mostrava molto esatto e zdante
nell' osservarle, né lasciava cosa possibile che non -facesse per promove·
re tra frati nostri la pura e piena osservanza della Regola e constituzio-
ni nostre. Egli era esemplarissimo.
Avea eletto il sudetto padre Gallina per suo teologo, du e altri
padri sacerdoti capuccini, uno per nome padre fra Bonaventura da
Brindesi, I'altro il padre fra Giovanni Battista da Mantova, e u n altro
a
frate laico per nome fra Giovanni Maria da Romania, aggregato all
o
província di Puglia; e tutti questi seguitavano il padre con l'is t es s
spirito, fervore e buon essempio 14º.
8721 Quando poi il padre generale faceva sermoru a' írati, io che
140 Circa questi religiosi cf. Arturo, San Lorenw n, 201203 note .3-1-34.
SEZTONE III TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5051
p iú volte fuí presente, viddi e udii che aveva gran zelo della gloria
di D io e dell'o sservanza regolare e mi ricordo che in Leone di Fran
cia, nel capi colo provinciale, fece un sermone a posta, persuadendo
a' frati che ogni giorno tra se stessi rinovassero la professione già
fatta, acciõ con tale motivo stimolo fossero piú ferventi nell' osserva
re la nostra santa Regola. Ed erano questi suoi sermoni con tanto
spi rito, efficacie e sí vive ragioni, che infiamava il cuore
141•
----141 Il capitolo provinciale di Lyon si Lorenzo alla provinda di Lyon cf. Arturo,
svolse il 4 San Lorenzo II, 226-229.
gennaio 1603. Sulla visita di san
PP T, P T TTI
iz' ..
l'h
e Bi d , p
timava ni ; conv r o
on o t1n1 a orriva il onc so e l' applau o d ili mini.
Mi i rd partic la m nt h quando passassimo p a Bor ogna,
dendo il padr con quanta clivozione correvano le genti, eg i i p tí
dal monastero nostro di Dola improvisamente alla mattina a b na
ora per fugire il concorso; ma non gli riuscí, perché apena fos · mo
in viaggio che comincio a correre la gente per le campagne, attrave -
sando le strade e correndo all' avantaggio dove passava il padre Bri de
si. E allora io. viddi molte persone nobili che per la gran fretta on
si eran potute calzare e cosí, con li piedi nudi, .correvano anch-' essi
per li campi segati ove erano le stoppie, attraversando ancli essi
correndo all' avantaggio, sintantoché arrivassero il padre e avessero
la benedizzione da lui 143•
1
8724 Di piú mi ricordo che quàndo ·giongessimo in Fiandra, nel par
tirsi da Bruselles per andare in Anversa, due persone, fra l' altre, anda
v-ane sternendo le strade per dove passava il · padre con erbe, come
si fa qua in Milano nella ptocessione del •santíssimo chiodo. Allora
il padre, accorgendosene, muto strada per fugire quell'applauso.
Símilmente nel ducato d'Umala, tra la Fiandra e la Francia, do
vendo il padre entrare in certa terta per passaggio, cominciarono i
terrieri a suonare le campane per onorarlo; ma subito il p dre, avv du
tosene, muto strada e tanto cammino che ap na irca due or di nott
arrivo ad un altro luogo; p nsando noi h niuno ap s d ' f tti
nostri, all'improvviso si trovassimo incontr ti dal der pro e ional
m nte con lumi accesi. on ndo piú r tir r i, ali gi s im in
I c:.O 1 � e) 1
1I � 11 A
144
Scl viaggi9 del sapto n�i Paesj Ba� �75:704 ( = Npta critica sul!tJ v.isita di salf Lo
si d. Arturo, San Lorenzo II, 220-222, rtmzo ai Paesi B(Zs#).
5054 I FRATI PP CCINI - PART III
8727 Quando i1 padre si ritro�õ -in Marsiglia, nel tempo del suo
generalato, che fu circ'a l'anrio del 1603, allora io mi ritrovai nello
stesso convento� e ifu tanto il concorso di quJi popoli che concorreva
no alia nostra �chiesa di Marsiglia e volevano essere benedetti dal padre
Brindesi, che fu cosâ' di sttipófe, perél:Íé si :riempiva la êhiesa; e, uscen
do gli uni,- entravano gli altri, con •fréquenz'a grandíssima. E parlando
io allora con i frati nostri,' r riü âisséro ...,che 'essó padre Brindesi in
quel luogo avea dato la loq�ela ad un niutd. Hb poi inteso che nostro
Signore na fatto 'molti �e ··molti 'áltri miracoli per- ·li meriti del padre
Brindesi, e in �lta e iii morte, e nella Germa-nia· e· "in questa provinda
di Milano e nella- provinda âi "'Geriova e di Venezia e a Napoli e
altrove. E quésto l'hó inteso, nón solo da' •frati nostri, ma da' secolari
ancora 145_ J' r �·r )r "·
145
Per uno sguardo generale e preci (1602-1605), in CF 29 (1959) 166-236, eª
so del generalato di san Lorenzo cf. lo stu part , in Commentarii Laurentiani historiei
dio di Arturo M. da Carmi�nano di Br n cit., Romae 1959, 38-108.
ta, II generalato di S. Lorenzo da Brindisi
SEZIONE ID - TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5055
8730 Ando anco con l'essercito dell'imperadore, dove fece cose ma
ravigliôs�, come io ho inteso d'altri>-Io ct�do che li padri della provin
da di 'Boemia diranno il ·tuttó 1 cdme' passo, perché credo eh, ancora
vivanõ alcuni che fúrono' con� lúi nell� -güerra.
Da poi torno dâlla guerrá; ):venó.e 'in italia, · dove io ero allora,
perché, essendo commissario gene.fale nellá'provinêia di Boemia e eu
stode, doveva venire ·a1 êap1told,gêrierale) a'Róma e "di giit s'era sparsa
la fama in 'Italia dellê: cose meravigliós�·
• '
ch! 'ave�a "opérato Iddio nostro
' r •
Signore per merito suo;· là dove' essendo•'iô�f Veneiia alfora per cert1
'"
negozi, vi-venne anco il; pádré: Brindesi; ed essendo insieme con il
molto reverendo fra Giovanni:Jda Verieziã 1'18, e io · con loro, disse il
padre Giovanni ai padre 'Brindesi �on confidehzá, êhe êose erano quel
le eh'egli aveva fatte nella guerrá. Egli '-SÍ · scusava e •per- modestia
non voleva dire cosa alcuna. Pure il padre Giovanni instava eh' egli
dicesse qualche cosà. All'tiltimo· disse: «1 Veramente· Iddio nostro Si
gnore' ha operato cose sí mirabili che possono éomparars1 alli miracoli
che si raccontano nella Sacra 1 Scrittura »·. Né volse poi d.ir altro. lo
ero presente e udii queste parole dalla csua bocca.
148
igura di icco d lla província ve , • 5 7 (çon roolte
6 , 2 • 162 . f . Necro,ogto,
neta e dell'Ordine, morí a V zi il fonti e bibliog.).
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUALJ 5057
8732 Egli era molto, divoto âella messa, né mai' la lasciava ·di' dire,
né per infermità, né per altra occasione; il che ho ,veduto ioJgui in
Monaco, mentre egli era qui e io 1 ancora era qui, p·erché, se ben aveva
la gotta alli piedi e alie mani la chiragra con .la febre, voleva ad ogni
modo dire la messa e ! bisognava portarlo a· basso nella capella, dove
soleva dire la messai e dove faceva le ·sue orazioni separato ida gl' altri
frati; e bisognava, avanti, accommodarli le fascie, con le quali erano
legate le. mani, accio avesse liberi i detti per poter, trattar l' ostia sacra;
e quando era vestito da paramenti sacerdotali per c;lir messa, stava
in piedi, e pur non si poteva muovere neanco un poccetto da sé men
tre era su la lettiera; e quivi, all' altare stava due o tre ore alie volte,
e forse piú.. 0 meno, in piedi; e finita la messa,, non poteva star m
piedi e bisognavª portarlo supra -d'uha sedia alia cella s.ua.
149
Morí a Venezia il 14.5.1637 (Necrologio, 232). \
505 IF TI PPU e . PARTE m
°
15 Cf. Legenda sanctae C/arae, 4 (FF n. 3159) .
SEZIONE III · T • STIMONIANZ PR ESSUALI 5059
l '
151 P. Andrea da Venezia ven.qe ,Pro- buon via e morí nel 1607. Su di 1Ul· ef · Ne-
1
cessa to dal S. Officio di Venezta e sul:,t il crologio, 395.-' '
carcere conv ntual . Ma poi si ríinise sulla
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5061
3
m Su doo Pietro Rossi, zio di san Lo 15 Quindi il 1oro « postu1andato » du-
renzo, e i fatti qui narrati cf. Arturo, San ro 10 mesi.
Lorenw I, 114-118, 509s.
5062 I FRATI CAPPU CINI · PARTE III
8740 '- Quel detto padre 'Lorenzo,· apresa.,. la ·teologia, fu amesso apre
dicare, e io fui assegnatoli per compagnó; onde lui predico due anni
continui la quadragesima in Vene�ia in ;San Zuanne Novo, con grande
ammirazione di tutta la città per la gravità de' soggetti che lui predica
va, essendo giovane di 2,5 anni ai piú. ',. '
E poi predico nel duomo di Verona, nel · duomo • di Padova e
poi in Bassano nelia chiesa parochiale di questo luoco, cioe in San
Giovan'ni; nelle qual sue prediche predicava con tanto affetto e spirito
che, doppo '1a prima e la seconda p'arte, abbassandosi, come e usanza
de' predicatori, discopriva la faccia tutta bagnata di facrime; il che
ío vedeva ogni volta; massime nel dire I' Ave Maria, in principio delle
15 1 ·
Ossia il 24 marzo 1576, di notte. 156
Ma questa fama non e stata con
servata, perché di questo predicatore si de
155 Figura di rilievo, morí nel 1618.
8742 Quanto al gran zelo di coscienza che aveva detto padre Loren
zo, io so che non solo lui schiffava • li peccati gravi e veniali, ma
anco si guardava grandemen te di proferire parole di recreazione o
ridicole, quantunque lecite; ed essendo io stato suo confessore per
1'
7
E interessante e notevole questa merosi manoscritti di sermoni scritti per lo
testimonianza sulla predicazione del santo. piú in latino.
1'8
Cosí devono éssere nati' i suoi nu-
50 4 I RATI APPU INI · PART III
161
160
Cf. piú avanti, alla fine del n. Circa Patrizio da Venezia, morto
8755 nel 1627, cf. Necro/ogio , 476.
•
5066 I FRATI CAPPUC INI - PART III
del reverendo padre fra Lorenzo bergamasco, allora provin ziale 162.
e n 1 suo noviziato, essendo io suo compagno. come ho detto, vede v�
e osservavo in lui tanta retiratezza e tanto spirito, che mostrava di
dover riuscir nel modo che ha fatto, poiché nelle ricreazioni ordinari e
che si dànno a' novizzi, lui non usava punto di ricreazione co n gli
altri, ma d'ogni ora se ne stava sopra di sé ed eta assai piú parco
degli altri nel ragionare e ridere.
E una volta sola io osservai che lui si prese .ricreazione notabile
con un agnello vivo, che era stato mandato per Pasqua, con quello
giocando. E si mostro di tanto spirito nell'orare che, mentre durava
l'ora deli'orazione, lui stava sempre immobile come una statua, onde
che gli altri molte volte sogliono stancarsi e agiutarsi della vita.
i
8746 E, cresciuto che fu in età di sacerdote, lui fu ordinato e comin-
cio a celebrare quasi sempre la messa della beatíssima Vergine, della
quale e stato sempre divoto, che in tutte le sue parole meschiava
il nome di Giesú e Maria; e quasi sempre per uso, quando chiamava
qualcheduno, diceva: <�Ave Maria>�. ,E hel.,risPÇ)ndere parimente dice
va: « Ave Maria » 163•
Ma e stato solito questo •.servo di Dio nelli suoi sacrifici di entrare
in contemplazioni cosí profonde, Ghe durava in esse otto, dieci e dode
ci ore, nel qual tempo bàgnava quattro e sei fazzoletd di lagrime.
E qúesto e ocê:orso m�ntré éhe lui era di 'famiglia in Mantova, dove
io ero gu;rdíano. E vedevo che.) dopo'"il iinatü'tino lui cominciava la
sua messa nell'oratorio segreto, ed era sempre p�ss�ta non� che lui
non aveva ancora fornita la messa, quando non aveva male, perché
molte volte pativa di · gotta; hei qual caso' \i- faceva portare ali'altare
e 1 con 'tutto che··-noh poteva star in piedi per il male, quando lui
era entrato in cbntemplazione, vi stava cinque e sei ore.
162
Cf, sopra, notª 99. ili Vati·
t province, almeno fino al coru: 0
163
Una costumanza J;imasta in mol- cano II.
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5067
:1 1
15. Deposizione di padre Ambrogio✓ da Firenze
Aveva 62 anni quando questo Jeste venne interrogato nel processo dioces ano
di Venezia. Era stato segretario de! santo durante il provincialato veneto (1594-97)
e poi _durante la prima missione in Boemia-Austria (1599-160?), Fu inoltre per
.
alcuni anni anche suo confessore.
- Tuttp qftl,esto lo rese
' particolarejamico, confiden-
te e compagno di san Lorenzo, per cui la sua lunga deposizione (come scrive
.,. } > ..,, "'
Arturo da. Carmignano) « viene a colmare una lacuna. Senza di essa ignoreremmo
molti aspetti dell'attività svolta da.! sant� dentr;;' e fuori TOrdine; soprattutto
ignoreremmo molti aspetti detta· sua spiritualità e della sua azione missi on a ria
fra gli eretici ». Ambrogio da. Firenze 164 e molto ·sereno e pacato nel suo rac
conto. Egli ricorda. sempre Jatti ai quali partecipõ personalmente; di qui una
singolare vivacità ed efficacia di esposizion e uno spiccato, gusta del partiçolare
(Proc. dioc. di Venezia del 1625: ASV, Arch. Congr. SS. Rituum Proc. 380/I,
ff. 179r ss; Arturo, San Lorenzo IV/2, 210-220, doc.1119).
87 50 Nel principio che cominciai andare con iui, .mi disse che quan
do occorreva andado a trovare o P,er sottoscrivere lettere o per confes
sarlo, o trattare qualche altro negozio, che se mi diceva ch'io aspettas
si un poco, me ne partissi e non lo molestassi piú.
Malte v·olte, andando per tali servizi, sen�tivo che n�na· sua stanza
(che era in piú luochi dove capitavimo, secando che si andava in
visita) si ragionava; e non sapendo chi potesse esser dentro, stavo
11
ad ascoltare cosí � poco, e· sentivo come un dialogo farsi fra due;
.;
e il padre con una �oc�· l;grfmabile qualcheJ vôlta restav� di risponde
re. Da lí a un pezzó ritornavo e dimandandogli chi era' stato da lui,
mi rispondeva questa sola parola: '« Oh simplicitate ! » 165•
Alcune volte �ntravo nella cella e lo trovavo inginocchioni a far
orazione e con tanta abbondanza éli lagrir:ne che per buono spazio
di tempo non poteva acquetarsi; e molte volte, dandogli io 'molte
lettere da sottoscri;�re, come l'offizio portava, le bagnava con le lagri
m e, talmente che qu�ch� volt�, cosf ridendo, gli dicevo: « �orne vole
te che servi que;te lettere? >>.
8751 Gli dicevo ancora, massime nelle confessioni, che, essendo cosi
d ebole di vista, li faceva gran danno tanta copia di lagrime; che Dio
si compiaceva del cuore piú che d'ogni altra cosa. E lui con l'istessa
Parola di simplicitate mi rispondeva.
------=-
16,
· dt' pregh·iera , nel qualc spesso
Era un colloqu10
il santo si sfogava.
5070 I FRATI CAPPUCCINI · PARTE III
8754 li padre, vedendo questa cosa, con uno di quei sospiri che
soleva fare, che andavano al cielo, disse: « Oh mio Signore, quanto
sete buono e misericordioso! », e parole simili. Venuti questi che erano
due uomini, non potevano passare il fosso dell'acqua per andare da
loro; essi andarono a trovar scale e tavole e -ci fecero passare e- ne
accompagnarono persino a Rovigo, dove arrivassimo alle quattro ore
di notte. Ma gran cosa del padre in prevedere la venuta dd lume,
in tempo che, se camminavamo 50 passi avanti, davamo in una rotta
che aveva fatto l'Adige e si annegavamo tutti.
Nei viaggi e de' fanghi e de' nevi (che pure sono stati assai
quelli che abbiamo fatti insieme e in Italia e in Germania) non si
sentiva mai da lui una mínima parola di condoglianza o di stanchezza
o d' altra cosa del viaggio, ma sempre a laudar Iddio.
Nei viaggi che non erano molto faticosi, o che dicevamo l'offizio
della Madonna, il quale lui mai lasso, o veramente che cantava qualche
laude alla beata Vergine, e in particolare quella d 1 Petrarca « Vergine
bella »; e con tanto sentimento che molte volte andava com fuori
di se stesso; e poi ripigliava il versetto che lasciava. E qu ti erano
166
Cf. sopra, nota 112.
5072 I FRATI CAP CCI l - PARTE m
nto
Circa queste due cugine dd sa
167 Splendida testimonianza! 169
168
Espressione dialettale per indicare cf. Arturo, San Lorenzo, 60s.
lo zio.
SEZIONE III · T STIMONIANZE PROCESSUAL! 5073
8757 L'istessa divozione si puo dire che avesse al nostro Signor Bam
bino, perché quando vedeva uno di· questi puttini, o in braceio delle
proprie madri, o altrove, andava in una allegrezza grande e, facendogli
carezze, diceva: « Oh, il mio piccinino! Oh, il mio piccinino! »; e
partendosi da lí, staya per un pezzo che non párlava piú niente, ma
sí bene si vedeva a pianger molte volte. 1.
Solevo dire molte volte al padre che, avendogli fatta grazia Dio
benedetto d'una intelligenza tale quale lui-aveva della Scrittura e ·delle
altre scienze etiam minime, come matematica, aritmetica e altre, che
non mettesse in carta qu_alche cqsa a beneficio della religione e di
tutta la Chiesa santa. Mi rispondeva che volentierii l' averebbe fatto
quando avesse avuto opportunità di tempo, come avesse finito anco
alcune selve che lui cotidianamente Jaceva. Voleva mettersi a fare
sopra la Scrittura, come anco comincio e fece sopra il Genesi, l'Essodo
e Levítico, con l' esposizione letterale e poi con la parafras.e appresso,
non gli man_çando altro se non gli altri sensi 170•
8758 Gli dimandavo perché molti, con tante fatiche e studi litterali
non facevano quel progresso che dovevano nelle scienzie. Mi risponde
va: « Figliuolo mio, il vero senso della Scrittura e delle altre scienzie
b isogna andarlo a tuorre a chi lo puo dare; e questo e l'inganno di
molti che, fidandosi di se stessi, non ricorrono a Dio ». Quasi che
170
Tcstimonianza importante p r la genesi degli critti d 1 nto.
º' l (li A'l'I (.J\flP(I; ,rNr. l'At 1'. m
r piú divin a
q st quasi
11 altr , come
v t mpo quand o
g nerale in Roma )
inte-
. , vcnn cone sso p r
171
sto gruppo · rif ri d lia cm
b bate
m nt cli mon . Klcsl e deli'
d 1 nt
f Artu
a mis i n i
ori nzo II, 6,
rmani
.
r
iorgio trig 1 von Laving n (Artur o, 5ª"
172
II lu o di ant'Uld ri o, all p - Loren1.o II, ).
EZl NE lII T TIM NlANZE PR CES UALI 5075
suiti , i quali con la loro solita carità ne lo concessero, come dal bel
principio che seppero che eravamo a Vienna ne somministrorno di
elemosine in abbondanza due volte alia settimana e di pane e di vino
e di companatico.
8761 Una volta, fra le altre, passando il ponte per andare dalia signo
ra donna Maria di Prenestain, la quale aveva fatto andare da lei alcune
baronesse eretiche accioché il padre l' illuminasse alia vera fede, come
faceva continuamente e con baroni e con altri, secondo se gli appre
sentava l'occasíone, fossimo in mezo dei ponte incontrati da alcuni
Boemi al numero di cinque o sei che, pigliando il padre per la barba,
176
Sul declivo dei colle Strahow,
177 Cf. Arturo, San Lorenzo II, 58-66.
7 IN - ART III
m 01»rn,,,.1�p I
ib tt nza sapere il tenore di esso·
inv lt . 1 padre non mancava d'essort�
ndo: « ratelli, il demonio e sca te nato· )
8765 Fecero dopo Natale un altro decreto, pure· nelle comizie del
regno, che fossimo mand.ati via; e pigliato 1 il�decreto dai gran cancellie
re, quantonque gli eretici facêssero grand'instanza di portarlo loro
' all'imperatore, anco questo ando vano; 'e parse che con le raggioni
che addusse questo signore all'imperatore, s'aquietasse assai.
Non pero gli eretici s'acquietorno, ma• presero occasione di un cer
to eretico astrologo di Danimarca che stava alfa corte,- di fare credere
all'imperatore che i frati erano andati a Praga per ammazzarlo ; e fatto
,1 (.1
dipingere un q�adretto �on la persona tlell'imperatore e due frati con
li coltelli in mano, come se lo \iolessero ammazzare, dissero all'impera
tore come i fratí erano �andati là 'per _spioni dei papa e molte altre dan
ce. All'ultimo gli disse �ostui' cH.é erano andati ·anco per ammazzarlo
e che I'ave'rebbe fatto vedere a sua maéstà quando avesse voluto.
. .
178
Per tutti questi fatti cf. Arturo, San Lorenzo II, 74105.
5080 I FRATI CAPPUCCINI · PARTE III
179
Ossia Rusworm.
EZI N • lil • 'J' • TIM NIANZE PR SSUALJ 5081
con una scimi tarra a fendergli la testa, Dio b nedetto gli volto
ca alio che non lo pote colpire. Questo, piú stizzato che mai, si riv o '
il
lt
per dargli un rovescio; né manco questo gli riuscí, perché l'istess:
fece Dio benedetto con voltargli a un' altra parte il cavallo.
Ritornà il perverso turco per dargli un altro sopramano; ma ve.
dendolo, si cominciõ gridare al signor di Rosburg e al signor colo n ello
Altain, che erano lí appresso che combattevano valorosamente : « Si.
gnori, signori, ammazzano il Brindesi ». li signor colonello Alt ain si
mosse e dette una stoccata al turco e lo buttõ in terra, che se non
era quello, il padre era morto, se l'aiuto di Dio, come le altre volte,
non l' avesse liberato.
Gli cominciorno a dire questi signori che si ritirasse indietro,
ché quello non era suo luogo. Li rispose: « Signori, inanzi, inanzi,
ché questo e il mio luogo. Vittoria, vittoria, vittoria! », piú volte,
a tal che venne tanta forza nelli imperiali che, movendosi con una
vivacità grande, fecero ritirar i Turchi, ma con strage e rnortalità
di piú di diecimilla in quel giorno.
h i t piú 1 ttere che 'l sud tto duca scrivea al predetto padre Brin-
di i, quali rano piene di grand'affetto e familiarità, sottoscrivendosi
e me uo figliolo.
lBl Circa questo monastero cf. sopra, 182 Cioe nella sua fanciullezza.
nota 47.
SEZIONE lll - TESTIMONIANZE PROCESSUALl 5087
8781 lo l'ho visto cel brar messa predicare con molto fervore,
spírito e zelo, con abbondanza di lacrime; e questo e stato in diversi
tempí e lochi, da trent'anni in circa ch'io l'ho conosciuto; e questo
anco e publico e notorio, non solo a1la religione, ma a tutto il mondo.
Saranno da entidue anni in circa ch'io sono capuccino; e prima
d'esser capuccino, ritrovandomi in Germania appresso monsignor Fi
lippo Spinello, allora nunzio apostolico appresso l'imperatore Rodolfo
secondo me ricordo il detto padre fra Lorenzo da Brindisi venne
com missario generale, mandato da sua santità Clemente ottavo in quelle
Patti per fundare la nostra religione in diversi luoghi, e particolarmen
te nella Boemia e Austria, per propagazione della santa fede cattolica.
E appresso, anco nello stesso stato di secolare ch'io era, me lo
ricordo generale della sua religione, appresso della quale era in tanta
venerazione che li secolari d'ogni condizione e stato, e principi in
Particolare, lo tenevano in molta stima e concetto di santità, come
di Prudenza, governo e zelo cristiano; per il che io ancora in detto
st ato di secolare fui mosso ad esserne molto divoto. Onde poi, fatt
o
capuccino, so che nella mia religione e stato guardiano, provinciale
,
diffinitore, generale, visita tore, commissario e tutti gl'altri offici su
re
088 I FRATl APPUCCINl - PARTE III
8782 D tto padr fra Lorenzo fu grandíssimo divoto della beata Ver
gin Maria, in tal modo ch'io vedeva che se liquefaceva quando la
sentiva nominare, o vero la nominava lui; di maniera che lui diceva
me sa sempr della Madonna, e di questo ne avea licenza particolare
da papa; anzi so che, predicando le quadragesime intiere, faceva la
mattina la predica ordinaria eorrente, e la sera poi ogni giorno predica
va in Iode della Madonna samtissima. E questo io l'ho inteso in parti
col_are in uno quaresimale che fe' Ín questa città di Napoli nella chiesa
dello Spirito Santo, che avrã :ventitré anni in circa. E in quel tempo
era generale della sua religione; ed, era tale e tanta la sua affettuosa
divozione verso la gloriosa Vergine, che si tenne communemente da'
nostri frati che la purità dell'anima e corpo suo, qual'era estraordina
ria, l'avesse ottenuta ·per intercessione d'essa gloriosa Vergine, ricor
dandomi in particolare che, quando 'lui venne a predicare in Napoli,
come ho detto, disse:"« lo vado volentieri a predicare nella città di
Napoli per la -gran divozione che ha verso la Madonna san
tíssima » 183•
8783 La divozione che 'l detto padre fra Lorenzo' da Brindisi avea
alla santíssima croce, era cosí particolare e ammirabile che, non solo
a me, ma a tutti che; hanno conosciuto intrinsecamente detto padre
non ha potuto apportare se non divozione e meraviglia anco particola
re. E io so che lui continuamente, di giorno e di notte, portava dentro
ai petto una croce di legno d'altezza d'un palmo lunga e piú, piena
tutta di diverse reliquie de' santi, della quale lui si serviva in diverse
azzioni e funzioni nelle quali avesse auto a dimostrare e zelo della
religione cristiana e aiuto e sovvenimento del prossimo.
E di questa stessa croce si serví portandola in mano nella guerra
184
Circa Francesco da Taranto, predi provincíale a Otranto, morto a Manfredo
cator e, missionaria in Boemia nel 1600, let nia il 1.5.1613 cf. Necrologio, 357 (fonti e
tore di Logica bibliog.).
a Verona nel 1603 e ministro
5090 I FRATI CAPPUCCINI - PARTE III
in Brindisi sua patria, dove al presente sta riserbato nel monas tero
di Santa Maria della Grazia, luoco che lui fe' fondare it,1 vita sua,
dov' e tenuto con gran venerazione e stimato per reliquia. E questo
io lo so de causa scientiae e per detto di fra Geronimo di Castelnovo
che si ritrovà presente alia sua morte.
5092 I FRA APPU INI - ART III
eh e nosceva benissirno
Bri di i, che lu· era divotissim
o
ri in a i no a. t ovandomi, come ho detto
o ra, in Bo mia, n lla e· tà di aga appr sso · nunzio apo tolica
uando arri nt',:onp.tto padre f a Lorenz , porto seco una conet�
almo co !'imagine della gloriosa Vergine Ma
ri la qual non po so ricordare di che pittura fusse, ma ben
me r · rdo la grandezza e imagine che vi stava dipinta, eh'era, come
ho detto l'imagine della Madonna con 11 Bambino in braceio, sopra
della quale i era un vetro e atorno la cornice d'ebano. E detta imagi
ne la portava dentro una scatola, la qual era un poco piú grande
di capacita che non era la conetta.
E mi raccontorno i padri capuccini che vennero in quel tempo
insieme con lui da quelle parti che, passando detto padre Brindisi
per un luogo nel viaggio dove vidde molti fiori, colse di quelli e
li pose_ sop;a detta conetta,.,, dentro di _ quella scatola in quel vacuo
sopra dell'istessa imagine. E il tempo quandg,io li viddi fu !'inverno,
che non era tempo di fiori, massim_e -in quelle parti che per li gran
4
8790 Di piú so che, dopo ch'io entrai nella religione de� capuccini,
eh o dinariamente lui durava la messa p r molte or , e il m an °
era tr e quattro ore; ma me ricordo in particolar che lo piú delle
volte, e quasi sempre, era di s i tt otto or ; questo particol ar-
SEZION III · TE TIMONIANZE PROCESSUALI 5093
mente quando lui fu in Napoli nel luogo della Concezzione, che avrà
00 e anm 1 ir a, nel qual tempo io era sacristano in detto luoco,
e ho visto con i propri occhi piú volte durar la sua messa, non solo
detto spazio di tempo di sette e otto ore, ma alle volte dodid e
tredici or . E questo fu in particolare, come io so benissimo, nel
giorno di an Lorenzo martire e nella festa dell' Assuhzione della beata
Vergine. E anco so che le tre messe del giorno di Natale lui le durô
quindici ore continue, stando sempre in piedi.
E questo me lo disse fra Giacinto da Genua e, se mal non me
ricordo, me lo disse anco fra Maccario 185, compagno di dettodpadre
Brindisi; il che successe stando lui in Genova.
E in tutto questb tempo che lui durava la messa .non si essercitava
in altro che in colloqui occulti e segreti sospiri e pianto assai dirotto,
poiché e publico che le lacrime ehe lui � spargeva quando diceva la
messa erano tanto abondanti e c0piose, che non li bastavano ad ogni
messa dui e tre fazzoletti, quali bagnava in modo che pareva fussero
tinti nell'acqua. t ,u •
185
Macario da Verona. Cf. nota 80.
5094 I FRATI CAPPUCCI I · PARTE Ill
città, nel luogo della Concezione fu assalito dal dolore della podagra
del quale lui era solito patire e lo rendeva cosí inabile di corpo che
non pote a moversi. E per mover lo bi ognav sempre, nell' essercizi
e moti necessari del corpo, pigliarlo uno o due persone in brac eio.
E questo particolare succedeva quando, stando col predetto dolo
re, lui voleva celebrare, che lo portavano dalla cella dove lui stava
infermo, prendendolo da sopra il letto dov lui tava immobile tre
o quattro frati in braceio, dimodoché non to ca a piedi in terra, per
ché lui in conto alcuno ce li posse a tenere poich' l'ho vi to io con
gl'occhi propri il ginocchio cosí gonfio che par va una grossa palla.
E portato a questo modo sopra dell'altare, quando era in qu l luogo
pareva che non sentisse cosa alcuna, p rch si estiv di paramenti
sacerdotali e diceva la sua me a con le olit e rimoni , durandola
per tante ore, come ho dctto di sopr girando i v ltandosi sopra
deli'altare com se non aves mal alcuno.
Pentecoste, san Pietro e altri. E intesi dire che avesse licenza partico
lare dal papa di celebrare sempre messa della gloriosa Vergine, come
anco di stare tanto tempo nella celebrazione d'essa e durarla tante ore.
8797 lo so per detto di detto padre Brindisi e anco per detto d'altri,
ch'anco vi e fama publica fra tutti, che detto padre Brindisi disp ut�
con quei rabini e capí di detti rabbini ebrei, e li confutõ con l'ístessi
SEZIO E ili - TE TIMONIANZE PROCESSUAL! 5097
Ioro lihri, di tal maniera che non volsero ritornare piú a disputare
con detto padre Brindisi, parlando in lingua ebrea, che detto padre
vi era eruditis Íino con gran stupore e contento, non solo di detto
nunzio, ma di turti gl'altri.
E io me vi tro ai presente in detta disputa, che duro da due
in tre ore, ed erano tre o quattro contro detto padre; quali ebrei
portorno i loro libri, con i quali furono confutati. E detto padre tette
in detta disputa senza hbri. E di questa disputa fra detto padr ed
ebrei ne fu causa detto nunzio per fare espenen21a della dottrina
di detto padre Brindesi.
9798 Stando detto padre Brindisi in questa città nov anni sono
in circa, con occasione ra on o a m d altri che ritrovandosi
in Praga, l vi era un predic to er tico del du di assonia, quale
con la sua predicazion rv m 1 e anim ; vendone notizia
detto padre Brindísi, per z lo dcll fede e ttolica pr clico publicamen
te contro det o ere i pr i........ ._..... fu al il uo talento e dottrina,
che detto r tico i ri ro n all predica di detto padre Brindi
si, che si par í ergogn o e on o, non avendo arcfu di comparire
piú, ma, us ndo uo , in min i' ri r ; d tto padre, avendo
ne notizia, gli rispo cri ndoli contro; e poco dopo che lui stava
in atto di cri endoli ontr , li venn nuova che detto eretico era
morto di subito. E da altri mi fu dec.o eh questa morte fu giudicata
prodigiosa da tutti.
8799 lo anco so, per detto di fra Maccario da Verona suo compagno,
che me lo disse dopo la morte di detto padre Brindisi, che, ritrovandosi
insieme con detto padre in Germania, un gíorno capitorono in una oste
ria, dove ritrovorono alcuni eretici che mangiav�o; ed entrando in det
ta osteria, uno d 'essi, principale, vedendo detto padre entrare, lo co
rnincià a beffeggiare e a dir male di lui in língua tedesca, qual fu molto
bene inteso da detto padre Brindisi, il qual, sentendosi beffeggiare, non
rispose cosa alcuna e non ne fece caso. E un altro si volto a detto eretico
dicendog li: « Questo padre e un santo uomo e ottenne la vittoria d'Un
l
gheria sotto Aba Regale per mezzo della santa croce ». E detto eretice,
sentendo questo, comincíO a bestemmiare la croce e maledirla.
5098 I FRATI CAPPUCCI I 'A TE III
8802 Per tutto quel tempo che ho conosciuto detto padre Brindisi,
l'ho conosciuto d'una semplicità cristiana assai �straordinaria; e il suo
trattare era cosí libero e schietto che mostrava a viva forza il candore
e purità del cuore che lo rendeva grato a tutte sorti di persone che
seco contrattavano. Lo conobbi anco nemico dell'ipocrisia, non solo
negl'altri, ma anco in se stesso, perché il suo trattare e procedere
era cosí schietto e sincero che mostrava che nell� bocca avesse quello
che teneva nel cuore. ,
Io ho conosciuto sempre detto padre Brindisi per uomo di somma
giu stizia, dando a ciascheduno quello che se li conveniva. Ed era cosí
zelante delle cose giuste 'r raggionevoli che, con quante persone tratta
va, per detto suo procedere si rendeva non solo affabile, ma amabile assai.
La pazienzia di detto padre Brindisi nelle infermità, delle quali
era tanto spesso ;ggravato, era cosí ammirabile ch'io con ogni verità
posso dire esserne rimasto sempre ammirato assai, poiché avendolo vi
sto piú volte oppresso da dolori gravissimi di podagra, quali quasi di
continuo lo tormentavano e che lo rendevano inabile di tutto il suo
corpo, lo viddi sempre co� faccia gioconda e lieta; e stando con detti
dolori, in bocca sua non vi era parola di la mentazio�e.
E piú volte l'ho visto che, voltandosi con faccia allegra verso
51 l l ATI API J • PA 1 . III
h rz d l di o minac-
ti e ti . llc volte
diceva parola
e· t , mcntr
8 03 q 1 m eh ho e n ci t to r Brindisi,
tan o olar com r li i o, m l'ho vi to rvanti im d lia
ua R gola; né in lui, o in stat privato in stato dij uperio r , vi
conobbi mai parzialità alcuna in nessuna co a, né in mangiare, né
in v stir , n; in qualsivoglia altro essercizio della no tra r ligíonc.
Anzi, ssendo superiore in piú cariche della nostra r ligion , lui era
il primo a venire in coro e a mo trarsi osservante degl'e rcizi conti-
nui r dare ss mpio agi'altri.
quello eh fu in luí ammirabil , che non lo viddi mai in detti
du stati perder mai tempo oziosamente, perché o orava o stava ritira
to in e lla a studiare, o pur e rcit ndosi nell funzioni publiche
d lia religion . Mostrava in tut e 1 u azzioni vera religione; e occor
r ndo all volta raggionare con divers p rsone d'ogni sorte, era di
pochissim parol , sp dendosi dal con orzio loro quanto piú presto
pot va.
lo sempr ho conosciuto il detto padre Brindisi cosí amico della
povertà, che non lo conobbi mai, non solo avere, ma neanco desidera
re cosa propria che lo potesse macchiare, tanto nel vestire quanto
in cella; e in ogn' altra cosa mai dimandõ cosa particolare.
8805 Come ho detto di sopra, detto padre Brindisi fu quello eh' an
nuncio la vittoria d'Ungheria sotto Alba Reale e anco la morte a
Filippo III, e all'imperatrice di sterilità. E questo lo so che me lo
disse fra Maccario suo compagno, oltre eh'ê cosa publica; e anco,
per detto di detto &a Maccario, che annuncio la liberazione alla du
chessa di Baviera d'un gran travaglio che se ritrovava. Di piú clico
ch'e fama publica tra li nostri religiosi che detto padre Brindisi, essen
do richiesto da' frati nostri della província di Venezia che volesse
stare con loro e morire in detta província dove fu vestito, detto padre
Brindisi disse che saria morto nella província di sant'Antonio; e quelli
padri si quietomo perché là e morto detto santo Antonio. E dopo
si e verificata detta profezia, essendo detto padre Brindisi morto in
Lisbona, dove nacque detto santo.
ln vita e in morte, sempre detto padre Brindisi ê stato tenuto
communemente da tutti per uomo santo, e io per tale lo tenni e
tengo per le sue rare virtú; e le sue cose sono state tenute e si tengoho
in grandíssima venerazione, e beato quello che ne puo avere. E nostro
Signor Dio per mezzo di dette cose s'ê degnato, nell'applicazione d'es
se, far molti míracoli.
Giambattista da Squillace sostituí fra Gasp are Gasp arotti quando_ questi si
ammalõ in Sicilia nella seconda metà del 1604. La sua testimonianza getta nuova
luce sulle virtú e sulle doti personali del santo nel governo dei religiosi, ma
soprattutto illumina quel periodo del generalato che Lorenzo trascorse a Napoli,
Pre dic ando la quaresima nella chiesa dello Spirito Santo. Egli venne chiamato
ª deporre durante il processo apostolico di Napoli e rilascio i suoi ricordi in
varie riprese nel mese di gennaio del 1627 (Proc. apost. di Napoli dei 1626-
28:
ASV, Arch. Congr. SS. Rituum Proc. 379, /f. 63r ss; Arturo, San Lorenzo
IV/2, 242-251, doe. 1129).
5102 I FRATI APPUCCINI - PARTE III
187Francesco da Napoli fu provincia vita di san Lorenzo cf. la Nota critica sul/a
le nel 1602 e poi nel 1617. cronologia de!primo periodo di vita di san Lo
188 Circa questo primo período della renzo, in Arturo, San Lorenz o I, 515-519.
SEZIONE III · TE TIMONIANZE PROCESSUALI 5103
8808 So anco che 'l detto padre fra Lorenzo era dotato di diverse
lingue, come ebrea, germanica, spagnola, francese e altre. E io lo
so per averlo inteso, come suo compagno, raggionare con diversi uomi
ni dotti di dette lingue, e maxime con ebrei naturali, dalli quali io
intendeva che si meravigliavano della libertà del parlare e franchezza
che faceva detto padre fra Lorenzo in detti linguaggi, come se fusse
nativo di dette parti.
Io so che nel principio della predica che faceva detto padre fra
Lorenzo, essendo io suo compagno, m'ordino che quando fusse finito
il termine o della metà o fine d'essa predica, non l'accennasse solo
col tirarli il mantello seu abito, come suol ·farsi ad altri, ma che li
ponesse la mano a carne ignuda nella polpa della gamba e lo stringesse,'
perché altrimente forse non l'avrebbe inteso. E io, osservándo il so
pradetto ordine, cio feci. E mi accadette piú volte eh�, non solo con
stringere le gambe non m'intendeva, ma neanco con sbattere una gam
ba con l'altra, con dar li pizziconi 'e facendoli altri strazi, tanto era
astratto e infervorato nel predicare. Ed erano di modo gli strazi che
io gli faceva , ch'io ne avea compassion�; ed esso non faceva mai atto
..
d'intendermi.
li
1 ti il I no
8810 � 1 r ,tto il d ttu t 11q11, di, imu i, v1dd1 ·li 'I ,1cl1t
í, 11 I ,or ·11z li imic, -.t·111p1 1 m 11 i t J ·o, ro11si• l ·1ll · in nl, · l•
e11z 1 01alim ·11to 1 o 1 ,d·, 11 1.1i ,1 fin( d, llHlllHÍur · p r vol1a
un p1111 • dr im11 • nci i11 Í1<.11. 1. p l' L11ll<> ri d ·Ll > 1m11 ·�1rnul ·
11 ,n n n it m i J n · ·1ltr iv n<l • tJll r • inwl Ih· 11 mungiorc
Hl' ,ltd p11dr F qu t 1 1 ' d v, i iorn , p ·rei,· i l'uppur ·e·
11 V,, 11 1 u) 0111p 1Kf10,
lo o ·h n I l no 1huno nn <l ·l · ·rulato h
d ·tto pu Ir L r nio, · mi l u n p ,rt i cl Lto anno io e mpagno
li d tl pnJr I n l vi ggio non v 1 m i, ma anel vi1t1uindo molti
,·011vicm1 1 1H ni, mpr a pi 1, • { ,n mtesi eh
lu unn1 d 1 ·u g n r lato ra imilm �te andato
qu l <li v publi fra di· n i.
n s mp gn e po
t • 1 p dr' · r Hgi ne che,
p rticol r·
·
· d llu P i icsú Cri to,
ri i , mcntrc f ccva
n in m tt P ione
un mi 1 1 v v , n n d opra.
SEZIONE III - TESTIMONlANZE PROCESSUAL] 5105
8813 So che nel tempo che detto padre fra Lorenzo predicava nella
chiesa dello Spirito Santo di questa città di Napoli, una volta in pulpi
to predicando disse (essagerando la divozione al popolo della beata
Vergine) che lui sapeva un servo di Dio il quale, essendo divoto della
gloriosa V ergine e trovandosi in una occasione di guerra con l'essercito
imperiale contro i Turchi con inferior essercito del nemico, posto a
cavallo e guidato da due cavalieri similmente a cavallo, l'uno alia de
stra e l'altro alia sinistra per guidar detto servo di Dio, il quale non
era prattico né a cavalcare né a combattere, essendo nel detto conflitto
di guerra, furono tirati dalia parte dell'essercito turchesco due palie
d'artiglieria: I'una colse ali'arcione della sella sopra della quale stava
uno delli due cavalieri, a mano dritta, e 1'altra a man sinistra fra
la p anza del cavallo e gamba dell'altro cavaliero, e né all'uno né all'al
tro ferno offesa alcuna.
5106 I FRATI CAPPUCCINI. PARTE III
190
Cf. nota 65.
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5107
191 192
Decio Carafa, nunzio a Madrid nel Cf. sopra, nota 66.
1607-1611 e arciv. di Napoli.
5108 I FRATI AP U 'CINI · PAHT • ITI
193
II convento di S. Bonaventura.
SEZIONE Ill · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5109
il mio m antello per parte del suo, d esso non se n cur , m a conten.
tandosi d' and arsene a quel modo per mezzo l'udienza della chie a
sino alia sua cella .
8821 E credo che non fusse per altro fine solo che per mostrare
al popolo che lui and av a mezzo spogliato per sovvenire alli bisogrn
de' suoi prossimi; e che questo si a vero, si chi arisce ch'arrivato in
cella, sendoli portato detto suo m antello che ave a buttato da sopra
il pulpito da un prete di dett a chiesa (e credo che fusse per buono
rispetto), lui non volse per conto alcuno ripigliarlo, ma disse: « Io
questo mantello l'ho dato per limosina ». E cosí que! prete lo ritorno
alie figliole e mon ache, pervenendo in m ano deli' abb adessa. E intendo
che al presente si conserv a con qualche divozione appresso di loro,
tenendolo molto caro, come h anno f atto per il pass ato.
E mi ricordo anco che subito li fu m and ato dal padre provinciale
un altro m antello vecchio, pigli ato dalla nostr a communità e portato
d a alcuni frati, eh'al presente non me ricordo i nomi, del quale lui
si serví appresso nelle prediche ch'in tutt a dett a qu adr agesima fe'
in detta chiesa, predic ando due volte il giorno, cioe la m attin a e la sera.
8822 lo posso deponere con ogni verità che, mentre fui suo compa
gno in tutto il tempo dell'ultímo anno del suo general ato, mentre
c amina v a sempre a piedi visitando i monasteri della sua religione,
quando la sera arriv av a ai mon asteri fuggiva quanto potev a le partico
larità che si sogliono fare a' padri forastieri viandanti. E questo io
lo notava assai in sua person a, ancorché fusse mio generale, poich'es·
sendo solito della nostra religione darsi a' padri for astieri che arrivano
stanchi nelli conventi un str apontino di lan a, lui non volse mai accet·
tarlo, contentandosi del strapontino solito di paglia. E quello che io
piú ammir av a er a che non l ascio mai in detto tempo d' andar la notte
a m atutino, ancorché le volte fusse arrivato la sera stanchissimo, e
molte volte anco di notte.
Già e noto a tutta la mi a religione che 'l detto padre fra Lorenzo
era di fiacchissima complessione, e la sua persona era soggetta a molt �
infermita de' quali al spesso soleva patire; e in particol are pativa assai
di dolor de' fianchi e de' reni, de' quali, a tempo ch'io li fui compagn�
mentre lui fu generale, ne patí piú volte e gravemente, n' mai io sentll
SEZIONE III · TESTIMONIANZE PROCESSUAL! 5111
8823 ln tutto i1 tempo ch'io fui appresso al sudetto padre fra Loren
zo, conobbi che fu persona assai astinente e temperata nel vitto, nel
vestire, e in tutte l'altre cose concernenti l'asprezza della vita de'
capuccini. E, per quello che spetta all' astinenza de' cibi, io osservai
di continuo che lui non solo era parchissimo nella refezzi�ne di quelli,
ma rifiutava assai volentieri mangiare alcune cose delicate eh'alla vita
nostra de' capuccini alcuna volta 'si permette; e in particolare nelli
tempi della quadragesima osservai che non volse mangiar mai pesce,
ma mangiava volentieri minestre d'erbe, quali; quanto piú mal condite
erano, tanto piú volentieri le mangiava.
Osservai ancora che quando lui predicava, non prendeva mai cibo
alcuno particolare, osservando sempre i1 rigor della vita de' capuccini;
e se alle volte li fussero state mandate o presentate vivande delicate,
io osservai che lui mai le volse assaggiare; anzi che, stando piú volte
infermo, sendoli presentate cose dolci di zuccaro o altre solite presen
tarsi agl'infermi, lui le vedeva assai volentieri, ringraziando con molto
affetto chi ne !'avesse mandato, ma non voleva poi mangiarle, ancor
c hé ne fusse stato pregato e stimolato da me che alle volte ·conoscevo
nelle sue infermità e necessità averne di bisogno. --
8826 Io so anco benissimo e· posso deporierlo con ogni verità che 'l su
detto padre fra Lorenzo fu stimato sempre, non solo dalli frati della no
stra religione, ma da tutte l'altre persone che lo conobbero, per religioso
di vita assai essemplare e santo; e questo concetto che communemente
ebbero tutti, fu appresso di loro confirmato assai dopo la morte, stiman·
dolo e riverendolo per santo, e questo era cagionato perché dopo la mor·
te si publicorono le sue virtú e rare azzioni che fece in sua vita.
E questo concetto della sua bontà e santità l'hanno avuto, per
quello ch'io so e ho visto, persone principali, come principi e altri
titolati, e anco molti signori illustrissimi cardinali in Romi, dove io
me ricordo benissimo ch'upa volta, nella nostra chiesa di san Bonaven·
tura di detta città, �endo venute molte persone a raggionar con detto
padre e a visitado per loto divozione, gli fu da quelle tagliata gran
S ZION 111 · T STIM NlANZE PR ESSUALl 5113
8827 E molti dC- nostri frati, mossi dalla degna divozione che aveva
no alia bontà di detto padre fra Lorenzo, si posero essi ancora a
tagliarli il mantello e l'abito, volendone ancor essi la lor parte p r
Ia divozionc chc li portavano, come io in particolare me ne presi
una buona parte tanto dell'abito quanto del mantello· e questo fu
in occasione che '1 detto padre fra Lorenzo, vedendosi l'abito e il
mantello cosí tagliato, lo lasciõ, sentendo di questo fatto molto disgu
sto e rammarico: il tutto per sua grandissima umiltà.
1
Né in questo io fui solo, perché molti altri se ne presero, de
quali al presente non posso particolarmente ricordarmi; ma mi ricordo
bene che vi fu il padre fra Marcello di Specchio 194; e mi ricordo
anco benissimo che, volendosi allora da' nostri superiori dare un altro
abito della nostra communità, lui non lo valse accettare, ma disse
che li fosse stato attonnato e accomodato quello che portava al miglior
modo che fusse stato possibile.
194 19'
Mareello da S pecchio e' 1gnorato
. Giovanni da Staliti e cQnosciuto.
dal Necrologia.
5114 I FRATI PPU CINI · P RT I
8829 lo so benissimo che 'l detto padre fra Lorenzo, quando st ava
in Roma a tempo del capitolo generale, dove io me titrovai compagno
del detto padre fra Francesco da Napoli Severino, li sopragi unse l'in
fermità della podagra, che l' avea talmente gonfiato i piedi, che non
poteva partirsi dal letto e andare in diffihizion dentro il medesimo
nostro convento. E so che in questo tempo che lui stava cosí inabile
delle podagre a non poter caminare, quando voleva dir messa era
necessario esser portato ivi dalli fratC non potendo per conto alcuno
caminare. E quando era sopra l'altare, nostro Signore li som.ministrava
le forze inthodo tale che stava dritto in piedi, come se non avesse
male alcuno: cosa che tutti la riputavano per miracolo chiara. E, finita
la messa, era necessario 'di nuÓvo essere condotto similmente dalli
frati nella cella in letto' perch'era inabile a caminare.
Geremia da Va/acchia era già forgiato alie virtú evangeliche dagli esempi
e insegnamenti dei genitori, specie del/a mamma, quando venne in Italia. La
provvidenza lo volte /rate cappuccino a Napoli, addetto all'assistenza dei maklti
nel convento di S. E/ramo Nuovo, detto comunemente del/a Concezione. ln 46
anni di vita religiosa fece splendere dentro e faori convento il carisma soprannatu
rale dei/a carità e i doni de/lo Spirito anto, per cui era comune il detto: « Alia
carità di fr. Geremia chi ci puo arrivare? ». Egli visse tutta la splendida gamma
dei/a virtú e deite opere di misericordia corpotali e spirituali. La visione e dimen
e e
sione del/a sua vita stata la misericordia: Dio tutta misericordia, la Trinità
e
e misericordia, la Passione di Cristo e il Corpo di Cristo nell'Eucarestia miseri
cordia, la Vergine llat manto trapunto di stelle e madre di misericordia, la Chiesa
e
e misericordiosa, l'umanità un dono dei/a misericordia, /'universo visibile e
e
invisibile un atto continuo di misericordia divina.
Egli era analfabeta, ma quando parlava diventava pittoresco, penetrante, sen
za complessi razionali, immediato, per cui « tutti davano salti, ascoltando con
gusto grande ». Imbevuto di misericordia, era un ricercato conso/atore degli a/flitti
e sapeva davvero conso/are. Ma se era da tanti richiesto, egli, da parte sua, pure
cerc ava i sofferenti. Non faceva distinzione fra ricco e povero. Passava dalle cas
dei poveri ai pa/azzi dei nobili, avvicinandoli con la medesima semplicità. Era
attir ato dall'in/ermo e dal sofferente come da una ca/amita e riusciva a conso/arli
con il suo servizio e « con te sue parole semplici e spirituali », piú che non
i <U>tti e predicatori.
Era sem pre pronto e a·llegro. Purezza, semplicità e amore erano k sorgenti
di qu e/ la letizia che si irradiava dal suo volto. Portava sempre qualcosa da da
re,
da donare. Nascondeva l'ansia dei patire e l'eroismo dei/a sua penitenza e dei/a
sua Povertà sotto un modo di /are giul/aresco, umoristico e allegro.
Anch ne/
conv ento era come pellegrino e forestiero poiché non aveva una stanza a su
o
us o, ma p assava la notte nelle celle dei ma/ati o di altri /rati, ed era co
I povero
<< da n on aver di che pagare la pigione di una ceifa », come egli dicev
a.