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E X L I ß RI S
HEMETHERII VALVERDE TELLEZ

Episcopi Leonensis

- m
R.E PERSONE TEATINO.

UHI
RECATI IN VERSI ITALIANI.

LECCE
TIPOGRAFIA EDITRICE SALENTINA
DEL CAY. G. SPACCIASTE
GL'IBI DEL BREVIARIO ROMÀNO
RECATI I N VERSI ITALIANI

DAL

P . D. R A F F A E L E M.A PÈRSÒNÈ
TEATINO

VICE-POSTULATORE DELLA CAUSA


DEL V E N . S E R V O DI DIO V I N C E N Z O M. A MORELLI
DELLA CONGREGAZIONE TEATINA
FU ARCIVESCOVO DI OTRANTO

1 0 i a u 9

DNiYKSiB« 9t mm
HHilieca Vàiverée y Tellez
LECCE
TIPO-LITOGRAFIA EDITRICE SALENTINA
DEL CAV. GIUSEPPE SPACCIANTE

1887
A TE
V E N E R A B I L E S E R V O DI DIO

FONDO C i ^ i Z l i O VINCENZO MARIA MORELLI


kfALVEROEYtaiEZ GLORIA DELL' EPISCOPATO CATTOLICO

ONORE DELLA CONGREGAZIONE TEATINA

RAFFAELE M.A PERSONÈ


TUO CONFRATELLO E CONCIVE
Il guadagno della vendita di questa edizione è assegnato a supplire

alle spese del Processo Apostolico del Veti. Servo di Dio Vincenzo M.' Mo- PRO-POSTULATORE DELLA TUA CAUSA

relli Teatino, fu Arcivescovo di Otranto. IN LECCE O V E A V E S T I I N A T A L I

IN O T R A N T O OVE FOSTI ARCIVESCOVO

QUESTO TENUE LAVORO

D. O. C.

RICORDATI DI LUI.

PAPILLA ALFONSINA
BIBLIOTECA UN V :HSITARIA
u . A . N . L :
AL P I O LETTORE.

G L ' I N N I DEL B R E V I A R I O R O M A N O
f o r m a n o tutti
insieme un divino poema che canta colle grazie
della poesia cristiana i beneficii della creazione, le
sventure dell'uomo caduto, le glorie dell'uomo redento.
I beneficii della creazione si narrano negl'inni fe-
riali dei vespri, ove S. A m b r o g i o che li compose,
esalta le magnificenze di Dio creatore seguendo
la storia ispirata dello Scrittore del Pentateuco.
Le sventure dell'uomo redento s o n o esposte negl' inni
della domenica e delle altre ferie della settimana,
ove si a d d o m a n d a n o le divine misericordie — ne-
gl' Inni dell'Avvento e del Natale, che s o n o so-
spiri e gioie pel divino Riparatore — in quelli di
Q u a r e s i m a , che c o m m e n d a n o i mezzi salutari per
refrenare le u m a n e concupiscenze — in quelli da
ultimo della settimana di Passione, che fanno pie-
tosa ricordanza dell'opera della redenzione. Le glo-
V}

kiV,
rie dell'uomo redento trovatisi bellamente descritte
n e g l ' i n n i da Pasqua al C o r p u s d o m i n i . In quel
t e m p o la Chiesa canta la risurrezione e l'ascen-
sione di Gesù Cristo, causa della nostra gloriosa
risurrezione ed ascensione al cielo — l a discesa letto presenta in ogni passo la medesima sempli-
dello Spirito Santo, che squarciò completamente cità, la stessa unzione, come se fosse stato scritto
il velo alle tenebre dell' ignoranza—il Sacramento da una sola penna. I suoi concetti sono biblici, le
Eucaristico, da cui ne venne la fortezza dei Martiri, preghiere umili ed affettuose, gli encomii fondati
il candore dei Vergini, la longanimità dei Confes- sulla vera virtù. N u l l a vi si scorge di esagerato,
sori, le cui gesta gloriose sono elogiate o con nulla di profano. T u t t o è vero, tutto è sacro
appositi canti, o con canti comuni a più di essi. quanto ivi si svolge. La Chiesa latina sin dai
GÌ' inni per la dedicazione delle chiese, coi quali tempi di S. Ilario e di S. Ambrogio lo intrecciò
si lodano le bellezze della Gerusalemme celeste, di coi Salmi di Davide nella sacra liturgia, tanto è
cui è figura ogni nostro tempio, non palesano il pregio in cui sempre lo ritenne. La poesia di
le glorie a cui aspira l'umanità redenta? Da ul- oriente si vede sposata a quella di occidente.
t i m o quelli in onore della Beata Vergine non O h come questi canti leverebbero a Dio la
esaltano le grandezze che la divina onnipotenza m e n t e di tante anime pie, e desterebbero nel loro
e bontà largiva alla Corredentrice del genere uma- cuore la più pura fiamma di affetto, siccome av-
n o a riguardo dei previsti meriti del Redentore? veniva ad un Agostino allorché sentiva cantare
I beneficii adunque di Dio Creatore e Redentore, gl' inni del suo Ambrogio, ove elleno intendes-
la esposizione delle umane sciagure, e delle glorie sero la lingua in cui sono scritti.
ottenute per Cristo s o n o la sintesi dei carmi della Per procurare questo vantaggio a chi n o n è
Chiesa; sintesi che, se mal non mi appongo, pratico del latino ho divisato farne il volgariz-
parrebbe esposta nella prima strofa dell'inno di zamento in versi italiani. Ben è vero che molti
S. Gregorio M a g n o : .posero m a n o a tale versione. Alcuni però volta-
rono poeticamente nella nostra lingua gl' inni
P r i m o die q u o T r i n i t a s

Beata m u n d u m condidit,
sacri siccome erano prima della correzione del
V e l quo resurgens Cooditor
Papa U r b a n o V i l i , altri ne dettero un piccolo
N o s , m o r t e vieta, liberat. saggio, altri da ultimo f u r o n o più fedeli ai con-
cetti che alle parole. Io mi s o n o studiato di tra-
Q u e s t o sacro poema compilato in varii tempi, durli tutti parola a parola, e secondo la lezione
e da diversi Scrittori tutti eccelsi o per santità di urbaniana. O v e fossi stato insufficiente ad arri-
vita, o per vastità di dottrina, o per luce d'intel-
vare a quel segno colla esecuzione e col fatto,
il lettore avrà a grado almeno il b u o n volere.
S e g u e n d o l'ordine del Breviario R o m a n o il pre-
sente v o l u m e t t o si divide in quattro parti.
La prima contiene g l ' i n n i ordinarii del tempo.
La seconda i proprii del t e m p o .
La terza i proprii nelle feste dei Santi.
La quarta i c o m u n i a più Santi.
Evvi in fine u n a breve appendice con sei inni PARTE PRIMA.
n o n riportati dal Breviario suddetto. Mi è piaciuto
che questi facessero parte del mio lavoro per ren-
dere un o m a g g i o ai Patroni di Lecce mia patria,
ed al glorioso S. Gaetano T i e n e mio Patriarca.
A piè di pagina vi s o n o delle sobrie illustra-
INNI ORDINARI! DEL TEMPO.
zioni, ed i testi della Bibbia (tradotta dal Mar-
t i n i ) dai quali f u r o n o tolti i concetti degl' inni,
c o m e delle brevi biografie per quelli scritti in
o n o r e dei Santi per essere meglio intesi.
A fronte alla versione si trovano g l ' i n n i latini
per rendere più agevole lo studio degli o p p o r t u n i
c o n f r o n t i . S o n o ancora segnati gli autori cono-
sciuti che li composero.
Se questo libriccino versa qualche sprazzo di
luce su i sacri carmi, e feconda sempreppiù la
pietà di coloro che li l e g g o n o io s o n o largamente
c o m p e n s a t o del l a v o r o . — A d d i o .
vare a quel segno colla esecuzione e col fatto,
il lettore avrà a grado almeno il b u o n volere.
S e g u e n d o l'ordine del Breviario R o m a n o il pre-
sente v o l u m e t t o si divide in quattro parti.
La prima contiene g l ' i n n i ordinarii del tempo.
La seconda i proprii del t e m p o .
La terza i proprii nelle feste dei Santi.
La quarta i c o m u n i a più Santi.
Evvi in fine u n a breve appendice con sei inni PARTE PRIMA.
n o n riportati dal Breviario suddetto. Mi è piaciuto
che questi facessero parte del mio lavoro per ren-
dere un o m a g g i o ai Patroni di Lecce mia patria,
ed al glorioso S. Gaetano T i e n e mio Patriarca.
A piè di pagina vi s o n o delle sobrie illustra-
INNI ORDINARI! DEL TEMPO.
zioni, ed i testi della Bibbia (tradotta dal Mar-
t i n i ) dai quali f u r o n o tolti i concetti degl' inni,
c o m e delle brevi biografie per quelli scritti in
o n o r e dei Santi per essere meglio intesi.
A fronte alla versione si trovano g l ' i n n i latini
per rendere più agevole lo studio degli o p p o r t u n i
c o n f r o n t i . S o n o ancora segnati gli autori cono-
sciuti che li composero.
Se questo libriccino versa qualche sprazzo di
luce su i sacri carmi, e feconda sempreppiù la
pietà di coloro che li l e g g o n o io s o n o largamente
c o m p e n s a t o del l a v o r o . — A d d i o .
PARS PRIMA. PARTE PRIMA.

HYMNI ORDINARI! DE TEMPORE. INNI ORDINARII D E L TEMPO.

1. 1.

In dominicis ad matutinum tempore h y e m a l i . A l m a t t u t i n o delle domeniche d'inverno.


(S. Gregorio Magno.) Si e l o g i a l a d o m e n i c a in cui D i o pose m a n o alla creazione delle c o s e , e G e s ù C r i s t o

le restaurò col r i s o r g e r e da m o r t e . — Chiedcsi a D i o la p u r e z z a d e l l ' a n i m a p e r

ottenere la gloria celeste.

Primo die, quo Trinitas ( i ) Nel primo dì che il mondo


Beata uiuudurn condidit, La Triade creava,
Vel quo resurgens Conditor E '1 Creator da morte
Nos, morte vieta, liberat : (2) Risorto ne salvava.

Pulsis procul torporibus, Su via lasciam le piume


Surgamus omnes ocyus, Pria che si levi il sole,
E t nocte quaeramus Deum, Cerchiamo Dio di notte,
Propheta sicut, praecipit. (3) Come il Profeta vuole.

( 1 ) V u o l e intendere S. G r e g o r i o c h e la creazione d e l m o n d o mate- ( 2 ) G e s ù Cristo colla sua m o r t e ci liberò dalla m o r t e dell'anima,


riale a v v e n n e in g i o r n o di d o m e n i c a , p r i m o della settimana, s i c c o m e c o l s u o r i s o r g i m e n t o riparò alla m o r t e del nostro c o r p o , che un dì
n e l g i o r n o di d o m e n i c a avvenne la restaurazione di tutte le c o s e m e r c è farà a n c h e risorgere. C r i s t o distrusse la morie col morire, riparò alla
la risurrezione di G e s ù Cristo, il quale è chiamato C r e a t o r e perchè la vita col risorgere. ( N e l Pref. P a s q u a l e . )
restaurazione è una n u o v a creazione. La d o m e n i c a , sostituita dalla (3 ) La notte aliate le vostre mani verso il santuario, e benedite il Si-
C h i e s a al sabato degli Ebrei in m e m o r i a della risurrezione di G . C . , è gnore. S a l m o CXXXIII, 5.
un g i o r n o da D i o benedetto, e santo per sè, a differenza degli altri
g i o r n i festivi c h e sono tali pei misteri che si celebrano.

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Biblica Vôhierft ¥ IsDez


Nostras preces ut audiat, Perchè la prece accolga,
Suamque dextram porrigat, L a destra ne protenda,
E t expiatos sordibus E mondi dalle colpe
Reddat polorum sedibus. Degni del Ciel ci renda.

Ut quique sacratissimo In giorno così sacro


Huius diei tempore Ci colmi di favore,
Horis quietis psallimus, Mentre che salmi ed inni
Donis beatis muneret. Cantiamo in tacit'ore.

Jam nunc, Paterna Claritas, Gesù, chiarezza eterna


Te postulamus affatim: Del Padre tuo diletto,
Absint faces libidinis, Spegni ogni prava fiamma,
E t omnis actus noxius. Fuga l'oprar men retto.

Ne foeda sit, vel lubrica Non sien le nostre membra


Compago nostri corporis, Preda delle sozzure,
Ob cuius ignés ignibus Sicché più ardenti fiamme
Avernus urat acrius. Succedano alle impure.

Mundi Redemptor, quaesumus, 0 Eedentor del mondo,


Tu probra nostra diluas: I falli ne perdona,
Nobisque largus commoda E dell'eterna vita
Vitae perennis conféras. I beni ancor ne dona.

Praesta, Pater piissimo, Le nostre preci accogli,


Patrique compar Unice, Eterno Genitore,
Cum Spiritu Paraclito Che regni col tuo Figlio,
Eegnans per omne saeculum. E col Divino Amore.

'KJiB.— L e strofe di dossologia cornimi a più inni sono riportate u n a


sola volta, le proprie trovansi ai l o r o l u o g h i .

t
2. 2.
A l mattutino delle domeniche di està.
In dominicis ad m a t u t i n u m tempore aestivo.
I n v i t o a sciorre lodi a D i o nel silenzio della notte per partecipare alle g l o r i e dei Santi.
(S. Gregorio Magno.)


Orsù sorgiam di notte gli affettuosi
Nocte surgentes vigilemus omnes,
Salmi a cantare nelle tacit'ore,
Semper in psalmis meditemur, ( i ) atque
A sciorre in uno dolci, ed armoniosi
Yoee concordi Domino canamus
Inni al Signore.
Dulciter hymnos.
Se offriamo insieme al Re pietoso i canti,
Ut pio Eegi pariter canentes,
Ferma nel petto nutriam speranza
Cum suis Sanctis mereamur aulam
D'aver nel cielo in compagnia dei Santi
Ingredi coeli, simul et perennem
Beata stanza.
Ducere vitam.
I voti accolga d'ogni cor sincero
Praestet hoc nobis Deitas beata
Il Padre, ed il Figliuol, lo Spirto santo,
Patris, ac Nati, pariterque Sancti
Delle cui glorie per il mondo intero
Spiritus, cuius resonat per omnem
Risuona il vanto.
Gloria mundum.

3. 3.
A l l e laudi delle domeniche d'inverno.
In dominicis ad laudes tempore h y e m a l i .
Benefici eftetti del c a n t o del g a l l o ; e preghiera al S i g n o r e a rivolgerci lo sguardo
(S. Ambrogio.)
pietoso, come fece con S. Pietro.

Del mondo eterno Artefice,


Aeterne rerum. Conditor,
Che regoli e governi
Noctem diemque qui regis,
L a notte, e '1 giorno, e provido
Et temporum das tempora
L e stagioni alterni
Ut alleves fastidium :
Per alleviare il tedio
Del mesto abitator.
( i ) I Salmi di D a v i d e , meno quelli c h e r i g u a r d a n o C r i s t o , s o n o la
esposizione di quanto avviene fra g l i uomini. G i o v a m o l t i s s i m o me-
ditarli p e r istruire l'intelletto, ed allevare i l c u o r e alla virtù.
Nocturna lux viantibus, Nunzio del dì, fra tenebre
A nocte noctem segregans, Scorta del viandante,
Praeco diei iam sonat, E della notte tacita
Iubarque solis evocat. ( i ) Ripartitor costante,
I l gallo canta, ed evoca
Del sole lo splendor.
Hoc excitatus Lucifer Il gallo canta, e destasi
Solvit polum caligine, L a stella del mattino,
Hoc omnis Erronum cohors Che sgombra le caligini
Viam nocendi deserit. Col suo chiaror divino;
Lascia la via di nuocere
Chi erra per insidiar.
Hoc nauta vires colligit, S'ode quel canto, e incorasi
Pontique mitescunt fréta, I l timido nocchiere,
Hoc, ipsa petra Ecclesiae, (2) Il mar diviene placido,
Canente, culpam diluit. Sedansi le bufere,
E Pietro colle lagrime
Il fallo va a purgar.
Surgamus ergo strenue, Su via lasciam le coltrici,
Gallus iacentes excitât, Ridesta già i dormienti,
E t somnolentos increpat, E sgrida il gallo vigile
Gallus negantes arguit. (3) I pigri sonnolenti;
Dei tristi che rinnegano
Accusatore egli è.
Gallo canente, spes redit, 0 canto, tu fai schiudere
Aegris salus refunditur, Alle speranze il core,
Muero latronis conditur, L'egro per te ravvivasi,
Lapsis fides revertitur. Tu molci il suo dolore,
Del ladro il ferro celasi,
Ritorna ai rei la fè.

( 1 ) Il canto del g a l l o i n t e r r o m p e le ore della notte, e p r e m i u m il


( 2 ) L a pietra della Chiesa per partecipazione è S. P i e t r o c h e si r a v v i d e
s o r g e r e del sole. al cantare del g a l l o . — ( 5 ) A l l u d a s i a S. P i e t r o , che n e g ò Cristo.
Iesu, labantes respice, Signore pietosissimo,
Et nos videndo corrige: Rimira chi vacilla,
Si respicis, labes cadunt, ( i ) Lo sguardo tuo correggaci,
Fletuque culpa solvitur. Se a noi la tua pupilla
Rivolgi, con i gemiti
L'alma si purgherà.
Tu lux refulge sensibus, 0 Luce, i sensi irradiane
Mentisque somnum discute: Col raggio tuo immortale,
Te nostra vox primum sonet, Sbandeggiane dall'anima
Et vota solvamus tibi. Ogni sopor fatale,
E i primi voti, e cantici
Amor ti scioglierà.
Deo Patri sit gloria, Eccelsa gloria rendasi
Eiusque soli Filio, A l Padre sempiterno,
Cum Spiritu Paraclito A l suo Figliuolo Unigeno,
Nunc et per omne saeculum. A l divo Amore eterno ;
Risuoni questa gloria
Maisempre in avvenir.

4. 4.
In domisicis a d laudes tempore aestivo. A l l e laudi delle domeniche di està.
C h i e d e s i il p e r d o n o d e l l e c o l p e , l a s a l u t e , e l a p a c e celeste.
( S. Gregorio Magno.)

Ecce iam noctis tenuatur umbra, Della notte dileguansi l'ombre,


Lux et aurorae rutilans coruscat: Rutilante rifulge l'aurora,
Supplices rerum Dominum canora Leviam tosto con voce canora
Voce precemur: Supplichevole prece al Signor.

Pietro uscì fuori, e pianse amaramente. (Lue. x x n , 6i e segg.)


( i ) C o m e avvenne a S. P i e t r o . Il Signore si rivolse a mirar fidro...
Ut reos culpae miseratus, omnem Che si muova a pietate dei falli,
Pellat angorem, tribuat salutem, E gli affanni allontani dall'alma,
Donet et nobis bona sempiternae La salute ne doni, e la calma
Muñera pacis. Sempiterna nel regno d'amor.

5. 5.
Ad primam. A prima.
(S. Ambrogio.) Preghiera del mattino per ottenere la c u s t o d i a dei sensi, e la m o r i g e r a t e l a nel
c o r s o del giorno.

Jam luci s orto sidere. ( i ) Ora che sorge fulgida


Deum precemur supplices, L a stella mattutina,
Ut in diurnis actibus Preghiamo supplichevoli
Nos servet a nocentibus. La Maestà divina,
Che d'esto giorno l'opere
Preservi dall'error.
Linguam refrenans temperet Freni la lingua facile
Ne litis horror insonet: Ad ogni ostil scalpore,
Visum fovendo contegat, Su gli occhi un velo stendaci
Ne vanitates hauriat. Colle ali dell'amore,
Che a vanità non volgansi,
Ne ignorino l'orror.
Sint pura cordis intima, Del cor sien puri i palpiti,
Absistat et vecordia : Saggezza in noi dimori,
Carnis terat superbiam E della carne fragile
Potus cibique parcitas. Reprimano gli ardori
La sobrietà dei calici,
La mensa ancor frugai.

( i ) V u o i s i intendere la stella Lucifero, che precede il sole. A l c o m - Te lucis ante terminimi è l ' i n n o del c r e p u s c o l o vespertino. Nella sa-
cra liturgia d e l g i o r n o di Natale è prescritto c h e l'ora di P r i m a d e v e
parire di L u c i f e r o si recitava nei p r i m i tempi della C h i e s a l'ora c a n o -
dirsi summo mane c o m e u e i tempi antichi, e dipoi si c a n t a la M e s s a
nica detta Prima, s i c c o m e d o p o i l t r a m o n t o all'apparire di Espero si
dell'Aurora.
dicea Compieta. lavi lucis orto sidere è l ' i n n o del c r e p u s c o l o mattutino.
Ut cum dies abscesserit, ( i ) E quando il cielo copresi
Noetemqùe sors reduxerit, Di nero ammanto e annotta,
Mundi per abstinentiam Vinta coll'astinenzia
Ipsi canamus gloriam. Qualsiasi impura lotta,
Un cantico di gloria
Sciorremo a Dio Immortai.

6. 6.

Ad tertiam. A terza.
(S. Ambrogio.) Invocasi Io Spirito S a n t o p e r c h é i n f e r v o r i il n o s t r o , e l ' a l t r u i cuore a lodare Dio.

Nunc (2) sánete nobis Spiritus, Almo Spirito diletto,


Unum Patri cura Filio, Che un Dio sei col Padre, e '1 Figlio,
Dignare promptus ingeri Ora scendi al nostro petto,
Nostro refusus pectori. E diffondi il tuo fervor.

Os, lingua, mens, sensus, vigor Perchè a Te rendano onore


Confessionem personent, (3) Mente, lingua, sensi, e v i t a :
Flammescat igne charitas, Arda in noi il divino amore,
Accendat ardor proximos. Ed accenda l'altrui cor.

l o Spirito S a n t o discese sopra g l i A p o s t o l i . L a C h i e s a in questa m e -


( 1 ) P u ò accennare il dies al t e m p o della vita, cui succede la m o r t e
desima ora L o p r e g a a discendere sopra i suoi figli.
raffigurata dalla notte.
(0 T u t t o l ' u o m o d e v e lodare, e ringraziare Dio.
(2) 11 nunc indica l'ora terza verso le n o v e del mattino nella q u a l e
7. 7.
Ad sextam. A sesta.
(S. Ambrogio.) L o d a s i D i o per l ' a m m i r a b i l e d i s p o s i z i o n e delle c o s e , e s i p r e g a a darci la s a l u t e , e l a pace

Rector potens, verax Deus, Re potentissimo — e Dio verace,


Qui temperas rerum vices, Clie il tutto moderi — e notte e dì,
Splendore mane illuminas, L'alba fai rosea — con quella face
Et ignibus meridiem Che adusto rendeci — il mezzodì.

Extingue flamnas litium, ( i ) Delle discordie — l e fiamme smorza,


Aufer calorem noxium, L'alma purifica — d a l pravo ardor,
Confer salutem corporum, Il corpo debole — sana, rafforza,
Veramque pacem cordium. Pace santissima — concedi al cor.

8. 8.

Ad nonam. A nona.
(S. Ambrogio.)
Lodasi D i o che dispone la s u c c e s s i o n e del t e m p o , e p r e g a s i che la luce della sua

graz.a c. a c c o m p a g n i fiuo a l l a t o m b a , e si c o n v e r t a in gloria.

Rerum Deus tenax vigor, Delle cose, o Signor, virtù costante,


Immotus in te permanens, Che mentre immoto in te medesmo stai,
Lucis diurnae tempora Segni il tempo, che fugge in ogni istante,
Successibus determinans ; Col corso del radiante astro maggior.

( i ) La Chiesa prendendo occasione dell'ora di m e z z o d ì , in cui i l


trateme, g l i ardori delle c o n c u p i s c e n z e , ed a benedire il c i b o perchè
sole vibra più c o c e n t i i suoi r a g g i , e gli u o m i n i sogliono in quel- tosse salutare ai nostri c o r p i , le quali cose tutte p r o d u c o n o la pace
l'ora desinare, p r e g a il S i g n o r e a temperare gli ardori delle discordie d e l cuore. r
Largire lumen vespere, Luce nel vespro tua bontà ne dia,
Quo vita numquam décidât, ( i ) Non cessi in noi di vita il raggio mai,
Sed praemium mortis sacrae (2) E la gloria del cielo eterno sia
Perennis instet gloria. Premio a colui, che santamente muor.

9. 9.
A d m a t u t i n u m feriae I I . A l mattutino del lunedì.
(S. Ambrogio.)
E s o r t a z i o n e a pregare D i o per essere liberati dalle colpe, e partecipare delle sue glorie.

Somno refectis artubus, Ristorate col sonno le membra,


Spreto cubili surgimus: Già le morbide piume lasciamo,
Nobis, Pater, canentibus Tu ci assista, 0 Signor, ten preghiamo,
Adesse Te deposcimus. E caldeggia il notturno inneggiar.
Te lingua primum concinat, Di Te suonin gli accenti primieri,
Te mentis ardor ambiat, Ed i primi sospiri del core
Ut actuum sequentium A Te s'alzin, siane tu, 0 Signore,
Ta, sancte, sis exordium. Il principio del nostro operar.
Cédant tenebrae lumini, Ceda il buio al corusco mattino,
Et nox diurno sideri, Notte bruna al pianeta diurno ;
Ut culpa quam nox intulit, E disperda ogni errore notturno
Lacis labascat munere. Della luce l'arcana virtù.
Precamur iidem supplices Altra prece, 0 Signor, ti porgiamo,
Noxas ut omnes amputes, Da ogni tristo legame ne snoda,
Et ore te canentium Onde il labbro che in terra ti loda
Lauderis omni tempore. Gloria eterna ti renda lassù.

( 1 ) C o m e la luce materiale è la vita del m o n d o , così la g r a z i a è ( 2 ) È l'ora in cui a v v e n n e la m o r t e di G e s ù C r i s t o c h e rese sacra


la vita dell'anima. la m o r t e dei giusti
30 PARTE PRIMA.

10. 10.

A d l a u d e s feriae I I . A l l e laudi del lunedì.


( S. Ambrogio.) Pregasi Gesù Cristo perchè e'infervori colla virtù dello Spirito Santo - pressi

1 E t e r n o P a d r e p e r c h é ci allontani dal male, ci incoraggi al bene, ne prostri

nene avverse cose, Per goderlo svela,amente col Figlio in cielo. S i accenna an-

che « L Eucaristia mezzo efficace per ottenere q u a n t o si addomanda.

Della gloria paterna splendore,


Splendor paternae gloriae, ( i )
Dalla luce traendo la luce,
De luce lucem proferens,
Luce sei della luce, e fulgore,
Lux lucis, et fons luminis,
Giorno eterno che illumini il dì.
Diem dies illuminans.

Vero Sole nell'alme discendi


Verusque sol illabere,
Sfolgorante di fulgidi rai,
Micans nitore perpeti,
Del Paraclito Spirto riaccendi
Jubarque sancti Spiritus
Quella fiamma che in petto languì.
Infunde nostris sensibus.

Facciam voti al divin Genitore


Yotis vocemus et Patrem,
Della grazia almo Padre possente,
Patrem potentis gratiae, (2)
Della gloria anche Padre e Signore
Patrem perennis gloriae,
Che ne vegli propensi ad errar.
Culpam releget lubricam.

Ci confermi nell'opre virtuose,


Confirmet actus strenuos,
Tronchi il dente al nimico insidioso,
Dentes retundat invidi,
Ove volgano avverse le cose
. Casus secundet asperos,
Ei ci prosperi, e drizzi l'oprar.
Agenda recte dirigat.

( 1 ) Il figlio di Dio splendore della gloria del Padre ( Ebr. 1, 3 ) dal mo il lume ( S a i . x x x v , 10). E g l i è la luce del giorno che spunta in
cielo (2. Pet. 1, 1 9 ) . A g n e l l o di D i o è la lampana della Città cele-
quale trae la sua luce, addivenne luce per noi che giacevamo nelle
ste ( A p o c . x x i , 23).
tenebre. E g l i è ancora luce della luce giacché allo stesso t e m p o è meno
e fine, venendoci da L u i la l u c e per conoscerlo, e credere in lui, a d e m - ( 2 ) Il Signore darà la grafia e la gloria. Sai. LXXXIII, 12.

piendosi così il detto del P r o f e t a , nel vostro lume, 0 S i g n o r e , vedre-


Mentem gubernet, et regat, Ne sorregga e governi la mente
Sit pura nobis castitas; Onde il cor si mantenga pudico,
Fides calore ferveat, Nostra fè sempre pura e fervente
Fraudis venena nesciat. ( i ) Delle frodi non sappia il velen.
*
Christusque nobis sit cibus, (2)
Sia Gesù per noi cibo vitale,
Potusque noster sit fìdes:
E la fede devota bevanda ;
Laeti bibamus sobriam (3)
Beviam lieti la sobria immortale
Profusionem Spiritus.
Santa grazia versataci iu sen.

Laetus dies hic transeat, Di letizia esto dì non sia avaro,


Pudor sit ut diluculum, (4) Puro il core al mattino somigli,
Fides velut meridies,
E la fede al meriggio più chiaro,
Crepusculum mens nesciat.
L'alma ignori del buio l'orror.

Aurora lucem proveliit, Già l'aurora di luce ci veste,


Cum luce nobis prodeat Quando fìa di mirar fra le glorie
In Patre totus Filius, (5) Tutto il Padre nel Figlio celeste,
E t totus in Verbo Pater. Tutto il Figlio nel suo Genitor?

(1) Venena fraudis. S i allude agli errori c h e gli A r i a n i spargevano


( 3 ) L a grazia insegna la temperatila ( S a p . v m , 7 ) , vale a dire
i n g a n n a n d o i fedeli c o l t r a v o l g e r e a capriccio le s e n t e n z e della Bib- estingue la sete delle concupiscenz-.'. E messa q u i la causa p e r l'ef-
bia N e i c o n i e n t i a S. A m b r o g i o . fetto.
( 2 ) S i accenna in quest'ora all' Eucaristia figurata dalla m a n n a c h e si (4) La purezza dell'anima somigli agli albóri del m a t t i n o — la
r a c c o g l i e v a di b u o n mattino. La mia carne è veramente cibo (Joan. v i , 5 6 ) . nostra fede non a m m e t t a dubbiezze, nò sia oscurata dagli errori te-
Il san«ue di Gesù C r i s t o appellato mistero di fede, qui è detto be- nebrosi.
vanda di fede. G.C. m e d e s i m o d i s s e : cln crede in me non avrà mai ( 5 ) Si v u o l c o n d a n n a r e l'eresia A r i a n a c o n t r o la consustauzialità
più sete (Joan. v i , 35). del V e r b o c o l P a d r e .
11. 11.

A ä m a t u t i n u m feriae III. A l mattutino del martedì.


( S. Ambrogio.)
Si prega Gesù Cristo ad illuminarci la m e n t e , a liberarci dalle insidie del demonio,
e renderci solerti nel ben oprare.

Cousors paterni luminis, 0 consorte al paterno splendore,


Lux ipse lucis, ( i ) et dies, Chiaro dì, della luce alma luce,
Noctem canendo rumpimus, Deli caldeggia le preci canore,
Assiste postulantibus. Che alla notte ritolgon l'orror.
Aufer tenebras mentium, L e tenèbre ne sgombra dall'alma,
Fuga eatervas daemonum, Le infernali falangi disperdi,
Expelle somnolentiam, Fuga il sonno, d'ignobile calma
Ne pigritantes obruat. Non ci opprima nocivo sopor.
Sic, Christe, nobis omnibus A i tuoi servi che han fede sincera
Indulgeas credentibus, Dona, 0 Cristo, dei falli il perdono,
Ut prosit exorantibus Chè li giovi l'umile preghiera,
Quod praecinentes psallimus. Che coi cantici levano a Te.

12. 12.
A d laudes f e r i a e III. A l l e laudi del martedì.
(Aurelio Prudenzio contemporaneo di S . Ambrogio.)
Gesù Cristo ci r a c c o m a n d a la v i g i l a n z a , e la m o r i g e r a t e z z a , e noi l o p r e g h i a m o a
perdonarci le colpe figurate dal sonno.

Ales diei nuntius Canta il gallo, che è nunzio del giorno,


Lucem propinquam praecinit; Ed accenna alla prossima aurora,
Nos excitator mentium Il Signore ci chiama in quest'ora
Jam Christus ad vitam vocat. Alla vita, all'amore divin.

( i ) V e g g a s i la n o t a i* d e l l a p a g . 30.
Auferte, clamat, lectulos, Neghittosi, egli grida, sorgete,
Aegro sopore desides; E sbandite il funesto sopore,
Castique, recti, ac sobrii Sobrii, retti, illibati di core
Vigilate, iam sum proximus. Su vegliate; già sono vicin.
Jesum ciamus vocibus, A Gesù l'alma sobria rivolga
Flentes, precantes, sobrii: ( i ) E le preci e le lagrime sante,
Intenta supplicatio Il pregar fervoroso, incessante
Dormire cor mundum vetat. Dal cor mondo distorna il sopor.
Tu, Christe, somnum discute ; 0 Signore, tu il sonno allontana,
Tu rumpe noctis vincula; (2) Della notte i legami disciogli,
Tu solve peccatum vetus, (3) Prisco fallo dal petto ne togli,
Novumque lumen ingere. E c' irradia di nuovo fulgor.

13. 13.

A d m a t u t i n u m feriae IV. A l m a t t u t i n o del mercoledì.


Domandasi al S i g n o r e il p e r d o n o delle c o l p e c h e si confessano.
( Ambrosiano, ossia a m o ' d e g l ' I n n i di S . Ambrogio.)

Rerum Creator optime, Volgi a noi pietoso il ciglio,


Rectorque noster, aspice : Delle cose, 0 Creatore,
Nos a quieta noxia Desta, o Dio, chi nel sopore
Mersos sopore libera. Della colpa immerso sta.
Te, sancte Christe, poscimus Tutti i falli ne perdona,
Ignosce culpis omnibus: Umilmente ten preghiamo,
Ad confklendum surgimus, Già le coltrici lasciamo
Morasque noctis rumpimus. Per lodar la tua bontà.

delle tenebre. — ( 3 ) P u ò intendersi degli abiti cattivi r e t a g g i o della


( 1 ) V c g g a s i la nota 3 della p a g . 33.
colpa.
(2) P u ò alludersi ai p e c c a t i attuali chiamati dall'Apostolo
Mentes manusque tollimus, Mente, e braccia al ciel son volte
Propheta sicut- noctibus (i) Come David precettava,
Nobis gerendum praecipit, E '1 gran Paolo praticava
Paulusque gestis censuit. Delle genti almo Dottor.
Yides malum quod fecimus, 0 Signore, il mal che femmo
Occulta nostra pandimus, Benché il sappia confessiamo
Preces gementes fundimus, E con lagrime chiediamo
Dimitte quod peccavimus. Larga venia ai nostri error.

14. 14.
A d laudes feriae IV. A l l e laudi del mercoledì.
(Aulo Prudenzio.) Nell'ora in cui la l u c e n a t u r a l e f u g a le t e n e b r e si prega Gesù C r i s t o a farci sco-

p r i r e c o l l a s u a l u c e s o p r a n a t u r a l e l e f a l l a c i e d e l m o n d o , e del demonio.

Nox et tenebrae et nubila, Notte, tenèbre, nubi,


Confusa mundi et torbida, Ed ombre in fosco velo
L u x intrat, albescit polus, Itene, albeggia il cielo,
Christus venit: discedite. Viene fra noi Gesù.
Caligo terrae scinditur Il buio si dilegua
Percussa solis spiculo, Del sole ai primi albori,
Eebusque iam color redit Vestono i lor colori
Vultu nitentis sideris. Le cose di quaggiù.
Te, Christe, solum novimus, Signor, con mente pura
Te mente pura et simplici Te solo conosciamo,
Flendo et canendo quaesumus, Gemendo, ti preghiamo :
Intende nostris sensi-bus. Vegliane i sensi, e '1 cor.

( i ) A n t i c h i s s i m o era presso gli Ebrei il c o s t u m e di pregare c o l l e stimonianza. O r a questo m o d o di p r o g a r e è ritenuto soltanto nella
m a n i in alto. M o s è , D a v i d d e , S a l o m o n e , e S. P a o l o n e r e n d o n o te- liturgia della Messa, e n e l l e O r a z i o n i .
Sunt multa fucis illita Discoprono i tuoi rai
Quae luce purgcntur tua: ( i ) L'orpello dell'errore,
Tu vera lux coelestium Del ciel vero splendore,
Vultu sereno illumina. Ne irradii il tuo chiaror.

15. 15.
A d matutisum ferias V . A l mattutino del giovedì,
( Ambrosiano.)
Si p r e g a il S i g n o r e c h e ci p e r d o n i le c o l p e p e r v i v e r e i n p a c e s e n z a rimorsi.

Nox atra rerum contegit Atra notte col fosco suo velo
Terrae colores omnium : Delle cose ha celato i colori,
Nos confitente? poscimus A Te, giudice giusto dei cori,
Te, iuste iudex cordium. Ci volgiam fiduciosi, o Signor.
Ut auferas piacula, Tu ne sgrava dal misero incarco,
Sordesque mentis abluas, Tu ne purga la sordida mente;
Donesque, Cliriste, gratiam E mercè la tua grazia possente
Ut arceantur crimina. Ogni fallo dilegua dal cor.
Mens ecce torpet impia, Come giace scorato il malvagio,
Quam culpa mordet noxia ; Delle colpe lo crucia il rimorso,
Obscura gestii tollere, (2) Brama uscire dal buio, e soccorso
Et Te, Reuemptor, quaerere. Ti domanda angoscioso il meschin.
Repelle tu caliginem Sua caligine fitta dilegua,
Intrinsecus quam maxime, Della luce gli schiuda le porte,
Ut in beato gaudeat Onde s'abbia nel cielo la sorte,
Se collocari lamine. Che lo irradii il chiarore divin.

( 1 ) L ' u m a n a ragione offuscata dalla colpa non seppe s e m p r e di- ( 2 ) È m e s s o qui l'effetto per la causa. L a colpa produce l'igno-
scernere il giusto, e l'onesto. Siamo ingannati dalle apparente del retto ranza s i m b o l e g g i a t a dal b u i o delle tenebre.
cantava il P o e t a . F u mestieri che venisse Cristo nel m o n d o per il-
luminare g l i u o m i n i .
PARTE PRIMA.
INNI ORDINARII DEL TEMPO. 43

16.

A l l e laudi del giovedì.


(A. Prudenzio.)
Si c h i e d e a D i o l a c u s t o d i a d e i sensi.

L u x ecce surgit aurea,


Sorge in ciel la bella aurora,
Pallens facessat caecitas,
Si dilegua il fosco orror,
Quae nosmet in praeceps diu
Che ci trasse di buon'ora
Errore traxit devio.
Sconsigliati nell'error.
Haec lux serenum conférât,
Pace apporti il suo apparire,
Purosque nos praestet sibi :
Il candor ne versi in sen,
Nihil loquamur subdolum,
Schietto renda il nostro dire,
Volvamus abscusa nihil.
E '1 pensier puro e seren.
Sic tota decurrat dies,
Così scorra il dì giulivo,
Ne lingua mendax, ne manus
Ed in sino al tramontar
Oculive peccent lubrici,
Lingua, mani, occhio lascivo
Ne noxa corpus inquinet.
Non ci voglian macular.
Speculator adstat desuper, Dalla sua gloriosa sede
Qui nos diebus omnibus Sempre guardane il Signor,
Actusque nostros prospicit E da mane a sera vede
A luce prima in vesperum. L'opre, e i palpiti del cor.

17.
A d m a t u t i n u m feriae VI, A l mattutino del venerdì.
( S. Ambrogio.) Pregasi la S S . T r i n i t à a perdonarci le c o l p e commesse nel silenzio della notte -

pregasi Gesù C r i s t o a preservarci da n u o v e cadute.

Tu, Trinitatis unitas, 0 trino ed unico — almo Signore,


Orbem potenter quae regis, Che l'orbe regoli — possente Ee,
Attende laudis canticum, Accogli i cantici — che in tacit'ore
Quod excubantes psallimus. Sciogliamo vigili — innanzi a Te.
Nam lectulo consurgimus
Ve' che le morbide — piume lasciamo
Noctis quieto tempore,
Di notte placida — al sacro orror,
Ut flagitemus omnium
E ;1 dolce farmaco — a Te chiediamo
A Te medelam yulnerum.
Per le multiplici — piaghe del cor.
Quo fraude quidquid daemonum
Se averno spinseci — a pravitate
In noctibus deliquimus,
Quando coprivaci — notturno vel,
Abstergat illud coelitus
Benigna astergane — la potestate
Tuae potestas gloriae. ( i )
Della tua gloria — ch'hai in terra e in ciel.
Ne corpus adstet sordidum,
La carne fragile — casta rimanga,
Nec torpor instet cordium,
Solerti rendane — la tua bontà.
Ne criminis contagio
Non fìa che il crimine — virtute infranga,
Tepescat ardor spiritus.
0 intiepidiscane — la carità.
Ob hoc, Redemptor, quaesumus,
Accogli facile — Dio Redentore,
Reple tuo nos lumine.
L a prece, irradiane — col tuo chiaror,
Per quod dierum circulis
Onde nostr'opere — in tutte le ore
Nullis ruamus actibus.
Lontane siano — dal tristo error.

18.
18.
A d laudes feriae VI.
A l l e laudi del venerdì.
( Ambrosiano.)
Si prega il S i g n o r e a s o l l e v a r e al c i e l o l a n o s t r a m e n t e , ed a c o n f o r t a r c i n e l l a fede,
nella speranza, e nella carità.

Aeterna coeli gloria, (2)


Gloria eterna dei celesti,
Beata spes mortalium,
Beata speme dei mortali,
Summi tonantis unice,
Che per Padre un Dio ti avesti,
Castaeque proles Virgiuis,
E d a Madre un vergin cor.

( 1 ) Q u i la parola gloria vale essenza, divinità. In questo senso è


( 2 ) I capoversi di q u e s t ' inno, c o n qualche interruzione, c o m i n -
a n c h e adoperata dalla Chiesa n e l Prefazio della Trinità: quello che
ciano coli'ordine delle lettere dell'alfabeto. V e d i la nota d e l l ' I n n o 33.
noi crediamo della tua gloria, vale a dire della tua divinità.
Da dexteram surgentibus A chi sorge dal riposo
Exurgat ut mens sobria, L a man porgi, e '1 petto infiamma,
Flagrans et in laudem Dei Onde possa fervoroso
Grates rependat debitas. G-razie renderti, 0 Signor.
Ortus refulget lucifer, Già la stella mattutina
Praeitque solem nuntius; Splende in ciel nunzia del sole,
Cadunt tenebrae noctium, Luce santa, la divina
Lux sancta nos illuminet. Tua c'irradii clarità.
Manensque nostris sensibus Con noi resti, e notte scura
Noctem repellat saeeuli, Del rio secolo ne fuga,
Omnique fine temporis Ne mantenga l'alma pura
Purgata servet pectora. Da qualsiasi pravità.
Quaesita iam primum fides ( i ) Fermi in noi la fè sua stanza,
In corde radices agat, Fu la prima che chiedemmo,
Secunda spes congaudeat, Ci consoli la speranza,
Quae maior extat Charitas. E, maggior di entrambe, Amor.

19. 19.
A d m a t u t i n u m sabbati. A l mattutino del sabato.
(S. Ambrogio.) Si chiede al S i g n o r e in m o d o speciale l a p a r i t à d e l l ' a n i m a per g o d e r l o in cielo.

Summae parens clementiae, Sommo Padre di clemenza,


Mundi regis qui machinam, Trino Dio nelle persone,
Unius et substantiae, Uno solo nell'essenza,
Trinusque personis Deus : E del mondo almo rettor :

( i ) L a fede è la prima cosa c h e si c h i e d e da chi v u o l essere battez" Ministro prima di battezzare dice al c a t e c u m e n o : che cosa chiedi dalla

zato: Imperciocché chi a Dio si accosta, fa di mestieri, che creda, che chiesa di Dio? E costui r i s p o n d e : la fede. Rit. Rom.

egli è, e rimunera quei che lo cercano (agli Ebrei n, 5 6 ) . — I l sacro


Deh benigno accogli il canto,
Nostros pius cum canticis
Ed i gemiti dei figli,
Fletus benigne suscipe,
Onde asterso il cor col pianto
Ut corde puro sordium
Più si bei nel tuo chiaror.
Te perfruamur largius.
Ogni turpe e rio diletto
Lumbos, iecurque morbidum
Bruci il foco tuo divino,
Flammis adure congruis,
E, rimosso il pravo affetto,
Accincti ut artus excubent
Vigilante ognun sarà.
Luxu remoto pessimo:
Armoniose le chet' ore
Quicumque ut boras noctium
Or rendiamo con i canti,
Nunc concinendo rumpimus,
Tu concedine, o Signore,
Ditemur omnes affatim
L a beata eternità.
Donis bsatae patriae.

20.
20.
A l l e laudi del sabato.
A d laudes sabbati.
S i p r e g a il S i g n o r e a d i s s i p a r e c o l l a l u c e d e l l a s u a g r a z i a l e t e n e b r e d e l l e c o l p e , ed
( Probabilmente di S . G r e g o r i o Magno.)
a r e n d e r c i d e g n i d e l l a s u a g l o r i a n e l l ' u l t i m o g i o r n o di n o s t r a vita

Già l'aurora in ciel riluce,


Aurora iam spargit polum:
Sulla terra il dì ritorna,
Terris dies illabitur:
Spande i rai l'amica luce,
Lucis résultat spiculum:
Vadan lungi i turpi error.
Discedat omne lubricum.
Triste idee, fantasmi immondi
Phantasma noctis exulet:
Si cancellino dall'alma,
Mentis reatus corruat:
Ed i falli inverecondi
Quidquid tenebris horridum
Già commessi al buio orror.
Nox attulit culpae, cadat.
Onde a noi di luce adorno
Ut mane, quod nos ultimum
Apparisca il dì supremo;
Hic deprecamur cernui,
L'armonia di questo giorno
Cum luce nobis effluat
Sia foriera di quel dì.
Hoc dum canore concrepat. GÌ' Inni del Breviario Romano. 4
21. 21.
A d vesperas dominicae. A l vespro della domenica.
(S. Ambrogio.) C a n t a s i l ' o p e r a del p r i m o g i o r n o e . c o n t e m p l a n d o l a l u c e , p r e g a s i il S i g n o r e a l i b e -
rarci dalle tenebre della colpa.

Lucis Creator optime, ( i ) 0 Signor, che la luce creasti,


Lucem dierum proférons, Onde i giorni ne allieti ed abbellì,
Primordiis lucis novae E '1 principio del mondo segnasti
Mundi parans originerà; Mercè il nuovo fulgente chiaror.

Qui mane iunctum vespere Tu comandi che appellisi giorno


Diem vocari praecipis : Il mattino, ed il vespro congiunti;
Illabitur tetrum chaos, Della notte s'appressa il ritorno,
Audi preces cum fletibus. Odi i prieghi e i sospiri del cor.

Ne mens gravata crimine Grave l'alma di colpe, privata


Vitae sit exul munere, Della vita celeste non sia;
Dum nil perenne cogitat, Infelice ! nei falli impigliata
Seseque culpis illigat. Non estolle all'eterno il pensier.

Coeleste pulset hostium, (2) Picchi umile del cielo le porte,


Vitale tollat praemium: (3) Ed il premio contenda celeste,
Vitemus omne noxium: (4) Quel che nuoce ella fugga, e di morte
Purgemus omne pessimum. Più non calchi pentita il sentier.

" N . ® . — G l ' i n n i vespertini cantano le sei g i o r n a t e della creazione. ( 2 ) Picchiate, e saravvi aperto. Matt. VII, 7.
L a seconda parte di c i a s c u n o è una preghiera, c h e ha r e l a z i o n e ( 3 ) Il regno dei cieli si acquista colla forza, ed è preda di coloro che
c o l i ' inno. usano violenta. Ivi, x i , 12.
( 4 ) Si allude ai peccati, ed alla f u g a delle occasioni, cotr.e è detto
(1) E Dio disse: Sia fatta la luce. E la luce fu fatta... e divise la
nelle due u l t i m e petizioni d e l l ' O r a z i o n e domenicale.
luce dalle tenebre. E la luce nominò giorno, e le tenebre notte. E della
sera e della mattina si compiè il primo giorno. G e n . 1.
22. 22.
A d vesperas feriae II. A l vespro del lunedì.
Cantasi l'opera del secondo giorno, e p r e g a s i il S i g n o r e ad a r g i n a r e le c o l p e colla
(S. Ambrogio.)
sua grazia celeste.

Immense coeli Conditor, ( i ) 0 dell'etra possente Fattore,


Qui mixta ne confunderent, Che riparti delle acque la piena,
Aquae fluenta dividens Del caosse per torre l'orrore
Coelum dedisti limitera. Poni i cieli a confine fra lor.

Firmans locum coelestibus Fissi il loco pei rivi celesti,


Simulque terrae rivulis, E pei rivi che scorrono in terra,
Ut unda flammas temperet, Onde questa bruciata non resti,
Terrae solum ne dissipent. Tempri l'onda del sole l'ardor.

Infunde nunc, piissimo, 0 Signor, della grazia divina


Donum perennis gratiae, Tu ne versa perenne la piova,
Fraudis novae ne casibus (2) Non ci tragga a maggiore ruina
Nos error atterat vetus. Il vetusto col nuovo fallir.

Lucem fides adaugeat, L'alma fè come fulgida face


Sic luminis iubar ferat; La sua luce in tal guisa ne versi
Haec vana cuncta proterat, Da scoprir quel che è vano e fallace,
Hanc falsa nulla comprimant. Nè le noccia dell'empio il mentir.

(1) E fece Dio il firmamento, e separò le acque che erano sotto il fir- ( 2 ) I peccati attuali a l l a r g a n o le ferite della concupiscenza, infelice

mamento da quelle, che erano sopra il firmamento. Ed al firmamento dette r e t a g g i o della c o l p a di origine.
il nome di cielo. E della sera e della mattina si compiè il secondo gior-
no. ( N e l l a G e n . c. 1.).
23. 23.
Ad vesperas feriae III. A l vespro del martedì.
( S. Ambrogio.) C a n t a s i l ' o p e r a d e l t e r z o g i o r n o , e d a m m i r a n d o i fiori e l e f r u t t a c h e p r o d u c e la terra

pregasi il S i g n o r e a far g e r m o g l i a r e nel n o s t r o cuore fiori e frutta di vita eterna.

Telluris alme Conditor, ( i ) 0 supremo Fattor della terra,


Mundi solum qui separans, Che dalle acque moleste dividi,
Pulsis aquae molestiis, E fugata dei flutti la guerra
Terram dedisti immobilem : Rendi solida e ferma tuttor.

Ut germen aptum proferens, Perchè i semi dischiuda, e gioconda


Fulvis decora floribus, S'addimostri di fiori vestita,
Fecunda fructo sisteret, E ne appresti qual madre feconda
Pastumque gratum redderet. Frutta e pasti di grato sapor.

Mentis perustae vulnera Sulle piaghe che aperse l'errore


Munda virore gratiae : Sia rugiada la grazia celeste,
Ut facta fletu diluat, Onde il pianto purifichi il core,
Motusque pravos atterat: E ne strugga ogni pravo desir.

Jussis tuis obtemperet: Siati l'alma, 0 Signore, ossequiosa,


Nullis malis approximet: Fugga il male, ed al ben sia proclive,
Bonis repleri gaudeat, Né le tocchi di morte angosciosa
E t mortis ictum nesciat. (2) I terribili strali sentir.

(1) Disse ancora Dio: Si radunino le acque, che sono sotto il cielo in n o n si v o g l i a intendere di ascriverci fra quelli di cui fu d e t t o a G i o -

un sol luogo: e l'arida apparisca. E all'arida Dio diede il nome di terra... vanni n e l l ' A p o c a l i s s e ( x x , 6) sopra di questi (eletti ) non ha potere la
E disse: la terra germini erba verdeggiante, e piante fruttifere, che diano• morte seconda. V a l e a dire la eterna dannazione a cui saranno per la
il frutto. E cosi fu fatto. E della sera e della mattina si compiè il tery seconda volta c o n d a n n a t e le anime dei reprobi c o n g i u n t e ai l o r o c o r p i
giorno. ( G e n . c. 1.). n e l dì finale.

( 2 ) P r e g a s i il Signore a c o n c e d e r c i una m o r t e tranquilla, se pure

n a •*/ «•?• -
V >J 3 v* r* -L
24. 24.

A d v e s p e r a s feriae IV. A l vespro del mercoledì.


Cantasi l ' o p e r a del q u a r t o g i o r n o , e mirando i due grandi luminari che rischiarano
(S. Ambrogio.)
il m o n d o , pregasi il Signore a liberarci dalle tenebre della colpa.

0 dei cieli santissimo Dio,


Coeli Deus sanetissime, ( i )
Che colori le piagge ridenti
Qui lucidas mundi plagas
Della terra, e le rendi fulgenti
Candore pingis igneo,
Con i raggi d'un aureo fulgor.
Augens decoro lumine;

Tu che cingi di fiamme rotanti


Quarto die qui flammeam
Nel dì quarto il pianeta maggiore,
Dum solis accendis rotam,
Ed additi il sentiero al minore,
Lunae ministras ordinerà,
Ed agli astri che piovon chiaror ;
Vagosque cursus siderum :

Perchè s'abbiano il giorno e la notte


Ut noctibus v e l lumini
Un distacco, ed un certo confine ;
Diremptionis terminimi,
E dei mesi il principio e la fine
Primordiis et mensium
Senza fallo conoscasi ancor.
Signum dares notissimum.

L e tenèbre dal core allontana,


Expelle noctem cordium,
Lava i falli che all'alma fan guerra,
Absterge sordes mentium,
Sciogli i lacci funesti, ed atterra
Resolve culpae vinculum,
L'alta mole del misero error.
Everte moles criminum.

fece Dio due luminari grandi, e le stelle. E della sera, e della mattina
(i) E disse Dio: Sieno fatti i luminari nel firmamento del cielo, e di-
si compiè il quarto giorno. ( G e n . c. I.).
stinguano il dì e la notte, e segnino le stagioni, i giorni, e gli anni. E
25. 25.
A d vesperas feriae V .
A l vespro del giovedì.
( S. Ambrogio.)
C a n t a s i l ' o p e r a del q u i n t o g i o r n o , e contemplando gli uccelli sublimati nell'aria ed
i pesci s o m m e r s i n e l m a r e , si p r e g a i l S i g n o r e n o n f a r c i c a d e r e n e l l e c o l p e o p e r
s o v e r c h i a diffidenza, o per t r o p p a presunzione.

Magnae Deus potentiae, ( i )


0 Signore glorioso e possente,
Qui fertili natos aqua
Che dei nati dalle acque feconde
Partim relinquis gurgiti,
Parte lasci a guizzare nell'onde,
Partim levas iu aera;
Parte levi nell'etere a voi.

Deraersa limphis imprimens


Quelli muti sommergi nei flutti,
Subvecta coelis erigens,
I canori sublimi alle stelle ;
Ut stirpe ab una prodita
Lieto è l'aere, e l'onde son belle
Diversa repleant loca.
Pei rampolli da un germino sol.

Largire cunctis servulis,


Or concedi pietoso ai tuoi servi
Quos mundat unda sanguinis
Che il tuo sangue divino ha lavato,
Nescire lapsus criminum,
Che non tornino al triste peccato,
Nec ferre mortis taedium:
E non provin l'eterno furor.

Ut culpa nullum déprimât,


Non li opprima dei falli l'incarco,
Nullum eiferat iactantia,
Non li estolla funesta iattanza,
Elisa mens ne concidat,
L'alma fiacca non perda fidanza,
Elata mens ne corruat.
Sublimata, non cada in error.

(i) Disse ancora Dio: Producano le acque i rettili animati e viventi,


della mattina si compiè il quinto giorno. ( G e n . c. i ) . Chiamatisi rettili
e i volatili sopra la terra sotto il firmamento del cielo. E della sera, e
nella Bibbia a n c h e i pesci c h e si strisciano sopra le a c q u e .
26. 26.
A d vesperas feriae 7 1 . A l vespro del venerdì.
(S. Ambrogio.)
Si esalta l ' o p e r a d e l s e s t o g i o r n o , ed a m m i r a n d o l a s u d d i t a n z a d e g l i a n i m a l i a l l ' u o m o ,

c h i e d e s i al S i g n o r e l a s o g g e z i o n e d e g l i a p p e t i t i a l l a r a g i o n e , d e l l a r a g i o n e a Lui.

Hominis superne Conditor, ( i ) 0 fattore dell'uom, che disponi


Qui cuncta solus ordinans, Ogni cosa tu solo qual duce ;
Humum iubes producere A i tuoi cenni la terra produce
Reptantis et ferae genus; E quadrupedi, e rettili ancor.

E t magna rerum corpora, Così vuoi, ed i grandi animali,


Dictu iubentis vivida, Cui donava il tuo accento la vita,
Per temporum certas vices Rendi servi dell'uomo, ed aita
Obtemperare servulis. A Lui prestan qual loro Signor.

Repelle quod cupidinis Deh allontana ogni impuro desio,


Ciente-vi nos impetit, Che qual furia d'inferno ne assale,
Aut moribus se suggerit, Ch'ora al core si rende fatale,
Aut actibus se interserit. Or nell'opre dispiega il furor.

Da gaudiorum praemia, Danne in premio le gioie celesti,


Da gratiarum munera, Di tue grazie dispensane i doni,
Dissolve litis vincula, I bei nodi di pace componi,
Adstringe pacis foedera. A discordie raffrena Varclor.

(i) Disse ancora Dio: Produca la terra animali viventi secondo la e alle bestie, e a tutta la terra. E della sera, e della mattina si formò il
loro specie, animali domestici, e rettili, e bestie selvatiche della terra se- sesto giorno ( G m . c. i ) .
condo la loro specie. E disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e (Rettili s o n o g l i animali senza piedi, o p p u r e c h e li h a n n o troppo
somigliatila, ed ei presieda ai pesci del mare, ed ai volatili del cielo, corti, c h e p o c o si e l e v a n o dalla terra, e si strisciano in essa).
27. 27.
A d vesperas sabbati. A l vespro del sabato.
(S. Ambrogio.) In questo g i o r n o , nel quale D i o riposò da tutte le opere che a v e a compiute, facciam

v o t i p e r c h e c , s t a c o n c e s s o n e l s a b a t o e t e r n o di c a n t a r e l e g l o r i e divine in cielo.

Jam sol recedit igneus, Già d'occidente al balzo il sol s'appressa,


Tu lux perennis IJnitas, Tu perenne splendor, santa unitate,
Nostris beata Trinitas, 0 beata, ed eterna Trinitate,
Infunde lumen cordibus. C'irradia col divino tuo splendor.

Te mane laudum carmine, E quando nasce, e quando muore il die


Te depreeamur vespere; A Te sciogliamo preci riverenti,
Digneris ut Te supplices Perchè ci sia concesso in lieti accenti
Laudemus inter coelites Renderti colassù laude ed onor.

Patri, simulque Filio, A l Padre, al Figlio, al Santo


Tibique, Sánete Spiritus, Spirito del Signore
Sicut fuit sit iugiter Diasi eterna gloria
Saeclum per omne gloria. Ed immortale onore.
28.
28.
A compieta.
Ad completorium.
P r e g h i e r a d e l l a s e r a p e r e s s é r e da D i o v e g l i a t i nel c o r s o d e l l a notte.
(S. Ambrogio.)

Pria che all'occaso volgasi


Te lucis ante terminum, ( i )
La stella vespertina
Rerum Creator, poscimus,
Preghiamo supplichevoli
Ut prò tua clementia
L a Maestà divina,
Sis praesul, et custodia.
Che qual custode vigile
Ne vegli in sua bontà.

Da sogni rei ci liberi,


Procul recedant somnia Da immagini non pure,
E t noctium phantasmata, Fiacchi il maligno demone
Hostemque nostrum comprime Fabbro delle sventure,
Ne polluantur corpora. E mondo il corpo serbici
Da sozze pravità.

( i ) V e g g a s i la nota a p a g . 22.

FINE DELLA PRIMA PARTE.

FINE DELLA PRIMA PARTE.


PARTE SECONDA.

INNI PROPRI! DEL TEMPO.

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PARS SECUNDA. P A R T E SECONDA.

HYMNI PROPRII DE TEMPORE. INNI PROPRII DEL TEMPO.

29. 29.

Tempore A d v e n t u s a d vesperas. N e l tempo d e l l ' A v v e n t o a i vespri.


P a r l a s i d e l l a m i s e r i c o r d i a u s a t a c i da G e s ù C r i s t o c o l l a s u a p r i m a v e n u t a , e si p r e g a
(Ambrosiano.)
ad esserci a n c h e m i s e r i c o r d i o s o n e l l a seconda.

Creator alme siderum, 0 degl' astri almo Fattore,


Aeterna lux credentium, ( i ) Luce eterna dei credenti,
Jesu Redemptor omnium, 0 divino Redentore,
Intendo votis supplicum. Porgi orecchio ai nostri accenti.
Qui daemonis ne fraudibus Perchè l'uomo dagl'inganni
Periret orbis, impetu Del demonio sia sottratto,
Amoris actus, languidi Medicina al mondo infermo
Mundi medela factus es. Per amore ti sei fatto.
Commune qui mundi nefas (2) Espiator del fallo antico,
Ut expiares, ad Crucem Sulla croce ancor volente,
E Yirginis sacrario Nato a noi da vergin seno,
Intacta prodis victima. Sei la vittima innocente.
Cuius potestas gloriae, Come il Nome, e la tua gloria
Nomenque cum primum sonat; S'appalesa, immantinenti
E t coelites, et inferi Gli almi spirti, e quei di averno
Tremente curvantur genu. Ti s'incurvan riverenti.
particolari, i peccati attuali, pei quali Cristo a n c h e soddisfece. L a sua
( 1 ) G e s ù C r i s t o quanto a sé è l u c e , c h e illumina tutti gli u o m i n i .
redenzione fu copiosa.
Q u i è detto luce dei credenti, perchè g ì ' increduli n o n ne godono.
( 2 ) Il male comune, c h e è la colpa di origine n o n esclude i mali
0 gran giudice, in quel giorno
Te deprecarmi' ultimae Che segnasti a di finale,
Magnum diei iudicem ; Siane scudo la tua grazia
Armis supernae gratiae Contro il demone infernale.
Defende aos ab hostibus. Virtude, onore, e gloria
Yirtus, honor, laus, gloria Rendasi al Genitore,
Deo Patri cum Fitto, A l Figlio, al divo Amore
Sancto simul Paraclito, Per tutto l'avvenir.
In saeculorum saecula.

30.
30.
N e l tempo d e l l ' A v v e n t o , a l mattutino.
Tempore A d v e n t u s a d matutinum. P r e g a s i il V e r b o g e n e r a t o a b e t e r n o d a l P a d r e , e n a t o n e l t e m p o d a M a r i a , a vo-

( Incerto.) l e r c i i l l u m i n a r e la m e n t e , ed i n f i a m m a r e il c u o r e v e r s o le cose celesti per far


p a r t e d e g l i e l e t t i a l di finale.

"Verbo divin, che dal paterno seno


Verbum supernum prodiens Sin dall'eternità sei generato,
E Patris aeterni sinu, E col volger degl'anni a noi sei nato
Qui natus orbi subvenis, Per essere del mondo il Salvator.
Labente cursu temporis. ( i ) Irradiaci di luce ora la mente,
Illumina nunc pectora, E di celeste amor ne infiamma il petto,
Tuoque amore concrema, Onde, spregiato ogni caduco affetto,
Ut cor caduca deserens Ci allietili solo tue delizie il cor.
Coeli voluptas impleat: E quando fia che in tribunale assiso
Ut, cum tribunal Iudicis A l fuoco eterno i rei tu dannerai,
Damnabit igni noxios, E con voce giuliva chiamerai
Et vox amica debitum I giusti al meritato guiderdon,
Yocabit ad coelum pios,
c o m e dice l ' A n g e l i c o , la sua misericordia un tempo tanto lungo.
( i ) Il V e r b o divino non v e n n e a r e d i m e r c i i m m e d i a t a m e n t e dopo V o l l e venire al terzo p e r i o d o del m o n d o , d o p o il p r i m o della l e g g e

la colpa, onde avessimo conosciuta la nostra infermità, e l ' i m p o t e n z a di natura, ed il s e c o n d o della l e g g e scritta.

a salvarci; nè volle venire alla fine del m o n d o , non comportando,


n PARTE SECONDA.

Deh non ci investa allor l'orribil fiamma


Non esca fiammarum nigros
Nelle bolge funeste del dolore,
Yolvamur inter turbines,
Ma ne consoli il volto tuo, 0 Signore,
Vultu Dei sed compotes
Tra le gioie soavi del perdon.
Coeli fruamur gaudiis.

31. 31.
N e l tempo d e l l ' A v v e n t o alle laudi.
Tempore A d v e n t u s ad laudes.
La Chiesa ricorda la p r e d i c a z i o n e del B a t t i s t a , e la s e c o n d a v e n u t a di G e s ù Cristo
( Incerto.)
per disporre i s u o i f i g l i a c e l e b r a r e d e g n a m e n t e il S a n t o Natale.

Chiara e forte una voce risuona,


En clara vox (i) redarguit
E del mondo gli errori riprende,
Obscura (2) quaeque personans,
Yadan via le figure, risplende
Procul fugentur somnia: (3)
Sfolgorante dal Cielo G-esù.
Ab alto Jesus promicat.
Deh si destin le nienti assonnate,
Mens iam resurgat torpida, (4)
Non più giaccian nel tristo torpore,
Non ampline iacens humi:
A fugare de' falli l'orrore
Sidus refulget iam novum, (5)
Nuova stella rifulge lassù.
Ut tollat omne noxium.
Mansueto un Agnello ne viene,
En Agnus ad nos mittitur
Della colpa espiatore volente,
Laxare gratis debitum: (6)
A Lui venia chiediam che clemente
Omnes simul cum lacrymis
Tutti accoglie i sospiri del cor.
Precemur indulgentiam:
dezza e dalla n e g l i g e n z a ) poiché più vicina è adesso la nostra salute che
(0 Isaia XL, 3, chiama il Battista: voce di chi grida nel deserto. L'of-
quando credemmo (ossia abbracciammo la fede). A i Rom. XIII, VII.
ficio della v o c e è di rendere la parola sensibile per farla intendere.
Sorgi, ricevi la tua luce, 0 Gerusalemme, perchè la tua luce è venuta.
O r a questo appunto fu l'officio di S. G i o v a n n i . F e c e conoscere al
Is. L X , 1.
m o n d o il F i g l i o di Dio parola eterna del Padre, e lo f è conoscere non
(5) Gesù Cristo è chiamato stella. Di Giacobbe nascerà una stella.
tra l'oscurità delle figure, come gli antichi Profeti, ma mostrandolo
Num. x x i v , 17.
anche a d i t o : ecco l'Agnello del Signore, per cui fu voce eh,ara.
(6) Gratuitamente siete stati riscattati: per quello che spetta a noi, che
( 2 ) Gettiamo via le opere delle tenebre. A i R o m a n i x i v , 12, vale a
nessun prezzo p o t e m m o dare: sen%a danaro sarete ricomperati, Is. LH, 2,
dire i peccati. ma non gratuitamente rispetto a Cristo, che per redimerci versò il
( 3 ) S ' h a n da intendere le figure e le ombre del Testamento vec- suo sangue, siete stati comprali a caro pre\{0, I. ai Cor. v i , 20,
chio, le quali all'apparire di Cristo cessarono.
( 4 ; È già ora che ci svegliamo dal sonno ( v a l e a dire dalla torpi-
Ut. cum secundo fulserit, Quando fia che fulgente, e maestoso
Metuque mundum cinxerit, Tornerà, lo vedremo noi pio
Non pro reatu puniat, Nostre colpe coprire d'obblio,
Sed nos pius tune protegat. In clemenza cangiando il furor.

32. 32.

In nativitate Domini a d vesperas e t matutinum. N e l natale del Signore a l vespro e a l mattutino.


(S. Ambrogio.) Si accenna alla eterna generazione del V e r b o , e dipoi cantasi la nascita temporale

del V e r b o fatto uomo.

Jesu Kedemptor omnium, 0 Redentor dell'universo mondo,


Quem lucis ante originerà (r) Figlio glorioso al par del Genitore,
Parem paternae gloriae Generato e non fatto nel chiarore,
Pater supremus edidit. (2) Pria che del buio si squarciasse il vel.
Tu lumen et splendor Patris, Luce, e splendore del celeste Padre,
Tu spes perennis omnium, Cara speme che allieta il core umano,
Intende quas fundunt preces Fa che la prece non isciolga invano
Tui per orbem servuli. Chi la rivolge fervorosa al Ciel.
Memento, rerum Conditor, Rammenta, 0 Creator, che il nostro frale
Nostri quod olim corporis, Un dì vestisti, eletta una Donzella
Sacrata ab alvo Virginis A Te il largiva, rimanendo bella,
Nascendo, formam sumpseris. Allor che in terra ti condusse amor.
Testatur hoc praesens dies, E questo dì, che ogn'anno fa ritorno,
Currens per anni circulum, Ci attesta lieto che dal sen paterno
Q.uod solus e sinu Patris (3) Solo venisti a debellar l'inferno,
Mundi salus adveneris. 0 pietoso del mondo Redentor.

( 1 ) Avanti la stella del mattino io dal mio seno ti generai. P s . ciX. g i o r n o di natale — Jesu redemptor ecc. » ( D i s c o r s o 3.0 n e l Potere po-
( 2 ) 11 chiarissimo P. V e n t u r a , gloria della C h i e s a , e della Congre- litico.)
g a z i o n e T e a t i n a , ha detto: « io rinunzierei volentieri a t u t t e le di- ( 3 ) Il disordinato desiderio di sapere fece allontanare l'uomo da
gnità della C h i e s a per l ' o n o r e di aver cantato la natività temporale D i o , la Sapienza increata lo f e ' t o r n a r e a D i o . E c c o , s e c o n d o l'An-
del V e r b o eterno, come ha fatto S . A m b r o g i o in q u e s t o inno del g e l i c o , la convenienza dell'incarnazione del V e r b o , Sapienza del P a d r e .
11 a »

Hune astra, tellus, aequora, Le stelle, il mar, la terra, e quanto mai


Hunc omne quod coelo subest, Ricopre il firmamento, in loro accenti
Salutis Auctorem novae Ti salutan giulivi, e riverenti
Novo salutat cantico. Autor di nuova vita, e di virtù
Et nos, beata quos sacri E noi pel tuo natale un lieto canto
Rigavit unda Sanguinis, In omaggio t'offriamo, chè il tuo sacro
Natalis ob diem tui Santo Sangue ne fu dolce lavacro,
Hymni tributum solvimus. E le porte ci schiuse di lassù.
Jesu, tibi sit gloria, Rendan tutti a Gesù gloria ed onore,
Qui natus es de Yirgine, Che dal sen volle nascer di Maria,'
Cum Patre, et almo Spiritu Uguale gloria al Genitor si dia,
In sempiterna saecula. S'abbia la stessa gloria il divo Amor.

33. 33.
In n a t i v i t a t e Domini a d laudes. N e l N a t a l e del Signore alle laudi.
(Celio Sedulio Sacerdote Irlandese.) C a n t a s i il n a t a l e d e l S i g n o r e , e si rende a n c h e g l o r i a a Maria Vergine.

A solis ortus cardine ( i ) Da oriente a occaso sciolgasi


Ad usque terrae limitem, Con dolce melodia
Christum canamus Principem, Canzone a Cristo Principe,
Natum Maria Yirgine. Figliuolo di Maria.
Beatus auctor saeculi In servii forma mostrasi
Servile corpus induit: Del mondo il Creatore,
Ut carne carnem liberans, Per torre al pianto gli uomini
Ne perderet quos condidit (2) Plasmati dal suo amore.

( 1 ) Q u e s t ' i n n o è alfabetico. O g n i strofa c o m i n c i a coll'ordine delle


(2)1 Se il V e r b o d i v i n o n o n si fosse incarnato tutti gli u o m i n i si
lettere dell'alfabeto. C o s t a di 23 strofe. L a C h i e s a ha preso le p r i m e
Sciti ; , °
Per U L N n C0SÌ a v v e n n e Per
A n g e l i d o p o la colpa.
sette per questa festività. S o m i g l i a al s a l m o Alleluja n e l s u o t e s t o , ed
Mota d, fedeli a D i o , ottennero la gloria. Il peccato originale
ai T r e n i di G e r e m i a . Il m e d e s i m o i n g e g n o s o artificio si osserva, n o n colpi tutto il g e n e r e u m a n o rappresentato in A d a m o - i l peccato d e g l i
p e r ò esattamente, nei c a p o v e r s i nell' i n n o del V e n e r d ì alle laudi. V e d i angeli fu individuale.
pag. 44.
Castae parentis viscera Nel sen di Madre vergine
Coelestis intrat gratia: Del ciel la grazia scende,
Venter puellae baiulat L'arcano innanzi incognito
Secreta, ( i ) quae non noverat. Fecondo il ventre rende.
Domus pudici pectoris I l petto pudicissimo
Templum repente fit Dei. Tempio di Dio addiviene,
Intacta nesciens yirum, Donzella illibatissima
Concepit alvo fìlium. Un figlio in sè contiene.
Enititur puerpera, Già partorisce il parvolo
Queni Gabriel praedixerat, (2) Che l'angel profetava,
Quem ventre Matris gestiens, Onde Giovan nel gremio
Baptista clausum senserat. (3) Materno n'esultava.
Foeno iacere pertulit, Su poca paglia adagiasi,
Praesepe non abhorruit: In vii presepe nasce,
Et lacte modico pastus est, Di scarso latte nutresi,
Per quem nec ales esurit. (4) Chi fin gli uccelli pasce.
Gaudet chorus Ooelestium, Cantano in cielo gli Angeli,
E t angeli canunt Deo: Godon dei Santi i cori:
Palamque fit pastoribus Un Dio fattor degli uomini
Pastor, Creator omnium. Rivelasi ai Pastori.

( 1 ) Il m o d o c o n cui lo Spirito Santo dovea compiere in Maria L a maternità e la verginità, c h e stettero sempre in guerra, fecero al-
l e a n z a n e l seno di Maria V e r g i n e .
l'opera dell'incarnazione era per Lei un m i s t e r o : in qual modo av-
verrà questo? L u e . 1. Ignorava Ella c o m e la verginità potea fare al- ( 2 ) L ' A r c a n g e l o disse a Maria : ecco che concepirai e partorirai un
leanza colla maternità. Poiché l ' A r c a n g e l o L e scopri l'arcano : lo Spi- figlio. L u e . ivi.
rito Santo scenderà sopra di te, e ¡a virtù dell'Altissimo ti adombrerà. Ivi. ( 3 ) S. Elisabetta salutata da Maria d i s s e : appena il suono del tuo
Maria dette il suo assenso: ecco 1' ancella del Signore, facciasi di me saluto giunse alle mie orecchie saltellò per giubilo nel mio seno il bam-
secondo la tua parola, I v i , ed addivenne Madre di D i o . Bellamente bino. L u e . 1, 4.

il P o e t a alludendo a ciò dice: il venire di Maria conteneva un secreto 04) Gettate lo sguardo sopra gli uccelli dell'aria.... il vostro Padre
per lo innanzi a Lei sconosciuto. celeste li pasce ( M a t t h . v i , 2 6 ) .

Partus, et i n t e g r i t a s c i s c o r d e s t e m p o r e longo

Virguiis in g r e m i o foedera pacis habent. SAKAZ.


34. 34.

In festo SS. Innocentium a d matutinum. N e l l a festa dei Santi Innocenti a l mattutino.


Gelosia, e crudeltà di E r o d e p e r l a n a s c i t a d i G e s ù Cristo.
(A. Prudenzio.)

Audit Tyrannus anxius Ode il Tiranno, e angosciasi


Adesse regum prinoipem, Che il Re dei regi è nato,
Qui nomeii Israel regat, Per occupar di Davide
Teneatque David regiam. ( i ) L a Reggia, e '1 Principato.

Exclainat amens nuntio, Grida da folle: « scacciami


Successor instat, pellimur: « Il successor dal trono :
Satelles, i, ferrum rape, « Itene, o sgherri, muoiano
Perfunde cunas sanguine. « Quanti bambini or sono. »

Quid profìcit tantum nefas? Invan ti lordi, o barbaro,


Quid crimen Herodem iuvat? Di sì crudel delitto ;
Unus tot inter funera Salvo fra tante vittime
Impune Christus tollitur. Sarà Chi vuoi trafìtto.

( i ) E r o d e a v v e r t i t o dai M a g i di essere nato il n u o v o R e d ' I s r a e l e , bini da due anni in g i ù . G e s ù n e a n d ò s a l v o , perchè G i u s e p p e avvi-

t e m e n d o di perdere il t r o n o d e l l a G i u d e a o r d i n ò la strage d e . b a m - sato in s o g n o l o t r a f u g ò colla Madre in E g i t t o .


35. 35.
In festo SS. Innocentinm a d laudes. N e l l a festa dei Santi Innocenti alle laudi.
(A. Prudenzio.) Un saluto ai primi Santi Martiri del n u o v o Testamento.

Salvete flores Mar ty rum, ( i ) Salvete, 0 fior di Martiri,


Q.uos lucis ipso in limine Cb e il fier persecutore
Christi insecutor sustulit, Di Cristo fe' disperdere
Ceu turbo nascentes rosas. Di vita al primo albore,
A l par di rose tenere
Che il turbine colpì.
Yos prima Christi vieti ma, Di Cristo, o prime vittime,
Gres immolatorum tener, Tenero gregge ucciso,
Aram sub ipsam simplices Che a pie dell'ara ingenuo
Palma, et coronis luditis. (2) Giuochi con lieto viso
Con serti, e palme nobili
Che il cielo ti largì.

36. 36.
In Epiphania Domini a d vesperas. N e l l ' E p i f a n i a del Signore a l vespro.
( C. Sedulio.) Si cantano in q u e s t ' i n n o tre manifestazioni della divinità di G e s ù Cristo. La prima

ai M a g i nel presepe, l a s e c o n d a ai c o n v i t a t i n e l l e n o z z e di C . i n a , la terza alle

turbe n e l Giordano. Leggasi l'antifona del s e c o n d o vespro della Solennità.

Crudelis Herodes, Deum Un Dio che vien qual Rege


Regem venire quid times? Tu temi, 0 Erode indegno?
Non eripit mortalia, Chi dà nel cielo il Regno,
Qui regna dat coelestia. Noi toglie in terra ai Re.
( 1 ) L e p o c h e strofe di q u e s t ' i n n o , c o m e del p r e c e d e n t e , e del 37.° anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio.... vestili di
s o n o tolte dal l u n g o inno di P r u d e n z i o s o p r a l'Epifania. bianche stole con palme nelle loro mani, v i , 9, v i i , 9.
( 2 ) Si allude a quel che leggesi nell' A p o c . —vidi sotto l'altare le
INNI P R O P R I I D E L TEMPO.

Ibant Magi, quam viderant Seguon la stella i Magi


Stellam sequentes praeviam: Loro compagna e duce:
Lumen requirunt lumine, Cercan per lei la luce,
Deum fatentur munere. Mostran coi don la fè.
Lavacra puri gurgitis Nel limpido Giordano
Coelestis Agnus attigit: L ' A g n e l divin s'immerge,
Peccata, quae non detulit, Le umane colpe asterge,
Nos abluendo sustulit. Di cui coperto va.
Novum genus potentiae : • Dell'anfore, oh portento!
Aquae rubescunt hydriae, L'acque son rubiconde,
Yinumque iussa fundere, Mutansi in vino l'onde
Mutavit unda originem. A un cenno che Egli dà.
Jesu, tibi sit gloria, A Te, o Gesù, sia gloria
Qui apparuisti Gentibus, Che mostriti alle Genti,
Cum Patre, et almo Spiritu Abbia di laude accenti
In sempiterna saecula. Il Padre, e '1 divo Amor.

37. 37.
>

In E p i p h a n i a Domini a d laudes. N e l l ' E p i f a n i a del Signore alle lodi.


(A. Prudenzio.) Si loda B e t l e m m e , e si r i c o r d a n o i d o n i m i s t e r i o s i , c h e i M a g i o f f r i r o n o a Cristo.

0 sola magnarum urbium ( i ) 0 Betlem, fra l'eccelse Cittadi


Maior Betblem, cui contigit Cento volte Città fortunata,
Ducerò, salutis coelitus Cui toccò dar la culla beata
Incorporatimi gignere. A l divino umanato Signor.

( i ) Betlemme era stata salutata dal Profeta Michea, con queste parole : da te verrà Colui che dee essere dominatore d'Israele, v, 2.
Quem Stella, quae solis rotam Una stella, che avanza del Sole
Yincit decoro ac lumine, Le gaiezze ed i raggi splendenti,
Venisse terris nuntiat Appalesa coi nuovi portenti
Cum carne terrestri Deum. Che è già nato l'Uom-Dio Redentor.
Yidere postquam illum Magi, Come il videro i Magi di Oriente,
Eoa promunt munera; Fiduciosi gli offrirono e proni
Stratique votis offerunt, Un. omaggio di mistici doni
Thus, myrrham, et aurum regium. Mirra, incenso, con oro regal.
Regem Deumque annuntiant L'acclamarono Rege coll'oro,
Thesaurus, et fragrans odor Coli'incenso Signore possente,
Thuris Sabaei, ac myrrheus Fu la mirra un presagio dolente
Pulvis sepulchrum praedocet. Del sepolcro, che accolse il suo fral.

38. 38.

In quadragesima a d vesperas. N e l l a quaresima a i vespri.


Si p r e g a il S i g n o r e a i accogliere le nostre preghiere coi d i g i u n i , ed a concederci la
(S. Gregorio Magno.)
giustificazione.

Audi, benigne Conditor, Signor, benigno accogli


Nostras preces cum fletibus L e nostre preci, il pianto,
In hoc sacro ieiunio Ed il digiuno santo
Fusas quadragenario. D'esti quaranta dì.
Scrutator alme cordium, Tu sai l'uman fralezza,
Infirma tu scis virium: 0 scrutator dei cori,
Ad Te reversis exhibe Astergi dagli errori
Remissionis gratiam. Chi a Te si convertì.
Multum quidem peccavimus, Peccammo assai, perdona
Sed parce confìtentibus : Chi accusa il suo peccato,
Ad Nominis laudem tui ^ A Te l'onore è dato,
Confer medelam languidis. Se usi con noi pietà.
Concede nostrum conteri Provi dell'astinenza
Corpus per abstinentiam, L a carne rea il rigore,
Culpae ut relinquant pabulum Così digiuno il core
Ieiuna corda criminum. Dai falli si terrà.
Praesta, beata Trinitas, 0 Triade beata,
Concede simplex Unitas, 0 semplice Unitate,
Ut fructuosa sint tuis Ci sia per tua bontate
Ieiuniorum muñera. Fruttuoso il digiunar.

39. 39.

In q u a d r a g e s i m a a d m a t u t i n u m . N e l l a quaresima a l mattutino.
A n t i c h i t à del d i g i u n o . A t t i c h e si richiedono per trarne profitto.
( Ambrosiano.)

E x more docti mystico Da mistico costume


Servemus hoc ieiunium, Istrutti digiuniamo,
Deno dierum circulo Di dieci giorni il corso
Ducto quater notissimo. Per quattro ripetiamo.
Lex, et Prophetae primitus ( i ) L a legge, ed i Profeti
Hoc praetulerunt, postmodum Tai dì segnar, dappoi
Christus sacravit, omnium Cristo Fattor del tempo
Rex atque Factor temporum. L i consacrò fra noi.
Utamur ergo parcius Sien dunque sobrii i detti,
Yerbis, cibis, et potibus, Parca la mensa sia,
Somno, iocis, et arctius Breve il sollazzo, e '1 sonno,
Perstemus in custodia. Ognun più in guardia stia,

Profeti intendi Elia, il quale si astenne per lo stesso spazio di t e m p o


( i ) P e r la l e g g e i n t e n d i i l legislatore M o s è , scrittore del libro della
di o g n i maniera di cibo n e l salire all'Oreb monte di Dio. Gesù
l e g g e , ossia del P e n t a t e u c o . E g l i d i g i u n ò due v o l t e per quaranta giorni,
Cristo d i g i u n ò ancora per quaranta giorni per placare l ' i r a del P a d r e .
p e r c h è si rendesse degno a r i c e v e r e le tavole della legge — Per i
Vitemus autem noxia, Schiviamo quanto nuoce
Quae subruunt mentes vagas, E ci perverte il core,
Nulluinque demus callidi Chiuso teniamo il varco
Hostis locum tyrannidi. Al fiero tentatore.
Flectamus iram vindicem, Plachiamo Dio sdegnato
Ploremus ante Judicem, Con lagrime sincere,
Clamemus ore supplici, A l G-iudice porgiamo
Dicamus Omnes cernui : Quest'umili preghiere:
Nostris malis offendimus « Signor, coi falli osammo
Tuam, Deus, clementiam, Offender tua clemenza,
Effunde nobis desuper Ora dal ciel ne piova
Eemissor indulgentiam. Larghissima indulgenza.
Memento quod sumus tui, L'opera tua ricorda,
Licet caduci plasmatis : Benché plasmata in creta;
Ne des honorem Nominis Le glorie del tuo Nome
Tui, precamur, alteri. Abbian Te sol per meta.
Laxa malum quod fecimus: Perdona il mal, feconda
Auge bonum quod poscimus: Il bene al core anelo,
Piacere quo tandem tibi Onde possiam piacerti
Possimus hie, et perpe'tim. E sulla terra, e in cielo. »

40. 40.
In quadragesima ad laudes. N e l l a quaresima alle laudi.
(S. Gregorio Magno, probabilmente.) Pregasi Gesù Cristo ad illuminarci la m e n t e , e a darci l a v e r a c o n t r i z i o n e del cuore
per celebrare con s a n t a letizia la Pasqua.

0 Sol salutis, intimis. Gesù, Sol di salvezza,


Jesu refulge mentibus, Irradiane la mente,
Dum nocte pulsa gratior Ora che dall'oriente
Orbi dies renascitur. Sorge più bello il dì.
Dans tempus a c c e p t a b i l e , In tempo sì propizio
Da lacrymarum r i v u l i s La vittima del core
Lavare cordis victimam, ( i ) Lava col pianto, e amore
Quam l a e t a a d u r a t C h a r i t a s . L a bruci, e sia così.
Quo fonte manavit nefas, Se l'alma è convertita
Fluent perennes lacrymae, D'amaro pianto un rio
Si virga poenitentiae, Donde la colpa uscio
Cordis rigorem conterat. Vedrai, Signor, sgorgar.
Dies venit, dies tua, (2) Il giorno tuo s'appressa,
In qua reflorent omnia: Che tutto allieta e innova :
Laetemur et nos in viam Risorti a vita nuova,
Tua reducti dextera. Gioie vogliam provar.
Te prona mundi machina Umile il mondo adori
Clemens adoret Trinitas, La Triade santa, e noi
Et nos, novi per gratiam, Tornati ai piedi suoi.
Novum canamus canticum. Nuov'inno Le sciogliam.

41. 41.
In h e b d o m a d a Passionis a d vesperas. (3) N e l l a settimana d i Passione a i vespri.
(Venanzio Fortunato.) L e g l o r i e della Santa Croce.

Vexilla Regis prodeunt: (4) In alto si leva il regale Vessillo:


Fulget Crucis mysterium, Rifulge la Croce, mistero solenne !
Qua v i t a mortem pertulit, La Vita sopr'essa la morte sostenne,
E t morte vitam protulit. E vita immortale morendo ne die.

( 1 ) Il c u o r e p u r i f i c a t o dalle l a g r i m e , ed i n f i a m m a t o dal d i v i n o a m o r e dalla D o m e n i c a detta di Passione, nel qual t e m p o la sacra liturgia


toglie i suffragi dei Santi.
è la vittima da offrirsi a D i o in espiazione delle c o l p e .
( 2 ) A l l u d e s i alla D o m e n i c a di P a s q u a , giorno del Signore, che cade ( 4 ) Il chiar. P. V e n t u r a T e a t i n o parlando di q u e s t ' i n n o disse: Io

in un t e m p o in cui l a natura s'allieta, e s ' i n f i o r a . rinuncerei a tutte le dignità della Chiesa per l'onore di aver cantato

( 3 ) D a principio la m e m o r i a della passione di G e s ù C r i s t o si c e - le grande^e della Croce, come ha fatto il Poeta Fortunato nell' inno

lebrava n e l s o l o v e n e r d ì s a n t o , dipoi si a s s e g n a r o n o per questa pietosa V e x i l l a r e g i s prodeunt. ( P o t . polii. Disc. 3.°).

rimembranza le d u e s e t t i m a n e c h e p r e c e d o n o la P a s q u a a cominciare
Quae vulnerata lanceae Trafitta nel petto da lancia crudele,
Mucrone diro, criminum Perchè ci lavasse dal nero peccato,
U t nos lavaret sordibus, ( i ) Fontana beata di sangue sacrato,
Manavit unda et sanguine. E di acqua oli prodigio! per tutti si fe'.
Impiota sunt quae concinit Di Davide il carme fedele è avverato,
David fideli Carmine, (2) Il cielo dettava i fatidici accenti
Dicendo nationibus : A l Rege veggente, che disse alle Genti:
Regnavit a ligno Deus. (3) « Dal legno il Signore, dal legno regnò ».
Arbor decora et fulgida, 0 arbor maestoso, la porpora regia
Ornata Regis purpura, (4) Ti lia reso fra tutti di gloria fulgente,
Electa digno stipite Eletto a toccare del Cristo morente
Tarn sancta membra tangere. Le membra sacrate, che l'empio straziò.
Beata, cuius brachiis 0 legno beato, dall'alte tue braccia
Pretium pependit saeculi, (5) Il prezzo pendette, riscatto del mondo:
Statera facta corporis, (6) Stadera divina di nobile pondo,
Tulitque praedam tartari. (7) L a preda strappasti d'inferno al furor.
0 Crux, ave, spes unica, 0 Croce, deh salve, sei l'unica speme,
Hoc passionis tempore (8) Nei dì della gioia, nei dì del dolore:
Piis adauge gratiam, R a v v i v a nei giusti la fiamma di amore,
Reisque dele elimina. Perdona i felloni, ricambiane il cor.
Te, fons salutis Trinitas, 0 Triade, fonte di vera salvezza,
Collaudet omnis spiritus : Ogn'alma ti sciolga un inno di gloria;
Quibus Crucis victoriam A chi per la Croce tu doni vittoria
Largiris, adde premium. Eterna mercede concedi nel Ciel.

( 1 ) D a l lato ferito di C r i s t o s g o r g ò la grazia, c o m e dal l a t o di ( 5 ) Siete stati comprati a caro pre^o ( C o r . L, 6 ) , c o l prezzo del
A d a m o era uscita per la d o n n a la colpa. sangue di G e s ù C r i s t o , chiosa l ' A n g e l i c o .
( 2 ) Profezia veridica, c h e n o n i n g a n n ò , o menti. (6) L a C r o c e fu la stadera nella quale D i o bilanciò la colpa del-
( 3 ) Dite fra le nazioni: il Signore ha preso possesso del regno. Sal- l ' u o m o c o l l a soddisfazione d e l l ' U o m o - D i o . P r e p o n d e r ò c o p i o s a m e n t e

m o x c v , 9. In qualche e d i z i o n e greca si l e g g e : il Signore regna dal la soddisfazione.

legno, vale a dire ha fatto acquisto d e l r e g n o sulla C r o c e , d o v e morì ( 7 ) G e s ù C r i s t o m o r e n d o in c r o c e strappò 1' umanità dagli artigli
e risuscitò per aver dominio sopra i vivi e sopra i morti. S. P a o l o . Cor- di Satana.
risponde a quel che disse G e s ù C r i s t o m e d e s i m o : ed io, quando sia (8) Si s o n o tradotte le tre letture passionis tempore, triumpU gloria,
levalo da terra, trarrò tutto a me. S. G i o v . XII, 32. pascliale gaudium.

( 4 ) 11 sangue di G e s ù C r i s t o è la p o r p o r a r e g i a di L u i R e crocefisso.
42. 42.
In h e b d o m a d a Passionis a d m a t u t i n u m . N e l l a settimana d i Passione a l mattutino.
(Mamerzio Claudiano.) Motivi dell'incarnazione di G e s ù Cristo. Sua nascita, passione e morte. S a l u t o alla
Croce.

Pange, lingua, gloriosi Canta, o lingua, le vittorie


Lauream cerfcaminis, Del certame glorioso,
E t super Crucis trophaeo ( i ) E '1 trofeo, clie maestoso
Die triumphum nobilem: Sulla Croce sfolgorò :
Qualiter Redemptor orbis Dinne come il Redentore
Immolatus vicerit. Immolato trionfò.
De parentis protoplasti Mosso a pietà il Fabbro eterno
Eraude Factor condolens, Dell'inganno all'uom recato,
Quando pomi noxialis Quando a morte fu dannato
In necem morsu ruit : Per il pomo che mangiò;
Ipse lignum tunc notavit, Un altr'albero pei danni
Damna ligni ut solveret. (2) Del primiero allor segnò.
Hoc opus nostrae salutis Salutare economia
Ordo depoposcerat ; Opra tale addimandava,
Multiformis proditoria Nobil arte sottentrava
Ars ut artem falleret, All'astuzia che tradì,
Et medelam ferret inde, (3) E sgorgonne la medela
Hostis unde laeserat. Donde il danno scaturì.

( 1 ) L a C r o c e è il t r o f e o delle vittorie riportate da C r i s t o s u Lu- salute. Il tunc, s a g g i a m e n t e qui messo dal P o e t a , nota il t e m p o , in c u i
cifero, il quale, i g n o r a n d o q u e l c h e faceva, serviva ai c o n s i g l i di D i o . il S i g n o r e p r o m i s e ad A d a m o c o l p e v o l e la r e d e n z i o n e ; e così mentre
O h potenza divina! V e g g a s i i l S e r m . di S. Leone n e l l ' o f f i c i o della esercitava la giustizia, castigando la colpa, dava l u o g o alla misericor-
D o m . delle P a l m e . dia, d e s i g n a n d o il r i m e d i o .
( 2 ) L a superbia di L u c i f e r o fu da D i o s o m m a m e n t e umiliata nella ( 3 ) L a C h i e s a cauta nel P r e f a z i o di P a s s i o n e : « hai costituito, 0 Si-
passione e morte di G e s ù C r i s t o . D i L u i m e d e s i m o , e dei mezzi stessi gnore, nella Croce la salute del genere umano, perchè sorgesse la vita
da lui operati per la n o s t r a ruina il S i g n o r e si servì per la nostra donde era uscita la morte ».
Quando venit ergo sacri Quando giunse alfìn del sacro
Plenitudo temporis, ( i ) Santo tempo la pienezza,
Missus est ab arce Patris Dell'empireo dall'altezza
Natus, orbis Conditor; I l suo Figlio Iddio spedì,
Atque ventre virginali Che adombrato d'uman velo
Carne amictus prodiit. Casto un seno partorì.
Vagit infans inter arcta Già vagisce bambinello
Conditus praesepia: Nel presepe fra gli affanni,
Membra pannis involuta Lo compone in pochi panni
Virgo Mater alligati Una Vergin Madre, ahimé!
Et Dei manus, pedesque Una stretta fascia stringe
Stricta cingit fascia. Dell' Uom-Dio le mani e i piè.
Sempiterna sit beatae A l l a Triade beata
Trinitati gloria, Si tributi eterno onore,
-¿Equa Patri, Filioque ; S'abbia il Figlio, il divo Amore
Par decus Paraclito: Come il Padre ossequio, e fé :
Unius Trinique Nomen Tutti inneggino ' al gran Nome
Laudet universitas. (2) Di Dio trino, ed uno in sé.

( 1 ) Il t e m p o della r e d e n z i o n e è detto, s e c o n d o l ' A n g e l i c o , pienezza ( 2 ) L ' i n n o c h e viene appresso è la c o n t i n u a z i o n e del presente.


del tempo pei grandi beneficii c h e ci apportò il ¿Messia. Dio ci donò
con Lui tutte le cose (ai R o m . v n i , 32).
è
43. 43.
In h e b d o m a d a Passionis a d laudes. N e l l a settimana d i Passione alle laudi.
( Mamerzio Claudiano.) C o n t i n u a il m e d e s i m o argomento.

Lustra sex qui iam peregit, ( i ) I sei lustri già compiuti,


Tempus implens corporis, E perfetto nell'etade
Sponte libera Redemptor (2) Il Signore, e per boutade
Passioni deditus, Tutto immerso nel dolor,
Agnus in Crucis levatur E levato sulla Croce,
Immolandus stipite. Vero Agnello espiator.
Felle potus, ecce languet: (3) Liba il fiele, e viene meno:
Spina, d a v i , lancea Squarcian lancia, chiodi, e spine
Mite corpus perforarunt, Ahi ! le membra sue divine,
Unda manat, et cruor: Sangue ed acqua ve' sgorgar :
Terra, pontus, astra, mundus Terra, mare, cielo, e mondo
Quo lavantur flumine. Quale fiume Ti lavar!
Crux fidelis, (4) inter omnes Fedel Croce, albero eletto,
Arbor una nobilis : Più di te niun altro vale ;
Silva talem nulla profert Ninna selva die l'uguale
Fronde, flore, germino : (5) E per fronda, e frutta, e fior.
Dulce ferrum, (6) dulce lignum, Dolce legno, dolci chiodi
Dulce pondus sustinet. Che sorreggono il Signor!

( 1 ) II S i g n o r e , dice l ' A n g e l i c o , v o l l e m o r i r e nell'età virile per m a - ruina il g e n e r e u m a n o : dall'albero della C r o c e il S i g n o r e apportò


nifestarci il s u o m a s s i m o a m o r e , e d additarci le qualità c h e a v r e m o realmente la s a l u t e p r o m e s s a agli u o m i n i . Il primo albero fu ingan-
noi nel futuro risorgimento. Ci riuniremo tutti in un uomo perfetto natore, il s e c o n d o fu fedele alle p r o m e s s e .
alla misura dell'età piena di Cristo. (Ef. iv, 3.) ( 5 ) L e fronde, i fiori, e le frutta mistiche della C r o c e sono le virtù
( 2 ) È stato offerto perchè Egli ha voluto. Isaia LUI, 7. Io dò l'anima della passione di G e s ù C r i s t o — l a speranza dei beni eterni — e d i d o n i
mia da me stesso. G i o v . x. dello Spirito S a n t o . C o s i S. A g o s t i n o .
( 3 ) A n c h e la lingua, c h e era r i m a s t a illesa, fu a m a r e g g i a t a ! (6) L a Croce ed i chiodi f u r o n o dolcissimi per C r i s t o , atteso il s u o
( 4 ) D a l l ' a l b e r o della s c i e n z a il d e m o n i o i n g a n n ò E v a , e m a n d ò a desiderio di patire.
Fleete ramos, arbor alta, Piega i rami, albero eccelso,
Tensa laxa viscera, E lenisci la durezza
Et rigor lentescat ille, Dei tuoi stami, e quell'asprezza
Quem dedit nativitas ; Che natura dette a te ;
Et superni membra Régis Sul tuo tronco reso mite
Tende miti stipite. Si distenda il Re dei Re.
Sola digna tu fuisti Tu soltanto fosti degno
Ferre mundi victimam ; Sostenere un Dio straziato,
Atque portum praeparare E qual arca al naufragato
Arca mundo naufrago, ( i ) Mondo il porto assicurar,
Quam sacer cruor perunxit, Perchè asperso di quel sangue
Fusus A g n i corpore. Che l'Agnel volle versar.

44. 44.
Tempore paschali a d vesperas. N e l tempo pasquale ai vespri.
S'invitano i fedeli alla R e a l e m e n s a d e l l ' A g n e l l o Pasquale, cioè alla mensa Eucari-
( Incerto.)
stica. F i g u r e che l o a d o m b r a r o n o . G l o r i e di G e s ù Cristo risorto.

Ad fegias Agni dapes (2) Dell'Agnello al reale convito,


Stolis amicti candidis Di bianchissime vesti adornati,
Post transitum maris rubri Del mar rosso i perigli campati,
Christo canamus Principi : Cantiam Cristo gran Prence e Signor.
Divina cuius charitas Egli, acceso d'affetto divino.
Sacrum propinat sanguinem, A noi porge il suo sangue adorato,
Almique membra corporis Ed immola il suo corpo beato
Amor sacerdos immolat. Sacerdote ministro d'amor.

( 1 ) L a C r o c e bagnata c o l s a n g u e di G e s ù C r i s t o fu figurata dal- colato, e gli s c i o l g o n o a n c h e un i n n o eucaristico come fecero gli

l'arca n o e t i c a unta di bitume, d i c e S. G i r o l a m o . Siamo per quella Ebrei col C a n t i c o Canlemus Domino. I beneficii di D i o a prò di quel

trasportati dal mare t e m p e s t o s o alla tranquilla terra dei viventi. popolo figurarono le grazie di Cristo a nostro v a n t a g g i o ; ed i ga^

( 2 ) G l i E b r e i nella P a s q u a ( c h e ricordava il p a s s a g g i o del mar rosso) stighi dati a Faraone ed al s u o esercito s i m b o l e g g i a r o n o la sconfitta

m a n g i a v a n o l ' a g n e l l o : i Cristiani nella l o r o pasqua ( n e l passaggio di Lucifero, e dei d e m o n i .

dalla c o l p a alla grazia) si cibano di G e s ù C r i s t o , v e r o A g n e l l o imma-


Sparsum cruorem postibus Il terribil Cherubo rifugge
Vastator borret Angelus : ( i ) Dalle porte di sangue già intrise,
Fugitque divisum mare : (2) Si congiungono l'onde divise,
Merguntur hostes fluctibus. Tutta l'oste è sepolta nel mar.
Iam Pascha nostrum Cbristus est, Ora è Cristo la pasqua per noi
Pascbalis idem Yictima, E g l i è l'ostia, è l'Agnello E g l i vero,
E t pura puris mentibus Come è l'azzimo puro e sincero
Sinceritatis azyma. Per chi vuole il candore serbar.
0 vera coeli Victima ! Oh la vittima vera del cielo!
Subiecta cui sunt tartara, Cui soggiacque d'inferno la sorte,
Soluta mortis vincula, Che ne sciolse i legami di morte,
Recepta vitae praemia. E ci dette la vita immortai.
Victor, subactis inferis, Vincitor dell'inferno il Signore
Trophaea Christus explicat, (3) Mette in mostra i trofei di sua gloria,
Coeloque aperto, subditum Apre il ciel, tragge schiavo, oh vittoria !
Regem tenebrarum trabit. Delle tenebre il rege feral. y

Ut sis perenne mentibus Perchè sempre, 0 Gesù, tu ne sia


Paschale Jesu gaudium, L a pasquale letizia del core,
A morte dira criminum Allontana dal misero errore
Vitae renatos libera. I rinati alla vita d'amor.
Deo Patri sit gloria, Ed al Padre, ed al Figlio risorto
E t Filio, qui a mortuis Diasi gloria ed onore immortale,
•Surrexit, ac Paraclito A l Paraclito rendasi uguale
In sempiterna saecula. Gloria eterna, virtude, ed onor.

(2) Il mar rosso si aprì al passare degli Ebrei — si chiuse al pas-


( 1 ) A v v i c i n a n d o s i il t e m p o in cui g l i E b r e i d o v e v a n o uscire dal-
saggio degli Egiziani, che restarono annegati.
l ' E g i t t o , D i o o r d i n ò che o g n i f a m i g l i a i m m o l a s s e un a g n e l l o , e c o l
s a n g u e di esso tingesse la porta della casa. N e l l a notte sarebbe pas- (3) A l l u d e s i ai Patriarchi c h e cacciati dal L i m b o ascesero gloriosi
con Cristo in cielo.
sato un a n g e l o , il quale n o n t o c c h e r e b b e le case d e g l i E b r e i s e g n a t e
c o l s a n g u e , m a entrerebbe s o l a m e n t e in quelle degli Egiziani ucci-
d e n d o v i tutti i primogeniti. Il c h e avvenne.
45. 45.
Tempore paschali a d matutinum. N e l tempo pasquale a mattutino.
(S. Ambrogio.) Beiieficii di Dio a l l ' u o m o — effetti funesti della colpa — riparazione ottenuta per

Gesù Cristo — nostro risorgimento spirituale nel Battesimo.

"Rex sempiterne Coelitum, Rege eterno dei Celesti,


Rerum Creator omnium, D'ogni cosa creatore,
Aequalis ante saecula Figlio innanzi ad ogni tempo
Semper Parenti Filius. ( i ) Sempre uguale al Genitore.
Nascente qui mundo Faber Tu che ai primi dì del mondo
Imaginem vultus tui A tua immago, Adam formavi,
Tradens Adamo, nobilem Ispirando nobil'alma
Limo iugasti spiritum. All'argilla che plasmavi.
Cum livor et fraus daemonis Ed agli uomini bruttati
Foedasset humanum genus, Dal demonio ingannatore
Tu carne amictus, perditam In umana forma apparso
Formam reformas Artifex. Ridonavi il prisco onore;
Qui natus olim e Yirgine, E da un vergin seno nato
Nunc e sepulehro nasceris, Or rinasci dall'avello,
Tecumque nos a mortuis Onde al par di te risorga
lubes sepulehro surgere. (2) L'uom dal tenebroso ostello.
Qui Pastor aeternus gregem Che la gregge al fonte sacro
Aqua lavas baptismatis: Qual Pastore rendi monda,
Haec est lavacrum mentium, E dei falli fai lavacro,
Haec est sepulchrum criminum. Degli error sepolcro l'onda.

( 1 ) II Semper p u ò a n c h e riferirsi al F i g l i o . Sempre figlio, vale a ( 2 ) Si accenna alla nostra futura risurrezione, della quale fu il p e g n o ,

dire sempre nato, dice S. G r e g o r i o M a g n o . L a g e n e r a z i o n e del V e r b o e l ' e s e m p i o quella di Cristo. L a C h i e s a canta n e l Pref. P a s q u a l e : Cri-

n o n ha principio, n é c o n o s c e fine, dice S. Giov. Crisologo. Bella- sto morendo distrusse la morte, risorgendo riparò alla nostra vita.

m e n t e il Profeta D a v i d d e espresse questa g e n e r a z i o n e s e m p r e antica,


e s e m p r e n u o v a n e l S a l m o LUI: io oggi ti ho generato.
Nobis diu qui debitae Che la morte a noi dovuta
Redemptor affixus Cruci, Crocefisso sopportasti,
Nostrae dedisti prodigus Ed a prezzo delle colpe,
Pretium salutis sanguinem. Tutto il sangue tuo versasti.
Ut sis perenne mentibus Perchè sempre tu ne sia,
Paschale, Jesu, gaudium, 0 Gesù, pasquale gioia
A morte dira criminum Fa, chi venne a vita nuova
Vitae renatos libera. Col fallire non più muoia.

46. 46.
Tempore p a s c h a l i a d laudes, N e l tempo pasquale alle lodi.
( Incerto.) T r i o n f i riportati da C r i s t o col suo risorgimento.

Aurora coelum purpurat, L'aurora il cielo imporpora,


Aether resultat laudibus, L'etra di laudi echeggia,
Mundus triumphans iubilat, Il mondo fra le gioie
Horrens avernus infremit: A i suoi trionfi inneggia:
Solo l'inferno orribile
Avvampa di furor:
Rex ille dum fortissimus Mentre quel Re fortissimo
De mortis inferno specu Dall'infernale speco '
Patrum Senatum liberum ( i ) Di morte i Padri libera,
Educit ad vitae iubar. E li conduce seco,
E di sua luce vesteli
Nell'aula dell'amor.

( i ) A v v e n i m e n t o g l o r i o s o p r o f e t a t o da D a v i d d e . Egli (Iddio) con


sua fortezza pone in libertà i prigionieri.... ascendesti all'alto, prendesti
teco i prigionieri. Sai. LXVII.
Cuius sepulchrum plurimo ( i ) Il suo vegliato tumulo
Custode signabat lapis, Serra un marcato sasso,
Victor triumphat, et suo Ei trionfatore nobile
Mortem sepulchro funerat. Da ostel di luce casso
Vien fuora, e morte pallida
Ricaccia nel suo avel.
Sat funeri, sat lacrymis, Non più sospiri e lagrime,
Sat est datum doloribus; Ormai s'allieti il core,
Surrexit extinctor necis, Risorse gloriosissimo
Clamat coruscans Angelus. Di morte il distruttore,
Grida raggiante un angelo
Cinto di bianco vel.

47. 47.

In festo Ascensionis Domini a d vesperas, e t laudes. Nell'ascensione del Signore ai vespri, ed alle laudi.
( Ambrosiano.) C a n t a s i l ' a s c e n s i o n e di G e s ù C r i s t o in cielo coi P a t r i a r c h i , e si p r e g a il medesimo
a p e r d o n a r e , le colpe, p e r essere a parte delle s u e glorie.

Salutis bumanae Sator, 0 Salvator degli uomini,


Jesu voluptas cordium, Delizia di chi t'ama,
Orbis redempti Conditor, Dio dei redenti popoli,
E t casta lux amantium: Luce di chi ti brama:
Qua victus es dementia, Quale clemenza feceti
Ut nostra ferres crimina? Falli vestir non tuoi,
Mortem subires innocens, E morte innocentissimo
A morte nos ut tolleres? Patir per torla a noi?

( i ) Ed essi ( i P r i n c i p i dei sacerdoti, ed i F a r i s e i ) andarono, ed af-

forcarono il sepolcro colle guardie, e misero alla pietra il sigillo. Lu-

ca xxvu, 66.
Scendi nell'imo carcere,
Perrumptis infornimi chaos,
Sciogli gli avvinti, e riedi
Yinctis catenas detrahis,
In cielo, e fra le glorie
Victor triumpho nobili
Del Padre a destra siedi.
Ad dexteram Patris sedes, ( i )
I danni ne restauri
Te cogat indulgentia,
La tua bontà, 0 Signore,
Ut damna nostra sarcias,
A parte ancora mettane
Tuique vnltus compotes
Del tuo divin splendore.
Dites beato lumine.
Guida del cielo, e tramite,
Tu dux ad astra, et semita,
Sii nostra meta, e aita,
Sis meta nostris cordibus,
Ristoro nelle lagrime,
Sis lacrymarum gaudium, (2)
Premio d'eterna vita.
Sis dulce vitae praemium.

48. 48.
Nell'ascensione del Signore al mattutino.
In Ascensioni Domini a d matutinum.
G l o r i e o t t e n u t e d a l l ' U m a n i t à di C r i s t o ascesa in c i e l o - e preghiera per parteciparne.
( Incerto.)

Eterno Rege altissimo,


Aeterne Rex altissime,
Dell'uomo Redentore
Redemptor et fidelium,
Che trionfi fra le glorie,
Cui mors perempta detulit
Di morte vincitore.
Summae triumpbum gloriae.
Ascendi nell'Empireo,
Ascendis orbis siderum,
Ove ti richiamava
§uo Te vocabat coelitus
L'universale imperio
Collata, non humanitus
Che Iddio ti donava.
Rerum, potestas omnium. (3)

(2) Cangiasti, 0 Signore, in gaudio i miei lamenti. Sai. x x i x .


( 1 ) L a destra del Padre, dice S. A g o s t i n o , è la beatitudine p e r p e t u a
(3) Mi è stata data ogni potestà in cielo, ed in terra. Matt. x v i i r , i S i
promessa ai Santi, e l'assidersi c h e d i c i a m o di Dio, segue il mede-
s i m o D o t t o r e , significa la potestà giudiziaria di L u i .
115

Ut trina rerum machina Perchè la trina macchina,


Coelestium, terrestrium, Inferno, terra, e cielo
E t inferorum condita, A Te si incurvi suddita
Flectat genu iam subdita, ( i ) Coperto d'uman velo.
Tremunt videntes Angeli Miran tremanti gli Angeli
Yersam vicem mortalium: L'uman destin cangiato,
Peccat caro, mundat caro, L'uom pecca, e l'Uom che salvalo,
Regnat Deus Dei caro. Qual Dio è venerato.
Sis ipse nostrum gaudium, Tu che ne reggi provido,
Manens olympo praemium, E avanzi ogni piacere,
Mundi regis qui fabricam, Quaggiù sii nostro gaudio,
Mundana vincens gaudia. Premio nell'alte sfere.
Hinc Te precantes, quaesumus, Benigno intanto ascoltaci, 1t i l t l> 'EB
!

Ignosce culpis omnibus, Concedine il perdono,


E t corda sursum subleva Colla tua grazia elevane
ir i
Ad Te superna gratia. A l tuo celeste trono. • i
Ut cum repente coeperis Quando verrai da giudice • 1 1
• N ÌL
Clarere nube Judicis, (2) Di gloria fra i splendori, • Hi •> •
Salvane allora, e rendici L r
Poenas repellas debitas, K S

Il
Reddas coronas perditas. Tutti i perduti allori.
li.®
Jesu, tibi sit gloria, A Te che nell'Empireo
Qui victor in coelum redis, Ritorni vincitore,
Cum Patre, et almo Spiritu,
In sempiterna saecula.
A l Padre, ed al Paraclito
Diasi eterno onore. Í
(1) Nel nome di Gesù si pieghi
nell'inferno ( A i Filip. 11, 10).
ogni ginocchio in cielo, in terra, e (2) Allora
con podestà,
vedranno
e grande
il Figliuolo dell'uomo
maestà. L u e . x x i .
venire sopra una nuvola

1I
116 PARTE SECONDA. ÍÑNI P R 0 P R I 1 DEL TÈMPO.
117

49. 49.
In festo Pentecostes a d v e s p e r a s e t tertiam, N e l l a festa di Pentecoste ai vespri e a terza.
( Incerto.) S ' i n v o c a .0 Spirito Santo con varii nomi c o n cni è a d o m b r a t o n e l l e divine S c r i n a r e
e si d o m a n d a n o i doni suoi. '

Veni, Creator Spiritus, ( i ) Vieni, 0 Spirto Creatore,


Mentes tuorum visita, E ne visita la mente,
Imple superna gratia, E ricolma immantinente
Quae tu creasti pectora. Di superna grazia il cor.
Qui diceris Paraclitus, Sei nomato Paracleto,
Altissimi donum Dei, (2) Almo dono del Signore,
Fons vivus, ignis, charitas, Fonte viva, fuoco, amore,
Et spiritalis unctio. (3) Spirituale unzione ancor.
Tu septiformis munere, (4) Tu, settemplice nei doni,
Digitus Paternae dexterae, (5) Dito della man paterna,
Tu rite promissum Patris, (6) E promessa Luce eterna,
Sermone ditans guttura. Dai facondia al favellar.
Accende lumen sensibus, Deh rischiara i nostri sensi,
Infunde amorem cordibus, E ne ispira amor celeste,
Infirma nostri corporis, E l'infermo fral ne veste
Virtute fìrmans perpeti. Vieni sempre a confortar.
Hostem repellas longius, Fuga il perfido inimico,
Pacemque dones protinus: Ne conceda dì sereni:
Ductore sic te praevio, Se ci guidi, e ne previeni
Yitemus omne noxium. Scamperemo dall'error.

( 1 ) S o n o comuni alle Persone d i v i n e , dice l ' A n g e l i c o , i n o m i che menti l'unzione esteriore è il sacro efficacissimo s e g n o della unzione
hanno relazione colle creature. Q u i n d i lo Spirito Santo è creatore interiore dello Spirito Santo, diffuso nel cuore dell'uomo cristiano.
c o m e il Padre, ed il Figlio. (4) I sette doni dello Spirito Santo sono segnati al capo 1 d ' I s a i a .
(2) E perchè dono di Dio, la C h i e s a nella sacra liturgia non dirige ( 5 ) S. A m b r o g i o chiama dito di Dio la virtù operativa dello S p i -
a L u i le pubbliche collette ( o v v e r o o r a z i o n i ) , bensì al P a d r e ed al n t o Santo, simile a quella del Padre, e del Figlio.
Figlio c o m e donatori. (6) P e r Ezechiele cap. x x x v i era stato promesso da Dio lo Spirito
( 3 ) S. G i o v . nella 1.* Lett. ir,20, d i c e : voi avete l'unzione del santo, e 0 : Porrò in meH° a Voi un nuovo Spirito, ed il mio Spirito porrò
l ' A n g e l i c o chiosa : voi avete la grafia dello Spirito Santo. N e i Sacra- « meno a Voi. ¿
Per te sciamus da Patrem, ( i ) Ci rivela, o Paracleto,
Noscamus atque Filium, Ed il Figlio, e '1 Genitore ;
Teque utriusque Spiritum F a che sempre ognun t'onore
Credamus omni tempore. D'Ambidue spirato Amor.

50. 50.

In festo Pentecostes a d m a t u t i n u m . N e l l a festa di Pentecoste a l mattutino.


(lacerto.) Discesa dello Spirito Santo sopra gli A p o s t o l i , e p r o d i g i operati dai medesimi.

Jam Christus astra ascenderai, Era già Cristo asceso


Reversus unde venerat, A l ciel donde venìo
Patri s fruendum munere, Per dare il don paterno,
Sanctum daturas Spiritum. Il Paracleto Dio.
Solemnis urgebat dies, Spuntava il di solenne,
Quo mystico septemplici (2) Il giro misterioso
Orbis volutus septies, Settemplice dell'orbe
Signat beata tempora. Segnavalo glorioso.
Cum lucis hora tertia Quand'ecco all'ora terza
Repente mundus intonat, Un repentin fragore
Apostolis orantibus Annunzia ai Congregati
Deum venire nuntiat. L'arrivo del Signore.
De Patris ergo lumine Dallo splendor del Padre
Decorus ignis almus est, Scendono rutilanti
Qui fida Christi pectora Fiamme, e dan facondia
Calore verbi compleat. Di Cristo ai fidi amanti.

( 1 ) Il mistero della S S . Trinità è rivelato. L a r a g i o n e c o n o b b e D i o festività in m e m o r i a della l e g g e , c h e fu data l o r o da M o s è cinquanta


giorni d o p o c h e u s c i r o n o d a l l ' E g i t t o . Per questo riscontro il n u m e r o
uno, m a n o n D i o trino. E c c o perchè il P o e t a dice : Per te sciamus da etc.
cinquanta è qui d e t t o mistico.
Rivelaci ecc.
( 2 ) G l i E b r e i c i n q u a n t a giorni d o p o la P a s q u a c e l e b r a v a n o un'altra
Impleta gaudent viscera, Che lieti, ed ispirati
Afflata Sancto Spiritu, Dal divo Settiforme,
Yocesque diversas sonant, Narran di Dio le glorie
Fan tur Dei magnalia. In varie lingue, e forme.
Notique cunctis gentibus, Greci, Latini, e gente
Graecis, Latinis, Barbaris, Non ancor vinta e doma
Simulque demirantibus, L'ascoltano stupiti
Linguis loquuntur omnium. Nel loro proprio idioma.
L'incredula Giudea,
Judaea tune incredula,
Fra l ' i r a e la stoltezza,
Yesana torvo spiritu,
Gli Apostoli di Cristo
Madere musto sobrios
Rinfaccia d'ubbriachezza.
Christi fideles increpat.
Ma Pietro coi portenti
Sed editis miraculis
Quel popolo infedele
Occurrit, et docet Petrus,
Smentisce, e '1 vaticinio
Falsum profari pérfidos,
Ricorda di Gioele.
Joele teste comprobans. (r)

51. 51.

In festo P e n t e c o s t e s a d laudes. N e l l a festa di Pentecoste alle laudi.


(S. Ilario Vescovo, probabilmente.) C o n t i n u a il m e d e s i m o argomento.

Beata nobis gaudia Compiuto l'annuo circolo


Anni reduxit orbita, Ritorna il giorno lieto,
Cum Spiritus Paraclitus Nel quale su gli Apostoli
Illapsus est Apostolis. Discese il Paracleto.

( 1 ) L a profezia di G i o e l e è riportata n e g l i A t t i degli A p o s t o l i , l i , 17


e seg. Spanderò il mio Spirito sopra tutti gli uomini.... e farò dei pro-
digi su in cielo, e dei segni giù in terra.
Ignis, vibrante lumino, Un fuoco guizza rutilo,
Linguae fìguram detulit, Di lingue ha la sembianza,
Verbis ut essent proflui, A i prodi dà facondia,
E t charitate fervidi. Ardente amor, costanza.
Linguis loquuntur omnium: Ogni favella parlano,
Turbae pavent Gentilium : Paventano le Genti:
Musto madere deputant, Ebbri di vino credonsi
Quos Spiritus repleverat. Gli autori dei portenti,
Patrata sunt haec mystice, Che in Solima si compiono.
Paschae peracto tempore, Finiti i dì pasquali,
Sacro dierum circulo, Che agli anni corrispondono
Quo lege fit remissio. ( i ) Dei giubilei legali.
Te nunc, Deus piissime, Signore pietosissimo,
Vultu precamur cernuo, Supplici ti preghiamo,
Illapsa nobis coelitus A i doni del Paraclito
Largire dona Spiritus. Fa che partecipiamo.
Dudum sacrata pectora Tu che di grazie altissime
Tua replesti gratia: Quei santi petti adorni,
Dimitte nostra crimina, I falli deh perdonaci,
E t da quieta tempora. E danne quieti giorni.

52. 52.
I n festo SS. Trinitatis a d vesperas. N e l l a f e s t a della SS. Trinità a i vespri.
(S. Ambrogio.) P r e g a s i il S i g n o r e a farci cantare le s u e g l o r i e n e l s a b a t o e t e r n o i n cielo.

Jam sol recedit igneus; Già d'occidente al balzo il sol s'appressa,


Tu lux perennis Unitas, Tu perenne Splendor, Santa Unitade,
Nostris, beata Trinitas, 0 beata, ed eterna Trinitade,
Infunde amorem cordibus. Ne dona all'alma il celestiale amor.

( i ) A l l u d e s i all'antico giubileo d e g l i Ebrei in o g n i cinquant'anni, ed i servi acquistavano la libertà. Il giubileo degli Ebrei fu u n a fi-

nel qual t e m p o la legge ordinava di restituirsi quanto si era c o m p r a t o , gura della P e n t e c o s t e dei Cristiani per le largizioni dello Spirito S a n t o .
Te mane landum carmine,
E quando nasce, e quando muore il die
Te deprecamur vespere ;
A Te sciogliamo preci riverenti,
Digneris, ut Te supplices
Perchè ci sia concesso in lieti accenti
Laudemus inter coelites.
Renderti colassù laude ed onor.

53. 53.
In festo SS. Trinitatis a d m a t u t i n u m .
N e l l a festa della SS. Trinità a l mattutino.
( S. Ambrogio.)
Pregasi la S S . Trinità a renderci d e g n i di ringraziarla.

Summae Parens clementiae,


Sommo Padre di clemenza,
Mundi regis qui machinam,
Trino Dio nelle Persone,
Unius et substantiae, Uno solo nell'essenza,
Trinusque personis Deus. E del mondo almo Rettor.
I)a dexteram surgentibus,
A chi sorge dal riposo
Exurgat ut mens sobria,
La man porgi, perchè puro
Flagrans, et in laudem Dei A Te renda, ed affettuoso
Grates rependat debitas. L e dovute grazie il cor.

54. 54.
In festo SS. Trinitatis a d laudes. N e l l a festa della SS. T r i n i t à alle laudi.
(S. Ambrogio.) Pregasi la SS. Trinità di i r r a d i a r c i d i l u c e c e l e s t e , e di a c c o g l i e r e le nostre p r e g h i e r e .

Tu Trinitatis Unitas, 0 trino ed unico — almo Signore,


Orbem potenter quae regis, Che l'orbe regoli — d i cui sei Re,
Attende laudis canticum, Accogli i cantici — che in tacit'ore
Quod excubantes psallimus. I servi vigili — sciolgono a Te.
Ortus refulget lucifer, Brilla lucifero — lassù nel cielo,
Praeitque solem nuntius, Precede, e additaci — l'astro maggior,
Cadunt tenebrae noctium, G-ià delle tenebre — squarciasi il velo,
L u x sancia nos illuminet. Signore, irradiane — col tuo splendor.

55. 55.
l ' t ì"
In festo Corporis Christi a d vesperas, N e l l a festa del Corpusdomini a i vespri. 11
( S. Tommaso

Pange, liugua, gloriosi


d'Aquino.) Istituzione del S a c r a m e n t o

Canta, 0 lingua, il gran mistero


dell'Eucaristia.

I
Corporis mysterium,
Sanguinisque pretiosi,
Quem in mundi pretium
E del Corpo glorioso,
E del Sangue prezioso,
Onde il mondo riscattò
il
l i l
• 1 ; j.
1 ir
Fructus ventris generosi Del virgineo seno il Frutto, •fi
Rex effudit gentium. L'almo Re, che lo versò. ti;

I
Nobis datus, nobis natus ( i ) A noi dato, e partorito
E x intacta Virgine, Dalla Tergine più pura,
E t in mundo conversatus, Stette al mondo, oh che ventura!
Sparso verbi semine,
Sui moras incolatus
Sparse il seme suo divin,
E alla breve sua dimora
ir
Miro clausit ordine.
In supremae noctae coenae
Con mir'opra pose fin.
Nella notte a Lui suprema 11
I
Recumbens cum fratribus, Convivando coi fratelli,
Observata lege piene Obbediente insieme ad elli
Cibis in legalibus, (2) L a legale cena fa,
il!
: II
Cibum turbae duodenae Indi ai Dodici qual cibo

il
Se dat suis manibus. Di sua man sè stesso dà.

(1) R i s p o n d e a quello c h e disse Isaia i x : un pargoletto è nato a ( 2 ) I cibi prescritti agli Ebrei nella Pasqua erano il pane animo,
noi, il figlio è dato a noi. O h p r i v i l e g i o della natura umana. Non as- vale a dire senza lievito, e l'agnello.
sunse ( i l V e r b o ) gli angeli, ma assunse il seme di Abramo. A g l i Eb. 11,16. !1 1
Verbum caro, panem verum Parla Cristo, e '1 pan si muta
Yerbo carnem efficit, Coll'accento suo divino
Fitque Sanguis Christi merum; Nel suo Corpo, come il vino
E t si sensus deficit, Nel suo Sangue, amor che fè !
Ad firmandum cor sincerum Tutto è ascoso : al cor sincero
Sola fides sufficit. E bastevole la fè.
Tantum ergo sacramentum Ora un tanto Sacramento
Yeneremur cernui, Yeneriamo riverenti,
Et antiquum documentum ( i ) Coi novelli insegnamenti
Novo cedat ritui: Prisco rito più non v a ;
Praestet fides supplementum A l difetto che hanno i sensi
Sensuum defectui. L'alma fede supplirà.
Genitori, Genitoque Ed al Padre, e al divin Figlio
Làus, et iubilatio, Lode cantisi e salute,
Salus, honor, virtus quoque Come giubilo, e virtute,
Sit et benedictio ; Onor sommo, ed immortal.
Procedenti ab utroque Chi procede d'Ambidue
Compar sit laudatio. Abbia gloria, e laude ugual.

56. 56.
In festo Corporis Christi a d m a t u t i n u m . N e l l a festa del Corpusdomini a l mattutino.
(S. Tommaso d'Aquino.)
Istituzione dell'augusto Sacrificio dell'Altare.

Sacris solemniis iuncta sint gaudia, A feste splendide — bandito il lutto,


E t ex praecordiis sonent praeconia ; Un lieto cantico — vuoisi sposar ;
Recedant vetera, nova sint omnia, Il prisco termini — nuovo sia tutto
Corda, voces, et opera. Pensieri, ed opere — e favellar.

( i ) L e c e r i m o n i e d e l l ' a g n e l l o pasquale, e gli antichi sacrifizi ces-


(profetava D a v i d d e ) così la tua gloria fino ai confitti della terra. Sal-
s a r o n o c o l i ' i s t i t u z i o n e del sacrificio eucaristico, c h e r e n d e a D i o un m o XLVII.
culto ed una gloria uguale alla sua grandezza. Come il tuo Nome, o Dio,
Noctis recolitur coena novissima, Quella rimembrasi — suprema cena
Qua Christus creditur agnum et azyma In cui amorevole — Cristo partì
Dedisse fratribus, iuxta légitima L'agnello, e gli a z z i m i — a l l a duodena
Priscis indulta Patribus. Schiera, ed ai veteri — riti obbedì.
Post agnum typicum, ( i ) expletis epulis, Mangiato il tipico — legale agnello
Corpus Dominicum datum discipulis, In cibo ai dodici — E g l i si die,
Sic totum omnibus, quod totum singulis, E tutto ai singoli — di quel drappello
Eius fatemur manibus. Donossi, dettane — così la fè.
Dedit fragilibus corporis ferculum, (2) Col Corpo ai deboli — prestò vigore,
Dedit et tristibus sanguinis poculum, F u il Sangue giubilo — dei mesti al cor;
Dicens: accipite quod trado vasculum, A l sacro calice — pegno di amore
Omnes ex eo bibite. Volle bevessero — tutti il Signor.
Sic sacrificium istud instituit, E ' 1 Sacrifìcio — c h ' E i primo offria
Cuius officium committi voluit Commise all'ordine — Sacerdotal,
Solis Praesbyteris, quibus sie congruit Che della Vittima — si cibi, e dia
U t sumant, et dent caeteris. A l fedel popolo — l'Ostia immortal.
Panis angelicus fit panis hominum; (3) 0 Pane angelico — nostro alimento,
Dat panis coelicus figuris terminum : (4) Ogni tuo simbolo — compiuto è alfin:
0 res mirabilis! manducat Dominum Di Cristo cibasi — oh che portento !
Pauper, servus, et humilis. Il servo, il povero — ed il tapin.
Te trina Deitas, unaque poseimus, Signore amabile — Dio uno e trino,
Sic nos tu visita, sicut te colimus : Grazie rispondano — al nostro onor.
Per tuas semitas duc nos quo tendi mus, Colà conducine — ove il divino
A d lucem, quam inhabitas. Splendore irradiaci — e tende il cor.

( 1 ) L ' a g n e l l o pasquale è detto tipico in q u a n t o c h e era figura del- ancora pane degli u o m i n i , perchè secondariamente da questi g o d u t o
l'Agnello vero. in terra sotto le s p e c i e sacramentali. L ' A n g . 3, p. q. 80.
( 2 ) Col pane l'uomo le sue for^e corrobora — il vino letifica il cuore ( 4 ) Molti f u r o n o i simboli del cibo eucaristico — la manna del
dell'uomo. Sai. c m . deserto — l'albero della vita n e l paradiso terrestre — il pane ed il v i n o
( 3 ) D a v i d d e profetando d i s s e : mangiò l'uomo il pane degli ange- offerto da M e l c h i s e d e c c o — il pane della proposizione — il pane suc-
li. Sai. c x x v n . G e s ù C r i s t o c h i a m a t o pane degli A n g e l i , p e r c h è prin- cinericio, di cui si cibò E l i a p r i m a di ascendere al m o n t e ecc.
c i p a l m e n t e g o d u t o dagli angeli in c i e l o nella sua specie, è a d d i v e n u t o
57. 57.
In festo Corporis Christi a d laudes, N e l l a festa del Corpusdomini alle laudi.
( S. Tommaso d'Aquino.) I s t i t u z i o n e del S a c r a m e n t o dell'Eucaristia.

Verbum supernum prodiens, ( i ) Il Verbo, che le glorie


Nec Patris linquens dexteram, Del Padre non lasciava,
Ad opus suum exiens, Quando compiva l'opera
Yenit ad vitae vesperam. Che amore gli dettava,
L a sera del suo vivere
Vedesi approssimar.
In mortem a discípulo Prima che ai perfidi, emuli
Suis tradendus aemulis, Il proditor lo dia
Prius in vitae ferculo Perchè alla morte il traggano,
Se tradidit discipulis. Vuole che cibo sia
Di vita ai suoi Discepoli,
Che presto dee lasciar.
Quibus sub bina specie Sotto una specie duplice
Carnem dedit et Sanguinem ; Dà loro il Corpo, e '1 Sangue,
Ut duplicis substantiae E la sostanza gemina
Totum cibaret hominem. Dell'uom, che mesto langue,
Nutrica, e insieme inebria
Offrendo tutto sè.

( i ) Il V e r b o eterno c o m e r i m a s e g l o r i o s o col P a d r e allorché si sedente alla destra d e l P a d r e , ed ora c o m e nostro a v v o c a t o presso


umiliò, a s s u m e n d o la nostra natura, c o s i asceso al cielo colla sua del P a d r e . Qui vivis et regnas etc. Per Christum Dominum etc. E n e l
santissima U m a n i t à r i c e v e s e m p r e u n a g l o r i a c o m e D i o , n o n ostante Sacrificio d e l l ' A l t a r e G e s ù C r i s t o si offre o g n i g i o r n o vittima incruenta
c h e qual R e d e n t o r e sollecita per noi, ed è nostro a v v o c a t o presso il al P a d r e , al V e r b o u m a n a t o , ed allo Spirito Santo.
Padre. E c c o perchè la C h i e s a rivolge le sue p r e g h i e r e a C r i s t o ora
134 I N N I PROPRII DEL TEMPO. 135
PARTE SECONDA.

Se nascens dedit socium, ( i ) F r a t e l si fe' col nascere,


Convescens in edulium, E cibo assiso a mensa,
Se moriens in pretium, Morendo in prezzo dettesi,
Se regnans in praemium. N e l cielo è ricompensa,
N e l ciel, ove fra glorie
li 1 R e g n a Signore e Re.
0 salutaris Hostia, 0 salutare Vittima,
Quae coeli pandis ostium: Ch'apri l'empiree porte,
Bella premunt iiostilia, Mira furor satannico
D a robur, fer auxilium. C h e ne persegue a morte:
D e h fanne tu fortissimi,
Prestane il tuo favor.
U n i trinoque Domino A l l ' U n o e Trino rendasi
Sit sempiterna gloria: Onore e gloria eterna,
Qui vitam sine termino A noi cotanto miseri
Nobis donet in patria. Amen L a vita sempiterna
N e l l a celeste patria
Pietoso dia il Signor.

tutte le mie poesie per questa strofa del Poeta Angelico - S e nascens eie.
( i ) Il gran latinista, ed insigne poeta Santevil ha d e t t o : Io darei

FINE DELLA PARTE SECONDA.


FINE DELLA PARTE SECONDA.
PARTE TERZA.

INNI PROPRII DEI SANTI.

N
1
;
PARS TERTIA. PARTE TERZA.

HYMNI SANCTORUM PROPRI!. INNI PROPRII DEI SANTI.

58. 58.
In festo S S . Hominis Jesu a d vesperas. N e l l a festa del SS. Nome di Gesù a i vespri.
(S. Bernardo Ab.) ( Nella Dora. II dopo l'Epifania.)

I . o d i e d a f f e t t i a l N o m e di Gesù.

Jesu, dulcis memoria, Di Gesù la rimembranza


Dans vera cordis gaudia : Di letizia inebria il core,
Sed super mei et omnia Per dolcezza il mele avanza
Eius dulcis praesentia. L a presenza di Gesù.
Nil canitur suavius, Non è mai sì dolce il canto,
Nil auditur iucundius, Nè sì grato è quel che s'ode,
Nil cogitatur dulcius, Ne il pensiero è caro tanto,
Quam Jesus Dei Filius. Se non siavi Gesù.
Jesu, spes poenitentibus, E i pietoso a chi lo chiama,
Quam pius es petentibus, Dolce speme dei pentiti,
Quam bonus Te quaerentibus ! E bontade a chi lo brama,
Sed quid invenientibus ? Per chi lo lia che mai è Gesù ?
Nec lingua valet dicere, Niuna lingua ci sa dire,
Nec litera exprimere, Niuna scritta può segnare,
Expertus potest credere, Chi il possiede può sentire
Quid sit Jesum diligere. Che sia mai amar Gesù,
Sis, Jesu, nostrum gaudium, Ora sii gaudio del core
Qui es futurus praemium: Tu ebe premio ne sarai,
Sit nostra in Te gloria, In eterno il nostro onore
Per cuncta semper saecula. Sia riposto in Te, o Gesù.

59. 59.
In festo SS. N o m i n i s Jesu a d m a t u t i n u m . N e l l a festività del SS. N o m e d i Gesù a l mattutino.
( S. Bernardo Ab.) . (Nella Dom. II dopo l'Epifania.)

L o d i e d affetti al N o m e di Gesù.

Jesu, Rex admirabilis, Gesù Rege ammirabile,


E t triumphator nobilis, Eccelso trionfatore,
Dulcedo ineffabilis, Soavità ineffabile,
Tottis desiderabilis : Desiro di ogni core.
Quando cor nostrum visitas, Allora che ne visiti
Tune lucet ei veritas, La verità ci splende,
Mundi vilescit Vanitas, Le vanitati spregiansi,
E t intus fervet ebaritas. L'amore tuo ne accende.
Jesu dulcedo cordium, Gesù, dolcezza amabile,
Fons vivus, lumen mentium, Fonte di vita ameno,
Excedens omne gaudium, Ogni contento superi,
E t omne desiderium. Ogni desir terreno.
Jesum omnes agnoscite, Tutti Gesù* conoscano,
Amorem eius poscite, Gli chieggano l'affetto,
Jesum ardenter quaerite, E con ardore il bramino
Quaerendo inardescite. Sempre crescente in petto.
Te nostra, Jesu, vox sonet, Gesù, Gesù ripetano
Nostri te mores exprimant, Le lingue in tutte le ore,
Te corda nostra diligant, Gesù nostr'opre imitino,
E t nunc, et in perpetuimi. A r d a per L u i ogni core.
60. 60.

In festo SS. Nominis Jesu a d laudes. N e l l a festa del SS. N o m e di Gesù alle laudi.
(S. Bernardo Ab.) (Nella Dom. II d o p o l'Epifania.)

S i m i l m e n t e l o d i e d a f f e t t i al N o m e di Gesù.

.Jesu, decus Angelicum, 0 degl'Angeli Gesù gloria e decoro,


In aure dulce canticum, Il caro Nome tuo gli orecchi molce,
In ore mei mirificum, A l labbro è più del mei soave e dolce,
In corde nectar coelicum : • E nettare celeste ad ogni cor.
Qui te gustant, esuriunt; Chi cibasi di Te giammai è satollo,
Qui bibunt, adirne sitiunt; Chi ti beve perdura nella sete,
Desiderare nesciunt, Nuli'altro anela, ha le sue voglie chete
Nisi Jesum, quem diligunt. Chi tiene acceso per Te solo il cor.
0 Jesu mi dulcissime, Dolcissimo Gesù, soave speme
Spes suspirantis animae ! Dell'alma che sospira, oh caro incanto!
Te quaerunt piae lacrymae, Te cerca umile l'affettuoso pianto,
Te clamor mentis intimae. Rivolge a Te l'intimo grido il cor.
Mane nobiscum, Domine, Rimaniti con noi, e ci rischiara
E t nos illustra lumine ; Colla divina tua luce fulgente,
Pulsa mentis caligine, L e tenebre dilegua della mente
Mundum reple dulcedine. E tua dolcezza ci riversa al cor.
Jesu, flos Matris Yirginis, Gesù, di Vergin Madre eletto fiore,
Amor nostrae dulcedinis, Amor soave d'ogni petto pio,
Tibi la-us, honor Nominis, A Te sia gloria, al Nome tuo sia onore,
Regnum beatitudinis. Te vuol beato nel tuo Regno il cor.
61. 61.

In festo Cathedrae S. P e t r i Romae a d vesperas N e l l a festa della Cattedra di S. Pietro i n R o m a


et ad matutinum, ( i ) ai vespri, e a l mattutino.
( S t r o f e d e g l ' i n n i di Elpide.) ( iS gennaro.)

R i c o r d a s i l a p o t e s t à d a t a d a C r i s t o a S . P i e t r o , n o s t r o g i u d i c e al di finale.

Quodcumque in orbe nexibus revinxeris, (2) Quel che in terra sarà da Te legato,
Erit revinctum, Petre, in arce siderum: Avvinto rimarrà nel cielo, 0 Piero;
E t quod resolvit hic potestas tradita, E quanto fìa per Te quaggiù slacciato,
Erit solutum coeli in alto vertice: Sciolto sarà lassù dal sommo Vero:
In fine mundi iudicabis saeculum. (3) Giudice tu sarai nel dì finale,
Nel dì sopra ciascun grande, e ferale.
Patri perenne sit per aevum gloria, Eterna gloria diasi al Genitore,
Tibique laudes concinamus inclytas, Inclita lode al suo divino Figlio,
Aeterne Nate, sit, superne Spiritus, Abbiasi il Paracleto uguale onore,
Honor tibi decusque: sancta iugiter Il Paracleto Spirto del Consiglio,
Laudetur omne Trinitas per saeculum. E sia con sommo amor Triade beata
Da ogni lingua in eterno laudata.

( 1 ) P e r le feste dei S a n t i A p o s t o l i Pietro e P a o l o la C h i e s a ha prese (2) A Te, 0 Pietro, io darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque
varie strofe d e g l ' i n n i scritti i n o n o r e di detti Santi da E l p i d e , 0 E l - cosa avrai legato sopra la terra, sarà legata anche nei cieli: e qualunque
pidia poetessa siciliana, f a c e n d o v i delle varianti. cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche nei cieli. Matt. x v i , 19.

Questi medesimi inni si c a n t a n o nella festa della Cattedra di ( 3 ) G e s ù disse agli A p o s t o l i : sederete anche voi sopra dodici troni,
S. P i e t r o in A n t i o c h i a ai 22 febbraio. e giudicherete le dodici tribù d'Israele. Matt. x i x -

Gl' Inni del Breviario Roman», io


62. 62.

In festo Cathedrae S. Petri Romae a d laudes. N e l l a festa della Cattedra di S. Pietro i n Roma alle laudi.
( S t r o f e d e g l ' i n n i di Elpide.)
(iS gennaro.)

Pregasi S . Pietro a scioglierci dai l e g a m i delle colpe.

Beate Pastor Petre, clemens accipe Divo Pietro, Pastore beato


Voces precantum, criminumque vincula Le preghiere benigno deh accogli,
Verbo resolve, cui potestas tradita, Ed i lacci dei falli disciogli,
Aperire terris coelum, apertura claudere. Da cui è stretto il tuo popol fedel,
Con quel verbo, che ottenne la possanza
E di aprire, e di chiudere il Ciel.
Sit Trinitati sempiterna gloria, Diamo gloria al Signor trino ed uno,
Honor, potestas, atque iubilatio, Gioia, laude, onor, potestade,
In unitate, quae gubernat omnia, Che governa in perfetta Unitade
Per universa aeternitatis saecula. Quanto ha vita ed in cielo e quaggiù;
Cantiam tutti con giubilo santo
In eterno di Dio la virtù.

63. 63.
In festo conversionis S. P a u l i A p . ad vesperas. N e l l a festa della conversione d i S. Paolo a i vespri.
(Strofa degl'Inni di Elpide.J (25 gennaro.)

P r e g a s i il Santo Apostolo ad a l l e v a r c i nei santi c o s t u m i , ed ispirarci amore per le

cose celesti.

Egregie doctor Paule, mores instrue, Divo Paolo, egregio Dottore,


E t nostra tecum pectora in coelum trahe: ( i ) A i più santi costumi ne alleva,
Velata dum meridioni cernat fides, Ed in alto le menti ne leva,
E t solis instar sola regnet C h a r i t a s . ( 2 ) Finché fede non squarci il suo vel,
E, qual sole fulgente di rai,
Solo amore non regni nel ciel.
( 1 ) Fu Egli rapito iti Paradiso. 2.' ai C o r . XII, 4. Egli e, 1 . ' G i o v . u t , 2 - finisce la s p e r a n z a c o l p o s s e s s o di D i o . La ca-

( 2 ) l a P a r a d i s o s q u a r c i a s i il v e l o d e l l a f e d e — vedremo Dio quale rità però mai vieti meno, 1.' C o r . XIII, 8.
64. 64.
In f e s t o S. Martinae V . e t M. a d vesperas. ( i ) Per l a festa d i S. Martina V . e M. a i vespri.
( Incerto.) (30 gennaro.)

Si loda questa Santa pel d i s p r e g i o delle delizie m o n d a n e , e per la liberalità verso i

poveri.

Martinas celebri plaudite nomini, A l nome celebre — d'una Eroina


Cives Romulei, plaudite gloriae; Vergine, e Martire — cara al Signor,
Insignem meritis dicite Yirginem, Alla chiarissima — Santa Martina,
Christi dicite Märtyrern. Romano popolo —- tributa onor.
Haec dum conspicuis orta parentibus, Da stirpe nobile — ebbe i natali,
Inter delicias, inter amabiles Fra vezzi e gioie — si ritrovò,
Luxus illecebras, ditibus affiuit Censo ricchissimo — fasti regali,
Faustae muneribus domus: E quanto affascina — la circondò,
Vitae despiciens commoda, dedicat Ma la magnanima — agi e delizie
S e rerum Domino, et munifica manu Sprezza, e si dedica — al sommo Ben ;
Ghristi pauperibus distribuons opes, Riparte ai poveri — le sue dovizie,
Quaerit praemia Coelitum. Del Cielo ai premii — apre il suo sen.
A nobis abigas lubrica gaudia 0 trino, ed unico — almo Signore,
T u , qui martyribus dester ades, Deus Virtù dei Martiri — fanne abborrir
U n e et Trine; tuis da famulis iubar, Le gioie labili — e '1 tuo splendore
Quo clemens animos beas. Beati rendane — in avvenir.

( i ) S. M a r t i n a nacque in R o m a da u n a f a m i g l i a patrizia. P e r d e di p o i ai l e o n i , e m e s s a su di un r o g o a c c e s o , fu salva p e r divina


nella sua v e r d e età i Genitori. N e m i c a degli a g i , e delle delizie m o n - virtù. C o n f o r t a t a p r o d i g i o s a m e n t e c o l pane degli A n g e l i , c o m p i il s u o
dane, distribuì ai p o v e r e l l i il s u o patrimonio. P o i c h é n o n v o l l e sacri- g l o r i o s o martirio coll'esserle t r o n c a t o il capo.
ficare a g l ' i d o l i , fu straziata con battiture, e c o n u n c i n i di ferro. E s p o s t a
INNI PROPRII DÈI SANTI.
151
15Ö PARTE TERZA.

' 65. 65.


In festo S. M a r t i n a e V . e t M. a d m a t u t i n u m . N e l l a festa d i S. M a r t i n a V . e M. a l mattutino.
( Incerto.) ( 30 g e n n a r o . )

Si descrivono i tormenti s o p p o r t a t i , ed i c o n f o r t i celesti r i c e v u t i da q u e s t a Santa.

Non illam crucians ungala, non ferae, Non la sgomentano — uncini, e fere,
Non virgae horribili vuluere commoventi Non cede ai strazii — quel cor fedel ;
Hinc lapsi e Superum sedibus Angeli Gli Angeli scendono — dall'alte sfere,
Coelesti dape recreant. E la confortano — col Pan del ciel.
Quin et deposita saevitie leo Leon fierissimo — smette ferocia,
Se rictu placido proiicit ad pedes : Mansueto prostrasi — presso i suoi pie :
Te, Martina, tamen dans gladius neci Acciaro barbaro — a l f i n l'associa
Coeli coetibus inserit. A i santi Martiri — dell'alma fè.
Te tliuris redolens ara vaporibus D'incenso olezzano — di Lei gli altari,
Quae fumat, precibus iugiter invocat, Col fumo levano — p r e c i al Signor:
E t falsum perimens auspicium tui I falsi auspicii — dai patrii lari
Delet nominis ornine. Tutti disperdonsi — per suo favor.

66. 66.

In festo S. M a r t i n a e V . e t M. ad laudes. N e l l a festa di S. M a r t i n a V . e M. alle laudi.


( Incerto.) ( 30 gennaro.)

Pregasi la Santa a d o t t e n e r e l a p a c e a l l a C h i e s a , e '1 r i s c a t t o d e i Luoghi santi.

= T a natale solum protege, tu bonae Veglia a custodia — del suol natio,


Da pacis requiem Christiadum plagis ; Pace durevole — possa provar
Armorum strepitus, et fera praelia Per Te il magnanimo — popol di Dio:
In. fines age Thracios. A l Trace spuntisi—meglio Tacciar.
E t Regum socians agmina sub Crucis Dei Regi impavidi — l'armi raccogli
Vexillo, Solymas ii9xibus exime, Di Cristo al Labaro — ed il furor
Yindexque innocui sanguinis, hosticum Fiacca dei barbari — Solima sciogli,
Robur funditus erue. E '1 sangue vendica — e '1 disonor.
Tu nostrum columen, tu decus inclytum, Sostegno, e gloria — dei tuoi devoti,
Nostrarum obsequium respice mentium: Mira l'ossequio — la loro fè,
Romae vota libens excipe, quae pio Accogli facile — di Roma i voti,
Te ritu canit, et colit. E gli annui cantici — che scioglie a Te.

'frl'B. — L ' i n n o dei V e s p r i , e del M a t t u t i n o di S. G a b r i e l e Arcan-


g e l o ( i S m a r z o ) trovasi nella festa di S. M i c h e l e A r c a n g . (8 m a g -
g i o ) Christe Sanctorum.... Gentis humanae — Quello delle
laudi trovasi al V e s p r o di O g n i s s a n t i ( i . ° n o v e m b r e ) Placare,
Christe, servulis.

67. 67.
Ìn festo S. Joseph Sponsi S . V . a d vesperas. ( i ) Per l a festa d i S. Giuseppe Sposo della B . V . a i vespri.
( Probabilmente di C l e m e n t e X.) ( 19 marzo.)

P r i v i l e g i i di S . Giuseppe.

Te, Joseph, celebrent agmina Coelitum, T'inneggin Giuseppe le Schiere celesti,


Te cuncti resonent Christiadum chori, I cori cristiani alternino il canto,
Qui clarus meritis, iunctus es inclytae Cui, chiaro per merti, con vincolo santo
Casto foedere Yirgini. La vergin beata donava il suo cor.
( i ) S i n o a n o v e sono stati i s o m m i Pontefici che hanno gareg- seconda classe. P i o I X dichiarò s o l e n n e m e n t e S. G i u s e p p e Patrono
giato fra loro per rendere o m a g g i al g l o r i o s o P a t r i a r c a S. G i u s e p p e . della C h i e s a universale, e di c i a s c u n fedele, e ne dispose la c o m m e -
S i s t o I V v o l l e c h e il g i o r n o di questo S a n t o fosse festa di precetto, m o r a z i o n e nei S u f f r a g i dell'officio, e nella colletta A cunctis. D a u l t i m o
e la fece inserire n e l Messale, e B r e v i a r i o R o m a n o . I n n o c e n z i o V i l i il r e g n a n t e P o n t e f i c e L e o n e X I I I ha v o l u t o rendere un o m a g g i o q u o -
n e e l e v ò il rito a doppio m a g g i o r e . G r e g o r i o X V la estese a tutto tidiano a q u e s t o S a n t o c o l l e orazioni prescritte d o p o la S." M e s s a .
il m o n d o , e la rese di bel n u o v o di p r e c e t t o . C l e m e n t e X r i c o m p o s e S i c c h é pel c u l t o di S. G i u s e p p e si è a v v e r a t o quel che disse il P a -
l'ufficio intero, c h e è quello c h e ora si dice. B e n e d e t t o X I I I inseri triarca G i a c o b b e al figlio di questo n o m e : figliuolo crescente Giuseppe,
n e l l e Litanie dei Santi il n o m e di S. G i u s e p p e . B e n e d e t t o XIV in- figliuolo crescente. N e l l a G e n . xux.
t r o d u s s e la festa del patrocinio di questo Santo c o l rito doppio di
Almo cum tumidam germina Coniugem Rimiri angoscioso la Sposa fedele,
Admirans, dubio tangeris anxius, Ignori l'arcano, del dubbio fra l'onde
AffLatu superi Flaminis Angelus Un angel ti svela qual Figlio nasconde
Conceptum Puerum docet. Il sen che virtude adombrò del Signor.
Tu natum Dominum stringis, ad exteras Il nato Bambino sul petto ti premi,
iEgypti profugum tu sequeris plagas; Incolume il porti alle piagge d'Egitto,
Amissum Solymis quaeris et invenis, Lo perdi, lo trovi in Sionne, oh conflitto
Miscens gaudia fletibus. Che senti nell'alma di gioia, e dolor.
Post mortem reliquos mors pia consecrat, A i giusti dischiude la morte l'empirò,
Palmamque emeritos gloria suscipit; L a gloria è mercede d'allori acquistati,
Tu vivens, Saperis par, frueris Deo, Ancor tu fra gli uomini, al par de' Beati,
Mira sorte beatior. Nel Nume ti bei, con sorte miglior.
Nobis, summa Trias, parce precantibus Risponda, o Signore, alla prece il perdono,
Da Joseph meritis sydera scandere, A l Cielo ne leva pei meriti sui,
IJt tandem liceat nos tibi perpotim, A sci orti in eterno congiunti con Lui
G-ratum promere canticum. Un inno di grazie, un inno d'amor.

68. 68.

In eaàem festivitate a d matutinum. P e r l a medesima festività a l mattutino.


( Ignoto.) (19 marzo. )

O f f i c i o s u b l i m e di S . Giuseppe, e sue glorie.

Coelitum Joseph decus, atque nostrae Onor, Giuseppe, dei celesti sogli,
Certa spes vitae, columenque mundi, Speme dell'alme, universal Patrono,
Quas tibi laeti canimus, benignus Di lieti carmi deh benigno accogli
Suscipe laudes. Il piccol dono.
Te Sator rerum statuit pudicae Sposo ti scelse Dio di Vergin pura,
Yirginis sponsum, voluitque Verbi Padre del Figlio suo tu fossi detto
Te patrem dici, dedit et ministrum Volle, di Lui commise a Te la cura,
Esse salutis. ( i ) Ministro eletto.

( i ) Il salutis vale Salvatoris. È m e s s o l'effetto per la causa.


Tu Redemptorem stabulo iacentem, Miri con gioia il Redentor neonato
Quem chorus Vatum cecinit futurum, Che coglie nel presepe i primi onori,
Aspicis gaudens, humilisque natum Il Nume dai Veggenti profetato
Numen adoras. Umile adori.
Rex Deus regum, dominator orbis, Quegli che accenna, e tosto trema inferno,
Cuius ad nutum tremit inferorum A cui s'incurva il celestial Consesso,
Turba, cui prouus famulatur aether, • Il Re dei Regi, il Dominante eterno
Se tibi subdit. A Te è sommesso.
Laus sit excelsae Triadi perenuis, Abbia l'eccelsa Triade sommo onore
Quae tibi praebens superos honores, Per la gloria, o Giuseppe, a Te largita;
Det tuis nobis meritis beatae A noi conceda per il tuo favore
Gau dia vitae. L'eterna vita.

69. 69.
In eadem festivitate ad landes. Per l a medesima f e s t i v i t à alle laudi.
(Ignoto.) ( 19 m a r z o . )

Morte preziosa di S . Giuseppe.

Iste, quem Iaeti colimus Meies, L ' E r o e Giuseppe, che onoriam giulivi,
Cuius excelsos canimus triumphos, I cui trionfi celebriam col canto
Hac die Joseph meruit perennis In questo giorno, che ci è caro tanto,
Gaudia vitae. Gli eterni gaudii ottenne dal Signor.
0 nimis felix! nimis o beatus! Oh Lui felice appieno ! oh Lui beato !
Cuius extremam vigiles ad horam Accanto a cui vegliaro all'ore estreme
Christus et Virgo simul astiterunt La Vergine e Gesù congiunti insieme,
Ore sereno. Sereni in viso, ed affettuosi in cor.
Hinc stygis victor, laqueo solutus Egli di a verno vincitor glorioso,
Carnis, ad sedes placido sopore Sciolto dai lacci dell'umano frale,
Migrat aeternas, rutilisque cingit In placido sopor lassù sen sale,
Tempora sertis. E cinge il cria di non caduco attor.
Ergo regnantem flagitemus omnes, Or che regna preghiamolo devoti
Adsit ut nobis, veniamque nostris Perchè ne vegli, ottengane il perdono
Obtinens culpis, tribuat supernae Dei nostri falli, e ne conceda il dono
Munera pacis. Della pace celeste, e dell'amor.
Sint tibi plausus, tibi sint honores, A Te, trino Signor, rendasi onore
Trine, qui régnas, Deus, et coronas Che adorni il fedel servo d'aureo serto
Aureas servo tribuis fideli Di glorie e di virtù tutto conserto,
Omne per aevum. Che in eterno rifulge di splendor.

70. 70.

In festo B . V . Dolorosae a d vesperas. ( i ) N e l l a festa della B . V . Addolorata a i vespri.


(Jacopone da Todi.) (Nel v e n e r d ì d o p o l a D o m e n i c a di Passione.)

A n g o s c i « di M a r i a appiè della C r o c e , e p r e g h i e r a alla m e d e s i m a a renderci partecipi

dei s u o i d o l o r i , dei s u o i m e r i t i , e delle g l o r i e di G e s ù Cristo.

Stabat Mater dolorosa (2) Presso il Legno Maria stava,


Iusta crucem lacrymosa, Ove il Figlio agonizzava,
Dum pendebat Filius. Gemebonda per il duol.
Cuius animam gementem, L'alma sua mesta, e dolente
Contristatam, et dolentem, Fu trafìtta crudelmente
Pertransivit gladius. Dalla spada del dolor.
0 quam tristis et afflicta Era trista, era stretta
Fuit illa benedieta Dal dolor la benedetta
Mater Unigeniti! Genitrice del Signor.

( 1 ) L a Chiesa ricorda segnatamente in questa festività i dolori di ( 2 ) Q u a n t o e s p r i m o n o bene tutte queste strofe la monotonia del
Maria appiè della croce (transfixionem et passionem Eins veneranles, nella dolore. Il C o n t e di M o n t a l e m b e r t scrisse di questo c a n t o : è il più
sacra liturgia del g i o r n o ) . I F r a n c e s i la c h i a m a n o la festa della com- bel canto che abbia ispirato ad uomo, il più puro, ed il più commovente
passione di Maria, la q u a l e s u l calvario partecipava ai dolori, e d al di tutti i dolori. E quel pio e d o t t o francese F e d e r i c o O z o m a n disse
sacrificio del F i g l i o . È stabilita o t t o g i o r n i prima del V e n e r d ì Santo, di questo c a n t o : è opera impareggiabile, da per se sola sufficiente alla
in cui si r i m e m b r a n o i d o l o r i di G e s ù Cristo. gloria di Jacopone.
Quae moerebat, et dolebat
Pia Mater, dum videbat S'accorava, si doleva
Nati poenas inclyti. La pia Madre che vedeva
Quis est bomo, qui nou ileret, L'aspre pene del Figliuol.
Matrem Cbristi si videret Chi potria frenare il pianto
Nel mirar straziata tanto
In tanto supplieio?
L a gran Madre di Gesù?
Quis non posset contristari,
Chi potria senza un sospiro
Christi Matrem contemplari
Riguardare a un sol martiro
Dolentem cum Filio ?
E la Madre e '1 Figlio insiem ?
Pro peccatis suae gentis,
Pel fallir dell'alme infide
Yidit Jesum in tormentis,
A i tormenti Cristo vide,
E t flagellis subditum.
A i flagelli sottostar.
Vidit suum dulcem Natum
Vide il suo Figliuolo amato
Moriendo desolatum,
Sulla croce abbandonato,
Dum emisit spiritum.
Quando l'anima spirò.
Eia, Mater, fons amoris,
Madre mia, fonte di amore,
Me sentire vim doloris
Fa che senta il tuo dolore,
Fac, ut tecum lugeam.
Perchè pianga teco ancor.
Fac ut ardeat cor meum
Deh che avvampi il core mio
In amando Christum Deum,
Per l'affetto all' Domo-Dio,
Ut sibi complaceam. Onde faccia a Lui piacer.

71. 71.
In festo B . V . Dolorosae a d matutinum. N e l l a festa della B . V . A d d o l o r a t a a l mattutino.
\

Sancta Mater, istud agas, Madre santa, rendi paghe


Crucifixi fige plagas Le mie brame, l'alme piaghe
Cordi meo valide. Di Gesù stampami al cor.

CI' Inni del Breviario Komr.no. II


Tui Nati vulnerati. Del tuo Figlio sì ferito,
Tarn dignati prò me pati, Che per me tanto ha patito,
Poenas mecutii divide. Parti meco il sofferir.
Fac me tecum pie Aere, Fa che mesto io teco plori,
Crucifixo condolere, E con Cristo mi addolori
Donec ego vixero. Finché vita avrò quaggiù.
Juxta crucem tecum stare, Presso il Legno bramo stare,
E t me tibi sociare E con teco lagrimare,
In planctu desidero. E partirmi il tuo dolor.

72. 72.
In festo B . V . Dolorosae a d laudes. N e l l a f e s t a della B . V . Addolorata alle laudi.

Virgo, virginum praeclara, Fra le Vergini, o preclara,


Milli iam non sis amara, Deh non esser meco amara,
Fac me tecum piangere. Fammi piangere con Te.
Fac ut portem Christi mortem, Di Gesù senta la morte,
Passionis fac consortem, Nel patir gli sia consorte,
E t plagas recolere. Le sue piaghe adori ancor.
Fac me plagis vulnerari, Sia da queste straziato,
Fac me Cruce inebriari, Dalla Croce sia inebriato,
E t cruore Filii. E dal sangue del Signor.
Flammis ne urar succensus, Dalle fiamme resti illeso,
Per Te Virgo sim defensus 0 Maria, da Te difeso
In die iudicii. Nel tremendo dì final.
Christe, cum sit hinc exire, 0 Gesù dammi per Lei,
Da per Matrem me venire A l finir dei giorni miei,
Ad palmam Victoria©. Vittoriosa palma in ciel.
Quando corpus morietur, Quando fia che al corpo mio
Fac ut animae donetur Io darò l'estremo addio,
Paradisi gloria. Fra le glorio sia con Te.
Quelle ferite cbe il furor gli aprio,
73. E tanta doglia gli recar dappoi
A l t r a versione dello Stabat Mater. Stampami, Madre santa, nel cor mio.
Presso la Croce, ove pendeva il Figlio, Parti con meco i duri affanni suoi,
Stava la Madre immersa nel dolore, E le piaghe, e gli strazii, e le agonie,
E largo pianto le scendea dal ciglio. E quanto mai sofferse Egli per noi.
Acuta spada avea trafitto il core Fa cbe versi con Te lagrime pie,
A l l a Donna gemente, e contristata, E mi dolga con Cristo in Croce affiso,
La spada della doglia, e dell'amore. Finché non chiuda mie pupille al die.
Come era mesta e tutta sconsolata Tenga sempre alla Croce il ciglio fiso,
La Madre del Signore benedetta, Da cui discenda di dolore un pianto,
Nel pelago del duol giacea annegata. Quel pianto che dischiude il Paradiso.
Lo scempio del Figliuol d'affanni stretta 0 Yergin, che fra tutte hai maggior vanto,
Sul Golgota vedea, e l'onte, e l ' i r a Non t'incresca che teco io passi le ore
Del popol furibondo, e la vendetta. Nel lutto immerso, e nell'amaro pianto.
E cbi con Lei non piange, e non sospira, Deh che io senta la morte del Signore,
E l'aspra doglia seco non divide E sia consorte al suo patire atroce,
Dall'alma Madre, cbe straziata mira? E veneri le piaghe, e '1 suo dolore.
Qual uomo, nel cui petto amore annide, Da quelle sia coperto, e la sua Croce,
A ciglio asciutto riguardar potria E '1 Sangue suo mi porgan sempre aita,
La Madre, e '1 Figlio cb'un dolor conquide? Finche mi avrò quaggiù e lena, e voce.
Lui vide (ahi vista ! ) la gran Donna pia Per Te, soave speme di mia vita,
Da crudeli flagelli lacerato, Scampi nel giorno del furor ferale
Per il fallire di sua gente ria. L'orride bolge, da cui l'alma è attrita.
Lo vide presso a morte desolato, E come qui darò l'ultimo vale,
Quando dal corpo si partiva l'alma: F a che la Madre tua col suo sorriso
Mi conceda, o Gesù, palma immortale.
I cari suoi l'aveano abbandonato.
Madre, e fonte d'amor, fa cbe la palma Quando da questo fral sarà diviso
Io colga avventurosa del dolore, Lo spirto mio, su i vanni della gloria
E teco plori sull'augusta Salma. Alto spicchi il suo volo al Paradiso,
L'inno eterno a cantar della vittoria.
Deb cbe avvampi il mio sen d'ardente amore
Pel Figlio tuo, per l'umanato Dio,
Onde di me si lodi il mio Signore.
74. 74.
In festo S . Hermenegildi M. a d vesperas e t landes, ( i ) N e l l a festa di S. E r m e n e g i l d o M. al vespro ed alle laudi.
( Ignoto.) ('5 aprile.)

Virtù luminose del S a n t o Martire.

Regali solio fortis Iberiae 0 Ermenegildo, fulgida


Hermenegilde iubar, gloria Martyrum, Stella del soglio Ibero,
Christi quos amor almis Sommo decor dei Martiri,
Coeli coetibus inserit. Che propugnare il vero,
Onde da Czùsto ottennero
Le glorie di lassù.
Ut perstas patiens pollicitum Deo Duri paziente a rendere
Servaas obsequium! quo potius tibi L'onor giurato a Dio,
Nil proponis, et arces Nulla t ' è più gradevole
Cautus noxia, quae placent. E appaga il tuo desìo ;
E dai piaceri lubrici
Rifuggi di quaggiù.
Ut motus cohibes, pabula qui parant E le passioni temperi
Surgentis vitii, non dubios agens Che insorgono sovente,
Per vestigia gressus, Tristi del vizio pascoli,
Quo veri via dirigiti E di dolor sorgente,
E calchi franco il tramite
Che mena a verità,
Sit rerum Domino iugis honor Patri, A l divin Padre domino
E t Natum celebrent ora precantium, Del mondo diasi onore ;
Divinumque supremis A l suo Figliuolo Unigeno,
Flamen laudibus efferant. A l Paracleto Amore
Rendano laude i popoli
Con santa ilarità.

( i ) S. E r m e n e g i l d o figlio di L e o v i g i l d o R e dei V i s i g o t i , abiurata scite v a n e le paterne c a r e z z e , e minaccie, fu diseredato del : "io,


l'eresia A r i a n a , a b b r a c c i ò la tede cattolica, di che i n d e g n a t o il P a d r e , c h i u s o in un carcere fra ceppi, e da ultimo gli v e n n e troncate -o.
u s ò tutti i m e z z i p e r far tornare il figlio alle antiche credenze. Riu-
' ; V
75. 75.
In festo S. Hermenegildi M. ad matutinum, Nella festa di S. Ermenegildo M. al mattutino.
( 13 a p r i l e . )
(Ignoto.)

C o s t a n z a del S a n t o M a r t i r e .

Nullis te genitor blanditiis t r a h i t , D e l P a d r e non t i adescano


Noil vitae caperis divitis otio, I vezzi, e le blandizie,
G-emmarumve nitore, N e p p u r le gemme fulgide,
R e g n a n d i v e cupidine. 0 gli ozii f r a dovizie,
N e di r e g n a r e t r a g g e t i
L ' u m a n a voluttà.
Diris non acies te gladiis minis, L ' a c c i a r o che minacciati
Nec terret perimens carnificis f u r o r : N o n temi, n e l'audace
Nam mansura caducis Ministro che vuol s p e g n e r t i ;
Praefers gaudia Coelitum. Spregiando il b e n fugace,
Anelo volgi l ' a n i m o
Al ben, che non morrà.
N u n c nos e Superum protege sedibus Ora dal Cielo vegliane,
Clemens atque preces, dum canimus t u a Accogli le preghiere
Quaesitam nece palmam, Sposate ai dolci cantici,
P r o n i s auribus excipe. Che levano alle sfere
L e palme e le vittorie,
Che morte ti donò.
76. 76.
In festo apparitions S, Michaelis Arcang. ad vesperas, Nella festa dell'apparizione di S. Miohele Arcangelo
et ad matutiiium. ai vespri, e al mattutino.
(Ignoto.) ( 8 maggio.)

C a n t a n s i l e vittorie di S . Michele c o n t r o L u c i f e r o , e si chiede la s u a p r o t e z i o n e .

Te, splendor et virtus Patris, Vita, o Gesù dell'anime,


Te, v i t a J e s u cordium. Virtù, e splendor del Padre,
A b ore qui p e n d e n t tuo, A T e sciogliamo u n cantico,
Laudamus i n t e r angelos. Cui cingono le squadre
Degl'Angeli, che aspettano
I c e n n i tuoi lassù.
Tibi mille densa millium E s t e r m i n a t i i n numero
Ducum corona m i l i t â t : Sescuon le tue bandiere,
Sed explicat Victor crucem Michele il santo L a b a r o
Michael salutis signifer. Spiega f r a quelle schiere,
L a Croce salutifera,
Segnale di v i r t ù .
Draconis hie d i r u m caput E fiacca il triste orgoglio
I n ima pellit t a r t a r a , D e l l ' i n f e r n a l Dragone,
Ducemque cum rebellibus Dal Cielo lo precipita
Coelesti ab arce f u l m i n â t . Nell'orrida prigione,
E d i ribelli f u l m i n a
Col duce insidiator.
Contra ducem superbiae Su via con questo P r i n c i p e ,
Sequamur h u n e nos Principem, G-lorioso vincitore,
Ut detur ex A g n i throno Muoviamo guerra al Demone,
Nobis corona gloriae. Superbo ingannatore,
E u n serto avremo i n premio
Di non caduco allor.
77. 77.
In festo apparitions S. Michaelis Arcangeli ad laudes.
Nella festa dell'apparizione di S, Michele Are. alle laudi.
(Mauro Rabano.) (8 maggio.)

S ' i n v o c a n o g l i Arcangeli S. Michele, S. Gabriele, e S. Raffaele per «ssere guidati


e difesi nel c a m m i n o della v i t a ; si i m p l o r a a n c o r a h intercessione di Man«, e
di rotti i S a n t i . /

Christe, sanctorum decus Angelorum,


Onor Gesù d e g l ' A n g e l i ,
Gentis humanae Sator et Redemptor,
Dell'uomo Redentore,
Coelitum nobis tribuas beatas
Al cielo f a n n e ascendere
Scandere sedes.
U ' beasi il nostro core.
Angelus pacis Michael i n aedes
Da colassù n e vengano
Coelitus nostras veniat, serenae
Michel a n g e l di pace,
Auetor ut pacis lacrymosa i n oreum
L e guerre spinga all'erebo
Bella releget.
Ne muove l'oste audace.
Angelus fortis Gabriel, ut hostes
I l forte Gabriel Angelo,
Pellat antiquos, et amica coelo
E '1 tristo i n g a n n a t o r e
Quae triumphator statuit per orbem
Sbandeggi, e i templi v i s i t i
Templa révisât, ( i )
C h ' e r g e v a il Trionfatore.
Angelus nostrae medicus salutis
R a f a e l celeste medico,
Adsit e coelo R a p h a e l , ut omnes
E sani gli egri, e aita
Sanet aegrotos, dubiosque vitae
N e porga nel difficile
D i r i g a t actus. (2)
Cammin di nostra v i t a .
Virgo dux pacis, Genitrixque lucis, (3)
Maria, paciera amabile,
E t sacer nobis chorus Angelorum
E della Luce Madre,
Semper assistat, simul et micantis
Ci vegli dall'empireo
R e g i a coeli.
Colle superne squadre.

( 1 ) C o m e visitò il t e m p i o di G e r u s a l e m m e q u a n d o a p p a r v e a Zaccaria. p a d r e di lui. - ( 3 ) N e l lodarsi gli A n g e l i ricordasi a n c h e Maria l o r o


( 2 ) S. Raffaele g u i d ò T o b i o l o a R a g e s , e s a n ò la cecità di T o b i a
Regina.
78. 78.
In festo S. Venantii M. ad vesperas. ( i ) Nella festa di S. Venanzio M. ai vespri.
( Ignoto.) (iS maggio.)

Strazii sofferti dal S a n t o M a r t i r e , e p r o d i g i o o p e r a t o da D i o a suo p r ò .

M a r t y r Dei Venantius, Venanzio gloria — d i Camerino,


L u x et decor Camertium, Gli sgherri e i giudici — vince, e un divino
Tortore vieto et iudice, Trionfale cantico — scioglie al Signor.
Laetus t r i u m p h u m concinit.
A n n i s puer, post vincula, Affronta impavido — e tenerello
Post carceres, post verbera, Catene, carceri — e rio flagello,
Longa fame f r e m e n t i b u s L i o n famelici — spinti al furor.
Cibus da tur leonibus.
Sed eius i n n o c e n t i a e Che la ferocia — i n sua presenza
P a r c i t leonum immanitas, Smetton, perdonano — all' innocenza,
Pedesque l a m b u n t Martyris, L a fame scordano — lambon suoi pie.
Irae, famisque immemores.
Verso decorsum vertice F u m o amarissimo — in giù rivolto
Haurire fumum cogitur: Eespira, e gli ardono — le faci il volto,
Costas u t r i m q u e et viscera, L e membra tenere — c h e Dio gli die.
Succensa lampas ustulat.
Sit laus P a t r i , sit Filio, E e n d a s i gloria — al Genitore,
Tibique Sanate Spiritus : A l Figliuol unico — al divo Amore :
Da per preces V e n a n t i i E per Venanzio — ci aprano il ciel.
Beata nobis gaudia.

n a t o fra triboli e spine. Il S i g n o r e p e r ò risanò s e m p r e il S a n t o Mar-


( i ) N a c q u e S. V e n a n z i o in C a m e r i n o , e sin dalla p r i m a età fu M a r -
tire C o n d o t t o da u l t i m o f u o r i la città p e r essergli t r o n c a t o il c a p o
tire del S i g n o r e . Di soli tre lustri f u a c c u s a t o di essere Cristiano. Si
fe col s e g n o della c r o c e zampillare da u n sasso freschissima acqua
a d o p e r a r o n o t u t t e le carezze, e di p o i tutti gli strazii p e r r i m u o v e r l o
a r i s t o r o dei s u o i carnefici, c h e g l i e l ' a v e a n o chiesta. A q u e s t o m i r a -
dalla fede. Soffri c o n eroica fortezza carceri, ceppi, battiture, fiaccole
colo m o l t i a b b r a c c i a r o n o la fede, e gli f u r o n o c o m p a g n i al m a r t . n o .
accese ai fianchi, e s o r b ì f u m o a m a r i s s i m o . Gli f u r o n o anche rotte
le mascelle, fu e s p o s t o ai leoni, f u precipitato da u n a r u p e , e trasci-
79. 79.
In festo S. Venantii M. ad matutinum.
Nella festa di S. Venanzio M. al mattutino.
(Ignoto.) ( iS m a g g i o . )

E r o i s m o del S. Martire, e miracoli o p e r a t i nel m a r t i r i o .

Atlheta Christi nobilis L ' A t l e t a nobile — n a n t i ai beffardi


Idola d a m n a t Gentium, C o n d a n n a impavido — g l i Dei bugiardi,
Deique amore saucius P e r Cristo mostrasi — pronto al m a r t i r .
Vitae pericla despicit.
Loris revinctus asperis Da r u p e altissima — è giù lanciato
E rupe praeceps v o l v i t u r : Stretto f r a v i n c o l i — f r a n t o , e squarciato
Spineta v u l t u m lancinant, F r a sassi, e tribuli — presso è a morir.
P e r saxa corpus scinditur.
Durn membra r a p t a n t Martyris, Quei che lo cruciano — presi d'affanno,
L a n g u e n t siti satellites: F r e s c h ' a c q u e chiedongli — e tosto le h a n n o ;
Signo crucis Yenantius Da un sasso sgorgono — al suo pregar.
E rupe fontes elicit.
Bellator, o fortissime, Guerrier fortissimo — che l ' o n d a appresti
Qui perfìdis tortoribus A n c h e ai carnefici — dalle celesti
E caute praebes poculum, F o n t i di grazie — f a n n e irrigar.
Nos rore g r a t i a e irriga.

Ol' Inni del Breviario Romano. 12


80. 80.

In festo S. Venantii M. ad laudes. Nella festa di S. Venanzio M. alle laudi.


(TS m a g g i o . )
( Ignoto.)
Zelo del Santo Martire colla sua predicazione. Conversione, battesimo, e martirio di
molti concittadini, e soldati.

Dum ìiocte pulsa, Lucifer Mentre Lucifero — a n n u n z i a il giorno.


Diem propinquam n u n t i a t , L ' E r o e m a g n a n i m o — di luce adorno,
Nobis r e f e r t Venantius L a mente irradiane — d'almo fulgor.
L U C Í S b e a t a e muñera.

Nam criminum caliginem, F u g a le tenebre — d e l triste errore,


Stygisque noctem depulit, L a luce fulgida — del R e d e n t o r e
Veroque Cives lumine Versa sul popolo — caro al suo cor.
D i v i n i t a t i s imbuit.
Aquis sacri Baptismatis E col Battesimo — l a patria terge,
L u s t r a v i t ille patriam, E l e t t i militi — cui l ' o n d a asperge,
Quos t i n x i t unda milites, L'ostro de' martiri — veston lassù.
I n astra misit Martyres.
Or che degli A n g e l i — sei presso al trono,
N u n c A n g e l o r u m particeps
Dei falli ottienici — largo perdono,-
Adesto votis supplicum :
Sempre c ' i r r a d i i n o — le tue virtù.
Procul repelle crimina,
Tuumque lumen ingere.
81. 81.
In festo S, Julianae a Falconeriis V. ad vesperas, ( i )
Nella festa di S. Giuliana Falconieri Verg. ai vespri.
(Francesco Lorenzini.)
( 1 9 giugno.)

V i r t ù della Santa, e favori ricevuti al t e m p o di s u a m o r t e .

Coelestis A g n i nuptias,
Del connubio celeste desiosa
0 Juliana, dum petis,
L a sua casa Giuliana abbandona,
Domum p a t e r n a m deseris, Cento Yergin le f a n n o corona,
Chorumque ducis Virginum. E m u l a n d o l'eccelsa virtù.
Sponsumque suffixum Cruci Crocefisso contempla lo Sposo,
Xoctes diesque dum gemis, E d i n lagrime t u t t a si scioglie,
Doloris iota cuspide Doloroso uno strale la coglie,
Sponsi refers imaginem. E somiglia al dolente Gesù.
Quin septiformi vulnero I l settemplice affanno rammenta
Fles ad genu Deiparae; Di Maria, e nel pianto s ' i m m e r g e ,
Sed crescit infusa fletu, I l suo cor, che la lagrima asperge,
Flainrnasque tollit charitas. È u n a fiamma crescente di amor.
H i n c morte fessam proxima Quando a Lei v a mancando la vita,
Non usitato te modo I l Signor la consola, oh beata !
Solatur, et n u t r i t Deus, L a nutrica coll'ostia sacrata,
Dapem supernam porrigens. Mercè un nuovo celeste favor. *
Aeterne rerum Conditor, A l l ' e t e r n o Creatore,
Aeterne F i l i par P a t r i , E d al Figlio al P a d r e uguale,
E t par utrique Spiritus, Come al santo primo Amore
Soli tibi sit gloria. Diasi gloria senza fin.

( i ) N a c q u e S. Giuliana in F i r e n z e nel 1270 dalla nobile f a m i g l i a


L a m e d i t a z i o n e sulla p a s s i o n e di G e s ù Cristo, e su i d o l o r i di Maria
Falconieri. Sin dalla fanciullezza d e t t e segni n o n equivoci della sua
f u t u r a santità. A r 5 anni a b b a n d o n ò la sua casa, le avite opulenze f u il s u o c i b o q u o t i d i a n o .
e fece v o t o di verginità nelle m a n i di S. Filippo Benizio, dal q u a l e * P r o s s i m a a m o r t e al 70.° a n n o di s u a età n o n p o t e n d o ricevere il
r i c e v e t t e la prima l'abito delle Religiose c h e si a p p e l l a r o n o Martel- SS. V i a t i c o p e r i n c o m o d o allo s t o m a c o , p r e g ò il S a c e r d o t e c h e ac-
lale. M o l t e nobili Matrone, fra le quali a n c h e la di Lei M a d r e , segui- c o s t a s s e l'ostia c o n s e c r a t a al s u o c u o r e . P r o d i g i o s a m e n t e 1' ostia di-
r o n o il s u o esempio, e cosi si istituì l ' o r d i n e delle s u d d e t t e Religiose- s p a r v e . lasciando la effigie di Gesù C r i s t o sul p e t t o della Santa Ver-
gine.
82.
82.
Nella nascita di S. Giovanni Battista ai vespri.
In nativitats S. Joannis Baptistae ad vesperas.
(2.) giugno.)
( P a o l o Diacono.)
Predizione della nascita g l o r i o s a di Giovanni - prodigi! avvenuti al s u o n a s c i m e n t o -
gioie p r o v a t e da Lui nel seno della Madre visitata dalla Beata Verg>ne.

Perchè noi possiamo lodare col canto


UT queant laxis R i s o n a r e fìbris
Tue gesta gloriose, del mondo stupor,
Mira gestorum FAmuli t u o r u m ,
I l labbro ne monda, cel renda tu santo,
SOLve poi luti LAbii r e a t u m ,
Di Cristo, o Giovanni, fedel Precursor.
Sancte J o a n n e s . ( i )
Un angiol disceso sull'ali d'amore
N u n t i u s celso v e n i e n s Olympo, (2)
Proclamati g r a n d e dal giorno n a t a l ,
Te patri m a g n u m fore n a s c i t u r u m ,
E svela a un Vegliardo, che è il tuo genitore,
Nomen, et v i t a e seriem g e r e n d a e
Tuo nome, tuoi fasti, t u a gloria immortai.
Ordine promit.
E i l'ode, e dubbioso dell'alta novella,
Ille promissi dubius superni, ( 3 )
I n bocca si sente la lingua morir,
P e r d i d i t promptae modulos loquelae : Ma tu gliel'avvivi nascendo, e favella,
Sed reformasti g e n i t u s p e r e m p t a e E canta le glorie d ' u n lieto avvenir.
Organa vocis. F r a l'ombre del chiostro materno tu senti
Ventris obstruso recubans cubili, Che in vergine seno v ' è il Rege del ciel,
Senseras Regem t h a l a m o m a n e n t e m : P e r gli alti tuoi pregi, gli annosi P a r e n t i
H i n c Parens, n a t i meritis, u t e r q u e A santi misteri discoprono il vel.
Abdita p a n d i t . ( 4 )

gelo gli rispose: ed ecco che sarai mutolo, e non potrai dar parola fino
( 1 ) L ' A b a t e G u i d o d ' A r e z z o colle p r i m e s i l l a b e dei m e m b r i della
Il giorno, che questo succeda, perchè non hai creduto alle mie parole.
p r i m a strofa di q u e s t ' i n n o stabili i sei t o n i d e l l a m u s i c a . D i p o i il
L u e . 1.
D o n i sostituì il Do all' Ut, e V a n d e r p u t t e n a g g i u n s e il Si.
( 4 ) E a Zaccaria fu aperta la bocca, e fu ripieno di Spirito Santo,
( 2 ) L ' A n g e l o del S i g n o r e disse a Zaccaria : non temere, 0 Zaccaria,
e profetò dicendo: Benedetto il Signore Iddio d'Israele, ecc. L u e . ivi—
la tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Gio-
E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino
vanni. Egli sarà grande nel cospetto del Signore, e convertirà molti dei
saltellò nel suo seno, ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, ed esclamò :
figli d'Israele al Signore Dio loro. L u e . 1.
Benedetta fra le donne, ecc. L u c a ivi.
( 3 ) E Zaccaria disse all'angelo: come comprenderò io tal cosa? Im-
perciocché io sono vecchio, e la mia moglie é avanzata di età. E l'an-
Sit decus Patri, genitaeque Proli, Al P a d r e sia reso decoro in eterno,
E t tibi, compar utriusque Yirtus Al Figlio i n eterno sia gloria ed onor,
Spiritus semper, Deus unus omni Al F l a m i n e santo, che è Amor sempiterno,
Temporis aevo. Uguale onoranza t r i b u t i ogni cor.

83. 83.
In nativitate S. Joannis Baptistae ad matutinum. Nella nascita di S. Giovanni Battista al mattutino.
(Paolo Diacono.) (24 g i u g n o . )

V i t a a u s t e r a del S a n t o P r e c u r s o r e , che m o s t r ò a d i t o Gesù C r i s t o , e l o battezzò.


E l o g i o f a t t o a Lui dal Salvatore.

A n t r a deserti teneris sub annis, N e g l ' e r m i deserti dagli a n n i primieri


Civium turmas fugiens, petisti, T'ascondi, e r i f u g g i ci vii comunanza,
Ne levi posses maculare vitam E d ivi tu speri fermata la stanza
Crimine linguae. I m m u n e dai falli la lingua serbar.
P r a e b u i t durum t e g u m e n camelus U n duro vestito t ' a p p r e s t a il camelo,
Artubus sacris, strophium bidentes; Col vello t i cinge il lanigero armento,
Cui latex haustum, sociata pastum L a fonte ti porge il liquore d ' a r g e n t o ,
Mella locustis. ( i ) D i mele, e locuste ti suoli cibar.
Ceteri t a n t u m cecinere Vatum Cantaro le glorie del Sole v e n t u r o
Corde praesago iubar affuturum ; Di Giuda i V e g g e n t i con spirto presago,
Tu quidem mundi scelus auferentem Tu solo ci additi presente quel vago
Indice prodis. (2) A g n e l che le colpe del mondo purgò.
Non f u i t vasti spatium per orbis Non v e n n e nell'ampie regioni del mondo
Sanctior quisquam genitus J o a n n e ; (3) U n nato di donna a Giovanni maggiore ;
Qui nefas saecli meruit lavantem Immerse nell'onde quel mite Signore,
Tingere lymphis. (4) Che i falli col sangue divino lavò.

(1) Ora lo slesso Giovanni aveva una veste di peli di cameìo, e una
di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. G i o v . 1.
cintura di cuoio ai fianchi; e suo cibo erano locuste, e mele selvatico (cibo ( 3 ) G e s ù disse ai suoi d i s c e p o l i : in verità vi dico fra i nati di donna
usato in O r i e n t e dai poveri ). Matt. i n . — Non berrà uè vino, ne si-
non venne al mondo chi sia maggiore di Giovanni Battista. Matt. x i .
cera ( b e v a n d a spiritosa). Lue. 1.
( 4 ) Ed accadde in quei giorni che Gesù.... f u bottegaio da Giovanni
( 2 ) S. Giovanni vide Gesù che ventagli incontro, e disse: ecco l'Agnello
nel Giordano. Mar. 1.
84. 84.
In nativitate S, Joannis Baptistae ad laudes. Nella nascita di S. Giovanni Battista alle laudi.
( P a o l o Diacono.) (24 giugno.)

Speciale corona di glorie, da cui è cinto il Battista in cielo, e preghiera al medesimo


per ottenerci il perdono delle colpe.

0 nimis felix, m e r i t i q u e celsi, Oh appieno felice, sublime in virtude,


Nesciens labem nivei pudoris, I m m u n e da labe, che adombra il candore,
Praepotens M a r t y r , nemorumque cultor, F r a i Martiri eccelso, di selve cultore,
Maxime V a t u m . ( i ) 0 massimo Vate di Cristo Gesù.
Serta ter dénis alios coronant U n serto contesto di t r e n t a g h i r l a n d e
Aucta crementis, duplicata quosdam; Infiora la f r o n t e ai m a g n a n i m i Eroi,
T r i n a te f r u c t u cumulata centurn È duplice ad altri, pei meriti tuoi
Nexibus ornant. (2) Da cento corone sei cinto lassù.
Nunc potens n o s t r i meritis opimis E d ora possente pei chiari tuoi pregi,
Pectoris duros lapides re velie, 1 sassi ne svelli dai cori indurati,
Asperum p l a n a n s iter, et reflexos F a r e t t i i tortuosi sentieri, e spianati,
D i r i g e calles. (3) E molci le asprezze al celeste cammin.
Ut pius m u n d i S a t o r et Redemptor, E d ove pietoso dall'alto ne venga
Mentibus culpae sine labd paris, Del mondo il Signor f a t t o Verbo-umanato,
Rite d i g n e t u r v e n i e n s beatos Nel petto da labe di colpa p u r g a t o
P o n e r e gressus. Non sdegni fermare il soggiorno d i v i n .
Laudibus cives c e l e b r e n t superni, A T e trino ed uno tributino lodi
Te, Deus simplex, pariterque t r i n e ; Gli Spirti beati n e l l ' A u l a d'amore,
Supplices et n o s veniam precamur : Noi venia chiediamo. Benigno Signore,
P a r c e redémptis. Al popol redento concedi il perdon.

( 1 ) G e s ù Cristo disse: fra i itati da donna Profeta maggiore di Gio- Isaia XL, 3, a l l u d e n d o al Battista, lo c h i a m a voce di chi grida
vanni Battista non v'è. Lue. vili. nel deserto, preparate le vie del Signore, raddri^te nella solitudine 1
( 2 ) Alludesi alla p a r a b o l a della s e m e n z a di cui parte p r o d u s s e il 30^ sentieri del nostro Dio. Ogni valle sarà colmata, e ogni colle sara ab-
p a r t e il 6 0 , e parte il 100 p e r u u o . Matt. XIII. S. G i o v a n n i e b b e u n a bassato e le strade storie diventeranno dirette, e piane le malagevoh.
ghirlanda contesta di c e n t o corone perchè Vergine, Confessore, e
Martire.
85. 85.
In festo SS. Apostoloram Petri et Panli ad vesperas. Nella festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ai vespri.
(29 g i u g n o . )
( S t r o f e d e l l ' i n n o di E l p i d e . )
Si canta il g i o r n o sacro al m a r t i r i o dei S a n t i Apostoli P i e t r o , e P a o l o , e si r i c o r d a n o
le g l o r i e che R o m a h a per essi o t t e n u t e .

Decora lux aeternitatis auream U n a luce f u l g e n t e , ed e t e r n a


Diem beatis i r r i g a v i t ignibus, Tutto irradia di sacri splendori
Apostolorum quae coronat Principes, L ' a u r e o dì che corona di allori
Reisque i n astra liberam p a n d i t viam. Di due P r e n c i l'eccelsa virtù,
E dischiude ai mortali t r a v i a t i
L ' a r d u a strada, che mena lassù.
Mundi Magister, atque coeli I a n i t o r , I l Maestro del mondo, e Colui
Romae parente«, ( i ) arbitrique Gentium, (2) Che custode del cielo si noma,
P e r ensis ille, hic per crucis victor necem P a d r i entrambi d e l l ' i n c l i t a Roma,
Vitae senatum laureati possident. Delle g e n t i g r a n d ' a r b i t r i ancor,
L ' u n trafìtto dal ferro, ed i n croce
L ' a l t r o , cingono il serto di allor.
0 Roma felix, quae duorum P r i n c i p u m 0 felice Città di Quirino,
E s consecrata glorioso s a n g u i n e : Che due P r e n c i col sangue sacraro,
H o r u m cruore purpurata, ceteras Sì quell'ostro con cui t i f r e g i a r o
Excellis orbis una pulchritudines. T ' a d d i t ò più gloriosa C i t t à :
F r a tue mura t u sola r a d u n i
Quanta è sparsa pel mondo beltà.

^ L B . — P e r l ' i n n o delle laudi v e g g a n s i i n u m . 62 e 6}.

( 1 ) S. P i e t r o , e S. P a o l o s o n c h i a m a t i P a d r i di R o m a , c o m e Ro- ( 2 ) E G e s ù disse agli A p o s t o l i : sederete anche voi sopra dodici troni,


m o l o e R e m o , p e r c h è la g e n e r a r o n o alla f e d e , e da m a e s t r a di errori, e giudicherete le dodici tribù d'Israele (Mate. XIX.)
la r e s e r o m a e s t r a di verità.
86. 86.

In festo S. Cyrilli, et Methodii ad vesperas, Nella festa dei Santi Cirillo e Metodio ai vespri
et ad matutinum. ( i ) e al mattutino.
( L ' I n n o g r a f o della S. C . dei R i t i . ) (5 luglio.)

L o J a n s i i due santi Fratelli che lasciarono l ' e r e m o per predicare il V a n g e l o ai p o p o l i


Slavi.

Sedibus coeli nitidis receptos, Ad e n t r a m b i gli Atleti, sostegno


Dicifce athletas geminos fideles; Ecl onor della Slava nazione,
Slavicae duplex columen, decusque Ora ascesi all'empirea Magione,
Dicite g e n t i s . Sciogli u n cantico, o popol fedel.
Hos amor f r a t r e s sociavit unus, U n amor quei germani congiunge,
U n a q u e abduxit pietas eremo, L i ritoglie u n a stessa pietade
F e r r e quo multis celerent beatae All'eremo, ed a stranie contrade
P i g n o r a vitae. P o r t a n tosto di Cristo il Yangel.
Luce, quae templis superis renidet, E d irradian di luce celeste
Bulgaros compi ént, Moravos, Boemos ; La Boema, e la B u l g a r a gente,
Mox feras t u r m a s numerosa P e t r o L a Moravia e via via, di repente
A g m i n a ducunt. Torme fiere conducono a Pier.
Debitam cincti meritis coronam Or che un serto glorioso vi cinge,
P e r g i t e o flecti lacrymis p r e c a n t u m : I sospiri e le preci accogliete:
Prisca vos Slavis opus est datores Agli Slavi quel don proteggete,
Dona tueri. Che lor deste per santo voler.

c h e il P o n t e f i c e A d r i a n o II a p p r o v ò la l o r o dizione slava n e l l a sacra


( i ) I due santi fratelli Cirillo e M e t o d i o n a c q u e r o in T e s s a l o n i c a .
liturgia, e p e r darli u n s e g n o di m u n i f i c e n z a , e di p a t e r n o a f f e t t o li
D a l l ' e r e m o , ove si e r a n o ritirati, f u r o n o spediti ad a n n u n z i a r e l ' E v a n g e l o
c o n s a c r ò Vescovi. S. Cirillo m o r i a R o m a in o d o r e di santità. S. M e -
in Moravia. M e n t r e ivi r a c c o g l i e v a n o a b b o n d a n t i frutti del l o r o a p o -
t o d i o r i t o r n ò in M o r a v i a , creato A r c i v e s c o v o da G i o v a n n i V i l i d o p o
s t o l a t o , v e n n e r o accusati di a d o p e r a r e nella sacra l i t u r g i a il l i n g u a g -
c h e t r i o n f ò delle n u o v e accuse fattegli i n t o r n o all'uso della lingua
gio slavo, di cui e r a n o c h i a m a t i a u t o r i , p e r a v e r n e f o r m a t o l'alfabeto,
e c o m p i l a t o le r e g o l e di g r a m m a t i c a . Chiamati a Roma per discol- slava, ed ivi fini s a n t a m e n t e la s u a vita apostolica.

parsi, s e p p e r o cosi bene a d d i m o s t r a r e di n o n essere c a d u t i in errore,


Quaeque vos clamat generosa tellus, Quella terra, che g r a t a v i acclama,
Servet aeternae fidei nitorem ; Serbi i n sen della fè la purezza,
Quae dedit princeps, dabit ipsa semper R o m a a lei donerà la salvezza,
Roma salutem. Che amorosa i n principio le die.
Gentis humanae Sator et Redemptor, 0 F a t t o r d e l l ' u m a n a famiglia,
Qui bonus nobis bona c u n c t a praebes, C h ' h a i redenta con braccio possente,
S i n t Tibi grates, Tibi sit per omne E di b e n i la colmi clemente,
Gloria saeclum. Grazie, e glorie si rendano a Te.

87. 87.

In festo SS. Cirilli et Methodii ad laudes. Nella festa dei Santi Cirillo e Metodio alle laudi.
(5 luglio.)
( L ' I n n o g r a f o della S, C- dei Riti )

O n o r i che i d u e s a n t i Fratelli o t t e n n e r o in Roma- pel l o r o A p o s t o l a t o .

L u x o decora patriae, 0 stelle fulgide — d e l suol natio,


Slavisque amica gentibus, Dei Slavi popoli — amiche ancor,
Salvete, Fratres; annuo Germani amabili — salvete, u n pio
Vos efferemus cantico. E d a n n u o cantico — vi scioglie amor.
Quos Roma plaudens excipit, Qual Madre t e n e r a — a l sen vi stringe
Complexa mater fìlios, Roma festevole — e con maggior
Serto di gloria — i l crin v i cinge,
Auget corona Praesulum,
Onde raffermisi — il vostro onor.
Novoque firmat robore.
Terras ad usque barbaras A t e r r e barbare — Cristo a n n u n z i a t e ,
I n f e r r o Christum p e r g i t i s ; E tosto sperdesi — il tristo error;
L e G e n t i misere — d i s i n g a n n a t e
Quos vanus error luserat,
P e r Voi rifulgono — d'almo chiaror.
Almo repletis l u m i n e .
Noxis soluta pectora Sciolto dai crimini — colle divine
F i a m m e il Paraclito — n'accende il cor;
Ardor supernus a b r i p i t ;
I n rose cangiansi — l'orride spine,
M u t a t u r horror veprium
E soave effondono — e santo odor.
I n sanctitatis flosculos.
Gl' Inni del Breviario Komano. 15
E t n u n c s e r e n a Coelitum Or che degli A n g e l i — siete f r a i cori,
Locati i n Aula, supplici L e preci trovino — i n Voi favor;
Adeste v o t o ; Slavicas Gli Slavi popoli - tolti agli errori
Servate g e n t e s N u m i n i . Serbate incolumi al Redentor.
E r r o r e mersos u n i c u m Eaccolga l'unico — divin Pastore
Ovile Christi c o n g r e g e t ; Quei che dimorano — nel fosco orror,
F a c t i s a v i t i s aemula E la F e d e emula — del prisco onore
Fides virescat pulchrior. Verdeggi florida — con più vigor.
Tu nos, b e a t a Trinitas, Augusta Triade — t u a caritate
Ooelesti amore concita; Sempreppiù fervido — ne renda il cor :
Dei P a d r i calchino — l'orine b e a t e
P a t r u m q u e natos i n c l y t a
I Figli, e r e n d a n o — gloria al Signor.
Da persegui vestigia.

88. 88.

In festo S. Elisabeth vidnae ad vesperas, et ad matut. ( i ) Nella festa di S. Elisabetta vedeva ai vespri, e al mattut.
(S luglio.)
(Urbano Pp. Vili.)
Si loda questa Santa c h e preferi le g l o r i e celesti ai fosti terreni.

Domare cordis impetus Elisabeth Elisabetta più che donna forte


Fortis, inopsque, Deo L e basse dominò voglie del core,
Servire, r e g n o praetulit. Al regno preferì la fausta sorte
D i servir poverella al suo Signore.

E n fulgidis recepta coeli sedibus, Eccola in ciel nella siderea Reggia,


F r a le gioie che dona il Paradiso,
Sidereaeque domus
A l suo Signor p e r e n n e m e n t e inneggia
D i t a t a sanctis gaudiis.
Che la f a lieta del di vin sorriso.

del v e r n o le m o n e t e d e s t i n a t e ai poverelli. Addivenuta vedova di-


(i) S. Elisabetta R e g i n a di P o r t o g a l l o sprezzò i fasti, e le ricchezze.
stribuì ai m e d e s i m i q u a n t o le era r i m a s t o , e vesti l'abito delle Clarisse.
P a s s ò la s u a vita n e l l ' o r a z i o n e , nei digiuni, e nelle o p e r e di benefi-
cenza. P e r occultare la s u a c a r i t à c o n v e r t i in fresche r o s e n e l c u o r e
N u n c regnat inter Coelites beatior, Eccola i n ciel R e i n a più beata,
E t premit astra, docens, Che preme gli astri, ed ai monarchi insegna,
Quae vera sint r e g n i bona. Da quel trono celeste ov' è locata,
L a vera gloria di chi in terra r e g n a .
P a t r i potestas, Filioque gloria, Rendasi al P a d r e potestate, e onore,
Perpetuumque decus Al Figliuolo divin e t e r n a gloria,
Tibi sit, alme Spiritus. Diasi laude, e decoro al divo Amore.

89. 89.

In festo S. Elisabeth viduae ad laudes, Nella festa di S. Elisabetta vedova alle laudi.
( S luglio.)
( U r b a i o Pp. VIII.)

P r e g h i e r a alla S a n t a per difenderci dalle insidie del demonio, e guidarci al cielo.

Opes, decusque regiuxn reliqueras, L e dovizie, e ' 1 regio fasto


Elisabeth, Dei dicata n u n i i n i : N o n curasti, Elisabetta,
Recepta n u n c bearis inter A n g e l o s ; F o s t i sempre, o benedetta,
Libens ab hostiuin t u e r e nos dolis. L ' u m i l serva del Signor.
Or dal Cielo ne protegga
Contro l'oste ingannato!'.
Praei, viamque dux salutis i n d i c a : V a n n e innanzi, ti seguiamo,
Sequemur. 0 sit u n a mens fidelium, L ' a r d u a via ne addita, oh u n core
Odor bonus sit omnis a c t i o ! tuis Abbian t u t t i , e un grato odore
Id i n n u i t rosis operta Charitas. L ' o p r e dien di santità !
Come dir volean le rose,
Che velar t u a carità.
0 santissima Virtute,
Beata Charitas, in arce siderum
T u nel ciel locar ci puoi.
Potens locare nos per omne saeculum.
F r a le schiere degli E r o i .
P a t r i q u e , Filioque summa gloria,
Abbia onore senza fin
Tibique laus perennis, alme Spiritus.
E d il P a d r e , ed il Figliuolo,
E lo Spirito d i v i n .
198 PARTE TERZA.

90. 90.

In festo S. Mariae Magdalenae poenit. ad vesperas. Nella festa di S. Maria Maddalena penitente ai vespri.
( 2 2 luglio.)
(Cardinale Bellarmiao.)
Si elogia il t r i o n f o della g r a z i a nella Maddalena, e si chiede a Dio il m e d e s i m o .

P a t e r superni l u m i n i s , P a d r e e signor della celeste luce,


Cura M a g d a l e n a m respicis, Quando volgi a Maria le tue pupille,
Flammas amoris excitas, Del foco tuo divino le scintille
V'ecciti, e sciogli il gelo di quel cor.
Geluque solvis pectoris.
E l l a da Te ferita, a Te sen corre,
Amore currit saucia
E t ' u n g e i pie, di lagrime l ' i n o n d a ,
Pedes beatos u n g e r e , ( i )
Colle chiome li asciuga, e vereconda
Lavare fletu. t e r g e r e
Baci v ' i m p r i m e del più casto amor.
Comis, et ore lambere.
Non pavé starsi della Croce accanto,
Adstare non t i m e t Cruci, (2)
Nè sa staccarsi dal tuo avel la pia,
Sepulch.ro i n h a e r e t anxia, (3)
Dei militi non teme la follia,
Truces nec h o r r e t milites :
Che f u g a caritate ogni timor.
Pellit t i m o r e m Charitas.
0 Gesù, vero amore, e dolce amante,
0 vera, C h r i s t e , Charitas,
Dai nostri falli tu ne monda il core,
T u nostra p u r g a cri mina,
Ricco lo renda col divin favore,
Tu corda r e p l e gratia,
Della gloria gli dia l ' e t e r n o onor.
Tu redde coeli praemia.
( 2 ) Vicino alla Croce di Gesù stava la sua Madre.... e Maria Mad-
(1) Ouand'ecco una donna che era peccatrice in quella Città presemi
dalena. G i o v . x i x , 25.
alabastro di unguento ( o s s i a u n v a s o di pietra d e t t a a l a b a s t r o ) e stando ( 3 ) Maria stava fuori del monumento piangendo. Giov. x x , n.
dietro ai suoi piedi (di C r i s t o ) cominciò a bagnare i piedi di lui colle
lagrime, e rasciugolli con i capelli della sua testa, e li baciava, e li un-
geva coli'unguento. L u e . VII, 37, 38.
91. 91.
In festo S. Mariae Magdalenae poenit. ad matutinnm.
Nella festa di S. Maria Maddalena al mattutino.
(S. Gregorio M.)
(22 luglio.)

Eccesso di a m o r e , e di d o l o r e della Maddalena.

Maria castis osculis Maria di Cristo bacia — i piedi, e f r a gli omei


L a m b i t Dei vestigia : D i lagrime li b a g n a — li asterge coi capei,
F l e t u rigat, t e r g i t comis, Di poi col nardo li u n g e - poiché li terse amor.
Detersa nardo perlinit.

92. 92.
In festo S. Mariae Magdalenae poenit. ad laudes. Nella festa di S. Maria Maddalena penitente alle lau3i.
(S. Gregorio M.) (22 l u g l i " . )

Si encomia la conversione della Maddalena - pregasi il S i g n o r e a lavare colle la-


c r i m e di Lei i nostri falli - s ' i n v o c a p u r e la intercessione della Beata Vergine

Sumrai P a r e n t i s Unice, Del sommo G-enitor unico Figlio,


Vultu pio nos respice, A noi rivolgi il volto tuo clemente
Vocans ad arcem gloriae Or che chiami Maria già p e n i t e n t e
Cor Magdalenae poenitens. Delle glorie celesti all'alto onor.
Amissa drachma regio Nell'erario regal è già riposta
R e c o n d i t a est aerario ; L a dramma che credeasi s m a r r i t a ;
E t gemma, deterso luto, E la gemma dal loto riforbita,
Nitore vincit sidera. ( r ) Vince le stelle per il suo chiaror.

( 0 I n s e g n a l ' A n g e l i c o c h e la g l o r i a è in r a g i o n della carità. O r a


della M a d d a l e n a è scritto che amò mollo. Lue. VII, 47.
Iesu, medela vulnerum, 0 farmaco, Gesù, di nostre piaghe,
Spes u n a poenitentium, Sola speranza del contrito core,
P e r Magdalenae lacrymas P e l pianto di Maria, pel suo dolore
Peccata nostra diluas. Mondane l'alma, e donale beltà.
Dei P a r e n s piissima, 0 piissima Madre del Signore,
H e v a e nepotes flebiles Guida mesti e dolenti d ' E v a i figli,
De mille vitae fluctibus Del mare della vita f r a i perigli,
Salutis i n portum vehas. Al porto d e l l ' e t e r n a sicurtà.
U n i Deo sit gloria, R e n d a s i al sommo Dio gloria ed onore,
Pro multiformi gratia, Che grazie multiformi ne concede,
P e c c a n t i u m qui crimina I falli ci perdona, ed a mercede
R e m i t t i t , et d a t praemia. Di premii eterni ne ricolma il sen.

93. 93.

In festo S. Petri ad vincula ad vesperas. Nella festa di S. Pietro in vincoli ai vespri.


( S t r o f e d e g l ' i n n i di Hlpide.) • (i agosto.)

P r o d i g i o s a liberazione di S . P i e t r o dalle catene, e dal carcere.

Miris modis r e p e n t e liber, ferrea, ( i ) 0 prodigio ! al comando di Cristo


Christo iubente, vincla P e t r u s e x u i t : Cade a P i e t r o la ferrea c a t e n a ;
Ovilis ille Pastor, et E e c t o r gregis, Oh portento ! da u n carcere tristo
Yitae recludit pascua, et fontes sacros, E g l i è t r a t t o a goder libertà.
Ovesque servat créditas, arcet lupos. Q u a ! Pastore dischiude al suo gregge
E d i paschi, ed i fonti b e a t i ;
E dai lupi le agnelle protegge
Affidate alla sua carità.

I ^ B . Gì' inni del m a t t u t i n o , e delle laudi si t r o v a n o ai n u m . 61 e 6ì.

Pietro nel fianco, lo risvegliò dicendo: levati su prestamente, e caddero


( i ) Il Re Erode mise in prigione (S. Pietre,) dandolo in guardia a
quattro quartine di soldati. Ed ecco che un angelo del Signore, percosso dalle mani di lui le catene. A t t i A p . XII, 4 , 7 -
94. 94.

In festo t r a n s n p r a t . D. N. I. C. ad vesperas, Nella festa della trasfigurazione ' di N. S. Cr. 0. ai vespri,


et ad matutinum. e al mattutino.
(6 agosto.)
(A. Prudenzio.)
Narrasi la prodigiosa trasfigurazione di G . C.

Quicumque Christian quaeritis, Voi che Gesù cercate


Oculos in altum tollite : I n alto rivolgete
Illic licebit visere I l ciglio, e scorgerete
Signum perennis gloriae. D i gloria uno splendor.
Illustre quiddam cernimus, ( i ) Mirasi u n che f u l g e n t e ,
Quod nesciat fìnem pati, Che non conosce fine,
Sublime, celsum, i n t e r m i n u m , U n che senza confine,
Antiquius coelo, et chao. Del ciel più antico ancor.
Hie ili© R e x est Gentium, (2) È il R e g e delle Genti,
Populique Rex Iudaici, È il R e della Giudea,
Promissus A b r a h a e P a t r i , (3) Che Abramo r i t e n e a
Eiusque i n aevum semini. Promesso ai figli, e a se.
H u n c et P r o p h e t i s testibus, (4) Del P a d r e il testamento
Iisdemque signatoribus, (5) Soscrivon due V e g g e n t i :
Testator et P a t e r iubet I l Figlio mio le g e n t i
Audire nos, et credere. (6) Odan, gli prestin fè.

(1) E il suo volto era luminoso come il sole, e le sue veslimenta bian- t a t o dalla figlia di F a r a o n e . G . C. figlio della S i n a g o g a , f u accolto dalla
che come la neve. M a t t . XVII, 2. gentilità. M o s e fu salvato dalla m o r t e o r d i n a t a da F a r a o n e p e r t u t t i 1
b a m b i n i ebrei. G . C . f u c a m p a t o dalla strage dei b a m b i n i ordinata
( 2 ) E egli forse Dio deisoli Giudei? Non è Egli ancora delle genti?
Ai R o m . I H , 29. da E r o d e . M o s è f u legislatore, m e d i a t o r e , ed i n t e r c e s s o r e pel p o p o l o .

!e
G. C. è n o s t r o legislatore, m e d i a t o r e , ed i n t e r c e d e presso del Padre
( 3 ) fa ( v a l e a d i r e nel seme tuo, e q u e s t o s e m e egli è C r i s t o )
p e r la s a l u t e del m o n d o . - E l i a p e r s e g u i t a t o dalla R e g i n a Iezabella fu
saranno benedette tutte le nasoni della terra. Gen. xir, 3.
figura di C r i s t o p e r s e g u i t a t o dalla S i n a g o g a . Il m e d e s i m o Elia, rapito
( 4 ) I d u e p e r s o n a g g i c h e a p p a r v e r o nella trasfigurazione di G . C .
in cielo sul c a r r o di f u o c o , a d o m b r ò la gloriosa a s c e n s i o n e del S i g n o r e .
f u r o n o M o s e ed Elia. M o s e r a p p r e s e n t a v a la l e g g e , Elia i P r o f e t i , o n d e
( 6 ) Ed ecco dalla nube una voce che disse: Questi è il mio figliuolo di-
colla l o r o a p p a r i z i o n e si volea a d d i m o s t r a r e c o m e e la l e g g e , ed i P r o -
letto nel quale io mi sono compiaciuto. Lui ascoltate. Matt. x v n , 5. L ' E t e r n o
f e t i c o n d u c o n o a C r i s t o , ed in L u i h a n n o il l o r o perfetto c o m p i m e n t o .
P a d r e d i c h i a r ò p u b b l i c a m e n t e G . C . s u o v e r o e r e d e , a cui f u data
( 5 ) Da alcuni il signalores si è i n t e s o p e r figure. E d in verità Mose
p o t e s t à in cielo, ed in terra. A ciò allude la frase: Dio testatore.
ed Elia f u r o n o figure di Cristo. Mose figlio di una d o n n a e b r e a , fu a d o t -
PARTE TERZA. INNI PR0PRII DEI SANTI.

Iesu, tibi sit gloria, Sia gloria al P a d r e , e al F i g l i o


Qui te révélas parvulis, Che ai parvoli si rese
Cum P a t r e et almo Spiritu, P e r sua bontà palese,
I n sempiterna saecula. Sia gloria al divo Amor.

95. 95.

In festo transügurat. D. N. I. C. ad laudes. Nella festa della trasSguraz. di G. 0. alle laudi.


(6 agosto.)
(S. Bernardo Ab.)

Effetti prodigiosi della luce divina s o p r a le anime.

L u x alma, Iesu, mentium, 0 dell'alma, Gesù, luce fulgente,


Dum corda nostra recreas, Mentre di gioie ci ricolmi il core,
Culpae f u g a s caliginem, N e f u g h i delle colpe il tristo orrore,
E t nos reples dulcedine. E t u a dolcezza ci riversi al sen.
Quam laetus est, quem visitas ! Lieto è colui che visitar t i degni
Consors P a t e r n a e dexterae, T u che uguagli col P a d r e la possanza,
T u dulce lumen patriae, E irradii di splendor l'eccelsa stanza,
Carnis n e g a t u m sensibus. ( i ) Splendor che mai godè l'occhio t e r r e n .
Splendor P a t e r n a e gloriae, Della divina gloria alma chiarezza,
I n c o m p r e h e n s a Charitas, Carità che non seppe m a i confine,
Nobis amoris copiam R i m a n i t i con noi, colle divine
L a r g i r e per praesentiam. F i a m m e ne accendi l'agghiacciato cor.

vedremo il lume. Sai. v . O v e si volesse dare u n senso morale dob-


( i ) L ' A n g e l i c o i n s e g n a c h e D i o n o n p u ò vedersi da occhio mor-
b i a m o dire c o l i ' A p o s t o l o : Vuomo animale non capisce le cose dello spi-
tale, p e r c h è la virtù visiva del c o r p o n o n è p r o p o r z i o n a t a all'oggetto.
P e r v e d e r e D i o a b b i a m o b i s o g n o di D i o : nel vostro lume, o Signore, rito- i. ai C o r . il, 14.
96. 96.
In festo septem Bolorum B. V. ad vesperas." ( i ) Nella festa dei sette dolori della B. V. ai vespri.
(Ignoto.) ( N e l l a D o n i . I l i di s e t t e m b r e . )

D o l o r i di Maria nel c o n t e m p l a r e il F i g l i o deposto dalla Croce.

0 quot u n d i s lacrymarum, (2) 0 qual piena di lagrime amare,


Quo dolore volvitur, Qual t o r r e n t e di acerbo dolore
Luctuosa, de cruento T u t t a inonda dell'almo Signore
Dura revulsum stipite, L a pia Madre, che accoglie nel sen
Cernit u l n i s i n c u b a n t e m Già deposto dal L e g n o cruento,
Virgo M a t e r F i l i u m ! Reso esangue l ' a m a t o suo B e n .
Os suave, mite pectus, D i caldissimo pianto Ella bagna
E t l a t u s dulcissimum, E d il volto soave, ed il petto,
D e x t e r a m q u e vulneratala, E ' 1 costato del Figlio diletto,
E t s i n i s t r a m sauciam, E le mani che il ferro forò,
E t r u b r a s cruore plantas A n c h e i piedi E l l a b a g n a vermigli
Aegra t i n g i t lacrymis. D i quel sangue divin che versò.
Centiesque, milliesque Cento volte si preme sul core
S t r i n g i t arctis nexibus Del suo Nato la salma beata,
P e c t u s illud et lacertos, E le piaghe contempla a f f a n n a t a
I l l a figit vulnera, Che gli aperse il giudaico f u r o r ;
Sicque t ò t a colliquescit Poi le bacia, si strugge di duolo,
I n doloris osculis. E vien meno f r a i baci, e 1 dolor.

( 1 ) Q u e s t a festività r i c o r d a i sette precipui d o l o r i sofferti dalla Beata o p i n a c h e Maria n o n pianse appiè della C r o c e : io leggo che Ella stava,
V e r g i n e , d u r a n t e la vita del Figlio (dolores Eius venerando recolintus, non leggo che Ella piangeva. Ciò n o n di m e n o B e n e d e t t o X I V , rife-
nella sacra l i t u r g i a ) i quali s o n o indicati n e i sette R e s p o n s o r i i del r e n d o le a u t o r i t à di S. A n t o n i n o , del G e r s o n e , e di altri T e o l o g i , n o n
M a t t u t i n o di q u e s t o g i o r n o . T a l e c o m m e m o r a z i o n e si fa c o n santa d u b i t a di a m m e t t e r e c h e la S a n t a D o n n a abbia p i a n t o , senza p r e g i u -
letizia e p e r le g l o r i e c h e Ella n e o t t e n n e , e pei vantaggi che ne dizio della s u a fede, e della s u a costanza. A n c h e G . C . pianse s o p r a
sono a noi sopravvenuti. G e r u s a l e m m e , e l a g r i m ò p e r la m o r t e del s u o a m i c o Lazzaro.
( 2 ) S. A m b r o g i o , r i p o r t a n d o s i alla parola Stabat di S. Giovanni

Gl' Inni iti Breviario Romano. 14


E i a Mater, obsecramus Dolce Madre, deli accogli la prece
P e r tuas has lacrymas, P e r il pianto versato dal ciglio,
Filiique triste fnnus, P e r la morte crudele del Figlio,
Vulnerumque p u r pur am, P e r le piaghe del caro Gesù;
H u n c tui cordis dolorem Ci riversa pietosa nel petto
Conde nostris cordibus. L a t u a doglia, e l'eroica virtù.
Esto P a t r i , Filioque, Diasi gloria al divin Genitore,
E t coaevo Flamini, E d al Figlio, ed al F l a m i n e santo;
Esto summae T r i n i t a t i Alla Triade sciolgasi un canto,
Sempiterna gloria, Sempiterno di laudi ed onor:
E t perennis laus honorque, Sia lodato nel secol che muore,
Hoc et omni saeculo. E nel secolo eterno il Signor.

97. 97.

In festo septem Dolorimi B. V. ad matutinum. Nella festa dei setti Dolori della B. 7 . al mattutino.
( Ignoto.) (Neila D o m e n i c a I I I di settembre.)

C o s t a n z a di Maria appiè della Croce.

I a m toto subitus vesper eat polo, ( i ) Espero volga tosto al suo tramonto,
E t sol attonitum praecipitet diem, E d attonito il sol corra all'occaso,
Dum saevae recoio ludibrium necis, Mentre rimembro lacrimevol caso :
Divinamque catastrophen. I ludibrii, e la morte del Signor.
Spectatrix aderas supplicio P a r e n s , Mira la Madre l'efferato scempio,
Malis uda, gerens cor a d a m a n t i n u m , II gemit'ode del morente Figlio,
Natus f u n e r e a pendulus in Cruce Mostra E l l a per il duol molle il suo ciglio,
Altos cum gemitus dabat. Ma in petto serra adamantino cor.

( i ) Q u e s t ' i n n o , t u t t o c h é m o d e r n o , p o t r e b b e o n o r a r e la classica an-


tichità.
P e n d e n s a n t e oculos Natus, atrocibus Vede in croce solcato di ferite,
Sectus v e r b e r i b u s ; Natus h i a n t i b u s E di piaghe coperto il suo Diletto,
Fossus v u l n e r i b u s , quot p e n e t r a n t i b u s Cento strali trafìggono il suo petto,
Te confixit aculéis ! E straziante le rendono il p a t i r .
Heu, sputa, a l a p a e , verbera, v u l n e r a , Ahi ! che sputi, e schiaffi, sangue, e flagelli,
Clavi, fel, aloe, spongia, lancea, E fiele, ed aloe, e spugna, e duri chiodi,
Sitis, s p i n a , cruor, quam v a r i a pium E lancia, e sete, e spine in q u a n t i modi
Cor pressere t y r a n n i d e ! F i e r i t i r a n n i son del suo m a r t i r .
C u n c t i s i n t e r e a stat generosior Ma c h e ! Maria, prodigio nuovo al mondo,
Virgo M a r t y r i b u s : prodigio novo, Dei M a r t i r i più forte e generosa,
I n t a n t i s m o r i e n s non moreris P a r e n s T u t t a prova n e l l ' a l m a l'angosciosa
Diris fixa doloribus. ( i ) Doglia di morte, e vive al suo dolor.
Sit summae T r i a d i gloria, laus, h o n o r : L a nostra prece accogli, o Triade santa,
A qua suppliciter, sollicita prece, Cui diamo onore e laude i m p e r i t u r a ;
Poseo v i r g i n e i roboris aemulas Emulo di Maria nella s v e n t u r a
Vires rebus in asperis. R e n d i n e sempre l ' a f f a n n a t o cor.

98. 98.

In festo septem Dolorum B. V. ad laudes. Nella festa dei sette Dolori della B. V. alle lauii.
( N e l l a Dom. I I I . di s e t t e m b r e . )
( Ignoto.)
Si chiede al S i g n o r e di renderci f r u t t u o s a la m e m o r i a dei dolori di M a r i a , e de,le

p i a g h e di G e s ù .

Summae, Deus, clementiae, F a n n e , o Dio sommo, e clemente,


S e p t e m Dolores Virginis, R i p e n s a r con mente pia
P l a g a s q u e Iesu Filii, A i dolori di Maria,
F a c r i t e nos revolvere. Alle piaghe di Gesù.

( i ) Moriebatar, quia mori non poterai. S. Ber. M o r i v a , p e r c h è n<


potea morire.
Nobis salutem conférant A noi porga la salute
Deiparae tot lacrymae, Di Colei l ' a m a r o pianto,
Quibus lavare sufficis Di lavare t u t t o quanto
Totius orbis crimina. Il reo mondo ha la v i r t ù .
Sit quinque Iesu vulnerum Di Gesù le cinque piaghe
Amara contempiatio, Ci ricolmili di dolore;
Sint Dolores Yirginis D i Maria l'afflitto cuore
Aeterna cunetis gaudia. Gioia sia per t u t t i i n Ciel.
Iesu, tibi sit gloria, A Gesù, che per i servi
Qui passus es prò servulis, H a patito, diasi onore,
Cum Patre, et almo Spiritu, Gloria al P a d r e , al divo Amore
I n sempiterna saecula. C a n t i il popolo fedel.

' H j B . P e r la festa della dedicazione di S. Michele A r c a n g e l o , gì' inni si


t r o v a n o nel g i o r n o della sua A p p a r i z i o n e , n u r a , 77.

99. 99.

In festo Sanctorum Angelorum Custodum ad vesperas, Nella festa dei Santi Angeli Custodi ai vespri,
et ad matutinum. e al mattutino.
(2 o t t o b r e . )
( Ignoto.)
Si l o d i D i o per averci dati gli Angeli a difesa della n o s t r a f r a g i l e n a t u r a c o n t r o le

insidie del D e m o n i o .

Custodes hominum psallimus Angelos, Lodiamo gli A n g e l i — che ne assegnava


N a t u r a e fragili quos P a t e r addidit A guardia vigile — l'almo Signor,
Coelestis comités, insidiantibus Così noi f r a g i l i — E g l i campava
Ne succumberet hostibus. Dalle a r t i perfide — d e l traditor.
Nam quod corruerit proditor angelus, Colpiro il demone — sante vendette,
Concessis merito pulsus honoribus, E più non ebbesi — seggio lassù ;
Ardens invidia, pellere n i t i t u r Or t e n t a toglierlo — all'alme elette,
Quos coelo Deus advocat. Che a sè amorevole — chiama Gesù.
H u c Custos igitur pervigil advola, V i e n i sollecito — Angel guardiano,
A v e r t e n s p a t r i a de tibi credita P r o t e g g i il popolo — commesso a Te ;
T a r n morbos animi, quam requiescere L ' e r r o r pestifero — tieni lontano,
Quidquid non sinit incolas. L a pace godasi — per t u a mercè.
S a n e t a e sit Triadi laus pia iugiter, L a u d e alla Triade — e onor si dia,
C u i u s perpetuo n u m i n e machina Che con continuo — poter divin
T r i p l e x haec regitur, cuius i n omnia L a t r i n a macchina — regola, e sia
R e g n a t gloria saecula. L ' a l t a sua gloria — senza confin.

100. 100.

In festo SS. Angelorum Custodum ad laudes. Nella festa dei Santi Angeli Custodi alle laudi.
(Ignoto.) (2 o t t o b r e . )

P r e g a s i il S i g n o r e a rischiararci la mente, ed a tenerci lontani da t u t t i i mali mercè


gli A n g e l i C u s t o d i .

A e t e r n e Rector side rum, 0 degli astri R e t t o r e possente,


Qui, quidquid est, potentia Che dal nulla le cose creasti,
Magna creasti, nec regis E conservi t u t t o r providente
Minore Providentia. L ' o p r a tua, che f u l ' o p r a d ' a m o r .
Adesto supplicantium Dei colpevoli figli deh accogli
Tibi reorum coetui : I sospiri, ed al nascer del giorno,
Lucisque sub crepusculum I tuoi rai ci splendano intorno,
Lucem n o v a m da mentibus. E n e vestan di nuovo fulgor.
T u u s q u e nobis Angelus Sempre allato ci vegli benigno
Electus ad custodiam, L ' A n g i o l tuo, che n e desti a difesa,
H i e adsit ; a contagio Onde l'alma, rimasta indifesa,
U t criminum nos protegat. C o n t a g i a t a non sia d a l l ' e r r o r .
N o b i s draconis aemuli E g l i sventi d e l l ' a n g u e d ' i n f e r n o
Yersutias exterminet ; E le insidie e le t r a m e secreto,
N e rete f r a u d u l e n t i a e N o n ne t r a g g a quel serpe alla rete
I n c a u t a n e c t a t pectora. Coglitrice d ' i m p r o v i d i cor.
Metum repellat hostium
A l l o n t a n i dai nostri confini
Nostris procul de finibus:
Ogni affanno, ogni ostile timore,
Pacem procuret civium,
Qualsisia contagioso malore,
F u g e t q u e pestilentiam.
E ne s t r i n g a coi n o d i d'amor.
Deo P a t r i sit gloria,
Gloria al P a d r e , che gli A n g e l i S a n t i
Qui, quos redemit Filius,
Qui m a n d a v a a difesa, e consiglio
E t Sanctus u n x i t Spiritus, ( i )
D e i r e d e n t i col sangue del Figlio,
P e r Angelos custodiat.
I quali unse lo Spirto divin.

101. 101.
In festo S. Teresiae V. ad vesp. et laudes. (2)
Nella festa di S. Teresa ai vespri, ed alle laudi.
( Incerto.) (15 o t t o b r e . )

Si accenna al desiderio del m a r t i r e che ebbe questa S a n t a , m a r t i r e della c a r i t à .

Regis superni n u n t i a , N u n z i a di Dio Teresa


Domurn p a t e r n a m deseris, Lascia l a casa avita,
Terris Teresa b a r b a r i s A i b a r b a r i vuol dare
Christum datura, a u t s a n g u i n e m . 0 ' C r i s t o , o la sua v i t a .
Sed te nianet suavior Ma sorte più soave
Mors, poena poscit d u l c i o r : Serbavale il Signore,
D i v i n i amoris cuspide A morte la f e r i v a
I n vulnus iota concides. Col dardo dell'Amore.
0 charitatis victima, 0 v i t t i m a di amore,
Tu corda nostra concrema, Il nostro petto infiamma,
Tibique gentes creditas E scampa i tuoi devoti
A v e r n i ab igne libera. D a l l ' i n f e r n a l e fiamma.

( 1 ) V a l e a dire santificò colla u n z i o n e del s a c r o . crisma. Veggasi s a n g u e p e r la f e d e . Il S i g n o r e , c h e ad altre g r a n d i o p e r e la d e s t i n a v a ,


OD
la n o t a 3 dell I n n o 49. n o n s e c o n d ò il di L e i d i v i s a n d o . P e r ò la e ' m a r t . r e d> a m o d-
(2) S T e r e s a nata nella S p a g n a , e m u l a dei M a r t i r i di G. C . a n d ò v i n o . U n a n g e l o L e trafisse il c u o r e con u n dardo amoroso, e mori
m Africa p e r a n n u n z i a r e il V a n g e l o a q u e i p o p o l i , e s p a r g e r e il s u o p e r l ' e s t u a n t e carità v e r s o Dio.
Sit l a u s P a t r i cum Filio, Diasi laude al P a d r e , al Figlio,
E t S p i r i t u Paraclito, Al Paraclito Signore,
T i b i q u e Sancta Trinitas, Alla Triade santa onore,
N u n c , et per omne saeculum. Ora, e sempre i n a v v e n i r .

102. 102.

In festo S. Teresiae ad matutinum. Nella festa di S. Teresa al mattutino.


( Incerto.) (15 o t t o b r e . )

M o d o p r o d i g i o s o con cui f u v i s t a questa S a n t a ascendere al cielo.

Haec est dies, qua candidae Quale colomba candida


I n s t a r columbae, Coelitum Al Ciel spiegando le ali,
Ad sacra terapia spiritus Oggi Teresa immergesi
Se t r a n s t u l i t Teresiae. Nei gaudii celestiali.
Sponsique voces a u d i i t : Lascia, G-esù diceale,
Veni, soror, de vertice L a v e t t a del Carmelo,
Carmeli ( i ) ad A g n i n u p t i a s : Yieni, 0 mia Sposa, al talamo,
V e n i ad coronam gloriae. Alla corona i n Cielo.
Te, Sponse Iesu, Yirginum, 0 Sposo delle Vergini,
B e a t i adorent Ordines, Ti dieno eterni onori
E t n u p t i a l i cantico Con canti epitalamici
L a u d e ut per omne saeculum. T u t t i i beati Cori.

( i ) Q u e s t a S a n t a r i c h i a m ò in v i g o r e g l i statuti d e l l ' o r d i n e Carme-


litano, e f o n d ò fino a 32 m o n a s t e r i del m e d e s i m o Ordine.
103. 103.

In festo S. Joannis Kantii in primis vesp, et laudibus. ( i ) Nella festa di S. Giovanni Sanzio al 1.° vesp. ed alle laudi.
(Ignoto.) (20 ottobre.)

Si r i c o r d a n o l e p e r e g r i n a z i o n i del S a n t o in R o m a , ed in Gerusalemme, e si prega ad


ottenerci il f r u t t o della r e d e n z i o n e .

Grentis Polonae gloria, T u dei Polacchi gloria,


Christique splendor nobilis, Del Clero, dei Licei,
Decus Lycaei, e t patriae E della cara patria
P a t e r , Ioannes inclyte. P a d r e , o Giovanni, sei.
Legem superni Numinis L e leggi dell'Altissimo
Doces magister, et facis : Precetti, e in u n o osservi;
N i l scire prodest: sedulo Saperle a nulla giovano,
Legem n i t a m u r . exequi. Se Dio non ami, e servi.
Apostolorum l i m i n a L e tombe degli Apostoli
Pedes viator visitas: P e r e g r i n a n d o adori,
Ad patriam, quam tendimus, I passi al Cielo guidane,
Gressus viamque dirige. Meta dei nostri cuori.
Urbem petis Ierusalem ; Ten vai i n Gerosolima,
Signata sacro sanguine E l'orme d e l l ' U o m - D i o
Christi colis vestigia, T i n t e di sangue veneri,
Rigasque fusis fletibus. Versi di pianto u n rio.
Acerba Christi v u l n e r a D e h stampaci n e l l ' a n i m a
Haerere nostris cordibus, D i Cristo le c r u e n t i
Ut cogitemus consequi P i a g h e , ed avrem con copia
Redemptionis pretium. I I f r u t t o dei r e d e n t i .

( i ) Q u e s t o S a n t o Polacco fu p r o f e s s o r e di Filosofia e di T e o l o g i a a n d ò a piedi q u a t t r o volte a R o m a . F u u n E r o e di p e n i t e n z a . A m a n -


nell'Università di Gracovia. F u a n c o r a p e r p o c o t e m p o C u r a t o in una t i s s i m o dei p o v e r i , si s p o g l i ò m o l t e fiate delle p r o p r i e vesti, e si p r i v ò
C h i e s a della P o l o n i a . P e r a m o r e della passione di G. C. visitò la P a - a n c h e del cibo p e r a c c o r r e r e ai l o r o bisogni. L a sua p r e z i o s a m o r t e
lestina. P e r r e n d e r e un o m a g g i o ai Santi A p o s t o l i P i e t r o e P a o l o f u s e g u i t a da m o l t i s s i m i prodigii.
Te prona m u n d i m a c h i n a L a terra, e '1 cielo adori
Clemens adoret, T r i n i t a s , L a Triade santa, e noi
E t nos n o v i per g r a t i a m T o r n a t i ai piedi suoi,
Xovum conamus canticum. N u o v ' i n n o L e sciogliam.

104. 104.
In eadem festivitate ad matutinum. Per la medesima festività.
( Ignoto.) (20 ottobre.)

Vita austera del S a n t o , s u a carità verso i poverelli, e preghiera a p r o t e g g e r e la s u a

Nazione.

Corpus domas ieiuniis, Spesso digiuni, e strazii


Caedis c r u e n t o verbere, I l corpo tuo innocente ;
Ut castra p o e n i t e n t i u m Qual milite dimori
Miles s e q u a r i s innocens. Nel campo p e n i t e n t e .
Sequamur e t nos sedulo Di un t a n t o eccelso P a d r e
Gressus p a r e n t i s o p t i m i : Calchiam l'orme beate,
S e q u a m u r , u t licentiam Onde le prave voglie
Carnis r e f r a e n e t spiritus. Restino soggiogate.
R i g e n t e b r u m a , providum T u vesti i poverelli
P r a e b e s a m i c t u m pauperi, Del verno f r a i rigori,
Sitim, f a m e m q u e e g e n t i u m Alla lor fame, e sete
Esca, p o t u q u e sublevas. Disserri i tuoi tesori.
O qui n e g a s t i n e m i n i Divo, che mai n e g a s t i
Opem r o g a n t i , p a t r i u m L ' a i u t o a chi tei chiese,
R e g n u m t u e r e : postulant I l comun voto accogli:
Cives Poloni, et exteri. P r o t e g g i il tuo Paese.
Sit laus P a t r i , sit Filio, Sia laude al P a d r e , al Figlio,
Tibique, S á n e t e Spiritus : E d al divino S p i r o :
Preces J o a n n i s i m p e t r e n t O t t e n g a n e Giovanni
B e a t a nobis g a u d i a . L e glorie d e l l ' E m p i r ò .
Gì' Inni nel Breviario Romano. 15
105. 105.

In eadem festivitate in 2. vesperis. Per la medesima festività al 2.° vespro.


( Ignoto.)
(20 o t t o b r e . )

P r o d i g i ! v a n i o p e r a t i dal S a n t o .

Te deprecante, corporata L a peste, ed ogni morbo


Lues recedit, improbi F u g a la t u a possente
Morbi f u g a n t u r , pristina Prece, e più fiorente
Redeunt salutis muñera. Torna la sanità.
Piatisi, febrique, et ulcere Ove per tisi, o febbre
Diram redactos ad necem, Qualcuno è in trista sorte,
Sacratas morti victimas, Tal v i t t i m a alla morte
Eius rapis e faucibus. Toglie la t u a bontà.
Te deprecante, tumido P e l tuo favor le merci
Merces abactae ilumine, I t e del fiume i n fondo,
Tractae Dei potentia, Quasi perduto il pondo,
Sursum fluunt retrogradae. ( i ) Yeggonsi galleggiar.
Cum t a n t a possis, sedibus Ora d i e t a n t o puoi
Coeli locatus, poscimus, Nelle celesti sfere,
Responde votis supplicum, Accogli le preghiere,
E t invocatus subveni. E '1 nostro sospirar.
O una semper Trinitas, 0 sola ed unica — g r a n T r i n i t a t e ,
O Trina semper Unitas, 0 t r i n a ed unica — g r a n Deitate,
Da, supplicante Cantio, P e r Canzio donaci — il premio in Ciel.
Aeterna nobis praemia.

( i ) Si allude ad un p r o d i g i o o p e r a t o dal S a n t o .
PARTE TERZA.

106. 106.
In festo S- Arcang. Raphaelis ad vesper. et ad matut. ( i ) Nella festa di S. Raffaele Arcang. ai vesp. e al mattut.
( Incerto.) ( 2 4 ottobre.)

Si l a d a n o C r i s t o , e gli Angeli, e s e g n a t a m e n t e S. Raffaele Arcangelo medico celeste,


n o s t r a guida nel cammin della vita, e p o s s e n t e vincitore d e l Demonio.

Tibi, Christe, splendor P a t r i s , A Te, 0 Cristo, splendore del P a d r e ,


Vita, v i r t u s cordium, Vera vita e virtude dell'alme,
I n conspectu Àngelorum N a n t i a t u t t e le angeliche squadre
Votis, voce psallimus : L e v i a m cantici, e voti col c o r :
A l t e r n a n t e s concrepando A Te lieti mandiamo a vicenda
Melos d a m u s vocibus. L e melodiche note d'amor.
Collaudamus v e n e r a n t e s R i v e r e n t i ancor salutiamo
Omnes Coeli Principes, T u t t i i P r e n c i dell'alma Sionne,
Sed praecipue fidelem E primiero f r a t u t t i onoriamo
Medicum, e t comitem I l g r a n medico, e duce fedel
Raphaelem, i n v i r t u t e Raffaello, che satana avvince
A l l i g a n t e m daemonem. P e r possanza che dettegli il ciel.
Quo custode procul pelle. Mercè un t a n t o custode, o Signore,
R e x Cliriste piissimo, Allontana le insidie d ' i n f e r n o
Omne n e f a s inimici, Da chi serba i n n o c e n t e il suo core,
Mundo corde, et corpore : I n n o c e n t e la spoglia m o r t a i :
Paradiso r e d d e tuo E ci dona per sola clemenza
Nos sola c l e m e n t i a . Del tuo regno la gloria immortai.
G-loriam P a t r i melodis E d al Padre, ed al Figlio umanato
Personemus vocibus : R e n d i a m lodi con canti armoniosi,
Gloriam C h r i s t o canamus. Al P a r a c l i t o Spirto beato
G-loriam P a r a c l i t o : Sieno grazie, ed onori, e virtù.
Qui trinus, e t unus Deus Diamo gloria al Signor trino ed uno,
E x t a t ante saecula. Che a b - e t e r n o h a il suo trono lassù.
( i ) L ' A r c a n g e l o S . Raffaele f u c o m p a g n o e g u i d a di T o b i o l o n e l c o n f i n ò nel deserto dell'Egitto - f e ' r i c u p e r a r e la vista al v e c c h i o
v i a g g i o a R a g e s d e ' Medi — c a c c i ò l u n g i da S a r a il D e m o n i o , e lo Tobia.
107. 107.
In festo S. Raphaelis Arcang. ad landes. Nella festa di S. Raffaele Arcang. alle laudi.
(Rabano Vescovo.) (24 ottobre.)

Pregasi il S i g n o r e « mandarci dal cielo S. Raffaele Arcangelo medico celeste, e duce

nel cammin della vita.

Christë, sanctorum deeus Angelorum, Almo Signor, che gli A n g e l i decori,


Rector h u m a n i generis, et Auctor, E l ' u m a n a famiglia ognor governi,
Nobis sacratum tribue benignus F a n n e ascendere al Ciel, d a n n e gli onori
Scandere Coeluni. Dei gaudii eterni.

Angelum nobis Medicum salutis Dal Ciel ne m a n d a chi a sanità conduce,


Mitte de coelis Raphael, ut omnes L ' A r c a n g e l o Rafael, che tosto aita
Sanet aegrotos, pariterque nostros Appresti agli egri, e nel cammin sia duce
D i r i g a t actus. D i nostra vita.

H i n c Dei nostri Genitrix Maria, A n c h e Maria, la Madre t u a diletta,


Totus et nobis chorus A n g e l o r u m Sempre ci v e g l i ; sien propizii a noi
Semper assistat, simul et b e a t a Degli A n g e l i i cori, e la schiera eletta
Concio tota. Degli altri E r o i .

Praestet hoc nobis Deitas beata Secondi i voti d ' o g n i cor sincero
Patris, ac Nati, pariterque sancti Il P a d r e , ed il Figliuol, lo Spirto Santo,
Spiritus, cuius resonat per omnem Delle cui glorie per il mondo intero
Gloria mundum. Risuona il v a n t o .
108. 108.
In festo omnium Sanctorum ad vesp. et ad matutin. Nella festa di ognissanti ai vespri e al mattutino
(Incerto.) (i. novembre.)

Si chiede a Gesù C r i s t o il perdono dei peccati per ! ' intercessione della Beata Ver-
gine. S ' i n v o c a n o anche t u t t i i S a n t i ad ottenerci tal p e r d o n o , e le g l o r i e del
Paradiso.

Placare, Christe, servulis, Signor, coi servi placati,


Quibus P a t r i s clementiam Ammorza il tuo furore,
Tuae ad t r i b u n a l g r a t i a e A l t r i b u n a l di grazie
P a t r o n a Virgo postulat. P r e g a il tuo Genitore
L ' a l m a patrona Vergine,
L a Madre d e l l ' a m o r .
E t vos b e a t a , per novem E Voi beati Spiriti,
D i s t i n c t a gyros, Agmina, Divisi in nove Cori,
A n t i q u a cum praesentibus, Dai falli nuovi, e veteri
F u t u r a d a i n n a pellite. P u r g a t e i nostri cori,
Allontanate vigili
Ogni f u t u r o error.
Apostoli c u m Vatibus, Profeti, e santi Apostoli
Apud severum Judicem, Di Cristo, ricordate
Veris r e o r u m fletibus A L u i severo giudice
Exposcite indulgentiam. L ' i m m e n s a sua bontate,
E d ottenete venia
Al pianto ed al dolor.
Vos p u r p u r a t i Martyres, ( i ) 0 gloriosi Martiri,
Vos c a n d i d a t i praemio Di porpora fregiati,
Confessionis, exules 0 Confessori amabili,
Vocate n o s in p a t r i a m . Di bianca stola ornati,'
Chiamateci alla patria,
Al regno dell 'amor.
( i ) I Martiri s o n o d e t t i rubicondi pel s a n g u e della l o r o passione. B mio diletto è candido, ed insieme rubicondo-(¿¿tot v , io). Cosi dice
I C onfessori s o n o c h i a m a t i candidi p e r la giustizia della l o r o vita. la Sposa dei Cantici a G e s ù C r i s t o s u o S p o s o .
Chorea casta Y i r g i n u m , Coro di caste Vergini,
E t quos E r e m u s incolas Eroi che v ' i n s e l v a s t e ,
Transmisit astris, Coelitum E i n pace dai v o s t r ' e r e m i
Locate nos in sedibus. Al cielo n e volaste,
U n seggio preparateci
Nell'aula del Signor.
Auferte gentem perfidam Bandite ornai l a perfida
Credentium de finibus; Gente, che turba il core
U t unus onmes u n i c u m A i prodi clie confessano
Ovile nos Pastor r e g a t . L e glorie del S i g n o r e ;
U n solo ovile adunici,
Ci regga un sol Pastor.

109. 109.
In fesio omnium Sanctorum ad laudes. Nella festa di ognissanti alle laudi.
(Incerto.) (l. novembre)

Invocasi G e s ù C r i s t o , la B. V e r g i n e , e t u t t a la C o r t e celeste per ottenere il per-


d o n o dei falli, e la g l o r i a e t e r n a .

Salutis a e t e r n a e D a t o r , 0 Salvator degli uomini,


J e s u redemptis s u b v e n i : Scampaci dai perigli,
. Virgo P a r e n s c l e m e n t i a e 0 Madre clementissima,
Dona salutem servulis. Siate propizia ai figli,
T u t t i per Voi conseguano
Amplissimo perdon.
Vos Angelorum millia, 0 di Angeli miriadi,
P a t r u m q u e coetus, a g m i n a 0 Padri avventurati,
Oanora V a t u m ; vos reis 0 schiera di fatidici
Precamini i n d u l g e n t i a m . E d armoniosi V a t i ;
T u t t i per Voi conseguano
Amplissimo perdon.
236

Baptista, Christi praevius, 0 t u Battista, nunzio


Summique coeli Claviger, D i Cristo e precursore,
Cum ceteris Apostolis 0 Pietro, o divi Apostoli,
Nexus r é s o l v a n t criminum. Compagni, del Signore :
T u t t i per Voi conseguano
Amplissimo perdon.
Cohors t r i u m p h a n s Marty rum, 0 i n v i t t o stuol di Martiri,
Almus sacerdotum chorus, 0 eccelsi Confessori,
E t v i r g i n a l i s castitas 0 Verginelle, candide
Nostros reatus a b l u a n t . Quai m a t t u t i n i albori:
T u t t i per Voi conseguano
Amplissimo perdon.
Q u i c u m q u e in alta siderum 0 Eroi che al par di P r i n c i p i
R e g n a t i s aula Principes, R e g n a t e i n Ciel gloriosi,
F a v e t e votis supplici] m, D e g n a t e v i di accogliere
Qui d o n a coeli flagitant. 1 voti fervorosi:
T u t t i per Voi conseguano
L e glorie di lassù.

110.
110.
In festo Conceptions B. V. ad matutinum. Nella festa della Concezione della B. V. al mattutino.
( 8 dicembre.)
( Incerto.)
S ' i n v o c a la Beata Vergine coi varii nomi,, con cui in s i m b o l e g g i a t a nelle divine Scrit-
t u r e ; e si p r e g a a guidarci nel c a m m i n o d . n o s t r a vita.

P r a e c l a r a Custos Y i r g i n u m , Saldissimo scudo dei petti innocenti,


I n t a c t a Mater Numinis, 0 Vergine Madre dell'almo Signor,
Coelestis aulae ianua, 0 porta, che schiudi i celesti contenti,
Spes nostra, Coeli gaudium, Del cielo letizia, speranza del cor.
I n t e r r u b e t a liliam, 0 candido giglio, f r a l ' i s p i d e spine,
Columba formosissima, Colomba formosa, che t ' e r g i lassù,
Yirga e radice g e r m i n a n s 0 verga feconda, di quelle divine
Nostro medelam vulneri. Medele, che sanan le piaghe quaggiù.
T u n i s draconi impervia, 0 torre, dal serpe d ' i n f e r n o mai lesa,
Amica stella naufragis, Ò stella, che splendi a chi rompe nel m a r ;
Tuere nos a fraudibus, Se il demone insorge, sii nostra difesa,
Tuaque luce dirige. Coll'alma t u a luce ne voglia guidar.
Erroris umbras discute, T u l'ombre disperdi del misero errore,
Syrtes dolosas amove, T u veglia che canzi le sirti il nocchier,
Fluctus tot i n t e r deviis E t r o v i sicuro, mercè il tuo favore,
Tutam reclude semitam. Smarrito f r a l ' o n d e , del porto il sentier.
J e s u , tibi sit gloria, A Te, che adombrato da velo mortale
Qui natus es de Yirgine, Ci porge u n a Madre, che è candido fior,
Cum Patre, et almo Spiritu Al tuo Genitore divino, immortale,
I n sempiterna saecula. A l F l a m i n e santo sia gloria ed onor.

111.
111.
In festo Maternitatis B. V. ad matutinum. Nella festa della Maternità della B. V. al mattutino.
( N e l l a D o r a . 11. di o t t o b r e . )
( IgllOtO.)
La Beata V e r g i n e , come Madre del R e d e n t o r e , ci a p r e il cuore alle divine speranze.

I l seno della V e r g i n e
Coelo Redemptor praetulit
Prescelse il Redentore,
Felicis alvum Yirginis,
Quivi, f u t u r a Vittima,
Ubi, futura Yictima,
Assunse per amore
Mortale corpus induit.
L ' u m a n o f r a l e , e resesi
Del mondo il Salvator.
Haec Yirgo nobis edidit Costei amorosissima
Nostrae salutis auspicem, Ci partorì chi spense
Qui nos redemit sanguine, L ' i r a divina, e gli uomini
Poenas crucemque pertulit. Col sangue suo redense,
E d abbracciò con giubilo
La Croce ed il dolor.
Cessin gli ansiosi palpiti
Spes laeta nostro e pectore
Ora che dolce spene
Pellat timores anxios :
Ne arride, e affettuosissima
Haec quippe nostras lacrymas,
Madre le nostre pene,
Precesque defert Filio.
Le preci, colle lagrime
Presenta al suo Figliuol.
Che i voti accoglie facile,
Voces Parentis excipit,
E d i materni accenti:
Votisque Natus a n n u i t :
Sacrino a questa Vergine
H a n c quisque semper diligat,
Il cor tutte le g e n t i ;
Rebusque in arctis invocet.
A Lei conforto chieggano
Strette d'angustie, o duol.
Abbia la santa Triade
Sit T r i n i t a t i gloria
E gloria, e sommo onore,
Quae Matris intactum sinum
Che il gremio della Vergine
Ditavit almo Germine,
Colmò d'almo favore:
Laus sit per omne saeculum.
Spuntò da Lei purissima
I l sospirato Fior.

(iV Inni iel Breviario Romano. ¡6


112. 112.
Per la medesima festività alle laudi.
In eadem festivitate ad laudar.
( D o m . 11 di o t t o b r e . )
( Ignoto.)
P r e g a s i la B. V . a liberarci dalle insidie del D e m o n i o , ed a placare l ' i r a d i v i n a .

Te, Mater alma Numinis, Odi le nostre suppliche,


Oramus omnes supplices 0 Madre del Signore,
A f r a u d e nos u t daemonis All'ombra t u a difendici
T u a sub umbra protegas. Dal demon traditore,
Ohe per invidia tendeci
I l laccio insidiator.

Ob perditum nostrum genus L e v a t a dall'Altissimo


P r i m i p a r e n t i s crimine, Al sommo onor di Madre,
Ad inclytum Matris decus P e r il vetusto crimine
Te R e x supremus extulit. Del nostro primo P a d r e ,
One aperse a t u t t i il baratro
D e l sempiterno orror.

Clementer ergo prospice Volgi di Adamo ai posteri


Lapsis Adami posteris : I l tuo clemente ciglio,
A Te rogatus Filius P o r g i per essi miseri
Deponat iram vindicem. Prece affettuosa al Figlio,
Che plachi l ' i r a vindice,
Che il vinca la pietà.
113. 113.
In festo Puritatis B. V. ad matutinum. Nella festa della Purità della B. V. al mattutino.
(Ignoto.) ( D o m . I l i di o t t o b r e . )
I n v i t o ad unirci cogli Spiriti celesti per lodare la p u r i t à della B. V e r g i n e .

0 stella J a c o b fulgida, 0 di Giacobbe fulgida


0 solis i n s t a r splendita, Stella, o divina Aurora
Aurora, qua n i l purius A l par del Sole splendida
Refulget i n t e r sidera. Che l'universo indora
Ogn'astro lucentissimo
S'ecclissa al tuo cliiaror.
Stolis amicta candidis A T e di stole candide
Tibi catervae Coelitum Ornate le celesti
Plaudiunt, sacraeque Yirgines Schiere sempre i n n e g g i a n o ,
Laudes perennes concinunt. E liete in bianche v e s t i
A Te le sacre v e r g i n i
R e n d o n o eterno onor.
Quin obsequentes offerunt Ed ossequiose t'offrono
Ligastra et alba lilia Albi ligustri, e gigli,
Candor sed hóruin vincitur Ma di quei fiori amabili
Candore casti pectoris. D ' u m i l i piante figli,
I l bel candore annebbiasi
D i n a n z i al tuo canclor.
Nostra angelorum laudibus D a l l ' i m a terra levisi
Abiecta tellus assonans U n cantico di gioia,
Ad astra voces efferat, Si sposi a quel dogi' Angeli,
E t Yirginis praeconia. E renda onore e gloria
Alla più pura V e r g i n e ,
Delizia di ogni cor.
' M B . - L ' i n n o del V e s p r o : Praeclara cuslos Virginum si t r o v a n e l l a
festa della Concezione di Maria.

FINE D E L L A P A R T E TERZA.
FINE DELLA PARTE TERZA.
PARS QUARTA. PARTE QUARTA.

I N N I C O M U N I A I S A N T I .
H Y M N I D E C O M M U N E S A N C T O R U M .

114. 114.
Nelle feste dei Santi Apost. ed Evang. ai vesp. ed alle laudi.
In feetis Sanct. Apost. et Evangelist. ad vesp. et ad laudes.
Si cantano le glorio degli Apostoli, che si pregano ad ottenerci il perdono delle colpe
( Ignoto.)
per essere degni al di finale della eterna beatitudine.

E x u l t e t orbis gaudiis: L ' o r b e di gioia esulti,


Coelum resultet laudibus : L ' e t r a di laudi suoni,
Apostolorum gloriarli I dodici Campioni
Canti la terra, e il ciel.
Tellus et astra concinunt.
Vos saeculorum Judices, ( i ) Giudici delle genti,
Luce del mondo vera,
E t vera mundi l u m i n a ; (2)
TJdite la p r e g h i e r a
Yotis precamur cordium,
Del popolo f e d e l :
Audite voces supplicum.
Qui tempia coeli clauditis, (3) Yoi che il celeste Tempio
Aprite, e ancor chiudete
Serasque verbo solvitis,
Col verbo, a noi sciogliete
Nos a r e a t u noxios
I lacci dell'error.
Solvi iubete, quaesumus.
Praecepta quorum protinus 0 Prodi, il cui comando
L ' e g r o , ed il sano sente,
L a n g u o r , salusque s e n t i u n t , (4)
Sanateci la m e n t e ,
Sanate mentes languidas,
R i n v i g o r i t e il cor.
Augete nos virtutibus.
( 3 ) Saranno rimessi i peccati a chi li rimetterete, e saranno ritenuti
( 1 ) E G e s ù disse agli A p o s t o l i : sederete anche voi sopra dodici troni,
a chi li riterrete. G i o v . x x , 23. — ( 4 ) E chiamati a sé i dodici suoi disce-
e giudicherete le dodici tribù d'Israele. Matt. XIX, 28. — ( 2 ) Voi siete
poli diede loro potestà di curare tutti i languori, e tutte le malattie. Matt. x , 1.
la luce del mondo. Matt. v, 14.
U t , cum redibit A r b i t e r E quando verrà Cristo
I n fine Christus saeeuli, Giudice al dì finale
K o s sempiterni gaudii I l gaudio suo immortale
C o n c e d a t esse compotes. N e doni di lassù.

115. 115.

I n iisdem festis ad matutinum. Nelle medesime feste al mattutino.


Si c o n t i n n a n o a cantare le g l o r i e degli A p o s t o l i .
( S t r o f e prese d a l l ' i n n o di S. A m b r o g i o s u i S a n t i M a r t i r i . )

A e t e r n a Christi m u n e r a , Sciogliamo u n lieto cantico


Apostolorum gloriam, Di Cristo al dono eterno,
P a l m a s et hymnos debitos L e glorie degli Apostoli,
L a e t i s canamus m e n t i b u s . I lauri sull'inferno,
E c h e g g i n o con giubilo,
E con sincero amor.

E c c l e s i a r u m Principes, Che della Chiesa i Principi,


Belli triumphales Duces, I duci trionfatori,
Coelestis aulae milites, Dell'Aula santa i militi,
E t vera m u n d i l u m i n a . Del mondo gli splendori
D ' i n f e r n o la t i r a n n i d e
Soggiogano, e '1 furor.

D e v o t a Sanctorum F i d e s , L a loro fè vivissima,


I n v i c t a Spes credentium, E ferma la speranza,
P e r f e c t a Christi C h a r i t a s L ' a m o r per Cristo fervido,
Mundi t y r a n n u m c o n t e r i t . L ' i m p a v i d a costanza
D ' i n f e r n o la t i r a n n i d e
Soggiogano, e '1 furor.
I n his p a t e r n a gloria, ( i ) Del Padre, e dell'Unigeno
I n his t r i u m p h a t Filius, Trionfano le glorie,
I n his voluntas Spiritus, L e brame del Paraclito
Coelum r e p l e t u r gaudio. Riportano vittorie
P e r q u e s t ' E r o i , di giubilo
Colmasi il ciel ancor.

116. 116.

In festis Sanct. Apostolor. ad vesp. et ad matutinum Nelle faste degli Apostoli ed Evangelisti ai vesp. e al mat.
temp. pasoh. nel tempo pasq.
( Ambrosiano.) C o r d o g l i o degli Apostoli per la m o r t i di C r i s t o , e giubilo nel vederlo r i s o r t o .

Tristes e r a n t Apostoli Mesti giacean gli Apostoli


D e Christi acerbo funere, P e r il crudele scempio
Quem morte crudelissima Di Cristo, e si accoravano
Servi n e g a r a n t impii. Che un popol folle ed empio
Con morte crudelissima
Ucciso avea il Signor.
Sermone v e r a x x4.ngelus (2) Alle pie donne u n Angelo
Mulieribus praedixerat : Giulivo avea p r e d e t t o :
Mox ore Christus gaudium F r a guari un santo giubilo
' Gregi f e r e t fìdelium. Apporterà il Diletto;
Comparirà con gioia
A l gregge il buon Pastor.

(1) Per tutla la terra vi è sparso il suono di essi, e le loro parole scitato da morte, ed ecco vi va innan\i nella Galilea, ivi lo

fino all'estremità della terra. Ai R o m . X, 18. M a t t . c. ult.


(2) L'Angelo del Signore disse alle donne: non temete Egli è risii-
Elleno tosto corrono
Ad anxios Apostolos
Nunzio di t a l letizia
Currunt s t a t i m dum n u n t i a e ,
Illae m i c a n t i s obvia, Ad allietar gli Apostoli
Christi t e n e n t vestigia, ( i ) T u t t o r nella mestizia,
E Cristo i n t a n t o incontrano,
Che irradia il lor cammin.
Quei fidi l ' e r t a prendono
Galilaeae ad alta montium (2)
Dei monti i n Galilea,
Se c o n f e r u n t Apostoli,
Quivi Gesù ritrovano,
Jesuque, v o t i compotes,
Come promesso avea,
Almo b e a n t u r lumino.
Che li rapisce in estasi
Ì
Col suo splendor divin.
: P e r c h è di Pasqua il gaudio
U t sis p e r e n n e mentibus
Sempre ne sia, 0 Signore,
Paschale J e s u gaudium ;
F a che non sien più vittime
A morte d i r a criminum
Del fallo, e dell'errore
Vitae r e n a t o s Ubera.
Quell'alme che alla grazia
Rinacquero per Te.
ìp
r-g&S

117. 117.
Nelle feste dei Santi Apostoli alle laudi.
In festis Sanctorum Apostolorum ad laudes temp. paschali.
Gaudio degli A p o s t o l i nel m i r a r e il S i g n o r e r i s o r t o colle piaghe che m a n d a n o s p l e n d o r e .
(Ambrosiano.)

I l sole più ridente


Paschale m u n d o gaudium
Di Pasqua il gaudio annunzia,
Sol n u n t i a t formosior,
Di nuovi r a i f u l g e n t e
Cum luce f u l g e n t e m nova
Mostrasi ai suoi Gesù.
Jesum v i d e n t Apostoli.

( 2 ) Il S i g n o r e avea d e t t o agli A p o s t o l i : dopo che io sarò risuscitato,


( i ) Cristo si fè loro (alle d o n n e ) incontro, e disse: Dio vi salvi. Matt,
vi anderò innanzi nella Galilea. Mar. x i v , 28.
c. ult.
Che m i r a n o splendenti
I n carne Christi vulnera
Quai stelle le sue piaghe,
Micare t a n q u a m sidera
E n a r r a n o alle g e n t i
Mirantur, et quidquid v i d e n t
L'eccelse sue v i r t ù .
Testes fideles praedicant.
Reggi e g o v e r n a il core,
R e x Christ© clementissime,
0 R e della clemenza,
T u corda nostra posside;
P e r c h è la lingua onore
U t lingua grates debitas
E g r a z i e renda a Te.
Tuo rependat nomini.

118. 118.

In festo unius Martyris ad vesperas et ad matutinum. Nella festa di un Martire ai vespri e al mattutino.
Si lodano le v i r t ù del M a r t i r e , e si domanda a D i o a s u o r i g u a r d o il p e r d o n o delle
( S . G r e g o r i o M.)
colpe.

Signor, dei tuoi guerrieri


Deus, tuorum milìtum,
Premio, corona, e sorte,
Sors, et corona, praemium,
Sciogli dalle ritorte
Laudes canentes Martyris
Del M a r t i r e il cantor.
Absolve nexu criminis.
Perchè E i stimò la frode,
H i c nempe m u n d i gaudia,
E d il piacer terreno
E t blanda fraudum pabula
Aspersi di veleno,
Imbuta felle deputans,
Giunse al celeste onor.
Pervenit ad coelestia.
Pronto affrontò i supplizi,
Poenas cucurrit fortiter,
Da prode li sostenne
E t sustulit viriliter,
Sino alla morte, e ottenne
Fundensque prò te sauguinem,
E t e r n o premio i n Ciel.
Aeterna dona possidet.
P e r L u i , Signor, ti sieno
Ob hoc precatu supplici
I n o s t r i p r i e g h i accetti,
Te poscimus piissimo ;
I debiti r i m e t t i
I n hoc triumpho Martyris
Al popolo fedel.
Dimitte noxam servulis.
GÌ' l'ini del previario Remavo. 17
Laus e t p e r e n n i s gloria Laude, e p e r e n n e gloria
P a t r i sit, atque Filio, Abbiasi il Genitore,
S a n c t o simul Paraclito I l Figlio, e '1 divo Amore
I n s e m p i t e r n a saeeula. P e r tutto l ' a v v e n i r .

119. 119.

In festo unius Martyris ad laudes. Nella festa di un Martire alle laudi.


Invocasi il S. Martire per ottenerci il p e r d o n o delle colpe ed il distacco dalle c o s e
( S . Gregorio Magno.)
terrene.

I n v i c t e M a r t y r , unicum Martire invitto, che calcasti le orme


P a t r i s secutus Filium, Dell'unico Figliuolo d e l l ' E t e r n o ,
Y i c t i s t r i u m p h a s hostibus, E vincendo la pugna d e l l ' i n f e r n o ,
V i c t o r f r u e n s coelestibus. Ora t i bei nei gaudii del Signor.

Col favor di t u a prece assai possente ^


Tui p r e c a t u s munere
Mondane il cor dai falli, e d a n n e aita,
N o s t r u m r e a t u m dilue,
Onde tediosa non ne sia la vita,
A r c e n s mali contagium,
Ne contagioso rendasi l ' e r r o r .
Y i t a e repellens taedium.

Soluta s u n t iam vincula Libero ormai dal tuo sacrato frale,


T u i s a c r a t i corporis: C h ' e r a per Te molesto, e grave pondo,
Nos s o l v e vinclis saeculi. A noi ti volga, e i lacci del rio mondo
Dono s u p e r n i Nomini». Spezzane per pietà, la Dio merce.
120.
120.
In festo phrimorum Martyrum ad vesperas.
Nella festa di più Martiri ai vespri.
(Incerto.)
Si esalta la costanza dei Martiri, e la g l o r i a che g o d o n o in cielo.

Sanctorum meritis inclyta gaudia


Cantiam dei Martiri — l ' i n c l i t e glorie,
P a n g a m u s socii, gestaque fortia :
L e gesta nobili — e le vittorie,
G-liscens fert animus promere cantibus
R e n d i a m con giubilo — ai prodi onor.
Victorum genus optimum.
H i sunt, quos f a t u e mundus abliorruit: ( i )
H u n c f r u c t u vacuum, floribus aridum D a l mondo stolido — furono odiati,
Contempsere tui nominis asseclae, E '1 mondo tennero — gli Eroi beati
Jesu r e x bone coelitum. Qual campo sterile — di f r u t t a , e fior.
H i pro T e furias, atque minas truces
Calcarunt hominum, saevaque v e r b e r a : Furor, t i r a n n i d e — non trepidaro,
His cessit lacerans fortiter ungula, (2) Gli u n c i n i orribili — v i n t i restaro,
Nec carpsit penetralia. (3) Non li potettero — strappare il cor.
Caeduntur gladiis, more b i d e n t i u m :
Non murmur resonat, non q u e r i m o n i a ; Sgozzati cadono — a mo' di agnelli,
Sed corde impavido, mens bene conscia Lamento, 0 gemito — non s'ode in elli,
Conservat patientiam. Certi del premio — calmi al dolor.
Quae vox, quae poterit lingua retexere,
Quae t u Martyribus numera praeparas ? L'eccelsa gloria — ehi mai può dire
R u b r i n a m fluido sanguine fulgidis Che in Cielo ottengono — per il martire ?
C i n g u n t tempora laureis. Veston la porpora — cingon Vattor.
Te, summa 0 Deitas, unaque poscimus;
U t culpas abigas, noxia subtrahas, Signore altissimo — Unico, e trino,
Des pacem famulis, ut tibi gloriam L a pace donaci — e '1 cor tapino
Monda, per r e n d e r t i - eterno onor.
A n n o r u m in seriem c a n a n t .

( i ) Sarete odiati da tutte le nazioni per ausa del mio nome. Matt, x x i v , 9.
tosto i supplici cedettero a Voi. Lib. 2. L e t t . 6 . - ( 3 ) N o n li p o t e t t e r o
( 2 ) S. C i p r i a n o dice ai M a r t i r i : >m (¿deste Voi ai supplici, fiut-
far c a m b i a r e volontà.
121.
121.
Nella festa di più Martiri al mattutino.
In festo plurimcram Martyrum ad matutinum.
Lodasi la f o r t e z z a dei Martiri, e pregasi il S i g n o r e a farci partecipare delle l o r o g l o
( S t r o f e d e l l ' i n n o i i S. A m b r o g i o su i Santi M a r t i r i . )

P e r Cristo il sangue sparso,


Christo profusum sanguinem,
Dei Prodi le vittorie,
E t Martyrum victorias,
Gli allori, e l'alte glorie
Dignamque coelo lauream
L i e t i vogliam cantar.
Laetis sequamur vocibus.

V i n t o il terror del mondo,


Terrore vieto saeculi,
Gli strazii, e le ritorte,
Poenisque spretis corporis,
Con breve, e santa morte,
Mortis sacrae compendio
Gli Atleti al ciel volar.
Vi tarn beatam possident.

Sono d a n n a t i ai roghi,
T r a d u n t u r igni Martyres,
E delle fiere al dente,
E t b e s t i a r a m dentibus :
L i strazia amaramente
A r m a t a saevit ungulis
Carnefice crudel.
Tortoris insani manus

P e n d o n scoiati, e f r a n t i ,
N u d a t a pendent viscera,
N e scorre il sangue a rivi,
S a n g u i s sacratus f u n d i t u r ,
Ma forti, e in un giulivi
Sed p e r m a n e n t immobiles
Sperano il premio in Ciel,
Yitae perennis gratia.

Accogli, o Redentore,
Te n u n c , Bedemptor, quaesumus,
Dei servi la p r e g h i e r a :
U t M a r t y r u m consortio
D e i Martiri alla schiera,
J u n g a s precantes servulos
Congiungine lassù.
I n sempiterna saecula.
264 PARTE QUARTA.

122.
In festo phrimorum Martyrum ad laudes.
( S . Gregorio M.)

R e x gloriose M a r t y rum,
Corona confi t e n t i u m ,
Qui respuentes t e r r e a
Perducis ad coelestia.
Aurem benignam p r o t i n u s
I n t e n d e nostris vocibus :
Trophaea sacra p a n g i m u s :
Ignosce quod d e l i q u i m u s
Tu vincis inter Martyres,
Parcisque Confessoribus : ( i )
Tu vince nostra c r i m i n a ,
Largitor i n d u l g e n t i a e .

123.
In festo Confess. Pont, et non Pont, ad vesperas, et ad matut.
( S . Tommaso d ' A q u i n o . )
patrocinio.

I s t e Confessor Domini, colentes Quest'almo Confessor cbe i n terra ottiene


Quem pie laudant populi per orbem, Laude, ed onor da tutto il popol pio,
H a c die laetus m e r u i t b e a t a s I n questo giorno ascese alle serene
Scandere sedes. Aule di Dio.

( i ) R i s p a r m i i Santi Confessori dagli strazii a cui s o g g i a c q u e r o i


Martiri.
266 PARTE QUARTA. I N N I COMUNI AI SANTI. 267

Qui pius, p r u d e n s , humilis, pudicus, ( i ) Pietoso E i fu, prudente, umìl, pudico,


Sobriam d u x i t sine labe vitam, Sobrio serbossi sempre, e intemerato,
Donee h u m a n o s a n i m a v i t aurae Fincliè il suo frale dallo spirto amico
S p i r i t u s artus. F u ravvivato.
Cuius ob p r a e s t a n s meritum f r e q u e n t e r , P e i chiari merti suoi l ' i n f e r m e genti,
Aegra q u a e passim, iaeuere membra, Ovunque sparse, di qualsiasi etate,
Yiribus m o r b i domitis, saluti Domano i morbi, e tornano fiorenti
Restituuntur. A sanitate.
Noster h i n c illi chorus obsequentem Orsù cantiamo insiem le sue vittorie,
Concinit l a u d e m , celebresque p a l m a s ; Onde ottenne nel Ciel nobili allori,
Ut piis eius precibus iuvemur P e r c h è n e impetri aita, e delle glorie
O m n e per aevum. Ne dia gli onori.
Sit salus illi, decus, atque virtus, Tributisi decoro, e gloria eterna
Qui super coeli solio coruscans, A Chi dall'alto soglio suo divino
Totius m u n d i seriem g u b e r n a t I l mondo t u t t o regola e governa,
T r i n u s et unus. All'Uno, e Trino.

124. 124.
In festo Conf. Pont, et non Pont, ad laudes. Nella festa dei Conf. Pont, e non Pont, alle laudi.
( Ignoto.) P r e g a s i il S i g n o r e a farci seguire le o r m e del S a n t o Confessore che s p r e g i a n d o i beni

terreni o t t e n n e i celesti.

J e s u R e d e m p t o r omnium, 0 Redentor del mondo,


P e r p e s corona Praesulum, Dei Presuli corona,
I n h a c die clementius P i ù pronto oggi perdona
I n d u l g e a s precantibus. Chi invoca il tuo favor.
Tui sacri qua nominis È il giorno, i n cui rifulse
Confessor almus c l a r u i t : Chi il Nome tuo fè noto,
Huius c é l é b r â t a n n u a E '1 popolo devoto
Devota plebs solemnia. Gli r e n d e un annuo onor.

( i ) S . P a o l o s c r i v e n d o a T i m o t e o , m , 2, d i c e : fa di mestieri che U Vescovo sia irreprensibile, sobrio, prudente, modesto, pudico, ecc.
E g l i spregiò le gioie
Qui rite m u n d i gaudia
Caduche e passeggiere,
H u i u s caduca respuens,
E conseguì le vere
A e t e r n i t a t i s praemio
F r a gli angeli lassù.
P o t i t u r inter Angelos.
Signor, le sue vestigie,
Huius benignus a n n u e Seguano i servi tuoi,
Nobis sequi v e s t i g i a : I falli ai prieghi suoi
Huius precatu servulis Ne mondi t u a virtù.
Dimitte noxam criminis.
R e n d a s i onore e gloria
Sit, Christe R e x piissimo,
A Cristo R e pietoso,
Tibi, P a t r i q u e gloria,
Al P a d r e suo glorioso,
Cum Spiri tu Paraclito,
Al Paracleto Amor.
I n sempiterna saecula.

125.
125.
In festo Sanctorum Conf. non Pont, ad laudes. Nella festa dei Santi Confessori non Pontefici alle laudi.
Si cantano le v i r t ù de! S a n t o C o n f e s s o r e , e si chiede per Lui il p e r d o n o delle colpe.
(Ambrosiano.)

0 Gesù, corona eccelsa


J e s u corona celsior,
E sublime veritade,
E t Veritas sublimior,
Che concedi per bontade
Qui confitenti servulo
Premio eterno al Confessor.
Reddis p e r e n n e praemium
Deh r i m e t t i i nostri falli
Da supplicanti coetui,
P e r un tanto intercessore,
H u i u s rogatu, noxii
Rompi i lacci dell'errore,
Remissionem criminis,
Da cui è stretto il nostro cor.
R u m p e n d o n e x u m vinculi.
Già compiuto l'anno, riede
A n n i reverso tempore,
L i e t o il giorno, che al suo frale
Dies refulsit lumine,
E g l i die l'estremo vale
Quo Sanctus hie de corpore
P e r goder felicità.
Migravit i n t e r sidera.
Hie vana terrae gaudia, Stimò sempre cose v a n e
E t luculenta praedia, Della terra le allegrezze,
Polluta sorde d e p u t a n s , Vile fango le ricchezze,
Ovans t e n e t coelestia. Or f r a gioie in cielo sta.
Te, Christe R e x piissimo, Confessando questo Eroe
Hie confitendo iugiter, I l tuo nome con costanza,
Calcavit artes daemonum, D e l l ' i n f e r n o la baldanza,
Saevumque a v e r n i p r i n c i p e m . L ' a r t i triste soggiogò.
Yirtute clarus, et fide, D i virtude e fede esempio,
Confessione sedulus, A lodarti sempre intento,
J e i u n a membra deferens, F r a i digiuni visse a stento,
Dapes supernas obtinet. E d i n ciel si satollò.
Proinde te piissimo P e r i meriti del Divo,
Precamur omnes supplices, 0 Signore nostra spene,
Nobis ut huius g r a t i a Deb. rimettici le pene
Poenas remittas debitas. Meritate col fallir.
P a t r i perennis gloria, E d al Padre, ed al Figliuolo,
Natoque P a t r i s unico, E d al primo Amore santo
Sanctoque sit Paraclito, Sciogliam t u t t i un lieto canto
P e r omne semper saeculum. Ora, e sempre i n avvenir.

126. 126.
In festo Sanctarum Virginum ad vesperas. Nella festa delle Sante Vergini ai vespri.
( S. A m b r o g i o . ) P r e g a s i G e s ù C r i s t o , corona delle Vergini, a mantenerci casti.

Jesu, corona V i r g i n u m , Signore, delle Vergini


Quem Mater illa concipit, Bella immortai corona,
Quae sola Virgo p a r t u r i t : Che a noi u n a pura Adergine
Haec vota clemens aeeipe. F u o r dell'usato dona,
Accogli i voti supplici
Che levansi dal cor.
Qui pergis inter lilia ( i ) T u che fra i gigli candidi
Septus choreis Virginum, Sospingi il pie beato,
Sponsus decorus gloria, Cinto da i n g e n u e Vergini,
Sponsisque reddens praemia. Sposo di gloria ornato,
E d alle spose prodigo
Concedi e premio, e onor.
Quocumque tendis, Virgines (2) Ovunque vai le Vergini
Sequuntur, atque laudibus Ti seguono festose,
Post te canentes cursitant, Ti cercano, t i rendono
H y m n o s q u e dulces p e r s o n a n t . L e laudi più gloriose,
E cantici ti sciolgono
D e t t a t i dalla fè.
T e deprecamur supplices, Noi t i preghiamo supplici
Nostris ut add as sensibus, D'infondere virtute
Nescire prorsus omnia Ai nostri sensi deboli,
Corruptionis vulnera. Usati alle cadute,
E '1 morso del rio crimine
Ignorino per Te.

127. 127.
In festo Sanctarum Virginum, et Martyrum ad matutinum. Nella festa delle Sante Vergini, e Martiri al mattutino.
Si cantano l e glorie delle V e r g i n i e Martiri, e si p r e g a il S i g n o r e ad «sarci r e r esse
(Ignoto.)
misericordia.

V i r g i n i s Proles, Opifexque Matris, Di Vergin Madre Figlio, e insiem Fattore,


Virgo q u e m gessit, peperitque Virgo, V e r g i n e prima, e dopo il parto ancora,
Virginis partos canimus decora L e glorie che die morte a un vergin core
Morte triumphos. I l carme onora.

( 1 ) Il Diletto.... il quale fra gigli pascola. Cant. de' C a n t . ir, 16. ( 2 ) Questi ( V e r g i n i ) seguono l'Agnello, dovunque vada. Apoc. x i v , 4 .

Ql' bini del Breviario Soma/io. 18


PARTE QUARTA.

H a e c enim p a l m a e duplicis b e a t a 0 Lei b e a t a ! duplicò gli allori,


Sorte, dum g e s t i t f r a g i l e m domare Del corpo i sensi refrenò da forte,
Corporis sexum, domuit c r u e n t u m Del rio t i r a n n o debellò i furori
Caede t y r a n n u m . Colla sua morte.
U n d e nec mortem, nee amica mortis Nulla temette, impavida sostenne
Mille poenarum genera expavescens, Mille sorti di strazii, e mille pene,
Sanguine effuso meruit serenum Versò il suo sangue, e gloria in Cielo ottenne
S c a n d e r e coelum. Dal sommo Bene.
H u i u s oratu, D e u s alme, nobis Almo Signore, i falli ne perdona
Debitas poenas scelerum r e m i t t e ; I n grazia sua, perchè da puri petti
Ut tibi puro resonemus a l m u m A T e si levi dolce una canzona
Pectore Carmen. Calda di affetti.

128. 128.
In fasto Sanctarum Virginum non Martyrum ad matutinum, Nella festa delle Sante Vergini non Martiri al mattutino.
( Ignoto.) Pregasi il S i g n o r e a darci, a riguardo della Vergine, il perdono delle colpe per ren-

d e r g l i un c a u t o di g l o r i a .

Yirginis Proles, Opifexque Matris, Signor, che d'alma Vergine


Virgo quem gessit, peperitque V i r g o ; Sei Creatore, e Figlio,
Virginis f e s t u m canimus beatae, Che al parto e poscia candida
Accipe votum. Rimase al par di giglio,
Gradisci eh' altra Vergine
Abbia festivo onor.
H u i u s oratu, Deus alme, nobis P e r Lei che umile pregati
Debitas poenas scelerum r e m i t t e ; Concedine il perdono,
U t tibi puro resonemus almum Onde coll'alma nitida
p e c t o r e Carmen. Possiamo offrirti i n dono
U n affettuoso cantico
Dettato dall'amor.
S i t decus P a t r i , genitaeque Proli, Al P a d r e , ed a l l ' U n i g e n o
E t tibi, compar utriusque Yirtus, Rendasi eterno onore,
S p i r i t u s semper, Deus unus, omni Al Sauto Amor paraclito,
Temporis aevo. V i r t u t e del Signore,
Si dia decoro, e gloria
P e r tutto l'avvenir.

129. 129.
In festo Sanctarum nec Virginum nec Martyrum
Nella festa delle Sante ne Vergini nè Martiri
ad vesperas, et ad laudes.
ai vespri ed alle laudi.
( Cardinale A n t o n i a n o S i l v i o . )
L o d a s s i i pregi di una Santa M a t r o n a .

F o r t e m virili pectore Lodiam la donna forte


L a u d e m u s omnes feminam, Ch'ebbe virile un core,
Quae sanctitatis gloria Ovunque pel chiarore
U b i que fui get inclyta. Splende di sua virtù.
H a e c sancto amore saucia,
Dal santo x4.mor ferita
D u m mundi amorem noxium
Spregiò il terreno affetto,
Horrescit, ad coelestia
E d il sentiere stretto
I t e r peregit arduum.
Percorse di lassù.
C a r n e m domans ieiuniis, Domò con i digiuni
D u l c i q u e m e n t e m pabulo L a carne, e i n santa calma
Orationis nutriens, N u t r ì coi prieghi l'alma,
Ooeli potitur gaudiis. Or f r a le gioie è in ciel.
R e x Christe, virtus fortium, Signor, v i r t ù dei forti,
Qui m a g n a solus efficis, Autore di portenti,
H u i u s precatu, quaesumus, Odi per Lei gli accenti
A u d i b e n i g n u s supplices. Del popolo fedel.
278 279

130. 130.
In festo dedicationis Ecclesiae ad vesperas, Nella festa della dedicazione di una Chiesa ai vespri,
et ad matutinum. e al mattutino.
(Ignoto.) Con concetti presi dall'Apocalisse si c a n t a n o i pregi della celeste Gerusalemme, della
quale son figura i n o s t r i templi, ed i fedeli principalmente.

Coelestis Urbs Jerusalem, ( r ) Gerosolima celeste,


Beata pacis visio, (2) 0 vision di pace vera,
Quae celsa de viventibus T ' e r g o n sopra ad ogni sfera
Saxis ad astra tolleris, (3) P i e t r e vive di virtù,
Sponsaeque ritu cingeris (4) E ti cingoli come sposa
Mille angelorum millibus. Mille Arcangeli lassù.
0 sorte nupta prospera, Formosissima Regina,
Dotata Patris gloria, Oh il connubio tuo celeste !
Respersa sponsi gratia, Di sua gloria Dio t i veste,
Regina formosissima, E lo Sposo di b e l t à ;
Christo iugata Principi, Disposata a Cristo P r e n c e
Coeli corusca Civitas. (5) Chiara sei del ciel Città.
Hic margaritis emicant (6) I n g e m m a t e hai tu le porte,
P a t e n t q u e cunctis ostia: (7) E d aperte ognora a tutti,
Yirtute namque praevia D i virtù chi colse i f r u t t i
Mortalis illuc ducitur, L e tue soglie può varcar,
Amore Christi percitus Chi per Cristo affanni e pene
Tormenta quisquis snstinet. Seppe umile tollerar.

( 1 ) Gerusalemme, che si edifica come una Città. Sai. c x x i . in ordine come sposa che si è abbigliata per il suo sposo. Apoc. x x i , 2 .
( 2 ) G e r u s a l e m m e s ' i n t e r p r e t a : visione di pace. (5) E venne uno dei sette angeli, e mi disse vieni e ti farò vedere la
( 3 ) S . P i e t r o d o p o di aver c h i a m a t o C r i s t o pietra viva, Lett. pri- sposa consorte dell'Agno.... mi fece vedere la Città santa Gerusalemme,
m a , 11, 4, f , dice ai Cristiani : voi pure come pietre vive siete edificati la quale aveva la chiarella di Dio. Apoc. xxi.
sopra di lui: vale a dire pietre c h e h a n n o r i c e v u t a la vita della grazia, ( 6 ) E le dodici porte son dodici perle. A p o c . ivi.
p e r cui o t t e n g o n o la gloria. ( 7 ) E le sue porte non si chiuderanno nel giorno, perchè notte ivi non
( 4 ) Ed io Giovanni vidi la Città santa, la nuova Gerusalemme, messa sarà. A p o c . ivi.
Scalpri salubris ictibus, ( i ) Questa fabbrica celeste
E t tunsione plurima, E di pietre scarpellate,
Fabri polita malleo Ripulite, e martellate ;
Hanc saxa molem construunt, I l Signor le lavorò,
Aptisque iuncta nexibus E d i n alto ben conteste
Locantur i n fastigio. Con mir' ordine locò.
Deeus Parenti debitum R e n d a n t u t t i gloria al Padre,
Sit usquequaque Altissimo, All' Unigeno umanato,
Natoque P a t r i s unico, Al Paraclito beato,
E t inclyto P a r a d i t o , Alla santa T r i n i t à :
Cui laus, potestas, gloria E perduri questa gloria
Aeterna sit per saecula. Quanto dura eternità.

D a n n o molta luce a q u e s t o , ed al s e g u e n t e i n n o varii squarci


di S. A g o s t i n o , riportati dal Breviario R o m a n o fra l'ottava della de-
dicazione di una Chiesa.

131. 131.

In festo dedicationis Ecclesiae ad laudes. Nella festa della dedicazione di una Chiesa alle laudi.
Si c a n t a n o i gaudii della G e r u s a l e m m e celeste, e si p r e g a il Signore ad accogliere i
( Ignoto.)
sospiri di c o l o r o , che nei nostri T e m p i i lo p r e g a n o .

Alto ex Olympi vertice I l Figlio d e l l ' E t e r n o


Summi P a r e n t i s Filius, Dalla magion sovrana,
Ceu monte desectus lapis (2) Qual masso che si stacca
Terras in imas decidens, Da lunga erta montana.
Domus supernae, et infimae, Qui balza, ed assorella
Utrumque iunxit a n g u l u m . (3) E n t r a m b e le Città.

( 3 ) G e s ù C r i s t o colla sua m o r t e c o n g i u n s e il cielo alla t e r r a , l'uo-


( 1 ) Al r e g n o di Dio arrivar d o b b i a m o p e r m o l t e t a b u l a z i o n i , a cui
a l l u d o n o i martelli, ed i scarpelli di cui parlasi n e l l ' i n n o . m o a D i o . Egli delle due cose ne ha fatto una sola, annullando la parte
( 2 ) Si staccò una pietra dal monte. D a n . II, 3 4 . Q u e l l a pietra era fi- intermedia di separazione. Efes. II, 14-
g u r a di G e s ù Cristo. Di q u e s t a i m m a g i n e si valse il M a n z o n i nel-
' ir.no del Natale : Qua! masso che dal vertice ecc.

- *
Sed illa sedes Coelitum Sempre di laudi echeggia
Semper r e s u l t a i laudibus. L ' a l t a magion dei Santi.
D e u m q u e T r i n u m et Unicum A l l ' Uno e Trino scioglie
J u g i canore p r a e d i c a t : Melodiosi canti :
Uli c a n e n t e s i u n g i m u r Lodiamo coi Celesti
A l m a e Sionis aemuli. L ' a u g u s t a Maestà.
H a e c templa, Rex coelestium, Signore, i nostri Templi
I m p l e b e n i g n o lumine : I r r a d i a di splendore,
H u c o r o g a t u » ad veni, Quivi invocato accogli
P l e b i s q u e vota suscipe, I voti di ogni core,
E t n o s t r a corda iugiter L a piova delle grazie
P e r f u n d e coeli g r a t i a . Tu mandane quaggiù.
H i c i m p e t r e n t fidelium I tuoi devoti servi.
Voces, precesque supplicum C h ' i v i ti pregan proni,
Dormís b e a t a e muñera, Esultino di gioia
P a r t i s q u e donis g a u d e a n t : P e i conseguiti doni,
D o ñ e e soluti corpore F i n c h e dal frale sciolti
Sedes b e a t a s impleant. Non seggano lassù.

132. 132.
In festis Beatae Virginis ad vasperas. Nelle feste della Beata Vergine ai vespri.
(Incerto. ) Si s a l u t a Maria con varii titoli, e si chiede il suo patrocinio.

Ave m a r i s stella, ( i ) 0 del mar propizia stella,


D e i M a t e r alma, A l m a Madre del Signore,
A t q u e semper virgo, Salve, o giglio di candore,
F e l i x coeli p o r t a . F a u s t a porta di lassù.

( i ) Maria è g u i d a e c o n f o r t o di quelli c h e n a v i g a n o nel m a r e p r ò


c e l l o s o di q u e s t o s e c o l o .
Samens illud Ave Poiché Y A ve di Gabriello
Gabrielis ore, Accogliesti, volgi in riso
F u n d a nos in pace, D ' E v a il pianto; dà il sorriso
Mutans Hevae nomen. Della pace a noi quaggiù.
Solve vincla reis. Sciogli i rei dalle ritorte,
Profer lumen caecis, E d ai ciechi luce implora,
Mala nostra pelle, F u g a il mal che ne addolora,
Bona cuneta posee. E d impetraci ogni ben.
Monstra te esse Matrem, F a veder d'esserci Madre,
Sumat per Te preces, P e r Te accolga la pia prece
Qui pro nobis n a t u s Chi per noi mortai si fece,
Tulit esse tuus. Nè sdegnò il tuo casto sen.
Virgo singularis, Yergin sola senza esempio,
I n t e r omnes mitis, E f r a tutte la più mite,
Nos, culpis solutos, Deh ci sana le ferite,
Mites fac, et castos. F a n n e dolce, e casto il cor.
Yitam praesta puram, P u r a serbaci la vita,
I t e r para tutum, E ne veglia in sino a morte,
Ut videntes Jesum, Per aver la lieta sorte.
Semper collaetemur. Di mirare il Redentor.
Sit laus Deo Patri, All'eterno divin Padre,
Summo Christo decus, A Gesù diasi onore,
Spiritui Sancto, E d al Paracleto Amore,
Tribus honor unus. Alla Triade gloria ugual.
133. 133.

In festis B. 7 . ad matutinum. Nelle feste della B. V. al mattutino.


( F o r t u n a t o Venanzio ) G l o r i e d i M a r i a per aver concepito, e p a r t o r i t o il S a l v a t o r e .

Quern t e r r a , pontus, sidera Colui cbe a d o r a n cielo, e terra, e mare,


Colunt, a d o r a n t , praedicant, E l ' o n o r n e proclamano divino,
T r i n a m r e g e n t e m machinam Il sommo R e g g i t o r del mondo trino,
C l a u s t r u m Mariae baiulat. « Nel t u o seno, o Maria, volle giacer ».
Cui luna, sol, et omnia Quel Dio, d a l cui voler e sole, e luna
D e s e r v i u n t per t e m p o r a : P e n d o n o umili i n t u t t e le stagioni,
P e r f ù s a coeli gratia, I n claustro ricco di celesti doni,
Gestant p u e l l a e viscera. « N e l t u o seno, o Maria, volle giacer ».
Beata M a t e r m u n e r e , Madre b e a t a ! per u n t a n t o dono
Cuius, s u p e r n u s Artifex, Che il Ciel ti dette, Chi dal nulla toglie
Mundum pugillo continens, I l mondo, e nel suo pugno lo raccoglie,
Ventris sub arca clausus est. « N e l t u o seno, o Maria, volle giacer ».
B e a t a coeli n u n t i o , Oh pel celeste a n n u n z i o gloriosa,
F e c u n d a S a n c t o Spiritu, E resa dal P a r a c l i t o feconda,
D e s i d e r a t u s gentibus Delle g e n t i il desio i n Te, E v a seconda,
Cuius p e r a l v u m fusus est. « Nel t u o seno, o Maria, volle giacer ».
J e s u , tibi s i t gloria Al divo G e n i t o r e e t e r n a gloria,
Qui n a t u s es de Virgin e, E gloria e t e r n a al Paracleto sia,
Cum P a t r e , et almo Spiritu Come a Gesù figliuolo di Maria,
I n s e m p i t e r n a saecula. Che i n seno v e r g i n a l volle giacer.
134. 134.

In fesiis E. V. ad laudes. Nelle feste della B, 7 . alle laudi.


Glorie di Maria che dette latte al suo C r e a t o r e , ci d o n ò quel che Eva ci avea t o l t o ,
( F o r t u n a t o Venanzio. )
e ci apri le p o r t e del Cielo.

0 gloriosa Yirginum, F r a le Yergini gloriosa,


Sublimis inter sidera: Astro eccelso dell'Empirò,
Qui te creavit, parvtilum L e tue poppe un dì nutrirò
L a c t e n t e n u t r i s ubere. Pargoletto il tuo Fattor.
Quod Heva tristis abstulit, Quel che a noi E v a rapio
T u reddis almo Germine : Col tuo Figlio ne concedi,
I n t r e n t ut astra flebiles. Apri il Cielo, all'alte sedi
Coeli recludis cardines. Chiami i F i g l i del dolor.
T u Regis alti ianua, Del gran Rege sei la porta,
E t aula lucis fulgida: L a Magion dello splendore,
Yitam datam per Yirginem, A Te renda gloria e onore
Gentes redeinptae plaudite. Chi la vita ebbe per Te.

135. 135.

In officio parvo B. V. Nell'officio minore della B. V.


( Ambrosiano.) Ricordasi a G e s ù la s u a incarnazione, pregasi Maria ad assisterci segnatamente nel-

l ' o r a della n o s t r a m o r t e .
Memento, rerum Conditor, Ti rammenta, o Creatore,
Nostri quod olim eorporis, Che f r a noi un dì nascesti,
Sacrata ab alvo Yirginis E da vergin sen prendesti
Nascendo, formam sumpseris. I l sacrato umano fral.
Maria, Mater gratiae, 0 Maria, fonte di grazie,
Dulcis P a r e n s clementiae, Dolce Madre di clemenza,
T u nos ab hoste protege Nostra misera semenza
33t mortis h o r a suscipe. Yeglia, e accogli al dì final.
GV /««. Sii Breviario RouiaitB, ¡9
136.
136.
Antiphonae post Completorium,
Ab A d v e n t u ad P u r i f i c a t i o n e m . Antifone dopo la Compieta.
(11 B. E r m a n . Contr.) D a l l ' A v v e n t o alla P u r i f i c a z i o n e .

Alma Eedemptoris Mater, quae pervia coeli


P o r t a manes, et stella maris, succurre cadenti, A l m a Madre del Signore
Surgere qui curat, populo; t u q u a e gannisti, E d e l Ciel porta patente,
N a t u r a mirante, t u u m s a n c t u m Genitorem, 0 d e l mar stella n i t e n t e
Virgo prius ac posterius, G a b r i e l i s ab ore Che n e dissipi l'orror.
Sumens illud Ave, peccatorum miserere. P o r g i a i t a a chi levarsi
T e n t a , e vuol lasciar l'errore,
T u che sei con istupore
G e n i t r i c e al tuo F a t t o r .
V e r g i n pria del parto e poi,
P e r q u e l l ' I n di Gabriello
Sii pietosa al poverello,
E pentito peccator.

137. 137.
A Purific. ad S a b . S a n c t u m .
D a l l a Purificazione -.1 S.'.-ato S a n t o .

Ave R e g i n a coelorum,
A v e Domina A n g e l o r u m : 0 d e l cielo alma Regina,
Salve radix, salve p o r t a . E degli Angeli Signora,
E x qua mundo lux est o r t a . 0 radice, e porta ognora
D o n d e a noi la luce uscì.
L i e t a accogli il pio saluto
Ohe ti diamo in questo di
Gaude, Virgo gloriosa. Godi, o Vergine gloriosa,
Super omnes speciosa, E f r a t u t t e la più bella,
Vale, o valde decora, Salve del Signore Ancella,
E t prò nobis Ckristum exora. Decorata di v i r t ù :
P e r noi prega il Redentore,
L'amatissimo Gesù.

138. 138.
A Sab. S a n c t o a d S a b . pò:-: Pentec. Dal S a b a t o S a n t o a quello d o p o la P e n t e c o s t e .

Regina coeli, laetare — Alleluia, Del Ciel Regina, allegrati ;


Quia quem meruisti portare — Alleluia, Quel Dio, che avesti in sorte
Resurrexit sicut dixit - Alleluia, Nel seno tuo di cingere,
Ora pro nobis Deum — Alleluia. Risorse dalla morte,
Siccome disse, or pregalo
Ch'abbia di noi pietà.

FINE DELLA P A R T E QUARTA.


FINE D E L I A PARTE QUARTA.
139. 139.
In fosto Sanct. Orontìi, Fortunati, et Insti Mm. Patron Nella festa dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato MM.
aeque pnncip. Civit. et Dioec. Lycien. ad vesperas.(i) ' Patroni ugualm. prinoip. della Città, e Dioc. di Lecce ai vespri
( O . Morelli C a n o n i c o della Chiesa di L e c c e . ) (z6 rgosto.)

L e g l o r i e d e l l ' a p o s t o l o di questi S a n t i c o r o n a t e col m a r t i r i o .


Sanctorum celebri p l a u d i t e nomini,
A i nomi celebri — dei nostri E r o i
Gaudentes populi, plaudite g l o r i l e ;
R e n d e t e , o popoli — festivo onor;
Insignes meritis, laudibus inclytos
Ai S a n t i M a r t i r i — che son f r a noi
C h r i s t i dicite Martyres
D i l a u d i un cantico — sciogliete a n c o r ;
H i dum per p a t r i a m , p e r loca dissita
Il Cristo a n n u n z i a n o — al suol natio,
D i v m a e fidei d o g m a t a n u n t i a n t ,
E l u n g i spingono — l ' o p r a e '1 desir;
S p e r n u n t vincla, m i n a s , verbera, carceres,
N o n temon carceri — ceppi, e per Dio
M o r t i cedere nescii.
L a morto affrontano — con santo a r d i r .
Effuso capiunt s a n g u i n e praemium,
I l sangue spargono — e l ' a g o g n a t o
Exceptique poli sede, p e r e n n i t e r
Premio conseguono — serbato i n Ciel,
Defendunt p a t r i a m , nec gravius s i n u n t
TX l ' i r a placano — d i Dio sdegnato,
I r a m plectere Numinis. Su L u p i a vegliano — p a t r i a fedel.
0 f e h x Lycium ! M a x i m a p i g n o r a , 0 felicissima — Lecce, q u e i P e g n i
Rector coelicolum, q u a e t i b i contulit.
Pietosa serbati — c h e Dio t i d i e ;
Serva more pio, s e m p e r u t i m p l e a n t '
T ' a v r a i di tenero — amore i segni,
T e coelestia m u n e r a .
s u m m a 0 E grazie amplissime — v e r r a n n o a Te.
Oeitas, u n a q u e poscimus
Signore altissimo — Dio uno, e trino,
L t culpas abigas, n o x i a subtrahas,
Da labe mondane — p e n t i t o il cor,
Des pacem famulis, u t tibi gloriam
L a pace donaci — e d u n d i v i n o
A n n o r u m i n seriem c a n a n t . E t e r n o cantico — t i sciolga amor.

J^cJTt0 PrÌm
° CredeiUe
' P d m
° Vescovo' e Martire
n a t o V e s c o v o di L e c c e , o v e c o n S. G i u s t o si restituì. Annunziarono
n f f u d
' ^ C
V U a P3trÌa ne,la
T e r r a d ' O t r a n t o , fu istruito nei e n t r a m b i il V a n g e l o in L e c c e , nelle t e r r e s a l e n t i n e , e più oltre an-
f n d e l l a fede, e b a t t e z z a t o d a S. G i u s t o , il q u a l e m e n t r e recavasi cora, e c o r o n a r o n o l'apostolato col martirio a. t e m p i di Nerone.
p e r incarico d. S. P a o l o A p o s t o l o da C o r i n t o a R o m a , fu p r u d e n - S. F o r t u n a t o n i p o t e di S. O r o n z o gli s u c c e d e a l l ' E p i s c o p a t o , e cal-
z i a l m e n t e m e n a t o ai lidi S a l e n t i n i . Vo!le dipoi O r o n z o a c c o m p a g n a r e c a n d o le o r m e dello Zio, lo s e g u ì a n c h e al m a r t i n o .
S. G i u s t o nel n t o r n o c h e f a c e * a C o r i n t o . Ivi d a l l ' A p o s t o l o f u ordi-
140.
In festo Sanct. Orontii, Fortunati, et Iusti ad matut. Nella festa dei Santi Oronzo, Fortunato e Giusto al mat.
( O . Morelli C a n o n i c o della C h i e s a C a t t e d r a l e di L e c c e . ) ( 26 a g o s t o . )

C o n t i n u a il medesimo a r g o m e n t o .

A n n i reducit orbita I di r i t o r n a n o — per noi beati


F e s t i v a nobis g a u d i a , I n cui dal b a r a t r o — fummo campati
A morte quae nos c r i m i n u m Dei f a l l i , e cinseci — divo splendor.
V i t a e vocant ad l u m i n a .
Ut verba J u s t i O r o n t i u s A Oronzo a d d i t a s i — da u n Giusto il vero,
E x c e p i t aure, proti nus Il Cielo a r r i d e g l i — ed il sentiero
Sancto r e p l e t u s S p i r i t u , Calca E i sollecito — del Redentor.
Christi t e n e t v e s t i g i a .
Dei m i n i s t e r impiger, Novello P r e s u l e — con santo amore
Pastoris iniplet m u n i a , Adempie l ' o p e r a — di buon Pastore,
Cui c b a r i t a t i s f e r v i d a e Eroe sì f e r v i d o — chi può lodar ?
F l a m m a s licebit d i c e r e ?
Conversa t u n c g e n s A p u l a , I l popol A p p u l o — per L u i abbandona
Idola v a n a deserit, I falsi n u m i n i — a Dio si dona,
V e r u m q u e N u m e n invocans, Di lixce v e d e s i — folgoreggiar.
»
Novo r e f u l g e t l u m i n e .
I n F o r t u n a t o Orontii L a vera i m m a g i n e — i l cor beato
I m a g o splendei v i v i d a , Di Oronzo m i r a n s i — in Fortunato,
Qui P a t r u i v e s t i g i a Ch'esempli n o b i l i — ricopia in sè.
Secutus est fìdeliter.
L a e t i s proinde vocibus Orsù lietissimi — sciogliam canzoni
Canamus bosco Martj-res, Ai nostri M a r t i r i — prodi Campioni,
Qui c h r i s t i a n i n o m i n i s Che il s a n g u e sparsero — p e r l'alma le.
F i d e m cruore c o m p r o b a n t .
141. 141.
In festo Sanct. Orontii, Fortunati, et Iusti ad laudes. Nella festa dei Santi Oronzo, Fortunato, e Giusto alle laudi.
( O . Morelli Canonico d e l l a Chiesa C a u e d r a i e di L e c c e . ) (i6 agosto.)

C o n t i n u a l o stesso a r g o m e n t o .

Coelesfcis a u l a iubilet, L ' a u l a celeste allietisi,


Horrens a y e r n u s i n f r e m a t , F r e m i l ' o r r e n d o averno,
Dum M a r t y r u m victorias Or che cantiani dei M a r t i r i
Ad astra l a e t i tollimus. Il trionfo sempiterno.
Horum r e p u l s a vocibus I loro accenti f u g a n o
Caligo n o c t i s scinditur, L a n o t t e dell'errore,
Lux alma t e r r a s irrigat, Piove la luce, romponsi
Vinctis l e v a n t u r compedes. I ceppi del dolore.
Quid vane c u l t u s n u m i n u m Non più f r a noi dimorino
Ausu m o r a r i s impio? Dei numi le onoranze,
Procul r e c e d e , t a r t a r i Sen v a d a n o f r a i tartari,
Ad a n t r a n i g r a coniuge. Nelle i n f e r n a l i stanze.
Sol verus e n i l l a b i t u r , Yince Gesù nei Martiri,
Christi t r i u m p h a t passio, Del vero Sol la luce
F u l g e t C r u c i s mysterium, Splende, la Croce è fulgida,
Divina r e g n a t veritas. L a verità riluce.
Haec parta, S a n c t i Martyres, O n d ' è che E r o i m a g n a n i m i
Yestris f u i t Victoria Ottennero v i t t o r i a ?
Miraculis, laboribus, Sangue, sudor, prodigii
Sudore, v i t a , et s a n g u i n e . L i cinsero di gloria.
Sperare quis n o n a u d e a t Chi fia che g r a n fiducia
Vitare p o e n a s vindices Non n u t r a nel suo core
Irae t r e m e n d i Judicis, Che i nostri S a n t i plachino
Securus, h i s precantibus ? Lo sdegno del S i g n o r e ?
142. 142.
Nella f e s t a del Patrocinio di S. Oronzo al mat. ed ai vesp.
In festo patrocinii S. Orontii ad mat. et ad vesperas. ( i )
(19 g e n n a i o e 20 f e b b r a i o . )
( O . M o r e l l i C a n o n i c o della Chiesa di L e c c e . )
P a t r o c i n i o del S a n t o .

R e n d a n laudi i Salentini
S a l e n t i r e s o n e n t oppida laudibus,
A l primier Padre e Patrono,
E n priinus patriae Pastor, et inclytus
Coi Celesti E i parte il dono
Patronus, Superum m u n e r a dividens.
Delle glorie di lassù,
Cunctos s e r v a t J a p y g a s .
E protegge la J a p i g i a
Coll'eccelsa sua virtù.
N o n più peste, morbi, guerre,
Morbos, b e l l a , famem, fulgura, turbines,
F a m e , t u r b i n i e tempeste,
P e s t e m q u e a populis arcet Orontius,
N o n più folgori funeste
E t t e r r a e patriarci motibus asserit
L a Messapia proverà
S t a n t e m prorsus, et i n t e g r a m .
P e r Oronzo; tremi il suolo,
L a sua p a t r i a salva sta.
A l m o Divo, e gran Patrono, .
S a l e n t i o columen. praesidium, ac decus
0 decoro ed ornamento
Ad coelum liinc facili ut t r a m i t e provehas,
Della terra del Salento,
Commissumque Tibi respicias gregem,
Odi i voti di ogni cor;
Multa T e prece poscimus.
Sul tuo gregge veglia, e al Cielo
L o conduca, o buon Pastor.
A l Signore trino, ed uno,
T r i n u m p r o m e r i t i s N u m e n lionoribus
Sciolgan cielo, e terra un canto,
Tellus, e t superi concelebrent ebori :
E d al Padre, al Figlio, al Santo
Sit P a t r i , ot Genito, sit tibi gloria
Paracleto Amor divin
S a n c t e in saecula Spiritus.
D i a n o gloria, eterno onore,
Benedican senza fin.

m e d e s i m o P a t r o c i n i o ai 19 di g e n n a i o p e r la provata p r o t e z i o n e del
( i ) L a f e s t a del P a t r o c i n i o di q u e s t o S a n t o si celebra ai 20 di feb-
S a n t o n e l t r e m u o t o d e l 1833. S o n o ancora riconoscenti i Leccesi al loro
b i a i o p e r ess.-re s t a t a liberata la Città di L e c c e , e la P r o v i n c i a dai
P a t r o n o p e r a v e r s e m p r e difesa la l o r o Città dal c o n t a g i o pestilenziale.
f u n e s t i effetti del t r e m u o t o n e l 1743. Si fa p u r e c o m m e m o r a z i o n e d e l
\

143.
143.
Nella festa di S. Gaetano f o n d a t o r e dei Chierici Regolari
In festo S. Caietani Congr. Cleric. Regni, fundat. al vespro, e al mattutino.
ad vesperas et ad matutinum. ( i ) (7 agosto.)
( Ignoto.)
S. G a e t a n o P a d r e d e l l a Providenza.

Ove di sciagure t e m i i l p e r i g l i o ,
Quern, t e n e t d a n m i timor imminentis. Ovver t ' a n g o s c i a p o v e r t a t e estrema,
D u r a q u e in rebus miseris egestas, Alla stella T i e n e a r i v o l g i il ciglio,
H i e Thienaei generis beatum A L e i l a spema.
g i d u s honoret.

C i t t à d ' I t a l i a l ' O r a t o r i o del Divino Amore, e p r o m o s s e la f r e q u e n z a


( i ) D a l C o n t e G a s p a r e T i e n e , e dalla C o n t e s s a Maria della P o r t a dei S a c r a m e n t i , e m a s s i m e della E u c a r i s t i a . A L u i devesi la inven-
n a c q u e il g l o r i o s o S. G a e t a n o , in V i c e n z a illustre Città d e l V e n e t o . z i o n e del r a g g i a n t e O s t e n s o r i o ( c h i a m a t o c o m u n e m e n t e Sfera) n e l l a
L a M a d r e sua allora lo p a r t o r ì , q u a n d o a b b a n d o n a t i , p e r d i v i n a ispi- esposizione s o l e n n e del V e n e r a b i l e . A r r i c c h i t o dello spirito di ora-
r a z i o n e , gli a p p a r t a m e n t i n o b i l i , discese nelle stalle d e l s u o p a l a g i o . z i o n e la protrasse s i n o ad o t t o o r e c o n t i n u e , e meritò di ricevere
C r e s c i u t o il S a n t o negli a n n i , e s o p r a t u t t o nelle cristiane virtù f u nella n o t t e natalizia, m e n t r e o r a v a a l l ' A l t a r e del P r e s e p e in S. Maria
n o m i n a t o in R o m a Protonotario Apostolico p a r t e c i p a n t e , dal q u a l e M a g g i o r e , il B a m b i n o G e s ù dalle m a n i d e l l a Beata V e r g i n e . S. G i u -
o n o r e v o l e ufficio essendosi u m i l m e n t e d i m e s s o , rivolse il s u o a n i m o seppe, e S. G i r o l a m o a lui a p p a r s i , l o i n c o r a g g i a r o n o ad a c c e t t a r e il
a zelare le g l o r i e di D i o , ed a r i f o r m a r n e il e l e n c a t o . P e r meglio d o n o , di cui r e p u t a v a s i i n d e g n o . M a r t i r e di carità si offerì vittima a
riuscire alle s u e s a n t e i n t e n z i o n i , istituì in R o m a n e l 1524 u n Ordine D i o p e r s e d a r e la Città di N a p o l i , c h e e r a in rivolta, e c h e istanta-
R e l i g i o s o , cui p o s e il n o m e di Chierici Regolari, detti anche Teatini, n e a m e n t e si q u i e t ò ai 7 a g o s t o d e l 1 5 4 7 , g i o r n o della sua gloriosa
o Chietini dalla Città di C h i e t i ( Theates) ove e r a V e s c o v o G i a m p i e t r o m o r t e . Il s u o c o r p o si v e n e r a c o n f u s o c o n altri S a n t i in Napoli n e l l a
Carafa, C o n f o n d a t o r e d e l l ' O r d i n e , p r i m o P r e p o s i t o G e n e r a l e della C o n - Chiesa dei P P . T e a t i n i d e t t a di S . Paolo M a g g i o r e . Il S a n t o avea
g r e g a z i o n e , e di p o i P o n t e f i c e M a s s i m o c o l n o m e di P a o l o IV. F u p r e g a t o il S i g n o r e , c h e il s u o n o m e f o s s e c a n c e l l a t o dalla m e m o r i a
S. G a e t a n o l ' A p o s t o l o della d i v i n a P r o v v i d e n z a c o n t r o le b e s t e m m i e , degli u o m i n i . F u esaudito in p a r t e . D o p o la s u a m o r t e per u n se-
c h e s p a r g e v a ai s u o i t e m p i L u t e r o . O p p o s e agli e r r o r i dell' Eresiarca colo i n t e r o non si parlò p i ù di L u i — il s u o c o r p o n o n si è potuto
il s u o O r d i n e Clericale, c h e n u l l a p o s s e d e n d o , e n u l l a c e r c a n d o e r a finora d e s i g n a r e . V a n i prodigii n e h a n n o i m p e d i t a la t e n t a t a r i c o g n i -
o g n i g i o r n o p r o d i g i o s a m e n t e p r o v v e d u t o dalla s p o n t a n e a carità dei zione. D e v o t i s s i m i i N a p o l e t a n i al Padre della P r o v i d e n z a , e g r a t i
fedeli. P i e n o di zelo p e r la C a s a del S i g n o r e , p o s e o g n i s t u d i o p e r p e r le grazie o t t e n u t e da L u i a l l ' o c c a s i o n e della peste, lo a s c r i v a n o
r i c h i a m a r e l'esatta osservanza della chiesastica disciplina, e dei sacri nel n u m e r o dei l o r o P r o t e t t o r i , ed a p p o n e v a n o la s u a effigie su t u t t e
riti. I n f i a m m a t o da u n ' a r d e n t i s s i m a carità v e r s o D i o , sicché vide il le p o r t e della Città.
s u o c u o r e v o l a r s e n e al C i e l o c o n due ali di f u o c o , c e r c ò di accen-
d e r l a n e l l ' a n i m o di tutti, ed istituì in R o m a , ed in m o l t i s s i m e c o s p i c u e
Ql' Inni del Breviario Romano. ?o
N a m y élut quondam, Moyse adprecante, E come un dì Mose con istupore
Profluit saxis inopinus humor, F e ' l'acqua zampillar dal duro sasso,
E t sitim longam, saliente a q u a r u m E dissetò col prodigioso umore
Fonte, l e v a v i t ; I l popol lasso:
Sic ubi praesens tibi tantus adsit Così, se manda sopra te i suoi rai
Splendor ex alto rutilans Olympo, L ' a s t r o f u l g e n t e dell' Olimpo, il Tiene,
Tende iam d e x t r a m ; refluent superni L e mani gli protenda, e le vedrai
Munera Eegis. Di doni piene.
Sit salus illi, decus atque virtus, Onor si dia, decoro, e gloria eterna
Qui. super coeli solio coruscans, A cbi splende nel ciel dal suo divino
Totius m u n d i seriem gubernat Soglio, ed il mondo provido governa,
Trinus, et u n u s . All'uno e trino.

144. 144.

In festo S. Caietani ad laudes. Nella festa di S. Gaetano alle laudi.


(Ignoto.) (7 agosto.)

P r o d i g i ! della provider,za divina, di cui S. G a e t a n o è detto P a d r e .

A e t e r n e lucis Conditor, Sempiterno Creator della luce,


Qui m a g n a coeli sidera Che arricchisci d ' u n aureo splendore
Splendore ditas aureo, Gli astri t u t t i , e qual provido duce
Miroque voi vis ordine. Loro additi il cammino a t e n e r .
Quaecumque térras incolunt, Quanto in terra tien ferma la stanza,
Quaecumque t r a n a n t aetbera, Quanto spicca per l'aere il volo,
Quaecumque pontum permeant, ' Quanto guizza nel mar con fidanza
Te sospitante gestiunt. È fecondo mercè tuo voler.
T u cuncta, largus artifex, L a semenza, o F a t t o r e del tutto, ^
Quae procreasti semina Che creasti, se sparsa nei campi
E t providenter exeris, E germoglia, e si eleva, e dà frutto,
E t ^ p r o v i d e n t e r elevas. Deve a Te quest'arcana virtù.
Yitae dator, v i t a e sator, T u ne doni, e m a n t i e n i la v i t a ,
Cunctis ades, cunctos regis, T u t t i reggi, a ciascun, sei presente,
Pascens, et orane vestiens Tu ne cibi, ne vesti, ed aita
L a t e genus mortalium. Amorosa ne porgi quaggiù.
P a t r i perennis gloria, Gloria eterna al di vili Genitore,
N a t o q u e P a t r i s Unico, Gloria e t e r n a all'unigeno Figlio.
Sanctoque sit Paraclito Gloria eterna al Paraclito Amore
P e r omne semper saeculum. R e n d a n t u t t i ed in terra, ed i n ciel.

145. 145.

Hymnus in honorem Divi Orontii ( i ) . Inno popolare a S. Oronzo.

Ave, Oronti, serve Dei, Salve, Oronzo, gran servo di Dio,


A v e semper Custos mei, Salve sempre, mio dolce Custode,
Precor Te, Protector meus, Pronto accogli P u m ì l preco m i o :
Ne me perdat iustus Deus. Non mi d a n n i sdegnato il Signor.
T u qui sanguinem f u d i s t i T u che il sangue versasti glorioso
Ob amorem I e s u Christi, P e r amor di Gesù Redentore,
Deprecare prò me pie P e r me prega il Figliuolo affettuoso
Iesuni fìlmm Mariae. D i Maria con paterno calor.
T u qui ut avis lue mala Quale augello spiegando Tu le ali,
Protexisti nos sub ala, Dalla peste campasti i tuoi figli;
N u n c defende nos a malis, Or li salva dal resto dei mali,
Dum T u r e g n a s immortalis. Mentre r e g n i immortale nel Ciel.

( i ) Q u e s t o a n t i c h i s s i m o I n n o , lasciato nella sua f o r m a semplice, vespertini. Si c a n t a ancora dal popolo d o p o la visita serotinit al SS. Sa-

p e r c h è s e m p r e cosi r i p e t u t o dal p o p o l o , si canta o g n i g i o r n o dal C l e r o "lento; e c o n q u e s t ' i n n o si p o n e t e r m i n e alle divote f u n z . o n , m


del D u o m o di L e c c e i n n a n z i all'altare del S a n t o , c o m p i u t i gli ufficii t u t t e le C h i e s e della Città.
\

310 APPENDICE. APPENDICE. 311

146. 146.

Responsorium in honorem S. Irenes V. et M. compatr. Lyc. ( i ) Eesponsorio a S. Irene Compatrona ài Lecce.

I r e n e , Christi Domini 0 sposa fedelissima


F i d e l i s sponsa, patriae D i Cristo, i n v i t t a Irene,
Decus, et honor civium Da Te la cara patria
Thessalonicentium. Decoro e gloria ottiene,
Suceurre nobis protinus L a bella Tessalonica
C u m tonitrus, et f u l g u r a , Che a noi ti partorì.
Procellae, cum f u l m i n i b u s Deh pronta aita porgine,
D e t e r r e n t nos i n nubibus. Dispiega il tuo favore,
Ne sacrosanta proderes Quando baleni, e f u l m i n i
Ecclesiae Volumina Ci recano terrore,
I g n i , sagittis impii 0 ruinoso turbine
F u i s t i iussu t r a d i t a . Minaccia i nostri dì.
Succurre etc. Poiché celasti ai perfidi
Gloria P a t r i etc. 1 sacrosanti Libri,
Succurre etc. E fuoco, e dardi barbari
Soffristi, e rii ludibrii ;
Contro di Te t i r a n n i d e
Sdegnosa incrudelì.

N • T p r , e , e s t a m p a t o in V e n e z i a n e l 1527, k S a n t a
( i ) A l l a V e r g i n e e M a r t i r e di Tessalonica S. I r e n e , P a t r o n a mi- Nell'antico Brev.ano Leccese W u n a m a n o , alludendo

n o r e d e l l a C i t t à di L e c c e ( T e r r a d ' O t r a n t o ) , è s t a t o s e m p r e d e v o t i s - sta effigiata c o n s u i l a t o r r e c a m p a n i l e della C i t t à ,


s i m o il p o p o l o l e c c e s e ; e d il s u o v a l e v o l i s s i m o patrocinio ha sem- al s u o m a r t i n o , e coli altra p r o i e veggonsi anche sui
pre sperimentato contro i fulmini, ed i turbini. A questa Santa in s e g n o di p r o t e i n e . L a m p a d i f k m r x ^ « m ^ g ^

è dedicato u n o dei principali T e m p i i della Città, c h e officiavano i quattro candelieri £ £ ^ e ' s c o l p J l ' a r c o ba-
P a d r i T e a t i n i , p e r c u r a d e i q u a l i si c o m i n c i ò a d e r g e r e n e l 1587 ( D E L S T S ^ t H i s. w Si c e l e b r a in L e c c e ai mag-
5
TUFO, stor. dei Teatini) ed ai 14 m a r z o del 1639 fu c o n s e c r a t o da
M o n s . D. F r a n c e s c o S u r g e n t e T e a t i n o , ed A r c i v e s c o v o di Brindisi. g i o di o g n i a n n o . .
147. 147.
Responsorio a S. Gaetano.
Respcnsorium in honorem S. Caietani.

Se brami di conoscere
Si qüaeris beneficia
Che grazie fa Gaetano :
Quae Caietanus depluit :
Morbi, dolori, ed ulcere
Morbos, dolores, ulcera
Cura quell'alma mano.
Miranda curat manus.
Dell'ara i fiori, e l'olio
Araeque flore, et oleo ( i )
Fugano immantinenti
Procellae, mors, et daemones
Procelle, morbi, e demoni,
F u g a n t u r , atque p r i s t i n a e
E sanano le menti.
Menti redit insanus.
Se la iattura affannati,
Si quidpiam amiseris,
0 povertà ti prema,
Yel premeris inopia,
I n L u i confida, invocalo,
Confide, et opem postula,
Appaga la t u a spema.
Nec labor erit v a n u s .
Dell'ara i fiori ecc.
A r a e q u e etc.
Narrino queste glorie
Dicat, et ista celebret
G l ' i n d i g e n i , e gli strani,
Quaecumque g e n s mortalium,
Gl'Iberi, i Franchi, gl'Itali,
Gallus, Hispanus, Italus,
E d i Napoletani.
Dicat Neapolitanus.
Dell'ara i fiori ecc.
A r a e q u e etc.
Gloria al P a d r e ecc.
G-loria P a t r i , et F i l i o etc.
Dell'ara i fiori ecc.
A r a e q u e etc.

( i ) A l l u d e s i ai p r o d i g i i c h e o p e r a il S a n t o coi g e l s o m i n i tenuti
s u o altare, e c o l l ' o l i o della sua l a m p a d a .

FINE.
FINE.
INDICE ALFABETICO D E G L ' I N N I .

!
KJB. — I numeri corrispondono a quelli degl'inni.

10
A e t e r n a coeli glòria
Se ne p e r m e t t e la stampa. Nihil obstat. 115
Aeterna Christi munera
R o m a S . A n d r e a della V a l l e L e c c e dal n o s t r o Palazzo V e s c o v i l e A e t e r n e lucis C o n d i t o r '44
I 0
9 A p r i l e 1887. i.° M a g g i o 1887. Aeterne Rector siderum °
1
Aeterne rerum Conditor
D. VINC. M. BELLI © LUIGI SALVATORE
A e t e r n e R e x altissime "
Comm.o Gle dei Chierici Regolari. Vesc. di Lecce.
44
A d regias A g n i dapes
A l e s diei n u n t i u s
1
A l m a R e d e m p t o r i s Mater >
A l t o ex O l y m p i vertice
A n t r a deserti
. . . . . . . . 140
A n n i reduxit orbita
A solis o r t u s cardine ^
A t h l e t a C h r i s t i nobilis
Audi benigne Conditor • • >
A u d i t T y r a n n u s anxius ^
Aurora coelum purpurat ^
A u r o r a iam spargit p o l u m
A v e m a r i s stella
Ave Oranti ?

Ave Regina coelorum ^


Beata n o b i s g a u d i a ^
Beate Pastor Petre g j

Coelestis A g n i n u p t i a s I 4 I

Coelestis A u l a iubilet
Coelestis urbs J e r u s a l e m
Proprietà letteraria.
316 INDICE.

Coeli D e u s s a n c t i s s i m e 24 Jesu, R e d e m p t o r q u e m lucis 32


Coelitum Joseph decus 68 Jesu, Rex admirabilis 59
21
C o e l o R e d e m p t o r praetulit 111 Lucis Creator optime
Consors patemi luminis ; 11 Lustra sex qui iam peregit 43
C o r p u s d o m a s ieiuniis 104 Lux alma, Jesu, m e n t i u m 95
1
Creator alme siderum 29 L u x ecce surgit aurea
7
Crudelis H erodes, D e u m 36 L u x o decora patriae
2
Christe, sanctorum gentis h u m a n a e 77 Magnae D e u s potentiae 5
C h r i s t e , s a n c t o r u m . . . . rector h u m a n i 107 Maria castis osculis 91
Christo profusum sanguinem 121 Martinae celebri g
7
Custodes h o m i u u m 99 Martyr Dei V e n a n t i u s
135
Decora lux aeternitatis 85 Memento, rerum Conditor
9
Deus, t u o r u m militum 118 Miris m o d i s repente >
D o m a r e cordis impetus 88 N o c t e surgentes
5
D u m nocte pulsa 80 N o n illam cruciant
15
Ecce iam noctis 4 N o x atra r e r u m ^
Egregie doctor Paule 63 N c x et t e n e b r a e
E n clara v o x r e d a r g u i i 31 Nullis te genitor g
Ex m o r e docti mistico 39 N u n c sancte
Exultet orbis gaudiis 114 O gloriosa V i r g i n u m ^
F o r t e m virili p e c t o r e 129 O n i m i s felix
Gentis Polonae 103 Opes d e c u s q u e ^
Hominis superne Conditor 26 O quot undis ^
H a e c est dies, q u a c a n d i d a e 102 0 sola m a g n a r u m . 40
I m m e n s e coeli C o n d i t o r 22 0 Sol salutis j j,
Invicte Martyr, unicum 119 O stella J a c o b . . • •
Irene Christi D o m i n i 146 P a n g e l i n g u a gloriosi c o r p o r i s ^
Iste Confessor D o m i n i , colentes 123 P a n g e lingua gloriosi l a u r e a m ^
I s t e q u e m laeti 69 P a t e r s u p e r n i luminis .108'
J a m C h r i s t u s astra a s c e n d e r a t 50 P l a c a r e , Christe, servulis . . ." 117
J a m lucis o r t o s i d e r e 5 Paschale m u n d o g a u d i u m . no
J a m sol recedit igneus 27, 52 Praeclara Custos Virginum ' ' 1

J a m toto subitus 97 P r i m o die q u o T r i n i t a s . 133


J e s u , c o r o n a celsior 125 Q u e m t e r r a , p o n t u s , sidera . 143
Jesu, corona Virginum 126 Q u e m tenet damni _ 94
Jesu, decus angelicum 60 Q u i c u m q u e C h r i s t u m quaeritis . g,
J e s u , dulcis m e m o r i a 58 Q u o d c u m q u e in o r b e n e x i b u s . ! . 7
Jesu, R e d e m p t o r . . . . perpes corona 124 R e c t o r p o t e n s , verax D e u s
318 INDICE.

Regali solio fortis I b e r i a e


R e g i n a coeli, l a e t a r e
Regis s u p e r n i n u n t i a . . . . . .
Rerum Creator optime
R e r u m D e u s t e n a x vigor . . . . . INDICE
R e x gloriose M a r t y r u m
Rex sempiterne Coelitum delle Domeniche, ferie, e feste a oni gl'inni si riferiscono.
Sacris s o l e m n i i s
S a n c t o r u m celebri
% B . — 1 numeri si r a p p o r t a n o alle pagine.
Salvete, flores m a r t y r u m . . . . .
Salutis a e t e r n a e d a t o r
Salutis h u m a n a e s a t o r . . . . . .
Salenti r e s o n e n t . . . . . . . . Inni delle Domeniche, e ferie.
S a n c t o r u m meritis • • • . , . .
12
Sedibus coeli nitidis D o m e n i c h e fra l ' a n n o . . . • . . • • • • • •
22
Si quaeris beneficia . . . . . . O r e diurne
S o m n o refectis a r t u b u s . . . . . . Ferie a m a t t u t . e laudi . 2
• . • so
S p l e n d o r p a t e r n a e gloriae . . . . . » ai vespri . • • •
Stabat M a t e r d o l o r o s a A Compieta •
Summae, Deus clementiae . . . .
S u m m a e Parens clementiae . . . .
Inni proprii del tempo.
S u m m i parentis U n i c e . . . . . . 68
T e deprecante D o m e n i c h e di A v v e n t o
Te, Joseph, celebrent N a t a l e del S i g n o r e 4- . . . . . . • • • • • • •
T e lucis a n t e t e r m i n u m • . . • . F e s t a dei Santi I n n o c e n t i . . • • • • • ^
Telluris alme Conditor . . . . . Epifania del S i g n o r e . . . . . • • "
T e s p l e n d o r , et v i r t u s Patris . . • D o m e n i c h e di Q u a r e s i m a . . . • • • • •
9
T i b i , C h r i s t e , s p l e n d o r Patris » di P a s s i o n e . . . . • • • • • • • • '
• A IL" . . • • • • i°2
» in Albis . - • • • • •
T e Mater alma N u m i n i s . . . . . , . . 110
A s c e n s i o n e del S i g n o r e ^
Tristes erant Apostoli . . . . . .
F e s t a di P e n t e c o s t e ' 1 2 2
T u natale s o l u m . •
» della S S / T r i n i t à . . . . • • • • ^
T u T r i n i t a t i s unitas . . . . . . .
» del C o r p u s d o m i n i . . . • • • ' • • • ' •
U t q u e a n t laxis • • . . . • . .
V e n i , C r e a t o r Spiritus . . . . . .
Inni proprii dei Santi.
V e r b u m s u p e r n u m , p r o d i e n s e Patris .
V e r b u m s u p e r n u m , prodiens, nec Patris
Nella festa del SS." N o m e di G e s ù • • •
Vexilla R e g i s . • • . • • . . .
V i r g i n i s p r o l e s . • . • virginis partos . . » della C a t t e d r a di S. P i e t r o . . . . • • • 44

V i r g i n i s p r o l e s . . . . virginis festum » della C o n v e r s i o n e di S. P a o l o


INDICE.

Nella festa J i S. 3 Martina . . . . 148


» di S. Giuseppe Sposo d e l l a B. V. . . . . . 152
158 Appendice.
» della B. V. Addolorata
» di S. E r m e n e g i l d o 166
170 Nella festa dei Santi O r o n z o , Giusto, e F o r t u n a t o 296
» di S. Michele Arcangelo appari?., e dedic. . -
174 » del Pacrocinio di S. O r o n z o . . . . 302
» di S. V e n a n z i o • . . • •
180 » di S. Gaetano T i e n e . . . . . . 304
» di S." Giuliana Falconieri .
182 I n n o popolare a S. O r o n z o . . . . . • - . 308
» di S. G i o v a n n i Battista . . . . . . . . .
» d e ' Santi Pietro, e Paolo . . . . . . . .
188 R e s p o n s o r i o a S. Irene 3 10
190 R e s p o n s o r i o a S. Gaetano 312
» d e ' Santi Cirillo, e M e t o d i o . . . . . . .
» di S." Elisabetta . . . . . . . . . . .
194
» 198
di S. 3 Maddalena P e n i t e n t e .
» 202
di S. Pietro in vincoli - • •
» 204
della trasfigurazione di G e s ù Cristo . • . .
» 208
dei sette Dolori di Maria . . . . . . . .
» 214
degli Angeli Custodi • . . . . . •
» 218
di S. a T e r e s a . . . . . . . . . . . . .
»
di S. G i o v a n n i Canzio . . . . . . . . . 222
»
di S. Venanzio . . . . 174
»
dell'Arcangelo S. Raffaele 228
»
di Ognissanti . 232
»
della Concezione della B V. . . . . . . - 256
»
della M a t e r n i t à della B, V. . . . . . . . .238
»
della P u r i t à della B. V. . 244

Inni comuni ai Santi.

Nelle feste dei Santi Apostoli ed Evangelisti . . . . .


» dei Santi Apostoli, e Martiri al t e m p o pasquale
» di un Santo Martire .
» di più Santi Martiri . . .
» dei Santi Confessori . . . . . . . . . .
» delle Sauté Vergini . . . . . . . . . .
» delle Sante Vergini, e Martiri
» delle S a n t e nè Vergini, t é Martiri
» della dedicazione di una Chiesa . . . . .
» della Beata V e r g i n e .
Nell'officio m i n o r e della M e d e s i m a .
A n t i f o n e d o p o la C o m p i e t a

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