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GENERI TELEVISIVI - GRIGNAFFINI

Storia Della Radio E Della Televisione


Università degli Studi di Parma (UNIPR)
29 pag.

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I GENERI TELEVISIVI
GIORGIO GRIGNAFFINI

INTRODUZIONE
Ognuno di noi, essendo consumatore di prodotti mediali, si confronta con i generi; inconsciamente
cataloghiamo i film o i romanzi che abbiamo visto o letto in: gialli, d’avventura, comici o sentimentali.
Decidiamo di seguire o non seguire un programma televisivo sulla base del fatto che sulla guida tv
troviamo la dizione: fiction, varietà, talk show, documentario ecc.
I generi sono, quindi, un’abitudine consolidata, un criterio di classificazione e un parametro indispensabile
per orientarci nella produzione mediale.
‘’Genere’’ può essere riferito a tanti aspetti del mondo della comunicazione, a seconda del punto di vista
che si scegliere per definirlo. Proprio l’impegnò sa avanzata delle nuove tecnologie che ha impattato sia
sulla distribuzione e sia sulla fruizione televisiva, moltiplicando i canali e trasformando le basi stesse del
mezzo televisivo.
 Capitolo 1: offrirà una breve ricostruzione storica all’interno del campo delle teorie sui generi.
 Capitolo 2: proporrà un excursus storico sulle origini, le trasformazioni e i punti di approdo dei
generi televisivi.
 Capitoli 3,4,5,6, e 7: definiscono una griglia analitica utilizzata per descrivere in dettaglio generi e
sottogeneri della tv contemporanea.

CAPITOLO 1
BREVE STORIA DELLE TEORIE DEI GENERI

1.1 L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI GENERE


La riflessione, sull’arte e sulla letteratura, accompagna fin dagli arbori la stessa attività artistica e
letteraria. Lo sviluppo della letteratura in Grecia antica avviene con Platone e Aristotele nel IV secolo a.C: i
due filosofi dedicano pagine alla riflessione su che cosa siano l’arte e la letteratura, il ruolo del poeta e
dell’artista e infine su quali siano le caratteristiche dell’attività poetica.
La poetica di Aristotele, viene riscoperta in piano Rinascimento, riaccende un dibattito sui generi letterari
diventando una norma per la produzione letteraria. Le poetiche rinascimentali rappresentano un insieme
di regole e precetti che le corso dei secoli sono state vissute sempre come vincoli alla libertà creativa
dell’autore. L’impostazione rigida della letteratura del Seicento e del Settecento diventa più sentita da
parte degli scrittori e filosofi del Romanticismo, che all’inizio dell’Ottocento oppongono alla rigida
impostazione delle regole di genere la forza creativa del singolo, la sua libera immaginazione.

LA POETICA DI ARISTOTELE
Il libro della Poetica di Aristotele è un testo in cui vengono classificate dettagliatamente le opere poetiche:
- Epopea
- Commedia
- Tragedia
Sono tutte e 3 basate sulla mimesi (imitazione della realtà), si distinguono tra loro per i mezzi utilizzati o per i contenuti
dell’ imitazione.
Tra gli elementi più importanti che dovrebbe avere una tragedia sono:
1. Protagonista con carattere nobile.
2. Dev’essere una colpa dell’eroe a determinarne le sventure.
3. L’estensione della storia non deve essere eccessiva.
4. Le finalità della tragedia è duella di suscitare i sentimenti di pietà e terrore attraverso i quali lo spettatore possa
purificarsi.
L’opera di Aristotele non si limita a descrivere le tragedie, ma stabilisce una serie di indicazioni operative che il poeta

Nasce così il ‘’mito’’ dell’autore e dell’opera d’arte. L’originalità diventa un valore principale dell’opera
artistica creando le premesse per una svalutazione, di tutto ciò che venga ideato e prodotto da standosi
su principi e regole già fissati (come i prodotti di genere).
Nel corso dell’Ottocento si assiste ad evoluzione della posizione sociale dell’artista. Fino ad all’arco
l’autore (scrittore, poeta, pittore ecc.) apparteneva alla classe nobiliare (era libero di creare senza
condizionamenti) o era legato ad un committente nobile/ecclesiastico.
Dalla seconda metà dell’Ottocento l’affermazione della società segreta porta per la prima volta l’artista a
confrontarsi con un ‘’mercato’’ di consumatori di prodotti artistico-letterari, ai quali proporre articoli.
È così che nasce l’industria culturale, di cui i clienti sono ben riconoscibili dal punto di vista
socioeconomico, ebbe come conseguenza diretta in campo artistico la creazione di una pittura dalle
caratteristiche precise di genere.
Allo stesso modo, dalla seconda metà dell’Ottocento, l’autore deve porsi il problema di come produrre
opere artistiche che possano incontrare il gusto e l’interesse di fasce ben. Precise di potenziali
consumatori, e non solo di pochi clienti appartenenti all’élite. Quindi la produzione culturale deve poter
raggiungere pubblici diversi, e si devono ideare e realizzare prodotti in grado di poter essere replicati su
larga scala a prezzi accessibili per i nuovi consumatori.
La produzione culturale; ad esempio quella letteraria, viene ‘’codificata’’ in generi con altri scopi r in altre
forme rispetto alle poetiche del passato. Queste ultime erano concentrate su come erano ‘’fatte’’ dal

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punto di vita della FORMA (distingueva il romanzo, la prosa, la poesia lirica) o dal CONTENUTO (es.
commedia e tragedia si differenziano per i personaggi e la conclusione positiva o negativa).
Pian piano si sviluppa un meccanismo di standardizzazione della produzione che cerca di intercettare e
costruire i gusti di fasce specifiche di lettori attraverso un’offerta di prodotti simili per forme e contenuti,
disponibili in grande quantità per poter creare fedeltà nel pubblico.
L’industria culturale si sviluppa a partire dalla seconda metà dell’Ottocento intorno alla nascita di un
nuovo tipo di prodotto culturale. Esso viene:
 Ideato e prodotto secondo i cannoni di riconoscibilità (stile, contenuto e personaggi)
 Distribuito e pubblicizzato in modo massiccio attraverso canali interdipendenti (dalla letteratura
al fumetto, al cinema, alla radio e alla televisione)
 Fruito da un pubblico vastissimo e apparentemente indifferenziato, ma al suo interno diviso in
gruppo do appassionati dei diversi generi.
Il genere si trasforma ad un elemento cardine dell’industria culturale, legato alle caratteristiche interne
all’opera stessa (FORME E CONTENUTI) ed è, anche, in grado di spiegare il modo in cui l’opera ‘’vive’’
nella società, influenzando i modi di produzione, distribuzione e consumazione.

1.2 QUALCHE COORDINATA TEORICA SUI GENERI


Linguistica, semiotica, massmediologia, sociologia, filosofia hanno cercato di dare risposte a due
domande:
I. Che cos’è un genere?
II. E com’è possibile arrivare a una classificazione dei prodotti comunicativi suddividendoli in generi?
Le numerose risposte evidenziano la presenza di due modi diversi di affrontare i problemi.
A. Per distinguere i vari generi può essere quello di divenire a priori le caratteristiche (di stile,
contenuto e forma) che ogni prodotto deve avere.
Nel caso della tv, per esempio, il game show e talk show, sono simili per caratteristiche formali
ma si distinguono il primo per la presenza di un meccanismo di gioco e di premi, il secondo per la
rilevanza del dialogo-conversazione tra i partecipati.
In questo approccio i generi sono delle ‘’costruzione teoriche’’, ma servono per definire e spiegare
meglio l’inesauribile varietà delle produzione: nell’esempio prima citato, possiamo osservare che
il game show e il talk show non si presentano mai in forme assolute, ma sempre incrociate,
ibridate con altre (ad es. il ‘’Maurizio Costanzo Show’’, talk show che inserisce all’interno elementi
musicali o comici propri di altri generi).
Il genere così inteso può diventare prescrittivo, nel caso poetico di Aristotele, (es. la tragedia ha
un’unità di luogo, tempo e azione; se si scrive una tragedia di deve osservare questa regola).
Chiameremo questo approccio al problema dei generi astratto-deduttivo.
B. Un altro modo di affrontare il problema è quello di intervenire attribuendo le etichette di genere a
posteriori, in questo modo i vari prodotti saranno visti all’interno dei contesti di produzione r di
consumo in cui nascono e si diffondono.
Per fare un esempio ripreso dalla tv, il proliferare di programmi che mostrano gruppi di persone
costrette a vivere insieme in diversi contesti e con diverse finalità (es. ‘’grande fratello’’, ‘’l’isola
dei famosi’’): la diffusione di questi programmi ha fatto si che si cercasse un’etichetta di genere,
ovvero psychodrama reality show.
I generi in questo caso non sono più etichette assegnate a priori ma diventano concetti utili per
chi fa televisione e per chi la vede.
Questa seconda impostazione è chiamata storico-induttiva.

IL SISTEMA DEI GENERI DEGLI STUDIOS HOLLYWOODIANI


Gli anni ’30 vedono affermarsi, all’interno della produzione hollywoodiana, un sistema di ideazione, produzione e
distribuzione dei film basato sui generi.
 I film di genere sono prodotti in serie, dotati di caratteristiche tematiche, ambientazioni, regia, montaggio
molto simili.
 Produttori e distributori dichiarano esplicitamente l’appartenenza di un film a un determinato genere; la
pubblicità e la promozione tenderanno a sottolineare quegli elementi.
 Come conseguenza di queste operazioni, ogni pellicola potrà beneficiare della fedeltà di ampi gruppi di
spettatori appassionati a quel genere.
Proprio in quegli anni si sviluppano e raggiungono in elevato livello di perfezionamento che hanno contrassegnato
la produzione mondiale (poliziesco, commedia sentimentale, western, musical). Dagli anni ’60 e ’70 in poi in
cinema, pur non rinunciando alla produzione di genere, dà vita a opere meno standardizzate, frutto di un’originalità

In realtà, limitarsi ad un metodo o all’altro pone dei problemi, in quanto:


A. Nel primo caso, si è sempre rivelato uno scoglio estremamente difficile riuscire ad individuare una
volta per tutte quali caratteri distinguano in modo inequivocabile un genere da un altro. Si rischia
di riferirsi a criteri diversi. Ad esempio una volta al contenuto, poi al contesto o ai ritmi di
produzione: in televisione a distinguere i telefilm polizieschi da quelli di fantascienza è il
contenuto; tv movie e film sono differenti per il fatto che i primi non hanno un’uscita
cinematografica; soap opera (‘’beautiful’’) e serial da prime time (‘’dynasty’’) sono diversi in
quanto la prima viene prodotta per essere trasmessa ogni giorno, mentre i secondi vanno in onda
una volta a settimana.

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B. Nel secondo caso, una semplice catalogazione a posteriori dei generi a partire da una ricognizione
dell’ esistente rischia di far ‘’esplodere il numero di etichette di genere; ideatori e produttori
cercano di fondare nuovi generi per dimostrare l’originalità delle proprie realizzazioni.
La moltiplicazione delle etichette di genere è molto pericolosa, in quanto può accadere che si crei una
mappa di generi ampia quanto quella dei programmi. A questo punto allora è inutile parlare dei generi
perché ogni programma diventa un genere a sé. Ad esempio nella narrativa seriale televisiva i serial
quotidiani da daytime sono solitamente chiamati soap opera: la connotazione ha stimolato in ambiti
produttivi europei la nascita di altre terminologie, come social drama o serial drama, con le quali
individuare programmi corrispondenti alle soap opere americane.
La volontà di distinguere il proprio prodotto commerciale ha provocato l’introduzione di una categoria di
genere ulteriore, sulla base del contenuto.
L’altro rischio è di non riuscire a dare fondamento teorico a tali suddivisioni, con la possibilità di trovare
etichette diverse a prodotti simili perché non sono chiari i criteri di classificazione.
Di fronte a questi rischi la maggior parte delle riflessioni sui generi cerca di tenere conto di tutti gli aspetti
del problema. I generi vengono considerati come il frutto complesso di una serie si operazioni di chi fa i
prodotti e di chi li fruisce.

1.3 PROPOSTA DI CLASSIFICAZIONE DEI GENERI


Proveremo ad individuare 3 possibili accezioni di genere e cercheremo di dimostrare i generi così come
sono percepiti sia dai produttori sia dai consumatori, che sono catalogabili attraverso l’interazione tra
queste accezioni.
Le 3 accezioni:
1) Genere come proprietà produttivo-formale
2) Genere come proprietà del contenuto
3) Genere come funzione sociale

1.3.1 GENERE COME PROPRIETÀ PRODUTTIVO-FORMALE


Ci riferiamo ai seguenti elementi
 Il tipo di linguaggio caratteristico del prodotto (es. in tv il linguaggio è quello audiovisivo)
 I modi di produzione (es. la scelta di realizzare un programma all’interno/all’esterno di uno studio)
 Le tecniche e le tecnologie utilizzate (es. le differenti inquadrature ed effetti speciali)
All’interno di altri mezzi espressivi come il cinema, tali proprietà possono riguardare:
 La durata del film (lungometraggio, cortometraggio)
 Utilizzo di speciali tecniche di ripresa (film di animazioni)
Sicuramente la tv, che racchiude in sé, l’eredità di molteplici forme culturali, permette di vedere all’opera
questo criterio di distinzione a molti livelli. In questo senso possono essere considerate anche:
 La durata dei programmi
 La frequenza di messa in onda (le serie in onda una volta a settimana vs. Soap opera tutti i giorni)
 Le modalità di ripresa (in diretto vs. differita)

1.3.2 GENERE COME PROPRIETÀ DEL CONTENUTO


Il discorso si sposta verso i contenuti. Entrano in gioco numerose variabili:
 Aspetti narrativi: la presenza o meno di un racconto distingue il letteratura, per esempio, la
poesia lirica dalla poesia epica, nel cinema il film di finzione dal documentario; anche in tv la
presenza o meno di una forma di racconto differenzia il genere fiction dai programmi di
intrattenimento o dai telegiornali.
 Ambientazione geografica e storica: delle storie narrate all’interno della fiction due elementi sono
importanti.
L’ambientazione geografica: ci troviamo di fronte a generi come l’avventura (ambientazione in
paesaggi esotici) o il western (collocazione in regioni degli Stati Uniti);
L’ambientazione storica: è presente la fantascienza (ambientata nel futuro) o il peplum (stridori e
ambientate nell’antichità greco-romana).
 Tonalità: sempre all’interno del mondo della fiction. Pensiamo a generi come la commedia, il
drammatico, il brillante, il sentimentale, il mèlo o il dramedy (comedy + drama). Per definirle non
è più sufficiente la distinzione aristotelica tra commedia e tragedia basata sullo status sociale dei
personaggi o la constatazione sulla conclusione positiva o negativa; ma per definirle devono
entrare in gioco nella valutazione di elementi (stile del testo e capacità di suscitare emozioni
attraverso il linguaggio).
A differenziare commedia e drama sono l’impostazione e la coloritura differente che lo scrittore,
regista e l’interprete danno a storie simili.
La differenza, tra una serie tv come ‘’carabinieri’ che possiamo far rientrare nel poliziesco-
comedy e una serie come ‘’New York pollice departement’’ è un poliziesco classico, non è data
dalla struttura narrativa (in entrambi i casi abbiamo vicende criminali mischiate a storie personali
dei componenti di un comando di polizia), ma quanto da elementi come la presenza di attori già
apparsi, la scelta di non esasperare le dinamiche investigative, l’ambientazione in un tranquillo
paesino, uno stile di regia del set caldi e rassicuranti, oltre alle scene di carattere comico che
danno alla serie ‘’carabinieri’’ una tonalità complessiva che vira dal poliziesco alla commedia.

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 Aspetti relativi alle modalità di rappresentazione: al di fuori del mondo della fiction a distinguere
un genere da un altro possono essere utilizzati criteri quali il ricorso o meno ad apparati
spettacolari.

1.3.3 GENERE COME FUNZIONE SOCIALE


In questo caso definire i generi non sono le caratteristiche interne, quanto il compito che i vari prodotti
devono assolvere da un punto di vista sociale. Le 3 principali funzioni sono: intrattenimento, educazione e
informazione. Questi 3 tipi di politica editoriale sono stati declinati in modo ≠ nella storia della tv, e si
possono distinguere rispettivamente il modello commerciale e quello di servizio pubblico.
A dare la prevalenza degli aspetti educativi e informativi fu per la prima volta negli anni ’30 Sir John Reith
(manager BBC). Nella sua ottica l’obiettivo che un media potente come la radio (successivamente la tv)
deve farsi è la responsabilità nei confronti, non solo dell’ audience ma anche di tutto il tessuto sociale. Per
questo non può limitarsi ad una pura funzione di intrattenimento.
In senso ‘’patologico’’ dobbiamo ricordare l’uso che dei media può essere fatto da regimi dittatoriali, in
cui sotto la parvenza di un’informazione o educazione del pubblico si realizza un progetto di
manipolazione del consenso.

1.4 PERCHÉ STUDIARE I GENERI DELLA TELEVISIONE?


Di fronte alla difficoltà vale davvero la pena di continuare a proporre teorie e analisi sui generi?
In realtà i generi continuano a essere una vera e propria bussola per il sistema dei media in generale e
per la televisione in particolare. I generi servono a decidere che cosa produrre, come distribuire e quale
atteggiamento fruire dei prodotti culturali.
Come abbiamo visto, in realtà, nessuna delle 3 tipologie precedentemente esposte esaurisce la
questione. Il genere non è solo un concetto elaborato da critici e teorici, ma una realtà concreta,
determinata dall’uso che ne fa chi produce i testi, chi li distribuisce e chi ne fruisce.
Proviamo ad avanzare l’ipotesi che i generi non siano legati solo ai testi ma all’insieme dello spazio
culturale in cui i prodotti vengono ideati, distribuiti e consumati. In altre parole: il genere western, ad
esempio, non è dato solo dall’uso di cavalli, cowboy e praterie del West, ma è un luogo comune in cui
industria culturale e pubblico condividono il modo di raccontare storie, infine, la creazione di un
immaginario fatto di pistoleri, cactus e saloon.
Girare un western significa, per chi scrive, dirige, produce e interpreta, tener presente un insieme di
formule e regole appartenerti a questo genere.
Ogni volta che in un prodotto culturale (da cinema a pubblicità, dal fumetto ai videogame) appariranno
cavalli e pistoleri scatterà l’immediata consapevolezza da parte del pubblico di trovarsi all’interno di un
genere ben definito con le sue regole, il suo immaginario estetico, i suoi personaggi e i suoi valori.
La vera forza del genere nell’industria culturale sta proprio nel costruire un ponte tra il mondo della
produzione e quello del consumo. Senza questo mancherebbe un elemento di coesione e unificazione,
quindi potrebbero emergere diversi problemi:
o Chi crea e produce non dovrebbe far affidamento su nessuno schema precostituito che faciliti
l’ideazione di prodotti seriali.
o Chi distribuisce i prodotti, dovrebbe spiegare e convincere il pubblico delle caratteristiche del
prodotto.
o Il pubblico, a sua volta non avrebbe modelli di riferimento e dovrebbe documentarsi e fare ipotesi
su ogni prodotto.
Il genere invece mantenendo alcuni punti fermi, permette a tutti e 3 i poli della comunicazione di
relazionarsi attraverso i prodotti e va considerato come un’ interfaccia tra i produttori, consumatori e i
testi mediali stessi. Nel dettaglio:
A. Per gli apparati produttivi industriali il genere serve a:
 Ridurre i margini di rischio, in quanto implica rivolgersi a consumatori la cui consistenza, fedeltà
alla fruizione, aspettative sono conosciute attraverso dati di vendita e/o ricerche di mercato.
 Consentire la creazione di routine produttive basate sulla standardizzazione e replicabilità dei
prodotti, instaurando economie di scala paragonabili a quelle dell’industria manifatturiere (ad es.
riutilizzare i costumi in fiction di genere simile o di ridurre i costi legati alle scenografie).
B. Per i creativi (autori, registi ecc.) implicati nella realizzazione dei prodotti il genere permette:
 Di utilizzare formule e schemi su cui operare variazioni. In questo caso, sta alla personalità del
singolo autore di saper rileggere e riformulare in modo nuovo le convenzioni di genere e creare
opere originali e di alta qualità. Ad esempio la tv, a operazioni come quella realizzata da David
Lynch con ‘’i segreti di twin Peaks’’, ad un primo livello di lettura sembra una miniserie giallo-
thriller (inquadrabile nella griglia di genere) ma, in realtà è un’opera che manifestava la propria
originalità e ricchezza espressiva.
 Di poter garantire una produzione costante e cospicua di opere in grado di soddisfare
contemporaneamente le esigenze degli apparati produttivi e del pubblico.
 Sviluppare modi espressivi talmente originali e di successo da diventare generi essi stessi.
Pensiamo alle trasformazioni e ibridazioni che il programma ‘’Grande Fratello’’ della casa di
produzione olandese che ha avuto, diventando il prototipo di nuovo genere.
C. Anche il sistema distributivo ‘’usa’’ il genere per connotare le sue offerte:

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 Pensiamo alla specializzazione dei canali di distribuzione, in quanto devono ricorrere a una
differenziazione di contenuti proposti e di target di riferimento. Il modello principale di
diversificazione è affidato alla corrispondenza genere-target: i canali televisivi a pagamento
dedicati allo sport sono indirizzati ad un pubblico maschile, le emittenti radiofoniche si
specializzano in generi musicali rivolti a segmenti di pubblico ben identificati.
Il genere viene ritenuto uno dei più immediati elementi di riconoscibilità in grado di segmentare e
distinguere gruppi omogenei di consumatori all’interno della società.
 Altre caratteristiche del genere sono sfruttate dalla ristrutturazione dell’offerta. Il sistema
produttivo fornisce programmi distribuiti in generi differenti a seconda dei diversi periodi
dell’anno. Per quanto riguarda il sistema radio-televisivo, è importante la collocazione all’interno
dell’offerta quotidiana e settimanale: ogni posizione nel palinsesto porta con sé attese relative al
genere di programma; nello stesso tempo sono la stessa collocazione oraria e la frequenza di
messa in onda diventare in qualche misura delle specie di marche di genere.
D. Il consumatore-fruitore usa il genere per:
 Orientarsi all’interno di una produzione e un’offerta sempre più ampia e variegata, selezionando
di volta in volta i prodotti che rispondono meglio ai propri bisogni. Ogni individuo è fin dall’infanzia
abituato a cogliere i segnali di genere che i vari prodotti mostrano: soap opera che si distingue
facilmente da un game show o da un telegiornale, o sitcom.
 Partecipare attivamente o diventare parte di un target costituendosi come elemento
fondamentale del circuito produttivo e determinando con la fedeltà al genere le stesse politiche
produttive.
E. Per i testi essere strutturati secondo le regole di genere significa dotarli di caratteristiche definite
e ben riconoscibili sia dai contenuti sia nelle forme, in modo da rappresentare una chiave di
accesso per il pubblico e favorire la fedeltà, ma anche nel caso della radio e televisione, dei canali
che li ospitano.
Il circolo delle relazioni innescate dal sistema di generi tra polo produttivo-autoriale, distribuzione e
pubblico si chiude: le attese del pubblico si saldano con i meccanismi produttivi e le logiche distributive.
Quello delineato è un modello adatto a descrivere la struttura dei generi all’interno di un sistema
produttivo-distributivo legato ad una monodirezionalità e autonomia dei mass media che funzionano
come un canale a senso unico in cui i prodotti vanno da una singola fonte a molteplici consumatori: questi
ultimi decidono del successo o meno di un prodotto attraverso il consumo.
L’ultimo decennio ha visto l’affermazione di serie di fenomeni di origine economica e tecnologica . Dal
punto di vista tecnologico si sono verificati:
o Costante perfezionamento di una progressiva diffusione dei media interattivi (da internet alle
molteplici app legate al telefono mobile)
o Fenomeno della digitalizzazione, integra in modo inimmaginabile le più diverse forme mediali,
progettate come globali (‘’Grande fratello’’). Il sommarsi di questi processi ha creato nuove
condizione nella produzione mediale.
Proprio nei generi i nuovi sistemi integrati di comunicazione hanno trovato un elemento di continuità con
il passato, diventando la garanzia del mantenimento di un contatto con il pubblico.
Il genere come cornice e schema è riconoscibile per il pubblico come contenuto creativo, già disponibile
che ha permesso a nuove applicazioni tecnologiche di imporsi: per esempio i videogame basati su un film
o viceversa.
D’altro canto, il cambiamento delle forme tecnologiche ha inevitabilmente riscritto e aggiornato le regole
di genere classiche, adattandole di volta in volta ai media che le andranno a ospitare.

CAPITOLO 2
I GENERI NELLA STORIA DELLA TV ITALIANA
II.1 GLI ANNI ’50 (LE ORIGINI)
Come abbiamo visto precedentemente, i generi nascono all’interno di un contesto storico determinato e si
evolvono con il mutare dei tempi. È utile per capire come funziona il sistema dei generi della televisione
italiana, ripercorrere la storia di quest’ultima, in quanto il sistema dei generi è un punto di vista
privilegiato per osservare la tv nel suo complesso.
In prima battuta bisogna interrogarmi sulle relazioni che gli apparati televisivi nella loro prima fase di
sviluppo hanno intrattenuto con le forme di comunicazione e spettacolo. La televisione non nasce dal
nulla, bensì si sviluppa e si organizza:
 DAL PUNTO DI VISTA AZIENDALE: all’interno degli apparati industriali propri della radio. La
televisione eredita dalla radio la possibilità di trasmettere in diretta, la diffusione domestica degli
apparati di ricezione, l’appartenenza dei sistemi produttivi allo Stato.
 DAL PUNTO DI VISTA DEL CONTESTO SOCIOCULTURALE: in un mondo della comunicazione già
ricco di offerte e contenuti. Il nuovo mezzo televisivo si confronta con i media che l’hanno
preceduto ereditando da questi forme e contenuti, nonché generi consolidati.
Visti i legami diretti con la radio, sia il palinsesto e sia molti generi specifici vengono mutati proprio da
questo mezzo di comunicazione: i telegiornali riprendono lo schema dei radiogiornali, così come
programmi musicali o di intrattenimento (‘’Sanremo’’) sono adattamenti al nuovo mezzo di formule
sviluppate dalla radio.

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Un caso interessante di passaggio diretto dalla radio alla televisione si è verificato negli Stati Uniti con la
soap opera ‘’the guilding light’’ (‘’sentieri’’- canale 5 1982), che nata in radio alla fine degli anni ’30 ha
continuato a proporre le sue storie e i suoi personaggi in televisione dimostrando così la permeabilità dei
due mezzi.
La televisione si è dovuta confrontare con il cinema, con la quale condivide il linguaggio espressivo, cioè il
mix di immagini e suoni.
La televisione italiana degli anni ’50 inizia ad elaborare delle forme di racconto prendendo in prestito
elementi del linguaggio cinematografico, ma ponendoli al servizio di testi teatrali o letterari. Il teatro è
una delle forme di spettacolo che più influenzano la televisione italiana delle origini: da quello in prosa a
quello di varietà e avanspettacolo, che invece influenzerà pesantemente lo sviluppo dell’intrattenimento
televisivo in termini di modelli spettacolari e personaggi.
La RAI delle origini, orientata verso un obiettivo di educazione e alfabetizzazione, sviluppa modelli di
programmi desunte da istituzioni sociali come la scuola (‘’non è mai troppo tardi’’ - Canale nazionale,
1960, all’interno del progetto telescuola).
Tuttavia, la tv delle origini è ricca di forme e contenuti consolidati, fin da subito il mezzo televisivo li
assorbe e li rielabora in modo originale. La narrativa televisiva (pur tradendo le origini teatrali e
cinematografiche) troverà una via autonoma innestando questi contenuti su modalità seriali, così come il
giornalismo si affranca dai modelli della carta stampata per acquistare modi e formati propri.
È importante anche la nascita della tv dei ragazzi, nella fascia pomeridiana, ed elabora un linguaggio e
delle regole di genere che negli anni successivi si consolideranno.
Si vanno creando generi nuovi, partendo da un ripensamento e da un adattamento di modelli
comunicativi ideati attorno ai tre generi/ funzioni (informazione, cultura e intrattenimento) che tutt’ora
sono presenti e risultano fondamentali nel modo di fare televisione.
II.2 GLI ANNI SESSANTA
La televisione vede negli anni ’60 l’affermazione della sua centralità nel sistema dei media, grazie alla
diffusione nelle case degli italiani degli apparecchi che influenzano in modo determinante il linguaggio e il
sistema di generi.
Tra le nuove possibilità tecnologiche ricordiamo le trasmissioni via satellite, che permettono la diffusione
in contemporanea mondiale di grandi eventi di cronaca o di sport: si creano così le condizioni per
trasformare il mezzo televisivo da veicolo di contenuti a medium radicalmente nuovo, capace di produrre
un senso inedito della realtà, avvicinando nello spazio e nel tempo le popolazioni di tutto il mondo.
Nasce così la possibilità di creare media events, come i campionati mondiali di calcio, le olimpiadi, le
incoronazioni di reali, lo sbarco del primo uomo sulla Luna.
Un’altra innovazione tecnica dal forte impatto sul linguaggio televisivo è l’introduzione dei sistemi di
registrazione video magnetica, che consentono di registrare e montare le immagini riprese dalle
telecamere. Le ricadute di questa innovazione sul linguaggio televisivo sono evidenti: diventa possibile
lavorare sul materiale audiovisivo con modalità simili a quelle del cinema, amplificando le possibilità di
intervento date dal montaggio.
Dal punto di vista dei generi il mezzo televisivo attraverso queste due innovazioni tecnologiche acquisisce
maggiore consapevolezza di una sua centralità nel panorama mediatico e inizia a passare da
riproposizione aggiornata di modelli presi a punto di codici espressivi. Per fare un esempio, il varietà
abbandona con ‘’studio uno’’ (canale nazionale, 1961) le ricche e sfarzose scenografie di derivazione
teatrale, per presentare conduttori, cantanti e ballerini su fondali essenziali, e addirittura mostra
l’apparato tecnico.
Anche la fiction televisiva si vincola dal modello teatrale e inizia a proporre storie e personaggi originali,
agganciando si ai modelli di serialità televisiva americana: pensiamo al ‘’tenente Sheridan’’, un
personaggio ispirato ai protagonisti dei telefilm polizieschi americani, le cui avventure venivano inserite
all’interno di un gioco a quiz (‘’giallo quiz’’ canale nazionale 1959), che interrompe lo svolgimento del
giallo introducendo una pausa in cui i concorrenti sono chiamati per individuare l’assassino.
Se nei primi anni l’obiettivo della RAI era quello di allargare al massimo la base di utenti, nel decennio
successivo, si cercherà di differenziare le proposte indirizzandole a segmenti di pubblico più specifici.
Nascono alla fine degli anni ’60 i programmi per i giovani, in cui l’intento pedagogico si sostituisce con la
volontà di avvicinarsi realmente ai gusti e allo stile di vita dei giovani, attraverso una maggiore attenzione
alle tematiche a loro vicine, in particolare la musica (‘’speciale per voi’’ – secondo programma 1969).

II.3 GLI ANNI SETTANTA


Importante per la storia della televisione italiana e del suo linguaggio complesso e tumultuoso. La prima
parte degli anni ’70 vede convivere nella televisione pubblica un’impostazione tradizionale con
l’introduzione nei palinsesti di opere e generi innovativi (si pensi nella fiction a miniserie di fantascienza
come ‘’ A come Andromeda’’- canale nazionale 1972; o a thriller parapsicologici come ‘’il segno del
comando’’ – canale nazionale, 1971; e ad altre opere realizzate dai grandi autori di cinema e teatro:
Rossellini, Antonioni e Ronconi).
Dal 1975 le cose iniziano a cambiare, la RAI viene profondamente rinnovata e parallelamente viene dato il
via libera alla nascita di realtà televisive a livello locale.
La riforma del sistema televisivo introduce all’interno della RAI una concorrenza interna all’azienda tra le
diverse reti e testate giornalistiche. In termini di programmazione si verificano cambiamenti e si
propongono nuovi generi. Un esempio del nuovo panorama televisivo è dato dal palinsesto della
domenica pomeriggio sulle due reti RAI.

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Nel 1976 su RAI 1 nasce ‘’domenica in’’, primo esempio di programma contenitore della durata di ben 6
ore, ha la capacità di creare un fil rouge, un’omogeneità tra i diversi contributi che è e data dal
conduttore. Il programma cerca di accompagnare l’intero pomeriggio degli italiani, adattandosi ai ritmi e
alle cadenze pigre e festive di una domenica casalinga.
Parallelamente RAI 2 mette in campo un programma alternativo, progettato per costruirne il contraltare
satirico e parodistico; si tratta di ‘’altra domenica’’ 1976 di Renzo Arbore, che rappresenta l’alternativa
giovanile e provocatoria al sobrio e rassicurante intrattenimento. Questo programma contiene innovazioni
importanti, ricche di sviluppi futuri, come la possibilità data al pubblico da casa di intervenire
telefonicamente per rispondere ai giochi al fine di vincere piccole somme. Un altro elemento innovativo è
la fusione dei diversi ed eterogenei contributi all’interno di un continuum spettacolare, ma sempre
omogeneo grazie al conduttore-factotum Arbore.
L’importanza di questo programma sta nell’essere il primo vero esempio di controprogrammazione messo
a punto nella televisione italiana: ‘’l’altra domenica’’ è l’alternativa alla programmazione della rete
principale.
Si realizza una competizione che caratterizza molte delle novità di genere: molto spesso accade che i
generi cambino proprio per la ricerca di novità e nel confronto diretto tra i programmi.
In panorama interno della RAI stimola la nascita o la ridefinizione dei generi tradizionali; tra le novità più
significative ricordiamo la nascita del magazine informativo-spettacolare on ‘’Odeon. Tutto quanto fa
spettacolo’’ (RAI 2-1976) e le prime prove del talk show con ‘’bontà loro’’ di Maurizio Costanzo (RAI 1-
1976), che già dalla metà degli anni ’70 lega il suo nome al genere della tv delle parole.
In questo panorama ricordiamo ‘’Portobello’’ (RAI 2-1977) di Enzo Tortora, è un programma di
straordinario successo, contiene all’interno della sua struttura complessa e stratificata, la matrice di un
genere che a partire dagli anni ’80 diventerà centrale nella tv contemporanea: il reality show.
I vari segmenti che compongono il ‘’mercatino del venerdì’’ portano in televisione un modo diverso di
confrontarsi con la gente comune, accogliendone sfoghi e bizzarrie, aiutandola a ritrovare persone
scomparse, rendendola protagonista e non semplice osservatrice di ciò che accade all’interno del piccolo
schermo.
Lo stile di conduzione del compianto Enzo Tortora inaugura un nuovo modello di relazione tra
presentatore e persona comune, basato sulla complicità e la capacità di ascolto: tutto ciò apre la strada
ad un modo diverso del pubblico di rapportarsi con il mezzo televisivo, più caldo e diretto.
Il fattore palinsesto, oltre a sviluppare le prime forme di concorrenza, influisce sul sistema dei generi per il
fatto stesso di incrementare gli spazi da coprire e il numero di programmi.
Nella costruzione del palinsesto concorrenziale, i criteri per produrre i programmi si spostano dal puro e
semplice valore comunicativo alla loro funzionalità.
La serialità diventa un principio fondamentale nei nuovi palinsesti e i generi stessi si vanno modificando
per privilegiare questo aspetto. I primi segnali di questo nuovo modo di fare televisione si hanno dalla
metà degli anni ’70 con la creazione di una nuova striscia nella fascia preserale di RAI 1, grazie all’utilizzo
quotidiano di sitcom o serie americane del formato di mezz’ora (‘’happy days’’ RAI 1, 1977).
Le televisioni locali pongono le basi per un ripensamento del linguaggio televisivo. I generi tradizionali
della tv nazionale vengono adattati ai gusti localistici e realizzati con gli scarsi mezzi economici e
produttivi, dando luogo a gustosi e strampalati ibridi.

II.4 GLI ANNI OTTANTA


Vede l’affermazione di un modello televisivo fondato sulla coesistenza del servizio pubblico con un forte
concorrente privato, il cui ingresso sul mercato provoca una rivoluzione e in più quello del sistema dei
generi. Gli operatori del mercato pubblicitario (unica fonte di profitto per tv private) impongono la nascita
di sistemi di rivelazioni dell’ascolto precisi, in grado di misurare l’audience dei vari programmi e quindi
degli spot pubblicitari inseriti.
L’interesse degli operatori televisivi si sposta sull’indice di ascolto elevato e l’offerta televisiva si va via
via adeguando a questo obiettivo. Un obiettivo difficile da raggiungere, in quanto dalla fine degli anni
degli anni ’70, con la televisione a colori, entra in gioco il telecomando che è in grado di cambiare le
abitudini di ascolto ed influire sul modo in cui si progettano i programmi televisivi: si diffonde la pratica
dello zapping che rende necessario oggi tipo di accorgimento da parte dei network per cercare di evitare
fughe di pubblico verso altri canali.
La televisione colonizza nuove fasce orarie (mezzogiorno, mattina e notte) e deve quindi modulare con
più attenzione la propria offerta in base ai ritmi sociale e alle fasce di pubblico che maggiormente
frequentano il mezzo televisivo durante la giornata.
È così che nascono i programmi studiati apposta per accompagnare il pubblico al mattino (‘’uno mattina’’
RAI 1, 1986, che alterna informazione, consigli e spettacolo), oppure si lavora su generi come i talk show
e il varietà, con autoironia ed intelligenza, per costruire programmi di seconda serata per un pubblico più
esigente di quello di prima (‘’indietro tutta’’, RAI 2, 1979 – ‘’Maurizio Costanzo show’’, RETE 4, 1982).
Le reti commerciali per riempire i propri palinsesti fanno largo ricorso all’acquisizione di serie, soap opera
e sitcom dagli Stati Uniti, resi disponibili a costi contenuti. La massiccia importazione di fiction e cinema
dall’estero causa una forte riduzione nella produzione di fiction italiana, essendo ancora vincolata a
formati produttivi lontani dai concetti di serialità già attivi da decenni negli Stati Uniti.
Il pubblico si è abituato ai nuovi generi della fiction americana e interiorizza schemi e modelli di generi
con cui in seguito la fiction italiana dovrà confrontarsi.

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La necessità di riempire fasce diurne inaugurate dai palinsesti della tv commerciali porta a rielaborare
generi che la tv dei decenni precedenti aveva presentato sotto delle vesti più prestigiose.
Il quiz, fino agli anni ’70 è legato agli show di prima serata di Mike Bongiorno, con montepremi e
concorrenti, si trasforma in un ripetitivo appuntamento in cui i concorrenti vengono posti di fronte a giochi
meno complessi, spostando l’accento dalla competitività alla capacità di costruire ritualità quotidiana
nella relazione con il pubblico.
Il basso costo dei quiz ne sancisce la fortuna, e la stessa sorte tocca ai reality show e dating show (‘’il
giorno delle coppie’’, ITALIA, 1985), ai programmi che ospitano e mettono in scena davanti al pubblico i
vari momenti della vita delle persone, al fine di ricercare l’anima gemella (‘’agenzia matrimoniale’’) e alle
liti matrimoniali di ‘’c’eravamo tanto amati’’.
La risposta della RAI, a tutta questa serie di programmi, è data dallo sviluppo della tv verità, che dalla
seconda metà degli anni ’80 rappresenta la cifra stilistica dominante. RAI 3 sotto la direzione di Angelo
Guglielmi: tenta di mostrare la realtà sociale direttamente, cercando il meno possibile di incasellarla
all’interno dei contesti televisivi; per esempio ricordiamo ‘’io confesso’’, 1988 e ‘’chi l’ha visto?’’, 1989.

II.5 GLI ANNI NOVANTA


Gli ultimi dieci anni del Novecento della televisione italiana vedono il consolidamento di ciò che si era
venuto strutturando negli anni ’80 – modello duopolistico, ricerca ascolti, palinsesto – e nello stesso
tempo la presenza di segnali di discontinuità di modelli televisivi a livello globale: i generi sono sempre
più svincolati dalla nazione in cui hanno origine e diventano prodotti da scambiare.
Tra i programmi più innovativi vi sono adattamenti italiani di format esteri, dai reality show ‘’Grande
Fratello’’, ‘’Stranamore’’ e ‘’Carràmba! Che sorpresa’’ o la fiction ‘’Un medico in famiglia’’.
La necessità di competere con i prodotti internazionali porta alla rinascita e rifondazione della fiction che
si confronta con i modelli di serialità dominati a livello internazionale dalla serie alla sitcom per arrivare
alla soap opera.
I legami del mezzo televisivo con il mondo dei media e della comunicazione hanno fatto crescere le
occasioni di interazione tra telefonia, mobile, internet e televisione, dando luogo a programmi che
nascono come multipiattaforma, cioè fruibili contemporaneamente su diversi media; da segnalare è lo
sviluppo di progetti di programmi che portano con sé la possibilità di sfruttare il marchio sui diversi media
(il concetto di brand extension, come la ‘’macchina del tempo’’ 1997, partito come magazine scientifico e
pian piano ha dato origine ad un canale satellitare). In quest’ultimo caso si vede all’opera una delle
caratteristiche di genere, di essere legata al contenuto di un prodotto in grado di attraversare i diversi
media mantenendo una forte coerenza interna.
La competitività tra le reti ha portato alla necessità di avere sempre più prodotti ed essere sempre un
passo avanti più avanti. Il sistema di generi è stato messo alla prova da questa rincorsa alla novità, con la
creazione di ibridi e contaminazioni sempre più estreme e spregiudicate. Capita così che da un
programma come ‘’big brother’’ nel giro di pochissimi anni si dia il via a una serie di derivazioni che
sondano le possibili varianti dello schema di base.
Un altro elemento di discontinuità rispetto al passato è dato dalla presenza della televisione all’interno di
più settori: dalla musica allo sport, con il risultato che le logiche televisive si sono sovrapposte a quelle
dei vari settori; ha accolto al suo interno questi contenuti, codificandoli in generi peculiari o ibridandoli
con altri (‘’quelli che il calcio’’, RAI 3, 1993).

II.6 IL NUOVO MILLENNIO: PRESENTE E FUTURO


Il sistema televisivo nel nuovo millennio ha subito delle trasformazioni radicali a causa:
 Dell’ impetuoso procedere delle innovazioni tecnologiche che hanno collegato il mezzo televisivo
al personal computer collegato i rete e al telefono cellulare con le sue ibridazioni (tablet). Una
delle conseguenze è quella di aver reso più difficile parlare di una specificità italiana
nell’evoluzione dei generi: le logiche di sviluppo dei programmi sono sempre più globali in quanto
è internet a rendere più facile diffondere i contenuti in tutto il mondo in tempo reale.
Dal punto di vista tecnologico le maggiori innovazioni riguardano fenomeni connessi: la
progressiva trasformazione digitale con i contenuti mediali e la moltiplicazione delle piattaforme
distributive di questi ultimi.
 La digitalizzazione (codifica di un linguaggio binario) permette di diffondere tutti i contenuti su
tutti i mezzi, sfruttandoli in modo più ampio e diversificato.
Questo nuovo panorama provoca delle ricadute sul sistema dei generi che si articola sempre in stretta
relazione con le modalità produttive e distributive dei programmi. Dal punto di vista della tipologia di
dispositivi attraverso cui si può fruire del prodotto audiovisivo, si va dal personal computer, collegato alla
rete, al telefono cellulare o ai tablet attraverso le connessioni a banda larga che permettono la
trasmissione di quantità di dati sufficienti alla visione di programmi con buona qualità audio-video, per
arrivare alle piattaforme streaming come Netflix o Amazon Prime Video.
Queste ultime sono cresciute a livello globale, rappresentano una rivoluzione ulteriore rispetto alla
diffusione dei contenuti via internet, in quanto si tratta di una diversa modalità di diffusione del segnale,
in cui il ruolo del broadcast ed è inalterato e in più è un nuovo approccio alla distribuzione dei contenuti
caratterizzato da:
 SOSTITUZIONE DEL PALINSESTO CON IL CATALOGO: l’offerta è sempre disponibile al fruitore ed è
svincolato da ogni logica di appuntamento. Lo spettatore può scegliere quando vedere il

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contenuto e per quanto tempo vederlo (nasce il fenomeno del binge whatching (visione di
moltissimi episodi consecutivi di una serie).
 ASSENZA DI OGNI INSERIMENTO PUBBLICITARIO: il contratto con lo spettatore è ad
abbonamento, perciò, non sono mai previste inserzioni pubblicitarie. La conseguenza è quella di
un cambiamento radicale nelle forme di finanziamento rispetto ai network e allo stesso tempo un
modo diverso di concepire i programmi, le fiction seriali che non devono più tener conto delle
interruzioni pubblicitarie.
 DIFFUSIONE UBIQUITARIA DELLA FRUIZIONE DEI PROGRAMMI TELEVISIVI: grazie ai dispositivi
connessi e alla possibilità di scaricarli sul proprio device, rende possibile assistere a un
programma ovunque.
 LA FOCALIZZAZIONE SOLO SUI PROGRAMMI DI LIBRARY: essendo cataloghi di programmi già
realizzati, queste piattaforme sono dedicate a generi fiction, film cinematografici, documentari,
factual mentre sono assenti generi e sottogeneri come l’informazione, sport o programmi di
intrattenimento di reality o talent.
La rivoluzione iniziata nei primi anni 2000 internet è diventato un canale alternativo di distribuzione, la
fruizione ha iniziato a svincolarsi dalla logica del palinsesto, cioè di un’offerta oraria predeterminata
dall’emittente; con la diffusione sul telefono di era acquistata un’indipendenza dalla postazione domestica
pur mantenendo una fruizione concentrata e coinvolgente tipica della tv.
Così ha preso forma una ‘’televisione’’ senza televisione, dove tempo e spazio sono intercambiabili.
Guardare prodotti audiovisivi è diventata un’esperienza molto più diffusa e senza vincoli spazio-temporali:
i generi hanno iniziato ad adattarsi mentre per i formati produttivi si è sentita l’esigenza di realizzare
programmi dalla durata ridotta in grado di essere fruiti nei ritagli di tempo; per essere visibili sui cellulari
è indispensabile che il formato visivo tenga in considerazione le ridotte dimensioni degli schemi.
Proprio per intrattenere questa nuova dimensione fruitiva, le televisioni generaliste ‘’ritagliano’’ i loro
programmi tradizionali in spezzoni brevi che posso circolare nel web ed essere condivisi sui social
network.
Un caso interessante di trasformazione dovuta ai nuovi media è relativo alle news: la disponibilità
temporale illimitata offerta dai nuovi dispositivi consente al pubblico un atteggiamento costante sui fatti,
in tempo reale.
Inoltre, le news hanno un’elevata flessibilità dal punto di vista del formato audiovideo: si può essere
esaustivi anche sul display di un telefonino. Il servizio giornalistico ricorre più al testo verbale – scritto o
orale – che non alle immagini, a meno che non siano significative; la novità rappresentata dalla tv via
smartphone offre un vantaggio decisivo rispetto al vecchio modo di essere aggiornati.
La diffusione su internet di piattaforme - dette UCG (user generated content) come YouTube, formate
da contenuti generati dagli utenti – ha creato un nuovo modo di creare e fruire contenuti audiovisivi.
Infatti negli ultimi 10/15 anni un’enorme quantità di video realizzati da persone comuni hanno invaso la
rete.
Ci sono adattamenti di generi della tv tradizionale quali le candid camera, sketch comici o parodie di altri
prodotti mediali; alcuni traggono spunto da altri ambiti come il gaming, popolare su Twitch, in cui
giocatori di videogame si filmano mentre giocano e allo stesso tempo commentano le loro partire, o i
video musicali e le coreografie su TikTok; infine, ci sono i tutorial, versioni filmate di quanto contenuto nei
manuali di istruzione o i vlog, che trasformano in video il blog, a sua volta versione web diario.
Si tratta di un fenomeno esteso in termini di video e visualizzazioni, si moltiplicano a dismisura grazie al
rilancio continuo che viene fatto di questi contenuti da parte dei social network. I prodotti nati per le
piattaforme UCG sono caratterizzati dalla presenza di modalità produttive e distributive industriali.
Se nel nuovo millennio ci si confronta con i nuovi assetti tecnologici, produttivi e distributivi, la televisione
‘’tradizionale’’ sta reagendo trasformandosi e adattandosi al nuovo contesto. Stanno mutando le tipologie
di canali presenti sul mercato che sempre più si stanno segmentando secondo la divisione free tv/pay tv.
Ormai esistono generi televisivi che trovano esclusivamente sulla pay tv a causa degli alti costi per
l’acquisizione dei diritti che può essere remunerata solo attraverso abbonamenti (pay per view).
Si tratta di contenuti di acquisto non nati per la televisione, ma adatti a un consumo ‘’episodico’’, che non
richiedono fedeltà quotidiana nell’ascolto e quindi non funzionano secondo il modello produttivo-fruitivo
della serialità. Alle tv generaliste resta il predominio sui prodotti ideati e realizzati per i propri canali,
pensati per target: i generi principe della tv generalista diventano intrattenimento e fiction; proprio
attraverso la produzione in serie i costi sia economici e sia creativi possono diventare sostenibili.
Comune sia alle pay tv che alle tv gratuite è l’informazione, ovviamente adattata alle due piattaforme.
o TV GENERALISTA: l’informazione si presenta come momento di scansione del tempo del
palinsesto; le giornate si organizzano intorno agli appuntamenti con i telegiornali.
Le news si presentano a orari fissi e divengono appuntamenti imperdibili per milioni di persone, al
fine di informare su ciò che accade nel mondo.
o PAY TV: assume la forma di flusso di notizie in onda 24h su 24 su canali dedicati.
L’informazione è sempre disponibile e costantemente aggiornata ed entra in competizione con i
siti internet di news che funzionano facendo leva sulla possibilità di un aggiornamento in tempo
reale.
La situazione della televisione alle prese con la pandemia causata dal Covid-19 che ha rivoluzionato il
modo di realizzare i programmi, ha dato origine a due reazioni da parte dei produttori:
1. Sospensione dei programmi, soprattutto dei grandi show, in attesa si un ritorno alla normalità.

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2. Ricerca di nuovi modi creativi per contemperare le esigenze degli show con quelle della sicurezze.
Si è dato così spazio ai collegamenti in streaming, oppure si sono adottati sistemi virtuali per simulare la
presenza degli spettatori in studio.
Nel campo della fiction, vista la chiusura sei set, sono state sviluppate serie tv realizzate a basso costo
direttamente dagli attori nelle loro case (‘’la mia jungla’’ RAI 1 PLAY, 2020).

CAPITOLO 3
LA MAPPA DEI GENERI TELEVISIVI
3.1 ORIGINE E DESTINAZIONE DEI PROGRAMMI TELEVISIVI
All’interno di un palinsesto si susseguono numerose tipologie di programmi. Partiamo da una
macrodistinzione relativa all’origine dei prodotti:
 Programmi non prodotti appositamente per la tv: il cinema, con grande prevalenza di quello
narrativo, ha al suo interno un’ampia segmentazione di generi che sono alla base delle
suddivisioni operate in seno alla televisione.
 Programmi prodotti per la tv: tutto il resto dei programmi presenti nel palinsesto, vanno
considerate le riprese dirette di eventi extratelevisivi, in quanto, esistono solo perché la
televisione ne cura le riprese.
Questa macrodistinzione presenta eccezioni: pensiamo a prodotti televisivi distribuiti nelle sale
cinematografiche o prodotti in origine pensanti per il grande schermo che non sono diffusi nelle sale
cinematografiche ma arrivano direttamente in televisione.

3.2 GENERI EXTRATELEVISIVI, PROMOZIONE E PUBBLICITÀ


3.2.1 IL CINEMA
La prima macrodistinzione riguarda l’origine produttiva e distributiva dei programmi. I film destinati al
grande schermo sono prodotti che conviene rimandare in termini di collocazione in un’ideale mappatura
dei generi e a un luogo a sé stante.
Il modo del cinema ha costruito una complessa griglia di generi che ha sviluppato lungo il suo secolo di
vita traendo spunto dai generi letterari popolari preesistenti e nello stesso tempo ha costituito un modello
per la successiva strutturazione del sistema dei generi della fiction televisiva.
Elenco di generi consolidati nella storia del cinema:
 Musical
 Western
 Avventura e fantasy
 Commedia (sentimentalmente, familiare, di costume ecc)
 Drammatico e mèlo
 Thriller e horror
 Poliziesco, action, giallo e spionaggio
 Comico
 Storico, letterario
 Fantascienza
 Cartoon
3.2.2 VIDEOCLIP E TRAILER
I palinsesti presentano altri prodotti: come i trailer dei film, che sono promozionali a questi ultimi, ma
realizzati per andare in onda sia nelle sale cinematografiche sia in televisione.
I videoclip musicali: si tratta di filmati che dalla fine degli anni Settanta accompagnano le canzoni di
musica leggera più diffuse sul mercato discografico. Sono brevi produzioni di alto valore produttivo e
creativo, che hanno una finalità promozionale nei confronti degli album ma che sono anche l’ingrediente
fondamentale dei palinsesti delle reti tematiche musicali.
Hanno acquisito una grande varietà di formule espressive: da quelli orientati verso la narrazione a quelli
evocativi o di performance dei musicisti. Sono produzione audiovisiva più fertili in termini di innovazione e
hanno una notevole influenza sul linguaggio televisivo in generale.

3.2.3 LA PUBBLICITÀ E L’AUTOPROMOZIONE


Due tra le componenti più importanti del palinsesto, in termine di tempo, sono la prubblicità dei prodotti e
servizi esterni e la promozione dei programmi delle stesse emittenti: si tratta di prodotti televisivi a pieno
titolo che rivestono uno statuto peculiare che rende opportuna una trattazione a parte.
La pubblicità si è sviluppata in forme diverse nella storia della televisione italiana. I primi esempi sono
all’interno di CAROSELLO (canale nazionale, 1957), tipico esempio di comunicazione commerciale
dell’epoca monopolistica: erano filmati di durata considerevole (3 min. Circa), in cui la parte
promozionale con la citazione della marca e del prodotto era confermata negli ultimi 30 secondi, al
termine di un breve sketch comico interpretato da celebri attori e protagonisti del cinema, del teatro o
della musica leggera.
A partire dalla seconda metà degli anni Settanta i messaggi diventano sempre più brevi (=diventeranno
spot) e una vera e propria punteggiatura costante della programmazione televisiva. La brevità della
comunicazione rende gli spot pubblicitari un laboratorio interessante per la sperimentazione di nuovi
linguaggi.

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La ricerca di nuove formule per poter rispondere esigenze degli investitori pubblicitari porta all’ideazione
di nuovi formati quali:
 TELEPROMOZIONE è lo spazio pubblicitario interno a un programma in cui vengono presentati
prodotti o servizi, spesso dagli stessi conduttori.
 TELEVENDITA è un programma commerciale durante il quale vengono proposti i prodotti o i
servizi di un’azienda al pubblico che li può acquistare per via telefonica.
 BILLBOARD PUBBLICITARIO invito all’ascolto o ringraziamento che viene inserito in testa o in
cosa ad un programma.
 DIARIO messaggio pubblicitario breve (5 sec) posizionato il testa al break, programmato in
moduli quotidiani.
L’autopromozione ha ripreso dagli spot pubblicitari la brevità della comunicazione e dai trailer
cinematografici le modalità di presentazione dei prodotti. Tra le varie tipologie di promo ricordiamo
EVOCATIVI realizzati solo con immagini e musica, dedicati al lancio di nuovi programmi; i promo DI
MANTENIMENTO che servono a mantenere gli ascolti; i BACKSTAGE realizzati per lanciare le nuove fiction,
mostrando le fasi di lavorazione e le interviste ai protagonisti.

3.3 GENERI, FORMAT E FORMATI


GENERE: ha ≠ sfumature di significato e riunisce in sé un complesso reticolo di declinazioni stratificate e
sedimentarie dall’uso e dalla riflessione teorica, il rischio è che si trasformi in un’etichetta troppo vaga per
essere efficace. Per chi fa televisione è importante avere le idee chiare e potersi appoggiare a elementi
certi che non possano essere contestati da interpretazioni divergenti; a fianco delle etichette di genere
sottoposte a modifiche e revisioni, sono presenti delle precise categorizzazioni determinate da
caratteristiche oggettivamente misurabili e descrivibili che identificano il FORMATO.
A definire un programma in termini di formato saranno elementi come la durata, il numero di episodi, i
modelli produttivi.
A fianco del forato, dagli anni ’90 in poi si definisce la nozione di FORMAT: si tratta di uno schema di
programma che viene commercializzato sui mercati internazionali, corredato di tutta una serie di info
riguardanti la possibile collocazione in palinsesto, le strategie promozionali ecc.
Possono essere commercializzati materiali audiovisivi utilizzabili nelle varie edizioni (grafiche, video ecc.).
Il format è uno schema che permette la realizzazione di un programma nei più diversi contesti televisivi,
ma soprattutto è un prodotto commercializzabile, un modo per chi sviluppa programmi televisivi di
proteggere legalmente e far fruttare economicamente un’idea vincente.
La grande diffusione dei format nella televisione nasce dalla possibilità per le emittenti di realizzazione di
nuovi programmi, potendo sfruttare l’esperienza pregressa compiuta dal fornitore del format in altri paesi;
l’acquisizione dei format prevede lavoro di adattamento, che serve a rendere più vicino alla sensibilità e
alla cultura di ogni ogni nazione il prodotto acquistato.
 GENERE si riferisce alle caratteristiche comunicative di un programma
 FORMATO è legato al versante produttivo-distributivo
 FORMAT concetto che nasce per tutelare il diritto d’autore delle idee di un programma e per
permetterne una commercializzazione.

3.4 I PROGRAMMI PRODOTTI PER LA TV: LE 4 MACROAREE


Tra i programmi televisivi 4 macroaree che derivano dall’osservazione delle routine produttive e
distributive, dal rapporto stabilito con il pubblico, dalle funzioni svolte all’interno del sistema televisivo,
dalle caratteristiche di contenuto e forma.
Le 4 aree corrispondono ad altrettante etichette, concentrata su un aspetto differente:
1. FICTION sulla presenza di una forma di racconto
2. INTRATTENIMENTO sulla funzione che deve svolgere, quella legata al divertimento
3. INFORMAZIONE sul rapporto diretto che dovrebbe consentire con la realtà extratelevisiva
4. CULTURA-EDUCAZIONE sulla funzione sociale che assolve e sui contenuti.
Ognuna di queste categorie rappresenta la sedimentazione, di una seria di caratteristiche produttivo-
formali, sociali che di fatto ormai sono diventate punti fermi. Tali aree sono suddivise in:
 Produttivo- formali: tempi (durata, frequenza di emissione, collocazione in palinsesto,
trasmissione diretta o registrata); spazi (luoghi di ripresa, organizzazione scenica); attori implicati
(professionisti, esperti, ospiti, pubblico, persone comuni); stili registi - estetici (luci, stili di regia);
caratteristiche estetiche (design, abbigliamento).
 Di contenuto: argomenti trattati, modalità di trattamento (ironia, oggettività, emotività ecc);
modalità dell’ argomentazione (dibattito, ricostruzione finzionale).
 Funzione sociale: intrattenere, educare, informare.
 Relazione con lo spettatore: passioni suscitate (suspense, tensioni, divertimento); modalità di
coinvolgimento (tipo di interazione, reale o simulata).

GENERI E GLOBALIZZAZIONE
Molti generi sono identificati da termini inglesi: si tratta del frutto di una permeabilità tra i sistemi televisivi di tutto il
mondo. I palinsesti delle tv dei vari paesi sono costruiti su programmazioni analoghe, basate su prodotti meno legati alla
nazione di origine e sempre di più articolati su fiction acquistate o imperniati su idee provenienti da altri paesi, su format
adattati e su contenuti transnazionali, in un melting pot di idee e stimoli. Lo sviluppo dello scambio commerciale di singoli
programmi e di format ha reso necessaria una codificazione delle caratteristiche e delle formule dei vari generi e
sottogeneri e un omogeneizzazione a livello internazionale dei formati distributivi: ad esempio la distribuzione dal punto di
vista commerciale delle serie tv è il loro confezionamento in pacchetti da 14-14 episodi, adatto a coprire le necessità di
programmazione di una stagione televisiva.

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3.4.1 LA FICTION
È il macrogenere del racconto audiovisivo; viene creato un mondo di fantasia in cui personaggi e vicende
sono visti dall’esterno, da una quarta parete inesistente dietro cui sta la macchina da presa; non viene
costruita una relazione con lo spettatore, anzi lo sguardo in macchina è vietato in quando fa cadere il
principio di verosimiglianza.
Per quanto riguarda il tempo, è scandito dalle regole della narrazione con eclissi, flashback o flash-
forward.
È realizzata in spazi costruiti ad hoc o esterni, ma con l’occultamento degli apparati di ripresa; gli attori
sono professionisti.
Gli stili di regia e le caratteristiche estetiche sono desunti dal cinema ma con alcune specificità di
sottogeneri.
Gli stili di regia e le caratteristiche estetiche sono seduti dal cinema e anche dai sottogeneri. A livello di
contenuto, domina la forma del racconto audiovisivo, con tutte le varianti appartenute prima alla fiction
letteraria, poi a quella cinematografica; all’interno rientrano fiction a cartoni animanti che ha come
carattere distintivo solo la differente natura del profilmico: in questo caso disegni o elaborazioni grafiche,
rispetto a spazi realmente esistenti e attori in carne ed ossa. La fiction fonda la sua specificità sulla
presenza di un’istanza narrativa.

3.4.2 L’INTRATTENIMENTO
Si tratta di un’etichetta di genere che comprende una gamma di programmi caratterizzati da una grande
rapidità di ibridazione e di innovazione. Caratteristiche principali:
o I programmi di intrattenimento dal punto di vista temporale possono essere sia in diretta sia
registrati;
o Gli spazi utilizzati sono in prevalenza stridì televisivi attrezzati, mostrati e dichiarati come tali;
o I protagonisti possono essere molteplici ma solitamente è presente un conduttore, una figura
riconducibile all’istituzione televisiva;
o Caratteristiche estetico-formali (scenografie, luci, stili di ripresa ecc) hanno la prevalenza di una
schema scenico, in cui lo spazio visibile è organizzato secondo la divisione teatrale tra luogo
destinato al pubblico presente.
o Il tipo di relazione che i programmi instaurano con il pubblico: a differenza della fiction dove, gli
attori non guardano in camera per non far infrangere l’illusione dello spettatore di assistere a
qualcosa che avviene indipendentemente dalla presenza di una macchina da presa, nei
programmi di intrattenimento si cerca il contatto con il pubblico attraverso il coinvolgimento
diretto dello spettatore dal parte del conduttore.
Per quanto riguarda il contenuto prevalgono le forme di divertimento/spettacolo nelle sue modalità più
diverse, dalle performance musicali o comiche al gioco; rientrano la spettacolarizzazione di momenti della
vita quotidiana attraverso la discussione/dibattito (talk show) o la costruzione di meccanismi in grado di
mostrarla inserendola all’interno di schemi fissi.
L’intrattenimento si caratterizza per la sua finalità immediata, ottenuta attraverso una
grande varietà di mezzi espressivi.

3.4.3 L’INFORMAZIONE
È quel settore della comunicazione televisiva che offre al pubblico ricostruzioni, racconti, analisi e
interpretazioni di ciò che accade nel mondo.
Si tratta di mettere in opera una serie di strategie comunicative allo scopo di garantire la verità di ciò che
si sta trasmettendo. A caratterizzare l’informazione sono ≠ elementi:
o A livello di tempo: la prevalenza diretta come garanzia della ‘’presa’’ sulla realtà; lo spazio
dell’info è dato dalla dialettica tra l’intento dello studio e il mondo esterno; gli attori
dell’informazione sono giornalisti che coordinano tutti gli altri soggetti coinvolti.
o Caratteristiche registico-estetiche: al servizio della creazione di un effetto di verità: stili di
ripresa, scenografie degli studi, utilizzo di grafiche; questi sono elementi che cercano di
carattere chiarezza.
o Le modalità di argomentazione: sono molteplici, se l’informazione è caratterizzata da un certo
distacco, in modo che le notizie arrivino al telespettatore in maniera oggettiva, sono presenti
altre modalità discorsive che mirano a un maggiore coinvolgimento emotivo. Come reportage,
notizie TG vanno alla ricerca di un contatto più personale tra la fonte informativa e il pubblico: il
giornalista o il conduttore del TG si rivolge direttamente allo spettatore, guardandolo negli occhi
sia per garantire la verità sia per evocare tensione, paura ed entusiasmo.
Il carattere fondamentale dell’informazione è la specifica funzione sociale che deriva dal
contenuto dei programmi.

3.4.4 LA CULTURA-EDUCAZIONE
Fanno parte i programmi che:
o Hanno come argomento temi come arte, letteratura, storia, geografia, scienza e tecnologia.
o Per la loro costruzione non sono vincolati ad una messa in onda immediata e ne fanno parte
anche documentari, inchieste, ricostruzioni, dibattiti che possono essere replicati e costruire un
prodotto da magazzino.

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o Per i parametri di tempo, spazi, attori, stili registici, argomentazione che tendono a collegarsi tutti
al genere informativo.
Gli elementi fondamentali sono la funzione presupposta (educativa) e i contenuti proposti.

3.5 LE CONTAMINAZIONI DI GENERE


Con la distinzione tra prodotti di extratelevisivi e prodotti per la televisione non abbiamo delineato una
mappa definitiva delle possibili declinazioni dei generi televisivi: infatti il proliferare di emittenti e case di
produzione, fa sì che dai modelli di genere si tragga spunto per superarne gli schemi.
I palinsesti delle televisioni vivono quindi in equilibrio tra un menu di proposte riconducibili ai generi
tradizionali, che rappresentano l’incontro tra pubblico ed emittente, che, vista l’inevitabile difficoltà
nell’ideare nuove formule all’interno dei generi classici, provano sempre più spesso a ‘’giocare’’ con le
regole di genere.
Intervenire sulle regole di genere, andando a intaccare il sistema di attese e predisposizioni, è
un’operazione che crea disorientamento e perciò anche rischi di insuccesso, in particolare tra gli
spettatori più tradizionaliste e maturi.
La tv generelista è un mezzo di comunicazione che deve cercare per quanto possibile un largo riscontro di
pubblico, abbracciando diverse fasce di età e persone di varia estrazione socioculturale, l’equilibrio tra i
tradizionali generi e le possibili innovazioni è giocato con grande attenzione, per non incrinare e perdere
spettatori e consenso.
Gli spostamenti dei confini di genere sono testati all’interno di palinsesti proposti con grande cautela e
dopo prolungate fasi di studi e ricerca.
Quali sono le possibili forme di rielaborazione e rimodellamento dei generi?
 Innesti = Si tratta di prendere una o più caratteristiche fondamentali di un genere e intestarle su
un programma per altri versi riconducibile a un altro genere. Per esempio ‘’Celebrity hunted:
Caccia all’uomo’’ (Amazon prime 2020) in cui 8 concorrenti famosi devono rendersi irreperibili
per 14 giorni. Non a caso le regole del programma, la presenza di celebrità come protagonisti e di
una minitroupe che segue i fuggitivi e gli inseguitori in ogni spostamento, sono caratteristiche
tipiche del reality; mentre il montaggio, musiche, scenografie, linguaggio funzionale appartiene
alle serie action.
 Adattamenti = si tratta di prendere un programma con tutte le sue caratteristiche di genere e di
adattarlo a un contenuto differente. Un esempio è la nascita dei telegiornali specializzati o
addirittura di quelli satirici: il più celebre di questi è ‘’striscia la notizia’’, in quanto riscrive
chiaramente la fisionomia inserendo elementi appartenenti al varietà musicale e comico.
 Ibridazioni = creano programmi che mescolano in modo paritario elementi appartenenti a un
genere consolidato con elementi legati ad litri generi. Pensiamo a programma etichettati come
infotainment (‘’live- non è la D’Urso, canale 5, 2019) o docudrama (‘’the last dance’’, Netflix
2020), in cui i generi di partenza si confondono e sovrappongono in modo da rendere impossibile
definire quale sia il genere dominante.

CAPITOLO 4
LA FICTION
4.1 CRITERI PER UNA SEGMENTAZIONE
Parliamo dei generi attualmente presenti nei palinsesti della tv. Per ognuna delle macroaree
individueremo alcuni caratteri fondamentali:
 FICTION si caratterizza per la presenza di una forma di racconto, scandito da eventi e passioni
previste e preordinate da una sceneggiatura. Rientrano in questa categoria i cartoni animati,
incentrati su modelli narrativi non distanti dalla fiction tradizionale.
Tutte queste caratteristiche fondamentali, all’interno della macroarea, ne derivano:
 Formato e modello di serialità
 Genere narrativo
All’interno ha diverse formule relative a:
 Suddivisione del racconto in unità temporali definitive: si tratta dei formati temporali relativi alla
durata compressiva del programma.
 Forme di continuità tra ≠ episodi: da una continuità assoluta a una forte discontinuità.

 NARRATIVO consolidato dal cinema e dalla narrative.


 Mondo rappresentato: la distinzione si basa sul luogo e sul tempo in cui sono ambientate le
vicende narrate (western, fantascienza, poliziesco).
 Tipo di coinvolgimento dello spettatore: si distingue in relazione agli effetti emotivi, che il
programma vuole suscitare nello spettatore (horror, thriller, comico)
 Tonalità della narrazione: modalità con cui il testo presenta le proprie situazioni; è la nozione più
sfuggente, in grado di sovrapporsi a tutte le altre, ed è esemplificabile nelle etichette di
commedia, drammatico e melodrammatico.
I generi della fiction intrecciano i 2 criteri nelle varie etichette che la storia della tv ha via via consolidato.
LA FICTION RAPPRESENTA LA TIPOLOGIA DI PRODOTTO TELEVISIVO CHE PIU’ FACILMENTE PUÒ VIAGGIARE
TRA I VARI PAESI.

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4.2 I FORMATI DELLA FICTION
Partiamo dalle forme di serialità possibili. Per quanto riguarda il numero di parti (episodi o puntate) ci
troviamo di fronte a possibilità ampie.

4.2.1 FILM PER LA TV (TV MOVIE)


Si tratta di prodotti assimilabili ai film per il grande schermo, con la differenza di essere realizzati per una
programmazione televisiva. Essi sono organizzati dal punto di vista dei contenuti in modo tale da
costituire prodotti a sé stanti, senza prevedere richiami ad altri episodi: spesso si creano collection in cui i
diversi elementi si richiamano reciprocamente, in termini di ottimizzazione delle risorse riproduttive e di
possibilità di costruire un richiamo promozionale.
I legami all’interno della collection sono di vario genere: ad esempio ‘’c’era una volta Vigata’’ (RAI 1,
2018) la continuità tra tv movie è rappresentata dalla derivazione da romanzi di Andrea Camilleri; mentre
nella tedesca ‘’Rosamunde Pilcher’’ (CANALE 5, 1995) è il nome dell’autrice dei romanzi da cui sono tratti
i tv movie a instaurare una continuità che rimanda al contenuto sentimentale dei vari pezzi.
Una connessione tematica è invece quella che lega 4 film della collection ‘’Liberi sognatori’’ (CANALE 5,
2018) si tratta di biografie dedicati a 4 personaggi della cronaca recente italiana accomunati
dall’avvertenza sacrificato la loro vita combattendo contro le mafie.
Il caso delle due collection ‘’Crimini’’ (RAI 2,2006 e 2010), composte da 8 tv movie ciascuna di genere
giallo/thriller scritte da famosi giallisti italiani e legate alla pubblicazione di due libri.
Altre volte le collection viene costituita dalle reti che trasmettono i tv movie. Ad esempio ‘’Nel segno del
giallo’’, 1992, creando una continuità tra tv movie di genere giallo/thriller di diversa provenienza e
fattura.
Al confine tra la collection di tv movie e la serie con eroe ricorrente, vi sono casi come quello del
‘’Commissario Montalbano’’ visto il successo ottenuto, ha preso via via una dimensione più seriale.
Questa formula è utilizzata in diversi paesi per testare le potenzialità di un prodotto: si tratta di
sperimentare la formula di una serie lunga attraverso la realizzazione di un tv movie pilota, per ridurre i
rischi insiti nel mettere in cantiere i numerosi episodi di una nuova serie.
Negli Stati Uniti i cosiddetti ‘’piloti’’ non siamo ritenuti meritevoli di dare il via alla produzione dell’intera
serie dai responsabili delle reti – con il supporto di test marketing effettuati su campioni di pubblico
selezionati – non vengono messi in onda; in Europa gli episodi pilota vengono testati attraverso la messa
in onda. Questa differenza è dovuta da dimensioni economiche del sistema televisivo americano che
possono assorbire i costi di produzione di tanti episodi pilota ogni anno.
In Italia questa pratica si era diffusa alcuni anni fa, mentre negli ultimi anni è ancora utilizzata in altri
paesi europei come la Francia: un esempio è il tv movie giallo ‘’ Le voyageur’’ che è stato sviluppato in
serie.
L’industria televisiva tende inoltre a sfruttare al massimo i successi realizzati e quindi si moltiplicano i casi
da cui un film pensato come pezzo unico, si trae spunto per una serie.
Il film, perciò, può diventare il prototipo o l’ispirazione per altri tv movie. Caso particolare è la miniserie, è
la riduzione di quest’ultima in un’unica puntata: spesso ciò accade in occasione si repliche della miniserie
originale, che per ragioni di spazio nei palinsesti, e a volte anche rinnovare il prodotto attraverso un
montaggio più breve ed efficace della miniserie in partenza, vengono assembrate in un unico film (es.
‘’Giovanni Falcone’’ trasmesso in un’unica serata).

4.2.2 MINISERIE (MINISERIES)


Si tratta di un film per la tv diviso in più parti. Questo formato è caratterizzato da un’unica storia
principale che mantiene un’unità narrativa dall’inizio alla fine. La fiction italiana pratica da molti anni, con
successo, questo formato che riassume al suo interno quella forma tipica della produzione italiana che è
stata la sceneggiatura. Quest’ultima, spesso di derivazione letteraria o ispirato alla vita di personaggi
celebri, era articolata in un numero anche elevato di parti, che la rende un prodotto progettato
appositamente sulle scansioni della programmazione televisiva. Tale suddivisione può essere effettuata a
posteriori o a priori, ognuno dei quali strettamente collegato agli altri, ma dotato di una propria
autonomia.
La miniserie è stata uno dei formati più diffusi nella televisione italiana tra il 2000 e il 2010 per due
motivi:
 Dal punto di vista produttivo: consente la valorizzazione dell’investimento economico sostenuto,
in quanto il costo dell’intero viene ammortizzato in due serate di programmazione; permette alla
tv di realizzar3e opere molto costose e quindi di trattare soggetti di particolare impegno
produttivo con mezzi adeguati e impiego di attori di particolare richiamo;
 Dal punto di vista del palinsesto: il maggior valore produttivo e la possibilità di raccontare storie
meno legate alla quotidianità rappresentano per i palinsesti delle televisioni generaliste occasioni
importanti per ‘’illuminare’’ la programmazione; inoltre la scansione in due parti ha anche un
forte valore nella ‘’tattica’’ della controprogrammazione delle reti, la seconda parte di una
miniserie riesce a mantenere lo stesso pubblico della prima e anzi incrementarlo di ascolti sicuri e
in crescita tra prima e seconda parte per difendersi o attaccare le altre reti.
Oltre a vantaggi economici-produttivi, la miniserie, permette a scrittori e registi di affrontare temi e
soggetti altrimenti difficilmente trattabili. Pensiamo ai biopic di grandi personaggi della storia, ricchi di
avvenimenti da rendere migliore la narrazione, oppure agli adattamenti da testi letterari.

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In questi ultimi anni, i confini tra miniserie e serie si stanno assottigliando, in quanto il classico formato
italiano articolato in due serate da 100 minuti sta lasciando spazio a formati più estesi, per titoli dotati di
una forte riconoscibilità appunto i biopic e agli adattamenti letterari o i remake o robot di opere
cinematografiche o televisive del passato. Addiritttura personaggi reali come ‘’The crown’’ e ‘’Narcos’’
(Netflix 2015), ma si sono prolungate in più stagioni, assumendo un andattamento più vicino alla serie tv.
Anche in Italia si è diffusa la miniserie divise in episodi da 50 minuti, visto che molte di esse sono
coproduzioni con partner esteri. Tra queste ricordiamo ‘’I Medici’’ (RAI 1, 2016) sulla scia di altre saghe
come ‘’I Borgia’’. Un caso particolare è quello di ‘’Gomorra’’ o ‘’Suburra’’ che hanno sviluppato una
narrazione via via sempre più autonoma rispetto al testo di partenza.

4.2.3 SERIE (SERIES)


Si tratta del formato più frequente e presenta innumerevoli varianti. Ha una misura temporale standard,
prevede una formula narrativa data da elementi ricorrenti e altri variabili. Nel tempo della serie
americana si è evoluta e ha mutato la sua struttura di base: mentre nelle serie degli anni ’60 e ’80 gli
elementi ricorrenti erano immutabili nelle loro caratteristiche psicologiche e nelle relazioni fra loro (es. ‘’il
tenente Colombo’’ RAI 2, 1977).
A partire dagli anni ’90 si è via via accresciuto lo spazio dedicato all’evoluzione dei personaggi e
soprattutto alle loro relazioni (pensiamo ‘’Squadra antimafia’’. CANALE 5, 2009 o ‘’ Le regole del delitto
perfetto’’ RAI 2, 2016: tutti coinvolti in situazioni sentimentali o familiari).
L’approfondimento delle dinamiche personali fa si che negli Stati Uniti i prodotti di questo tipo vengano
designati anche con il termine di DRAMA.
In Italia lo sviluppo della serie è peculiare: ribattezzata come TELEFILM, ha attraversato una storia
complessa a favore di formule consolidate a livello internazionale.
Il formato standard americano, ci riferiamo ai network commerciali, prevede una serie formata da circa 13
episodi dalla durata lorda di 1h, quindi, effettivamente senza pubblicità in mezzo dura 45-50 minuti; nel
passato si praticava il formato di 30 minuti dando inizio alla sitcom.
Tale formato è coerente co la strutturazione dell’offerta dei palinsesti televisivi americani, su una
scansione oraria di mezz’ora e dei suoi multipli: in italia e in altri paesi europei la storia dell’offerta
televisiva ha imposto scansioni differenti. Per le auditel il prime time italiano è rappresentato dalla fascia
oraria che va dalle 20:30 alle 22:30; tuttavia all’inizio degli anni 2000 l’evoluzione dei palinsesti ha
portato una dilatazione di questa fascia, fino alle 23, attraverso un allungamento dei programmi destinati
in prima serata. Da qui la necessità di presentare 2 episodi della stessa serie o invece di produrre prodotti
di durata doppia.
La strada percorsa in Italia è stata, per lungo tempo, quella di produrre episodi da 90 minuti netti,
privilegiando le necessità di palinsesti nazionali, a scapito della commercializzazione dei prodotti
all’estero; alla fine degli anni ’90 si è sperimentata la produzione con formato standard da 50 minuti,
segue lo stesso destino dei prodotti americani o tedeschi, co, l’offerta di 2 episodi da 50 minuti.
La questione della durata porta con sé implicazioni in termini di ideazione e scrittura della serie. Questo
modello di prodotto vede una struttura differente. Si parla di serie all’italiana caratterizzata dalla presenza
di un protagonista unico, dall’articolazione in 6-8 episodi da 90 minuti, in cui si mescola la struttura della
serie classica con un elemento della miniserie e della cinematografia, cioè la presenza di un racconto
costruito su un arco narrativo che va a concludersi al termine delle 6-8 puntate. Per esempio ‘’I liceali’’ in
cui il professore affronta un percorso narrativo articolato sul trasferimento a Roma dalla provincia
ciociara, il suo difficile inserimento in un liceo e un nuovo amore per una collega.
La differente durata degli episodi (50 e 90 min) crea differenze in termini di scrittura del programma: la
durata ridotta degli episodi costringe a un maggiore ritmo della costruzione delle storie, obbliga ad
affrontare vicende complesse in modo sbrigativo. Se pensiamo ai gialli e ai polizieschi, il formato da 50
min spesso non dà la possibilità, come quello da 90, di costruire storie molto articolate e dettagliate. Le
serie americane sono più veloci e quelle italiane lasciano spazio ad elementi di colore e costumi.

4.2.4 SERIAL
Formula narrativa aperta, in cui la conclusione di ogni puntata rimanda a quella successiva. Il numero di
ogni puntata rimanda a quella successiva. Il numero di puntate in cui si articolano i serial può variare,
anche la durata di ogni puntata; in Italia per esempio ‘’incantesimo’’ RAI 2, 1998, ha più di 200 episodi da
un’ora o come ‘’Le 3 rose di Eva’’ (canale 5, 2012) giunto a 50 episodi. All’interno possiamo far rientrare
due formati.
A. SOAP OPERA O SERIAL DRAMA: è derivazione del feuilleton ottocentesco dal punto di vista
della costruzione narrativa e anche dei contenuti, e si è dimostrata un perfetto esempio di
prodotto per la televisione. La soap opera dimostra la funzione del genere nell’industria
culturale. Nasce da un’intuizione della Procter & Gamble, azienda leader nel campo di
detersivi e saponi, che diventa produttore di ‘’The guiding light’’. L’interesse dell’azienda era
dato dalla possibilità di fidelizzare il pubblico alle vicende raccontate quotidianamente e
grazie a questo meccanismo garantire vendite costanti dei propri prodotti che comparivano
come sponsor del programma. Il target di tale categoria sono i responsabili d’acquisto quindi
casalinghe, donne ecc. per questo viene identificato come un programma che deve
interessare prioritariamente tale segmento di pubblico. Per raggiungere l’obiettivo, questo
sottogenere e della fiction fa riferimento a forme e contenuti tipi della letteratura rosa. Il
genere narrativo sentimentale è allo stesso tempo il mezzo per arrivare a un determinato

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target e una condizione imposta dalle necessità produttive. Dover approvvigionare i palinsesti
di una puntata di soap al giorno costringe a scelte produttive e di contenuto obbligate: per
realizzare il programma è necessario che storie e personaggi siano adatti a questo scopo. Per
mantenere il ritmo produttivo e i costi di produzione competitivi, si devono ridurre le scene
con molte comparse e le riprese in esterni, e concentrarsi sui primi piani dei protagonisti. La
necessità di girare scene di dialogo in primo piano obbliga a scrivere storie in cui siano
prevalenti le relazioni tra personaggi rispetto alle azioni. Le esigenze economico-produttive
richiedono di girare in interni e con primi piani; di qui derivano gli intrecci sentimentali, graditi
al pubblico femminile. Con la soap appare evidente come nell’industria culturale non è facile
individuare se sia più rilevante l’aspetto economico, produttivo, i contenuti del programma o il
pubblico perché ognuno di questi elementi entra in gioco. Tra le daytime soap possiamo
distinguere 3 declinazioni:
 Quella americana, ‘’Beautiful’’ (RAI 2, 1990) in cui prevalgono gli intrecci sentimentali,
l’ambientazione sociale delle classi medio-alte.
 Quella inglese, ‘’Coronation Street’’ (1960) in cui si pone maggiore attenzione alle problematiche
sociali, mostrano ruvidezza nel linguaggio e un’ambientazione negli strati medio-bassi della
società inglese.
 Quella australiana, ‘’Un posto al sole’’ o ‘’Centrovetrine’’, si pone tra il modello statunitense e
inglese , in cui è più vicina alla realtà social ed evita le eccessive asprezze in un’ambientazione
popolare.

B. TELENOVELA: rappresenta il genere per antonomasia della tv centro e sudamericana che è


riuscita a caricare i confini continentali e a diffondersi in tutto il mondo (es: ‘’la donna del
mistero’’ o ‘’terra nostra’’). Questo genere si differenzia per la presenza di un arco narrativo
che prevede un fine. Collegato al fatto che ci sia una conclusione, esiste un personaggio
principale la cui vicenda si sviluppa lungo tutte le puntate, accompagnata e inframmezzata da
un numero di sottotrame. Nei paesi dell’America Latina alla fine degli anni ’90 si assiste allo
sviluppo di una nuova linea editoriale che adegua il meccanismo narrativo e produttivo della
telenovela a contenuti adatti ad un pubblico di teenager: ‘’Violetta’’.

Oltre alle soap opera e alle telenovelas esistono i SERIAL destinati al prime time: pur condividendo con le
soap il modello a narrazione aperta, si distinguono da queste per il maggiore impegno produttivo che li
porta a essere definiti ‘’supersoap’’. A differenziarli sono i contenuti perché non sono riconducibili sono al
pentimento; per esempio ‘’Segreti di twin peaks’’ serial noir-parapsicologico, evento televisivo dell’inizio
degli anni ’90.
Si tratta di un sottogenere negli ultimi anni tornato prepotente sia negli Stati Uniti e sia in Italia, visto che
in un panorama più frammentato la sua capacità di fidelizzare il pubblico con trame studiate
appositamente per agganciarlo e ‘’portarlo con sè’’ episodio dopo episodio.
Ricordiamo ‘’il trono di spade’’ che hanno puntato su meccanismi di serialità tipici della saga costruendo
un tessuto narrativo estremamente complesso in grado di durare per numerose stagioni.
In Italia dopo il successo di ‘’Elisa Rivombrosa’’ il modello del mèlo ha avuto un decennio di successo
grazie alla capacità di costruire nel corso della messa in onda una forte fedeltà di ascolto. I titoli più
conosciuti ‘’Orgoglio e pregiudizio’’, ‘’Onore e rispetto’’ o ‘’ Una grande famiglia’’.
Va considerato che la modalità narrativa tipica del serial è lo sviluppo della linea orizzontale, si è ormai
estesa agli altri formati seriali, nelle quali si da sempre più spazio ai rapporti tra i personaggi fissi.

4.2.5 SITCOM (SITUATION COMEDY)


È un formato considerato specifico della serie, ma da tempo consolidato come genere autonomo. Si tratta
per l’appunto di una commedia di situazione (22-23 min netti), che prevede personaggi fissi,
un’ambientazione standard, contenuti umoristici e comici.
Il modello tradizionale della sitcom americana vede i protagonisti messi di fronte a varie problematiche
che riusciranno a risolvere attraverso situazioni comiche. La sceneggiatura è strutturata in 3 atti: 1.
Equilibrio iniziale che viene rotto dall’irrompere sulla scena di un determinato problema; 2. Si vedono le
reazioni dei personaggi e i tentativi di soluzione; 3. La questione viene risolta e si ristabilisce l’ordine.
Tale struttura è funzionale alla presenza dei break pubblicitari che funzionano da spartiacque fra le 3
parti.
A innescare la comicità è un meccanismo umoristico di base che è contenuto nell’idea stessa di sitcom:
pensiamo alla situazione ‘’pesce fuor d’acqua’’, che vede il protagonista inserito in un contesto sociale e
relazionale nettamente in contrasto con le sue caratteristiche psicologiche e comportamentali.
Lo schermo fisso che vede i personaggi sempre uguali a sé stessi, è stato messo in crisi dall’inserimento
di elementi di continuità che vengono a legare gli episodi, attraverso la creazione di rapporti sentimentali
tra i protagonisti. Per esempio ‘’Friends’’ (RAI 3, 1997) il cui status da semplici amici è mutato attraverso
matrimoni, gravidanze, divorzi.
Negli Stati Uniti la sitcom si è sviluppata adottando modalità di realizzazione delle puntate, come il genere
all’intrattenimento leggero: si tratta va di un programma registrato in studio televisivo alla presenza del
pubblico posto in una platea di fronte agli ambienti fissi.
A riprendere la scena erano tre telecamere (una frontale e due laterali), mentre l’azione si svolgeva in
continuità (come in teatro), punteggiata dalle risate e da applausi del pubblico. Negli ultimi anni questo

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modello è stato messo in crisi dalle nuove modalità produttive, che hanno permesso di rinnovare il
linguaggio visivo e la gamma di argomentazione e ambientazione.
Si parla di single camera shows ad indicare sitcom realizzate con la stessa tecnica della serie, con una
sola macchina da presa, anche al di fuori dei teatri di posa e non è presente il pubblico: tutte queste
caratteristiche hanno permesso di raccontare anche ambienti estranei allo spazio domestico.
Nuovi ambienti portano con sé nuovi temi e anche nuove tonalità al racconto; pensiamo a ‘’Modern
family’’ (FOX LIFE, 2010) incentrata sulla vicenda di 3 famiglie che si raccontano a una troupe incaricata
di realizzare un documentare: al fianco della comicità c’è anche uno sforzo di racconto delle
trasformazioni della società americana contemporanea.
Negli Stati Uniti la sitcom americana è stata programmata nella collocazione a ‘’striscia’’ quotidiana, nei
giorni feriali.
Genere da noi poco frequentato, la sitcom si è sviluppata in Italia in modo particolare; in Italia si è
privilegiata una via più vicina allo sketch da varietà, in cui il potenziale comico era affidato alla capacità
riconosciuta dei protagonisti, non a casa mattatori della comicità televisione.
Nei primi anni 2000 su CANALE 5 si sono praticate strade più simili a quelle sitcom americane in cui si è
cercato i costruire intorno alla loro popolarità una struttura narrativa più complessa (‘’Finalmente soli’’
CANALE 5, 1999).
Dopo il primo decennio del 2000, la sitcom più tradizionale è stata abbandonata dal gruppo Mediaset per
ragioni di budget, mentre si sono viti esempi realizzati dalla RAI come: ‘’La linea verticale’’, ‘’I topi’’ (RAI
3, 2018), a cui si è assistito a un’interessante operazione al limite tra la comedy e drama, mescolando i
toni drammatici e spunti grotteschi.
Una forma ibrida tra intrattenimento e sitcom è rappresentata dalle ‘’gag’’, brevi filmati in cui su
canovacci narrativi, a volte privi di dialogo, vengono messe in scena situazioni comiche: si tratta della
versione televisiva di un genere cinematografico di grande successo negli anni del muto, in Italia
chiamato le comiche. Negli ultimi anni questo tipo di prodotto ottiene successo con ‘’Mr.Bean’’ (CANALE 5,
1995) che ha trovato uno sviluppo sulle piattaforme di video online come YouTube, ad opera di comici
non professionisti.
Questo tipo di prodotto, estraneo al sistema televisivo, è interessante perché è accaduto che alcuni degli
artisti che hanno realizzato video di questo genere sono stari cooptati delle reti televisive nazionali.
Ricordiamo ‘’the pills’’, i cui sketch sono andati in onda su ITALIA 1 (2014) e poi sono stati inseriti in un
programma dal titolo ‘’Non ce la faremo mai’’.
Altri video aver vengono ospitati all’interno di programmi di intrattenimento o informazione come il terzo
segreto di satira il talk show come ‘’Ballarò’’ (RAI 3).
Al confine tra lo sketch comedy e la sitcom sono INTERSTITIALS cioè frammenti molto brevi di 1-3 minuti,
pensati per essere utilizzati come vera e propria punteggiatura della programmazione, a riempimento
degli ‘’interstizi’’ temporali che si aprono nel palinsesto tra un programma e l’altro: nelle reti generaliste
italiane.
Ci sono brevi sketch fino ad arrivare alla durata standard della mezz’ora televisiva. La struttura è simile
alla gag ma con un filo conduttore narrativo dato dalla ricorrenza dei protagonisti e degli spazi. Pensiamo
a ‘’Camera cafè’’ (ITALIA 1,2003) dove i due protagonisti si trovano a vivere le situazioni tragicomiche; a
rendere peculiare questo programma è la tecnica di ripresa a camera fissa, nessun movimento di
macchina e un unico ambiente in tutte le puntate. A favorire la diffusione sono anche il costo limitato e la
possibilità di sfruttare i contenuti su altre piattaforme, perché adattabili è facile te fruibili.

4.3 FICTION E CARTOON


All’interno della macroarea fiction va fatto rientrare il CARTOON, sviluppati da regole e formati tipici della
fiction.
I cartoni animati hanno raccontato storie e l’evoluzione ha avuto un grande sviluppo negli Stati Uniti dei
formati brevi incentrati su personaggi ricorrenti come: Tom e Jerry, Titti e Silvestro, Duffy Duck e Bugs
Bunny divenuti celebri in tutto il mondo all’interno della collection ‘’Merrie Melodies’’.
Un discorso a parte sono i cartoon giapponesi, dal punto di vista del formato le serie o il serial: le serie, ad
esempio, con le avventure fantascientifiche costruite, dal punto di vista del formato, su episodi autonomi
e cast fisso di personaggi (‘’UFO robot goldrake’’ RAI 2, 1978); il serial con le lunghe saghe ‘’Pinocchio’’
1980.
Negli anni ’90 gli Stati Uniti hanno sviluppato una nuova tipologia di prodotto a cartoni: ‘’Simpson’’ (ITALIA
1, 1991) sitcom familiare esasperata nei toni ed esagerata nelle forme, ma con programmazione della
sitcom.
La produzione italiana di cartoon nell’ambito del fumetto, anni 2000, l’Italia ha saputo imporre sui mercati
internazionali con, per esempio, ‘’Geronimo Stilton’’ o ‘’Gormiti’’ (2008).

4.4 I GENERI NARRATIVI


I generi narrativi più diffusi e come si sono legati ai vari formati. In realtà formato e genere narrativo sono
interdipendenti. Il genere narrativo è in diretto rapporto anche con il sistema dei generi extratelevisivi.
Riprendendo la tripartizione (mondo rappresentato, tipo di coinvolgimento, tonalità), è possibile vedere
come in realtà le fiction realizzate agiscano a tutti e 3 i livelli dando origine a monelli ibridi: possiamo
definire come genere ospedaliero tutte le fiction ambientate in ospedale, avremo innumerevoli varianti a
seconda che si ricerchi una partecipazione emotiva legata alle vicende mediche (‘’Chicago med’’, ITALIA

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1, 2016) o che si cerchi un’affezione anche alle vicende personali (‘’Grey’s anathomy’’) o ancora
l’ambiente medico sia un pretesto per situazioni comiche (‘’Scrubs’’).

4.4.1 I MONDI RAPPRESENTATI


Elenco i generi narrativi più praticati, iniziando a distinguere i programmi in base all’ambientazione del
racconto.
 WESTERN diffuso negli Stati Uniti negli anni ’50-’60, dalla durata di 30 minuti, ha innestato altri
spunti sugli elementi caratterizzanti desunti dal cinema. Il celebre ‘’Rintintin’’ che vede nell’
accoppiata bambino-cane un richiamo alla commedia famigliare. Più famigliare e meno western
‘’la casa nella prateria’’ dove ritroviamo paesaggi e avventure del genere, con ampio spazio alle
vicende degli adolescenti. Dalla fine degli anni ’90 si sono tentate riproposizioni del genere:
‘’Deadwood’’, versione femminile di Zorro ‘’La regina di spade’’. Oltre a western ambientai al
giorno d’oggi sono ‘’Yellowstone’’ o il ritorno di Terence Hill con ‘’Doc west’’.
 FANTASCIENZA tra i primi tentativi degli anni ’60, ricordiamo ‘’ Le avventure dell’ astronave
Orion’’, ma soprattutto due modelli in cui si mette a punto il linguaggio del genere: ‘’Star Trek’’,
le cui avventure si basano sulla scoperta di nuovi mondi e portano con sé nuovi elementi simili al
western e avventura; oppure ‘’Base Luna’’ o ‘’ Spazio 1999’’ che inserisce un’aula di mistero e
interrogativo sul rapporto tra l’umano e gli alieni. Nel ’68 Kubrik lancia nelle sale
cinematografiche ‘’2001: Odissea nello spazio’’. Successivamente il genere ha spopolato anche
sulle tv con ‘’Dark angel’’, ‘’l’uomo e 6 milioni di dollari’’, ‘’la donna bionica’’ e ‘’supercar’’; dove
il richiamo fantascientifico si limita agli espedienti tecnologici che consentono ai protagonisti di
dotarsi di un potere superiore a quello degli uomini, ma l’impianto complessivo rimane legato
all’action e poliziesco.
Una delle tendenze più in crescita è la fantascienza dispotica, in cui viene rappresentato un
futuro negativo per l’umanità come ‘’Altered Carbon’’ (Netflix 2018), o nella variante chiamata
‘’ucronica’’ in cui il futuro angosciante è frutto di cambiamento negli eventi accaduti nella storia
di ‘’the man in the high castle’’ (Amazon Prime Video, 2015) dove si immagina che i nazisti
abbiano vinto la seconda guerra mondiale.
Un capitolo a parte per le fiction di fantascienza, in serie televisive di eroi dei fumetti iniziate
negli anni ’60 come ‘’Batman’’, ‘’Hulk’’ o ‘’Smallville’’ ma letteralmente esplose nell’ultimo
decennio con un intenso sfruttamento dei personaggi degli universi fumettistici della della Marvel
o DC Comics, rilanciati in film ad altissimo budget e poi serializzati.
Queste serie riadattano i personaggi alla sensibilità del periodo in cui sono realizzate, come
‘’Smallville’’, che innesta le vicende di Superman all’interno di una prospettiva di drama
scolastico adolescenziale, in cui predominano sentimenti, problemi di identità, rapporti con i
genitori.
Sono emerse tendenze differenti (‘’Gotham’’) il mondo narrativo di Batman viene riletto secondo i
canoni del genere hard boiled (declinazione tra poliziesco in cui è presente una cruda violenza e
sesso). In Marvel’s Agents of shield’’ l’universo fumettistico dei supereroi della Marvel assume le
tinte di un spy story, della tendenza crescente all’ibridazione dei generi narrativi, serie come
‘’c’era una volta’’ i personaggi sono quelli delle più celebri fiabe per bambini ma inseriti in un
contesto attuale.
Meno frequenti sono la realizzazioni di genere fantascientifico in formati ≠ dalle serie: dalla
sitcom ‘’Mark & Mindy’’ o ‘’Alf’’ (in cui l’alieno è portatore di un punto di vista alternativo) o
l’adattamento del romanzo di H.G. Wells in ‘’Guerra dei due mondi’’.
 GIALLO-POLIZIESCO è il genere più diffuso, si presenta in formule differenti e viene considerato
anche come schema base della narrazione. Esempio di giallo-poliziesco ‘’I misteri di cascina
Vianello’’, 1997, in cui allo schema della sitcom con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, viene
aggiunto un caso giallo da risolvere, affrontato con leggerezza.
Un esempio giallo o mistery presenta un omicidio, uno o più investigatori, non necessariamente
professionisti come la ‘’Signora in giallo’’, in cui la struttura arativa è basata sulla ricerca di indizi
e prove contro il colpevole. Le varianti sono molteplici partendo da ‘’Tenente Colombo’’, in cui lo
spettatore mi primi 10-15 minuti dell’episodio all’omicidio e per il resto del tempo osserva il
protagonista risolvere e far confessare il colpevole del caso. Oppure le posizioni dei classici del
giallo letterario dove sfida a trovare gli indizi sufficienti a incastrare l’assassino lancia come in
‘’Sherlock Holmes’’ o ‘’Nero Wolf’’.
Una sottocategoria del giallo è presentata dal legal drama in cui la ricerca degli indizi di un delitto
è compiuta da un avvocato e la risoluzione è affidata al momento del processo: la performance
del protagonista è investigativa e oratoria, un esempio dello stretto legame tra il poliziesco e il
legal drama ‘’Law & Order’’ (RAI 2, 1993) in cui ogni episodio è diviso in due parti, la prima
dedica all’indagine svolta dai poliziotti e la seconda al processo. Le caratteristiche dell’
ambientazione processuale mette in luce la saggezza, abilità, carisma e sensibilità che hanno
permesso al legal drama di allargarsi a tematiche meno legate al giallo classico, come nel caso
‘’The Good Wife’’ (RAI 2, 2010).
Meno diffuso il legal drama in Italia a causa della minore attrattività del rito processuale italiano
rispetto a quello anglosassone, però vi son degli esempi come ‘’ Il processo’’ (CANALE 5, 2019).

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Il poliziesco è sempre basato su un crimine e su uno o più investigatori incaricati di catturare il
colpevole, presenta come protagonisti i tutori dell’ordine e si concentra sulla ricerca di indizi e
sulle azioni che portano all’individuazione dei sospetti.
Dagli anni ’60 e ’80 il poliziesco americano ha sviluppato elementi distintivi; fino alla metà degli
anni ’80, variando la tipologia dei personaggi, quindi, non sono più fissi. Con ‘’Hill street blues’’,
1985, il meccanismo del poliziesco trova nuove forme: il protagonista diventa il distretto di polizia
con poliziotti, ognuno dei quali seguito nella vita professionale e ance privata, come accade in
‘’New York Police Departement’’ punto di riferimento per numerose serie come ‘’ the wire’’ o
‘’distretto di polizia’’.
La rivoluzione si è verificata dopo il grade successo dell’americana ‘’CSI’’ e dei suoi spin-off ‘’CSI
Miami’’ o ‘’CSI Cyber’’.
La maggior parte delle serie poliziesche sposano lo schema del procedural. Si tratta di
un’etichetta nata a metà del ‘900 e usata per identificare un tipo di prodotti narrativi di natura
gialla, le cui caratteristiche principali consistono nell’ avere squadre di rappresentanti delle forze
dell’ordine come protagonisti, un caso da risolvere e una descrizione precisa e dettagliata delle
tecniche di investigazione utilizzate.
‘’CSI’’ ha avuto grande successo, mostrando le sempre più raffinate metodologie di indagine
scientifica, che negli ultimi anni hanno sviluppato come elemento distintivo delle specializzazioni
dell’applicazione scientifica alle tecniche investigative: ‘’Bones’’, la cui peculiarità consiste nella
risoluzione di casi a partire dall’analisi scientifica dei resti umani, ‘’Criminal Minds’’ dedicata nel
tracciare le psicologie dei criminali. Anche in Italia hanno grande successo ‘’RIS delitti
imperfetti’’.
Nel genere giallo-poliziesco identifichiamo:
- L’action in cui lo schema poliziesco è al servizio di scene ad alto impatto spettacolare, ‘’NCIS’’
dando a sua volta vita a degli spin-off ‘’NCIS Los Angeles’’; oppure ‘’squadra speciale cobra
11’’ legata ad un particolare mezzo di trasporto che diviene il vero protagonista delle serie.
- Lo spionaggio non appartiene in toto al giallo-poliziesco, ne condivide alcune caratteristiche
dello spy stories, dedicati alla salvaguardia dell’ordine pubblico, e fa ricorso all’action.
Esempio ‘’intelligence, servizi segreti’’.
- Poliziesco all’italiana, affronta il genere lasciando più spazio alla dimensione umana dei
personaggi rispetto alla pura dinamica investigativa e spesso indulge a un ton leggero del
racconto, tra la commedia di costume e quella sentimentale. Rientrano ‘’Montalbano’’, o in
dimensione corale ‘’Carabinieri’’, ‘’distretto di polizia’’. Un filone diffuso nella serialità
poliziesca italiana è quello che vede come protagonisti degli investigatori dilettanti come
‘’Don Matteo’’, ‘’Che Dio ci aiuti’’. Negli ultimi anni anche il poliziesco italiano si prevale nel
racconto crudo e realistico come in ‘’Commissario Maltese’’, ‘’Squadra antimafia’’.
Un filone contiguo al poliziesco ma caratterizzato dal protagonismo dei criminali e dalla subalternità, è il
genere gangster e crime; in questo caso si è partiti dal genere poliziesco e se ne sono ribaltate le
premesse, ponendo al centro del racconto i criminali e non coloro che devono assicurare la giustizia.
Parliamo di ‘’I sopranos’’, ‘’Rosy Abate’’, ‘’Gomorra’’.
 OSPEDALIERO è un genere non presente al cinema e si parla del. Rapporto malattia-salute, la
possibilità di raccontare storie in cui si alternano speranza, dolore, gioia, disperazione,
l’incarnazione dell’eroe salvifico nella figura del medico, le vicende personali e sentimentali hanno
finito per consolidarsi in un vero schema i genere che hanno animato diversi filmati. In Italia il
genere ospedaliero non è mai stato frequentato con assiduità, però con grande successo abbiamo
‘’braccialetti rossi’’, ‘’doc-nelle tue mani’’.
 STORICO-BIOGRAFICO il contenuto è desunto da fatti storici o biografici di uomini famosi; la
presenza di un evento storico rende impossibile la serialità a episodi; si tratta quindi di fiction con
formati che prevedono una conclusione della narrazione. Ricordiamo i biopic di personaggi ≠ fra
loro come pontefici (‘’Karol- un uomo diventato papà’’ canale 5, 2005), sportivi (‘’Pietro Mannea –
la freccia del sud’’, RAI 1, 2015), esponenti del mondo della cultura (‘’Luisa Spagnoli’’, RAI 1,
2016), cantanti o attori (‘’Fabrizio De Andrè – principe libero’’), eroi civili (‘’liberi sognatori’’);
tratto comune a tutti è il racconto intrecciato della vita pubblica dei personaggi e di quella più
intima e privata.
 LETTERARIO prevede la presenza di un testo di origine che obbliga a formati non aperti. Si tratta
di un genere molto frequentato dalla tv italiana, ben presente nei palinsesti delle tv generaliste.
Si va dai classici come ‘’i promessi sposi’’ (‘’Renzo e Lucia’’ canale 5, 2004) o best seller come ‘’il
nome della rosa’’, ‘’Gomorra’’; possiamo far rientrare anche l’attualizzazione di un classico della
letteratura favolistica come ‘’cenerentola’’.

4.4.2 LE PASSIONI DEGLI SPETTATORI


Il genere coincide con un repertorio di situazioni, personaggi, modalità narrative che si sono consolidate
nel tempo e che predispongono il pubblico a un certo tipo di coinvolgimento.
Se è vero che esistono fiction poliziesche o ospedaliere caratterizzate dagli elementi descritti, è anche
vero che all’interno di questi generi possiamo trovare elementi volti a far ricordare o a creare tensione,
suscitare passioni. In questa suddivisione possiamo trovare:
 COMICO tipo di fiction in cui è fondamentale sollecitare le risate, i personaggi hanno
caratteristiche fisiche o morali estremizzate e caricaturali (es. i personaggi interpretati da Ezio

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Greggio o Massimo Boldi o il piccolo genio protagonista in ‘’young Sheldon), situazioni paradossali
o fondate su equivoci (le sitcom come ‘’casa Vianello’’), giochi di parole e invenzioni linguistiche
(‘’Mike & Mindy’’), vere e proprie gag mute (‘’Mr. Brean’’).
 THRILLER non lontano dal giallo-poliziesco in quanto ha a che fare con crimini e eletti, ma con
alcune differenze, tra cui il coinvolgimento diretto del protagonista nella vicenda criminosa, una
costruzione testuale che mira a creare effetti di tensione nello spettatore e una maggiore
incertezza sulla conclusione. Si tratta di un genere molto frequentato dal formato tv movie o
miniserie: basate sul fatto che il protagonista deve risolvere di volta in volta i casi che gli si
presentano. Elementi thriller, come meccanismo per creare e mantenere una forte tensione,
possono invece essere ‘’disseminati’’ all’interno di altri generi come il mèlo (‘’le tre rose di Eva’’).
Una declinazione televisiva dei thriller è rappresentata dalla mistery, in cui i meccanismi del
genere vengono innestati su strutture narrative complesse in grado di reggere la serializzazion
come nel ‘’bosco’’, canale 5, 2015.
 HORROR l’effetto ricercato è la paura (‘’scream’’), per le sue specificità questo genere è poco
diffuso nella nella televisione generalista, in quanto, incappa spesso nei divieti alla trasmissione,
ma in grande espansione sulle pay tv o sulle piattaforme streaming. Sulla televisione generalista
perciò l’immaginario collettivo è stato adattato agli schermi della televisione. Pensiamo ‘’the
vampire diares’’, ‘’Buffy, l’ammazzavampiri’’ (2015 e 2000), in cui i temi e le figure tipiche
dell’immaginario dell’orrore vengono resi accessibili al pubblico attraverso: da una parte
l’introduzione come protagonisti di giovani ragazze, inserite in contesti rassicuranti, che vivono i
loro poteri soprannaturali in stretto legame con le proprie storie sentimentali e amichevoli,
depotenziando così il carico di ansia che le vicende ortografiche portano; dall’altra parte si ha un
ristabilimento dell’ordine iniziale, lo spazio di incertezza e di ignoro con cui gli effetti dell’ horror si
rafforzano viene inevitabilmente ridimensionato e alleggerito.
Più vicini alle atmosfere dell’horror cinematografico i prodotti realizzati da canali o piattaforme
pay: tra i grandi successi ‘’the walking dead’’ o ‘’Dracula’’.

4.4.3 LE LE TONALITÀ DEL RACCONTO


In questo caso la differenza tra i ≠ generi è fondata sulle modalità con cui il testo presenta le proprie
situazioni. La fiction televisiva dovendo di volta in volta ripensare e rimodellare gli schermi più
tradizionali, gioca su questa categoria. Sta diventando più evidente come i generi tradizionali quali il
poliziesco, l’ospedale ero ecc. abbiano acquisito tonalità oscillanti tra la commedia e il drammatico. Nella
fiction italiana la tonalità di commedia quotidiana è basata sulle emozioni della vita, diventando una
marca tipica alla pari delle caratteristiche di genere tradizionali (‘’un medico in famiglia’’ o ‘’carabinieri’’
definite commedie bonarie e rilassate).
Interessante nella fiction è l’intreccio tra commedia e dramma, tra attitudine al sorriso e sviluppi tragici
che si mescolano nelle fiction degni anni ’90. La dilatazione del dramedy è quel fenomeno per cui sotto
questa tonalità si possono far rientrare prodotti con marche di genere più riconoscibili (per esempio ‘’La
mafia uccide solo d’estate’’ che affronta dei drammatici dei delitti di mafia con toni leggeri della
commedia famigliare), ma anche una serie di nuove fiction per parlare della realtà che ci circonda, sei
suoi aspetti positivi e negativi.
Il successo di questa tonalità si lega alla consapevolezza della centralità del personaggio all’interno delle
serie: sono il cuore di una serie e vengon perciò prima del meccanismo in cui si trovano inseriti. La vita
privata, il modo di vedere il mondo, i vizi e le virtù dei poliziotti, degli avvocati, dei medici protagonisti
sono diventati più importanti dei casi che si trovano ad affrontare: la tonalità dramedy non è altro che la
conseguenza di questa riacquistata centralità.
Grande successo particolare è la commedia familiare come ‘’Cesaroni’’, ‘’un medico in famiglia’’, ‘’tutti
pazzi per amore’’; hanno sfruttato le possibilità dello sviluppo del lato sentimentale delle vicende, in ogni
puntata si alternano le atmosfere comiche, legate ai casi che di volta in volta si presentano ai
protagonisti, ai filoni più romantici in grado di catturare l’interesse degli spettatori.
Un’altra modalità per affrontare il genere della commedia famigliare è quella di declinarla in contesti
diversi da quello puramente domestico, come fa ‘’benvenuti a tavola’’ o ‘’sirene’’ che affronta il genere
fondendolo con il fantasy. Il dramedy ha dato lo spunto per nuove fiction prive di riferimenti agli schemi
passati. ‘’C’era una volta’’ di cui le tonalità dramedy rende plausibili e vicine allo spettatore; i classici ‘’the
OC’’ (ITALIA 1, 2004); le italiane ‘’I liceali’’ (‘’CANALE 5,2008) che sono serie giovanili la cui riconoscibilità
come genere si basa sull’oscillazione tra commedia e dramma come tonalità narrativa.

CAPITOLO 5
I GENERI DELL’INTRATTENIMENTO
5.1 IL VARIETÀ
L’etichetta di genere più ampia identifica una forma di intrattenimento basata sull’slternanza di momenti
spettacolari differenti, l’elemento unificante della performance è rappresentato dalla presenza di uno o
più conduttori che sono incaricati di introdurre e interagire con i vari ospiti. Altre caratteristiche sono la
presenza di un corpo di ballo, un’orchestra, di una o più vallette, L’ambientazione in studi o spazi scenici
in cui il pubblico in sala diventa elemento di richiamo alla tradizione teatrale.
Questo genere ha rappresentato una pagina importante nella storia dell’intrattenimento televisivo, dove
ha ripreso l’eredità del teatro di rivista e dell’ avanspettacolo. La genericità dell’etichetta, che rimanda ad

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uno schema vuoto da riempire con proposte spettacolari differenti, ha fatto si che diventasse lo sfondo du
cui innestare modelli più definiti.
Già a partire dagli anni ’50 e ’60 oltre alla presenza di conduttori, ballerini, ospiti e musicisti, appaiono
gare canore (‘’canzonissima’’ 1958) abbinate alla Lotteria Italia, il maggiore risalto dato alla comicità
(‘’tante scuse’’ 1974).
In tempi più recenti, il varietà si declina in un panorama competitivo e ricco di ibridazioni: citiamo e ricco
di ibridazioni come i cosiddetti One man show (‘’il più bello spettacolo dopo il weekend’’, 2011, Fiorello) in
cui ‘apparato spettacolare viene messo al servizio della performance di un’artista; oppure le trasposizioni
televisive di spettacoli comici provenienti dal cabaret (‘’Zelig circus’’, 2003).
Una serie di programmi affondano le radici proprio nel varietà come:
- Satira: ‘’fratelli di Crozza’’ – ‘’mai dire gol’’ – ‘’grande fratello’’
- Parodia: ‘’’sto classico’’
- Gare di ballo: ‘’campioni di ballo’’
- Barzellette: ‘’la sai l’ultima?’’
- Concorsi per imitatori: ‘’tale e quale show’’
- Cadid camera: ‘’scherzi a parte’’ – ‘’guastafeste’’ – il grande bluff’’
- Video amatoriali: ‘’paperissima’’
- Recupero del passato in chiave nostalgica: ‘’anima mia’’ – ‘’90 special’’ – ‘’i migliori anni della
nostra vita’’
- Bambini protagonisti: ‘’ ti lascio una canzone’’ – ‘’io canto’’ – ‘’chi ha incastrato Peter Pian?’’
Tra questi programmi possiamo definire degli elementi distintivi:
 Il recupero esplicito di forme di spettacolo extratelevisivo (il ballo, barzellette, imitazione,
parodia…) vs l’utilizzo di meccanismi televisivi (cadid camera, recupero spezzoni di programmi,
video amatoriali…).
 Gli show incentrati sulle performance di artisti vs quelli che vedono la partecipazione di nn
professionisti, in cui il valore spettacolare nasce dal poter sorridere delle loro non impeccabili
esibizioni. Un meccanismo analogo può essere realizzato utilizzando come ‘’vittime’’ personaggi
conosciuti nel mondo dello spettacolo attraverso le candid camera.
Ad accomunare tutti questi programmi sono le modalità di costruzione dello spazio scenico, un conduttore
incaricato di scandire le varie fasi del programma, la presenza di ospiti vip: questi elementi hanno
caratterizzato il cosiddetto ‘’varietà televisivo’’ e rappresentano il contesto di programmi appartenenti a
talk show, reality show e game show.
Uno dei fenomeni più diffusi è stata la sovrapposizione alla natura spettacolare tipica del varietà delle
dinamiche dei reality show, nella sua declinazione di talent show come ‘’ ballando sotto le stelle’’ o ‘’tù sì
che vales’’.
Anche in questo ambito si sono verificati fenomeni di ibridazione e contaminazione tra macrogeneri, che
hanno dato origine a programmi che utilizzano forme spettacolare legare al mondo dell’intrattenimento
per svolgere una funzione informativa, come ‘’striscia la notizia’’, che nasce come parodia esplicita del
telegiornale, ma che nel corso ha acquisito una forte credibilità e autorevolezza; ne fanno parte anche ‘’le
iene’’.
I programmi contenitore (‘’domenica in’’ – ‘’domenica live’’ – ‘’la vita in diretta’’ – ‘’pomeriggio cinque’’)
fanno parte del varietà per la presenza preponderante di elementi costitutivi di questo genere, anche se a
causa della lunga durata potrebbero essere catalogati come talk show.

5.2 IL GAME SHOW


Parliamo di un sottogenere, un meccanismo di gioco che sta alla base di questa categoria e declinata in
vari modelli:
o Gioco messo in scena: distingueremo giochi basati su abilità cognitive e sulla fortuna, giochi che
si fondano su abilità fisiche e manuali e infine basati sulle capacità relazionali e psicologiche.
o Altra suddivisione va in base alla tipologia dei concorrenti: persone comuni, esperti di una materia
o abilità, personaggi del mondo dello spettacolo; i concorrenti possono essere coinvolti
singolarmente o squadre.
o Ulteriore segmentazione in base alla presenza o no di un premio come ricompensa finale.
I momenti di gioco sono presenti nei reality show o che appartiene alla categoria del daiting show (‘’take
me out’’ 2016) in quanto l’obiettivo di ogni puntata è far scoccare l’amore tra un pretendente maschio e
una delle 30 ragazze, la scelta del pretendente viene effettuata sulla base di meccanismi di gioco.

5.3 I CONTENUTI DEI GIOCHI


- GIOCHI BASATI SU ABILITÀ COGNITIVE E SULLA FORTUNA
Siamo nel campo del quiz a premi, portato al successo negli anni ’50 con ‘’lascia o raddoppia’’ (canale
nazionale, 1954).
I meccanismi di gioco di un programma possono prevedere molte varianti.
Per quanto riguarda le domande possono essere di cultura generale o specialistiche, tematiche come ne
caso di quiz dedicati ad argomenti particolari (‘’Sarabanda’’, Italia 1, 1997).
I giochi basati sulla fortuna come in ‘’affari tuoi’’: i concorrenti non devono dimostrare nessuna particolare
abilità se non quella di scegliere il pacco. Un meccanismo molto semplice ma declinato attraverso

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l’istrionismo dei vari conduttori in modo da mantenere una forte tensione sulla scelta tra una piccola
vincita sicura o una grande vincita incerta.
Altri game show basati su abilità cognitive e sulla fortuna derivano da contenuti preesistenti trasformati
per adattarsi ai ritmi e al linguaggio televisivo. Ricordiamo i giochi enigmistici, giochi di carte o dadi con
estrazioni o sorteggi, mettendo al centro sondaggi e test di personalità.
Altre differenze riguardano la struttura delle domande, che possono essere a risposta aperta o chiusa: la
presenza delle rosa di risposte possibili sullo schermo rappresenta un meccanismo di coinvolgimento per
lo spettatore a casa. Il meccanismo di identificazione dello spettatore con il concorrente rappresenta un
elemento importante nella costruzione del game show: molti programmi scelgono di lasciare lo spettatore
nella stessa situazione del concorrente in studio, altri invece preferiscono dare un vantaggio al pubblico a
casa fornendogli la risposta. Spostando l’interesse sull’osservazione, a volte un po’ crudele, delle
dinamiche psicologiche e delle reazioni emotive che attraversano i concorrenti.
Sempre riguardo alla partecipazione da casa del pubblico ricordiamo la diffusione del gioco che vede il
coinvolgimento diretto da parte del conduttore del pubblico a casa attraverso il telefono (esempio
‘’pronto, Raffaella?’’). Tale coinvolgimento avviene con due tipologie di giochi:
- Quelli basati su domande elementari o riguardanti momenti dello stesso programma, con
piccole ricompense economiche o di altro genere, meccanismo messo in atto al solo scopo di
invogliare il pubblico a seguire la trasmissione.
- Quelli che prevedono domandi difficilissime o la cui risposta è possibile solo per
approssimazioni successive, in cui la difficoltà è però compensata da un montepremi che si
accumula ad ogni risposta giusta: qui il meccanismo di coinvolgimento sta nel lievitare della
posta in gioco.

-GIOCHI BASATI SU ABILITÀ FISICHE E MANUALI


La manifestazione a squadre rappresentative di diverse nazioni, impegnate in prove di abilità fisiche del
tradizionale giochi senza frontiere. ‘’Ninja warrior’’ è basato su una serie di sfide di abilità e resistenza
fisica.
Il gioco di resistenza rappresenta all’interno del reality show, come ‘’l’isola dei famosi’’, 2016, in cui una
parte del programma è rappresentata dalla capacità di affrontare e superare situazioni di pericolo o
sopravvivenza.
La dimostrazione di abilità particolari, legate ad un hobby, come nella ‘’prova del cuoco’’, dove i
concorrenti si sfidano a realizzare un piatto partendo dagli ingredienti a disposizione.
Basato su capacità particolari, quasi da Guinness dei primati, l’abilità dei partecipanti viene messa alla
prova in diretta negli studi televisivi diventando a sua volta l’oggetto di un altro meccanismo di gioco,
quello della scommessa.
Una forma particolare di game mette in scena le abilità sei concorrenti nei talent show. La ricerca di una
spettacolarità all’interno dei programmi televisivi ha portato capacità di resistenza verso prove fisiche.
‘’Lo show dei record’’ in cui i concorrenti tentano di superare o segnare nuovi Guinness dei primati.
In molti programmi si sono inseriti segmenti di gioco che vedono il concorrente ad affrontare prove
umilianti o disgustose: in ‘’ciao Darwin’’ (canale 5,1997).

-GIOCHI BASATI SULLE CAPACITÀ PSICOLOGICHE E RELAZIONALI


Nel primo si tratta di programmi in cui l’abilità del giocatore sta nel suo intuito (‘’Guess my age’’ 2017);
nel secondo caso parliamo di programmi in cui le abilità relazionali sono inserite all’interno di particolari
ambiti (‘’amici di Maria De Filippi’’ 2002, ‘’X Factor’’ 2008).
Si parla di reality show game per indicare una tipologia di programmi dove a prevalere è la volontà di
rappresentare uno spaccato di vita quotidiana e di entrare nella psicologia dei concorrenti.
Tra i modelli più diffusi i cosiddetti daiting show, quei programmi in cui il tema è la ricerca dell’anima
gemella (‘’undressed’’ 2015, ‘’uomini e donne’’ 1996).
Un’altra ibridazione del linguaggio del reality show è quella di un programma come ‘’Pechino express’’, in
cui le coppie concorrenti gareggiano per arrivare in un luogo esotico.

5.2.2 CONCORRENTI
Un aspetto importante è dato dalla tipologia di coinvolgimento e partecipazione dei concorrenti. Possono
essere posti di fronte a differenti antagonisti. I concorrenti si sfidano a eliminazione attraverso variare
prove per arrivare a una gara finale che proclamerà il vincitore.
Il fattore tempo è importante nei game show perché viene considerato un antagonista; viene utilizzato
per dare ritmo al programma e in cui si cerca di creare nel telespettatore una suspense (‘’l’eredità’’).
Un uso del tempo molto particolare e innovativo è quello di ‘’chi vuol essere milionario?’’, in quanto, cerca
di creare tensione nello spettatore sull’abolizione del tempo limite in cui dare una risposta.
All’inizio degli anni 2000 ‘’l’anello debole’’ (italia 1, 2001) i concorrenti cercavano di eliminarsi in tutti i
modi e allo sconfitto è riservato un umiliante passaggio in un tunnel dove verrà ricoperto di insulti.
In altri format il pubblico da casa è l’antagonista o l’aiutante del concorrente.
La tipologia di concorrenti comprende la presenza di vip o persone comuni, (‘’i soliti ignoti-speciale vip’’),
dove il contributo del passaggio famoso serve andare più visibilità al programma.
Altra variante celebrity game show dove i concorrenti sono soltanto personaggi famosi, che abitualmente
devolvono i premi in opere benefiche.

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5.2.3 I PREMI
La prima generazione di game show limitava i premi a ricompense in denaro con la difficoltà della prova
da superare. Dagli anni ’80 in poi è cambiato sia il sistema meritocratico sia la tipologia di premi in palio.
Il frequente abbinamento dei programmi con aziende sponsor ha introdotto prodotti e servizi tra i premi in
palio, legando il marchio dell’azienda inserzionista alla trasmissione.
Nell’ultimo decennio si è assistito alla trasformazione di premi economici con l realizzazione di sogni o
desideri. Spesso il premio coincide con la possibilità di realizzare il sogno del concorrente o di
permettergli di cambiare vita; per esempio nelle accademie dello spettacolo dei talent show o dei
concorsi di bellezza, o i dating show che permettono implicamente di far trovare l’anima gemella, o ai
nuovi formati che mettono in palio una casa o permettono di esibirsi su un palcoscenico.
Molto spesso il gioco coincide con lo stesso sogno che si vuole realizzare; anche in questo caso il game
show deborda nel reality show, quando i concorrenti vivono tutti all’interno dello stesso edificio o vengono
evidenziate le sue emotività, la sua vita personale e sentimentale.

5.2.4 LE SCENOGRAFIE
Tra gli elementi caratterizzanti del gioco sono sempre più importanti le scenografie, che da semplici
sfondi dei giochi sono assurte al ruolo di protagonisti del meccanismo di game. In ‘’caduta libera’’ (canale
5, 2015) è una botola a inghiottire il concorrente sconfitto, mentre in ‘’the wall’’ (canale 5, 2017) al centro
del gioco vi è una parente enorme da cui scendono delle sfere che terminano in botole indicanti l’entità
del premio, per ottenerlo dovranno rispondere a domande di cultura generale.

5.3 IL REALITY SHOW


Ha una definizione più sfuggente e difficile. L’etichetta rimanda alla compresenza di due elementi: da una
parte la realtà e dall’altra lo spettacolo.
Il problema sta proprio nell’identificare quali possono essere le modalità con cui queste 2 istanze ai
incontrano.

5.3.1 REAL TV E TV VERITÀ


Queste due rispetto al reality show non si pone finalità esplicitamente spettacolari e quindi non utilizza
elementi legati all’intrattenimento, ma non rinuncia all’introduzione di momenti di fiction o sapienti
costruzioni di suspense. Questa etichetta è stata utilizzata a partire dagli anni ’80 per identificare una
serie di programmi che facevano della rappresentazione della realtà una cifra espressiva specifica: tra
questi ‘’un giorno in pretura’’ che si limita a riprendere processi importanti nelle stesse aule di tribunale in
cui si svolgono, e ‘’chi l’ha visto?’’ Che parte da un fatto reale, ne costruisce fasi e momenti salienti grazie
a brevi segmenti di fiction e poi chiede al telespettatore di fornire indicazioni o indizi per risolvere il caso.
Un programma come ‘’forum’’ Canale 5, 1985, parte da casi reali e ne porta in studio le parti di causa,
concludendosi con un verdetto pronunciato in studio ma dotato di valore legale. La presenza di uno studio
televisivo a metà tra la ricostruzione di un’ala di tribunale e di un teatro con tanto di pubblico in platea,
uno stil di condizione improntato alla talk show, allontanano il programma dall’area real tv.

5.3.2 I REALITY SHOW DI PRIMA GENERAZIONE


Dalla fine degli anni ’80 si ha un’esplosione del reality based show cioè programma con finalità di
intrattenimento che pone alla base del suo meccanismo di coinvolgimento del pubblico il fatto di essere
basato su elementi di realtà; crea ibridazioni con la fiction e con l’informazione.
Vi sono due modelli:
1) L’EMOTAINMENT > la parola nasce dalla somma di emotional + enterteiment = programmi in cui
è centrale la dimensione emotiva e passionale per creare occasioni di spettacolo.
La struttura di queste trasmissioni prevede la partecipazione di persone comuni che in tv
mettono in scena i propri sentimenti, desiderio speranze.
Si va dalla realizzazione di sogni impossibili all’insaputa della persona (‘’la porta dei sogni’’,2019
o ‘’Carramba! Che sorpresa’’), programmi in cui l’elemento spettacolare sta nello stupore provato
nel momento in cui il sogno si concretizza, al tentativo di ricostruire rapporti sentimentali finiti o
problematici (‘’stranamore’’, ‘’c’è posta per te’’).
Tutte queste forme di emotainment possono essere declinate nella versione con persone comuni
(people show) o con persone famose (celebrity show). Le celebrità sono inserite nei momenti più
scanzonati dove poterne osservare piccole o grandi debolezze oppure in contesti ad hoc dove
l’elemento emozionale e spettacolare si fondono.
2) IL DAITING SHOW > in questo genere l’idea della tv è che possa far incontrare e magari
innamorare 2 persone. Sono programmi realizzati in studio o ambientati nei luoghi in cui le
persone vivono quotidianamente, o in luoghi esotici.
Nella tv italiana ha avuto molto successo negli anni ’80 ‘’m’ama non m’ama’’ o ‘’il gioco delle
coppie’’ , negli anni ’90 ha avuto successo ‘’colpo di fulmine’’, molto innovativo per la scelta di
linguaggio televisivo molto dinamico, arricchito da una colonna sonora costituita dai pezzi
musicali più popolari, in sintonia con il target giovane a cui si volgeva.
Dal 2000 a oggi i reality show come ‘’ alla grande fratello’’, basati sul costante pedinamento dei
protagonisti, e i daiting show si sono fusi creando ibridi di grade successo.
In questi programmi (‘’take me out’’ o ‘’uomini e donne’’) intervengono elementi legati ad altri
generi, come la competizione: infatti il corteggiamento non è fondato su un rapporto uno ad uno,

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ma su un meccanismo di gara in cui per un principe o una principessa sono in lizza molti
aspiranti.
La competizione è a eliminazione progressiva dei pretendenti che può avvenire con modalità
brusche: in ‘’dismissed’’, in onda su MTV, in cui due ragazzi/e si contengono un ragazzo/a e il
momento culminante è costituito dalla decisione della preda che scarica uno dei due.
Un’evoluzione di successo del daiting show è rappresentata dai reality romance, programmi
incentrati sul tema dei sentimenti e delle dinamiche di coppia, caratterizzati da un linguaggio
simile al reality show. ‘’Temptation island’’ in cui l’obiettivo è resistere in coppia nonostante le
tentazioni.
Altri programmi che mettono al centro la vita sentimentale dei concorrenti sono ‘’matrimonio a
prima vista’’ in cui due sconosciuti si incontrano per la prima volta il giorno del matrimonio, e una
volta sposati, sono seguiti dalle telecamere; oppure ‘’il contadino cerca moglie’’ dove i
concorrenti sono contadini che scelgono delle ragazze sigle di città messe alla prova con le
attività contadine.

5.3.3 I NUOVI REALITY SHOW: LO PSYCHODRAMA REALITY SHOW


Questa etichetta richiama allo psicodramma come elemento caratterizzante di questo tipo di programmi
pone l’accento su uno degli aspetti: la possibilità per il pubblico di seguire (grazie alle riprese 24h su 24, ‘’
grande fratello’’) lo svolgersi delle relazioni che si instaurano tra i protagonisti – concorrenti.
La convivenza forzata di più persone insieme alla consapevolezza di essere osservati continuamente dalle
telecamere, crea tutta una serie di reazioni comportamentali e psicologiche, che fanno di questi
programmi una sorta di esperimenti sociopsicologici, in cui la resistenza delle persone viene messa a dura
prova.
Naturalmente la finalità di questi programmi è tutta all’interno dell’intrattenimento.
A definire questa categoria sono elementi che la legano a generi ≠:
- La presenza di un meccanismo di game
- Eliminazione progressiva decisa dal pubblico
- Modalità di presentazione dei personaggi e delle loro relazioni che ricalcano la soap opera
- Utilizzo del talk show nelle puntate settimanali.
Questa categoria di reality show, partendo dall’innovazione reale rappresentato dalla possibilità di spiare
il comportamento delle persone per 24 h al giorno. Un’altra delle caretteristiche fondamentali del grande
fratello è quella di spostare il centro dell’interesse dai professionisti dello spettacolo alle persone comuni
che sono diventare ve proprie star.
Ora, questo elemento distintivo è stato superato e si sono avute edizioni di psychodrama reality show che
hanno visto come protagonisti personaggi del mondo dello spettacolo.
‘’L’isola dei famosi’’ riesce a giocare su un ulteriore elemento di interesse per il pubblico, dato dalla
possibilità di vedere in difficoltà personaggi famosi. Si verifica un cortocircuito tra il reality show e i
programmi di verità alla ‘’scherzi a parte’’ in quanto si aggiunge il divertimento un po’ crudele.
Alcune di queste declinazioni si sono consolidate e diffuse, una delle più fortunate in Italia è il talent show,
sul percorso di sviluppo e apprendimento di abilità spettacolari (canto, ballo, recitazione). I programmi di
successo sono ‘’X FACTOR’’ o ‘’Amici’’, in cui i concorrenti vengono seguiti dalle telecamere
quotidianamente nelle lezioni e sulla base delle quali vengono giudicati dal pubblico a casa. Tuttavia la
capacità di coinvolgimento offre al pubblico di seguire e affezionarsi ai diversi concorrenti.
A rendere ancora più interessanti e coinvolgenti questi programmi è la presenza di dreams come true
implicata: per i vincitori della gara è prevista la realizzazione del sogno di poter entrare nel mondo dello
spettacolo.
L’etichetta di reality show accentua le dimensioni legate alla partecipazione di persone comuni e
all’approfondimento delle emozioni.
Il talent show pone al centro la dimensione del game (meccanismo di eliminazione) che permette di dare
spazio spazio alla giuria, rappresentata da celebrità.
Una declinazione potrebbe essere il programma che si concentra sull’esibizione spettacolare, diventando
una verità, ma tenendo la tensione della gara e inserendo meccanismi differenti come in ‘’the voice of
Italy’’, 2016, oppure in ‘’Italia’s got talent’’, ‘’Tu sì que vales’’.
Il crescente successo dei talent show ha dato origine a ibridi come ‘’il cantante mascherato’’ (2020, RAI1)
in cui i concorrenti vip sono resi irriconoscibili da maschere bizzarre, o ‘’ballando con le stelle’’, ‘’notti sul
ghiaccio’’ (2006). In questi ultimi si è contaminato il meccanismo di talent con la presenza di vip; si
cimentano con l’apprendimento delle tecniche e soprattutto nelle gare che rappresentano il clou della
puntata.
‘’Amici’’ e ‘’X Factor’’ sono divenuti dei fenomeni di costume per avere lanciato nuovi cantati che si sono
imposti in un mercato discografico. Il talent show diventa il principale trampolino di lancio per gli aspiranti
cantanti e non a caso a trionfare nelle ultime edizioni del ‘’Festival di Sanremo’’ sono stati spesso giovani
reduci dai successi in questi programmi.
Negli ultimi anni un’altra declinazione del talent show è stata quella che vede al centro delle professioni
come in ‘’the apprentice’’ (2012) in cui uno degli aspiranti manager devono competere in prove legate al
successo nel mondo degli affari.

5.4 IL FACTUAL

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Il presupposto della reality tv ha dato origine a diversi sottogeneri: factual, cioè reale + fattuale; solo nei
primi anni del 2000 a causa della sua diffusione e pervasività ha conquistato uno spazio accanto ai
sottogeneri classici come game show e reality show.

5.4.1 LE DOCUSOAP
Hanno grande successo nelle televisioni anglosassoni, la docusoap è un ibrido tra documentario + soap
opera, nel senso che:
 Vengono seguite con le telecamere per larghissima parte della giornata singole persone o gruppi
che sono impegnati in attività, riducendo al minimo le interferenze e utilizzando a volte una voce
fuori campo di un conduttore per spiegare o commentare.
 Il materiale girato viene rimontato tipico della tv.
In Italia non ha prodotto molti esempi, ricordiamo ‘’ i love italy’’ (2001) che seguiva un viaggio nelle più
celebri località turistiche della penisola.

5.4.2 FACTUAL ENTERTAINMENT


Il reality show ‘’l’isola dei famosi’’ ha un funzionamento basato sul pedinamento dei concorrenti seguiti
dal cameraman, la situazione da cui parte è organizzata e dotata di regole ben precise.
Il factual si basa su persone che vivono in contesti reali, in mezzo alla gente comune. Esso aderisce alla
realtà e ad un linguaggio televisivo diretto, svolto fuori dagli stufi televisivi.
 MAKEOVER: al centro vi è l’idea che la tv operi restauri. I protagonisti vengono trasformati nel loro
aspetto fisico attraverso l’intervento di truccatori, come ‘’Ma come ti vesti?’’,2009. Il mutamento
fisico è legato a problematiche di salute ‘’ La clinica per rinascere’’, 2018. La trasformazione in
tempi record di abitazioni, appartamenti o sul rinnovo dell’ arredamento come in ‘’vendo casa…
disperatamente’’,2010.
 CHANGING: si tratta di mettere i partecipanti in situazioni sociali, familiari, relazionali ≠ da quelle
in cui vivono. In ‘’cambio moglie’’ (fox life, 2004), due donne molte diverse si scambiano i ruoli
per un periodo limitato di tempo e la telecamera ne documenta i fatti.
 COACHING: il programma si propone per insegnare allo spettatore tecniche relative alle più
svariate attività hobbystiche: ‘’Paint your life’’, ‘’giardinieri in affitto’’, ‘’Clio make up’’. Al confine
tra il coaching e il makeover sono presenti programmi come ‘’SOS tata’’ o ‘’adolescenti: istruzioni
per l’uso’’ incentrati sull’intervento all’interno di famiglie che segnalano un disagio. A fianco di
questi molti programmi insegnano a cucinare = cooking show.
 DOCUREALITY: sono programmi che mostrano ambienti, categorie di persone, situazioni
particolari con un taglio documentaristico. Il panorama è ampio, va da programmi come il
‘’castello delle cerimonie’’ a ‘’9 mesi’’, dal ‘’collegio’’ a ‘’airport security’’, ‘’malattie
imbarazzanti’’. Anche in questo caso per alcuni di questi programmi ci troviamo vicini al
macrogenere ‘’cultura ed educazione’’, ma a rendere più pertinente la categorizzazione all’interno
dell’intrattenimento sono le caratteristiche: sguardo voyeuristico, parodistico con cui vengono
realizzati, la serializzazione che ripropongono uno schema e dei personaggi fissi.

5.5 IL TALK SHOW


Questa etichetta racchiude al suo interno sia (1.) programmi autonomi incentrati su un dialogo, un
dibattito, un confronto, un’intervista; sia (2.) segmenti di altri programmi che siano imperniati sulla
conversazione, sull’approfondimento attraverso la parola. Individualismo 2 criteri per distinguere
tipologie di talk show.
1. Segmentazione per contenuti
Presenza nei palinsesti televisivi di talk show che possiamo chiamare ‘’generalisti’’, in cui la
conversazione può toccare qualunque argomento, ‘’Maurizio Costanzo show’’ o ‘’Porta a porta’’ in
cui il tono dominante è disteso, rilassato; il conduttore ha una funzione di guida e orienta gli
argomenti.
Nel primo esempio di programma, l’ambientazione è teatrale con il pubblico in sala che permette
ad una maggiore spettacolarizzazione e l’interazione con gli spettatori presenti; nel secondo
programma l’espediente dell’ingresso dilazionato dei partecipanti permette di dare un ritmo
particolare all’andamento della conversazione.
A definire spetto i toni e i contenuti dei programmi è la fascia oraria di messa in onda: nelle fasce
pomeridiane prevalgono programmi basati sul talk show, dai toni più rilassati, incentrati su
argomenti leggeri (‘’verissimo’’, canale 5, 1996). In prima serata si sono imposti numerosi talk
show a forte connotazione politica (‘’non è l’arena, La7, 2017).
In questo modello di talk show puro i partecipanti sono persone famose ed è raro l’accesso a
persone comuni. Si basano su argomenti specifici.
All’interno di talk show prevalentemente incentrati su tematiche di attualità politica non mancano
puntate dedicati ai fatti di cronaca o ad argomenti più futili, legati al mondo dello spettacolo o del
costume: tra questi ricordiamo ‘’matrix’’ o ‘’porta a porta’’.
2. Segmentazione per schemi
Una ripartizione può essere compiuta basandosi sul tipo di interazione che viene prevista tra i
partecipanti: ci sono talk show dove un ospite alla volta viene chiamato a parlare e si trova a
rispondere alle sollecitazioni del pubblico e del conduttore (formula uno contro tutti, ‘’Maurizio
Costanzo show); in talk come ‘’accordi & disaccordi’’ sono posti a confronto due ospiti portatori di

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opinioni opposte. Tra le sottocategorie più importanti dei talk show, ricordiamo poi l’intervista:
diffusa in tutti i programmi.
Esistono programmi che hanno fatto dell’intervista One to one (conduttore vs ospite) la loro
specificità, ‘’invasioni barbariche’’, ‘’che tempo che fa’’, ‘’in mezz’ora’’.
In realtà la struttura del talk show è un ingrediente tra i tanti e anche l’ossatura portante di una
straordinaria varietà di programmi.
Da un infortaiment come ‘’la vita in diretta’’ a un reality show come il ‘’grande fratello’’, da un gioco ‘’chi
vuole essere milionario’’ a un megazine documentaristico come ‘’Kilimangiaro- ogni casa è illuminata’’; a
reality show da quelli ascrivibili all’area dell’emotainment a quelli di nuova generazione, lasciando un
grande spazio alla parola e al confronto. I talent show hanno fondato una parte delle proprie fortune
proprio sui momenti di dibattito.

CAPITOLO 6
L’INFORMAZIONE
6.1 CARATTERISTICHE GENERALI
All’interno dell’informazione da una parte la funzione che svolge all’interno del sistema dei media,
dall’altra una serie di elementi formali che i programmi mettono in atto per creare il senso di
immediatezza e verità.
Le forme più importanti:
 Telegiornali
 Reportage e inchieste
 Megazine informativi (infotainment)
 Talk show a contenuto informativo
 Programmi di servizio pubblico
Di queste formule di programmi è possibile trovare declinazioni tematiche particolari, legate a contenuti
informativi specialistici quali lo sport o l’economia.

6.2 I TELEGIORNALI
Sono uno degli ingredienti più importanti dei palinsesti delle tv di tutto il mondo e rappresentano per
moltissimi spettatori un appuntamento imperdibile. Tra gli elementi costitutivi dei TG ricordiamo le
modalità di conduzione, l’allestimento dello spazio nello studio, la scelta e l’impaginazione delle notizie, il
linguaggio verbale e visivo.
Per quanto riguarda la conduzione, si è passati dallo stile rigido ed inespressivo a modalità di
presentazione delle notizie molto particolari, spesso volte a far emergere uno stile personale. A
caratterizzare lo stile di conduzione, la volontà di coinvolgere lo spettatore e rendere più dinamica e varia
l’attività, di lettura delle notizie. Si hanno conduzioni a due, che permettono un dialogo tra 2 giornalisti,
l’uso di un linguaggio e di una serie di sguardi e ammiccamenti che servono ad avvicinare e coinvolgere
maggiormente lo spettatore.
Un ulteriore innovazione è lo spazio: a differenza dei TG delle origini in cui era visibile solo una parete,
negli ultimi anni gli studi sono diventati spazi completi, percorribili, decorati con pannelli e schemi video.
I conduttori hanno definitivamente abbandonato la rigida posizione dietro la scrivania per alzarsi e spesso
muoversi nello studio.
A caratterizzare in modo nuovo i TG sono la presentazione delle notizie: si è ridotto lo spazio delle notizie
politiche a vantaggio di quelle di cronaca nera, rosa, legati a pettegolezzi; più ampie le pagine di sport a
cui viene riservato un segmento a parte, come anche all’economia.
Le notizie presentate in modo più discorsivo, attraverso il racconto al fine di coinvolgere di più il pubblico,
con tutti i racconti poi la dimensione emozionale è molto centrata, attraverso l’uso di provvedimenti tipici
della narrativa.
Un elemento sottolineato da parte dei telegiornali è il fatto di essere in diretta con il mondo, attraverso
collegamenti, evidenziato nei momenti di crisi, quando ogni testata invia nei luoghi teatro di queste
situazioni i giornalisti, testimoniano la capacità del telegiornale di essere in grado di raccontare la realtà
dell’interno.
L’impaginazione delle notizie nel telegiornale rappresenta l’ordine di priorità + modo per tenere
agganciati gli spettatori dall’inizio alla fine.
Da ricordare la forma a flusso che questi assumono nelle tv tematiche, sempre più rilevanti nel panorama
digitale come: Sky tg24, RAI news, TGCOM24 in cui in esse il telegiornale è ininterrotto e va oltre la
semplice lettura delle notizie, al fine di diventare il catalizzatore di una serie di contributi eterogenei.

6.3 I REPORTAGE E LE INCHIESTE


I reportage sono i resoconti filmati realizzati da giornalisti singoli o riuniti in team, accompagnati dal
cameraman. L’oggetto va dall’approfondimento di notizie all’ordine del giorno alla vera e propria indagine
su fatti oscuri o misteriosi, in cui il giornalista diventa un detective.
I reportage e le inchieste possono essere realizzati con ≠ stili, ad esempio mettendo in primo piano il
giornalista e la sua ricerca della verità, oppure, privilegiando uno stile narrativo in cui l’inchiesta si
sviluppa senza la presenza diretta di un giornalista, o ancora ponendosi con coerenza un obiettivo di
denuncia di problematiche.

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6.4 I MEGAZINE INFORMATIVI (INFOTAINMENT)
Questo sottogenere è una tipologia ibrida, situata al confine tra informazione e intrattenimento,
infotainment è dato dalla fusione information + entertainment. Si tratta di programmi che mettono
insieme notizie, collegamenti, interviste, servizi di costume, cronaca, spettacolo, gossip: ‘’la vita in
diretta’’.
Contengono contenuti più leggeri e le modalità meno seriose con cui vendono trattati hanno a poco a
poco debordato dai confini del magazine, contaminando i telegiornali.
News magazine caratterizzati da una maggiore varietà di argomenti, dall’attualità alla politica, dalla
cronaca ad argomenti più leggeri: la loro collocazione può essere nelle fasce diurne o nella seconda
serata (‘’verissimo’’ o ‘’speciale TG 1’’).
Una forma particolare di news magazine è dedicato a eventi o prodotti dell’industria del lusso
(‘’nonsolomoda’’, Canale 5, 1984): a caratterizzarli è uno stile di ripresa molto particolare volto ad
evidenziare gli aspetti estetici.
Un’ultima categoria dei programmi tematici sono una serie di trasmissioni che affrontano determinati
ambiti: dagli hobby agli stili di vita, prodotti di salute o bellezza (‘’elisir’’ RAI 3, 1996), quelli sulla cucina,
viaggi, territori (‘’linea verde’’, RAI 1, 1983 o ‘’melaverde’’ Rete 4, 1998).
L’infotainment è una delle nuove frontiere della tv attuale: sviluppato all’interno del news magazine è
diventato un modo nuovo e flessibili per trattare ≠ argomenti. È diventato sinonimo di un tono con cui
un’ampia varietà di programmi affronta i temi più diversi.

6.5 I TALK SHOW A CONTENUTO INFORMATIVO


Questa categoria è al confine tra l’intrattenimento e l’informazione. Se al centro della discussione vi sono
argomenti di attualità e se il conduttore è un giornalista, il talk show entra nell’ambito informativo come
‘’ballarò’’ o ‘’piazza pulita’’.
La parola è al centro del programma, ma con una funzione precisa comunicativa, quella del macrogenere
dell’informazione.
Si punta a coinvolgere maggiormente il pubblico: pensiamo ai collegamenti dalle piazze o alla
dislocazione e al costante coinvolgimento del pubblico in studio.
L’attualità e la politica sono tra gli argomenti più frequenti: ‘’porta a porta’’ o ‘’Maurizio Costanzo Show’’,
entrambi al limite tra i talk show con finalità di intrattenimento e quello formativo.
La grande attenzione per la cronaca nera ha portato a sviluppare dei talk show dedicati proprio a queste
tematiche: ‘’quarto grado’’ in cui si affrontano i casi del giorno con l’ausilio di esperti e collegamenti
esterni dai luoghi dei delitti.

6.6 I PROGRAMMI DI SERVIZIO PUBBLICO


È una categoria che condivide con le precedenti due elementi, la presenza di giornalisti e l’aggancio con
la realtà; chiamata tool tv (tv strumento), in quanto intende porsi al servizio del pubblico. Ricordiamo ‘’mi
manda Raitre’’ (RAI3, 1997) storico programma dedicato alla denuncia da parte dei cittadini di casi di
piccole e grandi truffe o disservizi.
Anche i programmi come ‘’striscia la notizia’’’ rientra in questa categoria oppure programmi dedicati al
meteo, traffico, celebrazioni religiose o con finalità benefiche.

CAPITOLO 7
CULTURA ED EDUCAZIONE
7.1 CARATTERISTICHE GENERALI
Quest’ultimo macrogenere, dal punto di vista della storia della televisione, è il primo ad essere stato
praticato, in quanto rispondeva all’idea pedagogico – culturale, tipico della RAI.
o Funzione sociale ben precisa, che rientra nella categoria generale dell’educazione
o Presentano contenuti appartenenti al mondo della letteratura, del teatro, arte, storia, scienze ecc.
o Hanno la possibilità di essere riproposti in tempi ≠.
Si tratta di un genere che si caratterizza soprattutto per il fatto di rimandare a un universo di forme e
contenuti esterni al mondo televisivo, di cui la tv si occupa di 2 funzioni differenti:
I. Semplificazione – divulgazione con lo scopo di accrescere conoscenze specifiche o generali nel
pubblico, quindi, ha una funzione pedagogica: pesiamo ai programmi didattici per i bambini o
adulti dedicati all’apprendimento della lingua o abilità manuali, come ‘’Art attack’’, ‘’Superquark’’
o ‘’la macchina del tempo’’.
II. Approfondimento e trasmissione di eventi con lo scopo di presentare e discutere su temi
specifici, assumono una funzione di produzione culturale. Qui rientrano programmi di dibattito su
argomenti letterari o storici, eventi culturali, inchieste e documentari sull’arte ecc. o concerti,
balletti, teatri di prosa.
È evidente che la tv dell’epoca degli anni ’50-‘60 contenesse molteplici programmi di questo genere,
perché rispondeva alla mission pedagogico – educativo.
Gli anni ’80-’90 hanno visto la commercializzazione del modello televisivo, quindi, ad un
ridimensionamento degli spazi dedicati a questo genere, e un ridimensionamento.
Nell’ultimo decennio, con la nascita delle piattaforme satellitari e digitali, a questo genere sono stati
destinati canali appositi.

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7.2 I DOCUMENTARI
All’interno del macrogenere cultura ed educazione quella con più successo è il documentario. Si tratta di
filmati con durata variabile, presentano una voce fuori campo, trattano di molteplici argomenti (con una
prevalenza verso la scienza naturale e sulla zoologia) e sono produzioni molto impegnative quando si
tratta di luoghi con difficoltà climatiche ecc.
In questa categoria di programmi si cerca di contemperare 2 esigenze:
I. La finalità scientifica: che si esplicita nella descrizione del fenomeno osservato.
II. La necessità di rendere tutto più spettacolare per il pubblico.
Per esempio, se l’oggetto di studio fosse la vita di un gruppo di scimmie in una foresta bisognerebbe
- Raccogliere maggior materiale possibile
- Scegliere al momento del montaggio i momenti più significativi
- Realizzare il commento che servirà a dare un tessuto unitario al programma e a coinvolgere lo
spettatore.
La strategia comunicativa più utilizzata è quella che cerca di ricostruire una sorta di narrazione a partire
dalle immagini raccolte.
Nella logica di spettacolarizzazione rientrano quei documenti che affrontano periodi storici passati
attraverso l’ampio ricordo alla grafica computerizzata e/o ricostruzioni con attori e scenografie.
La diffusione di canali specializzati (FOCUS, Discovery channel)ha accresciuto lo spettro di argomenti
trattati dai documentari: vengono affrontati temi appartenenti alla tecnologia, all’urbanistica, al design,
all’economia ecc.
L’ampio utilizzo di tecniche del linguaggio cinematografico per la divulgazione scientifica mostra in modo
chiaro come i documentari debbano preoccuparsi del lato spettacolare e della capacità di coinvolgimento
emotivo del pubblico.

7.3 I MEGAZINE DOCUMENTARISTICI


Nei palinsesti delle tv generaliste, i documentari sono inseriti all’interno di contesti quali i magazine
documentaristici: ‘’superquark’’ o ‘’Ulisse’’ in modi diversi ma con stili simili.
Il magazine di divulgazione scientifica propone una scaletta polimatematica, in cui i vari argomenti
vengono trattati con la presenza di esperti in studio, ricostruzioni grafiche, la guida di un conduttore che
svolge il ruolo:
- Di divulgatore: ha il compito di rendere i contenuti del programma più comprensibili al
pubblico
- Di delegato: del pubblico quando cerca di interpretare le domande e le curiosità che gli
spettatori potrebbero avere.
I temi trattati all’interno del magazine non riguardano più solo la natura e gli animali ma anche temi
storici, la tecnologia, scienze ambientali, psicologia umana e in genere si è diffusa la componente della
curiosità, tematica tra in ‘’100 humans’’ (Netflix 2020).
Una declinazione particolare è quella relativa ai viaggi e alla scoperta del territorio ‘’contaminati con
aspetti più legati all’intrattenimento come ‘’il borgo dei borghi’’ o ‘’alle falde del Kilimangiaro’’ in cui
spostano la funzione divulgativa legata alla presentazione di paesi con tonalità più leggere e divertente.
Più vicino all’informazione giornalistica del TG quotidiano di RAI 3 ‘’TG3 Leonardo’’ che affronta i temi
della ricerca scientifica e della cultura secondo gli schemi proprio delle news.

7.4 TALK SHOW E CULTURA


I programmi ricondotti a questa tipologia sono sempre meno presenti nei palinsesti televisivi italiani. Tra i
rari esempi pensiamo a ‘’Passepartout’’ (RAI 3, 2001), ‘’totem. Letteratura, suoni, lezioni’’ (RAI 3 1998),
ovvero programmi che propongono il dialogo e la discussione con artisti, letterati, filosofi con grande
pacatezza in un’atmosfera da caffè letterario.
L’affermazione di canali tematici dedicati alla cultura e all’arte come RAI 5 e SKY ARTE. Nei loro palinsesti
possiamo trovare ‘’terza pagina’’, ‘’Dago in the Sky’’, ‘’a tutto volume’’ e ‘’Lando’’, in cui l’oggetto di
dibattito è reso appetibile anche per un pubblico giovanile.

7.5 PROGRAMMI DEDICATI AD ARGOMENTI SPECIFICI


I contenuti culturali ed educativi possono ritrovarsi in molti programmi:
 Cinema: in cui nei programmi si mette al centro la settima arte con le sue tecniche produttive e
una riflessione critico-teorica. ‘’Fuori orario. Cose (mai) viste’’, RAI 3, 1988, in cui inserisce
prodotti cinematografici all’interno di una cornice critica; ‘’stracult’’ RAI 2, 2000 con interviste e
spezzoni di film, ripercorre e riabilita in molti casi i generi meno nobili del cinema.
 Musica: classica e operistica ricordiamo ‘’Che storia è la musica’’, RAI 3, 2019, condotto da un
direttore d’orchestra in cui spiega a nascita e i segreti dei grandi autori e capolavori della
musica classica.
 Opere arte: brevi puntate di ‘’AR – frammenti d’arte’’ (RAI NEWS 24, 2014) condotte da uno
storico.
L’elenco dei seguenti programmi hanno in comune il ‘’parlare’’ di argomenti culturali con modalità ≠,
rimane da citare l’offerta generalista, riprendendoli e trasmettendoli.

7.6 DIDATTICA ED EDUCATIONAL

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Un ultimo ambito di questo macrogenere è quello che si dedica all’insegnamento attraverso la tv do
materie scolastiche o universitarie. Questo tipo di programmazione ebbe grande successo nei primi anni
della televisione, quando il nuovo mezzo doveva svolgere un compito di alfabetizzazione collettiva,
‘’telescuola’’ 1958.
Attualmente, tale programmazione è limitata, nella tv generalista, a pochi spazi dedicati ai bambini:
‘’albero azzurro’’ o ‘’Ziggie’’.
Più in generale la didattica in tv può assumere forme che vanno dalla ripresa di lezioni universitarie
(‘’consorzio Nettuno’’, RAI NETTUNO, 1991) a uno sfruttamento delle potenzialità del linguaggio
dell’insegnamento: ‘’art attack’’ dedicato all’istruzione artistica.
La RAI ha creato una struttura ad hoc dedicata proprio alla didattica e alla divulgazione culturale, RAI
SCUOLA, che trasmette su RAI 1,2,3,STORIA E 5. In questa programmazione palinsesti alle trova spazio la
storia, il computer e le nuove tecnologie, la filosofia e i corsi di lingua straniera.

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