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ago
1004 17
CARRARA
PROGRAMMA
PARTE SPECIALE
VOL . II .
PROGRAMMA
DEL
FRANCESCO CARRARA
SOCIO CORRISPONDENTE DELL'ACCADEMIA DI LEGISLAZIONE DI TOLOSA
E DELL'ACCADEMIA URBINATE , MEMBRO DELLA COMMISSIONE
INCARICATA DEL PROGETTO DI CODICE PENALE ITALIANO
n m
PARTE SPECIALE
OSSIA
SECONDA EDIZIONE
ECT VOL . II .
OT
LUCCA
TIPOGRAFIA GIUSTI
1868
L'Autore pone anche questa parte del suo Programma
sotto la salvaguardia delle veglianti leggi sulla proprietà
letteraria .
*
PARTE SPECIALE
4000
CLASSE SECONDA
DELITTI CHE OFFENDONO LA PERSONA
SENZA TOGLIERLE LA VITA
CAPITOLO I.
Idea e contenuto della classe.
$ . 1366 .
6 -
g. 1367 .
g. 1368 .
g . 1369 .
$. 1370 .
$. 1372 .
$ . 1374 .
§ . 1375 .
CAPITOLO II.
$ . 1376 .
(1 ) BIBLIOGRAFIA -
Alphani juris criminalis lib . 2 ,
tit. 5 , pag. 384 Muller de expositione infan
tum Boehmero exercit. 99 Richter velitationes
pag . 807 — Forti conclusioni n. 19 — Ambrosoli stu
-
14
. 1377 .
g . 1378.
1
19
na ( tit. 40 ) ; lo stesso dicasi della legge Longobarda ( 1.1 ,
tit. 3 , S. 6 — tit. 10 , S. 1 2 ) ; lo stesso della legge Sa
lica ( tit. 29, S. 5 ), della legge Ripuaria (tit. 36) , lo stesso
di altre leggi barbariche. Laonde sembra verosimile la opi
nione dello Spangenberg , che appo codesti popoli la
esposizione d'infante fosse impunita. Fu il giure canonico
che introdusse nelle leggi dei Visigoti la coercizione del
la esposizione d'infante, donde poi da Carlo V nell'art. 132
della sua costituzione venne allargata a tutta la Germania
con più severa misura nei tempi a noi più vicini . Anche in
Francia fino al termine del secolo passato non esisteva una
legge speciale che punisse la esposizione del parlo , come
c'insegna Muyart de Vouglans (le leggi criminali
nel loro ordine naturale tit . 3 , S. 11 , pag. 60 ) e sol
tanto se ne cercava la penalità nelle consuetudini giurispru
denziali , che ora infliggevano la frusta , ora il bando , ora
>
$ . 1379 .
$ . 1380 .
$ . 1381 .
§. 1382 .
$ . 1383 .
$. 1384 .
S. 1385 .
. 1386 .
$ . 1388 .
$ . 1389 .
S. 1390 .
S. 1391 .
g. 1392 .
CAPITOLO III.
$ . 1393 .
S. 1394 .
della intenzione .
§ . 1396 .
§ . 1397 .
S. 1398.
$ . 1399 .
$. 1400.
S. 4401.
$ . 1402 .
§ . 1403 .
offese simili C
il codice Ticinese del 1. ° luglio 1816 , ri
formato con la legge del 14 giugno 1844 ( lib . 2. capo 3.0 )
ferite ed altre offese recate al corpo - il codice di Neu
chatel 21 decembre 1855 ( art. 163 ) fait des blessures
porté des coups ou administré des substances. Ecco una
definizione tutta soggettiva e materiale. Ugualmente mate
riale è la definizione del codice del Brasile ( art. 201 ) fe
6
$ . 1404 .
$ . 1405 .
§ . 1407.
§ . 1408 .
CAPITOLO IV.
$ . 1409 .
S. 1410 .
g . 1411 .
§ . 1412 .
§. 1413 .
§ . 1414 .
$. 1415.
§ . 1416 .
S. 1417 .
CAPITOLO V.
S. 1418 .
$ . 1419 .
§ . 1420.
II.
S. 1421 .
§. 1422 .
98 .
JII .
$ . 1423 .
1
.
104
S. 1424 .
ܐ
107
.
108
costanza dell' arme in tutti i delitti di sangue anche per
moto improvviso. Spesso l' arme è stata tolta secondo l'ac
cidentalità della occasione nel bollore della collera : furor
arma ministrat. Si dà di piglio al primo oggetto che cade
sotto le mani. E quando l' arme con cui si feriva sia stata
strappata allo stesso ferito ? Sono aggredito da un facinoroso
armato di stile : lotto , e lo disarmo : poi trasmodando nell'ira
lo ferisco con l'arme sua . È egli giusto che io sia punito
con una soverchiante misura di rigore perchè in quella com
mozione non venni a considerare la natura più in visa dello
strumento che aveva tolto al nemico ? In sostanza io son pu
nito di più per l'unico motivo che il mio aggressore mi aveva
assalito con un'arma più micidiale. Io vorrei 1.º che si
ponesse come condizione dell'aggravamento la delazione pre
cedentemente fatta dell'arma con cui si feri: vorrei -
2.º che
$ . 1425 .
§ . 1426 .
$ . 1428.
S. 1429.
IV.
$ . 1430.
$. 143t .
$ . 1432 .
S. 1433 .
CAPITOLO VI .
§. 1434 .
S. 1435 .
$ . 1436 .
$. 1437 .
$ . 1438.
$ . 1439 .
$. 1440 .
$ . 1441 .
$ . 1442 .
$ . 1443 .
$ . 1444 .
S. 1445 .
$ . 1446.
$ . 1447 .
$. 1448.
$ . 1449 .
. 1450 .
$. 1451 .
$ . 1452 .
S. 1453 .
S. 1454 .
$. 1455 .
$. 1456 .
$. 1457 .
$ . 1458 .
$. 1459 .
S. 1460 .
S. 1461
n. 2 et seqq .
Questa seconda opinione è priva di senso giuridico , per
chè suppone che in tutti gli altri casi non sia onere dell'ac
cusa provare rigorosamente che l'evento dalla morte da lei
obiettato ad un giudicabile fu l'effetto del ferimento che gli
161 -
$ . 1462 .
$ . 1463 .
§ . 1464 .
S. 1465 .
3.0 -
Ma i seguaci di cotesta formula ne avreb
bero volulo fare applicazione ad un diverso caso nel
quale io non credo che rettamente convenga. Il giu
dicabile diede un urto nel petto al suo nemico : que
sti cadde non più per un movimento figlio della sua
volontà, ma per l'impulso ricevuto dalla mano del
percussore : cadde, e cadendo battè il capo sopra un
sasso od un mobile, e ne risultò grave o letale lesione
alla nuca di quell' infelice. Ecco (volle dirsi) la lesio
ne alla nuca non è prodotta dalla mano dell'accusato ;
questi produsse una leggera ecchimosi nel petto, e
niente offese nell'avversario quella parte del corpo la
cui lesione lo trasse a patire gravissimi danni, o a
perire : il più grave o funesto risultamento non può
dunque neppure fisicamente imputarsi al giudicabile,
poichè non è effetto della azione sua, ma di un caso
intervenuto ; è prodotto dal sasso o dalla sedia su cui
venne quella testa ad urtare, non dal pugno o dalla
168
S. 1466 .
$ . 1467 .
5.° -
- Le precedenti osservazioni hanno relazione
alla imputazione fisica , la quale non vuole esser con
fusa con la imputazione morale (S. 8). Spesso si ven
gono scambiando le due ricerche : ma la indole del
l'elemento che si rintraccia, e le ragioni di sciogliere
il quesito pratico sono differentissime. Può al seguito
di una particolare dottrina, o di speciali resultanze di
fatto, il magistrato venire alla conclusione --
io ť im
pulo fisicamente la condizione di grave o gravissima
che riscontro in questa lesione : e potrà poi scendere
all'altra conclusione apparentemente opposta -
io non
CA P I TO LO VII .
$ . 1468 .
$ . 1469 .
S. 1470.
$ . 1471 .
§ . 1472 .
CAPITOLO VIII .
Sua penalità .
$ . 1473 .
$ . 1474 .
S. 1475 .
S. 1476 .
§ . 1477 .
CAPITOLO IX.
Delitti coi quali si offende la pudicizia individuale .
S. 1478.
S. 1479 .
$ . 1480 .
TITOLO I.
Stupro .
§ . 1481 .
De Amoeno til. 3, S. 4
(1 ) BIBLIOGRAFIA Cabal
lo cup. 283 , n. 11 - Angelo de delictis. cap. 124 , 132 -
Damhouder practica rerum criminalium cap. 92 -
S. 1482 .
$ . 1483 .
. 1485 .
$. 1486 .
$ . 1487 .
. 1488 .
§ . 1489 .
$. 1490 .
S. 1491 .
$ . 1492 .
S. 1494 .
§. 1495 .
$ . 1496 .
$ . 1497 .
§ . 1498 .
S. 1499 .
S. 1500 .
$. 1501 .
pro del tutore che egli non possa discaricarsi dalla presun
zione di violenza per qualsisia prova in contrario ; lo che
per opinione mia è esorbitante .
S. 1502 .
$. 1505 .
S. 1506 .
$ . 1507 .
S. 1508 .
.
271
deflorata nell'alto della copula , lo sarà inevitabilmente nel
parto, che è pure una conseguenza del fatto doloso dell'ac
cusato . Il codice Sardo all'art . 500 usando la formula se
duce e disonora , invece della parola deflora , elimina cote
sti dubbi .
$ . 1509 .
S. 1510 .
S. 1511 .
$. 1512 .
1
se potuto accertare si ammise comunemente la teorica
della prevenzione come modo di dirimere il conflitto .
È però da notarsi che in alcuni paesi (Brema, Brun
svick, ec. ec.) invalse la consuetudine che assoluta
mente escludeva ogni giurisdizione fuori di quella del
.
Violenza carnale.
. 1513 .
Mu
Choveronio de publicis concub. rubr. de stupro
scatello de cognitione delict. pag . 663 Claro S. stu
prum n. 3 ; et in addit . n. 36 , et seqq . -
Farinaccio
quaest. 147 , n. 22 , et seqq . Mattheu et Sanz de re
crim . controv. 52 Bonfino in bannim . cap. 6 , per tot . et
in append . Dino Licinian . dec . crim . dec. 37 , n. 47 , >
$ . 1514 .
S. 1515 .
g. 1517 .
§ . 1518 .
Vol . II . 19
290
S. 1519 .
$ . 1520.
8. 1521 .
§ . 1522 .
$. 1523
$ . 1524 .
S. 1525 .
$ . 1526 .
$. 1527 .
$ . 1528.
S. 1529 .
$ . 1530 .
S. 1531 .
S. 1532 .
$. 1533
མ་ན།
che l'errore di fatto quando è essenziale agisce sul
འདབཔ་
cui
sin
grado della imputazione fino al punto di toglierla se e
fu invincibile, e di minorarla se fu vincibile. Ed è
pure costante l'applicazione che di colesto principio si
fa e nella scuola e nella pratica ; non solo pel caso in
cui lo errante credesse di far cosa innocente, ma an
cora pel caso in cui egli credesse di far cosa meno
rea. Cosi ľuccisore del padre si esonera dall' aggra
vante del parricidio se credette essere a lui straniera
la persona che uccise :: cosi chi rubò cosa consacrata
senza conoscerla tale : chi uso con donna maritata cre
dendola libera, o con donna sacrata a Dio non sapen
dola in cotali legami : ed ogni altro che si aggiri in
casi consimili, trova giovamento nell'errore di fatto
non pel fine di evadere ogni responsabilità ( poichè
sempre scientemente versa in cosa illecita) ma pel fine
di rispondere soltanto del delitto che egli credeva di
consumare, e non dell'aggravante nella quale incorre
senza saperlo. Questa indubitata dottrina trova per ne
cessità logica la sua applicazione nella ipotesi di che
316
S. 1534 .
$ . 1536 .
S. 1537 .
g . 1538 .
S. 1539 .
che l ' amore non fosse scusa alla violenza carnale , perchè
non era colpa della donna esser bella ed appariscente ed
avere eccitato i desiderii dell'uomo. Il Carmignani al con
trario fondò la dottrina degli affetti non sul punto di vista mo
rale , ma sul punto di vista psicologico e sul calcolo delle for
ze del delitto. E distinguendo fra passioni cieche e passioni ra
gionatrici ; e attribuendo il primo carattere alle passioni che
muovono all'aspetto di un male, ed il secondo carattere a quel
le che procedono dall'appetito di un bene ,> ci condusse alla
identica conclusione : poichè l'amore non presentando all'anima
un male da evitare , ma un bene sensibile da conseguire ed
un appetito da soddisfare, non può essere noverato tra gli af
fetti che degradano la forza morale del delitto. In quanto però
al problema che adesso ci occupa , se cioè la procacità della
donna debba ammettersi come scusa al violentatore , le due
opposte scuole giungono sempre all'identico risultamento;
ma con una formula e modo sostanzialmente diverso . La
dottrina che guarda le passioni sotto il punto di vista mo
rale trova nello affetto eccitato per la procacità della donna
una passione che ebbe la sua causa nel fatto imprudente
dello stesso offeso : e conseguente al suo principio trova una
degradante nella imputazione. Per lal guisa cotesta forma
viene a rientrare nella dottrina del grado . Al contrario la
teorica del Carmignani , per ciò che ho osservato , reci
samente si oppone a che l'amore (semplice appetito di bene)
si noveri fra le cause che per sè sole , tranne il caso del
pericolo o danno dell'oggetto amato , possa ammettersi come
degradante la forza morale soggettiva del malefizio . Laonde
i dettati della nostra scuola ne costringono a riferire non
più alla teorica del grado , ma alla teorica della quantità
politica del malefizio la procacità ed eccitamenti della don
na considerati come influenti sul reato di violenza . La ri
chiamano a ragione ai calcoli della quantità politica , per la
minore diffondibilità del danno mediato; la quale è sempre
minore per i principii fondamentali della dottrina ( S. 202 )
tutte le volte che l ' offeso eccitò egli medesimo il delitto con
-
329 .
§ . 1540 .
$. 1541 .
1
334 -
TITOLO III.
S. 1542 .
S. 1543 .
$. 1544 .
S. 1545 .
$. 1546 .
S. 1547 .
S. 1548 .
S. 1549 .
$. 1550 .
S. 1551 .
S. 1552 .
8. 1553 .
g . 1554 .
PRIMO STADIO -
Perseguibilità d' uffizio — Fu que
sta la idea più antica che dominò nelle legislazioni ,
e nelle praliche dei diversi popoli ; appo i quali, finchè
il diritto di accusa fu libero , si diè licenza ad ogni
cittadino di accusare ; e poscia si diede ai magistrati
pienissima potestà d'inquisire a piacimento loro e con
durre a giudizio i colpevoli non solo di violenza , ma
anche di stupro semplice. Codesta indistinta libertà
d'azione non poteva esser figlia che di un errato con
cetto sul rapporto oggettivo del malefizio ; e precisa
mente di quello errato concetto per cui nella penalità
dello stupro si involveva del pari la femmina che lo
aveva patito , come il maschio che lo aveva operato.
L'equivoco cadeva sulla oggettività del malefizio , che
non cercavasi nella violazione del diritto individuale
ma nella offesa che ravvisavasi inferita alla società .
Cotesta offesa talvolta si riconosceva nelle diradate
nozze ; come avvenne appo i romani ( 1 ), i quali spin
sero fino all' esagerazione lo interesse della società alla
moltiplicazione dei matrimonii : nel che io penso si mi
rasse al mantenimento della casta patrizia, piuttostochè
364
S. 1555 .
$ . 1556.
1
367
D ELIT TI N A T U R A L I
CLASSE TERZA
CAPITOLO I.
$ . 1553.
1
- 375
gerlo e ne rende più sicura la coscienza : male però
la opposla scuola confondendo la creazione del diritto
con la sua tutela volle trovarne la origine nella società
e nella legge positiva ; lo che condusse alla negazio
ne della legge naturale. E bene si comprende che la
nostra classazione dei malefizi e la determinazione di
una speciale categoria che noi chiamiamo delitti na.
turali non possa piacere a coloro che seguaci di co
testa falsa dottrina negano la esistenza di una legge
suprema direttrice della umanità, vera creatrice del di
ritto e preesistente ad ogni consociazione e ad ogni
placito umano.
$ . 1559 .
1
377
378
S. 1560.
1
379
S. 1561 .
CAPITOLO 11.
Violenza privata.
$ . 1562.
$ . 1563 .
$ . 1564 .
386
sero che il criterio della distinzione desumessero i ro
mani giureconsulti dalla qualità della persona delin
quente, sicchè si dicesse pubblica violenza quella usata
con abuso di forza pubblica, e privata quella commessa
con abuso di forza privata : altri pretese che lo desu
messero dal luogo secondo che questo era o pubblico
o privato : altri dall'essere o no premeditata la vio
lenza : altri dalla presenza o non presenza di armi :
altri da una indeterminata contemplazione di certe con
dizioni di gravità nel malefizio. In tal guisa sudarono
i più acuti ingegni ( 1 ) senza approdare ad alcuna con
clusione che potesse farsi signora della dottrina. A mio
credere si riprodusse qui ciò che avvenne in altri ar
gomenti (per esempio nel conato) nei quali le ricer
che dei dotti rimasero infruttuose per la potente ra
gione che si cercava una cosa che non esisteva e che
per conseguenza era impossibile trovare. Si cercava
cioè una regola generale concordata fra i romani giu
reconsulti come criterio determinatore della distinzione
fra vis pubblica e vis privata, mentre coloro non
avevano mai pensato nè a cercare nè a dettare cole
sla regola ; e soltanto pro re nata a seconda delle
circostanze che accompagnavano un dato fatto lo erano
venuti denominando vis col predicato ora di pubblica
ed ora di privata, secondo la impressione piuttosto del
sentimento che di un calcolo dipendente da una no
zione giuridica. Chiunque vegga nei titoli della vis pub
blica e della vis privata riferirsi fatti assolutamente
identici ora all'una ora all' altra di coleste denomi
nazioni, bisogna bene che si convinca di tale verità.
Ma qualunque fosse il modo di vedere dei romani su
-
387
tale argomento, certo è che la scienza moderna ha
ormai riconosciuto che il criterio della differenziale fra
le due specie di vis bisogna desumerlo dalla oggetti
vità del fatto. Il concetto giuridico si dell'uno come
dell'altro reato è la restrizione alla libertà che as
sume figura prominente nel malefizio. Ma un fatto può
non restringere che la libertà di un solo o di pochi
delerminati individui, ed offenderli nella loro qualità
di privati : allora la violenza ė privata. Può invece il
fatto menomare la libertà di un numero indeterminato
di cittadini, come se (a modo di esempio) siasi con
gregata una turba al fine di consumare un fatto per
impedire mediante il numero dei cooperatori gli osta
coli che i cittadini avrebbero opposto alla esecuzione
del fatto : ed ecco che appunto perché si volle incu
ter timore a molti ed agire sopra la libertà di un
numero indeterminato di cittadioi la violenza è pub
blica. E tale è del pari quando l'interesse di tutti i
cittadini si incontri nel fatto che si consumo violen
tando anche un solo individuo ; come se questo indi
viduo violentato era un pubblico ufficiale rappresen
tante dei cittadini, e l'atto impedito toccava l'inte
resse di tutti. È sempre la oggettività quella che de
termina la distinzione ; l'oggetto del malefizio è sem
pre la libertà : e la differenziale sorge spontanea dallo
essere attaccala la libertà di molti o di pochi .
S. 1565 .
$ . 1567 .
g . 1568 .
$ . 1569 .
1
393
$ . 1570 .
$ . 1571 .
S. 1572 .
CAPITOLO III.
Minacce .
S. 1573 .
(1 ) BIBLIOGRAFIA -
Carpzovio practica crim. quae
st . 37 ; et jurisprud. for. pars 4 , constit. 44 Berge
ro electa juris criminalis vol. 1 , pag. 116 Crema
ni de jure criminali lib. 3 , cap. 22 Renazzi elemen
.
S. 1574 .
§ . 1575 .
S. 1576 .
$. 1577 .
S. 1578 .
S. 1579 .
S. 1580 .
S. 1581 .
$ . 1582 .
$. 1583 .
$ . 1584 .
S. 1585 .
$ . 1586 .
S. 1587 .
$ . 1588 .
$ . 1589 .
CAPITOLO IV .
Istigazione a delinquere.
S. 1590 .
1
434
g . 1591 .
S. 1592 .
$. 1593 .
g . 1595 .
$ . 1596 .
$. 1597.
S. 1598 .
g . 1599 .
$ . 1600 .
S. 1601 .
$ . 1602 .
1
- 453
§. 1604 .
S. 1605 .
$. 1606 .
S. 1607 .
CAPITOLO V.
Coalizione industriale .
§ . 1608 .
S. 1610 .
S. 1611 .
S. 1612 .
S. 1613 .
$ . 1614 .
S. 1615 .
1
S. 1616 .
§ . 1617 .
S. 1618 .
S. 1619 .
S. 1620 .
$ . 1621 .
S. 1622 .
$ . 1623 .
t lo concordo la possibilità dei gravissimi danni so
ciali eventualmente derivabili dallo sciopero, o sotto
l'una o sotto l'altra delle sue forme. Concordo duo
que senza esitazione che il magistero di buon governo
possa (ed anzi debba) provvedere nelle relative emer
genze alla pubblica quiete ed alla prosperità del pae
se. Niente in contrario finqui. Ma quando vuolsi co
stringere in carcere un cittadino, sottoporlo ad un giu
dizio criminale, e chiedendo contro di lui una pena
corporale gettarlo nella schiera dei facinorosi rinfac
ciandogli non una semplice trasgressione ma un vero
delitto ; bisogna adagiarsi sopra un principio giuridi
co, e non contentarsi delle mere considerazioni di pub
blico utile, se non vuolsi convertire il magistero pu
nitivo in un facile strumento di tirannia. In questo
principio sta il supremo baluardo delle libertà civili
di un popolo. Se ammettete una volta che per rispetto
ad una veduta di pubblica prosperità si possa 'un'azio
ne perseguitare come delitto benchè non offenda i di
ritti di veruno, ecco là il magistero penale posto alla
balia di qualunque tirannide . Le azioni o le inazioni
le più innocenti benchè non lesive del diritto ed an
co se moralmente lecite, si contempleranno da un eco
nomista sotto il rapporto dello influsso sulla pubblica
ricchezza, e si convertiranno in delinquenze : e cosi si
pervertirà il senso morale del popolo conducendolo ad
-
483
un fatale aborrimento dalla giustizia punitiva quando
la vede farsi strumento alla persecuzione di atti in
nocenti. Bisogna in una parola trovar la formula per
la quale lo sciopero configuri la lesione di un diritto.
Senza lesione di un diritto non può esistere delitto
civile. Il nocumento che nasca da un fatto, ed anche
la sua stessa immoralità, possono autorizzare provve
dimenti di polizia, ma non danno ragione per obiet
tare ai loro autori, voi siete delinquenti. Essi avranno
sempre ragione di rispondere, delinquenti non siamo
perchè non violammo il diritto di alcuno.
Le declamazioni pertanto sull'eventualità consequen
ziali dello sciopero, se porgono larga materia di scri
vere cosi ai giuristi come ai non giuristi, non fanno
fare un passo alla questione giuridica della sua pu
nibilità. Bisogna trovar nello sciopero la lesione di
un diritto .
$ . 1624 .
S. 1625 .
S. 1626 .
§ . 1628 .
$. 1629 .
CAPITO LO VI.
Apertura di lettere .
$ . 1630 .
S. 1631 .
$ . 1632 .
S. 1633 .
§ . 1634 .
S. 1635 .
S. 1636 .
>
501
do in qualche caso l'actio furti contro chi s'impossessava
delle lettere altrui, Ulpiano alla l . 14, S. 17 , ff. de fur
>
S. 1637 .
CAPITOLO VII .
Rivelazione di segreti .
$ . 1638 .
S. 1639.
$. 1640 .
S. 1641 .
$ . 1643 .
$ . 1644 .
X
516 -
$ . 1645 .
S. 1646 .
S. 1647 .
$ . 1648 .
S. 1649 .
S. 1650.
CAPITOLO VIII.
Violazione di domicilio.
$ . 1651 .
V
527
vol. 4 , pag. 644 Mori teorica pag . 178 Pacheco
el codigo penal comentado tom . 3, pag. 259.
S. 1652 .
g . 1653 .
S. 1654 .
$. 1655 .
$ . 1656 .
$ . 1657 .
S. 1658 .
S. 1659.
539
$. 1660 .
$ . 1661 .
S. 1662.
CAPITOLO IX.
Pla g i o.
S. 1663 .
Leyser
er medit. ad Pand. spec . 624 Koch instit. jur.
crim . S. 254 et seqq. -
art . 3 -
Paoletti instit . theorico practicae tom . 2 ,
pag . 117 – Strykio dissert. vol. 6 , diss. 17 , cap. 6,
n .. 21 -- Meyer collegium Argentoratense lib. 48 , tit. 15,
vol. 3 , pag. 675 – Van Wry hoff observationum cap. 12 ,
pag . 54 Ayblinger commentarius ad lib . 48 , tit . 15 ,
pag . 1117 Cotta Memoralia pag. 549 Tissot le
droit pénal vol . 2 , pag. 82, et suiv Bavoux sur le
code pénal pag . 59 — Puccioni Saggio pag . 484 e segg .
Giuliani instituzioni di diritto criminale tom . 2 ,
cap. 2 , pag . 315 – Arabia principii del diritto pena
le vol. 5 , pag. 47 .
$. 1664 .
S. 1665 .
S. 1666 .
S. 1667 .
S. 1668 .
$ . 1669 .
alla persona del servo , e il furto alle cose che aveva seco
quando fuggi dal padrone. Ma questa sottile spiegazione non
finisce di persuadermi , perchè non si appoggia ad alcuna
particella dei frammenti romani che autorizzi riferire l'actio
furli piuttosto alle vesti del servo che al servo stesso . Il
Koch ( S. 255 ) allegando vagamente la comune deglin
erpetri, e il Puttmann (S. 489) dicono che il plagio ricor
re , si non adsit furandi animus , alias enim furtum est . Ma
558
S. 1670 .
561
$ . 1671 .
S. 1672.
· per
qualsivoglia scopo. Questa clausula non ammette re
strizione. Se mosso da pietà io tolgo un bambino ad
una madre capricciosa che lo fa languire nella ine
dia, o ad un tutore scellerato che lo lascia vagare per
le vie , ed il bambino io reco appo me per fargli be
nefizio grandissimo, cado inevitabilmente sotto la cen
sura di quell'articolo. Ciò è rigorosamente giusto, ed
in genere ne convengo, perchè ho violato il diritto del
la madre o del tutore che dissentivano, quantunque
dissentissero per egoismo o capriccio : il mio fatto è
___
564 -
$ . 1673 .
$. 1674 .
S. 1675 .
S. 1676.
§ . 1677 .
S. 1678 .
S. 1679 .
$ . 1680 .
$ . 1682 .
S. 1683 .
CAPITOLO X.
Ra t t 0.
S. 1684 .
S. 1685 .
$ . 1687.
$ . 1688 .
1
536 .
§. 1689 .
§ . 1690 .
lib . 8 , cap . 7 , n. 28
> Menochio de arbitr . in addit.
cas . 291 , n. 30 et seqq . ; mentre altri indistintamente lo am
misero : Saliceto in l. un . C. de raptu virgin. n. 7 -
Farinaccio quaest. 144 , n. 43 — Sorge enucleationes
vol . 9 , cap. 37, n. 17. Ma qui pure si deve ripetere l ' avver
>
S. 1691
S. 1692 .
S. 1694 .
S. 1695 .
S. 1696 .
S. 1697 .
S. 1698 .
1
599
$ . 1699 .
$. 1700 .
$ . 1701 .
FIN E
IN DI C E
DELLE ᎡRUBRICHE
DELITTI NATURALI
CLASSE SECONDA
CLASSE TERZA
F5ot02o
1928
ME
RAFFAELLO DI
GL
IO
LI
BR
IO
Piazza della Signoria
FIRENZE N40
Se
SO