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VALENTINA SONCINI
LEZIONE 1 – 20/09/23
soncini.vale@gmail.com
Teologia fondamentale = TF
La filosofia è un elemento importantissimo. Più la sappiamo meglio è, perché è più facile capire la
teologia
La teologia, soprattutto la TF, per costruirsi usa un linguaggio filosofico
La formazione è efficace se uno studia, poi magari dimentica i particolari, ma man mano acquisisce
una cultura, impara delle cose che gli formano la mente la forma mentis aiuta a capire tutto il
resto
Se lo studio non ci porta a questo è tempo perso perché impariamo e dimentichiamo
Bisogna trattenere le cose che aiutano a formare la mente, e quindi avere una capacità
interpretativa delle situazioni in cui saremo (in che modo interpretiamo un problema di una
famiglia, una richiesta di annuncio della fede ecc.) la forma mentis è fondamentale
Quello che impariamo non deve essere solo funzionale all’esame, ma deve darci una forma mentis
(cioè un modo di capire i problemi, di impostarli, di ragionarli…)
Tutti gli studi del ns passato sono pezzi che vanno tenuti dentro (“impara l’arte e mettila da parte”)
Tutto serve nella vita. C’è un momento nella vita nel quale le cose imparate tornano buone
Chi studia solo per l’esame dimentica; chi studia per capire ha più possibilità di ricordare bisogna
studiare col desiderio di capire e imparare
Il lavoro dell’apprendimento chiede tempo. Bisogna seguire man mano il lavoro della scuola
distribuendolo nel tempo
Facciamo un piccolo esercizio
L’ intelligibilità delle cose è governata dal mondo delle idee, che sono fuori dal mondo materiale
Per Platone il mondo materiale finisce, si distrugge, non rimane. Le cose che contano sono le cose
trascendenti
Pensiamo alle spiritualità orfiche: a un certo pto il corpo si distrugge e l’anima se ne va presso il
mondo delle idee
Questa idea ha contagiato un po’ anche il cristianesimo
A volte diciamo “la salvezza dell’anima”… ma nel cristianesimo non si salva solo l’anima nel
Credo Apostolico diciamo “credo la risurrezione della carne”
Quando Paolo all’areopago ha parlato della risurrezione della carne, i greci gli hanno risposto “ti
seguiremo un’altra volta, non ci interessa”
Noi a volte siamo cristiani platonici, cioè parliamo della salvezza dell’anima e ci dimentichiamo del
corpo. Invece noi cristiani crediamo nella risurrezione di tutto l’uomo/la donna nella sua interezza.
Come sarà non lo sappiamo, come dice Paolo in 1Cor 15
Noi come cristiani siamo influenzati da Platone, ma Platone non era cristiano noi non possiamo
essere solo platonici
Agostino è il traduttore del platonismo nel cristianesimo, è colui che fa il passaggio, cioè porta le
idee platoniche in relazione stretta col cristianesimo
Le Confessioni di Agostino sono spettacolari perché fanno vedere un uomo che convertendosi da
una tradizione culturale altra (africano, pagano, poi manicheo, poi neoplatonico plotiniano, poi
cristiano) fa una trasformazione, anche nel linguaggio
Noi dobbiamo tradurre il cristianesimo e il Vangelo perché chi ascolta possa capire
Lo stesso è successo al tempo di Agostino quando la Bibbia è stata tradotta in latino (Vulgata di
Girolamo)
Aramaico/ebraico greco latino italiano: questi sono passaggi culturali importanti
Ricordarsi cosa è successo in alcune fasi della filosofia è importante per attingere schemi mentali,
metodi, e andare in avanti
Cartesio (XVII sec) di fondamentale dice “res cogitans/res extensa”, cioè distingue il pensiero dalla
materia (in questo è platonico)
Però la sua espressione forte su cui ricostruisce la filosofia è “cogito ergo sum”, che è l’opposto di
Platone
Platone partiva dall’essere, mentre Cartesio parte dal “cogito” c’è una svolta (centralità del
pensiero) che porterà all’idealismo
Per Platone il pensiero è l’essere (quindi c’è un’ontologia). Per Cartesio no, ed è ciò che vedremo
con Kant: la svolta trascendentale, cioè tutto viene ricostruito sulla base di un modo di pensare che
non è più il modo di essere, infatti Kant è agnostico (sul noùmeno non c’è scienza)
Mentre Platone ha fatto un’ontologia metafisica, Kant no per Kant la metafisica non è una
scienza, quindi dell’aldilà non c’è pensiero scientifico, strutturato
Il pensiero kantiano poi ha influenzato le correnti agnostiche o nichiliste
Il cristiano può imparare molto da Kant. Ad es. Lònergan è un gesuita kantiano tomista, Rahner è un
kantiano tomista. Cosa hanno di diverso da Kant? Che la coscienza non è chiusa su se stessa ma è
aperta all’essere, quindi dell’essere può dire qualcosa. Per Kant no, infatti non c’è una metafisica
Filosofia dell’‘800: Hegel, Marx, Comte (positivismo), Nietzsche
Poi parla della morte di Dio se Dio è un’estraniazione intellettuale posso solo dire che non c’è
Nietzsche è importante perché simbolicamente rappresenta la fine della modernità e l’inizio della
post-modernità dove alcuni elementi chiave cadono
Secondo Ricoeur sono 3 i maestri del sospetto che fanno modificare la filosofia occidentale: Marx,
Freud, Nietzsche
Perché Marx? Perché dice che la ns coscienza è solo frutto del ns lavoro (materialismo legato al
lavoro) da come lavori sei
Perché Nietzsche? Perché ritiene che la ns razionalità sia un elemento secondario alla ns istintività
(contro tutta l’impostazione socratica, che diceva che l’uomo è la sua anima)
Perché Freud? Perché dice che la ns vera natura è quella dell’inconscio (le pulsioni e l’ES dominano
sul ns conscio) è come dire che la razionalità occidentale, cartesiana, platonica, socratica, sono
elementi secondari, non è la vera natura dell’uomo
Detto in un occidente che ha fatto di Platone, Cartesio, la rivoluzione scientifica e l’idealismo la sua
base di interpretazione della realtà è uno schiaffo
Questo investe tutte le scuole filosofiche del ‘900 che sono attente a recuperare la vita (Bergson,
Blondel, ecc.)
Nel ‘900 c’è anche tutto il problema del corpo se tutta la cultura è andata sull’intelletto, ciò che è
rimasto dimenticato è il corpo, quindi va recuperato
Dunque, le chiavi interpretative della filosofia sono tutte importanti perché la teologia le usa, le
assume, le elabora, ne fa linguaggio per dire le sue cose
PAUSA
Per la TF aver a che fare con la filosofia vuol dire interfacciarsi col pensiero corrente (cosa la gente
pensa, come lo pensa…)
COME LAVORIAMO
C’è una dispensa (circa 80 pagine) frutto del lavoro di questi anni. Durante l’anno viene rinnovata,
quindi alla fine potrebbe essere un po’ diversa dal testo che la prof. ci dà adesso
Per ora usiamo la mail personale per scambiarci il materiale. Quando ci sarà la piattaforma, il
materiale verrà messo lì e lo potremo scaricare da lì
La dispensa è frutto di un lavoro che ha alle spalle dei manuali di teologia, dei saggi, dei testi,
distribuiti in un tempo cronologico di una ventina di anni
Quindi la dispensa è uno strumento sintetico per fare un corso, ma alle spalle c’è una letteratura
scientifica (manuali classici di TF)
La manualistica della TF ha avuto un rinnovamento forte dopo il Vaticano II, quindi i manuali che la
prof. indica sono dal 1985 in poi (area tedesca, italiana, spagnola)
I manuali servono per approfondire alcuni pti che la dispensa affronta in modo sintetico
Inoltre i manuali servono per approfondire interessi specifici (tema storico, ad es. come si è arrivati
a certe questioni del Vaticano II, oppure temi legati alla fede, all’annuncio, alla rivelazione, alla
testimonianza…)
Quindi la dispensa dà un panorama generale, ma se vogliamo capire di più di un certo aspetto ci
sono testi specifici
Il corso di TF avrebbe 3 ore settimanali ed è annuale. Fin dall’inizio è stato diviso in due: la prof.
Soncini fa 2 ore settimanali annuali, il prof. Radaelli fa 2 ore settimanali semestrali (II semestre) e
tratta la parte legata alla testimonianza
Quindi di per sé il corso è uno e l’esame è solo annuale
La prof. fa delle verifiche in itinere in periodi diversi dagli esami (prima verifica: fine novembre o
dicembre; seconda verifica: marzo) seguendo gli step del corso (tema introduttivo, rivelazione,
fede). Alla fine c’è un esame unico annuale: lo stesso giorno c’è l’esame di TF I e II
Le verifiche hanno un valore formativo, servono alla prof. per sapere se noi stiamo capendo e a noi
per capire se stiamo seguendo (ovviamente dobbiamo studiare man mano)
Se anche la verifica va male non incide sull’esame, non fa media
Soncini e Radaelli hanno deciso di fare un piccolo seminario in itinere (laboratorio) prendiamo
un testo che ha valenza sia per Soncini che per Radaelli, lo studiamo insieme facendo dei
sottogruppi e poi c’è una restituzione del testo letto
A volte questo è un po’ difficile nei tempi di scuola
Altra cosa che la prof. ha sempre chiesto per gli esami: oltre alla dispensa e ai testi magisteriali
collegati alla dispensa, ciascuno porta un testo (un articolo di una rivista di teologia, un capitolo di
un libro…)
Questo serve alla prof. per capire come funziona la comprensione in autonomia (leggere da soli un
testo e riassumere ciò che abbiamo capito)
Purtroppo negli anni passati il testo veniva scelto alla fine dell’anno. Quindi quest’anno la prof.
propone una cosa diversa: diciamo prima cosa scegliere
La prof. dà due idee
(Di solito dava testi del magistero corrente ma letti con l’occhio della TF: Verbum Dei, Porta Fidei,
Christus Vivit)
1) “Il pomeriggio del cristianesimo” di Thomas Halick (teologo della Repubblica Ceca, nato nel 1948)
edito da “Vita Pensiero”
Halick ha lavorato nella chiesa del comunismo di quel tempo (“chiesa del silenzio”, non si poteva
esprimere la scelta visibile dell’evangelizzazione in un regime comunista); ha contribuito alle
vicende legate alla “rivoluzione di velluto”, che ha portato alla caduta del regime comunista in
Cecoslovacchia e all’avvento della Repubblica democratica
Oltre a questa vicenda (che l’ha messo a forte contatto con tutto un mondo particolare, e anche in
altre parti del mondo c’è un cristianesimo di minoranza che deve stare in silenzio, che ha bisogno di
capire come rapportarsi col regime politico), c’è una riflessione interessante sul cristianesimo in
Europa
Chiaramente è una visione occidentale, è un problema posto sull’Europa, quindi magari non
interpreta la vicenda africana o asiatica del momento. D’altra parte il cristianesimo ha una culla
originaria nell’Europa del Mediterraneo
Questo testo potrebbe fare da testo comune. La prof. ne presenta alcune parti fondamentali e poi
magari ciascuno di noi ne prende un capitolo, lo studia e anche nel corso dell’anno, senza aspettare
l’esame, lo presenta alla classe in circa 20 minuti (“questo capitolo fa fare questo passaggio”)
Quindi diventa non più la lettura dell’esame ma un lavoro fatto in itinere
Secondo la prof. è una lettura molto interessante. Ovviamente è una chiave di lettura, non è l’unica
possibile. Le visioni interpretative sul futuro del cristianesimo sono tante
2) L’altro testo che potrebbe essere motivo di condivisione è l’instrumentum laboris sul sinodo
(circa 50 pagine)
Il sinodo sarà in ottobre. È un evento di chiesa universale, quindi lo strumento di lavoro contiene le
sintesi continentali e nazionali e rappresenta uno specchio della chiesa universale su questo tema
in questo momento
Anche in questo caso prima la prof. presenta qualche linea e poi ce lo dividiamo e ognuno affronta
una parte
Sono due strumenti molto diversi. Il primo è un saggio filosofico-teologico interpretativo di una fase
del cristianesimo nel III millennio. Alle spalle ha le vicende culturali e sociali che stanno investendo
l’Europa. In Europa c’è un cristianesimo in rarefazione, cioè meno vissuto, meno praticato, scarsa
partecipazione, meno giovani… Quindi cosa si fa? Come deve rapportarsi il cristianesimo con la
post-modernità?
Il Vaticano II, dice Halick ma è un’idea molto condivisibile, è stato una via per rapportarsi alla
modernità, ma ormai noi siamo nella post-modernità
Il post-moderno qualcuno lo fa iniziare da Nietzsche; culturalmente si è diffuso almeno dalla metà
del ‘900, quindi c’è un’onda lunga di una cultura che sta modificandosi
E allora cosa vuol dire un mondo che ha criteri interpretativi diversi? Questo in termini di
linguaggio, evangelizzazione, proposta cristiana, ci può interessare
L’altro è un testo sinodale (è la base della discussione che faranno i Padri Sinodali), ci inserisce in un
processo di Chiesa che si sta vivendo. Poi ci sarà un documento successivo a questa prima parte del
sinodo, che è preparatorio al sinodo di chiusura del 2024 (il papa ha detto “distinguiamo in due:
una fase nell’ottobre del 2023 e una fase nell’ottobre del 2024”)
La TF è una materia che deve radicarsi nel dogma, nella rivelazione, nella tradizione, e al contempo
essere capace di ragionare ad extra, quindi rapportarsi a un contesto, a dei destinatari, alla cultura
corrente
La TF ha queste due anime: si radica nei fondamenti, ma sono fondamenti pensati per l’annuncio,
per l’evangelizzazione, quindi è sempre ad extra
Entrambe le scelte (Halick e Strumento di lavoro) sono di valore
Lo Strumento di lavoro è un testo che dà occasione più pastorale di ragionarci. È una prospettiva di
chiesa e la teologia è a servizio anche della chiesa. Certamente è un luogo di dibattito, ma alla fine
le sue conclusioni le consegna al magistero, ed è il magistero che assume e socializza per tutti
qualcosa che magari nasce da un gruppo di lavoro
Il rapporto teologia-magistero è sempre interessante
Ci può essere una teologia del magistero. Questo è successo in diverse fasi della vita della chiesa
La “Denzinger teologie” è una teologia che lavora solo per diffondere il magistero (“il magistero
dice A, ragioniamo A; il magistero dice B, ragioniamo B”)
Altre prospettive dicono: “la teologia è un po’ più dialettica, un po’ più sganciata, non vuole essere
contro ma può avere posizioni varie e poi il magistero ne assume alcune lasciando comunque
libertà di discussione”. Quindi ci possono essere varie posizioni che poi vengono discusse e tramite
un sinodo o un concilio si possono dare spazio a certe linee piuttosto che altre, sempre nel range di
quello che è secondo il dogma
Il teologo di suo non ha la facoltà di modificare il dogma. Il dogma verrà spiegato e interpretato
secondo le linee del magistero. Quindi se ci sono questioni grosse dovranno passare per un concilio
come è successo nell’antichità i grandi concili hanno definito i dogmi, hanno individuato i pti
irreversibili della ns fede cristiana
La teologia deve concorrere a questo: aiutare nell’espressione di un cristianesimo che attraversa i
millenni e gli spazi
Nella lezione c’è spazio per le domande
La prof. farà un’introduzione abbastanza corposa dare le basi storiche, spiegare il perché la TF è
arrivata a farsi certe domande, può aiutare a capire certi temi
Si potrebbe iniziare parlando della rivelazione e poi della fede, ma così facendo perdiamo un po’
l’impianto più teologico, non capiamo il perché di certe cose
Il rischio è che la TF toccando i fondamentali della fede diventi una sorta di catechesi, mentre deve
essere una riflessione teologica
Quindi dobbiamo fare riferimento a un impianto dialettico-riflessivo e poterci capire dentro un
discorso strutturato
La teologia non deve essere una catechesi mascherata ma un luogo di approfondimento delle
ragioni della fede, così che quando noi ne parliamo, la annunciamo e la spieghiamo, abbiamo
competenza
Le domande che ci fanno oggi le persone, in 2000 anni di cristianesimo se le sono già fatte. Su
queste domande ci hanno ragionato e sono arrivati a una sintesi. Per cui, dato che su questo
problema che ritroviamo oggi ci hanno già speso tempo, qualcosa possono insegnarci, possiamo
capire come può ragionare la questione e quindi come porla oggi
Affondare le radici in una storia lunga vuol dire avvantaggiarsi
In Africa o Asia c’è un cristianesimo di seconda o terza generazione. In nord Italia ci sono parrocchie
nate nel 600. Ambrogio era a Milano nel IV sec. In questa terra il cristianesimo in vario modo è al
lavoro da 1600 anni, un periodo lunghissimo, diverso da molti contesti extraeuropei
Noi il cristianesimo lo abbiamo ricevuto dalla Palestina e dall’Africa (Agostino era africano), ma poi
in Africa si è perso, ha prevalso l’islam o religioni locali
Può essere che oggi questo meccanismo si ribalti: l’Europa si desertifica (diventa poco cristiana) e le
chiese giovani extraeuropee tengono viva una tradizione che, ad un certo momento, verrà riportata
anche in Europa
2000 anni di storia hanno insegnato tante cose
Studiare la storia della chiesa e la storia della teologia aiuta tantissimo a collocare le riflessioni e
capirle di più
La storia della teologia all’inizio è la storia dei concili (come si è arrivati a Nicea, a Calcedonia, a
Costantinopoli) i concili hanno fatto l’inizio della teologia
La TF in quanto fondamentale è importante affrontarla all’inizio ed è una bella chiave di lettura per
preparare il bacellierato
La TF introduce a diversi punti (troveremo punti che riguardano la cristologia, l’ecclesiologia,
l’antropologia teologica, la storia dei concili) e può aiutare a chiudere quando arriveremo al
bacellierato, perché è sintetica, aiuta a raccogliere la TF apre e chiude
La TF è una buona leva su cui lavorare