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DI TRENTA MEDITAZIONI
DELLE S. MISSIONI
O DE SANTI
SPIRITUALI ESERCIZII
ANA
Seconda Ediziowe
B.
S.
BIBLIOTHEQUE S. J.
La Fontaines
60 CHANTILLY
FORLI
Presso Luigi Bordandini
1836 .
B3ITROUES
bus nr 5
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AVVERTIMENTI
Suscipe
uscipe,, clementissime Deus,, precibus et meritis
B. Mariae semper Virginis, et omnium Sancto
rum , et Sanctarum officium servitutis nostrae: et
si quid dignum laude egimus, propitius respice,
et quod negligenter actum est, clementer ignosce,
qui in Trinitate perfecta vivis et regnas in sae
cula saeculorum . Amen.
Confermate quindi i vostri propositi, che a
vete fatto: unite la vostra Orazione con quella
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che fece Gesù nel Getsemani; e pregate viva
mente il Signore per li vostri particolari biso
gni, per quelli del vostro prossimo; per la per
severanza nel bene: infine per la prosperità del
la Santa Madre Chiesa .
. Confirma hoc Deus, quod operatus es in nobis.
R. A templo sancto tuo, quod est in Jerusalem .
OREMUS.
MEDITAZIONE II .
PRATICA E FRUTTO .
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voi andate perduto dietro a quella carica a quel
l'onore: ma mettiam pure che voi ottenghiate
e quella e questo; quid prodest, se non arrivate
al vostro fine di salvarvi eternamente? Ora sa
rete tutto inteso ad accumular quella roba, quel
le ricchezze: ma fingiam pure, che arrivaste al
le dovizie di un Cesare, quid prodest, se poi non
vi salvate? Per tutti i secoli eterni non vi sarà
neppure l'ombra di tante richezze; e spasime.
rete fra le estreme necessità di tutte le cose.
Ora state tutto dissipato in quei piaceri o della
gola o del senso: ma mettiam pure, che aveste
à godere tutte le delizie di un Salomone; quid
prodest, se poi non vi salvate? Di qui a cent'an
ni, ed oh quanto meno non vi sarà neppure un
na stilla di tanti piaceri; e per ľ opposto nuo
terete in un mare di tutti i tormenti. Ah, let .
tor mio, miserere animae tuae; e se non della
vostr' anima, almeno del vostro corpo; ch' egli
ancora avrà eternamente a patire, se vi dannate.
E se non di voi stesso, vi mova almeno il ri.
spetto di dare a tutti i Santi quella festiva con
solazione, che sentono all' udire un peccatore,
che volgesi a penitenza. Concedete quest'alle
grezza a vostri congiunti, che sono già in luogo
d'ineftabili godimenti, e che stanno tanto bra
mosi di sentire la vostra emendazione; e tanto
caldamente pregano il Signore a darvi ajuti, per
chè vi facciate santo. E se non altro, vi mova il
riguardo di dare quest' altissimo piacere alla vo
stra cara Madre Maria Santissima. On se vedeste,
quante volte s'adopera presso il suo figlio, per
chè non v' abbandoni per li vostri peccati! Quan
te volte gli mostra il virginal suo seno, che die
degli il latte, affinchè non cessi dal piovere sopra
di voi le celesti sue graziel Chi potrebbe perciò
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1 PRATICA I FRUTTO .
PRATICA E FRUTTO .
PRATICA E FRUTTO .
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Sacerdote ad assistere alla mia morte. Qui quem
sť anima lascierà il mio corpo , e spiccherà o un
volo tutta lieta cogli Angeli del Cielo ; o una ca
duta tutta disperazione co' Demonii dell' Inferno.
Pensateci bene, pensateci spesso, e senza indu
gio datevi a Dio.
MEDITAZIONE XIV .
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presto alla Chiesa a rechar avviso di suonar le
campane pel vostro passaggio, e dare i soliti
segni del funerale. Qui pensatevi alquanto; e di
te a voi stesso: ha dunque a venire un giorno,
in cui le campane suoneranno a morto anche per
me: ha da venire un giorno in cui per le case e
per le vie s' andrà dicendo: sapete la nuova? Il
tale è morto . Terminato il suonare, verranno a
PRATICA E FRUTTO .
PRATICA E FRUTTO .
Sopra l'Inferno.
si considera l' angustia del luogo.
Contemplate attentamente l'orribilestrettezza, VO
con cui starete laggiù nell' Inferno, se per
stra eterna sciagura mai vi dannate. Vi sovviene
d'essere mai stato oppresso da un' ardente ga
gliarda febbre, assalito da un eccessivo caldo
in una notte di state? Quantunque sopra mor
bido letto, voi vi sentiste mancare il respiro:
spesso cambiaste sito, mai non trovaste luogo,
che vi piacesse, or da questa parte aggirandovi,
ed ora da quella; e vi parevan milli anni o di
vedere il Medico a dar qualche sollievo al vo
stro male, o che sorgesse il giorno a ricrearvi,
colla sua luce, e a rinfrescarvi coll' aure sue
mattutine . Ah, Lellor mio, come potrete, se vi
dannate, sofferire di stare non già sopra mor
bido letto, ma sopra ardente e vivo fuoco; non
già colle membra a bell'agio distese, ma in
quella sconcissima, e tormentosa giacitura, in
cui sareste venuto a cadere; forse colle mani a
tergo; forse co' piedi stravvolti; forse col capo
all'ingiù ? Senza avere, nè mai sperare di avere
quei legger refrigerio, che prova un infermo nel
suo letto , un prigioniero nella sua carcere, di
cambiar sito, di volgervi dall'altro lato, di strim
garvi quella mano quel piede, che nel piombar
giù vi metteste sotto malamente. Pensate voi se
lo potretel 'Avrete a tenervi adosso , se vi dan
wate, accatastati tanti milioni e milioni di Tur
chi, tanti milioni e milioni d'Idulatri, e d'In
fedeli, i quali tutti avrauno a penare sopra di
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voi: essendo ben giusto, che vi siano inferiori
pel supplizio coloro, che vi furono inferiori nel.
le grazie. Ed oh! l'insoffribile , ed ineffabile mar.
tirio, allorchè vi sentirete trafliggere gli occhi
da quelle accese fiamme, e non isperar mai di
potere alzare una mano per ripararli alquanto.
Vi sentirete nel cuore inviperire quegli aspidi
eterni; e non avrete, nè mai potrete sperare di
aver campo e forza di muovere una mano ad
ucciderli almeno per rabbia.
Voi ben sapete, che a' que' malfattori, che spa
simano sulla Corda, il più grave spasimo riesce
quella stilla di sudore, che spremuta dalla vee
menza dello spasimo scorrendo dalla fronte si
ferma, e fa insoffribil prurito sulla punta del
paso , senza che i meschini abbiapo modo di
poterla tergere, ed asciugare. Che sarà dunque
sentirsi non già leggermente prurire, ma dispie
tatamente infuriare voraci dragovi nelle viscere;
sentirsi co' piedi travolti, col capo all'ingiù , e
non potere; nè mai sperar di potere rizzarsi sù;
o sofferire almeno con natural positura il suo
tormentosissimo Inferno? Vae quibus haec prius
experienda sunt, quam credenda! Guai a ' voi,
Leitor mio, se prima di credere a questi tor
meuti avrete a provarlil E ben si vede, che o
non si crede affatto questa verità, o d'una fem
de soltanto si crede pressochè languida e mor
la : perocchè sarebbe egli mai possibile, che vơi
voleste ingolfarvi a commettere un peccato, ben
sapendo, che potrebbe questo solo precipitarvi
all' Inferno? Ecco pertanto a quali pensieri do
vete ricorrere, allorchè o vi tenta il Demonio,
o vi lusinga la carne a commettere un qualche
peccato. Sio muojo, dir dovete, in questo pece
cato, ch' io son per commettere, avrò da tenere
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adosso montagne altissime di corpi dannali. Stard
dunque più assai compresso di quello, che sieno
le uve sotto del torchio ! Mai non avrò da poter
mi volgere dall' altro fianco: non mai più a cam
biar silo: non mai più a strigarmi questa mano ,
a liberarmi questo piede, che mi sarà rimnsio sotto
nel cadere! Io non potrò mai più prender respiro
per l'immenso peso , da cui verranno stretti i miei
fianchi! Che sarà poi, se per divina disposizione
resterd col capo all' ingiů ? E qui riflettete ale
Veffetto orribile, e all' atrocissima pena , che
cagionato avrebbe al P. Marcello Mastrilli l'es
ser posto dagl' idolatri ' sol per quattro di col
capo all'ingiù nella fossa, se Iddio nol sottrae
va
a tanto spasimo con un'estasi deliziosa. E
voi pensate, che se non vi emendale, se non vi
risolvete a mutar vita avrete da starvi, e cosi
stretto a spasimarvi per anni, e per secoli infiniti.
COLLOQUIO .
MEDITAZIONE XXI .
L'Eternità delle Pene.
Il Figliuol prodigo.
Ingiustizia della sua partenza .
Richiamate alla mente quella dolcissima Para.
bola del Figliuol Prodigo, che avrete udito tan ,
te volte, descritta nelºs. Vangelo, e fateri a
ponderare attentamente, quanto lu ingiusta, ed
iniqua la risoluzione, che prese quello sconsi
gliato . Dimandò la paterna eredità per girsene
a scialacquarla a suo capriccio con sommo dis
piacere, ed affronto dello stesso suo genitore,
che gliela dava . Quanto, se ben considerate, vi
parrá iniquo il procedere di questo giovine for
sennato ! Ma oh quanto, se ben rifletiete, vi ve
drete vivamente espresso in quellul Vui pure
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senz' alcun vostro merito foste eletto, ed innala
zato da Dio nel Battesimo al grado sublimissi
mo di suo amatissimo Figlio: onore infinitamen
te maggiore, che se vi avesse fatto nascere figlio
del più gran Monarca, ed erede della più vasta
Monarchia .
Quanto lo troverete vero, se vi porrete a con
siderarlo posatamente! Mavoi con una somma
cecità , e con un'ingratitudine senza pari, vole
spe partire dal vostro Dio, e vi prendeste l'e
rédità paterna per servirvene contro lo stesso
vostro Padre. Quell' intelletto, quel libero arbi
trio, con cui fecevi somiglievole agli Angeli, ed
a Lui stesso, voi l'impiagaste per rendervi so
migliante ai bruti più insensati. Era pur dono
di Dio quel danaro, di cui vi serviste a sfogo
delle vostre più ree passioni. Dopo di Dio quel
la lingua, di cui abusaste nel tener lascivi ' di
scorsi, nel lacerar la fama del prossimo, nel
bestemmiare il suo santissimo Nome. Dono di
Dio quel cuore, nel quale fomentaste quell ' odio
accanito, in cui deste ricetto a tanti vergognosi
atletti. Dono di Dio quel sapere che acquista
ste, quell'impiego che otteneste, quegli agi e
que' beni che conseguiste: quanto insomma ave
te e dentro di voi, e fuori di voi tutto è dono
di Dio ; e voi ne faceste abuso per offendere il
vostro Donatore; e ciò ch'è ancor peggio, Dio
stesso servir faceste a compimento delle vostre
malvagità, siccome se ne lagnò Egli stesso per
bocca del1. Profeta.
Vorrete voi dunque continuare in una vita di
questa fatta ? Vorrete voi seguitare a viver lon
lano dal vostro Dio per dar gusto al Demonio
suo dichiarato nemico? Al Demonio adunque, e
nou a Dio ricorrete per avere qualche facoltà,
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con cui possiate piacergli, è dare voi sfogo alle
vostre concupiscenze. Ah miserabile talliio, che
egli è! E in quale durissima schiavitù non liene
egli chi se gli dedica; e lo segue ? E per un vile
esordido piacere quante amaritudini, quanté
tristezze non fa egli mai sofferire? E voi pur
volete seguirlo ? Ma che mai vi ha fatto il Do.
monio, che si merita tant' ossequio da voi? Ha
egli forse fatto a voi douo di que' sentimenti,
di quelle potenze, di quelle cose , con cui lo sera
vite? Ila egli sofferto per amor vostro non che
la morle , un minimo dolore, come fece Gesù
Cristo? Ala egli forse preparato a voi ineffabili
godimenti, infiniti piaceri, come furono a voi
apprestati da Gesù Cristo? Ah! Lettor mio, che
intinita pazzia è ella dunque la vostra lasciare
il fonte delle acque vive per saziarsi ad una
cisterna dissipata, e senz'acqua? Vorrete voi
più in appresso star lontano da Dio, che vi pro
melle, se lo servite, un'eterna felicità? E per
isfogarvi qualche altro incertissimo tempo gir
sotto i piedi di Lucifero, che vi aspetta per i
nabissarvi in un'eterna miseria? Per iscapric
ciarvi altri pochi momenti, volete voi darvi ad
un tiranno così ipfame, e lasciare un Padre cosi
dolce, cosi tenero , così amorevole per tutta
l'eternità?
COLLOQUIO .
Il Figliuol Prodigo.
Miseria , della sua lontananza .
Il Figliuol Prodigo.
Tenerezza del Padre pel suo ritorno.
Dopo tutto ciò, che avete fin qui meditato,
volgete il vostro pensiere a ponderar le carezze
del Padre al ritorno.del Figliuol Prodigo; e ve
drete, che tutto questo si pratica da Dio verso
i peccatori pentiti, e che fanno a Lui ritorno.
Si: ogni volta, che scopre il Signore un pecca
tore , che ravveduto nelle fallacie del mondo
yolgesi a Lui, non soffrono le sue viscere d'a
spettare che giunga a Lui: va Esso incontro al
medesimo per istringerlo fra le braccia dell' a
unor suo: lo veste subitamente dell'abito pre
zioso della grazia; gl'imbandisce un sontuoso
convito delle stesse sue Carni : ed intima per
gioja una Festa solenne a tutti gli Angeli, e
Santi nel Cielo. Ne adopera Esso già, siccome
pur fanno tutti gli altri , che perdonano agli of
fensori, i quali rinfaccian prima loro quanto fe
cer di male .
Trovatemi un sol peccatore, a cui nel ricorso
fatto a Dio, Dio abbia usato questo lieve, seb
ben giusto risentimento. Trovatemi in qual luo
go Gesù Cristo apparendo a S. Pietro, dopo a
yerle questi si ingratamente negato, gli rinfac
ciasse il suo fallo, i suoi spergiuri. Ăccolse a
morevolmente la Maddalena; e anzi che farle un
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rimprovero della sua passata vita, le formó un
elogio del bene, che faceva presentemente. U
na sola parola di risentimento non volse al la
dro sulla Croce , comecchè di recente bestem
miato l'avesse; nè si sa, nè si legge, che mai
rimproverasse i lor falli ai peccatori. Anzi scor
gesi tutto giorno verificato quanto fu scritto per
Ezechiello , che dal giorno , in cui il peccatore si
converte e si pente, non solo Dio gli perdona,
ma dimentica altresi i coinmessi peccati: non
recordabuntur amplius. Cosi pratico colla B. An
gela da Foligno , ' la quale comeche offeso l'a
vesse
con enormi sacrilegii , comunicandosi in
peccato , allorchè poi di vero cuore diedesi a
Dio , Egli non seppe rattener l'amor suo verso
COLLOQUIO .
PRATICA E FRUTTO .
MEDITAZIONE XXV.
Sopra i dolori di Maria Santissima
nella Crocifissione del Figlio.
Ponetevi con tutto l'animo vostro a contem
plare posatamente, come guadagnato dal buon
Gesù a forza de' più squisiti tormenti l'alpestre
giogo del Golgota; dopo un si doloroso cammi
no que' dispietati Ministri d'Inferno lo attor
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niarono, lo strinsero, gli furono sopra, come
tanti arrabbiati Mastini intorno ad un mansue
tissimo Agnello per farne il più orrido scempio,
che imaginar si possa. Maria era presente; ma
perchè impedita dalla calca del popolo, é dal
numero de Manigoldi non poteva vedere quello
spettacolo, tutt' ansiosa cola rivolta col cuore,
ove penetrar non poteva col guardo: Ah! dice
va, adesso spoglieranno di nuovo il Figlio mio:
ora gli saran rinovate tutte le piaghe per le ve
sti attaccate alle carni: ora lurteranno, e lo
stenderan sulla Croce. Ma al sentir poi la prima
martellata , dandole un forte sbalzo il cuore nel
petto: ah! questa , ripigliava, si dà sicuramente
sulle mani del Figlio mio. Or qui considera,
quale sarà stato l'immenso dolore dell'aman
tissima Madre Maria per tutto quel tempo, che
durò la crudelissima sua Crocifissione nel sen
tire colle proprie orecchie tante martellate , è
sapere che piomhavano, e si davano sopra del
proprio Figlio, ch’Ella amava assai più, che il
proprio Cuore. Voi ben sapete, che se far deb
besi un taglio doloroso ad una postema, ad u
na ferita, si ha cura, che non vi sien presenti
non che la Madre del paziente, ma nè anche i
più lontani congiunti, per non dar loro tanto
dolore nel veder patire, e spasimare una perso
na da essi amata. E Maria, che amava Gesù più
assai di quello, che lo amassero , e lo abbian
da amare tutte insieme le creature, talmente,
che se potesse farsi per cosi dire un distillato
di tutti gli Amori, che portarono a Gesù tutti
i Santi, quello spirito di amore ardentissimo
non arriverebbe neppure per nulla all' amore,
che portavagli la sua Genitrice, mentre lo ama
va immensamente più che sè stessa; onde ( se
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cosi fosse stato in grado a Dio ) avrebbesi e
letto piuttosto di esser Ella più crudelmente
crocifissa, che vedere una sola volta crocifisso
il suo figlio. Si: perchè patire per amor di chi
si ama, sºegli è patire, è un soffribile patinen
to : ma egli è un puro patire, ed un patir senza
pari il vedere e sentire sommamente patire un
oggetto immensamente amato : e questo fu il pa
tir di Maria costretta dal comando del Divin
Padre, e dall'amore del Figlio a sentire colle
proprie orecchie quelle pesanti impetuose mar
tellate, che davano i manigoldi sulle mani e sui
Maria: troverete ch’Ella soffri in quel momen di
to dolori più eccessivi, tormenti più acerbi, un
più crudele martirio, che tutti i Martiri insieme
soffrisser giammai : vedrete con quale pazienza,
con quale dolcezza, con quale rassegnazione, e
sommessione agli ordini di Dio Ella pati: pa.
zienza la più umile, dolcezza la più amabile,
rassegnazione la più intera , la più eroica, la più
generosa . Volgetevi dunque a Lei, e ditele di
tutto cuore nel seguente
COLLOQUIO.
MEDITAZIONE XXVII.
ORAZIONE
A MARIA SANTISSIMA