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DI ESERCIZI SPIRITUAL I
PROPOSTI AL POPOLO
DAL SACERDOTE
NAPOLETANO
AMIO
LLEG
EUTG
Les unenes
60 - CHANTILLY
NA POLI
PER MICH E L E MOR
MO RELLI
COL PERMESSO DE SUPERIORI.
Non recedat volumen legis ab ore tuo , fed meditaberis in eo diebus ac
no&tibus ; ut cuſtodias, & facias onnia , que fcripta funt in eo .
Jofue cap. I. V.8.
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1 .
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A $. L. REVERENDISSIMA
D. SALVADORE SPINELLI
DE' PRINCIPI DI FUSCALDO
DELLA BENEDETTINA CASSINESE FAMIGLIA
DEGNISSIMO ALLIEVO
MONSIGNORE
S. R. M.
Sacerdote D.Gianvincenze poſtiglione d'Apuzzo s'è conſigliato di pubbli.
ILcare per le stampe le Orazioni Panegiriche , i Diſcorſi, e gli Eſercizi ſpi
rituali . Egli è Uomo , che ha vantaggioſamente ſtudiato nella ſacra letteratu
ra , e nelle Scienze di pietà , fornito di talento , c arte a diſporre queſti
ragionamenti, e rendergli utili a Fedeli . Leggendogli con attenzione non ho
ritrovato cofa , che a dritti di V.M. s'opponga. Stimo dunque , che posſono
darſi alle ſtampe. Napoli 26. Settembre 1781 .
ECCELL. REVERENDISS.
A
,
in luce il Signor D. Gianvincenzo Poſtiglione d' Apuzzo , Sacerdote Napo
letano , avendo io riveduta , oltre al rinvenirla conforme alla dottrina Cattoli
ca , ed al buon coſtume , vi ho di più ammirato la nobiltà dello ſtile Italiano,
e la fagra erudizione ; anzi quelche fa la principal dote , una preciſiune e
giudizio grande , ch'egli da per tatto adopera ; il che rendere i Autore illu
tre tra gli altri Oratori della Chieſa. Quindi é , che io ſon di parere , che
una tale Raccolta di fagri Componimenti fia ben degna di effer pubblicata in
vantaggio di coloro, che vengono chimati al miniſtero della divina parola ;
ſe pur cosi ftimi l' Éccell. Voltra Reverendiſs . cui bacio divotamente la
mano .
Di V.E.R.
Napoli da Cinesi 29. Agoſto 1781
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INTRODUZIONE
AGLI ESERCIZJ SPIRITUALI
A R G Ο Μ Ε Ν Τ ο
Altillimo, e gemendo e fofpirando chie. ciò fate cosi ; e ſarete ſalvi . Cosi fe. 1
Padre celeſte la guarigione dell'anima grar pochi giorni agli Efercizj ſpiritua.
roftra . E pur Yanima voſtra è peggio li ſenza riſoluzione efficace di menas 1
di prima tormentata dallo ſpirito di per ſempre una vita veramente Cris
Satana . E perché ? Ributta forfe Id- îtiana , baſti per aſſicurarvi l' eterna
dio il Peccator , che l'offefe , quando vita ; ahiinè ! rimarrcte nella voſtra lu
gli venga umiliaco a chieder indulgen . finga delati , perché cun quæfieris Do.
za e compatimento ? Nulla di queſto ; minum Deum tuum , invenies cum ; fi tainen
anzi egli fi è proteſtato per Zaccberia ex toto corde tus quæfieris .
Profeta di venir nel cuore di chi lo Padre , fento che mi ripigliate , ſiain
brama e dimanda : Convertimini ad me , riſoluti di odiar la vita paſſata malva
& ego convertar . Perchè dunque aveſte gia , e di monar una vita novella tuto
voi la difgrazia di non efler eſauditi ? ta fanta . Cora perció dobbian fare
Appunto perchè a manicra di fimola- per rcalmente conſeguire , quanto ab.
eri ſenza riſoluzione di ammenda , @ biamo riſoluto ? Ma ccco la riſpoſta.
fenza umiliazione di ſpirito , interve- Dovete con fervore attendere agli E
niſte agli Efercizj fpirituali con la ſo- ſercizj {pirituali : e ficcome in eili vi
k prcienza , c fupplicafte con la fala fi (piega la divina legge con le litru
locca . E cotanto non baſta a ſalvar l' zioni, e vi fi paleſa il voftro mal oprare
aniina : Non qui dicit , Domine , Domine , con le Mcditazioni; cosi dovete atten
intrabit in regnum calorum . Cofa dunquo tamente aſcoltar le prime, e ſerianen
te
.
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te rifettere alle ſeconde per apparare tutti i giorni di fua vita : Poflqua ni Jeo
le coſe della Religione , per evitare lo derit in folio regni fui , defcribet fibi Deta
trasgreſſioni della legge, e per tcmere teronomium legis hujus in volumine , & hono
cd amare l' Alciſiimo . Eſponiamo per- bebit ſecum , legetque omnibus diebus vitæ
ciò l'uno e l'altro con brevità . fue . Non ſembra ſtrana una tal legge?
E quanto al primo ; egli è affoluta- Certamente che si . In fatti coloro ,
mente opportuno , che intervenghiate che dal popolo eletto venivano allunti
alle Iſtruzioni , con le quali vi ſi fan a regnare , non eran certamente Sog
ſapere le voſtre obbligazioni nel crede- getti ignoranti, ma dotti , e più pra
Te c nell' operare ; eſpecialmente tici delle leggi Ebraiche . E quando
quando con cfle vi li ſpiega ciò , che anche ſi foſſe eſaltato al trono alcun
appartiene alla Penitenza ſagramentale; della plebe indotta ; fenza dubbio fa .
ſomminiſtrandoviſi in efle la vera ma- rebbero baſtati alquanti giorni , o al
niera di conſeguire la giuſtificazione . più pochi meſi per imparare intera la
Molti pretendon eſentarſenc col prete legge . Che neceflita dunque vi era ,
fto di avere ſtudiato , di effer dotti che il novello Monarca la leggeffe in
e di non ignorare i loro doveri . Ma tutti i giorni di fua vita ? Ma queſto è
s'ingannano afrai ; perché non giungon il fatto , che il Regnante di Ifraello
mai a ſaper tutto . Il Pontefice S. Lio non ſolamente ſaper debbe , ma anco
no (a) , che per la dottrina fu un lume ra oſſervare a tutto rigore la legge del
raggiantiflimo della Chieſa , fi pro- Signore ; e per eſattamente adempirla
teſto , che per quanto ſtancavaſi a ſtu- non baſta la Templice ſcienza di ela ,
diar le coſe della Religione , fem- ed è ncceffarro di vantaggio il movi
pre li accorgea di rimanergli che ap mento del cuore , che ľami : e fic .
prendere : Nemo ad cognitionem veritatis come tal movimento vien cagionato dal
magis propinquat , quam qui intelligit , in continuo ricordo de divini comandi :
rebus divinis, etſi multum proficiat ſem cosi Iddio gli preſcrive , che eſattamcn
per fibi fuperefle ,quod quærat . Chi dun te traſcrivali in picciol volume , e leg
que può vantarſi di ſaper tutto ; quando ga il libro de' precetti cotidianamente fie
non può prefumere di ſaper tanto , che no alla morte : Legetque, la ſpicgazione
cguagli la ſcienza eminente di un S. è efpreffa nel fagro Tefto , legetque omni
Lionc ? Ma via ; vi ſi accordi , che ta. bus diebus vitæ fuæ , ut difcat timere Do
luni poſlan giungere a ſaper tutto lo minum Deum Júcom , & cuſtodire verba, but
fcibile , appartenente alla Religione cæremonias ejus , quæ in lege præcepta ſunt.
Che per queſto ? Ancor coſtoro affifter Ed eccoci al caſo noftro . Voi avete
debbono a' Catechiſmi , ſc non per riſoluto di coſtantemente batterc il fen
apparare la ſcienza , almen per carpir- tiero de' celeſti comandamcnti ; viam
ne la ſapienza; e vale a dire , ſe non mandatorum : non è così ? Ma per riu.
per ſapere le loro obbligazioni , che ſcirvi non è ſufficiente il folo ſaper
fuppongono non ignorare , almeno per la ſtrada . E ' neceffario in oltre , che
adempire a' lor doveri , che traſcura abbiate coraggio per correrla . E tal
no ad occhiaperti di praticare · Sen: coraggio appunto š’ infonde con aſti
tite . Nel libro del Deuteronomio 1. duamente additarvifi da' Miniſtri del
Altiſſimo prcſcrive , che colui , il qua.
le vien elctto Re d'Ifraello , prima di
Vangelo. Dovete dunque attentamen
te aſcoltare le Iſtruzioni , nelle quali
aſcendere al foglio , di proprio pugno vi ſi ricordano le voſtre obbligazioni;
li traſcriva il libro della leggc , c ne perchè ſiccome ne avete contezza, co
porti feco tal copia per leggerla in si vi ſpingiate ad adempirle . Altrimen
A 2 te
PRI:
1
PRIMO GIORNO
ISTRUZIONE
Η R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
Coſa fa il Sagramento della Penitenza ; chi l'abbia iſtituito ; quando , e per qrial fine fill
ſtato iſtituito ; e quali ſiano i ſuoi effetti .
Ainabilillimo Salvator delle gen Che voglio , riſpoſe egli allora , che
L' vagli
ti Geſucriſto , fofferti già i tra
della ſua predicazione , in
voglio , che mi facciate ? Ah ! Signore ,
c non oſſervate , che io ſon cieco ? Ah !
dcò alla fine di trasferirſi in Geruſa vi priego ad aprirmi gli occhi, perchè
lemme , che fra poco eſler dovea il vegga : Domine, ut videam . E quafi non
ſanguinoſo teatro dell'acerbiſlima ſua fini di parlare , quando fu dal Redento 1
paflione e mortc . Si accinſe dunque al re eſortato a riflettere alla ſua fede , che
viaggio , come ne racconta il Vangc lo avea Calvato : rejoice , fides tua te fal
liſta S. Luca (a) ; e ſeguito da mol vum fecit. Ed immantinente ricupero la
to popolo , attraversò per la rinoma vifta , e ſi poſe a ſeguire la Sapienza in
tiſlima città di Gerico . Ma quì fu , carnata , magnificando la potenza di
gentiliflimi Uditori , che un Cicco Dio : Et confeftim vidit , & fequebatur
miſerabile , il quale nella pubblica illum , magnificans Deum . Prodigio Itu
via mendicava , informatoſi della ca pendo ! Ma io ſpero di rinovellarlo in
gione del gran calpeſtio e rumore , voi nel corſo degli Eſercizi ſpirituali ,
che udiva ; e ſaputo , che per quel che oggi incominciano , Ben io ſo
luogo paſſava il Meflia ; ſubito di fi che voiconoſcendovi ciechi, impoten
ducia ripieno , ad alta voce gridò : Ge ti a vedere lo ſtato dell'anima voſtra ,
sù figliuolo di Davide , abbiate pietà ſiete in queſto tempio concorſi , tratti
di me, Jefu fili David , miferere mei . dallo Spirito Santo , ed alto gridate a
Lo ſgridarono , è vero , le turbe info me indegno Miniſtro di Gelucriſto :
lenti , che precedevano Geſucriſto , per fate , chc vcggiaino , E ſo ancora , che
che tacellc : Increpabait euin ,uttaceret. voi perſuaſi a taccre dalla turba de' vo
Ma egli anzichè aſcoltarle , vie più ſtri nimici viſibili , ed inviſibili , vie
rinforzò la ſua voce a ripetere le pa più perfiftete nella fervoroſa preghiera :
rolc iſteſſe ; e fin à tanto [ clamò , che fate , o Padre , che veggiamo . Onde
la fervoroſa preghicra giunſe alla fine è , che io voglio aprirvi gli occhi dell '
agli orecchi del Nazareno . Oh fortu anima, gentiliſlimi Uditori, e non con
náto ! Il fece condurre alla ſua preſen altro mezzo , ſe non col favellarvi dell'
za il benigniſſimo Signorc ; e coſa , gli ineffabile Sagramento della Penitenza .
diſſe , coſa mai pretendete , che io ope Incominciamo perciò l'opera in nome
ri a favor voftro : Quid tibi vis faciam ? dell' auguſtiflima Trinità , Padre , Fi
gliuo
( a) S. Luc. cap. 18 .
7
gliuolo , e Spirito Santo .tre Perſone, ftitul tal Sagramento ? In tempo di ſua
er un ſolo Iddio ; in nome della fan vita incominciò , e poi dopo la ſua
ti Tima noſtra Signora c Madre Maria rilirezione terminó d'iſtituirlo . In
Vergine ; in nome dell’Angiolo noftro coninciò in tempo di ſua vita ad i.
Cifto.lc . e di tutti i Santi Avvocati ftit sirlo , ( o ) quando in Cefirca di
noſtri e Protettori , che rcgnano con Filippi all'Appoitolo S. Pietro , il qua
Criſto in cielo : perché ſon io ficuro , le confeirato l'avva Figliuolo di Dio
che ſi dirà di ciaſcheduno , ciocchè ſi vivcnte , pro.niſo le chiavi del regno
diſle nel Vangelo del Cieco di Geri dc'cieli ; perchè apriine e ſerraine
co : Et confeftim vidit, & fequebatur il poteffe a fuo beneplacito le porte :
luw , magnificans Deum . T :bi dabo claves regni cælorum : quod
fer procedere con ordine in argo cumque ligaveris ſuper terram erit liga
>
(a) Conc. Trident. Jell: 14. cap.I. Conc. Trident. fell. 14. cap. 1:
b) Conc. Trident. Jell. 14. çan . 2 : (d) P.S. Aug.de ver. So falf.pen.
s. Thom. 4. qu. 4. art. 7 . cap. 13. & S. Thom . q . 84. cap. 8.
de' medefimi Ebrei; e ciò per quattro anche il ſacro Concilio di Trento .
ragioni , che qui brievemente vi pro- Ma , Padre , benché fram noi più
pongo , non volendomi trattenere a fortunati degli Ebrei , pure fpcrimen
lungo in queſte coſe , delle quali più to- tiamo , che ſia un gran peſo it dovet
ſto appartengono a' Teologi glieſami. paleſare ad un Sacerdote il noſtro ret
1. Gli Ebrei fi giuſtificavano ſolamente to . . . Ma piano , Uditori ; che trop
事
con la contrizione perfetta , la quale do- po y'ingannate . Facciamone percio
vea eſſere si acccia e veemente , che tra noi confidentemente lo ſcandaglio .
eguagliaffe l' enormità e moltitudine Ditemi ; ſe un reo convinto di enor
de' loro peccati: e i Criſtiaci poffono mc delitto di oinicidio , in vece di cr
giuſtificarſi ancora con la contrizione ſer condannato dal luo Giudice ad ue
imperfetta unita al Sagramento , come patibolo , come fi meriterebbe , foſſe
diremo nella quarta Iſtruzione ; e ba- da lui ſolamente obbligato a raccon
{ ta , che tal contrizione imperfetta ſia tare il ſuo graviffimo fallo ad un Uo
di cuore e ſincera . 2. Gli Ebrei , fic- mo da bene , il quale il doveſſe tenc
come leggeli in più luoghi del Levi- re ſotto inviolabil ſegreto ; potrebbe
tico ( a) , doveano per gli loro peccati ragionevolmente avere il Giudice per
offerire a Dio pubblicamente gli aſſe. auftcro ? Certamente che no . Avanti :
gnati ſagrifici , e compire le itabilite Se un infeliciffimo mendico , il quale
difficiliſime penitenze; e poi fi giufti periſſe per la fame , per divenire un
gran Principe doveſle ſolamente con
ficavano : ed i Criſtiani fol ſi giuſtifi-
cano col dolore interno e la Confef- rigoroſa ſegretezza narrare ad un Uo
fione delle colpe ; di maniera che le mo da bene la ſua povertà , ſtimereb:
mortificazioni, che fanno efli dopo la be penoſo il farlo ? Certamente che
Confeffione , valgono a rimetter " loro no : Avanti . Se una donna foſſe pata
la pena delle colpe , che divenuta tem- nel viſo deforme ; e fapelle , che per
porale per l'aſſoluzione , dovrebbeſi liberarſi da tale diſgrazia , e divenire
pagare col fuoco del Purgatorio . 3 . bella e leggiadra doveſſe ſolamente
Gli Ebrci per la difficoltà della peni- raccontare di naſcoſto ad un amico la
tenza rariffime volte fi giuſtificavano ; ſua bruttezza ; avrebbe fatica a far tan
e quaſi non eran mai ficuri dell' avuto to poco ? Certamente che no . Ma s'e
perdono: ed i Criſtiani facendo ciò , gli è così ; volgiamo al noſtro propo
che poſſono da parte loro , ſempre con lito il diſcorſo . Che fa l' Uomo bat:
giuſtificati col Sagramento della Peni- tezzato peccando ? Primieramente , di
tenza ; e di più ſono moralmente ficu. ce Tertulliano , egli poſpone al De
ri della loro giuſtificazione . 4. final- monio lo ſteſſo Dio . Ha ſperimenta
mcnte ſe gli Ebrei dopo il pentimen- to , dice egli , ha ſperimentato il cuor
to ricevean la grazia di Dio ; i Cri. mio il giogo di Lucifero , mentre io
ftiani nel Sagramento della Peniten- gemea nel peccato originale ; ed ha
za ricevono anche la grazia , ma oltre ſperimentato ilgiogo di Dio , ricevuta
modo più grande e più vigoroſa , di- la grazia del batteſimo : e ſi contenta
cendo l'Appoſtolo S. Paolo : Ubi a- meglio di ſervire il Demonio , che
bundavit delictum , fuperabundavit & gra- Dio . Che delitto enorme ! Seconda
tia : Cosi inſegnano concordemente tut- riamente l' Uomo peccando , perde il
ti i Santi Padri della Chieſa , e ſpe. più bel teſoro , che poſſa ritrovarſi ,
cialmente ( b ) il gran P. S. Agoſti. perdendo la grazia ; e diviene il più
no , l'Arciveſcovo S. Ambrogio , ed miſerabile , che polla giammai imma.
B gi.
Levit. cap. 4. 5. 6. broſ. ferm . 1. de quadrag. Catech. Conc . felli
.
(6 ) S.P. Aug. jerm . 351. S. Am 36 .
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ginarſi . Che orrenda povertà! Final- ( a ) E perchè ogni peccato importa
mente l' Uomo peccando , ſi rende al due mall , cioè male di colpa , che
pari del Demonio vile e deforme , conſiſte nell'offeſa di Dio ; e male di
perdendo la ſpirituale bellezza incom- pena , che conſiſte nell' eterno merita
parabile della giuſtizia e della ſantità. to fupplicio : perciò che fa l'aſſoluzio
Che infame bruttezza ! E pure che fa ne fagramcntale ? Rimette il male
Geſucriſto , che è il giudice del Pec- di colpa , cioè l'offeſa di Dio ; e cam
catore ? E ' pronto a perdonare l'Uo- bia il male di pena , cioè il fupplicio
mo , e rimettergli il ſuo graviſſimo de. eterno in ſupplicio temporale, da ſoſte.
Jitto ; è pronto ad arricchirlo , di nuo- nerfi o in queſta vita , o nel Purgato
vo facendolo con la fua grazia Figliuo- rio . E l' Angelico Dottor S. Tomma.
lo adottivo di Dio , e quinci erede del ſo ( ) loggiunge , che eſſendo alle vol
Paradiſo ; è pronto a reſtituirgli la per. te veementiſlima la contrizione del cuo
duta bellezza e rcoderlo poco infc . se de' Penitenti , mercè l' aſſoluzio
riore agli Angioli ftelli del cielo . Ma ne ſagramentale si perdona loro non
Solamente vuole queſta foddisfazione , ſolamente la colpa ,maben anche tut
che l'Uomo confūlo ed umiliato a' pie- ta la pena. Né qui mi opponete cioc
di di un Sacerdote con infrangibile chè leggeſi nel Vangelo di S.Matteo (a ),
fuggello confeffi il fuo delitto , la ſua che a coloro , i quali avran beſtemmia
povertà , la ſuabruttezza .Chi può dun . to contra lo Spirito Santo , non farà
que cbiainar dura queſta ſoddisfazione ? rimeſſo il loro peccato , ne in queſta
Ab ! che troppo ipragionevoli ſarebbe vita , nè in quell' altra : imperciocchè
so i lamenti. Ringraziamo perciò , U. fpiegano queſto paſſo il ſagro Conci.
ditori, la ſomma clemenza e benigni, lio di Trento , e il gran P. S. Agoſti
Jio
tà del noſtro Salvatore Gelucriſto , il no . Quando , dice il Concilio (e) , quan
quale ci ha dato un mezzo si facile e do fi dice nel Vangelo , che alcuni
ſoave per riconciliarci con effolui : ed peccati non poſſono perdonarſi; fi deb .
intanto pafliamo a diſcorrere degli ef. be intendere , che il perdono ſia
fetti del Sagramento . difficile , non impoflibilc ; e ciò per
Tre ſono gli effetti del Sagramento parte del Peccatore ,che rifiuta e die
della Penitenza . Qual è il primo ? It Iprczza la grazia di Dio ; perchè fic
primo principalifluno effetto del Sa- come è difficile , che ricupcri la ſani.
gramento della Penitenza è la remiſ- tà un infermo, il quale ricuſa i medi
fione di tutti i peccati con la diſtruzio- camenti ; così è dificile , che ottenga
ne di tutte le macchie ſpirituali , im- il perdono quel Peccatore , il quale
preſſe da' peccati ne Y anima. Quindi diſpera a ragione d'eſempio di ſalvar
e, che ſe noi con le dovute diſpoſizio. f . È quando, liegue Agostino ( ), quan
ni riceviamo tal Sagramento , non è do dice la Scrittura , che alcuni pec
peccato si grave ed enorme, che non cati non , li rimetteranno nell'altra vi.
ci ſia perdonato , aſſicurandoci l'Appo- ta , parla dell'impenitenza finale ; pero
ftolo S. Giovanni , che ſe noi confi- chè chi muore inpenitente , non po
teamur peccata noftra , Iddio certamente trà affatto dopo morte ottenere la rc
fidelis en juffus , ut remittat nobis . milione de' ſuoi peccati .
Ve
(a) Conc. Trid. sel. 14.cap. 3. can . 1.9. 3. ad 4. S. Bonay. in 4. dift. 14.quæft.
talis dé panit. dift. 3. 2. litt. L.
( 6 ) Idem sell. 14. cap . 8. & can. ( d ) Matth . 22. 32 .
12. & S.P.Aug. tratt. 224. in Johan. & ( e) Conc. Trident. fell. 19.
in Pf: 50 . O S.P. Aug. de verbis Dom . ferm .
( c) S. Thom . in 4. dift. 18. quæft. 11. & S. Thom . 3. p. q. 86. a. I. ad 3.
18
Veniamo adeſſo al ſecondo effetto fetto del Sagramento della Penitenza .
del Sagramento della Penitenza . Qual E per dichiararlo uopo è , che premet
è egli ? Il paleſa a noi il fagro Con- tiamo una notizia , Uditori. Nell' Uomo
cilio di Trento (@ ) , il quale dice poſſono eſſere opere morte , opere mor
che per queſto Sagramento l'anima tificate , ed opere ſalutari . Le opere
riacquiſta la grazia , l'amicizia , e la morte ſono quelle opere naturalmente
benevolenza di Dio , che avea perduta buone , che ſon fatte dall'Uomo in i
pel peccate ; fi riconcilia perfettamen- ſtato di peccato mortale , le quali affat
te con ellolui , ed ottiene la divina figlia- to non vaglion nulla per la vita cter
zione adottiva , e quindi il dritto alla na . Le opere falutari ſono quelle &
bcata eredità , che è il Paradiſo . (b) perc , che producc l'Uomo in iftato di
E tutto queſto viene alle volte acconi- grazia , le quali meritano la corona del
pagnato dalla pace e ſerenità della co- Paradiſo . Le opere mortificate ſono
icienza , e dalle conſolazioni dello Spi. tutte quelle opere falutari , le quali ſo :
rito Santo , che abbondantemente di- no ſtate fatte dall'Uomo in iſtato da
fcendono a rallegrare il cuore de' grazia ; ma poi han perduto il loro me
veri e sinceri Penitenti. E ſe voi mi rito per eſſere fopraggiunto il peccato
dimandate la maniera , onde il Sagra- inortale : e queſte opere non vagliono
mento della Penitenza produce la di- affatto per acquiſtare la bcata eternica,
vina grazia nell'anima;preſto vi riſpon- ſe prima non ſieno vivificate della gra
de per me S. Paciano di Barcellona. zia , che diſtrugge il peccato . Ciò po
Siccome , dice egli ( c) , ſiccome Iddio fto ; che fa l'ineffabile Sagramento del
ha nel cielo gli Angioli per fuoi Mi- la Penitenza ? (e) Per mezzo di lui le
niftri; cosi nella ſua Chicla ha per Mi- opere buone fatte in iſtato di grazia v
niſtri ſuoi i Sacerdoti : e perciò fe nel le quali pel peccato , commeſſo dopo,
batteſimo ſi dice , che il Sacerdote bat- erano ſtate mortificate , cioè rendute
tezza , ancora nella Penitenza ſi dice , come inutili ed inefficaci per l'eterna
che il Sacerdote affolve. Nondimeno vita , tornano in un certo modo a ri
poichè l'effetto debbeſi a ſomigliare fuſcitare , cd a riacquiſtare quella fore
alla cauſa non iſtrumentale , ma prin za ed efficacia , che aveano perduta per
cipale ; indi è , che il Sacerdote , ben- la colpa , e quinci tutto il merito , che
chè ſolamente ſia cauſa iſtrumentale, loro rubbato avea il peccato . .
o Miniſtro , produce con l'aſſoluzione - Ed eccovi , gentiliffimi Uditori, gc.
la grazia ſpirituale e ſoprannaturale neralmente iſtruiti in ciò , che appar
che fi afſomiglia a Dio , il quale è cau- ticne all'auguſtiſlimo Sagramento della
ſa principale . Il Sacerdote dunque , Penitenza . Udiſte coſamai cgli fia ;
ſoggiugne il P. S. Giangriſoſtomo (d ), chi l'abbia iftituito ; il quando fu je
adopera come ſtrumentola mano e la ftituito ; il fine per cui fu istituito ;
lingua , ed applica all'impoſizione del- quali fieno i tre luoi pregevoliflimi ef
la mano , ed alle parole della lingua fetti. Rimane perciò , che voi ne pro
tutto il inerito della paſſione e morte fittiate , proponendo ſpecialmente di ac
di Geſucriſto ; ed indi Iddio , che è la costarvi a tal Sagramento con quelle
cauſa principale , produce la ſanta gra- neceſſarie diſpoſizioni , che piacendo
zia nell'aniina inſieme col Sacerdote . al Signore comincerò dimani a ſpiegar
Or rimane a dichiarare il terzo ef- vi . E ſopra tutto umilmente ringrazia
B 2 te
PRI
13
P R I MO GI O R N O
M E D II A Z I O N E 1I
Venit quærens fructum in illa , & non invenit . Luc. XIII. V.6 .
L primo guardarvi in queſto tem- ſuo campo , ma per più anni anzi ass
A pio innanzi' la preſenza del vo-
ſtro Dio e Signore umilmente
tere a diligentemente coltivarla ; onde
ne riſultatie onore a lui , vantaggio
congregati , dilettiſlimi Fedeli, gid mi all'albero , e decoro al terreno . Ma
fembra ſorger nello ſpirito quellº alto pure riuſciron vane le ſue induſtrie :
compiacimento , che provò il cuore a- imperciocche quando credca di veder
mante del ſovran Fattore , quando al ne i rami carichi di belli pomi, fi ac
maraviglioſo impero di una ſemplice corſe di non aver recato alcun frutto
ſua voce fubitamente ſi vide innanzi ad Venit querens fru &tum in illa , & non in
adorarlo quinci tra il plauſo delle Crea- venit . Or non debbe dirſi l'iſteſſo di
ture terreſtri l’Uomo e la Donna , e voi ? Il Padre celeſte vi chiamò dal
quindi tra l'armonia de' cieli la mol nulla , e vi allogó in queſta terra non
titudine innumerabile delle Angeliche per also fine , fe non perché viveſte
Intelligenze . Ma ahimě ! ſiccome to- a promuovere la ſua gloria , ad acqui
fto ceſsò il compiacimento del Crea- Aare la voſtra felicità , a cagionare la
tore pel delitto de' primi , che tutta comun pace . Ma pur quando fu a rac
intera la Poſterità umana guaſto e cor. coglier si degne frutta ; vi trovò fte
ruppe ; e per l'orgoglio di molti de riliti ahimë I pcl contratto fallo del
fecondi , 'che trafic a perdizione la primo Genitore ſedotto . Che fece pcr.
terza parte degli altri più belli : cos) ciò il celeſte Padre ? Non Grimare
or ceſſa il compiacimento mio , anzi indolente a cal difgrazia ; e come ſa
in confuſion fi volge pel difordine , vella l’Appoftolo , vinaffio col fan
che ſcorgo in effovoi accaduto , di gue , vi curò con i travagli , vi rave
rendere inutili le intenzioni e le pre- vivò con la morte del ſuo conſultan
mure del Re della gloria . E non fie- ziale Unigenito : Cum eflemus mortui
te voila piantamiſterioſa
infelicedelFico inu- peccato , convivificavit nos Chriſto. E pu
tile , di cui in parabolar&- re dovc ſono le frutta richieſte ? Ah !
giona preſſo il Vangelifta S. Luca P che il cclette Padre venit quærens frue
incarnata Sapienza del Padre ? L'ac. Etum in illa , & non invenit . Oh miſera
corto Padrone non la pianto folo nel bil difordine ! Ob miferabil deſtino !
Dela
Deh con ſerietà riletriamci per con di tutte le perfezioni e bellezze, che
fondercene, e deteſtarlo , o Criſtiani . fin da' ſecoli eterni l'han renduto in
Riflettiamo , chc Iddio ci ha creati e ſe ſteſſo infinitamente beato , felice , 1
redcnti per la ſua gloria ; e noi ſer e contento . Ma ſiccome il chiamare
viamo alle Creature . Primo Punto all'eſſere le coſe , che non ſono , im
Iddio ci ha creati e redenti per la porta un grande eccello della ſua più
vera felicità ; e noi procuriamo la no fina dilezione ; cosi per giuſtizia pre
{ tra condanna . Secondo Punto . Iddio teſo , che tutte le Creature fecondo
ci ha creati e redenti per l'edificazione la varia lor capacità riconoſcellero la
de ' noſtri Fratelli ; e non ci cooperia forza ſterminata del braccio onnipo
mno per la loro perdizione · Terzo tente , e veneraſſero la maeſtà cccella
Punto . del'indipendente Creatore . E ben a
Vergine ſagratiffiina , Genitrice au tal giuſta pretenſione corriſpoſero mai
guſta del Verbo incarnato , Signora ſempre , e corriſponderanno fino alla
noſtra , Protettrice , e Madre ,Maria , contumazionc de ſecoli tutte le coſe 1
Vangelo ; e quinci ancor di noi deb fiamci dunque con ſerictà per evitarla .
bc cirer detto malos male perdet . E Si , entriam ſolleciti in noi medeſimi ,
perchè noi ci luſinghiamo , Geſucriſto fcotiamci dal noſtro letargo alziam
gli
.
22
riamo anzi efficacemente per rovinar la pagna fatale . Ed oh che urti ! oh
gli . Non ſiam paghi della noſtramal che luſinghe ! E bene , le dice , non
vagità , e procuriamo di accompagnar vedi , o Eva , quel leggiadro pomo , si
la con la ſcellcraggine altrui ; onde vago , si guſtoſo , che nel mezzo del
interamente ſi turbi e ſconvolga il lan paradiſo è ſituato ? come va , che di
tillino regno del Salvatore . In brie quello non mangi ? Ah ! tolga Iddio
ve : tentiam di rinovellare l'orribil lc riſponde coſtei, tolga Iddio il gra
inalizia , con la quale il Reynator del villino attentato . Il Sovran Fattore ,
Ic tenebre ſul cominciar de ſecoli eb che della terra ci ha fatto Padroni ,
be il vanto di perdere tutto il gene appunto ha victato tal cibo . E ſe ar
rc umano . Raminentiamcene infatti diam contravvenire a' ſuoi ordini , nc
per empirci di ſalutare ſpavento . Ec ſorprenderà repentina la morte . On
co gli Uomini primi , fregiati della che (pauracchio ! ripiglia toſto il ſuo 1
vaga innocenza , pafleggiar pacifici le nimico . Non dubitate ; che non mor
ainenitſime ſpiagge di Edene . Il fa rete : Nequaquam moriemini . Sa bene il
pientiflimo divino Artefice , che per Creatore , che guſtando tal pomo , di
ſuo decoro gli adornò della originale venghiate ſimili a lui ; e per geloſia l'
giuſtizia , for concede ampio dominio ha vietato . Mangiatelo dunquc ; che
full' Univerſo : Dowinamini piſcibus ma torneretc Dei , confapevoli del bene
ris., & volatilibus cæli, & beſtiis terræ . e del male : Eritis ficut Dii , fcientes
In oltre le belle frutta di ogni pianta bonum fogo malum . Cosi parla · Ed oh
del terreſtre feliciſſimo ſoggiorno lor rovina ! oh deſolazione ! Crede la Don .
offeriſce e preſenta per nutrimento e na alle di lui menzogne , prende il
cibo : De omni ligno paradiſi comede . Che proibito pomno , il porge al Conſorte ;
bella felicità ! Che pace invidiabile ! ed ambi cibandoſene avvelenan rc
Ma il Creatore ne vuole ſperimentare Itelli ed i Poſteri .
la fedeltà ; e quinci ſerbandoſi in tut Ben noi ſappiamo , o Criſtiani , cho
ta la terra ſolamente una pianta : di non più riuſcir polia a Lucitero dini
queſt'albero , dice loro , di queſt'albe novar guerre sì 1pietate ; perchè inca
ro ſolo , che è della ſcienza del male tenato negli Abbiffi dall' Angiolo del
e del bene , non fia , che guſtiate i po Teſtamento , che il debello è conqui
mi giammai : De ligno ſcientiæ boni Ega ſe . Ma quello , che non può per ſe
mali ne comedas. Elige tal ubbidienza mcdeſimo , il fa per mezzo di altri .
il voſtro Creatore ; e miſeri , ſe il diſ Si avvale , dice il Pont. S. Lione ( ),
ſubbidite ; verrà nel punto ſteſso a pu di alcuni ſuoi fidati Miniſtri per rcpli.
nirvi nulla men che la morte : Quacum care gli antichi attentati : Habet hoſtis
que hora ex eo comederis, morte morieris. Co antiquus , quos tenacius obligavit, aptos ar
si comanda Iddio . Che attenzione per tibus fuis , quorum ad alios decipiendos in
ciò adoperano i primi Genitori in a geniis utatur & linguis . E chi fon co
ſcoltarlo ! Che religioſità in ubbidirlo ! itoro ? Appunto ſiam noi . E che altro
Ma ahimè ! che non può ſoffrire tal facciamo che invidiare il bene altrui ,
docilità quell'Angiol ſuperbo , che ſi che perdiamo , per involarcelo ? Cu.
ribello dal ſuo Signore , e cadde tra ſtodiſce la ſua innocenza quel Giovi .
ultrici fiamme ineitinguibili . E che fa ? netto ; e temendo la ſua eterna perdi
Senza indugio colà penctrando , ove zione , fuggc la frequenza e il gioco ,
in dolce quiete ripoſano gl'infidiati ed ama la ritiratezza e il mortifica
Viventi , aſaliſce repentinamente la mento . Ma quanti Libertini s ' indu .
Donna più debole , e dà principio al Atriano di ſedurlo ! Che fate ? gli di
CO
SE.
A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
1
Si ſpiegà, coſa fa Eſame di Coſcienza ; e ſi dà un brieve metoda per farlo bene.
O
I achenon ho potuto giammai ammirare
bastanza lo ſtrano cambiamento ,
fece in un ſubito l'antico
Miniſtro del Sagramento della Peni
tenza
> lo ſcioglie dalle ritorte de
ſuo reato , e da ſchiavo il più vile, 1
26 2
ſala , poi entra nell'anticamere , finala re il tempo all'eſame de' veri mancea
mente perviene nel gabinetto dov'è menti , impedendo per mezzo degli
il Principe, da cui può effor ributt to (ciupoli a voi , o Genitori , il riflettc
o aſcoltato , o deſiderato , o accettato : re alla poca aducazione della piolc ;
cosi appunto fa il penſiero cattivo . Pri a voi , o Religiofe il ralimentarvi
ma giugne nella porta de'foni esterni, dell'inquetudine cagion ti alle vostre
che ſono il viſo , l'odorato , l'udito , il Sorelle ; ed a voi. o divoti ledeli , il
guſto , ed il tatto ; onde dile it S.Gipb- ricordarvi delle molte ore conti mate a
be : Numquid aperta junt tibi porte mor- ſpaſſarvi ſoverchiamente , o a giocare :
gis ? el Pontcice S. Gregorio ( ) (pie- e quindi pon vi diſturbate ; ma gouete
Ò : Purta mortis jurit jenjuscor; oris . Di anzi , quando non voglian piu i Con
là aſcende le ſcale de ſenſi interni ; ia felſori aſcoltarvi dovendo eglino far
si avanzafi nella ſala dell'immaginati- cosi per promuovere il voſtro vantag .
ya ; poi entra nelle anticamere dell'in- gio ſpirituale , e libcrarvi dall'inferno .
Bcllecto ; e finalmente perviene nel ga- Ma veniamo omai a’negligenti . Oh
binetto della volontà regina di tutte le quanti fon queſti ! Moitidimi ſono que'
potenze , e fa tanto giro in breviſſiino Criſtiani , i quali prima della Confef 1
tempo . Or la volontà può ributtarlo , fione il meno , che penſano , è il do
& tin quá il penſiero non è peccamino- . verfi confeſſare. Più . Vi ſono alcuni
fo . Ma fe poila volontà appoftatamen- in mezzo al mondo , che tra' negozj , e
te l'aſcolta , ſi renderà peccato di dilet- gli affari importanti della caſa appena
tazione moroja ; ſe la volontà deſidera riflettendo pochi momenti alla vita lo
ciò , che le fuggeriſce il penſiero , que- ro , credono di aver ſoddisfatto all'ob
to penſiero farà feccato di deſiderio ; bligo del diligente Efame . Più . Ve
& fe la volontà lo accetta , e ne co- oc tono alcuni, che per preparazione
Handa alle altre potonze l'ofccuzio- alla Confeffione fi tratzengono in ador.
me , digeria peccato di opere . Or ritor- narſi con intollerabile vanità , in fare
10 a. voj . Che vi inquietavo i voſtri cicalecai lunghiffiini ed indiſcreti , e
penſieri ? Non potrete mai ottenere , fovente anche in mormorare innanzi.
che non vi aſfaltino ; anzi con tan- gli ſteffi Confeflionali , non riſparmian
ta maggior violenza vi aflaliranno do il medeſimo Confeffore. , perché
con quanta anfietà maggiore pretende- quefti per necellità fi trattiene più con
te di allontanargli . Più toſto dunque un Penitente , che con un altro . Più :
oſſervate folamente di paſſaggio , ſe vi Vi ſono alcuni , che da lunghiffimo
abbia, la volontà acconſentito , o aſcol- tempo , e forſe da anni ,. non fi fong
tandogli , o deſiderandogli , a accet- confeffàti; e credendo di eſſerſi in bre
tandogli: e quando ficte così ficuri villimo tempo ramientati d' innumera
che la volontà vi abbia , acconſentito , bili e diverti mali penſieri , di quali
cbe vi potrefte giurare , allora, ſegnate- infinite beſtemmie , in ſomma della 10
bo per confeffarvenc . Dilli , che vi poc yo vita fcandaloſa , cntrano in . Chieſa ,
trejle giurare ; imperciocchė. è quaſi iin- s' inginocchiano, con un fol ginocchio ,
poſſibile , che la volontà voglia attual- come quei Giudei , che ſchiaffuggiaro
mente acconſentire ad un penſiero cat- no . Criſto , e gli ſtrappaion la barba
tivo , quando abitualmente paventa e dicen togli ; Ave, Rex judeorum : guar
trema di offendere Iddio . E con que- dano di quà e di là , e finalmente ſi ac
fto quictatevi ;, e non fale trionfare il coſtano ad un Confeffore , o che loro
Demonio, ingannatore , il quale vim de più al genio o che ſembra loro !
merge negli ſcrupoli per farvi manca- più szombro.di gente , e di confellano ... !
cbe
1
che cofa ? non fanno eglino ftcili che mente che si . Sapete voi i comanda
confeffarſi . Or che debbo io dire a' menti , che ne ' ha impoſti in varie dif
Criſtiani di fimil fatta ? Dico loro , che ferenze di tempo la Chieſa ? Certainen .
mancano per negligenza all'Eſame del- te che sì . Ordunque ſegregatevi in
la Coſcienza ; perché non adoperano luogo più quieto o della caſa , o dedo
quella diligenza per ricordarli le loro la Chieſa ; raccomandatevi a Dio , che
azioni, che giuſta il Concilio di Tren. v'illumini , ed alla protezionc di Mits
to (a) ſi richiede ne' veri Penitenti : e ria Vergine , e di tutti i Santi Avvoca
dico loro , che ſe dimenticanti di qual- ti, perchè vi aſſiſtino ; ed indi ad uno
che peccato , la dimenticanza è colpc. ad uno incominciate a rammentarvi i
vole , perché non procede da difetto precetti di Dio e della Chieſa , ed e
di natura , ma da traſcuraggine di vo- ſaminate , ſe gli abbiate offervati con
lontà ; e quindi fanno una Confeffione i penſieri , con le parole , e con le a
nulla e ſagrilega , che vie più gli al- pere . Se trovate mancanze ; ſegnatele
laccia e rovina . per confeffarvene: e ſe dubitate di a
E qui vengo brevemente a parlare ver commeſſo mancamento ; anche le
de'rozzi . Di queſti ve n'hanno mol- gnatelo per confeſſarvene fotto dubbio
tiſſimi, i quali non ſapendo affatto la (b) ; e le più volte o ſapete , o dubi
legge di Dio e della Chiefa , ma ſolo tate di eſſere inciampati in un iſteffo
ſapendo la via del peccato , fanno ben peccato , fegnate il numero delle volte
peccare , e non ſanno poi richiamarfe- per dirlo al Confeſſore . Che ſe poi vi
lo alla memoria per confeffarſenc . Io dimenticate di nuovo ; iſtituite per ri
fon ſicuro , che non fieno di coſtoro novar la memoria nella guiſa iſtoffa la
in queſta Chieſa ; e perciò contro di Confeflione, che faceſte l'Eſame ; per
effi non più mi dilungo : e ſolamente che ſarebbe ottimo metodo il confef
lor dico , che ſono tenuti ad andare farſi a ragion d'eſempio cosi : Padre
a ' Parochi ed alle Chieſe , almeno ne' ho peccato contra la logge di Dio :
giorni feſtivi, laſciando le ubbriachez- Contra il primo precetto tante volte
ze, per aſcoltare lſtruzioni e Cathechif- ho acconſentito a penſieri contrarj al.
mi , onde fippiano i miſteri della fede la fede ; contra il ſecondo tante volte
e la loro obbligazione ; e di più deb- ho beſteminiato ; c così andate voi di
bono andare a Confeſſori con animo fcorrendo . Ma fopra tutto biſogna ,
preparato a riſpondere fedelmente a che vi ricordiate del vizio , che vi pre
futte le loro interrogazioni; perché al- domina . E' vero , che vi ſono i vi.
trimente non confeſſando bene tutti i zioſi nel Mondo . Ma non vi ſon tali ,
loro peccati , faranno colpevoli , e non che abbiano tutti i vizj. Chi più in u
rimarranno aſſoluti , ma più allacciati . . no , che più in un altro vizio inchina.
Ma , Padre , ſento qui replicarmi, s' Or quel vizio appunto , a cui più inchi
egli è così , non ci dareſte voi un me- na la voſtra paſſione , dovete feriamen
todo per far bene l'Eſame della coſcien- te eſaminare, e ſegnare quante volte
za', onde poteſſino eſſer ficuri? Ecco- fiere certi , e quante fiete in dubbio di
mi pronto a darvelo . Sapete voi i die- effervi inciampati per informarne a pic
ci comandamenti della legge divina , o no il Sacerdote . Ed ecco fuperata la
fieno precetti del Decalogo , che ful più grande difficoltà , che s' incontra nel
monte Sina ſopra duc tavole di pietra rivocare a memoria i commeſli pecca
diede a Mosè il ſommo Iddio ? Certa- ti , cd il numero delle volte .
D 2 Ri
SE
(a) Conc. Prid . Jell. 14: Cap . 4. (c ) Cap. Deus qui con. omnis ube
can . 7 .
triu : de penit. & remiſ
(b) Cat. self. 47. & S. Carol.att. (d) Prop. 58. damn. ab Innoc. XI.
pari 4. de inſtrut . Confeſ.
30
S E C O N DO GIORNO
M E DIT AZIONE II
DEL LIBERTINAGGIO DE CRISTIANI
ARGO M E N TO
Il libertinaggio del Criſtianafirno è giunto all' eccello ; perché I. Iddio elige penſieri di
umiliazione , e noi jol ricettiamo penſieri di orgoglio: II. Iddio eſige opere di giz
ftizia , e noi fol produciamo opere d'iniquité : 111. Iddio elige parole di vita ,
e noifolprofferiamo parole di morte ,
Iniquitas domus Ifrael & Fuda magna eſt nimis valde . Ezech. IX . W.9.
fegnati col miſterioſo Tau , che pian
E Glisfoghi.il
è pur da temerfi , dilettiſijini
Fedeli , che l'ira di Dio non i-
ſuo giusto furore ſul ca-
gono ſulla comune ingiuſtizia ; tutti
vengon trucidati dalla fulminante ſpa
po de Credenti ; nella guiſa che il da de ' ſei Miniſtri ineſorabili del Si.
vide sfogare Ezecchiello Profeta , ra- gnor deglieſerciti, i quali non han ri
pito dallo Spirito dentro le muraglie guardo ne a fello , nè ad età , nè a
di Geroſolima, contra la caſa prevari. condizion di Viventi , e nè meno a di
catrice d Ifraello e diGiuda . Abime! gnità di reggie , o a fantità di ſoggior
la baldanza del popol ſanto non ſi ri- ni . Ed in fatti la orribile ſtrage é ter
maſe già nelle prime moffe ; e temcraria minata ; e già il ſettimo diyin Mini
fi avanzò fino all' ecceſso della iniquità: ſtro , fregiato di bianco lino , ne afli
Iniquitas domus Ifrael & Fuda magna eft cura il ſuo Nume vendicatore : Feci ,
nimis valde . Peggio degli Atei infipienti ſicut præcepiſti mihi . Ma io temo , che
e de deliranti Epicurei , diſſer tra loro Te ella è già terminata ſulla caſa d' l
gli Abitatori di Canaan : eh ! che non ſraello e di Giuda , ſia per incomincia
fi briga della terra l'Altiflimo , ne ha re ful capo de' Criſtiani. E che altro
guardo si acuto , che valga a pentraro facciam noi , fe non imitare l' ecceſſo
le noſtre condotte . E cosi dicendo , o- del libertinaggio Ebreo , che ne chia
perarono , come loro aggradiffe me- ma deſolazione c rovina ? Si , non ci
glio ; ed or trasferendo a' profani fimo- contentiamo di effer malvagi , voglia
lacri le ragioni della Divinità , or dir- mo in oltre eller pellimi; non ci con
Gipando le cerimonie e la legge , or vol- tentiamo di ſempre contraddire a' ſanti
gendo le ſpalle al tempio , al fan- fini dell'Altiſlino , vogliam di più op
tuario , all' arca , giunſero al colino del porvici con l'ecceſſo della contraddi
la fcoftumatezza e del libertinaggio: Ini. zione . Ed in brieve . Iddio qual noſtro
quitas domus Iſrael & Fuda magra eft Sovrano ragionevolinente elige da noi il
nimis valde . Ma oh miſerabile Nazione ! ſagrificio dell'intendimento , del cuore,
Non vi volle più di cotanto ; rché il e della lingua ; e noi con la più defor
Dio delle ven lette ne facelio il più me villania né facciam ſagrificio alle
ſevero macello . A riſerba di pochi , nostre fregolate paflioni: Iniquitas domus
Ifrael
31
Ifrael & Fuda magna eft nimis velde . Co- corgete , o Uomini , che l' efftenza
me dunque non dobbiam paventare ſul delle viſibile coſe vi dimoſtra incef
noſtro doſlo irriparabile il divin na- fantcmcnte il Creatorc ? Baſta aprire
gello ? Ah ! Criſtiani , prima che ſcop- gli occhi, cd aminirare i cicli , le
pj il fulmine della ſuprema Giuftizia , ftclle , le acque , i metalli . lc piante,
rappreſentiamci l ' cnormità de ' noftri gli animali , e tante belle Fatture , che
falli per veramente confondercene , e adornano il Mondo ; perchè chiaio vi
deteſtargli . Conſideriamo , che iddio haleni ful viſo il raggio del Sole ce
elige penſieri di umiliazione ; e noi fol terno di Giuſtizia , che è l'increato
ricettiamo penſieri di orgoglio . Primo Fattore : Inviſibilia Dei por ea , quæ fa
Punto . Conſideriamo , che Iddio eſige &ta funt , intellecte confpiciuntur. Ragion
opere di giuſtizia ; e noi fol producia- vuole perciò , che fifli vi tenghiate
mo opere di iniquità . Secondo Punto . gli ſguardi della mente per , umiliarvi
Confidcriamo , che Iddio clige parole al coſpetto della ſua infinita maeftà , e
di vita. ; e noi fol profferiamo parole ritrarre da' originale sì bello di perfe
di morte . Terzo Punto . Dehinol- zione vive copic di bellezza . Così di
triamci dunque a ſeriamente rificttere CC. E poiché non può lo ſcarſo lume
per diſarmare il braccio divino , con- della ragione e della natura ſcoprirne
Era noi fremente : e perchè meditiam . pintero inacceffibile fplendore ; egli
con profitto e vantaggio dell'anima perciò mercè la ſua rivelazione fiegue
noítra , imploriamo l' efficaciffimo di- a ſvelar l'abbillo incomprenſibile del
vino ajuto ; ed imploriamlo per l'in- le fue grandezze . E ſappiate , lor ſog ..
terceffione della Genitrice del Verbo giunge , che il voſtro Dio è inſieme
incarnato , e comun noſtra Madre. Uno e Trino , uno nell'elenza , e Tri
Maria . Ripetiaino perciò a lei genu- no nelle Perſone : che il Figliuolo
deli le fagre Litanie : Kyrie eley/on & c . confuftanziale del Padre nel tempo
ftello è vero Dio e vero Uomo ; vero
PRIMO PUNTO. Dio , perchè generato dal Genitore
prima di Lucifero nello fplendore de '
Iddio elige penfieri di umiliazione ; e noi Santi ; vero Uomo , perché dal cuor
Job ricettiano penſieri di orgoglio . di Maria per valore aſcolo dello Spi
rito Santo trafic la umana carne , che
Confideriamo' , dilettiſlimi Fedeli , ipoftaticamente terminò : che Uomo
che eſſendo l'Altitimo la fuprema im- Dio , fatiofi Mallevadore dell'Umani
mancabile verità , ragionevolmentc efi. cà perduta , foddisfece alla celeſte ven
ge , che gli ſoggetti l'intendimento detta con morte di croce ; ed acquiſta
Luo ogoi. Uomo della terra ; perchè fu to quinci il dritto di giudicare i vivi
creato per la cognizione non già del e i morti , verrà Giudice inalterabile
falſo , ma, del vero. Per queſta ragio- nell' eſtremo de' giorni per rimeritar
ne in fatti cgli tuttor l'illumina col la virtù con un Paradiſo eterno , il vi.
Jume raggiante della natura , e della zio con un perpetuo. tormento . Code
Fede ; e col primo gli fvela l' indi- fti arcani , e tanti altri , che si con
pendente ſuo eſſere , cagion ſupremna ferma una quantità di prodigj , e vi
di ogni Creatura , da cui merita vene- predica da me inſegnata la Cattolica
razione e riſpetto ; e col ſecondo gli Chiefa , ciecamente creder: dovete
fvela altifilmi arcani di ſua gloria » captivantes omnem ipsteHettumin obfequium
che non ſeppero, inveſtigare i primi Chriſti. Sono, è vero', di gran lunga
Filoſofanti dell'Univerſo , da quali fono ſuperiori al voſtro corto intendi.
pretende ſottomiſsione e credenza . E mento . Ma appunto per queſto fon
non v'accorgete , lor dice ognora miſterj ; ed oltre che innumerabili
con le parole di S. Paolo , non vi ac- motivi:gli rendono evidentemente cre :
di.
1
1
32
klibili , voi gli dovete umilmente cre . ftri . Codelta ſarà ammirata da' Poftea
derc ; perchè come veri gli ho io ri- ri , i quali ſenza dubbio ne loderanno !
velati , che ſono infallibile c prima il diſegno , la ſtruttura , la magnificen
Verità . Credete dunque , captivantes za ; e quinci ricordandoſi degli Arte 1
Cosi parla l'Altiffimo ; perchè eſige Preito dunque , non ſi perda tempo ,
da noi penſieri di umiliazione . veniamo all' effettuazione dell'opera:
Ma noi l'ubbidiaino , o Criſtiani ? A Edificemus turrim , cujus cialmen pertingat
Ma noi occupiamo la patenza cono- ad celum . Imperciocchè in tal guilac
fcitiva per rivangare la ſomma bontà, terneremo il noſtro nome : Celebrewus ra
la Verità puriffi:na del Signore a per- men noſtrum . Così ſcambicvolmente s'in
cepirne umili penſieri d'imitazione , coraggiano. Ed oh che premure! cho
e di credenza ? Su via interroghiamo- follecitudini ! che travagli ! Tutta la
ne la noſtra coſcienza . Ahimè ! già pianura di Babilonia non è capace di
queſta ci rinfaccia , che il noſtro in- foſtenere la loro applicazione . Chi
tendimento ſia tutto infangato nella diſegna piani , chi gitta livelli , chi
terra , tutto occupato a ſecondar l'em- appronta materiali , chi appoggia ſca
pito delle paffioni , tutto inteſo a fo le , chi reca acque , chi comanda
mentare le pretenfioni della fuperbia. chi ubbidiſce , chi contempla , chi cor
Ecco perciò mi ſembra già offervare regge; e ciaſcheduno nel ſuo partico
nel Cattholichefimo il bisbiglio e la Jare travaglioſo impiego durando , non
confuſione del campo di Sennaar altro ha in teſta che il penſiero d'i
Guardate . Son quì tutti affacendati i nalzar la diſegnata torre per acquiſtari
Figliuoli e i Nipoti del Patriarca Noè, vanità della gloria mondana : AEdiji.
i quali non ha guari uſviti ſalvi dall' temus turrim , cujus culmen pertingat ad
Arca , ſono campati dalle acque ultrici celum ; celebremus nomen noftrum . Ma oh
dell'univerſa le diluvio, che aſſorbiro- ' conggli vani ! on penſieri infuffiftenii!
no l'Univerſo . E perchè ſono affa- E dov'è l' ideato lavoro ? La torre
cendati ? Penſan forſe crgere al divin > immaginata
Liberatore un ſontuoſo obeliſco , che
dov'è? Dove ſono i Su
perbi ? Abime! confufi i penſieri , con
ricordi ſempre a' Poſteri di aver egli fufc . le lingue , opere ed Operanti fon
modellata l'Arca , di averne fcrinate giti in diſperſione per la terra: Confi
le foglie , di averla ſoſtenuta a galla jim ejt labium univerja terræ ; & inde di
delle onde empituoſe con la ſua po- Jperfit eos Dominios ſuper faciem cun &tarum
tentiiliına deſtra ? Penſan forſe d'in- Nationum . Oh deluſi, oh ingannati E
veſtigar maniera di tramandare a ' futa redi del buon Noé !
ri ſecoli la notizia del comun gaſtigo, Deh non celliamo di riguardargli ,
e della ſpecial preſervazione , onde fi o Criſtiani ; perché ſe è terminato in
apprenda a temere ed amare l'univer- elli l'orgoglio de ' penſieri , afai più
ſal Signore ? Penſan forſe . . . Ma diſordinatamente proficgue in cffonoi;
non più ; che a tutt'altro penſano e ſe quelli rimaſer confuſi , aifai peg
che à Dio . Sol la vanità e l'orgoglio giore etler dovrà la noſtra confuſione.
agitano i loro penſieri . Siun , dicono in fatti quanti penſieri , quanti ſtudj ,
unanimi, ſiam voi la gente fortunata , quante applicazioni, quante macchine,
cui non han faputo ingojure le acque quanti raggiri li fpendono per fomen
più veementi , benchè abbian potuto dar tare l' orgoglio , che ne rovina ! E
toinba a tutto il genere umano . Dun- quel che è peggiore , per quanto an
que rendiamo immortale la gloria del diamo eſaminando , i Babilonci nella
noftro nome : Celebreius nomen soſirum . lor vanità non contraddiſfero almen
Ergiamo una torre si ſublimo, che fol gravemente a quella legge , che lor
levi la fronte fino all'altezza degli a- intimava la natura ; nè mai ripugnaro
no
33
no alla divina rivelazione , che da A- gono dell ' aſtuzia , della iniquità , de
damo per gli loro Maggiori aveano mezzani , de ' rcgali : Faciamus nobis tur
apparata . Ma noi non terminiamo di rim . Guardiam quei Superbi . A che
foddisfar noſtradi ambizione,
la ſia ſe, pri- penían coſtoro ? Penſano che non
ma non pen m rov
eſciare e leg ge poffa meglio prolongarli lieto il vive .
e Vangelo e dettame ; e ſe prima non re , che tra gli ſpalli . E che riſolvo
centiam di battere ogni ſentiero , che no ? Eh ! ſi procuri il divertimento
conduce direttamente alla miſcredenza . per ogni verſo: Celebremus nomen no
· Deh- inoltriamoci nelle contrade , en- ftrum . E quali ſono i mezzi , che ſti
triam nelle officine , penetriam nelle man capaci ? Le gioſte rendite , le do
cafe del Criſtianeſimo ; e veggiaino , vute contribuzioni; i beneficj compar
ſe non è codeſta la verità . Guardiam titi ? Nulla di queſto ; anzi le lor ville
quegli Avari. A che penſan coſtoro ? eſſer debbono iuaffiate dal ſangue de'
Penſano , che la copia delle gran- poveri , dalle lagrime delle Vedove
dezze e del danaro poſſa avanzare la formati i lor fonti , e le lor caſe edifica
lor famiglia . E che riſolvono ? Eh ! te da Operaj , frodati di inercede : Fa
ſi attenda ad arricchire a più non ciamus nobis turrim . Guardiam in fine
poſſo : Celebremus romen noſtrum . E quegli Studioſi . A che penſan coſtoro ?
quali ſono i mezzi , che riſolvono a- Penſano , che il ſapere al pari della
doperare ? Il travaglio , la fatica , il ſpada lor procacci credito e decoro .
ſudore , l'induſtria ? Nulla di queſto ; E che riſolvono ? Eh ! ſi giunga al
anzi ſtabiliſcono di praticare le frodi ſapere a forza di ogni ſtudio : Celebr :
più vergognoſc , le ulure più fozze , le mus nomen noftrum . E quali ſono i mez
crudeltà più infami : Faciamus nobis tur- zi , de ' quali immaginano ſervirſi al
rim . Guardiam quei Vendicativi . A grand' uopo ? L ' imbevcrſi delle divi
che ponían coſtoro ? Penſano , che il nc Scritture , il rivolgerle , dottrine
non ſoffrire affronti accreſca loro la de' Padri, l'apprendere i ſentimenti
riputazione e la ſtima . E che riſolvo- della divina tradizione ? Nulla di que
no ? Eh ! fi cerchi aci ogni patto la ſto ; anzi credon farſi vanto nell'im
vendetta : Celebremus nonsen rojiruin . E poflefTarſi delle fole ciarle iniquifline
quali ſono i mezzi , che traſcelgono ? de' Proteſtanti ; e giungon tant' oltre,
Il non lagnarſi dell'ingiuria ricevuta , il che ſovente s'inoltrano a miſurar col
riſerbarnc al divin Giudice la ricom- lume della ragione i miſteri della Fe
penſa , il pregare l'Altiſſimo , che di- de ; ed incominciando dalla dubitazio
itrugga la malignità de' loro Avverſa- ne , terminano in orribile miſcredenza:
Tj ? Nulla di queſto ; anzi determina- Facianus nobis turrim . Quindi ſi avve
no di mantener Sicarį , di maneggiare ra di loro ciò , che afferiva S. Ilario
armi , di arrotar la lingua alle calun- , che fingono di efler fedeli , ed
nic : Faciamus nobis turrim . Guardiam in realtà non lo ſono ; perchè la lo
qucgli Ambizioſi. A che penſan coſto- ro Superbia non palcía , ina occulta la
ro ? Penſano , che nel Mondo chi più verità : Multi funt, qui fimulantes fidem ,
alto poggia , più riſcuote venerazione non fubditi funt fidei ; fibique fidem if
e riſpetto . E che riſolvono ? Eh ! fi potius conſtituunt : ſenſu humana inanitatis
afcenda a ' poſti d'onorc ad ogni co- in alto , quæ volunt, Japiunt ; & nolunt fa
fto : Celebremus nomen noftrum . E quali pere , quæ vera ſunt . Ecco i penſieri di
noi miſerabili Criſtiani E intanto quan
ſono mezzi , che preparano ?' ll me .
rito , i la capacità , l'economia , la pru- do é , che penſiamo a Dio ? a Dio ,
denza ? Nulla di queſto ; anzi ſi avva che dopo di averci formati , ci libero
E da
( a ) Saly. lib. 8. p. 79. & lib. 4. (b) S. P. Aug. ferm . 144. de temp.
de provid. cap . 7 .
.
35
ne gli affetti . Quindi tuttor chiede da chio , la deſtra , l' affetto , e in an
ciaſcheduno il cuore : Fili , priebe mihi che il penſiero ; rivolgete contra voi
cor tuum . E perché ſenza abbaglio a ſtefli i voſtri odj a punire le colpe ,
lui gli Uomini il poſlan volgere ; che e le reità ; baciate la mano della cele
fa ? A caratteri indelebili lor imprime ſte Provvidenza , o che vi bencfichi ,
profondamente i ſuoi comandi ; indi o che vi percuota ; e per ſempre più
fu dure tavole di pietra ſcrive loro col accendervi a piacere al voſtro Dio ,
ſuo dito medeſimo la legge ſul Sina ; ſempre penſate di non aver fatto nul
é finalmente dal Golgota per mezzo del la , e riputatevi ſervi inutili ; Cum fe
Crocifiſſo fuo Figliuolo conſuftanziale ceritis onnia , dicite ; ſervi inutiles sumus'.
lor intima il Vangelo e la croce . Vuol Così favella l'Altiflimo, che ci ha creati,
dunque da noi , che ſi efieguan gli or. ci ha rcdenti , ci ha ſantificati , ci con
dini della ſua ſovrana Giuſtizia ; e che ſerva , c per tanti titoli ha dritto ſul
caminiam generoſi il retto ſentiero del- lc noſtre azioni, quanti non poffon nu
la ſalute , che aprà con i ſuoi travagli, merarſi . Con qual premura perciò doh
e ſpiano col ſuo ſangue il benigniflimo biam ubbidirlo ? Con qual follecitudine
Salvatore . Non è già , che ne vieti dobbiam da lui implorare il neceſsario
la terra . Ma ſiccome ne l'ha conce- ſoccorſo per ſempre piacergli ? Con
duta in ſoggiorno di paſſaggio ; così qual religioſità dobbiam regolare tutte
ce ne proibiſce ogni attacco . Nella le noſtre condotte ? Non dobbiamo
guiſa che un accorto Viandante di con Davide far oggetto di noſtra alli
neſſuno albergo s'innamora giammai , dua meditazione la legge divina ,
per quanto ivi ritrovi di magnificenza , correr ſempre anelanti la via de' ce
e conſiegua di Jautezza ; perchè le ſue lefti comandamenti ? Non dobbiamo
brame ſon rivolte alla patria , per cui tuttodi rammentare , che Iddio ragio
fi e indirizzato : non altrimente cipre. nevolmente eſigc da noi opere di giu.
ſcrive il Signore di non invaghirci di ſtizia per rimeritarci ?
queſto Mondo , per quanto ne prefon: E pure chc premura , che ſollecitu
si e vezzi c luſinghe e pompe ; perchè dine , che religioſità , che legge ! Abi
quà giù fiam pellegrini, e tendiamo mé ! non viviaino che a ſeconda del .
alla patria beata. E non è vero , che le noſtre paflioni più brutali ; e tal è
in tal tenore ci ragiona con lc voci , anzi la sfrenatezza de' coſtumi , che
di Paolo ? Ah ! miei Figliuoli , ci di- ſol ci reſta il nome di Criſtiani, ela
ce , ſe la terra abitate , non fia , che taccia infame di eller divenuti l'ob
vi ci attacchiate punto ; perchè preſto brobrio di Geſucristo : ita agimus, cel
ella ſvanirà peggio del fumo : Qui u- rinfaccia il zelantillimo Veſcovo di
tuntur hoc Mundo, tanquam non utantur. În- Marſeglia Salviano (a ), ita agimus , &
vaghitevi più toſto dell ' immortale cé vivimus, ut per hoc ipfum , quod populus
leſte regno , a cui di pervenire aſpira- Chriſtianus effe dicimur , Chriſti opprobrium
tc ; e vantatevi quinci della mia ſagro- elle videamur . Deh perciò tremiamo da
fanta Religione , che direttamente vi capo a picdi, o Criſtiani ; perché ne'
ci conduce . Dch calpeſtate gli umani tempi noftri afrai più , che ne' tempi
riguardi , all ' onore della vendetta an- antichi , può dolerſi l'Altilliino, e pen .
teponete l ' ignominia del perdono , tirſi di aver crcato l'Uomo . In fatti
a' piaceri del ſenſo la mortificazion fu ſecolo sì corrotto , nel quale l ' iſtef
dello ſpirito , allo ſplendor delle ric. ſo Creatore fu percollo da topraggran
chezze la generoſità del diſtacco. Da de dolore : Tatus dolore cordis intrinſe
ogni vietato oggetto contenete l'oc- cus . Fu ſecolo si corrotto , che all ' iſter
E 2 fo
(a) S. Efrein . tract. de Virtut. (c) S. Joh. Chruy hom .7. in Johanna
(6 ) P.S. Auguft. tract. 49. in Yohan .
1
38
po , in cui vic più tra onde fatali affo . membra , così non ha lingua e voce
gar debbe le noſtre rozzure la ſdegna E pur nelle Scrtiture diccli tuttora par
ta Vendetta ? Ah ! mio Dio ; ſo bene , lare . In fatti ſe chiama dal ſeno del
che non vi rieſca abbominare gli Uo nulla le coſe , le chiama con un Fiat on
mini ; perchè uno di elli è appunto il nipotente : ſe ſpediſce Profeti , gli ſpe
voſtro Figliuolo conſuftanziale : e ſo diſce con la ſua parola ; loquutus eft no
bene , che non più ſapete replicar bis Patribus in Prophetis: ſe minaccia ſter
diluvj ; perchè prometteſte di non più minj, ſe promette avanzainenti , gli mi
perdere l' Univerſo . Ma temo aſſai , naccia , gli prometto col ſuo labbro ;
che abborriate cosi l'iniquità degli Uo hrec dicit Dominus : ſe finalinente opera
mini , che viſolviate affligerla , ſe non il miſtero ineffabile della redenzione ,
con acqua , certamente col fuoco ; l'opera parlandoci nel ſuo dilettiilino
perché altamente proteſtate , che in Figlio ; novillime loquutus eft nobis in Filio.
impietate ſua corruet impius . Quindi ri E perchè dunque di tali eſpreſsioni ſi
entrando in me ſteſſo , e rivolgendo fervono le divine Scritture ? Varie ſon
mi a' Fedeli , ſono ſpinto a gridare le ragioni , che recano i Santi Padri
nell'amarezza dell'anima : ah ! che fol della Chieſa ,tra le quali vi ha la mi.
lia è la noſtra ? Che ftolidezza il glo ſtica , che le Scritture hanno appro
riarci dell' iniquità ? Che preſunzione priata all' Altiſiino la voce per ſigni.
il renderci rei del maggior delitto ficarci , che ſe il noſtro Dio anche
qual è l' infanare il nome di Dio ; le parole ha adoperate a favor noftro,
gridando Salviano ( a ) : Cujus crimi parimento abbia dritto non ſolo ſull'
nis rei fint Chriſtiani ex hoc uno intel intendimento e ſul cuore , ma ſulla
ligi poteft , quia nomen Dei infamart. Deh lingua ancora · Ed oh come egli è
preſto prcfto mutiam conſiglio ; dete ſtato geloſo di tal dritto in ogni fe
* Itiam con tutto lo ſpirito l' abbominc. colo ! Baſta il dire , che proteſtandoſi
vol libertinaggio , che c' infama ; e di aver data all ' Uomo la bocca ,per:
ritorniamo al noſtro ccleſte Padre per chè gli fervifie di miniſtero a bence
gloriarci di amarlo e ſervirlo e per dirlo e lodarlo , volle , che con le
toglier quinci dalla deſtra di lui il fia parole fi perfezionaffero i fagri mitte
gello vendicatore . Baſtantemente ci ha rj , con le parole fi formaflero i Sa
ſofferti contumaci , c ne ha chiamati gramenti , con le parole fi paleſaffero le
erranti . Ora è tempo di non più abu comuni preghiere , con le parole s' iin
farci della ſua pictà , e di tornargli in petraſſero grazie e favori . Anche col
feno . Non ci perdiamo dunque di ani labbro , ſembra egli dirci , anche col
mo , anzi incorragiamci a piacergli ; labbro ajutar vi potete a caminar la
che troppo è ingiuſto , che mentre Id via della ſalute , pervenire al voſtro
dio eſige opere di giuſtizia , poi ſol Dio . E perciò ſappiatevene avvalere
produciamo opere d'iniquità . E qui a voſtro vantaggio . Non ceſſate di
ſeguiamo a meditare . benedire chi vi ha creati e redenti ,
e di offerirgli cantici di lodi e di rin
TERZO PUNTO . graziamenti : Deum benedicite , & can
tate illi . Non ceffate di appaleſare le
Iddio eſige parole di vita , e noi fol profe ccleſti miſericordie c i divini voleri ;
riamo parole di morte . ed a tal fine rendendo la voſtra lingua
una penna di chi ſcrive con velocità ,
Confideriamo , dilettiſlimi Fedeli , che ripetete con Davide : Lingua mea cala:
ľ Altiſſimo ficcome non ha corpo e mus fcribe , velociter fcribentis . Vegghia
te
TER
ARGO M E N TO
Si dà un metodo particolare per l'Eſame della Coſcienza rapporto alle anime
1. religioſe , 2. penitenti , 3. peccatrici.
TER
A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
3
52
che giungeremo all' eccello di perſe- lo ſtabile fondamento di quella pietra
guitarla ; come ahimė! ancor fi prati- angolare , contra cui prevaler non pof
ca. In fatti ſono le nere porte dell'Abbillo : E
quali ſono coſtoro ? Sono appunto i
SECONDO PUNTO . mali Cattolici . Eglino col peilimo lor
vivere accreditando il vizio , e ſcredi
Peggio de' nimici , giungiamo all' eccelo tando la virtù , ſecondando gli errori ,
diperſeguitare la Religion Criſtiana . ed opponendoſi all'oneſtà , cagionaro
no al regno viſibile del celeſte Princi
Conſideriamo , dilettiſſimi Fedeli , pe detrimento peggior di quello , che
che la Criſtiana Religione fin dal ſuo non gli poteron recare i più furioli
naſcimento incontrò ſempre barbari Perfecutori. Di maniera che ſe a tem
Perſecutori . E che non fecero per pi noſtri decaduta noi ſcorgiamo la
roveſciarla- ” Ebraiſmo , l' Idolatria Religione del Crocifiſſo dal primiero
la Relia , e lo Sciſma ? Ahimè! tali ſplendore , onde pompeggiava ne' pri
Moſtri, riſoluti di perderla e di an- mi della naſcente Chieſa feliciffimi fe.
nientarla , poſero in opera nulla men coli ; non poffiam altro incolparne che
che la crudeltà e la barbarie . Ed oh il mal talento de malvagi Fedeli , i
che ſtrazj! oh che tormenti ! oh che quali non paghi di eſſer abbominevo
Carnificine ! Il fanno i generoſi Creden- li in loro ſtelli , portaron l'abbomina.
ti , fatti berſaglio del lor furore : il fan- zione al Criſtianelimo intero . Quindi
no i Martiri invitti della Fede , che fi lagnò l'Alcillmo per bocca del Sal
preda furon di carceri , di flagelli , di miſta : Ecce in pace amaritudo mea ama.
Tafli , di belve , di fuoco , di mannajc , riflima. Imperciocchè come ſpiega
di mortc . Ma pure così ſpietati ni- Ab. S. Bernardo (a ) : Amara prius in
mici che ottenpero mai da' loro at- nece Martyrum , poftea in conflictu Here
tentati ? Ah ! la Religione del Croci. ticorum ; amarilima in moribus dimeſtico.
fillo tanto più fifsó interra le ſue fer- fum ; & ideo in pace amaritudo mea amor
millime radici , quanto più fi tentò e- riflima . Oh Uomini empj ! Oh vitupe
ftirparla . Imperciocchè tanto più ne- ro della Umanità ! Chi potrebbe imina
gli ubertofi campi della Chieſa ſi am- ginare , che tal razza di gente sì per:
miravan germogliare gli Eroi , quanto fida poteſſe formar degli Allievi , cd
più abbondante era la inaifio del ſan aver Seguaci ? E pur cosi é . Di Al
gue fedele ; tanto più nella riſtretta lievi , di Seguaci oggidi abbonda il
Rainefle fi moltiplicavan gl'innocenti Fi. Cattolichefimo : c noi appunto ſiam
gliuoli della novella grazioſa Rachele, delli , che peggio quindi de' nimici ,
quanto più intendea efterminargli la giungiamo all' ecceſſo di perſeguitare
fabbioſa tirannia degli ſpietati Faraoni. la Religion Criſtiana .
E pur credereſte ? Quello che non po- Deh perciò eraminiamo le noſtre
terono ottenere i potenti Avverſarj condotte; ed offerviamo , ſe questa ſia
ſtranieri , orribilmente l' ottennero i la verità, o Criſtiani . E qual è quel
ribaldi dimeſtici, i quali perciò ſono genere di delitto , per peutino , per
i niinici peggiori del nome di Geſucri- abbominevole che ſia , che venga da
fto . Coſtoro in facti furon deſfi , a' qua- noi ſgridato con intenzione di liberar
li riuſcì di ſconvolgere la Religione ne i proſlimi rei , ed eftirparlo dal
dell' Uomo-Dio , ed a' quali ſarebbe cuore umano ? Ella è pur legge ſagro
anche riuſcito di diſtruggerla e di an. fanta , ſtabilita dal Figliuolo di Dio ,
nientarla , ſe non foſſe ſtata eretta ſul- la fraterna correzione . Il vizioſo debe
be
QUAR .
59
UARTO GIORNO
ISTRUZIONE
A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
Si dimoſtra la necellità del Dolore delle colpe per la validità della Confeffione ;
e diffuſamente fi ſpiega , qual ejer debba 49 tal Dolore .
Lorti di persuaſioni : la prima è ſenza rito Santo . E' valido tal Battcfimo ? Mai
fondamento , ed è una perſuaſione ra no certamente , perchè vi manca la
gionevolmente timorofa , che più pro materia eſſenziale , che è l acqua »
priamente ſi direbbe luſinga . In tal gui cui non baſta a ſupplire la buona fe
ſa fi perſuadeva , o più toſto fi lutin de . Or così nel caſo noftro . Se man
gava Acabbo , che folle volontà del ca il Dolore delle colpe , manca la
Signore , che egli folle uſcito a combat parte eflenziale del Sagramento della
1
tere contra la Siria ; perché quantun Penitenza : e ſiccome non baſta a ſup
que cosi gli aveſícro concordemente plirio de la perfuafione , nè la bucna
detto quattrocento. Viſionarj , pure il fede ; così ſenza di efto , é invali
contrario parere del Profeta Micbea do il Sagramento , e per conſeguente
non
1
82
non giova a conſeguire il perdono l' può dolerſi del peccato per motiva
affoluzione di tutti i Sacerdoti del Toprannaturale ; o perchè ha perduta
Mondo , e dell'iſteſſo ſommo Ponte- il ſommo Bene , o perchè ha merita
fce ; e non valgono nė Indulgenze , to lo rdegno e i galtighi di Dio : o
nè Giubilei . Per la qual coſa li con- tal Dolore chiamali Attrizione o pure
fondano alcuni ſciocchi Criſtiani , i Contrizione imperfetta . 3. un Peniten
quali pretendono l'affoluzione dal Con- te può dolerſi del peccato anche pel
feſſore , che conoſce la loro indiſpo- fine ſoprannaturale di aver offero un
ſizione . Che ſciocchezza ! Che igno- Dio fommo Bene : e tal Dolore diceſi
ranza !Quafi alzafie la mano il Confef- Contrizione perfetta . Diſcorriamo percio
fore , e Iddio ſenz'altro affolveſſe ! ad uno ad uno più particolarmente di 1
QUAR:
65
QU AR TO GIORNO
M. E DI Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε IV .
ARGO M E N T O
Giungiamo anche a combattere contra Dio con la durezza del cuore ; perché I. Iddio ,
qual Padre , ne chiama a lui con amore ; e noi contumaci non ci arrendiamo : II. Id
dio , qual Sovrano , ne chiana a lui con impero; e noi contumaci gli refiftiamo :
III. Iddio , qual Çiudice., ne chiama a lui con iſdegno; e noi
vie più imperverſiamo .
(a) S.Jok . Chryf. hom: 26. in Foh . (b) S. P. Auguft. Solil. cap. 28.
1
69
ne liberavate ; ego inimico meo me exhi re , che mi ſon Figli , e mi coſtano ſu
bebam , tu ipſum , ze me acciperet , deterre dore e ſangue . Olà dunque premuro
bas . Si, in tal guiſa polliam ripetergli . ſaincnte cuftoditegli : Servate mihi pueros
E quante volte c'illuminò il penſiero nieos . Oh miſcricordia ! Oh amore ! Oli
con la luce della ſua grazia ; ed in cer bontà !
ti punti di tempo ravviſam.no la defor E pure che facciam noi , o Criſtia
mità della colpa , l'orror della morte , ni ? Pollibilc , che non ci abbiano a
la ſeverità delgiudizio , l'infelicità dell ' muovсre tante finczze di dilezione
Inferno ? Quante volte ne parlò all'o tante premuro di un Padre si amante é
recchio con le voci de' fagri Miniſtri; Polibile, che ad onta delle divine chia.
ed internamente rappreſentandoci l'a. mate ancor ritrofi fuggiamo il Creato
cerbità della pena e la magnificenza del re , ſeguendo a vivere (coſtumati e li
premio , ne icotic così , che ſortero vi bertini, ed a correr la Itrada della per
viſſimi deſideri di evitar quella , ed in dizione ? Ah ! entriamo una volta in
contrar quelta ? Quante volte ne offeri noi ſtelli ; e perſuadiamoci pure , che
grazioſo perdono ; ed additandoci il un ſommo amore , quando fia concul
fangue del crocififfo Unigenito , ne cato , ſoglia darc in eſcandeſcenza e
invito a terger le noſtre ſordidezze ed furore · Caino ammazzato da Lamec
infamie , e ne promiſe di non volerle co , A ſalonne appeſo ad un albero , e
ne mai più ricordare ? E pur a cotan trapaſſato da Gioabbo con cruda lancia,
ta carità fiam duri. Soventę tra, mille cľ uno e l'altro verifimilmente cca
agitazioni e perpleſſità e dubbj fembro nati nelle fiamme perpetue; ſiano ſpet
ſcuoterſi il macigno del noſtro cuore ; tacolo memorabile de' noftri penſieri
ma purc non ſi ſpezzò giammai . Ancor ad eſſer più cauti in avvenirc. Spezzia
orgoglioſi ſeguiain a combattere contra mo omai la durezza del noſtro cuore ,
Dio , non ambizioſi di regnare , ma e rendiamlo docile alle impreſſioni ed.
premuroli di adorar Lucifero : e poiché a' comandi di Dio. E che mai può ri
il peccato toglic dal ſommo Bene la tardarci ? L ' eller Peccatori di molti
ragion d'ultimo fine per riporla nelle anni ? Ma non dubitiamo, dice S. Gre
Creature ; ardiam perciò con la nostra gorio Niſleno (a) , che ſebben folio
malvagità nulla men che macchinare la Peccatori di mille anni ; pur questi an
diſtruzione del medeſimo noftro Padre ni mille conteranno prello Iddio per
e Signorc . Or che debbe fare Iddio a un fol giorno , ſe per un giorno folo
tanta baldanza ? Ah ! chi'l ciederebbe ? ci dolghiamo di quei mille anni: Licet
Rinuova gliordini di Davidde , e co collectio illa peccatorum mille annoruin ejje
manda : Servate mihi pueros meos . I cieli videatur , pro nihilo reputatum iri , duir
l'a terra , gli abbifli, il mare , gli ani. modo pedem referat . Su via dunque ſe:
mali , e tutte le Creature li accingono guiamo il glorioſo eſempio del gran P.
a vendicare i torti divini , e ben preſto S. Agoſtino . Per molti luftri fu egli
a diſtruggerci , ed annientarci - Ma no , contumace e duro , e baldanzoſo con
grida il Padre celeſte , non vi inovete ; traddiffe agl' impuili dell'Altiſlino , al:
che io aſpetto falvi i miei Figliuoli : le lagrime della pia Genitrice , alle
Servate mihi pueros ineos . Deh più toſto ainmonizioni del zelante Ambrogio .
non gli toccate , o morti , non gii col Ma pur vinſe finalmente la ſua oſtina.
pite , o fulmini , non gli opprimete ,o zione ; la vinſe per ſempre que riſurſe di
diſgrazie , non gli offendete , o De lupo agnello , di perſecutore difenfo
monj: Servate mihipueros meos . Sono ri re , di vaſo di contumelia vaſo di ele.
bclli , è vero ; mame ne piange il cao. zione , ed al nome foto di Agoſtino fe:
fteg
་ ནས་ཨ
( a) S.Gregor. Nyllen. tract. I. iB Ps. 66. 7
fteggia il cielo , cfuita la Chieſa , tre vid ; tradite illum folum , recedemus
ma l'errore , il vizio , l' Inſcrno . Se civitate . Or cosi fa Iddio . Vede , che i
griam dunquc si luminoſo eſeinpio , e ſuoi Vaſſalli non dubitano di ricovrare
gittiainci una volta tra le braccia amo nel cuor loro , e pertinacemente cuſto
roſe del fomino Bene , che ne aſpetta;
e sfogandogli con lagrime e con Tofpi dire il peggior ſuo Rivale ; e riſolve
di aflediargli di miferie e guai . Ma
ri i noſtri affetti, gridiamo pure ; ah ! non ha altra intenzione , che di fargli
troppo tardi vi abbiam conoſciuto > riſolvere a diſcacciare dal ſeno loro
o bontà eccella antica e novella : Sero il comun nimico . Ed ecco quel che e
te cognovi , bonitas tam antiqua & tam no gli pratica con effonoi. Non ci arren
ya. Ma pur meglio tardi,che non mai. diamo a lui , che ci chiama da Padre
Meglio ... Ma che dico io ? Ahimè ! con amore ; ed egli ſcuote la ſua sferza,
ancor trionfa la noſtra durezza ; perchè e ne chiama con impero da Sovrano .
Iddio , qual Padre , ne chiama a lui con E pure oh ſtravagante durczza ! Gli A
amore ; e noi contumaci non ci arren belini cedettero fubito a Gioabbo ; e
diamo : e nè anche paghi, ſeguiamo a troncato il capo a Seba , giù glielgit
reſiſtere a quel Dio , che non laſcia di tarono a piedi dalle muraglic , e fili
ſcuoterci col ſuo impero . E per verità berarono da ulteriore afflizione . Ma
noi non cost . Refiftiam contumaci a'
SECONDO PUNTO . travagli ; nė curiam , che ſi avanzino .
E l'Altiſſimo non può ottenere , che
Iddio , qual Sovrano , ne chiama a lui con gli rechiamo in trionfo abbattuta quel
impero ; e noi contumaci gli refiftiamo. la colpa, che vuol oſſervare opprcfla
e morta , qual più nobil trofeo della
Confideriamo , dilettiffimi Fedeli , croce dei Salvatorc ,
che l'Altiflimo tuttavia ne uſa miſe Contentatevi pertanto o Criftiani;
ricordia , quando avvicne , che ne di che io vada figurando le noſtre con
moſtri il ſuo ſdegno , o pur realmente dotte per renderle abboininevoli a noi
ne percuota ; perchè prende ſembian Ateſli , che le riſolviamo ; e per meglio
tc d ' irato , e ne tribola a ſolo og. percepirle , miriamle ncgli Uomini pro
getto di ſuperare la noſtra durezza . tervi , che ſpinfero Iddio a perdere
Siccome egli è quel Sovrano sì eccelſo , un Mondo intero . S'immergon te
che porta ſcolpito nel fianco il Re de' merarj nelle laidezze ; ed in guiſa fi
Regi ed il Signore de' Dominanti, e volgon nel fango , che ſembran ſuc
inella deſtra ha raccolta la povertà e l' cidi e jozzi animali ; e ſi rendono ab
abbondanza , la morte e la vita : cosi bominevoli agli occhi puriſſimi del Cre
della ſua autorità ſi avvale per rintuz atorc , che gli formò . Ne vuole intan
zar la baldanza di chi oſa reſiſtergli , e to Iddio 'un vero pentimento ed una 1
per iſpaventar coloro , che ad onta vera aminenda : e per ottener l' una c
{ua cuſtodiſcon nel cuore il maggior l' altra non men che quattro interi lu
ſuo nimico , che è appunto il Demonio . ftri travaglia a ſcuotergli or con in
Portafi dunque nella guiſa , che con terni lumi , or con efterne iniñacce ,
gli Abelini li portó il Capitano Gioab ed or con la predicazione del buon
bo . Appena gli fu rinunziato , che co Patriarca Noé Ma tutto è vano . Gli
ſtoro avean dato ricovero nella loro
Città al traditore Seba , ribelle della
Uomini contumaci vie più aman le ſoz
zure ; e per manicra anzi abitano ne'
corona di Davide ; e ſubito gliaſſedio , pantani infamiſliini della carne , cheri.
non per odio alcuno , ma per motivo Tolve l'Altiffimo di abbandonargli :Nón
di aver il fellone ncllc mani. Queſto remanebit ſpiritus meus in homine, quia ca
in fatti fece intendere agli aſlediati :
Seba levavit manum fuam contra regem Da ro eft. E che fa ? Lor previene lungo
tcmpo innanzi l'orribil gaſtigo della
uni
71
univerfale rovina . Comanda a Noè la conto . Sorge da' monti il fuoco', eſce
fabbrica dell' Arca inaraviglioſa , dote dal ſuo letto il torrente , oltrepaſſa i
campar debbono i pochi luoi Giuſti ; ſuoi limiti il mare ; ed inondando le
e perchè i rei ravvegganſi , e fofpen- minati e campagne , riducono ad eſtre
dano , e pandino a vuoto il fagello , ma povertà , chi prima sfoggiava con
vuol , che Noè fatichi e predichi , la- fafto . Non é quefto avviſo di Dio ,
vori e gridi nulla men che per un ſe- che ne chiama ak ravvedimento ? Ma
colo intero . O popoli dunque , che noi non ne facciamo conto . Che più?
più eſitate ? Deb appigliatevi a miglior Ne ſcuote l'Altiſſimo per mezzo d'un
configlio . Non vedete, che il Redel libro ſpirituale , che a ſorte leggiarro;
cielo ba già gravata la deſtra dell ' a- ne ſcuote per gli avvertimenti de' Su
fta poderoſa dell'ira fua ? Che aſpet- periori, che a caſo aſcoltiamo ; ne ſcuo
tate , che realmente vi ſcarichi il fa- te con le voci de'Miniftri del Vange
tal colpo ſul doſlo ? Chcvi lufingate .. lo , che per ventura ci tuonano all'
Ma ahimè ! che coſtoro non ſol non orecchio . E noi duri ed oſtinati non
paventano ; ma francamente anzi fie . ne facciamo conto , e ſeguiam baldan
guono a peccare , e ridono . Si pro- zofi la noftra ſcapeſtrată carriera . Che
Ecfta il giuſto Patriarca , che verrà 1 durezza ! Che oſtinazione ! Ah ! mio
univerfale ſterminio . Ma coſtoro ſie- Dio , farà dunque tempo opportuno ,
guon a peccare , e ridono . Si va inal- che sfoghiate l'ira voſtra per render
zando la mole diſegnata dell'arca , che ci funeſto eſempio di gaſtigo a tutti i
prenunzia il comun naufragio. Ma co- Poſteri ? Già dunque replicherete a
Horo ficguona peccare ,e ridono. Oh noftro danno le antiche tremende vo
contumacia ! Oh follia !Ben giufto egli ci: Finis univerfæ carnis venit corum me ?
ë , che dopo cento anni d ' inalterabil Ah ! no, Signore ; pazientate poc' al
pazienza , ſcarichi l'offero Signore il tro tempo , e più toſto che perderci
colpo ; ed aperte le cataratte del cie . in eterno , travagliateci in queſta vita,
lo , gť inabbilli irremiſibilmente tra e vincete con la voſtra pictoſa sferza
profondiffimi gorghi di onde ultrici . la noſtra ſtravagante durezza : Domine,
Ma noi ricordiamcene , e tremiamo .. ecco vi ripetiamo umilmente col gran
La noftra oſtinazione è giunta all'ec- P. S.Agoſtino , Domine , hic ure , hic le
eeflo ; e quel che è peggio , diſprez- 6a , hic non parcas , ut in æternum par
ziamo le divine minacco , che inten- cas Che pro ne conſeguite , ſe ne
don diſtruggerla . L'Altiſſimo ſovente aſſorbiſcon Ic fianjine ? Che ...
nc dimoſtra evidentifliniargomenti del Ma ſiamo già efauditi, e m'increſce
fuo fdegno , onde ci favvediamo . Ma dirlo , ſiamo eſauditi a noſtro danno
noi non ne facciamo conto . L'intem- o Criſtiani. . Ecco il celeite Sovrano
perie delle fagioni , le pubbliche già muta configlio ; ma noi non ne
calamità , le carcftie , i tremuoti , gl" caviam profitto . Egli fi volge a per
incendj baſtantemente ci avviſano , che cuoterci ;, ma noi vie più gli refiftia
Iddio è irato . Ma noi non ne faccia- mo . In brieve . Gli ſuccede. 1' iftello ,
mo conto . Scoppia un fulmine , e mi- che gli fuccedette. col contumace Fa
ſeramente colpiſce un noſtro Amico . raone . Rivanghiamne di grazia atten
Non è queſto avviſo di Dio , che ne tamente la ſtoria . S' intefta queſto
chiama al ravvedimento ? Ma noi non Principe di voler cozzare con Dio , e
ne facciamo conto . Improvviſa coglie per quante istanze gli fien fatte , nie
la morte un noftro Confidente , cd il ga licenziare Ifraello oppreffo fecon
tapiſce nel fiore della gioventù , nel do gli ordini divini . Ma il Signos
vigor delle forze . Non è queſto av- de' Dominanti vuol eller ubbidico . Ed
viſo di Dio, che ne chiama al ravve- ecco incominciano , e profieguono i
dimento ? Ma poi non ne facciamo guaj : e votate ; incominciano , e pro
fie
1
72
ficguono in tutto il reame dell'Egitto, zioni e le traverſie . Orribil gragauo
ed crentanſi dalla terra di Gellen , do la nc rubba la meffe , empituoſa gran
ve ſoggiorna il popolo eletto : inco. dine ne diſerta la vendemmia , improv
minciano , e proſieguono per affligge vila allagazione ne toglie le rendite ,
re e Vaſſalli e Regnanti , e per .con incurabilc infermità ne divora le car
ſolare ne' lor ſoggiorni gli Ebrei . Un ni , fatal contagio ne rovina le greg.
eſercito di ranocchic , di zenzare , di ge , ſpietata perfecuzione ne invola la
moſche , ſcappato dalle acque e da' pace , acerba morte ne rapiſce i Fi
campi , ingomberano c Reggia e pa gliuoli , Che miſerabil gruppo di tri
Jazzi e caſe e menſe e cibi . Ma Fa bolazioni e di affanni ! Ma pur non
raone ſi ſcuote , e per non cede . Or baſta a farci ubbidire . Il cuorc , dico
ribil contagio , ulceri pellimi, grandi l'Ab . S. Bernardo ( ?) , non minus ce
ne devaſtatrice , tuoni diflipatori, ſca dit , flagellis duratur . Socpiriaino ſotto
gliandoli ful bettiamne e ſulle campa la sferza , ma non ci picghiamo; ver
gne , impoveriscono gli Egiziani infc Gam lagriine dagli occhi, ma ſerbia
lici . Ma Faraone fi ſcuote , e pur non mo il veleno nel cuore ; conoſciamo
cede . Divoran immenſe locuite ogni il divin flagello , ma non riſolviamo
sil d'erba , foltilline tenebre ſi ſpan di allontanarlo ; ci raccomandiaino al
dono ſull'Egitto , morte einpit:ola i le altrui preghiere , ma non togliam
neſorabilmente recide ogni priinoge la cauſa dell'ira di Dio : Percutitur ,
nito regale e nobile , civile e plebeo. può dire di cadaun di poi il Pont. S.
Ma Faraone ſi ſcuotc ; e pur non ce Gregorio ( i) , percutitur , & in vas u
de . Che ſtrano ſpettacolo ! Iinperver tile non mutatur . Io non vi niego , cho
fano ic calamità ; e Faraono teme , ſi tal volta preli e circondati da eftre
affanna , priega , promette : ma le ca me ſciagure , promettiamo di ſorger
lamità cellando , Faraone rinfrancaii , dalle indegne lagune de' peccati , e di
ſoſpira , comanda , ſi diſdice ; e non abbracciarci giuita le divine pretenſio
mai fi arrende . Or venera i due Mi ni col Crocisflo . Ma ahimè? chc.ta
niſtri del Signore Mosė ed Aronne , li promeſſe fon peggiori di quelle de
ed or gli ſgrida e ributta ; or penſa Faraone , e vie più ci convincono di
ubbidire , ed or ſi pente e ritratta ; pertinacia e di durezza : In fatti 0.06.
or contentaſi , che partan gli Ebrei folutainente non ſi attendono le pro
ed or vieta , che ſecoloro vadano gli meſle , o ſe ne differiſce ſempre di
i
armenti ; finalinente ondeggia ſempre giorno in giorno l'adempimento fena
tra penſieri ed affetti, tri apprenſioni za mai vcnirvi a capo , o ſi efieguono
e palpiti ; e pur duro e contumace al per metà , che è l'iitello , che non ci
fuo divin Sovrano non mai cedo , e Teguirle a dovere . E come no ? ſe
fi arrende . Che ſtrano (pettacolo ! Ma ſpinti ad abbominar la colpa , l'abbo
pure ſpettacolo si ttrano elibiamo an miniano pel ſolo timore de'mali , che
cor noi al Re della gloria · Egli af cagiona , e non già pel concepito an
folutamente comanda , che ſi licenzj more del fomnino Bene , che oltraggial
dal cuore ia colpa ; c ne paleſa paci ſe coſtretti ad allontanarci dal pecca
ficamente i ſuoi ordini per mezzo del to , il ributtiamo con le ſole parole ,
e vi riteniamo ſpoſati gli affetti y ſe
le interne iſpirazioni, delle riprenlio .
ni altrui , della promulgatu logge , de '
forati a deporre tutti i vizj a ' pie 1
Miniftri del Santuario . Ma noi non di del Sacerdote , non abbiam mai il
dubitiamo di cozzare con l'onnipoten coraggio di deteftare quei più defors
te . Ed ecco ci lacerano le mortifica " -ine, che ci predomina ? Oh , dunque
ce
WS NA # 4 si
75
tuum ultra confurget . E Saulle in voce a placarlo . Scguiamo il conſiglio del
di umiliarli a tal pena , in voce di pla- penitente Davidde . Egli ancorpecco :
care l'ira di Dio con lagrime e con È nel nefando adulterio di BeſTabea ,
fofpiri, s' infuriò , imperversò . Quin- e nella ucciſione di Uria i coſtituk
di Iddio incominciò ad abbandonarlo reo del più atroce delitto : e l' Altif
in mano del ſuo conſiglio : e cosi e mo oltraggiato non tardo a darglicne
gli ſempre di male in peggio caden- la pena di una continua guerra , che
do , giunſe a tal colmo di ſcellerag , gli fece intimare dal labbro del Pro
gini, che probabilmente l'ha confi- fcta Natanno : Non recedet gladius de
nato nel cieco Abbillo . Ecco la ſtoria domo tua . Ma egli forfe s' inalbero !
di Saulle ; ed ecco quel che da noi egli forſc ſi carucció a tal ſentenza ?
fi rinovella . Veggiamo paſſeggiar la Maino certamente ; anzi la riputo mi
morte per le noſtre contrade ,e fiam nore del ſuo demcrito : e trafitto de
ſicuri, che o preſto , o tardi ci dovrà veementiflimo dolore del fuo misfatto ,
rccidere con la ſua falce : e nondime- ſelamo ; ho offeſo il mio Signorc :
no non ci fa ſenſazione alcuna . Ira Peccavi Domino . Ed oh fortunato ! Ba
di Dio , che ne toglie il timor faluta- ftò cotanto , che il Signorc offeſo gli
re dal cuore . Crediamo un eternità o rimetteſſe il reato e la pena; ed il de
di pene , o di contenti ; un Riinune- gnaſſe delle più eccelíc ſingolariffime
ratorc inalterabile della virtù , e del grazie . Or ſeguiamo si generoſo e
vizio : e nondimeno nou ne abbiamo ſempio , ed otterrem la ſteſſa vontura .
alcuna impreſſione . Ira di Dio , che Entriamo a riflettere , che ſe il divin
ne toglie il lume alla cognizione del- Giudicene ha tolto gli ajuti della ſua
la verità . Siam perſuafi della defor- potentiſſima deſtra , gli ha tolti per la
mità del peccato, e della leggiadria noftra contumacia , che gravemente il
del merito : e nondimeno non abbiam inofle a Idegno ed a vendetta . Ma pur
ribrezzo di quella , e concepiam nau- non ci ha per anche interamente ab
ſea per queſta . Ira di Dio , che ne bandonati; e più toſto chiamandoci a
toglie i conforti allo ſpirito .Non dob- lui , n' eſibiſce i mezzi opportuni per
biam dunque piangere e finghiozzare arrivarci : E perciò concependo
al coſpetto dell'Altisſimo giuſtamente verace abborrimento alla copa, cap
irato , per iſinorzar tanto [dogno e feſſiamo ſinceramente di arer ad2012
>
ta.
J
76
dolenti a' ſuoi ſantiflimi piedi , e con gnore , abbiate di noi pietà',e riguar
filial confidenza preſentiamgli lc no- dateci con gli ſguardi della voſtra in
ſtre brame di riconciliarci con effolui, finita Miſericordia : Miferere noſtri >
da cui si lungo tempo ſiamo ſtati lon- Deus , ſecundum magnam miſericordiam
tani , e gridiamo : tuam . Non altro pretendiamo in avve
Ab ! clementiffimo Signore , fino a nirc , che eſſer tutti e ſempre voſtri .
quando avrem lo ſpirito di ſtancar la E perciò vi preſentiamo già ſpezzato
voftra pazienza ? Ci avete chiamato a il duro inacigno del noſtro cuore ;
voi da Padre con amore , e noi non ci perchè ne prendiate pacifico poffcffo .
ſiamo mai arrenduti ; ci avete chiama. Si , ci facciam coraggio di invitarvi
to a voi da Sovrano con impero е con le parole de' Pellegrini di Em
noi abbiam refiftito ; ci avete chiama- maus a rimanere ftabilmente con ello
io a voi da Giudice con iſdegno , e noi : Mane nobiſcum , Domine . Ma voi
noi abbiamo vie più imperverſato . intanto degnatevi di accettare le no
Ah ! che ſiamo itati inſenſati e balor- ftre umili preghiere ; e ripeteteci quel,
di . E perciò compatite , Signore , la che un tempo diceſte a Zaccheo : In
noſtra temerità e durezza ; mentre e- domo tua oportet me manere . Ah ! già ſen
ſtremamente vergognandocene , nell' tiamo gli effetti della voſtra Clemen
amarezza dell'anima la deteftiamo al- za , già proviamo l' allegrezza dello
la voſtra preſenza , e ve ne chiedia- {pirito , che eſulta nel ſuo Dio e Si
mo umilmente perdono . Oh primane gnore . Non perderemo dunque mai
aveſſe rapiti la morte , e non foſlimo più sì nobil ventura; ed in queſta vi
inciampati in tal delirio ! Non avrem- ta faremo ſempre voſtri per eſſer ſem
mo a noſtro danno ineffabile ſtrapaz- pre voſtri per tutta l'eternità bcata ,
zata una ſomma bontà , degna di eſſe- Amen .
rc ſommamente amata . Ma voi , Si
QUIN
.
77
Q IN TO GIORNO
ISTRUZIONE V
ARGO M E N TO
Si dimoſtra , che il Proponimento di non più peccare fia col Dolor delle colpe aſſoluta .
mente neceſſario pel Sagramento della Penitenza ; ſi spiegano le condizioni , che il
debbon rendere efficace ad ottenerſi la giuſtificazione de' Penitenti ;
e ſi ragiona delle Occaſioni .
Pllangea
aProfetaun giorno colà nella ſtrada
di Damaſco inconſolabilmente il
Eliſeo ; ed acceſo di ze-
Quid rem
ciam fum ego
iftam canis Servus
magnam tuus,ut
? Così for
dice A
zaello . Ma poi cofa efiegue ? Ahime!
lo il volto , ambe le guance bagnava nė anche paſſano due giorni, e fubi
di lagrime pel graviſſimo dolore , che to fa avverare la profezia di Eliſeo .
nel cuore il feriva . Ma allora fu ', che In fatti dopo aver commeſſe nefande
il giovinetto Azaello , Ambaſciador di ſcelleraggini , prende un otre piena di
Benadaddo fuo Genitore , c Monarca acqua ; e ſcaricandola ſul viſo delRe ,
della Siria , venne incontro al Profe- mentre dorme , miſeramente il ſoffoca :
ta per annunziargli la improvviſa in- Cumque veniſſet dies altera , tulit ftragi
fcrmità del ſuo Regnante e Padre ; e lum , & infudit aquam , & expandit 126
vedutolo si afflitto c dolente , recolli per faciem ejus;quo mortuo ,regnavit Ha
in aria di terrore e gli dimandò ; c zael pro eo. Che belle ſtravagantiſſime
perchè voi piangete , o mio Signore : pruove ! Ma queſto non è quello , che
Quare Dominus meus fiet ? E qui , dilettiſ- fpeffiſlimo accade nel Cattolicheſimo ? I
ſimi Uditori , qui alzò la voce l' Uo- Confeffori foglion ripetere a' Peniten
mo di Dio , e gli riſpoſe quafi fin- ti : ah ! voi inciamperete di nuovo , e
ghiozzando : e come volete , che io forſe in peggior forma ne' paſſatigra
non pianga e fofpiri, o Azaello; quan- viſſimi delitti :voi ritornerete , e forfe
do già mi ſon note le ſtragi, che fie. con maggior empito al vomito . E pu
te per compire in Iſraello ? Voi voi re- a' Confeffori foglion riſpondere i
ſarete deſſo , che le Città più forti Penitenti : ah ! Dio liberi, o Padre ,
conſumerete col fuoco , voi con la che commettiamo tali eccelli . Che ſia
Spada ammazzerete i giovinetti , voi i mo inſenſati ? Che ſiamo ſtolti ? Quid
fanciulli foffochercte , voi taglierete a fum ego canis Servus tuus ,ut faciam rem
pezzi le pregnanti , e voi per compi- iftam magnam ? Ma poi ? Ma poi appe.
mento dell'opera ucciderete il voſtro na paſa un breviſſimo tempo , e ſuc
medeſimo Padre e Signore per ambi- cede tutto quello , che han predetto
zion di regnare : Scio , quæ fa&turus fis i Confeſſori.Or che ſegno è codeſto ,
Filiis Ifrael mala . Ma credereſte ? A Uditori ? E' ſegno , che il Proponi
tal riſpoſta fi offende Azaello , e co- mento , che faceſte , di non più pec
rucciato ripiglia : e che ſon fatto ca- care , non fu Proponimento vero , e
ne io , che debba dare in tali eccell : baftevole per la Confeflione Sagramen .
ta .
O
78
tale . Ecco perciò io fon riſoluto a di debbe col Dolore di aver peccato
ſpiegarvi la neceſſità di tale Proponi anche includere il Proponimento di
mento , e le condizioni , che il deb non più peccare .Aggiungete di più ,
bon rendere efficace a giuſtificarvi che egli è impoflibilc ,che alcuno ab
State dunque attenti , ed incomincia bia vero dolore di aver fatto qualche
mo a ragionare . opcra , che tuttavia ha nell'animo di
Il Proponimento di non più pecca voler replicare , e per la qualc volon
re è una parte eſſenziale della Con tariamente ancor mantiene qualche af
trizione , ed anche dell’Attrizione ; e fetto e qualche compiacenza . E cosi
perciò il ſagro Concilio di Trento (a) chi ſi pente , a ragion di eſempio , di
diffiniſce tanto la Contrizione , quanto aver improntato danaro a colui , che
l'Attrizione : un Dolore dell'anima , non gliel reftituì ; certamente abbor
ed una deteſtazione del peccato com riſce in avvenire d'improntarlo al me
inclo con fermo Proponimento di non deſimo Debitore : e { e egli non con
più peccare ; Animi Dolor , cc deteſta cepiſce tal avverſione ; noi ragione.
tio de peccato commiſſo, cum propoſito non volmente diciamo, che egli veramen
peccandi de cætero . Quindi la Contrizio te non ſi penti di aver improntato il
re , o che ſia perfetta , o che ſia im fuo danaro . Or che voglio dire per
perfetta , ad eller buona e giuſtifican queſto ? Appunto voglio dire , che il
te nel Sagramento , neceſſariamente vero Dolore di aver peccato include
debbe ſtenderſi ſopra i peccati pafrati, il Proponimento di non più peccare ;
ed inſieme ſopra i peccati futuri (b) . e che quindi tal Proponimento ſia par
La ragione è evidente ; perchè l'iléf te eſſenziale della Contrizione perfet
ſo motivo , che rende abbominevole ta ed imperfetta . E ſe la Contrizione ,
il peccato paſſato , rende ancora .ab come diſiimo jeri , è una parte cosi
bominevole il peccato futuro . In fatti eſſenziale e ncceſſaria pel valore del
perchè abbominato voi i falli coinmef Sagramento della Penitenza , che ſen
fi ? Senza dubbio gli abbominate ; o za di eſſa non può aſſolutamente con
perché ſono offeſa di Dio fommo Be fiftere il Sagramento ; parimente oggi
ne , o perchè in lor medeſimi ſon de. diciamo , che queſto aſſolutamente non
formi, o perché cagionano lo ſdogno può conſiſtere ſenza il Proponimento
ed i gaſtighi delP Altiffimo . Ma ap di non più peccare .
punto per l'iſteſſo motivo ſono abbo Paſhaino perciò a ſpiegare , quali
minevoli i pcccati futuri , i quali e condizioni debbano accompagnare un
gualmente ſono offeſa del ſommo Be tal Proponimento , Uditori : Padre , di
ne, egualmente ſono vili , egualmente te voi , come dobbiam fare il Propo
meritano l'ira ed i ſupplicj del divin nimento di non più peccare ? Baſterà
Rimuneratore . Dunque per l'iſteſſo concepire un ſemplice penſiero , un
motivo , che ſi abborriſce il mal pal languido defiderio , una inefficace ed
fato , debbeſi pariinente abborrire il imperfetta determinazione di non più
mal futuro : e per conſeguente accioc traſgredire la divina legge ? Maino ,
ché la Contrizione , tanto perfetta , non baſtano queſte coſe ; perchè tali
quanto imperfetta , fia valevole e la penſieri , tali defideri, tali determina
lutarc , indiſpenſabilmente debbe elle zioni , che nelle Scuole ſi chiamano
re univerfale , cioè debbeſi ſtendere ad Velleita , cioè volontà languide ed i:
ogni peccato paſſato e futuro ; e quin ncfficaci , ſono affatto fterili (c) , nè
di
( a) Conc. Trid. seil 14. cap. 4. hom . 49. S. Gregor. hom . 34.
(b ) Can . Pænitentia dift. 2. Can. (c) S. Joh . Chryf. Prolog. in Johan.
Irrifor dift. 5: de panit. S. P. Auguft.
o
79
démoftrano vero odio alla colpa . Quin- le , cioè non debbe reſtringerli a ſpa
di è neceſſario , che abbiatc una vo- zio particolare di tempo . Onde ſe un
lontà aſſoluta , ſtabile , ed efficace di Penitente proponelle di laſciar l'amici
abbominarc in. appreſſo la colpa , e di zia nel tempo di Quareſima con inten
mutar vita , per qualunque circoſtanza zione di ripigliarla dopo Paſqua ; o
ed occaſione , che poſſa darſi . Di ma- di non peccare nel giorno della Co
niera che il Propanimento di non più munione per ritornare al vomito nc
peccare debbe avere tre condizioni , gli altri giorni : coſtui non farebbe
cioè 1. che ſia aſſoluto , 2. che ſia ſta buono Proponimento , nè fi riconci.
bile , 3 , che ſia cfficace. Parliamo per- lierebbe con Dio ; c più. toſto anzi ſi
ciò per maggior chiarezza di ciaſche- burlerebbe del Signore , e la ſua pe
duna di tali condizioni. nitenza non ſarebbe vera > ma finta
Primieramente dunque il Proponi- e come la chiamò il P. S. Giangriſo
mento debbe eſſere aſſoluto , nè dcb- ſtomo (a) ; una penitenza da teatro :
be dipendere da alcuna circoſtanza ; Pænitentia theatralis. Quindi è , che ſe
e vale a dire , che il Penitente debbe tal Penitente non ſi volgc con verità
riſolverſi di non più offendere allolu- al ſommo Bene , e non diſtacca intc
tamente l'Altiſſimo , ancorché dover- ramente il cuore dall'affetto del pec
ſe o perire di fame , o ridurſi in po- cato per non mai più amarlo ; certa
vertà , o gittarſi tra' guaj, o anche mente non gli giovano né il Propo
carpirne la morte . Cada il Mondo , nimento , nè la penitenza ; e più to
debbe egli dire , cada il Mondo ſopra fto il condannano per colui , che ciſi
di mc ; che non per queſto io voglio burla di Dio . In fatti ſpieghiam
offendere il mio Dio . E perciò non con gli eſempli . Se un voſtro debito
fono buoni Proponimenti quelli , che re , che vi debbe gran ſomma di da
foglion farſi da alcuni Penitenti , che naro , vi prometteſſe di pagarvi , non
appongono condizioni da verificarſi . E. già nel tempo ſtabilito , nè meno in
cosi non è buon Proponimento o quel- altro tempo conyenicnte ; ina ſol quan
lo del Marito , che promette di non do gli mandate la Corte a coſtringer
più arrabbiarſi , pur che non venga lo : che direkte voi ?:Direfte , che ogli
inquctato dalla Moglie ; o quello del di voi ſi burla , e che vi tenta . Se
Servo, che proinette di non più fare un Artiere vi prometteſſe farvi un la
il. mezzano d' iniquità , pue che il Pa. voro da voi richieſto , non già ne'
drone non lo maltratti ;, o quello del giorni deſtinati al travaglio , ma ſol
Vendicativo , che promette di non più quando glivenga al genio : che dire
vendicarſi , pur che l' Avverſario il ſte voi ? Direfte , che coſtui ancora
laſci in pace ; o quello della Donna , vi burli , e vi tenti . Or nella ſteſſa
che promette di non più peccare , pur guiſa ragionate di voi . Siete a Dio
che altronde le venga la provvidenza . debitori di gravi delitti , e ſiete tenu
E perché ? Appunto perchè fi ha da ti di lavorargli nel cuore il tempio
riſolvere di non peccare aſſolutamen- della giuſtizia , che diroccaſte con le
te , e fieguane checchè fi vuole, ven- colpc . Se dunque ne' ſoli giorni di
ga o non venga la provvidenza, per- Quareſima e di Comunione intendete
ſeguiti o non perſeguiti il nimico , di ſoddisfarlo , e di lavorare per lui , e
coinandi o non comandi il Padrone , non già negli altri giorni ; ſenza dub
contraſti o non contraſti la Moglie . bio tcntate 1 Altiſlimo , e di lui vi
Secondariamente il Proponimento burlate . Attenti pertanto a rendere
di non più peccare debbe eſſere ſtabi- fermo e ſtabile ilvoſtro Proponimen
زی
to , onde non più avvenga , che pec te col Proponimento ; dovete ancora
cbiate in avvenire : altrimente in va applicar la volontà alla ſcelta de' mez
no travaglierete , nè vi potrà giovare zi : Oportet , dice il P. S. Giangrifoto
la Penitenza ſagramentale . Debbo non mo ( 5 ), oportet voluntatcm rei applicare .
Gimeno avvertirvi , che può darfi la Un Mercadante , che efficacemente
circoſtanza , nella quale il voſtro Pro vuol arricchire , non ſi riſparmia di
ponimento fia fermo e ſtabile ; e che comprarc , di vendere , di comparir
nondimeno torniate a ricadere per la nelle ficre , e di adoperare ogni indu
umana debolezza e fragilità . Ma ecco ſtria , che vede condurre al ſuo fine
la regola per diſcernere la condizio di arrichire : un Avvocato , che vuol
ne del voſtro Proponimento . Se dopo efficacemente vincer la lite , non ſi ri
di aver promeſſo a Dio di non più pec ſparmia di ſtudiare procelli, di riſcon
care , voi vi conſervate per tempre , trare tefti , d'informare Miniſtri , e
o almeno per lungo tempo nella di di uſare ogni diligenza , che crede ot:
lui grazia ; dite pur francamente , che tenergli la preteſa vittoria . E cosi voi
il voſtro Proponimento fu buono ; e fe volcte efficacemente giuſtificarvi , e
cadendo in qualche fallo in apprello , mantenervi a Dio fedeli ; dovete ama .
afcrivetelo a fragilità e debolezza . Ul re e battere quelle ſtrade , che condu
tcriormente ſe dopo di aver promeſſo cono al voſtro fine ; cioè adoperare
a Dio di non più inciampare ne' ſoliti quei mezzi opportuni, che conducono
falli , voi oſſervate qualche ammenda; a più non peccare .
e vedete , che preſli dalle medeſime oc Ma quali , dite voi , Uditori , quali
paſioni, non peccate si facilmente , nė ſono i mezzi , che dobbiamo ſcegliere
si ſpeflo , come prima : ſperate pure , per mantenerci in grazia del Signore ?
che il voſtro Proponimento fu buono , Ed io vi riſpondo ; che ſono di due
ed attribuito a debolezza e fragilità u maniere : cioè altri ſono generali >
mana le ricadute . E ſe finalmente do altri ſono particolari . I generali ſono
po di aver promeſſo a Dio di non più la ritiratezza , la orazione , la lezione
oltraggiarlo , vi avvedete , che appref de' libri divoti , il fuggir l'ozio , il
ſo l' oltraggiate , come prima , e pcg . fare qualche mortificazione . I partico
gio di prima; dite pur francamente , lari ſono l'eſercitarſi nelle virtù con
che il voſtro Proponimento non fu buo trarie ; come nel digiuno contra l’in
no , nè parimente utile la Confellione , temperanza , nella limoſina contra l'
che vi faceſte ſeguitare . ayarizia , nell'auſterità ed afHizione del
Finalmente il Proponimento debbe corpo contra l'impurità , ed in cotë
eſſere efficace , cioè non debbe conſiſte ſimili . E oltre a questi mezzi ve n'é
re nelle ſole promeſſe , ma ancora in un altro , che pollam chiamare negati
una vera riſoluzione di adoperare tutti vo , cd è il più importante e neceſſario
quei mezzi , che ſi giudicano neceſſarj a praticarſi, da chi con efficacia vuol
per amare , e non offendere l ' Altilli eſentarſi dal peccato . E qual è egli ?
mo . Quelli , che cílicacemente voglio Appunto è la fuga dal peccato . Senti
no una coſa , dicono il gran P.S.Ago te . Quando alcuno odia qualche per
ftino e ĽAngelico Dot. S. Tommaſo fona , che fa ? Non ſolamente fugge di
( ) , fubito fcelgono i giutti ed oppor parlarle, mä fugge anzi di vederla ; e
tuni mezzi per eſeguirla . Sc dunque non pago di cotanto , non ne mira ne
voi etſicacemente voicce in appreſſo e anche di buon occhio i dimestici e
vitare l'offeſa di Dio , come promettc gli amici, non più paſſa per la di lei
са
A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
Il Peccato non fa nai buon pro . In fatti I. E ' sommalamurezza, che ne cagiona il
peccato ; perchè Jempre fiam berſagliati dalle traverſie: 11. E ' ſumma l'amarezza,
che ne cagiona il peccato ; perchè ſempre fiamo cruciuri da'clamori della
fordereji : III. E ' fomma l'amarezza, che ne cagiona il peccato ; per
che ſempre ſiamo atterriti dal penſiero della eternità .
(a) Salz. lib. 4. de Prov. & lib . (b) Saly, loc . cit.
p . 79
1
ceile , che ne perdono i legni e le più prezioſi, di più forti , di più ſcelti
inerci ; ſono affitci i Beneſtanti da metalli . Il capo é d'oro ,le braccia e
quelle intemperie , che ne favverto il petto ſon d'argento , il ventre e le
no i campi ; fono afflitti i Cortigia coſce ſon di bronzo , le gambe ſon di
ni da quegli Emoli , che gli diſcredi ferro . Ma pure i piedi non corriſpon .
tano preſſo il lor Principe ; fono afHit dono a si degna mole ; perchè ſon
i mefchini da' Prepotenti, che ne ſuc formati di creta vilc . Ed oh deſtino
chiano il ſangue ; ſono afflitti gli Stu infaufto ! Appunto per tal ragione egli
diofi dagl ignoranti , che gli mettono non regge, c miſeramente rovina . Sca
in diſperazione . Chi ha talento di fa gliafi dal monte un picciol fafto ; e ro
re ottime comparſo ; e ſi duole di non tolone giù piombando , il colpiſce ne'
trovar Protettore , che l'accrediti : chi piedi, e l'atterra : Abſciſſus eſtlopis de
ha virti di cfler cſaltato ; e ſi duole monte fire manibus , & perculit ſtatuam .
di foffrir Emoli , che il perſeguiti E come l'atterra ? L'atterra in guiſa , .
no : chi ha merito di far pompa ; e ſi che del gran Coloſo non riinan che
duole di non aver mezzi., che il fac polvere ; e polvere vile rimangono i
cian conoſcere . Le infermità intorbida duri metalli , che il componeano : Tunc
no il ripoſo de' Facoltoſi ; le rivalità av contrita ſunt pariter ferrum , teſta , as, &
velenano i piaceri degli Amanti ; le ſte argentum , & aurum ; & redata quaſi in
rilezzc fcreditano le leggiadrie delle favillam æſtive area . Ed ecco il miſte
Donne . E donde , e perché cotanti ro . Sembra , che i foli piedi , ch'eran
diffapori ? Deh alziamo gli ſguardi del di creta , aveſſero dovuto ridurſi in
lo ſpirito ; e vedremo ben toſto , che polvere di aja eftiva ; e non già i me
tutto o cffettivamente , o permiſiva talli , che naturalmente avrebbero al
mente vicne da Dio vendicatore per più dovuto ítritolarſi . E quando anche
faici abbominare i noſtri peccati : Fla li voglia immaginare , che quei metal
gella Domini , nel libro di Giuditta ce li potefiero distarfi in polvere ; ſembra 1
.
ne aſſicura lo Spirito Santo , flagella certainente , che avetler dovuto cam
Domini , quibus qua fervi corripimur ,ad biarli in polvere d'oro , d'argento
emendationem , & non ad perditionem no di bronzo , e di ferro , e non già in
strain cvenifc crediamus . E perció pro . polverc di aja ettiva . Ma no ; in pol.
curiaino efterminargli , ſe vogliamo verc ſi riduflcro di aja eſtiva , che vien
cambiar fortuna , e goder ripoſo ; per agitata dal vento , e diſtrutta : In fa
che altrimente farein berſaglio delle villam æſtivæ area , quæ rapta funt ventur;
diſgrazie , ed il farem fino all ' ultimo nulluſque locus inveistis eſt cis . E perchè
eccidio : Humiliamini,n'eſorta S. Pao mai ? Ah ! perché quel Colofo rappre .
lo , himiliamini fub potenti manu Dei . ſenta le umane grandezzo, inalzato ſul
in fatti , o Criſtiani, la ſpietata mor fondamento dell' empietà . In fatti ſi
te di Gioabbo , ſcannato nel Santuario , ſcaglia il fallo dell'ira di Dio contra
e di Amanno , appeſo ad un infame sì vile fondamento ; e tanto baſta , che
patibolo , ſullicientemente no convince, non ſolamente crollino le inondane
che la Giuſtizia di Dio non ceſſa di pompe , non ſolamente ſi diminuiſcano,
venire alle ultime preſe con i Peccato ina interamente ſi distruggano , e ſi
ri , qualora i Peccatori non ceilano di cambino in miſerie , in guaj , in cala
provocarla a ſdegno ed a vendetta . mità , figurate nella polvere , che divie
Contempiano perciò il finolacro miſte ne ſcherzo del vento , nè mai al ſuo
riofo , che apparve in ſogno ai Babilo luogo fi reſtituiſce : In favillom ajtive
neſe Regnante Nabucco ,giuſta la deſcri arcæ , que rajta juistrento ; nulluſque lo
zione del Profeta Daniello . Che ſtupen cus inventus eft eis . Voltiamo perciò , e
do fimolacro ! Che deſtino infauſto ! Co rivoltiamo col penſiero la polvere di
loſso ammirabile ; perchè compoſto di codeſto abbattuto Coloffo ; ed entrando
in
87
in noi medefimi, ofſerviamocon atten contraddetti, affitti e defolati tuttodt
zione, ſe eguale non iſperimentiamo il narriamo le noſtre ſventure ; e troppo
deſtino . E dov'è quell'oro , e quell' evidentemente paleſiaino l ' interna a
argento , che ſi accumoló con crudeltà ? marezza , che ne cagionano le diſgra
Dov'è quel bronzo di temcrità , che zie a cagion della colpa. Che dunque
eorrca alle vendette ? Dov ' è quel fer tardiamo ad abbominare il peccato ,
ro di ſanità , che contraſtava con le che ne forma una vita infelice ? Deh
diſgrazie , e fin con la mortc ? Ahine! almen ci muova il noſtro utile , la no
tutto è ſparito . Il giuoco , la vanità , ſtra tranquillità ; e le traverſie , che ne
la diffolutezza , il fuoco , l' acqua , la opprimono , ci facciano entrare in noi
grandine , la lite , la perſecuzione han medeſimi , ed apprendere a temere Id
tutto roveſciato c inanoinello ; e già . dio. Alla morte del Redentore del Mon
imperverſa la povertà , dov'eral'abbon do ſi eccliſſarono i Luminari più grandi,
danza ; incrudcliſce la diſgrazia , dove ſi ſcoile la terra , fi fendettero i monti,
era il favore ; ſoggiorna ľ infermità , ſi ſpezzarono le cortine del Santuario :
dov'era la robuſtezza ; trionfa il pian ed a viſta di sì ſtrani accidenti il Cen
to , dov'era il riſo . E perché ? Ah ! turione, e quanti ſi ritrovaron ſeco ſul
perchè il fimolacro della noſtra conten Calvario , tutti ſi riempirono di timo.
tezza era eretta ſopra le piante di fan re : Timuerunt valde . E tal timore baſto ,
80 ; vale a dire , Topra il fondamento per fargli pubblicamente confeſſarc ,
dell' iniquità . La giuſta divina colle. che il Crocifiſſo era veramente Figliuo
ra ha colpito i piedi di creta , ha col lo di Dio : Vere Filius Dei erat iſte.. An
pito il fondamento dell'iniquità ; ed zi di più ', tal timore baito per muover
ecco e rovinato il limolacro , ed è gli a compunzione ', ed a farglimanife
rovinato in guiſa , che più non ap Itare pubblico eſempio di pcnitenza :
pariſce veſtigio . Quindi egli è ben Revertebantur percutientes pectura fua . Gran
vero , che il peccato chiama diſgrazic fatto ! Il Taumaturgo Salvatore opera
e rovine ; e che per conſeguente ſe cu to avea sì grandi portentie maraviglie ,
ftodiamo nel cuore il peccato , non che non ſi udiron da' ſecoli . E pur
poffiamo evitare di effer angustiati da non produllero in tal gente Converlio
ſomme angofve od amarezze . E per ne si bella ; e fol la operò il timor
queſta ragionc ben ne allicura l ' incar .. concepito alla vitta de' fpaventevoli
pata Sapienza del Padre Geſucriſto portenti, occorſi nel morire dell'Uni
che fan fimiglianti a quegli Uomini genito del Padre . Deh fortifca dunque
ſtolti, i quali piantano la lor caſa ſu la 1 iſtelio effetto in eflonoi ; e ſe le for
mobile arena ; caſa infelice , che ſcm prendenti dimoſtrazioni di affctto , che
pre è . in pericolo di crollare , e ſicura n'cíibi il noſtro buon Padre Iddio , non
mente la gitteranno in terra la furia baſtarono a farcelo amare ; baftino al
delle piogge , l ' inondazione de ? fiu meno a farcelo temere le ſciagure , che
mi , t empito de venti : Qui qudit. ne opprimono . Si, riſolviam di ſpez
verba mea , & non facit en , Jimilis eſt vi zare le catene di Satana , e goder la
to ftulto , qui ædificavit domum fuam fto libertà de'Figliuoli di Dio ; e ci muo
pra areniam ; & defcendit plievia , & verle va a riſolverci il conſiderare , che è
9:41.t flumina , & flaverunt verti, & irrue ſomna l'amarezza , che ne cagiona il
funt in domum illam , & fuit ruina illius peccato ; perché ſempre fiam berſaglie
magna . ti dalle diſgrazie · Cosi menerein vita
Ma s'cgli è così , o Criſtiani; che tranquilla , e non ſaremoopprefli dalla
ci luſinghiam di vantaggio ? Se vo findereſi , che abborriſce il reato ,che
gliam confeffare la verità , noi ſteſti qual ſerpe arrabbiata morde , feriſce
fiam teftimonj del mal pro , che ci avvelena , ed . ammazza . Ed in fatti.
ridonda dalla colpa . Perſeguitati e SE
SECONDO PUNTO . gni inomento treia e paventa la già
eſeguita barbara ucciſione del proprio
E fomma l'amarezza , che ne cagiona il Gerinano Teodoſio ; inſequente eum cub
peccato; perché Jempre focum cruciati pa , tremens 2:bique locorum fuit , ac pavens :
dal clamori della fonderefi. e tanti e tanti altri miſerabili Pecca
tori , che non trovan ripoſo , non tro
Conſideriamo, dilettiffimi Fedeli , che van pace anche tra’maggiori piaceri ,
per quanto fien proſperati in questo tra gli onori più posipoli, tra le fod .
Mondo i Peccatori , non poſſon mai disfazioni più compite , orribilmente
goder pace , e ſempre viver debbano conteſtano , che i-rimorſi della coſcien
anguftiati ; perché il penſiero del lor za , che a guiſa di velenoſa ſerpc
reato orribilmente gli conturba . Egli ſempre morde il cuore , tolgano ogni
no non poſſon eilere quà giù in terra tranquillità , e ſoſtituiſcano meſtizia e
proſperati; perchè l ' Alliſiino offeſo dolore . E che forſe poſſon liberarſi
lor îi oppone e reſiſte . Ma ancorchè dal graviflimo tormento , qualor non
1i voglia fupporre , che rida a favor diſtruggano il loro reato ? Ah ! no ,
loro la ſoite ; pur di nulla godon mai , dice il P. S. Giangriſoſtoino ( n ) : im .
importuna Spoſa l'atterriſce con la no- neggia . Ma pur contumaci non, aſcol
vella del finto affalto . de' Filiſtei : Pkiai tiamo; ne laiciain di adagiarci in le i
liftiim fuper te., Sampfon . Ecco percia no del peccato . E quindi è , che non
fi dcita di bel nuovo Sanſone , e cor- ci rieſce affatto di ritrovar quiete ..
rea, sbranar chi l' infidia .. Ma poi a Quanto più ci addimeſtichiamo con la
accorge dell' inganno , e torna a dora. colpa , tanto più proviam gli ſcatimen
mire . Oh Uomo (conſigliato! E come. ti della ſindcrefi , che ci atterriſcc , ci
pretendi ripoſare in ſeno di una perfi- fpaventa , ci ſquarcia il cuore · Quetta
da Filtea , che ha tutta la premura implacabil,findereſi in fatti è quci veres
di (vegliarli, e di atterristi ? Deb fug. me ſpietato , che non morendo giam
gi da queſta caſa , abbomina queſta mai, ſempre cagiona allo ſpirito ſpalio
Donna , ſc puoi pacificamente dorinire .. mi e morti : Vermis eorum non moritur .
Altrimente in vano , tenti di ripoſare Il perchè altamente ne paventava l'
in ,Yapias . Ma pur Sanſone non aſcola Abate di Chiaravalle S. Bernardo ( 1),
ed
1
931
in iftato di godere ? E' vero , che tal gli diverranno Schiavi, da Cittadini tor
voltà ci sforziamo di fraſtornarc il fu- neranno Stranieri ; e tutte le Nazioni ga
neſto penſiero , che ci confonde ed reggeranno per opprimer gli ed efter
opprime . Ma per quanto cerchiam minargli: Numquid Servus eft Ifrael , aut
divagarci , non è già , che fugga la vernaculus ? quare ergo fa &tus eft in pre
ſpaventevole immagine ; c quando più , dam ? Si , in tal guiſa ſi lamenta l' al
e quando meno ci ſembra rimbombare tiffimo Iddio . E perciò a tali voci en
all'orecchio :- Stulte , hac nocte animam triamo, omai in noi ſteffi a conoſcer
tuam repetent a te ; & que paraſti , cujus la noſtra follia ; e fe non altro , ci
erunt ? Or non baſta cotanto ; perchè muova almeno ad abbandonare ed ab 1
meniam triſti i noſtri giorni ?Oh ama- borrire il peccato il graviſlimo danno ,
rezza ! Oh, vita infelice ! Oh condizio- che ne cagiona . E ſe ci avviſiamo
ne indegna della colpa , che reca si che Iddio offero ci colma di afflizio .
fatale veleno ! ni e di mali ; deh procuriamne ad o
E noi ſiamo si ftolti , che volonta- gni coſto ·la riconciliazione e la pace :
riamente ci profondiamo in un abbiſo Si Deum , ne avviſa il Pont. S. Gre
di miſerie ? Abbandoniamo il Padre gorio (a) , R Deum in tranquillitate me
celeſte , che è il fonte perenne di ac. tuere nolumus , faltem vel percuffionibus at
qua viva di grazie e di conſolazioni : triti timeamus . E' fomma 1 ! amarezza "
e ci caviamo una ciſterna, diſlipata e ehe ne cagiona il peccato ; si perch
fdrucita , che non può contenere umo- fèmpre fiam berſagliati dalle traverſie ,
rc di contentezze ? Ah ! Criſtiani ; ſe si perchè ſempre ſiam cruciati da' cla
nc lagna il medeſimo Re della gloria mori della findereſi , e si perché ſem .
per bocca del piagnente Profeta Gere- pre ſiamo atterriti dal penſiero dell'e
mia , ed eſclama; deh ftupitevi di ciò , ternità : dunque odiamo e deteftiamo
che ſono per dirvi., o cieli , e voi., O il peccato , che ne ręca amarezza s .
foglie dell' empireo , della più grave ineffabile ; e volgiamci ad amare quel
defolazione copritevi : Obftupefcite , ca- ſommo Bene , donde ogni vantaggio
bi , ſuper hoc, & porte ejus defolamini deriva . Si , contempliam la potenza ,
vehementer . Ecco i miei popoli eletci la bontà , la giuſtizia , la cleincnza del
han commeſſo due mali , l'uno dell'al-- noftro Dio ; ed offeriamgli il noſtro
tro peggiore : Duo enim mala fecit po- cuore umiliato e contrito in tributo di.
pulus meus . Han ripudiato me lor be- oflcquio '. Sentite . Moltiffimi popoli ,
nigno Signore ,, cui nel diſerto e nel- Orientali, atterriti dalle vittorie , cho
la patriapromeſſa hanno mai ſempre per ogni dove udivanfi del barbaro
(periinentato eſſere una vena larghifi- Oloferne , per non eller ſorprefi dal
ina di onde limpide , che eſtinguono le ſue arri, gli uſcirono incontro con
ogni ſete di vera allcgrezza e di pie; le chiavi della Città , gli eſibirono i
no contento : Me dereliquerunt fontem loro beni, gli ſi proteſtarono Sudditi,
aqua vive . E dopo di un error si cic- e gli diedero la potcftà di diſporre a
co ſono inciampati nell'altra più la- ſuo arbitrio di loro e de ' lor Figliuo
grimevol follia di girſi a cavare alcu- li , ſenza venire a ftrepito di aſſalti e
ne ſterili inaridite ciſterne , che fer- di battaglie : Definat indignatio tua cir
bar non valgono in conto alcuno quel- ca nos : omnis civitas noftra , omniſquepof:
le acque di pace , che bramano : Et felio , wiverſe facultates noftræ , atque fa
foderunt fibi ciſternas , ciſternas diſſipatas , milice in conſpectu tuo funt f:int omnia 920
bi
qne continere non valent aquas . Piangeran ſtra fub lege tua : nos, & filii noſtri tion
quindi la loro ſventura; perchè da Fi Jumus : veni nobis pacificus Dominus ,ute
&
SE
95
SE S TO GIORNO
I STRU ZI O N E VI
A RG O M E N TO
Si efortano $ Fedeli a fare confiderata elezione del Confeffore , a cui paleſino tutti i pus
cati ,, tutte le paſſioni, e tutte le debolezze laro; e di più a non curare , anzi a
ricevere da lui con umilta qualunqne ancor: aſpra ammonizione .
3
-
delicti , c non gli fanno confeſſare ! dottilsimo e lofferente Confeffore , che
Ma che pretenſione e mai codeſta ? v'impieghi tutta la diligenza, e tutto il
Ella è una pretenſione , che ſovente è tempo . Ma oh che inganno ! E come!
troppo ſciocca : ed io queſt'oggi vo- Tanti raggiri , tante indolenze per gua .
glio togliervi d'inganno con eſortar- rirvi dalle infermità dell'anima? Ope
vi a farc una buona elezione del Con- reréſte cosi , ſc ſi trattaſſe del voſtro
* feffore , ed a paleſargli tutti i ſegreti utile e vantaggio temporale ? Io ſo be
della voſtra Coſcienza . ne , che ſe alcun di voi è infermo net
Prima che m' inoltri a palefarvi i corpo , non ſi contenta di chiamare
miei ſentimenti , biſogna , che io vi promiſcuamente ogni Medico ; ma or
avverta , che non è mia idea nè didina , che ſi chiamino i più periti def .
cenſurare , né di 'ſcreditare alcuni de' la Città , i più accreditati , i più celc
ConfefTori . Dico anzi , che tutti ſon bri, i più dotti . E pur ſi tratta della
buoni , tutti'fon dotti , tutti ſon ſan- ſalute del corpo . Più . Io ſo benc
ti . Ma ſiccome da una parte non tut:. che ſe alcuno di voi avefle qualche li
ti i Confeſſori ſon di ún eguale tem- tigio col ſuo Einolo , non li contente
peramento e di eguali opinioni ; e rebbe di chiamare ogni ſemplice Av
dall'altra parte non fon tutti di egual vocato a promuovere le ſue ragioni;
umore e di egual malizia i Penitenti : ma 'potendo , procurerebbe in oltre di
cosi la ſperienza ne fa conoſcere , che di darne la incombenza al migliore .
non tutti i Confeflori ſon buoni per E pur di tratta di vantaggio tempora
tutti i Penitenti ., nè tutti i Penitenti le . E quando poi ſi tratta dell'anima, 1
biofi Avari , ed alcuni Limoderati Am- eller vivi , quando realmente fiete ancor
bizioſi , che han l'anima oppreffa da morti pel peccato , vi inandi alla Comu
cattivi penſieri , da compiacenze bru- nione , e vi affonda cosi ſempre più
tali , da deíiderj nocivi , da opere ne- , nell’Abbillo , donde forſe non uſcirc.
fagde ; e quindi han biſogno di un te mai in tempo di voſtra vita . Final.
men
1
97
imente permetterà Iddio in pena della pagherefte voi in fatti di queſta ragio
voſtra ſcioltezza , che il Direttore veg . ne nelle coſe temporali ? Se fi trattar
ga le voſtre ricadute ſenza reſtarne ſe della voſtra ſanità , o della conſer
commoſſo , e non vi faccia conoſcere vazione della voſtra robba , vi deter
le orribili conſeguenze , che ne ridon- minereſte voi a prendere un Medico ,
dano , di avere una falla giuſtizia , con o un Avvocato per queſta ſola tagio
la quale non morirete nè innocenti > nc , che l' uno e addottorato in Medi
nė penitenti, ma peccatori e dannati . cina, e l'altro in legge ? Se voi vo
Ma non ſono , forſe mi dice taluno, leſte avere un buono orologio, vi ap
Uditori , non ſono io ſicuro , quando paghcreſte voi di qualunque Artefice
adempio eſattamente a ciò , che m' pur che folic Macſtro o vi delle 1
impone il Confeffore ? Se egli mi gui- orologio a buoniſſimo prezzo ? So , che
da male ; ſarà male per lui . Quanto a nè anche vi fareftc far le ſcarpe da
me , io ſono nella buona fede . Ma a- quel Calzolajo , della cui abilità non
dagio , adagio : che chi parla così , avete altra pruova , ſe non che abbia
debbe prima d'eſſer riſpoſto, riſponde- bottega . E pretendete poi d'efler fi
re ad un povero Cieco . Queſti perché curi, confidando la direzione della vos
Cieco , ha cercato guida per la città, ftra Coſcienza ad uno , che ſapete fo
e gli è piaciuto di accompagnarli con lamente di eſſere approvato ; cd il pre
un altro Cieco : ma dopo bricvc ca ferite agli altri, fol perchè è facile ad
mino è incampiato egli ed il condot affolvervi ? Deh non v'ingannate : e
tiere , e ambi ſon caduti in un foſfo . ſappiate pure , che Iddio permettera
Chicde perciò da ognuno compaflione; che andiate in precipizio ; perchè vi
perché è caduto impenfatamente , ed fate troppo luſingare in ciò dalla pal
aveaſi appoggiato alla guida . Il com- fione . 堡
( a) Cat. feq . 46. Samo S. Franc. Sal. Ixtrod. alla vita diynta .
1
i
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lor dà il Veſcovo con approvargti : chicdiamo ; e potremo effer ſicuri, che
ed avuta queſta giuridizione tutti poſ- ſe il Direttore , datoci da Dio,foſſe il
ſono aſſolutamente confeſſarci . Ma non più ignorante e diſſoluto del Mondo,
è eſpediente , che andiamo noi, a chi Iddio medeſimo il renderà ravio e oto
ne vieneavanti. Dobbiamo penſare alla timo per noi ; anzi il renderà piů zé.
fcelta . E che dobbe farſi ? Prima di ac- lante di S.Pietro d'Alcantara , il qua
1
coſtarci al Confeflore , dobbiamo cer- le non dubitò dire all'iſteſſo Carlo
carlo a Dio con indifferenza e con V Imperadore , di cui aſcoltava le
ſemplicità di cuore . Dobbiamo, cer. Confeitioni : Dixifti peccata Caroli ? Dic 1
darlo a Dio ; perchè egli folo , come nunc peccata Cu faris .
conoſcitore del cuori , può ſommini- Ma dopo ritrovato il Confeffore » 1
ftrarci una buona guida c
, ome ſuſcita- è neceffario, che ſi dicano tutti i pec
va un tempo o buoni o cattivi Princi- cati . Sphieghiamo queſto con le dot
pi o po! buon governo, o per giu- trine della Teologia ; c palliamo a
ita mortificazione , del ſuo popolo E- quel, che in ſecondo luogo vi ho pre.
breo . Onde noi dobbiamo da lui for porto . La Confeflione de' pcccati deb
19 alpettare ed a lui chiedere un. be ſempre efferc. intera ; e perciò la
Vono , che abbia il lume e la cari integrità diccli parte eflenzialc e ne
neceffaria per guidarci nella via . ceſſaria del Sagramento della Peniten
della Salute ; e come un tempo dicea za , come più volte vi ho accennato .
i P. S. Agoſtino, dobbiamo chieder- Con tutto ciò puo ella dirſi intera in.
lo a lui fervoroſainente , quanto una due maniere , cioè materialmente e for
gran carameritadi efjerumilmente ri- malmente . Diccfi intera materialmente 24
chieſta. E'vero , che non ci tien proi- quando il Penitente confeffa tutti i ſuoi
bito di chiedere , d' informarci , e di peccati , che li ha ricordari dopo un
prender conſigli intorno alla ſcelta , diligente Elaine. Diceſi intera formalmen
che dobbiam farc : ma inſieme dobbia- te , quando il Penitente non poter :
no fidare unicamente a Dio ; perché do incolpabilmente confeffare tutti i
da lui ſolo dipende il buon eſito del- ſuoi peccati , fi confeffa di alcuni ;
le noſtre ricerche , e di quei conſigli , o di un ſolo , o di neſſuno . In caſo .
che da Direttori și faranno dati . Ne di necellità baſta l'intierezza formale ;
Iddio ci mancherà , ſe il cerchiamo e ſarebbe a ragion d ' eſempio , quando
con ſemplicità di cuore . Egli medcli- l'infermo , che è vicino a morte , può
mo dice per Geremia : Convertitevi, e folo confeſſarſi di alcuni, o di un fol
ritornare a me ; io vi darà de Paſtori le pcccato ; o pure ha chieſto la Con
condo il mio cuore , che yi daranno il nutri feſſione , e prima di venire il Confef
gento della ſcienza e della dottrina . Ed ſore ha perduta la lingua , e non può
il Savio dice : Cercate il Signore con un confeſſardi di alcun peccato ; perchè in
çuore ſemplice ;, perché quelli , che non to queſti caſi bafta il detiderio di confer.
fentano , lo trovano, eſi fa conoſceere a quel farſi col Dolore di avere offelo Iddio,
li , che hanno confidenza in efjolui . Se noi come vi ſpiegai nella quarta Iſtruzio
dunque cerchiamo un Direttore con nc . Negli altri caſi poi neceſſariamen
un fincero deſiderio, e con una ferma te richiedeſi per la validità della Con
riſoluzione di andare , a Dio, trovere- feſſione l'integrità materiale ; tal che
mo quel, che cerchiamo ; ed il Signo- il tralaſciare alcun peccato , malizioſa
re non permetterà , che ci manchino , mente , ſarebbe l'iſteſſo che non con .
mai gli ajuti neceſſari per ſalvarci . feflarne alcuno, e rendere la Confel
Lungi perciò ogni attacco a' Confef. ſione ſagriloga. E l’itteſo ſi deve di
fori , ma ſolo indifferenza e ſemplici. re , ſe malizioſamente fi tralaſci alcu
tà di cuore nel chiedere a Dio il na circottanza necellaria a dirſi al Con
Direttore : ed ecco troveremo ciocche fefore , come altra volta fufficicnte
men
1
.
99
e vi yoſtra apprenfione vi fa inorridire di
ment
Ma, Padre , iogato
ho ſpie ho. una gran ripu. áppalefare al Direttore le voſtre colpe;
gnanza nel confeſſarini alcuni pecca- benchè realmente non l'abborriſchi la
ti ſordidi ed enormi , che mi recano natura : 'onde ficcoine tante volte per
una gran vergogna e confuſione in pa faſto le paleſate a yoſtri amici , ac
lefarzli. Vi è alcun rimedio ? Non vi creſcendole molte volte di più di quel
è rimedio affatto : o conviene confef- che fono ; cost potete farvi animo per
Targli, o dannarſi. Biſognava arroſfirſi dirle ad uno , che ſta in luogo di Dia
di comincttergli, non biſogna arroſfir- per afrolyerlc . 3. conſiderate , che i
fi di confeſſargli : anzi , come dice S. Direttore pon ſolamente non ſuole
Ambrogio (a) , è vergogna il non con- ſcandalezzarſi , 6 cenſurare la voſtra
feſſargli : Nihil pudoris eife debet , nifi non iniquità , e prendervi in 'orrore ; ma
fateri ; cum omnes fimus peccatores . Non anzl , tutto al contrario, egli fuole ap
baſtano penitenze, digiuni, diſcipline, pagarſi della voſtra ſincerità e della
macerazioni . Biſogna indiſpenſabilmen- confidenza ufatagli , e ſuol'oltre mo
te confeffare tutti i peccati : altrimen- do abbracciarvi , c compatirvi , ed aju
te le Confeflioni ſono tutte ſagrileghe; tarvi . 4. conſiderate , che il Confer
ed invece di ottenere con effe il per- ſore fapendo i voſtri peccati, è tenuto:
dono de' peccati , ſi fa con cllc un ad un rigoroſo ed inviolabil ſegreto
nuovo graviffio peccato di fagrilegio in maniera , che per neſſuna cauſa
( b) . Ma in caſo di inolta folla di gen- anche ſe doveſſe ſalvare tutto il Mon
te in giorno di gran ſollennità , forſe do , può mai palefargli ſenza eller fa
non è lecito tralaſciare alcun peccato grilezo , ed anche eſsere in queſto
per la comodità de' popoli divoti ? Non Mondo gravemente punito ) . 5. fi
lecito affatto ; ed è deciſo dal Pon- nalmente conſiderate lo ſvcrgognamen
tefice. Innocenzo XI , il quale condan- to e la confuſione grande , che farà
cho queſtapropoſizione : Licet facramen- nel giorno del giudizio finale , quando
taliter abfolvere dimidiate tantum canfeffos non ſolamente dal voſtro Confeffore, ,
ratione magni concurfus pænitentium , qua- ma da tutte le Creature ſarà riſaputo
dis y. g . poteſt contingere in die magnæ &- quell ' iſteſſo peccato , che non voleſte
Jicujus feſtivitatis , aut indulgentiæ . palefare ad un Sacerdote ſotto rigoro
Dunque , Padre , debbo io neceffa- fo ſuggello , e per cui farete danna
tiainente ſoffrire ogni vergogna , e pa- to per tutta la eternità ; laddove fc l'
lefare i mici peccati ? Cosi dovete aveſte confeſſato , o non comparirebbe
Ma in che maniera poſſo io farmia- affatto , o pur comparirebbe a viſta
nimo a ſuperare queſta difficoltà ? In di tutti per voſtra gloria , lavato e im
molte maniere . 1. conſiderate , che il prezioſito col ſangue di Geſucriſto nel
Sacerdote , a cui avete a confeſſarvi , Sagramento della Penitenza . Quindi
non è finalmente un Angiolo ., ma un ben diffc il P. S. Agoſtino ( ?): Si non
Uomo come voi , dell'iſteſſa natura confefjus lates', non confeflus damnaberis.
della fragilità medeſima , dell'iſteſſo Ma, Padre , vi ſono alcuni Confef
fango , che ſiete voi : onde eſſendo fori , che aſſai indiſcreti molto ne ſgri
egli ſottopoſto a' medeſimi peccati , dano ... Ma piano , Uditori , che io
avrà viſcere teneriffime di Padre per brevemente vi riſpondo . Primicramen
compatirvi . 2. conſiderate , che la te ſon troppo rari i Confeffori di tal
N 2 fat
SE
YOL
SE S TOG'I O R N O
M E D I T A Z I O N E VI
ARGO E N T O
La maggior delle noſtre follie e appunto il differire la Conyer fone del cuore a Dios
perché ci mettiamo ad evidente pericolo di perderci . In fatti col differire la Come
serfione I. ci mettiamo a riſchio di eſſer vinti dalla forza delpeccato:
II. ci mettiamo a riſchio di eller da Dio abbandonati : Ill.
ci mettiamo a riſchio di non giungere al tempo im
maginato dell' avvenire .
1
é mai codeſto , o Sanſone ? Non fai , ſuoi Avverſari , i quali non han riparo
che offendi l'Altiffimo , che ti proteg . di cavargli ainbi gli occhi , di sbalzar
gc ? Non ſai , che il peccato sbalzar lo carico di catenc in iſquallido carcere,
ſuole a miſerabil fine , chi il ricetta nel e finalmente di condannarlo a far le
cuore ? Su via ſorgi dal lezzo , ove fog. veci di vil giumento intorno ad una
giorni ; abboinina la tua pallionc ; pen- mola : Statim eruerunt oculos ejus , & du
titi del tuo delitto ; fuggi... Eb ! San- xerunt Gazam vin &tum catenis , & clais
Tone non aſcolta ; perchè gli ha curati fum in carcere molere fecerunt . Oh infe
gli orecchi dello {pirito la ſua medeſi- lice Sanſone , che non ſi ravvidde a
ma colpa , che l'ha indebolito . Penſa tempo opportuno ! Oh più infelici noi ,
quindi , che è giovane; penſa , che è che l'imitiamo ! Preſc poffeffo del no
robuſto ; penſa , che è valoroſo : e intan . ftro cuorc il peccato ; e noi (peri
to rimette a miglior tempo la ſua am- mentiaino di eſſerne tiranneggiati. Ma
menda ; Egrediar . Ah ! Sanfonc , che pur traſcuriamo di ſcuoterne il durilli.
delirio è mai codeito ? Non vedi, che mo giogo . Vie più fi sfrenano le pal;
ſei ingannato ? Non vedi , che Dalila fioni , e ne rendono più fiacchi e più
ti tradiſce ? Non vedi, che più volte i deboli ; e pur differiamo di combatter
nimici han tentato di opprimerti ? SŲ le e frenarle . Si moltiplicano i vizj ,
via dunque ravvediti , abbandona que e chiamano i Demonj a ſtringerci lo
ita caſa d'iniquità , portati al tempio ſpirito di catene e di lacci ; e purnon
del Signore , uiniliaci... Eh ! Sanſone ci brighiamo di arrcftarne la pernicio.
non aſcolta ; perché inaggiormente gli ſa corrente , e con franchezza e con
ha aggravato il cuore la steſſa palione, diſinvoltura andian ripetendo : Egredie
che già il predomina . Fidafi quindi di mur , egrediemur . Ma oh quanto la sba
fuperare ogni oſtacolo , fidafi di aver gliamo! Verrà il tempo , che la forza
lunghi giorni, fidaſi della ſua fortezza : della colpa in guiſa annebbj l’intendý.
e intanto rimette a miglior tempo la mento , e indeboliſca la volontà , che
- ſua ammenda.; Egrediar . Ah ! Sanione, l'anima non più creda fidarſi di uſcire
che delirio è mai codeſto ? Non vedi , alla libertà de'Figliuolidi Dio . Ed al
che la sbagli? Non vedi , che l'amor . lora improvviſamente ataliti ,peggio di
ti accieca a rivelare i tuoi ſegreti? Non Sanſone (a ) , rimarrcm preda de Filiitei
vedi , che la tua Amica già ti mette in Infernali , che ne feppeiliranno per tut
ta
1
Toy
cato trionferà di noi , e con la ſpea 'opera sì magnifica e si eccelſa , e di
rienza confcfleremo , che col differire clibire quella trionfatrice grazia , che
la Converfionc ci mettiamo a riſchio di al grand' nopo aſſolutamente fi richie .
efler vinti dalla forza del peccato . E de . E quello , che vie più commenda
che dico io? A vrem la diſgrazia di eſſe- la divina bontà , egli è appunto , che
re dall ' Altiffimo abbandonati e dere- Iddio non ſolamente la giuſtificazione
litti . E riflettiamci con attenzione . offeriſce , non ſolamente eſibiſce l' a
juto della potente ſua grazia ; ma egli
SECONDO PUNTO . ſteſſo ; come altra fiata meditammo
corre dietro agli Empj, gl' invita , gli
Cob differire la Converſione ci mettiamo a chiama , gli ſtimola , onde delle di lue
riſchio di eller da Dio abbandonati . premure a lor vantaggio ſi avvalgano .
Che miſericordia ! Che bontà ! Ma che
Conſideriamo , dilettillimi Fedeli , cho fanno i Peccatori , degnati di cotanta
ſenza il divino ajuto nulla poſſiam noi bontà , di cotanta miſericordia ? Sor
di giuſto c meritorio operare ; come gon ſubito dal fango a guiſa di Saolo
ne inſegna l'iſteſſa Verità incarnata Tarſenſe , e con effolui ſi eſibiſcono di
Geſucriſto , che ſclama : Sine me nihil eſattamente adempire le ordinazioni di
poteſtis facere . Or quanto più ſenza il vine : Domine , quid me vis facere ? Si
divino ajuto non pofliam condurre a fi- volgon ſubito al Crocifiſſo al pari del
ne l'opera grande della noſtra Conver- buon Ladro , e fidano nel di lui prezio
fione ? Ah !che a diſtaccare il cuore fillimo ſangue , e nella di lui efficacilli
da quella terra , dove infelicemente è ma mcdiazione: Memento mei , Domine ,
"attaccato , per inalzarlo al cielo , da cum veneris in regnum tuum ? Ah ! le co
cui ha rivolti gli ſguardi , nulla men isl riſolveſſero , oh come lor rimbom .
fi richiede del braccio onnipotente berebbero agli orecchi le faufte voci,
della grazia vincitrice dell'Altiſlimo , che la prima volta ſi aſcoltaron ful Gol.
che è grazioſo dono della di lui infini- gota : Hodie mecum eris in paradiſo ! Ma
ta Miſericordia . Anzi ſappiamo di più, a hime! tutto al contrario con villania
che la giuſtificazione del cuore igiu- riſpondono a quel divin Sovrano , che
ſto ed empio fia l'opera più grande patcrnamente gli chiama , e gli degna
della onnipotenza divina , e fin maggio. de' ſuoi favori; ed incivilmente rimet
re della iſteſſa creazione del ciclo e tono a più opportuno futuro tempo di
della terra ; sì perchè la creazione non avvalerſi della di lui ineſtimabile dile
oltrepaſa l'ordine della natura , che zione . Or può immaginarſi onta più
la giuſtificazione oltrepaſſa ; e sì perchè grave , sfrontatczza più enorme ? Può
il nulla , da cui fortiſcono le Creature, mai immaginarſi , che voglia Iddio a
non fa reſiſtere all'impero del ſovran pettare la loro comodicà , ed ajutaigli,
Fattore , a cui ſuol réſiſtere l'orgoglio: quando lor meglio aggradilce ? Eh !
ſo creato arbitrio del Peccatore , che che la .sbagliano a partito » Furono
ricuſa vivificarſi : Major eft , l' inſegna ſtolti nell'oltraggiare la divina infinita
il gran P.S.Agoſtino (a ) ,major eſt juſtis Maeſtà dell ' Altiſſimo "; e più ſtolti fol
ficatio impii , quam creatio cæli & terre , no nel pretenderne il maggiore de' do
E pure chi'l credcrebbe ? Non manca ni , che ſovente ricuſarono, quando lor
il cleinentiffimo Sovrano di offerire a ſembra più opportuno e più comodo .
tutti i Peccatori di compire in efloloro Quindi è , che ſe noi ancora fiam nel
1
0221 Du
3
(a) S.P. Auguſt. lib. de grat. & lib. arb.
3
108
numero di coſtoro , dobbiam perſuader- con violenza dalla terra de Viventi ..
ci , che difficiliſſimamente il Signore Oh delitti ! Oh empicta ! Oh furore !
ne conceda i ſuoi parzialiffimi favori , Polliam mai immaginarci , che. il ribal
dopo che tante volte gli abbiam ribut- do Antioco , mentre si sfrenatamente
tati : c nella guifa che ſdegna un Me- alle ſue paflioni condiſcende , non ſen
dico ed un Cerufico di più viſitar quel. ca un interno rimorſo , che il riprenda
I'Infermo , il quale per avergli più di sl folle ardire, c gl' infinui la peni
volte ributtati , volontariamente ha ag. tenza ? Ma co.ne vogliamo immaginar
gravato il ſuo malore , e ſi è ridotto a lo , ſe tuttodi. ne vien elortato. da' Sa
morire ; non altrimente il Padre celeſte cerdoti del tempio , che malınena ; da
[degnerà nel tempo avvenire di ſoccor. gli Ebrei religioſi , che perſeguita ; da!
rere noi miſerabili , i quali nel tem- Giovinetti Martiri , che barbaramente
po traſcorſo fovente eleggemmo di op- fa trucidare ? E non ſono coſtoro , che
porci alla ſua ſtrabocchevolc Miſeri- gli ricordano la ſeverità della divina
cordia , e ci buttammo vituperoſamente Giuſtizia vendicatrice ? chre gl'inſinuano
nel precipizio . E per tal ragione dob- a non più cozzare con Dio ? che mi
biam confeſſare , che commettiam la nacciano la perdizione alla di lui dur
maggiore delle follie col procraſtinare rezza ! Ah ! che Antioco vede bene. la
la penitenza; perchè col differire la ſua malvagità , e conoſce bene di de.
Converſione ci mettiamo a riſchio di verla piangere . Ma il fatto è , che e
eſſer da Dio abbandonati. gli per ora non è comodo di farlo .
Ma per meglio illuminarci , e per Per ora , egli dice , per ora ſi sfoghi
meglio ſcuoteret , dilettiffimi Fedeli , no a più non poſſo i miei capricci . ;
rivolgiamci a guardarne una funeftifli che per ritrattargli avrò del tempo, c
ma evidenza in quelli empio Monarca ne parlerò appreffo . Ma quando farà
della Siria , per nome Illuſtre e Nobile, queito tempo queſto avvenire quan :
per fatti ignobile ed infame, rinomata do ſarà ? Oh ingannato ! Oh infe
Antioco , di cui, forſe non dubitiamo lice. !. Ecco egli è. vicino a morire. ,
ſeguir le tracce , ed . imitare i confi- roſo da vermini puzzolenti , e crucia
gli.. Che vita ſcellerata meno cottui ? to da acerbiflimi dolori ; e non vi è
Abimé ! cbi può ricordarſene ſenza or . altro tempo fuori di queſto da pentir
more ? Furti, rapine , fagrilegi , orgo- G. Su via dunque eficgua le fue pro
gli, oppreffioni, fcelleraggini ſon bel. meſſe , e ſi penta . Si penta di cotan
li effetti del furore di Antioco . Parla ti operati eccidi, di cotante eſeguite
1 auguſto tempio di Geroſolima , avida- ftragi, di cotante ... Eh ! biſogna ve:
mente ſpogliato di oro , di argento , di dere , fe ora ſia comodo l' Altiffimo
gemine , di danaro , e . fin degli arre- de' Dominanti , fin . or da lui adon
di , e de' fagri vaſi. Parlano i miſeri tato , di ajutar l'opera di Converfio .
Cittadini di Sion , barbaramente truci. ne si grande • Ah ! che non : più fi
dati in mezzo le pubbliche contrade compiace il Signore di claudirlo ; e
inſieme con quei Soldati , che gli cu- per quanto egli priega , non è già
fodivano . Parlano i Giovani ammaz- che nc ottenga miſericordia : Orabat
zati , le Donne con i lor Bambini fcant fceleftus ille Dominum , a quo non erat mi
nate, le Vergini oppreffe ,i Vecchi efter: fericordiam conſequuturus . Quindi cono
minasi, ed ottocentomila ucciſi , e qua- ſce la crudeltà uſata col popolo elet
rancamila prigioni , ed altrettanti feriti to , e la prepotenza eſercitata contra
e venduti Ichiavi . Parlano un invito a loro patria : Reminiſcor malorum , quæ
Eleazaro , e fette religiofiflimi Giovi- feci in Hierujalem . Ma pur non ſi pen
netti con la prode lor Genitrice, in va- te . Conoſce le rapine fatte al tempio:
rie orribili crudeliflime forme per dife: Abſtuli omnia vaſa aurea & argentea . Ma
fa delle patrie Moſaiche leggi rapiti pur non ſi pente · Conoſce di aver
in
109
igiuſtamente berſagliati gli innocenti dalla viſta de' noftri falli , pur ci luſin
della Giudca : Miji auferrehabitantes 14. gheremo di ſuperar l'empito della mor
dæam fine cauja . E pur non ſi pente, . te , ſpereremo di non morire , e ſegui
E che intanto ? Ahimè ! promette ſolo remo. a riinettere al tempo avvenire il
di riſarcire tanto recato danno ; ed in ncgozio importantiffimo della Conver
buon linguaggio anche morendo ripe- fione a Dio . E ſe finalmente giungere
te la ſolita riſoluzione di pentirli ,non mo al pianto ; piangeremo ahime! la
già ora , ma in appreffo : E perchè? noftra difgrazia , non già i noſtri falli ;
Perchè non é comodo l'Altiſſimo di con- abborriremo la morte , non già l'offe.
ferirgli la grazia , al pentimento necef- ſa di Dio ; odieremo noi ſtefl , non -gid
ſaria : Orabat fceleſtros ille. Dominum , a il peccato : e quindi non ci pentiremo ,
quo non erat miſericordiam conſequuturus . e diſperatamente morrem dannati . E
Muore pertanto diſpcrato ed impeni- perchè rovina si fatale ? Appunto per
tente , e ſenza rimedio ſi perde e ſi chè il Re della gloria , da noi tante
danna . Ob terrore ! Oh eſempio! volte ributtato , non più ſi degna di a .
E come non dobbiam noi da capo a jutarci ; e ne riſponde l'iſteſſo , che ri.
piedi inorridirci e tremare ? Non ſiam ſpoſe alle Vergini ftolte del Vangelo :
forſe giunti agli eccelli di Antioco :ma Nefcio , neſcio vos
perché ? perché di Antioco ne manca E come non vuole con effonoi di.
la potenza . Ma non è mancato per noi , portarſi in tal guiſa l’Altiſſimo , o Fe..
per quanto abbiam potuto , di moltipli- deli ; ſc col differire la Converſione
care le iniquità. Quante profanazioni ſempre più ſeguiamo a combattere con
di Chiefe ! Quante irriverenze a? Sa: tra lui, e renderci indegni delle di lui .
cerdoti ! Quante proſtituzioni di Sagra- Atraordinarie ſingolariffime grazie , del.
menti! Quanti ſcandali a proſſimi!Quan le quali affolutamente abbiam biſogno
te frodi ne 'contratti! Quante uſure ne per riſorgere ? Si , imitiamo nulla men
negozj ! Quante ingiuſtizic ne’traffici.! che il perfido Giuda Iſcariote , ed al
Quanti raggiri ! Quante oppreffioni ! pari di lui. demeritiamo i celefti favo
Quante crudeltà ! E pur il clemcntiſ &- ri. E non vedete , come egli infello
mo- Iddio ar con interne iſpirazioni , piſce ? Ha ſtabilito di tradire il ſuo dis
ar con eſteriori avviſi,or con minacce, vin Maeſtro Geſucriſto : e per quanto
or con gaſtighi ſi compiace invitarci al ſia ſpinto a. ritrattarſene , non s'induce.
ravvedimento . Ma noi ? Oh noi gli vol- giammai a mutar conſiglio , c . vie più
giamo villanamente le ſpalle , e rimet: s'induriſce ed imperyerſa . Lo ſcuopre
tiamo ad altro tempo il riſpondergli il manſuetiſimo. Nazareno , e grida :
E qual è queſt'altro tempo ? Appunto Unus coc vobis me traditurus eft . E Gius
pon viene giammai ; perchè ogni gior- da ? E Giuda, mentre ſi racoapricciano
no rimettiamo al dimani, fin che venga i ſuoi Compagni, rimane oftinato , e
l'ora della morte . Ma quando queſta vie più fi fa reo . Siegue perciò a com
è già per reciderci con la tagliente ſua batterlo il benigniffimo Salvatore , ere
falce ; nè anche deteſteremo l'empietà , plica : Unus ex vobis Diwulus eft . E Gim
che ne opprime , e ſi avvererà più to- da ? E Giuda , mentre s'inorridiſcono .
! ito ciò , che ſcriſſe Salviano (a) ; cioè gli altri Appoftoli , rimane oſtinato , e.
che le ſcelleraggini abbandoneranno vie più fi fa reo . La terza volta il buon.
noi, non già noiabbandoneremo le ſcel- Signore . l' attacca , e foggiunge : Vos.
leraggini:Qui a malisa&tibus tantum mor- mundi eftis , fed non omnes . E Giuda ?
.te difcedit , non relinquit fcelera , fed relin E Giuda ,mcntre palpitano i Commen
quitur a ſceleribus.. Benchè conturbati fali , rimane oftinato , e vie più fi fa
reo ..
con un capeſtro , inanda l' aniina infa- .tiano il dimani per ubbidirlo . Oggi
me a bruciar perpetuamente trale tiams oggi gli corriamo in ſeno ; perchè og
me . Ed ecco quello , che tolga la di- gi egli ha il genio di favorirci . Nel.
vina pietà - di fortire a noi, iquali non lit guiſa che ſenza indugio Zacheo dal
dubiciano di rinovellare le condotte la ticaja diſcele per accogliere in ſua
ma
III
magione il Mediatore ; ſenza indugio do', come favella il gran P. S. Ago
corſe in caſa del Fariſeo a buttarſi a' ſtino ( 2) ; Facio , quod me dele &tat ; pojtes
piedi del divino ſuo Spoſo Maria Mad- penitentiam agam . E la ragione è ap
dalena ; ſenza indugio pianíc la ſua punto , che il peccato chiama la mor
debolezza amaramente l'Appoſtolo Pie- te ; e tanto più la chiama , quanto più
tro ; ſenza indugio il buon Ladro nel ſi moltiplica e ſi avanza . La chiamò
Crocifiſo agonizzante credette e ſpe- ful delinquente Adamo , e la chiama
rò : non altrimente ſenza indugio al tutlodi ſul capo de'Peccatori , i quali ,
noſtro buon Padre Iddio corriam noi come favella lo Spirito Santo nell'Ec
ravveduti e dolenti per ottenerne la cleſiaſtico , ſon colti in inalpunto , peg
bramata ventura di entrar di bel nuo- gio che non ſono colti o gli ſtupidi
vo nella di lui pregevoliflima amicizia;. peſci nell'amo , o gl’incauti augеlletti
come vi rientrarono e il Ladro , e nel laccio : Nejcit homo fonem Juun ; Jed
Pietro , e la Maddalena , e Zaccheo. ficut piſces capiuntur hamo, & ficut aves
Si , così riſolviamo' . Altrimente guaj laqueo , fic homines in tempore malo E.
a noi , che commetteremo la maggior quindi è , che quando ſi promettono fi
delle follie ; e sbagliando il rilevantif- curezza e pace , allora da improvviſa
fimo affare della eterna ſalute , fenza morte ſono affaltati e reciſi : Cum dixe
rimedio confeſſeremo , che col diffe- rint , cc ne aflicura l’Appoſtolo S. Pao
rire la Converſione ci mettiamo a ri- 10 , cum dixerint pax & fecuritas, tunc
ſchio di eller da Dio abbandonati . E repentinus ess fuperveniet interitus . E s'c
pur chi ne allicura , che venga il tem- gli è così ; come vogliam noi il più im
po avvenire , nel quale ci appoggiamo? portante affare della Converſione del
Ahimè! appunto perchè non ceffiam di noſtro cuorc all'Altiſſimo rimettere all'
.
oltraggiare l'Altiſſimo, ragionevolmen- incertiſſimo tempo futuro ? Ah ! codeſta.
te dobbiam dubitare , che tal tempo è la maggiore delle noſtre follie ; ap
non venga . Sieguiam perciò fervorola:. punto perchè col differire la Conver
mente, a meditare .. fione ci mettiamo a riſchio di non giun
gere al tempo immaginato dell'avre-
TERZO PUNTO .. nire ..
E pur che altro facciamo , ſe non :
Col differire la Converſione ci mettiamo commettere si deplorabil follia , o Cri
riſchio di non giungere al tempo imma- ſtiani ? Ad ogni patto vogliamo eller
ginato dell'avvenire . Seguaci degli ſcellerati Figliuoli del
Pontefice Eli . Coſtoro ſi avanzarono
Conſideriamo dilettiſſimi Criſtiani ad aver commercio infame con le Don
che neſſuno de' Viventi può atſicurarſi ne , che vedeano appreffarſi alla ſoglia .
di vivere un'ora , che ancor debbe del Tabernacolo di Silo : costoro non
traſcorrere ..La gioventù , la robuſtez , ebber ritegno di rubbar. le carni , de
za , i comodi , gli agi , la ſanità non ſtinate a' ſagrificj della Confederazione :
ſono fondaincnto sì fermo, che poſſano coſtoro ardirono di ritardare il popolo
allicurarci di un'ora ; perchè e giovani d'Ifraello dal riconoſcere e adorare ľ
e robuſti , e ricchi , e nobili , e ſani eccelſa Sovranità dell ? Altiflimo por
veggiam tuttodì rapirſi improvviſamen- mezzo de' ſagrificj. Che delitti eſecran
te dalla mortc . Ma tanto meno deb- di!.Che. infolenti fagrilegj! Non man .
be fidarſi del tempo avvenire colui > co il Genitore , benchè traſcurato nel.
che non ceſſa di amare la copa , e la educazione de' Figli, di aſpramnen
procraſtina il pentimento , e va dicen- tc ammonirgli , e correggergli. Quali,
lor
F SET
114
S E T T I MO GIORNO ,
1 ST RV Z I O N E. VII
ARGO M E N TO
Sceltiaino queſt' oggi , Fedeli miei que in quo haurias habes , & puteus altus
A dilettiſfuni, aſcoltiamo una Con-
fefione , fatta da una Peccatrice
eft : unde ergo habes aquam vivam ? num
quid tu major. es patre noſtro Facob ? Si
all'Uomo più dotto e fanto , che ab- ſpiega ulteriormente il Salvatore , ch'
bia mai avuto il Mondo.. La Donna egli ha l'acqua della grazia , che por.
peccatrice è la Samaritana ; P Uomo. ta ad una vita eterna : ed ella finalinen
piú dosto e fanto , che abbia mai a- te mezzo perfuala più per curioſità , che.
vuto il Mondo , è Geſucriſto , che la per altro , gli chiede tal acqua : Du
fa da Confeffore , quantunque ftanco da mine , da mihi hanc aquam . Lodato Dio ,,
1
un lungo viaggio; ed il Confeſſionile che ſi è aflodato queſto primo punto ,
deputato a tal Confeffione è il pozzo come meglio ſi è potuto . Seguiamo la
di Sicar nolla . Samaria . Felice Don- Confeffione . Le dice Geſucriſto , che
na , dite voi , che ha incontrato un ſe deſidera l'acqua vivente della gra
Direttore si perfetto ! Coſa mai , che: zia , biſogna , che confelli i ſuoi pec
avelle ella commeſſa , non le potea cf cati . Confeſſati , le dice , che paili la.
fer detta dal Confeffore ? E pure, aſcol- vita con un impudico ; Vades, voca vi
tiamo la di lei Confeffione , e confon- rum tuum : ed ella tramortita incomin
diamoci. Le chiede. Gelucriſto da be- cia a negare ; che dite., Signore ? che
re, perché ha fetc , non dell'acqua. Uomo? io non ho Marito : Non habeo
del pozzo , ma della ſua anima : ed el- virum . Dici benc , le riſponde Criſto ,
la ftolida fi fcandalozza , che un Giu : che non hai Marito ; perchè ne bai
deo chieda da bere a lei, ch' è Sa. goduti cinque , e queſto , che ti godi
maritana : Quomodo tu fudæus cum fis , adetlo , non è tuo Marito : Quinque vi,
bibere a me poſcis , quæ fum mulier Sa- ros habuiſti , & nunc quem habes, non eſt
maritana ? Si ſpiega ulteriormente il tuus vir . Crederefte ? La Donna bon
Nazareno , e le foggiunge, che ſe ſa- che ſcoperta , non vuol paleſamente
peſſe il dono di Dio , ella più toſto confeſſare il ſuo delitto ; e fi conten
gli cercherebbc dell'acqua , e ne ot- ta di dire a Criſto , ch'egli è un Pro
terrebbe un acqua vivente : ed ella in- feta :: Domine , ut video , Propheta es tu.
ſenſata guarda intorno; e non veggen Beniſſimo , ſia accordato anche in que .
do nè vale alcuno , nė fonte , gli rin- ſta maniera queſto ſecondo punto. Se
faccia , che non abbia dove ritrarre guiamo . la Confeffione . Donna , le di
un poco d'acqua vivente , e che non ce il Nazareno , biſogna , che credi , eſ
dia maggiore di Giacobbc: Domine, ne- ſere già venuta l'ora , che ſi debbe
ld .
1
105
Iddio adorare in iſpirito e verità : ed dottrine della Chieſa , che ſono già a
ella francamente gli riſponde , che que. produrvi . id
(a) S. Thom . 1. 2. q. 20. 2. 4. in bis Dom . & de vera falſa pen. & S.
gorp. G Cat. ſect. 38 . Fl. Chryf. kon. 20. in gent.
( a) Cat. loc. cit. S. P. Aug. de ver
116
Ice um accufa per ottener la remiffione ; ma ancora con interna ed eſterne
riman dunque chiaro , che i Peniten confuſione e modeſtia , ſempre riflet
ti , quando fi veggono gravati da col tendo di non aver operato da Uomo,
pe , non debbon averc altro inotivo e molto meno da Criſtiano , c di aver
di andarſi a confeffare , ſe non quello moſſo guerra all'iſteſſo Sovrano del
di riacquiſtare la grazia e l'amicizia cielo c della terra . Non ſo , ſe mai
del Signore offero , e la libcrazione vi è occorſo di oſſervare un reo , che
dalla pena meritata delle fiamme per convinto nc' procelli, di atroce mis
petue dell' Abbiffo ; perfuafi dalla fatto , ſi preſenta al Giudice per coile
fanta Fede , che non ſia altro mezzo fe fare la ſua reità . Ma le mai non
per gli Uomini battczzati di riconci l'avete oſſervato , potete: figurarvelo
liarſi con Dio , che il Sagramento un Uomo il più confuſo del Mondo,
della Penitenza . Siccome dunque il avvegnacche foſſe di natura orgoglia.
Catecumeno: debhe ricevere il Sagra ſo ed arrogante . Che modeſtia negli
mento del Batteſimo pel motivo prin. occhi ! Che palpiti nel cuore ! Che
cipale di ottener la remiffione de'ſuoi pallori nel volco ! Che debolezza di
peccati , corninefli prima di battezzar voce! Che demiſſione di portainento !
li; perché il Batteſimo è l'unico mez Direſte , che egli fia vicino agli ulti
20 per guadagnarla : cosi i Penitenti mi sânimenti . Or nell' iſtella guiſa far
battezzati debbon confeffarſi pel mo debbe il Penitente nel Tribunale del
tivo principale di effer proſciolti da' la Penitenza , nel quale i ConfefTore
loro delitti, commeſli dopo il Batteſi è coſtituito ſuo Giudice . Con interno :
mo ; perché il Sagramento della Pe dolore e rainmarico, con gli occhi ri.
nitenza è ſ unico mezzo , per cui volti alla terra , col capo chino , con
posſono ottenere il proſciogli.ncnto. . lagrime lulle. guance , con cuore con
Ed ecco . brevemente accennate le in trito ed uiniliato confeíTar debbe quel
terne diſpoſizioni , ed i principali mo: le colpe , delle quali egli medeliano li
tivi , che debbono. avere i pcnitcnti , è convinto reo con l'Elanc della Co
quando vanno a confeſſarſi . ſcienza . E queſta fola differenza par.
Veniamo ora a parlare delle condi. far debbe tra il reo accennato , che
zioni , che debbono accompagnare u compariſce innanzi il Giudice terrena,
na buona Confeflione , Uditori : o ed il reo , che coinpariſce innanzi il
poichè già jeri vi ho ſufficientemente Confeffore, che quello treina per la
iſtruiti circa l' integrita materiale e for conſiderazione dell' imininente lenten :
male della Confeffionc ; oggi perciò 2a , e queſto debbe coinmuoverſi dall'
mi riduco a parlarvi, delle altre tre enormità de' ſuoi falli , e dalla conci
necedarie condizioni , che debbon derazione, della divina bontà , la qua
fregiare la medeſima Confelijone le è pronta a perdonarlo con l' allo
Dico dunque così : la Confeflone per luzione del Sacerdote . Queſta dunque
eiler buona e ſalutare , primierainente è l' obbligazione del Penitente Cri
eſſer debbe umile , ſecondariamente el. ftiano. E perciò penſate , quanto er:
fer debbe prudente , e finalmente deb. rino alcuni Cattolici , che portanſi al
be eſſere ſincera . E diſcorriamo per Confeffore , come ſo andafiero ad un
ordine . Amico il più caro , il guardano filla
Primnicramente la Confeffione eller monte ſul viſo , dicongli le loro col
debbe umile ; perchè il Penitentc deb pe con diſinvoltura e quaſi con iſcher
be eſſer penetrato da una viva cogni zo , e molte volte con pofiture diſdi
zione della deformità de' peccati com cevoli , coine appoggiati interamente
melli , e. della foinına bontà di Dio o ſul Confeflionilc , o anche ſul Con
offeſo ; e quindi debbe contellarſi non feffore , cui tengono ſtretto per timo
ſolo con eſemplare raccoglimento , re di non effcrc aſcoltati , qual più
pre
T17
prema loro di non far fapere le loro Ma tanto più debbon effer umili i
debolezze , che di ſvelarie al Confef Penitenti nell' aſſoggettarfi a' conſigli
ſore . Che ſegno può eſſer codeſto di del Confeffore , e ſpecialmente quando
una buona Confeflione ? Ab ! temo af il Confeffore ſtima bene di doverſi dif
fai di codcite Cenfelloni fatte in tal ferire ad altro tempo l'aſſoluzione ſa
guiſa ; perché la ſperienza inſegna , gramcntale . Sentite . Un'aſſoluzione ,
che colui il quale veramente fi pen data fuori di tempo , cagiona ſempre
te de' falli luoi, piange , linghiozza gran male : e per contrario un'affolu
e non cura , che ſi fappia da tutto il zione , data a tempo , ſempre cagiona
Monde la ſua reità . E così leggiamo gram bcne . Dimoftro l'una e l'altra
di aver operato un Davidde , unaMad propoſizione con brevità . Un'aſſolu
dalena , un Pictro , una Margherita di zione data con facilità , quando il Pc
Cortona, che pubblico per le contra nitente non ancora ſi conofce ben di
de le ſue paſſate fregolatezze , un S. ſpolto , ſempre cagiona gran male (a) ;
Agoſtino , che tramandò a ? Poteri re perché non rimangono aſſoluti i
giſtrate ne' ſuoi volumi le ſue giova peccati; 2. fa luſingare il Penitente di
nili follic , ed innumerabili altri Pc eſſer giuſtificato , quando realmente é
nitenti , che fan decoro al regno viſi ancor empio ; 3. mandando il Peniten
bile di Geſucriſto , che è la Chieſa . te a ricevere l'auguftiflispa Eucariſtia...
Nè queſto è tutto il fregio della umi l'eſpone a commettere un fagrilegio ;.
liazione , che debbe avere il Peniten 4. addormenta il Penitente nel pecca
te nel confeffarſi . Ulteriormente egli to , e gli facilita il moltiplicarlo ; &
conſiderar debbc gli effetti , che pro perciò dicea bene il Cardinal Bellar
duce l'aſſoluzione ſagramentale : cioè mino (b) : Non effet tanta facilitas pece
meditar debbe , che per inezzo dell ' candi , Ji non effettanta facilitas abſolven
aſſoluzione gli fi applicano dal Sacer di . All'oppoſito un'aſſoluzione differi
dote gl' infiniti meriti della paſſione ta e data a tempo opportuno , ſempre
e morte di Geſucriſto ; e che quindi cagiona gran bene ; perché 1. ſveglia
gli fi perdonano veramente i peccati, il Penitente a maggiormente preparar
gli li cancella. la ſentenza della mor viſi; 2. ſpinge a ſempre più deteftare
te eterna , che avea meritata , e gli ſi i commeſſi peccati ;- 3. eocita a fortiti
dona la grazia e l'amicizia di Dio , care i fatti Proponimenti ; -4. diſpone
e il dritto alla beata credità del Para il Penitence. a raccoinandarſi al Signo
diſo . E con tal conſiderazione accre re , a fuggir le occaſioni , e ad otte
feer debbe per l'interna conſolazio ner la maggior benevolenza di Dio ,
nc la ſua profonda_umiltà , e tanto che gli tien preparata la grazia della
più ravvivare la ſua Fede : nella guiſa giuſtificazione . Or a queſte core dcb
appunto che un reo fi profonda nel be riflettere il Penitente Criſtiano ;
fuo niente , quando in vece di rice quando dal Confeflore gli vien diffe
vere dal Giudice terreno la ſentenza di rita l' aſſoluzione ſagramentale , ſi ſog.
morte , ne riceve l aſſoluzione ed il getti umilmente al di lui giudizio : e
perdono. Finalinente debbe eſercitare intanto ſi eſerciti con qualche morti.
ja fua umiltà il Penitente nel ricevere ficazione , con dimandare a Dio la
dal ConfefTore gli opportuni avverti compunzione del cuore , con comincia
menti , i faggi conſigli, c le propor re una vita nuova , onde poi con mag .
zionate penitenze ; e di queſto parle gior profitto e vantaggio riceva l'ar
reino difuſamente dimani. ſoluzione . E qut aſcoltino bene tutti
i Cris
SET
120
S E T T I. M O GIORNO
Μ Ε DI Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε VII
DEL MERITO ALLA GLORIA
A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
La gloria del Paradiſo , che il divin Rimuneratore ha ſerbata a' ſuoiAmici , è corona
di gizuſtizia : e quindi 1. in vano ci luſinghiamo di guadagnarla ſenza pri
ma ubbidire à Dio , che ri' è il Padrone; II. in vano ci luſinghiamo di
guadagnarla ſenzafrīma abbattere i nimici, che ofano toglier
cela; ( II. in vano ci ludfinghiamo di guadagnarla ſen
za prima caminar la ſtrada , che camind
il Santo de' Santi Gefucriſto.
diſerto , quante anguſtie gli han dovu- ſe più degli Ebrei fiain noi mal con
to opprimere ! E pur volentieri han ſigliati ? Finalmente quelli s' intimori
foftenuto e anguftic , e diſagi , e inco- ron di combattere : ma conoſcendo nel
modi ; perché il deſiderio di conqui- tempo ſteſso di non poter giungere al
ſtare il fertiliflimo reame di Canaan ſuolo promeſſo ſenza prima pugnare e
tor volle in dolce ľamaro , il trava- vincere , non curaron di rinunziare al
glio in ripoſo . E pur credcreſte ? O- la loro ventura . Ma noi al contrario
ra , che già ſono in procinto di mct- paffar vogliamo all'immortale deſtino ,
terſi al policflo delle promeſſe Regio- ed evitar l'eterna diſgrazia ; e nel tem
ni , bramano ardentemente di morire po ſteſſo di travagliar ricuſiamo , e di
nella folitudine, e più non ſi curano venire alla fatal tenzone de' noſtri cru
mè di fogli, nè di ſcettri , nè di co- deli nimici . E chi mai, andiam dicen
rone : In hac vafta ſolitudisie utinam fe- do , chi mai la forza può ſuperare di
reainus > & non inducat nos Dominus in Ayverſarj sì potenti ? Come faremo
terram iftam ! Or donde una mutazione comparir religioſi in mezzo alla rila
sì ſtravagante ? Appunto da un'inforta ſciatezzza del Mondo ? Come faremo
diffidenza di combattere , e da un im- a vincer la potenza degli Spiriti prc.
provviſo timore di dovervi o rimaner varicatori , di cui non è maggiore ſo
prigionieri , o paſſare a fil di ſpada pra la terra , come ne aſſicura il s
Hanno aſcoltato , che gli Abitacori Giobbe ? Come faremo a frenar l'ein
della terra promeſſa ſian di ftatura gi- pito della carne e del ſangue, provo
ganti , e per valore in fupcrabili ;e cato dall'altrui baldanza ? Come fare
paventando di venirci a cimento , va mo ad arreftar la corrente delle par
glion più toſto morire nel diſerto , ſioni, che offuſcon l'intendimento cd
e non giungere a quelle amenc cam- il cuore ? Come faremo a trattener l '
pagne , che ſgorgano latte e inicle : appetito , che corre a gonfie vele al
In hac vajia folitudine istinam percamus , precipizio? Come faremo ad evitare gli
& non inducatnos Dominus in terram iſtam , eſempli degli Scoſtumati , che per o
ne pereamus gladio ,ac uxores ac liberi no gni dove ci preparano pietre d'in
Jiri ducantur captivi. Ma come diffidarſi, ciampi ? Oh che battaglic ! Oh che
fe vidcro nel riunito Eritreo Commerſa cimenti! Ecosi dicendo , intimoriti e
ed affogata la potenza foripidabile dell' tremanti ci ritiriaino al coperto , ci
Egitto ?come di fidarſi , ſe il Signor de- diamo in braccio della morbidezza ,
gli elercici ha lor conferito si ſtraboch ci abbandoniamo all'ozio , ci facciain
chevol valore , che ciaque poſſono preda degl' iſteffi nimici . Or coinc
far fronte a cento , e cento a millc ? pretender vogliamo la felicillima ter
come diffidarſi . . . Ma non più ; che ta de' Vivenci ? Eh ! vane luſinghe ..
1a -peflima indole di un popolo si tu- Nori videbunt , dice l ' inalterabil Rimu.
multuante è la cagione della ſua più neratore , non videbunt tcrran ; nec quiſ ,
lagrimevol rovina . Ecco in fatti gli quam ex illis , qui detraxit mihi , intuebia
ha riprovati l'Altisſimo , il quale le 1841 eam
non gli conlinna con orribil contagio , E che forſe la noſtra debolezza può
perchè dalle ſuppliche del buen Mo. innanzi a Dio ſcuſare i nostri timori ,
o Crio
627
Criſtiani ? Ma è come fcufarci , fe: rano a perturbarci con i loro ſcanda
meglio de' Figliuoli di Abramo tutto-- li gli Scoftumati . Ma non accorre a
di dall' onnipotcnte. Signor della glo- renderci di noi maggiori l cſempio
nia vien avvalorata e protecca ? Ah ! glorioſo , pon fol degli Eroi più ma
che ben noi ripeter meglio pofliamo gnanimi della Religione , ma fin an :
quel medeſimo , che al ſuo Giezi con chc d ' innumerabile ſchiera di Giovi
franchezza afferi un tempo il Profeta netti e di Donzelle, che la noſtra vil
Elifco . E non cel rammentiamo ? Spe- ' te ci rinfacciano , c ci riprendon co
dito dal Siro. Monaica il nerbo dell' sài, che favente fiam coſtretti ſclama
eſercito in: Dotain per quivi catturare Le col gran P.S. Agoſtino ( a ) : Erubefcam
, cco ſi accorſe ap-
I innocente Elifco c nimis ; tot pueri , tot puellæ , & omnis em
pena il Servo della gran moltitudine tas irridebant me irrifione hortatoria , quafi
degli: Armati , che la Città cingcano ; dicerent , tu non poteris , quod ifti , quod
e frettoloſamente al Padrone corren- iftæ ? Ah ! si , che polliam . dire col
do , gridò ; e che riſolvereno , 0 mio. medefimo Agoſtino ( di godere il
Signore ? Ahimè ! innumerabili nimici maraviglioſo ſpettacolo , che ne rap .
Con già ad infidiarci , e fiamo ficura- preſenta a favor noftro armato l ' iſteſe
menec perduti' : Het hex hetki , Domine lo Iddio :: Magnum ſpectaculum videre
mi , quid faciemus Ma allor ſereno e Deum armatum pro nobis . E quindi con-.
tanquillo riſpoſe, Eliſeo : ah ! non te- fefſár dobbiamo , che aſſai maggiore
merc ; che maggior de’noftriAvverſa è il numero degli ajuti a corroborar
rj è il numero di coloro , che ci di- la noſtra debolezza , che non ſia la
tendono : Noli. timere ; plures, enim na- moltitudine e la potenza de' fatali ni
biji win jut, quam cum illis. E cosi fu mici , che si inoltano ad alfalirci ::
perche ad acciccar l'eſercito del Si- Plures nobifcum funt , quam cum illis
ro Principe , ed a diſarmarlo a favor Quale ſcuſa perciò nella noſtra: fragi
di Eliſeo nulla : meno accorſe che un . lità: vogliam riconoſcere ? Come pre
eſercito di cocchi di cavalli , di Com- tendiam . di ſcularci preſſo il divin Ri.
battenti zarmati di fiamnmc e di fuoco . muneratore , fe vilmente cediamo a
Or. non fuccede. a. noi miglior fortu- noftri Avverſarj il campo della batta
na ? Non poſſiam , gloriarci di miglior glia ? Se reſtiam preda del lor furore ??
wanto ? Ne aſſaltano , è vero , ne af- le giungiamo a renderci ſchiavi di Lu
faltano arrabbiati nimici perefterminar cifero , e de' ſuoi Seguaci ? Ah! non
ci . Ma quanti ajutis ne ſomminiſtra ili vi ė: ſcuſa , non vi è difeſa . Il . con
Re della gloria per crianfarnell Eſce: battimento non è ſeguito ., la vittoria
accanito tutto l' Inferno a . ſorprender- non fi: è ottenuta ;dunque le porte del
ei.. Ma non accorre ili Salvatore a for Paradiſo non debbono differrarſi.. Si:
citicarci con la grazia de? Sagramenti ſono conculcati i divini, ajuti , le gra .
che dallo ſquarciato fuo feno abbon- zie celeſti; & : fon diſprezzate .,; ci siam
dantemente ſgorgarono : Sorgono a renduti vergognoſi perditori ; dunque:
fraitornarci le pallioni più, vecinenti .. il Paradiſo non è per: noi ,, aliicuran :
Ma non accorre a frenarne l' empito do autti l' Altiſſimo , che non videbunt
il copiofo fplendore de celeſti: lumi terram , nec quiſquam ex ills , qui detraxis
che riſchiaran la mente , ed incorag. mihi intuebitur eam .. Se foſſeli. termina
giano, il cuore ? Si avanzano a capir. ta con onorc la pugna , ſe foſſeli ri
ei la vanità: e le luſinghe del ſecolo . portato il . richieſto trionfo ; ſenza dub
Ma non accorre a ſcoprircene l'inco- bio ripeter potremmo con l' Appoito-
ftanza da umiltà, della croce ?.Si.Ichiee lo : Repofita eft mihi coronajuſtitia ,quam
rede
1
13€
OTTAVO ED ULTIMO GIORNO
ISTRUZIONE VIII
Η R G ο Μ Ε Ν Τ ο
(1) Cat. fe&t. 62. 63. & 64. 10. & lib . 16. cap. 2 .
Conc. Trid. Je ja 14. cap. 3. ) S. Thom . in 4. Sent. difl.15.9.
& 8. . Ambrojius lib . 1. de penit, cap. 1.4.4. in corp. & fupp: 3. p. q. 15. a. 3.
133
Ja soddisfazione debba confiftere in di- idonei per fa ſpirituale guarigione de'
giuni , in limoſine , ed in orazioni . Penitenti, E per queſta ragione i Pe.
Ed ecco la ragione . Noi dobbiamo nitenti debbono con umiltà accettarc
oferire a Dio qualche coſa del noſtro quelle soddisfazioni che da ' loro Diret
per reſtituirgli l'onore , che gli ven- tori vengono impoſte ; ed attendere ad
ne colto dal pcccato . Or coſa mai gli eſeguirle con preſczza e con efattezza.
offeriremo ? Siccome noi non abbiamo Dunque , Padre , faran male i Penis
altri beni che di corpo , di anima e T ' tenti , le o non vogliono accettare , o
di fortuna ; cosi con i digiuni gli ſogget- non vogliono eſeguire le Soddisfazioni,
tiamo il corpo , con l'orazione gli Sog. che loro impongono i Confefiori ?
gettiamo l'anima , e con la limofina gli Piano , Uditori ; che queſta è una di
ſoggettiamo i beni di fortuna. Notatc pe- manda , la quale ha bifogno molte ri.
Tò , che ſotto il nome di digiunofi com- fpofte . Sentite . biſogna prima avver
prendo tutto ciò , che è ordinato a tire , che tre ſorti di penitenze fi pof.
mortificare il corpo ; e quindi fi com- ſono imporre da' Confeſſori. La prima
prendono į cilicci , le diſcipline , i forte e di quelle penitenze , che ſono
pellegrinaggi , il ſoffrire caldo e fred- dirette ad cvitare il peccato ; come
do , il negare al corpo le ſoddisfazio- per ragion di eſempio , il non frequen
ni , che vorrebbe , e coſe ſimili . Sot- tare quella converſazione , dove più vol
to nome di limoſina vengono tutte le te fi è fatto male ; l'altenerſi dalgiuo
opere della miſericordia tanto ſpiritua- co , che più volte ha cagionato la be
li , quanto corporali ; come il viſitare ſtemmia ; ed in poche parole , il fuggi
Te e ſervire gl ' infermi , l’iftruire gli re le occaſioni proſime del peccato , o
Ignoranti , Palſtere agli Orfani ed almeno renderle moralmente rimote .
alle Vedove , il viſitare i Carcerati , e E quando i Confeffori impongono tali
operc fimiglianti . In fme ſotto nonre penitenze , con umiltà fi debbono ac ..
di orazione vengono tutte le orazioni cettare da' Penitenti ; altrimente non ſi
così vocali , come mentali , così pub- debbono aſſolvere , come quelli , che
bliche , come private ; e perciò fi com- ricuſando di togliere le occalioni del
prende l'alliſtenza al fágrificio della pcccato , ſi dimoſtrano indiſpolti a rice
Mefla , la umiliazione interna dell'ani- vere l ' aſſoluzione . E fimilinente le
ma , l'offerta fatta al Signore di noi debbono con eſattezza eſeguire : altri
e del noſtro avere , lo ſpirito della mente non fuggendo le occafioni dol
penitenza , e coſe a queste limili , che pcecato , peccano fempre mortalmente,
procedon dallo ſpirito . Ma chi mai e debbono dubitare della validità dela
debbe imporre a ' Penitenti tal Soddisfa- la fatta Confeffione per la debolezza
zione ? Non v'ha dubbio , o Criſtiani, del Proponimento , che fecero coine
>
con umiltà ſi debbono accettare da' Pe. ' Confeflori . E' certo , Uditori , che
nitenti ,potendo accettarle . E perciò alle- ( a) la Chieſa no ' primi ſecoli per far
riſco , che i Penitenti peccano mortal- concepire orrore al peccato , e farne
mente , quando potendo accettare la capire la deformità , e perché nel ve
penitenza del Direttore , ricuſano di derio ſeveramente punito , ne v'inciam
accettarla ; perchè ſono gravemente te- patlero gl'innocenti , né i Penitenti vi
nuti all'intierezza e perfezione del Sa- ricadefiero , pratico d' imporre peni
grainento della Penitenza . Anzi dico di tenze molto rigoroſe , molto lunghe ,
più . Se il Penitente tal penitenza non e molto difficili a ſoddisfarſi per quel
accettafle , certamente io dubiterei del- li ſtefli peccati , che ora da noi con
la ſua buona diſpoſizione ; non perchè tanta facilità ſi commettono . Voglio
egli ricuſerebbe la penitenza , ma per- accennarvene qualcheduna del terzo
che sicurando di ſoddisfare per gli ſecolo ( ) . Allora , quando i Peccato
ſuoi peccati , non potrebbe dirli di ef- ri volean l'alloluzione , dovean palla
ferne pentito a ſuižicienza · Diſli non- re per quattro gradi di penitenza . Si
dimeno : potendo accettarle ; perché quan- obbligavano primieramente a ſtare per
do i Penitenti adducono a' Confeitori molto tempo ſulle ginocchia nude fuo
ri
( a) Card . Bona de liturg. I. cap. JI. & S. Bafil. epiſt. 2. ad Amphil. can.56 .
7. S. Gregor. Thaumat. epift. Canonic. can. ( b ) S. Greg. & S.Bafil. 1o6. fup.cit.
135
si della Chicfa , come indegni di en . digiuno delle quattro Tempora , fido .
trarvi, eſpoſti alla ftagione , e vcſtiti vea poi per quaranta giorni digiunare
con abiti di dolore e di triſtezza , in pane ed acqua ; e per ciaſchedun
pregando i Fedeli a raccomandargli a giorno di Quareſima , che non ſi fofo
Dio : ed in tale ſtato chiamavanſi Pian . fe digiunato, fi covea di più digiunar
genti. Secondariamente permettcaſi lo- re altri ſette gioini' . Per una maledi.
ro l'ingreto nell'atrio del tempio zione, profferita contra il Padre o con
acció potellero aſcoltare i Catechiſ. tra la Madre , s' in ponevano quaranta
mi, ſenza però aver parte nelle pub- giorni di digiuno in panç ed acqua ;
bliche orazioni, non pregandoſi in ta per un' ingiuria fatta a medeſimi tre
le ſtato Iddio per loro : ed allora ſi anni di penitenza, e: fette anni per u
chiamavano Ajcoitanti... Ulteriormente na percoffa . E parlandofi poi di ccr
permcttea loro di eptrare nella Chie, ti mancanienti , che : dal Mondo ſi ap
ta , ed affiitere alle pubbliche orazio- pellano fragilità , fentite . Solamente
ni , ed aſcoltar la Meffa, fino al ter. per abbellirſi con intenzione di pia
minare il Vangelo , dopo del quale il: cere ad altri fuori del Marito ſi iof.
popolo col Veſcovo pregava per lo- frivano tre anni di penitenza . Per un
10 , che erano profteli. ful fuole a vi- adulterio alle donne dieci anni di pe
ta di tutti ; e terininata la. orazione mitenza , e agli Uomini cinque . E per
erano licenztati, come ancora indegni altri fimili è più deformidelitti. o pe.
di participare i fagrolanti miſterj ; ed. nitenza per tutta la vita , o almeno per
allora lo chiamavano Projtrati . E final quindici anni. E perché ſappiate , com:
hente fi dava loro l'aſſoluzione , ed fa s' intendea per anni di penitenza ,
entravano ad affiltero alle pubbliche notate. le ſeguenti coſe . Nel tempo ,;
preghiere , cd a ' fagrificj : ma non ſi che era di. penitenza , preſeriveano
permettea loro: la comunione dell ' au- digiuni rigorofi , era fol lecito , vettire
guftillima Eucariſtia , fin che non fol.. di ſacco e di ciliccio , fi caminava a
ſe paſſato tutto il tempo preſcritto a . piedi ſcalzi, era proibito ogni tratte
rimanere in queſto quarto grado , che nimento e ſpaflo ., il.cavalcare , il pore
chiamavaſi de Conſiſtenti . tare armi; quanto era più grave il
Queſto fu il coſtume antico della delitto , tanto più aſpra ed auſtera fi:
Chieſa , il quale con l'andare del tem-- preſcrivca la penitenza ..
po ſi rallento ; contentandofi la picto-- Finalmente in queſti ultimi tempi fi
fa Madre de'Fedeli di rimettcrc rigo- ë moſtrata la Chieſa più benigna c pic..
re cotanto... Ma non per queſto non. toſa . E che ha fatto ? Si è content.ta
preteſe anche gravi penitenze per le. di riinettere la Soddisfazione partc al
colpe commeſſe . Anzi, ſtabili alcuni fervore de ' Penitenti, e parte alla di .
Canoni Penitenziali , o fieno regole al ſtretczza de' Confeſſori . Preſcrive.non-
Confeffori per regolarſi nell' imporre. dimeno il ſagro Concilio di Trento , che
le proporzionate penitenze . Baſta di- eſſendo il Sagramento della: Penitenza
re , che ( 4) ad ogni paccato grave do- un nuovo Batteſimo di fatica e di dolo ..
veano alleguarſi . nulla men chc. ſette. re , coine ho detto di ſopra , debbano
anni di penitenza . Per un giuramento le Soddisfazioni effer proporzionate al
falſo , deliberatamento fatto , doveali la gravcıza de peccati, ed alla forza
digiunare in pane ed acqua giorni de Penitenti . E per tal ragione (1 ) deb
quatanta , e rimanere ſette anni in pe.. bono: i Confeffori imporre: peniten
nitedza : . Per. non efferli adempito iki ze. tali. , che ſervano a? Peccatori di
gaſti
OT .
ARGO M E N TO
Vuol la Criſtiana Prudenza , che fram forti, coſtanti, e fervidi nell'aſſicurarci l eterna
falute : e quindi I. fanio imprudenti , ſenon intraprendiamo con fortezza la ſtrada
della giuſtizia ; 11. ſiano imprudenti ,fe non proſeguiamo con coſtanza
la via della virtù ; III. fiamo imprudenti , ſe non terminia
mo con fervore il ſentiero della perfezione,
1
138
PRIMO PUNTO . Ne rappreſenta vantaggioſo quel po
ſto di onorc , vantaggioſo quel cumo
Stamo imprudenti, ſe non intraprendiamo lo di richezze , vantaggioſo quel vic
con fortezza la firada della giuſtizia .. tato piacere ; e ne ſtimola a prender
i giuſti mezzi per conſeguirgli. Ed oh
Conſideriamo , dilettilliini Fratelli , che come ſubito cincaminiamo per vie
ficcome la terrena prudenza ne chia. diſaſtroſe e malagevoli ! oh con qua.
ma all'acquiſto del maggiore pollibil le bravura intraprendiamo a difprez
vantaggio , e ne preſcrive di caminar zare contraddizioni e pericoli oh
con prontezza. Ic giuſte vie per arri- con quale ſollecitudine conculchiamo
varvi; cosi. la. prudenza Criſtiana ſve. calamità e miſerie ! Ditclo voi , o Prc.
landoci , che, il maggior noſtro bene : tendenti , quanti inghiottite amarilli
ſia appunto I ctcrna ſalvezza , ed in mi . bocconi di aſſenzio ! Ditelo voi ,
ſieme che l' unica via per giungervi. o Negozianti , a quali vi eſponete tra
ſia quella della giuſtizia , la Itrada ap- . dimenti e frodi ! Ditelo voi , o Aman
punto della giuſtizia a calcare ne co- ti, a quali diſprezzi e crepacuori vi
manda , onde con ſicurtà , vi perven . ſoggettate ! Ditelo voi , o Vendicati
ghiamo. Ma poichè codeſta ſtrada del.. vi, a quali difpendi e avvilimenti fog.
Ja giuſtizia attai ė anguſta , intralciata , giacete ! Ma ſe poi ſi avanza la Cri.
e fpinofa , cd altamente ſupera ed at: ſtiana prudenza ad eſortarci , che intra
terriſce l'umane. deboli forze , urtate. prendiamo. la ſtrada della giuſtizia per
tuttora dalla carne , dal ſangue , e dal- giungere al colmo d'ogni vantaggio ,
la vapità : ella perciò, la prudeoza me.. alla vera felicità , alla vita perpetua ;
defiina, n' cforta a . cingere di fortezza oh coine ſubito c'intimoriamo , e pro
i lombi , ed intraprendere con Colle- viam nello ſpirito i dolori acerbitlini,
citudine e con generoſità il vantaggio che ſoitenne nel corpo l'infelice Re
10 : camino'. Eccog, ella, dice , ecco il becca ! Che. Donna. ſventurata ! Ella è
ſentiero, che , alla vera felicità vi con- già in procinto di dare alla luce due
duce ; : perché ſentiero di giuſtizia . Non Gemelli , che ha concepiti feconda
ha dubbio , che egli è ingombero Madre nell' utero . Ma che ? Vengono
di ſterpie di fafli . Madeh non v'in fin dentro il materno ſeno ad orribil
timorite. ;. che , la grazia del Salvatore. zuffa tra loro i naſcenti. Bambini: Col.
egregiamente, vi foiterra : Ego vobifcum lidebantur in utero ,parvuli .. Anzi lici.
fum uſque ad confumationem ſeculi .Sia. mentano , lottano , combatton così , che,
no i voſtri, lombi di valore circonda- rendono difficile c pericoloſo il par
ti : Sint lumbi veſtri precincti . E ſenza to , ed alla iniſera Genitrice cagionan
più eſitare , incominciato a caminare :. quindi gli ſpafimi più crudeli e ſpie.
Ut filii lucis ambulate . Cotanto dice la tati . Che fa pertanto l' anguſtiata Re..
prudenza Cristiana . Non è perciò im. becca ? Ah ! piangc, fofpira ., geme ,
prudenza il volerle: contraddire ? Ab . e con meſti acccnti con '. Altidlino li
si , che Giamo,imprudenti , ſe non in- lamenta ;. Signore, le così dovea ſor.
traprendiamo con fortezza la ſtrada del tirmi, qual neceſſità vi era di . conce
la giustizia .. pire : Si fica mihi futuruin erat , quid, ne
E pure qual è il gravidiino diſordi: celje fuit concipere ? Ma qual riſpoſta
ne , o Criſtiani? Egli è appunto , che
i dettami della uinana prudenza pron:
credete, voi', che abbiane la meſchina?
Eccola .. Pazienza , o. Rebecca ; che .
tamente fi eſeguono , i dettami della nel cuo grembo nulla men li chiudono .
prudenza Criſtiana volentieri ci. attere che due popoli', e due. Nazioni allai
riſcono , e ci rendono pufillanimi.Ne · diſcordi tra loro e ripugnanti : Duæ
ſpingc. la Politica a non curare ogni Gentes ſunt in utero tuo , & duo Populi
sforzo per ingrandirci ſopra la terra . ex ventre tuo dividcntur . Or che miſtero
139
è codefto ? Ecco entra a moralmente fonte , da cui ella ritrar debbc le ac
ſpiegarlo il grande Origene ( a ) , ed que per abbeverare il ſuo armcnto :
afferma , che inquei due Gemelli fu- Fejus ergo fatigatus ex itinere , ſedebat fc
ron ſimboleggiati la virtù ed il vizio, Jupra fontem . Di colà 'le parla amoro
i quali concepiti da noi nella mente To , di cola le "rinfaccia le ſue diffolu .
e nel cuore , ne affondano in un pela- tezze , di cola le offeriſce l' acqua
go di coſternazione , di meſtizia , e di vivente della grazia , che mette capo
timore , e ne rendono irriſoluti a parto- in una vita beata . Ed ella prende un
rire i belli frutti della verità e della graviflimo abbaglio . Reputa pozzo , e
giuſtizia: Duæ Gentes, & dua Popoli in- pozzo profondo l'iſteſſo limpidique
tra nos funt ; nam bo virtutum populus in fonte , che ha ſotto gli occhi: Puteus
tra nos eft , & vitiorun nihilominus popto altus eft . Che sbaglio ! Ma è compati
lus intra nos eft . In fatti che combatti- bile ; perché la novella converſazione
menti , che dolori proviamo , quando col celcfte Signore , che le diſcuopic
penſiamo appena di paſſar dalle tene- le pallate leggerezze , l' ha alterata la
bre alla luce , da Belial a Geſucriſtot fantaſia , e la fa travedcrc Ma tal
più di
Non più , dice la virth , none crapole diſgrazia a noi , che le
accade anchepecorellc
vertincnti e ſpaffi, ingordigie , vente ftimiam lupi le , e gi
vendette e frodi . E come, ripiglia il vi. ganti i pigmei. Per avviſo di Guigliel.
zio , come può viverfi ſenza faſto , ſenza mo Eboracenſe, di Riccardo da S.
riſtoro , ſenza riſentimento ? Quella ne Vittote , e di altri Spoſitori (b ) nel
ſpinge ad amare 'la fincerita , la mode. fonte di Samaria vien ombregggiata
ftia , l'umiltà della croce : e queſto ne la vita Criſtiana , la quale veramente
dipinge importabile il giogo della leg. non è altro che un ameniffimo fonte .
ge , e fatale il peſo del Vangelo . Quel. Ma noi la riguardiamo , quando anco .
la ne inſinua abborrimento alla colpa, ra non è ſgombrato il fumo delle par.
odio allc paſſioni , dilezione a Dio: e fioni , e la riputiamo un profondiſlimo
queſto ne ſprona alla ſcoftumatezza , pozzo . Ob che pozzo terribile il rin.
al libertinaggio , alla sfrenatezza ! Ma tuzzar gli appetiti, onde non infolen.
da si ria pugna che ne conſiegue ? tiſcano ; il flagellare le pallioni, onde
Ahimè ! ſentiam dolori accrbi , ci ſpa- non ci diſturbino ; l' incatenare i ſen .
ventiamo di correre all Altiſſimo , ci ſi , onde non ci tiranneggino ! Oh che
diffidiam di riſolvere la giuſtificazione; pozzo terribile il doveradoperar cep
e reſta quindi impedito il bel parte pi per imprigionar la deſtra , onde
della noſtra eterna ſalvezza , che la non ſi diſtenda con la mano del pri
Criſtiana prudenza s' induſtria di per- mo Adamo a coglier pomi vietati ; il
ſuaderci. Or non ſiamo deboli ed im- dover fermare le piante , onde non
prudenti ? traſcorrano con gli Empj, deſcritti nel
Ma pur c'inganniamo aſſai ne’giudi- libro della Sapienza , a riempir di dif
zj noftri, che ne pregiudicano , o Cri- ſolutezza ogni prato ; il dov er tratte
ſtiani . Non aſcoltando i dettamidella nere l' ardire , onde con i Poſteri di
Criſtiana prudenza , ahimè! in peggior Noè non tentino contra il cielo ſu
forma travediamo , che non travidde la perbillime impreſe ! Oh che pozzo ter
celebre Samaritana convertita dal Sal- ribile il dover inatfiare il Vangelico
vatore. Geſucriſto per ritrarla dal per- ſeme di continuo pianto , il dover bar
ſimo ſentiero della perdizione , ſtanco gnare di lagrime la miftica vigna del
ed anſante metteli a ſedere ſopra quella noſtr’anima, il dover ſempre dete
S 2 Ita
ARGOMENTO
Sº infervora lo ſpirito a rifettere , che nell' auguſtilima Eucariſtia 1. viene l'iſtefjo Iddio,
JÍ. viene viftefo Iddio a maniera di cibo e bevanda ; III. viene l' iftefo Iddig a
medefemarſ can noi Peccatort; IV. viene l’iſtello Ildio a noi Peccatori per fan,
sificarci . E f conchiude con ringraziare Geſucriſto di st eccelfe beneficio ,
e con chiedergli le grazie neceffarie per l'eterna falute.
(9) Ab. Rup. in Foh. cap. 6. (6 ) S. Thom . Conc. in feft. Corp. Chr.
158
pudrire . Le piaghe , che sfigurano le cotante a noi compartite ſingolariffime
voſtrc (antillime inembra , furon aper, grazie : Quid retribuam Domino pro omni
te da' flagelli delle noſtre morbidezze, bus , quæ retribuitmihi ? Il giuſto Vec:
che ci dilettarono . Il fiele , che ama- chio Tobia ,proſtrato con la ſua Fami.
reggia le voſtre dolcilline labbra , e glia con la faccia al ſuolo , andò rivan
appunto ſpremuto dalle beſtemmie e gando , nè mai potè ritrovare una mer.
dagli ſpergiuri, che ne uſciron di boc- cede proporzionata per compenſare i
ca. Le noſtre maledicenze viaffliggon benclicj recatigli da un Arcangiolo , cui
lo ſpirito , le noſtre crudeltà vi ricm pur riputava un puro Uomo . Come dun
pion di lividure , i noſtri orgogli vi que ſaprem compenſare gli eccelli fa,
accrcſcon le contumelie , i noltri pec: vori e foyrumani, che voi vi degnato )
çati ſono i chiodi , che vi trafiggon compartirci, o Angioio del Teftamen
le inani e le piante ſopra un durilla to , che di perſona viportate nell'umil
mo tronco di croce . Ecco qual meri- caſa dell'anima noſtra per colmarla di
$ 0 poſfjam vantare ; ecco quali prero. benedizioni cclcíti ? Ah ! che ben ci
gative potete ſcorgere in effonoi. Ma avviſiaino di non potere altro recarvi ,
Dondimeno a diſpetto della noſtra mal- che il noſtro cuore contrito ed uni.
vagità trionfa la vostra carità vincitri- liato . A'raggi della divina luce , che
ce : e ſiccome ſulla croce agonizzan- vibrate per illuminare ogni Uomo , che
$ C pregaſte il Padre çeleſte a perdo: abita queſta inifera terra, ben diſco
parc i voſtri Perſecutori; cost ora di priamo la deformità della colpa , che
perdoar vi coinpiacete le noſtre of tiranneggia il noſtro ſpirito , e ne ren
feſe , e d' invitarci alla voſtra menſa de di voi indegni. E quinci tra la più
Eucariſtica per godere il maggiore de profonda confuſione la deteftiamo a' vo
doni , che è il cibo delle voſtre car. ftri ſagratiſlimi piedi, l'abborriamo, la
ni , e la bevanda del voſtro ſangue : odiamo . Oh quanto fummo inſenſacie
Venite , comedite panem meum , & bibite ftolti a farci volgcre dalle ſue luſin .
vinum , quod mifcui vobis . Oh dilezione ghe, ai innamorarci delle ſue vane
Kupenda ! Oh eccelliya çarità ! Da ça. apparenze , ad accoglicrla vincitrice
po a fondo ne ingombera la confuſio- nel ſeno! Deh pronta ne aveſſe rapi.
ne , o dolcillimo Gesù ; ed appunto il ti la morte , prima d'inciampare in tal
voſtro amore si. ftrabocchevole ci ra : folennillimą follia ! Cosi certamente
piſce in guiſa , che non poflum non non avremmo diſpiaciuto ed offero u.
conoſcere la noſtra indegnità , e la yo . na Coinma bontà si cara , qual voi fic
ftra iniſcricordia . Come! Il Re del te , degnillima di eſſere amata ſopra,
ciclo e della terra , il Verbo conſultan , qualunqne più aggradevole oggetto dell'
ziale del Padre , lo fplendore del tir. Univerſo . Ma ahimè! che ora non ci
inamento , ilSalvatore delMondo , de- rimane altro , che ripenſare alle pale
gnaſi di venir fagramentato dentro di
noi ! Oh miſericordia infinita ! E noi de : noftra anima . Vi ripenſano perciò ,
gnati di' cotanto favole , non ſolamen . Signore ; e piangendo per eſtremo do
te non pofliaino vaptar merito alcunos lore, fiam riſoluti di morire più toſto
ma anzi compariamo colmi di leggerez- in avvenire , che di nuovo cadere ne
ze e di misfatti! Ob indegnità moſtruo- paſſati deliri . Vi offeriamo pertanto
ſa! Ma pur cosi e.Non ostante ilnoſtro il noſtro cuore già ravveduto e do
demerito , voi vi moſtrate noftro tene. lente . Colmatelo delle voltre benedir
çilino Amante . Ah ! perciò fentiam ra zioni celeſti , onde fi conforti , e vi fia
pirci da si fina carita ; e confuſi ed up fcdele fino all' ultimo reſpiro della vi
miliati innanzi il voftro coſpetto ſela: ta . All tetelo ...
miamo col Salmifta regale : e coſa mai Ma che dico io , o Criſtiani ? Il do.
dobbiam compenſarvi , Signore , per no più gradito , che brama il celeste
Spes
452
Sporo è, appunto il noſtro cuore umi. dilezione , quafi non comprendiamo, co
fiato . Egli perciò ne prende ben vo- me abbia potuto venirci incontro lamag
lentieri il poffeffo ; e l'abbondanza dif- giore delle venture .Si ſtupiſce lo ſpirito
fondendovi delle grazie ſoprannatura- noftro nell' abbondanza del godimen
ti e divine , il rende degno di lui to , e ci eſulta il cuore tornato all'
teneriffimo Amante . Ed ecco replicata antica pace . E ſiccome la Donna del
a favor noſtro la invidiabil ventura del. Vangelo uſci fuora di fe per la gioja,
la caſa di S. Zaccheria . Sorge di Na. quando ſi avvidde di aver ricuperata la
zarette la regal Dorzella Maria , in- prezioſa (marrita gemma : cosi fuora di
cinta del divin Verbo fatt' Uomo ; e noi medefimi uſciam noi ,accorgendoci
fu aſcendendo le montagne della Giu- di aver riacquiſtata la celeſte grazia in
dea , portafi frettoloſa nella valle di fiem con l'Autore di eſſa , che ce l'ha
di Ebron per viſitare la ſua cognata recata . Quindi non polliam riſparmiar.
Liſabetta pregnante . Ma che? Appe- ci di ſclamare con la Spoſa delle fagre
na giunge alla fortunata magione la e . Canzoni : Dile &tus meus mihi , Soo egº
Jetta Genitrice di Dio , che ſubito eful. illi . Oh che felicità ! Il Diletto no .
ta nel ſeno materno il conceputo Bati: ſtro ha occupato il poſto nel cuore
fta , tripudia l'avventuroſa Madre , il e vi regna con effuſione di grazia e
vecchio Genitor feſteggia , e tutta la di carità ; e noi abbiamo abbracciato
caſa per gioja ftrabocchevole giubbila il Diletto , e ne abbiain percepito ogni
e brilla .Or donde allegrezza cotanta ? vantaggio fpirituale : Dile&tus meus mi
Ah ! non vedete , che l'Unigenito del hi , &ego illi . Se perciò abbiam ri.
Padre , veſtito di Umanità , e naſcoſto trovato 1' unico deſiderato oggetto del
nel grembo immacolato di Maria , qui- noftro amore , ſe l'abbiamo acquiſta
vi fia pervenuto ? Appena dunque vi to , ſarem vigilantiffimi a non laſciar
giunſe , che di quei fortunati cuori pre- to mai più partire: Inveni , quem diligit
fe gradito poffeffo ; .c fugatone ogni anima mea , tenui eum , nec dimittam :
Avverſario crudele , di Spirito Santo Ci proteſtiamo con l'Appoftolo S.
gli riempi. E colmati quinci di Spiri- Paolo , che nè la inorte , nè la vita ,
to -Santo il Precurfore , Liſabetta , e nè qualunque altra avverſa Creatura
Zaccheria ; conun di tutti è la gioja , l' potrà ſepararci dalla carità di Dio
eſultazione , l' allegrezza , e la pace .Oh che è in Geſucriſto noſtro Signore :
forte ! Oh ventura ! Ma non è queſta la Neque mors , neque vita ,, neque Creatura
ventura e la ſorte , che abbiam noi alia poterit nos ſeparare a charitate Dei
mercé la voſtra dilezione , o noſtro Si- quæ eft in Chriſto Jefu Domino noftro .
ignore Geſucriſto ? Si , voi ſteſſo , che Ma voi intanto , amabiliifimo Salvato
un tempo naſcoſto nell'utero di Ma- re ſagraincntato , compiacetevi di accet
tia, vi portaſte a ſantificare il Batiſta tare e gradire le noſtre tenerezze , e
e i di lui Genitori , ora velato dalle le noftre accoglienze . Vi offeriam un
fpecie ſagramentali , vi compiacete vi- nulla rapporto all' eccello della voſtra
ficare le anime noſtre per Cantificarle .. ineffabile dilezione . Ma pur dopo di
Già proviamo in fatti la forza ammira- avervi conſagrato tutto quello , che
bile del divino Spirito , che ci avete ſiamo , che vagliamo , e che poffe
infuſo ; c ſentiamo queila compiuta le- diamo, non abbiam più altro che pre
tizia ,che con verità ne felicità il cuo : fentarvi. Mentre dunque vi offeriamo
te ; perchè deriva dalla voſtra defide- tutti noi ftelli , dateci la conſolazione
di dichiararvi tutto noftro . Eſprimcte
rabile amicizia , e dalla voſtra fantilli-
ma grazia . Dove mai potevamo im- . i voſtri affetti . . . Ma si , Criſtiani ,
maginare tal fortuna ? Uomini vili ed il Figliuolo di Dio ' n' cfprime i ſuoi
indegni come mai potevamo prometter- affetti , ne dichiara fuoi, dimoſtran
ci tal favore Abl.che forpreſi da tanta doci l' ifteffa parzialità di amore , che
us
193
un tempo dinoftro alla Serafina del e con effe ci avete riempiti di grazia
Carmelo s . Tereſa . Era ella nel giar- e ci avete ſomminiſtrato un pegno ſicu :
dino del ſuo Chioſtro ; ed improvviſa- ro della noſtra eterna ſalvezza . E per .
mente fi vide innanzi un belliiſimo chè le noſtre lingue non hanno eſpreſ
Giovinetto . Stupi a tal incontro la fioni baſtevoli per giuſtamente ringra
Verginella : e come, diffc ſorpreſa al ziarvi, ardentemente bramiamo , che
Giovinetto , come voi dentro i recinti in vece naſtra vi porgano ringraziamen
del Moniſtero ? Ma quegli le riſpoſe: ti e benedizioni i Cherubini , i Serafi
non vi maravigliate ; che io ho tutta ni , e tuttc le Angeliche Gerarchie .
t' autorità di entrarvi : Chi dunque , Ma noi intanto conoſcendoci pieni d'
replicò ella , chi dunque voi fiete ? imperfezioni e di difetti , finceramente
E quei lc ripigliò : ditemi prima chi vi promettiamo di fare tutto il poſſibile
fiete voi, e ſubito vi dirò chi fon io . per diſtruggere ogni rea inchinazione,
Allora la Vergine ripreſe : io ſono che ci poſſa ingannare e ſpingere a
Tereſa di Gesù . E il Giovinetto amoro- diſguſtarvi; e ſpecialmente vi promet
ſamente le foggiunſe : ed io ſono Ge.. tiamo di combattere a tutta forza , e fu
sù di Tereſa . E così dicendo ſpari perare quei mancamenti , a' quali vie
Ecce quel che ora ſuccede a noi . Ci più ci ſentiam proclivi . Accettate , Si
proteſtiamo di eſſere di Geſucriſto, e Ge-, gnore , le noſtre picciole si , ma da voi
fucriſto ſi proteſta di effer noftro . Che richieſte obblazioni ; e , ſecondandole ,
forte ! che confolazione! Ab ! Signore , con la voſtra ſantifiima grazia , fate sty
non può giunger più oltre la voftra che fempre l'adempiamo a voſtra glo
dilezione ; e non può giunger più ol. ria maggiore. Cosi la preſente Comu.
tre la noſtra ventura . E perciò inceſ- nione ſagramentale non ci ſarà origine
fantemente vi ſupplichiaino a conti- di pena; ma diverrà motivo d' indulgen
nuarci la voſtra grazia , cd a fiſſare za è di perdono, anzi regola delle noſtre
nell' anima noftra il ſoggiorno : Mane condotte , accreſcimento di perfezionc,
nobiſcum , Domine . Siate voi la quicte lume di verità e di vita , e ſcudo inc
de noftri penſieri , il freno delle no- ſpugnabile contra tutti i viſibili ed in
ftre paſſioni , il vigore della noſtra viſibili nimici. Fatelo dunque , Signore:
ſperanza , la confolazione del noſtro e poichè noi defideriamo di eſſer ſem
fpirito , il conforto del noſtro cuore : pre uniti a voi ; diſtruggete perciò nel
Mane nobifcum , Domine . E poichè fpe- . cuor noftro ogni amor profano , che
riamo, che confortati da voi , polliam vaglia ad impedirci cal deſideratiſſima
ſempre amarvi in queſta valle di la- unione , onde ripeter ſempre poſſiamo
grime, e poi amarvi e godervi nel con l' Appoſtolo ; non più io vivo ,
regno immortale ; non ceſſiamo per- ma vive meco il mio Salvator Geſucri.
ciò di pregarvi a rimanere con ef- ſto : Vivo ego , jam non ego; vivit vero in
fonoi per ſempre : Mane nobifcumn , Do- me Chriſtus . Si, riempiteci del voſtro
mine. E finalmente ficcome vivamente fanto divino amore , che ci tiene a voi
confidiamo , che voi fiate per concc- congiunti e ſtretti; che queſto è l' uni
derci la ſingolariffima grazia , che bra- co ſcopo delle noſtre brame. Non per
miamo ; così fin da queſt' ora incomin- mettete , che abbiamo giammai a tra.
ciamo a ringraziarvene , e proſeguire. (gredire la voſtra fantiflima legge , o ad
mo i noſtri ringraziamenti per tutta l' opporci a' voſtri ſantitfimi voleri; affin
eternità . che rimanghiamo a voi uniti per unio
Vi ringraziamo dunque , Signore no di volontà , nella guiſa che per u
con la faccia per terra , che con eccer- nione di eſſenza voi ſiete uno col Pa.
ſo di miſericordia vi ſiete degnato dre e con lo Spirito-Santo . E princi
di faziar noi miſerabili peccatori delle palmente non permettete ; che abbiam
voſtre immacolate prezioſillime carni ; giammai a recar oltraggi al noſtro prof
fic
>
1547
fimo; anzi fate , che l'amiamo con quel che diamo ſempre nel centro dell'Un.
fincero e giuſto amore , che da voi nità , che ora aniaino , e che dete
è preferitto ; , onde tutti partecipino Itiamo lo ſpirito dell'errore e della
delle noſtre, e noi participiamo delle diviſione , e moriamo più toſto , che ..
altrui opere buone · Ed acciocchè ci abbiamo giammai a rompere il vinco. )
rondiain capaci di tale ſcambievole. lo della carità , e della pace · Signo-'
com inicazione , umilmente vi racco- re , prendiam confidenza di domaniara /
mandiamo tutti i noſtri Fratelli , tanto vi tutte queſte grazie ; perché ſappia )
vivi , quanto defunti ; ' e ſpecialiente mo , che per l amor voftro, fiece in
quelli , che più ci ſono vicini , o per chinalo a conccdercele . Ci avete fat*
fanguc, o per affinità , o per amicizia , to il maggiore de doni con donare,
o per obbligazione : e vi ſupplichia- voi fteflo , con donarlo in cibo , con
mo a concedere a' Viventi fanità di donarlo in cibo a noi Peccatori , e
corpo , lunghezza di vita , ed abbon- con donarlo in cibo a noi Peccatori
danza di beni temporali é fpirituali ;. per ſantificarci . E perciò vivamente
ed a' Morti. follicvo e refrigerio , e ſperiamo i doni minori , che ſono le
la liberazione dalle fiamme atrociſlime, grazie, che vi abbiam dimandate . E
delle quali ſon pręda . Ed in- fine con- con tale ſperanza vi ftringiam nel cuo
cedeteci, Signore, che ſempre ſiamo re , vi amiamo , vi lodiamo ,,vi bene
accefi di zelo per procurare la gloria , diciamo in queſta vita , ed aſpettiamo
del voſtro ſantiflimo nome , la promul- di amarvi e godervi per tutti i ſecoli
gazione delle verità Cattoliche , ed i. del ſecoli,in Paradiſo . Amena
vantaggi della voſtra Chieſa ; e quindi.
Å GGIUN TA* :!
DI ALTRE MEDITAZIONI
AVVERTIMENTO
/
1
.
MEDIS
.
556
M E D I T AZ ION E I
DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI
A RG O M E N T 0
Gli Eſercizi ſpirituali I. rieſcono inutili , ſe non ſi deteſta il mal paſſato; II. rieſcono
inutili , Je non ſi riforma il coſtume preſente ; III. rieſcona inutili , ſe non
fantifica l'anima in avvenire .
(a )
Edinor S. Anfelm . it vit. lib . 2. ap . (5) S. P. Auguft. lib. son homo ulto
in fin .
160
SECONDO PUNTO . della paffata diffolutezza ? Parliamo con
brevità . Dopo tanti anni di vita (coſtu .
Gli Eſercizi Spirituali rieſcono inutili , se mata , ci ſalveremo col ſolo affiftere
non ſi riforma il coſtume preſente . per pochi giorni , affettando qualche
divozione, alle Prediche degli Eſerci
Conſideriamo dilettilimi Fratelli , zj ſpirituali! Oh inganno !Oh preſunzio
che una verità ella ſia incontraſtabile, ne ! Noi realmente non facciamo altro
infegnata dall' iſteffa infallibil Sapien- che partecipare il fonno di Giona di
za del Padre , che il regno de' cieli ſubbidiente Profeta : Guardiamlo . E
non ſarà aperto a coloro , che ſola- gli è già a bordo di una nave , che ve
mente fi volgono a Dio con la bocca, leggia per Tarſo . E che fa quivi ?
e fi rimangon neghittofi nella lor pi- Giace fepellito profondamente nel ſon
grizia; ma a coloro , che a Dio rivol- no : Dormiebat Jopore gravi . Ah ! ſve.,
ti , s'impiegano ad eſeguirne eſattamen gliati pure , o Giona , che già il mare
te i doveri.: Non qui dicit.; Domine , Do- è in tempcfta : ſvegliati ; che già nel
mine, ſed qui fecerit voluntatem Patris mei, baſtimento è forto un bisbiglio : ſve..
hic intrabit in regnumcælorum . E laragio gliati ... Ma Giona nel fondo della ,
ne è appunto , perchè ficcome fi è al nave placidamente ripoſa : Dormiebat
traggiato non col penſiero ſolamente, ſopore gravi .Soffiano empituoſi i venti,
ma con le opere efteriori ancora l' fi avanza il fremito della marca , peri
Altiflimo ; cosi ragion vuole , che non cola quà e là ſoſpinto il legno . Ma
termini fol nel fegreto dello ſpirito , Giona ſiegue a dormire . De' Marinaj.
ma di colà ancora ſi diffonda al di altri reſiſtono con i remi alla veemen
fuora per mezzo di ſante operazioni za de' Autti , altri fi ajutano con le gri.
la converſione del Pcccatore . Or che da a comandare , attendono altri a ſgra..
intendiamo noi con attendere agli E- var la ſentina di merci . Ma Giona Ge
fercizi ſpirituali ? Intendiam ſenza duba gue a dormire . Oh ſonno ! Oh letar
bio di compire l'opera grande della go ! Ma appunto di tal ſonno , di tal
noſtra converſione al ſommo Bene ; e letargo liam noi a parte . In facti fiain
quindi della noſtra eterna ſalute . Dun- noi ſemplici Naviganti in queſta vita ,
que ci gioveranno gli Eſercizi ſpiritua- e folchiamo il mare di queſto Mondo 1
li , fe dopo la deteftazion delle colpe per giungere al lido della uinana (pe
attendiamo a migliorar le noſtre con- Tanza : Vita noftra , il tcſtifica il Pont.
dotte ; e ſono inutili , ſc non fi rifor S. Gregorio (a) , vita noftra Naviganti
ma il coſtume preſente . eft fimilis . E la nave , che ci traſporta,
Ma s' egli è cosi , o Criſtiani ; deh non è altro che il tempo , ed ora ¢
preſto oſſerviamo , coſa mai da noi ſi appunte il tempo degli Eſercizj ſpiri
opera nel corſo degli Eſercizj fpiritua tuali : Sive vigilantes, ſive dormientes., fi
li. Voi già dite , che con premura ve ve volentes , five nolentes, per momenta tem
nite alla Chieſa per aſcoltare divota- porum quotidie ad finem tendimus . Ma
mente la Predica; dite di venire con che altro facciam noi , ſe non profon.
modeſtia di abiti e di portamento ; di- damente dormirc ? Che altro facciam
te ... Ma e nulla più di queſto ? E queſto noi , fe non conſumare il tempo prezio
è tutto il frutto degli Eſercizj ? La ſo- fiffimo degli Eſercizj fpirituali' ſenza
la modeftia , il ſolo raccoglimento , che punto curarci almen di comparir Cri
fi adopera nel tempo degli Eſercizj , ba ftiani? E per verità .cofa mai operiamo
ſterà per riforma del coſtume ? Cotan- per la vita eterna ? Si edificano i prof
to poco farà fufficiente per compenſo ſimi con la piena oſſervanza de ' divini
pre
ME
***
105
Μ Ε Ρ Ι Τ Α Ζ Ι Ο Ν Ε Ι
A RG OM EN TO
col morire dell’ Uomo tutta ſvaniſce la figura del Mondo . E perciò dobbiamo conchit
dere , che 1. trionfa la fcoftumatezza;perché nonſi penſa alla morte : II. trionfa
l' interelle ; perché non ſi penſa alla morte : III.trionfa la vanitd ;
percbè non ſi penſa alla morte .
以
171
Talent hittus Patris met: & o&cidam fa. vtapche noi -predare : quello no pie
cob fratrem meum : Ma oh come ha ap . dica, che al pari di lui sloggiando da
piicato bene il rimedio al fuo gran queſta terra , nulla ne riporteremo
male ! Su via alla vendetta , o Elau . Êd alle ſue voci non è pollibile , che
Hfacco è già morto . Ora è tempo di non paventiamo , non ci ſcotiamo , e
rimetterti nel dritto uſurpato . Cava il non penſiamo di tornare diſintereſſati,
pugnale ... Ma dove è più la ſtizza religiofi , e perfetti .
di Eluu ? Ah ! il cadavere del Genito- Fino a quando perciò farem neghit
te l'ha fponta . L' Uom feroce non toſi , c ſarem cauſa , che trionfi il ma
cost defunto ha mirato il Padre , che ledetto intereſie , o Criſtiani ? Deh la
ſubito gli è ſovvenuto di dover anch ' ſicurezza della -morte ſia l'allidua
eğli correre a taldeſtino .Si è fcoffo occupazione de' noftri penſieri . E've
quindi, fi è atterrito ; ed ogni cupidi. ro , che dal ſecolo ſi ributtano tali
gia in cffolui eſtinta , non più brama penſieri , come malinconici e tetri •
avanzi, non più anela alla ſtrage , non Ma quando mai il ſecolo fu amico
chiede più ſangue : Detumuit, così un della virtù e del Vangelo ? Ah ! le
dotto Spoſitore (1) , detumuit in cinere fiam Cattolici , di tali tetre immagini
& rapacitas primogenita cupientis , & fe- dilettiamci per operare con giuſtizia e
heitas anhelântis in cædem . Oh ſpettaco- ſantità . Quanti furono nell'anno ſcor:
lo ? Oh rimembranza ! Oh cambiamen- ſo in quelto cempio , che forſe alcolta
to ! Deh venga dunque di bel nuovo rono gl’iſtelli ſentimenti ; ed ora gia,
umano cadavere , e ſcuota ogni al- trapaflati , fi pentono di non averne fatto
tro imitatore e ſeguace di 'Efau . Çok conto ? Or non può ſortire l'iſteſſo a
pallore del viſo la fragilità ' accenni noi ? Che coſa , il può inai impedire ?
delle coſe terrene , con la languidez: La giovinezza ? Ma quanti Giovani al.
za delle mani l'incoſtanza diſegni de?. pari di Atalonne abbiam , veduti mori
beni della fortuna ; con la ſchifoſa cor- re ? La robuttezza ? Ma quanti più ro
ruzione la iſtabilità della vita dimostri. bufti di Abimelecco, abbiam veduto
Si, parli anche à noi, che di Efau fie : mancare ? Ah ! che di nulla cura la mor .
guiam lc veftigia ; perchè aſcoltando- te , tutto col ſuo piede conculca , tut
lo, la fapienza ne apprendiamo , ef- to con la ſua 'falce recide ; e fol non
sendo eğli vero , quanto ſcriſſe il gran ſappiamo , quando ella ſi apprelli ad
P. S. Agoſtino ( ) : Vere i olja arida ayventarci il colpo fatale . Noi percio
audire volueris , titi joterunt prædicare preveniamola ; onde non incorriamo.
Anche noi al pari di quel pregiudica- nella diſgrazia e nel tardo pentimento
to Giovinetto tante volte per un po degli altri : preveniamola con ſempre
co d'interefle riſolviam tragedie . Ma- rifletterci; onde ſi abbatta quel vilifli.
chiniamo di frodare ne ' negozj , di ſcre- mo. fpirito d ' intcreflc , che crudeliens !
ditare con la calunnia gl' innocenti , te ne tiranneggia . S. Franceſco Bor :#
di annebbiare il mcrito de' virtuofi , d'. gia nel guardare il cadaverc d ' lla
ingannare i pupilli , d'inventare men- belia Reina deile Spagne , già tut
zogne , di operare iniquità. Ma quel to sformato e puzzolente , ben conob-:
cadavere diſlipa quel fumo orgoglioſo, be nel di lei volto cambiata la leg..
che annebbia la ragione · Quello ne giadria in iſchifezza ; ed atterritoe
predica , che quanto a lui è ſuccedu- Torpreſo , tutte conculco le ricchezze..
to , tanto debbe ancora a noi fucce. del mondo , e ſi ritirò in un Chioſtro. ,
dere : quello ne predica , che la cor- E ben ' il fimile accaderà anche a noi .
růzione, di cui egli ora è preda , do- Nel riflettere alla inortc , fi diſtrugge
Y 2
( a) Oliva in Gen. cap. 36. (b) S.P. Auguft. Conf. lib . 4. cap.4 . -
172
rà la diſordinata paflion di acquiſta- perché non ſi penſa alla morte -
re ; ed ameremo la fobrietà e la giu- Ma pure inoltriamoci col penſiero ,
ftizia. Altrimente ſarà vero , che trion- è guardiamone una forprendente evi
fa l'interefic ; perché non ſi penſa al- denza nel Regnante auguſto di Gero
la morte : e ſarà vero , che trionfi an- ſolima Salomone , o Criſtiani . Chi più
çora la vanità . Ed aſcoltate . di lui corſe mai dietro alla vanicà ?,
Egli ſteſſo confeſso di aver ottenuto ,
TERZO PUNTO : quanto di pompoſo veder potcano gli
occhi, e quanto di piacevole bramar
Trionfa la vanità ; perchè non fi penfa al- potea il cuore : Quæcumque deſiderave
la morte . runt oculi mei , non neguvi eis , nec prohi.
bui cor meum , quin omni voluptate careret .
Confideriamo" , dilettiflimi Fratelli , Che fontuoſità di ſoggiorni ! Che ma.
che il Vangelifta S. Giovanni nume- gnificenza di corteggio ! Che fatto di
rando le doti ignobili , che poſſiede gale ! Che tributi di oſſequj ! 2 pur
il Mondo , ſolamente a tre le riduce; ecco Salomone piombato nell'eſtrema
e fono , fordidezza di carne , rapa- inalinconia . Egli è interamente deſo .
cità di avarizia , e vanità di fupcrbia : lato ed afflitto , non fidafi più di dare
Quidquid in Mundo eft , concupiſcentia udienza a' Ricorrenti , e della, iftefla
carnis eft, concupifcentia oculorum , & la- vita fin anche fi annaja : Tæduit me vi
perbia vitæ . Ma chi confonde , chi cal- tæ mea . Oh maraviglia! Oh ftupore !
peſta , chi conquide con le ſue doti E donde una si inaſpettata mutazione ?
il Mondo? Certamente la morte . Que-
ſta in fatti la orribil ſua falce lulla
Appunto dal penſier della morte . Il
faggio Monarca a rifletter ſeriamen
vita degli Uomini girando , in iſchifez- tc ſi volſe alla brcvità della vita , ed
za la carne, in polvere ľavarizia , all'ultimo fataldeſtino ditutte le Crea
in umiliazione la vanità volge e ridu- ture dell'Univerſo . Ed intervandofi
de ; cd in nulla le cofe tutte avvolgen- in una meditazione sł falutare , ben li
do , tutto vince , tutto conculca , di accorſe , che tutte le coſe ,, come for."
tutto trionfa . E queſto è nulla . An- gono alla luce , cosifi guaſtano e cor
cor quello , che per le medeſima 0- rompono : Generatio adyenit , gener2
pera la morte rapporto al . Mondo , tio præterit . Ed atterrito, e ſpaventato ,
rapporto al cuore dell' Uomo ottiene deteſtò le induſtrie ſue , nelle quali fi
il penſiero della morte . In fatti riflet- occupò nel corſo del vivere : Derefta
tendo ľUomo , che l'umano frale tus fum omnem induftsiam meam , . qua lub
in putredine e ſoddiciume debba orri- fale fudiofiline laboravi . Ed ora ' fedel
bilmente riſolverfi, ogni carnal diletto mente accompagnandolo il ſuo penſier
fdegna ed abborriſcc ; riActtendo , che ſalutare , piange confuſo ed eſclama :
ogni acquiſto fuggir debbe veloce peg. oh folle me , che vado perduto die.
gio di rapidiſſimo vento , ammorza ed tro la vanità , che afHigge e tormcnta
cftingue ogni fete di oro e di argen- lo fpiritol Come ! Lamorte mi appa
to ; ed in egual maniera riflettendo recchia la tomba , ed io chieggo mae
che ſvanir debba ogni pompa , ogni Ità di ſoggiorni ?: La morte ſi appreſa.
luſſo , ogni falto , ſi umilia cosi , che a spogliarmi, ed io chieggo ſopprak:
ſol diſpreggi ed avvilimenti ama e ſo- veftirmi! La morte fi avventa a cambiar
ſpira . Quindi è , che ſe nel noſtro mi in un mucchio di vermini , ed ia .
fecolo fino all' ecceffo giunge la va chieggo far pompa e comparſa! Eco
nicà , ſenza dubbio fi ammira taldi, si dicendo , di ſmania freme contra ſe
fordine intollerabile ; perché la mor- ſteſſo , con pubblica cſemplar peniten
te volontariamente vien dimenticata : za i paſſati errori corregge , e da Re
e per conſeguenza trionfa la vanità ; gnante il più vano ſorge un Penitente
il
173
più umile , il più modefto , il più mort mi, diveriem Santi , e confefferemo ,
tificato . Or come si belli effetti non ché trionfa la vanità ; perché non ſi pen
debboo anche produrfi in effonoi alla fa alla morte . Ma chi ne darà forza
confiderazion della morte ? Ah ! pofta e coraggio per vincere le ripugnanze
la cagione , parimente l' effetto riſor- della natura , la quale ficcome abbor
ge . E quindi è , che ſe dietro corria . riſce la morte , così teme'e ſchiva di
mo alle luſinghe ed alle vanità della penſarvi ? .
terra ; egli è perché pe increſce di ri- Ah ! noftro amabiliflimo Signore
volger di tempo in tempo gli ſguardi biſogna affatto , che al grand' uopo
della mente al ſepolcro , e d'invefti-- voi roio accorriate ; perchè ſol voi
gare con ſerietà , dove finalmente an- con la voſtra fantiſſima grazia potete
dar dobbiamo a terminare .. irraggiar la mente ed incoraggiare il
Ma s' egli è cosi , o Criſtiani ; co- cuore , onde ogni timore fi fupcri e vin
me si poco ci preme l'onor noftro ça . Deh compatite dunque , e perdonate
la noſtra pace , la vita immortale ? co- le poftre pafiate debolezze , e degna
me ſoffriamo di effer si gravemente in- teci del voſtro celefte ajuto , che ci
gannati dalle paſſioni, che c' inducona avvalori e rinfranchi. La colpa , Si
ad amare la vanità ?Deh togliamci 0- gnore , ne ha chiuſi gli occhi della
mai da illuſione si pernicioła , illumi- nima, e ne ha renduti ciechi al pari
nando lo ſpirito con la fida luce del di quei Soldati , che ſpediti dal ' Re
penfier della morte . Entriam con la della Siria a catturare Eliſeoʻ, rimaſe
mente ſpeſſo ſpeſſo pe' fcpolcri ; ed at: ro ciechi ful monte di Dotain , e cie.
tentamente offerviamo , dove il fafto , chi entrarono nella Città di Samaria .
la pompa , la vanità del Mondo vada Da una parte perciò vi fupplichiamo
miſerabilmente a finire ; offerviamo , ad aprire i lumi affai ottenebrati ,
coſa fieno tanti Principi , tante Damc, fclamando con le voci medefime , on
tanti Monarchi , tanti Ceſari , che peł. de il Profeta vi pregò ad illuminar
Mondo già fecero le prime e più fa- quei meſchini , che facciocarono :
ftoſe comparſe ; oſſerviamo ridotti in Aperi , Domine, oculos eorum , ut videant.
cenere e vermini qnei Viventi orgoglio- E dall' altra parte ſoſtenete il noſtro
fi , che amaron di pompeggiare con fpirito , onde guardiamo intrepidi col
Oltramontani più prezioſi apparati. Ah! Profeta Ezecchiella qucl vaſto campo
che a tal viſta non poffiam non com- di oſſami e di ſcheletri ripiero , da
muoyerci, e non prendere in abbomi- cui la vera ſapienza fi appara . In po
nio con tutte le fue pompe il Mondo che parole . Fate , Signore , che al lu
luſinghiero e fallace : imperciocchè me della morte vediamo bene. , coſa
rayvitando di dover anche a noi ine- mai fiamo , e come dovrà {vapire la
vitabilmente fortire la ſventura ittella , figura del Mondo ; e ſottcncteci quin
che è fortita e fortirà a tutti i Viventi, di , perché non più laſciam trionfare
4.chiaro lume fcorgeremo d' ingannar- la ſcoftumatezza , l'intereſſe , e la va-.
ci e di perderci con eſſere amanti nità ; e, cafti, ſobrj , e giusti ritornan
della vanità. Ci appiglieremo quindi a do , viviamo e moriamo da veri Cri .
miglior conſiglio , ammenderemo i no- ftiani. E cosi fia ..
fri sbagli , riformereno i noſtri cofu
ME
*174
MEÐ TA ZI O NE III 1
Ą RG OM" Î N 1 o ..
I! Peccato mortale e fomunamente orribile ; pero e scopre li avanza nella ſua malizia ,
E jur 1. l'amiamo, benchè fi avventi contro ilPeccatore, e gl' involi i benidello
Jpirito ; 11. l'amiamo, benché. Si avventi contra Iulio , e tenti rapirgli le
ragioni della Sovranità ; III.- ? amigno , benché ſi arrenci contra
l'Universo , egli tolga l'arinoinig e la pace .
175
pače. Terzo Punto". E poichè troppo dove quelli con beni materiali , terreni,
Ic paſſioni ci offuſcano l' intendimen- e creati ; queſti per contrario fon beni
to a non farci ravviſare la malizia del ſpirituali , beni celcfti, beni procedenti
peccato ; chiediamo perciò con fiducia dallo Spirito Santo , che giuſta la fraſe
maggiore lume e diſcernimento alla dell'Appoſtolo ne'cuori umaniſi ſpar
ſagratiſlima Vergine e noſtra Madre ge e diifonde . E pur riflettiamo . Tut:
Maria , che d'ogni macchia ancor me- te le noſtre ſollecitudini ſono per quel.
noma di colpa fu fgombra ; e con più li , e neſſuna premura è per queſti . Se
fervore ripetiamle genuflefli le fagre un ladro portaſſeſi a rubbarci i beni
Litanie : Kyrie eleifon &c. temporali ,oh quanto ſarebbe orribile !
oh quanto ſi abbominerebbe ! E poi
PRIMO PUNTO . portafi il peccato a furarci i beni fpi.
rituali ; e benché ſia più orribile , pur
Amiamo il peccato , benchè fi ayventicontra fi alberga , e fi ama . Si , amiamo il
* il Peccatore , e gl' involi i beni dello peccato , benchè fi avventi contra il
Jpirito. Peccatore , e gl’involi i beni dello
fpirito .
Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli , Ma entriamo pure a meglio ſcopri
che ſebbene diverſe forti di beni por- re una tal verità per maggiormente
fano fregiare una Creatura ragionevo- confonderci , o Criſtiani. E tu intan
Ic ; egli è ben vero nondimeno , che to additaci dolente ed afflitta la tua
i primi e più pregevoli fon quelli , ſciagura , e abbattuta Geruſalemme. E
che ravvivano , rincorano , e rallegra- dove è più il tuo antico decoro , che
no panina . Boni ſono , e non vi la ti fregiava qual Reina del Mondo ?
dubbio , beni fon quelli, che volgar- Ahime! che vegg'io ? Veggola torna
monte ſi appellano o di corpo , o di ta umiliflima ancella , ſparuta infelice.
fama , o di fortuna . E per tal ragio- mente e negletta : Egrellus eft omnis de
ne oh con qual premura ſi cercano ! cor ejus . Ecco in fatti già diſſeccato il
oh con qual travaglio fi acquiſtano ! bagno di Siloe , dove la ſanità ritro
oh con qual geloſia ſi conſervano ! vavan gl ' Inferini ; ecco miſeramente
Tanti ſudori , che grondano dalla fron- adeguato al ſuolo il tempio auguſto ,
te ; tante fatiche , che logorano le che fa opera e lavoro del pacifico Sa
forze; tante induſtrie , che mettono a lomone; ccco diſtrutte le vigne' , diſli
tortura l'intendimento ; tanti annicon- pati gli oliveti , le porte bruciate , le
fumati , tanti viaggi intraprefi , tante contrade ingombre di crbe c di ralli ,
corriſpondenze mantenute , tanti in- le torri poſſedute da' Vincitori . Oh
ventati raggiri a cofa mai rengono in rovina ! Oh defolazione ! E donde inai
dirizzati , fe non all'acquiſto ed alla le venne si fatale deſtino ? Ah ! che
conſervazione o di un novello domi violento fcoppiò dalle nubi un fulmi:
ilio , o di una preteſa gloria , o di u- ne , e la percorre , e l'atterrò . E tal
na utile ſanità ? Ma per quanto ſi ap ." fulmine fu appunto il pcccato : Pecca
prezzino tali beni, per quanto ſi bras tum peccavit. Hierufalem ; ideo inſtabilisfa
inino , per quanto ſi confervino ; non #ta eſt ! Ma queſta si orribile ſciagu
è pertanto , chc poffano paragonatli ra , che forti a Geruſalemme prevari
con quei beni di grazia e di funtità catrice, non ſottiſce ben anche all'a
che fregian lo ſpirito , è all' ordinc niina Criſtiana per ragion del peccato
ſoprannaturale avventuroſamente it folk Ob quanto ella compariſce leggiadra
levano . Tra quelli e questi v'ha tale e vezzofa al coſpetto di tutto l'empi
divario , qual pafia appunto tra il cor- rèo ! Sc quali infiniti cieli dai Creator
po e lo Spirito , tra la terra e il tic- ſi formafluro ; parcggiar nè anche po
lo, tra la Creatura e Dio . In fatti là trebbero la di lei bellezza : Si quaje ,
ſcris
.
fcrire S. Bernardino da Siena ( a ) , k : lo.non vi piego , o Criftiant , che
quafi infiniti cæli empyrei crearentur a Dio, nel comunc faccheggio del peccato ri
udhuc anima eis celſior ac nobilior remon- manga nell'anima la ſanta Fede . Ma
ret . L' adorna la veſte pompofiflina pur ficcome nell'eccidio di Abimelec
della grazia fantificante , che parteci- co rimaſe ſalvo il giovinetto Gioatano ,
pe rendendola dell'iſteſſa divina natu- ma naſcoſto , e privo di autorità e di
ra , infiem lc dona il carattere di di . impero : cosi nel ſaccheggio del pec
meftica , di Figliuola , c di Spoſa dell' cato riman ſalva la Fede , ma languida
Altiffimo , e di erede del regno di c ſpirante , e ſol baſtevolc a rammen :
Geſucriito . L'adornano , quafi fidilli- tare all'anima la gravezza dell ' incor
me ancelle deſtinate al ſuo corteggio , ſa orribiliffima fciagura . E che le può
le ſoprannaturali infuſe virtù dello Spi- giovare tal: Eede , le la radice diffec
rito Santo , che ne rendon candidi i cata della carità , più ella non vale a
penſieri, ſenſati i diſcorſi, meritorie di produrre alcun frutto di vita eterna
vita eterna le opere . L ' adornano i Ah dice il Profeta Oſea Radix eorie
! : n
raggi del divin Sole di giuſtizia, che exſiccata eft ; fructum nequaquam facient .
le illuminano la mente ; i colloquj del Ahimè! li affatichi, quanto pur voglia
Padre celeſte , che le incoraggiano il a ſeguir i dettami della Fede l'anima
cuore ; i plauli delle Angeliche Gerar fventurata ; che al grand' uopo non
chie , che la conſolano .Che bellezza ! giungerà fola . Le toglieranno il vigo
Che venuſtà ! Che magnificenza ! Ma re proporzionato le furie dell'Abbifro ,
ſopravviene ahimè ! improvvito il ful- che il peccato ba poſto in guardia del
mine del peccato , e miſerainente ? cuore ; perchè al pari della proſtituta
abbatte e l'atterra : Arlit , grida Sal- Babilonia dell'Apocaliſſi l'anima è tor
viano di Marleglia (b) , arjit flamniis nata un covile intame di Demonj e di
crimirum ſuorum . Abbattuta la grazia , ſpiriti immondi : Decidit Babylon magna,
conquite le virtù , mortificati i meriti , & fa& a eft habitatio D.:morictum , & C26
non è più l' aniına cheun puzzolente Jodia omnis ſpiritus immundi . Spinga,
cadavere , debole e fiacco , ed invol- quanto pur ſappia , al ciel la mente
to nelle tenebre e nelle ombre della il cuore a Dio , le mani a diſtribui
morte : Egreljus eft a Filia Sion omnis re ogni facoltà a ' poverclli, i piedi a
decor ejus . Oh ſaccheggio ! Oh crudel condannare le membra alle fiamme ;
tà ! Oh orrore ! E pur amiamo nimico che i ſuoi sforzi non giungeranno giam
si orribile e ſpietato . L'ammettiam vo- mai a produrre un picciol merito di
lentieri a regnare nel noſtro cuore ; vita eterna . L'afbcurerà l’Appoftolo ,
nella guiſa che i Sichimiti non dubita- che all'impreſa non baſtino le ſue for
sono di chiamare al governo del lo ze : Si diſtribuero in cibos pauperum omnes
to regno il Fuoruſcito Abimelecco . facultatesmeas, & fi tradidero corpus meum ,
Nè curiamo poi, che il pecrato ogni ita ut ardeam ; charitatem autem non habue
pregio devaſti dell'anima in un momen- 1o , nihil mihi prodeſt . Che fventura !
to ; nella guiſa che Abimelecčo diſtruf Che infelicità ! E pur ciechi amiamo il
te in un tol giorno a danni de' Sichi- peccato , che opera ſtrage cotanta ; ne
miti tutti i ranpolli del regio ſangue curiamo di ridurre l' anima a ſtato si
del valorofillino Gedeone : Venit in do- infelice , che più non vale per le me
mum patris fui , bo occidit Fratres fuos deſima nè a ſorgere dalla ſua calami
feptuaginta viros fuper lapidem unum . Che tà , nė . a tergere le ſue macchie , ne
cecità! Che follia ! a riſarcire le ſue perdite , nè a ſcuo
terc
(a) S. Bernardin. Sen. tom . 1.feriz. ( a) Salv. de Fiftit. & Plos . Dei
50. ari. 1. cap. 2. in fin . lib. 4. fub aned .
*177
tere il giogo della ſua miferabile ſchia- Mondo ci offerille il peccato , nella
vitù . Oh ſtoltezza ! Oh crudeltà ! Mi guiſa che gli offerì al fainelico Re
Sembra certamente , che rinovelliamo dentore lo Spirito di Satana; pur co
la cecità orgoglioſa de' Figliuoli d'l- ſa mai farebbero al confronto di tan
fracllo . Sapean bene coſtoro , che la ti beni celeſti , de' quali cagiona la
Idolatria gli mandava a rovina e per- perdita ? Ah ! per tutti i beni dell' U.
dizione . L'aveano ſperimentato nel di- niverſo cimentar' non dobbiamo il mi
ſerto , dove caddero trucidati nulla nor grado di grazia ; perchè come ſcri
men che ventitremila adoratori profani ve 1 Angel. Doc. S. Tommaſo ( a) :
di un Vitello ; l ' aveano ſperimentato Bonum gratiæ uniusmajus eft , quam bo
in Madian , dove gli furono involati i num naturæ totius Univerſi . E tanto più
frutti de' loro ſtenti per la preceduta perder non dobbiamo quell'anima, la
adorazione degli Dei ſtranieri; l'avea- quale giuſta la fraſe dell'Arciveſcovo
no ſperimentato in Geroſolima , dove S. Tommaſo di Villanuova (6 ) coſta
gl'Idoli d'oro , collocati da Geroboa- tutto il ſangue di Geſucriſto , che va
mo in Dan ed in Betel , cagionarono le più , che non valgono Mondi infi
orribil ſciſmi nel popolo . E pure al- nici : Vis videre pretium animæ ? Sanguis.
l'Idolatria tornarono , l' Idolatria ama- Chriſti eft. Vis videre , quam Deo grata fit?
ron ſempre; fin che i Idolatria dopo Pro ipſa mortuus eft . Pro anima conditur
di avergli più volte renduti ſchiavi Mundus; pro anima moritur. Deus . Deh
de' nimici , ne diſtruſſe le cafe , ne perciò entriamo in noi ſtefli , ed ap
ſmantelló la patria , ne annientò l'im- - plichiamci a miglior conſiglio . Cono
pero , e nc diſtrulle anche il nome ſciamo la rovina , che ne cagiona il
.
2
199
Gronianza ; e quindi per Nume la rico tal temerità rinovelliamo noi . Il pec
noſce e la pubblica : Quidquid homo Deo cato fi ſcaglia contra l'Altiſſimo de
anteponit , Deum fibi facit . Or che af- Regnanti con l'inſolente pretenſione di
fronto , che offeſa del Re della glo- diſtruggerlo e di annientarlo . E noi
sia ! Senza dubbio una infinita gravez- l'accogliamo nel cuore . Il peccato ma
za in tal oltraggio riconoſcer dobbia- china di ribellargli tutti i Viventi . E
mo : imperciocche , come inſegna l' noi fedelmente il cuftodiamo. Il pecca
Angel. Dot. S. Tommaſo (a) , c con to chiama lo ſdegno del divin Sovrano,
effolui Salviano di Marſeglia (1) ſe e degli Angioli , e di tutte le Creature :
P offeſa tanto più nell' atrocità fi a- E noi coſtantemente reſiſtiamo.Oh in
vanza ; quanto è più grande la Perfo . folenza ! Oh temerità .
na , che offendefi ; per conſeguente ad Ma ſe ulteriormente avanziam le
infinita atrocità ſtenderſi debbe il pec- noftre rifleſſioni a conſiderar i travagli
cato , che un Dio d ' infinita Maeſtà e le pene , che fottenne il Re della
vilipende e adonta . Oh quanto dun- gloria per abbattere il peccato ; tanto
que egli è orribile un tal moſtro ! E più ci ſcorgiamo abbominevoli, o Cri.
pure quello amiamo , a queſto drizzia- ftiani . E chi non fa , chc uſcito ap
mo gli affetti , a queſto apriam le pena a trionfare nel Mondo il pecca
ſoglie del cuore per fedelmente cuſto- to , il Padre celefte a difender lc rá.
dirlo , di queſto aſcoltiamo i conſigligioni della ſua adontata Maeſtà ſpedi
per battere l ' orme di quell'Uomo di lulla terra il ſuo medeſimo conſultan .
peccato , cui dice l' Appoftolo dover ziale Figliuolo ? Chi non fa , che dal
inſorgere e attraverſarſi contra le per- ſeno del Genitore ſpiccatofi il divino
fezioni di Dio : Adverſatur, & extollitur Unigenito , uſcì a combattere contra il
ſupra omne, quod dicitur Deus . In fatti peccato ; nè mai ceſsò dalla pugna ,
così ſottoſcrive il gran P.S. Agoſtino fin che nol debello e conquiſe ? Chi
( ) : Nulii dubium eft , Apoſtolum de An- non fa che il generoſo Salvatore ad
tichrifto iſta dixitje; quod de omnibus im ottencr la ſoſpirata vittoria > dovet
piis merito dici poteft . Ed il conferma te immergerſi in un mare di tormenti
i Ab. S. Bernardo (d ): Omnis Juperbus e di pene, c ſoftener flagelli , ſpine
extollitur jura Deum . Imitiamo per: chiodi, piaghe , obbrobrj , contume.
ciò i Cittadini di Abela . Guardate lie , croce , e morte ? Oh come reſto
che temerità ! Un Vaſſallo traditore e avvilito il fellone , e diſariato , e vin
ribelle al più manſueto Monarca , qual. to a piedi del gloriofiffimo Vincitore!
è Davidde entra a tramar congiure
> Oh come al Sovrano augufto de' ſe
dentro la Città di Abela . E gli Abe- coli eterni fu reſtituito perfettamente
lini l'accolgono . Quell'Uomo inde- il rapito onore , c la gloria vilipeſa !
gno per nome Sebaha rivoltati gli ani- Dovrebbe perciò rimanerfi con pace
mi de' popoli , e tuttavia tenta di ro. pel ſuo governoil ſommo Gerarca del
veſciare il foglio del ſuo Principe . E l' Univerſo ; e vederſi umilmente ado
gli Abelini ? E gli Abelini il cuſtodi- rato , e fedelmente, ubbidito dalle ſue
icono . Freme il Principe , freniono i medeſime Creature . E pure oh ftra
Generali, fremono i Soldati contra si vaganza ! torna a riſorgcre il peccato ,
vituperoſo attentato . E gli Abelini ? E. e torna a muover guerra più aſpra all'
gli Abelini fi rimangono intrepidi. Chę univerſale Signore ; perchè amandolo
temerità ! Che pazzia ! Ma tal pazzia , il noſtro arbitrio , gli ſomminiſtra la po
Z 2 tcn
ML
183
ME DIT À 21ON E IV
DEL GIUDIZIO UNIVERSALE
ARGOMENTO
Dobbiam palpitare, se fram Reprobí , nel di del Giudizio univerfale , in cui divenuto il Sal
vatore noftro Giudice ineſorabile, 1. dovrà rinfacciarci la noſtra iniquità , e colmarci
di Jpavento; 11. dovrà pubblicare la noſtra reita , e colmarci di confuſione;
111. dovrà condannare la noſtra temerita , e colmarci di amarezza .
2
Exiſtimafti,
faciem iniy::
tuam ? ., Ilquodero tuifimilis;
regal Profeta nel arguam te,& ftatuam
Salmo XLIX.'V. 21. contra
E l’ Uom peccatoreſi non ha ripu- nel Mondo la pace per applaudirlo
Serena
gnanza di ribellar dal fuo me-
deſimo Creatore , e di conculcare
bambino , ora portano al Mondo la
rovina per temerlo ſupremo Giudice .
il ſangue preziofiflimo del Re della Si , da (cotimenti , da guerre , da con
gloria, per lui incarnato e crocifiſſo tagi , da morti ſarà oppreſſa la terra ,
e morto ; non dubiti egli punto , di- da tempeſte , da turbini, da ſaette ſa
Lettiſlimi Fratelli , che dare ne dovrà rà ſconvolta l'onda del mare ; da in
ſtrettiſſimo conto a quel celeſte Signo- foliti paroliſmi le virtù del ciclo fa
re , cui ardì offendere ed adonta- ranno ſconcertate e ſcommeſſe ; gli a
're . Ne aſſicura la Fede , che l'Altil- Itri fi eccliſſeranno , ſanguinoſi appari
fimo al ſuo inedeſimo gloriofiffimo U- ranno i pianeti : e dopo che nel pri
nigenito , che confuſe e debelló l'Ab- miero caos le coſe tutte ſi avvolgeran .
billo con la ſua morte , la potenza no , ecco per ogni dove il ſuorto rim
commiſe di giudicar l' Univerſo : Po- bomberà orribilmente delle Angeliche
teſtatem dedit ei judicium facere , quia Fi. trombe , che tutti i Morti richiamerà
lius hominis eft ; cioè , come ſpiegano alla vita ; perchè nella valle diGiola
gli Spoſitori (a) : omne judicium dedit fatte ſi preſentino al giudizio di Dio:
Filio , ut omnium fit Judex , qui omnium Surgite mortui , venite ad judicium . Edo
fuit Salvator . E coitui in facci nella po finalmente che colá tutti redivivi
conſumazionc de ' ſecoli ſulle nubi ſe- gli Uomini faran confinati e riſtretti;
dendo della ſua terribile Maeſtà dal ecco da celeſti Milizie circondato , &
feno del Genitore colà nella valle di Inalberando qual vincitore la croce
Gioſafatte dovrà diſcendere ad adem. comparirà a giudicare e condannare
pire la ſua incombenza a manifeſtazio- Figliuolo dell' Uomo , il quale ponen
ne della ſua gloria , ed a diſtruzione doli ſul labbro le parole di Davide
della iniquita . Preveniranno le Crea- a cadauno de ' ſuoi nimici ripeterà : non
ture la di \ ui yenuta , come altra fiata è égli vero , o ſcellerato , che mi ri
la prevennero : e ſe allora fermaron putaſti un Uomo a te ſimigliante ? Ap
pun
ccco uno faolo 'di pupilli ingannati nimi : come mai dar, pofliano in tale
di Vedove tradite , di Clienti deluſi eccello ; come oltraggiare il - Attro
di Avventori frodati , di Verginelle Dio , che ne debbe giudicare : Qua
manomeſſe . Non 'udite , come pian- mudo porjam hoc malum facere, & perca
* ģendo e fofpirando' accuſan fa " voſtra tre in Deum meum ? Si , così riſolviamo;
proçervia , la voſtra rapacità , i voſtri altrimente nel giorno eſtremo dell' u.
ſcandali ? Oh maledciti , che avete ' piverſale giudizio dovrem palpitarc al
demeritata la divina benevolenza! Si, ha preſenza del noſtromedctimo. Sal
vi abbandona oinai' il voſtro Dio : Ab- ' vacore ; il quale divenuto Giudice ine
jecit , abjecit' vos Dominus. forabile , dovrà rinfacciarci la noftra
Or quale a tali rimproveri ' debbe ' iniquità , e colmarci di ſpavento . E
ſvegliarſi nel noſtro cuore tema e fpa- che forſe ſol quefta farà la noſtra pe
vento ? 'Treina, fuda , palpita , agoniz " na ? Ah ! quanto dovrà avanzarfi- ilcor
za' un reo meſchino 'nel ricevere " le " doglio e l'ambaſcia !
bravate di un Giudice 'terreno . E'pu
re non è queſti che un puro Uomo SECONDO PUNTO .
Toggetto alle medefime pallioni ed agli
" iftetG inganni
plum , epe
fovente
vole del medeli in divini Giudice dovrà pubblicare la noftra
mo reo .. Che reità e colmarci di confufione .
farà dunque di noi nel vederci fgrida
* ti e corretti da un Giudice divino , Confideriamo dilettilimi Fratelli ,che
il
191
ſenza ſperanza di flere più ravvivati cufatus fan , jufto Dei judicio judicatus
dalla viſione delvoſtro Dio : Diſcedite jin, julo Dei judicio condeinnatus fum .
* me , malediã i.. Morite per ſempre vi- Prefe quindi,motivo di ſempre.riflette
vere tra fainme incftinguibili: Difcedi- Fe al giudizio finale ; e -tal penſiero gli
te me , maledi ti , in ignem æternum . E fece iinprendere un eſercizio di st au
rammentatevi ſempre c, he qui „vchis Pa- itcra.penitenza e diși alta perfezio.
trem reconciliavit , is ipfos vos interfecit nc , che fin ora ha avuto più ammira.
propemodum inftans vehemens aecufator O . r tori, che simitatori . Or noi fieguiamne
che anguſtia ! che amarezza ! le tracce , e procuriamo di renderci
E noi ci porremo a tal pericolo , o perfctti - Criſtiani , e di evitar la giuſta
Criſtiani? E noifoguiremo a peccare ira del divin Giudice , il quale dovrà
per teſoreggiarci l'ira più tremenda condannare la noſtra temerità, e col
in un giorno di giulizio e di- vendet-, marci di amarezza .
ta , onde ne polla dire l' Appoftolo : Ma che farem noi ſenza un eccello
Secundum duritiam tuam & impenitens cor di voſtra mifericordia , alto Signore ?
thefaurizas tibi iram in die iræ , 6 -reve- "Ahine !. fiam confuli , che fin ora ab.
lationis juſti judicii Dei ? Ma e.colapai , biam fatto tutto il poſſibile per trovar
potrà liberarci dalla - più fatale- fventu- ci nel di- finale fra la pellina curba de
ra ? l'altezza del grado , la condizion capretti . Ah ! voi dunque ſeparateci
degii sufici, l'enor delde prerogativo ? da ofi , numerateci tra le pecorelle ,
Ma rahime! non è in quelgiorno ter- e nella , voftra dolra ferinateci : fater
* tibile de diſtinzione , nè preceden42., pres logum grafis , ab hædis me feque
né : riguardo : tutti in un faſcio ver- Vira , Jagueus in parte dextra E , che
sramo alle fiamme buttati , e Regice debbono effer per poi inutili i yoftri ,
Principi e Cefarice Reince:e Dame ze ( palmi , le votre piaghe , it voſtro
Servic Liberi:e Artierie Bepeftanti fangųe , la voſtra, morte ? Maino cer
me . Uomini e Donne , :che per lorocdi. tamente : Quærens me, fedifti baldus, rede.
fgrazia nel punero ifi: ccovino de' Ri- smiſli crucem , paljus;;tantus labor, non jit
provati .La penitenza , l: Sagramenti : satusAbtfappiam benemeritato
men di cotanto abbiam
.
,chenulla
con
diatora ? Ma ahimè!, cheinezzi si op- lile notre colpe „Ma cc, nedyole di
portuni. in quei giorpo orribile non si cuore., : e : con tutto lo ſpirito ve ne
fono più licili ; .percbè, già düreccati chiediaino, perdono . Oh coine folle
fono per poi i fonti della miſericor- rvaſi l'anima, ricordandoſi, che al La- .
dia e della pietà .Ah ! penjianio bens drone, ed allaMaddalena,grazioſainen
na.cafi noftri; pendamo ad evitare ,ja se perdonafte ! Cosa è: Qui Mariam
ſiniſtra del Giudice. ; penſiano.as non abfolvifti ,& Latronen exaudiſti , nili
framiſchiarci tra Preloſti, iquali ſenza quoque fpem dedifli .Ricordatevi dunque 7
1
192
M E DITAZIONE V
ARGO M E À TO
Se la diſgrazia abbiam di dannarci , ne ſorprenderanno nell' Inferno tutti į tormenti. Iv
fatti di Dannato I. ha un eſtremo rincreſcimento rapporto al paſſato , che gli afflig
ge la memoria; II. ha un eſtremo dolore rapporto al preſente , che gli affligge la
Suftanza ; III, ha un ' eſtrema diſperazione rapporto al futuro , che gli
afligge il cuore .
Omnis dolor irruet ſuper eum . Il S. Giobbe nel cap. XX. V. 22.
Lla fine già dentro l'infernale ba- Informarcene il gran . P. S. Agoſtino (c );
A ratro ſono infelicemente piom-
bati i Reprobi , dilettiflimi Cri-
ma ſul principio{gomentaſi al grand'
uopo , e fol ne afficura di eſſere sba
ſtiani . Uſci appena dal labbro del Jordito dal timor dell ' Inferno : Terri
divin Giudice la ſentenza fatale ; e fu- tus terreo , timeo gehennam . Si avanza
bito in larga voragine aperta la terra, ragionarcene Origene (d ) ; ma ſorpreſo
orribilmente gli ingojo . Ed ora ferma- dalla gravezza delle pene, ſol ne affer
to da infragibil ſaſſo l'uſcio della orren. ma, che ficcome la magnificenza della
da prigione; ahimè ! del loro orgoglio gloria de ' Predeftinati , cosi l'acerbità
Riprova
pagano alla divina Giuſtizia irata le de tormenti atrociflimi de'
giuſte pene . Or chi mai ce ne darà con- ti ogni umana immaginazione ſorpaſſa :
tezza per imparare a loro fpcfe ? chi Sicut de bonis Juſtorum in cor hominis non
mai il terribilc ne ſcoprirà de' lor mar- afcendit , quæ præparavit Deus diligentibus
tori , onde apprendiamo a non termina- eum ; ita & Peccatoribus quæ præparavit
re in tal luogo di ſpaſimi e di tormenti? ob fornicationem , ob adulterium , quæ in cor
Si avanza per darcene raguaglio l'Ab . hominis non afcederunt . Si avanza ... Ma
S. Bernardo (a) ; ma ſenza proferir pa- non potrem mai averne giuſta idea , ſe
rola , treina da capo a piedi , e gli pal- non venga ad inſegnarci la Santa Fe
pitano fin le oſſa : Totus tremo ad memo- de . Ecco pertanto che già si appreſſa
riam regionis illius , & concuffa funt om- ad ammaeſtrarci , e nel libro del S.
mia olja inea . Si avanza a recarcene no- Giobbe ne aſſicura , che ſe alcun di
vella il P. S. Giangriſoſto:no (b) ; ma noi ha la diſgrazia di dannarſi , tutti i
ſenza punto ſpecificarci di quel carce- mali gli ſi ſcaglieranno con violenza
re , ſol proteſta di noi ſaperne il più ſul doilo a tormentarlo : Omnis dolor ir
terribile e ſpietato : Quid gehenna horri- ruet ſuper eum . In fatti il Dannato ha un
bilius ? Mala noſtra in comparatione illius eſtremo rincreſcimento rapporto al pal
non parva , ſed nulla funt . Si avanza ad ſato , che gli ailfigge la meinoria . Pri
mo
(a) Gravef- Hift. Eccl. ton . S. (b) Sev. Sulp. Hift. Sacr. lib.2. &
Colloq. 1 . Tacit. lib. 15. Annal.
103
ſommo, e tuttodi incontra ajuti per'to . le è il fupplicio de Reprobi , che di
glierſi dalla ſua fatale diſgrazia . Ma ſcacciati da Dio , ancor d'ogni avere
non così nell'Inferno , dove riſchiara- fi veggono ſpogliati; ne poffon più ot
ta la cognizione , corrono naturalmen- tenere alcun Mediatore , che valga ad
te all'unico lor priino principio e fi- aggraziargli col Re del cielo ? Oh pe
ne i Dannati: e mentre quegli aſcon- na ! oh ambaſcia ! Oh fpafimo ! Ora
de loro il ſuo bel viſo non poſſon
> sì, che la rabbia ed il diſpetto orri. 3
accoglicre nè ſperanza di ottenerlo , bilmente gli allorbiſce ; e ſempre ma
nè maniera di placarlo , nè deſiderio piando , ſempre fremendo , ſempre ur
di protezione , nè finalmente aderen- lando , fi mangian la lingua , fi moke
za alcuna alle Creature.. Venga nondi. don le carni , e quali arrabbiati cani
meno ad inſegnarci il giovane Princi- l'un contra l'altro fi avventa , ma ſen
pe Aſſalonne . E non udite , come fi za pro , per affliggerfi e trucidarſi.
lagna ! non vedete , come geme e ſi Penſiamo perciò , ſe torni conto il
affanna ! Egli di regal ordine è in ban- dannarci , o Criſtiani. E pur che al.
do dalla reggia , e per gli .cattivi ſuoi tro macchiniamo che di perderci? A.
portamenti non può vedere la faccia hime ! ſi vuol l'Inferno ad ogni pato
del Genitore ; e perciò non ha requie , to ; nè curiamo incontrar pene si a
non ha ripoſo , non ha pace . Quindi cerbe per non privarci di una vilifli
priega fervoroſamente Gioabbo ad im- ma ſoddisfazione, e di un brieve dilet
petrargli la grazia , e grida : ah ! caro to . In fatti ſi compra l'Inferno per uno
Amico, io ti prego , io ti fupplico , sfogo brutale , per un divertimento il
io ti ſcongiuro ad ottenermi., che veg. lecito, per un vano puntiglio , per un
ga il Re : Obfecro ergo , ut videam fa- ingiuſto guadagno , e fino per un cat
ciem Regis. E ſe pur egli non placali, tivo penſiero . Oh dunque cecità ! Oh
c tuttavia mi vieta guardarlo , deh mi inſuperabilc freneſia ! Con ragione cer
ammazzi più toſto ; che ſofterrò vo- tamente eſclama il M.S. Giuſtino (a) ,
lentieri la morte , la quale mi angu- che aſſai più de’Dannati debban com.
ftia meno della pena di non vederlo:: piangerfi i viventi Criſtiani , i quali
Quod fi memor eft iniquitatis meæ , interfi- ſapendo la gravezza della colpa , e l'
ciát me . Cosi fpafima Affalonne .. Or acerbità della pena : pur liberamente
quanto più debbono ſpaſimare i Dan. peccan così , come ſe non offendeffe
nati ? A quello rieſce intollcrabile il to Iddio , e non meritafler l' Inferno :
non mirare il volto del Genitor ter- Tanto magis deflendi Chriſtiani , qui fcient.
teno , che il gaftiga si, mateneramen- tes quanta fit culpe iniquitas , & quanta
te ancor l’ama . Quanto più dunque pæna gravitas ; tarnen ita libere peccant , at
a' Riprovati riuſcir debbe intollerabi Ji peccato non offenderetur Deus ,neque pu
le la privazione del Padre celeſte , come mai potrem
niretur peccator . Ma
cui la mente for dimoſtra irato, e ca. foftenere fiamme si rie ? Come mai po
gione del loro fpafimi ? di quel Padre trem foftenere la privazione del ſom
celeſte , che ogni bene con eminenza mo Bene ? Se uma ſemplice puntura di
di grado contiene , e ſenza cui vive una ſpina da noi ſenza gemiti non può
la infelicità ed il pianto ? Affalonne foffrirſi ; come le trafitture fofterre
di beni abbondava , benchè il Padre mo del fuoco Infernale , che accoglie
non vedeſſe ; anzi avea mezzi e prote- ogni tormento ? Se cruda ambaſcia ne
zioni per riconciliarſi col Genitore : reca la privazione di un tencro Figlio,
é pur intollerabile gli ſembrava il ſup- di un fedele Amico , e la lontananza
plicio . Quanto più dunque intollerabi- di un oggetto amato ; qual ecceſſiva
am
te
199
ambaſcia dovrem foftenere nel veder- guente è meritevole di pena immenſa :
ci privi del ſommo Bene , che è il Offenfa , cosi ragiona l'Angel . Dot. S.
Padre e lo Spaſo delle anime noftre , Tommaſo (a) , offenfe illius infinita pæ
e lontani dal goderlo per tutta la e. na digna eft; quia quanto eft dignior , in
ternità nel regno immortale ? Ah ! pen- quem peccotur , tanto peccatum magis puni
fiamo omai ſeriamente alla ineffabile tur . Ma poichè il Peccator dannato ,
fventura , e con efficacia adopcriamci che il ſerba nel cuore , di tal pena
ad evitarla . Cbę pazzia metterſi per infinitamente acerba non è capace ;
um nulla a pericolo si orrendo ? Ab ! perchè finito e limitato ; che fa per
più toito abbominiam la terra , e con- ciò la divina Giuſtizia per giuſtamen
tentiamoci di avere con eſfonoi Iddio , te compenſare l'onor divino vilipeſo ?
che il corpo e lo ſpirito può felici. Gli compenſa l' acerbità infinita con
tare . Che ci valgono i piaceri , che una infinita durazione : Non poteft , fie
folamente ſon fango ? Che ci valgono gue l ' Angelico , ion poteſt elle infinita
gli onori , che ſolamente ſou fumo ? acerbitate , quia in Creatura finita non po
Che ci valgono le ricchezze , che ſo- teſt elle qualitas infinita , fed compenſatny
lamente ſon terra ? Che ci valgono le per durationem infinitam . Or penfiamo ,
Creature , che ne cagionano folamen- che pena , che diſperazione berſagliar
te la infelicità ? Ah ! gridiam pure con: debba il cuore di un Dannato , che
Davide : Quid mihi eftin cælo , & a te delle acerbillime fue penc non ha ſpe
quid volui juper terram ? Deus cordis mei , ranza di vedere il fine ! Ahime ! il Dan
E pars mea Deusin æternum . Nulla nul. nato ha un eſtrema diſperazione raps
}
la fuor di Dio vogliamo in cielo , nul. porto al futuro , che gli affligge il
la fuor di Dio vogliamo in terra ; vo- cuore .
gliam Colo Iddio ' , che è il Padrone Ed oh che atrociflimo tormento ! Io
anzi la miglior parte del noftro cuo . mi raccapricciaya fin ora , o Criſtia
re : Deus cordis mei , & pars mea Deus: ni , nel mirare immerſi in un mare
in æternum . Ed ecco che avendo Id- di acerbiffimo fuoco , e privi della fac
dio , eviterem la ſorte infeliciffima del cia di Dio i miſérabili Preſciti . Ma
Dannato , il quale ha un estremo do- ora non poſſo non inorridirmi pel guar .
lore rapporto al preſente , che gli af- dargli irremiſibilmente eſclusi da ogni
figge la ſuſtanza . Ma che forſe ter- fperanza di perdono e di grazia E .
mina qui l' Inferno ? Ahimè! quanto ví. come ! Prigionia , ma ſenza mai libertà !
accreſce il duolo l'immenſa durazio- Tenebre , ma ſenza mai luce! Fuoco , ma
De della interminabile eternità ! Ed a- ſenza mai refrigerio ! Avguftia , ma ſenza
fcoltate . mai ſollievo ! Oh ſtrazio ! Ob martirio!
Ma' pure conſigliamo i libri ſanzi . Ecom
TERZO PUNTO . co ordina l'Altiſſimo al Profeta Ezec.
chiello di rimanerfi con l'iſteſſo fian
I Dannato ha uneſtrema diſperazione rap- co coricato lo fpazio intero di trecen .
porto al futuro , che gli affligge il cuore . to e novantanove giorni continui :
Dormies ſuperlatus tuum finiftrum trecen
Confideriamo , dilettiflimi Fratelli tos , & nonaginta dies . Oh povero Uo
che il peccato per ogni verſo merita mo ! E come potrà durarla per si lun
una pena infinita . Siccome è offeſa del go tempo ? come non mancare in si
fommo Bene , che è il Signore altiffi- diuturno martirio ? come Ma non
mo del cielo e della terra ; cosi un' dubitiamo , che Ezecchiello dura all'
infinita malizia contiene , e per conſe- affizione ed ubbidiſce al ſuo Dio .
E
( a ) S. Thom . in c . Sent, diff. 42. quæft. 1. art. 5. in corp. ad 2.
200
Сс ME .
1
202
MED. I TAZIONE VI
A RG OM E N T O
Per noſtro perpetuo diſinganno fi offerva , che I. non è vera , me ſalva la noſtra diyo
zione; perchè è difunita dalla grazia : II. non è vera ne ſalva la noitra di
2
1
209
20 ; e perciò ut non remanerent in cruce naggio , ma vėra ſcoſtuinarczza ; come
corpora Sabatho , rogaverunt Pilatum , ut ofiam perfuaderci , che ſia vera divo
tollerentur . Si , di queſto conſiglio ci zione , che piaccia all' Altiſlimo , che
avvaliam noi . In ogni altro tempo fo- baſti per ſalvarci ? Ah ! che la sbaglia
ſteniam la viſta del Crocifiſſo . L' Ar- mo a partito . Una tal divozione non
tiere che attende al ſuo travaglio , il è accompagnata con la Religione ; e
Negoziante che attende a' ſuoinegozi, quinci è abbominata da Dio , che pur
l'Avvocato che attende alle ſue cauſe, ci ripete per lſaia Profeta : Iniqui junt
il Letterato che attende a ' ſuoi ſtudj , catus veflri; calendas veftras , & folemni
il Nobile che ,attende a' ſuoi gover- tates veſtras odivit anima mea . E per que
-ni , il Beneſtante che attende alla ſua fta ragione ci darà in potere de' De
famiglia ; tutti efieguono quei miniſte- monj, come diede in preda de' Gabao
rj , che loro addofsò la Provvidenza ; niti le ſcioperate Figliuole di Silo .
nè quinci perdon di viſta il lor dove- Di grazia torniamcene a ricordare . Ec
re , la loro crocc , il loro Dio . Ma co celebrano la lor folennità tra cibi
quando poi viene il tempo , che fi c riſtori , tra fuoni e balli , tra amo
debbe con pubblicità onorare l' Altiffi- reggiamenti e traſulli . Ma ahimè ! che
mo ; ahimè! queſto è tempo di diver- mentre ſono al meglio del giubbilo ,
-timento e di allegrezza , da non fune- furioſamente fortiſcon dalle ſelve , do
ftarſi con penſieri nojoſi e tetri. Quin. ve fi appiattarono a guardarle, moltif
di a tutt'altro ſi penſa che all' anima, fimi Gabaoniti ; e peggio di crudi Spar
alla religione ., a Dio ; e fol, fi ama la vicri , che rapiſcon candide colombe,
licenza , il libertinaggio , la ſcoſtuma- lor fi gittan Topra , c le traſportano ,
tezza , cui dileggiano fin anche gl'iſteſſi · non più al Santuario ,ma vittiine for
Infedeli : Toliantur , non remaneant zate alle loro caſe : Repuerunt de his
corpora Sabatho . Il perchè con contuofi quæ ducebant choros , notiamo bene , de
apparati ſi cuoprono le muraglie de his, quæ ducebant choros , uxores fingulas .
templi ; ma per ottentazione di faſto, Ecco a qual diſgrazia dovrà portarci
non per magnificenza di eccleſiaſtico la noſtra divozione . Tributiamo all'
decoro . Si sollevan per le contrade Altiffimo il culto eſteriore della Reli
fontuoſi archi ed obeliſchi ; ma per gione con diflipamento moſtruoſo di
motivo di vanità , non per ſollenniz . ſpirito , inteſo al libertinaggio .Ma in
zare ic glorie degli Eroi del Vange- tanto ci guardano i Demonj , che ſon
lo . Riſuonano in più cori le muſiche; naſcoſti d'intorno a noi : e ſiccome
ma per trattenere gli ozioſi , non per ſempre più ci empiamo di colpe; co
emulare le melodie de'Serafini . Cor- sì ſempre più ci ſi avventan ſopra per
rono affollati i popoli ; ma a far tu . incepparci, e tirarci all’Abbillo .
multo , a ſoddisfar la curioſità , non a Dch perciò ravvediamci di sì gran
porger fuppliche , ed implorar grazie. follia , o Criſtiani . Laſciamo gli Etrei
Finalmente, dice Ugon Cardinale (m), nel diſerto a venerare un viliffimo Vi
hoc faciunt multi Chriſtiani , qui quantum- tello tra le crapole , le ubbriachezze ,
cumque penitentiam agant ir aliis diebus,in ed i traſtulli ; nè ci curiamo , che ſea
feſtivis tameil deponunt corpora ſia de cru- dit populus manducare , & bibere , & jur
ce . Or che divozione e inai codefta ? rexerunt ludere . Laſciamo anzi i Beſſa
E ' divozione , o sfrenatezza ? è divo- miti ad adorare l' Arca tra un miſto di
zione, o libertinaggio ? è divozione , o ſagrificj e di ſcoftumatezze : nè curia
ſcoftumatezza ? E ſe non è divozione , mo , che il cielo ne faccia orribiliſh
ma vera sfrenatezza , ma vero liberti- ma ſtrage : Percuffit de populo Jeptuagin
Dd ta
ME
213
MEDITAZIONE VII
DE BENI DEL PARADISO .
A R G Ο Μ Ε Ν Τ Ο
Se in queſta valle di lagrime gemiamo, pienamente Sarem confolati nel Paradiſo . Quivi
in fatti I. goderemo un bene tutto vero; II. goderemo un bene tutto pacifico; II .
goderemo un bene tutto noftro.
del ſuo cuore ; cosi rimane agitato ed vederſi , che coperto da ombre e lime.
anſante , fin che nol conſiegua , e nel boli : Vidomus nunc per Speculuin in -
di lui pofTeffo trova il ripoſo , la tran- nigmate. . Quindi non tragge a ſe con
quillità , e la contentezza . Or dove ri- dolce necellità il cuore ; ſolamente
troveremo il vero bene , che anato ne nella ſua libertà laſciandolo , l' avva
rende felici ? Forſe fulla terra ? Ah ! lora in guiſa , che nelle maggiori tri.
quivi per avviſo del gran P. S. Ago- bolazioni ſperimenti allegrezza e pa
Itino (b) poſſiam ſolamente difcerncre, ce , e gridi con l'Appoſtolo : Supera
non già che ſiavi ma ' più toſto che bundo gaudio in omni tribulatione noftra .
affatio non vi fia ; Facilius invenimus , Sol net Paradiſo , dove foggiorna e
quid ibi non fit , quam quid ibi fit . E riſplende qual Sole in meriggio , ubi
come no , ſe qualunque bene della ter pafcit , ubi cubot in meridie , laſciali a vi
ra non ha in ſe ſteſſo altra vera bon- lo ſcoperto vagheggiare : Tunc auton
tà fuori di quella , che vi diffuſe il facie ad faciem . Ed appagando le uma
Creatore , di cui ſono participazioni ? ne pretenſioni col fue poffefTo , abbon
Si , conobbe ful principio de ſecoli dantemente di giocondità gli Amici
l'eccelto Fattore la bontà nelle ſue ſuoi ricolma , ed in un vaſto mare di
opere.: Vidit Deus ermeta , que fecerat , giuſto e bel piacere gli gitta e pro
& erant valde bono . Ma vi conobbe la fondar: Irekriabumtur ab ubertate domus
ſola bontà , di cui egli medeſimo le tuæ , torrente voluptatis tue potabis eos.
arricchi; perchè eſcluſa tal bontà , che Ecco perciò che in Paradiſo godere
è l'iſteffo Iddio , non ſono le Crca mo un vero bene .
ture che polvere , fango , viltà , e ſchi- Deh afcendiamo dunque il monte
fezza ; e mcritan quinci di eſſer abbor- fanto a ſcoprir la viſione ineffabile , o
rite più toſto , che richieſte ed ama- Critiiani . Già come a Mosè promette
te . Ed ecco la ragione , per cui ana. a ciaſchedun di noi l'Altiffimo di me
te ſenza ordine al fommo Bene , rol Atrargli ogni bene nella ſola rivelazio
recan pena e tormento . Se al pofſef- ne del ſuo maeſtoſo ſevibiante : Olien
ſo giungeflimo , di quanto ricchiczze , dan tibi omne bonum ; perché, come A
di quanti piaceri , di quanti onori bra- goftino foggiumſe , non alio $ 1120 Lumum ,
Jood
(a) S. P. Auguft. lib . 10. Confeff. ( b) Id. ferm. 127. 3 .
cap . 23..
本
215
fed bonum omnis beni . 81 , afcendiam la falfo appoggiato il capo, per una in
Ealda , la pendice , la vetta . Che più tera notte placidamente ripora.Si, li.
curarci di queſta valle di lagrime ? poſa; nė valgono ad interrompergli il
Quanto pofliam qui ottenere dimagni- placidiflimo ſonno l'orror della not
fico e forprendente ; anzi quanto im- te e la durezza del ſuolo : e non per
maginare qui poffiamo di più faſtoſo altra ragione , fe non perché quivi ha
e ſublime , non è che men di nulla da ſorte di vedere il ſuo Dio . Vede
al paragone degl' immenfi beni naſco dunque ergerfi dalla terra una ſcala
iti nel fomnmo Bene , la pompa de'quà- maraviglioſa fino all ' empireo , e ſopra
li nec oculus vidit , nec auris audivit , MFC et efla appoggiato il Re della gloria ,
in cor hominis efcendit . Fin la reggia , guidar le Angeliche Intelligenze , che
ove il gran Nume rifiede , circondato daila terra al ciclo e dal cielo alla
da' ſuoi beatiffimi Vaffalli , fupera ogni terra. fi trasferiſcono . Ed a tal viſione
umana immaginazione : impercipoche fenza diſturbo , mentre vegghia la men
Le tal la inmaginiamo , qual la defcrif te , afforci intanto il cuore c le mom
fe. l' Angiolo dell'Apocalix al Diſce- bra doleemente ripofano . Ma affai.
polo Solitario di Patmo., avente topa- meglio addiviene all' anima . Mentre
2j ed ametiſti per muraglie , dodici ella il fommo Bone contempla , vien
margarite per dodici porte , i cardini così rapito il cuore , e aſſorte le po
d'oro , ed il fuolo d'argento ; ſenza tenze che dal miſterioſo. ſuo fonno
dubbio , qual è in fe fteffa non la le Creature non valgeno a deftarla .
concepiamo , ma qual può da' noftri. E bellamente (cherzando il Diletto ,
fenfi rappreſentarſi ; e ne ripigliereb, comanda agli Angelici Miniſtri di non
be il gran P. S. Agoſtino (a) ; Hæc iſcuoterla e fvegliarla , fin che ripo
miſerorum funt, damnatorumque folatia , fare le piaccia : Ne fufcitetis ; neque evi
non præmia Beatorum . Aſcendiamo dun- gilare faciatis Dile& am , donec ipſa velit.
que ...Ma ecco tra gli ſplendori del- E qual potenza non viene afforvita
la gloria il noſtro Dio , che forma il dall'immenſo fplendore del divin So
Paradiſo delPredeſtinati. Oh che ab: le di giuſtizia , o Criſtiani ? Deh pe
biſo di vera beatificante bontà ! Oh netriamo qui la ventura invidiabile di
che dolce giocondo ſpettacolo ! Deh . urr Vom fortunato , che é ammeſſo al
corri a pienamente ſoddisfarti , anima conſorzio di Dio . Ecco paſcerli e de
mia . Fin or nauſeaſti le Creature ; liziarſi tra infinite novelle cognizioni
perchè affai più in alto correano i mo. l' intendimento . Un Cieca infelice ,
vimenti del cuore , che un bene infi- che pervenuto alla vetta del monte ,
nito fofpirava . Ma . oh benedette nau- gira in vano d' intorno i lumi ſenza
ſee ! oh benedetti fofpiri! Corri ader- punto fcoprire oggetto alcuno , fe. fia,
ſoad appagare le tue brame con la che forgendo dal mare il bel Pianeta
viſta del Creatore . In effolui è tutto del giorno, gli feriſea così le pupille,
il bello , che può amark ; in eſfolui. che li rendan capaci di vedere e di
è tutto il grande , che può defiderarfi: ammirare ; oh quante coſe di colà im
Ibi eft quidquid amatis , ibi
ibi efteftquidquid
quidquid provviſamente egli ſcuopre ! ed oh
defideratis . Corri a pafcere gli affctti quanto egli giubbila e gode! Ma egli
tuoi nel fonte di ogni amabilità , nell? é una rozza immagine dell'umano in
abbillo di ogni perfezione , nel vaſtiſ- tendimento , ſollevato alla viſione del
fimo pelago ... Ma già ti veggo imi- fomno Bene nel Paradiſo .. Era egli
tar Giacobbe . Ecco egli è nel cam- in queſta baſſa terra quaſi cieco , inca
po di Betel , e quivi ſopra un duro pace a conoſcere il ſuo Fattore . Ma
ap
or fiete l'oggetto della noſtra felicità ; carpire . Egli è vero dunque , come
'perchè non più mucabili v' incontriano ne afficura Gefucriſto , che nella reg.
nel Creatore . Cielo , inare , terra , Uor gia beata diverfo fieno le magioni giu
mini ... Ma che più ; ſe da' tefori ine. ſta la proporzione del merito acquiita
fauſti della divina inagnificenza ne ſgor: to : In doino Patris mei manfiones inulta
ga in ſeno sì copioſa l'abbondanza de' funt . Ma ficcome neſſun deſidera più
beni , che ne fatolla ogni fame , ogni di quello , che è ftato allegnato dal
ſete n'eftingue ? Ah ! che il celeſte Padre; perché di più non è capace :
Rimuneratore diportaſi a favor noftro , cost quella diſtinzion di magioni co
qual fi conduſſe il Redentore cola prel- ftituiſce fuperiorità , ma ſenza fafto ;
lo la ſponda di Tiberiade . Ecco ilfie - cagione inferioried , ma ſenza ſogge
guono anelanti più migliaja di Uomini, zione : produce diverſità , ma ſenza
MU
e
219
mulazione . E quindi è , che fiede il ſembrar tanti Soli cingere il divin So
popol Canto e ripoſa nella bellezza del le di giuſtizia ; anzi cotanti Numi in
la pace : Sedebit populus in pulchritudine torno al Nume divino ? Stordi (a ) la
pacis. Oh armonia ! Oh bellezza! Oh Francia , quando alle ripe del Vadafo
paradiſo ! approdar vide i Baroni di Arrigo Re
£ pur quello , che viene a maggior- 3
di Caſtiglia sì pompoſamente adorni ,
mente felicitar gli Flotti , egli è ap- che ciaſcheduno ſembrava l'iſteſſo Re.
punto l'allontanamento di ogni con- Quanto più dunque lietamente debbo
traddizione; perché quel Dio , che gli no ſtordire i Beati nel guardarſi si
rende bcati con l'cffuſion d'ogni be- ricchi di luce e di gloria , che egua.
şe ; ancor gli rende tranquilli con la li gli rende al Regnante medelimo
fuga d'ogni male . si , Criſtiani , il de ſecoli ctorni ? Stordl il Principe
pianto di queſta vita meſchina è già degli Appoftoli S. Pietro cola ful Ta
terminato ; e dalla caſa del Signore è borre , dove mirò cinto da fplendori
bapdito il lutto e il duolo : Neque le- il Mediatore dell'Uomo , familiarmen
& us , neque clamor , fed nec ullus dolor ; te converſare con Mosè ed Elia ; ed
quoniaen priora tranfierunt : Quivi non è ardentemente bramò di fiffarfi quivi u
più fame non è più fete ; calor di
5 na perpetua dimora . Quanto dunque
State , o rigidezza di Verno quivi non ſtordire più debbono gli avventuroſi
be ingrello : Non efurient, neque fitient Predeſtinaţi là ſull'empirco , dove eter.
amplius , neque cadet ſuper illos fol , neque namente guardano tra un abbiffo di
ullus æftus . Infermità , vecchiezza , pe- magnificenza il celeſte Agnello , e mai
ricoli , morbi, ah ! retaggi funefti del- ſemipre converſano con Amici innume
la colpa , non han luogo in quel bea- rabili , che ſcambievolmente ſi amano
tiffimo regno , i cui Citadini più del son pari ſinceriffima dilezione ? Stor
Sole in meriggio riſplendono ; perchè di la Reina Şaba , quando da' confini
fiipiglianti rendui nell'anima al fom- dell'Auſtro cntrata in Geroſolima , am
mg Benc , e nel corpo alla trionfante mirò le dovizie de' teſori , e l'altezza
Lagratifuna Umanità del Re della glo- della fapienza di Salomone . Quan
ria : Similes ei erimus , quia videbunius to dunque ftordire più debbono i feli
eum , ficuti eſt : Reformabit corpus humi- cilliini Comprenfori nel riguardarſi ador
Jitatis noftræconfiguration corpori claritatis ni di ammirabili perfezioni e leggiadric
jue . Diſcordie , rivalità , pretenfioni , aſſai maggiori , che non si ammiraron
raggiri, ah ! ſconci parti della umana fulla terra ? Quanto debbono conſolarfi
fuperbia , efiliaci ſono affatto da quei nel contemplare la boni di coloro ,
feliciffimi Eroi, che non ſono hojpites de' quali già procurarono la protezio .
& advena , fed ciyes Sanctorum , & dome. ne , ed or godono il conſorzio ? nel
ſtici Dei. Che bel ſoggiorno di pace ! contemplare la vaghezza degli Angioli,
Che vaga deſiderabil reggia! Ah ! che che al divin foglio recaron già le loro
al coſpetto di quegli eterni tabernaco- obblazioni nel contemplare la purita
li mancar ci ſentiamo per dolce deli- della Reina de Santi Maria , da cui
quio lo ſpirito ; e fiain coſtretti a {cla. già ricevettero favori innumerabili ? nel
mare con Davide : Quam dilecta taber- contemplare la miſericordia di Gelu
maculo tuo , Domine via tutum ! Concupifcit, criſto , che pon dubito di fpargere
& deficit anima mea in atria Domini . E tutto il ſuo preziofiffimo fangue per la
qual più compito diletto , che il yede- loro redenziope? Ob pace ! Oh Para
re i celefti Comprenſori rapprefentar dilo !
tutti la immagine di Dio vivente , c E purc oh ccceſſo di ſtupidezza ! Ci
Ee 2 di
ME
!
1
1
223
M EDITAZIONE VIII
1
A R G O M E N T O
Ecce Janus factus es ; jam amplius noli peccare , ne tibi aliquid deterius
contingat . Job. cap. V. V. 14.
Vantongue le mic voci, che put ne mofle & pietà il Taumaturgo Naza
fono voci di Peccator troppo reno : ed in un momento raffodate le
indegno , son fieno mai (tate el. piante di lai, ſapo e ſalvo e recante
ficaci cosi , che abtian potute opera {agli omeri fin anche il letto il riman.
re la giuſtificazione dei malvagi : io dê a caſa . Ando dunque eſultando al
nondimeno vi confeffo con fincerità tempio il riftabilito Infermo : e quì il
dilettillimi Fedeli , che ſempre ho nu- Salvatore incontandolo , gli parlo ; re
drita nel cuore una viva ſperanza di di bene , d Uomo , che già lei ſano *
conſeguir dalla divina Miſericordia la Ecce fanus factus es . Attendi denque in
converſione del voſtro fpirito a Dio . appreffo ad abbominare il peccato ,
Quindi in queſto ultimo giorno , in onde non incontri un mal peggiore
cui terminano gli Eſercizi ſpirituali Jam amplius noli peccare ; tie tibi aliquid
già ſembrami contemplarvi Amici dell' deterius contingat. Or queſto iſteffo dir
Altiflimo , ritolti dalla poteftà di Lu- voglio a voi . Siete già guariti la Dio
.
:
225
già ha cavata troncargli
ſua ſpada per del fodero dalla vincitrice tetti contra tutte ledell
buſto il contra gli attentati Creature , e fin
' Inferno , che
capo: Vadam , & amputabo caput ejus. cercavan vendicare la noſtia inſolenza .
Ma no , dice il Monarca , non voglio, Anzi aggiungiamo di più , che egli
che il danneggiate . Laſciatelo male non già una ſol volta , o due , ina
dire ; che il perdono : Sinite , ut ma- forſe più e più volte ci ha comparti
ledicat. Or che vuoi più , o Semei ? ta la Tua bontà , e ne ha rimeſli i no
Via dunque ammira e venera la bon- ſtri debiti . Che eccello di clemenza !
tà del tuo Sovrano , e ravvediti del Ma queſto appunto ci debbe eſſere
tuo orgoglio . Rifletti , quanto ſia gra- un preſſante motivo di non più irrita
ve il tuo delitto , che la comunc in- re il Re della gloria ; perché con
dignazione fi merita ; e quanto ſia ec- la rinovazione dalla colpa trionfa u
cedente la manſuetudine del tuo Prin na ſpecial malizia , e con iſpeciali
cipe , che cotanta ingiuria pacifica- tà fi oltraggia quella divina bontà ,
mente ti riinette : e quindi entra in te che ci ha liberato dalla diſgrazia per
Iteſſo , ravvediti , e ceſſa omai dal gra- averci penitenti: Secundo peccans, egre
viſlimo attcntato . Rifletti pure ... Ma giamente l' Angel. Dot. S. Tommaſo
allegramente ; che già Semei ſi è rav (a) , Jecundo peccans, ex hoc ipſo videtur
veduto . Mentre Davide fi accinge a gravius peccare , quo contemnitur Dei bo
paſſare il Giordane , gli cade umilia- nitas , quæ ad pænitentiam expectat . E
to a' piedi; ed in guiſa gli dimanda poi chi fa , che egli non abbia de
perdono , che grazioſamente l ' ottie terminato di non più perdonarci , fe
ne con un giuramento di ſicurezza di nuovo in altri dclitçi abbiam ' ar
ſulla propria vita . Ma nel tempo ſtes- dire d' inciampare ? Non v' ha dub
lo non ha Davide intenzione di ri bio , dice Origene (1) , che l' Altilli
mettergli altro fallo . Biſogna , che mo con ecceſſo di bontà preſerva dal.
in avvenire egli attenda con eſattezza la morte il Peccatore per averne il
a non traſgredire un punto degli or pentimento ; ma non per queſto dob
dini regali . Tanto più che il Rc a. biam fidarci , ſapendo , che la Prov
gonizzando ſi è ricordato della ſua videnza ſtabiliſce alla ſua pazienza i
già fatta riſoluzione , e l'ha comuni. limiti : Expectat uniuſcujuſque pæniten .
cata al ſuo figliuolo e Succeſſor Sa- tiam , fed hoc non faciat nos tardos ad
lomone , il quale già gli ha impoſto converſionem ; quia patientiæ ejus certa
di non uſcire di Geroſolima , ne mai menſura eſt . E più eſpreſſamente inſe
oltrepaſſare il torrente Cedronne . At gna il gran P.S. Agoſtino ( ſul fon
tenda dunque ... Ma Scmei già diſub , damento delle fante Scritture , che
bidiſce ed ecco non più incontra il Padre celeſte ha deterininato il nu
pietà , e ſenza riparo è ammazzato : mero de' peccati , che ad un Delin
Percußit eum , & mortuus eſt . Or fi quente vuoi rimettere ; e per conſeguen .
guriamci , che in ſimigliante maniera te ha ſtabilito il gaſtigo , terminato il
diportiſi con eſfonoi il celeſte David- numero di quci falli : Illud Jentire nos
de . Egli affai più venne da noi ol.. convenit , tamdiu unumquemque a Dei pa
traggiato , che non fu offeſo dal ſuo tientia ſuſtineri , quandiu nondum fuorum
Vaſſallo il Regnante di Sion ; ed aſſai peccatorum terminum finemque compleverit; .
più di queſti egli ci dimoſtró la ſua quo conſumato , eum illico percuti , nec ul
bontà col perdonarci , avendoci pro- Tam illi veniam jam refervari . Ah ! che
Ff tut
per abbandonarci in preda del noſtro bel nuovo l'alzanino nel foglio del
conſiglio , che ne porta irriparabilmen- noſtro cuore . Che fece perciò la di
te al precipizio fempiterno . vina clemenza ? V ' introduire nuova
E pure che facciam noi , o Criſtia- inente l'Arca viva della Confedera
ni ? Abimné ! rinovelliaino la ſciocchez- zion novella , e lo ſchiaccio , il fran
za degli Azozj . Riuſciti vincitori nul . tumò; e noi chiamò intanto alla li !
la battaglia di Afee , ebbero ancor la berta bella de ' Figliuoli di Dio . E
forte di acquiſtare l' Arca prodigioſa pur noi contu naci rimettiamo l'idolo
della Confederazione . Che corte ! Che frantumato ſull'altare , precipitando
Ventura ! Conobbero il pregevoliſſimo di nuovo negli ſteili e forſe peggiori
acquiſto gli Azozj ; e quinci lieti e fe- vizj e delitti . E non è vero , che an
ftanti portarono al lor tempio il gran cor fieguon le crapole , gli anores :
Santuario , ed il collocarono preſſo il giamenti , le vendette ? Non è vero ,
loro idolo nefando , per nome Dagone: chc ſieguon le ſtelle ſcorrette amici
Tuleruntque Philiftiim Arcam Dei , & ind- zie , le ſtelle frodi , le íte le oppreffio
tulerunt eam in templo , & ftatuerung ni ? Non è vero , che ancorfiegue
juxta Dagon . Ma oh ſpettacolo ! Vide la sfrenatezza il libertinaggio , 12
>
nuovo il collocarono : Tulerunt Dagon , nitrilfe quod inalt vixerint quam poſtea .
& reſtituerunt eun in loco fuo . Torno quod fe promiferint bene efle picturos . Ma
quindi a precipitare l'idolo malvagio ob deluſi! è che pretendiamo ? Deh 1
al cospetto dell ' Arca ; ne precipito riflettiamo con ferierà alle notre con 1
Tolo , ma li ſpezzò anzi nella ſua rovi dotte ; ed offerviamo , che ci mettiamo
Da , e le mani e il capo fin fulla foglia . ad evidente pericolo di non più incon
o
deil' infame delubro. sbalzaron : Ca- trare la divina Miſericordia , che no
put autem , & duce palme minuum ejus fottragga dall ' inevitabil rovina ; per
abfciffæ erant fuper limen . Ma non per chè ſebbene fperar dobbiamo ſempre
quelto fi quetarono iteFiliſtei : anziºne. pietà , fin che vivíano ; pure la ſperia
unirono diligentemen i pezzi , ed a ino in vano , quando non ceſliaino di
quei frantumi collocati full' altare non abuſarne . Quindi ſe abbiam incontrata.
dubitarono offerir vittime , c bruciare la invidiabil ventura di riſorgere dalla
incenzi . Or non è queſto quel che morte del pcccato alla vita della grazia;
facciam noi ? Per mezzo del peccato deh non vogliaino di nuovo inciampa :
adoravamo un peggior idolo di abbo- re nella fchiavitù di Lucifero , che ci
ti
1
(a) Salvian. lib. s . de Provid .
1
1
1
227
tiranneggia: State , n ' eforta l' Appo. il diſubbidire al Monarca celeſte . Che
Itolo S. Paolo , fiate , ö nolite iterum divario ! Il diſubbidire ad un Monar
1 jugo fervitutis contineri. E tanto più ne ca terreno non ſempre racchiude una
renda cauti il riſchio di non poter u- indegna ribellione ; perchè montre i
ſcire di tirannia , eflendo pur troppo Vaffalli ne traſgrediſcon la legge , non
vero , che il Penitente , che dopo la paſſano a coſtituirſi ſopra loro altro
giuftificazione ricade in pcccato , Sovrano . Ma il diſubbidire al Re del
mette in evidente pericolo di non più la gloria ſempre mai porta feco yn
ottener perdono ; perchè oltraggia la atroce ribellione ; perché gli Uomini
bontà dell'Altiilimo con iſpeciale ma- protervi , che non adempiono i di lui
lizia . Ma che direino , che cgli an . comandi, gli' volgono villanamente le
cor vilipende la maeſtà dell' Altiſlimo ſpalle , c adorano il di lui peggior ni
con ifpeciale diſprezzo ? Ah ! ſentite . mico e rivale , che è il Demonio .
Che perfidia ! Che diſprezzo ! Sarebbe
SECONDO PUNTO . egli meritevole di perdono delitto si
enorme ? Se difficilmente rimetteli da
Il Penitente , che dopo la giurificazione un Principe della terra una fellonia ;
ricade in p-ccato , ſi mette in evidente penſiam noi , che con facilità polia
pericolo di non più ottener perdo- incontrare pietà la maggiore delle fel
510 ; perchè vilipende la mge- londe contra l'alçiflimo Signore dell'
ja dell' Altiſimo con Univerſo ? E pur dobbiam confeſare ,
ſpeciale diſprezzo. che tante volte in tal delitto ſiamo in
ciampati; e tante volte il noitro buon
Conſideriamo , dilettiflimi Fratelli , Dio ci ha rimeffo un ardire si atroce .
che ſe ogni terrcna poteſtà ragionevol Che miſericordia ! Che bontà ! Cho
mente eſige ubbidienza e ripetto da' dilezione ! Ma ahimè ! che appunto
fuoi Sudditi , tanto più il debba preten- per tal ragione il Signore eſige da
dere dalle sue Creature ľ . Alti:Dino , noi fedeltà ; imperciocchè il rioffender
che è il Re de' Regi ed il Signore lo farebbe l' ifteflo che doppiamente
de' Dominanti E pure fuol ſuccedere, diſprezzarne la maeſtà . Ed in fatti ſi
che ſovente abbiano venerazione i diſprezzerebbe um Signore , che meri
Principi da' loio Vaſſalli , e non ? ta di eſſer ubbidito non ſolamente per
abbia dalle ſue Fatture il Regnante al- la ſua altiffima condizione , ma anco
tilfino dell'Univerſo . Or che vilipen- ra per la ſua infinita carità , onde ci
dio egli è codefto della divina ſübli- ha rincfii i noſtri atrociflimi delitti .
millima maeſtà ? Se offendeſi la dignità E quindi è , che un Penitentc , che do
di un terreno Monarca , quan :to vie po la giuſtificazione ricade in peccato,
ne diſubbidito ; quanto più col diſub- ſi mette in evidente pericolo di non
bidire vilipendeſi la macftà eccelſa del più ottener perdono ; perché vilipen
Creatore ? Senza dubbio quanto è più de la maeſtà dell' Altilimo con ilpe
alto il grado di chi è oltraggiato ; tan- ciale diſprezzo .
to più è maggiore il diſprezzo , qualor Ma pure apprendiamo la vera fa
non venga ubbidito e temuto. E quin pienza dalle ſante Scritture , o Cri
di è , che ſc fopra ogni terrena gran : Itiani . Ecco Ninive penitente . Cho
dezza infinitamente s ' inalza la maoftà non fa il clementiſſimo Signor degli
del Re dell ' empireo ; infinita parimen- cſerciti per aggraziarla ribelle ? Vi
te eſſer debba l' offeſa , che con la ſpediſce premuroſamente un ſuo Pro
diſubbidienza gli fi reca. Ma queſto è feta ,che è Giona , a rappreſentarle
ancor nulla . Riflettiamo in oltre alla gli eccelli di ſua ſcoſtumatezza , che
gran differenza , che paſſa tra il di- meritano iinminenti gaſtighi : e poi.
Tubbidire ad un Monarca terreno ed .ché cerca queſti di corcere di colà il
Ff 2
228
camino per Tarſo , l' Altiflimo gliel trante il Profeta Sofonia ; e le predice,
conduce dentro il ventre di una bale- che ſaran disfatti gli Allirj , e con ello
na . Egli dunque Giona omai è in Ni loro tornerà Ninive un orribil diſerto
nive . Oh quanto grida ! Oh quanto tuo- ſenza tempio , ſenza archi , ſenza pa
na ! Ninive Ninive, egli dice , e fino lazzi , ſenza ville , ſenza ſoggiorni :
a quando ſarai ribelle al tuo Signore ? Extendet manum fuam , & perdet Ajur ;
Ah ! pur troppo ſono eccellivi i tuoi ponet ſieciofam in folitudinem ; accubabunt
delitti ; ne palleranno quaranta giorni in medio ejus greges; omnis , qui tranfibit
che gli piangerai ſotto le tue medeſi per eam , fibilabit
> & movebit manuin ·
me rovine , renduta berſaglio della i- Ma ella non l'aſcolta . Ed ecco vien
nevitabil vendetta : Adhuc quatraginta guaſta , demolita , diſtrutta ſenza remiſ
dies , & Ninive ſubyertetur . Ma pure fione , ſenza indulgenza , fenza perdo
a tali voci ſi ſcuote , ſi commuove , fi no . Ed oh eſempio ! Oh tcrrore ! Oh
ravvede \' indegna Città : ed attenta- ſpavento ! Ninive una ſol volta fu com
mente conſumando in penitenza eſem patita , c perdonata dall ' Altiflimo . E
plare le quarante giornate ; non ſola- perchè ella abusò di tal perdono , per
mente evita l' annunziato ſupplicio , che ella con ulterior diſprezzo vilipe .
ma ottiene anzi indulgenza e perdono; ſe dopo il perdono la maeſtà cccella
e vede il Profeta , dice il P. S. Gian- del Creatore , più per lci non fu pietà,
griſoſtomo (a) , che con le ſue poche non fu compaſſione, non fu miſcricor.
parole ſia giunto a ſalvarla : Nuda illa dia ; e reſtò impenitente e conquiſa -
loquutus verba , omnes in pænitentiam de- Coſa dunque dobbiam dire di quei Pe
duxit . Oh ventura ! Oh conſolazione ! nitenti , che non una ſola , ma più e
Non dovrebbe dunquc Ninive perfeve più volte furon dall'Altiſſimo perdo.
rare nel ſuo pentimento >
e non vili nati , e di nuovo dall ' Altiffimo fi ri
pendere più la maelta dell'increato bellano per aderire al Principe delle
Sovrano , a cui è ſtata benignamente tenebre ? Ahime ! coſa mai dobbiam
aggraziata ? E pur Ninive è inconſtan- dire , ſe non che ſi mettano ad evi
te. Appena traſcorrono i quaranta gior- dente riſchio di volgere cosi in ira
ni di penitenza , e Ninive prende bal- e ſdegno la divina clemenza , che più
danza maggiore . Luſingaſi di ottener loro non accordi il perdono , la ricon :
di bel nuovo quel grazioſo perdo- ciliazione , e la pace ?
no , che ha già ottenuto ; e torna quin- E pure piange dirottamente Salviano
ci de' ſuoi paſlati delitti più vitupero. di Marſeglia , ed efclama ( ) : Novum 1
famente a lordarſi . Ma ahiinė ! che a monſtri genus , endem pene omnes faciunt ,
fuo danno inevitabile ella ſi rende quæ fe fecille planxerunt. E non facciam 1
nuovamente infedele . Non vi è più noi quel medeſimo , che fanno quei
remiflione per lei . La minaccia il vec- Marinaj , che da ria tempeſta campati,
chio Tobia ; e le predicc l'eſtrema giunſero a falvamento alla ſpiaggia ?
deſolazione : Prope efit interitus Ninive; Veggon ful lido già frantumato illegno,
iniquitas ejus finem dabit ei . Ma ella non e qua rotta la prora , là roveſciata la
l'aſcolta . La minaccia con maggiore poppa , dove lacerate le antenne , do
energia il Profeta Naumine; e le pre- ve fracaſſata la carena ; e ſpaventati
dice , che farà preda infelice dc' Cal- da ! l' orror della morte , che mirarono
dei e de' Medi : Ponam te in exemplum ; sì vicina , non fan decidere i meſchini,
omnis , qui viderit te , reſiliet a te , & dicet; ſe ancor con gli ondoſi flutti combat
vaſtata eft Ninive . Ma ella non l'aſcol- tano , o pure calpeftino l ' aſciutta are.
ta . La minaccia con ardore più pcne- na , e rcſpirino aura vitale . Pur li ac
cor
Per quanto ſiaſi adoperata diligenza alla correzione della ftampa , non ſi è potu-
to cvitare li incontro di qualche lettera falſa , che potrà correggere il di
ſcernimento del benigno Lettore . E ſolamente qui ſi notano pochi errori più
eſſenziali .
ERRORI CORREZIONI.
pag . 23. col. 1. cui vel crederetur, cui vel crederetur , vel cederetur ,
pag. 41. col. 1. Legislatore Mose e Condottiere Giosue
due volte Mose Giosue
pag. 43. col . 1. Zelo l'onore di Dio Zelo l'onore di Dio in Samaria ,
in Sionne ,
pag . 70. col . 1. e 2. Abeſini Abelini
pag. 82. col. 2. di amar di Dio , di amare Iddio ,
IN .
232
INDICE DE TITOLI
CHE IN QUEST'OPERA SI CONTENGONO