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E X L I ß RI S
HEMETHERII VALVERDE TELLEZ
Episcopi Leonensis
- m
R.E PERSONE TEATINO.
UHI
RECATI IN VERSI ITALIANI.
LECCE
TIPOGRAFIA EDITRICE SALENTINA
DEL CAY. G. SPACCIASTE
GL'IBI DEL BREVIARIO ROMÀNO
RECATI I N VERSI ITALIANI
DAL
P . D. R A F F A E L E M.A PÈRSÒNÈ
TEATINO
1 0 i a u 9
DNiYKSiB« 9t mm
HHilieca Vàiverée y Tellez
LECCE
TIPO-LITOGRAFIA EDITRICE SALENTINA
DEL CAV. GIUSEPPE SPACCIANTE
1887
A TE
V E N E R A B I L E S E R V O DI DIO
alle spese del Processo Apostolico del Veti. Servo di Dio Vincenzo M.' Mo- PRO-POSTULATORE DELLA TUA CAUSA
D. O. C.
RICORDATI DI LUI.
PAPILLA ALFONSINA
BIBLIOTECA UN V :HSITARIA
u . A . N . L :
AL P I O LETTORE.
G L ' I N N I DEL B R E V I A R I O R O M A N O
f o r m a n o tutti
insieme un divino poema che canta colle grazie
della poesia cristiana i beneficii della creazione, le
sventure dell'uomo caduto, le glorie dell'uomo redento.
I beneficii della creazione si narrano negl'inni fe-
riali dei vespri, ove S. A m b r o g i o che li compose,
esalta le magnificenze di Dio creatore seguendo
la storia ispirata dello Scrittore del Pentateuco.
Le sventure dell'uomo redento s o n o esposte negl' inni
della domenica e delle altre ferie della settimana,
ove si a d d o m a n d a n o le divine misericordie — ne-
gl' Inni dell'Avvento e del Natale, che s o n o so-
spiri e gioie pel divino Riparatore — in quelli di
Q u a r e s i m a , che c o m m e n d a n o i mezzi salutari per
refrenare le u m a n e concupiscenze — in quelli da
ultimo della settimana di Passione, che fanno pie-
tosa ricordanza dell'opera della redenzione. Le glo-
V}
kiV,
rie dell'uomo redento trovatisi bellamente descritte
n e g l ' i n n i da Pasqua al C o r p u s d o m i n i . In quel
t e m p o la Chiesa canta la risurrezione e l'ascen-
sione di Gesù Cristo, causa della nostra gloriosa
risurrezione ed ascensione al cielo — l a discesa letto presenta in ogni passo la medesima sempli-
dello Spirito Santo, che squarciò completamente cità, la stessa unzione, come se fosse stato scritto
il velo alle tenebre dell' ignoranza—il Sacramento da una sola penna. I suoi concetti sono biblici, le
Eucaristico, da cui ne venne la fortezza dei Martiri, preghiere umili ed affettuose, gli encomii fondati
il candore dei Vergini, la longanimità dei Confes- sulla vera virtù. N u l l a vi si scorge di esagerato,
sori, le cui gesta gloriose sono elogiate o con nulla di profano. T u t t o è vero, tutto è sacro
appositi canti, o con canti comuni a più di essi. quanto ivi si svolge. La Chiesa latina sin dai
GÌ' inni per la dedicazione delle chiese, coi quali tempi di S. Ilario e di S. Ambrogio lo intrecciò
si lodano le bellezze della Gerusalemme celeste, di coi Salmi di Davide nella sacra liturgia, tanto è
cui è figura ogni nostro tempio, non palesano il pregio in cui sempre lo ritenne. La poesia di
le glorie a cui aspira l'umanità redenta? Da ul- oriente si vede sposata a quella di occidente.
t i m o quelli in onore della Beata Vergine non O h come questi canti leverebbero a Dio la
esaltano le grandezze che la divina onnipotenza m e n t e di tante anime pie, e desterebbero nel loro
e bontà largiva alla Corredentrice del genere uma- cuore la più pura fiamma di affetto, siccome av-
n o a riguardo dei previsti meriti del Redentore? veniva ad un Agostino allorché sentiva cantare
I beneficii adunque di Dio Creatore e Redentore, gl' inni del suo Ambrogio, ove elleno intendes-
la esposizione delle umane sciagure, e delle glorie sero la lingua in cui sono scritti.
ottenute per Cristo s o n o la sintesi dei carmi della Per procurare questo vantaggio a chi n o n è
Chiesa; sintesi che, se mal non mi appongo, pratico del latino ho divisato farne il volgariz-
parrebbe esposta nella prima strofa dell'inno di zamento in versi italiani. Ben è vero che molti
S. Gregorio M a g n o : .posero m a n o a tale versione. Alcuni però volta-
rono poeticamente nella nostra lingua gl' inni
P r i m o die q u o T r i n i t a s
Beata m u n d u m condidit,
sacri siccome erano prima della correzione del
V e l quo resurgens Cooditor
Papa U r b a n o V i l i , altri ne dettero un piccolo
N o s , m o r t e vieta, liberat. saggio, altri da ultimo f u r o n o più fedeli ai con-
cetti che alle parole. Io mi s o n o studiato di tra-
Q u e s t o sacro poema compilato in varii tempi, durli tutti parola a parola, e secondo la lezione
e da diversi Scrittori tutti eccelsi o per santità di urbaniana. O v e fossi stato insufficiente ad arri-
vita, o per vastità di dottrina, o per luce d'intel-
vare a quel segno colla esecuzione e col fatto,
il lettore avrà a grado almeno il b u o n volere.
S e g u e n d o l'ordine del Breviario R o m a n o il pre-
sente v o l u m e t t o si divide in quattro parti.
La prima contiene g l ' i n n i ordinarii del tempo.
La seconda i proprii del t e m p o .
La terza i proprii nelle feste dei Santi.
La quarta i c o m u n i a più Santi.
Evvi in fine u n a breve appendice con sei inni PARTE PRIMA.
n o n riportati dal Breviario suddetto. Mi è piaciuto
che questi facessero parte del mio lavoro per ren-
dere un o m a g g i o ai Patroni di Lecce mia patria,
ed al glorioso S. Gaetano T i e n e mio Patriarca.
A piè di pagina vi s o n o delle sobrie illustra-
INNI ORDINARI! DEL TEMPO.
zioni, ed i testi della Bibbia (tradotta dal Mar-
t i n i ) dai quali f u r o n o tolti i concetti degl' inni,
c o m e delle brevi biografie per quelli scritti in
o n o r e dei Santi per essere meglio intesi.
A fronte alla versione si trovano g l ' i n n i latini
per rendere più agevole lo studio degli o p p o r t u n i
c o n f r o n t i . S o n o ancora segnati gli autori cono-
sciuti che li composero.
Se questo libriccino versa qualche sprazzo di
luce su i sacri carmi, e feconda sempreppiù la
pietà di coloro che li l e g g o n o io s o n o largamente
c o m p e n s a t o del l a v o r o . — A d d i o .
vare a quel segno colla esecuzione e col fatto,
il lettore avrà a grado almeno il b u o n volere.
S e g u e n d o l'ordine del Breviario R o m a n o il pre-
sente v o l u m e t t o si divide in quattro parti.
La prima contiene g l ' i n n i ordinarii del tempo.
La seconda i proprii del t e m p o .
La terza i proprii nelle feste dei Santi.
La quarta i c o m u n i a più Santi.
Evvi in fine u n a breve appendice con sei inni PARTE PRIMA.
n o n riportati dal Breviario suddetto. Mi è piaciuto
che questi facessero parte del mio lavoro per ren-
dere un o m a g g i o ai Patroni di Lecce mia patria,
ed al glorioso S. Gaetano T i e n e mio Patriarca.
A piè di pagina vi s o n o delle sobrie illustra-
INNI ORDINARI! DEL TEMPO.
zioni, ed i testi della Bibbia (tradotta dal Mar-
t i n i ) dai quali f u r o n o tolti i concetti degl' inni,
c o m e delle brevi biografie per quelli scritti in
o n o r e dei Santi per essere meglio intesi.
A fronte alla versione si trovano g l ' i n n i latini
per rendere più agevole lo studio degli o p p o r t u n i
c o n f r o n t i . S o n o ancora segnati gli autori cono-
sciuti che li composero.
Se questo libriccino versa qualche sprazzo di
luce su i sacri carmi, e feconda sempreppiù la
pietà di coloro che li l e g g o n o io s o n o largamente
c o m p e n s a t o del l a v o r o . — A d d i o .
PARS PRIMA. PARTE PRIMA.
1. 1.
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t
2. 2.
A l mattutino delle domeniche di està.
In dominicis ad m a t u t i n u m tempore aestivo.
I n v i t o a sciorre lodi a D i o nel silenzio della notte per partecipare alle g l o r i e dei Santi.
(S. Gregorio Magno.)
•
Orsù sorgiam di notte gli affettuosi
Nocte surgentes vigilemus omnes,
Salmi a cantare nelle tacit'ore,
Semper in psalmis meditemur, ( i ) atque
A sciorre in uno dolci, ed armoniosi
Yoee concordi Domino canamus
Inni al Signore.
Dulciter hymnos.
Se offriamo insieme al Re pietoso i canti,
Ut pio Eegi pariter canentes,
Ferma nel petto nutriam speranza
Cum suis Sanctis mereamur aulam
D'aver nel cielo in compagnia dei Santi
Ingredi coeli, simul et perennem
Beata stanza.
Ducere vitam.
I voti accolga d'ogni cor sincero
Praestet hoc nobis Deitas beata
Il Padre, ed il Figliuol, lo Spirto santo,
Patris, ac Nati, pariterque Sancti
Delle cui glorie per il mondo intero
Spiritus, cuius resonat per omnem
Risuona il vanto.
Gloria mundum.
3. 3.
A l l e laudi delle domeniche d'inverno.
In dominicis ad laudes tempore h y e m a l i .
Benefici eftetti del c a n t o del g a l l o ; e preghiera al S i g n o r e a rivolgerci lo sguardo
(S. Ambrogio.)
pietoso, come fece con S. Pietro.
4. 4.
In domisicis a d laudes tempore aestivo. A l l e laudi delle domeniche di està.
C h i e d e s i il p e r d o n o d e l l e c o l p e , l a s a l u t e , e l a p a c e celeste.
( S. Gregorio Magno.)
5. 5.
Ad primam. A prima.
(S. Ambrogio.) Preghiera del mattino per ottenere la c u s t o d i a dei sensi, e la m o r i g e r a t e l a nel
c o r s o del giorno.
( i ) V u o i s i intendere la stella Lucifero, che precede il sole. A l c o m - Te lucis ante terminimi è l ' i n n o del c r e p u s c o l o vespertino. Nella sa-
cra liturgia d e l g i o r n o di Natale è prescritto c h e l'ora di P r i m a d e v e
parire di L u c i f e r o si recitava nei p r i m i tempi della C h i e s a l'ora c a n o -
dirsi summo mane c o m e u e i tempi antichi, e dipoi si c a n t a la M e s s a
nica detta Prima, s i c c o m e d o p o i l t r a m o n t o all'apparire di Espero si
dell'Aurora.
dicea Compieta. lavi lucis orto sidere è l ' i n n o del c r e p u s c o l o mattutino.
Ut cum dies abscesserit, ( i ) E quando il cielo copresi
Noetemqùe sors reduxerit, Di nero ammanto e annotta,
Mundi per abstinentiam Vinta coll'astinenzia
Ipsi canamus gloriam. Qualsiasi impura lotta,
Un cantico di gloria
Sciorremo a Dio Immortai.
6. 6.
Ad tertiam. A terza.
(S. Ambrogio.) Invocasi Io Spirito S a n t o p e r c h é i n f e r v o r i il n o s t r o , e l ' a l t r u i cuore a lodare Dio.
8. 8.
Ad nonam. A nona.
(S. Ambrogio.)
Lodasi D i o che dispone la s u c c e s s i o n e del t e m p o , e p r e g a s i che la luce della sua
9. 9.
A d m a t u t i n u m feriae I I . A l mattutino del lunedì.
(S. Ambrogio.)
E s o r t a z i o n e a pregare D i o per essere liberati dalle colpe, e partecipare delle sue glorie.
10. 10.
nene avverse cose, Per goderlo svela,amente col Figlio in cielo. S i accenna an-
( 1 ) Il figlio di Dio splendore della gloria del Padre ( Ebr. 1, 3 ) dal mo il lume ( S a i . x x x v , 10). E g l i è la luce del giorno che spunta in
cielo (2. Pet. 1, 1 9 ) . A g n e l l o di D i o è la lampana della Città cele-
quale trae la sua luce, addivenne luce per noi che giacevamo nelle
ste ( A p o c . x x i , 23).
tenebre. E g l i è ancora luce della luce giacché allo stesso t e m p o è meno
e fine, venendoci da L u i la l u c e per conoscerlo, e credere in lui, a d e m - ( 2 ) Il Signore darà la grafia e la gloria. Sai. LXXXIII, 12.
12. 12.
A d laudes f e r i a e III. A l l e laudi del martedì.
(Aurelio Prudenzio contemporaneo di S . Ambrogio.)
Gesù Cristo ci r a c c o m a n d a la v i g i l a n z a , e la m o r i g e r a t e z z a , e noi l o p r e g h i a m o a
perdonarci le colpe figurate dal sonno.
( i ) V e g g a s i la n o t a i* d e l l a p a g . 30.
Auferte, clamat, lectulos, Neghittosi, egli grida, sorgete,
Aegro sopore desides; E sbandite il funesto sopore,
Castique, recti, ac sobrii Sobrii, retti, illibati di core
Vigilate, iam sum proximus. Su vegliate; già sono vicin.
Jesum ciamus vocibus, A Gesù l'alma sobria rivolga
Flentes, precantes, sobrii: ( i ) E le preci e le lagrime sante,
Intenta supplicatio Il pregar fervoroso, incessante
Dormire cor mundum vetat. Dal cor mondo distorna il sopor.
Tu, Christe, somnum discute ; 0 Signore, tu il sonno allontana,
Tu rumpe noctis vincula; (2) Della notte i legami disciogli,
Tu solve peccatum vetus, (3) Prisco fallo dal petto ne togli,
Novumque lumen ingere. E c' irradia di nuovo fulgor.
13. 13.
14. 14.
A d laudes feriae IV. A l l e laudi del mercoledì.
(Aulo Prudenzio.) Nell'ora in cui la l u c e n a t u r a l e f u g a le t e n e b r e si prega Gesù C r i s t o a farci sco-
p r i r e c o l l a s u a l u c e s o p r a n a t u r a l e l e f a l l a c i e d e l m o n d o , e del demonio.
( i ) A n t i c h i s s i m o era presso gli Ebrei il c o s t u m e di pregare c o l l e stimonianza. O r a questo m o d o di p r o g a r e è ritenuto soltanto nella
m a n i in alto. M o s è , D a v i d d e , S a l o m o n e , e S. P a o l o n e r e n d o n o te- liturgia della Messa, e n e l l e O r a z i o n i .
Sunt multa fucis illita Discoprono i tuoi rai
Quae luce purgcntur tua: ( i ) L'orpello dell'errore,
Tu vera lux coelestium Del ciel vero splendore,
Vultu sereno illumina. Ne irradii il tuo chiaror.
15. 15.
A d matutisum ferias V . A l mattutino del giovedì,
( Ambrosiano.)
Si p r e g a il S i g n o r e c h e ci p e r d o n i le c o l p e p e r v i v e r e i n p a c e s e n z a rimorsi.
Nox atra rerum contegit Atra notte col fosco suo velo
Terrae colores omnium : Delle cose ha celato i colori,
Nos confitente? poscimus A Te, giudice giusto dei cori,
Te, iuste iudex cordium. Ci volgiam fiduciosi, o Signor.
Ut auferas piacula, Tu ne sgrava dal misero incarco,
Sordesque mentis abluas, Tu ne purga la sordida mente;
Donesque, Cliriste, gratiam E mercè la tua grazia possente
Ut arceantur crimina. Ogni fallo dilegua dal cor.
Mens ecce torpet impia, Come giace scorato il malvagio,
Quam culpa mordet noxia ; Delle colpe lo crucia il rimorso,
Obscura gestii tollere, (2) Brama uscire dal buio, e soccorso
Et Te, Reuemptor, quaerere. Ti domanda angoscioso il meschin.
Repelle tu caliginem Sua caligine fitta dilegua,
Intrinsecus quam maxime, Della luce gli schiuda le porte,
Ut in beato gaudeat Onde s'abbia nel cielo la sorte,
Se collocari lamine. Che lo irradii il chiarore divin.
( 1 ) L ' u m a n a ragione offuscata dalla colpa non seppe s e m p r e di- ( 2 ) È m e s s o qui l'effetto per la causa. L a colpa produce l'igno-
scernere il giusto, e l'onesto. Siamo ingannati dalle apparente del retto ranza s i m b o l e g g i a t a dal b u i o delle tenebre.
cantava il P o e t a . F u mestieri che venisse Cristo nel m o n d o per il-
luminare g l i u o m i n i .
PARTE PRIMA.
INNI ORDINARII DEL TEMPO. 43
16.
17.
A d m a t u t i n u m feriae VI, A l mattutino del venerdì.
( S. Ambrogio.) Pregasi la S S . T r i n i t à a perdonarci le c o l p e commesse nel silenzio della notte -
18.
18.
A d laudes feriae VI.
A l l e laudi del venerdì.
( Ambrosiano.)
Si prega il S i g n o r e a s o l l e v a r e al c i e l o l a n o s t r a m e n t e , ed a c o n f o r t a r c i n e l l a fede,
nella speranza, e nella carità.
19. 19.
A d m a t u t i n u m sabbati. A l mattutino del sabato.
(S. Ambrogio.) Si chiede al S i g n o r e in m o d o speciale l a p a r i t à d e l l ' a n i m a per g o d e r l o in cielo.
( i ) L a fede è la prima cosa c h e si c h i e d e da chi v u o l essere battez" Ministro prima di battezzare dice al c a t e c u m e n o : che cosa chiedi dalla
zato: Imperciocché chi a Dio si accosta, fa di mestieri, che creda, che chiesa di Dio? E costui r i s p o n d e : la fede. Rit. Rom.
20.
20.
A l l e laudi del sabato.
A d laudes sabbati.
S i p r e g a il S i g n o r e a d i s s i p a r e c o l l a l u c e d e l l a s u a g r a z i a l e t e n e b r e d e l l e c o l p e , ed
( Probabilmente di S . G r e g o r i o Magno.)
a r e n d e r c i d e g n i d e l l a s u a g l o r i a n e l l ' u l t i m o g i o r n o di n o s t r a vita
" N . ® . — G l ' i n n i vespertini cantano le sei g i o r n a t e della creazione. ( 2 ) Picchiate, e saravvi aperto. Matt. VII, 7.
L a seconda parte di c i a s c u n o è una preghiera, c h e ha r e l a z i o n e ( 3 ) Il regno dei cieli si acquista colla forza, ed è preda di coloro che
c o l i ' inno. usano violenta. Ivi, x i , 12.
( 4 ) Si allude ai peccati, ed alla f u g a delle occasioni, cotr.e è detto
(1) E Dio disse: Sia fatta la luce. E la luce fu fatta... e divise la
nelle due u l t i m e petizioni d e l l ' O r a z i o n e domenicale.
luce dalle tenebre. E la luce nominò giorno, e le tenebre notte. E della
sera e della mattina si compiè il primo giorno. G e n . 1.
22. 22.
A d vesperas feriae II. A l vespro del lunedì.
Cantasi l'opera del secondo giorno, e p r e g a s i il S i g n o r e ad a r g i n a r e le c o l p e colla
(S. Ambrogio.)
sua grazia celeste.
(1) E fece Dio il firmamento, e separò le acque che erano sotto il fir- ( 2 ) I peccati attuali a l l a r g a n o le ferite della concupiscenza, infelice
mamento da quelle, che erano sopra il firmamento. Ed al firmamento dette r e t a g g i o della c o l p a di origine.
il nome di cielo. E della sera e della mattina si compiè il secondo gior-
no. ( N e l l a G e n . c. 1.).
23. 23.
Ad vesperas feriae III. A l vespro del martedì.
( S. Ambrogio.) C a n t a s i l ' o p e r a d e l t e r z o g i o r n o , e d a m m i r a n d o i fiori e l e f r u t t a c h e p r o d u c e la terra
(1) Disse ancora Dio: Si radunino le acque, che sono sotto il cielo in n o n si v o g l i a intendere di ascriverci fra quelli di cui fu d e t t o a G i o -
un sol luogo: e l'arida apparisca. E all'arida Dio diede il nome di terra... vanni n e l l ' A p o c a l i s s e ( x x , 6) sopra di questi (eletti ) non ha potere la
E disse: la terra germini erba verdeggiante, e piante fruttifere, che diano• morte seconda. V a l e a dire la eterna dannazione a cui saranno per la
il frutto. E cosi fu fatto. E della sera e della mattina si compiè il tery seconda volta c o n d a n n a t e le anime dei reprobi c o n g i u n t e ai l o r o c o r p i
giorno. ( G e n . c. 1.). n e l dì finale.
n a •*/ «•?• -
V >J 3 v* r* -L
24. 24.
fece Dio due luminari grandi, e le stelle. E della sera, e della mattina
(i) E disse Dio: Sieno fatti i luminari nel firmamento del cielo, e di-
si compiè il quarto giorno. ( G e n . c. I.).
stinguano il dì e la notte, e segnino le stagioni, i giorni, e gli anni. E
25. 25.
A d vesperas feriae V .
A l vespro del giovedì.
( S. Ambrogio.)
C a n t a s i l ' o p e r a del q u i n t o g i o r n o , e contemplando gli uccelli sublimati nell'aria ed
i pesci s o m m e r s i n e l m a r e , si p r e g a i l S i g n o r e n o n f a r c i c a d e r e n e l l e c o l p e o p e r
s o v e r c h i a diffidenza, o per t r o p p a presunzione.
c h i e d e s i al S i g n o r e l a s o g g e z i o n e d e g l i a p p e t i t i a l l a r a g i o n e , d e l l a r a g i o n e a Lui.
(i) Disse ancora Dio: Produca la terra animali viventi secondo la e alle bestie, e a tutta la terra. E della sera, e della mattina si formò il
loro specie, animali domestici, e rettili, e bestie selvatiche della terra se- sesto giorno ( G m . c. i ) .
condo la loro specie. E disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e (Rettili s o n o g l i animali senza piedi, o p p u r e c h e li h a n n o troppo
somigliatila, ed ei presieda ai pesci del mare, ed ai volatili del cielo, corti, c h e p o c o si e l e v a n o dalla terra, e si strisciano in essa).
27. 27.
A d vesperas sabbati. A l vespro del sabato.
(S. Ambrogio.) In questo g i o r n o , nel quale D i o riposò da tutte le opere che a v e a compiute, facciam
v o t i p e r c h e c , s t a c o n c e s s o n e l s a b a t o e t e r n o di c a n t a r e l e g l o r i e divine in cielo.
( i ) V e g g a s i la nota a p a g . 22.
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! -
PARS SECUNDA. P A R T E SECONDA.
29. 29.
30.
30.
N e l tempo d e l l ' A v v e n t o , a l mattutino.
Tempore A d v e n t u s a d matutinum. P r e g a s i il V e r b o g e n e r a t o a b e t e r n o d a l P a d r e , e n a t o n e l t e m p o d a M a r i a , a vo-
la colpa, onde avessimo conosciuta la nostra infermità, e l ' i m p o t e n z a di natura, ed il s e c o n d o della l e g g e scritta.
31. 31.
N e l tempo d e l l ' A v v e n t o alle laudi.
Tempore A d v e n t u s ad laudes.
La Chiesa ricorda la p r e d i c a z i o n e del B a t t i s t a , e la s e c o n d a v e n u t a di G e s ù Cristo
( Incerto.)
per disporre i s u o i f i g l i a c e l e b r a r e d e g n a m e n t e il S a n t o Natale.
32. 32.
( 1 ) Avanti la stella del mattino io dal mio seno ti generai. P s . ciX. g i o r n o di natale — Jesu redemptor ecc. » ( D i s c o r s o 3.0 n e l Potere po-
( 2 ) 11 chiarissimo P. V e n t u r a , gloria della C h i e s a , e della Congre- litico.)
g a z i o n e T e a t i n a , ha detto: « io rinunzierei volentieri a t u t t e le di- ( 3 ) Il disordinato desiderio di sapere fece allontanare l'uomo da
gnità della C h i e s a per l ' o n o r e di aver cantato la natività temporale D i o , la Sapienza increata lo f e ' t o r n a r e a D i o . E c c o , s e c o n d o l'An-
del V e r b o eterno, come ha fatto S . A m b r o g i o in q u e s t o inno del g e l i c o , la convenienza dell'incarnazione del V e r b o , Sapienza del P a d r e .
11 a »
33. 33.
In n a t i v i t a t e Domini a d laudes. N e l N a t a l e del Signore alle laudi.
(Celio Sedulio Sacerdote Irlandese.) C a n t a s i il n a t a l e d e l S i g n o r e , e si rende a n c h e g l o r i a a Maria Vergine.
( 1 ) Il m o d o c o n cui lo Spirito Santo dovea compiere in Maria L a maternità e la verginità, c h e stettero sempre in guerra, fecero al-
l e a n z a n e l seno di Maria V e r g i n e .
l'opera dell'incarnazione era per Lei un m i s t e r o : in qual modo av-
verrà questo? L u e . 1. Ignorava Ella c o m e la verginità potea fare al- ( 2 ) L ' A r c a n g e l o disse a Maria : ecco che concepirai e partorirai un
leanza colla maternità. Poiché l ' A r c a n g e l o L e scopri l'arcano : lo Spi- figlio. L u e . ivi.
rito Santo scenderà sopra di te, e ¡a virtù dell'Altissimo ti adombrerà. Ivi. ( 3 ) S. Elisabetta salutata da Maria d i s s e : appena il suono del tuo
Maria dette il suo assenso: ecco 1' ancella del Signore, facciasi di me saluto giunse alle mie orecchie saltellò per giubilo nel mio seno il bam-
secondo la tua parola, I v i , ed addivenne Madre di D i o . Bellamente bino. L u e . 1, 4.
il P o e t a alludendo a ciò dice: il venire di Maria conteneva un secreto 04) Gettate lo sguardo sopra gli uccelli dell'aria.... il vostro Padre
per lo innanzi a Lei sconosciuto. celeste li pasce ( M a t t h . v i , 2 6 ) .
Partus, et i n t e g r i t a s c i s c o r d e s t e m p o r e longo
36. 36.
In Epiphania Domini a d vesperas. N e l l ' E p i f a n i a del Signore a l vespro.
( C. Sedulio.) Si cantano in q u e s t ' i n n o tre manifestazioni della divinità di G e s ù Cristo. La prima
37. 37.
>
( i ) Betlemme era stata salutata dal Profeta Michea, con queste parole : da te verrà Colui che dee essere dominatore d'Israele, v, 2.
Quem Stella, quae solis rotam Una stella, che avanza del Sole
Yincit decoro ac lumine, Le gaiezze ed i raggi splendenti,
Venisse terris nuntiat Appalesa coi nuovi portenti
Cum carne terrestri Deum. Che è già nato l'Uom-Dio Redentor.
Yidere postquam illum Magi, Come il videro i Magi di Oriente,
Eoa promunt munera; Fiduciosi gli offrirono e proni
Stratique votis offerunt, Un. omaggio di mistici doni
Thus, myrrham, et aurum regium. Mirra, incenso, con oro regal.
Regem Deumque annuntiant L'acclamarono Rege coll'oro,
Thesaurus, et fragrans odor Coli'incenso Signore possente,
Thuris Sabaei, ac myrrheus Fu la mirra un presagio dolente
Pulvis sepulchrum praedocet. Del sepolcro, che accolse il suo fral.
38. 38.
39. 39.
In q u a d r a g e s i m a a d m a t u t i n u m . N e l l a quaresima a l mattutino.
A n t i c h i t à del d i g i u n o . A t t i c h e si richiedono per trarne profitto.
( Ambrosiano.)
40. 40.
In quadragesima ad laudes. N e l l a quaresima alle laudi.
(S. Gregorio Magno, probabilmente.) Pregasi Gesù Cristo ad illuminarci la m e n t e , e a darci l a v e r a c o n t r i z i o n e del cuore
per celebrare con s a n t a letizia la Pasqua.
41. 41.
In h e b d o m a d a Passionis a d vesperas. (3) N e l l a settimana d i Passione a i vespri.
(Venanzio Fortunato.) L e g l o r i e della Santa Croce.
in un t e m p o in cui l a natura s'allieta, e s ' i n f i o r a . rinuncerei a tutte le dignità della Chiesa per l'onore di aver cantato
( 3 ) D a principio la m e m o r i a della passione di G e s ù C r i s t o si c e - le grande^e della Croce, come ha fatto il Poeta Fortunato nell' inno
rimembranza le d u e s e t t i m a n e c h e p r e c e d o n o la P a s q u a a cominciare
Quae vulnerata lanceae Trafitta nel petto da lancia crudele,
Mucrone diro, criminum Perchè ci lavasse dal nero peccato,
U t nos lavaret sordibus, ( i ) Fontana beata di sangue sacrato,
Manavit unda et sanguine. E di acqua oli prodigio! per tutti si fe'.
Impiota sunt quae concinit Di Davide il carme fedele è avverato,
David fideli Carmine, (2) Il cielo dettava i fatidici accenti
Dicendo nationibus : A l Rege veggente, che disse alle Genti:
Regnavit a ligno Deus. (3) « Dal legno il Signore, dal legno regnò ».
Arbor decora et fulgida, 0 arbor maestoso, la porpora regia
Ornata Regis purpura, (4) Ti lia reso fra tutti di gloria fulgente,
Electa digno stipite Eletto a toccare del Cristo morente
Tarn sancta membra tangere. Le membra sacrate, che l'empio straziò.
Beata, cuius brachiis 0 legno beato, dall'alte tue braccia
Pretium pependit saeculi, (5) Il prezzo pendette, riscatto del mondo:
Statera facta corporis, (6) Stadera divina di nobile pondo,
Tulitque praedam tartari. (7) L a preda strappasti d'inferno al furor.
0 Crux, ave, spes unica, 0 Croce, deh salve, sei l'unica speme,
Hoc passionis tempore (8) Nei dì della gioia, nei dì del dolore:
Piis adauge gratiam, R a v v i v a nei giusti la fiamma di amore,
Reisque dele elimina. Perdona i felloni, ricambiane il cor.
Te, fons salutis Trinitas, 0 Triade, fonte di vera salvezza,
Collaudet omnis spiritus : Ogn'alma ti sciolga un inno di gloria;
Quibus Crucis victoriam A chi per la Croce tu doni vittoria
Largiris, adde premium. Eterna mercede concedi nel Ciel.
( 1 ) D a l lato ferito di C r i s t o s g o r g ò la grazia, c o m e dal l a t o di ( 5 ) Siete stati comprati a caro pre^o ( C o r . L, 6 ) , c o l prezzo del
A d a m o era uscita per la d o n n a la colpa. sangue di G e s ù C r i s t o , chiosa l ' A n g e l i c o .
( 2 ) Profezia veridica, c h e n o n i n g a n n ò , o menti. (6) L a C r o c e fu la stadera nella quale D i o bilanciò la colpa del-
( 3 ) Dite fra le nazioni: il Signore ha preso possesso del regno. Sal- l ' u o m o c o l l a soddisfazione d e l l ' U o m o - D i o . P r e p o n d e r ò c o p i o s a m e n t e
legno, vale a dire ha fatto acquisto d e l r e g n o sulla C r o c e , d o v e morì ( 7 ) G e s ù C r i s t o m o r e n d o in c r o c e strappò 1' umanità dagli artigli
e risuscitò per aver dominio sopra i vivi e sopra i morti. S. P a o l o . Cor- di Satana.
risponde a quel che disse G e s ù C r i s t o m e d e s i m o : ed io, quando sia (8) Si s o n o tradotte le tre letture passionis tempore, triumpU gloria,
levalo da terra, trarrò tutto a me. S. G i o v . XII, 32. pascliale gaudium.
( 4 ) 11 sangue di G e s ù C r i s t o è la p o r p o r a r e g i a di L u i R e crocefisso.
42. 42.
In h e b d o m a d a Passionis a d m a t u t i n u m . N e l l a settimana d i Passione a l mattutino.
(Mamerzio Claudiano.) Motivi dell'incarnazione di G e s ù Cristo. Sua nascita, passione e morte. S a l u t o alla
Croce.
( 1 ) L a C r o c e è il t r o f e o delle vittorie riportate da C r i s t o s u Lu- salute. Il tunc, s a g g i a m e n t e qui messo dal P o e t a , nota il t e m p o , in c u i
cifero, il quale, i g n o r a n d o q u e l c h e faceva, serviva ai c o n s i g l i di D i o . il S i g n o r e p r o m i s e ad A d a m o c o l p e v o l e la r e d e n z i o n e ; e così mentre
O h potenza divina! V e g g a s i i l S e r m . di S. Leone n e l l ' o f f i c i o della esercitava la giustizia, castigando la colpa, dava l u o g o alla misericor-
D o m . delle P a l m e . dia, d e s i g n a n d o il r i m e d i o .
( 2 ) L a superbia di L u c i f e r o fu da D i o s o m m a m e n t e umiliata nella ( 3 ) L a C h i e s a cauta nel P r e f a z i o di P a s s i o n e : « hai costituito, 0 Si-
passione e morte di G e s ù C r i s t o . D i L u i m e d e s i m o , e dei mezzi stessi gnore, nella Croce la salute del genere umano, perchè sorgesse la vita
da lui operati per la n o s t r a ruina il S i g n o r e si servì per la nostra donde era uscita la morte ».
Quando venit ergo sacri Quando giunse alfìn del sacro
Plenitudo temporis, ( i ) Santo tempo la pienezza,
Missus est ab arce Patris Dell'empireo dall'altezza
Natus, orbis Conditor; I l suo Figlio Iddio spedì,
Atque ventre virginali Che adombrato d'uman velo
Carne amictus prodiit. Casto un seno partorì.
Vagit infans inter arcta Già vagisce bambinello
Conditus praesepia: Nel presepe fra gli affanni,
Membra pannis involuta Lo compone in pochi panni
Virgo Mater alligati Una Vergin Madre, ahimé!
Et Dei manus, pedesque Una stretta fascia stringe
Stricta cingit fascia. Dell' Uom-Dio le mani e i piè.
Sempiterna sit beatae A l l a Triade beata
Trinitati gloria, Si tributi eterno onore,
-¿Equa Patri, Filioque ; S'abbia il Figlio, il divo Amore
Par decus Paraclito: Come il Padre ossequio, e fé :
Unius Trinique Nomen Tutti inneggino ' al gran Nome
Laudet universitas. (2) Di Dio trino, ed uno in sé.
44. 44.
Tempore paschali a d vesperas. N e l tempo pasquale ai vespri.
S'invitano i fedeli alla R e a l e m e n s a d e l l ' A g n e l l o Pasquale, cioè alla mensa Eucari-
( Incerto.)
stica. F i g u r e che l o a d o m b r a r o n o . G l o r i e di G e s ù Cristo risorto.
l'arca n o e t i c a unta di bitume, d i c e S. G i r o l a m o . Siamo per quella Ebrei col C a n t i c o Canlemus Domino. I beneficii di D i o a prò di quel
trasportati dal mare t e m p e s t o s o alla tranquilla terra dei viventi. popolo figurarono le grazie di Cristo a nostro v a n t a g g i o ; ed i ga^
( 2 ) G l i E b r e i nella P a s q u a ( c h e ricordava il p a s s a g g i o del mar rosso) stighi dati a Faraone ed al s u o esercito s i m b o l e g g i a r o n o la sconfitta
( 1 ) II Semper p u ò a n c h e riferirsi al F i g l i o . Sempre figlio, vale a ( 2 ) Si accenna alla nostra futura risurrezione, della quale fu il p e g n o ,
dire sempre nato, dice S. G r e g o r i o M a g n o . L a g e n e r a z i o n e del V e r b o e l ' e s e m p i o quella di Cristo. L a C h i e s a canta n e l Pref. P a s q u a l e : Cri-
n o n ha principio, n é c o n o s c e fine, dice S. Giov. Crisologo. Bella- sto morendo distrusse la morte, risorgendo riparò alla nostra vita.
46. 46.
Tempore p a s c h a l i a d laudes, N e l tempo pasquale alle lodi.
( Incerto.) T r i o n f i riportati da C r i s t o col suo risorgimento.
47. 47.
In festo Ascensionis Domini a d vesperas, e t laudes. Nell'ascensione del Signore ai vespri, ed alle laudi.
( Ambrosiano.) C a n t a s i l ' a s c e n s i o n e di G e s ù C r i s t o in cielo coi P a t r i a r c h i , e si p r e g a il medesimo
a p e r d o n a r e , le colpe, p e r essere a parte delle s u e glorie.
ca xxvu, 66.
Scendi nell'imo carcere,
Perrumptis infornimi chaos,
Sciogli gli avvinti, e riedi
Yinctis catenas detrahis,
In cielo, e fra le glorie
Victor triumpho nobili
Del Padre a destra siedi.
Ad dexteram Patris sedes, ( i )
I danni ne restauri
Te cogat indulgentia,
La tua bontà, 0 Signore,
Ut damna nostra sarcias,
A parte ancora mettane
Tuique vnltus compotes
Del tuo divin splendore.
Dites beato lumine.
Guida del cielo, e tramite,
Tu dux ad astra, et semita,
Sii nostra meta, e aita,
Sis meta nostris cordibus,
Ristoro nelle lagrime,
Sis lacrymarum gaudium, (2)
Premio d'eterna vita.
Sis dulce vitae praemium.
48. 48.
Nell'ascensione del Signore al mattutino.
In Ascensioni Domini a d matutinum.
G l o r i e o t t e n u t e d a l l ' U m a n i t à di C r i s t o ascesa in c i e l o - e preghiera per parteciparne.
( Incerto.)
Il
Reddas coronas perditas. Tutti i perduti allori.
li.®
Jesu, tibi sit gloria, A Te che nell'Empireo
Qui victor in coelum redis, Ritorni vincitore,
Cum Patre, et almo Spiritu,
In sempiterna saecula.
A l Padre, ed al Paraclito
Diasi eterno onore. Í
(1) Nel nome di Gesù si pieghi
nell'inferno ( A i Filip. 11, 10).
ogni ginocchio in cielo, in terra, e (2) Allora
con podestà,
vedranno
e grande
il Figliuolo dell'uomo
maestà. L u e . x x i .
venire sopra una nuvola
1I
116 PARTE SECONDA. ÍÑNI P R 0 P R I 1 DEL TÈMPO.
117
49. 49.
In festo Pentecostes a d v e s p e r a s e t tertiam, N e l l a festa di Pentecoste ai vespri e a terza.
( Incerto.) S ' i n v o c a .0 Spirito Santo con varii nomi c o n cni è a d o m b r a t o n e l l e divine S c r i n a r e
e si d o m a n d a n o i doni suoi. '
( 1 ) S o n o comuni alle Persone d i v i n e , dice l ' A n g e l i c o , i n o m i che menti l'unzione esteriore è il sacro efficacissimo s e g n o della unzione
hanno relazione colle creature. Q u i n d i lo Spirito Santo è creatore interiore dello Spirito Santo, diffuso nel cuore dell'uomo cristiano.
c o m e il Padre, ed il Figlio. (4) I sette doni dello Spirito Santo sono segnati al capo 1 d ' I s a i a .
(2) E perchè dono di Dio, la C h i e s a nella sacra liturgia non dirige ( 5 ) S. A m b r o g i o chiama dito di Dio la virtù operativa dello S p i -
a L u i le pubbliche collette ( o v v e r o o r a z i o n i ) , bensì al P a d r e ed al n t o Santo, simile a quella del Padre, e del Figlio.
Figlio c o m e donatori. (6) P e r Ezechiele cap. x x x v i era stato promesso da Dio lo Spirito
( 3 ) S. G i o v . nella 1.* Lett. ir,20, d i c e : voi avete l'unzione del santo, e 0 : Porrò in meH° a Voi un nuovo Spirito, ed il mio Spirito porrò
l ' A n g e l i c o chiosa : voi avete la grafia dello Spirito Santo. N e i Sacra- « meno a Voi. ¿
Per te sciamus da Patrem, ( i ) Ci rivela, o Paracleto,
Noscamus atque Filium, Ed il Figlio, e '1 Genitore ;
Teque utriusque Spiritum F a che sempre ognun t'onore
Credamus omni tempore. D'Ambidue spirato Amor.
50. 50.
51. 51.
52. 52.
I n festo SS. Trinitatis a d vesperas. N e l l a f e s t a della SS. Trinità a i vespri.
(S. Ambrogio.) P r e g a s i il S i g n o r e a farci cantare le s u e g l o r i e n e l s a b a t o e t e r n o i n cielo.
( i ) A l l u d e s i all'antico giubileo d e g l i Ebrei in o g n i cinquant'anni, ed i servi acquistavano la libertà. Il giubileo degli Ebrei fu u n a fi-
nel qual t e m p o la legge ordinava di restituirsi quanto si era c o m p r a t o , gura della P e n t e c o s t e dei Cristiani per le largizioni dello Spirito S a n t o .
Te mane landum carmine,
E quando nasce, e quando muore il die
Te deprecamur vespere ;
A Te sciogliamo preci riverenti,
Digneris, ut Te supplices
Perchè ci sia concesso in lieti accenti
Laudemus inter coelites.
Renderti colassù laude ed onor.
53. 53.
In festo SS. Trinitatis a d m a t u t i n u m .
N e l l a festa della SS. Trinità a l mattutino.
( S. Ambrogio.)
Pregasi la S S . Trinità a renderci d e g n i di ringraziarla.
54. 54.
In festo SS. Trinitatis a d laudes. N e l l a festa della SS. T r i n i t à alle laudi.
(S. Ambrogio.) Pregasi la SS. Trinità di i r r a d i a r c i d i l u c e c e l e s t e , e di a c c o g l i e r e le nostre p r e g h i e r e .
55. 55.
l ' t ì"
In festo Corporis Christi a d vesperas, N e l l a festa del Corpusdomini a i vespri. 11
( S. Tommaso
I
Corporis mysterium,
Sanguinisque pretiosi,
Quem in mundi pretium
E del Corpo glorioso,
E del Sangue prezioso,
Onde il mondo riscattò
il
l i l
• 1 ; j.
1 ir
Fructus ventris generosi Del virgineo seno il Frutto, •fi
Rex effudit gentium. L'almo Re, che lo versò. ti;
I
Nobis datus, nobis natus ( i ) A noi dato, e partorito
E x intacta Virgine, Dalla Tergine più pura,
E t in mundo conversatus, Stette al mondo, oh che ventura!
Sparso verbi semine,
Sui moras incolatus
Sparse il seme suo divin,
E alla breve sua dimora
ir
Miro clausit ordine.
In supremae noctae coenae
Con mir'opra pose fin.
Nella notte a Lui suprema 11
I
Recumbens cum fratribus, Convivando coi fratelli,
Observata lege piene Obbediente insieme ad elli
Cibis in legalibus, (2) L a legale cena fa,
il!
: II
Cibum turbae duodenae Indi ai Dodici qual cibo
il
Se dat suis manibus. Di sua man sè stesso dà.
(1) R i s p o n d e a quello c h e disse Isaia i x : un pargoletto è nato a ( 2 ) I cibi prescritti agli Ebrei nella Pasqua erano il pane animo,
noi, il figlio è dato a noi. O h p r i v i l e g i o della natura umana. Non as- vale a dire senza lievito, e l'agnello.
sunse ( i l V e r b o ) gli angeli, ma assunse il seme di Abramo. A g l i Eb. 11,16. !1 1
Verbum caro, panem verum Parla Cristo, e '1 pan si muta
Yerbo carnem efficit, Coll'accento suo divino
Fitque Sanguis Christi merum; Nel suo Corpo, come il vino
E t si sensus deficit, Nel suo Sangue, amor che fè !
Ad firmandum cor sincerum Tutto è ascoso : al cor sincero
Sola fides sufficit. E bastevole la fè.
Tantum ergo sacramentum Ora un tanto Sacramento
Yeneremur cernui, Yeneriamo riverenti,
Et antiquum documentum ( i ) Coi novelli insegnamenti
Novo cedat ritui: Prisco rito più non v a ;
Praestet fides supplementum A l difetto che hanno i sensi
Sensuum defectui. L'alma fede supplirà.
Genitori, Genitoque Ed al Padre, e al divin Figlio
Làus, et iubilatio, Lode cantisi e salute,
Salus, honor, virtus quoque Come giubilo, e virtute,
Sit et benedictio ; Onor sommo, ed immortal.
Procedenti ab utroque Chi procede d'Ambidue
Compar sit laudatio. Abbia gloria, e laude ugual.
56. 56.
In festo Corporis Christi a d m a t u t i n u m . N e l l a festa del Corpusdomini a l mattutino.
(S. Tommaso d'Aquino.)
Istituzione dell'augusto Sacrificio dell'Altare.
( 1 ) L ' a g n e l l o pasquale è detto tipico in q u a n t o c h e era figura del- ancora pane degli u o m i n i , perchè secondariamente da questi g o d u t o
l'Agnello vero. in terra sotto le s p e c i e sacramentali. L ' A n g . 3, p. q. 80.
( 2 ) Col pane l'uomo le sue for^e corrobora — il vino letifica il cuore ( 4 ) Molti f u r o n o i simboli del cibo eucaristico — la manna del
dell'uomo. Sai. c m . deserto — l'albero della vita n e l paradiso terrestre — il pane ed il v i n o
( 3 ) D a v i d d e profetando d i s s e : mangiò l'uomo il pane degli ange- offerto da M e l c h i s e d e c c o — il pane della proposizione — il pane suc-
li. Sai. c x x v n . G e s ù C r i s t o c h i a m a t o pane degli A n g e l i , p e r c h è prin- cinericio, di cui si cibò E l i a p r i m a di ascendere al m o n t e ecc.
c i p a l m e n t e g o d u t o dagli angeli in c i e l o nella sua specie, è a d d i v e n u t o
57. 57.
In festo Corporis Christi a d laudes, N e l l a festa del Corpusdomini alle laudi.
( S. Tommaso d'Aquino.) I s t i t u z i o n e del S a c r a m e n t o dell'Eucaristia.
tutte le mie poesie per questa strofa del Poeta Angelico - S e nascens eie.
( i ) Il gran latinista, ed insigne poeta Santevil ha d e t t o : Io darei
N
1
;
PARS TERTIA. PARTE TERZA.
58. 58.
In festo S S . Hominis Jesu a d vesperas. N e l l a festa del SS. Nome di Gesù a i vespri.
(S. Bernardo Ab.) ( Nella Dora. II dopo l'Epifania.)
I . o d i e d a f f e t t i a l N o m e di Gesù.
59. 59.
In festo SS. N o m i n i s Jesu a d m a t u t i n u m . N e l l a festività del SS. N o m e d i Gesù a l mattutino.
( S. Bernardo Ab.) . (Nella Dom. II dopo l'Epifania.)
L o d i e d affetti al N o m e di Gesù.
In festo SS. Nominis Jesu a d laudes. N e l l a festa del SS. N o m e di Gesù alle laudi.
(S. Bernardo Ab.) (Nella Dom. II d o p o l'Epifania.)
S i m i l m e n t e l o d i e d a f f e t t i al N o m e di Gesù.
R i c o r d a s i l a p o t e s t à d a t a d a C r i s t o a S . P i e t r o , n o s t r o g i u d i c e al di finale.
Quodcumque in orbe nexibus revinxeris, (2) Quel che in terra sarà da Te legato,
Erit revinctum, Petre, in arce siderum: Avvinto rimarrà nel cielo, 0 Piero;
E t quod resolvit hic potestas tradita, E quanto fìa per Te quaggiù slacciato,
Erit solutum coeli in alto vertice: Sciolto sarà lassù dal sommo Vero:
In fine mundi iudicabis saeculum. (3) Giudice tu sarai nel dì finale,
Nel dì sopra ciascun grande, e ferale.
Patri perenne sit per aevum gloria, Eterna gloria diasi al Genitore,
Tibique laudes concinamus inclytas, Inclita lode al suo divino Figlio,
Aeterne Nate, sit, superne Spiritus, Abbiasi il Paracleto uguale onore,
Honor tibi decusque: sancta iugiter Il Paracleto Spirto del Consiglio,
Laudetur omne Trinitas per saeculum. E sia con sommo amor Triade beata
Da ogni lingua in eterno laudata.
( 1 ) P e r le feste dei S a n t i A p o s t o l i Pietro e P a o l o la C h i e s a ha prese (2) A Te, 0 Pietro, io darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque
varie strofe d e g l ' i n n i scritti i n o n o r e di detti Santi da E l p i d e , 0 E l - cosa avrai legato sopra la terra, sarà legata anche nei cieli: e qualunque
pidia poetessa siciliana, f a c e n d o v i delle varianti. cosa avrai sciolta sopra la terra, sarà sciolta anche nei cieli. Matt. x v i , 19.
Questi medesimi inni si c a n t a n o nella festa della Cattedra di ( 3 ) G e s ù disse agli A p o s t o l i : sederete anche voi sopra dodici troni,
S. P i e t r o in A n t i o c h i a ai 22 febbraio. e giudicherete le dodici tribù d'Israele. Matt. x i x -
In festo Cathedrae S. Petri Romae a d laudes. N e l l a festa della Cattedra di S. Pietro i n Roma alle laudi.
( S t r o f e d e g l ' i n n i di Elpide.)
(iS gennaro.)
63. 63.
In festo conversionis S. P a u l i A p . ad vesperas. N e l l a festa della conversione d i S. Paolo a i vespri.
(Strofa degl'Inni di Elpide.J (25 gennaro.)
cose celesti.
( 2 ) l a P a r a d i s o s q u a r c i a s i il v e l o d e l l a f e d e — vedremo Dio quale rità però mai vieti meno, 1.' C o r . XIII, 8.
64. 64.
In f e s t o S. Martinae V . e t M. a d vesperas. ( i ) Per l a festa d i S. Martina V . e M. a i vespri.
( Incerto.) (30 gennaro.)
poveri.
Non illam crucians ungala, non ferae, Non la sgomentano — uncini, e fere,
Non virgae horribili vuluere commoventi Non cede ai strazii — quel cor fedel ;
Hinc lapsi e Superum sedibus Angeli Gli Angeli scendono — dall'alte sfere,
Coelesti dape recreant. E la confortano — col Pan del ciel.
Quin et deposita saevitie leo Leon fierissimo — smette ferocia,
Se rictu placido proiicit ad pedes : Mansueto prostrasi — presso i suoi pie :
Te, Martina, tamen dans gladius neci Acciaro barbaro — a l f i n l'associa
Coeli coetibus inserit. A i santi Martiri — dell'alma fè.
Te tliuris redolens ara vaporibus D'incenso olezzano — di Lei gli altari,
Quae fumat, precibus iugiter invocat, Col fumo levano — p r e c i al Signor:
E t falsum perimens auspicium tui I falsi auspicii — dai patrii lari
Delet nominis ornine. Tutti disperdonsi — per suo favor.
66. 66.
67. 67.
Ìn festo S. Joseph Sponsi S . V . a d vesperas. ( i ) Per l a festa d i S. Giuseppe Sposo della B . V . a i vespri.
( Probabilmente di C l e m e n t e X.) ( 19 marzo.)
P r i v i l e g i i di S . Giuseppe.
68. 68.
Coelitum Joseph decus, atque nostrae Onor, Giuseppe, dei celesti sogli,
Certa spes vitae, columenque mundi, Speme dell'alme, universal Patrono,
Quas tibi laeti canimus, benignus Di lieti carmi deh benigno accogli
Suscipe laudes. Il piccol dono.
Te Sator rerum statuit pudicae Sposo ti scelse Dio di Vergin pura,
Yirginis sponsum, voluitque Verbi Padre del Figlio suo tu fossi detto
Te patrem dici, dedit et ministrum Volle, di Lui commise a Te la cura,
Esse salutis. ( i ) Ministro eletto.
69. 69.
In eadem festivitate ad landes. Per l a medesima f e s t i v i t à alle laudi.
(Ignoto.) ( 19 m a r z o . )
Iste, quem Iaeti colimus Meies, L ' E r o e Giuseppe, che onoriam giulivi,
Cuius excelsos canimus triumphos, I cui trionfi celebriam col canto
Hac die Joseph meruit perennis In questo giorno, che ci è caro tanto,
Gaudia vitae. Gli eterni gaudii ottenne dal Signor.
0 nimis felix! nimis o beatus! Oh Lui felice appieno ! oh Lui beato !
Cuius extremam vigiles ad horam Accanto a cui vegliaro all'ore estreme
Christus et Virgo simul astiterunt La Vergine e Gesù congiunti insieme,
Ore sereno. Sereni in viso, ed affettuosi in cor.
Hinc stygis victor, laqueo solutus Egli di a verno vincitor glorioso,
Carnis, ad sedes placido sopore Sciolto dai lacci dell'umano frale,
Migrat aeternas, rutilisque cingit In placido sopor lassù sen sale,
Tempora sertis. E cinge il cria di non caduco attor.
Ergo regnantem flagitemus omnes, Or che regna preghiamolo devoti
Adsit ut nobis, veniamque nostris Perchè ne vegli, ottengane il perdono
Obtinens culpis, tribuat supernae Dei nostri falli, e ne conceda il dono
Munera pacis. Della pace celeste, e dell'amor.
Sint tibi plausus, tibi sint honores, A Te, trino Signor, rendasi onore
Trine, qui régnas, Deus, et coronas Che adorni il fedel servo d'aureo serto
Aureas servo tribuis fideli Di glorie e di virtù tutto conserto,
Omne per aevum. Che in eterno rifulge di splendor.
70. 70.
( 1 ) L a Chiesa ricorda segnatamente in questa festività i dolori di ( 2 ) Q u a n t o e s p r i m o n o bene tutte queste strofe la monotonia del
Maria appiè della croce (transfixionem et passionem Eins veneranles, nella dolore. Il C o n t e di M o n t a l e m b e r t scrisse di questo c a n t o : è il più
sacra liturgia del g i o r n o ) . I F r a n c e s i la c h i a m a n o la festa della com- bel canto che abbia ispirato ad uomo, il più puro, ed il più commovente
passione di Maria, la q u a l e s u l calvario partecipava ai dolori, e d al di tutti i dolori. E quel pio e d o t t o francese F e d e r i c o O z o m a n disse
sacrificio del F i g l i o . È stabilita o t t o g i o r n i prima del V e n e r d ì Santo, di questo c a n t o : è opera impareggiabile, da per se sola sufficiente alla
in cui si r i m e m b r a n o i d o l o r i di G e s ù Cristo. gloria di Jacopone.
Quae moerebat, et dolebat
Pia Mater, dum videbat S'accorava, si doleva
Nati poenas inclyti. La pia Madre che vedeva
Quis est bomo, qui nou ileret, L'aspre pene del Figliuol.
Matrem Cbristi si videret Chi potria frenare il pianto
Nel mirar straziata tanto
In tanto supplieio?
L a gran Madre di Gesù?
Quis non posset contristari,
Chi potria senza un sospiro
Christi Matrem contemplari
Riguardare a un sol martiro
Dolentem cum Filio ?
E la Madre e '1 Figlio insiem ?
Pro peccatis suae gentis,
Pel fallir dell'alme infide
Yidit Jesum in tormentis,
A i tormenti Cristo vide,
E t flagellis subditum.
A i flagelli sottostar.
Vidit suum dulcem Natum
Vide il suo Figliuolo amato
Moriendo desolatum,
Sulla croce abbandonato,
Dum emisit spiritum.
Quando l'anima spirò.
Eia, Mater, fons amoris,
Madre mia, fonte di amore,
Me sentire vim doloris
Fa che senta il tuo dolore,
Fac, ut tecum lugeam.
Perchè pianga teco ancor.
Fac ut ardeat cor meum
Deh che avvampi il core mio
In amando Christum Deum,
Per l'affetto all' Domo-Dio,
Ut sibi complaceam. Onde faccia a Lui piacer.
71. 71.
In festo B . V . Dolorosae a d matutinum. N e l l a festa della B . V . A d d o l o r a t a a l mattutino.
\
72. 72.
In festo B . V . Dolorosae a d laudes. N e l l a f e s t a della B . V . Addolorata alle laudi.
C o s t a n z a del S a n t o M a r t i r e .
Coelestis A g n i nuptias,
Del connubio celeste desiosa
0 Juliana, dum petis,
L a sua casa Giuliana abbandona,
Domum p a t e r n a m deseris, Cento Yergin le f a n n o corona,
Chorumque ducis Virginum. E m u l a n d o l'eccelsa virtù.
Sponsumque suffixum Cruci Crocefisso contempla lo Sposo,
Xoctes diesque dum gemis, E d i n lagrime t u t t a si scioglie,
Doloris iota cuspide Doloroso uno strale la coglie,
Sponsi refers imaginem. E somiglia al dolente Gesù.
Quin septiformi vulnero I l settemplice affanno rammenta
Fles ad genu Deiparae; Di Maria, e nel pianto s ' i m m e r g e ,
Sed crescit infusa fletu, I l suo cor, che la lagrima asperge,
Flainrnasque tollit charitas. È u n a fiamma crescente di amor.
H i n c morte fessam proxima Quando a Lei v a mancando la vita,
Non usitato te modo I l Signor la consola, oh beata !
Solatur, et n u t r i t Deus, L a nutrica coll'ostia sacrata,
Dapem supernam porrigens. Mercè un nuovo celeste favor. *
Aeterne rerum Conditor, A l l ' e t e r n o Creatore,
Aeterne F i l i par P a t r i , E d al Figlio al P a d r e uguale,
E t par utrique Spiritus, Come al santo primo Amore
Soli tibi sit gloria. Diasi gloria senza fin.
gelo gli rispose: ed ecco che sarai mutolo, e non potrai dar parola fino
( 1 ) L ' A b a t e G u i d o d ' A r e z z o colle p r i m e s i l l a b e dei m e m b r i della
Il giorno, che questo succeda, perchè non hai creduto alle mie parole.
p r i m a strofa di q u e s t ' i n n o stabili i sei t o n i d e l l a m u s i c a . D i p o i il
L u e . 1.
D o n i sostituì il Do all' Ut, e V a n d e r p u t t e n a g g i u n s e il Si.
( 4 ) E a Zaccaria fu aperta la bocca, e fu ripieno di Spirito Santo,
( 2 ) L ' A n g e l o del S i g n o r e disse a Zaccaria : non temere, 0 Zaccaria,
e profetò dicendo: Benedetto il Signore Iddio d'Israele, ecc. L u e . ivi—
la tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Gio-
E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino
vanni. Egli sarà grande nel cospetto del Signore, e convertirà molti dei
saltellò nel suo seno, ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, ed esclamò :
figli d'Israele al Signore Dio loro. L u e . 1.
Benedetta fra le donne, ecc. L u c a ivi.
( 3 ) E Zaccaria disse all'angelo: come comprenderò io tal cosa? Im-
perciocché io sono vecchio, e la mia moglie é avanzata di età. E l'an-
Sit decus Patri, genitaeque Proli, Al P a d r e sia reso decoro in eterno,
E t tibi, compar utriusque Yirtus Al Figlio i n eterno sia gloria ed onor,
Spiritus semper, Deus unus omni Al F l a m i n e santo, che è Amor sempiterno,
Temporis aevo. Uguale onoranza t r i b u t i ogni cor.
83. 83.
In nativitate S. Joannis Baptistae ad matutinum. Nella nascita di S. Giovanni Battista al mattutino.
(Paolo Diacono.) (24 g i u g n o . )
(1) Ora lo slesso Giovanni aveva una veste di peli di cameìo, e una
di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. G i o v . 1.
cintura di cuoio ai fianchi; e suo cibo erano locuste, e mele selvatico (cibo ( 3 ) G e s ù disse ai suoi d i s c e p o l i : in verità vi dico fra i nati di donna
usato in O r i e n t e dai poveri ). Matt. i n . — Non berrà uè vino, ne si-
non venne al mondo chi sia maggiore di Giovanni Battista. Matt. x i .
cera ( b e v a n d a spiritosa). Lue. 1.
( 4 ) Ed accadde in quei giorni che Gesù.... f u bottegaio da Giovanni
( 2 ) S. Giovanni vide Gesù che ventagli incontro, e disse: ecco l'Agnello
nel Giordano. Mar. 1.
84. 84.
In nativitate S, Joannis Baptistae ad laudes. Nella nascita di S. Giovanni Battista alle laudi.
( P a o l o Diacono.) (24 giugno.)
( 1 ) G e s ù Cristo disse: fra i itati da donna Profeta maggiore di Gio- Isaia XL, 3, a l l u d e n d o al Battista, lo c h i a m a voce di chi grida
vanni Battista non v'è. Lue. vili. nel deserto, preparate le vie del Signore, raddri^te nella solitudine 1
( 2 ) Alludesi alla p a r a b o l a della s e m e n z a di cui parte p r o d u s s e il 30^ sentieri del nostro Dio. Ogni valle sarà colmata, e ogni colle sara ab-
p a r t e il 6 0 , e parte il 100 p e r u u o . Matt. XIII. S. G i o v a n n i e b b e u n a bassato e le strade storie diventeranno dirette, e piane le malagevoh.
ghirlanda contesta di c e n t o corone perchè Vergine, Confessore, e
Martire.
85. 85.
In festo SS. Apostoloram Petri et Panli ad vesperas. Nella festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ai vespri.
(29 g i u g n o . )
( S t r o f e d e l l ' i n n o di E l p i d e . )
Si canta il g i o r n o sacro al m a r t i r i o dei S a n t i Apostoli P i e t r o , e P a o l o , e si r i c o r d a n o
le g l o r i e che R o m a h a per essi o t t e n u t e .
In festo S. Cyrilli, et Methodii ad vesperas, Nella festa dei Santi Cirillo e Metodio ai vespri
et ad matutinum. ( i ) e al mattutino.
( L ' I n n o g r a f o della S. C . dei R i t i . ) (5 luglio.)
87. 87.
In festo SS. Cirilli et Methodii ad laudes. Nella festa dei Santi Cirillo e Metodio alle laudi.
(5 luglio.)
( L ' I n n o g r a f o della S, C- dei Riti )
88. 88.
In festo S. Elisabeth vidnae ad vesperas, et ad matut. ( i ) Nella festa di S. Elisabetta vedeva ai vespri, e al mattut.
(S luglio.)
(Urbano Pp. Vili.)
Si loda questa Santa c h e preferi le g l o r i e celesti ai fosti terreni.
89. 89.
In festo S. Elisabeth viduae ad laudes, Nella festa di S. Elisabetta vedova alle laudi.
( S luglio.)
( U r b a i o Pp. VIII.)
90. 90.
In festo S. Mariae Magdalenae poenit. ad vesperas. Nella festa di S. Maria Maddalena penitente ai vespri.
( 2 2 luglio.)
(Cardinale Bellarmiao.)
Si elogia il t r i o n f o della g r a z i a nella Maddalena, e si chiede a Dio il m e d e s i m o .
92. 92.
In festo S. Mariae Magdalenae poenit. ad laudes. Nella festa di S. Maria Maddalena penitente alle lau3i.
(S. Gregorio M.) (22 l u g l i " . )
93. 93.
(1) E il suo volto era luminoso come il sole, e le sue veslimenta bian- t a t o dalla figlia di F a r a o n e . G . C. figlio della S i n a g o g a , f u accolto dalla
che come la neve. M a t t . XVII, 2. gentilità. M o s e fu salvato dalla m o r t e o r d i n a t a da F a r a o n e p e r t u t t i 1
b a m b i n i ebrei. G . C . f u c a m p a t o dalla strage dei b a m b i n i ordinata
( 2 ) E egli forse Dio deisoli Giudei? Non è Egli ancora delle genti?
Ai R o m . I H , 29. da E r o d e . M o s è f u legislatore, m e d i a t o r e , ed i n t e r c e s s o r e pel p o p o l o .
!e
G. C. è n o s t r o legislatore, m e d i a t o r e , ed i n t e r c e d e presso del Padre
( 3 ) fa ( v a l e a d i r e nel seme tuo, e q u e s t o s e m e egli è C r i s t o )
p e r la s a l u t e del m o n d o . - E l i a p e r s e g u i t a t o dalla R e g i n a Iezabella fu
saranno benedette tutte le nasoni della terra. Gen. xir, 3.
figura di C r i s t o p e r s e g u i t a t o dalla S i n a g o g a . Il m e d e s i m o Elia, rapito
( 4 ) I d u e p e r s o n a g g i c h e a p p a r v e r o nella trasfigurazione di G . C .
in cielo sul c a r r o di f u o c o , a d o m b r ò la gloriosa a s c e n s i o n e del S i g n o r e .
f u r o n o M o s e ed Elia. M o s e r a p p r e s e n t a v a la l e g g e , Elia i P r o f e t i , o n d e
( 6 ) Ed ecco dalla nube una voce che disse: Questi è il mio figliuolo di-
colla l o r o a p p a r i z i o n e si volea a d d i m o s t r a r e c o m e e la l e g g e , ed i P r o -
letto nel quale io mi sono compiaciuto. Lui ascoltate. Matt. x v n , 5. L ' E t e r n o
f e t i c o n d u c o n o a C r i s t o , ed in L u i h a n n o il l o r o perfetto c o m p i m e n t o .
P a d r e d i c h i a r ò p u b b l i c a m e n t e G . C . s u o v e r o e r e d e , a cui f u data
( 5 ) Da alcuni il signalores si è i n t e s o p e r figure. E d in verità Mose
p o t e s t à in cielo, ed in terra. A ciò allude la frase: Dio testatore.
ed Elia f u r o n o figure di Cristo. Mose figlio di una d o n n a e b r e a , fu a d o t -
PARTE TERZA. INNI PR0PRII DEI SANTI.
95. 95.
( 1 ) Q u e s t a festività r i c o r d a i sette precipui d o l o r i sofferti dalla Beata o p i n a c h e Maria n o n pianse appiè della C r o c e : io leggo che Ella stava,
V e r g i n e , d u r a n t e la vita del Figlio (dolores Eius venerando recolintus, non leggo che Ella piangeva. Ciò n o n di m e n o B e n e d e t t o X I V , rife-
nella sacra l i t u r g i a ) i quali s o n o indicati n e i sette R e s p o n s o r i i del r e n d o le a u t o r i t à di S. A n t o n i n o , del G e r s o n e , e di altri T e o l o g i , n o n
M a t t u t i n o di q u e s t o g i o r n o . T a l e c o m m e m o r a z i o n e si fa c o n santa d u b i t a di a m m e t t e r e c h e la S a n t a D o n n a abbia p i a n t o , senza p r e g i u -
letizia e p e r le g l o r i e c h e Ella n e o t t e n n e , e pei vantaggi che ne dizio della s u a fede, e della s u a costanza. A n c h e G . C . pianse s o p r a
sono a noi sopravvenuti. G e r u s a l e m m e , e l a g r i m ò p e r la m o r t e del s u o a m i c o Lazzaro.
( 2 ) S. A m b r o g i o , r i p o r t a n d o s i alla parola Stabat di S. Giovanni
97. 97.
In festo septem Dolorimi B. V. ad matutinum. Nella festa dei setti Dolori della B. 7 . al mattutino.
( Ignoto.) (Neila D o m e n i c a I I I di settembre.)
I a m toto subitus vesper eat polo, ( i ) Espero volga tosto al suo tramonto,
E t sol attonitum praecipitet diem, E d attonito il sol corra all'occaso,
Dum saevae recoio ludibrium necis, Mentre rimembro lacrimevol caso :
Divinamque catastrophen. I ludibrii, e la morte del Signor.
Spectatrix aderas supplicio P a r e n s , Mira la Madre l'efferato scempio,
Malis uda, gerens cor a d a m a n t i n u m , II gemit'ode del morente Figlio,
Natus f u n e r e a pendulus in Cruce Mostra E l l a per il duol molle il suo ciglio,
Altos cum gemitus dabat. Ma in petto serra adamantino cor.
98. 98.
In festo septem Dolorum B. V. ad laudes. Nella festa dei sette Dolori della B. V. alle lauii.
( N e l l a Dom. I I I . di s e t t e m b r e . )
( Ignoto.)
Si chiede al S i g n o r e di renderci f r u t t u o s a la m e m o r i a dei dolori di M a r i a , e de,le
p i a g h e di G e s ù .
99. 99.
In festo Sanctorum Angelorum Custodum ad vesperas, Nella festa dei Santi Angeli Custodi ai vespri,
et ad matutinum. e al mattutino.
(2 o t t o b r e . )
( Ignoto.)
Si l o d i D i o per averci dati gli Angeli a difesa della n o s t r a f r a g i l e n a t u r a c o n t r o le
insidie del D e m o n i o .
100. 100.
In festo SS. Angelorum Custodum ad laudes. Nella festa dei Santi Angeli Custodi alle laudi.
(Ignoto.) (2 o t t o b r e . )
101. 101.
In festo S. Teresiae V. ad vesp. et laudes. (2)
Nella festa di S. Teresa ai vespri, ed alle laudi.
( Incerto.) (15 o t t o b r e . )
102. 102.
In festo S. Joannis Kantii in primis vesp, et laudibus. ( i ) Nella festa di S. Giovanni Sanzio al 1.° vesp. ed alle laudi.
(Ignoto.) (20 ottobre.)
104. 104.
In eadem festivitate ad matutinum. Per la medesima festività.
( Ignoto.) (20 ottobre.)
Nazione.
P r o d i g i ! v a n i o p e r a t i dal S a n t o .
( i ) Si allude ad un p r o d i g i o o p e r a t o dal S a n t o .
PARTE TERZA.
106. 106.
In festo S- Arcang. Raphaelis ad vesper. et ad matut. ( i ) Nella festa di S. Raffaele Arcang. ai vesp. e al mattut.
( Incerto.) ( 2 4 ottobre.)
Praestet hoc nobis Deitas beata Secondi i voti d ' o g n i cor sincero
Patris, ac Nati, pariterque sancti Il P a d r e , ed il Figliuol, lo Spirto Santo,
Spiritus, cuius resonat per omnem Delle cui glorie per il mondo intero
Gloria mundum. Risuona il v a n t o .
108. 108.
In festo omnium Sanctorum ad vesp. et ad matutin. Nella festa di ognissanti ai vespri e al mattutino
(Incerto.) (i. novembre.)
Si chiede a Gesù C r i s t o il perdono dei peccati per ! ' intercessione della Beata Ver-
gine. S ' i n v o c a n o anche t u t t i i S a n t i ad ottenerci tal p e r d o n o , e le g l o r i e del
Paradiso.
109. 109.
In fesio omnium Sanctorum ad laudes. Nella festa di ognissanti alle laudi.
(Incerto.) (l. novembre)
110.
110.
In festo Conceptions B. V. ad matutinum. Nella festa della Concezione della B. V. al mattutino.
( 8 dicembre.)
( Incerto.)
S ' i n v o c a la Beata Vergine coi varii nomi,, con cui in s i m b o l e g g i a t a nelle divine Scrit-
t u r e ; e si p r e g a a guidarci nel c a m m i n o d . n o s t r a vita.
111.
111.
In festo Maternitatis B. V. ad matutinum. Nella festa della Maternità della B. V. al mattutino.
( N e l l a D o r a . 11. di o t t o b r e . )
( IgllOtO.)
La Beata V e r g i n e , come Madre del R e d e n t o r e , ci a p r e il cuore alle divine speranze.
I l seno della V e r g i n e
Coelo Redemptor praetulit
Prescelse il Redentore,
Felicis alvum Yirginis,
Quivi, f u t u r a Vittima,
Ubi, futura Yictima,
Assunse per amore
Mortale corpus induit.
L ' u m a n o f r a l e , e resesi
Del mondo il Salvator.
Haec Yirgo nobis edidit Costei amorosissima
Nostrae salutis auspicem, Ci partorì chi spense
Qui nos redemit sanguine, L ' i r a divina, e gli uomini
Poenas crucemque pertulit. Col sangue suo redense,
E d abbracciò con giubilo
La Croce ed il dolor.
Cessin gli ansiosi palpiti
Spes laeta nostro e pectore
Ora che dolce spene
Pellat timores anxios :
Ne arride, e affettuosissima
Haec quippe nostras lacrymas,
Madre le nostre pene,
Precesque defert Filio.
Le preci, colle lagrime
Presenta al suo Figliuol.
Che i voti accoglie facile,
Voces Parentis excipit,
E d i materni accenti:
Votisque Natus a n n u i t :
Sacrino a questa Vergine
H a n c quisque semper diligat,
Il cor tutte le g e n t i ;
Rebusque in arctis invocet.
A Lei conforto chieggano
Strette d'angustie, o duol.
Abbia la santa Triade
Sit T r i n i t a t i gloria
E gloria, e sommo onore,
Quae Matris intactum sinum
Che il gremio della Vergine
Ditavit almo Germine,
Colmò d'almo favore:
Laus sit per omne saeculum.
Spuntò da Lei purissima
I l sospirato Fior.
FINE D E L L A P A R T E TERZA.
FINE DELLA PARTE TERZA.
PARS QUARTA. PARTE QUARTA.
I N N I C O M U N I A I S A N T I .
H Y M N I D E C O M M U N E S A N C T O R U M .
114. 114.
Nelle feste dei Santi Apost. ed Evang. ai vesp. ed alle laudi.
In feetis Sanct. Apost. et Evangelist. ad vesp. et ad laudes.
Si cantano le glorio degli Apostoli, che si pregano ad ottenerci il perdono delle colpe
( Ignoto.)
per essere degni al di finale della eterna beatitudine.
115. 115.
116. 116.
In festis Sanct. Apostolor. ad vesp. et ad matutinum Nelle faste degli Apostoli ed Evangelisti ai vesp. e al mat.
temp. pasoh. nel tempo pasq.
( Ambrosiano.) C o r d o g l i o degli Apostoli per la m o r t i di C r i s t o , e giubilo nel vederlo r i s o r t o .
(1) Per tutla la terra vi è sparso il suono di essi, e le loro parole scitato da morte, ed ecco vi va innan\i nella Galilea, ivi lo
117. 117.
Nelle feste dei Santi Apostoli alle laudi.
In festis Sanctorum Apostolorum ad laudes temp. paschali.
Gaudio degli A p o s t o l i nel m i r a r e il S i g n o r e r i s o r t o colle piaghe che m a n d a n o s p l e n d o r e .
(Ambrosiano.)
118. 118.
In festo unius Martyris ad vesperas et ad matutinum. Nella festa di un Martire ai vespri e al mattutino.
Si lodano le v i r t ù del M a r t i r e , e si domanda a D i o a s u o r i g u a r d o il p e r d o n o delle
( S . G r e g o r i o M.)
colpe.
119. 119.
( i ) Sarete odiati da tutte le nazioni per ausa del mio nome. Matt, x x i v , 9.
tosto i supplici cedettero a Voi. Lib. 2. L e t t . 6 . - ( 3 ) N o n li p o t e t t e r o
( 2 ) S. C i p r i a n o dice ai M a r t i r i : >m (¿deste Voi ai supplici, fiut-
far c a m b i a r e volontà.
121.
121.
Nella festa di più Martiri al mattutino.
In festo plurimcram Martyrum ad matutinum.
Lodasi la f o r t e z z a dei Martiri, e pregasi il S i g n o r e a farci partecipare delle l o r o g l o
( S t r o f e d e l l ' i n n o i i S. A m b r o g i o su i Santi M a r t i r i . )
Sono d a n n a t i ai roghi,
T r a d u n t u r igni Martyres,
E delle fiere al dente,
E t b e s t i a r a m dentibus :
L i strazia amaramente
A r m a t a saevit ungulis
Carnefice crudel.
Tortoris insani manus
P e n d o n scoiati, e f r a n t i ,
N u d a t a pendent viscera,
N e scorre il sangue a rivi,
S a n g u i s sacratus f u n d i t u r ,
Ma forti, e in un giulivi
Sed p e r m a n e n t immobiles
Sperano il premio in Ciel,
Yitae perennis gratia.
Accogli, o Redentore,
Te n u n c , Bedemptor, quaesumus,
Dei servi la p r e g h i e r a :
U t M a r t y r u m consortio
D e i Martiri alla schiera,
J u n g a s precantes servulos
Congiungine lassù.
I n sempiterna saecula.
264 PARTE QUARTA.
122.
In festo phrimorum Martyrum ad laudes.
( S . Gregorio M.)
R e x gloriose M a r t y rum,
Corona confi t e n t i u m ,
Qui respuentes t e r r e a
Perducis ad coelestia.
Aurem benignam p r o t i n u s
I n t e n d e nostris vocibus :
Trophaea sacra p a n g i m u s :
Ignosce quod d e l i q u i m u s
Tu vincis inter Martyres,
Parcisque Confessoribus : ( i )
Tu vince nostra c r i m i n a ,
Largitor i n d u l g e n t i a e .
123.
In festo Confess. Pont, et non Pont, ad vesperas, et ad matut.
( S . Tommaso d ' A q u i n o . )
patrocinio.
124. 124.
In festo Conf. Pont, et non Pont, ad laudes. Nella festa dei Conf. Pont, e non Pont, alle laudi.
( Ignoto.) P r e g a s i il S i g n o r e a farci seguire le o r m e del S a n t o Confessore che s p r e g i a n d o i beni
terreni o t t e n n e i celesti.
( i ) S . P a o l o s c r i v e n d o a T i m o t e o , m , 2, d i c e : fa di mestieri che U Vescovo sia irreprensibile, sobrio, prudente, modesto, pudico, ecc.
E g l i spregiò le gioie
Qui rite m u n d i gaudia
Caduche e passeggiere,
H u i u s caduca respuens,
E conseguì le vere
A e t e r n i t a t i s praemio
F r a gli angeli lassù.
P o t i t u r inter Angelos.
Signor, le sue vestigie,
Huius benignus a n n u e Seguano i servi tuoi,
Nobis sequi v e s t i g i a : I falli ai prieghi suoi
Huius precatu servulis Ne mondi t u a virtù.
Dimitte noxam criminis.
R e n d a s i onore e gloria
Sit, Christe R e x piissimo,
A Cristo R e pietoso,
Tibi, P a t r i q u e gloria,
Al P a d r e suo glorioso,
Cum Spiri tu Paraclito,
Al Paracleto Amor.
I n sempiterna saecula.
125.
125.
In festo Sanctorum Conf. non Pont, ad laudes. Nella festa dei Santi Confessori non Pontefici alle laudi.
Si cantano le v i r t ù de! S a n t o C o n f e s s o r e , e si chiede per Lui il p e r d o n o delle colpe.
(Ambrosiano.)
126. 126.
In festo Sanctarum Virginum ad vesperas. Nella festa delle Sante Vergini ai vespri.
( S. A m b r o g i o . ) P r e g a s i G e s ù C r i s t o , corona delle Vergini, a mantenerci casti.
127. 127.
In festo Sanctarum Virginum, et Martyrum ad matutinum. Nella festa delle Sante Vergini, e Martiri al mattutino.
Si cantano l e glorie delle V e r g i n i e Martiri, e si p r e g a il S i g n o r e ad «sarci r e r esse
(Ignoto.)
misericordia.
( 1 ) Il Diletto.... il quale fra gigli pascola. Cant. de' C a n t . ir, 16. ( 2 ) Questi ( V e r g i n i ) seguono l'Agnello, dovunque vada. Apoc. x i v , 4 .
128. 128.
In fasto Sanctarum Virginum non Martyrum ad matutinum, Nella festa delle Sante Vergini non Martiri al mattutino.
( Ignoto.) Pregasi il S i g n o r e a darci, a riguardo della Vergine, il perdono delle colpe per ren-
d e r g l i un c a u t o di g l o r i a .
129. 129.
In festo Sanctarum nec Virginum nec Martyrum
Nella festa delle Sante ne Vergini nè Martiri
ad vesperas, et ad laudes.
ai vespri ed alle laudi.
( Cardinale A n t o n i a n o S i l v i o . )
L o d a s s i i pregi di una Santa M a t r o n a .
130. 130.
In festo dedicationis Ecclesiae ad vesperas, Nella festa della dedicazione di una Chiesa ai vespri,
et ad matutinum. e al mattutino.
(Ignoto.) Con concetti presi dall'Apocalisse si c a n t a n o i pregi della celeste Gerusalemme, della
quale son figura i n o s t r i templi, ed i fedeli principalmente.
( 1 ) Gerusalemme, che si edifica come una Città. Sai. c x x i . in ordine come sposa che si è abbigliata per il suo sposo. Apoc. x x i , 2 .
( 2 ) G e r u s a l e m m e s ' i n t e r p r e t a : visione di pace. (5) E venne uno dei sette angeli, e mi disse vieni e ti farò vedere la
( 3 ) S . P i e t r o d o p o di aver c h i a m a t o C r i s t o pietra viva, Lett. pri- sposa consorte dell'Agno.... mi fece vedere la Città santa Gerusalemme,
m a , 11, 4, f , dice ai Cristiani : voi pure come pietre vive siete edificati la quale aveva la chiarella di Dio. Apoc. xxi.
sopra di lui: vale a dire pietre c h e h a n n o r i c e v u t a la vita della grazia, ( 6 ) E le dodici porte son dodici perle. A p o c . ivi.
p e r cui o t t e n g o n o la gloria. ( 7 ) E le sue porte non si chiuderanno nel giorno, perchè notte ivi non
( 4 ) Ed io Giovanni vidi la Città santa, la nuova Gerusalemme, messa sarà. A p o c . ivi.
Scalpri salubris ictibus, ( i ) Questa fabbrica celeste
E t tunsione plurima, E di pietre scarpellate,
Fabri polita malleo Ripulite, e martellate ;
Hanc saxa molem construunt, I l Signor le lavorò,
Aptisque iuncta nexibus E d i n alto ben conteste
Locantur i n fastigio. Con mir' ordine locò.
Deeus Parenti debitum R e n d a n t u t t i gloria al Padre,
Sit usquequaque Altissimo, All' Unigeno umanato,
Natoque P a t r i s unico, Al Paraclito beato,
E t inclyto P a r a d i t o , Alla santa T r i n i t à :
Cui laus, potestas, gloria E perduri questa gloria
Aeterna sit per saecula. Quanto dura eternità.
131. 131.
In festo dedicationis Ecclesiae ad laudes. Nella festa della dedicazione di una Chiesa alle laudi.
Si c a n t a n o i gaudii della G e r u s a l e m m e celeste, e si p r e g a il Signore ad accogliere i
( Ignoto.)
sospiri di c o l o r o , che nei nostri T e m p i i lo p r e g a n o .
- *
Sed illa sedes Coelitum Sempre di laudi echeggia
Semper r e s u l t a i laudibus. L ' a l t a magion dei Santi.
D e u m q u e T r i n u m et Unicum A l l ' Uno e Trino scioglie
J u g i canore p r a e d i c a t : Melodiosi canti :
Uli c a n e n t e s i u n g i m u r Lodiamo coi Celesti
A l m a e Sionis aemuli. L ' a u g u s t a Maestà.
H a e c templa, Rex coelestium, Signore, i nostri Templi
I m p l e b e n i g n o lumine : I r r a d i a di splendore,
H u c o r o g a t u » ad veni, Quivi invocato accogli
P l e b i s q u e vota suscipe, I voti di ogni core,
E t n o s t r a corda iugiter L a piova delle grazie
P e r f u n d e coeli g r a t i a . Tu mandane quaggiù.
H i c i m p e t r e n t fidelium I tuoi devoti servi.
Voces, precesque supplicum C h ' i v i ti pregan proni,
Dormís b e a t a e muñera, Esultino di gioia
P a r t i s q u e donis g a u d e a n t : P e i conseguiti doni,
D o ñ e e soluti corpore F i n c h e dal frale sciolti
Sedes b e a t a s impleant. Non seggano lassù.
132. 132.
In festis Beatae Virginis ad vasperas. Nelle feste della Beata Vergine ai vespri.
(Incerto. ) Si s a l u t a Maria con varii titoli, e si chiede il suo patrocinio.
135. 135.
l ' o r a della n o s t r a m o r t e .
Memento, rerum Conditor, Ti rammenta, o Creatore,
Nostri quod olim eorporis, Che f r a noi un dì nascesti,
Sacrata ab alvo Yirginis E da vergin sen prendesti
Nascendo, formam sumpseris. I l sacrato umano fral.
Maria, Mater gratiae, 0 Maria, fonte di grazie,
Dulcis P a r e n s clementiae, Dolce Madre di clemenza,
T u nos ab hoste protege Nostra misera semenza
33t mortis h o r a suscipe. Yeglia, e accogli al dì final.
GV /««. Sii Breviario RouiaitB, ¡9
136.
136.
Antiphonae post Completorium,
Ab A d v e n t u ad P u r i f i c a t i o n e m . Antifone dopo la Compieta.
(11 B. E r m a n . Contr.) D a l l ' A v v e n t o alla P u r i f i c a z i o n e .
137. 137.
A Purific. ad S a b . S a n c t u m .
D a l l a Purificazione -.1 S.'.-ato S a n t o .
Ave R e g i n a coelorum,
A v e Domina A n g e l o r u m : 0 d e l cielo alma Regina,
Salve radix, salve p o r t a . E degli Angeli Signora,
E x qua mundo lux est o r t a . 0 radice, e porta ognora
D o n d e a noi la luce uscì.
L i e t a accogli il pio saluto
Ohe ti diamo in questo di
Gaude, Virgo gloriosa. Godi, o Vergine gloriosa,
Super omnes speciosa, E f r a t u t t e la più bella,
Vale, o valde decora, Salve del Signore Ancella,
E t prò nobis Ckristum exora. Decorata di v i r t ù :
P e r noi prega il Redentore,
L'amatissimo Gesù.
138. 138.
A Sab. S a n c t o a d S a b . pò:-: Pentec. Dal S a b a t o S a n t o a quello d o p o la P e n t e c o s t e .
J^cJTt0 PrÌm
° CredeiUe
' P d m
° Vescovo' e Martire
n a t o V e s c o v o di L e c c e , o v e c o n S. G i u s t o si restituì. Annunziarono
n f f u d
' ^ C
V U a P3trÌa ne,la
T e r r a d ' O t r a n t o , fu istruito nei e n t r a m b i il V a n g e l o in L e c c e , nelle t e r r e s a l e n t i n e , e più oltre an-
f n d e l l a fede, e b a t t e z z a t o d a S. G i u s t o , il q u a l e m e n t r e recavasi cora, e c o r o n a r o n o l'apostolato col martirio a. t e m p i di Nerone.
p e r incarico d. S. P a o l o A p o s t o l o da C o r i n t o a R o m a , fu p r u d e n - S. F o r t u n a t o n i p o t e di S. O r o n z o gli s u c c e d e a l l ' E p i s c o p a t o , e cal-
z i a l m e n t e m e n a t o ai lidi S a l e n t i n i . Vo!le dipoi O r o n z o a c c o m p a g n a r e c a n d o le o r m e dello Zio, lo s e g u ì a n c h e al m a r t i n o .
S. G i u s t o nel n t o r n o c h e f a c e * a C o r i n t o . Ivi d a l l ' A p o s t o l o f u ordi-
140.
In festo Sanct. Orontii, Fortunati, et Iusti ad matut. Nella festa dei Santi Oronzo, Fortunato e Giusto al mat.
( O . Morelli C a n o n i c o della C h i e s a C a t t e d r a l e di L e c c e . ) ( 26 a g o s t o . )
C o n t i n u a il medesimo a r g o m e n t o .
C o n t i n u a l o stesso a r g o m e n t o .
R e n d a n laudi i Salentini
S a l e n t i r e s o n e n t oppida laudibus,
A l primier Padre e Patrono,
E n priinus patriae Pastor, et inclytus
Coi Celesti E i parte il dono
Patronus, Superum m u n e r a dividens.
Delle glorie di lassù,
Cunctos s e r v a t J a p y g a s .
E protegge la J a p i g i a
Coll'eccelsa sua virtù.
N o n più peste, morbi, guerre,
Morbos, b e l l a , famem, fulgura, turbines,
F a m e , t u r b i n i e tempeste,
P e s t e m q u e a populis arcet Orontius,
N o n più folgori funeste
E t t e r r a e patriarci motibus asserit
L a Messapia proverà
S t a n t e m prorsus, et i n t e g r a m .
P e r Oronzo; tremi il suolo,
L a sua p a t r i a salva sta.
A l m o Divo, e gran Patrono, .
S a l e n t i o columen. praesidium, ac decus
0 decoro ed ornamento
Ad coelum liinc facili ut t r a m i t e provehas,
Della terra del Salento,
Commissumque Tibi respicias gregem,
Odi i voti di ogni cor;
Multa T e prece poscimus.
Sul tuo gregge veglia, e al Cielo
L o conduca, o buon Pastor.
A l Signore trino, ed uno,
T r i n u m p r o m e r i t i s N u m e n lionoribus
Sciolgan cielo, e terra un canto,
Tellus, e t superi concelebrent ebori :
E d al Padre, al Figlio, al Santo
Sit P a t r i , ot Genito, sit tibi gloria
Paracleto Amor divin
S a n c t e in saecula Spiritus.
D i a n o gloria, eterno onore,
Benedican senza fin.
m e d e s i m o P a t r o c i n i o ai 19 di g e n n a i o p e r la provata p r o t e z i o n e del
( i ) L a f e s t a del P a t r o c i n i o di q u e s t o S a n t o si celebra ai 20 di feb-
S a n t o n e l t r e m u o t o d e l 1833. S o n o ancora riconoscenti i Leccesi al loro
b i a i o p e r ess.-re s t a t a liberata la Città di L e c c e , e la P r o v i n c i a dai
P a t r o n o p e r a v e r s e m p r e difesa la l o r o Città dal c o n t a g i o pestilenziale.
f u n e s t i effetti del t r e m u o t o n e l 1743. Si fa p u r e c o m m e m o r a z i o n e d e l
\
143.
143.
Nella festa di S. Gaetano f o n d a t o r e dei Chierici Regolari
In festo S. Caietani Congr. Cleric. Regni, fundat. al vespro, e al mattutino.
ad vesperas et ad matutinum. ( i ) (7 agosto.)
( Ignoto.)
S. G a e t a n o P a d r e d e l l a Providenza.
Ove di sciagure t e m i i l p e r i g l i o ,
Quern, t e n e t d a n m i timor imminentis. Ovver t ' a n g o s c i a p o v e r t a t e estrema,
D u r a q u e in rebus miseris egestas, Alla stella T i e n e a r i v o l g i il ciglio,
H i e Thienaei generis beatum A L e i l a spema.
g i d u s honoret.
144. 144.
145. 145.
( i ) Q u e s t o a n t i c h i s s i m o I n n o , lasciato nella sua f o r m a semplice, vespertini. Si c a n t a ancora dal popolo d o p o la visita serotinit al SS. Sa-
146. 146.
N • T p r , e , e s t a m p a t o in V e n e z i a n e l 1527, k S a n t a
( i ) A l l a V e r g i n e e M a r t i r e di Tessalonica S. I r e n e , P a t r o n a mi- Nell'antico Brev.ano Leccese W u n a m a n o , alludendo
è dedicato u n o dei principali T e m p i i della Città, c h e officiavano i quattro candelieri £ £ ^ e ' s c o l p J l ' a r c o ba-
P a d r i T e a t i n i , p e r c u r a d e i q u a l i si c o m i n c i ò a d e r g e r e n e l 1587 ( D E L S T S ^ t H i s. w Si c e l e b r a in L e c c e ai mag-
5
TUFO, stor. dei Teatini) ed ai 14 m a r z o del 1639 fu c o n s e c r a t o da
M o n s . D. F r a n c e s c o S u r g e n t e T e a t i n o , ed A r c i v e s c o v o di Brindisi. g i o di o g n i a n n o . .
147. 147.
Responsorio a S. Gaetano.
Respcnsorium in honorem S. Caietani.
Se brami di conoscere
Si qüaeris beneficia
Che grazie fa Gaetano :
Quae Caietanus depluit :
Morbi, dolori, ed ulcere
Morbos, dolores, ulcera
Cura quell'alma mano.
Miranda curat manus.
Dell'ara i fiori, e l'olio
Araeque flore, et oleo ( i )
Fugano immantinenti
Procellae, mors, et daemones
Procelle, morbi, e demoni,
F u g a n t u r , atque p r i s t i n a e
E sanano le menti.
Menti redit insanus.
Se la iattura affannati,
Si quidpiam amiseris,
0 povertà ti prema,
Yel premeris inopia,
I n L u i confida, invocalo,
Confide, et opem postula,
Appaga la t u a spema.
Nec labor erit v a n u s .
Dell'ara i fiori ecc.
A r a e q u e etc.
Narrino queste glorie
Dicat, et ista celebret
G l ' i n d i g e n i , e gli strani,
Quaecumque g e n s mortalium,
Gl'Iberi, i Franchi, gl'Itali,
Gallus, Hispanus, Italus,
E d i Napoletani.
Dicat Neapolitanus.
Dell'ara i fiori ecc.
A r a e q u e etc.
Gloria al P a d r e ecc.
G-loria P a t r i , et F i l i o etc.
Dell'ara i fiori ecc.
A r a e q u e etc.
( i ) A l l u d e s i ai p r o d i g i i c h e o p e r a il S a n t o coi g e l s o m i n i tenuti
s u o altare, e c o l l ' o l i o della sua l a m p a d a .
FINE.
FINE.
INDICE ALFABETICO D E G L ' I N N I .
!
KJB. — I numeri corrispondono a quelli degl'inni.
10
A e t e r n a coeli glòria
Se ne p e r m e t t e la stampa. Nihil obstat. 115
Aeterna Christi munera
R o m a S . A n d r e a della V a l l e L e c c e dal n o s t r o Palazzo V e s c o v i l e A e t e r n e lucis C o n d i t o r '44
I 0
9 A p r i l e 1887. i.° M a g g i o 1887. Aeterne Rector siderum °
1
Aeterne rerum Conditor
D. VINC. M. BELLI © LUIGI SALVATORE
A e t e r n e R e x altissime "
Comm.o Gle dei Chierici Regolari. Vesc. di Lecce.
44
A d regias A g n i dapes
A l e s diei n u n t i u s
1
A l m a R e d e m p t o r i s Mater >
A l t o ex O l y m p i vertice
A n t r a deserti
. . . . . . . . 140
A n n i reduxit orbita
A solis o r t u s cardine ^
A t h l e t a C h r i s t i nobilis
Audi benigne Conditor • • >
A u d i t T y r a n n u s anxius ^
Aurora coelum purpurat ^
A u r o r a iam spargit p o l u m
A v e m a r i s stella
Ave Oranti ?
Coelestis A g n i n u p t i a s I 4 I
Coelestis A u l a iubilet
Coelestis urbs J e r u s a l e m
Proprietà letteraria.
316 INDICE.