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TRATTATO
TEORICO-PRATICO
SU LA RACCOLTA DEL NITRO
PIETROM PULLI
Ispettor Generale delle “cali Polveriera , e Nitriere del Regno (li
Na oli, Cavaliere del Real Ordine dellc Due Sicilie. Membro
del «1 Real Giunta d’Arti , e Manifatture; della Società Accademica‘
delle Scienze; Filomatica; d’ incoraggiamento; di Medicina ,
e Farmacia di Parigi; di quelle delle Scienze , Leltcratura ,
Belle Arti , ed Agricoltura di Torino . Socio corrispondente della
Società Economica Fiorentina della de’ Georgofilì , di quelle di
Agricoltura di Salerno; di Bari ec. ec.
01mm’ in‘.
N AP OLI 1813.
Nella Tipografia di ANGELo TRANI.
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ALLA PATRIA
L’ AUTÙRE.
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EPO
Prefazione; 111
E P O C A I.
EPOCA II.
EPOCA 111. ,
Gli Egizj egualmente che li Traci conobbe‘
ro il nitro, e ne fecero applicazione a’ diversi
bisogni, ed usi della vita. Questi iprimi chia
marono le caverne dette di sopra col nome di
colycaz , e queste caverne sono, quelle, che gli
scrittori ci han disegnate per le famose nitraje
dell’ Egitto . Il nitro ottenuto con tal mezzo è
quello appunto , che posteriormente da’ Greci,
e da’ Romani fu chiamato afronz'to, o sia spu
ma di nitro , facendone il confronto coll’al
tro nitro , che per essere ricavato con altro
mezzo, era di questo meno puro_, e pregevole.
Dal:
Prefazione. vn
Dalla lettura degli antichi scrittori , e spe
cialmente di Agricola nell’ opera de re metal
lica , sembra che le suddette nitraje fossero tan
te caverne doppie: le une servissero per rice
vere le acque del Nilo ne’ soliti tempi, e con
tenerle; le altre poi, dove penetrava l’ acqua
per le terre nitrose, e donde formavasi l’ afro
nito. Il Sig. Tavenot accurato viaggiatore Fran
cese , descrivendoci le nitraje delle Indie ci dà.
la‘ stessa costruzione di pezzi doppj simili a
quelli degli Egizj.
Il caso fece vedere agli Antichi, che pria che
‘cominciassero a stillare le surriferite nitraje,
le pareti venivan ricoperte di un fiore, o spu
ma di nitro , che ‘lavorato era simile alla farif
na, per quel che dice Galeno, e di cui si ser
vivano in molti casi. Virgilio nella Georgica,
e Marziale negli Epigrammi parla di questa
spuma di nitro conosciuta dagli Egizj
Siffatte nitraje dell’ Egitto, nutrire a spese
delle acque del Nilo , han dato origine ad un
errore fra gli scrittori cinquecentisti . Questi
credettero , che il nitro ottenuto erain dissolu
zione nelle acque del Nilo medesimo , e che
per ricavarlo non faceva bisogno di altro , che
evaporarsi tali acque. Alcuni naturalisti viag
giatori però ci han riferito , che analizzate scru
‘polosamente le acque del Nilo non si e trova.’
44 ta
I
\
viii Prefazione.
ta la menoma particella di nitro: Come adun
que riconciliare due opinioni cosi contrarie, e
di cui una è fondata su d’accreditati viaggia
tori? Dobbiam conchiudere cogli autori dell’En
ciclopedia, che le acque del Nilo non presta
vano, che per incidenza il vantaggio della li
scivazione del nitro , ma che detto nitro, lun
' dal contenersi nelle acque , era contenuto
nelle terre.
Che gli Egizi avessero avuta antichissima co
noscenza del nitro, assai bene ce lo conferma
l’ autorità di Mosè , il quale da tutti ammet
tendosi, come flruditus in omni scientia AEgy
pu'orum, ne fa pur menzione , e S. Girolamo
questo stesso conferma.
Gli Egizj egualmente che gli Arabi destina
vano a molti usi il nitro . Oltre della medici
na, e delle arti, ne faceano un gran consumo
per imbalsa mare i cadaveri, essendo questo un
antichissimo di loro costume : condivano icavoli
col nitro , invece del salmarino: lo sparge
vano sopra 1 rafani , e si servivano del nitro,
invece del sal marino , o muriato di soda.
EPOCA IV.
‘ E P O C ‘V.
CAPITOLO I.‘
i . a3, . lluo
e TRATTA'l‘O TEORICO-PRATICO
I luoghi , ove si prepara il tabacco si debbono
considerare come tante vere nitriere. '
. Quello che abbiam detto fin’ ora su la genera
zione del Nitro a base di potassa , e dell’ altro a
base di terra , è relativo a ciò , che generalmente
accade nella natura , senza escludere tanti fenome
ni, che si osservano in alcune particolari contrade.
Le pietre calcaree’ della Puglia , e specialmente quel
le vicino al Pala di Molfetta; iTufi calcarei di Gra
‘vina, di Massafra, di Lecce , sono sostanze , le quali
senza quasi verun concorso di principi animali, o
vegetabili , producono un’ abbondante quantità di ni
tro , e quasi tutto a base di potassa. I luoghi sog
getti all’ aria cattiva producono in abbondanza l’a.
zoto , 'e ciò potrebbe render ragione della produ
zione dell’ acido nitrico; ma come giustificare la
formazione della potassa? Convien dunque‘ dire ,
che quest’alcali sia comune a queste ‘pietre , come
si è ritrovato in varj fossili, ovvero ( e ciò sembra.
più ragionevole) che tutto il suolo della Puglia a.
base di calce ritrovandosi continuamente ingombro
di armenti di ogni genere , le loro parti escremen
tizie cadendo in abbondanza sopra quelle pietre di
loro natura porose le dispongono a nitrificarsi, ce
dendo quella porzione di ossigeno , che assorbono
dall’ atmosfera , onde perfezionare il nitro a base
di potassa , che generano quelle materie. Tutta l’arte
della formazione del nitro si riduce dunque a svi
luppare , e ben combinare i tre principi costituenti
questo prezioso sale neutro , che sono, come ab
, - biam.
SU LA RACCOLTA DEL NITRO. 7’
Lbiam detto, l‘azoto, l’ ossigeno, da cui risulta'l‘a
cido , e la potassu, che ne forma la base , donde
fu chiamato nitrato di potusm Noi proporre
mo in questo trattato i mezzi più facili, e sicuri
per procurarcelo in abbondanza con economia , e
col più breve tempo possibile.
CAPITOLO 11.‘
MEZZI PER FACILITARE LA RACCOLTA DELLE TERRE
NITROSE NEL REGNO DI NAPOLI .
MIO-i
12 TRATTATO TEORICOPRATICO
CAPITOLO III. ‘
MODO DI ESAMINARE LE TERRE NITROSE,
CHE DOVRANNO LISCLVARSI.
M0<
_-_-_______-_-_-___
- Tut
SU LA RACCOLTA DEL NITRO.‘ 19
Tutte le liscive , che segueranno meno di dieci
gradi , sipongano in una conserva separata, facen
dosene uso per liscivare le nuove terre poste nella
‘seconda Marna. Subito che s’ incomincia a lavo
rare con. questa , allora si voti la prima, e si pre
pari per la liscivazione di una nuova terra. Con
questo mezzo si avrà nella fabbrica una provvisiono
di liscive cariche'al punto giusto , per passare alla
caldaia , e di più un’ altra provvista d’ acqua , la
quale contenendo qualche dose di sale , sarà più
sollecita a giugnere al grado di concentrazione , ver
sandola sopra terre nuove.
’ Questo metodo è analogo a quello , che descrL
veremo ‘in appresso , per aver la potassa dalle ce
- neri. Ora se sopra una quantità di buona terra si
versino Chil.64.1518 ( 200 lib. ) d’acqua, dalle quali
se ne estragga la metà‘, e supponendo , che’ questa
prima lisciva segni la all’areometro ; sembra evidente,
che nella terra sono restati Chil. 32.o759( 1oo lib.)
d’acqua egualmente carica a 12 gradi. Se si aggiungono
altri Chil. 32.o759 ( 1oo lib.) d’ acqua , siccome la
terra è già imbevuta di tutta l’acqua' , che può rite
nere , questa quantità ne dovrà uscire interamente
da’ fori della Marna . E siccome nel passaggio, che
fa‘, la stessa si mescola colle particelle. d‘ acqua , 0110
ha assorbita :, cosi quella quantità di sale, che...
Chil. 32.0759 ( ioo libre) d" acqua , dava -all'arco?
ne
metro
darà
“12 un
gradi
numero
, a Chilogw6/N5i8
di gradi eguale ( alla
200 metà
lib. ,
, CAPITOLO V.
DETERMINARE IL MODO IL PIU' SICURO , ED ECONOMICO
PER DECOMPORRE I NITRATI TERIIOSI CONTENUTI
NELLE LISCIVE .
1oo
In quella del Signor Kirwan sono un poco di
verse le proporzioni: Secondo lui cento parti di
questo sale sono composte di i
Acido Nitrico . . o. 30
Potassa . . . . . . . . o. 63
Acqua........o.o7
1o0
Secondo l‘ ultima analisi fatta dal Signor The
nard egli stabilisce T5033‘ di potassa in 1oo di nitro .
Il celebre Signor Fourcroy porta 1’ analisi del ni
trato di potassa negli suoi quadri sinottici
Potassa o.56
Acido Nitrico. . . . o. 32
Acqua........o.1z
1o0
Sic
SU LA RACCOLTA‘ DEL NITRO. 29
' Siccome ‘a Noi necessita di Sapere le proporzioni
del Nitro a base di calce., o di magnesia , così di
quest’analìsi è d'uopo far parola , onde regolare
Presso a poco la riduzione di questi sali terrosi a
nìt1‘o vero. ' '
L’analisi del nitrato di calce fatta dal Signor
Vauqùelin dà le seguenti proporzioni ‘
' Acido Nitrico . . ‘. o. 43
Calce........o.32
‘Acqua........o.25
- - 1o0
-' ,Il Signor Bergman- dà le seguenti proporzioni al
lìitrato' di magnesia . ‘ ‘
Acido Nitrico . . . .'-o. 43'
Magnesîa . . . . . . o. 2’7 .,'I
Àcqua........o.3q "
1o0
Conosciuto lo stato medio della potàssa conte;
nutain‘ tra diverse analisi, come qùella del Signor
Tlzenafd o Fo‘urcroy 7%, é’ conosciute la Pro;
Porzione defl’acido Nitrîco de’due Sali nîtrosi a:
base di tcfra; si può dedurre un facile calcolo, on
de colpire‘al segno , vale a dire mettere tant‘a po
tassa per precipitare tutta la calce , e la magpesia;
c saturare tutto l’ acido nitrìcq con quést’al‘eaîli."
La‘ guida del salnitraro dev’ essere l’areòmeîtro ,'‘
detto volgarmente pesa liquori. Con questo'-istru'il
mento alla‘ mano , avendo riguardo à‘ calcàli -’sta‘ìaîi
' liti.
3o TRATTATO TEORICO-PBATIGO
litipei differenti sali eterogenei esistenti nelle lisci
‘e,’ si può giungere ad un grado di precisione, so.
prattutto se si faccia uso della potassa pura , come
ai è detto altrove , di cui si parlerà qui appresso
con esatta distinzione. In questo caso è preferibile
il fa: uso della potassa calda, o a caldo ‘la mesco- .
lanza. ' . -
Giova avvertire che il calorico promuove la de
composizione del nitro terroso come dicemmo , ed
il precipitato si separa più facilmente; onde dopo
che la mescolanza sia bene riscaldata quasi albo]
limento, si dee decantare in un tino , per dare
cosi aggio alla precipitazione . Il liquore , che so
Prannuota sarà limpido, e porterà meno imbarazzo
nella Cpldaiar , '
Non dobbiamo tralasciare di osservare , che le
liscive delle ceneri- introducono nelle cotte alcune
particelle grasse , ed estrattive , e molte impurità ,
le quali nuocciono alla qualità del nitro, e ne im
Pediseono la cristallizzazione. ‘ - ‘ \(,-‘-f,.'g(‘,-
' Quest’ articolo di tanta importanza ,nelle opera»
zioni del Salnitraro richiederebbe più diffusa teoria.
e dovrebbero impedirsi col calcolo, le lungherie ,
che naturalmente produce il'ragìonaniento; se non
che ci ricordiamo , che il nostro primo‘dovere è
di rendere comuni queste istruzioni, non solo a
tutti i salnitrari , ma a qualunque Contadino ,‘ che
saprà leggere. I dotti attingeranuo maggiori, e più
estesi lumi dalle opere, che formano , per dir- cosi
‘il Codice della scienza chimica. Macome' limitarci
in
‘SU LA RACCOLTA DEL NITRO. 31
in una materia , che quando si crede esaurita , vi
presenta tante utili riflessioni , che sarebbe difetto
il rigettarle?
Parlando del modo di promuovere la rhccolta
delle terre nitrose nel Regno di Napoli, abbiam
detto 1.° , che si adotti la pratica di formare i
suoli di terra nelle stalle, e scuderie: a.° che nella
lavorazione del Nitro l’ operazione più dispendiosa,
è la saturazione delle liscive per lo consumo della
potassa; e finalmente , che le proporzioni di que
st’alcali nel Nitro‘, che si ritrae da’ rottami, mura,
e calcine , per essere quasi tutto a base di terra ,
sono diverse da quello , che si estrae da‘letami di
stalle , e. scuderie, il quale è quasi tutto a base di
potassa. È dunque necessario il trattare di queste
terre separatamente , e di ciascuna secondo la sua
natura. ’
( Non vogliamo già pretendere dal salnitraro cal
coli puramente matematici: ciò sarebbe impossibi
le; ma come non pretendere almeno quei calcoli,
che risultano dal solo buon senso, e sono, per
cosi dire, di approssimazione 1’
Quante volte un salnitraro si determini a seguire
il metodo del cineraio , o come abbiam detto,
colla potassa pura , allora gli si può'insinuare di
liscivare. le terre raccolte nelle scuderie , e nella
stalle separatamente da quelle , che si hanno dalle
mura, rottami, e calcine, ed assegnar loro la do
Ie di potassa , o di cenere , che dee adoperare per
ciascuna di esse. Né si dia pena, se la potassa non
- fos
3: TRATTATO‘ TEORICO-PRATICO
fosse sufficiente a decompone tutto il Nitro ter»
roso,‘ perchè non è mica perduta, ma si troverà
nelle acque madri, le quali si possono trattare a
ΑOlOnfll . Per l’ istruzione de’ salnitrari lnelle- raf
finerie deLRegno si descriveranno in appresso ‘amen
due i metodi, aflinchè conoscendoli possano ladopea
tarli a seconda delle circostanze locali. ' - i
,CAPITOLÌOVL'
‘in MODO DI FABBRlCARE LA POTASSA, DA‘ QUALI‘
‘YEGE'IÎABILI EsrmaLA (E QUAL SIA LA MIGLIORE,
‘ E PiU‘ ABBONDANTE. i '9
CAPITOLO VII.
CAPITOLO VIII.
\
DEL MODO DI RAF FINARE 1L NITRQ GREGGIO.
\ l
7°‘ TRATTATO TEORICO-PRATICO
prietà , che questo liquido ha di attaccare in pre
ferenza il sal comune, o muriato di soda, insieme
con i nitrati terrosi , attaccando poco , o nulla il
nitro
Ecco il loro metodo , che si riporta, come fu
descritto da Chaptal. Si versa sopra il nitro greg
gio il 2o per cento d’ acqua; si agita la mescolan
za , e si lascia il nitro in macerazione in quest’ac
qua per Sei, o sette ore; quindi si fa scolare be
ne l’ acqua, e si ripete la lavanda , ma con una
quantità d’ acqua, che corrisponda al 1o per cento
del nitro; si agita di nuovo, e si lascia il sale nel
l’ acqua per un’ ora; indi si fa scolare l’ acqua , e
si ripete la terza lavanda col 5 per cento d’acqua,
agitando , come sopra la mescolanza per qualche
minuto , e si fa poi uscir l‘ acqua . Fatto ciò si fa
sgocciolare il nitro , e si versa in una caldaia, la
quale contenga l’ acqua bollente in dose eguale alla
metà del nitro, vale a dire , che se vi siano Chi
logr. 32.0759 ( lib. 1oo) di nitro , vi si metteran
no Chilogr. 16.o3795 (lib. 5o ) d’ acqua bollente .
Fatta la soluzione , si trasporta nel recipiente , in
cui deve cristallizzarsi , e si agita di continuo, fin
chè si raffreddi al punto della temperatura del luo
go. Da questo ne risulterà un sale cristallizzato in
minuti, e sottili aghi. E finalmente a misura, che
questo si separa dal fluido , si depone in una Cassa
costrutta a tale uso, dove si lava con cinque parti
d’ acqua sopra 1oo di sale.
Questo metodo sì fatto‘fu eseguito per molti an
nx
SU LA RACCOLTA DEL NITRO. 71
ni in Francia nelle raffinarie del Governo :, ma nel
1‘ anno IX. 1‘ Amministrazione delle Polveri, e dei
Nitri adottò definitivamente il seguente processo
fondato sullo stesso principio delle lavande a fred
do, ma alquanto modificato .
Prima di descrivere questo metodo con quella fa
cilità ., che meglio potremo, è necessario di parlare
de’ diversi utensili indispensabili per eseguirlo. Nel
parlare delle dimensioni riferiremo quelle , che si.
sono adottate nelle Baffinerie di Parigi, ove le
Caldaie sono’di capacità di contenere non più di
6o0o lib. Francesi, Miriagr. 288cc ( 9ooo circa
Napoletane) di Nitro , e Miriagr. 6415.18(2ooo lib.
d’ acqua ), variando la capacità della‘Caldaia, deb
bano anche variare in proporzione le suddette di
mensioni, e regolarsi il materiale secondo la capa
cita della medesima.
Questi utensili dunque sono:
Il primo un cristallizzatojo di piombo, o di ra
me ( Tau. I. Fig. XIV. ) lungo 12 piedi circa ,
largo sei in sette, e profondo poco meno d‘ un
piede .
La grossezza della lamina metallica sarà Millime
tri 51 (due linee ‘
Dovendo questo aver solidità., ed esser situato in
modo , che il servizio sia facile, è necessario , che
sia stabilito sopra un masso di fabbrica alto da
terra Centimetri 18. 9427 in Centimetri 21. 6488.
( sette in otto pollici Il fondo del cristallizza
toio deve avere una doppia pendenza eguale a Cena
e 4 time
72 TRATTATO TEORlCO-PRATICO
tìmfitri 9- 4713 ( tre pollici e mezzo Questa pan,
denza dev’ esser diretta nel mezzo verso la direzich
ne longitudinale. All’ sterno del cristallizzatoÌo so
pra i quattro lati della sua altezza (che sarà, co
me si è detto di Decimetri 3. 2475 ( un piede ),
si adatterà un Telaio ( Tau. I. F. XV. ) composto
di quattro pezzi di legno di quercia di Centimetri
16.2366 ( sei pollici ) di grossezza nel basso, ridotta
a Centimetri 12.1774 ( quattro pollici, e mezzo )
verso I’ alto. Questi pezzi stabiliti sul masso di fab
brica vi saranno ritenuti da distanza con cliiavarde
di ferro, le quali avranno una estremità fissata
nella fabbrica, e l’ altra nel legno per mezzo di
Viti. La lamina metallica del Cristallizzatoio si do
Vrà ripiegare al di fuori dell’ armatura di legno, e
coprire queste viti.
Gli strumenti necessarj si debbono considerare,
come parti dipendenti dal cristallizzatoio , per di
sturbare la cristallizzazione , e per ritirare il sale
dal centro verso gli orli a misura , che si separa .
I primi consistono in una tavoletta di legno , chia
mato razzarello a paletto (Tav.I.Fig. XVI. ) lunga
Centimetri 21.6488 (otto pollici), larga Centime
tri 13.53o5 (cinque'pollici) da una parte, e Centi
metri 5.4122 (due pollici) dall’ altra. Questa tavo
letta avrà nel mezzo un manico di legno propor
zionato alla lunghezza del cristallizzatoio, e situato
in modo , che tenendosi in mano un’ estremità del
manico , la tavoletta rimanga di taglio sul piano , a
cui si appoggia . Noi facciamo uso di quest’istru
men
SU LA RACCOLTA DEL NITRO. 73
mento, per eguagliare la terra de’Giardini. L‘ altro
detto‘rastrello simile a quello , di cui ci serviamo
per togliere le piccole pietre , l’ erbe secche , ed altre
piccole cose di giardino , è formato ancor esso di
legno , i cui denti devono essere molto stretti.
( Tav.I.Fig.XVII. )
Il secondo utensile consiste nelle casse ( Tav. I.
Fig.XVIII.) per la lavanda, formate di buone ta
volo di legno di quercia della grossezza di un pol
lice circa. Queste avranno la forma rettangolare al
lungata, e si restringeranno alquanto verso il fon
do. Nella raffineria di Parigi, la loro lunghezza è
di circa Centimetri 18.9427 (sette piedi), la la;
ghezza nella parte superiore è di Centimetri 8.1(33
(tre piedi), e verso il fondo si riduce alla metà ,
cioè di Centimetri 48.7o98 (pollici 18 ); la loro
profondità è di Decimetri 7.3o643 (piedi 2 e poll.3)
Si osservi però che tali dimensioni sono prese al di
dentro, cioè senza comprenderci la grossezza del
legno.
Queste casse , i cui pezzi devono essere solida
mente riuniti, incastrandosi 1’ uno nell’ altro , sa
ranno fortificate 1.0 da otto traverse. di legno ,
delle quali sei sopra i lati della lunghezza, ed una
sopra ogni lato della larghezza‘; 2.0 da 14 forti squa
dre di ferro , delle quali sei sono sopra i due lati
della lunghezza fermata da una parte sul fondo ,\ e
dall’ altra sopra i lati; e le altre otto sono sopra
i quattro spigoli dell’ altezza , essendo fermata la
metà sopra i lati della larghezza , e l’ altra metà
sopra
74 TRATTATO TEORICO-PRATICO
‘sopra i lati di lunghezza; 3.0 da una verga di fer
ro messa trasversalmente fra quattro, o cinque pol
lici dentro la superficie superiore alla metà della
lunghezza , fissata ad un lato con una forte testa ,
ed all’ altra con una vite. L’ uso di tale verga è di
tenere riuniti i due lati della lunghezza. Tutt’i
pezzi di ferro saranno dipinti di nero con tre ma
ni di vernice ad olio. Nell’ interno di queste casse
vi sarà un falso fondo mobile composto di due ta
vole di legno di quercia, e sostenuto per mezzo di
regoli quadrati di legno distanti‘ Centimetri 5.4122
(due pollici) sopra il fondo vero ( Tav.I.,Fig.II.
Le tavole del falso fondo saranno forate in tutta
la loro estensione con buchi di Millimetri 4.51 ( due
linee) di diametro. Inoltre le casse saranno egual‘
mente bucate al livello del loro fondo con fori di
stanti fra loro circa Centimetri 16.2366 (seipollici),
e larghi Millimetri 13.531 (sei linee) di diametro.
A questi fori, che servono per dare 1o scolo alle
acque, che passando per i buchi del falso fondo si
raccolgono sul fondo vero , saranno applicate le
cannelle di legno con i loro turacci , per aprirle ,
e chiuderle.
Queste casse , che devono moltiplicarsi secondo
il bisogno del servizio , devono essere situate l’una-
a canto l’ altra presso le pareti della stanza , in
mezzo alla quale è situato il cristallizzatoio. Queste
casse sono sostenute al di sopra del suolo da’ mo
delloni di legno foderati di piombo , e davanti lo
ro vi è un canale , che raccoglie lo scolo delle
can
\
\
su LA RACCOLTA DEL NITRO. 75’
cannelle , e lo porta ad un ricettacolo fabbricato
nel suolo. Al servizio di tali casse sono addetti due
inafiatoi di rame simili a quelli, di cui si fa uso
ne’ giardini, ciascuno della capacità di Chil. 9.62277
(lib. 3o
Vi è un terzo utensile chiamato il disseccatojo
(TavJ. Fig.XIX. ), il quale consiste in un bacino
di rame , o vasca piana rettangolare, lunga Deci
metri 22.7312 (sette piedi ) , larga Decim. 12.9893
(quattro piedi ) , e profonda circa Centimetri 13.53o5
(cinque pollici). Questo bacino si collocherà a la-'-
to della caldaia sopra il passaggio del fumo , a cui
si lascia libero un canale fatto con mattoni, che
sostengono la vasca. Questa sarà situata in una tale
altezza sopra il suolo della fabbrica , che 1.0 gli
operai vi possono lavorare comodamente , e maneg
giare il sale che deve porvicisi dentro; 2.0 che il
fumo , il quale s’ innalza dal forno , .ov’ è la calda’
ja , vi possa liberamente passare di sotto. Bisogna
poi avvertire, che i lati di questa vasca , i quali,
come si è detto, esser debbono alti circa cinque
pollici, saranno sostenuti da un telajo di legno.
Veniamo ora all’ operazione della raffina. La se
ra, che precede il giorno destinato alla mattina, si
carica la caldaia con porvi, p. e. Cbilo. 38491o3
( 12o lib. ) d’ acqua, e Chilogr. 7698216 ( 24o lib.)
di nitro purificato a freddo. Si accende il fuoco, e
si pongono nel forno tante legne , quante ne ba
stino per riscaldare nella notte la caldaia , e. per
disciogliere questa prima dose di nitro. La mattina
del
76 TRAT TATO TEORICO-PRATICO
del giorno seguente si accrescerà il fuoco, ed a di
versi intervalli si aggiungeranno nuove dosi di ni-.
tro fino al compimento di Miriagrammi 1924554
(6oo lib.), vale a dire che si porranno nella cal
daia altri Miriagrammi 1154.7324 ( 56o lib. Que
st’ altra quantità si metta a poco a poco alla volta,
in modo che non si aggiunga una nuova dose , se
non quando la precedente sarà disciolta. In questo
periodo di tempo si avrà l’ attenzione di smuovere
bene il fluido , o togliere esattamente le schiume a
misura che si presentano alla superficie. Allorchè il
fluido avrà bollito qualche tempo, e siasi già com- -
pita la dissoluzione del nitro , si ritira dalla cal
daia il muriato di soda, che si può trovare non
disciolto, attesa la piccola quantità. In fatti essen
dosi finora posti solamente Chilog. 38.491'o8 (120
libbre) d‘acqua, questi non possono sciogliere più
di 12.83o36 in- 16o3795 Chil. (4o in 5o lib.) di
muriato di soda; ora nel caso, che questo esiste nel
nitro greggio in ragione del 2o per 1oo, in Miria
grammi 19z4.554 (6oo lib.) ve ne saranno Chil.
38491o8 (Tao lib. ), e per conseguenza dovranno
cadere al fondo della caldaia 1924554 in 22.453,13
Chilog. ( 6o in 7o lib. ) di muriato di soda non
disciolto. A misura che si ritira il sale marino , si
anderà versando nella caldaia nuova dose d’ acqua
fredda , la quale ne faciliterà la precipitazione . Si
continuerà in tal modo ad operare per poco altro
tempo. Queste diverse dosi d’ acqua arriveranno fi
no al compimento di Miriagr. 2566.o791. (8oo lib.);
co
‘SU LA RACCOLTA DEL NITRO. '77
cosicchè uniti ai primi Miriagr.3.8491o8( no) fa
ranno un totale di Miriagr. 6.41518 (‘zoo lib.)
d’ acqua. Quando si vedrà , che non si precipiterà
più salmarino , si verserà nella caldaia una dissolu
zione di Ettogr. 3.2o759 (una lib.) di colla di
Fiandra in una sufficiente quantità d’ acqua, si agi
terà bene il fluido, e si toglieranno le schiume.
Non dispiaccia a’ nostri operai , se si preferisce
la colla all’allume , ciò facendosi per non mescolare
nel nitro un sale estraneo, il quale benchè riceva
una decomposizione , pure qualche parte sempre ne
9
resta unita.
A questo proposito credo necessario dimostrare
quanto è pernicioso far uso dell’allume , detto di
rocca, ossia solfato d’ allumina potassato , nella pu
rificazione del nitro. Questo sale incombustihile di
sua natura :, e di esso si servonoi ciarlataui per semi
brare al volgo incombustihili, ungendosene le parti
su delle quali vi passano il ferro rovente. La solu
zione dell’allume in acqua è un pronto mezzo per
estinguere qualunque incendio.
Oltre questi fatti, chi conosce appena le leggi di
affinità non tarda ad osservare quali decomposizioni
succedono nel mischiare l‘allume nella caldaia ove
si purifica il nitro! vuol dire, che uniamo principj
incombustibili al nitrO, che dev’essere perfettamente
combustibile! e si vuol polvere pronta al fuoco P
che non faccia due tempi? Si vegga come le colte
nazioni purificano il nitro ; come si purificava ne’
principj di quest’ amministrazione in Gioacchinopoli!
S11
yS TRATTATO TEORICO-PRATICO
Subito che il liquore della raflina non produce
più schiuma , e diviene perfettamente chiaro , si
termina ogni manipolazione, si ritira il fuoco dal
la caldaia , lasciandovene quanto sarà necessario
per mantenere il liquore al giorno seguente alla
temperatura di 7o gradi di Reaumur, nella quale
dovrà segnare 67 a 68 all’ areometro.
Per rendere generale questo metodo, ed adattarlo
a qualunque capacità di caldaia , diremo così 1.0 ,
Sia la prima dose dell’ acqua , e 2.° sia la prima
dose del nitro, le quantità successive di nitro giun
geranno a 3 , e quelle dell‘ acqua a i ; cosicchè in.
tutta l’ acqua sarà 1 'i- ì, il nitro a 'i‘ 3 ; dunque la
quantità d’ acqua sarà a quella del nitro come 1 'i‘
î=2+3= 2: z: 1: 3.
Il giorno seguente si trasporterà il fluido della
caldaia nel cristallizzatojo per mezzo di grandi Cuc
chiaroni con lungo manico , che sogliono nelle Fab
briche Italiane chiamarsi Tazzoni (Tau. I. Fig. XX
Bisogna lasciare nella caldaia l’ ultimo liquore del
fondo , per non intorbidar tutta la cotta , o per
far meglio , si dovrebbe situare sopra il cristalliz
zatojo un feltro formato da un cesto foderato di
grossa tela , e versarvi il fluido dentro. Subito che
questo sarà travasato nel cristallizzatojo si agiterà
con i razzarelli a paletta , ed a denti, dandogli un
leggiero , e dolce moto per facilitarerlo sviluppo del
calorico, o sia per mettere questo dissolvente in
equilibrio co‘ corpi circostanti. Il moto de’ razza?
relli non si dee giammai sospendere , altrimenti il
ni
sU LA RACCOLTA DEL NITRO. 79
nitro si cristallizzarebbe , e ciò si deve impedire .
Il nitro si separerà dal fluido , e mentre questo si
raffredda si debbono ritirare co’ razzarelli que’pic.
cioli aghi salini verso le sponde del cristallizzatoio
riunendoli insieme in modo da potersi sgocciolare.
Si osserverà , che a misura, che l’acqua-madre
scola delle pareti, le più elevate parti del sale di
vengono sensibilmente bianche , ed allora coi cuc
chiai di legno si trasportano nelle casse destinate
alla lavanda. Tuttochè il nitro si ritiri in tal mo
do , non si dee mai rallentare l’ agitazione del li
quqre. Allorchè la temperatura sarà solamente 4
in 5 gradi più alta di quella- dell’ Atmosfera , quasi
tutto il nitro se ne sarà ritirato , tranne quello ,
che resta nelle acque-madri, le quali si raccolgono
verso la pendenza del cristallizzatoio . Nella Raffi
neria di Parigi questa operazione dura sei in sette
ore . Questo tempo però sarà diverso , secondo la
quantità del fluido , e la temperatura dell’ atmo
sfera.
Siccome si è detto , il.nitro ritirato dal Cristal
lizzatoio si depone nelle casse senza comprimerlo ,
e dee ammucchiarsi in modo che s’innalzi 13.53o5
in 16.2366 centimetri (5 in 6 pollici) sopra il li
vello del loro orlo superiore , ad oggetto di com
pensare l’ abbassamento , che succederà nell’ ope
razione della lavanda. ‘
I fori delle cannelle , che sono situate al fondo
della cassa saranno chiusi, e cogli adacquatoi s’in
naffierà il nitro , versandovi sopra una dissoluzione
sa
So TRATTATO TEORICO-PRATICO
saturata di nitrato di potassa . Vi si lascerà per1
due, o tre ore , e dopo si apriranno gli spilli, nè
si chiuderanno fino a che non abbiano finito di
sgocciolare. Il primo liquore , che uscirà da questa
lavanda si metterà‘ da parte , come quello, che sa
rà sommamente carico di materie estranae. Allora
si ripeterà il secondo inaffiamento con acqua natu
rale , operando come la prima volta. La prima me
tà di quello, che si raccoglierà da questa seconda
lavanda , si unirà col prodotto della prima ;. quello
‘poi, che gocciola verso la fine , si porrà da parte
per unirsi col prodotto della terza. '
Due o tre ore dopo terminata la seconda levan
da , si fa la terza con acqua parimenti naturale ,
e si opera nello stesso modo. Se le due prime la
vande han trasportate tutte le materie estranee ,
l’ acqua che scolerà da questa terza dev’essere sa
turata di nitro , e ciò si vedrà coll’ arecmetro , il
quale segnerà il grado della saturazione , avendo
sempre riguardo alla temperatura del luogo, come
si è detto altre volte. Finalmente se mai l’ acqua ,
che scola da questa terza lavanda dopo il periodo
di due ore , non, segnasse coll’ areometro il grado
richiesto , allora si farà un’ altra lavanda.
Non è facile il determinare‘ con esattezza la quan
tità di fluido, che si deve adoprare in queste la
vande, mentre ciò dipende dalla qualità, e quan
tità del nitrmgreggio , che si porrà ‘a raffinare .
Nella Raffineria di Parigi, nella quale , come ab‘
biamo detto , in una cotta mettono sino a 60oo lib
lare
su LA RACCOLTA DEL NITRO: ’ si
bre francesi di nitro greggio; questo purificato che
sia , basta ad empire due casse delle dimensioni di
già accennate. In ogni cassa la prima lavanda si fa
con circa 15o pinte di soluzione saturata di nitro;
la seconda con una quantità eguale d’ acqua natu
rale , e la terza con una dose eguale alla metà pa
rimenti d’acqua naturale. Il fluido , che si raccoglie
dalla prima lavanda, o dalla metà- in circa della
seconda, si unisce con quello, ch’è rimasto sul
cristallizzatojo; il resto della seconda , ed il pro
dotto della terza, essendo saturati di nitro , servo
no per fare la prima lavanda nelle successive ope
razioni. .
Tosto che termina lo scolo delle acque di lavan
da dalla cassa , se si avrà bisogno di nitro, allora
si trasporterà nel bacino da dissecare; in altro ca
so si potrà tenere il nitro nelle medesime Casse,
finchè non ne scoli più nulla , e si porterà egual
mente sopra il disseccatojo in tale quantità , che
possa smuoversi facilmente con spatole di legno Col
manico corto. Bisogna però essere attento a non
farlo attaccare al fondo del bacino; locchè si ot
tiene a forza di rimuoverlo di continuo , affinchè
il calorico penetri egualmente in tutta la massa .
Questa. operazione deve continuare, finchè il nitro
sia secco in modo, che stretto fortemente nella
mano , non formerà alcun globetto. Il nitro porta
to a questo punto è bianchissimo, ed in uno stato
di purità
ne tale , che
della polvere conpuò
sei impiegarsi alla fabbricazio
ore di ibattimentoi
f Nel
82 TRATTATO TEORICO-PRATICO
Nella stessa Raffineria di Parigi, dalla quantità
di 6ooo lib. francesi, ( ognuna delle quali forma
circa Ettogrammi 4.811138 ( una lili. e mezza na
-‘poletana ), si ricavano ordinariamente 36oo libbre»
di nitro purissimo; vi rimane inoltre il fluido av...
vanzato nel cristallizzatoio , ed i residui delle diverse
lavande , che si adopreranno col metodo , che fa
(1' uopo esporre per non lasciare incompleto il la»
voro. È necessario però far precedere alcune-indi
spensabili riflessioni , a costo anche di ripetere qual.
che cosa già detta , essendo questa una istruzione
Per i più imperitif vale a dire‘per la generalità.
Le ultime dosi della seconda lavanda , ed il risulq
' tato della terza , dovendo dunque servire per la pri
ma lavanda futura, come si è detto , non si sot
‘topongono ad alcuna operazione; che perciò il la‘
voro si riduce a quello eh’ e restato nel cristalliz
zatoio , all’ acqua scolata dalla prima lavanda, e ad
una porzione di quella. della seconda.
È cosa evidente , che questi fluidi‘ mescolati in»
.sieme contengono: 1. molto nitrato di -potassa, di
cui sono saturati: 2. il muriato di soda: 3. tu'tt‘ i sa
li terrei , che le lavande hanno separato dal1 nitro.
Pe conseguenza
ndufendosi ad un restringendosi
volume minorequeste
, se neacque, e riil
separerà
muriato di soda durante l’ evaporazione , come an
che il nitrato di potassa, raffreddandosi,‘dopo di
avere ben bene evaporato il fluido: si deve indi
col solito mezzo della potassa, o ranno a caldo
decompone tutto il nitrato terroso , e si produrrà
per
SU LA RACCOLTA DEL NITRO. 83 .
per conseguenza altro nuovo nitrato di potassa. In
fine bisogna esser persuaso , che la natura di que
ste acque è simile a quella delle acque-madri , ,e
come tali devono essere adoperate. ’
Due sono i metodi, con i quali si può procede--’
re nella loro lavorazione. Ci limiteremo a far co-À
noscere quello adottato in Parigi, il quale è il
Seguente.
Si riempie la caldaia di tutta quella quantità ,
che può contenere , del suddetto fluido: a misura
che la evaporazione lo farà diminuire, si alimente
rà la caldaia con nuova; quantità, che si prenderà
o dal bacino di evaporazione (come abbiam detto)
o da un vaso situato sopra la caldaia: si seguita a
riempiere la caldaia , facendo attenzione di schiu
marla, e togliere continuamente il muriato di soda ,
che si precipita al fondo di essa . Quando questo
liquido sarà svaporato di un terzo della caldaia ,
vi s’ introdurrà una dissoluzione di Ettogrammi'.
6.4156 ( due lib. ) di colla di Fiandra in Chi
logrammigfi22w (3o lib. ) d’ acqua. Si agita poi
tutta la massa , si schiuma, e si continua a toglie
re il. muriato di soda . A misura che ‘questo si ‘ril
tira dalla caldaia, si lava in una piccola quantità
d’ acqua calda, la quale dee versarsi nella caldaia
istessa . Quando il liquore sia già quasi schiarito,
vi si gettano Chilogr. 1603795 in Chilogrammi
32.o759 (50 in 10o lib. ) d’ acqua fredda per fa
cilitare la precipitazione del muriato di soda, che
dee ritirarsi con tutta attenzione . Allora si porrà
- f 2 nel
84 TRATTATO TEOBICO-PRATICO
nella caldaia una quantità di potassa proporzionata" '
alla quantità del liscivo , ma che sia discìolta in
doppia quantità d’ acqua. L’ebolizione sarà sospesa
da questa massa di fluido freddo; si agiterà bene
la mescolanza; si ritirerà il fuoco dal forno, la
sciando riposare il tutto circa dodici ore . Questo
tempo basta per la precipitazione delle terre , che
si separano nella decomposizione del nitro terroso.
Passato detto tempo il fluido schiarito deve segnare
circa 65 all’
Rearinur, ed Areometro , e 63 gr.nel
allora si trasporterà al cri‘stillizzatoi‘o.
termometro d’i
CAPITOLO IX.
CAPiToLo X.
METODO
LABORATORIO, ED UTENSILI.
ca.’
. ‘,.a._.__. w’ ._..- u‘
sU LA RACCOLTA DEL NITRO: . ‘ma
CAPITOLOXIII. '
METODO PER GRADUARE L’ AREOMETRO , 0 PESA
LIQUORI, ‘E SUOI USI.
C A P I T 0 L 0 XV.
CAPITOLO XVI.
qualche svista chimica; o ciò che si crede più facile, ha dovuto incorrere
in errore lo stampatore; poichè.non è possibile di supporre che l’au
tore delle istruzioni sul nitro, e polvere , abbia potuto introdurre
nella scienza , degli errori , e fino nella denominazione. Egli dice ,
0 si legge nella sua opera pag. 178: Per fare la polvere fulminante,’
si prendono 3. parti di nitrato di potassa‘, due parli di tartrito
acidulo di potassa, o mi di tartaro; una parte di solfo , ben mc
.r'colati , formasi il tutto , che si chiama polvere fulminante cc.
Di fatti 1. si è creduto , che il tartrito acidolo di potassa da
lui ordinato nella miscela sia quello che conviene alla polvere;
2. che questo sale che volgarmente si chiama cremor di tartaro , sia
lo stesso , che il sal di tartaro , o sia carbonato di potassa , mentre
questo e sale neutro, ed ha per principio saliiicante l’ acido carbo
nico', il primo non è neutro , ha di comune la base si , ma tiene
l’acido tartaroso in eccesso , perciò detto acidolo; 3. che con i due
citati sali si compone la polvele fulminante; mentre in vece vi biso
gna la potassa pura , o sia l’ alcali privo d‘ acido. Conosciuta dun
que la vera espressione del linguaggio chimico , e ’l difetto di
composizione; deve dirsi di nitrato di potassa 3. parti‘, di potassa
due parti ; di zolfo una. '
SU LA RACCOLTA DEL NITRO. 143
L‘ autore delle istruzioni di sopra citate stampa
te a Parigi chiama questa composizione , polvere
bianca , e fa uso per renderla più particolare, di
segatura di legno di sambuco , come se i princi
pj componenti questo albero non fossero i mede
simi, che quei che compongono tutto.ilregno ve
getabile .
Se‘ in un tubo di porcellana rovente vi si mette
il nitro, e dopo fuso si fa passare il gas-idrogeno,
si produce una forte detonazione , e si forma o si
compone l‘ acqua.
Il carbone , come si è detto si cangia in acido
carbonica; il fosforo in acido fosforico; lo zolfo
in acido solforico‘; ed i metalli‘ in ossidi, ed an
che in acidi, se sono suscettibili. -
Il risultato degli effetti generali de‘ nitrati,
maggiormente del nitrato di ‘potassa , sopra i corpi
combustibili è racchiuso in questi quattro punti:
infiammandosi tutti questi corpi, si bruciano rapi
damente; in un momento si sviluppa una forte
dose di ‘calorico , e di luce dell’ ossigeno nitrico ,
ch’ essi assorbono , e quindi si ritrovano perfettamen
te saturati , o abbruciati dal principio della com
bustione . Dunque non è difficile di rinvenire la
causa di questi simultanei effetti, se si rammenta
ciò che si è precedentemente ‘detto dell’ acido ni
trico , della gran proporzione d‘ ossigeno ch’ esso
contiene, come 8o di ossigeno , e 2o’ d’ azoto , o
tre quarte parti del primo , ed un quarto del se;
con
144 TRATTATO TEORICO-PRATICO
condo per 1oo d’acido -, dalla poco aderenza de’suoi
trè principi , dalla proporzione .considerevole di
calorico , e di luce , che l’ ossigeno vi ritiene , o
dallo stato più vicino alla concrezione o alla soli
dità che egli prende , al contrario in tutte le mate
rie combustibili alle quali egli unisce .
Così si sono assicurati, che questo succede allora
quando si formano delle detonazioni di nitrato
nel calorimetro , e ‘sono pervenuti a misurare la
quantità di calorico , che ’ si svilfippa durante la
fissazione dell’ ossigeno nitrico ne’ diversi corpi
combustibili .
I nitrati soffrono delle alterazioni più. o meno
forti da molti acidi ‘, che possono servire a rico
noscerli, ed a caratterizzarli'. Gli acidi‘ carbonico,
solforoso , nitroso, muriatico ossigenato , e muria
tico, non hanno azione sopra questi sali .
‘ L’ acido solforico decompone in parte alcuni ni
trati a freddo ,, e finchè siasi formato un solfato
acido colle loro basi a caldo , e divenendo nitro
so , quest’acidoli decompone perfettamente, e di
scaccia l’ acido nitrico , unendosi alle basi, colle
quali forma i solfati fissi, e vetrificabili .
Finalmente l‘ acido solforico concentrato decom
pone , osepara afreddo i principi definitrati ; svi
luppa l’ acido nitrico in vapori bianchi, si unisce
alle basi, e li cangia in solfati. Questo è il vero
processo per ottenere 1’ acido nitrico da’ sali che lo
contengono . ‘
E
sSU LA RACCOLTA ‘DEL NITRO, ‘145
Èda osservarsi, che come è necessario impiega
re il calorico‘ per ottenere-l’ acido nitricor questo
gran moto-re lo altera , e ne converte una parte
dell’ acido nitrico in nitroso .
Y L‘ acido nitrico non altera i nitrati; ma li pre
cipita solo dalla loro dissoluzione nell’ acqua, Per
la grande attrazione , ch’-esso ha con questo liqui.
do -, nè forma nitrati acidi. .
Abbiamo descritto quasi tutte le proprietà fisi
che, e chimiche de’ nitrati in generale, e del ni
‘tratto di potassa in particolare , Per tutto quello ,
ohm-potrà accadere nelle diverse‘ operazioni , che
Possonsi praticare nelle officine, o laboratorj ni-fl
trarj; e possiamo dire aver esposte le più necessa
rie ; senza seguire alla lettera la gran somma delle
ln‘oprietà descritte dall’ illustre Fourcroy.
In ‘tutte le opere‘, che hanno trattato finora del
la raccolta del nitro , 'o- del nitrato di potassa , si
sono limitati i dotti, che hanno avuto un’ este
sa conoscenza delle nuove scoperte chimiche dal
l’ epoca del nuovo sistema , il cui primo autore
fu l’ immortale Lavoìsier, a non esporre, che il
solo sale perfettamente neutro; e noi stessi nella
prima edizione ci facemmo una legge di parlare a’
salnitrari più, che ad uomini istruiti; ciocchè fu
causa di tacere delle diverse modificazioni, o alte
razioni, che cangiano sovente una parte del com
Posto salino , o Per causa dell’ eccesso del calorico,
’o Per una addizione non calcolata di qualche
k P] in
146 ‘TRATTATO 'rromCorm'rmo
principio componente il nitrato di potassa a "
Quasi sempre in questo sale in equilibrio con
i suoi principi ossigeno, ed azoto, nelle note pro‘
porzioni , che costituiscono l’ acido nitrico , e la
potassa, o l’alcali, che ne fa la base, e che il pri
mo, parlando con esattezza, si chiama principio
salificante , nome comune a tutti gli acidi; il se‘
condo , o base si dice‘principio salificabile, vi si
unisce altro sale, che ha gli stessi principi del ni
tro; ma non è nitrato di potassa , rigorosamente’
parlando, mancando una parte di ossigeno all’acia
do; qual’è sufficiente a mettere a nudo, o fuori
6.’ impiego una parte di potassa , come diremo or
ora .
Su questa differenza dunque i'-fondatori della
scienza dichiararono, che gli acidi in generale,
(poichè vi sono delle eccezioni, che hanno la de
sinenza in ico , come acido nitrico, o solforico , ec.)
formano de’ sali colla desinenza in ato’, come ni-.
trato , solfato, ec.; e di più gli acidi, che hanno
la desinenza in oso , come acido nitroso , o solfo
roso, ec. formano de’ sali colla desinenza in ito,
come nitrito , o solfito , ec. ' ‘
Dimostrata questa prima verità , che‘ onora il
capo d’ opera della creazione , è chiara la diversi
tà, che passa fra 1‘ acido nitrico, e l’ acido nitro
so; e perciò diversi i sali risultanti da questi due
acidi , che hanno’ distinti colle citate desinen
le di nitrato di potassa , quello ove concor-J
' re
'SU LA RACCOLTA DEL Ni'rno. 14,
re l’ acido nitrico; e nitrito di potassa quello
nel quale si’ impiega l‘acido nitroso (i),
Essendo diversi questi due sali‘, che si generano
insieme nella estrazione del ‘nitro dalle terre , e
maggiormente , come si è detto, dall’inaccortezza
de’ fabbricanti , specialmente nel disseccare il nitro
col calorico , diverse ancora sono le proprietà fisi
che, e chimiche , diversissimi gli effetti.
Vogliamo dunque dare un’ idea di questo nuovo
sale , difettoso allorchè vi concorre nella fabbrica
zione della polvere da tiro , come diremo nella se
conda parteidi quest’ opera, ove ci faremo un do
vere di esporne le ragioni, perchè la polvere qua.
lunque non puol’essere perfetta; acciò il capitale
scientifico da acquistarsi dagl’ impiegati, e da‘sal
nitrari fosse tale da chiamarsi completa 1‘ istru
zione.
k 2 - CA
(I) seco mio il nuovo sistema nella massima sono diversi initriti
dai nitrati -, ma- il uitrito non puol formarsi direttamente , come si di
là ; perché se così fosse , avremmo dall’acido‘ nitroso anche il nitrato,
combinandosi il puro acido nitrico , che si ritrova nel nitroso , e
lasciando libero , o a nudo il gaz ossido d‘ azoto . I ‘nitriti si l'or
mano dopo la sottrazione dell’ ossigeno de‘ nitrati esposti ad una
. temperatura elevata, o in contatto col calorico,
14a TRATTATO TEO‘RICO-PRATICO
CAPITOLO XVII.
DE‘ NITRITI IN GENERALE , E PARTICOLARMENTE
DEL NITRITO Dl POTASSA.
CAPITOLO XVIII.
Lo
SU LA RACCGLTA DEL NITRO‘. 155
Le 11 specie di sali, che formano i nitritî fino
ra noti, sieguono la stessa regola di attrazione elet
tiva delle basi Per l’ acido nitroso , che per l’ acido
nitrico , formando i nitrati. ‘
l. Nitrito di barite .
a. Nitrîto di potassa . .'
3. Nitrito di soda‘. "
4. Nitrito di stronzianai
5. Nitrito di calce .
fi. Nitrito d’ ammoniaca. ‘ -
7. Nitrito di magnesia. , i
‘8. Nitrito d’ammoniaco-magnesiaco.
9. Nitrito di glucina. .' 2::
lo. Nitrito di allumina.
‘11. Nitrito di zìrcona.
Abbiamo data una perfetta conoscenza de’nitrifia
e Particolarmente del nitrito di potassa , per quel
lo, che si dirà nel secondo volume , ragionando
della polvere in fine della statistica nitrarìa .
. "CONCHIUSIONE.
' Per maggior facilità del Direttore delle nitriere
non sarà finalmente inutile di riportare, ad un di
presso , il numero de‘ materiali salnitrabili.
Questi sono:
1 . Le orine.
2. Qualunque sangue.
3. Il loto delle strade.
4- La calce de’ conciatoj di cuoj piccoli , e
grossi. ‘ 5. La
156 TRATTATO TEORICO-PRATIC'O
5. La materia solida , e nera , che si trova.- nel
fondo delle fogne , che'si tagliano con pala.
6.‘ Lo, stahhio di cavalli, di pecore, capre e pol
li, e quello delle colomhaie. . '
7. Le acque de’ cappellari.
8. Le acque provenienti da’ fabbrica di carta dopo
la putrefazione de’ cenci.
9. Le acque stagnanti. .
Io Le terre impregnate di‘ salnitro, delle abita
zioni , stalle , rimesse, grancie, le terre del fondo
delle Maremme. '
Fra le spese finalmente, che sono necessarie per
una nitriera , bisogna numerar quelle di un caval
lo, o mulo con un carro , e di un uomo destinato
a raccogliere da ogni luogo della città le orine, ed.
altro , di cui -si è testè parlato. Sul carro si por
terzi una botte , onde racchiudere le materie liqui
de. Il- menomo senza
questematerie de’ vantaggi è ello di rocurarsi.
spesa. Qua‘luricchezzap non a.p.
kI. 1.- ‘1
. '157
SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE.
TAVOLA I.
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