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TEOLOGIA FONDAMENTALE- LEZIONE 3

I PARTE

 SCHEMA DI HALIK (è 1 schema parziale, per dare 1 idea sintetica di cosa possa voler dire il titolo)
 Titolo: “Pomeriggio del cristianesimo”  lui usa questa metafora del giorno (il pome) ma dentro 1
interpretazione che usa poi per guardare 1 po’ a tt 1 vicenda del cristianesimo in occidente.
 Per cui anche qsto “pomeriggio” è una lettura molto europea.
 Halik è 1 teologo della Repubblica ceca, è 1 contemporaneo (tuttora vivente), ha scritto qsto testo
come diversi altri testi e anche riflettuto “Del cristianesimo al tempo del covid” sul fatto delle chiese
vuote, di qsta situazione che ha dato 1 immagine molto forte di 1 lontananza, 1 dispersione, di 1
non esserci….nn si è celebrata la Pasqua del 2020…poi c’è stato questo ritorno ma con molta fatica
alle celebrazioni (e nn si è tornati tutti: molti anziani per timore sono rimasti lontani, e di fatto la
parte anziana in Europa è 1 parte consistente del popolo di Dio).
 Meno giovani in Europa. E meno cristiani. Quindi meno presenza nella liturgia.
 Lo schema è strutturato per dar l’idea della metafora temporale, il mattino, il mezzogiorno, il pome
 il riferimento alle fasi della vita (la giovinezza; l’età media/ la I fascia dell’età adulta, e poi 1
dimensione più matura, il pome) e dentro qui quelle che sono alcune tappe che hanno conosciuto
lo sviluppo del cristianesimo
 come si è evoluto e si è strutturato dentro la vicenda storico-sociale del mondo europeo, quindi
con tantissimi riferimenti alla vicenda culturale, storica, civile che ha caratterizzato l’inizio del
cristianesimo (che nasce in Palestina, si diffonde nel mediterraneo, si incontra con la cultura greca e
si incontra con la struttura politica dell’impero romano…).
 L’incrocio tra il cristianesimo, la cultura greca e l’impero romano è da subito: questo segna la
diffusione del cristianesimo e la sua dimensione di fatica (i primi sec. sono di martiri), fino a quando
ci sarà l’editto di Costantino (313 d.C.), quando si riconosce la plausibilità pubblica del
cristianesimo, e poi diventa addirittura la religione ufficiale dell’impero romano a partire da
Costantino.
 Il cristianesimo da nemico da abbattere diventa “alleato” per rinforzare l’impero (passaggio dal III al
IV sec, c’è un cambio di prospettiva politica, da Diocleziano a Costantino).
 Abbiamo quindi l’inizio di un cristianesimo che viene intrecciato con la vicenda politica
dell’occidente e nn rifiutato, con molte fasi diverse
 in altri paesi la diffusione del cristianesimo avverrà in modo diverso. In parte segnata dalla
colonizzazione europea.
 Tutto questo per dire che quanto dice Halik, e quanto sentiamo nella teologia fondamentale e nella
storia della teologia è molto europeo, è molto segnato dalla vicenda politica e culturale europea.
 Quindi la chiesa del III millennio sarà forse un po’ diversa perché nn c’è più 1 eurocentrismo
(proprio oggi inizia il sinodo universale e ci sono tante rappresentanze nn più solo italiane, nn più
solo europee…)
 Halik quindi si pone in questo scenario e cerca di riflettere su questa vicenda che segna il
cristianesimo e quindi è 1 riflessione che ha come punto cardine il tema della fede, 1 fede alla
prova di 1 cultura.
 Dicevamo che la teologia fondamentale è 1 teologia “di frontiera”, 1 teologia che deve dialogare
con la cultura, che assume dalla cultura elementi di riflessione (filosofia di Tommaso o dialogo con
l’ermeneutica o altro…)
 ma sicuramente la teologia fondamentale è 1 disciplina che deve per sua natura elaborare
dall’interno gli elementi dogmatici e ragionare con l’esterno sulle culture correnti.
 E’ quella apologetica che deve prendere le ragioni delle culture e/o filosofie e mostrare come sono
compatibili con la fede e dove sono contradditorie rispetto alla fede: quindi dimostra e anche
contrasta. (la funzione dell’apologetica è stata un po’ qsta nel tempo).
 Quindi questo saggio è un po’ 1 es. di 1 esercizio che noi assumiamo come tipico della teologia
fondamentale che si pone in relazione con 1 contesto di forti cambiamenti
 cioè: l’elemento sul quale si ragiona è il cambiamento d’epoca (famosa espressione che p.
Francesco ha usato nell’assemblea ecclesiale di Firenze nel 2015 quando ha detto “nn siamo più in
un’epoca di cambiamenti ma in un cambiamento d’epoca”: questo vuol dire che si gira pagina,
siamo di fronte a 1 altro scenario).
 Allora cosa vuol dire collocare l’annuncio del cristianesimo, annunciare il vangelo della salvezza
(missione fondamentale del cristianesimo); cosa vuol dire farlo dentro 1 scenario nuovo, diverso e,
per tanti versi sconosciuto?
 Ripercorrere 1 po’ la vicenda storica vuol dire capire cosa è successo in altri momenti e individuare
le novità che oggi interrogano maggiormente l’annuncio della fede. Qual è l’atteggiamento che si
riscontra nella gente, quali le situazioni che oggi incontriamo? Molto diverse da quelle che anche in
Italia c’erano 50 anni fa.
 50 anni fa si celebrava il Concilio Vaticano II, 1 grande evento; ma noi siamo già diversi da allora. E’
stato fatto certamente un grande passo avanti, non ancora attualizzato del tutto, ma noi siamo già
diversi perché in 50 anni è cambiato moltissimo lo scenario.
 Tutto questo per dire come si colloca questo testo, perché è utile usarlo in un corso di teologia
fondamentale, perché questo esercizio di 1 riflessione della fede, di 1 scenario culturale in un
tempo che è quello nostro che è il tempo europeo.
 Percorriamo lo schema.
 1. Mattino (entrata nel mondo adulto, fino a 30 anni circa). – Fede che diventa religione. 
Quando diventa “religione”, cioè quando diventa qualcosa che fa da sfondo comune?
 (RELIGIO= “relegare”, “mettere assieme”, dettare uno sfondo comune di interpretazione della vita).
 Poi dice: nasce la christianitas e si fa riferimento a Costantino (313, a Milano).
 E’ un momento nel quale si costituisce quella religione che inizia ad essere 1 sfondo comune che
unisce la cultura, esprime, valori, indica la direzione da percorrere; diventa 1 schema per
interpretare la vita (non lo diventa nel 313; è un processo lungo quello nel quale 1 religione si
diffonde e diventa patrimonio comune).
 Lo sfondo sul quale si colloca è un paganesimo diffuso: c’erano riti pagani, e per molti secoli c’è
stato 1 paganesimo “sotto traccia” nel mondo contadino, nelle varie usanze…che si è intrecciato col
cristianesimo, e alcune devozioni cristiane sono retaggio di 1 paganesimo precedente…
 quindi non c’è 1 istantaneità. Ci vuole tempo, 1 tradizione, 1 tempo lungo perché si acquisisca 1
forma mentis diversa, nuova
 la conversione può essere anche istantanea, ma poi perché tt la vita prenda 1 forma diversa ci
vuole tempo (ci vuole tempo personale e tempo di un popolo…).
 Però questo è il costituirsi di qsto sfondo di 1 christianitas che segna il I millennio; cristianità come
questa che sembrava doversi semplicemente realizzare rendendo cristiani tutti ( per cui per es. al
tempo di Carlo Magno c’è stata la conversione forzata dei sassoni col battesimo forzato).
 Questa cosa si diffonde con la diffusione del cristianesimo.
 Ma qsta dimensione che è anche segnata dall’idea medievale che la teologia sia il culmine della
cultura.
 La filosofia è ancilla theologiae.
 Quindi tt deve convergere verso 1 unità che sia teologica e che sia riferita alla cristianità e al potere
del Papa.
 Questo fino alla cesura con la modernità: tra il XIII e il XIV sec. e poi da lì in poi si rompe qsta idea di
una cristianità, di unità , di 1 dimensione convergente
 2.Tempo del mezzogiorno e crisi- crisi della christianitas. C’è 1 fase di stanchezza, di crisi, crisi
dell’età adulta.
 Crisi della cristianità che segna il tardo medioevo e arriva fino all’età quasi nostra ( età della fine
della modernità) dove nn c’è più l’idea di una religione comune/sfondo che deve diventare
patrimonio comune per tt, ma la religione è un’idea, un’interpretazione che sta accanto ad altre
 per cui c’è qsto dissociarsi tra la cultura e la religione, tra la fede e la ragione, tra quello che ci
direbbe secondo fede e quello che la cultura, la ragione dice.
 Quindi è 1 idea sul mondo ma nn è l’interpretazione del mondo.
 E’ uno scontro tra il cristianesimo e la modernità, una modernità che si emancipa dalla religione, fa
leva su visioni più antropocentriche (quindi legate all’uomo e alla sua ragione)
 quindi vorrebbe essere autonoma dal pensare secondo Dio e entra anche in scontro, si cerca di
marginalizzare la fede (deve essere o qlcsa che riguarda solo la sfera privata o che deve riguardare
solo 1 parte, nn tutti necessariamente).
 Dentro qui ci sono tanti “riflessi”:
 il venir meno di qsto sfondo comune vuol dire anche per es. una concezione molto laica della Stato,
quindi nn più 1 riferimento religioso per giustificare la politica (che è stato fondamentale nel I
millennio; infatti nella struttura politica si vedeva 1 volontà di Dio realizzarsi: l’imperatore del sacro
romano impero riceveva 1 sorta di mandato divino per essere imperatore).
 Gli stati dell’età moderna in Europa sono stati laici, cioè nn si possono riferire a 1 credo comune per
giustificare il proprio potere e questa è 1 acquisizione che in Europa è avvenuta con gravissimi
scontri con le guerre di religione. Quindi la laicizzazione della concezione politica è stata anche 1
necessità: il motivo religioso diventava motivo di conflitto.
 Quando c’è stata la riforma protestante per cui in Europa nn si è stati più tutti cristiani allo stesso
modo (c’erano i cattolici, i luterani, i battisti, gli anglicani, gli evangelici, i calvinisti…).
 Quando si è rotta l’unità cristiana è andato in frantumi anche il modo di intendere la politica, e la
politica per non finire devastata dai conflitti di religione si è fondata su basi laiche ( il diritto, la
dimensione razionale, evidenze razionali…) per distanziarsi dalla religione.
 Tutto il tema della tolleranza: per es. Locke (padre dell’empirismo europeo) è stato uno che ha
riflettuto molto sul tema della tolleranza (es. nn posso farti la guerra perché io sono anglicano e tu
sei cattolico; ma la tua religione nn deve diventare un elemento di disturbo dell’ordine pubblico,
altrimenti è meglio che tu venga messo da parte. Nota: per gli anglicani i cattolici erano un
elemento di disturbo perché erano fedeli al Papa, e questo poteva essere un elemento per
diventare infedele al re…diventerebbe un suddito pericoloso… E’ interessante che nel dibattito sulla
tolleranza in Inghilterra, nel ‘600/’700, l’ateo e il cattolico sono visti con sospetto: l’ateo perché nn
risponde a nessuno, quindi ha una coscienza difficile da governare; il cattolico perché ha un
riferimento esterno alla monarchia inglese). T. More ha pagato con la sua vita per la sua fedeltà a
Roma, per es.
 Noi siamo figli di questa storia europea in cui c’è stato questo venir meno del cristianesimo come
orizzonte comune e del confrontarsi con una modernità che voleva mettere a lato il cristianesimo.
Quindi questo mezzogiorno è una crisi di una unità di 1 cristianesimo diffuso a fronte di 1 novità di
altri elementi, soprattutto 1 cultura che rivendica l’autonomia.
 Dove si è cercato di ricomporre qsto dialogo tra il cristianesimo e la modernità? Il luogo più
significativo che c’è stato al culmine della modernità è stato il Concilio vaticano II, 1 evento tt
sommato vicino a noi  vuol dire che c’è stato tt 1 percorso che ha portato a mettere vicini, in
dialogo, la Chiesa con il suo scenario culturale.
 P. Gv XXIII ha indetto il concilio per aggiornare i modi coi quali la Chiesa potesse relazionarsi col
mondo contemporaneo; nn con l’idea di condannarlo, ma con l’idea di essere in 1 dialogo che
permettesse l’annuncio della fede.
 Halik su questo da 1 parte è molto chiaro nel dire che è stato 1 evento importantissimo perché lì
alcune acquisizioni della modernità sono state finalmente condivise dalla Chiesa (es. la democrazia,
l’importanza delle donne, alcune questioni di diritti fondamentali: la Chiesa le ha acquisiti come
valori),
 ma, dice, quando la Chiesa è riuscita a entrare in dialogo con la modernità, è successo che la
modernità stava finendo: noi ormai siamo post- moderni (in termini culturali), non siamo più figli
della modernità e basta,
 vuol dire che è già successo qualcos’altro. Vuol dire che la modernità è (Liotard, autore francese
che ha scritto sul pst moderno nel 1870) sistema, linearità, causa-effetto, razionalità, essere figli
della cultura greca.
 La modernità ci ha abituato a una visione ordinata della realtà. Il post moderno invece, fa leva sul
elementi più irrazionali, più legati all’emotività, più legati ai processi reversibili (si può andare
avanti, si può andare indietro), si può sempre cambiare.
 Noi ora (post- modernità) siamo nella cultura del sempre reversibile, del sempre modificabile, 1
forte precarietà; la modernità invece è molto solida, sistematica.
 La precarietà dice: maggiore libertà, maggiore instabilità. (questo poi riguarda tt le scelte della vita:
scelgo una cosa, poi la disdico…c’è molta più fluttuazione adesso).
 Prima le società erano molto statiche, ora c’è molta più fluttuazione.
 Halik dice che proprio quando si arriva a dialogare con la modernità, questa stava finendo. Quindi
vuol dire che per stare in questo mondo e dialogare da cristiani con qsto mondo è necessario
prendere atto che questo mondo nn è più il mondo moderno, ma è diverso.
 Eccoci allora al 3. Pomeriggio .
 Halik dice: come si fa ad arrivare da questa situazione al pomeriggio?
 Innanzitutto bisogna passare per la crisi e farci i conti. Nella crisi uno può scoprire (come cultura,
come singolo) aspetti di sé che aveva trascurato e che nn aveva considerato della propria
personalità, dei propri gusti, della propria vita, e che chiedono di essere tenuti in conto
 quindi vuol dire fare un processo di revisione, riunificazione, rappacificazione di qllo che 1 è
veramente. (per intenderci: quando si hanno 18 anni nn ci si conosce veramente...è nella prova
della vita che uno scopre di sé qlcsa che nn sapeva, in bene o in male, fragilità o potenzialità…e
deve fare i conti con tt se stesso) .
 Dice Halik: da come uno esce da questa crisi potrà stare nel tempo successivo: o come una persona
depressa, scontenta, arrabbiata…oppure come una persona che ha nuove potenzialità; inizia un
tempo nuovo. Quello che succede nella persona è un po’ quello che succede nella giornata
(Mattino- mezzogiorno- pomeriggio), è quello che succede di una cultura che si dà degli schemi e
poi deve modificarli...DETTO IN SINTESI.
 Con il pomeriggio siamo quindi in un contesto dove c’è l’integrazione di sé (1 maturità piena) o il
rischio di 1 disgregazione che genera depressione, scontento, fatica.
 Halik qsto lo identifica culturalmente come il tempo del post- moderno, del post- secolarismo, dei
tratti del XXI sec. (e noi siamo solo all’inizio, nei primi 100 anni del III millennio!).
 Halik analizza il fenomeno religioso e dice che nel nostro scenario assume tante forme:
 ci sono le forme identitarie/ fondamentaliste (ci si rifugia nella religione per rivendicare un’identità,
e sono anche alla base di tante posizioni politiche che fanno leva su 1 forte fondamentalismo di
identità nazionale, di identità religiosa contro altri);
 ci può essere l’idea di 1 spiritualità molto soggettiva: uno coltiva 1 suo modo di credere a Dio ma
fuori da qsiasi percorso istituzionale;
 e poi ci sono i “nones”, cioè quelli che sono nati nell’indifferenza religiosa, nn hanno mai avuto 1
posizione , però magari sono cercatori di qsa ma nn hanno 1 impostazione sulla base della quale
credono o non credono in un Dio piuttosto che in una religione perché la loro educazione nn l’ha
previsto( in Europa ci sono intere generazioni di giovani nn alfabetizzate a livello religioso:, nn è che
sono contro… nn ne sanno nulla!).
 La contestazione contro la Chiesa era stata fatta da chi era fortemente parte della Chiesa o era
stato educato ai valori della Chiesa.
 Oggi nn c’è contrasto, nn c’è dialettica. Il dibattito sulle prove dell’esistenza di Dio oggi non è
argomento. Non è qlcs che attira. Praticamente assente a livello generale in Europa.
 Quindi c’è da capire qual è la via con la quale oggi annunciare il vangelo: verso dove, con quali stili,
con quali linguaggi (che è tipico del tema della Chiesa ma anche della teologia fondamentale).
 Per noi è interessante che Halik assume come riferimento per ragionare un modo di intendere la
fede che è la fede vissuta come atto. La fede ha sempre 2 aspetti: uno legato al contenuto
(dottrina) e la fede come atto, come scelta personale; atto che è suscitato dalla grazia (la fede è
sempre una virtù teologale) e atto della nostra libertà.
 Halik dice che oggi più rilevante è questo secondo aspetto, cioè l’aspetto testimoniale, dell’atto che
coinvolge la libertà.
 Non è irrilevante il contenuto, ma è preponderante qsta dimensione esistenziale dell’atto di fede e
quindi è 1 modo col quale anche noi ragioneremo sulla fede (che è uno dei capitoli della teologia
fondamentale). Vedremo come pone la questione questo autore.

II PARTE

 DOMANDE VARIE. Ripresa con la questione dei “nones”. Qsto sostrato di indifferenza che può
essere un interlocutore, un modo nuovo per dire il cristianesimo.
 Un cristianesimo che per incontrarsi con la sensibilità post-moderna, però, deve modificarsi.
 Deve essere capace di ‘lasciar indietro’ alcuni suoi schemi e modalità per potersi relazionare con un
modo nuovo di intendere il religioso, lo spirituale, la vita.
 Quindi indica un cristianesimo che deve modificarsi. Dice anche: ci sarà ancora una realtà
parrocchiale? Difficile. Considerate anche la mancanza del clero. Quella che è la struttura di un
annuncio del cristianesimo che fa leva sulle parrocchie, in Italia tantissimo, in Francia e Nord Europa
è già diverso, non è più sostenibile.…se nn mancassero preti nn si sarebbero fatte tante comunità
pastorali…in diocesi di Milano queste nascono nel 2006, abbastanza recentemente. Aprire ai laici
vuol dire cambiare il modo di costruire la chiesa. Prendere atto di questa cosa vuol dire iniziare a
pensarsi in un modo che ancora non si sa come sarà alla fine, ma senz’altro sarà diverso. La
struttura attuale nn è più sostenibile, perché non ha ricambio. Bisogna pensarci (Halik parla anche
di questo).
 DOMANDA. Il concilio rimane sempre una bussola del III millennio, ma i suoi criteri interpretativi nn
sono più molto applicabili nell’oggi perché gli interlocutori sono cambiati, nn sono più gli stessi di
50 anni fa. Senz’altro è un riferimento, ma un po' datato, gli interlocutori non sono più gli stessi.
 Nelle generazioni oggi ci può essere spiritualità ma i linguaggi sono cambiati…i linguaggi tradizionali
non sono “conosciuti”.
 DOMANDA. La fede è una virtù teologale. Un atto di Dio e un atto dell’uomo, non solo dell’uomo.
Come fare pastorale oggi? I bambini provengono da famiglie diverse rispetto a prima, la famiglia
non educa più alla fede. I linguaggi di partenza devono essere diversi. Se tu parli ai bambini di Gesù,
ma poi loro in famiglia non vivono nessuna esperienza di fede, il tuo discorso rimane isolato. Tu
devi tener conto che qsta situazione è così.
 Vuol dire che sono tutti estranei a Dio, che non c’è una spiritualità? No, non è vero, ci può essere
una spiritualità che non ha più i linguaggi della tradizione.
 Pensate ai linguaggi dei funerali laici. Ricalca quello delle omelie, ma perché non abbiamo altri
linguaggi. Quando siamo al fine della vita il linguaggio religioso riaffiora, allora c’è un linguaggio
della tradizione e un linguaggio nuovo. Ma le parole della tradizione cosa dicono a questa
situazione? Dicono o non dicono? Ci sono tanti spazi di ragionamento.

 ANDIAMO AVANTI CON LA DISPENSA. (eravamo arrivati a pag. 8). C’era il riferimento
dall’apologetica alla modernità segnata dall’illuminismo e dalla critica alla religione potrebbe essere
quel “mezzogiorno” di Halik (la crisi della cristianità) con una cultura che diventa altra da qlla
cristiana.
 In questo la teologia fondamentale si struttura da apologetica a teologia fondamentale con Perrone
e Drey (cioè cerca delle risposte per mostrare a una cultura fortemente razionale le ragioni della
fede).
 Quindi la teologia fondamentale in termini apologetici cerca di far vedere a 1 cultura molto presa
dal razionalismo scientifico- metafisico le ragioni della fede.
 QUINDI Le prove dell’esistenza di Dio, i preambula fidei, la credibilità del cristianesimo son tutte
parole per mostrare come la religione nn sia contro l’uomo della ragione ma sia un potenziale per
l’uomo della ragione.
 Con chi si incontra il cristianesimo quando cerca di far qsta operazione? Con una cultura dell’800
che è molto centrata sia sulla novità del sapere positivistico-scientifico da cui pensa di trovare tt le
soluzioni, sia su una cultura filosofica che è molto centrata sull’io.
 Mostrare a un “io” che c’è Dio nn è facile, perché l’io rischia sempre di mettersi al centro
(riferimento a idealismo hegeliano; all ’io sociale di Marx; il dionisiaco di Nietsche…).
 Una cultura molto segnata dalla scienza che pensa di ricavare tt le soluzioni dalla scienza (quindi
dalla capacità dell’uomo di risolvere tt i problemi) è una cultura positivista.
 L’800 per l’Europa è stato un secolo di esplosione delle nuove scienze sulla base dell’illuminismo;
però poi tt la rivoluzione industriale, le nuove scoperte nella chimica, nel mondo dell’elettronica, lo
studio dei materiali e loro trasformazioni, la riflessione sull’origine della specie di Darwin…insomma
una cultura che pensa che con 1 ragionamento scientifico può rispondere a tutte le domande
dell’uomo
 questa è la pretesa del positivismo, che è un altro modo di vedere una cultura centrata sull’io ( può
essere un io metafisico, qllo hegeliano oppure un io scientifico con il positivismo di Compte o delle
scienze dell’800).
 E’ chiaro che di fronte a qsta cultura la teologia diventa una Cenerentola, un qlcsa che viene messo
a lato.
 Se l’uomo ha tutte le risposte da se stesso e dalla scienza, ha bisogno di un Dio? No, ne fa a meno di
Dio e di una salvezza dall’alto. Ritiene che qste siano poesie per chi non ce la fa.
 L’uomo capace risolve tutto; l’uomo incapace prega Dio. Uno è religioso perché è debole (qsta è
l’interpretazione di Nietzsche). E’ la debolezza umana che nn ti fa sviluppare tt le tue potenzialità
che ti porta a essere religioso. L’uomo vero è quello forte, che ha tt le risposte, che fa leva su di sé,
sul sapere, sulla scienza, sulla forza dell’io...tutto questo è molto forte nell’800.
 L’800 è un secolo dove qsta centratura sullo scientifico, sul metafisico è fortissima.
 Cosa fa la teologia, cosa fa l’elaborazione di un cristianesimo in qsta cultura? Da un lato deve
difendersi dall’essere riassorbito in un orizzonte immanente, nn può essere che si accetti
l’interpretazione di Feuerbach (cioè che Dio sia una proiezione dell’uomo).
 Come lo dice la teologia? Riprendendo il tema della Rivelazione: noi riceviamo da Dio e nn da noi
stessi qlcsa che possiamo comprendere solo perché Dio ce lo dice, e nn perché io ce l’ho in me
stesso  il tema della rivelazione quindi diventa centrale perché vuol dire che c’è Qualche cosa
che dall’alto mi viene, da fuori mi viene, da un Altro mi è dato e che io da me stesso non produco,
non trovo, non so.
 Quindi diventa fortissima la centratura sulla Rivelazione.
 RIVELAZIONE è una categoria che ha usato anche la filosofia di Hegel, di Schelling e di Fichte, cioè
l’idealismo. Ma qui la rivelazione era commista con ragione, con qlcsa di antropologico.
 La teologia dice che rivelazione è di Dio: è Dio che si rivela.
 Da un lato quindi la teologia reclama qsta alterità, qsta trascendenza. Alla cultura immanentista,
chiusa su se stessa la teologia dice: Dio è Altro, è oltre;
 secondo: la teologia deve mostrare a qsta cultura razionalista/scientifica che la fede ha delle
ragioni, che è ragionevole, che è qlcsa che ha a che fare con l’uomo che pensa, che studia, che è
scienziato, che è filosofo etc.…ha qlcsa da dire a qsto umano.
 E’ una fede credibile perché ragionevole. Qsta cosa verrà precisata nel CVI (celebrato tra il 1869 e
1870, dove qste sottolineature diventano importanti).
 PAG.8  si percorre qsta cultura ‘800esca.
 Il rapporto con qsta cultura è problematico, perché un Nietzsche non è conciliante nei cfr della
teologia, o un Marx, o un Freud, o il positivismo.
 Gli argomenti della teologia sono ritenuti finti, insufficienti, non basta convincersi che esiste Dio,
diranno che sono argomenti insufficienti.
 Per cui si crea anche una contraddittorietà tra la posizione della chiesa e la cultura moderna.
 Questa cultura scientifica, razionalista, positivista tipicamente moderna è vista dalla chiesa in
chiave problematica: questo si specifica nella posizione culturale che si esprime nel pontificato di
Pio X quando con l’enciclica del 1907 di fatto prende forma l’antimodernismo.
 L’antimodernismo ha qsa che segna la posizione tra chiesa e cultura corrente tra la fine dell’800 e il
‘900. (Insomma bisogna stare attenti di fronte a qsta cultura).
 Una cultura, quella della chiesa, anti-modernista, che ha segnato molto la vicenda del rapporto
chiesa- cultura corrente nel 900.
 Si sono un po’ riconciliate col concilio vaticano II dove c’è una chiesa che dialoga con la modernità,
uscendo da 1 posizione esclusivamente anti-modernista.
 Le linee culturali che la Chiesa ha elaborato per dire di sé sono quelle che prende dall’enciclica di
Leone XIII Eternae patris, che dice che il dialogo si elabora con gli studi tomisti (s. Tommaso “aiuta”
nel dialogo) con l’ enciclica Humane generis di Pio XII si rielabora questa cosa e poi si cerca di
rifare (alla luce anche del vaticano II) l’impostazione culturale dei seminari.
 Ci sono 2 testi: uno del ’79 (di GPII ma impostato da Paolo VI): Sapienza cristiana, che dice la nuova
ratio studiorum dopo il Vaticano II.
 L’altro testo è la Veritatis gaudium del 2018 di P. Francesco. Questi testi cercano di seguire come
re-impostare il discorso teologico dentro diversi step culturali dall’anti-modernismo dal concilio
vaticano II e dopo.
 PAR.2  COME SI E’ RAPPORTATA FEDE E RAGIONE? Dobbiamo capire che il tema fede/ragione,
per la teologia (in particolar modo per la teologia fondamentale) è un tema chiave per tt le ragioni
che dicevamo: E’ UN ANNUNCIO DELLA FEDE DI UNO SCENARIO SEGNATO DA UNA FORTISSIMA
CENTRATURA SULLA RAGIONE.
 Come si caratterizza la cultura greca? Dalla centralità della ragione. Come si caratterizza la cultura
occidentale? Da una forte centralità dell’uomo razionale, metafisico e scientifico.
 Quindi la fede, in occidente, ha dovuto elaborarsi nei cfr della ragione, molto.
 L’essere umano razionale non è un dettaglio, è importantissima.
 Dicendo ragione si dice quello che l’antropologia occidentale ha detto come elemento che
caratterizza l’uomo.
 L’uomo non è solo ragione, ma molto dell’umano si specifica grazie alla ragione.
 Quindi la fede deve riferirsi a qsta ragione.
 Il tema fede-ragione è importantissimo per la TF, tanto più nella cultura scientifica, tecnocratica,
tecnologica, metafisica che si è specificata da Cartesio a Heidegger, dal 600 alla rivoluzione
scientifica, fino al XX secolo.
 In altri contesti culturali, forse non è così decisivo il tema ragione-fede; in contesti africani, asiatici.
In Europa tantissimo. Non è un caso che lo troviamo continuamente ripreso.
 PAG. 9 “La questione fede - ragione ha monopolizzato l’evoluzione della teologia fondamentale/
apologetica proprio a causa delle linee di pensiero tipicamente occidentali che hanno posto al
centro della dimensione antropologica la razionalità come elemento caratterizzante la natura
umana in quanto tale.”:  cioè l’uomo è la sua ragione (ha detto Socrate).
 “Tre documenti possono essere significativamente analizzati per comprendere la decisività e la
densità del rapporto fede-ragione:
 la Costituzione Dei Filius (1870) che esprime l’impostazione di fede-ragione tipica della modernità.
 Lo scontro tra diversi modelli filosofici e culturali con l’impostazione dottrinale nell’enciclica
Humani Generis (1950)
 Le novità nell’impostazione del rapporto non solo tra fede e ragione ma tra Dio e l’uomo in Dei
Verbum.”
 la DF è nel cuore della questione dell’800, nel CVI (1869-1870)

 PARENTESI STORICA: Il contesto del Concilio vaticano I  vediamo alcune caratteristiche
importanti di questo scenario.
 C’è una composizione molto europea in qsto concilio ( i vescovi sono italiani ed europei
fondamentalmente; pochissimi da altri nazioni. Assemblea di 700 e passa padri conciliari in tutto.
Nel concilio vaticano II saranno ben 2500).
 Siamo nel 1869/70. Cosa importante da sapere: per l’Italia, nel quale c’è lo stato pontificio, cosa sta
succedendo? L’Italia si stava formando. L’Italia comincia a essere tale nel 1861 con il regno dei
Savoia (prima erano regni separati, divisa in nord e sud).
 Tra nord e sud c’è il Lazio, quindi a metà Italia c’è Roma. Lì c’è lo stato pontificio. Se l’Italia vuole
fare l’unità e prendersi anche Roma deve battere lo Stato pontificio. Questo era difeso dalla Francia
(Napoleone III).
 L’Italia quindi deve far guerra alla Francia, e nn era in grado di batterla a livello militare. Ma nel
1870 la Francia si trova a scontrarsi con la Prussia (Germania) che anch’essa si sta creando come
stato unitario. A luglio la Prussia attacca la Francia, che perde a settembre…quindi lo stato pontificio
perde il suo stato difensore.
 La Francia ha perso militarmente, quindi l’Italia nn ha bisogno di batterla militarmente. Il 20
settembre 1870 i bersaglieri italiani sono a Roma e occupano lo Stato pontificio. Il Papa si trova con
uno stato ridotto a pochi Km quadrati, la Città del Vaticano.
 Nel 1870 finisce quello che era lo Stato pontificio e il potere temporale del Papa che aveva circa
1100 anni (iniziato nel 728) viene molto ridimensionato. (c’è ancora Castel Gandolfo…e la Città del
vaticano è molto dipendente dall’Italia).
 Il Papa nello stato vaticano è sovrano, è un monarca assoluto; ma è capo della cristianità. C’è il
problema che il concilio vaticano I (1869/1870) sono radunati a Roma, dove però c’è aria di guerra.
A luglio (quando la Francia è attaccata dalla Prussia) si chiude il vaticano I: rimane interrotto.
 Ha fatto in tempo ad affrontare il tema della Dei Filius e la questione dell’infallibilità del Papa,
primo testo di ecclesiologia ( ma incompiuto), poi 1 enciclica chiude qsta vicenda però il concilio è
sospeso “sine die” (cioè verrà completato da altri)…di fatto però nn è stato completato.
 E NOTA BENE: Il Concilio vaticano II nn è la continuazione del Concilio vaticano I lasciato in sospeso.
L’interruzione è data chiaramente dalla vicenda storica.
 Nel momento in cui il Papa perde il suo onore di stato e di indipendenza di stato, cosa dice la Chiesa
del Papa? Che è infallibile (e questo nn per un consenso popolare o di altri sovrani, ma è infallibile
per ragioni divine). S
 i cerca di sottrarre il pontefice da un giudizio umano; questo pone il problema del rapporto tra
l’infallibilità del Papa e i vescovi, un problema che eredita il Concilio Vaticano II. E i vescovi? La
collegialità, la sinodalità…? Devono essere tutti ripensati i processi. In che senso il Papa è un primus
inter pares? (questo è un tema che eredita la Lumen gentium).
 Tutto questo scenario storico che abbiamo visto, insieme ad altri elementi culturali, porteranno a
quell’atteggiamento di scontro con la cultura moderna:
 si accentua l’elemento controversista/dialettico. (per cui anche alcune intuizioni molto avanzate del
concilio vaticano I nn trovano seguito perché il contesto è troppo problematico. Troveranno spazio
dopo 100 anni).  questo per dire che LA STORIA E GLI EVENTI TEOLOGICI NON SONO DA
LEGGERE SEPARATI.
 QUALI GLI OBIETTIVI DEL CONCILIO VATICANO I ? è un concilio breve. La costituzione Dei Filius è
una delle costituzioni di questo primo concilio.
 E’ fatta di 4 capitoli fondamentali: ha un proemio; Cap.I ( De Deo creante); cap. II (De Revelatione);
cap. III. Riferimento al tema della fede; IV. Relazioni tra fede e ragione.
 Questi non sono temi casuali, e sono temi che vanno elaborati.
 Proemio. E’ interessante perché dice lo scenario dentro il quale la Chiesa colloca il Concilio vaticano
I (uno scenario che pone delle possibilità, ma anche dei problemi).
 La TF è una teologia di frontiera, cioè devi ragionare con il contesto e alcune questioni del
contesto ti costringono a fare certi ragionamenti.
 Sostanzialmente il proemio è come se dicesse: “Noi ragioniamo di queste cose perché ci sono
questi problemi”.
 Leggiamo e commentiamo qualche pagina del proemio della Dei Filius
 c’è un inizio che dice come si colloca qsta riflessione che ricorda la promessa di Dio di essere
sempre con l’uomo →si conferma che la chiesa si sente accompagnata da Dio (Mt: sarò sempre con
voi)
 il riferimento previo di qsto concilio è il Concilio di Trento (XVIsec.). qui siamo nel XIX sec.; 4 secoli
senza un concilio, quindi il tipo di chiesa risale al Concilio di Trento.
 “Da questo Concilio infatti furono più espressamente definiti e più ampiamente esposti i
dogmi santissimi della Religione, con la condanna e la repressione degli errori”
 l’errore fondamentale in quel momento era la Riforma
 “Da tale Concilio venne reintegrata la disciplina ecclesiastica e più saldamente rinsaldata; fu
promosso nel Clero l’amore della scienza e della pietà; furono preparati i collegi per
educare gli adolescenti alla milizia sacerdotale; infine, furono restaurati i costumi del
popolo cristiano con una più diligente istruzione dei fedeli e con l’uso più frequente dei
Sacramenti.”
 c’è tutta una ripresa del cristianesimo cattolico dopo Trento.
 “Ma mentre, con animo grato, rammentiamo doverosamente questi ed altri benefici che la
divina clemenza ha elargito alla Chiesa, specialmente per mezzo dell’ultimo Sinodo
ecumenico, non possiamo comprimere l’acerbo dolore causato principalmente dal fatto che
o cadde in disprezzo presso moltissimi l’autorità del predetto santo Concilio, o perché si
trascurarono i suoi sapientissimi decreti.”
 Trento ha rinnovato la chiesa ma, a distanza di tempo, tante cose sono andate perse oppure ci sono
altre che hanno posizioni pericolose.
 “Certamente nessuno ignora che le eresie, già condannate dai Padri del Concilio Tridentino,
si divisero in varie sette in conseguenza del rigetto che si faceva del divino magistero della
Chiesa e con il lasciare in balìa del giudizio di ciascuno le verità relative alla religione; e
queste sette, discordando tra loro e combattendosi, fecero venir meno in molti ogni fede in
Cristo. ”
 cosa fa la Riforma? Nega la funzione del Magistero. Quindi chi si fa garante della verità? Ciascuno
dice la sua posizione. È importante che si ricordi che c’è un Magistero garante del deposito di fede
 “Così le stesse Sacre Scritture, che prima erano proclamate come la sola fonte della verità
e il codice unico della dottrina cristiana, finirono coll’essere ritenute non più libri divini, fino
ad essere annoverate fra i racconti mitici.”
 questa è una posizione non dei riformati, ma culturale.
 “Allora nacque e si diffuse ampiamente quella dottrina del razionalismo, o naturalismo, che
combattendo in tutto la religione cristiana appunto perché di istituzione soprannaturale,
con ogni sforzo si adopera di ottenere che, bandito il Cristo (il solo Signore e Salvatore
nostro) sia dalla mente degli uomini, sia dalla vita e dai costumi dei popoli, si potesse
instaurare il regno – come dicono – della pura ragione e della natura.”
 nell’800 c’è un diffuso razionalismo che contrasta l’idea che ci sia una sovrannaturalità. Cioè il
trascendente è negato.
 “Abbandonata poi e rigettata la religione cristiana, rinnegato il vero Dio e il suo Cristo, alla
fine molti precipitarono nel baratro del panteismo, del materialismo, dell’ateismo, cosicché,
negando la stessa natura razionale e ogni norma di giustizia e di rettitudine, arrivano ad
abbattere i fondamenti essenziali della società umana.”
 panteismo: tutto è divino; quindi non c’è differenza tra Dio e creatura. Per il cristiano è
fondamentale.
 Materialismo: tutto quello che c’è si vede e si tocca
 ateismo: non c’è Dio
 problemi che la sola natura, la sola ragione portano, evidenziano.
 “Imperversando poi dovunque questa empietà, accadde miserabilmente che molti, pure
figli della Chiesa cattolica, si smarrirono dalla via della vera pietà,”
 chiesa mater et magistra. La chiesa deve essere anche madre, preoccuparsi dei figli che si perdono.
Quindi c’è il problema di chi si è lasciato irretire.
 “Trasportati da queste instabili e speciose dottrine, confondendo malamente la natura con
la grazia, la scienza umana con la fede divina, arrivano a corrompere il senso genuino dei
dogmi professati dalla Santa Madre Chiesa e mettono in pericolo l’integrità e la sincerità
della fede.”
 qsto concilio deve ridire che qsti sono nel torto e deve dire dove sta la vera posizione.
 Il concilio vaticano I è un concilio che ha ancora posizioni che vengono ribadite a cui seguono le
scomuniche (“Anatema sit”).
 E’ necessario dire chi è nel torto, chi è lontano dalla fede, chi è contro la dottrina.
 “Ora poi essendo qui uniti con Noi, deliberanti, tutti i Vescovi del mondo cattolico, dalla
Nostra autorità congregati nello Spirito Santo in questo Concilio Ecumenico, fondandoci
sulla parola di Dio, contenuta nella Scrittura e nella Tradizione, come l’abbiamo ricevuta,
santamente custodita e genuinamente interpretata dalla Chiesa cattolica, determinammo di
professare e dichiarare al cospetto di tutti, da questa Cattedra di Pietro, con la potestà a
Noi trasmessa da Dio, (quindi nn da uomini)la salutare dottrina di Cristo, proscrivendo e
condannando gli errori ad essa contrari.”
 è indispensabile dire cosa è bene e cosa è male. I problemi culturali qui affrontati sono in sintesi: la
sola ragione; la sola natura; il panteismo; l’ateismo; il materialismo. sono posizioni per le quali nn
c’è spazio per Dio né per la fede…tutto diventa sola ragione.
 CAPITOLO I Dio creatore di tutte le cose. Anche questo capitolo non è casuale. Perché viene
evidenziato Dio creatore? Nel 1869 è uscito L’origine della specie di Darwin  evoluzionismo che
contrasta con la creazione (o l’uomo discende dalla scimmia, o è stato creato da Dio come
Adamo...). La questione è andata avanti per molto tempo (analogamente nel ‘600 ricordiamo lo
scontro tra la scienza galileiana e la Chiesa cattolica sulla questione eliocentrismo/geocentrismo,
che poneva il problema dell’interpretazione delle Scritture).
 Evoluzionismo o creazione?
 Cominciamo a leggere e commentare il cap. I –Dio Creatore di tutte le cose
 “La Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana crede e confessa che uno solo è il Dio vivo e
vero, Creatore e Signore del cielo e della terra, onnipotente, eterno, immenso,
incomprensibile, infinito per intelletto, volontà e per ogni perfezione, il quale essendo unica
singolare, assolutamente semplice ed immutabile sostanza spirituale deve essere predicato
realmente e per essenza, distinto dal mondo,”
 “distinto dal mondo” (questo è fondamentale, contro il panteismo che dice ‘tutto è Dio’. No, Dio
non è il mondo e il mondo nn è Dio.
 Alcune riflessioni New age mescolano ancora qsti piani. C’è differenza. L’ontologia cristiana rimarca
la differenza tra l’essere di Dio e l’essere dell’uomo. L’ente è l’essere.

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