Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
HARVARD LAW LIBRARY
P
o
L
A
I
M HAR
E
VA
D
A
C
ECC
OAS
LES
VE
IER
IS
17
71 TAS N
W 21 O
5 A
W
Y
ON
I
r
+
CARRARA
PROGRAMMA
PARTE SPECIALE
Vol. III.
j
—S — eneteran
samang
mdbbeggar
!
{
PROGRAMMA
DEL
PARTE SPECIALE
OSSIA
SESTA EDIZIONE
VOL. III.
FIRENZE
CASA EDITRICE LIBRARIA FRATELLI CAMMELLI „
RAFFAELLO CONTI, (Proprietario)
Piazza della Signoria, 5.
1897
8
Cri
C31341
ed a
DELITTI NATURALI
CLASSE QUARTA
CAPITOLO I.
§. 1702.
Sarebbe
Darebbe un vano dilungarci nella dimostrazione
di cosa intuitiva se si facesse dimora a giustifi
care che l'uomo ha il diritto di vedere rispettato
l'onore suo, e che anche le ingiuste offese dirette
contro questa parte nobilissima del suo patrimonio
naturale possono e debbono, nelle congrue condi
zioni, perseguitarsi come delitti . Ella è cosa questa
che da ogni uomo, per poco che sia culto, si sente
nell'anima ; ed anzi anche i selvaggi stessi, se
fuorviano talvolta nello apprezzarne le vere con
dizioni, tengono per altro essi pure carissimo l'onore
loro, e contro chi l'oltraggia vivamente reagiscono .
È dunque intuitivo che nell'ordine delle azioni , le
quali vogliono essere perseguitate come malefizi ,
- 6 -
§. 1703.
S. 1704.
§. 1705.
§. 1706.
S. 1707.
§. 1708 .
S. 1709.
1
- 19
S. 1710 .
S. 1711 .
CAPITOLO II.
§. 1712.
TITOLO I.
Diffamazione.
§. 1713.
S. 1714.
§. 1715.
§. 1716 .
S. 1717.
VOL. III . 3
――― 31 -
22 settembre 1848 (Annali, anno 10, part. I. col. 402), dove si,
proclama essere l'assenza dello ingiuriato estremo indispen
sabile della diffamazione per la dottrina comune : Ursaya,
Instit. crim. lib . 2, tit. 9, n . 98 Creman i, De jure crimin.
lib. 2, cap. 7, art. 7, §. 3 - Contoli, Dei delitti e delle pene,
vol. 5, pag. 182 Giuliani, Istituzioni, vol. 2, pag. 460
- Puccioni, Saggio, pag. 486. Avversò in radice cotesta
§. 1718.
§. 1719 .
§. 1720 .
TITOLO II .
Libello famoso.
§. 1721 .
§. 1722.
S. 1723.
S. 1724 .
§. 1725.
§. 1726.
S. 1727.
§. 1728.
§. 1729 .
§. 1730 .
§. 1731 .
TITOLO III .
Contumelia.
§. 1732 .
(1) È una necessità che quando per poco si devia dalle esi
genze dell'ordine ontologico s'incontrino sempre confusioni e
difficoltà. Tutto l'impaccio in proposito della definizione della
contumelia nasce da questo ; che sotto il nome di contumelia
si sono voluti dare i caratteri di una specie a ciò che altra
non era se non il genere. La contumelia restando ingiuria
innominata avrebbe la sua definizione nella ingiuria in ge
nere. Se ne volle fare una ingiuria nominata senza avvertire
che veniva a comprendere tutte le ingiurie che non avevano
le qualità odiose della diffamazione o del libello famoso. Ed
io mi sono impigliato in queste difficoltà per ossequenza al
Codice toscano. Del resto la contumelia nel comune linguaggio
non è soltanto quella che s'inferisce a parole ma è un con
tenuto di qualsisia percossa o violenza contro le persone, come
acutamente osservò Saturnino , nella leg. 16, §. 6 ff. de
poenis - Non enim plaga repraesentat contumeliam sed de
decoratio : neque verberari liberis est malum, quamvis est ma
lum si in contumeliam. La sentenza di Saturnino , con
tiene una grande verità morale. Pure la scienza e pratica
penale odierna nella classazione dei reati non tiene special
conto della ingiuria contenuta nella percossa, e ciò per due
ragioni --- 10 Perchè è invalsa nei costumi odierni la pre
ferenza alla difesa del corpo sulla difesa dell'onore : ― 2.0 Più
specialmente perchè chi percuote non sempre ha l'animo d'in
giuriare il quale è costitutivo della essenzialità della ingiuria;
laonde non potrebbe classarsi la percossa fra i delitti contro
l'onore perchè l'elemento costitutivo di questa classe sarebbe
problematico ed eccezionale. Anche la parola insulto può dare
argomento di studi etimologici. Vedasi Catalano , Trac
tatus criminalis, n. 10 et 11, pag. 216. Molti esempi di con
tumelia estratti dai frammenti romani raccolse Ludwell,
Exercitationes , disputatio 15, §. 6, pag. 273.
§. 1733 .
§. 1734.
CAPITOLO III.
§. 1735.
1114
mentre un giudicante si vergognerebbe a negare questa pro
posizione che l'animo d'ingiuriare pertenga al corpus crimi
nis, e del reato costituisca un criterio essenziale in sè distinto,
non si esita però troppo spesso di conculcare praticamente
la regola stessa, mostrando col fatto o d'impugnarla o di
non comprenderla. In tale imperdonabile allucinazione (volli
dire allucinazione per non dire ignoranza) io vidi cadere as
sai spesso giudici d'altronde dottissimi. L'accusato deduceva
di non avere avuto animo d'ingiuriare : e la difesa, col mezzo
di tutti quelli argomenti pei quali si chiarisce la più vera
intenzione di un agente, aveva sostenuto la esclusione di tale
animo ; o per lo meno la dubbiezza del medesimo , lo che tor
nava allo stesso pel fine dell'assoluzione. Si attendeva allora
che se il giudice voleva condannare dovesse farsi carico di
siffatti argomenti esclusivi della intenzione maligna. Ma in
vece si udi la sentenza uscirne per la più lesta mercè la nuda
replica che l'animo d'ingiuriare risultava dalle parole. Questa
formula troppo spesso prediletta contiene in sè un acervo di
vizi logici e di vizi giuridici. È un motivare senza motiva
zione. È un affermare che la sola ingiuriosità della parola
――――― 65
ARTICOLO I.
Elemento materiale.
§. 1736 .
§. 1737,
§. 1738 .
§. 1739.
§. 1740 .
S. 1741 .
S. 1742.
§. 1743.
S. 1744.
§. 1745 .
§. 1746 .
§. 1747.
Jul
tazione pubblica a Quedlimburgo nel 1702 col titolo De inju
riis quae haud raro novis nuptis inferri solent. Queste scam
.
panate nella pratica napoletana si chiamarono Ciambellaria.
Broya, Practica criminalis, cap. 5, pag. 115, Napoli 1698,
ove ricorda la Pragmatica 1 de injuriis che le contempla. Ivi
pure pag. 87 si ricorda in che differissero le Ciambellarie
dalle Macriate.
(4) Leg. si statua ff. de injuriis - Ursa y a, Instit. lib. 2,
tit. 9, n. 11 et 27.
(5) Cosi è indubitatamente reale la ingiuria fatta con un
gesto nel quale si simboleggi , per l'uso comune, un pensiero
oltraggiante, come nella flessione del medio e dell' anulare
della mano, nel moto semicircolare procedente dal minimo al
pollice impresso a tutte le cinque dita, nella sovrapposizione
della destra aperta sul pugno chiuso della sinistra, ed altri
simili trivialissimi atti che esprimono ad intelligenza di tutti
dei concetti vituperosi : Anderwerelt, De injuriis, §. 2,
5 et 6. Cosi insegnò che fosse ingiuria il travestirsi da mo
naco, Manzio , De eo quod interest, pars 3, cap. 3. Così
Puccioni (Commento, vol. 4, pag. 651) esemplifica la in
giuria reale nello sputare o gettare immondezze sopra di al
cuno, nell'ubbriacare altri malignamente per farlo ridicolo,
affiggere all'altrui uscio un simbolo ingiurioso : Dolfio ,
allegationes, pag. 45, vol. 2 Caballo , cas. 71. Così lo
Harpprecht, nella sua dissertazione De eo quod justum
est circa nivem (Dissertationes Academicae, vol. 1, disput. 26,
n. 289), dichiarò delitto di ingiuria il gettare contro di al
cuno una palla di neve. Vi sono ancora dei modi particolari
d'ingiuria che possono dirsi relativi, in quanto un atto od
una parola può essere ingiuriosa quando sia diretta contro
persona appartenente ad un dato ceto o esercente una data
professione, mentre non sarebbe tale se fosse rivolta contro
persone poste in diversa condizione. Cosi Morin (art. 8354),
potè con dissertazione speciale descrivere le ingiurie com
messe contro i notari. Ugualmente si ritenne ingiuria get
- 84 -
tare il cappello in terra ad alcuno ; ma se ciò si faccia da un
ufficiale per richiamare colui alla debita reverenza (Giurba,
Consilia criminalia, cons. 38) può sparire la ingiuria per la
relatività delle persone e per la perpetua influenza dell'animo
su questo reato. Cosi l'Aretino (De maleficiis, pag. 465,
n. 26), disse ingiuria apporre il proprio segno alla casa o ai
mobili altrui per farli apparire nostri. E lo Strykio (Diss.
vol. 4, disput. 7, cap. 3, n. 39) , disse ingiuria la ricusa di
stringere la mano che altri in segno di amicizia ci abbia
proferto, e (vol. 4, disp. 7, cap. 3, n . 43) la ricusa per parte
di donna di danzare con alcuno . Sul che mi piace notare, a
.testimonianza del variare dei costumi, che lo Chassan
(tom. 1, n. 582), ha per lo contrario insegnato doversi nella
querela mossa per una ricusa di ballo riconoscere una ingiu
ria contro la reverenza dovuta al tribunale. Fu pure notata
come ingiuria (Leyser , specim. 549, medit. 2 ) , la ricusa
del brindisi. Si disse pure ingiuria lo accedere ad un convito
non chiamato, Fischer, De convivis non invitatis, Lipsia 1727
§. 18 ed il mancare senza giusta scusa alle feste natalizie ,
Schoen, De veterum solemnibus nataliciis, Alberstad 1832.
Ben più seriamente si guardò il fatto di munirsi di scettro :
vedasi Hermann , De sceptri regi antiquitate et origine,
Gottinga, 1851, poichè la ingiuria al Principe in ciò ravvisata
si fece degenerare in lesa maestà. Si disse ancora com
mettersi ingiuria contro il giudice competente con il por
tare denunzia ad un giudice incompetente per mostrare cosi
che non si aveva fiducia nel primo : Modestinus Pi
stor , Quaestionum illustrium, pars 4, quaest. 143. Ma chi
potrebbe tener dietro alle escursioni dei pratici in questo ar
gomento ? Basti ricordare che Mattia Abele , pubblicò
un libro intitolato : Metamorphosin telae judiciariae, dove rac
colse trecento casi d'ingiuria narrandoli aneddoticamente, e
dandone la soluzione giuridica. In quanto allo schiaffo vedasi
la speciale dissertazione di Velasquez , cons. 142, lib. 2,
pag. 216, e quanto dicemmo sopra a §. 1394 segg.
- 85 --
S. 1748 .
§. 1749 .
§. 1750 .
ARTICOLO II.
Elemento intenzionale.
§. 1751 .
§. 1752 .
§. 1753.
§. 1754 .
§. 1755.
§. 1756 .
§. 1757.
§. 1758.
§. 1759.
§. 1760.
S. 1761 .
§. 1762 .
§. 1763 .
S. 1764.
S. 1765 .
§. 1766 .
S. 1767.
§. 1768.
CAPITOLO IV.
§. 1769 .
RTE
seche al delitto d'ingiuria ed influenti sulla sua
quantità naturale. Facilmente si comprende che
l'aumento di danno immediato per cui si eleva la
quantità naturale di ogni delitto dipendentemente
dalle diverse condizioni relative che producono tale
effetto, può bene verificarsi anche nella ingiuria.
Cosi entra nel calcolo della quantità naturale il
Jeto
maggiore o minore vituperio che si annette alla
parola o gesto oltraggiante, lo essersi obbiettato
un delitto grave anziché leggero, o un delitto an
zichè un vizio, o un vizio di animo anzichè un
mero vizio innocente di corpo : cosi il maggiore o
minor numero delle persone ingiuriate ; cosi il mag
giore o minor numero di persone con le quali fu
ALN
S. 1771 .
§. 1772.
§. 1773 .
§. 1774.
§. 1775 .
-
Modo Al modo d'ingiuriare richiamasi l'uso
di mezzi che rendano più duratura la offesa al
l'onore o rendano maggiore la possibilità del suo
allargarsi : onde il mezzo dello scritto può con
siderarsi come più grave della parola ; e il mezzo
della stampa e della pittura come più grave dello
scritto ; e più specialmente nei termini della in
giuria verbale la vociferazione o, come si esprime
con parola classica e più generale , il Convicio.
Convicio ( 1 ) , come già fu insegnato da Ulpiano
alla leg. 15, §. 4 ff. de injuriis, deriva da con
vocium , concorso di molte voci ; sicchè nella sua
――――――― 149 ―
§. 1776 .
§. 1777.
§. 1778.
§. 1779.
§. 1780.
S. 1781 .
§. 1782.
§. 1783 .
S. 1784.
§. 1785.
- Puc
(1) Cremani, De jure crim. vol. 2, pag. 435
cioni, Saggio, pag. 487.
VOL. III. 11
-- 162 _ _ _ _ _ _ _
S. 1786 .
§. 1787.
S. 1788.
§. 1789.
S. 1790 .
§. 1791 .
§. 1792.
§. 1793 .
S. 1794.
§. 1795.
§. 1796.
S. 1797 .
§. 1798.
S. 1799 .
CAPITOLO V.
S. 1800 .
S. 1801 .
189 ――――
che ognuno facilmente comprende, e che non può mettersi
in disputa sotto colore nessuno. È inutile svolgere la dot
trina su ciò, poichè tutti li scrittori sono concordi. Identica
proposizione deve affermarsi in tutti quei casi nei quali il
rinfaccio cada sopra una situazione esente da ogni colpa per
parte dell ' offeso : come se si rimproveri la illegittimità dei
natali, i delitti dei genitori, e simili .
(2) Cosi Fabro in codicem lib. 9, tit. 20, definit. 5.
§ 1802.
§ 1803 .
§. 1804.
S. 1805 .
S. 1806 .
§. 1807 .
§. 1808.
§. 1809.
§. 1810 .
S. 1811 .
S. 1812 .
CAPITOLO VI .
S. 1813 .
S. 1814.
§. 1815 .
§. 1816 .
§. 1817 .
S. 1818 .
§. 1819 .
§. 1820 .
S. 1821 .
S. 1822 .
§. 1823 .
CAPITOLO VII.
S. 1824.
§. 1825.
§. 1826 .
§. 1827.
S. 1828 .
§. 1829 .
S. 1830 .
CAPITOLO VIII.
§. 1831 .
tesi che il dar querela per ingiurie fosse contrario alla legge
cristiana e conseguentemente peccaminoso. Se vi querelate
(osservò Boehmero) per un furto voi avete il fine di ricu
perare la roba vostra e questo desiderio è giustissimo. Ma
nella ingiuria il danno è ormai patito, e la vostra persecu
zione non può tendere che alla vendetta ; e la vendetta è
peccato gravissimo. Da questa seconda premessa egli trasse
la duplice conseguenza che la ritorsione non dovesse mai tol
lerarsi ; e che fosse a vituperarsi anche la persecuzione giu
diciale per la ingiuria. Ma prescindendo dall' osservare che
tutta questa dottrina si informa ad un soverchio puritanismo
e fa prevalere la considerazione ascetica alla giuridica ; certo
è che la anzidetta premessa è fallace come ho già corretto
sopra a §. 1759 nella nota. Non è vero in tutte le ingiurie
che alla ritorsione ed alla persecuzione giudiciale non possa
darsi altro movente tranne quello riprovevole della vendetta,
per essere ormai patito il danno. Ciò sarà vero nel caso di
uno schiaffo od altra ingiuria reale di effetti transitorii ; ma
non è vero dove il danno è permanente come in una ingiuria
verbale (e molto meno se scritta) che rechi ferita alla ripu
tazione . Allora il ritorcere confutando l'asserto disonorante,
come il ricorrere al giudice, non procede da rabbiosa ven
detta : procede invece dal doveroso impulso di purgare il
proprio onore. Potrà dunque, come ho detto testè, essere
prudente nell'offeso il tralasciare la querela, e prudente nello
Avvocato il dissuaderla, ma non può dirsi assolutamente
vizioso lo agire diversamente.
§. 1832 .
pag. 347 e 351 ; vol. 4, pag. 656. Questa idea di non perpe
tuare la nimistà si ebbe grandemente a cuore dalla giurispru
denza toscana. Da ciò nacque il precetto della pratica nostra
che ingiunse al giudice, al quale viene presentata la querela
per un delitto perseguitabile ad istanza privata, di chiamare
a sé il querelato, notiziarlo dell'accusa mossa contro di lui,
ed eccitarlo a procacciare il perdono del querelante per libe
rarsi da ogni molestia. Dallo stesso riguardo era nata pure
la costumanza toscana che, mentre anche alle doglianze per
delitti privati si dava seguito a spese del pubblico erario per
non privare della debita riparazione il povero che era stato
vittima di un delitto, se poi avveniva la quietanza, anche a
processo già inoltrato, tutte le spese rimanevano a carico del
pubblico erario. Ciò veniva censurato da molti perchè faci
litava le querele private e recava aggravio alla finanza ; e
VOL. III. 16
242 ―――――
veramente tali difetti non si potevano negare : ma appo noi
si considerava come prevalente l'interesse della pubblica pacé.
Un offeso che desidera soddisfazione se deve spendere onde
ottenerla per le vie di giustizia se ne ristà, e piuttosto ricorre
alla vendetta privata ; le spese di un processo che siasi fatto,
difficultano di troppo le transazioni se devono cadere sull'una
o sull'altra parte : cosi si rispondeva all'obietto dello aggravio
della finanza, e procedevasi oltre. Il nuovo Codice di proce
dura penale italiano ha posto da banda quelle paterne con
siderazioni ed ha mirato a tutelare anche questa volta il
pubblico erario ; perchè la fiscalità è il Dio regolatore di tutte
le leggi pubblicate novellamente nel reame d'Italia. Tor
nando alla prescrizione deve però avvertirsi che se fu gene
rale il principio di favorire con brevissimo termine la pre
scrizione della ingiuria (Van Eck, Theses juris, pag. 204 –
Pistor, Observationes singulares, observ. 9) invalse in qualche
luogo un opposto spirito in quanto alla prescrizione del libello
famoso la Costituzione sassonica (constit. 46, pars 4) ordi
nava che l'azione persecutoria di codesto delitto non si estin
guesse tranne col decorso di trentuno anni e un giorno :
Puttmann, Elementa, §. 416. È però ragionevole che la
ingiuria essendo di azione privata, e cosi la prescrizione della
medesima potendo offrire dei criterii speciali , si adotti la
regola che il tempo a prescrivere questo delitto, decorra non
dal giorno della proferita ingiuria ma dal giorno in cui l'of
feso ne acquistò notizia. Tale almeno è la massima di qualche
giurisprudenza : Christina e o, In leges municipales Mechli
nenses, tit. 2, art. 4, n . 4. E chiunque avverta che le più atroci
diffamazioni possono spargersi da un nemico nel pubblico
senza che ne giunga notizia al diffamato , sente la necessità
di una disposizione limitativa. Questa non occorrerà dove la
prescrizione dell'azione penale per ingiuria si rilasci ai ter
mini ordinarii . Ma quando per veduta di tranquillità privata
si detti come misura eccezionale un termine eccezionale, è ben
conveniente che si adotti una regola eccezionale anche per il
cominciamento del termine. D'altronde ciò si connette con
- 243
un principio giuridico, perchè in base al più breve termine
vi sta la presunzione del perdono, e il perdono non può mai
concepirsi finchè l'offeso non ebbe scienza della offesa patita:
vedasi inoltre sulla prescrizione dell'azione d'ingiuria Za
charia, Liber quaestionum , quaest. 31.
S. 1833.
§. 1834.
S. 1835 .
- 249
§. 1836 .
§. 1837 .
S. 1838 .
§. 1839 .
S. 1840.
§. 1841 .
S. 1842.
S. 1843 .
S. 1844.
S. 1845.
S. 1846 .
S. 1847.
§. 1848 .
CAPITOLO IX .
§. 1849.
§. 1850.
S. 1851 .
§. 1852 .
§. 1853 .
§. 1854.
VOL. III. 19
― 290 -
§. 1855 .
S. 1856.
S. 1857.
§. 1858 .
- 297 -
(1) In Francia si è pure sollevata la questione di compe
tenza in proposito d'ingiuria nei giornali, ed è stato deciso
(Morin, art. 8107 ) che può darsi querela in Francia per
una ingiuria pubblicata in un giornale estero quando una
copia del medesimo fu distribuita in Francia, quantunque il
giornalista non vi avesse speciale uffizio di distribuzione. An
che questa massima può riuscire assai esorbitante nelle pra
tiche applicazioni ; nè saprei come coordinarla ai buoni prin
cipii. Lo scritto ingiurioso pubblicato in Italia non si vuole
punire in Francia con il principio della estratérritorialità.
No : si pretende punire il fatto avvenuto in Francia della
divulgazione di un esemplare di quello scritto. Ma questo
fatto di divulgazione in chi lo punite ? Se nel divulgatore
malizioso, non vi è bisogno a questo fine di sforzi : esiste
il reato commesso in Francia nel suo elemento materiale e
nel suo elemento intenzionale. Ma se volete punire anche lo
scrittore italiano per quella divulgazione accaduta senza sua
scienza e volontà in Francia, e tenerlo come autore di un
delitto commesso in Francia, questo mi pare un eccesso.
(Segue) SEZIONE PRIMA
DELITTI NATURALI
CLASSE QUINTA
CAPITOLO I.
§. 1859 .
§. 1860 .
S. 1861 .
§. 1862 .
§. 1863 .
§. 1864.
CAPITOLO II.
Concubinato.
S. 1865.
§. 1866 .
§. 1867 .
S. 1868 .
S. 1869.
S. 1870.
CAPITOLO III.
Adulterio.
ARTICOLO I.
Nozione.
S. 1871 .
§. 1872.
§. 1873 .
S. 1874 .
§ 1875.
§. 1876 .
S. 1877.
S. 1878.
ARTICOLO II .
Criterii essenziali.
S. 1879 .
!
- 345
(1 ) Aretino, de maleficiis, verbo che hai adulterato, n. 48
- Farinaccio , Practica crim. pars 4, tit. 16, quaest. 141,
n. 94 ―― Berlichio, Conclusiones practicae, pars 4, con
clus. 27, n. 91. Perciò i dottori insisterono sulla necessità
della prova rigorosa del matrimonio : No vario, Decisiones
Lucanae, decis. 55.
(2) Per il noto rescritto di Severo ed Antonino (l. 13, § 3
ff. ad leg. Jul. de adulterio) i romani punivano come adul
terio anche la fornicazione della sposa : Van Eck, Theses
juris controversi, lib. 48, thes. 494, pag. 206. Ma quella regola
non fu accolta nè dal giure canonico, nè dalla Carolina
(art. 120) nè dalla maggior parte delli statuti penali : Marco ,
lib. 2, decis. 722, n. 8 ____ Claro, Practica, verbo adulterium,
versic. sed haec omnia Rubeus, De adulteriis, cap. 5
Grantz, De defensione reorum, pars 2, pag. 330, n. 138
- Melker, De adulterio desponsatorum, Lipsia 1692
Giuliani, Istituzioni, vol. 2, pag. 354. In Germania la or
dinanza ecclesiastica sassonica del 1580 applicò a questo
caso il titolo di quasi adulterio comminando la pena della
fustigazione e relegazione perpetua : Wa echter, De lege
saxonica, pag. 33 - Philippi , Dissert. de adulterio de
sponsatarum - Puttmann, Elementa, §. 633.
(3) Il matrimonio alla morganatica (sulla etimologia del
quale nome non sono chiari i dottori è antichissimo nella
Germania : lo statuto di Federigo lo regolò con appositi prov
vedimenti : Coccejo, De lege morgan. in ejusd. exercitat.
vol. 1, exercit. 93 ――― Leyser , spec. 299, medit. 2 - Felt
m a n n, Opera juridica, tom. 7, dissert. de impari matrimonio,
pars 2 ――― Hertius , Responsa et consilia, vol. 1, respons. 506
- Bergero , Responsa , pars 2, respons. 91 ― Morillot,
§. 1880 .
S. 1881.
§. 1882.
§. 1883.
§. 1884.
§. 1885 .
§. 1886 .
§. 1887.
ARTICOLO III .
Criterii misuratori.
§. 1888 .
all_fang
Hartmann Pistor, Observationes singulares, observ. 182.
and
S. 1889 .
S. 1890 .
S. 1891 .
§. 1892 .
§. 1893 .
§. 1894 .
ARTICOLO IV.
Grado.
§. 1895.
S. 1896 .
S. 1897 .
S. 1898 .
S. 1899 .
S. 1900.
S. 1901 .
S. 1902 .
S. 1903 .
S. 1904 .
S. 1905.
S. 1906.
S. 1907 .
S. 1908 .
S. 1909 .
ARTICOLO V.
Azione.
S. 1910 .
§. 1911 .
STOP
argomenti pei quali appo tutti i popoli culti si ac
cettò come regola eminentemente provvida quella
che al solo marito concede il diritto di querelarsi
dello adulterio (2).
S. 1912 .
VOL. III. 27
- 418 -
S. 1913.
§. 1914 .
S. 1915.
sia una Messalina che faccia pompa dei suoi adulterii con
scandalo di tutta la città. E le fisime vi prendono soltanto
quando il marito è pazzo ? Etiamsi omnes ego non. Se io do
vessi tenere la mia famiglia sotto una legge siffatta emigrerei
per il terrore. Mi atterrirebbe la idea che se io cadessi in
demenza la malignità di un curatore o lo zelo bigotto di un
giudice potessero per la debolezza della mia moglie spargere
il disonore, il dolore, la costernazione nella mia casa e sui
figli miei ; ed io risanato dal morbo dovessi , tornato alle
pareti domestiche, trovarle deserte della mia compagna get
tata in carcere, e di ogni sorriso dei figli miei piangenti senza
riparo la madre rapita ed il nome macchiato. Sembra impos
sibile che i vecchi pregiudizi abbiano tuttavia tanto impero
anche sopra uomini che si dicono liberali ! ...
§ 1916.
S. 1917 .
§. 1918 .
S. 1919 .
S. 1920 .
§. 1921 .
S. 1922.
§. 1923.
S. 1924 .
§. 1925 .
§. 1926 .
VOL. III. 29
---- 450 --
§. 1927 .
cuzione penale .
§. 1928 .
§. 1929.
§. 1930 .
ARTICOLO VI.
Penalità.
S. 1931 .
§. 1932 .
§. 1933 .
S. 1934.
§. 1935 .
CAPITOLO IV.
Poligamia.
§. 1936 .
§. 1937.
(1) Questa verità ebbe una conferma singolare nel caso che
Carmignani (Elementa, § . 1179, nota 1) cosi racconta .
Un uomo convinto di avere avuto tre mogli fu in Inghilterra
assoluto dalle pene dei bigami. I motivi però di siffatta deci
sione non furono già che la legge che contemplava la sola bi
- 476 ---
§. 1938 .
§. 1939 .
S. 1940.
S. 1941 .
§. 1942 .
S. 1943.
S. 1944.
§. 1945.
S. 1946.
S. 1947 .
S. 1948 .
CAPITOLO V.
ARTICOLO I.
S. 1949 .
S. 1950 .
§. 1951 .
S. 1952 .
§. 1953.
S. 1954.
S. 1955.
ARTICOLO II.
S. 1956 .
§. 1957 .
§. 1958.
§. 1959.
S. 1960 .
S. 1961 .
S. 1962 .
S. 1963 .
S. 1964.
§ 1965.
S 1966 .
§ 1967.
§ 1968 .
§ 1969 .
§ 1970 .
§ 1971 .
ARTICOLO III.
Penalità.
$ 1972.
§ 1973.
S. 1974.
CAPITOLO VI.
Sottrazione di minori.
S. 1975 .
§. 1976 .
m"- a
Ma vi possono essere dei casi nei quali, se il
consenso della persona che si dice rapita riduce
ad un paradosso trovare il criterio del malefizio
nel diritto alla libertà individuale, sottentrino altri
criterii i quali, porgendo una diversa oggettività
giuridica offesa dal fatto, impongano se ne costi
tuisca titoli speciali di malefizio per la violazione
verificatasi, non per violazione di diritti inerenti
alla persona via condotta, ma di diritti inerenti
ad altre persone rispetto a quella . Questi diritti
non possono radicarsi in altro che nelle relazioni
§. 1977 .
§. 1978 .
§. 1979 .
S. 1980.
―
Il ratto improprio ha per sue condizioni :
1. l'abduzione o ritenzione: 2º. il consenso della
rapita: - 3º. la età : -4° . il dissenso dei geni
tori (1): - 5. il fine di libidine o matrimonio .
S. 1981 .
S. 1982 .
§. 1983 .
S. 1984.
O
4. Il dissenso dei genitori è il quarto estremo
del ratto improprio ; e qui è manifesto che in fac
cia ad un padre rendutosi dolente del ratto della
figliuola non è a lui che incombe di provare il dis
senso, ma è all'accusato che incombe (se lo può)
di provare il consenso : nè facilmente a lui potrà
menarsi buono il pretesto di un consenso tacito o
549 -
S. 1985.
§. 1986 .
§. 1987.
§. 1988 .
S. 1989.
S. 1990 .
S. 1991 .
§. 1992 .
S. 1993.
1
S. 1994.
S. 1995.
(1) È cosa a tutti nota come appo gli antichi greci e romani
ed anche appo i germani ( Tacito, De moribus germanorum,
§. 24) ed i galli ( Caesar, De bello gallico, lib. 6, cap. 13)
l'uomo si tenesse come cosa venale. Laonde il figlio in mano
del padre rappresentava un valore pecuniario : vedasi Char
pentier, Le droit pajen et chretien, chap. 4 et 5. Di qui la
importanza del titolo di plagio. Come poi si distinguesse l'actio
furti dall'azione del plagio e da altre azioni speciali dirette
a tutelare la potestà patria e dominicale, lo esaminano i com
mentatori. Vedasi M e je r, Collegium argentoratense ad lib . 48,
tit. 15 in fin. - Ayblinger, In Pandectas, lib. 48, tit. 15 -
Leyser, Meditationes in pandectas, spec. 624 : e i citati alla
nota a §. 1669.
(2) Seguitano tale sistema di scriminazione il Codice to
scano art. 358, quando trattasi di un giovine al di sopra di
14 anni, e tutti gli altri Codici superiormente citati, i quali
non puniscono neppure il ratto improprio. Ma per cotesti la
scriminazione del plagio improprio è una conseguenza logica
della scriminazione del ratto improprio ; per il Codice toscano
e altri che distinguono ella è invece una conseguenza del
l'apprezzazione del diverso fine dell' agente.
(3) Codice dei Grigioni, §. 126 ; Codice di Baden, §. 269 ;
Codice di S. Marino, art . 430 - ivi - Chiunque senza fine
570 ----
§ 1996 .
S. 1997.
§ 1998 .
S. 1999 .
l'uno dall'altro : 3.º può sostenersi che questi due titoli siano
connessi per guisa da rendere la violenza privata pedissequa
al ratto improprio ; cosicchè dove non si abbia querela per
il ratto non possa neppure procedersi per la violenza privata.
Questa terza tesi fu da me propugnata avanti la Corte di
Cassazione di Firenze, ed accolta col decreto del di 7 set
tembre 1861.
(2) Devo peraltro avvertire che questa conclusione stretta
mente logica in faccia ad una legge che sia caduta in tale
dimenticanza non sembra accettata in pratica. I criminalisti
in generale riguardano come incontrastabile canone che (qua
lunque siasi la forma assunta da questo malefizio) la non
perseguibilità del ratto contro l'autore principale porta seco
di necessaria conseguenza la non perseguibilità dei suoi com
plici : Chauveau , n. 3023 -- Haus , Cours, n. 485 -
Dalloz, Répertoire, mot crim. contre les personnes, n. 304
- Hoffmann, Questions préjudicelles, §. 688 Cassazione
2 ottobre 1852. La qual massima se prevale in Francia nei
termini di ratto proprio, deve a più forte ragione accettarsi
nello improprio .
CAPITOLO VII.
Incesto.
S. 2000.
S. 2001.
§. 2002 .
§. 2003.
§. 2004.
§. 2005.
S. 2006 .
S. 2007.
S. 2008.
FINE
DELITTI NATURALI
CLASSE QUARTA
DELITTI CONTRO L'ONORE
CLASSE QUINTA
REATI CONTRO I DIRITTI DI FAMIGLIA