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Unione Astrofili Bresciani

Osservatorio Astronomico Serafino Zani

Appunti di
GNOMONICA
PRATICA
con appendice sull'Orologio solare "a gibigianna"

EDMONDO MARIANESCHI

QUADERNI DI GNOMONICA - S
Anno 1996
APPUNTI D I GNOMONICA PRATICA

con Appendice s u l l ' O r o l o g i o solare "a gibigianna"

Nota introduttiva
Le prefazioni deilibri, d isolito, s itrascura d i leggerle. Eppure,

desidererei che chi s itrovasse p e r l e mani questo l a v o r e t t o , legges-

se con un po' d i attenzione l epresenti poche righe introduttive.

Servirà a d e v i t a r e m a l i n t e s i e/o delusioni a llettore, oltre, forse,

ad evitarmi qualche critica.

La realizzazione d i un orologio solare su parete passa solitamente

per diverse fasi :

a) s c e l t a o a c c e r t a m e n t o d'idoneità d e l sito,

b) s c e l t a del tipo d i orologio e del sistema orario,

c) progetto e calcolo,

d) scelta degli abbellimenti e del motto (ornamenti),

e) trasferimento delle linee dell'orologio e degli ornamenti sul-

la parete e sistemazione dell'indice gnomonico.

Trattati d iGnomonica oggi v e n e sono i n buon numero e a l c u n i d i buo-

na qualità, m a r a r a m e n t e g l i Autori s ispingono a dare suggerimenti

0 consigli d i ordine molto pratico come q u e l l i d i c u i specialmente

1 principianti hanno bisogno peraffrontare l aconclusiva fase e).

La materia trattata i nquesto libretto riguarda proprio l afase e )

che richiede, molto più c h e l e f a s i precedenti, manualità e d e s p e -

rienza, cose c h e n o ns'improvvisano; ma v i s a r a n n o a n c h e a l c u n i sug-

gerimenti e c o n s i g l i , sempre molto pratici, cheriguardano l e altre


II

fasi.

Non avevo mai pensato d i pubblicare queste note c h e sono poco più

di a p p u n t i : l ' o c c a s i o n e di riflettere su questa opportunità mi è s t a -

ta offerta dall'amico Responsabile della Sezione "Quadranti solari"

deiru.A.I. Dr.Francesco Azzarita, i l quale, n e l d i s c o r s o di c h i u s u -

ra d e l 6"" S e m i n a r i o d i Gnomonica d i S.Benedetto del Tronto (1994)

ha esortato g l i gnomonisti a f a rpartecipi i colleghi dell'esperien-

za p r a t i c a d i ognuno, descrivendo c o n generosità, disponibilità e

senso a s s o c i a t i v o , l e p r o p r i e " t e c n o l o g i e " .

Nel m e t t e r e giù q u e s t o testo ho presupposto c h e il l e t t o r e , desidero-

so d i t r a r r e profitto dal l'apprendere l a mia esperienza, avesse cono-

scenza delle basi d e l l a Gnomonica, d e l l a t e r m i n o l o g i a e s s e n z i a l e del-

l'Astronomia d i posizione, della Trigonometria e della Geometria ana-

litica, cioè, i n s o s t a n z a , d i tutto quello che è necessario per pas-

sare a t t r a v e r s o l ef a s i a ) , b ) , c ) c h e precedono l af a s e e ) c h e q u i

verrà t r a t t a t a i n modo s p e c i f i c o .

Anche se alcuni suggerimenti sono d i validità g e n e r a l e , l a maggior

parte s i riferiscono ad orologi solari su pareti piane, s i a declinan-

ti che reclinanti, progettati e disegnati c o n approccio geometrico-

analitico. Ovviamente, tutto f ariferimento alla mia personale espe-

rienza c h e n o n è d e t t o c h es i a l a m i g l i o r e e , i n ogni modo, n o n p r e -

tendo d'imporla a nessuno.

Q u a l c u n o potrà t r o v a r e q u a l c h e c o n s i g l i o banale. Ho p r e f e r i t o d i pro-

posito essere semplice, ripetitivo, magari prolisso, piuttosto che

riuscire poco c h i a r o o manchevole d ifronte ai principianti c h e sono

la categoria d icolleghi gnomonisti che vorrei a i u t a r e d i più. Altri

troveranno alcuni dei miei procedimenti troppo complessi e ricercati.

Sicuramente, qui n o n c'è i l c u l t o d e l c o m p l i c a t o : un poco d i sofisti-

ficazione è i l prezzo chetalvolta bisogna pagare per avere risulta-

ti accurati. Altri ancora troveranno lacune e argomenti non trattati:

potrà t r a t t a r s i d i dimenticanza o materia n o n caduta sotto l a mia

esperienza. I n ogni caso domando scusa, sperando che qualche altro


I H

gnomonista voglia accogliere l'invito del Dr.Azzarita e pubblicando

la propria "prassi tecnologica", possa riuscire meno incompleto d i

me.

In Appendice s i troverà l adescrizione completa, attraverso tutte

le fasi realizzative, del procedimento pratico per a r r i v a r e a dispor-

re d i un orologio solare a specchio del tipo " a gibigianna". E' o l -

tre tutto u n esempio a p p l i c a t i v o d i m o l t i suggerimenti contenuti nel-

la prima parte del t e s t o , che certamente interesserà più d ' u n o , come

posso prevedere dalle lettere ched i tanto i n tanto ricevo da parte

di gnomonisti desiderosi d i provvedersi d iun orologio solare un po'

insolito, simpatico e dalle prestazioni notevoli.

In materia d i competenza e d i esperienza s i è sempre debitori verso

qualcuno: t r agli altri debbo r i n g r a z i a r e i l m i oamico Franco Braga

e m i of i g l i o Massimo Maria per avermi fornito, i n ^informali e sim-

patici "brain storming^!',alcuni preziosi suggerimenti per l a soluzio-

ne d i problemi gnomonici pratici, c h ei n parte sono s t a t i qui ripor-

tati.

Terni, Equinozio d i Autunno, 1995. E. Marianeschi


1

§1- La parete, l'intonaco, i c o l o r i

Non utilizzare intonaci vecchi preesistenti s u l l a parete c h e possono

sfaldarsi e cedere pereccessiva friabilità. O l t r e ad e s s e r e piana

la parete deve essere idonea a ricevere disegno, colori e gnomone.

Possibilmente, proteggere l azona di parete destinata ad o s p i t a r e l'o-

rologio conuna piccola gronda d i protezione contro l apioggia che

può d i l a v a r e i l quadrante e sbiadirlo rapidamente.

L'intonaco deve essere "per esterni", ineccepibile, non eccessivamen-

te poroso e preparato con sabbia finissima. Quando è p r e v i s t o molto

spesso (oltre 1,5 cm), come quando v i e n e r e a l i z z a t o su muri a pietra-

me irregolare, è bene stenderlo s u d u e o più s t r a t i , p e r prevenire

screpolature. T r auno strato e l'altro bisogna attendere l a presa

e un certo grado d i asciugamento. Dare incarico del lavoro ad une-

sperto artigiano intonacatore. Eseguire controlli d i p l a n a r i età u s a n -

do righe metalliche. S i raccomanda l a"rasatura" e unafinitura con

tinteggiatura d i colore chiaro a l "quarzo-plastico" preceduta da una

mano d i " a g g r a p p a n t e " (detto anche "isolante") della migliore quali-

tà.

Per l ac o l o r a z i o n e delle linee del quadrante, per l a incorniciatura,

il motto, ecc. usare colori vinil-acrilici, diluibili i nacqua, i n


2

tubetti p e rp i t t u r a artistica^^'. I colori debbono avere buon potere

coprente e resistenza allo sbiadimento sotto l'azione della luce.

Personalmente ho trovato buoni i colori "Lefranc & Bourgeois". Usare

sempre accortezza nella diluizione: potrebbero avvenire sbrodolamen-

ti 0 sgocciolamenti d idifficile r i m e d i o . Comunque, c a r i c a r e sempre

il pennello conpochissimo colore alla volta. I l pennello deve esse-

re piatto a setole molto c o r t e (smussare l apunta c o n un p a i o d i f o r -

bici affilate; taglio trasverso).

§2- Le righe e g l i strumenti per disegnare s u l l a parete

Mi riferisco a quanto serve p e ri l primo t r a c c i a t o a m a t i t a da e f f e t -

tuarsi sulla parte intonacata e finita d i tinteggiatura a l quarzo

plastico.

E' necessario poter d i s p o r r e d i r i g h e d i buona qualità e d i v a r i e

lunghezze (per esempio, 6 0 cm, 1 2 0 cm, 2 5 0 cm). T u t t e debbono essere

ben "dritte", n o n debbono essere danneggiate da ammaccature. Vanno

c o n s e r v a t e c o n cura v e r t i c a l m e n t e , appese.

La rettilineità d i u n a r i g a può e s s e r e controllata t r a c c i a n d o s u di

una p a r e t e u n al i n e a , mediante unam a t i t a d i durezza media ben appun-

tita, appoggiata a l bordo da provare. S icapovolge l a riga più v o l t e

seguendo l oschema e l asequenza d e l l a F i g . l , dove i l bordo da prova-

re è stato r a p p r e s e n t a t o c o n s e g n o più s p e s s o . Se i nt u t t e l ep o s i -

zioni, i l bordo della riga s i sovrappone correttamente alla linea

tracciata, s i può c o n c l u d e r e c h e l a rettilineità d e l l o strumento è

verificata. N o n v a però snobbatoiì s i s t e m a d icontrollo degli arti-

giani che consiste semplicemente nel guardare lateralmente, con un

solo occhio, i l bordo, sfiorandolo c o n l am i r a . C o n u n minimo d i e-

s p e r i e n z a s i può o t t e n e r e u n ' o t t i m a sensibilità d i c o n t r o l l o .

(1)
Esistono i n commercio d e i c o l o r i vini 1-acriliei i n tubetti o barattolini per
" m u r a l e s " a p r e z z o m o d i c o ma c h e n o n r e s i s t o n o a l u n g o a l l o s b i a d i m e n t o d a p a r t e
d e l l a l u c e e umidità: v a n n o e v i t a t i .
F i g . l - V e r i f i c a d i rettilineità d i r i g h e d a d i s e -
gno 0 t r a c c i a t u r a . L a s e q u e n z a d i c a p o v o l g i m e n t o
è i n d i c a t a con n u m e r i r o m a n i . V d . t e s t o .

i?

Fig.2- Sezione d i p r o f i l a t i a momento resistente


crescente nell'ordine.
3

Le r i g h e n o ng r a d u a t e , specialmente s e lunghe, possono essere costi-


tuite da p r o f i l a t i i n lega d i alluminio a sezione ad a l t o "momento
(2)
resistente" .

Di profilati d i lega d i alluminio a sezione ad alto "momento resi-

stente", ne esistono i n l a r g a varietà p r e s s o officine artigianali

dove s icostruiscono i n f i s s i p e rl ' e d i l i z i a e l'arredamento. Le l e -

ghe d i alluminio sono leggere, quindi facili a maneggiarsi e poco

deformabili p e r a u t o f l e s s i o n e , cioè p e r a z i o n e d e l p e s o p r o p r i o .

In ogni modo, tutte l evolte c h e s i u s au n a r i g a oltre 1 6 0 cm d i

lunghezza bisogna essere i nd u e o t r e : a l c u n i sostengono l ar i g a i n

posizione, l'altro traccia l alinea c o nl a matita. Ciò v a l e partico-

larmente per l e pareti verticali.

Le squadre, classici strumenti del disegno tecnico, nei nostri casi

servono poco p e r l a difficoltà d i u s a r l e s u p a r e t i non orizzontali,

magari lavorando i ncima ad u n a scala. Una squadra d i grandi dimen-

sioni può e s s e r e utile per verifiche d i perpendicolarità ( V d . F i g . l 6 )

Un compasso del tipo "a randa" d i a p e r t u r a massima almeno 1 m può

essere utilissimo peri l trasporto d i misure e per tracciare archi

di circonferenze costruttive.

Più che l amatita tradizionale, è consigliabile un porta-mine con

mine d i opportuna durezza: nontroppo alta, ma c h e n o n s i u s u r i e c -

cessivamente da r i c h i e d e r e un frequentissimo "rifare l a punta". D i -

segnare condelicatezza, tracciando linee sottili e leggere, ben v i -

sibili, ma f a c i l m e n t e c a n c e l l a b i l i . L a gomma d e v e e s s e r e m o l t o tenera

per potersi adattare alle asperità d e l l a p a r e t e e p e r n o n introdurre

una eccessiva azione abrasiva che potrebbe alterare (sbiadire) l e

tinte.

I l "momento r e s i s t e n t e " d e l l a s e z i o n e d i un p r o f i l a t o è u n p a r a m e t r o d e l l a M e c c a n i -
ca ingegneristica che misura l ' a t t i t u d i n e di una barra costituita con l o stesso
profilato, a resistere alla deformazione per f l e s s i o n e e l a s t i c a : più è a l t o i l
v a l o r e d e l " m o m e n t o r e s i s t e n t e " più l a b a r r a è r i g i d a e m e n o d e f o r m a b i l e ( V d . F i g . 2 ) .
4

Dovendo l a v o r a r e s u marmo o pietra, dove, i ngenere, s iopera con

maggiore comodità ( p e r n o n d o v e r disegnare i n cima ad una impalcatu-

ra 0 una scala) ed essendo i quadranti p e r l o più d i p i c c o l e e m e d i e

dimensioni e, quasi sempre,forniti d i lati rettilinei, s i può usare

con profitto una"riga T".

Le righe graduate che servono ad e f f e t t u a r e misure, debbono essere

particolarmente sempre " d i marca" cioè p r o v e n i r e da fabbricanti d i

ottima r e p u t a z i o n e n e l c a m p o d e l d i s e g n o tecnico» perché l a p r e c i s i o -

ne della graduazione n o n può e s s e r e controllata c o nmezzi ordinari

a portata d i u n o gnomoni s t a e s iè costretti a "fidarsi". Chi scrive

ha avuto l a possibilità d i e f f e t t u a r e controlli d i graduazioni d i

righe da disegno su banchi ottici usati nei laboratori d i meccanica

di alta precisione: l emigliori righe metriche sono state trovate

affètte d a e r r o r i fino a 0,05% della lunghezza ( 0 , 5 mm s u d i u n m e -

tro! ) .

§3- I l tracciamento d e l l e l i n e e gnomoniche s u l l a parete

Il sistema dello "spolvero" è da sconsigliarsi perché dà u n t r a s f e r i -

mento nonpreciso soprattutto a causa della instabilità d i m e n s i o n a l e

della carta sotto l'azione dell'umidità d e l l ' a r i a e / o dell'intonaco.

Può a n c o r a a n d a r e p e r q u a d r a n t i d e c o r a t i v i n o naventi esigenze d i pre-

cisione, p e rr i p o r t a r e i l motto o altri abbellimenti.

Le linee rette dell'orologio (linee orarie vere, linea sustilare,

linea equinoziale) è bene p e rl amassima precisione, disegnarle d i -

rettamente s u l quadrante. S i segnano a matita sulla parete alcuni

punti p e rciascuna linea ( n e basterebbero d u e , ma è b e n e marcarne

q u a l c u n o i n più) c h e s e r v o n o a g u i d a r e i l bordo della riga per tirare

la linea, sempre a matita.

Le linee curve (linee diurne, l e m n i s c a t e ) è bene d i s e g n a r l e a t a v o l i -

no su d i un f o g l i o d iplastica (PVC)dello spessore d i Imm c i r c a c h e

viene poi ritagliato, avviando i l bordo c o nu n "tampone" a carta sme-


Fig.4- Disegno della masche
rina (Vd.punto C del §3).
Fig.5- La m a s c h e r i n a r i t a g l i a t a e p r o n t a all'uso (Vd.testo e
figure precedenti Fig.3 e Fig.4.
5

riglio i n modo d a f a r n e u n as a g o m a - c u r v i l i n e o rigida, accurata e pre-

cisa. La sagoma-curvilineo viene applicata concura alla parete con

nastro adesivo per carrozzieri e/o qualche chiodo a spillo, seguendo

dei punti d iriferimento segnati preliminarmente sulla parete utiliz-

zando coppie di coordinate calcolate d e l l a curva in questione o alli-

neamenti caratteristici (linea meridiana, linea equinoziale, linee

orarie vere perl e lemniscate del tempo medio, linea sustilare per

le linee diurne ) .

Sia disponibile l atabella delle coordinate d i una serie d i punti

che definiscono un elemento del quadrante (linee orarie, diurne...)

I due assi cartesiani d iriferimento sono: l av e r t i c a l e p e ri l cen-

tro 0 del quadrante, e l a sua perpendicolare, sempre per 0 (linea

dell'orizzonte). La verticale per0 (asse -z) viene t r a c c i a t ac o n

il filo a piombo; l ap e r p e n d i c o l a r e (asse y ) c o n l ar i g a a livella.

I vari punti corrispondenti alle coppie d i c o o r d i n a t e , così tracciati

permettono d i disegnare con l amatita l e v a r i e linee del quadrante

con l'aiuto di righe e/o c u r v i l i n e i .

II passo successivo è "dipingere", cioè d a r e colore e aspetto finale

alle varie linee. 11 primo r e q u i s i t o cui debbono s o d d i s f a r e l e linee

finali è l a visibilità (leggibilità) d e l q u a d r a n t e . Questo requisito

si soddisfa scegliendo opportunamente i colori da dare alle varie

linee, non trascurando g l i aspetti estetici, ma s o p r a t t u t t o d a n d o

un opportuno spessore alle stesse. L a m i ae s p e r i e n z a dice chesei

colori n o n sono eccessivamente chiari c o n poco contrasto rispetto

al colore d i fondo, l ospessore delle linee deve essere circa 0,1%


(4)

d e l l a distanza media di osservazione del quadrante . E' s o l o u n d a -

(3)

Si r i c o r d a c h e ogni l i n e a d i D e c l i n a z i o n e s o l a r e +A è specularmente identica


a q u e l l a d i D e c l i n a z i o n e -A e , per e n t r a m b e , l ar e t t a s u s t i l a r e è asse d i s i m m e t r i a
speculare. Pertanto, p e r disegnare l e linee diurne basta preparare p e r ciascuna
c o p p i a , metà s a g o m a - c u r v i l i n e o r e l a t i v a a d u n r a m o d e l l ' i p e r b o l e d i D e c l i n a z i o n e .
(4)
lo Ss ep ,e s s po ree r ed se el mlpei ol,i n eie l dqeuvaed r ea sn st ee r e v ic ei nr ec a o6s smm.
ervato da una distanza media d i 6 metri,
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to d i orientamento. Le linee s e n s i b i l m e n t e più s o t t i l i comprometto-

no l a leggibilità; l i n e e molto più s p e s s e compromettono l'estetica

e la precisione dell'orologio. Comunque, l o spessore delle linee deve

ripartirsi a metà r i s p e t t o alla linea disegnata a matita sulla pare-

te. Vedremo t r a poco m e g l i o come fare.

Si preparano delle mascherine d i cartoncino leggero (standard dei

cartai 80-100 grammi/metro quadrato, tipo carta da disegno), lunghe

non più d i 2 5 c m e s i r i t a g l i una f e s s u r a l a r g a quanto siano l e linee

del quadrante finito. Nel preparare l emascherine s i c o n s i g l i ad i

procedere così :

A) S i divida l'intera curva o linea retta del quadrante i n tratti

di lunghezza conveniente: più c o r t i dove l a c u r v a t u r a è più forte,

più l u n g h i dove i tratti sono rettilinei o quasi; i n ogni caso n o n

andare oltre i 20-25 cm. S i t r a s p o r t i n o i segni delimitanti le divi-

sioni, sulla sagoma-curvilineo che è servita a disegnare a matita

la l i n e a del quadrante s u l l a p a r e t e . Ogni t r a t t o d i d i v i s i o n e v a con-

traddistinto con un numero p r o g r e s s i v o , per ogni linea.

B) U t i l i z z a n d o l as a g o m a - c u r v i l i n e o , tracciare a matita sulla stri-

s c i a d i c a r t a già p r e p a r a t a p e r l e mascherine, i ltratto di divisione

scelto, prolungando d i qualche centimetro i l segno p e r permettere

una certa sovrapposizione a l fine d i g a r a n t i r e l a continuità delle

diverse linee.

C) Con c e n t r o lungo alcuni punti del tratto d ilinea, disegnato se-

condo i l punto B), usando un compasso-balustrino, disegnare dei c i r -

coletti, tutti dello stesso diametro, uguale allo spessore c h e dovrà

avere l alinea a quadrante finito. I circoletti saranno più fitti

d o v e l e c u r v a t u r e s o n o più f o r t i . Con un c u r v i l i n e o da disegno, dise-

gnare l et a n g e n t i , e s t e r n e ed i n t e r n e , ai circoletti. S i avramo due

nuove curve sul cartoncino c h e farà d a m a s c h e r i n a , da u n a banda e

dall'altra della linea c e n t r a l e , ed equidistanti da questa.

D) S i ritagli conl e forbici, asportandola, l a s t r i s c i o l i n a che con-

tiene i l segno dei c i r c o l e t t i . La mascherina è pronta.


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La m a s c h e r i n a viene fissata temporaneamente alla parete nel tratto

individuato dagli stessi numeri, condel nastro adesivo, facendo ben

attenzione che l'asse della stessa mascherina s i allinei c o nl a cur-

va già d i s e g n a t a a s u otempo a matita sulla parete. Così risultano

allineati i segni d idelimitazione d e l l a d i v i s i o n e (punto A) ) .

Per tutte l el i n e e del quadrante c h e sono rette (orarie, sustilare,

equinoziale), l a mascherina è d i forma u n i c a , cioè u n a f e s s u r a dirit-

ta. Anche i n questo caso l a lunghezza è bene c h en o ns u p e r i i 2 5 cm.

Prima d ifissare l a mascherina a l l a parete e prima d'iniziare a dare

colore, accertarsi che l a mezzeria d e l l a medesima s i a ben allineata

(sovrapposta) alla t r a c c i a a m a t i t a d e l primo disegno sulla parete.

Colorato un t r a t t o , s i passa a l successivo adiacente...

La tinta s i applica conun piccolo pennello a spatola ( c i r c a 2 x 5 mm)

a s e t o l e dure e corte. Inormali pennellini d e l commercio vanno t a -

gliati con forbici affilate, i n m o d o c h e l e s e t o l e n o n s i a n o più lun-

ghe d i 6 - 7 mm. I l c o l o r e n o n deve essere acquoso, anzi, piuttosto

denso e, dipingendo, n o n bisogna fare pressione eccessiva s u l pennel-

lo ad e v i t a r e c h e qualche setola s'infili sotto l a mascherina, facen-

do sbordare i l colore. I l pennello v amantenuto piuttosto perpendico-

lare alla parete. Mentre l a mano d e s t r a m a n o v r a i l p e n n e l l o , i l p o l -

l i c e e l ' i n d i c e d e l l a s i n i s t r a tengono aderenti i bordi d e l l a masche-

rina alla parete.

Questa d e l l a f i n i t u r a d e l l e linee è operazione delicata e importante.

E' b e n e , a v a n t i d i c i m e n t a r s i l a p r i m a volta s u l quadrante, fare qual

che e s e r c i t a z i o n e . M a s ' i m p a r a p r e s t i s s i m o . . .

I l metodo che abbiamo s u g g e r i t o e d e s c r i t t o dà r i s u l t a t i ottimi: l e

l i n e e vengono perfettamente avviate e- d i s p e s s o r e costante, anche

su p a r e t i non perfette e ruvide.

Per colorare l elinee s i può u s a r e , insieme a l l e mascherine poco s o -

pra descritte, a l posto del pennello, 1'aerografo. Ma e s i g e n d o 1'ae-

rografo tinte piuttosto diluite, bisogna passare più " m a n i " . In defi-

nitiva, n o n è più r a p i d o d e l p e n n e l l o e , . f o r s e , c'è più p e r i c o l o c h e


8

il colore sgoccioli, infilandosi sotto l amascherina. Con u n poco

di esercizio, però, s i p o s s o n o avere, anche q u i , buoni risultati fi-

nali .

§4- Disegno e tracciamento d i linee s u quadranti d imarmo o p i e t r a

La superficie sia liscia ma n o n l u c i d a . S i disegnino a matita tutte

le linee dell'orologio; poi,vengano ripassate c o ni n c h i o s t r o di chi-

na portandole a l l o spessore desiderato. S i usino righe e curvilinei

idonei, mettendo ogni cura nel rispettare l emezzerie delle linee

ad inchiostro c h edebbono c o i n c i d e r e con l e linee d e l disegno a mati-

ta.

Questo ripasso ad i n c h i o s t r o è opportuno e raccomandato

a) per migliorare l a visibilità d e l d i s e g n o ,

b) perché l e l i n e e a m a t i t a non vengano malauguratamente a cancel-

larsi durante l'incisione p e rsfregamento degli indumenti (ma-

niche, guanti,ecc.),

c) p e r guidare 1*ineisore-marmista sulla larghezza uniforme da

dare a l l e linee.

Per i l ripasso ad i n c h i o s t r o , l'autore ha usato personalmente penni-

ni da normografo m e t a l l i c i ( e v i t a r e q u e l l i d iplastica c h es i usurano

rapidamente) fino alla misura d i circa 3 mm, i n q u a d r a n t i d i poco

meno d i 1 m e t r o .

Vorremmo segnalare a c h i sente i l compiacimento d i lavorare con l e

proprie mani, c h en o n è p o i d i f f i c i l i s s i m o i n c i d e r e s u marmo e p i e t r e

non durissime, per tracciare linee, l e t t e r e . . . . Bisogna provvedersi

di un vibratore conscalpello i n lega,Widia opportunamente affilato.

I v i b r a t o r i pneumatici sono u s a t i dai professionisti e sono i m i g l i o -

r i , ma c o s t a n o m o l t i s s i m o e, quindi, debbono essere s c a r t a t i . Esisto-

no presso i negozi d i "hobbistica" dei vibratori elettrici a prezzi

abbordabili (per esempio, i l M o d . 2 9 0 ENGRAVER d e l l a D r e m e l ) . L a pun-

ta dello scalpellino va fatta affilare da un marmista. Prima d i c i -


9

meritarsi s u d i un quadrante, bisogna esercitarsi su frammenti d i l a -

stre...ed avere pazienza fino a c h e non s i è sicuri d i aver bene i m -

parato.

Le linee i n c i s e vanno d i p i n t e con un p e n n e l l i n o usando c o l o r i a smal-

to. A completa essiccazione, l einevitabili sbavature fuori delle

incisioni vanno eliminate sfregando l asuperficie del quadrante c o n

"saponette alla pomice" bagnate. Queste saponette possono essere a c -

quistate presso negozi d i "prodotti d i b e l l e z z a " , f a r m a c i e e d anche

"grandi magazzini".

§5- L a l i v e l l a

La l i v e l l a permette i ltracciamento d i l i n e e o r i z z o n t a l i , perpendico-

lari a quelle tracciate coni l filo a piombo. P e rp o t e r f a r q u e s t o ,

la livella vera e p r o p r i a deve essere solidale con un r i g h e l l o o riga

metallica bendiritta, e magari, graduata i n millimetri, lunga circa

1 metro.

La l i v e l l a deve avere d u er e q u i s i t i essenziali:

a) deve essere "rettificata", cioè r e g o l a t a i n m o d o c h e quando

la bolla è centrata, risulti orizzontale i l bordo della riga

che s i utilizza per guidare i ltracciamento delle linee oriz-

zontali 0 , comunque, p e r c o n t r o l l i d i orizzontalità;

b) deve aver p r e c i s i o n e c h e g a r a n t i s c a almeno u n a orizzontalità

e n t r o 5' d i a r c o sessagesimale.

F i n o a poco tempo f a , e r a f a c i l e t r o v a r e presso magazzini d i rivendi-

ta d i "surplus" militari, ottime livelle più p r e c i s e d i V d i arco,

a prezzi irrisori. I n o g n i modo è bene s a p e r e c h el e l i v e l l e da a r t i -

giani- (muratori, piastrellisti, e c c . ) i nv e n d i t a presso negozi

di ferramenta, sono i n genere d icattiva qualità e s o n o d'insuffi-

ciente p r e c i s i o n e . Però v e n e s o n o d i o t t i m e p e r m e c c a n i c i aggiusta-

tori, montatori meccanici, e c c . , ma c o s t a n o care-

Per l a rettifica: questa importante operazione è descritta nei trat-


10

tati d iTecnologia generale. Topografia, M e t r o l o g i a , F i s i c a pratica;

segnaliamo solo: "A.Drigo,G.Alocco, Fisica p r a t i c a . V o i .1° , E d . R . Z a n -

noni, Padova, 1945, pag.254-255.

§6- n f i l o a piombo

Per poter assumere l aposizione stabile chedefinisce l a direzione

verticale, i lfilo a piombo deve essere fermo e nondeve toccarei n

nessun punto l ap a r e t e . I m o v i m e n t i caratteristici sono i l pendolare

ed i lrotatorio.. I l primo richiede qualche tempo d i attesa perché

si s m o r z i . S i può r i d u r r e q u e s t o t e m p o (manon c i deve essere vento),

cercando d i portare d e l i c a t a m e n t e i l piombo ( i l peso) c o n l a mano,

in prossimità d e l l a s u a p o s i z i o n e d i e q u i l i b r i o . I lmovimento rotato-

rio, meno grave del precedente ma u g u a l m e n t e da e v i t a r e , è dovuto

alla torsione, i n sede d i fabbricazione del filo, delle fibre che

lo compongono. Con alcuni f i l i , i lmoto rotatorio non tende ad esau-

rirsi e s i arriva alla sfilacciatura dei trefoli.

Non u s a r e f i l i a p i o m b o c o n f i l o a trefoli disposti a monoelica, come

avviene n e l comune spago o i n molti fili da ricamo anche pregiati.

Bisogna usare filo o cordoncino costruito a "scoubidou", cioè c o n

intreccio a doppia elica con sensi opposti. P e rl oscopo chea noi

interessa, i lpregio d i questo tipo d i filo è chenonha tendenza

a svolgersi ruotando. L'unica minima eventuale tendenza alla tempora-

nea rotazione deriva da torsione a c c i d e n t a l e , anche minima, impressa

mentre s i riavvolge i l filo perriporlo. Dall'aspetto esterno, i l

filo a doppia elica è facile a riconoscersi. Un f i l o ideale è i l

"Flexidene n°7" u s a t o i n c h i r u r g i a ( s i può p r o v a r e a f a r s e l o donare

da q u a l c h e medico), ma v a a n c h e bene un tipo che s i usa nella pesca

professionale, facile a trovarsi presso negozi "Caccia e Pesca".

Normalmente, i l "piombo" è cilindrico del diametro d i circa 2 0 mm

e lunghezza 40-50 mm; i l p e s o è circa 100-130 grammi. Con questi

"piombi" è impossibile avvicinarsi con i lfilo alla parete sotto i

10-14 mm, così c h e l ' e r r o r e d i p a r a l l a s s e d i v e n t a p r e o c c u p a n t e . Alcu-


A B

Fig.7- La presenza di due assi (meglio se perpendicolari) trac-


ciati a matita, passanti per il punto P, permette di controlla-
re la centratura di un foro anche quando il punto P viene can-
cellato dall'azione della punta forante. A: tracciatura degli
assi; B: foro non centrato; C: foro centrato.
11

ni gnomonisti hanno s o s t i t u i t o i l "piombo" c i l i n d r i c o con uno d i f o r -

ma m o l t o piatta c h e , i nt e o r i a , dovrebbe permettere un maggior avvi-

cinamento del filo alla p a r e t e , ma, t r al ' a l t r o , d i v e n t a più diffici-

l e e v i t a r e c h ei l "piombo" tocchi l a parete.

Per combattere i l p a r a l l a s s e bisogna battere altre strade, n o n preoc-

cupandosi della distanza del filo dalla parete.

Metodo A- S i o s s e r v i l aF i g . 6 . Tenere l asquadra da disegno con l a

mano sinistra i n modo che i l suo piano s i acirca perpendicolare alla

direzione del filo ed un cateto s i a appoggiato alla parete; con pre-

cauzione si avvicini l'altro cateto, facendolo avanzare fino a sfio-

rare i l filo senza t o c c a r l o ; s i f a c c i a un p i c c o l o segno (un trattino

verticale) c o n u n a m a t i t a t e n u t a c o nl a mano d e s t r a i n c o r r i s p o n d e n -

za del vertice retto della squadra; s iripeta l'operazione s u -diu n

altro punto a sufficiente distanza; un altro s e g n o come d e t t o sopra,

potrà s e r v i r e c o m e c o n t r o l l o e conferma. I d u eo t r e s e g n i , dopo aver

rimosso i l filo a piombo, permettono d i disegnare s u l muro l a linea

verticale desiderata.

M e t o d o B- C o n s i s t e n e l l ' a t t e n d e r e c h e i l S o l e a b b i a azimut c i r c a ugua

lele a quello della normale alla parete e servirsi dell'ombra del

filo per tracciare a m a t i t a i segni che definiscono l a retta ver-

ticale. Questo metodo ha i l vantaggio d i n o nt u r b a r e minimamente l a

posizione del filo e d i poter s c e g l i e r e i l momento i nc u i l'ombra

del filo passa esattamente dove s idesidera. Difatti, i l chiodo a l

quale s i appende i l filo a p i o m b o , a c a u s a d e l l e difficoltà d i esse-

re piantato esattamente perpendicolare alla parete, può portare i l

punto d i sospensione fuori d e l d e s i d e r a t o . Mano mano c h e i l S o l e s i

sposta i nazimut, l'ombra del filo, sempre parallela a se stessa,

si sposta da ovest verso est, fino a che passa per i l punto desidera-

to> S i p r o c e d e , p o i ,come d e t t o sopra.

Metodo C- L o s t e s s o risultato può e s s e r e ottenuto illuminando i l f i -

lo d e l "piombo" e l ap a r e t e c o n u n a lampada nuda a f i l a m e n t o p u n t i -

forme, cioè m o l t o raccolto (non esteso dimensionalmente) come quel-


12

lo d e l l e lampade p e r " l u c i " d i p o s i z i o n e p e r auto (12V,5W). Munire l a


lampada d i portalampada da f i s s a r s i con un morsetto (molletta per
panni) i n qualche punto, a distanza non i n f e r i o r e a 2 metri dalla
parete. C'è l ' i n c o n v e n i e n t e d i dover l a v o r a r e d i n o t t e , ma c'è i l
vantaggio d i poter padroneggiare, senza preoccupazioni d i tempo che
passa, l a posizione dell'ombra e poterla spostare leggermente, se
s e r v e , i n m o d o d a f a r l a c a d e r e d o v e s i v u o l e . Come è f a c i l e compren-
dere, per tutto i l tempo i n cui s i effettua i l trasferimento della
verticalità d a l f i l o a l l a p a r e t e , l alampada deve essere rigorosamen-
te fissa, cosa c h e i n cima ad u n a i m p a l c a t u r a , sempre traballante,
non è f a c i l e .

Metodo D- S i a p p o g g i uno specchietto tipo "da b o r s e t t a " , m e g l i o s e


più p i c c o l o e a l l u n g a t o ( c i r c a 2 x 5 c m ) , s u l l a p a r e t e . L o s p e c c h i o de-
ve essere n u d o , cioè s e n z a c o r n i c e , c u s t o d i a , e c c . : l afaccia r i -
f l e t t e n t e d e v e r i s u l t a r e b e n a p p o g g i a t a a l l a p a r e t e , p a r a l l e l a a que-
sta; l aposizione dietro i l filo a piombo. S i sposti l a t e s t a f i n o
a che, o s s e r v a n d o c o n u n s o l o o c c h i o , s i v e d e i l f i l o e l a s u a imma-
gine r i f l e s s a s o v r a p p o s t i . Con u n b r e v e t r a t t o d i m a t i t a s u l l a pare-
te s i segni un punto d e l l a p r o i e z i o n e del f i l o . S i r i p e t a l'operazio-
in due o t r e d i v e r s i p u n t i , opportunamente d i s t a n z i a t i , per poterli
congiungere con una r e t t a che, ovviamente, sarà v e r t i c a l e . E' como-
do fissare l o specchietto sulla parete con nastro adesivo e operare
in due persone: una mira a distanza d i c i r c a 1 metro e dà l o " s t o p "
(raggiunta posizione di autocollimazione e giusta posizione della
punta della matita tenuta dall'altra, l a quale p r o v v e d e a n c h e a se-
gnare, quando arriva i l "comando" del l ' a m i c o ) . I l f i l o del "piombo"
deve essere s o t t i l e e ben fermo.

§7- F o r i s u l l a parete
Servono per fissare l o gnomone, l a e v e n t u a l e mensola per detto, o
accessori (ganci p e r c o n t r o v e n t i , ecc.). Salvo pochissime eccezioni,
debbono risultare perfettamente centrati s u l punto desiderato, ben
13

perpendicolari alla parete e, per quanto possibile, netti, senza slab

brature. Difficilmente possono riuscire conquesti requisiti, se s i

tenta di eseguirli direttamente con i l trapano "a p i s t o l a " .

Si consiglia d i p r o c e d e r e così:

a) definire i l punto P dove è r i c h i e s t o i l foro conun incrocio d i

segmenti, disegnati a matita; i segmenti debbono avere lunghezza

pari ad almeno 4 volte i l d i a m e t r o c h e dovrà a v e r e i l f o r o e deb-

bono i n c r o c i a r s i circa a metà n e l d e t t o p u n t o P.

b) avviare i l foro, curando l a centratura sull'incrocio dei segmenti,

con un "trapano a mano da a l p i n i s t a " , detto anche "perforatore

da alpinismo" ^ , fino a d u n a profondità d i 6 - 1 2 mm ( 6 m m p e r i

diametri minori). S iu s a sistemando l a punta a l l ' i n c r o c i o d e i seg-

menti (assi del foro) che definiscono i l punto P e, mentre i l pol-

so della mano sinistra, l aquale impugna l'attrezzo, f a ruotare

alternatamente e continuamente i nsensi opposti l apunta, con un

martello s i batte assialmente s u l manico n e l senso d i favorire

la penetrazione. Inizialmente, i colpi d im a r t e l l o debbono essere

molto moderati e controllati. Osservando d itanto i nt a n t o , spe-

cialmente all'inizio, l a cavità c o n i c a che comincia a formarsi,

si può controllare se l aperforazione procede centrata. Questo

controllo f a riferimento agli assi disegnati cheseguitano a d e f i -

nire i l punto P, a n c h e se l'inizio della foratura l o ha cancella-

to. Eventualmente, ricentrare l aforatura, facendo leggermente

deviare l ad i r e z i o n e d i perforazione dell'attrezzo. L'uso d i que-

sto "trapano" è facile. E' b e n e , però, p e r p a d r o n e g g i a r l o , eser-

citarsi prima.

c) proseguire con un trapano "a p i s t o l a " munito d i punta "muraria"

dello stesso diametro, operando a basso numero d i giri, fornito

E' q u e s t o u n a t t r e z z o (usato anche dagli alpinisti rocciatori p e r l'applicazione


di chiodi ad espansione) a forma d i s c a l p e l l o c o nmanico m e t a l l i c o ; è u n o strumento
d i p e r f o r a z i o n e l e n t o ma molto efficace anche s u pareti d i p i e t r a dura; ha diametro
pari a quello d e lforo da f a r e ; è munito d i profonde scanalature p e r l o scarico
dei d e t r i t i e t e r m i n a con u n a punta tri pi ramidale.
Fig.lO- A l t r a versione di blocchetto di guida per punte
murarie a forare.
14

di guida (Vd.Fig.9) per essere sicuri d e l mantenimento della per-

pendicolarità d i p e r f o r a z i o n e . Attenzione! Le punte " m u r a r i e " han-

no i l c o d o l o d i d i a m e t r o i n f e r i o r e a quello della testa. Quest'ul-

tima è quella c h e d e t e r m i n a i ld i a m e t r o d e l f o r o da e s e g u i r e . Ov-

viamente, bisogna essere sicuri d i f o r a r e esattamente dove è s t a -

ta fatta l a sede d i avviamento d e l f o r o (punto b) d ic u isopra).

La guida può e s s e r e un blocchetto d i legno duro alto 3 0 - 4 5 mm,

con foro passante f a t t o con un trapano a colonna presso un'offici-

na. Sul lato d i uscita delblocchetto (lato parete) bisogna allar-

gare i lforo d i quanto basta per permettere il libero ruotare d e l

tagliente della punta c h e , come già d e t t o , ha i ngenere diametro

maggiore d i quello del codolo. La punta v a i n f i l a t a nel blocchet-

to dal lato d e l codolo e poifissata a l mandrino deltrapano.As-

sicurarsi che l a punta s i aentrata nella sede (avvìo) f a t t o c o n

i l trapano da a l p i n i s t a (da roccia) e, s o l o dopo, a v v i a r e il tra-

pano "a p i s t o l a " c o np e r c u s s o r e , s e s e r v e . Vedere l aFig-9^^' .

La procedura descritta v a bene su ogni intonaco compatto d i ogni d u -

rezza, purché n o n f r i a b i l e , e , come d e t t o , anche s u marmo e p i e t r a .

Su materiali duri l'azione è lenta e bisogna essere pazienti, ma i

risultati sono ottimi.

§8- F i s s a g g i o d i u n ' a s t a g n o m o n i c a s u p a r e t e v e r t i c a l e (stilo polare)

La sistemazione dello stilo polare, cioè c o n s i s t e n t e i nun'asta pun-

(6)
Meglio è i l blocchetto-guida i n legno d e l l a F i g - i o i l c u iforo è a diametro
costante e sufficiente a f a r passare l a t e s t a della punta. Una boccola d i ferro
che viene i n f i l a t a n e l foro d e l blocchetto, ha dianietro interno uguale a quello
del codolo e , q u i n d i , può c o r r e t t a m e n t e g u i d a r e l a p u n t a . L a p r e s e n z a d e l l e d u e
alette aumenta l a s u p e r f i c i e d i attrito e facilita l a tenuta i n posizione -con
le mani d i u n c o l l a b o r a t o r e - d e l b l o c c h e t t o , o l t r e a l a s c i a r e l a possibilità d i
libero scarico dei detriti e permette una sufficiente illuminazione p e rpoter tenere
d ' o c c h i o i l c o r r e t t o p r o c e d e r e d e l l a f o r a t u r a s u l l a p a r e t e . S i può i n c o l l a r e ( B o s t i k )
sulla superficie d e l blocchetto a contatto della parete, un paio d i striscie d i
g o m m a d i m i n i m o s p e s s o r e . A n a l o g o r i s u l t a t o a n t i - m o v i m e n t o s i può o t t e n e r e i n c o l l a n d o ,
a l p o s t o d e l l a gomma, d e l l e s t r i s c i e d i c a r t a s m e r i g l i o d i g r o s s a g r a n a ( 4 0 - 1 0 0 ) .
I l f o g l i o è i l piano
05=L stilo polare
del quadrante
ES=h ortostilo
OE susti lare
OM meridiana
0SM=9 latitudine
RMT=5 declin,gno.

F i g . l l - Per l a dimostrazione d e l l a PI,.


f o r m u l a che p e r m e t t e i l c a l c o l o d i
9 ,elevazione dello stilo polare
sulla parete
15

tata a l Nord celeste e conficcata i n corrispondenza del "centro" del

quadrante, dove tutte l elinee orarie convergono, è una operazione

di unacerta delicatezza e richiede metodo. I l procedimento più ra-

zionale è quello chef a riferimento alla retta sustilare e prevede

l'uso d i u n a sagoma, più o m e n o e l a b o r a t a a seconda dell'accuratezza

che s i vuol raggiungere, i ngrado di g a r a n t i r e la corretta elevazio-

ne e dello stilo sulla sustilare.

Il valore d i Q , per pareti verticali, è d e f i n i t o dalla formula se-

guente, facile a dimostrarsi osservando l a F i g . l l :

0 = a r c s m ( c o s ( p - cosò)

dove cp = l a t i t u d i n e d e l luogo 5 = declinazione della parete

Per l a sistemazione dell'asta gnomonica polare s iconsiglia i l se-

guente procedimento:

Costruire i nlegno u n a sagoma t r i a n g o l a r e r e t t a n g o l a T (Fig.l2)con

gli spigoli smussati, avente i l l a t o maggiore i n c l i n a t o sul l a t oche

funge da base d i appoggio, d i un angolo 9 pari all'elevazione che

deve avere l'asta gnomonica s u l l a r e t t a s u s t i l a r e . Mettere molta cu-

ra nella realizzazione d i quest'angolo e della sagoma. Lo spessore

della sagoma sarà uguale a l diametro esterno dell'asta tubolare

. S u l l a sagoma s i m o n t e r a n n o s a l d a m e n t e { c o l l a i d o n e a con qualche

vite) g l i elementi accessori C e A, t u t t i i n legno, che dovranno ser-

vire

- a garantire l a perpendicolarità d e l l a sagoma, r i s p e t t o al pia-

no del l a parete,

- a guidare, senza laschi ne eccessivi attriti, i l movimento del-

P e r V ^ t t u a . z . - l a u ^ <i\ c h e s t i d^scvS^evido, V^s\ gnomonica deve ricavarsi


da un tubo metallico, c a r a t t e r i z z a t o da un diametro esterno e d u n o i n t e r n o . Ma
sarebbe bene c h e i n ogni caso l e aste gnomoniche, s i a p o l a r i c h e ad o r t o s t i l o ,
siano t u b o l a r i . S i h a più d i u n v a n t a g g i o : leggerezza, minima autodeformazione
per peso p r o p r i o , ecc. Oggigiorno esistono sul mercato tubi d i vari m e t a l l i e
e dimensioni- I l rame ( e l e s u e leghe: o t t o n e , bronzo,...) è d a s c o n s i g l i a r e p e r
l'elevato costo e perché p e r d i l a v a m e n t o atmosferico può m a c c h i a r e l a parete;
inoltre, i n alcuni casi l a rigidità m e c c a n i c a è s c a r s a . I t u b i d i a c c i a i o n o n
i n o s s i d a b i l e vanno a c c u r a t a m e n t e v e r n i c i a t i , dopo so.ttomano d i buona a n t i r u g g i n e .
16

l'asta sul lato lungo d e l l a sagoma s t e s s a - S i segua l a d e s c r i -

zione tenendo d'occhio l a Fig.12.

Si disegnino a matita tutte l e l i n e e d e l l ' o r o l o g i o ed anche l a s u s t i -

lare c h e può c o i n c i d e r e conl alinea meridiana se i l quadrante non

è declinante. Dall'incontro della sustilare conunaqualsiasi linea

oraria verrà d e f i n i t a graficamente l ap o s i z i o n e d e l punto 0, centro

del quadrante, d o v e dovrà c o n f i c c a r s i l ' a s t a g n o m o n i c a .

Si prolunghino alquanto, oltre 0, l e duelinee prescelte per defini-

re i l centro del quadrante. Con uno s c a l p e l l o da muratore rompere

in 0 l a parete quanto basta i n estensione e profondità.

Poiché l arottura cancella l a posizione d i 0, riprestinare l e due

l i n e e con d u ef i l i s o t t i l i t e n u t i fissi con nastro adesivo (Vd.Fig.13

a,b,c): l'incrocio dei fili è i l centro del quadrante. Ora, facendo

uso della sagoma posizionatrice T, f o r n i t a d i asta g n o m o n i c a G, s i

trovi l a posizione d e l l a sagoma s t e s s a lungo l a sustilare (fare rife-

rimento a i riscontri d i mezzeria M) i n modo che osservando con un

occhio entro l ' a s t a gnomonica dal lato b, s i v e d a , bene nel centro

del c e r c h i o che d e l i m i t a i l campo v i s i v o , l ' i n c r o c i o d e i d u ef i l i c h e


(8)
d e f i n i s c o n o l ap o s i z i o n e d i 0 - A questo punto, s i f i s s i c o n chio-
(9)
di a spillo l asagoma T , u t i l i z z a n d o l esedi preforate F d e l l e a-

lette A. S i v e r i f i c h i , sempre conl'occhio i n b, c h e n e l f r a t t e m p o

non v i siano stati spostamenti. Delicatamente spingere verso l'inter-

Nel lato b dell'asta tubolare sistemare un cappelletto P provvisorio conun


f o r e l l i n o d i 1 - 2 m\i d i a m e t r o , e s a t t a m e n t e i n c e n t r o . A t t r a v e r s o q u e s t o forellino
si f a r a n n o t u t t e l e o s s e r v a z i o n i p e r p o r t a r e l ' a s s e a-b d e ltubo a p a s s a r e p e r
0, s e n z a c o m m e t t e r e e r r o r i d ip a r a l l a s s e ( F i g . 1 2 ) .

(9)
Le alette A d e l l a Fig.12 debbono essere preforate per ridurre l o sforzo d i
penetrazione d e i c h i o d i . Usare chiodi a s p i l l o d i acciaio d e l diametro d i circa
2 mm. Rairrnientarsì d i n o n p i a n t a r e a f o n d o i c h i o d i : n o n più d i 1 5 mm n e l l a p a r e t e ,
l a s c i a n d o f u o r i l a t e s t a d e g l i s t e s s i d i a l m e n o 5 mm p e r l a r i m o z i o n e . A q u e s t ' u l t i m o
proposito, s i raccomanda d i f a r precedere l'azione e s t r a t t i v a da u n a r o t a z i o n e
avanti e i n d i e t r o del chiodo, a f f e r r a t o c o n u n a pinza, a t t o r n o a l proprio asse,
m e n t r e l a mano s i n i s t r a t i e n e f e r m o i l blocco-sagoma. Questo p e r e v i t a r e c h e i l
chiodo i n estrazione s i porti d i e t r o un pezzo d'intonaco, inducendo un danno
c h e può e s s e r e a n c h e u n p o ' s e r i o .
piano del quadrante

Il centro del quadrante 0


al l'incro cio della linea
su stilare c o n una q u a l s i a
si linea oraria

Lo scasso p e r m u r a r e l ' a -
sta gnomonica cancella l a
posizione del centro 0

M e d i a n t e due f i l i» da f i s
s a r s i con n a s t r o a d e s i v o ,
si r i p r i s t i n a l a p o s i z i o -
ne d i 0

F i g . 1 3 - M a t e r i a l i z z a z i o n e del c e n t r o del quadrante 0 dopo che questo


è s t a t o a s p o r t a t o d a l l o scasso per l a muratura d e l l ' a s t a gnomonica.
m-
Vitina di blocco

j
Asta gnomonica

Fig.14- Sistemazione i n
lunghezza d e l l o s t i l o
mediante un terminale
a tappo aggiustabile.
17

no d e l l a cavità l ' a s t a , facendola scorrere t r a i blocchetti C ed i l

lato lungo della sagoma, fino a chei l tratto previsto venga ad im-

mergersi sotto i l piano della parete. Ormai i l c r o c i c c h i o con i f i l i

non serve più. F a c e n d o u s od ibande e l a s t i c h e ad anello u n po' robu-

ste e appligliandosi con queste a i blocchetti C, r e n d e r e solidale

l'asta alla sagoma nella posizione raggiunta e iniziare a riempire

la cavità c o n p a s t a m u r a r i a a base d i cemento e sabbia f i n e ; pareg-

giare l asuperficie c o u l aspatola e lasciare c h e i lt u t t o faccia

presa e s ' i r r i g i d i s c a .

A questo punto t o g l i e r e i legami elastici, rimuovere i chiodi e sfi-

lare l a sagoma T facendola arretrare. Le ultime operazioni sono l a

stuccatura dell'area, l a rasatura per l a l e v i g a t u r a f i n a l e , i l r i p r i -

stino della tinteggiatura. Attenzione a noncancellare inavvertita-

mente l e l i n e e d e l l ' o r o l o g i o t r a c c i a t e a matita inizialmente.

Quando l'asta gnomonica ha anche funzione calendariale, l as u a l u n -

ghezza L = S - P deve essere rispettata. I l limite S è sull'asse

geometrico dell'asta e deve occupare l aposizione 0 sul piano della

parete. Mai prevedere d i tagliare a lunghezza L l'asta dopo averla

sistemata i ns i t o . L'aggiustaggio i n l u n g h e z z a può e s s e r e e f f e t t u a t o

con u n t e r m i n a l e a tappo aggiustabile (Vd.Fig.14).

Il procedimento ora descritto nonè applicabile a l caso d i u n a pare-

te i nl a s t r a d i pietra o marmo. I nquesto caso, r i c o r r e r e a gnomoni

laminari (spessore 1 - 3 mm ) d a l l e f o r m e m o s t r a t e n e l l a F i g . l 5 e f i s -

sati conun paio d i pioli P I e P2. A d o t t a n d o q u e s t a s o l u z i o n e è suf-

ficiente fare duefori lungo l asustilare, ben l o c a l i z z a t i rispetto

al centro 0 dell'orologio e benperpendicolari a lpiano d e l l a parete

e infilarvi i pioli resi solidali c o nl o gnomone laminare.

Si seguano i suggerimenti d e l §7 e p r o c e d e r e c o n a c c u r a t e z z a . Un d i -

segno d i u n p i o l o t i p i c o è r i p o r t a t o i nF i g . 1 5 . P e ri l collegamento

fisico della lamina-gnomone a i pioli, usare, a seconda dei metalli

impiegati, saldatura a stagno, ad "argento", colla epossidica adue

componenti. Quest'ultima può e s s e r e usata anche per i l f i s s a g g i o dei


18

pioli a l quadrante.

Si c o m p r e n d e c h e quanto s u g g e r i t o p e r l ap i e t r a o i l m a r m o , può e s -

sere applicato, seppure conqualche variante o adattamento, a l caso

di pareti i n muratura e intonaco.

§9- Aste gnomoniche a o r t o s t i l o

Le aste gnomoniche a ortostilo r i c h i e d o n o l a perpendicolarità alla

parete, l ag i u s t a lunghezza e l'esatta localizzazione del piede lun-

go l asustilare. S i comincia con i l fare un foro sulla parete ben

localizzato, di diametro leggermente superiore a quello dell'asta.

Salvo c h es i t r a t t i d iun'asta di piccole dimensioni, bisogna provve-

dere un sistema d i sospensione che garantisca l a posizione perpendi-

colare fino a c h e l amalta d i fissaggio non abbia f a t t o presa. I l

sistema d i sospensione più g e n e r a l e è q u e l l o d e i c o n t r o v e n t i con t i -

ranti. I controventi sono 3, circa equidistanziati; vengono fissati

alla parete contasselli ad espansione (stoppers) rimovibili; l'al-

tro estremo è agganciato all'asta (Vd.Fig.l6). Altri tipi d i agganci

possono escogitarsi. Con un poco d ipazienza e di pratica non è d i f -

ficile portare stabilmente l'asta in posizione perpendicolare, facen-

dosi g u i d a r e da u n asquadra d i opportune d i m e n s i o n i (V.Fig.l6)

Poiché l ' a z i o n e dei controventi dà l u o g o a n c h e a d u n a s p i n t a dell'a-

sta v e r s o l ap a r e t e , bisogna tenere conto della profondità d e l foro

per stabilire, prima della messa i np o s i z i o n e , l a lunghezza da dare

all'asta, i n modo c h e a l l a f i n e s i abbia l a lunghezza u t i l e desidera-

ta. S i può p a r t i r e anche da un asta leggermente più c o r t a c h e viene

dopo i l f i s s a g g i o alla p a r e t e , p o r t a t a a m i s u r a con un "tappo" aggiu-

(10)
li filo d e i controventi deve essere praticamente inestensibile: vanno bene
c o r d i n e d i a c c i a i o z i n c a t o dì u n p a i o d i m i l l i m e t r i d i d i a m e t r o . L e v a r i e g i u n z i o n i
(per a p p l i c a r e i tiranti» e c c . ) n o n possono essere f a t t e con i "morsetti" che
si t r o v a n o p r e s s o i n e g o z i d i f e r r a m e n t a , perché t r o p p o g r o s s o l a n i . S i p o s s o n o
usare i blocchetti s e r r a f i l o i n ottone ches i trovano all'interno delle morsettiere
per giunzioni elettriche (mammut); evidentemente, l a p a r t e i s o l a n t e i n plastica
va e l i m i n a t a .
19

stabile da sistemarsi d a l l a parte d e l punto gnomonico G (Fig.l4).

§10- L o gnomone a f o r o

Per migliorare l ap r e c i s i o n e d i l e t t u r a dell'ora, salvaguardando l a

funzione calendariale del quadrante, s i f aspesso uso d i un foro ( f o -

ro gnomonico) praticato su d i una piastra metallica sottile tenuta

in sito da un sostegno g e n e r i c o i n modo c h ei l c e n t r o d e l f o r o occu-

pi esattamente l ap o s i z i o n e d e l punto gnomonico G c a r a t t e r i s t i c o d e l

q u a d r a n t e . I n q u e s t o modo, l ' i n d i c a z i o n e d e l l ' o r a è a f f i d a t a a d u n


dischetto luminoso formato sulla parete dall'incidenzadei raggis o -

lari c h e passano attraverso i l foro. L'asta gnomonica assume solo

funzione d i sostegno e può a v e r e forma qualsiasi, oppure manca d e l

tutto ed i l sostegno è affidato ad un muro, u n a colonna, un obelisco.

Il diametro del foro può a n d a r e da circa 1:50 a c i r c a 1:250 della

distanza media d e l medesimo d a l l a p a r e t e u t i l e : diminuendo i l diame-

tro, a parità d i d i s t a n z a m e d i a , s i h a u n d i s c h e t t o d i l u c e più niti-

do, ma m e n o luminoso e, quindi, l a marcatura delle o r e estreme della

giornata, quando i raggi del Sole incidono molto obbliquamente, s i a

sul foro chesulla p a r e t e , è meno f e l i c e ' ^ ^ ' . Lo stesso accade quan-

do i lcielo è semicoperto e l'immagine d e l S o l e più s b i a d i t a . S i con-

siglia d ifare qualche prova c o n un c a r t o n c i n o opaco f o r n i t o di fori

di diverso diametro.

L'incidenza obbliqua dei raggi d e l Sole sulla piastra f o r a t a ha solo netta i n f l u e n -


z a s u l l a luminosità, m a n o n s u l l a f o r m a d e l l a s e z i o n e d e l f a s c i o d i l u c e c h e , d o p o
una c e r t a d i s t a n z a r i m a n e c i r c o l a r e . E v i d e n t e m e n t e , stiamo parlando delle incidenze
che i n t e r e s s a n o , che n o n sono l e e s t r e m e . Se i l f o r o è s u f f i c i e n t e m e n t e p i c c o l o (meno
di 1:150 d e l l a d i s t a n z a media d a l l a p a r e t e ) l a macchia luminosa che funziona da
m a r c a t e m p o , s i può c o n s i d e r a r e u n ' i m m a g i n e o t t i c a d e l S o l e . Q u e s t a i m m a g i n e s i o v a l i z z a
se s i f o r m a , come a v v i e n e n e l l a m a g g i o r p a r t e d e i c a s i , s u d i u n ap a r e t e n o n p e r p e n d i c o -
lare alla direzione d'incidenza d e iraggi solari. I t e n t a t i v i d i compensare questa
o v a l i z z a z i o n e a g e n d o s u l l a f o r m a d e l foro,sarà d e s t i n a t a a f a l l i r e , perché l a f o r m a
della diaframmatura introdotta d a l foro, non modifica apprezzabilmente l a forma
dell'immagine. M a n o n c'è d a p r e o c c u p a r s i della forma ovalizzante d e ldischetto
l u m i n o s o , perché l ' o c c h i o r i e s c e c o n facilità a t r o v a r e , d a l l a s i m m e t r i a d e l l ' o v a l e ,
il suo centro e a riferire a questo l a p o s i z i o n e d e l l e l i n e e o r a r l e , ecc. Insomma,
non n e s c a p i t a l ' a c c u r a t e z z a d i l e t t u r a d e l l ' o r a .
F i g . l 6 - U n a g r o s s a s q u a d r a può p e r m e t t e r e l a s i s t e m a z i o n e e d i l
c o n t r o l l o d i perpendicolarità d i u n o r t o s t i l o .
F i g . 1 8 - La l e n t e o b b i e t t i v o d e l c a n n o c c h i a l e
del tacheometro r i f l e s s a d a l l o specchio è b i -
secata simmetricamente dai f i l i del crocic-
c h i o d i puntamento: siamo i n a u t o c o l l i m a z i o n e ,
cioè l a m i r a d e l c a n n o c c h i a l e è p e r p e n d i c o l a -
re alla parete.
20

La piastra metallica di solito ha un diametro pari a 6-8 volte il


diametro del foro» per dare con la sua ombra un buon contrasto con
la macchia luminosa, senza ingombrare eccessivamente con le sue d i -
mensioni, la vista del quadrante. La piastra va orientata in modo
da risultare perpendicolare circa ai raggi del Sole a mezzodì vero
di un giorno equinoziale. Ma non c'è nulla di critico in questa s i -
stemazione.

Se le ridotte dimensioni del quadrante impongono un foro molto picco-


lo, questo va fatto a bordi taglienti per evitare che sotto forti
incidenze obblique dei raggi, si abbia indesiderato siluettamento
dell'apertura a discapito della luminosità,

§11- La tracciatura di angoli


Nel sistema di progettazione e disegno con il metodo geometrico-ana-
litico che io uso, è raro aver bisogno di tracciare degli angoli di
determinata ampiezza, espressa quasi sempre in unità sessagesimali.
Ad ogni buon conto, darò qualche suggerimento per il disegno di un
angolo formato dall'intersezione di due rette.

Intanto, una regola generale: per progetti e costruzioni accurate,


non usare mai il goniometro o rapportatore, semicircolare o circola-
re, tipo scolastico che è in vendita presso le comuni cartolerie.
Questi, se sono di buona qualità e di diametro superiore a 10 cm,
con difficoltà permettono la definizione o la lettura di angoli a
meno di 1/4 di grado sessagesimale.

Alcuni rapportatori professi onali sono metal liei, con graduazi one
fine e forniti di alidada e nonio: in questo caso si può arrivare
a 1/10 di grado sessagesimale. Purtroppo, costano molto cari.
La soluzione più economica e di buona precisione è di fare uso della
trigonometria, ricordando che il rapporto della lunghezza di due ca-
teti di un triangolo rettangolo è uguale alla tangente trigonometri-
ca dell'angolo opposto al cateto che è a numeratore del rapporto.
21

Si osservi l aF i g . l 7 dove con vertice i n0, a p a r t i r e i nsenso anti-

orario d a l l a s e m i r e t t a OA, s i v u o l t r a c c i a r e , p e r e s e m p i o , u n a n g o l o

di 21° 1 8 ' . S i s t a c c h i s u O A u n s e g m e n t o n o n t r o p p o c o r t o d i l u n g h e z -

za OA e d a A s ' i n n a l z i unaperpendicolare. Dalle tabelle delle fun-

zioni t r i g o n o m e t r i c h e s i h a : t g 21°18'= 0 , 3 8 9 ; s i f a c c i a 0B=0Ax0,389=

95x0,389= 36,9; congiunto 0 c o n B, s i h a A 0 B = 2 n 8 ' .

Questo semplice e generale metodo, però, n o n d i s p e n s a d a l curare l a

qualità d e l d i s e g n o . Lavorando bene s i può f a r e meglio d i 1/10 d i

grado sessagesimale.

§12- Determinazione d e l l a d e c l i n a z i o n e gnomonica

Tutti g l i argomenti trattati n e iparagrafi precedenti riguardano,

come avevamo preannunciato, l'ultima fase d e l l a r e a l i z z a z i o n e d iu n

quadrante solare, fase chenella "Nota i n t r o d u t t i v a " d i questa pub-

blicazione, è s t a t a chiamata fase e ) .L'argomento d i questo paragra-

fo f aeccezione e n o n r i g u a r d a l a f a s e e ) , ma h a i n comune c o n q u a n -

to appartiene a questa fase, l a necessità d i p r o c e d e r e con spirito

pratico, metodo ed esperienza. D'altra parte, l adeterminazione del-

la declinazione della parete è fondamentale f i ndalla fase d i "Pro-

getto e calcolo".

La d e c l i n a z i o n e gnomonica d i unaparete verticale è l'angolo formato

dalla parete stessa c o n i l Primo verticale; quest'angolo è positivo

quando l a f a c c i a d e l l a p a r e t e d e c l i n a v e r s o E s t . S i può a n c h e defini-

re come l ' A z i m u t d e l l a normale alla faccia della parete diretta ver-

so l'osservatore: risulta p o s i t i v a quando l anominata normale è d i -

retta verso i l quadrante d e l piano o r i z z o n t a l e Sud-Ovest.

Per l adeterminazione esistono vari metodi, tutti simili concettual-

mente f r a d i loro:

E.Garnier, Gnomonica, Hoepli, Milano 1 9 3 9 , pag.2

R.R.J.Rohr, L e sc a d r a n s s o l a i r e s , Oberlin, Strasburg 1 9 8 6 , pag.47

G.Fantoni, Orologi solari, Technimedia, Roma 1 9 8 8 , p a g . 2 0 0 - 2 0 9


22

R.N.e M.L.Mayal, S u n d i a l s , C T . B r a n d f o r t Co, B o s t o n 1962, pag.25

P.G.Lovotti, "Astronomica" n°6, Sett/Dic.1993, A.A.Spezzina, La

Spezia.

Il metodo che sconsigliamo nettamente è quello della bussola magneti-

ca perché t r o p p o g r o s s o l a n o e p i e n o d i t r a b o c c h e t t i che l o compromet-

tono (effetti negativi da masse magnetiche, conduttori elettrici,

declinazione magnetica non sempre ben n o t a , e c c l

Io uso un metodo t o p o g r a f i c o che r i c h i e d e un tacheometro tradiziona-


le con cerchi a graduazione sessagesimale. Questo strumento piutto-
(12)

sto costoso e d'impiego pratico delicato, non è n e l l a dotazione

corrente d i u n o g n o m o n i s t a , ma è facilissimo t r o v a r e un Geometra t o -

pografo professionista, disposto a dare una mano per l e misure che

interessano. La procedura è descritta i n

E.Marianeschi, Metodologia di precisione per l a determinazione

della giacitura..., Atti IV Seminario d i Gnomonica, Crespano d e l

Grappa, 1992.

Questo metodo ha anche i l m e r i t o d i f a rconoscere con una s o l a messa

in stazione del tacheometro, oltre che l a d e c l i n a z i o n e gnomonica an-

che l a r e c l i n a z i o n edel quadrante, quando questo non è verticale.

Ma parliamo d e l caso d i una parete v e r t i c a l e , illustrando nelle l i -

nee essenziali come procedere.

1- Mettere i n stazione i l tacheometro su d i un " c e n t r i n o " a terra

- che s i a d i s t a n t e 10-20 metri dalla parete,

- dal quale s i possa s c o r g e r e una p o r z i o n e un po' e s t e s a d i c i e -

lo attorno alla fascia meridiana,

- dal quale s i possa vedere un c h i a r o " f a l s o s c o p o " (un p a l o , un

N e l l ' a m b i t o d e l l a T o p o g r a f i a , da appena q u a l c h e anno, è i n a t t o l a s o s t i t u z i o n e


della strumentazione t r a d i z i o n a l e manuale con tacheometri e t e o d o l i t i a raggi
i n f r a r o s s i o laser, completamente automatici e computerizzati. I n questa s i t u a z i o n e
non dovrebbe essere difficile trovare buoni strumenti tradizionali dismessi a
"prezzi d'occasione".
23

l a m p i o n e , uno spigolo di una casa...) piuttosto lontano (alme-

no qualche centinaio di m e t r i ) , da usarsi come riferimento per

gli A z i m u t .

2- Fissare con nastro adesivo molto forte (tipo da c a r r o z z i e r i , l a r -

go circa 5 cm) o altro s i s t e m a , uno specchio piano (circa 20x30 cm)

in un punto della parete che sia circa nel piede della p e r p e n d i c o l a -

re alla p a r e t e , abbassata dalla testa del t a c h e o m e t r o . Il r a g g i u n g i -

mento di questa s i t u a z i o n e , si ottiene lavorando in due: uno si m e t -

te dietro al tacheometro con lo sguardo verso la p a r e t e ; l'altro a m i -

co sposta lo specchio lungo la p a r e t e , mantenendolo sempre a l l ' a l t e z -

za della testa tacheometrica e sempre ben aderente alla parete s t e s -

sa. Ad un certo p u n t o , l'osservatore presso lo strumento topografico

vede se stesso riflesso dallo s p e c c h i o . E' questo fatto che s t a b i l i -

sce dove lo specchio va fissato con il nastro a d e s i v o .

La superficie riflettente dello specchio deve essere ben r a p p r e s e n t a -

tiva della giacitura della p a r e t e , cioè deve essere ben aderente a l -

la m e d e s i m a , in modo da potersi considerare parallela ad e s s a .

3- Si punti il cannocchiale del tacheometro verso lo s p e c c h i o , m e t -

tendolo a fuoco su una distanza pari al doppio della distanza del

centrino dalla parete e si facciano spostamenti in Azimut finché si

vede la ghiera della lente-obbiettivo del cannocchiale riflessa d a l -

lo specchio bisecata centralmente dai fili del crocicchio di punta-

mento dello strumento ottico ( F i g . l 8 ) . E' stata raggiunta la a u t o c o l -

l i m a z i o n e , cioè la mira del cannocchiale è perfettamente p e r p e n d i c o -

lare alla superficie dello specchio e , q u i n d i , al piano della p a r e t e .

Sia Al,in questo m o m e n t o , l'Azimut della m i r a , riferito al falsoscopo

4- Si determini ora la direzione del m e r i d i a n o . Con stazione sullo

stesso centrino di cui al punto 1-, si punti con il tacheometro al

S o l e , circa 30 minuti prima del mezzogiorno v e r o , in modo che l'imma-

gine dell'astro risulti tangente al crocicchio del c a n n o c c h i a l e , c o -

me in Fig.l9/a e , senza più spostare il comando del cerchio tachime-

metrico di A l t e z z a , si legga il cerchio azimutale: sia SI la lettura.


L E T T U R E A I C E R C H I
del T a c h e o m e t r o

Cerchio d'Azimut: SI Cerchio d'Azimut: S2


Cerchio d'Altezza: h Cerchio d'Altezza: h

Fig.l9- Determinazione della direzione del meridiano con o s s e r -


vazioni del Sole ( V d . t e s t o ) .
24

Si segua i l Sole agendo s o l o i n Azimut, fino a c h en e l campo d e l c a n -

nocchiale s iabbia l as i t u a z i o n e d i Fig.l9/b: s i a S2 l al e t t u r a , i n

questo momento, a lc e r c h i o orizzontale (azimutale).

(Sl+S2)/2 d e f i n i s c e l aposizione del piano meridiano c h e può essere

tradotta i nA z i m u t A2 r i f e r e n d o s i a l f a l s o s c o p o . I lvalore assoluto

della Declinazione gnomonica della parete è (A1-A2). P e r i l segno

algebrico, s i segua l a regola enunciata all'inizio d i questo paragra-

fo, cioè:

parete declinante Est : segno p o s i t i v o

parete declinante Ovest : segno negativo

Si può t r o v a r e c o n i l t a c h e o m e t r o l aposizione del meridiano anche

con osservazioni notturne d i transito a l meridiano di stelle di nota

Ascensione retta. Dopo aver osservato, l a n o t t e precedente, ad o c -

chio nudo i l cielo e t r o v a t e alcune stelle d i Magnitudo 1-2c h e c u l -

minano superiormente ( d i r e z i o n e Sud) i nun'ora " p o s s i b i l e " ad a l t e z -

za non superiore a 4 0 " circa, mediante un Almanacco astronomico s i

estraggano l e seguenti e f f e m e r i d i :

TS Tempo s i d e r a l e a Oh d i TU ( o r e e f r a z i o n e decimale)

AR Ascensione retta delle stelle prescelte ( o r ee f r a -

zione decimale)

X Longitudine da Greenwich del luogo dove s i s t a ope-

rando ( o r ee f r a z i o n e decimale). Siricorda che l a

Longitudine geografica per tutte l e località a d E s t

di Greenwich è d i segno negativo.

(13)

Il tempo c i v i l e (Vd.nota ) del transito a l meridiano su-

periore d i ogni stella prescelta, è per l'Italia:


24x{AR-TS+X )
orario invernale t = 1+ ( o r ee fraz.decimale)
24,065709
24x(AR-TS+X )
orario estivo t = 2+ ( o r ee fraz.decimale)
24,065709

Se T S r i s u l t a m a g g i o r e d i AR, m a g g i o r a r e q u e s t ' u l t i m a d i 2 4 h .
25

Bisogna disporre d i un cronometro bens i n c r o n i z z a t o con s e g n a l i ora-

ri d i precisione ( a l secondo, almeno). S i veda a questo proposito

i l §13.

Mentre un amico segue i l tempo a l cronometro e l o scandisce alla ro-

vescia ad i n t e r v a l l i d i 1 minuto e, p o i , all'avvicinarsi del tempo

t, d i 1 secondo, l'altro segue l a s t e l l a i n modo d a t e n e r l a costan-

temente sul filo verticale del reticolo: quando l'amico dà l o " s t o p "

del raggiunto tempo t , s'interrompe l'inseguimento della stella allo

strumento e s i f a l a lettura sul cerchio azimutale. S i riferisca

l'Azimut al falsoscopo (che deve essere illuminato).

Uno d e ivantaggi dell'osservazione d i stelle a l meridiano -oltre

quello c h e può e f f e t t u a r s i i n ogni notte (serenai) dell'anno- èche

in poche ore della stessa n o t t e s i p o s s o n o f a r e più m i s u r e su stelle

diverse ben s c e l t e e, q u i n d i , s i possono mediare i r i s u l t a t i per una

migliore accuratezza, oltre a poter disporre di un c o n t r o l l o al fine

di evitare errori, sempre i n agguato.

Ovviamente, anche nell'applicazione d iquest'ultimo metodo, l o s t r u -

mento v a messo i nstazione sullo stesso c e n t r i n o d i c u i a lpunto 1 -

di questo paragrafo. Poiché d i n o t t e , a l b u i o , i lr e t i c o l o del can-

nocchiale del tacheometro nonè visibile, e d i regola l o strumento

non è provvisto d'illuminazione i n t e r n a , bisogna provvedere dall'e-

sterno. Basta sistemare un cartoncino bianco sulla ghiera dell'ob-

biettivo conun e l a s t i c o e provvedere ad i l l u m i n a r l o d i l a t o con u n a

modesta lampada a pila, tenuta i n mano d a u n amico c o l l a b o r a t o r e o

dallo stesso osservatore ( F i g . 2 0 ) . S i può a n c h e s i s t e m a r e una picco-

la lampadina che lascia entrare trasversalmente un po' d i luce nel-

l'obbiettivo ( F i g . 2 1 ) . L a quantità d i l u c e cheentra per illuminare

il reticolo deve essere quella appena necessaria, altrimenti dimi-

nuisce i l contrasto s t e l l a - f o n d o , con peggioramento d e l l e condizioni

osservative. Dopo q u a l c h e tentativo, spostando l a lampadina, è f a c i -

le raggiungere i l compromesso finale: buona visibilità d e l l a stella

e b u o n a visibilità d e l reticolo.
Fig.20- Il Tacheometro al lavoro di notte per c o - Fig.21- Il Tacheometro al lavoro di notte per
gliere il transito di s t e l l e . Illuminazione del cogliere il transito di s t e l l e . Illuminazione
reticolo del cannocchiale mediante un cartoncino del reticolo del cannocchiale con lampadina e l e t -
bianco. trica.
26

Note a g g i u n t i v e a l §12- Poiché i l m e t o d o per la determinazione del

piano meridiano mediante osservazioni del Sole prossimo alla

culminazione, presuppone l a costanza della Declinazione solare per

tutto i l tempo t r a l a prima e l a seconda lettura zenitale (circa 1-

2 ore), l'operazione andrebbe effettuata nei periodi attorno ai sol-

stizi (maggio-giugno-luglio; novembre-dicembre-gennaio), quando la

Declinazione v a r i a d i p o c o . Ma i lperiodo solstiziale estivo è carat-

terizzato da una elevata Altezza del Sole nelle ore centrali della

g i o r n a t a , ed è disagevole i l p u n t a m e n t o a l l ' a s t r o con un tacheometro,

salvo che si disponga di un o c u l a r e a n g o l a t o . Rimarrebbe d i s p o n i b i l e

ed utilizzabile un ristretto periodo di circa 3 mesi invernali...

Ma per l a maggior p a r t e d e l l e a p p l i c a z i o n i g n o m o n i c h e non è necessa-

rio farsi prendere da q u e s t e preoccupazioni.

E' molto pericoloso per g l i occhi e per l o strumento, osservare d i -

rettamente i l Sole al cannocchiale. Bisogna i n t e r p o r r e uno schermo

molto scuro da fissarsi dal lato dell'obbiettivo- Va molto bene i l

vetro-schermo che usano i s a l d a t o r i all'arco elettrico. Questi scher-

mi sono venduti (negozi di m a t e r i a l e per saldature) i n forma rettan-

golare ( c i r c a 10x6 cm) e, pertanto bisogna farli tagliare al diametro

g i u s t o da un o c c h i a l a i o e, poi, fissare i ldischetto di vetro all'ob-

biettivo mediante nastro adesivo. Durante l e a t t e s e t r a una lettura

ed u n ' a l t r a al tacheometro, coprire l o strumento con un panno bianco

per sottrarlo a l l ' i r r a g g i a m e n t o termico del Sole.

§13- L*ora c i v i l e di precisione

Tutti i metodi, con poche e c c e z i o n i , per determinare con cura i l pia-

no meridiano di un luogo, necessitano di un riferimento al tempo:

bisogna disporre di un o r o l o g i o che segni correttamente e con buona

n tempo c i v i l e l e g a l e n a z i o n a l e i n I t a l i a è q u e l l o d i Greenwich (TU) aumentato


di 1 o r a ( n e i mesi e s t i v i v i e n e aumentato d i 2 o r e per D e c r e t o ) . Insomma, è q u e l l o
che per Legge r e g o l a l a n o s t r a v i t a c i v i l e .
27

precisione i l tempo civile legale nazionale. Lo stesso strumento è

necessario p e rc o n t r o l l i finali sui quadranti gnomonici realizzati

(Vd.§14).

Oggi, d i o r o l o g i i ng i r o - n e l l e nostre tasche, polsi» t a v o l i , pareti

delle case- v e n e sono d i ogni tipo, dimensione e p r e g i o , ma essere

certi chemarchino correttamente i l t e m p o , cioè e n t r o , a l m e n o , pochi

secondi, è tutt'altro discorso. Bisogna disporre di un sicuro riferi-

mento, d i s p o n i b i l e per parecchie ore del giorno, per poter rimettere

l'orologio con cui si lavora.

Si possono usare i s e g n a l i TELECOM t e l e f o n i c i (formare i l numero 161)

che vengono trasmessi continuamente 24 ore s u 24, con "bip" ogni 10

secondi, oppure l'orario digitale d i TELEVIDEO, anch'esso continuo.

Alcuni controlli d a me e s e g u i t i s u e n t r a m b i questi segnali hanno d i -

mostrato c h e sono corretti entro u n a f r a z i o n e d i secondo, cosa c h e

l i rende i d o n e i per scopi gnomonici.

Un mezzo ideale, d i precisione e l e v a t a che s i rimette automaticamen-

te c o n p e r f e t t a accuratezza e rimane continuamente sotto controllo

cronometrico v i a - r a d i o d e l l a s t a z i o n e c a m p i o n e DCF 7 7 d i Mainflingen,

è l ' o r o l o g i o Junghans. Ne e s i s t o n o d i vari modelli e prezzo. Perso-

nalmente ho sperimentato i l modello "MEGA a l a r m 2" i l quale può dare

anche, se desiderato, un segnale sonoro di preavvertimento o promemo-

ria ad un determinato istante p r e f i s s a t o e ha i l quadrante illuminato

per l'uso a lbuio. Non v o g l i o suggerire l'acquisto di questo utilis-

simo strumento da parte d i singoli gnomonisti per l'inevitabile sfa-

vorevole rapporto "benefici/costo" c h e ne r i s u l t e r e b b e ; piuttosto,

il predetto orologio potrebbe entrare nella dotazione strumentale

sociale d i gruppi amatoriali d i astronomia e gnomonica, c o n vantaggi

indiscutibili per tutti.

Tutte le rilevazioni e misure cronometriche fatte con o r o l o g i a tempo

civile legale, vanno poi - s edel caso e a seconda dei casi- tradotte

nei vari sistemi orari {vero l o c a l e , UT, medio l o c a l e , i t a l i a n o , b a -

bilonese, siderale, ecc.).


28

§14- Controllo della riuscita della realizzazione di un quadrante

s o l a r e e stima d e l l a p r e c i s i o n e

Portata a termine l arealizzazione dell'orologio» b i s o g n a controllare

il buon funzionamento e stimare l a precisione. S it r a t t a d i raffron-

tare l eindicazioni orarie d e l nuovo quadrante solare conquelle d i

un orologio marcante l'ora civile legale con certa accuratezza.

Il controllo va fatto pertutte l e linee orarie. Concettualmente

l'operazione d i controllo è elementare: i npratica bisogna prendere

alcune precauzioni, specialmente quando c i troviamo d ifronte ad un

caso c h e domanda a c c u r a t e z z a . I nogni modo, se l elinee orarie sono

lemniscate d e l tempo medio, bisogna f a r e d i questi controlli più vol-

te nell'arco d i u n a n n o perché l a p r e c i s i o n e può n o n e s s e r e costante.

a) F a r e u n poco d i e s e r c i z i o nello s t i m a r e i l momento i n c u i l'om-

bra dell'asta gnomonica o i l dischetto luminoso del foro gnomonico,

con l aloro penombra, s isovrappongono a l l a linea oraria: i l momento

è quello i n c u i l alinea oraria "spacca" simmetricamente" l'indica-

zione gnomonica.

b) Eseguire l'operazione d i osservazione e presa nota d e i tempi

con più p e r s o n e . Questo perridurre gli errori personali. Va anche

detto c h e c'è l atendenza psicologica ad influenzare l'un l'altro;

per evitare questo, appendere un orologio analogico a grande quadran-

te, d e lt i p o d i quelli ad u s ocasalingo, sotto iì q u a d r a n t e solare

in modo che i l gruppetto degli osservatori possa, conun s o l colpo

d'occhio, vedere entrambi gli orologi. Ovviamente, l'orologio di r i -

ferimento a lancette deve essere prima b e nr i m e s s o e c o n t r o l l a t o r e -

centemente per indicare l'ora esatta a l secondo. Ogni osservatore

del gruppetto, per proprio conto, i nsilenzio, rileva i l momento del-

la "sovrapposizione"; alla fine vengono comunicati i risultati a l

capogruppo, s i f al a media, ecc. Per i quadranti a l e m n i s c a t e c'è d a

aspettarsi una dispersione d i letture più f o r t e nei giorni attorno

ai solstizi, ma t u t t i i quadranti solari a tempo medio sono critici

in questi periodi.
F i g J A - 11 quadrante "a gibigianna". In alto, l'estremità
esterna del l'ortostilo con il portaspecchio a forcella.
A p p e n d i c e

L ' O R O L O G I O S O L A R E A G I B I G I A N N A

§1A- Alcune nozioni introduttive

"Gibigianna" è i l nomignolo che è stato dato ad un o r o l o g i o solare

a specchio su parete verticale rivolta a settentrione (l'Astronomia,

87, Aprile 1989,pag.52). Caratteristiche peculiari d i questo orolo-

gio, immediatamente r i l e v a b i l i a colpo d'occhio, o l t r e quella essen-

ziale dell'essere tracciato su d i una parete dove non batte mai i l


c -, H A )
Sole , sono:

a) i l punto-ombra d e l quadrante t r a d i z i o n a l e è sostituito da un punto

-luce consistente i n un dischetto luminoso, ottenuto per riflessione

dei raggi solari ad o p e r a d i u n p i c c o l o specchio posto a qualche di-

stanza dal quadrante. Al trascorrere d e ltempo, i l dischetto di luce

si sposta sulla parete, d i concerto con i l moto d e l Sole, n e l r i s p e t -

to delle leggi elementari d e l l ' o t t i c a geometrica e, i n questo modo,

HA)
Salvo nelle primissime ed u l t i m i s s i m e o r e d e l giorno d e i mesi prima e dopo
i l s o l s t i z i o e s t i v o , quando l'arco giornaliero azimutale d e l Sole è maggiore d i
180°; m a ciò n o n m o d i f i c a l ' i n t e r e s s e n e l l ' o r o l o g i o " G i b i g i a n n a " . S i v e d a i l §3A.
E''

/
/
punto luce

tri
punto o m b r a ^
Fig.2A- Posizione reciproca dei piani
r e a l e Nord ( 3 ) , piano d e l l o specchio
/ ( 4 ) , p i a n o v e r t i c a l e BA, p i a n o v i r t u a -
Q-l / l e S u d ( 2 ) . h' è l ' o r t o s t i l o v i r t u a -

/ l e ;h è l ' o r t o s t i l o r e a l e ; y è l ' a n g o -
/
(
)
lo d i reclinazione dello specchio.
/
(
(3) (2) I l piano d e l foglio è i l v e r t i c a l e
/ che c o n t i e n e l ' o r t o s t i l o -
/
I
/
/
/
(4)

/
/ Fig.3A- Schematizzazione
della figura precedente.I
/ quattro piani (1),(2),(3),
BAC^ =90°-CAP (4) formano, n e llinguag-
gio della Geometria, " f a -
s c i o " , cioè h a n n o i n c o m u n e
la retta A perpendicolare
(I)
NORD
al piano d e l f o g l i o e a p -
p a r t e n e n t e a l l a p a r e t e Nord
Fermi E ed h , l a posizio-
ne d i A d i p e n d e d a l l a r e -
clinazione y dello spec-
c h i o 5.

pi ano d e l l ' o r i z z o n t e
p a r e t e v i r t u a l e S u d
p a r e t e r e a l e v e r t i c a l e Nord
piano d e l i o specchio S;piano di simmetrìa
ortostiìo r e a l e
o r t o s t i l o v i r t u a l e
piede d e l 1 'o r t o s t i ì 0 r e a l e

Settentrione

PIANO DEL FOGLIO E'PERPENDICOLARE


p AL PIANO ( 3 )
30

sul quadrante funge da marca tempo. Oltre a ldischetto d i luce, non

vi sono altri elementi derivati dalla luce solare, cioè i l quadrante

è completamente sgombro d a ombre g e t t a t e dall'asta gnomonica, d a men-

sole, controventi, e c c . , come d i s o l i t o a v v i e n e nelle meridiane non

a specchio.

b) l el i n e e orarie, simili a quelle t r a d i z i o n a l i , s isuccedono, p e r

chi guarda i lquadrante, da destra verso sinistra, contrariamente

a quello che accade n e g l i orologi solari su pareti esposte a meridio-

ne.

c) i n genere, l a linea meridiana ( o r eX I I vere l o c a l i ) n o nè v e r t i c a -

le, come avviene su pareti verticali declinanti o no- S iveda i n s e -

guito (§2A).

Nella Fig.2A, ( 3 ) è l ap a r e t e verticale r i v o l t a a Nord dove s i vuol

realizzare l a "Gibigianna"; (1) è l'orizzonte (piano orizzontale);

S è l o specchio con l a faccia riflettente r i v o l t a verso Sud, r e c l i n a -

to dell'angolo y rispetto alla verticale. I lpiano della superficie

riflettente di S contiene almeno una r e t t a o r i z z o n t a l e parallela alla

parete (3).

Lo specchio S f a nascere u n campo ottico virtuale checontiene l e

immagini riflesse; i l piano d i simmetria speculare è i l piano che

contiene l afaccia riflettente dello specchietto. I l movimento d e l

dischetto luminoso sulla parete reale (3) r i v o l t a verso Nord, è spe-

cularmente simmetrico a l moto dell'ombra gettata dal centro dello

specchio sulla parete v i r t u a l e (2).

Per brevità, c h i a m e r e m o "parete Nord" l a parete reale e "parete Sud"

quella virtuale.

Per comprendere bene l aposizione reciproca dei piani c h e abbiamo

menzionato sopra, s i osservi l a Fig.3A.

Se i l piano dello specchio è verticale (y = 0 ) e quindi parallelo

alla parete Nord ( 3 ) , anche l a parete S u d sarà v e r t i c a l e (non recli-

nante), quindi nei tabulati delle coordinate cartesiane delle varie


31

linee c h e c o s t i t u i s c o n o i l quadrante solare normale p e rl a parete

Sud, bisognerà s o l o invertire i segni delle ascisse (asse o r i z z o n t a -

le d e l l e y ; s iveda l a Fig.4A)per avere i tabulati per i l nuovo qua-

drante su parete a tramontana. I l c a s o più f r e q u e n t e c h e può c a p i t a -

re quando s'intende realizzare unameridiana "Gibigianna", è che l a

parete Nord, verticale, s i a declinante {non esattamente disposta

nel Primo verticale) e che esigenze estetiche o d i spazio d i s p o n i b i l e

impongano unacerta reclinazione y allo specchio: difatti, i n questo

modo, l a distanza t r al elinee diurne estreme (linee solstiziali)

si riduce, cosa che i n genere è desiderata, per c u i i l quadrante vir-

tuale da progettare risulta oltre c h e"compattato", anche declinante

e r e c l i n a n t e contemporaneamente (Vd. Fig.SA e Fig.5A).

Vi sono v a r i modi, d e s c r i t t i nei trattati specializzati, per disegna-

re un quadrante solare declinante e r e c l i n a n t e . U n o d e i più s e m p l i c i

concettualmente consiste nel 1'immaginare d i traslare (Fig.6A) i l pia-

no c h e ospiterà i l q u a d r a n t e , d a l l a 1 a t i t u d i n e90del luogo L Q , lungo

il meridiano, i n modo c h es i mantenga p a r a l l e l o a se stesso: s i arri-

verà a d u n a l a t i t u d i n e ( P E i n c u i i l p i a n o traslato risulterà verticale

e, quindi, s i viene ricondotti ad un caso normale, facilmente tratta-

bile coni l calcolo 0 c o nl a geometria. Nella Fig.6A, l a tracciadel

piano del quadrante è AR ( A ' R ' ) . I n questa t r a s l a z i o n e , anche l a d e -

clinazione gnomonica della parete subisce una variazione passando

da So { a l l a l a t i t u d i n e 90 ) a 5E { a l l a latitudine 9 E)- Chiamiamo9E e

SE , rispettivamente, latitudine e declinazione "equivalenti". I l

luogo della Terra, s u l meridiano d i L Q , c a r a t t e r i z z a t o d a 9 E e 6^ s i

chiami LE -

La latitudine e l ad e c l i n a z i o n e e q u i v a l e n t i sono calcolabili a par-

tire dai corrispondenti valori d i 9 a e 5o . S i vedano l eFig.6A e 7A

e s i s e g u a n o l e d i m o s t r a z i o n i d i §7A e §8A. I l c o l l e g a m e n t o geometri-

co t r ai due quadranti, quello reale e quello virtuale, è rappresen-

tato d a l piede della perpendicolare calata dal centro della superfi-

cie riflettente verso l e rispettive pareti, reale e virtuale. I l


N 0 jR D

Fig.SA- T r a s l a z i o n e p a r a l l e l a d e l
quadrante lungo i l meridiano
t e r r e s t r e d e l l u o g o f i n o a quan-
do l o s t e s s o q u a d r a n t e risulte-
rà v e r t i c a l e .

EQUATORE

BAR

IL PIANO DEL FOGLIO E'IL PIANO


HERIDIANO TERRESTRE PER

F i g . 7 A - R e l a z i o n e t r a g l i ango-
li ACB (complemento d i 5 ^ ) e
GFH (complemento d i 5o) , r i s u l -
tanti d a ldiedro formato d a i
piani 2 (quadrante virtuale)
e 5 (meridiano), tagliato dagli
o r i z z o n t i PD e PE > r i s p e t t i v a -
mente p e r L o e LE , f a c e n t i t r a
loro un diedro d i apertura
'A

I lin-
er
P i a n o ABC t r a t t e g g i a t o :
orizzonte i n L E

P i a n o GIIF t r a t t e g g i a t o :
o r i z z o n t e I R ha
5 Piano meridUno

2 Piano del quadrante


virtuale
0 -y (-Y)
+y (+Y)

Fig.4A- P e rt u t t a l a t r a t t a z i o n e n o i
faremo u s od i una coppia d i assi car-
tesiani d i riferimento, orientati
-come v i s t i d a u n o s s e r v a t o r e rivolto
verso l a parete- nello stesso modo
di q u e s t a f i g u r a .

-z { - Z )

32

segmento S-E = h è T o r t o s t i l o d e l quadrante reale; i l segmento S-E'

= h' è l ' o r t o s t i l o del quadrante v i r t u a l e . P e rm o t i v i d i simmetria

i dueo r t o s t i l i sono d i uguale lunghezza (Vd, Fig.2A e Fig.3A).

§2A- Le formule d e l l a geometria a n a l i t i c a

Le formule della geometria analitica che permettono d i calcolare l e

coordinate dei punti delle varie linee d i un'ordinaria meridiana su

parete verticale, vengono ricordate qui d i seguito. G l i assi carte-

siani sono o r i e n t a t i , p e r un osservatore che guardi i l quadrante,

come n e l l a Fig.4A.

2 2
y .A + z ,B + y . z . C + y . D + z . E + F = 0 linee diurne
a)
y - z-G = 0 linee orarie

dove A = 1 - s i n ^ S • c o s ^ tp • ( l + c o t ^ A )
a.

D'G' - DG
GRADO D I C O M P A T T A Z I O N E - - 100
DG

Fig.BA- La r e c l i n a z i o n e y d e l l o specchio consente un ap-


prezzabile e u t i l e compattazione v e r t i c a l e del quadrante.
Le d a t e i n d i c a t e p r e s s o i r a g g i i n c i d e n t i e r i f l e s s i sono
quelle d e i s o l s t i z i . Nella immagine d i destra, l a r e c l i n a -
z i o n e è n u l l a e, q u i n d i , non v i è c o m p a t t a z i o n e . Schizzi
di questo t i p o , d i s e g n a t i i n scala, sono u t i l i p e r p r o g e t t a -
r e l a d i m e n s i o n e d e l l ' o r t o s t i l o h, i n r e l a z i o n e a l l a f o r m a
geometrica (gronda, ecc.) della parte a l t a della parete
(Vd.testo).
33

B - l - s m V - ( l + cot'A)

C = sin2(p - s i n 8 • + cot^

D = 2 • L • s i n o • COS9 • c o t ^ A
E = -2L-sinq> -cot^ A
F = - L ' -cot'A
-COS9

c o t H • c o s 5 + sincp • s i n 6
H=s+A--k-15° angolo orario

L = h L —
coscp • c o s 5

Il significato della s i m b o l e g g i a t u r a e:

-Declinazione d e l quadrante i n 5o gradi s e s s . ; > 0 se d e c l i n a n t e


Est

-Latitudine d e l luogo gradi sess.

-Longitudine d e l luogo L^ X g r a d i sess. D a l c e n t r o d e lf u


so o r a r i o d e l l u o g o

-Lunghezza s t i l o polare l millimetri

-Lunghezza ortostilo h millimetri

-Equazione d e l tempo E gradi sess.


-Declinazione Sole A gradi sess,
-Angolo orario H gradi sess.
-Coefficiente orario k adimensionale;>0 n e l l e o r e po
meridiane vere

-Coordinata dipend. millimetri; asse y secondo F i g


4A

-Coordinata indip. millimetri; z> 0 i n direz.nadir


Vd.Fig.4A

-Origine coordinate (centro punto d'impianto s u l quadrante


del quadrante) dello stilo polare

S e cpo è l a Latitudine d e l luogo dove s i vuol costruire l'orologio;

5o è l a d e c l i n a z i o n e gnomonica della parete Sud; h è l a lunghezza

dell'ortostilo (distanza d e l centro dello specchio dalla parete Nord);

y è l a reclinazione dello specchio rispetto a l piano verticale, i


Fig.SA- I ldiedro formato dai piani ( l ) e ( 2 ) d e l l , FHO ,A
dal piano meridiano ( 5 ) e d a l ni;,nn * . Fig.SA, sezionati
pendenza. ' ""'^ v e r t i c a l e per l a linea d i massima

Il Piano del foglio è quello della


parete Sud virtuale

Fig.9A- I lc a m b i a m e n t o del sistema


di assi di riferimento cartesiano

VECCHI 0 SISTEMA DI ASSI


NUOVO SISTE.MA D I ASSI
Fig.7A- Relazione t r a g l i ango-
l i ACB ( c o m p l e m e n t o d i 6 E ) e
GFH ( c o m p l e m e n t o d i S ^ ) , r i s u l -
tanti d a l diedro formato d a i
piani 2 (quadrante virtuale)
^" rI i e 5 (meridiano), tagliato dagli
o r i z z o n t i Po e P E , r i s p e t t i v a -
mente p e rL o e L E , facenti t r a
loro un diedro d i apertura

'ih

i-ijj
III.
Piano ABC tratteggiato:
o r i z z o n t e i n [.E
.1(1''"
Piano GHF tratteggiato:
ori zzonte i n L o
5 Piano meridiano

2 Piano del quadrante


vi r t u a l e
34

valori da i n t r o d u r r e nelle formule d ic u i sopra p e r avere l e coordi-

nate z, y d e i punti delle linee della meridiana della parete Sud,

sono l e seguenti :

9 E =(po+90°-arctg c o s o 0 •
tg2y

b) 5 E = a r c t g ( t g 5 g -€05(9^ - c p ^ ) )

L = h
cos(p E • c o s 5 £

Le d i m o s t r a z i o n i sono i nfondo all'Appendice, a l §7A e §8A.

Le a ) c o nl es o s t i t u z i o n i b ) permettono d icalcolare tutte l e linee

del quadrante declinante e r e c l i n a n t e , quando c i s iappoggia ad un

sistema d i assi cosi definito sulla parete Sud: l ' o r i g i n e 0 ' può e s -

sere un generico punto della retta meridiana RA d i F i g . S A ; l'asse

z è quello coincidente con l ameridiana ed è negativo a ld i sotto

di 0 ' ,verso i l basso; l'asse y è perpendicolare alla linea meridia-

na, passa per l'origine 0' ed è negativo da questo punto verso E s t ,

cioè l e c o n v e n z i o n i s u i segni sono q u e l l e d e l l a Fig.4A.

Se i l quadrante sulla parete Sudè declinante e r e c l i n a n t e contempo-


raneamente, l alinea meridiana noncoincide con l alinea d i massima
(2Al
pendenza e s i avrà d a q u e s t a uno scostamento angolare a dato dalla
c) a =arctg[tg5(, -sinlj

La dimostrazione d i questa formula, come d e l l e precedenti b) èi n

fondo all'Appendice.

Essendo sinZy sempre maggiore d i 0 , a ha i l segno d i 5o • Q u i n d i , l a

La r e t t a m e r i d i a n a d i un quadrante solare è data dall'intersezione d e l suo


p i a n o c o n i l p i a n o m e r i d i a n o . Se l a p a r e t e S u dè 0 d e c l i n a n t e 0 r e c l i n a n t e , l ' i n t e r s e -
zione c o n i l piano meridiano è sempre u n a r e t t a d i massima pendenza. N e l caso
che l ap a r e t e S u d s i a c o n t e m p o r a n e a m e n t e d e c l i n a n t e 0 r e c l i n a n t e , l a r e t t a m e r i d i a n a
e l a r e t t a d i massima pendenza s i dissociano e vengono a formare t r a d i l o r o u n
a n g o l o a d a t o d a l l a c ) . S i o s s e r v i c h e è s u f f i c i e n t e c h e v e n g a meno 0 l a d e c l i n a z i o n e
0 l a r e c l i n a z i o n e perché l o s c o s t a m e n t o angolare s i annulli, a è uguale a CAR
della Fig.SA
35

rotazione della retta meridiana a partire dalla retta di massima pen-


denza della parete Sud, è in senso orario, se a è positiva.

Abbiamo detto che l'origine del sistema di assi cartesiani y,z può
essere un qualsiasi punto 0' della retta meridiana sulla parete Sud.
Per uscire dall'indeterminatezza, effettuiamo un cambiamento di assi,
ruotando questi di un angolo pari ad a e mettendo l'origine in E',
piede dell'ortostilo virtuale h' (Fig.9A). Chiamiamo Y,Z il nuovo
sistema di assi. La geometria analitica fornisce le formule di pas-
saggio tra i due sistemi di riferimento cartesiano:

Z = y • sina + z • cosa - (a • sina + b • cosa)


Y = y • cosa - z • sina - (a • cosa - b • sina)

essendo a l'angolo di rotazione degli assi e a e b le coordinate


della nuova origine, rispetto al vecchio sistema di assi. Si osservi
la Fig.9A da cui è immediata la dimostrazione delle formule:

a = E ' M = L'coscp^sinS g ~ h'-tg-S^

tg^E
b-0'M = L'-sin(pE = h'

Il cambiamento del sistema di assi cartesiano porta ad utilizzare


come asse Z (variabile indipendente) la retta di massima pendenza
della parete Sud che è un caratteristico elemento geometrico della
parete. E' anche la linea più facile a tracciarsi su di un piano re-
clinato.

Le calcolazioni, lunghe e un po' complesse che le formule a),b),c)


comportano rendono opportuno l'uso di un PC (calcolatore) che resti-
tuisca i risultati sotto forma di coordinate Z,Y relativi a punti
delle varie linee dell'orologio virtuale della parete Sud. A questo
punto le Y, le sole Y, vanno cambiate di segno. Abbiamo una nuova
tabulazione di coordinate che sono specularmente corrispondenti, pun-
to per punto, alle precedenti in Y,Z.

La nuova tabulazione -purché le coordinate siano riferite al sistema


OS ^ L (stilo poi are) IL FOGLIO E' I L P I A N O
O'S - L' (stilo p o l a r e ) ILFOGLIO E' I L P I A N O
ES = h (ortostilo) DEL QUADRANTE REALE
E'S = h' (ortostilo) DEL QUADRANTE VIRTUALE
OE (susti1 a r e ) SULLA PARETE NORD,CON TUT-
0' E' (susti 1 a r e )
SULLA PARETE S U D , CON TUT-
DM (meridiana) TI G L IELEMENTI (REALI) CHE
O'M (meridiana)
TI G L I ELEMENTI (VIRTUA-
OSH = (latitudine eq.} LO CARATTERIZZANO
O'S M - cp^ (latitudine eq.) LI) CHE LO CARATTERIZ-
-z
ZANO

Fig-IOA- Vista assonometrica della parete Sud. I l cer- FIg.llA- Immagine speculare d e l disegno della Fig.lOA.
chio tratteggiato, i n vista assonometrica, giacente su Stiamo guardando i lquadrante reale della parete Nord.
di un piano perpendicolare all'asse Z, è i l l u o g o d e i
punti S dell'estremità dell'ortostilo a l variare della
declinazione gnomonica equivalente. Tutti i componenti
gnomonici sono v i r t u a l i .
36

di assi che ha per o r i g i n e E e per asse Z quello verticale, negativo

in direzione nadirale- contiene quanto serve per tracciare tutte le

linee dell'orologio "Gibigianna" s u l l a parte reale Nord.

Riassumendo, i passi per arrivare a disegnare i l nostro orologio so-

lare sono:

A) - I n base a l l a forma della parte a l t a della parete N o r d ed al grado

di compattazione verticale desiderato, calcolare per tentativi succes

sivi, i l valore di h e di y . Questo calcolo va condotto essenzial-

mente per via grafica da v i s t e i n scala del t i p o della Fig.5A e Fig.

12A.

B) - D a l l a conoscenza della l a t i t u d i n e del luogocpoe della declinazio-

n e 60 d e l l a p a r e t e Sud (è uguale a quella della parete Nord cambiata

di segno), insieme a l l a conoscenza di h = h' e di 7 (Vd.punto prece-

dente A)-), si può calcolare la lunghezza L = L' dello stilo polare

e, quindi, i l valore della l a t i t u d i n e equivalente cp^e della declina-

zione equivalente 5E ( V d . f o r m u l e b)).

(3A)

C) - I n t r o d u c e n d o i v a l o r i di (PE , 5^ , L , X , ed eventualmente le

coppie { 8 , A ) ( s i v e d a E . M a r i a n e s c h i , Le lemniscate del tempo me-

dio, Atti VI Seminario di Gnomonica, S.Benedetto d.T.,1994), s i pos-

calcolare tutte l e l i n e e del quadrante v i r t u a l e parete Sud, con rife-

rimento alla linea meridiana (asse z) e a l l a sua n o r m a l e per l'origi-

ne 0' .

D) - P e r le coordinate dei punti delle linee di cui al punto C)- prece-

dente, si faccia un cambiamento di assi di riferimento: origine in

E', assi r u o t a t i di a (formula c). I n q u e s t o modo l ' a s s e 2 che sosti-

tuisce z, risulta coincidente con l a r e t t a di massima pendenza della

il valore della longitudine non s e r v e e non va u s a t o ( s i ponga = 0) q u a n d o


si vuol r e a l i z z a r e un o r o l o g i o ad o r e v e r e l o c a l i ; è n e c e s s a r i o , i n v e c e , q u a n d o
s i v o g l i o n o t r a c c i a r e l e o r a r i e ; d e l t e m p o m e d i o c i v i l e che s o n o r i f e r i t e a l m e r i d i a n o
c e n t r a l e d e l f u s o o r a r i o d e l l u o g o . I n I t a l i a X, è l a l o n g i t u d i n e d e l l u o g o rispetto
a l M.E.C. ( M e r i d i a n o d e l l ' E u r o p a C e n t r a l e ) .
Fig.l2A- I l progetto di un orologio solare pro-
cede per approssimazioni successive. In base
allo spazio disponibile si stima i l valore h
della lunghezza del 1 ' o r t o s t i 1 o e di quanta com -
pattazione c'è bisogno. Si f a un primo calcolo e
poi si porta i n grafico i n scala e si valuta
se i l risultato è soddisfacente. Quasi certamen-
te bisogna fare altri tentativi. Ogni volta b i -
sogna verificare dimensioni, ingombro, limiti
orari di funzionamento, impatto estetico...
37

parete Sud,

E)-Si t r a s p o r t i n o specularmente tutte l ecoordinate dei puntid e l

quadrante parete Sud s u l l a parete Nord: bisogna solo cambiare i segni

delle ascisse Y, tenendo presente che i l sistema d i assi d i r i f e r i -

mento diviene: perl eordinate Z, l ' a s s e verticale, negativo nadi-

ralmente a partire dall'origine E; p e r l e a s c i s s e Y, l ' a s s e o r i z z o n -

tale p e r E, n e g a t i v o v e r s o O v e s t (Vd.Fig.4A e Fig.llA).

§3A- S c e l t a d e l l a parete per un orologio Gibigianna

La parete deve essere rivolta a s e t t e n t r i o n e i n modo d a e s s e r e p e r

quanto p o s s i b i l e n o nc o l p i t a d i r e t t a m e n t e d a i r a g g i d e l S o l e .

Non esistono pareti verticali libere, cioè, c h e n o n s i a n o messe i n

ombra da a l b e r i o edifici circostanti, chenonricevano, almeno p e r

alcune o r eestreme del giorno, raggi diretti d a l Sole. Questo accade

nel periodo 21 Marzo - 22 Settembre, cioè q u a n d o l'arco azimutale

descritto d a l Sole, è superiore a 180°, a n c h e nelle pareti esposte

rigorosamente a Nord. P e r questo motivo è bene c h e l a d e c l i n a z i o n e

della parete s i a l a minima p o s s i b i l e , n o ns u p e r i o r e i nv a l o r e assolu-

to a 20°, a l t r i m e n t i nelle primissime o r emattudine o nelle ultimis-

sime pomeridiane d i un lungo periodo annuale, i l quadrante sarebbe

illuminato da raggi diretti che,oltre a introdurre confusione per

l'ingresso s u l quadrante d i ombre da accessori gnomonici (ortostilo,

controventi, ecc.)indesiderate, s i viene i npratica a restringere

eccessivamente l'intervallo temporale d i funzionamento della Gibi-

gianna, sacrificando alcune o r ec e n t r a l i c h e sono sempre l e più i n -

teressanti .

Non s i deve guardare a quanto d e t t o c o neccessivo pessimismo e preoc-

cupazione perché s p e s s o sono d i a i u t o , p e re v i t a r e g l i inconvenienti

detti, l apresenza d i rilievi orografici nella zona, edifici circo-

stanti e l agronda chedovrebbe, anche p e ra l t r i motivi, sovrastare

ogni quadrante. E' o p p o r t u n o e saggio, però, n e l l o scegliere una pa-


38

rete, tenere presente anche t u t t o quanto detto i n questo paragrafo.

Un'altra verifica iniziale da f a r s i a l momento della scelta della

parete, riguarda l a determinazione delle o r e l i m i t e per questioni

di dimensioni d e lquadrante chedipendono dallo spazio a disposizio-

ne, motivi e s t e t i c i , e c c .Una t r a t t a z i o n e u t i l e p e rquesto argomento

si trova i n G.Fantoni, Quadranti s o l a r i , Technimedia, Roma, 1 9 8 8 ,

pag.104 e sgg; l'applicazione va fatta conriferimento alla parete

virtuale Sud.

Tutte l e dimensioni lineari d e lquadrante sono proporzionali alla

lunghezza del l ' o r t o s t i l o , ma q u e s t a ha un l i m i t e i n f e r i o r e legato

alla forma della parte alta della parete, l ac u i geometria n o n deve

essere ostacolo a che l ospecchio sia colpito dalla luce solare di-

retta n e l l e ore d i previsto funzionamento dell'orologio; d'altra par-

te, se l'ortostilo è e c c e s s i v a m e n t e "luvìgo, dimensiofìi d e i quadran-

te s idilatano o l t r e quanto consentito dallo spazio a disposizione,

ecc.

Si deve procedere p e rt e n t a t i v i d icalcolo successivi e con verifiche

su disegno i n scala. Ma q u e s t o modo d i procedere è comune a tutti

gli orologi da parete. Oggi, poi, i l PC p e r m e t t e d i f a r e t u t t o , com-

preso l oschizzo i nscala, i npochi secondi.

§4A- Sistemazione d e l l ' o r t o s t i l o portaspecchio s u l l a p a r e t e Nord

Sulla parete, i nc o r r i s p o n d e n z a esatta del p u n t o E, s i e s e g u e u n f o -

ro con punta d a 3 0 mm e profondità c i r c a 5 0 mm. I n q u e s t o f o r o viene

introdotto un tronchetto d i t u b o del d i a m e t r o e s t e r n o d i 3 0 mm e l u n -

ghezza 7 0 mm c i r c a , cheviene fissato alla parete conmalta cementi-

zia. P e rquanto detto i l tronchetto sporgerà d a l l a parete d i circa

20 mm. I l t r o n c h e t t o d i acciaio inossidabile, come 1'asta-ortostilo,

ha anche l e medesime dimensioni diametrali. L'asta è pertanto costi-

t u i t a da un tubo c h e da un l a t o è s o l i d a l e con i l portaspecchio, dal-

l'altro si appoggia a ltronchetto i n f i s s o sulla parete con l'interpo-


Tronchetto dello snodo s f e r i c o delTortostilo

Dischetto metallico con


f i l o da m e t t e r s i a l po-
YZ : p i a n o della parete
sto dello specchio
ES : ortostilo
S : centro dello specchio
QPG : circonferenza sulla parete
d i r a g g i o EP

Filo inestensibile

- C a p p i o non scorsoio

Fig.lSA- Procedimento per la sistemazione accurata del-


C a p p i o non scorsoio
l'ortostilo porta-specchio d i una "6ibigianna".
39

sizione d i una sfera d i acciaio'^^^ che ha un diametro d i poco supe-

riore a quello interno del tronchetto: s iviene cosi a costituire

uno snodo sferico che permette, entro alcuni gradi, piena libertà

di orientamento all'asta i n v i ad i sistemazione. Una t e r n a d i c o n t r o -

venti contiranti {Vd.Fig.l6) t i e n e saldamente l ' a s t a nella p o s i z i o -

ne desiderata.

E' b e n e però f a r e una v e r i f i c a d i perpendicolarità più accurata d i

q u e l l o c h e può p e r m e t t e r e l a squadra d e l l a Fig.l6. P r o c e d e r e come s e

gue:

A) - T r a c c i a r e a matita sulla parete una parte d i circonferenza con


centro i n E e raggio a piacere (circa l a metà d e l l a l u n g h e z z a dell'a-
sta ortostilare) facendo uso d i un f i l o praticamente inestensibile
( 5A)
s i s t e m a t o come n e l l a F i g . l S A (metodo " a l l a giardiniera").

B) - N e l portaspecchio sostituire temporaneamente l o specchio c o nu n

dischetto metallico delle stesse dimensioni, fornito a l centro d i

un forellino dal quale s i diparte un f i l o inestensibile, trattenuto

all'estremità e s t e r n a da un "nodo" (Fig.l3A). Questo filo permette

di c o n t r o l l a r e che l a distanza d e l centro dello specchio da ogni pun-

to della circonferenza tracciata a matita, s i a costante e, quindi,

che l'asta s i aperpendicolare alla parete. I piccoli aggiustaggi even

tuali necessari s i eseguono operando s u i t r e t i r a n t i deicontroventi,

i quali, ovviamente, dovranno rimanere istallati permanentemente,

I fili inestensibili peri controlli d i perpendicolarità s o n o c o r d i -

ne d i acciaio del diametro d i c i r c a 0 , 3 mm. I f i l i deicontroventi,

dovendo rimanere esposti alle intemperie debbono essere d i cordina

^ Da p r o c u r a r s i d a l l a d e m o l i z i o n e d i un grosso vecchio cuscinetto a sfere per


ruote d i pesanti a u t o t r e n i . R i v o l g e r s i a un r o t t a m a i o .

(5A)
Vanno bene l e c o r d i n e , o f u n i c e l l e , usate p e r l a regolazione d e l l a s i n t o n i a
n e l l e auto-radio. S itrovano n e i negozi d ip a r t i d iricambio per l ' e l e t t r o n i c a .
40

di acciaio inossidabile; il diametro, circa 3 mm. I tiranti sono di


acciaio zincato. Sarebbe meglio avere i tiranti di acciaio inossida-
bile (i più piccoli di quelli usati negli sport nautici), ma sono
molto cari. I morsetti per fissare i fili possono essere quelli di
morsettiere elettriche chiamate "mammut", dopo averli privati del-
1'isolante.

C)-Aggi ungi amo alcuni suggerimenti. Con riferimento al punto A ) - di


cui poco sopra, effettivamente non serve tracciare l'intero arco di
circonferenza come si vede nella Fig.l3A, ma sol tanto tre punti di
essa, ben spaziati. Il contatto fisico acciaio non inossidabile (sfe
ra dello snodo) con acciaio inossidabile (tubo dell'ortostilo), in
presenza di umidità, può dare luogo a vistosi fenomeni di arruggini-
mento per effetto galvanico. Proteggere lo snodo con silicone e pos-
sibilmente sistemare una protezione contro le intemperie, da ricavar-
si da una "cuffia" di gomma proveniente dalla leva del cambio di un
auto. L'asta dell'ortostilo è bene metterla in sito definitivo, pri-
ma del disegno di qualsiasi linea del quadrante. In questo modo si
è più sicuri di poter definire con esattezza la posizione dell'origi-
ne E degli assi cartesiani cui si riferiscono tutte le linee del no-
stro orologio.

§5- Lo specchio
I normali specchi in vetro non vanno bene perché la superficie r i -
flettente è dietro al vetro e così si verificano effetti di rifrazio-
ne (disassamento dei raggi solari al variare dell'incidenza) e di
riflessione non desiderata da parte della superficie non argentata.
La superficie speculare, dunque, deve essere esterna e, prima e dopo
la riflessione, i raggi solari non debbono attraversare mezzi rifran-
genti che non siano l'aria.

Si potrebbe ricorrere all'alluminatura di una superficie vetrosa pia-


na, utilizzando i procedimenti in uso presso i fabbricanti di strumen
Fig.14A-Particolari del-
l ' a s t a gnomonica a o r t o -
stilo. Lo specchio è
montato su d i supporto
c o n possibilità d i r u o -
tare attorno all'asse
della forcella. La for-
c e l l a può e s s e r e e s t r a t -
ta 0 introdotta, d i
qualche centimetro nel-
l ' a s t a t u b o l a r e i n modo
da porre l o specchio
alla giusta distanza
h dalla parete; i l bloc-
caggio è o f f e r t o dalla
v i t e d i p r e s s i o n e N.
In a l t o s i nota i l par-
ticolare d e l l o snodo
sferico, all'altra estre
mità d e l l ' a s t a .

Scala 1:1
41

tazione o t t i c a o presso laboratori universitari, ma s o t t o l'azione

delle intemperie, l as u p e r f i c i e s i danneggia rapidamente. L'argenta-

tura, p o i ,darebbe r i s u l t a t i pratici scadentissimi.

La soluzione migliore è procurarsi un dischetto del diametro d i circa

30 mm e s p e s s o r e 3 - 5 mm d i a c c i a i o inossidabile austenitico (AISI

304, 316, 321...) e f a r s e l o "lappare" (lucidare otticamente) da qual-

che laboratorio metallografico (presso industrie o centri d i ricerca

metallurgica) o presso fabbricanti d i tenute meccaniche p e r pompe.

Bisogna esigere c h e l alappatura noncomprometta l a planarietà d e l

dischetto a i bordi; insomma, s i a piano i n ogni punto anche marginale,

salvo un millimetro circa lungo l a circonferenza perimetrale, dove

una leggera smussatura è necessaria, affinché n o n s i s t r a p p i os i

danneggi, durante l a lucidatura, i l panno che sostiene gli abrasivi.

La dimensione del dischetto è eccedente, d icirca 5 mm s u l r a g g i o ,

quella necessaria perché s i abbia l a possibilità d ' i n c a s t r a r l o s u l

porta s p e c c h i o e così l a s c i a r e l i b e r a u n a s u p e r f i c i e r i f l e t t e n t e cor-

rispondente a l d i a m e t r o d i 2 0 mm c i r c a .

Il portaspecchio è l ap a r t e più i m p o r t a n t e d i un orologio "Gibigian-

na ed è quella che richiede più c u r a n e l l a c o s t r u z i o n e che va a f f i d a -

ta ad u n ' o f f i c i n a meccanica i ngrado d itornire e fresare. S i veda

i l disegno della Fig.l4A-

Lo specchio è incastonato i n u n a p i a s t r i n a q u a d r a t a 5 0 x 5 0 mm e d e l l o

s p e s s o r e d i 1 2 mm, m e d i a n t e u n a c u f f i a - g u a r n i z i o n e d i gomma ( p e r e v i -

tare infiltrazioni d i acqua; l ospecchio è tenuto fermo nella sua

sede da un fondo d i chiusura a vite. La piastrina checontiene l o

specchio può r u o t a r e d i qualche diecina d i gradi attorno l'asse SS'

di u n a f o r c e l l a i n modo c h ep o s s a a s s u m e r e l a r e c l i n a z i o n e r i c h i e s t a ,

e possa essere bloccata i nposizione mediante l ev i t i S,S'. L a f o r -

cella è solidale, mediante l ev i t i H,K,L,M a l l a p a r t e cilindrica del

portaspecchio l aquale viene infilata nella parte tubolare dell'asta

gnomonica d itanto quanto è necessario p e rp o r t a r e 1'ortostilo alla

misura h. Una v o l t a raggiunto l'aggiustaggio, s ibloccano l e parti


42

con l a v i t e d i p r e s s i o n e N.

Tutti i componenti d e l p o r t a s p e c c h i o debbono essere di acciaio inos-

sidabile tipo 304, 0 comunque acciaio austenitico, per e v i t a r e l'ar-

rugginimento sotto l'azione delle intemperie.

Sarebbe bene, anche se n o n s t r e t t a m e n t e necessario, c h el a p i a s t r i n a

50x50 mm d o v e è incastonato l ospecchio, venisse "brunita" per t o -

gliere l a lucentezza metallica dell'acciaio inossidabile: a lavora-

zione meccanica finita e prima d i m o n t a r e l os p e c c h i o , s i riscaldi

alla t e m p e r a t u r a d i 550° i n u n a m u f f o l a d a l a b o r a t o r i o t e r m o r e g o l a t a

per circa 30 minuti; raffreddamento normale all'aria.

§6A-" S i s t e m a z i o n e f i n a l e d e l l o specchio

Una volta messo a posto accuratamente l'ortostilo portaspecchio, è

necessario provvedere a dare a quest'ultimo l a reclinazione y di pro-

getto (Vd.§2A). P e r p r i m a cosa bisogna assicurarsi c h el ' a s s e d i r o -

tazione dello specchio sia perfettamente orizzontale: q u e s t o può a c -

certarsi con una livella appoggiata sui bracci della forcella. I l

parallelismo dell'asse alla parete (altro requisito c h e deve avere

lo specchio) r i s u l t a automaticamente, sel a forcella è stata costrui-

ta a dovere e l'ortostilo ben sistemato.

A questo punto serrare l av i t e d i pressione e blocco N e allentare

u n p o c o S e S' ( F i g . H A ) per dare libertà d i r o t a z i o n e a l l o specchio.

O p e r a n d o d e l i c a t a m e n t e ma s p e d i t a m e n t e , c o n u n a m a n o r u o t a r e l o s p e c -

chio fino a c h e l amacchia luminosa marca-tempo raggiunge sul qua-

drante, a l l ' o r a d i u n momento, l a p o s i z i o n e gnomonica che g l i s p e t t a .

Si cercheranno, preparandosi a n t i c i p a t a m e n t e , momenti e c o r r i s p o n d e n -

ti posizioni opportune l u n g o l a l i n e a d i u r n a d e l g i o r n o , già t r a c c i a -

ta sul quadrante.

Raggiunto il risultato, stringere le viti S e S', p r e s t a n d o attenzio-

ne a chenon siano intervenuti nel frattempo spostamenti accidentali

dello specchio.
43

Per qualche tempo, t e n e r e d'occhio l'orologio affinché m a r c h i i l tem-

po dovuto. Eventualmente fare qualche ritocco d i aggiustaggio allo

specchio.

§7A- Dimostrazione: L a t i t u d i n e equivalente

Si segua l adimostrazione osservando l e Fig.6A e 8 A . Se i l trasporto

del piano ( 2 ) che è i l piano della Gibigianna v i r t u a l e , avviene lun-

go i l meridiano d e l luogo dove s i vuol costruire l'orologio, i n modo

che s i mantenga sempre p a r a l l e l o a s e s t e s s o , i lmedesimo piano assu-

merà l a p o s i z i o n e v e r t i c a l e quando

RAF = 90°-((P,-CP„)

Esprimiamo l ' a n g o l o RAF d e l l a Fig.SA i n f u n z i o n e d i CAP ( i n c l i n a z i o -

ne d e l p i a n o v i r t u a l e (2))-. PAF è l a d e c l i n a z i o n e g n o m o n i c a d e l p i a n o

virtuale. S i ha

tgRÀF= t g CAP-cosPÀF

1 1
TV \ cosò n

tg(9E-9o) tg2y '

cos5o

§8A- Dimostrazione: Declinazione equivalente

Vd.Fig. 7A,Siano GHF e ABC i p i a n i dell'orizzonte i n LQ e , incli-

nati t r ad i loro dicp^-cpo Questi intersecano i l diedro formato dai

piani M E R I D I A N O ( 5 ) e d e l QUADRANTE v i r t u a l e ( 2 ) i n modo d a s t a c c a r e

le sezioni angolari, rispettivamente, normale ( a n g o l o 90°-5E ) e i n -

clinata ( a n g o l o 90°- 5 o ) . S i h a

tg(90°-6,) = t g ( W ^ Jcos((p, -cp,)


44

5 E -arctg[cos((pE -<Po)'^S^o]

§9A- Dimostrazione: Angolo fra la linea meridiana e la linea di mas-


sima pendenza del quadrante virtuale
Vd.Fig.8A. Sul piano virtuale ( 2 ) , l'angolo formato dalla meridiana
AR con la retta di massima pendenza AC, è definito da
tga =tg6o c o s C À P
a = arctg tg6 ^ • C O S ( 9 0 ° - 2 Y )

a = arctg tgSo -511127]

Se la parete Sud è declinante Est, 5 o > 0 ; se è anche reclinante,

Y ^ 0 : a > o . L a linea meridiana si ottiene dalla linea di massima pen-

denza, con una rotazione in senso orario di a (se a > 0 ) .

§10A- Dimostrazione: Relazione fra la lunghezza dello gnomone pola-


re L e la lunghezza dell'ortostilo h
La dimostrazione è immediata dall'esame della Fig.llA e Fig.ll.
45

I n d i c e d e i c o n t e n u t i
La l e t t e r a A individua i paragrafi, l e figure e l e note
dell'Appendice

Nota i n t r o d u t t i v a I

§1- La p a r e t e , l ' i n t o n a c o , i c o l o r i 1

§2- Le r i g h e e g l i s t r u m e n t i p e r d i s e g n a r e sulla parete 2

§3- I l tracciamento delle linee gnomoniche s u l l a parete 4

§4- Disegno e tracciamento di linee su quadranti d i marmo

0 pietra 8

§5- La l i v e l l a 9

§6- I l filo a piombo 10

§7- Fori sulla parete 12

§8- Fissaggio di un'asta gnomonica su parete verticale

(stilo polare) 14

§9- Aste gnomoniche a o r t o s t i l o 18

§10- Lo gnomone a f o r o 19

§11- La t r a c c i a t u r a d i a n g o l i 20

§12- Determinazione d e l l a declinazione gnomonica 21

§13- L'ora c i v i l e d i precisione 26

§1A- L ' o r o l o g i o s o l a r e "a g i b i g i a n n a " - A l c u n e nozioni

introduttive 29

§2A- Le f o r m u l e d e l l a G e o m e t r i a a n a l i t i c a 32

§3A- Scelta della parete p e r un o r o l o g i o G i b i g i a n n a 37

§4A- Sistemazione dell'ortosti1o portaspecchio 38

§5A- Lo specchio 40

§6A- Sistemazione finale dello specchio 42


46

§7A- Dimostrazione: Latitudine equivalente 43

§8A- Dimostrazione: Declinazione equivalente 43

§9A- Dimostrazione: Angolo f r a l a l i n e a meridiana e l a


l i n e a di massima pendenza del quadrante v i r t u a l e 44

INDICI- 45

I n d i c e d e l l e f i g u r e
I numeri d e l l a colonna di destra si r i f e r i s c o n o alle pagine
del t e s t o t r a l e q u a l i è i n s e r i t a l a f i g u r a

Fig.l- V e r i f i c a d i rettilineità d i r i g h e d a d i s e g n o 2/3

Fig.2- Sezione di profilati per righe 2/3

Fig.3- Tracciamento sulla parete di linee curve 4/5

Fig.4- Disegno di mascherina 4/5

Fig.5- Aspetto d i una mascherina 4/5

Fig.6- Un m e t o d o p e r evitare l'errore di parallasse

nell'uso del filo a piombo 10/11

Fig.7- Controllo della centratura di fori 10/11

Fig.8- P e r f o r a t o r e manuale 13/14

Fig,9- Blocchetto di guida per forature 13/14

Fig.lO- Blocchetto di guida per forature (alternativa) 13/14

Fig.ll- Per l a d i m o s t r a z i o n e d e l l a f o r m u l a c h e permet-


il calcolo dell'elevazione dello stilo polare 14/15
Fig.l2- Sagoma per c o r r e t t o p o s i z i o n a m e n t o d e l l ' a s t a
gnomonica polare 14/15

Fig,13- M a t e r i a l i z z a z i o n e del centro del quadrante 0


dopo a s p o r t a z i o n e dei riferimenti 16/17

Fig.l4- Sistemazione d e l l a lunghezza dello stilo 16/17


47

F i g . 1 5 - Forme d i gnomoni laminari 16/17

F i g . 1 6 - C o n t r o l l o d i perpendicolarità d i u n o r t o s t i l o 19/20

Fig.17- Tracciamento d i u n angolo con metodo trigono-


metrico 19/20

Fig.18- Puntamento i n autocollimazione 23/24

Fig.19- Determinazione della direzione del meridiano


con o s s e r v a z i o n i d e l S o l e 23/24

Fig.20- Illuminazione del reticolo del cannocchiale


del t a c h e o m e t r o 25/26

Fig.21- Illuminazione del reticolo del cannocchiale


del t a c h e o m e t r o ( a l t e r n a t i v a ) 25/26

Fig.lA- I l quadrante "a g i b i g i a n n a " c o n p a r t i c o l a r e


dell'ortostilo portaspecchio 28/29

Fig.2A- Principio di funzionamento dell'orologio a

specchio 29/30

Fig.3A- Schema d e l l a f i g u r a precedente 29/30

Fig.4A- G l i assi cartesiani d ir i f e r i m e n t o 32

Fig.SA- E f f e t t o d i compattazione della reclinazione


dello specchio 32/33
Fig.6A- Traslazione parallela del quadrante lungo i l
meridiano 33/34

Fig.7A- P e r l a d i m o s t r a z i o n e d e l l a f o r m u l a p e r i lc a i
colo della declinazione equivalente 33/34

Fig.8A- Relazioni t r a i diversi piani principali coin


v o l t i n e l l a t e o r i a d e l l ' o r o l o g i o s o l a r e "a g i
bigianna"

Fig.9A- Cambiamento del sistema d i assi cartesiani d i


riferimento 33/34

Fig.IOA-Relazioni geometriche t r a l o s t i l o polare e


r o r t o s t i l o della parete virtuale Sud 35/36

Fig.1lA-Immagine speculare della figura precedente:


relazioni geometriche t r a l o s t i l o polare e
l ' o r t o s t i l o d e l l a p a r e t e r e a l e Nord.
F i g . 1 2 A - S t u d i o p r e l i m i n a r e p e r i l c a l c o l o d e i pararne
m e t r i base per i l d i m e n s i o n a m e n t o e d i l d i se
gno d i un o r o l o g i o " a g i b i g i a n n a " .

Fig.ISA-Verifica d i perpendicolarità dell'ortostilo

Fig.14A-Particolari della forcella portaspecchio e


d e l l o snodo d e l l ' o r t o s t i l o

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