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Don Renato Tisot

IL CULTO DELLA DIVINA MISERICORDIA

A.D.I.M. Alleanza Dives in Misericordia e di Rinnovamento nello Spirito Trento

Prefazione Fu un giorno dimportanza storica quel 30 aprile del 2000, ottava di Pasqua del Grande Giubileo. Davanti ad una folla immensa, Papa Giovanni Paolo II canonizzava suor Faustina Kowalska la piccola segretaria di Ges Misericordioso. Nellomelia il Santo Padre dava ufficialit al titolo di Domenica della Divina Misericordia per definire la Seconda di Pasqua ed enunciava i fondamenti interpretativi validi a collocare proprio nel cuore del mistero pasquale il messaggio e il culto della Divina Misericordia, proponendolo come speranza per illuminare il cammino agli uomini del terzo millennio. Subito dopo, il 5 maggio 2000, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti emetteva un decreto che fissava nel calendario liturgico universale questa Domenica della Divina Misericordia, giustamente avvisando di non modificare alcun testo della liturgia gi in atto (in quanto evidentemente gi pienamente atta a illustrare il tema e far vivere il mistero). Affermava che questa era una precisa volont del Papa, il quale per aveva tenuto conto dei segni dei tempi. Cos infatti si legge: Nella nostra epoca i cristiani, provenienti da numerosi paesi del mondo, desiderano innalzare questa Misericordia nel culto divino, specialmente nella celebrazione del mistero pasquale, nel quale risplende soprattutto la bont di Dio verso tutti gli uomini. Non tutti per, fino a questo punto, erano a conoscenza dei tormentati sviluppi che portarono la Chiesa al discernimento e allapprovazione, sulla scia di una meravigliosa storia tessuta dal Signore stesso per i nostri tempi e assimilata rapidamente soprattutto dai piccoli e dai poveri. Anzi la decisione ecclesiastica veniva recepita in maniera molto negativa da teologi, liturgisti e pastori che, aggiornati nei percorsi post-conciliari, credevano di trovarsi di fronte ad un riflusso devozionistico assai preoccupante. Cos succedeva che, mentre in tante parti del mondo la notizia veniva accolta con gioia, anche perch ormai scontata in quanto vissuta entro una sensibilit di pastori in sintonia con quel grande luogo teologico che il popolo di Dio, da noi invece, soprattutto in Italia, si alzavano voci non solo di disappunto o diffidenza ma anche di ostilit. Per questo, allinizio del 2001, e proprio in vista della prima possibile celebrazione ufficiale della Domenica della Divina Misericordia (22 aprile), mi premurai di dare alle stampe una silloge di testi e riflessioni che potevano dare un primo e documentato fondamento alla comprensione, allannuncio e alla celebrazione. Potevo basarmi su pi di ventanni di conoscenza, di esperienza e di provvidenziale fruttificazione in questo campo. Ad opera dellassociazione ecclesiale Alleanza Dives in Misericordia di Trento usciva il volume col titolo: LOttavo giorno di Pasqua e la Divina Misericordia nel cuore del mistero pasquale. Sorprendentemente il migliaio di copie and in esaurimento nel giro di due mesi. E dalla Segreteria del Santo Padre veniva questo riconoscimento: Sua Santit ringrazia di cuore per il devoto omaggio, e mentre auspica che lannuncio dellamore misericordioso di Dio possa diffondersi sempre pi nel mondo, aprendo i cuori alla sua azione risanatrice e vivificatrice, invoca la celeste protezione di santa Faustina Kowalska e volentieri imparte a Lei e alle persone care la Benedizione Apostolica, pegno dellabbondanza della luce e della gioia del Signore Risorto (5 maggio 2001).

Evidentemente avevamo raccolto tanta gente per linvito che il Santo Padre ci aveva fatto, di celebrare ancora con lui la Domenica della Divina Misericordia in Piazza S. Pietro (Ottava di Pasqua, 22 aprile 2001). Di nuovo un appassionato appello a far avanzare messaggio e culto non solo nella Chiesa ma nella storia umana. Questanno, 2002 dellera cristiana, ho pensato di offrire un altro piccolo strumento dinformazione e di formazione, riprendendo alcuni temi e aggiungendo i necessari aggiornamenti. per facilitare il cammino e la collaborazione di molti attenti pastori e fedeli e per aprire porte a chi non ha avuto loccasione di conoscere, mentre mi accorgo che anche in alcuni calendari liturgici diocesani incomincia ad apparire la Domenica della Divina Misericordia al posto esatto dellantica e sempre amata domenica in Albis. Ma ci tengo a riprendere alcuni commenti scaturiti a cuore caldo dopo le grandi celebrazioni del Papa: Il progetto che Papa Wojtyla cominciava ad annunciare fin dallinizio del pontificato, facendo intuire quasi il nucleo e il senso divino della sua elezione e della sua primaria missione, sta per svelarsi nelle dimensioni pi profonde e misteriose, proprio mentre nella carne condivide col Misericordioso la vittoriosa Passione. Non pu elevare il cantico del vecchio Simeone finch lOra della Misericordia non saldamente radicata nel culto e nella prassi. E si allontana subito il pregiudizio che si tratta di un fatto tipicamente polacco, perch oggi con evidenza plateale pi assimilato agli estremi confini specialmente tra le popolazioni povere, che sono in genere il terreno preferito dal Dio che si rivela. vero, la prima Santa del Giubileo, anzi la Santa del Giubileo una umilissima suora polacca, suor Faustina Kowalska (1905-1938), ma essa non si presentata da sola per ben due volte nel giro di pochissimo tempo (beatificazione e canonizzazione) sulla grande facciata della basilica vaticana: la sua vita e il suo messaggio rivolto allumanit intera prende significato da quel Ges Misericordioso che sempre giganteggia al suo fianco. Si capir dora in poi sempre pi come lincrociarsi delle presenze storiche della Kowalska e di Wojtyla, come connubio di profezia e discernimento gerarchico, porti tutte le caratteristiche di autenticit e fruttuosit in riferimento ad un intervento del Padre Misericordioso in questi tempi di devianza sempre pi drammatica dei figli. unOra di Misericordia che non pu restare soltanto negli sforzi di un filantropismo umanistico e orizzontalistico, ma deve corrispondere anche ad unora di grande effusione dello Spirito, come dice il Papa, una grande primavera dello Spirito. Culmine e fonte perci per varcare le soglie della speranza.

Don Renato Tisot

1 - CHIESA CHE LEGGE ACCOGLIE E INTERPRETA

La lettura dei segni dei tempi per capire gli interventi e le proposte del fondatore Ges, sempre vivo e attivo, fa parte di quella assicurata presenza dello Spirito Santo fino alla fine dei tempi. Il 30 aprile 2000, seconda domenica di Pasqua, Giovanni Paolo II canonizzava suor Faustina Kowalska e definiva per il calendario liturgico universale la Domenica della Divina Misericordia. Il libretto consegnato ai fedeli spiegava autorevolmente la posizione della Chiesa nei confronti della missione di Santa Faustina e del culto della Divina Misericordia nelle nuove forme. Ecco il testo: Suor Maria Faustina, lapostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa pi conosciuti. Attraverso di lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della Misericordia Divina e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sullatteggiamento misericordioso verso il prossimo. Suor Maria Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalski, contadini del villaggio di Glogowiec. Al battesimo nella chiesa parrocchiale di Swinice Warckie le fu dato il nome di Elena. Fin dallinfanzia si distinse per lamore alla preghiera, per la laboriosit, per lobbedienza e per una grande sensibilit alla povert umana. Allet di nove anni ricevette la Prima Comunione; fu per lei unesperienza profonda perch ebbe subito la consapevolezza della presenza dellOspite Divino nella sua anima. Frequent la scuola per appena tre anni scarsi. Ancora adolescente abbandon la casa dei genitori e and a servizio presso alcune famiglie benestanti di Aleksandrw, Ldz e Ostrwek, per mantenersi e per aiutare i genitori. Fin dal settimo anno di vita sentiva nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare in convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, part per Varsavia dove il 1 agosto del 1925 entr nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni nelle diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilno e Plock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia. Allesterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era concentrata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in s una profonda e straordinaria unione con Dio. Alla base della sua spiritualit si trova il mistero della Misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianit della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della Misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Scriveva: O mio Ges, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in s una delle Tue virt; io desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La Tua misericordia, o Ges, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ci sar il mio segno distintivo in questa e nellaltra vita (Q. IV, 7). Suor Maria Faustina fu una figlia fedele della Chiesa, che essa amava come Madre e come Corpo Mistico di Cristo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collaborava con la

Misericordia Divina nellopera della salvezza delle anime perdute. Rispondendo al desiderio e allesempio di Ges offriva la sua vita in sacrificio. La sua vita spirituale si caratterizzava inoltre per lamore allEucaristia e per una profonda devozione alla Madre di Dio della Misericordia. Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dellubiquit, il dono di leggere nelle anime umane, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi. Malgrado il dono di tante grazie straordinarie era consapevole che non sono esse a costituire lessenza della santit. Scriveva nel Diario: N le grazie, n le rivelazioni, n le estasi, n alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma lunione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dellanima, ma non ne costituiscono la sostanza n la perfezione. La mia santit e perfezione consiste in una stretta unione della mia volont con la volont di Dio (Q. III, 28). Il Signore scelse Suor Maria Faustina come segretaria e apostola della sua misericordia per trasmettere, mediante lei, un grande messaggio al mondo. NellAntico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta lumanit con la Mia misericordia. Non voglio punire lumanit sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso (Q.V.155). La missione di Suor Maria Faustina consisteva in tre compiti: - avvicinare e proclamare al mondo la verit rivelata nella Sacra Scrittura sulla Misericordia di Dio per ogni uomo. - implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, in particolar modo con le nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Ges: limmagine di Cristo con la scritta Ges confido in Te, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina della Divina Misericordia e la preghiera nellora della Divina Misericordia (ore 15). A queste forme di culto e anche alla diffusione delladorazione della Misericordia il Signore allegava grandi promesse a condizione dellaffidamento a Dio e della prassi dellamore attivo per il prossimo. - ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la Misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Maria Faustina. Si tratta della via che prescrive un atteggiamento di fiducia filiale, ladempimento della volont di Dio e un atteggiamento di misericordia verso il prossimo. Oggi questo movimento riunisce nella Chiesa milioni di persone di tutto il mondo: le congregazioni religiose, gli istituti secolari, i sacerdoti, le confraternite, le associazioni, le diverse comunit degli apostoli della Divina Misericordia e le persone singole che intraprendono i compiti che il Signore ha trasmesso a Suor Maria Faustina. La missione di Suor Maria Faustina stata descritta nel Diario che lei redigeva seguendo il desiderio di Ges e i suggerimenti dei padri confessori, annotando fedelmente tutte le parole di Ges e rivelando il contatto della sua anima con lui. Il Signore diceva a Faustina: Segretaria del Mio mistero pi profondo,... il tuo compito pi profondo di scrivere tutto ci che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me (Q. VI, 67). Questopera infatti avvicina in modo straordinario il mistero

della Misericordia Divina; Il Diario affascina non soltanto la gente comune ma anche i ricercatori che scoprono in esso una fonte supplementare per le loro ricerche teologiche. Il Diario stato tradotto in varie lingue, tra cui inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, ceco, slovacco e arabo. Suor Maria Faustina, distrutta dalla malattia e dalle varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturit spirituale e misticamente unita a Dio, mor a Cracovia il 5 ottobre 1938 allet di appena 33 anni. La fama della santit della sua vita crebbe insieme alla diffusione del culto alla Divina Misericordia sulla scia delle grazie ottenute tramite la sua intercessione. Negli anni 1965-67 si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e alle sue virt e nel 1968 inizi a Roma il processo di beatificazione che si concluse nel dicembre del 1992. Fu beatificata da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma, il 18 aprile 1993. Le reliquie di Suor Faustina si trovano nel santuario della Divina Misericordia a Cracovia - Lagiewniki.

2 ERA IL 22 FEBBRAIO 1931 E POI

Non sembra vero che oggi esploda in tutto il mondo un progetto di Ges consegnato a suor Faustina appena una settantina danni fa. Tutto cominci in quel famoso 22 febbraio del 1931 nel convento di Plock in Polonia. Si legge nellormai famoso Diario: La sera stando nella mia cella, vidi il Signore vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre laltra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso luno e laltro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; lanima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Ges mi disse: Dipingi unimmagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Ges, confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che lanima, che venerer questa immagine, non perir. Prometto pure gi su questa terra, ma in particolare nellora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difender come mia propria gloria. Il confessore, a cui la religiosa confid questa impressionante esperienza, ovviamente pose le sue riserve interpretando nel senso di una immagine da imprimere nellanima. Ma mentre suor Faustina lasciava il confessionale la voce di Ges ritorn e cominci decisamente a proporre un culto: La mia immagine c gi nella tua anima. Voglio che limmagine che dipingerai col pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la mia grande Misericordia, le fiamme della Misericordia mi divorano; voglio versarle sulle anime degli uomini. Il Signore stesso sceglier a Wilno un direttore spirituale che dovr accompagnare suor Faustina: don Michele Sopocko, professore di teologia, che di fatto anche dopo la morte della suora avr un grande ruolo per la diffusione del culto... Che si tratti di un culto per tutta la Chiesa non ci sono dubbi se ripercorriamo il Diario e rileggiamo le chiarissime parole di Ges.

Nellanno 1934 torn a dire: Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica dopo Pasqua. Tale domenica la festa della Misericordia (p. 46). Figlia mia, guarda labisso della mia Misericordia e rendi onore e gloria a questa mia Misericordia... Nel giorno della mia festa, nella festa della Misericordia, attraverserai il mondo intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della mia Misericordia. Io le guarir e le fortificher (p. 104). Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la festa della Misericordia. Chiedi al mio servo fedele (don Sopocko) che in quel giorno parli al mondo intero di questa mia grande Misericordia: in quel giorno, chi si accoster alla sorgente della vita, questi conseguir la remissione totale delle colpe e delle pene... Il mio cuore gioisce del titolo di Misericordia. Annuncia che la Misericordia il pi grande attributo di Dio (pp. 132-133). Desidero che questa immagine venga solennemente benedetta la prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico (p. 145). Questa festa uscita dalle viscere della mia Misericordia ed confermata nellabisso delle mie grazie. Ogni anima che crede e ha fiducia nella mia Misericordia la otterr (p. 174). Intanto nel dicembre del 1935 Ges definiva la missione: il tuo compito ed impegno qui sulla terra quello di impetrare la Misericordia per il mondo intero. Nessunanima trover giustificazione finch non si rivolger con fiducia alla mia Misericordia, e perci la prima domenica dopo Pasqua devessere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della mia grande e insondabile Misericordia (p. 227). Nel 1936 Ges urgeva in questo modo: Figlia mia, parla a tutto il mondo della mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della mia Misericordia, riverser tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della mia Misericordia. Lanima che si accosta alla Confessione e alla Santa Comunione riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. Ges continua con un elogio altissimo della Misericordia e non si stanca di proclamare che, non solo la Festa, ma tutto quello che esiste frutto scaturito dalle viscere della Divina Misericordia. Notiamo come Ges usi il termine, pi pregnante e pi tenero che esiste nella Bibbia (Rahamin) per esprimere la misericordia. Pi avanti ancora c un esplicito riferimento al culto: Figlia mia, se per tuo mezzo esigo dagli uomini il culto della mia Misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti per la fiducia nella mia Misericordia (p. 277). Lungo un percorso educativo in crescendo, Ges propone un culto in cui preghiera parola e azione diventano realt indissolubilmente legate, e quindi un culto che dalla celebrazione passi alla vita e dalla vita ritorni alla celebrazione: carit orante e operante in profonda unit, come uno il grande comandamento dellAmore, verso Dio e verso il prossimo. In termini largamente recepiti oggi dopo il Concilio si parla di celebrazione, annuncio e testimonianza della carit. Con la celebrazione che diventa culmen et fons. Ges continuava: In questo modo lanima esalta e rende culto alla mia Misericordia. S, la prima domenica dopo Pasqua la festa della Misericordia, ma deve esserci anche lazione ed esigo il culto della mia Misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto allimmagine che stata dipinta. Per mezzo di

questa immagine conceder molte grazie alle anime, essa deve ricordare le esigenze della mia Misericordia, poich anche la fede pi forte non serve a nulla senza le opere (p. 277278). Alle volte il discorso di Ges si fa severo, come in quel 17 febbraio del 1937 quando disse: Le anime periscono, nonostante la mia dolorosa passione. Concedo loro lultima tavola di salvezza, cio la festa della mia Misericordia. Se non adoreranno la mia Misericordia periranno per sempre (p. 345). Il 28 febbraio ancora un urgente appello: Fa tutto ci che in tuo potere nellopera della mia Misericordia. Desidero che alla mia Misericordia, venga reso culto: do allumanit lultima tavola della salvezza, cio il rifugio nella mia Misericordia. Il mio cuore gioisce per questa festa (pp. 352-353). Nella festa della Divina Misericordia del 1937 (4 aprile) suor Faustina ebbe la forte esperienza di unione con le Tre Persone Divine, preludio a quello che oggi comprendiamo meglio, cio che il culto alla Divina Misericordia non si riferisce solo a Ges Misericordioso, ma va tributato a tutta la Santissima Trinit. Cos nel Diario si legge: dato che ero unita a Ges, per questo contemporaneamente ero unita al Padre e allo Spirito Santo: il Signore mi ha fatto conoscere tutto il mare della sua insondabile Misericordia. Quando ero unita al Signore, ho conosciuto quanto sono numerose le anime che adorano la Misericordia di Dio (p. 373). E pi avanti: Figlia mia, fa quanto in tuo potere per la diffusione del culto della Mia Misericordia. Le anime che diffondono il culto della mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nellora della morte non sar per loro giudice, ma Salvatore Misericordioso. Scrivi: tutto ci che esiste racchiuso nelle viscere della mia Misericordia pi profondamente di un bimbo nel grembo materno (p. 374). Suor Faustina fin dagli inizi riceve una chiara percezione della grande ma pesante missione assegnatale, ed entra spesso in un conflitto interiore lacerante, aumentato spesso allo spasimo da satana stesso. Alla fine si tratta di un vero martirio accettato e portato al termine solo con la grazia di Dio. Nellultima festa della Misericordia della sua vita terrena (24 aprile 1938) scrive: O mio Ges, accetta la mia morte in unione con Te come un sacrificio dolocausto... affinch lopera della tua Misericordia si diffonda nel mondo intero e perch la festa della Divina Misericordia venga solennemente approvata e celebrata (p. 553).

3- DAL 1938 AL 1978: FERVORI E BATOSTE

Un fermento attorno alla spiritualit - devozione - culto della Divina Misericordia s manifestato subito nel popolo di Dio, e poi anche prudentemente nella gerarchia ecclesiastica, ancora mentre suor Faustina era in vita. Il Diario stesso lo dimostra. Ges aveva promesso che la missione di Faustina si sarebbe ingigantita dopo la morte, appunto per un carisma di ministero che non viene mai tolto, anzi, come succede per tanti santi che hanno una missione universale, in Cielo viene elevato e potenziato.

Ed veramente uno spettacolo storico lestendersi vorticoso della devozione alla Divina Misericordia in tutto il mondo tra il 1938 e il 1959: un grande fervore. Bisogna dire che, nonostante il trionfo popolare, nonostante la sapientia cordis dei Pontefici, nonostante il grande interesse di tanti Pastori della Chiesa, alle richieste specifiche dei Vescovi e delle Curie, il S. Officio rispondeva sempre negativamente. La qual cosa faceva prevedere lincredibile batosta del 1959. IL S. Officio emanava una severa Notificazione negativa il 6 marzo 1959. Pubblicata dallOsservatore Romano il 7 marzo e poi finita negli Acta Apostolicae Sedis (11 e il 25 aprile). Per venire incontro ai tanti interrogativi e alle specifiche lettere inviate in direzione, intervenne anche lOsservatore della Domenica, organo vaticano di una certa autorevolezza, che interpret con notevoli attenuazioni la Notificazione in causa, sia perch era proprio una Notificazione e non un Decreto (che sarebbe stato una cosa pesante) sia perch si evidenziava assai che il testo del S. Officio mette delle riserve su certe forme recenti di culto ma lascia anche molto spazio alla prudenza e alle decisioni dei Vescovi locali. Si insisteva nel dire che non erano in causa le virt di quella Santa donna di suor Faustina e nemmeno il gran bisogno di un ricorso alla Divina Misericordia nei nostri tempi. Anzi, nel numero del settimanale uscito in data 15 marzo 1959, cos si scriveva: La Misericordia trionfa in tutta la storia umana ed vero che la S. Scrittura, il Vangelo specialmente, e tutta la S. Liturgia sono una continua meditazione e una continua lode per la Divina Misericordia. Sappiamo che lo stesso Cardinale Ottaviani, il duro e temuto Prefetto del SantOfficio, per questa causa di suor Faustina sollecitava invece di persona lArcivescovo Karol Wojtyla a procedere speditamente per un riesame approfondito e a raccogliere deposizioni finch i testimoni oculari erano in vita. chiaro comunque che, anche senza una pressione a tale livello, Wojtyla faceva il suo dovere per una divina attrazione e per interna convinzione. Cos, a Cracovia, con tanto di permesso del S. Officio, nellautunno del 1965 si apriva il processo informativo sulla vita e le virt di suor Faustina, che perci prendeva il titolo di Serva di Dio; e gi il 20 ottobre 1967 tutto era portato a termine con una seduta solenne. Il 24 gennaio 1968 gli atti furono consegnati al postulatore generale della Causa di Suor Faustina, il gesuita padre Antonio Mruk, che lavorer in maniera lodevole e determinata fino alla beatificazione e alla canonizzazione.

4- DAL 1978: LA GRANDE CONFERMA

Il 15 aprile 1978, sotto il pontificato di Paolo VI, usc la nuova Notificazione della Congregazione per la Dottrina della Fede (cos infatti venne a chiamarsi lex SantOfficio). Il testo dice: Questa S. Congregazione, tenuti presenti i molti documenti originali, non conosciuti nel 1959; considerate le circostanze profondamente mutate, e tenuto conto del parere di molti Ordinari Polacchi, dichiara non pi vincolanti le proibizioni contenute nella citata Notificazione (AAS, 1978, p. 350).

Con questa Notificazione stato anche facilitato litinerario verso la beatificazione di suor Faustina, anche se, come s gi visto, non cerano dei severi ostacoli al processo, perch i consultori stessi sapevano di poter prescindere dalle apparizioni e rivelazioni. Il gran popolo del Confido in Te cominci a respirare e a mettersi in moto con zelo ancora maggiore. Ci fu anche un fatto straordinario, da tutti visto come un segno divino: il pi grande interprete ed apostolo della Divina Misericordia, il cardinal Karol Wojtyla di Cracovia, diventava Papa proprio in quellanno: il 16 ottobre 1978. Giovanni Paolo II non esiter a collegare il suo alto ministero ad un preciso compito: Fin dallinizio del mio ministero nella Sede di Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come mio particolare compito. La Provvidenza me lo ha assegnato nella situazione contemporanea delluomo nella Chiesa e nel mondo (Collevalenza 22 novembre 1983). Nella Bolla dindizione dellanno giubilare della Redenzione cos scrisse: Aprite le porte al Redentore. questo lappello che rivolgo a tutta la Chiesa, rinnovando linvito espresso allindomani della mia elezione alla cattedra di Pietro. Da quel momento i miei sentimenti e pensieri sono stati sempre pi diretti a Cristo Redentore, al suo Mistero pasquale, vertice della Rivelazione divina ed attuazione suprema della Misericordia di Dio verso gli uomini di ogni tempo (6-1-1983). La preghiera che egli compose in quellanno dice chiaramente: Rinnova per noi i prodigi della tua Misericordia. La trilogia fontale del suo ministero (le tre encicliche dinizio) sembra quasi trovare un punto visivo nellicona della Divina Misericordia: al centro il Cuore del Padre (Dives in Misericordia) con due irradiazioni: Sangue del Figlio (Redemptor Hominis) e Acqua dello Spirito (Dominum et Vivificantem) il Verbo che prende corpo lincarnazione, della Misericordia del Padre e quindi anche il cammino verso il grande Giubileo per commemorare lincarnazione, viene preparato con un percorso che ripete il progetto del Padre storicamente realizzato 2000 anni fa: si prepara con Maria (Anno Mariano 1983-84), ufficialmente proclamata Madre di Misericordia, e poi si sviluppa dal Cuore trafitto di Ges (1997) nella potenza dello Spirito (1998) per un ritorno al grembo del Padre (1999). Che limmagine della Misericordia sia il vero vessillo del pontificato non c pi dubbio da quando sulla tomba della beata Faustina a Lagewniki (Cracovia) Giovanni Paolo II ha fatto la seguente confessione: Questa stata la mia esperienza personale, che ho portato sulla Sede di Pietro e che in un certo modo forma limmagine di questo pontificato. E, come fosse gi una sicurezza, aggiunge: Rendo grazie alla Divina Provvidenza perch m stato dato di contribuire personalmente al compimento della volont di Cristo mediante listituzione della Festa della Divina Misericordia (7 giugno 1997). Dunque, da quel 1978 la profezia sincontr con la gerarchia, a garanzia di un manifestarsi di Dio per i nostri tempi. Laltra garanzia richiesta era adesso un serio approccio dei devoti per non svilire o compromettere ancora la storia divina con devianze, devozionismi superficiali e divulgazione di testi poco ortodossi o malfatti. Bisogna capire prima quel sacramento del costato aperto, che fu allorigine della teologia giovannea e poi patristica, come pure lincommensurabile valore del Sangue e dellAcqua e il passaggio dallorgano - simbolo cuore a tutta la persona del Cristo morto e risorto nella completa luce del Mistero pasquale ecc.; tutte cose cos lampanti nellicona della Divina Misericordia.

5 DAL 1993: LORA

Suor Faustina viene beatificata da Giovanni Paolo II in Piazza S. Pietro: il 18 aprile 1993, seconda Domenica di Pasqua, cio Festa della Divina Misericordia. La voce del Papa sicura mentre pronuncia queste parole: Ti saluto, Suor Faustina. Da oggi la Chiesa ti chiama Beata... Come si pu non pensare che proprio Te, una povera e semplice figlia del popolo polacco di Mazowse, Cristo ha scelto per ricordare alla gente il grande mistero della Divina Misericordia... questo mistero divenuto veramente un grido profetico rivolto verso il mondo. In quel giorno si dava il via energico verso le nuove forme di culto per cui la missione di suor Faustina doveva aver valore per tutta la Chiesa. Possiamo dare un elenco rapido dei fatti significativi che ne seguirono: 1. Apertura a Roma, presso la bellissima Chiesa di Santo Spirito in Sassia, del Centro internazionale della Divina Misericordia. Rettore il giovane entusiasta e infaticabile don Jozef Bart, con laiuto proprio delle suore della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia. Tutti noi possiamo costatare quale rilievo stato dato dalla massima autorit ecclesiastica a questo luogo e quale centro dinamico e propulsore stia sempre pi diventando. 2. Atto di riconoscimento della Beata suor Faustina come Co-Fondatrice della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia. Questatto riconosce che ora il carisma originale della fondazione raggiunge lapice e che la Congregazione deve assumersi come scopo primario la diffusione del messaggio della Divina Misericordia. 3. Il 10 aprile 1994 il cardinal Camillo Ruini celebra solennemente la Festa della Divina Misericordia nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia. Egli dice: La chiesa cos piena di fedeli segno che la devozione alla Divina Misericordia ha gi messo radici in Roma e sappiamo quanto Roma e il mondo intero abbiano bisogno della Misericordia. 4. Finalmente la Festa della Misericordia del 1995 (23 aprile) viene ufficialmente celebrata dal Santo Padre a Roma nella chiesa di Santo Spirito. un giorno in cui il Papa pieno di sofferenze fisiche, ma queste non tolgono la forza dello Spirito che dentro di Lui mentre sa cosa sta succedendo per la storia della Chiesa e del mondo e mentre ricorda limportanza del messaggio e la necessit che vi siano dei veri e ferventi apostoli. Nel contesto benedice la grande icona della Divina Misericordia, dipinto pregevole del pittore polacco Moscal, che da allora esercita tutta la sua attrazione, nella cappella del Santissimo. Savvera tutto quello che suor Faustina scriveva limpidamente nel suo Diario. 5. La Festa della Divina Misericordia viene celebrata ancora dal cardinal Ruini nella Chiesa di Santo Spirito la Domenica in Albis del 1996. Il Santo Padre in viaggio verso la Tunisia e manda un messaggio. Il mercoled seguente alludienza generale dir che per un miracolo di suor Faustina c stato linvito a visitare quella nazione ed stata data la possibilit di celebrare per la prima volta ufficialmente lEucaristia in terra mussulmana. E ricorda che questa visita stata fatta nella Domenica in Albis, festa della Divina Misericordia. 6. 11 aprile 1999. Evento storico. la Festa della Divina Misericordia e per la prima volta si celebra in Piazza S. Pietro, Citt del Vaticano. Campeggia una gigantesca icona

sulla facciata della Basilica. Quarantamila devoti, avvisati in tempi ristretti, si danno appuntamento a Roma, riconoscendo subito la unicit e leccezionalit dellevento. una giornata di splendido sole, con una leggera brezza a richiamare lalito dello Spirito del Cristo Crocifisso e Risorto. Presiede il cardinal Fiorenzo Angelini, su incarico del Papa, e in questa posizione esplode subito nellomelia: Lodierna liturgia della Domenica in Albis, che chiude la solenne Ottava di Pasqua ci propone letture bibliche quanto mai pertinenti alla festa della Divina Misericordia, che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha voluto istituire con esplicito riferimento al messaggio della Beata Faustina Kowalska. Qui evidenzia, come giusto, che questa Festa non ha bisogno di letture particolari, perch sono gi provvedute dallo Spirito Santo che ha guidato la riforma liturgica post conciliare. E per listituzione della Festa il cardinale, in nota, afferma di riferirsi al famoso discorso del Papa a Lagiewniki nel 1997. Quello che poi il cardinale Angelini annuncia di importanza enorme anche per definire le dimensioni del Culto della Divina Misericordia: La collocazione, nella prima Domenica dopo Pasqua, della Festa della Divina Misericordia conferma lo stretto legame che esiste tra il Mistero pasquale della Redenzione e questa Festa dedicata a far scoprire e comprendere nellaspetto della Misericordia tutto il mistero della Redenzione. E qui la nota ricorda un passo importantissimo del Diario dove suor Faustina scriveva: Ora vedo che lopera della Redenzione collegata con lopera della Misericordia voluta e richiesta dal Signore. Prima della benedizione finale intervenuto anche larcivescovo Crescenzio Sepe, segretario generale del Comitato per il Grande Giubileo dellAnno 2000, per mettere in rilievo la grandezza di questa celebrazione e la meravigliosa avanzata della devozione a Ges Misericordioso nel mondo contemporaneo. Ripete quanto disse il Papa nel giorno della Beatificazione: Questo senza dubbio un segno dei tempi, un segno del nostro XX secolo. E aggiunge anche un segno del Grande Giubileo dellAnno 2000, anzi lunico e vero significato del Grande Giubileo. In questo senso la celebrazione odierna in onore della Divina Misericordia rientra a pieno titolo nella preparazione spirituale e nella celebrazione del Giubileo 2000. AllAngelus intervenne il Santo Padre che, per questanno ha seguito attentamente la Festa dal suo appartamento. Aveva tanto desiderato questo evento di popolo, come fosse un aiuto e una pedana di lancio per le ultime sue decisioni in merito al compito primario del suo pontificato, che quello appunto di proclamare e attuare lOra della Misericordia. E disse: Lodierna Domenica detta anche Domenica della Divina Misericordia. Essa costituisce in questanno dedicato a Dio Padre una preziosa occasione per entrare come singoli e come Chiesa nellautentico spirito giubilare. Ricord come si celebri in questa domenica la Pasqua ortodossa, facendoci quindi intuire da che punto si potr partire per respirare con i due polmoni della Chiesa: Oriente e Occidente. Fin con un elogio e un mandato Esprimo il mio compiacimento per la vostra devozione a Ges Misericordioso. Vi incoraggio ad essere, nellambiente di vita e di lavoro di ciascuno di voi apostoli della Divina Misericordia come la Beata Suor Faustina. Il giorno dopo lOsservatore Romano dedicava ampi spazi allevento riservando tre paginoni e dando forte evidenza nei titoli alla Domenica della Divina Misericordia.

7. Nel settembre del 1999 entra nel Messale Romano la Messa votiva De Dei Misericordia, che costituisce pure un cardine del Culto ufficiale avanzante. 8. Dall1 al 4 ottobre 1999 il primo Convegno nazionale a Roma, presso il Centro di Santo Spirito con un significativo titolo: Il culto della Divina Misericordia nella prospettiva del Grande Giubileo tertio millenio adveniente. La presenza di eminenti personalit della Chiesa pu significare quanto si valut questo Convegno e quanto ci si aspett da esso. Ne abbiamo un saggio e una gratificazione dalla lettera di Mons. Crescenzio Sepe inviata al Comitato organizzatore, dove venivano comunicate queste importanti affermazioni: Il Convegno considerato entro lambito della preparazione al Giubileo mentre va compreso anche come una grande tappa e un significativo passaggio nel cammino veramente meraviglioso della devozione a Ges Misericordioso che sta rafforzandosi per arrivare ad un vero culto, con garanzia di efficacia pastorale. Quale grande gioia e quale motivazione ulteriore offre Sua Eccellenza Mons. Sepe, quando letteralmente dice: Sono contento che questa devozione alla Divina Misericordia abbia raggiunto oramai dimensioni mondiali, com dimostrato dal fatto che sempre pi Vescovi, da ogni parte del mondo, istituiscono nelle loro Diocesi la festa della Divina Misericordia nella Domenica in Albis, cos come richiesto dal Signore alla Beata Faustina Kowalska. Faccio voti perch tale Festa che speriamo sia presto estesa alla Chiesa universale possa costituire come il cuore della Celebrazione giubilare. Il grande Giubileo del 2000 ci offre infatti una occasione eccezionale ed unica per celebrare la bont del Signore e la infinita misericordia (cfr. Sal 107/106, 1). Voglia la Madre della Misericordia benedire questo Convegno e renderlo efficace per incrementare lamore a Ges Misericordioso. A conclusione del convegno era proprio il cardinal Medina Estevez che presiedeva la solenne concelebrazione. In sacristia ebbi modo di parlare con lui e di porgli la specifica domanda sulla Domenica della Divina Misericordia. Disse subito: Ci dovr assolutamente essere nella Chiesa. Arrivano peraltro molte richieste dalle conferenze episcopali di molte nazioni. Quello che successo nel 2000 stato scritto. Abbiamo gi detto come questa storia arrivata al culmine Ora bisogna vedere come deve diventare fonte. Culmen et fons, a partire proprio dalla grande sorgente liturgica.

6 LA MEMORIA LITURGICA DI SANTA FAUSTINA: 5 ottobre

Si rimane sorpresi per la quantit e la qualit dei testi scelti dalla Chiesa, a dimostrazione di quanto, al di l della Santa ricordata nel suo natale al cielo, si vuol far capire, cio limpatto storico del messaggio e della missione a cui il Signore stesso laveva chiamata. Definendola piccola segretaria, Ges indicava che i veri contenuti del suo

mandato e i risultati non solo per la Chiesa ma per tutto il mondo, si sarebbero visti solo dopo la sua morte. Intanto si legga come viene presentata nella Liturgia delle Ore e quale seconda lettura sia scelta per lufficio delle letture. Ecco i testi: Profilo biografico I Faustina (Elena Kowalska) nacque nellanno 1905 a Glogowiec presso Ldz (Polonia), in una numerosa famiglia contadina. Dopo alcuni anni di servizio, presso famiglie benestanti entr nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Nel convento svolse con zelo i compiti di cuoca, addetta allorto e alla portineria. Ebbe una vita spirituale straordinariamente ricca, ricolma di diversi doni mistici. La sua missione fu quella di ricordare al mondo la verit sullamore misericordioso di Dio, di trasmettere nuove forme di culto della Divina Misericordia e di ispirare un rinnovamento religioso nello spirito del suddetto culto. Mor nellanno 1938 a Cracovia. Lasci il diario della sua anima che viene annoverato tra le migliori opere della letteratura mistica. Seconda lettura Dal Diario della Beata Faustina (Quaderno I, pp. 199-200) La missione di annunciare e di impetrare la misericordia di Dio per il mondo. O Dio mio, sono consapevole della mia missione nella Santa Chiesa. Il mio impegno continuo quello di impetrare la misericordia per il mondo. Mi unisco strettamente a Ges e mi offro come vittima che implora per il mondo. Iddio non mi negher nulla, quando Linvocher con la voce di Suo Figlio. Il mio sacrificio niente per se stesso, ma quando lunisco al sacrificio di Ges Cristo, diviene onnipotente ed ha forza di placare lo sdegno di Dio. Iddio ci ama nel Figlio Suo. La dolorosa Passione del Figlio di Dio una continua invocazione che attenua la collera di Dio. O Dio, quanto desidero che Ti conoscano le anime e che sappiano che le hai create per un amore incomparabile. O mio Creatore e Signore, sento che rimover il velo del cielo, affinch la terra non dubiti della Tua bont. Fa di me, o Ges, una vittima gradita e pura davanti al Volto del Padre Tuo. O Ges, Tu che puoi tutto, trasforma me misera e peccatrice in Te e consegnami al Tuo Eterno Padre. Desidero diventare una vittima sacrificale davanti a Te, ma essere davanti agli uomini una normale ostia. Desidero che il profumo del mio sacrificio sia noto soltanto a Te, o Dio eterno. In me arde un desiderio inestinguibile dimplorare da Te misericordia; sento e comprendo che questo il mio compito qui e nelleternit. Tu stesso daltronde mi hai ordinato di parlare della tua grande misericordia e bont. Per la Messa, lantifona dingresso dal salmo 88, 2: Canter senza fine la misericordia del Signore, con la mia bocca annunzier la tua fedelt nei secoli. La colletta non usa mezzi termini: Dio onnipotente ed eterno che hai scelto la Santa Faustina Kowalska per proclamare al mondo le immense ricchezze della sua infinita

misericordia, concedi a noi, per sua intercessione, di confidare come lei pienamente nella tua bont e di compiere con cuore generoso le opere di carit cristiana. Nellanalisi delle letture della Messa di Santa Faustina ci impressiona il fatto che c lopzione fra due letture dallAntico Testamento, due dal Nuovo e due Vangeli con rispettive acclamazioni. Da Osea le letture veterotestamentarie possono aiutarci a decifrare lelezione da parte di Dio: lattira nel deserto, parla al cuore per aprire porte di speranza e frutto nelle vigne, stabilisce uno sposalizio per sempre nella giustizia, nel diritto, nella benevolenza, nellamore, nella fedelt, nella conoscenza del Signore (Os, 16 b. 17, 21-22). E ancora da Osea: amore fin dalla giovinezza, conduzione per mano, legami di bont, vincoli damore, il chinarsi di Dio per dare da mangiare manifestando un cuore che si commuove e freme di compassione. E se non basta, nei confronti dellumanit il Signore assicura: Non dar sfogo allardore della mia ira, non torner a distruggere Efraim, perch sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a Te e non verr nella mia ira. Cose che sono ripetute quasi alla lettera da Ges nel Diario di suor Faustina. Il salmo responsoriale non poteva essere che il 103 (102) col ritornello: il Signore buono e pieno di misericordia. I versetti scelti benedicono il Signore per i suoi tanti benefici, perch perdona e guarisce, salva e corona di misericordia, lento allira e grande nellamore. Come il cielo alto sulla terra cos grande la sua misericordia. Altri due testi opzionali da S. Paolo. Da Efesini 3, 8-12; 14-19: la grazia data allinfimo fra tutti di annunciare le imperscrutabili ricchezze di Cristo, ladempimento del mistero nascosto nella mente di Dio, il disegno attuato in Cristo nostro Signore, il quale ci d il coraggio di avvicinarci in piena fiducia in Dio. Ne segue il ringraziamento per lampiezza, la lunghezza, laltezza e la profondit dellamore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perch tutti siano ricolmi della pienezza di Dio. Laltro testo dalla seconda lettera ai Corinzi 5, 14-21: manifesta lamore di Cristo che urge dentro e spinge allannuncio di fronte allineffabile mistero della sua passione e morte e alla creazione nuova scaturita. Forte la direzione verso il ministero della riconciliazione. Ricordiamo che licona di Ges misericordioso lo rappresenta nellatto di istituire il sacramento della riconciliazione. I brani evangelici sono due. Il primo un unicum nelle liturgie dei santi. Difatti il momento della trafittura del cuore e la testimonianza di Giovanni nei confronti del Trafitto (Gv 19, 31-37). Il canto che lo precede da Gv 4, 19b-10B: Dio ci ha amati per primo e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. nel contesto della definizione di Dio come Amore, ma qui non si pu pi dire soltanto amore bens bisogna aggiungere misericordioso o semplicemente si pu tradurre Dio Misericordia, perch lamore stato storicamente dimostrato nellassunzione di tutta la miseria umana nella carne del Verbo. Per cui Giovanni Paolo II pu dire tranquillamente che Ges lincarnazione della Misericordia Divina. Il secondo Vangelo si riferisce pi direttamente alla prassi del Padre, signore del cielo e della terra, che nasconde queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le rivela ai piccoli (Lc 11, 25-30). Quanto abbiamo bisogno di questo inno di giubilo partito dal cuore di Cristo! Ne segue linvito per tantissime anime: Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer. Il canto al Vangelo si sofferma su queste parole cos urgenti anche oggi: Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore.

La preghiera sulle offerte tiene conto della famosa coroncina che si trova nel Diario: lunione allofferta eucaristica di Cristo per il sacrificio di espiazione per i peccati nostri e del mondo intero. Lantifona alla comunione invita di nuovo a celebrare il Signore perch buono, perch eterna la sua misericordia. La preghiera dopo la comunione va trascritta per intero: O Dio, ricco di misericordia (NB Dives in misericordia), il Santissimo Sacramento che abbiamo ricevuto rinnovi il nostro corpo e il nostro spirito, affinch sullesempio della Santa Faustina, possiamo portare al mondo intero la speranza della tua misericordia. Sar utile ricordare pure che qui si trovano anche tutti i testi della Messa della solennit del Sacro Cuore come sono distribuiti nei tre cicli annuali. Per dire come la Chiesa veda la figura di suor Faustina in funzione di una missione che raccorda evidentemente il Culto del S. Cuore a quello della Divina Misericordia, arrivando ora ad un compimento.

7 LA MESSA VOTIVA DE DEI MISERICORDIA

In data 1 settembre 1994 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti approvava il testo della Messa votiva De Dei Misericordia, che per volont del Santo Padre Giovanni Paolo II veniva dato in uso alla Chiesa Universale. Oggi entra dobbligo in tutti i messali. Nella lettera circolare alle Conferenze Episcopali del 24 ottobre 1994 si presentava il testo tipico latino per quelle traduzioni nelle lingue locali che come sempre, definitivamente dovevano poi passare alla finale approvazione dello stesso Dicastero romano. Ma nel decreto (Prot. 1769/94/L) si dicono cose importanti per la decifrazione spirituale dei segni di Dio nei nostri tempi e della risposta che parte, come al solito, dal gran cuore del popolo di Dio, quello che sfugge spesso alla visione preconcepita delle intelligenze astratte. Grazie a Dio abbiamo una Chiesa che sa fare finali discernimenti, quando per opera davvero dello Spirito Santo il magistero si incontra con la profezia che mai viene meno. Si legge: Ai nostri tempi la sensibilit spirituale del popolo cristiano nei confronti della Misericordia di Dio e dei suoi miracoli si accresciuta moltissimo e il culto della stessa Misericordia si diffonde ogni giorno in misura maggiore. A questo ha certamente giovato in maniera notevole lEnciclica Dives in Misericordia, promulgata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II il 30 Novembre 1980 e nella quale, com noto, viene esaltata con chiari argomenti la stessa Misericordia di Dio, la cui manifestazione raggiunge il culmine nel Ministero Pasquale portato a compimento da Cristo, il quale Ministero oggi nella Chiesa si ripete ininterrottamente nella celebrazione eucaristica. Il documento spiega che stato per esplicito comando di Giovanni Paolo II che ci avvenuto, con una revisione accurata del testo da parte sua, perch nelleucologia del Messale Romano fosse posta in particolare luce la Misericordia di Dio. Il testo finisce cos: Piaccia a Dio che la lode e lamore verso la Misericordia di Dio fioriscano di giorno in

giorno presso il popolo cristiano fin quando quella Misericordia che sussiste da sempre, sia esaltata nei cieli per leternit. Ci sembra strano che entro la liturgia della Chiesa ci sia stata una lacuna del genere o meglio sia mancata una specifica evidenziazione. In realt, trovandoci di fronte al massimo attributo di Dio e al cuore di tutto il messaggio della salvezza, non c giorno e non c ora che nella preghiera della Chiesa non si esalti e non si proponga di vivere la misericordia. Del resto, tra le nuove preci eucaristiche (qui siamo al vertice dellesperienza) la pi lunga, e per questo purtroppo la meno pregata, la quarta, che una meravigliosa e commovente storia della misericordia. Ma ci domandiamo: perch solo oggi cresce tale autorevole sollecitudine della Santa Sede e tale ufficiale appoggio? Ovviamente, lantico come il nuovo popolo dellAlleanza ha capito che il primo comandamento, e quindi il primario impegno, parte dallascolto di quanto ci viene dallAlto: Ascolta Israele. Ci sono sempre i grandi profeti che parlano a nome di Dio e perci la proposta che gli ispirati e autorizzati interpreti del messaggio offrono, in fondo non che una risposta in fede al Signore misericordioso che mai abbandona il suo popolo e che si fa pi presente quando la confusione e limpossibilit delluomo raggiunge labisso estremo. Ormai non esiste alcun dubbio che dietro lEnciclica fontale dellinsegnamento e della missione di Giovanni Paolo II sta il suo incontro studiato e appassionato con le apparizioni di Ges Misericordioso alla beata Faustina Kowalska (1905-1938), la piccola segretaria della Divina Misericordia. Nel settembre del 1999 entra nel Messale Romano la Messa votiva De Dei Misericordia, che costituisce pure un cardine del Culto ufficiale avanzante. Era importante che, nella eucologia del Messale Romano, fosse posta in particolare luce la Misericordia di Dio. Lex orandi, lex credendi. E qui c davvero molto da imparare e da credere. Le antifone dingresso partono dallAmore eterno di Dio (Ger 31, 3) che si manifesta nel tempo soprattutto col grande Kippur (espiazione) del Figlio (Gv 2, 2), per cui la misericordia deve essere cantata senza fine (Sal 88, 2). La colletta si riferisce a Dio come infinita misericordia e tenerezza senza limiti (Rahamin, - viscere, - cuore) e ne richiama lattuazione storica: il Padre che ci ha creati (grembo fontale), il Figlio che ci ha redenti (Sangue) e lo Spirito che ci ha rigenerati (Acqua). Richiesta per il popolo la fede per comprendere e avere la sapienza del cuore (Confido in Te). Lorazione sulle offerte immerge la nostra oblazione in quella di Ges che trasforma tutto in sacramento di Redenzione (LEterno Padre io ti offro della Coroncina fa in modo che la devozione fluisca e resti basata sempre al Sacrificio Eucaristico). E poi qui si definisce Cristo nostra fiducia a personificare e perfezionare in Lui quel Confido in Te che da parte nostra sempre difettoso. La prima antifona alla Comunione definisce essenza e scopo del culto: La misericordia di Dio da sempre, dura in eterno per quanti lonorano (Sal 103, 17). La seconda antifona ci proietta nellora nona, parte essenziale del culto: trafittura ed effusione di sangue ed acqua (Gv 19, 34). Lorazione dopo la comunione domanda al Dio Misericordioso che, dal pi profondo livello di unione col Signore che esiste sulla terra (Corpo e Sangue), possiamo ritornare ad attingere con fiducia alle sorgenti della misericordia per essere misericordiosi. Prima lettura: la celebre benedizione di Pietro al Padre, che nella sua grande misericordia

ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti per una speranza viva ecco il Cristo dellicona e la speranza che rinasce nel Cenacolo. Perci possibile gioire anche nelle afflizioni e capire il valore della fede (fiducia - confidenza). Il Cristo come la Chiesa pu esser confitto, trafitto ma mai sconfitto. Sul fondo sta la vita eterna, mentre si consegue la meta della fede, cio la salvezza delle anime (1Pt 1, 3-9). A risposta c il salmo 118 (117) che inneggia al Signore perch eterna la sua misericordia e perch la manifesta nella storia della salvezza. Cosa ripetuta ed enfatizzata nellAlleluia al Vangelo: la sua misericordia si espande su tutte le creature (Sal 145, 9). Come Vangelo, c una duplice possibilit, sempre come proposta operativa per vivere la misericordia alla maniera di Ges: che venuto non per essere servito ma per servire (Mt 20, 25-28) e per donarsi fino a morire per noi. Da qui il massimo e nuovo comandamento: amatevi come io vi ho amati (Gv 15, 9-14).

8 IL PRIMO SIGNIFICATO DELLA DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Potremo meditare a lungo sul senso, sui testi e sulla collocazione liturgica di questa che non una nuova festa istituita ma semplicemente una denominazione di quella domenica che la prima a continuare il percorso delle pasque settimanali. Guai a cambiare la liturgia della parola perch sono proprio le letture che manifestano i contenuti gi esistenti e misteriosamente offerti da Ges stesso nella rivelazione privata e confermati dal processo di riforma del Vaticano Secondo. Testi nuovi per la liturgia di una festa nuova non potrebbero senzaltro essere pi forti; ci si accorge che c un incrocio misterioso guidato dallo Spirito Santo, che offre anche, a partire dai testi intoccabili della Seconda di Pasqua, elementi ricchissimi sul piano della riflessione e dellannuncio del pi centrale dei misteri di un Dio che viene incontro al mondo sempre miserabile: quello appunto della sua Misericordia. il segreto interpretativo appunto del Mistero pasquale come attuazione costante della Misericordia Trinitaria. Ma vogliamo assimilare prima di tutto le proposte omiletiche del massimo interprete che lo stesso Karol Wojtyla. Merita leggere il testo integrale delle sue omelie nelle celebrazioni della Seconda Domenica di Pasqua:

Omelia di Giovanni Paolo II il 23 aprile 1995: Era la seconda domenica di Pasqua, quelle che per il Papa era gi in pectore la domenica della Divina Misericordia. Si rec a celebrarla nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, dove da poco per sua volont era sorto il centro internazionale per la promozione del culto della Divina Misericordia. Cos comment la liturgia della parola: 1. Pace a voi! (Gv 20,19).

Ges risorto pronunzi per due volte queste parole apparendo agli Undici nel cenacolo, la sera del giorno stesso in cui risuscit dai morti. Il Signore, come attesta levangelista Giovanni, mostr loro le mani e il costato, per confermare davanti ad essi lidentit del suo corpo, quasi a dire: Questo lo stesso corpo che due giorni fa venne inchiodato alla croce e poi deposto nel sepolcro; il corpo che porta le ferite della crocifissione e del colpo di lancia; esso costituisce la prova diretta che io sono risorto e vivo. Quella fu, dal punto di vista umano, una costatazione difficile da accettare, come dimostra la reazione di Tommaso. La sera della prima apparizione nel cenacolo, Tommaso era assente. E quando gli altri Apostoli gli raccontarono di aver visto il Signore, egli con fermezza si rifiut di credere: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non creder (Gv 20,25). Da queste parole si pu capire quanto sia stata importante per la verit della resurrezione lidentit fisica del corpo di Cristo. Quando il Signore Ges, lottavo giorno come oggi venne nuovamente nel cenacolo, si rivolse direttamente a Tommaso, quasi ad esaudire la sua richiesta: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere pi incredulo ma credente! (Gv 20,27). Di fronte a tale prova lApostolo non solo credette, ma trasse lestrema conclusione di quanto aveva visto e sperimentato, e la manifest con unaltissima quanto concisa professione di fede: Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28). Alla presenza del Risorto divenne evidente per Tommaso sia la verit della sua umanit sia quella della sua divinit. Colui che risuscitato con la propria potenza il Signore: Non conosce la morte il Signore della vita (da un Canto pasquale polacco). La confessione di Tommaso chiude il ciclo delle testimonianze sulla resurrezione di Cristo, che la Chiesa ripropone durante lOttava di Pasqua. Mio Signore e mio Dio!. Replicando a tali parole, Ges in un certo senso schiude la realt della sua resurrezione al futuro dellintera storia umana. Dice infatti a Tommaso: Perch mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che pur non avendo visto crederanno (Gv 20,29). Pensa a coloro che non Lo vedranno risorto alla maniera degli Apostoli, n mangeranno e berranno con Lui (cfr At 10,41), eppure crederanno sulla base delle affermazioni dei testimoni oculari. Sono costoro, in modo particolare, ad essere chiamati da Cristo beati. 2. Non temere! Io sono il Primo e lUltimo e il Vivente (Ap 1,17). Esiste una certa analogia tra lapparizione nel cenacolo specialmente quella dellottavo giorno, in presenza di Tommaso e la visione escatologica di cui parla San Giovanni nella seconda lettura tratta dallApocalisse. Nel cenacolo Cristo mostra agli Apostoli, e specialmente a Tommaso, le ferite delle mani, dei piedi e del costato, per confermare lidentit del suo corpo risorto e glorioso con quello crocifisso e deposto nella tomba. NellApocalisse il Signore si presenta come il Primo e lUltimo, come Colui da cui inizia e con cui termina la storia del cosmo, Colui che generato prima di ogni creatura (Col 1,15), il primogenito di coloro che risuscitano dai morti (Col 1,18), principio e fine della storia delluomo. Questa sua identit, che pervade perennemente la storia degli uomini, viene formulata con le parole Io ero morto, ma ora vivo per sempre (Ap 1,18). Ed come se dicesse: Ero morto nel tempo; ho accettato la morte per rimanere fedele fino alla fine allincarnazione, per la quale, restando Figlio di Dio consostanziale al Padre, sono diventato vero uomo in tutto, fuorch nel peccato (cfr Eb 4,15). I tre giorni della passione e morte, necessari allopera della redenzione, rimangono in me e in voi. Ed ora io vivo in eterno e manifesto con la mia risurrezione la

volont di Dio che chiama ogni uomo a partecipare alla mia stessa vita immortale. Ho le chiavi della morte con le quali devo aprire i sepolcri terreni e mutare i cimiteri, da luoghi in cui regna la morte, a vasti spazi per la resurrezione. 3. Non temere!. Quando, nellisola di Patmos, Ges rivolge a Giovanni questa esortazione, rivela la sua vittoria sui molti timori che accompagnano luomo nella sua esistenza terrena, prima di tutto di fronte alla sofferenza e alla morte. Il timore per la morte concerne anche la grande incognita che essa rappresenta: si tratta forse di un totale annientamento dellessere umano? Le severe parole: Ricordati che sei polvere, e in polvere tornerai (cfr Gn 3,19) non esprimono pienamente la dura realt della morte? Luomo, dunque, ha seri motivi per provare timore di fronte al mistero della morte. La civilt contemporanea fa di tutto per distogliere la coscienza umana dallineluttabile realt del morire, tentando di indurre luomo a vivere come se la morte non esistesse. E ci sesprime praticamente nel tentativo di distogliere la coscienza delluomo da Dio: farlo vivere come se Dio non esistesse! La realt della morte per evidente. Non possibile farla tacere; non possibile dissipare la paura che ad essa legata. Luomo teme la morte cos come teme ci che viene dopo la morte. Teme il giudizio e la punizione, e questo timore ha un valore salvifico: esso non va cancellato nelluomo. Quando Cristo dice: Non temere!, vuoi dare risposta a ci che costituisce la fonte pi profonda delle paure esistenziali dellessere umano. Egli intende dire: Non temere il male, poich nella mia risurrezione il bene si dimostrato pi potente del male. Il mio Vangelo verit vittoriosa. La morte e la vita si sono affrontate sul Calvario in un mirabile duello e la vita ne uscita vittoriosa: Dux vitae mortuus regnat vivus!, Io ero morto, ma ora vivo per sempre (Ap 1,18). 4. La pietra scartata dai costruttori divenuta testata dangolo (Sal 117 (118), 22). Il versetto del Salmo responsoriale dellodierna liturgia ci aiuta a comprendere la verit sulla risurrezione di Cristo. Esprime anche la verit sulla Divina Misericordia rive-latasi nella resurrezione: lamore ha riportato la vittoria sul peccato, e la vita sulla morte. Questa verit costituisce in un certo senso lessenza stessa della Buona Novella. Cristo pertanto pu dire: Non temere!. E ripete tali parole ad ogni uomo, specialmente a chi sofferente nel fisico o nello spirito. Pu ripeterle con tutta fondatezza. Intu questo in modo particolare suor Faustina Kowalska, che ho avuto la gioia di beatificare due anni fa. Le sue esperienze mistiche si sono focalizzate tutte intorno al mistero di Cristo Misericordioso e costituiscono quasi un singolare commento alla parola di Dio presentataci dallodierna liturgia domenicale. Suor Faustina non soltanto le ha annotate, ma ha cercato un artista capace di dipingere limmagine di Cristo Misericordioso, cos come ella lo vedeva. Immagine che insieme alla figura della Beata Faustina rappresenta una testimonianza eloquente di ci che i teologi chiamano conde-scendentia divina. Dio si rende comprensibile ai suoi interlocutori umani. La Sacra Scrittura, e specialmente il Vangelo, ne sono la conferma. Carissimi Fratelli e Sorelle! Su tale linea si colloca il messaggio di Suor Faustina. Ma era soltanto di Suor Faustina o, piuttosto, non si trattava allo stesso tempo di una testimonianza resa da parte di tutti coloro ai quali tale messaggio ha infuso coraggio nelle dure esperienze della seconda guerra mondiale, nei campi di concentramento, nello sterminio e nei bombardamenti? Lesperienza mistica della Beata Kowalska ed il richiamo a Cristo Misericordioso si inscrivono nel duro contesto della storia del nostro secolo. Noi, come uomini di questo secolo, che volge ormai al termine, desideriamo ringraziare il Signore per il messaggio della Divina Misericordia.

5. Oggi, in particolare, sono lieto di poter rendere grazie a Dio in questa Chiesa di Santo Spirito in Sassia, annessa allomonimo ospedale e divenuta Centro specializzato per la pastorale degli infermi come pure per la promozione della spiritualit della Divina Misericordia. molto significativo ed opportuno che proprio qui, accanto allantichissimo ospedale, si preghi e si operi con costante sollecitudine per la salute del corpo e dello spirito. Mentre per questo esprimo rinnovato compiacimento al Cardinale Vicario, il mio grato pensiero va anche al Cardinale titolare Fiorenzo Angelini. Saluto il Vescovo del Settore Ovest, il Rettore e gli altri Sacerdoti, le Religiose e tutti voi, cari fedeli qui presenti. Vorrei, inoltre, inviare un fraterno pensiero ai degenti dellOspedale Santo Spirito, insieme pure ai medici, agli infermieri, alle Suore, ed a quanti quotidianamente li assistono. A tutti vorrei dire: Abbiate fiducia nel Signore! Siate apostoli della Divina Misericordia e, secondo linvito e lesempio della Beata Faustina, prendete cura di chi soffre nel corpo e specialmente nello spirito. Ad ognuno fate sperimentare lamore misericordioso del Signore che consola e infonde gioia. Sia Ges la vostra pace! Ges Cristo lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13,8). Contemplandolo nel mistero della croce e della resurrezione, ripetiamo insieme alla liturgia dellodierna domenica: Celebrate il Signore, perch buono!. Celebrate il Signore, perch misericordioso!

Omelia di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il 30 aprile 2000, seconda di Pasqua definita Domenica della Divina Misericordia

1. Celebrate il Signore perch buono, perch eterna la sua misericordia (Sal 118, 1). Cos canta la Chiesa nellOttava di Pasqua, quasi raccogliendo, dalle labbra di Cristo queste parole del Salmo; dalle labbra di Cristo risorto, che nel Cenacolo porta il grande annuncio della misericordia divina e ne affida agli apostoli il ministero: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anchio mando voi... Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi (Gv 20, 21-23). Prima di pronunciare queste parole, Ges mostra le mani e il costato. Addita cio le ferite della Passione, soprattutto la ferita del cuore, sorgente da cui scaturisce la grande onda di misericordia che si riversa sullumanit. Da quel cuore suor Faustina Kowalska, la beata che dora in poi chiameremo Santa, vedr partire due fasci di luce che illuminano il mondo: I due raggi - le spieg un giorno Ges stesso - rappresentano il sangue e lacqua (Diario, Libreria Editrice Vaticana, p. 132). 2. Sangue ed acqua! Il pensiero corre alla testimonianza dellevangelista Giovanni che, quando un soldato sul Calvario colp con la lancia il costato di Cristo, vide uscirne sangue ed acqua (cfr. Gv 19, 34). E se il sangue evoca il sacrificio della croce e il dono eucaristico, lacqua, nella simbologia giovannea, ricorda non solo il battesimo, ma anche il dono dello Spirito Santo (cfr. Gv 3, 5; 4, 14; 7, 37-39). Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: Figlia mia, d che sono lAmore e la Misericordia in persona, chieder Ges a Suor Faustina (Diario, 374). Questa misericordia Cristo effonde sullumanit mediante

linvio dello Spirito che, nella Trinit, la Persona - Amore. E non forse la misericordia un secondo nome dellamore (cfr. Dives in misericordia, 7), colto nel suo aspetto pi profondo e tenero, nella sua attitudine a farsi carico di ogni bisogno, soprattutto nella sua immensa capacit di perdono? davvero grande oggi la mia gioia, nel proporre a tutta la Chiesa, quasi dono di Dio per il nostro tempo, la vita e la testimonianza di Suor Faustina Kowalska. Dalla divina Provvidenza la vita di questa umile figlia della Polonia stata completamente legata alla storia del ventesimo secolo, il secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle. , infatti, tra la prima e la seconda guerra mondiale che Cristo le ha affidato il suo messaggio di misericordia. Coloro che ricordano, che furono testimoni e partecipi degli eventi di quegli anni e delle orribili sofferenze che ne derivarono per milioni di uomini, sanno bene quanto il messaggio della misericordia fosse necessario. Disse Ges a Suor Faustina: Lumanit non trover pace, finch non si rivolger con fiducia alla divina misericordia (Diario, p. 132). Attraverso lopera della religiosa polacca, questo messaggio si legato per sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio. Non un messaggio nuovo, ma si pu ritenere un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere pi intensamente il Vangelo della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini ed alle donne del nostro tempo. 3. Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sar lavvenire delluomo sulla terra? A noi non dato di saperlo. certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminer il cammino degli uomini del terzo millennio. Come gli Apostoli un tempo, necessario per che anche lumanit di oggi accolga nel cenacolo della storia Cristo risorto, che mostra le ferite della sua crocifissione e ripete: Pace a voi! Occorre che lumanit si lasci raggiungere e pervadere dallo Spirito che Cristo risorto le dona. lo Spirito che risana le ferite del cuore, abbatte le barriere che ci distaccano da Dio e ci dividono tra di noi, restituisce insieme la gioia dellamore del Padre e quella dellunit fraterna. 4. importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla parola di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, che dora innanzi in tutta la Chiesa prender il nome di Domenica della Divina Misericordia. Nelle diverse letture la liturgia sembra disegnare il cammino della misericordia che, mentre ricostruisce il rapporto di ciascuno con Dio, suscita anche tra gli uomini nuovi rapporti di fraterna solidariet. Cristo ci ha insegnato che luomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma pure chiamato a usar misericordia verso gli altri: beati i misericordiosi, perch troveranno misericordia (Mt 5, 7) (Dives in misericordia, 14). Egli ci ha poi indicato le molteplici vie della misericordia, che non perdona soltanto i peccati, ma viene anche incontro a tutte le necessit degli uomini. Ges si chinato su ogni miseria umana, materiale e spirituale. Il suo messaggio di misericordia continua a raggiungerci attraverso il gesto delle sue mani tese verso luomo che soffre. cos che lo ha visto e lo ha annunciato agli uomini di tutti i continenti suor Faustina, che nascosta nel suo convento di Lagiewniki, in Cracovia, ha fatto della sua esistenza un canto alla misericordia: Misericordias Domini in aeternum cantabo.

5. La canonizzazione di Suor Faustina ha uneloquenza particolare: mediante questo atto intendo oggi trasmettere questo messaggio al nuovo millennio. Lo trasmetto a tutti gli uomini perch imparino a conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il vero volto dei fratelli. Amore di Dio e amore dei fratelli sono infatti indissociabili, come ci ha ricordato la prima Lettera di Giovanni: Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti (5, 2). LApostolo qui ci richiama alla verit dellamore, additandocene nellosservanza dei comandamenti la misura ed il criterio. Non facile, infatti, amare di un amore profondo, fatto di autentico dono di s. Questo amore si apprende solo alla scuola di Dio, al calore della sua carit. Fissando lo sguardo su di Lui, sintonizzandoci col suo cuore di Padre, diventiamo capaci di guardare ai fratelli con occhi nuovi, in atteggiamento di gratuit e di condivisione, di generosit e di perdono. Tutto questo misericordia. Nella misura in cui lumanit sapr apprendere il segreto di questo sguardo misericordioso, si rivela prospettiva realizzabile il quadro ideale proposto nella prima lettura: La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e unanima sola e nessuno diceva sua propriet quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune (At 4, 32). Qui la misericordia del cuore divenuta anche stile di rapporti, progetto di comunit, condivisione di beni. Qui sono fiorite le opere della misericordia, spirituali e corporali. Qui la misericordia divenuta concreto farsi prossimo verso i fratelli pi indigenti. 6. Suor Faustina ha lasciato scritto nel suo Diario: Provo un dolore tremendo quando osservo le sofferenze del prossimo. Tutti i dolori del prossimo si ripercuotono nel mio cuore; porto nel mio cuore le loro angosce, in modo tale che mi annientano anche fisicamente. Desidererei che tutti i dolori ricadessero su di me, per portare sollievo al prossimo (Diario, p. 365). Ecco a quale punto di condivisione conduce lamore quando misurato sullamore di Dio! a questo amore che lumanit di oggi deve ispirarsi per affrontare la crisi di senso, le sfide dei pi diversi bisogni, soprattutto lesigenza di salvaguardare la dignit di ciascuna persona umana. Il messaggio della divina misericordia cos, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre laccesso alla sua intimit. 7. Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza. Quante anime ha gi consolato linvocazione Ges, confido in Te! che la Provvidenza ha suggerito attraverso Suor Faustina! Questo semplice atto di abbandono a Ges squarcia le nubi pi dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno. 8. Misericordias Domini in aeternum cantabo (Sal 88[89], 2). Alla voce di Maria Santissima, la Madre della misericordia, alla voce di questa nuova Santa, che nella Gerusalemme celeste canta la misericordia insieme con tutti gli amici di Dio, uniamo anche noi, Chiesa pellegrinante, la nostra voce. E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondit della divina misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il

mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalit e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternit. Noi oggi, fissando lo sguardo con Te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Ges, confido in Te!

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 22 aprile 2001 Piazza S. Pietro Celebrazione Eucaristica nella Domenica della Divina Misericordia 1. Non temere! Io sono il Primo e lUltimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre (Ap 1,17-18). Abbiamo ascoltato nella seconda lettura, tratta dal libro dellApocalisse, queste consolanti parole Esse ci invitano a volgere lo sguardo verso Cristo, per sperimentarne la rassicurante presenza. A ciascuno, in qualsiasi condizione si trovi, fosse pure la pi complessa e drammatica, il Risorto ripete: Non temere!; sono morto sulla croce, ma ora vivo per sempre; Io sono il Primo e lUltimo e il Vivente. Il Primo, la sorgente, cio, di ogni essere e la primizia della nuova creazione; lUltimo, il termine definitivo della storia; il Vivente, la fonte inesauribile della Vita che ha sconfitto la morte per sempre. Nel Messia crocifisso e risuscitato riconosciamo i lineamenti dellAgnello immolato sul Golgota, che implora il perdono per i suoi carnefici e dischiude per i peccatori pentiti le porte del cielo; intravediamo il volto del Re immortale che ha ormai potere sopra la morte e sopra gli inferi (Ap 1,18).

2. Celebrate il Signore perch buono, perch eterna la sua misericordia (Sai 117,1) Facciamo nostra lesclamazione del Salmista, che abbiamo cantato nel Salmo responsoriale: eterna la misericordia del Signore! Per comprendere sino in fondo la verit di queste parole, lasciamoci condurre dalla liturgia nel cuore dellevento di salvezza, che unisce la morte e la risurrezione di Cristo alla nostra esistenza e alla storia del mondo. Questo prodigio di misericordia ha radicalmente mutato le sorti dellumanit. un prodigio in cui si dispiega in pienezza lamore del Padre che, per la nostra redenzione, non indietreggia neppure davanti al sacrificio del suo Figlio unigenito. Nel Cristo umiliato e sofferente credenti e non credenti possono ammirare una solidariet sorprendente, che lo unisce alla nostra umana condizione oltre ogni immaginabile misura. La Croce, anche dopo la risurrezione del Figlio di Dio, parla e non

cessa mai di parlare di Dio-Padre, che assolutamente fedele al suo eterno amore verso luomo Credere in tale amore significa credere nella misericordia (Dives in misericordia, 7). Vogliamo rendere grazie al Signore per il suo amore, che pi forte della morte e del peccato. Esso si rivela e si attua come misericordia nella nostra quotidiana esistenza e sollecita ogni uomo ad avere a sua volta misericordia verso il Crocifisso. Non e forse proprio amare Dio e amare il prossimo e persino i nemici, seguendo lesempio di Ges, il programma di vita dogni battezzato e della Chiesa tutta intera? 3. Con questi sentimenti, celebriamo la seconda Domenica di Pasqua, che dallo scorso anno, anno del Grande Giubileo, chiamata anche Domenica della Divina Misericordia. Per me una grande gioia potermi unire a tutti voi, cari pellegrini e devoti venuti da varie nazioni per commemorare, ad un anno di distanza, la canonizzazione di suor Faustina Kowalska, testimone e messaggera dellamore misericordioso del Signore. Lelevazione agli onori degli altari di questa umile Religiosa, figlia della mia Terra, non rappresenta un dono solo per la Polonia, ma per tutta lumanit. Il messaggio, infatti, di cui ella e stata portatrice costituisce la risposta adeguata e incisiva che Dio ha voluto offrire alle domande e alle attese degli uomini di questo nostro tempo, segnato da immani tragedie. A Suor Faustina Ges ebbe a dire un giorno: Lumanit non trover pace, finch non si rivolger con fiducia alla divina misericordia (Diario, p. 132). La divina Misericordia! Ecco il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo risorto e che offre allumanit, allalba del terzo millennio. 4. Il Vangelo, che pocanzi stato proclamato, ci aiuta a cogliere appieno il senso e il valore di questo dono. Levangelista Giovanni ci fa come condividere lemozione provata dagli Apostoli nellincontro con Cristo dopo la sua risurrezione. La nostra attenzione si sofferma sul gesto del Maestro, che trasmette ai discepoli timorosi e stupefatti la missione di essere ministri della divina Misericordia. Egli mostra le mani e il costato con impressi i segni della passione e comunica loro: Come il Padre ha mandato me anchio mando voi (Gv 20,21). Subito dopo alit su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi (Gv 20,22-23). Ges affida ad essi il dono di rimettere i peccati, dono che scaturisce dalle ferite delle sue mani, dei suoi piedi e soprattutto del suo costato trafitto. Di l unonda di misericordia si riversa sullintera umanit. Riviviamo questo momento con grande intensit spirituale. Anche a noi questoggi il Signore mostra le sue piaghe gloriose e il suo cuore, fontana inesausta di luce e di verit, di amore e di perdono. 5. Il Cuore di Cristo! Il suo Sacro Cuore agli uomini ha dato tutto: la redenzione, la salvezza, la santificazione. Da questo Cuore sovrabbondante di tenerezza santa Faustina Kowalska vide sprigionarsi due fasci di luce che illuminavano il mondo. I due raggi secondo quanto lo stesso Ges ebbe a confidarle - rappresentano il sangue e lacqua (Diario, p. 132). Il sangue richiama il sacrificio del Golgota e il mistero dellEucaristia; lacqua, secondo la ricca simbologia dellevangelista Giovanni, fa pensare al battesimo e al dono dello Spirito Santo (cfr Gv 3,5; 4,14).

Attraverso il mistero di questo cuore ferito, non cessa di spandersi anche sugli uomini e sulle donne della nostra epoca il flusso ristoratore dellamore misericordioso di Dio. Chi anela alla felicit autentica e duratura, solo qui ne pu trovare il segreto. 6. Ges, confido in Te. Questa preghiera, cara a tanti devoti, ben esprime latteggiamento con cui vogliamo abbandonarci fiduciosi pure noi nelle tue mani, o Signore, nostro unico Salvatore. Tu bruci dal desiderio di essere amato, e chi si sintonizza con i sentimenti del tuo cuore apprende ad essere costruttore della nuova civilt dellamore. Un semplice atto dabbandono basta ad infrangere le barriere del buio e della tristezza, del dubbio e della disperazione. I raggi della tua divina misericordia ridanno speranza, in modo speciale, a chi si sente schiacciato dal peso del peccato. Maria, Madre di Misericordia, fa che manteniamo sempre viva questa fiducia nel tuo Figlio, nostro Redentore. Aiutaci anche tu, santa Faustina, che oggi ricordiamo con particolare affetto. Insieme a te vogliamo ripetere, fissando il nostro debole sguardo sul volto del divin Salvatore Ges, confido in Te. Oggi e sempre. Amen

9 ALCUNI ORIENTAMENTI PER LA CELEBRAZIONE DELLA DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

Si cominci davvero qui e in altre occasioni a meditare e a predicare sulla Misericordia di Dio. Si parta dai testi liturgici del giorno, si approfondisca il tema su base biblica, patristica, liturgica. Non a caso quando si inseriva la Messa votiva della Misericordia nel messale romano si lamentava questa scarsa attenzione persino nel grande campo eucologico. E non ha caso monsignor Rino Fisichella nel corso di esercizi per sacerdoti apostoli della Divina Misericordia, a Collevalenza nellanno giubilare, lamentava ancora lassenza di una vera teologia della Misericordia. Si analizzino attentamente i testi gi fissati dalla liturgia come ci ha magistralmente insegnato Giovanni Paolo II il 30 aprile del 2000: abbiamo dato il testo integrale, ma merita evidenziare i punti chiave: annuncio di misericordia nel cenacolo, segno supremo la ferita del cuore da cui scaturisce la grande onda della misericordia, limportanza estrema dei grandi segni del sangue e dellacqua entro la testimonianza giovannea che chiude con questi sigilli tutta la Rivelazione. Attraverso il cuore di Cristo la misericordia divina raggiunge gli uomini. Cogliere per intero il messaggio della domenica e qui i riferimenti al Diario di suor Faustina sono di grande aiuto. Nelle diverse letture la liturgia sembra disegnare il cammino della misericordia per dire che luomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio ma pure chiamato ad

usare misericordia verso gli altri. Sintonizzandoci col cuore del Padre diventiamo capaci di guardare ai fratelli con cuore nuovo. Tutto questo misericordia. Ecco il quadro ideale proposto dalla prima lettura: la comunit come un cuor solo e unanima sola. La misericordia del cuore diventa stile di rapporti, progetto di comunit, condivisione di beni. Qui fioriscono le opere della misericordia spirituali e corporali. Il messaggio della misericordia un messaggio sul valore delluomo. Soprattutto sullafflitto arrivano quei raggi che partono dal suo cuore (Vedi icona). Il Santo Padre in quel giorno si trovava a celebrare nellanno B con i testi pi espressivi: dagli Atti degli Apostoli per il cuore nuovo e misericordioso della prima Chiesa; dalla prima lettera di Giovanni per la vittoria sul mondo realizzata nei grandi segni del sangue e dellacqua sgorgati dal costato ferito di Ges. Il Vangelo per tre anni resta sempre lo stesso ed assai significativo non solo perch nellantica tradizione la festa di S. Tommaso ma per il raccordo tra Pasqua e Ottava e per tutti i significati che abbiamo modo di derivare. Licona di Ges Misericordioso qui aiuta molto. Se si vuole approfondire la tematica globale basta rileggere tutti i testi specifici della liturgia nei tre anni. una miniera. La colletta dellanno A si alza al Dio di eterna misericordia che proprio nella ricorrenza pasquale fa sperimentare la potenza del sangue del Figlio e dellacqua dello Spirito, sacramentalmente donati dal Battesimo. La colletta dellanno B ricorda che questa salvezza potr essere sperimentata in ogni Pasqua domenicale. (E qui dovremo dire come nellOttavo giorno questa sequenza settimanale viene inaugurata per pura e continua attuazione della misericordia di Dio). La colletta dellanno C specifica i dati di questa perenne ora di misericordia e di salvezza: la sconfitta della morte, il dono forte dello Spirito, i vincoli del male spezzati, la possibilit di un servizio libero di obbedienza e di amore. Ancora una riconoscenza per il dono del giorno del Signore in cui il popolo radunato pu celebrare queste divine meraviglie del Primo e dellUltimo, il Vivente. La proiezione escatologica qui ha grande valore. Nellanno A la lettura degli Atti definisce la prima comunit nel suo impegno assiduo e comunitario attorno ai cardini della Parola e del Pane per una Koinonia di misericordia sorgente di segni e prodigi. La lettura dalla prima di Pietro unesplicita benedizione a Dio e Padre del Signore Ges Cristo che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati mediante la risurrezione del Figlio, per una speranza viva e una eredit che non si corrompe. Nellanno C gli Atti degli Apostoli continuano a presentare la forza dunit e di amore, di liberazione e di guarigione, segni evidenti dellora di misericordia annunciata da Ges a Nzaret ancora allinizio del suo ministero. La vera inaugurazione per tutti i tempi del giubileo della misericordia. Il libro dellApocalisse presenta in mezzo ai candelabri il figlio delluomo con labito lungo e la fascia sacerdotale doro, quello che il sommo ed eterno sacerdote di ogni liturgia (quella terrestre sempre collegata alla celeste). Nello stesso capitolo Giovanni lo contempla proiettato sulle nubi nel giudizio finale: E ognuno lo vedr, anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto (1, 7). Quanto ci aiuta sempre licona di Ges per la visualizzazione. Lantifona alla comunione ci invita ad accostare la mano e a toccare le ferite del Signore per non essere pi increduli ma credenti. Si inserisca sempre tutto il discorso entro il Mistero pasquale. Giovanni Paolo II lo fa costantemente. Gi nellindizione del Giubileo della Redenzione (6-1-1983) aveva scritto

che dal momento della sua elezione i suoi sentimenti e i suoi pensieri sono stati sempre pi diretti a Cristo Redentore, al suo Mistero pasquale, vertice della Rivelazione divina ed attuazione suprema della Misericordia di Dio verso gli uomini di ogni tempo. NellEnciclica Dives in Misericordia si legge: Il Mistero pasquale il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia (n.7). La risurrezione il segno che corona lintera rivelazione dellamore misericordioso nel mondo soggetto al male (n.8). Il cardinal Fiorenzo Angelini, celebrando la Festa in S. Pietro nel 1999 decisamente diceva: Lodierna liturgia della Domenica in Albis che chiude la solenne Ottava di Pasqua ci propone letture bibliche quanto mai pertinenti alla festa della Divina Misericordia... La collocazione nella prima domenica dopo Pasqua conferma lo stretto legame che esiste tra il Mistero pasquale della Redenzione e questa Festa dedicata a far scoprire e comprendere nellaspetto della Misericordia tutto il mistero della Redenzione. Qui citava anche il Diario di suor Faustina dove essa annotava: Ora vedo che lopera della Redenzione collegata con lopera della Misericordia voluta e richiesta dal Signore. Il decreto del 5 maggio 2000 della Congregazione per il Culto e la Disciplina dei Sacramenti, definendo la II di Pasqua come Domenica della Divina Misericordia, invita ad accogliere la misericordia di Dio nel suo Tempio e afferma: Nella nostra epoca, i cristiani, provenienti da numerosi paesi del mondo, desiderano innalzare questa misericordia nel culto divino: specialmente nella celebrazione del Mistero pasquale, nel quale risplende soprattutto la bont di Dio verso tutti gli uomini. Ed il grande studioso e profeta Edouard Glotin, ancora nel 1990 diceva e scriveva con sicurezza che la festa voluta da Ges attraverso suor Faustina finir con lestendersi a tutta la Chiesa e di questo non potranno che rallegrarsi teologi e pastori. Poi testualmente: Presentando il Cuore misericordioso di Ges come la sintesi del mistero pasquale, le cui celebrazioni si concluderanno con la venerazione della sua immagine, grazie a questa ispirata iniziativa il mistero di questo Cuore - come dice Giovanni Paolo II diviene in un certo senso il punto centrale della rivelazione dellamore misericordioso del Padre. Naturalmente in questo ottavo giorno della Pasqua cristiana, continuer ad esser letto il Vangelo che vede Cristo mostrare due volte agli undici la Piaga del costato, scena che rinvia immediatamente alla pericope della trafittura del Messia (Gv 19, 31-37). Allora sar chiaro che il Cuore trafitto di Ges il grande segno storico dellamore misericordioso della Trinit per gli uomini peccatori, donato da Dio agli uomini nellistante stesso - quello che i teologi definiscono kairs - dellevento redentore. Sar pi facile sottrarre il Cuore di Ges alla sfera del devozionalismo per conferirgli nella catechesi cristiana lo stato di polo kerigmatico, cio di ricapitolazione delleconomia trinitaria dellincarnazione redentrice sotto il segno dellamore e del dono. Cos affermava Glotin ad Assisi durante il convegno nazionale dellApostolato della Preghiera, in occasione del terzo centenario della morte di S. Margherita Maria Alacoque. Illustrava anche in maniera esatta la posizione liturgica della solennit del S. Cuore nellalveo della redamatio e della reparatio. Si comprenda fino in fondo che in questa Ottava ci si sofferma a riflettere e quasi a digerire lesplosivo impatto dellevento-mistero della risurrezione di Ges. Come a Natale dopo otto giorni ci si domanda: ma cosa veramente successo nella storia umana con lincarnazione del Verbo? E allora si ritorna al grembo della Madre Maria per capire nella sua prima sperimentatrice e cooperatrice limpatto storico, esistenziale, di un fatto che ora tocca tutti i credenti, cos otto giorni dopo la dormitio-resurrectio del Verbo fatto carne, che dal costato del nuovo Adamo ha fatto nascere la Chiesa ci domandiamo: ma come e da

quale sorgente scaturita questa fantastica creazione nuova, sacramento di rigenerazione misericordiosa di tutta lumanit? Questa volta, otto giorni dopo, dobbiamo ritornare al grembo del Padre o in toto al grembo trinitario. Molti hanno desiderato lungo il percorso liturgico una festa per il Padre Misericordioso. Orbene qui il discorso si fa pi completo. Filippo domandava a Ges: Mostraci il Padre. E Ges, proprio alla vigilia del grande sacrificio, rispondeva: Chi vede me vede il Padre. da quel momento che il Figlio di Dio, come incarnazione della Misericordia del Padre, metteva in atto la finale manifestazione. E quando si apre il cuore di Ges, allora nona del venerd santo, non abbiamo pi dubbi. Il cuore che si apre quello del Padre e i due doni massimi sono: il Figlio nel suo sangue versato fino allultima goccia e lo Spirito Santo come lacqua viva. Allora tutta la SS. Trinit nel processo dellultima rivelazione e dellestrema donazione. La Domenica della Misericordia si sofferma a meditare, proclamare, godere questa sublime realt dopo la quale non resta che lescaton. Quello che lApocalisse di Giovanni, chiudendo tutta la Bibbia, ci fa vedere in un grande quadro celeste dove la regalit eterna di Dio si manifesta nella gloria del Padre e dellAgnello Immolato col fiume dacqua viva che ne sgorga a guarigione e salute completa per tutte le nazioni. Mentre lo Spirito e la sposa (Chiesa) dicono: Vieni. E chi ascolta ripeta: Vieni. Chi ha sete venga, chi vuole attinga gratuitamente lacqua della vita (Ap 22, 17). La Chiesa sar sempre la comunit dei credenti, cio come dice S. Giovanni, di coloro che hanno creduto allamore misericordioso di Dio. Ricordiamo che credo deriva da crad-ha, radice pregnante che Ravasi traduce cos: Porre il cuore in qualcuno. Come nata la fede della Chiesa? Con lesperienza di Giovanni alle tre del pomeriggio del venerd santo, con lesperienza dei dieci la sera del primo giorno e finalmente con quella di Tommaso lottavo giorno, sempre davanti al cuore trafitto di Ges, come luogo di conoscenza dellamore trinitario. Finalmente la Chiesa rispondeva allamore col credo. Nasceva il popolo del Confido in Te. Il riferimento trinitario ci permette di considerare la collocazione liturgica della Domenica della Divina Misericordia in un momento significativo, cio quello di raccordo tra la Pasqua e la Pentecoste o ancor meglio come anello di congiunzione tra la Quaresima coi suoi itinerari catecumenali e penitenziali e il glorioso periodo mistagogico post-pasquale. Dal mercoled delle ceneri camminiamo con Cristo sofferente fino al bagno di sangue del Santo Triduo; poi cominciamo a godere del grande frutto dello Spirito meritato dal cruento sacrificio. Al centro sta la figura del Padre misericordioso che nella duplice donazione del Figlio e dello Spirito alla fonte e al centro dellOpera. Ora tutti noi sappiamo come oggi si faccia ancora qualcosa in Quaresima per arrivare alla Pasqua, ma come poi tutto si sgonfi dopo lAlleluja pasquale, nonostante le forti proposte continuative del Concilio. Orbene, fermarsi l comporta una paralisi dellopera completa del Padre che dopo il dono del Figlio vuol donarci lo Spirito. Quale tristezza, quando si pensa invece ai primi tempi della Chiesa e alla sua prassi illuminata che rendeva il periodo verso la Pentecoste ancora pi forte, come nella traccia delle grandi catechesi dei Padri gustate in parte anche oggi nella liturgia delle ore. Era come un grande corso di esercizi spirituali in vista di una nuova effusione dello Spirito che corrispondeva in fondo al progetto proposto da Cristo stesso dopo la Risurrezione. Cosa che rafforz per sempre la Chiesa con la grazia della Pentecoste.

La Domenica della Divina Misericordia ci fa continuare lesperienza del cenacolo fino a quel glorioso momento e licona di Ges misericordioso ci permette il raccordo. Questa la domanda importante: perch godere del raggio rosso (dalle Ceneri al Triduo Santo) e non arrivare a godere il raggio bianco dello Spirito Santo? (dalla Pasqua alla Pentecoste). Nelle nostre comunit, ad esempio, dopo un severo itinerario quaresimale continuiamo con un altrettanto impegnativo seminario di vita nello Spirito per arrivare alle preghiere di effusione nel giorno di Pentecoste. Abbiamo imparato senzaltro qualcosa da Ges Misericordioso. E non si parli pi di devozionismi. Continuiamo a proporre anche didatticamente lesposizione dellicona della Divina Misericordia. un suggerimento di Ges. Abbiamo visto anche come nelle tre grandi manifestazioni in piazza S. Pietro (beatificazione, festa del 1999, canonizzazione) la gigantesca immagine sia stata esposta quasi di necessit sulla facciata della Basilica. Troviamo infatti in questa immagine un supporto visivo a dare luce e significato non solo alla Domenica in Albis ma a tutto il grande periodo Pasqua-pentecostale. E dal momento che questo mistero penetra nel quotidiano come fondamento di continua salvezza e di comunione con Dio, a garanzia di eternit, sar bene collocare licona nellambiente quotidiano per avere un costante riferimento di contemplazione e di affidamento. Ges che appariva a S. Faustina il 22 febbraio del 1931 era lo stesso del Cenacolo. Quanto nel Cenacolo avvenne dallultima cena al giorno di Pentecoste fa parte della fantastica e insostituibile esperienza di fondo di tutto il cristianesimo con una missione assoluta di annunciarla e comunicarla a tutto il genere umano. questione di eterna salvezza. Il Cristo Sommo Sacerdote Misericordioso, tra il gioved e il venerd santo, attraverso una tenda pi grande e pi perfetta, non costruita da mano di uomo, cio non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entr una volta per sempre nel santuario, procurandoci cos una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto pi il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offr se stesso senza macchia a Dio, purificher la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio Vivente (Eb 9, 11-14). Come nel Kippur ebraico (la festa della grande espiazione) una volta allanno il sommo sacerdote entrava nel Santo dei Santi, oltre il velo, dopo una settimana santa di preghiere, digiuno e purificazioni, e come ancora gli elementi rituali basilari erano il sangue e lacqua, ecco ora finalmente lunico vero sommo sacerdote Ges compie il definitivo e universale sacrificio espiatorio nel proprio Sangue e nellAcqua dello Spirito. Tutto per un ritorno definitivo al Padre, il Dio vivente. Alla morte di Ges il velo del tempio si spezza come a significare che quella storia antica stata solo una grande prefigurazione o una grande immagine; ora comincia la storia nuova una volta per sempre, con una meta ultima: il vero passaggio o Pasqua di tutti alla Terra promessa. E leggiamo ancora con commozione dalla lettera agli Ebrei: Poich dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Ges Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermit, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono

della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno (Eb 4, 14-16). Questa esortazione agli Ebrei ci invita a fare non solo il grande passaggio dallAntico al Nuovo Testamento, ma a vivere quotidianamente il passaggio nel bagno salvifico della misericordia, corrispondendo con assoluta fiducia (Confido in Te). Tutto questo richiama licona ideata da Ges stesso e, se domandiamo la luce del cuore, ci accorgeremo che limmagine non una delle tante che possono magari funzionare da strumento per nuovi devozionismi, ma diventa codice decifratore di tanti passi significativi della Scrittura. Non ci meravigliamo se il sangue e lacqua, elementi essenziali anche per la vita naturale, ora vengono elevati a significare la vita soprannaturale e sono rappresentati con due raggi luminosi. la luce nuova della Pasqua, il nuovo roveto ardente, la Shekinah gloriosa con una divina irradiazione: Questo Figlio irradiazione della gloria del Padre e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola (Eb 1, 3). La Parola gi stata registrata tutta dalla Scrittura, ma se lungo il percorso di questa nostra storia tormentata il Verbo stesso sceglie una via profetica per ravvivarla, benedetto sia il suo Santo Nome. Intanto ci mettiamo davanti allicona del Crocifisso - Risorto. Lui solo ora nel Cenacolo, perch dopo duemila anni i discepoli siamo noi, davanti a Lui, in attesa dei benefici divini. Non un fantasma, non un idolo mentale, non il prodotto di una filosofia, di una ideologia e neanche di una religione, non un concetto teologico o un ridimensionamento interno di immagine scaturito dal cuore di chi laveva conosciuto prima. Lui in persona, il Figlio di Dio e Figlio delluomo, con i chiari segni di un amore crocifisso che si chiama misericordia. Soprattutto punta decisamente su quel cuore che merita uno sguardo di fede assoluta per entrare in quella sintonia di cuori dove finalmente possibile la conoscenza e il passaggio per osmosi e simbiosi del Sangue e dellAcqua. Dopo la pi grande sciagura di tutti i tempi, ecco la pi grande grazia. Dopo il pi grande rifiuto delluomo, ecco il pi grande perdono, dopo la pi drammatica dichiarazione di morte (deicidio), ecco la pi grande manifestazione della Vita. Il nostro Dio per amore si fa configgere, trafiggere ma mai sconfiggere. Felice colpa perch lamore finalmente si capisce come Divina Misericordia. Contemplando licona lasciamoci dire quello Shalm pasquale: Pace a voi. Il vero significato globale di questa pace che pu venire solo da Dio decifrato da S. Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi: Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che vostro, spirito (pneuma), anima (psiche) e corpo (soma), si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Ges Cristo. Colui che vi chiama fedele e far tutto questo (1Ts 5, 23-24). Questa salvezza totale, corrispondente alla tridimensionalit della nostra persona, pu esser capita solo per rivelazione e pu essere attuata solo dal Signore nostro Ges Cristo, unico Salvatore. In questo tempo di salutismo esagerato e di ricerca terapeutica nel parareligioso e nel paranormale, il Signore ci invita a fare il passo decisivo verso di Lui come Salvatore, cio liberatore e guaritore, sulla base di un unico principio ben individuato da S. Pietro dopo la grande batosta e dopo il misericordioso ricupero: Egli port i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perch non vivendo pi per il peccato, vivessimo per la giustizia: dalle sue piaghe siete stati guariti (1Pt 2, 24-25). Se abbiamo ancora dei dubbi proprio lOttava di Pasqua che ci convince una volta per sempre: Pace a Voi. Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani;

stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere pi incredulo ma credente. Rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio (Gv 20, 26-28). LOttava di Pasqua una grande occasione per parlare del Giorno del Signore perch qui che comincia la misericordiosa catena che d senso e altezza allanno delluomo per renderlo anno del Padre. Quanto abbiamo insistito in questi anni per ricuperare la domenica di fronte al calo progressivo e disastroso della pratica sopportata pi per legge ecclesiastica che per mistero divino. Ricordiamo la Sacrosanctum Concilium al n. 106: La domenica la festa primordiale che deve essere proposta e inculcata alla piet dei fedeli... Non le venga anteposta alcunaltra solennit che non sia di grandissima importanza, perch la domenica il fondamento e il nucleo di tutto lanno liturgico. Tutto questo stato rispettato dal Decreto per la denominazione della Seconda di Pasqua come Domenica della Divina Misericordia. E da quanto abbiamo detto sopra, guai a noi se tocchiamo i testi e la collocazione di questo giorno ottavo che allinizio della serie delle domeniche. Per quali ricchezze e quali contenuti ci invita a riconsiderare e rivivere anche la rivelazione privata di Ges Misericordioso. Soprattutto per una traduzione in termini di popolo o di piccoli del Vangelo dei molteplici e profondi messaggi. Proprio come scriveva un noto liturgista, giustamente preoccupato per un possibile adombramento della grande realt della Domenica e invece per un sano riferimento alle rivelazioni private: Il miglior servizio, anzi il vero servizio delle rivelazioni private, quello di condurre al centro del mistero pasquale, entro la strada percorsa da tutta la Chiesa (Vita pastorale n. 7/1994). quanto ogni vero cultore della Divina Misericordia condivide caldamente. Finalmente e in maniera forte questa Domenica evidenzia il Sacramento della Riconciliazione, su cui merita soffermarsi considerando anche la drammatica crisi che oggi lo investe. Ges stesso indic nellicona il momento dellistituzione del sacramento e nella mano destra alzata il gesto del sacerdote che assolve. Parl molte volte di questo sacramento con molta passione. Ecco un esempio, questa volta associato al grande tema della Comunione: Quanto mi addolora che le anime si uniscano cos poco a Me nella Santa Comunione! Attendo le anime ed esse sono indifferenti per Me. Le amo con tanta tenerezza e sincerit ed esse non si fidano di Me. Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle. Trattano con Me come con una cosa inerte eppure ho un cuore pieno damore e di Misericordia. Affinch tu possa conoscere almeno un po il Mio dolore, pensa alla pi tenera delle madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano lamore della madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscir a consolarla. Questa unimmagine ed una pallida somiglianza del Mio amore. Scrivi, parla della Mia Misericordia. D alle anime dove debbono cercare le consolazioni cio nel tribunale della Misericordia, l avvengono i pi grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane n celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della Divina Misericordia si manifester in tutta la sua pienezza. Anche se unanima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilit di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe cos per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciter questanima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sar troppo tardi! (Diario pag. 476).

La Liturgia delle Ore di questa Domenica anticipa il tema nella lettura breve dei primi vespri, da Romani 5, 10-11: Se quanderavamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto pi ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Ges Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione. Mons. Enzo Lodi, liturgista di fama ma anche pastore aperto ai segni dei tempi, dopo aver fugato il timore di chi vede in questa domenica cos definita quasi una smentita dello spirito della riforma liturgica, afferma decisamente: Bisogna riconoscere che finalmente si celebra la Divina Misericordia nella domenica in cui il Vangelo della Messa (Gv 20, 19-23) ci presenta due realt centrali della nostra fede. La prima quella espressa dal testo fondamentale che promulga il sacramento della penitenza, oggi cos mal compreso e celebrato, che cos potrebbe ritrovare il suo rilievo biblico. La seconda realt la manifestazione del costato aperto dello stesso Risorto (v. 27: metti la mano nel mio costato e non essere pi incredulo ma credente), che altrove lo stesso evangelista ci indica come un mistero sacramentale di fede (Gv 19, 34), perch da esso scaturiscono il sangue (lEucaristia) e lacqua (il battesimo), che sono il simbolo dei sacramenti della chiesa (cfr. prefazio della festa del S. Cuore di Ges). Mi pare che queste ragioni siano sufficienti per fugare ogni dubbio: la riforma liturgica cos completata, perch la chiesa guidata dallo Spirito verso tutta la verit (Gv 16, 13). Un testo del card. Ratzinger (cfr. Fede cristiana ieri e oggi, 1969) qui significativo: Per Giovanni, limmagine del costato trafitto il punto culminante non solo della croce, ma di tutta la storia di Ges. Ora, dopo il colpo della lancia, la sua esistenza completamente aperta; in quel preciso momento egli completamente per; non pi isolato, ma lAdamo da cui viene tratta Eva, una nuova umanit Colui che tutto aperto, e che realizza lessere come radicale accoglienza e comunicazione, manifesta cos quello che sempre stato in profondit, e cio la sua condizione di figlio. (Settimana 21-5-2000). Si pu anche notare come nella formula di assoluzione nel nuovo rito del sacramento della riconciliazione (senzaltro meno giuridica e pi teologica) si parte dalla Misericordia del Padre attraverso la passione e morte e risurrezione del Figlio (sangue) e leffusione dello Spirito (acqua) per il frutto del perdono e della pace ottenuto nel ministero consegnato alla Chiesa. Lab-solvere (spezzare catene, liberare, guarire) prende un alto significato entro il mistero Pasqua-pentecostale per arrivare a quello Shalm che sigilla sempre una cosa nuova, una nuova creatura, il miracolo della rivivificazione ogni volta che la morte o i germi velenosi si siano introdotti nel cammino umano. Ecco il sacramento della misericordia, della riconciliazione divina, del perdono e della pace, prima ancora di essere quello della confessione, quale piccolo ma necessario contributo sacrificale umano ad unopera che possibile solo a Ges e a un ministero da Lui derivante. E se si parla di penitenza, bisogna dire che lha fatta Lui per ciascuno di noi in maniera tremenda. E uno si deve domandare: Ma Signore, proprio vero che la prima cosa messa in atto dopo la tua risurrezione listituzione di questo sacramento? Ed proprio vero che i primi a beneficiarne sono stati quelli che ti hanno tradito e che in fondo ti hanno pi crocifisso? Ed

proprio vero che a loro cos miserabili hai consegnato questo esclusivo potere divino di perdonare?. Se vero questo vero il discorso della montagna (Matteo) e della pianura (Luca), vero il Vangelo della Misericordia. Possiamo provare, come io ho fatto tante volte, a spiegare anche ai bambini il sacramento della riconciliazione con esposta licona di Ges Misericordioso. Non solo il discorso si fa pi efficace ma si pu quasi notare una misteriosa attrazione che lo rende pi penetrante. Qualche sacerdote pu manifestare incredulit o rigetto. Beh! Dove e con chi ha trovato Ges la maggior difficolt nel farsi comprendere se non fra i suoi intimi? Eppure ha insistito con loro anche per la scelta finale, perch anche questo un grande segno di misericordia e di garanzia che la Chiesa Sua. Ancora nel 1982 tentai di spiegare queste cose, appoggiandomi anche allicona di Ges, in un ritiro diocesano per sacerdoti, sicuro in partenza di trovare non solo un terreno refrattario ma di rovinarmi il nome e la carriera. La reazione fu pesante, comera prevedibile, ma quelluomo intelligente e biblicamente preparato che era larcivescovo Alessandro Maria Gottardi prese pubblicamente la mia difesa e appoggi la causa per iscritto addirittura sullorgano ufficiale della diocesi (Rivista Diocesana Tridentina, giugno 1982, pp. 439-40). Ecco il testo, di estrema attualit ancor oggi: Sia dunque per lassenza di alcuni, sia per una chiarificazione che mi pare necessaria a risolvere le difficolt suscitate in altri da una presentazione del tema apparsa alquanto personalizzata, ritengo mio dovere confermare, perch non ne resti nellinsieme una impressione errata, che al di l di un certo rivestimento occasionale la sostanza della trattazione era non solo esatta, ma fortemente robusta. Il contesto della giornata non teologico o catechistico, ma direttamente finalizzato allo spirituale giustificava del resto alcune applicazioni e deduzioni che risultarono tuttaltro che inopportune. Come appare dallo schema delle due meditazioni (vedi qui a pag. 460), il relatore ha inteso presentare, nello sfondo del cenacolo, i tre eventi strettamente connessi tra loro, che vi si verificarono tra la Pasqua e la Pentecoste: la istituzione della Eucaristia, quella del sacramento della Penitenza, e il dono dello Spirito Santo. Questi tre eventi pasquali - abitualmente presenti nella catechesi apostolica fin dai primi momenti - san Giovanni nella sua prima lettera (5, 6 - 9) sintetizza significativamente avendovi elaborato una propria teologia - nella celebre trilogia Spiritus, et aqua, et sanguis. Egli li vede tutti e tre convergenti (tres in unum sunt) a testimoniare lamore Trinitario espresso nellopera redentrice di Ges (in questo senso ha significato la particolare devozione al sacro Cuore): un amore che nella espiazione e nel perdono del peccato manifesta la sua originalit (amare il non amabile) e autenticit ( amore sommamente gratuito e ablativo); e insieme ci invita e ci consente, per il dono dello Spirito, a riformare la nostra vita e i nostri rapporti secondo un modello nuovo - quello appunto Trinitario - ispirato alla nuova alleanza: cos da consentire anche a noi di amare come Dio ama. In questo quadro fu dato particolare rilievo - con una certa ampiezza e molto opportunamente - al sacramento della Penitenza, anchesso, non meno dellEucaristia, tipicamente pasquale. Poich si trattava di un ritiro per sacerdoti, esso venne presentato in rapporto alla nostra personale esperienza di penitenti. Dalla illustrazione dei molteplici motivi per una ripresa della confessione frequente anche di noi sacerdoti (e dei religiosi e religiose), ne risulta, tra laltro, la possibilit, anche per noi, di cogliere pi in profondit

le caratteristiche dellamore misericordioso che in esso il Signore ci viene manifestando; e la constatazione che quanto pi assimiliamo personalmente lesperienza di tale misericordia, tanto pi ne diventiamo a nostra volta capaci verso chi ricorre al ministero della riconciliazione che ci stato affidato, e nel quale deteniamo le chiavi del Sangue di Cristo!. Anche per noi sacerdoti, la frequenza alla confessione dunque un tema da rivedere, un tesoro da riscoprire. Cos si esprimeva e si esponeva larcivescovo Alessandro Maria Gottardi, al quale va tutta la nostra riconoscenza.

10 MINISTERO SACERDOTALE COME MINISTERO DI MISERICORDIA

Lettera di Giovanni Paolo II per il Gioved Santo 2001.

Merita a questo punto prendere in seria considerazione la lettera di Giovanni Paolo II ai sacerdoti per il Gioved Santo 2001. Ecco alcuni tratti: Davvero grande il mistero di cui siamo stati fatti ministri. Mistero di un amore senza limiti, giacch dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li am senza fine (Gv 13,1). Questo Gioved Santo il primo dopo il Grande Giubileo. Lesperienza che abbiamo fatto con le nostre comunit, nella speciale celebrazione della misericordia, a duemila anni dalla nascita di Ges, diventa ora la spinta per un ulteriore cammino. Duc in altum! Occorre ripartire da Lui... sviluppare sempre pi il rapporto con Lui, invitati a vivere nella Sua intimit. Tra i tanti aspetti di questo incontro, mi piace oggi scegliere quello della riconciliazione sacramentale... il Sacramento della Misericordia. importante, in questa giornata per eccellenza dellamore, che noi sentiamo la grazia del sacerdozio come una sovrabbondanza di misericordia. Misericordia lassoluta gratuit con cui Dio ci ha scelti: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi (Gv 15,16). Misericordia la condiscendenza con cui ci chiama ad operare come suoi rappresentanti, pur sapendoci peccatori; Misericordia il perdono che Egli mai ci rifiuta. Riscopriamo, dunque, la nostra vocazione come mistero di misericordia. Pietro esclama: Signore, allontanati da me che sono un peccatore (Lc 5,8). Ma quasi non ha finito di pronunciare la sua confessione, che la misericordia del Maestro si fa per lui inizio di vita nuova: Non temere; dora in poi sarai pescatore di uomini (5,10). Il peccatore diventa ministro di misericordia. Sar sulla base di questo amore, corroborato dal fuoco della Pentecoste, che Pietro potr adempiere al ministero ricevuto. E non dentro unesperienza di misericordia che nasce anche la vocazione di Paolo? Quanto pi si avvolti dalla misericordia, tanto pi si sente il bisogno di testimoniarla e irradiarla. La voce che lo raggiunge sulla via di Damasco, lo porta al cuore del Vangelo, e

glielo fa scoprire come amore misericordioso del Padre che riconcilia a s il mondo. Su questa base Paolo comprender il servizio apostolico come ministero di riconciliazione. Lesperienza dei due Apostoli ci induce ad abbandonarci alta misericordia di Dio. A questo scopo, importante che riscopriamo il sacramento della Riconciliazione come strumento della nostra santificazione. bello poter confessare i nostri peccati, e sentire come un balsamo la parola che ci inonda di misericordia e ci rimette in cammino, chiamati a rappresentare il volto del Buon Pastore e dunque ad avere il cuore stesso di Cristo. Bisogna celebrare il sacramento nel migliore dei modi, nelle forme liturgicamente previste, perch esso conservi la sua piena fisionomia di celebrazione della divina Misericordia.

Conferenza stampa per la presentazione Per ben 15 volte in questa lettera il Papa dava rilievo alla misericordia. Ed per questo che nella conferenza stampa di presentazione della lettera il Card. Dario Castrillon Hoyos, prefetto della Congregazione per il Clero, ha non solo insistito sul tema ma andato a riscoprire le radici pi evidenti che stanno alla base degli insegnamenti e dellesperienza del Papa: Il Duc in altum un invito a prendere il largo verso il vasto oceano della misericordia divina, unesortazione ai fratelli sacerdoti di entrare nelle profondit della misericordia del Padre. La Riconciliazione sacramentale strumento di misericordia divina per lintera umanit. unaffermazione profetica, che insieme richiamo ad una pi fiduciosa ed audace pastorale della misericordia divina, dinanzi alla temporanea crisi della pratica del Sacramento del Perdono. I nostri confessionali sono silenziosi testimoni proprio dellamore di Dio Padre, della grazia del Signore nostro Ges Cristo e dellunit dello Spirito Santo. Il sacramento della misericordia e luomo (sacerdote) il canale della misericordia. Il Santo Padre, con tocco squisitamente pastorale, richiama tutti noi sacerdoti a sentire la grazia del sacerdozio come una sovrabbondanza di misericordia; Riscopriamo, dunque, la nostra vocazione come mistero di misericordia. E la misericordia non qualcosa ma Qualcuno: Cristo Ges la misericordia e noi possiamo capire il significato di questa parola soltanto se abbiamo presente Lui. Misericordia la chiave per aprire la porta al mistero dei Redentore e, di conseguenza, alla comprensione del sacerdozio ordinato. NellEnciclica Redemptor Hominis il Santo Padre ci insegna che la rivelazione dellamore e della misericordia ha nella storia delluomo una forma e un nome: si chiama Ges Cristo (RH 9). E qui siamo al cuore della divina Rivelazione; questo il cristianesimo. Su questo sfondo si staglia lesortazione del Santo Padre: Riscopriamo, dunque, la nostra vocazione come mistero di misericordia. Il sacerdote deve fare esperienza intensa, coinvolgente, appassionata di Ges e per questo, nonostante tutte le urgenze, anzi, in un certo senso, proprio a causa di queste, deve

essere uomo di orazione indistruttibile e deve sperimentare personalmente la divina misericordia per poi riversarla generosamente, quasi per traboccamento, sui fratelli. Ritornando con la mente ai grandi segni giubilari, ne ricordo uno che si addice ai contenuti e allafflato della lettera. Penso alla prima canonizzazione del Grande Giubileo, quella di Suor Faustina Kowalska, umile religiosa polacca alla quale il Signore risorto, rivelandosi a lei fra le due guerre mondiali, ha affidato uno straordinario messaggio, quanto mai attuale e che il Santo Padre ha espressamente consegnato alla generazione del nuovo Millennio: La luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di Suor Faustina, illuminer il cammino degli uomini del terzo millennio (Omelia alla canonizzazione, 30 aprile 2000). Il Santo Padre esorta in modo pratico e concreto, tutti i sacerdoti ad accostarsi al Sacramento del Perdono e ad offrire, con lurgenza della carit di Cristo, il sublime dono della misericordia divina a tutti coloro che lo richiedono, mediante lascolto della Confessione sacramentale. Il Sacramento della Riconciliazione che, per la vita sacerdotale sostegno, orientamento e medicina, irrinunciabile per ogni esistenza cristiana (n. 11).

Signore mio e Dio mio. Sacerdote, sei mistero di misericordia.

Poi la Congregazione per il Clero interveniva in modo forte in occasione della solennit del Sacro Cuore, giornata mondiale per la santificazione dei sacerdoti, offrendo un prezioso sussidio di meditazioni e preghiere, per rileggere la vocazione e il ministero sacerdotale alla luce del mistero della misericordia divina. Firmato al 13 maggio 2001, dal prefetto Card. Dario Castrillon Hoyos, portava il titolo significativo: Signore mio e Dio mio. Sacerdote, sei mistero di misericordia. Il filo conduttore proviene sempre dalla lettera di Giovanni Paolo II ai sacerdoti per il gioved santo 2001, che ritorna ad essere luce per camminare e soprattutto per ritornare sul valore del sacramento della Riconciliazione, come via fondamentale alla santificazione, come via dellamore misericordioso (pp. 3-4). Se per assurdo ci mancasse lesperienza della divina misericordia, come potremmo essere in comunione vitale con il Padre, ricco di misericordia? Non saremmo tralci vivi ma secchi, separati dalla vite (Gv 15, 6). A noi ministri del Vangelo, il Vangelo comanda: Siate misericordiosi come misericordioso il Padre vostro (Lc 6, 36). In questa frase racchiusa tutta la nostra perfezione: diventare come il Padre celeste! Siate voi dunque perfetti come perfetto il padre vostro celeste (Mt 5, 48). La misericordia di Dio la sua perfezione e deve diventare anche la nostra perfezione sacerdotale (p. 9). Le riflessioni sviluppate nel sussidio offrono numerosi spunti di grande interesse anche attorno ai temi che stiamo qui trattando. E in questo contesto ci sono importanti riferimenti alle rivelazioni di Ges Misericordioso per i nostri tempi e perci al Diario di Santa Faustina. Un particolare rilievo viene dato al discorso di Ges sul sacramento della Riconciliazione: Scrivi, parla della mia misericordia. D alle anime dove debbono cercare le consolazioni cio nel tribunale della misericordia; l avvengono i pi grandi miracoli che si ripetono

continuamente; per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane, n celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un mio rappresentante e confessargli la propria miseria e il miracolo della Divina Misericordia si manifester in tutta la sua pienezza. Anche se unanima fosse in decomposizione come un cadavere e umanamente non ci fosse alcuna possibilit di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe cos per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciter questanima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sar troppo tardi! (Diario, Q V, p. 476). Riferendosi al vangelo dellapparizione di Ges Risorto nel cenacolo (che limmagine di Ges Misericordioso) e al commento del Santo Padre nellomelia della seconda Domenica di Pasqua del 2001 festa della misericordia di Dio, si richiama un altro testo del Diario di Santa Faustina: In quel giorno sono aperte le viscere della mia misericordia, riverser tutto un mare di grazia sulle anime che si avvicinano alla sorgente della mia misericordia. Lanima che si accosta alla confessione e alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessuna anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto (Q 11, 267). Dal costato trafitto di Cristo era scaturito il sangue e lacqua (Gv 19, 34). Giovanni nel contemplare questo flusso sovrabbondante di misericordia, vi aveva trovato la forza per rimanere fedele al Signore. Giovanni, imitando Maria, la Madre di Ges, si era lasciato conquistare dallamore misericordioso di Cristo (pp 22-23). Per questo, allora come oggi, dobbiamo accostarci con fiducia al Cuore misericordioso di Dio, da dove scorre ininterrotto il flusso della sua misericordia e davanti al costato trafitto di Cristo possiamo pregare: O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Ges, come sorgente di misericordia per noi, confido in te (Santa Faustina Kowalska) (p. 38). Dallomelia di Giovanni Paolo II per la canonizzazione di suor Faustina Kowalska, 30 aprile 2000: Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: Figlia mia, d che sono lAmore e la Misericordia in persona chieder Ges a suor Faustina (Diario, 374). Questa misericordia Cristo effonde sullumanit mediante linvio dello Spirito che, nella Trinit, la Persona Amore (p. 43). Nella riflessione sulla fiducia nella divina misericordia si cita da Santa Faustina Kowalska: Figlia mia.d che sono lamore e la misericordia in persona. Quando unanima si avvicina a me con fiducia, la riempio di una tale quantit di grazia, che essa non pu contenerla in s e la irradia sulle altre anime. Le anime che diffondono il culto della mia misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nellora della morte non sar per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso. In quellultima ora, lanima non ha nulla in sua difesa, allinfuori della mia misericordia. Felice lanima che durante la vita si immersa nella sorgente della misericordia, poich la giustizia non la raggiunger. Scrivi: tutto ci che esiste racchiuso nelle viscere della mia misericordia pi profondamente di un bimbo nel grembo materno. Quanto dolorosamente mi ferisce la diffidenza verso la mia bont! I peccati di sfiducia sono quelli che mi feriscono nella maniera pi dolorosa (Diario, Q III, p. 374). Dalla Omelia di Giovanni Paolo II per la canonizzazione di suor Faustina Kowalska, 30 aprile 2000: Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia

nella vita ed tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza. Quante anime ha gi consolato linvocazione Ges, confido in Te, che la Provvidenza ha suggerito attraverso suor Faustina! Questo semplice atto di abbandono a Ges squarcia le nubi pi dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno (pp. 46-47). Come preghiera finale il sussidio della Congregazione per il Clero suggerisce la recita delle litanie della Divina Misericordia, tratte dal Diario di Santa Faustina.

11 LESPERIENZA, IL DISCERNIMENTO, LA SINTESI TEOLOGICA DI KAROL WOJTYLA

Lesperienza

risaputo, che Karol Wojtyla da giovane, prima di affrontare il duro lavoro in fabbrica o limpegno degli studi, si alzava assai presto al mattino per pregare in qualche chiesa. Era il primo a presentarsi nel momento dellapertura e ancora oggi a Cracovia c qualcuno che ti indica il banco di questa mattutina esperienza del futuro Papa. Uno dei luoghi sacri frequentati, come lui stesso ha testimoniato, era la chiesa del convento di Lagiewniki, dove era esposto il famoso dipinto di Ges Misericordioso del pittore Hyla. Era il luogo di tanti eventi registrati nel Diario di suor Faustina, mentre nel piccolo cimitero della comunit lei giaceva ormai in odore di santit. L il giovane Wojtyla si affidava alla Divina Misericordia e domandava di poterne diventare apostolo. E il Signore lo prendeva in parola. Divenuto arcivescovo di Cracovia, come si detto sopra dovette affrontare con coraggio proprio il momento cruciale della santa causa. Lo snodo polacco era necessario per un futuro che riguardava tutta la Chiesa cattolica. Nella sofferenza, nella visione e nella seriet del discernimento la prova si tramutava in sospensione purificatoria per una pi gloriosa manifestazione. E si lavorava sodo con lapporto anche di strumenti provvidenziali rappresentati da personaggi eroicamente impegnati su un cammino dipendente senzaltro da divina vocazione.

Il discernimento Qui restarono in campo don Sopocko che vivr fino al 1978, il padre Giuliano Chrosciechowsi, M.I.C., che vivr fino al 1976, e don Carlo Vivaldelli di Trento, che sar lunico a sopravvivere dopo la sentenza assolutoria, essendo stato chiamato al Cielo nel 1988.

Padre Giuliano, autore di testi ripubblicati anche recentemente, sped nel 1975 il suo libro Devozione alla Divina Misericordia nei nostri giorni al cardinale Wojtyla che rispose subito in data 1-9-1975, ringraziando ed esprimendosi in questo modo: la sua opera certamente un contributo ad una grande storia, che Dio stesso scrisse con le Sue parole ispirate e coi suoi fatti negli annali dellumanit. Nella stessa lettera il cardinale di Cracovia continua dicendo che molto importante istituire nella Chiesa cattolica una Festa della Divina Misericordia che servirebbe alla rivitalizzazione della devozione e al rinnovamento spirituale di tante nazioni; e dopo aver ringraziato padre Giuliano per aver fornito punti e giustificazioni in favore della Festa, cos letteralmente conclude: Anche se dopo linizio del processo di beatificazione della Serva di Dio Sr. Faustina, molti religiosi tentarono dintrodurre altre forme di devozione alla Divina Misericordia (es. novene basate su testi liturgici, ore bibliche, adorazioni del Santissimo Sacramento) i fedeli costantemente ritornavano alle forme proposte da Sr. Faustina. La crescita della devozione, a dispetto della Notificazione del S. Officio, il grande interesse al riguardo da parte dei teologi, cos apparente nel simposio dei teologi ad Oltarzewo nel 1969, le molte richieste fatte a certi vescovi perch intervenissero presso la Santa Sede per favorire listituzione della Festa della Divina Misericordia, hanno forzato lepiscopato polacco a considerare la cosa con seriet. Lei, padre provinciale, si tenga tranquillo su questo argomento (Marian Helpers Bulletin, Juy - Spt. 1979). Don Carlo Vivaldelli era pure in corrispondenza epistolare con Karol Wojtyla e con i maggiori apostoli e scrittori sopra elencati. Convertito in maniera miracolosa alla santa causa, simpegn in essa per ben trentanni lasciando una miniera di appunti, ricerche e scritti. Con la sua intelligenza e la sua vastissima cultura, con la possibilit anche di applicazione acconsentita dalle sue quasi croniche infermit che lo tenevano in camera, poteva arrivare a risultati di alto livello. Lo stesso episcopato polacco lo incoraggi su questa pista di approfondimento. Fu importantissima lanalisi teologica degli scritti di suor Faustina fatta dal prof. Ignacy Rozycki. La sua opera fondamentale ancor oggi per capire i dati essenziali e le differenziazioni della devozione e del culto della Divina Misericordia. Sr. M. Elzbieta Siepak ne ha fatto un agile e pregevole riassunto nel libretto Ha reso straordinaria la vita quotidiana Cracovia e Roma 1995.

La sintesi teologica

nellEnciclica DIVES IN MISERICORDIA (Dio ricco di misericordia) 2 dicembre 1980 (Testo fontale di tutto il magistero di Giovanni Paolo II). Ecco alcuni passaggi: Rivelazione della misericordia (n. 1) Dio ricco di misericordia colui che Ges Cristo ci ha rivelato come Padre: proprio il suo Figlio, in se stesso, ce lha manifestato e fatto conoscere. Memorabile, al riguardo, il momento in cui Filippo, uno dei dodici Apostoli, rivolgendosi a Cristo disse: Signore, mostraci il Padre e ci basta; e Ges cos gli rispose: Da tanto tempo sono con voi, e tu non mi hai conosciuto...? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Queste parole furono pronunciate durante il discorso di addio, al termine della Cena pasquale, a cui seguirono gli

eventi di quei santi giorni, durante i quali doveva una volta per sempre trovar conferma il fatto che Dio, ricco di misericordia per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo. Seguendo la dottrina del Concilio Vaticano II e aderendo alle particolari necessit dei tempi in cui viviamo, ho dedicato lEnciclica Redemptor hominis alla verit intorno alluomo, che nella sua pienezza e profondit ci viene rivelata in Cristo. Unesigenza di non minore importanza, in questi tempi critici e non facili, mi spinge a scoprire nello stesso Cristo ancora una volta il volto del Padre, che misericordioso e Dio di ogni consolazione (n. 1). Incarnazione della misericordia In Cristo e mediante Cristo, diventa anche particolarmente visibile Dio nella sua misericordia, cio si mette in risalto quellattributo della divinit, che gi lAntico Testamento valendosi di diversi concetti e termini, ha definito misericordia. Cristo conferisce a tutta la tradizione vetero - testamentaria della misericordia divina un significato definitivo. Non soltanto parla di essa e la spiega con luso di similitudini e di parabole, ma soprattutto egli stesso la incarna e la personifica. Egli stesso , in un certo senso, la misericordia. Per chi la vede in lui - e in lui la trova - Dio diventa particolarmente visibile quale Padre ricco di misericordia. Rivelato da lui, infatti, il mistero di Dio Padre delle misericordie diventa, nel contesto delle odierne minacce contro luomo, quasi un singolare appello che sindirizza alla Chiesa. Nella presente Enciclica desidero accogliere questo appello; desidero attingere alleterno ed insieme, per la sua semplicit e profondit, incomparabile linguaggio della rivelazione e della fede per esprimere proprio con esso, ancora una volta, dinanzi a Dio ed agli uomini le grandi preoccupazioni del nostro tempo (I, 2).

Il Mistero pasquale. Misericordia rivelata nella croce e nella risurrezione Gli eventi del Venerd santo e, prima ancora, la preghiera nel Getsemani introducono in tutto il corso della rivelazione dellamore e della misericordia, nella missione messianica di Cristo, un cambiamento fondamentale. Colui che pass beneficando e risanando e curando ogni malattia e infermit sembra ora egli stesso meritare la pi grande misericordia e richiamarsi alla misericordia, quando viene arrestato, oltraggiato, condannato, flagellato, coronato di spine, quando viene inchiodato alla croce e spira fra tormenti strazianti. allora che merita particolarmente la misericordia dagli uomini che ha beneficato, e non la riceve. Perfino coloro che gli sono pi vicini non sanno proteggerlo e strapparlo dalle mani degli oppressori. In questa tappa finale della missione messianica si adempiono in Cristo le parole dei profeti e soprattutto in Isaia, pronunciate riguardo al Servo di Jahv: Per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Il Mistero pasquale il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia, che capace di giustificare luomo, di ristabilire la giustizia nel senso di quellordine salvifico, che Dio dal principio aveva voluto nelluomo e, mediante luomo, nel mondo. Cristo sofferente parla in modo particolare alluomo, e non soltanto al credente. Anche luomo non credente sapr scoprire in lui leloquenza della solidariet con la sorte

umana, come pure larmoniosa pienezza di una disinteressata dedizione alla causa delluomo, alla verit e allamore. Nel Figlio crocifisso significa vedere il Padre, significa credere che lamore presente nel mondo e che questo amore pi potente di ogni genere di male, in cui luomo, lumanit, il mondo sono coinvolti. Credere in tale amore significa credere nella misericordia. Questa, infatti, la dimensione indispensabile dellamore, come il suo secondo nome e, al tempo stesso, il modo specifico della sua rivelazione ed attuazione nei confronti della realt del male che nel mondo, che tocca e assedia luomo, che si insinua anche nel suo cuore e pu farlo perire nella Geenna (V, 7).

Amore pi potente della morte pi potente del peccato Questo far giustizia della morte avviene a prezzo della morte di colui che era senza peccato e che unico poteva - mediante la propria morte - infliggere morte alla morte. In tal modo la croce di Cristo, sulla quale il Figlio, consostanziale al Padre, rende piena giustizia a Dio, anche una rivelazione radicale della misericordia, ossia dellamore che va contro a ci che costituisce la radice stessa del male nella storia delluomo: contro il peccato e la morte. La croce il pi profondo chinarsi della Divinit sulluomo e su ci che luomo specialmente nei momenti difficili e dolorosi - chiama il suo infelice destino. La croce come un tocco delleterno amore sulle ferite pi dolorose dellesistenza terrena delluomo, il compimento sino alla fine del programma messianico. Il fatto che Cristo risuscitato il terzo giorno costituisce il segno finale della missione messianica, segno che corona lintera rivelazione dellamore misericordioso nel mondo soggetto al male. Ci costituisce al tempo stesso il segno, che preannuncia un nuovo cielo e una nuova terra, quando Dio terger ogni lacrima dai loro occhi; non ci sar pi la morte, n lutto, n lamento, n affanno, perch le cose di prima sono passate. Nel compimento escatologico la misericordia si riveler come amore, mentre nella temporaneit, nella storia umana, che insieme storia di peccato e di morte, lamore deve rivelarsi soprattutto come misericordia ed anche attuarsi come tale. Il programma messianico di Cristo - programma di misericordia - diviene il programma del suo popolo, il programma della Chiesa. Al centro di questo sta sempre la croce, poich in essa la rivelazione dellamore misericordioso raggiunge il suo culmine. Nella sua risurrezione Cristo ha rivelato il Dio dellamore misericordioso, proprio perch ha accettato la croce come via alla risurrezione. Ed per questo che - quando ricordiamo la croce di Cristo, la sua passione e morte - la nostra fede e la nostra speranza sincentrano sul Risorto: su quel Cristo, che la sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato... si ferm in mezzo a loro nel Cenacolo, dove si trovavano i discepoli..., alit su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi. (Vedi icona di Ges Misericordioso, ndr.). Ecco il Figlio di Dio, che nella sua risurrezione ha sperimentato in modo radicale su di s la misericordia, cio lamore del Padre che pi potente della morte. Ed anche lo stesso Cristo, Figlio di Dio, che al termine - e, in certo senso, gi oltre il termine - della sua missione messianica, rivela se stesso come fonte inesauribile della misericordia, del medesimo amore che, nella prospettiva ulteriore della storia della salvezza nella Chiesa, deve perennemente confermarsi pi potente del peccato. Il Cristo pasquale

lincarnazione definitiva della misericordia, il suo segno vivente: storico - salvifico ed insieme escatologico. Nel medesimo spirito, la liturgia del tempo pasquale pone sulle nostre labbra le parole del Salmo: Canter in eterno le misericordie del Signore (V, 8).

La Madre della Misericordia Da allora si susseguono sempre nuove generazioni di uomini nellimmensa famiglia umana, in dimensioni sempre crescenti; si susseguono anche nuove generazioni del Popolo di Dio, segnate dallo stigma della croce e della risurrezione, e sigillate con il segno del Mistero pasquale di Cristo, rivelazione assoluta di quella misericordia che Maria proclam sulla soglia di casa della sua parente: di generazione in generazione la sua misericordia. Maria anche colei che, in modo particolare ed eccezionale - come nessun altro ha sperimentato la misericordia e al tempo stesso, sempre in modo eccezionale, ha reso possibile col sacrificio del cuore la propria partecipazione alla rivelazione della misericordia divina. Tale sacrificio strettamente legato alla croce del Figlio, ai piedi della quale ella doveva trovarsi sul Calvario. Questo suo sacrificio una singolare partecipazione al rivelarsi della misericordia, cio alla fedelt assoluta di Dio al proprio amore. Maria, quindi, colei che conosce pi a fondo il mistero della misericordia divina. Ne sa il prezzo, e sa quanto esso sia grande. In questo senso la chiamiamo anche Madre della misericordia: Madonna della misericordia, o Madre della divina misericordia; in ciascuno di questi titoli c un profondo significato teologico, perch essi esprimono la particolare preparazione della sua anima, di tutta la sua personalit, nel saper vedere, attraverso i complessi avvenimenti di Israele prima, e di ogni uomo e dellumanit intera poi, quella misericordia di cui di generazione in generazione si diviene partecipi secondo leterno disegno della SS. Trinit (V, 9).

La misericordia di Dio nella missione della Chiesa In relazione a tale immagine della nostra generazione, che non pu suscitare una profonda inquietudine, tornano in mente le parole, che, a motivo dellincarnazione del Figlio di Dio, risuonarono nel Magnificat di Maria e che cantano la misericordia... di generazione in generazione. Conservando sempre nel cuore leloquenza di queste ispirate parole, ed applicandole alle esperienze e alle sofferenze proprie della grande famiglia umana, occorre che la Chiesa del nostro tempo prenda pi profonda e particolare coscienza della necessit di render testimonianza alla misericordia di Dio in tutta la sua missione, sulle orme della tradizione della antica e della nuova Alleanza e, soprattutto, dello stesso Ges Cristo e dei suoi Apostoli. La Chiesa deve rendere testimonianza alla misericordia di Dio rivelata in Cristo nellintera sua missione di Messia, professandola in primo luogo come verit salvifica di fede e necessaria ad una vita coerente con la fede, poi cercando di introdurla e di incarnarla nella vita sia dei suoi fedeli sia, per quanto possibile, in quella di tutti gli uomini di buona volont. Infine, la Chiesa - professando la misericordia e rimanendole sempre fedele - ha il diritto e il dovere di richiamarsi alla misericordia di Dio,

implorandola di fronte a tutti i fenomeni del male fisico e morale, dinanzi a tutte le minacce che gravano sullintero orizzonte della vita dellumanit contemporanea (VII).

La Chiesa professa la misericordia di Dio e la proclama La Chiesa vive una vita autentica, quando professa e proclama la misericordia - il pi stupendo attributo del Creatore e del Redentore - e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore, di cui essa depositaria e dispensatrice. Gran significato ha in questo ambito la costante meditazione della parola di Dio e, soprattutto, la partecipazione cosciente e matura allEucaristia e al sacramento della penitenza o riconciliazione. Pertanto, la Chiesa professa e proclama la conversione. La conversione a Dio consiste sempre nello scoprire la sua misericordia, cio quellamore che paziente e benigno a misura del Creatore e Padre: lamore, a cui Dio, Padre del Signore nostro Ges Cristo, fedele fino alle estreme conseguenze nella storia dellalleanza con luomo: fino alla croce - alla morte e risurrezione del Figlio. La conversione a Dio sempre frutto del ritrovamento di questo Padre, che ricco di misericordia. La Chiesa contemporanea profondamente consapevole che soltanto sulla base della misericordia di Dio potr dare attuazione ai compiti che scaturiscono dalla dottrina del Concilio Vaticano II e, in primo luogo, al compito ecumenico che tende ad unire quanti confessano Cristo. Avviando molteplici sforzi in tale direzione, la Chiesa confessa con umilt che solo quellamore, che pi potente della debolezza delle divisioni umane, pu realizzare definitivamente quella unit, che Cristo implorava dal Padre e che lo Spirito non cessa di chiedere per noi con gemiti inesprimibili (VII, 13).

Conclusione

Il Santo Padre termina con un appello e con una confessione personale (VIII, 15)

in nessun momento e in nessun periodo storico - specialmente in unepoca cos critica come la nostra - la Chiesa pu dimenticare la preghiera, che grido alla misericordia di Dio dinanzi alle molteplici forme di male che gravano sullumanit e la minacciano. Proprio questo il fondamentale diritto - dovere della Chiesa, in Cristo Ges: il diritto - dovere della Chiesa verso Dio e verso gli uomini. Quanto pi la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola misericordia, quanto pi, allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto pi la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia con forti grida. Queste forti grida debbono essere proprie della Chiesa dei nostri tempi, rivolte a Dio per implorare la sua misericordia, la cui certa manifestazione essa professa e proclama come avvenuta in Ges crocifisso e risorto, cio nel Mistero pasquale. questo mistero che porta in s la pi completa rivelazione della misericordia, cio di

quellamore che pi potente della morte, pi potente del peccato e di ogni male, dellamore che solleva luomo dalle abissali cadute e lo libera dalle pi grandi minacce. E, se taluno dei contemporanei non condivide la fede e la speranza che mi inducono, quale servo di Cristo e ministro dei misteri di Dio, a implorare in questa ora della storia la misericordia di Dio per lumanit, egli cerchi almeno di comprendere il motivo di questa premura. Essa dettata dallamore verso luomo, verso tutto ci che umano e che, secondo lintuizione di gran parte dei contemporanei, minacciato da un pericolo immenso. Il mistero di Cristo che, svelandoci la grande vocazione delluomo, mi ha spinto a ribadire nellEnciclica Redemptor hominis la sua incomparabile dignit, mi obbliga, al tempo stesso, a proclamare la misericordia quale amore misericordioso di Dio, rivelato nello stesso mistero di Cristo. Esso mi obbliga anche a richiamarmi a tale misericordia e ad implorarla in questa difficile, critica fase della storia della Chiesa e del mondo, mentre ci avviamo al termine del secondo Millennio. Nel nome di Ges Cristo crocifisso e risorto, nello spirito della sua missione messianica, che continua nella storia dellumanit, eleviamo la nostra voce e supplichiamo perch, in questa tappa della storia, si riveli ancora una volta quellamore che nel Padre, e per opera del Figlio e dello Spirito Santo si dimostri presente nel mondo contemporaneo, e pi potente del male: pi potente del peccato e della morte. Supplichiamo per intercessione di Colei che non cessa di proclamare la misericordia di generazione in generazione, ed anche di coloro per i quali si sono compiutamente realizzate le parole del Discorso della montagna: Beati i misericordiosi, perch troveranno misericordia. Il Santo Padre render pressante lappello quando il 7 giugno 1997 andr come pellegrino a Lagiewniki presso il santuario della Divina Misericordia. Ecco il testo del discorso di Giovanni Paolo II in Polonia:

12 DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II IN POLONIA (1997)

Misericordias Domini in aeternum cantabo (Sal 88 [89], 2). Ecco vengo in questo santuario come pellegrino per inserirmi nel canto ininterrotto in onore della Divina Misericordia. Laveva intonato il Salmista del Signore, esprimendo quanto tutte le generazioni conservavano e conserveranno, come preziosissimo frutto della fede. Di nulla luomo ha bisogno quanto della Divina Misericordia - di quellamore che vuol bene, che compatisce, che innalza luomo sopra la sua debolezza verso le infinite altezze della santit di Dio. In questo luogo ci rendiamo conto di questo in modo particolare. Da qui infatti partito il Messaggio della Divina Misericordia che Cristo stesso volle trasmettere alla nostra generazione tramite la beata Faustina. Ed un messaggio chiaro e leggibile per ciascuno. Ciascuno pu venire qui, guardare questo quadro di Ges Misericordioso, il suo Cuore che irradia le grazie, e udire nel profondo del suo animo quanto ud la Beata: Non aver paura di nulla. Io sono sempre con te (Diario, q. II). E se risponder con cuore sincero: Ges, confido in Te!, trover conforto

in ogni sua angoscia e in ogni paura. In questo dialogo di abbandono, si stabilisce tra luomo e Cristo un particolare legame che sprigiona amore. E nellamore non c timore - scrive San Giovanni - al contrario lamore perfetto scaccia il timore (1Gv 4, 18). La Chiesa rilegge il Messaggio della Misericordia per portare con pi efficacia alla generazione di questo fine millennio e a quelle future la luce della speranza. Senza mai cessare, essa chiede a Dio misericordia per tutti gli uomini. In nessun momento e in nessun periodo storico - specialmente in unepoca cos critica come la nostra - la Chiesa pu dimenticare la preghiera, che il grido alla misericordia di Dio dinanzi alle molteplici forme di male che gravano sullumanit e la minacciano... Quanto pi la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola misericordia, quanto pi allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto pi la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia con forti grida (Dives in misericordia, n. 15). Proprio per questo sul percorso del mio pellegrinaggio si trovato anche questo Santuario. Vengo qui per affidare tutte le preoccupazioni della Chiesa e dellumanit a Cristo misericordioso. Alla soglia del terzo millennio, vengo, per affidargli ancora una volta il mio ministero Petrino Ges, confido in Te! Il messaggio della Divina Misericordia mi stato sempre vicino e caro. come se la storia lo avesse inscritto nella tragica esperienza della seconda guerra mondiale. In quegli anni difficili esso fu un particolare sostegno e una inesauribile fonte di speranza, non soltanto per gli abitanti di Cracovia, ma per la nazione intera. Questa stata anche la mia esperienza personale, che ho portato con me sulla Sede di Pietro e che, in un certo senso, forma limmagine di questo pontificato. Rendo grazie alla Divina Provvidenza perch mi stato dato di contribuire personalmente al compimento della volont di Cristo, mediante listituzione della festa della Divina Misericordia. Qui, presso le reliquie della beata Faustina Kowalska, ringrazio anche per il dono della sua beatificazione. Prego incessantemente Dio perch abbia misericordia di noi e del mondo intero (Coroncina).

13 LE FORME DEL CULTO DELLA DIVINA MISERICORDIA

Sono state definite dalla Chiesa stessa in questi cinque punti sostanziali. Essi possono essere i cardini anche di una spiritualit della Divina Misericordia.

Limmagine di Ges Misericordioso Deve essere secondo il modello dato da Ges stesso nella famosa apparizione del 22 febbraio del 1931 e deve suggerire le interpretazioni che da Lui sono state offerte. La ricchezza teologica e didattica di evidente impatto soprattutto la si inquadri nel mistero della rivelazione divina e nel contesto anche pratico del sacramento della Misericordia che quello della Riconciliazione. Ges appunto raffigurato nellatto dellistituzione.

Che limmagine, in senso pi completo, sia definita della Divina Misericordia fa capire tutte le dimensioni del mistero pasquale e il coinvolgimento di tutta la Trinit Misericordiosa. La scritta sotto limmagine anche voluta in senso assoluto da Ges per esortarci alla risposta del cuore. Essa dice Ges, confido in Te ed esprime una totalit di corrispondente donazione che va dal mondo della preghiera e quello dellazione. Consolanti sono le promesse del Signore: Attraverso questa immagine conceder molte grazie alle anime, perci ogni anima deve poter accedere ad essa (Q 11, 227).

La Domenica della Divina Misericordia Ges manifestava fin dallinizio il desiderio di questa festa da celebrarsi in tutta la Chiesa nellottava di Pasqua e vi annetteva significati teologici che oggi risultano sempre pi evidenti quando si considera il legame stretto fra il mistero pasquale e la manifestazione pi alta della Misericordia di Dio. Nessuna anima trover giustificazione finch non si rivolger con fiducia alla mia misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare della mia grande e insondabile misericordia (Q 11, 227).

La Coroncina della Divina Misericordia. Fu suggerita da Ges a Vinlius fra il 13 e 14 settembre 1935. Si dimostra sempre pi uno strumento semplice (e cos devessere nella prassi divina da sempre collaudata) per ottenere cose grandi, nellassociazione al mistero eucaristico in cui si offre allEterno Padre il corpo, il sangue, lanima e la divinit del dilettissimo Figlio per la salvezza del mondo. Lopera di misericordia che si realizza attraverso questa carit orante va a toccare il peccatore da convertire, lagonizzante che deve fare la decisione finale da cui dipende leternit, e passa oltre la morte per uno scambio intergenerazionale con le anime in purificazione nel cammino verso il finale abbraccio del Padre. evidentemente uno strumento che ci pone con Ges unico Mediatore nel ministero dintercessione a favore di tutte le necessit dei fratelli, soprattutto nei momenti di maggior trepidazione per le sorti dellumanit. Con la recita della Coroncina avvicini a me il genere umano (Q II, 333).

Lora della Misericordia (Ora nona) Nellottobre del 1937 Ges fece un invito a suor Faustina: Ogni volta che senti lorologio battere le tre, ricordati di immergerti tutta nella mia misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poich fu in quellora che venne spalancata per ogni anima In quellora fu fatta grazia al mondo intero, la misericordia vinse la giustizia (Q V, 517). Oggi diventata un appuntamento a livello mondiale.

Diffusione del culto della Divina Misericordia Qui si prevede un vero movimento danime che assimila e proclama il grande annuncio e che si prodiga nelle opere di misericordia spirituale e corporale. Dice la Chiesa, interpretando questo mandato, che oggi un movimento apostolico per proclamare e implorare la Misericordia Divina per il mondo, che in maniera trasversale abbraccia tutte le strutture della Chiesa dai sacerdoti, alle congregazioni religiose e alle associazioni laicali. Il messaggio, come codificato nel Diario continua a dire la Chiesa avvicina in modo straordinario il mistero della Misericordia Divina e affascina non soltanto la gente comune ma anche i ricercatori che scoprono in esso una fonte supplementare per le loro ricerche teologiche (Dal libretto del giorno della canonizzazione).

14 IL CUORE TRAFITTO DI GES COME LUOGO DI CONOSCENZA

appunto dallo stimolo della profezia kowalskiana che stata condotta la ricerca per la bella tesi di laurea di Manuela Tessarotto, che porta questo fascinoso e importante titolo e che stata pubblicata a Trento nel 1992 per iniziativa della benemerita associazione ecclesiale Alleanza Dives in Misericordia. Il lavoro ha goduto dellassistenza del noto biblista don Lorenzo Zani e si riferisce soprattutto alla fondamentale e finale testimonianza giovannea. Allinizio del ministero pubblico di Ges, Giovanni assiste alle nozze di Cana dove, nel segno dellacqua e del vino, incomincia a credere (Gv 2, 1-11). Ges cominci a parlare di unora misteriosa che non era ancora giunta. Giovanni, camminando con Ges, la conoscer e ne godr tutto leffetto: lora delle nozze dellagnello, col prodigio ben pi grande dellacqua e del sangue. Il credere prender consistenza definitiva. In quellora ci sar la testimonianza pi alta e pi forte che un testimone oculare abbia mai dato nella scrittura: Chi ha visto ne d testimonianza e la sua testimonianza vera, ed egli sa che dice il vero, perch anche voi crediate (Gv 19, 35). come arrivare alle profondit di Dio a cui ci si pu finalmente affidare. lora dellapertura del cuore di Dio ed tale limportanza della trafittura che Cristo risorto, sempre nella testimonianza giovannea, la continuer a proporre come segno di conoscenza e di effusione di amore: prima agli apostoli chiusi nel cenacolo (Gv 20, 19-23) e otto giorni dopo a Tommaso, con linvito addirittura a stendere e mettere la mano nel costato per non essere incredulo ma credente (Gv 20, 26-28). unora di convinzione, nel senso di con-vincere (vittoria con Cristo). Nella prima lettera Giovanni affermer decisamente: E chi che vince il mondo se non chi crede che Ges il Figlio di Dio? Questi colui che venuto con acqua e sangue, Ges Cristo; non con acqua soltanto, ma con lacqua e il sangue. Ed lo Spirito che rende testimonianza, perch lo Spirito la verit (Gv 5, 5-6).

Quellora unora dello Spirito e i grandi segni della testimonianza sono gli elementi che escono dalla trafittura: sangue e acqua. talmente importante la visione-conoscenza del Trafitto che lo stesso Giovanni, nellApocalisse, lo vede come segno di convergenza dellumanit nellultima ora, quella del giudizio: Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedr; anche quelli che lo trafissero, e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto (Ap 1, 7). Dallultimo capitolo del Vangelo di Giovanni riusciamo a capire che la prima Chiesa accolse sia il ruolo gerarchico di Pietro, sia il ruolo carismatico di Giovanni: sono due ministeri che dovranno durare fino alla fine dei tempi. Qual quello di Giovanni? Cos lo delinea il professor Lorenzo Zani nelle sue lezioni; come se Ges stesso dicesse: ha un ruolo fondamentale, restare nella Chiesa come colui che poggia il capo sul petto del Signore, cio come colui che attinge alle profondit di Dio. Si parla di questa vocazione del discepolo che attinge costantemente le profondit della rivelazione le approfondisce restando, come dicono i padri orientali, episthetios. Il ventisette dicembre, festa di san Giovanni apostolo, la liturgia commenta: Dal cuore stesso di Cristo attinse lacqua viva del Vangelo. E Origene diceva: Il Verbo nel seno del Padre, Giovanni nel seno del Verbo. E questa vocazione di riposare nel seno del Verbo per capire il Padre deve restare nella Chiesa finch io ritorni. La pi bella spiegazione data da Giovanni Paolo II nellomelia alludienza del 20 giugno 1979, mercoled prima della solennit del Sacro Cuore, intitolata significativamente Impariamo a leggere il mistero del Cuore di Cristo. Il cuore non soltanto un organo... il cuore un simbolo. Parla di tutto luomo interiore. Parla dellinterno spirituale delluomo. E la tradizione subito ha riletto questo senso della descrizione giovannea. Del resto, in un certo senso, levangelista stesso ha dato a ci la spinta, quando, riferendosi allattestazione del testimone che era lui stesso, si riferito, nel medesimo tempo, a questa frase della Sacra Scrittura: Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto (Gv 19, 37; Zc 12, 10). Cos, in realt, guarda la Chiesa; cos guarda lumanit. Ed ecco, nel trafitto dalla lancia del soldato tutte le generazioni dei cristiani hanno imparato e imparano a leggere il mistero del cuore dellUomo Crocifisso che era ed il Figlio di Dio. Golgota ora nona Lora preceduta dalle tre parole di Ges in croce riportate da Giovanni: Ecco tuo figlio - ecco tua madre (Gv 19, 26-27: conoscenza di nuovi rapporti interpersonali ed ecclesiali); Ho sete (Gv 19, 28: esperienza sofferta di ogni sete umana nella conoscenza dello Spirito); Tutto compiuto (Gv 19, 30: litinerario di rivelazione trova un compimento ed entriamo nel momento nuovo della massima esperienza della nuova alleanza). Per questo, chinato il capo, Ges spir (v. 30). Incomincia lora dello Spirito vivificante. Pi forte della morte lamore Tutto poteva essere concluso con quellultimo respiro e anche la dimostrazione che Dio ci amava poteva essere esauriente. Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita

per i propri amici... Vi ho chiamati amici, perch tutto ci che ho udito dal Padre lho fatto conoscere a voi (Gv 15, 13.15). Allora in che cosa sta il segreto rivelato nellepisodio seguente della trasfissione di cui Giovanni d testimonianza fortissima? Se lesperienza dei mistici pu costituire, come s detto, profezia stimolante o anche sapienza teologica, sia permesso qui citare uno straordinario passo dai dialoghi di S. Caterina da Siena. La mistica sposa si sentiva sicura dellamore dello Sposo perch era morto per lei; ma essa era presa da un interrogativo cui non sapeva rispondere: perch quel cuore trafitto dopo la morte? Deh!, o dolce e immacolato Agnello, tu eri morto quando ti fu aperto il costato; perch mai volesti il tuo cuore percosso e spartito?. Ecco la risposta di Ges. Il mio desiderio verso il genere umano era infinito, mentre le mie sofferenze e tormenti in vita erano finiti; e per la creatura, che finita in s, non potevo mostrare tutto quellamore con cui lamavo, perch il mio amore era infinito. Perci volli che vedeste il segreto del cuore, mostrandovelo aperto, affinch vedeste che vi amavo tanto di pi di quello che si poteva mostrare con la pena finita. Gettando sangue ed acqua, vi indicai il santo Battesimo dellacqua che ricevete in virt del Sangue.... Sicch tu vedi come sia continuo questo Battesimo, nel quale lanima ha da battezzarsi fino allultimo. In esso tu arrivi a conoscere che la mia sofferenza in croce fu finita, ma il frutto della pena, che voi ricevete da me, infinito. Ges parla di una perfezione di conoscenza per quelli che, non solo arrivano ai piedi della croce per vederlo morto, ma sono capaci di penetrare nel suo cuore aperto: Saliti fino ai piedi, giunsero coi piedi dellaffetto al costato dove trovarono il segreto del cuore. Dove conobbe lanima questa dignit di vedersi unita e impastata nel Sangue dellAgnello, quando riceve il Battesimo in virt del sangue? Nel costato in cui conobbe il fuoco della divina carit. Battesimo di acqua unito col sangue e col fuoco, in cui lanima si impasta col mio sangue. Per questo volli che dal costato uscisse sangue ed acqua. Forse che il Cantico dei cantici, che nellAT indicava la via della conoscenza per amore, in un mirabile intreccio sponsale, non evidenziava la stessa realt? Ecco la sposa che entra nella conoscenza finale: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perch forte come la morte lamore, tenace come gli inferi la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore. Le grandi acque non possono spegnere lamore n i fiumi travolgerlo (8, 6-7). Battesimo dacqua, di sangue, di fuoco costituiscono ununica passione che brucia da sempre nel cuore di Ges: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gi acceso! C un battesimo che devo ricevere, e come sono angosciato, finch non sia compiuto! (Lc 12, 49-50). Giovanni il testimone del cuore ardente di Ges nellultima cena, e lui ancora lo vede quasi scoppiare damore sul Calvario. Saliamo con lui a contemplare il grande evento.

Dal mezzogiorno alle tre sera fatto buio su tutta la terra. Ora finalmente la luce ritorna a splendere gloriosa: La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 5); Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avr la luce della vita (Gv 8, 12).

Il colpo di lancia (Gv 19, 51-37) Non essendoci parallelo nei Sinottici, linterpretazione del passo va fatta solo col Vangelo di Giovanni. E nasce proprio anche nella mente del commentatore il quesito che gi S. Caterina si poneva: se tutto era compiuto, perch mai questo racconto? Certo, non un aneddoto da poco peso, ma deve entrare nella grande cristologia giovannea che adesso interpreta i frutti veri che sono generati su quellalbero della nuova conoscenza dal cuore obbediente del nuovo Adamo. Risulta ancora pi evidente che lora di Ges non solo giunta al momento in cui Lui lha accettata dal Padre e lha voluta testimoniare, ma lora di una signoria vittoriosa che sconvolgente. Oltre la morte la regia divina ancora pi evidente: i poveri soldati rappresentano il progetto delluomo che fino a quel punto si chiudeva sul condannato colla frattura delle gambe. Invece la trafittura del costato, solo per Ges, unazione guidata dallalto ed paradossalmente unazione di vita come Dio solo pu fare. talmente forte il segno che Giovanni fissa a questo punto la sua pi alta testimonianza, anzi stabilisce qui linizio deciso della sua fede e la chiave di lettura del suo Vangelo. Tutto in ordine al grande passo della fede che il discepolo opera e alla trasmissione della stessa fede agli altri: Affinch anche voi crediate. Ma che cosa, in sostanza, bisognava credere? Che Dio, di pi non poteva donare e donarsi. In fondo due sono i doni dal Padre goduti eternamente e gli stessi sono i doni che vengono offerti a noi in questa donazione finale: il Figlio (sangue) e lo Spirito (acqua). Vengono offerti da un unico cuore, che quello del Padre, e come in ununica donazione damore. Lo possiamo capire anche dal verbo usc posto al singolare. Usc sangue ed acqua: che il verbo sia al singolare normale, quando il soggetto un plurale neutro: haima kai hydor... o meglio, i due elementi sembrano mescolarsi per non formarne pi che uno solo... Cristologia e pneumatologia si fondono per dare solido fondamento allecclesiologia. Tutto per la vita della Chiesa. Giovanni svilupper il tema del sangue e dellacqua nella prima lettera (5, 5-13) e l il riferimento ecclesiologico sar pi marcato, considerando ormai il contesto della prassi liturgico - sacramentale. Il fatto che l si accenna allacqua prima che al sangue fa capire che lingresso nella vita della Chiesa viene attraverso lacqua del battesimo mentre poi, lalimento per la crescita, proviene dal sangue dellEucaristia. Il richiamo alla trafittura in Ap 1, 7 fa pensare inoltre che lo sguardo verso il Cristo dal costato aperto deve accompagnare i membri del popolo di Dio lungo tutto il cammino escatologico.

Il mistero del cuore trafitto Questo il titolo di un volume in cui sono raccolti studi di Ignace de la Potterie allo scopo di fornire i fondamenti biblici della spiritualit del cuore di Ges. Ora non si pu pi partire da un cuore come simbolo astratto a-temporale fissistico, n da un cuore che esprima solo mortificazione o morte, bens da un cuore vivente e da una apertura che segna ormai tutta lenergia della risurrezione. Su questa linea anche H. Urs von Balthasar che decisamente fissa la sua attenzione sul cuore aperto come su un simbolo biblico ricco di significato teologico, per la comprensione della Verit. Gi Pascal diceva che: IL cuore il luogo naturale della verit, per cui Se questo vale per ogni uomo, non vale per nessuno quanto per Ges Cristo, poich lui solo ha potuto dire: Io sono la verit. Il Cuore di Ges dunque il luogo della verit: da questo luogo, da questo centro, irradia sul mondo il mistero del Figlio di Dio. Potremmo dire che come arrivare finalmente alla dimora del Padre, perch entro lintimit del cuore che Cristo abita col Padre in totale amore e obbedienza. Guglielmo di Saint-Thierry diede una risposta ai cristiani di ogni tempo con queste considerazioni che si riferiscono alla domanda che si trova in Gv 1, 38: Domine, ubi habitas?. O Verit, rispondi, te ne prego. Maestro dove abiti? Vieni dice Egli, e vedi. Non credi che io sono nel Padre e che il Padre in me? Grazie a te, Signore... il tuo luogo, noi labbiamo trovato. Il tuo luogo tuo Padre; e ancora il luogo di tuo Padre sei tu. Per questo luogo, dunque, tu sei localizzato. Ma questa localizzazione che la tua... lunit del Padre e del Figlio, la consustanzialit della Trinit. Lungo tutta la passione il Padre allopera e si manifesta nella carne e poi nel cuore martoriato del Figlio. Non sbagliavano i Padri della Chiesa a puntare sul cuore del Figlio come alla visibile manifestazione del cuore invisibile del Padre. Ogni creatura umana vi deve trovare residenza per conoscere e vivere il suo amore. Ogni persona deve capire che l sul GOLGOTA, allora nona, si riconduce tutta la storia umana al progetto originario, quale emana, ab aeterno, dal Cuore ardente del Padre. Il Cardinale Martini ha sviluppato in maniera meravigliosa questo tema, dandogli luce con questo titolo: La parabola del costato trafitto. La sua meditazione si inquadra entro la convinzione che Ges stesso segno, parabola della tenerezza di Dio per luomo perduto, malato, debole, sofferente. Gradualmente arriviamo a contemplare Ges come parabola della misericordia del Padre: non si limita a raccontare la parabola del Padre misericordioso, ma la esprime in tutta la sua vita, la simbolizza la rende concreta figurativamente (pag. 142). Ma viene proprio lora, la famosa ora giovannea in cui tutta la parabola e le similitudini troveranno la convergenza in una fondamentale, che segno ormai di presenza e di trasparenza. Queste cose vi ho dette in similitudini: ma verr lora in cui non vi parler pi in similitudini, ma apertamente vi parler del Padre (Gv 16, 25). Il culmine della parabola del Padre incarnata nella vita stessa di Ges e che diventa anche mistero del Padre rivelato in maniera sintetica e pregnante, proprio nel cuore trafitto di Ges.

Dopo aver ricordato il peso e la densit della testimonianza giovannea, Martini dimostra che lepisodio serve di collegamento per tutto il Vangelo incominciando da quel prologo che affermava pienezza di grazia e di verit. Dalla sua pienezza, noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia, perch la legge fu data per mezzo di Mos, la grazia e la verit vennero per mezzo di Ges Cristo. Dio nessuno lha mai visto, proprio il Figlio unigenito che nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1, 16-18). Ges dunque rivela il Padre. E qui Giovanni incomincia a vedere e a capire la gloria: gloria ricevuta dal Padre e ora donata ai figli. Anche lacqua e il sangue sono evidentemente una parabola, un enigma, un simbolo. Anzitutto simbolo della vita e della morte: Giovanni contempla nella morte la risurrezione. Probabilmente acqua e sangue sono quella dualit di grazia e verit, richiamata nel prologo, e sono il simbolo della pienezza messianica: grazia su grazia, grazia e verit sono detti, nei profeti, i doni messianici. Il sangue lamore versato fino alla morte, lamore grazioso, gratuito. Lacqua simbolo della verit luminosa, chiara. Acqua e sangue sono le grazie che Dio riversa sulluomo, passando dalla morte verso la vita. La trafittura del costato ci rivela tutto ci che Dio per luomo, fino a qual punto lo ama e come luomo riempito di grazia a partire da questo amore, come luomo nella contemplazione del Cristo scorge la gloria del Padre diventando una cosa sola con lui (pp. 146-147).

Il terzo giorno Lo zelo per la casa di Dio ha divorato il cuore di Ges. Passiamo dal Venerd Santo alla Domenica dora in poi chiamata il giorno del Signore. Il trafitto dellora nona del venerd lo stesso trafitto della sera del giorno di Pasqua. Giovanni stesso d molta importanza al costato aperto, da contemplarsi e da toccarsi se non bastasse la vista dellocchio, per una legge di continuit del Mistero pasquale nella sua sostanza e nei suoi effetti. Questo avviene soprattutto per quella continua effusione dellacqua dello Spirito, frutto meritato dal terribile sacrificio cruento, dal sangue versato. Si allarga il campo della continua donazione dello Spirito: parte dal Venerd, si afferma nel giorno di Pasqua e culmina nella grande Pentecoste. tutta una grande Domenica, come oggi la riforma liturgica ci suggerisce, collegando anche questi 50 giorni attorno al costato trafitto, se vero che il Vangelo del giorno della Pasqua anche quello del giorno della Pentecoste. quel racconto di Giovanni 20 che ora ci apprestiamo a contemplare pi che a commentare.

Genesi della fede pasquale Ci aiuta Ignace de la Potterie col suo saggio sulla Genesi della fede pasquale secondo Giovanni 20. Il racconto diviso in due parti, distanziate da una settimana, da domenica a domenica, perch la domenica sar la Pasqua di ogni settimana. Al centro sta sempre il Trafitto; la fede pasquale scaturita al momento della prima trafittura, ora si sviluppa in pieno processo di maturazione e di fruttificazione. Ci

soffermeremo qui soprattutto sulla domenica di Tommaso che per quanto riguarda il credo pi significativa. Accenniamo per subito alla ricchezza dei frutti immediati che scaturiscono dal cuore del Risorto e finiscono nel cuore dei discepoli in quel primo giorno. il giorno della nuova Genesi, il giorno delle creature nuove. Come? Attraverso il risanamento del loro cuore con la remissione della colpa che li condannava, attraverso lalito vivificante dello Spirito, attraverso il nuovo rapporto profondo nella fede e attraverso il perfetto godimento dei frutti spirituali, la pace, la gioia, lamore. Ges risuscitato conferisce egli stesso ai suoi discepoli lo Spirito Santo per suscitare in loro la fede pasquale. In rapporto a questa fede assume particolare rilievo lepisodio dellapparizione a Tommaso, episodio esclusivamente giovanneo. Ci si riferisce non soltanto alla forte evidenziazione del costato come sorgente di fede-conoscenza (linvito addirittura a toccare) ma anche alla fede nella trasmissione. La beatitudine finale di chi crede senza vedere non porta alleliminazione della necessit del vedere-contemplare e allimportanza del segno (magari per lasciare tutto alla fede privata, come Bultmann cerc di affermare). Si arriva qui ad una sintesi perfetta del valore del vedere-toccare del primo testimone e dellaccoglienza in fede da parte di chi si fida di colui che ha visto e toccato. Fides ex auditu: accostare il testimone ascoltarlo e crederlo, prendere contatto con colui che egli ha visto, udito e toccato. Chi ascolta voi ascolta me, direbbe Ges. Beati gli occhi che vedono e beati coloro che credono alla testimonianza anche senza vedere, sono due passi della Scrittura che si completano. In fondo anche oggi luomo di Dio, luomo santo, luomo del contatto si considera come il testimone pi forte, non solo dellesistenza di Dio ma della sua presenza nel nostro tempo. Lepisodio di Tommaso con il rimprovero di Ges mette in evidenza ormai limportanza della tradizione e del mandato entro la Chiesa. Anche il segno sacramentale da concepirsi entro questa realt. Ci che viene rimproverato a Tommaso non di aver visto Ges, perch Ges stesso ha voluto manifestarsi a lui. Il rimprovero cade sul fatto che Tommaso ha rifiutato allinizio di credere quando ha sentito lannunzio dei discepoli. Il rimprovero di Ges non legato dunque al fatto che lui uno dei dodici fa la stessa esperienza degli altri, al contrario, questa esperienza lha portato a fare la pi bella confessione di fede di tutto il quarto Vangelo: Mio Signore e mio Dio (20, 18). Ges lascia invece intendere che egli avrebbe gi dovuto credere senza vederlo. La testimonianza di tutti gli altri del gruppo dei dodici avrebbe dovuto bastargli. A coronamento delle riflessioni su Giovanni 20 bello pensare che c un nesso con la tradizione di Luca 24, 15-49 (Emmaus ed apparizione finale agli apostoli). Il v. 22 di Giovanni sul dono dello Spirito, corrisponde al v. 45 di Luca, dove si dice che apr agli apostoli lo Spirito dellintelligenza delle Scritture, cio alla comprensione di fede del mistero di Cristo. Come ci ardeva il cuore! E dunque sempre una questione del cuore, dove arde lo Spirito. Con questo grande segno si conclude praticamente il Vangelo di Giovanni. Tutti i segni sono stati riferiti perch progrediate nella fede di Ges, Messia e Figlio di Dio e perch, credendo in lui, abbiate la vita nel suo nome (Gv 20, 50).

Il giorno del Signore Il secondo volume del commentario di R. E. Brown si intitola Il libro della gloria. Litinerario di gloria si snoda dal Cenacolo al Cenacolo: dal gioved alla domenica. Di mezzo il venerd punto di collegamento, come chiave di lettura e di apertura dello stesso mistero di gloria. Entriamo nel giorno del Signore, Dies dominica, quello che per i cristiani diventa ormai il primo giorno della settimana. Qualcuno lo considera evocando Isaia 52, 6: Il mio popolo conoscer il mio nome, in quel giorno sapr che sono io che parlo. Non sarebbe affatto improbabile - scrive Brown - che Giovanni considerasse questa domenica il giorno escatologico in cui mediante il dono dello Spirito, Ges rende possibile la sua presenza duratura tra i suoi seguaci (vedi Gv 14, 20): In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me ed io in voi. Lapparizione a Tommaso avviene di domenica ed anche la grande visione di Patmos avviene nel giorno del Signore (Ap 1, 10). Barret vede in Giovanni 20, 19-29 le tracce di una grande liturgia domenicale dei primi tempi cristiani: I discepoli si riuniscono nel giorno del Signore. La benedizione data: Pace a voi. Lo Spirito Santo scende sui fedeli e la parola di assoluzione pronunciata. Cristo in persona presente (ci pu richiamare lEucaristia e la Parola di Dio espressa), recando i segni della sua passione; egli viene proclamato Signore e Dio. Il soffio creativo di Dio presente in questo giorno di nuova Genesi, ma qui dopo la storia della miseria umana si collega ad un ministero rinnovatore di misericordia. C stato di mezzo il peccato con la sua condanna; ora lalito rigeneratore che parte dal profondo del Cuore di Ges deve prima frantumare la miseria con la potenza esclusivamente divina del perdono. Il perdono dei peccati rester linizio necessario di ogni novit entro il cristianesimo e questo ministero viene ora affidato alla Chiesa, dopo che essa stessa stata risanata e rivivificata dalla riconciliazione nel sangue e nellacqua.

La missione della Chiesa Ora la missione di salvezza pu veramente passare ai discepoli: Come il Padre ha mandato me cos io mando voi (Gv 20, 21). Questo mandato abbraccia i contenuti forti di ogni evangelizzazione che sia cristiana: perdono, liberazione, guarigione, battesimo nello Spirito. Lepisodio dellapparizione a Tommaso intimamente collegato a quello della prima apparizione, per condurre soprattutto ad una risposta di fede nel superamento di ogni dubbio che possa vessare la comunit cristiana di fronte a tali eventi divini e a tali poteri divini a lei consegnati. Qui Brown spinge ad uninterpretazione non da tutti condivisa ma che fondamentalmente pu darci dei punti validi: Nessun altro racconto evangelico di unapparizione dopo la risurrezione presta tanta attenzione allatteggiamento di una persona nei riguardi di Ges risorto, quanto la storia di Tommaso. Ci avviene perch Tommaso diventato qui la personificazione di un atteggiamento. quello del dubbio apostolico che deve essere totalmente sfaldato perch la Chiesa possa avviarsi sicura in un cammino di fede.

I tre elementi nuovi sono il comando: E non persistere nella tua incredulit, ma diventa credente (v. 27); la confessione di Tommaso: Mio Signore e mio Dio (v. 28); il macarismo o beatitudine, relativo a coloro che non hanno visto, eppure hanno creduto (v. 29). Tutti e tre riflettono temi teologici tipici di Giovanni e non hanno paralleli negli altri racconti evangelici di apparizioni dopo la risurrezione. Al centro dellesperienza, continuiamo a notare, stanno i segni della passione, le ferite soprattutto il segno del costato aperto. Sono in un corpo glorioso che passa attraverso le porte chiuse ma che conserva la tangibilit. lo stesso Cristo che continua, del quale il testimone pu dire: ho visto, ho udito, ho toccato (1Gv 1). Le ferite pongono continuit tra la crocifissione e la risurrezione. Non bisogna mai dimenticare il grande prezzo pagato. Cos ricorda anche S. Pietro: Non a prezzo di cose corruttibili... ma con il sangue prezioso di Cristo come di Agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1, 18-19). Il Ges risorto che sta ritto davanti ai suoi discepoli il Ges che mor sulla croce: e adesso essi stanno per ricevere i frutti del suo innalzamento. Questa interpretazione spiegherebbe la gioia con la quale i discepoli accolgono la sua proposta di mostrare loro le mani ed il costato. I frutti dello Spirito Santo sono evidenti: pace, amore, gioia con tutto lappagamento del cuore umano finalmente ottenuto. Sempre di cuore si tratta nella soluzione dei pi profondi problemi dellesistenza umana. SantAgostino ci maestro in questo campo, e come attinge da Giovanni! Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la da il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore (Gv 14, 27). Dal ristabilimento dellecologia del cuore rinasce la possibilit di pace per lumanit. A questo punto luomo nella pace perfetta del Signore pu diventare uno strumento di riconciliazione e di pace per il mondo. C una forza nuova che viene dallo Spirito Santo. Passando ad una trattazione diretta del v.22 e delleffusione dello Spirito riconosciamo che, per Giovanni, questo il punto culminante dellopera di Ges dopo la sua risurrezione... Forse perfino il riferimento al costato di Ges al v.20. in modo secondario, voleva far ricordare al lettore il fiotto di sangue ed acqua che era scaturito da quel costato che simboleggiava lo Spirito. Il simbolismo primario del dono dello Spirito riguarda la nuova creazione, una creazione che spazza via il male, perch lo Spirito Santo consacra gli uomini e d loro il potere di rendere, a loro volta, santi gli altri. Cos davanti al Trafitto-Risorto ritorniamo ancora al centro della novit cristiana che la Chiesa dovr sempre trasmettere per rinnovare il mondo. Di qui si pu capire anche il prezioso aiuto visivo offerto da Ges allumanit attraverso Suor Faustina Kowalska, con licona del Ges Risorto Misericordioso.

Dio Misericordia Quando avrete innalzato il Figlio delluomo, allora saprete che Io sono (Gv 8, 28) Ma dove si arriva ai contenuti profondi di quel Nome, dove si afferra quellattributo pi alto, quel qualcosa che precisa Io Sono in senso definitivo? Ges prepar il terreno a questa finale rivelazione in diverse maniere aggiungendo: Io sono la porta, il buon pastore,

il pane di vita, la luce, la via, la verit, la vita, ecc... un continuo cammino di penetrazione fino al nucleo fontale che avr sede proprio nel cuore stesso del Verbo. di qui che Giovanni sapr trarre la definizione pi alta: Dio Amore, Dio Misericordia. Oggi non possiamo pi domandare unulteriore precisazione a seguito di un problematico Io Sono, perch il Padre stesso che nel roveto ardente del Figlio ha risposto una volta per sempre: Io sono Misericordia. Siamo arrivati al titolo massimo, quello che anche S. Tommaso definiva il pi alto attributo di Dio, quello che non solo lo definisce concettualmente ma lo vede economicamente, in dinamiche concrete di storia della salvezza. Questa misericordia di Dio viene proposta dalla Scrittura e poi necessariamente anche dalla Chiesa come loggetto vero di ogni lode e di ogni celebrazione: Celebrate il Signore perch buono, perch eterna la sua misericordia. Cosa si legge nel termine misericordia? Miseria pi cuore. La miseria evidentemente costituita dalla condizione delluomo decaduto; il cuore quello pieno di amore del nostro Dio che si assunto il peso enorme di questa miseria fino a farsi spezzare. Non per restare schiacciato dalla miseria umana ma per vincere in s e togliere le radici di quella miseria e per seminare la ricchezza della grazia divina. Si pu dire che Dio si autodefinito e autocomunicato su una lunga strada teofanica di pazienza, che non ha travolto subito luomo con portenti esteriori (anzi alle volte questi lasciano anche oggi luomo indifferente), ma ha cercato di convincere attraverso fatti damore e frutti concreti. Dio ha applicato a s quello che Ges dir ai suoi discepoli cio che dal frutto si riconoscer lalbero, che dai frutti si riconosceranno le persone. Se Dio ci avesse fulminati dal cielo con la verit che lui amore misericordioso avremmo potuto credergli, ma restava nel fondo lamaro di una situazione che poteva ancora creare il dubbio vero Signore, sei misericordia, ma in questa valle di miseria stiamo noi. vero anche che la colpa tutta nostra e che ce lo meritiamo, ma alla fine tu resti troppo distante da noi. Pu essere anche questo il senso di qualche salmo lamentatorio. Ecco allora che la risposta di Dio non avvenne pi a parole ma a fatti concreti. Il suo itinerario di avvicinamento, il suo amore che si china e si immischia nella storia miserabile delluomo sfocia in questo Verbo incarnato che finisce col morirvi dentro silenziosamente. teofania che deriva dalla pazienza di Dio anzi dalla sua compassione, cio dal suo patire con noi e per noi. Ne nasce una legge di vita: sempre la via del dolore quella che dimostra lamore. Per questo nella prima lettera di Giovanni al capitolo quarto (nella Bibbia di Gerusalemme - C.E.I. sintitola: alla fonte della carit) troviamo la pi alta definizione di Dio, che Amore Misericordioso cio amore manifestato nel sacrificio come si legge subito sotto: In questo sta lamore... ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 4, 10). Lamore il fiore, la misericordia il frutto, leggiamo nel diario di Suor Faustina Kowalska. Lamore fin da principio, eterno e origine di ogni azione amorosa, ma per la nostra storia, se non si dimostra nel sacrificio resta una parola non convincente o una chiacchiera: sono i fatti e il sacrificio della nostra vita che dimostrano lamore, quando lamore si carica della miseria dellamato, quando lamore si fa solidariet fino alla morte, quando amore verso il non amabile, verso quello che non corrisponde allamore.

Questo lamore misericordioso di Dio. Quando eravamo peccatori, e perch avevamo peccato, Dio ci ha amato (Rm 5). Cerchiamo di sviluppare limmagine sopra indicata a capire la misericordia di Dio. A primavera contempliamo i fiori sulla pianta e ci viene da esclamare: che bello! Tutto suggerisce amore nella bellezza del fiore, ma un amore che rimane a livello estetico ed emotivo. Il fiore scompare presto, mentre il germe, su quellalbero che lo porta, passa attraverso il calore dellestate e le sfide del maltempo in un nascosto lavorio ed in un profondo travaglio. E noi arrivato lautunno ci accostiamo allalbero e troviamo adesso il frutto davanti al quale esclamiamo: che buono! E dallalbero giunge linvito: prendi e mangia. Il fiore allietava la vista e muoveva i sentimenti; il frutto non solo rallegra la vista, ma ti nutre e ti fa vivere. Cos , fuori della parabola, la realt dellamore di Dio che diventa misericordia: in Cristo il fiore dellamore diventato frutto, attraverso il crogiuolo del soffrire. avvenuto su quellalbero che si chiama croce. Lora della conoscenza della misericordia attraverso lalbero della croce ancora pi bella di quella conoscenza del primo amore nel Paradiso terrestre. Felice colpa, si pu cantare, che ci fece vedere e gustare un amore pi grande. E allora citiamo ancora per esteso Giovanni: In questo si manifestato lamore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Unigenito Figlio nel mondo, perch noi avessimo la vita per Lui. In questo sta lamore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 4, 9-10).

Le nozze dellAgnello Entriamo negli aspetti ecclesiologici derivanti da questunica sorgente teologica. La dimensione di Cristo-Sposo oggi viene molto sentita, come pure la realt dellamore sponsale a nutrimento della spiritualit, non solo dei cosiddetti consacrati, ma di ogni cristiano. attraverso il sangue e lacqua dellagnello che tutti veniamo consacrati; Padre... per loro io consacro me stesso, perch siano anchessi consacrati nella verit (Gv 17, 19). La nuova Pasqua significa quella nuova alleanza nuziale che era stata annunziata a Cana (Gv 2, 4). Si parla anche qui di un terzo giorno. Il vino versato dallo sposo fedele per lamore della sposa. La grande autorit del Concilio Vaticano II oggi ribadisce e conferma questo alto significato biblico: La Chiesa viene pure descritta come la sposa immacolata dellAgnello immolato che Cristo ha amata e per essa ha dato se stesso per santificarla, sposa che ha unito a s con patto indissolubile (LG 5). Cristo ha amato la Chiesa come sposa sua e per essa ha dato se stesso per santificarla, e la congiunse a s come corpo suo, e lha ricolmata del dono dello Spirito Santo, a gloria di Dio (LG 39). Noi abbiamo gi accennato al parallelo delle nozze di Cana con le nozze del Calvario: dal primo segno nuziale allultimo, dallinizio dellora, alla conclusione, dalla fede incipiente a quella conclusiva. Le nozze sono il compimento dellalleanza del Sinai, il coronamento del sogno damore di Dio con Israele. Amer Non-Amata e a Non-mio-popolo dir: popolo mio, ed egli mi dir: Mio Dio (Os 2, 25). Ecco perch importante la risposta della Chiesa attraverso

Tommaso, dopo che lo sposo ha dimostrato fino alla morte il suo amore: Mio Signore, mio Dio. Le nozze di Cana segnano anche un passaggio nella storia damore delle due alleanze: quella del Sinai, come il primo vino, sta passando perch era di carattere transitorio; quella del Calvario ha ormai i caratteri delleternit. Lepisodio di Cana come prefigurazione e lepisodio del Golgota come realizzazione (soprattutto considerando i simboli del sangue e dellacqua) costituiscono fatti che servono allinterpretazione globale della Bibbia come storia della salvezza, entro una lettura che si chiama simbolica.

Ecclesia nascitur Ex corde scisso (Jesu) Ecclesia Christo iugata nascitur (inno liturgico). Il matrimonio ha due finalit: reciproco amore e fecondit procreativa. Le nozze dellagnello segnano lamore pi profondo e indissolubile che si possa pensare; lapertura del suo Cuore, come grembo generativo, significa la procreazione pi estesa che si possa immaginare. Isaia concludeva il canto del servo sofferente e trafitto in questo modo: Quando offrir se stesso in espiazione, vedr una discendenza, vivr a lungo, si compir per mezzo suo la volont del Signore (Is 53, 10). Molti Padri della chiesa mettono in relazione Giovanni 19, 34 con Genesi 2, 21 dove Eva usciva dal costato di Adamo in dormizione, e vedono qui nascere dalla ben pi drammatica dormitio di Ges-Nuovo Adamo, la Chiesa a lui sposa. Su questa interpretazione nata nel sec. IV si impegn anche il Magistero della Chiesa nel XV Concilio, quello di Vienne (1312). Contro gli errori di Pietro di Giovanni Olivi, che rappresentava una corrente riformatoria, la quale sosteneva che la vera Chiesa era nata soltanto nel medioevo con lavvento degli spirituali, il Concilio afferm che Cristo aveva una ferita di lancia nel costato, di modo che, con le onde di acqua e di sangue che fuoriuscivano, si potesse formare una immacolata e verginale madre Chiesa, la sposa del Cristo, proprio come dal costato del primo uomo, mentre questo dormiva, fu formata Eva, quale compagna del matrimonio (DB, 901). Nei tempi recenti il Magistero si impegnato seriamente a sostenere questa nascita della Chiesa dal cuore trafitto, anche per porre basi biblico-teologiche solide alla devozione al cuore di Ges. Pio XII nellEnciclica Haurietis aquas (15 Maggio 1956), cos si esprimeva: Dal cuore ferito del Redentore nata la Chiesa, in quanto ministra del sangue della redenzione, e dal medesimo proflu copiosa la grazia dei sacramenti, dalla quale attingono la vita celeste i figli della Chiesa, come si legge nella Sacra liturgia: ex corde scisso ecclesia Christo jugata nascitur... Qui cordis fundis gratiam (AAS 1956, 333). Ma senzaltro oggi ci sono i testi preziosi del Concilio Vaticano II. Dal costato del Cristo, assopito sulla croce, scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa (SC 5). Linizio e la nascita della Chiesa sono significati dal sangue e dallacqua che escono dal fianco aperto di Ges crocifisso (LG 3). Oggi forte il richiamo al mistero della Chiesa come realt di famiglia-comunione damore. Ed il Mistero pasquale che illumina anche il mistero della Chiesa sposa e madre. Omnes unum sumus a latere Christi, predicava gi S. Giovanni Crisostomo.

Una citazione di Ireneo (+ 200), discepolo di Policarpo, ci pu indicare come fin dallepoca sub-apostolica si vedeva la fondamentale importanza di questo momento di nascita e di fecondit della Chiesa, anche per quel compito di aprire il proprio seno e di nutrire, che viene consegnato, alla Chiesa stessa. Come a dire: Oggi chi vuole attingere al costato di Ges non pu farlo senza attingere al seno della Chiesa: Dov la Chiesa, ivi anche lo Spirito di Dio; e dov lo Spirito di Dio ivi la Chiesa e tutta la sua grazia. E lo Spirito la verit. Perci quelli che non partecipano allo Spirito non attingono alle mammelle della loro Madre il nutrimento di vita n ricevono la sorgente purissima che scorre dal Corpo di Cristo, ma si scavano cisterne screpolate (Ger 2, 13) negli anfratti della terra, e bevono lacqua infetta del pantano

Apocalisse-Rivelazione finale Nel giorno del Signore Giovanni viene rapito in estasi e comincia a conoscere e gustare le ultime cose. Di nuovo il Trafitto attira la sua attenzione: Ecco viene sulle nubi e ognuno lo vedr: anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto. S Amen (Ap 1, 7). Siamo in un contesto altamente liturgico, dove la liturgia domenicale della prima chiesa sinnesta in quella del Cielo. E questo Figlio delluomo appare come il Sommo ed eterno Sacerdote. Giovanni 20 ce lo aveva presentato alla sera di quel primo giorno come il SacerdotePastore che viene a raccogliere il suo gregge disperso (percuoti il pastore e sia disperso il gregge: Zc 13). Lo ricostituiva in unit e gli consegnava poteri sacerdotali per la cooperazione al continuo ministero del perdono. Sangue ed acqua misticamente fluivano ancora dal cuore di Cristo e continuavano ad essere perdono (sangue) e dono (acqua), mentre ormai le vie normali della grazia si consolidavano entro i santi segni del Battesimo, dellEucaristia e della Riconciliazione. Il profeta Zaccaria aveva gi toccato al capitolo 11 il tema del pastore che verr ripreso da Giovanni 10. Il profeta annunziava il grande bisogno dacqua per pascoli nuovi, la sorgente che sarebbe scaturita in quel giorno: Sar un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sar n giorno n notte; verso sera risplender la luce. In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme... Il Signore sar re di tutta la terra e ci sar il Signore soltanto, e soltanto il suo nome (Zc 14, 7-9). Zaccaria parlava di una grande festa delle Capanne (v 18), dove se qualche stirpe della terra non andr a Gerusalemme per adorare il re, il Signore degli eserciti, su di essa non ci sar pioggia (v 17). Ricordiamoci che Ges fece la solenne proclamazione dei fiumi dacqua viva nellultimo giorno della festa delle Capanne (Gv 7, 37-39). Ora ci troviamo nella celeste Gerusalemme dove tutto arriva a conclusione per continuare nelleternit: c lo splendore del Figlio delluomo Sommo ed eterno Sacerdote, c lAgnello immolato nel sangue, e datore generoso dellacqua, c il tempio in cui si raccoglie un regno di sacerdoti per Dio Padre.

Anche Daniele aveva visto questo Figlio delluomo con abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con la fascia doro sacerdotale (Dn 7, 13). Sempre questa grande tunica inconsutile che come testimonia Giovanni rimasta indivisa anche dopo la sua morte (Gv 19, 23-24). Ezechiele aveva denunciato il dramma delle pecore senza pastori, soggette alla dispersione (cap. 34), aveva visto la potenza dellalito dello Spirito che ridava la vita ai morti (cap. 37) e aveva profetizzato il raduno da tutte le parti della terra, la riconduzione al suolo delle origini, dove avviene la grande purificazione con lacqua pura, con il dono del cuore nuovo e dello Spirito nuovo (cap. 36). E infine vide quella sorgente dacqua che scendeva da sotto, il lato destro del tempio, a provvedere guarigione e nutrimento per i popoli (cap. 46). Sono riferimenti che illuminano sia il momento della trafittura di Ges che il grande finale dellApocalisse che subito vedremo. La maestosa liturgia celeste celebra nella lode pi alta la vittoria finale del Trafitto, le sue continue nozze, la gioia dellacqua viva per leternit: gli amici dellAgnello sono stati lavati nel suo sangue (Ap 7, 14) e lAgnello che sta in mezzo al trono il loro pastore e li guida alle fonti dellacqua della vita (Ap 7, 17). La voce dellimmensa folla diventa simile a fragore di grandi acque quando salza linvito alla lode per le nozze dellAgnello (Ap 19, 68). Con questa visione damore nuziale si conclude tutta la Sacra Scrittura. Lultimo capitolo ci porta davanti al trono di Dio e dellAgnello immolato. Ci sono tutti i frutti duraturi del suo sangue versato e dellacqua scaturita dal sacrificio: un fiume dacqua viva come cristallo che porta a compimento tutto il processo di guarigione delle nazioni. un bagno immenso, infinito, eterno nello Spirito Santo. Lo Spirito e la Sposa dicono Vieni. E chi ascolta ripete vieni. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente lacqua della vita (Ap 22, 17). Anche noi siamo venuti al costato aperto di Ges per bere acqua viva, per attingere conoscenza di Dio, per credere e abbandonarci allAmore. Siamo rimasti attorno ad un unico centro, pur con una molteplice lettura. Abbiamo capito che come un centro dirradiamento. Ha ragione Ignace de la Potterie a considerare il momento della trafittura come il nucleo di tutto un complesso letterario e teologico in cui confluiscono i grandi temi della soteriologia giovannea, cio di quello che pi conta di fronte alle realt salvifiche. stato anche definito il punto soteriologico centrale. Ci siamo trovati dunque di fronte a un condensato espressivo di tutto il Vangelo, una chiave di lettura in un compendio simbolico-sacramentale. Per noi significa un battesimo nella vera conoscenza di Dio e un bagno costante nella Divina Misericordia.

15 ETERNA LA SUA MISERICORDIA: LA VERA STORIA INFINITA

Lossessione delluomo in fondo la sua storia fragile e destinata alla fine. Dopo un percorso breve, e per lo pi tribolato, ecco la morte con la sua istantanea dichiarazione di fallimento ad ogni progetto. Anche la scoperta del genoma non risolver questo problema. Tale situazione si chiama miseria costitutiva dellessere umano e non c ragione che la possa spiegare, e non c progettazione umana che ci possa liberare da questa fontale schiavit. Il pensiero ossessivo colp un giorno anche il grande convertito di Damasco, S. Paolo. Alz il grido angosciato, ma nello stesso tempo ebbe la luce della risposta attraverso la fede: Sono uno sventurato! Chi mi liberer da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Ges Cristo nostro Signore (Rm 7, 24-25). una convinzione che lApostolo port con s anche in quelle carcerazioni che gli uomini diabolicamente forniscono proprio a coloro che hanno lunica speranza da portare, cio il buon Vangelo della Divina Misericordia che passa nel tempo e ti porta alleternit: Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Ges, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bont verso di noi in Cristo Ges. Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ci non viene da voi, ma dono di Dio; n viene dalle opere, perch nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua (Ef 2, 4-10). Da questa affermazione biblica partito Giovanni Paolo II per regalare al mondo la sua Enciclica pi importante intitolata appunto Dives in Misericordia (Dio ricco di misericordia). un invito a rileggere tutta la Sacra Scrittura in termini di Misericordia e a rimeditare tutta la storia umana entro i binari sicuri di un Dio che, avendoci creati per amore, non ci abbandona mai, anzi ci sorprende in ogni epoca storica coi suoi interventi misericordiosi. Il culmine di questo suo impegno proprio la venuta del Verbo nella carne, evento storico determinante di cui giustamente abbiamo celebrato con solennit i duemila anni nel Giubileo. Il Papa ha definito Ges come lincarnazione della Misericordia del Padre. Dopo tale fatto, che ha visto il Dio-Amore immergersi nella nostra miseria vivendola e soffrendola fino alla morte e al sepolcro, non difficile per luomo afferrare ed amare il Dio Misericordia. Come tale Lui lo stesso ieri, oggi e sempre per una vita senza fine: appunto perch eterna la sua Misericordia. Rileggere la Scrittura sotto la chiave della Misericordia rivelazione vera e consolante; si apprezzeranno anche i grandi segni di questa storia che non finisce mai: cuore trafitto, sangue ed acqua. La Bibbia dice tutto sullAmore Misericordioso di Dio e sulle sue sorprendenti manifestazioni nella storia. I contenuti essenziali sono l per sempre in quei libri e non c nulla da aggiungere per la risposta di fede. Per la stessa Parola di Dio che, come viva ed efficace, continua ad aprirsi a nuove esperienze storiche, specialmente nei momenti in cui i dati fondamentali diventano poco stimolanti e la demoralizzazione saffaccia opprimente. Ecco allora il profetismo che passa anche attraverso la gratuit imprevedibile delle apparizioni, delle rivelazioni private e delle esperienze tormentate di tanti mistici.

chiaro, ad esempio, che di fronte agli affanni e alle crisi epocali dei nostri tempi, le apparizioni di Ges Misericordioso a suor Faustina Kowalska, costituiscono sempre pi un fortissimo punto di riferimento. A questa storia recente si riferisce senza riserve Papa Wojtyla, ma non perch polacco, bens perch si tratta di un intervento provvidenziale del Signore stesso, accolto entusiasticamente in brevissimo tempo da milioni di persone in tutto il mondo. Vox populi, vox Dei. La storia della Divina Misericordia ai nostri giorni, nelle forme derivanti da espliciti comandi di Ges, talmente avvincente che ogni buon cristiano dovrebbe conoscerla. C una porta dingresso evangelica per la comprensione e il godimento di questora della Misericordia: bisogna riferirsi a quella infanzia spirituale per cui Ges con esultanza alz un inno di giubilo al Padre: lo ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. S, Padre, perch cos a te piaciuto (Lc 10, 21). Un cuore di bambino evangelico stato il distintivo anche del Papa buono e misericordioso che porta il nome di Giovanni XXIII e che nel Giubileo venne beatificato. Egli non fu solo lo strumento del Signore per togliere dalla condanna la causa di suor Faustina, ma ebbe un dono di veggenza profetica quando agli inizi del pontificato sospingeva il popolo cristiano sulla via della Bont e della Misericordia che salva, eleva e incoraggia. E poi pi decisamente quando parl agli assistenti della GIAC e della FUCI in questi termini: Amiamo pensare che la Provvidenza Divina stia elaborando uno dei pi grandi misteri della storia, che sar il mistero della Misericordia del Signore per tutti i popoli.

16 APPELLO DI GES MISERICORDIOSO

Quando sono andata alladorazione, ho udito queste parole: Mia diletta figlia, scrivi queste parole, che oggi il Mio Cuore ha riposato in questo convento. Parla al mondo della Mia Misericordia, del Mio amore. Le fiamme della Misericordia Mi bruciano, desidero riversarle sulle anime degli uomini. Oh, che dolore Mi procurano quando non vogliono accettarle! Figlia Mia, fa quanto in tuo potere per la diffusione del culto della Mia Misericordia, Io completer quello che ti manca. D allumanit sofferente che si stringa al Mio Cuore misericordioso e Io li [sic!] colmer di pace. Figlia Mia, d che sono lamore e la Misericordia in persona. Quando unanima si avvicina a Me con fiducia, la riempio di una tale quantit di grazia, che essa non pu contenerla in s e la irradia sulle altre anime. Le anime che diffondono il culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nellora della morte non sar per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso. In quellultima ora, lanima non ha nulla in sua difesa, allinfuori della Mia Misericordia. Felice lanima che durante la vita si immersa nella sorgente della Misericordia, poich la giustizia non la raggiunger.

Scrivi: tutto ci che esiste racchiuso nelle viscere della Mia Misericordia pi profondamente di un bimbo nel grembo materno. Quanto dolorosamente mi ferisce la diffidenza verso la Mia bont! I peccati di sfiducia sono quelli che mi feriscono nella maniera pi dolorosa (Diario, p. 374).

APPENDICE

Appendice 1.

Messa votiva della Misericordia di Dio Colore liturgico bianco. Antifona dingresso: Dio ci am di amore eterno: mand il suo Figlio unigenito come vittima di espiazione per i nostri peccati, anzi non per i nostri soltanto, ma per quelli di tutto il mondo. Ger 31, 3; Gv 2, 2 oppure: Canter senza fine le misericordie del Signore, con la mia bocca annunzier la tua fedelt nei secoli. Sal 38, 2 Colletta: O Dio, la tua misericordia infinita, senza limite la tua tenerezza: accresci benigno la fede del popolo a te consacrato, affinch tutti comprendano, con sapienza, quale amore li ha creati, quale sangue li ha redenti, quale Spirito li ha rigenerati. Per il nostro Signore Ges Cristo, tuo Figlio che Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

oppure: Colletta: O Dio, infinitamente misericordioso, che rafforzi la fede del tuo popolo, * fa che aumenti la grazia che ci hai donato * perch tutti i credenti comprendano meglio limmensit dellAmore con il quale siamo stati creati, il valore del Sangue che ci ha redenti, la potenza dello Spirito che ci ha rigenerato alla vita e continua a guidarci. Per il nostro Signore Ges Cristo, tuo Figlio che Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA Dio nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti. Dalla prima lettera di san Pietro Apostolo 1Pt 1, 3-9 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredit che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. Perci siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po afflitti da varie prove, perch il valore della vostra fede, molto pi preziosa delloro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Ges Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perci esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cio la salvezza delle anime. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Sal 118(117), 2-4; 13-15; 22-24 Rit. Buono il Signore, eterna la sua misericordia. Dica Israele che egli buono: eterna la sua misericordia. Lo dica la casa di Aronne: eterna la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: eterna la sua misericordia.

Rit.

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,

ma il Signore stato mio aiuto. Mia forza e mio canto il Signore, egli stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria, nelle tende dei giusti. La pietra scartata dai costruttori divenuta testata dangolo; ecco lopera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso.

Rit.

Rit.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO cfr. Sal 145 (144), 9 Alleluia, Alleluia. Buono il Signore verso tutti, la sua misericordia si espande su tutte le creature. Alleluia.

VANGELO

Il Figlio delluomo venuto per dare la sua vita in riscatto per molti. Dal Vangelo secondo Matteo. Mt 20, 25-28

Ges, chiamato a s i suoi discepoli, disse: I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non cos dovr essere tra voi; ma colui che vorr diventare grande tra voi, si far vostro servo, e colui che vorr essere il primo tra voi, si far vostro schiavo; appunto come il Figlio delluomo, che non venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.

oppure:

Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per i propri amici. Dal Vangelo secondo Giovanni. Gv 15, 9-14

Ges disse ai suoi discepoli: Come il Padre ha amato me, cos anchio ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perch la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ci che io vi comando. Parola del Signore.

SULLE OFFERTE Signore, accogli clemente le nostre offerte e trasformale in sacramento di redenzione, affinch in virt di questo sacrificio, memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, nostra fiducia possiamo giungere alla vita eterna. Per Cristo nostro Signore.

oppure:

SULLE OFFERTE Dio onnipotente, accogli benigno le offerte dei tuoi servi e trasformale nel Sacramento della redenzione, nel quale celebriamo il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio + perch, mediante la forza di questo sacrificio, sperando sempre nel Cristo risorto, arriviamo alla partecipazione della tua risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Gv 19, 34

Uno dei soldati gli colp il fianco con la lancia e subito ne usc sangue e acqua.

oppure:

Gv 7, 37-38

Ges esclam ad alta voce: Chi ha sete venga a me, e beva chi crede in me; * fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. La misericordia di Dio da sempre, dura in eterno per quanti lo onorano.

DOPO LA COMUNIONE O Dio, pieno di misericordia, concedi a noi, nutriti con il Corpo e il Sangue del tuo Figlio, + di attingere con fiducia, le grazie alle sorgenti della misericordia * e diventare anche noi sempre pi misericordiosi verso i nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.

Appendice 2.

5 ottobre SANTA FAUSTINA KOWALSKA, VERGINE

ANTIFONA DINGRESSO

Sal 88, 2

Canter senza fine la misericordia del Signore, con la mia bocca annunzier la tua fedelt nei secoli.

COLLETTA Dio onnipotente ed eterno, che hai scelto la Santa Faustina Kowalska per proclamare al mondo le immense ricchezze della tua infinita misericordia concedi a noi, per sua intercessione, di confidare come lei pienamente nella tua bont e di compiere con cuore generoso le opere di carit cristiana. Per il nostro Signore Ges Cristo, tuo Figlio, che Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Alleanza con Dio nella misericordia e nella fedelt) Dal Libro del Profeta Osea 2, 16b. l7. 21-22

Cos dice il Signore: La attirer a me, la condurr nel deserto e parler al suo cuore. Le render le sue vigne e trasformer la valle di Acr in porta di speranza. L canter come nei giorni della sua giovinezza, come quando usc dal paese dEgitto. Ti far mia sposa per sempre, ti far mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nellamore, ti fidanzer con me nella fedelt e tu conoscerai il Signore. Parola di Dio. Oppure: PRIMA LETTURA (La misericordia di Dio verso gli uomini) Dal Libro del Profeta Osea 11, 1. 3-4. 8c-9.

Cos dice il Signore: Quando Israele era giovinetto, io lho amato e dallEgitto ho chiamato mio figlio. Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bont, con vincoli damore; ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non dar sfogo allardore della mia ira, non torner a distruggere Efraim, perch sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verr nella mia ira. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Sal 102 (103) 1-4. 8-9. 11-12 (Rit.: cf. 8a)

Rit. Il Signore buono e pieno di misericordia. Benedici il Signore, anima mia, quanto in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Rit. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia. Rit.

Buono e pietoso il Signore, lento allira e grande nellamore. Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno. Rit. Come il cielo alto sulla terra, cos grande la sua misericordia su quanti lo temono; come dista loriente dalloccidente, cos allontana da noi le nostre colpe. Rit.

SECONDA LETTURA (Le dimensioni dellamore misericordioso di Cristo sono infinite) Dalla Lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini 3, 8-12. 14-19

Fratelli, a me, che sono linfimo fra tutti i santi, stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual ladempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore delluniverso, perch sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potest la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Ges nostro Signore, il quale ci d il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui. Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternit nei cieli e sulla terra prende nome, perch vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nelluomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e cos, radicati e fondati nella carit, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia lampiezza, la lunghezza, laltezza e la profondit, e conoscere lamore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perch siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. Parola di Dio. Oppure: SECONDA LETTURA (Riconciliazione con Dio in Cristo) Dalla seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi 5, 14-21

Fratelli, lamore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli morto per tutti, perch quelli che vivono non vivano pi per se stessi, ma per colui che morto e risuscitato per loro.

Cosicch ormai noi non conosciamo pi nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo pi cos. Quindi se uno in Cristo, una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo per viene da Dio, che ci ha riconciliati con s mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. stato Dio infatti a riconciliare a s il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo tratt da peccato in nostro favore, perch noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO Rit. Alleluia, alleluia.

1 Gv 4, 19b e l0b

Dio ci ha amati per primo e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Rit. Alleluia.

VANGELO (Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto) Dal Vangelo secondo San Giovanni 19, 31-36. 37

Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perch i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi allaltro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti per da Ges e vedendo che era gi morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colp il fianco con la lancia e subito ne usc sangue e acqua. Chi ha visto ne da testimonianza e la sua testimonianza vera e egli sa che dice il vero, perch anche voi crediate. Questo infatti avvenne perch si adempisse la Scrittura: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. Parola del Signore.

Oppure:

CANTO AL VANGELO

Mt 11, 29

Rit. Alleluia, Alleluia. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore. Rit. Alleluia.

VANGELO (La rivelazione di Cristo mite e umile di cuore) Dal Vangelo secondo San Matteo 11, 25-30

In quel tempo Ges disse: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perch hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. S, o Padre, perch cos piaciuto a te. Tutto mi stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti dolce e il mio carico leggero. Parola del Signore.

SULLE OFFERTE O Dio, nostro Padre, accogli i doni, che ti offriamo con gioia, e concedi che anche noi, uniti in Cristo, possiamo offrirti il sacrificio di espiazione per i peccati nostri e del mondo intero. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE Celebrate il Signore, perch buono, perch eterna la sua misericordia.

Sal 117, 1

DOPO LA COMUNIONE O Dio, ricco di misericordia, il Santissimo Sacramento che abbiamo ricevuto rinnovi il nostro corpo e il nostro spirito, affinch, sullesempio della santa Faustina, possiamo portare al mondo intero la speranza della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.

Appendice 3

II DOMENICA DI PASQUA DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA

ANTIFONE e ORAZIONI

ANTIFONA DINGRESSO 1Pt 2, 2 Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia. Oppure: 4 Esd 2, 36: 37 (Volg.)

Entrate nella gioia e nella gloria, e rendete grazie a Dio, che vi ha chiamato al regno dei cieli. Alleluia.

ORAZIONE Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perch tutti comprendiamo linestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Signore Ges Cristo, tuo Figlio, che Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Oppure: Anno A Signore Dio nostro, che nella tua grande misericordia ci hai rigenerati a una speranza viva mediante la risurrezione del tuo Figlio, accresci in noi, sulla testimonianza degli Apostoli, la fede pasquale, perch aderendo a lui pur senza averlo visto riceviamo il frutto della vita nuova. Per il nostro Signore, Ges Cristo, tuo Figlio, che Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Anno B O Dio, che in ogni Pasqua domenicale ci fai vivere le meraviglie della salvezza, fa che riconosciamo con la grazia dello Spirito il Signore presente nellassemblea dei fratelli, per rendere testimonianza della sua risurrezione. Per il nostro Signore Ges Cristo, tuo Figlio, che Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Anno C O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che il Primo e lUltimo, il Vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo Spirito, perch, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria.;Egli Dio, e vive e regna con te, nellunit dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

LITURGIA DELLA PAROLA

Anno A PRIMA LETTURA At 2, 42-47

Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune. Dagli Atti degli Apostoli. I fratelli erano assidui nellascoltare linsegnamento degli apostoli e nellunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva propriet e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogn di ciascuno.

Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia semplicit di cuore, lodando Dio e godendo la stima di tutto il popolo. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE

dal salmo 117

Rit. Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore oppure: Rit. Alleluia Celebrate il Signore perch buono, perch eterna la sua misericordia. Dica Israele che il Signore buono: eterna la sua misericordia. Lo dica la casa di Aronne: eterna la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: eterna la sua misericordia. Rit. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore stato mio aiuto. Mia forza e mio canto il Signore, egli stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria, nelle tende dei giusti. Rit. La pietra scartata dai costruttori divenuta testata dangolo; ecco lopera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso. Rit.

Anno A

SECONDA LETTURA

1 Pt 1, 3-1

Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti. Dalla prima lettera di san Pietro apostolo. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Ges Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha generati, mediante la risurrezione di Ges Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredit che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. Perci siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po di tempo afflitti da varie prove, perch il valore della vostra fede, molto pi preziosa delloro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Ges Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perci esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mta della vostra fede, cio la salvezza delle anime. Parola di Dio. SEQUENZA facoltativa, p. 462. CANTO AL VANGELO e VANGELO, P. 499.

Anno B

PRIMA LETTURA Un cuore solo e unanima sola.

At -4, 52-3c

Dagli Atti degli Apostoli. La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e unanima sola e nessuno diceva sua, propriet quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Ges e tutti essi godevano di grande stima. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perch quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano limporto di ci che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno. Parola di Dio.

Anno B

SECONDA LETTURA

1 Gv 5, 1-6

Tutto ci che nato da Dio vince il mondo. Dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo. Carissimi, chiunque crede che Ges il Cristo, nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui stato generato. Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perch in questo consiste lamore di Dio, nellosservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Tutto ci che nato da Dio vince il mondo; e questa la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi che vince il mondo se non chi crede che Ges il Figlio di Dio? Questi colui che venuto con acqua e sangue, Ges Cristo; non con acqua soltanto, ma con lacqua e con il sangue. Ed lo Spirito che rende testimonianza, perch lo Spirito la verit. Parola di Dio.

Anno C

PRIMA LETTURA

At 5, 12-16

Aumentava il numero di coloro che credevano nel Signore. Dagli Atti degli Apostoli. Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perch, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle citt vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti. Parola di Dio.

Anno C

SECONDA LETTURA

Ap 1, 9-11. 12-13. 17-19

Io ero morto, ma ora vivo per sempre. Dal libro dellApocalisse di san Giovanni apostolo. Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Ges, mi trovavo nellisola chiamata Ptmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Ges. Rapito in stasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese. Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri doro e in mezzo ai candelabri cera uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia doro. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e lUltimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo. Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Gv 20. 29

Rit. Alleluia Perch mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto, crederanno. Rit. Alleluia

Anni A-B-C

VANGELO

Gv 20, 19-31

Otto giorni dopo, venne Ges. Dal vangelo secondo Giovanni. La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Ges, si ferm in mezzo a loro e disse: Pace a voi!. Detto questo, mostr loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Ges disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anchio mando voi. Dopo aver detto questo, alit su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Ddimo, non era con loro quando venne Ges. Gli dissero allora gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non creder. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cera con loro anche Tommaso. Venne Ges; a porte chiuse, si ferm in mezzo a loro e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere pi incredulo ma credente!. Rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Ges gli disse: Perch mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!. Molti altri segni fece Ges in presenza dei, suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perch crediate che Ges il Cristo, il Figlio di Dio e perch, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE Accogli con bont, Signore, le offerte del tuo popolo (e dei nuovi battezzati): tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, guidaci alla felicit eterna. Per Cristo nostro Signore. 1. Prefazio; Pasquale I. 2. Prefazio dalla Solennit del S. Cuore.

Il Cuore di Cristo fonte di salvezza. veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti don la vita per noi, e dalla ferita del suo fianco, effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perch tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza. Per questo mistero, uniti agli angeli e ai santi, proclamiamo senza fine linno della tua gloria: Santo, Santo, Santo...

3. Prefazio del Battesimo. PREFAZIO: giusto renderti grazie ed esaltare il tuo nome, Padre santo e misericordioso, per Cristo nostro Signore e Redentore. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo, per il sacramento della nostra rinascita. Dal cuore squarciato del tuo Figlio hai fatto scaturire per noi il dono nuziale del Battesimo, prima Pasqua dei credenti, porta della nostra salvezza, inizio della vita in Cristo, fonte dellumanit nuova. Dallacqua e dallo Spirito, nel grembo della Chiesa vergine e madre, tu generi il popolo sacerdotale e regale, radunato da tutte le genti nellunit e nella santit del tuo amore. Per questo dono della tua benevolenza la tua famiglia ti adora e, unita agli angeli e ai santi, canta linno della tua lode: ANTIFONA ALLA COMUNIONE Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi e non essere incredulo, ma credente . Alleluia. cfr Gv 20, 27

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE O Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbiamo ricevuto continui a operare nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

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