Sei sulla pagina 1di 44

(l

Traduzione

j
di M D. CAPOZZI

I . I B R A R I'A
I S T T T U TDOI P R O P A G A N D A MILANO
INTRO
D U ZI O N E
a U . ' E S E R C | ZD
| OE i l . a

P R E S E N ZDAI D I O
F .M . C A T H E R I N E T

INTRODUZIONE
Nihil obslot quominus impîimqtur'
Medioìcni, 3 oclobris 1948'
Sqc. IOS. ARIENTI
ALL'ESERCIZIO
Censor Eccl' ,DELLA
. l
I M P R I M A T U R
ln Curiq Arch. Medioloni, 4-X- ì948'
PRESENZA
DI
t D. BERNAREGGI
Trqduzione di M. D. CAPOZZI

\,"/
t

INTRODUZIONE

Mettersi alla presenza di Dio è urro dei


preludi necessari a ogni vera preghiera e
soprattutto a quella mentale.
Vivere alla presenza di Dio è il princioio
nascosto che fa sbocciare la vita interiore,
ne genera gli sviluppi e la fa sfociare nella
santità.
E' dunque sommamente importanle I'ini-
ziare le anime a questo esercizio.
I e pagins che seguono si prefigg6n6 p16,
prlo questo scopo.
Esposte da4prima dinnanzi a dei semina.
.
nstr, redatte rn seguito per i lettori de " La
u l a s p t r t h t a l e, e s s e s i i n d i r i z z a n o o g e i a
tutte. l.e anime pis avide dr progredire-ielle
vle clello splnto.
Il loro sèopo è quello di richiamare all'a,
nima e alla mente del lettore ciò che occorre
sapere, e crò che occorre fate, per ben man,
.sopr"ttrrtto
TUTTI ] DIRITTI RISERVATI tenersi alla p,resenza di Dio, d,r-
rante la preghiera. E ciò perchè I'orazione
- è ordinariamente il mornenio in cui l'anima
Stob. Tip. Cort. .1'ECONOMICA ' Monzo
rNIRoDuzIoNEALlisEl9lzlo
"i"ti:i::
vede f ideale della vita. y'l':ìiî::"
st '
Dio ia chiama. Come
si diventa' tn
í""". ,"fi, a poco. a Doco'
glornata'
""ii"l' le ore della
tutte
ptì"-ti quattro capìtoli che
oi
compongo'

:"F'":,1î,",.
::ì:::iT fl'.:'n *f;;:" CAPITOLO I

sil.*'hl:li; f;,friil' ;"''::fi:"'^"'?


T:':qi
'?,yj:x,",í,',,:i,:,,i'.t*'l"nn:'i0""';'"lLi'i'1 Dio è presente dcppertutlo

",:il ul"i"?ì
I"5i''#lÌ
*1 i
"'i.il"";í Jffi
cerchiin nostrei1'"1'i:
qf]i' :1
.queste
"'t"*,!;,uhi:J:
i:*:*'; -a"u";a,:,:
']:TJ,,T"",,1l'"'i"lT'nÌ
"
a"e'" pi"'"n'"
otr?tliut",
"#.1.::
per sè o per gli altri'..1':::::
i
f :':,":l"'"$:".i:,"
':";;eriti' i{i':H"E
e conservr soro
'q,"ù"
í"";t* .tragsa
.r.,"frít,..o.tituié ;i;
H":":li-..ît:poca
i',""m::: :ji 11'..'o""" con
1,,i,,,1","
iatica e molto frutto'
r
fl ' .t, {
r.l
' 1

ì
,{
n
I

Le pnBssNze DI DIo E' uN,q nBer_te'

Niente è piìr facile del rappresentare -


per -
.mezzo della_ im;naginaziòne perso,
naggl
.scomparsi da mblto ternpo o anche mai
esistiti, es. eroi dell'antichità classica o
,p.
efolne dl fomanzl.
Si fanno. ,tivere o rìpivere con intensità:
ma non sì è schiatLi di queste fantasticherie
tanto ch.e quando
. .la vita reale riprende i
suol dlrlttl, sl lasclano a poco a poco tor.
nare, senza rimpianto, nella notte dell'oblio.
, Agli inizi della vita spirituale I'atto di
fede, per cui ci si mette alla presenza di Dio,
ha spesso questo caratt€re imm,aginativo, in-
con.sls't€nte,transitotio. e a preghiera termi,
nata, la vita sensibile riprende il suo im.
pero. Certo Dio non è negato, ma la sua
IO INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIC) DELLA PRESENZA DI DIU t I

nor aglamo come


Dresenza è dimenticata e non è creazione della nostra immaginazione,
ie' Egli non fosse Piìr Ptesente' è una realtà. Che noi vi facciamo o no ar.
q u e s t a "I n '
òÉ" .ot" fare per rimediare a tenzione, ciò non cambia nulla alla sua realtà.
" p e r far sì che la fede
.o..-i",lr"-a"pto,"ubl" Da quando siamo qui, in questa stanza,
della presenza
che abbiamo in questa. verità avete p€nsato all'aria.che vi respiriamo, alla
" "it"
cli Dio divenga per nor < spirito -- llÌ--^ luce che vibra intorno intorno a noi. a quel,
- noi crediamo appllcare
E' necessario le onde misteriose che penetrano dapper.
a b e n ca'
innanzi tutto la nostra-atlenzlone tutto, che attravefsano in questo momenro
. h " , i .hi"'" la' ubiquità.di Dto'
;' '; ; ; i l l u o g o c h e n o i o c c u^p i a m o e c h e u n a'iili,
ppa,
è tn terra'
Dio è dappertutto-..E' in cielo' rlecchio rigevente d'i telegrrafia ."nr,"
g .irf" ."i" .h" abitiamo; in tutte.le con- potrebbe captare? Certamente nol Ci pen.
nel nostrl vlaggr'
trade che abbiamo Percorso siamo rn questo nomento perchè qualcuno
nella stra'
E ' n^e.l'l"aa c a m e r a l n c u t c I t r o v i a m o , ce ne .parla,. ma la nostra attenzione 6 la no,
l, sentiero che percorriam.o"' Tutto stra incoscienza non cambia nulla di que-
mat
Iit t"f-r" sappiamo; ma, vi abbiamo sto stato di cose che è una realtìt ind,ipen.
riflettuto? a dente dal noslro pensiero.
Dal momento in cur abbiamo comlnclaLo
l i n e e a b b i a m o . . pensato che Lo stesso si può dire di Dio..
t";";."';;;;;;
di noi' che ct Noi dimentichiamo la sua presenza,
óT,i-a q.ii' che .c'era prima
not cl saremo ma non per questo Egli non è qui, € quxn,
."rà "aÉot", anche dopo che
do noi pensiamo a Lui, noi non facciamo
allontanati? ":-- -bbiamo una sola vol'
Da questa mattlna al che p,rendere coscìen4a di una realtà che
t" Í.ìrnìto il nostro spirito' la nostra.intel'
di Dio
lisenza su questa Presenza invisibile
abbtamo attra'
,rZit" .,"nt", nei luoghi che-
""i*,., presso le person€ che siamo andatt
'a vtsltafer
g'""ri..d. bene: questa presenza di Dio
t2 INTRODUZIONE ALL'ESE.RCIZIO
DELLA PRESENZA Df DIO r3
dimenticarle completamente e titornare alla
vlta tncosclente Cn€ Sl vlveva Drlma. doveva al manicheismo , aveva ,lpportato
L ' i d e a : " D i o è p r e s e n t e . 'r i i - p o n " . " alla sua conoscenzà del veto Dio. (r).
per poco che 1o si voglia, diventa familiare Vogliamo sorpassare questa nozio{le in,
e sotto la sua influenza la vita interiore non sufficiente, la sola forse che ancora abbiamo
tarda molto a trasformarsi. nella nostra immaginazione?
Cerchiamo allora di comprentlcre ben
chiaramente come Ia pr".ena di Dio sia
quella che conuiene ad uno .spinto.
Per. giungervi partiamo rh p:'emesse ben
II semprlcl.
LA PRESENZApr Dro e' Quu-r-e Io penso, in questo momento, al noto
teorema sul quadrtato dell'i,pptenusa: ne
DI UN PURO SPIRITO
penetro completamente il (ignificato s ne
rivedo chiaramente la dimostrazione. In
Questo risultato sarà raggiunto tanto più questo momento questa verità geometrica,
facilmente e tanto più in fretta, quanto me,
è dunque, perfettamente e completamente
glio si conoscerà il modo con cui Dio è pre-
presente al mio spirito. Ma voi mi leggete
sente.
e mi comprendete, Il ricordo dei vostri
L ' i m m e n s i t à d i D i o o r d i n a r i a r n e n t es i i r n .
studi fatti in altri tempi, si risveglia e
magina un po' come quella di un oceano
anche voi rivedete perfettamente, in que-
senza .limiti:. gli esseri creati vi sarebbero
sto momento, e il significato e la dim,ostra,
come immersi e tutti penetrati di Divinità:
z10ne del teorema.
così come la spugna che è interamente im,
Ecco dunoue una verità che è simulta,
bevuta dell'acqua del mare.
Questa ìmmagine è oltremodo imperfetta,
e S. Agostino lamentava spesso il ritar,:io (r) Conf. L. V, c, X, N. 19,
che questa immagine materiale - che egli L. VII, c. I, N. z.
(:) Conf. L. VII, c. V, tt. 7.
r4 INTi{ODUZIONE ALL'ESEJìCIZIO DELLA PRESENZA DI DIO r5

neamelrte tutta intera nella mia intelligen' Ascoltiamo nuovamente S. Agostino:


z a'.Seed i n q u e l l a d i c i a s c u n o d i v o i .
a quìst'ora, c'è ai nostri antipodi, o <Dìo è Ia verità. La verità non è quad'ra,
ta, rotonda o lunga. Essa è presente dap.
in qualunque altra parte dell'universo,. utl
petlutto, (r). Dio è dappertutto presente lut-
essere pensante che fissa la sua attenzlone
to ìntero, come Ia ve:titìt di cuì nessun uo.
s t r ,c t u a s t o s | , e \ s ot e o r e r n t . a n c h s l u i p o s s i e d e
mo d:i buon senso buò dtre che se fie trovl
tutt.r irrteraquesta verità.
Lrnd parte qui edl una paúe Ià, In realtà
La stessa ioso possiamo dire di veritàrdi
Dio è precìsamente la ,,,eìtà Q.\. E' dap,
ordine logico (per es. due e due fanno quat-
pertutto ove si trovi Ia verìtà e la sag-
tro), di ordine fisico (per es. la legge della
gezla.
gravitazione) e soprattutto di quelle . verità
Ecco qualcuno che, in oriente, contem,
di ordite metafisico che tiguardano I'essere
e le sue proprietà essenziali. PIa la giustiTja, mentire un altro Ía la
ste.ssa cosa in occicle.nte. La giustiTia con.
Ciascuna di queste verità, restanclo sem'
tenplata dal primo è lorse dillerente da
Dre una e identica a se stessa,è tutta tnte'
quella contemplata dal secondo? La giusti.
ia, presente dovunque essa abbia una ap'
plic.rzionee dovunque un essereintelligentt
fissi, in sssa, la propna attenzlone. (r) Veritas est Deus, veritas nec quaclra
E' da ciò che bisogna prendere le tnosse est, nec rotunda, ns6 longa. Ub;que prae,
p e r c o n c e-mare pire I'ubiquità di Dio. Egli .ncn sens esú.(ln Ps. XXX, Enarr. II, n. 7).
ù .otr-r" il - essere rnateriale di cui so' (z) Deunr non distendi aut dillundii per
lo una piccolissima parte i;nbeve di ::è la locos neque fìnitos neque rnfinitos, quasì rn
s p u g n . r - E g l i è u n e s s e r es p i r i t u a l e , t u t t o t n - aliqua parte major sit, in ah.cluaminor, sed
tero, presente ln clJscuno clcl luognl cnc tol urn ubique esse praesenîem,sicut rterila.
occupa, tem, cujus nemo sobrìe dicit partem esse m
O c c o r r e d u n q u e , rappresentarselo al mo, islo loco eL pdrtent in illo, quonìam veri,as
clo di una verità: perchè Egli ; 1" verità ubique Ders esú... (Epist. CXVIII, c. IV,
sussistente. n. z3)'
[]

DELLA PRESENZA DI DIO


ó INTRODUZIONE ALL'ESER.CIZIO

Si, in questo stesso momento Dio è tutto


4ia che io vedo do qui, di dnve mi trovo,
se verarmenteè la giusti4ía, è vista ugual' tnteto, con tutta la sua vita, con tutte le
mente fu un'altra percona,i qwlunque sia sue perfezioni, nella mia anima e in ciascu,
la distan2a tnteriale che .ci sepdri, essaè u. na 'delle vostre; nelle anime di tutti gli uo,
nita a me nella luce di cui la medesima ed mini come in tutti i deserti disabitàti. su
questa teffa, s su nel cielo.
unica giusú7ja illumina tutti e due> (31.
Come la verità, Egli resta Uno in Lui
stesso, non si moltiplica col moltiplicarsi dei
luoghi, e nonosrante ciò, tutto Egli riempie
Q) Ubique est veritets,ubique est sapien-
tia, Iwtetrlig;t quis in oúente justitiwn, intel, di sè.
ligit akus in occiden'te justitiamz numquid Il piùr grande prec€tto dell'Antica Legge:
aha est justitia quam. iIIe intelligit, alia quam 4scolta Israelet il Signore tuo Dio, è un
iste?., Quanattideo 'justitiatn'hic constìtutus, Dio unico (Cfr. Marc. XII, 29, et Deut.,
si ìustitia est, ipsarn tident 'jush.rs nescia VI, 4) affermava I'unità del Dio immenso;
quot mansionibus a me carne sejunctus et in ma è Gesù che ci ha detto come Dio, pur
ilbus lustitiw luce conlunctus (In . ]oan. restando uno, sia dappertutto: e che Diò è
Tract. XXXV, n. q). , V. anche Epist. un puro spirito, Spìritus esú Deus (Giov.
CLXXXVII, c. IV, n. r,rt Im eo ipso quod IV, z4),
Deus dicìtur ubique diffusus, carnai resi.
stendun, est cogttetioni et mens a cw|oris
i sensibus auocandt, ne qua,s;spatiosamagni,
tudine opinemur Deum per cuncta diffundi,
sicr.rthuntus, aú humor, aut aer. lur ista
: diJfund,ituv: omnis emùn, magnihido minor grandìor, neuter sap.iemtior, non est illa ma1or
est in sua parte quam in toto, s.ed,ita po' ,n h7alorye, mínot Ln mtnore, a,ut ,intnot ,n
II tius sicut est magna saptentia,etiam in ho'
mine culus cotpus esb paraum2 et si duo
uno qùam' in duobus, sed ta.,qtain hoc quan.
ta in illo, et tanta in unoquoque quanta in
t_
surut, sapìentes, quorurn sit alter corpove ubtoqr,te.
$
t
L
DELLA PRESENZA DI DIO l9
r8 INTRODUZIONE ALL'ESF,RCIZIO

troveremmo nè queste iranche, nè queste s€,


III die, forse nemmeno i muri, ma la legge del.
ot Dto la gravità che vi regna oggi, vi regnerebbe
Le Pnsssu'qzn
ancora.
E. LA PIU' VERA DELLE REALTA'
Allc' stesso modo: il principio vitale do,
' mina la materia. la dissocia, se I'assimila,
Fermiamoci ancota sulla realtà di questa
le sopravvive. Gli elementi del coroo di un
presenza spirituale di Dio.
animale si rinnovano totalmente e inche oitr
La nostra povera intelligenza trae tutte
volte fra la nascita e la morte senza intacia-
le sug cognizià)ri a"i dati , sensibili e corpo-
re_ il principio vitals inteiiore che scioglie,
rei: ne lí uastrae> lasciandone come cascare
aduna, unisce, poi rigetta, questi elementi.
parte piìr pesante di ciò che i sensi han'
la -preso-dallà
no cose e condotto -fino. ad essa. La verità di un teorema è anteriore alla
É.ri .otnpi" cioè come una.,' distillazione e sua applicazionei essa regge una. costruzione
non serbJ per sè se non la più fine essenza. materiale, e.. sussiste integralmente dopo la
E dal mtmento che la parte di realtà clie cllstruzrone dl ouesta.
essa Dreleva e conserva nelle sue idee ù più In tealtà, e misura che saliamo nella sca,
"t"r"" " meno solida di quella a cui si at' la degli esseri verso ciò che è spirituale, noi
taccano i sensi, a nol' 'pov€rl uomlnl' sem' tfovtamo piyplu solida,,più
soltcla, c'"n{:.J." durata.e
bra che le nojtre idee non siano che urr
:ii-" realizzato I'impero
meglio dell'immateriale
oallido riflesso delle cose (e ciò in patte è sulle cose materiali.
vero) . che il mondo degli spiriti sia meno E' stato detto che N,lwrnan meravigliasse
consistente, meno solido, piir fragile, ptù tr- quanti'gli erano vicini perchè ai suoi occhi
reale di quello corporeo (il che è ínteramen- il mondo spirituale e soprannaturale aveva
te fa{so). maggiore ionsistenza dei mondo sensibile:
Riflettiamo un Pocor ciò avveniva perchè egli, più degli altri, era
la
- S e fisiche dominano e reggono
Le leggi ( entrato nella verità > ed aveva coripreso
materia. fra qualche c€ntinaio di anni tutto il significato del detto di S. Paolor <La
noi potessimo tgrttat" in questa sala, non vi
INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO

figura di questo mondo passa". Pmeterit fi'


gura hulus mundi (l Cor. VII' 3r).
Si, il vero Dio che è qui presente ha
maggiore realtà di quella che hanno gii og'
getti che col,piscono i nostri occhi o il no-
stro tatto. Questi mobili, queste luci, que'
sta sala, questa città. possono sparire, Dio
sarà sempre qui.
CAPITOLO II
C'è di più: il mondo intero può dileguar,
si, rl cielo e la terra possono passare, Dio
sussisterà sempre. Egli è la gtande, la su, Dio presente in noi
prema realtà che resta; i nostri sensi non ci
manifestano se non I'inverso delle cose, ia
loro inconsistente mobilità: è Dio che uni.
sce, dà a tutti gli esseri il loro vero signifi
cato, è Lui il principio stabile e solido su
cul tutto rlDosa.
E quanào raccogliendoci all'inizio dell'o,
razione, noi allontaniamo dal campo della
nostra attenzione il ricordo di tutti gli og-
getti e di tutti gli avvenimenti che costitui,
scono qu€sto mondo materiale per fissare il
nostro spirito in Dio solo, noi non facciamo
un atto dt rmmagtnaztone; nor non entrlamc
in un mondo irreale, ma lasciamo il dominio
dove regnano le apparenze e le instabilità
per giungere, almeno per qualche istante,
nella pura, grande, vera realtà.
I

Dal nomento che Dio è ptesente dapper'


tutto, io sono sempre, senza interruzione, al'
la sua prescnza. Ma se è dappertutto' .E'
e l i è c o n s e g u e n t e m e n t ea n c h e i n * " . g à a l
i"romento che Egli è il vero Dio, Egli è un
Dto ptztente.
Collo'chiamo la nostra intelligenza di
ftonte a questa duplice verità da cui ve'
dremo sucìessivamente sprigionarsi sempre
nuovi lumi molto utili alle nostre anime.
Si, il nostro Dio è un essere vivente. E'
eli non è una verità inanimata. Egli è ben
ilt.o .or" dei teoremi o delle leggi fisiche
di cui l'analogia ci permetteva di compren'
dere la Sua natura spirituale. Quegli che
è la verità è anche la vita; è la sorgente
r:ienezza di ciascuna vita, e dal momen-
la -che
to la Sua vita è quelia che conviene a
uno spirito, Egli ci vede e cl conosce'
Si, Dio ci vede. Questa prima verità è
tlil
i'
INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PRESENZA DI DIO

familiare alla nostra fede. Questo sguardo di


Dio che ci segue dappertutto, che sorride ai I
nostri sforzi, che condanna i nostri errori, Dlo cAUsA ATTUALE
che incoraggia i nostri pentimenti, le nostre DI TU]'TO CIO' CHE ESISTE
mamme e i nosiri primi maestri di catechi,
smo ce lo hanno insegnato a temere s ad Ma un'altra conclusionc ben piir impor_
amare. tante pcr la rrostra vita spirirualà scatuiiscc
Esso ha presieduto al crescere del nostro da quesla verità: Dio è un essere vivente.
senso morale e agisce soprattutto quando ci La m.aggiorparre dei cristiani anche seria-
prepariamo alle nostre confessioni, come il rìrente lstrruti, ha della causalità divina, una
regolatore dei nostri giudizi su noi medesi. toea lnesatta.
mi e della nostra coscienza.
. Si pensa, infatti, che la creazionedell,u,
Ma di questo sguardo di Dio posato su nlverso comptute da Dio sia avvenuta pres.
noi, non ci resta forse che un'immagine, un sappocoin questo modo:
ricordo un po' troppo infantile: pensiamo, giorno Dio creò il mondo e gli
ls invecs alla luce di ciò che abbiamo ora ,. Y" ,b:J
aleoe clelle..leggl, cr_e9le nostre anime e die_
cómpreso circa la spiritualità di Dio: e so, .te loro ll llbero arbitrio; poi, lasciò
andare
prattutto viviamo più abitualmente, d.urante ogrlr cosa. Senza dubbio Egli si riserva di in.
le nostre giornate, con la coscienza di questo tervenire di tempo in ternpo ,i" p", -.rro
I îaLto permanente zDio è qui e mi vedà. o e i l a J u a t s r o v v r d e n z ao r d r n a r i a , s i a p e r m e z ,
i,i
zo di qr:alche miracolo; ma per ciò che ri,
i guarda I'essenziale Egli attenée la fine delle
nostre eslstenze e la fine del mondo, sicuro
di ritrovarci allora per prni.ci o .i;.;;;;-
sarcr a seconda del nostro operato. La vita
del.mond.o.e la vita degli uomini si i""f*".
-"r.
rebbc cosi rn una tal quale indipend",lra
senzrale nei riguardi di Dio. ún po' come
z6 INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO
DELLA PRESENZA DI DIO

padre ['o'
ouella di un figlio che deve a suo Se quest'azions cessa, per questo solo fatto,
)*r" J.il" ;í .ri.t"n'". ma che una volta
noi cessiamo di essere. Così, non soltanto nel
;i:;;;,;1" possiede' nel corso. della vita sua
passato, àll'origine prima delle cose, ma al,
personale,
'- una vera autonomta'
l'inizio stesso della nostra particolare, in{ivi,
ÈuÉ"t"; no, le cose non sono così! duale esistenza e di quella di tutte le cose
dell o-
dell'
Dio non è solo la ragione di essere attuali, c è l'azionedi Dio.
g ll-
rieine n e .l.t del *...1o.
mondo' *" ma lo è anche della sua
Ss noi siamo in vita, è per una creazione
-"litt"nla
-"Ú,t attuale.
continua. Nascosts nel più intimo di noi me,
]"r"gone c i f a r à r n e g l i o c a p i r e il si.
desimr, Dio ci dona senza interruzione, e la
g
" n i f i c a t o d i q u e s t a ,tt"t-1tto-n1_-,^
it s u o t v i t a , e l a i n t e l l i g e n z a ,e l a l i b e r a v o l o n t à e i l
11 sole lantia attraverso lo spazto' l o r o e s e r c i z i o( I ) .
U n o d i q u e s t l v l e n e a c olplre
raeei luminosi. Non è più, dunque, solamente,il Dio che
;;T'.;;;;-hi; " lo fa rispiendere di mille fuo'
è dappertutto o che vede tutto, ma è il Dio
.fti. Sìpponi"*o che il sole cessi bruscamen'
i n t i r n c c h e a g i s c ec o n t i u u a m e n t ei n n o i , Q u e l -
;;';i-;i"d.t" i suoi raggi : immediatamente
lo che ora ci appare. La nostra dipendenza nei
l o s p e c c h i o .f i n o a q u e l m o m e n t o ' c o s l . l t l m r - Suoi riguardi, è quindi totale e ininterrotta.
splen'ie'
""""i. ai""ì,"- o..rrro. L" luce di cui
sorgente
u" non era sua: dipendeva da una (tl Cum Deus sìt ipsum esse per suam
questa
lurninosa estranea e lontana. App-ena essentra.rtl, opo,t'tett, quod esse crcatu4t11tstt
L^ .".r"to
h" -^..-r^ di .oiro il luccichio dello specchio
.li agire, speccnto
prcprirs eflectus e1us... Hunc aulem effe-
h a c e s s e t od l € s l s t e r e .
"'E;;il;'*-agine ctutn causat Deus in rebus, nofi solum
dei nostri rapPorti con
quand,o prìmo esse ìna,pìunt,, sed, quamdiu
Oi", *rg""te de"l nostro essere. Da Lui..non
tn esse consd^vlantut, stcut lum,em causatut
;i.;';d soltanto una qualità (come quella di
I-''u' in aere a sole qumndium aer illuminatus
cssere luminosi), ma la stessa eslstenza manet. . Quandiu igitar res habet esse, tatn.
i""ì" ,*ìI'gii it,"ttìi d"lt" nostra vita, I'esi'
essen- diu oportet quod Deus adsit e7 secundum
.*""i" nor,i" dipende attualmente ed modum quo esse habet. (5. Théol., p. I,
zialmente dall'azione divina.
q. 8, a. r, c.).
DELLA PRESEI.{ZA DI DIO 29
28 INTRODUZIONE ALL'ESEITCIZIO

della, menti e delle cose, e riconosce dappertutto


Esli è alla base della nostra esistenza, la presenza. l'azione. la bellezza del suo Dio.
ot
n o " s t r an a t u r a ' d e i n o s t r i a t t l ' 5 e c e r c n l a m o Essa sa, guardando gli astri, scorgere in es,
Lur' per rîe::
a"ii"i..i nei nostti rapporti con sr la grandezza e la potenza del Dio ìriven,
ma cne
zo di qualcosache a noi appartenga' te; sa che non uno dei colori dell'arcoba,
. i ì . n g " d a L u i , n o i n o t r lrovlamo nlcn'
non leno o del tramonto, non una .vibrazione so-
parole da Lui
le, assolutam€nte nlente:- le nora o luminosa dello spazio. non il mo-
un sr
an,r" " S. Cat€rina da Siena, hanno vimento di un uccello o la cellula di un fio.
( Io sono Co'
g"ìii.u,o rigorosamente vero3 re..,_ si realizza, vive, senza presupporre e
)'
lui che è, tu sel chl non e rivelare qualcosa della bontà e dèil'amore
ed-.ac'
Constatare tutto clo' riconoscerlo del suo Dio.
d a v a n t i a D i o l'attitudine
*tJiit,'pt"taere Essa cornprende S. Filippo Neri che si la-
"iif"-.tt'" q"esta verità impone' è ciò,che mentava coi fiorellini che costeggiavano il
quell atto
costituisce un atto di adoraUone"
comincia ogni preghiera .ben -sentiero _che percorreva.: gridavang lroppo
;;;"il'-;ì"i; fgrlg !i bellezza, l'amorevolezza di Dio,^ ed
orazlone
fatta, ed a piìr forte ragione, ognt Egli,. il Santo, fuggiva per non entrare ih
-deena di questo nom€' estast.
è'tit"- dì qrrert" dipendenza, abbandonarsi Essa comprende I'amore f raterno di San
tutte te
senza mormorare e con piacere a Francesco d'Assisi per tutte le creature. che
potente.e
volontà di questo Dio che è tanto tutte - egli vede - vengono da Dio e par,
dl ab'
che tanto cì ,m", vale fare un atto lano dl Lul-
È^"a"t., che è preludio. alla vera saritità' ,. Essa intravvede anche qualche cosa dei
Oual mondo nuovo si apre dinnanzi agli misteriosi abissi della scienza di Gesìr. pel
che -ri,
ocài me.".rigliati, stupefatti, dell'antma q u a l e l e c o . s ep i ù s e m p l i c i , p i ù f a m i l i a r i ,
e le
ha finalment-e compfeso queste verità tiettevano r misteri del regno di Dio e sli
come
vivel La natura ie si arppalesa'non plu' permettevano di rivelarle in oarabole.
come
un insieme di forze cieche e fatali: ma t",. dopo questx esperienza le si to-
questa ..E
l'ooen attuale di Dio. Lo sguardo -di glresse la conoscenza di Dio, lasciandole
".tì." o"n"lt" il mobile velo deglt avvenl-
t-

3o INTRODUZIONE ALL'ESEE.CIZIO DEI,LA PRESENZA DI DIO

ouella dell'intera natura' l'anima potrebbe ri- graziosa imrnagine greca di una divinità pre,
dire, con una nostalgia ben più pungente sente presso ogni fonte, o gruppo di alberi,
ed infinitamente piì, giustificata, quanto e nemmeno I'esagerazione dei Romani che
cantò il poeta profano: moltiplicavano gli dei p€r averne sempre
un solo Essere ci manchi e tutto satà uno a disposiiione da far presiedere a cia.
spopolatn! scun avvenimento della loro vita.
Ebbene, la tendenza era giusta e I'i'Cea
o prendere, facendolo prcprio, qualche .pro' profonda: quei pagani erano in cammino
fondo verso di S. Teresa del Bambino verso una gtande verità, ma troppo deboli
Gesùr: senza la Rivelazione, essi vennero meno lun,
'sridai go il camm.ino.
... Ed io l)edendo I'onda puta,
L'aiTurro7t"Uoto, iI liore e I'uccello; Ohl sì, c'è àel divino in tutta la natura,
|! Se io non úedo Dio, btillante na!,ura, fi.|Ì questo divino non è frammentario e
i Tu non sei niente 4ltro pev me che una. multiplor è il nostro vero Dio, ,puro spirito,
I vasta tomba. di cui l'azione, unica nel suo punto di par,
I
tenza, rivela la sua proCigioia ricchezza, la
Una simile tendenza dolorosa e confusa ver-
l, so un Dio che l'anima cercava a tastoni. non
sua infinita pot€nza, nella molteplicità, va-
rietà, bellezza degli effetti.
m a n c a a n c h e n e l l o s t e s s op a g a n e s i m o : l o t e ' Certamente noi gustiamo tutte queste ve,
il stimonia tanto la sua filosofia quanto la sua r i t à ttanto
anto b fin6 ad oggi poco o
e l l e e forse fine
belle
relisione. punto conosciute. Ma occorre :corre ridirle
ridi con in-
P"e,non uscire da quest'ultima, ricordiamo. sistenza, anche se ciò ci condurrà a delle
D. es. come eli antichi Semiti credessero
$ .h" ,rn dio (un baal. come essi dicevano)
ripetizioni. Non basta conoscere e nemmeno
ammirare: cccorre che ciò che noi compren-
fosss presente ln clascuna reglone' ln - cla- diamo divenga in noi principio di vita e
scuno stato, ln clascuna vallata, ed a lui at'
i tribuivano la fecondità del suolo e dei greg'
passi nella pratica della vita stessa. Occorre
che questa interpretazione religiosa - la
gi. E poi: non abbiamo.certo dimenticato la sola. notiamolo bene, totalmente vera -
{
m::

INTRODUZIONE ALL'ESFJ!'CIZIO DELLA PRESENZA DI DIO 17


3 r ,
dinnanzi agli
ispirr oramai la nostra condotta sua esistenza è letteralmente sospesa alle mie
:íi;ìt';:;ìf e c"ll',l--""dli,tl'ÎÍ';"n"". labbra, non dura se non perchè io continuo

."1"# '*,"ffi
flft::J'r# i::ii':i*
"'j'tlì',
a profferirlo.
E' presso a poco in questo modo che Dio

I
: ;; i;' sta alla base. alla radice del mio essere.
Come la mia anima dà la vita al mio cor,
iTi':T,:;'X""'i:Ìii, po, così Dio dona alla mia anima il Suo
essere. Egli è < I'anima della mia anima D
i' r ij come diceva S. Teresa, < la vita della mia
vita , come diceva prirna di lei, S. Agostino.
II In realtà, Egli è a me piùr profondamente
intiryo dei miei stessi pensieri, dei miei li,
DIO CAUSA ATTUALE beri voleri, del mio io stesso.
DI TUTTO CIO' CHE SIAMO E non crediamo con ciò. di caderg nel
panteismo. Dio non è la sostanza della mia
a vederlo in
Abituiamoci innanzi tutto anima, nè la stoffa dalla quale la mia anima
noi stessi. sarà tagliata; Egti è la ,ausa e t" .u" ."rr,
"
Occorre ritornare su
questa verità: -la salità stessa assicura la sua trascendenza,
*íài,r ai"i"":ry;: I :::i.,,ft"î:'il:'l: perchè essa Lo distingue da me, nello stesso
questo vasto monclo':'f
I

t
in tempo. che rni unisce a Lui nella piìr stretta
."]3ìl'-ir óio ',iu""t" agiscecontinuamente olDendenza,
qt'"tto -oT"li?:
'--q'me, vi aglsceancne '-t
in Allo itesso modo del come la mia voce è
il -io'seuardo fosse tanto penetrante distinta da me, perchè sono io che la emetto.
stessadel
a" o"i"t'^l-lg"er" fino alla radice diP::-
Abituiamoci, dunque, a non pensarcl co,
ro vedrer' come la me atomi isolati, fluttuanti nel mondo con
mio essere, Ti"
;;;'"ì;iti è così completa' così assoluta' quella indipendenza torale che 'Leibniz ri-
1o.è dalla mta
i"*T iL tt""" della mia ioce vendièava per le sue monadi. Diciamo piut,
suono infatti' esiste' tna la tosto comeS. Giovanni Battista: ulo sono-una
ùo..t' Q"".,o
DELLA PRESENZA DI DIO 35
lNTRODuzloNEALL'ESEBclzlo
J4

iosono
voce, "
un"T^"-":,tl'lJi: 11il"1:
viamo con Dio. Siamo semplici. facciamoci
docili nei riguardi della nostia fede: credia.

# m,
}j:li"''
mo finalmente sulla garanzia divina, anche

fr:,:l'::",:fr'r'Ì"lli,i:;
quelle verità di cui la ragione ,potrebbe

tl' .:::
In'xi istruirci. Troveremo Dio piìr presto.
E questa fede che ci avrà condotto a Dio

il$'li;:;;"q1; ci riserba ancora sui legami che ci uniscono


soprannaturalmente a Lui. delle rivelazioni

ilrlii*tt';sfd$:l*;ffi
impettsate dalla ragione umana, e così belle
d a s o r p a s s a r et u t t o q u a n t o a b b ì a m o p o t u t o
f i n o a d e s s om e d i t a r e s u l l a n o s t r a i n t i m i t à c o n
co'
Yf,\: 3,,u'"/dpresenta
*i-:f,';;i';:: romPersl'
me difficilissimo a

,til;niri'';#i lH
::l:;iit}r Dro Nostno osprtp

:
i*r*n,:,i.#
"#
rT?:t"4*
"j':ii::: i
::1t
II primo di questi insegnamenti che la
fede mi dona, è che Dio, chiamandomi a
partecipare alla sua propria felicità, mi pre,

"'"" :Ì'i"?;:
i":Tfi i"""t para frn da questa vita. a questo avvenire
divino e mi permette di meritarlo, donando-
'* il1ffi "::Íi:;i.;T.
l,'i-:x-::Tj; ;i;
mí'la vita di gralia.
Questa parola mi è familiare. ma ne ho

**r*
t:fr":}i:ni:x*
ffHq'"fi
poi davvero compreso, penetrato, tutto il
sisnificato?
ryLlf PRllENll !1310 __ 17
IN'fRoDUzloNEALL'ESE\Rclzlo I
$ Essere in casa di qualcuno non consiste
solamente nel trovarsi fisic"t-t-t"t.',"presso di 1
rnfretezza" Dio'
Eccolo in tutta la sua Iui, Dei trrristi visrtano. meltiîmo, un ca-

n;;rli i "Tiiird-:
:,::rlh#'íî:"!i"j stello storico; il proprietario vi abita in qual.
che camera che si è riservata: una guida
*;
i:'':'L'Lil'"
*t ***; "i":[,:::' nuovl rap'
conr{uce i visitatori.
Possiamo dire che la folla anonima è ri,
".i-" " Dio, presento in essa' ccvuta dal padrone del castello?
' ' "oÉr tri1 ,s,i s t a b i l i s c o n o
p
il crea- Certamente no! Essere ricevuti da qual.
p". me' rìon à piir solamente c u n o , e q u i v a l e a d e s s e r ea c c o l t i d a l u i c o m e
.il1
I:iii': :"1î:'Ì;Jn"l',"?:l:'1::'"':1." cspite che si citconda di attenzioni, che
tion si lascia da solo, ma al quale si apre il
mia casr co.ln^e
rni .f-ti"a" di riceverlo .nella-. propno cuore ln conversazio:lipiens di sin.
;; ;;.", come un::ll;:;.E:#.,1liii,ri,i cerità e di abbandono, col quale si fa parte,
"l'.'"";,"'
: i""ill"Jllìii''i i"..à. cli rice'
senza nuìla nascondcre, dei beni e dei te.
,?l
"i i *o' :1i:'^É
.,i,ttl:i';'"
s o r i c h e s i p o s s e g g o r l oa f f i n c h è e g l i n e g i o i ,

ihl* r: il'""u sca, per tutto rl tempo che clurerà il suo


soggiorno presso I'ami6o, colfre di cosa pro.

liil;":t*i:i l{:'?:'l'f,; Tl'}"*:: pl la.


E' così che Dio intende venire in noi c
'"à""riìtfii; que'sto
un po' ttoi prendere dimora in Lui.
di comprendere La sua prcsenzain noi, qucstr prcscl)lr

:**l iì'l
m"':.l;"'::il"'l?'*},f tutta spirituale del Dio vivente ed agenre

g,",i" . I
"". "
r.. ^
.*)"^., l l l n o l , n o n è c o m e u n a s o v r a p p o s i z i o n ef i -
ìli ;r,* "r,:_"*12:: s1ca, non à scltante la stretta dipendenza
"
; ^,,::#
ià1
",íit::'';'l'*U!{\j:
chg risulta dal legame causale;essa implica

:;:Í;!i:,
fii;";i- ."'queste ultime .parole:
D1o sta'
da parte del nostro Dio, dei mppotrtì pèrso,
nalì con noi, un dono di Lui stesso a noi.

bilirà 1a Sua dimora tn not


-_l

DELLA'PRESENZA DI DIO 39
INTRODUZIONE ALL'ESEBCIZIO

amante. Agli slanci del Suo cuore verso Dio,


Nel santuario delle anime nostre'..nol .abP il Maestro interiore, silenzioso ,per noi, ed
tiamo insieme al nostro Dlo. Nol dlmorlamo avviluppato neile ombre della fede, risponds
c-oÍ1e )lor
in cisa Sua ed Egli ci ammette,. in modo percepibile, e" lascia trasparire qual-
meoe'
osoiti- a godere dei Suoi bent e dl Lut che barlume della Sua luce infinita.
'#;:' É-íi t in casa nostra ed attende che
"doniamo Felicl le anime trattate così dall'Ospite
"Ài bti intieramenteryllo guanlg divinol
>ua tl'
possediamo e che a noi vtene dalla Davanti alle prospettive infinite che sono
beralità. così aperte alla nostra vita interiorc, cioè a
1:';;;. Lui si dona a noi Per 1mo.re' i dire alla nostra intimità con Dio. chi di noi
che cl
Í ugúalmente per amore che Eglt vuole non sente ingigantire il proprio coraggio, la
I -dóniamo a Lui. propria. riconoscenza, verso questo Dio p1e1
il';i;I" ci svelerà un gior.no la pienezza gente in noi non solamente per n€c€ssità
e
di ouesto OsDite divino: nor lo Qedtemo della Sua natura, ma per un dono gratuito
lodir*o di Lui. Ma quqesiy.è per mezzo da Lui medesimo ispirato, determinaio dal
ln ca'
éetla fede che sappiamo che è ln nol' Suo amore infinito e invitante noi ad un
l"-'ì"tit", iutto doìato a noi3 e questa
-l'anima'fede amore che potrà. ugualpente e continuamen.
;tìl confidenza, dilata la
.i ";;;ì;;" te crescere, lnglgantlre, senza llmrtl e sen-
.i;;i;;a lolr"rr. e di soavità, le dona Ia
za misura?
oace- e la sicurezza'
t'ii"-"n.rt"
quaggiìr, Dio va qualche.volta Cerchiamo ormai di vivere, di queste
abltua'
anthe piìr in là di questa donaztone sptrendide tealtà che la'fede ci rivela. Sfor,
cornpleta'
le " permette a certe anime pure' ziamoci di non dimenticare mai che Dio è
con
ment; donat€ a Lui e trattate da Lul in noi, che ci ama, e che noi dobbiaóo
assolutamente di pren'
;;ìì""i";;
"diii .gratuita' amarlo e trattarl-o come nostro Ospite.
i"tti"nza di questa intima presenzà e RiÈotdiamoci che il peccato mortale caccia
di questo amore.
--Llanima, Dio dalla nostra anima, non perchè ne im,
allora, non conosce soltanto' ma pedisca la ,presenza fisica, ma perchè Lo co,
' del ljlo
sberifierrta Dio presente e gode
DELLA PRESENZA DI DIO
INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO 41
40

dire' su Se stes- str:e facoltà, indirizzeremo a Dio dicen-


stringe a ripiegarsi, per così
amarci e di donarsi a not doGli :
*- lE ."na" di
< Mio Dio, i6 credo che Tu sei oresente
nella carità. dapperrutto, Io credo che Tu sei in questo
senza
Ricordiamoci che il peccato venlale' luogo clove sono v€nuto per pregarTi. Io so
poria
"t"ìi"i" it no.rro gtspite divin6 alla che gli oggetti. che mi ciicondanó e che col,
per
;;ji;;;';'" a n i m a , s i d i s i n t e t e s s ad i L u t pl.scono I mlet sensi sono -
Gli. di" nonostante la
."ii.."- ai"rto a .sciocchez""o1" 6hs appatenza - meno reali di quello che Tu
ri'
"o1"..."", e'costituisce una mancanza di non sia gui, o Dio €terno. Io so. io credo
,i'P"tto e, qualche volta' un chs Tu sei in me, che vi stai tutto intero.
;i;;;;.'À
vero lnsulto. con tutte le Tue perfezioni, con la Tua vita
Ricordiamoci infine, che la tienidezla i,11
"'j" .':f,"? trinitaria di cui io sono I'indegn6 santuario.

;l'",1'.î[òi:: : J'"':Î:'P
ir".""rì-i.-""i,
:i'?;ii
in uno.'ttió di indifferenTa
Io ctodo che tutto il mio essere, tutta la mia
eststenza è sospesa alla Tua voloittà crea.
trice come lo è l'effetto alla sua causa. il
'alle
i*i.i,".
-oii ci dà' I'abitudine di agire to*9 .:: raggio alla sorgent€ luminosa, il suono
preno
"o"' fosse il nostro ospite s€mPre labbra che lo pronunciano. O mio Dio. da
a .em'
Ji "-o." pe1 noi, e sempre occupato cul lo dlpendo lntleram€nte, e in modo asso,
pirci di benefici. luto, io riconosco il mio niente e Ti adoro.
A,hl se almeno io fossi un nientel Ma io so,
un po'
E per scendere alla 'pratica.vediamo no un p€ccatore: io ho ritorto contro di Te
-i"f iil;i"i'i" di una^preghiera'noi.possta- i doni stessi che Tu mi hai famo. li ho
della pre'
mo utilizzare questa grandé verità usati per dispiacerTi, per insultarTi. perdo-
giunti a compren' no. Dio miol Di questo perdono io sono
."nt" di Dio iome siamo
derla. rndegno, ma la Tua misericordia infinita,
dire dopo il Tuo
o esserci raccolti, cioè a.
D o o'raffrenata .amore. seÍrpre vivo, pe1 la mia po.
aver la nostra immagtnaztone va' vera anima, rianima la rnia confidenza.^ E
il conttollo di tutte 1e no' questo perdono che Tu mi accordi in que-
;ilJ;-;.tp'eso
42 INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PRESENZA DI DIO 43

sto momento, costituisce un'altra ragione per ditazione, non come soggetti di riflessioni
lodarTi insieme a tante altre creature che da personali, ma piuttosto come temi di con,
Te ricevono tanti benefici; mi dà soprattut' vetsazione rispettosa coh Dio, trovandovi
nuovo motivo di amarTi, o divino Ospt-
to,'dell'anima mctivi per lodarlo, amarl-o, pregarlo ecc.
te mia, a cui ritorno, desolato E quand6 si sarà constatata una distra-
oet la mia condotta, ma deciso ad abbando' zione. invece di ritornare direttamente al
narmi al Tuo amore. soggetto della meditazione sarà di maggior:
Io voglio - per lo Íleno - impiegare il vantaggio tornare dapprima al Dio pr€s€nte
t"-po di questa mia preghiera, a tenerTi e aÍnato, chiederGli perdono e riprendere
c o m p a g n i a , o D i o d i c u i h o t a n t o s p e s s od t ' con Lui il colloquio interrotto. Soltanto do,
sconàsciuta,dimenticata .la presenza. po ciò si riprenderà di nuovo il soggetto
D a t a n t o t e m p o T u m l a s P e t t l : e c c o m l ' .l l ' della meditazione per sostenerne e rinno.
nalmente, o mià Dio: degnaTi dì accoglier' vellarne lo slancio e il profitto.
mi, e per la T:ua gtazia tenermi presso .dt Ma questi consigli pratici saranno di una
Te durante lutto il iempo di questa preghie- applicazionepiù facile e di una portata più
ra: perchè senza di Te i6 non posso nem' decisiva sulla nostra vita interiore, se ri.
meno D ' dfie g a r e c o m e s l c o n v l e n e ; e 1 o s o n o corderemo e considereremo che il Dio pre,
felice questa dipendenza totale perchà sente in noi è il Dio.Trinità.
essa mi lega piìr strettamente a Te'.'1 '
Noi vediamo con questo esemplo' che non
è un modello, come si possano o meglio' si
debbano, unire in modò molto naturaie gli
atti Drepatatori all' orazione (adorazione,
p".rti-.nìo^ domanda ecc.) all'atto iniziale
iol quale ci mettiamo in presenza di Dio. E'
aueuìabile che durante tutta l'orazione si re'
sti cosà dinnanzi a Dio. Per riuscirvi, il
I l
mezzo migliote è di servirsi dei punti di me'
_i
[r,
f,',,
I

simc Trinilò
te in noi

E' dal plir grandedel misteri


della nostra Fede che viene
alla nostra vlta Interiore la
più grandeluce.
Frt:
li,,
jri'
:

ìt
lt ' , I

i. L,r PRBSPWZTtN Nol


t,r
t.l DELLA INACCESSIBILE
TRINITA'
' l

l
Non c'è che un solo vero. Dio. Questo
ii Dio che è in noi è uhico nèlla natura e trino
nelle Persone. E questa constatazione ci sba-
lordiscet
Così questa Trinità vivente che abitual,
mente ci rappresentiamo in non so quale
lontananza ove Ella si mostrerebbe in oiena
luce. agli
-?nC9li e ai. santi del Cielo, questa
Trinità- adòrabile, è in nor. vrve .rn nol.
ln me, in questo rltomenúo come in tutti
gli altri istanti della mia vita, Dio Padre
ccnoscendo Se stesso genera il Suo Figliuolo
s Gli dona tutta la Sua natura divina per
DELLA PRESENZA DI DIO
-
INTRODUZIONE ALL'ESE)RCIZIO
49
48
Dobbiamo tentare di parlare di questo pro.
_
farne il Suo uguale e il Suo ( consustan' fondo tristero? Dobbiamo tentare di dire- co,
ziale ,. me l'anima santificata abbia sorpassato la
In me, in questo momento, Dio Padre e barriera al di ià dell;1quaìg si svólge la più
Dio Figlio si amano e dai torren-ti infiniti lntim.ì vrta del Dio invisibilq ed inaccessi.
di questo amore unico in cui Essi si dona' bile?
no l'uno all'altro, procede la Persona dello E perchè no, dal molnento che la Rivela,
Spirito Santo. Tutto questo -- lo rtpeto an, zione ci invita e dal momento che noi non
cora una vr:lta - si svolge in me, in cia- drremmo nulla che non sia già stato detto
scun istante, ed io non lo sapevo. Veramen' dai suoi due più sublimi rappresentanti: San
te Dio era qui ed i6 non lo sapevo'. Vere Prolo e S. Ciovanr:i?
Dominus est ìn loco isto, et ego nescíebum Entrare in società col pedre, col Figlio
(Gen. XXVIII, r6). e con lo Spirito Santo, è sembíato e sern,
E questa verità di cui io non posso dubi' bra ancora impossibilg alla no5111 ,"*1orr"
tare. oh come conduce, la mia anima all'arn' r u c h e s c i l l u m i n a r . rd a l l ; r F e d e .
rlirazione, .rl rispetto e soprattutto a nuove Comprendiamone bene il perchè.
a d o r a z i o n Ii L e T r e P e r s o n ed i v i r : e n o n s i d i s t i n e u o n o
Ma ecco un'altra meraviglia. Questo Dro se rìon per le relaTioni che hanno ciicuna
vivente in me, mi invita a vivere della con I'altra: così il Padre non si distinsue
Sua vita più intima, a partecipare alla Sua d;rl Frglio sc non in quanro che Egli lo
ie-
felicità, ad entrare nella società delle Sue nera conoscenclose stesso; tutte le altre ope,
Tre divine Persone, Egli non vuole che la rrzioni del Padre sono comuni rl Figlio per.
mia artima resti soltanto attonita spettatrice chè ciascuno agisce secondo la pro-pria^na,
d e g l i s p l e n d o r i e d e l l e r i c c h e z z ed e l l a s u a i n - turr, e Ia nrtura divine è unicì. apparte.
tima felicità; Egli vuole che sia divinizzata, nente insieme ai Tre ed a ciascunodei-Tre,
che sia introdotta nei gaudii del suo Signore, Quando noi diciamo che le tre persone
che si ut.tisca a queste relazioni ineffabili che divine non sono che un solo Dio, non è pa-
l e T r c P e r s o r t eh a n n 6 u r ì J c o n I ' a l t r a , c h e rola vana. in realtà non c'è che un Dio sàlo
entri così, nell'unità del Suo Dio.
I N T R O D U Z I O N EA L L ' E S E R C I Z I O DELLA PRESENZA DI DIO
5o 5r

Tre ln una. sola; le tre Persone spariscono, si


e una sola natura divina. Se uno .d.ei
qualche att6 assorbono, oserei dire, nel Dio unico: nei
ift" lì';J"o..ti"ae volesse produrre
la relaziòne stessa che la di' rapporti con tutto ciò che non è Dio, non
;; i;;."
azto' c'è che un solo Dio.
stineue dalle altre due Persone' la sua
"l^'?"*,"."UU" in pericolo per così dire, ,la Questa è la barriera insormontabile dietro
la quale si trincera la vita intima di Dio,
natura divina che è unica " tornung 1ll€
Ia Sua vita trinitaria. Chiunoue venendo dal
d- \u" lel ' a l t r e P e r s o n e .
;rt"tno della Divinità
- diciamo - d i f u o r i a s p i r a s s e, p " t t e t r " . à i n q u e s t a v i t a
."tto tre, ma quando agiscono. all'ester' nascosta cozzerebbe con I'indivisibile unità.
E...
fo," i--"ai"t.mente le loro azioni conver" Ma se questa limitazione è insormontabile
gono, diventano' o meglio, sono un-rzlone per la creatura, non lo è stata per Dio.
lnste-
inica, prodotta dall'unica naturJ che
"m e p o s s e g g o n o .
èfi" uíí di Esse prouunci la parola chc
crea i mondi. Essa la profferlsce per un atto
st€sso
d"tl" S"" natura divina che è nello
crea'
tempo delle altre Persone' La parola
I re'
"t r" iócné" 'è , q u i n d i , u n i c a e c o m u n e í Ì l L'UrrreNrre' SeNre u Grsu'
uia di'Esse si protendaverso la.sga tN .sENo nlre SS. Tnrurtn'
..""*i"-^r*"giàn""ot" 'i-""r.r'" p"t donarle qualche
;;;-" b e n e f i c i o '. questa bontà
della natura Una dells Persone divine, il Verbo. si è
."f,"-; ;n.ttin, è quelle di Dio'
posseggono: 1a I inchinato verso il mondo creato. Eeli ha ele.
àìri". itt"^f ir. tgu"l*"tt.
e lte'. vato fino a Lui una natura umina e l'ha
-ón.,icondiscendenza, è comune a tuttl
loro
di fatta partecipare alla Sua propria personalità.
.rolt" che per un atto- di giustizia'
p o t " n r i . o d i q u a l u n q u e a'' Un essete creato è cosi entiato nella vita
ù"";;a. d ì -altro
rende conlatto con le Sug crea' iqtima di Dio, nella Sua vita Trinitaria.
Dio p
t r i b u t o , -,." 'p"t.on"
fondono la loto azione Un essere creato possiede la personalità del
;;;
11
t INTRODUZIONE ALL'ESEF,CIZIO DELLA PRESENZA DI DIO
>z 53

Fislio. o piuttosto è da Essa possedutoregli meglio, una partecipazione alla natura divi,
ha- nei riguardi del Padre le relazioni che na, I'ha resa atta ad esserc presa dal Verbo
sono quellé del Figlio: egli si associa al Pa-' che. I'ha Ía'tta sua. Dio per la Sua Persona,
I dre nóll" relazioné per mezzo della quaie il
Padre e il Figlio producono 1o Spirito Santo'
Gesù è 'divinizzato nella Sua natura umana.
Egli è. veramente uomo e. produce atti ve,
Comorendiamo bene come sia stato supe' ramente umant, ma questi atti sono anche
rato 1'óstacolo che costituiva I'unità di Dio: atti divini, non solamente perchè sono atti
ma badate, io dico superato, non soppresso. di una Persona divina, ma perchè la natura
L'atto col quale il Verbo ha preso uîî 'cui
umana dar essi emanano. è stata riem,
n a t u r a u m a n a p e r a s s o c i a r s e l aè u n a t t o c l l ' pita. invasa dalla divinità, tiasfi!;urata dalla
retto verso la creatura ,verso ciò che è e' natura divina e resa capace di atti formal,'
sterno a Dio: è dunque un atto comune alle mente dlvlnl.
tìl tre Persone. Ma il tisultato di questo atto Alla stessa maniera: un ferro reso roveltte
',1 non tocca che la Petsona del Figlio: la na' in un braciere e penetrato dal. fuoco. pur
tura umana di Gesìr non appartiene nè a rrmanenoo lerfo capace dl colplrer pestare
Pàdre, nè allo Spirito Santo: solo il Vetbo ecc., 'diventa, per la sua incandescen2a,,ca-
!
si è incarnato' pace di. produrre le operazioni proprie del
Oramai una natura creata è entrata ne' fuoco, come bruciare, illuminare ecc,
seno di-Dio, in questa vita intima tanto ge' Questa partecipazione dell'dnima umana dì
losamente' tiservata ai Tre. Gesìr è <'uno Gesù alla natura divina castituisce. la grafua,
della Trinità ) come dice la formula tradi' La Grazia in Gesù è immensa. La misura
zionale; Egli è il Figlio del Pa'dre; e coi Pa' di questa gtazia è la dignità infinita della
dre, Egli è il Principio dello Spirito..Santo' Persona: Egli ha dunque la pienezza della
irò ìonostante Egli non cessa di esserc gtazia. Ma. la natura di questa grazia non
uomo. Ma ia Sua natura umana è stata esgl è anche essa in atmonia con la qualità della
stessa nobilitata, sopraelevata, a fine di es' Persona? La grazia che orna l'anima di Co.
sere degna di appartenere ad una 'pe-rsona' lui che è il Figlio di Dio non deve avere
lità divina. Un iiflesso della natura divina, qualche cosa di filiale? Le espressioni e la
DELLA PRESENZA DI DIO
INI RoDUZIoNE ,TLI'Esg,ncìzto
.54
S' Paolo ct II I .
dottrina di S' Giovanni e di
;;;;ì;;"". a pensarlo e la teologia non ce LA NOSTRA AMMISSIONE, PER MFV,ZO
lo vieta' DELL'UNIONE A GESU' AL SENO
enttata
Possi"mo dunqué ammettere che' DELLA TRINITA'
";i;-;i;'"" Trinità sotto I'egida della^per'
uesu
sonalità del Figlio' .la natura unana dl Ora è < da questa pienezza che tutti ab'
che-l'ha
h a r i c e v u t o u n a p l e n e z z ad i - g r a z i a biamo ricevuto la nostra grazia di santi'
al l'lgllo
c l e i f i c a t a . a s s i m i l a n d o l as p e c l a l m e n t e ficazione (Gtovannt r, 16); perchè .la vita
che I'unisce a sè (t)' d i v i n a c h e è i n n o i è una partectPazlone
a l l a v i t a d i v i n a c h e è nell'anima deificata
del Criito.
In ouesto senso ull Cristo vtve in not,
(Gai. i r. zo), un po' come i genitori vi'
vono nei loro figli, o meglio, come il bimbo
prima della sua nascita vive della vita di
suíÌ maore.
(ù CÍr. su questo punlo assai delicato'.
e Noì siamo uniti a Cristo di una unione
I ì - L t p l í r a z i o " i i i ù t e c n c h e , I e c t t a T t o n.r . t
"a+ài1*Li'ii così stretta ctre quella che esiste frx gli
,i"'abbiam6 daíoin n L'Ami du sposi non ne è se non una pallida imma,
òí"rJa , rz Maggior9l2' .P' '96'1." " ,!: gine (Eph. V, :r); Egli è fra noi come < il
drllo cotttouevsìa che .ne e se,gutta',
,unlo
"t'.l'":;'
io' ;;,'*,#^,i!^
fratello maggiore tra numerosi fratelli, (Rom.

LX;:i;7:',5., "" sola'


VIII, zq); Egli ci assimila, ci rende simili
a 5è. Egli vuole che anche noi diventiamo
íh;;i:'i'. í.- n''t, a 5 ad z in cui non dei figli di Dio, ( nati da Dio , (Giov. r,
a.
t""ili' a'a"tío lt", Ia graTia ci cSnfotma rz,r;). Egli invia lo Spirito Santo per crea-
assl'
Dio, ma che è.anche questrcned7 una' re in noi un cuore filiale e insegnarci a gri-
nrilazíonespeciale a una Persona. Divin'r dare: Padre! indirizzandoci al Suo Padre
,t,tàttaè ,'inviata ad un'anrma'
,,,r.a,iJo
56 INTRODUZIONE ALL ESTRCIZIO DELI-A PRESENZA DI DIO 57
T
(Gal. IV, 6). Ma ché cosa dico: noi t'i saremo? No, fin
Ciò che Egli è nella Sua natura deificata, da quaggiù noi siamo figli di Dio: Nunc
d o n a a n o i d i p o t e r d i t L e n i r e( G i o v . r , r z ) a f ì I i i . D e r s u m u s ,( r G i o v . r r r , ' ) .
poco a poco pet rnezzo della partecipa,qione L'unione dells nostre anime con Crisio,
alla Sua graTia che ci trasforma rendendoci questa assimilazione nostra alla vita deifi.
sirniii a Lui, in modo chè un giorno noi cata clella Sua natura umana, quesra grazla
potrenro aver parte alla Sua Bloria, to6"." f i fi a l e c h e è i n L u i n e l l a s u a p i i n e t z . a ' í , h e
della Sua eredità (Gal. VI, 7) prendere posto trabocca su noi, questa progressiva trasfor.
a c c a n t oa L u i , o v e E g l i v u o l e c h e n o i s i a r n o mazrone per cui Egli fa di noi dei figli cli
(Giov. XVIII, z4). Dio, dei fratelli simili a Lui, tutto ciò ì già
Ma dove è Lui, se non ngl seno del Pa- realiz,zato quaggiir.
d r e ( G i o v . r . r 8 ) . v i v e r . r t ed € l l a v i t a s t e s s a Noi siamo già figli di Dio, per quanro
della Trinità adorabile nella quale è entrato ancora perfettibili. La r,ìta divina è ,Ci già
in qualità di Figlio? E dunqrìe là che Egli in noi. e fa di noi dei figli di Dio, nlti
ci chiama, come dei f igli a'dottivi uniti al da Dic.
Figlio unico, come urla sposa inseparabile A.questo titolo, la vita trinitariaci ha già
dal Suo sposo, come dei fratelli pir) giovani r a g g i u n L t i , ,c i t r . a i c ì n a t h e l S u o m o r i m " i l o
e più deboli, condotti e presentati dal loro poterìtc, il Figlio ci tiene uniti a Lui nello
f ratello maggiore. Questa è la nostra spe. slancio d'amore pet mezzo del quale F,gii
ranza; fondata sulla Sua p:rr:la e sui Suoi sl ciolra tutto lntero a Suo Padre.
b e n e f i c i: n o i s a r e m o i n c i e l o . , n e l l a s o c i c t à I)i tutto ciò ro n::n ho coscicnza,nrr ne
del Padre e in quella del Su6 Figlio Gesù ho qualcosa di rneglio: la certezza chc la
Cristo r (l Giov, r, 3): Per noi la Trinità Rivclazione mi dona e che la mia Fede ac-
non è più inaccessibile;Ella si aprirà per cetta. Io ncn ne ho il godimento, ma ne ho
accoglierci: noi vivremo della vita più in. la caparrac ciò è già rnolro pcr.rischiararc
tima di Dio, dellr Sua vira intima. della Sua tl lnro caurmuÌo verso la fclicità celeste e
vita Trinitaria: e vi saremo introdotti darn:i la comprensione di ciò che cornpie in
dal Figlio in qualità di figli. me la I rlnlta.
58 INThODUZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PRESENZA DI DIO 59

Aht voi non vivete piìr, o divine Ptftqn:, te voluto iniziarmi. fin da quaggiù, al mistero
g"lourrn"n," rinchiuse nella Vostra intimitàl della Vostra vita Trinitaria, e dirmi che il
?oi no.r vi contentate di concedermi I'onore Dio unico è Padre. Figlio e Spirito Santol
della vostra presenza ln me' come un,. re
che chiedendo alloggio ad un suo sucldlto'
Voi volevate che io ben conoscessiChi abi'
tava in me, quale radicale trasformazione I
si rinchiudesse poi nei suoi -appartamentl, os' mi apporti la Vostra grazia, quale sublime
servando tutte le distanze dovute all'ettcnet' destino sia il mio, quale intimità volete
,"r N"t Voi mi invitate ad entrare nelf in' che io abbia con Voi, quale abba4dono
timità dei vostri mutui rapporti' come..se-lo debba praticar€ verso di Voi, con quale ri,
"pp"tt"n".ti alla vostra famiglia.- Uno di Voi conoscenza e quale amore io debba donarmi
!
ri L r."lt" tltìa natura umana fra nol sotto a Voi.
ii ;t*'i; titolo di Figlio; e questo ' Fi' O Dio Trinitàl rischiarate e rafforzate'la
della
elió vìole rlvestirmi, a poco a poco, mia fede, affinchè essa non ignori piìr nè
Érazia infinita .1't" alla natura umana ha la Vostra presenza in me, nè il disegno d'a-
ào""t., allo scopo di introdurmi con essa,-in
Lui, neila vostia società benedetta, o Trl-
nttal

,F' p.: rendermene


pli." i Suoi
Í1"e"q
.l:--Eiti,'l'lj.':
richiami alla-mia.libertà, le Sue
more che Voi volete realizzarvi, nè la me,
tavigliosa collaborazione delle Vostre Tre
Persone per mezz.o detlla quale volete
trarre da questa povera, peccatiice creatura
che io sono, un figlio di Dio, simile al Fi,
I
visite alla mia antma; I Suol lnvltt a rlvol'
*"rr"i "t Suo Padre come al mio Padre.
íer sollevarmi al disopra di me stesso, che
ìr,.i"m" a Suo Padre. Egli mi ha inviato e
E'
glio Unico.
Rendete viva in me la speranza che io
hs di vedere un giorno svélati questi mi,
steri che si operano fin da ora nel segreto
i
mi invia il Suo Spirito d'amore. del mio cuore.
Ah I ora compiendo perchè non vi siete E soprattutto datemi di amarVi e di ab,
.oni"nt"a di rivelarmi .h", per .la gtazia, .17 bandonarrni senza riserve alla Vostra azione
mia anima riceveva una parteclpazlonealla misericordiosa che mi prepara ad un desti-
Vostra natura divina (lI Petr. r' 4) perchè ave' no tanto elevato e tanto bellol

r
't
Ffr;
rll

Itl, Gerù
CAPITOLO IV

presenlo ín noi
Pur essend6vera la dottrina trinitaria che
ha attratto la nostra attenzione,possonope,
rò trovarsi delle anime ancora tanto deboli
nella fede, cui tale dottrina appaia trgp,
po elevata ,per il loro spirito, tropps a,
stratta per ilil^loro
stratta Der loro povero .uìt". Àhl i"' "*"
potessero trovare il loro Dio meno spiritua,
splfltua,
lizzato, più vicino alla vita sensibile che è
la lor'o vita abitualel
Che queste anime non si scoraggino.
Per. rispondere a questo desiderio, a que,
sto bisogno ben umano, €ss€ possono met-
tersi alla presenza del Dio incarnato, di Ge,
sù che fu e che è uomo come noi.
E' bene che ,tutti conosciamo qu.gs't2 pra,
tica, perchè la ,nostra pietà sarebbe poco
slcura, se pretendesse raggiungère Dio diret,
tamente senza passafe attfavefso l'unico Me,
diatorct e rnettendoci alla p1"r"n"" di Gesù,
apporteremo alla nostra vita spirituale un
6q I N T R O D U Z I O N EA L L ' E S F F C I Z I O DELLA PRESENZA DI DIO 65

elernento ben adatto a sostel-Ìere il nostro Ma ecco guanto non è immaginazione:


fervore. Dall'alto del cielo. come dal fon'do dei no,
Abbiamo spesso letto in alcuni petodr di stri Tibernacoli, Gesù non cessa di seguirci
orazione il consiglio seguente: Rappresenta, col Suo sguardo e di agire sulle nostre ani,
tevi Gesù in quanto uomo presente 'davanti me,
a voi, al vostro lato: prosternatevi dinnanzi Prendiamo successivamente Doss€sso di
a L u i p er a d o r a r l o e p a r l a t e G l i c o m e s e queste due verità.
Egìi fosse rellmente presso di voi.
E' iegittirno questo esercizio d'irnmagina,
zione? Conviene studiare la cosa,davvicino
p e r r e . s t , l r ei n t r n r d c t t r i n . t s i c u r a e m e l ( c r e . r
alla basc della nostra vita interiore, solide
realtà, Gesu' ct coNoscE
L,ungi dal pcrdcrvi, la pietà non può chc
grr;rdagnarvi. Gcsù come uomo ci conosceindividurl-
Se la ira,tllra r: la Per;sona divina del mente, Egli .conoscetutte l€. nostre azioni,
Verbo sono drpperlutto, perchà Egli è Dio, 'tuttl r ncstfl senttmentl,tuttt r nostrl pen.
la Sua r.rmaniià non ò dappertutto. Clò co sieri.
stituì l errorc degh ubtqtnstr che lo sostetr, La. Chiesa ricordava recentemente che
nero e che cercarcno in ciò spiegazioni inc, mettere in dubbio tutto ciò sarebbe teme-
satte del dogma della presenzareale di Gesù ratietà (Denz. N, zr84). Ma perchè questa
nella Slnta Eucaristia, verttà, ammessa dalla ncstra pietà, possa
Infatti, Gesùr, in tailto che à uomo, non avere tutta la sua influenza sulla nostra
à abitualmente presente se non in cielo c vita spirituale, cerchiamo di comprendere
n e l S a n t o S a c r a m e n t o . L o c a l i z z a n c l o l oa l t r o - come l'intelligenza umana di Gesù possa co.
ve, come se Egii vi fosie fisicamente, si ri. noscere tante persone e tanle cose neìlo
schierebbe di fare un puro esercizio di ir.r.r, stessotempo.
magtnazlone. Per gjiungere -a questo ricordiamo le condi.
1
h
Jr

DELLA PRESENZA DI DIO 67


6 INTRODUZIONE ALT'ESERCIZIO

manchi alla loro felicità. Essi sanno dun,


zioni nelle quali si sviluppa la nostra scien- que tutto quanto hanno interesse di cono-
za umana. Questa diventa s€mpre più per. scerei e quando noi Li invochiamo e im,
fetta mano r.nano che le nozioni accumulate ploriamo la, loro intercessione, noi siamo
si moltiplicano, € soprattutto a misura che sicuri che Essi sono attualmente e realmen,
si domina I'insieme delle idee.
' meglio te attenti alle nostre preghiete e alle nostre
In che cosa consiste, per esémpio, il ge' lodi: Essi le conoscons in Verbo' (cfr. San
nio militare di un grande condottiero, se Tom. In IV Sent dist 4j, q. 3; e Surn.
non nel poter mantenere nel raggio della sua Theol. Suppl. q. 6z art. r).

lx attenzione e delle sue riflessioni, tutti i pro.


blemi, quasi di un numero infinito, che una
guerra comporta, e risolverli a mezzo di
E quanto tale certezza può esscrci utile
per <<metterci ìn presen2a > dei Santi duran.
te le nostre preghiere, in presenza di Maria,
una idea direttrice? In che cosa consiste il
I' genio fi.losofico di S. Tom,maso se non nel
ridurne tutti i problemi filosofici a pochi
sopfattuttol
L'anima glorificata di Gesìr conosce in
questo modo, in Verbo, tutto ciò che desi,
basici principii che ne forniscono le soluziò, dera conoscere, tutto ciò che a Lui si ri,
ni? E Dio stesso, che conosce di una cono- terisce, alla Sua opera di ftedentore, di Re
scenza perfetta ed attuale tutto ciò che esi, di . tutto quanto esiste. Anche quando noi
I ste e potr€bbe esistere, non ha che una ldea non Gli parliamo e non pensiamo a Lui, Ge,
che è il Suo Verbo. sù segue con lo sguardo della Sua intelii,
I Ora, è precisamente di questa scienza genza uùrana, che ci vede in Verbo, tutte
J;
I
divina tealizzata in una ldea unica che Dio
fa parte ai Suoi eletti nel cielo. Essi cono,
le nostre azioni, tutti i nostri sentimenti,
tutti i nostri liberi atti. tutta la nosrra vita
Iil scono le cose in una rappresentazione di or,
dine divino che equivale. chiarificandole, alle
ri.roltepfici concezioni della nostra scienza
di pietà.
Abituiamoci a vivere sotto questo profon,
d,o sguardo del nostro Maestro, a leggervi
umana, Si noti che è in questo modo che i i sentimenti del Suo Cuore, perchè questo
Santr del cielo conoscono noi e le preghiere sguardo li esprime: lntuitus eum. d.ilerìi
che ad Es3i indirizziamo: perchè niente

5*

' )
68 INTRODUZIONE ALL'ESERCIZÌO DELLA PRESENZA DI DIO b9

eum (avendo fissato su lui il suo sguardo E' questo il secondo aspetto dei nostri
I'arnò) (Marc. X, zr) e possiede un'influen. rappcrti con I'umanità di Gesù. Cerchiamo
za vivificante e risanante: Conversus Domi. d i b e n c o m p r e n d e r ed i c h e c o s a s i t r e t t i .
nus yesperit Petyutn (ll Signore, essendosi La vita della grazil è in noi. Questa vita
voltato, posò il Suq sguard,o su Pietro) (Lu- è u n a p a r t e c i p a z i o n ea l l a v i t a d i v i n a d i D i o ,
ca XXII, 6r). unico nella Sua natura e Trinc nelle Sue
Rendiamoci ben conto di tutto questo: Persone. Ma prima di csserci donata, que-
quando noi parliamo a Gesù; Egli ci inten, sta vLt.a divina è stata comunicala in
de. ci cornprende perfettamente - che cosa tutta ia sua rntierezza all'anima santifi,
dico? - : più perfettamente di un amico al cata di Gesù: Egli è la sorgente dalla quale
quale, p. es., palesiamo a viva voce, r no- noi riceviamo tutte le grazre: De pLenitu.
stri segreti più intimi per mezzo di una co, d i n e e ì , u so m n e s n o s a c c e p i m u s ( G r o v . l , 1 6 ) .
municazione telefonica di cui il buon fun. Ricorriamo ancora una volta ad un para.
zionamento e la discrezione ci sia assicu. gone per meglio comprendere questa gran-
rata. E' qualcosadi analogo ciò che ci accade oe verlta.
con Gesù: se Gesìr con la sua umanità non f.a luce che inonda l'orizzonte in una bel-
' la giornata d'estate, il calore che bagna
è localmente presso di noi, fra.la .sua e la
nostfa anlmf, eslste una comunlcazlone, as. tutta la pianura e fa maturare la messe, cli.
s i c u r a t a d a l l e s c i e n z ai n f a l l i b i l e d i D i o s t e s s o . pendono interamente dalla sorgenteluminosa
e calorica che è il sole. Gli oggetti terrestri
se I'appropriano e diventano luminosi cal.
.e.
II ol, ma per parleclpazlone, per pfestltr at.
tinti alla sorgente solare.
Gqsu' ,rctscg su Nol
Allo stesso modo: tutta la vita divina,
E questo divino amico che ci comprende tutta la vita della grazia è dapprima riu,
così bene e ci conosce tanto intimamente nita e come condensata nella Umanità di
può agtre in nostro favore, e non cessa Gesù, ma la Sua azione si estende poi a
di farlo. tuttr nol.
INTRODUZIONE ALL'ESEJR.CIZIO

DELLA PRESENZA DI DIO 7r


Come il sole, senza essero Presen'
te sulla terra, ugualmente ag:sce su tutti
Mistico,. e perciò tutto Suo, la vita di cui
eli oggetti terrestri, così Gesù, di cui I'u'
vlve Lul stesso.
L"nit" (all'infuori che nella Santa Comunio-
ne) non è in contatto immediato con noi, D'altra parte, questa influenza che Egli ha
a g l s c e i n c e s s a n t e m e n t es u d i n o i , d o n a n d o c i sopra di me, il risultato che Essa ottiene, i
ll grazia santificante e le grazie attuali che miei consensi. le mie resistenze, i niei la-
c o s t i t u i s c o n ol a n o s t r a v i t a s o p r a n n a t u r a l e : menti, le mie gioie, le mie lodi. le mie pre,
preseirza uìrtuale, 'dicono i teologi; ed essi ghiere... tutto Egli conosce perfettamente.
designano con questa parola I'influenza coí- E c c o p e r c h è ,. s i c u r o d e l l a r e a l t à . d i q u e s t i
.
tinua che Gesit esercita sulle nostre anlme. rapportl, mlsterlosl per me, cne mt unlscono
a Lui, io posso rivolgermi a Lui all'inizio
Ed ora avviciniarno queste due verttà: delle mie preghiere, adorarlo nell'unità del
Gesù ci vetle, Gesìs agisce su di noi. I no' Padre e delle Spirito Santo, rivolgermí a
stri rapporti con Gesù si stabiliscono allora Lui come al mio Dio e intanto sapere che
nella verità, come uomo Egli mi conosce perfettamente.
Dal Cielo e dal Tabernacclo ove risiede, La mia immaginazione può rappresentar-
Gesù non cessa di vivificarmi soprannatural' sel-o sotto il guo aspetto fisico o nella gloria
mente con una influenza ben reale. del Suo trionfo celeste, utilizzando per far
Sotto. questo punt6 di vista io mi trovo ciò, sia il Vangelo, sia i quadri dell'Apoca.
irr rapporto a Lui in una dipendenTa con' lisse.
tinua, analoga a quella che unisce la mta Io posso (senza essere schiavo di queste
esistenza e tutto il mio essere alla volontà r a p p r e s e n t a z i o n i )i n v i s t a d i e s p r i m e r e a m i o
creatrice di Dio: Gesù Uomo mi fa parte- modo la certezza della Sua azione su me e
cipare alla sua vita di grazia: in questo sen- della conoscenza che ha dr me - ligurarmi
so ( non sono piìr io che vivo, è Cristo che che Egli è davanti a me, a poca distanza da
vive in me , (Gal. II, zo) perchè Egli pro' me, sotto la Sua forma umana, e ciò per
lunga fino a me, membro de1 Suo Corpo essere più raccolto e intrattenermi con Lui.
Ora: come la divinità presente nella mia
anima a me si dona p"i "-or". essa può
r

pELLA PRESENZADI DIO __ ,J5_


72 INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO

dare, ad anime molto pure, di aver coscien. e di seeuirlo secondo il proprio iemperamen-
go'
za di questa presenza e quindi un'esperien. to " eli impulsi della grazir' Le :ìnrme
zx diretta, così I'Umanità Santa di Gesìr, ;;.;rA dalia fredde ragione preferiranno a-
rn.cul
dotata ora cielle prerogative dei corpi glo. bitualmente ii primo metodo:.quelle.
rtosr, può attrav€rsare gli spazi e rendersi o r e d < , m i t r a l a s e n s i b i l i t à e I ' i-m m l g t n a z t o n e
il- " .ono le più numerose inclineranno
locahnente presente accanto alle anime che
Egli vuol visitare, facendo loro sperimentate q- u a s i s e m p r e v e r s o i l 5 s 6 s n d o ' - : ^ . - ^p ^e-r
e gustarela soavità di questapresenza,.. Esse vi trovefanno un aluto prezloso
orol'
M . r s o n o q u e s t i i s e g r e t ìd e l l i v i t a m i s t i c e : l a m e d i t a z i o n ed e l V a n g e ì o ' . s o g € e t t o
e quelli che cominciano a praticate l'orazio- nario delle noslre medillzioni' Per esse,ll
del
ne, cevono sapere che se sono chiamati ad racconto evangelico sarà cofiie 1l- tema
entrare rn questa terra pfomessa, occorrerà loro convegni con Gesù; esse lo rlleggeranno
far prova di coraggio e di perseveranzae con Lui e davanti a lui senza mal.stancar-
presso
seminare di mortìficazioni e di rinunce il si. e I'inizio della loro preghtera sarà
vedl
suolo aricio di un grande deserro. 'a" ' -Di o c o q u e s t o : u O m i o G e s i r , r u m l
pe.n'
"...ttl a quest'orr. Tutti imiei
- ahimé! - tutti .i
.i".i, i"-i"i "f"tti "a
miei p e c c a t i e d i m i e i difetti tr sono notl'
. be'
Tu nón cessi, pertanto, di essere il mio
ml
III. nefattore e in questo st€sso momento lo
grazre .che
AppLlcAztoNt pRATTcHEE coNcLUSIoNI trovo sotto la luminosità delle
"-"u"no da Te ed alle queli la mia.anima
Mettersi alla presenza di Dro, mettersi xlla si scalda e si illumina Dammt dt rlvtvere
que'
presenza di Gesù. Quale è preferibile? La ion T" quesla scen.ldel Tuo Vangelo'
questione non ha senso, perchè in tutti e ,r" p"rol" che Tu hai pronunciato in Ga-
due i casi si è semplicemente alla presenza lilea'6 in Giudea. Quando Tu hat tàlto o
di Dio. J"iioì"tto ciò, Tu già mi conoscevi, Tu già
Noi.r si tratta che di sceglierg il metodo p""*ti a me. Tu hli voluto che questo det'
74 INTRoDUztoNEALL'EsERcIzto DELLA PRESENZA DI DIO t)
i1
taglio fosse conservato nel Tuo Vangelo guenza ben. pratica ch€ unisce in un solo
scrrtto, e per un concorso di innumerevoli m.anipolo tutte le considerazioni fatte finora
circostanze provvidenziali, Tu hai tutto di, sull'eserciziq della presenza di Dio.
sposto affinchè questo racconto cadesse in Ed è con questo che tetmineremo,
questo momento sotto i miei occhi. perchè
io lo rivivessi innanzi a Te, con Te.- Le anime che si sforzano di dimorare il
.Eccomi o Gezu1 Io voglio seguire col pen- più possibile sotto f impressione della pre,
slero clascuno del I uot movlmentt, ctascuna senza divina, sia rrelle loro azioni qurotidia-
d e l l c t u e p a r o l e , c o m p r e n d e r e f i n o a q'Cuore uanto ne, sia soprattutto, durante le loro preghiere
mi è possibile, i seniimenti del Tuo vocaii e mentali, constatano presto che esse
che determinarono allora la Tua condoita; non vi riescono che molto imperfettamente,
comprendere la lezione che Tu mi dai. e che durante lunghi inomenti, forse nella
trovare ancora, nei meriti da Te acquiiiti, maggior parte degli istanti che compongono
in quell'istante della Tua vita lerrena, la la loro giornata, esse vivon,o c.ome degli.au,
forza di com,piere genero.sament€la Tua'vo- tomi, senza poter tenere il loro pensiero
lontà su me. tal quale essa mi appare alla orientate ver,so I'Ospite divino delle loro
luce dei Tuoi esempi e delle Tue làiioni... ,,. anime. Irrigidirsi fortemente per giungervi
E' evidente che avvicinandosi così al Van. non servirebbe a nulla, anzi questa tensione
Belo vi si troveranno innumerevoli motivi di violepta. non potrebbe persistere s€îìZa pro,
meditazione, facili, fruttuoii e sempre vari. cufafe oannl.
.La pietà di ciascuno scoprirà delle analo, Eppure questo dimenticare Dio, anche in.
ghe applicazioni pratiche -davanti quàndo mediterà volontariamente, sconcerta la loro buona vo,
sul Sacro Cuore o aÍ Santissimo Sa. lontà: una simile condizione è ben dolorosa
cramento, e si potrà essere sicuri. in que- per un'anima che a,ma, ed essa si augurereb.
sto ultimo caso, della prossimità fisica e- lo- be di poterla riparare,
cale di Gesìr. Ora questa ripatazione è possibile grazie
P r e c i s a m e n t e ,a p r o . p o s i t o d e l l ' E u c a r e s t i a è a Gesìr Eucaristico.
,
bene hssare I'aflenzione su di una conse. Ed ecco come:
76 INTRODUZIONE ALL'ESET{CIZIO DELLA PRESENZA DI DIO

In quanto Dio, Gesìr è uguale a Suo Pa- cui Gesir rende a Dio i Suoi emaggi.
dre e non può quindi adorarlo. Ma come In questi istanti fuggitivi, ma preziosi,
uom,o, Egli può abbassarsi davanti a Lui e
davanti alla SS. Trinità tutta intiera, edo.
sappiamo qualche volta tacerei contentlamocl
di unirci ai sentimenti che in noì ssprime il
I
rarLa, ringraziarl-a, pregarla, chiederle per, Cuore di Gesù, e che come capo di un corpo
dono per noi, lodarla ecc... Egli 1o ha fatto di cui noi siamo una delle membra, esprime
durante il cotso della Sua vita mottale, Egli -ber noi. in nome nostro.
continua a farlo sia in Cielo sia nell'Eucari- Questa adorazione perfetta, questo arnore
stia, ed Egli lo fa per noi:,perchè Egli.è infinito di Gesù assomma tutti i nostri sfor'
sempfe vtv€nte per lntefcedere per nol! zi che sono tanto miseri, e realizza tutti i
semper vitLens ad intarp'ellandum pto nobìs desideri della nostra buona volontà troppo
(Hebr. VII, zt). debole.
Ora ecco che al momento della Santa Co. Da Gesù, da noi che siamo uniti a Gesùr,
munrone, Gesìr in quanto uomo, viene in noi Dio è adorato e amato in noi tanto quanto
sotto le specie sacramentali. Egli trova tn Egli merita di esserlo,tanto quanto lo è in
noi, il Dio Trinità che noi lasciamo, anche clelo,
nostro malgrado, solo e come abbandonato'
senza che nessuno L'adori o per lo meno Ciò che avremo fatto al mattino al mo'
pensi a Lui. Durante gli istanti preziosi in mento della Santa Comunione, io faremo
cui Gesù come uomo dimora in noi, I'adora' volentieri durante le nostre giornate.
zione e gli altri sentimenti che senza inter' Constatando 1e nostre cimenticanze, le no-
ruzione salgono dal Cuore di Gesù verso Dio s t r e i n d i f f e r e n z e o a n c h e i n o s t r i p e c c a t i ,n o i
sono esptessi da Lui nel nostto cuore, si ci ricorderemo che Gesìr sui nostri altari,
indirizzano alla Santissima Trinità presente 'Dersevera
Egli nella Sua attitudine di adoratore'
anche Essa nel nostr,o cuore. Si compie co- n o n è p i ù i r i n o i , m a c i o n o n o s t a n t ep r e .
me una visita di .Gesìr a Suo Padre e alle ga, aCora, intercede per no1.
altre Persone Dresenti in noi: la nostra ani, Noi offriremo dunque a Dio tutti i senti'
ma è il luogo-del Loro incontro, il tempio in menti che Dartono dall'anima e dal cuore di
tl
xl
'rl
j
l zB INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO

Gesù e che si indirizzano al vero Dio do,


vunque Egli. si trovi, perciò al vero Dio pre-
DELLA PRESENZA DI DIO

Santi, su quelli del Cielo. La loro anima è


per Dio un tabernacolo più o meno vasto,
più o meno ricco, ma sempre puro e rilu,
79
n
lr
l
cente di bellezza,
sente rn túi.
Dio è contento di risiedervi. Egli vi rice,
E penseremo non senza una saluta,
ve continuament€ omaggi e lodi degni di
re emozione, che, mentre noi misconoscia,
Lui e continuarnente Egli vi manifesta la Sua
mo e dimentichiamo il divino Ospite delle
i gloria con la profusione dei Suoi doni. i
nostre anime, Gesù tiene il nostro posto e I
E' là, nell'anima dei Sa'nti, ovs risie.
o g n i g i o r n o e a c i a s c u n ao r a , c o m p i e p e r n o i
de tal quale corne nella mia, che io voglio
i doveri che sono i nostri, così come sulla
adorarLo, lodarlo. Io unirò la mia adorazio,
Croce Egli espiava, al nostro posto, i peccati
ne, la mia lo'de a quella che fa salire conti-
commessi da noi.
nuamente fino a Lui, I'anima di questo o
quel santo in cui io Lo contemplo. Il mio
Tutto ciò ci conduirà forse ad adorare Dio
apporto sarà come quello della goccia d'ac,
ín quanto è presenle in Gesù.
qua senza valore che sparisce nel vino pre,
Ecco comg vi saremo condotti.
zioso del calice e che, nello stesso tempo, è
Senza alcun dubbio, Di,o è in noi come
però, gradita.
nel Suo tempio,. ma tempio indegno della
Poi dall'anima dei Santi. il mio sguardo
Sua Maestà: tutto,rovinato dai peccati pas,
salirà verso l'anima della Madre Immacolata
sati e dalle catrive abitudini chà vi hanno
< arca di alleanza ) e soprattutto verso il
lasciato. male purificato delle sue sozzure,
Cuore di Gesù u tabernacolo dell'Altissimo r.
tutto ripieno del tanfo delle passioni, per-
Là veramente Dio trova templi degni di
corso in tutti i sensi, senza che nessuna bar,
Lui, Io, Lo adorerò unendomi agli omaggi che
riera li artesti, da animali puri ed impuri,
a Lui presentano Gesù e Maria. Lo beneditò
voglio dire da immaginazioni di ogni specie!
per. qllanto ha fatto. pet quanto non c€ssa
Presso questo tempio Getemia potrebbà ve.
mal or complere ln Essl.
nire a sedersi e,à piangere. Non potrei tro.
E mi è permes.o di fare così 'perchè tutto
vare per Dio un tempio più degno di Lui?
Ed ecco che il mio pensiero si porta sui
8o INTRODUZIONE ALL ESEB.CIZIO

INDICE
quanto è di Gesù, di Maria, degli eletti' è
anche miq pel diritto che mi dà quella gran'
de verità che è Ia fomunione dei Santi.
INTnoDUzroNE Png, 5
S e i o v i v o d i q u e s t e v e r i t i c s e t c i t a t r d os u
di esse la mia fede e rianimando con essela CAprroLo L - DIO PRESENTE
mia carità. esse mi apperiranno sempre piir DAPPERTUTTO . D
chiare e saranno il sostegno, meglio il fer-
mento della mia vitr d'orazione. r. La presenza di Dio è una
La presenza di Dio invisibile, ben reale realtà
pe. la.mia fede, ma un po' aslrattapel rnio
debole spirito e un po' arida pel mio povero z. La presenza di Dio è quella
cuore, grazie a Gesù, a Maria, ai Santi, po' di un puro spirito t Í2
t r à d i v e n t a r e u n a v e r i t à p i ù a c c e s s i b i l ea l l a
mia immaginazione, più toccante per la mia 3. La presenzadi Dio è la più
sensibilità. vera delle realtà r8
Dopo aver ispirata e sostenuta la mia me'
ditazione clel mattino, e poi tutte le altre CAPIToLo II. - DIO PRESENTE
mie preghiere, essa estenderà la sua vivifi- ,
INNOI . 2l
cante influenza sulle mie occupazioni o sul.
le mie sofferenze, e quando tutti gli istanti
r. Dio causa attuale di tutto
di tutle le mie giornate satanno penetrati ed
ciò che esiste . ) 25
illumi,nati dalla divina presenza' la mia ani'
ma gusterà quella pace. spessoesigente, ma z. Dio causa attuale di tutto
sempre tanto dolce, che gli Apostoli cònob-
beró allorchè lo sguardo di Gesìr si posava ciò che siamo t2
e si arrestava lungamente sopra di essi. ) ì5
3. Dio nostro ospite .
Cepnolo III. - LA
MA TRINITA'
INNNOI

I. La presenza in noi
inaccessibile Trinità " M
L'umanità santa di Gesìr
seno alla )). I frnrta 5r
3. La nostra ammissione, per
mezzo dell'unione a Gesìr, al
seno della SS. Trinità . D 5 5

CAPrroLo IV. - GESU' PRE-


SENTE IN NOI ) ó r

r. Gesù ci conosce , 6 ,
Gesù xgisce su noi , ó 8

3 . Applicazioni pratiche e con-


clusioni t, 72
)

Potrebbero piacerti anche