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CORSO

!
DI ESERCIZI SPIRITUAL I

PROPOSTI AL POPOLO

DAL SACERDOTE

D. GIANVINCENZO POSTIGLIONE D ' APUZZO

NAPOLETANO

AMIO
LLEG

EUTG
Les unenes
60 - CHANTILLY

NA POLI
PER MICH E L E MOR
MO RELLI
COL PERMESSO DE SUPERIORI.
Non recedat volumen legis ab ore tuo , fed meditaberis in eo diebus ac
no&tibus ; ut cuſtodias, & facias onnia , que fcripta funt in eo .
Jofue cap. I. V.8.

Purgandus primum animus , atque a temporalium rerum cogitationibus fe


gregandus,ut pura acies cordis ad Deum per gratiam dirigatur .
S. Iſid. Hifpal. lib . 3. de fumma Bon. cap. 33.

Plurimum proficit ad veniam confequendam , fi abjectis humilibus terreniſ


que rebus, tam malis , quam bonis, cæleftia & divina fempiternam
meditemur . Lactant. Firm , de ira Dei cap. 23.
1

4
1 .

1
A $. L. REVERENDISSIMA

D. SALVADORE SPINELLI
DE' PRINCIPI DI FUSCALDO
DELLA BENEDETTINA CASSINESE FAMIGLIA
DEGNISSIMO ALLIEVO

VESCOVO DI CATANZARO ECC.


1

MONSIGNORE

M (I avanzo ad offerire a V. E. Reverendiſs. queſt


Opera di Eſercizj ſpirituali, che a ſoddisfare le
altrui richieſte ho eſtratto alla luce del pubbli.
co ; e gliel offeriſco per aggiungere a' comuni
encomj ancora i miei oſſequj . Ella è una Perfona oltre modo rif
pettabile per gli aviti ereditarj pregi , e molto più per le proprie
doci del ſuo animo grande. Le fa gloria l' eſſer un germoglio ben
degno della pianta altera de' chiari ŠPINELLI , i quali' fin da ſette
traſcorſi ſecoli alla Napoletana Patrizia Nobiltà aggregati, furon mai
a 2 fem
ſempre illuſtri in pace ed in guerra , e rinomati per quelle si eroi
che impreſe , che lor' meritarono i poſti più ſublimi nel Campo ,
nella Reggia , e. nel Tempio , e l' ampia mercede di varj Feudi
ottenuti dagli auguſti Rcgnanti in guiderdone del lor valore . Le
fa gloria il diſcendere da quegl'incomparabili Eroi , i quali ben ſep
per diſtinguerſi col baſtone del comando nelle guerre, con le Tia
re e con le Porpore nel Santuario , con la Toga nel Foro , con i
Principati nel Regno , e nella Criſtiana Repubblica con l'eſercizio
delle più ſcelte virtudi .Le fa gloria l' eller forto dal generoſo fan
gue di più Viceregi, Mareſcialli, Generali, Veſcovi, Arciveſcovi,
Cardinali, Maggiordomi, Grangiuſtizieri, Conteſtabili,Granſeneſcal
chi, Camerlenghi, Protonotarj, Reggenti, Governadori di Roma,
Cavalieri del Toſone , di S. Michele , e di S. Gennaro , Principi
di Cariati, di Scalea , di Oliveto , di S. Giorgio , e di Tarlia , Du
chi di Seminara, di Caſtelluccia , di Aquara , e di Caivano , final
mente Marcheſi di Fuſcaldo, di Buonalbergo, di Cirò , e di Orſo
nuouo , i quali all' antichiſſima. Stirpe degli SPINELLI recaron luſtro
e decoro. Ma ſenza comparazione le aggiugne onor maggiore l'a.
ver Ella conculcate pompe sì faſtoſe findalla fanciullezza per con .
fagrarſi al ſervigio del Santuario e dell'Altare . Riſtretta in fatti
tra' venerabili recinii de' Chioſtri dell'impareggiabil Patriarca S. Be
nedetto, nella guiſa che nel diſerto ſi reſtrinſe ancor pargoletto il
Precurſore, quivi le piacque inceſſantemente attendere ad iinpiega
re i ſuoi rariſlimi talenti alla cognizione del vero , ed all' amore del
fommo. Bene . Quindi fin dalla giovinezza le riuſci imbeverli delle
Filoſofiche e Mattematiche e Teologiche diſcipline , e di quanto
appartiene alla ſagra e profana Iftoria, ed alla più culta e foda let
teratura :: ed ereditato lo ſpirito delPadre , nella guiſa che dal Diſcepo
lo Eliſeo ſi ereditò, il doppio ſpirito di Elia Tesbite , ſempre li e
ammirato , e tuttodi fi ammira in eſſolei un corteggio di belle vir
tù , che ľadornano ; e con ifpecialità le reca fregio immortale 1
innocenza del coſtume , la gentilezza, l'oneſtà , la prudenza,e quel
fincero amore per gli fuoi limili, che oggigiorno è troppo difficile
il ritrovarlo .
Or a cagione di pregi sì nobili e ſovrumani V. E. Reve
rendiſſima è l'oggetto dell'amor comune , e della univerſale vene
razione . Il fuo illuſtre Ordine le addoſso onorevoli cariche, più tem
po con onor foſtenute. Fino il noſtro auguſto Monarca FERDINANDO
IV, cui proſperi ſempre l' Altiſſimo per conſolazione de' ſuoi Val
al
falli, non dubito ,benchè foſse Ella ancor giovinetto, di chiamarlalo
Ponorevotè impiego di pubblico Maeſtro dell' Ecclefiaftica Antichi
tà . E per compimento dell'opera dal Romano felicemente Regnan
te Pontifice Pio VI. al fommo Sacerdozio qual novello Aronne e
faltata , appena giunta all' età virile , ha fpofata la ragguardevole
Chieſa di Catanzaro . Godono intanto del loro eletto Paſtore i for
unati Catanzareſi; ed ammirano ſotto il di lui pacifico governo ac
creſciuto il culto e lo ſplendore al Tempio , fiorente la Criſtiana
diſciplina nel Clero e nel popolo , promoſſi e coltivati da’Miniſtri
del Santuario gli ſtudj delle ſcienze umane, e più della ſcienza de'
Santi . E mentre tutti i buoni fan plauſo a cotanto fuo merito , é
rencomiano , ed il venerano ; mi avanzo io di prefentarle in umił
tributo di off-quio la preſente Opera, qualunque fiali , degli Spiri
tuali Eſercizj , deſideroſo di accoppiare alle comuni acclamazioni an
cora la mia riſpettofa venerazione.
Priego dunque V. E. Reverendiſs. ad accettarla con gradi
mento ; e facendola fua propria , la protegga, e le dia quel luſtro,
che non le ha potuto comunicare l' infufficienza dell'inetto Autore .
E quì offerendomi ad ogni ſuo cenno , con profondo riſpetto le ba
cio le Mani, e mi raſſegno
Di V. E. Reverendiſs.
Napoli 15. Dicembre 1781.

Obbligatiſs. Divotiſs. Umilifs. Servidore vero


Gianyincenzo Poſtiglione d'Apuzzo
Rev. D. D. Franciſcus Confortius inhet Regia Studiorum Univerſitate Profeffor
repideat autographum enunciati Operis; cui fe fubfcribat , ad finem revidendi ante pr .
blicationem , num exemplaria imprimenda concordent ad formam Regalium Ordinum , &
in ſcriptis referat. Datum Neap. die 13. menfis Septembris 1781.
MATTHÆUS JAN . ARCH . CARTH . C.M :

S. R. M.
Sacerdote D.Gianvincenze poſtiglione d'Apuzzo s'è conſigliato di pubbli.
ILcare per le stampe le Orazioni Panegiriche , i Diſcorſi, e gli Eſercizi ſpi
rituali . Egli è Uomo , che ha vantaggioſamente ſtudiato nella ſacra letteratu
ra , e nelle Scienze di pietà , fornito di talento , c arte a diſporre queſti
ragionamenti, e rendergli utili a Fedeli . Leggendogli con attenzione non ho
ritrovato cofa , che a dritti di V.M. s'opponga. Stimo dunque , che posſono
darſi alle ſtampe. Napoli 26. Settembre 1781 .

Addittiſs ., e Devotifs. Vallallo


Franceſco Conforti

Die 29. Menſis O &tobris 1781. Ncap.


Vifo refcripto S.R.M. fub die 13. Decemb. currentis anni ac Relatione Rever.
U.F.D.D. FranciſciConfortii , de Commiſſione Rever. Regii Cappellani Majoris or
dine præfatæ Regalis Majeſtatis
Regalis Camera S. Clare providet , decernit, atque mandat, quod imprimatur cum
inferta forma prefentis fupplicis libelli, ac approbationis di& i Rev. Reviſoris . Verum
non publicetur, niſi per ipfum Reviſorem , fatta iterum reviſone affirmetur , quod com
cordat feryata forma Regalium Ordinum , ac etiam in publicatione fervetur Regia Prag
matica , hoc fuum .
SALOMONIUS . PATRITIUS . VIDIT FISCUS R.C.
Illuftris Marchio Citus Præſ. S. R. C. & cæteri Illuſtres Aularum Præfecti
tempore ſubſcriptionis impediti .
Reg . Carulli Athanaſius .
Adm . Rey. Dom . D. Peliss Cappelli S. Th .Profeſor revideat, & in fcriptis referat.
Die 26. Augufti 1781 .
1. J. EPISCOPUS TROJANENSIS V.G.
JOSEPH ROSSI CAN . DEP .

ECCELL. REVERENDISS.
A
,
in luce il Signor D. Gianvincenzo Poſtiglione d' Apuzzo , Sacerdote Napo
letano , avendo io riveduta , oltre al rinvenirla conforme alla dottrina Cattoli
ca , ed al buon coſtume , vi ho di più ammirato la nobiltà dello ſtile Italiano,
e la fagra erudizione ; anzi quelche fa la principal dote , una preciſiune e
giudizio grande , ch'egli da per tatto adopera ; il che rendere i Autore illu
tre tra gli altri Oratori della Chieſa. Quindi é , che io ſon di parere , che
una tale Raccolta di fagri Componimenti fia ben degna di effer pubblicata in
vantaggio di coloro, che vengono chimati al miniſtero della divina parola ;
ſe pur cosi ftimi l' Éccell. Voltra Reverendiſs . cui bacio divotamente la
mano .
Di V.E.R.
Napoli da Cinesi 29. Agoſto 1781

milifs . Divotifs. Sery .


Felice Cappelle
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INTRODUZIONE
AGLI ESERCIZJ SPIRITUALI

A R G Ο Μ Ε Ν Τ ο

Si efortano i Fedeli a fargli Ejercizj ſpirituali con fincera efficace riſoluzione di


ravvedimento; e quindi at avvalerſi dell' opportuno mezzo di aſcoltare
attentamente le Iſtruzioni , e di riflettere con ſerietà
alle Meditazioni .

Cum quæfieris Dominum Deum tuum , invenies eum ; fi tamen ex toto ,


corde tuo quæfieris. Deuteron. IV. V. 29.
1
Uantunque a' di noſtri fi foſpira . nea Madre , riſoluta di veder guarita
Q no i primi della Chieſa feliciſ-
ſimi ſecoli , ne' quali tutta la
Ja Figlia , preſe il partito di venir nel
la Paleſtina da' confini di Tiro e di
Congregazione de' Fedeli cotidiana- Sidone per implorarne la guarigione
mente ſi affollava nel tempio per a- dal Taumaturgo Redentore : cosi voi
ſcoltare la divina parola , ed affiftere folleciti di liberar le anime voſtre dal
a' fagroſanti miſteri : egli nondimeno la ſchiavitù di Satana , prendete il fag .
è già evidente , dilettiflimi Criſtiani , gio conſiglio di uſcir dallo contrade
che oggi con infolita frcquenza riem- di Babilonia , e portarvi nel tempio
pite a gara queſti divoti recinti , c con.. per impetrare dall'Altiſſimo alla con
dannate per malvagio e reo l'ordina. Tecuzione del giufto bramato fine op .
rio voſtro coſtume di cfſer preffo chę portunamente ajuto e ſoccorſo . Ma sº
ſempre lontani da' Miniſtri " del San- egli è cosi ; perſeverate pure nella ris
tuario , e dalla Caſa di Dio . Or don. Soluzione intrapreſa ; che conſeguirete
de una tal novità ? Se mal non mi la gran ventura della mentovata Ca
avviſo , voi opportunamente avete co- nanca . Alla preſenza del Re della
noſciuto lo ſtato deplorabile dell' ani- gloria non ceſſate di ſclamare , eſpo
ina voſtra , la quale avendo perduto nendo umilmente il voſtro biſogno ; e
la divina grazia , vien peffimamente con le parole della Cananea ognun rie
inalmenala dall' Infernal nimico ; peg . peta : deh celeſte Figliuol di Davide ,
gio che non era berſagliata da' De- abbiate iniſericordia dell' anima mia ,
monj la povera Figliuola della Done che troppo è berſagliata dal Demonio:
na Cananea , nella quale , ſecondo Miſerere mei , Fili David ; anima mea
ſcrive il Dot. S.Girolamo ( W ) , fon rap male a Demonio vexatur . E' vero , che
preſentate le anime de' Fedeli , che fono indegno di ricevere i voſtri fa.
incaute reſtaron preda dell'Inferno : vori , che ragionevolmente ſon riſer:
Ego Filiam Cananee puto animas elle bati per gli voſtri Amici, che non ſe
Credentium , quæ male a Demonio vexan : ne abuſano . Ma voi , Signore , rinfran
tur . Quindi ſiccome la deſolata Cana- cate la mia dcbolczza , onde me ne
A ren

(a) S. Hieron . lib . 2. Cominent: in eap. 15. Matth .


renda degno ; e ne conficgua la vos biſogna far di vantaggio per ottenere il
Itra gloria , e la mia ſalvezza : Domi. ſublimiſfimo intento ? Il dice Geſucri.
ne > adjuva me . E' vero , che il pane ſto medeſimo . Biſogna accoppiar lin
de' Figliuoli buttarfi non debbe a' ca. terno con l'eſterno , il cuore alla lin .
ni . Ma ricordatevi , Signore , che i gua ; e riſolvere di abbominare con
cagnolini ancora partecipano le miche verità la colpa , e praticare con pre
cadute dalla monia de' lor Padroni : mura tutta la divina legge : Nox qui
Catelli edunt de micis , que cadunt de men- dicit , Domine , Domine ; Jed qui fecerit
fa Dominorum ſuorum . Si , in tal guiſa voluntatem Patris nei , hic intrabit in ri.
ſclamate ; e non dubitate punto , che gnum cæloruin . Ed ecco quel che il
otterrete dalla divina clemenza il fa- Signor degli eſerciti proteſto ad Ifrael.
vorevol reſcritta , che ottenne la for- lo colà nel Deuteronomio , che io ſul 1

tunata Cananea : cd aſcolterete riin


principio vi ho citato . Non dubitare ,
bombarvi all'orecchio le fauſte paro- o mio popolo , gli diſſe Iddio ; che
le : Fiat tibi; ficut vis . ſe cercherai il tuo Siggiore , infalli
Notate nondimena , dilcttiflimi Fe- bilmente il troverai ; pur che il cer
deli , che' ad ottenere la ſalute ſpiri- chi con tutto il cuore : Cum queſieris
tuale dell'anima, e l'acquiſto del re- Dominum Deum tuum , invenies eum ; ſi
gno de'cieli , non baſta ricorrere all tamen ex toto corde quo quæſieris. E per 1

Altillimo, e gemendo e fofpirando chie. ciò fate cosi ; e ſarete ſalvi . Cosi fe. 1

dere a lui con le role labbra ajuto e ce la Donna Cananca , la quale ab


picta . Eh ! che fol cotanto non bac borri le fuperſtizioni del Gentilcfimo ,
ta ; ed eſpreſſamente ce ne atlicura l' e fi rendette ſeguace del Redentore ;
Incarnata Sapienza del Padre : Non qui e re riportò clogi e favori . E cosi
dicit Domine , Domine , intrabit in faccia cadaun di voi , abbominando il
regnum calorum . Ahime ! per tal fal- libertinaggio , ed amando la Religio
fa luſinga tante foute l' avete forro ne e la croce ; e ſenza dubbio aſcote
sbagliata . Ogni anno avete fatti gli terà replicarſi : Magna eft Fides tuo ;
Eſercizi ſpirituali; e vale a dire , ogni fiat tibi , ficut vis . Altrimente fe vi lua
anno fiete ricorſi per più giorni al fingate , forſe coinc vi luſingafte ne.
tempio , e defolati avete richieſta al gli ſcorſi anni , che il ſemplice conſa. 1

Padre celeſte la guarigione dell'anima grar pochi giorni agli Efercizj ſpiritua.
roftra . E pur Yanima voſtra è peggio li ſenza riſoluzione efficace di menas 1
di prima tormentata dallo ſpirito di per ſempre una vita veramente Cris
Satana . E perché ? Ributta forfe Id- îtiana , baſti per aſſicurarvi l' eterna
dio il Peccator , che l'offefe , quando vita ; ahiinè ! rimarrcte nella voſtra lu
gli venga umiliaco a chieder indulgen . finga delati , perché cun quæfieris Do.
za e compatimento ? Nulla di queſto ; minum Deum tuum , invenies cum ; fi tainen
anzi egli fi è proteſtato per Zaccberia ex toto corde tus quæfieris .
Profeta di venir nel cuore di chi lo Padre , fento che mi ripigliate , ſiain
brama e dimanda : Convertimini ad me , riſoluti di odiar la vita paſſata malva
& ego convertar . Perchè dunque aveſte gia , e di monar una vita novella tuto
voi la difgrazia di non efler eſauditi ? ta fanta . Cora perció dobbian fare
Appunto perchè a manicra di fimola- per rcalmente conſeguire , quanto ab.
eri ſenza riſoluzione di ammenda , @ biamo riſoluto ? Ma ccco la riſpoſta.
fenza umiliazione di ſpirito , interve- Dovete con fervore attendere agli E
niſte agli Efercizj fpirituali con la ſo- ſercizj {pirituali : e ficcome in eili vi
k prcienza , c fupplicafte con la fala fi (piega la divina legge con le litru
locca . E cotanto non baſta a ſalvar l' zioni, e vi fi paleſa il voftro mal oprare
aniina : Non qui dicit , Domine , Domine , con le Mcditazioni; cosi dovete atten
intrabit in regnum calorum . Cofa dunquo tamente aſcoltar le prime, e ſerianen
te

.
3
te rifettere alle ſeconde per apparare tutti i giorni di fua vita : Poflqua ni Jeo
le coſe della Religione , per evitare lo derit in folio regni fui , defcribet fibi Deta
trasgreſſioni della legge, e per tcmere teronomium legis hujus in volumine , & hono
cd amare l' Alciſiimo . Eſponiamo per- bebit ſecum , legetque omnibus diebus vitæ
ciò l'uno e l'altro con brevità . fue . Non ſembra ſtrana una tal legge?
E quanto al primo ; egli è affoluta- Certamente che si . In fatti coloro ,
mente opportuno , che intervenghiate che dal popolo eletto venivano allunti
alle Iſtruzioni , con le quali vi ſi fan a regnare , non eran certamente Sog
ſapere le voſtre obbligazioni nel crede- getti ignoranti, ma dotti , e più pra
Te c nell' operare ; eſpecialmente tici delle leggi Ebraiche . E quando
quando con cfle vi li ſpiega ciò , che anche ſi foſſe eſaltato al trono alcun
appartiene alla Penitenza ſagramentale; della plebe indotta ; fenza dubbio fa .
ſomminiſtrandoviſi in efle la vera ma- rebbero baſtati alquanti giorni , o al
niera di conſeguire la giuſtificazione . più pochi meſi per imparare intera la
Molti pretendon eſentarſenc col prete legge . Che neceflita dunque vi era ,
fto di avere ſtudiato , di effer dotti che il novello Monarca la leggeffe in
e di non ignorare i loro doveri . Ma tutti i giorni di fua vita ? Ma queſto è
s'ingannano afrai ; perché non giungon il fatto , che il Regnante di Ifraello
mai a ſaper tutto . Il Pontefice S. Lio non ſolamente ſaper debbe , ma anco
no (a) , che per la dottrina fu un lume ra oſſervare a tutto rigore la legge del
raggiantiflimo della Chieſa , fi pro- Signore ; e per eſattamente adempirla
teſto , che per quanto ſtancavaſi a ſtu- non baſta la Templice ſcienza di ela ,
diar le coſe della Religione , fem- ed è ncceffarro di vantaggio il movi
pre li accorgea di rimanergli che ap mento del cuore , che ľami : e fic .
prendere : Nemo ad cognitionem veritatis come tal movimento vien cagionato dal
magis propinquat , quam qui intelligit , in continuo ricordo de divini comandi :
rebus divinis, etſi multum proficiat ſem cosi Iddio gli preſcrive , che eſattamcn
per fibi fuperefle ,quod quærat . Chi dun te traſcrivali in picciol volume , e leg
que può vantarſi di ſaper tutto ; quando ga il libro de' precetti cotidianamente fie
non può prefumere di ſaper tanto , che no alla morte : Legetque, la ſpicgazione
cguagli la ſcienza eminente di un S. è efpreffa nel fagro Tefto , legetque omni
Lionc ? Ma via ; vi ſi accordi , che ta. bus diebus vitæ fuæ , ut difcat timere Do
luni poſlan giungere a ſaper tutto lo minum Deum Júcom , & cuſtodire verba, but
fcibile , appartenente alla Religione cæremonias ejus , quæ in lege præcepta ſunt.
Che per queſto ? Ancor coſtoro affifter Ed eccoci al caſo noftro . Voi avete
debbono a' Catechiſmi , ſc non per riſoluto di coſtantemente batterc il fen
apparare la ſcienza , almen per carpir- tiero de' celeſti comandamcnti ; viam
ne la ſapienza; e vale a dire , ſe non mandatorum : non è così ? Ma per riu.
per ſapere le loro obbligazioni , che ſcirvi non è ſufficiente il folo ſaper
fuppongono non ignorare , almeno per la ſtrada . E ' neceffario in oltre , che
adempire a' lor doveri , che traſcura abbiate coraggio per correrla . E tal
no ad occhiaperti di praticare · Sen: coraggio appunto š’ infonde con aſti
tite . Nel libro del Deuteronomio 1. duamente additarvifi da' Miniſtri del
Altiſſimo prcſcrive , che colui , il qua.
le vien elctto Re d'Ifraello , prima di
Vangelo. Dovete dunque attentamen
te aſcoltare le Iſtruzioni , nelle quali
aſcendere al foglio , di proprio pugno vi ſi ricordano le voſtre obbligazioni;
li traſcriva il libro della leggc , c ne perchè ſiccome ne avete contezza, co
porti feco tal copia per leggerla in si vi ſpingiate ad adempirle . Altrimen
A 2 te

(a) . S. Leo Jerm . de Nat..


te-incorrerete la taccia di coloro , de' fi ſvelano i ſuoi misfatti , e ad un tem
quali favellando l' Appoftolo S. Paolo po fteſſo gli ſi dimoſtrano le ſue follie,
afleriſce , che volendo comparir [a- ed il ſuo infcliciffimo ſtato , onde co
pienti , fi dimoſtravano ſtolti Dicen- noſca la ſua diſgrazia , fi ſcuota , e iin
tes ſe elle fapientes , ſtulti fa&ti funt . prenda col divino ajuto a ſottrarſene :
Anzi ſomiglierete i Fariſei i quali E notate , che ad ottenere il graviſſi
apppunto perchè Capcan benc la legge, mo intento , non baſta il meditar di
e non la praticavan punto , furon chia- paſſaggio . Sovente i Peccatori al pari
maui dal Redentere nulla meno che degli ſtolti han qualche intervallo , in
ciechi : Sinite illos ; cæci funt. cui conoſcono la verità . Ma tal co
Ma tanto più rifletter dovcte con ſe- gnizione paſſaggicra non ha vigore di
sietà alle Meditazioni. Ed eccomi al fargliela adottare . Egli è necellario
fecondo argomento , dilectiffimi Criſtia- che s' imprima nello ſpirito la verità
ni . Non v ha dubbio , che colui , con ſericrifleſſioni per fare it gran col
che pecca , inciampa nel maggiore di po : Apriam le Scritture per maggior
tutti i mali ; e che colui, che vive in chiarezza . Ecco Davide nella valle di
peccato , è in pericolo evidente di ſem- Terebinto. Egli medita di ammazzare un
piterna infelicità . Ma intanto il Pecca- Gigantc. E che fa per ottenere il trion
tore non bada mica nè al male , che fo ? Guardate . Prende un di quei ſalli ,
ha commeſſo ; nė al pericolo , a cui è che traſcelſe alla riva del Giordane ;
eſporto . E perché ? Ah ! perchè la col- il colloca nella frombola , che ha in
pa medefina gli ſpande ſugli occhi dettra; e poi il gira , e raggira più vola
della ragione una fataliſſima nebbia > te ; e finalmente lo ſcaglia , e si felice
onde non ben diftingua la ſua deplora gli rieſce il colpo , che atterra Golia :
bile ſventura ; e gl' incantena in guiſa Tulis lapidem , & funda jecit ,& circum
lo ſpirito , che non ha più vigore di duxit , & infixus eft lapis in fronte ejus .
muoverſi a ſeconda della virtù . Quin- Oh bel trionfo ! Ma ecco la maniera
di è , che un Uomo , che una volta ha opportuna per atterrare l'Infernal Go
peccato , ſempre avanza e moltiplica le lia . Voi prctendete di fiaccargli il ca
Jue fcelleraggini . Siccome un falſo , po , e lottrarvi dal ſuo duriſimo gio
che vien gittato da un monte , non go . Ma ad ottenere la ſoſpirata vitto
fermali giammai; e ſempre brontolan- ria biſogna imitare il Paltorello ac
do paffa
di cimna in cima, di pendice in corto di Efraca . Non baſta prendere
pendice , di falda in falda , fino che il fallo del penſier ſanto , non baſta
giunga alla più profonda oſcura valle : allogarlo nella frombola della mente ;
cosi il Peccatore caduto in un peccato , ma biſogna ulteriormente girarlo e rag.
fempre precipita di male in peggio , di girarlo per l'intendimento , onde s'
vizio in vizio , di ecceſſo in ecceſso , imprima nello ſpirito . Vedeſte mai il
fino che termini nelle tenebre della bel gioco , che fa un fallolino butta
morte , c pionbi nelle fiamme perpe- to in chiaro fonte ? Appena egli vi
tue dell'inferno . Ilperché a ciò allu- cade , e ſubito forma nell'acqua un
dondo Davidde , canto ſulla ſua cetra : largo cerchio ; e non cosi poi queſto
Arylus aby jum invocat . Or qual è il fi forma, che nel tempo ſteiro nc for
mezzo efficace per diſlipare la nebbia gono altri cento , in gulia a lui riſtiet
fatale , one la colpa accieca gli oc- ci ed uniti , che funbrano rappreſen.
chi dell' anima; e per iſpezzare le for- tare un curioſo labirinto . Cotanto far
tiilime catene , onde la colpa ſtretta- debbe il penûer lanto . Sorprendendo
mente lega lo ſpirito ? Appunto il ri. ľ anima, delincar quafi deube un cer .
flettere con ferietà alle Meditazioni : chio , che la cncondi ; e poi aprirſi in
imperciocchè con clie ſi preſentano tanti tra lor perduti cerchi, da quan
le malliae etcrac al Peccatore , gli ti può rimanere l'anuna iltelfa impri
gio
$
gionata e chiula . In tal guiſa il pen- d' impiegar la deſtra della voſtra infi
liero farà il ſuo colpo . L'anima ri- nita Milcricordia ? Certamente trava
marrà illuminata , e l'Inferno abbattuto. glieremo in vano , in vano ci ftudiere
E perciò io conchiudo così : il riflet- mo di piacervi , e di ſalvarci . Deh
terc con ſerietà alle Meditazioni è ap- perciò volgete a noi meſchini gli oc
punto il raggirare per la mente il pen- chi voſtri propiz; ; e la virtù voftra
ficr falutare : fc dunque finceramente comunicandoci , proſeguite , e perfe
voletc forger dalla colpa , e gittarvi zionate l'opera della noſtra ſantifica
in ſeno del voſtro buon Padre Iddio , zione , che voi ſteſſo avete incomin
con ſerietà rifletter dovete alle fante ciata . E ' vero , che con le noſtre col
Meditazioni. pe ci ſiano renduti indegni del voſtro
Deh percið , dilettiffimi Criſtiani ccleſte ajuto . Ma voi avete promeſſo
non perdete opportunita si bella di di accogliere ogni Peccatore ,che ven
vantaggiare l'anima voſtra , cd acqui- ga umiliato e confuſo a shiedervi pie
ſtarle la vita ſempiterna . Venite alla tà , indulgenza, e perdono : Eum , qui
Chieſa con ferma riſoluzione di divc- venit ad me , non ejiciam foras . Deh per
nir giuſti e ſanti ; c quinci sforzatevi ciò uſateci clemenza , o Padre celeſte;
di aſcoltare attentamente le Iſtruzioni, c mentre compunti e contriti vi cer
e di rifletter con ſcrietà ale Medita- chiamo ſcuſa e compatimento delle
zioni . E non dubitate , che l' Altilli- noſtre follie ; voi intanto accoglieteci ,
mo concorrerà all'opcra voſtra con la compatiteci , perdonateci , e diſponete
divina ſua grazia ; ed a cadaun di voi in guiſa il noſtro cuore , che in avvc
farà indirizzato ciò , che fu detto alla nire odj il pcecato , e fol voi ami , fot.
Donna Capanea : Magna eſt Fides tua ; voi chiegga , ſol voi ſoſpiri . Ah ! ſe
fiat tibi , ficut vis . E fi avvererà la di- fummo ſtolti per lo innanzi , ſperiamo
vina promeſſa , fatta nel Deuterono- di non cffcr tali in appreffo . E perciò
mio dall' iſtefla infallibilc Verità : Cum ajutateci, ſoſteneteci, avvalorateci; on
quaferis Dominum Deum tuum , invenies de con profitto attendiamo agli Eferci.
eum ;fi tamen ex toto corde tuo quæfieris. zj ſpirituali , ed in queſta terra fiam
Ma cura mai conſeguirem noi , alto ſempre voſtri ſervi , e poi voſtri fede
Signore , ſe alla grand'opera , che vo- liflimi amici per tutti i ſecoli de' le
gliamo intraprendere , non vi dognato coli in paradiſo .Ameu .

PRI:
1

PRIMO GIORNO
ISTRUZIONE

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

Η R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο

Coſa fa il Sagramento della Penitenza ; chi l'abbia iſtituito ; quando , e per qrial fine fill
ſtato iſtituito ; e quali ſiano i ſuoi effetti .

Ainabilillimo Salvator delle gen Che voglio , riſpoſe egli allora , che
L' vagli
ti Geſucriſto , fofferti già i tra
della ſua predicazione , in
voglio , che mi facciate ? Ah ! Signore ,
c non oſſervate , che io ſon cieco ? Ah !
dcò alla fine di trasferirſi in Geruſa vi priego ad aprirmi gli occhi, perchè
lemme , che fra poco eſler dovea il vegga : Domine, ut videam . E quafi non
ſanguinoſo teatro dell'acerbiſlima ſua fini di parlare , quando fu dal Redento 1
paflione e mortc . Si accinſe dunque al re eſortato a riflettere alla ſua fede , che
viaggio , come ne racconta il Vangc lo avea Calvato : rejoice , fides tua te fal
liſta S. Luca (a) ; e ſeguito da mol vum fecit. Ed immantinente ricupero la
to popolo , attraversò per la rinoma vifta , e ſi poſe a ſeguire la Sapienza in
tiſlima città di Gerico . Ma quì fu , carnata , magnificando la potenza di
gentiliflimi Uditori , che un Cicco Dio : Et confeftim vidit , & fequebatur
miſerabile , il quale nella pubblica illum , magnificans Deum . Prodigio Itu
via mendicava , informatoſi della ca pendo ! Ma io ſpero di rinovellarlo in
gione del gran calpeſtio e rumore , voi nel corſo degli Eſercizi ſpirituali ,
che udiva ; e ſaputo , che per quel che oggi incominciano , Ben io ſo
luogo paſſava il Meflia ; ſubito di fi che voiconoſcendovi ciechi, impoten
ducia ripieno , ad alta voce gridò : Ge ti a vedere lo ſtato dell'anima voſtra ,
sù figliuolo di Davide , abbiate pietà ſiete in queſto tempio concorſi , tratti
di me, Jefu fili David , miferere mei . dallo Spirito Santo , ed alto gridate a
Lo ſgridarono , è vero , le turbe info me indegno Miniſtro di Gelucriſto :
lenti , che precedevano Geſucriſto , per fate , chc vcggiaino , E ſo ancora , che
che tacellc : Increpabait euin ,uttaceret. voi perſuaſi a taccre dalla turba de' vo
Ma egli anzichè aſcoltarle , vie più ſtri nimici viſibili , ed inviſibili , vie
rinforzò la ſua voce a ripetere le pa più perfiftete nella fervoroſa preghiera :
rolc iſteſſe ; e fin à tanto [ clamò , che fate , o Padre , che veggiamo . Onde
la fervoroſa preghicra giunſe alla fine è , che io voglio aprirvi gli occhi dell '
agli orecchi del Nazareno . Oh fortu anima, gentiliſlimi Uditori, e non con
náto ! Il fece condurre alla ſua preſen altro mezzo , ſe non col favellarvi dell'
za il benigniſſimo Signorc ; e coſa , gli ineffabile Sagramento della Penitenza .
diſſe , coſa mai pretendete , che io ope Incominciamo perciò l'opera in nome
ri a favor voftro : Quid tibi vis faciam ? dell' auguſtiflima Trinità , Padre , Fi
gliuo

( a) S. Luc. cap. 18 .
7
gliuolo , e Spirito Santo .tre Perſone, ftitul tal Sagramento ? In tempo di ſua
er un ſolo Iddio ; in nome della fan vita incominciò , e poi dopo la ſua
ti Tima noſtra Signora c Madre Maria rilirezione terminó d'iſtituirlo . In
Vergine ; in nome dell’Angiolo noftro coninciò in tempo di ſua vita ad i.
Cifto.lc . e di tutti i Santi Avvocati ftit sirlo , ( o ) quando in Cefirca di
noſtri e Protettori , che rcgnano con Filippi all'Appoitolo S. Pietro , il qua
Criſto in cielo : perché ſon io ficuro , le confeirato l'avva Figliuolo di Dio
che ſi dirà di ciaſcheduno , ciocchè ſi vivcnte , pro.niſo le chiavi del regno
diſle nel Vangelo del Cieco di Geri dc'cieli ; perchè apriine e ſerraine
co : Et confeftim vidit, & fequebatur il poteffe a fuo beneplacito le porte :
luw , magnificans Deum . T :bi dabo claves regni cælorum : quod
fer procedere con ordine in argo cumque ligaveris ſuper terram erit liga
>

mento intrigatiſſimo , e troppo poco tum in cælis ; & quodcumque folve


intero da' Criſtiani , incominciamo dal ris ſuper terram erit ſolutum & in
cardine , gentiliſſini Uditori , e prima culis . Ed anche quando promiſe a
ſpieghiamo coſa ſignifichi Penitenza . tutti gli Appoftoli e Diſcepoli queſto
Il nome duncue di Penitenza può pren privilegio iſteſlo , che prima avca a
derſi in tre fenft . In priino luogo può S. Pietro proneſlo , dicendo loro , cioc .
fignificare un rammarico interno , cioè chè leggefi in S. Matteo ( C ) Amen
un interior dolore di aver commeſla dico vobis , quæcumque alligaveritis fu
qualche colpa , includente un propo per terram , erunt ligata & in cælo ;
nimento fermo di non inciamparvi più & quodcumque folveritis fuper terram , e
mai . In ſecondo luogo può fignificare runt ſoluta Eps in cælo . E terminò poi
una eſtera mortificazione , che abbrac d'iſtituirlo dopo la ſua riſurrezione ,
cia cioè difcipline , cilicci , digiuni , quando vicino al inonte degli Ulivi ,
aſtinenze , ed altre macerazioni . In poco prima di afcendere da queſto
terzo luogo può fignificare un ' aſſolu Mondo alla deſtra di Dio Padre , fof
zione dell' Uomo da Juoi peccati . Nel pri fiò ſul volto de' ſuoi Diſcepoli, come
mo e fecondo ſenſo la Penitenza è narra il Vangeliſta S. Giovanni (d) , e
parte della Confeffione ſagramentalc : diſſe loro ; ricevete lo Spirito-Santo ,
e noi dovrem diſcorrerne nella quar perché ſieno rimeſli i peccati di colo
ro , a' quali gli abbiate rimeſli ; c fie
fenſo e l'iſteſſa Confeffione fagramen no ritenuti i peccati di coloro , a ' qua
tale , di cui ho inconinciato queſt' og. li gli abbiateritenuti : Accipite Spiri
gi a favellarvi . tum Sanctum , quorum remiferitis peccata ,
Dunque , Padre , la Penitenza preſa remittuntur eis ; & quorum retinueritis ,
in queſt' ultiino ſenso è un vero Sa retenta ſunt . Io ſo benc , che vi ſono
gramento ? Sicuramente , Uditori ; cd nel Mondo ... che dico nel Mon
è un Sagramento iſtituito dal noſtro do ! ... nel Criſtianeſimo ... che
Salvatore Geſucriſto : Si quis , è cano dico nel Criſtianeſimo ! ... nel Cat
ne del fagro Concilio di Trento , ( a ) tolichefimo alcuni Uomini miſcredon
fi quis dixerit, in Catholica Ecclefia pe ti , i quali poco , o nulla credono al
nitentiam non elje vere e proprie Sacra Sagramento della Penitenza . Ma io
mer: tum pro Fidelibus , quoties poſt baptif ftimerei di operar malamente , ſe qui
mnum in peccata labuntur , ipfi Deo recort mi tratteneffi a confondergli . Oltre
oilicidis a Chrifto Domino inſtitutum
> all'uſcire dal mio impiego , che fol
aflathema fit. Ma quando Geſucriſto i coſtringeii ad inſegnare lc verità del
ta

Conc. Trid. Sell. 14. can . 1. (c) Id. cap. 18 .


fb ) S. Matth. cap . 1o . . .
( d ) s. yohan. cap. 20.
la Religione ; crederci di far ' torto a dopo il Battefino; così vi ſono due
voi , .Uditori , che ſiete illuminati co tavole per campargli da tal naufragio ;
tanto e pictoſi. Voglio perciò abban cioè la prima tavola è il Batteſimo ,
donare più coſto queſti ribaldi in ma che rimette la colpa originale , ed altre i
no del lor conſiglio ad effer dilace comme le prima di eſſo ; e la ſeconda
rati nell'anima dal rimorſo della co tavola è la Penitenza , che rimette i
fcienza ; e rinfacciare ad efli folamen peccati attuali, commeſli dopo il Batte
to , che il ſentimento loro ſi oppone fimo . Onde é , che il ſagro Concilio
all'univerſale conſenſo de ' SS. Padri di Trento conchiude con qucſto cano 1

della Chieſa , come teſtifica il Sagro ne (b ) : Si quis jucramenta confundens...


Concilio di Trento ( a ) , il quale al dixerit , penitentiam ilon rette ſecuridam
le ſopraccitate parole di S. Giovan poft naufragium tabulam appellari , ana
ni così loggiunge : Quo tam infigni thema fit .
fačto , & verbis tam perſpicuis , fotefta Ma , Padre , prima che Geſucriſto
tem remittendi , & retinendi peccata ad re iſtituiſse il Sagramento della Peniten
conciliandos Fideles, poft baptiſmum lapfos, za , non vi era ancora la remillionc
Apoftolis & eorum legitimis fuccefforibus de' peccati ? Vi era ſenza dubbio , U.
fuiſse comunicatam , univerſorum Patrum ditori . Ma pure a tempi della Sinago
confenfus femper intellexit . E intanto par ga erano perdonati i peccati anche per
ſo innanzi a ſpiegare il fine di Gelu virtù della penitenza interiore , onde
criſto . come dice l' Angelico cd il Concilio
Per qual fine dunquc iſtituì il Re di Trento (c ) , i Peccatori ſi converti
dentore il Sagrainento della Penitenza ? vano di tutto cuore a Dio , odiando
Per rimettere agli Uomini battezzati implacabilmente le colpe , e proponen
le loro iniquità , e per reſtituire loro do efficacemente di non più commet
la grazia perduta . E perciò la Penitenza terle , e di ſoddisfare per cfTc . Io non
ſi chiama da ' Teologi, come il Batte niego , che queſto interior pentinente
fimo , Sagramento ile ' morti; perchè tan. anche ſia adeilo ncceffario inſieme
to il Batteſimo , quanto la Penitenza con la Confeflione delle colpe ; perché
ſi conferiſcono ancora a quelli , che come dice il gran P. S. Agoſtino e l'
fon morti alla vita della grazia . Ed Angelico Dottor S. Tommaſo (d) , la
anche la Penitenza diceſi da' Teologi Penitenza ſagramentale dipende cosi
Sagramento neceſſario alla ſalute eter da queſto dolore interno , che ella ſen
na neceſitate medii ; perchè neſſun za queſto rimane priva del ſuo princi
Peccatore può mai ſalvarſi , ſe non per pale effetto , che è di rimettere i pec
mezzo di queſto Sagramento , o rice, cari . Dilli con la Confellione delle col
vuto realmente ed in effetto , o alme pe , alineno in voto ; perchè dopo la
no in caſo di neceſſità ricevuto in vo istituzione di Criſto non ſarebbe ve
to , come diremo a ſuo luogo nella ro dolore quello , che affatto eſcluder
quarta e feſta Iſtruzione · Ma io ho ſe la Confeffione , non deteſtando il
detto , che la Penitenza è ſtata da Cri diſubbidire a Geſucriſto , il quale ha i
ſto iſtituita per rimettere i pecccati ftituito di giuſtificarſi il Peccatore con
de' Battezzati ; perché dovete voi ſa la Confeffione ſagramentale . Con tut
perc , che ſiccome gli Uomini poſlo to ciò i Criſtiani non ſi debbono di .
no naufragare nel peccato e prima e re per qucſto d' infcrior condizione
de'

(a) Conc. Trident. Jell: 14. cap.I. Conc. Trident. fell. 14. cap. 1:
b) Conc. Trident. Jell. 14. çan . 2 : (d) P.S. Aug.de ver. So falf.pen.
s. Thom. 4. qu. 4. art. 7 . cap. 13. & S. Thom . q . 84. cap. 8.
de' medefimi Ebrei; e ciò per quattro anche il ſacro Concilio di Trento .
ragioni , che qui brievemente vi pro- Ma , Padre , benché fram noi più
pongo , non volendomi trattenere a fortunati degli Ebrei , pure fpcrimen
lungo in queſte coſe , delle quali più to- tiamo , che ſia un gran peſo it dovet
ſto appartengono a' Teologi glieſami. paleſare ad un Sacerdote il noſtro ret
1. Gli Ebrei fi giuſtificavano ſolamente to . . . Ma piano , Uditori ; che trop

con la contrizione perfetta , la quale do- po y'ingannate . Facciamone percio
vea eſſere si acccia e veemente , che tra noi confidentemente lo ſcandaglio .
eguagliaffe l' enormità e moltitudine Ditemi ; ſe un reo convinto di enor
de' loro peccati: e i Criſtiaci poffono mc delitto di oinicidio , in vece di cr
giuſtificarſi ancora con la contrizione ſer condannato dal luo Giudice ad ue
imperfetta unita al Sagramento , come patibolo , come fi meriterebbe , foſſe
diremo nella quarta Iſtruzione ; e ba- da lui ſolamente obbligato a raccon
{ ta , che tal contrizione imperfetta ſia tare il ſuo graviffimo fallo ad un Uo
di cuore e ſincera . 2. Gli Ebrei , fic- mo da bene , il quale il doveſſe tenc
come leggeli in più luoghi del Levi- re ſotto inviolabil ſegreto ; potrebbe
tico ( a) , doveano per gli loro peccati ragionevolmente avere il Giudice per
offerire a Dio pubblicamente gli aſſe. auftcro ? Certamente che no . Avanti :
gnati ſagrifici , e compire le itabilite Se un infeliciffimo mendico , il quale
difficiliſime penitenze; e poi fi giufti periſſe per la fame , per divenire un
gran Principe doveſle ſolamente con
ficavano : ed i Criſtiani fol ſi giuſtifi-
cano col dolore interno e la Confef- rigoroſa ſegretezza narrare ad un Uo
fione delle colpe ; di maniera che le mo da bene la ſua povertà , ſtimereb:
mortificazioni, che fanno efli dopo la be penoſo il farlo ? Certamente che
Confeffione , valgono a rimetter " loro no : Avanti . Se una donna foſſe pata
la pena delle colpe , che divenuta tem- nel viſo deforme ; e fapelle , che per
porale per l'aſſoluzione , dovrebbeſi liberarſi da tale diſgrazia , e divenire
pagare col fuoco del Purgatorio . 3 . bella e leggiadra doveſſe ſolamente
Gli Ebrci per la difficoltà della peni- raccontare di naſcoſto ad un amico la
tenza rariffime volte fi giuſtificavano ; ſua bruttezza ; avrebbe fatica a far tan
e quaſi non eran mai ficuri dell' avuto to poco ? Certamente che no . Ma s'e
perdono: ed i Criſtiani facendo ciò , gli è così ; volgiamo al noſtro propo
che poſſono da parte loro , ſempre con lito il diſcorſo . Che fa l' Uomo bat:
giuſtificati col Sagramento della Peni- tezzato peccando ? Primieramente , di
tenza ; e di più ſono moralmente ficu. ce Tertulliano , egli poſpone al De
ri della loro giuſtificazione . 4. final- monio lo ſteſſo Dio . Ha ſperimenta
mcnte ſe gli Ebrei dopo il pentimen- to , dice egli , ha ſperimentato il cuor
to ricevean la grazia di Dio ; i Cri. mio il giogo di Lucifero , mentre io
ftiani nel Sagramento della Peniten- gemea nel peccato originale ; ed ha
za ricevono anche la grazia , ma oltre ſperimentato ilgiogo di Dio , ricevuta
modo più grande e più vigoroſa , di- la grazia del batteſimo : e ſi contenta
cendo l'Appoſtolo S. Paolo : Ubi a- meglio di ſervire il Demonio , che
bundavit delictum , fuperabundavit & gra- Dio . Che delitto enorme ! Seconda
tia : Cosi inſegnano concordemente tut- riamente l' Uomo peccando , perde il
ti i Santi Padri della Chieſa , e ſpe. più bel teſoro , che poſſa ritrovarſi ,
cialmente ( b ) il gran P. S. Agoſti. perdendo la grazia ; e diviene il più
no , l'Arciveſcovo S. Ambrogio , ed miſerabile , che polla giammai imma.
B gi.
Levit. cap. 4. 5. 6. broſ. ferm . 1. de quadrag. Catech. Conc . felli
.
(6 ) S.P. Aug. jerm . 351. S. Am 36 .
1
1
ginarſi . Che orrenda povertà! Final- ( a ) E perchè ogni peccato importa
mente l' Uomo peccando , ſi rende al due mall , cioè male di colpa , che
pari del Demonio vile e deforme , conſiſte nell'offeſa di Dio ; e male di
perdendo la ſpirituale bellezza incom- pena , che conſiſte nell' eterno merita
parabile della giuſtizia e della ſantità. to fupplicio : perciò che fa l'aſſoluzio
Che infame bruttezza ! E pure che fa ne fagramcntale ? Rimette il male
Geſucriſto , che è il giudice del Pec- di colpa , cioè l'offeſa di Dio ; e cam
catore ? E ' pronto a perdonare l'Uo- bia il male di pena , cioè il fupplicio
mo , e rimettergli il ſuo graviſſimo de. eterno in ſupplicio temporale, da ſoſte.
Jitto ; è pronto ad arricchirlo , di nuo- nerfi o in queſta vita , o nel Purgato
vo facendolo con la fua grazia Figliuo- rio . E l' Angelico Dottor S. Tomma.
lo adottivo di Dio , e quinci erede del ſo ( ) loggiunge , che eſſendo alle vol
Paradiſo ; è pronto a reſtituirgli la per. te veementiſlima la contrizione del cuo
duta bellezza e rcoderlo poco infc . se de' Penitenti , mercè l' aſſoluzio
riore agli Angioli ftelli del cielo . Ma ne ſagramentale si perdona loro non
Solamente vuole queſta foddisfazione , ſolamente la colpa ,maben anche tut
che l'Uomo confūlo ed umiliato a' pie- ta la pena. Né qui mi opponete cioc
di di un Sacerdote con infrangibile chè leggeſi nel Vangelo di S.Matteo (a ),
fuggello confeffi il fuo delitto , la ſua che a coloro , i quali avran beſtemmia
povertà , la ſuabruttezza .Chi può dun . to contra lo Spirito Santo , non farà
que cbiainar dura queſta ſoddisfazione ? rimeſſo il loro peccato , ne in queſta
Ab ! che troppo ipragionevoli ſarebbe vita , nè in quell' altra : imperciocchè
so i lamenti. Ringraziamo perciò , U. fpiegano queſto paſſo il ſagro Conci.
ditori, la ſomma clemenza e benigni, lio di Trento , e il gran P. S. Agoſti
Jio
tà del noſtro Salvatore Gelucriſto , il no . Quando , dice il Concilio (e) , quan
quale ci ha dato un mezzo si facile e do fi dice nel Vangelo , che alcuni
ſoave per riconciliarci con effolui : ed peccati non poſſono perdonarſi; fi deb .
intanto pafliamo a diſcorrere degli ef. be intendere , che il perdono ſia
fetti del Sagramento . difficile , non impoflibilc ; e ciò per
Tre ſono gli effetti del Sagramento parte del Peccatore ,che rifiuta e die
della Penitenza . Qual è il primo ? It Iprczza la grazia di Dio ; perchè fic
primo principalifluno effetto del Sa- come è difficile , che ricupcri la ſani.
gramento della Penitenza è la remiſ- tà un infermo, il quale ricuſa i medi
fione di tutti i peccati con la diſtruzio- camenti ; così è dificile , che ottenga
ne di tutte le macchie ſpirituali , im- il perdono quel Peccatore , il quale
preſſe da' peccati ne Y anima. Quindi diſpera a ragione d'eſempio di ſalvar
e, che ſe noi con le dovute diſpoſizio. f . È quando, liegue Agostino ( ), quan
ni riceviamo tal Sagramento , non è do dice la Scrittura , che alcuni pec
peccato si grave ed enorme, che non cati non , li rimetteranno nell'altra vi.
ci ſia perdonato , aſſicurandoci l'Appo- ta , parla dell'impenitenza finale ; pero
ftolo S. Giovanni , che ſe noi confi- chè chi muore inpenitente , non po
teamur peccata noftra , Iddio certamente trà affatto dopo morte ottenere la rc
fidelis en juffus , ut remittat nobis . milione de' ſuoi peccati .
Ve

(a) Conc. Trid. sel. 14.cap. 3. can . 1.9. 3. ad 4. S. Bonay. in 4. dift. 14.quæft.
talis dé panit. dift. 3. 2. litt. L.
( 6 ) Idem sell. 14. cap . 8. & can. ( d ) Matth . 22. 32 .
12. & S.P.Aug. tratt. 224. in Johan. & ( e) Conc. Trident. fell. 19.
in Pf: 50 . O S.P. Aug. de verbis Dom . ferm .
( c) S. Thom . in 4. dift. 18. quæft. 11. & S. Thom . 3. p. q. 86. a. I. ad 3.
18
Veniamo adeſſo al ſecondo effetto fetto del Sagramento della Penitenza .
del Sagramento della Penitenza . Qual E per dichiararlo uopo è , che premet
è egli ? Il paleſa a noi il fagro Con- tiamo una notizia , Uditori. Nell' Uomo
cilio di Trento (@ ) , il quale dice poſſono eſſere opere morte , opere mor
che per queſto Sagramento l'anima tificate , ed opere ſalutari . Le opere
riacquiſta la grazia , l'amicizia , e la morte ſono quelle opere naturalmente
benevolenza di Dio , che avea perduta buone , che ſon fatte dall'Uomo in i
pel peccate ; fi riconcilia perfettamen- ſtato di peccato mortale , le quali affat
te con ellolui , ed ottiene la divina figlia- to non vaglion nulla per la vita cter
zione adottiva , e quindi il dritto alla na . Le opere falutari ſono quelle &
bcata eredità , che è il Paradiſo . (b) perc , che producc l'Uomo in iftato di
E tutto queſto viene alle volte acconi- grazia , le quali meritano la corona del
pagnato dalla pace e ſerenità della co- Paradiſo . Le opere mortificate ſono
icienza , e dalle conſolazioni dello Spi. tutte quelle opere falutari , le quali ſo :
rito Santo , che abbondantemente di- no ſtate fatte dall'Uomo in iſtato da
fcendono a rallegrare il cuore de' grazia ; ma poi han perduto il loro me
veri e sinceri Penitenti. E ſe voi mi rito per eſſere fopraggiunto il peccato
dimandate la maniera , onde il Sagra- inortale : e queſte opere non vagliono
mento della Penitenza produce la di- affatto per acquiſtare la bcata eternica,
vina grazia nell'anima;preſto vi riſpon- ſe prima non ſieno vivificate della gra
de per me S. Paciano di Barcellona. zia , che diſtrugge il peccato . Ciò po
Siccome , dice egli ( c) , ſiccome Iddio fto ; che fa l'ineffabile Sagramento del
ha nel cielo gli Angioli per fuoi Mi- la Penitenza ? (e) Per mezzo di lui le
niftri; cosi nella ſua Chicla ha per Mi- opere buone fatte in iſtato di grazia v
niſtri ſuoi i Sacerdoti : e perciò fe nel le quali pel peccato , commeſſo dopo,
batteſimo ſi dice , che il Sacerdote bat- erano ſtate mortificate , cioè rendute
tezza , ancora nella Penitenza ſi dice , come inutili ed inefficaci per l'eterna
che il Sacerdote affolve. Nondimeno vita , tornano in un certo modo a ri
poichè l'effetto debbeſi a ſomigliare fuſcitare , cd a riacquiſtare quella fore
alla cauſa non iſtrumentale , ma prin za ed efficacia , che aveano perduta per
cipale ; indi è , che il Sacerdote , ben- la colpa , e quinci tutto il merito , che
chè ſolamente ſia cauſa iſtrumentale, loro rubbato avea il peccato . .
o Miniſtro , produce con l'aſſoluzione - Ed eccovi , gentiliffimi Uditori, gc.
la grazia ſpirituale e ſoprannaturale neralmente iſtruiti in ciò , che appar
che fi afſomiglia a Dio , il quale è cau- ticne all'auguſtiſlimo Sagramento della
ſa principale . Il Sacerdote dunque , Penitenza . Udiſte coſamai cgli fia ;
ſoggiugne il P. S. Giangriſoſtomo (d ), chi l'abbia iftituito ; il quando fu je
adopera come ſtrumentola mano e la ftituito ; il fine per cui fu istituito ;
lingua , ed applica all'impoſizione del- quali fieno i tre luoi pregevoliflimi ef
la mano , ed alle parole della lingua fetti. Rimane perciò , che voi ne pro
tutto il inerito della paſſione e morte fittiate , proponendo ſpecialmente di ac
di Geſucriſto ; ed indi Iddio , che è la costarvi a tal Sagramento con quelle
cauſa principale , produce la ſanta gra- neceſſarie diſpoſizioni , che piacendo
zia nell'aniina inſieme col Sacerdote . al Signore comincerò dimani a ſpiegar
Or rimane a dichiarare il terzo ef- vi . E ſopra tutto umilmente ringrazia
B 2 te

(a) Conc. Trident. seſl. 14. cap: 4. nian . Novat.


(b) S. P. Aug. tract. 19. in Johan . ( d) S. Johan . Chryfoftomus hom . 85.
& Jerm . 2. inPf. 50. in Fohan.
(c) S. Pacian . in epift. ad Sympro ( e ) Conc. Trid. loc. fup. cit.
12
te il divin SalvatoreGeſucriſto ; perché di tutti i mali , che è il peccato . E fia
vi ha provveduti di un rimedio cosi queſto il frutto vantaggioſo della mia
facile e ſicuro per guarirvi dal fommo odierna Iſtruzionc .

ATTI CRISTIANI PER OGNI GIORNO


· Dio mio , Signore e Redentore dell'ilFigliuolo ſi ſia incarnato nell'utero di
anima mia , eccomi gementc innanzi il Maria Vergine per opera dello Spirito
voſtro divino coſpetto , qual miſerabile Santo , e lia morto in croce per ſalva
Crcatura peccatrice . Viadoro con tut- re l'anima mia , ed abbia da giudicare
to lo ſpirito mio umiliato e confuſo ; e tutta la terra per dare a' buoni il Pa
pclla mia confuſione mi pento e dolgo radiſo , ed a' malvagi l' Inferno . E
con tutto il cuore di avereconi miei pec- credo tutti gli altri miſterj , che m' in .
cati offeſo voi Bontà infinita , degno d'cr. fegna la Chieſa Cattolica Romana ; e
fere amato ſopra tutte le coſe. Peh folli ſono prontiſſimo , qualora occorra , di
morto prima di offendervi. Mi pento , ſpargere il mio ſangue , e perdere la
e mi dolgo de' miei gravillimi eccelli ; vita per loro difeſa ; perché gli avete
e deſidero , che pel dolore acerbo mi detto voi Verità infallibile , che non
1 ſpezzino le venc nel petto . Vi pro- potete ingannare, nè potete eſſere in 1

metto però , mediante la voſtra ſantif 1


gannato . 1
ſima grazia di non offendervi mai più . Vi ringrazio , mio Dio, di tutti que 1

Voglio più toſto aſſolutamente morire , Ai buoni ſentimenti , che mi date ;


che di nuovo oltraggiarvi . di tutti i voſtri beneficj cosl generali , 1
Vi amo intanto con tutte le forzo come particolari , e ſpecialmente che
dell' anima ſopra tutti i beni creati mi avete creato , redento , e conſerva
fopra la mia vita ancora . Vorrei più to ; c che mi avete fatto naſcere Cri
amarvi , e propriamente con quell'anno- Itiano , ed in una città , ove trionfa la
re , onde vi amano in cielo gli Angio- fanta Fede . Ve ne ringrazio con la fac
bied 1 Santi. Ma ciò non eſſendo pof- cia per tcrra . E fpero dalla voſtra in
fibile ; io vi priego ad accettare l'amo- finita miſericordia , che vogliate fem
re mio , il quale benché deboliſſimo pre più beneficarmi. Si , mio Dio , fpe
pure è puro e fincero . Fo , che vogliate ſalvare l'anima mia .
Ed ecco il frutto del mio amore la Spero , chemi vogliate abftere con la
viva mia Fede . Io credo tutto quello , voſtra ſantiſſima grazia , e farmi conse
che voi avete rivelato , e cbc la Cat- guire il fine , per cui mi avete creato e
tolica Chieſa mi propone a credere . redento , cioè di amarvi in queſta vita ,
Credo , che voi fiete uno e trino , uno e poi di vedervi e godervi nel Para
nell'eſſenza , e rrino nelle Perſone . dilo . Amen .
Credo , che la ſeconda Perfona , cioè

PRI
13
P R I MO GI O R N O
M E D II A Z I O N E 1I

DEL FINE DE L L UOMO


A R G O M E N T 0
Abbiamo gran motivo di confonderci; 1. perchè Iddio ci ha creati e redenti per la fue
gloria , e noi ferviamo alle Creature : II . perche Iddio ci ha creati e redenti
per la vera felicità , e noi procuriamo la noſtra condanna : IIT.perché
Iddio ci ha creati e redenti per l'edificazione de'noftri
Fratelli , e noi ci cooperiamo per la loro perdizione .

Venit quærens fructum in illa , & non invenit . Luc. XIII. V.6 .
L primo guardarvi in queſto tem- ſuo campo , ma per più anni anzi ass
A pio innanzi' la preſenza del vo-
ſtro Dio e Signore umilmente
tere a diligentemente coltivarla ; onde
ne riſultatie onore a lui , vantaggio
congregati , dilettiſlimi Fedeli, gid mi all'albero , e decoro al terreno . Ma
fembra ſorger nello ſpirito quellº alto pure riuſciron vane le ſue induſtrie :
compiacimento , che provò il cuore a- imperciocche quando credca di veder
mante del ſovran Fattore , quando al ne i rami carichi di belli pomi, fi ac
maraviglioſo impero di una ſemplice corſe di non aver recato alcun frutto
ſua voce fubitamente ſi vide innanzi ad Venit querens fru &tum in illa , & non in
adorarlo quinci tra il plauſo delle Crea- venit . Or non debbe dirſi l'iſteſſo di
ture terreſtri l’Uomo e la Donna , e voi ? Il Padre celeſte vi chiamò dal
quindi tra l'armonia de' cieli la mol nulla , e vi allogó in queſta terra non
titudine innumerabile delle Angeliche per also fine , fe non perché viveſte
Intelligenze . Ma ahimě ! ſiccome to- a promuovere la ſua gloria , ad acqui
fto ceſsò il compiacimento del Crea- Aare la voſtra felicità , a cagionare la
tore pel delitto de' primi , che tutta comun pace . Ma pur quando fu a rac
intera la Poſterità umana guaſto e cor. coglier si degne frutta ; vi trovò fte
ruppe ; e per l'orgoglio di molti de riliti ahimë I pcl contratto fallo del
fecondi , 'che trafic a perdizione la primo Genitore ſedotto . Che fece pcr.
terza parte degli altri più belli : cos) ciò il celeſte Padre ? Non Grimare
or ceſſa il compiacimento mio , anzi indolente a cal difgrazia ; e come ſa
in confuſion fi volge pel difordine , vella l’Appoftolo , vinaffio col fan
che ſcorgo in effovoi accaduto , di gue , vi curò con i travagli , vi rave
rendere inutili le intenzioni e le pre- vivò con la morte del ſuo conſultan
mure del Re della gloria . E non fie- ziale Unigenito : Cum eflemus mortui
te voila piantamiſterioſa
infelicedelFico inu- peccato , convivificavit nos Chriſto. E pu
tile , di cui in parabolar&- re dovc ſono le frutta richieſte ? Ah !
giona preſſo il Vangelifta S. Luca P che il cclette Padre venit quærens frue
incarnata Sapienza del Padre ? L'ac. Etum in illa , & non invenit . Oh miſera
corto Padrone non la pianto folo nel bil difordine ! Ob miferabil deſtino !
Dela
Deh con ſerietà riletriamci per con di tutte le perfezioni e bellezze, che
fondercene, e deteſtarlo , o Criſtiani . fin da' ſecoli eterni l'han renduto in
Riflettiamo , chc Iddio ci ha creati e ſe ſteſſo infinitamente beato , felice , 1
redcnti per la ſua gloria ; e noi ſer e contento . Ma ſiccome il chiamare
viamo alle Creature . Primo Punto all'eſſere le coſe , che non ſono , im
Iddio ci ha creati e redenti per la porta un grande eccello della ſua più
vera felicità ; e noi procuriamo la no fina dilezione ; cosi per giuſtizia pre
{ tra condanna . Secondo Punto . Iddio teſo , che tutte le Creature fecondo
ci ha creati e redenti per l'edificazione la varia lor capacità riconoſcellero la
de ' noſtri Fratelli ; e non ci cooperia forza ſterminata del braccio onnipo
mno per la loro perdizione · Terzo tente , e veneraſſero la maeſtà cccella
Punto . del'indipendente Creatore . E ben a
Vergine ſagratiffiina , Genitrice au tal giuſta pretenſione corriſpoſero mai
guſta del Verbo incarnato , Signora ſempre , e corriſponderanno fino alla
noſtra , Protettrice , e Madre ,Maria , contumazionc de ſecoli tutte le coſe 1

deh affiftete queſt'oggi alle noſtre in dell' Univerſo . Glorificano in fatti il


trapreſe . Voi ſiete rifugio di quei lor Fattore i cieli , che non ceffano
Peccatori , che bramano , e ſi sforzano il regolato movimento , da lui impreſ
di uſcir dalle tenebre de' loro errori ſo ; il glorificano gli aftri erranti e fil
* alla luce della grazia , e della vita : li , che non laſciano di vibrare con
Or ſiccome abbiam riſoluto di eſſer nel benefiche infuenze la luce , da lui ri
numero di coſtoro , così degnatevi di cevuta ; il glorificano le acque , che
favorirci la voſtra protezione. Impetra non oltrepaſſano i limiti , da lui pre
teci da Dio lume proporzionato per ſcritti; il glorificano gli animali , che
meditare l'eterne verità , e conoſcere ſerban gl'iſtinti , da lui ottenuti ; il
lo ſtato dell'anima noſtra; ed inſieme glorificano i campi , che producono
efficace vigore per abbominar la ter germogli ed alberi , da lui" comanda
ra , e correre al noſtro Dio . Di co ti; e ſopra tutto il glorificano gli Uo
tanto vi ſupplichiamo di fiducia ripie mini e gli Angioli ... Ahime ! ar .
ni , clementilima Şovrana ; e ſperando reſtiamo per un momento i noſtri pon .
le voſtre grazic , umilmente genufief ficri per ammirare orribile ſtravagan
vi ripetiamo inſiem con gli Angioli.ed za . Tra l'immeoló ſtuolo delle Crea
i Beati del cielo , e con le anime giu ture ., o prive di ſenſo , o prive di ſen
fte della Chieſa le ſacre Litanie : Ky no , gli Uomini foli di ragion fregia
rie eleyfon &c. ti , gli Angioli foli forniti d'intelli i
genza , mancan di riſpetto al loro Au 1
PRIMO PUNTO . torc , e ne divengono empiamente ri. +

belli . Mancano i primi , e mancan


Iddio ci ha creati e redents par la ſua glo tutti nel loro Adamo per vile diſub
ria ; e noi ſerviamo alle Creature . bidienza; mancano i ſecondi , e manca
no in gran moltitudine col lor Luci.
Conſideriamo dilettiflini Fedeli , fero per deteſtabil baldanza : e gli uni
che l'Altiſſimo li compiacque di chia é gli altri di omagio e di offequio O
mare dal ſeno del nulla tanto le vili fan frodare il Creatore . Oh temerità !
bili , quanto le inviſibili Creature ; Oh ingiuſtizia ! E rimarrà intanto nel
perché ne riſultaſſe a lui Autor ſupre l' eſpettazione ſua deluſo il Princi
mo c gloria ed onore : -Omnia propter pe altiſſimo de' Dominanti ? Eh ! che
feipfumoperatus eft Deus . Non è già cgli ancor riſcuote la gloria dovuta
che egli aveſſe avuto bifogno di efice Ecco a migliaja . cadon dal fianco e.
onorato c glorificato dalle ſue Fattu dalla deſtra di Dio sdegnato gli Spi
10., cflendo l'Abbiffo incomprenſibile riti ſuperbi ;.c loro mal grado ne glo
ri
15
tificano la Giuftizia vendicativa , con- defolazione altiffima , che cagiona la
finati tra fiamme ineftinguibili e ardo- lontananza di Dio . Oh quante volte
si fempiterni : mentre gli Spiriti fede- avvinto da coppi , Bramò ottenere la
li, al colmo pervenuti della beatitudi- libertà ! Oh quante volte gravato da'
nc , inceſſantemente cantano inni di travagli importabili , defiderò i ripofi
singraziamento alla celeſte bontà la ſu della caſa e della patria ! Oh quante
nell' empireo . Ed ecco gli Uomini voltc , confinato nei tctro ſuo ſoggior
vili, degnati d'indulgenza c di perdo- no , fofpirò di rivedere la diletta Sion
no , ed inalzati a miglior vanto mere ne , il magnifico già abbattuto tempio
sè il ſangue preziofiflimo del Figliuo di Salomone , il ſalutare bagno di Si
to conſultanziale del Padre , veſtito di loe ! Ma pur ' ſe ne mofle a pictà l'
Umanità , glorificar ne debbono con i offeſo Signor degli eſerciti . Egli ,
penſieri, con gli affetti, con le paro che dovunquc e comunque gli aggra
le , con le opere , con i ſagrificj la da , volge il cuore de' Regi, coman-
ineffabil Miſericordia , che gli falvo . do a Ciro di conſolarlo . E qucſto Mo
Torniamo perciò a noi ſtelli , e con- narca alle divine voci docile e pron
chiudiamo , o Criſtiani, che Iddio ci to , con regal diploma gli accordo it
ba 'creati e redenti per la ſua gloria'. ritorno ,e la riedificazione di Geroſo
: E s'egli e cos);comecorriſpondiamo lima e del tempio . Ecco dunque gli
noi al giuſtiflimo fine , che il Signor Anziani , i Leviti, i Nobili , i Plebei
poftro ebbe noi crearci e nel redimer- ſotto il Duce Zorobabello paſſare al
ci . Iddio , dice il Padre S. Anfelino fofpirato deftino . L' allegrezza , la
(a) , volle egli ſteſſo eſſere il principio gioja è ftrabocchevole . E perciò pen.
della noſtra creazione inſieme e della fate , qual eller debba il fervore del
poſtra redenzione; e non per altro fi popolo nel porgere adorazioni , rin
ne , ſe non perché non ſoffre diviſion graziamenti , cd offequj a quel Dio
amore , tributato parte al Creatore che gli comparti il gran favore ! li
parte al Redentore : Qui creavit te prode Zorobabello con la deſtra im
ipſe redemit te ; ne amorem tuum dividas , pugna la ſpada a ſterminio de' nimici ,
partimCreatori , partim tribuens Redem c con la linia proſiegue la fabrica:
ptori . E noi come l'amiamo ? comc delle murag a Cara di Dio vi
adoriamo ? come il glorifichiamo ? A. vente . E per.. penſate , quanto aºs!
hime ! tutte le noſtre attenzioni van : bello eſempio avanzarſi debba la pres
perdute verſo le Creature della terra . mura del popolo di moſtrarſi fedele e
L'Altiſſimo ha formate innumerevoli grato al celcfte Libcratorc , che gli fu
leggiadre Fatture ; perchè ne ferviffero cagione di giubbilo ! Il pietoſo Nee.
di mezzo ad amare e fervir lui: e poi mia ritrovato ed acceſo prodigiofa
ci facciam ſervire di mezzo l' ifteffe mente il ſagro fuoco offeriſce e con
Iddio , che è il fine ; ed ofiar la ra- fuma vittime e ſagrificj al Santo d' I
gion di fine trasferire alle Creature fraello . E perciò penſate , quanto ac
che ſolamente for mezzi. Seguiam fi- cenderli debba il zelo del popolo per
palmente le falſe tracce della ripudia- manifeſtare la ſua religioſità al Signo
ta Sinagoga . Che popolo inſenſate ! re di Abramo , che il ſottralle di Baw
La fua fcoftumatezza fu cagione di , bilonia ! Penfate ... Ma ahimě ! che
Junghifima prigionia ; e ben egli fot- zelo ! che premura ! che fervore ! It
10 il tirannico giogo di più Regnanti popolo a tutt'altro bada che a Dio ,
Babiloneſi alle ſponde giacendo dell' che l'ha confolato . Occupa i ſuoi
Eufrate , fpcriinentò per molti luftri la penſieri , non a cuſtodir la divina leg
ges

( a) S. Anfelm , in Menol. cap. 68.


16
ge , non ad accreſcer il decoro al itind Duce invincible det popol fue
Santuario , non a temere la ſantità dell' contra l'alterezza dell' Inferno tumul
altare , ma a smoderatamente accumo . tuante . E ben coſtui in fatti s' inol
lar ricchezze , a promuovere diſordi- trò al gran cimento ;pugnò con fudo
natainente la rilaſciatezza del coſtume, ri e travagli , pugnò con deriſioni c
a provocare empiamente lo ſdegno del ſpine , pugno con Alagelli e chiodi
cielo . Chi ſi applica a ſeminar cam- pugnò con croci e morti , che nel
pagne , chi attende ad inalzar faſtore corpo ſuo ſoſtenne ; e vinſe quinci , e
fabriche , chi procura contrarre ma- debello , e conquiſe il Regnator del
ritaggi ſtranieri , chi vegghia a lavo- le tenebre , e nel cuore umano riedis
Tare ne' di feſtivi, chi giunge a ren. ficò il regno della giuſtizia , ed il
dere emporio di ſcoſtuinatezza l'iſter- tempio della fantità , che vi avea e
lo tempio . Oh popolo iniquo ! Già retto il divin Creatore . Oh vittoria !
ſento , che gli confermate il rimpro- Oh trionfo ! Eſultarono a tal valore i
vero , che gli dirizzo Iddio ſtero per Giuſti del Teftamento ; e replicaroni
bocca del Profeta Aggco . Oh popolo meritati oſanna al benedetto germe di
ftolto ! Hai ardire di contraccambiare Davide , che riuſcì glorioſo nella fa
sl perfidamente la celeſte liberalità ? tal tenzone: eſultarono i Seniori dell'
Ma ſappi, che ſul tuo capo caderà l' Apocaliſli ; e tolte dalle loro tempia
oltraggio e la rovina . Molto ſemina- le prezioſe corone le gittarono in
>

Iti , ma nulla raccoglierai ; inolto re- ſegno di vaſſallaggio innanzi. il foglio


caſti a caſa , ina un ſoffio di vento il dell'immacolato Agnello ucciſo : eful .
diſperderà : Seminaſtis multum , & intu- tarono gli Angioli della pace ; ed al
liftis parum ; intuliftis in domum , & ex- nobililimo Vincitore non cellaron di
fúflavi illud ripetere feſtoſi inni e cansici di bene |
si , così ſembrate rimproverarlo , o dizione e di lode . Or quanto dunque
Criſtiani . Ma ſappiate , che tal rim- ne dobbiamo eſultar noi , de' quali fu
provero tocca gli Ebrei , ed inſiem tutto il vantaggio ? Quanto dobbiamo
tocca noi , che ciechiglimitiamo . Pel ſtruggerci di tenerezza e di amoreper
delitto del primo Padre reſtammo quel benefico Signore , che ne chia
nulla men che ſch di Satana mò leggiadri dal nulla , e ne riabbel
ſpogliati abime ! di pregi più li orribilmente fguiſati i Quanti offe
nobili , onde ne avca adornati la rirgli dobbiamo e ſagrifici di affetti ,
deſtra benefica del Creatore . Ed oh e omagi di ſervitù , c offcquj di rin.
quano ſtravaganti cſercitava prepoten- graziamenti, e tributi di lodi ? E pur
ze e tirannie il comun nimico vinci il meno , a cui penſiamo , è appunto
tore ! e quanto per lo contrario ſpar- Iddio . E quando in fatti vi penſo io
gean ſuppliche , lagnanze , e lagrime inde Sace
gno pochirdot ; ſe non fo
e nti, ed inferracc o !
per muovere a compallionc le sfere gliermi mome vorár
gli opprelli Mortali ! Voi il ſapete , o lo ſpirito per offerirgli con riſpetto
colli eterni , che ſentiſte gli ardori il lagrificio della cccelſa vittima in
de' defideri , di chi fofpirava ſalvezza. cruenta ? Quando vi penſate , o Ar
Voi il ſapete , o nubi , che aſcoltaſte tieri ; ſe i lavori, la famiglia , la ca
i gomiti , dichi vi ſcongiurava a pio- ria tutti guadagnan gli affetti del vo
vere il Giuſto . Voi il ſapete o [c ſtro cuore ? Quando vi penſate , O
coli , che ſperimentaſte le anſietà , di Trafficanti; ſe le merci , i conti , gli
chi aſpettava la pace . Ma noi felici ! interell occupano tutte le rifleſſioni
Aſcolto l'Altiffimo i clamori de' Figli del voſtro ſpirito ? Quando vipenſato ,
peflimamente da Lucifero travagliati ; o Nobili ; ſc i divertimenti , i lufi , lo
e ſe ne mofle a pieta : e ſpedito ſulla vanità traggon tutte le attenzione del
terra il ſuo proprio Unigenito , il de- la voſtra anima ? Ahimė! l'Altino ben
puo
può rinfacciare a cadauno, come il 10 , s'egli ne ha creati per la ſua glo
rinfacciò ad Iſraello , di eſſerſi diinen ria ? Conſideriamo , che le Creature,
ticato del ſuo Crcatore , e di avere effer non debbono il noſtro fine, ma
abbandonato il Redentor fuo ; Oblitus. ſolamente i mezzi per giungere al fom
es. Domini Creatoris tui ; Deum , qui te mo Bene ; e che quinci , a favellare
genuit , dereliquiſti. E quel ch ' è peg col Padre S. Baſilio di Scleucia (6)
gio ; può egli ragionevolmente lagnar nell' Univerſo non v' ha bene che
ſi con cffonoi , che ne abbiam con quello , che a Dio conduce ; e non
culcata la legge , e diſprezzati i vole vha male che quello , che allontana
ri , e profanati i Sagramenti, e profti da Dio : Nullum : borum , niſi quod ad
tuite le Chieſe , c calpeſtato il ſangue: fummum Doilum conducit ; nullum maium ,
1
Dereliquiſtis legen Doinini altiſimi ". E nifi quod a fummo Bono retralit . E quin
come no ſe le Chieſe fon divenute di riſolviamo efficacemente di abborrie
l'aſilo dell'immodeſtia e dell'orgo la paſſata vergognola ftolidezza , che,
glio ? ſe le magioni ſon tornate il ci confonde; c di amare , fervire , é
ricovero della ſcoftumatczza e della glorificare l'Altiſſimo , che dal nulla ci
miſcredenza ? ſe ne ' giorni feſtivi trion eſtraffe , e ci tolſe dalla poteſtà di Lug
fa il libertinaggio e la licenza ? le dal cifero con la morte di Gesù . In talgui:
la bocca fortiſcono imprccazioni e ſa non ſi verificherà in avvenire a no
beſtemmie ? re dal cuore eſcon odj ſtro ſcorno , che mentre Iddio ci ha
e rancori ? Ahimè ! Dereliquiſtis le creati e redenti per la ſua gloria , noi
gem Domini altiſimi. Oh dunquc follia! ferviamo alle Creature : anzi non iſmar ,
oh empietà ! oh confuſione ! E come rirein noi giammai l'eterna mercede
pofliam lufingarci di menar lieti , pro de' Giuſti , che è ľ altro fine di Dio
ſperi, ed abbondanti i noſtri giorni , Creatore e Redentore . Seguiamo in
cd alla fine di andarne ſalvi ? Eh ! che fatti più fervoroſamente a meditare .
la sbagliamo ; ed ancora a noi farà det
to più toſto : voi avete errato nel fine, SECONDO PUNTO .
per cui iddio vi ha creati e redenti ,
per aderire ad una vil Creatura ; e per Iddio ci ha creati e redenti per la vera fem
ciò ſemninajtis multum , & intuliſtisparum, licità ; toi procuriamo la noſtra
& intuliftis in domum , & ex ſuflavi illud. condanna :
Deh ſcotiamçi dunque , entriamo in noi
telli , e conſideriamo , che Iddio è la Conſideriamo, dilettiffimi Criſtiani
origine del noſtro eſſere , e della no che Iddio ſommo Bene è il naturala
Itra ventura , per cui merita di eller oggetto del cuore umano ; perchè il
inceſſantemente adorato , fervito , e glo. Signore formandolo , gl ' impreffo un
rificato : Redi , cforta cadauno l'Ab. S. moto ad un benc vero , infinito , cd
Bernardo ( a ) , redi ad cor , diſcute te eterno , che fuor di lui non trovaſi .
ipſum , conſidera , unde venis . Si , conſide Onde ſull' arpa gli cantò il Saliniſta :
riamo , c ſeriamente conſideriamo , che Domine , feciſii nos ad te.. Quindi , come
ſe Iddio ci aveſſe creato per ſervire ſeguì a cantar Davidde , non può il
una Creaturi , come creò la terra per cuore ritrovar giammai ripoſo e pace ;
ſervigio dell'Uomo ; ſenza dubbio al ſe il ſuo Dio a perfettamente poſſede:
pari di queſta , che prontamente l'ubbi re non giunga : :Et irrequietum eft cor
diſce , ubbidirlo dovremmo ancor noi . noftrum , donec requiefcat in te . Nella
Quanto più dunquc dobbiamo oſſequiar guiſa che un ſaſſo non fermaſı giammai,
с ſo

(a) S. Bernard . de Int. Dom . (b ) Apud Campad. Conc. Dom . 14 .


cap . 14. poft Dent.
18
ſe non giunge alla terra , che è il ſuo di quelli eſigendo la fervità , per più
centro ; e ſiccome ſi agita mai ſempre luſtri nel diſerto gli trattenne ad adem
la fiamma per gire al cielo , dov'è la pire la divina ſua legge , prima di giu
fua sfera: cosi il cuore umano rimira gncre al godimento della patria pro
inceſſantemente qual ſuo proprio og- inella : cosi prima di ſpalancarci le por
getto Iddio ; nė truova mai tranquilli- te eterne della beata Sionne di pace ,
tà e calma , ſe a lui non pervenga : ne alloga quaſi in albergo ſulla terra ;
Domine , feciſti nos ad te ; & irrequietum e dimoſtrandoci i celeſti luoi ordini ,
eſt cor noſtrum , donec requiefcat in te . fcolpiti nel cuore , e intimati dal Sina ,
Or che fece fin dal principio de' ſeco- ed annunziati dal Golgota , ne aſpetta
li il Padre celeſte ? Appunto all’ Uom rigoroſo l'adempimento . Il perchè
primo , formato, appena , cd in deli- fcriffe agli Ebrei l'Appoſtalo S. Pao
zioſo ſoggiorno allogato, ed in effo- lo : Non habemus hic manentem . Civitatem ,
lui a tutti iPoſteri, riſerbò il ſuo pof- fed æternam inquirimus . Per la qual co
feffo ; anzi gliel riferbò perfetto , do- ſa rimane ben faldo , che Iddio ci ha
po ſperimentata la di lui fedeltà : e creati e redenti per la vera fclicità ..
poiché ſull'empireo , dove cgli pafcit Or rivolgiamci a noi , ed interro
& cubat in meridie , ftabili di ſolamen- ghiam la coſcienza per inveſtigare , ſe
te ſvelargli aperto il ſuo bel viſo ; co- corriſpondiamo alle divine preinure ,
là perciò egli l'aſpettava per intera- tutte intépte al noſtro vantaggio . Ahi
mente felicitarlo tra fplendori d'im- mė ! per poco che ci eſaminiamo , ve
menſa gloria . Ed oh come. felicemen- diam " Cubito , che ſeguiamo l'empie .
te giunto farebbe l'Uomo al ſuo av- condotte de' ribaldi Agricoltori , che
venturoſo deſtino ! Ma tu foſti , o col- ne preſenta in miſterioſa parabola il
pa fatale , che in guerra rivolgendo Vangelo . Deh guardiamgli brieve
Ja pace , la tranquillità in diſturbo , il tempo per colmarci di giuſta confuſio
riſo in pianto , la pietà in vendetta , al nc , o Criſtiani . Ecco un gentil Signo
caduto Adamo, ed in effoluia' fuoi ſgra- re , più toſto per vaghezza di favorire.
ziatiſfimi Poſteri involaſti la ſerenità. altrui, che per impinguare il ſuo era
del divin volco , e le foglie chiudeſti rio , di propria mano in fertil campo
del firmamento con chic e di rigore pianta una folta ameniſſima vigna : Plan
indiſpenfabile . E ben farebbe ſtato irri. tavit vineam . Non potca riuſcire l'opra
parabile il danno , ſe il Sacerdote eter- più vaga . E perciò inerita tutte le at:
po ſecondo l'ordine di Melchiſedec- tenzioni dell'Autore . Coſtui veggendo
co rendutoſi vittima di eſpiazione ſull' la eſpoſta alle altrui rapine , geloſa
altare della croce , non aveſſe lacera mente la muniſce d'intorno di fortif
to il chirografo de' mali noſtri . Ma fimafiepe : Sepem circumdedit ei . Per a
poichè il divin Salvatore a coſto del gevolar pingue vendemmia , vi cava
langue ſuo ne riacquiſtò la vita ; ecco un torchio ſinifurato : Fodit torcular . E
perciò la preſenta si a noi l'Altilli per ripararla finalmente da ogni onta
mo , ma per guiderdone della noſtra d'invido fatal nimico , vi ertifica un.
fedeltà . Non è bene , egli dice , che alta e ben munita torre : Edificavit tur
fenza travaglio pervenghiate a quella rim . Che bella vigna ! Che vigna ec
gloria , a cui fol pervenne tra ſpaſimi celſa ! E pure il Signor benefico com
D'iſteſſo. Padrone . E cosi dicendo , fi piaceli già di darla ad alcuni Agricol
diporta con eſlonoi, come ſi diporto tori in affitto ; e lungi parte : Locavit 1
con i Figliuoli d'Iſraello . In fatii fic eam Agricolis , & peregre profectus eſt .
coine deſtino quelli ad abitar la ferti. Che attenzione pertanto adoperar deb
Hillima terra di Canaan ; cosi preſceglie bono i beneficati Fittajuoli nel coltiva
noi a regnare nella Città ſanta del Pa re si leggiadra vigna ? che zelo in cu
radiſo . Ma nel tempo itello ſiccome ſtodirla e difcaderla ? che premura di
più
1
più abbcilirla ed aumentarla ? che ... gnò conſegnarla a noi, figurat percio
Ma che attenzione che zelo ? che ne' Fittajuoli, per riſcuoterne frutta di
premura ? I Fittajucli abbandonano in eterna vita ; ed indi ſembrò partirſi :
grati la vigna , fracallan la fiepe , di peregre profectus eſt, non già , come ſpie
ftruggono il torchio , abbation la tor ga la Gloſa , per cambiar ſito ,maper
re , e niegano al cortele Padrone il laſciarci la libertà di operare , 2013 mis
giuſto frutto . Ed oh con qual empie tando locum , fed operandi relinquens mini
tà gliel niegano ! Spediſce il Padrone ſterium . Qual ſollecitudine intanto do
i ſuoi ſervi a raccoglierlo . E coſtoro ver dobbiamo in conſervare al celeſte
arreſtandogli tutti , altri ne percuoto Signore si bella vigna della noſtr'ani
no , altri ne lapidano , altri ne ucci ma? Qual vigilanza uſar dobbiamo in
dono . Spediſce il Padrone a raccoglier purgarla inai ſempre dall ' erbe nocive
lo altri ſuoi ſervi in maggior numero . delle imperfezioni e de' vizj ? Quale ſtu
E coſtoro affaltandogli tutti, gli tratta dio mctter dobbiamo in accreſcerle la
no in peggior forma de' primi, e nc venuſtà e la leggiadria ? Quale .. : A
fanno įcempio maggiore . Che fare in hime ! che ſollecitudine ! che vigilanr
tal circoſtanza ? Ah ! ſi luſinga il Pa za ! che ſtudio ! La vigna è ridotta bo
drone , che queſti ribaldi abbiano a ſcaglia , ingombra di ſterpi e di ſpine;
riſpettare il proprio Figliuolo ; e pron l'anima è piena di macchic e di reità ,
tamente lo ſpediſce loro per guada e caduta in potere de' ſuoi nimici. Le
gnargli . E pur coſtoro veggendolo ap paflioni le debilitano la ragione , lo
pena ſpuntare : e non è queſti, dicon ſcoftumatezze le offuſcano l' intendi
d'accordo , non è queſti l'erede , che mcnto , gli odj le pervertiſcono il cuo
pretende da noi il ſao ? Or dunque ap re , gli abiti vizioli ne informan l’ar
preſljamci ad ammazzarlo , cd uſurpiam bitrio ; ed ella è divenuta si deforme ,
ne la eredità . E cosi dicendo , quaſi che già l'abborriſcon gli Angioli Cu
lupi famelici , gli fon ſopra ; e ſtraſci ftodi , peggio che non abbominaron 1
nandolo fuora della vigna , a morte a antico teinpio , profanato dalla milita
trociffima fra mille ſtrazi il danno in rc licenza Romana. Che più ? Il cor
preda . Cheingratitudine! Che teine chio della ſanta croce , vilmente adon .
rità ! Chc infolenza ! Che empietà ! Sen tato , non più la protegge e fiancheģ.
za dubbio in rammentare si miſterioſa gia ; e diſſipata la torre della legge
parabola non poffiamo non raccapric già lacerata ,del Vangelo già derico , de'
ciarci , c da capo a fondo inorridirci . Sagramenti già conculcati , de' templi
E pure che altro rappreſenta , ſe non già vilipeli , non più ne paventano , ma
la divina liberalità verſo noi , e la no la deridon gli Abbili; non più ſe ne
ſtra protervia contra Dio , e contra noi compiace l'Altiſſimo , ma l'abbomina
ſteffi ? anzi , l'abborriſce , la laſcia , l'abban
Si , Criſtiani; la vigna eletta è ap don ... Ah !mio Dio , poflibile , che più
punto l'anima noftra , dall'Altiſſimo non vi ricordate delle voſtre miſericor
creata c rcdenta . Egli la rendette leg die antiche ! pollibile , che non più
giadra e fpeciofa : e perché ne man curate di quella vigna , che piantafte ,
prcdatrice, nè urto improvviſo potcſie criſtabiliſte con un eccello di dile
Tccarle oltraggio e danno , la circon zione ? poMbile : Ah ! troppo in.
do della ſiepe validiflima della cuſto creſce al pietoſo Signore la di lei
dia degli Angioli , la fregio dell'am ſciagura; e che fa ? Spediſce i ſuoi
mirabil torchio della croce fumante di fervi per riſcuotere da Fittajuoli il
ſangue divino , e la muni della torre i. frutto dovuto . Parliano con chiarezza .
nefpugnabile della legge , del Vange Adopcra con effonoi potentiffimi mezzi
lo , de' Sagramenti , e de' templi . E per avvertirçi di dover dare a lui della
dopo di averla tornata si vaga , ſi de. noftrí anima ſtrettiflimo conto ; e quin
C 2 ci
20
ci per ifcuoterci , c per intimorirci . A medeſimo ci aſſicura di sł infauſto do :
dopera poderofe iſpirazioni per illumi ſtino . Riflettiamo . Il Nazareno ritor
parci , adopera dolci inviti per guada nando di Bettania in Geroſolima , s'
gnarci , adopera interni rimproveri per incontra in una ficaja ; e veggendo
iſpaventarci. Non pago di cotanto ; ſi non avere alcun frutto , sì ſeveramen
fa ſentire con la voce de' ſuoi ſagri te la maledice , che all'improvviſo s'
Miniſtri per vincer la noſtra durczza , inaridiſce : Continuo aruit . Or come
ruota il flagello delle traverſie e de' ſdegno cotanto contra quell ' albero
guai per iſpezzar la noſtra contuma meſchino , ſe l' eſſer privo di frutta
cia ,, permette alle Creature lo sfogo non debbe attribuirfi a ſua infecondi.
del loro sdegno per abbatter la noſtra tà ,ma ad iinproprietà di ſtagione ; per
fuperbia . E noi che riſolviamo ? Ahi che , come nota S. Marco, non erat tem
mé ! ſeguiam le tracce degli accennati pus ficoriem ? Ecco riſponde il gran P.
orgoglioſi Agricoltori. Riſpondiamo al S. Agoſtino ( a) , e c' inſegna , che il
le iſpirazioni con villanic , agl ' inviti Salvatore nella ficaja intende di male .
con ripuiſe , a' rimproveri con difprez dir coloro, che non producono per i
zi . Scherniamo i Miniſtri del Santua {terilità volontaria e colpevole alcun
rio , imperverſiamo al peſo delle . tri frutto di perfezione ; perché illorum eſt
bolazioni , ci diſperiamo alla violenza culpa fierilitas , quorum fecunditas eſt vo
de'galtighi. Che protervia ! Che con luntas . E quanto , ſoggiunge il Padre
tumacia ! E pur | Altiſſimo cerca di S. Ilario (1), quanto vien eſeguito con
trionfarne ; c giugne fino a mandarci il tra quell' albero , farà rigoroſamente
proprio divin Figliuolo , velato dalle praticato con gl’infecondi contumaci
fpecic del pane e del vino nell' augu Viventi : Ubi in contumaces formam ſe.
ſtiliima Eucariſtia . E noi ci arrendia veritatis conftituebat , futuri freciem dam
mo finalmente a cotanta dilezione ? Vc natio arboris indicavit . Torniamo per .
neriamo l'Unigenito del Padre ? Gli ciò a noi. Non ſolamente fiam privi
diamo alloggio nel cuore ? Anzi sma di frutta di cterna vita; ma ſiamo an:
pianti c frementi di bel nuovo il coro zi carichi di foglie d'iniquità . Che
niamo di ſpine con i cattivi penſieri, ci debbe dunque toccare ? Abimé! la
gli replichiam le percoſſe con le lai: divina malcdizione , che togliendoci
dezze, lo ſchiaffeggiamo con le be per ſempre il rommo Bene , ed inab
ſtemmie , gli amareggiam la bocca con biſſandoci per ſempre tra fiamme ine
gli ſpergiuri , il crocifiggiam con l' ſtinguibili , ci renda ſommamente in
cmpietà e con l'ingiuſtizia . Oh durez ſelici per tutti i ſecoli , e faccia av
za ! Oh temerità ! Ob infolenza ! verare , che l’Altiflimo malos male per
E che dunque ne debbc ſortire , o det . Comc pertanto ce ne ſtiam ne
Criſtiani ? Su via ſiamo Giudici di voi ghittoſi , indolenti ed inferiſati ? Deh
ſtelli , e giudichiamo . Non debbe ab penſiam bene a caſi noſtri , e non ci
bandonarci il Padre celeſte in mano luſinghiamo . Si tratta d ' inciampare in
del noſtro conſiglio ; e poi intiinarci una fempiterna immancabile infelicità;
l' orribil condanna della perpetua in. perchè il ſommo Bene avendoci una
felicità ? Senza dubbio malos male per volta da ſc diſcacciati , non più ne
det, fu detto degli empj Fittajuoli del dovrà moſtrare il ſereno fuo viſo . Pn . .

Vangelo ; e quinci ancor di noi deb fiamci dunque con ſerictà per evitarla .
bc cirer detto malos male perdet . E Si , entriam ſolleciti in noi medeſimi ,
perchè noi ci luſinghiamo , Geſucriſto fcotiamci dal noſtro letargo alziam
gli

( a ) SP. Auguft. ferm . 44. de (b) S. Hilar. canon. 12. in Matth.


Verb . domin ..
21
gli ſguardi dello ſpirito a contempla . fi conveniva , ha voluto formarſi leg.
re il fine della noſtra felicità , che ha giudra e Cinta la ſua terrena Monar
avuto il Signore nel crearci , c nel chia . Ecco pertanto che il Creatore
redimerci : Redi, torna a ſcongiurarci medeſimo ſiccome riſolle di ſorinar gli
l'Ab . S. Bernardo (@ ! redi ad cor ,
7 Uomini primi, così uſciti appena dall'
dije ute te injum , considera , quo tendis onnipotente ſua deſtra , vagamente gli
E quindi dcteftiam fenza indugio la fregio di originale giuſtizia e fantà ;
noſtra contumacia , che finora ci ha onde gli formaffero un piacente giu
meritato condanna e gaſtigo perenne . Nilimno regno . E ſe colloio , ſedotti
Ora , che abbiam tempo di rimediare dalle voci ingannatrici della Serpe
al gran danno , che ci abbiamo fcio- menzognicra , ribelli divengono all'
pciatamente cagionato , riſolviam di Autor Sovrano , e di fatal macchia di
rimediarlo , prima che la notte giun- atroce delitto vituperoſamente ſi brut:
gà dell'Inferno , in cui non ſi può tano cosi , che a tutti i Pofteri la des
con giuſtizia operare : compenfiano i formità tramandino dell'incvitabil rea
pailiti crrori con veenlcntc dilezione to : ccco a lavargli ik prezioſiſlimo lan
del noſtro Dio , adempiamone eſatta- gue del celeite Mediatore , il quale
mente i comandi , abborriamone ſopra verſandolo intero dalle ſue vene , il
ogni male l'offeſa . E non dubitiamo ; diffonde ſull'Univerſo a purgarlo dal
che per avviſo dello Spirito Santo le contratte rozzure , e cambiarlo in
giungeremo a felicitarci col poſſeſſo quel regno di onore , che poi do
del ſommo Benc : O tramini op165 vee vrà perderſi nell'altro immortale , che
ftrum ante temp. 145 , dabit vobis merge: eolmo di magnificenza e di decoro è
dem veftram in tempore ſuo . E finalmen. inalzato eternamente al di ſopra degli
te non farà vero , che mentre Iddio aſtri . E ' vero , che tal regno rifatto.
ci ha crcati e redenti per la vera fe- così , ed alla priſtina leggiadria tor
licità , noi procuriamo la noſtra con- nato mercè i travagli di Geſucriſto
danna ; anzi ci affaticheremo per l'e- eſpoſto ancor fi vegga all' onte de
dificazione , che abbiam traſcurata , formidabili infernali nimici, che ten
del proſſimo. In fatti. tan di roveſciarlo . Ma appunto per
qucſta ragione il cinſe con la fortezza
TERZO PUNTO . della fede e della legge l'Altiflimo; il
muni di generofi Guerrieri negli Ape
Iddio ci ha creati e redenti per l'edifica- poſtoli e ne’Leviti ; e ſopra tutto l '
zione de 'soſiri Fratelli ; e noi oi cuo- avvivò con lo ſpirito della carità , on
periamo per la loro perdizione . de i Vaſalli portandoſi fedelmente al
loro bcato principio e fine , ed inſic
Confideriamo , dilettiſſimi Fedeli , me ſcambievolmente edificandoſi , non
che l’Altiffino con la creazione e re- deſſer luogo alle nere porte dell'Ab
donzione dell ' Uomo ha voluto for- biſſo di prevalere giammai . Quindi
marſi , non fol ſopra le sfere un re- Iddio ci ha creati e redenti per la e .
gno inviſibile e trionfante , ma anco- dificazione de ' noftri Fratelli .
ra quà giù in terra un regno viſibile Or che facciam noi ? come corri
e militante : e poichè egli è un abbir- fpondiamo a si giuſto fine del Signo
ſo immenſo di tali perfezioni e bel- re ? Deh eſaminiamci , o Criſtiani .
lezze , che con ogni benchè menoma Abimé ! a prima viſta ci avvediamo ,
ſconcezza c macchia ripugnano alta- che non folamente non edifichiamo af.
mente e contrattano ; qual perciò gli fatto i noſtri proſliini , ma ci coope.
ria

(a) S. Bernard. de Int. Dom . cap . 14.

.
22
riamo anzi efficacemente per rovinar la pagna fatale . Ed oh che urti ! oh
gli . Non ſiam paghi della noſtramal che luſinghe ! E bene , le dice , non
vagità , e procuriamo di accompagnar vedi , o Eva , quel leggiadro pomo , si
la con la ſcellcraggine altrui ; onde vago , si guſtoſo , che nel mezzo del
interamente ſi turbi e ſconvolga il lan paradiſo è ſituato ? come va , che di
tillino regno del Salvatore . In brie quello non mangi ? Ah ! tolga Iddio
ve : tentiam di rinovellare l'orribil lc riſponde coſtei, tolga Iddio il gra
inalizia , con la quale il Reynator del villino attentato . Il Sovran Fattore ,
Ic tenebre ſul cominciar de ſecoli eb che della terra ci ha fatto Padroni ,
be il vanto di perdere tutto il gene appunto ha victato tal cibo . E ſe ar
rc umano . Raminentiamcene infatti diam contravvenire a' ſuoi ordini , nc
per empirci di ſalutare ſpavento . Ec ſorprenderà repentina la morte . On
co gli Uomini primi , fregiati della che (pauracchio ! ripiglia toſto il ſuo 1
vaga innocenza , pafleggiar pacifici le nimico . Non dubitate ; che non mor
ainenitſime ſpiagge di Edene . Il fa rete : Nequaquam moriemini . Sa bene il
pientiflimo divino Artefice , che per Creatore , che guſtando tal pomo , di
ſuo decoro gli adornò della originale venghiate ſimili a lui ; e per geloſia l'
giuſtizia , for concede ampio dominio ha vietato . Mangiatelo dunquc ; che
full' Univerſo : Dowinamini piſcibus ma torneretc Dei , confapevoli del bene
ris., & volatilibus cæli, & beſtiis terræ . e del male : Eritis ficut Dii , fcientes
In oltre le belle frutta di ogni pianta bonum fogo malum . Cosi parla · Ed oh
del terreſtre feliciſſimo ſoggiorno lor rovina ! oh deſolazione ! Crede la Don .
offeriſce e preſenta per nutrimento e na alle di lui menzogne , prende il
cibo : De omni ligno paradiſi comede . Che proibito pomno , il porge al Conſorte ;
bella felicità ! Che pace invidiabile ! ed ambi cibandoſene avvelenan rc
Ma il Creatore ne vuole ſperimentare Itelli ed i Poſteri .
la fedeltà ; e quinci ſerbandoſi in tut Ben noi ſappiamo , o Criſtiani , cho
ta la terra ſolamente una pianta : di non più riuſcir polia a Lucitero dini
queſt'albero , dice loro , di queſt'albe novar guerre sì 1pietate ; perchè inca
ro ſolo , che è della ſcienza del male tenato negli Abbiffi dall' Angiolo del
e del bene , non fia , che guſtiate i po Teſtamento , che il debello è conqui
mi giammai : De ligno ſcientiæ boni Ega ſe . Ma quello , che non può per ſe
mali ne comedas. Elige tal ubbidienza mcdeſimo , il fa per mezzo di altri .
il voſtro Creatore ; e miſeri , ſe il diſ Si avvale , dice il Pont. S. Lione ( ),
ſubbidite ; verrà nel punto ſteſso a pu di alcuni ſuoi fidati Miniſtri per rcpli.
nirvi nulla men che la morte : Quacum care gli antichi attentati : Habet hoſtis
que hora ex eo comederis, morte morieris. Co antiquus , quos tenacius obligavit, aptos ar
si comanda Iddio . Che attenzione per tibus fuis , quorum ad alios decipiendos in
ciò adoperano i primi Genitori in a geniis utatur & linguis . E chi fon co
ſcoltarlo ! Che religioſità in ubbidirlo ! itoro ? Appunto ſiam noi . E che altro
Ma ahimè ! che non può ſoffrire tal facciamo che invidiare il bene altrui ,
docilità quell'Angiol ſuperbo , che ſi che perdiamo , per involarcelo ? Cu.
ribello dal ſuo Signore , e cadde tra ſtodiſce la ſua innocenza quel Giovi .
ultrici fiamme ineitinguibili . E che fa ? netto ; e temendo la ſua eterna perdi
Senza indugio colà penctrando , ove zione , fuggc la frequenza e il gioco ,
in dolce quiete ripoſano gl'infidiati ed ama la ritiratezza e il mortifica
Viventi , aſaliſce repentinamente la mento . Ma quanti Libertini s ' indu .
Donna più debole , e dà principio al Atriano di ſedurlo ! Che fate ? gli di
CO

( a ) S. Leo feroa. 7. de Natiy.


23
cono . Perchè comparite rozzo ? Che ſucriſto ; ed ecco noi divenuti rei del
temete di dannarvi ? Eh ! ſpauracchi di Inferno per le noſtre e per le altrui
cervelli corti : Nequaquam moriemini . colpe ; perché Iddio ci ha creati e re
Deh guardate i voſtri pari , e ſeguite denti per l'edificazione de'noſtri Fra
la moda ; che non ſolamente non con- telli , e noi ci cooperiamo per la lo.
trarrete reità alcuna , ma diverrete an- ro perdizione..
zi Uomo di ſpirito e di ſenno: Eritis, Or s' egli è così , dilettiſſimi Criſtia
ficut Dii . Non abbandona qual candi- ni ; non abbiam noi tutto il motivo di
da Colomba il ſuo nido quella Don- vergognarci, di confonderci , di umi
zella ; e paventando di cimentare il ſuo liarci E le troppo l'abbiamo ; perché
decoro , abborriſce la vanità e la pom- più tardare a ravvederci ? Ah !preſto
pa , e gradiſce la modeſtia ed il rac- preſto , rechiam dolenti la noſtra umi
coglimento . Ma quanti Sparvieri le liazione a' piedi del noſtro Dio , che
fon d' intorno per ingannarla ! E che ainoroſamente l'aſpetta per aſſolverci
penſate ? le dicono.. Perché volete mori. ed abbracciarci . Deh alto Signore , ac
re prima del tempo ? Perchè della ca- coglicteci omai ravveduti . Troppo
fa volete far Chiefa ? Che.paventato di tardi vi abbiam conoſciuto . Ma pur
perdervi ? Eh ! ciarle di fanatifino : Ne meglio tardi , che non mai . Ora ci av.
quaquam moriemini . Deh comparite più vediamo, che voi ci avetc. crcati e
toſto adorna a proporzion della voitra e redenti per la voſtra gloria , per la
condizione , laſciate amarvi da chi vi vera felicità , per l'edificazione de'
guarda ; che non ſolamente non avrete: noftri Fratelli ; e noi abbiam ſervito al
diſcapito , ma troverete anzi la voſtra le Creature , alla noſtra condanna, al
fortuna: Eritis ficut Dii . Quell' Uom . la perdizione de ' proſlimi : ed inten
religioſo per non perdere l anima , dendo quinci di aver contraddetto a’
abbominafrodi. , foffre. ingiurie , ac voſtri fantiffimi. fini , e di aver oltrag .
coglie povertà .Ma quanti Compagni giata la voſtra infinita bontà, merite
il pongono in deriſione ! E che imma- vole di ogni amore , ne proviaino in
ginate gli dicono . Forſe pretendcte di. ternamente tal pena , che ne, vorrem
cambiare in Chioſtro il . Mondo ? Forſe mo morir pel dolore. . Ve ne chiedia
fperate , che la voſtra Famiglia abbia a. mo perciò umilmente ſcufa , indulgen
vivere di grazie e di Sagramenti ? Eh! za , perdono , e miſericordia . Deh
via , toglicte coteſte affcttazioni; che perdonateci, Signore ; e ſe noi non
non vi dannerete ; Nequaquam moriemini.. ci ſiam portati da Figli, ſappiate voi
E più toto attendete ad avanzarvi; che portarvi da Padre . Si, perdonateci, ed
così farcte riputato Uom . di prudenza inſiem . conferiteci la voſtra ſantiffiina
e di conſiglio : Eritis ficut Dii . Ed oh grazia , che c' illumini ed avvalori ;
rovina ! oh dcfolazione ! Ecco , inciam- perchè noi confidati nel voſtro divino
pano in mille peccati i noſtri proſſimi, ajuto , fermamente vi promettiamo di
ciaſchedun de quali rcplica ciò , che: voler più toſto morire , che nuovamen
fece Adamo , che come parla Agoſtino, te oltraggiarvi. . Gradite intanto i no
(a) Serpente ſuadente , commifit facinus , ftri umilillimioffequj ;,e rimettendoci
quafi quidquam , cui vel crederetur, Deo nella voſtra amicizia , fate , che ricor
fuerit anteponendum . Ecco turbato e niamo a caſa con iſperimentar tornica
Iconvolto il fantiflimo regno di Ge la pace al cuore . Amen .

SE.

(a) S. P. Auguft. de Ciy. Dei lib. 14. cap. 14.


+
24
S E CON DOG FORNO
1 S T R U Ζ Ι Ο Ν Ε II

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
1
Si ſpiegà, coſa fa Eſame di Coſcienza ; e ſi dà un brieve metoda per farlo bene.

O
I achenon ho potuto giammai ammirare
bastanza lo ſtrano cambiamento ,
fece in un ſubito l'antico
Miniſtro del Sagramento della Peni
tenza
> lo ſcioglie dalle ritorte de
ſuo reato , e da ſchiavo il più vile, 1

Giuſeppe Figliuolo di Giacobbe , dilet- condannato alle fiammnc , il cambia in


tiſlimi Uditori . Era cgli un miſero gio- Figliuolo elotto di Dio , erede dell'e
vinetto e ſchiavo , avvegnachè inno- terne promefle : Miſit Rex , & folvit,
conte , perſeguitato prima dall'invidia eum ...conſtituit eum Dominum domus fue ,i
implacabile de ' ſuoi arrabbiati Fratelli; & Principem omnis poliefionis fuæ . Åm
e poi rinchiuſo dentro un carcere or- mirabile cambiamento ! Ma non cre.
rendo per l'empie trame dell'infamiſ . diate già , Uditori , che una ſorte si
fima calunniatrice Donna di Putifarre; invidiabile poſla mai toccare ad un
e quivi ancora dimenticato non ſola- Peccatore incíchino , qualora non ſi
mente da ' ſuoi amici , ma da coloro accolti egli al Sagramento della PC
anzi , a'quali bcneficato cgli avea con nitenza con le dovute diſpoſizioni,chc;
la ſpicgazione de ' fogni . Ma che ? fi richieggono . Sono perciò qucit' og-
Improvviſamente al comando di Fa- gi ad incominciarvené la ſpiegazione ;
raone venne tolto Giuſeppe dal cupo e dopo di avervi iſtruiti jeri general
fondo della torre , che il chiudca ; e mente ſopra il Sagramento della Pe
coſtituito Padrone della caſa del Mo- nitenzi , incomincio queſt'oggi a trat
narca, e Signore di tutte le di lui pof : tarvi particolarmente di cadauna del
.
feflioni , paſso colà nell'Egitto a re- le ſue parti. E come le parti delSa
gnare ſul trono : Miſit Rex , & folvit gramento della Penitenza ſono cinque,
eum conftituit euin Dominum domus chiamate da ' Teologi materia prollima
fuæ , & Principem omnis pollellionis fue . del Sagramento , a differenza della
Che ſtrano cainbiamento ! E pure que materia rimota , che è ogni peccato ;
ſto ainmirabile cainbiamento ſi ammi- e ſi chiamano Ejame di Coſcienza , Dom
ra nell'Uomo peccatore per mezzo lore di aver peccato, Proponimento di più 1

della Confeflione Sagramentale . Egli non peccare , Confellione delle colpe , e


in fatti a cagion del peccato divienc Soddisfazione per ele: così incomincia
ſchiavo miſerabile di Satana . , come mo queſt'oggi a trattare dell' Efame
diflimo jeri ; e quindi peggio di Giu- della Coſcienza , la quale inſicme con
ſeppe la di lui anima è avvinta dalle la Soddisfazione per le colpe diceſi
crudeliffime catene de' Demonj e dell ' parte integrale del Sagramento a diffe
Inferno . Che fa intanto l'amabiliſſimo renza delle tre parti ejenziali , che ſo
Re della gloria e Signor noftro Ge- no il Dolore , il Proponimento , e la
ſucriſto ? Per inczzo del Sacerdote , Confeflione delle colpe almeno in vo .
to,
SANDREA AVELLINO CA
Petittore outien

ylie hvilenti e Apoplice


1
23
10 , come vedremo a fuo luogo . bio cffcndo l’Eſame della Coſcienza un
Prima dunquc d'ogni altra coſa do . eperazione al fommo riinatchevole , c
vete voi ſapere , gentiliflimi Uditori , fige per ſe ſteſſo una eſattilima diligen
che il Tribunale ſagroſanto della Pe za , onde rieſca ben fatto .
nitenza è tutto differente dagli altri Ma oh quanto ſi manca in queſto
Tribunali della terra . In tutti i Tri Eſame da ' Criſtiani , Uditori ! lo con
bunali della terra vi è diſtinzione tra fefio la verità , che ho {perimentato
il reo , gli accufatori , ed i teſtimoni molta traſcuragginc ne' Fedeli , e fo
Má nel Tribunale della Penitenza non vente ſono ſtato provocato da alcuni
vi è diſtinzione al :una ; perchè il me ad impazienza , e da altri a riſo . Ed
dcſimo Penitente è rco , ed inficme in fatti ſi manca , torno a dire , fi
è accuſatore , e teſtimonio di ſe ſteſſo . manca nell’Eſame da’ Criſtiani. Alcu
Quindi è , che il Penitente penſar ni vi mancano per timidità , altri vi
debbe ſeriamente ſul principio di da mancano per negligenza , altri vi man
re le dovute informazioni al ſuo Giu cano per ignoranza . Quelli , che vi
dice , che è il Confeffore , e prima di mancano per timidità , ſono tutti gli
accoſtarſi al Sagramento della Peni gli Scrupolosi: quelli , chevi mancano
tenza debbe far precedere alla Con per negligenza , ſono tutti gli Uomi
fellione l’Eſame della Coſcienza , cioè ni traſcurati : quelli , che vi manca
richiamar debbe alla memoria almeno no per ignoranza , ſono tutti gli Uo
tutte quelle colpe , che egli non ha mini rozzi. Diſcorriamo di ciaſchedu
ancora confeſſate e ſottopoſte alle chia no in particolare , e primieramente de
vi della Chieſa . Che coſa è dunque gli Scrupoloſi . Io m' immagino , che
l'Eſame della Coſcienza ? E' una di voi gli abbiatc più volte oſſervati
ligentc e particolare ricerca di tutte Sembran Paraſiti. Šerran gli occhi par
le noſtre azioni , iſtituita per ritrova lando ; fi graffiano quaſi farnctici il vi.
sc lc noſtre colpe , per deteſtarle , e fo ; e anche in Chieſa fanno ſconvolgi
per cancellarle per mezzo della Con menti ridicoli , or ſegnandoſi infinite
feffione Sagramentale . Ho detto ricer. volte col ſegno della ſanta croce , or
rn diligente delle noſtri czimi ; perchè baciando di lungi le ſante iinmagini con
il ſagro Concilio di Trento (a) vuole la deſtra , or percotendofi la fronte
nell'eſame una morale diligenza , la e il petto , or ſofpirando , or rannic .
quale ſecondo la ſpiegazione de ' Dot chiandoſi, ed or inquetando i Confef.
tori confifte in queſto , che ciaſchedu ſori ogni momento . Ma s'egli è cost;
no v'impieghi quell'applicazione pro che vani timori v'ingomberano il pet
pria , che dagli Uomini prudenti ſuol to , o Scrupoloſi ? Il ſacro Concilio
porſi ne' ncgozj gravi e negli affari di Trento ſol clige da voi una mora
importanti; e come ſi mette , a ragion le diligenza per ricordarvi i voſtri
d'eſempio , da un Mercadante , che mancamenti. È che più diligenza del
debbe ricordarſi le ſpeſe fatte in più confcffarvi ſpelliſſimo , come voi fate ,
giorni ; o pure da un Avvocato , che onde di leggieri potete oſſervare, quan
notar debbe minutamente le circoſtan to operate? Dite , che v'inquietano i
ze tutte di una cauſa , o dette dal ſuo pentieri cattivi ? Ma prima che vi ri
Cliente , o ricavate da' proceſii . La fponda , aſcoltate per voftra confola
ragione è evidente ; perché ſc la di zione . Il penſiero cattivo fomigliaſi
ligenza eſſer debbe proporzionata all' ad un ſervo , che ol entrare a ſervis
operazione in guiſa tale , che tanto re un Principe . Siccome queſti prima
più fia notabile lo ſtudio da impiegarſi , giugne alle porte del palazzo , di là
quanto più quella rileva ; ſenza dub aſcende le ſcale , indi ſi avanza nella
D ſala ,

(a) Conc. Trid . Sell 14 .


+

26 2

ſala , poi entra nell'anticamere , finala re il tempo all'eſame de' veri mancea
mente perviene nel gabinetto dov'è menti , impedendo per mezzo degli
il Principe, da cui può effor ributt to (ciupoli a voi , o Genitori , il riflettc
o aſcoltato , o deſiderato , o accettato : re alla poca aducazione della piolc ;
cosi appunto fa il penſiero cattivo . Pri a voi , o Religiofe il ralimentarvi
ma giugne nella porta de'foni esterni, dell'inquetudine cagion ti alle vostre
che ſono il viſo , l'odorato , l'udito , il Sorelle ; ed a voi. o divoti ledeli , il
guſto , ed il tatto ; onde dile it S.Gipb- ricordarvi delle molte ore conti mate a
be : Numquid aperta junt tibi porte mor- ſpaſſarvi ſoverchiamente , o a giocare :
gis ? el Pontcice S. Gregorio ( ) (pie- e quindi pon vi diſturbate ; ma gouete
Ò : Purta mortis jurit jenjuscor; oris . Di anzi , quando non voglian piu i Con
là aſcende le ſcale de ſenſi interni ; ia felſori aſcoltarvi dovendo eglino far
si avanzafi nella ſala dell'immaginati- cosi per promuovere il voſtro vantag .
ya ; poi entra nelle anticamere dell'in- gio ſpirituale , e libcrarvi dall'inferno .
Bcllecto ; e finalmente perviene nel ga- Ma veniamo omai a’negligenti . Oh
binetto della volontà regina di tutte le quanti fon queſti ! Moitidimi ſono que'
potenze , e fa tanto giro in breviſſiino Criſtiani , i quali prima della Confef 1
tempo . Or la volontà può ributtarlo , fione il meno , che penſano , è il do
& tin quá il penſiero non è peccamino- . verfi confeſſare. Più . Vi ſono alcuni
fo . Ma fe poila volontà appoftatamen- in mezzo al mondo , che tra' negozj , e
te l'aſcolta , ſi renderà peccato di dilet- gli affari importanti della caſa appena
tazione moroja ; ſe la volontà deſidera riflettendo pochi momenti alla vita lo
ciò , che le fuggeriſce il penſiero , que- ro , credono di aver ſoddisfatto all'ob
to penſiero farà feccato di deſiderio ; bligo del diligente Efame . Più . Ve
& fe la volontà lo accetta , e ne co- oc tono alcuni, che per preparazione
Handa alle altre potonze l'ofccuzio- alla Confeffione fi tratzengono in ador.
me , digeria peccato di opere . Or ritor- narſi con intollerabile vanità , in fare
10 a. voj . Che vi inquietavo i voſtri cicalecai lunghiffiini ed indiſcreti , e
penſieri ? Non potrete mai ottenere , fovente anche in mormorare innanzi.
che non vi aſfaltino ; anzi con tan- gli ſteffi Confeflionali , non riſparmian
ta maggior violenza vi aflaliranno do il medeſimo Confeffore. , perché
con quanta anfietà maggiore pretende- quefti per necellità fi trattiene più con
te di allontanargli . Più toſto dunque un Penitente , che con un altro . Più :
oſſervate folamente di paſſaggio , ſe vi Vi ſono alcuni , che da lunghiffimo
abbia, la volontà acconſentito , o aſcol- tempo , e forſe da anni ,. non fi fong
tandogli , o deſiderandogli , a accet- confeffàti; e credendo di eſſerſi in bre
tandogli: e quando ficte così ficuri villimo tempo ramientati d' innumera
che la volontà vi abbia , acconſentito , bili e diverti mali penſieri , di quali
cbe vi potrefte giurare , allora, ſegnate- infinite beſtemmie , in ſomma della 10
bo per confeffarvenc . Dilli , che vi poc yo vita fcandaloſa , cntrano in . Chieſa ,
trejle giurare ; imperciocchė. è quaſi iin- s' inginocchiano, con un fol ginocchio ,
poſſibile , che la volontà voglia attual- come quei Giudei , che ſchiaffuggiaro
mente acconſentire ad un penſiero cat- no . Criſto , e gli ſtrappaion la barba
tivo , quando abitualmente paventa e dicen togli ; Ave, Rex judeorum : guar
trema di offendere Iddio . E con que- dano di quà e di là , e finalmente ſi ac
fto quictatevi ;, e non fale trionfare il coſtano ad un Confeffore , o che loro
Demonio, ingannatore , il quale vim de più al genio o che ſembra loro !
merge negli ſcrupoli per farvi manca- più szombro.di gente , e di confellano ... !

cbe

( a ) S. Greg. in cap. 38. Yob.

1
che cofa ? non fanno eglino ftcili che mente che si . Sapete voi i comanda
confeffarſi . Or che debbo io dire a' menti , che ne ' ha impoſti in varie dif
Criſtiani di fimil fatta ? Dico loro , che ferenze di tempo la Chieſa ? Certainen .
mancano per negligenza all'Eſame del- te che sì . Ordunque ſegregatevi in
la Coſcienza ; perché non adoperano luogo più quieto o della caſa , o dedo
quella diligenza per ricordarli le loro la Chieſa ; raccomandatevi a Dio , che
azioni, che giuſta il Concilio di Tren. v'illumini , ed alla protezionc di Mits
to (a) ſi richiede ne' veri Penitenti : e ria Vergine , e di tutti i Santi Avvoca
dico loro , che ſe dimenticanti di qual- ti, perchè vi aſſiſtino ; ed indi ad uno
che peccato , la dimenticanza è colpc. ad uno incominciate a rammentarvi i
vole , perché non procede da difetto precetti di Dio e della Chieſa , ed e
di natura , ma da traſcuraggine di vo- ſaminate , ſe gli abbiate offervati con
lontà ; e quindi fanno una Confeffione i penſieri , con le parole , e con le a
nulla e ſagrilega , che vie più gli al- pere . Se trovate mancanze ; ſegnatele
laccia e rovina . per confeffarvene: e ſe dubitate di a
E qui vengo brevemente a parlare ver commeſſo mancamento ; anche le
de'rozzi . Di queſti ve n'hanno mol- gnatelo per confeſſarvene fotto dubbio
tiſſimi, i quali non ſapendo affatto la (b) ; e le più volte o ſapete , o dubi
legge di Dio e della Chiefa , ma ſolo tate di eſſere inciampati in un iſteffo
ſapendo la via del peccato , fanno ben peccato , fegnate il numero delle volte
peccare , e non ſanno poi richiamarfe- per dirlo al Confeſſore . Che ſe poi vi
lo alla memoria per confeffarſenc . Io dimenticate di nuovo ; iſtituite per ri
fon ſicuro , che non fieno di coſtoro novar la memoria nella guiſa iſtoffa la
in queſta Chieſa ; e perciò contro di Confeflione, che faceſte l'Eſame ; per
effi non più mi dilungo : e ſolamente che ſarebbe ottimo metodo il confef
lor dico , che ſono tenuti ad andare farſi a ragion d'eſempio cosi : Padre
a ' Parochi ed alle Chieſe , almeno ne' ho peccato contra la logge di Dio :
giorni feſtivi, laſciando le ubbriachez- Contra il primo precetto tante volte
ze, per aſcoltare lſtruzioni e Cathechif- ho acconſentito a penſieri contrarj al.
mi , onde fippiano i miſteri della fede la fede ; contra il ſecondo tante volte
e la loro obbligazione ; e di più deb- ho beſteminiato ; c così andate voi di
bono andare a Confeſſori con animo fcorrendo . Ma fopra tutto biſogna ,
preparato a riſpondere fedelmente a che vi ricordiate del vizio , che vi pre
futte le loro interrogazioni; perché al- domina . E' vero , che vi ſono i vi.
trimente non confeſſando bene tutti i zioſi nel Mondo . Ma non vi ſon tali ,
loro peccati , faranno colpevoli , e non che abbiano tutti i vizj. Chi più in u
rimarranno aſſoluti , ma più allacciati . . no , che più in un altro vizio inchina.
Ma , Padre , ſento qui replicarmi, s' Or quel vizio appunto , a cui più inchi
egli è così , non ci dareſte voi un me- na la voſtra paſſione , dovete feriamen
todo per far bene l'Eſame della coſcien- te eſaminare, e ſegnare quante volte
za', onde poteſſino eſſer ficuri? Ecco- fiere certi , e quante fiete in dubbio di
mi pronto a darvelo . Sapete voi i die- effervi inciampati per informarne a pic
ci comandamenti della legge divina , o no il Sacerdote . Ed ecco fuperata la
fieno precetti del Decalogo , che ful più grande difficoltà , che s' incontra nel
monte Sina ſopra duc tavole di pietra rivocare a memoria i commeſli pecca
diede a Mosè il ſommo Iddio ? Certa- ti , cd il numero delle volte .
D 2 Ri

(a) Conc.Trid . fell. 14. cap. s.Cat. (b) S. Thom . in 4. d . 21. q. 2 .


fel. 46. S. Aug. Jernt. 351. S. Cypr. 0. 3. ad 3. & Cat. Rom . de Penito cup.g.
iTact. de lapſ
28
Rimane l'altra difficoltà dirichiama Or quali circoſtanze fiam noi tenuti
re alla memoria le circoſtanze de ' pcc a ricordarci , c confeſſarc ? ( ) Prinie .
cati . Ma quefta agevolmente fi ſupera, ramente le circoſtanze , che fan paf
luperata la prima ; perché quando vi fare il peccato veniale in mortale , per
licte ricordato de ' peccati , facilmente che l'aggravano in infinito : e questo è
potcte oſſervare le circoſti nze , che gli chiaro c patort: (b ) Secondariamente
accompagnarono . Veniamo perciò a le circoſtanze , che mutano ſpecic , le
diſcorrerne . Le circoſtanze del pecca quali ſi riducono a ſette . l . la circo
to ſono di due maniere . Alue fi dico ; ſtanza della perſona , che ha peccato ,
no mutanti Jpecie ; td altre ſi dicono o con cui , o contra cui ſi è peccato ,
aggravanti , o diminuenti la ftelja Jiecie . fc fia ftata Ecclefiaftica , a Congiunta,
Le circoſtanze , cbe mutano fpecie , o legata con matrimonio : cosi nella
ſono quelle , le quali fan in guiſa , che fornicazione con le circoitanze di vom
il peccato , che in le fi opporrebbe ad ti , o di matrimonio , o di aifinità , 0
una virtù , ſi opponga a diverſe virtù , di parentela di ſopra abbiam dato un
e prenda diverio ragion di peccato : eſempio pratico. 2. la circoſtanza del
cosi la fornicazione è un peccato mor ľ oggetto del peccato : così nel fur
tale , che in ſe fi oppone alla virtù to ſi debbe conſiderare , ſe fu rubba
della cattità ; ma ſe la fornicazione ſi ta coſa ſagra , come calice , o fimile ;
fa da un Ammogliato , queſta circoſtan. e così nella percolla biſogna vedere ,
za la fa opporre alla virtù della carti fc furono percoſſe perſone ſagre , o
tà ed alla virtù della fedeltà inaritale ; pure i genitori . 3. la circoſtanza del
e la rende un adulterio , cioè un miſto luogo del peccato , ſo fu fatto in Chie.
di due peccati : e ſe poi queſt' adulte fa . 4. la circoſtanza degli ajuti, come li
sio fi.commette da perſone o Congiun. ſervono i Padroni de' ſervi , e glºiin.
te o Affini in primo e ſecondo grado ; pudichi di miſerabili arpie o ſtreghe
oltre alle dette oppoſizioni, la circo per peccare . s. la circoſtanza del fine,
ſtanza della parentela o affinità la fa an come ſe alcuno rubafle per fornica
che opporre alla virtù della oneſtà pu re . 6. la circoſtanza della maniera ,
blica , e la rende un inceſto., cioè un con cui ſi é peccato , come ſe alcuno
miſto di tre peccati . Ed a queſte cir aveſle uſata violenza per ottenere il
coſtanze ſi uniſcon quelle , che aggra fuo poflimo intento . 7. Finalmente la
vano in infinito , cioè fan paſſare il pec circostanza del tempo del peccato , ſe
cato , veniale in mortale : cosi una bu. fu commento in tempo di predica , o
gia è peccato veniale ; ma detta con in giorni fagratiflimi, o fimili . Di tut
grave danno del prolimo, è peccato te queſte circoſtanze dobbiam noi ri.
mortale , perchè la circostanza del gra cordarci ne' peccati di penſieri, di pa
ve danno l'aggrava in infinito . Le cir role , di opere , e di omißioni; e di
conftanze poi, che aggravano , o dimi. tutte dobbiamo accuratainente confef
Duiſcono la medeſima ſpecie , ſono quel farci .
le , le quali fanno in guiſa , che ilpec Per quello poi appartiene alle cir
cato più o meno ſi opponga alla ftella coſtanze, che aggravano , o diminui.
virtù " : così il furto li oppone alla vir ſcono la ſteſſa ſpecic del peccato , v'
tù della giuſtizia ; ma più vi ſi oppo. ha quiſtione tra Dottori fe liamo o
ne il furto di venti ſcudi , che quel no tenuti a confeflarcene , Uditori .
lo di dieci , o di cinque Alcuni vogliono di no , perché il fa :
gro

(a) Conc. Trident. fed. 14.. cap. s. (1 ) S. Thom . 2. 2. q. 154. a. L ..


& car . 7. & Cath . jel : 49.
19
gro Concilio di Trento facendo Jarc le circoſtanze aggravanti. 1. quan
menzione delle circof oze del pecca- do la circoft 12a è tale , che per ſua
to che dobbiamo confeilare , nume- cagione i peccato è riſerbato ; e fi deb
ra ſolamente quelle , che mitano ſpe- be dire perché il Confeflore non af
cie , o che aggravano in iniinito ; e. folvi ſenza giuridizione : così nella
poi ſoggiugne : Nihil aliud cb Ficlelia noitra Dioceſi è riſerbata la beſtem
ja -itentivus exigitur . Altri poi voglio- nia di Dio e di Maria Vergine per
no di si , perché il Confeſſore debbe prava conſuetudine ; c perciò la cir.
eilere pienamente informato della ma- coſtanza aggravante della prava con
lizia della colpa , la quale ſi accreſce , fuctudine li debbe ſvelare . 2. quando
o diminuiſce dalle circoſtanze aggra- il Confeflore intcrroghi la circoſtanza
vanti, o diminuenti . Io però , a cui della confuetudine in un peccato ; per
ſempre è piaciuta la via di mezzo , chè allora il Penitente debbe manife
diſtinguo cosi : o le circoſtanze sota- ítarla , acciocchè il Confeffore forini
bilmen.te non aggravano , o diminuiſco- giuſto il giudizio del ſuo ſtato . Onde
no ; o purc aggravano , o diminuiſcono il gran Pontefice Innocenzo XI con
notabilmente . Se non aggravano , o di- dannò l'oppoſito in quella propoſizio
minuiſcono notabilmente , non vi è ob- ne ( ):Non tenemur Conjejariointerroganti
bligazione di confeffarle ; c così ba- fateri peccati alicujus confuetudinem ..
ſta confeſſare il furto ſenza dire , fc Ed eccovi , Uditori , l'ottimo meto
di dieci , o di dodici: ſcudi , perchè do per fare un buono Eſame di Co
con queſto ſolo il Confeſſore reſta in: ſcienza . So bene , che alcune perſo
formato di un peccato mortale , cvi ne particolari debbano di più coſe in .
obbliga alla reſtituzione ( ) : benchè terrogarmi . Ma io le aſcoltero, e fod .
lo vi conſiglierei a confeſſarvene per disferò loro dimani . Oggi ſi rammen
maggior quiete della voſtra Coſcienza. tino i Penitenti di fare l’Eſame della
Ma ſe poi le circoſtanze notabilmente Coſcienza , riflettendo prima a'dieci
aggravano , o diminuiſcono il pecca- comandamenti di Dio , ed a' cinque
to ; allora biſogna ricordarcene, e ſve- prccetti della Chieſa ; ed indi alle
larle al Confeflore per dargli idea del circoſtanze de' peccati ritrovati , tanto
peccato coinmello : è cosi ſecondo il a quelle , che mutano ſpecie , quanto
mio ſentimento (c ) un Uomo , che a a quelle , che aggravano in infinito
ragion d'eſempio ha commeſſo un o- o pure aggravano folamente , o dimi
micidio con molta crudeltà , con re nuiſcono . E quindi cavino il frutto.
plicate percoile e ferite , non ſoddisfa della mia odierna Iſtruzione , che con
con dire , che ha commeſſo un omici- filte in determinarſi a fare un buona
dio , e debbe neceſſariamentc accufarſi Elaine di : Coſcienza con una migliore
della maniera crudcle , onde l’ha com- Confeſſione per ottenere dc' falli loro
meſto . E di più ſoggiungo , che in il perdono
due caſi il Penitenteè tenuto a ſve

Atti Criſtiani , come nel primo giorno pag . IX .

SE

(a) Conc. Prid . Jell. 14: Cap . 4. (c ) Cap. Deus qui con. omnis ube
can . 7 .
triu : de penit. & remiſ
(b) Cat. self. 47. & S. Carol.att. (d) Prop. 58. damn. ab Innoc. XI.
pari 4. de inſtrut . Confeſ.
30
S E C O N DO GIORNO
M E DIT AZIONE II
DEL LIBERTINAGGIO DE CRISTIANI

ARGO M E N TO

Il libertinaggio del Criſtianafirno è giunto all' eccello ; perché I. Iddio elige penſieri di
umiliazione , e noi jol ricettiamo penſieri di orgoglio: II. Iddio eſige opere di giz
ftizia , e noi fol produciamo opere d'iniquité : 111. Iddio elige parole di vita ,
e noifolprofferiamo parole di morte ,

Iniquitas domus Ifrael & Fuda magna eſt nimis valde . Ezech. IX . W.9.
fegnati col miſterioſo Tau , che pian
E Glisfoghi.il
è pur da temerfi , dilettiſijini
Fedeli , che l'ira di Dio non i-
ſuo giusto furore ſul ca-
gono ſulla comune ingiuſtizia ; tutti
vengon trucidati dalla fulminante ſpa
po de Credenti ; nella guiſa che il da de ' ſei Miniſtri ineſorabili del Si.
vide sfogare Ezecchiello Profeta , ra- gnor deglieſerciti, i quali non han ri
pito dallo Spirito dentro le muraglie guardo ne a fello , nè ad età , nè a
di Geroſolima, contra la caſa prevari. condizion di Viventi , e nè meno a di
catrice d Ifraello e diGiuda . Abime! gnità di reggie , o a fantità di ſoggior
la baldanza del popol ſanto non ſi ri- ni . Ed in fatti la orribile ſtrage é ter
maſe già nelle prime moffe ; e temcraria minata ; e già il ſettimo diyin Mini
fi avanzò fino all' ecceſso della iniquità: ſtro , fregiato di bianco lino , ne afli
Iniquitas domus Ifrael & Fuda magna eft cura il ſuo Nume vendicatore : Feci ,
nimis valde . Peggio degli Atei infipienti ſicut præcepiſti mihi . Ma io temo , che
e de deliranti Epicurei , diſſer tra loro Te ella è già terminata ſulla caſa d' l
gli Abitatori di Canaan : eh ! che non ſraello e di Giuda , ſia per incomincia
fi briga della terra l'Altiflimo , ne ha re ful capo de' Criſtiani. E che altro
guardo si acuto , che valga a pentraro facciam noi , fe non imitare l' ecceſſo
le noſtre condotte . E cosi dicendo , o- del libertinaggio Ebreo , che ne chia
perarono , come loro aggradiffe me- ma deſolazione c rovina ? Si , non ci
glio ; ed or trasferendo a' profani fimo- contentiamo di effer malvagi , voglia
lacri le ragioni della Divinità , or dir- mo in oltre eller pellimi; non ci con
Gipando le cerimonie e la legge , or vol- tentiamo di ſempre contraddire a' ſanti
gendo le ſpalle al tempio , al fan- fini dell'Altiſlino , vogliam di più op
tuario , all' arca , giunſero al colino del porvici con l'ecceſſo della contraddi
la fcoftumatezza e del libertinaggio: Ini. zione . Ed in brieve . Iddio qual noſtro
quitas domus Iſrael & Fuda magra eft Sovrano ragionevolinente elige da noi il
nimis valde . Ma oh miſerabile Nazione ! ſagrificio dell'intendimento , del cuore,
Non vi volle più di cotanto ; rché il e della lingua ; e noi con la più defor
Dio delle ven lette ne facelio il più me villania né facciam ſagrificio alle
ſevero macello . A riſerba di pochi , nostre fregolate paflioni: Iniquitas domus
Ifrael
31
Ifrael & Fuda magna eft nimis velde . Co- corgete , o Uomini , che l' efftenza
me dunque non dobbiam paventare ſul delle viſibile coſe vi dimoſtra incef
noſtro doſlo irriparabile il divin na- fantcmcnte il Creatorc ? Baſta aprire
gello ? Ah ! Criſtiani , prima che ſcop- gli occhi, cd aminirare i cicli , le
pj il fulmine della ſuprema Giuftizia , ftclle , le acque , i metalli . lc piante,
rappreſentiamci l ' cnormità de ' noftri gli animali , e tante belle Fatture , che
falli per veramente confondercene , e adornano il Mondo ; perchè chiaio vi
deteſtargli . Conſideriamo , che iddio haleni ful viſo il raggio del Sole ce
elige penſieri di umiliazione ; e noi fol terno di Giuſtizia , che è l'increato
ricettiamo penſieri di orgoglio . Primo Fattore : Inviſibilia Dei por ea , quæ fa
Punto . Conſideriamo , che Iddio eſige &ta funt , intellecte confpiciuntur. Ragion
opere di giuſtizia ; e noi fol producia- vuole perciò , che fifli vi tenghiate
mo opere di iniquità . Secondo Punto . gli ſguardi della mente per , umiliarvi
Confidcriamo , che Iddio clige parole al coſpetto della ſua infinita maeftà , e
di vita. ; e noi fol profferiamo parole ritrarre da' originale sì bello di perfe
di morte . Terzo Punto . Dehinol- zione vive copic di bellezza . Così di
triamci dunque a ſeriamente rificttere CC. E poiché non può lo ſcarſo lume
per diſarmare il braccio divino , con- della ragione e della natura ſcoprirne
Era noi fremente : e perchè meditiam . pintero inacceffibile fplendore ; egli
con profitto e vantaggio dell'anima perciò mercè la ſua rivelazione fiegue
noítra , imploriamo l' efficaciffimo di- a ſvelar l'abbillo incomprenſibile del
vino ajuto ; ed imploriamlo per l'in- le fue grandezze . E ſappiate , lor ſog ..
terceffione della Genitrice del Verbo giunge , che il voſtro Dio è inſieme
incarnato , e comun noſtra Madre. Uno e Trino , uno nell'elenza , e Tri
Maria . Ripetiaino perciò a lei genu- no nelle Perſone : che il Figliuolo
deli le fagre Litanie : Kyrie eley/on & c . confuftanziale del Padre nel tempo
ftello è vero Dio e vero Uomo ; vero
PRIMO PUNTO. Dio , perchè generato dal Genitore
prima di Lucifero nello fplendore de '
Iddio elige penfieri di umiliazione ; e noi Santi ; vero Uomo , perché dal cuor
Job ricettiano penſieri di orgoglio . di Maria per valore aſcolo dello Spi
rito Santo trafic la umana carne , che
Confideriamo' , dilettiſlimi Fedeli , ipoftaticamente terminò : che Uomo
che eſſendo l'Altitimo la fuprema im- Dio , fatiofi Mallevadore dell'Umani
mancabile verità , ragionevolmentc efi. cà perduta , foddisfece alla celeſte ven
ge , che gli ſoggetti l'intendimento detta con morte di croce ; ed acquiſta
Luo ogoi. Uomo della terra ; perchè fu to quinci il dritto di giudicare i vivi
creato per la cognizione non già del e i morti , verrà Giudice inalterabile
falſo , ma, del vero. Per queſta ragio- nell' eſtremo de' giorni per rimeritar
ne in fatti cgli tuttor l'illumina col la virtù con un Paradiſo eterno , il vi.
Jume raggiante della natura , e della zio con un perpetuo. tormento . Code
Fede ; e col primo gli fvela l' indi- fti arcani , e tanti altri , che si con
pendente ſuo eſſere , cagion ſupremna ferma una quantità di prodigj , e vi
di ogni Creatura , da cui merita vene- predica da me inſegnata la Cattolica
razione e riſpetto ; e col ſecondo gli Chiefa , ciecamente creder: dovete
fvela altifilmi arcani di ſua gloria » captivantes omnem ipsteHettumin obfequium
che non ſeppero, inveſtigare i primi Chriſti. Sono, è vero', di gran lunga
Filoſofanti dell'Univerſo , da quali fono ſuperiori al voſtro corto intendi.
pretende ſottomiſsione e credenza . E mento . Ma appunto per queſto fon
non v'accorgete , lor dice ognora miſterj ; ed oltre che innumerabili
con le parole di S. Paolo , non vi ac- motivi:gli rendono evidentemente cre :
di.
1

1
32
klibili , voi gli dovete umilmente cre . ftri . Codelta ſarà ammirata da' Poftea
derc ; perchè come veri gli ho io ri- ri , i quali ſenza dubbio ne loderanno !
velati , che ſono infallibile c prima il diſegno , la ſtruttura , la magnificen
Verità . Credete dunque , captivantes za ; e quinci ricordandoſi degli Arte 1

omnem intellettum in obfequium Chriſti . fici , cncomieranno il noſtro valore . 1

Cosi parla l'Altiffimo ; perchè eſige Preito dunque , non ſi perda tempo ,
da noi penſieri di umiliazione . veniamo all' effettuazione dell'opera:
Ma noi l'ubbidiaino , o Criſtiani ? A Edificemus turrim , cujus cialmen pertingat
Ma noi occupiamo la patenza cono- ad celum . Imperciocchè in tal guilac
fcitiva per rivangare la ſomma bontà, terneremo il noſtro nome : Celebrewus ra
la Verità puriffi:na del Signore a per- men noſtrum . Così ſcambicvolmente s'in
cepirne umili penſieri d'imitazione , coraggiano. Ed oh che premure! cho
e di credenza ? Su via interroghiamo- follecitudini ! che travagli ! Tutta la
ne la noſtra coſcienza . Ahimè ! già pianura di Babilonia non è capace di
queſta ci rinfaccia , che il noſtro in- foſtenere la loro applicazione . Chi
tendimento ſia tutto infangato nella diſegna piani , chi gitta livelli , chi
terra , tutto occupato a ſecondar l'em- appronta materiali , chi appoggia ſca
pito delle paffioni , tutto inteſo a fo le , chi reca acque , chi comanda
mentare le pretenfioni della fuperbia. chi ubbidiſce , chi contempla , chi cor
Ecco perciò mi ſembra già offervare regge; e ciaſcheduno nel ſuo partico
nel Cattholichefimo il bisbiglio e la Jare travaglioſo impiego durando , non
confuſione del campo di Sennaar altro ha in teſta che il penſiero d'i
Guardate . Son quì tutti affacendati i nalzar la diſegnata torre per acquiſtari
Figliuoli e i Nipoti del Patriarca Noè, vanità della gloria mondana : AEdiji.
i quali non ha guari uſviti ſalvi dall' temus turrim , cujus culmen pertingat ad
Arca , ſono campati dalle acque ultrici celum ; celebremus nomen noftrum . Ma oh
dell'univerſa le diluvio, che aſſorbiro- ' conggli vani ! on penſieri infuffiftenii!
no l'Univerſo . E perchè ſono affa- E dov'è l' ideato lavoro ? La torre
cendati ? Penſan forſe crgere al divin > immaginata
Liberatore un ſontuoſo obeliſco , che
dov'è? Dove ſono i Su
perbi ? Abime! confufi i penſieri , con
ricordi ſempre a' Poſteri di aver egli fufc . le lingue , opere ed Operanti fon
modellata l'Arca , di averne fcrinate giti in diſperſione per la terra: Confi
le foglie , di averla ſoſtenuta a galla jim ejt labium univerja terræ ; & inde di
delle onde empituoſe con la ſua po- Jperfit eos Dominios ſuper faciem cun &tarum
tentiiliına deſtra ? Penſan forſe d'in- Nationum . Oh deluſi, oh ingannati E
veſtigar maniera di tramandare a ' futa redi del buon Noé !
ri ſecoli la notizia del comun gaſtigo, Deh non celliamo di riguardargli ,
e della ſpecial preſervazione , onde fi o Criſtiani ; perché ſe è terminato in
apprenda a temere ed amare l'univer- elli l'orgoglio de ' penſieri , afai più
ſal Signore ? Penſan forſe . . . Ma diſordinatamente proficgue in cffonoi;
non più ; che a tutt'altro penſano e ſe quelli rimaſer confuſi , aifai peg
che à Dio . Sol la vanità e l'orgoglio giore etler dovrà la noſtra confuſione.
agitano i loro penſieri . Siun , dicono in fatti quanti penſieri , quanti ſtudj ,
unanimi, ſiam voi la gente fortunata , quante applicazioni, quante macchine,
cui non han faputo ingojure le acque quanti raggiri li fpendono per fomen
più veementi , benchè abbian potuto dar tare l' orgoglio , che ne rovina ! E
toinba a tutto il genere umano . Dun- quel che è peggiore , per quanto an
que rendiamo immortale la gloria del diamo eſaminando , i Babilonci nella
noftro nome : Celebreius nomen soſirum . lor vanità non contraddiſfero almen
Ergiamo una torre si ſublimo, che fol gravemente a quella legge , che lor
levi la fronte fino all'altezza degli a- intimava la natura ; nè mai ripugnaro
no
33
no alla divina rivelazione , che da A- gono dell ' aſtuzia , della iniquità , de
damo per gli loro Maggiori aveano mezzani , de ' rcgali : Faciamus nobis tur
apparata . Ma noi non terminiamo di rim . Guardiam quei Superbi . A che
foddisfar noſtradi ambizione,
la ſia ſe, pri- penían coſtoro ? Penſano che non
ma non pen m rov
eſciare e leg ge poffa meglio prolongarli lieto il vive .
e Vangelo e dettame ; e ſe prima non re , che tra gli ſpalli . E che riſolvo
centiam di battere ogni ſentiero , che no ? Eh ! ſi procuri il divertimento
conduce direttamente alla miſcredenza . per ogni verſo: Celebremus nomen no
· Deh- inoltriamoci nelle contrade , en- ftrum . E quali ſono i mezzi , che ſti
triam nelle officine , penetriam nelle man capaci ? Le gioſte rendite , le do
cafe del Criſtianeſimo ; e veggiaino , vute contribuzioni; i beneficj compar
ſe non è codeſta la verità . Guardiam titi ? Nulla di queſto ; anzi le lor ville
quegli Avari. A che penſan coſtoro ? eſſer debbono iuaffiate dal ſangue de'
Penſano , che la copia delle gran- poveri , dalle lagrime delle Vedove
dezze e del danaro poſſa avanzare la formati i lor fonti , e le lor caſe edifica
lor famiglia . E che riſolvono ? Eh ! te da Operaj , frodati di inercede : Fa
ſi attenda ad arricchire a più non ciamus nobis turrim . Guardiam in fine
poſſo : Celebremus romen noſtrum . E quegli Studioſi . A che penſan coſtoro ?
quali ſono i mezzi , che riſolvono a- Penſano , che il ſapere al pari della
doperare ? Il travaglio , la fatica , il ſpada lor procacci credito e decoro .
ſudore , l'induſtria ? Nulla di queſto ; E che riſolvono ? Eh ! ſi giunga al
anzi ſtabiliſcono di praticare le frodi ſapere a forza di ogni ſtudio : Celebr :
più vergognoſc , le ulure più fozze , le mus nomen noftrum . E quali ſono i mez
crudeltà più infami : Faciamus nobis tur- zi , de ' quali immaginano ſervirſi al
rim . Guardiam quei Vendicativi . A grand' uopo ? L ' imbevcrſi delle divi
che ponían coſtoro ? Penſano , che il nc Scritture , il rivolgerle , dottrine
non ſoffrire affronti accreſca loro la de' Padri, l'apprendere i ſentimenti
riputazione e la ſtima . E che riſolvo- della divina tradizione ? Nulla di que
no ? Eh ! fi cerchi aci ogni patto la ſto ; anzi credon farſi vanto nell'im
vendetta : Celebremus nonsen rojiruin . E poflefTarſi delle fole ciarle iniquifline
quali ſono i mezzi , che traſcelgono ? de' Proteſtanti ; e giungon tant' oltre,
Il non lagnarſi dell'ingiuria ricevuta , il che ſovente s'inoltrano a miſurar col
riſerbarnc al divin Giudice la ricom- lume della ragione i miſteri della Fe
penſa , il pregare l'Altiſſimo , che di- de ; ed incominciando dalla dubitazio
itrugga la malignità de' loro Avverſa- ne , terminano in orribile miſcredenza:
Tj ? Nulla di queſto ; anzi determina- Facianus nobis turrim . Quindi ſi avve
no di mantener Sicarį , di maneggiare ra di loro ciò , che afferiva S. Ilario
armi , di arrotar la lingua alle calun- , che fingono di efler fedeli , ed
nic : Faciamus nobis turrim . Guardiam in realtà non lo ſono ; perchè la lo
qucgli Ambizioſi. A che penſan coſto- ro Superbia non palcía , ina occulta la
ro ? Penſano , che nel Mondo chi più verità : Multi funt, qui fimulantes fidem ,
alto poggia , più riſcuote venerazione non fubditi funt fidei ; fibique fidem if
e riſpetto . E che riſolvono ? Eh ! fi potius conſtituunt : ſenſu humana inanitatis
afcenda a ' poſti d'onorc ad ogni co- in alto , quæ volunt, Japiunt ; & nolunt fa
fto : Celebremus nomen noftrum . E quali pere , quæ vera ſunt . Ecco i penſieri di
noi miſerabili Criſtiani E intanto quan
ſono mezzi , che preparano ?' ll me .
rito , i la capacità , l'economia , la pru- do é , che penſiamo a Dio ? a Dio ,
denza ? Nulla di queſto ; anzi ſi avva che dopo di averci formati , ci libero
E da

( a) S. Hilarius lib. 3. de Trinit.


34
da tante acque di diſgrazic e di pe- noi medeſimi; e ſenza cercare altrove le
ricoli , che tentavano aſſorbirci ? a Dio cagione del noſtro pianto , più toſto
fomino Sovrano , a cui debbeli la ſub- cerchiamla in noi ſtelli dal Signore ri
ordinazione d'ogni creato intendimen- belli , che la trovcrema ; impercioce
to ? a Dio , che è norma perfettiſſima che grida Salviano ) , che ipfi faci
di operare e di crederc ? Eh ! che Dio ! mus, ut puniamur; e che Iddio cogitur
che favori ! che ſubordinazione ! che malis noſtris ſcelera , quæ admittimus , vin
norma ! Dobbiam nel Mondo avanzar- dicare . Quindi riconoſcendoci arrogan
ci ; e quindi ne giova tencer il ſentie- ti, e meritevoli di gaſtigo , riſolviam
to della gloria , a cui aſpiriamo: Fa- di umiliarci al coſpetto dell'Altiſſimo ,
ciamus nobis turrim , & celebremus nomen ed implorare dalla ſua Miſericordia in
noſtrum . Oh follia ! Oh confuſione ! finita la umiliazion dello ſpirito e de'
Ma oh ſconſigliati quanto la sbaglia- penſieri . Si , abbominiamo la noſtra
mo ! Dovrà diliparfi l'orgoglio de'no- ſuperbia , che ci ſpinge a cercar va
Atri penſieri da quell'alto Signore , che nità per ſeppellirci nell' Inferno ; ed
con occhio propizio riguarda gliumi- amiamo quella vantaggioſa umiltà , che
wi , e con guardo bicco ributta i ſu- rappreſentandoci il noſtro nulla ,
perbi: Humilia reſpicit , & alta a longe fa Torgere con la mente al Commo
cognofcit . Dovrà rintuzzarſi da quell' Bene per imitarne le perfezioni , per
cecelſo Sovrano , che pregiali di far venerarne la veracità , e per goderne
petto a' baldanzoſi : Deus ſuperbis refi .. poi la bellezza in eterno . Che più in.
Jit . Dovrà confonderſi da quel Dio dugiamo ? Su via , giuſta il contiglio
ebe confuſe l' alterezza de ' Fabri di del gran P. S. Agoſtino ( b) , cellin le
Babilonia : Confufum eft labium univerfæ pallate orgoglioſe immaginazioni , e
terre ; & inde diſperhit eos Donninus ſuper ſubentri un penſar novello ſecondo il
faciem cun &tarum regionum . E come no , piacere del Creatore : Vita noſtra mala
fe pe abbiamo la ſperienza ? Non è moriatur, & quotidie nova proficiat . In
vero , che o non ſi giunge ad arric- tal guiſa troveremo la noſt:a ventura .
chire , o ſi giunge alle facoltà per a- Altrimente incontrerem la noſtra di
mareggiare lo ſpirito ? Non è vero (grazia ; perché Iddio efige umiliazion
che o non ſi arriva alla vendetta , o di penſieri , e noi ſol ricettiaino pen .
fi arriva a perdere la tranquillità ? Non fieri di orgoglio : e tanto più perchè
è vero , che o non ſi perviene aglio. contra le divine pretenſioni non du
Dori , o li perviene a ſmarrire la pa- bitiamo di fatollarci d'iniquità ; come
ee ? Non è vero , che o non s'indo. pure pratichiamo. In fatti ſeguiamo a
vina la maniera di prendere ſpall , o meditare .
g' indovina il modo di ſoffrir più cro 1

ei ? Non è vero , che o non li acqui SECONDO PUNTO .


Ata mai la vera ſcienza , o fi acquiſta 1

un deplorabile indifferentiſmo nel Iddio efige opere di giuſtizia ; e noi ſolpro


credere ? Ah ! che Iddio diſperde i duciama opere d' iniquità ..
conſigli de' Malignanti ; e quel ch' ė
peggio , aſſai più del corpo ſente l' a- Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli ,
nima la gravezza. del detriinento ; per- che il Padre celeſte non ha dritto ro
chè fi ſcorge tutta infangata da colpe , lamente ſul noitro intendimento per ri.
c vicina a piombare per ſempre nel ſcuoterne i penſieri ; ma ha dominio
precipizio . Deb perció entriamo in ancora ſul cuore umano per pretender
ne

( a ) Saly. lib. 8. p. 79. & lib. 4. (b) S. P. Aug. ferm . 144. de temp.
de provid. cap . 7 .
.

35
ne gli affetti . Quindi tuttor chiede da chio , la deſtra , l' affetto , e in an
ciaſcheduno il cuore : Fili , priebe mihi che il penſiero ; rivolgete contra voi
cor tuum . E perché ſenza abbaglio a ſtefli i voſtri odj a punire le colpe ,
lui gli Uomini il poſlan volgere ; che e le reità ; baciate la mano della cele
fa ? A caratteri indelebili lor imprime ſte Provvidenza , o che vi bencfichi ,
profondamente i ſuoi comandi ; indi o che vi percuota ; e per ſempre più
fu dure tavole di pietra ſcrive loro col accendervi a piacere al voſtro Dio ,
ſuo dito medeſimo la legge ſul Sina ; ſempre penſate di non aver fatto nul
é finalmente dal Golgota per mezzo del la , e riputatevi ſervi inutili ; Cum fe
Crocifiſſo fuo Figliuolo conſuftanziale ceritis onnia , dicite ; ſervi inutiles sumus'.
lor intima il Vangelo e la croce . Vuol Così favella l'Altiflimo, che ci ha creati,
dunque da noi , che ſi efieguan gli or. ci ha rcdenti , ci ha ſantificati , ci con
dini della ſua ſovrana Giuſtizia ; e che ſerva , c per tanti titoli ha dritto ſul
caminiam generoſi il retto ſentiero del- lc noſtre azioni, quanti non poffon nu
la ſalute , che aprà con i ſuoi travagli, merarſi . Con qual premura perciò doh
e ſpiano col ſuo ſangue il benigniflimo biam ubbidirlo ? Con qual follecitudine
Salvatore . Non è già , che ne vieti dobbiam da lui implorare il neceſsario
la terra . Ma ſiccome ne l'ha conce- ſoccorſo per ſempre piacergli ? Con
duta in ſoggiorno di paſſaggio ; così qual religioſità dobbiam regolare tutte
ce ne proibiſce ogni attacco . Nella le noſtre condotte ? Non dobbiamo
guiſa che un accorto Viandante di con Davide far oggetto di noſtra alli
neſſuno albergo s'innamora giammai , dua meditazione la legge divina ,
per quanto ivi ritrovi di magnificenza , correr ſempre anelanti la via de' ce
e conſiegua di Jautezza ; perchè le ſue lefti comandamenti ? Non dobbiamo
brame ſon rivolte alla patria , per cui tuttodi rammentare , che Iddio ragio
fi e indirizzato : non altrimente cipre. nevolmente eſigc da noi opere di giu.
ſcrive il Signore di non invaghirci di ſtizia per rimeritarci ?
queſto Mondo , per quanto ne prefon: E pure chc premura , che ſollecitu
si e vezzi c luſinghe e pompe ; perchè dine , che religioſità , che legge ! Abi
quà giù fiam pellegrini, e tendiamo mé ! non viviaino che a ſeconda del .
alla patria beata. E non è vero , che le noſtre paflioni più brutali ; e tal è
in tal tenore ci ragiona con lc voci , anzi la sfrenatezza de' coſtumi , che
di Paolo ? Ah ! miei Figliuoli , ci di- ſol ci reſta il nome di Criſtiani, ela
ce , ſe la terra abitate , non fia , che taccia infame di eller divenuti l'ob
vi ci attacchiate punto ; perchè preſto brobrio di Geſucristo : ita agimus, cel
ella ſvanirà peggio del fumo : Qui u- rinfaccia il zelantillimo Veſcovo di
tuntur hoc Mundo, tanquam non utantur. În- Marſeglia Salviano (a ), ita agimus , &
vaghitevi più toſto dell ' immortale cé vivimus, ut per hoc ipfum , quod populus
leſte regno , a cui di pervenire aſpira- Chriſtianus effe dicimur , Chriſti opprobrium
tc ; e vantatevi quinci della mia ſagro- elle videamur . Deh perciò tremiamo da
fanta Religione , che direttamente vi capo a picdi, o Criſtiani ; perché ne'
ci conduce . Dch calpeſtate gli umani tempi noftri afrai più , che ne' tempi
riguardi , all ' onore della vendetta an- antichi , può dolerſi l'Altilliino, e pen .
teponete l ' ignominia del perdono , tirſi di aver crcato l'Uomo . In fatti
a' piaceri del ſenſo la mortificazion fu ſecolo sì corrotto , nel quale l ' iſtef
dello ſpirito , allo ſplendor delle ric. ſo Creatore fu percollo da topraggran
chezze la generoſità del diſtacco. Da de dolore : Tatus dolore cordis intrinſe
ogni vietato oggetto contenete l'oc- cus . Fu ſecolo si corrotto , che all ' iſter
E 2 fo

(a) Saly, de Guber. Dei lib . 4.


36
to Creatore giunfe ad increſcere di a sfogo di gioventù . Ma non è ſola que
ver formate le ragionevoli Creature : ſta colpa , che oggi infami il Criſtia
Pænitet ne feciſſe hominem . Fu ſecolo sì neſimo. Si avanza l'ardore fin ne ' più
corrotto , nel quale l’ifteſo Creatorc coftumati domicilj a violentare l' one
giurò in fua parola di efterminare l ' ſtà , che ripugnano . Ma non è ſola
Univerſo: Delebo kominem , quem creavi, queſta colpa , che oggi infami il Criſtia.
a facie terra , ab homine ujque ad animan nerimo. Si porta l' abbonjinazione fin
tia , a riptili uſque ad volucres cæli . E dentro il tempio e il ſantuario a trasfe
qual fu la cagione ? Appunto perchè rire a un idolo di fango le adorazioni
foprabbondava la unana malizia , e il dovute a Dio . Ma non è ſola queſta
cuore umano ſempre era ſpinto all'ini colpa , che oggi infami il Criſtianeſimo .
quità : Videns Deus , quod multa malitia Ahimė! gli interefli , le ingiuſtizic , gľ
hominum effet in terra , & cuncta cogitatio inganni , le prepotenze , gli odj , le in
cordis intenta effet ad malum omni tempore. temperanze , le oppreffioni fon giunti
E qual era inalizia sì rea , iniquità all' eccello ; perché non vi è altra leg
si inſoffribile qual era ? Ah ! che per ge che quella del capriccio e della
quanto rivolgiam le Scritture , non al pailione · I poſti ſi conferiſcono non
tro ritroviamo , ſe non che allora tri a ' più meritevoli, ma a' più facolto :i :
onfava la ſenſualità : Omnis caro corri fi decide a favore non della verità , ma
perat viam fuam . Avanzandoſi il nume della menzogna ; a favore non del giu
ro delle genti , fi avanzò parimente la No , ma della prepotenza , gli Operaj
converſazione , la familiarità , il liber non fol ſi ſcherniſcono , ma ſi frodan
tinaggio ; e quinci ſecondo che detta crudelmente della meritata mercede : i
va il cieco arbitrio , ognuno atteſe in Poveri non ſol fi ributtano , ma bar
trepidamente a sfogare la fua libidine : baramente fi cipongono a barattare il lor
Videntes Filii Dei Filias hominum , quod ej decoro : fon diſprezzati i ſemplici, gli
ſent pulchre , acceperunt ſibi uxores ex om innocenti calunniati, profanate le Chic
nibus , quas elegerant . Queſto è tutto il le , i prolliini odiati , infidiati i virtuo
proceſſo di quegli antichi Uomini rei, ſi , i Sagrainenti calpeſtati, vilipeſo Id
che troviam regiſtrato nelle Scritturc : dio . Oh ſanta religione di Geſucriſto,
e per tal proceflo ben ſappiamo , che e dove mai - ſei gita ? Ad abitar fra gli
un Dio inalterabile in guilà fi sdegno , Ebrei ? Mi no.; che quivi ſol regna l'
che pentitoſi di aver creato l'Univer avarizia . Ad abitare fra ' Turchi ! Ma
fo , apri le cataratte de' cieli , e con no ; che quivi ſol regna l'impudicizia.
aeque ultrici distruſle Uomini , affoga Ad abitare fra ' Gentili ? Ma no ; che
aniinali , ſovvertì poderi , oppreſse fa quivi ſol regna la ſuperſtizione . Ad a
briche , manomiſe campagne. Oh sde. bitare fra' Criſtiani 2 Ma no ; che qui
gno ! Oh gaſtigo ! Oh eſempio ! vi ſol regna sfacciatamente ogni gene:
E come dunque non dobbiam noi re di ſcottumatozza . Tempo fu , che
palpitare , o Criſtiani , fe abbiam la tra loro abitar go lefti , quando ne pri
diſgrazia di far correre un ſecolo di ini della nuicente Chieſa feliciffini
maggior corruzione ? Si , a tempi no. ſecoli religioſainunta ti acclamarono , e
ſtri anche peggiore trionfa l' inconti ti dilataron per ogni dove gli avventu
nenza ; c non trionfa ſola , ma trionfa roſi Coltivatori. Ma ora è altro tempo .
accompagnata da tutti i vizj più nefan Quei doveri , che ti competono , ti
di . La ſenſualità e per tutto accla: vengon ingiuftaincnto nugati ; c quei ,
mata , e la ſordidezza è riputata con che dovrebber venerarti, ſono i primi ,
dizion neceſſaria di natura . Ma non è a colpirti di accrbo dolore , onde non
fola queſta colpa , che oggi infami il ſolamente non abbi più a dilatare , ma
Criſtiancfimo . Si giunge a peccare a restringere anzi ſempre più l'auguſto
per uſo , e non per fragilità ; e li ftiina dominio , e la regal giuridizione . Do
ve
37
ve dunque ſci gita , o fantiſſima Religio- enim , ne forte illuc ingreli, Gentilitatem
ne ? Ahime ! poiliam dire, che appena cernerent , ac maximom impietatem . Ne
in qualche angolo fiaſi rifretta e celata; la sbagliò il Valentuomo: impercioc
e quivi tema gl' inſulti de' Criſtiani , chè ilmezzo più efficace a pervertire i
che quivi ancor tentano diſturbarla . cuori religiofi è appunto il coſpetto di
In fatti che vi credete , Uditori ? un popolo indiſciplinato . Quanto più
Siam giunti a tale , che ogni pio Fede- dunque valerà a confermare nella pro
le ſi appiglia a giufto conliglio , re pro- tervia gl'Incrcduli e gl'Infedeli ? Ah !
cura di allontanare dalle Città Cattoli- chc ragionevolmente piangea il gran
che i Miſcredenti e i Pagani ; perchè P.S. Agoſtino (6) , quando ſapea , che
veggendo in eſc i maltrattamenti , che pel Cattolicheſimo giravan gli Eretici;
fanno alla Religionc i Cristiani , vie e non per altro motivo ,ſe non perchè
più s'indurerebbero ne ' loro errori ; e la rilaſciatezza oſſervata de' Cattolici
non fol non ſi avvicinerebbero , ma più gl ' indurava nella pertinacia : Cum pene
anzi ſi allontanerebbero dal ccicite ovi- yullum Chriftianorum angulum ,nullam Chri
le , e dal divin Paftore . Soptite ( a ). Ri- Alianorum partem , non plenam omni offen-.
tornava di Ninive già penitente in Ge- fione , & lethaliun onnium peccatorum la
roſolima il Profeta Giona , e ritornava be videamus . Ed il P. S. Giangriſoſtomo
accompagnato non ſol da molto popo- () con maggior empito ( clamava , che
lo , ma da alcuni Principi della Città da'vizj de'Fedeli venivan ritardati ad
convertita . Quando approllimandoſi alle abbracciare la vera Credenza i Miſcre
colline del Sion , fu gentilmente pre denti : jam pridem do &rinam fuam dam
gato da' ſuoi Compagni ad introdurgļi naljent ; & noftram approba /jent, niſi vi
Deila Capitale , si rinomata per magni- ta noſtra retraherentur . Ed ecco il caſo
ficenza , e per Religione: Sine, ut tecum noftro . E'tale il noſtro libertinaggio ,
ingrediamur terram Ijrael, ut illius confpi- che impediſce la dilatazione della re..
ciamus virtutes , ac regulas , actiones bonas, denzion fruttifera ; e quinci è da bra
& re&tas vivendi formas . Crederefte ? a marſi , che non vengano a guardarlo gli
tal novella impallidi il Profeta ; e con ſtranieri, onde non prendano abborri
mille arti , ſcule , e raggiri s'induſtrio mento aila Religione del Crocifilio....
in guiſa a toglier loro il conceputo de- E per verità coſa mai direbbero , ſe
fiderio , che finalmente licenziatili , ri capitaffer tra noi ? Ahime ! gridereb
tornarono in Ninive . Or perchè Gio- bero peggio del Compagni di Giona ,
na impedi l'ingreſlo di Foreſtieri si che dalle montagne giunſero a mirar:
divoti in Geruſaleminc ? Appunto , dice le abbominazioni di Geroſoliina : e che
5. Efrem Siro , perchè non rimanelle- razza di Cristiani è mai coicita ? Sia
Lo ſcandalezzati da'rci coſtumi degli mo in Geroſolima , o pure in Sodoma ::
Abitatori, e prendeſſero anſa di ritor- Hierufalein terrain cemimus ais Sodomo .
nare alle loro priſtine ſcoitumatezze . rum ? Deh. fuggiamo da queſta gente
lo ſo bene , dicea tra ſe il Profeta , io indegna : Profugiamus a populo iſto pela
fo bene , quanto ſia divenuta malvagia fimo . E cosi dicendo , non ſol verreb
la mia Città . Che fia dunque , le giun- bero , ma 4. apparterebbero anzi dall'
gano a vederla iNiniviti di freſco pe- ovile del Salvatore .
nitenti ? Ahimė ? gii pervertirà il mal Ma ſe egli è cosi, o Criſtiani ; dom
eſempio ; e non ricordandoſi più della ve può giunger più oltre la noſtra mal
mia predicazionc , torneranno più ſcel- vagità ? Non è queſto il tempo , in cui
lerati di prima . Così diſſe , c procura vie più ſi pente l' Altiffino di averci
deviargli dalla Città ſanta : Verebatur. creati c redenti ? Non è queſto il tem
po,

(a) S. Efrein . tract. de Virtut. (c) S. Joh. Chruy hom .7. in Johanna
(6 ) P.S. Auguft. tract. 49. in Yohan .
1

38
po , in cui vic più tra onde fatali affo . membra , così non ha lingua e voce
gar debbe le noſtre rozzure la ſdegna E pur nelle Scrtiture diccli tuttora par
ta Vendetta ? Ah ! mio Dio ; ſo bene , lare . In fatti ſe chiama dal ſeno del
che non vi rieſca abbominare gli Uo nulla le coſe , le chiama con un Fiat on
mini ; perchè uno di elli è appunto il nipotente : ſe ſpediſce Profeti , gli ſpe
voſtro Figliuolo conſuftanziale : e ſo diſce con la ſua parola ; loquutus eft no
bene , che non più ſapete replicar bis Patribus in Prophetis: ſe minaccia ſter
diluvj ; perchè prometteſte di non più minj, ſe promette avanzainenti , gli mi
perdere l' Univerſo . Ma temo aſſai , naccia , gli prometto col ſuo labbro ;
che abborriate cosi l'iniquità degli Uo hrec dicit Dominus : ſe finalinente opera
mini , che viſolviate affligerla , ſe non il miſtero ineffabile della redenzione ,
con acqua , certamente col fuoco ; l'opera parlandoci nel ſuo dilettiilino
perché altamente proteſtate , che in Figlio ; novillime loquutus eft nobis in Filio.
impietate ſua corruet impius . Quindi ri E perchè dunque di tali eſpreſsioni ſi
entrando in me ſteſſo , e rivolgendo fervono le divine Scritture ? Varie ſon
mi a' Fedeli , ſono ſpinto a gridare le ragioni , che recano i Santi Padri
nell'amarezza dell'anima : ah ! che fol della Chieſa ,tra le quali vi ha la mi.
lia è la noſtra ? Che ftolidezza il glo ſtica , che le Scritture hanno appro
riarci dell' iniquità ? Che preſunzione priata all' Altiſiino la voce per ſigni.
il renderci rei del maggior delitto ficarci , che ſe il noſtro Dio anche
qual è l' infanare il nome di Dio ; le parole ha adoperate a favor noftro,
gridando Salviano ( a ) : Cujus crimi parimento abbia dritto non ſolo ſull'
nis rei fint Chriſtiani ex hoc uno intel intendimento e ſul cuore , ma ſulla
ligi poteft , quia nomen Dei infamart. Deh lingua ancora · Ed oh come egli è
preſto prcfto mutiam conſiglio ; dete ſtato geloſo di tal dritto in ogni fe
* Itiam con tutto lo ſpirito l' abbominc. colo ! Baſta il dire , che proteſtandoſi
vol libertinaggio , che c' infama ; e di aver data all ' Uomo la bocca ,per:
ritorniamo al noſtro ccleſte Padre per chè gli fervifie di miniſtero a bence
gloriarci di amarlo e ſervirlo e per dirlo e lodarlo , volle , che con le
toglier quinci dalla deſtra di lui il fia parole fi perfezionaffero i fagri mitte
gello vendicatore . Baſtantemente ci ha rj , con le parole fi formaflero i Sa
ſofferti contumaci , c ne ha chiamati gramenti , con le parole fi paleſaffero le
erranti . Ora è tempo di non più abu comuni preghiere , con le parole s' iin
farci della ſua pictà , e di tornargli in petraſſero grazie e favori . Anche col
feno . Non ci perdiamo dunque di ani labbro , ſembra egli dirci , anche col
mo , anzi incorragiamci a piacergli ; labbro ajutar vi potete a caminar la
che troppo è ingiuſto , che mentre Id via della ſalute , pervenire al voſtro
dio eſige opere di giuſtizia , poi ſol Dio . E perciò ſappiatevene avvalere
produciamo opere d'iniquità . E qui a voſtro vantaggio . Non ceſſate di
ſeguiamo a meditare . benedire chi vi ha creati e redenti ,
e di offerirgli cantici di lodi e di rin
TERZO PUNTO . graziamenti : Deum benedicite , & can
tate illi . Non ceffate di appaleſare le
Iddio eſige parole di vita , e noi fol profe ccleſti miſericordie c i divini voleri ;
riamo parole di morte . ed a tal fine rendendo la voſtra lingua
una penna di chi ſcrive con velocità ,
Confideriamo , dilettiſlimi Fedeli , che ripetete con Davide : Lingua mea cala:
ľ Altiſſimo ficcome non ha corpo e mus fcribe , velociter fcribentis . Vegghia
te

(a ). Salv. de Guber. Dei cap. 4 .


39
te in finc a non cavar voci di men- me . Ma ecco l' immagin funeſta della
zogne , ma voci di verità ; onde non noſtra iniquità . Ritornato alla deſtra
s' ingannino , ina s' iſtruiſcano i vo- del Padre il Mediatore per investirſi
ſtri Fratelli; perchè in tal guiſa farete del regno acquiſtato col fingue , aſpet
felici c bcati : Beatus homo , qui non of ta di clier lodato , benedetto , ringra
fendit in verbo . Cosi ci ripete l’Altiſfi- ziato , anzi diffuſo e predicato il ſuo
mo . Ed ecco come egli eſige da noi nome ; tin che nell' eſtremo de ' giorni
parole di vita . egli ritorni ſulle nubi della maeſtà fua
E s ' egli è così ; volgiamo a noi fedente a giudicar l' Univerſo in giu
il penſiero , ed ofſerviamo , a qual co- ſtizia ed equità . Ma noi intanto anzi
ſa mai impieghiamo la noſtra lingua , che venerarlo , ci avvaliam della lingua
o Criſtiani . E qual nſo ne facciamo ? e della bocca per ordire le più ſagri
Ahime ! ne facciamo uſo d'iniquità ; leghe fellonic . Non abbiam biſogno
peggio che non fecero quei Servi ri- di ſpedire. Ambaſciadori al Re della
baldi, che in miſterioſa parabola ci gloria per informarlo della noſtra arro
rappreſentò Gesucriſto preiro il Van- ganza ; perchè noi ſtelli gli manifeſtia
geliſta S. Luca . Che temerità ! Do- mo a faccia a faccia i noſtri tradimcn
vette il lor Sovrano partir lungi ; per- ti . E che altro ſignificano gli orrendi
che dovea impofleffarſi d' un regno : fpergiuri, che ſi aſcoltano ? Abime ! a'
Homo quidam nobilis abiit in regionem lon- giorni noftri ſi affollano contra l'inno
ginquam , accipere fibi regnum . Ma ap- cenza i falfi teftimonj, comprati per vil
pena fi congedo , che i Scrvi infolcn moneta . Che altro ſignificano le be
ti preſero a tumultuarc . E che fece- ſtemmie eſecrabili , che affordano il
ro ? Si abuſarono della bocca e del- cielo ? Ahime ! al giorni noftri fi giun
la lingua per ordir congiurc . Si u- ge a maledir con rabbia non ſolo i
nirono in un infame conciliabolo ; Santi , non ſolo gli Angioli , non ſolo
e ſtabilirono di ſcuotere il giogo della. la Fede , ma fino il preziofiflimo ſan
di lui padronanza : e giuſta un si per- gue del divino. Agnello , che ci ha re
fido ſtabilimento gl' inviarono un denti ; e fino l'iſteſſo Iddio , che ci ha
Ambafciadore, che gli faceffe inten- crcati . Che ſignificano le communi
dere ; chc cglino non voleano più ub- mormorazioni , che diſturbano un Mon
bidirlo : Mijerunt legationem poft eum , do ? Ahimě ! a' giorni noſtri tacciali 1
dicentes ; nolumus hunc regnare ſuper nos . altrui riputazione , o in pubblico per
E perchè fellonia cotanta . Forſe gli femplice sfogo , o in privato per puro
gravo il Padrone ? l orſe preteſe le lo- divertimento , o a' Superiori per inde
to robbc ? Anzi tutto l'oppolito ; egli gna pallione . Che ſignificano le inde
cſercitava un governo dolciſſimo : e gne deriſioni de virtuoſi , i ſentimenti
prima di partire , lor diſtribui i ſuoi d' incredulità , i diſprezzi della Religio
talenti ; perché tratficandogli , potetle- ne , le... Ma non più ; che a' giorni
ro guadagnar pane : Vocatis Servis fuis, noſtri fi adopera la lingua in peggior
dedit eis decem mias . E perchè dunque forma , che non ſi adopera nell' Infer
fargliſi un oltraggio si ' enorme ? Ah ! no dalle anime. dannate .
per quanto andiamo inveſtigando , non Or che male ci ha fatto il noſtro
altronde provenne. la ribellione che Dio , o Criſtiani , che oſiamo sì per
da una cieca temerità . In fatti ritor. fidamente ribellarcene ? Che inale ci
nato il Padronc , inveſtito del nuo- ha fatto il nostro Dio , che dopo di
vo regno , ſenza ammettere ſcuſa alcu- averci amato con perpetua dilezione ,
na ſpedi Maſnadieri a catturargli , ed ne ha dato il ſangue. Tuo , ne ha coin
ammazzar gli fece alla ſua preſenza , partita la celeſte grazia , ne ha favori
Servos illos , qui noluerunt me regnare ju- ta la ſua protezione , e fin giunge a
per fe , adducite huc , & interficite ante nutrirci delle ſue medeſime carni , e
a dila
a differarci col ſuo medeſimo ſangue ? tiamo penſieri di orgoglio , opere d'
Ah ! che non ſolamente non ne ha iniquità , e parole di morte ? Ah ! dun
fatto alcun male , ma ci ha colmati que s'egli cosi clcmente dimoſtraſi in
anzi di cccelſi beneficj. Quindi è , che queſto giorno verſo di noi , dech ſen
tutta la origine degli affronti a lui ſat za indugio cadiamgli ravveduti a'pie
ti è appunto la noſtra inarrivabile te di , corriamgli tra le braccia amoroſe,
merita . E perciò chi può inai ſottrar e vie più imploriamne miſericordia .
ci dalla ventura ſua ira ? Ahime ! non Ah ! noſtro dolciffimo Padre , confuli
facciamo altro che cavarci orribile il ed umiliati eccoci alla voſtra divina
precipizio , e prepararci incvitabile la preſenza . Signore , non abbiamo ani
rovina . Ed oh quanti , oh quanti ſa mo di alzar gli occhi per mirare it
ran lcgati in faſci, non di viventi , ma voſtro bel vilo ; perchè ben conoſcia
di eternamente periti ! ( a ) Oh quot , mo di avervi ofiero con tale eforbi
9:09 in Viventium , fed in morientium fa . tante nunero di peccati , che quali
jciculos erunt colligati ! Entriamo per ſupera il numero immenſo delle are.
tanto in noi medefimi, e riflettiamo ne del mare . Oh ſtolti ! che abbiain
che il noſtro buon Padre Iddio ancor vilipeſa una bontà infinita , meritevo ..
ci parla al cuore per uſarci mifericor le di eſſer antepoſta a qualunque Crea
dia , e liberarci dal fupplicio , Ecco tura , per aderire ad una palljonc sfre
ci fa ſentire all'orecchio a non effer nata, che deplorabilmente ci tirannego
duri alle ſue chiamate : Hodie ſi vocem giava . Deh ci aveſſe rapiti la morte
Domini audieritis , nolite obdurare corda prima d'inciampare in tal ecceffo! Ne
veſtra . Badate bene , ci dice , badate proviamo si profonda amarezza , che
bene , o miei Figli , a non ſeguir le tutto ſe ne ſconvolge lo ſpirito . E per
tracce de' contumaci Ebrei , che riem ciò piangendo e fofpirando ve ne chie.
piron di ſcandali il diſerto . Baſtante diaino pietà e per:lono . Signore , quan
inente foite oſtinati a' miei inviti al to è più ccceiliva la nostra reità , tan
pari di quelli . Tante volte foite ful to più faccia pompa la voſtra Miſeri.
punto di venirmi in ſeno , e vi man cordia , di cui folcte pregiarvi più del.
cò il coraggio . Oggi di bel nuovo vi la Giuſtizia . Noi vi promettiamo dielo
porgo la deſtra per ajutarvi al grand' fer diverſi di prima per l ' avvenire; vi
uopo . Coraggio dunque , fortezza a ter promcttiamo fermamente di abbomina.
aninar la vottra oſtinazione : Hodie ſi re la noſtra malizia , e amare la vo
vocem Domini audieritis , nolite obdurare ſtra ſomma bontà . Ma che farem ſen
corda veſtra . Che voci amoroſe ! Che za di voi? Voi, Signore , fecondar do
parole pietoſe ! Le ineritavamo noi , vete le noſtre riſoluzioni con la voſtra
che fin ora non l'abbiamo che vili ſantiflima grazia . Den ſomminiſtratece
peſe ? che fin ora tiam viiluti peggio la dunque , e farem tutti Santi . Queſto
degl'Idolatri ? Potevamo prometterci ardenteincnte brainiamo ; c perchè fie
miſericordia sì grande da quel Signo te noſtro amantillimo Padrc , vivamen
re , che ſovente abbiamo ſtimato me te da voi lo iperiamo . E perciò con
no de' cani ? Potevamo aſpettarci in ſolati v’incominciamo ad amare per
viti sì dolci da quel Dio , che ancor ſempre amarvi fino all'ultimo reſpiro
oltraggiamo; perchè egli elige penfic della vita , e per tutta l'eternità bea
ri di umiliazione , opere di giuitizia , ta . Amen .
e parole di vita , e noi fol gli preſen .

TER

(a) Nax. in cap. 24. fofue $. 11. 1. 50.


T ER ZO GIORNO
ISTRUZIONE III

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

ARGO M E N TO
Si dà un metodo particolare per l'Eſame della Coſcienza rapporto alle anime
1. religioſe , 2. penitenti , 3. peccatrici.

Iunto appena colà nel diſerto di ſembravamo quaſi picciole locuſte ; vi


G Faran il ramingo popolo d'Ifrael.
lo , l'avuto comando dell ' Altif.
dimus monſtra quædam filiorum 'Enac de
genere gigantæo, quibus comparati , quafi
ſimo eſegul ſubito il prode Legislatore locufte videbamur. Guardate che inganno!
Mosè ; e ſcelti alcuni pochi più gene- Si commoffe , e fi ſpaventò tutta la ple
roſi Eroi da ciaſcheduna Tribù , invio- be ; e determinò di non voler paſſare
gli alla ſpiaggia meridionale di Ca in quel regno , che a lei avrebbc arre.
naan per informarſi della fertilità del. cata , non tranquilla la vita , ma fero
le campagne , dell' amenità dell'aria , ce la morte . E bon ſarebbeli la fua
dell'indole della gente della terra da determinazione eſeguita , ſe il virtuo .
Dio promeſa . Preſero dunquc coſtoro To Caleb , che uno cra ſtato delle ſpe.
da Mosè congedo , e pel mezzodi indi. dite Spie , non ſi folie gencroſamente
rizzando il loro camino , giunſero al oppoſto , e tolto non aveſſe ognuno di
1 Juogo ſtabilito . Si trattennero quivi inganno . Egli in fatti innanzi al fre
nicnte meno di quaranta giorni per e- quente popolo portofi innanzi, cosi fa
feguire la loro incombenza : c dopo ri- vello : "Oh genti infingarde , e qual
tornarono a Mosè, ed al campo. Ma groſolano errore voi prendete ! Non
credereftc, gentiliffimi Uditori ? Coſto è , non è la terra , a noi dal Signore
ro in vece di moſtrarſi confolati ed promeſſa , una terra di carnificina, ma
allegri per la oſſervata bontà di quel di pace : quivi l'abbondanza ha fede,
pacſe , al quale per favor divino do- e dall', arrecato tralcio di uva carico
vean paſſare , finſero di eſſerne rimaſti argomentare il potetc ; e quivi fcorre
atterriti e ſpaventati ; anzi per mette- fin anche il latte , e ſcorre il miele .
re vic più in colternazione i popoli Andiamo dunque à poffederla : Afcen
cosi andarono i malaccorti dicendo damus , & polſideamus : E con qucſte
ahimė! e dove ſiam confinati ? e dove parole tal coraggio infufc , che ad oc .
dobbiam diinorare ? La terra , che ab- cupare il feticiſlimo regno di Canaan
biamo offervata , divora gli ſteſſi ſuoi ſpinſe coloro , che dalle altrui per
Abitatori ; terra , quam luftravimus, de- ſuaſioni ingannati , aſſai temevano dia
vorat habitatores fuos : il popolo , che bitarto . Queſta è un iftoria della fa
abbiam veduto , è di (miſurata grandez- . gra Scrictura , come ben voi ' Capcte ,
za ; populus, quem afpeximus , procere fta- gentilillimi Uditori . Ma queſta iſtoria
turæ eft : quivi abbiain guardati alcuni nc rappreſenta al vivo ciò , che fuc
moſtri de' figliuoli di Enacco di ſtirpe cede à' Peccatori nella Confeffionc
giganteſca , a' quali noi paragonandoci, Sagramentale . Lungo tempo furon elli
F nella
42 la
nel dura tirannia dell ' Egitto , cioè Ite l'Eſame della Coſcienza giuſta i
tiranneggiati dal Demonio pel pecca- dettami della paſſione ; e vorrei più
to ; e la Miſericordia del Signore gli toſto , che la faceſte giuſta il volere di
ſpinſe ad uſcire da tal diſgrazia . U: Dio.So bene di alcune perſone divo
ſcirono perciò per trasferirſi nel re. te , che non ſono contente giammai
gno di Geſucriſto , tutto abbondante di di cſaminarſi , ſe prima non ſi hanno
pace , per mezzo del Sagramento del- recato a memoria , quanto hanno per
la Penitenza . Ma che ? Mentre già lo innanzi operato , e quanto è loro
ſon proſſimi a felicitarli , aſcoltano le ſucceduto , o di profpero , o di ſiniſtro ,
voci delle paflioni , che lor preſenta- per narrarlo poi a 'i Confeffori, e ren
Do orribile è difficoltoſo tal Sagra- dere i Confeflional cotanti ridotti di
mento ; e così diffidano di ottenere quel ciarle . E lo bene ancora , che vi ſono
medeſimo , che lor viene a piene ma- alcune perſone divote , lc. quali vie
ni ad offerire il Re della gloria . Ma più ripiene di fanatiſmo , che dello
s' egli è cost; coſa mai far deggio io ſpirito di Dio , attendono bene a ri
queſt' oggi ? Qual ſecondo Caleb to- cordarſi di viſioni e di eſtaſi , che non
glierò tutti d'inganno : e dopo che hanno avuto giammai , per diſturbare
jeri tolli la prima difficoltà , che si i miſeri Direttori , che debbono aſcol
incontra nell' Eſame della Coſcienza , tare nel giorno , quanto efTe fognaron
ſieguo oggi a togliere le altre , che nella notte . Ma qual errore è mai code
pell iftello Eſame aver fogliono al- Ito ? Ah ! debbe eſaminarſi la Coſcien .
ri . e , Uditori . za in quello , in cui ſi è errato ; e
itenti
i Penciò
cunDire ticola
parvi
, che occorr non in quello , in cui non può cadere
Aſcolto tre ſorti di perſone , che di- riprenſione e giudizio . Per la qual co
verſamente m'interrogano . Alcuni lo- ſa aſcoltateini bene , o Anime pie .
po di quelli , i quali oltre alla legge Primieramente io vi eſorto a far 1 E
di Dio ſi ſono obbligati a' conſigli ſame della Coſcienza nella guiſa iſteſ
Vangelici ; e queſti chreggon da me ſa , che già jeri v' inſegnai ; perché
particolar metodo per cfaminare la non potete fapere , ſe l' aſtuzia del
loro Coſcienza : altri poi ſono nel nu- Demonio ingannandovi, vi abbia fatto
mero de' Penitenti ; è queſti voglion precipitare in delitti contrarj alla leg
da mc. ſapere , coſa far debbano , fe ge di Dio e della Chieſa . E di poi
fatto bene l' Efaine della Coſcienza paſſate ad eſaminare , ſe abbiate pro
pon trovino peccati mortali non con- fittato nella via del Signore ; perchè
fellati : altri finalmente ſono nel ruolo. l' Angelico D. S. Tommaſo (a) vi vuot
de malvagi , i quali colpabilmente tenute ſotto pena di colpa grave a.
hapno mancato á diligentemente , eſa- profittare di giorno in giorno per ſcm
minarli ; e queſti chieggon da me , pre : tanto più che fecondo il ſenti
come li debbono regolare per cfami- mento dell' Ab . S. Bernardo il non
narfi bcne dopo aver fatte molte Con- profittare nella via del Signore è l'
fellioni ſagrileghe . Ma s egli è così; ifteflo , che ritornare in dietro : Non
mi accingo a ſoddisfare a cútci , ince- progredi in via Dei, regredi eſt . E per
eſaminare , ſe, abbiate o no pro.ittato
Che ndo
mincia dite da ue, voi, ó Anime di-
dunqprimi nella ſtrada della perfezione , riduce
vote ? Dite di eſſervi obbligate volon- te tutti i conſigli del Vangelo ad un
tariamente a divenir perfette , e ad folo conſiglio di rinegare la propria
offervare i conſigli del Vangelo ? Be- volontà , come dichiaro Geſucriito :
nilijino : 'ina io non vorrei , che face- Qui vult venire pot me , abneget ſemeti
Pjum .

( a) 's. Thom. 2. 2. q. 148. a. 5. & q. 286. 4. 2.


43
pfum . E quinci rivargando le voſtre nitori , che per dimorare in Chieſa ,
operazioni paſſate , ponderatele bene non attendono a' loro figliuoli; e man
e confrontatele con queſto conſiglio ; cano tutte quelle perſone divote , che
ed oſſervandovi terra , cioè volontà per attendere alle coſe ſpirituali, ab
propria e non di Dio , dite di non a- bandonano i travagli del loro Stato , a
ver profittato , e fatene materia di cui l Altiſſimo le ha chiamate , per
Confeffione . che queſti travagli ſon voluti dal inc
Ma , Padre , come poſſo io difcer- deſimo Iddio . In ſecondo luogo è vo .
nere , ſe nelle mie operazioni ho fe- lontà del Signore , che ſoffriate tutte
guito più toſto il mio capriccio , che le tribolazioni , onde ſiete mortificati ;
il volere dell'Altiſlimo ? Vi darò quat- e che portiate ſugli omeri paziente
tro regole , che ſono i quattro capi > mente la croce ſino al fine della vita :
ſopra i quali dovete eſaminare la vo- sì perchè Geſucriſto l'ha portata pri
ſtra Coſcienza . In primo luogo dunque ma di voi per cntrare nella ſua glo
conſiderate , che è volontà di Dio ria , come parlò egli ſteſo a' Pellegri
che voi adempiate le obbligazioni del ni di Emmaus ; Oportuit pati Chriſtum ,
voſtro Stato ; perché Iddio , il quale o & ita intrare in gloriam fuam : e si per
vi ha chiamate , o vi mantiene in uno che con quella ſiete provati , ſe ſiete
Stato , vuole , che il ſerviate ſpecial- giuſti ; ſiete rinforzati , ſe penitenti; fic
mente con quelle opere , che in tale te ammendati , ſe peccatori : Probatur,
Stato ſi dobbon fare : e quindi con- così il gran P. S. Agoſtino (a ) , pro
chiudete , che è di proprio capriccio batur , fe juftus eft ; roboratur , fi penitens;
tutto ciò , che impediſce l'adempimen- aut fi peccator et, emendatur . E quindi
to di tali obbligazioni, avvegnachèſia il lagnarſi delle tribolazioni, cd il vo
Santo e perfetto in ſe ſteſſo . Guardia- lerfenc allontanare , è proprio capric
mo Elia , Uditori . Che (antiſſimo Pro- cio ; c argomenta imperfezione e di
feta cra egli ! Zelo l'onore di Dio in fetto . In terzo luogo è volontà del Si
Sionne , e fece trucidare giuſta il torren- gnore , che voi ubbidiate a' voſtri Ge
te di Ciſon ottocento cinquanta falſi nitori , a' voſtri Supcriori , e ſpecialmen
Profeti de ' boſchi e di Baal . Ma poi te a voſtri Direttori ; perchè per mçz
Ininacciato dalla Regina Gezabella per zo di elli ne ſignifica Iddio i ſuoi vo
tale eccidio , andò a fare orazione den- leri : Fratres , cosi l’Appoſtolo S. Pao
uio la ſpelonca del monte Orebbe . lo , obedite præpofitis veftris , fubjacete
Che coſa più ſanta di queſta ? E pure eis ; hoc enim juftum eft. Onde è , che
afcoitate · Appena incominciò Elia ad il ricalcitrare , e non ubbidir cieca
orare , c ſubito rimbombo la voce di mente è un effetto di amor proprio
Dio nell'antro , e gli difle ; che fai peccaminoſo e riprenſibile . In quarto
tu qui , o Elia : Quid hic agis Elia ? lo luogo è volontà dell' Altiffimo ciò ,
non ti ho fatto Anacoreta , ma ti ho che fuggcrito vicne per mezzo delle
coſtituito Profeta : e perciò laſcia la fante iſpirazioni, perché Iddio non le
orazione , che è voluta dal tuo capric. concede agli Uomini, fe non perchia
cio ; e zela il decoro del Santuario margli ad eſeguire la divina ſua volon
anche a coſto della vita , che è di tà . E così il non aſcoltarle , il diſprez
niio volcre : Vade , com revertere in viam ' zarle è una preſunzione intollerabile
tilam . Tanto è vero , che le coſe (an- è un difetto graviffimo , importante il
tiffimc laſciano di cffer fante , qualora diſprezzo delle grazie divine . Per la
impediſcono di eſeguire le obbligazioni qual coſa io vi dirò in brieve ; 0 A
dello Stato . E cosi mancano que' Ge- nime pie . Elaninate , 1. ſe abbiate a
F' 2 ; dem.

(a) S. P. Aug. ferm . 20. in app .


44
dempiuti i doveri del voſtro Stato ; 2 . no i poverelli , che non ottengon da
ſe abbiate con pazienza ſoſtenuta la vo voi un poco di pane ; perchè tutto
Itra croce ; 3. ſe abbiate ciecamente confumite a' tavolieri del giuoco , al
ubbidito a' voſtri Superiori ; 4. fe ab le mode oltramontine , alle liti in
biate ſubito corriſpoſto alle divine in giuſte , alle ſoverchierie , e ad al luf
ſpirazioni : cpoi aggiungete l ' efa ſo . Badate , o Mercadanti , che di voi
minarvi , ſe abbiate oſſervati i ſanti fi lagnano i Lavoratori ; perchè gli
proponimenti , ſe abbiate cavato profitto coſtringete a prendere robba in vece
dalle fante Confeflioni e Comunioni , di danaro : fi lagnano i Capi di fami 1
e ſe, nel tempo rimaſto a voi libero glia ; perché da' loro Figliucli com .
abbiate atteſo all' orazione , o alme prate le merci : fi lagnano i Compra
no agli atti giaculatorj . Ed ecco avre . tori ; perchè facendo loro il favore
te fatto un ottimo Elame di Cofcicnza . della crcdenza , avanzate ſomma:nente
Parlate voi adeſſo , o Penitenti . Che il prezzo ; e perchë lor vendete di
dite voi ? Che avendo fatto l ' Eſame un carato quel, che ſapete eſſere di
giuſta il metodo jeri inſegnato , non un altro . Badate , o Genitori , che di
trovate , che dall'ultima fatta Confef voi fi lagnano i voſtri Figliuoli ; per
fione vi rimorda la coſcienza di pcc che non gli ſapete cducare , non date
cato alcuno ? Oh lodato il Signore ! loro buon eſempio , non gl ' iftruite
Biſogna , che io mi confonda altamen nelle coſe della Religione , e ſovente
te , perché ſono Ecclefiaftico , benchè date loro ſcandalo con le beſtemmie ,
indegno , lontano da tutte le occaſio e con le vanita . Badate bene , o Avvo
ni , e ſempre trovo che confeſſarmi . cati , che ſi lagnano di voi i voſtri Clien
Ma è poflibile ? Credete voi di non ti ; perché ricevete il patrocinio di
aver mancato , quando un S. Agoſtino liti ingiuſte , e perchè ſempre pro
( a ) fi duole di mancare cotidiana longate le giuſte con rovina delle ca.
mente , e di aver biſogno del Sagra ſe . Badate bene , o Eccleſiaſtici, che
mento della Penitenza : Quotidie confite di voi fi lagnano i Laici ; perchè non
tur conſcientia mea ſpe miſericordiæ ? Piů. date foro buon eſempio , nè adempite
Penſate voi di non effere inciampaol con decoro a' doveri de ſantiſſimi
in alcun mancamento , quando l' iſter voftri miniſterj . Badate bene , o Cri
ſo Davide , Uomo ſecondo il cuore di ftiani , che di voi fi lagna Geſucriſto ;
Dio , chiede ' di ' effer mondato dalle perchè conculcatc la fua legge , ne
ſue macchie occulte : Ab occultis meis ridete il Vangelo , ne calpeſtatc i Sa
munda me , Domine ? Più . Siimate voi ſagramenti , ne abuſato il preziofillimo
di non aver difettato , quando per ſangue .
ſentimento del Savio cade Tette volte Badate bene ; e quando in voi do
il giorno uno Giuſto perfetto : Se po tal diligenza non trovate delitti
pties in die cadit. Juſtus ? Ah badate nuovi , penſate di rivangarc i vecchi .
bene , Uditori . Badate , o Nobili , In fatti aſcoltate . La materia rimoto
che di voi li lagnano gli Artieri; per del Sagramento della Penitenza , che
che con molte finezze e con bel gar noi dillino fin dal primo giorno ef
bo gl' invitate al travaglio , e poi ſere tutti i peccati , fi divide da' Teo
loro negate , o differite la giuſta mer logi in materia necelaria , e materia fuf
cede , e gli fate finghiozzare nelle anti ficiente . La materia neceſſaria forinafi
camere : ſi lagnano i Servidori , che da tutti i peccati mortali non ancor
gli trattate peggio de' cani e poi confeffati ; perché queſti fi debbono
non pagato loro il ſalario : fi' l'agna: neceſſariamente confeſſare per eſſere
ri

( ) S. P. Aug. lib. 10. Conf. cap. 3.3.


45
rimeli . La materia fufficiente formali dono , che ſi accorda da Dio ai Pec
da tutti i peccati mortali confcflati un' tatore. Siccome perciò il perdono può
altra volta ed aſſoluti , e da tutti i conferinarſi , quante volte fi chiede
peccati veniali confeſſati e non con dal Delinquente ; così il perdono de'
feffati'; perchè tanto i primi , quando peccati può confermarſi da Dio , quan
i ſecondi ſufficientemente efigono af te volte il peccatore lo brama . Eco
foluzione . Può nondimeno la materia si il Penitente può rammentarſi di quei
futliciente paſſare in nccefiaria ; e ciò peccati , che gli furono altra fiata ' ri.
farebbe , quando il Penitente aveſſe melli, e farà ottimo Eſame per una
fola materia ſufficiente , e voleſſe con nuova Confeflione .
feffarfi ; perché allora di quella ſola Ma , Padre , dobbiam noi dirc al
fi dovrebbe neceſſariamente confeſſare. Confcſſore , che quel peccato ci fu al
Ciò poſto, torno a dimandarvi , o Pe tra volta aſſoluto ? Dovete priiniera
nitenti : che dite voi ? non avete ma inente" , ſe il Confeſſore ve ne diman
teria neceſſaria , cioè peccati mortali di ; perchè gli fi ſcuopra lo ſtato del
non ancor confeffati , dall ' ultima fat ľ anima vostra : e dovetc ſecondaria
ta Confeffione ? Dunquc ſervitevi di mente per voſtro vantaggio , perchè
qualche materia ſufficiente , cioè di il Confeffore lo aſſolvi , benché ſia
qualche peccato o veniale , o pur mor riſerbato , cadendo la riſerba nella pri
tale già prima confeſſato ; perché rice ma aſſoluzione. Prendiam l' eſeinpio.
vendo l'aſſoluzione , ſe non riccvete Tizio ha beſtemmiato più volte per pra
la prima grazia , che già poſſedete , va conſuetudine il nome di Dio , che
ricevete almeno la grazia leconda: > è un peccato riſervato nel noſtro Sin
cioè l' accreſcimento della grazia . nodo Napoletano . Per efferne affolu
Dilli qualche peccato a veniale , o pur to la prima volta biſogna , che cerchi
mortale gid prima confeſſato ; perché rap un Confeffore , che abbia la facoltà
porto alla materia fufficiente non vi di affolvere i peccati riſerbati . E poi
obbligazione di confeflarla intera potrà eſſere affoluto da qualſivoglia
e baſta ricordarſene in parte per in Confeſſore ; quante volte voglia farne
parte confeſſarla . Onde Itabili 'il fa materia di nuova Confeffione , pale
gro Concilio di Trento ( a) , che pece fando ſolamente di averlo altre volte
cata venialia ', quibus a gratia Dei non accuſato ', e di eſſergli itato aſſoluto.
non excludimus , & in quefrequentius la Palliamo adefro a ſoddisfare breve
bimur , quamquam , re &te & utiliter, citrave mente i Peccatori, i quali per lo paf
omnem præfumptionem in Confeflione dicam ſato colpabilmente mancarono nell'E
tur , quod piorum ufus demo iltrat ; taceri fame della Coſcienza , ed han fatte
tamen citra culpam , multiſque aliis expiari quinci le paſſate Confeibioni fagrileghe.
poſsunt. Lor dico ſemplicemente , che ſi dcb
Ma, Padre , comepuò affolverſi un bono preparare ad un Eſame generale
peccato già affoluto ? come l'anima di tutte le azioni o della loro vita , o
può ſcioglierſi dal reato , quando già-fi almeno di quel tempo , in cui dubita
fuppone ſciolta da quello ? Forſe può no , o temono delle mal fatte Coufel
ſcioglierſi dalle catene, chi è già fuori fioni , per farſi una Confeſſione gene:
di prigione e di legame ? Ma piano , rale . Non vi atterrite di grazia a tal
che quantunque tal difficoltà abbia luo novella ; perché l'iſteſſo dolore , l'
go nel fiſico , pure non ha tutto il iſteflo propoſito , l' iſtefa umiltà, l'i
luogo nel morale . Mi ſpiego. L'aſſo ſteſſa ſoddisfazione eſigefi tanto per
luzione fagramentale ſignifica un per la Confeflione particolare , quanto per
la

( a ) Conc. Trid . sello 14. cap. s .


40
la generale · Solamente nell’Eſame fi può fperare di eſſere in grazia di Dio;
trattenervi dovete un poco più , di- benchè ſi proteſti lo Spirito Santo , che
ſcorrendo per gli luoghi , ove ſiete neſcit homo , utrum amore , an odio dignus
ftati, e per le perſone , con le quali fit. 4. finalmente per procurare il più
avete converſato , per rilevarne quanto neceffario vantaggio ſpirituale ; perchè
ſia poſſibile qualche mancanza • Dilli la Confeflione generale è il migliorprin .
quanto fia poſſibile: imperciocchè dovete cipio di una buona vita , ed il miglio
voi fapere , che quanto maggior corſo re apparecchio per la morte , purgan
di anni ſi abbraccia, tanto meno ſi può doſi allai bene l'anima, quando li fa
rinvenire il numero diſtinto de'peccati ſomma diligenza per rintracciare cd e
coinmelli; e perciò baſterà dire il tem- fterminare tutti i peccati , anche più
po c la frequenza , e dare quel conto , occulti ; come ſe facefleli una caccia
che umanamente ſi può . Ed ecco il ri- generale per ritrovarc nel lor covile
inedio per voi neccffario , o Peccato- tutte le fiere . Aſcoltatemi dunque bc
ri , al quale io ſoggiungo un conſiglio ne , Fedeli miei dilettiſſimi ; perché
utiliſlimo non ſolamente per voi , ma non abbiate per avventura ad errare .
per tutti i Giuſti ancora ; ed è , che ſi Ecco quel che vi ho detto . Siete
replichi la Confeilione generale , o al- voi Religioſi ? Dunqne dovete voi cſa.
ieno eſſendo ſcrupoloſi, o temendo di minarvi primieramente nella guiſa che
ſvegliare qualche vecchio effetto di s'inſegnò jeri ; e poi ſopra il precet
compiacenza , ſi facciano le Confeflio- to dell'annegazione di ſe ſteſſo . Siete
ni annuali . E ciò per quattro ragioni. voi Penitenti ? Dunquc dovete eſami
1. per mettervi in ragionevole ſicurtà, narvi ſopra i peccati moitali confeflaci
non ſapendo , ſe l'Altiſſiino vi abbia già ed affoluti , o almeno ſopra i pec
perdonato la prima volta . 2. per con- cati veniali . Alla fine ſiete voi Pecca
cepire orrormaggiore alpeccato , con- tori ? Dunque dovete fare Confellioni
fondendoſi l'anima aſſai più alla pre- generali, dovendovi confeſſare i pecca
ſenza di tutte le colpe unite , che al- ti colpabilmente tralaſciati nelle Con
la preſenza di una ſola , o delle colpe fcffioni particolari giuſta la dottrina del
diſperſe; nella guiſa che un ſemplice Pontefice Aleſſandro VII , il quale
Villano guardando dalla montagna mol- condannò la ſeguente propoſizione : (@ )
te acque diviſe nel piano , ſi rallegra e Peccata in Confeijione omilja , feu oblita on
gioiſce ; ma ſe poi fe guarda unite al- inftans vitæ periculum , aut ob aliam cau
lagare i ſeminati , fi ſpaventa , fi fco- fam , non tenenur in fequenti Confeſſione
lora , e ſi turba . 3. per la quiete del- exprimere . E piaccia a Dio , chc cavan
la Coſcienza ; perchè dopo una buo- do profitto dalle mie parole , facciato
na Confeflione o generale , o annuale un buono Eſame di Coſcienza ; e ricor
non ſi può piiy ragionevolmente dubita- dandovi de' falli voſtri , penſiate a
re , che il ricadere sì ſpeſſo non naſca cancellargli dall'anima con quel ne
dal non aver avute le diſpoſizionineccf- ceffario dolore , di cui vi farò parola
ſarie nel confeſſarvi , o dal non effervi dimani .
confeflati bene : c quinci ottimamente
Atti Criſtiani, come nel primo giorno pag. 12 .

TER

(@) Prop. II. damn. ab Aiex. VII.


47
T E R ZO GIORNO
Μ Ε Ρ Ι Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε III

DEL DISPREZZO DELLA RELIGIONE

A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο

Ad un ecceſſivo libertinaggio ſi uniſce il diſprezzo della Religione : In fatti 1. Peggio


de' nimici, giungiamo all' eccellodi vergogcarci della Religion Criſtiana : II. Pego
gro de' nimici , giungiamo all'ecceſſo di perſeguitare la Religion Criſtiana : III.
Peggi de nimici , giungiamo all' eccello di deridere la Religion Criſtiana .

Spreyit illum Herodes cum exercitu ſuo. Luc. XXIII. V. 11 .


Uante nell'Univerſo intero ſi am porta cost , che non han riparo di
O miran differenti Religioni , op:
-poſte alla Religion fagrofanta del
mettere in opera le pruove più inu
mane della barbarie per opprimervi .
vero Iddio , ben voi il ſapete , dilet- E ben voi il ſapete , o Campioni illu
tiflimi Fedeli , che tutte al lume della ſtri dell'uno e l'altro Teſtamento , che
natura altamente ripugnano . E quanto: per chiamargli dalle tenebre alla luce
in fatti con la ragion contraſta il di- foſte preda del lor furore', e vi laſcia
videre a più Numi le ragioni della Di. ſte la prezioſa vita o ſotto un nembo
vinità , il formare apoteofi ad Uomini di falli , o dietro all'empito ditaglien
ſordidi e rei , il riconoſcer per Dei te mannaja , o tra la violenza di fuo .
Creature inſenſate e vili , il tributarc co acceſo , o dentro prigioni oſcure
incenſi e timiami a muti ſimolacri di afflitti da' più ſquiſiti torinenti . Ma s?
lcgno e di pictra , che ſono opere del- egli è cosi ; ogni giuſtizia vorrebbe ,
le mani degli Articri ? Quanto con la che fimile anzi inaggior ventura cor
ragion contraſta l' adorarſi un falſo reſſc la Religione del vero Dio , am
Profeta ſeduttore , l'adottarſi leggi di mirabile nella ſua Fede ? pura nelle
ambizione e di crudeltà , il vantarfi. ſue dottrine , fanta ne' ſuoi precetti ,
precerti di Tcoſtumatezza e di liberti- grande nelle ſue pretenſioni . E pur
naggio ? E pure con qual premura ſi "credereftc ? Il vero. Iddio non ha la
abbracciano , con qual fuperſtizione fi ſorte degl'Idoli di abbominazione. Non
coltivano ,, con qual zelo ſi proteggo- l' ebbe nella Confederazione antica ,
no Religioni si abbominevoli ! Trop- in cui l' Ebraiſino ſpeſſo il volgea a
po maraviglioſa è l'eſattezza de' riti , fücgno c a vendetta : e non l'ha nel
troppo ſevera la pratica delle cerimo- Ja. Confederazione novella , in cui noi
nie , troppo profuſa la generoſità de- aluri Criſtiani , non paghi di viver peg
gli olocaufti , troppo rigido l'adempi. gio degl ' Idolatri, ci avanziam ben an
mento degti ftatuti , onde gl' Idolatri ed che a diſprezzarne l' iſteffa Religio.
i Maomettani la lor Religione indegna ne . Guardiaino Erođe . Ottiene egli la
coltivano . Anzi andatc ad opporvi al- ſoſpirata ventura di vedere con pro
Je loro ſciocchezzc ; cd oſſervate , che pri occhi quell' Uomo-Dio , che per
vi ſucceda ! Ahimè! la geloſia gli trar- tanti ſecoli fu l'oggetto de' comuni
VO
voti e ſoſpiri . Ma che fa ? in vece di due ragioni proviene ; cioè perchè cre
bearſi al di lui modeſtiſſimo ſembiante, don gl’Infedeli una viltà il ſeguire i
il reputa uno ſto !to ; ed egli con cut comandi di un Uoino crocififio , che
ta la ſua gente il diſprezza e rifiuta : fu giuſta il dir dell'Appoſtolo Judais
Sirevit illum Herodes ciim exercitu fuo . quidem fcandalum , Gentibus autem ftulti
Ecco quel che facciamo noi . Ebbimo tia ; c perchè temon di eſſer tacciati
la grazia ineſtimabile di aver Duce il di codardi nell'abbominare la corrut
confuſtanzial Figliuolo del Padre Ge tela de' lor cottuini, la quale , ſecon
fucriſto , e di abbracciar la di lui ſan de ſcrive il P. S. Gregorio di Nan
tiſſima Religione . Ma nonpertanto zianzo (7 ) , vien prciſo loro canoniz
abbiaino il coraggio di ributtare l'uno zata : Vitium non turpe , fed honorificum
e l'altra , e vilianamente diſprezzare . exiſtimatur . Da una parte dunque gonfj
Or che ne dobbiam conſeguire ? Ahi di mondano orgoglio , vantanti Figliuo
mė ! pon altro che lutto c pianto ſem li di Numi , ch'eglino ſtoſi han fog
piterno . Deh perciò riflettiain ſeria giati o per valore, o per potenza , o
mente al grande attentato per ainmnen per ingegno allai rinomati e conti .
darcene , e ſcampar lo ſdegno dell’Al Ed ingomberi quinci da fumo sì den
cillimo , o Criſtiani. Ed ecco qual ſia . ſo di vanagloria , preto che inorri
Peggio de' nimici , giungiamo all'ec diſcono nell'aſcoltarſi proporre per
ceſſo di vergognarci della Religion Dio un Galileo , che fu conficcato e
Criſtiana . Primo Punto . Peggio de'ni pra una croce . E come ! dicono sba
1

mici, giungiamo all'eccello di perſe lorditi , ci ha da imporre leggi chi


guitare la Criſtiana Religione . Secon fu violator della legge ? dobbiamo a
do Punto . Peggio dc' nimici , giungia dorare un Malfattore, carico delle i
ino all'ecceſſo di deridere la Religion gnominie di un infame patibolo ? Che
Criſtiana . Terzo Punto . Inoltriamci confufione ! Chc vergogna ! E così di.
dunque a conſiderare si importanti va cendo , ſdegnano di abbracciare c pro
rità per iſcuoterci , ed intraprendere feſſare la Religione di Geſucriſto. E
una vita vcramento Criſtiana . Ed ac dall'altra parte poi tiranocggiati dalle
ciocchè ne rieſca fruttuoſa la Medita propric paflioni, cſaltano e magnifica
zione , deh genufcili implorian dall' no nelle lor Dcità menzognere le inal
Altiſlino il celefte ajuto , ed implo . vagità ed i vizj per renderne non ſo
riamlo per mezzo della comun noftra lamente meno orribile , ma glorioſa
Avvocata e Madre Maria , rcplicando anzi la imitazione . Ed acciccati quin
le ſagre Litanie : Kyrie eleyfon & c. ci da benda si funefta , paventano ol.
tre modo nel riguardare un ſiſtema
PRIMO PUNTO . oppoſto alla carne ed al ſangue , tutto
umiltà , tutto purità , tutto ſancià . E
Peggio de' nimici , giungiamo all' ecceffo come! ripiglian fubito atterriti , ſiamo
di vergognarci della Religion Criſtiana . Uomini, e da Uomini non polliam vi
vere ? condannar dobbiamo lc condot
Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli , che te medeſime de ' noftri eccelſi Nani ?
i nimici della Criſtiana Religione per dobbiamo cftinguere ogni bollor di ri
ſiſtono contumaci ne' loro più toſto de ſentiinento , ogni deſiderio di piacc
lirj che errori , c credon acquiſtar bia re ? Oh ſollia ! Oh viltà ! E cosi di
ſimo e vitupero nel profeſſar la legge cendo , non, ſan dichiararſi ribelli del
de Seguaci del Nazareno . Se malamen Gentileſimo per divenir Vaffalli fede.
te non ci avviſiamo , tal diſordinc da li del Re della gloria . Ma oh che sba
glio!

(a) S. Greg. Nanz. ap. Maz. pag.48.


49
glio ! L'ignoranza gli urta nel preci- lano tutte le Creature dell'Univerſo ?
pizio; e non giungono a conoſcer la come non ne ha ſpeſſo aſcoltato le
verità . Quindi non ſi perſuadono glorie da’ Figliuoli di Abramo , che
che il Crocifiſſo appunto fia l'Unige- or macchina di anguſtiare ed oppri
nito iſteſſo del divin Padre , il quale mere ? comc ... Ma non ci maraviglia
per recare agli Uomini la libertà e la mo , o Criſtiani; perché Faraone , reb
vita abbracciò volontariamente la cro. ben non polla ignorare il vero Dio .
ce . Non intendono , che il vanto più pur eſſendo di profeſſione Idolatra ,
bello degli Uomini conſiſte appunto moſtrar debbe di non conoſcerlo . On
nel trionfare degli appetiti ſenſibili e de coerentemente alla ſua falfa cre
brutali . E perciò non è maraviglia , denza riſponde : Nefcio Dominum , &
che ſi vergognino di profeffare la ve- Iſrael non dimittam . Dobbiamo più to
ra Religione , che gloriarſi dovrebbe- Ito maravigliarci di noi , che confer
ro di profeflare. fiam di credere all'Altiſſimo , che ci
Ma qual ragione abbiam noi Criſtia. ha creati , redenti, e ſantificati; e non
ni , illuminati dalla fanta Fede , di pertanto gloriandoci ſempre di eſſer
vergognarci di profeflare la fantiſlima bizzarri e mondani , praticamente ci
Rcligione del Crocifiſſo ? Seuza dub proteſtiamo di non averne notizia . E
bio non abbiam ragione . E pure ce laminiamci in fatti , e toccherein con
ne vergogniamo peggio degl' Idolatri . mani la verità . Iddio è preſente in o'
Quale in fatti è quel tempo , nel qua- gni luogo ; ed eſige modeſtia, e riſpet
le ci gloriamo di eſſer Soldati dell' toʻ. Ma noi fingiamo di non ſaperlo ,
Uomo-Dio , e ci vantiam della cro- e per ogni dove compariamo immode
ce di noſtro Signor Geſucriſto , come fti e baldanzoſi : Neſcio Dominum , El
n'eſorta l'Appoſtolo S. Paolo : Nos Iſrael non dimittam . Iddio dichiaraſi di
autem gloriari oportet in cruce Domini ſoggiornare come in propria reggia
910ftri feju Chriſti ? Qual è quel tempo; ne ' templi ; cd eſige umiltà , ed oma
ſe fiam giunti ad un ſecolo , in cui i gio . Ma noi fingiamo di non ſaperlo ,
Credenti nè pur dimoſtrano di cono- e vi rechiamo intollerabil faſto e va.
fcere il Figliuolo di Dio , e per poco nità : Nejcio Dominum , & Ifrael non
non veitono le diviſe degl ' infedeli , dimittam . Iddio cotidianamente riceve
come già pompeggian con quelle de' dall'altare il fagrificio dell'immacola
Proteſtanti ? Apriam le Scritture , e ri- to divino Agnello ; ed eſige compun .
flettiamo . Preſentanfi all' orgoglioſo zione, ed amore . Ma noi fingiamo di
Faraone Mosè ed Aronne , e d'ordine non ſaperlo , c vi alliſtiamo pieni di
di Dio gl'impongono di congedare il fvogliatezza e di orgoglio : Nejcio Do
popolo d ' Iſraello ; perchè libero at- minum , & Ifrael non dimittam · Finala
tenda a ' divini ſagrificj nel diſerto : mente Iddio fi proteſta di apparire ne!
Hæc dicit Dominus Deus Ifrael ; dimitte . poveri, e ne' Miniſtri del Santuario ;
populum meum , ut facrificet mihi in de- ed eſige carità , ed offequio . Ma noi
ferto. Ma che riſponde Faraone ? Ec- fingiamo di non ſaperlo , e temeraria
colo : chi è mai queſto Dio , che mi mcnte il ributtiamo ne' primi , ed it
comanda , e pretende riſcuotere ubbi- malmeniamo ne ' ſecondi; Neſcio Domi:
dienza c riſpetto : Quis eſt Dominus , ut num , & Ifrael non dimittam . Almeno
audiam vocem ejus, Ifrael dimittam ? ci contentalimo d'imitar Faraone in
Ah ! che io non conoſco cal Signore , pubblico , e procuraſtimo in privato
nè voglio ubbidirlo : Neſcio Dominum di ſeguir le tracce di Nicodemo , che
& Ifrael non dimittam . Oh cecità ! Ob temendo la perſecuzion della Sinago
ſuperbia ! Oh ignoranza ! E come Fa- ga , non di giorno , ma di notte rico
raone non ha contezza del ſuo mede- (cea il ſuo divin Maeſtro Geſucriſto !
fimo Creatore , di cui tuttor gli par- Ma ahimè ! che non ſolo in paleſe ,
7
G ma
1
1
50
ma anche in privato non ceffiam di reputatur ', immo fatuitas. Ma oh con
effere Faraoni , e ripetere : Quis eſt quanta maggiore effuſion di pianto il
Dominus ,ut audiam vocem ejus , & Ifrael dobbiain noi meglio aſſerire de' tem
dimittam ? E come no , ſe aſcoltiam ro- pi noſtri ! Nel noſtro ſecolo in fatti
Tamente la voce delle paſſioni e della comuneinente fi crede , che il menar
fuperbia ? Iddio comanda , che ſi sban- vita Criſtiana e religioſa deroghi alla
diſca l'odio dal cuore . E pur ſi mac- propria condizione , condanai di poco
chinano vendette giuſta le pretenſioni diſcernimento , e ſi opponga alla tran
del Mondo . Iddio ci carica per no- quillità dello ſpirito . Quindi ccco ri
ſtro bene di croce , e comanda la ſof- novellato il ſentimento della ſciocca
ferenza . E pur non ſi fanno che ri- Moglie del pazientiilimo Giobbe . Il
fentimenti [ccondo il dettame della mifero Conſorte giace neglotio in un
carne e del ſangue . Iddio ci ricorda tetainajo , ſpogliato di averi , private
į travagli del fuo divin Figliuolo , e di Figliuoli, e ridotto una piaga dal
comanda la imitazione . E pur non fi capo alle piante . Ed in iftato simiſero
attende che al divertimento fin contra egli neſſun turbamento pruova nel pen
gl' impulfi dello ſpirito . Quali ſono i fiero , neſſuno nel cuorc ; perchè van
penſieri di Dio ? Quali ſono i ragio taſi di ſottometterſi alle fagge riſolu
namenti di Dio ? Quali ſono gli affct- zioni del ſuo Signore . Quinci ſereno e
ti per Dio ? Ah !' che neſcio Dominum , tranquillo eſclama : Dominus dedit , Do.
& * ffrael non dimittam . Oh dunque ce- minus abſtulit ; fit nomen Domini benedi
citai Oh diſordine! E coinc non deb- Eum . Ma pur ne rimane commofla la
be conſeguirne , che fam finalmente Moglie , ed importuna fi avanza a fa.
ingojati dalle fiamme dell'Abbiſo ; vellargli : ed è poſſibile , o Giobber
nella guiſa che Faraone fu aſſorbito che ancor non ti avvedi della tua fom .
dalle onde dell'Eritrea? plicità : Adhuc tu manes in fimplicitate
E pur queſto è il principio della . tua ? Non vedi , in qual deplorabile
noftra follia , o Criſtiani : Penſate ſventura ti ha ridotto il Nume , che amit
perciò , quale da tal fondamento di or- Non oſſervi , che per piacergli biſo
goglio forger debba moſtruoſa fabrica gna renderli infelice ? Eh ! fino a quan
d' iniquità! Parliamo con chiarezza . de viverai ingannato e deluſo : Adhuc
Se crediamo viltà peggio. de nimici tu manes in fimplicitate tua ? Deb forgi,
di moftrarci Aderenti del ſommo Au- e ſervi miglior Padrone . Ella è una
tore ; ſtimcrem forſe , che ci rechi van- palpabile ſtupidità il non fuggirfi po
to il praticarne la giusta Morale , e for tendo un fier Tiranno . Che dunque.
ftenerne il dolciffimo giogo ? Ah! che pià indugi : Adhuc tu manes in fimplici
la ragione , e la funefta ſperienza tate tua ? Or così parla al fuo Giobbe
troppe ne perfuade il contrario : e la inavveduta Conforte , e così parla
voi ben ſapete , amabilillimo Redento- a' Criſtiani la paſſione ; ma col diva
re, che noi altri Fedeli di null' altro rio , che i Criſtiani fecondano della
più ci arroflamo , che di comparin paflione i dettami; e Giobbe ſa bcp
voftri Diſcepoli, e di medare una vi imperturbabile ributtare e riprendere
ta veramente Criſtiana . Piangendo aſſe- la Moglie : Quaſi una ex ftultis mulierio
s ľ? Ab. S. Bernardo (a ) , che ne' bus loquuta es . Ed ecco il gran fatto .
tempi ſuoi il vivere da Criſtiano tra' Lo ſpirito del Criſtianefimo elige mo
medcfimi Criſtiani foſſe riputato fem . deftia di abiti e di partamento , elige
plicite , anzi melenzaggine : Hodie in- ritiratezza e divazione , elige finceri
ter Chriftianos vivere Chriftiane fimplicitas tai ed innocenza , elige miſericordia &
ca

4a) S. Bern. lib. 4. de Coſc.


SI
carità . Ma per l'oppoſito grida a cia dercene , e deteſtarla . Perſuadiamci
(cheduno la paſſione; e come! non fi una volta , che il noſtro Legislatore
ha da diſtinguere il nobile dal plebeo, benchè per noi ſi ſottopoſe a' più or.
il ricco dal povero ? che forſe debbeſi ribili ftrazj , ed a morte {pictara di
dimorare nelle tane ? che forſe non croce ; pur non laſciò nella noſtra ini.
può vantaggiarfi la famiglia ? che for fermità , che affunfe , la ſua ineffabil
te fi ha da eftinguere ogni natural ri grandezza , e fu ſempre il Re della
ſentimento ? Eh ! quanto ſiete buono gloria , e il lume del firmainento . Per
ad adottare fimili pufillanimità e ruſti fuadiamoci una volta , che non l'ope
chezze : Adhuc tu manes in fimplicitate rare a ſeconda delle paflioni giuſta la
tua ! Cosi grida la paſſione. E intanto legge del capriccio , ma il ſeguire i
i Criſtiani che fanno ? Ahime ! fi perſua dettami della ragione e dello ſpirito
dono delle di lci ſciocchezze · Quin giuſta i prccetti del benigniffimo Rcden
di fi reputa viltà la modeftia ; c fi tore forma il vero e più bel vanto di
sfoggia con lullo e vanità intollerabi un Uom ragionevole . E pregiainci
le fin dentro i recinti de' ſagri templi: del noſtro Duce Geſucriſto , pregiam
fi reputa rulticità la ritiratezza ; e fi ci di vivere da Criſtiani; e con ſanta
frequentan nuove fogge di converſa libertà in pubblico ed in privato abbor
zioni pericoloſe, e ſi aprono alle ſcene, riam le opere delle tenebre , ed im
alle danze , alle crapole i teatri cd i bracciam le armi della lucc . Ecco ne
feſtini: fi reputa pufillanimità l'inno ſcerta la Penitente inſigne di Mad
cenza ; ed abbondano di frodi i nego dalo Maria . Ella è una Principeſſa ;
zj , di malignità le fcritture , di dop e pur coperta di lungo manto , ca.
piczze i contratti: fi reputa ftupidezza mina , corre , vola per le piazze di
la carità ; e trionfano cabale , raggiri Geroſolima , piangente , fconſolata ,
crudeltà , e vendette le plù ſpietate con iſcarmigliato crine ; ed accompa
In poche parole . I Criſtiani" fi ver gnata dal dolore e dall' affanno , en.
gognano di apparir Criſtiani; e quinci tra in un pubblico convito ; e quivi non
vivon cosi , come forſe nelle loro re vergognandoſi di finghiozzare , come
gioni vivono gl' Idolatri. Dilli poco . nota il gran Pontefice S. Gregorio (b ),
Vivono in guita , che ſuperanogli ſter flere & inter epulas non erubefcens , fi
Gi Idolatri nella malvagità : Nos , grida butta a piedi del Nazareno , nè ceſsa
Salviano (@) , nos Paganis deteriores fu di bagnargli con le lagrime , e di a
mus. Ecco perciò il frutto de' voitri fciugargli con i capelli ,e di riſcardargli
inceſſanti travagli, amabiliſſimo Salva con i baci. Coſa mai ella pretende ? Non
tore . Voi avete ſparſo tutto il voſtro altro che inſegnare a tutti ,che la glo .
prezioſlimo ſangue, e ſiete morto ſo ria maggiore di un Uomo è appunto it
pra un tronco infame di croce per vergognarfi della foguela del Mondo)
acquiſtarci la libertà de' figliuoli died il proteſtatſi diſcepolo del Salvato.
Dio , cd inalzarci al ſublimimo grado re . Dch apprediamne dunque gl'inſe
di eredi del regno immortale . E non gnamenti , e feguiainne la tracce ;
dimeno noi crediamo ſcioperaggine it è fia noftro vanto ſingolare il dimoa
ſeguitarvi; e ci vergogniamo di aſcol ftrarci veri Fedeli al coſpetto de' fa .
tarne la voce , e adempirne le leggi . pienti e degli infipienti . Altrimente
Che diſordine ! Chc cecità ! farà vero a noſtro ſcorno e ſvantage
Si può immaginare onta più grave gio , che peggio de' nimici giungia
al noſtro Dio , o Criſtiani ?Deh per mo all' ecceſſo di vergognarci della
ciò entriaino in noi ſtefli a confon Religion Criftiana . Anzi farà vero
G. 2 che

(a) Saly, de Guber. Dei lib.4. ( b ) s. Creg. kom . 33. in Evang.

3
52
che giungeremo all' eccello di perſe- lo ſtabile fondamento di quella pietra
guitarla ; come ahimė! ancor fi prati- angolare , contra cui prevaler non pof
ca. In fatti ſono le nere porte dell'Abbillo : E
quali ſono coſtoro ? Sono appunto i
SECONDO PUNTO . mali Cattolici . Eglino col peilimo lor
vivere accreditando il vizio , e ſcredi
Peggio de' nimici , giungiamo all' eccelo tando la virtù , ſecondando gli errori ,
diperſeguitare la Religion Criſtiana . ed opponendoſi all'oneſtà , cagionaro
no al regno viſibile del celeſte Princi
Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli , pe detrimento peggior di quello , che
che la Criſtiana Religione fin dal ſuo non gli poteron recare i più furioli
naſcimento incontrò ſempre barbari Perfecutori. Di maniera che ſe a tem
Perſecutori . E che non fecero per pi noſtri decaduta noi ſcorgiamo la
roveſciarla- ” Ebraiſmo , l' Idolatria Religione del Crocifiſſo dal primiero
la Relia , e lo Sciſma ? Ahimè! tali ſplendore , onde pompeggiava ne' pri
Moſtri, riſoluti di perderla e di an- mi della naſcente Chieſa feliciffimi fe.
nientarla , poſero in opera nulla men coli ; non poffiam altro incolparne che
che la crudeltà e la barbarie . Ed oh il mal talento de malvagi Fedeli , i
che ſtrazj! oh che tormenti ! oh che quali non paghi di eſſer abbominevo
Carnificine ! Il fanno i generoſi Creden- li in loro ſtelli , portaron l'abbomina.
ti , fatti berſaglio del lor furore : il fan- zione al Criſtianelimo intero . Quindi
no i Martiri invitti della Fede , che fi lagnò l'Alcillmo per bocca del Sal
preda furon di carceri , di flagelli , di miſta : Ecce in pace amaritudo mea ama.
Tafli , di belve , di fuoco , di mannajc , riflima. Imperciocchè come ſpiega
di mortc . Ma pure così ſpietati ni- Ab. S. Bernardo (a ) : Amara prius in
mici che ottenpero mai da' loro at- nece Martyrum , poftea in conflictu Here
tentati ? Ah ! la Religione del Croci. ticorum ; amarilima in moribus dimeſtico.
fillo tanto più fifsó interra le ſue fer- fum ; & ideo in pace amaritudo mea amor
millime radici , quanto più fi tentò e- riflima . Oh Uomini empj ! Oh vitupe
ftirparla . Imperciocchè tanto più ne- ro della Umanità ! Chi potrebbe imina
gli ubertofi campi della Chieſa ſi am- ginare , che tal razza di gente sì per:
miravan germogliare gli Eroi , quanto fida poteſſe formar degli Allievi , cd
più abbondante era la inaifio del ſan aver Seguaci ? E pur cosi é . Di Al
gue fedele ; tanto più nella riſtretta lievi , di Seguaci oggidi abbonda il
Rainefle fi moltiplicavan gl'innocenti Fi. Cattolichefimo : c noi appunto ſiam
gliuoli della novella grazioſa Rachele, delli , che peggio quindi de' nimici ,
quanto più intendea efterminargli la giungiamo all' ecceſſo di perſeguitare
fabbioſa tirannia degli ſpietati Faraoni. la Religion Criſtiana .
E pur credereſte ? Quello che non po- Deh perciò eraminiamo le noſtre
terono ottenere i potenti Avverſarj condotte; ed offerviamo , ſe questa ſia
ſtranieri , orribilmente l' ottennero i la verità, o Criſtiani . E qual è quel
ribaldi dimeſtici, i quali perciò ſono genere di delitto , per peutino , per
i niinici peggiori del nome di Geſucri- abbominevole che ſia , che venga da
fto . Coſtoro in facti furon deſfi , a' qua- noi ſgridato con intenzione di liberar
li riuſcì di ſconvolgere la Religione ne i proſlimi rei , ed eftirparlo dal
dell' Uomo-Dio , ed a' quali ſarebbe cuore umano ? Ella è pur legge ſagro
anche riuſcito di diſtruggerla e di an. fanta , ſtabilita dal Figliuolo di Dio ,
nientarla , ſe non foſſe ſtata eretta ſul- la fraterna correzione . Il vizioſo debe
be

A ( a ) S. Bern . ferm . 33. in Cans.


53
be prima ammonirfi in ſegreto : mo piange in vano , fofpira , e grida :
peccaverit in te Frater tuus , vade , & Hominem non habeo . Che crudeltà ! Che
corripe inter te & ipfum folum . Non di barbarie ! Ma tal barbaric , tal crudeltà
moſtrandofi ammendato , debbe pale in poggior forma ih rinuova oggigior
farſi a qualche teſtimonio di clem no da noi Criſtiani „I peccatori ſenza
plar probità : Si te noi audierit , adhibe dubbio ſono in iſtato più deplorabile ,
tecum unum , vel duos teſtes. Reſiſtendo che non era il Paralitico del Siloe ;
ancor contumace , debbeſi manifeſtare perchè quegli nel corpo , e queſti nell '
a' ſuoi Superiori : Quod fi non audierit anima ſono infermi; e là dove quegli
eos , dic Ecclefiæ . Tutto queſto vien pre ancor natural vita godea , queſti ſon
ſcritto dall'incarnata Sapienza del Pa morti già alla vita Toprannaturale . Da
dre . Ma noi come l'eſeguiamo ? Ahi più tempo languiſcono nella loro mor
mė ! ſò vi pericola il noſtro intereſſe, te ; e per riſorgere di bel nuovo alla
o ſi ſpera accreſcerlo , fi creguiſee : vita , non d'altro han biſogno , che d'
Ed oh quanto ſi accreſce , quanto an immergerſi nell'onde falubri della griz
cor ſovente ſi foggia , quanto ſi zcla zia , che ſgorgano dal fianco aperto
la colpa ſenza ordine , ſenza carità del Salvatore per metter capo in una
' non per utilità , ma per diſturbo de' vita beata . E pur non ci moviamo ad
proprj Fratelli! Ma ognun traſcura di ajutargli alla grand' opcra : Hominem
cregnirlo pel giuſto fine di conquides non habent . Quaſi godiamo dell'incffa
la ferpe del vizio e della malizia , e bile ſventura ; perchè ci avvediamo di
di sbarbicare l' erbe nocive dalla vi aver compagnial duolo . Quindi riman
gna eletta del celeſte Agricoltore .O. gono i Sanſoni a ripofar nel ſeno delo
gnuno anzi ſi rimane indolcntc a guar lc Dalile , i Saulli a malmenare gl' in
dar . Io ſcempio , che fa dell'anima il nocenti Daviddi, i Zacchei a diſſan
peccato , per non fraſtornare la pro guare i poveri, gli Amanni a tirannego
pria quiete : e talvolta guſta di veder giar nelle rcggie , gli Aronni ad incen
in trionfo la malvagità ; perchè ſcor fare Idoli , gli Epuloni ad ingraſſar
ge approvarli da altrui ciò , che egli nelle crapolc . Ed ecco la Monarchia
irragionevolincntc approva e commen del Redentore , ingombra di beitie fre
da . Ecco pertanto rinovellata la di monti ; occo l'ovile del Paſtor buono
fgrazia del Paralitico del Siloc . L'in infettato da lupi rapaci : ccco l'arca.
fermità , che l'anguftia , é si grave , di ſicurezza , eſpoſta agli urti delle on
che interamente l'ha deftituto di for de frementi. oh precipizio ! Oh rovi
ze ; né ha vigor di muovere un dito ., na ! E qual può im naginarſi perfecu
o volgere il capo . E pur dą si orri zione più ſpietata contra la lagratif
bile infermità può faeilinente ed in un ſima Religione del Crocifiſſo ? Ah sì !
momento , liberarſi . Bafta , che un Uom che noi appunto fiamo , che peggio del
pictolo gli dia un urto , col quale lo nimici la malmeniamo; ſiam noi , che
fpinga nell'onde ſalutari in quel pun le laccriamo il ſeno , nella guiſa che i
to , che l ' Angiolo dal ciel diſccn due gemelli il ſen laceravano dell'af.
de a dar loro moto e virtù :: e baſta Aitta Genitrice Rebecca .
cotanto ; perché il miſero Languen E pur io vorrei contentarmi di co
te riacquiſti la ſanità e la vita . Ma tanto male , o Criſtiani . Ma ahimè !
che ? Tal Uom pietoſo non trovaſi . che ſpietatamente ſi avanza la perſo
Paffan meli e ſtagioni ; e tal Uom cuzione ; imperciocchè non ſolamente
pietoſo non trovali . Paſlano ben an non fiam paghi di guardare indolenti
che anni e luſtri; e tal Vom pietoſo trionfare l' iniquità , ma uſiamo anzi.
non trovali. Finalmente pallano nulla tutti gli sforzi per ritrarre dalla bon.
men di trentotto anni; e tal Uom pic. tà i virtuoſi ed i giuſti . Le noſtre con
tolo non trovandosi , il miſero Infer dotte fi afſomigliano alle condotte.de
Cor.
54
Cortigiani di Davide . Entriamo per che (morzi l'incendio ; oh quanto fi
ciò nella Reggia di Sion . Ecco ravve fuſurra ! Eh ! che l'onore debbe pre
duto il Principe de’nefandi ſuoi falli, giarſi più della vita : gli Uomini di
fi vefte di ſacco , fi cuopre di cilicci , ítima debbono difendere la lor ripu
fi aſperge di cenere , li eſtenua con tazione : la ſofferenza è viltà , diflap
digiuni; e proftero al ſuolo , piange si provata dal Mondo . Il fenſuale man.
dirottamento , che gli ſon divenuti gli tiene pratiche ſcandaloſe; ed ognuno
occhi duc fonti di lagrime amare .
tacc . Ma ſe fia , che fi liberi dalla
Che penitenza! Che edificazione ! E pania ; oh quanto ſi fufurra ! Eh ! che
pur non piace a'Satrapi di Corte ; e co i tradimenti non ſono ſtati mai ap.
itoro , che non ebber animo di ammo plauditi : i nobili debbon gloriarſi del
nire il Regnante , già inchinato a com la fedeltà : la fragilità umana è troppo
mettere adultcrj ed omicidi: ora han nota . L'ambizioſo inventa macchine
tutto lo ſpirito di deviarlo dal giuſto le più crudeli; ed ognuno tace . Ma
pentimento . E che fanno ? Si affol ſe fia , che ſi ravvegga , ed ami la fin
lano innanzi a lui ; e con ragioni , e cerità ed il merito ; oh quanto ſi ſuo
con perſuaſive il coſtringono a cambiar fuira ! Eh ! che un cuor generoſo ſem
ſentimento e condotta : Venerunt Senio pre aſpira all'avanzamento : è pruden .
res domus ejus , cogentes eum furgere de za l'efrere fealtro : yada ne ' Chioſtri,
terra . E che ſtravaganza, gli dicono, chi non vuol poggiare a miglior for
che ſtravaganza è mai codelta , o Si tuna . L'Avaro ſucchia il ſangue de?
re ? Come! Un Principe farſi opprime meſchini; ed ognuno tace . Ma ſe fia ,
te dalla malinconia ! Un Regnante farſi che reftituiſca il quadruplo a chi ha
vincere dal pianto ! Un Monarca farſi frodato; oh quanto fi fufurra ! Eh !
preda di deſolazione ! Ah ! queſta è che ſi han da perdere le proprie in
debolezza . Ne ſparla la Reggia , fc duftrie ? che ſi ha da comprare il ri.
ne ammira il Regno , nc freme ilMon. fchio ? che non debbon recare utile i
do . E perciò fi compiaccia la Maeſtà negozj ? La Donna sfoggia con vani
voſtra di ſollevarſi , di darſi pace , e tà intollerabile di mode , e rovina ſe
di non più ricordarſi del mal paſſato. ſteffa , c la caſa ; ed ognuno tace . Ma
E ben cosi ragionando , fi sforzano fc fia , che la circondi lungo manto ,
impcdirne la penitenza : Cogebant eum e la cuopra flebil velo ; oh quanto fi
furgere de terra . Or ſe tali ſon le con ſuſurra ! Eh ! che in vano la natura ha
dotte de ' Cortigiani di Davide ; tali diſtinto il fefio ? che dobbiam ſeppel
ben anche con le noſtre condotte a lirci prima di morire ? che non deb .
rovina delle anime battezzato , e quin be comparire la diverſità della copdi
ci della Rcligione , e di Geſucriſto . zione ? Quante volte vengono ingan
Neſſuno parla , ſe le cerve ſitibonde nati i ſeinplici da menzogne ed ini
corrono alle acque torbide ; ' e tutti quità ! Quante volte vengon deluſi g!'
parlano , fe volgonfi a bcre le onde innocenti da ſentiincnti peltiferi e falli!
limpide . Neſſuno parla, ſe le colom Quante volte vengono incoraggiati a
be ſvolazzano fuori dell’Arca ; e tutti peccare i pufillanimi o dall'eſempio ,
parlano , ſe vi ritornino con ulivo pa o dal ſoccorſo ! Quanti mezzani ! Quan
cifico in bocca . Neſſuno parla , ſe te perſuaſioni ! Quantc indegne lolle .

le pecorelle errino fuor dell'ovile ; e citudini ! Ah ! che cogimus jurgere de tera


tutti parlano , fe rettan in cuftodia del ra quelli , che vi caminano per gire
Paſtore . Neſſuno parla , ſe 'le ſerpi al cielo . Che ecceſſo d'iniquità ! Che
avvelenano ; e tutti parlano , ſe cam danno ineſplicabile alla Religione del
bian la ſpoglia . Parliamo chiaro . Il CrociGfro !
Vendicativo nutriſce fiamme di ven Ma s'egli è così ; che ne dobbiam
detta ; ed ognuno tace . Ma ſe fia > dunque alpettare , o Criſtiani ? Senti
te .
55
te . Io leggo ne' fagri Codici (pianta- che noi fuperiamo la malvagità dell'
ta la famiglia di un gran Pontefice , e iſteſſo Lucifero ; perchè moviamo alla
diſturbato tutto Ifraello . In fatti a mi. Religione la ſpietata gucrra , che que
kliaja ſon trucidati nella battaglia di gli brama sì, ma non ha forza di muo
Afec gli Ebrei , l'Arca di Dio è pri- vcre : Proh juror ! quaji rion Jatis eum ten
gioniera de' Filiſtei , Ofni e Finecs Fi. tet Diabolus,niſi tu adjuveris illum homo
gliuoli di Eli rimangono eſtipu , Eli Chriſtianus , dux ejus , & notus ejus . Ri
piomba morto a terra , la Nuora vien frertiamo in fine , che non potendoſi
colpita nel parto. Che orribil gaſtigo ! immaginare peccato più grave , trop
co
Mailper
delitto
qual.IFigliuolidelPontefice
delitto cotanta pena ? Ec policuro piombar ne debbaful capa
l'eterno fupplicio . E quindi ravve
profittarono delle obblazioni rccate al diamci ſenza indugio ; e compenſiamo
tempio , e vennero a ritrarre gli Uo- il danno recato alla Religione con al
mini dal ſagrificarc all’ Altillo . E trettanto zelo di Loftenerla e promul
tal delitto fu si enorme , che merito garla . Altrimente tremiamo da capo
defolazione e rovina : Erat ergo pecca- a piedi ; perchè peggio de' nimici ,
tum puerorum grande nimis quia retra- giungiamo all' eccello di perſeguitare
bebant homines a facrificio Domini 'Mio la Religion Criſtiana ; e quel che è
Dio , e che dunque dobbiam noi a- più deplorabile , anche giungiamo all'
fpettarci , che oſiam commettere con altro ecceſſo di deriderla , come dob
maggiore sfrontatezza un ecceſſo si biam meditare . Ed in fatti
grande , peccatum grande nimis ? noi ,
che ofiam impedire le viſite delle Chie . TERZO PUNTO .
fe , e la frequenza de'Sagramenti ? poi,
che ofiam perſuadere le treſche , le Peggio de' nimici , giungiamo all' eccello
licenze , l'effeminatezze , i giuochi , di deridere la Religion Criſtiana .
le intemperanze ? noi , che olam rub
bare le Spoſe al celeſte Diletto , le Conſideriamo , dilettiflimi Fedeli ,
pecorelle al divin Paſtore , le anime che la più ſpietata perſecuzione , che
al Crocifiſſo ? Ah ! Signore , meritiam abbia avuta la Chieſa , appunto fu ca
troppo di eſſer diſtrutti .Ma deh trat- gionata dagl' Irriſori . In fatti la vio:
tencte per ora il flagello , che voglia . lenza del ferra , del fuoco , delle bel
mo entrare in noi feili per conoſce- ve , e della mortc , che ſoſtenne per
be , é dctcſtare i noſtri eccefli , c re. più (ccoli , non giunfo mai a diſtur
dituirvi la gloria , che meritate : Pa barla cosi , come la funeftò la irri
sientiam habe in me, your omnia reddam ti fione ed il diſpreggio : e là dove in
bi . Si , dilettiGmi Fedeli, riflettiamo faccia della tirannide più inferocita fi
con ſcriotà , che quchi maggiormente vide trionfare nella generoſa coſtanza
perſeguitano la Religione del Salvato- de' ſuoi Campioni, e paſſeggiar ficura
te , che tentano di diſtruggerla ; e che ſulle teſte degli aſpidi e de'bafilifchi,
quinci noi ſiano i Perſecutori più bar- e conculcare il lione ed il dragone ;
bari , che commendando i vizj, e bia . al coipetto poi del motteggio più vi.
finando le virtù , impediamo la mag. le videli abballar la fronte altera
gior diffufione del ſangue di Gefucri. ſpargere all'aria le ſue chiome
ko fülle anjine redentc, c rcftringia- conparir con gonne reciſe a modo di
mo il numero degli innocenti e de' ferva , c nel pianto e ne' finghiozzi
giufti a rovina del Criſtianeſimo . Ri. de' Figli ſuoi inceffantemente piange
dcti amo, dice l'Ab. S.Bernardo ( @ ). te e ſinghiozzare . Teſtimonio quel le
colo

( a ) S. Bern . Serm . 3. de Epiph.


.
$6
colo infauſto , nel quale l ' Ariano Ce. vicá divota . Oh cempi'dunquc ! Oh
ſare Coſtanzo privo della ſua grazia coſtuini! E dove mai può poggiare più
chiunque la Divinità confeffando di alto la sfrenatezza ! Ah ! no , che non
Geſucriſto , ſoſteneffe la Verità della può aſcender più oltre ; perché, come
Cattolica Fede. Allora fu , che ſca- favella il gran P. S. Agoſtino (a) , non
gliaciſi contra i Cattolici i Miſcre- è delitto più abbominevole preſſo 1°
denti , ofaron ridurgli obbrobrio degli Alcillimo , quanto l'approvare , e go
Uomini ed abbjczion della plebe ; e per dere de' ſoli delitti , e diſpreggiar la
manicra gli diſprczzarono ed avviliro- virtù : Nullum quodlibet fcelus coram
no , che in molti il fervore , in molti Deo tam abominabile, quam de peccatis gau
la vera Credenza ſi oſſervò ſpegnere e dere . Un giorno pertanto ce ne do
mancare . Il perchè il ſanto Veſcovo vrem confondere . Guardando con pro
di Vercelli Euſebio a'Miniftri ſcrivcn- prj -occhi la grandezza della gloria ,
do dell ' Imperadore , altamente fi la a cui poggeranno i Giuſti da noi deri
gno, che avendo ritrovata la più ef- fi, non ſaprem riſpiarmiarci di ripete
ficace maniera di ſgomentare e vince- re , ingombri di affanno c di dolore ;
rc la fortezza de' Fedeli , potean glo- queſti pur fono , che un tempo fue
riarti di aver ſuperati gli ftefli idola ron l'oggetto delle noſtre deriſioni
tri nella barbarie . Ma noi abbiam la e riputammo obbrobrioli e vili : Hi
diſgrazia di ereditarne , anzi ſuperar- funt , quos habuimus aliquando in ders
ne la iniquità ; perchè peggio de'ni- fum , & in fimilitudinem improperii! Oh
mici, giungiamo all ' eccello di deri- che sbaglio fu il noſtro ! Eravam noi
dere la Religion Criſtiana . ſtolti a giudicare ſtolto il viver lo.
E che altro facciam noi , fe non dar- ro , e diſonorato il lor penſare: Nos
ci in braccio di ogni ſcelleraggine ftulti yitam illorum æſtimabamus infa
e poi inetter in deriſo i virtuoti per miam , & finem illorum fine honore . Éc
avergli compagni all'iniquita ? Si, non co in fatti dove gli ha sbalzati la lo
abbiam riparo di motteggiare i giuſti ro ſemplicità ! Alla fine con numerati
per iſgomcntargli; né cclliamo dal gra- tra' Figliuoli di Dio , ed han trovata
viſlimo attentato , ſe non giungiamo a tra' Santi la lor felicità e ventura ;
deviargli dal ſentiero della giuſtizia Ecce quomodo computati ſunt inter Filios
La compoſizion più modefta da noi Dei , & inter Sanctos ſors illorum eſt !
chiamali frodolente ipocriſia ; la diſin- Così ſclameremo . Ma inutilmente ſa
voltura più umile da noi ſi nomina dif- rà conoſciuta la verità ; perchè non
ſolutezza sfacciata : la moderata decen . altro ne potrem carpire che raminari
za degli abiti da noi fi paſſa per for- co e pena per tutti i ſecoli .
didezza di animo tenace : la cautelata Voi nondimeno non vi diſanimate
ritiratezza da noi ſi caratterizza per ſel- o Giuſti ; e laſciate gracchiar le ci:
vaggia ruſticità : la prudenza più fag- calc importune ſerza punto atterrirvi
gia nel riſolvere da noi fi dice mali- di caminare pel retto ſentiero della
zia naſcoſta di cuore intereſſato . Prer. giuſtizia e della ſalute . Imitatc Davi:
ſo noi ſon timoroſi e codardi quelli, de . Egli ſi volſe all'aſſedio della For
che rimettono gli affronti : di poco tezza di Sion . Ma i Gebuſci , che ľ
valore quelli , che ſon docili ad ubbi- occupavano , allogarono ſulle muraglie
dire ; di avarizia colmi quelli, che di- una quantità di Ciechi, e di Zoppi ,
giunano . Ripuriamo ſgravio di coſcien- che gridando il burlaffero , e quinci
za il foccorrere i poverelli , ſtoltezza il rinnoveſſero dall ' aſſalto : Hos , dice
di cervello il mortificare le inembra la Glofla interlineare , hos conſtituerant
'bacchettoneria di fanatiſmo il menar Jebuſæi ſuper murum ad irridendum Das
yid .

( a) S. P. Auguft. track. 49. in Johan.


57
pid . E Davidc ? Oh Davide non curd, addio perpetuo al Mondo , che han
anzi diſprezzò il dileggiamento ; ed no abbracciato il divino Spoſo , che
accreſciuto il valore , con nobil vitto vivono in fucco & cinere , che hanno
tia eſpugnò la piazza , c i nimici : Ce , inalberata la crocc , qual glorioſo {ten :
pit David arcem Sion , quia contempfit fub, dardo di conſumata pictà , contemptis fa
fannationem . Or qucito imitate . Voi cultatibus crucem Domini quaſi quoddau
dovete acquiſtarvi la Fortezza imman . pietatis levavere vexillum , fon mottege
cabile del Paradiſo . Ma i voſtri Av. giate , e ſegnate a dito , Urbi fabulain
verſarj ne ingomberano il ſentiero di præbuerunt ? Oh ecceſſo d'iniquità :
deriſioni e mottoggi. E voi ? Oh voi Proh nefas! Tacerei, ſe fofle commel.
non curate ; e ad onta do loro sforzi ſo da' Gentili , fi Gentiles hanc vitans
proſeguite il camino , fin che giungia carperent . Ma non ſo darmi pace , che
te al grande acquitte , cd al ripoſo . il commettano i Criſtiani , homines Chris
Ma noi intanto , che abbiam l' ar ftiani lacerant fandtuin propofitum : Non
dire di ſeguir le condotte , non già dimeno ci vedremo innanzi il Tribu
di Davide Vincitore , ma de' Ciechi e nale di Dio ; e quivi apparirà chi : fu
de Zoppi de' Gebuſei , adoperando il Girolamo , chi fu Paola , chi fu Mela:
motteggio ed il dileggiamento a rovi nia , chi furono i Romani per eller
na delle anime ricomprate col ſangue eſattamente ricombenſati dal divin Giu
del divino Agnello , deh vergogniai dicc : Ante tribunal Chrifti fimul ftabimus;
ci pure della noſtra malvagità , e rav ibi apparebit ,qua mente quis vixerit . Cosi
viſiamo a noſtro ſcorno , che ſiam Se {criffe Girolaino . Ma le ſue parole ſon
guaci degli antichi delirj , dagli Ec dirette anche a noi , che leguiam lc
cleſiaſtici ſantiflimi Scrittori con ful ftcffe veftigia . Non v'è genere di pietà
aminante penna deteftati , rimproverati, e divozione , che da noi non fi metta
e maledetti .Si , aſcoltiamo il gran Dot in deriſo o. e ſiamo anzi giunti ad un
tor S. Girolamo (a) , che dirigendo ſecolo si corrotto , che baſta vederſi
a' Romani il ſuo zelo , il dirige altre in altrui un poco di religioſità e re
si a noi , che ne rinovelliamo la em ligione , perché gli ſi ſcagli contro il
pictà . Non così riuſci al grand' Uo di prezzo e l'infulto . Qual guiderdo
mo di libcrare dalla ſchiavitù del Mon ne perciò ne debbe aſpettare ? Ahimè!
do Faola e Melania , che ſubito Me ne debbe aſpettare un tremendo giu
lania e Paola divennero l'oggetto delle dizio , che ineſorabilmente dovrà far
ſatire de'Nobili , e delle dicerie del po ſi dal giuſtiſſimo divin Giudice , ed u
polo di Roma : Nulle aliæ Romance Urbi na più orribil condanna alle fiammo
Fabulain præbuere , nifi Paula & Melania . perpetuc . Deh riflettiamci dunquc con
Ma come! ripiglio Girolamo , come ! ſe ſerietà , dilettiſſimi Criſtiani ; e pro
Paola e Melania ſeguiſſero il coſtume curiamo di non comparir rei di cotan.
delle altre Matrone , fe frequentaffe to ecceſſo nel divin Tribunalc , in cui
to le delizic de ' bagni , ſe li profu dovremmo dar conto di tante anime ,
maſſero con odoroſi unguenti , ſe ſi a quante ſe ne perdettero per cagion
bulallero delle ricchezze e dello Stato noſtra . Il dileggiar la giuſtizia è l'ec
Vedovile per vivere a briglia ſciolta , cello più grave , in cui poffa inciain
ſarebbero riputate Donne eccelle c pare un Infedele . Quanto dunque eller
fante : Si balnea peterent , unguenta elige dobbe eſecrando ne' Criſtiani , dalla
rent , divitias & viduitaiem haberent mate Fede illuminati ? c qual dovrà chiama
riam luxuriæ & libertatis ; Domince voca re ſicuramente ſdegno c vendetta? Deh
rentur , & fan&tæ . Ed ora , che han dato penſiam bene ad abbominare tal colpa,
H ed

(a) S. Hieron in Epift. 99. ad Alell.


58
ed evitare tal gaſtigo. Altrimente guaj cordoglio di avervi recate onle ed of
a noi ; perchè peggio de’nimici , giun- fcrc . Ve ne chiediamo perciò umil.
giamo all' ecceſſo di deridere la Re. mente ſcuſa e perdono ; e fermamen .
ligion Criſtiana . te yi promettiamo di più non inciam
Si , gittiamci finalmente a piedi del pare in si gravi follie . Ma voi , Signo
noſtro Dio , che non mai alcun ribut- re , compite l'opera , che avetc inco
ta , a fupplicarlo di compartirci ulte- minciata ; diffondete vie più ſopra di
rior miſericordia e pietà , di cui neccf- noi la voſtra miſericordia ; perdonateci
ſariamente abbiam biſogno per ammen- le noſtre colpe ; e ſempre più ſommi
darci . Amabiliſliing celeſte Padre , е niſtrateci lume. alla mente , c vigore al
dove mai potevama comprometterci di cuore , onde conoſciamo la deforinica
tante grazie , quando ce ne avete pie- orribile del peccato , e la voſtra forma
tofamento donate ? Correvam ciecamen- bontà , ed abborriamo quella , e di quc
te la via della perdizione con le ſcel-. fta c' innamoriamo . Sia codefto il
leraggini più efecrande ; e voi ci ave- compimento de ' voſtri eccelli: favori,
te illuminati a conoſcerla , e fuggirne. che ci debbon rendere veri Criſtiani,
Peggio dc' nimici , fiam giunti all'ec- e degni di voi , E' vero , che non me.
cello di vergognarci della Religion ritiamo cotanta beneficenza . Ma la
Criſtiana , anzi di perſeguitarla , e di merita il ſangue di Geſucriſto , che ci
deriderla : e voi ci avete ammollito il ha redenti . Degnatevi dunque di ac
cuore., onde compariamo , non già Av. cogliere le noſtre fuppliche, alto Si
verſarj , ma Figliuoli .Ah ! Signore , gnore ; perchè noi fidiaino nella voſtra
ve ne ringraziamo con la faccia per clemenza : e ſiccome ſperiamo in eſſo
terra : e tanto più riconoſcendovi una voi ; cosi fate , che non ne runangbia
bontà immenfa , meritevole di eſſere mo giammai confuſi : In te , Domine
infinitamente amata , ſentiamo altilling ſperavi; non confundar in etemun .

QUAR .
59
UARTO GIORNO
ISTRUZIONE

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο

Si dimoſtra la necellità del Dolore delle colpe per la validità della Confeffione ;
e diffuſamente fi ſpiega , qual ejer debba 49 tal Dolore .

Ttennero finalmente il favorevol co , e divorò l'olocauſto , e perfezio.


O reſcritto della liberazione loro
gl’infelici Ebrei in Babilonia
no il fagrificio : Ut tempus affuit , quo fol
refulſit , qui prius erat in nubilo, accenfus
prigionieri ; e ſubito prendendo l' ar- ex ignis magnus . Queſta è la celebra
pa tra le mani, cambiarono in allcgrez- tiffiina ſtoria , defcritta ſul principio
za il lutto , e la meſtizia in gioja . An- del ſecondo libro de' Maccabei ; e
zi ritornati nelle antiche abitazioni queſta è la ſtoria portentoſa , che deb ,
della fofpirata Sionne , penſarono di befi rinovellare tra voi , gentiliſſimi
ringraziare per tal beneficio eccelfo la Uditori . A cagion del peccato foſte
clemcntiffima deſtra dell ' Alciſſimo de già-miſeri in iſchiavitù del Demonio ,
Signori ; e di ringraziarla per mezzo forſe fino a queſt'ora . E adeſſo ave
de' ſagrificj. S ' inalzò dunque l'altare , te avuto il reſcritto della voſtra libe
ſi prepararono le legna , fi fcannò la razione , e ſiete ritornati alla fanta Ge.
vittima per ordine del ſommo Sacer- ruſalemme del Sagramento della Peni.
dote Neemia ; e per conſumare l'olo- tenza . Bramate , lo ſo bene , di offe
cauſto ſolamente mancava il ſagro fuo- rire a Dio in rendimento di grazie il
co , già ſpento per la lunghiſſima pri- fagrificio di voi ſteffi : ed avete quin
gionia . Che fece perciò l'accorto Nee- ci inalzato l'altare del cuore , ed ap
mia iſteffo ? Mando alcuni Sacerdoti parecchiate le legna de' voftri pecca
i chiederlo in quella ſecca ciſterna , zi , ſovvenuti alla mente mercé un di
dove gli antichi Padri nel partirſi da ligente Eſame di Coſcienza . Solamen
Geroſolina , ſegretamente toltolo dall' te per conſumare l'olocauſto vi man
altare , ſeppellito da fafli il naſcoſero . ca quel Dolore ,il quale per ſentimen
Ma ſiccome queſti in vece del fuoco to del P. S. Giangrifoftoino ( ) è
ſagro ſol ritrovarono acqua torbida e fuoco ( agro , che brucia le legna di
limaccioſa ; non invenerunt ignem , fed 36- tutti i vizj : Sola eft cordis compun &tio ,
quam craffam : così egli con codelta ac- quce ficut ignis orane animæ vitium peri
qua aſperſe l ' altare , le legna , e la rit . Ma s' egli è cosi, andatelo rin
vittima ; ud aſpettò orando l'uſcita del tracciando nel fondo del voſtro fpiri
Sole . Ed oh prodigio ! Appena dalle to , dove la natura il naſcoſe , quando
nubi riſplendette chiaro il Sole , che peccaſte . E ſe quivi nol ritrovate più
ſubito cambioili l' acqua in gran fuo- fuoco ſagro , cioè dolore ſoprannatu
H 2 rale;
(a) S. Joh . Chryf. Lib. d . de comp. cord.
60
rale ; ma ſolamente un acqua torbida , nefi aver tal Dolore , non baſta nè la
cioè un naturale ribrezzo : punto non malattia , nè altra impoſibilita a ſcu.
dubitate . Aſpergete con queſt' acqua il farne la mancanza ; cd in tale ipoteſi .
voſtro olocauſto ; e poi orando eſpo- l'aſſoluzione del Sacerdote ſarà inuti.
netelo a ' raggi del divin Sole di gil- le , ed il Sagramento ſarà invalido , e
ftizia , che egli accenderà queſt'acqua, ſenza effetto. In oltre ſe un Penitente
e la cambierà in fuoco divoratore , on- dopo aver fatto un diligentiffi no Efa.
de ſi compiſca il voſtro accettevoliſſimo me di Coſcienza , ſi è dimenticato di
ſagrificio . Ed in fatti niente meno di un peccato mortale , cui perciò non
queſto ſi richiede per la voſtra giuſti- paleſa nella ſeguente Confeſſione ; e
ficazione nel Sagramento della Peni- gli è aſſoluto un tal peccato mercè l'
tenza , come or ora udirete nella l- affoluzione del Sacerdote ? Appunto
ſtruzione odierna . vien indirettamente aſſoluto con gli altri
La ſeconda diſpoſizione , che aver falli confcfrati , i quali vengono diret
debbe il Penitente per ben difporſi al tamente aſſoluti; e ſol rimanc l'obbli.
Sagramento della Penitenza , è appun- gazione di confeſarlo , quando mai al.
to il Dolore de ' peccati commeſſi. An- la memoria ritorni . Ma ſe tal Peniteg .
zi tal diſpoſizione è una delle parti ef- te fa quanto può per aver il preteſo
ſenziali e neceffarie del Sagramento ; Dolore ; e dopo le ſue premure non gli
e noi poſſiam dire , che ne ſia la pri- rieſce averlo , ( il che lddio per fua
ma principaliſſima parte , ſenza cui è Miſericordia non permette ) certamen
fempre invalida la Confeffionc . In fat te la ſua Confeflone è inutile , né il
ti , gentililliini Uditori , può darfi la giuſtifica .Ed ecco la ragione , per cui
circoſtanza , nella quale conſiſta il Sa- indiſpenſabilmente fi efige il Dolore del
gramento ſenza l’Eſame di Coſcienza, le colpe per la validità del Sagramen .
ſenza la Rivelazion delle colpe , e len- to della Penitenza . Il Peccatore , co
za la Soddisfazione , come ſi dirà a me inſegnano i Teologi, col ſuo pec:
ſuo luogo . Ma non può darſi circo- cato ſi allontana da Dio , e ſi attacce
ftanza , nella quale il Sagramento con- alle Creature , anteponendo al ſuo mc
fita ſenza il Dolore di aver offeſo Id- deſimo Creatore un moſchino piacere,
dio . Spieghiamci con gli eſempj. Un ed una vil Crcatura . Perchè dunque
Infcrmo accortoſi della gravezza del gli ſia rimeſſo un tal delitto , è ne
fuo malore , cerca di confeſſarſi . Si ceſſario , che conoſca l'errore , ſe ne
chiama perciò dalla gente il Sacerdo penta , e lo ne dolga ; e Itaccandoſ
te . Ma queſto appena giunto , aſcolta con l' affetto dalla Creatuta , torni ad
da' Circoſtanti , che l'Inferino dapo di unirſi col fomino Bene . E ſiccome in
aver cercata la Confeſſione perdette i tal ravvedimento conſiſte il preteſo Do
ſenſi e la favella . Che debbe fare il lore ; così ſenza il Dolore non può ot
Sacerdote in tal urgenza ? Senza dub- tenerſi la remiſſione delle colpe , e la
bio debbe affolvere l'Infermo; perchè validità del Sagramento della Peniten
cercò di confeffarſi . E l'aſſoluzione gli za . E queſta è la dottrina del gran P.
gioverà ? Senza dubbio gli gioverà , S. Agoſtino , di S. Giangrifolloino , di
quando abbia avuto il Dolore de'falli S.Tommaſo di Aquino , e del lagro Con
ſuoi; perchè la gravezza dell'inferini- cilio di Trento (a) .
tà balterà a fcuſarlo dall’Eſame , dalla Ma , Padre , non baſta dcſidcrare un
Confellione , e dalla Soddisfazione . Ma tal Dolore? o pure non baſta il perſua
ſe per contrario l'Infermo non ſuppo- derſi di averlo ? Piano , Uditori; che
qui
( a) Conc. Trident. fello 14. cap. 4. S. foh. Chryf. lib . 1. de compun . corda
S. P. Auguft. ferm. 352. Some Twin . 27 S. Thom . 3. p . q. 84. art.5.
L
61
quł può nafconderſi un perniciofo in tagionevolmente il facea tomere d'in
ganno ; e biſogna , che io ſeparatamen ganno . Ed in tal guiſa fi perſuadono ,
te vi riſpondaall'una e all'altra diinan . o più toſto ſi luſingano alcuni Peniten
da . E quanto al deſiderio : è certo , ti di aver il preteſo Dolore . Qucfti
che queito ſolo non baſta per la giuſti in fatti ſenza punto raccoglierſi , e ſo
ficazione ; ed ulteriormento richiedeli lamente con profferire con le labbra
l'attuale Dolore delle colpe . Udite .
lc paroic : mio Dio , mi pento ,credono
I duc Figliuoli di Zebedeo defideraro di aver Dolore ; e cosi indiſpoſti van
no le prime ſedi nel regno di Gesu. no a confeflarfi . Ma queſti ragionevol
criſto , e si ardentemente le deſidcra mente debbon temere di non avere
rono , che ſpinfero la Madre a pre Dolore ; perché da parte loro non han
garne il Salvatore : Dic , 11t hi duo filii fatto il poflibile per averlo . Quindi
mei fedeant , unus a dextris , & alter ali dico a coſtoro , che tal perſuaſione
niftris in regno tuo . E pure tal deſiderio non giova pel Sagramento ; ed efli
non ſolamente non acquiſtò loro lo ‘ rcalinente fi cſpongono a coinmcttere
more bramato ,ma gli rendette anzi me un ſagrilegio . La feconda perfuafione
ritevoli di acerbo rimprovero : Neſcitis, poi è quella , che ha fondamento ; e
quid petatis . E coſa lunque dovettera fi trova in quei Penitenti , che fanno
fare per giungere al vantaggio ricerca Litto quello , che è neceſſario , e che
to ? Non baito loro il deſiderare i pa io poco appreflo eſporrò , per aver
timenti , non baſtò loro l ' eſibirſi a lof il Dolore dc' loro falli . Senza dubbio
frire ; e fu neccffario , che realmente non poflon coſtoro ragionevolmente
beveſſero il calice amarillimo de'tra temere ; perché ſono in tutta la buona
vagli di Geſucriſto . Udiſte ? Or in tal fede : e ſiccome l ' Altiffimo per ſua
guila ragionate nel caſo noftro . Voi inínita Miſericordia non ſuol manca
defiderato efficacemente di giuſtificarvi. re , a chi fa tutto quel che può dal
Ma per giungere a tal ventura dopo canto ſuo ; così poſſono perſuaderſi di
di aver comelli peccati, non baſta de avere il Dolore , e di far buona Con
fiderare di aver Dolore della colpa ; ed Eclljone . Che ſe realmente non hanno
aſſolutamente è neceſſario , che bcviate il Dolorc , la buona fede gli può ſcu
realmente le acque amare della ſopran fare da un ſagrilegio ; ma non per
naturale difpiacenza ; e vale a dire >
queſto ſarà valido il Sagramento . Ec
che biſogna attualmente rammaricarvi co l ' eſempio . Naſce appena un Bam
di aver offero Altiffimo . E la ragio bino , e ſubito ſi riduce a morire .Ac
ne è appunto ; perchè tal Dolore , co corre perciò la Levatrice per battez
me abbiam detto , è difpofizione e ina zarlo . Ma tra la confuſione ſtordita
teria neceſſaria del Sagramento della in vece di prender acqua prende vina
Penitenza ; e perciò mancando , ancor . bianco ; e con queſto battezzando
manca il Sagramento.. Veniamo ora profferiſce la forma : io ti battezzo in
alla perſuaſione ; e diſtinguiamo due none del Padre , del Figliuolo , e dello Spi. .

Lorti di persuaſioni : la prima è ſenza rito Santo . E' valido tal Battcfimo ? Mai
fondamento , ed è una perſuaſione ra no certamente , perchè vi manca la
gionevolmente timorofa , che più pro materia eſſenziale , che è l acqua »
priamente ſi direbbe luſinga . In tal gui cui non baſta a ſupplire la buona fe
ſa fi perſuadeva , o più toſto fi lutin de . Or così nel caſo noftro . Se man
gava Acabbo , che folle volontà del ca il Dolore delle colpe , manca la
Signore , che egli folle uſcito a combat parte eflenziale del Sagramento della
1

tere contra la Siria ; perché quantun Penitenza : e ſiccome non baſta a ſup
que cosi gli aveſícro concordemente plirio de la perfuafione , nè la bucna
detto quattrocento. Viſionarj , pure il fede ; così ſenza di efto , é invali
contrario parere del Profeta Micbea do il Sagramento , e per conſeguente
non
1
82
non giova a conſeguire il perdono l' può dolerſi del peccato per motiva
affoluzione di tutti i Sacerdoti del Toprannaturale ; o perchè ha perduta
Mondo , e dell'iſteſſo ſommo Ponte- il ſommo Bene , o perchè ha merita
fce ; e non valgono nė Indulgenze , to lo rdegno e i galtighi di Dio : o
nè Giubilei . Per la qual coſa li con- tal Dolore chiamali Attrizione o pure
fondano alcuni ſciocchi Criſtiani , i Contrizione imperfetta . 3. un Peniten
quali pretendono l'affoluzione dal Con- te può dolerſi del peccato anche pel
feſſore , che conoſce la loro indiſpo- fine ſoprannaturale di aver offero un
ſizione . Che ſciocchezza ! Che igno- Dio fommo Bene : e tal Dolore diceſi
ranza !Quafi alzafie la mano il Confef- Contrizione perfetta . Diſcorriamo percio
fore , e Iddio ſenz'altro affolveſſe ! ad uno ad uno più particolarmente di 1

E fi confondano ancora quelli , che qucfti Dolori , e ſpieghiamo più accu


fono Scrupolofi, i quali ſol curano di ratamente la lor natura ; e vediamo
non dimenticarſi di alcun pcccato ; e qual ſi richiegga per la Confeſſione fa
poco , o nulla penſano at Dolore . E gramentale
gli uni e gli altri attendano con iſpe. Dunque il primo Dolore diceli natu
Cialità al Dolore , che è la parte più rale ; perchè da natural motivo proce
neceſſaria della Confeflione , ſenza cui de . Egli è molto facile a concepirſi ;
non vi può cflere giuſtificazione e perchè procede nell' Uomo dall' amor
ſantità . di ſe ſteſſo , il quale abborriſce il pec
E qui paſſiamo ad oſſervare, coſa ſia cato , come cagione d'infermità , dipo
queſto Dolore , Uditori . Il Dolore dun- vertà ,d'infamia , di affizione, e di altre
quc altro non é ſecondo il ſagro Con- fimili coſc . E queſto Dolor naturale da
cilio di Trento ( a) che un diſguſto dell' alcuni antichi Padri fu chiamato Attri
anima , ed una deteſtazione de' peccati zion naturale : ed è inſufficiente per la
commeſſi con animo riſoluto di non più giuſtificazionc, e per la Confeflionc ſa
peccare : Dolor animi, ac deteftatio de pec- gramentale . E per queſta ragionc fu
cato conmillo cam propofito non peccandi de ron falſe le penitenze di Saulic e di
cætero . Dicefi dolor animi : perchédebbe Antioco ; perché quantunque fi penti
eſſere interno ; e non è neceſſario (b), rono de' peccati , pur il fecero per pro
che porti fcco finghiozzi e lagrime prio intereſſe , e per motivo umano .
Diceli deteftatio de peccato commillo cum Ondere alcuno li dolelle delle ſue
propoſito non peccandi ; perchè il Dolore colpc , perchè gli cagionarono de'ina
debbe includere l ' odio e la deteſta- li ; coſtui ſicuramente non ſarebbe di
zione del peccato commeſſo , cd inſie- [poſto per la Confcflione . E perciò il
me l'abbominio del peccato in avve- Pontefice Innocenzo XI condanno quc
nire , ed il proponimento di una vita ſta propoſizione : Probabile eft , fuffice
nuova . Or ficcome un Penitente può re Attritionem naturalem , modo honeftam .
aver dolore del peccato commeſſo per Il ſecondo Dolore diceſi di Contrizione
tre diverſi inotivi ; cosi giuſta i Teo- perfetta , e procede da motivo ſopran
logi è di tre ſorti il dolore . 1. dun- naturale , facendo dolere del peccato ,
que un Penitente può dolerfi del peccato come offeſa di Dio ſommo Bene . Vien
per motivo naturale ; o perché gli ha quindi cagionato da un amor perfetto
cagionate infermità, o perché è in. del Signore , che tutto ingombera il
ciampato nelle disgrazie , o perché l' cuore amano , e pienamente a Dio il
affligge la umana Giuſtizia : è tal Do- ſottomcttc . E tal Dolore è baſtantilli.
lore diceſi naturale . 2. un Penitente mo per la Confeflionc fagramentale ;
an

Conc. Trident. loc. ſup. cit. in 4. dift. 16. 2. 2. q. 1 .


& & .
63
mzi (a) riconcilia 1 Uomo a Dio , pri- fufficiente pel Sagramento della Peni
ma che egli abbia ricevuto attualmen- tenza ; cd inſieme con la Confeſſione
te il Sagramento della Penitenza : ben- ſagramentale giuſtifica il Penitente . Io
che per altro non dcbbcli attribuire la nonpertanto eforto tutti a sforzarſi pri
giuſtificazione alla fola Contrizione in. ma della Confeffione di fare l'atto di
dipendentemente dalla volontà di ri- Contrizione perfetta . E ſiccome que
cevere il Sagramento , che in quel- ſto è un dono di Dio ; cost umilmente
la ſi racchiude . Siccome dunque me- a Dio it chieggano . E poi per mag
diante l'amor perfetto , che cagiona giore facilità poſſono ſervirſi delle pa
la Contrizione, lo Spirito Santo pren- role , che il Pontefice Benedetto XIII
de poſſeſſo del cuore del Penitente poſe nell'appendice al Concilio Latc
e vi abita , e vi regna : così la divi- rancſer Ed eccole : „ Dio mio e Si
na Mifericordia gli applica immedia- gnor mio , eſſendo voi fommo , infinito ,
tamente l'effetto anticipato del Sagra. e perfettifimo Bene , vi amo ſopra tut
mento della Penitenza con una pron- te le coſe ; e perciò mi pento , e con
ta ed intera riconciliazione ; perchè tutto il cuore mi dolgo , perché cante
colui , nel quale abita lo Spirito -San- volte viho offeſo con i miei peccati .
to , non è più tra' legamidel'peccato . Io gli abbomino , c gli deteſto ſopra
E queſto è l'effetto proprio della Con- tutti i mali con grandiflima diſpiacen
trizione perfetta . Finalmente il terzo za ; e ne chieggo umilmente perdono
Dalore dicefi di Attsizione, o pure di con fermo propoſito di non volervi
Contrizione imperfetta , ed anche proce- mai più offendere , mediante la voſtra
dc da motivo ſoprannaturale ; perchè divina grazia : Deus meus , Et Dominus
fa dolere del peccato , come un og meus ,cum fis fummum , infinitum , & per
getto abbominevole in ſe ſteſſo , e co fe&tilímum bonum , amo te ſuper omnia ; &
me cagione della perdita del ſommo ideo me pænitet , ac ex toto corde doleo
Bene , e dch'acquiſto de' di lui gaſti. quod te toties offenderiin peccatis meis :: G
ghi . Quindi vien cagionato dall'amo- bominor ea , ac deteftor ſuper omnia mala
je della giuſtizia , che è un amor di maxima cum diſplicentia , & rogo humili
Dio imperfecto , o fia (6) un principio. ter. veniam cum firmo propofito, tua Janata
di amor di Dio , il quale effcndo ſu gratia auxiliante , te in pofterum non an
periore alla cupidigta , produce nel glius offendendi -
cuorc del Penitente un dolor ſincero. Ma biſogna avvertire per maggior
e rommo de' ſuoi peccati , e un odio chiarezza , che il Dolore , o che ſia di
etficace d'ogni ingiuſtizia . Benchè Contrizionc , o che ſia di Attrizione.
dunque , dice il Concilio di Trento , debbe avere quattro condizioni per ef
l'Attrizione e conceputa ordinariamente a ſer vcro e ſalutare . I. debbe eſſer ſin
dalla confiderazione della bruttezza del pec cero , e di tutto cuore ; onde. Iddio.
cato g o dal timore delle pene dell' Infer- dice nel capo ſecondo di Gioele : Con
40 che eccita nell' anima del Pe.. vertirnini ad me in toto corde.veftro. 2. deb
pitente un turbamento falutarc a viſta be eſſere ſoprannaturale ,, cioè concepi
degli eterni ſupplici, che gli ricorda to dal motivo ſoprannaturale. O della.
la Fede : ella nondimeno è un dono. ſomma bontà di Dio , o della bruttez
di Dio, ed un impulſo dello Spirito- za del peccato , o de' divini gaftighi.
Santo , che incomincia il Peccatore a 3. debbe eſſer ſommo eſtenhvamente
giuſtificare . E per queſta ragione è cioè debbe includere l'abbominio al
рес

(a) S. Thom . in Johan. cap. 21. S. Thom . in 4. Sent. dift. 20 , S. Ambr .


lib. 8. in Luc. S. Antonin . in ſumm . 4 .
(b ) S. P. Auguft. ep. 145.& in part. tit . 14. cap . s.
Pf. 71. & 109. S. Gregor. lib.1. Moral:
04
peccato , ancorché fi dovelle perde che ha la Contrizione imperfet ta , an :
je tutto il Mondo , e fin la vita . 4 . cor defidera , alinen tacitamente la
debbe eſſer generale , cioè debbe inclu Confeflione · Onde ſe avviene , che
dere ogni ſorte di peccato , co !ne de. muoja prima della Confeffione , il de:
forme, ed offeſa del ſommo Bene; in ſiderio di confeſſarſi ſuppliſce la Con.
guiſa tale , che ſe un Penitente ſi do fellione medeſima ; e Iddio per ſua
icfle di tutti i ſuoi peccati , a riſerba provvidenza ſtraordinaria gli accorda
di alcuni , a' quali ti ſente più in. la giuſtificazione , la quale per ſua
chinato ; queſto dolore certamente gli provvidenza ordinaria ha anneſa alla
farebbe inutile e vano . Confeflione ſagramentale : e così il Pe.
Re'ta qui a ſoddisfarſi ad una conſi nitente ſi ſalva. Ecco l'eſempio . UA
derabile difficoltà , Uditori . Padrc , di Idolatra , depoſta l'Idolatria , li è ben
te voi in fatti , ci avete inſegnato , diſpoſto ai Sagramento del Batteſimo ;
che l ' Attrizione, o ſia Contrizione im ma prima di riceverlo è morto . E ' gius
perfetta neceffariamente vien cagionata ftificato , ed è ſalvo coſtui ? Senza dub .
dall'amor di Dio , non perfetto , ma bio . Ma come giuſtificato , e come |
di preferenza , che antepone Dio a ſalvo , ſe prima del Batteſimo non vi
tutte le coſe : ed all'incontro avete in è nè giuſtificazione , nè falute ? Apa
fegnato , che il Penitente , che ha punto perché ſi diſpoſe al Batteſimo
queſto amore non è riconciliato , le col deſiderio di riceverlo ; perchè in
non inediante il Sagramento della Pe caſo di neceſſità il Batteſimodi deſide
nitenza . Se dunque egli non è giuſti rio fa le veci del Batteſimo reale . Or
ficato prima di ricevere l'affoluzione , nella ſteſſa guiſa diſcorrete nel caſo nos
certamente egli ancor giace prima dell ' ftro . Siccome nel Batteſimo il deſide :
aſſoluzione tra' legami della colpa ; e rio tiene il luogo del Sagramento in
per conſeguente foggetto a dannarſi , quelli , che eſſendovi diſpoſti, non por:
ſe muore ſenza il Sagramento . Onde fon riceverlo : così il deſiderio di con
giuſta tal ſentimento biſogna dire , che felfarſi tien luogo di Sagramento in quel
Iddio perderà cternamente colui, che li , che dcbitamente diſpoſti, muojon
fopra tutte le coſe lo aina ; lo che fa prima della Confcilione Ed eccovi
orrore in penſailo . Ma francamente ſufficientemente iſtruiti circa la neceſſità,
vi riſpondo , che nel caſo propoſto il e la condizione del Dolore , richieſto
Penitente , che ha ſolamente la Con pel Sagramento della Penitenza . Sfor
trizione imperfetta , ita effettivamente zatevi perciò a praticare , quanto vi ho
ne' legami del pcccato ; ma pure ſe e infegnato per voftro vantaggio ; e pre.
gli muore , non laſcia di eller ſalvo. paratevi ad aſcoltar dimani parlarvi
Queſte due propoſizioni non ſi diſtrug . del Propoſito anche neceſſario al Sa.
gono , cd ambedue ſon vere : ed ec, gramento medeſimo della Penitenza ..
co come il dichiaro . Il Penitente
Atti Criſtiani, come nel primo giorno pag. 12 .

QUAR:
65
QU AR TO GIORNO
M. E DI Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε IV .

DELLA DURE Z ZA DEL CUOR'E

ARGO M E N T O

Giungiamo anche a combattere contra Dio con la durezza del cuore ; perché I. Iddio ,
qual Padre , ne chiama a lui con amore ; e noi contumaci non ci arrendiamo : II. Id
dio , qual Sovrano , ne chiana a lui con impero; e noi contumaci gli refiftiamo :
III. Iddio , qual Çiudice., ne chiama a lui con iſdegno; e noi
vie più imperverſiamo .

Cor fuum pofuerunt , ut adamantem , ne audirenti . Et facta eſt indi


gnatio magna a Domino exercituum . Zachar. VII. V.12.
Cco tutto il proceſſo , che de' Giu- violenta c defolatrice :' Et fa &ta eft in .
E dei contumaci formò il Signor
degli eſerciti preffo Zaccheria
dignatio magna a Domino exercituum . Má
noi intanto oſſerviamo , e tremiamo
Profeta ; ed ecco il proceſſo , che foc! dilettiſfimi-Fedeli . Ancor noi più duro
pra i contumaci Giudei irremiſibilinen- d'un infrangibil diamante 'Terbiaino il
te chiamò dal cielo deſolazione e ro- cuore , e reliftiam peggio degli Ebrei
vina . Peggio di un fortiffimo diaman- agli sforzi di Dio, che cercaſpezzarlo.
te , che a qualunque ſtromento refiftc, E quanto s' induſtria per eſpugnarlo il
nė mai fi frange e li ſpezza , induraro . Padre celeſte ! Lo bagna col ſangue
no il cuore per non aſcoltare la voce: dell ' immacolato divino Agnello in
dell ’ Altiſlino , che or promettea ca- tante iſpirazioni, grazie , e mifericordie:
rezze , or fulminava gaſtighi , or pro- ma egli riman duro . Il combatte con
nunziava condanne : Cor Júum poſuerunt, gli ſtrumenti delle minacce , delle tra
ut adamantem , ne audirent. Ma ahime ! verſic , delle perſecuzioni : ma egli ri
a loro ſterminio l’indurarono. Superba man duro . L'aigge col fuoco de'ga
Geruſalemme , che moſtri dolente al ftighi , dell ' abbandonamento ' , deile.
Paſſaggiero gli avanzi della tua grans: condanne : ma egli riman duro . Difler
dezza ; tempio auguſto , che gemi ſen : poco .Non ſolamente ' riman duro , ma
za vittime ſotto alte rovine ſeppellito; ſempre più anzi induriſce ed imperver
bagno falutare del Siloe , che piangi ſa ; e quanto più s' induſtria il Signore di
diſſeccate le onde , e perduto il deco- combatterlo , e vincerlo , tanto più e
ro ; Abitatori infelici, che or prigionie- gli contumace prende vigore di refi
ri c diſperſi, or reciſi dal ferro di ſtra- Itergli , e contraddirgli'. Oh pervicacial
niero Vincitore , or raminghi ſenza Sa- Oh durezza ! E dove mai ella andar dos
cerdozio , ſenza patria , ſenza regno , vrà a terminare ? Ahime ! non potra
bramate la voſtra antica fortuna : voi. terminare ad altro , che ad una perpes
ora teftificate , quanto ſopra i ribelli tua deſolazione; e maggiormente ſi do
ſi aggravò la deſtra di Dio Idegnato; -vrà verificare di noi Criſtiani , che cor
e rilite , come ne conſegui l'ira più fuerem pofuerunt , ut adamantem ,ne arudirent;
1 ?
66
& facta eſt indignatio magna a Domino fin che gli fu fottomeſſo il Figlio; an
exercituum . Deh perciò entriaino a ſe- che gli dimoſtrò paterno affetto , quan
riamente conſiderare il noſtro deplora- do il vide traviato dal ſentiero della
bilitimo ſtato per finceramente pianger- giuſtizia . Ma allor che intellibil lo
lo e deteſtarlo , giacché abbiam tempo; ſcorgette e ripugnante a' ſuoi avviſi , il
onde ne liberiam dal pericolo , e ſcan- laſciò fubito in mano del ſuo conſiglio ;
Siam la rovina . Facciam l'oggetto de ' nè più curo , che ſen gille ramingo , che
noftri penſieri la ſtravagante durezza s'infangafle ne' Cozzi pantani della li
del noſtro cuore ; perchè giuſta l'avvi- bidine , che ſcialacquafle la ottenuta
fo del Profeta Ezecchiello da un cuo- porzion legittima , finalmente che di
re di raffo torni un cuore di carne . Ed venille. Cuſtode famelico di vile armen .
ecco l'argomento . Iddio ne cbiama a to . Ah ! felice , che deteſtò una volta
lui con amore ; e noi contumaci non i fuoi giovanili traſporti , e tornò rav
ci arrentamo . Primo Punto . Iddio ne veduto alla caſa paterna ! Cosi riacqui
chiama a lui con impera ; e noi contu- ftar poté l'affetto del Genitore . Altri
maci gli reſiſtiamo. . Secondo Punto . mente ne ſarebbe per ſempre rimaſto
Iddio ne chiama, a lui con iſdegno ; privo . Tanto è vero , che alla contuma
e noi contumaci vie più imperverſiamo . cia de' Figliuoli non refifte , ma ſpegneſi
Terzo Punto. Inoltriamci dunque a me- l' amore de' Genitori . Ma non cosi
Atlante : e perché con profitto riflettiamo addiviene nel Padre celeſte . Egli fie
alle induluie , con le quali l'Altiffimo, gue fempre at anarci , benché colpe
e come Padre , e come Sovrano , e voli ed ingrati ; e ſe noi laſciamo di
come Giudice , ſi affatica a vincer la no- eller Figliuoli , egli non laſcia giammai
fra durezza ; imploriamo il divino a: di eſſerci Padre ; e ben poliam ripete
juto per l'intercellione della commun Mar-re col P. S. Pier Griſologo (a ) : Ega
dre Maria , che conſagró il ſuo cuo- amiſt , quod erat Filii ; ipfe , quod Patris
re interamente, a Dio .Ed a tal fine ri. eft mon amiſit . Per quanto danguo
fetiam divotamente a lei genuflelli le da lui ci allontaniamo , non è già , ch ?
lagre Litanie : Kyrie, eleyfon & c. egli ne abbomini , e ne fugga ; anzi ne
gira ſempre d'intorno , ſempre ne chia
PRIMO PUNTO . ma , ſempre ac invita , e ſempre ci di
moſtra aperte le braccia per accoglier
Iddio , qual Padre , ne chiama a lui con ci ravveduti , e ſtringerci al ſeno . Ma
amore ; e noi contumaci non ci arren- abiinė k che fronte di tanto amore
diame. punto non cede , né li ammolliſce il
duro macigno del noſtro cuore . Rima
Conlideriamo, diletrillimi Fedeli , la niamo anzi oſtinati e contumaci cost :
gran differenza , che paſſa tra ' Genito- che, fe n abbia a riſentire e ſdegnare
rj, terreni ed il Padre celeſte . Non v ? il Padre il più amante , qual è il cele
ha dubbio , che quelli amino al pari di fte . Che pervicacia ! Che durezza !
loro ſtela i Figliuoli. Ma pur l amo . Ma deb per iſcuotcrci meglio e ſpa
re ben preſto foglion cambiare in odio , ventarci apriamo i fagri Codici , ed
quando i lorpegni ſi moſtran pertina- efferviam quivi eſprelle le condotto di
ci e duri a digubbidirgli. Anche il Ge- Dio, e le noſtre corriſpondenze . Ecco
nitor, pietoſo del Vangelo , che fu fim- ci ſi: preſenta lo ſcellerato Caino. Si :
bolo del noſtro Padre , chi è ne' cicli, Idegna coſtui contra l'innocente Fra
in tal guifa fi diporto verſo il tuo pro- tello ; e tant' oltre l'ira li. avanza , che
dige Figliuolo . Ne fu tenero amante , già morta. l'anima alla grazia , egli è

fa ). S. Petr. Chryf hom in cap. 15. Luc.


67
già lontano dal Creatorc . E Iddio tornare in grazia del tuo Signore ? Qual
Ah ! che Iddio non ha cuore diallon puoi fperare dilezione maggiore? Qual...
tanargliſi. E che fa ? Gli ſi accolta vie Ma ahiinè ! Caino è giunto al colmo
più per guadagnarlo . Il chiama quin della oſtinazione . Non aſcolta avviſi
di a ſe , ed amorevolmente gli favella : .

non prezza ammonizioni, non fi arren


e perchè , o Caino , nutriſci livor co: de all'amore ; e già fuggito dal celeſte
tanto ; quare iratus es ? perchè torvo ap Padre , mettefi ad andar ramingo pel
: pariſce il tuo ſembiante ; cur conci Mondo : Egrelliyque Cain a facie Domi.
dit facies tua ? Non debbeſi attribuire ni , habitavit profugus in terra . Oh infe
a te la bontà. , o la reità delle tue lice ! Piangerà per tutti i ſecoli , ma
azioni ? Penſa dunque ad operar bene , ſempre invano , la ſua durezza ; é re
che nc farai ricombenſato . Sei libero , cherà terrore e ſpavento a noi , che ne
e puoi farlo ad onta della paffione ſeguiamo incauti le veftigia . Ah ! che
che ti urta al male : Sub te erit appeti fciagurati lacerammo la nuzial vette
tus tuus , & tu dominaberis illius . Che della grazia , che ne acquiſto N ſangue
tenere parole di Padre ! Deh ravvedi prezioliflimo del Redentore ; e da pide
ti dunque , o Caino . Che aſpetti di più tempo quindi errjam lungi dal noſtro
per riconciliarti col buon Germano ? primo principio e fine . Ma intanto che
Ecco è pronto a perdonarti il tuo Fat non ha fatto , e che non fa per rigua
tore . Non più ſi ricorderà del tuo de dagnarci il noſtro buon Dio? Precipi
litto ... Ma abime! Caino vie più s' tammo appena , e ſubito ne fcce aſcol
indurifce , vie più falli rco ; cd uſcito tare la paterna ſua voce , e ci parlo al
in campagna , ammazza a tradimento cuore : Figli , e perchè ſcoſtarvi dal
il ſuo fratello . Che precipizio ! Che Padre ? perchè abbandonare il Paftore
rovina! E pur l'Altiſſimo il compatiſce . e l'ovile ?perché andar in gola del LH
Il chiama a ſe di bel nuovo , c torna po Infernale ? Deh riflettete bene al
a faveltargli : c bcne , o Caino , il tuo mal pro , che vi fece la colpa; e pre
Abele dov'è ? Sconſigliato , che face ſto tornatemiin feno : Redite prævarica.
ſti ? Rifletti bene , che il ſangue fparſo tores ad cor . Che dolce vantaggiofo in
di lui grida a me vendetta dalla terra: vito ! Manoi non l'aſcoltammo , e vie
Quid fecifti ? Vox fanguinis Fratris tui più corſino al precipizio ; ci avvilup
clamat ad me de terra · Che dolce pa pammo in peggiori fozzure , in odj più
terna ammonizionc ! Deh ravvediti dun inteftini, in defiderj più nocivi. Eld
que , o Caino . Non vedi , che ſopra dio ? Ah ! che Iddio lenti ferirfi il cuo
di te è già caduta la maledizionc ? Non re a tal villania , e più amorevole ne
vedi, che il tuo Signore braina giufti drizzò le fue lagmanze : e dove corre
ficarti ? Non vedi ... Ma ahimè! Cai te , o miſeri ? Non vi avvedete , che
no vie più imperverſa , vie più infello lungi fuggi la pace dal voſtro ſpirito ?
niſce ; c già paventando di dover fare Non vi accorgete del graviflimo peſo
la ſteſſa ſpietata morte di Abele , pro del giogo di Satana ? Deb' perciò tot
fonda diſgraziato in orribil diſperazio nate a me , che vi chieggo per confo
ne . Che durezza ! Che cmpietà ! E pur larvi : Venite ad me omnes , qui Taboratis,
il clementiſſimo Iddio ancor ne ha com & onerati eftis , & ego reficiam vos . Cht
paffione ; e per diſingannarlo , più amo. voci amoroſe ! Ma noi non ci arren
roſamente gli ſoggiunge: non dubitare, demmo; anzi or turbati da' latrati del
o Caino , che a me riferbo, pur che la (indereſi , or anguſtiati dall'amarez
ti ammendi , il vendicar chi ti oltrag ze , che feco porta la colpa , ahime !
gia : Omnis , qui ocriderit Cain , ſeptuplum precipitammo tanto più , e giunfimo ad
punietit . Che miſericordia ! Che pietà ! più profondo della miſeria con quali
Deh ravvediti dunque , o Caino . Qual diſperar l'eterna falute . E Iddio ? Ah!
migliore occaſione puoi incontrare per che Iddio fece gli ultimi sforzi per
I 2 gua
68
guadagnarci ; e dimoſtrandoci nelle fuc ( a ) . Affalonne è più ſcapeſtrato ed am
preinure di eſſere ancora in iſtato di bizioſo , che mai . Finora ha tentato di
ſalvazione , paternamente ci replico : e toglier la corona dal capo del Padre ,
perchè mi credete lontano , quando vi ed or tenta di toglierli il capo dalbu
Ton d'intorno , o ingannati ? Deh vol fto . Ecco pertanto l'alalta con i ſuoi
gete lo ſguardo , e mi ſcoprirete . Per Soldati , dijponitur bellum ; fi avventa
vedermi non dovete far lunga ſtrada ; contra il Monarca , acies dirigitur , in
perché ſempre vi fieguo , ſempre vi comincia il più feroce combattimento ,
ſon d'appiello , ſempre vibuffo l'uſcio pugna paratur; ſtridon le ſpade , rim
del cuore per entrarvi : Ecce fio ad o boibano i tamburi , volan le lance
ftium , & pulfo. Che ineffabilmiſericor ſtrepitan ... Ma Davide che fa ? Ah !
dia ! Ma noi duri ed infeflibili ſempre Davide piange la pertinacia e la rovi:
più moltiplicando le ſcellcraggini, al na del Figlio ; e ſempre pietolo oppa
loggiamo in ſeno ancora il noſtro ni ne alla di lui ſtoltezza la clemenza , la
mico ; e forſe ſono anni ed anni , che carità al di lui furorc : Inde dementia
palliam lc contrade del mondo , giura contra Genitorem exurgit , hinc clementia
ti nimici del ſommo Bene . Vos Jemper ut parricide parcatur expofcit , inde furor
il rinfaccia agli Ebrei ed a noi l' Ap hinc pietas operatur. Quindi il buon Pa
poſtolo S. Pietro , vos ſemper Spiritui dre volgendoſi a' ſuoi Guerrieri , pre
Sancio reſiſtitis ; quemadmodum Patres ve . inuroſamente grida : ah ! vi raccoman
ſtri , ita vas . On oſtinazione ! Ob do il mio caro Affalonne : Servate mihi
perfidia ! puerum Abſalom . Io non voglio , che il
Or che debbe fare l' Altillimo , o danneggiate ; perché quantunque em
Criſtiani ? Ab ! che il dico ſgorgando pio e traditore, pur mi è Figlio : Ser
dagli occhi lagrime di tenerezza . Egli vote mihi puerum Abſalon . Se dunque l'
pon ſi ſtanca di correrci dietro , vo incontrate ; ah ! voltate gli archi , e ri
lendoci ſuoi ad ogni patto : e dopo di tirate le ſpade; perchè viverò , ſe mio
avcrci drizzate le ſue parole , ne col Figlio viverà , e morrò , ſc morirà mio
ma amoroſo de' più eccelſi favori . E Figlio : Servate mihi puerum Anjalom ·
pur tutto è vano; perchè aſſolutamen Oh dilezione ! Ob pietà ! Anche un ma
te gli vogliamo eiler giurati nimici , cigno fi fpezzerebbe a tanto affetto . E
e vogliam dannarci . Ed ecco che pur Alalonne è duro , Affalonne è con
Siam figurati nel contumacc ribelle Ar tumace , Alalonne è riſoluto di morir
ſalonne . In fatti quante finezze gli ha ribelle ; cd appunto onbreggia la no
compartite il pacifico amante Genitore ? ſtra ſtravagantiſlima oltinazione. E quan
Adalonne è ſtato un impudico , e Da to ha travagliato fin ora il Padre ce
vide l'ha riammeſſo nella reggia : Al leſte per tirarci a lui ? di quanti favori
ſalonne è ſtato un Fratricida , e Dayi ne ha caricati ? Ah ! polliamo ben ri
de l' ha degnato di grazioſo perdono : petergli quello , che gli replico un
AllTalonne è ſtato un fellone, e Davi. tempo il gran P. S. Agoſtino (O) : ab !
de l'ha riconceduta la ſua grazia : fi Signore , noi vi recavamo onte cd ol.
nalmente Alalonne è ſtato ſempre il traggi, e voi vi compiacevate difen
tormento dello ſpirito di Davide , e derci; ego te offeridevum , tu me dejende
Davide ha ſembrato non aver cuore bas : noi non avevaino di voi timore al
che per amarc Affalonne . Non debbe cuno , e voi geloſamente ne cuſtodiva
dunque egli cedere una volta ? non te ; ego te non timebam , & tu me cuſto
debbe arrenderſi a tanto amore? E pur diebas : noi ci offerivamo alle branche
guardate , dice il P. S. Giangriſoſtomo dell' infernal Dragone , e voi ſollecito
ne

(a) S.Jok . Chryf. hom: 26. in Foh . (b) S. P. Auguft. Solil. cap. 28.

1
69
ne liberavate ; ego inimico meo me exhi re , che mi ſon Figli , e mi coſtano ſu
bebam , tu ipſum , ze me acciperet , deterre dore e ſangue . Olà dunque premuro
bas . Si, in tal guiſa polliam ripetergli . ſaincnte cuftoditegli : Servate mihi pueros
E quante volte c'illuminò il penſiero nieos . Oh miſcricordia ! Oh amore ! Oli
con la luce della ſua grazia ; ed in cer bontà !
ti punti di tempo ravviſam.no la defor E pure che facciam noi , o Criſtia
mità della colpa , l'orror della morte , ni ? Pollibilc , che non ci abbiano a
la ſeverità delgiudizio , l'infelicità dell ' muovсre tante finczze di dilezione
Inferno ? Quante volte ne parlò all'o tante premuro di un Padre si amante é
recchio con le voci de' fagri Miniſtri; Polibile, che ad onta delle divine chia.
ed internamente rappreſentandoci l'a. mate ancor ritrofi fuggiamo il Creato
cerbità della pena e la magnificenza del re , ſeguendo a vivere (coſtumati e li
premio , ne icotic così , che ſortero vi bertini, ed a correr la Itrada della per
viſſimi deſideri di evitar quella , ed in dizione ? Ah ! entriamo una volta in
contrar quelta ? Quante volte ne offeri noi ſtelli ; e perſuadiamoci pure , che
grazioſo perdono ; ed additandoci il un ſommo amore , quando fia concul
fangue del crocififfo Unigenito , ne cato , ſoglia darc in eſcandeſcenza e
invito a terger le noſtre ſordidezze ed furore · Caino ammazzato da Lamec
infamie , e ne promiſe di non volerle co , A ſalonne appeſo ad un albero , e
ne mai più ricordare ? E pur a cotan trapaſſato da Gioabbo con cruda lancia,
ta carità fiam duri. Soventę tra, mille cľ uno e l'altro verifimilmente cca
agitazioni e perpleſſità e dubbj fembro nati nelle fiamme perpetue; ſiano ſpet
ſcuoterſi il macigno del noſtro cuore ; tacolo memorabile de' noftri penſieri
ma purc non ſi ſpezzò giammai . Ancor ad eſſer più cauti in avvenirc. Spezzia
orgoglioſi ſeguiain a combattere contra mo omai la durezza del noſtro cuore ,
Dio , non ambizioſi di regnare , ma e rendiamlo docile alle impreſſioni ed.
premuroli di adorar Lucifero : e poiché a' comandi di Dio. E che mai può ri
il peccato toglic dal ſommo Bene la tardarci ? L ' eller Peccatori di molti
ragion d'ultimo fine per riporla nelle anni ? Ma non dubitiamo, dice S. Gre
Creature ; ardiam perciò con la nostra gorio Niſleno (a) , che ſebben folio
malvagità nulla men che macchinare la Peccatori di mille anni ; pur questi an
diſtruzione del medeſimo noftro Padre ni mille conteranno prello Iddio per
e Signorc . Or che debbe fare Iddio a un fol giorno , ſe per un giorno folo
tanta baldanza ? Ah ! chi'l ciederebbe ? ci dolghiamo di quei mille anni: Licet
Rinuova gliordini di Davidde , e co collectio illa peccatorum mille annoruin ejje
manda : Servate mihi pueros meos . I cieli videatur , pro nihilo reputatum iri , duir
l'a terra , gli abbifli, il mare , gli ani. modo pedem referat . Su via dunque ſe:
mali , e tutte le Creature li accingono guiamo il glorioſo eſempio del gran P.
a vendicare i torti divini , e ben preſto S. Agoſtino . Per molti luftri fu egli
a diſtruggerci , ed annientarci - Ma no , contumace e duro , e baldanzoſo con
grida il Padre celeſte , non vi inovete ; traddiffe agl' impuili dell'Altiſlino , al:
che io aſpetto falvi i miei Figliuoli : le lagrime della pia Genitrice , alle
Servate mihi pueros ineos . Deh più toſto ainmonizioni del zelante Ambrogio .
non gli toccate , o morti , non gii col Ma pur vinſe finalmente la ſua oſtina.
pite , o fulmini , non gli opprimete ,o zione ; la vinſe per ſempre que riſurſe di
diſgrazie , non gli offendete , o De lupo agnello , di perſecutore difenfo
monj: Servate mihipueros meos . Sono ri re , di vaſo di contumelia vaſo di ele.
bclli , è vero ; mame ne piange il cao. zione , ed al nome foto di Agoſtino fe:
fteg
་ ནས་ཨ
( a) S.Gregor. Nyllen. tract. I. iB Ps. 66. 7
fteggia il cielo , cfuita la Chieſa , tre vid ; tradite illum folum , recedemus
ma l'errore , il vizio , l' Inſcrno . Se civitate . Or cosi fa Iddio . Vede , che i
griam dunquc si luminoſo eſeinpio , e ſuoi Vaſſalli non dubitano di ricovrare
gittiainci una volta tra le braccia amo nel cuor loro , e pertinacemente cuſto
roſe del fomino Bene , che ne aſpetta;
e sfogandogli con lagrime e con Tofpi dire il peggior ſuo Rivale ; e riſolve
di aflediargli di miferie e guai . Ma
ri i noſtri affetti, gridiamo pure ; ah ! non ha altra intenzione , che di fargli
troppo tardi vi abbiam conoſciuto > riſolvere a diſcacciare dal ſeno loro
o bontà eccella antica e novella : Sero il comun nimico . Ed ecco quel che e
te cognovi , bonitas tam antiqua & tam no gli pratica con effonoi. Non ci arren
ya. Ma pur meglio tardi,che non mai. diamo a lui , che ci chiama da Padre
Meglio ... Ma che dico io ? Ahimè ! con amore ; ed egli ſcuote la ſua sferza,
ancor trionfa la noſtra durezza ; perchè e ne chiama con impero da Sovrano .
Iddio , qual Padre , ne chiama a lui con E pure oh ſtravagante durczza ! Gli A
amore ; e noi contumaci non ci arren belini cedettero fubito a Gioabbo ; e
diamo : e nè anche paghi, ſeguiamo a troncato il capo a Seba , giù glielgit
reſiſtere a quel Dio , che non laſcia di tarono a piedi dalle muraglic , e fili
ſcuoterci col ſuo impero . E per verità berarono da ulteriore afflizione . Ma
noi non cost . Refiftiam contumaci a'
SECONDO PUNTO . travagli ; nė curiam , che ſi avanzino .
E l'Altiſſimo non può ottenere , che
Iddio , qual Sovrano , ne chiama a lui con gli rechiamo in trionfo abbattuta quel
impero ; e noi contumaci gli refiftiamo. la colpa, che vuol oſſervare opprcfla
e morta , qual più nobil trofeo della
Confideriamo , dilettiffimi Fedeli , croce dei Salvatorc ,
che l'Altiflimo tuttavia ne uſa miſe Contentatevi pertanto o Criftiani;
ricordia , quando avvicne , che ne di che io vada figurando le noſtre con
moſtri il ſuo ſdegno , o pur realmente dotte per renderle abboininevoli a noi
ne percuota ; perchè prende ſembian Ateſli , che le riſolviamo ; e per meglio
tc d ' irato , e ne tribola a ſolo og. percepirle , miriamle ncgli Uomini pro
getto di ſuperare la noſtra durezza . tervi , che ſpinfero Iddio a perdere
Siccome egli è quel Sovrano sì eccelſo , un Mondo intero . S'immergon te
che porta ſcolpito nel fianco il Re de' merarj nelle laidezze ; ed in guiſa fi
Regi ed il Signore de' Dominanti, e volgon nel fango , che ſembran ſuc
inella deſtra ha raccolta la povertà e l' cidi e jozzi animali ; e ſi rendono ab
abbondanza , la morte e la vita : cosi bominevoli agli occhi puriſſimi del Cre
della ſua autorità ſi avvale per rintuz atorc , che gli formò . Ne vuole intan
zar la baldanza di chi oſa reſiſtergli , e to Iddio 'un vero pentimento ed una 1

per iſpaventar coloro , che ad onta vera aminenda : e per ottener l' una c
{ua cuſtodiſcon nel cuore il maggior l' altra non men che quattro interi lu
ſuo nimico , che è appunto il Demonio . ftri travaglia a ſcuotergli or con in
Portafi dunque nella guiſa , che con terni lumi , or con efterne iniñacce ,
gli Abelini li portó il Capitano Gioab ed or con la predicazione del buon
bo . Appena gli fu rinunziato , che co Patriarca Noé Ma tutto è vano . Gli
ſtoro avean dato ricovero nella loro
Città al traditore Seba , ribelle della
Uomini contumaci vie più aman le ſoz
zure ; e per manicra anzi abitano ne'
corona di Davide ; e ſubito gliaſſedio , pantani infamiſliini della carne , cheri.
non per odio alcuno , ma per motivo Tolve l'Altiffimo di abbandonargli :Nón
di aver il fellone ncllc mani. Queſto remanebit ſpiritus meus in homine, quia ca
in fatti fece intendere agli aſlediati :
Seba levavit manum fuam contra regem Da ro eft. E che fa ? Lor previene lungo
tcmpo innanzi l'orribil gaſtigo della
uni
71
univerfale rovina . Comanda a Noè la conto . Sorge da' monti il fuoco', eſce
fabbrica dell' Arca inaraviglioſa , dote dal ſuo letto il torrente , oltrepaſſa i
campar debbono i pochi luoi Giuſti ; ſuoi limiti il mare ; ed inondando le
e perchè i rei ravvegganſi , e fofpen- minati e campagne , riducono ad eſtre
dano , e pandino a vuoto il fagello , ma povertà , chi prima sfoggiava con
vuol , che Noè fatichi e predichi , la- fafto . Non é quefto avviſo di Dio ,
vori e gridi nulla men che per un ſe- che ne chiama ak ravvedimento ? Ma
colo intero . O popoli dunque , che noi non ne facciamo conto . Che più?
più eſitate ? Deb appigliatevi a miglior Ne ſcuote l'Altiſſimo per mezzo d'un
configlio . Non vedete, che il Redel libro ſpirituale , che a ſorte leggiarro;
cielo ba già gravata la deſtra dell ' a- ne ſcuote per gli avvertimenti de' Su
fta poderoſa dell'ira fua ? Che aſpet- periori, che a caſo aſcoltiamo ; ne ſcuo
tate , che realmente vi ſcarichi il fa- te con le voci de'Miniftri del Vange
tal colpo ſul doſlo ? Chcvi lufingate .. lo , che per ventura ci tuonano all'
Ma ahimè ! che coſtoro non ſol non orecchio . E noi duri ed oſtinati non
paventano ; ma francamente anzi fie . ne facciamo conto , e ſeguiam baldan
guono a peccare , e ridono . Si pro- zofi la noftra ſcapeſtrată carriera . Che
Ecfta il giuſto Patriarca , che verrà 1 durezza ! Che oſtinazione ! Ah ! mio
univerfale ſterminio . Ma coſtoro ſie- Dio , farà dunque tempo opportuno ,
guon a peccare , e ridono . Si va inal- che sfoghiate l'ira voſtra per render
zando la mole diſegnata dell'arca , che ci funeſto eſempio di gaſtigo a tutti i
prenunzia il comun naufragio. Ma co- Poſteri ? Già dunque replicherete a
Horo ficguona peccare ,e ridono. Oh noftro danno le antiche tremende vo
contumacia ! Oh follia !Ben giufto egli ci: Finis univerfæ carnis venit corum me ?
ë , che dopo cento anni d ' inalterabil Ah ! no, Signore ; pazientate poc' al
pazienza , ſcarichi l'offero Signore il tro tempo , e più toſto che perderci
colpo ; ed aperte le cataratte del cie . in eterno , travagliateci in queſta vita,
lo , gť inabbilli irremiſibilmente tra e vincete con la voſtra pictoſa sferza
profondiffimi gorghi di onde ultrici . la noſtra ſtravagante durezza : Domine,
Ma noi ricordiamcene , e tremiamo .. ecco vi ripetiamo umilmente col gran
La noftra oſtinazione è giunta all'ec- P. S.Agoſtino , Domine , hic ure , hic le
eeflo ; e quel che è peggio , diſprez- 6a , hic non parcas , ut in æternum par
ziamo le divine minacco , che inten- cas Che pro ne conſeguite , ſe ne
don diſtruggerla . L'Altiſſimo ſovente aſſorbiſcon Ic fianjine ? Che ...
nc dimoſtra evidentifliniargomenti del Ma ſiamo già efauditi, e m'increſce
fuo fdegno , onde ci favvediamo . Ma dirlo , ſiamo eſauditi a noſtro danno
noi non ne facciamo conto . L'intem- o Criſtiani. . Ecco il celeite Sovrano
perie delle fagioni , le pubbliche già muta configlio ; ma noi non ne
calamità , le carcftie , i tremuoti , gl" caviam profitto . Egli fi volge a per
incendj baſtantemente ci avviſano , che cuoterci ;, ma noi vie più gli refiftia
Iddio è irato . Ma noi non ne faccia- mo . In brieve . Gli ſuccede. 1' iftello ,
mo conto . Scoppia un fulmine , e mi- che gli fuccedette. col contumace Fa
ſeramente colpiſce un noſtro Amico . raone . Rivanghiamne di grazia atten
Non è queſto avviſo di Dio , che ne tamente la ſtoria . S' intefta queſto
chiama al ravvedimento ? Ma noi non Principe di voler cozzare con Dio , e
ne facciamo conto . Improvviſa coglie per quante istanze gli fien fatte , nie
la morte un noftro Confidente , cd il ga licenziare Ifraello oppreffo fecon
tapiſce nel fiore della gioventù , nel do gli ordini divini . Ma il Signos
vigor delle forze . Non è queſto av- de' Dominanti vuol eller ubbidico . Ed
viſo di Dio, che ne chiama al ravve- ecco incominciano , e profieguono i
dimento ? Ma poi non ne facciamo guaj : e votate ; incominciano , e pro
fie

1
72
ficguono in tutto il reame dell'Egitto, zioni e le traverſie . Orribil gragauo
ed crentanſi dalla terra di Gellen , do la nc rubba la meffe , empituoſa gran
ve ſoggiorna il popolo eletto : inco. dine ne diſerta la vendemmia , improv
minciano , e proſieguono per affligge vila allagazione ne toglie le rendite ,
re e Vaſſalli e Regnanti , e per .con incurabilc infermità ne divora le car
ſolare ne' lor ſoggiorni gli Ebrei . Un ni , fatal contagio ne rovina le greg.
eſercito di ranocchic , di zenzare , di ge , ſpietata perfecuzione ne invola la
moſche , ſcappato dalle acque e da' pace , acerba morte ne rapiſce i Fi
campi , ingomberano c Reggia e pa gliuoli , Che miſerabil gruppo di tri
Jazzi e caſe e menſe e cibi . Ma Fa bolazioni e di affanni ! Ma pur non
raone ſi ſcuote , e per non cede . Or baſta a farci ubbidire . Il cuorc , dico
ribil contagio , ulceri pellimi, grandi l'Ab . S. Bernardo ( ?) , non minus ce
ne devaſtatrice , tuoni diflipatori, ſca dit , flagellis duratur . Socpiriaino ſotto
gliandoli ful bettiamne e ſulle campa la sferza , ma non ci picghiamo; ver
gne , impoveriscono gli Egiziani infc Gam lagriine dagli occhi, ma ſerbia
lici . Ma Faraone fi ſcuote , e pur non mo il veleno nel cuore ; conoſciamo
cede . Divoran immenſe locuite ogni il divin flagello , ma non riſolviamo
sil d'erba , foltilline tenebre ſi ſpan di allontanarlo ; ci raccomandiaino al
dono ſull'Egitto , morte einpit:ola i le altrui preghiere , ma non togliam
neſorabilmente recide ogni priinoge la cauſa dell'ira di Dio : Percutitur ,
nito regale e nobile , civile e plebeo. può dire di cadaun di poi il Pont. S.
Ma Faraone ſi ſcuotc ; e pur non ce Gregorio ( i) , percutitur , & in vas u
de . Che ſtrano ſpettacolo ! Iinperver tile non mutatur . Io non vi niego , cho
fano ic calamità ; e Faraono teme , ſi tal volta preli e circondati da eftre
affanna , priega , promette : ma le ca me ſciagure , promettiamo di ſorger
lamità cellando , Faraone rinfrancaii , dalle indegne lagune de' peccati , e di
ſoſpira , comanda , ſi diſdice ; e non abbracciarci giuita le divine pretenſio
mai fi arrende . Or venera i due Mi ni col Crocisflo . Ma ahimè? chc.ta
niſtri del Signore Mosė ed Aronne , li promeſſe fon peggiori di quelle de
ed or gli ſgrida e ributta ; or penſa Faraone , e vie più ci convincono di
ubbidire , ed or ſi pente e ritratta ; pertinacia e di durezza : In fatti 0.06.
or contentaſi , che partan gli Ebrei folutainente non ſi attendono le pro
ed or vieta , che ſecoloro vadano gli meſle , o ſe ne differiſce ſempre di
i
armenti ; finalinente ondeggia ſempre giorno in giorno l'adempimento fena
tra penſieri ed affetti, tri apprenſioni za mai vcnirvi a capo , o ſi efieguono
e palpiti ; e pur duro e contumace al per metà , che è l'iitello , che non ci
fuo divin Sovrano non mai cedo , e Teguirle a dovere . E come no ? ſe
fi arrende . Che ſtrano (pettacolo ! Ma ſpinti ad abbominar la colpa , l'abbo
pure ſpettacolo si ttrano elibiamo an miniano pel ſolo timore de'mali , che
cor noi al Re della gloria · Egli af cagiona , e non già pel concepito an
folutamente comanda , che ſi licenzj more del fomnino Bene , che oltraggial
dal cuore ia colpa ; c ne paleſa paci ſe coſtretti ad allontanarci dal pecca
ficamente i ſuoi ordini per mezzo del to , il ributtiamo con le ſole parole ,
e vi riteniamo ſpoſati gli affetti y ſe
le interne iſpirazioni, delle riprenlio .
ni altrui , della promulgatu logge , de '
forati a deporre tutti i vizj a ' pie 1

Miniftri del Santuario . Ma noi non di del Sacerdote , non abbiam mai il
dubitiamo di cozzare con l'onnipoten coraggio di deteftare quei più defors
te . Ed ecco ci lacerano le mortifica " -ine, che ci predomina ? Oh , dunque
ce

(a) S. Bern. ad Eug. cap. 2 . (1) S. Gregor. Moral. lib. 34.cap.6 .


73
icecità intollerabile ! Oh intollerabile e ridotto a cuftodire Tozzo armenco
- ftoltezza ! Biſogna pur confeſſare , che e ſentì (venirſi per l'inedia ſenza ne
ſiamo più abbomincvoli del medeſimo anche poterſi fatollare di ghiande ; al
Faraone ; perchè là dove qucgli fu du- lora aprì gli occhi dello ſpirito , entro
ro e contumace a diſubbidire all ' Al- in ſe ſteſſo , e ſclamo : quanti Scrvido .
'tillimo , effendo un Idolatra ; noi ſiam ri mangian pane in abbondanza in ca
duri e contumaci a diſubbidire all ' Al- ſa di mio padre , ed io quì periſco
* tiflimo , avvegnachè ſiam Criſtiani , per la fame: Quanti mercenarii in domo
dalla fanta Fede iliuminati . Patris mei abundant panibus , & ego hic
* Ma s ' egli è così ; facciam pure i fame pereo ! Ah ! chi mitratticne divani
noſtri conti, o Criſtiani . E coſa mai taggio ? Voglio forgere , e ritornare
pretendiam noi ? Vogliam vivere a ſe- al mio Genitore : Surgam " , & ibo ad
conda de' noftri capricci , ' e poi ſal- Patrem meum . Sinceramente gli con
varci ad onta del Creatore ? Ma non 'fellerò di aver peccato , e di non er
è follia il folo immaginare , che il ſer degno nè pur di cffer chiamato
giuftiflimo Rimuneratore compenſar vo- fuo Figlio : Dicam ei ; Pater , peccavi in
glia con l'eterna felicità la noſtra ar- cælum , & coram te; jam non fum dignus
roganza ? Vogliam battere allegramen- vocari Filius tuus : Il fupplicherò quindi
te la ſtrada della pcrdizione , e poi ad ammettermi nel numero de' ſuoi
Tufingarci, che Iddio ne prenda per Servidori : Fac me , ficut unum de merce
gli capelli , e ce ne ſottragga ? Ma nariis tuis. In tal guifa ſclamo; e cosi di:
quantunque di ſua ſtraordinaria prov- cendo riſolſe , e riſoluto eſegul , quanto
videnza ben poſſa farlo Iddio ; pure diſſe . Ritornò al fuo buon Genitore , gli
non è audace preſunzione il credere, fi buttò a' piedi, glicercò perdono , gli
che l'abbia a fare a pro de ' ſuoi più tornò in grazia ; e liberatoſi dalla paf
oftinati nimici ? Ah ! entriamo in noi fata ſventura , godette del parzialillimo
ſtelli , e diſcorriamla meglio . Un Mon paterno amore nel rimanente de' gior
do allagato in un diluvio di acque ul- ni ſuoi . Or cosi facciamo ancor noi .
trici , Faraone ſommerſo con i ſuoi E- Oppreſli dalle tribolazioni , riconoſciam
gizi nelle gonfie onde dell'Eritrco , la deſtra di Dio , che ci percuote per
bon ci ammoniſcono , che peflimo ſia noſtro vantaggio . E ſcoprendo la no
il fine de ' contumaci. Facciamgli per- ftra reità , riſolviam di abbominarla
ciò ſpettacolo perenne de' noftri pen: e di ricovrarci tra le braccia del ce
ficri a renderci in avvenire più ſaggi . leſte amorofillimo Padre , che ſcono
E ſe ſperimentiamo , che il Signore fcenti abbandonainmo Si , corriamo
fi compiace di aggravar la mano fo- a lui ravveduti , confeſſandogli dolenti
pra di noi , perchè terminiam di. ol. di averlo a torto offeſo , e di non mc
traggiarlo ; deh ſappiamo avvalercenc , ritare la ſua pietà e la ſua miſericor
e preſto torniamgli in feno , le non dia . Supplichiamlo quindi ad uſarci
vogliamo sbagliarla in eterno : Demus compaſſione, e ad ammetterci nel no
Deo , ne ſcongiura S. Pier Griſologo vero de' ſuoi Servi , che l'amano con
(a) , demus Deo aliquod tempus vitæ noſtre, ſincerità di cuore . E non dubitiamo ,
ne totum diem ifta vanitas , & follicitudo che ſol queito da noi pretende l' Al
miſeranda confirmat. Imitiamo il prodigo tiſlimo per riabbracciarci , e renderci
Figliuolo , che conobbe la bontà del partecipi di quelle celefti confolazio
Genitore , quando l'oppreffero i diſa- ni ,delle quali fol chi lc aflaggia può
gi . Quando diſlipata la porzion legit- fapere l'aſcofa dolcezza; e per roſti.
tima, li vide dagli amici abbandonato, tuirci di nuovo alla libertà de' figliuo .
K li

( a ) S. Petr. Chryfol. in Pf. 94 .


74
li , che perdemmo renduti ſchiavi qui indigni funt , ut quia non fenferunt
di Lucifero . Che più dunquc indugia- Deum perbeneficia , ſentiant per ſupplicia .
mo ? Che ... Ma ahimè! che ſempre Cosi in fatti operò con i perfidi Ebrei,
più ſi avanza lanoſtra durezza ; per- i quali non ſolo privo di patria e di
che Iddio qual Sovrano ne chiama a regno , ma ancora di profezia , di Sa
lui con impero , e noi contumaci gli cerdozio , di Arca , di Santuario , e
reſiſtiamo : e nulla di cotanto ſoddis. di tempio . Che orribil condotta ! E
fatti, ſeguiamo ad imperverfare contra pure ahimè ! a tal condotta non cediain
Dio , che qual Giudice f [degna . E punto ; anzi ſe Iddio , qual Giudice ,
per verità ne chiama a lui con iſdegno ; vie più
imperverfiamo .
TERZO PUNTO . L ' oftinato Saulle è l'immagine dele
la noſtra aſtinazione , o Criſtiani . A
Iddio , qual Giudice , ne chiama a lui con qual baratro di follie non precipito
iſdegno ; e noi vie piú imperverfiamo. queſto infelice Regnante ? Ingeloſito
dell' innocente Davidde , quante volte
Conſideriamo , dilettiflimiFedeli , che crudelmente il perſeguito ! quante volte
P Altiffima fempre ci ufa miſericordia ancora cercò di trapaſſario con cruda
e pietà in queſta vita , benchè fi dipor- lancia ! Renduto vincitore degli Am
ti con effonoi da. Giudice , e ci per- moniti, quante prede ſerbo ! quanto ne
cuota con iſdegno . Sol terminati i tolle alle fiamme giuſta l' ordine di
giorni di queſto efiglio meſchino , fe Dio ! Ripreſo da. Samuello , quanti ri
fia , che egli da rigoroſo Giudice pre- ſentimenti covo in fcno ! quante di
fieda agli Abbiffi , fi volge a punire moſtrò ripugnanze ! Non fu egli , che
per ſoddisfazione della ſua fempiter- là in Nobe non dubitò di crudelmen
na Giuſtizia ; perchè è eſcluſa di co- te ammazzare i Miniſtri del Signore
là ogni ſperanza di perdono e di ſa- anche frcgiati delle veſti Sacerdotali,
lute . Ma in queſta terra , dove fin ſenza colpa veruna ? Non fu egli , che
che rimane reſpiro , fempre fperar fi viliflimamente piombato nel fondo del
debbee procurare l'eterna vita ,s'egli la diſperazione , non temette di ope
inferiſce con ifdcgno , ſenza dubbio pare ſtregonerie , e conſigliar Demonj?
il fa per eſercitare la ſua clemenza , Non fu cgli in fine , che ſopra i
onde con eſfolui giungiamo a ricon- monti di Gelboe appoggiato col pet
çiliarci. Opera egli dunque a guiſa di to ſulla ſua ſpada , affitto e deſolato
quel Padre terreno che riftuccato chiedettc per pietà da un Amalecita
della contumacia del Figlio , volge la morte ? Or come un Ifraelita si giu
in ira l' amor paterno , ed il caccia fto , di cui non cra migliore in tutto
di caſa , ed il priva dell'eredità ; non il popolo , non erat vir melior illo , s'
perchè in realtà l'abborriſca , ma per- induſſe a commettere si elecrande ſcel
chè ravveduto il chiede . Si , in tal leratezze ? Vi dirò . Saulle riſoluto di
guiſa opera | Alulino . Riuſcitogli attaccar la guerra a' Filiſtei , offeri
vano ogni altro mezzo , imprende a prima della battaglia all'Altiſlimo il
ſottrarci gli ajuti ſuoi ſoprannaturali , fagrificio ſenza la neceffaria affiitenza
neceſſari per acquistar la gloria ; onde del Sacerdote giuſta gli ſtatuti della
ſcorgendoci di lui biſognoſi, riſolviam divina legge . Ma ſe ne riſenti il Si
di ricorrervi : Tollitur , cosi a nome gnor degli eſerciti ; ed in pena gli
de' ss. Padri fcrive il Dot. S. Giro- fece rinunziare dal Profeta di averlo
lavo ( a ) , tallitur Dei auxilium ab iis, privato del foglio : Nequaquam regnum
tuumn

(a ) S. Hieron . in cap. s . Ifaj.


75
tuum ultra confurget . E Saulle in voce a placarlo . Scguiamo il conſiglio del
di umiliarli a tal pena , in vece di pla- penitente Davidde . Egli ancorpecco :
care l'ira di Dio con lagrime e con E nel nefando adulterio di BeſTabea ,
fofpiri, s' infuriò , imperverso . Quin- e nella ucciſione di Uria i coſtitui
di Iddio incominciò ad abbandonarlo reo del più atroce delitto : e l'Altifla
in mano del ſuo conſiglio : e cosi e mo oltraggiato non cardò a darglicne
gli ſempre di male in peggio caden- la pena di una continua guerra , che
do , giunſe a tal colmo di ſcellerago gli fece intimare dal labbro del Pro
gini, che probabilmente l ' ha conti- fcta Natanno : Non recedet gladius de
nato nel cieco Abbillo . Ecco la ſtoria domo tua . Ma egli forſe s' inalbero
di Saulle ; ed ecco quel che da noi egli forſe li corucció a tal ſentenza
fi rinovella . Veggiamo paſſeggiar la Mainò certamente ; anzi la riputó mi
morte per le noſtre contrade ,e fiam nore del ſuo demcrito : e trafitto de
ſicuri , che o preſto , o tardi ci dovrà veementidino dolore del fuo misfatto ,
rccidere con la ſua falce : e nondime- fclamò ; ho offeſo il mio Signorc :
no non ci fa fenſazione alcuna . Ira Peccavi Domino . Ed oh fortunato ! Ba
di Dio , che ne toglie il timor faluta- ftò cotanto , che il Signore offeſo gli
re dal cuore . Crediamo un eternità o rimetteſſe il reato e la pena ; ed il de
di pene , o di contenti ; un Riinune- gnafle delle più eccelle ſingolariffime
ratorc inalterabile della virtù , e del grazie . Or ſeguiamo si generoſo e
vizio : e nondimeno nou ne abbiamo ſempio , ed otterrem la teſla ventura'.
alcuna impreſſione . Ira di Dio , che Entriamo a riflettere , che ſe il divin
ne toglie il lume alla cognizione del- Giudice ne ha tolto gli ajuti della ſua
la verità. Siam pcrſuaſi della dcfor- potentiſſima deſtra , gli ha tolti per la
mità del peccato , e della leggiadria noſtra contumacia , che gravemente il
del merito : e nondimeno non abbiam inoffe a idegno ed a vendetta . Ma pur
ribrezzo di quella , e concepiam nau- non ci ha per anche interamente ab.
ſea per queſta . Ira di Dio , che ne bandonati ; e più toſto chiamandoci a
toglie i conforti allo ſpirito . Non dob- lui , n'eſibiſco i mezzi opportuni per
biam dunque piangere e ſinghiozzare arrivarci . E perciò concependo un
al coſpetto dell'Altiíſimo giuſtamente verace abborrimento alla colpa , con
irato , per iſmorzar tanto degno , e feffiamo ſinceramente di aver adonta
per addolcir tanta collera ? E pur an- ta la divina Clemenza , e con ſoſpiri
zi che piangere e ſinghiozzare ; vie e gemiti imploriamone da lei ſteſſa
indulgenza . Ed oh
più contumaci imperverſiamo . E quan .. compatimento ed, ſe
to ſi accreſcono i dubbj ſulla creden- finalmente ci ri
noi avventurati
za ? Quanto ſi avanza il diſprezzo del- ſolviamo ! Non più di cotanto elige il
le fagre coſe ? Quanto fi diminuiſce benignillimo Iddio per iſpezzarci le
il rimorſo della findereſi ? Quanto catene di Satana , per illuminarci la
manca la ſperanza de' futuri beni ? Quan- mente alla cognizione del vero , per
to più trionfan gli errori ? Quanto più confortarci il cuore ad amar la giu
ſi ſoſtengono dottrine perverle? Quanto Itizia , finalmente a cambiar l'ira ſua
più viviamo a briglia ſciolta ? Quanto ... in piena miſericordia e bontà per col:
Ma dove , o Criſtiani , sì precipito- marci di benedizioni e di favori . Che
famente corriamo ? Più piana dunque aſpettiamo perciò a compir l'opera
ne avrà renduta Saulle la ſtrada per grande ? Ah ! troppo ne diſcapita , che
gire ad un perpetuo Inferno ? Deh Iddio , qual Giudice , ne chiama a lui
preſto mutiam conſiglio , onde non ne .
con ildegao ; e noi vie più imperver
fortiſca l'iſteſſa diſgrazia . Apriam gli ſiamo . E perciò riſolviamo ; che l'
occhi dell'anima ; e riflettendo bene Altiſlimo ne parla al cuore per aver
al divino fdcgno , non tardiamo più ne il bramalo poffeflo . Si, buttiamci
K 2 do
7di",Luifero
eno porlemmo senduti schiavi
. Che plu dunquc indugia-
qui indigni funt , ut quis non fenferunt
Deum per beneficia , ſentiant per ſupplicia .
mo ? Che ... Ma abimet che ſempre Cosi in fatti operò con i perfidi Ebrei,
pil 0 avanza la noſtra durczza ; per- i quali non ſolo privo di patria e di
che Iddio qual Sovrano ne chiama a regno , ma ancora di profezia , di Sa
lui con impero , e noi contumaci gli cerdozio , di Arca , di Santuario , e
rendiamo : e nulla di cotanto ſoddis. di tempio . Che orribil condotta ! E
fucel , ligulumo ad imperverfure contra pure ahimè! a tal condotta non cedian
Dio , ohe qual Cludico & Idegna . E
per verita
punto ; anzi ſe Iddio , qual Giudice ,
ne chiama a lui con iſdegno ; vie più
imperverfiamo .
TERZO PUNTO . Loftinato Saulle è l'immagine del
la noſtra aftinazione , o Criſtiani . A
Idito, qual Cities , ne chioma a lui con . qual baratro di follie non precipito
Vegno e not we pris imperverfiamo. queſto infelice Regnante ? Ingelolito
dell ' innocente Davidde , quante volte
Clonfideriamo, dilettilimi Fedeli , che crudelmente il perſeguito ! quante volte
I Altiilimo fempre ci ua mifericordia ancora cercò di trapaſſario con cruda
plete in quella vita , benchè li dipor- lancia ! Renduto vincitore degli Am
ti con ellonol du Cludico , e ci per moniti, quante prede ſerbo! quanto ne
cuota con Ililogno · Sol terminati i tolle alle fiamme giuſta l'ordine di
giorni di queſto efiglio meſchino , le Dio ! Ripreſo da Samuello , quanti ri
ha , che egli da tokorofo Giudice pre- fontincnti cord in lcno ! quante di
fedda att Abbili. volge a punire mottrò ripug panze ! Non fu egli , che
per fondannatone della tua fempiter- ld in Nobe non dubitò di crudelmen
na Gluiltatai perché è ciclula di co- to ammazzare i Ministri del Signore ,
ld ogni peranaa di perdono e di la- anche fregiati delle veſti Sacerdotali,
lote . Ma in questa terra , dove in fenza colpa veruna ? Non fu egli , che
che romane repiro , fempre fperar fi viliflimamente piombato del fondo del
dobbe e procurare l'eterna vica , s' egli la diſperazione, non temette di ope
Indicative con iddegno , ſenza dubbio Rare Itregonerie, e conſigliar Demonj?
Ha per efercitare la fua clemenza , Non fu cgli in fine , che ſopra i
onde con ellolul Riungiamo a ricon- monci di Geiboe appoggiato col pet
ciliarci, Opera egit dunque a guila di to fulla fua fpacia , affitto e deſolato
terreno , che ruduocata chiedette per piece da un Amalecita
gor ile Padre
della Figlio , volge
contumacia del la morte ? Dr come un Iſraelita sì giu
in ira l'amer paterno , od il caccia fto , di cui non era migliore in tutto
di cara , ed i priva dell'ereditd; non il popolo , son crus vir melior silo , s'
perche in real l'abborriica ,ma per indutie a commettere si elecrande ſcel.
che **vveriuto il chiede . Si , in tal leracerse ? Vi duo . Saulle riioluto di
* 4 qura i Aleldono . Riacicogii tocar la guerra a ' Faittei , oferi
*** 0 en una altra messo imprende a prima della batraglia al dictlino il
KM * Bli i Birol joprannaturali , i gruacio tenza la necetiaria atli.tenza
wedder, per acqudar la gloria , onde dci Sacerdote giuita gii ftatuci deila
wordt di luk bunga . Tuoliau divina legge .Ala le ne riend il Si
de rivirerw : su casa a noite gaur degil electi ; ed in peda gli
de' sa Para grave i Mex S. Gind. loce rinanciare dal Procena u avera
ho ) , feita de *** en mi prirata dei foglio : Neem rus

WS NA # 4 si
75
tuum ultra confurget . E Saulle in voce a placarlo . Scguiamo il conſiglio del
di umiliarli a tal pena , in voce di pla- penitente Davidde . Egli ancorpecco :
care l'ira di Dio con lagrime e con È nel nefando adulterio di BeſTabea ,
fofpiri, s' infuriò , imperversò . Quin- e nella ucciſione di Uria i coſtituk
di Iddio incominciò ad abbandonarlo reo del più atroce delitto : e l' Altif
in mano del ſuo conſiglio : e cosi e mo oltraggiato non tardo a darglicne
gli ſempre di male in peggio caden- la pena di una continua guerra , che
do , giunſe a tal colmo di ſcellerag , gli fece intimare dal labbro del Pro
gini, che probabilmente l'ha confi- fcta Natanno : Non recedet gladius de
nato nel cieco Abbillo . Ecco la ſtoria domo tua . Ma egli forfe s' inalbero !
di Saulle ; ed ecco quel che da noi egli forſc ſi carucció a tal ſentenza ?
fi rinovella . Veggiamo paſſeggiar la Maino certamente ; anzi la riputo mi
morte per le noſtre contrade ,e fiam nore del ſuo demcrito : e trafitto de
ſicuri, che o preſto , o tardi ci dovrà veementiflimo dolore del fuo misfatto ,
rccidere con la ſua falce : e nondime- ſelamo ; ho offeſo il mio Signorc :
no non ci fa ſenſazione alcuna . Ira Peccavi Domino . Ed oh fortunato ! Ba
di Dio , che ne toglie il timor faluta- ftò cotanto , che il Signorc offeſo gli
re dal cuore . Crediamo un eternità o rimetteſſe il reato e la pena; ed il de
di pene , o di contenti ; un Riinune- gnaſſe delle più eccelíc ſingolariffime
ratorc inalterabile della virtù , e del grazie . Or ſeguiamo si generoſo e
vizio : e nondimeno nou ne abbiamo ſempio , ed otterrem la ſteſſa vontura .
alcuna impreſſione . Ira di Dio , che Entriamo a riflettere , che ſe il divin
ne toglie il lume alla cognizione del- Giudicene ha tolto gli ajuti della ſua
la verità . Siam perſuafi della defor- potentiſſima deſtra , gli ha tolti per la
mità del peccato, e della leggiadria noftra contumacia , che gravemente il
del merito : e nondimeno non abbiam inofle a Idegno ed a vendetta . Ma pur
ribrezzo di quella , e concepiam nau- non ci ha per anche interamente ab
ſea per queſta . Ira di Dio , che ne bandonati; e più toſto chiamandoci a
toglie i conforti allo ſpirito .Non dob- lui , n' eſibiſce i mezzi opportuni per
biam dunque piangere e finghiozzare arrivarci : E perciò concependo
al coſpetto dell'Altisſimo giuſtamente verace abborrimento alla copa, cap
irato , per iſinorzar tanto [dogno e feſſiamo ſinceramente di arer ad2012
>

per addolcir tanta collera ? E pur an tae gemiti a Clemiamone


la divinimplor enza , dee coe io per
lei freas
zipiùche piangere
contum e finghiozzare
aci imperv erſiamo . E ;quan
vie.. compatimento ed indr ganza . Ed oë
noi avventurati , fe sibaina e ai si
to ſi accreſcono i dubbj ſulla creden ſolviamo ! Non pitä oncand exige i
za ? Quanto ſi avanza il diſprezzo del benignilimo Ideio per crear ke
le fagre coſe ? Quanto ſi diminuiſce catene diStasz , paje
il rimorſo della ſindereſi ? Quanto
manca la ſperanza de' futuri beni ? Quan mente alla cagnon
to più trionfan gli errori ? Quanto più confortarci . A SE
fi ſoſtengono dottrine perverle ? Quanto ***** ro.be
più viviamo a briglia ſciolta ? Quanto ...
Ma dove , o Criſtin :: precipico ofopera
famente corriamo ? *** one
6 :3- apita , che
ne avrà dut lica a er
vie piùChicimperv lui
giren 9
:0; 3amg | cbe
PI ra a cuore per aver .
poltto , bd , buttiamci

ta.

J
76
dolenti a' ſuoi ſantiflimi piedi , e con gnore , abbiate di noi pietà',e riguar
filial confidenza preſentiamgli lc no- dateci con gli ſguardi della voſtra in
ſtre brame di riconciliarci con effolui, finita Miſericordia : Miferere noſtri >

da cui si lungo tempo ſiamo ſtati lon- Deus , ſecundum magnam miſericordiam
tani , e gridiamo : tuam . Non altro pretendiamo in avve
Ab ! clementiffimo Signore , fino a nirc , che eſſer tutti e ſempre voſtri .
quando avrem lo ſpirito di ſtancar la E perciò vi preſentiamo già ſpezzato
voftra pazienza ? Ci avete chiamato a il duro inacigno del noſtro cuore ;
voi da Padre con amore , e noi non ci perchè ne prendiate pacifico poffcffo .
ſiamo mai arrenduti ; ci avete chiama. Si , ci facciam coraggio di invitarvi
to a voi da Sovrano con impero е con le parole de' Pellegrini di Em
noi abbiam refiftito ; ci avete chiama- maus a rimanere ftabilmente con ello
io a voi da Giudice con iſdegno , e noi : Mane nobiſcum , Domine . Ma voi
noi abbiamo vie più imperverſato . intanto degnatevi di accettare le no
Ah ! che ſiamo itati inſenſati e balor- ftre umili preghiere ; e ripeteteci quel,
di . E perciò compatite , Signore , la che un tempo diceſte a Zaccheo : In
noſtra temerità e durezza ; mentre e- domo tua oportet me manere . Ah ! già ſen
ſtremamente vergognandocene , nell' tiamo gli effetti della voſtra Clemen
amarezza dell'anima la deteftiamo al- za , già proviamo l' allegrezza dello
la voſtra preſenza , e ve ne chiedia- {pirito , che eſulta nel ſuo Dio e Si
mo umilmente perdono . Oh primane gnore . Non perderemo dunque mai
aveſſe rapiti la morte , e non foſlimo più sì nobil ventura; ed in queſta vi
inciampati in tal delirio ! Non avrem- ta faremo ſempre voſtri per eſſer ſem
mo a noſtro danno ineffabile ſtrapaz- pre voſtri per tutta l'eternità bcata ,
zata una ſomma bontà , degna di eſſe- Amen .
rc ſommamente amata . Ma voi , Si

QUIN

.
77
Q IN TO GIORNO
ISTRUZIONE V

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

ARGO M E N TO

Si dimoſtra , che il Proponimento di non più peccare fia col Dolor delle colpe aſſoluta .
mente neceſſario pel Sagramento della Penitenza ; ſi spiegano le condizioni , che il
debbon rendere efficace ad ottenerſi la giuſtificazione de' Penitenti ;
e ſi ragiona delle Occaſioni .

Pllangea
aProfetaun giorno colà nella ſtrada
di Damaſco inconſolabilmente il
Eliſeo ; ed acceſo di ze-
Quid rem
ciam fum ego
iftam canis Servus
magnam tuus,ut
? Così for
dice A
zaello . Ma poi cofa efiegue ? Ahime!
lo il volto , ambe le guance bagnava nė anche paſſano due giorni, e fubi
di lagrime pel graviſſimo dolore , che to fa avverare la profezia di Eliſeo .
nel cuore il feriva . Ma allora fu ', che In fatti dopo aver commeſſe nefande
il giovinetto Azaello , Ambaſciador di ſcelleraggini , prende un otre piena di
Benadaddo fuo Genitore , c Monarca acqua ; e ſcaricandola ſul viſo delRe ,
della Siria , venne incontro al Profe- mentre dorme , miſeramente il ſoffoca :
ta per annunziargli la improvviſa in- Cumque veniſſet dies altera , tulit ftragi
fcrmità del ſuo Regnante e Padre ; e lum , & infudit aquam , & expandit 126
vedutolo si afflitto c dolente , recolli per faciem ejus;quo mortuo ,regnavit Ha
in aria di terrore e gli dimandò ; c zael pro eo. Che belle ſtravagantiſſime
perchè voi piangete , o mio Signore : pruove ! Ma queſto non è quello , che
Quare Dominus meus fiet ? E qui , dilettiſ- fpeffiſlimo accade nel Cattolicheſimo ? I
ſimi Uditori , qui alzò la voce l' Uo- Confeffori foglion ripetere a' Peniten
mo di Dio , e gli riſpoſe quafi fin- ti : ah ! voi inciamperete di nuovo , e
ghiozzando : e come volete , che io forſe in peggior forma ne' paſſatigra
non pianga e fofpiri, o Azaello; quan- viſſimi delitti :voi ritornerete , e forfe
do già mi ſon note le ſtragi, che fie. con maggior empito al vomito . E pu
te per compire in Iſraello ? Voi voi re- a' Confeffori foglion riſpondere i
ſarete deſſo , che le Città più forti Penitenti : ah ! Dio liberi, o Padre ,
conſumerete col fuoco , voi con la che commettiamo tali eccelli . Che ſia
Spada ammazzerete i giovinetti , voi i mo inſenſati ? Che ſiamo ſtolti ? Quid
fanciulli foffochercte , voi taglierete a fum ego canis Servus tuus ,ut faciam rem
pezzi le pregnanti , e voi per compi- iftam magnam ? Ma poi ? Ma poi appe.
mento dell'opera ucciderete il voſtro na paſa un breviſſimo tempo , e ſuc
medeſimo Padre e Signore per ambi- cede tutto quello , che han predetto
zion di regnare : Scio , quæ fa&turus fis i Confeſſori.Or che ſegno è codeſto ,
Filiis Ifrael mala . Ma credereſte ? A Uditori ? E' ſegno , che il Proponi
tal riſpoſta fi offende Azaello , e co- mento , che faceſte , di non più pec
rucciato ripiglia : e che ſon fatto ca- care , non fu Proponimento vero , e
ne io , che debba dare in tali eccell : baftevole per la Confeflione Sagramen .
ta .

O
78
tale . Ecco perciò io fon riſoluto a di debbe col Dolore di aver peccato
ſpiegarvi la neceſſità di tale Proponi anche includere il Proponimento di
mento , e le condizioni , che il deb non più peccare .Aggiungete di più ,
bon rendere efficace a giuſtificarvi che egli è impoflibilc ,che alcuno ab
State dunque attenti , ed incomincia bia vero dolore di aver fatto qualche
mo a ragionare . opcra , che tuttavia ha nell'animo di
Il Proponimento di non più pecca voler replicare , e per la qualc volon
re è una parte eſſenziale della Con tariamente ancor mantiene qualche af
trizione , ed anche dell’Attrizione ; e fetto e qualche compiacenza . E cosi
perciò il ſagro Concilio di Trento (a) chi ſi pente , a ragion di eſempio , di
diffiniſce tanto la Contrizione , quanto aver improntato danaro a colui , che
l'Attrizione : un Dolore dell'anima , non gliel reftituì ; certamente abbor
ed una deteſtazione del peccato com riſce in avvenire d'improntarlo al me
inclo con fermo Proponimento di non deſimo Debitore : e { e egli non con
più peccare ; Animi Dolor , cc deteſta cepiſce tal avverſione ; noi ragione.
tio de peccato commiſſo, cum propoſito non volmente diciamo, che egli veramen
peccandi de cætero . Quindi la Contrizio te non ſi penti di aver improntato il
re , o che ſia perfetta , o che ſia im fuo danaro . Or che voglio dire per
perfetta , ad eller buona e giuſtifican queſto ? Appunto voglio dire , che il
te nel Sagramento , neceſſariamente vero Dolore di aver peccato include
debbe ſtenderſi ſopra i peccati pafrati, il Proponimento di non più peccare ;
ed inſieme ſopra i peccati futuri (b) . e che quindi tal Proponimento ſia par
La ragione è evidente ; perchè l'iléf te eſſenziale della Contrizione perfet
ſo motivo , che rende abbominevole ta ed imperfetta . E ſe la Contrizione ,
il peccato paſſato , rende ancora .ab come diſiimo jeri , è una parte cosi
bominevole il peccato futuro . In fatti eſſenziale e ncceſſaria pel valore del
perchè abbominato voi i falli coinmef Sagramento della Penitenza , che ſen
fi ? Senza dubbio gli abbominate ; o za di eſſa non può aſſolutamente con
perché ſono offeſa di Dio fommo Be fiftere il Sagramento ; parimente oggi
ne , o perchè in lor medeſimi ſon de. diciamo , che queſto aſſolutamente non
formi, o perché cagionano lo ſdogno può conſiſtere ſenza il Proponimento
ed i gaſtighi delP Altiffimo . Ma ap di non più peccare .
punto per l'iſteſſo motivo ſono abbo Paſhaino perciò a ſpiegare , quali
minevoli i pcccati futuri , i quali e condizioni debbano accompagnare un
gualmente ſono offeſa del ſommo Be tal Proponimento , Uditori : Padre , di
ne, egualmente ſono vili , egualmente te voi , come dobbiam fare il Propo
meritano l'ira ed i ſupplicj del divin nimento di non più peccare ? Baſterà
Rimuneratore . Dunque per l'iſteſſo concepire un ſemplice penſiero , un
motivo , che ſi abborriſce il mal pal languido defiderio , una inefficace ed
fato , debbeſi pariinente abborrire il imperfetta determinazione di non più
mal futuro : e per conſeguente accioc traſgredire la divina legge ? Maino ,
ché la Contrizione , tanto perfetta , non baſtano queſte coſe ; perchè tali
quanto imperfetta , fia valevole e la penſieri , tali defideri, tali determina
lutarc , indiſpenſabilmente debbe elle zioni , che nelle Scuole ſi chiamano
re univerfale , cioè debbeſi ſtendere ad Velleita , cioè volontà languide ed i:
ogni peccato paſſato e futuro ; e quin ncfficaci , ſono affatto fterili (c) , nè
di

( a) Conc. Trid. seil 14. cap. 4. hom . 49. S. Gregor. hom . 34.
(b ) Can . Pænitentia dift. 2. Can. (c) S. Joh . Chryf. Prolog. in Johan.
Irrifor dift. 5: de panit. S. P. Auguft.

o
79
démoftrano vero odio alla colpa . Quin- le , cioè non debbe reſtringerli a ſpa
di è neceſſario , che abbiatc una vo- zio particolare di tempo . Onde ſe un
lontà aſſoluta , ſtabile , ed efficace di Penitente proponelle di laſciar l'amici
abbominarc in. appreſſo la colpa , e di zia nel tempo di Quareſima con inten
mutar vita , per qualunque circoſtanza zione di ripigliarla dopo Paſqua ; o
ed occaſione , che poſſa darſi . Di ma- di non peccare nel giorno della Co
niera che il Propanimento di non più munione per ritornare al vomito nc
peccare debbe avere tre condizioni , gli altri giorni : coſtui non farebbe
cioè 1. che ſia aſſoluto , 2. che ſia ſta buono Proponimento , nè fi riconci.
bile , 3 , che ſia cfficace. Parliamo per- lierebbe con Dio ; c più. toſto anzi ſi
ciò per maggior chiarezza di ciaſche- burlerebbe del Signore , e la ſua pe
duna di tali condizioni. nitenza non ſarebbe vera > ma finta
Primieramente dunque il Proponi- e come la chiamò il P. S. Giangriſo
mento debbe eſſere aſſoluto , nè dcb- ſtomo (a) ; una penitenza da teatro :
be dipendere da alcuna circoſtanza ; Pænitentia theatralis. Quindi è , che ſe
e vale a dire , che il Penitente debbe tal Penitente non ſi volgc con verità
riſolverſi di non più offendere allolu- al ſommo Bene , e non diſtacca intc
tamente l'Altiſſimo , ancorché dover- ramente il cuore dall'affetto del pec
ſe o perire di fame , o ridurſi in po- cato per non mai più amarlo ; certa
vertà , o gittarſi tra' guaj, o anche mente non gli giovano né il Propo
carpirne la morte . Cada il Mondo , nimento , nè la penitenza ; e più to
debbe egli dire , cada il Mondo ſopra fto il condannano per colui , che ciſi
di mc ; che non per queſto io voglio burla di Dio . In fatti ſpieghiam
offendere il mio Dio . E perciò non con gli eſempli . Se un voſtro debito
fono buoni Proponimenti quelli , che re , che vi debbe gran ſomma di da
foglion farſi da alcuni Penitenti , che naro , vi prometteſſe di pagarvi , non
appongono condizioni da verificarſi . E. già nel tempo ſtabilito , nè meno in
cosi non è buon Proponimento o quel- altro tempo conyenicnte ; ina ſol quan
lo del Marito , che promette di non do gli mandate la Corte a coſtringer
più arrabbiarſi , pur che non venga lo : che direkte voi ?:Direfte , che ogli
inquctato dalla Moglie ; o quello del di voi ſi burla , e che vi tenta . Se
Servo, che proinette di non più fare un Artiere vi prometteſſe farvi un la
il. mezzano d' iniquità , pue che il Pa. voro da voi richieſto , non già ne'
drone non lo maltratti ;, o quello del giorni deſtinati al travaglio , ma ſol
Vendicativo , che promette di non più quando glivenga al genio : che dire
vendicarſi , pur che l' Avverſario il ſte voi ? Direfte , che coſtui ancora
laſci in pace ; o quello della Donna , vi burli , e vi tenti . Or nella ſteſſa
che promette di non più peccare , pur guiſa ragionate di voi . Siete a Dio
che altronde le venga la provvidenza . debitori di gravi delitti , e ſiete tenu
E perché ? Appunto perchè fi ha da ti di lavorargli nel cuore il tempio
riſolvere di non peccare aſſolutamen- della giuſtizia , che diroccaſte con le
te , e fieguane checchè fi vuole, ven- colpc . Se dunque ne' ſoli giorni di
ga o non venga la provvidenza, per- Quareſima e di Comunione intendete
ſeguiti o non perſeguiti il nimico , di ſoddisfarlo , e di lavorare per lui , e
coinandi o non comandi il Padrone , non già negli altri giorni ; ſenza dub
contraſti o non contraſti la Moglie . bio tcntate 1 Altiſlimo , e di lui vi
Secondariamente il Proponimento burlate . Attenti pertanto a rendere
di non più peccare debbe eſſere ſtabi- fermo e ſtabile ilvoſtro Proponimen

(a ) S. Joh. Chryf. loc. ſup. cit.

‫زی‬
to , onde non più avvenga , che pec te col Proponimento ; dovete ancora
cbiate in avvenire : altrimente in va applicar la volontà alla ſcelta de' mez
no travaglierete , nè vi potrà giovare zi : Oportet , dice il P. S. Giangrifoto
la Penitenza ſagramentale . Debbo non mo ( 5 ), oportet voluntatcm rei applicare .
Gimeno avvertirvi , che può darfi la Un Mercadante , che efficacemente
circoſtanza , nella quale il voſtro Pro vuol arricchire , non ſi riſparmia di
ponimento fia fermo e ſtabile ; e che comprarc , di vendere , di comparir
nondimeno torniate a ricadere per la nelle ficre , e di adoperare ogni indu
umana debolezza e fragilità . Ma ecco ſtria , che vede condurre al ſuo fine
la regola per diſcernere la condizio di arrichire : un Avvocato , che vuol
ne del voſtro Proponimento . Se dopo efficacemente vincer la lite , non ſi ri
di aver promeſſo a Dio di non più pec ſparmia di ſtudiare procelli, di riſcon
care , voi vi conſervate per tempre , trare tefti , d'informare Miniſtri , e
o almeno per lungo tempo nella di di uſare ogni diligenza , che crede ot:
lui grazia ; dite pur francamente , che tenergli la preteſa vittoria . E cosi voi
il voſtro Proponimento fu buono ; e fe volcte efficacemente giuſtificarvi , e
cadendo in qualche fallo in apprello , mantenervi a Dio fedeli ; dovete ama .
afcrivetelo a fragilità e debolezza . Ul re e battere quelle ſtrade , che condu
tcriormente ſe dopo di aver promeſſo cono al voſtro fine ; cioè adoperare
a Dio di non più inciampare ne' ſoliti quei mezzi opportuni, che conducono
falli , voi oſſervate qualche ammenda; a più non peccare .
e vedete , che preſli dalle medeſime oc Ma quali , dite voi , Uditori , quali
paſioni, non peccate si facilmente , nė ſono i mezzi , che dobbiamo ſcegliere
si ſpeflo , come prima : ſperate pure , per mantenerci in grazia del Signore ?
che il voſtro Proponimento fu buono , Ed io vi riſpondo ; che ſono di due
ed attribuito a debolezza e fragilità u maniere : cioè altri ſono generali >
mana le ricadute . E ſe finalmente do altri ſono particolari . I generali ſono
po di aver promeſſo a Dio di non più la ritiratezza , la orazione , la lezione
oltraggiarlo , vi avvedete , che appref de' libri divoti , il fuggir l'ozio , il
ſo l' oltraggiate , come prima , e pcg . fare qualche mortificazione . I partico
gio di prima; dite pur francamente , lari ſono l'eſercitarſi nelle virtù con
che il voſtro Proponimento non fu buo trarie ; come nel digiuno contra l’in
no , nè parimente utile la Confellione , temperanza , nella limoſina contra l'
che vi faceſte ſeguitare . ayarizia , nell'auſterità ed afHizione del
Finalmente il Proponimento debbe corpo contra l'impurità , ed in cotë
eſſere efficace , cioè non debbe conſiſte ſimili . E oltre a questi mezzi ve n'é
re nelle ſole promeſſe , ma ancora in un altro , che pollam chiamare negati
una vera riſoluzione di adoperare tutti vo , cd è il più importante e neceſſario
quei mezzi , che ſi giudicano neceſſarj a praticarſi, da chi con efficacia vuol
per amare , e non offendere l ' Altilli eſentarſi dal peccato . E qual è egli ?
mo . Quelli , che cílicacemente voglio Appunto è la fuga dal peccato . Senti
no una coſa , dicono il gran P.S.Ago te . Quando alcuno odia qualche per
ftino e ĽAngelico Dot. S. Tommaſo fona , che fa ? Non ſolamente fugge di
( ) , fubito fcelgono i giutti ed oppor parlarle, mä fugge anzi di vederla ; e
tuni mezzi per eſeguirla . Sc dunque non pago di cotanto , non ne mira ne
voi etſicacemente voicce in appreſſo e anche di buon occhio i dimestici e
vitare l'offeſa di Dio , come promettc gli amici, non più paſſa per la di lei
са

(a) S. P. Auguft. in Pf. 47. S. (b) S. Joh. Chryſ. Prolog. in Evang.


Thom. 1. 2.4. 4. in corp. Fohan.
81
cáfa , ne odia fin l' inmagine , e pro- girlc . Che ſe poi aſolutamente non
cura ſempre di ſchivarne l'incontro . poteſſero fuggirſi, in tal caſo siete in
Or dunque ſe voi verainente odiate la obbligo di renderle moralmente rimote .
colpa;non ſolamente dovete inorridire Spieghiamoci con gli eſempli . Una
di commetterla , ma dovete auzi abbor- Moglie e nella continua occatione del
rire quelle occaſioni , che vi ci sbal- l' impazicnza per lo ſtrano umore del
zano: in fatti , dice lo Spirito Santo Conſorte, chetuttodì la malmena . Che
pell'Ecclefiaftico , chi ama il pericolo , debbe fare ? Debbe fuggire il Marito,
dovrà perire in quello : Qui amat peri- che è proflima occafione al peccato ?
culum , peribit in illo . E chi è , foggiun- Maino certamente : e folo è tenuta a
gc il zelantiflimo Cardinale S. Carlo rendere l'occationc moralmente riino ta ;
Borromco (@) , chi è mai , che può pla- cioè debbe uare tutta l ' uniltà , tutta
cidamente dormire i ſuoi ſonni , aven- la diligenza , tutta la ſervitù al ſuo
do vicino al piede una vipera arden- Conforte , onde non abbia motivo di
te : Quis unquam juxta viperam fecuros ſdcgnarli, e dificilmente vada in cola
Somnios capiat ? Sì , non odia , ma ama lera . Più . Un Fratello dall'altro Fra
la malvagità celui , che ſi mette vo- tello , o pure un Nipote dai Zio lo
lontariamente nella ſtrada per giugner- gliono ellerc iſtigati a peccare : Chs
vi , ed incontra le occaſioni , che ve debbono fare ? Debbon Tuggire il Fra
lo ſpingono (b) . E per tal ragione , tello cd il Zio , che neceſariamente
ſe veramente odiate il peccato , ſe ſoggiornano nell'iſteſſa caſa ? Maino
veramente ſiete riſoluti di non più certainente : c folo ſono tenuti a ren
co :nmetterlo ; per conſeguentc dovete der l'occaſione moralmente rimota ; cioè
odiare e fuggire ogni occaſione d'in- debbono amare la modcítia , il ſilen
ciampo . E perché ne rimanghiate per- zio , la ritiratezza , e ſpecialmente l'
fettamente iſtruiti , notate qui tre ſor- induſtria di non trattarſi da ſolo a re
ti di occaſioni. Le prime diconíi af jo , onde il fratello ed il Zio diffi
Jolutamente profine , ic feconde diconfi cilinente abbiano la opportunità di
riſpettivamente profime , e le terze diconti sfogar le loro paſlioni , ed cſercitare
rimote . il folito libertinaggio . In poche pa
Dunque le prime occafioni fi dicono role . Il Penitente , che con efficacia
a Tolutamente profline al peccato ; perchè
A
e verità ha riſoluto di amare Iddio ,
ſono cattive in le medeſime , e foglio. quando non può allontanarſi dalle oc
ro indurre tutti a peccare . E tali ſo- caſioni del peccato , debbe fare in
Ro la lezione de ' libri velenoſi ed o- manicra , che le ſtelle occaſioni fi al
fceni, le immagini immodeſte , le co- lontanino , o cellino di ellergli occa
medie libere e pericoloſo , i giuochi fioni (c ) .
proibiti e vizioſi , la converſazione di Ma , Padre , dicono alcuni , come
gente indegna e ſoſpetta in caſa , qual- faremo a fuggire alcune prolimeocca
che oggetto a propria diſpoſizione , fioni , da cui dobbiamo dipendere ?
che induce a ſcoſtumatezza e libidine, Come farò , dice il Servo , come faro
cd altre fimili cole . E tutte qucite , a fuggire il Padrone ſcandaloſo , che
perchè di lor natura cagionano il pec- mi fa vivere ? Come viveró da inia
cato , non è da dubitarli, che convie- pari , dice la Gentildonna impoveri
ne aver Proponimento di ſempre fug- ta , ſe licenzio l'amico , che ini in an
L tic

(a ) S. Car . Bor. lib. att. p. 4. de Confeff:


Inft . Confo:7. , & S. Hieron . (c) S. P. August. de Serm . Dorsa
( a) . Can. falas. Can. Fratres diſl. in monte .
S. de Pail. S. Car. Ofis p. 4. de Inſtr.
82
tiene fin la ſervitù ? Come ... Ma com .si rapporto a lui la immagine fará un
patitemi, fe vi riſpondo , che ſi debbę oggetto indifferente · Ma ſe vi ſi ac
prezzare più Iddio , che tutto il Mon- coſta a contemplarla un Giovanaſtro
do ; e che per Dio volentieri ſi deb- libertino e diffoluto , ſenza dubbio ne
be ſeltenere povertà , diſagio , e mor. trarrà ſtimoli all'impudicizia ed alla
te . Sentite , coſa dice Geſucriſto nel sfrenatezza : e così rapporto a lui l'
Vangelo di S. Matteo . Se il tuo pie- immagine ſarà occaſione di peccato :
de , egli dice , o pure l'occhio tuo Or talc immagine è appunto una del
ti dà occaſione di ſcandalo , cava l' le occaſioni riſpettivamente profime , del
occhio , e taglia il piede ; e l'uno e le quali parliamo; perchè non è catti
l' altro butta via da te lontano : Si o- va in ſe ſteſſa , né induce tutti , ina
sulus tuus , aut pes tuus fcandalizat te, erue ſol alcuni a peccare · Coſa pertanto.
cum , & projice abs te . Che coſa più fiam tenuti a farc ? Eccolo . Tali oc
cara , e più neceſſaria a ben vivere , caſioni ſi debbono fuggire da quelli ,
quando il piede e l'occhio ? E pure rapporto alla debolezza de' quali fono
dell' uno e dell'altro convien pri occaſioni prolime a peccare . E la ra
varſi, quando mettono a pericolo la vi- gione è chiara; perchè colui, il qua
ta eterna : imperciocche è meglio fal- le e riſoluto di amar di Dio , debbe
warſi con un ſol occhio , e con un ſol fuggire le occaſioni proſine al pecca
piede , che dannarſi con ambi i piedi , to , come poc' anzi abbiam detio . Se
ed ambi gli occhi : Melius eſt , ad vi- dunque le occaſioni rapporto ad alcu
tom ingredi debilem , vel claudum quam ni ſi rendon proſline al peccato ; fen
duos pedes & duos oculos habentem mitti za dubbio da coſtoro ſi debbono pari
in gehennam ignis . Or come dunque pre. mente fuggirc .
tendete di non abborrire quelle Perſo- Refta , che brevemente parliamo del
ne , che ſol vi danno da vivere , e non le ultime occaſioni, che diconſi rimo
poſono eſſervi si care , come l’oc- te . Quali ſono ? Sono quelle coſe , che
chio ed il piede ? Eh ! che baſtante- ne per le ſtelle , nè per rapporto ad
mente vi dinoſtrate ancora amanti del- altri ſono cattive ;. nė inducono con
la colpa . Rifolvcte perciò di odiarla; certezza a peccare , ma ſol poliono in
ed ecco fuggirete le peffime occaſioni durre in qualche circoſtanza . E tali ſono
fenza curarvi ne della povertà , né del i giuochi leciti , gli amori oneſti , le
diſagio , nè della morte . conperſazoni con perſone di diverſo ſel
Palliano perciò innanzi , Uditori . ſo , l'impiego di Mercadante e di Sol
Le altre occalioni diconfi riſpettivamen- dato , e cole ſimili , che non induco .
te trollime al peccato ; c fon quelle , no al peccato per fe inedclime; e ſo
che non già per le ſteſſe ſono cattive , lamente chi è inalvågio ed iniquo può
nė inducono tutti a peccare ; ma ſola- farne abuſo . E favellandoſi di tali oc
mente fono cattive , e inducono a pec- cafioni, non vi è obbligo di fuggirle ;
care per rapporto ad alcuni più de- perchè chi le vuole , non vuole né il
boli e viziori . Ecco l'eſempio , che peccato , nè l'occalione del peccato ;
ci fa intendere tal dottrina : Una Pit- come da ciò , che ſi è detto, aperta
tura rappreſenta nuda nel bagno la mente ſi rileva . Ed eccovi , quanto do
cafta Sulanna , inſidiata e tentata da vea dirvi nella preſente iſtruzione , da
duc Cozzi Vecchioni Iſraeliti ; ed • cui dovete ricavare , che il Proponi.
dipinta dal celebre pennello di Raf- mento eller debbe neceſſario al Peni
facllo di Urbino . Sc vi ſi accolta a tente , ed inſieme aſſoluto , ftabilc , cd
contemplarla un Profeffore , certamen- ctficace; e che ſi debban fuggire le oce
te vi ammirerà la maeſtria dell' Auto- caſioni del peccato .
se , e la bellezza della pittura : e co.
Anti Criſtiani, come nel primo giorno pag. 12.
QUIN
83
QUINTO GIORNO
Μ Ε DI Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε V

DELL' INFELICITA' DEL PECCATORE

A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο

Il Peccato non fa nai buon pro . In fatti I. E ' sommalamurezza, che ne cagiona il
peccato ; perchè Jempre fiam berſagliati dalle traverſie: 11. E ' ſumma l'amarezza,
che ne cagiona il peccato ; perchè ſempre fiamo cruciuri da'clamori della
fordereji : III. E ' fomma l'amarezza, che ne cagiona il peccato ; per
che ſempre ſiamo atterriti dal penſiero della eternità .

Non eft pax olibus meis a facie peccatorum meoruin .


Pfal. XXXVII. V.4.
Onfelliamo queſt' oggi con fince , che per divina mercè non ſiamo giun
COrità , dilettiflimi Fedcli; che van .
taggio percepiamo giammai da'
ti a ſtato si deplorabile di eſſere ſtati
abbandonati dal Signore in mano del
noſtri capricci ? Operiamo a ſeconda noſtro conſiglio , per cui non varreb
non già de' divini voleri , ma delle bero più ne induſtrie , nè conforti ,
noſtre paflioni ; abbiamo introdotto un ne medicine a richiamarci alla vita .
intollerabilc libertinaggio ; giungiamo E ſe a ſtato sì deplorabile non ſiain
a diſprezzare le coſe della Religione ; giunti ; ſenza tergiverſazione dobbiam
finalmente duri cd inficflibil reſiſtiamo confeſſare , che i noſtri peccati ne
alla divina pictà , che ne combatte per han fofpinto in un profondiffimo poz
vincerci . Ma qual è il pro , che ce ne zo di miſerie e deſolazioni . Piangea
torna ? Deh confeſtamlo con ingenui- il Profeta rcgale , e sì amaramente
tà . Se ne ſembra , che il cuore non piangea , che tutta l'armonia dolciſſi
nuoti in un marc di amarezza immen . ma della ſua cetra non baſtava a miti .
fa ; ahimè! dobbiam confeſſare , che i gargli le lagrimc. E perché ? Ah !per
noſtri falli ne abbian recato il mag . chè il nefando adulterio ed il barbaro
giore de ' mali ; perchè hanno ſpinto omicidio , che commiſe , gli avean rub
l'Altiſſimo ad infclicemente abbando- bata la pace , e ſoſtituita fin nelle mi
narci . Quindi in tal ipotefi afromigliam doile la guerra più amara . Quindi pian
quei mileri Infermi , che più la gra- gendo e ſoſpirando ſclamava : Non eft
vezza non ſentono del loro morbo : e pax ofjibus meis afacie peccatorum meorum .
ficcome coſtoro , perduta ogni fperan- Or quanto più dobbiam noi , che fiam
za di vita , ſicura aſpettan la morte ; carichi di delitti, ſentir la violenza
così noi privati d'ogni celeſte ajuto , delle afflizioni e delle anguftie ? Quan
preſſo che dobbiam dire di aver per- to più dobbiam piangere e finghiozza
duta la magion fempiterna , e di te- re , berſagliati dalle continue amarez
incre imminente la morte perpctua · ze , che cagionano inevitabilmente le
Ah ! dunque tolga Iddio mifericordio- colpc ? Quanto più dobbiain gridare
Co il finiltro infauftifiiino augurio . No, angoſciofi : Non eſt pax olibus meis a fe
L 2 cie
84
cie peccatorum meoruni ? Ah ! che ſe tra- queſta terra i ſuoi nimici", o per com
dire non vogliamo la verità a noi ſteſſi, penſargli di qualche oneſta azione con
confeſſar dobbiamo , che i noſtri pec- un bene temporale , o per fargli cor
cati ne portano un' amarillima vita . rere più precipitoſamente all'Abbifio .
Deh perciò facciamne qucft' oggi l' In fatti poco , anzi nulla durano le
oggetto de'noſtri penſieri . Chi ſa , lor contentezze ; e Piſteſſo regal Pro
che il motivo del noſtro intereſſe non feta il teftifico : Vidi impium fuperexal.
abbia a farci ravvedere , e maggior- tatum ; tranſivi , & ecce non erat. Del re
mente ſpingerci ad abbominar quelle ſto il peccato chiama diſgrazic ; e chi
colpe , che ne tolgon la pace , e ne ſe la prende con Dio , anche in que
rendon miſeri ? Ed ecco l'argomento , Ita vita la debbe pagare a Dio .. Ada
o Criſtiani . E' ſomma l'amarezza , mo, cacciato dal ſoggiorno il più fe
che ne cagiona il peccato ; perchè lice , e condannato a continui travagli,
fempre ſiam berſagliati dalle traverſie . a pianto amaro , a morte ſicura ; un
1
Primo Punto . E' ſomma l'amarezza , Mondo intero , in un diluvio di acque.
che ne cagiona il peccato ; perchè ultrici ſommerſo ed affogato ; le ric
ſempre fiam cruciati da ' clamori della chifiime Città di Pentapoli , divenute
ſindcreſi . Secondo Punto . E ' ſomma preda funeſta di bitume e ſolfo ; la
l'amarezza , che nc cagiona il pecca- tribù di Beniamino crudelmente truci.
to ; perché ſempre fiamo atterriti dal data e diſtrutta ; la Palestina , benché
penſiero dell'eternità . Terzo punto . dal ſangue bagnata del Redentore ,
Inoltriamci perciò a meditare ; ed ac- tornata covile di ſuperſtizioni; la Si
ciocché con ſerietà e con profitio pof- nagoga , un tempo si favorita , rimaſta
fiam riflettere alle nostre iniſerie , deh priva di Sacerdozio , di regno , di pa
imploriamo umilmente dall'Altiſimo il tria , e fatta berſaglio delle Nazioni
neceſſario celefte ajuto ; e per ottener- della terra ; Coſtantinopoli, già prima
lo con ficurtà , imploriamlo per l'in- fede di Patriarcbi , di Dottori, di Reli
terceſſione della eccelſa Genitrice di gione , ora ridotta Metropoli dell' Al
Geſucriſto , e noſtra comun Madre Ma- corano ; l ' Europa , devaſtata da guer
ria ; ed a lei replichiam genuflell: le re , da careſtie , da contagi , e ſcoſſa
folite Litanic : Kyrie eleyfon & c. da tremuoti, da allagazioni , e da civi
li tumulti : ſono i teftinonj funcfti , che
PRIMO PUNTO . baſtantemente ne avviſano , che l'Altif
ſuno in tutti i ſecoli , ſenza aver riguar
E forma l'amarezza , che ne cagiona il do nè a numero , nè a condizion di
peccato ; perché ſempre fian berſagliati perſone , abbia coſtantemente vendica
dalle traverſie . ta la ſua offcfa. Nulla meno ha egli
minacciato nelle Scritture , e intimato
Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli , per bocca de ' ſuoi Profeti ; c nulla me
che il peccato non può non cagionare no ha eſeguito rigoroſamente in tutti
miſerie e guaj . Siccome è offeſa di quel i tempi a ſterminio de ' Peccatori : ime
ſommo Benc , da cui folo tutte le pro perciocche cade più totto il cielo , e
ſperità pollon derivare ; così non può rovina la terra , che manchi un apice
noa impedire ogni bene , e non ca delle divine parole : Cælum & terra tran+
gionare ogni male . Qualche fiata li fibunt , verba autem mea nox præteribunt .
vede proſperata la colpa , e ſe ne ſtu- L'unico mezzo per diſarmare il brac
piſce il Profeta : Vidi impium ſuperex- cio dell'Altiſlimo, armato alla vendet
altatum . Ma ſon troppo rari gli crein- ta 4 è appunto il linceramente dolerſi
pli , e ſono argomenti ſicuri della di. de ' cominelli falli , ed abbominar la
vina inalterabilc Giuſtizia . Impercioc- colpa amata ; perchéchiunque orgoglior
che ſovente l'Altillino proſpera in to vuol ſenza ritegno ſeguire a: cozza .
re
85
re col ſuo Fattore , ben può prometterli intera gareggia per ubbidirlo c vene
d'effer berſaglio dalle diſgrazie , che rarlo : Rex Alluerus exaltavit Aman , EP
il debbano opprimere .E con ragione, pofuit folium ejus ſuper omnes principes ;
dice il zclantiſſimo Salviano (a ); im- cunétique flectebant genua , & adorabant
perciocchè vien coſtretto il Signore , Aman . E pur l'uno e l'altro ſi ac
quando è offero , a dar luogo alla ſua cuora e ſi duole . Si accuora e ſi duo
incorrotta tre:nendiliima Giuítizia : Co- le il primo ; perchè le avverſità ama
gitur maiis noftris ſcelera , que adinittimus, reggiano i ſuoi contenti . E non vede
vindicare . te , come arrabbia ed infuria or al
Ma ſe queſto è il comun deſtino de coſpetto di Affalonne , che gli ha in
Colpevoli ; ſe tutti i Colpevoli ſon pre- cendiate le campagne : or a fronte di
da de' divini flagelli ; coſa mai penfian Amala , che ha guadagnata la grazia
di noi., o Criſtiani ? Siam noi fortu- del Re ; or alla preſenza diAbner , che
nati , a ' quali non debbe nuocer la col- vien favorito nella Corte ? Si accuora c
pa ? Siam noi i benemeriti , che la ce : fi duole il ſecondo ; perchè le contrad
Icíte vendetta ne debba laſciare impu- dizioni diſturbano i ſuoi comandi . E
niti ? Eh ! vane luſinghe . Ed in fatti non vedete , come palpita e geme or
non ſi aſcoltan tra noi che lamenti e a viſta di Mardocheo , che nol rive
ftrida . Tal volta a diſpetto della pro- riſce , e merita i primi regali onori ;
ſpera fortuna infuria la contraddizione or alle lagnanze di Efter, che ne ap
e la calamità , e ne violenta a contur- paleſa la crudeltà ; or allo ſdegno del
barci e ſoſpirare . Finalmente ci ſcorgia- Principe , che medita ſtragi e rovine!
mo si agitati da ſiniſtre vicende , che: Oh Uomini infclici ! e quanto intenſa
feinbriamo un Vaſcello, carico dimer pruovano amarezza nell ' animo ! San
ci , che ſoſpinto da’ flutti rabbioſi del no bene i campi della Paleſtina i tur
mar turbato , or ſu ,, or giù , or di. bamenti e le querele , che vi ſparge
quà , or di là vien dall' onde tratto e l' anguftiato Gioabbo . Sanno bene lc
sbalzato , nè pofiiam quinci riſparmiar dimeſtiche pareti di Suſa i crucci e le
ci di trarre dolenti e triſti i noſtri lagnanze , che al coſpetto della Mo
giorni . Ma riguardiamo , donde ne glie e degli Amici vi pubblica Aman.
vengano , e perchè ne vengano cotanti. no . Ma on ingannati ! Penano , ſma
guaj . Ah ! ci vengono da Dio ., e oi niano , fi dibattono ; e non penſano
vengono per gli noſtri peccati : Ipfi, a toglier la cauſa funeſta , che si gli
grida Salviano ( ) , facimus , ut punia- travaglia . Le colpe , che cuſtodiſcon
mur . Ed eccoci eguali all'iniquo Gioab- nel ſeno , ſon l origine del loro guaj.
bo , ed al perfido,Amanno . Deh con- E pur in vece di efterminarle , tutta
templiam l'uno e l'altro per diſin. via l' accreſcono . Anzi l'accrefcon
gannarci e ravvederci . E chi più così , che giungon miſerabili ad un
grande di Gioabbo ? Egli è il Gene- acerbiffimo morire . Che cecità ! Che
raic dell' armi di Davide , si riſpetta- follia ! Ma queſta è anche la noſtra
to dalla Soldateſca e dal popolo , che follia , la noſtra cecità . Siam tormen .
l'iſteſſo Monarca ne ha' ſoggezione tati da ſciagure ; e non riflettiam purr
e timore : David ametuebat Joab ne is to ad abbominare quei falli , che le
contra fe Ifraclem concitareť . Chi più cagionano . Sono afflitti i Genitori da
grande di Amanno ! Egli è il primo quci contumaci. Figliuoli , che ne dite
Miniſtro di Stato di Dario Iſtaſpe , e ſipano prodigamente gli avcri ; fo
non Suſa ſolamente , ma anzi la Perſia no affiti i Negozianti da quelle pro.
cet

(a) Salz. lib. 4. de Prov. & lib . (b) Saly, loc . cit.
p . 79
1
ceile , che ne perdono i legni e le più prezioſi, di più forti , di più ſcelti
inerci ; ſono affitci i Beneſtanti da metalli . Il capo é d'oro ,le braccia e
quelle intemperie , che ne favverto il petto ſon d'argento , il ventre e le
no i campi ; fono afflitti i Cortigia coſce ſon di bronzo , le gambe ſon di
ni da quegli Emoli , che gli diſcredi ferro . Ma pure i piedi non corriſpon .
tano preſſo il lor Principe ; fono afHit dono a si degna mole ; perchè ſon
i mefchini da' Prepotenti, che ne ſuc formati di creta vilc . Ed oh deſtino
chiano il ſangue ; ſono afflitti gli Stu infaufto ! Appunto per tal ragione egli
diofi dagl ignoranti , che gli mettono non regge, c miſeramente rovina . Sca
in diſperazione . Chi ha talento di fa gliafi dal monte un picciol fafto ; e ro
re ottime comparſo ; e ſi duole di non tolone giù piombando , il colpiſce ne'
trovar Protettore , che l'accrediti : chi piedi, e l'atterra : Abſciſſus eſtlopis de
ha virti di cfler cſaltato ; e ſi duole monte fire manibus , & perculit ſtatuam .
di foffrir Emoli , che il perſeguiti E come l'atterra ? L'atterra in guiſa , .

no : chi ha merito di far pompa ; e ſi che del gran Coloſo non riinan che
duole di non aver mezzi., che il fac polvere ; e polvere vile rimangono i
cian conoſcere . Le infermità intorbida duri metalli , che il componeano : Tunc
no il ripoſo de' Facoltoſi ; le rivalità av contrita ſunt pariter ferrum , teſta , as, &
velenano i piaceri degli Amanti ; le ſte argentum , & aurum ; & redata quaſi in
rilezzc fcreditano le leggiadrie delle favillam æſtive area . Ed ecco il miſte
Donne . E donde , e perché cotanti ro . Sembra , che i foli piedi , ch'eran
diffapori ? Deh alziamo gli ſguardi del di creta , aveſſero dovuto ridurſi in
lo ſpirito ; e vedremo ben toſto , che polvere di aja eftiva ; e non già i me
tutto o cffettivamente , o permiſiva talli , che naturalmente avrebbero al
mente vicne da Dio vendicatore per più dovuto ítritolarſi . E quando anche
faici abbominare i noſtri peccati : Fla li voglia immaginare , che quei metal
gella Domini , nel libro di Giuditta ce li potefiero distarfi in polvere ; ſembra 1
.
ne aſſicura lo Spirito Santo , flagella certainente , che avetler dovuto cam
Domini , quibus qua fervi corripimur ,ad biarli in polvere d'oro , d'argento
emendationem , & non ad perditionem no di bronzo , e di ferro , e non già in
strain cvenifc crediamus . E perció pro . polverc di aja ettiva . Ma no ; in pol.
curiaino efterminargli , ſe vogliamo verc ſi riduflcro di aja eſtiva , che vien
cambiar fortuna , e goder ripoſo ; per agitata dal vento , e diſtrutta : In fa
che altrimente farein berſaglio delle villam æſtivæ area , quæ rapta funt ventur;
diſgrazie , ed il farem fino all ' ultimo nulluſque locus inveistis eſt cis . E perchè
eccidio : Humiliamini,n'eſorta S. Pao mai ? Ah ! perché quel Colofo rappre .
lo , himiliamini fub potenti manu Dei . ſenta le umane grandezzo, inalzato ſul
in fatti , o Criſtiani, la ſpietata mor fondamento dell' empietà . In fatti ſi
te di Gioabbo , ſcannato nel Santuario , ſcaglia il fallo dell'ira di Dio contra
e di Amanno , appeſo ad un infame sì vile fondamento ; e tanto baſta , che
patibolo , ſullicientemente no convince, non ſolamente crollino le inondane
che la Giuſtizia di Dio non ceſſa di pompe , non ſolamente ſi diminuiſcano,
venire alle ultime preſe con i Peccato ina interamente ſi distruggano , e ſi
ri , qualora i Peccatori non ceilano di cambino in miſerie , in guaj , in cala
provocarla a ſdegno ed a vendetta . mità , figurate nella polvere , che divie
Contempiano perciò il finolacro miſte ne ſcherzo del vento , nè mai al ſuo
riofo , che apparve in ſogno ai Babilo luogo fi reſtituiſce : In favillom ajtive
neſe Regnante Nabucco ,giuſta la deſcri arcæ , que rajta juistrento ; nulluſque lo
zione del Profeta Daniello . Che ſtupen cus inventus eft eis . Voltiamo perciò , e
do fimolacro ! Che deſtino infauſto ! Co rivoltiamo col penſiero la polvere di
loſso ammirabile ; perchè compoſto di codeſto abbattuto Coloffo ; ed entrando
in
87
in noi medefimi, ofſerviamocon atten contraddetti, affitti e defolati tuttodt
zione, ſe eguale non iſperimentiamo il narriamo le noſtre ſventure ; e troppo
deſtino . E dov'è quell'oro , e quell' evidentemente paleſiaino l ' interna a
argento , che ſi accumoló con crudeltà ? marezza , che ne cagionano le diſgra
Dov'è quel bronzo di temcrità , che zie a cagion della colpa. Che dunque
eorrca alle vendette ? Dov ' è quel fer tardiamo ad abbominare il peccato ,
ro di ſanità , che contraſtava con le che ne forma una vita infelice ? Deh
diſgrazie , e fin con la mortc ? Ahine! almen ci muova il noſtro utile , la no
tutto è ſparito . Il giuoco , la vanità , ſtra tranquillità ; e le traverſie , che ne
la diffolutezza , il fuoco , l' acqua , la opprimono , ci facciano entrare in noi
grandine , la lite , la perſecuzione han medeſimi , ed apprendere a temere Id
tutto roveſciato c inanoinello ; e già . dio. Alla morte del Redentore del Mon
imperverſa la povertà , dov'eral'abbon do ſi eccliſſarono i Luminari più grandi,
danza ; incrudcliſce la diſgrazia , dove ſi ſcoile la terra , fi fendettero i monti,
era il favore ; ſoggiorna ľ infermità , ſi ſpezzarono le cortine del Santuario :
dov'era la robuſtezza ; trionfa il pian ed a viſta di sì ſtrani accidenti il Cen
to , dov'era il riſo . E perché ? Ah ! turione, e quanti ſi ritrovaron ſeco ſul
perchè il fimolacro della noſtra conten Calvario , tutti ſi riempirono di timo.
tezza era eretta ſopra le piante di fan re : Timuerunt valde . E tal timore baſto ,
80 ; vale a dire , Topra il fondamento per fargli pubblicamente confeſſarc ,
dell' iniquità . La giuſta divina colle. che il Crocifiſſo era veramente Figliuo
ra ha colpito i piedi di creta , ha col lo di Dio : Vere Filius Dei erat iſte.. An
pito il fondamento dell'iniquità ; ed zi di più ', tal timore baito per muover
ecco e rovinato il limolacro , ed è gli a compunzione ', ed a farglimanife
rovinato in guiſa , che più non ap Itare pubblico eſempio di pcnitenza :
pariſce veſtigio . Quindi egli è ben Revertebantur percutientes pectura fua . Gran
vero , che il peccato chiama diſgrazic fatto ! Il Taumaturgo Salvatore opera
e rovine ; e che per conſeguente ſe cu to avea sì grandi portentie maraviglie ,
ftodiamo nel cuore il peccato , non che non ſi udiron da' ſecoli . E pur
poffiamo evitare di effer angustiati da non produllero in tal gente Converlio
ſomme angofve od amarezze . E per ne si bella ; e fol la operò il timor
queſta ragionc ben ne allicura l ' incar .. concepito alla vitta de' fpaventevoli
pata Sapienza del Padre Geſucriſto portenti, occorſi nel morire dell'Uni
che fan fimiglianti a quegli Uomini genito del Padre . Deh fortifca dunque
ſtolti, i quali piantano la lor caſa ſu la 1 iſtelio effetto in eflonoi ; e ſe le for
mobile arena ; caſa infelice , che ſcm prendenti dimoſtrazioni di affctto , che
pre è . in pericolo di crollare , e ſicura n'cíibi il noſtro buon Padre Iddio , non
mente la gitteranno in terra la furia baſtarono a farcelo amare ; baftino al
delle piogge , l ' inondazione de ? fiu meno a farcelo temere le ſciagure , che
mi , t empito de venti : Qui qudit. ne opprimono . Si, riſolviam di ſpez
verba mea , & non facit en , Jimilis eſt vi zare le catene di Satana , e goder la
to ftulto , qui ædificavit domum fuam fto libertà de'Figliuoli di Dio ; e ci muo
pra areniam ; & defcendit plievia , & verle va a riſolverci il conſiderare , che è
9:41.t flumina , & flaverunt verti, & irrue ſomna l'amarezza , che ne cagiona il
funt in domum illam , & fuit ruina illius peccato ; perché ſempre fiam berſaglie
magna . ti dalle diſgrazie · Cosi menerein vita
Ma s'cgli è così , o Criſtiani; che tranquilla , e non ſaremoopprefli dalla
ci luſinghiam di vantaggio ? Se vo findereſi , che abborriſce il reato ,che
gliam confeffare la verità , noi ſteſti qual ſerpe arrabbiata morde , feriſce
fiam teftimonj del mal pro , che ci avvelena , ed . ammazza . Ed in fatti.
ridonda dalla colpa . Perſeguitati e SE
SECONDO PUNTO . gni inomento treia e paventa la già
eſeguita barbara ucciſione del proprio
E fomma l'amarezza , che ne cagiona il Gerinano Teodoſio ; inſequente eum cub
peccato; perché Jempre focum cruciati pa , tremens 2:bique locorum fuit , ac pavens :
dal clamori della fonderefi. e tanti e tanti altri miſerabili Pecca
tori , che non trovan ripoſo , non tro
Conſideriamo, dilettiffimi Fedeli , che van pace anche tra’maggiori piaceri ,
per quanto fien proſperati in questo tra gli onori più posipoli, tra le fod .
Mondo i Peccatori , non poſſon mai disfazioni più compite , orribilmente
goder pace , e ſempre viver debbano conteſtano , che i-rimorſi della coſcien
anguftiati ; perché il penſiero del lor za , che a guiſa di velenoſa ſerpc
reato orribilmente gli conturba . Egli ſempre morde il cuore , tolgano ogni
no non poſſon eilere quà giù in terra tranquillità , e ſoſtituiſcano meſtizia e
proſperati; perchè l ' Alliſiino offeſo dolore . E che forſe poſſon liberarſi
lor îi oppone e reſiſte . Ma ancorchè dal graviflimo tormento , qualor non
1i voglia fupporre , che rida a favor diſtruggano il loro reato ? Ah ! no ,
loro la ſoite ; pur di nulla godon mai , dice il P. S. Giangriſoſtoino ( n ) : im .

e ſempre ſi icorgono tiranneggiati dall' perciocchè ben può un Uomo ripara


ideſa iniquità , che amano . Siccome in re i colpi di un avverſo deſtino ; me
fatti la giustizia ſempre cagiona ilarità non già liberarſi dalle interne puntu
di animo ; cosi l'ingiuſtizia feinprc ca re della findereli . Cavarſi non poten
giona tcrrore e ſpavento . Si armino do dal petto il cuore , viè fuggire da
contra i Giuſti tutte le più barbare in ſe medefimo , ovunque ſi volge ſem
venzioni della umana Tirannide ; non pre ſi vede a canto il Carnefice della
potran giunger giamınai a toglier loro mala coſcienza , che l' angustia : Om.
la pace del cuore : anzi ad onta delle nia fugere poterit komo præter cor fuum ,
crudeltà più ſpietate gulteranno il dol non enim poteft a se quiſquam recedere ;
cillimo ſapore di quella afcora manna , ubicumque enim abierit, fatis ſui coſcien.
che non s'ignora fol da chi l ' aſſaggia , tia illum 1190 derelinquit . E perchè ? Per
e gridcranno con Paolo : Superabundo chè queſta e in caſa , e in piazza , e
gardio in omni tribulatione rojira . E per in menſa , c in fondaco , c in viaggio ,
contrario vengano a foilevare i Malva cip ſogno ſempre rappreſenta e ri
gi tutte le delizie dell'Univerſo ; non corda la commeila malvagità : Sive do.
e, mai pollibile , che ſi riſtorino : anzi ani , five in viis , live in menja , five in fo
nell'abbondanza de'go:limenti lor ſem to , live in itinere , five in fcm -siis, femper 1
bra ainaro ogni dolce , defolazione o. peccatorum fimulacra & Sicara repræje
gni diletto , lutto ogni gioja ; e ſon co tat .
itretti di gridare col Profeta : Defecit in Ma s'egli è così ; volgiamo a noi
dolore vita mea , & anni inei in gemitibus. gli ſyuardi , e veggiamo , ſe il comun
La ſperienza è troppo funeſta . Un deſtino ſia anche il destin noſtro par.
Monarca di Sion , che protcita di cf ticolare , o Criſtiani . Ahime ! non pof
fer combattuto cciidianamente dalla fiam diffimulare la pena ed il ramwari
memoria de' voi traſcorſi ; peccatum co , che affisson lo ſpirito per ra
meua contra me ejt jember : l'iticſo Ce gion dell'offeſa dell'Altiffimo . La ſe
farc Cortante II , che giuſta la defcri. rietà del portamento , il pallore del
zione del Cedreno e dell' Eminentiili viſo , la deinillione degli occhi , la mol .
ino Baronio (4) , in ogni luogo , in o. tiplicità delle apprenſioni, che non ci
fan

(a) Cedr. & Em . Baron . an . 659. ( b ) s. fol. Ghryf. in Pf. 7. &


n. 2 17. Se ad Pop. Antioch.
89
'fan guftare divertimento e piacere , ' fulla terra moltiplicarfi', quanto delle
troppo ne paleſano tribolati e ſconvol- irragionevoli e delle inſenſate. , che
ti, e privi di quella giovialità , che an mira macchinargli ſterminio . E per .
tempo godemmo ne' felicillimi anni del- chè teme di tutte le Creature ? Appun
la giuſtizia c dell'innocenza . E come to perchè ſempre la findereſi gli rap -i
no , fe fiam divenuti vive immagini preſenta il ſuo peccato : Si, per ogni
dell'infelice Caino ? Deh riguardiamo- dove il penſicr gli ricorda il tradite
lo di grazia ; e ſiccome jeri il contem- Abele , giù buttato nel campo , e di
plammo contumace ne' ſuoi misfatti , vita crudelmente privato ; e gli rappre
così oggi conteinpliamlo infelice nella ſenta il ſangue di lui , che con tremen
ſua contumacia . Egli è aſſoluto Padro- da voce chiama inceſſantemente vendet
Rc nulla men che d'un Mondo: e poi. ta ſul capo dell'Oppreffore . Ed'ahimeh
che non ſono altri Uomini ſulla terra, a tale fpettacolo teme di tutto Caino ,
a riſerba de' proprj Genitori; non ha e grida: Omnis ,quicumque invenerit me
perciò chi il contraddica , o chi gli occidet me. Quindi ſe è nel campo , te
contraſti ſulle coſe tutte il pacifico in- me , che tra l'erba fi: appiatti una fer
pero . Quanto dunque dovrebbe egli eſ- pe per morderlo , ſe è nel boſco , fe
ſer contento ! quanto tranquillo ! quan- me , che tra le piante fi affretti una
to felice ! Sembra , che ognun poteſſe belva per divorarlo"; ſe è alla riva del
invidiare la ſua ventura . E pure conci- fiume , tome , che di cold ſorgano le
dit vultus ejus . Meſto , dolente , rabbuf- onde per affogarlo . Ed opprefro da
fato , ſquallido , anſante pafla di valle tal timore , divien preda di anguſtice
in valle, di collina, in collina,di piano in di affanni , e concidit vultus ejus . Ed ecc
piano ; e ſempre curvo , ſempre affanna- co qual è il noſtro deſtino ; perché ,
to batte i denti , ſinania , e fremc . come ne avviſa il P. S. Giangriſoſto
Ridente il campo gli offeriſce delle mo ( a ) , chi è imitator di Caino , di
fie più doli frutta ; ina egli diſpera- Caino ben anche ha l'amarezza e il
to le naufea : i vezzoſi augclletti gli turbamento : Qui fcelefiam vitam agit ,
fan d' intorno melodia ſoave ; ma egli ipfius Cain vitam vivit . Peccamino inde
diſpettolo gli abborriſce : l'invitano al gni , c la coſcienza ſempre ci manife
riporo i placidi zetfiretti , gli ameni ru- îța il commeſſo peccato. Non poflia
ſpelli, Ic molli erbette ; ma egli rab- mo toglierci dalla fantaſia l ' eſeguite
bioſo lo ſdegna . Or qual è la cauſa vendette , gli orditi tradimenti , i prof
del fuo rammarico ? Eccola . Una for- ſimi opprefſi, i templi profanati , l'in
tu apprenſione di dover effere ammaz- nocenza ſedotta ; l' onor inanomeffo
zato : Omnis, quicumque invenerit me , ac- > Iddio adontato . Ed aſcoltando , che
cidet me . Ma chi mai può ammazzar-; noftri. falli ſempre gridin vendetta ſul
lo , ſe non altri Uomini vivono in ter- . noftro capo , non poßiamo eſentarci da
ra che i proprj Genitori , i quali non han continui timori e palpiti . Quindi per
certamente cuore di tingerli le mani quanto ci ſtudiamo di cambiar
diverti-s
nel di lui ſangue ? E quando anche : menti e piaceri , d'inventar' nuovi (paf.:
vogliam ſupporre , che vivano altrigià : fi e traſtulli; non ci rieſce di ripofar
pati minori Fratelli; come può teme. ci giammai, e ſempre ci agita ſpieta-1
re Caino , ' che coſtoro l'abbiano ad . to timor di gaſtigo . Scoppia dalle nu-*
aminazzare , le appena ſono in culla, bi la folgore ? Ahime ! temiamo , che
cd incapaci di recare a chiccheſſia ‘ol- ſooppi per piombare ful noſtro capo :
traggio e danno ? Come . . . Ma non Scroſcia nelle caſe, un incendio ? Ahi..
più ; che Caino non tanto paventa del .. me ! tcmiamo , chc.fcroſci per ince -i
le Creature ragionevoli , che dovraa . nerirci . Succedon rovine ? Ahime! tc-
M mia

( a ) .S.fok . Chryf: ferm . I. de divers.


90
miamo , che ſuccedano per diſperder...ta , fiegue a ſoggiornare con la. Filiſtea::
ci. Si ſcuote la terra ? Abime temia . e quante volte,torna a dormire , tante
mo , che fi ſcuota per inabbillarci 6. volte è importunaincnte dettato . Or
Finalmente affomigliamo a quel Mal- non ſuccede a noi il medeſimo ? Pro
fattore , che è .condannato alla morte : curiam di ripoſare in ſeno della colpan
e ficcome queſti ba fempre l'occhio chi è il noſtro capital nimico . Ma ahia
all'uſcio del carcere , e ad ogni ſtri- inė ! che non ci cieſce l'intento ; per..
der di ferro, crede, di appreſfargliſi il che la colpa ſempre ci lacera , e ci ſpa.
Cardcfice , od impallidiſce ; cosi noi venta . Si appagaron le brame nelle
guardiam fempre le Creature ; e ad o- licenze più ditordinate , fi opprefiero
gni rivoluzione pavcntiain di rovina e con crudeltà i proſſimi , ſi giunſe a va
dimorte . Oh miſeria ! Oh infelicità ! neggiare full' altezza degli onori , fi
Pevſamo intanto ,, fc in tale ſtato . ammaſſaron ricchezze con ingorda ra..
poffiam , ripoſare , o Criſtiani ! Ah ! pacità d'intereſſe . Ma ora ci fidiamo
Cocin vano. lo fperiamo . E come di vivere in pace , di dormir con quie
dormir. con. pace ; le mai ſempre ne te ? Abimé! inportuni pendieri ci tur-
ſveglia importuno il nimico diineſtico bano; perché la ſcelleraggine , che a
della mala coſcienza ? Abimé ! ſuccede. mammo , rivolta in iſpietato Tiranno,
di noi quel che un tempo . ſuccedette. non cella di rappreſentarci le doglian
allo. fcondigliato Sanſone . Egli in fat- ze de' poveri malmenati , i pianti de'
ti ha ſonno , e. ftanco ſi mette a dor- tiranneggiati pupilli , i fofpiri delle
mpire . Ma, dove, mai ? Ah ! nel feno Vedove. diflanguate , le grida degli O
di una Fikiftca nimica , che teneramen- peraj frodati di mercede , i lamenti de
te ama. Oh delirio ! Oh pazzia ! E co- Creditori contraccambiati, con le mi
me ripofar tranquillo, a canto d' una nacce , gli ftrepiti de ' rivali, rovinati
giurata nimica ? Eh ! che non ſi può , con le prepotenze , la pudicizia, conta .
non ſi può. E per. verisà appona chiude minata dalla difoneſtà , la temperanza
gli occhi Sanſone , che fubito la mole- perduta nelle crapole , gli altari profa .
ſta Spoſa il defta , fingendo avviſargli la nati , i feinplici ledotti , la Religione
affaliode' ſuoi nimici : Philiftiiin fuperte, conculcata , il.Vangelo tradito , la Fede
Sampjon. Ecco dunque Sanſonc fi ſveglia, deriſa , il lomo beneadontato . Nº
peggio di ferito, lione : fi accinge al- eforta quinci, e n ' eforta più fiate la
la Itrage .Ma poi fi avvede della burla ,, grazia ä deteſtarc la pallata follia , a
e tornar a dormire . Pur non cosi egli. ſradicare ogni affetto duordinato , a li
ferra le palpebre , che di bel nuovo l' cenziarc, la colpa , che cotanto ci tiran 2

importuna Spoſa l'atterriſce con la no- neggia . Ma pur contumaci non, aſcol
vella del finto affalto . de' Filiſtei : Pkiai tiamo; ne laiciain di adagiarci in le i

liftiim fuper te., Sampfon . Ecco percia no del peccato . E quindi è , che non
fi dcita di bel nuovo Sanſone , e cor- ci rieſce affatto di ritrovar quiete ..
rea, sbranar chi l' infidia .. Ma poi a Quanto più ci addimeſtichiamo con la
accorge dell' inganno , e torna a dora. colpa , tanto più proviam gli ſcatimen
mire . Oh Uomo (conſigliato! E come. ti della ſindcrefi , che ci atterriſcc , ci
pretendi ripoſare in ſeno di una perfi- fpaventa , ci ſquarcia il cuore · Quetta
da Filtea , che ha tutta la premura implacabil,findereſi in fatti è quci veres
di (vegliarli, e di atterristi ? Deb fug. me ſpietato , che non morendo giam
gi da queſta caſa , abbomina queſta mai, ſempre cagiona allo ſpirito ſpalio
Donna , ſc puoi pacificamente dorinire .. mi e morti : Vermis eorum non moritur .
Altrimente in vano , tenti di ripoſare Il perchè altamente ne paventava l'
in ,Yapias . Ma pur Sanſone non aſcola Abate di Chiaravalle S. Bernardo ( 1),
ed

( a ) S. Bern . lib. de cofe.


91
ed atterrito felamava : ahiinė che orri- taglio ! Ma pure non fu fatale ; per.
bil nimico ! Egli è queſti un verme , che reſtò intatta la radice , e capace
che per quanto ſi ſchiacci , non è mai, di nuovi germogli : Verumtamen germen
che perifca: Hic eft vermis , qui num- radicum ejus in terram finite . La dove
quam moritur . M'inorridiſco di un ver- la pianta , chc riparava Giona Profe
me si mordace , che può chiamarſi ra- ta da' raggi cocenti del ſole , venne
gionevolmente una viva morte: Horreo percoffa cosi da un vil vermicciuolo .
vermem mordacem , mortem vivacem . Mº che non vi fu più (peranza di rinver
inorridiſco d ' inciampar nelle mani dire . E perché ? Ah perchè tal verme
di una morte si viva , di una vita si la percofe nella radice : Preparavis
moribonda : Horreo incidere in manus mor- Dominus vermem , & percuffit bederam
tis viventis , & vitæ morientis . Ahimè ! Solo exaruit . Quello perciò , che non
Queſta è la morte , che non cade maig fece il ferro , fece un verme : e ci si
e ſempre feriſce , ed ammazza : Hæc eft figura , che il verme della finderek
mors , que numquam occidit, fed femper rodendo l' Uomo nella radicc , che è
occidit . Tutta l'abbondanza delle do- anima , è più fatale d'ogai tormcr
vizie , tutta la magnificenza degli ono- to , che tocchi le membra Riflettiam
ri , tutta la piena de' piaceri non ba- ci per tanto , e { cotiamci ; e riſolvia
ſtano ad iſchiacciare il capo a tal ver- mo di uſcir di lusco e di pianto con
me si crudcle , che numquam occidit abborrire l'iniquità . E fe è fomma
fed femper occidit . Oh findereli ! Oh l'amarezza , che no cagiona il pecca
verme ! Oh morte ! Oh vita ! Cost tre- to ; perchè ſempre siam cruciati da
mava , così ſclamava il divptiffimo S. clamori della findereſi : deh non pid
Bernardo , che per l' incorrotto ſuo tardiamo a sbandire si grandi angu
vivere non avea ſperimentati i norſi ſtie con toglier la cauſa della colpa ,
di sì barbaro verme . Quanto dunque da cui vengono originate . Altrimente
dobbiam noi inorridirci , che ne pro miſeri di noi; che faremo ſcopo di a
viamo tuttodi le trafitture ? marezze maggiori , e ne farà palpita:
Ah ! confcfliaino una volta , che fia- re il penſiero della imminente eterni
mo oltre modo anguftiati , o Criſtiani, tà . In fatti 3

Confelliamo , che dalla colpa non per


TERZO PUNTO .
cepiamo che miſeric e guaj. E quindi
riflettiamci con ſerietà per abbomi
narla giuſta il conſiglio d' Iſaia Profe- Esomma l'amarezza ,che ne cagiona il pecs
ta : Vide , quam malum fuo amarum fit , cato ; perchè sempre frame otterriti dat
dereliquiſfe te Dominum Dewn . Riflettia penfiera dell' etornite .
mo , che i rimorſi della coſcienza
fono i tormcnti maggiori ; perchè af- Confideriamo , dilescillimi Fedeli
fliggon lo ſpirito : ne v ha ferro si a- che qualunque ancor monoma azione ,
cuto , che poſſa recar tanta pena; quan : fia giuſta , fia rea , effer debba ricoin ,
ta può recare all'anima il verme benfata dall' inaltcrabiie giuſtiflimo Ri
della coſcienza . Quindi ſclamò S. An- muneratore Iddio con una eternità o
felmo (W) : Magna pæna eft impiorum Co- di tormenti , o di gloria . L', albere
fcientia . Eccone la figura ne' fagri Co- della noftra vita ſarà reciſo : e dove
dici . Preſſo Daniello un Angiolo 5 'caderà , quivi rimarrà per tutti i ſeco
armato di ferro , rovinò lo finiſurato al- ki ſenza speranza di poter cambiare
bero , che ricco di foglie e di frutta , fi nė luogo , nè Gto . Se caderà alla de
diramava per tutta la terra . Duriffimo
*
ftra degli Eletti; perpetua farà cd in
M 2 ne

(a) S. Anfelm . fup. 2. ad Cor. cap. 2 .


92
namiſlibile la fua ventura; e ſe alla fi- mo ſtato , e ne cambia ogni'dolcezza
niltra caderà de' Reprobi ; perpetua in amariffimo aſſenzio . Ed eccoci ncl.
parimente ſarà ed inamillibile la ſua la deſolazione iſteſſa del Ricco del
infelicità . Verità ella è queſta incon- Vangelo . Avea coſtui ammaſſato teror
traſtabile , inſegnata dalla Canta Fede; ri , baſtevoli a riempirlo di delizie per
ed è il fondamento della Religione molti .luftri. Onde compiacevaſene al
di Geſucriſto . Che terrore perciò debbe ľ eſtremo , e ſeco ſteſſo favellando ,
tramandare nel cuore di chi ſeriamen- lieto e contento ripetca : che ti man
te vi penfa !Ah ! che fino i Giuſti tre- ca , cuor. mio ? Hai tanti beni , che
mano da capo a piedi nel riflettervi ; puoi godere, per anni ed anni : Anima
ed il dubbio folo , che poſſano eter- mea , habes muita bona , repofita per annos
namente perderſi , lor cagiona palpiti plurimos . Dunque ripoſa , inangia , sbe
e sfinimenti . Or che farà de' Colpe- vazza , crapola : Requieſce , comede , epur
voli , i quali ſerbando geloſamente il lare .Ma ahimė ! che mentre cosi parla
peccato in ſeno , ben fanno , che ab- va , orribil voce gli rimbombo all' 0
biano ſotto i piedi ſpalancato - l'Infer- recchio : Stulte , hac no&te animam tuam
no ; e che per piombarvi dentro non repetent a te..Stolto , hai fatti malamen
altro Inanchi cbe romperfi il debolif- te i conti : hai fatta provviſione per
fimo filo della lor vita ? Se trema un molto tempo ; ma non hai penſato ,
Davidde , quanto più tremar debbe un che il tempo è in man di quel Dio ,
Acabbo ? ſe palpita un Ezecchia ,quan- che oltraggiafti . Ecco che egli già
to più palpitar debbe un Geroboamo? tranca il corſo degli anni tuoi per If
Ma ricordiamci del reo , meſchino , metterti in una eternità : di pene: Stul
che condannato a morte dalla umana te , kac nofte animam tuam repetent a te .
giuſtizia , già tiene il capo ſotto alla Coſa perciò ti vale: la accumolata abr
tagliente mannaja . Che freddi ſudori! bondanza : Et que paraſti cujus erunt ? 1
Che tormentoſe agonie ! Che tetri pen, Ed oh ambaſcia ! oh affanno ! ob de 1
fieri ! Non baſtan parole , non baſtan folazione ! Egli non : ebbe più pace ;.
conforti per Sollevarlo ; e tal è il ſuo formo il noſtro diſinganno . Ancor noi
timore , che gelato il ſangue , prima l' imitiamo ; c per adagiarci nel Mon
di morire non dà più ſegno di vita . do oſiamo di abbandonare Iddio . Ma
Or non è queſta l'immagine del Pec- abimé ! che quando crediamo di follaz
catore ? Condannato egli dal giuſtifli- zarci , ne preſenta il penſiero la no:
mo » Iddio a morte cterna , giace: nulla ftra follia . Coinc .! aſcoltiam fcgreta-'
men che ſotto il fendente della divi mente rimbombarci nel fondo del cuor
pa Giuſtizia ; ed .aſpetta, che, ſopra gli re ; comc. ! Tentate divertirvi , quando
fi ſcarichi per inabiſſarlo pel fuoco i- è già vicina una eternità di tormenti ! 1
Deſtinguibile . Che commozione ! . che E chi vi allicura , che non corra im
palpiti ! che agonie perciò ſperimen , penſata la morte a recidervi ? Chi vi
tare egli debbe nel riflettervi , e ri- aſſicura , che abbiate a ſopravvivere
cordarſene ? anche un ' altra ora ?: Avete Iddio ni
-- Ah ! Criſtiani, fe noi. fiamo nel nu- mico . , e ripoſate ? L'Inferno è per
mero . de' Peccatori , confetfiamo la voi , e gioite ? La morte fi appreſſa
verità , che di tali amarezze fiam ri- non paventate ? Oh ſtolti ! Oh ſtol
colmi. E ' vero , che facciam tutto il ti ! E quanto dovrete piangere ſenza .

poſſibile o per fraftornarle o per rimedio ! E a tali voci qual è il ter


mitigarle. Spalli , divertimenti , palleg. rore , qual lo ſpaventa , che c' ingom
gi, ricreazioni, pompe , ville , giardi- bra ? Come ſentiam palpitare il cuorc ?
ni mettiamo in opera per divagarci Quanto ci ſentiam coſtretti di fofpira
Ma ahimè ! l'importuno- penſiero fem- te ? Evvi delizia opportuna , che va
pre ne rappreſenta il noſtro infelicill- slia a toglierci la tema, é metterci
in

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in iftato di godere ? E' vero , che tal gli diverranno Schiavi, da Cittadini tor
voltà ci sforziamo di fraſtornarc il fu- neranno Stranieri ; e tutte le Nazioni ga
neſto penſiero , che ci confonde ed reggeranno per opprimer gli ed efter
opprime . Ma per quanto cerchiam minargli: Numquid Servus eft Ifrael , aut
divagarci , non è già , che fugga la vernaculus ? quare ergo fa &tus eft in pre
ſpaventevole immagine ; c quando più , dam ? Si , in tal guiſa ſi lamenta l' al
e quando meno ci ſembra rimbombare tiffimo Iddio . E perciò a tali voci en
all'orecchio :- Stulte , hac nocte animam triamo, omai in noi ſteffi a conoſcer
tuam repetent a te ; & que paraſti , cujus la noſtra follia ; e fe non altro , ci
erunt ? Or non baſta cotanto ; perchè muova almeno ad abbandonare ed ab 1

meniam triſti i noſtri giorni ?Oh ama- borrire il peccato il graviſlimo danno ,
rezza ! Oh, vita infelice ! Oh condizio- che ne cagiona . E ſe ci avviſiamo
ne indegna della colpa , che reca si che Iddio offero ci colma di afflizio .
fatale veleno ! ni e di mali ; deh procuriamne ad o
E noi ſiamo si ftolti , che volonta- gni coſto ·la riconciliazione e la pace :
riamente ci profondiamo in un abbiſo Si Deum , ne avviſa il Pont. S. Gre
di miſerie ? Abbandoniamo il Padre gorio (a) , R Deum in tranquillitate me
celeſte , che è il fonte perenne di ac. tuere nolumus , faltem vel percuffionibus at
qua viva di grazie e di conſolazioni : triti timeamus . E' fomma 1 ! amarezza "
e ci caviamo una ciſterna, diſlipata e ehe ne cagiona il peccato ; si perch
fdrucita , che non può contenere umo- fèmpre fiam berſagliati dalle traverſie ,
rc di contentezze ? Ah ! Criſtiani ; ſe si perchè ſempre ſiam cruciati da' cla
nc lagna il medeſimo Re della gloria mori della findereſi , e si perché ſem .
per bocca del piagnente Profeta Gere- pre ſiamo atterriti dal penſiero dell'e
mia , ed eſclama; deh ftupitevi di ciò , ternità : dunque odiamo e deteftiamo
che ſono per dirvi., o cieli , e voi., O il peccato , che ne ręca amarezza s .
foglie dell' empireo , della più grave ineffabile ; e volgiamci ad amare quel
defolazione copritevi : Obftupefcite , ca- ſommo Bene , donde ogni vantaggio
bi , ſuper hoc, & porte ejus defolamini deriva . Si , contempliam la potenza ,
vehementer . Ecco i miei popoli eletci la bontà , la giuſtizia , la cleincnza del
han commeſſo due mali , l'uno dell'al-- noftro Dio ; ed offeriamgli il noſtro
tro peggiore : Duo enim mala fecit po- cuore umiliato e contrito in tributo di.
pulus meus . Han ripudiato me lor be- oflcquio '. Sentite . Moltiffimi popoli ,
nigno Signore ,, cui nel diſerto e nel- Orientali, atterriti dalle vittorie , cho
la patriapromeſſa hanno mai ſempre per ogni dove udivanfi del barbaro
(periinentato eſſere una vena larghifi- Oloferne , per non eller ſorprefi dal
ina di onde limpide , che eſtinguono le ſue arri, gli uſcirono incontro con
ogni ſete di vera allcgrezza e di pie; le chiavi della Città , gli eſibirono i
no contento : Me dereliquerunt fontem loro beni, gli ſi proteſtarono Sudditi,
aqua vive . E dopo di un error si cic- e gli diedero la potcftà di diſporre a
co ſono inciampati nell'altra più la- ſuo arbitrio di loro e de ' lor Figliuo
grimevol follia di girſi a cavare alcu- li , ſenza venire a ftrepito di aſſalti e
ne ſterili inaridite ciſterne , che fer- di battaglie : Definat indignatio tua cir
bar non valgono in conto alcuno quel- ca nos : omnis civitas noftra , omniſquepof:
le acque di pace , che bramano : Et felio , wiverſe facultates noftræ , atque fa
foderunt fibi ciſternas , ciſternas diſſipatas , milice in conſpectu tuo funt f:int omnia 920
bi

qne continere non valent aquas . Piangeran ſtra fub lege tua : nos, & filii noſtri tion
quindi la loro ſventura; perchè da Fi Jumus : veni nobis pacificus Dominus ,ute
&

( a ) S. Gregor. hom . I. in Evang.


94
were fervitio noftro, ficut placuerit tibi . noftre caſe , te voſtre poffeflioni, i no
Or cosi facciamo anche noi , non per ſtri meſtieri , le noſtre famiglie , e quan
vile , timore a ſimiglianza di quei po- to abbiamo in qucfta miſera terra : 0m
poli , ma per impulſo di filiale dile- nis civitas noſtra , omniſque pofleffio, univer
zione , non già ad un barbaro Tiran- fe facultates noſtre in confpe & u tuo funt .
no , qual cra Oloferne ,ma al Re del- Signore , vi offeriamo l'intendimento ,
la gloria e noftro ainabiliffimo Padre. la lingua , ed il cuore ; c vi promet 1

Conoſcendolo meritevole di tutto il tiamo di non penſare mai più ad og


noſtro amore , riconoſciamlo ed ado- getti peccaminofi; di sbandire mormo .
. riamlo per fommo noitro Sovrano e razioni, ſpergiuri , beſtemmie , diſcor
Dio . Su dunque proftriamci innanzi il ſi laſcivi; di amare con ſincerità , chi
fuo altare , buttiainoci a' fuoi piedi , ed ci offeſe , e ci offende ; in fine di o.
umilinente fupplichiamolo . diar ſempre ed efficacemente il pec.
Alto Signore , baſtantemente abbia- cato : Sint omnia noſtra fub lege tue ..
mo ſperimentato il mal pro , che ci Di più vi promettiamo di eſſervi ſer
ha fatto la colpa . Ci ha empito di a- vi fedeli in avvenire , e di adoperar
marezze , e ci ha diſguſtato voi , bon- ci in guiſa , che tali ancor divengano
-tà infinita , degna di eſſere amata ſo- i noſtri Congiunti , ed i noſtri profii
pra tutte le Creature , Ecco perciò l' mi: Nos & Fili noftri fervi tui fumus >>
abborriamo , la deteſtiamo , la odiamo Ma voi intanto accettate le noſtre u
innanzi il voftro coſpetto , e ve ne cer- mili offerte ; e diſponete di noi in
chiaino umilmente perdono . Non vo- tutto , e ſempre , coine vi aggradiſce
gliamo mai più offendervi, e vogliamo meglio ; perchè farem ſempre raſſegna
anzi più toſto morire . Ma voj intanto ti al voſtro ſantiflimo volere , e bra.
compatito la noſtra debolezza,ed uſate- meremo di non eſſer preda della vo
ci pietà e miſericordia : Celli omai il ſtra collera , ma di godere perpetua
voftro ſdegno , e riſplenda la voſtra gra- mente la voſtra pace : Veni nobis paci
zia ſopra di noi: Definat indignatio tua ficus Dominus , & were fervitio poliro
circa nos. Ecco a voſtra diſpoſizione le ficut flecuerit tibi. E cosi fa .

SE
95
SE S TO GIORNO
I STRU ZI O N E VI

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

A RG O M E N TO

Si efortano $ Fedeli a fare confiderata elezione del Confeffore , a cui paleſino tutti i pus
cati ,, tutte le paſſioni, e tutte le debolezze laro; e di più a non curare , anzi a
ricevere da lui con umilta qualunqne ancor: aſpra ammonizione .

no i miſeri Indovini ; perchè il RC


Nabuccodonoſorre ,, come ci nar : fvelaffe loro il ſogno per interpretar .
ra. Daniello nel capo ſecondo del: lo : Rex fomnium dicat Servis fuis ,& in
la fua profezia , nel ſecondo anno del terpretationem ejusindicabimus. Ma che ? Il
fŲo governo fu improvviſamente aſsallas Monarca: in vece di ſoddisfargli in si
to ed atterrito da unmaraviglioſo orri- giuſta dimanda , tutti gli condannò fa
biliſſimo. fogno . Parvegli di vedere una rioſamente alla morte : Quo audito ,Re:
Statua di altiflima ftatura c terribile : in furore & . in ira magna.præcepit, utper
innanzi il. ſuo coſpetto , che, avea il ca. rirent. omnes.Sapientes. Babylonis..Voi cer
po di mondiffimo oro ', il petto e le . tamente vi ftupite di tale ftravaganza ,
braccia di argento , il ventre ed i lom-- o Fedeli . E pure vi dovreſte maravi.
bi di bronzo , le. tibic: di ferro , ed i gliarc più toſto , che codeſta ſtrava-
piedi, di fango :: e. parvegli altresì di: ganza . ſovente, ſi rinovella nel . Criſtia
vedere , che un picciol (affo , diftac- neſimo . E come no ? Vi ſono, alcuni
catoſi violentemente dalla vicinamon .. Penitenti, i quali ſono atterriti , non
tagna , li ſcagliava contra il Simola- da’ ſogni , ma dall? evidenza' de' loro
cro ; e percotendolo ne ? piedi di loto, peccati; perchè gli hanno richiamaci:
il diſſolvea , l'atterrava , ed indi quaſii a memoria con l'Erame della Coſcien
per falto diveniva, un ' altiflima.monta-- za , han: procurato di abbominarglie
gna .. Stupi il . Monarca, a tal viſione , deteſtargli, ed ' han, fatto Proponimen .
di turbo, altamente , e non ceſsò di gram to di non mai più inciamparvi . Ma
vemente ſpaventarfi . Ed a liberarſi dal intanto non, fi:fidano di paleſargli al .
conccpito timore , fece fubito chiama. Confeffore . Vorrebbero , come Nabuco
Fe, tutti gľ Indovini della Caldea per: co :, che. i Confeffori gl ' indovinaffero :
ottenere l'interpretazione, del ſogno e quindi approvano quelli', che giun
miſterioſo . Ma crederefte , dilettiſtimi. gono ad indovinare ; e. riprovano qucla .
Uditori ?: Nabucco in vece di narrare li , che non voglion condiſcendere al..
la ſua viſione agl' Interpreti , prete ſe > la loro pretenſione:. Anzi vi ſono al
che gl’Interpreti fotto pena della more- cuni , che accoſtatiſi a ' Confcffori , non
te : narraflero a lui l'avuta viſione : Som- ſanno altro- ripetere. chc:le ſolite. pa-.
nium igitur , & interpretationem ejus indi. role :. Padre', efaminateci ; Somnium igé.
cate mihi . Oſſervate , che ſtravaganza ! tur , & interpretationem ejus indicate non
Pregarono , fupplicarono , ſcongiuraro-. bis.. Gran cofä ! Sanno. commettere i

3
-
delicti , c non gli fanno confeſſare ! dottilsimo e lofferente Confeffore , che
Ma che pretenſione e mai codeſta ? v'impieghi tutta la diligenza, e tutto il
Ella è una pretenſione , che ſovente è tempo . Ma oh che inganno ! E come!
troppo ſciocca : ed io queſt'oggi vo- Tanti raggiri , tante indolenze per gua .
glio togliervi d'inganno con eſortar- rirvi dalle infermità dell'anima? Ope
vi a farc una buona elezione del Con- reréſte cosi , ſc ſi trattaſſe del voſtro
* feffore , ed a paleſargli tutti i ſegreti utile e vantaggio temporale ? Io ſo be
della voſtra Coſcienza . ne , che ſe alcun di voi è infermo net
Prima che m' inoltri a palefarvi i corpo , non ſi contenta di chiamare
miei ſentimenti , biſogna , che io vi promiſcuamente ogni Medico ; ma or
avverta , che non è mia idea nè didina , che ſi chiamino i più periti def .
cenſurare , né di 'ſcreditare alcuni de' la Città , i più accreditati , i più celc
ConfefTori . Dico anzi , che tutti ſon bri, i più dotti . E pur ſi tratta della
buoni , tutti'fon dotti , tutti ſon ſan- ſalute del corpo . Più . Io ſo benc
ti . Ma ſiccome da una parte non tut:. che ſe alcuno di voi avefle qualche li
ti i Confeſſori ſon di ún eguale tem- tigio col ſuo Einolo , non li contente
peramento e di eguali opinioni ; e rebbe di chiamare ogni ſemplice Av
dall'altra parte non fon tutti di egual vocato a promuovere le ſue ragioni;
umore e di egual malizia i Penitenti : ma 'potendo , procurerebbe in oltre di
cosi la ſperienza ne fa conoſcere , che di darne la incombenza al migliore .
non tutti i Confeflori ſon buoni per E pur di tratta di vantaggio tempora
tutti i Penitenti ., nè tutti i Penitenti le . E quando poi ſi tratta dell'anima, 1

fi debbano adattare a tutti i Confeflo-. quando ſi tratta di guarirla inferma ,


ri; e che quindi da quelli debbaſi fa . é di adornarla di beni ſpirituali ; ba
re ottima ſcelta di queſti. Ciò poſto ; fterà chiamare qualunque Medico , qua
vengo a dirvi , dilettiſliini Uditori lunque Avvocato , che non conoſceli ?
che voi dovete eleggervi un Direttore, Ob che cecità ! Ma che ne avvicne
che voglia e ſappia guarirvi , e diri- intanto ? Suole Iddio permettere in pe .
gervi per la via del ciclo . Ed oh quan- na della voſtra indolenza , che ritro
to dovete attcndere a queſta ſcelta ! viate un Direttote , che o non poſſa ,
lo ſo bene , che dalla maggior parte o non ſotfra di applicarſi a conoſcere
do' Criſtiani ſi traſcura ogni attenzione la voſtra infermità ſpirituale , e affati
in qucſto particolare . Vi ſono alcuni, carſi a farla conoſcerc a voi infermi.
che vanno ciecamente , a chi lor vie . Quindi che ne confiegue ? Appena vi
ne incontro : e queſti in qualche ma- applicherete a pulire l' efleriore della taz
niera ſon compatibili , ſe non trovanſi za e del piatto con toglier via i peccati
troppo confuſe le partite della loro groffolani e viſibili ; e laſcercte l' in
Coſcienza . Ma vi ſono altri più mali- terior dello ſpirito pieno d'imperfe
ziofi , i quali perchè conoſconſi pieni zioni e fozzure, in vece di comincia
d'iniquità , vanno artatamente adoc-, re , come dice Geſucriſto nel Vange
chiando e ſcegliendo quei Confeſſori ,, lo di S. Matteo , dal pulire al di dentro ,
o che ſono affacendati , o che ſono affinché reſti netto anche il di fuori .
indulgenti , o che ſono pufillanimi, o Più . Permetterà Iddio in pena della
che ſono facili ad alzar la mano per voſtra noncuranza , che il Confeífore
aſſolvere . E cosi operar ſogliono al- vi affolva ſenza avervi prima fufficien
cupi Giovani iinpudichi , alcuni rab- temente ſcandagliati; e luſingandovi di 1

biofi Avari , ed alcuni Limoderati Am- eller vivi , quando realmente fiete ancor
bizioſi , che han l'anima oppreffa da morti pel peccato , vi inandi alla Comu
cattivi penſieri , da compiacenze bru- nione , e vi affonda cosi ſempre più
tali , da deíiderj nocivi , da opere ne- , nell’Abbillo , donde forſe non uſcirc.
fagde ; e quindi han biſogno di un te mai in tempo di voſtra vita . Final.
men

1
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imente permetterà Iddio in pena della pagherefte voi in fatti di queſta ragio
voſtra ſcioltezza , che il Direttore veg . ne nelle coſe temporali ? Se fi trattar
ga le voſtre ricadute ſenza reſtarne ſe della voſtra ſanità , o della conſer
commoſſo , e non vi faccia conoſcere vazione della voſtra robba , vi deter
le orribili conſeguenze , che ne ridon- minereſte voi a prendere un Medico ,
dano , di avere una falla giuſtizia , con o un Avvocato per queſta ſola tagio
la quale non morirete nè innocenti > nc , che l' uno e addottorato in Medi
nė penitenti, ma peccatori e dannati . cina, e l'altro in legge ? Se voi vo
Ma non ſono , forſe mi dice taluno, leſte avere un buono orologio, vi ap
Uditori , non ſono io ſicuro , quando paghcreſte voi di qualunque Artefice
adempio eſattamente a ciò , che m' pur che folic Macſtro o vi delle 1
impone il Confeffore ? Se egli mi gui- orologio a buoniſſimo prezzo ? So , che
da male ; ſarà male per lui . Quanto a nè anche vi fareftc far le ſcarpe da
me , io ſono nella buona fede . Ma a- quel Calzolajo , della cui abilità non
dagio , adagio : che chi parla così , avete altra pruova , ſe non che abbia
debbe prima d'eſſer riſpoſto, riſponde- bottega . E pretendete poi d'efler fi
re ad un povero Cieco . Queſti perché curi, confidando la direzione della vos
Cieco , ha cercato guida per la città, ftra Coſcienza ad uno , che ſapete fo
e gli è piaciuto di accompagnarli con lamente di eſſere approvato ; cd il pre
un altro Cieco : ma dopo bricvc ca ferite agli altri, fol perchè è facile ad
mino è incampiato egli ed il condot affolvervi ? Deh non v'ingannate : e
tiere , e ambi ſon caduti in un foſfo . ſappiate pure , che Iddio permettera
Chicde perciò da ognuno compaflione; che andiate in precipizio ; perchè vi
perché è caduto impenfatamente , ed fate troppo luſingare in ciò dalla pal
aveaſi appoggiato alla guida . Il com- fione . 堡

paſſionate voi ? So , che ognun di voi Dunque, Padre , coſa abbiam da fa


ne ride ; e dicc al Cieco , che non re per eller ficuri del Confeſſore buo
potea eſſer ſicuro con la guida di un no ? Io non voglio qui dirvi , ciocchè
Cicco , eſſendo egli vero ciò , che di dicea il P. Maeſtro Avila , che il
ce Geſucriſto in S. Matteo , che ſe un Confeffore fi debbe ſcegliere tra mil
Cieco ſerve di guida a un altro Cieco , le ; o ciocchè dicca S. Franceſco di
.cadono tutti e due nella foſſa : Si Ca- Sales (a) , che il Confeffore ſi debbe
.eus Cæco ducatum præftet , ambo in foveam ſcegliere tra diecimila . Tutti fuppon
cadunt . Or come dunque potrà alcuno go ottimi di fapienza e di pietà pel
eſſer ſicuro di un Confeffore , che fa motivo ſolo , che ſon dal " Veſcovo
effer cicco , ed appoftatamente l'ha approvati. Del reſto ' poi per riſpon
ſcelto tale per operare a ſuo modo ? dere alla voſtra dimanda , io m' inol.
.come potrà eſſerc in buona fedc; quan- tro così . Egli è certo , che in caſo
do ſa , che il Direttore non eſercita e- di neceflità ogni Sacerdote è buon
ſattamente il ſuo uficio , e non adem- Confeffore , e può affolvere da tutti
piſce bene alla ſua obbligazione ? At- i peccati , benchè non approvato dal
tendete bcne , e non v' ingannate ; Volcovo "; perché con l'Ordine del
che è in riſico la ſalute eterna di voi è Sacerdozio gli vien conferita dalla
del Confeffore . Ne foggiungete , che Chieſa queſta autorità . Ma fuori di
Iddio non permetterà , che cadiate nel queſto caſo tutti - i Confeſſori debbo
precipizio , ſempre che elcggiate un no cſere approvati dal Veſcovo , ed ol
Confeffore approvato dal Veſcovo ·, tre la poteltà dell'Ordine debbono
Nol dito , che v'ingannate . E vi ap- aver quella della giuridizione , che
N Jor

( a) Cat. feq . 46. Samo S. Franc. Sal. Ixtrod. alla vita diynta .
1

i
98
lor dà il Veſcovo con approvargti : chicdiamo ; e potremo effer ſicuri, che
ed avuta queſta giuridizione tutti poſ- ſe il Direttore , datoci da Dio,foſſe il
ſono aſſolutamente confeſſarci . Ma non più ignorante e diſſoluto del Mondo,
è eſpediente , che andiamo noi, a chi Iddio medeſimo il renderà ravio e oto
ne vieneavanti. Dobbiamo penſare alla timo per noi ; anzi il renderà piů zé.
fcelta . E che dobbe farſi ? Prima di ac- lante di S.Pietro d'Alcantara , il qua
1
coſtarci al Confeflore , dobbiamo cer- le non dubitò dire all'iſteſſo Carlo
carlo a Dio con indifferenza e con V Imperadore , di cui aſcoltava le
ſemplicità di cuore . Dobbiamo, cer. Confeitioni : Dixifti peccata Caroli ? Dic 1
darlo a Dio ; perchè egli folo , come nunc peccata Cu faris .
conoſcitore del cuori , può ſommini- Ma dopo ritrovato il Confeffore » 1
ftrarci una buona guida c
, ome ſuſcita- è neceffario, che ſi dicano tutti i pec
va un tempo o buoni o cattivi Princi- cati . Sphieghiamo queſto con le dot
pi o po! buon governo, o per giu- trine della Teologia ; c palliamo a
ita mortificazione , del ſuo popolo E- quel, che in ſecondo luogo vi ho pre.
breo . Onde noi dobbiamo da lui for porto . La Confeflione de' pcccati deb
19 alpettare ed a lui chiedere un. be ſempre efferc. intera ; e perciò la
Vono , che abbia il lume e la cari integrità diccli parte eflenzialc e ne
neceffaria per guidarci nella via . ceſſaria del Sagramento della Peniten
della Salute ; e come un tempo dicea za , come più volte vi ho accennato .
i P. S. Agoſtino, dobbiamo chieder- Con tutto ciò puo ella dirſi intera in.
lo a lui fervoroſainente , quanto una due maniere , cioè materialmente e for
gran carameritadi efjerumilmente ri- malmente . Diccfi intera materialmente 24

chieſta. E'vero , che non ci tien proi- quando il Penitente confeffa tutti i ſuoi
bito di chiedere , d' informarci , e di peccati , che li ha ricordari dopo un
prender conſigli intorno alla ſcelta , diligente Elaine. Diceſi intera formalmen
che dobbiam farc : ma inſieme dobbia- te , quando il Penitente non poter :
no fidare unicamente a Dio ; perché do incolpabilmente confeffare tutti i
da lui ſolo dipende il buon eſito del- ſuoi peccati , fi confeffa di alcuni ;
le noſtre ricerche , e di quei conſigli , o di un ſolo , o di neſſuno . In caſo .
che da Direttori și faranno dati . Ne di necellità baſta l'intierezza formale ;
Iddio ci mancherà , ſe il cerchiamo e ſarebbe a ragion d ' eſempio , quando
con ſemplicità di cuore . Egli medcli- l'infermo , che è vicino a morte , può
mo dice per Geremia : Convertitevi, e folo confeſſarſi di alcuni, o di un fol
ritornare a me ; io vi darà de Paſtori le pcccato ; o pure ha chieſto la Con
condo il mio cuore , che yi daranno il nutri feſſione , e prima di venire il Confef
gento della ſcienza e della dottrina . Ed ſore ha perduta la lingua , e non può
il Savio dice : Cercate il Signore con un confeſſardi di alcun peccato ; perchè in
çuore ſemplice ;, perché quelli , che non to queſti caſi bafta il detiderio di confer.
fentano , lo trovano, eſi fa conoſceere a quel farſi col Dolore di avere offelo Iddio,
li , che hanno confidenza in efjolui . Se noi come vi ſpiegai nella quarta Iſtruzio
dunque cerchiamo un Direttore con nc . Negli altri caſi poi neceſſariamen
un fincero deſiderio, e con una ferma te richiedeſi per la validità della Con
riſoluzione di andare , a Dio, trovere- feſſione l'integrità materiale ; tal che
mo quel, che cerchiamo ; ed il Signo- il tralaſciare alcun peccato , malizioſa
re non permetterà , che ci manchino , mente , ſarebbe l'iſteſſo che non con .
mai gli ajuti neceſſari per ſalvarci . feflarne alcuno, e rendere la Confel
Lungi perciò ogni attacco a' Confef. ſione ſagriloga. E l’itteſo ſi deve di
fori , ma ſolo indifferenza e ſemplici. re , ſe malizioſamente fi tralaſci alcu
tà di cuore nel chiedere a Dio il na circottanza necellaria a dirſi al Con
Direttore : ed ecco troveremo ciocche fefore , come altra volta fufficicnte
men
1

.
99
e vi yoſtra apprenfione vi fa inorridire di
ment
Ma, Padre , iogato
ho ſpie ho. una gran ripu. áppalefare al Direttore le voſtre colpe;
gnanza nel confeſſarini alcuni pecca- benchè realmente non l'abborriſchi la
ti ſordidi ed enormi , che mi recano natura : 'onde ficcoine tante volte per
una gran vergogna e confuſione in pa faſto le paleſate a yoſtri amici , ac
lefarzli. Vi è alcun rimedio ? Non vi creſcendole molte volte di più di quel
è rimedio affatto : o conviene confef- che fono ; cost potete farvi animo per
Targli, o dannarſi. Biſognava arroſfirſi dirle ad uno , che ſta in luogo di Dia
di comincttergli, non biſogna arroſfir- per afrolyerlc . 3. conſiderate , che i
fi di confeſſargli : anzi , come dice S. Direttore pon ſolamente non ſuole
Ambrogio (a) , è vergogna il non con- ſcandalezzarſi , 6 cenſurare la voſtra
feſſargli : Nihil pudoris eife debet , nifi non iniquità , e prendervi in 'orrore ; ma
fateri ; cum omnes fimus peccatores . Non anzl , tutto al contrario, egli fuole ap
baſtano penitenze, digiuni, diſcipline, pagarſi della voſtra ſincerità e della
macerazioni . Biſogna indiſpenſabilmen- confidenza ufatagli , e ſuol'oltre mo
te confeffare tutti i peccati : altrimen- do abbracciarvi , c compatirvi , ed aju
te le Confeflioni ſono tutte ſagrileghe; tarvi . 4. conſiderate , che il Confer
ed invece di ottenere con effe il per- ſore fapendo i voſtri peccati, è tenuto:
dono de' peccati , ſi fa con cllc un ad un rigoroſo ed inviolabil ſegreto
nuovo graviffio peccato di fagrilegio in maniera , che per neſſuna cauſa
( b) . Ma in caſo di inolta folla di gen- anche ſe doveſſe ſalvare tutto il Mon
te in giorno di gran ſollennità , forſe do , può mai palefargli ſenza eller fa
non è lecito tralaſciare alcun peccato grilezo , ed anche eſsere in queſto
per la comodità de' popoli divoti ? Non Mondo gravemente punito ) . 5. fi
lecito affatto ; ed è deciſo dal Pon- nalmente conſiderate lo ſvcrgognamen
tefice. Innocenzo XI , il quale condan- to e la confuſione grande , che farà
cho queſtapropoſizione : Licet facramen- nel giorno del giudizio finale , quando
taliter abfolvere dimidiate tantum canfeffos non ſolamente dal voſtro Confeffore, ,
ratione magni concurfus pænitentium , qua- ma da tutte le Creature ſarà riſaputo
dis y. g . poteſt contingere in die magnæ &- quell ' iſteſſo peccato , che non voleſte
Jicujus feſtivitatis , aut indulgentiæ . palefare ad un Sacerdote ſotto rigoro
Dunque , Padre , debbo io neceffa- fo ſuggello , e per cui farete danna
tiainente ſoffrire ogni vergogna , e pa- to per tutta la eternità ; laddove fc l'
lefare i mici peccati ? Cosi dovete aveſte confeſſato , o non comparirebbe
Ma in che maniera poſſo io farmia- affatto , o pur comparirebbe a viſta
nimo a ſuperare queſta difficoltà ? In di tutti per voſtra gloria , lavato e im
molte maniere . 1. conſiderate , che il prezioſito col ſangue di Geſucriſto nel
Sacerdote , a cui avete a confeſſarvi , Sagramento della Penitenza . Quindi
non è finalmente un Angiolo ., ma un ben diffc il P. S. Agoſtino ( ?): Si non
Uomo come voi , dell'iſteſſa natura confefjus lates', non confeflus damnaberis.
della fragilità medeſima , dell'iſteſſo Ma, Padre , vi ſono alcuni Confef
fango , che ſiete voi : onde eſſendo fori , che aſſai indiſcreti molto ne ſgri
egli ſottopoſto a' medeſimi peccati , dano ... Ma piano , Uditori , che io
avrà viſcere teneriffime di Padre per brevemente vi riſpondo . Primicramen
compatirvi . 2. conſiderate , che la te ſon troppo rari i Confeffori di tal
N 2 fat

( a) S. Ambrof. lib. 2.depan.cap.10. (c) Cedr. de pæn . cap . 1o. S. Bern .


Conc. Trid. sell. 14. cap. 5. Serm . 104. de diverf. s. P. Auguft. in
Cat. Jett. 46. S. P. Auguft. Jerm . 351 . Pf. 49 .
S. Cyprian . tract. de lapis . (d) S. P. Auguft. in Pf. 66..
100
facta , eſſendo la maggior parte più fo ! Ordinariamente non l'avete ; e nel
pacifica di quello , che ſi dovrebbe . vedere appena il voſtro nimico , ben 1
Secondariamente quando ciò accada > chè umiliato., ſúbito vi mcttcte in con
non vi debbe eſſere di ſpavcnto , fa- tegno , v' impallidite , vi ſdegnate , e
pendo bene , che il Direttore ſgrida non ceſſate di lagnarvi di lui, c forſe
per voſtro vantaggio , e perchè vi- di ſgridarlo con parole si aſpre , che
norridiate a commettere di nuovo i ſovente offendono la carità . Or ſe int
voſtri eccelli . E finalmente dovete cr- tal circoſtanza il nimico fi offendelſe
fere sì ben diſpoſti , che prendiate la della voſtra correzione , c ricuſaſſe di
correzione dalle mani di Dio per ſod- ſtarvi innanzi per non ſoffrirla ; coſa
disfazione dei voſtri peccati . Se ave mai direſte voi? Ahimè! vi fcandalcz
fte nel corpo una piaga , prendereſte zerefte . E come , direfte , come ! fo .
in odio quel Ceruſico , che vi applica no ſtato offero ; e nè anche poſſo la
rimedj violenti per guarirvela con fi- gnarmi? Che pretenſione è mai code
curtà ? Sc aveſte nc! interno un gra- Ita ? Così direite . Ma s' egli è cosi;
ve male , vi diſgulterebbe.quel Medi- fate con ellovoi gli itefl conti. Offen .
co , che per liberarvene vi fa forbirc defte, non già un Uomo voftro pari ,
bevande, amare, e diſguſtoſe ? Certa- ma l' iftefo Re della terra e del cielo;
pente che no . Anzi,amereſte il Medi- cd or venite umiliati a' picdi- del ſuo
co ed il Cerufico , che intendono di Miniftro , che è il Sacerdote , a dimag
beneficarvi; e. volentieri foffrirefte i dargli perdono . Non è dnnque irragio
loro rimedj , che ſono ordinati alla nevole , che pretendiate di non voler .
voſtra ſalute . Or nella guiſa iſteſſa a- ſoffrire le lagnanze , che l’Altiflimo per
mar dovete quel Direttore , che ſgrida mezzo del Confeſſore vi dirige ? Si, è.:
per guarirvi le piaghe dell'anima ; e irragionevole . E perciò fatevi antici
riſpettarlo comeMiniſtro del Signore, pata rifleſione; e così non vi ſgomert
che intende farvi riacquiſtare la vita teranno le grida de' Confeffóri .Ed ecco
foprannaturale dellagrazia. Aggiungo che così vi fi toglie ogni impedimen
un altra rifleſſione . Quando un nimico to . nel ben confeſſarvi . Vi conceda
viene a chiedervi ſcuſa e compatimen- perciò il Signore , che giuſtamente vi
to degli aggrayj., che ingiuftamente confeſſiate , cleggendo un buon Diretto
vi fece; cofa mai operate voi ? L'ab- re , a cui confellate tutti i voſtri man
bracciate ſubito con tenerezza , e ſenza camenti; e ſia queſto il frutto della mia .
Jagnarvi il perdonate? Oh quanto é dif- odierna Inſtruzione.
ficile , che abbiate un cuore si generas

Atri Criſtiani, come nel primo giorno pag. 12

SE
YOL
SE S TOG'I O R N O
M E D I T A Z I O N E VI

DELLA CONVERSIONE DIFFERITA

ARGO E N T O

La maggior delle noſtre follie e appunto il differire la Conyer fone del cuore a Dios
perché ci mettiamo ad evidente pericolo di perderci . In fatti col differire la Come
serfione I. ci mettiamo a riſchio di eſſer vinti dalla forza delpeccato:
II. ci mettiamo a riſchio di eller da Dio abbandonati : Ill.
ci mettiamo a riſchio di non giungere al tempo im
maginato dell' avvenire .
1

Non tardes converti ad Dominum , & ne differas de die in diem ; fubito


enim veniet ira illius , & in tempore vindicte diſperdette's
L ' Eccleſiaſtico nel cap. V. , V. &. e 9 :
mai gli gioverà", ſe sbaglia l'eterne
Criſtiani , che per quanto trava- vita ? Coſa mai gli gioverà , fe perde
glino, per quanto fudino-, per l'anima ? Coſa mai gli gioverà , le do
quanto ſtentino gli infelici Mortali > po -un breviflimo godere liegue un eter
mon può riufcir loro giammai di veni- no penare ? Deh riſpondete :Quid pro
re all'acquiſto di cotante ricchezze , deft homini , so Mundum univerſum lucre
di cotanta autorità , di cotanto ripoſo , tur , anime vero fue detrimentum patiatur..
di quanto in queſta valle di lagrime é Si, riſpondete , o Salomoni proſperati ,
avido il lor cuore . Oltre che non per fo -Aleſſandri arricchiti , o Geroboami
un ſolo '; o per pochi, ma per tutti gli eſaltati; riſpondete ... Ma il- filenzio ,
Uomini queſta terra dal Creatore lo- la confuſione , la vergogna , che ognun .
vrano fu ftabilmente formata ; oltre dimoſtra , ben dichiarano , che ſia la
che la vita umana a si lungo tempo maggiore delle follie l'applicarſi ſmo
non eſtendeſi , che ciaſcheduno a -ſuo deratamente all'acquifto del temporale ,
bell'agio dilatar valga il ſuo dominio : e nulla affatto badare all'eterno. E pu.
non ſapete , che il cuore ſiccome ſom- re oh diſordine ! oh follia ! oh deli
pre aſpira a poffeder beni infiniti'; co- rio ! Al Mondo ſolo badiamo , e. nulla
si non può mai appagarſi delle Crea- al ciclo ; badiamo ſolo al corpo , c .
ture , ne può ripoſar mai , per quanto nulla affatto all'anima; badiamo a' be
propizia gareggi la ſorte a ſoddisfar- ni corruttibili , e nulla affatto agli ſpi.
ne le brame ? Ma via , fupponiamopu- rituali ed eterni. E chi è , che li pucao
TC , che un Uomo tutti i beniconqui- da briga di uſcire da' pantani del vi
fi del Mondo ; fupponiamo , che egli zio , e volare nel campo ameno della
più non abbia che pretendere; ſuppo- virtù ? Chi è , che procuri di diſtaccar
Diamo, che egli dell'Univerſo intero dalla terra il cuore per rivolgerlo in
giunga al lieto pacifico -polleffo . Cola teramente a Dio ? Abimé! queſto è il.
ma
meno , a cui penſiamo : e quantunque ganno , col quale il comun Tentatore
mai pro ne faccia il peccato , che cc- ci ſeduce , ci tradiſce , c - ci ſpinge a
tiamo in ſeno ; quantunque pc ſpaven- peccare , conſiſte appunto nel rappre
ti l'ira di Dio che piomba ſul no- fentarci facilillimo dopo la fatal cadu
ttro capo ; quantunque ſappiamo , che taº il riſorgimento . Ed oh quanto egti
perduti una volta , ſenza rimedio ſarem profitta con si perfido perniciofo in
perduti per ſempre : l'opera nondime- ganno ! Tante volte ne avrebbe reca
no della Converſione del noſtro cuore to ſpavento ed orrore la colpa , e non
a Dio al più fi differiſce di giorno avremino avuto il coraggio d'introdur
in giorno per non mai eſeguirli. Ma la nel cuore . Ma ahimè! ſiccome ap
la sbagliamo , o Criſtiani , la sbaglia- prendemmo facile il disbrigarcene ;
mo affatto ; e ce ne afficura lo Spiri. così ſuperammo l'orribil timore , che
to -Santo nell'Ecclefiaftico : Nu tardes ne infondea , e giunſimo ſciagurati ad
converti ad Domitium , & ne differas de amarla . Ed oh come tardi e ſenza pro
die in diem; ſubito enim veniet ira illius , ci avviddimo del crudel tradimento!
& in tempore vindi&te diſperdet te. Ed ec- Seppellici per la morte del peccato ,
co l'argomento della Meditazione . La offuſcata cosi ſperimentammo la ragio
maggior delle noſtre foilic è appunto ne , e abbattuti i ſenſi , e raffreddato
il differire la Converione del cuore a il cuore , che più non provammo a
Dio ; perchè ci mettiamo ad evidente ver forze baltevoli per uſcir liberi dal
pericolo di perderci. In fatti col dif- precipizio . Or quale forza , qual po .
ferire la Converſione ci mettiamo a ri. tenza aver debbe il peccato , che in
ſchio di eller vinti dalla forza del pec- deboliſce cotanto , ed opprime lo {pi
cato . Primo Punto . Col differire la rito ? che il tragge a morte , e gli to
Converſione ci mettiamo a riſchio di glie il vigor di riſorgere ? E purc fi
effer da Dio abbandonati . Secondo tratta di un fol peccato . Quanto dun
Punto.Col differire la Converſione ci que efſer debbe più vigoroſo un fallo
mettiamo a riſchio di non giungere al replicato ? Quanto più eller debbe dif
tempo immaginato dell'avvenire . Ter- ficile a ſpezzarli la catena di molti de
zo Punto . Deh volgiamci dunque a fitti , fpctie volte commeil ? Quanto piis
riflettere a tali incontraſtabili verità malagevole effer debbe lo ſchiacciare il
che ben inteſe cagionar uc poſſono l' capo ad un vizio , che già è divenu
amicizia di Dio , e quindi la ſalvezza to gigante nel Peccatore ; perché ſi è
e la vita . E perchè fervoroſamente le rendulo in eſfolui abituale , e forſe an
meditiamn , deh con iſpecialità racco- chc naturale ? Oh Dio ! che difficoltà !
mandiamoci a quella cloinencillima Ver- che malagevolezza! Una pianta , quan
gine Genitrice di Dio , la quale van- do è ancor tenero germoglio , facit.
taſi di eller rifugio di quei Peccatori , mente dalla terra ſi sbarbica ; e baſta
i quali bramano di ritornar nella gra- a tal uopo la debol mano di un par
zia del celeſte Signore ; e con umiltà , goletto , ed anche il picciol verme ,
e tenerezza maggiore ripetiamle le ſa- che diffeccò l ' edora verdeggiante di
gre Litanic : Kyrie elevjon 6. Giona Profeta . E pur quando una pian .
ta si tenera ha fillate a terra le ſue ra
PRIMO PUNTO .. dici , quando ſi è avanzato il tronco a
diſtendere cosi intorno i ſuoi rami ,
Col diffrire la Converſione ci mettiamo a che poſſan gli augelli nidificarvi ; oh
riſchio di eller vinti dalla forza del quanto è arduo , oh quanto è faticoſo
peccato . lo ſradicarla ! A tal uopo biſognan lc
braccia nerborute degli Uomini più
Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli , robuſti ; biſognan le forze delle ſteſſe
che il primo e forſe il maggiore in Angeliche Intelligenze , armate di ac
cct
103
cette e di fcuri , come biſognarono ta temporale , Dio liberi , che ſi tardi
per gittare al ſuolo l'albero ſmiſura ad allontanarlo . Se ne aſſaliſce un pic .
to , che vide in fngno Nabucco . Quin. ciol dolore di teſta , un inenomo ſcon
di ſcrive il Pont. S. Gregorio ( s) : volgimento di ſtomaco , una tcnue cf
Planta facile tener extirpatur; cum autem ferveſcenza di ſangue; ah ! pretto ſichia
firis radicibus terræ adhæferit , difficillime man Medici , fi adopcrano medicine ,
rumpitur. Or quanto piú farebbe mala. fi uſano antidoti , fi praticano cautele ,
gevole lo ſveller dalla terra una pian- onde il male non ſi avanzi , e cagioni
ta già creſciuta , ſe foſſe difficoltoſo lo la morte . Ma quando ſi tratta della vi
fvcllerla , ancor quando è bambina ? ta ſpirituale dell' anima , non abbiam
Ah ! voi già dite , che in tal ipoteſi l'eguale , ma l'oppofito ſentimento . E '
farebbe preſto che impollibile l'impre: morta l'anima alla grazia ; e pur ſi dif
fa . Ma queſto iſteffo dite della colpa . feriſce di vivificarla : la colpa ſempre
Sul principio , che prende poffeffo del più raddoppia il ſuo vigore à di lei di
tuore , clla ha tal forza , che indebo- Itruzione ; e pur ſi differiſce di farvi
liſce lo ſpirito a ributtarla . Che farà fronte : fi giace nel ſepolcro de' vizj ,
dunque, quando ella vi avrà introdot- delle conſuetudini , degli abiti perver
te altre colpe peggiori; quando ſaraf- fi , peggio che non giacea Lazzero qua
fi cambiata in abito ; quando fi farà triduano già infradiciato nella tomba di
tonvertita in natura ? Abimé! farà mo- Bettania ; e pur ſi differiſce di procu•
talmente impoflibile it vincerla , il fu- rare la liberazione ed il riſorgimenco ::
perarla , l'abbatteria , l' annientarla : in fine tutte fi adoperano le ſollecitu
E s'egli è così; oſſerviam la ftrancz- dini a prefto diſtruggere i mali del cor
za delle noftre condotte , Che altro po , e tutta fi uſa la indolenza a fugare.
facciamo col differire la noſtra con- i perniciofi mati dello ſpirito . Or co
verſione a Dio , ſe non laſciare , che me premura cotanta per conſervare 4
.il peccato fermi più nel cuore il fuo na vita brieve , cotanta indolenza in
piede , che vie più ingigantiſca , che procurare una vita ſpirituale ed eter
n'empia di pallioni; e li renda quinci na ? Se cotanto attendeſi per vivere
infupcrabile ed invincibile ? Come dun- poco tempo , quanto più debbeli at
que vogliam lufingarci , che realmen : tendere per vivere una eternità : Si
te al Signore ci convertiremo ? Abi. tantum ', grida il gran P. S. Agoſtino
mé ! il pericolo di 'nom peritirci e dan- ( 6) , fi tantum , ut aliquandoplus vivatur ,
narci e manifeſto ed evidente . E per quanto magis ut ſemper vivatur ? Ah ! ec
tal ragione fummo ſtolti in amare il co il faſcino , che ne fa tracannare il
peccato ; fummo più ftolti nel confer- Demonio ; onde non apriaino gli oc:
varlo lungo tempo nel ſeno : ma la chi a conofcere il precipizio , che ci .
maggiore delle noſtre follie è appun- ha preparato , ed il pericolo , che cor
to il differire it pentimento ; perché riamo d' infallibilmente piombarvi. E
col differire la Converſione ci mettia- gli in fatçi ne ſpinge a ſeguir le tracce.
'mo a riſchio di eſſer yinti dalla forza dell'ingannato Sanfone , ed incontrare
del peccato , che c ' inabbiſſerà eterna- una più orribil rovina . Deh perciò a
mente nell'Inferno . ravviſare a tempo con noſtro vantag :
E pur ella e codeíta la comun noftra gio.lc inſidie dell ' Inferno , attendiam .
follia ; o Criſtiani . Ed oh.gran fatto ! le condotte e le {venture del gran Fi
Se ne aſſaliſce qualche corporale indi- gliuolo di Manue, che jeri ancora guar
ſpoſizione , che pregiudicar valga la vi: dammo , per inorridirci delle noftre
ope:
( a) S. Gregor. lib. Morai: & ferm . 104. de temper
(6 ) S. P. Auguft. lib. de Civ. Dei ,
. 104
operazioni, e temerne peggiori diſgra. mano de' Filiſtef ? Su via dunque ti ſcuo
zie . Chi'l crederebbe ? Sanſone.chia- ta , dalla nimica Amantc ti ſottragga ,
riflimo per naſcimento , Sanſone chia- ſalva nella magion paterna l'onore e
rilino per valorc , Sanſone chiariſſimo la vita , riſolviti ... Eh ! Sanfone non
per vittorie riportate , chiariffimo pel aſcolta ; perchè quaſi di ragion l'ha pri
carattere inſigne di Nazareno e di Sal- vato la ſua libidine , omai giunta all
vator d'Iſraello , abimé! ha già ripu- ecceſſo . Ha perduto quindi il timorc ,
diata la Spoſa eletta , e vergognoſamen- non paventa pericoli, l'induriſce la
te ſi è gittato in braccio di un'infame temerità: c intanto rimette a miglior
Donna Filiſtea di Sorecco , per nome tempo la ſua ammenda; Egrediar . Ma
Dalila · Quanti turbamenti egli ſento oh infelice Sanſone ! Già tardi û deſta
mello ſpirito ! Ma egli s’ induſtria di dal ſuo letargo . Egli in fatti è affalta
ſcdargli . Quantil'affaliſcon timori ! Ma to da' ſuoi nimici ; e quando crede di
egli procura di farſi animo. Quante vi- riportar le uſate vittorie , egrediar , ficut
cende il conturbano ! Ma egli corag. ante feci , ſi trova ahimè! di forze de
gioſamente le ſoſtiene . Ah! che delirio ſtituto e vilmente riman preda de'
>

é mai codeſto , o Sanſone ? Non fai , ſuoi Avverſari , i quali non han riparo
che offendi l'Altiffimo , che ti proteg . di cavargli ainbi gli occhi , di sbalzar
gc ? Non ſai , che il peccato sbalzar lo carico di catenc in iſquallido carcere,
ſuole a miſerabil fine , chi il ricetta nel e finalmente di condannarlo a far le
cuore ? Su via ſorgi dal lezzo , ove fog. veci di vil giumento intorno ad una
giorni ; abboinina la tua pallionc ; pen- mola : Statim eruerunt oculos ejus , & du
titi del tuo delitto ; fuggi... Eb ! San- xerunt Gazam vin &tum catenis , & clais
Tone non aſcolta ; perchè gli ha curati fum in carcere molere fecerunt . Oh infe
gli orecchi dello {pirito la ſua medeſi- lice Sanſone , che non ſi ravvidde a
ma colpa , che l'ha indebolito . Penſa tempo opportuno ! Oh più infelici noi ,
quindi , che è giovane; penſa , che è che l'imitiamo ! Preſc poffeffo del no
robuſto ; penſa , che è valoroſo : e intan . ftro cuorc il peccato ; e noi (peri
to rimette a miglior tempo la ſua am- mentiaino di eſſerne tiranneggiati. Ma
menda ; Egrediar . Ah ! Sanfonc , che pur traſcuriamo di ſcuoterne il durilli.
delirio è mai codeito ? Non vedi, che mo giogo . Vie più fi sfrenano le pal;
ſei ingannato ? Non vedi , che Dalila fioni , e ne rendono più fiacchi e più
ti tradiſce ? Non vedi, che più volte i deboli ; e pur differiamo di combatter
nimici han tentato di opprimerti ? SŲ le e frenarle . Si moltiplicano i vizj ,
via dunque ravvediti , abbandona que e chiamano i Demonj a ſtringerci lo
ita caſa d'iniquità , portati al tempio ſpirito di catene e di lacci ; e purnon
del Signore , uiniliaci... Eh ! Sanſone ci brighiamo di arrcftarne la pernicio.
non aſcolta ; perché inaggiormente gli ſa corrente , e con franchezza e con
ha aggravato il cuore la steſſa palione, diſinvoltura andian ripetendo : Egredie
che già il predomina . Fidafi quindi di mur , egrediemur . Ma oh quanto la sba
fuperare ogni oſtacolo , fidafi di aver gliamo! Verrà il tempo , che la forza
lunghi giorni, fidaſi della ſua fortezza : della colpa in guiſa annebbj l’intendý.
e intanto rimette a miglior tempo la mento , e indeboliſca la volontà , che
- ſua ammenda.; Egrediar . Ah ! Sanione, l'anima non più creda fidarſi di uſcire
che delirio è mai codeſto ? Non vedi , alla libertà de'Figliuolidi Dio . Ed al
che la sbagli? Non vedi , che l'amor . lora improvviſamente ataliti ,peggio di
ti accieca a rivelare i tuoi ſegreti? Non Sanſone (a ) , rimarrcm preda de Filiitei
vedi , che la tua Amica già ti mette in Infernali , che ne feppeiliranno per tut
ta

(a) S. P. Auguft. ferm . 3. d : Sonet.


IOS
fa l'eternità in un abbilto di fiamme; na , che ſupplicava l' Altiſlimo a dar
perchè giuſtamente percutitur , dice il le prole : Factum eft , cum illa multipli.
gran P. S. Agoſtino , percutitur hac ani- caret preces coram Domino , ut Heli ob
madverfione peccator , ut moriens oblivifca- fervaret os ejus : E poichè fatto vec
turfui , qui, dum viveret , oblitus eft Dei. chio , il vizio ſi è convertito in coſtu
Or che faremo in tal circoſtanza , o me , in abito , in natura ; egli percio
Criſtiani ? Ahimè ! ella ſarà irrimedia- guſta far quello , che più non può fa
bile la diſgrazia . Rifolviam perciò &- re . Egli è cieco , e non può vedere ;
deffo , chc non interamente ci ha la ma non laſcia di metterſi a guardare
colpa abbattuti , di uſcire dall' orribi- onde alinen roddisgi il defiderio 7 et
le inviluppo ; riſolviam di venire a abbiane compiacenza : Heli fedebat fu
guerra finita con tutte le podeſtà dell' per fellam , contra viam fpe&tans . EĞc
Abbiffo ... Ma che dico io , ſe tutta- zabella ſimilmente ſi è avvezzata and
via aſcoltiain le menzogne del Tenta- imbollettarſi , ed a comparire dal ſuo
tore ? Si , ci perſuadiamo , che carichi balcone , qual pietra d'inciampo : HOC
di anni non più aver polliamo forze fecit , comiento del faggio Spoſitore
baſtevoli a commetter quei falli, che Naffera ( a) , hoc fecit more folito , ut pul.
ora si facilmente commettiaino : e ci chra appareret. Quindi nen può fare a
balinghiam quindi , che in tal tempo meno di così opcrare ; c fin con la
agevelinente potrem rifolvere il pen- mortc innanzi gli occhi ama di ad ope
timento , e volgerci al ſommo Bene .
rar belletti , di comparir vana , e di
Ma oh ingannati che ſiamo ! Dch pre- eſibire fcandalo : Introitu ejus audito
fto preſto guardiamo un gran Pontefi- depinxit oculos fuos ftibio , & ornavit ca
ce , ed una gran Reina ; quello è il put fuum . Or ccco il noſtro diſi ngan
vecchio Eli , che fiede alla ſoglia del no . Ne rappreſenta il comun Tentato
tempio di Silo; e queſta è la vana Ge- re , che la matura cadente età più
zabella , che sfoggia ſul balcone della della giovanile e Horida fia adatta
reggia di Samaria . Che fa il Pontefi . ta al pentimento ; perchè le langui
ce innanzi al tempio ? Che fa la Rei. de forze della vecchiaja non ſono va
na ſul balcone ? Quello fta a guardare levoli a commettere quci delitti , a' qua
la gente , che palla per la ſtrada; He- li ſpinge il bollore della giovinezza .
li jedebat fuper Jellam , contra viam fpe- Ne perſuade quinci a differire per gli
kans : e queſta ita ad imbellottard il vi- ultimi anni la Converſione del cuore ;
fo , e adornarſi il capo per piacere al ed intanto a ſempre più addimefticarci
novello Re , che vien trionfante : In- cel peccato , a ſempre più radicarlo
troitu ejus audito , depinxit oculos fuos fti- nell'anima . Ma oh perniciofiffimo in
bio , & ornavit caput fuum . Come ! Eli ganno ! oh menzogna orribile ! Giunti
guarda la gente ! Ma non è egli cie- alla vecchiezza , tanto più ſperiinentere
co : Oculi ejus caligaverant , & videre mo il vigor della colpa , che ci terrà
non poterat ? Come! Gezabolla dimoſtraſi avvinte le potenze dello ſpirito. Con la
in gala al feroce Vincitore , che è ac- morte vicina ci sforzeremo al pari di
cinto a regnare ! Ma non debbe ella Gezabella di fecondarc al ſolito le no.
effer diftrutta con tutta la caſa di A- ître sfrenate paflioni . E quando non
cabbo : Perdam omnem donium Acab . ? Oh giungan le forze a conſumare con l'o
ſpettacolo ! Oh diſinganno ! Eli è ſta- pera quei falli , che amiamo: peggio
to ſempre curioſo di ſpiare i fatti al- di Eli ci contenteremo del deſiderio
trui ; e fino a ſpiar si miſe le labbra dell'affetto , della compiacenza : e ſe
della ſconfolata Anna Moglie di Elca- gucndo per conſeguente ad oltraggiare
0 PAL

(a) Nax. in lib . 4. Reg. ap. Max . p . 108.


106 .
1. Altiffimo , non ſolo non volgeremo dolercene ; perchè , come ne avviſa
a lui il cuore , ma da lui più empiamen- il gran P. S. Agoſtino (a) , ſe oggi non
te l ' allontaneremo . E che forſe man- ci riſolverem . di piangere , molto meno
ca la ſperienza a conteſtare sì funeſte la forza del peccato ci laſcerà riſolve
ſciagurc ? Ma non è la maggior parte re di pianger dimani : Si non hodie ,
de Dannati , che forina sì orribile ſpe. furſan numquam ; definit elle remedio locus,
ricnza ? E che forfe abbominò Farao- abi vitia mores firent. Più toſto non aſpet
ne la ſua miſcredenza , quando ſi vide tiam tempo ; ed oggi che ſiam valen
naufrago nell'onde dell' Eritreo ? Che. ti di forze , oggi che il peccato ancor
forfe abborri le fue crapole Epulone , non ha preſo inſuperabil vigore ſullo
quando aſcoltò l'infaufta novella dell ' ſpirito , oggi volgiamci al fourne Bene
improvviſo vicin, morire ? Che forſe ri- per offerirgli il dovuto fagrificio del
pudiò la fua avarizia Giuda Iſcariote cuor contrito ed umiliato . Seguiam fi
quando, ſi vide col capeſtro alla gola ? nalmente l' eſempio di Davide . Ancor
Che forfe li favvidde Acan de ' ſuoi fur- egli pecco , ed empiamente oltraggio
ti , quando ſi accorſe , che dall'urna ſi la Maeſtà dell ' Aicillimo . Ma non cosi
eftrafre il nome fuo , che gli chiama- il delitto dal Profcta Natanno gli fu rin
va i ſalſi ful, capo ? Che forſe Datan facciato , che non cerco tempo a riſol
ed Abiron di mormorar ceſſarono con- vere , non differl punto di deteſtarlo ;
tra Mosè , contra Aronne , e fin con- e ſenza eſitazione vibrando . lagrime
tra il Signor degli eſerciti., quando e ſoſpiri , ne chiedette al Signore of
fotto le piante vacillar ſentirono , cd . fefo. miſericordia , pietà , indulgenza ,
aprirſi in profondevoragini la terra per c perdono, ed angoſciofo fclamò : Mi
ingojargli ? Che forſe ... Eh ! che da ferere mei , Deus ,fecundum magnam nijeri
lunga ſperienza ammaeſtrato , conteſto cordiam tuan . Si, tal glorioto cſempio
la verità lo Scrittor fagro . dell ' Eccle- ſeguiamo per incontrar la ſteſſa ventu
fiaftico ; e ne inſegnò , che il Vecchio ra del Penitcnte di Sion . Tuttodi ne
non corre altra ſtrada fuor di quella , rappreſenta la coſcienza i commeil
che caminò nella giovinezza : Adoleſcens eccelli , e palpita al coſpetto delle col
juxta viam fuam , etiam cum fenuerit,non pe paſſate . Ah ! dunque non perdiam
recedet ab ea . tempo a riſolverc , non differiamo un .
Per la qual coſa che più ci luſin- momento la penitenza ; ed umiliati e
ghiamo , o Criſtiani? Den applichiam- contriti. cerchiamo all ' Altiſſimo con
ci di propofito a ſcoprire il pernicio- gemiti e ſoſpiri del noſtro abbomine
Gilfino tradimento , che ci trama il Re- vol reato , pietà e clemenza . Ripetiamo
gnator delle tenebre. per precipitarci . a noi medcfini ciò , che a ſe ſtello un
nell'Abbiſlo a piangere per tutti i ſe- tempo dicea il grande Agoſtino ( a ); ſe
coli . Egli ficura ne rappreſenta per l' vogliam ravvederci una volta , perché
avvenire la Converſione del cuore a noi facciamo adetlo : Si aliquando CUT
Dio , e ne fpinyc a . procraſtinarla .Ma non hodie ? E ben così dicendo , preſto
orribilmente, ne tradiſce per ſepellirci preſto a' piedi d'un Confeſſore gittiam
nell ' Inferno ; e ce ne aſſicura lo Spi- la ſoma de delitti , che ne opprime ;
sito - Santo : Immittit Diabolus ſecuritatem , deteftiamo le noſtre debolezze , che a
ut ' inferat perditionem . Quindi non gli mammo ; rivolgiamci al ſommo Bene
diam retta ; che non la merita : e ſe ne che. offcndemmo . In tal guiſa trionfe
rimorde la coſcienza di colpa e di rea rem noi ſenza dubbio del peccato , e .
t0-9 deh non aſpettiamo il dimani per . ritorneremo a Dio ; altrimente il pec
ca

(a ) s. Pi Auguft. ſerm . 104. de (a) Id . ibid.


temp..

1
Toy
cato trionferà di noi , e con la ſpea 'opera sì magnifica e si eccelſa , e di
rienza confcfleremo , che col differire clibire quella trionfatrice grazia , che
la Converfionc ci mettiamo a riſchio di al grand' nopo aſſolutamente fi richie .
efler vinti dalla forza del peccato . E de . E quello , che vie più commenda
che dico io? A vrem la diſgrazia di eſſe- la divina bontà , egli è appunto , che
re dall ' Altiffimo abbandonati e dere- Iddio non ſolamente la giuſtificazione
litti . E riflettiamci con attenzione . offeriſce , non ſolamente eſibiſce l' a
juto della potente ſua grazia ; ma egli
SECONDO PUNTO . ſteſſo ; come altra fiata meditammo
corre dietro agli Empj, gl' invita , gli
Cob differire la Converſione ci mettiamo a chiama , gli ſtimola , onde delle di lue
riſchio di eller da Dio abbandonati . premure a lor vantaggio ſi avvalgano .
Che miſericordia ! Che bontà ! Ma che
Conſideriamo , dilettillimi Fedeli , cho fanno i Peccatori , degnati di cotanta
ſenza il divino ajuto nulla poſſiam noi bontà , di cotanta miſericordia ? Sor
di giuſto c meritorio operare ; come gon ſubito dal fango a guiſa di Saolo
ne inſegna l'iſteſſa Verità incarnata Tarſenſe , e con effolui ſi eſibiſcono di
Geſucriſto , che ſclama : Sine me nihil eſattamente adempire le ordinazioni di
poteſtis facere . Or quanto più ſenza il vine : Domine , quid me vis facere ? Si
divino ajuto non pofliam condurre a fi- volgon ſubito al Crocifiſſo al pari del
ne l'opera grande della noſtra Conver- buon Ladro , e fidano nel di lui prezio
fione ? Ah !che a diſtaccare il cuore fillimo ſangue , e nella di lui efficacilli
da quella terra , dove infelicemente è ma mcdiazione: Memento mei , Domine ,
"attaccato , per inalzarlo al cielo , da cum veneris in regnum tuum ? Ah ! le co
cui ha rivolti gli ſguardi , nulla men isl riſolveſſero , oh come lor rimbom .
fi richiede del braccio onnipotente berebbero agli orecchi le faufte voci,
della grazia vincitrice dell'Altiſlimo , che la prima volta ſi aſcoltaron ful Gol.
che è grazioſo dono della di lui infini- gota : Hodie mecum eris in paradiſo ! Ma
ta Miſericordia . Anzi ſappiamo di più, a hime! tutto al contrario con villania
che la giuſtificazione del cuore igiu- riſpondono a quel divin Sovrano , che
ſto ed empio fia l'opera più grande patcrnamente gli chiama , e gli degna
della onnipotenza divina , e fin maggio. de' ſuoi favori; ed incivilmente rimet
re della iſteſſa creazione del ciclo e tono a più opportuno futuro tempo di
della terra ; sì perchè la creazione non avvalerſi della di lui ineſtimabile dile
oltrepaſa l'ordine della natura , che zione . Or può immaginarſi onta più
la giuſtificazione oltrepaſſa ; e sì perchè grave , sfrontatczza più enorme ? Può
il nulla , da cui fortiſcono le Creature, mai immaginarſi , che voglia Iddio a
non fa reſiſtere all'impero del ſovran pettare la loro comodicà , ed ajutaigli,
Fattore , a cui ſuol réſiſtere l'orgoglio: quando lor meglio aggradilce ? Eh !
ſo creato arbitrio del Peccatore , che che la .sbagliano a partito » Furono
ricuſa vivificarſi : Major eft , l' inſegna ſtolti nell'oltraggiare la divina infinita
il gran P.S.Agoſtino (a ) ,major eſt juſtis Maeſtà dell ' Altiſſimo "; e più ſtolti fol
ficatio impii , quam creatio cæli & terre , no nel pretenderne il maggiore de' do
E pure chi'l credcrebbe ? Non manca ni , che ſovente ricuſarono, quando lor
il cleinentiffimo Sovrano di offerire a ſembra più opportuno e più comodo .
tutti i Peccatori di compire in efloloro Quindi è , che ſe noi ancora fiam nel
1
0221 Du

3
(a) S.P. Auguſt. lib. de grat. & lib. arb.

3
108
numero di coſtoro , dobbiam perſuader- con violenza dalla terra de Viventi ..
ci , che difficiliſſimamente il Signore Oh delitti ! Oh empicta ! Oh furore !
ne conceda i ſuoi parzialiffimi favori , Polliam mai immaginarci , che. il ribal
dopo che tante volte gli abbiam ribut- do Antioco , mentre si sfrenatamente
tati : c nella guifa che ſdegna un Me- alle ſue paflioni condiſcende , non ſen
dico ed un Cerufico di più viſitar quel. ca un interno rimorſo , che il riprenda
I'Infermo , il quale per avergli più di sl folle ardire, c gl' infinui la peni
volte ributtati , volontariamente ha ag. tenza ? Ma co.ne vogliamo immaginar
gravato il ſuo malore , e ſi è ridotto a lo , ſe tuttodi. ne vien elortato. da' Sa
morire ; non altrimente il Padre celeſte cerdoti del tempio , che malınena ; da
[degnerà nel tempo avvenire di ſoccor. gli Ebrei religioſi , che perſeguita ; da!
rere noi miſerabili , i quali nel tem- Giovinetti Martiri , che barbaramente
po traſcorſo fovente eleggemmo di op- fa trucidare ? E non ſono coſtoro , che
porci alla ſua ſtrabocchevolc Miſeri- gli ricordano la ſeverità della divina
cordia , e ci buttammo vituperoſamente Giuſtizia vendicatrice ? chre gl'inſinuano
nel precipizio . E per tal ragione dob- a non più cozzare con Dio ? che mi
biam confeſſare , che commettiam la nacciano la perdizione alla di lui dur
maggiore delle follie col procraſtinare rezza ! Ah ! che Antioco vede bene. la
la penitenza; perchè col differire la ſua malvagità , e conoſce bene di de.
Converſione ci mettiamo a riſchio di verla piangere . Ma il fatto è , che e
eſſer da Dio abbandonati. gli per ora non è comodo di farlo .
Ma per meglio illuminarci , e per Per ora , egli dice , per ora ſi sfoghi
meglio ſcuoteret , dilettiffimi Fedeli , no a più non poſſo i miei capricci . ;
rivolgiamci a guardarne una funeftifli che per ritrattargli avrò del tempo, c
ma evidenza in quelli empio Monarca ne parlerò appreffo . Ma quando farà
della Siria , per nome Illuſtre e Nobile, queito tempo queſto avvenire quan :
per fatti ignobile ed infame, rinomata do ſarà ? Oh ingannato ! Oh infe
Antioco , di cui, forſe non dubitiamo lice. !. Ecco egli è. vicino a morire. ,
ſeguir le tracce , ed . imitare i confi- roſo da vermini puzzolenti , e crucia
gli.. Che vita ſcellerata meno cottui ? to da acerbiflimi dolori ; e non vi è
Abimé ! cbi può ricordarſene ſenza or . altro tempo fuori di queſto da pentir
more ? Furti, rapine , fagrilegi , orgo- G. Su via dunque eficgua le fue pro
gli, oppreffioni, fcelleraggini ſon bel. meſſe , e ſi penta . Si penta di cotan
li effetti del furore di Antioco . Parla ti operati eccidi, di cotante eſeguite
1 auguſto tempio di Geroſolima , avida- ftragi, di cotante ... Eh ! biſogna ve:
mente ſpogliato di oro , di argento , di dere , fe ora ſia comodo l' Altiffimo
gemine , di danaro , e . fin degli arre- de' Dominanti , fin . or da lui adon
di , e de' fagri vaſi. Parlano i miſeri tato , di ajutar l'opera di Converfio .
Cittadini di Sion , barbaramente truci. ne si grande • Ah ! che non : più fi
dati in mezzo le pubbliche contrade compiace il Signore di claudirlo ; e
inſieme con quei Soldati , che gli cu- per quanto egli priega , non è già
fodivano . Parlano i Giovani ammaz- che nc ottenga miſericordia : Orabat
zati , le Donne con i lor Bambini fcant fceleftus ille Dominum , a quo non erat mi
nate, le Vergini oppreffe ,i Vecchi efter: fericordiam conſequuturus . Quindi cono
minasi, ed ottocentomila ucciſi , e qua- ſce la crudeltà uſata col popolo elet
rancamila prigioni , ed altrettanti feriti to , e la prepotenza eſercitata contra
e venduti Ichiavi . Parlano un invito a loro patria : Reminiſcor malorum , quæ
Eleazaro , e fette religiofiflimi Giovi- feci in Hierujalem . Ma pur non ſi pen
netti con la prode lor Genitrice, in va- te . Conoſce le rapine fatte al tempio:
rie orribili crudeliflime forme per dife: Abſtuli omnia vaſa aurea & argentea . Ma
fa delle patrie Moſaiche leggi rapiti pur non ſi pente · Conoſce di aver
in
109
igiuſtamente berſagliati gli innocenti dalla viſta de' noftri falli , pur ci luſin
della Giudca : Miji auferrehabitantes 14. gheremo di ſuperar l'empito della mor
dæam fine cauja . E pur non ſi pente, . te , ſpereremo di non morire , e ſegui
E che intanto ? Ahimè ! promette ſolo remo. a riinettere al tempo avvenire il
di riſarcire tanto recato danno ; ed in ncgozio importantiffimo della Conver
buon linguaggio anche morendo ripe- fione a Dio . E ſe finalmente giungere
te la ſolita riſoluzione di pentirli ,non mo al pianto ; piangeremo ahime! la
già ora , ma in appreffo : E perchè? noftra difgrazia , non già i noſtri falli ;
Perchè non é comodo l'Altiſſimo di con- abborriremo la morte , non già l'offe.
ferirgli la grazia , al pentimento necef- ſa di Dio ; odieremo noi ſtefl , non -gid
ſaria : Orabat fceleſtros ille. Dominum , a il peccato : e quindi non ci pentiremo ,
quo non erat miſericordiam conſequuturus . e diſperatamente morrem dannati . E
Muore pertanto diſpcrato ed impeni- perchè rovina si fatale ? Appunto per
tente , e ſenza rimedio ſi perde e ſi chè il Re della gloria , da noi tante
danna . Ob terrore ! Oh eſempio! volte ributtato , non più ſi degna di a .
E come non dobbiam noi da capo a jutarci ; e ne riſponde l'iſteſſo , che ri.
piedi inorridirci e tremare ? Non ſiam ſpoſe alle Vergini ftolte del Vangelo :
forſe giunti agli eccelli di Antioco :ma Nefcio , neſcio vos
perché ? perché di Antioco ne manca E come non vuole con effonoi di.
la potenza . Ma non è mancato per noi , portarſi in tal guiſa l’Altiſſimo , o Fe..
per quanto abbiam potuto , di moltipli- deli ; ſc col differire la Converſione
care le iniquità. Quante profanazioni ſempre più ſeguiamo a combattere con
di Chiefe ! Quante irriverenze a? Sa: tra lui, e renderci indegni delle di lui .
cerdoti ! Quante proſtituzioni di Sagra- Atraordinarie ſingolariffime grazie , del.
menti! Quanti ſcandali a proſſimi!Quan le quali affolutamente abbiam biſogno
te frodi ne 'contratti! Quante uſure ne per riſorgere ? Si , imitiamo nulla men
negozj ! Quante ingiuſtizic ne’traffici.! che il perfido Giuda Iſcariote , ed al
Quanti raggiri ! Quante oppreffioni ! pari di lui. demeritiamo i celefti favo
Quante crudeltà ! E pur il clemcntiſ &- ri. E non vedete , come egli infello
mo- Iddio ar con interne iſpirazioni , piſce ? Ha ſtabilito di tradire il ſuo dis
ar con eſteriori avviſi,or con minacce, vin Maeſtro Geſucriſto : e per quanto
or con gaſtighi ſi compiace invitarci al ſia ſpinto a. ritrattarſene , non s'induce.
ravvedimento . Ma noi ? Oh noi gli vol- giammai a mutar conſiglio , c . vie più
giamo villanamente le ſpalle , e rimet: s'induriſce ed imperyerſa . Lo ſcuopre
tiamo ad altro tempo il riſpondergli il manſuetiſimo. Nazareno , e grida :
E qual è queſt'altro tempo ? Appunto Unus coc vobis me traditurus eft . E Gius
pon viene giammai ; perchè ogni gior- da ? E Giuda, mentre ſi racoapricciano
no rimettiamo al dimani, fin che venga i ſuoi Compagni, rimane oftinato , e
l'ora della morte . Ma quando queſta vie più fi fa reo . Siegue perciò a com
è già per reciderci con la tagliente ſua batterlo il benigniffimo Salvatore , ere
falce ; nè anche deteſteremo l'empietà , plica : Unus ex vobis Diwulus eft . E Gim
che ne opprime , e ſi avvererà più to- da ? E Giuda , mentre s'inorridiſcono .
! ito ciò , che ſcriſſe Salviano (a) ; cioè gli altri Appoftoli , rimane oſtinato , e.
che le ſcelleraggini abbandoneranno vie più fi fa reo . La terza volta il buon.
noi, non già noiabbandoneremo le ſcel- Signore . l' attacca , e foggiunge : Vos.
leraggini:Qui a malisa&tibus tantum mor- mundi eftis , fed non omnes . E Giuda ?
.te difcedit , non relinquit fcelera , fed relin E Giuda ,mcntre palpitano i Commen
quitur a ſceleribus.. Benchè conturbati fali , rimane oftinato , e vie più fi fa
reo ..

(2) Saly . 4. Sent. .


rea . Non ſi arreſta l'Uomo- Dio d'in- di Giuda · Ardiam commettere le pid
duftrioſamenca ammonirlo , e proteſta : cfecrande ( celleratezze ; e baſta trovar
Borum erat ei , ſi natus non fuillet homo il- ci nell'occaſioni , perché non abbiamn
de . Ma in vano ; perchè Giuda rimane riparo di tradir Geſucriſto , e compa
Oſtinato , e vic più li fa reo . Proſiegue rir peggiori de' Miſcredenti .Ma quan
il Redentore a beneficarlo col cibo del te volte ci offeriſce l'Altiſſimo la gra
fuo medeſimo piatto ; Cum intinxiflet pa- zia del pentimento ? L'offeriſce in quei
nan , porrexit Fudæ . Ma in vano ; per- ridotti , dove non ſi ccffa di crapola
chè Giuda rimane oſtinato , e vie più re ; l'offeriſce in quelle caſe , dove ſi
& fa rco . Non ceffa di uſargli finezze protituiſce la oncità ; l' offeriſce in
il Re della gloria , e gli dà a mangiare quelle converſazioni, dove ſi mette in
il ſuo corpo ridotto in cibo , ed il ſuo diſputa la vera Credenza ; l'offeriſce
ſangue ridotto in bevanda : Accipite , in quei templi , dove abbondano le
& manducate , & bibite . Ma Giuda oſti- profanazioni; l'offeriſce in quelle con
nato il velen non depone, mangia le trade , dove trionfa la ſcoltumatezza
earni immacolate del divino Agnello ed il libertinaggio . E noi che faccia
con perverſità , vie più ſtrabocchevol- mo ? Ahimè! coine Giuda non ne fac
mente ſi fa reo , e paſſa in poſſeſſo al ciamo conto , nè curiam di aminendar
Principe delle tenebre . Quindi rabbio- ci ; e fempre più precipitando di ina
famente va agli Anziani degli Ebrei ., le in peggio , giungiamo al colmo del
vende il ſuo Signore per trenta danari; la iniquità . Che riſolve perciò l'Al
e fattofi Capo di Squadra , portafi ful tiflimo ! Appunto di aſſomigliarci a Giu
Geflemani a tradirlo con un bacio : 0 . da nella pena . Ed ecco ſiamo a ſera .
fculatus eſt eum . Che unione di ſagrile- Quando vorremo ravvederci , ſperi
gj! E pure l'Unigenito del Padre an- menteremo , che Iddio mancherà a noi,
cor porta premura di conquiſtare il nella guiſa che noi mancainmo a Dio ;
cuore di Giuda . E che fa ? Con tc- non ci ajuterà a pentirci la grazia vin:
nerezza il ribacia , il chiama col dol- citrice dello Spirito-Santo , non giun.
ce nome di Amico , e manſueto gli fa- geremo a giuſtificarci ; e quinci rimar
vella : Amice, ad quid venifti ? Or puo rein diſperati, impenitenti, e dannati .
fare di vantaggio l’Altiffiino per con- Ve , è pur minaccia intimataci dall '
quiſtare codeſto Appottolo diſgrazia- Altiſſimo per Ifaia Profeta , væ qui Sper
to ? Ma egli è ancor duro e contumace, nis : nonne pipje Sperneris Cum fati
e non cura dcteitare la ſua malvagità . gatus deſieris contemnere , conteinneris . Oh
Ed ecco fiaino a ſera . Giuda treman- terribil deſtino !Oh tremendo pericolo!
do ſi accorge di un Deicidio , che ha E noi ſarcmo sì folli , che ci por
commeſſo ; ma non ha forza di pian- remo a riſchio si fatale , o Criſtiani ?
gerlo , perché Iddio non più di lui fi Ah ! per quanto amiamo noiſtelli , fac
briga : Giuda confuſo reitituiſce i tren- ciam ineglio i noſtri conti ; è le il
ta ricevuti danari , e pentito gli butta cuor é ingoinbro di delitti e reati ,
in mezzo del tempio ; ina la ſua con- confondiamci purc di averne fin ora
fufione ed il ſuo pentiinento non ſo- traſcurato it pentimento , ed aſcoltia.
no informati dalla grazia toprannatura- mo il regal Profeta , che ſclama: Ho
le , che giustifica , perchè Iddio .non die ſ vocem Domini audieritis , nolite ob 1
più fi cura di donargliela . Onde va durare corda veſtra . Se oggi il Signor
Giuda in diſperazione ; cd affogatofi celeſte ne chiama a lui , dch non aſpet 1

con un capeſtro , inanda l' aniina infa- .tiano il dimani per ubbidirlo . Oggi
me a bruciar perpetuamente trale tiams oggi gli corriamo in ſeno ; perchè og
me . Ed ecco quello , che tolga la di- gi egli ha il genio di favorirci . Nel.
vina pietà - di fortire a noi, iquali non lit guiſa che ſenza indugio Zacheo dal
dubiciano di rinovellare le condotte la ticaja diſcele per accogliere in ſua
ma
III
magione il Mediatore ; ſenza indugio do', come favella il gran P. S. Ago
corſe in caſa del Fariſeo a buttarſi a' ſtino ( 2) ; Facio , quod me dele &tat ; pojtes
piedi del divino ſuo Spoſo Maria Mad- penitentiam agam . E la ragione è ap
dalena ; ſenza indugio pianíc la ſua punto , che il peccato chiama la mor
debolezza amaramente l'Appoſtolo Pie- te ; e tanto più la chiama , quanto più
tro ; ſenza indugio il buon Ladro nel ſi moltiplica e ſi avanza . La chiamò
Crocifiſo agonizzante credette e ſpe- ful delinquente Adamo , e la chiama
rò : non altrimente ſenza indugio al tutlodi ſul capo de'Peccatori , i quali ,
noſtro buon Padre Iddio corriam noi come favella lo Spirito Santo nell'Ec
ravveduti e dolenti per ottenerne la cleſiaſtico , ſon colti in inalpunto , peg
bramata ventura di entrar di bel nuo- gio che non ſono colti o gli ſtupidi
vo nella di lui pregevoliflima amicizia;. peſci nell'amo , o gl’incauti augеlletti
come vi rientrarono e il Ladro , e nel laccio : Nejcit homo fonem Juun ; Jed
Pietro , e la Maddalena , e Zaccheo. ficut piſces capiuntur hamo, & ficut aves
Si , così riſolviamo' . Altrimente guaj laqueo , fic homines in tempore malo E.
a noi , che commetteremo la maggior quindi è , che quando ſi promettono fi
delle follie ; e sbagliando il rilevantif- curezza e pace , allora da improvviſa
fimo affare della eterna ſalute , fenza morte ſono affaltati e reciſi : Cum dixe
rimedio confeſſeremo , che col diffe- rint , cc ne aflicura l’Appoſtolo S. Pao
rire la Converſione ci mettiamo a ri- 10 , cum dixerint pax & fecuritas, tunc
ſchio di eller da Dio abbandonati . E repentinus ess fuperveniet interitus . E s'c
pur chi ne allicura , che venga il tem- gli è così ; come vogliam noi il più im
po avvenire , nel quale ci appoggiamo? portante affare della Converſione del
Ahimè! appunto perchè non ceffiam di noſtro cuorc all'Altiſſimo rimettere all'
.
oltraggiare l'Altiſſimo, ragionevolmen- incertiſſimo tempo futuro ? Ah ! codeſta.
te dobbiam dubitare , che tal tempo è la maggiore delle noſtre follie ; ap
non venga . Sieguiam perciò fervorola:. punto perchè col differire la Conver
mente, a meditare .. fione ci mettiamo a riſchio di non giun
gere al tempo immaginato dell'avre-
TERZO PUNTO .. nire ..
E pur che altro facciamo , ſe non :
Col differire la Converſione ci mettiamo commettere si deplorabil follia , o Cri
riſchio di non giungere al tempo imma- ſtiani ? Ad ogni patto vogliamo eller
ginato dell'avvenire . Seguaci degli ſcellerati Figliuoli del
Pontefice Eli . Coſtoro ſi avanzarono
Conſideriamo dilettiſſimi Criſtiani ad aver commercio infame con le Don
che neſſuno de' Viventi può atſicurarſi ne , che vedeano appreffarſi alla ſoglia .
di vivere un'ora , che ancor debbe del Tabernacolo di Silo : costoro non
traſcorrere ..La gioventù , la robuſtez , ebber ritegno di rubbar. le carni , de
za , i comodi , gli agi , la ſanità non ſtinate a' ſagrificj della Confederazione :
ſono fondaincnto sì fermo, che poſſano coſtoro ardirono di ritardare il popolo
allicurarci di un'ora ; perchè e giovani d'Ifraello dal riconoſcere e adorare ľ
e robuſti , e ricchi , e nobili , e ſani eccelſa Sovranità dell ? Altiflimo por
veggiam tuttodì rapirſi improvviſamen- mezzo de' ſagrificj. Che delitti eſecran
te dalla mortc . Ma tanto meno deb- di!.Che. infolenti fagrilegj! Non man .
be fidarſi del tempo avvenire colui > co il Genitore , benchè traſcurato nel.
che non ceſſa di amare la copa , e la educazione de' Figli, di aſpramnen
procraſtina il pentimento , e va dicen- tc ammonirgli , e correggergli. Quali,
lor

(a) S. P. Auguſt. ſerm . 104. de temp.


WI2
for diffe , quali pefime ſcelleratezze io fino al domani : Qui pænitenti verriam pro
afcolto di voi, o miei Figliuoli : Qua- miſit , peccanti diem craftinum non promi
qe facitis res hujufcemodi , quas ego audio, fit. Rimarrein quindi deluſi nelle no
res pelimas , ab omni populo ? Ah ! non ître ſperanze , e morremo impenitenti;
proſeguite , o Figli , si eſcrabil carrie- nella guiſa che nelle loro ſperanze ri
ra : Nolite , Filii mei . Ma eſsi protervi inafero deluſi Ofni e Finees Figliuoli
diſprezzarono la riprenſione del Padre , di Eli , che giovani e robuſti nella bat
e ſeguitaron peggio di prima a sfoga- taglia di Afec impenfatamente periro
rc i loro capricci. E perchè non più no : Ophni quoque & Phines mortui funt.
toſto non umiliarfi.e pentirſi ? Appun- Deh perciò mutiam conſiglio , dilet
to perchè ſi fidarono della robuſtezza, tiſliini Criſtiani . Aſcoltiam più tolto il
e della gioventù . La fericà, dillero , è ſentimento di S. Bernardo (a) , e per. '
propria della vecchiaja . Quando dun- fuadiamoci , che ſiccome ottener poſ
quc fareni vecchi , .penſcremo ad eſſer ſiamo dal Padre celeftc la remillione
fcrj e coſtumati , e ci ravvederemo del de' noſtri .falli , qualor ci volgiamo a
male traſcorſo . E così dicendo , diven- deteſtargli ; .cosi difficiliſimainente l'
nero più arroganti , e più peggiori otterremo , qualor rimettiamo al tempo
Ed ecco l'indegno cſempio , che ci futuro di ravvedercene : Licet in fine
proponiamo ad imitarc · Non è fod- fi pænitueris, tibi venia promittitur ; tamen
disfazione , che non ci prendiamo a quod in fine vere penitebis , non tibi pro
coſto dell'onor divino . Per ogni pra- mittitur . Aſcoltiamo con umiltà anco .
to laſciamo impreſle orme di diffolu- ra il ſentimento del gran P. S. Ago
tezze ; per egni tempio imprimiam vc- ſtino (6 ) ; e crediamo , che colui , il
ftigia di profanazioni ; per ogni caſa quale differiſce il pentimento , o non
ſeguiain le tracce della (coſtumatezza . mai , o al più rariffime volte giunge a
Gridano intanto contra si moſtruoſi di- pentirfi : Qui differt pænitere ufque in fi
fordini i rimorſi della coſcienza, che nern
vix , aut numquam bene penitet . E
mordc e fuifcc ; gridano le interne penetrati da si rrobili ſentimenti , ora
voci dell'Altiſlimo , che dimoſtraſi of che è tempo opportuno , ſenza più
fero ; gridano i Miniſtri del Santuario , diffcrire un momento , applichiamci
che cercan diſtruggere le abbomina- fervoroſamente a piangere e deteftare
xioni . Ma noi non ne facciamo con i noſtri graviſſimi eccelli . Ne ſia di
to . Eh ! ſiamo nel fiore degli anni , ( corta il prodigo Giovinetto , di cui
nel bollore della gioventù , . nel più ragiona il Vangeliſta S. Luca . Egli fi
gajo di primavera . Non ſi adattano a avvidde della ſua miſeria , che gli ca
tale ſtagione penſieri malinconici o gioco il paſſato libertinaggio ; e ri
e tetri . Verrcino agli anni cadenti; e Acttendo alla bontà patcrna , di cui
allor penfercmo di darci a Dio . Ma erafi abuſato , riſolfe di tornar nuova
oh ingannati che ſiamo! E chi nc al mente all'oltraggiato Genitore , e ſcla
ſicura divivere pochi altri giorni ? mo : Surgam , & ibo ad Patrem meum . Ma
chi ne aſſicura di giungere alla vec- non così il riſolfe , che ſubito l'ele
chiaja ? Ah ! dice l'Ab. S. Bernardo guì : Et furgens venit ad patrem fuum .
(a ) , quel Dio , che promette a ' Peni- Non aſpetto tempo , non differi il ri
tenti indulgenza e perdono ; non pro- torno , non rimile ad altro giorno l'
mette ad alcuno , e molto meno a ' ammenda ; ma ſubito che fu toccato
Peccatori temcrari , di conceder vita nel cuore dalla incorſa calamità , ri
fol

(a) S. Bern. ferm . I. in Dom . pot (c) S. P. Auguft. ferm . 104. de


OX. Epiph . temp.
(6 ) Id . ibid .
193
folſe di forgerc , e nel punto iſteſſo corelle ſmarrite , che lungo tempo er
dalla ſua infelicità riſorſc : Surgam , & raron traviate dal voſtro ſccitiſſimo ovile .
furgens venit. Ed oh fortunato ! Meritò Ah ! non abbiam coraggio di compa
di bel nuovo con la umile fua pron- rirvi innanzi ; perchè conoſciamo di
tezza la benevolenza e la tenerezza cflerci oltre modo abufati della voſtra
del Padre , meritò di eſſer da lui in- invincibil pazienza . Dopo di ellere
contrato , meritò veſtimenti e fregi , ftati folli in offendervi , dopo di aver
meritò feſtoſi lietiflimi feſtini. Che bel. avanzata la noſtra follia con moltipli
la invidiabil ventura ! Ma ſe vogliamo carvi le offefe , ancor temcrarj fiamo
ancor noi incontrarla , ſeguiam pure le inciampati nella maggiore delle follie
fagge condotte di tale avventuroſo con procraſtinarne la dovuta penitenza;
Giovinetto . Già ravviſiamo l' infelicif. e ci fiam pofti quindi a riſchio di cfler
fimo ſtato , a cui ci ha ridotti la colpa; vinti dalla forza del peccato , di eſſer
e ben ci accorgiamo , che lo ſdegno da voi abbandonati , e di non giunge
dell' Altidlimo , i latrati della findercfi, re al tempo immaginato dell'avvenire;
il timor delle fiamme perpetue con- e cosi eternamento dannarci . Che ce
corrano ſpictatamente a renderci infe- cità deplorabile fu la noſtra ! Ahime !
lice ed infoffribil la vita . Dunque non la confuſione ci opprime , la vergogna
aſpettiamo altro tempo > non differia ci ſcoraggiſce ; e non più ci fidiamo
mo ad altro giorno il ravvedimento . di comparirvi intorno . Deh voi per
Or ora conoſciamo la bontà immenſa ciò , alto Signore , compatite le noſtre
del Padre celeſte , e riſolviamo di ri- miferie , e ſollevate la noftra. debolez
tornare a lui dolenti , c feuza indugio za con la voſtra più ecceſſiva miſeri
ritorniamci. In tal guiſa della noſtra u- cordia ; ed accettate l'umiliazione del
miliazione fi appagherà il divin Signo- noſtro cuore , e le lagrime degli occhi
re , nè ci ributterà dal ſuo coſpetto ; noſtri , che ſon divenuti due fonti di
ma adempirà ciò , che promiſe : Eum , pianto amaro pel dolore di aver adon
qui venit ad me , nion ejiciam foras . Anzi tata la voſtra divina Maclità . In fatti
egli ſteſſo ne verrà incontro con l'cf- con ſincerità ne increſce di aver oltrag
fuſione della ſua fantiſlima grazia : ed giata la voſtra infinita bontà , ed inter
incontrati , nè abbraccerà con tcncrez- namente , ne proviaino la pena ſteſſa
za , ne veſtirà con gli abiti e con i della morte . Ma voi intanto accoglies
fregi delle fante virtudi , e ne farà tal teci , mentre de ' fatti torti vi chicdia:
feſta nell ' empirco , che per novanta- mo indulgenza e perdono ; e vi pro .
nove Giuſti ſalvatinon G farebbe . Deh ' mettiamo, che in avvenire non più ſa
perciò non traſcuriamo d'incontrare si rem per offendervi. Si , accoglieteci
bella ſorte ; e fin da queſto momento rimeiteteci i noſtri debiti , reſtituiteci
rivolgendoci al noſtro buon Padre Id- alla voſtra amicizia , e formate con ef.
dio , chiediamne umilmente la ricon- fonoi un fol Paſtore ed un ſolo ovile:
ciliazione , la pietà , e l' amore . Fiat unus Paftor , & unum ovile . Ab ! sd:
Si , clementiſſimo celeſte Padre , ec- Fiat , fiat .
co a' voſtri picdi quelle ſciocche pe

F SET
114
S E T T I MO GIORNO ,
1 ST RV Z I O N E. VII

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

ARGO M E N TO

Si accennano le interne diſpoſizioni ed i motivi , che debbe avere il Penitente nel


confeffarfi ; e fi palja a ſpiegare , quali eller debbano i caratteri di una
buona Confeffione ..

Sceltiaino queſt' oggi , Fedeli miei que in quo haurias habes , & puteus altus
A dilettiſfuni, aſcoltiamo una Con-
fefione , fatta da una Peccatrice
eft : unde ergo habes aquam vivam ? num
quid tu major. es patre noſtro Facob ? Si
all'Uomo più dotto e fanto , che ab- ſpiega ulteriormente il Salvatore , ch'
bia mai avuto il Mondo.. La Donna egli ha l'acqua della grazia , che por.
peccatrice è la Samaritana ; P Uomo. ta ad una vita eterna : ed ella finalinen
piú dosto e fanto , che abbia mai a- te mezzo perfuala più per curioſità , che.
vuto il Mondo , è Geſucriſto , che la per altro , gli chiede tal acqua : Du
fa da Confeffore , quantunque ftanco da mine , da mihi hanc aquam . Lodato Dio ,,
1
un lungo viaggio; ed il Confeſſionile che ſi è aflodato queſto primo punto ,
deputato a tal Confeffione è il pozzo come meglio ſi è potuto . Seguiamo la
di Sicar nolla . Samaria . Felice Don- Confeffione . Le dice Geſucriſto , che
na , dite voi , che ha incontrato un ſe deſidera l'acqua vivente della gra
Direttore si perfetto ! Coſa mai , che: zia , biſogna , che confelli i ſuoi pec
avelle ella commeſſa , non le potea cf cati . Confeſſati , le dice , che paili la.
fer detta dal Confeffore ? E pure, aſcol- vita con un impudico ; Vades, voca vi
tiamo la di lei Confeffione , e confon- rum tuum : ed ella tramortita incomin
diamoci. Le chiede. Gelucriſto da be- cia a negare ; che dite., Signore ? che
re, perché ha fetc , non dell'acqua. Uomo? io non ho Marito : Non habeo
del pozzo , ma della ſua anima : ed el- virum . Dici benc , le riſponde Criſto ,
la ftolida fi fcandalozza , che un Giu : che non hai Marito ; perchè ne bai
deo chieda da bere a lei, ch' è Sa. goduti cinque , e queſto , che ti godi
maritana : Quomodo tu fudæus cum fis , adetlo , non è tuo Marito : Quinque vi,
bibere a me poſcis , quæ fum mulier Sa- ros habuiſti , & nunc quem habes, non eſt
maritana ? Si ſpiega ulteriormente il tuus vir . Crederefte ? La Donna bon
Nazareno , e le foggiunge, che ſe ſa- che ſcoperta , non vuol paleſamente
peſſe il dono di Dio , ella più toſto confeſſare il ſuo delitto ; e fi conten
gli cercherebbc dell'acqua , e ne ot- ta di dire a Criſto , ch'egli è un Pro
terrebbe un acqua vivente : ed ella in- feta :: Domine , ut video , Propheta es tu.
ſenſata guarda intorno; e non veggen Beniſſimo , ſia accordato anche in que .
do nè vale alcuno , nė fonte , gli rin- ſta maniera queſto ſecondo punto. Se
faccia , che non abbia dove ritrarre guiamo . la Confeffione . Donna , le di
un poco d'acqua vivente , e che non ce il Nazareno , biſogna , che credi , eſ
dia maggiore di Giacobbc: Domine, ne- ſere già venuta l'ora , che ſi debbe
ld .

1
105
Iddio adorare in iſpirito e verità : ed dottrine della Chieſa , che ſono già a
ella francamente gli riſponde , che que. produrvi . id

ſto poi le farà inſegnato dal Meffia E primicramento dichiariamo , coſa


proieflo : Scio , quia Mefias venit , qui mai fia la Confetfione delle colpe . E
dicitur Chriftus ; cum ergo venerit ille , 110- coſa é mai ? Non è altro giuſta it fer
bis annuntiabit omnia . Ma · Donna timento dell' Angelico Dot. S. Tom
foggiunge fubito il Signore , ſono ap- maro e del Catechiſmo del ſagro Con.
punto io il Meſſia promeſſo : Ego fum , cilio ( a ) , che una accufa , che il Pec
qui loquor tecum . Crederefte , Uditori ? catore fa de ' ſuoi peccati al Sacerdo
Ciò aſcoltando la Donna , ſen fugge , te Miniſtro dell'Altiſſimo per ottenernt
c cosi finiſce la Confeflione . Oh ftra- la remiſſione , eſſendo il Tribunale dei
vaganza fingolare ! Ma laſciamo di gra- Ja Penitenza diverfo dagli altri ; : im
zia la Samaritarra nella ſcuola di Geſu- perciocche negli altri Tribunali chi
criſto , donde non può uſcire che fanta; confeſſa , è gaftigato ; e nel Tribunale
e veniamo a noi . Quante Samaritane
e della Penitenza chi confeſſa , allo
vi ſono a tempi noſtri, le quali dopo luto e premiato . Quindi da tal defi
ritrovato un buon Direttore , poco o nizione hen ſi raccoglie ., quali deb
nulla curano di confeſſarſi bene ! La- bano eſſere le diſpoſizioni ed i moti.
fçiatc perciò , che io oggi diſinganni vi , che i Penitenti aver debbono nel
tutti ; ed inſegni , coſa ſia , e come confeffarſi . Se la Confeffione è un'
debba farſi la Confeflione delle colpe. accufa ; debbon dunqne i Penitenti ,
Per proceder con ordine ad iftruir- non già ſemplicemente narrare , come
vi, Uditori , biſogna , che io qui ful (a) per trattenimento , o per isfoge ,
principio noti il coſtuine ordinario di loro falli , ma più toſto debbono ma
alcuni moderni Penitenti Criſtiani .
nifeftargli, come coſe indegne ed or
Penſan coſtoro , che il Confeffore er- ribili , da loro commeſſe , con iſpirito
fer dobbe informato , di quanto o pen- di compunzione , e con deſiderio di
fano , o dicono , o pure operano , farne da ſe medeſimi la vendetta . Sic
mentre vivono . E con tal ſentimento come dunque un Uom ineſchino , che
pafmo le giornate intere col Confef- per gli ſuoi atroci delitti è ſtato con
forc ; e ſembrano effer inquieti , fe dannato a morte , fi gitterebbe tutto
non l'abbiano feinpre a viſta , e non confufo , umiliato , e pentito a ' piedi
gli raccontino fil tilo tutti i loro pen- del ſuo Principe per ottener dal me
fieri , tutte le loro parole , tulte le loro deſimo la liberazione dal gaſtigo in
opere , o che fien buone , o che ſien fame , che ha meritato : cosi i Peni
cattive ; c quel che è rimarcherole a tenti morti alla vita ſoprannaturale
notarfi, è appunto, che eglino per eflere della grazia pel loro peccato , e con
più accurati nelle loro narrazioni ,non dapnati dalla divina Giuſtizia all'eter
dubitano di cſattamente informare il na morte dell ' Inferno , tutti.confufi ,
Confeffore di tutti i fatti altrui. Or fi umiliati , e pentici ſi debbono preſen
conducono bene coſtoro ? Che volete, tare al Sacerdote , che è Miniſtro del
' che vi riſponda ? Intendo d' iſtruire 7 ľ Alciflimo , ed ha l ' autorità di .pro
* c non di cenſurare nè Penitenti , nè ſcioglierli dal loro reato , e di libe
Confeſſori. Vi dico perciò , che voi rargli dall'Inferno , per ottenere di
ftefli potete formare giudizio di tal lui l' aſſoluzione , e da Dio il perdo
coſtume , dopo che avete aſcoltato le no . E le poi la Confeffione fi diffini
P 24 fce

(a) S. Thom . 1. 2. q. 20. 2. 4. in bis Dom . & de vera falſa pen. & S.
gorp. G Cat. ſect. 38 . Fl. Chryf. kon. 20. in gent.
( a) Cat. loc. cit. S. P. Aug. de ver
116
Ice um accufa per ottener la remiffione ; ma ancora con interna ed eſterne
riman dunque chiaro , che i Peniten confuſione e modeſtia , ſempre riflet
ti , quando fi veggono gravati da col tendo di non aver operato da Uomo,
pe , non debbon averc altro inotivo e molto meno da Criſtiano , c di aver
di andarſi a confeffare , ſe non quello moſſo guerra all'iſteſſo Sovrano del
di riacquiſtare la grazia e l'amicizia cielo c della terra . Non ſo , ſe mai
del Signore offero , e la libcrazione vi è occorſo di oſſervare un reo , che
dalla pena meritata delle fiamme per convinto nc' procelli, di atroce mis
petue dell' Abbiffo ; perfuafi dalla fatto , ſi preſenta al Giudice per coile
fanta Fede , che non ſia altro mezzo fe fare la ſua reità . Ma le mai non
per gli Uomini battczzati di riconci l'avete oſſervato , potete: figurarvelo
liarſi con Dio , che il Sagramento un Uomo il più confuſo del Mondo,
della Penitenza . Siccome dunque il avvegnacche foſſe di natura orgoglia.
Catecumeno: debhe ricevere il Sagra ſo ed arrogante . Che modeſtia negli
mento del Batteſimo pel motivo prin. occhi ! Che palpiti nel cuore ! Che
cipale di ottener la remiffione de'ſuoi pallori nel volco ! Che debolezza di
peccati , corninefli prima di battezzar voce! Che demiſſione di portainento !
li; perché il Batteſimo è l'unico mez Direſte , che egli fia vicino agli ulti
20 per guadagnarla : cosi i Penitenti mi sânimenti . Or nell' iſtella guiſa far
battezzati debbon confeffarſi pel mo debbe il Penitente nel Tribunale del
tivo principale di effer proſciolti da' la Penitenza , nel quale i ConfefTore
loro delitti, commeſli dopo il Batteſi è coſtituito ſuo Giudice . Con interno :
mo ; perché il Sagramento della Pe dolore e rainmarico, con gli occhi ri.
nitenza è ſ unico mezzo , per cui volti alla terra , col capo chino , con
posſono ottenere il proſciogli.ncnto. . lagrime lulle. guance , con cuore con
Ed ecco . brevemente accennate le in trito ed uiniliato confeíTar debbe quel
terne diſpoſizioni , ed i principali mo: le colpe , delle quali egli medeliano li
tivi , che debbono. avere i pcnitcnti , è convinto reo con l'Elanc della Co
quando vanno a confeſſarſi . ſcienza . E queſta fola differenza par.
Veniamo ora a parlare delle condi. far debbe tra il reo accennato , che
zioni , che debbono accompagnare u compariſce innanzi il Giudice terrena,
na buona Confeflione , Uditori : o ed il reo , che coinpariſce innanzi il
poichè già jeri vi ho ſufficientemente Confeffore, che quello treina per la
iſtruiti circa l' integrita materiale e for conſiderazione dell' imininente lenten :
male della Confeffionc ; oggi perciò 2a , e queſto debbe coinmuoverſi dall'
mi riduco a parlarvi, delle altre tre enormità de' ſuoi falli , e dalla conci
necedarie condizioni , che debbon derazione, della divina bontà , la qua
fregiare la medeſima Confelijone le è pronta a perdonarlo con l' allo
Dico dunque così : la Confeflone per luzione del Sacerdote . Queſta dunque
eiler buona e ſalutare , primierainente è l' obbligazione del Penitente Cri
eſſer debbe umile , ſecondariamente el. ftiano. E perciò penſate , quanto er:
fer debbe prudente , e finalmente deb. rino alcuni Cattolici , che portanſi al
be eſſere ſincera . E diſcorriamo per Confeffore , come ſo andafiero ad un
ordine . Amico il più caro , il guardano filla
Primnicramente la Confeffione eller monte ſul viſo , dicongli le loro col
debbe umile ; perchè il Penitentc deb pe con diſinvoltura e quaſi con iſcher
be eſſer penetrato da una viva cogni zo , e molte volte con pofiture diſdi
zione della deformità de' peccati com cevoli , coine appoggiati interamente
melli , e. della foinına bontà di Dio o ſul Confeflionilc , o anche ſul Con
offeſo ; e quindi debbe contellarſi non feffore , cui tengono ſtretto per timo
ſolo con eſemplare raccoglimento , re di non effcrc aſcoltati , qual più
pre
T17
prema loro di non far fapere le loro Ma tanto più debbon effer umili i
debolezze , che di ſvelarie al Confef Penitenti nell' aſſoggettarfi a' conſigli
ſore . Che ſegno può eſſer codeſto di del Confeffore , e ſpecialmente quando
una buona Confeflione ? Ab ! temo af il Confeffore ſtima bene di doverſi dif
fai di codcite Cenfelloni fatte in tal ferire ad altro tempo l'aſſoluzione ſa
guiſa ; perché la ſperienza inſegna , gramcntale . Sentite . Un'aſſoluzione ,
che colui il quale veramente fi pen data fuori di tempo , cagiona ſempre
te de' falli luoi, piange , linghiozza gran male : e per contrario un'affolu
e non cura , che ſi fappia da tutto il zione , data a tempo , ſempre cagiona
Monde la ſua reità . E così leggiamo gram bcne . Dimoftro l'una e l'altra
di aver operato un Davidde , unaMad propoſizione con brevità . Un'aſſolu
dalena , un Pictro , una Margherita di zione data con facilità , quando il Pc
Cortona, che pubblico per le contra nitente non ancora ſi conofce ben di
de le ſue paſſate fregolatezze , un S. ſpolto , ſempre cagiona gran male (a) ;
Agoſtino , che tramandò a ? Poteri re perché non rimangono aſſoluti i
giſtrate ne' ſuoi volumi le ſue giova peccati; 2. fa luſingare il Penitente di
nili follic , ed innumerabili altri Pc eſſer giuſtificato , quando realmente é
nitenti , che fan decoro al regno viſi ancor empio ; 3. mandando il Peniten
bile di Geſucriſto , che è la Chieſa . te a ricevere l'auguftiflispa Eucariſtia...
Nè queſto è tutto il fregio della umi l'eſpone a commettere un fagrilegio ;.
liazione , che debbe avere il Peniten 4. addormenta il Penitente nel pecca
te nel confeffarſi . Ulteriormente egli to , e gli facilita il moltiplicarlo ; &
conſiderar debbc gli effetti , che pro perciò dicea bene il Cardinal Bellar
duce l'aſſoluzione ſagramentale : cioè mino (b) : Non effet tanta facilitas pece
meditar debbe , che per inezzo dell ' candi , Ji non effettanta facilitas abſolven
aſſoluzione gli fi applicano dal Sacer di . All'oppoſito un'aſſoluzione differi
dote gl' infiniti meriti della paſſione ta e data a tempo opportuno , ſempre
e morte di Geſucriſto ; e che quindi cagiona gran bene ; perché 1. ſveglia
gli fi perdonano veramente i peccati, il Penitente a maggiormente preparar
gli li cancella. la ſentenza della mor viſi; 2. ſpinge a ſempre più deteftare
te eterna , che avea meritata , e gli ſi i commeſſi peccati ;- 3. eocita a fortiti
dona la grazia e l'amicizia di Dio , care i fatti Proponimenti ; -4. diſpone
e il dritto alla beata credità del Para il Penitence. a raccoinandarſi al Signo
diſo . E con tal conſiderazione accre re , a fuggir le occaſioni , e ad otte
feer debbe per l'interna conſolazio ner la maggior benevolenza di Dio ,
nc la ſua profonda_umiltà , e tanto che gli tien preparata la grazia della
più ravvivare la ſua Fede : nella guiſa giuſtificazione . Or a queſte core dcb
appunto che un reo fi profonda nel be riflettere il Penitente Criſtiano ;
fuo niente , quando in vece di rice quando dal Confeflore gli vien diffe
vere dal Giudice terreno la ſentenza di rita l' aſſoluzione ſagramentale , ſi ſog.
morte , ne riceve l aſſoluzione ed il getti umilmente al di lui giudizio : e
perdono. Finalinente debbe eſercitare intanto ſi eſerciti con qualche morti.
ja fua umiltà il Penitente nel ricevere ficazione , con dimandare a Dio la
dal ConfefTore gli opportuni avverti compunzione del cuore , con comincia
menti , i faggi conſigli, c le propor re una vita nuova , onde poi con mag .
zionate penitenze ; e di queſto parle gior profitto e vantaggio riceva l'ar
reino difuſamente dimani. ſoluzione . E qut aſcoltino bene tutti
i Cris

(a S. P. Auguft. Serin.. 34. de ( b ) Bellarm . ferm . & . de Adv .


diy. in Pf. 6. S. Ambr. in pl. 118.
.
118
i Cristiani codella loro indiſpenſabilc velano giammai an peccato , le infie
obbligazione ; e fi perſuadano , chc me non ne profferiſcano la ſcuſa, ed
non per rigidezza de' Confeffori , ma alle volte diano la colpa ad altrui .
per indiſpolizione de' Penitenti fpello Così quella Donna , che ha beſtem
îi differiſca l'adToluziene . Ubbidiſca miato , 'nel tempo ſtello che accufa la
no quindi ; e tornino al tempo alle- beſtemmia , dice di eſere fata ſpinta
gnato a'Confeffori , onde non ſi ca. dalla mala indole o del Marito , o de '
gionino volontariamente l'eterna ro. Vicini . Ma ob che inganno ! Siccome
vina . noi ſiano tenuti di fuggire tutte le oc .
M !, Padre , e ſe avviene , che mo- caſioni, che ci urtano al peccato , giu
rimmo prima di ricevere la differita ſta quel che dilino jeri ; cosi non poco
affoluzione ; coſa mai farà di noi ? Ri- ſiamo prendere per iſcuſare il pecca
fpondo primieramente , che ficcome to la occaſione iinpellente ad ello ,
non avete paventato né la morte , ne che da noi ſi potea e dovca evitare ,
l'Inferno ,mentre peccavato ; cosimol- E quindi io deduco , che questi tali .
to meno temer potete la morte e l' i quali attendono a ſcuſare i loro pec
Inferno , quando pren lete tempo per cati , dimoſtrano di non confonderſene
piangere i voitri eccefli . Ma cornun : baſtantemente , nè dolertene in quella
que lia , riſpondo ulteriormente , che guiſa, che ſi richiede . Non vi niego,
· Iddio non permetterà , che moriate che alle volte è neceffario di ſvelare
prima dell'aſſoluzione . E quando an. al Confeffore le occaſioni iinpellenti
che il voglia permettere , non è da al peccato . Ma quando ciò debbe farli?
dubit arſi chc appunto per la voſtra Ciò debbe farti ſolamente allora , quan
umile ubbidienza Iddio fi compiaccia do tale occafione o togliete il pecca
grazioſamente di ſvegliarvi nel cuore to , o notabilmente l'accreſcelto , o ne
quel Dolore proporzionato , che in ta- cambiare la fpecie , o notabilmente il
le ipoteſi balti col desiderio della Con- dimingille . Ecco gli clenpli . Tizio è
feilione a giuſtificarvi e ſalvarvi . In .coltretto da Paolo con un pugnale ab
fatti per queſta ragione la Chieſa non la gola , acciocchè mangi le carni in
ta caſo di tali timori , e preſerive di giorno di Venerdl ; e così coſtretto
differica l'aſſoluzione a ' Penitenti , che ne mangia , ſenza però diſprezzo alcu
ancor non ſembrano ben diſpoſti a ri- no della Chieſa , ma ſol contra ſua
ceverla : anzi ha ſempre giudicato volontà . Tizio è obbligato di dire al
che i Catecumeni morti dentro il tem- Confeffore la occafione del pognale ;
po della penitenza prima della ricon- perché il Contefiore lo ſculi dal pec
ciliazione, li abbiano potuto ſalvare ; cato , che non ha commefio col man
e perciò ha pregato per loro , o ne giare carne , non obbligando la Chieſa
ha da'Fedeli accettate obblazioni , co- col grave incomodo . L'altro eſempio
me han ditānito molti a diverſi Con- ſarehbe : Pictro innocentcinente è ſtato
cilj (@) . Patliamo avanti . condotto da mali compagni , che ſi po
Secondariamente la Confeflionc ef- fero a rubbare .c trovatoli in converſa
ſer debbe prudente , Uditori ; cioè il zione , con timorc e tremore ajutó a
Penitcnte debue ſolo accufar ſe kteflo , rwbare . Pietro deve dire la circoitanza
coinc cagione de'suoi peccati ; e non de’ Compagni c della fua buona fede
debbe ne fcuſurſi , nè incolpare altri . al Direttore ; perché queiti conoſca
lo ( o bene il rco cotume , che è nel elier di minor malizia il di lui pec
Cii.tianeſimo , che i Penitcnti nou ri . cato . Del reiło non debboli il Peni
ten

(a) Conc. Vaſc. can . 2. Cartog. 4. can . 12 .


can . 79 Arelat . 1. Can . 13 . 19 : t. 2.
IIg
tente mai ſcuſare in Confeffione . Ed aggiungono alcuni Dottori , che
Or diſcorriamo brevemente della ter- * ancor pecca mortalmente, e fa un ſa
za condizione della Confeſſione . In grilegio , chiunque deliberatamente
terzo luogo la Confeſſione debbe eſſe- confefla maggior numero di peccati ,
re ſincera ; cioè che non abbia in ſe che non ha commeſſo ; perchè coſtui
racchiuſa alcuna cofa o di fimulazio- anche inganna il Confeffore in mater
ne , o d'inganno , o di falsità .- Spic- ria grave. Può ſortire però , che qual
ghiamo queste tre circoſtanze . Primic- che volta ſi può ſcuſare il Penitente
ramente la Confeflionc debbe eſclu- da tal- fagrilegio '; e ciò farebbe , quan
dere la fiinulazione ; cioè non debbe do il Penitente ſia un Uomo ſemplice
eſfér fatta con prava intenzione , o mal e
rozzo ', ed il faceſſo con buona fe
fine , coinc ſarebbe per vana gloria , de , fupponendoſi di eſſere più ficuro ,
per conſeguire la benevolenza del Con- quando dicelle più di quello , nel qua
feſſore , per non incorrere in qualche te ha errato .
pena ; ma ſolamente, debbe eller fatta Riſpondo fecondariamente , che il
con fine di ſciogliere l'anima del pec- mentirc in Confeffionc circa coſa ve
cato . Secondariamente debbe elclu. niale ; o altra materia non neccffaria ,
derſi dalla Confeflione. ogni inganno ; . cui il Penitente in tal: Confeſſione
cioè' i peccati debbonſi dire , come ſo . non è tenuto di dire , non è peccato
no. ffati , nė . fi debbono coprirc con : mortale , ma ſol: veniale ; : ne rende
artifizj: di parole in guiſa , che il Con . fagrilego il Sagramento e la ragione
feſſore o non gli capiſca , o non gli è , perchè tal bugia non cflendo circa
capiſca a . ſufficienza . Finalmente la la materia neceſſaria del Sagramento
Confeflione dcbbc eſcludere la falſità ; della Penitenza , non viene gravemente
cioè non debbe dirſi una coſa per un' ingannato il Giudice , o ſia il Confera
altra ; ed al Confeſſore interrogante fi. fore. Si eccettua ſolamente, quando il
debbe riſpondere verità
la .. Penitente , ſi è confeſſato ſolamente di
Ma, Padre , e ſe alcuno mentiſe in un -Peccato venialc , e circa queſto ba
Confeflionc , farebbe nuovo peccato mentito ; perchè eſſendo queſto pecca
mortalc ! Riſpondo primicramente , che to veniale tutta la materia della Con
il mentire deliberatamente in Confcf-- feßionc , ſe queſta folle fallaniente nar
fione circa materia mortale e necefla-, rata , non fi rccherebbe in: realtà al
ria , é peccato mortale ; e per conſe-- cuna materia al Sagramento della Pee
guenza con tale bugia li rende. ſagri.. nitenza ; e cosi gravemente. pecche
lego il Sagramento . Così. giuſta la co- rebbe , cbi con animo deliberato cio :
mun ſentenza di tutti i Teologi pecca: facefle.. Del reſto io perſuado culti ad
mortalmente e fagrilegamente riceve il eflere ſincerii; e. ad eller rigoroti 16.
Sagrainento , chiunque volontariamen- la fincerità , the. debbe cflere la terza
te ocga di aver fatto un peccatomor- condizione della Confeflionc fagrawen
tale., chc. veramente ha fatto , e non tale .
ſe n'è ancora confeſſato ; e chiunque Scandagliate perciò le voſtre Confer
aſferiſce di aver commeſſo un peccato : fioni patate , ſe furono umili, praden
mortale , che veramente non commi- ti, e ſincere; c trovando errore , ammen
fe; perchè coſtui nel foro dị Dio ma: datelo , prima che non abbiate più
lizioſamente inganna. il Giudice , che tempo da ravvedervi , ed accoſtatcvi ala
è il Confeffore , Vicario di Criſto , la Confeſſione ben diſpoſti, con umile
in materia grave ,appartenente alla ſo- tà di cuore , e col folo motivo di qute .
tanza della cauſa , n del Sagramento , ncrne la giuſtificazione .

Atti Criſtieni ,, come nel primo giorno pag. 12 .

SET
120

S E T T I. M O GIORNO
Μ Ε DI Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε VII
DEL MERITO ALLA GLORIA

A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο

La gloria del Paradiſo , che il divin Rimuneratore ha ſerbata a' ſuoiAmici , è corona
di gizuſtizia : e quindi 1. in vano ci luſinghiamo di guadagnarla ſenza pri
ma ubbidire à Dio , che ri' è il Padrone; II. in vano ci luſinghiamo di
guadagnarla ſenzafrīma abbattere i nimici, che ofano toglier
cela; ( II. in vano ci ludfinghiamo di guadagnarla ſen
za prima caminar la ſtrada , che camind
il Santo de' Santi Gefucriſto.

Satagite , ut per bona opera certam veftram vocationem & ele&tionem


faciatis. II. Petr. I. V: 10.
En io lo , dilettiſſimi Fedeli , che faſtofi , o adagiato ſugli oneri altrui ;
BEtutti i Criſtiani deſiderano e ſpe-
rano quel Paradiſo , dove non han
ſe pur i cocchi non ſono , come quel
lo di Elia , penetrati da fiamme fignis.
ricovero lc miſerie e i guaj , che lace- canti l'ardore della carità , e gli omeri
rano il cuore in qucfta valle di lagri- non ſono , come quelli de' Cherubini
me ; e dove ſoddisfarſi unicamente poſ- di Ezecchiello , velociflimi più di fol.
ſono i defideri umani , che di creati gore accela , dipotante lo ſpirito del
beni non ſi fatollan giammai. Ma bi- travaglio . Quindi il Principe degli Ap
fogna, che alla fine fi perſuadano , che poſtoli S. Pietro'cſorta i redenti ad
ficcome il Paradiſo è una mercede del avanzarſi alla compra de'bcni immar
merito , ed una corona di giuſtizia ; ceſcibili col prezzo de' incriti, e con lo
cosi acquiſtarfi non poffa , ſe non a sborſo delle opere falutari farne ficu
contanti di travagli, di ſudori , e di ro e certo l'acquiſto : Satagite, ut per
ftenti . Si , dice l’Appoftolo delle Na- bona opera certain veſtram vocationem &
zioni , non abbiam noi quà giù in terra ele &tionem faciatis . E' vero , che le o
lo ſtabile permanente ſoggiorno , e ſo- pere umane , quanto ſi vagliano eccel
lo l' aſpettiam ſugli aſtri, dove fugato Icnti e perfette , ' non giungono ad c
il dolore , il pianto , e la morte , per- guagliare l'immenſo valor della glo
petuamente ſi gode tranquillità e ripo- ria ventura : Non funt condignæ paſiones
lo tra l'abbondanza di quegli ſceltiffimi hujus temporis ad juperventuram gloriam ,
beni , che ne vide inai occhio morta- quæ revelabitur in nobis . Anzi cita è sì .
le , nè mai orecchio aſcolto , nè pen- ineſtimabilc la ſanta Sionne di pace ,
fiero giunſe mai ad immaginare : Non che pur ſi dona per nulla avvegna
habemus hic manentem civitatem , fed æter- ché tutto vi s'impieghi il capitale - 1
nam inquirimus . Ma ſappia ognuno , che neffabile degli ſtenti, dagli Eroi de!
alle foglie di codcfta patria bcata nel. la Religione {offerti : Pro nihilo ſalvos
fun perviene , o traſportato da'cocchi facies eos . Ma dopo che il Mediator
di
127
divino con infinito prezzo di ſangue fantiline leggi , le quali o impreſſe
AC apri le foglie , non cura l'Alcilli- col lume raggiante del volto ſuo nel
mo di darla a buon mercato ; non cu- cuore umano , o diede a Mosè ſul Si.
ra offerirla per pochi momenti di fa- na ſcolpite col dito fuo in dure tavo
tica ; non cura ... Ma abimé ! troppo le di pietra , o finalmente pubblico dal
ne atterriſce verità si incontraſtabile Calvario per mezzo del ſuo medefimo
Il Paradiſo ci diletta , il Paradiſo fa agonizzante Figliuolo . Anzi cotanto
brama e ſoſpira ; ma intanto c'incre- diſpoſe fin dal principio de' ſecoli an
ſce di preſentare a Dio quel merito che rapporto alle Creature innocenti .
che può conquiſtarlo . Ed oh difordi. In fatti chiamò alla luce una moltitu,
ne! Queſta ſovente è la ragione , per dine innumerabile di Angeliche Intel
cui il Paradiſo ſi ſmarriſce e ſi perde; ligenze , e formó ſulla terra a ſua im
ed in vece di effer felici , rimaniamo magine e ſimiglianza la ragionevole
miſeri per cutti i ſecoli . Deh perciò Creatura ; e fubitamente alle primeed
ad evitare si lagrimevol rovina , me- alla ſeconda i doni ſuoi di grazia e
ditiamo queſt' oggi , che la gloria del di ſantità copioſamente diffuſe , ed al
Paradiſo , cui il divin Rimuneratore la gloria ſempiterna e quelle e queſta
ha ferbata agli Amici ſuoi , è una co- amoroſamente deſtino e preſcelfe . Me
rona di giuſtizia , che ſenza merito prima di accoglierle nella magion bea
non fi acquiſta. Ed ecco l'argomenco ia ., ſperimentar ne volle la fedelek
della Medicazione . In vano ci luſin . e l'ubbidienza ; e lor diede oportu
ghiamo di guadagnare la gloria ſenza namente i {uoi comandi , perchè pron
prima ubbidire a Dio , che n'è il Pa: tamente gli eſeguiſlero . Comando agli
drone . Primo Punto . In vano ci lu- Angioli di adorare, quel divin Verbo ,
Singhiamo di guadagnare la gloria ſen- che per la gloria della Divinità ren .
za prima abbattere inimici, che oſa . derſi dovea Uomo paffibile e mortale :
no cogliercela . Secondo Punto . In e poichè di coſtoro altri eſattamente
yano ci luſinghiamo di acquiſtar la glo; a ' di lui ſtabilimenti a ſottomiſero
ria ſenza prima caminar la ſtrada , che ed altri arroganti vi fi oppoſero ; egli
caminò il Santo de' Santi Gelucriſto percio , mentre quelli mifericordiola
Terzo Punto E perché a meditar con mente alle magioni chiamò dell'eterno
fervore e con profitto le propoſte ves ripoſo , queſti intanto all'oſcura prigio
sità , ſenza dubbio ſupplicar dobbia- ne deſtino delle fiamme ineſtinguibili
mo ad affilterci quella eccelſa Ver- dell' Abbiſſo . E cosi comando all'Uo.
zine , chc fu Madre del Padre iſteſſo mo, che alla pianta della ſcienza del
de lumi ; volgiamci perciò a tenera- male e del bene non alzaſc la deſtra &
mente invocarla a pro noftro , ed u- coglierne alcun frutto , c cibarCone :
milmente falutiamla con le folitc lagre poiché coſtui gli ordini non ſerbo del
Litanie : Kyrie eleyfon & c. Tuo Fattore; a lui percio ed agl ' infeli.
cillimi Diſcendenti le foglie furon chiure
PRIMO PUNTO . di quella patria immortale, che per tutti
era già apparc :chiata . E ſe finalmente
In vano ci luſinghiamo di guadagnar la le riapri il generofillino Salvatore , che
gloria ſenza prima abbidire a Dio , l'Uom caduto rialzò , ed all ' amicizia
che n'è il Padrone . reſtitud del celeſte Sovrano ; certamen.
te la divina Giuſtizia determino , che
ConGideriamo , dilettiſſimi Fratelli ſiccome l'Unigenito del Padre alle di
che l'Altiſſimo, clſendo aſſoluto Signo : vine ordinazioni ben volcntieri ſi foto
roc Padrone della gloria , abbia vo- tomiſe , e l' eſegui magnanimo ſenza
luto diſporla mercede di coloro , che replica alcuna ; cosi alle leggi dell’AL:
teligioſamente ubbidiſcono alle di lui ciflimo tutti į redenti Mortali ubbidir.
(e
122
fero per guadagnare la preparata gloria altero tempio di Sion ,e del bagno fa
ſempiterna :Si vis ad vitam ingredi , jer. futare di Siloe, e delle verdeggianti
va mandata . Ed eccovi come la gloria colline di Engaddi , del Libano, det 1
del Paradiſo , che il Divin Rimuncra. Carmelo , e del Saron . Ma io diman
tore ha ſerbata agli Amici fuoi , è una do : perché queſti infelici cotanto ad
corona di giuſtizia . In qual guiſa per- dollorati per la perdita di Geruſalem .
ciò pofliam lufingarci di acquiſtarla ſen- me , non prendono il mezzo opportu
za ubbidire al Padrone , che ne coman- no per riacquiſtare il bramato. lor re.
da? Eh ! inutile c fciocca pretenſione : gno , e liberarſi dall' affizion conce
imperciocchè in vano ci luſinghiamo di pita ? Ben fanno , che le trafgreflioni
guadagnar la gloria fenza prima ubbi della divina legge gli ſbalzarono. ne'
dire a Dio , che n? e il Padrone . " confini di Babilonia a ſoffrire il giogo
E pure che debbo io dire , o. Crie di un barbaro Vincitore; ben , fanno
tiani ? Mi diſpiace affai , che fovente che le paſſate (coſtumatezze lor tolfero.
al luſinga ne accieca; e che fovente il Santuario , il tempio , l' autorica ,
per tal lüfinga Knarrjamo, la immortale $ inpero.. Perchè dunque non fi folle
felicita , ed incontriamo un fempiterno, citano ad ammendare i lor delitti per
penare. Si, troppo ne diletta la magion . ricuperare la liberta ? Perché non si
beata de Santi, troppo, le inviamo vo- volgono a religioſamente offervare i di-
te foipiri , troppo ſperiamo di ottener- vini precetti , onde riacquittino il na
le . Ma quando fi tratta di prendere per tio lietifimo foggiorno Aht queſta è
giangervi il giuſto mezzo dell: offervan- la ſtravaganza degli Ebrei. Piangong
za de divini prcectti ; abimé ! che man . la fiarrita felice: lor patria : ed intan
chiam di coraggio , e simaniamo nella. to in vece di ſorgere a placar l’Arifs
intingardaggine e nella torpidezza . B fimo , rimangono vergognoſamente 3
non fiam noi, che ſeguiamo gl' inutili federe :: Super fiumiza Bai yionis illic fem
configli degl' incauti Ifraeliti in Babi dimus, & flevimus . Bramano, infranti i
lonia prigionieri? Ma guardiamgli per loro. ceppi, e paſſar di bel nuovo alla
un moinento , e rileviamone a noſtro corona cd allo ſcettro ;, ed intanto , in
profitto la verità . Eccogli alle ripe dell' vece di muoverſi a piacere, al Signor
Eufrate . Che fanno, quivi ? Non altro degli eſerciti , intorpidiſcon nell'ozio,
the fedore e piangerc : Super flumina e li fanno vinccre dall infingardaggine :
Babylonis illic jedinus , & fleximus : E Dum meditantur , ſe ne maraviglia Cafe
percbe ? Ah ! if rogab Profeta ali flebil. fiodoro (a), duna meditantur, amanam ke
Liono, della fua cetra ne ſcuopre. I'a- reditatis notitiam , marcent , torpent , of
koſa, cagione del lor rammarico. c del fufpirant. Or non è queſta ancor la nos
loro pianto ; e ne palefa , che la me- ftra imprudenza ? Gemiamo in queſta
moria della bella Sionne , da cui ft di miſerie picna dolentiffima, tonia ; e
veggon efuli , la cagion fia dell' affii- pell’affollarſi delle traverſie ci ricor
zione inconſolabile , che gli opprimne: diamo della beata Sionne di pace , do
Super flumina Babylonis illic jedinus , & ve ſol regna l' allegrezza e la gioja .
ftevimus , cum recordaremur sion . E vera- Ed. oh quali ſono i foipiri , che cold
mente han ragione di dolerſi nel ram . vibríamo ! quante concupiamo accelic
mentare la bellezza , la fercilità , la ma.. ſime brame di conquiftarla ! Oh Paradi
gnificenza di quella ſuperba.Citta , che ſo ! per l'empito del dcfidesio giungia.
fciagurati perdettcro ; han ragione di mo a fülamale , oh Paradi.o quanto
foipender l'arpe a'falci. per. ſolamente fei dilettevole ! quanto lei amabile ! Oh .

deplorare la privazione dell? auguito felice colui , che ti confiegue ! Quas


da

(a) Caffiodo in Ps. 136..


128
do verrà il giorno fortunato , bet qua meno non prende che mezzi contrari
le ne coccherà di goderei ? Quando al prefillo ſuo fine . Sa benc , che la
verremo , e farem comparſa fra' San. bontà del cuore il waſportò all' ina
ti intorno il ſoglio del Commo Bene? ſpettato trono ; e ſe dalla mandra paſso
Si , così fcharniamo : Ma dov'è poi, alla reggia , conſegui tal forte per la
che prendiamo i giuſti mezzi per giun ſua religioſità , che il rendca nel po
gervi ? dove è poi , che cuſtodiamo polo il migliore : Non erat vir melior
nel cuore la legge dell'Altiſſimo per illo . E ſa bene ancora , che il diſubbi
farnc acquiſto ? Ahime ! tutti i noſtri dire a' divini comandi e il mezzo di
pensieri ſono occupati ad ubbidire al perdere autorità ed impero ; anzi egli
Mondo , a ſervire alla vanicà , a ſod La bene , che Iddio per mezzo del Pro
disfare le pallioni; e nulla badiamo ad feta Samuello gli ha minacciata ber
impiegarci per Dio , che Tolo può due volte la riprovazione; perché ben
renderci felici . Come dunque vogliam due volte il diſubbidi, la prima con of
guadagnare il Paradiſo ? Eh ! vane lu ferire il ſagrificio ſenza la preſenza del
Singhe. A viſta del Paradiſo ne con Sacerdote, e la ſeconda con ritenere
verrà tremare pel timore di ſmarrir le ſpoglic più prezioſe degli Amaleciti
lo ſenza rimedio; appunto nella guila contra il divieto divino : Nequaquam
che nel campo di Betel a viſta del Pa regnum tuun ultra confurget ; abjecit
radiſo aperto tremò Giacobbe , il qua Dominus , ne fos Rex , pro eo quod abjecifti
le perchè dormiva , credetto di eſſerne fermones Domini . E che fal in Wece di
eſcluſo e privo : Obfervandum , coin farſi ottimo , divien peggiore : e non
mento di Calliodoro (a) , obſervandum fi arreſta , fie che non torni peflimo ?
eft , quod Jacob erat dormiens; unde quia Vuol confermato il regno ; e non ha
cælum nequaquam pigris o focordibus pre ritegno di cozzare col fuo Signore
paratum elje optime noverat , ideo ob fomno: Vuol confermato il regno ; e non dubi
ientiam fuam timet , & formidat . Si ,non ta di più volte tramar la morte all ' in
ci luſinghiamo , che altriincnte non nocente Davidde . Vuol confermato il
può ſortirci - regno , e non ha riparo di ammazzar
Ma che dircm poi, o Criſtiani , le furioſamente i Sacerdoti non colpevoli
noi non ſolamente liam pigri e negli di Nobe , anche fregiati delle veſti
genti nell'ubbidire al celeſte Sovrano ; Sacerdotali . Vuol confermato il regno;
ma ſiamo anzi tutti prcmaroſi e follcci e non ha ribrezzo di conſigliar Demo.
ti di diſubbidirlo e di malmenarlo ? Oh nj , e ſervirſi di Streghe. Vuol confer
follia ! Ob delirio ! Bramiamo ardente mato il regno ; e non haripugnanza di
mente di poſſedere il regno de' cieli; farli vilmente uccidere da un Giovinee
e intanto non ceſſiamo di far fronte a to Amalccita ſopra i monti di Gelboe.
quel celeſte Signore , che ce ne debbe Ob Principe ſcioperato ! Non potea il
aprire l'ingretro : paventiamo di (mar fuo conſiglio ridurlo ad altro che allà
rire la eterna eredità della magion de! perdita dell'impero e della vita . E
Beati ; e intanto poi abbiamo tutto lo pur noi un tal conſiglio Teguiamo. Si
ſpirito di vilipendere quel Principe é compiaciuto l' Altiilino di Ivelarci
altiſſimo , che ce ne debbe inveſtire : i ſuoi voleri; ed intimataci la ſua fan
E pur così è . Non altro facciamo che tiſſima legge , ne ha efortato ad adein
imitar la ſtolidezza di Saulle . Queſto pirla per conferirci la gloria immor
Regnante ha tutto il deſiderio di per tale : Hæc fac , & vives . Ma noi nel
petuarſi il ſoglio d'Ifraello e di Giūda, tempo follo , che cinnamoriamo del
a cui felicemente é aſceſo . E nondi guidcrdone , riculiaino inficme di ubbt
© 2 dir

(a) Calliod. in Gen.


1 24
dirlo , e temcrariamente gridiamo: D1- Giacobbe . Ah ! s'invaghiſce egli del
xiſli ; ?1011 ferviam . Quindi ad onta del la ſua do! cc Cugina Rachele ; c per
Creatorc non altra lcgge ci prefiggia- che ne brama con verità il poſſe'lo '
mo che quella della paſſione e del ca. non dubita di foggiaccre a durilline
priccio . Qucfta ne infinua di perſeguita- leggi, preſcritte dall' avero Labano
xe i nimici ; e fi perſeguitano: c'inſinua a cui la Giovinetta qual Figlia appartie
di frequentare luoghi Corpetti ; cfi fre- ne . Benché Giovinetto dilicato , e gen .
quentano : c' inſinua di profanare le tilc ; pur contentaſi di ſervire nella
feſte ; c fi profanano : cinſinua di condizion di Paſtore nulla meno che
ſcandalezzare i prollimi; e fi fcanda- per quattordici anni, né cura di rima
lezzano : cinſinua di adulare i Mag- nere cfpoſto , ſia di giorno, fia di not
giori ; c fi adulano : c' infinua di a. tc , a' raggi cocenti del ſole , al rigo
dottare le maſſime de' Miſčredenti ; e re della bruma più orrida, all' incurlio .
fi adottano . Che più ? Non è campo. , ne de' lupi più feroci: Servivit pro Ra
che non pallegiamo con icoſtumatezza; chel . Anzi egli ſerve si allegramente ;
perché così detta la paflione: non è in che fin non pruova il peſo del ſuo tra
nocenza, che non fi annebbj con lc ca- vaglio ; ed i quattordici anni di ſtenti
lunnie; perché così detta la paflione : gli rafſembrano pochi giorni di giub
non è menfa , che non fi riempia d'in bilo e di contentezza : Videbantur illi
temperanze e di crapole ; perche cost pauci dies pre amoris magnitudine. Quindi
detta la paffionc : non è povertà , che giunge all'acquiſto della leggiadra a
non ſi ributia col diſprezzo ; perchè matiſima Rachele , e delle ſue fatiche
eosl detta la paſſione :non é contratto il dovuto premio conficgue · Or noi i
non è maneggio , che non abbondi mitiain si prudenti condotte . La bel
d'intereſſe., di frodi , di raggiri ; per lezza immarcoſcibile del Paradiſo è
chè così detta la palfione. Che ci lu. infinitamente maggiore della bellezza
linghiamo perciò ? Speriamo , che il caduca e fragile di Rachele . Ed allo
divin. Rimuneratore ad onta del noſtro incontro poi le leggi dell'Altiſſimo ,
orgoglio ci apra le porte dell empireo ? con le quali il Paradiſo ſi ottiene
Speriamo , che il giuftiſlimo Re del- pon fono già peſanti e dure , ma leg .
la gloria voglia ammetterci nel pacifi- giere anzi e loavi: Jugum meum ſuave
eo fuo regno , benché ſiamo e impu- eft , & onus meum leve". Infervoriamci
dichi e avari emiſcredenti c orgogliofi dunque più di Giacobbe , e volgiamci
e libertini ? Eh ! lo ſperiamo in vano, ad ubbidire efattamente a quel Dio ,
come in vano fpero il rcame Saulle ; che ferinar debbe la noſtra ſempiterna
perchè , come ci aficura per Fede i felicità . Se c' innamora la magnificen
Appoſtolo S. Paolo , nefluno degli za del premio , deb non c' increſce
Einpj entrerà a poſſedere il regno de di prendere il giuſto mezzo di adem
cieli . Ar nefcitis , quia iniqui regnum pire i divini precetti per farne il glo
Dei non poflidebunt ? Nolite errare : neque rioro acquiſto . E che ci può coſtare
fornicarii, neque adulteri , neque molles ll'oſſervanza della divina legge ? Pus
neque idolis fervientes , neque fures , neque coſtarci al più di privarci di qualche
avari , neque ebriofi , neque maledici , neque illecito temporale piacere ? Ma ricor
rapaces regnum Dei pofidebunt. diamoci col gran P. S. Agoſtino ( a ),
Se veramente dunque acquiſtar vo che tornerebbe conto rinunziare a tut.
gliamo il Paradiſo , deh mutiam conſi- ti i beni della terra per dimorare un
glio , o Criſtiani; e più toſto ſeguiam ſol giorno nel Paradiſo , di cui è i.
le condotte del Giovinetto ainabile neffabile l'amenità e la dolcezza ?
Tan

( *) S.P. Auguf. lib. z. de lib. arb. cap.25.


Tanta eft jucunditas lucis eterna ,ut etiam- Ma egli è ben vero altresi , che il
fi non liceret amplius in ea manere , quam Mediator generoſo non cfcluſo la no
anius diei hora , propter hoc folum in:24 . ſtra cooperazione , né ci eſentò dalla
merabiles anai hujus vite plenideliciis, & pugna , onde ottenghiam la vittoria
circumfluentia temporalium bonorum sneri ed acquiſtiamo il guiderdone. Io , dic:
to conteinnerentur · Riſolviainci dunque ſe egli , e tuttor ne ripete , io vi ho
di non curarc di queſto Mondo per dato 1 eſempio di formarvi egregi
eſattamente cuſtodire i celeſti coman- Combattenti ; c pcrciò dovete imitars
damcnti ; riſolviamo di vivere da veri mi: Exemplum dedi vobis, ut quemadmo
Criſtiani ad onta delle pallioni , che dum ego feci vobis , ita & vosfaciatis .
! ne ſpingono al libertinaggio . E cost Ecco ſchierati a pugna ferale ſi avan
verrem ſicuramente a poggiare ſul mon- zano a perdervi Avverſarj ſpietati ;
te ſanto della reggia dc' Beati . Aleri- ecco le podeſtà dell'Abbiſſo , che di
mente perſuadiamoci pure , che in va- inſidiarvi non ſi ſtancan giammai ; ec
no ci luſinghiamo di guadagnar la glo- co i fall Fratelli , che non ceſſano
ria ſenza prima ubbidire a Dio , chen' di ſempre apparecchiarvi inciampi ;
è il Padrone . E' vero , che molti ni. ecco la concupiſcibile , che forge tuto
mici tentan rapirci quel regno di pa- tora ad annebbiarvi la ragione ; ecco
OC ' , che ſperiamo in premio della la iraſcibile , che tuttodi tcnta avve,
noftra fedelillima ſervitù . Ma appunto lenarvi il cuore ; ecco la vanità , che
per queſta ragione dobbiam combatter- ſenza intermiflione vi urta a conſagrar
gli , trionfarne , ed eftermnivargli. E le gli affetti . Ah ! ſon queſti ſpietati:
perciò fcguiano.a. meditare con più nimici, che cercano togliervi il Para
fervore . diſo . Non. vi. gomentate perciò di
combattere , di ſchermirvi , di difen :
SECONDO PUNTO dervi, fin che ne riportiate il glorioſo
trionfo , che io v inſegnai di ripor:
h vane oi bulinghiamo di guadagnar la tare : Exemplum dedi vobis , ut quemadmo
gloria ſenza prima abbatterei nimici dum ego feci vobis , ita & vos faciatis . Le
che ajano togliercela . arini, delle quali vi dovetc. avvalerc ,
fono appunto le morali virtù , che io.
Confideriamo difettilini Bratelli ho eſercitate . La fortezza , la teinpe
che per avviſo del S. Giobbe non è ranza , la purità , la modeftia , il inor:
altro la vita umana fulla terra , che tiſicamento , la umiltà , la dilezione
un continuo e pericoloſo.combattinen- e tutti gli altri ſpirituali fregi vi ſer:
to : Militia eſt vita hominis fuper terram . vano di ſpada e di ſcudo ; perchè
& non per altra ragione , ſe non per- giunger non potete alla corona immor
che dopo il fallo primiero tutte le tale ſenza legittimamente combattere.
Creature giuraron di perderci , ed im , e trionfare. : Non coronabitur , niſi qui
pedirci leterno ripoſo ; e fin anche legitime certayeriti. Così ne favella Ge,
la noſtra carne contra lo ſpirito (ca. fucriſto . Come perciò vogliam giun :
gliandoſi , come favella l' Appoſtolo , gere al Paradiſo fenza P onore della
proteſtò di sconvolgerci in guiſa , che vittoria ? Ah che in vano ci luſinghia:
più capaci non folümo che per eſſer mo di guadagnar la gloria ſenza pri
ſeppellici perpetuainente nel fuoco. Io ma abbatterei nimici , che oſano to,
Bon vi contraſto , che venne . a co :n . gliercela...
battcre i noſtri nimici , e felicemente Ma s' egli è cosi , o Criſtiani ; per
gli debello e conquiſe l' iſteflo. An- chè ci ſgomenta il timor della pugnan
giolo del Teftamento , il quale full che ci rende perditori , e ne fa ſmar
altare della croce fi offeri alla divina rire il guiderdone immortale ? Ah !
Vendetta olocauſto gradito, e piacente. che getimamente ci regoliamo : e
fem .
726
fembra , che ſiamo oredi del mal ta. sè vicn cominoſo ; ſenza dubbio dalla
Icnto degli Ebrei viaggiatori per car- promeſſa eredità ineſorabilmente glie
pirne maggiore rovina . Guardiamgli Iclude: Non videbunt terram , pro qua ju
perciò con attenzione , e non celliam ravi Patribus eorum ; nec quiſquam ex il
di confonderci . Eccogli ſul fine del lis , qui detraxit mihi , intuebitur eam
lor viaggio , confinati già ſotto le mu- Laſciamgli perciò in mano del lor
raglie di Gerico . Quanti incomodi , contiglio ; ed in vece di piangere la
quanti diſagi han fuperati ! Per lo loro fventura , piangiain la noſtra
ſpazio di otto luftri confinati in un che è più deplorabile . E come no 1

diſerto , quante anguſtie gli han dovu- ſe più degli Ebrei fiain noi mal con
to opprimere ! E pur volentieri han ſigliati ? Finalmente quelli s' intimori
foftenuto e anguftic , e diſagi , e inco- ron di combattere : ma conoſcendo nel
modi ; perché il deſiderio di conqui- tempo ſteſso di non poter giungere al
ſtare il fertiliflimo reame di Canaan ſuolo promeſſo ſenza prima pugnare e
tor volle in dolce ľamaro , il trava- vincere , non curaron di rinunziare al
glio in ripoſo . E pur credcreſte ? O- la loro ventura . Ma noi al contrario
ra , che già ſono in procinto di mct- paffar vogliamo all'immortale deſtino ,
terſi al policflo delle promeſſe Regio- ed evitar l'eterna diſgrazia ; e nel tem
ni , bramano ardentemente di morire po ſteſſo di travagliar ricuſiamo , e di
nella folitudine, e più non ſi curano venire alla fatal tenzone de' noſtri cru
mè di fogli, nè di ſcettri , nè di co- deli nimici . E chi mai, andiam dicen
rone : In hac vafta ſolitudisie utinam fe- do , chi mai la forza può ſuperare di
reainus > & non inducat nos Dominus in Ayverſarj sì potenti ? Come faremo
terram iftam ! Or donde una mutazione comparir religioſi in mezzo alla rila
sì ſtravagante ? Appunto da un'inforta ſciatezzza del Mondo ? Come faremo
diffidenza di combattere , e da un im- a vincer la potenza degli Spiriti prc.
provviſo timore di dovervi o rimaner varicatori , di cui non è maggiore ſo
prigionieri , o paſſare a fil di ſpada pra la terra , come ne aſſicura il s
Hanno aſcoltato , che gli Abitacori Giobbe ? Come faremo a frenar l'ein
della terra promeſſa ſian di ftatura gi- pito della carne e del ſangue, provo
ganti , e per valore in fupcrabili ;e cato dall'altrui baldanza ? Come fare
paventando di venirci a cimento , va mo ad arreftar la corrente delle par
glion più toſto morire nel diſerto , ſioni, che offuſcon l'intendimento cd
e non giungere a quelle amenc cam- il cuore ? Come faremo a trattener l '
pagne , che ſgorgano latte e inicle : appetito , che corre a gonfie vele al
In hac vajia folitudine istinam percamus , precipizio? Come faremo ad evitare gli
& non inducatnos Dominus in terram iſtam , eſempli degli Scoſtumati , che per o
ne pereamus gladio ,ac uxores ac liberi no gni dove ci preparano pietre d'in
Jiri ducantur captivi. Ma come diffidarſi, ciampi ? Oh che battaglic ! Oh che
fe vidcro nel riunito Eritreo Commerſa cimenti! Ecosi dicendo , intimoriti e
ed affogata la potenza foripidabile dell' tremanti ci ritiriaino al coperto , ci
Egitto ?come di fidarſi , ſe il Signor de- diamo in braccio della morbidezza ,
gli elercici ha lor conferito si ſtraboch ci abbandoniamo all'ozio , ci facciain
chevol valore , che ciaque poſſono preda degl' iſteffi nimici . Or coinc
far fronte a cento , e cento a millc ? pretender vogliamo la felicillima ter
come diffidarſi . . . Ma non più ; che ta de' Vivenci ? Eh ! vane luſinghe ..
1a -peflima indole di un popolo si tu- Nori videbunt , dice l ' inalterabil Rimu.
multuante è la cagione della ſua più neratore , non videbunt tcrran ; nec quiſ ,
lagrimevol rovina . Ecco in fatti gli quam ex illis , qui detraxit mihi , intuebia
ha riprovati l'Altisſimo , il quale le 1841 eam
non gli conlinna con orribil contagio , E che forſe la noſtra debolezza può
perchè dalle ſuppliche del buen Mo. innanzi a Dio ſcuſare i nostri timori ,
o Crio
627
Criſtiani ? Ma è come fcufarci , fe: rano a perturbarci con i loro ſcanda
meglio de' Figliuoli di Abramo tutto-- li gli Scoftumati . Ma non accorre a
di dall' onnipotcnte. Signor della glo- renderci di noi maggiori l cſempio
nia vien avvalorata e protecca ? Ah ! glorioſo , pon fol degli Eroi più ma
che ben noi ripeter meglio pofliamo gnanimi della Religione , ma fin an :
quel medeſimo , che al ſuo Giezi con chc d ' innumerabile ſchiera di Giovi
franchezza afferi un tempo il Profeta netti e di Donzelle, che la noſtra vil
Elifco . E non cel rammentiamo ? Spe- ' te ci rinfacciano , c ci riprendon co
dito dal Siro. Monaica il nerbo dell' sài, che favente fiam coſtretti ſclama
eſercito in: Dotain per quivi catturare Le col gran P.S. Agoſtino ( a ) : Erubefcam
, cco ſi accorſe ap-
I innocente Elifco c nimis ; tot pueri , tot puellæ , & omnis em
pena il Servo della gran moltitudine tas irridebant me irrifione hortatoria , quafi
degli: Armati , che la Città cingcano ; dicerent , tu non poteris , quod ifti , quod
e frettoloſamente al Padrone corren- iftæ ? Ah ! si , che polliam . dire col
do , gridò ; e che riſolvereno , 0 mio. medefimo Agoſtino ( di godere il
Signore ? Ahimè ! innumerabili nimici maraviglioſo ſpettacolo , che ne rap .
Con già ad infidiarci , e fiamo ficura- preſenta a favor noftro armato l ' iſteſe
menec perduti' : Het hex hetki , Domine lo Iddio :: Magnum ſpectaculum videre
mi , quid faciemus Ma allor ſereno e Deum armatum pro nobis . E quindi con-.
tanquillo riſpoſe, Eliſeo : ah ! non te- fefſár dobbiamo , che aſſai maggiore
merc ; che maggior de’noftriAvverſa è il numero degli ajuti a corroborar
rj è il numero di coloro , che ci di- la noſtra debolezza , che non ſia la
tendono : Noli. timere ; plures, enim na- moltitudine e la potenza de' fatali ni
biji win jut, quam cum illis. E cosi fu mici , che si inoltano ad alfalirci ::
perche ad acciccar l'eſercito del Si- Plures nobifcum funt , quam cum illis
ro Principe , ed a diſarmarlo a favor Quale ſcuſa perciò nella noſtra: fragi
di Eliſeo nulla : meno accorſe che un . lità: vogliam riconoſcere ? Come pre
eſercito di cocchi di cavalli , di Com- tendiam . di ſcularci preſſo il divin Ri.
battenti zarmati di fiamnmc e di fuoco . muneratore , fe vilmente cediamo a
Or. non fuccede. a. noi miglior fortu- noftri Avverſarj il campo della batta
na ? Non poſſiam , gloriarci di miglior glia ? Se reſtiam preda del lor furore ??
wanto ? Ne aſſaltano , è vero , ne af- le giungiamo a renderci ſchiavi di Lu
faltano arrabbiati nimici perefterminar cifero , e de' ſuoi Seguaci ? Ah! non
ci . Ma quanti ajutis ne ſomminiſtra ili vi ė: ſcuſa , non vi è difeſa . Il . con
Re della gloria per crianfarnell Eſce: battimento non è ſeguito ., la vittoria
accanito tutto l' Inferno a . ſorprender- non fi: è ottenuta ;dunque le porte del
ei.. Ma non accorre ili Salvatore a for Paradiſo non debbono differrarſi.. Si:
citicarci con la grazia de? Sagramenti ſono conculcati i divini, ajuti , le gra .
che dallo ſquarciato fuo feno abbon- zie celeſti; & : fon diſprezzate .,; ci siam
dantemente ſgorgarono : Sorgono a renduti vergognoſi perditori ; dunque:
fraitornarci le pallioni più, vecinenti .. il Paradiſo non è per: noi ,, aliicuran :
Ma non accorre a frenarne l' empito do autti l' Altiſſimo , che non videbunt
il copiofo fplendore de celeſti: lumi terram , nec quiſquam ex ills , qui detraxis
che riſchiaran la mente , ed incorag. mihi intuebitur eam .. Se foſſeli. termina
giano, il cuore ? Si avanzano a capir. ta con onorc la pugna , ſe foſſeli ri
ei la vanità: e le luſinghe del ſecolo . portato il . richieſto trionfo ; ſenza dub
Ma non accorre a ſcoprircene l'inco- bio ripeter potremmo con l' Appoito-
ftanza da umiltà, della croce ?.Si.Ichiee lo : Repofita eft mihi coronajuſtitia ,quam
rede

(? ) S. Pi Augusti lib. Conf. Id in Ho 34.


128
reddet mihi Dominus in illa die juftus fu- mo con le ſue operazionis abbattuta
dex . Ma non ci poſſiam compromette- ogni inchinazione alla terra , precura .
re affatto della gloria ſenza battaglia rono di reſiſtere a tormenti di cuore
e ſenza palma ; perchè non coronabitur, c di membra , a travagli ed afflizioni,
niſi qui legitime certaverit . Aſcoltammo ? a fame e ſete , a freddo e nudità per
Ma s' egli è così; che più ci luſin- divenire cotanti Angioli in carne inor
ghiamo , o Cristiani ? Deh appigliam- tale.: Id omniinodis fatagebant , Ego in mula
ci omai a miglior conſiglio . Il noſtro ta contritione cordis & corporis, in labo
Dio , dice il P. S. Giangriſoſtomo (a ) , re & cruinna , in fame & fiti, in frigo
he abborriſce negligenti ; e vuole , re & nuditate . Che bel vedere ! Ma
che fiscome egli non manca di .aju- queſto imitiamo , ſe vogliam giungere ,
tarci , cosi noi non traſcuriamo di al Paradifo . Di quella beatiflima Pa
concorrere e di cooperare ale grazie tria meditiam .ſovente l'amabilita ; ed a
fue per acquiſtar la gloria : Ne defides tal viſta infervoriamci a ſoſtenere og
fimus,vult Deus etiamnos aliquid confer- gni fatica, come la ſoſteneano ſenza ris
re . Riſolviamo perciò di virilmente calcitare i quattro miſterioſi Animali
coinbattere , attendiamo ał travaglio ; di Ezecchiello , i quali a viſta dell'
• intanto aſpettiamo la divina bontà , aperto empireo portavano allegramen.
che abbia a coronare i noſtri trionfi : te il peſo del cocchio trionfale delle
Difcamus ergo certare , labori incumbere ; gloria dell'Altiflimo (1) ; perchè ubi
&interin divinas fuppetias expectare , in cæli aperti confpiciuntur , cervices quan
quo ftat noftræ fumma victorie . Si , c' tumvis dure recalcitrantes, divinæ leo ,
innamori pure la magnificenzadel pre- gis jugo facile & libenti animo fubjiciuise
mio , che agli Amanti ſuoi il Signor cur & illi, qui aliasab omni ſuntmor
celeſte ha preparato ; ma non ci atter- tificatione alieni, & in divino ſervitio te
riſca nel teimpo ſteilo la gara de' tra- pidilimi , arduis pænitentiæ operibus ſe ac
vagli : Deleitet ergo , n'erorta il Pontc cingunt; idque, quia aperti fuit cæli.Com
fice S. Gregorio (0) , deleitet.ergo mentem st ſenza dubbio acquiſteremo il Para
magnitudo premiorum ; fed non deterreat dico . Altrimente la sbaglicrcmo ; per .
certamen laborum . Guardiamo la molti . che in vano ci luſinghiamo di guadas
tudine immenſa di quei beatiſſimi Cit. gnar la gloria ſenza prima abbattere i
tadini dell'empireo , che agli ſguardi nimici , che oſano togliercela: lo pon
fi preſentó del ſolitario Appoftolo in vi niego , che ancor batter dobbiamo
Patmo; ed inveſtighiamo con l'Ab. S. per l'acquiſto del preinio eterno quel
Bernardo (c) la maniera , che cenne- la ſtrada , che calcò il Salvatore del
ro per acquiſtare le ſuperne ſcdi , on-Mondo . Ma appunto per tal ragione
de non iſdegniamo d'imitargli per con- ſeguiamo a meditare ...
ſeguirnc la ſtella ventura . Ed oh che
bel vedere ! Un ſolo fu di tutti il deli TERZO PUNTO .
derio , una la vaghezza , uno il pia.
cere ; e fu appunto di preparare all' In vano ci buslinghiano di acquiſtar la glo
Altiflimo un popolo fedele c perfetto : ria ſenza prima caminare la strada ,
Unus erat de Subditis quaeſtus > une poin che comind il Santo de ' Santi Ge
pa , una voluptas , fi quoinodo eos poſſent fucriſto.
parare Domino plebem perfectam . Diſtrut
to in loro medelini il vecchio Ada- Conſideriamo dilettiilimi Fratelli ,
che

( a) S. Joh . Chryfoft. hom. 13. i ( c) S. Bern. lib. 4. de Con.


Gen. (d ) Manf trad. 1o. dift. 21.5. 3.
(b) S. Greg. kom. 37. in Evang.
129
che quantunque il Santo de Santi Gc. fa luſinga , o Criſtiani . Ahime ! che
ſucriſto foſſe il mcdeſimo aſſoluto Si- troviamo ! Troviamo di eſſer cosi di
gnore della gloria ; pure volle giunge- licati , che nulla ci fidiam di ſoffrire ;
re all'acquiſto del regno de' cieli col e intanto non laſciam di perſuaderci ,
battcrc un ſentiero , tutto laſtricato di che il Paradiſo debba eſer noſtro •
triboli e di ſpinc : Oportuit Chriſtum pa- Vogliamo la gloria , ed il ſolo timo
ti , & ita intrare in gloriam ſuam . Sicco- re di non acquiſtarla gravemente ci fu
me il pictoro " igliuolo di Dio fi ca- neſta . Ma intanto ſeguir vogliamo il
ricò di tutti i peccati del Mondo ; co- Redentore per la ſola via , non deli
si la divina Giuſtizia preteſe anche da Calvario , ma del Taborre , non della
lui il giuſto prezzo per conferirgli il croce , ma della gloria . Finalmente
di lui medeſimo Paradiſo : e ſebbene ſiamo imitatori di Mosè · Oh quanto
egli l'aveſſe potuto comprare per ſo ſi affanna coſtui ; perché il popolo
e per gli Amici ſuoi con un ſolo at- mormoia ſulle di lui condotte ! Frome
to di umiliazione , che accogliea un in ſe medeſimo , fi lagna con Dio
merito infinito ; gencroſamente nondi- deſidera più toſto la morte , che ſof
meno fi compiacque profondere lab- frire circoſtanza si avverſa : Non polfum
bondantiffimo prezzo di tutte le mag . fuftinere omnem burac popeslum , quia gravis
giori afflizioni ed anguſtie . E perchè eſt mihi ; fin aliter tibi videtur , oblecro
ſi cleffe egli di caminare si málage- út interficias me , ne tantis officiar malisa
vole ſtrada ? Appunto per inſegnarci , E pur egli non ha parlato così ſulla
che per tale ſtrada dobbiano ancor fponda dell'Eritreo . Allora al coſpet.
noi caminare per giungere al cielo : to di un maraviglioſo ſentiero ,
Ut intelligeremus , pur bene il Pontcfi- peito in mezzo a 'gorghi dell'acque ;
ce S. Lione (a) , ut intelligeremus inter al coſpetto dell'Egiziana potenza , nel,
tentationes hujus vitæ prius nobis tolera? i- l'onde improvviſamente affogata e fom
tiam poftulandam efle , quem gloriam ; quia merſa ; al coſpetto delle Tribù fcftan .
tempora patiendi non poteſt felicitas pre- ti d'Iſraello , che applaudivano d'ognº
venire regnandi. Egli dunque non fece intorno al Condottiere ; oh coine di.
altro che aprirci il ſentiero , che da verſainente parlò Mosė ! Anzi chepun
lungo tempo il primier delitto avea to riputar gravoſa la ſua vita , la ris
fermato e chiuro ; ed intrepidamente putò felice; e ringraziandonc il Signo:
caminandovi egli il primo , maraviglio- re de' Padri ſuoi , proteſto di voler
ſamente lo ſpiano , e quindi incorraggi lo ſempre adorare per ſuo unico Nu
i ſuoi Seguaci a francamente batterlo me , e gridò :Iſte Deus meus , & glo
dopo di lui per giugnere alla felicità rificabo eum . Or donde si notabil dia
ed alla vita . Così in fatti ſi proteſto : vario 3 Ah ! è troppo palpabile la de
Qui vult venire poft me, abneget femetipſum , bolezza di Mosè · Egli vuol eller di
e non tollat crucem fuani, & Jequatiti me . Dio nelle contentezze ; e non fidali di
Penſiamo perciò , fe poffa arrivarſi al eſſer di Dio nelle avverſità . Ma oh
o per tal ra
Paradiſo per altra diverſa ſtrada! Eh ! · come la sbaglia ! Appuntla
vane ſperanze . In vano ci luſinghiamo gione vedrà si la proineſ teira , ma
di guadagnar la gloria ſenza prima ca. non avrà la ſorte di entrarvi . E que
minare la ſtrada , che caminò il San- fta appunto è la fatal diſgrazia , che
to de' Santi Geſucriſto , da cui venne avrem noi , che di Mosè ſeguiam le
aperta e ſpianata . tracce . Ci tratteniam con Dio , men
Or eſaininiamci bene , ed oſſervia- tre il tempo è ſereno ; e quando il
mo , ſe pur viviamo con tal pernicio. tempo è tempeſtoſo , di Dio ci dimen
R ti

( a ) S. Leo ferm . de Transf.


130
tichiamo . Nello allegrezze feguiamo fa vita , ma quivi in vita più giocon.
il Nazareno noftro Duce , nelle tribo- da la cambieremo . Si , cosi incorag.
lazioni l' abbandoniamo in guiſa , che giamci ; che cosl camineremo la retta
lo Spirito Santo , dir potrebbe di cia- ſtrada , che caminò il Salvatore ; e
ſcheduno di noi : Eft amicus ad tempus, ſicuri poggeremo ſul monte Canto del
& non permanebit in die tribulationis Paradilo .. Altrimente la sbaglicremo ;
Quant turbamenti! Quante lagnanze ! perchè in vano ci luſinghiamo di gua
Quanti timori! Quante diffidenze ! Quan- dagnar la gloria ſenza prima cainina.
to diſperazioni! Ma pure sbagliamo re la ſtrada , che, caminò il Santo, de!
la ſtrada , ed al Cielo non pervenire- Santi Geſucriſto...
mo: giammai . Ma voi , alto Signore , dateci forze:
Deh perciò rivolgiamo all'empireo per acquiſtare l'eterno ripoſo , che ci
gli ſguardi; e inſieme ravviſiam bene, avete preparato . Se volete ubbidi .en
qual fia il giuſto fentiero , che colá za , fateci ubbidirvi ; le volete corag
conduce , per generoſamente calcarlo gio nelle battaglic , infondeteci il valo.
cal Salvatore Certainente l'iſteſſo re; fc volete ſofferenza nc' guaj ; comu.
contemplare il Paradiſo ne renderà nicateci la coſtanza . In fine dateci quan.
facile. la via , e la moſtrerà un campo to comandate e comandate quanto
di fiori. Si , al coſpetta del Paradiſo volete : Dia quod jubes , & jube quod vis ..
ci ſembreran dolci le ſtelle falfate , Egli è pur troppo vero , che non me.
gideremo col Levita, Stefano : La ritiaino į voitri favori; perché fin ora
pides, mihi dulces fuerunt . Al coſpetto fiam viſfuti con la luſinga di guada.
del Paradiſo conoſceremo premiato a gnar la gloria ſenza ubbidire a' voitri
eenta doppi un picciol travaglia , e comandi , ſenza abbattere i noſtri ni.
gridcreino col Seratino di Alli : Tan- mici, e ſanza, caminar la ſtrada, inſe.
wum eft bonum , quad me expectat, nul- gnata dal Mediatore . M2. pur cona .
la ſir pana , qua me nens delachet . Al co- fciamo la noſtra debolezza ; e con ve
fpetto delParadiſo ci accorgeremo sità deteftandola , ve ne chiediaino u .
che di gran lunga dalla gioja venga milinente perdono , e vi promettiama
fuperata ogni amarezza della terra ; e fermamente di mutar costume in avve
gridcreme col grande. Agoſting : Ap- nire .. Alliſtete,perciò , Signore , alle
zendo ich ,quod patior , contra id , quod noftre intrapreſe con la voſtra ſantillima
grazja , onde vi polliamo eller fedelig,
Jpero ; hoc credo ,& illud fentio : & tamen
plus eft , quod fpero , quam quod fentio .. e guadagnare la corona della giuſti
Al coſpeuta del Paradifo vedremo be aia , che ci avete apparecchiata . An .
Be, the una maumentanea tribolazione ai sicardatevi , che il Calvarci monta
con eterni gadiinenti faràceapenſata; alla gloria del voſtro diletcillino. Uni
e grideremo con: Paolo : Momentaneun genito ; perchè queſti ne ha acquiſtas
hoc noftræ tribulatianis æternum gloria para co. il Paradiſo con lo sborſo del ſua
dus operatur . Dch guardiamo dunque il prezia filmuo ſangue : a. quindi diſtin
gueteci dagli Ebiei , da' Turchi , da'
Paradiſo, o. Criſtiani; e quando fi af
Gentili , che per colpa loro non for
follano a combatterci lo contraddizio-
Ri , incoraggiamci, a vicenda con le no lavati col Tingue parto del divine
parole, che al dolce fua Figlio diretAgnello , che tutti ha redegti... Și
Te la Maccabea Madre altre modo aine diitingueteci da coltoro : e le queſti
mirabile : Sulpice , Nate , ceiur ;non enim per loro colpa ſi perdung ; voi per
fibi eripitur vita , Jec mutatur . Ecco il voutra miſericordia fulvat ci , onde vi
Paradiſo aperto a conpenſar la nottra bencdiciamo in questa viçi , e poi per
oferenza : e ſe in , queita valle di la- tutti i ſecoli de scoli rimanghiamo a
grime avviene che ne divori la tel. lo farvi, a benedirvi , a ringraziarvi
morte ; ahi non perderemo punto del bel Parad.D . dimento, OT

1
13€
OTTAVO ED ULTIMO GIORNO
ISTRUZIONE VIII

SUL SAGRAMENTO DELLA PENITENZA

Η R G ο Μ Ε Ν Τ ο

Si ragiona della Soddisfazione , e ſi dichiara , coſa ella fa , quanto neceffaria ;


e brevemente ſi dà raguaglio delle antiche penitenze.de' Fedeli .

Scoltiamo in queſt' ultlino giot. perchè il dice l' iſteſſo Geſucriſto..


A no , Fedeli miei dilettiſſimi , la
belliſſima miſterioſa iſtoria , che
Perché Zaccheo ha ottenuta la gula
rigione dell' anima : Quia hodie huic do
ne racconta il Vangeliſta S. Luca nel mui falus a Deo fa & a eft .Queſta è la ce
capo decimonono del ſuo Vangelo . lebre Iſtoria , che ne rapporta S. La
Pallava Geſucriſto per la celebre cit. ca nel fuo Vangelo . Or noi aſcoltiamo
tà di Gerico ; quando venne in penſiero la , e caviamne profitto per noi . V®
a Zaccheo Principe de' Pubblicani ed gliano vedere , Ic Gelucriſto è vera
Uomo ricchiſlimo divederlo.ll dcfide. mente dentro dell'anima noftra ; fe
rò avidamente ; e come era un Uomo Dio abita nel noſtro cuore con la ſua
picciolo di ſtatura , cosi ſaltò ſopra un fanta grazia ; e ſe veramente la Con
albero di ficaja per vedere il Nazare- feflionc , che abbiam fatta , ſia ſtata
no , mentre paſſava ,ſenza eſſere impe- un ·Sagramento ? Vediamo gli cffetti ,
dito dalla calca delle turbe , che ! che la Confeffioneha partoriti . Se noi
avrebbero coperto : Præcurrens ,afcendit non ci fidiaino di Coddisfare per gli no
in arborem lycomorum , ut videreteum ; fri paffati falli, abime ! biſogna dubi.
quia inde erat tranſiturus Ma con que
.
tare della fatta Confcſſione ; c le fiam
fta azione ritrovò la ſua ſorte . Parso pronti , come Zaccheo , di ſoddisfarc
Gefucriſto , e veggendolo ſull' albero: per gli noſtri paſſati falli , non dubitia .
ſcendi pure , gli dille , ſcendi, o Zac- mo , che abbiamo avuta la Corte di Zac.
chco ; perché oggi debbo rimanere cheo , e fiamo giuſtificati . Ma biſogna
in caſa tua : Zacchæe , feſtinaris deſcende; ſapere , quale debbe cſere queſta Sod.
quia hodie in domo tua oportet me manere. disfazione per fare tale ( candaglio . E
Ed egli intanto tutto allegro c feſtan- perciò mi accingo queſt' oggi all'im
te ricevette in ſua caſa Geſucriſto : preſa ; ed inconincio a parlarvi della
Et excepit illum gaudens . Anzi perchè Soddisfazione , che li richiede pel
di cuore ricevette in ſua caſa Gerise Sagramento della Penitenza .
criſto , nauſeò tutti i beni della terra; Ogni peccato importa due mali
ed ebbe così in orrore il peccato cioè colpa , e pena. La colpa vicne af
della ſua avarizia, che volentieri ſtabi. ſoluta con l' aſſoluzione del Sacerdo
li di reſtituire il quadruplo a chiunque tc . La pena debbe ſoddisfarſi alla di
defrodato avea : Ecce dimidium bonorum vina Giüitizia , o in qucſta vita , o nel
meorum , Durnine , do pauperibus, & fi Purgatorio . E per queſta ragione ogni
quid aliquem defraudavi , reddo quatruplum. Penitente a cui ſono itati rimetti i
E perchè mai sì belle riſoluzioni ? Il peccati , debbe ſoddisfare per ell a
R 2 Dio,
132
Dio , che offcfe , con qualche peni- merito , onde ne ſiano rimeſſe le penc,
tenza . La Soddisfazione adunque non dovutoci per gli noſtri falli , ma con
è altro giuſta la definizione del ſagro la condizione di ſoddisfare anche noi
Concilio di Trento ) , che una pe- per elli, quanto ci ſia poſſibile , con
nitenza , che ſi abbraccia dal Peniten- qualche allizione del corpo e dell '
te , per ſoddisfare in queſta vita l'ol- anima; cambiandoci la pena eterna in
traggio fatto alla divina Giuſtizia ; pena temporale . E perciò il Sagramen
perchè ſiccome offeſe l’Altiſlimo con to della Penitenza chiamafi ſecondo
opcre indegne orgoglioſe e nauſean- Batteſimo di pena e di travaglio ; e la
ti , così il debbc placare con opere Soddisfazione è una parte , non già
giuſte umili e penali . E vero , che effenziale , ma integrale di tal Sagra
l'Uomo finito e limitato non può inai mento , facendo ottima Confellione co
da ſe ſteſſo ſoddisfare alla pena do. lui , che adempie alle altre parti , e
vuta al peccato ; perchè eſſendo queſto non può adempire alla preſcritta Sod
di malizia infinita , dovrebbe eſſer fod- disfazione (6 )
disfatto con una pena infinita , di cui Ma , Padre , ſe alcuno ſi contentaſſe
Ja Creatura non è capace . Ma appun- di ſoddisfare nell'altra vita la pena
to per queſta ragione fi uniſcono le dovuta alle ſue colpe , e non voleſſe
pene di Geſucriſto , le quali ſono d' ſoddisfarla in queſta terra ; ſarebbe
infinito valore ; e così queſte unite al- buona Confeffione ? Primieramente vi
le pene degli Uomini , vengono giu- riſpondo , o Criſtiani , che coitui po.
ftamente a compenſare al Signore le trebbe riputarfi un matto ; perchè
offeſe ricevute . Nè qui mi dite , che fi eleggerebbe diſoſtenere lunghillime
ſe il Salvatore con le fue pene ha fod- pone di fuoco nel Purgatorio, quando ne
disfatto per le colpe de' Peccatori ; potrebbe ſoftenere mitiſſime e leggiero
fembra , che i Penitenti poſſano diſpen- e brievi in queſto Mondo . E ſeconda
farſi dalle loro penitenzc particolari : riamente vi riſpondo , che vi ſia otti
Nol dite ; che v'ingannate . In fatti mo fondamento di dubitare della bon
perché ne ſia rimeſſa la pena , dovuta tà della Confeffionc di tal Penitente ;
al peccato , non baſta , che Geſucriſto perchè ſembra indiſpoſto , e poco ad
abbia ſoddisfatto per noi ; ed è necef. dollorato de ' falli ſuoi. E qual dolore
fario ancora , che cgli ne applichi il del peccato può ſupporſi nel cuore di
merito delle ſue pene . Or che fa il colui , che rimette ad altro tempo il
benigniſſimo Signore? Nel fanto Batte- pagarne la pena ? Qual cognizione del
fimo applica a noi tal merito , ed aſſo- la Giuſtiza dell'Altiffimo , qual timore
lutamente ne rimette i peccati , quanto de divini gaſtighi ſi può ſupporre in
alla colpa , e quanto alla pena , ſenza colui > che volontariamente li elcgge
rimanerci alcuna obbligazione di fod- d'incontrare la vendetta , ed il ſuppli
disfare per efli Ma non ſi coinpiace cio il più grave ? Senza dubbio vi è
di concederci il medeſimo nel Sagra- gran fondamento di ſoſpettarlo mal Pe
1

mento della Penitenza · Forſe perché i nitente , e di riputare invalida la ſua


peccati comcfli dopo il Battelino fo- Confeilione .
no più enormi , e più offenſivi della Palliamo perciò a dire , in che coſa
divina bontà , la quale viene oltraggia- conſiſta la Soddisfazione , e chi mai la
' ta dopo di averci conceduta la grazia debba imporre . In che confifie dunque
giustificante del Battefino ; il medeſi- la Soddisfazione , o Cristiani ? L'Ange
mo Geſucriſto anche applica a noi il ſuo lico Dot. S. Tommato vuole (c ), che
la

(1) Cat. fe&t. 62. 63. & 64. 10. & lib . 16. cap. 2 .
Conc. Trid. Je ja 14. cap. 3. ) S. Thom . in 4. Sent. difl.15.9.
& 8. . Ambrojius lib . 1. de penit, cap. 1.4.4. in corp. & fupp: 3. p. q. 15. a. 3.
133
Ja soddisfazione debba confiftere in di- idonei per fa ſpirituale guarigione de'
giuni , in limoſine , ed in orazioni . Penitenti, E per queſta ragione i Pe.
Ed ecco la ragione . Noi dobbiamo nitenti debbono con umiltà accettarc
oferire a Dio qualche coſa del noſtro quelle soddisfazioni che da ' loro Diret
per reſtituirgli l'onore , che gli ven- tori vengono impoſte ; ed attendere ad
ne colto dal pcccato . Or coſa mai gli eſeguirle con preſczza e con efattezza.
offeriremo ? Siccome noi non abbiamo Dunque , Padre , faran male i Penis
altri beni che di corpo , di anima e T ' tenti , le o non vogliono accettare , o
di fortuna ; cosi con i digiuni gli ſogget- non vogliono eſeguire le Soddisfazioni,
tiamo il corpo , con l'orazione gli Sog. che loro impongono i Confefiori ?
gettiamo l'anima , e con la limofina gli Piano , Uditori ; che queſta è una di
ſoggettiamo i beni di fortuna. Notatc pe- manda , la quale ha bifogno molte ri.
Tò , che ſotto il nome di digiunofi com- fpofte . Sentite . biſogna prima avver
prendo tutto ciò , che è ordinato a tire , che tre ſorti di penitenze fi pof.
mortificare il corpo ; e quindi fi com- ſono imporre da' Confeſſori. La prima
prendono į cilicci , le diſcipline , i forte e di quelle penitenze , che ſono
pellegrinaggi , il ſoffrire caldo e fred- dirette ad cvitare il peccato ; come
do , il negare al corpo le ſoddisfazio- per ragion di eſempio , il non frequen
ni , che vorrebbe , e coſe ſimili . Sot- tare quella converſazione , dove più vol
to nome di limoſina vengono tutte le te fi è fatto male ; l'altenerſi dalgiuo
opere della miſericordia tanto ſpiritua- co , che più volte ha cagionato la be
li , quanto corporali ; come il viſitare ſtemmia ; ed in poche parole , il fuggi
Te e ſervire gl ' infermi , l’iftruire gli re le occaſioni proſime del peccato , o
Ignoranti , Palſtere agli Orfani ed almeno renderle moralmente rimote .
alle Vedove , il viſitare i Carcerati , e E quando i Confeffori impongono tali
operc fimiglianti . In fme ſotto nonre penitenze , con umiltà fi debbono ac ..
di orazione vengono tutte le orazioni cettare da' Penitenti ; altrimente non ſi
così vocali , come mentali , così pub- debbono aſſolvere , come quelli , che
bliche , come private ; e perciò fi com- ricuſando di togliere le occalioni del
prende l'alliſtenza al fágrificio della pcccato , ſi dimoſtrano indiſpolti a rice
Mefla , la umiliazione interna dell'ani- vere l ' aſſoluzione . E fimilinente le
ma , l'offerta fatta al Signore di noi debbono con eſattezza eſeguire : altri
e del noſtro avere , lo ſpirito della mente non fuggendo le occafioni dol
penitenza , e coſe a queste limili , che pcecato , peccano fempre mortalmente,
procedon dallo ſpirito . Ma chi mai e debbono dubitare della validità dela
debbe imporre a ' Penitenti tal Soddisfa- la fatta Confeffione per la debolezza
zione ? Non v'ha dubbio , o Criſtiani, del Proponimento , che fecero coine
>

che i Penitenti poſſono elli mcdcfimi vi ſpiegai nella ſeſta Ittruzione . La le


praticare quelle penitenze, che ſtima- conda Torte delle penitenze , che ſi
no più propric , per diſtruggere il pec- fogliono imporre da Confeffori, riguar
cato , e per compenſare in queſta vita dano il riſarcimento de' danni recaci al
alla divina Giustizia i torti commeil . proſſimo; e conſitono nella reſtituzio
Anzi quando i Penitenti fono con vcri. ne della fama e della robba tolca . E
tà contriti , non foglion mai laſciare perchè non remittitur peccatum , nije re
d' imporle a loro medeſimi con ogni jtituatur ablatum ; perciò i Penitenti le
ſeverità . Ma pure ordinariamente le debbono accettare ; altrimente non ſi
penitenze fogliono e debbono preſcri- debbono aifolvere , come indiſpoſti
verfi da' Confeflori , i quali ſiccomc all' alſoluzione : e parimente le debe
ſono anche Medici ſpirituali ; così lo- bono efeguire ; altrimente commet
ro appartiene di ſceglicrc quci giuſti ton nuovo peccato mortale . Ben vero
od opportuni rimedi , che giudicano egli è però , cbe la ſola impotcnza può
Icy
134
ſcuſargli. Ma notatc bene . L' impo- ragionc tali, per le quali ſi conoſce ,
tenza in ordine a rcſtituir la fama è o che aſſolutamente non poſſono far
folamente l'impotenza fiſica , che con- le taflate penitenze , che il farle lor
liſte o nella morte di tutti quelli , prec- coterebbe molto travaglio ; allora i
ſo i quali il proſſimo ſi è infamato ; Cofeſſori debbono cambiarle in altre ,
o pure nella perdita de' scnſi nel Pec che poſſano eſeguirſi ſenza grave in
catore , che ha recato l' infainia . Sup- comodo : tal che ſe ſi trova le qualche
ponendoſi tal impotenza baſterà il do- Confeffore , che alic giuſte ragioni del
Tore di aver infamato, con l'aſſoluzione Penitente non voleſſe darc orecchio ;
ſagramentale a riinettere l’infamia ; e in tal caſo lecitamente potrebbe il Pe
ſempre rimane l'obbligazione di re- nitente o cambiar Confeflore , o pure
tituir la fama , quando mai la impoten- accettare la penitenza ,e poi nella le
za ceilaſe . E l ' impotenza poi in oro guente. Confeflionc farla cambiare da
dine alla reſtituzione della robba é an- altro Coufeffore , non potcndo il Peni
che l'impotenza fifica , che conſiſte tente di propria autorità fare il cen
nella inancanza o della robba rubbata, nato cambiamento . E circa poi l'cſe
o pure dell' equivalente prezzo , che guire la penitenza impoſta ed accetta
fi debbe o reſtituire , o compenſare . ta , io dico così : ſe il Penitente non
E perciò chi più non ha ciò , che ha può farla , viene ſcuſato . Ma ſe po
rubbato , o che non può compenſare il tendola adempire , non l'adempiſce ,
furto , certamente può eſſere alteluto : pecca ſolo venialmente , quando la pe
ma inſieme gli rimane fcmpre la ob. nitenza folie delle leggiere ; coine la
bligazionc di reſtituire , qualora tal im- recitazione di pochi Pater ed Ave , e
potenza ſi toglierle . In fine la terza coſe fimili : e pecca mortalmente , ſe
forte delle penitenze, che ſoglion pre- la penitenza impoſta foffe grave ; per :
fcriverſi da' Confeffori, ſono tutte quelle ché in materia grave è tenuto ogni
coſe , che poco innanzi abbiamo detto Penitente all'integrità della Confeilio
coinprenderſi ſotto il nome di digiuni , ne Sagramentalc .
di limoſine , a di orazioni . E favcllan- Or pafiamo innanzi , e vediamo
doſi di queste fimiliente io dico , che quali penitenze ſi debbano imporre da' 7

con umiltà ſi debbono accettare da' Pe. ' Confeflori . E' certo , Uditori , che
nitenti ,potendo accettarle . E perciò alle- ( a) la Chieſa no ' primi ſecoli per far
riſco , che i Penitenti peccano mortal- concepire orrore al peccato , e farne
mente , quando potendo accettare la capire la deformità , e perché nel ve
penitenza del Direttore , ricuſano di derio ſeveramente punito , ne v'inciam
accettarla ; perchè ſono gravemente te- patlero gl'innocenti , né i Penitenti vi
nuti all'intierezza e perfezione del Sa- ricadefiero , pratico d' imporre peni
grainento della Penitenza . Anzi dico di tenze molto rigoroſe , molto lunghe ,
più . Se il Penitente tal penitenza non e molto difficili a ſoddisfarſi per quel
accettafle , certamente io dubiterei del- li ſtefli peccati , che ora da noi con
la ſua buona diſpoſizione ; non perchè tanta facilità ſi commettono . Voglio
egli ricuſerebbe la penitenza , ma per- accennarvene qualcheduna del terzo
che sicurando di ſoddisfare per gli ſecolo ( ) . Allora , quando i Peccato
ſuoi peccati , non potrebbe dirli di ef- ri volean l'alloluzione , dovean palla
ferne pentito a ſuižicienza · Diſli non- re per quattro gradi di penitenza . Si
dimeno : potendo accettarle ; perché quan- obbligavano primieramente a ſtare per
do i Penitenti adducono a' Confeitori molto tempo ſulle ginocchia nude fuo
ri
( a) Card . Bona de liturg. I. cap. JI. & S. Bafil. epiſt. 2. ad Amphil. can.56 .
7. S. Gregor. Thaumat. epift. Canonic. can. ( b ) S. Greg. & S.Bafil. 1o6. fup.cit.
135
si della Chicfa , come indegni di en . digiuno delle quattro Tempora , fido .
trarvi, eſpoſti alla ftagione , e vcſtiti vea poi per quaranta giorni digiunare
con abiti di dolore e di triſtezza , in pane ed acqua ; e per ciaſchedun
pregando i Fedeli a raccomandargli a giorno di Quareſima , che non ſi fofo
Dio : ed in tale ſtato chiamavanſi Pian . fe digiunato, fi covea di più digiunar
genti. Secondariamente permettcaſi lo- re altri ſette gioini' . Per una maledi.
ro l'ingreto nell'atrio del tempio zione, profferita contra il Padre o con
acció potellero aſcoltare i Catechiſ. tra la Madre , s' in ponevano quaranta
mi, ſenza però aver parte nelle pub- giorni di digiuno in panç ed acqua ;
bliche orazioni, non pregandoſi in ta per un' ingiuria fatta a medeſimi tre
le ſtato Iddio per loro : ed allora ſi anni di penitenza, e: fette anni per u
chiamavano Ajcoitanti... Ulteriormente na percoffa . E parlandofi poi di ccr
permcttea loro di eptrare nella Chie, ti mancanienti , che : dal Mondo ſi ap
ta , ed affiitere alle pubbliche orazio- pellano fragilità , fentite . Solamente
ni , ed aſcoltar la Meffa, fino al ter. per abbellirſi con intenzione di pia
minare il Vangelo , dopo del quale il: cere ad altri fuori del Marito ſi iof.
popolo col Veſcovo pregava per lo- frivano tre anni di penitenza . Per un
10 , che erano profteli. ful fuole a vi- adulterio alle donne dieci anni di pe
ta di tutti ; e terininata la. orazione mitenza , e agli Uomini cinque . E per
erano licenztati, come ancora indegni altri fimili è più deformidelitti. o pe.
di participare i fagrolanti miſterj ; ed. nitenza per tutta la vita , o almeno per
allora lo chiamavano Projtrati . E final quindici anni. E perché ſappiate , com:
hente fi dava loro l'aſſoluzione , ed fa s' intendea per anni di penitenza ,
entravano ad affiltero alle pubbliche notate. le ſeguenti coſe . Nel tempo ,;
preghiere , cd a ' fagrificj : ma non ſi che era di. penitenza , preſeriveano
permettea loro: la comunione dell ' au- digiuni rigorofi , era fol lecito , vettire
guftillima Eucariſtia , fin che non fol.. di ſacco e di ciliccio , fi caminava a
ſe paſſato tutto il tempo preſcritto a . piedi ſcalzi, era proibito ogni tratte
rimanere in queſto quarto grado , che nimento e ſpaflo ., il.cavalcare , il pore
chiamavaſi de Conſiſtenti . tare armi; quanto era più grave il
Queſto fu il coſtume antico della delitto , tanto più aſpra ed auſtera fi:
Chieſa , il quale con l'andare del tem-- preſcrivca la penitenza ..
po ſi rallento ; contentandofi la picto-- Finalmente in queſti ultimi tempi fi
fa Madre de'Fedeli di rimettcrc rigo- ë moſtrata la Chieſa più benigna c pic..
re cotanto... Ma non per queſto non. toſa . E che ha fatto ? Si è content.ta
preteſe anche gravi penitenze per le. di riinettere la Soddisfazione partc al
colpe commeſſe . Anzi, ſtabili alcuni fervore de ' Penitenti, e parte alla di .
Canoni Penitenziali , o fieno regole al ſtretczza de' Confeſſori . Preſcrive.non-
Confeffori per regolarſi nell' imporre. dimeno il ſagro Concilio di Trento , che
le proporzionate penitenze . Baſta di- eſſendo il Sagramento della: Penitenza
re , che ( 4) ad ogni paccato grave do- un nuovo Batteſimo di fatica e di dolo ..
veano alleguarſi . nulla men chc. ſette. re , coine ho detto di ſopra , debbano
anni di penitenza . Per un giuramento le Soddisfazioni effer proporzionate al
falſo , deliberatamento fatto , doveali la gravcıza de peccati, ed alla forza
digiunare in pane ed acqua giorni de Penitenti . E per tal ragione (1 ) deb
quatanta , e rimanere ſette anni in pe.. bono: i Confeffori imporre: peniten
nitedza : . Per. non efferli adempito iki ze. tali. , che ſervano a? Peccatori di
gaſti

S. Carolo. Boro de Info. Cerfell. 3. 4. 7o .


in cuj. Canon . poft. decr. Gratian, & ( S. Frane. Sales.cap. 8. in monit.
act. part. 4. pag: 525. & in præcept. 2. pro Confe ]. & S.Cyprian. ferm . 5.delajd.
136
gaſtigo e di pena per gli peccati già ftati pubblici , ed hanno recato ſcanda .
commeſli , ed inſieac di freno c di me. lo ; per cui i Pcnitcnti , ſe ſono dalla
dicina per quelli, che poſſono da eſli Chieſa difpenfati dalle particolari pub
commetterſi per l'avvenire . Apprenda- bliche penitenze , ſenza dulobio non ſo
no perciò tutti i Penitenti queite incon. no diſpenſati dall'imprenderc quel re
traſtabili verità ; e non ſolamente non ligiofo tenore di vita, che valga a can .
trattino i Confeſſori da indiſcreti , quan- cellare dalla mente e dal cuore de’lo
do loro impongono qualche penitenza , ro Fratelli le idee vizioſe , che loro
che lor ſembra grave e difficoltoſa ; imprefic lo ſcandalo . Ed ecco chcin tal
ma anzi accettino da cíli volentieri o guiſa pagheranno alla divina Giuſtizia
gni Soddisfazione , che ſtimeranno di in queſta vita la pena de' pallati lor fal.
doverſi ordinare : e finalmente cfl me li , ed cviteranno non ſolamente il fuos
deſimi vi aggiungano nuove mortifica : co dell'Inferno , ma anche il fuoco
zioni , ora con privarſi di certe ricrea. del Purgatorio , in paragone di cui (2 )
zioni di giuochi , di fpafli , di balli , ſono come un nulla tutte le penitenze
di comedie , che forſe ſarebbero leci- di queſta vita: e adempiendo eſattamen
te ; ora con amare le ritiratezza , il te a tutte le cinque parti del Sagrameno
ſilenzio , la divozione ; ora con aſte- to della Penitenza , perfezioneranno
nerſi di guardare oggetti vani ; ora con quell'ottima Confeſſione , che valga
privare il guſto di qualche cibo più giuſtificargli . Vi doni dunque Iddio ,
dilicato : imperciocchè egli è ben do- dilettiſſimi Criſtiani, la grazia di adem.
vere , che colui , il quale per lo innan- pire a ' voſtri doveri , onde l'amiatc e
zi ſi è dilettato nelle coſe illecite , per ſerviato in queſta valle di lagrime , e
l'avvenire anche ſi aftenga dalle core poi il godiate per tutti i ſecoli nel Pa.
lecite , e ſi dimoſtri Penitente . Tanto radiſo . E cosi ſia .
più che molte volte i peccati ſono
Atti Criſtiani , come nei primo giorno pag. 12.

OT .

(a) S. Petr. Damian. ferm . 58. de S. Andrea .


197
OTTAVO ED ULTIMO GIORNO
Μ Ε Ρ Ι Τ Α Τ Ι Ο Ν Ε VIII

DELLA PRUDENZA CRISTIAN A

ARGO M E N TO
Vuol la Criſtiana Prudenza , che fram forti, coſtanti, e fervidi nell'aſſicurarci l eterna
falute : e quindi I. fanio imprudenti , ſenon intraprendiamo con fortezza la ſtrada
della giuſtizia ; 11. ſiano imprudenti ,fe non proſeguiamo con coſtanza
la via della virtù ; III. fiamo imprudenti , ſe non terminia
mo con fervore il ſentiero della perfezione,

Eſtote ergo prudentes, ficut ferpentes. Matth. X. v. 18 .


Cco fon già terminati gli ſpiri. attende a conſervarſi la tefta ; -cosi voi
E tuali Eſercizi ; ed io mi veggo
nell'obbligo di ſeguire il pio co-
nelle vicende di queſto ſecolo curar
non dovete di tutto il Mondo , c veg.
fume degli altri Miniftri Vangelici , ghiar ſolamente a cuſtodir nel cuore
e di laſciarvi a meditare qucle veri. con fortezza , con coſtanza , e con fer
ed , che poſſan valervi di perpctuo ſa- vore il capo miſtico de' rcdenti Geſu
lutarc ricordo . Ma s ' egli è così , di- criſto , che pure ſi cuſtodiſce con la
fertilümi Fratelli ; di quali ſentimenti al conſervazione fedele della ſua ſantiſſima
grand' uopo mi debbo meglio avvalerc , grazia . Ed ccco ſenza maggiore indu.
quanto di quelli , che per l'acquiſto gio largoinento della Meditazione .
della vita eterna ſono uſciti dalla boc- Vuol la Criſtiana prudenza , che ſiam
ca medeſima dell'incarnata Sapienza forti , coſtanti , e fervidi nell' a ficurare
del Padre ? Si dunquc , fcrvami queſt' ci l'eterna ſalute . Dunque ſiamo im
oggi di ſcorta il Salvator Geſucriſto : prudenti , ſe non intraprendiamo con
e le egli a' ſuoi Diſcepoli conſiglio la fortezza la ſtrada della giuſtizia · Pri
prudenza del ſerpente ; deh permette- mo Punto . Siamo imprudenti , fe non
temi , che io ancor queſta conſigli a profeguiamo con cotanza la via della
voi , cd eſclami: Eftote ergo prudentes , virtù . Secondo Punto . Siamo impru
ficut ferpentes . La prudenza del ſerpen- denti , fe non terminiamo con fervo
te conſiſte nel ſerbare contra ogni li- , re il ſentiero della ſalute . Terzo Pund!
niſtro incontro ſempre illeſo il capo , to . Volgianci perciò a meditare con
dove principalmente riſiede la ſua vi-, l'aliſtenza della divina Madto Maria ,
ta ; e nella guiſa medefina la pruden- che vien chiamata porta del cielo : 0
za voſtra confifter debbe nel procura ſe queit' oggi dobbiamo l'ultima volta
re ad ogni patto l'amicizia dell'Alcir- ſupplicarla ad illuminarci ed infervo
fimo , che la vita ſempiterna cagiona ;. rarei
e ficcome il ſerpente non cura nelle
; deh invochiamola con maggior
tenerezza e fiducia , e ripetiamle con .
perſecuzioni dilaſciar eſpoſto l'intero inaggior divozionc le fagre Litanie :
corpo agl ' inſulti , e folamente con Kyrie eleiſon & C.
fortezza , con coitanza , e con fervore :
S PRI

1
138
PRIMO PUNTO . Ne rappreſenta vantaggioſo quel po
ſto di onorc , vantaggioſo quel cumo
Stamo imprudenti, ſe non intraprendiamo lo di richezze , vantaggioſo quel vic
con fortezza la firada della giuſtizia .. tato piacere ; e ne ſtimola a prender
i giuſti mezzi per conſeguirgli. Ed oh
Conſideriamo , dilettilliini Fratelli , che come ſubito cincaminiamo per vie
ficcome la terrena prudenza ne chia. diſaſtroſe e malagevoli ! oh con qua.
ma all'acquiſto del maggiore pollibil le bravura intraprendiamo a difprez
vantaggio , e ne preſcrive di caminar zare contraddizioni e pericoli oh
con prontezza. Ic giuſte vie per arri- con quale ſollecitudine conculchiamo
varvi; cosi. la. prudenza Criſtiana ſve. calamità e miſerie ! Ditclo voi , o Prc.
landoci , che, il maggior noſtro bene : tendenti , quanti inghiottite amarilli
ſia appunto I ctcrna ſalvezza , ed in mi . bocconi di aſſenzio ! Ditelo voi ,
ſieme che l' unica via per giungervi. o Negozianti , a quali vi eſponete tra
ſia quella della giuſtizia , la Itrada ap- . dimenti e frodi ! Ditelo voi , o Aman
punto della giuſtizia a calcare ne co- ti, a quali diſprezzi e crepacuori vi
manda , onde con ſicurtà , vi perven . ſoggettate ! Ditelo voi , o Vendicati
ghiamo. Ma poichè codeſta ſtrada del.. vi, a quali difpendi e avvilimenti fog.
Ja giuſtizia attai ė anguſta , intralciata , giacete ! Ma ſe poi ſi avanza la Cri.
e fpinofa , cd altamente ſupera ed at: ſtiana prudenza ad eſortarci , che intra
terriſce l'umane. deboli forze , urtate. prendiamo. la ſtrada della giuſtizia per
tuttora dalla carne , dal ſangue , e dal- giungere al colmo d'ogni vantaggio ,
la vapità : ella perciò, la prudeoza me.. alla vera felicità , alla vita perpetua ;
defiina, n' cforta a . cingere di fortezza oh coine ſubito c'intimoriamo , e pro
i lombi , ed intraprendere con Colle- viam nello ſpirito i dolori acerbitlini,
citudine e con generoſità il vantaggio che ſoitenne nel corpo l'infelice Re
10 : camino'. Eccog, ella, dice , ecco il becca ! Che. Donna. ſventurata ! Ella è
ſentiero, che , alla vera felicità vi con- già in procinto di dare alla luce due
duce ; : perché ſentiero di giuſtizia . Non Gemelli , che ha concepiti feconda
ha dubbio , che egli è ingombero Madre nell' utero . Ma che ? Vengono
di ſterpie di fafli . Madeh non v'in fin dentro il materno ſeno ad orribil
timorite. ;. che , la grazia del Salvatore. zuffa tra loro i naſcenti. Bambini: Col.
egregiamente, vi foiterra : Ego vobifcum lidebantur in utero ,parvuli .. Anzi lici.
fum uſque ad confumationem ſeculi .Sia. mentano , lottano , combatton così , che,
no i voſtri, lombi di valore circonda- rendono difficile c pericoloſo il par
ti : Sint lumbi veſtri precincti . E ſenza to , ed alla iniſera Genitrice cagionan
più eſitare , incominciato a caminare :. quindi gli ſpafimi più crudeli e ſpie.
Ut filii lucis ambulate . Cotanto dice la tati . Che fa pertanto l' anguſtiata Re..
prudenza Cristiana . Non è perciò im. becca ? Ah ! piangc, fofpira ., geme ,
prudenza il volerle: contraddire ? Ab . e con meſti acccnti con '. Altidlino li
si , che Giamo,imprudenti , ſe non in- lamenta ;. Signore, le così dovea ſor.
traprendiamo con fortezza la ſtrada del tirmi, qual neceſſità vi era di . conce
la giustizia .. pire : Si fica mihi futuruin erat , quid, ne
E pure qual è il gravidiino diſordi: celje fuit concipere ? Ma qual riſpoſta
ne , o Criſtiani? Egli è appunto , che
i dettami della uinana prudenza pron:
credete, voi', che abbiane la meſchina?
Eccola .. Pazienza , o. Rebecca ; che .
tamente fi eſeguono , i dettami della nel cuo grembo nulla men li chiudono .
prudenza Criſtiana volentieri ci. attere che due popoli', e due. Nazioni allai
riſcono , e ci rendono pufillanimi.Ne · diſcordi tra loro e ripugnanti : Duæ
ſpingc. la Politica a non curare ogni Gentes ſunt in utero tuo , & duo Populi
sforzo per ingrandirci ſopra la terra . ex ventre tuo dividcntur . Or che miſtero
139
è codefto ? Ecco entra a moralmente fonte , da cui ella ritrar debbc le ac
ſpiegarlo il grande Origene ( a ) , ed que per abbeverare il ſuo armcnto :
afferma , che inquei due Gemelli fu- Fejus ergo fatigatus ex itinere , ſedebat fc
ron ſimboleggiati la virtù ed il vizio, Jupra fontem . Di colà 'le parla amoro
i quali concepiti da noi nella mente To , di cola le "rinfaccia le ſue diffolu .
e nel cuore , ne affondano in un pela- tezze , di cola le offeriſce l' acqua
go di coſternazione , di meſtizia , e di vivente della grazia , che mette capo
timore , e ne rendono irriſoluti a parto- in una vita beata . Ed ella prende un
rire i belli frutti della verità e della graviflimo abbaglio . Reputa pozzo , e
giuſtizia: Duæ Gentes, & dua Popoli in- pozzo profondo l'iſteſſo limpidique
tra nos funt ; nam bo virtutum populus in fonte , che ha ſotto gli occhi: Puteus
tra nos eft , & vitiorun nihilominus popto altus eft . Che sbaglio ! Ma è compati
lus intra nos eft . In fatti che combatti- bile ; perché la novella converſazione
menti , che dolori proviamo , quando col celcfte Signore , che le diſcuopic
penſiamo appena di paſſar dalle tene- le pallate leggerezze , l' ha alterata la
bre alla luce , da Belial a Geſucriſtot fantaſia , e la fa travedcrc Ma tal
più di
Non più , dice la virth , none crapole diſgrazia a noi , che le
accade anchepecorellc
vertincnti e ſpaffi, ingordigie , vente ftimiam lupi le , e gi
vendette e frodi . E come, ripiglia il vi. ganti i pigmei. Per avviſo di Guigliel.
zio , come può viverfi ſenza faſto , ſenza mo Eboracenſe, di Riccardo da S.
riſtoro , ſenza riſentimento ? Quella ne Vittote , e di altri Spoſitori (b ) nel
ſpinge ad amare 'la fincerita , la mode. fonte di Samaria vien ombregggiata
ftia , l'umiltà della croce : e queſto ne la vita Criſtiana , la quale veramente
dipinge importabile il giogo della leg. non è altro che un ameniffimo fonte .
ge , e fatale il peſo del Vangelo . Quel. Ma noi la riguardiamo , quando anco .
la ne inſinua abborrimento alla colpa, ra non è ſgombrato il fumo delle par.
odio allc paſſioni , dilezione a Dio: e fioni , e la riputiamo un profondiſlimo
queſto ne ſprona alla ſcoftumatezza , pozzo . Ob che pozzo terribile il rin.
al libertinaggio , alla sfrenatezza ! Ma tuzzar gli appetiti, onde non infolen.
da si ria pugna che ne conſiegue ? tiſcano ; il flagellare le pallioni, onde
Ahimè ! ſentiam dolori accrbi , ci ſpa- non ci diſturbino ; l' incatenare i ſen .
ventiamo di correre all Altiſſimo , ci ſi , onde non ci tiranneggino ! Oh che
diffidiam di riſolvere la giuſtificazione; pozzo terribile il doveradoperar cep
e reſta quindi impedito il bel parte pi per imprigionar la deſtra , onde
della noſtra eterna ſalvezza , che la non ſi diſtenda con la mano del pri
Criſtiana prudenza s' induſtria di per- mo Adamo a coglier pomi vietati ; il
ſuaderci. Or non ſiamo deboli ed im- dover fermare le piante , onde non
prudenti ? traſcorrano con gli Empj, deſcritti nel
Ma pur c'inganniamo aſſai ne’giudi- libro della Sapienza , a riempir di dif
zj noftri, che ne pregiudicano , o Cri- ſolutezza ogni prato ; il dov er tratte
ſtiani . Non aſcoltando i dettamidella nere l' ardire , onde con i Poſteri di
Criſtiana prudenza , ahimè! in peggior Noè non tentino contra il cielo ſu
forma travediamo , che non travidde la perbillime impreſe ! Oh che pozzo ter
celebre Samaritana convertita dal Sal- ribile il dover inatfiare il Vangelico
vatore. Geſucriſto per ritrarla dal per- ſeme di continuo pianto , il dover bar
ſimo ſentiero della perdizione , ſtanco gnare di lagrime la miftica vigna del
ed anſante metteli a ſedere ſopra quella noſtr’anima, il dover ſempre dete
S 2 Ita

(a) Orig. hom . 12. Evang. Joh ., aliiq


.a S. Pi&t.in
1:40
ftare e conculcare gli afpidi e i bafi- le vilmente inciampiamo ; ed avvalorit
liſchi de' noſtri peccati! Ma noi aſſo- mo il'cuore per deteftarlo ed ammen
Jutamente fogniamo , e cel rinfaccia il darlo . La ſtrada della giuſtizia , che ne
P. S. Gregorio Niſleno (a) : Somniato- conduce agli eterni contenti , non ci
res funt , qui immanem Sou ferom : virtu- dobbe atterrire , ma più toſto allettarc.
tem opinantur. No , non e la vita Cri- E quando anche alla umana fragilità
ftiana'una belva , che divora ; è più fembri difficoltoſa ed ardua ; den non
toſto un manſuetiflimo agnello , che ci arreſtiamo punto di calcarla , ed
diletta : Benché alla brutale inferior armianci di fortezza per entrarvi con
parte dell'Uomo' contraddica e ſi op coraggio , ſicuri di eſſer. accompagnati
ponga ; alla ragione nondimeno ed al- da quel celeſte Signore , che ci pro
la parte ſuperiore è affatto conforme. mette per Sofonia Profeta di ajutarci a
Ella vien addolcita dalla potcnte gra ſoftenere anche ſugli omeri ſuoi il pe
zia del Mediatore , che inveſtendoun ſo ', di cui ci carica : Portabitis jugum
Uomo , il rinforza cosi , che poſſa humero uno . Guardiam la bravura dell'
gridare con l' Appoftolo delle genti : incomparabil vecchio Duce de ' Macca
Omnia poffum in eo , qui me confortat bei Simone. Queſto invitto Capitano è
Ella ne reftituiſce la tranquillità del già con i ſuoi Guerrieri a' confini di
éuore , ne conſerva la libertà de' Fi- Giamnia , e già è pronto a ribatter l '
gliuoli di Dio , ne inanticne l'adozio- eſercito di Antioco , moſſo contra l.
ne dell'Altiſſimo , ne chiama eredi fraello da Cendebeo . Ma ahimè ! che
dell eterne promelle a regnare per tut- turgido e pieno ſi oppone a' ſuoi di
ti i ſecoli . Non fi debbe perciò con {ègni il torrente , che dal nimico il
allegrezza e con generoſità abbraccia- divide . Paventar vede i ſuoi Combat:
se ? Ah ! quefto appunto detta ogni pru- tenti a fronte di quell' onde rapide,
denza , o che umana fia , o che ſia che minaccian naufragi e morti : Vidit
Criſtiana , la quale i giuſti mezzi pro populum trepidantem ad tranfretandum tor .
pone , ed eforta ad intraprendergli rentem . E già mirando la teinenza de'
*con fortezza ; perchè ne portano all' Soldati , ſoſpetta impedirglifi la vitto :
acqaifto de' maggiori vantaggi. E pur ria ed il trionfo . Che riſolve perciò
noi fiam pufillanimi nell'ubbidirla , ci in tal circoſtanza ? Eh ! tema , egli di
ſgonentiamo di battere la ſtrada della ce , tema il popolo un tal pericolo ,
oneſtà e della giuttizia ; e là dove ſen- che nol paventerà giammai Simonc . E
za timore eſeguiaino i malagevoli co. cosi , dicendo , con animo generoſo a
mandi del Mondo per ottenere un lancia nell'acque ., e con si nobile in;
temporale ſcarfikiana vantaggio , ricu- trcpidezza ſpinge a ſeguirlo l'eſercito
fiam poi timoroli di ſeguire i conſigli intero : Transfretavit primus ; & videruit
a praticarſi dolciflimi , che ne guada- eun viri , & tranfierunt poft eum . Clic
gnano iminenſi beni immarccſcibili ed bella fortczza ! Ma queſta imitiamo :
eterni : Oh diſordine ! Oh cecità ! Se la ſtrada della giuſtizia ne atterrice,
Oh circolianza ! E come pofliam mai ſe ne ſpaventa la vita religiofa ; ah !
evitare l'infame taccia d ' imprudenti? non ci facciam vincere dallo ſpavento
come operando con imprudenza , po- e dal tiinore . Ritiriamci intrepidi dal
trem giungere al maggior de' vantag- la via larga della perdizione , e inet
gi , che è l ' cteina lalute ? tiamci a caminare il ſentiero della la .
Abime! a qual riſchio ci mettiamo , lute : Vita noftra , ſentimento del gran
o Criſtiani! Deh.apriam gli occhi del- P .: S. Agoſtino (1) , vita noftra mala mo
lo: ſpirito a rawiſar l'errore ,nel qua riatur , & quotidie nava proficiat. Queſto
ne

( a ) S. Greg. Nyd. a ). Mazz. pag. ( b) S. P. Augut. ferm . 144. de


399 temp. cap. 7 .
141
ne detta la Criſtiania prudanza , che ne Nuggeriſce a non allentare il paffo ,
ſcorta all ' empireo , e queſto generola ma a coſtantemente per la via della
mente eſeguiamo; imperciocchediamo virtù e correre e volare : Non debemus ,
imprudenti, ſe non intraprendiamo a ca ſi ſpiega con le parole dell'Ab. S.
minar con fortczza la ſtrada della giu Bernardo (a) , non debemus impofterum
ſtizia . E poichè la prudenza Criſtiana elje deſides ; ji enim ad torporem lapfi fua
ancor, ne detta a proſeguirla con co timuss, reviviſcet antiquus hoſtis . Or noi
ftanza ; ſeguiamo perciò fervoroſamen che faremo ? Ne ributteremo i confi
te a meditare , onde non aſcoltiam le gli , c ſpenſierati ne faremo aſſaltare
voci della paſſione e dell'imprudenza . di nuovo dal Predatore ? Ma la sba :
gliamo ; e fiam ſenza dubbio impru
SECONDO PUNTO . denti, ſe non proſeguiamo con coſtan :
za a caminare la via della virtù .
Siamo imprudenti , ſe non proſeguiamo con Ma eſaminiam talc sbaglio , che ne
coſtanza la via della virtù . dichiara imprudenti , e ne rovina , O
Criſtiani . E quanto volte, ci eſponem .
Conſideriamo , dilcttiflimi Fratelli , mo al maggiore de' mali , e l'Altiſſi
che la Criſtiana prudenza alla umana mo ne campò dal pericolo ? Caduti in
non opponcndofi , giuſtamente c' infi: Adamo , ne rialzò la grazia del Me
nua a non perdere giammai , ma a ſem : diatore con le onde del ragroſanto bat
pre conſervare l'acquiſtato vantaggio : teſimo. Ricaduti più volte , e volon
Si è travagliato per ottenerlo , che tariamente ſguiſati, ne riparò più vol
follia dunquc il disbrigarſene ? Un buon te il braccio diſtero dell' Onnipoten:
Generale , che del nimico ha disfatto te d'Isſaello , che dalla via della per
l'eſercito , e compreſſo l'ardire , non dizione ci rimiſe nella Itrada della
ſi dà mai in preda di un ozio vergo ſalute e della vita . Or non è dunque
gnoſo ; e ſempre temendo , che non giuſto conſiglio il non più tentarc id
tenti il Rivale di rifarſi, del 1o , non dio ? non è giuſto conſiglio il non
celta di vegghiare giammai , e coſtan ritorcere il piede dall' incominciata
kemente col ſuo eſercito nel campo a carriera ? aon è giuſto conſiglio I
guerreggiare. rimane . E non per altra imbracciare. contra gli ſtrali avvelena:
ragione , ſe non perché vuol la pru ti dell' Inferno lo ſcudo ineſpugnabi
denza , che non li perda la gloria , le della fanta grazia , di cui per avvi
che con fortezza ſi è guadagnata . Ma ſo del Profeta regale il Padre celeſte
s'egli è così ; riflettiamo con ſerietà a' ci ha coronato : Scuto bonæ voluntatis
noftri acquiſti già ottenuti . Oh che tuæ coronaſti nos ? E pur quanto fi va:
belle palme ! Oh. che vittorie fingola. cilla ! quanto ne peſa ſ invidiabile
ri ! Abbiam debellato nulla men del ſcudo ! quanto ci ſentiamo urtati a ri:
nimico dell'uman genere , che tenta gettario ! Ma ahimè ! ſe fia , che il
va di ſoggiogarci ; cd a . ſuo ſcorno e rigettiamo, ſenza dubbio alla più gra.
roflore dalla via della cimpietà alla ve ci appigliamo delle imprudenze ,
ſtrada della giuſtizia intrepidamente ci che ne cagiona la maggiore delle di
Jam trasferiti . Cola perciò la pruden ſgrazie , come la cagionò a Saulle .
za ne ſuggeriſce ? Ne ſuggeriſcc ap Ecco cgli giace trafitto cosi ſopra i.
punto di proſeguire il camino :: e ſic monti di Gelboe da Filiſtce ſaette
come il Regnator delle tenebre noſtro che più non fidandoſi, di vivcre , di
Rivale a tutta polla travaglia per ri ſperatamente chiede la morto . Povero
chiamarci alle antichc paludi; così ne Principe ! E come li è ridotto in cie
CO

( a). S. Bern. lib. 5. de Conf,cap . 12.


142 .
coſtanza sì miſerabile ? Come abbjetta monte ufcircm di ſtrada , e rimarrcmo
è caduta al ſuolo la ſua formidabilo carichi di ferite , e preda di morte
ſpada , che era la difeſa del popolo fempiterna. Os chc farem noi ? Im
eletto ? Ab ! ne incolpi il Regnante bracceremo per ſempre lo ſcudo ? Me
la ſua imprudenza . Egli fin ora è u- eccoci alla vita . Rigetteremo lo ſcu
fcico a combattere , recando nella de- do ? Ma eccoci alla inortc . Ed a chi
ſtra la ſpada, e nella ſiniſtra lo Scu- mai impertanto o dell' uno , o dell'
do ; e con quella affrontando i nimi- altro deſtino debbc aſcriverſi la cagio
ci, e.con queſto da' dardi ſchermen ac ? Certamente a noi , che o avvedu-
doſi , ha cempre riportato ſegnalate tamente della prudenza , o ciecamente
vittorie . Ma ora ſtancato dall'erta del della paflione Teguiamo le regole e i
monte , non ſi è fidato di ſoftener lo dettami. E pur ſi vacilla ,e pur ſi teme,
ſcudo , e l' ha rigettato . Quindi è ri- e pur fembra perante lo ſcudo , e ma.
maſto berſaglio de' dardi ottili , che lagevole il ſentiero . Ed oh impruden.
l'han ridotto a morire , ſenza che l' za ! Oh pericolo ! Abbiam tutto il fon .
avelle potuto giovare la ſpada : Saril, damento di paventare peggior deſola
cominento del dotto Naſſera (a ) , Saul zione , che non incontrò Saulle , e la
ardua montium fcrupoloſitate munitus , tot diſgrazia iſtefa di quello ſciocco Com
triumphis nobilitatus , ſe clypeo .protegere petitorc , il quale fuori di giuſta ſtra
non curavit ; & quia crypeo nudus , fagit. da ſempre correndo, non giunge mai
tis confefus occubuit. Saulle è in preda al propoſto amatiſſimo guiderdone ;
di morte; perché ha laſciato lo ſcudo. di quell' inutile Contadino , il quale
Se non l'aveſſe laſciato , farcbbe viven, ritirando dall' aratro la mano , non
te e vincitore , come fu per lo innan- giunge mai a percepire il frutto bra .
zi : Clypeus , conferma dell' Abulenfe mato della ſua rimaita incolca ed inas 1
( b) , clypeus Saul abje &tus fuit in monte ridita compagna : Væ , ce ne aſſicura 1
Gélboe ; tamen ille erat famofus, quia Saul l'Ab. S. Bernardo ( ) , væ oppofitis vo .
habens illum , occiderat multos viros fortes.
Or non può accadere a noi la ſteſſa
luntatibus , folam fuæ profetto averfionis
referentibus panam ! 1

diſgrazia ? Ab ! le compagni fiam di E come no , o Criſtiani , ſe il mcde


Saulle, la medeſima imprudenza ne fimo Donator della grazia Iddio a die
sbalzerá a più fatale dcftino . La Dio feſa dell'onor fuo fi accinge ad eſe.
mercè ci ſiamo incaminati pel monte guire la più giuſta ſevera vendetta !
della virtù , che ne ſcorta all' empi. Ma deh riflettiamo bene , che ſcopri
reo ; c già per mezzo del Sagramen, remo a noſtro vantaggio la verità .Eco
to della Penitenza abbiam ricevuto la co ne fa ſcorta Tertulliano ( d ) . L '
{pada dello ſpirito , e lo ſcudo della Uomo , dice cgli , che dalla ſtrada del
ſanta grazia per valoroſamente pugnare la perdizione è paffuto al ſentiero del.
contra gl ' inviſibil nimici , c per fi- la ſalute , e dalle tcnebre della morte
curamente evitare gli infernali perni e forto alla luce della vita , ha ſperi
ciofiflimi dardi . Biſogna dunque non mentato due diverſi governi; cioè il
aſcoltar la pallone , che ne ſpinge a tirannico governo di Satana , ed il go
rigettar lo ſcudo ; perché ſenza di eſſo verno dolciflimo del Padre celeſte . Se
caderà anche la ſpada , e gli Avverſa- dunque egli torna a cambiare ſtrada ,
rj vinceranno . Biſogna geloſamente ſe dalla podcftà dell ' Altiſſimo all' im.
cuftodir la grazia , e coſtantemente pero di Lucifero di bel nuovo ſi tra
proſeguire il camino intrapreſo ; altri- sferiſce , non altro praticamente di
chia

(a) Nax . in lib.2 . Reg. cap.1.8.93. (c) S. Bern . lib . s . de Conf.cap. 12 .


b Alpk. Toft. quæft. 16 . Lielberim de pan.capes:
143
chiara', che più ſoffribil df Dio fia il perchè inconftante vacillo nel camino
Demonio , e che più deguo ſia di ſe. intrapreſo. Sottratta per mano di un An
guela il Principe dell' ombre , che il giolo dalle fiammedi Sodoma, ne dovea
Ře della gloria : Comparationem videtur eſeguire con eſattezza i comandi . E
egilje , qui utrumque cognoverit , & judi- nondimeno gli traſgredi . Contra l'a
cato pronunciaje eum meliorem , cujus se vuto-divieto concepi compaflione della
rurfum elle maluerit . Or che affronto patria , già preda di bitume . e fuoco ; e
all onore del Sovrano. auguſto dell' fatto appena brieve camino , ſi volſe in
Univerſo ! Vogliam credere , che il dietro a riguardar l'incendio , cho
Principe de Dominanti ſel ſoffra in pa- orribilmente . ſcroſciava”. Già dir: volea:
ce ; e che in vece di punirc , abbiane- ob miſerabili Concittadini alle fiamme.
a premiare il Delinquente ? Eh ! vana condannati ! oh povera mia caſa:già da
credenza. Sappiam bene più toſto , che improvviſo ardore conſumata ! -Manon:
il Signor degli eſerciti fece orribile giunſe a dirlo'. Un freddo umore im
ſtrage nel diſerto dell' iſteſſo popolo provviſamente fi ſentì girare per l ' of
eletto , e di contagio: il conſumo , non . la ; c non cosi il provo che ſubito
perché ritornò nell'Egitto ,ma fol per- una ſtatua di bianco ſale divenne : Ver .
che deſiderò di ritornarvi ; non perchè fa eſt in ſtatuam falis . Oh deſtino ! Oh
ricorſe alla tirannia di Faraone ,ma fol gaſtigo ! Ma ſe queſta , grida S. Tom .
perché bramo.diricorrervi: Percullit eum maro da Villanuova a ) , ſe queſta é
plaga magna nimis. Quanto più dunque la pena di chi guarda in dietro , qual
egli debbe diſperder colui , il quale: ſarà la pena di chi indietro ritorna :
non col defiderio folo , ma col fatto Si talis eſt pæne retro reſpicientium , qua
torna alla ſtrada dell'Inferno , e ſogget- lis erit ultio retro redeuntium ?? Se: una
tafi al comando dell'antico Dragone?' ſemplice diſubbidienza meritò talven
Oh miſero coſtui ! Meglio farebbegli detta , qual vendetta dovrà:mcritare un
ftato non naſcere che naſcere per . Uomo , che conoſcende la miſeria del
conſeguire una morte: la più atroce .. la fchiavitù del peccato , torna a' ceppi
E s egli è cosi ; tremanti veniamo a primieri ,e maggiormente: torna ribelle:
noi. Quante volte faino. inciampati in di Dio proptermalitiam ,propter contemptum ,
delitto si efecrabile ? Quante volte il propter ingratitudinem ;. noverat enim miſe
Signore ne ha uſata miſericordia ? Quan- riam fervitutis peccati? Ah !'miſeri:di noi,
te volte ci Giam rimelli in iftrada per: ſe inciampiamo in tal delirio .Oltre che
falvarci ? Or che riſolveremo ? Di ab- ragionevolmente: dobbiam temcrc di
bandonar la ſtrada ?: Di, vilipendere eſfer in queſta vita dalla divina : Miſc
Iddio ? Di venerare l' Angiolo delle ricordia abbandonati , dobbiam pa
tenebre ? Oh pernicioſa imprudenza ! ventare altres . nell' altra la pena del
Codeſta certamente. cagionar ne dovrà fuoco , affai: più orribile . di quello
l' eſtrema rovina ; perchè , come con- della ſcellerata. Pentapoli . Perché:
chiude ciaſchedun diſingannando Ter- dunque penſiam di tornare alle antiche .
tulliano : Nubhas ignorantia pretextus tibi fozzure , dalle quali per. divina pietà ci
patrocinatur ., quod. Domino. agnito , pe- liberammo : Sæculi hujus , conchiude
nitentia deli& orum fun & us , rurfum te in efortandoci l ' Arciveſcovo di Valenza ,
deli& a reſtituis. E chealtro. ne prcdica ſeculi hujus flagrantem libidinibus, & cx
l' infelice. Moglie di Lotte , rimaſta fi- ris æftuantem Sodomam evafemus. Dei bene
molacro infenſato di ſale. in mezzo dificio , ut quid. eam ultro vel a remotis o
una pubblica Itrada ? Quefta Donna in- Spicimus ?
felice, fu figura de' Peccatori. recidivi ;, Deh . penſiam bene a non eſſere im
pru

( a), S. Thom . 2. Villan..Conc. 3. Dom . 3. Quatrag..


144
prudenti a noſtro darno , o Criſtiani . tezza , di ſincerità , di modcftia , &
Diciam pure alla noſtr'anima, quelche fede , di ſperanza , e di tutti gli altri
difiero gli Angioli a Lotte : Ad mon- fregi ſoprannaturali adorniamci , onde
tein Jalyuin te fac . Anima Criſtiana , ri. avvalorati e rinforzati per la via del
fietti bene , ed oſſerva , che già ſei la virtù coftantemente caminando , alla
fuori di Sodoma . L' Angiolo del Te- patria beata finalmente pervenghiamo.
ftamento Geſucriſto ti preſe quaſi per Cotanto ne inſinua la Criſtiana prudcn
mano , e ti eſtraſſe dalle vie lubriche za , a cui ubbidir conviene ; altrimen
del peccato ; ed ora per bella grazia te ſiamo imprudenti , ſe non proſeguia
é ventura camini per la fiorita Itrada mo con costanza la via della virtù .
del monte ſanto , la cui vetta è il Pa- E' vero , che con tutto fervore dob ,
radiſo . E quindi.coſtantemente cami- biam terminare l'incominciato e proſe
na , e ſalvati ſul monte : Ad montein guito cainino . Ma appunto ſeguiamo
falvum te fac . Si , in tal guiſa ripetia- con ferictà a meditare .
mo; e per maggiormente avvalorarci,
ascoltiamo il conſiglio , che diede il TERZO PUNTO ,
Salvatore al guarito Paralitico del Si
Ide . Dopo che per trentotto anni da Siamo imprudenti , ſe non terminiamo com
oſtinata paraliſia fu afflitto il meſchi- fervore il ſentiero della perfezione .
no , ebbe la ſorte di eſſer guarito in
un momento dal Tau:maturgo Nazare- Conſideriamo , dilettiſſimi Fratelli . ,
no . Ma non così poi l'incontrò nel che per avviſo del Serafico P. S. Bo
tempio il celeste Benefattore , che fu- Daventura (a) tutte le virtù ſoprannatu
bito preſe a dirgli : ecco ſei già ſano , rali ſono in corſo pel regno de' cieli
rinforzatchi a maraviglia le piante . Ah ! ma una ſola il riporta in guiderdone :
dunque non più peccare , onde non ti Omnes virtutes ad regnum Chrijti currunt ,
ſopravvenga diſgrazia maggiore : Ecce fed una ſola accipit bravium . Ši , currunt
jam fanus factus es ; jam amplius noli pec- omnes . Corre la povertà anguſtiata ,
care ne tibi aliquid deterites contingat corre la pallida aſtinenza , corre la
Mirabil conſiglio ! Ma noi aſcolvamo- ritiratezza ſevera , corre la bella pu
lo per eſattamente creguirlo . Ecco fiain dicizia , la dimeſſa ubbidienza , la ca
fuori di quelle debolezze , che ne at: rità leggiadra , la candida innocenza,
fornigliavano a' bruti ; fuori di quelle la regolare offervanza , la pictofa mile .
vendette , che ci alteravano il ſangue; ricordia , la fervida penitenza . Ma una
fuori di quelle pompe , che ci ain- fola riporta la corona : Una ſola accipit
maliavano il cuore ; fuori di quelle a- brayiun . E qual è questa virtù si ama
varizic , che c ' incatenavano lo ſpiri- bile ? Appunto la perſeveranza , che
to ; fuori delle ſpirituali infermità , che è un grazioſo particolar dono dell ' Al
ammazzavano l ' anima . Dunque non più tiflimo: Sola perjeverantia coronatur; nail
torniamo agli antichi diſordini , onde qui perjeveraverit ujque in finent, hic falvus
non abbiamo a carpirne ineſorabilmen- erit . Quindi è , che la Criſtiana prudcn
te la morte . E poichè ancor qucfto za ne detta a riempirci di ſanto fervo
non è ſufficiente a guadagnar la vita re onde tal. dono imploriam dal Si
immortale : ſiccome perciò è diſaſtro- gnore per terminar l'attare della no.
fa la via del monte tanto cost con Itra eterna ſalute . Non ſiam dunque im
Peſercizio delle fapte virtù rendiamº prudenti , le pon terminiamo con fer
ci di noi ſtefli maggiori . Di umiltà vore il ſentiero della perfezione ?
di raflugnazione , di carità ; d' illiba- A E pure inoltrianci col penſiero , o
Cri.

( a) S. Bonay. in 1. Cor. cap. 9.


145
Criftiani ; che riflettendo alle noſtre egli non ci nuoccia con coſtringerci,
condotte , ben preſto ci accorgeremo ma folo con perſuaderci ; e che non
di ſeguir i dettami de'conſigli men fag . ci sforzi , ma fol ne inviti a coſentir
gi, che ben preſto ne tolgono il per- gli : Non cogendo , fed fuadendo nocet; nec
feverare nel battuto ſentiero della ce- extorquet a nobis confenfum , fed pecit .
Teſte Geruſalemine . £ non fiam noi > Ma l'iſteſſo aſcoltarlo porta feco ro
che dalle paffioni ci facciam traſpor. vine e morti , come le recò ad Eva .
* tare , come traſportar fi fece la pri- Ecco perciò che fiamo in evidente
ma Genitrice de Viventi , a guardar pericolo di non terminare il camino
"ſempre fuori di ſtrada , onde trovia- e di non giungere alla già vicina del
mo inciampi, e cadendo sbalziam fuo. fiderata inercede de Santi . Che im
ra di via ? Sentite . I fagri Spoſitori prudenza ! Che debolezza !
con la penna dell' Ab. Ruperto ( a ) Deh ammendiamola pure , o Criſtia
ne aſſicurano , che l'antico Serpente ni;e verſo la patria beata affrettiamo il
non poſe mai dentro del terreſtre pa. pallo , acceli di quel ſanto fervore , che
radiſo il piede: Libera nobis relinquitur altrove non traſporta mai né gli ſguardi,
facultas dicendi , quod ferpens non fuerit dè gli affetti .Il viaggio prello che git
in paradiſo . Or come dunque con Eva, compito ſervaci di ſtimolo a terminar
che cola dentro ſoggiornava, eglivenne lo , e l'onorc fin "ora acquiſtato facidi
a parlare ? come la tento ? come la vin- {prone a perfezionare il ſentiero del
re ? Ah ! la Donna incauta non paga la vita . Ecco c' incoraggiſce con tal
del ſuo ameniflimo ſoggiorno , fi por- ſentimento l' iftefla incarnata Sapien
tò adelante a' confini per inveſtigar cu- za del Padre . Ed oleryate . Naſce ta
tiofa , coſa mai fuori vi foſſe . E quivi gli Appóftoli del Vangelo una gran
appunto incontro il Dragone , che la contela : Fata eft contentio inter eos. E
feduffe ; quivi cadde infelice a rovina qual conteſa ? Che forſe a quiftions
anche del Conſorte e de' Pofteri ; e ſull' amore dovuto al divin Maeſtro ?
perduta la bella perſeveranza , non Che forfe ognun pretende di eſſere il
terminò di godere il natio delizioſil- più géneroſo a forbire l' amariſlimo
ſimo giardino: Mulier corpore & oculis calice del ſuo Signore ? Nulla di que.
yaga , dum incontinenter deambulat., forte fto . La conteſa procede da ambizione,
profpe & ans, qualis extra paradiſum habere e fi difputa di maggioranza : Fatta eft
tur Mundus , locus datus eft Diabolo , & contentio inter eos ; quis eorum videretur ef
occafo porre& a , unde tentaret . Udiſte ? Je major ? Oh che tentazione per fargli
Or non facciamo anche noi cosi ? (marrire ! Ma che riſponde il Nazare
Siamo nella ſtrada della perfezione , c no ? Forſe preſenta loro la fragilità e
guardiamo ſpeſſe volte altrove . Guar- l ' incoſtanza de' beni della terra ? For
diamo le vanità del Mondo , guardia. ſe rammenta la vanità degli onori
mo le dilicatezze de' Senſuali , guar- mondani ? Mainò certamente ; e folo
diamo le ſuperbie de' Prepotenti; e ricorda loro per rendergli vincitori
Dio non voglia , che diamo qualche il fin or praticato fervore : Vos ejtis ,
fuggitiva occhiata agli antichi-pantani, qui permanfiftis mecum in tentationibusmeis.
da' quali per divina mercè ne allon- E vuol dire , ſecondo che ſpiega l'
tanainmo . Ma ahimè ! che quinci pren . Eminentidlino Gaetano (.) : 0 miei ca
de occaſione il comun Tentatore di ri Diſcepoli , fin or foite fervidi eſe
cercar conſenſo alle ſue ſuggeſtioni cutori de' mieiconſigli , fin or ſegui
e di precipitarci . E ' vero , che come ſte la umiltà della croce , fin or foſte a
inſegna il gran P. S. Agoſtino ( b ) , parte de' miei travagli . -Ed ora volete
T per

(a) Ab. Rupert. lib. 3. in Gen. ( c) Card. Cajes. in cap.22. S.Luc.


b) S.P.Auguft. ferm .197. de temp.

146
perdere in un punto la poftræ gloria ? dre . Nel foto guardarvi altamente si
ora volete diſtruggere in un moinento confondiamo; perché la memoria del
le fatiche di tanti anni ? Revocat ante la voſtra cterna carità , e della noſtra
oculos eorum , quod fecum perfeveraverint ; perpetua ingratitudine i mette in i
ac fi aperte diceret : confiderate tanti tempo. Ccompiglio i penſieri e gli affetti. Abt
ris laborem , perſeverando mecum , & hinc perciò veniam confuli a voi per implo
perpendite , quam dedeceat, in ambitionis rare ulteriore clcmenza . Signore , cork
vitium modo incidere . Ed oh bel rime- fellaino di avervi aſſai malmenato ed
dio! Tanto balta , perchè gli Appoſto- otfeſo ; e conoſcendo di aver adontato
fi non efcano fuor di ſtrada , e perfe- un foimo Bene, degno di effcre amato
vcrino: a caminare fino all ' ultima ci- ſopra tutte le Creature , ne proviamo i
ma del monte ſanto . Ma con tal ſen dolori della morte . Ve ne chiediamo
timento anche noi incoraggia il Salo perciò piangendo , ſoſpirando , e ge
vatore . E perciò rivanghiamo i palla- inendo perdono, picta , e miſericordia;
ti trionfi, ed al lor colpetto infervo- e vi promettiaino con ſincerità di non
- riamci ſempre più a caminare, fino che volere mai più inciampare in tal vitu
al Paradiſo non giungiamo. In tal gui. peroſo deliria . Ah ! perdonateci , caro
fa non fare.n già imprudenti , ma le Padre, coinpatendo le noſtre debolezze;
malline anzi ſeguiremo della Cristiana ed urandoci miſericordia , ſomminiſtra .
prudenza ; perchè con fortezza intra- teci la voſtra fantiſſima grazia , che ci
prendiamo la ſtrada della giuſtizia , con rcnda fedeli nelle noſtre proneſle , e
coſtanza proſeguiamo la via della vir: ſempre degni di voi. Fate pure , che
tù , e con fervore terminiamo il fcn- dagli ſpirituali Eſercizi caviamo pro
tiero della perfezione per regnare e- fitto , e ſempre più c'iņfervoriamo ad
ternamente.con Geſucriſto.. amarvi e ſervirvi. E tanto più fate , che
fopra di noi la bencdizione cada della
COLLOQUIO voſtra deſtra , che di temporali e ſpi
rituali conſolazioni ci riempia e ricol
Prendendoſi il Crocifiſo per la benedizione. mi.. Ah ! mio dolçillino Gesù , ben ſa .
pete , che ſempre vi ho pregato a com
Ma donde mai prometterci dobbia- partir grazie al mio dilettiſſino popolo.
mo valor proporzionato per eſſere a Ma ora con iſpecialità vi priego a riem
Dio fedeli, e guadagnare quel premio, pirlo di favori e di benedizioni: Deb
per cui fummo creati e re.lenti , o Cri- copioſa diſcenda la vostra benedizione
ftiani ? Ah ? non altronde che dal no- fopra queſta fedelilliina Città : e bene
ftro amabiliflimo Salvator crocifllo , dite chi la regge e chi la paſce , chi
che tutto ha ſparſo per noi il ſuo pre . la governa e chi la ſantifica ; e bene
zioſilliino ſangue . Deh perciò a lui pre- dite nella pictà i Nobili , ncgli uficji
muroſamente ricorriamo . E voi , o Mi- Cittadini , ne'uratfichi i Mercadanti, nc
niſtri del Santuario , datemelo nelle ma- Javori gli Artieri, nelle opere tutti gli
ni, onde ne implori più da vicino la Ordini delle perſone , e beneditene i
pietà e la clemenza · Eccolo , Fede- penſieri , le parole , le opere , le poſ
li miei dilettiflimi . Chi avrebbe mai feltsjoni, e le famiglie . Benedite :
creduto , che l' iſteffo Re della gloria , Ma ecco a condiſcendere a' miei voti
da noi tante volte oltraggiato e poſto il Re della gloria . Vi laſcio nel coita ,
in croce , aveſſe voluto venir di per- to aperto di Geſucriſto , amacillimi
fona ad offerirci la riconciliazione , it Criftiani; ed a no ne fuo pienamente i
perdono , e la pace ? E pur cosi è bepedico : Benedi&tio Dei omnipotentis
Apprelfiamci dunque a lui , che ne a- Patris, & Filii , & Spiritus-Sandi, deſcendin
ſpetta per conſolarci . si , eccoci a' det Juper vos , & mencatſemper . Amen .
vostri piedi, amabiliſimo Signore e Pa COL
141
TO L L O Q U ' I O
SUL FINE DEGLI ESERCIZJ SPIRITUALI
PER LA COMUNIONE GENERAL E

ARGOMENTO
Sº infervora lo ſpirito a rifettere , che nell' auguſtilima Eucariſtia 1. viene l'iſtefjo Iddio,
JÍ. viene viftefo Iddio a maniera di cibo e bevanda ; III. viene l' iftefo Iddig a
medefemarſ can noi Peccatort; IV. viene l’iſtello Ildio a noi Peccatori per fan,
sificarci . E f conchiude con ringraziare Geſucriſto di st eccelfe beneficio ,
e con chiedergli le grazie neceffarie per l'eterna falute.

Cco fin dove giunge la dileziond pompeggia nel mezzod) ; è ficurezza


ECOe la miſericordia eccefliva del
noſtro Signore' e Padre celeſte ,
di cvidenza , che ne avviſa della gra.
zioſa venuta di voi Principe celeſte
dilectiſſimi Criſtiani . Ľ iſteffo Iddio a e Spofo delle anime noltre , è n'eſor
poi fi prcfonta : l'iſteſſo Iddio a noi fi ta ad uſcirvi incontro , e vagheggiat
preſenta in falutar cibo e bevanda : !! vi : Ecce Sponfus venit , exite obviam ei
iftelto Hdio a noifipreſenta , che fiam Eccovi in fatti nella deſtra del Sacer
Peccatori : l'ittello Iddio fi preſenta a dote , afcofo tra le fpecic ſagramen
noi per colmarci di grazic , di favori, tali; c ben noi poffiam dire : queſti è
e di benedizioni . Oh degnazione ! Oh realmente l' Agnello di Dio , che si
ventura ! Ah ! noſtro amabiliffimo Go: iminolò alla divina Giuſtizia vittima
$ ù , ben conoſciamo gli ecceffi del di eſpiazione fopra un tronco di cro
voſtro amorc ; e non abbiam lingua ca. ce ; c cotidianamente ſugli altari della
pace di lodarvi e di benedirvi , come novella Confederazionc rinova l'am .
li converrebbe . E chi mai potrebbe mirabile ſagrificio per cancellare i
ringraziarvi a dovere per gli eccels peccati del Mondo : quefti è l'aman
favori, che vi degnate compartirci ? lillimo Paſtore , che dopo di eſſer an :
In facti , o dolciflimo Gesù , noi a. dato in cerca per balze e dirupi per
fcriveremmo a gran ventura', ſe dopo rintracciar la pecorella (matrita , or 10
di aver diſpiaciuto ad un Principe tcr- Ti avvicina per torſela ſulle ſpalle , s
teno , quefti non ricufaffe di ammer timetterla al celeſtc ovilc : queſti è il
terci in fua caſa, di moſtrarci ſereno il Principe altfffimo de' Doininanti , che
fuo fembiante, di aſcoltare le noſtre di- dal ſen paterno difccfe un tempo nell"
fcolpe . Che fortuna dunqne è la voſtra, utero illibatifmo di Maria'a termina
che dopo di eſſerci renduci ribelli a te ipoſtaticamente la Umanità moichi
voi Re della gloria , vi veggiamo aprir na ; ed ora dalla deſtra del Genitor
le foglie della voſtra magione , e venir. ſuperno portali a cambiar la fuſtanza
ne incontro per confortarci , per ab del pane e del vino nel ſuo fagratif
bracciarci, e per darci il cafto bacio fimo corpo e ſangue per conſolare 1
della pace? E pur cosi é . Non è cons anima noſtra . Ed oh ecceffo di ſtrab
fufa voce , che rimbomba di mezza not- bocchevole carità ! Oh noftra inarri
te ;ma è invito della fanta Fede , che vabil ventura! Enon pollianinoigiube
bi
T 2
bilando vantarci vie più della medefi venteremmo di appreffarci ! quanto ci
ma favorita Sinagoga ? Ella fi gloria- atterrirebbe il voſtro coſpetto! La bel.
va di aver preferenza ſopra tutte le la Efter fi accoſtò fupplichevole al co
Nazioni della terra ; perchè queſte al- glio di Allucro . Ma appena fiſsò le
ſerirnon poteano di goder si vicini i pupille ſul viſo di quel maeſtoro Re
lor Dei , come a .Ici era preſente il gnante ; che ſubito non traballo ſolo ,
ſuo gran Nume : Non eft alia Natio non ſolo s' impallidl nelle guance e
tam grandis , quc . habeat Deos appropin- nel labbro , ma ſenti anzi palpitarle il
quantes fibi ; ſicut Deus noſter adeſt nobis . cuore nel ſeno . Or che dovrebbe ac
Ma noi polliamo aſſai più gloriarciº caderci nel fiffar gli ſguardi in eſſor
della Sinagoga ; perchè là dove quel- voi , che non ſiete già un Monarca
Ja la preſenza avea del ſuo Dio ' iol terreno , ma un Principe celefte eve
nelle figure e ne' fimboli , noi la go- ro Iddio , la cui maeſtà è ſenza confi
diam nella luce e nella verità : e fe quel- ne , la cui potenza è ſenza termine ,
Ja riconoſcea il Signore ne' veflilli , la cui perfezione e ſenza fondo ? Ma
nell'Arca , o nch Santuario ; il ricono , . no, dite voi , pietoſo Signore; no, che
fciamo noi in ſe ſteſſo , e ſol velato piacevol non ſarebbe , nè grazioſo il
da ſemplici apparenze di pane . Quan . mio ſembiante , fe acceſi balenaſſe i
do in fatti o nella deſtra del lagro lampi della natia infinita grandezza ; e .
Miniſtro o ſopra un trono di gloria tornerebbe anzi teribil cosi , che ſgo
allogata ſcorgiam l' Oftia fagrofanta ; mentati i miei Credenti , penſerebbe
ſenza dubbio confeſſar dobbiamo di ro peggio. degli Ebrei di morire , fe
mirare il noſtro Dio vivo e. vero , ed fi accoſtaſſero al Padre . Si rifranga
al pari del ſantiflimo. Precurſore , por: perciò la luce immenfa dell ' incom
sian moſtrarlo a dito , eſclamare : Ec- prenſibile Maeſtà col velo , non foli
be. Agnus Dei . Ecco il noſtro Creato- della carne. umana , ma ancora delle
re , che dal ſeno del nulla ne chia- fpecie ſagramentali; onde non con ti
mo alla vita ; ecco il noſtro Salvato- morc , ma con amore., non con ribrez
re , che fermato il gran patto fra cie- 20 , ma con confidenza , non con if
lo e terra , ne liberò dalla ſchiavitů vogliatezza ma con anſia a me ne
di Lucifero ; ecco il noſtro Provvedi- vengano . Così dite : ed ecco a noi
tore , che inceſſantemente conſervan- appreflandovi nell' umil fembiante di
doci l' eſſere comunicato , ne arricchi: pane , ne invitate ad accogliervi , ed
fre di prezioſi doni di natura e di gra. a percepirne i bramati amplefli , e le
zia : Ecce Agnus Dei . Ma tal partico- più deſiderabili conſolazioni . Ed oh
Jare ſopraggrande ventura abbiam noi degnazione infinita ! E chi non ſenteſi
per la voſtra ecceſſiva miſericordia rapire il cuore da si ſtrabocchevole
alto Signore : e perciò eſültiamo in ilezione ? Ah ! Signore. ,, giacchè vi
effovoi ; ed eſultando corriamo a voi compiacete di venire. si umiliato a ſol
Donator celeſte , che con ecceſſo di levar l'anima noftra ; ecco che non
bontà venite in perſona a felicitarci . per tenerezza piangendo e fofpiranda
E per verità che altro bramate , ſe non ci appreſſiamo ad accogliervi , a ftring
che corriamo a teneramente abbrac- gervi al ſeno , 4 darvi gradito albero
ciarvi ?. Ah ! che per tal motivo ſotto go nel noſtro cuore . Si , ci appreſlia.
manſueta diviſa di pane il fulgor na: mo , c vi ripetiamo con filial confi.
fcondete inacceflibile della voſtra di: denza : venite omai a conſolarci , ama,
wina Maeſtà . Potreſte apparirci o tra bilillino Gesù ; venite a prender por:
le fiamme di Orebbe , o tra' tuoni del fello del cuor noſtro , che rol bramate ,
Şina . , o tra ' lampi del Cobar , o tra' per compenſo della voſtra inarri vabil
fulmini' del diſerto ". Ma in si terribi. dilezione . Venite ...
li guiſe riguardandovi , quanto ci ſpa- Ma adagio , o Criſtiani; che ci pre:
vie
149.
wiene già il noſtro amabilitlimo Salvą . di- en elmo. Or con qual anfia , con
tore ; c per convincerci della ſua ſtra- quale avidità dovette Davide trangug
bocchevole, carità , non ſolamente e. giar l ' onda recata ? . E pur Davide in
gli itello vicne a noi ſotto le ſpe- vederla , la preſe in mano ; . ed in vee
cie naſcoſto del pane , ma naſcoſto ce . di accoftarla al labbro , e beverla ,
anzi ſotto le ſpecie del pane viene e. la ricusoy e la gitto in terra : Noluit
gli ſteilo a noi , qual vero cibo; onde cam bibere . E perché 8. Ah ! perchè
venga a medeſimarſi con eſfonoi , e noi gli ſembrò di vedere in quell' acqua
Veniamo a medeſimarci con cuiolui.. il ſangue de' tre Militari ,,che avven
Ecco in fatti cel dice : Qui manducat turaron la vita per raccoglierla . ed in
meam carnem , in me manet , & ego in eo. fatti fi ſpiegò in tal tenore : Num fane
Ed on arcano d'ineffabil ſapienza . Il guinem Virorum iftorum ,qui profe&ti junt;
Verbo ifteſto del Padre brainando di E periculum animarum bibam ? or fe
internarſi con i Figliuoli dell' Uomo , cotanto orrore in un aſſetato Principe
con i quali proteſtavaſi di provare le cagionò an’ onda , di ſolo fantaſtico
fue delizie , pensò nulla meno che da: fangue intorbidata ;- ficuramente altilli
re in cibo, le ſue carni iminacolate , mo ribrezzo cagionato avrebbe la vo
ed in bevanda il ſuo prezioſiſlimo fan- ftra carne , di vivo regal ſangue gron
guc; e grido : Caro mea vere eft cibus. dante , amabiliffi:no Redentore. E per.
& fanguis meus vere eft potus . Ma poi ciò che faceſte ? Naſcondeſte il voſtro
chè dura ſembrata ſarebbe., anzi al fagrofanto corpo ſotto le ſpecie del
folo aſcoltarſi ſtucchevole , la ſua rie pane , il voſtro prezioſiſſimo ſangue:
ſoluzione ; come in fatti ſembrò a ' Lotto le ſpecie del vino ; e vi rendeſte:
Sadducei , cbc ( clamarono. ; . Durus eft gradito cibo , e. faporoſa bevanda . Ed :
hic fermo , & quis poteft eum audire ? e. ecco che in tal guiſa or vi. preſentate
gli perciò la maniera aſcola trovò di. a noi , e non per altro. fine che per
toglier la durezza e il riſtucco , e ren : medeſimarvi con eflonoi voftre . Crea
der grato il ſuo cibo , e ſaporoča la ſua turc : imperciocchè ſiccome il cibo fii
bevanda . Dunque timida pietoſa nauſea medeſima con chi il mangia ; cosi voi.
recata ſicuramente avrebbe la ſua di rendutovi poſtro cibo falutare , ancor
vidiffima carne 2 Te ftillante di vivo vi medeſitate con effonoi , che vi
ſangue , qual fulle, vette del Golgota
la fquarciò la crudeltà de' Giudei , fi
mangiano. Ed oh pregio ! oh ſorte
noftra ineſtimabile ! Den forga omai l'
aveſte dovuta dagli Uomini divorare.. antico Adamo , ed offervi la noſtre
Leggiamo ne' fagri Codici , che for, venwra Égli dalle impoſture della
preſo Davidde colà nella valle de Gi menzogniera infernal Serpe deluſo , am
ganti da ardentiflima ſetę , ne . foffri. bi divenir Dio , e dall' ambizione ſua
qualche tempo le rabbioſe ſmanie , e . acciecato e , vinto , contravvenne a'
non palcsò ad altruii ſuoi moleftiarda: comandi del Creatore , e col ſuo gran
ri. Ma ridotto finalmente agli estremi . fallo rovinò re- ſteſſo ed i Pofleri. Ma
della vita , appena a fior di laboro quello , che egli ambi , per ſuperbia ,
foſpirando fclamò :: deb ic avelli il ri. noi otteniamo abbondantemente per:
ftoro di pochi forfi di acqua della ci- grazia , che voi ci compartite ,amabiliſ
fterna di Bettclemme : Oh si quis daret liino Signor Geſucriſto . L'ottenne !"
Potum aquæ de ciſterna , quæ eft in Bè. Uinanità fortunata nel miſtero ineffa
thlehem | Ed ecco che aſcoltando tre . bile della voſtra Incarnazione ; imper.
valoroſi Guerricri ., ſenza indugio s ' inol- ciocchè terminando voi ipoſtaticamcn
traron nel campo pinjico ; ed ora af to con la vostra increata Perſona lå na
frontando , ed ora ſchermendoa , giun tura umana , con verità ĽUomo di
ſero alla ciſterna , prefer l'acqua , e venne Iddio . E.ben l'otteniamo ancor :
tornati la preſentaron al Re dentro noi nell' auguſtifina Eucariſtia ; imper-
cioco
.
150
ciocché voi , che fietc ifteflo Iddio to, che abbiate a ricordarvene con
rendendovi noftro cibo , parimente Id- tanto ſuo vantaggio : Quid eft homo ,
dio viene a trasformarſi in effonoi , e quod memor es ejus ? Coſa è mai il Fi
noi veniamo a trasformarci in effolui ; gliuolo dell'Uomo , che abbiate a vi.
e quindi giungiamo all ' efſer divino . fitarlo con tante grazic : Aut Filius how
Cotanto in fatti ci prometteſte : Qui minis , quoniam viftas eum ? L'arricchi
manducat meam carnem , & bibit meum te di tanti pregi, che per poco non
fanguinem , in me manet , & ego in eo 0
fi rendette eguale alle Angeliche In
E come ſpiega l' Abate Ruperto ( a) : telligenze: Minuiſti eum paullo minus ok
Divinitatem pollicetur carnem fuam mandu- Angelis . Ilcoronafte di onore e di glo
cantibus , illufionem nequifſimi Nebulo- ria, e l' eſaltatte ſopra tutte lc opere
nis , qui dicit: comedite , eritis , ficut della voſtra deſtra onnipotente : Gloria
Dii , in verum effe&tum convertit . Oh & hofiore coronaſti eum , feu conftituifti eum
tuarum . Alle piante
trasformazione! Oh ſtupore ! E non è fuper opera manuum l'Univerſo
queſto appunto il maraviglioſo inneſto , di lui foggettaſto , e le pe .
di cui ragiona l' Angel. Dot. S. Tom- corelle , e i buoj, e fin tutto l'armento
malo , alto Signore ? Ah ! sł . Noi guar- del campo : Omnia' ſubjeciſti ſub pedibus
diamo il provvido Giardiniere , che ejus, oves, boves , inſuper & pecora
ſpoglia di rami un felvaggio ( pino , e campi. Ancor gli defte affoluto domte
con tagliente acciajo accuratamente il nio de' volatili del cielo , de' peſci del
feriſce . Chc intende egli mai ? Non marc e di tutte le belve , che pal
intende già di recidere , o difrugger ſeggiano il fluido feno dell'onde : Vo
la pianta, ma d ' ingentilirla anzi , e lucres cæli , & pifces maris , qui perambura
nobilitarla . Quindi le apre il feno ; lant ſemitas maris. E dopo di averlo a
c quivi gentil ramoſcello di cedro in tal ſublimiflimo grado eſaltato , or vi
ferendo , il ramo e il tronco ſtrettamen- degnato ancor chiamarlo alle ſteſſe di
te lega ed uniſce cost, che dal dolce vine prccminenze , e farlo tornare un
umore del ramo ſuperato l'umor aſpro Dio . Si , queſto vanto incffabile ab
del tronco , queſto ſi feconda , fi ad- biam noi ; e ben pothamo gloriarci
dolciſce , e non più è orrido ſpino ,ma meglio di Giuſeppe e di Mardocheo
vago odoroſo cedro . Ed ecco a tal di eſſer afccfi al colmo della grandez
vifta ſiam coſtretti di confeffar con l' za : imperciocche Giuſeppe da fchia
Angelico (b) , che in codeſta guifa vo divenne Vicerè di Egitto , Mardo
periate voi a favor noftro , o Spoſo cé- cheo da Uom privato montò alle pri.
leſte : imperciocchè voi ſpogliate da' me carichc della Perfia ; e noi da
rami delle imperfezioni l'anima noftra; ſemplici Creature fiam follevati all'ef
e poi ineftandole la verghetta della ra- fer divino'. Cofa dunque fiam noi, che
dice di Geffe , che ſicte voi steffo fa- tanto ci favorite , amabiliſfiino Reden
gramentato , l'alimentate cosi della vo- tore ? Qual merito abbiam noi di effer
Itra grazia , che un vero Iddio diviene: cotanto eſaltati ? Ah ! Signore, un po
Sicut ramus fi trunco fylveftri inferatur , co ch'cntriamo in noi medeſimi ad e
Hlius amaritudinem in juam dulcedineta faminar la noſtra coſcienza , ritroviam
convertit; fic corpus Chrifti in nobis infitum ſubito di eſſere i voſtri nimici poggio
in fuam nos bonitatem trahit . Ed oh tra- ri , che vi han cagionata acerbilima,
sformazione! ob grazia! oh forte ! pallione e morte . Le fpine , che vi
E chi fiam noi ,Signore , che co- trafiggono il ſagratiflimo capo , ſono i
tanto ci beneficate ? Coſa è mai l'Uo- noftri difonefti penſieri , che ofainmó
20

(9) Ab. Rup. in Foh. cap. 6. (6 ) S. Thom . Conc. in feft. Corp. Chr.
158
pudrire . Le piaghe , che sfigurano le cotante a noi compartite ſingolariffime
voſtrc (antillime inembra , furon aper, grazie : Quid retribuam Domino pro omni
te da' flagelli delle noſtre morbidezze, bus , quæ retribuitmihi ? Il giuſto Vec:
che ci dilettarono . Il fiele , che ama- chio Tobia ,proſtrato con la ſua Fami.
reggia le voſtre dolcilline labbra , e glia con la faccia al ſuolo , andò rivan
appunto ſpremuto dalle beſtemmie e gando , nè mai potè ritrovare una mer.
dagli ſpergiuri, che ne uſciron di boc- cede proporzionata per compenſare i
ca. Le noſtre maledicenze viaffliggon benclicj recatigli da un Arcangiolo , cui
lo ſpirito , le noſtre crudeltà vi ricm pur riputava un puro Uomo . Come dun
pion di lividure , i noſtri orgogli vi que ſaprem compenſare gli eccelli fa,
accrcſcon le contumelie , i noltri pec: vori e foyrumani, che voi vi degnato )
çati ſono i chiodi , che vi trafiggon compartirci, o Angioio del Teftamen
le inani e le piante ſopra un durilla to , che di perſona viportate nell'umil
mo tronco di croce . Ecco qual meri- caſa dell'anima noſtra per colmarla di
$ 0 poſfjam vantare ; ecco quali prero. benedizioni cclcíti ? Ah ! che ben ci
gative potete ſcorgere in effonoi. Ma avviſiaino di non potere altro recarvi ,
Dondimeno a diſpetto della noſtra mal- che il noſtro cuore contrito ed uni.
vagità trionfa la vostra carità vincitri- liato . A'raggi della divina luce , che
ce : e ſiccome ſulla croce agonizzan- vibrate per illuminare ogni Uomo , che
$ C pregaſte il Padre çeleſte a perdo: abita queſta inifera terra, ben diſco
parc i voſtri Perſecutori; cost ora di priamo la deformità della colpa , che
perdoar vi coinpiacete le noſtre of tiranneggia il noſtro ſpirito , e ne ren
feſe , e d' invitarci alla voſtra menſa de di voi indegni. E quinci tra la più
Eucariſtica per godere il maggiore de profonda confuſione la deteftiamo a' vo
doni , che è il cibo delle voſtre car. ftri ſagratiſlimi piedi, l'abborriamo, la
ni , e la bevanda del voſtro ſangue : odiamo . Oh quanto fummo inſenſacie
Venite , comedite panem meum , & bibite ftolti a farci volgcre dalle ſue luſin .
vinum , quod mifcui vobis . Oh dilezione ghe, ai innamorarci delle ſue vane
Kupenda ! Oh eccelliya çarità ! Da ça. apparenze , ad accoglicrla vincitrice
po a fondo ne ingombera la confuſio- nel ſeno! Deh pronta ne aveſſe rapi.
ne , o dolcillimo Gesù ; ed appunto il ti la morte , prima d'inciampare in tal
voſtro amore si. ftrabocchevole ci ra : folennillimą follia ! Cosi certamente
piſce in guiſa , che non poflum non non avremmo diſpiaciuto ed offero u.
conoſcere la noſtra indegnità , e la yo . na Coinma bontà si cara , qual voi fic
ftra iniſcricordia . Come! Il Re del te , degnillima di eſſere amata ſopra,
ciclo e della terra , il Verbo conſultan , qualunqne più aggradevole oggetto dell'
ziale del Padre , lo fplendore del tir. Univerſo . Ma ahimè! che ora non ci
inamento , ilSalvatore delMondo , de- rimane altro , che ripenſare alle pale
gnaſi di venir fagramentato dentro di
noi ! Oh miſericordia infinita ! E noi de : noftra anima . Vi ripenſano perciò ,
gnati di' cotanto favole , non ſolamen . Signore ; e piangendo per eſtremo do
te non pofliaino vaptar merito alcunos lore, fiam riſoluti di morire più toſto
ma anzi compariamo colmi di leggerez- in avvenire , che di nuovo cadere ne
ze e di misfatti! Ob indegnità moſtruo- paſſati deliri . Vi offeriamo pertanto
ſa! Ma pur cosi e.Non ostante ilnoſtro il noſtro cuore già ravveduto e do
demerito , voi vi moſtrate noftro tene. lente . Colmatelo delle voltre benedir
çilino Amante . Ah ! perciò fentiam ra zioni celeſti , onde fi conforti , e vi fia
pirci da si fina carita ; e confuſi ed up fcdele fino all' ultimo reſpiro della vi
miliati innanzi il voftro coſpetto ſela: ta . All tetelo ...
miamo col Salmifta regale : e coſa mai Ma che dico io , o Criſtiani ? Il do.
dobbiam compenſarvi , Signore , per no più gradito , che brama il celeste
Spes
452
Sporo è, appunto il noſtro cuore umi. dilezione , quafi non comprendiamo, co
fiato . Egli perciò ne prende ben vo- me abbia potuto venirci incontro lamag
lentieri il poffeffo ; e l'abbondanza dif- giore delle venture .Si ſtupiſce lo ſpirito
fondendovi delle grazie ſoprannatura- noftro nell' abbondanza del godimen
ti e divine , il rende degno di lui to , e ci eſulta il cuore tornato all'
teneriffimo Amante . Ed ecco replicata antica pace . E ſiccome la Donna del
a favor noſtro la invidiabil ventura del. Vangelo uſci fuora di fe per la gioja,
la caſa di S. Zaccheria . Sorge di Na. quando ſi avvidde di aver ricuperata la
zarette la regal Dorzella Maria , in- prezioſa (marrita gemma : cosi fuora di
cinta del divin Verbo fatt' Uomo ; e noi medefimi uſciam noi ,accorgendoci
fu aſcendendo le montagne della Giu- di aver riacquiſtata la celeſte grazia in
dea , portafi frettoloſa nella valle di fiem con l'Autore di eſſa , che ce l'ha
di Ebron per viſitare la ſua cognata recata . Quindi non polliam riſparmiar.
Liſabetta pregnante . Ma che? Appe- ci di ſclamare con la Spoſa delle fagre
na giunge alla fortunata magione la e . Canzoni : Dile &tus meus mihi , Soo egº
Jetta Genitrice di Dio , che ſubito eful. illi . Oh che felicità ! Il Diletto no .
ta nel ſeno materno il conceputo Bati: ſtro ha occupato il poſto nel cuore
fta , tripudia l'avventuroſa Madre , il e vi regna con effuſione di grazia e
vecchio Genitor feſteggia , e tutta la di carità ; e noi abbiamo abbracciato
caſa per gioja ftrabocchevole giubbila il Diletto , e ne abbiain percepito ogni
e brilla .Or donde allegrezza cotanta ? vantaggio fpirituale : Dile&tus meus mi
Ah ! non vedete , che l'Unigenito del hi , &ego illi . Se perciò abbiam ri.
Padre , veſtito di Umanità , e naſcoſto trovato 1' unico deſiderato oggetto del
nel grembo immacolato di Maria , qui- noftro amore , ſe l'abbiamo acquiſta
vi fia pervenuto ? Appena dunque vi to , ſarem vigilantiffimi a non laſciar
giunſe , che di quei fortunati cuori pre- to mai più partire: Inveni , quem diligit
fe gradito poffeffo ; .c fugatone ogni anima mea , tenui eum , nec dimittam :
Avverſario crudele , di Spirito Santo Ci proteſtiamo con l'Appoftolo S.
gli riempi. E colmati quinci di Spiri- Paolo , che nè la inorte , nè la vita ,
to -Santo il Precurfore , Liſabetta , e nè qualunque altra avverſa Creatura
Zaccheria ; conun di tutti è la gioja , l' potrà ſepararci dalla carità di Dio
eſultazione , l' allegrezza , e la pace .Oh che è in Geſucriſto noſtro Signore :
forte ! Oh ventura ! Ma non è queſta la Neque mors , neque vita ,, neque Creatura
ventura e la ſorte , che abbiam noi alia poterit nos ſeparare a charitate Dei
mercé la voſtra dilezione , o noſtro Si- quæ eft in Chriſto Jefu Domino noftro .
ignore Geſucriſto ? Si , voi ſteſſo , che Ma voi intanto , amabiliifimo Salvato
un tempo naſcoſto nell'utero di Ma- re ſagraincntato , compiacetevi di accet
tia, vi portaſte a ſantificare il Batiſta tare e gradire le noſtre tenerezze , e
e i di lui Genitori , ora velato dalle le noftre accoglienze . Vi offeriam un
fpecie ſagramentali , vi compiacete vi- nulla rapporto all' eccello della voſtra
ficare le anime noſtre per Cantificarle .. ineffabile dilezione . Ma pur dopo di
Già proviamo in fatti la forza ammira- avervi conſagrato tutto quello , che
bile del divino Spirito , che ci avete ſiamo , che vagliamo , e che poffe
infuſo ; c ſentiamo queila compiuta le- diamo, non abbiam più altro che pre
tizia ,che con verità ne felicità il cuo : fentarvi. Mentre dunque vi offeriamo
te ; perchè deriva dalla voſtra defide- tutti noi ftelli , dateci la conſolazione
di dichiararvi tutto noftro . Eſprimcte
rabile amicizia , e dalla voſtra fantilli-
ma grazia . Dove mai potevamo im- . i voſtri affetti . . . Ma si , Criſtiani ,
maginare tal fortuna ? Uomini vili ed il Figliuolo di Dio ' n' cfprime i ſuoi
indegni come mai potevamo prometter- affetti , ne dichiara fuoi, dimoſtran
ci tal favore Abl.che forpreſi da tanta doci l' ifteffa parzialità di amore , che
us
193
un tempo dinoftro alla Serafina del e con effe ci avete riempiti di grazia
Carmelo s . Tereſa . Era ella nel giar- e ci avete ſomminiſtrato un pegno ſicu :
dino del ſuo Chioſtro ; ed improvviſa- ro della noſtra eterna ſalvezza . E per .
mente fi vide innanzi un belliiſimo chè le noſtre lingue non hanno eſpreſ
Giovinetto . Stupi a tal incontro la fioni baſtevoli per giuſtamente ringra
Verginella : e come, diffc ſorpreſa al ziarvi, ardentemente bramiamo , che
Giovinetto , come voi dentro i recinti in vece naſtra vi porgano ringraziamen
del Moniſtero ? Ma quegli le riſpoſe: ti e benedizioni i Cherubini , i Serafi
non vi maravigliate ; che io ho tutta ni , e tuttc le Angeliche Gerarchie .
t' autorità di entrarvi : Chi dunque , Ma noi intanto conoſcendoci pieni d'
replicò ella , chi dunque voi fiete ? imperfezioni e di difetti , finceramente
E quei lc ripigliò : ditemi prima chi vi promettiamo di fare tutto il poſſibile
fiete voi, e ſubito vi dirò chi fon io . per diſtruggere ogni rea inchinazione,
Allora la Vergine ripreſe : io ſono che ci poſſa ingannare e ſpingere a
Tereſa di Gesù . E il Giovinetto amoro- diſguſtarvi; e ſpecialmente vi promet
ſamente le foggiunſe : ed io ſono Ge.. tiamo di combattere a tutta forza , e fu
sù di Tereſa . E così dicendo ſpari perare quei mancamenti , a' quali vie
Ecce quel che ora ſuccede a noi . Ci più ci ſentiam proclivi . Accettate , Si
proteſtiamo di eſſere di Geſucriſto, e Ge-, gnore , le noſtre picciole si , ma da voi
fucriſto ſi proteſta di effer noftro . Che richieſte obblazioni ; e , ſecondandole ,
forte ! che confolazione! Ab ! Signore , con la voſtra ſantifiima grazia , fate sty
non può giunger più oltre la voftra che fempre l'adempiamo a voſtra glo
dilezione ; e non può giunger più ol. ria maggiore. Cosi la preſente Comu.
tre la noſtra ventura . E perciò inceſ- nione ſagramentale non ci ſarà origine
fantemente vi ſupplichiaino a conti- di pena; ma diverrà motivo d' indulgen
nuarci la voſtra grazia , cd a fiſſare za è di perdono, anzi regola delle noſtre
nell' anima noftra il ſoggiorno : Mane condotte , accreſcimento di perfezionc,
nobiſcum , Domine . Siate voi la quicte lume di verità e di vita , e ſcudo inc
de noftri penſieri , il freno delle no- ſpugnabile contra tutti i viſibili ed in
ftre paſſioni , il vigore della noſtra viſibili nimici. Fatelo dunque , Signore:
ſperanza , la confolazione del noſtro e poichè noi defideriamo di eſſer ſem
fpirito , il conforto del noſtro cuore : pre uniti a voi ; diſtruggete perciò nel
Mane nobifcum , Domine . E poichè fpe- . cuor noftro ogni amor profano , che
riamo, che confortati da voi , polliam vaglia ad impedirci cal deſideratiſſima
ſempre amarvi in queſta valle di la- unione , onde ripeter ſempre poſſiamo
grime, e poi amarvi e godervi nel con l' Appoſtolo ; non più io vivo ,
regno immortale ; non ceſſiamo per- ma vive meco il mio Salvator Geſucri.
ciò di pregarvi a rimanere con ef- ſto : Vivo ego , jam non ego; vivit vero in
fonoi per ſempre : Mane nobifcumn , Do- me Chriſtus . Si, riempiteci del voſtro
mine. E finalmente ficcome vivamente fanto divino amore , che ci tiene a voi
confidiamo , che voi fiate per concc- congiunti e ſtretti; che queſto è l' uni
derci la ſingolariffima grazia , che bra- co ſcopo delle noſtre brame. Non per
miamo ; così fin da queſt' ora incomin- mettete , che abbiamo giammai a tra.
ciamo a ringraziarvene , e proſeguire. (gredire la voſtra fantiflima legge , o ad
mo i noſtri ringraziamenti per tutta l' opporci a' voſtri ſantitfimi voleri; affin
eternità . che rimanghiamo a voi uniti per unio
Vi ringraziamo dunque , Signore no di volontà , nella guiſa che per u
con la faccia per terra , che con eccer- nione di eſſenza voi ſiete uno col Pa.
ſo di miſericordia vi ſiete degnato dre e con lo Spirito-Santo . E princi
di faziar noi miſerabili peccatori delle palmente non permettete ; che abbiam
voſtre immacolate prezioſillime carni ; giammai a recar oltraggi al noſtro prof
fic
>

1547
fimo; anzi fate , che l'amiamo con quel che diamo ſempre nel centro dell'Un.
fincero e giuſto amore , che da voi nità , che ora aniaino , e che dete
è preferitto ; , onde tutti partecipino Itiamo lo ſpirito dell'errore e della
delle noſtre, e noi participiamo delle diviſione , e moriamo più toſto , che ..
altrui opere buone · Ed acciocchè ci abbiamo giammai a rompere il vinco. )
rondiain capaci di tale ſcambievole. lo della carità , e della pace · Signo-'
com inicazione , umilmente vi racco- re , prendiam confidenza di domaniara /
mandiamo tutti i noſtri Fratelli , tanto vi tutte queſte grazie ; perché ſappia )
vivi , quanto defunti ; ' e ſpecialiente mo , che per l amor voftro, fiece in
quelli , che più ci ſono vicini , o per chinalo a conccdercele . Ci avete fat*
fanguc, o per affinità , o per amicizia , to il maggiore de doni con donare,
o per obbligazione : e vi ſupplichia- voi fteflo , con donarlo in cibo , con
mo a concedere a' Viventi fanità di donarlo in cibo a noi Peccatori , e
corpo , lunghezza di vita , ed abbon- con donarlo in cibo a noi Peccatori
danza di beni temporali é fpirituali ;. per ſantificarci . E perciò vivamente
ed a' Morti. follicvo e refrigerio , e ſperiamo i doni minori , che ſono le
la liberazione dalle fiamme atrociſlime, grazie, che vi abbiam dimandate . E
delle quali ſon pręda . Ed in- fine con- con tale ſperanza vi ftringiam nel cuo
cedeteci, Signore, che ſempre ſiamo re , vi amiamo , vi lodiamo ,,vi bene
accefi di zelo per procurare la gloria , diciamo in queſta vita , ed aſpettiamo
del voſtro ſantiflimo nome , la promul- di amarvi e godervi per tutti i ſecoli
gazione delle verità Cattoliche , ed i. del ſecoli,in Paradiſo . Amena
vantaggi della voſtra Chieſa ; e quindi.
Å GGIUN TA* :!
DI ALTRE MEDITAZIONI

AVVERTIMENTO
/

Effendofi introdotto il pio coſtume di proſeguire gli Eſercizj ſpiri


tuali fino a dieci e dodici giorni , ed anche di meditare i quat
tro Noviſſimi, si è penſato di qui aggiungere altre Meditazioni
e fpecialmente quelle de' detti Noviffimi, per maggior profitto
delle Anime divote , e per maggior comodo de' Padri ſpirituali
che ſe ne vogliano mai avvalere , Potranno anche le precedenti
Meditazioni fervire per ufo di Milfioni ; e le Meditazioni fe .
guenti potranno adoperadli per gli altri amuali divoti Eſercizj
ſpirituali, che ſoglion farli nelle Chiele da Fedeli,

1
.

MEDIS

.
556
M E D I T AZ ION E I
DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI

A RG O M E N T 0

Gli Eſercizi ſpirituali I. rieſcono inutili , ſe non ſi deteſta il mal paſſato; II. rieſcono
inutili , Je non ſi riforma il coſtume preſente ; III. rieſcona inutili , ſe non
fantifica l'anima in avvenire .

Domine , ſo vis , potes me-mundare r .. Volo, mundare . Et confeftim


lepra difceßit ab illo . Luc. V. V. 12. & 13.
L ritirarſi ogni anno per alquanti poſtiam credere', che rieſca loro l'in
ILgiorni a meglio attendere agli af-
fari dell'anima è divenuto si pra-
tento , e che debba ancora verificar
fi : Et confeftim lepra diſcellit ab illo ?
ticato conſiglio da' Criſtiani, che omai Eh ! vane luſinghe. La guarigione dell'
potliam dire , che a tempi noftri gli anima è differente da quella del cor
Eſercizje ſpirituali ſiano in moda · Ma po ; imperciocchè là dove queſta può
ahimė! che un coſtume si pio e si lo- Ortenerii ſenza la cooperazione dell'
devole , che baſterebbe a richiamare Infermo , quella ſenza la umiliazione
in ogni cuore la ſantità , per la : ſcioc- del Delinquente non può conſeguirfi .
ca pretenſione de' Peccatori ſuol dive- Bifogna , che il peccatore ſi raccolga
nire inutile , e ſovente anche perni- si a fare gli Eſercizj ſpirituali , ma
ciofo . E che , dilettiſliini Fedeli Vor- non già per ufanza , o per falla cre
. rebbero i Criſtiani , che il Taumatur- denza di effer baſtevoli a guadagnar
go Salvatore rinoreHalfc a favor toro la vita fempiterna . Bifogna , che effi
il prodigio , operato a pro di quel cacemente deteſti i paſſati traſporti :
Lebbroſo , di cui fa menzione nel ſuo biſogna, cheriformi attentamente giuſta
Vangelo il Vangeliſta S. Luca . Veg. le maſline della legge le ſue condot
gono , che il peccato gli ha coperti te : bilogna in fine , che ſecondo i con
di lebbra più ſchifoſa di quella , che figli del Vangelo diriga la ſua vita in
anguſtiava il cennato . Lebbroſo del avvenire. In tal guiſa gli Eſercizi ſpi
Vangelo : e ſiccome queſti ne otcenne rituali potran giovare : altrimente la
la guarigione col folorichiederlaal fanno inutili; e Dio non voglia , che
fuo Signore , così luſinganli di con rechino anche danno . Per la qualco
ſeguirla ancor efl coli Colo pregarne ſa ſe v'ha tra voi alcuno , che vive
l'Altiflimo nel tempo degli Eſercizj con cal luſinga ; deh ſi ravvegga pure
ſpirituali . In poche parole. Per riac- queſt' oggi , o Criſtiani . Ecco io a co
quiſtare la fpirituale Tanità non ad al- mun diſinganno incomincio gli Efer
tro vorrebbero incomodarſi che a rin cizi con la Meditazione degli Eſerci.
potere col Lebbroſo : Domine, fa vis , ej ſpirituali . E queſto è l'argomento
potes me mundare . E vorrebbero all'ins Gli Eſercizi ſpirituali rieſcono inutili ,
contro , che il Padre celefte di co , fe non ſi detefta il mal paſſato . Pri
tanto già pago , al pari del Lebbroſo mo Punto . Rieſcono inutili , ſe non
gli riſpondelle i Velo , mundare . Ma & riforma il coſtume preſente. Secon
do
157
đó Punto . Rieſcono inutili , fe non li concede con ifpecialità ; perchè da
fantifica l ' aniina in avvenire . Terzo noi fi abboinini e fi pianga il tempo
Punto . Imploriamo dunque a medita. malamente traſcorſo : e conoſcendo di
re con profitto la protezione di quel efferci abuſati del di lui groziofiffiino
la fagratiſſima Vergine , che pregiafi dono , contra noi ſtelli con ſanta (ma.
di eller noſtra Madre , Maria ; e ge nia ci avventiamo per gaftigarci. Pen
pufleſſi ſupplichiamla ad affiterci ed fate pertanto , ſe a diverſo ufo poſlia
illuminarci . Dch Vergine eccelſa e mo impiegare il tempo degli Eſcrcizj
vera Genitrice di Dio , riguardate i ſpirituali . Ah ! fi procederebbe con
voſtri Figli , che deſiderando di pia tra le intenzioni dell'Aldillino : c quin.
cere all'Alciilimo , bramano ottenere di rieſcono inutili gli Efercizj ſpiri
la voſtra potentillima mediazione . Vol' tuali , ſe non fi deteſta il mal paſſato .
gete verſo noi gli occhi voſtri propi Eraminiamei dunque , o Criſtiani, e
zj, ed implorateci dal fomino Autor con eſattezza oflerviamo , qual uſo fac
d'ogni bene l'ajuto proporzionato per ciamo del tempo ' , concedutoci per gli
ottenere il gran fine di amarlo e fer Eſercizi ſpirituali . Ahimè ! non abbiain
virlo . Fate , che con vantaggio delle peniicro alcuno di ripaſſare con ama
anime noſtre attendiamo' a' (anti ſpiri. rezza di ſpirito gli anni della vita i
tuali Eſercizi ; ed avvalorate cosi le nutilinente traſcorſi , e di gridare al
noſtre forze , che con profitto terini Signore più ragionevolmente col giuſto
niamo l' opera incominciata della no Rc Ezecchia : Recogitabo tibi omnes annos
Itra ſantificazione . Si , ve ne fuppli meos in amaritudine animæ meæ . Si , trop
chiaino , Madre clementiſſima; e ficu . po è vero , che neſſun conto finora
ri de' voſtri favori , con tutta la con. abbiam fatto del tempo si prezioſo ,
gregazion de' Fedeli vi drizziam le fa. che ne fu conceduto per operar la
gre Litanic : Kyrie eleiſon & 6 . noſtra ſalvezza', e promuover la glos
ria dell' Aliffimo . Quindi non abbia
PRIMO PUNTO . mo avuta la menoma ripugnanza di
difliparne' quei' prezioſiſſimi momenti
Gli Eſercizj Spirituali rieſcono inutili', ſe i quali fe foſſero ſtati conceduti ai
non ſi detefta il mal paſſato . Comprenſori dell' empireo ed a' Re:
probi dell' Inferno ; oh come e quelli
Confideriamo ', dilettiflimi Fratelli , e qucfti in rigorofilline penitenze gli a
che ogni momento di noſtra vita mor vrebbero confumati per acquiſtar meri
tale è grazioſo dono di quell'alto Si to e gloria ! Siamo ſtati imitatori di
gnore , nelle cui mani è la vita e la mor quel Servo negligente e pigro , che
te ; nè ad altro finc egli compiacefi di ricevuto dal fúo Padrone il talento ,
donarcelo , ſe non perché l'impieghia * in vece di negoziarlo , ſotto la terra
mo alla ſua gloria , ed alla noſtra ſan i ſeppelli e naſcoſe . Siam giunti a
tificazione . Ma ficcome avvicne poi , lamentarci di eſſer annojati dal tem
che noi del tempo ci abufiamo per a po , non avendo , come paſſarlo ſen
dontarlo , c precipitarci : cosi egli po za tedio ; e forſe abbiam ripetuto con
tendo abbreviarci'i giorni delvivere , gli Einpj : Laxati ſumus in via iniquita
coo- ecceſſo di pietà nc concedc altto tis . Ma fatto uno si deplorabile pernici
tempo per ravvederci , e deteſtare la oro fcialacquo , abbiam penficro di rifare
noftra dimoſtrata ſciocchezza ; e quo it danno nel tempo almeno degli ſpiri.
fto chiamafi dall' Appoftolo tempo di tuali Eſercizj ? abbiam penfiero di ri
accettazione , e giorno di ſalute : Ecce trattarci della patrata negligenza ? abe
nunc tempus acceptabile , ecce nunc dies ja biam penſiero di deteſtare e piangere
lutis . Or talc appunto è il teinpo do cotante perdite irrimediabili ! Ön quan
gli Efercizi fpirituali --L'Altiſiino il to nc fiam lontani ! " Facciam gli Eſer.
-
158
cizi ſpirituali a guiſa di macchine in anima, o Criſtiani ? Si, ben m'accer,
foplate ; nè ſorge pur nella mente un degl interni sbalordimenti
go ' , che ,ne
ricordo di tanto imale nè alcun dir. ingomberano lo ſpirito ; sbalordimen
piacimento nel cuore di averlo com- ti tanto più gravi,, quanto più ne ti:
meffo . Or che profitto ſperiam cava- morde la coſcienza di aver traſcorso
re dagli ſpirituali Eſercizj ? Ahime ! non ſolo inutilmente , ma empiamente
tcmo alai , che il tempo degli Eſer- ancora il tempo paſſato . Ahime ! siam
cizj non abbia fuggendo a dirigcrci il coftretti ripetere , quel che al Re di
gran rimprovero , che già direſſe all'Egitto
avaro Labano il Paſtor fedcle Giacob-
, riſpoſe
nationis Giacob
meæ parvi : Dies
., & bemali peregri
. I giorni
.bc . Nauſeato il Figliuol d 'llacco del della noſtra vita furon pochi, e catti
la inſoffribile infedeltà dell'ingiuſto vi; pochi , perchè inutilmente {peli
2io , da lui fuggi ſollecito , e l'abban- cattivi, perché ſcelleratamente impie
dono . Ma l'inſeguì il Vecchio ,, av- gati . Quante ore ſpeſe in inventar fro
vedutofi appena della fuga ; e raggiun- di e raggiri! Quanti giorni conſumati
colo , cercò di.calmarne lc.collere , in amoreggiare ! Quante ſtagioni im
e ricondurlo in caſa . Quando la :KO- piegate a tramar vendette! Quanti an
çc alzando Giacobbe : cra quefta , gri- ni traſcorſi nelle maggiori offeſe dell'
do , era queſta la maniera di trattarſi Altiſſimo ! Ahimè! a tal rimorfo ſentia
un Nipote e Genero da un Suocero e mo le interne conturbazioni dello ſpi
Zio ? Sempre inganni , ſempre tradimen- xito , e proviamo amareggiato il cuore.
ti , ſempre frodi , benché non avelli Ma oh lottrano conſeguente ! In ve
adoperata che fincerità e fedeltà : Im ce di trarre quindi motivo di umiliar.
mutaſti mercedem meam ; comedifti pretium ci e di ravvederci , ce ne ſtiamo in
meum . E cosi dicendo , da qui fi par- dolenţi , c non badiam punto a dete
ti per non più vederlo giaimai . E ſtare i noſtri eccelli. Ed ecco rinovel
ben cosi dovrà fuggire il tempo degli lata la ſtravaganza dell'empio Baltar.
Eſercizj ſpirituali , e rinfacciarci: La- ſarre . Bevea affo a lieto feſtino i ſa
bani ingrati, ofaſte contraccambiarmi gri vaſiprofanando del tempio di Sion
con malcficj. Venni al voſtro ſervizio ; i orgoglioſo Regnante ; quando di
perchè vi ravvedeſte di tante ore, con-
i
fguardi volgendo all'oppoftamuraglia,
ſumate ſcioperatamente in ſollazzi , n vide orribil mano ſcrivere ignotica
divertimenti , in comedie , in feftini: ratteri. Or non s' inorridl a tal viſio
ma voi non vi penſaftc . Venni al vo- ne il Monarca ? Anzi s'inorridi in
ftro ſervizio ;perchè vi dolefte ditan . guiſa , che non ebbe più pace .E non
ti giorni , ſcioperatamente adoperaţi dimcno non deteſto le ſue ſccllerag ..
, per traſtullare , per gini , Impallidi il volto : Facies Regis
ridere , per corteggiare : ma voi non commutata eft . Ma pure non ſi penti .
vi penſafte . Venni a ſervirvi ; per. Il conturbarpno ſpietati rimorfi : Cogi
che v'increſceſſe l ' aver fatto inutil- taciones ejus conturbabant eum . Ma pure
mente di notte giorno , ia guiſa di non si penti. Gli ſi diviſero pel timo
gufi c di pipiſtrelli ; e di aver ſog. re le reni : Compages renum ejus folveban
giornato volentieri tra cere e lumi, a tut . Ma pure non ſi penti . Gli crema
guiſa di nauſcofi.cadaveri: ma yoi non rono per l'orrore le ginocchia : Ge
vi penſaſte . Ah ! dunqne parto velo- nua ejus ad fe invicem cullidebantur . Ma
„çe per non mai più ritornare; perchè pure non ſi penti. Che più ? Gli ſpie
mi Irodafte dellagiuſta mercede ; Im- go Daniello i vergati vocaboli , e gli
mutaſtis inercedem meam ; comediflis pre- prediſſe ſtragi , rovine , c morti . Ma
tium meum . pure ſi colmo di ſpavento , e non fi
Or quale ribrezzo , qual confuſione penţi. Che ſtravaganza orribile ! Ma
tali noci çi fi debbe ſvegliare pell' non è queſta la travaganza , che no
ri.
.
159
novelliamo noi? Cost ē . Corſimo per: nel tempodegli Eſercizi ſpirituali con
pit tempo la via peflima dell'iniquita iſpecialità rivanghiamo l' enormiffimo
fénza ne men ſentirne ribrezzo Ma affronto . non manchiamo di ſtrappare
ora venuto il tempo degli Eſercizj , a viva forza dalle: Creature gli arfet
fpirituali, fi compiace l' Altillio or. ti per unicamente trasferirgli al fom
col mezzo delle ſante fue iſpirazioni mo Bene . E poichè non baſta a pia
ed or con le voci de ' Predicatori di car l'ira di Dio di abbominare la col
rappreſentarci al vivo lo ſtato deplo pa ſenza riſarcire. l'onore divino adon,
rabile dell?'anuna noitra , e gli cterni tato con l ' umiliazione e col pianto ;:
gaſtighi, che ci ſovraſtano .Ed ahine! deh perciò dimoſtriamci ſcorucciati
a ' tal viſta ſperimentiamo palpitarci il afflitti , e penitenti , e dall ' eſterna
cuore . Ma tali palpiti non c ' induco- triſtezza l'interno rammarico ed il fa
pentimento . Non deteftia-
so al veroogni grificio del cuore conſagrato : all' Al
mo ſopra male:l' offeſa del Sic tiſſimo ſi argomenti e ſi manifeſti . In
gnore , per cui ſentiam conturbarci :: fatti dice il gran P. S. Agoſtino (O) :
ed in realtà ſiam difpoſti a ſempre rie Non fufficit a factis malis rccedere , niſ
novarla: Quindi giuſta il parere di So etiam de his , quæfacta ſunt , ſatisfiat Deo
Anfelino (a) affo nigliamo gli augelli , per penitentiæ dolorem , per humilitatis
che han legato col laccio il piede ; gemitum , per contriti cordis facrificium .
imperciocchè queſti per quanto dilun- Il defolato Dávidde , che piange i ſuoi
gandoſi il laccio ſi ſpingono verſo il traſporti , veſtito di facco , e aſperſon
cielo , non acquiſton mai la bramata li di cenere; l' umiliato popolo di- Ni
bertà ; cosi noi per quanto temiamo la nive , che deplora le fue fcoftumatez
colpa , non è mai, chc voliamo al fom ze , eſtenuato da digiuni , c ricoperta
mo Bene per abbracciarlosFocaturDiał di ccnere ; l' inconſolabile Maria di :
bolus cum multis , quos fuis laqueisirretitos Maddalo , che reca dolcnte a piedi
in diverfa vitia pertrahit ; his contingit.am del Salvatore i ſuoi delitti , conculo
liquando , ut fua fatta conſiderent, defleant, cando ogni faſto , ogni pompa , ogni
feque ab iis ceffaturos: promittant, & more riguardo ; e cento e mille altri fimili
avis ſe liberos volare autument.; fed quia gloriofiflimi Penitenti ſianci di eſem :
pravo ufu irretiti ab hofte tenentur, volantes pio , di ſprone ,d ' incitamento a dete
in eadem vitia dejiciuntur . Or che diſor- ftare i noſtri gravifuni peccati : E non?
dine! che fciocchezza! che confuſione dubitiamo , che con diſpoſizione. sk
Ah ! ravvediamoi una volta , e ravas neceffaria ci gioveranno gli Eſercizj
vediamci con verità , o Criſtiani. Sen. fpirituali, e gľ incominceremo , pros
z & la mutazione del cuore - gli Eſercizji ſeguiremo , e terminereno con profit
fpirituali poco o nulla potran giovar to dell: anima , e ne potrcmo ſperam
ci per l'affare importantiflimo dellas re il bel frutto della eterna ſalvezza .
eterna falute . Dunque a rendergli utis Aferimente fiam perſuali , che la sba
Ite vantaggioſi riſolviam di ſeguire il ghiamo; perché gliEſercizj ſpirituali
conſiglio di Ezecchiello Profeta , ed il riefcono inutili , fe non si detefta il
cuor di falfo in un cuore di carne ſu- mal paſſato'. E ' vero , che biſogna an
bitamente cambiamo : Faciter vobis.coms che riformare i coſtumi, e tenderci edi
novum
avuto
. Riflettiamo bene, che
temerario ardire di abbiamo
ſcagliarci apparire
appunto tutti
ſeguiamodiverſi di prima
a medicare : . Mas
contra il medeſimo Creatore , e di of :
fenderlo , e di oltraggiarlo . E mentre
SES

(a )
Edinor S. Anfelm . it vit. lib . 2. ap . (5) S. P. Auguft. lib. son homo ulto
in fin .
160
SECONDO PUNTO . della paffata diffolutezza ? Parliamo con
brevità . Dopo tanti anni di vita (coſtu .
Gli Eſercizi Spirituali rieſcono inutili , se mata , ci ſalveremo col ſolo affiftere
non ſi riforma il coſtume preſente . per pochi giorni , affettando qualche
divozione, alle Prediche degli Eſerci
Conſideriamo dilettilimi Fratelli , zj ſpirituali! Oh inganno !Oh preſunzio
che una verità ella ſia incontraſtabile, ne ! Noi realmente non facciamo altro
infegnata dall' iſteffa infallibil Sapien- che partecipare il fonno di Giona di
za del Padre , che il regno de' cieli ſubbidiente Profeta : Guardiamlo . E
non ſarà aperto a coloro , che ſola- gli è già a bordo di una nave , che ve
mente fi volgono a Dio con la bocca, leggia per Tarſo . E che fa quivi ?
e fi rimangon neghittofi nella lor pi- Giace fepellito profondamente nel ſon
grizia; ma a coloro , che a Dio rivol- no : Dormiebat Jopore gravi . Ah ! ſve.,
ti , s'impiegano ad eſeguirne eſattamen gliati pure , o Giona , che già il mare
te i doveri.: Non qui dicit.; Domine , Do- è in tempcfta : ſvegliati ; che già nel
mine, ſed qui fecerit voluntatem Patris mei, baſtimento è forto un bisbiglio : ſve..
hic intrabit in regnumcælorum . E laragio gliati ... Ma Giona nel fondo della ,
ne è appunto , perchè ficcome fi è al nave placidamente ripoſa : Dormiebat
traggiato non col penſiero ſolamente, ſopore gravi .Soffiano empituoſi i venti,
ma con le opere efteriori ancora l' fi avanza il fremito della marca , peri
Altiflimo ; cosi ragion vuole , che non cola quà e là ſoſpinto il legno . Ma
termini fol nel fegreto dello ſpirito , Giona ſiegue a dormire . De' Marinaj.
ma di colà ancora ſi diffonda al di altri reſiſtono con i remi alla veemen
fuora per mezzo di ſante operazioni za de' Autti , altri fi ajutano con le gri.
la converſione del Pcccatore . Or che da a comandare , attendono altri a ſgra..
intendiamo noi con attendere agli E- var la ſentina di merci . Ma Giona Ge
fercizi ſpirituali ? Intendiam ſenza duba gue a dormire . Oh ſonno ! Oh letar
bio di compire l'opera grande della go ! Ma appunto di tal ſonno , di tal
noſtra converſione al ſommo Bene ; e letargo liam noi a parte . In facti fiain
quindi della noſtra eterna ſalute . Dun- noi ſemplici Naviganti in queſta vita ,
que ci gioveranno gli Eſercizi ſpiritua- e folchiamo il mare di queſto Mondo 1

li , fe dopo la deteftazion delle colpe per giungere al lido della uinana (pe
attendiamo a migliorar le noſtre con- Tanza : Vita noftra , il tcſtifica il Pont.
dotte ; e ſono inutili , ſc non fi rifor S. Gregorio (a) , vita noftra Naviganti
ma il coſtume preſente . eft fimilis . E la nave , che ci traſporta,
Ma s' egli è cosi , o Criſtiani ; deh non è altro che il tempo , ed ora ¢
preſto oſſerviamo , coſa mai da noi ſi appunte il tempo degli Eſercizj ſpiri
opera nel corſo degli Eſercizj fpiritua tuali : Sive vigilantes, ſive dormientes., fi
li. Voi già dite , che con premura ve ve volentes , five nolentes, per momenta tem
nite alla Chieſa per aſcoltare divota- porum quotidie ad finem tendimus . Ma
mente la Predica; dite di venire con che altro facciam noi , ſe non profon.
modeſtia di abiti e di portamento ; di- damente dormirc ? Che altro facciam
te ... Ma e nulla più di queſto ? E queſto noi , fe non conſumare il tempo prezio
è tutto il frutto degli Eſercizj ? La ſo- fiffimo degli Eſercizj fpirituali' ſenza
la modeftia , il ſolo raccoglimento , che punto curarci almen di comparir Cri
fi adopera nel tempo degli Eſercizj , ba ftiani? E per verità .cofa mai operiamo
ſterà per riforma del coſtume ? Cotan- per la vita eterna ? Si edificano i prof
to poco farà fufficiente per compenſo ſimi con la piena oſſervanza de ' divini
pre

(á) S: Gregor. Epift. lib. 7. Epift.29. al. 27 .


TOL
procetti ? Si follevano i poveri anguſtia cobbe ? Incominciano sì a fare gli E.
ti ? Si frequentano i Sagramenti ? Si of ſercizi ſpirituali. Ma quando ſono nel
fervano i preſcritti digiuni ? Si è riſar meglio , ſi annojano , e danno in or
cita l'altrui ftima inſamata ? Si è com ribil mattia . Importunano il Pontefi
penſata la robba ufurpata con le frodi? ce Aronne a formare bugiardi Numi
Si è avviata pel ſentiero della giuſtizia per adorargli: Fac nobis Deos, qui nos
la Prole ? Ahime! palla il tempo degli præcedant . Non curano di contribuire
{pirituali Eſercizj , e noi profondamen tutto l'oro , che poſſeggono le loro
te dormiamo : Tu dormis , il rinfaccia Donne , per effettuare l' abbominevo
a cadauno l'Arciveſcovo S. Ambrogio le fimolacro : Fecitque populus , quæ juf
( a ), tu dormis, & tempus tuum ambulat . ſerat, deferens inaures ad Aaron . E riú
Travagliano si , ſudano , ſtentano gli Tcitone finalmente un Vitello , oh con
Eroi della Religione per ribatter le qual feſta l ' efpongono! oh con quale
teinpeſte del mar procelloſo del Mon sfrenatezza l'adorano ! oh con quale
do , che incolentiſce > per giungere libertinaggio il cuſtodiſcono ! Baſta di
a ſalvamento al porto della celeſte re , che non han ripugnanza di ffcrir
Geruſalemme . Ma noi profondamente gli indcgpi ſagrificj , e nel tempo ſteſſo
dormiamo : Tu dormis, & tempus tuum di crapolare , di sbcvazzare , di tra
ambulat . Ed oh ſonno! oh letargo ! ftullare: Obtulerunt holocaufta , hoftias
Ben io vorrei avvalermi delle ſter pacificas ; & fedit populus manducare ,
ſe parole de' Compagni di Giona ; e bibere , ſurrexerunt ludere . Ed ecco
gridando deſtar ciaſcheduno : Quid tu gli Eſercizj fpirituali degli Ebrei . Or
Jopore deprimeris ? Ma ahimè! mi avveg non ſono eguali i noſtri ? Per brieve
go bene , che nel tempo medeſimo ora ci tratteniamo nella Chieſa ad
degli Eſercizj ſpirituali , mentre dor aſcoltar Catechiſmi , e Prediche ; ma
miamo per non ſeguir Geſucriſto , al ci tratteniaino col folo corpo , e non
ſai vegghiamo per ſeguire il Dcinonio . già con lo ſpirito ; aſcoltiaino con gli
Deh torniaino in fretta alle fante Scrit orecchi ſoli , e non già con la mente
ture , e guardiamo il popolo Ebreo e col cuore . E perché ? Ah ! perché
accampatoſi nella vaſta folitudine del il cuore , la mente , lo ſpirito ſon diſ
Sinai . It Condottiere debbe aſcende ſipati ad altri oggetti di abboininazione.
re ſulla cima del monte per trattener E che ci pare ? Sono eftinte quelle
ſi :lungo tempo in Eſercizj ſpirituali inalnate cupidigie , che ci han fin ora
con Dio ; e prima di partire per colà, tiranneggiato ? Sono diſtrutti quelli af
s' induſtria a tutto potere d' indurre fetti, che fin ora ſon giti alle Crea
il popolo a riinanere anche in Efer ture ? Son ceſſate quelle idce di orgo
cizi ſpirituali nella valle . In fatti a glio , che fin ora ci hanno aſſomiglia
noic del Signor degli eſerciti gli-rain to a' bruti ! Oh diſordine ! Oh confu
menta i divini fayori ; e con tale cf. ſione! E queſto è nulla . Uſciti di Chie
ficacia l'eſorta ad eſſer grato al celeſte ſa , a quanti idoli ncfandi drizziamo
Benefattore , e ad adempire eſattamen adorazioni ed incenzi ? Si , idolo in
te i di lui ſantiſſiini comandi , che tut degno è quella caduca bellezza , che
ta la gente l'afficura di puntualmente ancor fi corteggia ; idolo indegno è
ubbidirlo : Refponditque omnis populus fi quell'interefle , che ancor fi ama; i
mul ; cuncta , quæ loquutus eſt Dominus, dolo indegno è quella vanità , che,
faciemus . Parte dunque Mose pel mon ancor fi venera . Finalmente nel tem
te , e rimane Ifraello nel pieno · Ma. po medeſimo dgli Eſercizj fpirituali fi
che fanno intanto i Figliuoli di Gia commetton frodi, fi fan vendette , li
Х op

(a) S. Ambrof. in pfalm . I. n. 24.


162
opprimono innocenti , fi determinano fare gli Eſercizi ſpirituali , anche rifol
1

ingiuftizie, ſi profferiſcon beſtemmie , viamci di fargli a dovere , caviamne


fi 'replicano fpergiuri , fi profanano profitto , e ſia il frutto la riforina del
Sagramenti, fi moltiplicano intempe- noſtro coſtume . Diſprezzati gli Ebrei
ranze , fi rinuovano crapole , fi vi- imitiamo il gran Mosè . Proſeguì egli
ve in peggior forma degl ' ifteffi Ido. per quaranta giorni gli Eſercizi ſpiri
Jatri Ebrei , i quali per avviſo di S. tuali ſul Sina . Ma ne divenne cosi
Picr Griſologo ( a) furono , de impieta- perfetto , che la ſantità gli riſplendca
te ludentes , de facrilegio jocantes , piaculum ſulla fronte e ſul viſo . Senza ſaperlo
dicentes rijum . Or ci ſembra , che gio- folgoranti raggi in guiſa vibró dal
vino gli Eſercizi ſpirituali ? Ci ſembra, volto , che neſſuno ſenza abbarbaglia
che con tali Eſercizj, aſſicurar, poflia- re fidavaſi di riguardarlo : Ignorabat ,
mo . l' eterna ſalute , e comprare il quod cornuta ellet facies fua ex confortio
Paradiſo ? Oh follia ! Oh delirio ! Oh . Jermonis Domini . E l'iſteſſo addivenga
perniciofiflimo sbaglio ! Oh ſicuriſſima à noi , mentre facciamo gli Eſercizi
rovina:! Senza dubbio poſſiam temere , ſpirituali . Se non di luce corporea ,
che ſiccome per la ſpada de' Lcviti ſenz'altro di luce ſpirituale di ſante
furon disfatti gli Ebrei prevaricatori operazioni ne riſplenda il ſembiante
cosi fiam disfatti noi per mano de! giuſta l' avvertimento di Geſucriſto :
Demonj .. Luceat lux veftra coram hominibus . Siam
Come pertanto non riflettiamo con. modefti , illibati , finceri, ſofferenti ,
timore e tremore a tal pericolo , o divoti , umili, e tutti diverſi di prima :
Criſtiani ? Poſſibile , grida 1. Ab. S. Recedant vetera , nova fint omnia . E fiam
Bernardo (b ) , pollibile , che paſſino i. ficuri , che in tal guiſa ne giovano
nutilmente quelti giorni di ſalute , ſen- gli Efercizj fpirituali ; che pure rie
za che alcuno ,vi penſi :: Tranſeunt dies ſcono inutili , ſe non ſi riforma il co
falutis , nemo recogitat ? Poflibile , che ſtume preſentc · Senonchè la riforma.
nefluno fi dolga , che perdafi tempo si anche debbe eſſere ſtabile e ferma :
prezioſo ſenza poterli riacquiſtare : Ne- e perciò ſeguiamo a meditare .
mo ſibi perire diein , & numquam reddituse.
TERZO PUNTO .
rum caufatur ? Deh appigliamci a più
fano conſiglio ; c ſeriaincnte conſide
rjamo, quanto ſia prezioſo queſto tem- Gli Eſercizj ſrirituali rieſcono inutili, fo
po di Eſercizj ſpirituali , che ne può non fi ſantifica l' anima in avvenire ..
guadagnare il perdono , la grazia , e
la gloria : Vide , eſorca cadaun di noi . Conſideriamo , dilettiſſimi Fratelli ,
S. Bernardino da Siena (C) , vide tem- che gli Eſercizj fpirituali fon quafi un
poris pretiofitatem , quia modico tempore po- antiloto , che da noi volentieri ſi ſor- ,
teſt homo lucrari veniam , gratiam , & glo- biſce per diſtruggere in effonoi l'Uo..
riam . Conſideriamo , che tal tempo , mo antico , e farvi riſorgere un no
valga cotanto , quanto vale liſteiro vello , fregiato di verità', di giuſtizia,
Iddio ; perché ſe conſumaſi bene , l ' e di ſantità . Se quindi con tal retta
iſtello Creatore ſi acquiſta : Tempus tan- intenzione agli Eſercizj ſpirituali non .
tum valet , quartum Deus; quippe in tem- attendiamo, ſc non intendiamo diren .
pore bene conſumpto comparatur Deus . E derci Santi ; ahimè ! la caccia potrem
quindi penſiamo ad avvalcrcene per- meritare d'ingiufti Ipocriti , ed a cia
noſtro vantaggio . Se ci fiam riſoluti di ſchedun di noi potrebbe. S. Iſidoro (a)
driz

(a) S. Petr. Chryfol. ferm . 115 poft Don. I. Quatr . cap. 4.


(b S. Bern. Jerm. ad Schol. (d) S. Ind. de Jum. Bon . lib. 2.
c S. Bernardin. Sen. conc. fer. 4. cap . 16 .
163
drizzare il ſuo acerbo rimprovero , ni celeſti cntrar poſſano nel cuore , a
trattarlo da irriſore e da ſuperbo : Ir- priam loro il varco per mezzo delle
prifor eft , non pænitens , qui adhuc agit , acque delle paſſioni , le quali oppor
quod panitet ; nec videtur Deum poſcere tunainente ſi dividon così , che altre ,
Jubditus , fed fubjarnare ſuperbus . Anzi v' che non ſono ancora traſcorſe , ſi re
ha di più . Se per mezzo degli ſpiri- ſpingono in dietro alla forgiva della
tuali Eſercizi non ci ſantifichiamo parte inferiore ; ed altre , che ſono
diverrem doppiamente rei , e perché traſcorſe , nel vaſto mare della Peni
amiam la colpa , e perchè l' ainiamo tenza ſagramentale tacitamente ſi ſep.
dopo di eſſere ſtati ſcolli ed atterriti pelliſcono . Che nobil portento ! Ma
dalla notizia della verità ; e ragione- quanto dura ? Dura nel tempo degli
volmente ne potrcbbe ripeter l' Appo- Éſercizj ſpirituali ; e terminato tal tem .
Stolo : Melius erat non cognofcere viam po , di bel nuovo le onde delle paf
juſtitiæ , quam poſt agnitionem retrorfurn fioni fieguono il lor corſo primiero :
converti . Ed ecco che ricſcono inu- Revertuntur aqua in alveum Juum , fg
tili gli Eſercizi ſpirituali , ſe non ſi fiurint , ficut ante conſueverant. E come
{antifica l'anina in avvenire non vuol ſortire in queſta guiſa ,. fe
E pur dobbiamo confeſſare , che quaſi comunemente ſi pecca con la lu
queſto appunto fia il pernicioſo diſor. finga , che baſtan poi gli Eſercizi ſpi
dine , che comunemente facciam ſorti- rituali per alleggerire la Coma de'pec
re , o Criſtiani . E non ſiam noi , che cati ? Se ogni anno frequentanſi gli E
ſembriai rallomigliarc la fubitanca ſercizi ſpirituali appunto per operare,
mutazion del Giordane ? Tragheitar come meglio aggradiſce , in tutto il
dovea l'Arca di Dio , già ſoſtenuta da- rimanente dell'anno ? Oh errore ! Oh
gli omeri de' Leviti; e paſſare inſieme inganno ! Oh rovina !
l'eſercito del Signore , diretto dal ge- Deh ravvediamci una volta , c.con
nerolo Condottiere Gioſue . Ed ecco fondiamci della noſtra ſciocchezza , e
che appreilandofi appena e quella e Criſtiani . Pollibile , che il Regnator
queſto aile ripe del fiunc , ſi diviſero deile tenebre ci abbia si gravemente
maraviglioſamente le acque ; ed altre ad ingannare ? Poflbile , che confidia .
alla ſcaturigine ritornando ; ed altre mo di ottenere l'eterna ſalute col man.
nel mare ſcaricandoſi, all'Arca ed al- care di fedeltà al Signor della gloria ?
le Squadre apriron libero é ficuro il Ah ! (cotiamci una volta dal noſtro le
bramato ſentiero , Che ſorprendente targo , cd apprendiam la vera manic
ſpettacolo ! Ma quanto tempo duro ra di fare gli Eſercizj ſpirituali per
prodigio si raro ? Durò pel ſolo tem- ſalvarci . Ecco la prode Giuditta a
po , che per cold paſſarono le Tribù darci regola ed inſegnamento . Defun
d'Iſraello. In fatti appena terminato to il ſuo Conſorte Manaile , non du
il gran paſſaggio , le onde gel lor fe bitò la gran Vedova di rinſerrarſi nel
no ſi ringorgarono , ed a correr ſe- più ſegreto della fina magione per at
guirono , come prima : Reverje Junt a- tendere agli Eferciz) ſpirituali ; e qui
qua in alveum fuum , & fluebant , ficut vi con le ſue Donzelle non ſi ſtanco
ante conſueverant . Or non facciam noi di eſercitarſi nell'orazione c nel mor
così ? Aſcoltiamo , che nel tempio fi tificamento . E quanto tempo duraro.
fanno gli Eſercizj ſpirituali , e che il no tali Eſercizi ? Ah ! tutto il tempo
Signore brami per tal mezzo di paſſa- della vita : Fecit ſibi ſecretum cubiculum ,
re nel noſtro cuore con la ſua fantil. in quo cum puellis ſuis claufa morabatur ;
fima grazia , e con i doni dello Spiri- & habens,ſuper lumbos ſuos cilicium , jeju
to -Santo . Ed ecco corriam ſubito a nabat omnibus diebus vitæ fuæ . E ' vero ,
profittare di si vantaggioſa circostanza . che dal ſuo Oratorio paſsò nel cam
E perché l'Altiſlimo , la grazia , i do- po Alirio ; ma vi paſsò dopo lunga o.
X 2 re
164
razione : Cum celalet clamare ad Domi- nire voftri Servi ' , é deftinato agli E.
num , furrexit , & profefta eft . E mentre ſercizi ſpirituali . Non fia , Signore;
txa'nimici trattenneſi , non tralaſcio di che ne ſucceda la diſgrazia degli an
uſcire ogni notte dal campo per veg . di traſcorſi , ne' quali abbiam fatti gli
ghiare ed orare : Ut afcendebat, orabat Eſercizj ſpirituali , e non ne ſiam di.
Dominum Deum Ifrael, at dirigeret viam venuti punto migliori . Queſta volta
ejus . E dopo finalmente , che recife non ſucceda così . Fate voi con la vo
il capo al formidabile Olofernc e ſtra fantiſſima grazia , che non ci rie
liberò dalle oppreſſioni la patria , e ſcano più inutili ſenza la deteſtazione
tolle l'obbrobrio da Iſraello , di bel del mal paſſato , ſenza la riforma del
nuovo in ſua magione ſi ritirò per coſtume preſente , .e ſenza la ſantifica.
non uſcirne più mai : Manſit in domo zione dell'anima in avvenire . Anzi fa .
viri fui. Oh Donna immortale ! Ma te , che noi ne ricaviamo un ſommo
queſta gran Donna imitiamo . Termi. abbominio al peccato , ed un ſommo
nano dopo otto giorni gli Eſercizi amore per la virtù e per voi . Cono
ſpirituali . Ma ſe terminano in Chieſa, ſciamo bene di non meritare grazia si
' non debbono terminare in caſa . Per- ſpeciale ; perchè tante volte ce ne ſia
ſeveri lo ſpirito dell' orazione e del mo abuſati . Ma noi gemendo ora ,
mortificamento fino al cellar della vi- nella noſtra confuſione ve ne cerchia.
ta . I buoni ſentimenti , avuti nel tem- mo umilmente perdono . Si , perdono ,
po degli Eſercizi fpirituali, ci regoli- pictà , e miſericordia , amabiliflimo na
no inai ſempre neile noſtre intrapreſe Itro Padre ; mentre confidati nel vo.
e nelle noſtre condotte . In fine in ftro celeſte ajuto , ſinceramente vi pro
quella religioſità e divozione , che mettiamo di non mai più diſguſtarvi .
or dimoſtriamo in tempo degli Efer- Ah ! non badate alla noſtra paſſata in
cizj ſpirituali , in tutto il rimanen gratitudine , ma alla voſtra infinita cle.
te de' giorni noſtri coſtantemente ri. menza ; e ricolmateci di quelle grazie,
maniamo . In tal guiſa gli Eſercizi che non mericiamo , onde ne riſulti la
ſpirituali cagioneranno la vita ſem- gloria voſtra maggiore , ed il profitto
piterna . Altrimente rcftiam purc con ela ſalvezza delle Anime noſtre . Quc
vinti , che rieſcono inutili , ſe non ſi ſto vi cerchiaino umilmente : e queſto
ſantifica l'anima in avvenire . Riſolvia- fperiamo di ottenere alto Signore .
>

mo perciò, di fantamento operare ; e E perciò fin da queſt' ora vi ringrazia.


per riuſcire nell'opera grande cerchia mo , vi lodiaino , vi benediciamo in
mone proporzionato ajuto all'Altiſſimo, queſta terra , riſerbandoci di rigraziar.
da cui ogni bene dipende . vi, di lodarvi , di benedirvi perpctua
Deh Padre delle miſericordie , afli- mente nella preparata magione degli.
fteteci pure con ifpecialità in queſto Angioli e de' Beati . Amen ..
tempo , che abbiamo ſcelto per dive.

ME
***
105
Μ Ε Ρ Ι Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε Ι

DEL PENSIERO DELLA MORTE

A RG OM EN TO

col morire dell’ Uomo tutta ſvaniſce la figura del Mondo . E perciò dobbiamo conchit
dere , che 1. trionfa la fcoftumatezza;perché nonſi penſa alla morte : II. trionfa
l' interelle ; perché non ſi penſa alla morte : III.trionfa la vanitd ;
percbè non ſi penſa alla morte .

In omnibus operibus tuis memorare noviſſima tua , & in æternum non


peccabis. L'Eccleſiaſtico nel cap. VII. V. 40.
muore , c fi pecca . Ecco , dilet- te nulla dovrebbe l’ Uomo brigarſi di
SHtiflimi Fratelli , ecco duc verità ,
quanto tra lor diſcordi ed oppo-
quella terra , che l'accoglie col dipaf
ſaggio ; pur tutti i ſuoi penſicri, tutte
fte , altrettanto congiunte nell:Univer- le ſue occupazioni, tutte le ſuc ſolleci
ſo ed unite . Si muore , e debbe chiu- tudini indirizza alla terra , ſenza punto
derfi la ſcena di queſto Mondo ' , che badare a quel ſommo Bene , che è
sì vagamente pompeggia ; nè alcuno mercede fempiterna de' Giuſti . Or co
de' Viventi , di qualunque feffo , gra- me va , che termini si diſcordanti tra
do , età , e condizionc cgli ſia , cvitar loro ſi accordino ? come va , che l'
può il colpo fatale della morte giam- Uom formato per lo ſpirituale ed e
mai . Baſta naſcere ſulla terra per do- terno , corra perduto dietro al tempa
ver la terra abbandonare ſenza ſpe- ralc e tranſitorio . ad onta del ſuo Fat
ranza di traſportarne un nulla ; ed i tore ? Ah ! tutta la cagione di si grave
ſepolcri , i mauſolei , i feretri , che diſordine è appunto la mancanza del
abbiamo ſotto gli occhi tuttora , ba- penfiero della morte. Si muore , e di
ftantemente conteſtano , che neſſuno pecca ; perché non ſi riflette , ché ſen
giammai evito , e neſſuno eviterà giam- za riparo ſi debbe morire . Sc all' ul
mai si infauſto orribiliſſimo deſtino . E timo fatal deſtino ſi riflettelle ; certa :
pur ſi pecca , e continuamente fi ante mente ſenza peccare li viverebbe . E
pongono al Creatore medeſimo le ſter- quindi è , che lo Scrittor : fagro dell'
ſe Creature , le quali o prefto , o tar- Écclefiaftico invita tutti a ricordarſi
di ſi debbono ſicuramente abbandona- in ogni loro azione gli eſtremi mo:
re . Si accarezza , ſi adagia , ſi ſoddis- menti della vita per non peccare giam:
fa quella carne , che dovrà tornar bu- mai : In omnibus operibus tuis memorare
licamo di vermini e di fradiciume ; a novilima' tua , & in æternum non pecca,
coſto d'ogni travaglio fi promuove bis . Ma s' egli è cosi , o Criftiani ;
quell'intereſſe , che con affizione di perchè si deplorabilmente della mor
ſpirito ad altri ſi debbe cedere ; ſi am- te ci dimcntichiamo ? Ah ! queſta è la
biſcono i mondani onori , che dile- cauſa , per cui reftiam preda vergo
guar ſi debbono e ſvanire peggio di gnoſa della ſcoſtumatezza , dell'avari
leggerilimo fumo . E benché finalmen. zia , dell'ambizione . Den percid Liam
pen
* 166
fiamci con ferietà, e togliano la cau- allaga c riempie non folle care de'
ſa della offeſa dell'Altiſſimo , e della Cittadini , ma ancora i palazzi de'
noſu a perdizione. Ed incominciando da Grandi , non ſol le contradę della pa
queſt' ora , meditiamo pure , che col tria , ina i recinti ancora de'templi ,
morire dell ' Uomo tutta ſvaniſce la fi- non ſol amp; dominj ,ma fin l'Univer
gura del Mondo : c perciò dobbiam ſo intero . Per arreſtare perciò sì ſu
conchiudere , che trionfa la ſcoſtuma- perbo empituofo torrente biſogna op
tezza ; perchè non ſi penſa allamorte. porre l'argine il più poderoſo ed in.
Primo Punto . Trionfa l'intereffe ; per- fuperabile . E qual è cgli mai ? Ap
che non ſi penſa alla morte . Secon- punto il penſier della morto : Quelto
do Punto . Trionfa la vanità ; perchè in fatti la viltà , la ſchifezza , la de
non ſi ponſa alla morte . Terzo Punto. formità provvidamente ne ſcuopre di
Ed acciocchè la noſtra Meditazione quei vaghi oggetti , che con la loro
ne rieſca forvida e vantaggioſa , implo . apparente e fragile leggiadria ſveglia
riam l'ajuto di quella Vergine ſovrana no deſiderj nocivi , accendono pallio
Maria , che da' dolori non fu anguſtia- ni brutali , e producono compiacenza
ta della morte ; perchè nulla ritrovolli diſordinate ; e dimoſtrandogli nel loro
al Mondo attaccata . E per iinplorar. naturale veridico aſpetto , cftinguc il
ne la validillima protezione , invo. fomite' , Teda gli appetiti , e mette lo
chiamla con le ſolice ſagre Litanie : ſpirito nella propria libertà e ſignoria .
Kyrie eleiſon C. Or che facciaino noi ? Ahime ! abbor
riamo di aver preſente quella morte ,
PRIMO PUNTO , di cui ſicuramente effer dobbiamo vi
liftina preda . E quindi trionfa la ſco.
Trionfa la ſcoftumatezza ; perchè non fi ſtumatozza ; perché non ſi penſa alla
penſa alla morte . morte
Ma pure diſcorriamla con confiden
Confidcriamo , diletti llimi Fratelli za tra noi per noſtro vantaggio , o Cri
che quantunque l’ Uomo inſiem di car- ftiani. Non è egli vero , che a tempi
ne e di ſpirito coiti e compongaſi ; noſtri accada il medefiino diſordine
pur ſoglia cosi rapirli da' movimenti de' tempi di Noè , ne' quali omnis caro
della carne > che più non giunge a corruperat viam fuam ? Dovunqe ci ri .
percepire le prerogative nobililline volgiano , non iſcorgiam che effemi
dello ſpirito ; e quindi affermò l'Ap- natezza · Le converſazioni tra gente
poftolo : Animalis homo non percipit ea , di diverſo feflo fono le più allegre ,
quæ ſunt ſpiritus . Non v'ha dubbio , le più applaudite, le più confacenti alla
che eſſendo lo ſpirito la di lui parte moda . E ' debolezza di geloſia , che in
più nobile e principale , i ſenſitivi ap: torno alla ſua Conforte il Conſorte fi
pctiti regolar dovrebbe c raffrenare aggiri ; e vuol più toito la moderna Poli .
Ma ſiccome forge ſovente a turbar la tica, che ſi laſci libera la Donna ad eller
ragione una denſa peftilente nebbia ſervita da novello Confidente . Ritira
di Tordidiviliſſimi affetti , che da' fra: tezze , erubeſcenze , timori, eh ! ſono
gili caduchi oggetti della terra ſi ſve. effetti di animo vile , e fanatiſmi dell'
gliano c fi ſconvolgono : così l'anima antichità . Spirito , giovialità , confiden
riinane ſpeſſo avvinta ed inceppata , e za , cordialità ſono i belli pregi , che
da aſſoluta Dominante torna abbjetilli- adornar debbono la gioventù , onde
ma Schiava .Miſeri di noi', che a tale si ſia applaudita ed amata . Digiumi., o .
deplorabil diſordine ce ne ſtiamo ſpen- razioni , penitenze , frequenza di Sa.
fierati ed indolenti ! Ecco quindi tut- gramenti , eh ! ſon core , che ci sbal,
ta la cagion funcita di quel turgido zano prima del tempo alla ſepoltura .
torrente di ſcoftumatezze , che omai Balli , ſuoni, canti,' feitini, comedie ,
ce.
167
cene , oh !queſti ſono i mezzi propot- mente dovrà riſolverfi . Ogni bellezza ,
zionati per vivere bene , e per lunghi ogni leggiadria , ogni venultà , riguar
anni . Son quindi graviſſime le immo- data al lume del penſier della morte ,
deſtie ., innumerabili i deſideri e le non è che ſoddiciuine e fango . Como
compiacenze del ſenſo , infinite le im- dunque amarſi, come deſiderarſi, come
pudicizic e le dillolutezze ; e rio veleno idolatrarſi ? Ah ! che a tal viſta non
intromettendoſi nel commercio , nel paffjamo non eſclamare con i popoli
traffico , nella giuſtizia , omai divien di Samaria , che il cadavere oſſervando
corrotto e guaſto l'Univerſo intero . già putrefatto dell'empia e vana lor Re
Chc libertinaggio ! Che ſcoftumatezza ! gnante Gezabclla , non ſi trattennero
Ma donde ha origine una tal piena d " di gridare : Hæccine eſt illa fezabel ? E
iniquità ? Appunto da un graviflimo ab fopraffatti dalla nauſea e dallo ſpaven
baglio , che ne fan prendere le accic- to, non poſſiamo non abbominare , ciò
cate paflioni. Queſto in fatti ne rappre- che ingiuſtamente ne piace e diletta ;
fentano venuſti e leggiadri gli oggetti e teftificare col fatto , quanto ſcriſſe il
ſtefl di abbominazione e di orrore P. S. Giangriſoſtomo (@ .: Non habet
Ne dipingono alla fantaſia troppo a- concupiſcentia locum , ubi mors timetur.
mabile c cara quella gioventù , quella Ma ſervaci di diſinganno una no.
bellezza , quella avvenenza , che in fe vella , innocente sì, ma pur infelice
medeſima non è che polvere e fango . Suſanna . Mentre (1) il Santo Veſco
E quindi ingannati i ſenfi, urtano l'a- vo Ulderigo ic ſue pecorelle. viſitava
nima ad amare , ciò che dovrebbe o-- di Augufta , da gentil Cavaliere nel
diare , ed a volere , ciò che deteftar do- proprio albergo fu ricevuto . Ma non
vrebbc ed abbominare . Deh perciò ſi cosi a menſa fi afliſe l' Oſpite novel
ſcuopra l'inganno , e ſarcm fuori di lo , che ſubito nella gran ſala. una
abbaglio , e dalla rilaſciatezza lontani. truppa di Sgherri entrar vide , i quali
E come ſcoprirſi l'inganno ? Appunto una miſera Giovinetta recando , di ca
col penſier della morte . E ſeguiamo tone avvinta , in un angolo della ſtan
dunque il comando , che diede al Pro- za a viſta de? Commentali, la confina:
fcta Ezecchicllo l ' Altillimo ; e ſenza rono . Stordt a tale ſpettacolo il Pre
trasferirci in quel vaſto campo , che di lato ; e tanto più fuora di ſe. ſteſſo il
offa aride e ſecche ſparſo c coperto traſportò il pianto inconſolabile della
apparve agli occhi profetici , fermiam- Giovane infelice , ed il guardare nel
ci a contemplare quegli oggetti si te- di lei feminudo petto un teſchio , ins
neri , che rapiſcon diſordinato amore . verininito e puzzolente , che ligato
Ecco già grida Iddio : Vaticinare de of. da ſottil ferro , dal collo le pendea .
libus iſtis . Indoviniano pure , coſa do. Quindi al Cavaliere rivolto , Tclamò :
vranno eſſere amici si cari . Vaticinare c che barbarie è mai codeſta , o Si
di quel vivido colorc , che tanto allet- gnore ? Chi è coſtei ? Perchè qua fi
ta . Vaticinare di quel brio ſpiritoſo y traſie ? Qual è il ſuo delitto?..Ma non
che tanto piace . Vaticinare di quelle terininò di favellare , che gl ' interrup
carni , che tanto muovono .. Vaticinare pe il Cavaliere , e replicó : nobil Da
di quella venuità , che tanto innamora . ma è coſtei, ma per le ſue, infedeltà
Ahimė! baſta ricordarſi del fine di oo Donna infame. Mi vergogno di con:
ogni Vivente per riuſcir felicc nell' feſſare , che ella flami Moglie ; pere
indovinare. Dal fango ogni Uonio eb- chè non dubitò violarmi il talamo .
be origine , e nel lungo impreteribil- Ma se amar non ſoppe il Conſortc ,
ab

(b ) Ap. Stang. Mund. Theorit. &


brevit(. a)vit .S.tomJoh.
. 5.
Chryf.ferm .de vanit. &
in Car. Franc. Bad . Cong. I. Quatre
153
abbia nel Conforte un Giudice vendi- ſtri- (guardi- e le noſtre rifleſſioni : non
catore . Con la morte mi vendicai del fuccederebbe così , ſe il penſiero del
Drudo , ed or della infedel Donna la morte in tutti i noſtri movimenti fc .
vendico i torti con laſciarle del ſuo A- delmente ne accompagnafle . Ah ! che
mante goder per ſempre la elanime te- a viſta della morte ben ſi ſvela ogni il.
fa . Cosi diffe. Ma quì dello Spirito lufione , ogni terreno luſinghiero og.
del Signore ricolmo Ulderigo , qual getto per abbominevole ſchifezza li
altro Daniello : e quali , gridò , quali diſcuopre ; ed eftinto quinci il fomite,
pruoveavete voi di sì vituperoſo dc- abbattute le pallioni , indeboliti gli
litto ? E così dicendo , in nome di Dio appetiti , ogni dolce in amaro , ogni
comando al terchio di teſtificare la vc- diletto in pena fi.cambia e traſmuta ,
rità . Ed oh ſorprendente prodigio ! e dal libertinaggio e dalla ſcoſtuma
Parlò il teſchio , e la ſua innocenza a tezza alla pietà ed alla Religione pre
chiare note.conteſtó : Ego cum hac fa- ſtainente fi pala , onde con evidenza
mina nunquam peccavi . Penſate , qual tor- appariſca , che non habet concupifcentia lo
Halle confuſo e sbalordito il geloſo Ca- cum ubi mors timeiur .
valierc ! Ma il gran Veſcovo proſegul Deh perciò apriamo gli occhi del
i ſuoi miracoli ; e fattoli portare innan- lo ſpirito a ravviſar lo sbaglio , che
zi il cadavere dell'ucciſo innocente deplorabilmente prendiamo per avvi
Uomo , che da più ineſi giacque nella lirci e rovinarci, o Crilliani . Voli
campagna ſeppellito , l'uni al teſchio tultodi il penſier noſtro dentro i fc
divilo , e di bel nuovo il richiamò al polcri , ed in quella congerie di ſpol.
la vita, e la difeſa giuftiffima Dama in pati ſcheletri i inetta ſeriamente a veg .
e ridufle . Oh prodigio !
· libertà poſelia Jepulchra ducetur
ghiare . Si , ad rum , & in
Oh maravig ! Oh ſtupore ! Or che ri- congerie mortuo vigilabit . Vigilabit
ſolſero poi gl’innocenti a corto perſe- nel conoſcere , che fra bricve ſaremo
guitati ? Ritornò forſe al Conſorte la quell' iſteffo , che miriamo ; perchè
Dama, l'Uomo al Mondo ? Eh ! che quello , che miriamo , fu appunto quel.
Mondo ! che Conſorte ! La viſta si vi- lo , che or noi ſiamo . Vigilabit ne!
va della morte cambiò loro ogni fod- conoſcere , che tutto quell' ammaſſo di
disfazione in nauſea , ogni diletto in di- verinini , di corruzione , di fradiciume
(prezzo. Il creduto Drudo in un Ere- non fu un tempo che una pompoſa
mo ſi ritirò , e la Dama a ſpazzare ſi apparenza di venuità e di leggiadria ,
conſagrò il pavimento della Cattedra . che a le trafle gli ſguardi delle pu
le del ſuo grazioſiflimo Liberatore . E pille , e gli affetti de'cuori . Vigilabit
l'uno e l'altra finalmente pel lungo nel conoſcere , che quanto di bello,
ſpazio di quaſi ſei Juftri al Padre ce di ſpecioſo , di amabile nell ' Univerſo
leite in continue penitenze ſervendo , pompeggia , tutto tutto in iſchifoſa con
a ricever pafTarono la giuſta mercede ca di ſchifezza e orrore debba final
del regno de'cieli, all'ingiuſta ſoffer- mente riſolverſi . Ci empiremo quinci
ta perſecuzione giuſtamente dovuto . di falutare ſpavento , peggio che di
Or ecco il noſtro diſinganno ,, o Cri- terrore non ſi riempirono nel diſerto
ftiani . Al coſpetto di una caduca bel- i Figliuoli d'Iſraello , quando ſoſpeli
tà ci ſtimola la carne a compiacenze videro ſopra infami patiboli gl' impu
ed azioni brutali , la ragione rimane dichi Principi de ' popoli nella pianura
offuſcata e preſſo che eſtinta , le pal- di Belſcgorre a viſta del Sole . Ed ec
fioni inſolentiſcono e tormentano , la ce abbattuto ſperimenteremo quel fen
legge dell'Aluifumo è vilipeſa c CON ſo , che ne tormenta con i ſuoi acuti
culcata , e la diffolutezza regna c trion : ſtimoli , peggio che l'Angiolo di Sa.
fa . Ma non fuccederebbe così , ſe un tana non tormentava coſtantemente l'
teſchio di morte a ſe chiamafle i po. Appoſtolo delle Nazioni S. Paolo :
ren
rendutict di-effo fuperiori , amanti-fare- tyg
di leggeriffimo fumo fvanir debban o
mo della fanta oneſtà , della bella pa- i loro acquiſti ; né cotanto conſumati
dicizia , della parca ſobrietà , della fi vedrebbero dalla loro medeſima a
legge del Signore , de' conſigli del vidità . Nella guiſa che non cura il
Vangelo ; e confeſſeremo , che trion Contadino di gittar nella campagna il
fa la ( coſtumatezza ; perché non ſi pen- ſeme , che ſa doverſi ſenza frutto inar
fa alla morte .Ma tanto più non ha cire ; e nella guiſa che non carica il
luogo l'intereſſe , ſc non habet concupi- Piloto di ſuc merci il Vaſcello , che
fcentia locum , ubi mors timetur . Ed ec ſa doverſi nel l'onde ſommergere : non
coci al ſecondo Punto della noſtra altrimente l'Intereſſato imparando dal
Meditazione . la morte , che nulla debba ricavare
da' ſuoi ftcnti , non fi brighcrebbe di
SECONDO PUNTO . proinuover diſordinatamente il ſuo ver .
gognoſo intereffe . Tutto dunque il
Trionfa Pintereſſe ; perché non fa penfa diſordine procede ; perché non ſi con
alla morte . lidera , che ſi debbe morire . E quindi
trionfa l'intereſſe ; perché non ſi pen
Conſideriamo , dilettiffimi Fratelli , che fa alla morte .
Oh dun ſe un penſiero fedele ne
omai è giunta la paſſione dell'intereſ.
fe fino all ' ultimo eccello . Per un vile traſportaflequeſovente nel ſepolcro; e co
iotereffe fi ſconoſcono Amici , fi fco- me già fu detto all ' avaro Epulone
noſcono Benefattori , fi ſconoſcono così ne ripeteffe all'orecchio : Stult :
Congiunti , fi ſconoſcono Figliuoli , fi hac nocte animam tuam repetent a te ; &
ſconoſcono Genitori , fi ſconoſce fin quæ parafti , cujus erunt ? Oh ſe un fe
anche Iddio : Avaritia , il conferma S. del penſiero la vicina morte tratto
Pier Grisologo ( a ) , avaritia parentes me- tratto ne rappreſentafle , e con l'Appo
gat , germanos dividit , feparat focios , ex- ftolo delle geoli ne avvertiſe : Nihil
cludit affectum ;hunc qui intra fe habuerit, intulimus in hunc Mundum , haud dubium ,
erit nullius , fuus nonerit . Non è crudel- quod nec auferre quid poffumus ! Oh co
tà , non è barbarie , non è empietà, che me nel teatro del Mondo li cambie
volentieri per l'intereſſe non ſi dimo- rebbe la ſcena ! Oh come l'intereſſe
ſtri ; e non ſono già ſoli i poveri ab- in naufea e diſprezzo fi volgerebbe !
bandonati , e le Vedove derelicte , e i Se non credete alla ragione, credete
Vecchi confinati in un cantone di caſa , lo all'evidenza , o Criſtiani . Ecco ri
ei figliuoli piangenti ne' Chioftri , e torna di Masfa già vincitore de' ſuoi
gli Amici traditi , e i talami violati nimici il Capitano Gefte ; ed il popo
che ſclamano contra un moſtro si rio . lo d'Iſraello avutanc di là dal Gior
Anche il Figliuolo di Dio sbalzato dal- dane la novella , eſce feſtoſo ad in
la Sinagoga fopra un tronco di croce , contrario . Siccome però nella comu
ed in queſto tuttor da' malvagi ricro. De allegrezza ha più parte l'unica Fi.
ciſilo , accufa qual cagione di ogni-ini. glia Seila , così fi vcíte coſtei a gala ;
quità il maledetto interelle . Or qual é ed accompagnata da un bel drappello
la funeſta cagione , che un vizio si ſpie- di Damigellc , facendo eco col ſuono
cato regni nel mondo e trionti? Appun- de'cembali allo ſquillo delle trombe
to perchè alla mortc con ſerietà non ſi gucrriere , cha la prima portali innan
riflette · Ah ! ſe i Viventi ſpeſſo alla zi al gloriofiflimo Genitore . Ma ol
tomba rivolgeflero i penſieri , ben per deluſa Donzella ! In vederla il Padre ,
tempo ſi accorgerebbero , che aſſai più fi ſquarcia pel dolore le veſtimenta ,
Y ed

(a) S. Pietr. Chryſol. ferm . de Ayar.


170
ed eſclama : ah ! Figlia mia , quanto fumator della vittima , ogni Donzella
mi hai ingannato ! c quanto hai ingan- le ha favollato di olocatilo e di mor
nato te fteffa ! Ahimè ! crcdi profon- te . Quindi ha ben capito . che fa ve.
tarmi una Figlia , e mi prefenti una ra ſtoltezza il cercar vantaggio , che
vittima ; credi incontrare un Genitore, o di buona o di mala voglia 90 pre
ed incontri un Sacerdote . Ho promeſ- fto o tardi ſi debbe abbandonare ; e
ſo al Signor degli eſerciti .in ricom- generofa non più chiede avanzi , non
benza della ottenuta vittoria di ſagii. più fi cura della terra , e di buon gra
fieargli ', chiunque dalla mia caſa mi do brama fol di ingrire .
foſſe il primo venuto incontro . E poi- - Or che altra pruova più manifeſta
ché ſei tu ftata deila ,-cader debbe deliderar poiljamo , o Criſtiani ? Brai
perciò ſul tuo capo l'infauſto deſtino: iniamo di ſempre avanzar le facoltà ,
Aperiti os meum ad Dominum , & aliud lc robbe , i poderi, gli fcrigni . Ma
facere non potero-.. Che inaſpettata no- tal avidità diſordinata appunto non ſi
vella ! che ſpettacolo di compaflione ! eſtingue; perchè non ſi riflette , che
Ah ! ſi voige la feſta in lutto c con- ſi ha a morire ; non ſi riflette , che
fuſione ; ed oltre modo ſi accuora Sei- di tutto conviene ſpogliarſi; non ſi ri
la , non perchè le increſce di morire, fiette , che il patrimonio , acquiſtato
ma perchè con la morte non può di- con ſudori e ftenti , paltar debbe i
venire più Madre feconda , e contri.“ tali Eredi, che forſe il ſapran conſu-.
buire alla generazione dell ' afpettato mare in una ſola notte , o ſopra un tavo
Salvatore . Il perchè non altro chie. liere da giuoco , o ſotto il tetto di un'em
de al Genitore che ia dilazion di due pia Erodiade , o a favor di un Sica
meſi per isfogo del fuo dolore : Hoc cario eletto miniſtro diſdegno c di
folum mihi præfta , quod deprecor ; dimitte vendetta . Penſiamci pertanto , riller
me ut duobus menfibus circuineam moito tiainci con ſerietà ; ed oſſerviaino , ſo
tes , & plangam virginitatem meam cum la ftella ingordigia dcfideri più cibo e
Sodalibus meis . E pur credcreſte ? Paila riſtoro . Ah ! rimarrem convinti , che
no appena i due meſi , e ſubito la Fi per quanto fia furioſa e violenta las
glia ritorna volontariamente al Padre : pafifone dell'interesſe , non può non
Expletifque duobus menfibus reverfa eft ad reftare disfatta e conquifa dal penfier
Patrem . Anzi , dice l' Arciv . S.Ambro- della morte . Ma coco a diſingannarci
gio (u ) , clla vi ritorna lieta è giocon- l'inferocito Eſau . Vercíte mai , come
da ; e ſpinge vie più il Genitore a ruggiſce , fmania , freme un famelico
compir l'olocauſto ', che di compir fi lione, che eilendogli ſtata furata la
affretta : Rediit ad Patrem , a voluntate preda , atterriſce con i ſuoi urli il bo- ,
fropria cunctantein impulit ; fecitque arbitra- fco c la ſelva ? Or non alorimente in
tu ſpontanes , it qiloderat impietatisfortui- viperito figuratevi Eſau : Irrigiit clamore
tun , fieret pietatis facrificiun . Or dove magno . E qual è la cauſa delle ſue fu
è gita la pallione dell'intereſſe ? il do- rie ? chi l' ha adontato ? Vi dirò . E
lore di non divenir Madre dove è ſva- gli crede , che Giacobbe con truffe
nito ? il raminarico ... Ma non vel ria gli abbia rapita la primogenitura ,
diſs’ io ? Seila vello ſpazio di duemeſi" che già egli' ſteifo anſante e ſtanco ai
non alero ha guardato che la morte ; ' vil prezzo vendette . E itimolato dall'
e perciò nulla più cura della vita . So- intereſſe , ahime! è già fuori di ſe ſtefe:
pra quei monti ogni faſſo' le ha ricor- ſo per ľira , e riſolve di ammazzare .
dato l'altare del fuo fagriticio , ogni il Fratello , ſubito che ſarà traparato
pianta le ha rammentato il rogo con- il Genitore , che l'ha benedetio : Ve- :
niert

(a) S. Ambrof. cf. lib. 3. cap . 13.


***


171
Talent hittus Patris met: & o&cidam fa. vtapche noi -predare : quello no pie
cob fratrem meum : Ma oh come ha ap . dica, che al pari di lui sloggiando da
piicato bene il rimedio al fuo gran queſta terra , nulla ne riporteremo
male ! Su via alla vendetta , o Elau . Êd alle ſue voci non è pollibile , che
Hfacco è già morto . Ora è tempo di non paventiamo , non ci ſcotiamo , e
rimetterti nel dritto uſurpato . Cava il non penſiamo di tornare diſintereſſati,
pugnale ... Ma dove è più la ſtizza religiofi , e perfetti .
di Eluu ? Ah ! il cadavere del Genito- Fino a quando perciò farem neghit
te l'ha fponta . L' Uom feroce non toſi , c ſarem cauſa , che trionfi il ma
cost defunto ha mirato il Padre , che ledetto intereſie , o Criſtiani ? Deh la
ſubito gli è ſovvenuto di dover anch ' ſicurezza della -morte ſia l'allidua
eğli correre a taldeſtino .Si è fcoffo occupazione de' noftri penſieri . E've
quindi, fi è atterrito ; ed ogni cupidi. ro , che dal ſecolo ſi ributtano tali
gia in cffolui eſtinta , non più brama penſieri , come malinconici e tetri •
avanzi, non più anela alla ſtrage , non Ma quando mai il ſecolo fu amico
chiede più ſangue : Detumuit, così un della virtù e del Vangelo ? Ah ! le
dotto Spoſitore (1) , detumuit in cinere fiam Cattolici , di tali tetre immagini
& rapacitas primogenita cupientis , & fe- dilettiamci per operare con giuſtizia e
heitas anhelântis in cædem . Oh ſpettaco- ſantità . Quanti furono nell'anno ſcor:
lo ? Oh rimembranza ! Oh cambiamen- ſo in quelto cempio , che forſe alcolta
to ! Deh venga dunque di bel nuovo rono gl’iſtelli ſentimenti ; ed ora gia,
umano cadavere , e ſcuota ogni al- trapaflati , fi pentono di non averne fatto
tro imitatore e ſeguace di 'Efau . Çok conto ? Or non può ſortire l'iſteſſo a
pallore del viſo la fragilità ' accenni noi ? Che coſa , il può inai impedire ?
delle coſe terrene , con la languidez: La giovinezza ? Ma quanti Giovani al.
za delle mani l'incoſtanza diſegni de?. pari di Atalonne abbiam , veduti mori
beni della fortuna ; con la ſchifoſa cor- re ? La robuttezza ? Ma quanti più ro
ruzione la iſtabilità della vita dimostri. bufti di Abimelecco, abbiam veduto
Si, parli anche à noi, che di Efau fie : mancare ? Ah ! che di nulla cura la mor .
guiam lc veftigia ; perchè aſcoltando- te , tutto col ſuo piede conculca , tut
lo, la fapienza ne apprendiamo , ef- to con la ſua 'falce recide ; e fol non
sendo eğli vero , quanto ſcriſſe il gran ſappiamo , quando ella ſi apprelli ad
P. S. Agoſtino ( ) : Vere i olja arida ayventarci il colpo fatale . Noi percio
audire volueris , titi joterunt prædicare preveniamola ; onde non incorriamo.
Anche noi al pari di quel pregiudica- nella diſgrazia e nel tardo pentimento
to Giovinetto tante volte per un po degli altri : preveniamola con ſempre
co d'interefle riſolviam tragedie . Ma- rifletterci; onde ſi abbatta quel vilifli.
chiniamo di frodare ne ' negozj , di ſcre- mo. fpirito d ' intcreflc , che crudeliens !
ditare con la calunnia gl' innocenti , te ne tiranneggia . S. Franceſco Bor :#
di annebbiare il mcrito de' virtuofi , d'. gia nel guardare il cadaverc d ' lla
ingannare i pupilli , d'inventare men- belia Reina deile Spagne , già tut
zogne , di operare iniquità. Ma quel to sformato e puzzolente , ben conob-:
cadavere diſlipa quel fumo orgoglioſo, be nel di lei volto cambiata la leg..
che annebbia la ragione · Quello ne giadria in iſchifezza ; ed atterritoe
predica , che quanto a lui è ſuccedu- Torpreſo , tutte conculco le ricchezze..
to , tanto debbe ancora a noi fucce. del mondo , e ſi ritirò in un Chioſtro. ,
dere : quello ne predica , che la cor- E ben ' il fimile accaderà anche a noi .
růzione, di cui egli ora è preda , do- Nel riflettere alla inortc , fi diſtrugge
Y 2

( a) Oliva in Gen. cap. 36. (b) S.P. Auguft. Conf. lib . 4. cap.4 . -
172
rà la diſordinata paflion di acquiſta- perché non ſi penſa alla morte -
re ; ed ameremo la fobrietà e la giu- Ma pure inoltriamoci col penſiero ,
ftizia. Altrimente ſarà vero , che trion- è guardiamone una forprendente evi
fa l'interefic ; perché non ſi penſa al- denza nel Regnante auguſto di Gero
la morte : e ſarà vero , che trionfi an- ſolima Salomone , o Criſtiani . Chi più
çora la vanità . Ed aſcoltate . di lui corſe mai dietro alla vanicà ?,
Egli ſteſſo confeſso di aver ottenuto ,
TERZO PUNTO : quanto di pompoſo veder potcano gli
occhi, e quanto di piacevole bramar
Trionfa la vanità ; perchè non fi penfa al- potea il cuore : Quæcumque deſiderave
la morte . runt oculi mei , non neguvi eis , nec prohi.
bui cor meum , quin omni voluptate careret .
Confideriamo" , dilettiflimi Fratelli , Che fontuoſità di ſoggiorni ! Che ma.
che il Vangelifta S. Giovanni nume- gnificenza di corteggio ! Che fatto di
rando le doti ignobili , che poſſiede gale ! Che tributi di oſſequj ! 2 pur
il Mondo , ſolamente a tre le riduce; ecco Salomone piombato nell'eſtrema
e fono , fordidezza di carne , rapa- inalinconia . Egli è interamente deſo .
cità di avarizia , e vanità di fupcrbia : lato ed afflitto , non fidafi più di dare
Quidquid in Mundo eft , concupiſcentia udienza a' Ricorrenti , e della, iftefla
carnis eft, concupifcentia oculorum , & la- vita fin anche fi annaja : Tæduit me vi
perbia vitæ . Ma chi confonde , chi cal- tæ mea . Oh maraviglia! Oh ftupore !
peſta , chi conquide con le ſue doti E donde una si inaſpettata mutazione ?
il Mondo? Certamente la morte . Que-
ſta in fatti la orribil ſua falce lulla
Appunto dal penſier della morte . Il
faggio Monarca a rifletter ſeriamen
vita degli Uomini girando , in iſchifez- tc ſi volſe alla brcvità della vita , ed
za la carne, in polvere ľavarizia , all'ultimo fataldeſtino ditutte le Crea
in umiliazione la vanità volge e ridu- ture dell'Univerſo . Ed intervandofi
de ; cd in nulla le cofe tutte avvolgen- in una meditazione sł falutare , ben li
do , tutto vince , tutto conculca , di accorſe , che tutte le coſe ,, come for."
tutto trionfa . E queſto è nulla . An- gono alla luce , cosifi guaſtano e cor
cor quello , che per le medeſima 0- rompono : Generatio adyenit , gener2
pera la morte rapporto al . Mondo , tio præterit . Ed atterrito, e ſpaventato ,
rapporto al cuore dell' Uomo ottiene deteſtò le induſtrie ſue , nelle quali fi
il penſiero della morte . In fatti riflet- occupò nel corſo del vivere : Derefta
tendo ľUomo , che l'umano frale tus fum omnem induftsiam meam , . qua lub
in putredine e ſoddiciume debba orri- fale fudiofiline laboravi . Ed ora ' fedel
bilmente riſolverfi, ogni carnal diletto mente accompagnandolo il ſuo penſier
fdegna ed abborriſcc ; riActtendo , che ſalutare , piange confuſo ed eſclama :
ogni acquiſto fuggir debbe veloce peg. oh folle me , che vado perduto die.
gio di rapidiſſimo vento , ammorza ed tro la vanità , che afHigge e tormcnta
cftingue ogni fete di oro e di argen- lo fpiritol Come ! Lamorte mi appa
to ; ed in egual maniera riflettendo recchia la tomba , ed io chieggo mae
che ſvanir debba ogni pompa , ogni Ità di ſoggiorni ?: La morte ſi appreſa.
luſſo , ogni falto , ſi umilia cosi , che a spogliarmi, ed io chieggo ſopprak:
ſol diſpreggi ed avvilimenti ama e ſo- veftirmi! La morte fi avventa a cambiar
ſpira . Quindi è , che ſe nel noſtro mi in un mucchio di vermini , ed ia .
fecolo fino all' ecceffo giunge la va chieggo far pompa e comparſa! Eco
nicà , ſenza dubbio fi ammira taldi, si dicendo , di ſmania freme contra ſe
fordine intollerabile ; perché la mor- ſteſſo , con pubblica cſemplar peniten
te volontariamente vien dimenticata : za i paſſati errori corregge , e da Re
e per conſeguenza trionfa la vanità ; gnante il più vano ſorge un Penitente
il
173
più umile , il più modefto , il più mort mi, diveriem Santi , e confefferemo ,
tificato . Or come si belli effetti non ché trionfa la vanità ; perché non ſi pen
debboo anche produrfi in effonoi alla fa alla morte . Ma chi ne darà forza
confiderazion della morte ? Ah ! pofta e coraggio per vincere le ripugnanze
la cagione , parimente l' effetto riſor- della natura , la quale ficcome abbor
ge . E quindi è , che ſe dietro corria . riſce la morte , così teme'e ſchiva di
mo alle luſinghe ed alle vanità della penſarvi ? .
terra ; egli è perché pe increſce di ri- Ah ! noftro amabiliflimo Signore
volger di tempo in tempo gli ſguardi biſogna affatto , che al grand' uopo
della mente al ſepolcro , e d'invefti-- voi roio accorriate ; perchè ſol voi
gare con ſerietà , dove finalmente an- con la voſtra fantiſſima grazia potete
dar dobbiamo a terminare .. irraggiar la mente ed incoraggiare il
Ma s' egli è cosi , o Criſtiani ; co- cuore , onde ogni timore fi fupcri e vin
me si poco ci preme l'onor noftro ça . Deh compatite dunque , e perdonate
la noſtra pace , la vita immortale ? co- le poftre pafiate debolezze , e degna
me ſoffriamo di effer si gravemente in- teci del voſtro celefte ajuto , che ci
gannati dalle paſſioni, che c' inducona avvalori e rinfranchi. La colpa , Si
ad amare la vanità ?Deh togliamci 0- gnore , ne ha chiuſi gli occhi della
mai da illuſione si pernicioła , illumi- nima, e ne ha renduti ciechi al pari
nando lo ſpirito con la fida luce del di quei Soldati , che ſpediti dal ' Re
penfier della morte . Entriam con la della Siria a catturare Eliſeoʻ, rimaſe
mente ſpeſſo ſpeſſo pe' fcpolcri ; ed at: ro ciechi ful monte di Dotain , e cie.
tentamente offerviamo , dove il fafto , chi entrarono nella Città di Samaria .
la pompa , la vanità del Mondo vada Da una parte perciò vi fupplichiamo
miſerabilmente a finire ; offerviamo , ad aprire i lumi affai ottenebrati ,
coſa fieno tanti Principi , tante Damc, fclamando con le voci medefime , on
tanti Monarchi , tanti Ceſari , che peł. de il Profeta vi pregò ad illuminar
Mondo già fecero le prime e più fa- quei meſchini , che facciocarono :
ftoſe comparſe ; oſſerviamo ridotti in Aperi , Domine, oculos eorum , ut videant.
cenere e vermini qnei Viventi orgoglio- E dall' altra parte ſoſtenete il noſtro
fi , che amaron di pompeggiare con fpirito , onde guardiamo intrepidi col
Oltramontani più prezioſi apparati. Ah! Profeta Ezecchiella qucl vaſto campo
che a tal viſta non poffiam non com- di oſſami e di ſcheletri ripiero , da
muoyerci, e non prendere in abbomi- cui la vera ſapienza fi appara . In po
nio con tutte le fue pompe il Mondo che parole . Fate , Signore , che al lu
luſinghiero e fallace : imperciocchè me della morte vediamo bene. , coſa
rayvitando di dover anche a noi ine- mai fiamo , e come dovrà {vapire la
vitabilmente fortire la ſventura ittella , figura del Mondo ; e ſottcncteci quin
che è fortita e fortirà a tutti i Viventi, di , perché non più laſciam trionfare
4.chiaro lume fcorgeremo d' ingannar- la ſcoftumatezza , l'intereſſe , e la va-.
ci e di perderci con eſſere amanti nità ; e, cafti, ſobrj , e giusti ritornan
della vanità. Ci appiglieremo quindi a do , viviamo e moriamo da veri Cri .
miglior conſiglio , ammenderemo i no- ftiani. E cosi fia ..
fri sbagli , riformereno i noſtri cofu

ME
*174
MEÐ TA ZI O NE III 1

DEL PECCATO MORT A L E

Ą RG OM" Î N 1 o ..
I! Peccato mortale e fomunamente orribile ; pero e scopre li avanza nella ſua malizia ,
E jur 1. l'amiamo, benchè fi avventi contro ilPeccatore, e gl' involi i benidello
Jpirito ; 11. l'amiamo, benché. Si avventi contra Iulio , e tenti rapirgli le
ragioni della Sovranità ; III.- ? amigno , benché ſi arrenci contra
l'Universo , egli tolga l'arinoinig e la pace .

Superbia eorum , qui te oderline, aſcendit ſemper ,


Nel Salmo LXXIII. V. 23 .
Offibile , dilettiflimi Fratelli , che è Santuario , che non ne ſoffra le pro
POnelc palloni,
abbiano in guiſa ad acciecare
che i moſtri più orri-
fanazioni ; non è contrada , che non
ne foſtenga la sfrenatezza : ed il pec
bili riputiamo fol cagnolini da vezzeg- cato trionta per ogni dove , trionfa
giare ? Ahimè ! che diſordine ! che neile cafe , e le intama ; trionfa ne
fooncerto ! che inganno ! La ſuperbia templi , e gli profana ; trionfa nelle
di coloro , che peccando odiano il piazze , c le proſtituiſce . Or è polli
ſommo Bene , traſcorre mai ſempre., bile ; che abbiamo si vergognofamen
ne mai le fue abbominazioni trattiene : te a travedere ? poflibile , che abbiam
Superbia , l'atteitò il regal Profeta ,[ 146- da accogliere un nimico si pernicioſo
perbia eorum , qui te oderunt ; aſcendit jema ed orrendo ? Ah ! Criſtiani , apriamo
per : Sortifce appena dal Peccatore ; e una volta gli occhi dell'anima a ſco
peggio della infame proſtituta Donna prire il noitro inganno , ed avvaloria
di Babilonia , deſcritta nell'Apocaliſli , ino il cuore a deteſtare un moftro il
tutto l'ordine della natura , della gra- più ſpietato , che tenta di diſturbare
zia , della gloria ſconvolge , fovverte , nulla meno della terra c del cielo .
rovina . Si leaglia contra il medelimo Meditiainone con fervore la deformi.
Delinquente ; e gli rubba ogni più ve- tà e la bruttezza per abbominarla ; e
ra bellezza , ogni più fermo decoro : conſideriamo , che il peccato mortale
fi ſcaglia contra l'Autor ſupremo del- è ſommamente orribile , perchè ſem.
le Creature; c ne roveſcia la maeſtà, prc fi avanza nella ſua malizia ; Super
et il trono : fi ſcaglia contra tutto l' bia eorum , qui te oderunt , aſcendit jem
Univerſo ; e gli rapiſce la tranquillità , per : e che noi intanto l'amiamo , ben
e la quiete . Che moſtro terribile e che ſi avventi contra il Peccatore , e
pictato ! E pur comunemente fi a. gl’involi i beni dello ſpirito · Primo
ma , comunemente ſi careggia , CO Punto . L'amiamo , benché ſi avventi
munemente ſi iicetta nel cuore , quaſi contra Iddio , c tenti rapirgli le ragioni
foile l'oggetto del maggiore diverti- della Sovranità . Secondo Punto . L'a .
mento . Quindi non è ſoggiorno, che miamo , benchè fi avventi contra l'U.
volentieri non le apra le foglie ; non niverſo , e gli tolga l'armonia e la
расс
!
1

175
pače. Terzo Punto". E poichè troppo dove quelli con beni materiali , terreni,
Ic paſſioni ci offuſcano l' intendimen- e creati ; queſti per contrario fon beni
to a non farci ravviſare la malizia del ſpirituali , beni celcfti, beni procedenti
peccato ; chiediamo perciò con fiducia dallo Spirito Santo , che giuſta la fraſe
maggiore lume e diſcernimento alla dell'Appoſtolo ne'cuori umaniſi ſpar
ſagratiſlima Vergine e noſtra Madre ge e diifonde . E pur riflettiamo . Tut:
Maria , che d'ogni macchia ancor me- te le noſtre ſollecitudini ſono per quel.
noma di colpa fu fgombra ; e con più li , e neſſuna premura è per queſti . Se
fervore ripetiamle genuflefli le fagre un ladro portaſſeſi a rubbarci i beni
Litanie : Kyrie eleifon &c. temporali ,oh quanto ſarebbe orribile !
oh quanto ſi abbominerebbe ! E poi
PRIMO PUNTO . portafi il peccato a furarci i beni fpi.
rituali ; e benché ſia più orribile , pur
Amiamo il peccato , benchè fi ayventicontra fi alberga , e fi ama . Si , amiamo il
* il Peccatore , e gl' involi i beni dello peccato , benchè fi avventi contra il
Jpirito. Peccatore , e gl’involi i beni dello
fpirito .
Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli , Ma entriamo pure a meglio ſcopri
che ſebbene diverſe forti di beni por- re una tal verità per maggiormente
fano fregiare una Creatura ragionevo- confonderci , o Criſtiani. E tu intan
Ic ; egli è ben vero nondimeno , che to additaci dolente ed afflitta la tua
i primi e più pregevoli fon quelli , ſciagura , e abbattuta Geruſalemme. E
che ravvivano , rincorano , e rallegra- dove è più il tuo antico decoro , che
no panina . Boni ſono , e non vi la ti fregiava qual Reina del Mondo ?
dubbio , beni fon quelli, che volgar- Ahime! che vegg'io ? Veggola torna
monte ſi appellano o di corpo , o di ta umiliflima ancella , ſparuta infelice.
fama , o di fortuna . E per tal ragio- mente e negletta : Egrellus eft omnis de
ne oh con qual premura ſi cercano ! cor ejus . Ecco in fatti già diſſeccato il
oh con qual travaglio fi acquiſtano ! bagno di Siloe , dove la ſanità ritro
oh con qual geloſia ſi conſervano ! vavan gl ' Inferini ; ecco miſeramente
Tanti ſudori , che grondano dalla fron- adeguato al ſuolo il tempio auguſto ,
te ; tante fatiche , che logorano le che fa opera e lavoro del pacifico Sa
forze; tante induſtrie , che mettono a lomone; ccco diſtrutte le vigne' , diſli
tortura l'intendimento ; tanti annicon- pati gli oliveti , le porte bruciate , le
fumati , tanti viaggi intraprefi , tante contrade ingombre di crbe c di ralli ,
corriſpondenze mantenute , tanti in- le torri poſſedute da' Vincitori . Oh
ventati raggiri a cofa mai rengono in rovina ! Oh defolazione ! E donde inai
dirizzati , fe non all'acquiſto ed alla le venne si fatale deſtino ? Ah ! che
conſervazione o di un novello domi violento fcoppiò dalle nubi un fulmi:
ilio , o di una preteſa gloria , o di u- ne , e la percorre , e l'atterrò . E tal
na utile ſanità ? Ma per quanto ſi ap ." fulmine fu appunto il pcccato : Pecca
prezzino tali beni, per quanto ſi bras tum peccavit. Hierufalem ; ideo inſtabilisfa
inino , per quanto ſi confervino ; non #ta eſt ! Ma queſta si orribile ſciagu
è pertanto , chc poffano paragonatli ra , che forti a Geruſalemme prevari
con quei beni di grazia e di funtità catrice, non ſottiſce ben anche all'a
che fregian lo ſpirito , è all' ordinc niina Criſtiana per ragion del peccato
ſoprannaturale avventuroſamente it folk Ob quanto ella compariſce leggiadra
levano . Tra quelli e questi v'ha tale e vezzofa al coſpetto di tutto l'empi
divario , qual pafia appunto tra il cor- rèo ! Sc quali infiniti cieli dai Creator
po e lo Spirito , tra la terra e il tic- ſi formafluro ; parcggiar nè anche po
lo, tra la Creatura e Dio . In fatti là trebbero la di lei bellezza : Si quaje ,
ſcris

.
fcrire S. Bernardino da Siena ( a ) , k : lo.non vi piego , o Criftiant , che
quafi infiniti cæli empyrei crearentur a Dio, nel comunc faccheggio del peccato ri
udhuc anima eis celſior ac nobilior remon- manga nell'anima la ſanta Fede . Ma
ret . L' adorna la veſte pompofiflina pur ficcome nell'eccidio di Abimelec
della grazia fantificante , che parteci- co rimaſe ſalvo il giovinetto Gioatano ,
pe rendendola dell'iſteſſa divina natu- ma naſcoſto , e privo di autorità e di
ra , infiem lc dona il carattere di di . impero : cosi nel ſaccheggio del pec
meftica , di Figliuola , c di Spoſa dell' cato riman ſalva la Fede , ma languida
Altiffimo , e di erede del regno di c ſpirante , e ſol baſtevolc a rammen :
Geſucriito . L'adornano , quafi fidilli- tare all'anima la gravezza dell ' incor
me ancelle deſtinate al ſuo corteggio , ſa orribiliffima fciagura . E che le può
le ſoprannaturali infuſe virtù dello Spi- giovare tal: Eede , le la radice diffec
rito Santo , che ne rendon candidi i cata della carità , più ella non vale a
penſieri, ſenſati i diſcorſi, meritorie di produrre alcun frutto di vita eterna
vita eterna le opere . L ' adornano i Ah dice il Profeta Oſea Radix eorie
! : n
raggi del divin Sole di giuſtizia, che exſiccata eft ; fructum nequaquam facient .
le illuminano la mente ; i colloquj del Ahimè! li affatichi, quanto pur voglia
Padre celeſte , che le incoraggiano il a ſeguir i dettami della Fede l'anima
cuore ; i plauli delle Angeliche Gerar fventurata ; che al grand' uopo non
chie , che la conſolano .Che bellezza ! giungerà fola . Le toglieranno il vigo
Che venuſtà ! Che magnificenza ! Ma re proporzionato le furie dell'Abbifro ,
ſopravviene ahimè ! improvvito il ful- che il peccato ba poſto in guardia del
mine del peccato , e miſerainente ? cuore ; perchè al pari della proſtituta
abbatte e l'atterra : Arlit , grida Sal- Babilonia dell'Apocaliſſi l'anima è tor
viano di Marleglia (b) , arjit flamniis nata un covile intame di Demonj e di
crimirum ſuorum . Abbattuta la grazia , ſpiriti immondi : Decidit Babylon magna,
conquite le virtù , mortificati i meriti , & fa& a eft habitatio D.:morictum , & C26
non è più l' aniına cheun puzzolente Jodia omnis ſpiritus immundi . Spinga,
cadavere , debole e fiacco , ed invol- quanto pur ſappia , al ciel la mente
to nelle tenebre e nelle ombre della il cuore a Dio , le mani a diſtribui
morte : Egreljus eft a Filia Sion omnis re ogni facoltà a ' poverclli, i piedi a
decor ejus . Oh ſaccheggio ! Oh crudel condannare le membra alle fiamme ;
tà ! Oh orrore ! E pur amiamo nimico che i ſuoi sforzi non giungeranno giam
si orribile e ſpietato . L'ammettiam vo- mai a produrre un picciol merito di
lentieri a regnare nel noſtro cuore ; vita eterna . L'afbcurerà l’Appoftolo ,
nella guiſa che i Sichimiti non dubita- che all'impreſa non baſtino le ſue for
sono di chiamare al governo del lo ze : Si diſtribuero in cibos pauperum omnes
to regno il Fuoruſcito Abimelecco . facultatesmeas, & fi tradidero corpus meum ,
Nè curiamo poi, che il pecrato ogni ita ut ardeam ; charitatem autem non habue
pregio devaſti dell'anima in un momen- 1o , nihil mihi prodeſt . Che fventura !
to ; nella guiſa che Abimelecčo diſtruf Che infelicità ! E pur ciechi amiamo il
te in un tol giorno a danni de' Sichi- peccato , che opera ſtrage cotanta ; ne
miti tutti i ranpolli del regio ſangue curiamo di ridurre l' anima a ſtato si
del valorofillino Gedeone : Venit in do- infelice , che più non vale per le me
mum patris fui , bo occidit Fratres fuos deſima nè a ſorgere dalla ſua calami
feptuaginta viros fuper lapidem unum . Che tà , nė . a tergere le ſue macchie , ne
cecità! Che follia ! a riſarcire le ſue perdite , nè a ſcuo
terc

(a) S. Bernardin. Sen. tom . 1.feriz. ( a) Salv. de Fiftit. & Plos . Dei
50. ari. 1. cap. 2. in fin . lib. 4. fub aned .
*177
tere il giogo della ſua miferabile ſchia- Mondo ci offerille il peccato , nella
vitù . Oh ſtoltezza ! Oh crudeltà ! Mi guiſa che gli offerì al fainelico Re
Sembra certamente , che rinovelliamo dentore lo Spirito di Satana; pur co
la cecità orgoglioſa de' Figliuoli d'l- ſa mai farebbero al confronto di tan
fracllo . Sapean bene coſtoro , che la ti beni celeſti , de' quali cagiona la
Idolatria gli mandava a rovina e per- perdita ? Ah ! per tutti i beni dell' U.
dizione . L'aveano ſperimentato nel di- niverſo cimentar' non dobbiamo il mi
ſerto , dove caddero trucidati nulla nor grado di grazia ; perchè come ſcri
men che ventitremila adoratori profani ve 1 Angel. Doc. S. Tommaſo ( a) :
di un Vitello ; l ' aveano ſperimentato Bonum gratiæ uniusmajus eft , quam bo
in Madian , dove gli furono involati i num naturæ totius Univerſi . E tanto più
frutti de' loro ſtenti per la preceduta perder non dobbiamo quell'anima, la
adorazione degli Dei ſtranieri; l'avea- quale giuſta la fraſe dell'Arciveſcovo
no ſperimentato in Geroſolima , dove S. Tommaſo di Villanuova (6 ) coſta
gl'Idoli d'oro , collocati da Geroboa- tutto il ſangue di Geſucriſto , che va
mo in Dan ed in Betel , cagionarono le più , che non valgono Mondi infi
orribil ſciſmi nel popolo . E pure al- nici : Vis videre pretium animæ ? Sanguis.
l'Idolatria tornarono , l' Idolatria ama- Chriſti eft. Vis videre , quam Deo grata fit?
ron ſempre; fin che i Idolatria dopo Pro ipſa mortuus eft . Pro anima conditur
di avergli più volte renduti ſchiavi Mundus; pro anima moritur. Deus . Deh
de' nimici , ne diſtruſſe le cafe , ne perciò entriamo in noi ſtefli , ed ap
ſmantelló la patria , ne annientò l'im- - plichiamci a miglior conſiglio . Cono
pero , e nc diſtrulle anche il nome ſciamo la rovina , che ne cagiona il
.

E ben cotanto ardiamo di eſeguire an- peccato ,, ed abbominiamo un moftro


cor noi . Sappiam bene , che il pcc. si crudelc ; ed a fronte delle di lui
cato ſpogli lo ſpirito di ogni fregio falfiliime offcrte riſpondiamo pure con
foprannaturale e celefte ; , ſappiam be- i generoſi Soldati dell'invitto Macca
be, che per la colpa. rimanga l' ani. beo Duce Matatia : Propitius fit nobis
ma deſolata , abbattuta , e manomeſſa .; Deus ; non eft nobis utile , relinquere legem ,
ſappiam bene , che i malvagi fieno i . & amicitiam Dei .. Anzi. a fronte dell
più ſpietati nimici di loro medeſimi : iſteſſa morte pregiamci di non condi:
Qui faciunt peccatum , hoftes funt anime fcendere alle barbare pretenſioni dell'
juæ .E nondimeno amiamo. il peccato; Infernale. Antioco ; e morendo più tar
anzi l'amiamo cos) , che per accoglier- fto , che perdere l' anima e Dio , ri.
lo non curiamo della propria diſtru . pigliam magnanimicon gli egregj Mac
zione . cabei Giovinetti :. Parati ſumus mori ma:
Or che faſcino , che delirio è mai gis , quam patrias Dei léges prævaricari .
codeſto , o Criſtiani ? Ne affaſcina for- Ed ecco che in tal guiſa non amcre:
ſc , c ne accieca la baſſa ricombenza, mo il pcccato , che li avventa contra:
che ne dà il peccato ? Ma coſa è ella il Peccatore , e gl ' invola i beni del
mai , ſe non una momentanea e brutal lo ſpirito . E poichè tanto più ſi avan
ſoddisfazione ? coſa è ella mai , ſe non za il peccato a togliere all'Altiſſimo
un branco d'orzo , o un tozzo di pa- le ragioni della Maeſtà ; poi perció
ne ? Şi , può ben lagnarſi l' Altiffimo non ci facciam ſe :lurre maggiormen
per Ezecchiello Profeta : Violabant me te dalle pallioni , che ſpingono ad at
profter pugillum hordei , & fragmen panis. marlo , c con più attenzione ſeguiamo
Ma quando anche tutti i regni del a mcditare .
Z SE

(a) S. Thom . I. 2. quaft. 113 , art. (b ) S. Thom . a Villan . Conc.Dom .


2.. ad 2 . 2. poft Epiph. n . 2.
" 178
homo Deo non fervit. Chc fuperbia ! Cho
SECONDO PUNTO . temerica ! Má pure in tal ſuperbia , in
tal temerità confifte il peccato , che a
Amiamo il peccato , benché ſi avventi con- miamo . E quindi è , che amiamo i!
tra Iddio , e tenti rapirgli le ragioni peccato , benchè ſi avventi contra ld.
della Sovranità . dio , é tenti rapirgli le ragioni della
Sovranità .
Conſideriamo , dilettiſlimi Fratelli Ma ſpieghiam meglio una tale ſtrá .
che l’Altiffimo ſia il Re de' Regi , il vaganza per inorridirci delle noſtre
Signore de' Dominanti , e l'affolutish- condotte , o Criftiani . Che pretende
mo Padrone del cielo e della terra . il peccato ? Quanto e da lui , 'nulla
Siccomć tutte le Creature all'impero men pretende di diſtruggere Iddio :
della di lui onnipotenza furon chia- Vide , a tempo S. Tommaſo di Villa
mate dal profondo ſono del nulla , е nuova (a), vide uſquequo procedat malitia
tutte al cenno della di lui immancabi- peccatoris , ut Deumexauthorare velit ; quö.
le Provvidenza vengono ogni momen- ttes peccafi, toties Deum deportere , quan
to foſtenute e conſervate : cosi ſopra tum in te erat , curaſti. Non v'ha dub.
tutto l'Univerſo ha pieno difpotico bio , che egli nė giange , nè giunger
dominio ; né v'ha fattura , che o nel- può mai a foddisfar le ſue ingiufte
le acque , o ſulle sfere , ò ſopra il pretenſioni; perché l'Altiffimo , che
ſuolo ſoggiornando, pofla eſentarſi dal efienzialmente ha ſopra tutte le coſe
ſuo ſublimiſlimo impero . Ecco pertan- neceſſaria Sovranita , loggiacer non può
to che alla voce di lui umili e pron- a cambiamento alcuno , nè ad eſſere
te ſoggettanſi le Creature , o che fien ſpogliato di quella ſovrana autorità ,
prive , o che ſien fregiate di ſenſo • che naturalınente poſſiede . Anzi per
in fatti l'ubbidiſce il mare , e non ol- quanto infolcntiſce il peccato ” , per
trepaſſa i limiti preſcritti ; l'ubbidiſce quanto gli ſi ſcagli contro a combat
la terra , c germoglia erbe e piante ; terlo , non è già, che in menoma par
l'ubbidiſcono gli aftri, e mandano le te ſinarriſca Peterna ſua pace , che
influcnze determinate ; l'ubbidiſcono i inmutabilmente ſi gode : imperciocchè
Luminari maggiori , è vibrano i loro ficcome a paffione alcuna non è ſog .
raggi a diſtinguer il giorno e la not- getto ; cosi in eſfolui verun diſpiacere
te , il meſe e l'anno ; l'ubbidiſcono .. altamente ripugna e contraſta . Ma
Ma non occorre far induzione di tutte quinci appariſce appunto l' inſolenza
le Creature ; e baſta il dire , che quan- del peccato , il qualc non ha riparo
to miriamo in queſto mondo aſpetta- di tentare un'impreſa impoffibile : e
bile , e quanto ſappiam ritrovarſi nel quanto è da lui , a' divini comandi op
Mondo inviſibile , non fa che ubbidi- ponendoſi , nulla men brama che ra
te a'comandi del Creatore . E pure pire la inamillibile Sovranità dell' Al
chi il crederebbe ? Mentre tutte le tiflimo : Vide' ujquequo procedat malitia
Crcature ſenſibili ed inſenſate la So- peccatoris , ut Deum exauthorare velit ;
vranità riconoſcono dell'univerſale Si- quoties' peccaſti , toties Deum deponere ,
gnore , e con ogni ſommiffione l'ado- quantum in te erat, curaſti . Aggiungete
rano , e la ſervono; ſolamente la più di più , dice il Mart. S. Cipriano ( );
nobile delle Creature terreſtri , che è che il peccato al Crcatore anteponen
la ragionevole , ripugna di amarla , di do la Creatura , in queſta riconoſce
ſervirla , di adorarla :Solus homo , folus ragion maggiore di amabilità e di pa
dro

( a ) S. Thorn. a Villan. Cortt. 6. de (6) S. Caypo, lib. de dupl. Martyr.


ljumpt. B. M. V.n.2 .

2
199
Gronianza ; e quindi per Nume la rico tal temerità rinovelliamo noi . Il pec
noſce e la pubblica : Quidquid homo Deo cato fi ſcaglia contra l'Altiſſimo de
anteponit , Deum fibi facit . Or che af- Regnanti con l'inſolente pretenſione di
fronto , che offeſa del Re della glo- diſtruggerlo e di annientarlo . E noi
sia ! Senza dubbio una infinita gravez- l'accogliamo nel cuore . Il peccato ma
za in tal oltraggio riconoſcer dobbia- china di ribellargli tutti i Viventi . E
mo : imperciocche , come inſegna l' noi fedelmente il cuftodiamo. Il pecca
Angel. Dot. S. Tommaſo (a) , c con to chiama lo ſdegno del divin Sovrano,
effolui Salviano di Marſeglia (1) ſe e degli Angioli , e di tutte le Creature :
P offeſa tanto più nell' atrocità fi a- E noi coſtantemente reſiſtiamo.Oh in
vanza ; quanto è più grande la Perfo . folenza ! Oh temerità .
na , che offendefi ; per conſeguente ad Ma ſe ulteriormente avanziam le
infinita atrocità ſtenderſi debbe il pec- noftre rifleſſioni a conſiderar i travagli
cato , che un Dio d ' infinita Maeſtà e le pene , che fottenne il Re della
vilipende e adonta . Oh quanto dun- gloria per abbattere il peccato ; tanto
que egli è orribile un tal moſtro ! E più ci ſcorgiamo abbominevoli, o Cri.
pure quello amiamo , a queſto drizzia- ftiani . E chi non fa , chc uſcito ap
mo gli affetti , a queſto apriam le pena a trionfare nel Mondo il pecca
ſoglie del cuore per fedelmente cuſto- to , il Padre celefte a difender lc rá.
dirlo , di queſto aſcoltiamo i conſigligioni della ſua adontata Maeſtà ſpedi
per battere l ' orme di quell'Uomo di lulla terra il ſuo medeſimo conſultan .

peccato , cui dice l' Appoftolo dover ziale Figliuolo ? Chi non fa , che dal
inſorgere e attraverſarſi contra le per- ſeno del Genitore ſpiccatofi il divino
fezioni di Dio : Adverſatur, & extollitur Unigenito , uſcì a combattere contra il
ſupra omne, quod dicitur Deus . In fatti peccato ; nè mai ceſsò dalla pugna ,
così ſottoſcrive il gran P.S. Agoſtino fin che nol debello e conquiſe ? Chi
( ) : Nulii dubium eft , Apoſtolum de An- non fa che il generoſo Salvatore ad
tichrifto iſta dixitje; quod de omnibus im ottencr la ſoſpirata vittoria > dovet
piis merito dici poteft . Ed il conferma te immergerſi in un mare di tormenti
i Ab. S. Bernardo (d ): Omnis Juperbus e di pene, c ſoftener flagelli , ſpine
extollitur jura Deum . Imitiamo per: chiodi, piaghe , obbrobrj , contume.
ciò i Cittadini di Abela . Guardate lie , croce , e morte ? Oh come reſto
che temerità ! Un Vaſſallo traditore e avvilito il fellone , e diſariato , e vin
ribelle al più manſueto Monarca , qual. to a piedi del gloriofiffimo Vincitore!
è Davidde entra a tramar congiure
> Oh come al Sovrano augufto de' ſe
dentro la Città di Abela . E gli Abe- coli eterni fu reſtituito perfettamente
lini l'accolgono . Quell'Uomo inde- il rapito onore , c la gloria vilipeſa !
gno per nome Sebaha rivoltati gli ani- Dovrebbe perciò rimanerfi con pace
mi de' popoli , e tuttavia tenta di ro. pel ſuo governoil ſommo Gerarca del
veſciare il foglio del ſuo Principe . E l' Univerſo ; e vederſi umilmente ado
gli Abelini ? E gli Abelini il cuſtodi- rato , e fedelmente, ubbidito dalle ſue
icono . Freme il Principe , freniono i medeſime Creature . E pure oh ftra
Generali, fremono i Soldati contra si vaganza ! torna a riſorgcre il peccato ,
vituperoſo attentato . E gli Abelini ? E. e torna a muover guerra più aſpra all'
gli Abelini fi rimangono intrepidi. Chę univerſale Signore ; perchè amandolo
temerità ! Che pazzia ! Ma tal pazzia , il noſtro arbitrio , gli ſomminiſtra la po
Z 2 tcn

( a) S. Thom . 3. part. qu. 1. art. (c) S. P. Auguft. lib . 29. de Civ .


2. ad 2. Dei cap . 19. n. 2 .
(b) Salvian. lib. 6. de. Provid.cap.7. (d) S.Bern . ſerm .4. Vig. Nat.Dom .
180
tenza e le armi . Aſco'to pertanto tu Benc . Si , per quanto ne poffa offerte
multuare il popolo della Sinagoga in di vantaggio il peccato , odiamlo pure ,
nanzi il palazzo del Giudice Pilato . abbominiamlo , qual ſommo de'mali ; e
Oh che rumore ! Oh che bisbiglio ! ad ogni ſiniſtro incontro ſeguiamo il
Conoſce il Preſidente Romano la in conſiglio di Acabbo . Venuto Benadad
nocenza del perſeguitato afflittiſiino do Re della Siria ad aſſediar Samaria ,
Nazareno e chiede liberarlo dalle fece intendere ad Acabbo, che ſe volca
inani de' ſuoi nimici . E che fa ? Il la pace , aveſſe tutti conſegnato i regali
preſenta loro inſiem con Barabaſſo terori, la regia famiglia , e l'argento
accompagnato ; e poiché è coſtume de e l'oro de' Cittadini . Ma a tal pro
gli Ebrei di aggraziare un reo nella poſta non eſito Acablo : e ſiccome i
follennità della Paſqua ; egli perciò cosi ſuoi Miniſtri gli conſigliarono di non
eſclama: ccco Geſucriſto , che avete condiſcendere a si ingiuſti progetti ;
dilacerato a torto ; ecco Barabballo così ubbidì pronto , ed a' Meſſaggieri
che giuſtamente avete imprigionato riſpoſe : Dicite Regi; hanc rem facere non
Qual de’ due volete libcro: Quem vul poljum . Or queſto conſiglio Teguiamo
$ is de duobus dimitti ? Ma abimé ! che ancor noi . Viene il peccato ad aſſe
fchiamazzi ! che grida ! Tumultuante diare il cuorc per prcdarlo al celeſte
riſponde il popolaccio ; fi aflolva Ba Sovrano , che né il leggitimo. Pa
raballo : Non hunc , fed Barabbam . E Geſu drone . Ma noi conoſciamo , che l' ac
criſto ? E Geſucriſto ſi crocifigga: Crucifi cordargli l'ingreffo è il maggiore di
gatur . Ma chc male ha fatto ? Crucifiga tutti i inali; perchè è offesa dell'Al
tur . Ma non è il voſtro Re ? Crucifi tiſſimo . E quindi ributtiamlo pur corag.
gatur . Ma il ſangue ſuo caderà ſul vo giofi , c rcplichiamo: Hanc rem facere
Itro capo . Non importa : Crucifigatur. non pofjum . Si, cosi riſolviamo , onde
Ma è itato il voſtro più eccelſo bene. non più abbiamo l' infame taccia di a
fattore . Non importa: Crucifigatur. Oh mare il peccato , benchè fi avventi con
popolo ingrato ! Oh popolo inſolente! tra Iddio , e tenti rapirgli le ragioni
Oh popolo ... Ma queſto popolo ſiam della Sovranità . Altrimente la sbaglie
noi , che guidati dalle pallioni , met remo ; perché avanzerà ſempre più il
tiamo col peccato a confronto il Re ſuo orgoglio il peccato : e noi amando
della gloria : -e benchè queſti ſia il no lo , perderein la quiete e la pace · In
Aro legittimo Sovrano., e quello il no fatti ſeguiamo attentamente a meditare.
ftro Tiranno ; queſti la cagion d' ogni
bene , e quello l origine d'ogni ma TERZO PUNTO .
le : quello amiam nondimeno , e queſti
odiamo ; ributtiam queſto dal cuore , e Amiomo il peocato , besichè fi avventi come
quello y'introduciamo ; vogliam quel tra l' Univerſo , e gli tolga l' armonia
lo in trionfo , e queſti in croce ; Non e la pace .
hunc , fed Barabbam . Crucifigatur . Or
può immaginarſi ingiuſtizia più eſecran Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli ,
da ? può idearfi ingratitudine più mo che il Creator ſovrano ficcome dal nul
ſtruota ? può fingerli onta più grave del la chiamò tutte le Creature ſul prin
celeſte Signore ? cipio del tempo ; così a tutto impreſſe
Ah ! Cristiani, ſe pur non interamen un natural dilio di ſcambievolmente
te abbiam perduto il ſenno , entriamo conſervarſi, onde l'armonia e la pace
in noi ſteſſi a conoſcer la gravezza de' nell'Univerſo mai ſempre riſultaile .
noſtri eccelli, e l ' ecceſſo de'noſtri di E pur cambiato noi miſerabilmente ve.
fordini; e moviamci quindi a cambiar diamo l ' ordine medeſiino della natura :
conſiglio , moviamci ad abbominare il imperciocchè nel tempo ſteſſo che veg.
peccato , moviamci ad amare il ſommo giam tutte le coſe cooperarſi con i lo
JO
to movimenti a formar la varietà e la Appena in fatti dal creato arbitrio di
bellezza del Mondo , inſieme ci accor produffe tal moſtro , che dal labbro
giamo , che tutte concorrano a render divino uſci la gran maledizione, che
infelice la vita dell'Uomo , il quale delle ogni armonia ſconvolſe : Maledića ter
ſenſibili ed inſenſate Fatture fu coſti ra in qfere tuo ,.Spinas & tribulos germi
tuito Signore . Or qual è la cauſa di nabit tibi . Quindi fiam noi da ſciagure
cambiamento si ſtrano ? Appunto il pec berſagliati : e poichè oltre modo a dl
cato , il quale ſempre ſi è avventato , noftri trionfa il peccato ; polliam dire
e ſi avventerà ſempre contra l'Uni perciò , che noi con iſpecialità dimo
vcrſo per diſturbarlo e ſconvolgerlo. riamo in una valle di lagrime · Or
Quanto perciò egli è orribile un tal mo quanto dunque è orrendo il peccato ?
fro ! Quanto abbomincvole ! quanto E pure non ſiam noi , che mentre da
detcftabile ! Ma pur noi gli aderiamo tribolazioni e da guaj ci vediam d '
ſciagurati , noi ſciocchi ne procuriamo ogn'intorno añediati , rimaniam pcg.
l'amicizia , noi coſtantemente la gio di Faraone duri e contumaci a
miamo , benchè fi avventi contra l ' U. cuftodir la colpa nel cuore ? Non ſiam
niverſo , e gli tolga l'armonia e la pa noi , che mentre le traverſie ne ſchiac
ce . ciano il capo , reſiſtiam coſtanti ad a
Eſaminiam nondimeno si funeſta vc dorare quelli idoli di abbominazione
rità per ravvederci , o Criſtiani; e tra che ci preſentano le paſſioni, ad on ;
sferiainci colà col penſiero prcffo le ta del fommo Bene & Oh vitupero !
ſpiagge Orientali dell'antica Edene , Oh cecità ! Oh delirio !
dove in delizioſo giardino ſoggiorna Deh forgiamo omai dal noſtro letara
ľ Uom primo, uſcito appena dalla de go , o Criſtiani . Perſuadiamci omai
{ tra onnipotente del ſuo Fattore . Che che momentanee diſordinate ſoddisfa
amenità ! Che delizia! Che pace ! In zioni ne tirano a doſſo calamità e mi
torno a lui il pardo , l'orſo , il lione feric ; e riſolviamo di non più oltrag .
dimeſticamentepalleggianoconla peco giare quel Dio , nelle cui mani e
rclla e l'agnello ; l' afpide , il baſili abbondanza e la penuria , la morte e
ſco, il dragone alle di lui piante inchina la vita . Il miſero Gionata veggendofi
no manſueta la teſta ; e mentre al di lui condannato a morte per un boccone
impcro ſoggettanſi volentieri gli ani di miele , da lui prima della battaglia
mali, i venti , le acque , le sfere , gli tracannato contra il divieto paterno
elementi , inſiem germogliano a ſuo non pote contenerſi dallo ſclamare :
pro falutifere erbe ne' campi , e ſapo Guftans guſtavi paullulum mellis , & ecce
roſe frutta ſenza travaglio producon morior . Or non pofljam noi poggio di
liberali le piante . Oh pace ! Oh de lui confeſſare tal verità ? Ah ! dovun
lizia ! Oh annenità ! Ma ahimé ! che que ci rivolgiamo , non vediam che
ben preſto dal ſuo invidiabil ſoggior morti , che ne ſpediſce ad anguftiarci
no da un Cherubino , armato di fiam la mano peſante di Dio (degnato; per
mante ſpada , vien fuora reſpinto il che ricettiam nel cuore la colpa , che
meſchino Adamo : e mutato per lui ſolamento nė apporto un fallo ſcarſiſ
e per gli Poſteri ſuoi ogni ordin di fimo diletto . E qual diletto fu l'odo
cole , egli piange e fofpira con la rare quella roſa marcita , chc con la
vanga ſugli omeri; a contanti di ſu moltitudine delle ſue ſpine ci cagio
dori guadagna lo ſcarſo cibo , che il nò acutiflime punture ? qual diletto fu
ſoſtiene; e da quelle ſteſſe Creature, l'aminaffare quei teſori , che rapido fi
che il riſpettavano, guardaſi infidiato, portò via il vento ? qual diletto fu e
abborrito ', ed odiato . Or donde si rigere quelli edifici , che urtaron le
improvviſa terribile mutazione di ſce pioggc ; perchè piantati full arena
na ? Non d'altronde che dal peccato . dell'iniquità ? qual diletco fu aſcende.
rea
182
IC a quelli onori , che col loro peſo I'voſtri Figli, che umiliati o confuff
aggravaron di penſieri , di apprenfio vengono a riconoſcervi lor Padre e
ni , di moleſtie , di affanni il capo ed Sovrano . Confefliamo , Signore , di
il cuore ? Si : Guſtans guſtavi paulluum aver peccato , e di eſſerci avventati
mellis , & ecce morior . Or non è dun- contra noi ſtefli ad involarci i beni
que ragioncvole , che ſubito ci ravvc- dello ſpirito , contra voi a rapirvi le
diamo ; e non aſpettiamo altro tempo , ragioni della Sovranità , contra l' U.
nel quale al pari di Gionata non più niverſo a toglierli l' armonia e la pa
ſiamo in iſtato di cvitare un male mag- ce · Ma ora conoſciamo gli operati
giore ? Ah ! che la ragione , l'interef- diſordini , e dolenti ve ne chiediama,
le , la prudenza , la Religione, Iddio ne Scuſa , compatimento , e perdo.o . Per
ſpingono a penſar bene a cali noftri , donatčci , caro Padre; c ricordatevi ,
onde in più fatale diſgrazia di quel- che tanto più ſpicca la voſtra Miſeri.
la del meſchino Gionata irriparabil. cordia , quanto è più grave il numero
mente non inciampiamo . Ravvediam- e la gravezza de' noftri falli . Perdo
ci perciò una volta , e deteftiamo quel Dateci; e diffondete ſopra i noſtri cuo
maledetto peccato , che ci profonda ri la voftra fantiflima grazia , che ci
in un mare di afflizioni e di affanni, faccia in ayyenire abbominare il pec '
e che fi avventa contra l'Univerſo , cato . Ecco noi fidati nel voſtro fan
e gli toglie l'armonia e la pacé . Ah! tiilimo ajuto , efficacemente vi promet
deteftiamolo pure ; e banditolo dal tiamo di cſfer fempre voſtri : Si pecca
noſtro cuore , riſolviamo di non più vimu , tui erimies . Accettate dunque i
ammetterlo , e gridiamo col S. Giob . Signore , le noſtre offerte ; c bene
bc : Juſtificationem meam , quam cæpi te- dicendole con la voſtra immenſa cari
nere , non deſeram , non deferam · E con- tà , fate si , che ritorniam conſolati a
fondendoci finalmento della noſtra paf- caſa , viviamo con eſlovoi , moriamo
fata ſciocchezza , umiliati e contriti nel voſtro fantiflimo bacio , e giun
cerchiamne pietà e perdono all' Al- giamo a godervi per tutti i fecoli de
timo , cui ofammo oltraggiare . fecoli in cielo . Amen i
Ah ! Signor della gloria, guardats

ML
183
ME DIT À 21ON E IV
DEL GIUDIZIO UNIVERSALE

ARGOMENTO

Dobbiam palpitare, se fram Reprobí , nel di del Giudizio univerfale , in cui divenuto il Sal
vatore noftro Giudice ineſorabile, 1. dovrà rinfacciarci la noſtra iniquità , e colmarci
di Jpavento; 11. dovrà pubblicare la noſtra reita , e colmarci di confuſione;
111. dovrà condannare la noſtra temerita , e colmarci di amarezza .
2

Exiſtimafti,
faciem iniy::
tuam ? ., Ilquodero tuifimilis;
regal Profeta nel arguam te,& ftatuam
Salmo XLIX.'V. 21. contra
E l’ Uom peccatoreſi non ha ripu- nel Mondo la pace per applaudirlo
Serena
gnanza di ribellar dal fuo me-
deſimo Creatore , e di conculcare
bambino , ora portano al Mondo la
rovina per temerlo ſupremo Giudice .
il ſangue preziofiflimo del Re della Si , da (cotimenti , da guerre , da con
gloria, per lui incarnato e crocifiſſo tagi , da morti ſarà oppreſſa la terra ,
e morto ; non dubiti egli punto , di- da tempeſte , da turbini, da ſaette ſa
Lettiſlimi Fratelli , che dare ne dovrà rà ſconvolta l'onda del mare ; da in
ſtrettiſſimo conto a quel celeſte Signo- foliti paroliſmi le virtù del ciclo fa
re , cui ardì offendere ed adonta- ranno ſconcertate e ſcommeſſe ; gli a
're . Ne aſſicura la Fede , che l'Altil- Itri fi eccliſſeranno , ſanguinoſi appari
fimo al ſuo inedeſimo gloriofiffimo U- ranno i pianeti : e dopo che nel pri
nigenito , che confuſe e debelló l'Ab- miero caos le coſe tutte ſi avvolgeran .
billo con la ſua morte , la potenza no , ecco per ogni dove il ſuorto rim
commiſe di giudicar l' Univerſo : Po- bomberà orribilmente delle Angeliche
teſtatem dedit ei judicium facere , quia Fi. trombe , che tutti i Morti richiamerà
lius hominis eft ; cioè , come ſpiegano alla vita ; perchè nella valle diGiola
gli Spoſitori (a) : omne judicium dedit fatte ſi preſentino al giudizio di Dio:
Filio , ut omnium fit Judex , qui omnium Surgite mortui , venite ad judicium . Edo
fuit Salvator . E coitui in facci nella po finalmente che colá tutti redivivi
conſumazionc de ' ſecoli ſulle nubi ſe- gli Uomini faran confinati e riſtretti;
dendo della ſua terribile Maeſtà dal ecco da celeſti Milizie circondato , &
feno del Genitore colà nella valle di Inalberando qual vincitore la croce
Gioſafatte dovrà diſcendere ad adem. comparirà a giudicare e condannare
pire la ſua incombenza a manifeſtazio- Figliuolo dell' Uomo , il quale ponen
ne della ſua gloria , ed a diſtruzione doli ſul labbro le parole di Davide
della iniquita . Preveniranno le Crea- a cadauno de ' ſuoi nimici ripeterà : non
ture la di \ ui yenuta , come altra fiata è égli vero , o ſcellerato , che mi ri
la prevennero : e ſe allora fermaron putaſti un Uomo a te ſimigliante ? Ap
pun

( a) : Com . a Lap. in Joh. 5. ex Tolet. Janſen. Maldon . aliifa.


784
punto : Exifkiinaſti , inique, quod ero tuis. di diſprezzare il mio amore ; ed io ho
fimilis. Ah ! dunque ſaprò rinfacciarti guardato , ho ſofferto , ho taciuto : Si
la ingiuſtizia , e pubblicarti la reita lui , patiens fui; hæc feciſti , & iacui . Ma
c condannarti alla giuſta pena : Ar- ora non è più tempo di pietà , e tem
guam te , & ftatuam contra faciem tuam . po ſol di vendetta ; Non parcet oculus
Or che terrore ! Ah ! rammentiamlo meus , neque miferebitur . Qual terrore
queſt'oggi per palpitarne , o Criſtiani. perciò dovrà ingomberarci lo ſpirito ?
É che ? Se fiam Reprobi , il divin Giu- Ah ! che il divin Giudice dovrà rin
dice dovrà rinfacciarci la noſtra ini. facciarci la noſtra iniquità , e colmar
quità , e colmarci di ſpavento . Primo ci di ſpavento .
Punto ... Dovrà pubblicare la noſtra rei. Ma pure la triſta ſcena rappreſen
tà , ecolinarci di confufione . Secon- tiamci , o Criſtiani. Ecco già volge l'
do Punto . Dovrà condannare la noſtra irato Figliuol di Dio contra i Preſciti
temerita , e colmarci di amarezza . Ter- quei torbidi ſguardi, ondc ſcuote i car
zo Punto . Entriamo dunque col pen. dini del Mondo ; ed incomincia il ſuo
ficro nella valle di Gioſafatte . Ma pri giudizio , nella guiſa che il termino il
ma compariamo innanzi il foglio del. Giudice irriprenſibile Samuello . Guar
la noſtrai clemcntiffima Madre Maria ; date che frequenza di popolo nel pub
e fupplicandola ad aſſiſterci ed illumi. lima
blico foro di Geroſo ! Son là con
narci, ripetiamle divotamente le fagre gregate le dodici Tribù d' Iſraello , al
Litanie : Kyrie eleiſon &c. le quali a nome del Signor degli eſer
citi il buon Profeta l'eletto richieſto
PRIMO PUNTO . Monarca già pubblica e paleſa . Ecco
cgli dice , ecco in Saulle il Regnan
B divin Giudice dovrà rinfacciarci la noſtra te, che avete dimandato ; ed egli già
iniquità , e colmarci di Jjavento .. ſuccede al mio governo , che già fi
niſce . Ma qual fu il mio delitto , per
Confideriamo , dilettiflimi Fratelli cui mi ripudiafte ? Parlate innanzi all'
eheil Signore medefimo , il quale ci Altiffimo , ed innanzi al fuofedel Mia
ha creati e redenti , ficcome di liber. niſtro , che vi reggcrà . Ho preſo mai
td ne ha fregiati , cosi guarda attenta- nulla del voſtro armento ? Ho mai nell
mente , in queſta vita mortalc le noſtre onore pregiudicato alcuno ? Ho mai
azioni per guiderdonarlc , ſe buone , comme le frodi ? Ha mai oppreffa la
e per riprenderle c .gaftigarle , ſe cat- ragione ? Ho mai pretefi regali ? Sa
tivc . Si ,, egli vien tuttora in queſto via parlate , accuſatemi; che ſon pron
Mondo adontato con tanti e si varj to a compenſare ogni danno . Ma a.
affronti , che non poſſono immaginar- quefte voci da lui innocenza tutti con
fi ; e pondimena gli ſoffre , e tace , e cordemente contciano : Nos es calunio
ſempre afcolta, le mediazioni della di- niatus nos , neque opprelfifti , neque ruliſti
vina Miſericordia , che lo ſpinge a de manu alicujus quippiam . E pur non è
compatirci. Ma verrà il giorno fatale payo Samuello . Vuol, che in teftimo
dell'univerſal ſindicato , nel quale non nio della verità chiamino Iddio , ed
più dalla. Miſericordia , ma dalla ſota il novello Regnante . E tutti gliel con
Giuſtizia ſarà regolato . l' ineſorabil.Si., cedon d'accordo : Dixerunt; teſtis. U:
gnorc.; e allora a cadauno de' Delin . diſte ? Cosi terminò il giudizio di San
quenti ridfacccià l'amata iniquità , e muello , e così incomincia il giudizio
griderà con Davide : aveſte, ardire, in- di Geſucriſto . Al ſuo coſpetto è gid
dogno , di conculcare la mia fantiſſima congregata una turba iininenſa di Pec
legge , di deridere il mio ſagrofanto catori , che ribaldi ſdegnarono il di
Vangelo , di profanare i miei Sagra- lui dolciflimo governo , e fi eleſſero
menti, di vilipendere le mie grazie , di ſervire. ilRegnator dello tenebre
Ma

185
Ma appena gli guarda il Re della glo- ſolvere , fe tanto più ne sbalordirà il
ria , che ſubito così prende a favella- divin Giudice , che ancor proſiegue il
re : parlate , o protervi; ed al coſpeto fuo giudizio ? Oh funeftinama ſcena !
to de Cittadini dell'empireo narrate , Già l'adontato Signore vibrando dagli
qual torto vi feci ,per cui ardiſte po- occhi un fiume di fuoco diſlipatore ,
fpormi ad un capriccio . Forſe non vi laſcerà Samuello lagnarſi con gli Abi
[colli per non farvi piombare nel pre- tatori di Sion , e li volgerà a ſeguir
cipizio ? Forſe non vi ho arricchito Samuello , che ſgrida un Monarca di
di grazic e di Sagramenti ? Forſe non fubbidiente , qual è Saulle . Contra il
vi diedi le ſteſſe mie carni , l'iſteſſo divin divieto ardiſce queſto Principe
mio fangue in cibo ed in bevanda ? di predare , c naſconderſi il più pre
Forſe non mi rendetti Avvocato pe- ziolo degli Amaleciti disfatti : Pepercit
renne preſſo il celeſte Padre a voſtro Saul optimis gregibus ovium , & armento
vantaggio ? Ma voi , ribaldi , calpeſta- rum , & univerſis , quæ pulchra erant . Ma
ſte ajuti , calpeſtafte grazie , calpeſta- ecco il zelante Profeta a convenirlo .
ſte Sagramenti , calpeftaſte fin anche E come , egli grida , come vi dipor
le mie carni , il mio ſangue , la mia ate , o Sire ? Così dunque fi eficguo
mediazione . Su via dunque parlate .. no i comandi del Re de' Regi ? Cosi
Ma ahimè ! che tardi conoſcono la lo- ſi ubbidiſce a quel Dio , che vi ſolle
ro ingiuſtizia quegl' infelici ; ed appe- vò al regno , ed onorò le voſtre ar
na tra le labbra confeſſano palpitanti , mi di ſegnalate victorie ? Ed oh co
non ſolo di non aver ricevuto alcun me palpitante a tali voci rimane Saul
danno dal Salvatore , ma anzi di aver- le ! Non fa il meſchino , dove rivol
ne ottenuto ogni bene ; ed il teſtifica- gerfi; e nella confugione de' penſieri ;
no alla preſenza della congregazion riſolve appigliarſi ad una menzogna ;
gloriofa degli Angioli e de' Santi, che e riſponde di aver eſeguiti gli ordini
un tempo vilipcſero e ſcandalezzaro- divini : Implevi verbum Domini . Ma ecco,
no . Piangon quindi , ma ſenza prò : indegno , gli ripiglia più corucciato il
ed oppretti da orribil timore , maledi- Profeta , ecco il corpo deldelitto ti di
* cono altamente il lor deſtino , maledi- chiara falſario. E qui aſcoltando il bclar
cono il giorno del naſcimento , male . delle rubbate pecore , alterato ſoggiun
dicono ... Ahimè ! che gioverà loro la ge; qual voce io odo di ſerbatc gregge,
diſperazione , già tornata loro indiviſi- e di arinenti predati : Que eſt vox gre
bil compagna ? Che gioverà a noi , ſe gum , quæ refonat in auribus meis, & ar
pur nel numero de' Riprovati in quel mentorum , quam audio ? E cosi diccndo,
giorno fatale per diſgrazia ci ritrovia- lo ſgrida, il corregge , c la pena del
mo ? Oh irriparabil deſtino ! Allora la privazione del regno gl'intiina : Ab
allora carichi di ſpavento , ſapremo jecit te Dominus, ne jis Rec . Ok miſe
bene , che ſignifichi il ſoſtenere la vi- ri di noi , ſe nel giorno eſtreino avrem
fta del divin Salvatore , il quale non la diſgrazia di effer nel numero de '
più pacifico meglio di Samucllo , ma Riprovati ! Ahimè! quanto più orribi
Idegnato anzi e terribile , non più le di Saullc ſarà il noſtro ſcotimento !
inanderá belati di Agnello , ma ruggi- A noſtro ſterminio aprirà il labbro co
ti di ſpaventevol lione; non più apri- · lui , che apri un tempo le labbra de'
rå manſueto il l'abbro a confortar pu- . ſuoi Profeti , e tutta la ſerie ne rin.
fillanimi, ma caverà quella voce , che facceràdi quei misfatti atroci , con i
ſpinſe al ſuolo l' ardita Sbirraglia ſul quali ribellarci ofammo dal di lui ir
Geflemani, e indeboliſce i forti di E- riprenſibile dolciſſimo governo . Cro
domme e di Moabbo . devate , o malvagi , animé ! ſento già
Cora mai perciò dovrem riſolvere in rimbombarini all'orecchio i ſuoi rim
tal circoſtanza , o Criſtiani? Ah !che rio proveri , credcvate , o malvagi , che
Aa nog
186
non ini foſſer notc le voſtre trácotan . innanzit oui riſplende la giuſtizia ,
ze ? Ma io ho'veduto bene le voſtre la fapienza , la ſantità, onde brucia i
follie , c non ho biſogno né di teſti- ſuoi nimici ? Quali ſaranno i nostri
monj , nè di procelli per fincerarme. palpiti, quali le agonie , quali i ſudo
'ne · Avelte ardire di opporvi nulla ii, quali le morti nel giorno eſtremo ,
men che all'Altillimo de Dominanti : nel quale ſoſtener tlovreno ſequita
Dereliquiſtis legem Doinini altiſſimi . Inde- del buon Paſtore , ebe tornato Giudi
gni! 'Era codefta •la ubbidienza , che
dovevate,a'chi vi avcả creato é man-
ce ſupremo , non più di luogo alla !
pietà , ma alla vendetta ; e come fa
tenuto ? Era co teſta la fedeltà , che vella il gran.P. S. Agoſtino (a) , non
giuraſte nel batteſimo al voſtro Salva. Spiù è ingiuſtamente accufato e condan
tore ? Così parlerà il divin Giudice · nato , ma giuſtamente accuſa e condan
E noi che riſponderemo per diſcol. na : Sedert Judex jgui fecit ifrob Judice ;
parci ? Forſc al pari di Saulle direm damnabit veros * reos , qui falfo factus eſt
di aver adempito a 'doveri di un Cri. Teu ? Ah ! Criftiani,penfiamci benea
Itiano con avere ſtrapazzatamente " a- deflo , che è tempo ; onde - in quel
" ſcoltata una Meffa 'nel di feſtivo , 'o giorno di całanità e di miterie evicia
* con aver ' ſenza divozione recitato co- mo si funefta diſgrazia . Proceriamo a .
“ tidianamente un Rofario : Implevimus “ ra quella colpa abbominare , che di
verbům . Donini? Ma'óh come ripiglie- és terribile ſventura è foła cagione .
rå ſdegnáco il celcfte Samuello ! Si eh? E quando mai o le paffioni proprie ,
Ma quali 'voci'io'afcolto , ' che'mi fe- o le fuggeſtioni dell'interno infidiaco
riſcono il cuore: Que eft* vox , 'que 're- reine urtano a .peccare ,'imitiamo pu
Jonat ' in auribtis meis" ? Ah ! ecco una * re il coraggio del catto Giovane Giu
turba di ' Operaj , frodati di'mercede ; " feppe , che alle tentazioni non cedet
di poverelli , ributtati con rabbia ; di te mai della Donna infaine -di - Puti
moichini , oppreffi- dalle prepotenze : farre ; e con eſfolui' riſpondiain inagna
4

ccco uno faolo 'di pupilli ingannati nimi : come mai dar, pofliano in tale
di Vedove tradite , di Clienti deluſi eccello ; come oltraggiare il - Attro
di Avventori frodati , di Verginelle Dio , che ne debbe giudicare : Qua
manomeſſe . Non 'udite , come pian- mudo porjam hoc malum facere, & perca
* ģendo e fofpirando' accuſan fa " voſtra tre in Deum meum ? Si , così riſolviamo;
proçervia , la voſtra rapacità , i voſtri altrimente nel giorno eſtremo dell' u.
ſcandali ? Oh maledciti , che avete ' piverſale giudizio dovrem palpitarc al
demeritata la divina benevolenza! Si, ha preſenza del noſtromedctimo. Sal
vi abbandona oinai' il voſtro Dio : Ab- ' vacore ; il quale divenuto Giudice ine
jecit , abjecit' vos Dominus. forabile , dovrà rinfacciarci la noftra
Or quale a tali rimproveri ' debbe ' iniquità , e colmarci di ſpavento . E
ſvegliarſi nel noſtro cuore tema e fpa- che forſe ſol quefta farà la noſtra pe
vento ? 'Treina, fuda , palpita , agoniz " na ? Ah ! quanto dovrà avanzarfi- ilcor
za' un reo meſchino 'nel ricevere " le " doglio e l'ambaſcia !
bravate di un Giudice 'terreno . E'pu
re non è queſti che un puro Uomo SECONDO PUNTO .
Toggetto alle medefime pallioni ed agli
" iftetG inganni
plum , epe
fovente
vole del medeli in divini Giudice dovrà pubblicare la noftra
mo reo .. Che reità e colmarci di confufione .
farà dunque di noi nel vederci fgrida
* ti e corretti da un Giudice divino , Confideriamo dilettilimi Fratelli ,che
il

( a) ' S. P. Auguſt. ferm . 35. de Verb. ' Apoft.


187
# più fenfibil gaſtigo , cho poffa mai colà nel libro de' Numeri il Signor
un Uomo anguftiare , ſia appunto la degli cſerciti preferifle . Ed eccola
pubblicazione de ' ſuoi falli ; perchè Quando di violato talamo ſoſpettavaſi
queſta intaccandola nell'onore lo rea una Donna , condurla al Sacerdo
fvergogna , ed il confonde : Tunc homo, te il Conforte dovea ; e preſentata ap
così l ' Arciv . S. Tommaſo di Villa- pena al di lui coſpetto , attenderne la
nuova ( ) , tunc homo, maxime ut home divina comandata cerimonia , Il Sacer
punitur , quando pro delictis fuis publice dote intanto genuflefla veggendola a'
confunditus . Apzi dice il P. S. Baſilio piedi ſuoi , prima il fagrificio offerir
(1) , che tal pena fupera il tormento dovea per clla , e poi cosi ripeterle :
steſſo del fuoco per la ſua attività di Donna , fe innocente pur rei , danneg.
affligger lo ſpirito : Longe korrendior , giare non ti potranno giammai lc ac
quain ignis , erit ille pudor. E pur non que amariffime , che bever dovrai
meno di tal fupplicio doyran foftene. Ma ſe pur ſei rea , deb il fianco ti s
re i Reprobi nel giorno ultimo de' imputridiſca , ed il gravido tuo ſeng
giorni . Non pago il divin Giudice di fi franga, bevendo le inaledette acque.
aver loro rinfacciata la commeſſa ini: E cosi dicendo , qucfte malcdizioni in
quità , fi avanza a ſcoprirla a tutti gli un libro ſcriver dovea , e poi con le
Angioli ed a tutti i Predeftinati , on- maledette acque cancellarle . E queſte
de gli aſſorbifca il roſſore e la confu- finalmente alla Donna porgendo , do
fione . E che fa ? Riflette con iſpecia- vea ſclamare: Ingrediantur aquæ maledi
lità ſul cuore de' Preſciti il lume del Te in ventrem tuum , & utero tumefcente
volto fuo ; ed a quel lume ogni rea- putrefcat femur. Ed oh il maraviglioſo
to comparirà , che prima nell' ombre effetto ! Se innocente di tal delitto e
giacea : Illuminabit abfcondita tenebrarum , ra la Donna , neffun pocumento dalla
manifeftabit confilia cordium . Quindi bevanda percepiva: Sipolluia non fue
è , che ficcome all'apparire del Sole rit, erit innoxia , & faciet liberos . E fe
a milioni fi veggon girare gli uomi, per contrario occultamente rca era
che prima non offervavani: così allo la Donna , le fi gonfiaya il yentre , ed
fplendore del divin Sole di giuſtizia in iſchifoſa putredine il fianco fi con
tutti i più occulti falli a viſta di tutti vertiva : Pertranhbunt eam aque maledi.
fi foopriranno: Velis nolis , a cadauno & ionis ; inflato ventre , computrefcet fe
de' Peccatori l'aſſicura S. Tommaſo di mur . Queſta la legge dell ' Altiffimo ;
Villanuova (c) , cor tuum , & cogita- e quofta nell'ultimo giorno dell' uni
riones cordis, quas occultas Deo fudici vin- verfal ſindicato dovrà adempire il Giu
dicatori patent , Angelis , & Moto dice e Sacerdote eterno a danno
patebant. Orquale debbe eſſere la no- confuſione de' Riprovati · La loro a.
ftra confuſione , fe l'infelicità abbia- troce reità fin ora è ſtata fol nota al
mo di eller Reprobi ? Ahime ! dovrem Re della gloria , e cclata a'di lui Var
palpitare ; perché il divin Giudice do- falli · Ma ora a tutti la vuol pubbli
vrà pubblicare la noſtra reità , e col- cata il divin Giudice . Porge perciò a
marci di confuſione . ciaſcheduno di loro le acque amarillo- -
Ma pure riflcttiamci con accuratez- me dell'ira fua , e grida : Ingrediantur
za maggiore , o Criſtiani : e perché re- aqua maledi tæ in ventrem tuum , & utero
ftiam meglio illuminati , ricordiamci tumefcente putrefcat femur . Ed ecco , or
della legge , che ad eſiliar la geloſia vibil deftino! fi aprirà in un momento
Aa 2 it

(a) S.Thom . a Villan. Conc. 2. Dom . ( c) S. Thom . a Villan. Conc . Dom .


I. Adv. 3. poſt. Pent. n. 4
( b ) S. Bafil. Orat. 3. & in pf. 38 .
188
il cuore ; e cambiato in rozžo marciu- qui ragunata ! Oh che bisbiglio ! ON
me di colpe fuccide , manifeſtare do- che tumulto ! Ne dimando perciò la
vrà a tutto il Mondo la ſua ſtoriache- cagione ; ed oh che aſcolto ! Sono ſta
voł bruttezza : Pertranfibunt aquæ male- te rubatc alcune ſpoglie di Gerico el
diftionis ; & infiato ventre, computrefcet fe- pugnata contra il divieto dell'Altillimo:
mur . Ed oh che ſpettacolo ! La co- e ficcome ignoravaſi il ladro ; così nel
ſcienza de' rei con verità apriraili: 1 ja , l'urna fi ſon poſti i nomi delle Tri
tuona S. Tommaſo da Villanuova ), bù , e la ſorte è caduta ſulla Tribù
ipfa cujufcumque confcientia reatus Jui teſti. più nobile di Giuda . Quindi ſuccclli
monium poln om ribus exhibebit . Non vamente poſtiſi nell'urna i nomi del
apparirà più magnificenza il luſſo , fa- le Famiglie di Giuda , è ſtata aſſorti.
gacità l'inganno , gentilezza l'impuri- ta quella di Zare ; poſtiſi i nomi delle
tà , grandezza la tirannia . Compariran- Cafe di Zare , è venuta fuora la Ca
no gli amori voſtri inonefti , o Don- fa di Zabdi ; e poſtiſi finalmente i no
zellc ; le foſpette voſtre pratiche , o mi delle Perſone della Caſa di Zabdi,
Giovani ; i voſtri occulti tradimenti , è uſcito il nome di Acano , Uomo per
o Cortigiani , le voſtre palliatc fro- altro di provatiffima integrità , nella
di , o Negozianti . Si ſvelerà la co- guiſa che d'integrità provatiflima per
mune ipocrifia ; e ben fi ſcoprirà , chi lo ſpazio di trecento anni è ſtata ſem
fa ſagritego ne' Sagramenti , chi Ido- pre riputata la ſua Caſa , la ſua Fami
Jatra ne' templi , chi adulatore nelle glia , e la ſua Tribù : Invenit Acan , for
reggie , chi Ateo fra' Criſtiani . Si , lium Charmi, filii Zabdi , filii Zare , de
ipja cujuſcumque conſcientiareatus fui te- Tribu Juda . Nè han fallato le ſorti :
ftimonium palam omnibus exhibebit Dite imperciocchè dalla ſua Caſa è ſtato già
perciò , o Spiriti dilicati , che cimen- recato nel campo il corpo del delitto ;
tate volentieri la vita per un punto di l'argento , l'oro , e la porpora, che
onorc e di ſtima , dite omai ; qual deb- ha rubbato . Ed ob ſventurato ! Tutte
be effere in tale incontro la voſtra ver- addoſſo gli ſi ſono ſcagliate lc genti ,
gogna, qual il voſtro roſſore , qual la vo- ed il caricano di beffe , d'improperi ,
ftra confuſione ? Ditelo , o voi , che vi di villanie , di contumelie . Chi il ſe
gittate in mille pericoli ; perchè ri- gna a dito , chi il maledice , chi gli
mangano occulte le voſtre debolezze . avventa ſaſli , chi gli appreſta fuoco :
Ditelo ... Ma ahimè ! che direm noi , Lapidavitque eum omnis populus, & cun
ſe avviene , che in tal circoſtanza si &a , que illius erant , igne confumpta funt .
funeſta ci ritroviamo ? Se altiffima effer Or non è queſto , quel che ſortirà a'
dovea la confuſione di una Donna , la Preſciti ? Ah ! dalla valle di Acorre tor.
quale con le maledizioni del Sacerdote na il penſiero nella valle di Gioſafat
ſcoprivaſi infedele a tutto Iſraello ; qual te , e veggo il ſimigliante ſpettacolo .
confuſione ſarebbe di noi , de'qualial Si ſono ſvelati rei quelli Uomini , che
coſpetto di tutti gli Angioli e di tut- erano illuſtri per fama, per ſangue ,
ti i Figliuoli di Adamo alle maledizio- per cariche , per dignità e ſono ine
ni del divin Giudice fiſvelerebbe l' ſcuſabili ; perché nelle loro aperte co
infedeltà ed il reato ? ſcienze îi è trovato il corpo del delit
Ma che diranno a tale ſcoprimento to . Ed ecco contra loro ſi ſcaglia la
gli Angioli , ed i Beati ? Ah ! Criſtiani, moltitudine glorioſa de' Cittadini ccle
dalla valle di Gioſafatte già mi ſento fti . Gli rimprovera la Reina dell' Au
rapir dal penfiero nell' altra valle di ſtro ; perché la fapienza non aſcolta
Acorre . Oh che turba di popolo è rono del più ſaggio divin Salomone ;
gli

(a) S. Thom . a Villan . Conc.2 . Dom . 1 . Ady,


189
gli rimproverano i Niniviti penitenti , ne confeguiremo ? Ahimě ! non ſarà
perché non ſi pentirono alla predica più tempo di rimediare a sì deplora. “
zione di un Profeta infinitamente mag- bile ſciagura , e di appagare i defide
giore di Giona ; gli rimproverano, i rj noſtri : Tempus non erit amplius ; deſi
popoli di Tiro e di Sidone perchè derium peccatorum peribit. Deh perciò
non fepper commuoverſi agli ſtupendi penſiamo ora, che è tempo , di evita
prodigi del Redentore . E che forſe re il gran danno · Riſolviam di pale ,
troveran più maniera di fcanfare la ſare noi inedeſimi al Miniſtro del San .
comune indignazione de' Giuſti ? Mai- tuario i noſtri eccelli , e gridare con
no certamente : imperciocche , come Davide : Deli&tum meum cognitum tibi fe
ne avverte S. Tommaſo da Villanuo- ci , & injuſiitiam meam non abſcondi . Con
va (a) , non è più tempo , nè luogo di lagrime indi e con ſoſpiri imploriam
fupplicare; non più fi troverà Media- ne dalla divina Miſericordia indulgen
tore alcuno : Non ibi precandi locus > za e perdono . E deteſtandogli final
nullus vobis intercefTor exiftet . La ſteſſa mente per l'avvenire , in ogni incon
Madre delle miſericordie Maria non tro ſeguiamo l' intrepidezza del gene
più fi brigherà de' conoſciuti ribelli roſo Vecchio e Veſcovo di Smirna S.
del divin Toglio ; non più gli Angioli Policarpo , il quale urtato dall'cmpio
Caſtodi fi cureranno di coloro , che Proconſolo ad abbandonar la Fede det
gli aſcoltaron meno de' Demonj ; non Salvatore : e qual male , riſpoſe , qual
più gli Amici riconoſceranno inimici male mi ha recato il mio Dio , cui
della croce e del Vangelo ; non più ho ſervito per nove luftri, che debba
finalmente i Genitori riguarderanno i tradirlo ? come poſſo oltraggiare quel
Figliuoli , che vilipeſero il Padre ce- Dio , che mi creò ; e fino a queſt' o
leite : Non beata Virgo , non Angelus sa mi ha ſerbato ſalvo ? Ah ! no : 0.
non Amicus, non etiam qui te genuitPater &toginta fex annos illi jam infervivi , & nul
propitiabitur pereunti . Anzi al Gindice lo me ha&terus affecit incomodo ; quomodo ;.
rivolti , grideranno tutti d ' accordo i gitur Regem meum , qui me ad hoc nofque
Predeſtinati : Vindica , Domine , Jangui- tempus Jervavit incolumem , contumelioſis
nem San &torum tuorum , qui effufus ejt . verbis poljum afficere ? Si , queſta intrepi
Vendicate , Signore , i graviffimi tor- dezza leguiamo , onde evitiam la fini
ti a noi da coſtoro recati . Ci perſe- fra de' Reprobi nel giorno del finale
guitarono , ci malmenarono , ci ' deri- giudizio . E perché la ſeguiamo , ri
fero , ci fecero berſaglio de loro ca- cordiamci ſempre , che il divin Giudi
pricci , e ſcopo delle loro furie . Dun ce dovrà pubblicare la noſtra reità, e
quc vendicateci : Vindica ſanguinem San- colmarci di confuſione . E quì ficco .
&torum tuorum , qui effufus eft . Or che ide il divin Giudice terminerà il ſuo
bateicuore , che confuſione in quei di- giudizio con la condanna per riempir
fgraziati ! ci di amarezza ; così proſeguiamo la
Ah ! Criſtiani , pofliam bene immagi- noſtra Meditazione .
nare la lor vergogna , e quindi idear
ci il noſtro diſpeito , ſe pur la noſtra TERZO PUNTO .
oftinazione ci porti a si fatale deſti
no . Lo ſo , che ci afforbirà abime ! Il divin Giudice dovrà condannare la noſtra
la diſperazione; lo ſo , che bramerem temerito , e colmarci di amarezza .
naſconderci tra le più cupe ſpelonche;
lo ſo , che invitercmo le colline ad Conſideriamo , dilcttiffimi Fratelli >
opprimerci; lo ſo , che ſoſpirereino a che la maggior pena , la quale poſla
diſtruggerci la ſtella morte · Ma che mai affliggere una Creatura ragionevo
le,
(a) S.Thom . a Villan. Conc.2 . Dom .1. Ady. n.4 .
190
Ne , è appunto la privazione del rom re , na vola arizi con tre lance impu
mo Bene ; perchè queſti è di lei pro gnate per trapallargli il cuore . Gå il
prio paturale oggetto , e ſolo può con colpo avventa ... Ah ! che fai ? appe
la ſua preſenza felicitarlo , e con la na il guarda Allalonne , ed eſclama ;
fua afſenza renderlo miſerabile ed in che fai, Amico ? Fratello , che fai ?
felice. E pur cucita pena si orribile Mi amaſti ſempre , e Mediator di pa .
vien data dal giuſto divin Giudice a ce preſo di mio Padre più volte mi
miſeri Riprovati , ben giuſto eſſendo , fofti. Como dunque ora ... Ah ! fre :
che privi rimangano del fornmo Bene me vie più à tali voci Gioabbo : e st,
coloro , chc temerariamente ſe ne ribel fipiglia , mi ricordo si le ingratitudi
farono . E poichè ancor queſti proter ni e gl'infulti , onde compenſafti la
vi ſi ribellarono dal fommo Bene per mia ainorevolezza · Muori , fellone
dilettarſi nelle Creature ; ecco percið fratricida , incendiario , adultero , in
che l'eterno Giudice alla pena della ceſtuoſo , ciranno ; muori per queſta
privazione di Dio la pena ben ancha mano , che tante volte ti difeſe , e falo
accoppia di un fuoco ineftinguibile : vo . E cosi dicendo , le lance avven
Partite , cgli dira in fatti ; mentre l' ta , e gli trapaſſa il cuore : Tulit tres !
applaudiranno gli Eletti, partite dalla lartceas in manu fua , & infixit eas in cor
mia preſenza , o malcdétti ribelli ; & de Abfalom . Oh Principe (ventarato !
andato à coninare nel fuoco feinpiter Egli è già inorto ; ed acerbiflima gli e
no , che non per voi ; ma ſolo per gli riuſcita la morte , si perchè precedu
Spiriti ribelli crafi préparató : Difcedi ta dá afpri rimproveri , e si perchè
te a ře , maledicti , in ignem ætermem tagionata da quella mano , che prima
qui paratus eſt Diabolo Es Angelis ejrts - fu propizia ed amica : Oui , conchiude
Or che abbiſo ſarà codeſto di ama il Grifoftomo , qui Patrem ei reconcilia
rezza immenſa ? Ah ! $i ; che il divin vit , is ipfum interfecit, propemodum iftans
Giudice dovrà condannare la noſtra te vehemens dicctefior . Ma éčcó una imper
merità , e colmarci di ainarezza . fettiffima immagine , o Reprobi , di
Má s'cgli è così ; figuriamci ſcena quel che vi accaderà nel giorno fata
sl terribile ; o Criſtiani ; e per riuſcir le dell'univerſale giudizio . In un ab
bene nell'intento prendiain luine dal biflo di confufione giacercte fofperi
ribelle Analonne , che muore . Ecco nella valle di Gioſafatte , da Demonj
egli fugge l'cſercito vittorioſo , che l' circondati e riſtretti . Quando vi fiap
inliegue. Ma ahimè! che fuggendo per prefferà , non un empio Gioabbo , ma
folta felvá , i lunglii e fparti capelli quel medeſimo divin Figliuolo , che
in un ramoſo braccio di quercia s' in col fangue fuo al Padre celeſte ſdegna
trigan cosl , che di fella alzandolo , to vi riconcilio mille volte ; e queſti
il tengon pendente é Tolpefo Ed oh à darvi morte atrocillina ecuet durata
coine , grida il P. S. Glangriſoſtomo iram in lancean . Mi ricordo , dirà fde
(a) , oh come a propolito ! Non in gnato, mi ricordo le fellonic , onde
contra egli ſubito il ſuo fatal deſtino ; riincritaſte la inia dilezione . Perfidi !
perchè ful patiboto guafi roroefo , veg Non baſtava di avernii abbandonato
ga prima di morire la cagion della famelico , fitibondo , nudo , infermo ,
ſua moite , chi glicia reca :Non ftr imprigionato . Volette Atrapazzarini con
tim de medio fublatis , fed tamquadim ir ju le contumelie più feroci , con le per.
dicio prius Jujperfus . Ma già l'Ucciſo coffe più barbare', con le croci più
re fi apprefla . Egli è il Cugino Cio ſpietate . Dunque morite, felloni, em
abbio , che già nun camina , non cor pj , fagrileghi ; ' e morite in eterno ,
fen

( a) 5.7oh. Chr . in Pfalm . 7. n.14 .


1
1

191
ſenza ſperanza di flere più ravvivati cufatus fan , jufto Dei judicio judicatus
dalla viſione delvoſtro Dio : Diſcedite jin, julo Dei judicio condeinnatus fum .
* me , malediã i.. Morite per ſempre vi- Prefe quindi,motivo di ſempre.riflette
vere tra fainme incftinguibili: Difcedi- Fe al giudizio finale ; e -tal penſiero gli
te me , maledi ti , in ignem æternum . E fece iinprendere un eſercizio di st au
rammentatevi ſempre c, he qui „vchis Pa- itcra.penitenza e diși alta perfezio.
trem reconciliavit , is ipfos vos interfecit nc , che fin ora ha avuto più ammira.
propemodum inftans vehemens aecufator O . r tori, che simitatori . Or noi fieguiamne
che anguſtia ! che amarezza ! le tracce , e procuriamo di renderci
E noi ci porremo a tal pericolo , o perfctti - Criſtiani , e di evitar la giuſta
Criſtiani? E noifoguiremo a peccare ira del divin Giudice , il quale dovrà
per teſoreggiarci l'ira più tremenda condannare la noſtra temerità, e col
in un giorno di giulizio e di- vendet-, marci di amarezza .
ta , onde ne polla dire l' Appoftolo : Ma che farem noi ſenza un eccello
Secundum duritiam tuam & impenitens cor di voſtra mifericordia , alto Signore ?
thefaurizas tibi iram in die iræ , 6 -reve- "Ahine !. fiam confuli , che fin ora ab.
lationis juſti judicii Dei ? Ma e.colapai , biam fatto tutto il poſſibile per trovar
potrà liberarci dalla - più fatale- fventu- ci nel di- finale fra la pellina curba de
ra ? l'altezza del grado , la condizion capretti . Ah ! voi dunque ſeparateci
degii sufici, l'enor delde prerogativo ? da ofi , numerateci tra le pecorelle ,
Ma rahime! non è in quelgiorno ter- e nella , voftra dolra ferinateci : fater
* tibile de diſtinzione , nè preceden42., pres logum grafis , ab hædis me feque
né : riguardo : tutti in un faſcio ver- Vira , Jagueus in parte dextra E , che
sramo alle fiamme buttati , e Regice debbono effer per poi inutili i yoftri ,
Principi e Cefarice Reince:e Dame ze ( palmi , le votre piaghe , it voſtro
Servic Liberi:e Artierie Bepeftanti fangųe , la voſtra, morte ? Maino cer
me . Uomini e Donne , :che per lorocdi. tamente : Quærens me, fedifti baldus, rede.
fgrazia nel punero ifi: ccovino de' Ri- smiſli crucem , paljus;;tantus labor, non jit
provati .La penitenza , l: Sagramenti : satusAbtfappiam benemeritato
men di cotanto abbiam
.
,chenulla
con
diatora ? Ma ahimè!, cheinezzi si op- lile notre colpe „Ma cc, nedyole di
portuni. in quei giorpo orribile non si cuore., : e : con tutto lo ſpirito ve ne
fono più licili ; .percbè, già düreccati chiediaino, perdono . Oh coine folle
fono per poi i fonti della miſericor- rvaſi l'anima, ricordandoſi, che al La- .
dia e della pietà .Ah ! penjianio bens drone, ed allaMaddalena,grazioſainen
na.cafi noftri; pendamo ad evitare ,ja se perdonafte ! Cosa è: Qui Mariam
ſiniſtra del Giudice. ; penſiano.as non abfolvifti ,& Latronen exaudiſti , nili
framiſchiarci tra Preloſti, iquali ſenza quoque fpem dedifli .Ricordatevi dunque 7

crimedio gemendo , ſmaniando;kremen- ehe ſiete morto per noi, c perdonar


do , anderando a confinare : nel obara : do i noſtri eccelli , pel finale giorno
tro infernale, abruciannel fuoco per non ci perdete : Recordare , feu pie
autti. i ſecoli:Ibuntin fuppliciwn ater- good sum caufatuæviæ ; ne,meperdasil
inum . Ora è teinpo di evitare lciagitra ha die. O Re di tremenda Maeftà , {ve
st terribile ed ora attendiamo, ad . O- gliatecinel cuore tal efficace contrizio
perar la noſtra falute : L'allidua Me- cine , che ne allicuri. il perdono egla
ditazione dell'univerſale giudizio cilia pace; e ſe i voſtri,Eletti grazioſamen
di continuo įprone ad operarla , come te falvate , deh grazioſamente altresi
lo fu all'inco.nparabile S. Brunone . falvate, anche noi , che ſiam voſtro po
Egli alt. a' funerali, del luo , defunto polo , ed in cfloypi confidiamo Rex
Maestro ; ed accolta ilcadavere ben tremende majeſtatis , qui Jalvandos falvas
tre volte ſclamare : futo Dei judicio 96- gratis, ſalya me ,fora pietatis .Ecostfia .
ME

1
192
M E DITAZIONE V

DELLE PENE D E' DAN NATIⓇ

ARGO M E À TO
Se la diſgrazia abbiam di dannarci , ne ſorprenderanno nell' Inferno tutti į tormenti. Iv
fatti di Dannato I. ha un eſtremo rincreſcimento rapporto al paſſato , che gli afflig
ge la memoria; II. ha un eſtremo dolore rapporto al preſente , che gli affligge la
Suftanza ; III, ha un ' eſtrema diſperazione rapporto al futuro , che gli
afligge il cuore .

Omnis dolor irruet ſuper eum . Il S. Giobbe nel cap. XX. V. 22.
Lla fine già dentro l'infernale ba- Informarcene il gran . P. S. Agoſtino (c );
A ratro ſono infelicemente piom-
bati i Reprobi , dilettiflimi Cri-
ma ſul principio{gomentaſi al grand'
uopo , e fol ne afficura di eſſere sba
ſtiani . Uſci appena dal labbro del Jordito dal timor dell ' Inferno : Terri
divin Giudice la ſentenza fatale ; e fu- tus terreo , timeo gehennam . Si avanza
bito in larga voragine aperta la terra, ragionarcene Origene (d ) ; ma ſorpreſo
orribilmente gli ingojo . Ed ora ferma- dalla gravezza delle pene, ſol ne affer
to da infragibil ſaſſo l'uſcio della orren. ma, che ficcome la magnificenza della
da prigione; ahimè ! del loro orgoglio gloria de ' Predeftinati , cosi l'acerbità
Riprova
pagano alla divina Giuſtizia irata le de tormenti atrociflimi de'
giuſte pene . Or chi mai ce ne darà con- ti ogni umana immaginazione ſorpaſſa :
tezza per imparare a loro fpcfe ? chi Sicut de bonis Juſtorum in cor hominis non
mai il terribilc ne ſcoprirà de' lor mar- afcendit , quæ præparavit Deus diligentibus
tori , onde apprendiamo a non termina- eum ; ita & Peccatoribus quæ præparavit
re in tal luogo di ſpaſimi e di tormenti? ob fornicationem , ob adulterium , quæ in cor
Si avanza per darcene raguaglio l'Ab . hominis non afcederunt . Si avanza ... Ma
S. Bernardo (a) ; ma ſenza proferir pa- non potrem mai averne giuſta idea , ſe
rola , treina da capo a piedi , e gli pal- non venga ad inſegnarci la Santa Fe
pitano fin le oſſa : Totus tremo ad memo- de . Ecco pertanto che già si appreſſa
riam regionis illius , & concuffa funt om- ad ammaeſtrarci , e nel libro del S.
mia olja inea . Si avanza a recarcene no- Giobbe ne aſſicura , che ſe alcun di
vella il P. S. Giangriſoſto:no (b) ; ma noi ha la diſgrazia di dannarſi , tutti i
ſenza punto ſpecificarci di quel carce- mali gli ſi ſcaglieranno con violenza
re , ſol proteſta di noi ſaperne il più ſul doilo a tormentarlo : Omnis dolor ir
terribile e ſpietato : Quid gehenna horri- ruet ſuper eum . In fatti il Dannato ha un
bilius ? Mala noſtra in comparatione illius eſtremo rincreſcimento rapporto al pal
non parva , ſed nulla funt . Si avanza ad ſato , che gli ailfigge la meinoria . Pri
mo

(a) S. Bera. ferm . de F. Regin. (c) S. P.Augst. in pl. 80.


Ds. Foh . Chrys. in ep. od Theffal. ( d ) Orig. hom . 8. in Hierem .
& hom . 49. ad Popui.
193
mo Punto . Il Dannato ha un citre- ferno , dove rif: hiarandogli la mente
mo dolore rapporto al preſente , che a conoſcer con chiarezza la verità , il
gli affligge la ſuſtanza . Secondo Pun- torinenta in inaniera ineffabile con la
to . Il Dannato ha un eſtrema diſpe. mcmoria della traſcorſa libertina ſua
razione rapporto al futuro , che gli vita . Quindi è , che il Dannato ha un
affligge il cuore . Terzo Punto . Or eftremo rincreſcimento rapporto al pal
rappreſentiamci dunque alla mentc si ſato , che ineffabilmente gli affigge
funeita tragedia per evitarla , o Cri- la memcria .
ítiani : e perché al vivo la rappreſen- Figuriamci dunquc un meſchino , che
tiamo a noi ſtelli , imploriamne i luini avvezzo al pari di Epulone di vivere
proporzionati dallo Spirito Santo per a briglia ſciolta e ſecondo il dcttame
la interceflione della divina ſua Spo- delle ſue sfrenate paſſioni, ſenza accor
la Maria , che fu Madre del diſtrug- gerfene palli dal ſuo letto al ſepolcro
gitor dell'Inferno ; e rcplichiamle di- dell'Inferno , o Criſtiani .Oh miſera
votamente le fagre Litanie : Kyrie eles- bile ! Non è coſtui tornato quell' Uom
Con ơc. di anguſtie , di cui fu ombra e figura
l'empio imprigionato Sedccia ? Badia
PRIMO PUNTO . mo bene . Non mancò Ľ Altiſſimo di
fignificare a queſto iniquo Regnante .
n Dannato ha un eſtremo rinereſcimento che peſlinamente ſarebbe terminata la
rapporto al paſſato , che gli affigge fua protervia ; e gli prediſſe più volte
la memoria . il Profeta Ezecchiello , che caduta ini
poter de' Caldei Geruſalemme infelice ,
Conſideriamo , dilettiſſini Fratelli , che anche egli ſarebbe ſtato berſaglio del
it Peccator dannato non fece mai conto furor cieco de ' Vincitori . Ma non l'
del paſſato . Egli peilimamente iinpie. aſcolto , ma nol temctte giammai Se
gò i giorni del vivere ; ma non pen- decia : c favorito anzi dalla propizia:
sò mai a rammaricarſene , non pensó fortuna , ha ſeguito ſempre i ſuoi di
mai a piangerne. Che non fece l'Al- ſordini , ed a tirato con gli ſcandali,
tiſſimo per ridurlo a miglior ſenno ? a rovina e perdizione tutto Ifraelio .
Lo ſcoſſe più volte con le fante fue Abimé ! nondimeno che già Nabucca
iſpirazioni . Ma egli non ne fece con- è ſopra di lui. Ed oh che fiero ſpet
to . Il cinſe di tribolazioni e miſerie . tacolo ! Sedecia dal trionfante Monar
Ma egli non ne fece conto . L'invito ca è oppreſſo . Ecco gli è poſta in fu
al ravvedimento , e gli promiſe il per- ga la Soldateſca , nella quale confida
dono . Ma egli non ne fece conto : va : ecco gli ſono ſotto gli ſguardi i
Per mezzo de' ſuoi Vangelici Miniſtri cari Figli (venati , ne'quali trovava la
or gli rappreſentò la bellezza del Pa- ſuc delizie : ecco a'cenni del Babilo
radiſo , or gli eſpreſſe la deformità del neſe altero gli ſi avventano contro fe,
peccato , or gli deſcriſſe le pene dell' roci Manigoldi, i quali ſenza pietà ik
Inferno. Ma egli non ne fece conto. gittan dal ſoglio , anbi dalla fronte
Anzi ſempre più oſtinato e contuma- gli cavan gli occhi , di catene il ca.
ce non ſolamente non riſolſe mai di ricano , ed in orribil prigione final
)
deteſtare lc ſue paſſate follie , ma con- inente il rinchiudono': Omnes bellatores ,
culcando ancora e grazie e Sagramen- qui erant cum eo , reliquerunt eum ; Filios
ti e avviſi e rimorli , perſeverò mai occidit coram eo ; & oculos ejus effodit ;
ſempre nella ſua malvagità , ed accu- vinxitque ewin catenis ; & adduxit in Baa
molò delitti a delitti . Or la divina bylonem . Che orribil deſtino.! Ma ben
Giuſtizia l'ha colto in mal punto . La gli ſta .Non volle aſcolcar la voce del
morte l' ha rapito dalla terra de' Vi- i Altiſlimo , che l'ammoniva ; non voli
venti , e Iddio l'ha ſeppellito nell'In, le ceſar ... Abl non più ; che queſta
Въ è la
194
è la ſua afflizion maggiore . Egli è cambiamento ! oh che ambaſcia ! Rie
cieco nel corpo , ma non già nella . flette il diſgraziato alla ſvanita felici
memoria . Sebbenc in iſquallido carce . tà ; ed oltre modo fi anguſtia e ſi di
re rinchiuſo , rammenta ahimè! la ſua batte , e grida con Davide : Memoria
paſſata fortuna , rammenta la ua pre memor ero, & tabefcet in me anima mea .
Tente fciagura; e ſovvenendogli l'ura- Oh me infelice , che l'ho sbagliata
ta ſua contumacia : dove ſono , eſcla- in eterno ! Con quanta facilità potea
ma , dove ſono ? chi mi è a canto ? ſalvarmi? Potca forſe acquiſtar la glo
chi mi ſolleva ? dov'ė la reggia ? do- ria con minore difficoltà di quella ,
ve i Figli ? dove i Cortigiani ? dove con la quale ho guadagnato l'Inferno.
gli Amici ? Ahimè! tutto per me è fi- Ma pur non volli per ſeguitare i miei
nito; ed al faſto ſolamente la calami- capricci . Ed oh quanto adefro la paf
tà è fucceduta . Ma folle me ', che fui fata mia vita mi annoja : Tædet anime
la cagione del mio deſtino ! Con pic- meæ vitæ meæ ! oh come drizzar deb
ciol cravaglio potca liberarmene ; bo contra me ſteſo le mie lagnanze : 1
traſcurai : il cuor palpitava ; e ne ri- Dimittam adverſum me eloquium meuon !
detti: il Signor degli eſerciti fi riſen- Oh come debbo, fol favellare nell'a.
tiva ; e il diſprezzai: parlavano i Pro. marczza dell'anima mia : Loquar in a
feti; e feci il fordo . Oh rincreſcimen- maritudine animæ meæ . Così grida lo
to ! Oh anguſtia ! Oh ... Ma adagio : ſventurato .
che dall'Inferno fa eco a Sedecia af. Ma ob miſerabile ! Quanto in quel.
fitto ogni affittiflimo Dannato . Ahime ! le tenebre rie più la cognizione gli
come grida col S. Giobbe : Tædet ani. ſi riſchiara per maggiormente ramma
mæ meæ vitæ mee ; dimittam adverſum me ricarlo ! Ahimè ! queſto è il tempo ,
eloquium meum ; loquar in amaritudine ani. nel quale ſgombro da paflioni , guarda
mæ meæ ! Tempo fu , che gli piacque nel proprio naturale aſpetto quella va
fatollarfi d'iniquità : e non fu prato , nità , che il rapi ; quel dilettevole ,
che non contaminò con le laidezze ; che il traſfe ; quell' intereſſe , che il
non fu povero , che non opprefle con regolò ;, quella ſcoſtumatezza , che il
le prepotenze ; non fu tempio , che perdette. • Ed intendendo bene , che
non profand con le alterigie ; non fu abbiafi acquiſtato l'Inferno per un fal
contrada , che non diſturbò con gli ſo goduto piacere ; oh che urli ! oh
fcandali . Quante volte la grazia pic- che ſinghiozzi per quell'aer cieco di
chiò il cuore per ottenerne l'ingrello ! fperge ! Per intendere perciò la gra
Ma egli le chiuſe in faccia le loglie , vezza del ſuo raccapriccio , o Criſtia
e la eſcluſe . Quante volte fremettero ri, guardiamo per un momento quello
i Miniſtri del Santuario e del Vange- infelice Apoitata , che là preſſo la
lo per ritirarlo dalla ſtrada della per- Città diSebaíte ſeparatoſi da' luoi Com
dizione ! Ma egli turo gli orecchiper pagni Martiri invitti , perdette la gra
non aſcoltargli. Quante volte le con- zia , la Fedc , la corona , il Paradiſo .
traddizioni il chiamarono a iniglior Oh arcoſi giudizi dell'Altiflimo ! Qua
fenno! Ma egli, anzi ne traffe argo- ranta gencrofi Soldati di Cappadocia
menti di furie e di diſperazioni . Che al Tiranno Licinio refiftendo , intre
coſa pertanto gli è avvenuto ? Oh infau- pidamente la Religione ſoſtengono det
fta ſventura ! L'Altiſlino l'ha conſe . Crocifillo ; quaranta ſon pure , che ſale
gnato in potere dell' Infernal Nabuc- di e coſtanti eſcon vincitori da più ci
co : e queſti gli ha tolti piaceri , gli menti; e quaranta ſon pure , che nel
ha tolte ſuſtanze , gli ha tolti Figli, più rigido verno entran coraggioli di
gli ha tolti Amici; e l'ha orribilmen mezza notte in orribile ſtagno di ac
te avvinto , ed inprigionato tra le più que gelide, a cui vengon barbaramene
detre ombre della morte . Ed oh che te condannati . Che pena ! Che cor
men
195
mento ! E pur altamente vi tripudiano che ' recarono : ne ſoſtiene quindi il
i magnanimi Campioni della Fede , i rincreſcimento più accrbo e più duro:
quali all'Altiffimo rivolti, concordemen- In Inferno obviabit Damnatis horrenda illa
te eſclamano : quaranta , Signore , ci facies ſuorum delittorum , qua omni tormen
fiamo avanzati alla pugna ; e voſtra to acerbior erit , atque durior . Vcde da
mercè a . tutti quaranta prepariſi la co- una parte , che un momentaneo dilet
fona . Ed oh fortunati ! Già l'aſpetta- to ancor miſchiato di affanni il ſolle
to momento della prezioſa lor inortc vò in ſua vita : vede di aver colta u
fi appreffa ; già ſono gli Angioli con na rofa marcita , ma dopo ſoffertc le
gli aliori ſulle lor tempia pendenti ; trafitture di acutiilme fpirte ; di cfler
già . i . Ma ahimè ! che vegg'io ! Un giunto ad arricchire , ma dopo fofte
folo di tanti Eroi alla rigida pruova nute le notti in veglia, e i giorni in
non regge più ; fa cenno alle Gaar- apprenſioni ; di aver fatta comparſa
die , che ne lo traggano ; erge tre- nel Mondo , ma dopo logorate le for
mante il capo e gli omeri ... Oh Dio ! ze in crapole , c le robbe in puntigli .
E come diſanimarvi in queſt'ultima o- E vede dall' a! tra parte , che pochi
ra , o nobil Campione di Geſucriſto ? momenti , che aveile per Dio impie
Ah ! che un altro momento la vittoria gati , l'avrebber condotto alla gloria ;
è differita; dunque un altro momento vede , che avvaler poteaſi di quei lu
ancor refiftcte. I voſtri Compagni al- mi si vivi , che di tempo in tempo gli
pottan volentieri la miſericordia del riſchiararon la mente ; di quei Santuarj,
Signore ; dunque a non rammaricargli che gli offeriron ſovente la riconcilia
durate ancor voi... Ahimě! è uſcito zione; di quei Sagramenti , che ſpeſſo
già dal gelo il codardo; è gito giànel gli cfibiron la grazia , di quei celeſti
caldo quivi preparato bagno a tuffarſi: Cittadini , che ne preſero protezione .
e mentre gl’invitti Compagni già vin: Ed oh come ſmania ! oh come urla !
citori paſſano all' empireo , vien egli E che mi giovò la mia fuperbia > il
aſſaltato da un deliquio , che gli ca mio travaglio a che mi valſe : Quid
giona la morte e l'Inferno . Eccolo , 910bis profuit ſuperbia , divitiarum jactantia
perciò negli Abbilli a penare . Oh quan- quid nobis contulit . Ahi di me, infelice ,
to maledice quel caldo bagno , che fu che più non valgo ad ammendare lo
la cauſa della ſua rovina ! Dunque , e- sbaglio , che prefi! Ahi di me infeli:
gli grida , dunque una picciola ſoddi- ce , che ſenza rimedio pianger debbo
sfazione mi ha coſtato nulla men che la ſciocca mia durezza ! Ahi di me ...
la vita immortale , e nulla men mi ha Ma cosi dicendo , nel più profondo
fruttato di una mortc perpetua ? Ma del fuo carcere per rabbia s'inabbiſſa .
e che ſoddisfazione fu quella ,che mi Or s' egli è così; che facciam noi ,
tolſe in un momento il reſpiro ? Oh o Criſtiani ? Che aſpettiamo , che ne
folle me ... Ma quì gitta un urlo or- 'colga improvviſamente la morte , e ne
rendo , ed in quel pozzo diſperatamen- sbalzi all'iſteſſo miſerabil deftino ? Ah !
te fi profonda. Quindi è , che l' ac- penſiamo ora a non precipitarci ſenza
compagna ne' lamenti ogni Dannato , rimedio . Ecco il Signore di Abramo
che al pari di lui volontariamente s’ anche in queſta vita ne previene le
inganno . Si ricorda , dice S. Efrem lagnanze che già dopo la morte al
Siro (a) , ſi ricorda egli in fatti delle dannato Epulone direffe : Fili , rccor
coipe commeſſe ; e rilevandone da u- dare; quia recepiſti bona in vita tua . Ri
na parte la deformità , che contengo- cordatevi , o Figliuoli , che baſtante
no , e dall'altra il viliflimo piacere , mente avete goduto a coſto dell'onor
Bb 2 mio.

(a) S. Ephr. Syr. de univ . Refurr.


196
mio . Non avete avuto riparo di con- del tempo preſente per conſagrarfi af
culcare i miei precetti , di ſprezzare la Creatura ad onta del Creatore ; co
le mie ammonizioni, di calpeſtare le sì la divina Giuſtizia in tutta la di lui
mic grazie . Ma già baſtantemente ave- ſuſtanza il ſorprende , ed il profonda
sfogato i voſtri capricci . Ora im- in un abbiſſo di ſpaſimi e di dolori .
prendete a riconoſcer la voſtia ingiu .. Ed oh che tremendo ſpettacolo ! Vea
tizia , pentitevi di cuoie , e ritornate deſte mai da ria procella agitato e
a me, che ſon pronto ad accogliervi. ſconvolto il mare ? Ahimè! come ſon
Così paternamente ne parla | Altidi- diſturbate le onde ! come sbruffano i
110. Or noi dunque avvalghiamci di flutti ! come minacciano i cavalloni !
sl opportuna circoſtanza per evitare u- Non è più tranquillità , non è più ri
Da ſempiterna diſgrazia . Dividiainci o- polo , non è più pace ; ed in ogni an:
mai da quella iniquità , che un giorno cor menoma particella di acqua non è
ravviſata nel ſuo vero lembiante den- che agitazione e ſconvolgimento . Or
tro l'Inferno , potrebbe cagionarci un tale figuratevi un Dannato; Impii , co
eftremo irrimediabile rincreſcimen- sì il deſcrive il Profcta Iſaia , impii
to ; e volgiainci ad amare quella giu- quafi mare fervens , quod quiefcere non po
ftizia , che dopo di averci con verità teſt . Dentro e fuori egli è in guiſa
felicitati in queſta terra , ne può feli. tormentato ed affitto , che non v'ha
citare per tutti i ſecoli nell' empireo. ſenſo nel corpo , non v'ha potenza
Ora è tempo di metter ſenno · Che nell'anima , che goder valga la ine
vantaggio , dice l' Appoſtolo , poiſon noma calma ; perchè , come favella l'
mai fruttarci quelle opere, delle quali vaſo d'ira
Appoftolo, egli è divenutu vendicato
abbiamo un di ad arroflire : Quem fru- e di sdegno dell' Altiffimo
& tum habuiſtis tunc in illis , in quibus nunc re , che il carica de ’ dolori della mor;
erubefcitis ? E ſe non poflono fruttar van- te : Vaſa ire ad interitum . E quindi ė ,
taggio ; che cecità il ſeguirle ? che che il Dannato ha un eſtremo dolore
follia l'amarle ? Deh appigliamci dun- rapporto al preſente , che gli affigge
que a miglior conſiglio . Abbominiamo la ſuſtanza .
una volta l'offeſa dell'Altiſlimno , ed Inoltriamci pertanto col penfiero a
amiam la virtù , la giuſtizia, la fanti- guardar gli ſtrumenti del ſuo dolore ,
tà; e quindi non ci mettiamo a riſchio o Criſtiani . Ahimè ! ſiccome egli osó
di accompagnar le ſmanie di un Dan dilettarſi e ripoſare ne ' beni caduchi
nato , il quale ha un cîtremo rincreſci della terra contra P inchinazione del
mento rapporto al paſſato , che gli af- cuore , che naturalmente il ſoſpingea
fligge la memoria ; ed un eſtremo do- al Commo Bene : così la divina Ven
lore rapporto al preſente , che ancor detta la più vigoroſa delle Creature
-gli affigge la fuſtanza , Ed aſcoltate . deftina a tormentarlo . E qual é que.
fta ? Appunto il fuoco . Parrebbe im
SECONDO PUNTO . poflibile , che la corporea fiamma non
Tol nelle membra , ma nello ſpirito an
Il Dannato ha un eſtrema dolore rapporto cora agir potefle . Ma appunto le ſom
al preſente , che gli affligge la Juſtanza. miniſtra il vigore la Onnipotenza di
vina , onde con maraviglioſa ed inef.
Conſideriamo , dilcttiffimi Fratelli , fabil maniera ſi avanzi a cruciare af
che l'Inferno del Dannato non è ſo- fai più della corporea la ſpirituale ſu
lamente nella memoria , ma ben anche ſtanza : Adhærebunt ergo , cosi il gran P.
nella ſultanza . Siccome egli ſi avvalle S.Agoſtino ( a) , adhærebunt ergo Jpiritus ,
1
1

( a) S. P. Auguft. lib. 21. de Civ.Dei cap. 1o. 1


Ig
Icet incorporei, corporeis ignibus cruciandi fanali dell' ombre eterne ? Oh ſpalio
miris modis & ineffabilibus . Ed oh che mo ! Oh dolore ! Eſcono ahimè! fuo
orribil tragedia ! S'inorridiſce la men ra di loro ftcili per l'acutezza della pe i
te nel ſolo rammentare il barbaro ſup na : e là dove i Martiri invitti , da Ne
plicio , che a perdere i Campionidel rone berſagliati , benediceano ne' lor
la Fede inventò il più crudele tra' tormenti e glorificavan quel Dio , che te
Principi Domizio Nerone . Egli dicar neramente qual fonte d ' ogni conſola
cere eftraendo i generoſi Criſtiani , zione amavano ; queſti per lo contra
altri di ſpoglic e ſembianze di varie rio dal divin rigore puniti , ſi arrab
fiere copriva , ed alui ungeva ignudi biano ne' lor gaſtighi , ed altamente
di glutinoſa pece, di fego , e di altri maledicono il loro Dio , che odiano
unti bituminofi ; ( ) Pice , Jebo , & adi. qual cagione de' loro mali.Oh mnale
pe illitos pro facibus ardere juffit . Quindi detto , gridano , oh maledetto quel Dio ,
ſull'imbrunire del giorno avventava che ne ha creati ; maledetto quel Sal
contra i priini i più feroci Mololli ad vatore , che in vano ne ha redenti ;
isbranargli. E perché il crudo ſpetta maledetta la grazia , che ci confcrì ;
colo mirarli agiatamente potere da' maledetri i Cittadini del ciclo ... Ah !
Circoſtanti , attaccava a'ſecondi la fiam che tutto tremo , e mi raccapriccio
ma , che penetrando la carne le vi nel ripetere le loro eſccrande ingiu
ſcere , i nervi , le midolle , le olla , il ſtillime beſtemmic .
cerebro , nc facelle orribile incendio Ma che ne conſeguite , o miſerabi
e gli rondelle luminoli fanali : (6 ) No li e ſuperbi ? Ah non oſſervate , che
væ mortes excogitatæ , ut ferarum tergis quanto più contra il Padre celette in
contefti , laniatu canum interirent , pleri viperite , tanto più il Padre celeſte vi
que in id reſervati , ut cum defeciſſet dies , deride e beffeggia ? Si; Dominus Sub
in ufum nocturni luminis urerentur . Che Jannabit eos . Ed oh che tremendo ga
barbarie ! Che orrore ! E pur tale ſpet Itigo , o Criſtiani ! Quel Dio , a cui
tacolo con ſeverità ed orror inaggiore naturalmente corre il cuore umano ;
è nell'Inferno , non cagionato no da quel Dio , che è l'abbondante merce
:
uno ſpietato Tiranno , ma comandato de de' Giuſti; quel Dio , che coſtitui
da un Dio giuftiffimo punitorc . Ahimè! fce la felicità delle Creature ; quel Dio
quivi i Reprobi ſono addentati da cam non fol fugge da'Dannati , non ſol gli
ni più tabidi , che ſono i Demonj : abbandona ne' loro ſpaſimi, ma gl'in
e quivi d'ogn’ intorno ſon cinti e di ſulta 'anzi nelle loro pene , e ne bat
vorati da fuoco si empituoſo , che al te palma a palina in argomento di
luo confronto il fuoco di queſta terra contentezza : Quin & ego plaudam ma
non è che un bagno di refrigerio munis ad manum > & complebo indignatio
Penſate perciò che dolore ! che tor nem meam in eis . Ah ! queſta è la mag.
mento ! Se una ſola Itilla del noſtro gior di tutte le pene dell'Inferno
fuoco elementare caduta ſopra una co ſenza cui l'Inferno iſteſſo in un Pa
la parte del corpo , cagiona acutiffimo radiſo ſi volgerebbe . In queſta val
fpalimo ; ditemivoi di grazia , quale le di lagrime pon bene s' intende ta!
ſpafimo intollerabile debbon ſoitenere pena amarilluna ; perché l'Uomo , che
i Dannati , che ſon precipitati per pel peccato giunge a perdere il ſuo
ſempre nel mare immenſo del fuoco Signore , ordinariamente da' beni del.
infernale , in ſtagnum ignis , che gli pe la terra vien divertito , vive nella ſpe.
netra per ogni fibra , e gli ‘rende fa ranza di riacquiſtare lo ſmarrito Ben
ſom

(a) Gravef- Hift. Eccl. ton . S. (b) Sev. Sulp. Hift. Sacr. lib.2. &
Colloq. 1 . Tacit. lib. 15. Annal.
103
ſommo, e tuttodi incontra ajuti per'to . le è il fupplicio de Reprobi , che di
glierſi dalla ſua fatale diſgrazia . Ma ſcacciati da Dio , ancor d'ogni avere
non così nell'Inferno , dove riſchiara- fi veggono ſpogliati; ne poffon più ot
ta la cognizione , corrono naturalmen- tenere alcun Mediatore , che valga ad
te all'unico lor priino principio e fi- aggraziargli col Re del cielo ? Oh pe
ne i Dannati: e mentre quegli aſcon- na ! oh ambaſcia ! Oh fpafimo ! Ora
de loro il ſuo bel viſo non poſſon
> sì, che la rabbia ed il diſpetto orri. 3
accoglicre nè ſperanza di ottenerlo , bilmente gli allorbiſce ; e ſempre ma
nè maniera di placarlo , nè deſiderio piando , ſempre fremendo , ſempre ur
di protezione , nè finalmente aderen- lando , fi mangian la lingua , fi moke
za alcuna alle Creature.. Venga nondi. don le carni , e quali arrabbiati cani
meno ad inſegnarci il giovane Princi- l'un contra l'altro fi avventa , ma ſen
pe Aſſalonne . E non udite , come fi za pro , per affliggerfi e trucidarſi.
lagna ! non vedete , come geme e ſi Penſiamo perciò , ſe torni conto il
affanna ! Egli di regal ordine è in ban- dannarci , o Criſtiani. E pur che al.
do dalla reggia , e per gli .cattivi ſuoi tro macchiniamo che di perderci? A.
portamenti non può vedere la faccia hime ! ſi vuol l'Inferno ad ogni pato
del Genitore ; e perciò non ha requie , to ; nè curiamo incontrar pene si a
non ha ripoſo , non ha pace . Quindi cerbe per non privarci di una vilifli
priega fervoroſamente Gioabbo ad im- ma ſoddisfazione, e di un brieve dilet
petrargli la grazia , e grida : ah ! caro to . In fatti ſi compra l'Inferno per uno
Amico, io ti prego , io ti fupplico , sfogo brutale , per un divertimento il
io ti ſcongiuro ad ottenermi., che veg. lecito, per un vano puntiglio , per un
ga il Re : Obfecro ergo , ut videam fa- ingiuſto guadagno , e fino per un cat
ciem Regis. E ſe pur egli non placali, tivo penſiero . Oh dunque cecità ! Oh
c tuttavia mi vieta guardarlo , deh mi inſuperabilc freneſia ! Con ragione cer
ammazzi più toſto ; che ſofterrò vo- tamente eſclama il M.S. Giuſtino (a) ,
lentieri la morte , la quale mi angu- che aſſai più de’Dannati debban com.
ftia meno della pena di non vederlo:: piangerfi i viventi Criſtiani , i quali
Quod fi memor eft iniquitatis meæ , interfi- ſapendo la gravezza della colpa , e l'
ciát me . Cosi fpafima Affalonne .. Or acerbità della pena : pur liberamente
quanto più debbono ſpaſimare i Dan. peccan così , come ſe non offendeffe
nati ? A quello rieſce intollcrabile il to Iddio , e non meritafler l' Inferno :
non mirare il volto del Genitor ter- Tanto magis deflendi Chriſtiani , qui fcient.
teno , che il gaftiga si, mateneramen- tes quanta fit culpe iniquitas , & quanta
te ancor l’ama . Quanto più dunque pæna gravitas ; tarnen ita libere peccant , at
a' Riprovati riuſcir debbe intollerabi Ji peccato non offenderetur Deus ,neque pu
le la privazione del Padre celeſte , come mai potrem
niretur peccator . Ma
cui la mente for dimoſtra irato, e ca. foftenere fiamme si rie ? Come mai po
gione del loro fpafimi ? di quel Padre trem foftenere la privazione del ſom
celeſte , che ogni bene con eminenza mo Bene ? Se uma ſemplice puntura di
di grado contiene , e ſenza cui vive una ſpina da noi ſenza gemiti non può
la infelicità ed il pianto ? Affalonne foffrirſi ; come le trafitture fofterre
di beni abbondava , benchè il Padre mo del fuoco Infernale , che accoglie
non vedeſſe ; anzi avea mezzi e prote- ogni tormento ? Se cruda ambaſcia ne
zioni per riconciliarſi col Genitore : reca la privazione di un tencro Figlio,
é pur intollerabile gli ſembrava il ſup- di un fedele Amico , e la lontananza
plicio . Quanto più dunque intollerabi- di un oggetto amato ; qual ecceſſiva
am

( a) S. Juftin. M. hem. 42.


-

te
199
ambaſcia dovrem foftenere nel veder- guente è meritevole di pena immenſa :
ci privi del ſommo Bene , che è il Offenfa , cosi ragiona l'Angel . Dot. S.
Padre e lo Spaſo delle anime noftre , Tommaſo (a) , offenfe illius infinita pæ
e lontani dal goderlo per tutta la e. na digna eft; quia quanto eft dignior , in
ternità nel regno immortale ? Ah ! pen- quem peccotur , tanto peccatum magis puni
fiamo omai ſeriamente alla ineffabile tur . Ma poichè il Peccator dannato ,
fventura , e con efficacia adopcriamci che il ſerba nel cuore , di tal pena
ad evitarla . Cbę pazzia metterſi per infinitamente acerba non è capace ;
um nulla a pericolo si orrendo ? Ab ! perchè finito e limitato ; che fa per
più toito abbominiam la terra , e con- ciò la divina Giuſtizia per giuſtamen
tentiamoci di avere con eſfonoi Iddio , te compenſare l'onor divino vilipeſo ?
che il corpo e lo ſpirito può felici. Gli compenſa l' acerbità infinita con
tare . Che ci valgono i piaceri , che una infinita durazione : Non poteft , fie
folamente ſon fango ? Che ci valgono gue l ' Angelico , ion poteſt elle infinita
gli onori , che ſolamente ſou fumo ? acerbitate , quia in Creatura finita non po
Che ci valgono le ricchezze , che ſo- teſt elle qualitas infinita , fed compenſatny
lamente ſon terra ? Che ci valgono le per durationem infinitam . Or penfiamo ,
Creature , che ne cagionano folamen- che pena , che diſperazione berſagliar
te la infelicità ? Ah ! gridiam pure con: debba il cuore di un Dannato , che
Davide : Quid mihi eftin cælo , & a te delle acerbillime fue penc non ha ſpe
quid volui juper terram ? Deus cordis mei , ranza di vedere il fine ! Ahime ! il Dan
E pars mea Deusin æternum . Nulla nul. nato ha un eſtrema diſperazione raps
}
la fuor di Dio vogliamo in cielo , nul. porto al futuro , che gli affligge il
la fuor di Dio vogliamo in terra ; vo- cuore .
gliam Colo Iddio ' , che è il Padrone Ed oh che atrociflimo tormento ! Io
anzi la miglior parte del noftro cuo . mi raccapricciaya fin ora , o Criſtia
re : Deus cordis mei , & pars mea Deus: ni , nel mirare immerſi in un mare
in æternum . Ed ecco che avendo Id- di acerbiffimo fuoco , e privi della fac
dio , eviterem la ſorte infeliciffima del cia di Dio i miſérabili Preſciti . Ma
Dannato , il quale ha un estremo do- ora non poſſo non inorridirmi pel guar .
lore rapporto al preſente , che gli af- dargli irremiſibilmente eſclusi da ogni
figge la ſuſtanza . Ma che forſe ter- fperanza di perdono e di grazia E .

mina qui l' Inferno ? Ahimè! quanto ví. come ! Prigionia , ma ſenza mai libertà !
accreſce il duolo l'immenſa durazio- Tenebre , ma ſenza mai luce! Fuoco , ma
De della interminabile eternità ! Ed a- ſenza mai refrigerio ! Avguftia , ma ſenza
fcoltate . mai ſollievo ! Oh ſtrazio ! Ob martirio!
Ma' pure conſigliamo i libri ſanzi . Ecom
TERZO PUNTO . co ordina l'Altiſſimo al Profeta Ezec.
chiello di rimanerfi con l'iſteſſo fian
I Dannato ha uneſtrema diſperazione rap- co coricato lo fpazio intero di trecen .
porto al futuro , che gli affligge il cuore . to e novantanove giorni continui :
Dormies ſuperlatus tuum finiftrum trecen
Confideriamo , dilettiflimi Fratelli tos , & nonaginta dies . Oh povero Uo
che il peccato per ogni verſo merita mo ! E come potrà durarla per si lun
una pena infinita . Siccome è offeſa del go tempo ? come non mancare in si
fommo Bene , che è il Signore altiffi- diuturno martirio ? come Ma non
mo del cielo e della terra ; cosi un' dubitiamo , che Ezecchiello dura all'
infinita malizia contiene , e per conſe- affizione ed ubbidiſce al ſuo Dio .
E
( a ) S. Thom . in c . Sent, diff. 42. quæft. 1. art. 5. in corp. ad 2.
200

E fapete perché ? Ah ! perché da una man di un Amalecita ottiene la mor:


parte egli dorine , e dall' altra ſa be- te fofpirata : Stans fuper eum , vccidit
ne , che debbe terminare l' avuto in illum ' . Ma queſta morte , per quanto
comodo . Ma tal vantaggio non han- bramiſi , per quanto cerchiſi da' Dan
no i Danrati , benchè berſaglio ſieno nati , ſempre fugge da loro , e ſi ap
di maggior pena . Non per giorni , non parta : Mors fugiet ab eis . Ahimè ! glº
per anni , non per fecoli , ma per tut- infelici dalla diſperazione agitati , con
ta l'eternità , non dormendo , ma veg- tra loro medeſimi con violenza ſi av.
ghiando , non ſopra morbide piume , ventano per divorarſi , e per finirſi. Ma
ina dentro un mare di fuoco , per or- tutto in vano ; perchè mors fugiet ab
dine della divina Vendetta debbon gia- eis . Priegan dunque i Demonj, che non
cerc ; e mentre corre veloce il tempo laſcian tuttora di ſpietatamente torinen
del lor martirio , effi non poſſon dire targli ; perchè contra loro ſi ſcaglino
di efIcrne traſcorſo un momento ad e- con maggior furia , onde finiſcan di 1
ſtinguere le loro pene . Altri fin dal viverc . Ma tutto in vano ; perchèmors
principio de' ſecoli , altri fin dalla pie- fugiet ab eis . Scongiurano fin anche la
nezza del tempo , altri fin da più lu- divina Giuſtizia ad accreſcere vie più
ftri ſon nell'Abbiſlo . Ma ahimè ! che la violenza del fuoco divoratore , on
non è traſcorſo nè pure un iſtante del de gli diſtrugga ed annienti . Ma tut
loro Inferno , il quale ſempre comin- to in vano ; perchè mors fugiet ab eis :
cia per non mai più terminarc . Oh A loro maggior diſpetto ſempre più
fupplicio ! Oh Inferno ! ſon deſtinati a maggior pena , e ſem
lo già veggo quei miſerabili dall ' pre più con riſerbati a peggior vita
eftrema diſperazione traſportati , quà perchè inors fugiet ab eis . Sempre fi
e là dibatterſi e dimenarii , e ſegui- veggon feriti , e non mai ucciſi ; ago
re il conſiglio del deſolato Saulle nizzan ſempre , e mai non muojono ;
ſenza punto ottenerne utilità e vantag- perchè mors fugiet ab eis . Or che an
gio . Principe infelice! Egli è già fug- guſtia ! che pena! che tormento ! che
gitivo ſopra i monti di Gelboe ; per- diſperazione ! Ahiinė ! egli è codeſto
chè inſeguito dal ferociſſimo Vincitor il ſuggello del loro ſupplicio . Si , l'
Filiſteo . Ed ahimè ! lo ſcorno , la rab- effer carichi di amarezze e per loro
bia , il diſpetto l'urtan cos ), cbe già un gran gattigo , che gli volge in rab.
riſolve con la propria deſtra di toglierſi bia . Ma l'effer carichi di amarezzo
reſpiro e vita . Ecco dunque dirizza ſenza poter incontrare la menoma com
al petto la fpada , tenta la punta im- p.fiionc , e ſenza poter ottenere nè
mergervi , carica il colpo ... Ma abi- anche di morire , oh queſto sì che è
mé! che il colpo va in fallo ; perchè il compimento del lor ſempiterno ſup
la man treimante il deſvia . Ed oh co plicio . Ed ob pena ! Oh Inferno !
me egli vie più rimane deſolato ed af E noi ci eſponiamo a tal pena ama
fitto ! Non fidandoſi di ſoſtenere si riſlima , o Criſtiani ? Ah ! quanto le
anguſtiata e dolente la vita , braina ar- paſſioni ci annebbiano la ragione e lo
dentemente , che nimico dardo alla fi- ſpirito ! Deh perciò ſcotiamci dal no
ne gliela involi. Ma qui vede appreh ftro letargo ; e penſando , che ſe fin
ſargliſi un armato Amalecita ; e iubi ora non ſiamo ſtati ſeppelliti nell' In
to a coſtui rivolto , eſclama : deh per ferno , è ſtata la divina pietà , che ce
pietà ammazzami, Amico ; che più Tof- ne ha preſervati , confeßiamo con Da
frir non valgo le anguſtie cítreme, on- vide : Niſi quia Deminus adjuvit me
de mi viene opprello lo ſpirito : Sta parsllo minus habitaſſet in Inferno anima
fuper une & interfice me ; quia tenent mea . E ciò confeſſando , riſolviamo di
me anguſtia . Che duolo ! Che ſmania ! non più provocare il divino ſdegno ,
Che diſperazione ! Ma pur egli per onde nop iſpezzi il debol filo della
vita
201
vita per deſtinarci alle fiamme perpe. nell ' Inferno . Noi la deteſtiamo.con
tue . Oh che farebbero i Dannati , ſe tutto lo ſpirito a' picdi voſtri , e ve
un'ora ottener poteffero di quelle , ne domandiamo umilmente ſcuſa e per
che noi conſumiamo in vano, per riacs . dono . Fummo ciechi , fummo ſcono
quiſtare la libertà ! Oh ſi daretur hora ! ſcenti , fummo ingrati . Ma le noſtre ce
Voi , o diſerti più inacceſſibili delle cità , le noſtre ſconoſcenze , le noſtre
Nitrie , delle Tebaidi , dell ' Egitto ingratitudini non ſuperano gli eccelli
della Paleſtina , non più v'inorridire- della voſtra infinita inſuperabile carità .
Ite agli ſcempj feroci , che tra' voftri Deh perdonateci dunque, Signore , ed
recinti i Campioni del Vangelo inven- uſateci mifericordia , elmeno oggi ,
tarono per ſalvarl: e voi , o crudelilli- che ravveduti , contriti , ed umiliati
mi Tiranni , che gli Eroi perdeſte del- deteſtiamo ſopra ogni male quel ma
la Fede , ſtupireſte nel guardare le aſpre ledetto peccato , che viconfiſe in cro
pruove di mortificamento , onde le lo- ce , e ne ha meritato l'Inferno per ſem
to membra fi ſquarcerebbero a brano . pre . Non vioffenderemo più mai , non
E noi , che abbiamo il tempo propor- più vi diſguſteremo; e con l'ajuto del
zionato , non cureremo d' impiegarlo la voſtra potentiſſima grazia vi amere
per evitar l'Inferno almeno nell'adem . mo più toſto , vi ſerviremo , vi ſarem
pimento della legge del Signore ? Ah ! fedelillimi Vaſſalli . Si , farem conto
penſiamo bene a caſi noſtri ; e non in- delle finezzo , che ci uſate da Padre ,
ciampiamo nella diſgrazia di un Dan- per non avervi Giudice ineſorabile .
nato , il quale ha un ' eſtrema diſpera- Penſeremo all'Inferno ; e meglio il te
zione rapporto al futuro , che gli afflig meremo per non incorrerlo , che poi
ge il cuore . incorrerlo per non averlo temuto . Ma
Ma voi , amabiliſſimo Signor creci- voi intanto ſecondate le noſtre buone
fiffo , forſe permetterete , che noi ci intenzioni , dateci coraggio per eſeguir
danniamo ? Ah ! la noſtra durezza non le , e vantatevi di liberarci dalle fiamme
men di cotanto meriterebbe . Ma dove dell'Abbiſſo , e di trasferirci alla glo
fono le voſtre miſericordie antiche ? ria dell'empireo. Ah ! noi abbiam vi
Dove è il valore del voſtro prezioſilli- va fiducia di ottenere dal voſtro amo.
mo ſangue ? Non ci avete voi creati re , quanto vi dimandiamo . Ma voi pel
pel cielo ? Non ci avete voi pel cielo voſtro ſangue, per le voſtre piaghe ,
redenti ? Ah ! dunque movetevi di noi per la voſtra morte deh conſolateci : 0
a compaflione; e ſenza punto indugia- toltici dall'Inferno, chiamateci a godere
Te , toglieteci dal cuore quella colpa , con eſovoi per tutti i ſecoli de' ſeco
che ci mette a pericolo di piombar li nel Paradiſo. E cosi fia :

Сс ME .
1
202
MED. I TAZIONE VI

DELLA FALSA DIVOZIONE

A RG OM E N T O
Per noſtro perpetuo diſinganno fi offerva , che I. non è vera , me ſalva la noſtra diyo
zione; perchè è difunita dalla grazia : II. non è vera ne ſalva la noitra di
2

vozione ; perché è diſunita dalla Religione : III non è vera, ne faiva


la nofira divozione ; perchè è diſunita dalla giudizia.

Qui adorant eum , in ſpiritu & veritate oportet adorare .


Johan. IV. V. 24.
Oichè l' altiſlimo de ' Dominanti è feconda , ma combatte i fini del Si
un abbiſo infinito di perfezioni e gnore ; non è gradita , ma abbomina
bellezze , e per conſeguenza infi- e ta da Dio ; nou aſſicura l' eterna vita ,
nitamente amabile : egli è ben vero ma poita il pericolo di perpetua mor
perciò , che tanto fon più lodevoli te . ' Ed eccone una gran pruova ſul
gli Uomini , quanto più fervidamente Golgota . Quivi agonizza tra crudi ſpa 1
amino sì caro oggetto ; e tanto più fimi il dolciflimo Redentore ſopra una
Iddio gradiſce il loro amore , quanto croce ; e gli Ebrci ancor peníano di
è più intenſo ed acceſo . Per queſta amareggiarlo . E che fanno ? Gli por
ragione in fatti fu ſempre , e ſempre gono a bere un compoſto di vino e
ſarà applaudita nella Chieſa la vera fele : Dederunt ei yirium bibere cum fel
divozione , la quale altro in ſua ra- le mixtum . Ma il Mediatore afflittilli
gione non è , che un foprabbondante mo guſta appena una tal bevanda , e
adempimento de' divini voleri , pro- ſubito la ricuſa : Cum gujtallet , noluit
cedente dal fervor dell ' amorc . Ma bibete . E perchè no ? Che forſe è e .
ahime ! dilettithimi Fedeli , che queſta ſtinta in cflolui l'ardentiffima fete di
divozione appunto vien da noi si per- patire per gli Uomini ? Anzi. ſarebbe
fimamente ſguiſata , che troppo fa nau- egli pago di ſoffrire infiniti altri ſtra
ſca al Padre celeſte, che è perfettiſli- zj, ſc così foſſe in piacere del Padre.
Ino Scrutatore delle reni e de ' cuori . Ma ſolamente ricuſa il compoſto di
E perché mai ? Appunto perchè la vino. e fiele , non per quel che im
facciam conſiſtere nel rolo cſterno del porta , ma per quel che ſignifica . Il
corpo , mentre nell'intimo dello fpi- vino in fatti eſprime la divozione giu
rito coviai rabbia e veleno , e cer • ſta le voci delle fagre Canzoni : Bibi.
chiam di ſoddisfare le noſtre diſordi- te vinum , & inebriamini , Chariſimi .
nate pallioni . Ah ! che tal divozione Ed il fiele eſprime il peccato , che
non è vera , ma falſà divozione ; é co- nel Deuteronomio fi diftinifce : Radix
me favella il gran P. S. Agoſtino ſul ferminans fel & amaritudinem . Ed ap
Salmo feffanteſimoterzo : Simulata æqui- punto codeſta unione di divozione c
tas , non eft æquitas , fed duplex iniquitas ; peccato , di amore ed odio è troppo
quia iniquitas eft ,limulatio.
& Quindi non diſguſtoſa , nè fi forbiſce dal labbro
del
203
del pazientiflimo Nazareno : Cum gta lor ſuole la grazia celeſte , e nella
Jaljet, rioluit bibere . E ben egli pre- guiſa che ſenza previſione di meriti
ventivamente ne avea dato un raggio fin dall'eternità vi deftino i ſuoi Ełct
alla fortunata Donna di Samaria . Id- ti . Ma no ; che di cotanto egli non
dio , le diſſe allora , Iddio è un purif- ſi compiacque : e dopo che ſtabili di
fimo fpirito ; e quinci non può gradi- darla all'iſteſſo ſuo figliuolo conſu .
re che quell'eſteriore adorazione , la Itanziale a contante di ſommi travagli;
quale va accompagnata dalla ſommif ragionevolmcntc ha determinato di non
fione interna dell' aniina , .e forma u- introdurvi alcuno , ſe priina non gli
na vera divozione : Qui adorant euning sborſi un degno capitale di opere me
23 fjiritu & veritate oportet adorare . Di- ritorie · Sol dunque per mezzo di a
ſinganniamci pertanto queſt' oggi , o pere vive e ſoprannaturali fi compra
Criſtiani , ed entriamo a ſcoprire il il Paradiſo . E quali ſono qucfte ope
noſtro errore per dcteftarlo e per cor- re ſoprannaturali e vive ? Forſe fon
reggerlo , e per evitare con maggior quelle , che proccdon dagli Uomini
ſicurtà la dannazione : impcrciocchè , fpogliati della nuzial veſte della gra
notate bene , non dobbiam tralaſciare zia divina ? Mainò certamente ; che
di eſſer divoti , ma ſolainente dobbia- codeſte per quanto fieno eccellenti ed
to effer divoti con verità per piace- eroiche , non ſorpaſſan l'ordine della
re all' Altiffimo , e ſalyarci . Ed ecco natura , non coſtituiſcon vere virtù , e
l'argomento . Non è vera ,nè ſalva la per l'acquiſto de' cieli ſono inutili e
noſtra divozione ; perchè è diſunita morte · Al più poſſono qualche tein
dalla grazia . Primo Punto . Non è poral bene e vantaggio incritare; per
vera , nè ſalva la noſtra divozione ; che feco recando naturale oncfta bon
perchè è diſunita dalla Religione . Se- tà , non ſono ree colpe , che chiaman
condo Punto . Non è vera , nè ſalva vendetta e gaſtigo . In fatti lc ha fo
la noſtra divozione ; perchè è diſuni- lute premiar fedelmente ſopra queſta
ta dalla giuſtizia . Terzo Punto . Cer- terra il ſovrano Rimuneratore : come
.chiam lume al Signore per meditar le premio ne' Goti , nimici di ſenſua
con profitto e vantaggio della noſtr'a- lità ; negli Unni , alieni da ogni deli
nima : e perché con ſicurtà l'otten- zia ; ne' Vandali , zelanti a ſterminar
ghiamo , deh cerchiamglielo permez- , l'Idolatria ; ne' Romani , liberali , fo
20 della Vergine cccella e noftra Ma- brj , magnanimi , ed amici de' Confe
dre Maria , che gli piacque afrai più derati : e per non laſciare le fante
di tutte le Creature dell'Univerlo . Scritture , come lc premio nelPrinci
Proſtriamci dunque innanzi l'altare , c pc Putifarre , di cui benediffe la caſa
fervoroſamente ripetiaino a lei le ſagre per la benevolenza uſata a Giuſeppe ;
Litanie : Kyrie eleiſon & c. e nell' Ebree Levatrici , le quali col.
mo di ricchezze , perchè non affoga.
PRIMO PUNTO . rono i banibini Ifracliti giusta il bar
baro comando di Faraone . Ma affat
Non è vero , nè ſalva la noſtra divozione ; to non han vigore di guadagnarſi la
Jerobè è diſunita dalla grazia . vita eterna ; e noi pofliam ripetere ad
ogni o Infedele , o Peccatore , che le
Confideriamo , dilettiflimi Fedeli , produce : voi avete feminato orzo e fors
che la vita cterna , riſerbata nel cie- mento , cd avete raccolto fieno e pa
lo , ſia appunto mercede de' Giufti . glia . Quali dunque fon le opere vive
Potea l'Altiffimo , che n'è affoluto Pa e ſoprannaturali , che formano virtù
drone , conferirla grazioſamente ſenza vere , e valgono a guadagnare il re
alcun merito agli Uomini , nella gui gno ſempiterno ? Appimto quelle , che
ſa che per folo fuo dono conferire procedon dagli Uo.nini , fregiati del
Cc 2 la
204
la divina grazia . Ed eccone la ragio- ftigarlo dalla qualità buona , o rea
nc . La grazia celeſte è la vita ſopran- delle intenzioni , che abbiamo , e del
naturale dell' aniina , nella guiſa chc. le operazioni , che produciamo. E per :
1 : anima è la vita naturale del corpo .. ciò volgiamci ad efaminare, quali fieno 1

E quindi ſiccome non ſono naturali e i penſieri, e quali le opere , che ac


vive le azioni umane , ſe non quando compagnano la noſtra divozione. E qua
procedon dal corpo , non privato , ma li ſono ? Ah ! che ſon tali , che non
informato di anima : così non ſono vi- poſſono provenire che da uno ſpirito,
ve e ſoprannaturali le opere , ſe non privo dell'amicizia del Signore . In brie
quando vengon dall' anima , non iſpo- ve . Accoppiamo divozione ed empietà ,
gliaia , ma avvivata dalla grazia · E amore ed odio , pietà e colpa ; e ſiamo
poichè non poſſon le opere nè del pa- perfetti imitatori di Gioramo Re d'l
radiſo efler mcritorie , nè effer vere Tracllo . Deh miriamlo un poco , eco
virtù , ſe non ſono vive e ſoprannatu- noſceremo le noſtre condotte . Ecco
rali ; eſſe perciò ad eſſer virtù vere , è afflitta da eſtrema penuria , cagio.
mcritorie del regno . immortale ac nata dalle continue guerre ', la com
compagnarſi debbono dalla grazia . Or battuta Samaria ; e languiſce in guiſá .
tal è il deſtino della divozione . Per per fame , che giungono le Madri a
quanto fia maraviglioſa agli occhi del divorarſi gli Iteffi loro bambini . E
Mondo , ſe dalla grazia è diſunita , non Gioramo à tale ſpettacolo fi ſquarcia.
è viva , non è ſoprannaturale , non è ſubito in doſſo per atroce dolore le
vera virtù , non è idonea pel regno di veſtimenta ; fcidit veft imenta fua : e di
Dio ' : e ſolamente ad eller tale non queſto non pago , ſi cuopre ancor le
debbe dalla celeſte grazia diſunirſi. mcmbra di tale alprillimo ciliccio , che
Ma s ' egli è cosi ; eſaminiamo di tutto il popolo ne ſtordiſce ; viditque
qual carato ſia la noſtra divozione , o omnis populus cilicium , quo veſtitus erat
Criſtiani . Senza dubbio ſe riguardiain ad carnem intrinfecus. Che penitenza co
letteriore apparenza , la riputiam ma- ſemplare ! Che fingolar divozione ! Chi
raviglioſa e grande.. Ed oh che bel vede il Monarca , ſenza dubbio il cre
vedere ! Non paſſa giorno ſenza la rc: de un Santo . E pur la ſua divozione
citazione almen della terza parte del è falſa , la ſua penitenza è efimera , ed
ſagratiſlimo Roſario ; non paffa ſettis egli è un empio ipocrita ; imperciocchè
mana ſenza alliſtere a'divini ſagrificj , i ſuoi attentati bastantemente il dichia
& participarne ; non paſſa mefe ſenza rano ſveſtito della divina grazia . Ed .
ſovvenire pietoſamente i poverelli ; e in fatti egli piange , ſoſpira , e geme;
che dico io ? non paſſa ora ſenza gia: ma nel tempo ſteſſo pretende con te
culatorie acceſe ; e ſpeſſo al rigor de' merit prodigj da quel Dio , che non
digiuni e delle mortificazioni fin ne fi degna eſaudirlo : piange , fofpira , e
giunge a comparire cítenuato il viſo. geme ; ma nel tempo ſteſſo macchina
Che bella divozione ! Ma entriamo di toglier la vita all'innocente Eliſeo ,
poi a guardarla ſecondo il vero . fuo . chc non fidaſi di fare miracoli : pian
ſembiante nel fondo dell'anima , da gc , foſpira , e geme ; ma nel tempo
cui è. originata . . Abimé ? la troviam iteiro. non ceſſa di accumolar colpe >

falla e inſulliſtente ;perchè l'anima è che traggon l'ira di Dio . Oh ſcelle


priva di quella grazia , che ne ravviva raggine ! Oh ipocriſia ! ' Ma non ne ſe
gli effetti. Io non vi niego . , che ſe, guiam noi il malvagio cſempio ? Ap
condo il ſentimento dell'Appoſtolo S. punto . Si moltiplicano i Roſarj a Ma
Paolo ſaper ſicuramente non poſſiamo ria ; le preghiere a' Santi, le tenerez
di cſſer in grazia , o in diſgrazia dell? ze agli Angioli Cuſtodi . Ma intanto
Altiſtino ; Nemo ſcit , utrum amore, an come ſi tollerano le croci , che la di
odio dignus fit . Ma ben poljamo inve- vina Pravvidenza ne mette ſugli ome
ri ?
200
ri ? Abimé ! quante lagnanze !' quanti E per fignificarci , che la loro divo
turbamenti! quante eſcandeſcenze! quan- zione , non dalla grazia , ma dall'em
te difperazioni! S'iſtituiſcono aſtinen- pictà proveniva , gli paragonò a' ſepol
ze , ſi ſoſtengono digiuni , fi frequen- cri imbiancati , jepulchra dealbata , i qua
tano Chicſe , fi aſcoltano prediche . li al di fuori ſembran leggiadri , ma
Ma intanto come ſoffriamo le mancan- al dt dentro contengono vermini e
ze de ' noftri Fratelli ? Ahime ! ſe alcun ſchifezze . Ma queſti ribaldi baſtante
ei tocchi , fumighiam peggio de'Veſuvj, mente ci ſcuoprono ; perchè ſovente
ed imperverſiamo al pari delle tigri · imitandogli , c induftriam di coprire
Si macerano le carni con cilicci e fa- ſotto l' eſteriore divozione la malva
gelli , fi fuggono divertimenti , si in- gità più abbominevole . E quanti Dot
quietano i Direttori , ſi ſcrupolizza ſu- tori vantan le ſtrettiflime opinioni di
gli atomi : Ma intanto come ſerbaſi Gianſenio , appunto per celare , che
nel cuore la carità ? Abimé ! fiam co- fieguon le ſentenze larghiſſime di Mac
si pieni di frodi e di raggiri , che a chiavello ? Quanti Zelatori fremon nel
neſluno porgiamo ajuto e foccorſo , ed veder le paglie alle altrui palpebre ,
a tutti tramiamo inſidie e danni . E pre- appunto per occultar lc travi , che in
tendiaino 2che la noſtra divozione gombrano le lor pupille ? Quanti Su
proceda dalla grazia ? Eh !che la sba- periori dimoſtranti cuftodi delle leg
gliamo : perché realmente fiam falli di gi , appunto per promuovere i loro
voti , imitatori di Gioramo. intereſli , che li avanzano con le mag
E pur troveremo affai di peggio , o giori contribuzioni de' Delinquenti ?
Criſtiani , ſe rifletteremo al motivo ", Quanti malizioſi compariſcon modeſti :
per cui affettiamo la divozione. E quanr- e pallidi , appunto per maſcherare le
te volte ce ne avvaliamo; perchè cre- orribili crudeltà , effeminatezze , e ſu
diamo di effer un mantello proporzio- perbie , di cui ſon preda ? Oh dunque
nato per coprire la noſtra iniquità ? miſeri di noi !. E come poſſiam luſin
Ah ! che i Fariſei del Vangelo ſuffi- garci , che la noſtra divozione ſia ve
cientemente ci ſcuoprono . E quanto race , ed al Signore piacente ? Se fiam
eran divoti coſtoro ! Inſegnavan la Mo- colmi di vizj; come poſſiam credere ,
rale più rigoroſa , vedean le feſtuche che la noſtra divozione derivi dalla
innanzi gli occhi altrui , recavan ſulla grazia ? Ah ! quanto d'inganniamo !
fronte ſcritta la legge, zelavano le an- Diamci perciò noi medefimi la taccia
tiche tradizioni, efterminavano il vol- che meritiamo , ſenza che ſiaci rinfac
to per gli continui digiuni . Ma tutto oiata dagli altri . E qual è ella ? Ap
era inganno , tutto faccano per occul- punto che ſiam veri lupi ſotto umili.
tare la loro empieta : Ut appareant ho- ſpoglie. di agnelli . E veramente , dice
minibus jejunanles . In fatti non vi era il gran P. S. Agoſtino (a ) ,mirate quel
gente più peſſima . Per loro non vi e- lupo , che ſmacchia dal fondo della
ra legge , eran dall'intereſſe tiranneg: foreſta . Egli famelico di carne , e fi
giati , decimavan l'erbe più vili , pre- tibondo di ſangue , avvampa di : rabbia
tendeano i poſti ſuperiori, eſercitava-- e di ſdegno , corre per la campagna ,
no lo più barbare crudeltà , praticava- e perviene all'ovile; e quì addentan
no le infamie più vergognofe , e fin do e agnelli e caprctci , tenta ricmpi.
ſi ſcagliavano contra l'iſteſſa innocen- re il ſuolo di ſtragi , ed il ventre di
za per perderla . Quindi l'iftcfto man- cibo . Ma che ? All'inforto rumore ,
ſuetiilimo Redentore non con altro cd al belato delle pecorelle.ſi ſveglia .:
nome, gli chiamò , che con quello di no i guardiani , accorrono per ogni
vipere e di Serpenti , genimina viperarum . dove i vigilanti Paſtori ; e queſti con
ba

( a) S. P. Auguſt, lib. 2. cont. Julian. cap. 8.


205
bicoli e mazze , e quelli con urſi e oves paſcit . Ricordiamci , comerelor
latrati il fugan cost , che pauroſo e ta Geſucriſto , che ſe noi ſiam Fariſei ,
treinante corre di bel nuovo a rinta non farem capaci dell’empireo , ma
narſi nel boſco , donde ſi affrettò alla ſolamente del regno delle tencbrc ;
preda. Che inaſpettato cambiamento ! perché a' Fariſei procella tenebrarum fere
Ma potete dire , che tale belva ſia ſo . vata eft in æternum . Ricordiamci in fi
lamente lupo , quando viene fremente, ne , come inſegnano i Dottori della
e non già quando ritorna sbigottito ? Chieſa > che la divozione è un fonte
Mainò certamente , perchè egli egual di vita eterna , quando procede dall':
mente è lupo , e quando ſmania , e quan anima avvivata dalla grazia ; ed è un
do trema : Lupus venit fremens lupus fonte ſterile e ſecco , quando provie
rediit tremens ; lupus eft & fremens, ne dall'anima già morta al peccato :
tremens . Or queſta è l'inmagine de nella guiſa che il bambino trova fon
vizioſi . Sovente infelloniſcono a viſo ti di latte le poppe , quando è viven.
ſcoperto , e fovente tremano ſotto la te la Madre; e quando coſtei é defun .
maſchera della divozione : ma ſempre ta , le trova fonti diſſeccati e inutili
fon viziofi , ſempre con lupi . E quin che non giungono a ſalvarlo . E quin
di è , che ſe noi ancora col mantello di non tralaſciamo no la noſtra divo
ci copriamo della divozione , ſe non zione , che queſto ſarebbe un groſſola
fiam lupi ſmaſcherati , certamente ſiam no errore : anzi proſeguiamola con mag
lupi naſcoſti; perché lupus venit fremens gior premura , e con fervor maggiore .
lupus rediit tremens; lupus eſt fremens, Ma ſolamento attendiamo a ſepararla
& tremens . Ed ecco la caccia , che ci da' vizj , a 'quali è attaccata ; e ad 4
tocca ; perché la noſtra divozione non nirla alla divina grazia , da cui è di
è accompagnata dalla grazia , nè quin ſunita . Imperciocchè in tal maniera 1
ci è vera virtù , gradita dall'Altiffimo . ella diverrà viva e foprannaturale , ſa
E s'egli è così ; come vogliam lu rà virtù vera e a Dio piacente , edo
fingarci , che tal divozione ci falvi 9 pererà la noítra ſalute ſempiterna . Al
o Criſtiani ? Ah ! queſto è un gravifli trimente in vano ci abbracceremo all'
mo inganno dell'infernale Ingannato altare della divozione per ſalvarci ;
re per renderci contumaci nella mal perchè codeito altare non ci ſottrarrà
vagità . Iimperciocchè ficcome gli E dalla morte perpetua ; come l'altare
brei riputando ancor (anta e meritoria del tempio non eſentó dalla morte il 1
la loro Religionc , fi rimangono perti Capitano Gioabbo , che labbracció
naci a foftenerla : così noi credendo per ſalvarſi . E quindi farà ſempre ve
giuſta e ſalutare la noſtra falſa divo ro, che non è vera , nè ſalva la noſtra
zione , reſtiamo infleflibili a perſevera divozione ; perchè è diſunita dalla gra
re nella iniquità . Den perciò non per zia . Ma qui ſeguiamo avanti a ſcoprir
diam teinpo a sgombrare dagli occhi peggiori e nuovi inganni .
dell'anima quella nebbia fatale , che
d'intorno ci ſparſe l'Inferno per riem SECONDO PUNTO.
pirci di errori e di iniferie . Ricor
diainci , coine ne ammoniſce il P. S. Non è vera , nè Talva la noſtra divozio
Giangrifoto no (@ ), che ſe noi fiam lupi, me ; perché è diſunita dalla Religione.
non otterreno ne l'ajuto , nè l'ovile
del buon Paſtore , che paſce , non già Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli, che
i lupi , ina le pecorelle : A mobis auxi, la Religione è un particolare eſteriore
liun Paſtoris recedit, qui non luepos , fed culto , che in ſegno di vaſſallaggio , ed
in

(a) S. Foh . Chryf hom.34 . in Matth .


207
in argomento di dipendenza dalle Crea- fin dal principio del tempo non accet
turc ſi porge al Creatore : e poiché le tò i doni di Caino ; appunto perchèpro
Creature in tutti i ſecoli delMondo fi vennero da un animo orgoglioſo e per
fono ſempre riconoſciute effetti , pro- verſo . E poi a comun diſinganno par
dotti dalla deſtra dell'Altiſiimo; ellcno “ lò à tutti i Viventi fulla cetra di Davi
perciò in tutti i fecoli del Mondo e de : che forſe ho biſogno de' vitelli del
col mezzo de'ſagrifici e col mezzo del- voſtro armcnto , e degl'irchi del voſtro
le adorazioni gli han ſempre eſibito gregge ? che forſe vi ho mai fignifica
pubblicamente tal culto , a lui dovuto . co di aver famc e fote ? Ah ! che io
All'incontro poi fi dimoſtrò mai ſempre non mi cilio di carni di tori , nè bevo
l'Altiffimo e ſollecito e geloſo di ri- fangue di agnelli. E quando mai mi
cever code to onore , della ſua Sovra- fcorgelli famelico e fitibondo ; ſo bene
nità ben degno . In fatti dopo di aver di clier aſſoluto Padrone di tutte le fie
aſcoltare le pubbliche invocazioni del re delle felve , de' giumenti e de' buoj
nome fuo dal labbro, di Enos , e do- .
de'monti , de' volatili del cielo , e del
po di aver ricevute le primizie del la bellezza de'campi . Ma pur bramo
greg , e da Abele , i tori da Noè , gli a- P'obblazion de voftri doni, non perché
ricti da Abramo; egli medefimo fi diſe- mi manchino , ma perché con tal fun
gno gli altari, fi preferiffe le vittime, fi zione fon riconoſciuto dal voſtro ſpiri
fcelſe i Sacerdoti gli ſtabilì le cerimo- to, e venerato Sovrano . Immolate per
nie ed i riti ; onde più religiofe cfa- ciò a Dio tal fagrificio , che il glorifi
gre riuſciſſero le obblazioni umane 1 ca ; ed infiemc pudrite acceſi i deſide
preſentate in tributo di offcquio alla rj di benedirlo ed adorarlo : In :mold
Lua divina Maeſtà . Nè di cotanto an- Deo facrificium laudis , sedde Alrillima
cor pago ; veder volle ſopra un altare yota tua . Cosi parlò il Signore . E ben
di croce immolargliſi da un Uomo- perciò poſljam rilevare ', che la Reli
Dio Sacerdote una vittima infinita : e gione , la quale eſige Iddio per ſalvar
poiché tal fagrificio ſolo perfetto con ci, conſiſte nel culto eſteriore , accom
degno onore recava alla ſua indipen pagnato dall' umile: accorgimento del
dente Sovranità ; egli perciò fugli al cuore, che ſi preſenta alla Macità dell '
tari della Confederazion novella il vol Altiſſimo . Ma s' egli è così ; vertiamo,
le replicato tra le più unili adorazio: coſa ſia la divozione . Ella non è altro:
ni de' Credenti fino alla coníuinazione che un fervore dell'anima , che pro :
de'ſecoli . E ficcome in fine una vitti- cura di renderti religioſa in ogni ten-,
ma sì grande eligca ſontuoſità di fog- po., e nella guiſa la più perfecta . E
giorno , e inagnificenza di altare ; co perciò dobbiam conchiudere , che ella
si volle moltiplicati pcl Criſtianefimo non è vera , nè ſalva ;, ſe non è accom
i templi al pari di quello di Geroſoli pagnata dalla Religione .
ma, dove diſcender poteſſe con la ſua Ora ciò pofto ; paſſiamo a riguarda
gloria a ricevere le obblazioni, glio- re la noſtra divozione, o Criſtiani.Non
locauſti , e le adorazioni de' ſuoi fede- v' ha dubbio , che l' eſteriore apparen
li Vallalli .. Ma notiamo quł , che l' za ci caratterizza per molto divoti .
Altiſlino per quanto ſiali dimoſtrato: Non cefliamo in fatti di frequentare i
preinuroſo di tal culto , eſteriore , non templi , ſpecialmente ne di feſtivi , ed
I'ha gradito , nè potea gradirlo giam- in occafione di folennità ; alliftiaino a :
mai , ſenza l'interno culto del cuore divipi inifteri , a' tremendi ſagrifici, a
umiliato ; perché le ſole citerne azio- catechifmi , alle prediche con premura
di fenza l'accompagnaiento dello fpi e ſollecitudine: amiamo di ſpuilo par
rito non poiſon formare quella prote- ticipare de'Sagramenti , delle Orazioni,
ſtazion di. ſubordinazione , che debbe e delle Indulgenze; offcriamo in fine
la Creatura al Creatore . Egli in fatti con gratitudine , con tenerezza , cop ge
ne
208
ncrofità e cerei , e argenti , e fuppelo teftarci Servi di quei Signore altiTi
Rettili , e voti agli altari , a' Santi , a mo , che ci creò e mantiene . I cor
Dio . Che bella divozione ! Sembra di teggi , le pompe , i motteggi allora
doverſene gloriare il Padre celeſte > fon più deteſtabili , quando ſi preten :
da cui ſi crede iſpirata . Ma ahimè ! de offerir lagrifici a quel Dio , da cui
che lo svagamento dello ſpirito , e la interamente dipendiamo nell'eſſere ,
rilaſciatezza del coſtume ben preſto nc nel vivere , nell'operare . E quel ch '
ſcuopron falfi divoti . E per verità qual è peggio , ſi avanza oltre modo la sfre
è la modcftia , la umiltà , il raccogli natezza in occaſione di ſolennità . Allor
mento , onde ci preſentiamo all'Altiſ ſi brama di glorificare l'Altiſſimo, che
mo , che intendiamo di riconoſcere no conferì valore ſtupendo a’ Santi ſuoi ;
ftro Sovrano , e placare con le noſtre e pur col luſſo intollerabile perdendo
offerte , ed onorare col noſtro culto ? le anime, fi vantaggia Lucifero , che
Qual è , ſe nulla penſiamo al Signore , ne giubbila . Si offeriſce alla divina
© tutti ſiam dediti alla sfrenatezza ? Ah ! Giuſtizia il ſagrificio dell'Agnello im
che quando rifletto alla maniera , con macolato ; ma l'offeriamo à inanicra
la quale eſibiamo il preteſo culto di di fimolacri ſenza punto riflettere all'
Rcligione al Re della gloria , già par augufta funzione , e quinci ſeduti , fer
mi olTervare la improprietà , onde gliel viti, e idolatrati . Si ricevono i Sagra
eſibivano un tempo le Donzelle di Si menti ; ma gli riceviamo indiſpoſti , e
lo . Ogni anno era intimata a coſtoro ſovente ſenza fapere , coſa ſignifichino ,
dal Sacerdote la celebrazione di una e quali producano effetti. Š ' intervie
folennità ad onore del Signor degli e ne alle proceflioni ; ma vi aſiſtiamo
ſerciti : Ecce folemnitas Domini eft in Si con faſto sì libero , che forſe nol re 1

lo anniverſaria . Ed ognianno conveni cheremo eguale al feſtino . In fine ſi


vano al tempio per offerire al Santo termina la feſta in vergognoſi bagor
d'Iſraello e preghiere , e cantici , e la di ; fi amorcggia , fi mangia , ſi sbevaz
grilici . Ma in qual foggia ? Eccola , e za , ſi balla , fi ride , ſi treſca . Ecce
guardiamla bene . Chiamate a ſuon di dunque la noſtra divozione. E preten
trombe feſtive , eſcono dalla Città , ed diamo , che ſia divozione vera e me
eſcono a torme ,, fregiate de' migliori ritoria ? Ma oh ſtoltezza ! Ella è una
donneſchi ornamenti ,e miſte a Cittadi. divozione si falla , che Iddio la nau
ni ed a Foreſtieri , a Giovani ed a Vec ſea , e ce la gitta in faccia :Diſpergam
ehi : indi ſi avanzano nel piano , e ſia ſuper vultum veſtrum ftercus Solenmitatum
vanzano moiteggiando , ridendo , e veſtrarum .
Icherzando : nè finalmente pervengono Ma ſeguiamo avanti , o Criſtiani , ed
al tempio , ſe prima non dian l’ultime oſſerviamo che per noſtra maggior
pruove della diffolutezza maggiore . E confuſione in quel tempo appunto çi
che fanno ? Chi attende a ballare , chi dimoſtriam libertini ed irreligioſi , in
1i butta ſtanca ſul prato , chi s' empie cui pretendiamo di eſibire al Signore
il ventre di cibo e vino , e chi diver dell' Univerſo l'eſteriore dovuto culto
-tiſceli anche ad amoreggiare . Oh vi ed onore . Forſe in altro tempo non
tupero! E così dunque li va a vencra ſiamo così sfacciati , come in tal cir
re Iddio ? E che forſe ſi venera Idio coſtanza ; e ſembriamo avvalerci del
con celebrare nozze ? Che forſe li ve conſiglio de ' Giudei . Coſtoro in fatti
nera Iddio con iftituire ſpettacoli ? dopo di aver” crocifiſſo il Nazareno in
Che forſe . . . Ma laſciamo di ma . mezzo a due Ladri , ſupplicaron Pila
ravigliarci ; che tal è il noſtro co to a non fargli pendere in croce nel
itume. La vanità , l'immodeftia , la bal proſſimo Colonne giorno del Sabato .
danza allor maggiormente trionfa, quan E perchè mai ? Ah ! una tal viſta fu
do fi debbe venire al tempio per pro neltava l' allegrezza di giorno si lie
to ;

1
209
20 ; e perciò ut non remanerent in cruce naggio , ma vėra ſcoſtuinarczza ; come
corpora Sabatho , rogaverunt Pilatum , ut ofiam perfuaderci , che ſia vera divo
tollerentur . Si , di queſto conſiglio ci zione , che piaccia all' Altiſlimo , che
avvaliam noi . In ogni altro tempo fo- baſti per ſalvarci ? Ah ! che la sbaglia
ſteniam la viſta del Crocifiſſo . L' Ar- mo a partito . Una tal divozione non
tiere che attende al ſuo travaglio , il è accompagnata con la Religione ; e
Negoziante che attende a' ſuoinegozi, quinci è abbominata da Dio , che pur
l'Avvocato che attende alle ſue cauſe, ci ripete per lſaia Profeta : Iniqui junt
il Letterato che attende a ' ſuoi ſtudj , catus veflri; calendas veftras , & folemni
il Nobile che ,attende a' ſuoi gover- tates veſtras odivit anima mea . E per que
-ni , il Beneſtante che attende alla ſua fta ragione ci darà in potere de' De
famiglia ; tutti efieguono quei miniſte- monj, come diede in preda de' Gabao
rj , che loro addofsò la Provvidenza ; niti le ſcioperate Figliuole di Silo .
nè quinci perdon di viſta il lor dove- Di grazia torniamcene a ricordare . Ec
re , la loro crocc , il loro Dio . Ma co celebrano la lor folennità tra cibi
quando poi viene il tempo , che fi c riſtori , tra fuoni e balli , tra amo
debbe con pubblicità onorare l' Altiffi- reggiamenti e traſulli . Ma ahimè ! che
mo ; ahimè! queſto è tempo di diver- mentre ſono al meglio del giubbilo ,
-timento e di allegrezza , da non fune- furioſamente fortiſcon dalle ſelve , do
ftarſi con penſieri nojoſi e tetri. Quin. ve fi appiattarono a guardarle, moltif
di a tutt'altro ſi penſa che all' anima, fimi Gabaoniti ; e peggio di crudi Spar
alla religione ., a Dio ; e fol, fi ama la vicri , che rapiſcon candide colombe,
licenza , il libertinaggio , la ſcoſtuma- lor fi gittan Topra , c le traſportano ,
tezza , cui dileggiano fin anche gl'iſteſſi · non più al Santuario ,ma vittiine for
Infedeli : Toliantur , non remaneant zate alle loro caſe : Repuerunt de his
corpora Sabatho . Il perchè con contuofi quæ ducebant choros , notiamo bene , de
apparati ſi cuoprono le muraglie de his, quæ ducebant choros , uxores fingulas .
templi ; ma per ottentazione di faſto, Ecco a qual diſgrazia dovrà portarci
non per magnificenza di eccleſiaſtico la noſtra divozione . Tributiamo all'
decoro . Si sollevan per le contrade Altiffimo il culto eſteriore della Reli
fontuoſi archi ed obeliſchi ; ma per gione con diflipamento moſtruoſo di
motivo di vanità , non per ſollenniz . ſpirito , inteſo al libertinaggio .Ma in
zare ic glorie degli Eroi del Vange- tanto ci guardano i Demonj , che ſon
lo . Riſuonano in più cori le muſiche; naſcoſti d'intorno a noi : e ſiccome
ma per trattenere gli ozioſi , non per ſempre più ci empiamo di colpe; co
emulare le melodie de'Serafini . Cor- sì ſempre più ci ſi avventan ſopra per
rono affollati i popoli ; ma a far tu . incepparci, e tirarci all’Abbillo .
multo , a ſoddisfar la curioſità , non a Dch perciò ravvediamci di sì gran
porger fuppliche , ed implorar grazie. follia , o Criſtiani . Laſciamo gli Etrei
Finalmente, dice Ugon Cardinale (m), nel diſerto a venerare un viliffimo Vi
hoc faciunt multi Chriſtiani , qui quantum- tello tra le crapole , le ubbriachezze ,
cumque penitentiam agant ir aliis diebus,in ed i traſtulli ; nè ci curiamo , che ſea
feſtivis tameil deponunt corpora ſia de cru- dit populus manducare , & bibere , & jur
ce . Or che divozione e inai codefta ? rexerunt ludere . Laſciamo anzi i Beſſa
E ' divozione , o sfrenatezza ? è divo- miti ad adorare l' Arca tra un miſto di
zione, o libertinaggio ? è divozione , o ſagrificj e di ſcoftumatezze : nè curia
ſcoftumatezza ? E ſe non è divozione , mo , che il cielo ne faccia orribiliſh
ma vera sfrenatezza , ma vero liberti- ma ſtrage : Percuffit de populo Jeptuagin
Dd ta

(a) : Hug. Card.ap.Maz. Conc. 30. Pag -373.


210
ta viros , & quinquaginta millia plebis . quiſta quaft con ficurtà ta'vita etern
Noi riflettiam ſeriamente , che quando non è altro che un fervore di carita
offeriamo al noſtro Dio tributi di omag- acceſo dalla maggior cognizione del
gio e di oſſequio , egli ci è preſente , e fommo Bene, che intendefi ſempre piat ,
penetra le noſtre azioni . E quindi uſiam- meritevole di ſervitù e di oſſequio :
gli il dovuto riſpetto , e la neceffaria tal che ogni fortunato Credente , che
modeftia . Quando il giufto Vecchio tal fervore nutrifce , della fola offer
Tobia fi accorſe di aver prefentc un vanza non è contento della legge di
1 Arcangiolo , oh come ſubito fi proftro vina , c s' inoltra anzi ad efeguire i
col viſo, al fuolo in atteſtato di vene- configli del Vangelo , e praticare al
razione ed oh come perfiftette in tal tre opere di fupererogazione , ne pre
fituazione con l'intera famiglia nulla fcritte , né efpreffamente conſigliate .
men che tre ore ! E per fi trattava di Quindi la vera divozione , che cipub
riſpettare un Arcangiolo , il quale ben- con facilità Alvare , fuppone appunto
che foſſe un fublimiſlimo celefte Prin- l'adempimento dell'intera legge deil
cipe , pure non era l' ifteſlo Iddio . Altimino , che per giuſtizia il richie
Che riſpetto dunque , che venerazione de. E perciò penfiamo , fe polla difu .
convenir debbe all' auguſto Re degli nirſi dall'oſſervanza de celefti coman
Arcangioli ? Dch imitiamo pure si bra. damenti! Eh! che è follia l'immagi
vo Ifraelita . Quando ci accoftiamo al narlo . Un Uomo , che fi affatica di
Santuario ed all'altare per offerirvi i oſſcquiare il fuo Dio , o non attende
noftri fagrificj ; teh vivamentc rappre. prima a perfettamente ubbidirlo , pue
fentiamci , che ſiamo a parlare con ! affomnigliarli a quel Servo inutile , che
iftelo Iddio , innanzi a cui tutto il pon efiegue gli ordini del Padrone ;
Mondo è vile . Ed avendo quinci in e fol vegghia a caricarlo di riveren
abborrimento :, non dico già ogni li- ze e di titoli . Imperciocchè ficcome
cenza ed ogni libertinaggio , ma an coſtui non è gradito dal fuo Padronc;
cheunpic cioldiffipamento di ſpirito ,
pimaniamo innanzi a lui umiliati c con
perchéſiegue i dettami delfuocapric
cio , e laſcia l'opere di giuſtizia :co
fufi , raccolti e modeſti , piangenti e si quegli difubbidiſce al tuo celeſte
religiofi ; e dimoſtriamo col fatto , che Signore per ubbidire a le fteffo ; e per
temiamo al coſpetto di quell' alto Si conſeguente non gli . può effer care,
gnore , cui crediamo Creatore del cie ed accetto . E ben cost accadde agli
lo e della terra . In tal guiſa la no Ebrei nel diferto . Si macerarono con
ftra divozione ſarà vera , perchè ac affidui digiuni ; e intante il Signor de
compagnata dalla Religione ; e ci me- gli eſerciti ne par fi compiacque di ri
riterà grazic, favori , vita fempite
na . Altrimente confefèforemo
r-
a noftro
guardarvi . Si maravigliarono eft pes
ciò , e ne fecero alte lagnanze , gri
danno , che non è vera nè ſalva la dando a Dio : Quare jejunayimus , &
noftra divozione ; perchè è difunita nonaſpexifti? Ma Yadlo lor riſpore con
dalla Religione . E qui ſeguiamo per prontezza , che non gradiva i lor di
altro brieve tempo a meditare , e ſco. giuni ; perché eran capriccioli , e non
prir errori per ammendarci . erano accompagnati dall' oſſervanza de'
ſuoi precetti : Ecce in die jejunii veſtri
TERZO PUNTO . invenitur voluntas veſtra . Che ſe tal di
vozione , che va diſcompagnata dalla
Non è vera , nè ſalva la noſtra divozione ; giuſtizia , non è gradita dal Re della
perchè è diſunita dallagiuſtizia . gloria ; biſogna dunque conchiudere ,
che non ſia vera divozione , e che non
Confideriamo , dilettillimi Fedeli giunga a falvarci .
che la vera divozione , la quale ac Veniamo perciò a noi; e vediamo ,
qual
211
qual fia la noſtra divozione , & Criſtia- Padroni , a cui ſono tenuti: Servite Do.
ni . Ah ! che appena vi volgiam lo minis veſtris , ficut Domino ? Finalmente
fguardo , e fubito la ſcopriamo eguale fon pagati i debiti da quei Nobili , che
a quella di Elia Tesbite . Quefto buon ſempre parlan di fanticà ? fon foddis
Profeta ha zelato i onore del vero fatti gli Operaj da quei Beneſtanti
Dio d' lfraello in Samaria , ha confufi che arricchiſcono di doni le fante
indegni Sacerdoti, ha ſcannati di pro- Immagini ? fono sbanditi gli odj dal
pria mano Ottocento falfi Viſionarj di .
cuore di quei Criſtiani , che ſi moſtran
Baal , e di nero fangue ha fatto cot. dolenti innanzi gli altari ?Ah! ſe cosi fof
rerc il fiume a recare a' vicini ed a fe , farebbe vera la noſtra divozione .
lontani popoli la novella della ſtrage Ma ahimě ! che non è cosi; e quindi
feguita . Ma ora appunto per queſto la noftra divozione è capricciora , è
zelo ft fcorge da' Regnanti otiato e falfa ; e ſomiglia la divozione intem
perſeguitato a morte . Onde entrando peftiva del Profeta Elia .
in fc ftello , fa i conti ſuot : e che Or che ne debbe ſuccedere , o Cri
mi giova' it dimorare in Cited ? Me- ftiani ? Appunto quelche accade full
glio è correre alla folitudine perqui- Orebbe al Tesbite . Appona pochi di
vi falvarmi l'anima . E cost dicendo ", egli ha goduti di pace , e già aſcolta
fi dimentica di eſſere da Dio deſtina- la voce di Dio , che rimbomba per
to predicatore e Profeta del popolo tutto l'antro : ebone , coſa fai tu qut",
eletto , è rifolve fare il Romito. Quin o Elia: Quid hic agis , Etia ? Ed aht.
đi volando nella ſpelonca del monto me ! a' talº voce fi sbigottiſce , trema
Orebbe , quivi reftrignefi a vivere tra paventa il miſero Profeta ; ed arrcftan
Porazione , l'auſterità , ed il digiuno: dofi alla foglia di quel macigno , ca
Venit ad montem Dei Horeb . Queſta è va il capo dai bianco manto , in cui
la divozione di Elia , c queſta è la di è avvolto , è riſponde : e come , Si
vozione noftra . Ben ſentiamo il gra ; gnore , voi non ſapete , coſa mai io
vill no peſo della ſervitù del Mondo qui faccia ? Son fuggito da' Perfecuto
e che facciamo ? Riſolviamo di effer ri , mi fono liccńziato dalla fcoſtuma
tutti di Dio e con tal penfiero cer- ta Samaria , e foi venuto a fervirvi
chiamo di render Ronitorio la Caſa . della ſolitudine , dopo che baſtante
Si moltiplicano le fagre Novene a' mente ho zelato ponor voſtro : Zele
Santi , fi offerva continenza nc' giorni zelatus fum pro Domino Deo meq . Costri
più fagri, fi veſtono cingoli e ſcapo- ſponde Elia , luſingandofi forſe di ri
lari , fi reſiſte alle orazioni ed a' digiu- fcuoterne approvazioni e l'odi. Ma Id
ni , fi recita' tinaimente una quantità di dio gli ripiglia corucciato : oh inganns
Pater edi Ave in onor dc' Beati , degli to che ſei ? Foîti da me deſtinato Pro
Angioli , di Maria , di Geſucriſto . Oh feta ed Appoftolo della mia gente , &
bella riſoluzione ! Ma intanto fi adem: từ riſolvi difar l'Anacoreta ; Non ti
piſcono le obbligazioni del proprio
ſtato ? Le Donne si continenti offer
accorgi , che laſci P opere di giuſtizia,
e fcgui gl' impulfi del tuo capriccio ?
vano la gran legge dell'Appoftolo : Eh ! che non puof píacormi , fe nos
Quæ nupta eſt , cogitet quæ funt Mundi , adempiſci a' doveri della tua vocazio .
quomodo placeat Viro ? I Genitori si pie ne . E perciò torna in Samaria ad c
toſi oſſervano l'altro comando dell'i- ſercitare il miniſtero , che ti ho impa
Iteflo S. Paolo : Educate Filios veftros in ſto : Vade , fola revertere in viam tuam . U
diſciplina & correptione Domini ? I Suddi diſte ? Or queſto iſteſſo accade a noi .
ti sì religioſi ubbidiſcono a’lor Supe- Quando offeriamo a Dio le noſtre di
riori giusta l'altro precetto : Obedite vozioni , intempeſtivamente fatte con
Præpofitis veflris, ficut Chriſto ? I Servi si pregiudizio della legge o della voca
divoti attendono al fedel ſervizio de ' zione ; egli internamente ci fa ſentire
D. 2 i
212
la ſua voce : e che credete fare , o preſenza . Quante belte occaſioni di
mici Figliuoli ? Penſate di piacermi ? piacervi abbiam perdute ſin ora ! Pote
Ma v'ingannate ; che non poſſon mai vamo piacervi e ſalvarci con la noſtra
piacermi le condotte, che ſi oppongo- divozione . E pur l'abbiamo renduta
no a' miei ſantiſſimi voleri . Se io vi inutile con ſecondare le voglie delle
ho chiamati all'altare; come può pia- noſtre palſioni . Ma ora ben conoſcia
cerini , che ve ne dimentichiate per ze- mo. , che non è vera , nè ſalva la no
lar gl'intereſſi delle voſtre care ? Se ftra divozione ; perché è diſunita dal
io vi ho deitinati al travaglio ; come la grazia , dalla Rcligione , e dalla
può piacerini , che l'abbandoniate per giuſtizia : e ſovrappreſi da falutar con:
attendere alla preghiera ? Se io ho vie- fufione , deteftiamo a voſtri piedi la
tato di ritenervi le robbe altrui ; co- noitra cecità e follia . Ah ! quanto ne
me può piacermi , che l'applichiate a ha acciecati la noſtra debolezza ! A.
limoſine , a voti , a fagrijicj ? Ah ! dun: vremmo un pinguillimo capitale di mc
que quid hic agis ? Credete di camina- riti per la gloria , e ci troviaino cari
re il ſentiero della ſalute , ed avete chi di colpe , che ci precipitano allo
realmente fallita la ſtrada . Deh per- fiamme ! Signore , ne proviamo inter
ciò rimettetevi nel giuſto camino : Va- namente un'amarezza ineffabile , e ve
de , & revertere in viam tuam . In tal gui- no chiediamo umilimente ſcuſa e per
ſa ci parla il Signore . E pertanto co- dono . Sì , perdonateci pure , clemcn
fa pofſiai riſpondere ? Ah ! che altro tiſfiino noſtro Padre , e fateci la cari.
non polliam riſpondere , ſe non che tà d'illuminarci con la voſtra ſantiiſi
la sbagliamo. E quindi rimettiamci al ma grazia ; giacchè vi ſupplichiamo
pari di Elia nel retto ſentiero della con le parole del Cieco di Gerico :
giuſtizia ; e procuriaino sì di eller di- Domine , ut videamus . Noi confidati nel
yoti , quanto più poliamo, che la di- voſtro celeſte ajuto , fermamente vi
vozione ſempre fu il ſoſtegno della promctciano di volere in appreffo cc
Chieſa ; ma non già d' eller fanatici , ſer più fervoroſi di prima nella divo
che il fanatiſmo ha ſempre fguiſata la zione ; ma inſieme accoppiarla con la
Religione . Riflettiamo , che le opere grazia , con la Religione , e con la
non ſono vere virtù , nè ci poſſono giuſtizia , onde ſia verace , e poſſa fala
ſalvare , quando non ſono gradite dal varci . Sol reſta , che voi ſecondiate
ſomino Bene ; e riſolviamo ferinamén- le noſtre riſoluzioni. Deh perciò ſe
te in avvenire di piacergli con le no- condatele , alto Signore , fateci degni
Itre condotte , onde non più ſi avveri , della voſtra infinita miſericordia , com- .
che la noſtra divozione non è vera , partiteci ſpeciale alliſtenza e protezio
nė ſalva ; perché è diſunita dalla giu- ne , e fate, che in queſta valle di la
ftizia . E con tal riſoluzione buttiamci grime vi ſerviaino con verità , c poi ve
umiliati a' piedi del Padre celeſte aceea niamo a godervi per tutti i ſecoli de '
implorarne pietà e miſericordia . ſecoli nella celeſte bcata Geruſalemme
Amabiliffimo noftro Dio e Signore, di pace . Amen
deh accoglieteci ravveduti allapoltra

ME
213
MEDITAZIONE VII
DE BENI DEL PARADISO .

A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο

Se in queſta valle di lagrime gemiamo, pienamente Sarem confolati nel Paradiſo . Quivi
in fatti I. goderemo un bene tutto vero; II. goderemo un bene tutto pacifico; II .
goderemo un bene tutto noftro.

Satiabor , cum apparuerit gloria tua .


Il regal Profeta nel Salmo XVI. V. 15
Gli cade in graviflimo sbaglio , cuore . Quindi alſ altiſlimo de" Padri
ſuoi rivolto , proteſto di aſpettar nella
Adamo già guaſto cd infetto , in gloria degli Eletti la pienezza del go
queſta terra meſchina ed inſiem nell' dimento ,e ſclamò : Satiabor , cum appe
alma region de' Beati fi perſuade po . ruerit gloria tus .Ma s'egli è così ; in
ter godere , dilettiflani Criſtiani. Non coraggiamci pure ad abbracciar la cro
pha dubio , che ad un perpetuo go ce , o Criſtiani : imperciocchè fe in
dimento uſcì l'Uomo dalla deſtra on quefta valle di lagrime gemiamo , pie
nipotente del ſuo Fattore . Ma la col namente ſarem confolati nel Paradiſo.
pa , che la umana malizia produſe Quivi in fatti goderemo un bene cuc
ogni armonia fconcertò , ogni ordine to vero . Primno Punto . Goderemo un
turbó c ſconvolſe . Quindi ora non vi bene tutto pacifico . Secondo Punto .
è mezzo alcuno' . O ſopra la terra in Goderemo un bene tutto noftro . Ter
queſta vita mortale , o full empireo 20 Punto . Ma inoltriamci a meditare
nel futuro ſecolo poſſiam ſolamente si incontraſtabili verità anche per con•
godere . Chi vuol divertirſi in queſta folarci; ed a meditarle con profitto ri
profonda valle di dagrime, ſarà eſclu corriamo alla protezione della noſtra
fo dall eterna felicità : e fol farà am comun Madre Maria , che diceſi por
mello nella celeſte promeſſa Geruſa ta del cielo ; e replichiamle con filial
lemme di pace, chi ſi accinge a ſoſtenere confidenza e divozione le ſagre Lita
i travagli di un diſaſtroſo viaggio pel nie: Kyrie eleiſon & c.
dubbiolo diſerto . Queſta nondimeno ė
la differenza , che paſſa tra il terreno PRIMO PUNTO .
ed il celeſte godimento , che quello
non giunge mai , e queſto giunge con Nel Paradiſo goderemo un bene tutto vero.
abbondanza a fatollare le brame del
cuore umano' , avido di contentezza . Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli ,
E per queſta ragione il regal Profeta che il pregio più bello , da cui deb
non altrove che nel cielo (però ſod be accompagnarſi il bene per renderſi
disfare la natural fame di felicitarſi . amabile al cuore umano , ſia appunto.
Il foglio , la reggia , l'impero , le do la verità . Non ama in fatti l'Uomo ,
vizie , gli agi , che poſſedea , ah ! non nè mai ſoſpira un bene , che non ef
furon capaci di mettergli in calma il ſer vcro bene ravviſa : nė mai i teſori
di
214
di oro , di argento , di gemme ama l miamo ottener l'acquifto , come già l'
Avaro , fe pur veramente negli ſcrigni ottenne Salomone ; ſenza dubbio cel
ſuoi non faro ; ne mai una terrena medefimo Regnante di Sion gli ſco.
bellezza ama il Senfuale , ſe pur veri priremmo tutti vanità ed arnizione di
non apprenda i lineamenti e le pro ſpirito: Omnia vanitas, & affitio fpiri.
porzioni , che rendon vivace e brioſo tus. Dove dunque ritroveremo il vero
l'oggetto . Non v'ha dubbio , che ſo- bene , che eſſendo il proprio oggetto
vente ama l'Uomo un falſo bene . Ma del cuore , con verità il conſola ed il
appunto , dice il gran P. S. Agoſtino felicita ? Ah ! biſogna cercarlo nelcie
(a ) , appunto perchè per vero bene l' lo , dove tra gli ſplendori della fua i
apprende, e deplorabilmente s’ingan- nacceſſibil luce ſoggiorna il vero be
na : Sic amatur qeritas, ut quicumque eo ne , che è il Ben fommo , da cui co .
lud amant , hoc ipfum , qllod amant , ve me da fola origine e cagione ogni be
lint elſe veritatem . Det riinanente quan- ne diſcende . Abita ancor qua giù , ed
do egli non s'inganna , dal vero be- in ogni qualımque luogo, ſenza punto 1

ne ſolamente vien rapito : e ſiccome riempirlo , a cagione della ſua immen


queſti è il proprio naturale oggetto fità ineffabile . Ma quà giù non può 1

del ſuo cuore ; cosi rimane agitato ed vederſi , che coperto da ombre e lime.
anſante , fin che nol conſiegua , e nel boli : Vidomus nunc per Speculuin in -
di lui pofTeffo trova il ripoſo , la tran- nigmate. . Quindi non tragge a ſe con
quillità , e la contentezza . Or dove ri- dolce necellità il cuore ; ſolamente
troveremo il vero bene , che anato ne nella ſua libertà laſciandolo , l' avva
rende felici ? Forſe fulla terra ? Ah ! lora in guiſa , che nelle maggiori tri.
quivi per avviſo del gran P. S. Ago- bolazioni ſperimenti allegrezza e pa
Itino (b) poſſiam ſolamente difcerncre, ce , e gridi con l'Appoſtolo : Supera
non già che ſiavi ma ' più toſto che bundo gaudio in omni tribulatione noftra .
affatio non vi fia ; Facilius invenimus , Sol net Paradiſo , dove foggiorna e
quid ibi non fit , quam quid ibi fit . E riſplende qual Sole in meriggio , ubi
come no , ſe qualunque bene della ter pafcit , ubi cubot in meridie , laſciali a vi
ra non ha in ſe ſteſſo altra vera bon- lo ſcoperto vagheggiare : Tunc auton
tà fuori di quella , che vi diffuſe il facie ad faciem . Ed appagando le uma
Creatore , di cui ſono participazioni ? ne pretenſioni col fue poffefTo , abbon
Si , conobbe ful principio de ſecoli dantemente di giocondità gli Amici
l'eccelto Fattore la bontà nelle ſue ſuoi ricolma , ed in un vaſto mare di
opere.: Vidit Deus ermeta , que fecerat , giuſto e bel piacere gli gitta e pro
& erant valde bono . Ma vi conobbe la fondar: Irekriabumtur ab ubertate domus
ſola bontà , di cui egli medeſimo le tuæ , torrente voluptatis tue potabis eos.
arricchi; perchè eſcluſa tal bontà , che Ecco perciò che in Paradiſo godere
è l'iſteffo Iddio , non ſono le Crca mo un vero bene .
ture che polvere , fango , viltà , e ſchi- Deh afcendiamo dunque il monte
fezza ; e mcritan quinci di eſſer abbor- fanto a ſcoprir la viſione ineffabile , o
rite più toſto , che richieſte ed ama- Critiiani . Già come a Mosè promette
te . Ed ecco la ragione , per cui ana. a ciaſchedun di noi l'Altiffimo di me
te ſenza ordine al fommo Bene , rol Atrargli ogni bene nella ſola rivelazio
recan pena e tormento . Se al pofſef- ne del ſuo maeſtoſo ſevibiante : Olien
ſo giungeflimo , di quanto ricchiczze , dan tibi omne bonum ; perché, come A
di quanti piaceri , di quanti onori bra- goftino foggiumſe , non alio $ 1120 Lumum ,
Jood
(a) S. P. Auguft. lib . 10. Confeff. ( b) Id. ferm. 127. 3 .
cap . 23..

215
fed bonum omnis beni . 81 , afcendiam la falfo appoggiato il capo, per una in
Ealda , la pendice , la vetta . Che più tera notte placidamente ripora.Si, li.
curarci di queſta valle di lagrime ? poſa; nė valgono ad interrompergli il
Quanto pofliam qui ottenere dimagni- placidiflimo ſonno l'orror della not
fico e forprendente ; anzi quanto im- te e la durezza del ſuolo : e non per
maginare qui poffiamo di più faſtoſo altra ragione , fe non perché quivi ha
e ſublime , non è che men di nulla da ſorte di vedere il ſuo Dio . Vede
al paragone degl' immenfi beni naſco dunque ergerfi dalla terra una ſcala
iti nel fomnmo Bene , la pompa de'quà- maraviglioſa fino all ' empireo , e ſopra
li nec oculus vidit , nec auris audivit , MFC et efla appoggiato il Re della gloria ,
in cor hominis efcendit . Fin la reggia , guidar le Angeliche Intelligenze , che
ove il gran Nume rifiede , circondato daila terra al ciclo e dal cielo alla
da' ſuoi beatiffimi Vaffalli , fupera ogni terra. fi trasferiſcono . Ed a tal viſione
umana immaginazione : impercipoche fenza diſturbo , mentre vegghia la men
Le tal la inmaginiamo , qual la defcrif te , afforci intanto il cuore c le mom
fe. l' Angiolo dell'Apocalix al Diſce- bra doleemente ripofano . Ma affai.
polo Solitario di Patmo., avente topa- meglio addiviene all' anima . Mentre
2j ed ametiſti per muraglie , dodici ella il fommo Bone contempla , vien
margarite per dodici porte , i cardini così rapito il cuore , e aſſorte le po
d'oro , ed il fuolo d'argento ; ſenza tenze che dal miſterioſo. ſuo fonno
dubbio , qual è in fe fteffa non la le Creature non valgeno a deftarla .
concepiamo , ma qual può da' noftri. E bellamente (cherzando il Diletto ,
fenfi rappreſentarſi ; e ne ripigliereb, comanda agli Angelici Miniſtri di non
be il gran P. S. Agoſtino (a) ; Hæc iſcuoterla e fvegliarla , fin che ripo
miſerorum funt, damnatorumque folatia , fare le piaccia : Ne fufcitetis ; neque evi
non præmia Beatorum . Aſcendiamo dun- gilare faciatis Dile& am , donec ipſa velit.
que ...Ma ecco tra gli ſplendori del- E qual potenza non viene afforvita
la gloria il noſtro Dio , che forma il dall'immenſo fplendore del divin So
Paradiſo delPredeſtinati. Oh che ab: le di giuſtizia , o Criſtiani ? Deh pe
biſo di vera beatificante bontà ! Oh netriamo qui la ventura invidiabile di
che dolce giocondo ſpettacolo ! Deh . urr Vom fortunato , che é ammeſſo al
corri a pienamente ſoddisfarti , anima conſorzio di Dio . Ecco paſcerli e de
mia . Fin or nauſeaſti le Creature ; liziarſi tra infinite novelle cognizioni
perchè affai più in alto correano i mo. l' intendimento . Un Cieca infelice ,
vimenti del cuore , che un bene infi- che pervenuto alla vetta del monte ,
nito fofpirava . Ma . oh benedette nau- gira in vano d' intorno i lumi ſenza
ſee ! oh benedetti fofpiri! Corri ader- punto fcoprire oggetto alcuno , fe. fia,
ſoad appagare le tue brame con la che forgendo dal mare il bel Pianeta
viſta del Creatore . In effolui è tutto del giorno, gli feriſea così le pupille,
il bello , che può amark ; in eſfolui. che li rendan capaci di vedere e di
è tutto il grande , che può defiderarfi: ammirare ; oh quante coſe di colà im
Ibi eft quidquid amatis , ibi
ibi efteftquidquid
quidquid provviſamente egli ſcuopre ! ed oh
defideratis . Corri a pafcere gli affctti quanto egli giubbila e gode! Ma egli
tuoi nel fonte di ogni amabilità , nell? é una rozza immagine dell'umano in
abbillo di ogni perfezione , nel vaſtiſ- tendimento , ſollevato alla viſione del
fimo pelago ... Ma già ti veggo imi- fomno Bene nel Paradiſo .. Era egli
tar Giacobbe . Ecco egli è nel cam- in queſta baſſa terra quaſi cieco , inca
po di Betel , e quivi ſopra un duro pace a conoſcere il ſuo Fattore . Ma
ap

( a) S. P. Auguft. lib. 20. de Civ . Dei cap. 28.


26
appena è pervenuto ſul monte ſanto , ſtigio alcuno ; non altrimente l'Uomo
che i raggi dell'increato Sole il per- nel mar vaftiffiino della Divinità im
cuoton cost , che fin gli diſcuoprono merſo , non ſembra più Uomo , ma l'
i iſteffo Sole , ed in eil'olui infiniti va- iftcilo Iddio : Similes ei erimus , quia vi
rillimi oggetti . Quindi egli vede ilRe debimus eum , ficuti eſt . Similes ; perchè
della gloria , meglio aſſai che il non l'intendinento intendendolo , nel co .
più cieco Tobia rivide il caro Figlio noſciuto oggetto ſi trasforma . Similes;
ritornato di Rages . Vede in effoluiu- perchè la volontà ainandolo , con l'
na ſola natura , che ſenza diviſione in oggetto amato li medeſima . Similes ;
tre diſtinte Perſone maraviglioſamente perché la memoria ricordandoſene ,
fi dirama; e le proceſſioni del Figliuo- nel rammentato oggetto ſi cambia . Si
lo dal Padre in fimiglianza di natura, miles ; perché le membra alla ſpiritua
e dello Spirito Santo dal Padre e dal liſſima divina natura correndo , di agi
Figliuolo in fimiglianza di amore . Ve- lità e di ſottigliczza fi fregian così ,
de in effolui un abbillo d' infinite per- che delle ſpirituali fuftanze giungono
fczioni, prodigiofiflime ne loro effet- a godere .lc proprietà ed i fregi . Or
ti , indiſtinte tra loro e con la ſem- che invidiabil ventura !
pliciſlima eſſenza affatto medeſimato . Vi ſeinbra , o Criſtiani , che al pa
Vede in effolui gli aſcoſi eterni decre- ri del Mercadante del Vangelo non
.ti , l'impercettibil ſegreto della pre- dobbiam diportarci ? e che non dob
deſtinazione alla grazia ed alla gloria, biam riſolvere d' impiegar quanto ab
gli ammirabili miſteri della Religione, biamo per comprarci una gemma si
il rigore inalterabile della giuſtizia , prezioſa e sì rara ? E pur confondiam
gli amoroſiſſimi tratti della provviden- ci a viſta del Paſtorello Giacobbe · Oh
za e della iniſericordia , e l'infinito quanto egli fatica ! Oh quanto ſuda !
numero delle varie Creature , che più Oh quanto ftenta ! Non l'atterriſce il
belle c leggiadre ſi contengono nel gelo , che le membra gli affidera ; non
Creatore . Ed oh che giubbilo ! che lo sgomenta il ſollione , che con gli
.contento ! Ella è sì ſtrabocchevole la ardenti raggi lo brucia : la brina del
ſoddisfazion della mente , che feco la notte ſul capo gli cade , ed egli re
tragge al conoſciuto divino oggetto la lifte a veggbiare ; i travagli del gior
volontà in guiſa , che queſta ritrovan- no l'invitano al ripoſo , ed egli fuga
do in Dio ogni bcne deſiderabile , a dagli occhi ogni ſonno . Sempre final
lui ſolo da dolce neceſſità ſoſpinta 9
mente intorno al greggo aggirandoſi ,
portali incefiantemente ad amarlo . E or il mena al paſcolo , or dall ' onte
liccome quindi l'intendimento ſempre de’lupi il cuſtodiſce ; c travagliando
Iddio riguarda , e la volontà ſempre ſempre , paſſa nulla men di quattordi
Iddio ana ; , così la memoria ſempre ci anni allegramente nel penoſo fer
Iddio rivolge , ſempre a Dio penia , vizio di Labano . E perchè cotanto
ſempre di Dio fi ricorda . E poiché egli ſiaffanna ? perché cotanto fuda,
finalmente ancor le membra corporee travaglia , e dura?Appunto per acquiſtar
ficguon gl'impulli dello ſpirito con- Rachelc : Servivit fro Rachel . Per ot
templante ed amante ; cgli perciò è tencre una fragil bellezza , che ama ,
hello il vedere nel Paradiſo , anche l ' non cura di profondere il capitale di
umano frale correre ſpeditamente al quattordici anni di ſudori, di vigilie,
fuo principio e fine Iddio . Ed oh lo e di ftenti : Servivit pro Rachel .. Oh
ſtupendo effetto ! Ecco l'Uomo torna- confuſione ? E noi non ci fidiamo di
to il ſuo medeſimo Sigrore. Nella Softenere una picciola croce per giun
guiſa che una gocciola di acqua nel gere al poſſeſſo della increata imman
mar buttata , vi ſi perde in maniera e cabil bellczza , che forma la noſtra
confonde , che più non ne rimanc ve- felicità ! Iddio , dice il P. S. Giengri
1o
217
(oftomo (@) , ne chiama a goderlo in chè dunque il cuore con perfezione il
cielo ; e noi conſumiamo le noſtre ap fuo godimento ritrovi , giunger debbe
plicazioni per perdere Iddio , i gua. ad ottenere un vero bene infinito , il
dagnar l'Inferno : Deus nos vocat ad cæ- quale ogni tribolazione valga a fugare,
lum , nos autem nos ipfos ad gehennam im é cagionar la tranquillità e la pace
pellimur . Siamo , foggiunge il P. S. Or dove mai ritrovar potremo un si
Bonaventura (1 ) , ſiam chiamati al ripo- gran benc , cui pacificamente goder
fo , fiamo invitati al godimento ; e poi poſſiamo ? Forſe ſopra la terra ? Ah !
oh imprudenza ! oh fragilità! oh ſtol- noi deluſi, ſe cel perſuadiamo. In que
tezza ! e noi cerchiamo i travagli, cer- ſta valle di pianto tutti i beniconqui
chiam le pene : Oh inſania mirabilis ! ſtar non ſi poſiono : e quindi è , che
oh infirmitas miſerabilis ! 'oh vefania dete- mentre l'un godiamo, fiam trafitti dal
fabilis ! Vocamur ad requiem , & Jequi- deſiderio inſieme di goder l'altro . E
mur laborem ; invitamur ad folatium , E quando anche giunger fi poteffe ad
quærimus dolorem . Ma donde sì deplo. ottenerne molti ; non ſono queſti ini
rabile cecità ! Deh apriamo omai gli ſchiati di amarezze e di affanni ? non
occhi dell'anima , e ſeriamente rifet. ſono ſimiglianti alle ricche coltri del
tiamo alla noſtra ſciocchezza per dc- la ſcaltra Micolle , le quali ſotto una
teftarla . Che ne giova la terra ? Cor- pompoſa apparenza di oro e di argen
riamo al Paradiſo , che è il centro del- to coprivano gemiti di viſcere palpi
la noſtra felicità; e pel Paradiſo non tanti ? Ma ce ne faccian chiara teſti
dubitiamo di travagliare , fino che l' monianza gli ſteffi Mondani, de' qua
altiſliino Rimuncratore di conferircelo li penetrando le anguſtie il Profeta re
ſi compiaccia . Quiviſolamente polliain gale, non potè contenerſi dallo ſcla
godere; perché quivi ſolamente gode- mare : Contritio & infelicitas in viis eo
remo un bene tutto vero . E maggior. rum , & viam pacis non cognoverunt . Su
mente rimarrem ſoddisfatti ; perché tal traetevi innanzi , o Avari . Voi giun
bene tutto vero ne farà ben anche un geſte al cumolo delle bramate dovizie.
bene tutto pacifico e beatificante . Ed Ma riſpondete al S. Giobbe : Quare
eccone la ſpiegazione . fic attenuaris macie per ſingulos dies ? Pcr
chè vivete malinconici c tetri ? Non
SECONDO PUNTO . è vero , che i timori , le ſollecitudi
ni , le ditli denze , i diſguſti ſi ſono af
Nel Paradiſo goderemo un bene tutto follati ad amareggiarvi ? Traetevi in
pacifico . nanzi , o Ambizioſi . Voi perveniſte al
le cariche lungo tempo defiderate . Ma
Conſideriamo , dilettifGmi Fratelli , quare fic attenuaris macie per fingulos dies ?
che nel policlo di un bene toſpirato Perchè malcontenti menatc i voſtri
non può mai godere perfettamente il giorni ? Non è vero , che le applica
cuore , quando nel tempo ſteſſo vien zioni , i foipetti , le dipendenze vi rub
agitato da anfictà , da diffapori , da bano il ripoſo e la quiete ? Traetevi
traverſie . E la ragione è evidente ; innanzi , o Senſuali . Voi già ottenette
perchè ſiccome il cuorc aſpira ad un l'oggetto de ' voſtri ſoſpiri . Ma quare
bene infinito , cosi non può godere fic attenuaris macie per fingulos dies ? Per
la ſua perfetta felicità nel poſtello di che avete perduto lo ſpirito ed il brio
un bene , cui le contraddizioni reſtrin- antico ? Non è egli vero , che i di
gono ad eller limitato e finito . Per- fpendj , le rivalità , le gelofie vi ban
Ee git

( a) S. Joh. Chryf. hom. 23. in ep. ( 6 ) S. Bonav. in cp, de 25. Memo


ad Hebr . rialib.
218
gittato in un mare di anguſtie ? Trac- avidi di aſcoltare dal labbro ſuo la pa
tevi innanzi , o Vendicativi . Voi gia rola di Dio ; ed il fieguon coftantemen
uniliafte i voſtri Avverſarj. Ma quare të cosi , che ſenza corporal nutrimento
fic attenuaris macie per fingulos dies ? Per. giungono già il terzo giorno a crafcor
che vi moſtrate impauriti ed anſanti ? rere . Ed ahimè! ſentonſi mancar d' in
Non è egli vero , che ſpictate appren- nédia ; e tal reca tor tormento la fame,
fioni tutior vi conturbano ? Traetevi che a compallone l'Uomo- Dio ſen muo .
innanzi , o Superbi . Voi già sfoggia- ve : Mifereor fuper turbam , quia eccé jam
te fecondo ogni moda novella . Ma triduo Juſtinent me, nec habent , quod man
quare ſic attenuaris macie per fingulos dies ? dacent ; & K dimifero eos jejunos ,deficient
Non è egli vcro , che le altrui cen- in via . Ma donde verrà cibo cotanto ,
fure e i debiti contratti vi colorano di che valga a provveder gente si nume
diffapori e di anguftie ? Traetevi in. rofa ? Appunte dalla pienezza della
nanzi ... Ma chi mai può eſſer con- Onnipotenza. Guardate . Già ſeggon
tento in quefto Mondo , dove la vi. fulla inolle arena le tube ; e già il
ta è una continua guerra : Militia eſt Taumaturgo Nazareno pochi pani ed
vita hominis fuper terram ? Ah ! biſogna alquanti perei moltiplicando , for fom
volare all' empireo per trovar pace . miniſtra l'opportuno alimento . Ma
Quivi ſolamente godefi quel vero be. quanto ne ſomminiſtra loro ? Quante
ne , che eſſendo infinita inſieme ed put ne defiderano a fatollarfi : Diftri.
orinipotente , ogni bene defiderabile in bratit difcrambentibus , quantum polebant .
fe raccoglie , ed ogni male mai fem- Oh prodigio ! Oh mifericordia ! Mà
pre fuga e diſperde. E quindi è , che ella è pur eodeſta la condotta del Ri
Tolamente nel Paradiſo goderemo un inuneratore divino . Per aſcoltare , e
bene tutto pacifico . per adempite i di lut fantiffimi voleri
Ergiamo dunque al Paradiſo i pen- ci privamino in queſto Mondo di o
fieri per conſolarei, o Criſtiani . Ec- gni ſoddisfazione , e volentieri rinun
coci al poſfello del ſommo Bene . Co- ziammo alle Creature ; e ne rimaſe
ſa mai defidcrar pofliaio di vantaggio ? quindi avido di vero godimento lo fpi
Quanto bramar poſliamo , tutto tutto rito . Ma ccco ſe ne muove a picta il
nella maggior venufta abbondantemen Padre celeſte ; e dalla pienezza della
te ritroviamo nel Creatore . O Amici , fua Divinità ne comunica tal copia di
o Figliuoli , o cafe , O poffeffioni, già beni , che baſti a fatollarci . Queſta
vi lafciammo ſopra la terra ; ed or vi in fatti è la legge . Chi più ne bra
miriamo in Dio più belli e leggiadri: ma , più ne ottiene ; e chi è capace di
e fe già ſulla terra per Dio vi diſprez- più , ancor più ne carpiſce : Non è
zammo ; or più amabili in Dio vi riac- quindi tra noi ne invidia , nè geloſia,
quiſtiamo. Ricchezze ,pompe , piaceri, nè gara ; perchè ognun fatolla la fua
che già fofte oggetto di rifiuto per Die , fame e vede di non poterne di più
>

or fiete l'oggetto della noſtra felicità ; carpire . Egli è vero dunque , come
'perchè non più mucabili v' incontriano ne afficura Gefucriſto , che nella reg.
nel Creatore . Cielo , inare , terra , Uor gia beata diverfo fieno le magioni giu
mini ... Ma che più ; ſe da' tefori ine. ſta la proporzione del merito acquiita
fauſti della divina inagnificenza ne ſgor: to : In doino Patris mei manfiones inulta
ga in ſeno sì copioſa l'abbondanza de' funt . Ma ficcome neſſun deſidera più
beni , che ne fatolla ogni fame , ogni di quello , che è ftato allegnato dal
ſete n'eftingue ? Ah ! che il celeſte Padre; perché di più non è capace :
Rimuneratore diportaſi a favor noftro , cost quella diſtinzion di magioni co
qual fi conduſſe il Redentore cola prel- ftituiſce fuperiorità , ma ſenza fafto ;
lo la ſponda di Tiberiade . Ecco ilfie - cagione inferioried , ma ſenza ſogge
guono anelanti più migliaja di Uomini, zione : produce diverſità , ma ſenza
MU
e
219
mulazione . E quindi è , che fiede il ſembrar tanti Soli cingere il divin So
popol Canto e ripoſa nella bellezza del le di giuſtizia ; anzi cotanti Numi in
la pace : Sedebit populus in pulchritudine torno al Nume divino ? Stordi (a ) la
pacis. Oh armonia ! Oh bellezza! Oh Francia , quando alle ripe del Vadafo
paradiſo ! approdar vide i Baroni di Arrigo Re
£ pur quello , che viene a maggior- 3
di Caſtiglia sì pompoſamente adorni ,
mente felicitar gli Flotti , egli è ap- che ciaſcheduno ſembrava l'iſteſſo Re.
punto l'allontanamento di ogni con- Quanto più dunque lietamente debbo
traddizione; perché quel Dio , che gli no ſtordire i Beati nel guardarſi si
rende bcati con l'cffuſion d'ogni be- ricchi di luce e di gloria , che egua.
şe ; ancor gli rende tranquilli con la li gli rende al Regnante medelimo
fuga d'ogni male . si , Criſtiani , il de ſecoli ctorni ? Stordl il Principe
pianto di queſta vita meſchina è già degli Appoftoli S. Pietro cola ful Ta
terminato ; e dalla caſa del Signore è borre , dove mirò cinto da fplendori
bapdito il lutto e il duolo : Neque le- il Mediatore dell'Uomo , familiarmen
& us , neque clamor , fed nec ullus dolor ; te converſare con Mosè ed Elia ; ed
quoniaen priora tranfierunt : Quivi non è ardentemente bramò di fiffarfi quivi u
più fame non è più fete ; calor di
5 na perpetua dimora . Quanto dunque
State , o rigidezza di Verno quivi non ſtordire più debbono gli avventuroſi
be ingrello : Non efurient, neque fitient Predeſtinaţi là ſull'empirco , dove eter.
amplius , neque cadet ſuper illos fol , neque namente guardano tra un abbiffo di
ullus æftus . Infermità , vecchiezza , pe- magnificenza il celeſte Agnello , e mai
ricoli , morbi, ah ! retaggi funefti del- ſemipre converſano con Amici innume
la colpa , non han luogo in quel bea- rabili , che ſcambievolmente ſi amano
tiffimo regno , i cui Citadini più del son pari ſinceriffima dilezione ? Stor
Sole in meriggio riſplendono ; perchè di la Reina Şaba , quando da' confini
fiipiglianti rendui nell'anima al fom- dell'Auſtro cntrata in Geroſolima , am
mg Benc , e nel corpo alla trionfante mirò le dovizie de' teſori , e l'altezza
Lagratifuna Umanità del Re della glo- della fapienza di Salomone . Quan
ria : Similes ei erimus , quia videbunius to dunque ftordire più debbono i feli
eum , ficuti eſt : Reformabit corpus humi- cilliini Comprenfori nel riguardarſi ador
Jitatis noftræconfiguration corpori claritatis ni di ammirabili perfezioni e leggiadric
jue . Diſcordie , rivalità , pretenfioni , aſſai maggiori , che non si ammiraron
raggiri, ah ! ſconci parti della umana fulla terra ? Quanto debbono conſolarfi
fuperbia , efiliaci ſono affatto da quei nel contemplare la boni di coloro ,
feliciffimi Eroi, che non ſono hojpites de' quali già procurarono la protezio .
& advena , fed ciyes Sanctorum , & dome. ne , ed or godono il conſorzio ? nel
ſtici Dei. Che bel ſoggiorno di pace ! contemplare la vaghezza degli Angioli,
Che vaga deſiderabil reggia! Ah ! che che al divin foglio recaron già le loro
al coſpetto di quegli eterni tabernaco- obblazioni nel contemplare la purita
li mancar ci ſentiamo per dolce deli- della Reina de Santi Maria , da cui
quio lo ſpirito ; e fiain coſtretti a {cla. già ricevettero favori innumerabili ? nel
mare con Davide : Quam dilecta taber- contemplare la miſericordia di Gelu
maculo tuo , Domine via tutum ! Concupifcit, criſto , che pon dubito di fpargere
& deficit anima mea in atria Domini . E tutto il ſuo preziofiffimo fangue per la
qual più compito diletto , che il yede- loro redenziope? Ob pace ! Oh Para
re i celefti Comprenſori rapprefentar dilo !
tutti la immagine di Dio vivente , c E purc oh ccceſſo di ſtupidezza ! Ci
Ee 2 di

(a) Rogat. Hift. Hifp. lib. 7. fol.17.


220
fi promette una tranquillità si piena , moriar . Così dire , e cosi foce Gia
una pace sì compita nel Paradiſo ; é cobbe ; c così riſolviamo di operare
nondiincno dov'è , che corriam la giu ancor noi . Sappiamo, che la pace del
fta via per giungervi , o Criſtiani ? Per cuore folamento nel Paradiſo ritrovali.
ottenere un terreno vantaggio , cui cre Dunque cola aſpiriam di giungere do
diain ripoſo de'noftri pentieri, quante po le fiere tempeſte di qucfio mar pro
fatiche ,,quanto calamità , quanti dila celloſo del Mondo . E ' vero , che per
gi ftiniam bene impiegarvi? E poi fap arrivarci biſogna ſoſtenere una conti
piaino , che la vera calma poiia otte nua guerra , e ſempre riportare vitto
nerſi unicamente nel cielo ; e non ſo ria . Ma ogni travaglio è bene impie
lamente non ci prendiain penſiero di gato per l'acquiſto di quel godimento, .

giungervi , ma facciamo anzi tutto il che unicamente braina il cuore . Se


pollibile per iſmarrirla : Ajjicitis , cel ſtrabocchevolmente ti fatica per guada.
finfaccia l'Arciv. S. Tommaſo di Vil gnare un viliflimo bene della terra ;
lanuova ( a) , ajpicitis, & contemnitis ; molto più è giuſto travagliare per l'
videtis , negligitis . Che ſtupidezza acquiſto di un Paradiſo , dove ſi gode
impercettibile ! Ma deh conoſciamla ur bene tutto pacifico . Deh ' non ci
una volta per deteítarla , e per armar diſanimiamo dunque ; che perveniremo
ci della fovrumana fortezza , cho a al gran guiderdone , che ſperiamo; ed.
conculcar ne ſpinge la vanità , e ad anzi il fareino tutto noltro . E per ve
abbracciar la croce del Salvatore , il rità
quale , como ſcrive Tertulliano ( 1) ,
non fu da' fuperni Spiriti riconoſciuto TERZO PUNTO .
Re della gloria , ſe non dopo di averlo
mirato crocifiſſo : Nec ante Rex gloria Nel Paradiſo goderemo un bene tutto noftro .
a caleflibus falutatus eft , quia Rex Ju
deorum profcriptus in cruce . Il Vecchio Confidcriamo , dilettiflimi Fratelli ,
Giacobbe dopo molti anni di pianto che quantunque i Viatori , che con la
ebbe finalinente la fauſta novella , che fanta grazia poſſeggono il ſommo Be
ancor vivca il caro Figlio Giuſeppe ne , ſieno ſempre in pericolo di per
creduto eſtinto e che ſignoreggiava der la grazia e Dio : i Comprenſori
nell'Egitto : ofeph Filius tuus vivit , nondimeno , che ſon giunti al Paradi
& ipſe dominabitur in omni terra AEgypti. fo , acquiſtano un bene tutto proprio ,
E quafi da lungo ſonno riſcoflofi ,fem che non poſſono ſinarrire giammai .
brò rivivere , e ſclamò : baſta , che e Onde gli potè aſſicurare il Mediator
gli viva il Figliuol mio . Ah ! voglio redivivo : Gaudium veſtrum nemo tollet a
ſubito partire per rivederlo : Sutricit vobis . In due maniere in fatti il pof
mihi, ji adhuc Joſeph Filius meus vivit ; ſello acquiftafi di un bene , o per li
vadam , & videbo illum , antequam moriar . beralità del Donatore , o per dritto di
Ma come andarc , ſe egli è un pove ragione : nella prima guiſa il pofleffo
ro Vecchio ? come ſuperare i diſagi è amiflibile , ed è inamiſlibile nella ſe
del camino , le ſtanchezze del viaggio? conda . Amillibile nella prima ; perché
come ... Eh ! che ſtanchezze ! che di dipendente dalla volontà grazioſa del
ſagi ! che pericoli ! Per vedere Giuſep Donatore ; e cosi cbbe Giuſeppe il
pe è ben impiegata l'iſteſſa vita . Qua dominio nel vaſtiſlimo regno di Egit
lunque ſia l'incomodo , qualunque la to , dipendente dall'arbitrio di Farao
pena , vadam , & videbo illum , antequam ne . Inamillibile nella ſeconda ; perchè
dal

( a) S. Thom . a Villan . Conc. 1. in (b) Tertull. de cor. Mil. cap. 14.


Afcenf. Dom . 9. 9.
221
dalla volontà ſola dipendente delPor le temporali e le ſpirituali delizie , che
feffore : e così dal già moribondo Ge- le prime ſi deſiderano con ardenza
nitore fu inveſtito del regno d'Ifrael- ed ottenute riſtuccano ; e le ſeconde
lo il pacifico Salomone . Oi nell'una ſembran riitucchievoli prima di conſe
e nell'altra maniera hanno į Giuſti il guitſi , e conſeguite accendono vie più
poſſeſſo di Dio . Nella prima guiſa in Ic brame di poffederle , e quanto più
queſta vita mortale , dove per pura li- fi guftano , tanto più ſi amano; perché
beralità dell' Altiſſimo ricevono e con- tanto più fi percepiſce l'aſcoſo ſapore,
ſervano quella celeste grazia , che al- che tempre Tatolla e ravviva : Augent
la divina figliazione adottiva gli cfal- Jpiritales deliciæ dejiderium in mente, dim
ta : e nella ſeconda guiſa nella vita Jatiant; quia quanto magis earum japor pers
immortale , dove ottengono il poffef- cipitur, eo amplius cognofcitur , quod avi
fo di Dio , e come eredità dovuta a' dius ameistur . Nel cielo dunque tutte
di lui Figliuoli di adozione , e come ſpirituali ſon le delizie , che diffon
mercede dovuta loro , che leggittina- dendoſi ſullo ſpirito , vengono a riboc
mente pugnarono e vinfero . Siccome care ancor fulle membra : e ficcome
pertanto la volontà de' Beati nel cielo ſempre ſoddisfano le anſietà del cuo
rimane immutabile ; perchè neceſſaria- re ; così ſempre con maggior anſia ſi
mente portafi al ſuo Signore : cosi ner- bramano , e con maggior piacere ſi gu
funo può toglier loro l' ottenuta ven- ftano . E quindi è, che ciaſcheduno de'
tura ; Gaudium veftrum nemo tollet a vobis . Beati contento a pieno del Paradiſo ,
E quindi riman fcrmo , che ſe la for- va ripetendo con la Spoſa delle fagre
te abbiam di ſalvarci , goderemo nel Canzoni : Inveni , quem diligit anima mea ,
Paradiſo un bene tutto noftro .. tenui eum , nec dimittam . Oh diletto ! Oh
Or che felicità confumata ella è mai piacere ! Oh cternità !
codeſta , o Criſtiani ? Guadagnare ua E noi andiam perduti dietro uno
benc infinito , c farlo cosi tutto noſtro , ſcarſo temporale diletto ſenza curarci.
che non poſſa eſſerci tolto per tutta l' di un Paradiſo :eterno, o Criſtiani ? Ah !
eternità ! Non morire giammai , e ſem- che ſtoltezza ! Sentite . Saulle andava .
pre immutabilmente vivere per godere in traccia delle giumente perdute det
ogni bene deſiderabile ! Oh felicità : Padre ; quando il vide Sainuello Pro
conſumata ! Non poſſiam certamente feta : e che vi premono , gli diffe , che
immaginar la pienezza del godimento vi premono le giumente o Sauile ?
ſopra queſta terra , dove ogni diletto Eh ! non ne ſiate punto ſollecito : Ne
fi volge in nauſea e tormento . Le ri- Jollicitus ſisde Alinis . E di chi mai ſe
ereazioni più bramate e più piacenti non di Saulle ſono le coſe più pre
del ſecolo non laſcian goderſi che per zioſe d'Ifraello : Cujus erunt optima que
poche ore : imperciocchè ſe troppo que Ifrael ? nonne Saul ? E così dicendo,
prolungaſi il lor godimento , più toſto l'unſe Monarca d'Iſraello e di Giuda:
tedia e ſdegna . Giunſer gli Ebrei a Unxit te Dominus fuper hæreditatem ſuam
mangiar manna lavoro degli Angioli , in Principem . Or alle ſue giumente non
che ogni ſapore contcnea . E pure di più volſe il penſiero Saulle ; c ſarebbe
tal cibo sì pregevole dopo brieve tem- ſicuramente fato uno ſtolto , fe di van.
po ſi nauſéarono : Anima noſtra nauſeat taggio ſe ne foffe brigato . E perciò
ſuper cibo iſto levillimo . Ma non cosi ritorniamo a noi. Non ci dimoſtriamo
nel Paradiſo addiviene . E queſta in folli nell'amare i beni temporali , quan
fatti, dice il Pont. S. Gregorio (a) , do ſiam deſtinati a regnare per ſem.
queſta è la differenza , che paſſa tra pre nel Paradiſo ? quando ſon per noi
ſcr

(a) S. Greg. hom . 36. in Evang .


2 22
ſerbati gli eterni migliori beni dell' le foglie ! Ma l'infinita Miſericordia ,
Altillimo : Optima quaeque Dei ? Ah ! che è il voſtro fregio più bello , vin 1
dunque non ſiam più ſolleciti della ter ce la gravezza de'falli noftri , e il dan
ra , e brighiamci del cielo . Che pro no recatoci da noi medeſimi può glo.
nel conſumare affidui travagli per la rioſamente riparare . Deh compartite
terra ? Ancorchè tanti acquiſtiamo be ci dunque la voſtra Miſericordia , ncl .
ni , quanti ne poſſiamo immaginare ; la guiſa che umiliati e compunti la
pur quanto tempo gli potrem godere ? imploriamo . Ecco a' picdi voſtri pre
E poi non gli dovremo laſciare ad al ſenciamo dolenti e contriti le noſtre
tri , che forſe ci pagheranno con in colpe , che ci han rubbato il Paradi 1

gratitudine e maledizioni ? Ah ! dun fo ; perchè la picca voſtra le diſtrug


quc confomiamo le noſtre fatiche per ga ed annienti . Noi le deteſtiamo ſo .
l'acquiſto del Paradiſo , il cui godi pra ogni male , e ve ne chiediamo u
mento non potrà mai eller fraſtornato inilmente perdono . Si , perdono , pie
ne da'nimici, nè dalla morte . Sc al tà , e miſericordia , amabiliffimo Signo
ſai travagliaſi per ottenere pochi giorni re ; mentre noi con sincerità vi pro .
di vita ; quanto più travagliar dobbia mettiamo di voler morire più toſto
ano per ottenere una vita perpetua :Si che di nuovo oltraggiarvi . Deh ſe
tanto , è il grande Agoſtino ( a), che condate dunque le noſtre preghiere ,
parla , fi tanto labore agitur , ut aliquando e concedeteci la voſtra Cancillina gra
plus vivatur , quanto agendum eft , ut fem zia , che ci rende voftri adottivi Fi
per vivatur ? E pur meno forſe ci co gliuoli , e quinci eredi del Paradiſo ,
fterà il Paradiſo , che un vil guadagno dove ſolamente goderemo un bene tut
temporale . Che percio elitiamo? Deh to vero , un bene tutto pacifico , un
fieno pel Paradiſo i noſtri ſudori i bene tutto noftro . Non meritiamo cer
poſtri ſtenti; perchè ſolamente nel Pa tamente cotanto amore . Ma venga il
radiſo goderemo un bene tutto noftro. noftro demerito superato dalla voſtra
Ma voi, alto Signore , che ſiete la infinita Miſericordia , che ne porti a
via , la verità , e la vita , deh voi pel lodarvi e benedirvi per tutti i ſecoli
Paradiſo ſcorgeteci. Al ! quante volte de ' fecoli nel Paradiſo . E così ſia .
con le noſtrecolpe ne abbiam cbiule

ME

(a) S.P. Auguft.ferm . 46. de Verb, Dom . 1

!
1

1
223
M EDITAZIONE VIII
1

DELLA PERSEVERANZA FINALE

A R G O M E N T O

1 Penitente ,che dopo la giuſtificazione ricade in peccato , fi mette inevidentepericolo


di non più ottener perdono ;1. perchè oltraggia la bontà dell'Altiſſimo con ifpe
ciale malizia ; 11. perchè vilipende la maeſta dell' Altiffimo con ijpe
tiale diſprezzo ; UI, perchè corriſponde alla beneficenza
dell' Altifao con ifpeciale ingratitudine.

Ecce Janus factus es ; jam amplius noli peccare , ne tibi aliquid deterius
contingat . Job. cap. V. V. 14.
Vantongue le mic voci, che put ne mofle & pietà il Taumaturgo Naza
fono voci di Peccator troppo reno : ed in un momento raffodate le
indegno , son fieno mai (tate el. piante di lai, ſapo e ſalvo e recante
ficaci cosi , che abtian potute opera {agli omeri fin anche il letto il riman.
re la giuſtificazione dei malvagi : io dê a caſa . Ando dunque eſultando al
nondimeno vi confeffo con fincerità tempio il riftabilito Infermo : e quì il
dilettillimi Fedeli , che ſempre ho nu- Salvatore incontandolo , gli parlo ; re
drita nel cuore una viva ſperanza di di bene , d Uomo , che già lei ſano *
conſeguir dalla divina Miſericordia la Ecce fanus factus es . Attendi denque in
converſione del voſtro fpirito a Dio . appreffo ad abbominare il peccato ,
Quindi in queſto ultimo giorno , in onde non incontri un mal peggiore
cui terminano gli Eſercizi ſpirituali Jam amplius noli peccare ; tie tibi aliquid
già ſembrami contemplarvi Amici dell' deterius contingat. Or queſto iſteffo dir
Altiflimo , ritolti dalla poteftà di Lu- voglio a voi . Siete già guariti la Dio
.

cifero , che orribilmente vi tiranneg- mercé dallc voftre fpirituali infermi.


giava . E mentre dall' eſtrema confo- tà ,dalle quali più tompo fofte aft)itti:
lazione rapir mi ſento , a compimento Ecce fonus factus es . Ah ! non vogliate
del mio Appoſtolico miniſtero miveg . dunque informarvi di nuovo ; non vo
go nell'obbligo di ſtimolarvi alla t- gliate di nuovo eſſer preda del pecca
nale perſeveranza , onde conſeguiate to : fam amplius nolipeccare . Impcrcioc:
quel fine , per cui foſte creatic reden- chè farebbe queſto il mezzo per chia
Bi. A tal motivo dunque voglio lafciar- marvi ful capo una peggiore irriparabil
vi il gran configlio , che diede il Sal- diſgrazia : Ne tibi aliquid deterius contin
Vatore del Mondo al guarito Paraliti- gat. In fatti il Penitente , che dopo la
co del Siloe . Giacque coſtui , come giuſtificazione ricade in peccato , fi inet
ben voi il fapete , innanzi i portici di te in evidente pericolo di non più ot
Beffaida nulla men che lo ſpazio di tener perdono ; perchè oltraggia la
crcntotto anni; nè mai ritrovò un Uom bontà dell' Altiffimo con iſpeciale ma.
pietoſo , che urtatolo nel tempo op- lizia . Primo Punto . Perchè vilipende
portuno nell'onde falutari , cagionata la maeſtà dell’Altiflimo con iſpeciale
gli avelle la lanità . Ma finalmenre fe diſprezzo . Secondo Punto . Perché
cor
224
corriſponde alla bencficenza dell ' Al frutta di vita eterna, figurate nel for
'til’imo con iſpeciale ingratitudine . Ter. mento . Ma entra il peccato nel cuo .
20 Punto . Meditiamo perciò con tut: re , e vi produce germogli di eterna
to lo ſpirito quelte incontraftabili ve . morte , dinotanti la zizzania . Or ciò
rità ; ed a meditarlo con fervore e vedendo le Creature , fi ſcaglian con .
profitto , imploriamo l'ajuto della di tro di noi Peccatori e chieggono al
vina Miſericordia per l'interceflione Padre celcfte di diſtruggerci e di an
della noſtra comun Madre Maria , che nientarci . I cieli , le acque , la terra,
pregiafi di patrocinare i Figli ſuoi pe gli elementi , gli animali gridan xen .
nitenti ; c replichiamle divotamente le detta , ed eſclamano : Vis , imus , Euro
fagre Litanie : Kyrie eleiſon Bc. colligimus ea ? Ma il miſericordioſo Si
gnore : no , dice loro ' , non vi move
PRIMO PUNTO . te ; che queſti Uomini mi coſtano ſpa
fini e morti . Laſciategli viverc ; per
I Penitente , che dopo la giuſtificazione ri chè ritorneranno a me , e nuovamen
cade til peccato , ſi mette in evidente to mi ſaranno amici e figli. E così di
pericolo di non più ottener pordo cendo , paternamente ci chiama , pre
no ; perchè oltraggia la bontà muroſamente ci fiegue , da ogni diſgra
dell'Altiſſimo con ifpe zia provvidamente ci ſottrae ; nè mai
ciale malizia . ſi arreſta , fin che non gli rieſca di
guadagnarci , e portarci ſulle proprie
Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli , Ipalle al celeſte ſceltiffimo ovile . Che
che mentre il peccato chiama ſopra bontà ! Che miſericordia ! Che clemen
di ſo la rovina , la bontà dell ' Altilli za ! Or che farem noi ? Gli diverremo
mo miſericordioſamente la inpediſce. di bel nuovo ribelli ? Ah ! che oltrag
Quindi ſulla ſua cetra cantò il Profe geremme la bontà dell'Altiflimo con
tà regale : Miſericordia Domini, quia non ifpeciale malizia ; perchè più degl ' in
fumus confumpti. Ed ob che pugna tra nocenti ne abbiamo ſperimentati a fa
il cielo e la terra ! Noi non vediam vor noftro i parzialillimi effetti . E
nulla ; perchè il peccato ſugli occhi perciò che ne conſeguirebbe ? Ahime!
deil'anima ſparge nebbia si fatale , che ci metteremmo a riſchio di non più
punto non ci accorgiaino ne delle no incontrare la di lui ſantiſfima carità .
ître miſerie , nè de' favori celeſti. Ma E quindi è , che il Penitente , che do
figuriamci la parabola di Geſucriſto . po la giuſtificazione ricade in pecca
Il Padrone del Vangelo femind nel to , ſi mette in cvidente pericolo di
ſuo campo il formento ſolo ; e nondi non più ottener perdono ; perchè ol.
meno fra brieve tempo inſieme col for traggia bontà dell'Altiflimo con ina
mento germogliar fi vide nel campo niera ſpeciale.
ancor la zizzania . Che fecero percio Ma venga ad inſegnarci il Regnan
gli Agricoltori ? Ricorſero al Padronc, te Davidde , o Criſtiani . Ecco egli ca
e gli chiedettero di ſradicarla : Vis , mina per la ſtrada di Bauri ; e quì un
imus, colligiasus ea ? Ma no , dific Uomo infolente per nome Semei gli
il Padrone , no ; laſciatela in pace ti avventa ſaiſi , il maledice , ed il chia
no alla melle : Sinite Crefcere 11/7ue all ma Uoin diabolico e fanguinario : E
mellem . In tal guila farcte ſicuri , che gredere , vir fanguinum , & vir Betiol. Che
non perderete il formento : N2 forie affronto enorme ! Che temerario Val
eradicetis fimul & tritici.in . Ecco lo ſpet ſallo ! E pure il buon Principe il per
tacolo memorabile , che ſi rinovella , dona ; ed il perdona si cordialmente ,
quando pecchiamo . L'Altitino diffu che giunge ad impedirne la vendetta.
le nel cuor nonro il ſeme della ſua Fremono in fatui ù intorno a lui i ge
fantiflima grazia ; perchè germogliallo neroli Uticiali , ed il Capitano Abitai
già

:
225
già ha cavata troncargli
ſua ſpada per del fodero dalla vincitrice tetti contra tutte ledell
buſto il contra gli attentati Creature , e fin
' Inferno , che
capo: Vadam , & amputabo caput ejus. cercavan vendicare la noſtia inſolenza .
Ma no , dice il Monarca , non voglio, Anzi aggiungiamo di più , che egli
che il danneggiate . Laſciatelo male non già una ſol volta , o due , ina
dire ; che il perdono : Sinite , ut ma- forſe più e più volte ci ha comparti
ledicat. Or che vuoi più , o Semei ? ta la Tua bontà , e ne ha rimeſli i no
Via dunque ammira e venera la bon- ſtri debiti . Che eccello di clemenza !
tà del tuo Sovrano , e ravvediti del Ma queſto appunto ci debbe eſſere
tuo orgoglio . Rifletti , quanto ſia gra- un preſſante motivo di non più irrita
ve il tuo delitto , che la comunc in- re il Re della gloria ; perché con
dignazione fi merita ; e quanto ſia ec- la rinovazione dalla colpa trionfa u
cedente la manſuetudine del tuo Prin na ſpecial malizia , e con iſpeciali
cipe , che cotanta ingiuria pacifica- tà fi oltraggia quella divina bontà ,
mente ti riinette : e quindi entra in te che ci ha liberato dalla diſgrazia per
Iteſſo , ravvediti , e ceſſa omai dal gra- averci penitenti: Secundo peccans, egre
viſlimo attcntato . Rifletti pure ... Ma giamente l' Angel. Dot. S. Tommaſo
allegramente ; che già Semei ſi è rav (a) , Jecundo peccans, ex hoc ipſo videtur
veduto . Mentre Davide fi accinge a gravius peccare , quo contemnitur Dei bo
paſſare il Giordane , gli cade umilia- nitas , quæ ad pænitentiam expectat . E
to a' piedi; ed in guiſa gli dimanda poi chi fa , che egli non abbia de
perdono , che grazioſamente l ' ottie terminato di non più perdonarci , fe
ne con un giuramento di ſicurezza di nuovo in altri dclitçi abbiam ' ar
ſulla propria vita . Ma nel tempo ſtes- dire d' inciampare ? Non v' ha dub
lo non ha Davide intenzione di ri bio , dice Origene (1) , che l' Altilli
mettergli altro fallo . Biſogna , che mo con ecceſſo di bontà preſerva dal.
in avvenire egli attenda con eſattezza la morte il Peccatore per averne il
a non traſgredire un punto degli or pentimento ; ma non per queſto dob
dini regali . Tanto più che il Rc a. biam fidarci , ſapendo , che la Prov
gonizzando ſi è ricordato della ſua videnza ſtabiliſce alla ſua pazienza i
già fatta riſoluzione , e l'ha comuni. limiti : Expectat uniuſcujuſque pæniten .
cata al ſuo figliuolo e Succeſſor Sa- tiam , fed hoc non faciat nos tardos ad
lomone , il quale già gli ha impoſto converſionem ; quia patientiæ ejus certa
di non uſcire di Geroſolima , ne mai menſura eſt . E più eſpreſſamente inſe
oltrepaſſare il torrente Cedronne . At gna il gran P.S. Agoſtino ( ſul fon
tenda dunque ... Ma Scmei già diſub , damento delle fante Scritture , che
bidiſce ed ecco non più incontra il Padre celeſte ha deterininato il nu
pietà , e ſenza riparo è ammazzato : mero de' peccati , che ad un Delin
Percußit eum , & mortuus eſt . Or fi quente vuoi rimettere ; e per conſeguen .
guriamci , che in ſimigliante maniera te ha ſtabilito il gaſtigo , terminato il
diportiſi con eſfonoi il celeſte David- numero di quci falli : Illud Jentire nos
de . Egli affai più venne da noi ol.. convenit , tamdiu unumquemque a Dei pa
traggiato , che non fu offeſo dal ſuo tientia ſuſtineri , quandiu nondum fuorum
Vaſſallo il Regnante di Sion ; ed aſſai peccatorum terminum finemque compleverit; .

più di queſti egli ci dimoſtró la ſua quo conſumato , eum illico percuti , nec ul
bontà col perdonarci , avendoci pro- Tam illi veniam jam refervari . Ah ! che
Ff tut

(a) D. Thom . 3. p. quæft. 88 . ( c) S. P. Auguft. de Vit. Chriſt.


utt . I cap. 3.
(b) Orig. lib. 1. in ep , ad Rom .
26
tutto abbiamo il fondamento di teme. minazione , che è appunto il Principe
re , che non ſiamo per ottenere perdo. delle tencbre . E la bontà dell' Al
no ; ſe dopo la giultificazione ardiamo tiflimo trovò la inaniera ineffabile di 1
di bel nuovo adontare la celeſte bon- buttare a terra queſt' idolo , onde C
tà , che ci ha ſalvati . Anzi dobbiam vita'limo la rovina . Vi poſe a fronte 1
paventare , che l'Altiflimno volga in le- Geſucriſto Sagramentato , che l'ab
vera giuſtizia la fua amoroſa clemenza batté , ed il conquiſe . E pur noi di 1

per abbandonarci in preda del noſtro bel nuovo l'alzanino nel foglio del
conſiglio , che ne porta irriparabilmen- noſtro cuore . Che fece perciò la di
te al precipizio fempiterno . vina clemenza ? V ' introduire nuova
E pure che facciam noi , o Criſtia- inente l'Arca viva della Confedera
ni ? Abimné ! rinovelliaino la ſciocchez- zion novella , e lo ſchiaccio , il fran
za degli Azozj . Riuſciti vincitori nul . tumò; e noi chiamò intanto alla li !
la battaglia di Afee , ebbero ancor la berta bella de ' Figliuoli di Dio . E
forte di acquiſtare l' Arca prodigioſa pur noi contu naci rimettiamo l'idolo
della Confederazione . Che corte ! Che frantumato ſull'altare , precipitando
Ventura ! Conobbero il pregevoliſſimo di nuovo negli ſteili e forſe peggiori
acquiſto gli Azozj ; e quinci lieti e fe- vizj e delitti . E non è vero , che an
ftanti portarono al lor tempio il gran cor fieguon le crapole , gli anores :
Santuario , ed il collocarono preſſo il giamenti , le vendette ? Non è vero ,
loro idolo nefando , per nome Dagone: chc ſieguon le ſtelle ſcorrette amici
Tuleruntque Philiftiim Arcam Dei , & ind- zie , le ſtelle frodi , le íte le oppreffio
tulerunt eam in templo , & ftatuerung ni ? Non è vero , che ancorfiegue
juxta Dagon . Ma oh ſpettacolo ! Vide la sfrenatezza il libertinaggio , 12
>

appena l' Arca del Signore l'abboini- (coſtumatezza ? Oh cecita ! Oh follia !


pevol Dagone , e ſubito caddegiù dal- Ben può fclamare il zelantiilino Sal
ľ altare , c giacque boccone al ſuolo: viano ( !), che noi Criſtiani (embria 1
Ecce Dayon jacebat prolus in terra ante mo pentirci , non già di aver peccato ,
Arcain Domini. Ma abiinė ! che non ma di eilerci pentiti : Taliter fere omnia
tosi i Filiſtei fi accorſero di tal rovi- agunt , ut eos 1101 tain putes antea pe
na ; che fubito rialzarono il caduto nitentiam criminin egiffe , quam poſtea ip
falſo Nume , e ſulla ſua baſe di bel pus penitentiæ penitere ;nec tam prius pe 1

nuovo il collocarono : Tulerunt Dagon , nitrilfe quod inalt vixerint quam poſtea .

& reſtituerunt eun in loco fuo . Torno quod fe promiferint bene efle picturos . Ma
quindi a precipitare l'idolo malvagio ob deluſi! è che pretendiamo ? Deh 1
al cospetto dell ' Arca ; ne precipito riflettiamo con ferierà alle notre con 1

Tolo , ma li ſpezzò anzi nella ſua rovi dotte ; ed offerviamo , che ci mettiamo
Da , e le mani e il capo fin fulla foglia . ad evidente pericolo di non più incon
o
deil' infame delubro. sbalzaron : Ca- trare la divina Miſericordia , che no
put autem , & duce palme minuum ejus fottragga dall ' inevitabil rovina ; per
abfciffæ erant fuper limen . Ma non per chè ſebbene fperar dobbiamo ſempre
quelto fi quetarono iteFiliſtei : anziºne. pietà , fin che vivíano ; pure la ſperia
unirono diligentemen i pezzi , ed a ino in vano , quando non ceſliaino di
quei frantumi collocati full' altare non abuſarne . Quindi ſe abbiam incontrata.
dubitarono offerir vittime , c bruciare la invidiabil ventura di riſorgere dalla
incenzi . Or non è queſto quel che morte del pcccato alla vita della grazia;
facciam noi ? Per mezzo del peccato deh non vogliaino di nuovo inciampa :
adoravamo un peggior idolo di abbo- re nella fchiavitù di Lucifero , che ci
ti
1
(a) Salvian. lib. s . de Provid .

1
1
1
227
tiranneggia: State , n ' eforta l' Appo. il diſubbidire al Monarca celeſte . Che
Itolo S. Paolo , fiate , ö nolite iterum divario ! Il diſubbidire ad un Monar
1 jugo fervitutis contineri. E tanto più ne ca terreno non ſempre racchiude una
renda cauti il riſchio di non poter u- indegna ribellione ; perchè montre i
ſcire di tirannia , eflendo pur troppo Vaffalli ne traſgrediſcon la legge , non
vero , che il Penitente , che dopo la paſſano a coſtituirſi ſopra loro altro
giuftificazione ricade in pcccato , Sovrano . Ma il diſubbidire al Re del
mette in evidente pericolo di non più la gloria ſempre mai porta feco yn
ottener perdono ; perchè oltraggia la atroce ribellione ; perché gli Uomini
bontà dell'Altiilimo con iſpeciale ma- protervi , che non adempiono i di lui
lizia . Ma che direino , che cgli an . comandi, gli' volgono villanamente le
cor vilipende la maeſtà dell' Altiſlimo ſpalle , c adorano il di lui peggior ni
con ifpeciale diſprezzo ? Ah ! ſentite . mico e rivale , che è il Demonio .
Che perfidia ! Che diſprezzo ! Sarebbe
SECONDO PUNTO . egli meritevole di perdono delitto si
enorme ? Se difficilmente rimetteli da
Il Penitente , che dopo la giurificazione un Principe della terra una fellonia ;
ricade in p-ccato , ſi mette in evidente penſiam noi , che con facilità polia
pericolo di non più ottener perdo- incontrare pietà la maggiore delle fel
510 ; perchè vilipende la mge- londe contra l'alçiflimo Signore dell'
ja dell' Altiſimo con Univerſo ? E pur dobbiam confeſare ,
ſpeciale diſprezzo. che tante volte in tal delitto ſiamo in
ciampati; e tante volte il noitro buon
Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli , Dio ci ha rimeffo un ardire si atroce .
che ſe ogni terrcna poteſtà ragionevol Che miſericordia ! Che bontà ! Cho
mente eſige ubbidienza e ripetto da' dilezione ! Ma ahimè ! che appunto
fuoi Sudditi , tanto più il debba preten- per tal ragione il Signore eſige da
dere dalle sue Creature ľ . Alti:Dino , noi fedeltà ; imperciocchè il rioffender
che è il Re de' Regi ed il Signore lo farebbe l' ifteflo che doppiamente
de' Dominanti E pure fuol ſuccedere, diſprezzarne la maeſtà . Ed in fatti ſi
che ſovente abbiano venerazione i diſprezzerebbe um Signore , che meri
Principi da' loio Vaſſalli , e non ? ta di eſſer ubbidito non ſolamente per
abbia dalle ſue Fatture il Regnante al- la ſua altiffima condizione , ma anco
tilfino dell'Univerſo . Or che vilipen- ra per la ſua infinita carità , onde ci
dio egli è codefto della divina ſübli- ha rincfii i noſtri atrociflimi delitti .
millima maeſtà ? Se offendeſi la dignità E quindi è , che un Penitentc , che do
di un terreno Monarca , quan :to vie po la giuſtificazione ricade in peccato,
ne diſubbidito ; quanto più col diſub- ſi mette in evidente pericolo di non
bidire vilipendeſi la macftà eccelſa del più ottener perdono ; perché vilipen
Creatore ? Senza dubbio quanto è più de la maeſtà dell' Altilimo con ilpe
alto il grado di chi è oltraggiato ; tan- ciale diſprezzo .
to più è maggiore il diſprezzo , qualor Ma pure apprendiamo la vera fa
non venga ubbidito e temuto. E quin pienza dalle ſante Scritture , o Cri
di è , che ſc fopra ogni terrena gran : Itiani . Ecco Ninive penitente . Cho
dezza infinitamente s ' inalza la maoftà non fa il clementiſſimo Signor degli
del Re dell ' empireo ; infinita parimen- cſerciti per aggraziarla ribelle ? Vi
te eſſer debba l' offeſa , che con la ſpediſce premuroſamente un ſuo Pro
diſubbidienza gli fi reca. Ma queſto è feta ,che è Giona , a rappreſentarle
ancor nulla . Riflettiamo in oltre alla gli eccelli di ſua ſcoſtumatezza , che
gran differenza , che paſſa tra il di- meritano iinminenti gaſtighi : e poi.
Tubbidire ad un Monarca terreno ed .ché cerca queſti di corcere di colà il
Ff 2
228
camino per Tarſo , l' Altiflimo gliel trante il Profeta Sofonia ; e le predice,
conduce dentro il ventre di una bale- che ſaran disfatti gli Allirj , e con ello
na . Egli dunque Giona omai è in Ni loro tornerà Ninive un orribil diſerto
nive . Oh quanto grida ! Oh quanto tuo- ſenza tempio , ſenza archi , ſenza pa
na ! Ninive Ninive, egli dice , e fino lazzi , ſenza ville , ſenza ſoggiorni :
a quando ſarai ribelle al tuo Signore ? Extendet manum fuam , & perdet Ajur ;
Ah ! pur troppo ſono eccellivi i tuoi ponet ſieciofam in folitudinem ; accubabunt
delitti ; ne palleranno quaranta giorni in medio ejus greges; omnis , qui tranfibit
che gli piangerai ſotto le tue medeſi per eam , fibilabit
> & movebit manuin ·
me rovine , renduta berſaglio della i- Ma ella non l'aſcolta . Ed ecco vien
nevitabil vendetta : Adhuc quatraginta guaſta , demolita , diſtrutta ſenza remiſ
dies , & Ninive ſubyertetur . Ma pure fione , ſenza indulgenza , fenza perdo
a tali voci ſi ſcuote , ſi commuove , fi no . Ed oh eſempio ! Oh tcrrore ! Oh
ravvede \' indegna Città : ed attenta- ſpavento ! Ninive una ſol volta fu com
mente conſumando in penitenza eſem patita , c perdonata dall ' Altiflimo . E
plare le quarante giornate ; non ſola- perchè ella abusò di tal perdono , per
mente evita l' annunziato ſupplicio , che ella con ulterior diſprezzo vilipe .
ma ottiene anzi indulgenza e perdono; ſe dopo il perdono la maeſtà cccella
e vede il Profeta , dice il P. S. Gian- del Creatore , più per lci non fu pietà,
griſoſtomo (a) , che con le ſue poche non fu compaſſione, non fu miſcricor.
parole ſia giunto a ſalvarla : Nuda illa dia ; e reſtò impenitente e conquiſa -
loquutus verba , omnes in pænitentiam de- Coſa dunque dobbiam dire di quei Pe
duxit . Oh ventura ! Oh conſolazione ! nitenti , che non una ſola , ma più e
Non dovrebbe dunquc Ninive perfeve più volte furon dall'Altiſſimo perdo.
rare nel ſuo pentimento >
e non vili nati , e di nuovo dall ' Altiffimo fi ri
pendere più la maelta dell'increato bellano per aderire al Principe delle
Sovrano , a cui è ſtata benignamente tenebre ? Ahime ! coſa mai dobbiam
aggraziata ? E pur Ninive è inconſtan- dire , ſe non che ſi mettano ad evi
te. Appena traſcorrono i quaranta gior- dente riſchio di volgere cosi in ira
ni di penitenza , e Ninive prende bal- e ſdegno la divina clemenza , che più
danza maggiore . Luſingaſi di ottener loro non accordi il perdono , la ricon :
di bel nuovo quel grazioſo perdo- ciliazione , e la pace ?
no , che ha già ottenuto ; e torna quin- E pure piange dirottamente Salviano
ci de' ſuoi paſlati delitti più vitupero. di Marſeglia , ed efclama ( ) : Novum 1
famente a lordarſi . Ma ahiinė ! che a monſtri genus , endem pene omnes faciunt ,
fuo danno inevitabile ella ſi rende quæ fe fecille planxerunt. E non facciam 1
nuovamente infedele . Non vi è più noi quel medeſimo , che fanno quei
remiflione per lei . La minaccia il vec- Marinaj , che da ria tempeſta campati,
chio Tobia ; e le predicc l'eſtrema giunſero a falvamento alla ſpiaggia ?
deſolazione : Prope efit interitus Ninive; Veggon ful lido già frantumato illegno,
iniquitas ejus finem dabit ei . Ma ella non e qua rotta la prora , là roveſciata la
l'aſcolta . La minaccia con maggiore poppa , dove lacerate le antenne , do
energia il Profeta Naumine; e le pre- ve fracaſſata la carena ; e ſpaventati
dice , che farà preda infelice dc' Cal- da ! l' orror della morte , che mirarono
dei e de' Medi : Ponam te in exemplum ; sì vicina , non fan decidere i meſchini,
omnis , qui viderit te , reſiliet a te , & dicet; ſe ancor con gli ondoſi flutti combat
vaſtata eft Ninive . Ma ella non l'aſcol- tano , o pure calpeftino l ' aſciutta are.
ta . La minaccia con ardore più pcne- na , e rcſpirino aura vitale . Pur li ac
cor

( a) S. Johan . Chryfoft. hom . 5. ad ( b ) Salvian. lib. 3. de gubern. Dei.


pop. Antioch.
229
corgono finalmente di lor falvezza ; ed na Gioſue e Calev entrarono nella ter
amaramente piangendo e foſpirando ra promeſſa di Canaan ; e tutti gli altri
mille ripeton voti di non più atidarſi rimaſero preda di morte nel vaſto di
al mare : Naufragio , riflette Tertullia- ſerto . E perché ? Ah ! perchè non
no (a), naufragio liberati , ex inde repu- vollero giainmai ceſſare di eſſere infe
diun mari navi dicunt . Ma i loro deli al Signor degli eſerciti, che gli
voti ſono inconſtanti . Appena ſi tran- guidava . Perdonati la prima volta , ri
quilla il vento , l'onda li calma appe- tornarono ad oltraggiare lo Dio de'Pa
na , e ſi raffcrena il cielo , e ſi placa dri loro . Perdonati la ſeconda e la
il mare ; e ſubito tornano al lido , rac- terza , e fino a dieci e più volte , ſem
colgono gli avanzi del franto legno , pre protervi ritornarono a vilipendere
rappezzano le vele fdrucite , riannoda- il lor Signore . Ed ecco che per eſii non
no le ſpezzate gomene , richiamano fu ulteriore pietà , e furon privi di quel
la marinareſca al lavoro , ed all'incon- feliciffiino regno , a cui ſi erano indriz
ftante elemento di bel nuovo fi affida- zati . Deh riguardiamogli perciò con
no . Ed appunto così facciamo noi . timore e cremore , o Criſtiani; e pro
Mercè la divina miſericordia campam- curiamo di evitare si orribile diſgrazia.
mo dalla fatal tempeſta del peccato , Fummo incaminati per la via del Para
che ne conducea a ficuro naufragio . diſo ; ed oſammo torcere il piede per
Ed appena ſalvati conoſcommo il torto battcre il ſentiero dell'Inferno . El
enorme , che recammo alla maestà del. Altiſlimo benche adontato e vilipeſo
l'Altiſſimo , cui oſammo poſporre ad di bel nuovo nondimeno , e forſo più
una vil Creatura . Quanti perciò mol- volte , nella retta ſtrada della giuſtizia
tiplicammo proponimenti di non più ne rimiſe . Chc più dunque tentiam
amare le antiche follie ! Quante pro- la maeſtà di Dio ? Ah ! forti e coſtanti
tefte di non più correre la pellima Itra- calchiamo pure la giufta via del cie
da della perdizione! E pure dov'è , che lo ; onde non avvenga , che ce nc ve
Gam fermi nelle noſtre riſoluzioni? Abi- diam lontani per ſempre , nella guiſa
mé! lc paffioni nuovamente ci traſpor- che furon lontani dal reame promeflo
tano a frequentare le vie abbandonate , i protervi Figliuoli d'Iſraello . Si , ri
a ritoruare alle iſteſſe ſozzure , a rino- petiamo pure col S. Giobbe : Juſtifi
vare le abbominazioni antiche . Ma oh cationem meam , quam cæpi tenere , fion de
miſeri , ſe ci facciam vincere ! Forſe ſeram . Non vogliamo no più perdere
altre fiatc ci è riuſcito di riſorgere ; la ottenuta giuſtizia , e più oltraggiar
perchè l' Altiſlimo ne ha avuto com- non vogliamo il noſtro buon Dio , che
paſſione. Ma dobbiam ragionevolmen- ne hamiſericordioſamente perdonato :
te teinere , che non abbia a riuſcirci Fuſtificationem meam , quam cæpi tenere ,
in appreflo l'intento . La Maeſtà di Dio non deferam . Cosi gridiamo ; c cosi fac.
fpeile volte adoptata , anzi ſpeſſo bur- ciamo, tenendo ſempre a memoria ,
lata con tante promeſſe non adempiute, ' che, il Penitente , che dopo la giuſtifi
debbe finalmente dar luogo alla giu- cazione ricade in peccato , ſi mette in
ftizia vendicatrice per eſterminarci . I evidente pericolo di non più ottener
funeſti elempj, che abbiamo nelle ſan- perdono ; perchè vilipende la macſtà
te Scritture , baſtantemente ci convin- dell'Altiſliino con iſpeciale diſprezzo .
cono di queſta incontraſtabile verità ; e In tal guiſa vivamente fperar polliamo
tra gli altri formano ſpettacolo memo- il Paradiſo , e ſpecialmente perchè non
rabilc i contumaci Ebrei . Di più mi- torneremo ingrati alla beneficenza di
lioni , che uſcirono dall'Egitto , appe- Dio . E per verità
TER

( a ) Tertull. de pænit. cap. 2 .


230
ficenza : e commetterebbe nel rioffen .
TERZO PUNTO . der l ' Altiſſimo una fpeciale ingratitu
dine , meritevole di ſdegno e di ven
Il P2 stent , che dopo la giuſtificazione detta . E quindi è, che ilPenitente, ciie
gicad: in peccato , A mette in evidente dopo la glutiicazione ricade in per
pericolo di 102 piú ottener perda- cato , fi mette in evidente pericolo di
110 ; perche corriſponde allo non più ottener perdono ; perchè cor
beneficenza d : Altili riſponde alla bencicenza dell ' Altifli
2730 coriſp ciale irl mo con iſpeciale ingracicudine .
gratitudine . Ma s' egli è cosi , o Criſtiani , ela .
miniamo attentamente , ſe procuriano,
Conſideriamo , dilectiTini Fratelli , dopo di eſſere ſtati giuſtificati , di al
che ficcome ogni bene , che mai ab- lontanarci da ogni pericolo di difpia
bian ſulla terra , 110 altronde provie- cere a quel clementiſiimo Signore , che
ne che dall' Alcili no ; cosi ogni Uo- nel riammetterci alla ſua amicizia ne
mo debbe dimotiearti grito alla di lui ha compartito il maggiore del benefi
beneficenza con ain arlo e ſervirlo . Ma cj. Animé! le paſſate condotte ci fan
inco:nparabilmente gli è più tenuto un temere di quella moſtruoſa ingratitudi
Penitente , che dopo di averlo oltrag- ne , che porta ſeco il riſchio della
giato , ne ottenne grazioſo perdono 10
fempiterna diſgrazia . E non imitammo
Éd oh che cumolo di bonelicj ne ot- per lo patlato gli Appoftoli , ſottratti
cenne! Era cgli ſchiavo di Satana , ri- dalla forta tempeſta del mare . Rendir
ſerbato alle hainme ineitinguibili : ed ti berſaglio dell ' onde ; oh come pre
il pictolo Iidio il trasferi alla libertà muroſamente cercarono il divino ajuto
1
de' Figliuoli celefti , gl'infure la ſua fan- del Taumaturgo Nazareno : Domine ,
cilliina grazia , c gli conferi il dritto al- Jalva nos , poriinits ! Ma Gefucriſto dor
la beatili ua credità del Paradiſo . E miva . Videre la morto affacciarſi ſul
quello , che più monta , è appunto , cho la punta de' flutti , e con maggior em
il Padre celeite a conſeguire la giuſti- pito ſelamaron piccà e coinpaflione :
ficazione di tal Peccatore , ebbe a vin- Denise , Jalya nos , perimus . Ma Gelu
cere la refittenza della di lui orgoglio- ſto dormiva . Vicini all'ultimo nau
ſa libertà . Qual fatica gli coitò la crea- fragio , non vallero a trattener le gri
zione dell'Univerſo intero ? Certamen- da per implorare mercè : Domine , falva
ic netluna : imperciocchè al ſolo inpe- nos , periinus . Ma allora fu , che riſve
ro della ſua voce onnipotente , alſolo gliatoſi il Figliuolo di Dio , gli aſcol
rimbombare di un aminirabile Fiat dal tò : e comandando al mare di ſedarſi ,
profondo ſeno del nulia innediata- cagionó una quicta tranquillità : Fa &ta
mente ſorſero tante e sì varie Creatli- eft tranquillitas migna . Che bel prodi.
rc , quante nc adornano ” Univerſo . gio ! Non doveano umilmente ringra
Ma non così gli avvenne nella giuſtifi. ziarne il grazioſo Benefattore , e vie
cazione dell ' Empio . Per conquistarlo maggiormente allicurarſi della di lui
di bel nuovo alle fua perdita amicizia troppo raggiante Divinità ? E pur guar
quanto dovette avaliare: quanto do- date . Dopo di aver ricevuta la grazia,
vette combattere con le di lui paſſioni ! caddero nella miſcredenza . Quando il
quanto dovette pugnare con la di lui mare fu in tempefta , riconobbero in .
orgoglioſa libertà ! Qurante dovette fo- Geſucriſto una Omnipotenza , che po
ſtenere ripulſe e villanic ! E pur tutto teffe calmarlo ; e fupplichevoli la in
vinle , tutto ſupcrò , tutto ottenne. Che vocarono : Domine , jalva nos , perimus·
cumolo di ecceli bencficj! Senza dub- Ma dopo che il mare fu in calma ,
bio il Penitente giuſtificato più che al- ſembrarono di non eſſere perſuaſi del
tri debbe eller grato alla divina bene- la di lui Onnipotenza ; e tra loro an
da
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darono eſaminando , chi mai effer po- verſazioni , che furono motivi d ' in
tefle colui , che veniva ubbdito dal ciampo ? che ſignifica mantenere quelli
mare e da' venti : Quis eſt hic , quia amicizia , che ci portò al precipizio?
mare & venti obediunt ei ? Oh ingratitu- che ſignifica il frcquentare quel giuo
dine ! Oh ... Ma perdoniamo gli Ap- co , che c' induſſe alla ' beſtemmia ed
poftoli, che ancora erano deboli; per- alla diſperazione . Ma oh miferabi
chè non ancora , ricevuta aveano la li ! e che tentiamo ? Corriſpondiamo
grazia dello Spirito Santo , che gli ren- alla divina beneficenza con ingratitu
dctte forti e generoſi . Più toſto accu- dine ſpeciale ; c ci mettiano a perico
fiamo noi ſteili , che dopo di aver lo di non più ottener perdono dall'
ottenuta la diffuſione dello Spirito Altiffimo , e perpetuamente dannarci.
Confolatore nel cuor noſtro , fummo Deh perciò penſiam bone , o Criſtiani,
ingratiſſimi a quel Dio , che ci fece a cafi noftri . Se oltenniiro la ſpiritua
il ſingolariffimo favore . Urtati dalla le guarigione , procuriamo di confer
tempeſta fatale della colpa , quante varla per ottenerne la vita immortale;
voltc fclamammo ajuto alla divina pie- altrimente la sbaglieremo in eterno .
tå ! quante volte invocammo la divina E perchè finalmente ſiamo attenti a
clemenza ! quante volte a futtrarci dalla perſeverare fino all'ultimo reſpiro del
morte perpetua gridaimo a Dio : Do- la vita nella giuſtizia , ed acquiſtarc il
mine , jaiya nos , perimus ! E por dopo Paradiſo , ricordiamoci ſempre , che
che i amorofiffimo Iddio ei compartì il Penitente , che dopo la giuſtificazio
il bencficio , gli fuimo ingrati , e di ne ricade. in peccato , ſi mette in cvi
bel nuovo ne gittamnio volontariamen- dente pericolo di non più ottener per
te nel mare delle colpe . Quefto , que- dono ;si perchè oltraggia la bontà del
fto operamino pel paffato : e benché ! L'Altiſſimo con iſpeciale malizia , si
Altiflimo di bel nuovo ci abbia libera. percbe vilipende la maeftà dell' Altil
ti dalla morte. ſpirituale ; pur fiamo fimo con ifpeciale diſprezzo , e si pcr
si deboli , che ci eſponiamo al perico- che corriſponde alla beneficenza del
lo di eller berſaglio dell' Inferno . E l'Altiſlimo con i ſpeciale ingratitudine.
che ſignifica il ritornarc a quelle con
Colloquio prendendoſi il Crocifilio per la benedizione pag.146.
AV VERTIMENTO

Per quanto ſiaſi adoperata diligenza alla correzione della ftampa , non ſi è potu-
to cvitare li incontro di qualche lettera falſa , che potrà correggere il di
ſcernimento del benigno Lettore . E ſolamente qui ſi notano pochi errori più
eſſenziali .
ERRORI CORREZIONI.
pag . 23. col. 1. cui vel crederetur, cui vel crederetur , vel cederetur ,
pag. 41. col. 1. Legislatore Mose e Condottiere Giosue
due volte Mose Giosue
pag. 43. col . 1. Zelo l'onore di Dio Zelo l'onore di Dio in Samaria ,
in Sionne ,
pag . 70. col . 1. e 2. Abeſini Abelini
pag. 82. col. 2. di amar di Dio , di amare Iddio ,
IN .
232
INDICE DE TITOLI
CHE IN QUEST'OPERA SI CONTENGONO

Introduzione agli Eſercizi Spirituali III. Del diſprezzo della Religionc 47 .


pag . I. IV . Della durezza del cuore 05 .
V. Dell' infelicità del Peccatore 83
ISTRUZIONI VI. Della converſione differita 1οΙ .
VII . Del merito alla gloria 120 .
1. Sul Sagramento della Penitenza in VIII. Della prudenza Criſtiana 137 .
generale pag . 6.
II. Sull'eſame della Coſcienza 24 . Colloquio per la Comunione generas
III. Sull’Eſame della Coſcienza 41 . le 14.7 .
IV. Sul Dolore de' peccati 59 .
V. Sul Proponimento di non più pec MEDITAZIONI AGGIUNTE
care 77 .
VI . Sull' Integrità della Confeſſione 95 . 1. Degli Eſercizi fpirituali 156.
VII. Sulla Confeſſione delle colpe 114 . II. Del penſiero della morte 165 .
VIII. Sulla Soddisfazione 131 . III. Del peccato mortale 174
IV. Del giudizio univerſale , 183 1

MEDITAZIONI V. Delle pene de' Dannati 192 . .


VI . Della falſa divozione 202 .
1
1. Delfin ell ' Uomo 13 VII . De' beni del Paradiſo 213
II . Del libertinaggio de Criſtiani . 30. VIII. Della perſeveranza finale 223

F I N E

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