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GUIDA

PER UNA BUONA CONFESSIONE SACRAMENTALE

1. PREMESSE
Il sacramento della confessione è
l’incontro gioioso con la misericordia di Dio, che
conosce le nostre miserie e le nostre debolezze e
che mai nega il suo perdono a chi è sinceramente
pentito e ricorre a Lui. Grazie a questo
sacramento io posso essere sicuro di essere in
grazia di Dio, ovvero di vivere nella Sua amicizia
e posso pertanto accostarmi con gioia e letizia
interiore alla Santa Comunione, quando
partecipo alla Santa Messa.
Questo sacramento è necessario per ottenere il perdono di tutte le colpe gravi di
cui si è coscienti, ma è vivamente raccomandato anche per purificarsi dai peccati veniali,
ricorrendovi con una certa frequenza (all’incirca una volta al mese), per tenere pulita la
nostra anima che si macchia con le colpe quotidiane; ciò è necessario specialmente se ci si
accosta regolarmente alla Santa Comunione. Le colpe veniali, infatti, formano come delle
piccole macchie sulla nostra anima: ma cosa succede ad una tovaglia bianca macchiata
con 200 piccole macchioline? Di certo non potrei adoperarla se ho ospiti a pranzo! La
stessa cosa succede se mi accosto a ricevere Gesù nella comunione sacramentale: posso
accogliere l’Ospite divino su una tovaglia tanto macchiata? Per questo la Chiesa ha
sempre raccomandato la confessione frequente, dando anche diversi insegnamenti su
come vivere bene questo meraviglioso sacramento.
Per fare una buona confessione si richiedono alcuni atti: il pentimento dei peccati,
il proposito di non commetterne più, la confessione (preceduta da un buon esame di
coscienza), e l’adempimento della penitenza sacramentale che il sacerdote impartisce
prima di dare l’assoluzione. Questo sussidio è stato pensato appunto per aiutare i fedeli a
confessarsi bene. Vi si trova uno schema per l’esame di coscienza, in cui sono evidenziati
in grassetto i peccati gravi o mortali, quelli cioè che privano della grazia di Dio e per i
quali il sacramento della Confessione è assolutamente indispensabile soprattutto se ci si
vuole accostare alla Santa Comunione durante la Messa. Quelli che non sono messi in
grassetto ma sono enumerati con carattere normale possono essere gravi oppure non
gravi. Dipende dalla consistenza della materia.

2. PREPARAZIONE ALLA CONFESSIONE


Prima di confessarsi è bene chiedere a Dio che ci illumini la coscienza, ci aiuti a
conoscere i nostri peccati e la loro gravità, a pentircene sinceramente, perché la
confessione sia valida, e a detestarli proponendo di non commetterli nuovamente
nell’avvenire. Posso rivolgere a Dio una preghiera come questa: “Signore, so che Tu sei il
mio Salvatore, a te mi rivolgo pieno di fiducia e di amore: aiutami, con il tuo Santo Spirito,
in questa confessione, guidami, fammi conoscere le mie miserie e confessarle con sincero
pentimento, aiutami e parlami attraverso il sacerdote che riceverà la mia confessione. Ho
bisogno del tuo amore, della tua pace. O Maria, rifugio dei peccatori e Madre mia
dolcissima, che raccomandi ai tuoi figli di accostarsi con frequenza, fiducia e amore a
questo sacramento, stammi vicino, guidami, accoglimi come Madre dolcissima, portami
tra le braccia piene di amore del Tuo Figlio Gesù”.
Dopo aver pregato, comincio ad esaminare la mia coscienza, con l’aiuto dello
schema seguente. Comincio dai peccati più gravi, cioè quelli contro Dio, proibiti dai primi
tre comandamenti; poi passo a verificare i miei rapporti col prossimo e con me stesso.
A) I TUOI RAPPORTI CON DIO

● Ho fatto la Santa Comunione in stato di peccato mortale senza


essermi prima confessato?
● Durante le mie confessioni passate, ho mai nascosto, per paura o
per vergogna, al confessore qualche peccato grave? (Se l’ho fatto,
devo dirlo nella prossima confessione, specificando che si tratta di peccati
appartenenti al passato).
● Ho bestemmiato il Nome di Dio, della Madonna o dei Santi (anche
solo mentalmente?)
● Ho pronunciato il nome di Dio o della Vergine invano?
● Mi sono confessato almeno una volta l’anno e ho fatto la Comunione
almeno a Pasqua?
● Ho santificato i giorni di astinenza dalle carni (tutti i venerdì) e quelli
di digiuno (Mercoledì delle Ceneri e Venerdì santo) prescritti dalla
Chiesa? Ho osservato il carattere penitenziale del venerdì?
● Ho santificato, con la partecipazione alla Santa Messa, tutte le
Domeniche e le feste comandate?
● Mi sono recato a Messa con ritardo colpevole?
● Sono stato in ginocchio durante la Messa almeno durante la
consacrazione?
● Ho osservato il digiuno eucaristico (almeno un’ora prima della Comunione)?
● Ho accolto il Signore nella Santa Comunione con il dovuto
raccoglimento, ricevendolo sulla lingua (e se possibile anche in
ginocchio), secondo il modo ordinario raccomandato dalla Chiesa?
● Se hai ricevuto l’Eucaristia sulla mano, sei stato attento ai piccoli
frammenti che possono depositarsi sul palmo della mano, affinché
non abbiano a cadere sul pavimento e venire così calpestati e profanati?
● Faccio sempre la genuflessione davanti al Tabernacolo?
● Ho fatto delle promesse o dei voti a Dio, senza mantenerli?
● Ho giurato (su Dio, la Madonna, o i Santi) il falso?
● Ho pregato almeno la mattina e la sera?
● Ho partecipato a sedute spiritiche, o mi sono rivolto a maghi,
medium, cartomanti?
● Ho praticato il maleficio? O anche la magia cosiddetta “bianca”?
● Ho lavorato di Domenica o nelle feste comandate senza un vero e
grave motivo o senza una necessità impostami dal mio lavoro?
● Ho pubblicamente combattuto e contrastato alcune verità di fede e
di morale cattolica rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa?
● Ho aderito a dottrine condannate dalla Chiesa (divorzio, aborto,
eutanasia, fecondazione artificiale) o ad associazioni scomunicate
(come la Massoneria)?
● Ho profanato la santità dei luoghi sacri (Chiese, Cappelle, Santuari)
vestendo in modo indecente?
● Ho impedito a mio figlio di seguire la chiamata del Signore a
consacrargli la vita?
● Ho votato a favore di leggi contrarie alla morale (divorzio, aborto)
oppure ho dato il voto politico a partiti che appoggiano o
promuovono queste politiche?
● Ho dubitato volontariamente di qualche verità di fede?
● Sono superstizioso (corni, ferri di cavallo, gatti neri, Venerdì 17,
etc.)?
● Ho parlato male della Chiesa, dei sacerdoti, dei consacrati?
● Ho giurato per cose poco importanti oppure il falso?
● Ho avuto vergogna di farmi riconoscere in pubblico come cristiano
(rispetto umano)?
● Ho difeso la fede cristiana quando veniva attaccata?
● Mi sono distratto volontariamente durante la Santa Messa, ho
chiacchierato, riso, disturbato?
● Il mio comportamento in Chiesa è decoroso e dignitoso (non parlo mai ad
alta voce, faccio bene il segno della croce, rispondo e partecipo con viva
attenzione e raccoglimento alle celebrazioni)?
● Circa la vita di preghiera: ho pregato male, con fretta e con distrazione?
● Mi sono sforzato di evitare le distrazioni?
● Ho curato la crescita della mia fede e la mia formazione cristiana
partecipando alle catechesi proposte e ascoltando la sacra predicazione?
Istruendomi almeno sui principali misteri della religione, od ho ignorato,
per mia colpa, ciò che riguarda i sacramenti che ho ricevuto?
● Ho atteso all’obiettivo che Dio ha dato alla mia vita, quello della
santificazione?
● Ho messo sempre Dio al primo posto, l’ho amato con tutto il cuore? Sono
stato alla sua presenza? oppure ci sono altri idoli (i soldi, il lavoro, il
sesso, il successo, la mia superbia) al suo posto?
● Ho coltivato la virtù della penitenza?
● Ho contribuito alle necessità della Chiesa?

B) I TUOI RAPPORTI CON IL PROSSIMO E CON TE STESSO

● Ho trattato in modo gravemente offensivo i miei genitori? Ho


rispettato, amato e ubbidito ai genitori? Ho dato loro qualche dispiacere?
● Sono stato motivo di sofferenza per i genitori, per il marito, per la moglie,
per gli altri familiari?
● Ho ucciso una persona, l’ho ferita, l’ho percossa e picchiata?
● Ho tentato il suicidio o seriamente pensato di compierlo?
● Odio qualche persona?
● Sono in lite con qualcuno, specialmente familiari (fratelli, sorelle,
parenti prossimi, magari per motivi ereditari), a cui ho tolto la parola o il
saluto?
● Nutro profondi rancori o propositi di vendetta (farla pagare per il
male subito)?
● Ho fatto uso di droghe, anche leggere?
● Ho ecceduto nel consumo dell’alcool fino a ubriacarmi? Sono
schiavo della gola o dell’alcool?
● Ho guidato in modo da mettere in pericolo l’incolumità mia e altrui?
● Ho commesso il delitto di aborto o ho spinto qualcuno a farlo (anche
semplicemente consigliandolo o accompagnandolo all’ospedale)?
● Ho usato, a fini abortivi, la “pillola del giorno dopo” (RU 486)?
● Ho commesso atti impuri, da solo o con altri (masturbazione)?
● Ho profanato in altro modo il mio corpo e quello dell’altro?
● Ho compiuto impurità varie con altre persone sia dello stesso sesso
che di sesso diverso?
● Ho tradito il mio coniuge (adulterio)? oppure ho compiuto azioni o
intrattenuto relazioni di adulterio con persone sposate?
● Convivo o sono sposato solo in Comune?
● Ho vissuto e vivo cristianamente, nella castità e nel rispetto, il tempo
del fidanzamento (i peccati gravi vanno dal bacio profondo al
petting, fino alla fornicazione, ovvero il rapporto sessuale completo
prima del matrimonio)?
● Sono divorziato e risposato civilmente?
● Ho adoperato o adopero mezzi anticoncezionali che, in qualunque
modo, impediscano il concepimento di una nuova vita (spirale - il più
grave – pillola, preservativo, coito interrotto – che molti ritengono
moralmente lecito ma che è gravissimo peccato, come insegna il capitolo
38 del libro della Genesi con la morte di Onan)?
● Ho praticato la fecondazione assistita o l’inseminazione artificiale?
● Vesto in maniera casta, decorosa e dignitosa?
● Ho visto spettacoli immorali, ho letto stampa immorale?
● Ho coltivato pensieri impuri?
● Ho fatto uso di pornografia? Ho partecipato a discorsi osceni?
● Ho custodito il pudore? Ho combattuto e scacciato i pensieri e le
fantasie impure? Il mio linguaggio è puro?
● Ho guardato altre persone con concupiscenza?
● Ho compiuto i miei doveri di lavoro?
● Ho compiuto con diligenza il mio lavoro professionale o di studente?
● Ho prestato la debita attenzione a coloro che sono a me sottoposti, di cui
Dio mi chiederà conto un giorno, prendendomi a cuore la salvezza della
loro anima?
● Ho dato cattivo esempio?
● Sono stato imprudente nelle mie decisioni?
● Ho cercato di educare i miei figli, dedicandogli tempo, consigliandoli e
correggendoli quando era necessario?
● Ho dedicato tempo e attenzioni al coniuge?
● Sto cercando di educare in modo cristiano i miei figli? Ho insegnato loro
a pregare? Gli parlo di Dio? Recito le preghiere prima dei pasti?
● Ho osservato le leggi civili moralmente rilevanti?
● Sono caritatevole in casa e con il prossimo?
● Ho trattato il prossimo sempre con affabilità, cordialità, dolcezza e carità?
● Ho compiuto mancanze gravi di carità?
● Mi sono adirato, perdendo la pazienza?
● Sono stato superbo, parlando sempre bene di me, presentando le cose
che faccio come se fossero le migliori, etc.?
● Sono stato arrogante, vanitoso, invidioso?
● Ho mancato di umiltà?
● Sono stato pigro nel compimento dei miei doveri?
● Ho offeso qualcuno con parole o gesti?
● Ho giudicato le intenzioni del prossimo?
● Ho espresso sospetti o giudizi temerari?
● Ho usato parole volgari o indecenti?
● Ho mentito, detto bugie anche se a fin di bene, ho calunniato?
● Le bugie hanno danneggiato il prossimo?
● Ho parlato male di qualcuno, spettegolato, rivelato qualche segreto,
criticato?
● Ho riparato le maldicenze, le calunnie e le bugie che hanno recato danno?
● Ho cercato guadagni disonesti? Ho frodato qualcuno?
● Ho organizzato truffe nei confronti del prossimo, anche se poi non le ho
realizzate?
● Ho perdonato le offese? Mi sono vendicato?
● Ho seminato discordie?
● Ho rubato o trattenuto cose non mie?
● Ho danneggiato i beni altrui?
● Ho riparato quanto ho rubato o danneggiato?
● Ho sfruttato il mio prossimo non rimunerandolo come si doveva?
● Ho pagato subito e tempestivamente chi ha fatto lavori per me?
● Ho pagato puntualmente i dipendenti?
● Ho omesso di pagare le tasse equamente imposte?
● Ho dato il mio contributo e il mio impegno alla società?
● Ho ecceduto disordinatamente nel mangiare, nei dolci, nelle sigarette?
● Sono invidioso dei beni altrui, desiderando che gli altri non li avessero?
● Ho goduto del male o delle disgrazie altrui?

3. IL PENTIMENTO
(dolore per i peccati commessi e proposito di non ricadervi)
Dopo aver esaminato la mia coscienza e prima di accostarmi alla
Confessione, chiedo sinceramente perdono di tutto a Dio, provando
dispiacere e dolore per quello in cui ho mancato, anche se si tratta di piccole
mancanze. Se non provo dolore, chiederò a Gesù di suscitarlo in me e comunque
gli offrirò alcuni buoni propositi per non ricadere negli stessi peccati, cominciando
dai più gravi. I maestri di spirito consigliano di prendere uno o due impegni
(pochi!) tra una confessione e l’altra, che consistono nel fare particolare
attenzione a non ricadere negli stessi peccati fuggendone le occasioni.
Il sacerdote mi chiederà, dopo la confessione, di esprimere in forma
sacramentale il mio dolore, recitando l’atto di dolore. Eccone il testo: “Mio
Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché
peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo
con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni
prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami”.

4. LA CONFESSIONE
Quando mi troverò davanti al sacerdote, devo essere fermamente
persuaso che in realtà io, pur vedendo lui, sono di fronte a Gesù in
persona. Confesso con semplicità e umiltà i miei peccati, senza troppe
parole e senza scusarmi o autogiustificarmi. Non devo, per nessun
motivo, nascondere al sacerdote qualche peccato grave, solo
perché mi vergogno di dirlo o ho paura di quel che potrebbe pensare.
Se sono preso da questa tentazione, è meglio rimandare la confessione,
perché una confessione non sincera costituisce un sacrilegio.
Se il sacerdote mi chiede qualche chiarimento, glielo porgo con
semplicità. Anche io posso chiedere a lui chiarimenti o consigli di
qualunque genere, che possano aiutarmi nella mia crescita cristiana.
Ascolto la sua breve esortazione e ricevo l’assoluzione con gioia. Quando
il sacerdote mi dirà “Io ti assolvo” è Gesù che sta parlando attraverso lui!

5. LA PENITENZA (O SODDISFAZIONE) SACRAMENTALE


Al termine della Confessione, il sacerdote mi indica la penitenza
sacramentale che devo adempiere. Cerco di farla al più presto, perché
non adempiere alla penitenza sacramentale è un peccato grave. La
penitenza sacramentale consiste in un’opera buona (preghiera,
elemosina o sacrificio) che il sacerdote mi affida come segno ed
espressione concreta della mia volontà di cambiare vita e di purificare la
mia anima dai disordini che le hanno procurato i miei peccati. Anticamente
la disciplina della Chiesa era più severa, e si raccomandava di imporre
penitenze anche molto onerose e impegnative. Oggi la disciplina della
Chiesa tende ad essere molto più mite, lasciando alla libertà ed alla
coscienza del penitente l’impegno di assumersi eventualmente opere
penitenziali più onerose per purificarsi dalle proprie colpe. La penitenza
sacramentale è proporzionale al numero e alla gravità dei peccati
commessi; deve essere adempiuta il più presto possibile. La gioia di aver
ritrovato l’amicizia di Dio, mi renderà dolce e soave il suo adempimento.

Preghiere prima di confessarsi


San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le
insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui te ne preghiamo supplichevoli. E tu,
o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti
maligni che errano nel mondo per perdere le anime. Amen.
Vieni o Spirito Santo, vieni per la potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria, tua
amatissima Sposa (da ripetere tre volte).
L'ACCUSA DEI PECCATI MORTALI
PER SPECIE, NUMERO E CIRCOSTANZE
Requisito per una buona confessione è l’accusa sincera dei peccati commessi di cui si ha
memoria. Come la santa Madre Chiesa ha autorevolmente (e dogmaticamente) insegnato, sono
oggetto obbligatorio e necessario tutti e ciascuno i singoli peccati commessi da quando si ha
l’uso della ragione in poi, i quali vanno confessati bene, ovvero non genericamente, ma per
specie, numero e circostanze. L’inosservanza volontaria di tale indicazione, come già visto per
ciò che concerne il sincero pentimento, non solo rende la confessione invalida, ma la trasforma
in sacrilega. Cerchiamo di focalizzare bene i dettagli di questo importantissimo ulteriore
elemento costitutivo della “quasi materia del sacramento”.
Bisogna quindi anzitutto distinguere tra oggetto obbligatorio e necessario della
confessione e oggetto consigliato e raccomandato di essa.
È strettamente obbligatorio confessare i peccati mortali, ovvero quelli aventi una
materia grave (in sé o per le “proporzioni” della trasgressione) e che siano stati commessi
con piena avvertenza (cioè, rendendosi conto di ciò che si stava facendo) e deliberato
consenso (non sotto la spinta di violenza o altra gravissima causa).
Tanto per fare qualche esempio di comuni peccati che sono sempre mortali per la gravità
della materia in se stessa, possiamo citare i sacrilegi, le irriverenze, le bestemmie, il falso
giuramento, l’omessa santificazione del giorno festivo, l’uso di droga, le percosse, l’impurità
in tutti i suoi generi e specie, l’inverecondia e l’immodestia.
Ci sono invece alcuni peccati che diventano mortali quando la materia da “lieve” diventa
“grave”. Per esempio il furto, che è peccato veniale quando cade su oggetti di scarso valore,
mentre è peccato mortale quando l’entità della cosa rubata o ingiustamente trattenuta è
considerevole; le mancanze nei confronti dei genitori, che diventano gravi quando sono
ingiurie o quando sono disubbidienze in cose di grande entità; le volgarità e le parolacce, che
diventano gravi quando sono a sfondo sessuale o quando sono dette con odio per ferire e colpire
il prossimo. Questi peccati vanno confessati non in maniera generica, ma per specie: non basta
dire “ho peccato contro il secondo comandamento”, perché un conto è la bestemmia, un conto
il falso giuramento, un conto la nomina inutile del nome di Dio, della Madonna o dei santi; non
basta dire “ho commesso atti impuri”, perché altra cosa è l’adulterio rispetto ai rapporti
prematrimoniali, o al peccato impuro solitario; etc.
Va inoltre specificato il numero, perché tanti sono i peccati mortali quante sono le
volte che si sono commessi e ciò determina un profondo aggravamento sia della situazione
della coscienza sia delle pene dovute per il peccato (che faranno fare il Purgatorio
nonostante l’assoluzione). Quando non si ricorda il numero preciso, bisogna dare al
confessore “l’ordine di grandezza”, avvicinandosi il più possibile alla verità. Se un
penitente sa di aver colpevolmente “mandato in vacanza il Padre eterno” durante il
periodo estivo, non sarà per lui sufficiente dire “ho mancato alla santa Messa”, ma dovrà
appunto specificare “per tutto il periodo estivo”.
Se si confessa un bestemmiatore abituato, dovrà far chiaramente capire che non è che gli
è scappata una bestemmia in un momento di collera, ma che più volte ha offeso il nome di Dio,
etc. Bisogna infatti accusare anche se si tratta di un peccato abitudinario, e da quanto tempo
dura quest’abitudine; se i peccati che si sono commessi, li si è compiuti per malizia o con
riflessione, e le conseguenze di questi peccati, perché solo in questa maniera possiamo farci
conoscere dal confessore.
Bisogna dire quanto tempo è durata quell’abitudine, quante volte, pressappoco vi siete
caduti, se per settimane, per mesi o per anni; se l’abitudine è stata interrotta per qualche
tempo, e in questo modo vi avvicinerete al numero preciso, per quanto possibile.
Infine vanno specificate le circostanze quando queste mutano la natura del peccato
oppure ne aggravano o diminuiscono la gravità. Se si è bestemmiato dinanzi a un figlio piccolo,
bisogna specificarlo, perché questa aggravante (il vero e proprio scandalo dato a un piccolo dal
proprio genitore) è quasi più grave del peccato commesso; così come se si è mancati alla Santa
Messa, avendo dei figli piccoli che devono avere nei genitori un modello e uno sprone per imparare
l’osservanza della legge di Dio. Se si è commessa qualche impurità, bisogna specificare se il
complice, per esempio, fosse sposato in Chiesa (anche se divorziato), perché l’atto si trasforma
immediatamente in adulterio che è molto più grave della fornicazione semplice, etc. (commettere
atti impuri con una persona sposata è adulterio; con una parente, è incesto; fermarsi su un cattivo
pensiero, acconsentire a un cattivo desiderio, a uno sguardo cattivo, è un peccato contro la castità,
ma se lo si fa dentro una chiesa, diventa una profanazione di un luogo santo, è una specie di
sacrilegio. Altri esempi: colui che ha detto delle parole disoneste, per ore intere, ha compiuto un
peccato più grande che se le avesse dette solo per un po’ di tempo. Parlare male per odio, per
invidia, per risentimento, è un peccato molto più grave che se lo fosse fatto solo per leggerezza.
Ubriacarsi, andare alla danza, al ballo, di Domenica, è un peccato più grave che andarci in un giorno
lavorativo, perché quel giorno è consacrato a Dio in una maniera particolare; se vi è stato confidato
un segreto, non basterà dire che avete violato il segreto, ma bisognerà anche dire quale male ciò
abbia causato, e su quale persona questo male si sia abbattuto). Similmente se si è mancati alla
santa Messa non per negligenza ma per improvvisi problemi che hanno reso molto difficile la
partecipazione (se non addirittura moralmente impossibile: la malattia personale, un incidente
stradale, il ricovero improvviso di una persona cara), bisogna specificarlo; così come se fosse
scappata una bestemmia in preda all’ira da parte di chi non ha questa abitudine e si è ritrovato con
un’espressione blasfema uscitagli dalla bocca senza nemmeno capire come è successo; oppure i
peccati che sono stati commessi per ignoranza anche se colpevole (cosa che avviene quando si
trasgredisce gravemente la legge di Dio, senza sapere o avere la piena consapevolezza della gravità
del peccato, per difetto di formazione della coscienza, etc.).
I peccati mortali vanno confessati tutti, anche quelli molto lontani nel tempo, di cui non si
abbia la certezza di averli già portati dinanzi al tribunale della divina misericordia. La
confessione, infatti, copre solo i peccati non confessati per dimenticanza, ma comporta
sempre in sé l’obbligo che, qualora affiorino nella memoria peccati anche molto antichi che
si è certi o quasi di non aver mai confessato, essi vengano umilmente confessati alla prima
confessione utile. Sembra assai probabile l’opinione di chi ritiene, in caso di peccati molto
antichi, che nonostante l’obbligo di confessarli alla prima occasione utile, il fedele possa
accostarsi alla comunione sacramentale, diversamente da ciò che accade qualora, nel
presente, si commetta un peccato mortale, nel qual caso non bisogna per nessun motivo
accostarsi all’Eucaristia senza premettere la confessione sacramentale.
Gli altri peccati (quelli veniali) e le imperfezioni morali non costituiscono oggetto
obbligatorio di confessione, ma la Chiesa ne “raccomanda caldamente” la loro confessione,
dato che una coscienza che li sottovaluti si espone grandemente al pericolo di cadere in mancanze
gravi e comunque, nel caso di peccati in senso stretto (piccole maldicenze, atti di superbia, bugie,
volgarità non eccessive, scatti di collera, etc.), si offende comunque Dio e si “aumenta” il tempo di
purgazione che sarà necessario affrontare in Purgatorio prima di accedere alla visione beatifica.
Un’anima poi che voglia santificarsi non può in nessun caso e per nessun motivo prendere
alla leggera venialità e imperfezioni, altrimenti cadrà inevitabilmente nelle sciagurate sabbie
mobili della mediocrità e della tiepidezza, perderà un numero considerevole di grazie divine,
farà molto meno bene (o lo farà molto peggio) di quello che dovrebbe o potrebbe.

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