Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
ARTES
VERITAS OF THE
LIBRARY GAN
R S I T Y MICHI
UNIVE OF
THEHOR
LAW
SCHOOL
D
A
Fi-e
stor
61175
C. F. GABBA
VOL. I.
TEORIA
DELLA
ESPOSTA
ᎠᎪ
C. F. GABBA
Professore ordinario della R. Università di Pisa
VOLUME PRIMO
SECONDA EDIZIONE
RIVEDUTA E ACCRESCIUTA DALL'AUTORE
CON RIGUARDO ALLA PIÙ RECENTE GIURISPRUDENZA
TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO - EDITRICE
33, VIA CARLO ALBERTO, 33
1884
UM!
Diritti di traduzione e riproduzione riservati alla Società editrice.
PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
76
200807
2 PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
C. F. GABBA.
INTRODUZIONE
(1) Tutto il sin qui detto mi par chiaro. Ma pur troppo sono pochi i lettori di
un libro, i quali stimino necessario leggerne la prefazione, e ciò spiega come qualche
superficiale e pretenzioso scrittore siasi permesso di citare quest'opera intercalando
un non davanti alla parola retroattività , come per correggere un mio lapsus calami,
il quale facesse pensare ciò che io non avessi inteso , nonchè detto e professato
espressamente !!
12 INTRODUZIONE
PROLEGOMENI
CAPITOLO I
CAPITOLO II
Anzitutto non v' ha dubbio non entrare nel campo della teoria
della retroattività delle leggi l'apparente retroattività attribuita
da tutte le legislazioni alle leggi cosi dette interpretative, siano
civili , siano penali , siano d'ordine privato, siano d'ordine pub-
blico (1 ).
(G. I XXVIII , 11, 20) , Corte dei Conti 1 novembre 1870 (L. XIII,
II , 112 ) , Corte di Lucca 29 aprile 1875 (ib . XVI , 1 , 111 ) , Cas-
sazione di Napoli 7 luglio 1866 (A. G. 1 , 1 , 88) , Cassazione di
Torino 7 marzo 1872 ( ib. vi , 1 , 57).
Importa però non disgiungere il principio generale di cui
parliamo dalle sue indispensabili limitazioni , provenienti logi-
camente dalle medesime considerazioni generali sulle quali il
principio si fonda.
1. L'efficacia retroattiva di una legge interpretativa non può
attribuirsi a quegli articoli della medesima , nei quali per avven-
tura essa a) introduca una novità , cioè un qualche principio
che non si possa dire virtualmente contenuto nella legge inter-
pretata ; oppure b ) modifichi in qualunque guisa o misura
l'espresso disposto della legge interpretata .
Cosi pensano il Mailher de Chassat (1. p . 131 ) , il Lassalle
(p . 446) , il Marcadé (art. 2, n° 45) ( 1 ) , e noi aderiamo alla loro
opinione , benchè non tutti gli scrittori pensino egualmente . Il
Frantzke (cit . da Mailher ib . ) , il Bergmann ( p . 199 ) , il Seeger
(op . cit. p . 9 ), opinano invece che ogni qualvolta il legislatore
abbia dichiarato di emanare una legge interpretativa , questa
sola circostanza basti per darle retroattività , qualunque ne
sia il contenuto. Ma questa ragione non ci pare convincente .
Imperocchè , dovendosi per regola generale por mente più alla
realtà che alle parole, l'evidente novità di tutta o di una parte
di una legge che si chiama interpretativa , deve indurre piut-
tosto a ritenere che il legislatore non abbia parlato esattamente
di quello che a commettere in suo nome una evidente ingiustizia(2) .
(1) Narra il Marcadè che nel 1835, essendo sorto dissidio fra la Corte
di Cassazione e le Corti di appello , sul punto di decidere se in un dato
caso una citazione si dovesse fare entro otto giorni , o tre anni , venne
richiesta una interpretazione al potere legislativo . Questo emanò una legge
che fissò un intervallo di tre mesi. Questa legge , dice il Marcadé , era
evidentemente nuova, e non interpretativa, e quindi non la si potè appli-
care ad atti anteriori alla sua pubblicazione.
(2) Lassalle ( p . 446) adduce in conferma il § 3. L. 23. C. mand. 1 ,
nel quale Giustiniano dispone che l'interpretazione da lui data alla lex
Anastasiana sulle cessioni debba avere effetto soltanto in futuris ¦
F
PROLEGOMENI 29
post praesentem legem casibus. Ciò non si spiega soltanto, come dice l'Im-
peratore , ne videamur in tanta temporum nostrorum benivolentia aliquid
acerbius admittere, ma eziandio e meglio col riflesso , che l'interpretazione
giustinianea contiene un principio affatto nuovo, cioè la perdita del diritto
di credito nel cedente, il quale abbia fatta una finta donazione al cessio-
nario o ad una interposta persona onde eludere la legge Anastasiana , la
quale non toglieva al cessionario il suo diritto in conseguenza della viola-
zione del suo disposto . Dello stesso avviso sembra essere anche il Kie-
rulff ( p. 72. nota in f. ) . Al Bergmann però ( p . 199 nota 205 ) non è
sfuggito il contrario esempio della Nov. 145 interpretativa della L. un C
de raptu virg. , da Giustiniano dichiarata applicabile non in futuris tan-
tummodo casibus , verum etiam in praeteritis , e nella quale tuttavia si
prescrive cosa contradditoria alla legge interpretata , lo che è vero ed
evidente.
(1 ) V. Corte di Bordeaux 15 Maggio anno 13 (ap . Chab. de l'All. 2.
p. 210) .
30 PARTE PRIMA
( 1 ) Mailher de Chassat ( ib ) .
PROLEGOMENI 31
CAPITOLO III
(1) V. Lynker (th. 43), Henne §. 24, Weber §. 28, Bergmann pag. 64.
Domat , Les lois civiles, etc. Liv. prélim. T. 1 , Sect . 1. §. XIV, Glück ,
Pandect. Part. 1. §. 21.
(2 ) Il Weber (p . 61. nota 36) adduce un bell'esempio di applicazione
di una legge confermativa. Si agitava nel Brunswick nel 1775 una con-
troversia giudiziale intorno a un diritto consuetudinario relativo ai testa-
menti. Pendente il processo , una ordinanza sovrana riconobbe come
esistente quella consuetudine. Gli appellanti respinsero l'applicazione di
siffatta dichiarazione sovrana come lex nova futuros tantum casus concer-
nens. Il Tribunale Superiore respinse questa eccezione , dichiarando, fra
le altre cose , quella ordinanza declaratoria , et consuetudinis ab immemo-
riali tempore jam introductae , uti ab ante tacite , nunc expresso consensu
munitae, confirmatoria.
32 PARTE PRIMA
CAPITOLO IV
Leggi retroattive .
Ella è pure cosa evidente che non può formare oggetto dei
nostri studi l'applicazione delle leggi alle quali la volontà del
Legislatore accorda espressamente l'effetto retroattivo sui diritti
anteriormente acquisiti (2) .
CAPITOLO V
Retroattività impossibile.
-
l. 22 , § 1. C. de sacros. eccl. (1 ) 1. un, in f. C. de
contr. jud. (2) - -- 1. ult. § ull.
1. 17 C. de fide instrum . (3)
C. de legit. hæred. (4) Nov. 19 pr. e c. 1 (5) .
Quanto alle sentenze definitive, contro alle quali pende una
appellazione o un ricorso in Cassazione , non è dubbio per noi che
su di esse debba influire ogni e qualunque legge retroattiva , per
mera volontà del legislatore, emanata pendente la causa (6) . Vera-
mente la Novella 115 , che regola le appellazioni , non è conforme
a quel principio, dicendo : leges illas ab arbitris servari volumus,
quæ tempore sententiæ aut certe relationis obtinebant , licet
postea legem ferri contingat , quæ novum quid disponat , et vim
suam ad præterita quoque negotia referat. Dalle quali parole.
potrebbesi desumere che tutte le leggi retroattive , non inter-
pretative , non potessero mai applicarsi alle cause pendenti
all'atto della loro attuazione. E veramente qualche Tribunale ,
p . es. la Corte di Venezia 15 novembre 1871 (L. xi , 1 , 1068)
tenne quell' avviso , ma noi crediamo che il citato passo di
Giustiniano fosse da lui suggerito da meri riguardi di equità e
come correttivo delle arbitrarie retroattività che egli troppo
frequentemente si permetteva in onta alla giustizia ed alla
scienza. Non è ella infatti irragionevole cosa che il Giudice
abbia mai e a nessun patto a dichiarare un diritto con-
(1) Quam oportet non solum in casibus, quos futurum tempus creaverit ,
sed etiam in adhuc pendentibus et judiciali termino vel amicabili compositione
necdum sopitis obtinere.
(2) Quae etiam ad praeterita negotia referri sancimus , nisi transactionibue
vel judicationibus sopita sint.
(3) Quae tam in postea conficiendis instrumentis, quam in his, quae jam
scripta , nondum autem absoluta sunt , locum habere praecipimus, nisi iam
super his transactum sit , vel judicatum , quae retractari non possunt.
(4) Si qui autem casus jam evenerunt , et per judicialem sententiam vel
amicabilem transactionem sopiti sunt, nullam sententiam ex hac lege retracta-
tionem.
(5) Cap . 1. exceptis illis causis , quae , antequam hae leges a nobis latae
essent , vel sententia judicis, vel transactione sopitae sunt.
(6) V. Kierulff, 1 , p . 71. Vangerow , Leitfaden . Vol. 1 , p . 47 .
Bergmann, p. 146. Waechter, II, 187.
PROLEGOMENI 37
CAPITOLO VI
CAPITOLO VII
CAPITOLO VIII
( 1 ) J. P. vol . 75 , p. 14 .
PROLEGOMENI 45
CAPITOLO IX
§ 1.
Diritto Romano .
§ 2.
Diritto Canonico.
CAPITOLO X
§ 1.
$ 2.
§ 3.
Legislazioni germaniche
porti matrimoniali non siano stati fissati mediante contratto prima di quella
epoca , o nell'intervallo fra l'una e l'altra , vengano regolati dalle leggi
nuove rispetto al loro scioglimento , così come accade rispetto ai matri-
moni conchiusi dopo il 1 ° gennaio 1810. Ib . I diritti di successione inte-
stata , accordati da questo Codice , non ricevono applicazione che nelle
eredità deferite dopo il 1 ° luglio 1809 ; tutte le altre eredità , deferite prima,
benchè ancora giacenti , e non ventilate , rimangono sottoposte alle leggi
anteriori. § XI. Rispetto alla forma interna delle disposizioni di ultima
volontà , anteriormente fatte , la si deve dopo il luglio 1809 giudicare
secondo le leggi sotto l'impero delle quali ebbero efficacia per la morte
del disponente . Per conseguenza ciò che a queste leggi non si conforma
deve aversi come non scritto, e ciò , che per confermarvisi dovrebbe subire
alcune modificazioni , non può avere effetto che dentro questi nuovi con-
fini , e perciò colui , il quale non voglia che tal caso si verifichi , deve
ritoccare e modificare l'anterior sua disposizione di ultima volontà , per
concepirla nel modo che più gli convenga , dato il nuovo ordine di cose.
§ XIII. Nel titolo della compra e vendita , l'azione per lesione al disopra
della metà non potrà , dopo il luglio 1809, aver luogo rispetto a compere
precedentemente conchiuse , fuorchè nel modo determinato dalla nuova
legislazione . § XIV. Quanto alla fideiussione , il giorno in cui questa venne
interposta , e non quello in cui fu conchiuso l'affare principale , influisce
sul decidere se la fideiussione debbasi considerare come conchiusa prima
o dopo il luglio 1809 , e quindi con quale legge debba essere regolata .
S XV. Fin tanto che non sia decorso il termine prescritto per l'iscrizione
e conservazione dei diritti d'ipoteca , tutti i diritti di questa natura , che
siano stati validamente costituiti giusta le leggi precedenti , continueranno
ad essere ritenuti validi , ed applicati secondo queste leggi. § XVI. Tutti i
processi di espropriazione forzata , cominciati prima del giorno 1 ° gennaio
1810, col quale cominciò ad avere effetto la relativa parte del Codice, si
dovranno ultimare in conformità alle leggi anteriori , e all'ordine anteriore
delle prelazioni , affinchè nel frattempo i Giudici si possano istruire intorno
al nuovo modo di trattare quelle quistioni , e i creditori , i quali nel nuovo
ordine non troverebbero più quella sicurezza che aveano prima , si pos-
sano provvedere guarentigie conformi alla nuova legislazione .
GABBA Retr. Leggi. v. I. 5
66 PARTE PRIMA
che per conseguenza una nuova e diversa legge non può togliere valore
a quel contratto , è d'avviso ecc . » .
Sulla quistione : se dopo l'introduzione del nuovo Codice , l'età di 18
anni , o, prima ancora , la emancipazione dei figli faccia cessare l'usufrutto
legale anche per quei genitori , ai quali esso era già precedentemente toc-
cato, o ai quali sarebbe in generale spettato secondo le leggi anteriori
per tutta la loro vita , il Consiglio di Stato, considerando : che in questa
quistione, analogamente a quanto si è detto rispetto ai diritti patrimoniali
dei coniugi , i genitori , precedentemente uniti in matrimonio, possedono
un diritto acquisito al gius di usufrutto legale , vigente al tempo della
conchiusione del matrimonio ; che questo usufrutto legale dei genitori è
strettamente connesso coi diritti patrimoniali dei coniugi ; che per conse-
guenza , se il gius di usufrutto dei coniugi superstiti non venisse giudicato
secondo le leggi anteriori , si darebbe alla legge nuova effetto retroattivo ,
contrariamente all'art. 2 del Codice, è d'avviso che ; ecc . ( Parere del 23
febbraio 1811 ).
« Sulla quistione : se i testamenti fatti secondo le precedenti leggi e
formalità , siano validi , ove il testatore muoia dopo il 1 ° gennaio 1811 , il
Consiglio di Stato, considerando che le disposizioni del Codice rispetto
alla successione ereditaria , e alle materie connesse, reagiscono profonda-
mente su tutta quanta la legislazione civile ; che per conseguenza il con-
tinuato vigore delle antiche leggi non potrebbe andar disgiunto da conse-
guenze dannose per la giurisprudenza ; che nessun testamento , fatto prima
del 1 ° gennaio , ed aperto posteriormente , potrebbe eseguirsi nel suo
contenuto, ove questo non si conciliasse colle disposizioni del nuovo
Codice, che tuttavia la osservanza delle nuove forme esterne testamentarie
non può esigersi prima che le leggi relative si possano ritenere pienamente
conosciute , ed abbiano realmente acquistata virtù obbligatoria ; che per
la mutazione e rinnovazione delle ultime volontà , siccome di un negozio
di sommo interesse pel cittadino , vuolsi accordare un termine sufficiente ;
che durante questo termine si debbono considerare come validi i testamenti
aperti nel medesimo, sia rispetto alle forme, sia rispetto alle disposizioni
che non contraddicano alle nuove leggi , è di avviso che il contenuto
di tutti i testamenti fatti prima del 1 ° gennaio 1811 , ed aperti dopo que
st'epoca , si giudichi esclusivamente secondo le disposizioni del Codice ,
ma , rispetto alle forme , per la validità di tali testamenti si conceda il
Lermine di un anno , dal 1 ° gennaio 1811 fino al 1812 , e dentro questo
68 PARTE PRIMA
volute da queste leggi , purchè siano stati celebrati coll' intervento del
sacerdote secondo le leggi patrie ristabilite , si devono considerar come
validi. § 10. Rispetto ai matrimoni conchiusi sotto l'impero delle leggi
francesi , non è ammissibile il divorzio per motivi contemplati unicamente
da quelle leggi ; tuttavia i processi di scioglimento del matrimonio , pen-
denti al momento in cui cessò il vigore di quelle leggi , devonsi decidere
secondo le medesime. § 11. I rapporti personali fra coniugi uniti in ma-
trimonio sotto l'impero delle leggi francesi , e i diritti e i doveri che vi
si riferiscono , col ristabilimento del diritto amburghese si cambiano , e
vengono determinati esclusivamente da questo . §§ 12 , 13 , 14. I rap-
porti patrimoniali dei coniugi si mutano anch'essi col ristabilimento del
diritto amburghese . Se nei matrimoni conchiusi sotto l'impero delle leggi
francesi nulla si pattuì intorno a tali rapporti , si applica la comunione dei
beni secondo il diritto amburghese , dal momento del ristabilimento di
questo . I patti espressi conservano vigore in quanto non contraddicano a
proibizioni della legge nazionale che limitano il privato arbitrio. § 15.
L'eredità è regolata dalle leggi vigenti al tempo della sua delazione . § 16.
I testamenti fatti sotto l'impero delle leggi francesi rimangono validi ri-
spetto alle forme anche dopo il ristabilimento del diritto amburghese , ad
eccezione soltanto dei testamenti olografi . Tutto il rimanente, ad eccezione
soltanto della capacità del testatore al tempo in cui il testamento fu fatto,
e della disposizione dell'art . 1036 del C. N. ( ') , e in particolare l'intrin-
seca validità della disposizione , se il testatore è morto dopo il ristabili-
mento del diritto amburghese , devesi giudicare secondo questo , e come
se il testatore avesse fatto il suo testameuto dopo quest'epoca . Anche
l'art. 968 del C. N. non osterà alla validità del testamento reciproco fra
coniugi ( " ) . § 17. I testamenti olografi fatti sotto l'impero delle leggi
francesi , ad eccezione solamente di quelli dei genitori rispetto ai figli ,
rimarranno validi soltanto per tre mesi dopo la pubblicazione di questa
Ordinanza , a meno che prima del decorso di questo termine venissero
<
«< tutti i diritti realmente (wirklich) acquistati secondo le leggi
francesi devono conservare pienamente la loro validità , e devonsi
depositati presso il giudice , oppure fossero resi solenni nelle forme pre-
scritte dal diritto amburghese. § 18. I contratti di società , che furono resi
pubblici secondo le prescrizioni del diritto francese, possono venir modi-
ficati o disciolti dai contraenti , dandone però pubblico avviso, affinchè le
terze persone interessate possano salvare i diritti che loro per avventura
spettassero . § 19. I privilegi di crediti , che hanno solo fondamento nelle
leggi francesi , cessano insieme a queste col ristabilirsi del diritto ambur-
ghese , il quale solo deciderà quali crediti si debbano ritenere privilegiati,
ed in quale misura . § 20. Parimente i diritti ipotecari di talune persone,
basati totalmente ed immediatamente sulle leggi francesi , e validi senza
iscrizione , cessano col ripristinamento delle leggi amburghesi , le quali
sole decideranno se ed in quanto ne nasca fondata pretesa ad una ipoteca
tacita. § 21. Che se al tempo delle leggi francesi i privilegi e le ipoteche
accennate nel § 20 vennero anche iscritte, esse non varranno però in nessun
caso in confronto di tutti gli altri immobili presenti e futuri di colui contro
il quale sono iscritti , dopo il ristabilimento del diritto amburghese , ma
soltanto avranno effetto sul fondo sul quale sono state realmente iscritte,
e ciò dicasi eziandio rispetto alle iscrizioni ipotecarie prese in virtù del-
l'art. 2123 (hypothèque judiciaire). § 22. Tutte le iscrizioni accennate nel
§ 21 , che si estendono a tutti i beni immobili , presenti e futuri , dovranno
essere cancellate d'ufficio , come contrarie al sistema ipotecario ristabilito.
§ 23. Le iscrizioni ipotecarie convenzionali , sorte originariamente sotto
l'impero delle leggi francesi , sono e rimarranno valide anche se fossero
per avventura difettose a tenore del C. N. , purchè siano chiaramente
indicati : il creditore ipotecario , l'oggetto dell'iscrizione , il fondo , e il
proprietario del medesimo , come basterebbe secondo il diritto amburghese .
§ 24. Le prescrizioni che vennero cominciate prima del 20 agosto 1811 ,
o nel frattempo fra il 31 marzo e il 30 maggio 1813 , secondo il diritto
amburghese, e non furono ultimate secondo il medesimo durante l'impero
delle leggi francesi , si riterranno interrotte negli intervalli di quello impero
soltanto quando l'interruzione sarebbe fondata nel diritto amburghese, ed
anche in tutti gli altri punti dovranno essere giudicate secondo questo di-
ritto . Che se le prescrizioni vennero ultimate negli intervalli della signoria
delle leggi francesi , le si dovranno ciò nondimeno giudicare totalmente
secondo le leggi amburghesi ristabilite , se non fossero ancora oggetto di
sentenza passata in giudicato, nè di irretrattabile transazione. § 25. Pre-
scrizioni , cominciate soltanto sotto l'impero delle leggi francesi , e non
ancora compiute , devonsi regolare sacondo queste leggi rispetto ai requi-
PROLEGOMENI 75
siti del loro cominciare , ma rispetto alla loro durata e a tutti gli altri
requisiti giuridici si devono giudicare totalmente secondo le leggi ambur-
ghesi , ed anche le prescrizioni contemplate negli articoli 2271 , 2272, 2273
del C. N. , le quali non solo cominciarono sotto l'impero delle leggi fran-
cesi , ma potrebbero anche essere ultimate in ragione del tempo decorso
dopo queste leggi , si avranno per non finite , e se non vi ha su di esse
nè sentenza passata in giudicato , nè irretrattabile transazione , verranno
giudicate totalmente secondo il diritto amburghese. § 29. Nei fallimenti
dichiarati sotto il dominio francese, ma non ancora regolati in modo de-
finitivo , le leggi amburghesi ristabilite determineranno la classificazione
dei creditori , e il riparto della massa concursuale , e i crediti sorti prima
del 20 agosto 1811 , e nel tempo intermedio fra il 31 marzo e il 30 maggio
1813 verranno giudicati secondo il diritto amburghese , mentre i crediti
sorti sotto l'impero delle leggi francesi verranno giudicati secondo le leggi
francesi , in quanto rispetto a questi crediti non sia stata data preceden-
temente qualche altra disposizione.
76 PARTE PRIMA
eredità non ancor deferite , che siano state fatte sotto l'impero del C. N. ,
non sono nulle a termini dell'art. 1130 di questo Codice , potranno gli
interessati domandarne l'annullamento per altri motivi . - I
( § 29 ) . —
contratti di rendita perpetua vengono conservati in vigore , e l'art. 1911
del C. N. , non vi sarà applicato . ( § 23 ). La validità dei crediti devesi
sempre giudicare colle leggi del tempo nel quale ebbero origine o furono
assicurati mediante contratti . ( § 58 ) . La priorità dei creditori nei con-
corsi o nelle contestazioni di priorità sorte prima del ristabilimento del
diritto patrio , verrà giudicata secondo il C. N. , e in quelle sorte dopo
quest'epoca verrà giudicata secondo il diritto patrio . ( § 58 ) . I privilegi
su cose mobili , sorti sotto l'impero del C. N. , non avranno effetto che sui
mobili acquistati in quel periodo di tempo . ( § 68 ) . L'istituto francese
delle iscrizioni ipotecarie viene conservato , sia rispetto all'acquisto ed alla
conservazione di diritti ipotecari , sia rispetto all'estinzione di diritti non
iscritti. La rinnovazione decennale delle ipoteche è abolita. ( § 25 ). - Le
prescrizioni ultimate sotto l'impero del C. N , sono tenute ferme. La pre-
scrizione delle azioni nate prima della attivazione del C. N. , e non ancor
presentate dopo l'abolizione del medesimo , devesi giudicare secondo il
diritto patrio , a meno che venissero in questo modo a durare più di 30
anni , in casi nei quali la prescrizione fosse di 30 anni secondo il C. N. ,
e i 30 anni fossero decorsi sotto l'impero di questo Codice . -- Le prescri-
zioni , cominciate e non finite sotto l'impero del C. N , continuano dopo
l'abolizione di questo , se il diritto patrio le ammette ; ma la durata loro
sarà quella fissata da questo diritto . Che se il termine prescrizionale fis-
sato da questo Codice fosse in qualche caso di tanto più breve del ter-
mine fissato dal C. N., che verrebbe ad essere trascorso per intiero prima
dell'abolizione di quel Codice ( 1º settembre 1814 ) , lo si prolungherà fino
al 1 ° gennaio 1816. Le usucapioni cominciate prima della introduzione
del C. N. , e dichiarate inammissibili da questo Codice , si considerano
come se durante l'impero del medesimo fossero state sospese . L'interru-
zione di tali usucapioni viene ammessa soltanto in quei casi nei quali
ebbe luogo un atto o fatto , che avrebbe un tale effetto secondo il diritto
patrio. (§§ 33-34 ).
90 PARTE PRIMA
$ 4.
minori , lo ritengono pel tempo e con i carichi e modi stabiliti dalle Leggi ,
in vigore delle quali lo acquistarono (Art . 9 ) . — 1 figli che al giorno della
pubblicazione del presente Codice sono nello stato di legale, o di volontaria
emancipazione, non ricadono sotto l'altrui podestà (Art. 10 ). -- Rispetto
a quei figli , che al giorno della pubblicazione del presente Codice non
hanno compito l'età degli anni diciotto, e non sieno legalmente , o volon-
tariamente emancipati , i loro padri continuano nel godimento dell'usufrutto
sopra i beni dei figli stessi a norma delle disposizioni di questo Codice
( Art . 11 ) . - I padri che hanno perduto l'usufrutto dei beni spettanti ai
loro figli , i quali al giorno della pubblicazione del presente Codice avevano
compita l'età di anni diciotto , non lo riacquistano , quantunque gli stessi
figli sieno ancora minori d'anni ventuno (Art. 12 ) . - Quelli che al mo-
mento della pubblicazione del presente Codice si trovassero in qualunque
maniera emancipati restano soggetti alle disposizioni del medesimo Codice
(Art. 13) . Coloro che si trovano interdetti o dichiarati assenti continuano
ad essere considerati tali dalla legge (Art. 14) . - Chi era assoggettato al
consulente giudiziario a norma della legge precedente , continuerà ad
esservi sottoposto , finchè non sia o formalmente interdetto a norma delle
disposizioni del presente Codice , o sciolto dall'autorità del consulente
( Art. 15 ). I tutori , che in conformità delle passate leggi avevano
assunta una tutela , continueranno ad esercitarla , ancorché il presente
Codice la deferisse ad altra persona , senza che siano obbligati di dare
fideiussione , o di chiedere la conferma del Pretore. Continueranno nello
stesso modo in qualità di tutori ad aniministrare li beni degli assenti coloro
che a norma delle passate leggi ne sono stati incaricati. Dovranno ciò
nonostante le predette persone uniformarsi al presente Codice per ciò che
riguarda l'amministrazione posteriore e gli effetti della medesima, come pure
i conti della passata amministrazione si dovranno rendere nei modi dal
suddetto Codice stabiliti (Art. 16). -- Saranno pure tenuti di farsi iscrivere
entro il termine di un mese dalla pubblicazione del Codice nel registro
delle tutele a norma dell' articolo 346 del Codice stesso , ed avranno pur
uopo le disposizioni dell'articolo 349 e seguenti ( Art . 17 ) . — I tutori
surrogati saranno considerati come tutori onorari , e ne eserciteranno le
incumbenze . Negli affari tuttora pendenti , in cui i tutori surrogati hanno
dovuto prender parte , continueranno ad assistervi essi soli sino alla loro
ultimazione , quando anche a norma del presente Codice vi fosse d'uopo
di un tutore speciale ( Art. 18 ) . — L'enfiteusi , e livelli ecclesiastici , e le
altre annue prestazioni ecclesiastiche , o spettanti a mani morte , tanto
100 PARTE PRIMA
luogo le disposizioni degli articoli 712, 713, 714 e 715 di questo medesimo
Codice ( Art. 29 ) ( * ) . - Le donazioni irrevocabili fatte in qualunque
tempo anteriormente alla pubblicazione del presente Codice da chi venga
a inorire dopo la detta pubblicazione non potranno ridursi , se non quando
si troveranno eccedere la porzione disponibile da questo medesimo Codice
stabilita (Art. 30). La validità delle ipoteche e dei privilegi preesistenti
alla pubblicazione del presente Codice , non che la preferenza tra questi
medesimi privilegi continuerà ad essere determinata daile leggi vigenti
all'epoca , in cui ne fu acquistato il diritto ( Art. 31 ). - Le iscrizioni di
tali privilegi ed ipoteche fatte sino al momento della pubblicazione del
presente Codice rimarranno soggette alle disposizioni delle Leggi che fu-
rono in vigore sino al momento stesso della detta pubblicazione . Le noti-
ficazioni però che se ne facessero dopo la pubblicazione del presente Co-
dice saranno valide e regolari , quand'anche non siano fatte che in confor-
mità delle disposizioni di questo medesimo Codice ( Art. 32 ) . - Le ipo-
teche legali preesistenti alla pubblicazione di questo Codice , le quali erano
esenti dall'obbligo dell'iscrizione , per conservare il loro grado, dovranno
essero notificate entro di un anno a partire dal giorno della medesima
pubblicazione. Notificate entro questo termine , conserveranno il grado
loro assicurato dalle leggi anteriori. Passato l'anno , senza che le dette
ipoteche siano state notificate, non avranno più grado se non dal momento,
in cui ne sarà fatta la notificazione ( Art. 33 ). - Le notificazioni delle
ipoteche contro i beni dei mariti e dei tutori potranno e rispettivamente
dovranno chiedersi e farsi eseguire dalle persone che hanno obbligo o
facoltà di domandarne la rinnovazione a norma dell'articolo 2207 di questo
Codice : e ciò sotto le pene ivi stabilite , dovendosi applicare ai tutori
surrogati quanto nel citato articolo è stato disposto per li tutori onorari
( Art. 34). Quelli che per conservare i loro privilegi colla iscrizione o
(Art. 30). - L'inscrizione delle ipoteche legali deve chiedersi dai mariti ,
dai già obbligati a dotare e loro eredi , e dai tutori ; possono anche farsi
eseguire dalle persone indicate dall'art . 2192. I Giusdicenti sono obbligati
di invigilare perchè i tutori inscrivano l'ipoteca legale ( Art. 31 ) . — I
mariti ed i tutori , che omettono di chiedere l'inscrizione entro il termine
stabilito dall'art. 30 , sono tenuti di stellionato , ed il tutore decade anche
dalla tutela . Gli obbligati a dotare e loro eredi , non che i tutori sono
tenuti all' emenda dei danni ( Art. 32 ) . Quelli , che per conservare i
loro privilegi coll' inscrizione o trascrizione avevano , in forza delle leggi
precedenti , un tempo indefinito ad inscrivere o trascrivere , sono obbli
gati di chiedere l'inscrizione o la trascrizione entro il termine di sei mesi
computabili dal giorno dell'attuazione di questo Codice ( Art. 33) . — Quelli,
che per conservare i loro privilegi avevano obbligo di inscriverli entro
un tempo determinato , non hanno , per conservare coll'iscrizione i pri-
vilegi medesimi , se non se quel tempo che al giorno dell'attuazione di
questo Codice mancherà al compimento del termine stabilito dalle leggi
precedenti ( Art . 34 ) . Le iscrizioni , che si facessero dopo spirati i ter-
mini fissati nei precedenti due articoli , non acquistano efficacia se non
dal giorno dell'inscrizione ( Art . 35 Tutte le inscrizioni per titolo
d'ipoteca o di privilegio indistintamente vive all'epoca dell'attuazione del
presente Codice , devono rinnovarsi negl' infradicendi modi e termini
(Art. 36 ). La denunzia si eseguisce presentando all'uffizio delle ipoteche
due note conformi nelle quali è trascritto uno degli esemplari della prima
inscrizione , o la sua copia autentica , appostavi annotazione in calce che
specifichi i diversi trapassi subiti dal credito , quando n'è il caso , e la
data della inscrizione , o dell'ultima rinnovazione ( Art. 37) . - Se vive il
debitore originario , e sia ancora possessore dei beni vincolati , deve
chiedersi la rinnovazione in testa ed a capriccio dei medesimi eredi , in-
dicando individualmente il loro nome , cognome e luogo di domicilio ,
nonchè la provenienza dei beni , sopra i quali intendesi rinnovare l'inscri-
zione predetta ( Art. 39 ) . -- Se i beni vincolati sono passati in dominio
di successori a titolo particolare , la rinnovazione deve chiedersi in testa
ed a carico dei medesimi , indicandoli come sopra , e devono altresi spe-
cificarsi i beni sui quali si fa la rinnovazione , nonchè la loro provenienza
(Art. 40 ) . È valida l'enunciativa dei trapassi dei beni in origine vin-
colati , nonchè dei possessori e successori tanto a titolo universale , che
particolare , qualora sia conforme alle risultanze dei registri del Catasto ;
e se in questi fossero errori o mancanze , l'inscrizione è tuttavia efficace
110 PARTE PRIMA
§ 15.
mine o da una condizione dal cui evento dipende (Art . 50). - Le azioni
tutte contemplate nell'articolo precedente , ma derivanti da titoli posteriori
all'attuazione del suddetto Codice del cessato Regno d'Italia , resteranno nei
suenunciati modi prescritte ed estinte , decorsi che siano cinquant'anni
dalla loro origine , e venti di pacifico possesso nel terzo possessore come
sopra (Art . 51 ) . Nel caso di passaggio dei fondi in più possessori , il
possesso del primo terzo possessore si congiunge a quello dei successivi
per ogni effetto di ragione ( Art. 52) . - Colle premesse disposizioni non
s'intende nulla innovato in ordine alle prescrizioni , le quali fossero già
compiute o per compiersi in periodo di tempo più breve, per effetto delle
leggi precedenti , sotto il cui impero sia già incominciato a decorrere il
periodo di tempo che le riguarda rispettivamente (Art. 53) . - Le prescri-
zioni tutte delle azioni si reali che personali , anteriori al presente Codice,
continuano a decorrere contro gli obbligati e loro eredi nei modi e ter-
mini stabiliti dalle leggi sotto cui nacquero i titoli stessi , purchè però non
oltrepassino anni trenta dalla data della pubblicazione del Codice medesimo
( Art. 54 ) . La qualità delle prove da ammettersi per le obbligazioni
anteriori all'attuazione del presente Codice , resta determinata dalle leggi
sotto le quali furono contratte le stesse obbligazioni (Art. 55) .
112 PARTE PRIMA
civile entra in vigore , la capacità di agire delle parti , al pari della forma
dei negozii , saranno a giudicare col diritto vigente al tempo della stipu-
lazione dell'affare ( Art. 6 ). - Pei requisiti dell' acquisto e della perdita
dei diritti sopra cose , si prenderà norma da quelle leggi che vigevano al
tempo in cui si avverò il fatto dal quale proviene l'acquisto o la perdita
del diritto in questione . All' incontro la sostanza e l'effetto di un diritto
sopra cose acquistate prima del momento in cui il Codice civile entra in
vigore, saranno giudicati , cominciando da quel momento , secondo il Codice
civile ( Art. 7) . - Per quanto concerne l'usucapione e la prescrizione , i
casi in cui è stata compiuta prima del tempo in cui il Codice civile entra
in vigore , dovranno giudicarsi secondo il diritto attuale (") (Art . 8 ) . — Se
nel Codice civile l'usucapione e la prescrizione è concessa in un caso in
cui fino ad ora non lo era , potrà iniziarsi dal solo momento in cui ha
vigore il Codice ( Art. 9 ) . - Se il Codice civile l'ha abolita in un caso
nel quale era sinora lecita , non potrà più essere compiuta dal momento
in cui entra in vigore il Codice (Art. 10). -- Se il Codice civile ne dimi-
nuisce gli effetti , ne conseguiranno quei soli attribuitile dal Codice, quando
essa si compia dopo la di lui attuazione ( Art. 11) . - Se il Codice civile
ne aumenta gli effetti , la usucapione la prescrizione che ha cominciato
prima dell'attivazione del Codice , ma non fu compiuta che dopo , avrà
soltanto gli effetti inerenti a lui secondo la legge attuale. L'usucapione o
prescrizione coi nuovi effetti introdotti dal Codice , non potrà cominciare
che dal tempo della di lui attivazione ( Art. 12 ) . - Se il Codice civile ne
diminuisce i requisiti , il tempo della usucapione o prescrizione decorso.
anteriormente all'attuazione del Codice andrà giudicato secondo il diritto
attuale , e quello decorso dopo l'attuazione , secondo il Codice ( Art. 13 ).
-Se il Codice civile ne aumenta i requisiti , essa potrà cominciare solo
dal momento in cui il Codice entra in vigore ( Art. 14 ) . - Se il Codice
civile ha introdotto nuovi modi di interruzione dell'usucapione o prescri-
zione, ed ha tolto quelli ora ammessi , il tempo della usucapione o prescri-
zione che è decorso anteriormente all'attuazione del Codice, si giudicherà
secondo il diritto attuale , e quello decorso dopo , secondo il Codice (Art.
15 ) . Se il Codice civile , senza portare innovazione riguardo agli altri
requisiti della usucapione o prescrizione, allunga semplicemente il tempo
dell'una o dell' altra , tutte le usucapioni o prescrizioni che decorrono al
momento dell'attuazione del Codice , cadranno sotto il medesimo ( Art.
(*) Diritto attuale, cioè quello che va a cessare in virtù del Codice nuovo.
GABBA Retr, Leggi, v. I. 8
114 PARTE PRIMA
16). Se il Codice civile senza portarne innovazione agli altri requisiti della
usucapione o prescrizione , abbrevia semplicemente il termine dell'una of
dell'altra , rispetto alla usucapione o prescrizione, che è cominciata primal
dell'attuazione del Codice , ma non è ancora compiuta , spetterà a chi usu-
capisce o prescrive di scegliere se voglia far valere il diritto attuale o il
Codice ; però se sceglie quest'ultimo, non sarà computato nel termine della
usucapione o prescrizione il tempo decorso prima dell'attuazione del mede-
simo ( Art. 17 ) . -- Riguardo alle obbligazioni , non avranno alcuna appli-
cazione le disposizioni del Codice civile che trattano della origine , della
sostanza e degli effetti delle obbligazioni sopra i casi avverati prima del-
l'attuazione del Codice ( Art . 18 ) . Se il Codice civile riconosce nuove
cause di estinzione delle obbligazioni , esso troverà applicazione anche alle
obbligazioni che erano già nate prima che il Codice entrasse in vigore, in
quanto la causa colla quale è connessa l'estinzione dell'obbligazione sia sorta
dopo quel momento ( Art. 19 ) . Se il Codice civile ha abolite cause di
nullità o di impugnativa delle obbligazioni , l'obbligazione resterà nulla ed
impugnabile anche dopo l'attuazione del Codice, quando la nullità o l'impu-
gnativa derivi secondo il diritto attuale da un fatto che è accaduto prima
(Art. 20 ) . - Per le pretese alimentarie dei figli illegittimi contro il loro
padre , serviranno di norma le disposizioni del Codice , dal momento che
entra in vigore , anche quando la nascita illegittima sia accaduta prima ;
semprechè le pretese non siano già state decise , o composte mediante
transazioni o altrimenti ( Art. 21 ). La successione legittima nei casi
nei quali il defunto è morto prima dell'attuazione del Codice , sarà giu-
dicata secondo il diritto attuale , e nei casi nei quali la morte del de cujus
è seguita dopo , secondo il Codice civile ( Art. 22 ) . Relativamente alla
successione testamentaria , le ultime volontà espresse prima dell'attuazione
del Codice e i cui autori siano pur morti prima di quest'epoca , si do-
vranno giudicare secondo il diritto attuale tanto rispetto alla capacità di
agire e alla particolare capacità del de cujus di fare un atto di ultima
volontà , quanto rispetto alla forma. Invece se il de cujus ha fatto prima
di quel momento un atto di ultima volontà , ma è morto dopo, il Codice
civile darà norma per giudicare della capacità dell' onorato di acquistare
per atto di volontà , della validità intrinseca di quest'atto, e in particolare
anche dei diritti di legittima ( Art. 23 ) . — Ai patti successorii posti in
essere prima dell'attuazione del Codice si applicheranno le disposizioni
del §. 23, in quanto vale il diritto attuale pei requisiti della loro stipula-
zione ; ma quando invece il de cujus muore sol dopo quel momento , la
PROLEGOMENI 115
associati o preferiti secondo le leggi anteriori , hanno gli stessi diritti che
loro competerebbero se l'assenza fosse stata dichiarata dopo l'attuazione
del nuovo Codice . Essi non hanno però i diritti attribuiti dallo stesso Co-
dice sui frutti dei beni dell'assente , se non dal giorno dell'attuazione del
medesimo ( art. 5 ) . -- Le disposizioni degli articoli 189 , 190 e della
prima parte dell'art . 193 del nuovo Codice non sono applicabili ai figli
nati o concepiti prima della sua attuazione , sono ai medesimi applicabili
le disposizioni delle leggi anteriori ( art . 7 ). Le cause di opposizione
-
al matrimonio , di nullità del medesimo , o di separazione dei coniugi ,
che fossero pendenti davanti le autorità ecclesiastiche al giorno dell'attua-
zione del nuovo Codice , saranno portate per cura della parte più diligente
davanti il tribunale civile del luogo in cui si agita il giudizio . Se la causa
già si agitasse in secondo od ultimo grado , e ci fosse una sentenza non
ancora passata in giudicato , la causa sarà proseguita e la sentenza potrà
essere impugnata davanti la Corte d'Appello del luogo in cui fu promosso
il giudizio (art. 6) . w —
w w w .ican I procedimenti di adozione già iniziati al giorno della
attuazione del nuovo Codice , saranno continuati davanti la Corte d'appello
secondo le norme stabilite nel Codice medesimo ( art. 8 ) . - I figli di
famiglia che al giorno dell'attuazione del nuovo Codice avessero compiuto
gli anni ventuno , od avessero contratto matrimonio , sono sciolti dalla
patria podestà. Quelli che al detto giorno non hanno compiuto gli anni
ventuno , e non trovansi nello stato di legale o volontaria emancipazione ,
sono soggetti alla patria podestà , o alla tutela giusta le disposizioni dello
stesso Codice ( art. 9) . - L'usufrutto legale già spettante ai genitori sui
beni dei loro figli , che non siano legalmente o volontariamente emancipati ,
è conservato e spetta ai medesimi a norma del nuovo Codice. Ove l'usu-
frutto competesse ai genitori anche dopo la maggiore età o l'emancipazione
dei figli , è loro conservato pel tempo che rimane a decorrere secondo
le leggi anteriori ; quando però tale tempo eccedesse il termine di un
anno dall'attuazione del detto Codice , l'usufrutto cesserà allo scadere
dello stesso anno . L'usufrutto legale spettante agli altri ascendenti secondo
le leggi anteriori cessa coll' attuazione del nuovo Codice , e spetta ai ge-
nitori , se ve ne sono, a norma delle disposizioni in esso contenute (Arti-
colo 10 ). - Se giusta le leggi anteriori l'usufrutto è cessato per l'età di
anni diciotto del figlio , senza che questo sia legalmente o volontariamente
emancipato , i genitori lo riacquistano coll'attuazione del nuovo Codice
-
per il tempo e secondo le regole stabilite nel medesimo ( art. 11 ).
Coloro che a norma delle leggi anteriori avessero assunto una tutela , con-
118 PARTE PRIMA
giorasco sono tenuti i possessori anzidetti , e dopo la loro morte per una
metà i loro eredi e per l'altra metà i primi chiamati , compreso lo Stato
nel caso espresso nell'ultimo capoverso dell'articolo precedente ( art. 25).
- Le disposizioni del nuovo Codice relative al benefizio d'inventario
sono anche applicabili alle successioni aperte prima dell'attuazione del
medesimo , quando l'erede secondo le leggi anteriori sia ancora in diritto
di accettare col detto benefizio (art. 26 ). - Tutte le donazioni ricevute
perfette prima dell'attuazione del nuovo Codice sono regolate dalle leggi
anteriori , anche in ciò che riguarda la revocabilità , la risoluzione o la
riduzione di esse . Se la quota legittima fissata dal nuovo Codice è minore
di quella stabilita dalle leggi anteriori , la riduzione ha soltanto luogo a
norma dello stesso Codice ( art 27 ) . Le donazioni fatte ai discendenti
prima dell'attuazione del nuovo Codice sono soggette a collazione secondo
le norme in esso stabilite. Le persone indicate nell'art. 22 del presente
decreto anche devono conferire ciò che hanno ricevuto in occasione delle
loro rinunzie ( art. 28 ) . Le rendite , le prestazioni e tutti gli oneri
gravanti beni immobili a titolo di enfiteusi , subenfiteusi , censo, alberga-
mento od altro simile , costituite sotto le leggi anteriori , sono regolate
dalle leggi medesime . Il dominio utile dei beni enfiteutici si devolverà
però giusta le norme di successione si legittima come testamentaria sta-
bilite nel nuovo Codice , senza riguardo alle vocazioni in favore di un
determinato ordine di persone contenute negli atti d'enfiteusi ( art. 29) . —
È fatta facoltà agli enfiteuti o debitori di rendite semplici o fondiarie
costituite sotto le leggi anteriori di redimere il fondo o riscattare la ren-
dita giusta le norme rispettivamente stabilite negli articoli 1564 e 1784
del nuovo Codice , non ostante qualunque patto in contrario , e salve le
originarie convenzioni di affrancazione o riscatto più favorevoli agli enfi-
teuti o debitori ( art. 30 ) . Per determinare il capitale e la quota di
audemio da pagarsi per l'affrancazione secondo l'articolo precedente ,
sono reputate perpetue : 1 ° le concessioni dichiarate perpetue nei modi
e nei documenti che ne tengono luogo ; 2° le concessioni delle quali non
sia espressa la dovuta ; 3° le concessioni a cui riguardo si sia riconosciuta
o si possa riconoscere obbligatoria per consuetudine od altrimenti , le
indeterminate innovazioni dell' investitura ; 4° le concessioni fatte a favore
di una famiglia , linea o discendenza in infinito e senza limiti di grado o
di generazioni ; 5 le concessioni che dovessero ancora divenire per cento
o più anni dall'attuazione del nuovo Codice. La concessione si presume
sempre perpetua , salvo consti il contrario dal titolo definitivo ( art . 31 ) .
PROLEGOMENI 121
decorresse giusta le leggi anteriori nel rapporto del terzo acquirente e dei
suoi aventi causa , se non dal giorno della trascrizione del titolo di acquisto ,
della voltura o di simile formalità nei pubblici registri , il privilegio e la
ipoteca devono inscriversi entro un mese dall'attuazione del nuovo Codice
per conservare i loro effetti secondo le leggi anteriori . Le prenotazioni
concesse sotto le leggi anteriori e non iscritte prima dell'attuazione del
nuovo Codice , non hanno effetto se non sono iscritte nei dieci giorni
dalla detta attuazione ( art. 37 ) . - I privilegi e le ipoteche si generali
come speciali , e le prenotazioni competenti giusta le leggi anteriori , e non
iscritti al giorno dell'attuazione del nuovo Codice , si devono iscrivere
nelle forme e colle indicazioni stabilite dallo stesso Codice. I privilegi e
le ipoteche che secondo le dette leggi furono iscritti senza denominazione
di una somma di denaro , o senza specifica designazione degli immobili ,
devono essere nuovamente iscritti colle indicazioni stabilite dal nuovo Co-
dice entro un biennio dall'attuazione del medesimo per conservare il loro
grado. Se al giorno dell'attuazione del nuovo Codice gli immobili appa-
riscono nei libri censuari passati agli eredi o ad altri aventi causa del
debitore , i privilegi , le ipoteche e le prenotazioni , che non siano iscritti
contro i detti possessori , devono essere nuovamente iscritti anche contro
questi ultimi, giusta l'art. 2006 dello stesso Codice , entro un biennio dal-
l'attuazione del medesimo , per conservare il loro grado . Questa disposi-
zione non si applica alle provincie toscane ( art. 38 ) . - I privilegi e le
ipoteche indicate nell'articolo 37, come pure i privilegi , le ipoteche e le
prenotazioni indicate nei due capoversi dell'art. 38, che non siano iscritti
nelle forme e nei termini in essi stabiliti , non hanno effetto e non pren-
dono grado che dall'iscrizione fatta giusta il nuovo Codice ( art. 39). -
Le nuove iscrizioni dei privilegi e delle poteche indicate nei due capo-
versi dell'art. 38 , saranno eseguite senza pagamento di tassa e spese di
carta bollata. Le disposizioni del nuovo Codice relativamente alle persone
cui incombe l'obbligo d'eseguire le iscrizioni , sono applicabili alle stesse
persone , eccettuati i cancellieri e i notai anche per le nuove iscrizioni
anzidette ( art. 40 ) . Le rinnovazioni delle iscrizioni prese prima della
attuazione del nuovo Codice , devono farsi nelle forme stabilite in esso, e
colle indicazioni espresse negli articoli 1987 e 2006 dello stesso Codice
( art. 41 ). I privilegi e le ipoteche competenti secondo le leggi ante-
riori possono essere ridotte nei casi e per le cause espresse nel nuovo
Codice. La riduzione e la cancellazione dei privilegi e delle ipoteche è
sempre fatta nelle forme stabilite dallo stesso Codice ( art. 42 ) . Il diritto
PROLEGOMENI 123
§ 6.
Conchiusione.
CAPITOLO XI
CAPITOLO XII
che sia morta , e ciò è vero , ma è vero soltanto nel senso che
per titolo ereditario nulla si possa avere da chicchessia dei beni
di un defunto , prima di quell'epoca . Non è egualmente vero
invece , che le disposizioni tra vivi , limitate dalla legge a favore
del diritto ereditario dei successori presuntivi del disponente,
debbano perciò essere parificate alle trasmissioni ereditarie , ed
essere quindi sottoposte alla medesima legge da cui queste sono
regolate. Imperocchè, ad onta di tali limitazioni , le disposizioni
suddette non perdono il carattere di alienazioni tra vivi , e non
concernono l'eredità che indirettamente. Adunque il principio
in discorso è troppo generale, e vuol essere meglio determinato
col dire l'eredità di una persona è quella soltanto che si apre
alla morte della medesima , e devesi regolare secondo le leggi
vigenti in quel tempo rispetto a tutti coloro i quali acquistino
qualche cosa dal de cujus a titolo ereditario » . Ma se quella
formola poco precisa è stata ciò nondimeno adottata da molti
scrittori , ciò vuol dire che il connettere all'idea di eredità quella
di disposizioni tra vivi , indirettamente, influenti sulla eredità ,
è una associazione di idee che sulle prime può facilmente
sfuggire.
Quale influenza debba avere una legislazione matrimoniale.
sui matrimoni precedentemente contratti , è quistione variamente
risoluta dai giureconsulti . Alcuni opinano che i nuovi principii
di gius matrimoniale , p . es . l'abolizione o l'introduzione del
divorzio , si applichino eziandio ai matrimoni anteriori , altri
CAPITOLO XIII
delle leggi transitorie , emanate nei tempi moderni , può essere va-
lido sussidio . Imperocchè siccome i legislatori sogliono affermare e
confermare colle loro sanzioni le convinzioni giuridiche domi-
nanti nel loro tempo e in mezzo al loro popolo , così i principii
di gius transitorio contenuti nelle leggi possono servir di guida
e di lume nell'uso delle opere degli scrittori e delle collezioni
dei giudicati. Nè vuolsi dimenticare che la stessa autorità dei
legislatori può essere un criterio ed un argomento onde sce-
gliere e propugnare una fra parecchie opinioni , come la più
giusta e la più opportuna. A chi non parrebbe invero il più
delle volte temeraria impresa il sostenere un avviso contrario
a quello che si trovasse iscritto nella maggior parte delle legi-
slazioni ?
Se non che nel giovarsi delle legislazioni positive si deve pro-
cedere cautamente , e distinguendo caso da caso . Altra è l'im-
portanza scientifica di principii che si trovino sanciti in parec-
chie legislazioni , altra è quella di principii che una sola o poche
ammettano , e le altre contraddicano . Nella prima ipotesi , quei
principii non si potranno , come dicemmo dianzi , facilmente
rifiutare ; seconda invece non potranno essere accettati
nella
se non dietro un accurato esame , siccome accade rispetto a
qualunque opinione individuale . Non sarà neppur raro il caso
che una massima transitoria , adottata in qualche legislazione ,
debbasi rigettare come suggerita piuttosto dalla ragione di Stato ,
cioè dalla opportunità dei tempi e dei popoli , che dal rispetto
di veri diritti acquisiti (1 ) , ed anche talvolta suggerita piuttosto
da passioni passeggiere , come p . es . da avversione ad un pre-
cedente ordine di cose , che dall'amore della giustizia , del che
noi adducemmo sopra non pochi esempi desunti nella storia del
principio della non -retroattività nelle legislazioni positive . Chi
non investighi attentamente queste varie eventualità nelle leggi
ingiuste.
CAPITOLO XIV
Noi non neghiamo che fra quelle due astratte ipotesi vi sia
un'apparente analogia . Ma quello che più importa di investigare
si è se a quell'apparenza corrisponda la realtà. Di ciò appunto
noi non ci possiamo persuadere. Invero, in che consiste l'impero
della nuova legge in ciascuna delle anzidette ipotesi ? Quando in
uno Stato viene emanata una legge nuova , questa influisce
sui rapporti giuridici precedentemente costituiti , non rispettando
che i diritti acquisiti ; quando invece un rapporto giuridico sot-
toposto ad una legge estera viene a contatto coll'organismo.
giuridico dello Stato , la legge lo rispetta qual è , nè si propone
che di astenersi da qualunque influenza sul medesimo , e su
tutte le sue conseguenze , siano esse veri e proprii diritti ac-
quisiti , od anche soltanto semplici aspettative. Nell'un caso
adunque l'impero della legge nuova è positivo, e noi lo vediamo
giungere talvolta persino a retroattività lesiva di diritti acquisiti ,
nell'altro invece l'impero della legge nuova è negativo , cioè
semplicemente tutorio , cosicchè soltanto impropriamente possa
chiamarsi tale. Ciò posto, la pretesa analogia fra i due casi in
discorso si riduce ad una mera apparenza , a cui si arresta
soltanto chi istituisca il confronto fra quei casi in termini troppo
generali ed astratti.
Nelle cosi dette collisioni delle leggi nello spazio , lo studio
del giureconsulto consiste unicamente nel ricercare a quale
PROLEGOMENI 139
CAPITOLO XV
CAPITOLO XVI
della retroattività.
CANONI GENERALI
LIBRO PRIMO
Cinque sono, per quanto a noi è noto, gli assiomi che finora.
furono posti a base della teoria dell'effetto retroattivo , cioè : -
1° che in codeste ricerche sia precipuo criterio l'intenzione
espressa dal legislatore ; -2° che siano giustamente retroattive ,
cioè applicabili a conseguenze di fatti e rapporti giuridici ante-
riori , senza che nessuno possa dolersi di lesione di un diritto
quesito, le leggi connesse coll'ordine pubblico, quelle cioè che
furono emanate per ragioni di pubblica utilità ; —3) che siano
giustamente retroattive le leggi cosi dette favorevoli , quelle cioè
che migliorano, e non lo possano essere quelle che peggiorano
la condizione dei cittadini ; 4) che siano giustamente retroat-
tive le leggi che concernono l'essere o il modo di essere dei di-
ritti , non lo possano essere invece quelle che concernono l'ac-
-
quisito dei medesimi ; 5) che siano giustamente retroattive
le leggi concernenti l'individuo, senza influire su atti della sua
volontà , non lo possano essere invece leggi che concernono tali
atti.
Noi esamineremo separatamente ciascuno di tali assiomi .
CAPITOLO I
(1) Erörter. im . Geb. des Preuss. Rechts , Berlin 1856, fasc . 1 p . 1-64.
CANONI GENERALI 149
CAPITOLO II
(1) Egli adduce in questa occasione l'esempio della nota legge ult. C. d
pactis pignorum.
(2) Questo modo di acquistare la maggior età è ammesso da qualche
Codice, e p . es. dal Codice civile austriaco ( § 174 ) .
158 PARTE SECONDA
casi , cioè a tutti quelli , nei quali l'oggetto della legge non sia
una istituzione giuridica di perpetua durata , i quali casi però
egli sottopose intanto inavvedutamente alla sua formola , e alla
sua argomentazione .
Vi ha dunque una parte di vero nella dottrina del Lassalle ,
di cui ragionammo fin qui , ma egli non seppe assegnare a quel
vero il suo giusto valore ; credette spiegarlo , dando importanza
sostanziale ad un carattere meramente accidentale , e da questa
inesatta analisi fu condotto ad una infondata generalizzazione.
Questa conclusione , a cui pur troppo si viene tante volte nello
studio delle opinioni scientifiche di uomini rispettabilissimi , ci
preserva di per sè sola , e preserverà fors ' anche il nostro lettore,
dal dubbio che la precedente nostra critica non sia stata co-
scienziosa.
CAPITOLO III
CAPITOLO IV
Dottrina di Savigny.
Noi diremo questa volta del Savigny quello che Orazio disse
di Omero : quandoque dormitat . L'errore del Savigny ebbe ori-
gine da inavvedutezza , e si compiè nell'equivoco . Egli si diparti
da un concetto intelligibile , benchè erroneo , dal concetto cioè
della retroattività delle leggi sull'essere o non essere degl'isti-
tuti giuridici ; la novità di queste espressioni lo sedusse , e gli
impedi di scorgere l'identità di un tale principio con quello.
della retroattività delle leggi proibitive , da lui esplicitamente
CANONI GENERALI 169
CAPITOLO V
CAPITOLO VI
Conchiusione .
LIBRO SECONDO
1
Determinazione
1
I
CAPITOLO I
H
Di alcune definizioni del diritto acquisito.
1
•
H
PARTE SECONDA 185
CAPITOLO !!
(1) Non parliamo della nozione del diritto acquisito data dal Kalindero
e dal Theodosiades. Tanto l'uno ( pag . 27 ) quanto l'altro ( pag . 541 ) eb-
bero l'infelice idea di considerare i diritti acquisiti , non totalmente con-
sumati , come specie di aspettative , più fondate e più degne di rispetto
di quelle che tutti gli altri giureconsulti chiamano con tal nome , e distin-
guono affatto dai diritti acquisiti , a cui le contrappongono .
PARTE SECONDA 191
CAPITOLO III
SEZIONE I
§ 1.
§ 2.
Continuazione.
Il Diritto e la Legge.
§ 3.
Continuazione.
(1 ) R. G. V. 2 , p . 94 .
PARTE SECONDA 197
(1 ) Ib. p. 122.
(2) R. G. XX , 1 , 87 .
(3) R. G. 15. 1. 279.
(4) D. R. 10, 252.
(5) Circ. Giurid. di Palermo , vol . 7 , fasc . 7 , p. 186 e segg.
() V. altre sentenze consimili della stessa Cass. ap. Ch . de l'All. voce Code civil.
198 CANONI GENERALI .
$ 4.
$ 5.
Continuazione.
§ 6.
Continuazione.
SEZIONE II
§ 1.
Il diritto e l'individuo .
§ 2.
( 1 ) G. I. xxiv, 2 , 404.
(2) L. XV, 1 , 530.
(3) G. vi , 121 .
(4) L. XV, 1 , 454.
(5) A. G. 1 , 2 , 99.
(6) G. IV, 581 .
(7) Gazz . G. XXII , 11 , 56.
CANONI GENERALI 213
(1 ) A. G. 1881 , 1 , 115.
(2) Ib. 1878, 1 , 139.
214 PARTE SECONDA
( 1 ) G. I. xxvII , 2 , 329.
(2) Concorda Cassazione Torino 5 dicembre 1867 (M. T. 1867 , 1135).
CANONI GENERALI 215
(1 ) G. I. XXVIII , 2 , 525
(2) F. J. 1880, 1 , 911 .
(3) G. I. XXVII , 2, 882.
(4) A. G. 1868, 1 , 305.
(5) G. I. xxvII , 1 , 1 , 926 .
216 PARTE SECONDA
(1) M. T. 1882.
218 PARTE SECONDA
§ 3.
nell' arricchirlo con una pretesa propria. È ovvio del pari che
i vantaggi conferiti dalla legge al cittadino , qualunque sia la
loro natura , non sempre si verificano immediatamente , e
senz ' altra condizione che un fatto acquisitivo ; talvolta è ne-
cessario che vengano richiesti giudizialmente da colui nello
interesse del quale il fatto è accaduto , e in questo caso ,
prima ancora che in seguito alla giudiziale richiesta il van-
taggio siasi ottenuto , emana dalla legge ed è acquistato il di-
ritto alla richiesta medesima od azione. L'opinione di Meyer
(p . 86 ) che non siano acquisiti quei diritti , per far valere i
quali si richieda un'azione giudiziale , e che per conseguenza
a tali diritti si debba applicare la legge vigente al tempo in
cui l'azione viene promossa , è opinione che quell'autore
non giustifica , e intrinsecamente erronea, siccome dimostreremo
nella parte pratica di quest'opera . Che da una legge la quale
ha per effetto di imporre un onere o una privazione non possa
provenire nel cittadino altro diritto , fuorchè di non sopportare
un onere o una privazione maggiore , non è d'uopo dimostrare .
E neppure vi ha bisogno di dimostrare che , allorquando una
legge impone al cittadino un dato modo di agire , il quale non
è per sè medesimo nè un vantaggio, nè un onere , il cittadino
ha il diritto che il suo atto conforme alla legge non rimanga
frustraneo , ma conduca realmente allo scopo utile pel quale è
stato richiesto ed eseguito .
CANONI GENERALI 221
SEZIONE III
$ 1.
§. 2.
§. 3.
a) Continuazione.
―
Perfezione dei fatti acquisitivi. Aspettativa.
(1) Sed si sub conditione sit legatum relictum , non prius dies legati
cedit , quam conditio fuerit impleta ; ne quidem si ea sit conditio , quæ
in potestate sit legatarii.
(2) Lucio Titio , si is heredi meo tabellas , quibus ei pecuniam expro .
miseram , dederit , centum dato ; Titius deinde , antequam tabellas heredi
redderet , decesserat ; quaesitum est an heredi ejus legatum deberetur ;
Cassius respondit , si tabulae fuissent , non deberi , quia non redditis his,
dies legati non cessit.
(3) Ex conditionali stipulatione tantum spes est debitum iri , eamque
ipsam spem in heredem transmittimus , si , priusquam conditio existat ,
mors nobis contigerit.
(4) Cum quis sub aliqua conditione stipulatus fuerit , licet ante condi-
tionem decesserit , postea existente conditione , heres ejus agere potest.
Idem est et ex promissoris parte.
(5) Magna dubitatio fuit de his , quorum conditio mortis tempore pendet,
idest, an quod sub conditione debetur, in stipulatoris bonis adnumeretur,
et promissoris bonis detrahatur. Sed hoc jure utimur, ut , quanti ea spes
obligationis venire possit , tantum stipulatoris quidem bonis accedere vi-
deatur, promissoris vero decedere .
230 PARTE SECONDA
(1) Is qui actionem habet ad rem recuperandam , ipsam rem habere videtur,
1. 15 D. de reg. jur.
(2) Conf. quanto alle aspettative nascenti da contratti e da fatti dell'uomo
in particolare , Cass . Torino 10 marzo 1875 ( G. I. XII , 1 , 355 ) .
(3) Conf. C. C. it. art. 939.
CANONI GENERALI 233
b) Continuazione.
I fatti acquisitivi ,
onde produrre il loro effetto devono al-
tresi , come abbiamo osservato al principio di questo paragrafo ,
essere posti in essere in tempo idoneo . A quest'uopo quei fatti
234 PARTE SECONDA
(1 ) G. V. 437.
236 PARTE SECONDA
c) Continuazione.
Condizione subbiettiva delle persone.
d) Continuazione.
Formalità dei fatti acquisitivi.
§ 4.
Il fin qui detto non impedisce però che una legge nuova possa
qualche volta ordinare eccezionalmente , per motivi di equità ,
la convalescenza di rapporti giuridici , invalidamente posti in
essere a termini di una legge anteriore . Purchè , s'intende ,
quei rapporti non abbiano ancora prodotto nessun effetto , e
lo possano per sè medesimi ancor avere , e nessuno abbia fatto
valere a proprio vantaggio di nullità dei medesimi secondo il
diritto anteriore. E nella legislazione giustinianea si incontrano
parecchi esempi di tal genere ; veggansi per esempio : Nov.
21, Nov. 129 , l. 51 C. de epist . et cler. , l. ult. C. de transact.
4. Dai quali passi molto leggermente inferisce lo Schaaf (p. 428
e segg. ) la generale dottrina della convalescenza che noi
diciamo materiale , dei giuridici negozi , ove appena la legge
nuova sia motivata dalla cessazione di quelle circostanze che
aveano cagionato la precedente , o dalla mutata opinione del
legislatore intorno alle medesime (1 ) .
La convalescenza formale degli atti giuridici , cioè il potere
un atto giuridico , invalido per inosservanza delle forme volute
dalla legge sotto pena di nullità , diventar valido al momento
in cui viene attuata una legge nuova , che abolisce quelle
forme , ha più numerosi fautori della convalescenza materiale.
Il Lynker (2 ) ( Th . 43 ) l'ammette dietro l'autorità dell'esempio
della . ult. § ult . C. de quadr. praescr. , nella quale si con-
fermano fin dal principio del regno di Zenone le donazioni
fattesi reciprocameute fra l'imperatore e l'imperatrice , quan-
tunque non vi siano state osservate le formalità legali. Henne
(§. 25) l' ammette pure , riferendosi alla . 25 C. de donat. int.
(1) M. T. xv , 848.
(2) Giorn. dei Tribun . di Milano , 1879, 962.
250 PARTE SECONDA
§ 5.
§ 6.
§ 7.
Continuazione.
(1) G. IX , 33.
(2 ) Ib. 119.
(3) Gazz. dei Trib. di Genova XXIV, 1 , 497.
( 4 ) L. XI , 1 , 263.
CANONI GENERALI 263
§ 8.
Continuazione.
pendenti in particolare .
(1 ) Noi pure crediamo col Merlin ( ib . ) che fosse retroattiva la legge del
17 Germinale , anno II , perchè si la loi peut abréger le délai d'un retrait
purement légal , elle n'a pas le même pouvoir à l'égard d'un retrait à la fois
CANONI GENERALI 269
CAPITOLO IV
§ 1.
§ 2.
Continuazione .
$ 3.
Continuazione.
$ 4.
Continuazione.
(1) De l'étendue de l'autorité des lois , Thèse pour le doctorat , Paris 1853.
282 PARTE SECONDA
1
CANONI GENERALI 287
(1 ) Dice il Dabelow : tutte le leggi che hanno avuto vigore sin qui si
applicano al giudizio intorno alla validità degli atti e negozi giuridici an-
teriormente posti in essere ed ai loro effetti , come pure a tutto ciò che
è connesso con questi effetti , in modo prossimo o lontano » .
( 2) Il Bergmann dice : anche le più remote conseguenze di anteriori
negozi giuridici si giudicano secondo la legge vigente al tempo in cui i
negozi medesimi vennero posti in essere » ; se non che, fedele alla dottrina
dell'effetto retroattivo delle leggi proibitive , egli soggiunge : « alla condi-
zione però , che tali conseguenze siano espressamente o tacitamente am-
messe dalle leggi nuove » .
(3) Questo fatto avvertiva già il Pinto (1. c . p. 167).
(4) Diversamente pensa lo Struve ( p . 24 ) rispetto a quelle nuove con-
seguenze che , essendo incominciate sotto l'impero della legge anteriore
si prolungano o si ripetono durante l'impero della legge nuova . Vedi la
dottrina che a noi par migliore in proposito , sopra a pag . 234 .
288 PARTE SECONDA
colpo sia stato recato recato da lui solo nella dottrina di Blon-
deau e di Meyer nell'opinione dei giureconsulti teorici e pratici .
Si può quindi affermare senza temerità che quella dottrina è
ormai del tutto esautorata , a tal che la giurisprudenza pratica
nelle materie che essa riguarda , non tarderà ad assumere un
ben differente indirizzo . Ci conferma in questa opinione il ve-
dere come anche taluni scrittori recenti , i quali certamente
non si possono paragonare per dottrina e per autorità a quelli
dianzi nominati , ed hanno raccolte e svolte le opinioni più
ricevute , piuttosto che ne abbiano proposte di proprie , non
esitarono a porsi anch'essi fra gli avversari del Blondeau e del
Meyer. Tali sono il Grandmanche de Beaulieu ( 1. c . p . 93) , e
il Theodosiades ( p . 170 ) . Ella è pur circostanza degna di es-
sere avvertita , che gli scrittori citati dianzi si accordano so-
stanzialmente anche nei motivi pei quali rigettano la dottrina
di Blondeau e di Meyer. Il Savigny p . es . ( 1. c . ) adduce prin-
cipalmente il riflesso che in tutti i casi che il Meyer vorrebbe
eccettuare dall'applicazione della legge vigente al tempo del
contratto , si tratta di conseguenze che i contraenti potevano
benissimo pensare al momento del contratto , e che devonsi
quindi ritenere aver eglino in quel momento prevedute . Il
Lassalle , il quale non esita a chiamare la dottrina di Meyer
del tutto falsa e senza base di principii (falsch und principlos),
osserva pure rispetto al celebre esempio desunto dalla rivoca-
zione delle donazioni , che tanto la rivocazione per sopravve-
nienza di figli , quanto quella per ingratitudine del donatario
si devono ritenere prevedute dal donante , e tacitamente assunte
nel contratto , se la legge del tempo della donazione le con-
teneva , cosicchè il donante abbia inteso appunto di apporre
tali riserve all'effetto della sua liberalità.
§ 5.
Continuazione.
§ 6.
Continuazione.
(1 ) C. N. 4. 2. 131 .
( 2) R. G. 14. 1. 114. - C. N. 4. 1. 561. - D. R. 10. 142.
(3) Il contrario è però stato deciso dalla Corte d'Appello di Bruxelles ,
con sentenza delli 11 giugno 1812 ( C. N. 4. 2. 131 ) . Non contraddice
invece alle sentenze riferite nel testo una sentenza della Corte di Cassa-
zione di Parigi delli 19 gennaio 1807 ( C. N. 2. 1 , 335. — D. R. 10.
141 ) , la quale dichiarò che una moglie , a cui lo statuto matrimoniale
proibiva di testare senza l'autorizzazione del marito , non possa testare
liberamente in virtù delle leggi del nuovo domicilio da essa acquistato in
seguito a separazione di letto e di mensa. Lo stesso osserva anche il
Chabot de l'Allier ( 1. p . 47 ) . E infatti non si potrebbe ammettere una
tale contraddizione che da chi credesse di potere argomentare , per ana-
logia , dalle dottrine del così detto diritto internazionale privato a quelle
della giurisprudenza transitoria , ma l'erroneità di questa opinione noi
abbiamo già dimostrata precedentemente (v . sopra p. 135 e segg. ) .
(4) R. G. 4. 1ª Part. pag. 142.
(5) Ib.
298 PARTE SECONDA
S. 7.
Continuazione.
§. 8.
Continuazione. ·
Il douaire coutumier.
§ 9.
Continuazione.
§ 10.
( 1 ) M. T. 1882.
314 PARTE SECONDA
(1 ) L. XV, 1 , 224.
320 PARTE SECONDA
(1 ) M. T. xvi , 495.
CANONI GENERALI 321
(1 ) A. G. III , 2 , 27.
GABBA Retr. Legg . v. I. 21
322 PARTE SECONDA
(1) Divenne cioè consuetudine nei paesi governati dal Cod . civ. austr. l'in-
terpretare in quel modo l'art . 453 di quel Codice . Quest'articolo però secondo
alcuni giureconsulti darebbe alla prenotazione il carattere di anticipata iscri
zione di un documento ipotecario mancante di alcuna delle formalità volute
dalle norme intorno alle iscrizioni ipotecarie , secondo altri esso potrebbe
giustificare tutt' al più la anticipata iscrizione di un credito munito di un
titolo all'ipoteca , il quale titolo non si potesse ancora provare, ma dovesse
provarsi dopo . Poche quistioni furono più agitate di questa fra gl'inter-
preti del C. C. austriaco. Vedi il riassunto della controversia in un
articolo di Helm nella Vierteljahresschr. di Haimerl , 1855 , p. 268. Quanto
all'uso delle prenotazioni del già regno Lombardo- Veneto , vedi Basevi ,
Annot. prat. al C. C. austr. , 6ª ediz . , p . 185.
324 PARTE SECONDA
§ 11 .
Continuazione.
(1) Questa stessa legislazione attribuisce alla legge nuova anche l'effetto
di modificare le conseguenze dei contratti anteriori , contemplate dalla legge
anteriore.
328 PARTE SECONDA
tare dal poco valore razionale della nostra tesi , in quei casi
in cui la eventualità nuovamente regolata dal legislatore , non
fosse stata preveduta affatto da questo in un'epoca anteriore ,
di guisa che in tali casi la esclusione della legge nuova in
omaggio all'anteriore fosse un far prevalere ad un positivo
.
e razionale concetto una negazione cieca ed inconsapevole. Per
quanto sia seducente a prima giunta codesto pretesto , esso non
toglie però che la retroattività della legge nuova , anche nei
CANONI GENERALI 329
casi anzidetti , non sia una sorpresa per l'avente diritto , incon-
ciliabile di sua natura con quella sicurezza dei diritti , che è ine-
stimabile bene degli individui , epperò criterio razionale esso
pure , ed anzi direttivo di tutta quanta la dottrina della retro-
attività delle leggi . Che se quel pretesto valesse , verrebbesi a
riproporre in altri termini , ed a risolvere in modo opposto a
quello già da noi seguito (v. sopra p . 196) , anche la questione
dell'assenza di legge nel passato , e dell'applicazione retroattiva
di una legge nuova onde supplire al silenzio della legislazione
precedente .
Di conseguenze nuove di diritti acquisiti è lecito ragionare.
soltanto in senso improprio. E ciò in due casi soltanto.
L'uno di questi è dato dalle leggi prescriventi semplici
modalità o forme di esercizio dei diritti , e dagli effetti della
inosservanza delle leggi medesime , fra i quali effetti può essere
talvolta , come noi avvertimmo nel precedente paragrafo , la
stessa perdita di un diritto quesito . Ma quelle modalità e forme
non toccano la sostanza dei diritti , e la perdita di questi , oc-
casionata dalla inosservanza di quelle , non alla nuova legge
vuolsi attribuire , ma piuttosto allo stesso subbietto del diritto ,
il quale non ha obbedito alla legge senza aver quesito il diritto
di disubbidirle . Sono queste quindi improprie conseguenze
nuove di diritti acquisiti , per virtù di una legge nuova .
L'altro caso consiste in quelle conseguenze dei diritti , che
nuove sono soltanto perchè una legge nuova le ha affermate ,
mentre la legge anteriore , razionalmente intesa , le racchiudeva
essa pure in modo implicito. Giustamente quindi la Cassazione.
di Torino in una sentenza del 14 dicembre 1876 (1 ) ebbe a
dichiarare applicabile anche alle ipoteche anteriormente costi-
tuite , l'articolo 1966 del Codice civile italiano , per cui l'ipoteca
si estende a tutti i miglioramenti e alle accessioni della cosa
ipotecata , siccome principio antico quanto il diritto civile , e
quanto la elementare verità che in diritto l'accessorio segue
la sorte del principale. E analogamente potrebbe ritenersi ap-
( 1 ) M. T. XVII , 1229.
330 PARTE SECONDA
plicabile anche alle obbligazioni già costituite, l'art. 1173 del Co-
dice civile italiano , il quale dispone che , non essendo indicato
il termine della esecuzione di una obbligazione , tocca al giudice
fissarlo. Anche questo principio , nuovamente scritto nella legge ,
può nondimeno reputarsi ammesso e praticato anche prima ,
e sempre , e dovunque , essendo suo fondamento una necessità
di fatto , mentre il precedente riposava su di una necessità di ra-
gione. In ambedue i principii , espressamente enunciati nel Codice.
civile italiano, non vi ha di nuovo, in confronto di leggi anteriori
che non li esprimevano , se non quella espressa enunciazione . La
legge nuova non ha con essi immutato per nulla il diritto esi-
stente , onde è ancor meno che improprio discorso, il chiamar
nuova quella legge , e nuovi gli effetti suoi rispetto a diritti ac-
quisiti, poichè tali effetti sarebbero stati ammessi del pari , e lo
furono anche sempre vigendo la legge anteriore , per la vis ac
potestas, se non per la lettera di questa.
In proprio senso , conseguenze nuove di diritti acquisiti
non si danno mai , a meno che le imponga una grave ed evi-
dente ragione di moralità . Si sa che la legge morale è supe-
riore a tutte le altre , epperò anche nella dottrina della retro-
attività i limiti che la morale apporta talvolta a sicurissimi
canoni , non hanno bisogno di essere giustificati in nome e per
mezzo della dottrina medesima. Non vi ha diritto quesito contro
la morale , e ciò è quanto dire che il rispetto del diritto quesito
su cui tutta la giurisprudenza transitoria si fonda , deve cedere.
alle esigenze di una legge nuova , ispirata ed imposta da gravi
ed evidenti ragioni di onestà e di costumatezza.
In altri termini , tutte le volte che una persona , la quale ha
posto in essere un fatto qualunque, non potrebbe opporsi all'ap-
plicazione di una legge posteriore , la quate in ragione di tale fatto
le imponesse maggiori doveri di quelli che le impongono le leggi
vigenti, senza che tale sua pretesa fosse gravemente e manifestamente
immorale, devesi ritenere che nulla osti realmente a siffatta appli-
cazione, e non la si possa dire lesiva di un diritto acquisito , o
ingiustamente retroattiva. Codesto canone è già stato formulato
da parecchi giureconsulti , specialmente francesi . Così , p . es . il
CANONI GENERALI 331
§ . 12.
(1) Non vale quindi in contrario il giusto riflesso del Demolombe ( nu-
mero 46): « che per conoscere il significato dei termini bisogna considerare
il dizionario , o la legge del tempo in cui un atto è stato fatto » , impe-
rocchè il vero significato dei termini in discorso non è che la definizione
giuridica della mobilità o della immobilità , astrattamente considerate ,
definizione uniforme e costante in tutte le legislazioni.
U
§ 13.
(1) I. c.
(2) Ib.
CANONI GENERALI 337
§. 14.
Continuazione.
tutt'al più specioso . Imperocchè, dato pure e non concesso che tutti i pa-
renti viventi del fondatore del fedecommessso , appartenenti alla linea dei
chiamati , abbiano un diritto acquisito sulla sostanza fedecommissaria, questo
diritto acquisito però non ha e non ha potuto mai avere altro oggetto che
la successione fedecommissaria , e non può quindi per sè stesso conver-
tirsi in diritto di dominio . Non è poi concepibile come una successione
ab intestato si possa aprire a grande distanza di tempo dalla morte del
de cujus , e meno ancora in virtù di un atto di fondazione che avea pre-
cisamente di mira di escludere una tale successione. Tutti i sofismi del
Lassalle non valgono ad oscurare codesta verità , universalmente com-
presa , che, abolendosi i fedecommessi , i soli diritti acquisiti , che voglionsi
rispettare, sono quelli dei possessori , che gli altri successibili o chiamati
al fedecommesso non hanno che una mera aspettativa , bene inteso alla
successione fedecommissaria , e non ad altro . Per conseguenza l'avere
molte leggi assegnato una parte dei beni fedecommissari svincolati ai
primi chiamati dopo i possessori , non fu che l'effetto di un riguardo
d'equità. Ciò traspare dalla stessa legge 13 Nevoso anno IX della Com-
missione esecutiva di Piemonte , colla quale abolendo i fedecommessi e
liberando i beni fedecommissari nelle mani dei possessori , fu data agli
ulteriori chiamati una assignation équitable , e a torto il Lassalle adduce
(p. 420) questa legge in appoggio della sua opinione. Egli è del resto fuor
di dubbio che nello abolire istituzioni perpetue, l'avere riguardo non sol-
tanto ai diritli acquisiti , ma eziandio a fondate e prossime aspettative è
procedere prudente e commendevolissimo . Lo osserva anche il Savigny ,
e prima di lui osservollo il Blondeau ( 1. c . ) , il quale fu tanto dominato
da tale persuasione , da non riuscire a stabilire una netta distinzione fra
le mere aspettative , per quanto prossime e degne di equo riguardo , e i
veri e proprii diritti acquisiti.
CANONI GENERALI 343
(1 ) L. XIII , 829 .
346 PARTE SECONDA
§. 15.
Continuazione.
Ciò posto , egli è chiaro che , come rispetto ad ogni altro ele-
mento integrante del diritto acquisito , cosi rispetto a quello della
durata nel tempo , la legge da applicare è sempre quella sotto
il cui impero il diritto venne acquistato . In altre parole , il
termine di tempo per l'esercizio di un diritto acquisito , non
può essere abbreviato nè prolungato da una legge posteriore allo
acquisto , al di qua o al di là della durata stabilità dalla legge
del tempo nel quale il diritto venne acquistato . o dalla volontà
dei disponenti , manifestata in relazione a quella legge.
Discussa la quistione in discorso nella giurisprudenza del
code civil e del codice civile italiano di preferenza in relazione.
al termine di tempo dentro il quale può essere esercitato il
diritto di riscatto , o il patto di ricupera di una cosa venduta ,
l'opinione contraria alla nostra è stata seguita dalla Cassazione
di Parigi 19 gennaio 1836 (1 ) , dalla Corte di Montpellier 8
aprile 1840 ( 2) , dalla Corte di Milano 29 maggio 1874 , dalla Cass .
di Roma 1º dicembre 1876 (3) e 21 febbraio 1880 ( 4) , dalla Corte di
Perugia 15 marzo 1880 (5) , dalla Corte di Roma 14 luglio 1882 (6)
e dalla Corte di Macerata 1 ° maggio 1879 (7) . L'opinione invece
da noi propugnata è stata seguita dal Senato di Torino 10
febbraio 1846 ( 8 ) , dalla Cassazione di Torino 14 febbraio 1853 (9)
e 10 dicembre 1868 (10) e dalla Corte di Trani 26 luglio 1882 (11 ) .
Tra gli scrittori poi la prima opinione è stata adottata dal
Merlin (12), e condannata invece dallo Struve , dall'Unger , e dal
(1 ) D. R. Nantissement n. 219.
(2) Ib. Vente n. 1480.
(3) A. G 1877, 1 , 330.
(4) F. I. 1880 , 1 , 867.
(5) G. I. XXXII , 2 , 233 .
(6) F. I. 1883.
(7) G. 1879, 468.
(8) G. I. I. c. in nota.
(9) Ib.
(10) G. 1869, 49.
(11 ) F. I. 1883.
(12) V. sopra p. 268 i. n
348 PARTE SECONDA
(1 ) V. sopra p . 269.
(2) V. sopra p. 268.
CANONI GENERALI 349
§ 16.
Continuazione.
(1 ) A. G. VIII , 2 , 190 .
(2) G. I. XXVII , 1 , 478 .
(3) L. XII , 1 , 679.
(4) Lo censura il Dalloz ( R. 36 , n. 306).
CANONI GENERALI 363
(1 ) A. G. II , 1 , 15.
372 PARTE SECONDA
(1 ) M. XXII , 918 .
(2) A. G. VIII , 1 , 47 .
(3) Ib. IX , 1 , 94.
CANONI GENERALI 373
(1 ) A. G. VI , 1 , 398.
(2 ) Gazz . Procur. v, 414.
2272288
PARTE PRIMA.
PROLEGOMENI.
camente considerato D 41
IX. Il principio della non retroattività delle leggi nel
Diritto Romano e nel Diritto Canonico .
ཀྱི་
§ 1. Diritto Romano · • D 45
§ 2. Diritto Canonico . D 49
» X. Il principio della non retroattività delle leggi nelle
legislazioni moderne :
385353
Capitolo XI. Fonti dei principii intorno alla retroattività delle leggi Pag. 125
}) XII. Difficoltà di una teoria intorno alla retroattività delle
leggl .. 129
D XIII. Sussidi allo studio della retroattività delle leggi • 133
>> XIV . La teoria della retroattività delle leggi e il diritto
internazionale privato Σ 135
XV. Estensione degli studi intorno alla retroattività . • 期 141
} XVI. Ordine da seguirsi nella esposizione della teoria
della retroattività » 143
PARTE SECONDA.
CANONI GENERALI
INTORNO ALLA RETROATTIVITÀ DELLE LEGGI .
LIBRO PRIMO.
LIBRO SECONDO .
A
1
1
C. F. GABBA
VOL . II .
TEORIA
DELLA
ESPOSTA
ᎠᎪ
C. F. GABBA
Professore ordinario della R. Università di Pisa.
VOLUME SECONDO
SECONDA EDIZIONE
RIVEDUTA E ACCRESCIUTA DALL'AUTORE
CON RICHIAMO ALLA PIÙ RECENTE GIURISPRUDENZA
TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO - EDITRICE
33, VIA CARLO Alberto, 33
Dicembre 1884 .
Diritti di traduzione e riproduzione riservati alla Società editrice.
1
PARTE TERZA
LIBRO PRIMO
pag. 144).
CAPITOLO I.
rocchè i diritti personali dei coniugi non sono già desunti dal
concetto astratto di matrimonio, di marito o di moglie , ma
dalle esigenze della morale pubblica e privata, le quali sono
suscettibili di più o meno perfette , e quindi varie interpre-
tazioni.
È pure carattere proprio e distintivo delle relazioni giuri-
(1) Il Savigny (vedi pag. 414,493) ed altri dopo di lui, fra i quali l'Unger
(p. 130, 139 ) , distinguono il diritto concernente lo stato personale, e il diritto
famigliare. Questa distinzione ci pare più filosofica che giurisprudenziale,
sembrandoci affatto arbitrario il non considerare stato personale il matri-
monio, la patria podestà, la tutela, l'emancipazione, come appunto non le
considera il Savigny. Infatti egli si trovò poi costretto a suddistinguere gli
argomenti del diritto famigliare in quelli che propriamente appartengono a
questa parte del gius transitorio, e in quelli che spettano piuttosto al diritto
transitorio personale. Così per es. , parlando del matrimonio, egli osserva
(pag. 495 ) che l'autorizzazione maritale fa parte del discorso intorno allo
stato delle persone .
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 11
CAPITOLO II.
essi fanno tra stato e capacità, e che noi abbiamo riferita più
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 13
quello che in altre parti del diritto, e per esempio nel diritto
contrattuale. Invero , quando si afferma la retroattività delle
leggi sullo stato e sulla capacità personale , si ha principal-
CAPITOLO III .
(1) Si quidem liberti jam mortui sunt, et bona eorum quasi Latinorum
his, quorum intererat , aggregata sunt, vel adhuc vivunt, nihil ex hac
lege innovetur, sed maneant apud eos jure antiquo firmiter detenta et
vindicanda. In futuris autem libertis praesens constitutio locum sibi
vindicet.
(2) (Cap. 1) Sancimus, ut omnes, qui nati sunt a tempore legis, iique
soli, ab abscriptitia conditione liberi sint, si quidem ex liberis mulieribus
nati fuerint; omne vero, quod praeteriit, antiquae legi servetur.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 19
statem habeat rebus suis eo quo velit modo utendi. Illum enim ingre-
dientem res omnino sequentur, quamquam se eas inferre non expresse
dixerit, neque ullo modo earum dominus amplius erit.
(1) Anche il Bergmann afferma (p. 120 ) che, non accettando l'opinione san-
cita da Giustiniano, coloro i quali fossero entrati in un monastero prima della
emanazione della Novella v, verrebbero ad essere trattati come se loro inten-
zione fosse stata quella di trasferire il loro patrimonio al monastero.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 23
cose dai primi già acquistate, quanto rispetto a quelle che i me-
desimi acquisteranno in avvenire , il divieto fatto ai vescovi in ge-
nerale di donare e di legare ciò che abbiano acquistato dopo
l'ordinazione (1 ) . Cosi pure la L. 53 dello stesso titolo del C. de
episc. et cler. applica a tutti i curiali l'abolizione della capacità,
che prima spettava a questa classe di persone, di conseguire l'e-
piscopato ( 2) . E la Nov. 81 ( 3) applica del pari retroattivamente
la disposizione in essa contenuta che i figli di famiglia vengano
emancipati mediante il conseguimento per grazia imperiale di
certe cariche e dignità , ordinando l'imperatore che non soltanto
escano dalla patria podestà quei figli di famiglia ai quali tali
onori verranno in seguito conferiti , ma cessino eziandio di es-
sere sottoposti alla patria podestà quei figli che già li avessero
conseguiti . Similmente la Novella 19 (4) dichiara che la legit-
timazione per susseguente matrimonio si applica anche ai figli
illegittimi nati prima della introduzione di questa istituzione .
Secondo il Lassalle poi ( pagg . 377 , 378 ) l'ispezione del testo
greco della Novella 5 , e della Nov. 123 persuaderebbe eziandio
che la liberazione accordata allo schiavo nel cap. 17 della prima ,
CAPITOLO IV.
potesi finta dal Weber noi crediamo che il diritto acquisito dei
liberi industriali continuerebbe a sussistere, e cosi opinarono
1
riche onorifiche, e la susseguente L. 65 contiene una costitu-
zione di Anastasio , la quale deroga alla precedente a vantaggio
di quei Decurioni i quali prima della costituzione di Zenone
avessero conseguita una delle cariche anzidette .
28 PARTE TERZA
ritto acquisito , e stato e capacità sono poi due concetti che non 1
si possono separare e contrapporre, perchè lo stato non è in
(1 ) Anche il Weber ( p. 79) afferma che una legge nuova può far cessare
totalmente qualunque stato personale precedentemente acquistato ; ma non
insiste su questa affermazione, e non pare quindi che ne abbia misurata tutta
la pratica importanza.
(2) Molto tempo prima del Lassalle il Georgii ( p. 161 ) aveva dato per
fondamento al diritto acquisito in materia di stato personale « il fatto od atto
da cui la legge fa nascere in una persona un dato stato o capacità ». Questa
formola è meno ristretta di quella di Lassalle, perchè comprende anche
azioni fatte non da chi diventa subbietto del diritto personale ; infatti il
Georgii, come in seguito vedremo, desume il diritto di ricercare la pater-
nità dal fatto della fecondazione illegittima. La dottrina di Georgii però ha
in compenso un altro difetto, quello cioè d'essere poco pratica. Imperocchè
l'autore non determina l'estensione obiettiva del diritto acquisito personale,
come ne ha determinata l'origine e il fondamento. - Noi non abbiamo
30 PARTE TERZA
riportata nel testo neppure l'opinione di Bergmann (pag. 114, 118) « che la
immediata efficacia delle leggi sullo stato e sulla capacità personale possa
ammettersi soltanto rispetto ai diritti personali, provenienti dal « rango o
ceto » di una persona nello Stato, non rispetto a quelli acquistati in altra
maniera. Questa opinione, manifestamente troppo generale, condurrebbe
a negare a dirittura che di regola le leggi sullo stato e sulla capacità per-
sonale siano retroattive , si applichino cioè immediatamente a tutte le per-
sone che trovansi nel casò da esse preveduto. Non è più degna di con-
siderazione delle precedenti la dottrina del Grandmanche de Beaulieu ( p. 41 )
che lo stato delle persone abbia sempre per origine un contratto, o vero
o supposto. Questa dottrina è anche più ristretta di quella di Lassalle, che
desume il diritto acquisito personale da fatti volontari in generale. Anche
il Grandmanche de Beaulieu (pag. 42) al pari di Lassalle, e prima anzi di
questo, fa valere pel figlio il fatto del padre, cioè il matrimonio di questo,
per spiegare l'origine dei diritti che spettano al primo all'atto stesso della
nascita (v. sopra pag. 23, nota 1 ) .
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 31
segue che la legge nuova può sempre abolire uno stato svan-
taggioso , e può anche migliorare qualunque stato personale .
Invero il rispetto dei diritti acquisiti ha la sua ragione nell'in-
teresse dell'individuo , e noi abbiamo anche osservato prece-
dentemente che i diritti di stato personale presentano questa
italiano, dicendo in generale (art. 16) che gli effetti delle di-
chiarazioni di fallimento pronunziate prima del nuovo Codice ,
sono regolati dalle leggi anteriori.
CAPITOLO V.
§ 1.
Della libertà e della schiavitù.
§ 2.
§ 3.
Della cittadinanza.
Stato, come per es. nel Regno d'Italia (Cod . civ . ital . , 1. I , t . I ,
art. 3) , i forestieri sono ammessi al godimento di tutti i di-
ritti civili , senza condizione nè formalità alcuna , ed in altri , come
zazione, oppure non domiciliati, se ad essi non spettano i diritti civili, quel
Codice non dice. Anche la giurisprudenza non è mai riuscita a determinarli
(vedasi l'esposizione di questa quistione in KALINDERO, pag. 46 e segg.; in
MAILHER DE CHASSAT, 1 , pag. 205 e seg.; e VALETTE, Explic. du liv. prem.
du C. N., pag. 17) , cosicchè prevalse nella pratica l'opinione che spettino ai
forestieri tutti i diritti civili che la legge espressamente loro non interdica,
la quale interdizione, dopo l'abrogazione degli articoli 626 e 912 del C. N.
in virtù della legge 14 luglio 1819, si verifica oggidì soltanto negli arti-
coli 14-16 del C. N. , relativi alla competenza giudiziale, e in alcune dispo-
sizioni della legge sull'arresto personale. Nè poteva essere diversamente,
ove si pensi che il concetto del jus civile, che avevano i Romani , non ha
più alcuna base nel diritto moderno, e che l'importanza della cittadinanza,
come stato personale fondamentale, si connetteva appunto pei Romani a
quel concetto.
42 PARTE TERZA
autorità (v. Vol. I, p . 260 ) . I fatti però , in vista dei quali la legge
fa diventar cittadino chi non lo è, possono essere di due specie
differenti : o tali che di loro natura non possano verificarsi se
non dopo l'attuazione della legge nuova , come se questa pre-
scriva l'adempimento di una formalità del tutto nuova , oppure
fatti che possano essersi verificati rispetto ad una data persona
anche prima di quell'attuazione , come per es. , se la legge di-
chiari cittadino chiunque abbia soggiornato nello Stato per un
nale privato , cioè dei diritti del forestiero , o del conflitto pos-
sibile fra due diverse legislazioni di differenti Stati, e talvolta
da tal punto di vista , e nelle applicazioni che al medesimo si
collegano , subiscono limitazioni e deroghe . E di cosi fatte limi-
tazioni se ne incontrano in particolare nel diritto transitorio, e
appunto nella dottrina transitoria della cittadinanza , di cui
stiamo ragionando . E di vero , quantunque in tesi generale si
debba dire che una legge nuova non può direttamente e im-
mediatamente spogliare del diritto di cittadinanza chi ne è ri-
vestito , pur nondimeno questa regola può subire eccezione ,
allo scopo di porre in armonia la legislazione dello Stato con
latore non può far diventare cittadino dello Stato una persona ,
per titolo di fatti e circostanze avveratesi rispetto alla me-
del 30 aprile 1790 , senza che egli avesse perduto senza alcun
fatto proprio, e immediatamente per opera di quella legge, la
cittadinanza inglese di cui prima era rivestito (1 ) .
§ 4.
ione
Continuaz .
§ 5.
Continuazione .
( 1 ) M. T. viii, 267.
(2) Massime del Notariato, vi , 412.
(3) Gazzetta dei Tribunali di Napoli, xx, 810.
(4) M. T. VII, 692.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 53
§ 6.
Della morte civile.
delitto, ma non gli è ancor stata inflitta con una sentenza che
lo condanni ad una di quelle pene che la traggono seco , l'abo-
lizione fattane da una legge nuova ha certamente per effetto
vedremo nel seguito dei nostri studi , prima della morte del
de cujus, e per conseguenza non può essere nel novero di quei
diritti, che il religioso uscito da una corporazione soppressa non
può acquistare senza violare il diritto altrui . Soltanto sulle ere-
(1 ) R. G. 5, 2ª part., p. 322 ; D. R. 1 , 9.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 59
§ 7.
Dell'assenza .
Ciò posto, non v'ha dubbio che ogni nuova legge sull'assenza
si deve applicare non soltanto alle assenze che si verificheranno
dopo la sua attuazione, ma eziandio alle assenze cominciate prima,
e che continuano dopo quel momento. Questo principio è con-
fermato anche da alcune legislazioni positive, fra le quali vo-
( 1 ) Intorno ai vari modi di regolare l'assenza nel diritto civile, vedi i miei
Studi di legislazione civile comparata, capit. IV. Milano, Lombardi, 1862.
60 PARTE TERZA
(1) R. G. 5, 2ª part., p . 3, 22 ; D. R. 1 , 9.
(2) Ib.
(3) V. pag. 59, i. n.
(4) Anche la legge transitoria civile pubblicata nell'Umbria con decreto
26 novembre 1860 ( art. 2) dichiara nulla essere innovato pel caso in cui la
morte sia stata dichiarata a mente del § 1647 del Regolamento giudiziario
pontificio del 10 novembre 1834.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 61
se egli fosse morto nel giorno delle ultime notizie . Ora si do-
manda con qual legge debbansi quelle persone determinare ,
se per avventura nel giorno delle ricevute ultime notizie dell'as-
sente fosse stata in vigore una legge successoria differente da
quella sotto il cui impero devesi conferire il possesso provvi-
sorio . Sembra sulle prime che delle due leggi debbasi prefe-
rire la prima, ripugnando che si considerino eredi legittimi al
momento di una finta apertura della successione, persone che
(1) R. G. 41 , 2, 209.
(2) R. G. 9, 1 , 104.
64 PARTE TERZA
§ 8.
§ 9.
(1) Herrestorff opina che i ventun anni compiuti prima della emanazione
del C. N. , non possono far considerare maggiorenne una persona dal mo-
mento dell'emanazione di questo Codice, in virtù dell'art. 488 : che altrimenti
si darebbe vigore alla legge in un tempo anteriore alla sua promulgazione :
che per conseguenza tali persone devono rimanere in quella condizione
nella quale si trovavano al momento di quella promulgazione. Pare impos-
sibile che Herrestorff non abbia avvertito che la sua obbiezione starebbe
soltanto se in virtù dell'art. 488 del C. N. si volesse considerare maggio-
renne una persona fino dal momento in cui compiè il ventunesimo anno
prima della nuova legge, lo che nessuno ha mai pensato .
68 PARTE TERZA
pag. 241).
In seguito alla pubblicazione della legge francese del 20 set-
tembre 1792 , la quale introdusse la maggior età a ventun anni ,
surse in Francia la stessa quistione che era stata agitata in
Utrecht, rispetto a qualche consuetudine francese , come , per
esempio , quella di Normandia, la quale stabiliva la mag-
gior età a vent'anni compiuti . Il Meyer (p . 47 ) fu dei primi
scrittori che si pronunciarono in favore dell'opinione che la
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 69
(1 ) Induciamo questa opinione del Weber dalla sua asserzione: che le leggi
sullo stato personale siano ingiustamente retroattive allora soltanto quando
si applichino per giudicare della validità di atti o rapporti giuridici posti in
essere precedentemente.
(2) Lehrbuch, I, 156 ( ap. LASSALLE , p. 381 ) .
(3) Ergänzungen zum Allg . Landrecht, 1 , 47 (ib. ) .
(4) Casuistik, 1 , p . 42, art. 24 (ap. UNGER).
(5) De statu personae majorennibus jure gallico tributo, post promul
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 71
gatum novum codicem belgicum non tollendo, sed lege transitoria ipsis
confirmando. Groninga (ap. PINTO, p. 145).
( 1 ) V. PINTO, p . 139 , art. 32 : « lo stato delle persone e delle cose è giudi-
cato secondo la legge presente »; art. 33 : « questa regola però non ha effetto
rispetto allo stato delle persone e delle cose, che sia stato già irrevocabil-
mente acquistato prima della presente legge. Così colui il quale è diventato
maggiore d'età secondo una legge anteriore, rimane tale, benchè la legge
nuova prolunghi la durata della età minore ».
(2) Però la citata Patente del 20 aprile 1815, e quella del 23 marzo 1852
per Cracovia stabiliscono che la maggiore età speciale per la conclusione
del matrimonio deve essere giudicata secondo la legge nuova ( v. UNGER ,
p. 131 , nota 6 in fine).
72 PARTE TERZA
era stata fatta prima di noi dal Pinto (pag. 138 ) , le cui parole
non stimiamo inutile riferire. « Una volta, egli dice , che è com-
§ 10.
posito della maggior età (v. sopra pag. 72) , opina che la legge
nuova non possa far cessare l'emancipazione dalla tutela ,
quando la medesima sia stata conseguita mediante atti volon-
stinzione fra gli statuti personali e gli statuti reali non è salda ,
perchè la legge non distingue, e perchè il principio generale
che le leggi non sono retroattive (1 ) non può essere arbitra-
riamente limitato ; che lo stato civile , essendo un diritto non
meno prezioso della proprietà dei beni mobili ed immobili, ciò
senza il cui avviso ella non potrà fare alcun atto relativo alla tu-
tela, e che questa disposizione, la quale non poteva essere ese-
guita che nelle tutele future, esclude ogni applicazione della
legge alle tutele anteriori ; che il padre di famiglia, il quale pre-
feriva di lasciare al suo figlio minorenne l'amministrazione dei
suoi beni, piuttosto che darne l'usufrutto alla madre , non
avrebbe mancato di far uso della facoltà conceduta dal-
dal quale risulta che i figli minorenni non devono cadere sotto
la tutela del padre o della madre loro , se non quando non
siano stati emancipati ; atteso che nella fattispecie Fanny Vey-
rans, essendo pubere al momento della pubblicazione del ti-
tolo 10 del Codice civile, e per conseguenza riputata eman-
cipata, non era soggetta alla tutela di diritto stabilita da questo
articolo, e che la Corte di Montpellier, coll'annullare la sen-
tenza emanata contro la suddetta Fanny Veyrans ha falsamente
applicato l'art. 390 del Codice civile , e contravvenuto all'au-
torità della cosa giudicata, cassa ecc. » .
Mentre i nuovi casi di tutela non si applicano a quei mino-
per es . abolita l'ipoteca legale del pupillo sui beni del tutore ,
non v'ha dubbio che questi beni cesserebbero di essere vincolati
dal giorno dell'attuazione della nuova legge . Imperocchè , quan-
quel diritto deve cessare quando una legge nuova più non lo
ammette . Cessata però l'ipoteca legale di un pupillo in virtù
della nuova legge, e dal momento della sua attuazione , non
cesserà di potersi far valere il diritto ipotecario del pupillo per
quelle ragioni che fossero sorte a suo vantaggio verso il tutore
sotto l'impero della legge precedente ; imperocchè altrimenti
si violerebbe il principio che la legge non può avere alcun ef-
fetto anteriore alla sua attuazione . Reciprocamente , intro-
dotta l'ipoteca legale del pupillo sui beni del tutore , questa
legge si applicherà anche alle tutele anteriormente costituite ,
e che durano tuttora, ma, onde non offendere il principio che
l'azione della legge non può farsi sentire se non dopo la sua
(1 ) C. N. 3, 2, 109.
(2) R. G. 11, 2, 36 ; C. N. 3, 2, 265 ; D. R. 12, 714.
(3) R. G. 13, 2, 71 ; C. N. 4, 2 , 201 ; D. R. 12, 766.
90 PARTE TERZA
Imperocchè una tale finzione non può prevalere alla realtà che
l'amministrazione tutelare consta , come dicemmo poc'anzi , di
una serie di atti separati e distinti gli uni dagli altri , e che
per conseguenza l'applicazione immediata della legge nuova
al diritto, quanto rispetto alla forma, a tutto ciò che sia per
accadere dopo la sua promulgazione, senza aver riguardo alla
circostanza che l'avvenimento, il quale diede luogo alla tutela,
sia anteriore alla legge nuova » . — Con qual legge si debba
§ 11 .
sentenza del 22 agosto 1807 (2) , e per noi discende dalle cose
dette nella parte generale di quest'opera intorno alle formalità
( 1 ) A. G. 1871 , 1 , 101.
(2) C. N. 2, 2, 296. Questa sentenza tenne ferma l'interdizione incorsa sotto
l'impero della consuetudine di Gand , quantunque questa la facesse risultare
dalla semplice nomina di un curatore per determinati atti.
96 PARTE TERZA
pag. 254 e 399 , 263 e seg. ) intorno alle azioni pendenti e alle
facoltà di legge in generale. Imperocchè noi abbiamo veduto
in quella occasione che il rispetto di un'azione pendente al
momento dell'attuazione di una legge nuova che più non l'am-
mette, suppone che l'azione stessa possa essere ricondotta ad
del Codice, furono ipso jure ridotte negli effetti loro alle proi-
(1 ) R. G. 10, 338 ; Pasic., la serie, C. d. cass. , vol . 5, pag. 550. Questa sen-
tenza ne confermò una della Corte d'appello di Bruxelles.
104 PARTE TERZA
questa .
A questa obbiezione noi rispondiamo che il principio
della immediata applicazione delle leggi personali , e in gene-
rale il principio che le leggi devono ricevere la più ampia
applicazione possibile senza ledere diritti acquisiti , possono
venire limitati e ristretti negli effetti loro dal legislatore per
[ic_ guenti motivi : << attesochè la Corte d'appello non avrebbe potuto
011- applicare alla quistione le disposizioni del Codice civile enun-
ciate nel ricorso dell'attore , senza dar loro effetto retroattivo ,
poichè si trattava della validità di una obbligazione anteriore
alla promulgazione di quel Codice ; attesochè , dovendosi la qui-
stione decidere secondo le leggi sarde, la sentenza impugnata ,
118 PARTE TERZA
(1 ) G. I. XXXII , 2, 883.
(2) M. T. x1, 175.
120 PARTE TERZA
§ 12.
sere tolte da una legge nuova anche a coloro che già ne sono
rivestiti, non ne segue però che sia giusto del pari l'applicare
una legge siffatta senza aver riguardo alcuno alle conseguenze
che risentiranno i privati colpiti da essa . Non cessa di essere
leso un diritto , perchè i danni provenienti dalla lesione siano
stati riparati, nè il diritto spettante allo Stato di manomettere
in certi casi certi diritti, lo esime dall'obbligo di indennizzare
i privati cui i diritti appartenevano . Codesto obbligo è infatti
riconosciuto dalla generalità degli scrittori , ed anche dai legis-
latori lo fu parecchie volte , cosicchè il dirne qualche parola è
veramente indispensabile complemento della dottrina che an-
diamo esponendo .
Discordano gli scrittori nel determinare i casi, cioè i di-
ritti e le prerogative che non si possano abolire senza inden-
nità ai possessori . Secondo alcuni , come per es. il Reyscher
egli dice, nel primo caso ottenere con nessun altro titolo da
nessuna persona i servigi degli schiavi di una volta , mentre nel
( 1 ) M. T. x11, 471 .
(2) L. xv, 1 , 494. (3) A. G. vi, 2, 26.
126 PARTE TERZA
(1 ) Ib. 1 , 2, 542.
(2) G. IV, 33.
(3) Anche negli Stati Uniti d'America quando cominciò l'ultima guerra
per l'abolizione della schiavitù si ebbe l'idee di indennizzare i padroni degli
schiavi ; Lincoln fu tra i fautori di questo provvedimento. Ma l'idea venne
poi abbandonata, e pare che i fatti non abbiano dato finora ragione a coloro
che l'avversarono . - Nel 1859 furono aboliti in Austria, senza indennità, i
così detti radicirte Gewerbe , cioè diritti di tener bottega , radicati nel
possesso di certe case o fondi. Nel 1882 il deputato Lienbacher propose alla
Camera dei deputati di Vienna il risarcimento di quei diritti aboliti, e tale
proposta venne respinta , solo perchè tardiva.
(4) Non si dovrebbe restituire la tassa pagata pel conseguimento di titoli
onorifici, quando questi venissero aboliti. Imperocchè nessun Governo può
ardire di dichiarare roba venale le onorificenze che esso accorda, nè queste
possono mai essere ritenute tali dai cittadini.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 127
CAPITOLO VI .
Non può quindi far meraviglia che la materia del diritto per-
sonale famigliare abbia dato occasione a molte e frequenti con-
troversie, e che queste meritino di essere dibattute colla massima
accuratezza .
§ 1.
a buon diritto non la divise nessuno degli altri non molti scrit-
tori di gius transitorio che trattarono questo tema . Gli sponsali
sono bensi, quanto alla forma, un contratto , ma nella sostanza ,
che più importa, essi mirano alla conchiusione del matrimonio ,
sono quindi fra le condizioni di questo , condizioni naturali ,
non essenziali , ma pur condizioni . Ciò posto , essendo il matri-
monio uno stato personale, ne consegue che gli sponsali atten-
gano strettamente a questo stato, e che il discorso intorno alla
efficacia retroattiva di una nuova legge intorno ai medesimi
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 131
§ 2.
§ 3.
non può questo giudicarsi per valido o per invalido, se non risa-
lendo al giorno della sua conchiusione, e applicando la legge
vigente in quel giorno, qualunque mutazione sia accaduta dipoi
nella legge matrimoniale, e in costanza di quel matrimonio .
La pratica importanza del precedente schiarimento è facil-
mente intraveduta da chi ha presente il discorso da noi fatto
nel primo volume di quest'opera intorno alla convalescenza
materiale e formale dei rapporti giuridici . Gli è appunto al
contratto di matrimonio che quella dottrina viene più fre-
quentemente applicata . Mentre il solo Bergmann (pag. 30) ,
che noi sappiamo, insegna potersi addurre una causa di nul-
lità nuovamente introdotta per invalidare matrimoni anterior-
mente conchiusi, non pochi invece pensano che le variazioni
della legge intorno ai requisiti materiali o formali del matri-
monio , o in altri termini intorno agli impedimenti o alle forme
del matrimonio , possano avere l'effetto di convalidare matri-
non soffre per noi nessuna eccezione . Neppure nel caso che
l'inosservanza di un requisito legale del matrimonio fosse stata
commessa quando stava per entrare in vigore una legge già
promulgata e abolitiva del medesimo , potrebbe la legge nuova
convalidare il matrimonio nullo per l'inosservanza della legge
anteriore . La contraria opinione, sostenuta fra gli altri dal
Delvincourt (t. 1 , pag . 14), non è che un'applicazione speciale
di una dottrina più generale intorno all'efficacia retroattiva
delle leggi sui fatti o negozi giuridici posti in essere nell'in-
tuta dal Merlin (Rep. , v° Lois, n. IX) . Soltanto una legge posi-
tiva può indurre il giudice a pronunziare la convalescenza in
discorso , e noi non escludiamo che talvolta il legislatore possa
avere sufficienti motivi di pubblicare una legge siffatta ; l'esi-
persone alle quali già non spettava a termini della legge sotto
cui il matrimonio venne conchiuso , ma che a tali persone può
venir tolta dalla legge nuova, purchè non si tratti di uno qua-
lunque dei coniugi .
§ 4.
(1) V. BAUER, p. 38. - Una legge transitoria prussiana del 1814 (v. Vo-
lume 1 , pag. 89, in nota) dispone che : « i diritti e i doveri fra i coniugi, ed
anche il regolamento dei loro rapporti in caso di separazione matrimoniale ,
vengono regolati dalle leggi vigenti al tempo della conchiusione del matri-
monio »; ma in questo passo hannosi certamente di mira i rapporti patri-
moniali, attesochè fra coniugi separati non rimangono più che questi.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 151
non pare, a dir vero, che egli abbia ben compreso la vera na-
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 155
§ 5.
pag. 150).
Identica alla suesposta è in sostanza la dottrina del Merlin
(1. c. , pag. 223 ) intorno all'effetto retroattivo di una nuova
legge sulla separazione ; e tale dottrina s'accorda pure colla
legge francese del 20 settembre 1782 , la quale , mentre abo-
liva (§ 1 , art. 7 ) la separazione di letto e di mensa , dichiarò
annullate ed estinte tutte le domande di separazione non an-
( 1) G. 1. xxvIII, 2, 259.
(2) A. G. II, 1 , 39.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 161
( 1) G. I. xx1 , 1 , 641 .
(2 ) L. XI, 1 , 477.
(3) Ap. DALLOZ (1. c., n. 518 nota). Ecco la motivazione di questa sentenza.
<< Attesochè le conseguenze di una separazione fra coniugi devono essere
<< giudicate secondo la legge vigente al momento della separazione ; -- atte-
<< sochè la separazione avvenuta fra l'appellante e il di lei marito fu stipu-
<< lata e pronunziata nel 1801 , e quindi sotto l'impero della legge di quell'e-
<< poca ; attesochè a quell'epoca una donna separata dal marito in seguito
<< a condanna giudiziale pronunziata dopo il contratto di separazione, era
<<< liberata dalla podestà maritale e poteva obbligarsi senza l'autorizzazione
<< nè il consenso del marito ; attesochè, per conseguenza, l'appellante non si
GABBA - Retr. leggi , II 11
162 PARTE TERZA
§ 6.
<< trovava nel caso di aver bisogno di una autorizzazione per obbligarsi me-
<< diante l'atto in questione, o di ricorrere, in difetto della medesima, al Pub-
<< blico Ministero, annulla il ricorso, ecc. ».
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 163
pag. 157).
Che se tanto l'abolizione quanto l'introduzione del divorzio
si applicano ai matrimoni già conchiusi , come a quelli che si
conchiuderanno , rispetto alla seconda ipotesi però non si vuol
perdere di vista un riflesso che già facemmo rispetto alla se-
parazione, e che in questa materia del divorzio è sfuggito a
tutti gli scrittori , fuorchè al solo Kalindero (pag . 57 e segg. ) .
Le cause del divorzio non devono risolversi nell'arbitrio di uno
nessuno di quei fatti che per legge sono motivi sufficienti ad invocare e con-
seguire lo scioglimento.
O condizione risolutiva adunque, o semplice causa di scioglimento poste-
riore al contratto, o l'una cosa o l'altra ; di mezzo non c'è nulla, fuorchè
l'equivoco. O la non consumazione, accompagnata da grave causa, è vera e
propria condizione risolutiva del matrimonio, o essa non è che una causa
di scioglimento, simile giuridicamente alle ordinarie cause di divorzio ; l'una
cosa o l'altra doveva francamente dichiarare la suaccennata sentenza, che
invece non dichiarò nè l'una, nè l'altra. La non consumazione del matrimonio,
condizione risolutiva , et quidem tacita, di questo contratto, tale e non altro
è il senso dell'arcana colleganza fra scioglimento del matrimonio per quel
titolo e conclusione del medesimo , che i giudici del 26 dicembre 1879 e i loro
collaboratori designarono vagamente colle frasi causa de praeterito, causa
risolutiva congenita, causa risolutiva nascente dall'originaria costitu-
zione e modalità del vincolo. Tale e non altro è il quid dimidium fra
annullamento e scioglimento, che è perno e punto vitale dell'argomentazione
di quei giureconsulti. È questo il Proteo cui essi alternano a piacimento i
nomi di causa o azione di nullità, di causa o azione di scioglimento, la
radice, la fonte prima delle contraddizioni, degli equivoci e delle oscurità
in cui essi sono perennemente involti. O intendere in quel modo il senso
arcano dei loro discorsi, o rinunziare a intenderli affatto in nessun modo, e
quindi essere costretti a condannare e mettere da parte la sentenza e i suoi
commentari, come enigmi e non sensi.
Ma è egli poi lecito considerare la non consumazione del matrimonio
come condizione risolutiva tacita di questo contratto ?
Anche qui la giurisprudenza risponde di no con ragioni insuperabili per
certezza e gravità.
Anzitutto il giure canonico non consente opinione siffatta , perchè esso
non permette scioglimento di matrimonio rato e non consumato , se non
quando e perchè concorrano gravi cause a giustificarlo. Sono queste cause
il fondamento prossimo della domanda e della sentenza di scioglimento, e
non il solo difetto di consumazione. Il non essere stato consumato il matri-
monio è una mera condizione negativa, sine qua non, perchè lo scioglimento
si possa ottenere ; se le gravi cause non vi si aggiungono, lo scioglimento
è impossibile. Ma che le gravi cause non siano nè de praeterito, nè conge-
nite al vincolo, nè effetti della costituzione o della modalità del vincolo,
non vi ha d'uopo dimostrare. Sorprende davvero il meschino artificio con
cui i giudici del 26 dicembre 1879 e i loro cooperatori, per confondere le
idee proprie e le altrui intorno alla vera natura giuridica dello scioglimento
del matrimonio non consumato, ne trascurano affatto un elemento essen-
ziale, nell'atto stesso in cui si danno l'aria di precisarla scientificamente .
168 PARTE TERZA
della legge nuova, oppure basti che siasi verificata sotto l'im-
(1 ) E così pure le tre leggi transitorie prussiane del 1816 : per la Sassonia
(p. 11 ), per la Prussia occidentale ( p. 11 ) , e per Posen (p . 11 ) ; v. Savigny,
1. c., pag. 516 in nota, e pag. 213.
172 PARTE TERZA
legge sul divorzio , che la legge non deve avere effetto retroat-
tivo ; attesochè in virtù di tale principio , nella discussione in-
torno ad una domanda presentata per fatti anteriori alla pub-
blicazione delle nuove leggi , si deve ricorrere alle leggi antiche ,
e non alle nuove , ecc . » .
Noi pure non possiamo esitare un istante a seguire la se-
conda delle due surriferite opinioni , ogniqualvolta la domanda
di divorzio sia basata su singoli fatti compiuti e finiti sotto l'im-
pero della legge precedente. In questo caso sembra anche a
noi evidente che il volere applicare la legge sul divorzio ad un
matrimonio anteriore, adducendo la generale retroattività delle
leggi sullo stato personale, sia un abusare di questo principio,
spingendolo oltre un limite che nessuna legge può mai varcare ,
il limite cioè del tempo in cui non erano ancora accaduti i
fatti a cui la legge vorrebbesi applicare ; codesta specie di re-
troattività noi l'abbiamo dichiarata impossibile fin dal principio
dei nostri studi (v . Vol . I , pag . 34) . La riferita argomentazione
del Tribunale di prima istanza di Torino non potrebbe essere
per noi nè più giusta nè più stringente .
Ma può darsi che i fatti , in base ai quali il divorzio viene
domandato , non siansi esauriti prima dell'attuazione della
legge nuova, costituiscano cioè una di quelle durevoli condi-
zioni di fatto, che già nella Parte Generale (Vol. I, pag. 234 )
abbiamo avvertito potersi calcolare dalla legge nuova , avendo
riguardo non solo a ciò che sotto il suo impero è accaduto ,
ma anche a ciò che è accaduto prima. E tale ipotesi può
avverarsi , o perchè : a ) i fatti che danno causa al divorzio sono
complessi, cioè risultano dall'insieme e dalla successione di
molti fatti minori, i quali abbracciano un periodo di tempo
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 175
posteriori a quella legge . Del resto noi abbiamo già più volte
avvertito nel corso di quest'opera che le leggi positive non
§ 7.
Continuazione.
causa. Noi non crediamo che in linea teorica si possa far di-
stinzione fra questi due casi, perchè ci sembra che le stesse
ragioni militino per dare efficacia retroattiva alla legge nuova
in entrambi . L'azione pendente nelle materie di stato personale
non può, come già abbiamo più volte avvertito , essere para-
gonata alle azioni pendenti in altre materie , che talvolta pos-
sono venir considerate come diritti acquisiti . Imperocchè, men-
tre ciò noi sappiamo non avverarsi , se non perchè l'azione abbia
la sua radice in un diritto acquisito anteriore, oppure perchè
(1 ) Pur troppo non contraria alle tendenze del partito a cui apparteneva
il Peyronnet, il quale fu ministro con Polignac, e uno degli autori delle ce-
188 PARTE TERZA
§ 8.
Tanto gli uni quanto gli altri sono governati dai generali prin-
cipii del gius transitorio personale , e quindi si devono sempre
determinare secondo la legge attuale , a meno che includano
uno stato o un grado di capacità personale, che secondo quei
principii si possa dire acquisito .
Noi ragioneremo di tali rapporti e diritti secondo l'ordine
della loro importanza .
che come leggi personali esse pure , e poi si neghi , rispetto alle
prime, un principio certissimo rispetto alle seconde , prove-
niente appunto da quella loro speciale natura ? La parifica-
zione di quei due ordini di leggi adunque non può logicamente
fornire che un motivo di più onde accettare la tanto combat-
tuta tesi della retroattività delle nuove leggi probatorie in ma-
stato personale . Non è dubbio quindi per noi che l'art . 174
del Codice civile italiano, concernente appunto quella ipotesi,
debbasi applicare non meno ai casi accaduti prima, che a
quelli accaduti dopo la sua attuazione.
202 PARTE TERZA
(Vol . I, pag. 29 , 40) , dal Merlin (1. c . , pag. 236) , dal Savigny
(pag. 500) , dall' Unger (pag. 142) , dal Dalloz (1. c. , n . 234) ,
dal Mailher de Chassat (1 , pag . 243, 248), dal Demolombe
(n. 43) (1 ) , dal Grandmanche de Beaulieu (pag . 53) , dal Theo-
dosiades (pag. 54) , e dal Mazzoni (l . c. , pag. 43) . Il solo Her-
restorff si mostra anche in questa occasione del tutto ignaro
dei veri principii su cui riposa il diritto transitorio personale .
Egli sostiene (pag. 224) che la patria podestà, una volta acqui-
stata, non si possa più perdere se non per motivi contenuti
nella legge sotto il cui impero ebbe origine , e adduce come
argomenti la L. 24, C. De agric . , congiunta colla Nov. 54 ,
praef. e cap. 1. Ma in questi passi di legge si ragiona della
condizione personale in genere di certe persone , e non della
patria podestà in particolare , e quantunque vi sia detto non
applicarsi retroattivamente una legge che migliora la condi-
zione di quelle persone ( 2) , questa disposizione però non può
prevalere alle gravi ragioni su cui si basa l'opposto principio,
fondamentale nella teorica del gius transitorio personale , e
rimane del tutto e solamente positiva.
(1 ) M. T. 1882 , 775.
206 PARTE TERZA
( 1 ) A. G., 1, 2, 218.
(2) G., v, 384.
(3) M. T., XII , 717.
(4) A. G. 1, 2, 218.
(5) G., IV, 524.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 211
andar perduto pel ritorno dalla tutela alla podestà patria . Im-
perocchè noi sappiamo (v. sopra pag. 34) che i diritti acqui-
siti personali sono vantaggiose condizioni personali legittima-
mente acquistate, e che perciò non possono più essere tolte ;
(1 ) Noi non neghiamo però che anche l'opinione contraria alla nostra
possa essere sostenuta, con qualche apparenza di ragione, da chi dissenta
da noi nel giudicare l'importanza della esenzione dall'onere dell'usufrutto
legale rispetto allo stato personale del minorenne sottoposto alla tutela,
anzichè alla patria podestà del genitore. Ed anche di fronte all'art. 9 delle
leggi transitorie per l'applicazione del C. C. I. l'opinione contraria alla nostra
potrebbe in qualche modo essere propugnata. Bisognerebbe sostenere che
l'espressione emancipazione legale, usata in quell'articolo, si debba inten-
dere anche nel senso di una emancipazione parziale, quale è contenuta nel
passaggio dalla sottoposizione alla podestà patria alla sottoposizione a tu-
tela, almeno rispetto al diritto dell'usufrutto legale spettante a chi è rive-
stito di quella podestà (Arg. la sentenza della Corte d'appello di Agen,
citata nel testo. V. sotto pag. 220).
214 PARTE TERZA
anno 13 (3) .
Analogamente a quanto dicemmo circa l'immediata appli-
cazione delle leggi che attribuiscono alla madre vedova la
patria podestà su figli minorenni, devesi anche ritenere che
una legge la quale, come la vigente italiana, attribuisca al
padre naturale la tutela sul figlio riconosciuto, ha virtù di fare
immediatamente cessare la tutela ad altre persone attribuita
rispetto a quei figli dalla legislazione anteriore . E ciò ebbe
a dichiarare anche la Corte di Casale in una sentenza 7 feb-
braio 1868 (4).
sia che essa introduca per la prima volta, o sia che abolisca l'usu-
frutto legale, o sia che ne abbrevii o ne prolunghi la durata . Co-
desto principio è seguito dalla generalità dei giureconsulti , e
da non poche legislazioni. Ora esaminiamo distintamente le
singole sue parti .
a) Se l'usufrutto viene introdotto per la prima volta in
uno Stato nel quale la patria podestà non comprendeva tal
diritto , oppure viene introdotto in un colla stessa podestà patria
in uno Stato in cui questa podestà non era ammessa , non v'ha
dubbio, come osservano il Merlin (pag. 238) , il Dalloz (n . 238 ) ,
e il Grandmanche de Beaulieu (pag . 53) , che dal giorno del-
l'attuazione di tal legge spetterà il diritto di usufrutto a tutti
coloro che hanno la patria podestà , e sui beni dei figli loro
che prima ne erano esenti. Anche la legge transitoria estense
(1 ) Non dell'ugual forza è l'altro argomento addotto dai tre citati scrittori ,
che il figlio non poteva pretendere che l'amministrazione del suo patrimonio
per parte del padre continuasse ad essere gratuita. Imperocchè il legislatore
non dice che l'usufrutto legale sia principalmente un salario del padre, e
la filosofia del diritto non parmi che possa conciliare l'idea di salario col-
l'alto concetto morale della podestà patria.
922 PARTE TERZA
(1 ) Veramente nessuna delle leggi italiane citate nel testo sotto la let-
tera d) dichiara che la disposizione eccezionale in esse contenuta si applichi
soltanto ai beni del figlio che già erano sottoposti all'usufrutto sotto la
legge anteriore. Lo dichiara invece la citata legge badese, e la stessa
clausola è pur contenuta nelle leggi austriache citate sotto la lettera c) .
Tuttavia, per l'autorità di questi esempi , e più ancora perchè una tale
limitazione è conforme allo spirito delle leggi eccezionali in discorso, non
ci parrebbe temerario tentativo quello di introdurla nella interpretazione
delle leggi suddette.
(2) Pasic. Jur. d. Trib. et d. C. d'app., Vol. I , pag. 361 .
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 225
destà, l'avo che godeva dei beni del nipote morto sotto la sua
podestà, non avea potuto continuare nel suo possesso dopo
l'attuazione di quella legge . Questa sentenza venne poi confer-
mata da un'altra della Cassazione di Parigi del 5 agosto 1812 (2) .
La stessa Corte di cassazione dichiarò di bel nuovo lo stesso
destà patria colla minor età del figlio , ha mai spinto i riguardi
di equità fino a conservare l'usufrutto legale per tutta la vita
del figlio a quel genitore il quale l'avesse acquistato sotto una
legge che faceva durare la patria podestà per tutto quel tempo .
§ 9.
legge alla vedova, durante l'anno del lutto, verso i parenti del
marito, siano regolati dalla legge vigente in quel tempo . Im-
§ 10 .
(pag . 80) afferma che l'adozione, una volta costituita , non può
più essere distrutta, ma non dice se questo sia per avventura
a suo avviso il limite dell' influenza retroattiva di leggi nuove
sulle adozioni anteriori.
Noi abbiamo detto a suo luogo (Vol . I , pag . 296 ) che i di-
CAPITOLO VII.
§ 1.
(1 ) M. T. 1873, 895.
236 PARTE TERZA
basi applicare alla prole illegittima nata prima della sua attua-
zione, e che per conseguenza questa prole possa essere vali-
damente riconosciuta anche dopo . Prima di lui avea professato
ragione della sua essenza, che per ragione della sua forma. E
così pure sentenziò la Corte d'appello di Casale il 1 ° maggio
1868 (1 ) .
(1 ) Chi voglia avere più esatte nozioni intorno allo stato attuale di questa
controversia, può consultare il nostro opuscolo intitolato : La quistione fem-
minile e la Principessa Dora d'Istria , Firenze, Succ. Le Monnier, 1865, e
la nostra memoria : La dichiarazione della paternità illegittima, e l'arti-
colo 189 del Codice civile italiano , inserita nell'Annuario delle scienze
giuridiche, sociali e politiche, Hoepli 1881 .
(2) Con perfetta coerenza di idee il WEBER (p. 142) afferma pure che,
rivocato il divieto della ricerca della paternità , di tal revoca si possono gio-
vare tanto i figli naturali nati prima, quanto quelli nati dopo.
240 PARTE TERZA
(1) Vedi due sentenze della Corte di cassazione di Parigi del 3 ventoso
anno 11 , e del 26 marzo 1806 ( Pasic., 1 ser. , 1 part., Vol. III, pag. 4 ; — ib.,
Vol. 4, pag. 216).
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 241
del non poter ravvisare nel fatto della nascita o del concepi-
mento illegittimo sotto l'impero di una legge che permette la
ricerca della paternità , un vero e proprio diritto quesito di
presentare quest'azione . Invero noi non neghiamo che al
generale che non siano diritti acquisiti tutti quelli per far va-
lere i quali sia mestieri proporre una domanda giudiziale ; dot-
trina erronea e pericolosa, che noi abbiamo già esposta ed
esaminata nella Parte Generale di quest'opera (v . Vol . I , p . 284
(1) Ib.
(2) Ib.
(3) G., IV, 349.
(4) A. G. , VII , 2, 275.
250 PARTE TERZA
§ 2.
la legge ora imperante . Non esiste la legge per chi e pei casi
ai quali non vi fu occasione di applicarla. Una legge che
divieta la ricerca della paternità, non toglie pel solo fatto
di essere stata promulgata questo diritto a chi già lo posse-
deva, ed era nel caso di esercitarlo , ma soltanto glielo toglie
ove il medesimo tenti di farlo valere in onta ad essa, e fallisca
§ 3.
(1) G. I. , 1880.
(2) A. G., 1, 2, 469.
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 253
sone (v. sopra p . 34) . Cosi per es . se , per una strana supposi-
PRINCIPII PRATICI ED APPLICAZIONI 255
§ 4.
rispetto alle sole spese di puerperio ; ciò pel motivo che ogni
fatto deve essere regolato dalla legge, sotto il cui impero si è
compiuto . Dello stesso avviso è il Lassalle (ib . e pag. 301 ) , e
senza distinguere caso da caso, purchè trattisi di azioni pre-
sentate sotto l'impero della legge nuova, attesochè questa legge ,
essendo proibitiva, deve avere immediata e retroattiva applica
zione . Di contrario avviso è lo Struve (p. 235) , e non si perita
di sostenere la sua opinione anche di fronte all'art. 340 del
C. N.; imperocchè , egli dice , essendo le azioni di cui si tratta,
una conseguenza dell'avvenuto concepimento , e questo essen-
dosi compiuto sotto l'impero della legge antica , rivestono il
carattere di diritti quesiti che la legge nuova non può mano-
mettere . La stessa opinione è pur stata accolta dal legislatore
amburghese del 1814 (v . Vol . 1 , p . 67 in n . ) , e dall'annoverese
pur di quel tempo (ib. , p . 76 in nota).
Noi pure siamo d'avviso che i diritti della madre illegittima
verso il padre, ove la legge ne ammetta , sorgano e siano quesiti
dal momento del concepimento, in qualunque tempo sia poi acca-
duto il parto, e debbano quindi essere regolati dalla legge vigente
in quel momento . Quei diritti invero non sono tanto diritti per-
sonali , quanto diritti corrispondenti ad una vera obbligazione
civile, nascente da una specie di contratto tacito intervenuto
fra l'uomo e la donna al momento della congiunzione da cui
il concepimento provenne . Che se un patto espresso, col quale
l'autore del concepimento si fosse obbligato a corrispondere
qualcosa alla donna come riparazione del perduto onore e per
gli alimenti del figlio, dovrebbe esattamente eseguirsi , come
ebbe pure a giudicare la Corte di Appello di Besançon nella già
citata (p. 254) sentenza del 24 marzo 1809 , perchè non dovrà
essere ugualmente mantenuto un tacito patto ? Si inganna del
26 2 PARTE TERZA
§ 5.
Della legittimazione.
genitori naturali anche rispetto alla prole già nata prima della
introduzione di quella legge . Imperocchè nessun diritto acqui-
sito viene leso in tal maniera, e il decreto che si invoca giova
alla prole illegittima e a nessuno nuoce.
Che se in uno Stato venga per la prima volta introdotta la
seconda maniera di legittimazione , non avrà questa legge nes-
suna influenza sulla esistente prole naturale , i cui genitori si
fossero già uniti in matrimonio , senza averla potuta legittimare?
APPENDICE
CAPITOLO I.
Introduzione.
CAPITOLO II.
siano (§§ 18 , 20, ap. Seeger) (2) ; nel Codice penale fran-
----
cese 25 settembre 1791 , art. ult. (3) ; — in un Decreto della
-
in quella pel Regno di Sassonia del
gio 1852 (art . IX) ;
--
13 agosto 1855 (§ 6-8 , ib. , pag. 75) ; in quella per Fran-
coforte del 16 settembre 1856 (art. 4, ib . ) ; nel Codice
- nel nuovo
penale italiano del 20 novembre 1859 (art. 3) ;
- nel Progetto
Codice penale belgico del 9 giugno 1867 (1 ) ;
di Codice penale del Regno d'Italia (art . 3) ( 2) .
Quest'ultimo lavoro legislativo non solo enuncia il principio
generale alla pari di tutte le altre leggi sunnominate, ma sog-
giunge altresì pel primo alcune regole più speciali per appli-
carlo , facendo pro dei suggerimenti degli scrittori, come in
seguito verrà da noi avvertito .
CAPITOLO III.
penale bastava che questa fosse concepita colle parole fecit fe-
cerit, delle quali la prima avrebbe indicato ciò che fosse già T
accaduto prima della emanazione della legge , e la seconda ciò
I
che in seguito accadrebbe , o venisse ad essere riconosciuto per
accaduto ; 2º che anche in difetto di tali parole , la retroattività I
della legge penale doveva intendersi quando essa colpiva fatti
la cui iniquità fosse evidente , e additata dal senso morale di
ognuno ; 3° che ove nè l'una nè l'altra delle anzidette circo-
tori, e fra gli altri del Birnbaum (ap . Zach. , p . 68) , e dello
Zachariae (pag. 68-74) . Questi scrittori sono quindi d'avviso
che anche nell'epoca repubblicana la retroattività della legge
penale fosse considerata una ingiustizia , e che se questo prin-
cipio fu leso più di una volta nelle lotte dei partiti politici ,
locchè dicevasi legem de aliquo extra ordinem ferre, tali esempi
( 1 ) Lin. 5, 13 , 16-19 ex hac lege ; lin . 14 post hac ; lin . 21 post hanc
legem rogatam (v. HAUBOLD, Inst. jur. rom. lit., p. 74-75).
(2) Cap. IV, ex hac lege ; ib. ap. SEEG . , p . 9 nota.
(3) Ex hac lege lin. 17-19 ib., p . 103 , ib.
(4) Ap. SEEG., ib.
(5 ) HAUBOLD, p. 3, ib.: post hoc.
(6) Tab. heracl. lin. 97, 107 , 140 : adversus ea ; ap. SEEG., ib.
(7) II, 127 : si quis adversus ea commiserit. ib.
(8) D. h., L. 12, ne quis posthac stuprum, etc.
276 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
(1 ) HAUBOLD, p. 122-126.
(2) HAUBOLD, p. 1 .
(3) Ib., p . 223.
(4) Klenze, Philol. Abh . andl. , 1839, p. 70, 71 , ap. SEEG., p. 40 .
278 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
(1 ) II SEEGER cita AULO GELLIO , Noct. att., XVII , 6 , il quale cita alla sua
volta una spiegazione data da P. Nigidio, contemporaneo ed amico di Ci-
cerone, alle dubbiose parole della L. Atinia : « quod subreptum erit ». Se-
condo Nigidio le due parole subreptum erit prese insieme, come futuro
secondo del passivo, significherebbero tanto il passato quanto l'avvenire ;
soltanto considerate separatamente, si riferirebbero solamente all'avvenire .
Tanto più, dice il SEEGER, l'ultima cosa deve ritenersi rispetto al futuro
esatto dell'attivo, essendo questo per se stesso una sola parola. Adduce
inoltre la linea 101 della tab. heracl. nella L. Julia municip., nisi quei sti-
pendia fecerit; un frammento di una legge sconosciuta, presso Haubold,
p. 469 : isque locus, ubi quis , adversus ea humatus sepultusve eritpurus
et religione solutus esto ; il S. C. , De Bacchan . , lin . 23-26, dove il fecissent
è adoperato nello stesso modo come il fecerit; il frammento di una legge
repetund., forse della L. Julia, rep., presso HAUBOLD, p. 140 : pecuniam ce-
perit; la L. Servilia, repetundarum secondo la restituzione fattane da
KLENZE : abstulerit, ceperit, coëgerit, conciliaverit, averterit ; finalmente
la quarta proposizione rimastaci del S. C., De imperio Vespasiani: utique
quos ...
. senatui . populoque . romano . commendaverit . quibusve suf-
fragationem . suam . dederit . promiserit . eorum comitiis quibusque .
extra ordinem ratio habeatur.
(2) VELL. PAT., II , 7. Eadem Rupilium Popiliumque, qui consules
asperrimi in Tib. Gracchi amicos saevierant, postea judiciorum publi-
corum merito oppressit invidia.
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 279
(De bello civ. III, 1 ) ragionò nello stesso modo per giustificare
la sua proposta di restituzione a favore dei condannati .
rone che per una intiera classe di leggi penali ammette l'effetto
retroattivo , quell'opinione ci sembra affatto insostenibile . Lo
Zachariae (p . 89) sembra far molto caso dell'essere stato noto
e sacro ai Romani il principfo della non retroattività della
legge civile , quasi ci fosse qualche analogia fra quest'ultimo
principio e quello della retroattività della legge penale ; ma
noi non vediamo l'opportunità di siffatta osservazione, atte-
sochè la non retroattività della legge penale, come dimostre-
remo a suo luogo , ha significato e fondamento ben diverso da
usata. Per noi non ci può essere argomento che basti a dimo-
strare la tesi del Seeger di fronte a certi fatti che questo me-
desimo autore conosce e menziona. Come si può asserire con
lui che i Romani dell'epoca repubblicana ignorassero affatto il
principio della retroattività della legge penale, mentre Cice-
rone afferma tanto nettamente questo principio, col dire che
soltanto in alcuni casi non lo si seguitava ? E tanta era l'im-
portanza di tale principio per Cicerone , che nel citato passo
della seconda Verrina, alle parole da noi sopra riferite egli
soggiunge : atque in his ipsis rebus multa videmus ita sancta
(1 ) Per es. dalla legge Plotia de vi, anteriore a quella di Pompeo, e se-
condo la quale venne accusato de vi M. Saufeio ( Zach., p . 73) dopo Milone.
284 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
tali leggi. Può egli supporsi che Marco Tullio , il quale nella
seconda Verrina era insurto così fortemente contro l'effetto
I
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 287
CAPITOLO IV.
Continuazione.
si aggiunge ancora che nel Diritto romano la parte penale non acquistò
mai aspetto scientifico , cioè non fu mai corpo sistematico di dottrine ,
cosicchè sia meno incivile in questa parte, di quello che sarebbe nel gius
civile, il desumere una dottrina da un passo isolato. Per tutte queste cir-
costanze a noi pare , contro l'avviso del BERNER , che la dottrina della
inescusabilità dei delitti natura turpia per titolo di ignoranza di diritto
sia sufficientemente basata nelle fonti romane, come si pensa comunemente,
quantunque non la si trovi in termini così generali dichiarata in nessun
luogo, lo che del resto hanno sempre concesso i partigiani di quella dot-
trina (v. SAVIGNY, ib . , p. 390).
(1 ) V. SEEGER, p. 46 , e GOTOFREDO, Comm . al C. I. , Lione 1665 , Vol. 3,
pag. 156.
288 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
(1 ) Ciò è chiarito dal seguito della legge, e in particolare dal § 1º: proinde
si servus crimen commiserit, deinde libertatem consecutus dicetur, eam
poenam sustinere debet, quam sustineret si tunc sententiam passus fuis-
set, quum deliquisset.
CAPITOLO V.
Continuazione.
Il Diritto Canonico.
CAPITOLO VI.
Continuazione .
CAPITOLO VII.
Continuazione.
(1) Cons. Tubing, Vol. IV, cons. 54, n. 16, 17, ap. SEEGER .
(2) V. Vol. I, pag. 19.
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 295
Lorenz (ib. , pag. 63 , 65) nella sua operetta citata nella Bi-
bliografia generale della presente opera (vol . I , p . 19) , e dal
Quistorp nella quinta edizione (1794) dei suoi Principii di
diritto penale (§ 5) . Fu sotto l'impero di queste tradizioni
che nella Introduzione al Diritto Universale Prussiano venne
dichiarata la retroattività della nuova legge penale più mite
CAPITOLO VIII.
CAPITOLO IX.
CAPITOLO X.
Continuazione.
lata sia stata abolita, ove la si applichi a chi la violò prima del-
l'abolizione . In questo modo i malvagi sanno che la pena non
può mancare ove l'autore del reato sia stato scoperto , e ciò
basta perchè si ottenga lo scopo preventivo delle leggi penali ,
le quali del resto sono sempre soggette a venire abolite o mu-
302 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
quello di Van de Poll , il quale pure (pag. 16) sostiene non po-
tersi applicare retroattivamente una nuova legge penale più
severa, per il motivo che ne fu comminata una più mite , e
giustizia, la quale nel caso di legge nuova più mite esige in-
vece la retroattività , e che la giustizia viene interpretata diret-
tamente dal legislatore, e soltanto indirettamente dal giudice,
in quanto questi interpreta direttamente l'intenzione del legis-
latore . — Completa poi il Seeger (pag. 94-99) la sua dottrina
CAPITOLO XI.
Continuazione.
gione del pericolo che essi cagionano alla società nel momento
della punizione . E qui non investiga se queste ragioni , appli-
cate alla nuova legge penale più severa , non potrebbero per
pena ; non può quindi la nuova legge penale più severa essere
applicata a coloro cui non fu comminata. Ma la nuova legge
penale più mite deve essere applicata retroattivamente , perchè
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 311
cili obbiezioni che si possono fare a quel suo concetto del di-
ritto dello Stato alla pena . Imperocchè lo Stato non ha soltanto
diritto , ma anche dovere di punire , e questo dovere è il primo
fondamento di quel diritto ; quali poi siano le ragioni per le
quali quel diritto dello Stato , che di sua natura , come ben dice
lo Zachariae (p . 8 ) , è tutto a danno del delinquente , debba es-
sere limitato a ciò che sia già stato comminato dalla legge, il
Van De Poll non dice , e non si avvede che queste dovrebbero
essere le vere ragioni di quella non retroattività .
tanto prova la nuova legge più mite non essere più neces-
saria la maggior pena inflitta dalla legge antica , quanto la
nuova legge penale più severa prova la sopraggiunta neces-
sità di aggravare la minor pena che la legge antica comminava .
CAPITOLO XII .
Nostra Dottrina.
nale più severa, che della retroattività della nuova legge penale
più mite. Che però nello studiare questa materia si debba risa-
lire ai più generali principii della filosofia penale, e dipartirsi
da questi , noi abbiamo pure avvertito, per il motivo che , do-
vendosi in ogni ricerca rivolgere il pensiero al più lontano punto
di partenza cui la medesima si possa ricondurre, in questa della
penale retroattività quel più lontano punto non può essere altro
che la natura e l'intento medesimo della pena.
Non crediamo necessario di esporre largamente in questa
occasione il nostro modo di vedere intorno ai fondamenti ed
allo scopo della pena , avendolo già fatto in altra pubblica-
( 1 ) Egli dice, per es. (p . 86), che rispetto ai crimini propriamente detti,
il legislatore considera l'intrinseca malvagità dell'azione, sia in se stessa,
sia in relazione a circostanze passeggiere e contingenti, ma poi soggiunge
che queste ultime hanno così poca importanza in confronto dell'intrinseca
malvagità nella maggior parte dei casi, che in sostanza una e sempre la
stessa è la quantità del reato, la quale soltanto viene in differenti maniere
apprezzata dall'antica e dalla nuova legge.
316 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
(1 ) V. Vol. I, pag. 51 .
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 319
una anteriore legge penale più mite, sono per noi principii
indimostrabili con quei principii , e soltanto dimostrabili con
pratici riguardi ai pericoli ed alle necessarie guarentigie della
civile libertà, ma in questo modo pienamente e incrollabil-
mente giustificati .
Che se i canoni in discorso non hanno tutti filosofica neces-
sità, nè sono filosoficamente connessi fra di loro , noi crediamo
CAPITOLO XIII .
CAPITOLO XIV.
Continuazione.
CAPITOLO XV.
CAPITOLO XVI .
del reo, promulgata una legge più mite di quella che vigeva
nel primo di quei due tempi e di quella che vige nel secondo ,
debba il giudice applicare la prima legge, oppure scegliere la
più mite fra le altre due leggi.
Le opinioni sono differenti . L'applicazione della legge in-
termedia più mite è voluta da Mittermaier (N. Arch. d . Crimi-
nalr. , p. 194, ap. Seeger, p . 127 (1 ) , Hélie (Ch . Ad . et Faust.
Hel. Theor. d. C. pén , éd. belge, num . 47 ) , Haus ( Cours d. dr.
crim., n . 88), Bertauld (Cours de C. pén . , p . 197) , Trébutien
(Cours. élem. du dr. crim. l . , p . 83) , Duverger (Man . d. jug.
d'instr., ch. 1 , n. 8) , Morin (Répert. d . dr. crim. , v. Eff. retr.,
n. 6 ) , Demolombe (n . 65) (2) , Blanche (Étud. prat. sur le C.
pén ., n. 29) , Meynne (p . 83-86) . Opinano invece doversi nel
avuto gran parte in quella decisione . Egli è vero però che anche
al Meynne (p . 83 ) e ad altri parve quella una evidente conse-
guenza del principio che si debba applicare al reo la legge più
favorevole.
zione di una legge penale più mite . Noi crediamo col Seeger
(p. 114) che l'applicazione della legge intermedia più mite sia
inammissibile per le stesse ragioni sulle quali riposa il prin-
cipio generale della applicazione della legge penale più mite,
e che ciò sia di tutta evidenza specialmente rispetto alle ragioni
nuova (1 ) .
Noi conveniamo del resto col Seeger (p . 126) che il legisla-
(1) A. G. 1, 1, 245.
(2) G. I. xxiv, 1 , 64.
336 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
CAPITOLO XVII.
( 1 ) A. G. 1, 1 , 245.
(2) G. 1. xx11 , 2, 254.
(3) Ib., xix , 1 , 559.
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 337
( 1 ) A. G. vi, 1 , 380.
(2) D. P. 59, 1 , 261 .
786
( 1 ) Il Codice penale del 1791 era appunto stato pubblicato in Roma, come
si è veduto, col decreto della Consulta straordinaria del 19 luglio 1809.
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 341
pena, non essendo suo ufficio conoscere del merito degli affari ,
ma si limiterà a confermare o annullare la sentenza impu-
gnata, pronunziando nell'un caso e nell'altro il rinvio del
( 1 ) Th. d. Cod. pen. per CHAUV. e HEL., 3ª ediz . belga, Vol. III , pag. 465.
(2 ) Ap. MERLIN, Rép. , v° Peine.
344 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
CAPITOLO XVIII .
pena del reato, o sia che fosse più mite dell'antica in qua-
lunque altro elemento del giudizio, come per es. nel porre gli
estremi di fatto del reato , nel determinare le circostanze ag-
gravanti o diminuenti la pena, le cause escludenti l'imputabi-
lità, i modi di abolizione dell'azione penale, gli estremi della
prescrizione dell'azione penale o della pena . Giustizia vorrebbe
eziandio che la modificazione della condanna per conformarla
alla legge nuova, venisse fatta dallo stesso giudice , sia dietro.
istanza di parte, sia ex officio.
Non è però difficile comprendere che senza gravi inconve-
nienti non si potrebbe accettare ed applicare con tanta am-
piezza il principio dell'influenza retroattiva della nuova legge
penale più mite sulle sentenze passate in giudicato , emanate
346 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
vità della nuova legge più mite sulla cosa giudicata dev'essere
opportunamente limitata .
sia a tempo , i quali non avranno ancora subita la loro pena per
352 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
penale >> (1 ) .
Analoga alla citata legge francese è la disposizione contenuta
§ 4 dell'Ordinanza transitoria annoverese in materia penale ,
nel S
del 20 maggio 1814 (2) . Prescrive questo paragrafo la revi-
sione, ed eventualmente la cassazione delle sentenze penali
pronunziate dalle Corti criminali dell' interregno francese e
vestfalico secondo il diritto francese . Ristabilita l'antica legis-
lazione penale annoverese, i giudici dovevano rivedere quelle
sentenze a tenore della medesima , sia quanto alla misura della
pena, sia quanto a tutti gli altri elementi del giudizio penale .
e modificarle in quanto la legge antica annoverese fosse più
mite della francese , non tenendo fermo del processo già ulti-
mato se non la determinazione del fatto , contenuta nel ver-
detto dei giurati .
con quello dei compilatori del Progetto del Codice penale del
Regno d'Italia ; che se il legislatore italiano avesse ancor bi-
sogno di incoraggiamento a seguire la via additatagli da quel
Progetto , e la nostra parola avesse quell' autorità che le
manca , noi saremmo lietissimi di essere stati in tempo a far-
gliela pervenire .
Riprendendo ora in esame l'opinione da noi propugnata ,
crediamo opportuno insistere nuovamente sulla nostra propo-
sizione, che ove si tratti di un reato considerato tale dalla legge
nuova come dall'antica, la sola differenza fra le due leggi, di
cui possano giovarsi i già condannati, sia una molto rilevante
nella gravità delle pene , altre differenze non possono dar luogo
alla retroattività della legge più mite, senza che si abbiano ad
investigare in moltissimi casi circostanze di fatto accadute in
la pena stabilita dalla legge nuova più mite a coloro che hanno
alla pena della legge antica un'altra più mite , oppure, c) in-
trodotto od esteso un qualche motivo di estinzione della puni-
bilità, per es. la prescrizione della pena . Crede invece (ib.)
necessaria la revisione del processo per opera del giudice in
altri casi , e per es. quando la legge nuova : a ) abbia introdotto
un nuovo elemento del fatto delittuoso , per es. il requisito di
un certo valore della cosa rubata ; oppure : b) abbia abolita
una circostanza aggravante. Tale opinione è manifestamente
connessa con quella grande estensione che abbiamo già veduto.
attribuirsi dal Seeger all'effetto retroattivo della nuova legge
penale sulle sentenze già passate in giudicato, ed è facile rile-
vare che dentro ai limiti proposti da noi quell'effetto si com-
pierebbe sempre, secondo il Seeger, senza l'opera del giudice ,
e per fatto di altre autorità, quali potrebbero essere per es . le
autorità amministrative preposte alle case di pena.
per effetto retroattivo della nuova legge penale più mite , deve
farsi dal potere giudiziario , e propriamente dallo stesso giudice
da cui fu emanata la sentenza in prima istanza .
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 363
CAPITOLO XIX .
CAPITOLO XX.
CAPITOLO XXI .
tune per determinare quale sia veramente la più mite fra due
leggi penali , l'antica e la nuova. Noi dobbiamo ora accingerci
a stabilirle .
1
DELLA RETROATIIVITÀ IN MATERIA PENALE 369
RZA
penali giudiziarie .
Non è per verità sempre facile il decidere se le differenze
(1) Collez. delle sent. di Cassazione, detto anno, pag. 189 e 301 .
(2) Ib., anno 1865, pag. 331 .
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 373
CAPITOLO XXII.
CAPITOLO XXIII.
i Par massima della applicazione della più mite fra le due leggi pe-
nali, antica e nuova, questa massima debbasi applicare a tutti
lo pre
cent quanti gli elementi del giudizio penale, niuno eccettuato .
jure & Chi invero pretende che la prescrizione penale si debba re-
chiều esatto concetto del diritto acquisito . Questo deve , prima d'ogni
(1) Oltre alle sentenze citate a p. 324, il BRUN DE VILLERET cita un'altra
sentenza della Cassazione di Parigi del 13 febbraio 1814.
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 387
pag. 370) .
Se dopo la sentenza condannatoria , e mentre corre la pre-
scrizione della pena , una legge nuova dà un altro carattere al
fatto per cui la pena venne pronunciata, vuolsi distinguere
l'ipotesi che per la legge nuova non esista più il reato am-
messo dall'antica, dall'ipotesi di una semplice modificazione
.
della qualifica del reato.
CAPITOLO XXIV .
non è soltanto detto (art. 8 ) che : « nessuno può essere distolto contro la
sua volontà dal giudice che la legge gli assegna » ; ma è altresì proibita
(art. 94) la creazione di commissioni e tribunali straordinari sotto qua-
lunque denominazione.
(1 ) D. R., voce Lois, n. 350 , nota 3.
396 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
.
a tutte le idee ricevute, è un sistema condannato in pari tempo
dalla ragione e dal Diritto Romano » .
L'opinione del Merlin è stata poi seguita da Mailher de
Chassat (2 , p . 255) , Bertauld (op . cit . 8 , lec. ) , Le Sellyer ( op .
cit . , n . 1462) , e Dalloz (b . c. , n . 351 ) . Essa è pur stata accolta
in qualche legge, e per es . nelle leggi francesi 13 gennaio 1792
non alle regole colle quali questi diritti e delitti devono essere
conosciuti dai tribunali ; che, se è pur regola che ogni pro-
(1) Noi pure abbiamo stabilito sopra che per ritoccare la cosa giudicata,
onde conformarla alla nuova legge penale, il giudice vi deve essere espres-
samente autorizzato dal legislatore.
(2) Pasicr., 1ª serie, 1ª part., Vol. 1 , pag. 33.
(3) D. R., 1. c., n. 351 .
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 399
(1 ) Anche il MEYNNE (pag. 127 ) intende così il citato brano del Mailher
de Chassat, il cui linguaggio è in questa occasione veramente infelicissimo.
(2) Tale fu pure l'opinione sostenuta in quell'occasione da ODILON BARROT
(Gazz. d. Trib., n. 2147) .
"
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 401
CAPITOLO XXV.
(1 ) D. R., I. c ., n . 366, 4.
( 2) D. R., 1. C., Gọ
(3) Ib., 5º.
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 407
( 1 ) Ib. , 9º. Vedi anche sentenza 9 frimaio, anno X, ap. MEYNNE, pag . 50 ,
nota 1.
(2) La relativa controversia fra gli scrittori del diritto internazionale
vedi esposta dal Calvo, Droit international (Vol. I , De l'extradiction , i. f.).
408 APPENDICE AL LIBRO I DELLA PARTE TERZA
Per tal motivo noi ci scostiamo dai seguaci della prima opi-
nione anche nella determinazione della legge penale da appli-
care . Per noi basta che lo stato di fatto , formante il substrato
lazioni positive, come per es. nel Codice penale prussiano (ap .
Seeger, pag. 193 ) . Altri assegnano una distinta prescrizione.
ai singoli atti , nei quali scompongono il reato permanente .
Altri ancora, partendo dalla premessa che il reato permanente
non è consumato se non al termine dello stato illecito in cui
della loro durata , così noi pure pensiamo che, fintanto che
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 415
non ci può essere dubbio che quella legge debba essere ap-
plicata. Che se la differenza fra le due leggi è l'inversa della
precedente, non ci può essere dubbio neppure che si debba
applicare la legge anteriore e non la posteriore .
Nella seconda ipotesi noi professiamo col Meynne (p . 98 )
l'opinione che la legge da applicarsi debba sempre essere
la seconda, cioè quella sotto il cui impero alcuni reati vennero
consumati e l'imputazione viene promossa , tanto se la legge
sotto il cui impero vennero consumati i primi reati ammetteva
il cumulo delle pene, mentre non l'ammette la legge sotto
cui vennero commessi gli ultimi e viene promossa l'imputa-
suo impero.
CAPITOLO XXVI .
della pena di una data specie, la scelta della pena più mite si
debba fare dopo aver prima ponderato se nel caso in quistione
debbasi applicare il massimo , oppure il minimo , o qual grado
debbasi adottare fra l'uno estremo e l'altro . Si applicherà
data pena della stessa specie, cui tale aggiunta non è fatta ,
bisognerebbe prima poter tradurre la pena accessoria in una
quantità di pena principale. Ma questo apprezzamento è im-
possibile a farsi dal giudice , ove il legislatore medesimo non
abbia dato in proposito norme positive . Qual è la pena pecu-
niaria, dice benissimo il Meynne, che equivale a un mese o due
di prigionia, o ad altra pena corporale ?
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 433
quente medesimo la scelta della pena che gli paia meno grave.
In verità noi non troviamo altra soluzione migliore di quella
suggerita dal Meynne (pag. 79) , di trascurare cioè la pena
accessoria, e di non aver riguardo che alla pena principale .
Invero , attesa la matematica incommensurabilità di una pena
di specie più grave con una di specie meno grave, bisogna pur
ritenere che, per quanto una pena di specie inferiore sia forte,
essa non equivalga mai al grado anche minimo di una pena di
CAPITOLO XXVII.
Continuazione.
( 1) GOLTDAMMER, art. 1 , pag. 75, 11, pag. 388-394, ap. SEEGER ( pag. 160 ,
nota 2 ), il quale non ci dice la data della sentenza.
(2) Rec. gén., VII, I, pag. 91 .
DELLA RETROATTIVITÀ IN MATERIA PENALE 441
CAPITOLO XXVIII.
(pag. 37) , dal Bertauld (op . cit . , 8 leç . , pag . 181 ) , dal Meynne
(p . 113 ) , dal Nypels (ad Chauveau e Hélie, n . 51 ) , dal Morin
(Rép. , voce Eff. rétr . , n . 15 ) , e dal Dalloz (l . c . ) . Parecchi scrit-
tori però, e p . es. il Van de Poll , il Nypels , il Morin, il Meynne ,
il Theodosiades (pag. 205), ne limitano l'applicazione , esclu-
dendola in quei casi nei quali il modo di esecuzione della pena ,
ordinato dalla legge nuova , sia più doloroso di quello ordinato
dalla legge sotto il cui impero il reato fu commesso . E per es.
il Meynne (ib . ) disapprova l'art . 7 della legge francese 8 giu-
gno 1850 , giusta il quale i deportati devono essere trasferiti
nei luoghi nuovamente scelti per l'esecuzione della pena della
CAPITOLO XXIX.
Delle prove.
pag. 368 ) , noi diremo ora collo Zachariae (ib . ) , col Meynne
(ib.) e col Jenull ( ap . Zachariae, nota 116 ) , che le nuove leggi
probatorie, le quali rendono più facile la prova della imputa-
zione, e più difficile la prova della discolpa , non possono es-
sere retroattive.
CAPITOLO XXX.
-
(pag. 141 ) , Theodosiades (pag . 245 ) . — Le legislazioni hanno
pure generalmente adottato quel principio . In Francia per es..
il decreto 5 fruttidoro anno IX lo enunciò nella sua generalità ,
dicendo che tutto ciò che concerne l'istruzione delle cause ,
finchè queste non sono terminate, si regola secondo le forme
una data legge , non possa per cagione del medesimo venir
CAPITOLO XXXI .
PARTE TERZA
LIBRO PRIMO
tutela
464 INDICE
A pag. 267 linea 12 invece di - nel Libro 1° - si legga nella Parte Prima
29 273 99 18 S. C. Sc,
n
LAW LIBRARY
University of Michigan