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Il Mistero di Mozart.

Sono 1175 le composizioni accertate di Mozart, e 388 quelle dubbie o spurie. Limitandosi a
considerare soltanto la metà delle attribuzioni dubbie si ottiene un totale di 1369 composizioni di
ogni genere (sono state considerate composizioni singole tutte quelle composizioni articolate in più
episodi separati, persino le opere teatrali). Sappiamo inoltre che Mozart ha cominciato a comporre
quando aveva sei anni, e che è vissuto fino a trentacinque: questo vuol dire che egli ha composto
tutti i suoi lavori nell’arco di ventinove anni. Significa che ogni anno riusciva a comporre più di 47
lavori. Tra questi ci sono, è vero, 63 semplici canoni, ma anche composizioni ampie, articolate e
poderose come 143 serenate, 63 sinfonie, 41 concerti per strumento e orchestra, 19 messe e 20
opere teatrali... Se poi volessimo calcolare il numero delle battute che Mozart riusciva a scrivere
nell’arco di un solo giorno giungeremmo ad una cifra inenarrabile, inconcepibile per i parametri
umani. Oltretutto: può un uomo “normale” mantenere questo ritmo infernale per ventinove anni
consecutivi? E soprattutto, può rimanere costantemente a quelle altezze artistiche?

Questo concerto è dedicato interamente alla sua musica. Essa attraversa il tempo e trapassa il
cuore. Colpisce e accarezza, rallegra e addolora. È antica e moderna. A proposito, all’epoca di
Mozart non esisteva la contrapposizione tra musica moderna e musica antica, semplicemente perché
quest’ultima non esisteva: era subito seppellita insieme con il suo autore. Allora è un peccato non
essere stati contemporanei di Mozart. Non perché adesso non esistano altri geni come lui, ma
perché siamo privati della gioia di scoprire una dopo l’altra le prime apparizioni al mondo delle sue
creazioni. È come essersi abituati all’esistenza della bellezza.

Ci sarà pure un motivo se la sua musica viene utilizzata da una importante corrente di
pensiero della musicoterapia per curare efficacemente alcune tematiche del comportamento, come
la schizofrenia. Forse dipenderà dalla stabilità della concezione architettonica delle sue costruzioni
musicali, oppure dalla logicità delle sue strutture melodiche, o ancora dall’essenzialità delle linee
della sua fantasia musicale. Non sarà invece per quell’allegrezza serena e trascinante che pervade
inevitabilmente il cuore di chiunque ascolti la sua musica? I suoni sembrano tutti in qualche modo
sorridere, come probabilmente sorrideva compiaciuto Mozart nel comporre. All’inizio del suo
quartetto K 298 scrive infatti di suo pugno: «Allegretto grazioso ma non troppo presto, però non
troppo adagio. Così-così con molto garbo ed espressione». Impossibile non sorridere…

La necessità della mediazione di un esecutore che interpreti i segni sulla partitura, con tutta
la variabilità dei parametri ai quali essa è irrimediabilmente legata, emerge da sempre come una
delle questioni più spinose della prassi esecutiva musicale. Il compositore cerca un segno per fissare
sulla carta le sue idee musicali; poi arriva l’esecutore che, partendo dal segno sulla carta, deve
compiere un percorso a ritroso per tornare al pensiero del compositore. Spesso accade che queste
due strade di andata e ritorno non coincidano, e
può capitare che l’esecutore, seppure in perfetta
buona fede, si ritrovi in un posto completamente
diverso dal luogo dove risiede il pensiero del
compositore. Ebbene, la distanza tra
compositore ed esecutore non è mai così breve
come nel caso della musica di Mozart: chiara,
nitida, luminosa, anche in una messa da morto.
Senza ambiguità o segreti nascosti: tutto alla
luce del sole. Non ci sono segreti da conoscere
per decodificare la grafia di Mozart, come
accadeva per le complicate notazioni criptate del
Rinascimento. Tale chiarezza è ben visibile nei
suoi manoscritti, già perfetti e sicuri alla loro prima apparizione. Nell’immagine vedete l’inizio del
manoscritto del Requiem che eseguiremo stasera: sembra come se abbia semplicemente trascritto
una musica che esisteva già, e l’abbia solo messa sulla carta, tanto è perfetta e sicura la scrittura,
senza gli infiniti ripensamenti e modifiche di un compositore “normale”… In tutte le ottanta pagine
del manoscritto Mozart ha fatto solo una piccola unica correzione in una battuta. Si può dire che il
triangolo Compositore-Esecutore-Pubblico risulti nel suo caso sempre chiuso, e l’ascoltatore sia
direttamente ricondotto al punto di partenza, cioè, al compositore. Questo non accade facilmente
con tutte le composizioni, con le quali il triangolo spesso rimane aperto, allontanando l’ascoltatore
dal vero pensiero del compositore.

Quando leggerete queste righe mancheranno pochi minuti all’apparizione delle prime calde
note del suo Requiem. Vorrà dire che il tempo durante il quale tutti noi esecutori ci siamo messi
febbrilmente al servizio del suo genio si sarà consumato. La nostalgia avrà già iniziato a sostituire
“quell’allegrezza serena e trascinante”. Sarà il momento di lasciar entrare Mozart: immaginiamolo
mentre con un inchino aristocratico e un po’ malizioso, saluta tutti i presenti mentre si siede in
prima fila… A quel punto che importanza ha sapere quali note abbia realmente scritto di suo pugno
prima di morire, e quali sono state aggiunte da altri: ha lasciato un segno inconfondibile di sé in
ogni angolo del Requiem, anche nei brani dei quali ha fissato solo qualche passaggio orchestrale.

Con una punta di rimorso, adesso mi chiedo se non sarebbe stato più opportuno scrivere
notizie di carattere storico e biografico, o magari raccontare la vita di Amadeus bambino prodigio.
In questi casi lo si fa. La verità è che non ho avuto il coraggio di recingere in poche parole e asciutte
la Poesia, la Forza, la Profondità, la Commozione e la Gioia della Musica che hanno folgorato la
mente di Mozart e segnato tutta la sua vita. “Salisburgo, 27 Gennaio 1756 - Vienna, 5 Dicembre
1791”: ecco, seppure in minima parte, ho onorato il debito con le note commemorative che si
devono scrivere in queste occasioni. Il resto lo racconterà direttamente la sua musica.

Per concludere. Con alcuni allievi del Pontificio Istituto di Musica Sacra, durante una pausa
delle lezioni di qualche tempo fa, ci siamo divertiti a scoprire quante parole di senso compiuto si
potessero formare nelle loro lingue con le sei lettere di “MOZART”. Sono bastati davvero pochi
minuti per ottenere un risultato sorprendente e certamente parziale: in italiano, spagnolo, inglese,
tedesco, polacco, rumeno, arabo libanese, ibo (Nigeria), creolo e filippino sono apparse circa cento
parole. Quindi è vero che Mozart è in grado di parlare al cuore di tutti? Per non rompere
l’incantesimo vi prego di non pensare che questo possa succedere anche con qualunque altra parola
di quattro consonanti e due vocali.

Walter Marzilli
Le interpretazioni di Maria Grazia Schiavo la affermano nei
ruoli come Violetta in La Traviata, Lucia in Lucia di
Lammermoor, Adina in Elisir d'amore, Pamina in Die
Zauberflote, Donna Anna nel Don Giovanni, La Contessa di
Folleville nel Viaggio a Reims, Konstanze in Die Entfuhrung
aus dem Serail, Gilda nel Rigoletto. E stata diretta da Ranzani,
Santi, Abbado, Maazel, Campanella, Hogwood, Mariotti,
Palumbo, Bernacèr, Carminati, Harding, Metha ...
Partecipa al concerto inaugurale diretto da Riccardo Muti per la
riapertura, dopo il restauro, del Teatro di San Carlo a Napoli; va
in tournée col Demofoonte di Jommelli diretto da Riccardo
Muti, ruolo di Dircea a Salisburgo, Parigi, Ravenna e Chicago
con la Chicago Simphony Orchestra. Scelta dal maestro
Riccardo Muti per il Festival di Pentecoste 2010 di Salisburgo,
canta nel ruolo di Amital ne La Betulia Liberata, di W. A.
Mozart. Partecipa alla Los Angeles Opera ad un Gala in onore di
Placido Domingo. Nel settembre 2017 debutta al Teatro alla Scala nel Tamerlano di Handel
interpretando il ruolo di Asteria al fianco di Placido Domingo, spettacolo che vince il Premio
Abbiati. Gli impegni recenti e futuri includono Traviata all'Opera di Roma Don Giovanni all'Opéra
Royale de Liège, Les Contes d'Hoffmann (Olympia),al Teatro San Carlo di Napoli, Rigoletto al
Palau des Arts di Valencia, Traviata alla Fenice di Venezia, Semiramide al Theatre de Lausanne,
Lisetta ne La Gazzetta al Rof, debutta nel ruolo di Marie ne La Fille du Règiment al Teatro La
Fenice di Venezia. I suoi impegni futuri la vedranno all'Opera di Wallonie nei panni di llia,
ldomeneo, Adina ne L'Elisir d'amore a Rennes, Angers, Donna Anna al Teatro Massimo di Palermo
sotto la direzione di Riccardo Muti.

Nata a Napoli nel 1991, Antonia Salzano inizia gli studi di canto
lirico nel 2015. Nel 2016 è allieva presso il Conservatorio di
Musica D. Cimarosa di Avellino sotto la guida del Soprano Maria
Grazia Schiavo, conseguendo la laurea di primo livello con il
massimo dei voti. Nel Luglio del 2021 presso il Conservatorio S.
Cecilia di Roma, sotto la guida del Contralto Sara Mingardo
consegue il diploma accademico di secondo livello in “Canto
Rinascimentale e Barocco” con il massimo dei voti e menzione
accademica. Nel Marzo del 2022 è vincitrice del 76° Concorso
Comunità Europea per Giovani Cantanti Lirici del Teatro Lirico
Sperimentale di Spoleto,dove interpreta il ruolo di Carmen,
nell’opera “La tragédie de Carmen”, sotto la direzione del M*
Carlo Palleschi e la regia di Alessio Pizzech,; inoltre interpreta in
prima mondiale il ruolo della figlia di Gregorio, Grete, nell’opera
“La porta divisoria”su libretto di Giorgio Strehler. Ha cantato per
il Roma Festival Barocco 2022, ed a Marzo sarà solista per il
Festival Oboe 2023 a Parigi. In questo stesso anno sarà impegnata in un concerto solistico a Martina
Franca per la Fondazione Paolo Grassi, e debutterà nel ruolo di Clarina ne La cambiale di
matrimonio di Rossini.
Rosario Cantone, presbitero della Diocesi di Napoli, si
è diplomato in canto nel 2008 presso il Conservatorio
San Pietro a Majella di Napoli conseguendo, inoltre, la
laurea di II livello in Musica Vocale da Camera nel 2011.
Nel 2018 ha conseguito il Post Gradum in Canto
Didattico presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra,
sotto la guida del M° Maria Grazia Schiavo. Invitato dal
M° Daniela Tortora, presso il Conservatorio San Pietro a
Majella ha eseguito: nel dicembre 2011 l’oratorio Il
Natale degli Innocenti di N. Rota nel ruolo del
Narratore, nel maggio 2012 di F. Poulenc Tel jour, telle
nuit. Neuf melodies sur des poèmes de Paul Eluard. Nel
settembre 2016 con la Cappella Musicale Santa Teresa
dei Maschi di Bari diretta dal M° Sabino Manzo ha
cantato da solista il Vespro della Beata Vergine di C.
Monteverdi. Con l’Ensemble Vocale di Napoli diretta dal
M° Antonio Spagnolo ha eseguito, in qualità di solista,
per la Stagione concertistica 2018/19 dell’Associazione
Scarlatti di Napoli la Messa di Santa Cecilia di A.
Scarlatti. Collabora con Ars Cantica diretto dal M°
Marco Berrini.

Mattia Ribba debutta nel 2021 nel ruolo di Masetto, nel “Il
Don Giovanni” di W. A. Mozart, prodotta da “La Camerata
delle Arti”, con la regia del M. Katia Ricciarelli, presso il
Castello Svevo di Gravina di Puglia.
Nello stesso anno interpreta il ruolo di Benoit e di Alcindoro
nella " Bhoéme" di G. Puccini, con la regia del M. Katia
Ricciarelli, presso il Parco Colonia Montana ad Agerola.
Nel 2022 esordisce nel ruolo del Sagrestano in "Tosca" di G.
Puccini, presso il teatro San Carlo di Napoli.
Nel 2023 debutta nel ruolo di "Bartolo" nell'opera de "Le
Nozze di Figaro", di W. A. Mozart, con la direzione del M.
Testa, presso il teatro Carlo Gesualdo di Avellino.
L’Orchestra Sinfonica Romana è composta da musicisti professionisti che collaborano con
diverse Istituzioni Orchestrali ed Enti Lirico Sinfonici italiani.
L’organico orchestrale ha supportato,
negli anni passati, le esigenze relative
alla classe di Direzione d’orchestra
del Conservatorio di Musica “S.
Cecilia”, essendo composta da alcuni
dei migliori diplomati degli ultimi
anni del Conservatorio romano. Tale
gruppo, durante anche le esercitazioni
degli studenti di Direzione d'orchestra
del M° Dario Lucantoni, ha acquisito
repertorio ed una propria identità di
suono.
La compagine negli anni si è esibita in
diversi auditorium e teatri a Roma
(Auditorium Conciliazione, Teatro Eliseo, Aula Magna dell’Università “La Sapienza”, Sala
Accademica del Conservatorio “S. Cecilia”) sotto la direzione dei direttori d’orchestra D. Renzetti,
B. Aprea e D. Lucantoni; collabora stabilmente, da diverse stagioni, con il Pontificio Istituto di
Musica Sacra in Roma.

VIOLINI PRIMI
Riccardo Bonaccini, Leonardo Alessandrini, Elisa I, Eunice Cangianiello, Paolo Marchi, Leo Bianchi
VIOLINI SECONDI
Giuliano Cavaliere, Valeria Fabbri, Alain Manieri, Claudia Pietrini, Emanuele Marinelli
VIOLE
Mara Coco, Giorgia Martinez, Franco Gonzales, Francesco Ramous
VIOLONCELLI
Marco Simonacci, Riccardo Viscardi, Rina You
CONTRABBASSI
Maurizio Raimondo, Nicola Bassan
CORNI DI BASSETTO
Antonio Amanti, Giuseppe Saggio
FAGOTTI
Marco Ciamacco, Marco Dionette
TROMBE
Domenico Agostini, Michele Petrignani
TROMBONI
Gianmarco Lombardozzi, Giovanni Sargeni, Giacomo Gamberoni
TIMPANI
Filippo Sinibaldi
Il Coro Polifonico del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma è un organismo stabile
formato dagli studenti dei corsi accademici di Canto, Canto Gregoriano, Composizione, Direzione
di Coro, Musicologia, Pianoforte e Organo dell’istituto stesso. Al termine degli studi essi sono
destinati a ricoprire incarichi di prestigio nelle maggiori istituzioni musicali dei loro paesi e
all’estero. Attraverso la mobilità degli studenti legata sia al conseguimento dei gradi accademici che
al continuo rinnovarsi delle immatricolazioni, il coro acquisisce fluidità e si arricchisce di
convergenze internazionali. I cantori provengono infatti da tutto il mondo, formando un insieme
umano vasto ed eterogeneo, con un amalgama vocale dotato e flessibile. I cantori sono spesso
richiesti dalle più importanti istituzioni musicali di Roma per produzioni di prestigio. All’interno
del coro si crea ogni anno anche un ensemble vocale articolato diversamente a seconda del
repertorio da eseguire: I Cantori del Pontificio Istituto di Musica Sacra. Gli studenti svolgono
una intensa attività artistica nelle più importanti istituzioni musicali italiane ed estere. Il Coro
Polifonico si esibisce in importanti avvenimenti liturgici e concertistici, e canta spesso per il Santo
Padre in occasioni di particolare rilievo. Ha effettuato numerose tournées in Italia e all’estero, ed è
presente ad ogni atto accademico del Pontificio Istituto di Musica Sacra.

Davide Bucci (1992) consegue presso il


Pontificio Istituto di Musica Sacra dapprima
il Baccellierato in Organo principale sotto la
guida del M° Federico del Sordo,
successivamente la licenza in Organo,
improvvisazione e composizione
organistica con il massimo dei voti con il
M° Theo Flury osb. Partecipa come
organista a concerti ed eventi di
rappresentanza studentesca in America,
Polonia, Spagna e Germania, sia con la
Schola Gregoriana, sotto la guida del M°
Franz Karl Prassl, sia con il Coro Polifonico
del Pontificio Istituto di Musica Sacra, sotto la direzione del M° Walter Marzilli, con il quale sta
completando il biennio specialistico in Direzione di coro e composizione corale. È organista del
coro della Diocesi di Roma diretto da mons. Marco Frisina. Ricopre l’incarico di Music Director
per la comunità americana affiliata all’ufficio dei Vescovi presso il Pontificio Consiglio per la
Nuova Evangelizzazione. Svolge attività concertistica anche in veste di direttore di coro. Come
organista ha accompagnato eventi importanti per il Vicariato di Roma, per la CEI e in Vaticano alla
presenza del Papa. Nell’agosto 2021 ha tenuto un concerto per il festival “Musica no Claustro”
presso la Cattedrale di Tui (Galizia). Ha partecipato alla masterclass di improvvisazione presso
l’Akademie für Orgelimprovisation im Gottesdienst ad Hildesheim. Come organista concertista si è
esibito nelle principali chiese e stagioni concertistiche in Italia e all’estero. Dall’aprile 2022 è
organista della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e della Cappella Musicale Liberiana in
Roma.

Walter Marzilli ha studiato in Italia e Germania. È


membro di numerose commissioni artistiche e comitati
scientifici in Italia e all’estero. In qualità di musicologo
e direttore di coro è stato invitato negli Stati Uniti,
Brasile, Libano, Inghilterra, Spagna, Francia, Germania,
Svizzera, Olanda, Polonia, Ungheria. È chiamato a
tenere Master Classes presso importanti istituzioni
culturali e università italiane ed estere, ed è spesso
invitato nella giuria di concorsi di canto corale come
membro e presidente di giuria. Ha curato per molti anni
le selezioni delle voci per il Coro Giovanile Italiano e
per il Coro Giovanile Mondiale. Ha pubblicato
numerosi studi in atti di convegni e su riviste
specializzate. Dirige il Coro Polifonico del Pontificio
Istituto di Musica Sacra di Roma, l’Ensemble I Cantori del Pontificio Istituto di Musica Sacra, I
Madrigalisti di Magliano in Toscana e la Corale “Giacomo Puccini” di Grosseto. Ha diretto l’Ottetto
Vocale Romano, il Quartetto Amaryllis e il Coro Regionale della Calabria. Come direttore d’orchestra
ha diretto in varie produzioni l’Orchestra Sinfonica di Bari, l'Orchestra Sinfonica Romana, l’Orchestra
Sinfonica Città di Grosseto, l’Orchestra del Conservatorio S. Cecilia di Roma, l’Orchestra Giovanile
Vivace, l’Orchestra Metamorfosi Musicali, l’Orchestra Musicus Concentus formata dai musicisti
dell’Orchestra Sinfonica di Roma, l’Orchestra del Pontificio Istituto di Musica Sacra, l’Orchestra
Concerto Málaga.
È consulente artistico dell’etichetta discografica Deutsche Grammophon, per la quale cura da anni
anche l’editing e la trascrizione delle musiche antiche per le registrazioni del coro della Cappella
Sistina. Ha collaborato stabilmente con la Cappella Musicale Pontificia “Sistina”, ed è direttore
dell’Ensemble “Octoclaves” della Cappella Sistina, con il quale ha inciso un cd con musiche in prima
esecuzione. È docente di Direzione di Coro presso la University of Notre Dame di South Bend, Indiana-
USA, e ha insegnato Direzione di Coro presso il Conservatorio G. Cantelli di Novara e Vocalità Corale
nel Conservatorio F. Cilea di Reggio Calabria. È insegnante di canto nel Collegio Internazionale Sedes
Sapientiae a Roma, dove è anche direttore del Dipartimento di Musica, ed ha insegnato presso il
Pontificio Seminario Francese, il Pontificio Collegio San Paolo e l’Accademia Italiana dell’Opera
Lirica. Ha diretto il Centro Italiano di pedagogia musicale del Metodo Ward. Insegna presso la Scuola
Superiore per Direttori di Coro della Fondazione Guido d’Arezzo. Insegna Direzione di Coro nella
Scuola Diocesana S. Cecilia di Brescia. Dal 1987 insegna Vocalità e Direzione di Coro per
l’Associazione Italiana S. Cecilia. Dal 1991 è titolare della cattedra di Direzione di Coro presso il
Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma.

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