Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Traduzione
j
di M D. CAPOZZI
I . I B R A R I'A
I S T T T U TDOI P R O P A G A N D A MILANO
INTRO
D U ZI O N E
a U . ' E S E R C | ZD
| OE i l . a
P R E S E N ZDAI D I O
F .M . C A T H E R I N E T
INTRODUZIONE
Nihil obslot quominus impîimqtur'
Medioìcni, 3 oclobris 1948'
Sqc. IOS. ARIENTI
ALL'ESERCIZIO
Censor Eccl' ,DELLA
. l
I M P R I M A T U R
ln Curiq Arch. Medioloni, 4-X- ì948'
PRESENZA
DI
t D. BERNAREGGI
Trqduzione di M. D. CAPOZZI
\,"/
t
INTRODUZIONE
:"F'":,1î,",.
::ì:::iT fl'.:'n *f;;:" CAPITOLO I
",:il ul"i"?ì
I"5i''#lÌ
*1 i
"'i.il"";í Jffi
cerchiin nostrei1'"1'i:
qf]i' :1
.queste
"'t"*,!;,uhi:J:
i:*:*'; -a"u";a,:,:
']:TJ,,T"",,1l'"'i"lT'nÌ
"
a"e'" pi"'"n'"
otr?tliut",
"#.1.::
per sè o per gli altri'..1':::::
i
f :':,":l"'"$:".i:,"
':";;eriti' i{i':H"E
e conservr soro
'q,"ù"
í"";t* .tragsa
.r.,"frít,..o.tituié ;i;
H":":li-..ît:poca
i',""m::: :ji 11'..'o""" con
1,,i,,,1","
iatica e molto frutto'
r
fl ' .t, {
r.l
' 1
ì
,{
n
I
padre ['o'
ouella di un figlio che deve a suo Se quest'azions cessa, per questo solo fatto,
)*r" J.il" ;í .ri.t"n'". ma che una volta
noi cessiamo di essere. Così, non soltanto nel
;i:;;;,;1" possiede' nel corso. della vita sua
passato, àll'origine prima delle cose, ma al,
personale,
'- una vera autonomta'
l'inizio stesso della nostra particolare, in{ivi,
ÈuÉ"t"; no, le cose non sono così! duale esistenza e di quella di tutte le cose
dell o-
dell'
Dio non è solo la ragione di essere attuali, c è l'azionedi Dio.
g ll-
rieine n e .l.t del *...1o.
mondo' *" ma lo è anche della sua
Ss noi siamo in vita, è per una creazione
-"litt"nla
-"Ú,t attuale.
continua. Nascosts nel più intimo di noi me,
]"r"gone c i f a r à r n e g l i o c a p i r e il si.
desimr, Dio ci dona senza interruzione, e la
g
" n i f i c a t o d i q u e s t a ,tt"t-1tto-n1_-,^
it s u o t v i t a , e l a i n t e l l i g e n z a ,e l a l i b e r a v o l o n t à e i l
11 sole lantia attraverso lo spazto' l o r o e s e r c i z i o( I ) .
U n o d i q u e s t l v l e n e a c olplre
raeei luminosi. Non è più, dunque, solamente,il Dio che
;;T'.;;;;-hi; " lo fa rispiendere di mille fuo'
è dappertutto o che vede tutto, ma è il Dio
.fti. Sìpponi"*o che il sole cessi bruscamen'
i n t i r n c c h e a g i s c ec o n t i u u a m e n t ei n n o i , Q u e l -
;;';i-;i"d.t" i suoi raggi : immediatamente
lo che ora ci appare. La nostra dipendenza nei
l o s p e c c h i o .f i n o a q u e l m o m e n t o ' c o s l . l t l m r - Suoi riguardi, è quindi totale e ininterrotta.
splen'ie'
""""i. ai""ì,"- o..rrro. L" luce di cui
sorgente
u" non era sua: dipendeva da una (tl Cum Deus sìt ipsum esse per suam
questa
lurninosa estranea e lontana. App-ena essentra.rtl, opo,t'tett, quod esse crcatu4t11tstt
L^ .".r"to
h" -^..-r^ di .oiro il luccichio dello specchio
.li agire, speccnto
prcprirs eflectus e1us... Hunc aulem effe-
h a c e s s e t od l € s l s t e r e .
"'E;;il;'*-agine ctutn causat Deus in rebus, nofi solum
dei nostri rapPorti con
quand,o prìmo esse ìna,pìunt,, sed, quamdiu
Oi", *rg""te de"l nostro essere. Da Lui..non
tn esse consd^vlantut, stcut lum,em causatut
;i.;';d soltanto una qualità (come quella di
I-''u' in aere a sole qumndium aer illuminatus
cssere luminosi), ma la stessa eslstenza manet. . Quandiu igitar res habet esse, tatn.
i""ì" ,*ìI'gii it,"ttìi d"lt" nostra vita, I'esi'
essen- diu oportet quod Deus adsit e7 secundum
.*""i" nor,i" dipende attualmente ed modum quo esse habet. (5. Théol., p. I,
zialmente dall'azione divina.
q. 8, a. r, c.).
DELLA PRESEI.{ZA DI DIO 29
28 INTRODUZIONE ALL'ESEITCIZIO
ouella dell'intera natura' l'anima potrebbe ri- graziosa imrnagine greca di una divinità pre,
dire, con una nostalgia ben più pungente sente presso ogni fonte, o gruppo di alberi,
ed infinitamente piì, giustificata, quanto e nemmeno I'esagerazione dei Romani che
cantò il poeta profano: moltiplicavano gli dei p€r averne sempre
un solo Essere ci manchi e tutto satà uno a disposiiione da far presiedere a cia.
spopolatn! scun avvenimento della loro vita.
Ebbene, la tendenza era giusta e I'i'Cea
o prendere, facendolo prcprio, qualche .pro' profonda: quei pagani erano in cammino
fondo verso di S. Teresa del Bambino verso una gtande verità, ma troppo deboli
Gesùr: senza la Rivelazione, essi vennero meno lun,
'sridai go il camm.ino.
... Ed io l)edendo I'onda puta,
L'aiTurro7t"Uoto, iI liore e I'uccello; Ohl sì, c'è àel divino in tutta la natura,
|! Se io non úedo Dio, btillante na!,ura, fi.|Ì questo divino non è frammentario e
i Tu non sei niente 4ltro pev me che una. multiplor è il nostro vero Dio, ,puro spirito,
I vasta tomba. di cui l'azione, unica nel suo punto di par,
I
tenza, rivela la sua proCigioia ricchezza, la
Una simile tendenza dolorosa e confusa ver-
l, so un Dio che l'anima cercava a tastoni. non
sua infinita pot€nza, nella molteplicità, va-
rietà, bellezza degli effetti.
m a n c a a n c h e n e l l o s t e s s op a g a n e s i m o : l o t e ' Certamente noi gustiamo tutte queste ve,
il stimonia tanto la sua filosofia quanto la sua r i t à ttanto
anto b fin6 ad oggi poco o
e l l e e forse fine
belle
relisione. punto conosciute. Ma occorre :corre ridirle
ridi con in-
P"e,non uscire da quest'ultima, ricordiamo. sistenza, anche se ciò ci condurrà a delle
D. es. come eli antichi Semiti credessero
$ .h" ,rn dio (un baal. come essi dicevano)
ripetizioni. Non basta conoscere e nemmeno
ammirare: cccorre che ciò che noi compren-
fosss presente ln clascuna reglone' ln - cla- diamo divenga in noi principio di vita e
scuno stato, ln clascuna vallata, ed a lui at'
i tribuivano la fecondità del suolo e dei greg'
passi nella pratica della vita stessa. Occorre
che questa interpretazione religiosa - la
gi. E poi: non abbiamo.certo dimenticato la sola. notiamolo bene, totalmente vera -
{
m::
."1"# '*,"ffi
flft::J'r# i::ii':i*
"'j'tlì',
a profferirlo.
E' presso a poco in questo modo che Dio
I
: ;; i;' sta alla base. alla radice del mio essere.
Come la mia anima dà la vita al mio cor,
iTi':T,:;'X""'i:Ìii, po, così Dio dona alla mia anima il Suo
essere. Egli è < I'anima della mia anima D
i' r ij come diceva S. Teresa, < la vita della mia
vita , come diceva prirna di lei, S. Agostino.
II In realtà, Egli è a me piùr profondamente
intiryo dei miei stessi pensieri, dei miei li,
DIO CAUSA ATTUALE beri voleri, del mio io stesso.
DI TUTTO CIO' CHE SIAMO E non crediamo con ciò. di caderg nel
panteismo. Dio non è la sostanza della mia
a vederlo in
Abituiamoci innanzi tutto anima, nè la stoffa dalla quale la mia anima
noi stessi. sarà tagliata; Egti è la ,ausa e t" .u" ."rr,
"
Occorre ritornare su
questa verità: -la salità stessa assicura la sua trascendenza,
*íài,r ai"i"":ry;: I :::i.,,ft"î:'il:'l: perchè essa Lo distingue da me, nello stesso
questo vasto monclo':'f
I
t
in tempo. che rni unisce a Lui nella piìr stretta
."]3ìl'-ir óio ',iu""t" agiscecontinuamente olDendenza,
qt'"tto -oT"li?:
'--q'me, vi aglsceancne '-t
in Allo itesso modo del come la mia voce è
il -io'seuardo fosse tanto penetrante distinta da me, perchè sono io che la emetto.
stessadel
a" o"i"t'^l-lg"er" fino alla radice diP::-
Abituiamoci, dunque, a non pensarcl co,
ro vedrer' come la me atomi isolati, fluttuanti nel mondo con
mio essere, Ti"
;;;'"ì;iti è così completa' così assoluta' quella indipendenza torale che 'Leibniz ri-
1o.è dalla mta
i"*T iL tt""" della mia ioce vendièava per le sue monadi. Diciamo piut,
suono infatti' esiste' tna la tosto comeS. Giovanni Battista: ulo sono-una
ùo..t' Q"".,o
DELLA PRESENZA DI DIO 35
lNTRODuzloNEALL'ESEBclzlo
J4
iosono
voce, "
un"T^"-":,tl'lJi: 11il"1:
viamo con Dio. Siamo semplici. facciamoci
docili nei riguardi della nostia fede: credia.
# m,
}j:li"''
mo finalmente sulla garanzia divina, anche
fr:,:l'::",:fr'r'Ì"lli,i:;
quelle verità di cui la ragione ,potrebbe
tl' .:::
In'xi istruirci. Troveremo Dio piìr presto.
E questa fede che ci avrà condotto a Dio
ilrlii*tt';sfd$:l*;ffi
impettsate dalla ragione umana, e così belle
d a s o r p a s s a r et u t t o q u a n t o a b b ì a m o p o t u t o
f i n o a d e s s om e d i t a r e s u l l a n o s t r a i n t i m i t à c o n
co'
Yf,\: 3,,u'"/dpresenta
*i-:f,';;i';:: romPersl'
me difficilissimo a
,til;niri'';#i lH
::l:;iit}r Dro Nostno osprtp
:
i*r*n,:,i.#
"#
rT?:t"4*
"j':ii::: i
::1t
II primo di questi insegnamenti che la
fede mi dona, è che Dio, chiamandomi a
partecipare alla sua propria felicità, mi pre,
"'"" :Ì'i"?;:
i":Tfi i"""t para frn da questa vita. a questo avvenire
divino e mi permette di meritarlo, donando-
'* il1ffi "::Íi:;i.;T.
l,'i-:x-::Tj; ;i;
mí'la vita di gralia.
Questa parola mi è familiare. ma ne ho
**r*
t:fr":}i:ni:x*
ffHq'"fi
poi davvero compreso, penetrato, tutto il
sisnificato?
ryLlf PRllENll !1310 __ 17
IN'fRoDUzloNEALL'ESE\Rclzlo I
$ Essere in casa di qualcuno non consiste
solamente nel trovarsi fisic"t-t-t"t.',"presso di 1
rnfretezza" Dio'
Eccolo in tutta la sua Iui, Dei trrristi visrtano. meltiîmo, un ca-
n;;rli i "Tiiird-:
:,::rlh#'íî:"!i"j stello storico; il proprietario vi abita in qual.
che camera che si è riservata: una guida
*;
i:'':'L'Lil'"
*t ***; "i":[,:::' nuovl rap'
conr{uce i visitatori.
Possiamo dire che la folla anonima è ri,
".i-" " Dio, presento in essa' ccvuta dal padrone del castello?
' ' "oÉr tri1 ,s,i s t a b i l i s c o n o
p
il crea- Certamente no! Essere ricevuti da qual.
p". me' rìon à piir solamente c u n o , e q u i v a l e a d e s s e r ea c c o l t i d a l u i c o m e
.il1
I:iii': :"1î:'Ì;Jn"l',"?:l:'1::'"':1." cspite che si citconda di attenzioni, che
tion si lascia da solo, ma al quale si apre il
mia casr co.ln^e
rni .f-ti"a" di riceverlo .nella-. propno cuore ln conversazio:lipiens di sin.
;; ;;.", come un::ll;:;.E:#.,1liii,ri,i cerità e di abbandono, col quale si fa parte,
"l'.'"";,"'
: i""ill"Jllìii''i i"..à. cli rice'
senza nuìla nascondcre, dei beni e dei te.
,?l
"i i *o' :1i:'^É
.,i,ttl:i';'"
s o r i c h e s i p o s s e g g o r l oa f f i n c h è e g l i n e g i o i ,
:**l iì'l
m"':.l;"'::il"'l?'*},f tutta spirituale del Dio vivente ed agenre
g,",i" . I
"". "
r.. ^
.*)"^., l l l n o l , n o n è c o m e u n a s o v r a p p o s i z i o n ef i -
ìli ;r,* "r,:_"*12:: s1ca, non à scltante la stretta dipendenza
"
; ^,,::#
ià1
",íit::'';'l'*U!{\j:
chg risulta dal legame causale;essa implica
:;:Í;!i:,
fii;";i- ."'queste ultime .parole:
D1o sta'
da parte del nostro Dio, dei mppotrtì pèrso,
nalì con noi, un dono di Lui stesso a noi.
DELLA'PRESENZA DI DIO 39
INTRODUZIONE ALL'ESEBCIZIO
;l'",1'.î[òi:: : J'"':Î:'P
ir".""rì-i.-""i,
:i'?;ii
in uno.'ttió di indifferenTa
Io ctodo che tutto il mio essere, tutta la mia
eststenza è sospesa alla Tua voloittà crea.
trice come lo è l'effetto alla sua causa. il
'alle
i*i.i,".
-oii ci dà' I'abitudine di agire to*9 .:: raggio alla sorgent€ luminosa, il suono
preno
"o"' fosse il nostro ospite s€mPre labbra che lo pronunciano. O mio Dio. da
a .em'
Ji "-o." pe1 noi, e sempre occupato cul lo dlpendo lntleram€nte, e in modo asso,
pirci di benefici. luto, io riconosco il mio niente e Ti adoro.
A,hl se almeno io fossi un nientel Ma io so,
un po'
E per scendere alla 'pratica.vediamo no un p€ccatore: io ho ritorto contro di Te
-i"f iil;i"i'i" di una^preghiera'noi.possta- i doni stessi che Tu mi hai famo. li ho
della pre'
mo utilizzare questa grandé verità usati per dispiacerTi, per insultarTi. perdo-
giunti a compren' no. Dio miol Di questo perdono io sono
."nt" di Dio iome siamo
derla. rndegno, ma la Tua misericordia infinita,
dire dopo il Tuo
o esserci raccolti, cioè a.
D o o'raffrenata .amore. seÍrpre vivo, pe1 la mia po.
aver la nostra immagtnaztone va' vera anima, rianima la rnia confidenza.^ E
il conttollo di tutte 1e no' questo perdono che Tu mi accordi in que-
;ilJ;-;.tp'eso
42 INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PRESENZA DI DIO 43
sto momento, costituisce un'altra ragione per ditazione, non come soggetti di riflessioni
lodarTi insieme a tante altre creature che da personali, ma piuttosto come temi di con,
Te ricevono tanti benefici; mi dà soprattut' vetsazione rispettosa coh Dio, trovandovi
nuovo motivo di amarTi, o divino Ospt-
to,'dell'anima mctivi per lodarlo, amarl-o, pregarlo ecc.
te mia, a cui ritorno, desolato E quand6 si sarà constatata una distra-
oet la mia condotta, ma deciso ad abbando' zione. invece di ritornare direttamente al
narmi al Tuo amore. soggetto della meditazione sarà di maggior:
Io voglio - per lo Íleno - impiegare il vantaggio tornare dapprima al Dio pr€s€nte
t"-po di questa mia preghiera, a tenerTi e aÍnato, chiederGli perdono e riprendere
c o m p a g n i a , o D i o d i c u i h o t a n t o s p e s s od t ' con Lui il colloquio interrotto. Soltanto do,
sconàsciuta,dimenticata .la presenza. po ciò si riprenderà di nuovo il soggetto
D a t a n t o t e m p o T u m l a s P e t t l : e c c o m l ' .l l ' della meditazione per sostenerne e rinno.
nalmente, o mià Dio: degnaTi dì accoglier' vellarne lo slancio e il profitto.
mi, e per la T:ua gtazia tenermi presso .dt Ma questi consigli pratici saranno di una
Te durante lutto il iempo di questa preghie- applicazionepiù facile e di una portata più
ra: perchè senza di Te i6 non posso nem' decisiva sulla nostra vita interiore, se ri.
meno D ' dfie g a r e c o m e s l c o n v l e n e ; e 1 o s o n o corderemo e considereremo che il Dio pre,
felice questa dipendenza totale perchà sente in noi è il Dio.Trinità.
essa mi lega piìr strettamente a Te'.'1 '
Noi vediamo con questo esemplo' che non
è un modello, come si possano o meglio' si
debbano, unire in modò molto naturaie gli
atti Drepatatori all' orazione (adorazione,
p".rti-.nìo^ domanda ecc.) all'atto iniziale
iol quale ci mettiamo in presenza di Dio. E'
aueuìabile che durante tutta l'orazione si re'
sti cosà dinnanzi a Dio. Per riuscirvi, il
I l
mezzo migliote è di servirsi dei punti di me'
_i
[r,
f,',,
I
simc Trinilò
te in noi
ìt
lt ' , I
l
Non c'è che un solo vero. Dio. Questo
ii Dio che è in noi è uhico nèlla natura e trino
nelle Persone. E questa constatazione ci sba-
lordiscet
Così questa Trinità vivente che abitual,
mente ci rappresentiamo in non so quale
lontananza ove Ella si mostrerebbe in oiena
luce. agli
-?nC9li e ai. santi del Cielo, questa
Trinità- adòrabile, è in nor. vrve .rn nol.
ln me, in questo rltomenúo come in tutti
gli altri istanti della mia vita, Dio Padre
ccnoscendo Se stesso genera il Suo Figliuolo
s Gli dona tutta la Sua natura divina per
DELLA PRESENZA DI DIO
-
INTRODUZIONE ALL'ESE)RCIZIO
49
48
Dobbiamo tentare di parlare di questo pro.
_
farne il Suo uguale e il Suo ( consustan' fondo tristero? Dobbiamo tentare di dire- co,
ziale ,. me l'anima santificata abbia sorpassato la
In me, in questo momento, Dio Padre e barriera al di ià dell;1quaìg si svólge la più
Dio Figlio si amano e dai torren-ti infiniti lntim.ì vrta del Dio invisibilq ed inaccessi.
di questo amore unico in cui Essi si dona' bile?
no l'uno all'altro, procede la Persona dello E perchè no, dal molnento che la Rivela,
Spirito Santo. Tutto questo -- lo rtpeto an, zione ci invita e dal momento che noi non
cora una vr:lta - si svolge in me, in cia- drremmo nulla che non sia già stato detto
scun istante, ed io non lo sapevo. Veramen' dai suoi due più sublimi rappresentanti: San
te Dio era qui ed i6 non lo sapevo'. Vere Prolo e S. Ciovanr:i?
Dominus est ìn loco isto, et ego nescíebum Entrare in società col pedre, col Figlio
(Gen. XXVIII, r6). e con lo Spirito Santo, è sembíato e sern,
E questa verità di cui io non posso dubi' bra ancora impossibilg alla no5111 ,"*1orr"
tare. oh come conduce, la mia anima all'arn' r u c h e s c i l l u m i n a r . rd a l l ; r F e d e .
rlirazione, .rl rispetto e soprattutto a nuove Comprendiamone bene il perchè.
a d o r a z i o n Ii L e T r e P e r s o n ed i v i r : e n o n s i d i s t i n e u o n o
Ma ecco un'altra meraviglia. Questo Dro se rìon per le relaTioni che hanno ciicuna
vivente in me, mi invita a vivere della con I'altra: così il Padre non si distinsue
Sua vita più intima, a partecipare alla Sua d;rl Frglio sc non in quanro che Egli lo
ie-
felicità, ad entrare nella società delle Sue nera conoscenclose stesso; tutte le altre ope,
Tre divine Persone, Egli non vuole che la rrzioni del Padre sono comuni rl Figlio per.
mia artima resti soltanto attonita spettatrice chè ciascuno agisce secondo la pro-pria^na,
d e g l i s p l e n d o r i e d e l l e r i c c h e z z ed e l l a s u a i n - turr, e Ia nrtura divine è unicì. apparte.
tima felicità; Egli vuole che sia divinizzata, nente insieme ai Tre ed a ciascunodei-Tre,
che sia introdotta nei gaudii del suo Signore, Quando noi diciamo che le tre persone
che si ut.tisca a queste relazioni ineffabili che divine non sono che un solo Dio, non è pa-
l e T r c P e r s o r t eh a n n 6 u r ì J c o n I ' a l t r a , c h e rola vana. in realtà non c'è che un Dio sàlo
entri così, nell'unità del Suo Dio.
I N T R O D U Z I O N EA L L ' E S E R C I Z I O DELLA PRESENZA DI DIO
5o 5r
Fislio. o piuttosto è da Essa possedutoregli meglio, una partecipazione alla natura divi,
ha- nei riguardi del Padre le relazioni che na, I'ha resa atta ad esserc presa dal Verbo
sono quellé del Figlio: egli si associa al Pa-' che. I'ha Ía'tta sua. Dio per la Sua Persona,
I dre nóll" relazioné per mezzo della quaie il
Padre e il Figlio producono 1o Spirito Santo'
Gesù è 'divinizzato nella Sua natura umana.
Egli è. veramente uomo e. produce atti ve,
Comorendiamo bene come sia stato supe' ramente umant, ma questi atti sono anche
rato 1'óstacolo che costituiva I'unità di Dio: atti divini, non solamente perchè sono atti
ma badate, io dico superato, non soppresso. di una Persona divina, ma perchè la natura
L'atto col quale il Verbo ha preso uîî 'cui
umana dar essi emanano. è stata riem,
n a t u r a u m a n a p e r a s s o c i a r s e l aè u n a t t o c l l ' pita. invasa dalla divinità, tiasfi!;urata dalla
retto verso la creatura ,verso ciò che è e' natura divina e resa capace di atti formal,'
sterno a Dio: è dunque un atto comune alle mente dlvlnl.
tìl tre Persone. Ma il tisultato di questo atto Alla stessa maniera: un ferro reso roveltte
',1 non tocca che la Petsona del Figlio: la na' in un braciere e penetrato dal. fuoco. pur
tura umana di Gesìr non appartiene nè a rrmanenoo lerfo capace dl colplrer pestare
Pàdre, nè allo Spirito Santo: solo il Vetbo ecc., 'diventa, per la sua incandescen2a,,ca-
!
si è incarnato' pace di. produrre le operazioni proprie del
Oramai una natura creata è entrata ne' fuoco, come bruciare, illuminare ecc,
seno di-Dio, in questa vita intima tanto ge' Questa partecipazione dell'dnima umana dì
losamente' tiservata ai Tre. Gesìr è <'uno Gesù alla natura divina castituisce. la grafua,
della Trinità ) come dice la formula tradi' La Grazia in Gesù è immensa. La misura
zionale; Egli è il Figlio del Pa'dre; e coi Pa' di questa gtazia è la dignità infinita della
dre, Egli è il Principio dello Spirito..Santo' Persona: Egli ha dunque la pienezza della
irò ìonostante Egli non cessa di esserc gtazia. Ma. la natura di questa grazia non
uomo. Ma ia Sua natura umana è stata esgl è anche essa in atmonia con la qualità della
stessa nobilitata, sopraelevata, a fine di es' Persona? La grazia che orna l'anima di Co.
sere degna di appartenere ad una 'pe-rsona' lui che è il Figlio di Dio non deve avere
lità divina. Un iiflesso della natura divina, qualche cosa di filiale? Le espressioni e la
DELLA PRESENZA DI DIO
INI RoDUZIoNE ,TLI'Esg,ncìzto
.54
S' Paolo ct II I .
dottrina di S' Giovanni e di
;;;;ì;;"". a pensarlo e la teologia non ce LA NOSTRA AMMISSIONE, PER MFV,ZO
lo vieta' DELL'UNIONE A GESU' AL SENO
enttata
Possi"mo dunqué ammettere che' DELLA TRINITA'
";i;-;i;'"" Trinità sotto I'egida della^per'
uesu
sonalità del Figlio' .la natura unana dl Ora è < da questa pienezza che tutti ab'
che-l'ha
h a r i c e v u t o u n a p l e n e z z ad i - g r a z i a biamo ricevuto la nostra grazia di santi'
al l'lgllo
c l e i f i c a t a . a s s i m i l a n d o l as p e c l a l m e n t e ficazione (Gtovannt r, 16); perchè .la vita
che I'unisce a sè (t)' d i v i n a c h e è i n n o i è una partectPazlone
a l l a v i t a d i v i n a c h e è nell'anima deificata
del Criito.
In ouesto senso ull Cristo vtve in not,
(Gai. i r. zo), un po' come i genitori vi'
vono nei loro figli, o meglio, come il bimbo
prima della sua nascita vive della vita di
suíÌ maore.
(ù CÍr. su questo punlo assai delicato'.
e Noì siamo uniti a Cristo di una unione
I ì - L t p l í r a z i o " i i i ù t e c n c h e , I e c t t a T t o n.r . t
"a+ài1*Li'ii così stretta ctre quella che esiste frx gli
,i"'abbiam6 daíoin n L'Ami du sposi non ne è se non una pallida imma,
òí"rJa , rz Maggior9l2' .P' '96'1." " ,!: gine (Eph. V, :r); Egli è fra noi come < il
drllo cotttouevsìa che .ne e se,gutta',
,unlo
"t'.l'":;'
io' ;;,'*,#^,i!^
fratello maggiore tra numerosi fratelli, (Rom.
Aht voi non vivete piìr, o divine Ptftqn:, te voluto iniziarmi. fin da quaggiù, al mistero
g"lourrn"n," rinchiuse nella Vostra intimitàl della Vostra vita Trinitaria, e dirmi che il
?oi no.r vi contentate di concedermi I'onore Dio unico è Padre. Figlio e Spirito Santol
della vostra presenza ln me' come un,. re
che chiedendo alloggio ad un suo sucldlto'
Voi volevate che io ben conoscessiChi abi'
tava in me, quale radicale trasformazione I
si rinchiudesse poi nei suoi -appartamentl, os' mi apporti la Vostra grazia, quale sublime
servando tutte le distanze dovute all'ettcnet' destino sia il mio, quale intimità volete
,"r N"t Voi mi invitate ad entrare nelf in' che io abbia con Voi, quale abba4dono
timità dei vostri mutui rapporti' come..se-lo debba praticar€ verso di Voi, con quale ri,
"pp"tt"n".ti alla vostra famiglia.- Uno di Voi conoscenza e quale amore io debba donarmi
!
ri L r."lt" tltìa natura umana fra nol sotto a Voi.
ii ;t*'i; titolo di Figlio; e questo ' Fi' O Dio Trinitàl rischiarate e rafforzate'la
della
elió vìole rlvestirmi, a poco a poco, mia fede, affinchè essa non ignori piìr nè
Érazia infinita .1't" alla natura umana ha la Vostra presenza in me, nè il disegno d'a-
ào""t., allo scopo di introdurmi con essa,-in
Lui, neila vostia società benedetta, o Trl-
nttal
r
't
Ffr;
rll
Itl, Gerù
CAPITOLO IV
presenlo ín noi
Pur essend6vera la dottrina trinitaria che
ha attratto la nostra attenzione,possonope,
rò trovarsi delle anime ancora tanto deboli
nella fede, cui tale dottrina appaia trgp,
po elevata ,per il loro spirito, tropps a,
stratta per ilil^loro
stratta Der loro povero .uìt". Àhl i"' "*"
potessero trovare il loro Dio meno spiritua,
splfltua,
lizzato, più vicino alla vita sensibile che è
la lor'o vita abitualel
Che queste anime non si scoraggino.
Per. rispondere a questo desiderio, a que,
sto bisogno ben umano, €ss€ possono met-
tersi alla presenza del Dio incarnato, di Ge,
sù che fu e che è uomo come noi.
E' bene che ,tutti conosciamo qu.gs't2 pra,
tica, perchè la ,nostra pietà sarebbe poco
slcura, se pretendesse raggiungère Dio diret,
tamente senza passafe attfavefso l'unico Me,
diatorct e rnettendoci alla p1"r"n"" di Gesù,
apporteremo alla nostra vita spirituale un
6q I N T R O D U Z I O N EA L L ' E S F F C I Z I O DELLA PRESENZA DI DIO 65
5*
' )
68 INTRODUZIONE ALL'ESERCIZÌO DELLA PRESENZA DI DIO b9
eum (avendo fissato su lui il suo sguardo E' questo il secondo aspetto dei nostri
I'arnò) (Marc. X, zr) e possiede un'influen. rappcrti con I'umanità di Gesù. Cerchiamo
za vivificante e risanante: Conversus Domi. d i b e n c o m p r e n d e r ed i c h e c o s a s i t r e t t i .
nus yesperit Petyutn (ll Signore, essendosi La vita della grazil è in noi. Questa vita
voltato, posò il Suq sguard,o su Pietro) (Lu- è u n a p a r t e c i p a z i o n ea l l a v i t a d i v i n a d i D i o ,
ca XXII, 6r). unico nella Sua natura e Trinc nelle Sue
Rendiamoci ben conto di tutto questo: Persone. Ma prima di csserci donata, que-
quando noi parliamo a Gesù; Egli ci inten, sta vLt.a divina è stata comunicala in
de. ci cornprende perfettamente - che cosa tutta ia sua rntierezza all'anima santifi,
dico? - : più perfettamente di un amico al cata di Gesù: Egli è la sorgente dalla quale
quale, p. es., palesiamo a viva voce, r no- noi riceviamo tutte le grazre: De pLenitu.
stri segreti più intimi per mezzo di una co, d i n e e ì , u so m n e s n o s a c c e p i m u s ( G r o v . l , 1 6 ) .
municazione telefonica di cui il buon fun. Ricorriamo ancora una volta ad un para.
zionamento e la discrezione ci sia assicu. gone per meglio comprendere questa gran-
rata. E' qualcosadi analogo ciò che ci accade oe verlta.
con Gesù: se Gesìr con la sua umanità non f.a luce che inonda l'orizzonte in una bel-
' la giornata d'estate, il calore che bagna
è localmente presso di noi, fra.la .sua e la
nostfa anlmf, eslste una comunlcazlone, as. tutta la pianura e fa maturare la messe, cli.
s i c u r a t a d a l l e s c i e n z ai n f a l l i b i l e d i D i o s t e s s o . pendono interamente dalla sorgenteluminosa
e calorica che è il sole. Gli oggetti terrestri
se I'appropriano e diventano luminosi cal.
.e.
II ol, ma per parleclpazlone, per pfestltr at.
tinti alla sorgente solare.
Gqsu' ,rctscg su Nol
Allo stesso modo: tutta la vita divina,
E questo divino amico che ci comprende tutta la vita della grazia è dapprima riu,
così bene e ci conosce tanto intimamente nita e come condensata nella Umanità di
può agtre in nostro favore, e non cessa Gesù, ma la Sua azione si estende poi a
di farlo. tuttr nol.
INTRODUZIONE ALL'ESEJR.CIZIO
dare, ad anime molto pure, di aver coscien. e di seeuirlo secondo il proprio iemperamen-
go'
za di questa presenza e quindi un'esperien. to " eli impulsi della grazir' Le :ìnrme
zx diretta, così I'Umanità Santa di Gesìr, ;;.;rA dalia fredde ragione preferiranno a-
rn.cul
dotata ora cielle prerogative dei corpi glo. bitualmente ii primo metodo:.quelle.
rtosr, può attrav€rsare gli spazi e rendersi o r e d < , m i t r a l a s e n s i b i l i t à e I ' i-m m l g t n a z t o n e
il- " .ono le più numerose inclineranno
locahnente presente accanto alle anime che
Egli vuol visitare, facendo loro sperimentate q- u a s i s e m p r e v e r s o i l 5 s 6 s n d o ' - : ^ . - ^p ^e-r
e gustarela soavità di questapresenza,.. Esse vi trovefanno un aluto prezloso
orol'
M . r s o n o q u e s t i i s e g r e t ìd e l l i v i t a m i s t i c e : l a m e d i t a z i o n ed e l V a n g e ì o ' . s o g € e t t o
e quelli che cominciano a praticate l'orazio- nario delle noslre medillzioni' Per esse,ll
del
ne, cevono sapere che se sono chiamati ad racconto evangelico sarà cofiie 1l- tema
entrare rn questa terra pfomessa, occorrerà loro convegni con Gesù; esse lo rlleggeranno
far prova di coraggio e di perseveranzae con Lui e davanti a lui senza mal.stancar-
presso
seminare di mortìficazioni e di rinunce il si. e I'inizio della loro preghtera sarà
vedl
suolo aricio di un grande deserro. 'a" ' -Di o c o q u e s t o : u O m i o G e s i r , r u m l
pe.n'
"...ttl a quest'orr. Tutti imiei
- ahimé! - tutti .i
.i".i, i"-i"i "f"tti "a
miei p e c c a t i e d i m i e i difetti tr sono notl'
. be'
Tu nón cessi, pertanto, di essere il mio
ml
III. nefattore e in questo st€sso momento lo
grazre .che
AppLlcAztoNt pRATTcHEE coNcLUSIoNI trovo sotto la luminosità delle
"-"u"no da Te ed alle queli la mia.anima
Mettersi alla presenza di Dro, mettersi xlla si scalda e si illumina Dammt dt rlvtvere
que'
presenza di Gesù. Quale è preferibile? La ion T" quesla scen.ldel Tuo Vangelo'
questione non ha senso, perchè in tutti e ,r" p"rol" che Tu hai pronunciato in Ga-
due i casi si è semplicemente alla presenza lilea'6 in Giudea. Quando Tu hat tàlto o
di Dio. J"iioì"tto ciò, Tu già mi conoscevi, Tu già
Noi.r si tratta che di sceglierg il metodo p""*ti a me. Tu hli voluto che questo det'
74 INTRoDUztoNEALL'EsERcIzto DELLA PRESENZA DI DIO t)
i1
taglio fosse conservato nel Tuo Vangelo guenza ben. pratica ch€ unisce in un solo
scrrtto, e per un concorso di innumerevoli m.anipolo tutte le considerazioni fatte finora
circostanze provvidenziali, Tu hai tutto di, sull'eserciziq della presenza di Dio.
sposto affinchè questo racconto cadesse in Ed è con questo che tetmineremo,
questo momento sotto i miei occhi. perchè
io lo rivivessi innanzi a Te, con Te.- Le anime che si sforzano di dimorare il
.Eccomi o Gezu1 Io voglio seguire col pen- più possibile sotto f impressione della pre,
slero clascuno del I uot movlmentt, ctascuna senza divina, sia rrelle loro azioni qurotidia-
d e l l c t u e p a r o l e , c o m p r e n d e r e f i n o a q'Cuore uanto ne, sia soprattutto, durante le loro preghiere
mi è possibile, i seniimenti del Tuo vocaii e mentali, constatano presto che esse
che determinarono allora la Tua condoita; non vi riescono che molto imperfettamente,
comprendere la lezione che Tu mi dai. e che durante lunghi inomenti, forse nella
trovare ancora, nei meriti da Te acquiiiti, maggior parte degli istanti che compongono
in quell'istante della Tua vita lerrena, la la loro giornata, esse vivon,o c.ome degli.au,
forza di com,piere genero.sament€la Tua'vo- tomi, senza poter tenere il loro pensiero
lontà su me. tal quale essa mi appare alla orientate ver,so I'Ospite divino delle loro
luce dei Tuoi esempi e delle Tue làiioni... ,,. anime. Irrigidirsi fortemente per giungervi
E' evidente che avvicinandosi così al Van. non servirebbe a nulla, anzi questa tensione
Belo vi si troveranno innumerevoli motivi di violepta. non potrebbe persistere s€îìZa pro,
meditazione, facili, fruttuoii e sempre vari. cufafe oannl.
.La pietà di ciascuno scoprirà delle analo, Eppure questo dimenticare Dio, anche in.
ghe applicazioni pratiche -davanti quàndo mediterà volontariamente, sconcerta la loro buona vo,
sul Sacro Cuore o aÍ Santissimo Sa. lontà: una simile condizione è ben dolorosa
cramento, e si potrà essere sicuri. in que- per un'anima che a,ma, ed essa si augurereb.
sto ultimo caso, della prossimità fisica e- lo- be di poterla riparare,
cale di Gesìr. Ora questa ripatazione è possibile grazie
P r e c i s a m e n t e ,a p r o . p o s i t o d e l l ' E u c a r e s t i a è a Gesìr Eucaristico.
,
bene hssare I'aflenzione su di una conse. Ed ecco come:
76 INTRODUZIONE ALL'ESET{CIZIO DELLA PRESENZA DI DIO
In quanto Dio, Gesìr è uguale a Suo Pa- cui Gesir rende a Dio i Suoi emaggi.
dre e non può quindi adorarlo. Ma come In questi istanti fuggitivi, ma preziosi,
uom,o, Egli può abbassarsi davanti a Lui e
davanti alla SS. Trinità tutta intiera, edo.
sappiamo qualche volta tacerei contentlamocl
di unirci ai sentimenti che in noì ssprime il
I
rarLa, ringraziarl-a, pregarla, chiederle per, Cuore di Gesù, e che come capo di un corpo
dono per noi, lodarla ecc... Egli 1o ha fatto di cui noi siamo una delle membra, esprime
durante il cotso della Sua vita mottale, Egli -ber noi. in nome nostro.
continua a farlo sia in Cielo sia nell'Eucari- Questa adorazione perfetta, questo arnore
stia, ed Egli lo fa per noi:,perchè Egli.è infinito di Gesù assomma tutti i nostri sfor'
sempfe vtv€nte per lntefcedere per nol! zi che sono tanto miseri, e realizza tutti i
semper vitLens ad intarp'ellandum pto nobìs desideri della nostra buona volontà troppo
(Hebr. VII, zt). debole.
Ora ecco che al momento della Santa Co. Da Gesù, da noi che siamo uniti a Gesùr,
munrone, Gesìr in quanto uomo, viene in noi Dio è adorato e amato in noi tanto quanto
sotto le specie sacramentali. Egli trova tn Egli merita di esserlo,tanto quanto lo è in
noi, il Dio Trinità che noi lasciamo, anche clelo,
nostro malgrado, solo e come abbandonato'
senza che nessuno L'adori o per lo meno Ciò che avremo fatto al mattino al mo'
pensi a Lui. Durante gli istanti preziosi in mento della Santa Comunione, io faremo
cui Gesù come uomo dimora in noi, I'adora' volentieri durante le nostre giornate.
zione e gli altri sentimenti che senza inter' Constatando 1e nostre cimenticanze, le no-
ruzione salgono dal Cuore di Gesù verso Dio s t r e i n d i f f e r e n z e o a n c h e i n o s t r i p e c c a t i ,n o i
sono esptessi da Lui nel nostto cuore, si ci ricorderemo che Gesìr sui nostri altari,
indirizzano alla Santissima Trinità presente 'Dersevera
Egli nella Sua attitudine di adoratore'
anche Essa nel nostr,o cuore. Si compie co- n o n è p i ù i r i n o i , m a c i o n o n o s t a n t ep r e .
me una visita di .Gesìr a Suo Padre e alle ga, aCora, intercede per no1.
altre Persone Dresenti in noi: la nostra ani, Noi offriremo dunque a Dio tutti i senti'
ma è il luogo-del Loro incontro, il tempio in menti che Dartono dall'anima e dal cuore di
tl
xl
'rl
j
l zB INTRODUZIONE ALL'ESERCIZIO
INDICE
quanto è di Gesù, di Maria, degli eletti' è
anche miq pel diritto che mi dà quella gran'
de verità che è Ia fomunione dei Santi.
INTnoDUzroNE Png, 5
S e i o v i v o d i q u e s t e v e r i t i c s e t c i t a t r d os u
di esse la mia fede e rianimando con essela CAprroLo L - DIO PRESENTE
mia carità. esse mi apperiranno sempre piir DAPPERTUTTO . D
chiare e saranno il sostegno, meglio il fer-
mento della mia vitr d'orazione. r. La presenza di Dio è una
La presenza di Dio invisibile, ben reale realtà
pe. la.mia fede, ma un po' aslrattapel rnio
debole spirito e un po' arida pel mio povero z. La presenza di Dio è quella
cuore, grazie a Gesù, a Maria, ai Santi, po' di un puro spirito t Í2
t r à d i v e n t a r e u n a v e r i t à p i ù a c c e s s i b i l ea l l a
mia immaginazione, più toccante per la mia 3. La presenzadi Dio è la più
sensibilità. vera delle realtà r8
Dopo aver ispirata e sostenuta la mia me'
ditazione clel mattino, e poi tutte le altre CAPIToLo II. - DIO PRESENTE
mie preghiere, essa estenderà la sua vivifi- ,
INNOI . 2l
cante influenza sulle mie occupazioni o sul.
le mie sofferenze, e quando tutti gli istanti
r. Dio causa attuale di tutto
di tutle le mie giornate satanno penetrati ed
ciò che esiste . ) 25
illumi,nati dalla divina presenza' la mia ani'
ma gusterà quella pace. spessoesigente, ma z. Dio causa attuale di tutto
sempre tanto dolce, che gli Apostoli cònob-
beró allorchè lo sguardo di Gesìr si posava ciò che siamo t2
e si arrestava lungamente sopra di essi. ) ì5
3. Dio nostro ospite .
Cepnolo III. - LA
MA TRINITA'
INNNOI
I. La presenza in noi
inaccessibile Trinità " M
L'umanità santa di Gesìr
seno alla )). I frnrta 5r
3. La nostra ammissione, per
mezzo dell'unione a Gesìr, al
seno della SS. Trinità . D 5 5
r. Gesù ci conosce , 6 ,
Gesù xgisce su noi , ó 8