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ISTITUZIONI

DI

CHIMIE A

DEL SIG.

GIACOMO REINBOLDO

SPIELMANN

DOTTORE DI FILOSOFIA E MEDICINA


PROFESSORE PUBBLICO ORDINARIO DI CHIMICA
BOTANICA E MATERIA MEDICA
NELL' UNIVERSITA' DI STRASBOURG , CC .

Tradotte in lingua Italiana dall' ultima edizione


rivedute
Franceſe dell'anno 1770. ,
ed approvate dall' Autore .

Tomo primo.

IN MILANO . MDCCLXXIV . |

APPRESSO GIUSEPPE GALEAZZI REGIO STAMPATORE .

Con licenza de Superiori , e Privilegio .


|
iij

L ' EDITORE

AI CORTESI LEGGITORI.

Ebbene io non ſupponga la lingua Latina

ignorata da' noftri Speziali e fia la Fran


ceſe affai familiare in Italia ; ciò non per

tanto mi sono accinto a far tradurre in Italia

no gli Elementi di Chimica del Sig . Reinboldo

Spielmann ſampati dal medefimo in Latino, a


Strasburgo ; e tradotte poi in Franceſe dal gio

vine Sig. Cadet con varie lodevoli aggiunte

e coll'approvazione dell' Autore vivente . E certo

che nell' affumermi 10, Spontaneo peſo di queſta


Italiana edizione non ô avuto altro oggetto che

quello di giovare agli Studenti così di Medici

na , come di Farmacia , rendendo loro comune

e poco diſpendioſo un libro che nel ſuo genere


A è eccellente e che nella lingua originale ,

nella quale è ſtato ſcritto non ſi può ommai più

avere con tanta facilità . Oltre a ciò mi e

moſſo ad eſeguire queſto progetto il conſiglio di


perſone nella ſcienza Chimica aſai verſare che

molta opinione anno di queſto libro , ſingolarmente


+ 2
iv

apprezzabile per la giuſtezza delle teorie , per


la molta erudizione , per la ſuccinta brevità
nell'enunciarſ , pel vaſto numero di cognizioni

d'arte nella piccola mole di eſſo racchiuſe . Per

ultimo io Ô ſempre reputato che i libri Elemen


tari principalmente delle arti uſate debbano

o ſcriverſi , o tradurfi nella lingua nativa d'ogni

nazione non ſolo perchè ſapendoſi ella general


mente aſſai più delle foraſtiere , quantunque co

muni , fi vengono ad avere nozioni più chiare ,

preciſe ed adequate , delle coſe negli Elementi di

qualunque ſcienza ed arte contenute , ma anco


ra perchè dovendoſi le arti eſercitare in un po
polo non tutto colto , egli è bene che i termini

eſprimenti le fondamentali notizie delle medeſi

me fieno eſpreſſo in maniera la più comunemen .


te intelligibile ed inteſa . Ed è forſe que

fta anche una ragione fra le altre molte , per

la quale anno fatto un grande e rapido progreſo


le arti in Francia ed in Inghilterra , cioè per :
chè tutt'i libri che meglio trattano di effe fono

o ſcritti , o tradotti per coſtume nella lingua

volgare .

Egli è ben vero che la maggior parte di

queſte
queſte rifleffioni convenivano per eſempio anche
agli Elementi di Chimica dell'Illuftre Boera

bavve , Opera veramente claffica ed in forma

grado commendevole ; quindi che mi ſo obbiet


terà forſe il non eſſermi accinto anzi alla tra
. duzione di quelli ; ma io riſponderei che ficcome

ô avuto in queſta impreſa ſpecialmente riguardo


alla utilità de' giovani Medici e Speziali che

voleſſero ne ' principi della buona Chimica ini

ziarſi con utile compendio di tempo ; così ô re

putato eſſere troppo elevata ed eſteſa e magia


ftrale . l'Opera del gran Boerabauve , la quale,

ſe tutta qual'è vuolfi mettere nelle mani d'un


i
giovane fingolarmente Speziale anche colla dire
zione d'abile maeſtro , egli accaderà all'ai facile

mente che ſi areni , o percoſſo dalla mole e pro

fondità delle cognizioni fiſiche contenute nella

er parte teorica . o incapace d' intendere per man


0 canza degli ſtudi auſiliarj e preparatorj i ma

giſtrali trattati che il dottiſſimo Autore â ſotto

nome d'Elementi nella medeſima prima Parte

premeffi : che ſe ſi voglia al giovane lo ſtudio

proporre ſolamente della parte pratica , ometten

do la precedente teoria , egli è viſibile che poco


pro

I
vj

profitto ricavera da tutto quel vaſto numero

d'operazioni diverſe non ridotte ai ſuoi generali

ordinati principj . Alle quali coſe s'aggiugne 4

che eſſendo ſtato il mio oggetto di ſpargere e pub

blicare fra noi un libro affatto elementare d'un ?

arte quanto utile , altrettanto poco coltivata con

munemente , affine d' incoraggire i giovani Medici


é Speziali ad iftudiarla colla dovuta attenzio

ne , egli mi è paruto neceſſario di non far loro


perder coraggio colla mole d' un libro che rap

preſentaſſe a primo aſpetto un' arte troppo diffin

cile per lunghezza e vaftità del ſuo argomento .

Egli è ben vero che di queſta vaſtità s'accor

geranno anche colla lettura dell'Opera preſente ;


ma tale nozione eſſendo il frutto di queſta me

defima lettura , eſi l'acquiſteranno allora quando

già familiarizzati co' principj dell'arte Chimi

ca , e nd effa aſſai avvicinati non ſe ne ſtac


cheranno più intimoriti dall' apparente difficoltà ;

ma vi s'immergeranno coraggioſamente allettati


dalla utilità , varietà e piacevolezza delle coſe

dalla Chimica esaminate , ſcompoſte e create .

E per tal modo animandoſi la ingegnoſa gioven

ti nofira ad uno ſtudio cosi vantaggioſo oltre al


cor
vij

corriſpondere alle materne affidue cure che la.


benefica immortale noſtra MADRE E SOVRA
NA fi prende per l' aumento delle utili arti

è ſcienze , renderaſſi la fatalmente fra noi trop


po negletta Chimica un'arte più comune ed

il felice tempo verrà , in cui eſſendo noi giunti

in tale ſtudio al livello delle altre più colte

Nazioni , ſi potranno per primi Elementi propor

re de' libri più magiſtrali che la preſente Opera


non è , ed avrà anche l'Italia noftra , mercè

la combinata azione del più provido de' gover.


ni , e di tutte quelle fifiche circoſtanze che la
fecero ſempre ſede principale delle ſcienze , avrà

dico anch'efa i ſuoi Margráff , Vallerii , Ma

lovin , Macquer Baumè ; anzi forſe i ſuoi


Stbal e Boerabavve .

Io non aggiungo qui in favore di queſta

libro una delle conſuete dichiarazioni delleſat.

tezza e diligenza uſata nel ben tradurlo , poi

che ſe la coſa è vera , i Leggitori ſe ne accor


geranno di per se ſteffa ; s'ella non lo è , ficco .

me può non eſſerlo per mia mediocrità d'inge.

gno 2 non ſervirebbe la mia prevenzione che a

rendermi preffo di loro meno compatibile come


uomo
viij

uomo meno umile e modeſto . Solamente mi fir

permeſſo l' avvertire che affine di rendere queſt'

Opera più localmente utile al paeſe dov? eſa è


Stampata , io ô aggiunto alla generale tavola de'

peſi e miſure dell' Autore e del Traduttore un

altra più particolare ed eſatta per quanto ſi è

potato ottenere della varietà de’ medefimi fra

noi ; ſiccome ancora del titolo de' noſtri metalli

prezioſi così monetati che lavorati . E per ultimo

alcune deſcrizioni di ſtromenti Chimici į meno

comunemente deſcritti ne' corſi conoſciuti di Chi


mica ed altronde di per ſe steſſi molto utili alle

operazioni ed economia ſingolarmente farmaceu .


tica . Vivete felici giovani ſtudioſ , ai quali

queſta mia qualunque fatica è ſingolarmente de

dicata , e creſcete utili col buon ' uſo del voſtro


talento al Principe , ed alla Società .

neutres

SPIE
ix

SPIEGAZIONE

DELLE TAVOLE

CHE VI SONO AGGIUNTE

In queſta nuova

EDIZIONE ITALIANA .

Deſcrizione in compendio del fornello di Lewis , tratta


dall'Opera dell' Autore medeſimo, tradotta in franceſe
dal Sig.Puiſieux,col titolo : Experiences phyſiques
& chymiques ſur pluſieurs matieres relatives
au commerce , & aux arts , &c.
A Paris , chez Deſaint, 1768.

' Utilità del fornello di Lewis ben conoſciuta dagli


L artefici e dagli amatori di Chimica , e l'eſtrema
facilità d'averne un apparato per neſſun titolo
inferiore all'apparato comune , e che coſta nove deci
me meno , dal celebre Sig. Doct. Pietro Moſcati feli
cemente trovata negli ultimi meſi e provata con varj
eſperimenti mi ſpingono ad aggiugnere alla preſente
Operetta una breve deſcrizione di ello . La materia da
lui adoperata per fornire coteſto apparato chimico , è
una pietra ollaria , di cui ſi fanno in Valtellina ſtovi,
glie d'ogni genere , con che quel popolo ingegnoſo ri
ſparmiando l'uſo dei vaſi cuprei provvede in un tempo
ſolo all'economia domeſtica ed alla propria ſanità . Co
teſta pietra reſiſte all'azione del fuoco la più violenta
ſenza ſcrepolarſi o ſcoppiare giammai , che anzi a lungo
ufo li fa migliore, fi lima , di taglia , e fi lega agevoi.
mente a tenore delle opportunità ; in una parola è pro
prio fatta ad uſo chimico , e dopo cid qi ottiene tutto
Tom . I. tt l'or
l'ordine de' vafi neceſſario aila coſtruzione del fornello
1
di Lewis con la loro armatura di ferro con la ſoffribile
ſpeſa di circa dieci ſcudi. Que' che intendono Chimi
ca , e fanno eſperimenti , ne ſapranno grado al Filoſofo .
che allicurd con la propria induſtria al pabblico un tal
vantaggio , e ſcacirango prontamente l'importanza di
queſta notizia , che mi à eſſa ſola determinato ad an
netterne, oltre la deſcrizione , anche le figure di queſto
femplice , neceffario , proteiforme ( tromento .

Deſcrizione d'un lambicco a bagno-maria , tratta dal libro :


Elémens de pharmacie , & c. par M. Baume .

[ Vedi la Tavola ſegnala * ) .

Ueſto lambicco è compoſto di tre pezzi A, B , C ,


a
ſi chiama cucurbita , oſſia ftorta , ed entra nel fornello q ,
fig. 2. ; queſto pezzo debbe avere undici pollici e due
linee da A in a , ed altrettanto da D in d ; quindici
pollici di diametro da E in e , ad oggetto di poter con
tenere un maggior volume d'acqua ; e dodici pollici di
profondità da A in d : f è un tubo d' un pollice e mez
zo di lunghezza , e di quindici linee di diametro lo
fi tura con ſughero . Quefto cubo è comodo per metter
dell'acqua in queſto valo a miſura che eſſa li ſvapora ,
ſenza dover interrompere la diſtillazione ; 88 ſono due
anfe per maneggiare comodamente queſto pezzo . L'aper
tura di queſto valo è rinforzata eſteriormente con un
collare di rame , per ſoftenere il pezzo B , che ſi chia
ma il bagno-maria , e che entra nel primo pezzo . Que
ito è di Itagno , guarnito nella ſua eſtremità eſteriore
d'un collare di ſtagno che poſa ſu quello del primo
pezzo ; 4 undici pollici di diametro di dentro e in tutta
Ja ſua lunghezza , c nove pollici di profondità : hh ſono 1
due anle di Itagno . L'eitremità interna di queſto vaſo
è riſvoltata va pollice e mezzo , ed incavaca circa una
linea e mezza , ciò che forma un piccolo bordo nell'
interno , ful quale poſa il collo del capitello .
IL
xj
Il terzo pezzo C ſi chiama il capitello , e , quando è
.
di figura conica , cappella ; queſto pezzo è di ſtagno;
· â nove pollici di profondità da L in C , e undici di
diametro . Al baſſo di queſta parte di capitello ſi fa una
grondaja d'un pollice e mezzo di profondità che â un'
apertura . che corriſponde ad un tubo di ſtagao M di
quattordici o quindici pollici di lunghezza , e di tre o
quattro linee di diametro per condurre fuor del lambic
co i vapori che ſi ſono condenſati ed ammaſlati nella
grondaja del capitello . Si fa entrare queſto tubo in un
matraccio N. ii è una continuazione del capitello di
ftagno , lungo quattro pollici , guarnito d'un forte col
lare , e d'una incaflatura d'un pollice e mezzo , che
entra e pola ſul bordo interiore del pezzo B. Queſto
capitello è guarnito eſteriormente d'una ſpecie di cal
daja di rame , rigonfia in mezzo , e faldata eſattamente
attorno al capitello di ſtagno , per contener un volume
d'acqua fredda ad oggetto di facilitare la coadenfazion
de' vapori che ſi elevano nel capitello : queſto pezzo fi
chiama il refrigerante ; eſſo dee avere ſedici pollici di
diametro da o in o , tredici di profondità , e nove di
diametro in C. Si applica in P una chiave di rame al
refrigerante per vuotar l'acqua quando è riſcaldata ;
queſta chiave debb' eſſere d'ampla imboccatura e cana
le , per poter verſar l'acqua prontamente .
Queſto lambicco debb eller fatto in maniera che l'in
caſlatura del capitello entri nella cucurbita , per poter
diftillare a fuoco nudo , oppure a bagno -maria , a tenor
del biſogno . Queſti vali , quando ſono ben fatti , fiim
boccano tanto eſattamente , che non laſciano ſcappar niente
dell'aria che ſi introduce ſoffiando nell'interno ; a tale per
fezione arrivano ſolo gli artefici induſtrioli ed intelligenti .
La maggior parte dei liquori che ſi diſtillano , à bi
ſogno d' eller refrigeraca più che non può eſſere dall'
acqua del refrigerante , benchè la fi cambiaſſe più volte .
Quindi ſi è immaginato d'accomodare al becco del
capitello del lambicco un lungo tubo di ſtagno > che
fa molte circonvoluzioni attorno a le medeſimo , e che
ſi chiama ſerpentino , fig. 3. R. Lo a immerge in un
it 2 gran
gran caldajo di rame S , che ſi riempie d'acqua fred
dillima prima della diſtillazione .
Il ſerpentino immerſo nell'acqua è uno ſtromento
comodiſſimo per tutte le diſtillazioni . I vapori che par
1 fano nel ſuo interno , ſono condenſati e rinfreſcati luc
cellivamente , percorrendo ſempre dei nuovi ſtrati d'ac
qua freſca . Con queſto mezzo ſi perde infinitamente
meno di parti volatili delle foſtanze che ſi diſtillano . 6
I liquori che ſono ſtati refrigerati col ſerpentino non
anno odore empireumatico , ſiccome ânno quelli che
ſono ſtati diſtillati ſenza queſto { tromento . L'acqua con
tenuta nel caldajo ſi riſcalda per iftrati , e da principio
per la parte ſuperiore ; quando queſta caldaja contiene
dodici o quindici ſecchi d'acqua , queita quantità bafta
per diſtillare freſchiſſimamente quaranta piate di liquore,
prima che efla ſi ſia riſcaldata fino nella parte inferiore .
Il Sig. Rovelle credeva d'eller l'inventore di queſto
ftromento , ma ſi accorſe del ſuo errore dopo che io
gli feci oſſervare che i Chimici più antichi deſcrivono
il ſerpentino . Annibale Barlet , dimoſtratore di Chimi
ca , lo fece incidere nel ſuo corſo di Chimica ſtampato
a Parigi nel 1653. vol. in 4. , pag. 123. Pare che i
diſtillatori d'acquavita in grande fe ne ſervano ab im
memorabili , ed è appunto da eſſi che s'impard a co
nofcerne tutta l'utilità .
Alcuni Chimici ſoſtituirono al ſerpentino immerſo
in un caldajo pieno d'acqua , un ſimile ſerpentino , ma
che ſi eleva a quattro , cinque , e ſei piedi di ſopra la
cucurbita , aggirandoſi attorno ad una colonna che è
deſtinata a Tottenerlo . All' alto di queſto ferpentino
adattavano un capitello ordinario . Queſto vafo ſerviva
particolarmente per la diſtillazione dello ſpirito di vino ;
elli credevano che il folo liquore ſpiritolo poteſſe ele
varſi a queſta altezza e che la flemma fi condenſafle
nelle circonvoluzioni del ſerpentino , e non poteſſe mai
pervenire fino nel capitello , ma l'eſperienza inſegnò il
contrario . La flemma aſcende inſieme con lo ſpirito ;
1
e lo ſpirito di vino che ſi ottiene non è più rettificato
di quello , che ſi ottiene con un lambicco baſſiſſimo .

Lo ſpirito di vino non ſi ottiene da queſti vali eleva
ti , ſe non quando l'alto del ſerpentino d riſcaldato
tanto , quanto la parte inferiore ; li interrompe anche
e fi ferma la diſtillazione in queſti vaſi , applicando a
3
qualunque parte del ſerpentino un panno zeppo d'acqua
fredda . Questa è un' ofervazione da me fatta in caſa
del Sig. Geoffroi , nel 1744. , e di poi comunicata al
Sig. Rovelle . Queſti ſi era vantato fino a queſti ultimi
tempi di tale ſcoperta come fua propria . I vaſi più co
modi per le diſtillazioni ſono que', che ſono baltiffimi,
ben larghi e ſvaſati , e che preſentano maggior ſuperficie.

Breve deſcrizione della macchina Papiniana ,


4
di Andrea Leopoldo Haan .

[ Vedi la Tavola ſegnata ** ) .

Veſta macchina dal nome del ſuo inyentore detta


Q Papiniana è un vaſo di bronzo che ſi copre
con un coperchio piano nella ſua ſuperficie interiore ,
che s'appoggia e corriſponde eſattiſſimamente al mar
gine ſuperiore pianiſſimo del vafo . Fra queſti due pia.
ni fi frappone un circolo di carta molle ſei volte rad
doppiata . Queſto circolo , o bordo fi fuol fare come
ſegue .Si diſpone la carta ſull'imboccatura del yaſo ,
coſicché ne reſti tutto coperto ; ſi taglia con un coltel
lo la carta , e tagliando li ſegue il margine interno dell'
apertura ; li taglia parimente la carta che porge fuor del
margine elteriore del vaſo e allora ſi à un cerchio
fimile a quello , che ſi potrebbe avere adoperando del
cuojo molle e pieghevole . Diſpoſto ciò , per mezzo
d'una vite che diſcende a perpendicolo ſul centro del
coperchio , fi applica quelto e li preme violencemente
ful vaſo , che così reſta eſattamente chiuſo , il che note
avviene mai ſenza l'interpoſizione del cerchio di carta ,
che debb ' eſſer bagnato col medeſimo menſtruo, col quale
fi vuol fare la ſoluzione . Di tutto cid ſomminiſtrerà
una più chiara idea l'annella figura colla ſeguente de
fcrizione .
+1 3 Fig. 1 .
xir
Fig. 1.
a aa a Imboccatura del vafo .
@b ... Margine pianiſſimo fuperiore della macchina , al
quale s'appoggia il coperchio .
ba ... Groſlezza di tutta la macchina , che è di un
pollice .
bbbb Capacità di tutta la macchina .
66 .... Vite .
dd ... Cavica , nella quale s'aggira la vite .
el.... Manubrio mobile , col quale ſi aggira la vite .
ff.... Cerchio di ferro , nel quale ſono fortemente rac
comandate due colonne di ferro quadrangolari .
88 ... Vite , con la quale ſi fermano le commeſſure
delle colonne col cerchio di ferro .
Fig. 2.
4 4 4 .. Coperchio circolare .
ac ... Groſſezza del coperchio , che è di un pollice .
C ..... Prominenza che forge dal centro del coperchio ,
nella quale diſcende la vite .
d .... Cavità che riceve eſattamente la vite . 1
1 Fig. 3 :
a aa a Cerchio di carta fei volte raddoppiata ,

Spiegazione della Tavola I.

A fig . 1. è una lezione perpendicolare dell' appen


L dice di ferro con l'apertura che G vede nella ſua
parte poſteriore .
La fig. 2. è il piano della porta di coteſta apertura ,
fatta ſu una lamina di ferro .
La fig. 3. è un piano dell' inferrata di mezzo , con
tre pezzetti di ferro che fortono dalla ſua circonferen
za . La inferrata inferiore n'è diverſa per eller più pic
cola e la ſuperiore per eſſer più grande , e per non
aver le orecchie di ferro ſoprannominate .
La fig. 4. è una ſezion perpendicolare con veduta in
proſpetto della parte poſteriore d'uno dei crogiuoli , con
la inferrata più piccola ſecata per traverſo dalle ſtanghe
nella ſua parte inferiore , ed un vaſo di ferro appog.
giato
giato alla ſua imboccatura . Effo è diſegnato , come
tutte le altre figure di queſta tavola e delle ſeguenti
di circa un quinto della ſua grandezza naturale. Gli
sfori fatti per le inferrate e per le altre aperture , vi fi
trovano eſpreſli ; ma nelle altre figure non li moſtrano
che le aperture neceflarie per gli uſi diverſi , ai quali
i fornelli ſono applicati. Eli ſono tutti cinti in tre
parti con del filo d'ottone ; e attorno all'imboccatura
c'è un cerchio ſottile di rame , per impedire che il bor
do eſteriore fi logori .
La fig. 5. rappreſenta l'apparato per la diſtillazione .
La fig. 6. è la lampana comunicante col fao ſerba
tojo per mezzo d'un tubo laterale , che qui ſi è fatto
troppo corto per mancanza di ſpazio nella tavola . Si è
delineata ſopra il fornello a lampana , una larga patel.
la , che è qui adoperata come un bagno d'acqua , e
contiene un matraccio di collo lungo ; un altro vaſo
della medeſima fpecie , più comodo , compoſto d'un re
cipiente di vetro con un lungo tubo , inſerito nella ſua
imboccatura , ed una forta con una telta di vetro op
portuna per la diſtillazione .

Spiegazione della Tavola II.

moſtrano in queſta cavola diverſe combinazioni di


crogiuoli per diverſi uſi , con l'appendice e ſenza
l'appendice di ferro fra di elli . Alla parte poſteriore
del crogiuolo ſuperiore è marcato lo sforo rotondo
attraverſo il quale e la porta oppoſta del ceneratio di
palla una verga di ferro , per poterlo levar comoda
mente , quando è caldo .
La fig. 1. è il fornello a vento per fondere con una
ſezione dell'inferrata e del crogiuolo . Ello d portato.
da una porzione d'un altro crogiuola , nei lati del quale
fi fono legati, per readerlo ſimile ad un trepiede , tre
archi .
La fig. 2. è il fornello di faggio con una ſezione 1
della cappa di ſopra l'inferrata . Queſto fornello è pog .
giato fu un altro crogiuolo intiero inverſo , ad oggetto
It 4 di
suj
di poterlo elevare ad un altezza ragionevole per poter
eſaminare le coppelle , ec. che ſono ſotto la cappa .
La fig. 3. è il fornello al riverbero , con una ſtorta
di vetro inviluppata per ſervir alla diſtillazione . Nella
ſua parte poſteriore ſi vede una delle due ſtanghe , lu
le quali è poſato il fondo della ſtorta . Il foitegno è
della medeſima ſpecie di quello della fig. 1 .

Spiegazione della Tavolá III.

Tre fornelli che li vedono in queſta tavola , ſono


I diverſe ſpecie di fornelli a ſoffietto , con degli sfori
aperti nei lari per ricevere il tubo dei ſoffietti .
La fig . 1. è un crogiuolo minore adattato in un al
tro maggiore con una porzione di un altro inverſo per
fervir di cupola . Una fetta rotonda , ſegata dal fondo
ſerve nel medeſimo tempo di inferrata e di ſoſtegno al
crogiuolo . Il piano intero di queſta inferrata li vede
nella fig. 4 .
La fig. 2. è il fornello fatto per la fuſione ſenza in
ferrata , oſſia per la fuſione fra i carboni. Il crogiuolo
è dei più grandi , e li pud accreſcerne l'altezza con una
qualche ſezione di un altro fornello . Al canale incli .
nato del ſuo fondo ſi è adattata una parte d'un altro
fornello .
La fig. 3. è quel fornello , nel quale le correnti d'aria
ſono portate da diverſe parti del carbone ſul crogiuolo
che è in mezzo . Il crogiuolo più baſſo è quello che
ſerve per fornello a ſoffietto della fig. 1 .; nel crogiuo.
lo interiore pertugiato ſi è ritondato il fondo , e rita
gliata una porzione dall'alto per poter eſaminare più
comodamente il contenuto , e levarlo fuor del fornello .
Il piano circolare sforato in mezzo , fig. 5. , è una band
ftra di ferro , che ſerve come di coperchio pel crogiuo
lo ; e la fig. 6. è una ſezion traſverſale del crogiuolo
pertugiato , per moſtrar la direzione delle correnti d'aria .

Spie
Svij
Spiegazione della Tavola IV .

A fig. 1. è un fornello a vento compoſto di cro


giuoli della più gran dimenſione , e coſtrutto ſul
modello di quello , del quale si è ſervito il Sig. Pote
ne ' ſuoi eſperimenti ſulla vitrificazione dei corpi terre .
ftri'. Ci ſi vede una porzione di tubo d'aria inſerito nel
piede , e tre piccioli crogiuoli poſati ſull'inferrata . Alla
porta è adattata una laltra di ferro ricurvata ſul lato ,
per ricever il carbone , che è prontamente acceſo per
la vicinanza del fuoco , per ſomminiſtrare coſtantemen .
te un ſupplemento al carbone che ſi conſuma ; la parte
acceſa , che è alla porta , è introdotta nel fornello ,
fpignendo avanti il reſto con una verga di ferro , ed in
proporzione ſi rimette ſucceſſivamente per di dietro del
nuovo carbone che non è acceſo .
La fig. 2. è quella della ſtufa per riſcaldare una
ſtanza . Ella è poggiata fi un trepiede di ferro con una
patella ferrea piatta di ſotto per ricever le ceneri .
L'appendice è ripiena di palle di terra cotta , che ſono
ſoftenute dalla grande inferrata fuperiormente al cro
giuolo inferiore. Nella porta della cupola è inſerita
l'eſtremità quadrata d'un tubo di ferro , l'altra eſtre
micà del quale comunica col cammino della ſtanza .
L'altezza perpendicolare, interna dei crogiuoli che
ſervono a coſtruire queſto fornello , è di circa 12. pol
lici ; la loro larghezza d'un poco meno di 8..pollici
all'ingreſſo , di lei e mezzo verſo la metà della loro
altezza . Dopo avere adattato queſti vaſi in diverſe ma
niere , ſi è ritrovato , la coſtruzione ſeguente eſſere in
generale la più comoda .
Si poliſce l'imboccatura di ciaſcun fornello fa d'una
pietra con un poco d'arena ; fi fega nel foo fondo una
sforo rotondo col compaſſo tagliente dei legnajaoli ; fi
fa un altro sforo rotondo in un laco , un poco fopra il
fondo ; rimpetto a queſto ſe ne apre un altro , ma.qua
drato , e di ſopra ancora un altro quadrato , ma più
grande . I luoghi di queſte aperture e le loro grandez
ze proporzionate , foro rappreſentate delle cavole qui
tt 5 ag.
äviij
aggiunte , le figure delle quali ſono fatte fu d'una me 1
delima ſcala , per ſalvare nella deſcrizione il dettaglio
delle dimenſioni particolari nelle diverſe parti .
Tutte le aperture anno le loro porte fatte di pezzi
di crogiuoli rotti . Queſte fi poflono comodamente ap
plicare , e levare per mezzo d'una ſpecie di forchetta ;
percid ciaſcuna porta è guarnita di due piccioli fori per
introdurne le punte .
La inferrata è compoita d'un cerchio di ferro con
delle ſtanghe diſpofte attraverſo , e di poca larghezza
ma forti . Tre di queſte inferrate di diverſe dimenſioni
fono neceſſarie per diverſi uli ; una di grandezza tale
da poter pofare contro i łati convergenti del teſto nella
parte ſtretta la più baſſa , immediatamente al diſopra
dello sforo quadrato più baſſo ; una feconda talmente
larga che non poſſa approfondarfi più che alla ſommità
preſſo a poco dello sforo più alto ; la terza della me
defima larghezza dell'imboccatura eſterna del crogiuo
lo . Per contenere più fermamente le inferrate del baſſo
e del mezzo nel loro poſto , fi fanno tutto attorno al
teſto delle ſcanalature per appoggiarvi il loro bordo ;
oppure ciò che è molto meglio , li fanno tre tacche per
ciaſcuna a diſtanze eguali nel 'teſto , che corriſpondono
a delle punte o orecchie che ſporgono dalla circonferen
za dell'inferrata . Comunque ſia queſta ſoſtenuta , bi
fogna avvertir bene che ella fia fufficientemente in li.
bertà , e che ne l'inferrata , nè le ſue orecchie non
poggino troppo ſtrettamente contro i lati , per timore ,
che l'eſpanſione del metallo , quando è molto riſcalda
to , non ſolamente non renda l'inferrata troppo diffici.
le a levarli , ma ancora non danneggi il fornello .
Si pud formare per queſti fornelli un'inferrata con
veniente con quattro o cinque anelli di ferro locati
l'uno nell'altro , e guarniti ciaſcuno di tre orecchie o
pezzetti di ferro ad egual diſtanza nella loro circonfe
renza : le orecchie dell'anello ' interiore s ' incaſtrano in
altrettante tacche corriſpondenti fatte nell'anello ſee
guente , e quelle di queſto ſecondo in altrettante del
terzo , eflendo fatte le tacche nel mezzo degli ſpazj
d'in
xix
d'infie ciaſcuna delle due orecchie . Cos! Gi avrà un'
inferrata compoſta , che fi potrà dilatare e riſtrignere
ad arbitrio , ed adattare a dei fornelli di diverſe gran
dezze , aggiugnendo o togliendo un anello al di fuori
Coteſti anelli ſono circa cinque ottave di pollice di pro
fondità , un quarto di pollice di latitudine ; e la di
ſtanza fra di elli è d'un poco più d'un mezzo pollice :
l'anello interiore à un pollice e mezzo di diametro , e
1 tre punte di dentro per impedire la caduta dei carboni
per queſto ſpazio . 1

Per rendere i fornelli durevoli , fi cingono tutt' all'


intorno in tre o quattro parti diverſe con del filo d'ot
tone , purchè perd fi lafci libero e diſimpegnato il luo.
go delle porte e dei fori . I bordi dell'imboccatura del
fornello ſi poſſono riparare con delle fortili laſtre di
rame . Con queſto cingolo di fil d' ottone ſi rendono
arti a ſervire ancora per molto tempo dei vali, che
altrimenti caderebbero in pezzi .
Oltre i crogiuoli che formano il corpo del fornello , .
c'è biſogno ancora d'un piede per appoggiarli , d'un
cammino , e d'un ' appendice di ferro .
: La miglior qualità di piede è un anello di ferro piatto
e peſante , guarnito di tre piedi , ciaſcuno d'altezza di
cinque o ſei pollici ; ad una delle gambe di queſto tre
piede è attaccata una vite , con la quale fi pud , ſe fa
biſogno , alzarlo , o abbaſſarlo , affinchè il fornello fia
poſato a livello , quand'anche il pavimento foffe ineguale .
Il cammino è compoſto di tre tubi fatti d'una lamina
di ferro battuto , che non debbono eller groffi meno
d'una linea e mezza , affinché non ſiano troppo preſto
pertugiati, o diſtrutti dal fuoco . Il primo imbocca nel
} ſecondo , e queſto nel terzo ; coſicchè dal principio al
fine reſta quali io ſenſibile la diverſità del diametro .
L'eſtremità ſuperiore fa bene di forma quadrata , per
chè , occorendo , polla adattarſi alla porta maggiore del
fornello , e ſervire in queſto caſo di cammin laterale .
L'appendice è formata d'una laſtra di ferro battuto
di due linee almeno di groffezza , aggirata in rotondo ,
le due eſtremità della quale fono combaciate , ed in
chio
chiodate inſieme ; eſſa è alta circa ſei pollici , e larga
al di fuori quanto la ſommità del fornello ; ma effen
do meno grolla del medeſimo , viene con cid ad avere
nel ſuo interno una larghezza maggiore . Uno dei bor
di di quelto cilindro cavo à un anello di ferro , che
gira cutto all'intorno interiormente ; queſto è il bor
do , col quale lo ſi poſa comunemente ſull'imboccatu
ra d'uno de' crogiuoli . Se queſta appendice è fatta di
buon ferro battuto , é ſe è groſſa , come ſi è preſcrit
to , ſoffrirà aſlai bene i gradi più intenſi di calore , ſen
za aver biſogno d'effer lotata .
Uno dei crogiuoli preparato come ſopra , con la pic..
cola inferrata balla che vi ſi farà introdotta , è un fe .
nello opportuno pel fuoco a nudo . L'apertura immc
diatamente inferiore all'inferrata , è la porta del cene
rario ; la ſuperiore è la porta del focolare , dove ſi mette
il carbone . Queſta è l'unica materia combuſtibile che
1
ci ſi adopera ; e'l conſumo n'è piccioliſlimo . Per meze
zo di una o di tutte le aperture ſuperiori 6 fommini
kra l'aria , e ſi accreſce a talento o fi ſminuiſce l'in
tenſità del fuoco .
Introducendo nel fornello ſcoperto un vaſo di ferro
vuoto , o contenente dell'arena , diviene un fornello
ad arena , per niente altro diverſo dal precedente , che
per l'apertura , nella quale s'introduce il carbone in
troducendoſi in quello per l'imboccatura ſuperiore , in
queſto per la porta del focolart .
In vece delle ſpecie precedenti di vaſi, che ſono tanto
ſtretti da poter eller contenuti nel fornello , ſe ne pud
locare ſulla ſommità di eſſo uno molto più largo con
tre ſoſtegni di ferro , che lo tengano alquanto follevato
i
per non turare perfettamente il fornello , ed impedir
totalmente l'urile paſſaggio dell'aria . La patella piat
ta di ferro , che in altre occaſioni ſi mette ſotto il for
nello per ricever le ceneri , pud ſervire a queſto uſo .
Se ſi tratta di ricevere dei vaſi più profondi , per
eſempio , un lambicco di rame s'accreſce la capacità
del fornello , collocandovi ſuperiormente l'appendice di
ferro ; e allora ſi è in iftato di ſervirſene come di un
labon
laboratorio adattato a degli eſperimenti in grande .
Per riguardo ai vaſi diſtillatori , la loro ſtruttura è
diverſa dai grandi ordinari. Il corpo del lambicco è una
larga (tuffa di rame ; e per diſtillare a bagno-maria vi
fi introduce quaſi fino alla cima un altro vaſo d'egual
figura , e lo ipazio libero fra i due è ripieno d'acqua .
L'uno e l'altro anno egualmente grande l'imboccatura
e' l'uno può entrare fino al petto nell'altro , coſicche
a vicenda poſſono fervire di fornello e di lambicco .
Tutte le parti di queſti vafi ſon fatte d'una laſtra di
rame fottile e bene ſtagnata interiormente . Quando ſi
vuole che ſi imbocchino e fi turino perfettamente , cid
fi ortiene applicandovi tutt'all intorno delle faſce di
veſcica bagnata , che conviene più del loto , perchè finita

1
l'operazione, fi leva con maggior facilità ; un cubo di
ſtagno breve, guarnito d'un turacciolo eſatto , per ria
fondere il liquor diſtillato , o introdurne del nuovo ſenza
dovere slotare e feparare i vaſi , è fermato ſulla ſom
mità , che in queſti ſtromenti è il luogo più opportu
no a ciò . Biſogna ancora avere un ſerpentino ed un
refrigeratorio , e per alcune diſtillazioni di liquori cor
roſivi un capitello di vetro , ed altri arneſi fimili di
terra cotta .
Per la fufione dei metalli ec . fi forma un fornello
a vento , rinverſando un crogiuolo ſopra l'altro , e lo
cando ſulla ſommità il cammino intiero , oppur ſolo uno
o due tubi a tenor del biſogno . Comunemente ſerve
meglio la ſeconda inferrata , perchè laſcia più libero il
pallaggio dell'aria . Il crogiuolo che contiene le mate
rie , ſulle quali ſi opera , è poſto ſopra un pezzo circos
lare di mattone o di crogiuolo rotto un po' più largo
del ſuo fondo : il carbone vi fi introduce per la porta
del focolare . Il fornello ſta ſul ſuo trepiede con la pa
tella piatta fotto per ricever le ceneri e'l metallo , fe
il crogiuolo nell'atto dell'operazione ſi rompelſe .
Lo sforo rotondo , che è nei lati di queſto fornello ,
rende facile l'introdurvi l'apice d'un loffietto doppio
talchè un crogiuolo ſolo o due combinati inſieme pof
fono con facilita eſſere convertiti in fornello a foffiet
to ;
xxij
to ; nel qual cafo biſogna turare tutte le altre aperture
inferiori all' inferrata , finchè il ſoffetto lavora , accioc.
che l'aria che vi ſi introduce non ne ſcappi . In molte
occaſioni è una coſa utiliſſima potere in certi momenti
animar rapidamente il fuoco .
Un crogiuolo rinverſato fu l'altro con l'appendice
frammezzo, forma un fornello atto a tutti gli eſperi
menti , pe' quali è neceſſario il fornello di ſaggio . Si
colloca il cammino o intiero o in parte ſulla ſommità
affine di rianimare il fuoco , ſe ſi trovaſſe troppo debole.
. La combinazion precedente di due crogiuoli e dell'
appendice di ferro , col cammino o intiero o in parte , 1
oppur:anche ſenza cammino , ſecondo che l'operazione
domanda più o meno di calore , ſerve altresì di river.
1
bero per la diſtillazione in iſtorte di vetro e ſimili
con queſta fola differenza , che in vece della inferrata
maggiore , s'introduce la media nel vaſo inferiore , e 1
ſi mettono due ſtanghe di ferro attraverſo nella ſua parte
fuperiore . Il fondo del vaſo diſtillatorio li poſa ſu co
teite Stanghe , e 'l fuo collo forte per la porta dell'ape
pendice che è applicata ai vaſi . Il fornello di river
bero , e 'l fornello di faggio realmente non ſono altro
che il fornello a vento , con una cappetta , o una for
ta che vi ſi pone in vece di crogiuolo .
Si pad altresì far uſo di quefti fornelli come d'una
fufa ordinaria per mantenere il calore negli apparta ,
menti con ana picciola quantità di carbone.
Dal dettaglio fatto fino ad ora appare che due cro
giuoli preparati d'una maniera facilmente eſeguibile da
qualunque artefice ., con alcune picciole modificazioni
egualmente facili , baſtino a formare quali tutte le ſpe
cie di fornelli adattaci a degli eſperimenti. Egli è poi
molto a propoſito d'eſler provveduti d'un terzo crom
giuolo , egualmente preparato non tanto per aver. uda
riſorſa alcune volte neceflaria , quanto per potere così
condurre contemporaneamente due diverfiffime operazio
pi , quando venifle voglia di farle .
I ſoffietti dei qualiio mi ſono principalmente fervi .
to , fona ſoffietti fatti ad organo , con queſta differenza
nella
xxiij
aella loro Aruttura , che la tavola ſuperiore invece di
elevarſi obbliquamente ſulle pliche laterali, fi eleva equa
bilmente da tutte le parti , e continua ſempre ad eſſer
orizzontale . Queſta ſpecie di ſoffietti , per la fleſſibili
tà , e morbidezza del cuojo , ſi muove non ſolo con
maggior facilità dei ſoffietti ordinari , il cuojo de' quali
è duro , ma ancora non à , come effi anno , l'inconve
niente di reiiltere inegualmente ſecondo l'eſtenſione più
o men grande delle pliche : la tavola è depreſſa al baſ
fo ; e l'aria è coſtretta fortire da un peſo che è poſto
alla ſommità . Il qual peſo operando , a differenza dei
foffietti ordinary , perpendicolarmente , opera ſempre d'una
forza eguale , e l'aria n'è ſpinta regolarmente .
Alcuni propoſero d'evitar l'imbarazzo dei ſoffietti
ſoſtituendovi l'Eolipila . Queſto ſtromento è un folido
vafo di rame , con un collo curvato da un lato , e che
fi. termina in una piccioliſſima apertura . Eflendo queſto
vaſo per metà ripieno d'acqua , e collocato ſui carboni
ardenti in un conveniente fornello , fimile per eſempio
ai noftri , col ſuo collo diretto e poſto in piccola di
ſtanza dal fuoco , che ſi vuole animare , fubito che l'ac
qua comincia a bollire , ne forte con violeaza un vapor
claſtico pel piccolo orificio ; e ' l fuoco è incitato come
dall'aria d'un buon foffietto ; quindi è , che queſto ftro.
mento fu nominato ſoffietto Eolio , o dei Filoſofi. Ma
fi avverta , che ſerve ſolamente pel fuoco fcoperto , ap
prendendoci la eſperienza che per riguardo al fuoco
coperto , eſtingue i carboni invece di accenderli.
Siccome il fornello a ſoffietto , deſtinato a dei fuochi
violenti li fa molto più forte dei crogiuoli di coſtruzione
ordinaria , non avendo effo altra apertura che quella ,
1 per cui entra il cabo del ſoffietto ; egli è fimilmente a
propoſito , per certi uli particolari, d' avere un fornello
a vento più forte , che affolutamente non abbia che gli
sfori eſſenzialmente neceſſarj , affinchè ſia meglio in ilta
to di ſoffrire la continuazione d'un fuoco violento .
Il fornello deſtinato per queſto oggetto è compoſto
di due grandi crogiuoli ; de' quali l'inferiore a ſolo uno Á
sforo rotondo nel fondo per laſciar paſſar l'aria ; e'l
$
fa
xxiv
fuperiore a uno sforo ſimile , che corriſponde al cammi.
no , con una porta da un lato, per la quale ſi getta il
carbone . Il fornello è poſto fopra un crogiuolo inver
fo , che â uno sforo alla ſommità , corriſpondente a quello
del fondo del fornello , un altro grande da un lato , e
la ſua imboccatura ben levigata , per poterſi da ſe me.
deſima applicar eſattameate ſopra una pietra piatra , o
ſopra una laſtra di ferro, che dee ſervirgli di ſoſtegno . Nell'
apertura laterale di queſto vaſo inferiore , che ſerve ad
na tempo di piede e di cenerario al fornello , s'intro
duce un tubo di ferro un po' più groſſo . che la parte
più larga del cammino , e di due o tre piedi di lunghez
za , all'eſtremità del quale ſe ne pud adattare uno di
legao molto più lungo . La totalità di queſto tubo debb'
ellere locata orizzontalmente affin di poter continuare
fino nell'appartamento vicino ; o piuttoſto , ſe c'è la
comodità , li pud far paſſare il tubo di legno perpendi
colarmente attraverſo il pavimento in una ſtanza infe
riore , e'l tubo di ferro orizzontale gli farà adattato
! Lateralmente alla ſommità : il ſuo uſo è di portar al
fornello , invece dell'aria adjacente che è rarefatta dal
caldo , un' aloraria più fredda e più denſa ; e 'l ſuo ef
fetto , per animar il fuoco , farà proporzionato al frede,
do e alla denſità dell'aria , con la quale comunica .
« Ellendo troppo eſſenziale in alcuni caſi di concen
trare , e di riunire , quanto è poflibile , in un punto
il fuoco che ſi adopera , e rieſcendo troppo incomodo
l'uſo di molti ſoffietti che in un tempo ſolo da tutt'i
lati agiſſero contro il fuoco , ſi è procurato di moltipli
car le correnti dell'aria con un ſolo ſoffietto nel for- '
nello che ora ſi deſcriverà .
Il crogiuolo che ſerve di fornello a queſto oggetto ,
à una quantità di sfori fatti a piccole diſtanze in linee
ſpirali , dal fondo alla cima . Il crogiuolo è pofato.col
fuo fondo ſopra un ſoſtegno conveniente ; e gli sfori
ſono aperti in una direzione non perpendicolare , ma
obbliqua , acciocchè le correnti d'aria , coſtrette a pallar
attraverſo , poflano ſemplicemente lambirli ; con queſto
mezzo , il crogiuolo ſi trova fuor di pericolo d'eſsere
ro
)

rovinato dal vento; " e'l calore che vi è portato , giuo


ca ſulla ſua fuperficie , in una ſpecie di linea ſpirale .
Il crogiuolo che per l'avanti ferviva di fornello a ſof
fietto , con un anello di ferro alla ſua fommità , riceve
queſto valo pertugiato tanto addentro , che tutti i ſuoi
sfori ſi crovino nella cavità , la quale cavità non aven
do altro elito che l'apertura rotonda fatta pel ſoffietto >
l'aria che è ſoffiata per queſta apertura , ſi diſtribuiſce
neceſſariamente attraverſo gli sfori del crogiuolo. inte
riore . Amendue , cioè l'interiore e l'efteriore poſſono
eſſere della più gran dimenſione , entrando la parte ſtretta
inferiore del primo nella parte larga ſuperiore del ſecondo
L'uſo dei fornelli fino ad ora deſcritti , elige necef
fariamente la preſenza dell'operatore , tanto per eſami
nare i procelli , quanto per animare il fuoco , e fom
miniſtrargli un nuovo alimento , quando ne à biſogno .
Ci ſono delle operazioni d'una natura più lenta , che
eligono un calor mite , continuato lungo tempo ; que
ſte non anno biſogno di gran cura per riguardo a le
medeſime ; per conſeguenza ſarebbe molto a propoſito
il poter riſparmiare , quanto è poſſibile , la necellicà
d' eſſerci preſenti , per riguardo al fuoco . Si adempie
beniffimo queſta intenzione col fornello , chiamato At
hanor ; del quale , per eſſere molto compoſto , tralaſcia
mo qui la deſcrizione .
Se ne procurò un ſupplemento per mezzo della fiam
ma d'una lampana ; ma i fornelli ordinarj a lampana
erano ſoggetti a molti inconvenienti , ai quali ſi rime.
did in gran parte con la ſtruttura ſeguente .
La lampana è compoſta d'un tubo di rame , di dieci
o dodici pollici di lunghezza , e di circa tre linee di
diametro > inſerito per un' eſtremità nel ſerbatojo dell'
olio , e curvato per l'altra , in una coda , ſimile al cor
po d'una pippa da tabacco , la cui apertura à quaſi due
pollici di larghezza . A queſta apertura è adattata una
laftra rotonda , che â cinque , ſei o ſette pertugini in
egual diſtanza attorno alla ſua parte elteriore , nei quali
fono inſeriti altrettanti cubi di circa un pollice di lun .
glezza. Si paſſano in queſti cubi dei fili di cotone , che
tutti
Xxvj
del
tutti inſieme non eccedono quella quantità , che è ne .
ceſſaria nelle lampane ordinarie , per fare uno ſtoppi per
no . Per queſta diviſione dello ſtoppino , la fiamma el ing
la a
pone una maggior ſuperficie all'azion dell' aria ; la ma.
elpo
teria fuliginoſa è conſunta e diſſipata , e la lampana
- L
rende una fiamma chiara e viva .
di v
Il ſerbatojo è un vaſo cilindrico di otto o dieci pol
dall
lici di larghezza , compoſto di tre parti con un coper
na ,
chio polto ſuperiorinente . La partizione del mezzo co
zion
munica per mezzo del tubo laterale con gli ftoppini
verſ
ed à un tubo diritto ed aperto , ſaldato nel ſuo fondo
do i
la cui ſommità arriva tanto alto , quanto il livello de
med
lucignoli ; talche quando queſta parte è carica d'olio ,
dj 1
a ſegno che l'olio afcende agli ſtoppini all' altra eſtre
mità della lampana , ogni altra addizione d'olio ſcola nerr
pel tubo diritto e cade nella diviſione più baſſa del fer re ,
batojo . La diviſion fuperiore è deſtinata per fommini perc
ſtrar l'olio a quella di mezzo ; a queſto effetto eſſa è calm
El
guaroita d'una chiave al fondo , che s'aggira ad arbi.
trio affinché l'olio poſſa cadere goccia a goccia con dell
abbaítanza di velocità per fupplire alla conſuozione , o calc
anche più velocemente ; perchè il fuperfluo non produ
ce alcuno inconveniente eflendo condotto via dal tubo chi,
diritto ; coſicchè l'olio per queſto mezzo è ſempre trat rice
tenuto alla medeſima altezza nella lampada . La divi. di
fion media ella ſola può baſtare per gli uſi ordinari ; ger
perchè attega la fua larghezza , l'olio può beniſſimo per
ardere per molte ore di ſeguito ſenza abbaſſarli nota per
bilmente . Con tutto cid farà ben fatto rinnovare ogni me
due o tre giorni gli ſtoppini, più ſpeſſo o più raro , pic
fecondo che l'olio è più o meno ſporco ; perchè la mi an
teria impura , ch' eſſo laſcia negli Itoppini rende la in
fiamma ſempre più languida. Per rinnovarli con facilità , cu
' farà bene d'averne dae di coteſte laſtre pertugiate ; affin ta
che , quando ſe ne vuol levare una per ripulirla, ſe ne abbia le
un' altra tutta pronta e fornita di ſtoppini da ſoltituirle . ra
Uno dei crogiuoli deſcritti da principio , forma un
fornello proprio per la lampana . Egli non è ben fatto co
di avanzare il calor di quelto fuoco oltre il grado 450 . 1
del
xxvij
del termometro di Fahrenheit , che è più che fufficiente
per tener lo ſtagno perfettamente in fuſione . Un bagno
in queſta operazione è affolutamente neceſſario ; altrimenti
la materia farebbe inegualmeate riſcaldata , non elleado
elpolta alla fiamma che una picciola parte del vaſo .
L'utilità dei bagni in generale e di riparare i vaſi
di vetro , e fimili dall'azione immediata del fuoco , e
dalle fubitance variazioni di calore . Nel bagno d'are.
na , e negli altri intermedj ſolidi c'è queſta imperfe
zione , che il calore non è del tutto uniforme , ma di
verſo nelle diverſe parti , diminuendo per gradidal fon
do alla ſommità . Quindi per avere coſtantemente il
medeſimo grado di calore , li ebbe ricorſo agl' interme
di fluidi. Ma il bagno d'acqua , che fi adopera coinu
nemente , è limitato a un troppo debole grado di calo
re , non eſtendendoſi ello oltre l'ebullizione . Egli è
percid , che ſi è immaginato ed eſeguito in alcune oc
caſioni il bagno d'un altro fluido , che è l'argento -vivo .
Eſlo ſoſtiene un grado di calore , che eccede quello
dell'acqua bollente più di due volte tanto , quanto il
calor dell'acqua bollente eccede il grado della ghiacciata .
Si prepara il bagno di mercurio con due vali o cuc
chiali di ferro di tale grandezza che l'uno poſſa eſſer
ricevuto dall'altro in maniera da laſciar un vacuo fra
di effi cuti all'intorno . Queſto ſpazio è ripieno d ' ar
gento -vivo , eſſendo i due vaſi ben commelli inſieme
per mezzo di caviglie paſſate attraverſo il loro bordo
per impedire che il vaſo interiore non ſia follevato dal
mercurio . Il vuoto può eſſer tanto piccolo , che una
piccola quantità di mercurio baſti a riempirlo ; e li pud
anche diminuire la speſa di queſto articolo , fervendoſi ,
invece di mercurio puro , d'una compoſizione di mer
curio , cori circa la metà del ſuo peſo di piombo, o con
tanta quantità di piombo , quanta ne pud folteaere
ſenza perder la fua Huidità in un grado di calor mode
rato . In queſta ſpecie di bagno , tutte le parti del valo
interiore faranno equabilmente riſcaldate ; benchè il fuo .
co ſottoposto foile ineguale ; e ſi può aumentare il ca.
lore quaſi fino al grado, nel quale il piombo comincia
a fon
xxviij
a fonderſi , ſenza alcun pericolo che il mercurio ſvapo
ri . Il termometro ſopra citato indica il punto della
congelazione col grado 23:0 ; quello dell'acqua bol
lente col 212.º ; quello del piombo fuſo col 550.0 in
circa ; quello del mercurio bollente , e ſcioglienteli in
vapori col 600.0
Sebbene il calore , del quale il mercurio è ſucettibi
le , ſia grande in paragon di quello dell'acqua bollen
te , è però troppo limitato in molte operazioni , dov'è ,
biſogno dei bagai. Si è percid immaginato un altra
bagno metallico , che ſuppliſce in un tempo al bagno
mercuriale , ed al plumbeo . Siccome l'imperfezione del
mercurio conſiſte nel non poter ſoffrire di più di un
dato grado di calore , e l'imperfezion del piombo con- ,
ſiſte nel non divenir ello fluido in un grado di calore
così mite , come alcune operazioni vorrebbero , gli ſi è
foftituito un bagno di miſtura metallica , di cui Newton
fa menzione nelle Tranſ. filoſ. , compoſta di due parti
di piombo , tre di ſtagno , e cinque di biſmuto , ' fuſe
inſieme , da adoperarſi coi medeſimi ſtromenti ſopra de
fcricci. Queſta miſtura divien fluida in un grado di ca
lore non di molto maggior di quello dell' acqua bol
lente , e per conſeguenza ſerve d'intermedio per tutt'i
gradi di calore , che aſcendono da queſto punto fino al
grado , dove il metallo ello medeſimo divien rollo , e
bollente , grado molto maggiore di tutt'i bagni , de'
quali è biſogno nella pratica .
Coi deſcritti fornelli variamente diſpoſti , e trattati
e combinati da un arterice ragionevole ed ingegnoſo ,
ſi fanno agiatamente tutte le operazioni chimiche
turci gli elperimenti utili e piacevoli .
· Io mi lulingo , che la pubblicazione d'un apparato
ſemplice , di facile coſtruzione , di poca ſpeſa , d'uso
comodiſſimo , e faciliſſimo a maneggiarſi in tutte le ſue
forme e combinazioni , contribuirà a togliere uno dei
principali oſtacoli alle ricerche chimiche , e faciliterà
quelle ſpecie di ricerche eſperimentali , nelle quali i
fornelli ſono uno dei principali ſtromenti .

ELE
ELEMENTI DI CHIMICA .

CA PO PRIMO ,
!

PROLEGOMENI .

9. I,

A Scienza che tratta dei cangiamenti che


avvengono ai corpi , quando la loro compo
ſizione fi altera o fi diſtrugge ſi chiama
Chimica ( chemia , chymia ) , Pirotecnica
( Pyrotechnica ) arte ermetica ( ars hermetica)
Spagirica ( ſpagyrica ) filoſofia col fuoco ,
Queſte denominazioni fanno conoſcere il ſoggetto , l'og
getro , l'eccellenza della Chimica , quanto ella differiſce
dalle altre arti , e da quali ſpezie di ſcienze ella trae
i ſuoi principi .
S. II,

Gli ufi della Chimica ſono tanti , e tanto eſſenziali ,


ch'eſſa è molto ſuperiore alle altre arti che trattano
delle coſe naturali , Tutte in fatti cavano dei ſoccorſi
dalla Chimica , e molte le debbono intieramente il lora
ſoſtentamento . Efla fola ſviluppa la natura e i principj
dei corpi , e ci fa conoſcere le loro proprietà particolari
e coſtanti . Di più , eſſa ne compone per noftro uſo dei
Tom . I. A nuo
2 PROLEGOMENI .
nuovi , che la natura ci avea negati .. Boerhaave ci di
pinſe con impareggiabile eleganza e perfezione l'utilità 1
di queſt' arte ( a ) .
§ . III.

La moltitudine dei corpi che ſono di giuriſdizion


della chimica , e i fini diverli ch'ella li propone nei ſuoi
lavori , l'â fatta dividere in più parti , alcune delle quali
ſe ne ſepararoco come arti particolari ; tali ſono quelle
dell' orefice , del tintore , del pentolajo , del cuoco , del
fabbricator di birra , della monetazione , della panizza
zione dello ſmalto , della fuſione ec. ; mentre le altre
non ceffarono d'eſfergli unite , fotto i nomi d'alchimia
( alchymia ) alotecnia ( halotechnia ) zimotecnia ( zimo
technia ) docimaitica ( docimaſtica ) metallurgia (meral
lurgia ) arte vetraria ( ars vitraria ) chimica fiſica , e me
dica , finalmente ſotto il nome di Chimica farmaceutica .
Ved. Wallerio (6 ) .
$ . IV .

L'arte noſtra vuole eſſere riguardata come una delle


prime che abbiano eſiſtito , non perchè gli antichi abbiano
compreſo tutto il corpo delle cognizioni chimiche ; que
ſto è un vantaggio , di cui forſe il noſtro ſecolo non
avrebbe maggior diritto di vantarſi ; nè perchè fra le na
zioni che ci precederono , ci ſiano ſtati dei faggi che
abbiano traſmeſſo alla poſterità come arte particolare cid
che è di giuriſdizion della Chimica , e che il caſo o la
neceflità ſolamente fecero offervare agli uomini ; ma per
che fin dall' origine del mondo eſſi ſi occuparono in la
vori che appartengono a queſt' arte . Io ſon ben lontano
dall ' agitare una queſtione di cui io fento tutta la leg
gerezza , fulla origine delle arti , e d'andare a ricercarne 1
i primi inventori nei ſecoli più rimoti ; ma ciò non oſtante
io credo , giuſta un ſentimento autorizzato dalla Scrittura ,
e per

(a ) Element. chem . part. 2 .


b) Chymie phytiq. part. I. chap. I. S. 3.

1
PROLEGOMENI , 3
e per una conſeguenza receſſaria cavata dai biſogni della
vita , che gli uomini molto prima del diluvio s'eſercita
rono nei lavori di Chimica . Conringio nella ſua medi
cina Ermetica ( a ) aperle il velo , con cui il fleozo o
le tenebre della storia avean coperto i primi tempi della
Chimica . Ma biſogna conſultare altresì le due opere di
Borrichio (6 ) , a cui ſi pud aggiugnere Barchuſen ( c)
Gerikio ( d ), Junkero ), Hebenttreit if ) , e Wallerio ( 8 ).

$. V.

La Chimica non prodare tutti i ſuoi rami in un


tempo . Queſti non comparvero che coll ' andar de' Secoli .
Da principio egli è più che veriſimile che i noſtri primi
padri conobbero l'arte della Cucina . Dalia Geneſi cap. 4 .
V. 22. è evidente , che la metallurgia avea già ſvelato
alcuni de' ſuoi ſegreti agli antidiluviani . Non ſi può du
bitare che fin nella prima età del mondo i lavori della
alotecnia non fiano itati famigliari agli uomini , giudi
candone dalla neceſſità di preparare e rilevare il guſto
dei loro cibi ; di più la combuſtione dei vegetabili che è
un'operazione dell'alotecnia , â dovuto eſtendere le loro
cognizioni in queſt' arte . Per un altro luogo della Ge
neli , cap. 9. V. 21. appare che ſe la zimotecnia non ha
preceduto il tempo del diluvio , almeno elļa lo ſeguì ben
da vicino . Michaelis ( b) maltrò con quella ſagacità che
fi ammira in tutte le ſue ricerche che l'arte vetraria
A 2 è Itata

(a) La prima edizione è del 1648. , e la ſeconda del 1669. con


molte aggiunte .
(6 ) La prima ſull'origine e i progrelli della Chimica . Coppen
hagen 1668. ; e la ſeconda intitolata : La Sageſſe d' Hermes des
Egyptiens Sigue des Chyiniſtes, vengée de la critique de Canringius.
Coppenhagen 1674.
Nella prima delle ſue lezioni intitolata : Acroamata .
( d) Fondamenti della Chimica , cap. 2 .
(e ) Elementi di Chimica , tav, I. n . 6.
( f ) Etiologia Chimica .
(g) Chimica fiſica .
( 1) Memor, della Società Reale di Gottinga , t. 4. p.78.

1
1

4 PROLEGOMENI .
è ſtata conoſciuta dall' autore del libro di Giob . Gli
uomini affetati dell'oro , riſalgono ai tempi più remoti
per ritrovare la prima eſiſtenza dell'alchimia , e cercaado
di togliere quel velo che loro la naſconde , non veggono
dappertutto che allegorie per favorire il loro ſentimento
ſulla ſua origine ch'elli ſtabiliſcono in quei tempi lon
tani . Plinio (a ) ci narra che Caligola Imperator Romano
è il primo che abbia tentato i mezzi di far dell' oro ;
e dall'eſſere il linguaggio dell'alchimia tutto allegori
co , ſi può concludere che queſt' arte della traſmutazione
ebbe origine nel primi Secoli del Criſtianeſimo ; Secoli ,
in cui lo ſtile allegorico cominciava a prender forza fra
i colci Criſtiani . Rhales , che fioriva nel decimo ſecolo
fra gli Arabi , è il primo che abbia applicato i ſoccorſi
della Chimica alla Medicina , queſt' è ciò , che prova
Freind nella ſua Storia della Medicina , Il Cancellier
Franceſco Bacon , che viveva ſul finir del quartodecimo
Secolo , ſtudiò la fiſica alla ſua vera ſorgente , cioè dalla
natura e non dagli ſcritti de' filoſofi; e a ragione gli li
accordano gli onori di fondatore della Chimica fiſica ,

$. VI,

M'allontanerei troppo dal mio fine , fe faceſſi la


enumerazione degli autori che arricchirono la Chimica ;
ma io non credo di poter laſciare d'infiltere in queſto
paragrafo ſopra alcuni di quelli , de' quali è neceſſario
che i principianti ſiano informati.
Tutti gli autori che viſlero prima del decimo ſet
timo Secolo s'occuparono molto nell'alchimia , Olao
Borrichio (6) , e l'Abate Lenglet di Freſnoy (c) ânno
trattato bene la Storia di cotelti Autori . Molte delle
loro opere ſono ſtate raccolte in vari luoghi da diverſi
editori . Le migliori raccolte che ſi ſiano vedute fino ad
ora , ſono quelle di Strasbourg fotto il nome di Teatro
Chi

( a ) Hiſt. Natur. 1. 33. C. 4.


(6) Tavola dei più celebri Autori di Chimica .
( c) Storia della Filoſofofia Ermetica , t. 1. e z . Parigi 1742. in 13.
PROLEGOMENI . 5
Chimico (a ) ; e un'altra che fu pubblicata a Ginevra
nel 1702. col titolo di Biblioteca Chimica curioſa , il cui
autore è Mangeto . Vi ſono ancora molti manoſcritti
Chimici rinchiuſi nelle Biblioteche pubbliche , maſſime
in quelle di Parigi , di Vienna , di Leyden , del Vaticano ,
d'Augsbourg ec . Si può a queſto propoſito conſultare
Morhof ( 6 ), Fabricio ( c ) , e Boerhaave (d ) . Il faſto dei
nomi che gli Alchimiſti fpargono nelle loro opere , non è
capace d'indurre il Savio in errore . La ſomma di que
ſto linguaggio è quella della furberia ; e i loro autori
non riuſcirono a conciliarſi del credito , malgrado la pre
cauzione da eſſi preſa d'impiegare nei loro libri dei nomi
altronde celebri . El fi fono , quaß fenza eccezione , fer
viti di vocaboli così oſcuri e ambigui, che un nuovo Edi
po non baſterebbe a ſciogliere le loro propoſizioni . Con
tentiamoci d'applicar loro quell'antico proverbio : Non
merita d' eller letto chi non vuol eſere inteſo ; . e guardia
moci dal conſumare il vigor del noſtro genio e il noſtro
tempo nei rigiri di ſimili laberinti ; approfittiamoci ſola
mente delle ſperienze, ch'eſſi hanno chiaramente deſcritte ,
e che ſono fatte per concorrere al progreſlo dell'arte ;
paſſiamo leggermente ſul reſtante , ſenza rincreſcimento ,
perſuaſi che noi non ci avremmo niente guadagnato .
Portiamo con franchezza il medeſimo giudizio ſui noſtri
autori moderni che affettano lo ſtile dell' oſcurità . Si
oſſerverà in fatti , che in quaſi tutte le opere della Chi
mica , anteriori al noſtro Secolo la ſcienza vi prende un
tuono di miſtero di ſingolarità di ruſtichezza che è
ſovente fra loro la maſchera dell'ignoranza . Queſto di
fetto per dire il vero , procedeva dai costumi dei loro
Secoli, dove gli Autori , ſeguaci della Scuola , traſcu
tavano la coltura delle belle lettere ; difetto però che ſi
può perdonar loro ; poichè da eſſi ſortirono in ſeguito
dei Savj più ragionevoli. Per riguardo a que', che dopo
A 3 il
}
(a) A. 1659.
( b) Poiyhiſtor , t. i . 1. 1. C.II.
( c) Biblioteca Greca , vol. in 12. C. 84
(d) Elcm. Chem. , p. 1 .
6 PROLEGOMENI .
il ſediceſimo Secolo trattarono dell'alchimia , le loro
opere ſi debbono rigettare , come parti dell'impoſtura , o
d'uno ſciocco entuſiafmo .
Come Harvey arricchì la medicina d'una fiſiologia
più ragionevole ; così Bacon e Boyle introduſero un
raziocinio più ſodo in filica ; un raziocinio fimile in vano
fi ricercherebbe negli Scritti dei filotofi che viſſero prima
di loro . Niuno prima di Sthal iſtabilì la ſana teoría
della Chimica ; à lui dobbiamo noi la cognizione dei
rapporti , ch'ella ha colla natura . Egli â gettato i fon
damenti inconcuſſi d'una foda teoría ; teoría tanto più
neceſſaria , quanto che tutti i fatti chimici, che il ra
ziocinio fi sforza di ſpiegare con delle ipoteſi
preſentano niente di certo , poichè l'ipoteſi ella medeſi
ma non s'appoggia che iu una baſe inſtabile e diſtrug
gibile . Cid non oftante non biſogna ſempre rigettare
un autore perchè la ſua teoría fi ſcorge falſa o incerta ;
noi veggiamo in effetto in molti Chimici delle buone
ſperienze ſpiegate con dei cattivi ragionamenti. Egli è
facile determinarſi in queſto caſo ; ſeparando cid , che
produſſe l'immaginazione , da ciò che è frutto della ſpe
rienza , facciamo ſervire queſt' ultimo a noſtro uſo .
Noi ofſerveremo finalmente che non v'è nella Storia
Letteraria della Medicina , parte più difettoſa di quella
che tratta degli Autori Chimici.

S. VII.

Dal ſeno dell'Egitto ebbero i primi Alchimiſti gli


elementi della loro ſcienza ; eſſi furono , che per la pre
** cauzione ch'ebbero d'involgere i loro ſegreti nelle più
folce tenebre , introduſſero nella Chimica lo ſtile gero
glifico. In fatti dopo quel tempo le loro particolari
operazioni , e tutto cid che avea qualche relazione alla
loro arte , fino i corpi naturali furono rappreſentati con
de caratteri alluſivi , alcuni de' quali che ſervono a indi
care i metalli , erano già , per relazione d'Origene ( 4)
in

(a) Contro Celſo , l. 6. p. 294.


PROLEGOMENI . 7
in uro fra i Perſiani. Que', che ſe ne ſervono ancora
ai noltri giorni , s' appoggiano ſu l'eſempio degli Altro
nomi. Molte forci ragioni ci autorizzano ad abolire
quell'uſo . L'irregolarità dello ſtampo , l'errore , in cui
può eſſo indurre , l'inutilità di ſopraccaricare la memo
sia degli allievi ; l'alienazione , che cid può produrre in
cloro , che applicati a delle altre arti , s'abbandone
rehbero volontieri allo ſtudio della noſtra ; il genio in
fine che â preſo la Chimica , che divenuta più comu
nicaiva , ſi è mondata dalle ſue macchie antiche , vuole
che ſeguendo le tracce dei grandi uomini, rigettiamo
almero nelle opere che pubblichiamo queſti geroglifici ,
la arbitraria interpretazione de' quali diviene Tpello una
forgerte di questioni . Ciò non oftante , ficcome ſe ne
ritrovano in molti autori, io 6 creduto di dovere di
eſſi aggiugnere la ſpiegazione nella tavola delle affinità
che farà data in ſeguito .

CAPO SECONDO .

TEORIA CHIMICA .

S. VIII.

I dà il nome di principj ( principia ) ollia parti coſti

compoſizione de' corpi ; queſti principi ſono proſſimi o


rimoti. Dipendendo la natura dei corpi dalla natura de'
principi proſſimi ond' elli ſono compoſti ( a) , noi dob
biamo ricavarla da queſti ultimi e non dai principi ri
moti * . Queſta diſtinzione negletta conduſſe molti chi
A 4 mici

(a) Wolf Coſmol. S. 233 . ſegg. , e S. 257. e ſegg


* Íl cinabro che noi vogliamo prendere per eſempio , ſervirà a rene
dere queſto raziocinio più senſibile . Perciò noi riguarderemo come
principj profimi di queſto corpo il mercurio e il solfo ; e come
principj rimoti , que' che coſtituiſcono il solfo ; cioè' l' acido vje
triolico e il flogiſto .
TEORIA CHIMICA .

mici all'errore, circa la natura de corpi , errore tanto


più incompatibile , quanto che la Chimica fra tutte le
ſcienze è la ſola che ne sia eſente , poichè eſſa ci ſco
pre la cauſa eſſenziale delle qualità inerenti ai corpi , per
poco che vi ſi proceda con arte .

b. ix.

Si chiamano Elementi ( elementa ) i corpi natural ,


i principj de' quali ſono omogenei , cioè compoſti di
principj della medeſima eſſenza . Quanto agli altri cor
pi , furono diviſi a tenor della diverſità de' principi che .
li coſtituiſcono ; e Becher fu il primo , che ne fece que
fta diviſione nella ſua fiſica ſotterranea ( a) in niſti ,
compoſti , ſcompoſti , e ricompoſti . Sthal nel ſuo fup
plemento a Becher ( 6 ) riſchiarò queſta definizione in
una maniera più fodisfacente, e a ſuo eſempio noi chia-,
meremo miſti ( mixta ) gli eſſeri immediatamente com
poſti di elementi: Quando da queſta unione riſulterà un
corpo , noi gli daremo il nome di compoſto ( compofi
tum ) . Dall'unione de' compoſti riſultano gli ſcompoſti
( decompoſita ). I corpi infine che ammettono degl ſcom
poſti nella loro compoſizione , fi chiamano ricompoſti
( recompoſita ) . Quando un chimico eſamina la natura
d'un corpo , non è la grandezza delle parti che lo com
pongono , che fiffa l'attenzione di lui . Si diſtinguono 1
dunque a ragione gli elementi chimici dagli elementi
fiſici , metafiſici e inatematici . Ammeſſa quella diſtin 1
zione d'elementi, biſognerebbe fervirſi della parpla atomo
per indicare gli ultimi ; é queſta parola ſolà ſervirebbe
a diſtinguerli dai primi , ovvero elementi chimici .
§. X.
Le ſoſtanze provenienti dai corpi per la loro riſolus
zione ſi diſtinguono in edotti ( educta ) e prodotti ( pro
du

(a) L. 1. ſez. 6. C. I. S. 5. ſez. 7. c. 1.


( 6 ) $ . 2. e ſegg.
TEORIA CHIMICA . 9
ducła ). * Per edotti s'intendono i principi proſſimi e non
alterati, che compajono fotto la medeſima forma di
cnmpoſizione ch'eſſi avevano , quando erano parti coſti.
tutive del corpo da cui furono ſeparati . Egli è evidente
che ſi può giudicare della natura d'un corpo pei prin
cipj reparati che ſe ne cavano, poichè la ſua natura di
pende totalmeute dalla ſua compoſizione . Il tentare un
altra via per arrivare alla cognizione de' principj interni
de corpi onde naſcono le qualità proprie a ciafcuno
d'elli , è un correr riſchio d'incertezza e d'errore . Dopo
cid egli è facile conchiudere che da una nuova unione
di quei medeſimi edotti , ne riſulterà un nuovo corpo
aſſolutamente ſimile al primo . La natura impiega di
verſi mezzi nell'unione ch ' efla fa dei corpi medj, alla
cognizione o imitazione dei quali noi non poſſiamo per
venire . Non biſogna dunque immaginarſi quando cer
chiamo di riunire i principi cavati ſeparatamente da ua
corpo , che noi ne abbiamo perduto alcuno , ſebbene an
che non poſſiamo riſtituirlo al ſuo ſtato primiero . Col
nome di prodotto s' intendono delle ſoſtanze che fi ote
tennero con la decompoſizione de' corpi , e che non eli
Stevano in lui tali , quali appajono dopo l'analiſi, Que
fti prodotti ſono o il riſultato dei principi rimoti che
nell'atto dell'operazione fi faranno congiunti d ' una ma
: niera diverſa da quella che aveano prima, o l'effetto
d'un cangiamento qualunque ei fia ; che queſte ſoſtanze
avranno ſofferto nella decompoſizione ** . Egli è facile
ve

* Il Sig. Spielmunn avendo o lervato che le sostanze che ſi cavano


dai corpi con l'analiſi , fi ritrovano alcune volte Sotto uno ſtato
diverſo da quello ch'eſſe avevano in quel corpo , ed altre volte
conſervano lo ſtato primo sotto il quale ele eſiſtevano , â creduto
dover diſtinguere queſti due ſtati con due vocaboli differenti. Egli
a chiamati prodotti [ producta ] quelle che soggiaciono a muta
zione nell'analiſi; e all' oppoſto edotti [ educta ) quelle che sono
Separate dal corpo Senz' alcuna alterazione , ciò che noi chiamia
mo propriamente eſtratto . Ma per maggior preciſione , io ô tra
dotto prodotti per producta , e forſe avrei dovuto tradurre preefi
ſtenti per educta .
I prodotti ſono o l'effetto d' una decoinpoſizione forzata , come
bo provano i vegetabili e gli animali col mezzo del fuoco ; tali
10 TEORIA CHIMICA .

vedere , ſecondo i principi che noi abbiamo ſtabiliti ,


che è un grande errore il conchiudere della natura d'un
corpo per la natura de' ſuoi prodotti . Queſta regola
tuttavia â delle eccezioni , eſſendovi delle circoſtanze,
in cui ſiamo condotti col loro mezzo alla cognizione dei
principj proſſimi.
S. X I.

Ma ficcome non fi pud ſtabilire fodamente un razio


cinio chimico ſenza diſtinguere queſti due termini edotto
e prodotto ( 9. 10. ) , ed eſſendo alcuna volta difficile il
decidere a quale di queſti due ſtati appartenga una ſoſtanza
cavata coll'analiſi , io ô creduto dover collocare qui al
cune ofſervazioni capaci di dar lume a queſta diſtinzione .
Si chiamano edotti , le ſoſtanze tratte da un corpo che
eſſendo riunite ricompongono il medeſimo corpo come era
prima . Viene altresì in ſeguito delle nozioni ( S. 9. ) che
noi abbiamo date degli elementi , che que' che ſono cavati
per analiſi debbono eſſer poſti nel numero degli edotti ;
e noi riguardiamo infine francamente come tali le ſoſtan
ze che noi altronde ſappiamo non poter eſſere mai formate
dall'arte . Quelle che s'ottengono con la violenza del
fuoco , ſono fofpette : fi poffono mettere nella claſſe dei
prodotti , ſenz' altro anteriore eſame , tutt' i corpi che
ſono l'effetto della fermentazione . Io v’aggiungo le ſo
ſtanze che ſi poſſono facilmente trarre da certi corpi ove
eſſe erano annicchiate , e che non ſi danno a vedere ſe
non quando i loro principi ſono ſtati poſti in una vio
lenta agitazione * . I. XII .

Sono gli olj empireumatici e gli oli fetidi; o l'effetto d' una de
compoſizion più naturale ; tale è quella che opera la fermentazio
ne Spiritoſa acida o putrida , onde riſultano il vino , l'aceto ,
l' alkali volatile . In tutte queſte circoſtanze i prodotti sono il ri
Sultato dei principj rimoti , che sono ſtati divil , e attenuati o
Segno che la loro primiera combinazione è ſtata totalmente diſtrutta ,
e che da queſta diſtruzione s'è formata una nuova combinazione .
* Prendiamo per eſempio il ſale alkali ; ello non eſiſte così nei ve
getabili , e non dee la ſua produzione che alla violenza del fuoco ;
ma , una volta che fia formate , fi cava facilmente dalle soſtanze
alle quali è unito , a meno , ch' egli non vi ſia in uno ſtato di
combinazione come nel tartaro vitriolato .
1
TEORIA CHIMICA . II

$. XII.

La Chimica eſſendo la fola arce capace di forto


mettere ai noſtri fenfi gli elementi dei corpi, ella è altresì
la ſola che poſſa inſegnarcene qualche coſa con certezza .
Que' che vorranno conoſcere i ſentimenti degli Autori
a queſto propoſito , potranno conſultare Barchuſen ( a) ,
Boyle ( 6) , Geſner ( c) , Eller ( d ) , e Vogel ( e ) . Quanto
a me , dopo avere ben eſaminato tutte le ſperienze ch'io
ebbi occaſion di conoſcere , io non ô aſſolutamente tro
vato che tre ſoſtanze , che meritano il nome d'elementi ;
cioè 1. ' , l'acqua che è il principio d'ogni fluidità ;
2,0 la terra che è quello della ſolidità e della ficcità
e che Becher nomina con ragione vitreſcibile , perchè
quella non può ſubire altri cangiamenti che la vitrifica
zione ; e 3.0 finalmente il principio inflammabile che dà
ai corpi la facoltà di prender fuoco e mantenerlo . Sic
come Becher ( f ) e Sthal ( 8 ) ânno provato con molti
eſperimenti che queſto è un corpo ſecco , percid fi nomina
altresì terra , e queſta è la ſeconda di Becher . Noi la
chiameremo ancora flogiſto , ed altri autori gli diedero
il nome di ſolfo o di fuoco . Quanto alle altre ſoſtanze
che li ſogliono mettere nel numero degli elementi, non
s'è potuto ancora dimoſtrarne l'eſiſtenza o la ſimplicità
con alcuno ſperimento . Io trovo in Seſto Empirico ( a )
che il filoſofo Onomacrito , ch'era coetaneo di Pitagora
inſegnava che il fuoco , la terra e l'acqua formavano elli
ſoli tutti i corpi.

$ . XIII.

( a) Lezioni di Chimica diſs. 10.


(6) Chimica Sceptica .
(c ) Dei principj della filoſofia naturale , S. is.
d ) Storia dell'Accademia Reale di Berlino 1746. p. I.
(e ) Iſtituzioni di Chimica , S. 63.
( f ) Fiſica fotteran . l. 1. ſez. 3. c. 3.
(8 ) Supplement a Becher p. 1. ſez. n . membr. 3. tef. 3. , e le ſue
trecento fperienze .
12 TEORIA CHIMICA .

§. XIII.

L'unione de' principj ſi chiama miſtione ( mixtio ) .


Biſogna diſtinguerla bene dall' aggregazione ; quelta è la
riunione delle piccole maſſe che coſtituiſcono l' eſtenſione
d'un corpo . Nell'ordine della formazione d'un corpo ,
la miſtione dee precedere l'aggregazione; queſta riguarda
i principj filici , quella coſtituiſce i chimici . La miſtione
coſtituiſce la natura d'un corpo ; l'aggregazione ne co
ftituiſce l'eſtenſione . Se queſta fi rompe il corpo non
ſoffre altro che la diminuzion di volume ; ma effo è
diſtrutto , quando quella ceſſa . Vedete gli opuſcoli di
Sthal , pag . 226.
S. XIV .

Il vincolo che tiene i principj uniti ſia nella mi


ftione , ſia nella aggregazione , è una forza che è loro
inerente . Noi non ſappiamo come cid accada. I fiſici
chiamano queſta proprietà attrazione, e i chimici la no
minano affinità ; idea , che i Franceſi eſpreſſero col loro
termine rapport. L'eſiſtenza di queſta forza ſi trova di .
moſtrata da un grandiſſimo numero d'eſperimenti in
fiſica . Si può conſultare a queſto propoſito Muſſchem
broek (6 ) , e de Felice ( c) . Eſſa è egualmente dimo
ſtrata che la grayità e la forza d'inerzia delle quali per
altro ignoriamo egualmente le cauſe . Queſt' è un fatto
e non un termine . vuoto di ſenſo . La cognizion della
facoltà efpreffa con queſto vocabolo è certamente più
utile ai fiſici che le ipoteſi di non ſo qual etere , o
della determinazione delle figure degli elementi . Io in
tendo , e lo ripeto , per queſta parola, forza , quella fa
coltà che anno i corpi d'unirli , e di reſtare in queſto
ſtato ſenza il concorſo d'alcuna cauſa meccanica .

$. XV .

( a) Ipoteſ. Pirron. l. 3. c. 4. , e nelle ſue Controverſ. I. 9.


( 0) Introduzione alla coerenza dei Corpi ſolidi .
(c) Attrazione di Newton .
TEORIA CHIMICA . 13

1. XV.

Queſta forza inerente ai corpi , che fa , ch'elli s'av


vicinano rapidamente da due parti , vi è preſtabilita , in
maniera ch ' ella è nulla in alcuni , fortiſſima in altri , e
mediocre a riguardo di alcuni altri che laſciano la loro
prima unione, per formarne una ſeconda a preferenza .
Siccome ſi dee un grandiſſimo numero d'operazioni chi
miche all'oſſervazion di queſto fatto , la chimica fiſica
s'è unicamente occupata nello ſtudio di conoſcere le af
finità particolari a ciaſcun corpo . Si diede il nome di
ſcala delle affinità , o tavola dei rapporti, alla enume
razione dei diverſi gradi d'affinità , che ciaſcun corpo
particolare â con gli altri . Sthal avea fatto oſſervare
alcuni fatti di queſta natura fra alcuni corpi , ma egli
era riſerbato al Sig. Geoffroi di darne una bella ſerie ( a ),
che paſsò in molti libri elementari di Chimica . La ta
vola poſta qui a lato è quella che il Sig . Gellert à
mello nella ſua Chimica metallurgica dopo averla cor
retta ' ed accreſciuta . Gian Filippo Limbourg ( b) ne â
propoſto una con molte correzioni . Si oſſerverà a pro
poſito di queſta tavola delle affinità , che i rapporti delle
foftanze fra loro fono ſuſcettibili di molte rifleſſioni, c
che ſi debbono mettere molte eccezioni fra queſti rap
porti , per ridurne la tavola a perfezione ciò che anno
intrapreſo Marherr (c) , e il Sig. Baron (d ),

CAPO

(a ) Accad. delle Scienze 1718.


(6 ) Diſſertaz. ſulle Affinità Chimiche ".
( c) Diſſertaz, ſulle Affinità dei Corpi .
Memor. de' Foraſtieri, t. I. p. 469.
CAPO TER20 .

STRO MENTI ,

8. XVI.

Li ſtromenti de quali fi ſerve la Chimica , fi di


G. vidono in attivi e paſſivi . Gli attivi ſono quelli
che penetrano l'intima compofizione de' corpi , e dal non
eſiſtere alcun corpo nella natura che non poſſa agire ſopra
gli altri , ſi poſſono riguardare come ſtromenti attivi tutti
quelli che rinchiude o produce la terra , Gli ſtromenti
paſſivi ſono quelli col ſoccorſo de' quali noi arriviamo
a ottenere i prodotti che noi aſpettavamo dagli ſtromenti
attivi , e ſono i primi quelli , che ricevono , rinchiudo
no , e dirigono i fecondi . Gli ſtromenti che ſervono
all'eſame de' corpi e a contenere gli ſtromenti attivi ,
ſi chiamano vali ; elli differiſcono nella loro materia
e figura , ſecondo il fine che il Chimico ſi propone .

D. XVII.

Si dà il nome di fornelli ai vaſi che contengono il


fuoco ; effi fi fabbricano di materie e di figure diverſe
ſecondo il calore ch'eſſi debbono ſoſtenere , e l'opera
zione alla quale effi debbono ſervire . Si dee procurare
di ſcegliere queſte materie in modo che i fornelli con
ſervino lungo tempo il loro calore , e che reſiſtano all'
impreſſione del fuoco . Il miglior fornello è quello che
pud meglio ſoſtenere il fuoco che gli dà l'artefice che
à biſogno del minor tempo e alimento poſſibile , e che
fi pud governar più facilmente . Si fabbricano di mat
tone , o di laſtra di ferro , atteſo il vil prezzo di queſto
metallo . Quando ſi fabbricano dei fornelli deſtinati a fo
ſtenere un fuoco violento , il collocamento dei mattoni
debb' eſſer tale , che la loro lunghezza che a Strasbourg
è di ſette pollici , ne faccia la groſſezza , non baſtando
i tre pollici , che formano la loro larghezza a queſto
effet
bia,
STROMENTI . IS
effetto . Quanto ai fornelli di laſtra di ferro , atteſa la
facilità che à il ferro d'abbruciarfi , biſogna coprirne
l'interno con argilla , o con un miſto di parti eguali
di crogiuoli di Helle e di terra da forno .

§. XVIII.

La fiſica c'inſegna , che i raggi del fuoco portati


ſu un corpo ſolido ne ſono riflettuti in maniera ch' eſſi
fi riuniſcono in un punto che ſi chiama foco . Quindi ſi
concepiſce , che biſogna ſempre coſtruire l'interno del
fornello ſecondo la direzion d' una curva , e di modo
che il corpo che ſi eſamina ſia poſto a queſto centro
di riunione che formano i raggi . La forma elliptica o
parabolica è quella che ſi preferiſce anche perchè eſſa
porta minor difficoltà . Egli non è neceſſario coſtruire
queſto interno con tutta la regolarità preſcritta da Geo
metri ; perchè , quando ben anche ciò foſſe poſſibile , la
violenza del fuoco non laſcerebbe lungo tempo ſuffiftere
queſta perfezione *: Per poco che li abbia ' di cogni
zione in fiſica , fi giudicherà che la forma del for
nello non contribuiſce ella ſola alla intenſità del calore
e alla riunione de' ſuoi raggi ; ma che biſogna ancora
favorire il giuoco dell'aria , e conſeguentemente coſtruire
in forma conoide la ſuperfizie interna del fornello ; tal
chè la parte ſuperiore ne ſia ſempre più ſtretta che la
Sua baſe .
$. XIX.

I fornelli ſono compoſti di più parti ; una delle


quali fa alcune volte l'offizio dell'altra . Il cenerario â
molti

* Solamente nella coſtruzione degli Specchj uſtori ſi dee cercare


queſta regolarità di figure geometriche . Ela in fatti è loro così
eſenziale, che da ciò solo dipende la loro bontà . Ma a che riu
fcirebbono ſimili precauzioni nella ſtruttura interiore dei noſtri
fornelli , poichè la direzione dei raggi non à luogo che fino a
certe segno elendo continuamente interrotta dalla interpoſizion
de carboni ?
--
16 STROMENTI .

molti ufi : eſſo riceve gli avanzi degli alimenti del


fuoco , e ſerve di paſſaggio all' aria. Quando l'operazio
ne che ſi fa , eſige un fuoco fortiſſimo, ſi pone alla ſua
apertura un canale conico , il cui diametro fuperiore è il
medeſimo di quello dell'apertura del cenerario : fi co
ſtruiſce altresì il cenerario di figura conoide quanto fi
può ſenza pregiudicare la ſolidità del fornello . Di più
fi appreſta una porta volante montata ſui cardini per po
tere a talento ammettere o interrompere il concorfo della
aria . Il cancello è compoſto di ſtanghe di ferro priſma
tiche , l'eſtremità delle quali ſono immediatamente ſtuc
cate nelle pareti del fornello , o montate ſu un cerchio.
di ferro . Biſogna laſciare fra ciaſcuna barra una diſtan
za fufficiente per dar eſito alla cenere , ma non tanto
conſiderabile che i carboni poſſano ſcapparne : A queſto
effetto biſogna mettere alternativamente le ſtanghe in
piano e in tralîce * . Il focolare , o l'apertojo è ſepa
rato dal cenerario con inferrata . Queſta è la parte del
fornello che riceve l'alimento del fuoco e i corpi che
ſi ſottomettono all'efame . Egli è a queſta parte che
fi dee applicare la coſtruzione eſpoſta nel paragrafo pre
cedente a propoſito della riunione del calore in un
foco . Oltre cið effa dee eller coſtrutta in maniera che
vi poſſa regolare il fuoco con comodo . Si alzano in
feguito le altre parti del fornello : Biſogna Offervare
le proporzioni che vi ſi praticano , e prender le ſue mi
ſure perchè non vi ſi conſumi o troppo o troppo poco
carbone per la ſua maggiore o minor capacità . Si chia
ma riverbero un volto coſtrutto ſopra il focolare , l'ufo
del quale è di riflettere il fuoco ſul corpo che vi ſi eſpo
ne . Il cammino è la parte del fornello , che dà eſito,
all'aria e al fumo . Il fuoco produce effetti tanto mag
giori

* La ſituazione che diamo qui alle noſtre Atanghe preſente dapper


tutto delle diagonali ; perchè quelle che foljero piatte lungi dal
favorir la caduta della cenere , vi farebbero oſtacolo . Ma fi of
Serverà che in Germania la forma di queſte ſtanghe è priſmatica ,
invece che qui elle Sono quadrate .
STROMENTI . 17
Biori quanto l'aria è moſſa con maggior velocità ; ed
è per quella ragione che il camino riceve interior
mente la figura conica . In vece d'un camino ſi uſa
no talvolta dei pertugi alla parte ſuperiore del for
nello ; queſti pertugi li chiamano regiſtri ; elli fi chiu:
dono ad arbitrio con dei turaccioli di terra che ſervono
a regolare il fuoco . Il governo di eſſo per ogni ſpecie
di fornello è appoggiato ſu queſta dimoſtrazion fiſica ,
che la intenſione del fuoco è in ragione del ſuo ali
mento della vivacità e quantità dell'aria ; e ſu queſt'
altra , che il moto d'un fluido moſſo in un canale è
indebolito in ragion degli sfoghi che laſciano ai fluidi i
lati del canale
8. XX

Vi fono dei fornelli ſtabili che ſi fabbricano di mata


toni ; e dei portatili fatti come abbiamo detto di laſtra
di ferro . Queſti ultimi ſono precipuamente utili a que',
che non poflono fabbricarſi un laboratorio. Si diſtinguo
no i fornelli ſecondo le operazioni, alle quali eſſi ſervo
in fornelli di fuſione o di ſaggio ; queſti fornelli eſigono
una più grande quantità d'aria che gli altri ; ſi dà loro
altresì il nome di fornelli a vento . Quei di riverbero
Tom. I. B fer

Si può Supplire all'uſo dei Soffietti , con la unione che ſi fu a


cainino del fornello di un tubo di terra o di laſtra di ferro che
Servono così eſſenzialmente ad accreſcere il torrente dell' aria . Si
Scorge tanto meglio l'effetto ch' el producono , quanto che il
camino del laboratorio non laſcia alcun palſuggio che per queſti
tubi . Si conoſce facilmente ſecondo i principi fiſici la teoria di
queſto metodo .
Ma leSavieofervazioni che il Sig. Macquer comunicò all' Acca
demia ſu queſto articolo , in una Memoria impreſa rret 1767. •
dimoſtrano che le dimenſioni di queſti tubi debbono elere in certe
proporzioni, dalle quali dipende tutto il loro effetto . Biſogna che
il loro diametro fia proporzionato non solariente alla capacità del
fornello , di cui lo dee eſſere preſſo a poco un terzo ; ma egli
è necellario altresì che queſto medeſimo diametro ſia proporzionato
alla lunghezza del tubo, cioè , a tutť altre cose eguali , quanto
più d'altezza ſi dà a queſto tubo , tanto biſogna accreſcere late
Jua larglx 23H .
18 STROMENTI .
ſervono alla diſtillazione per la ſtorta . I fornelli porta
tili ordinari poſſono ſervire alla fuſione ; fi pud altresì
accomodar loro un riverbero . Il fornello che i Latini
chiamano pallium , e di cui i Chimici Tedeſchi fanno
molto caſo , è un fornello troncato , e la cui parte ante
riore è chiuſa , eccetto uno sforo fattovi in mezzo, che
ſerve al paſſaggio d'un crogiuolo o altro ſimile valo.
Vi ſono molti altri fornelli complicatiffimi che ſono più
eleganti che utili . Tale è l'Athanor , di cui Raimondo
Lullio ( a ) ci pariò il primo. Egli dice che queſto vo
cabolo porta il ſignificato di fuoco immortale . Queſto
fornello , per ciò che ſi pretende conſerva ſempre il me.
deſimo grado di calore ; ma abbandoniamolo al delirio
degli Alchimiſti. Alcuni autori ci anno , dopo Liba
vio ( 6 ) parlato del pigro - Enrico , il fornello della pigri
zia e della ſicurezza . Io parlerd in ſeguito dei fornelli
a lamparia . Quanto ai fornelli ſemplici che ſervono a
fare il pane , la calce , a fondere il bronzo , e alle de
cozioni che ſi chiamano da cucina , o ſe ne parlerà a
loro luogo , o ſi poſlono riferire a quelli dei quali ð
già parlato .
9. XXI.

1 Paffiano ora alle differenti inaterie combuſtibili che


ſervono di paſcolo al fuoco . Il legno eccita molto ca.
lore ; ma ſiccome eſſo elige un focolare conſiderevole
e per un'altra parte incomoda molto l'artefice col
fumo e colla fuligine ch'ello tramanda , perciò di rado
ſe ne fa uſo ; e non ſi fa che in certe circoſtanze dove
ſi vuol ottenere un fuoco violento e di poca ſpeſa . Non
ſi debbono impiegare che i legni duri , come l'ontano ,
il prugno , il bruicolo , il carpino, il faggio , il fraffino ,
il melo , il pero , la quercia o l'olmo . Il carbone è
preferibile a ogni altra materia combuſtibile ; ello pro
duce ad arbitrio un fuoco mite o fortiſſimo , e ſe ne pud
me

( a) Dichiarazione ſul ſuo Teſtamento .


( b) Alchimia p . 10.
STROMENTI. 19
meglio dirigere il calore . Biſogna ſcegliere i più fitti
eimeglio abbruftoliti , e rigettar quelli che noi chia
miamo fumajuoli , e i Tedeſchi chiamano Brand . Non
biſogna adoperare i carboni nè troppo grolli, nè troppo
minuti ; queſti cadono ſenza aver potuto accenderſi, at
traverſo la ferrata del focolajo ; gli altri offendono l'in
terno del fornello e occupano troppo ſpazio ; di maniera
che quando ſi vuole avere un forte calore , non ſi pud ,
quando li fa uſo di queſti ultimi , mettere nel focolare
tanto carbone quanto ci capirebbe , ſe non foſſero così
groſſi. Quando al contrario ſi vuole un calor meno con
liderevole , un ſolo di queſti groſſi carboni baſterebbe a
renderlo troppo forte . Il carbone di legna dolce ſcoppia
meno al fuoco del carbone di legna più compatta ma
produce altresì minor calore . Altronde ſi è oſſervato che
i metalli che ſi trovano meſcolati nel fornello tedeſco
ricevono più di durezza da un carbone compatto che dal
tenero . Îl carbone di terra eccita più calore di quelli
de' quali noi abbiamo parlato ; ma ſiccome ello eſala un
odor peſtifero , che per altra parte manda un fumo infop
portabile , lo ſi impiega di raro , nè ſi pud impiegarlo
che quando i vali de' quali l'artefice ſi ferve ſono d'una
gran folidità , e che non ſi â niente a temere dall'im
preſſione del fumo ſul corpo , ſopra il quale ſi opera .
Biſogna pincipalmente eſcludere dai laboratori chimici
queſto carbone , quando contiene del ſolfo ; eſſo non
può fervire che nelle vetrerie . Altronde la ſua combu
îtione è soggetta a inolti diſordini. Biſogna promoverla
con una grandiſſima quantità d'aria , di cui s'accreſce
ancora l'effetto con l'aſperſione di acqua quando ſi vuole
avere un gran calore . Le ceneri che ne riſultano la ap
pallottolano in male più o meno forti , ed anno una
tenacità più grande di quelle del carbon vegetabile ; ra- .
gione per cui il cenerario debb' eſſere più vaſto , e i can
celli con più grandi intervalli . L'Illuſtre Sig. Duhamel
c'inſegna nell' arte del carbonajo ( Deſcription des arts
& metiers par M.M. de l'Academie royale des Sciences )
che il carbon di terra acceſo , poſcia eſtinto nell'acqua,
acquiſta qualche affinità col carbon vegetabile , divenendo
B 2 più

1
20 STROMENTI .
più fonoro e rendendo minor fumo . Le torbe che cori
tengono del bitume , s'aflomigliano aſſai ai carboni di
terra ; quelle che ſono d'un' altra ſpezie producono un
moderato calore ; e non ſi può impiegarle che a delle
leggiere digeſtioni , come le zolle fatte con la ſcorza di
3 quercia .
§ . XXII.

i Chimici impiegano alcune volte delle materie


:
combuſtibili diverſe da quelle da noi ſopra deſcritte, ma
l'uſo delle quali dimanda dei fornelli e degli ſtromenti
particolari. Si poſſono mettere in queſto numero i raggi
del Sole , come noi li riceviamo naturalmente , e come
fe ne fa uſo ogni giorno nell'economia , oppure riuniti
con lo ſpecchio concavo , ( ved. Boerhaave ( a) ] o colle
lenti uſtorie ( 6 ) in un foco , a cui ſi eſpone il corpo che
fi vuol efaminare . Il Sig. Pott raccolſe ſotto un mede
fimo punto di viſta nel Tomo ſettimo delle Memorie di
Berlino (c ) molti fatti ſulla maniera di prevalerſi dei
raggi diſperſi ; ma i chimici rinunziarono a queſto me
todo , perchè è molto più curioſo che utile ed eſige
fenza necellità an grande apparato . Nell' una
altra di queſte maniere di raccogliere i raggi , ſi ottiene
on fuoco tale , quale noi non poſfiamo eccitare giam
mai nei noſtri fornelli , e degli effetti tali , quali noi
non poſſiamo produrre col mezzo degli alimenti ordi
narj o ſolamente dentro uno ſpazio di tempo ben più
conſiderevole . Su gli effetti del fuoco dioptrico ſi può
vedere la Storia dell'Accademia Reale delle Scienze ( d ),
Jones ( e) ; e ſu quelli del fuoco catoparico , Lowthorp ( ) ,
Jo
1

( a ) Elem. chem . p. 27. de igne , exper. 15 .


( h ; Ibid. exper.'16. & 17.
(ci Vedi il Tomo delle ſue Diſſertazioni tradotte in franceſe
p . 251 .
( d ) Ann . 1699. pag. 90. , e le Memor. della medeſima' Accademá
ann. 1702. pag. 141. e l'ann. 1709. pag. 162 .
fe) T. 4. p . 190. de l’Abregé des tranſact. philoſophi
( F ) Abreg, des tranſ. philof. t. I. p. 2196
STROMENTI . 21
Jones (a) e il Giornale de dotti (6 ) . Ciò che v'è di
più ſoddisfacente a queſto propoſito è ciò che ne à detto
il celebre Sig. Callini nelle Memor, dell'Accad. Reale
delle Scienze 1747. , dove egli dimoſtra che i raggi rac
colti con uno ſpecchio metallico poſſono eſſere applicati
ai corpi anche già fuſi ; la qual coſa ci fa ſperare che
in ſeguito fi potrà raccogliere un maggior numero di
belle Tperienze ſu l'effetto del fuoco il più violento ap
plicato ai corpi naturali . Boerhaave ci inſegna a queſto
propoſito ( c) che il fuoco catoptrico â molto maggior
forza che il dioptrico . Vedete altresì Muſſchembroek (d ) ,

W XXIII,

I Chimici ſi ſervono ancora dello ſpirito di vino e


degli olj per eſpreſſione , ma principalmente dell'olio
d'ulivo . Queſto fuoco fi chiama fuoco di lampana , per
chè la lampana è il vaſo in cui le ne fa la combuſtione ,
Queſta ſpecie di fornello è ſempliciſſima I. l Sig. Abate
Nollet (e) ce ne dà la deſcrizione nel Tomo 4. delle
ſue Lezioni di fiſica . Il calor prodotto col fuoco di lam
pana è preferibile ad ogni altro , perchè è ſempre egua
le , e l' artefice può dirigerlo a ſua voglia . Ma eflo â
queſto inconveniente , che non ſi può applicare imme
diatamente ai corpi * ; e d'altra parte lo ſpirito di vino
per la ſua pronta deflagrazione , e l'olio per la quantità
di fumo , col quale ricopre l'interno del fornello , fanno
che non ſi poſfa ottenere che un grado di fuoco medio
cre ; percid fe ne fa uſo ſolamente per le operazioni che
efigono poco calore .
Vi foro altri mezzi d'applicare il calore ai corpi
B 3 come

( a ) Abreg. des tranſ. philof. t. 4. p. 198.


(6) Tom . I. p. 311. t. 7. p. 335. e l'ann. 1684. p. 66.
( c ) Ibid. exper. 15. coroll. 10. , & exper. 16. coroll. 1. , 2. , & 3.
( d) Introd . alla filoſ. natur. S. 16. 23. tc .
( e ) Pag. 489. tav. 6. e 7 .
Eccetto che per Saldare , e per iſmaltare ; ma il Sig . Spielmann
parla dell' analis .

***
22 STROMENTI .
come il ventre degli animali ec. , mezzi che impiega
rono alcune volte gli Alchimiſti , ma che ſi negligono
da un artefice colto che ricerca della pulirezza ne' ſuoi
lavori .
S. XXIV .

Producendo i vari gradi di calore dei diverſi effetti


nell'analiſi de' corpi, la chimica â itabilito per miſurare
queſto calore , dei gradi di fuoco . Si frappone a ciaſcu
no d'elli una diſtanza molto conſiderevole , perchè un
piccolo aumento o diminuzione non opererebbe un can
giamento molto ſenſibile nella decompoſizione de' corpi ;
e perchè non ſe ne pud fiſſare il grado colla ſtruttura
dei fornelli , e colla fola differenza dell'alimento del
fuoco . In conſeguenza la Chimica a ftabilito cinque
gradi nel governo del fuoco . Non tutti gli autori ne
fanno la medelima gradazione ; quella che mi pare la
migliore , è la ſeguente . Si é ſtabilito il primo grado
fotto il go . del termometro di Farhenheit ; che corri
fponde al 30. di quel di Reaumur . Queſto è il grado
del calor dell'atmosfera e del corpo umano ; eſſo è ſuf
ficiente per procurare lo ſvaporamento dei corpi volatili,
per mettere le ſoſtanze vegetabili e animali in putrefa
zione ; la cera vi fi ſquaglia ; e lo ſpirito di vino entra
in ebullizione ; perciò ſi chiama il grado della digeſtio
ne . Il ſecondo grado fi termina al 212. del termome
tro di Fahrenheit per conſeguenza all' 80. di Reaumur ,
Eccetto gli olj gralli e il mercurio , tutti i liquori en .
trano in ebullizione a queſto grado di fuoco ; quindi
s'appella il grado di diſtillazione. Egli è allora che ſi
ſepara il glutine, che nelle ſoſtanze animali e vegeta-,
bili coſtituiſce la loro fibra per la ſua union coila ter
ra ; che i vaſi delle piante e degli animali laſciano ſcap
pare ſcrepolandoſi tutto ciò ch'elli contengono di Aluido ; 7
e che i liquori ſieroſi acquiſtano conſistenza , Al 600.
grado di Fahrenheit , ovvero verſo il 200. di Reaumur
comincia il 3.° grado : queſto calore ſcompone gii olj ,
e gli abbrucia , fa bollire tutti i fluidi , riduce in care
boae gli animali e i vegetabili . Il folfo e molte altre
fo
STROMENTI . 23
ſoſtanze ſaline vi ſi fondono , come anche il piombo e
lo ſtagno : in queſto calore ſi formano i fali volatili ;
in conseguenza di che ſi chiama queſto grado fuoco di
Sublimazione Il quarto s'eftende fino al 1600. di
Fahrenheit , ed è quello della vitrificazione . Si com
prende ſotto queſta denominazione il grado di fuoco il
più violento che poſſano produrre le materie combuſti
bili ; il quinto grado comprende il fuoco catoptrico e
dioptrico . I noſtri termometri invece di condurre fino
a queſti ultimi gradi di fuoco , ſalgono appena fino al
'erzo ; ma Mortimer inventò una macchina così inge
gnola , che può determinare eſattiſſimamen te fino al ter
z) e al quarto grado , dei quali ô parlato (a ) .
Gli Alchimiſti ſtabiliſcono quattro gradi di fuoco
ndla preparazione della pietra filofofica ; ciò che fa il
lop primo grado , è il calor quaſi inſenſibile che ſi :
fente al di fuori del vaſo che forma il loro bagno ,
Quſto calore divien fenfibile al ſecondo grado , Per
ottnere il terzo , biſogna che il calor creſca in modo
da ccitar nella mano una ſenſazion doloroſa : ſe queita
ſenizione diviene tanto vịva che abbruci la mano , ſi a
il quarto grado . Ved. R. Lullio (6) , e Arnold, da Vila
lanueva (c ) .
S. XXV.

laminar un corpo immediatamente co ' carboni, a


eſporle al fuoco in un vaſo , è ciò che ſi chiama trat
tare a fuoco nudo , Un corpo in queito itato è ſuſcettia
bile de grado di calor più violento ch' eſſo poſſa fotte
nere , eche la violenza del fuoco prodotta dalla true
tura delfornello pofſa comunicargli , Se ſi vuole eſporre
queſto copa a un minor calore , ſi frappane fra ello e il
vafo chelo contiene , un mezzo > per cui non poſla
ricevere i fuoco che in un grado determinato : queſto
B 4 tal

(a) Tranſ. ailof. t. 44. p . 686. pl . 2.


( 6 ) Nuovo ftamento .
( c ) Nella ſu pratica . V., la raccolta delle ſue opere , ediz . di
Balilea IjÉ e il t. z . del Teatro chimico del 1659.
24 STROME .
NTI
tal mezzo è un bagno , e il vaſo ov'egli è poſto , fi
chiama carino . I varj effetti dei diverſi bagni s'appog,
giano ſu queſti principi di fiſica ; che i Auidi una volta
> che abbiano ricevuto il grado dell'ebullizione , non tono
più in iltato di ricevere aumento di calore ; e che i
corpi non ſi riſcaldano che in ragione della loro denſi
tà . I nomi di bagno- maria e di vapore ſi danno loro
perchè li coſtituiſce l'acqua o bollente o ſciolta in va
pori : ve n'â ancora di ceneri , d'arena , di limatura di
ferro , Il bagno ſecco , o coppella vuota è un vaſo che
ſenza il frammezzo d' alcun bagno contiene il vaſo dove
1ta il corpo da eſaminarli ; ma ſe ne aboli l'ufo : id
fatti perchè non preferirgli quello del fuoco nudo ?
9. XXVI,

Il bagno d'arena può baſtare ello ſolo a un CH


mico . In facti , regolando il ſuo fuoco con prudenz ,
egli può a ſuo talento non dargli che il grado del 2
gno-maria , o quello
quello di vapore , e d'altra parte s' gli
teme di non potere per difetto d'eſperienza colpire fa
cilmente queſti gradi , egli pud accomodare un terno
metro al ſuo bagno d'arena ; in fine fe fi vogliono fa
minar col fuoco dei corpi che eſigono che il bagno di
cenere o d'arena s'arroventiſca , torna meglio eforli
immediaçamente al fuoco nudo . Nella ſcelta dell' reną
biſogna preferir la più fina , e.cid che importa più ſce
glierla ſecca , fepararne con diligenza le pietruzz che
vi li riſcontrano, perchè queſte non ſi riſcaldano i pro
porzione col reſto dell'arena ; inconveniente , ond/i vaſi
di vetro vanno a pericolo di romperii ; egli è altresì
per queſta ragione che biſogna aver cura che la pancicà
dell'arena ſia eguale attorno al vaſo , altrimeno il ca
Jore non diſtribuendoſi egualmente , agirebbe ſopra
alcune parti che ſopra altre , e s'opporrebbe alfine che
fi aveva d ' impiegar un frammezzo ; ciò che perdere
ancora ſenza neceſſità il carbone e il tempo . La grof
ſezza dell' arena ordinariamente è d'un pollice Il fuoca
di ſoppreſſione ſi fa mettendo i carboni acco ſul vaſa
medelimo ch'è eſpoito al bagno d'arena ,
kxvII.
STROMENTI . 25

S. XXVII .

I catini ſono di terra o di getto , e in forma ci


lindrica . Si dà al loro fondo la figura sferica , perch'
elſo allora riceve una maggior quantità di raggi di fuo
co ; ed è perciò ch'egli porta altresì il doppio di grol
fezza in paragone dei lati che non vi ſono tanto elpo
iti , e che ſi caricano più d'arena . La grandezza del ca
rino dipende da quella del vaſo , di cui l'artefice fi ſer
ve per operare e dalla quantità d'arena che dee circon
darlo . L'orlo di queito carino non dee forpaſſar molto
il ventre del vaſo ; e il vaſo vi dee eſſere rinverſato
orizontalmente . Si â la precauzione per poterlo appli
care a diverſi lavori , di fare ad uno de' ſuoi lati uno
sforo emisferico . Quando ſi colloca perpendicolarmente
il catino ſi dà al fornello la forma cilindrica ; ella vi è
mantenuta dal ſuo orlo che poggia full'apertura ſupe
riore del fornello ; ſe è di getto , la fi poſa lu duc itan
ghe di ferro , che ſon locate nell'apertorio . Si pud far
uſo ancora di queſto fornello a catino per eccitare un
fuoco violento . Baſta folamente chiudere la porta del
focolare , e aprir quella del cenerario con cute' i regiſtri 1
che vi terminano . Quando il catino è poſto in una parte
del fornello , che in queſto caſo ſi chiama fornello a ca
tino , perché in vece d'un catino che non ſarebbe abba
ſtanza profondo , -ſi fa effettivamente uſo d'un vaſo po
ſato ſu un lato , egli vi ſi perde molto calore checche
ne dica Feichmeyer che â commendato altamente queſto
fornello . Quando all' oppolto il catino è ſituato giuſta
il coſtume parallelo all' orizonte poggiando i ſuoi orli
ſu que' del fornello , ſecondo il metodo deſcritto da Ri
vino e adottato da Adolfo Wedel nel ſuo Supplemento
ful fornello chimico fenza inferrata , ſi riflette una mag
gior quantità di calore ſul vaſo che è poſto nel bagno ,
poiché allora il catino riceve tutto il calor del fornello ,
di maniera che quando noi vogliamo comunicare il maſs
ſimo calor poſſibile ai corpi , egli è neceſſario che noi
lo collochiamo in queſta ſituazione . Il fornello a catino
fi fa

an
26 STROMENT .
I
ſi fa eſpreſſamente di laſtra di ferro ( a ) , o li coſtruiſce
al biſogno con delle pietre deltinate a quell'uſo , e ſic
come s adopera ſpello in queſto caſo un' olla volgare
in vece del catino , ſi chiamarono a eſempio di Teich
meyero quelte maniere di fornelli , fornelli ad olla ,

$. XXVIII.

Dopo avere trattato dei fornelli , paſſiamo ora a


parlare di ciò che riguarda gli altri vaſi , della loro
figura e della materia onde li compongono . Elli deb
bono eller fatti in maniera da poter reſiſtere per tutto
il tempo dell'operazione alla violenza del fuoco che ſi
vuole applicare ai corpi , e da poterli guardare da ogni
lordura ; per la qual cauſa ſi dee preferire il vetro ad
ogni altra materia. Biſogna nella ſcelta di queſt' ultimo
rigettar quelli che anno piccoli peli , perchè nel mo
mento che fi riſcaldano , fi veggon rompere . Egualmente
non biſogna impiegare nelle operazioni quelli ch' eſſenda
troppo grandi , non ſi raffreddano mai egualmente o che
più grolli in una parte che in un'altra , non poflono
rarefarli dappertutto nel medeſimo grado , e ſcoppiano
in un fuoco un poco vivo . Biſogna ancora diffidare dei
vaſi , la ſtruttura de' quali non è sferica eſattamente
perchè vi ſono delle porzioni dei lati , che trovandoſi
più diſtanti delle altre dal centro vengono a ſchiattare
nel momento che il calor le forprende . Il medeſimo di .
fordine accade ai vetri , dove ſi riſcontrano dei granelli
d'arena o delle piccole bolle : queſte cagionano la rot
tura del vaſo perchè la tellitura del vetro rinchiude una
porzion d'aria : quelli perchè non ſono fucettibili del
medeſimo grado di rarefazione e di condenſamento > di
cui è ſuſcettibile la ſoſtanza vitrea, dalla quale differiſco
no . Dee dunque l'artefice temere che ſimili vaſi non
poſla

( a ) Teichmeyer inft. de chem. p. 42. fig. 15. Stumpff diſl. ſur


qnelques points de l'appareil de la ſublimation , & l' edition
pofthume de la Chymie de Schultz .
STROMENTI . 27
poſſano foſtenere coſtantemente il fuoco ſenza andar in
©
pezzi . Ciò per fine che noi diremo in ſeguito della fo
© luzion dei metalli e dei ſali alkali , ci proverà che i
vetri dove entrano delle terre metalliche o una troppo
grande quantità di ceneri , non ſono adatti al noſtro uſo .
I. XXI X.

S'avviluppano di paglia o ' di fieno i vaſi di vetro


2 che ſi vogliono rendere capaci a fottenere un calor più
forte , e li fanno bollire per qualche tempo nell'acqua .
0
Si procura con queſto mezzo di correggere il troppo.ve
) loce raffreddamento ch'elli âneo potuto provare * . In
0
queſto caſo il calor dell'acqua bollente par che dilati le
î
parti del vetro che foſſero ſtate riſtrette troppo preſto
li
dall'aria fredda che le avrà ſorpreſe nel fortir dal fuo
co , facendo racquiſtare a tutte la medeſima rigidezza .
a
I vaſi di porcellana o di terra ſmaltati , ſono nel me
deſimo caſo ; e ſi vede nell'uſo di cucina che fe ella
e
non ânno antecedentemente ſofferto quelta bollitura nell'
2
acqua

2
* Il Sig. Lombard fiaſcajo , in via Bourg -Labbé , à eſteſo fin dove
fi può l' ufo economicodel Criſtallo praticando il proceſo indicato
j dal Sig . Spielmann , e così ſeinplice come appare , queſto proceſo
è eſtremamente utile per l'uſo di queſta materia . Il Sig. Lom
bard ne fa delle caffettiere , e tettiere che ſoſtengcno un fuoco di
carbone viviſſiino che ſi promove anche coll' azion del Soffietto . I
liquori vi entrano preſtil)uino in ebullizione . Egli adopera per ſuo
uſo domeſtico dei pajuoli di criſtallo che gli ſervono già da dieci
anni . Egli vi appreſta delle frittate e dei manicuretti che eſigo
no inolte ore dicottura ; egli non è veduto mnai romperfi, alcuno
di queſti vafi , fe non per qualche fviſta . Quindi ſi vede come
l'uſo di fimili arneſi che per altra parte sono d'un diſcretiſimo
prezzo , può divenir preferibile a quello dell' argento medefimo
non potendo il criſtallo comunicare cuttive qualità , nè render
l'acqua di cattivo ſapore , come funne ordinariamente le altre ſo- ,
ſtanze inetalliche . Ciò che v'à di più ſingolare nella fabbrica di
coteſti pujvoli , è ch'elli sono a fondo doppio, ed ecco come . Si
comincia dando fiato alla materia dal formare una vera sfera , e
il vetrajo ritirá dappoi il Suo Soffietto ; maneggiandoſi così, una
metà di queſta sfera rientra nell' altra ; così , che di conveTa dins
vien conceva , e forma il fondo interiore frattanto che altro
mezza sfera che reſta nel ſuo primo ſtato , forma l' eſteriore
del vafo .

1
28 STROMENTI .

acqua rieſcono di minor durata. Quanto ai vaſi di vetro


che debbono eſſere eſpoſti a fuoco nudo , ficcone non
poſſono foſtenere la ſua azion ſubitanea , ſiamo coſtretti
à coprirli d'argilla , e cid ſi chiama lotare . Queſt'ar
gilla non dee avere che circa quattro linee di groſſezza >
e biſogna prima d'applicarne loro un ſecondo itrato ,
che il primo tia perfettamente ſecco . Si pud miſchiare
l'argilla con altre ſoſtanze , come quelle delle quali fi
compongono i noſtri migliori vaſi ; onde riſulta un luto
eccellente ,
S. X X X

L'Illuſtre Sig. Pott nei vari ſcritti raccolti fotto


il titolo di Lithogeognoſie * tratto con induſtria delle
terre che ſervono pei lavori chimici , Fra tutte l'argilla
fi preferiſce nella fabbrica de' vafi, maſſime di quel che
ſono fatti per reſiſtere a un calor violento , perchè eſla
4 prende quella figura , che le fi vuol dare e perchè ol
tre cid efa s'induriſce molto al fuoco . L'argilla è quaſi
ſempre miſta con ſoſtanze d'altra natura ; la più pura
di tutte acquiſta col fuoco tanca rigidezza che vi fi apro
no facilmente dei crepacci : perciò prima di coſtruirne
) dei vaſi , biſogna aggiungervi delle terre vitreſcibili
felce , arena ec. La ſperienza dimoſtra che un miſto
d'argilla calcinata pud correggere queſta eſtrema facilità
che à l'argilla troppo pura di fcrepolarſi. Il vetro an
cora pud rimediare all'inconveniente che patiſcono que
fte ſpecie di terre di divenire eſtremamente poroſe al
fuoco , e di laſciar anche ſcappare alcune porzioni delle
materie ch'elle contengono . Si preferiſce il vetro alla
piombaggine e al ferro , benchè queſti corpi adempiano
la

* Il Sig. Spielmann cita qui la ſeconda edizione fatta da queſto


Autore nel 1757. della sola prima parte di queſt'opera . Ma hi
sogna aggiugnere alia noſtra traduz. frisnc. del 1753, la feſta dil:
t. 4. di quelle cbe il Sig . Muchy pubblicò nel 1759.
** Si chiama in franceſe plombagine , mine de plomby noir
plomb, de mine , ploinb mineral. I Latini la chiamaroto plum
bago, e meglio, ancora plumbago fcriptoria . I Greci molyba
: dæna , V. il t. 4. delle dif. del Sig. Pott trad. franc. Poly
STROMENTI . 29
la medeſima intenzione , perchè queſte materie guaſtano
quaſi tutte le foſtanze con le quali s’uniſcono . I mi
gliori crogiuoli ſono que' che ſono in iftato di ſoſtenere
per alcune ore la fuſione del vetro di piombo . La Heſſe
ci forniſce i più eccellenti vaſi di terra , ed è da queſto
paeſe che ſi diſtribuiſcono a tutta l'Europa: Agricola ( a )
fa molto conto di que' di Waldembourg in Saſſonia , e
trova ch' eſſi non cedono per niente a que' di Heſſe .
Dorn raccomanda ( b) l'argilla che ſi cava a Colonia e
a Haguenac . Quando i val d'argilla ſono induriti con
la cottura , ſe li fa ſubir loro ſubito un fuoco violento ,
fi fendono ed anche ſi ſpezzano. Elli non poſſono ſo
ſtenere un fuoco viviſſimo , ſe non quando ſaranno ſtati
inſenſibilmente condotti da un più mite a un più forte
calore ; egli è perciò , che alcune volte fi â la precau
zione di lotare anche i vak di terra maſſimé quando ſi
deſtinano a reſiſtere a un fuoco violento . Se ſono cro
giuoli , ſe ne merte uno nell'altro , e il vuoto che li
ritrova frammezzo , a riempie con del vetro , dell'arena,
dei carboni ; coi quali mezzi s'impediſce che un calor
troppo improvviſo non venga a romper queſti vaſi .

6. XXXI.

I Chimici adoperano altresì per certe operazioni


ina ſpecie di terra particolare , le cui parti non ſi ralio
dano al fuoco , ma che forma una maſſa capace d'am
mettere diverſe ſpecie di vetri nella ſua foltanza . La
Iperienza prova che vi ſono di queſto genere alcune ſpe
cie di ſpati ; ed è probabile che vi liano molte terre
alcaline che poſſono concorrere al medeſimo oggetto .
Ma non ritrovandoli queſte terre dappertutto , ne poten
do la loro quantità baltare per tutte le operazioni dove
quelle potrebbono eſſer utili , s'adopera in vece loro
quella

Della natura Hei foffili, I. 2.


Teatro chimico del 1669. f ! 1. p. 222.
30 STROMENTI .

quella che ci rende la combuſtione delle oſſa degli ani .


mali ; ma non biſogna prenderle indiſtintamente . Si è
oſſervato che quelle del porco facevano delle ceneri di
cattiva qualità . La ſperienza dimoltra che le oſſa più
opportune ai noſtri lavori ſono quelle del bue del vie
tello , del cavallo e del montone egualmente che le re
fte dei peſci . V'è un metodo da oſſervare per ridurre
bene le offa in cenere . Biſogna ſubito pulirle dal grallo
e dalle carni che poſſono effervi rimaſte attaccate , per
timore che il loro carbone non guaſti le ceneri , e che
queſte non ſi ritrovino cariche del ſale che le dette fo
Itanze contengono , il che nell'atto dell'operazione uni
rebbe le parti fra di loro . In conſeguenza biſogna far
loro ſoffrire delle replicate decozioni finchè l ' acqua ne
rieſce chiara . Noi poſſiamo riſparmiar queſta noja fer
vendoci delle offa di carriera * , Così preparate fi calci
nano in mezzo de carboni fino alla bianchezza in ma
niera che non vi ſcorga più alcuna macchia nera , e che
ſiano divenute friabili . Si riducono dappoi in groſſa pol
vere , e fi lavano nell'acqua per levarne le lordure che
vi aveſſero potuto laſciare i carboni . Dopo averle fatte
ſeccare ſi riducono in polvere più fina ; fi calcinano di
) nuovo per porfirizarle . Queſte ceneri così preparate fondo
conoſciute in Chimica ſotto il nome di Chiara . Alcuni
ai quali queſta preparazione ſembra un po' lunga , amri
no meglio adopera'r della cenere vegetabile , aggiugnert
doci ſolamente una porzione di queſt' oſſa calcinate . Mla
ſiccome tutte le ceneri dei vegetabili contengono , co ! 02
vedremo in ſeguito un fale che in un grado di fucico),
violento può cangiarle in vetro , biſogna , per non al
lontanarci ' dal fine che ci proponiamo d' aver una terra
aſſolutamente pura , lavar le ceneri in molte acc ue fin
chè non comunichino alle medeſimeniente di falſo ; e
allora faremo ſicuri che poſſiamo ſervirci di queſte terre
pei
6
* Si raccomanda di preferire le ofa delle cartere perchè con
delle decozioni più lunghe e più forti, ſi trovo no del tutto eſuuſte
di graſſo e di linfa . Queſt' ultima soſtanza fi ricerca nelle car
tiere per la colla della carta ,
STROMENTI . 31
pei noſtri lavori . Se ne formano delle palle che ſi la
ſciano ſeccare . Le fi fanno in ſeguito cuocere nel forno
del pentolajo e ſi riducono in ſoutil polvere per preva
lerſene a ſua voglia .

$. X X XII.

I metalli parrebbero preferibili al vetro e all'ar


gilla per fare dei vaſi che non foſſero ſoggetti a rom
perſi. Ma ſiccome i ſoli metalli perfetti ſono propri
a queſt' uſo , e le facoltà dei Chimici ſono comunemente
troppo ſcarle per appagarli ſu queſto punto , ſono eglino
dunque coſtretti d'attenerſi alle due ſovramenzionate
materie . Reſtano i metalli imperfetti ; ma queſti ſono
1
ſoggetti ad abbruciarſi , quando ſi eſpongono ſpeſſo al
fuoco ; e quando ſi adoperano , biſogna ofſervar bene ,
ſe la ſoltanza ch' eſſi debbono contenere , polla diſcio
glierli ; perchè ſon ſoggetti a comunicare della loro ſo
Itanza alle materie che contengono . Elſendo lo ſtagno
meno del ferro e del rame ſoggetto alla ſoluzione > ſe
ne ricopre ordinariamente l'interno dei noſtri vali . I
Saggiatori ânno biſogno dei catini di rame per alcuni
lavori .
5. XXXIII.

La figura de' vaſi dipende dai lavori , pei quali


s'adoperano . Il Chimico dee averne di più ſpecie . Si
dà il nome di teſto da arroſtire , da calcinare , da sfu
mare a dei vaſi cilindrici , la baſe de' quali è larghiſ
ſima e che ſono poco rilevati . Queſta figura fa che i
corpi che vi ſi eſpongono , poſſano col concorſo dell'
aria e del fuoco lafciar più liberamente ſvaporare tutto
cid ch' eſſi contengono di volatile . I crogiuoli fi prepa
rano come abbiamo detto al . XXX. Eli ſervono a
tenere in fuſione i corpi ſolidi : anno una figura conica ,
onde è promoſſa la riunione dei globetti della materia
fuſa : oltre cid le diverſe ſoſtanze , che vi ſono in fu
fione poſſono più facilmente guadagnare il fondo ſecon
do la loro ſpecifica gravità e ſegregarſi dalle parti più
lego

1
32 STROMENTI .
leggiere . Se qualche artefice deſidera fabbricarſi da ſe
medeſimo i ſuoi crogiuoli , troverà nel Trattato dei for
ni di Glauber (a ) , e nella Docimaftica di Cramer (6 )
tutto ciò che appartiene a queſto ſoggetto . I crogiuoli
di Heſle godono da lungo tempo una riputazione che
ben meritano ; e gli artefici li ritrovarono idonei ad
ogni ſorta di lavori . Noi non entreremo nel dettaglio
della loro preparazione , per la quale i pentolaj fono
più abili dei Chimici. Noi gli adoperiamo belli e fatti
con le precauzioni eſpoſte nel ſ. 36. Biſogna aſſoluta
mente rigettar quelli che anno alcune macchie nere ;
queſte provengono dal ferro che ſi è trovato miſto con
l'argilla ; e quante di queſte macchie vi ſi trovano , al
trettanti pertugi ſi fanno nell'atto dell'operazione . I
crogiuoli di Heſſe ſono di varie grandezze . Si fanno di
forma triangolare quelli che non eccedono ſei pollici di
altezza . Il più grande di coteſti crogiuoli ne rinchiude
degli altri , la grandezza de' quali va ſempre decrefcen
do . Quelli che anno più di lei pollici ſono di figura
cilindrica e conica . Vi ſono anche dei crogiaoli d' Yp
ſen che ſono molto in ufo fra i Chimici . Elli ſon fatti
d'una argilla grigia , ſecondo Agricola ( ) , e traggono
il loro nome da una città dell' Auſtria inferiore dove
la prima volta forſe furono fabbricati . Se ne fabbricano
attualmente in molte città della Gerinania , a . Ratisbo
na , a Paſſaw , in Boemia , in Turingia e in Saſſonia
C'entra in cali crogiuoli una quantità di piombaggine
che fa prender loro un color piombato , e dà loro una
conſiſtenza tale che poſſono raſchiare col coltello .
Queſta addizione ferve ancora a unire così intimamente
fra di loro le parti dell'argilla , che i crogiuoli di que
fta forte ſi poſſono roveſciare ſenza pericolo , ſebbene
ſiano carichi d'una grandiſlima quantità di metallo , e
non fi fiano muniti d'alcun ſoſtegno . Eli reſiſtono an
cora

( a ) P. S. C. 8 .
(6) P. I. S. 231.
c ) Della natura dei foſlili , l. 2 .
* V. la nota del S. 30.
STROMENTI. 33
cora ottimamente alle vicende del caldo e del freddo ;
ma biſogna riflettere , che non vi ſi poſſono fondere i
fali, perchè eſſi ne sfuggono prontiſſimamente. Oltre
çid anno l'inconveniente quando ſon nuovi , d'alterare
il color dell'oro e dell'argento e di pregiudicare la loro
duttilità . Si fanno ſpeſſo delle operazioni che eligono
che i crogiuoli ſiano coperti; di maniera che l'artefice
dee ſempre avere in pronto dei coperchi . Ve n' â che
vi ſuppliſcono con dei mattoni cotti . Ma ſiccome ac
cade ad eſſi di fcoppiare al fuoco , così debbono preferirli i
coperchi fatti della medefima materia dei crogiuoli . Si pof
fono beniſſimo ſoſtituire i crogiuoli di Heſle guarniti dei
loro coperchi , ai vafi di cemento preſcritti da molti autori .
S. XXX I V.

S'adopera nella Docimalia delle miniere metalliche


una ſpecie particolare di crogiuoli fatti d'argilla di Heſle .
Elli ſono rigonfiati nel mezzo , Itretti d'imboccatura
abbaſſo finiſcono in punta , e s' appoggiano fu d'un pie
de , di modo che il metallo che si è in fufione è deter
minato dalla forına di queſto vaſo e dal ſuo proprio peſo
a calcare al fondo e a riunirviſi in un ſol globo . I Fran
ceſi e i Tedeſchi li chiamano tuttes o creuſets d'eſſai .
Noi abbiamo ancora alcri vaſi particolari che ſervono a
colare i metalli in fuſione quando ſi trovano miſti con
dei corpi più leggieri di eſſi . Queſti vali ânno una figura
perfettamente conica e ſono foftenuti da un piede : fi
chiamano coni . Se ne fabbricano alcuni di bronzo , per
chè queſta compoſizione riceve meglio degli altri metalli
una bella politura . I metalli fuſi ſenz' aggiunta d'altra
materia ſi colano in alcuni ſemi-cilindri di ferro , che ſi
chiamano in franceſe lingotieres. Prima di verſare il
metallo tanto nei ſemi-cilindri detti poc' anzi , quanto nei
coni, biſogna riſcaldarli e ugnerne l'interiore col ſego :
ſenza queſta precauzione ſi và a riſchio che una porzion
di metallo non falti in aria ; il che congiunto con la
perdita può ancora mettere l'artefice in pericolo : oppure
accade che ſi diſtacchi difficilmente il metallo che s ' at
tacca alle loro pareti.
Tom. I. с 6. XXXy .
54 STROMENTI ,

$. XXXV.

Le coppelle s'aſſomigliano aſſai ai teſti nella loro


figura ( J. 33. ) . Eſſendo queſti vali deſtinati a laſciare
ſcappare in grande quantità i vapori del piombo quando
ſi converte in vetro , e a tenere in fuſione i metalli pet
fetti , ſi dà loro poca altezza e molta ſuperficie nel fon
do . La figura di queſti vaſi s' avvicina molto a quella
d'una mezza sfera . Le coppelle fono fabbricate con le
terre , delle quali ô parlato al 9, 31,, con queſta diffe
renza che la porzione delle ceneri vegetabili è una parte
per ogni tre parti di ceneri animali . Queſta miſtura è
legata con del chiaro d'uovo ſciolto in molt'acqua : ſe
ne fa una paſta che non s'attacca alle dita . Quando ſi
vuol fare delle piccole coppelle , s'empie di queſta paſta
un modello cilindrico fatto di bronzo che ſi chiamą
monaca . Gli ſi accomoda ſuperiormente la baſe d'un
peftello ſemisferico della medeſima materia , al quale ſi dà
il nome di monaco , Si batte queſto con alcuni colpi di
martello per imprimere la forma d'una mezza sfera alla
coppella . Se ſi è fatta con delle ceneri vegetabili , ſe
ne polverizza la ſuperficie con ceneri animali cioè con la
chiara rinchiuſa in un piccolo ſacchetto ; e queſta s'at
tacca fortemente al fondo della coppella rimettendovi il
monaco e battendolo ancora con alquanti colpi di mar
tello * . Per formare delle più grandi coppelle , quelle
per eſempio che ſi chiamano teſti, fi fa uſo d'un cer ,
chio di ferro o d'una ſpecie di catino del medeſimo me
tallo o d'argilla ; ſi riempie di ceneri e s’incava con
un

* Accad. delle Scienze 1762. Storia , P. 39. V. le interejPunti of


ſervazioni del Sig. Tillet intorno i Saggi dello materie d'oro >
e d'argento . Queſto artificio congiunto ai curioſi fenomeni ch'ello
preſenta , Servj di bafe a un nuovo regolainento in cui ſi pre
Scrive per tutto il regno l' uniformità tanto per la materia onde
debbono fabbricarſi le coppelle , quanto per la maniera di farle ,
col mezzo d' un torchio . ve n ' una deſtinata a queſt' effetta ,
di cui Crainer dà la deſcrizione . Il Sig . Macquer è ſtato al
ciato al lavoro del Sig . Tillet , e il fu þig. Hellot lo era altresì ,

}
STROMENTI . 35
un coltello curvo o con una palla di legno o d' avorio .
Si miſchiano alcuna volta con una parte di ceneri , per
darle maggior corpo , due parti d'argilla cotta e lavata .

S. XXX VI,

I Chimici anno inventato molti vafi propri a rac


cogliere i vapori nei quali ſi ſciolgono tutt'i fuidi .
EN ebbero tutti in vilta nella loro coſtruzione quella
aſſioma di fiſica che i vapori non ſi ſollevano ſe non in
ragion diretta del calore che provano i fluidi , e in ras
gione inverſa della loro denſità . Si adapera per follevare
i vapori più peſanti un vaſo sferoide , fu un lato del
quale è poſto , all'angolo di 45. gradi un canale conoi
de ; di maniera che non dovendo follevarſi che a una
piccoliſſima altezza , eſſi arrivano all'orifizio del tubo che
fi chiama becco , e ſcolano pel loro proprio peſo e per
l'inclinazion del canale . La figura di queſti vafi fece
dar loro il nome di ſtorte , Biſogna rigettar quelle , il
becco delle quali s'allontana dalla figura conoide , e il
collo delle quali ſi trova riunito col ventre della ſtor.
ta , come s'eſſo le ſerviſſe di tangente . Cid che ſi è
detto , prova che quando ſi vogliono follevare dei va
pori peſanti, non biſogna preferire " alle ſtorte i vaſi ci
lindrici, il collo de' quali è della medeſima figura , come
ce li à dipinti Boerhaave nei ſuoi clementi di Chimi
ca (a) , Vi è un'altra ſpecie di ſtorte , al volto delle quali
è applicato un tubo eſattamente chiuſa con un curaccio ,
lo della medeſima materia , queſte ſono le ſtorte tubula
te . Queſti vali fono di vetro d'argilla o di ferro . Se
noi vogliamo feparare un fuido più volatile da un al
tro che lo è meno , noi prendiamo dei vafi sferici ,
l'emisferio ſuperiore de ' quali ſi termina in un tubo
dritto lungo e conoide ; talchè il corpo più volarile ſi
folleva ſopra l'orificio del collo , mentre il più peſante
non può attaccarſi che alla parte inferiore , Quefti fong
C 2 quel

( a) Pi 3. tav, 19. f. 2.
2
I
MENT
36 STRO .
que' vafi che ſi chiamano cucurbite , e che i Tedeſchi
chiamano Kolbe per la loro fomiglianza con la clava .
Si diedero diverſi nomi a queſti vaſi ſecondo la groſſez
za della loro sfera o ſecondo l'uſo che ſe ne vuol fare .
La cucurbita di riparto è quella , il cui ventre nod â
più di ſei pollici di diametro . Si dà il nome di magia
Strali a delle cucurbite più grandi, nelle quali il diame
tro del ventre è maggiore d' un piede , e il collo più
groſſo che il braccio ( a ) . Si chiamano matracci quelle
che finiſcono in un collo lungo e cilindrico ; ma queſti
diverfi nomi divengono indifferenti alle cucurbite e ai
matracci ſecondo che elle s'adoperano alla diſtillazione
o alla digeſtione '. Non eſſendo mai eſpoſti queſti vaſi a
fuoco nudo , ſono comunemente di vetro . Egli è preſo
a poco a queſta claſſe di vaſi che ſi raflomigliano i vaſi
di ſtagno , dei quali ſi ſerve lo ſpeziale per fare delle
infuſioni. I Franceſi chiamano impropriamente alambics
delle caldaje di metallo guarnite d'un coperchio in vol
ta , il quale è fornito d ' unalarga apertura : queſte cal
daje fono cucurbite di rame ſtagnato e di figura cilindri
ca , ma delle quali non ſi fa uſo ſe non quando il li
quore che ſi diſtilla non è capace di rodere queſta ſo
ſtanza metallica . Si adoperavano altre volte dei pelica
ni : queſte fogo cucurbite , nelle quali la parte ſuperiore,
del collo è curva in guiſa di capitello , onde partono
due becchi ricurvafi ad anſe , l'eſtremità inferiore de'
quali rientra nel ventre .

1. XXXVII.

Si danno varj nomi e diverſe figure agli ſtromenti


che ſervono al paſſaggio de' vapori da un vaſo in un al
tro. Si chiama capirello un emisferio che faiſce alla ſua
baſe in un cerchio deſtinato a ricevere il collo della cu $
curbita , e guarnito nella ſua parte inferiore , verſo que
ſto

(a). Queſte ſono quelle che Libavio chiama pots de chambre . Al


shymie , p. 2 .
STROMENTI . 37
ito cerchio , d'un becco conoide inclinato ſotto un an
golo di circa 45. gradi . I Latini chiamarono queſta
parte alembicus dalla parola greca ambix , di cui ſi ſervì
Dioſcoride ( a ) nella ſua materia medica
I Tedeſchi chiamano queſto vaſo helm per riguardo
alla ſua fomiglianza con un elmo . La parte ſuperiore
del capitello è qualche volta forata e guarnita d'una
gola chiuſa con un turacciolo della medeſima materia
ſinerigliatovi entro ; allora ſi chiamano tubulati . Si chia
mano ciechi quelli, nei quali l'orificio del becco che
allora non eſiſte , é ſuggellato ermeticamente . I capi
telli delle cacurbite ſono di vetro ; e fi fanno di ſtagao
que che ſervono alle noſtre cucurbite di metallo , , per
avere dei vapori ſottiliſſimi. I Chimici aveano imma
ginato un lunghiſſimo canale curvato in una ſpirale , la
cui parte inferiore era faldata al coperchio del caldajo di
rame e la ſuperiore al capitello . ( V. il corſo di Chi
mica del Lemeri ( 6) . Gli fi dà il nome di ſerpentino ,
ed è facile concepire che i vapori debbono impiegare
lunghiſſimo tempo a percorrerne la lunghezza, per la
reſiſtenza ch'elli debbono ritrovarvi . L'ultima coſa che ci
riman da oſſervare a propoſito dei lambicchi , è che quelli
che anno i capitelli di metallo fono circondati da un
caldajo che contiene l'acqua per rinfreſcare , e ſi chia
mano teſta di Moro .
C 3 S. XXXVIII.

( a) L. 5. c. 110.
* Non biſogna quindi inferire che Din coride abbia conoſciuto il
lambicco . La ragion di ciò ſi è , che quando egli parkı dell'olio
di pece ( piſſelaeum ), preparazione dell'ordine di quelle che noi
ottengbiamo per diſtillazione, ei dice , cb'ejta ſi faceva , ropen
dendo un velo alla bocca dei vaſi chiuſi, nei quali ſi faceva bola
lire la_pece . Plinio che ſcrille dopo queſto Autore non ne ſa di
più . Ecco dunque ciò che noi dobbiamo penſare a queſto propoſi.
to . L'ambix de Greci era un boccale o un coperchio elevato
fimile a un capitello cieco o a una ventoſa , perchè eli ſe ne fer
vivano altresì a queſt' ufo . Gli Arabi che ſe ne ſervirono , lo
chiamarono ambik , e aggiungendovi la loro particola ne fecero
la parola alambik per indicare un vaſo diſtillatorio . Ma queſto
vaſo non è ſtato conoſciuto fra loro se non molto dopo che i Greci
se ne servirono. V. Borrichio e la nota Sopra Zozimo di Paro
poli S. 68. Nota del Sig. di Villiers .
( b ) Tav. 3.
STROMENTI.

6. XXXVIII .

Í recipienti ſono vaſi deſtinati a ricevere i vapori


ſollevati nella diſtillazione . S'adoperano più ordinaria
mente per recipienti de' vaſi che anno il collo poco ele
vato , e il diametro de' quali è incirca d'un piede e mez
žo , che ſi chiaman palloni. Em ſervono principalmente
a contenere i vapori elaſtici . Ma il loro uſo è ſoggetto
a qualche inconveniente ; perchè egli è raro che vaſi
cosi capaci ſiano dappertutto della medeſima groflezza ,
e che ſiano ſtati egualmente raffreddati in tutte le loro
parti ; per la qual ragione , come abbiamo veduto al
5. 28. effi fono ſoggetti a romperſi : Se il recipiente è
deitinato a ricevere dei vapori moltiſſimo elaſtici
biſogna ſolamente ch'eſſo abbia della capacità , ma è
ancora neceſſario frapporre un'aggiunta fra il ſuo collo
e il collo della ſtorta . Mediante quella precauzione, e
quelle delle quali parleremo all'articolo dei Luti noi
non avremo à temere dai vapori i più elaſtici , maſſime
segolando il fuoco con prudenza . Se ſi debbono ricevere
nel pallone dei prodotti di diverſa denſità , e ſe biſogna
reparare gli uni dagli altri , li fa uſo d'un recipiente che
termina in puntà come un cono roveſcio . Se ſi adope
tano lambicchi di metallo , ſiccome ſono ſuſcettibili d'un
più forte calore , e in conſeguenza i vapori vi ſi condena
fano più difficilmente , per ſollecitarne l'effetto , li co
pre d'acqua fredda la teſta di moro , riempiendone il
. vaſo che le è adattato ; oppure ſi fa paſſare il becco del
Jambicco attraverſo una botticina o un vaſo di me
tallo pieno d'acqua , che ſi cambia a miſura che ſi ri
fealda : ſi chiama refrigeratorio il vaſo deſtinato a queſt'ulo .
Si fa uſo degli aludelli per ricevere i vapori dei
( corpi che li eſpongono al fuoco nudo ſenza frappoſizione
di vaſi * · Queſti aludelli ſono boccali d orifizio molto
gran

* Rare volte ſi mettono i corpi immediatamente fui carboni . Fre


quentiſſimantente, per lo contrario ſi mettono in un boccale chie
fortiene gli aludelli , conize nell' operazione dei fiori di Solfo ec.
Per altro Glauber deſcrive delle diftillazioni ec. ſui carboni .
Vi la prima parte de' ſuoi fornelli .
STROMENTI . 39
grande oppur anche ſenza fondo . L'orifizio del primo
aludello è poſto ſul camino . Si adattano in ſeguito l' uno
ſopra l'altro , e ſull'ultimo ſi applica un capitello cieco .

S. XXXIX.

Si poſſono altresì riferire nel numero dei vaſi, quelli


de' quali io ſono per parlare in queſto S. , cioè i boc
cali che ſervono a contenere molti corpi e ad eſeguire
alcuni lavori ; gl' imbuti , fra i quali ſi preferiſcono quelli
di vetro bianco . Ve n'à altri il ventre de' quali è di
figura ovoide che anno un' apertura ſtrettiſſima guarnita
à ciaſcun lato d'un anſa ; queſti ultimi ſervono a ſeparar
gli olj dall'acqua . Noi ci ſerviamo altresì del fifone ( a)
pel medeſimo effetto . Noi abbiamo ancora dei piattelli
di vetro , l'orlo de' quali è ad angolo retto , poco rile
Vato e guarnito d'uno ſcolatojo . Queſta ſpecie di vaſi
ſerve alle ſoluzioni che ſi vogliono fare nell'aria libera..
Vi fi foſtituiſce altresi un diſco della medeſima figura
fatto di porcellana . Si fa uſo eziandio dei bacili di fta
gno , di rame , di ferro , d'argilla e di porceliana . Biſo
gna metter nella claſſe dei vafi le cappe che ſervono
alla docimaftica . I Tedeſchi e i Franceli le nominano
con un vocabolo che dinota la loro ſomiglianza con de'
guanti non digitati . Noi le chiamiamo con termine
d'arte cappe o cappette a miſura della loro grandezza .
Eſſe ſono aperte d'avanti , ſe fi dà loro una figura fe
micilindrica ; ſe li deſtinano loro delle piccole coppelle .
Ma ſe eſſe debbono portarne delle più grandi ſi forma
la loro parte ſuperiore in emisferio . Si aprono ſui lati
delle cappe molte aperture , perchè i vapori del piombo
che ſi converte in vetro , poſſano facilmente ſpargerli
nell' aria libera . Il Sig. Hellot nelle ſue note fu la fu
fione delle miniere di Schlütter , in vece di que' piccoli
archi che ſi uſano comuniemenite al loro bordo inferiore ,
C4 con

(a ) Si può vedere la deſcrizion d'un ſifone molto comodo , nel


trattato in Tedeſco di Ludolfo intitolato : Introduzione alla
Chimica ; e la fig, nella tav. 11. della medeſima opera , fig. 75 .
45 STROMENTI .
conſiglia di sforare con molti pertugini i lati delle capo
pe . In queſta maniera il giuoco dell' aria à luogo ſotto
il volto della cappa , e non si va a pericolo di veder
cadere dei carboni nella coppella . Le cappe , alle quali
fi dà la figura ſemicilindrica ſi fanno ſolamentc d'argil
la ; quelle che ſono sferoidi ſi fanno o d'argilla o di
ferro .
§. XL.

Ci rimane ancora a parlare di alcuni ſtromenti prin


cipali, de' quali i Chimici fanno uſo . Eli anno molte
fpecie di pinze . Quelle che ſervono a levare i grandi
crogiuoli dal fuoco , anro la parte inferiore delle loro
branche ricurvata in forma ſemicircolare , di modo che
ellendo fra loro avvicinate formano un cerchio che ab
braccia il crogiuolo . Le mollette delle quali ſi fa uſo
per ritirar le coppelle diſotto alla cappa anno le eſtre
mità diritte e larghe . Quelle , le branche delle quali
ſono arcuate nell'eſtremità e che prendono il nome di
mollette a becco dalla loro figura , ſono comodiſſime per
maneggiare i piccoli crogiuoli nel mezzo de' carboni ac
ceſi . Le mollette ordinarie ſono neceſſarie a un Chimi
co ; egli â biſogno ancora di mollette piccole , che con
le branche diritte e acute ſervono ad afferrare piccoli
oggetti . Si fa uſo ancora nei laboratori , di uncini , di
ſpatole , di cucchiaj : gli uncini ſono di ferro ; le ſpatole
e i cucchiaj fono di ferro o di legno fecondo l'uſo che
te ne vuol fare . Si tengono altresì dei cerchi di ferro
di varie grandezze per tagliar le cucurbite . Per al.
lora ſi fanno arroventire e fi fottopongono alla parte che
ſe ne vuol. tagliare finchè ſi ſente un piccolo ſcoppio .
Se

Un mezzo forſe più lungo ina jibben più ſicuro per tagliare i pal
loni è di marcar colla lima la parte del collo dove si vuol farlo
Saltare . Vi ļ preſenta in ſeguito un carbone acceſo ; non tarda
molto a farviſi uno scoppio ; per allora ſi segue la fenditura per
nezzo del curhone. Quando il collo è coduto, ſi paſa con la lima
Silla rottura del collo del pallone per toglierne gli angoli che ſono
taglienti. Queſt' è l' artifizio , di cui ſi servono i ciarlatani per
Jagliare in linea Spirale i vetri a piede, ch'elli fanno vedere .
STROMENTI. 41
Se il pezzo non ſi diſtaccò bene , lo fi aſperge d'alcune
gocce d'acqua fredda . Si produce il medeſimo effetto ,
ma con minor ſicurezza col diamante o col mezzo d'uno
ſtoppino imbevuto d'olio di trementina , a cui fi dà il
fuoco . Biſogna che vi ſiano almeno due torchi in un
laboratorio ,uno per gli olj e un ſecondo per ſervire alla
ſpremitura degli altri liquori in generale . C'è biſogno
di ſtacci groflolani e fini di più ſpecie di crine e di ſeta ,
dei mortaj di varie grandezze e di diverſe materie . Ve
n'à di ferro , di bronzo , di pietra , 'di ſelce , di vetro . Nel
genere deile pietre ſi ſcelgono le più dure come il mar
mo o il porfido , quando li tratta di ridurre i corpi duri
in polvere ſottile . Si chiama manica d ' Ippocrate un
pezzo di ſtoffa cucito in forma conoide di drappo o di
tela . Si ſtendono altresì ſopra de' telaj di legno quadrati
le tele che ſervono a paſſare i liquori . Si chiama filtro
la carta grigia che s'adopera a queſt'uſo . La ſi applica
ſu certi panieri in forma d'imbuti fatti di vinco o di pen
ne d'oca . S'adopera per veder la qualità dell'oro e dell'
argento dei ciottoli di diaſpro o di pietre ollarie che
ſono d'un nero carico , e che ricevono una bella poli
1
tura , che ſi conoſcono ſotto il nome di pietra di para
gone . Si ſoſtituiſce loro alcuna volta del marmo nero ,
ma ſenza ragione , perchè queſt' ultimo è ſolubile agli
acidi . Gli aghi di faggio ſono piccole laſtre di metallo
fatte in parallelepipedi; ſe ne å di varie ſpecie in propor
zion della lega che ſi trova unita ai metalli perfetti.
Quelle , delle quali ci ſerviamo noi per l'argento ſono
fatte di queſto metallo con diverſe proporzioni di lega.
Il primo di queſti aghi è d'argento puriſſimo ; e nella
ultimo l'argento è unito al rame in ragione di 1. a 15.
Quelli , de' quali noi ci ſerviamo pel ſaggio dell'oro ,
ſono anch'elli d'argento nella parte ſuperiore ; ma l'in
feriore è d ' oro con diverſe proporzioni di lega . Se ne
formano tante ſpecie quante ſorti di lega fi ritrovano .
V. Cramer ( a ) e Lehmann ( 6 ) . S. XLI.

(a) Elem . di Docimaſt. t. 2. , p. 60. e ſegg. della trad . franc.


(b ) Nel ſuo tråttato in Tedeſco , che â per titolo : l’arte dei
ſaggi, p . 67.

1
42 STROMENTI .

S. XLI.

Un chimico dee avere molte ſpezie di bilancie . Si


giudica della loro eſattezza dall'indice, e poſando alter
nativamente i peſi fu l'uno e l'altro piattello . Cramer
1 fece con tutta la diligenza ed eſtenſione la defcrizione
d'una bilancia docimaftica ( a ) . Non ſi può ſenza peri
colo di guaſtarla portarvi un peſo di due dramme ; per
cid ſi debbon prendere delle bilancie più forti per pefarvi
delle coſe notabilmente più ponderoſe . Una bilancia è
tanto più dilicata , quanto è più minuto il ſuo indice
of in conleguenza biſogna averne in pronto per i peſi d'un
oncia , di quattro , d'una libbra , e finalmente delle più
grandi per potervi applicare dei peſi più ſenſibili ſenza
rovinarle . La libbra di Strasbourg che qui è in ufo co
munemente , conſta di ſedici once , l'oncia di due loth
il loth di quattro dramme , la dramma di tre ſcrupoli ,
lo ſcrupolo di venti grani .
Io ô creduto opportuno metter ſott'occhio nella ta
vola ſeguente le proporzioni , che anno fra di loro i peli
dei diverſi paeſi in maniera che ciaſcuno potrà da ſe me
deſimo renderſi conto eſatto delle ſperienze che ſi ritro
vano deſcritte negli autori . Io ô raccolto queſte propor
zioni dal trattato de peſi e miſure di Eiſenſchmidt; dal
Banchiers univerſale di Bleville t. 2. di Harow nella
Società di Danzica per la Storia Naturale t. I .; dal Dis
zionario del Commerzio del Savary ; dalle Memorie dell'
Accademia di Svezia 1759. , e dalle Tranſazioni filosofi
che n. 465 .
Gli autori che ci anno data la relazione dei peſi fo
reſtieri , laſciarono molta incertezza ſu queſta materia
perchè adotterorio dei peſi non eſatti o che anno cangiato ,
o dei calcoli che non reggono preſentemente . Biſognava ,
2 per riuſcir stile ai noſtri giorni, poſſeder queſti peſi in
natura , e paragonarli con preciſione con la bilancia alla
mano .

( a ) Ibid . t. 2. , pag. 15. legs.


4
Tom . I. pag . 43 .
Сомо .
T A V O L A once 30 .
Libbra groffa mercantile once 12 .
Libbra piccola e medica • gr. 18. Milaneli ,
Della bontà , o ſia titolo delle Monete Oncia divifa come la Milaneſe , ma più leggiera di

Milaneſi .
MONZA .
22 .
Milano . Doppia , fu coniata al titolo di ... car. 21. - once 30.
fu apprezzata ne' faggi di Torino , Libbra mercantile groffa I 2.
once
riferiti nel 1751. ... car. 21. 18. Libbra medica
IO . Oncia come la Milaneſe mercantile .
Ducatone d'argento , fu coniato al titolo di car. 11.
fu apprezzato ne' faggi come ſopra . car. II . IO.
100
Filippo d'argento , fu coniato al titolo di .. car. Il .
fu apprezzato al titolo medeſimo ne LECCO .
ſaggi come ſopra . Libb ra di ſtatu to municipa le mercantile once 30.
Lira d'argento ,, fu coniata al titolo di ... car. 11. Oncia diviſa come la Milaneſe mercantile 9 ma più pe
Oro di manifatture alla bontà di .. car. 19. fante di .... grani 19.
8.
Argento di manifatture è alla bontà di . car. 11 , Libbra comunemente adoperata in mercanzia , minore del
danari 6
la ſuddetta

Tavola de' Peli uſati nelle Città e Terre principali


dello Stato di Milano . OGGIONO .
Unitamente a varie terre vicine , uſa libbra mercantile di once 306
MILANO. once 28.
Altra libbra in mercanzia di
Libbra mercantile , detta groſſa once 28. Once Izo
Oncia danari 24 Libbra piccola e medica
Oncia di tutte eguale alla Milaneſe mercantile .
Danaro grani 240
Libbra piccola , che ſerve anche agli Speziali per pelo me
dico o once 120
Tavola delle mifure delle coſe liquide .
Oncia ,, danaro , grano come fopra . 8.
Peſo di marco o fia de metalli fini е оnсе
danari 240 MIL ANO .
Oncia
O grani 240 96 .
Dauaro OP Brenta di boccali ....
Ma il grano , danaro , ed oncia di marco peſano più de" 28 .
Boccale d'once mercantili
peſimercantili di ſimile denominazione ; coſicchè un'oricia Mezzo d'onice mercantili 14:
mercantile peſa meno di una dimarco grani mercantili 430 Zaina d'once mercantili 7.3
E perchè poi ſi poſſa ſicuramente avere un termine co
mune' e conoſciuto per valutare il peſo di ciò che ndi
chiamiamo grano , così di marco , come di mercanzia CREMONA .
diremo che lo zecchino di Firenze , moneta: conoſciu .
tiffima peſa O o' grani. noftri di marco 68 . 1 Brenta di boccali 75
OM OO grani noftri mercantili 73.5 Boccale once Cremoneli 240

CREM ON A. Ρ Α ν Ι Α.
Libbra mercantile e medica di .. once 12 Brenta di boccali o . 90.
L'oncia divifa ficcome l'a Milanefe , ma più piccola della Boccale più leggiero del Milaneſe danari 17. gr. 2.3
2
dan. 1. gr. 6. Milaneli .
Milaneſe mercantile ..

LODI .
PAVIA
Brenta della Città boccali 80.
Libbra groſia mercantile once 28 90 .
Brenta forenſe boccali
Libbra piccola mercantile , ch'è anche medica , once
Boccale oncie Lodigiane 300
ſimili in peſo 12 .
Oncia diviſa come la Milaneſe mercantile , ma più leg
giera di .. gr. 13. Milaneli
Сомо .

Brenta maggiore della Milaneſe di ..


LODI. 96 .
Conſta di boccali
Libbra mercantile groffa once 28.
Libbra piccola mercantile e medica . . once 120
* Avrei creduto di mancar' gravemente , se riſtampandoſi in Milano la Tavola dei peſo , non
Oncia divifa come la Milaneſe mercantile , ma più leg svelli dato un eſatto dettaglio di quelli che s'adoperano pel commercio di queſto Stato
siera di gr. 8. Milaneli
STROMENTI . 43
mano . Il Sig. Tillet intrapreſe queſto lavoro e l' à eſeguito
per riguardo ai peſi ch'egli à potuto procurarſi , e ſull'
autenticità dei quali a potuto contare . La prima tavola
ſinoprica che qui si preſenta , è cavata dall' eccellente
Memoria ch'egli â letto all adunamento pubblico dell'
Accademia delle Scienze , li 9. Aprile 1766., intitolata :
Saggio sulla relazione dei peſi foreſtieri col marco di
Francia . Parigi, dalla Stamperia Reale 1766. in 4. di
pag. 64. Il Sig. Spielmann inteſe queſto cangiamento con
piacere e con riconoſcenza verſo il Sig . Tillet , che a voluto
comunicarmi là fua opera ſtampata , col ſeguito in màu
noſcritto , contenente il paragone de' peſi , ch'egli d efd
minati dopo la pubblicazione della ſua Memoria . Queſta
Memoria e le ſue aggiunte inſieme ſono già ſtampate
( Giugno 1769. ) nel volume dell'Accademia per l'anno
1767., col rapporto delle diviſioni della maggior parte
de peſí mentovati , paragonato con quello delle diviſioni
del marco di Francia . Si è laſciato nella ſeconda tavola
del Sig. Spielmann il folo rapporto de peſi che il Sig. Tila
let non à ancora avuto l'occaſione di eſaminare .

Si
44 STROMENTI .

Si divide a Strasbourg in dodici once ſecondo il co


ſtume de' Romani , la libbra de' fuidi , che ſi chiama
altresì boccale. Il boccale di Strasbourg è nove milleſi
me più di quel di Parigi . La pinta di Parigi è di 32 .
once peſo di Parigi , ed è minor d'una ſeſſanteſima di
due dei noſtri boccali . Si chiama mezzo ſettiere la quar
ta parte della pinta ; quattro boccali agguagliano la ſud
detta miſura ; il gallon degl ' Ingleſi riſponde a ſette in
circa dei noſtri boccali . Il noſtro ohm contiene venti
delle noſtre miſure ; e ſei dei noſtri ohm compongono il
moggio di Parigi con una delle noſtre miſure di più .
Vedi Eiſenſchmidt ( a ) .
Gli Orefici tengono una diviſione particolare per i
peſi dell'argento . Elfi chiamano marco ta mezza libbra.
Î Franceſi dividono il marco in otto once , l'oncia in otto
dramme , la dramma in tre ſcrupoli ė lo ſcrupolo in
ventiquattro grani. Il marco di Colonia , di cui li fa uſo
in Germania è di otto once , l'oncia di venti engel ,
l' engel di trentadue grani o affi. I Fiamenghi dividono
il marco in ſedici mezz'once , l'oncia in quattro dramme ,
la dramma in quattro denari , offia pfenning , il danaro
in 2. oboli , oſſia heller . Queſta forte di peſo è quella
che ſi chiama marco di moneta .
Il marco dell' oro ſi divide come quello dell'argen
to , oppure , che è il medeſimo , preſſo noi ſi divide in
ſettantadue corone e mezza , e a Colonia in feflantanove
e mezza .
I carati che ſervono a peſare le pietre fine ſono cia
ſcuno di tre grani e fei ſettime.
In docimaſtica (6) li â biſogno di piccoliſſimi peſi ;
perciò li fa uſo d'una ſpezie particolare che ſi chiama
peſo di rapporto .
Queſti peſi , ſiccome quel che ſegue , fanno ſempre
la metà di quel che gli ha preceduti . Così v'è fra di eſſi
una tale proporzione, che i piccoli ſono eſattamente una
fra

Dei peſi e delle miſure ,


& .
STROMENTI . 45
frazione dei più groſſi . Per avere queſta ſerie di peſi ,
fi è diviſo il marco in 65536. parti ; talche ſenza alcuna
frazione ſi può mediante queſta diviſione ſeparar tutti i
numeri , e ridurli all'unità * . I Saggiatori prendono
per loro quintale il peſo di 1024. del peſo di propor
zione ; e quando non ſi tratta che di provare la purez
za dei metalli perfetti , eſſi prendono il peſo del 256.
del peſo medeſimo di proporzione , per loro marco . Vedi
Schlütter ( a ).
I Chimici ſi ſervono altresì d'un peſo ideale per
indicare la purezza dell'oro e dell'argento . L'argento
più puro ſi chiama in Erancia argento di dodici denari
Il denaro è di 24. grani , e ſi dice che queſto metallo
perfetto contien della lega quando il ſuo peſo è minore
di 288. grani. L'argento , di cui ſi fa lo ſcudo è di
dieci denari ventuno granie mezzo . Quello onde fab
brica il vafellame di Parigi , che ſi chiama argent-le-roi,
è di undici denari e grani dieci . Quello che ſi trova
minore di ſei denari , li chiama argento di lega . L'ar
gento di Strasbourg contiene tre ſediceſime di lega . Gli
fcudi di Germania fono di undici danari e undici gra

ni , quindi contengono e di lega . L'argento di vafel


lame di Spagna è di dieci denari e dodici grani ; quel
di Savoja d'undici denari otto grani ; quel d'Auſtrie
ha di lega . Nel reſtante della Germania e dell' El
8

vezia ne contiene : quel di Lorena è di nove denari


otto grani. I Tedeſchi chiamano il loro argento più
puro
*
Queſt' è ciò che ſi chiama peſo di proporzione . Tutti gli altri
peſa iminaginari particolari sono fatti a norma di queſto , cioè
elli ânno rapporto ad alcuna delle ſue diviſioni , per poterne som
pere il loro pero reale .
(a) T. 1. della traduz. franc.
** Prendendo per eſempio i peſi di 32., 16. , 8. , 4., 2. , e due unità
Separate ſi forma il peso di 64 libbre che è in uſo per queſte
specie di diviſioni. Si può fare la medeſima degradazione per i
peſi inferiori a quello di 64 .
1
ENTI
46 STROM .
puro argento di ſedici loth : il loth ſi divide in diciotta
grani e il grano in quattro quarti . L'argento che con
tiene metà di lega è chiamato da loro pay o pagamento
( Vedi Klein (a) ) . Per indicare la purezza dell'oro
s'immaginarono i carati , Se ne attribuiſcono ventiquat
tro all' oro più puro . I Franceſi lo dividono in 32 .
parti e i Tedeſchi in 12. grani . L'oro degli zecchini
e di quello di Malta ſono di 23. carati e 16. grani i

quindi contiene – di lega ,


48

en
L'oro dei Carlini è di carati ; contien dunque 70
di lega ,
L'oro dei Federici , eccetto quelli che furono coa
niati nel 1752. & 1756. è del medeſimo valore dei Luie
gi vecchi . L ' oro d' Inghilterra è di 22, carati , onde
a I di lega (b) ,
I2
1 In Francia l'oro di moneta dopo il 1709. è di

2122
32 di carati , I luigi più vecchj , o luigi del ſole ave
vano ' di lega ; talchè éffi non erano che di 21 , carati 2
96
e 24. grani , L'oro di moneta di Spagna e di Portogalo
lo è attualmente di 21 , carati e 24« grani .
L'oro di vafellame in Francia , cioè quello de' vaſi
e delle galanterie dove ſi è coſtretto adoperar ſaldatura 3
è di 20. carati , ve n ' a altresì di 21. carati e 24 grani,

L'oro d'orefice è in Iſpagna di 22 , carati ; in


Savoja di 20. carati ; in Auſtria di 22. , nel reſto della

Germania di 19. Nella Svizzera di 18. , in Lorena :


di 20. , a Strasbourg 18., e 4. grani ,
Le pezze d'oro del Reno ſono di 18. carati , e 6
gra

(a) Arte di ſaldare i metalli, pag. 32.


(6) Vedi le Tranſaz. filof. , t. I. , P. 156,

1
STROMENTI . 47

grani ; quindi contengono " di -lega ; l'oro delle corone è 1


48
folamente di 18. carati ; quindi contiene un quarto di
lega , Vedi Eiſenſchmidt .
L'oro riputato anticamente il migliore preſſo i Ro
mani era quello della colonia di Marſiglia , che era di
22. carati e 16. grani , Edi chiamavano electrum tutto
quel che non eccedeva 19, carati , Vedi Plinio ( a) Ili
doro (b ) e Strabone (c) ,

$. XLII.

Si chiamano luti le materie che ci ſervono a con


giungere i vaſi; le ſi ſcelgono ſecondo le operazioni alle
quali debbono fervire ; cioè non ſi oppone un luto di
forte reſiſtenza ai vapori deholi , ne per la medeſima ra
gione fi oppone un luto debole per arreſtar dei vapori
molto eſpanſibili. Non ſi adopera per eſempio che una
ſemplice carta umettata con una colla fatta di farina e
d' acqua per lotarę dei vaſi che diſtillano ſolamente acque
olj o ſpiriti ardenti . Nella diſtillazione delle ſoſtanze
vegetabili acide o alcaline ſi lotano le commiſſure con
della veſcica bagnata , e fteſa in modo da non fare al- ,
cuna piega, In quella degli acidi minerali li ſtende l'ar
gilla o il luto ſopra un panno lino . S'applica dappoi
alle commiſſure dei vaſi, e quando è ſecco , ſi accende
il fuoco ; G fa uſo di queſto medeſimo luto pei vaſi di
terra . Quando fi debbono trattenere dei vapori molto
elaſtici , li rende la ſua argilla o il ſuo luto più tenace
con una miſtura di reſina e di piombo ſciolti nell'olio .
Si commenda aſſai in queſti caſi la calce viva bollita
nell'olio di lino . Si chiamano luti della fapienza que'
che s'adoperano nella diſtillazione degli acidi minerali .
Biſogna ayer la precauzione , lotando le commiſſure dei
vaſi,

( a ) Hift. natur. > 1 , 33. C. 4.


(b) L. 14. c. 23 .
(6) L. 3.
NTI
48 STROME .
vaſi , d'introdurvi un cannello di pippa o di termome
tro , che ſi poſſa aprire o chiudere ad arbitrio , perchè
i vapori acidi rodono ſovente il luto in maniera da non
poter più impedir loro il paſſaggio . Quando i vaſi ânno
delle crepature , li coprono d' un pezzo di tela intriſa in
una miſtura di calce viva di minio e di chiaro d'uovo .
Alcuni ſoſtituiſcono al minio la raſchiatura di formaggio .

CA PO QU AR TO .

1 SOLUZIO N E.

S. XLIII.

L lavoro pid ſemplice in chimica è quello , col quale


ſi riducono i corpi in polvere ; ciò ſi chiama ſoluzion
di continuo : ella ſi fa in varie maniere . Parleremo in
ſeguito d' alcune di quelle che ſono particolari alla Chi
mica , mentre alcune altre ſono puramente meccaniche .
Si riducono i corpi in polvere finiſſima formandone con
acqua una paſta che ſi macina fra due pietre di porfido ,
delle quali quella che ſi muove , ſi chiama il piftello.
Si deſitte dal macinare quando la paſta sfregata fra le
dita non laſeia ſentir più alcuna aſprezza . Si dà in far
macia il nome di preparato a queſte ſpecie di polveri,
e l'operazione ſi chiamaporfirizzazione . Per queſta ſola
preparazione tute' i colori deſtinati alla dipiatura acqui
Itano la loro intenſità e la loro vivezza . Langelor en
tra in molti dettagli ſopra l'uſo della triturazione in
Chimica (a) .

Spe

( a ) Effencer. di Germ. Dec. 1. 3. , pag. 8 .


SOLUZIONE .

Sperimento 1.

OLTREM A R E.

Si ſcelgono dei belli lapislazuli , dai quali ſi ri.


getta ogni impurità . Dopo averli fatti arroventire in
un crogiuolo , ſi eſtinguono nello ſpirito di vino . Se
non fono divenuti friabili , ſi arroventano una ſeconda
volta per eſtinguerli di nuovo nello ſpirito di vino .
Reli allora friabili con quelta operazione ſi riducono in
polvere fina ſul porfido o in un morcajo . Si diluiſce
dappoi queſta polvere nell'acqua e vi li agita . Dopa
averla laſciata ripoſar qualche tempo ſi verſa l'acqua che
porta ſeco le parti più leggere ; queſto ſi chiama tritur
rare a acqua , La polvere che reſta in fondo del vaſo
dopo reiterate lavature ſi riforma in paita con dello ſpi
rito di vino , e ſi macina di nuovo ſul porfido , finchè
ſia ridotta in polvere impalpabile , Si miſchia dopo cid
queſta polvere con una compoſizione fatta di reſina , di
trementina , e di maitice a parci eguali ; vi ſi aggiugno
dell'olio di lino e dell'incenſo , colla proporzione d'un
undecima di ciaſcuna ſopra tutta la malla . Si fepara da
queſta miſtura gitata nell'acqua una polvere brillante
d'un bel color turchino , proprio dell'oltremare , Si fa
poi digerire queſta polvere in un liſlivio alcalino qua
Junque e la fi dolcifica. Quando la maſſa non rende più
affatto d'oltremare , la ſi diluiſce con quattro volte più
del fuo peſo d'olio di lino , e ſi fa hollir queſta miſtura
per qualche tempo in un vaſo di vetro : fi verſa ancora
calda in un vetro conoide : vi ſi precipita una polvera,
che fi lava in nuovo olio , quindi in un liffivio alcalino ,
e ſi porfirizza , dopo averla dolcificata . Queſto colore
meno prezioſo del primo , fi chiama cenere d'altremare .

RIFLESSIONI ,

Io ô data l'iſtoria di queſto bel colore d'oltremare


per dare un eſempio particolare della maniera di macie
Tom . I. Rare
SOLUZIONE ,

nare a acqua , e di ridurre un corpo in ſottil polvere .


L'oltremare è il lapislazuli eſtremamente diviſo > la vi.
vezza del quale riceve ancora riſalto dal concorſo d'una
mafla reſinoſa . Dipendendo unicamente la bontà di que
ſto colore dal lapis lazuli , ſi vede bene , che non fi dee
impiegar per queſto lavoro la miniera di quelta pietra
che non ſi trova fornita che d' una crofta ſottiliſſima o
d'un azzurro d' inferior qualità . Non è da meravigliarſi
dell'alto prezzo dell'oltremare , giudicandone dal prezzo
del lapislazuli , Il migliore tiene ancora delle eteroge
neità che biſogna levarne e che potrebbero alterare la
bellezza del luo azzurro . Si arriva facilmente a ſeparar
lene con le lavature , Il lapislazuli precipitandoſi nell'
acqua come una ſoſtanza metallica , laſcia nyotare la
terra , Si aggiunge la miſtura delle reline per rilevare la
vivezza del ſuo colore . Si lava in un liflivio alcalino
per liberarlo dall'olio che vi ſi è attaccato ; e per ti.
more che il liffivio coll' impreſſione dell'aria non agiſca
ſul colore , fi dolcifica la polvere nell'acqua . Aleſſia
Piemonteſe ( a) fu il primo che abbia parlato di queſta
preparazione , Margraf ne' ſuoi opuſcoli dimoſtrò , che
non al rame , ma libbene al ferro noi dobbiamo queſto
bel colore .
$. XLIV,

Queſta parola ſoluzione ſi prende in tre fenſi dai


Chimici . Quella a cui ſi dà il nome di ſuperficiale o
di ſemplice miſtura è quella che ſi fa , quando da un
corpo che fi uniſce a un altro , riſulta un tutto omoge
neo all'occhio , Se una foítanza ſolida viene a diſcio ,
glierſi in un liquido , quelt'ultimo ſi chiama diſlotvenie ,
e impropriamente menftruo , o medicina fecondo Liba
vio ( 6) . Per cid che riguarda la ſoluzione di continuità
noi ne parlammo del paragrafo precedente , Quella iq
fine

fa) Nel ſuo Trattato dei Segreti , l. 4. , p. 419. trad. franc.


del 1564.
(b) Alchymię , p . 19,
SOLUZIONE . 51
1 fine che ſi chiama radicale è quella che ſi fa colla riſo
luzione dei corpi o dei loro principi . Il menſtruo che
diſcioglie tutti i corpi , s' appella univerſale , aleabeft ,
fuoca dell'acqua , fuoca d'inferno e circolato . La turba
degli Alchimici è incaprięciata di queſto alcaheſt , a di
ſpetto dell'evidenza che un tal menſtruo eſiiłę meno
nella natura delle cofe che nel cervello dei pazzi che lo
ſuppongono , In fatti come un ſimile agente potrebbe
avere azione ſopra de' corpi , ciaſcun de' quali è compoſto
di diverſi principi , e che non può diſcioglierſi che per
la lua affinità cal diſſolvente ? Io paſſo a trattare del
primo genere di ſoluzione , la cui cognizione credo ne
ceſſaria a un artefice ,

3. XLV .

Si vede che la foluzione de' corpi tocca ſolamente


la loro aggregazione , e niente affatto la loro miſtione ,
perchè un corpo diſciolto , ſenz' aver cangiato natura
può laſciar il menſtruo che lo riteneva . Noi non polha
mo diſtinguer con l'occhio , ſe un menftruo tiene dviciol
to un corpo ; perchè un fluido traſparente non laſcia
d' eſſerlo per avere diſciolto un corpo apaco ; e le parti
più peſanti del corpo dilcioita li trovano lopele nel loro
diffolvente ſebben più leggero , Di più li eſtrica in mol
te diffoluzioni una porzion d'aria moltiſſimo elaſtica ;
quindi è evidente , che nella ſoluzione de' corpi la loro
aggregazione è penetrata di modo che il vincolo dei loro
elementi fiſici ſi trova rotta , e che così i corpi diſciolti -
non ſi uniſcono ai menſtrui che in tanto che eſſi ſono
diviG nei loro elementi . Il vincolo ſtrettiſſimo del men
ſtruo e del corpo diſciolto , l'eſiſtenza di cui non è pofa
fibile concepire ſe non fra i loro ultimi elementi , e la
diſtribuzione del corpo di ſciolto in tutte le parti del dif
ſolvente >, moſtrano evidentemente che l'uno e l'altro fi
penetrano fino nelle loro parti più tenui ,

D 2 . XLVI.
54 SOLUZIONE

s XLVI.

Boyle , Freind, Keil, Barchuſen , Lemeri , Bohn ,


ei loro feguaci ânno creduto che i menttrui agiſſero per
una cauſa meramente meccanica , ma noi non iſpieghe
ſiccome fecero elli , la loro azione ſui corpi , La
cognizione che noi abbiamo degli elementi non ci per
mette d'attribuir loro una gravità o una figura propria
a produrre degli effetti meccanici, Que' che penſano che
! un corpo ſi diſcioglie pel movimento del menſtruo , non
poſſono ſpiegare comequeſto menſtruo ecciti , e in ſe
guito continui il ſuo movimento . In vano eſſi riguar
derebbono il calore come cauſa di cid , poichè fi fanno
delle ſoluzioni a freddo . In fatti noi veggiamo chiarif.
finamente per molte ſoluzioni, che il movimento d'un
menſtruo che agiſce ſu d'un corpo , è maſſimamente di
ftinto da quel movimento che eccita il calore , Oltre cid,
vi fono de' corpi che nel momento della loro unione
producono un freddo evidente ; freddo che non ſuppone
un effetto meccanico che eccita ſempre calore . Non c'è
ragione che s'opponga più a quefto raziocinio , quanta
l'intima unione che mantiene col ſuo diſſolvente il corpo
che ne fu diſciolto . Tutti que' che fi fono sforzati di
cercare nella diſſoluzione dei corpi delle cauſe puramente ,
meccaniche non anno potuto ſpiegare con quelto ſiſtemą
fe non la ſeparazione che ſi fa delle molecule dell'ag,
gregazione ; ma il medeſimo ſiſtema non â potuto con
durli a ſpiegare come il diſſolvente e il corpo diſciolto
abbiano potuto formare un nuovo corpo , e come â po
tuto la coerenza delle molecule del menftruo romperfi
1
a ſegno d' eſſere diviſa nei ſuoi elementi . Non ſi vede
egli ogni giorno , che un corpo folido , quando s' uniſce
a un fluido ſolamente per un movimento meccanico ,
non vi reſta foſpeſo ſe non ſinchè dura il movimento,
& che l' anione finiſce quando egli ceſla ?

$. XLVII,
SOLUZIONE . 53

S. XLVII.

Mi pare coſa più ſemplice e più vera il ricercare


la cagione della ſoluzione nel rompimento che ſi fa della
reciproca aggregazione del menſtruo e del corpo diſciol
to ; perchè ð dimottrato nel ll. 45. ch' eſſa operava egual
mente ſopra amendue . Nel S. 14. detto che il vin- .
colo dell' aggregazione era formato dalla riſpettiva affi
nità delle parti coſtitutive d'un corpo. Da queſto razio
cinio li potrà dedurre la cauſa della ſoluzione, e riguar
darla come proveniente dalla più grande affinità delle
più piccole parti del menſtruo con quelle della ſoſtanza
che debb' eſſere diſciolta . Quindi riſulta che i corpi che
anno fra loro maggior affinità , laſciano quelli coi quali
eſſa è minore per unirſi fra loro , e per formare una
nuova aggregazione , e per conſeguenza un nuovo corpo
che è dovuto all' unione del menftruo e del corpo di
ſciolto
$. XLVIII.

Ora che li vede che la ſoluzione dipende dall' affi;


nità che ſi trova fra il menſtruo e il corpo diſciolto ſi
toncluderà facilmente che queſt' ultimo dce in alcuna
maniera partecipare del primo . Queſte cognizioni una
volta acquiſtate danno il mezzo di eſtender quelle della
Chimica fiſica . Dal vedere che un corpo non pare ſolu
bile in un menſtruo , non biſogna concludere , che non vi
ſia affinità fra loro : perchè egli è più che poſſibile che
un principio predominante inviluppi abbaſtanza gli altri
per non permettere alcuna azione al menſtruo che farebe
be il più capace di ſciogliere coteſto corpo .
Giacchè come detto , è la forza del menſtruo che
rompe l' aggregazione del corpo diſciolto , biſogna ado
petare tanto meno di diffolvente quanto farà più forte la
loro riſpettiva affinità ; e per lo contrario quanto meno
vi farà d'affinità, tanto s'adopererà più di diffolvente .
Ciò che a altresì imbarazzato molti autori , ſi è
la ſoluzione , che un menſtruo già carico della prima
D 3 pud
54 SOLUZIONE !
può fare d'una nuova ſoſtanza ; eſperienza che dopo Bara
chuſen (a ) fu conferinata da Eller ( 6 ) . La ragione ch ' io
ô dato della ſoluzione ci fervirà qui di teoría , ed è ,
che la forza ch ' ebbe il menſtruo d'unirſi col primo
corpo è eſauſta , ciò che col linguaggio dei chimici fi
chiama un menſtruo ſaturo . Se , comeil raziocinio e l'ef
perienza lo provano , un menitruo pud diſciogliere dei
nuovi corpi , queſta è una prova ch ' eſſo non à perduto
per la ſoluzione d'un primo nè l'affinità ch ' eſſo à con
gli altri , nè la ſua propria forta .
Si ricaverà dai 99. precedenti la ragione dell'effer
veſcenza , cioè di quel movimento che produce delle
bolle e della ſpuma ; effetto fovente prodotto dalle fo
luzioni . Si vede che quanto più con forza e vivacità fi
tompe, l'aggregazione del diſſolvente e del corpo che li
diſcioglie , tanto più l'aria filla , che dai fiſici ſi dimo
Itra inerente a ogni aggregato , fcapperà copioſamente
e a miſura ch'ella proverà maggior reſiſtenza : egli è
per cid che s'eccita quel movimento onde fi rialza in
bolle e ſpuma tutto il menſtruo . Può darſi che la quan
tità d'aria fiſſa che contengono i corpi, differiſca in ra
gione della loro aggregazione . Hales nella ſua ſtatica
dei vegetabili â provato con molte ſperienze che l'ef
ferveſcenta era prodotta dall'eruzione che fa l'aria nella
feparazione degli elementi ai quali ella era intimamente
unita .
Non c'è coſa che meriti le ricerche de' fiſici più
di quelle ſpecie di ſoluzioni che producono del freddo ;
fenomeno che fiſso principalmente l'attenzione di Geof
froi (c ) , Eller (d ) , Gravel (e) e Mulchembroek ( f) .
Per riguardo a quel fenomeno che è ſtato eſpoſto da
Hahn

(a ) Abregé de la doctrine Chymique , prop. 32.


( 6) Storia della R. Ačcad. di Berlino , 1750. , p. 50.
( c) Memor. de l'acad. Roy. des Sciences , 1700. , p. 112.
( d) Storia dell'Accad. Reale di Berlino , 1750. , P. 85 .
(e) In una diff. fatta a queſto propoſito , foſtenuta a Strasbourg ,
nel 1748 .
( f ) Introduz, alla filof. natur. §. 1664. 11. 25.

1
SOLUZIONE . 5$
Hahn (a) e Becher ( 6 ) , cioè il cangiamento in mag
giore o in minor volume totale della ſoluzione, il quale
non corriſponde a quello che avevano feparatamente i
due corpi prima della loro unione , fe ne vede eviden
temente la ragione e ſi ſcorge che la nuova aggrega
zione che riſulta dalla ſoluzione non può eſſer la mede
fima di quella che avevano ſeparatamente i due corpi
avanti la diſtruzione del loro primo aggregato . Poichè
il vincolo delle parti dei corpi che vicendevolmente ſi
fciolgono viene a romperſi nella ſoluzione , facilmente
fi conclude , che la ſoluzione non â luogo finchè il men
ſtruo e il corpo che dee diſcioglierſi da eſſo non abbiano
acquiſtato la fluidità ; e dall'eſſere tutt' i corpi del globo
terreſtre uniti per aggregazione fi conclude che tutti
fono fuſcettibili di ſoluzione .

§. XLIX.

Dal raziocinio eſpoſto al S. 47., riſultano le pria


cipali manipolazioni riſguardanti la ſoluzione; e fe egli
è coſtante , che l'aggregazione d'un corpo che ſi diſcio
glie è rotta , ſi ſcorge che creſto corpo fi diſcioglierà
più facilmente quando la ſua aggregazione a cominciato
à romperſi con delle manipolazioni meccaniche . Ogni
giorno in fatti ſi prova che il calore e l'agitazione con
corrono a favorir queſta forza , con la quale il menſtruo
agiſce e divide la maſſa del corpo ch'ello diſcioglie . Il
moto della ſoluzione fi eccita ſpeſſo con difficoltà : per
queſto effetto fi verſa il menſtruo ful corpo che dee di
' ſcioglierli, e ſi laſciano così per qualche tempo : e cid
ſi chiama macerare . La ſperienza prova ancora che un
menſtruo ridotto in vapori à molto più attività ſul corpo
ch'eſſo dee diſciogliere. Cid proviene dalla maggior ſu
perficie ch' eſſo preſenta , e dal movimento che provano
D4 e che

(a ) In una diff. che â per titolo : Du pouvoir de la mixtion


changer le volume des corps ,ſoutenu a Leyde , en 1751 .
b ) Nella ſua doppia potenza ermetica .
N
U ZIO
56 SOL Ë :
e che comunicano i vapori che circolano . Egli nori ?
da meravigliarſi che le ſoluzioni rieſcano meglio in vali
chiuſi che in vafi aperti; perchè nel primo caſo ſi con
ſervano i vapori del menitruo , all'azione di cui contri
buiſcono molto il moto e l'agitazione dell'aria . Ale
cuna volta ancora biſogna indebolire il menſtruo perchè
la ſolazione ſi faccia , poichè come ſi è provato nel
1. 47. , il vincolo delle parti del menſtruo dee eſſere
rotto . Se il corpo che ſi preſenta al diſſolvente non
balta a rompere la di lui aggregazione , noi promovia
mo la ſua azione , ſminuendo l'adeſion delle parti det
diffolvente .
Se li riſcontrano delle ſoſtanze che reſiſtono alla ſo
luzione , per allora s'uniſcono con un corpo che abbia
dell' affinità col menſtruo. Con queſta anione eſſe diven
gono capaci di ſoluzione . Henckel à chiamato queſta
manipolazione appropriazione e à fatto un trattato a
queſto propoſito . Beccari oflervo che i metalli ſi ſcio
glievano più facilmente nell'aria libera , e che all'op
poſto gli altri corpi fi ſcioglievano più facilmente nel
vuoto ( a) .
8. L.

Riſultano dalle ſoluzioni che Gi fanno in chimica


degli effetti ſingolari . V'à dei corpi ch ' effe arrivano
a unir fra di loro : ve n ' â altri ch'elle dividono ali ' in :
finito . Molti nel moto della ſoluzione fi fpaceiano delle
loro eterogeneità . Ve n'à altri finalmente che eſpoſti
a molti menſtrai , fi feparano in varie ſoſtanze , delle
quali l'arte o la natura gli avea compoſti
Si può ſpeſſo conoſcere la natura d'un corpo dal
menſtruo , col quale è ſtato diſciolto . Queſto raziocinio
dalla ſoluzion chimica pud dar lame alla dottrina della
1
foluzion fifica , medica e economica .
S. LI.

(a) Vedi le Memor. dell'Accad. di Bologna , t. 2. , p. 1. p. 1126


Per eſempio spogliar un vegetabile di tutta la ſua reſina con la
Spirito di vino , e cavarne in ſeguito la parte gornmofa col meget
i dell acqua .
1
'SOLUZIONÉ . 57

J. LI

Per dare la ſtoria della ſoluzione , biſogna eſami


karla relativamente a tutt'i menſtrui , prendendo ciaſcuno
a parte ; ma nei libri elementari o nei compendi pare
non ſi poſſa trattare che, dei più comuni . La cognizione
degli altri pud acquiſtarli dai trattati particolari o dagli
autori che ne ſcriſſero aſſai ; oppure eſſi debbono dives
pire l'oggetto di ſperimenti particolari fatti a queſto

Tilt
fine . Si dividono i menftrui in folidi e in fluidi e fes.
condo queſta diviſione di diſtinguono le ſoluzioni in fece
che e in umide . Egli è col mezzo della fuſione che fi
fa la ſoluzion ſecca . Se ne parlerà nell'articolo dei meno , 2
Atrui Jolidi . I menftrui fluidi ſono l'acqua l'olio , il
mercurio , i liquori faliņi e infiammabili . Io pallo ora
à trattare dei tre primi ; e tratterd degli altri due 1
1
quando farò giunto alla loro iſtoria . Biſogna prima ri.
Hectere che le ſoluzioni faţte col menstruo ridotto in
vapori ſi chiamano , preparazion filoſofica o cementazione
LII.

L'acqua è il menkruo di tutt' i fali ; ma ſiecome


éſía non diſcioglie la medeſima doſe di ciaſcun di elli t'
Eller (a) raccolle molti ſperimenti a queſto ſoggetto
Ecco quelli ch' io ô fatti . Un'oncia d'acqua ftillata ri
ſcaldata al go. grado del termometro di Fahrenheit a .
diſciolto : granin
di terra fogliata di tartaro 470
di ſal di Sedliz. 384
di zucchero roſſo 360
di fal d'Epſom 324
di ſal di cartato 240
vegetabile 212
di vitriuolo bianco 210
di fal gemma 200
Toda 200
am

( a ) Accad. di Berlino , p. 88. , ann . 1750.


IONE
58 SOLUZ .

grani.
di fal ammoniaco
176
cornune
170
di Glauber 168
di Lorena 168
digeſtivo di Silvio 16
policreſto di Seignette 137
di vitriuolo ceruleo
124
verde 80
di nitro puro 60
di fal policreſto di Glaſer 40
di tartaro vitriolato
30
di mercurio ſublimato corroſivo
30
di Borace
20
d'alume
1 14
di ſal volatile di ſuccino
5
d'arſenico
di tartaro crudo 5
4
di cremor di tartaro
3
Riſulta da queſte ſperienze che gli alcali o i fali
neutri che ſono uniti a tutt'altro acido che al vitrioli
co , eccetto che queſt' ultimo non lo ſia colla baſe del
fal marino , ſi ſciolgono abbondantemente e con facilità
nell'acqua . La ſoluzione dei fali che ſono fatti dalla
unione dell'acido vitriolico con una terra o con l'alcali
fillo vegetabile , è molto minore . I fali ellenziali che
ſon privi di mucilagine , il mercurio fublimaco e l'arfe
nico vi fi ſciolgono difficilmente e in piccoliſſima quan
tità . Il Conte de la Garaie nella ſua Chimica Idrau
lica , e molti Alchimiſti pretendono che l'acqua parte
cipi qualche coſa dei metalli che ſono ſtati lungo tem
po triturati con eſſa . V'à dei Medici che giudicano che
il mercurio bollito coll' acqua vi laſcia alcuni principi ,
e le comunica qualche facoltà . Kramer pare autorizzare
queſto ſentimento . Menghini (a) con degli eſperimenti
contrari , diſtruſſe quelli di Kramer (6) . Dall'acqua che

(a) Mem, dell' Accad. di Bologna , t. 2. , p . 2. p . 118. e ſegg.


(6) Nel comerc. letterar. di Norimberga , 1736. , p. 122.
SOLUZIONE . 59 7
de lungo tempo ſoggiornato in vaſi di ferro , di rame
di piombo o di ſtagno , fi contrae un guſto metallico ,
onde ſi può a ragione concludere ch' ella ne â difciolco
alcune porzioni . Home nel ſuo trattato delle acque mi
nerali di Dunfe â oſſervato che quella ſoluzione di ferro
fatta per la ſua dimora nell'acqua s'avvicinava alla na
tura delle acque acidule . Margraf (a ) à fatto vedere che
l'acqua ſcioglieva le terre ſelenitiche e io 8 veduto
dopo molti e reiterati ſperimenti che l'argilla medeſima
diventava ſolubile nell'acqua , maſſime quando ſi trova
miſta a qualche ſoſtanza falina. L'analiſi delle acque di
pozzo è una prova che le terre calcarie e anche vitre
ſcibili * poſſono ſcioglierſi nell' acqua . Io ne ô tentato
molte , e non ne ritrovai una che non contenga di queſte
ſpecie di terra . Bilogna riflettere a queſto propoſito ,
che l'arte non à ancora potuto unire alle acque ſenza
il frammezzo d'alcune altre ſoſtanze , le ſpecie delle
quali parliamo . Per quante manipolazioni li facciano
non pud l'acqua niente diſciogliere del ſolfo e dei
bitumi.
Ec.

(a ) Opuſcoli Chimici , t. I. , P : 355.


Supponendo che le sperienze fatte a queſto propoſito da Kramer
fiano ſtate diſtruttė da Menghini in muniera da non poter piit.
Servire di fondamento al Sentiinento del primo ,, i ſuoi avverſari
reſiſteranno eſſi alla ſperienza fatta dopo tanto tempo in medicina
delle facoltà d ' un' acqua dove abbia bolito lungo tempo il mercu
rio ? L'effetto di quell'acqua è tale che in progreſſo di tempo ca
giona dei tremori ai bambini che ne fecero un troppo lungo uro .
Si può vedere a queſto propoſito la Gazzetta Salutare dove it
fatto è riferito coi mezzi di rimediare a queſto accidente .
Nell' accad. delle Scienze , iſtoria , pag. 53. , é memor . , pag. 25,4
si vedranno relativamente alla ſoluzion de' metalli , le piùe ſuvie
oſſervazioni fatte dal Sig. Mucquer. Egli vi prova che alcune
ſoſtanze metalliche che le soſpettavui non poter eſſere Sciolte che
con gli acidi , Sono capacideſerlo con molti altri corpi . To vou
glio riferire un fatto affai ſingolare che darà una nuova prova di
ciò ch' io avanzo . Mio fratello trovò prejlo la Signora Marcheſa
di Moutier una tazza d' argento ch' era ſtata macchiata dal con
tener un' acqua tratta da una fontanu di piombo . Egli eſaminò la
fontana, e vidde alla ſuperficie dell'acqua una pellicina criſtallina ;
ei la raccolfe , la trovò dolce e la riconobbe per un vero sal di
Saturno .
60 SOLUZIONE .
Eccetto il graſſo degli animali , l'acqua puð unitat
# tutt ' i loro umori . Le loro carni e le loro membrane
vi fi ſciolgono . Tutto il mondo fa che le oſſa vi fi ris
ducono in polvere ; effetto prodotto dalla ſoluzione che
l'acqua fa del glutine , che legava fra di loro le parti
terreſtri . Nelle Memorie dell' Accademia delle Scienze
1720. Littre à dimoſtrato che le pietre della veſcica ſmi
nuiſcono e ſi ſciolgono ancora dall'azione dell'acqua.
Le parti ſolide delle piante, quando eſſe ſono verdi ,
ſi ſciolgono nell'acqua ; ſe eſſe ſono ſecche ſi convertono
in polvere come le parti ſolide degli animali. Eccetto gli
olj e le reſine , in generale i ſughi di tutt ' i vegetabili
vi G ſciolgono .
S. LIII.

V’à dei corpi ſecchi che eſpoſti per qualche tempo


all' aria vi fi ſquagliano , ſebbene non ſiano ſtati aſperſi
d'alcun fluido . Si è oſſervato , e ſu queſto punto non
rimane alcun dubbio , che ſimili foluzioni non erano
cagionate che per mezzo dell'acqua ſparſa nell'atmosfe
ra ; queſt' è ciò che ſi chiama deliquio ( deliquium ) ; e
ficcome i liquori che ne riſultano , anno per la maggior
parte all'occhio e al tatto qualche apparenza d' untuo
fo , furono impropriamente chiamati olj per deliquio
V'â molti corpi , benchè di diverſa natuta , che ſono
fuſcettibili di queſta ſoluzione fatta coll' acqua dell'at
mosfera , cioè l'acido vitriolico concentrato ; l'alcali fillo
vegetabile ſemplice o congiunto coll'aceto e col ſolfo ;
la calce viva lola o unita con un acido qualunque ; le
foluzioni condenſate di ferro , di rame, di regolo d'an
timonio e di creta fatte coll'acido di nitro o di ſal ma
rino ; il mercario mutato con l'acido vitriolico in una
foſtanza falina ; il fal comune , qualche volta anche dopo
aver ſofferto la fufione ; gli eſtratti dei vegetabili prepa
rati con acqua ; l'aceto condenfato , e finalmente il fos
foro d'orina : fi reputano con ragione la maggior parte
delle foluzioni per deliquio come fatte dall'acqua con
tenuta nell' aria ; poichè effettivamente vi ſi fanno fenza
il ſoccorſo d'alori fluidi ; ma per qual meccanifmo affor
SOLUZIONE . 61
biſcono così queſti corpi l'acqua dell'atmosfera ? Queſta
ricerca mi pare profondiſſima ; e quante ragioni vi ſono
da opporre a quella cauſa che ſi fuppone , cioè l'af
finità che coteſti corpi anno con l'acqua ! Ci ſono in
fatti dei fali , per diſciogliere i quali abbiamo biſogno
d'una minore quantità d'acqua che pel fal di tartaro ,
e pure non cadono in deliquio che difficiliſſimamente ,
o niente del tutto , frattanto che il fosforo che pare così
' immiſcibile coll'acqua , è tanto capace di ſcioglierſi nell'
aria . Ciò che noi veggiamo accadere al fosforo e all
eſtratto dei vegetabili , ci dà qualche lume ſul deliquio ;
perchè ſi può riguardare lo ſquagliamento di que' corpi ,
come prodotto meno dall'acqua che dalla diſtruzione
d'alcune delle loro parti , cagionata da una cauſa interna
e col ſoccorſo dell'aria .
P

Sperimento II.

OLIO DI TARTARO PER DELIQUIO .

Mettete del fal di tartaro depurato e ſecco ſu un


piattello di vetro o di porcellana che non ſia fmalcato , 3
perchè il liquore che ne riſulterebbe , avrebbe contratto
qualche coſa del piombo . Coprite il vaſetto per guar
darlo dalle lordure e portatelo in cantina o in qualun
que altro luogo . Dopo alcuni giorni , ſecondo l'umidità
del luogo e la purezza del ſale , voi ne vedrete una
parte diſcioglierſi. Verſare il liquore e continuare finchè
il fale non ſi diſciolga più ; ſciogliete allora il reſiduo
in acqua di fonte , e fate criltallizzare . Il liquore che
s'è ottenuto colla prima operazione , ſupera d'una quin
ta parte il peſo del fale che ſi era adoperato ; ſebbene
il reſiduo non laſcia d'eſſere molto copioſo ,

RIF LESSIONI ,

Con queſto ſperimento deſcritto da Raimondo Lul


lio ſi ottiene del fal di tartaro diſciolto nell'acqua ;
acqua che poſcia gli Si può togliere col mezzo della di
Nil

1
I
$
62 SOLUZIONE .
ftillazione , ma che non rende niente di particolare, Cid
che rimane dopo lo ſvaporamento , è una ſoſtanza falina
ſimile a quella che ſi era adoperata . Superando lo ſqua
gliamento il peſo del ſale che ſi è adoperato per lo ſpe
rimento , egli è evidente che è l'acqua dell' atmosfera
che forma queſto eccello . Qual è quella ſpecie di ſale
che reſta inſolubile ? Queſt' è ciò ch ' io non oſo decides
re . Dopo alcune ſperienze da me fatte a queſto propoli
to , io Ô oſſervato , che i criſtalli ch'eſſo rendeva , s'af
ſomigliavano ſpeſſe volte più al fal marino che al tar
taro vitriolato , Queſta prova per verità non mi è ſema
1 pre egualmente riulcita , e ô alcune volte veduto il.con.
trario * . Un'altra rifleſſione ch'io ô fatto , è che il fal
di tartaro più volte diſciolto in quelta maniera nell'aria ,
e di nuovo diſſeccato , non ricade più fe non difficiliſſi
mamente in deliquio . Tachenio nel ſuo Hippocrates
Chymicus , foftenne che ſi cangiava in acqua e in terra
il Cal di tartaro con delle ripetute ſoluzioni nell'aria ;
fenomeno ch' io non ô fino ad ora veduto accadere . Cid
che noi abbiamo detto prova che per ottenere il deli
quio di cui ſi è parlato , è molto inutile il fare un la
voro così conſiderevole . In fatti baſta diſciogliere coll'
ajuto del caldo una parte di fal di tartaro in tre parti
d 'acqua ; e ſi avrà dentro alcuni minuti un liquore eguale
a quel

* L' opinion più comune e la più autorizzata dalla Sperienza fa rin


guardar queſto fale come un tartara vitriolato . L'acido dell'ata
mnosfera che ſi ſuppone eſſere principalmente il vitriolica mediante
la ſua unione coll'alcali fillo , concorre alla formazione di queſta
Sale ; ma non è queſta la ſola cauſa che vi contribuiſce ; un'altra
molto più ſemplice , è l'efſtenza del tartaro vitriolato nel tartaro
1 medefime del vino . Per riguardo al sul marino , è probabile cha
eſſo non ſi trovi nel ſal alkali le nom per avere originalmente
efiftito nel tartaro , Di fatti il vino dell' Iſola di Re èfalso in
maniera che non lo s'adopera ad altro che a fare acquavita ; e i
Soli abitanti del paeſe poſſono berlo . I foreſtieri trovano che ques
Sta vino non dileta ; ello cagiona alla bocca delle afte « fai mole
fte; e ciò proviene dal non iftabbiarfi į vigneti di queſt' iſola che
con aliga . Quindi, ficcome la varietà dei riſultati in questa
occafione proviene dalla differenza dei tartari , non ſi può su quee
sto punto ſtabilire una teoria ſenza pericolo di vederla ſmentita
con altresperienze particolari,
---
SOLUZIONE . 63
a quello che con un' altra manipolazione non ſi ſarebbe
ottenuto che in più ſettimane .
Si parlerà delle ſue facoltà nella deſcrizione del
tartaro .
Sperimento III.

OLIO DI MIRRA PER DELIQUIO .

Si fanno indurire delle uova , dalle quali in ſeguito


fi cava il corlo ; ſi riempie il bianco di mirra polveriz
zata , ſi ricommettono le due porzioni dell'uovo che ſi
era aperto per lo lungo ; le fi legano con un filo in cro
ce , e ſi laſciano ſoſpeſe ſopra un vaſo di vetro . In ter
mine di alcuni giorni , ne ſtilla un liquore altamente
untuoſo , del colore e dell' odor della mirra . I chiari
d'uovo ſi trovano, allora induriti , e cangiati in una
fpecie di corno . Biſogna oſſervare che la quantità del
liquore , che rende ciaſcun uovo , ſi trova ridotta ſola
1 mente ad alcune gocce .

RIF L EMS SIONI .

Noi abbiamo in queſta operazione una prova evi


dente d'un deliquio , al quale in niente contribuiſce
l'acqua dell'atmosfera . La mirra vi ſi trova diſciolta
dal liquore contenuto nel bianco d'uovo indurito , che
in ſeguito ſe ne ſepara , traendo ſeco la parte folubile
di queſta gomma -reſina. Si vede bene, come facilmente
quelta ſoluzione cagionata dal chiaro d'uovo dee corrom
perſi , e perchè eſſa ſi coagula aggiugnendole lo ſpirito
di vino. Egli è parimente facile inferire da cid che noi
ne diciamo , che non c'è biſogno di tenere nelle Spe
zierie queſto liquor preparato , oltre che ſi può con
ſomma facilità ſciogliere per un biſogno la mirra con
una chiara d'uovo . Il primo che abbia fatto menzione
di quelta preparazione , fu Biagio de Vigenere ( a ) .
FA

(a) Trait , du feu & du fel , chap . 36.


64 SOLU ,
ZION
E
FACOLTA' .

Queſto liquor ſieroſo che contiene la parte balfa .


mica della mirra è eccellente per detergere le ulcere e
cicatrizzarle . Si adopera altresì con molto ſucceſſo negli
edemi accompagnati da feſſure . Eſo attenua un pus
troppo denſo ; è eccellente contro i pedignoni , e cica
trizza le feſſure delle mammelle e delle labbra . Ma nei
due ultimi caſi , queſto medicamento mi pare troppo dia
fguftofo . Eſſo ſerve altresì alcuna volta in qualità di
coſmetico ,
S. LIV .

1 Le terre unite con gli acidi fi ſciolgono nell'acqua


come alcuni metalli ſciolti col fegato di ſolfo . Il Sig. Cader
à eſpoſto in una diſſertazione ſugli effetti delle prepara
zioni interne del mercurio ful fangue ). II . , che queſto
minerale efſendo triturato con dei fali neutri , l'acqua no
diſcioglie qualche coſa , come i fali alcalici uniti al fol
fo . I gralli animali, gli olj e le reline dei vegetabili
vi ſi trovano ſoſpeſe col mezzo dell'alkali fiſſo ,d'una
mucilagine qualunque , o d'un torlo d'uovo . La ſola
fermentazione gli attenua in modo da renderli perfetta.
mente folubili , S. 44 .

Sperimento TV

EMULSIONE ,

Battete in un mortajo con un peſtello di ſuperficie


2
larga , dei graſli animali , dei balſami delle reſine o den
gli olj con mele , con zucchero , con una mucilagine ,
con una polpa qualunque , oppure con una gomma reſina >
con un torlo un chiaro d'uovo o finalmente con del ſapone
Dopo aver triturato per qualche tempo , vi ſi aggiugnerà
un po' d'acqua . Se effa li miſchia eſattamente con quen
ſte ſoſtanze , farà una prova , che ſi è adoperato abba
ſtanza di quella che ajuta a far la faluzione . Ma bin
fogna

ini
SOLUZIONE . 65
ſogna aggiungerne di più , quando la ſoſtanza che ſi vuol
diſciogliere , difficilmente s' uniſce con l'acqua . Quando
eſſa comincia a unirviſi , ſi aggiugne poco a poco una
più grande quantità di liquore . I balſami, le reline , il
graſſo s’uniſcono in quelta maniera con l'acqua e le
danno con queſta ſoluzione della conſiſtenza un fapor
dolce , e il candor del latte , a meno che elle ſoſtanze
non abbiano un colore , o un ſapor particolare . Ma eſſe
non tardano a ſepararſi dal liquore , quando lo ſi laſcia
in ripoſo , o ſi eſpone al caldo . Allora la materia pin
gue viene a galla in forma di cremore .
Gli olj contenuti nella ſoſtanza dei noccioli , ſe
queſti non furono troppo diſeccati , s'uniſcono anch'eſſi
con l'acqua che ſi affunde loro poco a poco triturandoli
nella medeſima maniera dei balſami e delle reſine e pro
ducono un'emulſione in forma di latte , purchè quella ſpe
cie di ſeme non abbia un colore o un guſto particolare ,
che alcune valte paffa anche nel menſtruo . Ma accade
altresì , come noi abbiamo di ſopra oſſervato , che il
tempo o il caldo , oppur anche l'aggiunta di qualche aci
do , feparano il liquore dall'emulſione che copre la ſua
ſuperficie ſotto la forma di fiore , Del reſto egli è bene
oſſervare che queſte specie di liquori ânno queſto di par
ticolare che quando â feparano da ſe medelimi o ſenza
addizione d' altra materia , in queſto caſo contraggono
1
ſempre un evidente carattere di acidità ,

RIFLESSIONI ,

1
La ſpecie di liquore , di cui io ô parlato ſi chiama
emulſione * ; fi cominciò a praticare nel quintodecimo
ſecolo. L'etimologia di queſta parola , come è manife
fo , viene da una ſpecie di latte che formano i ſemi
triturati con l'acqua . La ſeconda fpecie , di cui ô parla
, che ſi fa coi femi, è la vera emulſione . La prima
Tom . I. E che

* Queſta parola emulſione viene dall emulgere , che ſignifica trarre.


del latte .

1
66 SOLUZIONE .

che ſi fa coi graſſi ec. è la falſa . Egli è evidente che


l'olio che, da ſe medeſimo non contrae alcuna unione
con l'acqua , lo fa in queſti due caſi col mezzo d'una
ſoſtanza che contien l'olio attenuato dal ſale . La prova
di ciò ſi è , che venendo a diſtruggerſi la mucilagine , il
che ſi capiſce dal ſapore e odore acido che prende l'e
mulſione, l'olio fi fepara dall'acqua non ſotto la ſua
forma primiera , ma ſotto quella d'un fiore , a cui reſta
unito l'acido della mucilagine diſtrutta . Quando le emul
fioni vengono a ſepararſi , effe non prendono un odore
acido fe ſono ſtate fatte ſenza il concorſo d'una mucila
gine , e neppure ſe il balſamo o la reſina che ella tene
va in ſoluzione , à un odor forte e aromatico . Non
avendo l'olio in queſto caſo una baſtevole aderenza col
ſale che gli el unito , non è che ſoſpeſo nell'acqua : e
nel ſolo caſo della fermentazioue l'olio ſi trova intima
mente miſto con l'acido in maniera ' da non intorbidarſi
niente la limpidezza del liquore . La teoría di quella
ſperienza ajuta il fiſiologo a dare quella del chilo ; e fui
medeſimi precetti è fondata la fomiglianza che ſi trova
fra il latte e le emulſioni.

FACOLI'A' .

Si dee giudicare delle facoltà di ciaſcuna emulſione


dalla natura delle ſoſtanze onde è compoita . Efendo le
vere emulſioni per la maggior parte preparate con dei
ſemi che contengono un olio mite , fono rilaſſanti e ad .
dolcenti; nodriſcono e rinfreſcano .

Sperimento V.

SAPON COMUNE ,

Prendete una parte di ceneri clavellate , e tre parti


di calce viva ; metteteli in una cantina finchè la calce
fia eſtinta : allora fate bollire la miſtura con dieci parti
d acqua , a riduzion della metà ; fate paſſare il liquore
attraverſo il filtro ; continuate a farlo ſvaporare finchè
poſla
SOLUZIONE : 67
poſla portare un uovo , oppure finchè ana miſura di que
Ito lillivio fia di peſo a una fimile miſura d'acqua co
mune come 4. a 3. Queſto liquore fi chiama lilivio ma
giſtrale . Sopra due parti di queſto liquore allungato
con una parte incirca d'acqua comune, s' aggiungono
otto parti e mezza d'olio d'oliva : Şi fa riſcaldar que
ſta miſtura agitandola continuamente con una ſpatola di
legno finchè i due liquori ſiano eſattamente milti ; fi
aggiugne allora una parte di liffivio e fi continua a ri
ſcaldare finchè fi follevino delle groſſe bolle che ſi apra
no con iſtento ; allora ſi aggiugne una nona parte di fal
comune ; e ſe una goccia di queſto liquore verſata ſu
d'un corpo freddo prende la conſiſtenza del fapone , fi
verſa in una forma di legno e ſi laſcia condenſare all'aria .
Și può ancora arrivare a far del fapone nella ma
niera ſeguente : prendete un'oncia di fale eſtratto dal
lillivio di calce e di ceneri clavellate filtrato ę (vapora
to a ſiccità ; fatelo ſcioglier per deliquio , ſtendetelo in
una libbra d'acqua e filtrate queſta ſoluzione; aggiugnete
poi al liquore quattro once d'olio ; fate ſvaporare a fuo.
co leggero tutta l'umidità avendo cura di agitare ſenza
interruzione il liquore , e ſulla fine aggiugnetevi mezz'
oncia di fal comune ,

RIFLESSIONI .

La prima preparazion del fapone fi trova defcritta


in Tachenio ( a) ; di dove eſſa paſsò nella Chimica di
Boerhaave , e in ſeguito in molte farmacopee e compen :
di chimici . Io deſcrivo qui la più efatta e quella di cui
fi fervono i ſaponieri , Il Sig. Duhamel ( 6 ) deſcrive la
maniera con cui i Marſiglieli fabbricano il loro con olio
e foda . Le lavandaje fanno che gli alkali poſſono unirſi
con tutti i graffi in generale , e renderli perciò capaci
· E 2 a ſcio

* Quefto liquore si chiama nelle munifatture capitale a ranno dei


ſaponieri o maeſtra .
( a ) Ippocrațe Chimico , c. 4 .
(6 ) Traité des arbres t. I , p. 83.
68 SOLUZIONE .
a ſcioglierli nell'acqua '. Egli è facile vedere il perchè
in queſta ſperienza ſi ottiene l'olio diſclolto col mezzo
del ſale alkali . Il ſapone s' uniſce alle materie graſſe
per ragione del ſuo olio ed è folubile nell'acqua per ra
gion del fuo fale . Si aggiunge la calce viva all'alkali
per accreſcere la ſua attività ‫ ;ܪ‬ſenza il quale ſoccorſo fi
può non oſtante ottenere dell'ottimo ſapone. In queſto
ultimo caſo non è neceffario di allungare il lillivio con
altrettant'acqua per unirlo all'olio ; queſta manipolazio
ne è neceſſaria ſolo quando l' alkali che s'adopera è for
tiſſimo . In fatti s' eſſo è troppo concentrato , s'uniſce
troppo avidamente alle parti dell'olio , e condenſa la
ſuperficie eſteriore de' ſuoi globetri ch'eſſo ſorprende in
modo da non poter più penetrare nel loro interno ; cid
che cagiona una diſtribuzione ineguale in tutta la maſſa .
Quando ſi fa il ſapone in grande fe ne ſepara del
raffreddamento un liquore che vi ſi trova frappoſto . I Sa
ponieri mettono il loro ſapone ſopra degli ſcolatoj che
ſono tavole pertugiate . Se li fabbricano ſolamente alcu
ne libbre di ſapone ſi laſcia diffipare col moderato calor
d'un forno la poca umidità che rimane dopo la ſua ne
ceſſaria evaporazione, e che fi trova in troppo piccola
quantità per riunirſi in forma di gocce .
+ Jeſcop ( a ) e dopo lui Henckel (6) parlano dell'ag
giunta del fal comune come eſſenziale alla ſolidità del
fapone; ma Henckel conclude male quando dice che
ciò G fa per condenſarvi l'acqua e promoverne lo ſcolo .
! La vera ragione di queſta manipolazione è che con que
ſto mezzo li ſminuiſce la prontezza , con la quale l'alkali
vegetabile cade in deliquio . Ma quando s'adopera la
foda per fare il fapone , non fi â biſogno d'aggiugnere
il fal marino * , Oltre ciò Geoffroi ( c) oſſerva con ra
gione ,

( a) V. le Lettere filoſofiche di Ray , p. 114.


( b) Traité de l'appropriation .
* Prendendo il sapore in queſto ultimo caſo una conſiſtenza suffi.
ciente ; conſiſtenza che alcuni Chimici attribuiſcono ulla piccola
quantità di ſal marino che ſi trovu unito al ſal di soda , ma che
viene forſe direttamente dalla baſe del ſal marino , atteſa la prge
prietà ch'ellu á di non cader in deliquio.
(e) Mem, dell'Accad . Reale delle Scienze , 1741. p. 13.
SOLUZIONE .
gione , che gli oli che ſi congelano al freddo ſono i ſoli
capaci di acquiſtar conſiſtenza dell'operazion del fapone .
Si conoſce la giuſta proporzione dell'olio e dell' alkali ,
quando il fapone ſi ſcioglie intieramente nell'acqua , e
non vi laſcia venire a galla dell'olio . Io ô oſſervato
che una parte d' alkali baltava per convertire in perfetto
ſapone quattro parti d'olio . Geoffroi â oſſervato (a ) che
in Alicante l'olio era all' alkali come 4. a 3 .; a Mare
figlia come si a 3.; e io ô provato che il ſapon di Ve
nezia aveva tre parti d'olio ſopra otto d' alkali : quello
delle noſtre botteghe ne â una ſopra quattro d'alkali ;
e nel fapone nero l'olio e all' alkali come 5. a 3 .
Plinio (6) dice che l'invenzion del ſapone è do
vuta ai Galli ; il qual nome di ſapone ſi ſuol dare a
tutte le ſoſtanze compoſte di ſale e d'olio che per que
fta unione divengono ſolubili nell'acqua . Sulla fine del
primo ſecolo ſi è tradotta la parola greca con la parola
latina , di cui ci ferviamo ** Si comprendono altresì
ſotto il medeſimo nome tutt' i corpi, col mezzo de' quali
i graſli o le reſine ſi trovano ſoſpeſi nell'acqua, e l' ope
razione de' quali appartiene al precedente {perimento .
Fu pubblicata a Leiplick una Diſſertazione (c) interef
fante a queſto propoſito . Non diamo noi col noſtro ſpe
rimento una ſpiegazion fufficiente di quello che precede ?
E 3 Tante

( a ) Mem. ſopracitate 1739. p . 286 .


* Il riſultato dell' analiji che il Sig. Geoffroi & fatta , prova che
due once di Sapon d' Alicante contengono due dramine quarant'otto
grani in circa di fal di Soda ; un' oncia tre dramme venti grans
di olio d'oliva , e intorno a due dramme quattro grani d'acqua .
( 0) L. 28. C. 12.
** Se egli è vero che i Galli fiano ſtati gl inventori del Sapone,
come riferiſce Plinio , l' anno 79. delp Era volgare , e che la paa
yola Greca Sapon ſi trovi ſolo in Ateneo che viveva dopo nell
anno 193. , biſogna concluderne che Sapo farà parlato dal latino
1 o dal Gallo in greco , e non dal greco in latino . Le altre parole
greche Smele e Smegma non indicane più chiaramente il Sapone
di quello che non è indicato in Ateneo per la prima volta , Sebbe
ne i Greci anteriori gli abbiano adoperati a dinotare ogni sorte
di deterſivi.
(s ) De Kuchelbecker ſoſtenuta a Leipfik 1757.
-

70 SOLUZIONE . '
Tante poſſono eſſere le claſſi dei ſaponi , quanti
ſono i fali acidi alkali fiffi o volatili ; e queſte claffi
ſono ancora variate dalle due ſpecie cognite di olja
Geoffroi à offervato nella Memoria citata che il ſapone
che ſi tiene ſolamente foſpeſo nell'acqua , fi diſcioglie a
diafaneità nello ſpirito di viño e prende qualche confia
ſtenza in un leggier freddo. In quanto a me io 8 oſfer.
vato che nel ſapone c'è una porzione che reſta inſolu
bile . Io creduto non dover parlare ſotto ſilenzio la ra
gione di cui ſi vedrà in ſeguito la teoria , e per la quale
il ſapon ſi ſcompone unendoſi con un acido , col qual
mezzo ſi può riconoſcere il corpo che teneva diſciolto
L'olio , e il frammezzo della loro unione . Ciò non
oftante non biſogna riguardar come puro l'olio che ſi
foſſe ſeparato dal ſapone con un acido * . Da ciò che
fi è detto è facile comprendere , quanto agevolmente ſi
pað fcoprir l'acido unito alle acque di fontana . Il la.
pon che fi fabbrica coll ' frammezzo del borace è molto
più bello delle altre ſpecie di fapone . Eppure non vi
entra che l'alkali foſfile di queſto minerale , non eſſen
do gli altri principi del borace ſuſcettibili d'unione coi
graſſi .
F A C O L IA' .

Il ſaporte â degli uſi molto eſteſi non ſolamente


nelle arti meccaniche , come ſono la tintoría e lavande
tía ; ma eſſo s'adopera ancora col più grande effetto in
medicina . La diverſa ſpecie di grallo che ſerve alla ſua
preparazione , ne varia la facoltà ; queſta è la ragione ,
perchè fi procura di ſceglierlo fatto con oli puriſſimi
quando s'adopera principalmente per uſo interno ; quindi
i medici fi fervono di quel ſolo che è preparato nelle
Spe +

* Ello pare non aver perduto per queſta combinazione altro che la
sua parte mucilaginoſa ; ciò che lo rende allora solubile' nello
Spirito di vino . Il Sig. Geoffroi parlando dell' olio ch'egli å ſe
parato dal ſapone col mezzo dell' acido vitriolico , dice che queſta
è un vero olio d'oliva che ne à il guſto , l'odore , la fuidità nel
tempi caldi e cbe fi addenſa nel freddo .

$
SOLUZIONE . 71
Spezierie, eſſendo il ſapon di commercio compoſto di
graffi d' inferior qualità . Si vede bene che aggiugnendo
vi qualche aroma fi puộ il ſapone con facilità rendere
aggradevole .
Si ſcorge facilmente quanto fia antico l'uſo del fa
pone . Galeno ( a ) e Areteo (6) ne parlarono . Queſto
rimedio agiſce rilaſſando e ammollendo i ſolidi quando
è loro applicato , e cagionandovi una leggera irritazione.
Emo diſottura l'orifizio de' vaſi ai quali perviene ; atte
nua e riſolve gli umori quando vi à acceffo . Applicato
a delle parti attaccate di reumatiſmo ne diſtoglie l'umo
re ftagnante cagion della malattia , ſervendoſi per veicolo
o d' un olio o d'un liquore fpiritoſo . Si adopera con
grandiflimo fuccello un cataplaſma fatto di latte ei ſa
pone per le ſcrofole, per le natte e pei tumori mucoſi.
Se un'ulcera non ſi netta bene, la fi deterge injettan
dovi una ſoluzion di fapone ; s'adopera altresì per gua
rir le ſcabbie oſtinate . Se ne fa uſo in forma d 'unguen
to o di cataplaſma per gli aſceſſi. Ello penetra gl'inte
gumenti irritando leggermente e rilaſſando . Alcuni Au
tori pretendono che li ſciolga il ventre ſtroffinando l'ad
dome con fapone ; il quale effetto è da ello più ſicura
mente prodotto ſe s'introduce nell'ano in guiſa di ſupu
pofta . Si è oſſervato che queſto compoſto liberava dalle 1
più ribelli coſtipazioni ſciogliendone alcune once in un
criſtero . Schultz (c ) dice che nel principio del ſediceſi
mo ſecolo fi conoſceva in Inghilterra l'uſo interno del
ſapone . Si dee riguardarlo come un rimedio eccellente
per diſtaccare le materie tenaci che imbarazzano le in
teftina e che non poſſono attenuarſi ne evacuarſi col foc
corſo d'altri rimedi . Eſſo ſuppliſce ammirabilmente agli
offizj della bile che è troppo debole o che manca af
ſolutamente . E' uno de' principali medicamenti fatti
per addolcire l' acrimonia acida che domina nei bambini.
E4 AR

( a) De medicament. comp. , 1. 5. C. 7.
3) De curat. long. morb. , l. 2. c. 13.
c) Nella fua dill. full uſo del Sapone in medicina ſoſtenuta
á Hall , 1746.
72 SOLUZIONE .
Allottiglia l'umore che per troppa denſità ortraitée
il petto o le viſcere dell'addome. I Medici ſono cons
vinti dell'efficacia di queſto rimedio in molte gravi mas
lattie . Schultz nellla diſs. ſopracitata 6. 25. parla del
1
luo uſo , maſſime nelle oſtinate coſtipazioni . Si dà al ſao
pone la preferenza ſovrà ogni altro rimedio per deter
gere le vie dell ' orina , ſminuire , e cid che è molto più , -
diſcioglier le pietre dei reni e della veſcica . Si deſcriſ
fero a queſto propoſito delle coſe degne d'oſſervazione
uelle Tranſaz. filoſof. ( a) e negli Scritti di Haen (6 ) .
I Medici fanno che il ſapone fa la baſe del rimedio lix
tootriptico di Madamigella Stephens
Si prende il ſapone fino alla doſe di due dramme
in un veicolo acquoſo o in pillole .
Si ſcorge facilmente che biſogna proibir l'uſo di ques
ſto rimedio a que' nei quali abbonda l' acrimonia d'umori
alkalini, e nei quali la fibra delle prime vie ſi trova ria
lallata .
Sperimento VI.

SAPON CHIMICO .

Si prende del lillivio alcalino deſcritto nello fperis


mento precedente ; ſi fa fvaporare in una caldaja di ferro
fino a ſiccità : fi accreſce leggermente il fuoco per far
entrare il fale in fufione ; dopo ſi verſa in un mortajo .
Il ſale rappreſo fi riduce in polvere , affunderido preſta
mente tre parti d'an olio eſſenziale ftillato fopra ana
di lale; ſi rinchiude in ſeguito la miſtura in una cucur ,
bita eſpoſta al bagno d'arena ; vi fi laſcia digerire , pro
movendo e accelerando con la ripetuta agitazione l'union
dell' olio e del ſale . Quando queſta unione è fatta , li
vede una maſſa un poco più confiftente d' un unguento ,
folubile nell'acqua , che prende il ſuo nome dalla ſpe«
cie d'olio che i fervito alla ſua preparazione .
RI

(a) N. 478. , p : 36.: n. 483. , p. 464. ; to 476 , p. 43 .


6 ) Metodo di guarire , t. 2 , p. 1eGo
SOLUZIONE . 73

RIFLESSIONI

La ſoſtanza che riſulta da queſto ſperimento prende


il nome di fapone , perchè efla é compoſta d'olio e fale ,
ed è divenuta ſolubile nell'acqua . Nel ſecondo di que ,
gli ſperimenti che ſi attribuiſcono à Raimondo Lullio
ſi trova un proceſſo per unire al fal di tartaro un olio
alkoolizzato , e potere in ſeguito ſublimarlo . I veri alchi
miſti lo fcopo de' quali è ſempre ſtato di ſorpafſar la
natura , ſperando di produrre dei miracoli coll' arrivare
a render volatile il fai di tartaro , tentarono di farne
l'unione con degli olj volatili o eterei , avendo provato
che ſi poteva in fatti con queſto mezzo ottenere un fal
volatile . Eſſi raggirarono in ogni verſo il lavoro fuk
quale s'aggira il noſtro ſperimento ſotto nome di volan
tilizzazione del ſal di tartaro . Elli la coprirono con
tante allegorie , e annunciarono tante difficoltà , che po
chi Chimici ebbero dappoi il coraggio di tentarla .

FACOLTA' .

La ſpecie di ſapone , di cui noi parliamo, contiena


tutte le facoltà di quello che abbiamo deſcritto nel pre
cedente ſperimento , con queſta differenza , che il primo
eſſendo compoſto d’un olio mite , e il ſecondo d'un
olio penetrante , evidentemente l'ultimo dee ſuperare di
molto la facoltà riſolvente del ſapon comune ; quindi fi
vede produrre dei grandi effetti nelle oſtruzioni oſtinate .
Schultz (a) á ofervato dei grandillimi effetti prodotti
dalle pillole policreſte di Starkey ( 6 ) ; e ſebbene io rin
guardo come poco fondata la facoltà ch' egli attribuì 9
liceome Matteo (c) , al ſuo ſapone di corregger l'oppio
te la forza draſtica degli altri medicamenti che ci entra
ño ,

Nelle ſue note ſulla Farmocopea di Brandebourg .


Starkey pref. della ſua Chimica ec. , pag. 3356
Matteo nella Farmacopea di Bate ,
74 SOLUZIONE .
no , il che gli â fatto dare il bel nome di correttivo
nondimeno io trovo molto a propoſito che i pratici gli
abbiano dato , dopo avere provato la ſua efficacia riſol.
vente il primo rango fra i rimedi di quelta clafle . La
doſe d'un medicamento di queſta energía non dee eſſere
maggiore d'alcuni grani .

4. LV .

Nel caſo dove la ſoluzione fi impoveriſce d' alcune


parti del menſtruo * , gli elementi del corpo difciolto ſi
riavvicinano , e per conſeguenza fi feparano dalla folu
zione . Queſto proviene evidentemente da ciò ch' io ở
detto nel mio S. 47. I fali ânno queſta particolarità
che i loro elementi ânno una tendenza reciproca , che
ne provoca l'unione fotto una forma concreta e ſotto
quella di mafle angolari e traſparenti che ſi chiamano
criſtalli . Si dà il nome di criſtallizzazione al lavoro , col
quale fi ottengono .
S. LVI.

Dopo ciò che è ſtato detto nel $. fuperiore , li co


noſce bene il meccaniſmo della criſtallizzazione . Poiche
la combinazione degli elementi in maffe angolari dipen
de dal movimento ch' eſſi traggono dalla loro propria
tendenza , egli è evidente che quanto più con un calor
mite fi fa l'evaporazione del menſtruo , eccettuati gli
oſtacoli accidentali , tanto più la criſtallizzazione è re
golare . Un freddo troppo lubitaneo o un eſterno qua
lunque movimento eccitato nel liquore , intorbida l'or.
dine della criſtallizzazione. Quanto gli elementi ſono di.
viſi in un maggior volume d'acqua , tanto ſviluppano
più la forza ch' eſſi ânno di riavvicinarſi ; e lo fanno con
più libertà che non prima per la loro natara particola
re . In queſto caſo non c'è oftacolo che s opponga alla
loro tendenza ; onde fi può arguire che il bell' ordine
della

*
Queſto impoverimento non è altro che l'evaporazione del irenſtrue ,
SOLUZIONE . 75
della criſtallizzazione dipende da un volume d'acqua pid
conſiderevole . Noi non abbiamo biſogno di provare con
nuove ſpiegazioni , che quanto più il liquore ſi trova
riunito , tanto più groſſi s'ottengono i criſtalli. Si vede
altresì che ſe il liquore che tien diſciolto il ſale , ai trou .
va carico d 'eterogeneità , l'ordine della criſtallizzazione ne
rieſce meno regolare . Biſogna oſſervare che tutt' i fali .
ricevono dell'acqua nella loro criſtallizzazione ; il che è
caufa non ſolamente della loro traſparenza , ma altresi
della grandezza e della diſporzione de' criſtalli . Biſogna
in conſeguenza guardarſi dal promovere troppo l'evapo
razione. Si deſilte dal contingarla , quando ſi vede che
la porzion del liquore eſpoſta al concorſo dell'aria am
biente laſcia ammaſſare in forma concreta alcune por
zioni di fale ; l'acqua allora ſininuita di volume non
mette più oſtacolo alla riunione delle parti del fale ;
talchè tutti gli Autori riguardano come il vero termine
dell' evaporazione la croſta ſalina , che ſi forma ſulla:
ſuperficie del liquore * . Il movimento dell'evaporazione
cangia l'ordine che prendono nella loro riunione gli
elementi del fale , ed è cauſa ch'elli ricevano più o
meno d'acqua nella loro aggregazione ; onde viene che
il grado di bellezza e la grandezza de criſtalli dipende
dal grado di calore impiegato nello ſvaporamento . Il
Sig. Rovelle ( a ) , dice che la foluzione del fal ſeleniti
co , dei vitrjuoli , dell' alume, del boracé , del nitro
quadrangolare , dell'argento o del biſmuto díſciolto nell'
acido nitroſo , dello zucchero , del fal policreto di Sei.
gnette , del tartaro emetico , del verderame , del fal ve
getabile , dello zucchero di faturno , dee fvaporarſi con
un caldo che non oltrepaſſi gli ottanta gradi del termo
metro di Fahrenheit. Si pud all'oppoſto condurre fino
ai 150. gradi di caldo del medeſimo termometro il tar
taro vitriolato , il fal comune , la ſoluzion del mercurio
e del piombo nell'acido nitrofo , quella di tartaro , il
fale

* Si vedranno nella Memoria citata qui ſotto eccezioni di queſta


regola .
(8) Memor. dell'Accad . delle Scienze di Parigi , 1744 , p. 353 .
76 SOLUZIONE .
fale ammoniacale fecreto di Glauber , il ſuo fal mira
bile , il fal policreſto di Glaſer , il fal ammoniaco , il
mercurio fublimato , il piombo corneo , il nitro impuro
e depurato , il fal di ſuccino e la terra fogliata di
tartaro .
S. LVII.

Col mezzo della criſtallizzazione s'arriva a rendere


ai fali che ſono ſtati diviſi la loro forma naturale e a
depurarli dalle materie eterogenee ; con queſto ſolo mez
zo fi poſſono diſgiungere quelli di diverſe ſpecie che ſi
trovano confuii , e riavere quelli che la natura tiene
uniti ad altri corpi ; la quale operazione ſi chiama liflion
vio . Si comprende che per queſto ſolo mezzo i fali
miſti con le terre e con i metalli poſſono eſſerne fepa
rati , e che non v'è altra via di pervenire a determinare
i principi dell' acque minerali , e la giuſta quantità del
fale contenuto dalle faline .

Sperimento VII.

NITRO DEPURATO .

Fate fciogliere del nitro in dieci volte più del ſuo


!
peſo d'acqua calda : filtrate la ſoluzione , e fvaporatela
a un color mite , in una pentola di ferro , finchè fi fia
formata una pellicola fottiliſſima. Filtrate nuovamente
il liquore, e portatelo in un luogo freſco : vi fi forme
ranno dei criſtalli priſmatici puriſſimi e belliſſimi; ſvapo
rate poſcia il liquore che à reſo i criſtalli ; filtratelo
vi li formeranno dei nuovi criſtalli meno grandi , ma
egualmente belli che i primi . Continuando a fvaporar
leggermente e far criſtallizzare il liquore ; ſi otterranno
dei criſtalli, gli ultimi dei quali ſaranno piccoliſſimi , e
ai quali reſterà attaccato tutto il fal marino che ſi tro
vava unito al nitro ,

RE
SOLUZIONE . 77

R I FLESSIONI.

In tutto il nitro di commercio ſono varie eteroge


neità , fra le altre , una porzione aderentiſſima di fal
marino che dee la ſua origine all'orioa onde fono ba
gnate le terre che ſervono all' eſtrazione del nitro ; così
che quel nitro che s'adopera in medicina , in chimica
e nelle arti pirotecniche à biſogno d'eſſer purificato . Si
diſcioglie dunque nell'acqua , dove gli altri fali che
gli ſono unici ſi diſciolgono con ello . Venendo l'acqua
a ſminuirſi per l'evaporazione , le particelle del fale li
riavvicinano ; e ſi vede formarſi quel ſale che in prefe
renza degli altri ammette più acqua nella ſua criſtalliz
zazione , e che per conſeguenza ne â biſogno d'una
maggior quantità per la ſua ſoluzione: conſeguentemen
te fi ottiene prima il nitro nel più alto grado di omo
geneità . Nel progreſſo dell'evaporazione ſminuendoſi
l'acqua i criſtalli li caricano di ſal marino , la cui quan
tità creſce per l'addenſamento del liquore * . Si vede
che queſta ſperienza pud aver luogo a riguardo degli
altri fali che ſi trovaſſero confuſi , e che ſi ſeparano con
queſto mezzo .

Spec

* Egli è un fatto che il ſal marino è quello che cade al fondo della
caldaja ; fi leva da e la cui de' cucchiaj di ferro che riſpondono
efattuinente al ſuo fondo , frattanto che il nitro reſta Soſpeſo e di
Sciolto nel liquore : « queſto Sal marino che ſi precipita , i lavo
ratori di Salnitro danno il nome di grano. Ello contien ſempre
un po' di nitro del quale non ſi può spogliarlo perfettamente .
I pizzicagnoli adoperano queſto fal marino in preferenza di quello
delle noſtre maremine o Saline per cagione di quella piccola quan
tilà di nitro che comunica un bell' occhio rolijo ai loro proſciut
ti , ma che gli rende indigeſtiliini per la facoltà antiſettica di
queſt' ultiino Sale , il cui effetto è il impedire la digeſtione degli
aliinenti , che come è noto J , i fa per una ſpecie di putrefazione ,
V. Pringle ,
NE
U ZIO
78 SOL ,
1

Sperimento VIII.

SALI ESSENZIALI DEI VEGETABILI .

Piſtate in un mortajo di legno la pianta , da cui


volete cavar il fale ; chiuderela in un ſacco di tela , e
mettetela ſotto al torchio ; dopo avernela ritirata , pi
ſtate di nuovo la pianta con un poco d'acqua inſieme ,
Spremete una ſeconda volta , e miſchiate inſieme i due
liquori : eſponeteli in un luogo freſco per un tempo
proporzionato alla diſpoſizione che il voſtro' ſugo â di
fermentare . Decantate il liquore ſovrappoſto alle fecce
che ſi faranno precipitate ( queſta depurazione ſi chiama
per reſidenza ) , sbattetevi dei chiari d'uovo o del ſangue
di bue e fatelo riſcaldare : flevatene le zlordure che per
mezzo del chiaro d'uovo ſi portano per iſpuma alla
ſuperficie ( queſto ſi chiama chiarificazione ) .Svaporate
per allora il liquore , finchè abbia acquiſtato la confi
ſtenza d'un ſiroppo chiaro . Dopo averlo filtrato in que
Ito ſtato , laſciatelo ripoſare in un luogo freſco . In ter
mine d'alcune ſettimane vi vedrete formati dei criſtalli,
raccoglieteli e ſcioglieteli nell'acqua ; dopo avere filtrata
queſta ſoluzione , fatela criſtallizzar nuovamente . Se non
rieſcono bianchi e traſparenti , diſciogliere e filtrate di
nuovo , finchè gli abbiate della ſuddetta qualità .

RIFLESSIONI .

Il ſapore che anno i vegetabili , e più ancora la


diſtillazione , ci convinte che tutti anno un acido . il
quale ſeparato ſotto la forma di criſtalli , prende con
ragione il nome di ſal eſſenziale . Per ſeparar queſto
fale dalle altre foſtanze che gli ſono unite nell' organiz
zazion della pianta ſi ricorre alle reiterate depurazioni
e all'evaporazione , per mezzo della quale ſi ſminuiſce
molto il volume dell'acqua , Laſciando il ſugo all' aria
freſca un anno ci vuole per ottenere il fal eſſenziale ;
e ſpeſſo prima di formarſi , i ſuoi principi a diſtrugge
no ,

‫کو ۔‬
SOLUZIONE . 79
no , eſſendo il ſugo de' vegetabili capace di corromperſi
in tratto di tempo , quando non ſi ricopra d'olio per im
pedire l'intimo movimento delle ſue parti . Poichè i ve
getabili , il ſugo de' quali trae feco una gran quantità di
mucilagine , non rendono colle depurazioni deſcritte dei
criſtalli bianchi , non ſe ne può avere che dopo avere
diſtrutto la mucilagine di queſti ſughi col mezzo della
calce . Noi oſſerveremo che i fali eſſenziali che ſi cava
no dai liquori che ſubirono la fermentazion vinoſa , fi
chiamano tartaro , e che que' che imprimono fulla lin
gua un ſapor dolce ſi chiamano zucchero . Queſto ſapor
di zucchero vien dall'acido avviluppato di parti mucila
ginoſe o olioſe ; per la qual ragione ogni ſpecie di
zucchero â biſogno di molte depurazioni prima d' eſſere
cangiato in beicriſtalli . Il Sig. Duhamel â dato i mezzi
più eſatti di depurar lo zucchero e ridurlo in pani ( arte
di raffinar lo zucchero ) ; il qual trattato forma una parte
della bell'Opera delle Arti e dei Meſtieri che compone
l'Accademia delle Scienze di Parigi . Queſto lavoro è
molto più lungo e più nojoſo di quello , con cui ſi fa
criſtallizzare ſotto la forma di zucchero candito , che è
preciſamente il medeſimo che lo zucchero comune e che
non ne differiſce ſe non perchè è formato in criſtalli
più groſſi , mentre il comune è formato di piccoliſfimi
criſtalli aggruppati . Ma ſono neceſſarie , ripeto , molte
operazioni per condurlo a quello ſtato , in cui ello è in
proſſimo di cangiarli in zucchero candito con una ope
razion ſola . Noi faremo oſſervare che non c'è un ſal
eſſenziale eſattamente puro , e a cui non ſiano unite al
cune

* Pare una coſa ſingolare che lo zucchero ch'è d' un sapor cose
dolce contenga dell' acido . Ciò non oſtante per dimoſtrarcelo non
fi i nemmeno biſogno del Soccorſo della diſtillazione. Quelli , i
denti de' quali ſono dilicati , provano , mangiando zucchero o
mele , un ſenso di freddo , e un dolar vivilliino , che laſcia una
lunga imprellione. Un pezzo di zucchero difciolto la Sera nell
1
acqua e bevuto o la notte o il mattino a digiuno , fa ſentire, ai
palati dilicati un ſapore diſtintamente acido . Non ſi può supporre
che queſto ſia in principio di fermentazione che lo fa eccitata
in così poco tempo .
So SOLUZIONE .
cune parti oleoſe : così quei fali che non contengono
una mucilagine faponacea (Sperimento IV, fi diſciolgo
no difficilmente nell' acqua ( 9.52. ) , Abbaltanza ſi com .
prende , come la differenza dei vegetabili che rendono i
fali ellenziali dee farli variare fra di lora .
Speflo fi ottengono coll' operazione deſcritta nell'
antecedente ſperimento , dei criſtalli di fale , che non
1 ſono il ' fal eſſenziale della pianta , e dai quali alcuni
Autori ânno voluto dedurre troppo precipitoſamente lo
facoltà particolari dei vegetabili che li rendono ; io parla
d'un fal neutro qualunque che ſi trova nel terreno dove
la pianta è creſciuta , e che fu nella medeſima portato
col fugo della terra che le ſervì d'alimento ; fale che
non cangia natura nella ſtruttura del vegetabile , che gli
reſta unito ſenza provare alcuna alterazione , e che ſi
criſtallizza fuaporando l'umidità del fugo * . Così acca
de ſovente che le piante che crebbero col favor del le
tame , o il terren delle quali è ſtato ingraffato col mezzo
del fal comune , le prime ci rendono dei criſtalli di ni .
tro , le ſeconde di ſal marino ; fenomeni , che non ſi
preſentano aelle piante coltivate in un terreno diverſo
FA

* Vedi la nota ſui vini Salati dell' Iſola di Re .


** I ſughi di tutt' i vegetabili non rendono indifferentemente des
Sali efenziali ; sono molto più in numero quelli che lo negano di
quelli che lo rendona . Si ſcoprono talvolta delle criſtallizzaziona
negli eſtratti ; ma non biſogna confonderle coi Sali eſenţiali das
quali effe differiſcono altamente ; tale è l'eſtratto di creſcione >
& elaterio che contengono un vero nitro che ſi fonde fúi carboni 3,
tale può ellere anche peftratto di borragine . Queſta pianta con
tiene del nitro in tal copia , che i ſuoi gambi ſecchielendo eſpoſta
al fuoco , il nitro vi ſifonde manifeſtillimamente ; queſto feno
meno è ancora più sorprendente nel corona folis . Il midollo det
Suo ſtelo le fonde fui carboni , e rende diſtintamente del nitro
fillo : un ſemplice lillivio di queſto midollo addenſato con l'evaa
porazione , rende del nitro criſtallizzato . Questo prodotto, non
Sempre il medefimo , nè così abbondante in queſte piante , colti
vate indifferentemente in tutt' į luoghi . Egli è certo che in que
fto caſo debbono efervi fra efe delle varietà , e che le piante
coltivate in terreni non propri debbono degenerar molto . Il
Sig. Duhamel , quel saggio è zelante Accademico ne diede all"
Accadernia , non ê molto , una provaben ſenſibile ſulla pianta
Kali . Egli ne ſeminò un grana nella ſua terra di Denainvilliers

?
SOLUZIONE . 81

FACOLTA ' .

In vano ſi ricercherebbero in un fal eſſenziale le


facoltà dei vegetabile onde fu tratto . Queſto fale è ſpo
gliato per fua natura di tutte le parti refinoſe e gom .
mofe e dell'olio etereo ; principj onde principalmente
dipende l'efficacia delle piante . I ſali eſſenziali che im
primono un ſapor acido ſulla lingua ſono propri a cor
roborare la fibra , a correggere l' acrimonia alcalina , a
incidere l'umor mucoſo . Si adoperano col più gran fuc
cello per riſtituir la forza alle prime vie . Eli fanno altresì
dei grandi effetti nelle febbri accreſciute dalla preſenza
?
d'una bile putrida . Se ne dà fino a uno ſcrupolo . Le
materie mediche preſentano nella ſtoria dello zucchero
le facoltà dei fali eſſenziali dolci ,

Sperimento 1x

ZUCCHERO DI LATTE ,

Mettete in un luogo caldo una grande quantità di


latte vaccino , e laſciatepelo finchè vi ſi faccia una ſepa
razione ; toglietene la parte butirracea ; quindi ſeparate
il ſiero attraverſo una tela ; mettetelo in un catino di
terra eſpoſto al fuoco ; vi ſi formeranno dei fiocchi che
Tam, I, F ſi ſe

in Gatinois per eſaminare ſe il Kali che nera provenuto , nont


avelle degenerato :egli lo Secco e l'abbrució . Féce dappoi il life
fivio delle ceneri , che gli reſe del tartaro yitriolato , dell' alkali
fito , del sal marino deli alkali che è la baſe di queſto, Sale ,
finaliente una piccola quantità d'un Sab infipido, talcoſa, ſetoſé
e d 'un color d'argento. Seminò di nuovo il grana prodotto da
queſto raccolto > e avendo operato nella fiera maniera ſul Kuli
che ne cavò, ebbe la ſeconda roltu į medejimni produtti , ma mola
to più d' alkali fillo , e per conſeguenza meno d'alkuli murino ,
Io non mi ſorrei ſtupito , cbe queſt' Accadeirico. portando pila
avanti le ſue ſperienze perveniſe a diſtruggere intieramente la
natura propria di queſta pianta , e che lamedeſimafinale con ren .
der folumente del tartaro vitriolato e de !! alkali fifo : il che son
rebbe una dimoſtrazione ben interesante per la Chiwica .
Copy
82 SOLUZIONE ,
ſi ſepareranno col mezzo della tela ; riſcaldate di nuovo
il liquore ; ſe non le ne ſepara più la parte cafeofa , ſva ,
poratelo a un calor mite fino alla nona o alla decima
parte del ſuo volume e portatela in un luogo freſco ;
ſciogliete nell'acqua i criſtalli che ſi formano , e filtra
te : continuate le ſoluzioni e le filtrazioni, finchè il fale
che voi avrete ottenuto non ſia più giallaſtro , Una libe
ra di liero non rende più di una dramma ę mezza di
criſtalli ben puri .

RIFLESSIONI

Bartholet ( a ) è il primo che abbia parlato di quea


ſto ſale . I Brachmani ſapevano pregarlo per teſtimoniane
za di Kempfer citato dall'illuſtre de Haller (6). Etmul.
ler ( c) parla del proceſſo deſcritto da Bartholet . Teſti ,
medico Veneziano , s'attribul l'invenzione del ſal di
latte . Egli parla delle ſue facoltà con enfag , e deſcrive
con uno ſtile alchimico la maniera di prepararlo , Wer
lofchoigg medica per la Città di Ştiria in Carintia pre
dicò il rimedio del Teſti in Germania (d) , e dopo la
morte di Werloſchnigg , Valliſaieri inſerì il metodo del
Telti nei Giornali d'Italia part, 22, , ed anche nelle
Efemeridi de Curioſi della natura ( @), Il proceſſo de
ſcritto dall' Ilļuſtre de Haller ( f ) , è quello che ſi co
ftuma nella Svizzera dove ſi prepara a ' noſtri giorni
il miglior ſale di latte . Da quelto paeſe ſi traſporta nel
reſto dell'Europa , fotto la forma di belle malle criftale
line , Si rilaſcia a vil prezzo attela la quantità immenſa
che fi ſpaccia . Vulliamoz ( 8 ) aſſicura che il fal di latte
preparato da un certo Creuzio , fupera quello che ſi fa
nel

( a ) Nella ſua Enciclopedia ermetica e dogmatica .


( b ) Comment, in inſt, Boer. , n. 6. uſq. ad § . 689.
(c) Collegium pharmaceuticum in Schroederim , artic. Bof. per 1.9
p._770.
( d ) Efemerid . dec. 3. ann. %. é 10. , p. 280.
( e ) Cent. 3. e 4. , p . 69.
( f ) Ibid .
( 3 ) Vandermond , Giornale periodico , ¢. ç. , P: 448:
SOLUZIONE . 83
nel reſtante della Svizzera , per la ſua dolcezza , bian
chezza e facilità a diſcioglierſi nell'acqua. Il rimedio
del quale parliamo attualmente é un fale particolare al
latte, come quelli , de' quali parlammo nel precedente
Sperimento ſono particolari ai vegetabili , che gli anno
prodotti : quindi ſi può aſcriverlo alla claſſe dei tali eſſen
ziali . Si vede dal ſ. 56. la ragione , per cui ſi ricava
dal ſiero, e non dal laite inciero . Lo Sperimento prece
dente ci dimoſtra che i vegetabili producono un fal aci
do ; taichè ja non dubito che il fal di latte non ſia il
prodotto degli alimenti che coſtituiſcono la nutrizion
dell'animale ; e i Fiſiologi riguardano il latte come af.
ſolutamente chilo , che à ſofferto l'azione de' vafi ania
mali ; azione che conſiſte in unire più intimamente le
parti olioſe e acide ; ond' è che il fal di latte è eviden
temente zuccherato , Siccome gli animali ſono di varie
ſpecie e li nodriſcono di diverſi alimenti ; e ficcome per
altra parte l'azione dei vali ful chilo non è eguale in
tutti , così il loro latte non ſi raſſomiglia ; il che , dopo
Hoffmann ( a) io 6 dimottrato in una Diflertazione ( 6 ) .
Egli è dunque evidente che non ſi pud ottenere la me
deſima quantità di ſale da ogni fpecie di latte , e che
queſto fale dee ancora differise ſecondo l'animale onde
fu prodotto ,
FACOLTA' ,

Le grandi facoltà che s'attribuiſcono al fal di latte


dipendono da due cauſe , Carica d'olio fa le parti del
ſapone , e può eſſere aſcritto al numero dei rimedi de
terſivi , incilivi e riſolventi ; così che rieſce mirabilmen
te in tutte le febbri che ſono cagionate da un conden
ſamento inflammatorio o che tendono ad eſferlo . Si
adopera con fucceffo nelle ulcere delle inteſtina ; quando
le viſcere dell'addome ſi trovano oſtrutte ; nei caſi d'im
pegna al polmone e nella cacochimia viſcofa , ſorgente
F 2 di

(a) Vedi la ſua Dils. intitolata ; Della Facoltà Saluture del șiera ,
S , 19 .
( 6) Diſs, de optimo infantis recens pati alimento , S. 17,
84 SOLUZIONE .

di molte malattie : in ſecondo luogo , come eminente


mente zuccherato ſi può metter nella claſſe degli addol
centi e riguardarlo come un eccellente rimedio nelle ma
lattie che eſigono dei medicamenti di questa ſpecie , e
nel medeſimo tempo deterſivi ; quindi rieſce in quelli che
ſono attaccati d'artritide, e di reumatiſmo, o nei quali
un'affezion di polmone degenerò in malattia cronica .
La doſe è d'una dramma e mezza . Se ne poſſono pren
dere due al giorno e farne uſo per più ſettimane ed an
che per dei meli intieri , non ſolainente nei caſi de' quali
abbiamo parlato , ma nelle malattie croniche d'ogni ſor
te . Que che fanno uſo d' infuſioni di piante , fanno bene
a ſervirlené invece di zucchero comune . Io credo che
nelle malattie dove è biſogno di rimedi ancora più ad
dolcenti, ſi debba preferirgli il fiero preparato nella ma
niera dell'Hoffmann .

Sperimento x .

SAL ESSEN ZI A LE D'ORINA .

Fate ſvaporare una grande quantità d'orina fino


alla conſiſtenza di mele ; colate attraverto un filtro il
liquore bollente , e riponetelo in un luogo freſco . Nel
termine d' alcuni giorni fecondo il grado di concestra
zione a cui farà ſtata condotta l'orina , ſcoprirete nel
fondo del vaſo dei groſſi criſtalli , la figura de' quali s'av
vicina a quella dello zucchero candito , imbrattati d'una
feccia nera denſa e piogue . I criſtalli medeſimi ſono
ſporchi e bruni ; e folamente con delle filtrazioni e rei .
terate criſtallizzazioni s'arriva a averli belli bianchi tra
ſparenti e ſenz'odore . Si dee ſupporre una gran diver
ſità fra queſti criſtalli e quelli de' quali parleremo in ſe
guito . Queſt' è il ſale che gli Autori dinotano col no
me di ſal nativo o fuſibile dorina , o di Sal microcos
mico . Si ottiene una maggior quantità di queſto fale ,
aggiungendo fino a faturità dell'alkali volatile all'acqua
in cuiſi comincia a diſcioglierlo per farne la prima de
purazione . Si allunga in ſeguito con acqua bollente il
re
SOLUZIONE . 85
reſiduo che à reſo i primi criſtalli : Gi fa riſcaldar il li
quore ; li paſſa attraverſo il filtro dopo che ſi traſporta
in un luogo freſco . Si ottengono allora dei nuovi cri
ſtalli lunghi ſimili al ſale di Glauber , coi quali ſi trova
ordinariamente un milto del noſtro fal microcoſmico e
di ſal marino . Si riconoſce queſt' ultimo per la ſua figura
cubica e gli altri per la loro ſomiglianza collo zucche
ro candito . La terza ſpecie di criſtalli che rende l'ori
na , è un vero fal comune. Diſciogliendo di nuovo in
molt'acqua s'arriva a ſeparare queſte tre ſpecie di fale
che ne aveano fatto due ſole nella ſeconda ſoluzione , la
quale non preſenta che del fal mirabile e una maſſa che
ſi ſquaglia all'aria .

RIFLESSIONI .

Gli antichi Chimici anno molto rammemorato il


ſal filo d'orina , ma verun di loro non deſcriſſe la ma
niera eſatta di prepararlo ; e non s'è potuto ritrovar
qualche coſa di preciſo preſſo gli Autori che ſi ſervirono
di termini incerti a queſto propoſito . Schockwitz â l'o
nore d' eſſere ſtato il primo che l'abbia deſcritto ; egli (a)
ne å dato il proceſſo più eſatto . Si ritrova altresi preſſo
le Mort (6 ). Anche Boerhaave (c) ne parla ; e ſebbene
egli ſi ſtende molto ſu queſto punto , non per tanto io
dubito s'egli lo abbia mai preparato . Henckel (d) ne
dice due parole nella ſua Diſſertazione dell'origine delle
pietre ; ma il proceſſo intiero ſe ne trova deſcritto nella
ſua Introduzione alla mineralogia , pag. 164. Haupe à
fatto una Diſſertazione (e) molto interellante lul ſale per
lato d' orina , ma checché ſia , non â ſparſo tanto lume
F 3 fu

( a ) Nella ſua Diſs. che à per titolo : La facoltà mirabile Jolfo


d'antimonio fillo , in medicina , faſtenuta a Hall 1697. ſotto la
preſidenza d ' Hoffmann .
(6) La face de la Chymie ramenée a fa beauté naturelle , p . 334.
(c) Elem . chym. , t. 2. proc. 98.
( d ) P. 69.
(e ) intitolata : Del sal perlato d'orina , pubblicata a Koenigsberg
1740 .
women
88 SOLUZIONE
fu queſta materia , quanto il celebre Margraf (a ) , che
fi è ſopra tutto attaccato all'eſame dell'acido di quelto
fale . Non fi dee tacere ciò che ne à detto Schloſſer (6) ;
e le ricerche ch'egli â fatte ſulla parte urinofa . Il fag
gio Sig . Pott , finalmetite dopo avere in un Trattato
particolare del noſtro fale , ripetuto gli ſperimenti già
fatti , né à aggiunto dei nuovi .
Il primo fale che rende l'orina ; e ſomigliantiſſimo
a quelli che i Chimici chiamano ammoniacali , con ques
Ita differenza che la fuſione , le ſoluzioni reiterate o una
ſemplice digeſtione lo privano della ſua parte urinofa ;
ma queſta parte non ſi può ſeparare dal noſtro fale , né
con l' alkali Bllo , nè con le terre calçarie . Queſto ſale
precipita la ſoluzione d'argento nell'acqua forte ſotto
la forma d'una polvere gialla . Polto løpra un carbone
acceſo ne . riſulta un vetro sferoide . L ' alkali volatile
che ſi ricava da queſto fale non differiſce da quello che
rende il fal ammoniaco col ſoccorſo della calce viva
fale acido che entra nella combinazione del noſtro
mom

ſale , merita la più grande attenzione . Unito al princi


pio inflammabile ch ' effo riceve dal ferro , dal piombos
dallo ſtagno o dallo zinco , coſtituiſce il fosforo folidos
che

( a) Opuſcoli chimici , t. I. , p. iż3.


b) Nella ſua Diſs. intitolata : Del Sal notivo dell' orina simane :
Leyden , 1753. in g .
* L'alkuli volatile del sal ammoniaco dipimpegnato cort lá calce
contiene un principio di più , cioè l'acido pingue così bene ſtacar
bilito da Meyer e che ilnoſtro non cortterrebbe , se non in quanto
il Sale urinojo fosſe ſtato scompoſto col medeſimo intermedio ; il
che il Sig. Spielmann dice non eTere poſſibile . Checchè egli no
fic, un Dilettante a trovato in queſta operazione un mezzo di
diſtruggere il puzzo dei celi. Gettandovi iri snoggio di calce
viva egli diſipa tiitto l' alkali urinoſo che ne folleva l'olio feti
do . Per verità il puzzo creſce ſul momento all' ultimo grado ;
ma tutto è finito dopo due giorni . Io credo che non vi fia persoa
na che don preferiſen un' infezion forte , ma paſſaggera , ai un fes,
tor meno confiderevole , ma continuo . Questo ſperimento che gli
riuſcì due volte , Serve nel medeſimo tempo a giuſtificare le las
dandaje che ſono ripreſe mal a propoſito perchè gettano le lord
acque di Sapone nei celli. L' alkali fito che entra nella ſuce comes
poſizione ſviluppa , è vero , lo Spirito volatile urinofo più preſte
più fortemente ; ma i infezione la abbrevia .
SÖLU ŽÍONE . 87
the quando è ſtato poſto in fuſione , ſi dilegua nell'aria ;
ina prima d'avere ſubito queſta operazione , il fuoco più
violento non può nemmeno ſollevarlo in vapori . Miſto
agli aicali , coi quali non fa alcuna efferveſcenza , forma
dei fali neutri ben diverſi da tutti quelli che li cono
ſcono fino ad ora ; prova evidente che l'acido del nostro
ſale gli è particolare e diſtintiſſimo da ogni altro . Il ſale
che attrae l'umidità dell'aria , merita ulteriore eſame.
Si ſtenta ancora a ſpiegare onde nafca la ſpecie vaa
ria dei fali che ſi trovano nell' orina . Non ſi få mera
viglia di trovarvi il ſal comune , maſſime facendo atten
ziche alla grande quantità che ne conſumiamo nei nostri
alimenti . Non ſi pena a trovar l'origine dell'alkali vo
latile del fal nativo . In fatti i Fiſiologi dimoſtrado che
l'orina porta ſeco dei fali e un olio che divengono acri
col calore e col eircolare nei noſtri corpi , e li proverà
à fuo luogo che il caldo ô la putrefazione ſono l' origi
ne di quelto alkali volatile . Ma che è cid che dà oria
gine all'acido tale , quale ſi ritrova nel noltro tale ,
ſpecie d'acido così diverſa da ogni altra ? Per me lo
non ardiſco avventurare la mia opinione ſu queſto pun
to . Si riguarderà eſſo con Henckel ( a ) come originaro
dal ſal comune che avelle cangiato natura per l'orga
nizzazion de' noſtri corpi ; la qual conſeguenza li po
trebbe tirare dalla formazione del fal di Glauber * ?
F4 Pott

( a) Trattato dell' Appropriazione .


* Con qüante prove ſi trova confermato il ſentimento del Sig. Spiela
inansi circa la decompoſizione del sul marino ? Primieramente
efiſienza del fuldi Glauber nie forniſce una . In fatti non pare
egli che ſi debba alla baſe di queſto fale ? În an ' altra circoſtanza
hoi veggiamo che lu bile dee la ſua qualità Caponacea all' unione
dell' alkali del jal marino con una materia pingüe. Aſicurati da
queſti vari riſultati , che queſto fal fi scompone , che lie fra baje
malgrado il torrente della circolazione non è potuto ellire altera
ta , e che il ſuo acido con queſto inezzo èreſo libero , non dobbiu
ino. noi ragionevolmente congetturare che l'acido del ſai microcar
mico nonè altro che l'acido del ſal marino che & cangiato natui.
ya , eſendo più fuſcettibile.d' ulterazione che la sua bare, atteſa
la facilità ch'ella å d'unirſi da una parte con gli ucidi,dall altra,
con le materie pingui?
Vedi nel Giornale Enciclopedico i eſtratto della Memoria di mnie
fratello letta all' Accademia nel 1767
1
88 SOLUZIONE .
Pott non à egli confermato la medeſima opinione (a)
collo fperimento ch'egli à fatto , formandô col reſiduo
del fosforo preparato col noſtro acido , un fale che s'af
ſomigliava molto al fal comune ? Il'fale di Glauber ,
che Gohl (6 ) * â cavato dall' orina addenſáta , e dal
vitriuolo ,
dee egli la ſua origine al medeſimo acido ?
Si vede in Pott (c ) che il ſal comune ſtillato coi cara
boni rende la fiamma e l'odor di fosforo . Sthal ( d ) à
oſſervato il primo , che il ſal marino gettato ſui carbo
ni , accreſce la fiamma e la rende d'un violato
azzurro . Finalmente il proceſſo del celebre Margraf (e)
col quale egli cava una grande quantità di fosforo dall
orina , pare che fortifichi molto quelta congettura . Ma
che accade egli al fal comune nell'atto di queſta meta
morfoſi ? Se noi riguardiamo col celebre Margraf l'aci
do del ſal nativo come proveniente dai vegetabili ; coi
quali ci nodriamo *** ; rimane da decidere queſta que
ſtione : come vi fu ello generato ? Si riguarderà egli col
ce

(a) Nella ſua Diſs. intitolata : Du Sel fuſible microcoſmique , inſe


rita nel t. 3. della Traduz .franc. delle ſue Diſs, pubblicate 1759.
(b) Mem . dei Medici di Berlino prol. 1. p . 62.
Queſto ſperimento non - favoriſce per niente il cangiamento dell '
acido marino in aciito microcoſmico , e non può provare che l'efica
ſtenza dello ſteſſo ſal marino che si trova tutto formato nell' orina
Scompoſta col frammezzo del vitriuolo .
( c) Du fel comimun t. 2. della fteſfa tradıiz.
( d) Nel fuo Trattato del Solfo pubblicato in franceſe 1966.
** Quando ſi getta del ſal marino ſui carboni , ciò che eccita la
fiamma , è una combinazione particolare del ſuo acido col flogiſto ,
e oltre ciò l' eſtricazione dell'acqua della criſtallizzazione che ſi
fa nell' atto che il Sale decrepita , e che fa l'offizio del Soffietto
congiunta alla proprietà che è l'acqua diſtribuita egualmente e in
poca quantità ſu un focolure , di accreſcer la fiamma e l'attività
del fuoco .
(e ) Opuſcoli chimici , t. 1. p. 30 .
*** euanto all acido vegetabile , non ſi può sospettare chelo fa o
formi il noſtro acido microcoſmico , troppo debole per non eſſere
alterato dal movimento che soffre nella digeſtione , che d' altra
parte è neceſſario alla formazione del chilo : non pare ch'ello fac
cia altra funzione . Può anche' effere effa medeſimo , che dà luogo
a quella Spezie di Sale della natura dello zucchero di latte , di cui
mio fratello provd l'eſiſtenza nella bile . D'altra parte v'è poca
Somigliunza fra l'acido vegetabile e quello di cui parliamo .
SOLUZIONE . 89
celebre Pott ( a ) , che in cið fegui il ſentimento di Hen
ckel ( 6) , come proveniente dall'aria ? Ma come â elfo
potuto eſſervi formato * ?

F A COLTA' .

Non li dee aſpettare dal noſtro ſal nativo maggiore


efficacia , che dai noftri fali ammoniacali , quando ſono
ftati ſpogliati del loro olio aderente . Boerhaave lo con
ſidera come diaforetico e diuretico (c) .

S. LVIIL

I Auidi inflammabili che l'acqua non diſcioglie , li


chiamano olj. Si dividono comunemente in olj per ef
preſſione e oli per diſtillazione . Potendo queſte due de
nominazioni condurre all'errore , noi avvertiamo che vi
ſono delle piante che rendono le due ſpecie di oli con
la fola eſpreſſione . Tali ſono il ſemedaniſi, le bacche
di lauro , la noce moſcata , e la ſua membrana , che
poſſono rendere il loro olio eſſenziale con la ſpremitu
fa ec. Io penſo dunque che ſia più facile diſtinguerli
per l'odore . In fatti col torchio ſe ne cavano gli olj
ſenza odore o quafi fenza . Laddove con la diſtillazione
li oto

(a) Du sel fuſible microcoſmique, t. 3. della Traduz . franc.


(6) Nel ſuo. Trattato in Tedeſeo delle acque minerali di Gieſshü
bel vicino a Pirna p. 57 .
* Il Sig. Pott non avrà forfě ſeguacidel ſuo ſentimento . In fatti ,
c'è egli qualche Sperimento che determini à credere che queſto
acido eſiſte originalmente nell'aria ?
Ciò che si può concludere di più verifimile intorno a queſta queſtio
ne che è ſtuta tanto agitata , è che l'acido del noſtro ſale è quello
del Sal comune , che à sofferto tanta alterazione per la ſua miſtio
ne coi noſtrị umori, da non eller più diſtinguibile , o da non aver
più ſecondo lo Sperimento già citato del Sig. Pote che una debole
Tomiglianza a ſe medeſimo. L'acido marino Sarà in queſto caso
ciò che sono gli acidi minerali relativamente alle piante , dove
col progreſſo della vegetazione ſi trovano alterati è indeboliti a
Segno che non ſi riconoscono più che ſotto la forma di acidi vem
getabili ch' eli anno preſo .
( c) Ibid .
90 SOLUZIONE .
ſi ottengono odoroſiſſimi , e quando elli ſono mili cat
primi, vi ſi ſcoprono per l'odore . Io credo che gli olj
ſenza odore ſi poſtano chiamare olj pingui .
Siccome io non vedo una grande diverſità fra gli
olj ſenza odore e i gralli degli animali , io percid vo
glio applicare agli uni , ciò che debbo dire degli altri :
Si oſſerverà ancora che li dà il nome di burro agli
olj che ſi cavano dai vegetabili , che in un'aria tein
perata perdono la loro fluidità . Si chiama Jego o grado
quell'olio che ſi ottiene dagli animali .

Sperimento XI.

DEPURARE IL GRASSO ANIMALÉ .

Prendete le membrane che contengono il gratto ,


lavatele in molte acque , finchè l'ultima rieſca chiara ;
mettetele allora in una pentola di terra che riſcalderete
leggermente . Il graſſo laſcerà le cellule che occupava
nelle membrane . Colatelo con un filtro per fepararne
tutte le eterogeneità . Se le membrane non refero tutto
il loro graſſo , lo ſi cava allora col mezzo del torchio .
Se lo ſteſſo ſi ritrova ancora imbrattato di lordure , á
sfonde nuovamente nell'acqua .

RIFLESSIONI .

Il calore liquefa il grafto ; ſi vede queſto adunarf


e venir a galla lu le membrane e le ſieroſità che gli
erano unite ; fi pud ſepararnelo con la femplice decan
tazione . I graffi anno varj gradi di conſiſtenza , ſecondo
la ſpecie e la parte degli animali onde fi cavano e ſe
condo gli alimenti che iervirono alla nutrizione . L'ils
luſtre Sig. Duhamel (a ) ã oſſervato che il graſſo dei
peſci e di molti uccelli di fiume reſtava ſempre fuido ;
che appena quello del cavallo prendeva conſiſtenza ; ché
il

(a) Art du Chandelier , pag. In


SOLUZIONE .
gi
it gratto del bue ne acquiſtava un poco più ; finalmente,
che il più fermo di tutti era quello di montone , o di
becco , e che il graſſo più folido era quello che ſta al
taccato ai rènii
Muſchembroeck (a ) diede le oſſervazioni ſeguetti
che io non credo dover tacere , a propoſito del grado di
calor neceſſario alla liquefazione delle diverſe ſpecie di
graſli , ſecondo il termometro di Fahrenheit . Il graſſo
umano ſi ſtrugge nel 43.0 grado ; quello d'allodola nel
52.º ; di cigno nel 60.9 ; di coniglio , di cappone , di
оса di cordo nel 68.9 ; del gufo nel 72.0 ; il lardo
del dorſo , del cignale nel 74.0 ; il grallo del gabbiano
nel 70.0 , dell'anitra nell'80.0 ; di zibellino nell'840 ;
il burro nell' 88.0 ; di gatto nel 92.0 ; il meſenterió
o la rete di porco nel 94.0 ; di cavallo e di vipera nel
96.9 s di pica nel 98.0 ; il graſſo attaccato ai reni del
porco e del vitello nel 100.0 ; di taſſo nel 162.º ; nel
104.0 fi ſtruggé il graſſo dei reni di bue e il midollo
del fuo femore , come il graſſo della cornacchia ; il lar
do del dorſo del porco , lo ſpermaceti nel 108.0 ; il
graſſo di cervo nel 116.0 3 di lepre nel 120.0 į di po
cora nel 1246
1
Sperimento X11.

ŚPREMERE L'OLIO DI MANDOLE .

Si purgano le mandole delle loro membrane che si


trovano diſeccate , e che ſono sfornite d'olio , ſi riducono
in palta e dopo li ſottopongono al torchio rinchiuſe in
un Tacco ; l'olio che ſcola ſi riceve in un vaſo che fi
laſcia finchè la preſſione del torchio non ne faccia più
ſortirt
Si ripeſtano allora le mandole li rinchiudono in
ün facco per ſottometterle , di nuovo al torchio dopo
averne riſcaldato le piaſtre . Se ſi ripete ancora una
volta

( a) Introd. alla Philof. nat. S. 1635.


* Eſtraendo l'olio di mandole con tueſt ältima operazione, c'è molto
economia , ma c'è altresì luogo a temere che il ſuo uso non como
92 SOLUZIONE .
volta queſta operazione , li caverà tutto l'olio che le
mandole poſſono rendere con queſto mezzo . Laſciate ale
lora ripoſar l'olio ; e tutte le eterogeneità che ſaranno
paſſate con eſſo , ſi precipiteranno ſotto la forma di fec
ce , fopra le quali voi decanterete l'olio chiaro .

RIFLESSIONI

V è una mucilagine e delle parti terreftri unite


all'olio nelle mandole . Ma la tritura del mortajo e l'a
zion del torchio danno luogo alle particole integranti
dell'olio di riunirſi e ſepararſi nel medeſimo tempo dalle
materie eſtranee che gli erano dapprima aderenti . La
forza del torchio fa per verità l'eſtrazione ancora di al
cune parti terreſtri e mucilaginoſe , che caſcano al fondo
dell'olio che è più leggero , e formano le fecce . Ma
ſe le mandole rinchiudono delle parti acquoſe o una
mucilagine ſciolta in una troppa quantità d'acqua , l'olio
fi aduna difficilmente in gocce , e volendonelo ſpremere ,
i facchi ſono ſoggetti a romperli ; talchè le mandole più
freſce ſono le meno proprie a queſto lavoro , e quelle
che ſono diſeccate , contengono una maggior quantità
d'olio .
Queſto ſperimento ci ſomminiſtra i mezzi di ſapere
la quantità d'olio che contengono le mandole , e i ſemi,
e le loro particotari facoltà . Se ne cava per ogni lib
bra di ſemi d'anili , un' oncia ; queſto è d'un verde nero ,
odoroſo , di fapor dolce e aromatico ; e in tanto il feme
di acquilegia ſilveſtre non ne rende che cinque dramme ,
e queſto è verde . D'una libbra di noci di Ben ſe ne
ca

riſponda alle intenzioni della medicina . In fatti se l'olio eſpresſo


anche a freddo e malgrado la cura che fi à di conſervarlo , non
tarda ad alterarſi , il che proviene dalla eſtrema diviſione della
di mucilagine 2 con quanto maggior facilità non dee eſo Scompor'a ,
dopo avere sofferto l'azion del calore ?
Ciò nondimeno queſto non è un olio da rigettare ; vi sono dei caſi
dove ſi può adoperarlo e dove è anche preferibile all' olio d'olive ,
come nella preparazion delle manteche e dei ceroti cb' elto rende
molto meno spiacevoli .
SOLUZIONE . 93
cavano due once e mezza ; la canapa rende tre once
d'olio anch'eſſo verde ; i quattro ſemi freddi ne rendono
cinque ; il ſeme di giuſquiamo , tre; un'oncia fola fi cava
dalle bacche di lauro . Queſt'olio è verde , prende al
freſco la conſiſtenza d'un unguento , e trae feco una
porzion d'olio odorofo ; il ſeme di papavero rende il
quarto del ſuo peſo d'olio ; il ſeme di lino rende come
la noce di Ben . I pinocchj dolci rendono cinque once ,
e ſe ne ottiene la medeſima quantità da quattro libbre
di ſtafifagria , che è un olio bruno acre e amaro .
To non parlerò ſotto ſilenzio il proceſſo che ſi pra
tica per cavare col mezzo dell'acqua l'olio che nuota
nella ſua ſuperficie , facendovi cuocere le mandole pilte .
Egli è facile vedere che il calore e l'agitazione dell'
acqua bollente producono in queſto caſo l'effetto del
torchio . Molte cauſe impediſcono di ſervirſi di queſto
mezzo . Nè l'acqua non oftante il ſuo movimento , nè
il calore proinovono così efficacemente come il torchio
l'eſtrazione dell'olio ; quindi con queſto mezzo ſe ne
cava molto meno . Oltre cid le mandole che abbondano
di mucilagine , cotte con l'acqua non rendono il loro
olio ſotto la ſua forma naturale , ma ſotto quella d'e
mulſione ; e tutte quelle che ſi cavano con queſta ope
razione , conſervano ſempre una certa quantità d'acqua
che non può ſepararſene perfettamente , e che mette
l'olio nel pericolo di irrancidire . Finalmente queſto pro
cello eſige molto maggiore ſpeſa e tempo del precedente.

Sperimento XIII.

ESTRARRE L'OLIO DI SEMI SECCHI .

Quando i ſemi ſono diſeccati come quelli che ci


ſono portati da paeli foreſtieri , ſi riducono in polvere
fi rinchiudono in un ſacco che ſi eſpone al vapor dell'
acqua bollente , finchè tutta la polvere ne ſia penetra
ta ; fi pone queſto ſacco ſotto un torchio , le cui piaſtre
ſi fanno riſcaldar leggermente , e si procede , come nel
precedeate Sperimento .
RI.
94 SOLUZIONE .

RIFLESSIONI .

Per conſervare i ſemi che ci fi portano di lontana


fiamo coſtretti a farli ſeccare ; così che i loro inviluppi
divengono molto più duri. Se fi ſottopongono al torchia
ſenza averli prima fatti rammollire , effi non ſi fminuz
zano tutti , e non tramandano quella quantità d'olio che
ſe ne ottiene , quando la ſoſtanza del ſeme ſi trova pe
netrata dal vapor dell'acqua che ammorbidiſce le celo
lule dove ſta rinchiuſo l'olio , e fa ch ' ello no fcappi
con maggior facilità . Queſto genere d'olio non dive
nendo fluido , ſe non mediante il caldo , egli è evidente
che per cavarlo , biſogna riſcaldare le piaſtre del torchio ,,
ma con molta precauzione per timore che l'olio non
s'abbruci; s'adopera altresì queſto mezzo pei ſemi dei
noſtri paeſi che ſono coperti d' una ſcorza troppo, fitta .
Si ottengono da una libbra di cacao quattr' once
d'un burro più bianco e più conſiſtente di quello che fx
cava dalle noci moſcate . Il Macis ne rende tre once
Queſt' è bruno odorofiffimo , e à la conſiſtenza d'un
unguento . Per ogni libbra di noce moſcata fi cavano fei
once d'un olio citrino , che è anche in uno ſtato di bur
To , e a cui ſi trova unita una porzion d'olio odoroſo

Sperimento XIV .

OLIQ D'UOVO ,

Si fanno indurir delle uova , dalle quali ſi ſepara il


guſcio e il chiaro ; fi pongong i torli in un bacile e fi
fanno riſcaldare , finchè appaja premendole colle dita ,
che l'olio poſſa ſepararſene . Allora rinchiuſi in un ſacco
fi ſottopongono al torchio , come abbiamo detto nello
ſperimento precedente , L'olio che fi cava da queſta ſo
ftanza è giallo e denſo ; à l'odore di torlo d'uovo , e
uno ſciocco ſapore . Ciaſcun carlo d'uovo rende circa
a duc fcrupoli d'olio ,

RI.

hed
SOLUZIONE . 93

RIF L ESSIONI.

I primi che introduſſero queſt'olio in Europa furo ,


no gli Arabi , e Melue (a ) ce ne deſcriſſe l'operazione ,
Si fà arroſtire il torlo d'uovo per dilliparne l'umidità ,
e lo ſi ſottomette al torchio per ſeparar l'olio dalle
parti eterogenee : queſt'olio prende nell'aria freſca la
conſiſtenta d'un grafto molle ; fe s'avvicina di più alla
fuidità degli oli , è indizio ch'ello è adulterato ,
Si era creduto fino a Margraf (6 ) , che eccetto il
torlo d'uovo , non vi foſſe alcun' altra parte animale
che poteſſe render olio per eſpreſſione ; ma quel valente
Chimico dimoſtrò che ſi poteva cavarne dalle formiche
egualmente che dal torace dello Sclerauthus, Si dee egli
ſupporre che il torlo d'uovo s'induri da ſe medeſimo ,
oppure col ſoccorſo d'una piccola porzione di chiaro ,
che gli è frammiſchiata ?

PACOLTA' DEGLI OLJ PER ESPRESSIONE ,

Gli olj per eſpreſſione quando ſono inſipidi non


ſembrano molto differire fra di loro per riguardo alle
loro facoltà medicinali ; ſeppure ne anno alcuna parti
colare , li troverà deſcritta nelle materie mediche '. Tutti
gli olj in generale ammolliſcono la fibra troppo ſolida ,
e convengono a tutte le malattie cagionate da troppa
rigidità , agli ſpaſmi, ai dolori , alle infiammazioni. Eli
conciliano la lubricità al ventre e mitigano le traficture
che ſeguono il parto . Si adoperano con ſucceſſo , quan
do ſi tratta d'involgere alcuni principj acri , e renderli
jnefficaci , Elli rieſcono con effetto a raddolcir l'acrimo
nia dei polmoni , delle viſcere abdominali, delle vie
dell'orina. La ſperienza prova ch'eſſi ammazzano gl'
inſetti; quindi fi mettono nella claſſe degli antelmintici,
Pref

(a) L. 3. che contiene il Compendio dei Segreti ,


$ ) Opyſcoli chimici, t. I. p. 294.
ONE
UZI
96 SOL .
Preſi in maggior dole eccitano il vomito : la cauſa di
queſto fenomeno non è così evidente come molti credono .
Si adopera l'olio come topico in tutte le malattie
ch'eligono dei rimedi addolcenti , è anodini . Eflo è ec
cellente contro il morſo della vipera e d'altri animali
velenoli . Quello fatto riferito da Burton all'Accademia
di Londra è ſtato confermato da molti individui rino
mati di quella Società (a) e da Vatero (6) . Geoffroi
Hunauld (c) e Linneo ( d) appoggiati ad altre ſperienze
vollero fpargere dei dubbi e dei fofpetti ſu queſta forza
che gli li attribuiſce . Olivier (e ) riferiſce alcuni ſperi
menti d'idropici guariti con la ſola unzione dell'olio ,
Galeno ( f ) prova che gli antichi conobbero l'uſo di
queſto rimedio in un limile caſo . Biſogna riguardare
l'applicazione eſterna di queſto rimedio come malſicura
e nocevole in varie malattie , perchè ottura i pari della
cute .
LIX .

Sebbene io abbia detto che gli olj privi d'odore e


di ſapore li aſſomigliano aſſai per riguardo alle loro fa
coltà medicinali , ve n' à tuttavia molti , fra i quali paſa
fano alcune differenze degne d'oſſervazione,
Ciaſcuno d'efli â qualche veſtigio dell'odor partico
lare della Toſtanza onde fu tratto .
Gli olj di bacche di lauro di noce moſcata di ca
cao di uovo non acquiſtano mai fluidità che coll'ajuco,
del caldo .
Gli oli di aquilegia filveſtre , di bacche di lauro e
di ſemi di canapa anno ſempre un color verde . Quelli
all

( a) Compend. delle Tranſ, filof. vol. 9. p. 60.


(6) Nella ſua Dils. fopra ar Antidoto pronto e efficace nuovaa
mente ſcoperto in Inghilterra contro il morſo della vipera .
Wirtemb. 1736.
c) Mem . dell'Accad. R. delle Scienze 1737. p. 183.
d) Amoenitat. Acca dem . p. 2. p. 436.
Tranf. philof. vol. 49. p. 1. p. 46.
De medic. comp. fecundum loca , l. 9. c. 3.
1

SOLUZIONE . 97
all'oppoſto che ſi cavano dalla noce moſcata e dalle uova
fono gialli .
lo ô oſſervato che gli oli di Ben , di giufquiamo,
di mandole , d'olive , di ſemi di carote , e d'uovo acqui /
ſtavano conſiſtenza al ſediceſimo grado del termometro
di Fahrenheit ; mentre gli olj di bacche di lauro , di
noci, di pinocchj dolci , di ſeme di lino , di canapa ,
di papavero non vi ſubirono alcun cangiamento . Vi ſono
degli oli grallı, come que'di lino , di noci , e di papa
vero bianco che ſteli ſu uncorpo folido qualunque , pren
dono per lo fvaporamento fatto dall'aria e dal caldo
delle loro parti più ſottili , una conſiſtenza ſecca e un
occhio brillante ; il qual effetto ſi ſollecita coll'aggiunta
del piombo , dell'olio di trementina o d'una reſina .
Reaumur (a ) oſſervò che effi eſpoſti lungo tempo all'
aria prendevano da ſe medelimi della conſiſtenza ; il che
rende queſti olji adatti a comporne le vernici , cioè una
ſoſtanza fatta per dar riſalto ai corpi , ſui quali ſi appli
ca , e garantirli dalle ingiurie dell'acqua e dell'aria .

LX

Gli oli pingui conſervati per un certo ſpazio di


tempo , o eſpoſti al caldo acquiſtano comunemente un
odore o un ſapor particolare ; il loro colore ſi altera e
divien carico ; eſli contraggono allora un fapor acre .
Quindi ſi vede , come ſi pud decidere della loro bontà ,
quanto è eſſenziale il non adoperar troppo calore nello
ſpremerli , e quanto pud divenir più guſtoſo l'olio che
fi cava dai femni, non facendo ſubir loro che il grado
di fuoco conveniente per poterne eſtrarre l'olio .
Lo ſpirito di vino l'unico menftruo degli oli eſſen
ziali non attacca aſſolutamente gli oli pingui . Si vede
per conſeguenza la maniera , con cui ſi arriva a ſeparare
i primi quando ſi trovano uniti ai ſecondi ,
Gli ólj pingui fono tenaci a ſegno che l'acqua bola
Tom . I. G lente

(a) Mem . de l'Acad. R. des Scien . 1745. p. 495 .


98 SOLUZIONE ,

lente non pud ridurli in vapori , Queſte ſpecie di oli


diſciolgono le reline , le gomme-reſine e gli oli eſſenziali
egualmente che gli alkali filli ( Sper. V. ) . Oltre ciò vi
tono dei follili, come il rame , il piombo , l'arſenigo o
il folfo e i bitumi che fi uniſcono coi medelimi ,

Sperimento XV .

BALSAM O DI SOLFO ,

Si verfa fui fiori di folfo quell'olio, che fi vuole i


li eſpone il matraccio al fuoco : fino a farlo bollire ; la
malla creſce alſai di yolume , 'e laſcia ſcappare dei va
pori inoltiſſimo elaſtici , come offeryd Hofmann (a) . Iq
quetta operazione l'olio ſi carica , in bajo -oſcuro , quas
lunque fią il color nativo dell'olio che si è adoperato ;;
e la fua conſiſtenza s'accreſce a proporzione della quan ,
tità di ſolfo che gli ſi uniſce , L'odor che l'olio , allora
contraa è fpiacevoliſſimo e ſingolare Se la quantità del
folfo è troppo grande per reſtar in ſoluzione nell'aria
freſca , il ſopra più fi precipita nel raffreddamento ſotto
la forma di criſtalli ad ago . Secondo la ſpecie d'olia
che s'impiega alla ſoluzione del falfo , ili balſamo pren
de un nome particolare ; acquiſta delle nuove qualità ;
e elige delle diverſe manipolazioni , Si ſa per eſperienza
che gli oli pingui diſciolgono maggior quantità di folía
degli oli eſſenziali, e che que d'anili e di finocchio ſi
raſſomigliano in cið ai primi, lo dilciolſi una parte di
ſolfo in quattro d'olio pingue , in lei d'olio d'anili,
e in dieci d'olio di crementina , lo non debbo omettere
l'oſſervazion ſeguente , che la ſoluzione del folfa in un
olio pingue pyà farſi in pochiſſimo tempo in un vaſo
di terra ; in vece che quella che ſi fa con gli olj ellent
ziali , non pud prepararſi che in matracci di vetro . Per
queſta ulçima ſoluzione non ſi dec adoperar che la di
geſtione, altrimenti fi corrono i più evidenti pericoli,
RI.

(a) Obf. phyf. & chym , 1. 3. obl. ış.

1
SOLUZIONE . 99

RIFLESSIONI

Queſta preparazione ſi trova deſcritta in Baſilio


Valentino (a ) . Egli è ſorprendentiſſimo che il ſolfo ,
che nel fuo ſtato naturale non porta quaſi odore , ne
efali un così gagliardo dopo la ſua ſoluzione . Si dee
egli attribuire queſto fenomeno a un accreſcimento di
principio inflammabile fatto con la ſoluzione ? Almeno
a queſta fola cauſa fi dee attribuire il color intenſo che
prende queſta preparazione fatta con folfo giallo e con
olio traſparente . In fatti il principio inflammabile ſi con
fidera come il folo capace di produrre i colori . Ma cid
che in queſto caſo merita principalmente attenzione , è
la cauſa della ſoluzione . Sthal ( 6 ) e Brandt (c) ofer
varono che l'acido vitriolico coſtituiva la più gran parte
del ſolfo ; ma queſto acido non à la facoltà di ſciogliere
gli oli . Egli è dunque evidente , che cid non accade
che per l'affinità che gli olj ânno col principio inflam
mabile; affinità così grande , che una piccoliſſima quan
tità di queſto principio baſta per unire fra di loro due
ſoſtanze che non ſono fatte per unirſi . Queſto fperi
mento ci prova altresì che l'arte pud far criſtallizzare
oltre i fali anche delle altre ſoſtanze , L'acido vitriolico
che entra nella compoſizione del ſolfo determina egli gli
elementi di queſt' ultimo ſparſi nel menitruo a riunirfi
e ricomparire così forto una forma regolare ?
F A COLTA ' ,

Qualunque ſia l'elogia , che dopo Paracelfo (1 )


molti Autori fanno delle facoltà ballamiche del ſolfo
unito con gli oli , la ſperienza prova ch'eſſo è molto
meno efficace di quel che fi dice , e s'abbandona vo
G 2 lon

(a ) Nella fua Repetition de la grande pierre des Şages , e nella


ſua recapitullation .
( ) Opuſcoli chimici fifici , e di medicina , p. 757.
(c) Mem . di Chim. di Svez.
( d ) Della vita lunga , l. 3. Co
100 SOLUZIONE .
lontieri una ſpecie di medicamento così ſpiacevole e ca
pace di produrre la più grande agitazione negli umori
in viſta del carattere d ' acrimonia che gli oli acquiſtano
in queſta operazione . Si oſſerverà ancora che le dofi e
le facoltà di ciaſcuno di queſti balſami di ſolfo differi
ſcono e dipendono dall'olio che ſervì alla loro prepara
zione .
Sperimento XVI.

SOLUZIONE DEL PIOMBO IN UN OLIO PINGUE .

Si mettono a cuocere in un catino di rame con


dell'acqua parti eguali d'olio e di ceruſă di Venezia
finchè queſta ſembri totalmente diſciolta , e che alcune
gocce del liquore verſate nell'acqua e impaſtaté fra le
dita , non vi reſtino aderenti . Quando lo vuole avere
un empiaſtro ben bianco , biſogna ſempre mantenervi
nel tempo della cottura una certa quantità d'acqua .
RIFLESSIONI,

Gli olj pingui divengono denſi ſoggiornando nel


piombo ; il che prova che la ſola digeſtione baita a di
ſciogliervelo. Da ciò che ô detto al S. 49. li vede che
la cottura accelera queſta ſoluzione . Se fi fa ſoffrire
troppo calore all'olio, il color bianco che ſi deſidera fi
perde , S. 60.
Si agita per del tempo l'olio e la calce di piombo
in un calor mite ; quelto ſi accreſce in ſeguito , e vi ſi
aggiunge l'acqua ; biſogna aver cura allora ch'ella non
veaga a mancare , e rimetterne miſura che ſi ſvapo .
finchè la foluzione è fatta . In queſta maniera la
ceruſa ſi trova ſempre in movimento coll'olio e prova
il grado di calor neceſſario alla ſua ſoluzione , ſenza che
queſto grado ſia troppo accreſciuto ; perchè la ſperienza 1
c'inſegna ch' eſſa non ſi altera nell' acqua bollente . Pare
ſecondo Celſo (a ) che gli antichi abbiano conoſciuto
que

(a) L. 5. , G. 19.9 n. 24.


SOLUZIONE . IOI

queſto proceſſo . Quando l'olio comincia a agire ſul


piombo , ſi ſollevano delle groſſe bolle e il liquor ſi ri
gonfia . Queſto effetto è prodotto dall'aria e dall'acqua ,
che così rarefatte trovano difficilmente lo sfogo . L'odor
del ſapone che ſi ſparge nell'atto di queſto lavoro , me
riterebbe d'eſſere elaminato con la più grande attenzione .
Segue da cid che noi abbiamo veduto che ſiccome
il piombo produce dei pericoloſiffimi effetti per piccola
quantità che ne entri nel corpo umano , egli è un uſo
funeſtiſſimo il conſervare degli olj per eſpreſſione in
valetti di piombo , dopo cid che è ſtato fatto oſſervare
a queſto propoſito , da Giuſti ( a ) . Non ſi debbono avere
delle batterie di cucina di ſtagno ; perchè in queſto caſo
cſſo à ſempre della lega di piombo . L'uſo altresì dei
coſmetici compoſti di queſta ſoſtanza metallica è perni
cioliſſimo alla ſanità . Si giudichi dunque quanto è dan
noſa la falſificazion degli oli di rape e di lino , ai quali
ſi aggiunge del piombo per ſoſtituirli all'olio d'oliva
Si deſcrive queſto artificio nelle Raccolte di Breslavia (6 ) ,
e cominciò a introdurſi in Parigi per teſtimonianza di
Reaumur . Neumann (c) s'è oppoſto con molto fonda
mento a queſto metodo pernicioſo .

FACOLTA ' .

Celſo nel luogo citato deſcriſſe queſta preparazione


ſotto il nome di emplaftrum elephantinum , e d'empia
ftro bianco ; egli aggiunge all'uno e all'altro della cera ;
G 3 quindi

(a ) Opere Chimiche, p. I. , p . 94.


Ci ſono in Champagne dei terreni molto aridi, che per altro sono
tutti coperti di papavero bianco . Si cava dal ſeme di queſta pianta
una grandiſima quantità d'olio che ſi chiama nel commercio olio
d'oeillet ; anche queſto è uno di quelli che ſi soſtituiſcono all' olia
d'ulivo. Non è necesſario d' infiftere fui cattivi effetti che pud
produrre una fisnile soſtituzione .
In quanto al piombo che ſi aggiugne a queſta ſpecie d' olj , ke fa
cið verifimilmente con l'intenzione di produrvi il medefimo effetto
che nel vino , cioè di raddolcirli ; il che nell' uno e nell' altro caso
accade per la ſoluzione del piombo nell'acido di queſte soſtanze.
Saggio 31. , P_ 208.
Melanges de Berlin ; t. 4. , p. 321.
1 @: SOLUZIONE .

quindi la ceruſa vi entra in troppa piccola quantità pro


porzionalmente all'olio . Molti empiaſtri di varie ſpecie
ebbero il loro nome dalla loro bianchezza , come ſi vede
in Galeno (a) . Preſentemente la ſoluzion della cerula ,
di cui ô deſcritto la preparazione , prende il nome d'em
piaſtro bianco .
Queito rimedio è diſeccante e aſtringente : s'ado
pera per le crepature . Applicato ſulle mammelle vi ri
ſolve il latte che vi riſtagna ; e nelle ferite è cicatriz
zante.
Sperimento XVII.

A M A LG A M A.

Io parlerd in ſeguito dei metalli che s'uniſcono ,


difficiliflimamente col mercurio . Per cid che riguarda
gli altri che più facilmente contraggono unione con eſſo ,
li battono in lamine, o ſi prendono ridotti in polvere ,
oppure precipitati dal loro menſtruo ; ſi triturano con
del mercurio finchè il metallo ne ſia ben penetrato , e
finchè queſta miſtura ſembri bene omogenea. La ſua
conſiſtenza è più o meno molle ſecondo la quantità di
mercurio che ſervì all'operazione. Si può ad arbitrio
aggiugnere del mercurio all' amalgama per renderlo flui
do, o ſepararnelo con la pelle di camozza per renderlo
più conſiſtente .
Queſta manipolazione baſta per unir il mercurio
all'oro , al piombo , allo ſtagno , all'argento e allo zinco .
1 rame altresì precipitato da una ſoluzione con un me
tallo * , o ridotto in laſtre, può amalgamarſi col mer
curio

(a ) De Medicament. conip. ſecundum genera, 1.,I., c. 16. & feqq.


* Il rame precipitato con un alkali fillo , un alkali volatile , o una
terra a ſorbente ſi cangia in una calce che à perduto il suo Splena
dor metallico : ello per lo contrario lo mantiene , quando queſta
precipitazione si fa con un altro metallo , come per eſempio col:
ferro ; queſt'ultima circoſtanza rende la calce di rame capace
& amalgamarſi col mercurio . Il medeſimo accade alle calci doro
e d'argento e accalirebbe altresì a tutt' i metalli , se poteſſero
Separarſi dai loro menſtrui, colle stello vantaggio .
SOLUZIONE . 103
curio con una lunga triturazione . Queſta unione è ben
più pronta , quando ſi affunde il mercurio al rame in
limatura ; e quando queſta operazione ſi fa fotro l' acqua
bollente rela più arriva con un continuo movimento .
11 biſmuto ſi fonde , per amalgamarlo col mercurio ;
dal che ſi ſollecita la loro unione . Il regolo d'antimo
nio Gi fonde e ſi verfa nell'acqua bollente , ſotto la
quale fi ritrova il mercurio . Anche la limatura di ferro
è laſcettibile d'unione col mercurio , quando ſe ne fa
l' amalgama in un'acqua che tenga diſciolto un poco
di vetricolo di ferro . Se ſi ſminuzza lungo tempo un '
amalgama nell'acqua, ſe ne fepara una polvere nera che
contiene del mercurio , e alcune parti del metallo , ch'
eflo teneva in ſoluzione . Non tutti gli anialgami pro
cedono di pari paſſo a queſto riguardo . Ve n ' â che
· colla lavatura nell'acqua ſi diſciolgono intieramente ; al
tri dopo una lavatura più lunga laiciano l'acqua traſpa
rente . Se cið non oſtante queſta manipolazione s'accre
ſce ancora , in termine d'alcuni giorni, maſline coll'
ajuto del calore , queſti medefimi amalgami che foiten
nero la triturazione ſenza ſcomporſi, nell' acqua fi can
giảno in una polvere nerà .
Nel numero delle ſoluzioni delle quali ô parlato ,
te n' à che laſciano dopo un certo ſpazio di tempo ſcap
pate il metallo che tenevano diſciolto : queſto merallo
ſi cangia in una polvete che ricopre il reto dell 'amal
gamna in forma d'una pellicola . Queſto effetto fi pro
duce molto più prontamente col Toccorſo del caldo .
Alcuni di queſti amalgámi preſentano un fenomeno cu
rioſo ” , il quale & frutto d'un lavoro tediofiffimo , ecco
come vi ſi procede . Si eſpongono per molte ſettimane
a un fuoco che fi accreſce inferibilmente dal primo gra
do al più vivo che poſſa ricevere un bagno d'arena :
vi ſi formano allora delle belle vegetazioni metalliche ,
Bilogra aver molta cura che il calore non li diminuiſca
mai nel tempo di queſta operazione. Becher (a) , Helting
G4 e Car .

( a ) Concordatža Chimica , párt. 3. ri, 356

r
10+ SOLUZIONE .
e Cardilucio dopo Juncken (a) danno in iſtile alchimico
la defcrizione di queſto fenomeno prodotto dall 'amalga
ma dell'oro e dell' argento . Queſto proceílo è ben più
chiaramente enunziato da Homberg ( b) . Io 8.veduto
alcune volte elevarſi di queſti ramuſcelli metallici in un'
amalgama di rame meſſo in digeſtione . Queſto genere
di vegetazione è più bizzarro e più piacevole di que'
che dipendono principalmente dalla criſtallizzazione , e
de' quali i primi che parlarono , furono Baſilio Valen
tino (c) e Eckard di Sulzbach (d) .

RIFLESSIONI .

In queſta operazione il mercurio s'uniſce , e riceve


la ſoſtanza metallica in maniera da formare inſieme una
mala omogenea all'occhio . L'effetto di queſto lavoro
è dunque una vera ſoluzione , S. 44.; e le li dà il nome
d ' amalgama . Queſto vocabolo è ſtato introdotto dagli
Alchimiſti dell'età media , e trae la ſua origine , da
malgama o da ama e da gamein . Egli è facile arguire
da queſto genere di ſoluzione alle affinità che à il mer
curio coi diverſi metalli , J. 48.
1
Geber ( e) ci à traſmeſſo con molta eſattezza le
maniere d'amalgamare i metalli che s'uniſcono più dif
ficilmente degli altri col mercurio . Facendovi attenzio
ne ſi vedrà che quelte operazioni particolari ſi riferiſco
no a ciò ch' io o detto S. 49. intorno a cid che riguarda
e che ſollecita le ſoluzioni in genere . Non unendoſi il
mercurio a un metallo fe non per una reciproca affini
tà , fi vede evidentemente perchè un metallo coperto di
materie pingui tanto difficilmente s'amalgama. Biſogna
dun

(a) Chimica ſperimentale , ſez. 5. , C. 1. , p. 270 .


b) Mem. de l' Acad. R. des Sc. , 1710. , p. 427.
(c) Opere Chimiche , p . 850. e ſegg.
idl Teatro Chimico , t. 4. , p . 1007...
e ) Della perfezione del magiſtero , in latino ; e ſi trova in franc.
nella Raccolta del 1741. di Giovanni Mangin di Richebourg ,
to I. , c. 30. , p. 156.
SOLUZIONE . ios
.
dunque ſubito mondarlo o paſſarlo ſul fuoco per diſtrug .
gere le eterogeneità che s'oppongono all' amalgamazione .
La ſperienza prova ancora , che quando i metalli fono
uniti all' aikali nllo , non s' uniſcono al mercurio ; lo
ſteſſo avviene di quelli che ſono privati di flogiſto , ſenza
il quale i metalli non conſervazio la loro forma metallica .
In quanto alla polvere nera che ſi ſepara colla la
vatura dell'amalgama, quelli che vorranno eſaminarla
colla diſtillazione e colla riduzione , non vi ſcorgeranno ,
come 8 detto qui ſopra , alcun fenomeno particolare .
L'inclinazione di Borrichio ( a ) all'alchimia lo ingannd
ſu queſto punto a ſegno di credere che queſta foltanza
conteneva il principio del metallo , e di partecipare dell'
opinione d'Oliandro , come ſi può vedere in Junckero (6) .
Biſogna ancora far oſſervare che il primo che abbia dato
il miglior proceſſo per unire il regolo d'antimonio al
mercurio e per fare l'amalgama di ferro e d'arſenico (c) ,
fu Henckel ( d) .
Uso .

L'amalgama non â il ſolo fine d'eſaminare la affi


nità relativa di ciaſcun de metalli col mercurio , come
s' è qui ſopra veduto ; ma eſſo à degli altri vantaggi ,
e anche molto eſteſ per rapporto alle arti . Queſto è il
mezzo più efficace e meno diſpendioſo di tutti , can
cui

(a) Sageſſe d'Hermes , des Egyptiens & des Chymiftes vengée ,


p. 409.
Elem, di Chim.
Note ſul libro di Refpour , intitolato : Sperimenti rari Sullo
Spirito minerale , p. 296. e 297.
(d ) Appropriazione .
Il metodo d' eſtrarre con l' amalgama l'oro e l'argento dalle zolle
che li contengono , è ſenza oppoſizione il più uſitato ; ma ello de
lungo e nojoſo ; per altra parte una porzion di inercurio ſi terrin
fica e va aſſolutamente perduto ; di più non fi cava mai tutto il
fino ch' effe contengono . Un mezzo più brevee più lucroso è quels
lo , con cui queſte terre ſi aitrificano. Il Sig . de la Corbiere
direttore del raffinamento della inoneta lo adopera a preferenza
ne' ſuoi lavori in grande ; egli v adopera il litargirio della fusa
fione , dal quale ſiformano delle verghe di piomboche contengono
tutto il fino
106 SOLUZIONE .
cui s'arriva a ſeparare i metalli nobili dalle arene , dalle
pietre e dalle eterogeneità , con le quali ſi trovano uniti .
Plinio (a) à ſcritto qualche coſa di queſto lavoro , ma
que' che me deſcriſſero la manipolazione con la maggiore
eſattezza , ſono Schlütter ( b ) , e il celebre Cramer (c ) .
Oltre queſte proprietà l'amalgama à quella di co
prire i metalli con altri metalli . Geber ( d ) ne parld
egualmente che Gottifredo Auguſto Hofmann (e) che
tratta queſto proceſſo con molta eſattezza . Giuſti
parlando della indoratura dà con ragione il parere d'amal
gamare il mercurio con una calce d'oro precipitata dall'
acqua regia , col mezzo del vitriuolo di rame. Dal non
contrarre che difficiliſſimamente unione col mercurio il
regolo d'antimonio , Sthal ( 3 ) ne conclude , che col mez
zo del mercurio li pud faciliſſimamente ſeparare quel re
golo femimetallico , quando ſi trova unito coi me ?
che s'amalgamano facilmente . Queſto medeſimo Chimi. 1
co inſegna che ſi pud coll' amalgama ſeparare dal tom .
baco e dall'ottone l'arſenico e la pietra calaminare ( b) .
Io ô detto che ſi poteva ad arbitrio ſtendere l'amal
gama in una maggior quantità di mercurio . A tenore
1 di cid è facile vedere, ſopra che ſi fondi l'impoſtura de
gli Alchimiſti che per la pietra filoſofica vantano del
mercurio in cui elfi ſciolgono de'prezioſi metalli . L'amala
gama altronde ſerve a ridurre in polvere tutt' i corpi
metallici . Se ne ſepara poi il mercurio col mezzo del
calore . La loro aggregazione è talmente rotta dall'amal.
gama , che reſtano ſotto la forma d'una polvere ; quin
di è che gli Alchimiſti danno a queſta operazione il no
me d'incenerazione. L'uſo importante dell ' unione del
mercurio collo ſtagno , è conoſciuto nella preparazion
degli
(a ) Hift. nat. , I. 33. , C. 4.
b) Della fuſion delle miniere , c. 38., t. 2. in franc., p. 231 .
(c ) Elementi di docimaftica , p. 2., proc. 22. e 23.
(d ) Somma della perfezion del magiſtero .
e ) Il Fabbricatore Chimico , 1753. , e nella ſua Chimica , 1957 ,
(F ) Opere Chimiche , p. 2. ? p. 113.
( 5) Trecento off . , p. 291.
( b) ibid. $. 292. e 293.
SOLUZIONE : 107

6 degli ſpecchi. V'è un Trattato (a ) che inſegna che il


rame diviene aurifero con l'amalgama ; e io l'8 alcune
2 volte provato . Io taccio quegli uli fublimi che gli Al
chimiſti aſpettano dall' amalgama non vedendo bene in
che eſſi conſiſtano . lo fard notare per ultimo la oller
vazione fatta dal Sig. di Motany ( ó ) a propolito dell '
amalgama. Egli à provato che coll' amalgamazione Gi
poteva togliere e riſtituire la forma metallica all'oro che
à fervito a indorare i legni .

CAPO QUINTO .

ESTRAZIONE .

LXI.

I chiama eſtrazione l'operazione , con cui ua menſtruo


applicato a un corpo attacca folamente alcune delle di
lui parti ſenza diſcioglierlo intieramente . Con l'eſtrazione
ſi fa una perfetta ſoluzione della parte eſtratta . Si ſcor
ge per conſeguenza che queſto lavoro è fondato lui me
deſimi principi della ſoluzione , e che gli antecci e le
manipolazioni ne ſono preſlo a poco le medeſime; da
queſta operazione riſulta ancora una ſoluzion radicale ;
li pud con queſto mezzo rendere atto a molti uli un
medeſimo corpo naturale .

S. LXII.

Si danno varj nomi ai menftrui che ſervono a far


l'eſtrazione ſecondo la loro natura , il grado di coaden
lamento dove ſi riducono con l'evaporazione , e la fpe
cie di ſoſtanza che è eſtratta . Gli Autori adoperarono
ſenz' alcuna preciſione queſte diverſe denominazioni ; e
le

(a) Libro anonimo , intitolato : Le tre meraviglie 9 o i tre parti


colari , 1753. Queſto Trattato che è di Orlchali ſi trova nella
Raccolta delle ſue opere tradotte in franc.
(b) Mem. foreſtiere preſentate all'Accad ., t. 2. , p. 565.
NE
AZIO
108 ESTR .
le preparazioni che troviamo da loro deſcritte , non pof
ſono riferirviſi tutte . Gli Autori della buona latinità
chiamano lixiviuin la ſoluzione fatta con l'acqua del fal
delle ceneri vegetabili. Queſta parola latina viene da
lix che fignificava cenere preſſo gli antichi Romani . Gli
Autori moderni ſi ſervono di queſta eſpreſſione in tutt'
i caſi dove fanno col mezzo dell'acqua l'eſtrazione delle
ſoſtanze faline contenute nei corpi . Dopo il ſediceſimo
fecolo noi non prendiamo il ſignificato di tintura e di
ellenza nel medeſimo ſenſo che lo adoperava l'alchimia
e la pura latinità . Noi chiamiamo tintura un'acqua o
un liquore ſpiritoſo colorito dalle parti che à eſtratte ,
in così piccola quantità però da niente perdere della ſua
fluidità . Le preparazioni che noi preſentemente chia
miamo tinture , fi nominavano eflenze nelle farmacie
del ſecolo precedente , come fu provato da Alberti e
Sleverts (a ) . Ma ſe fi voleſſe conſervare il nome d'ellen
za , benchè ſia molto inutile l'aver due parole per di
notare una ſola e medeſima coſa , ſi potrebbe aſſoluta.
mente darlo alle cinture che ſono più cariche per la
quantità de' principj ch' eſſe ânno eltratto Il nome
d'elixir è inteſo in varie maniere preſſo gli Arabi , gli
Alchimiſti e i Moderni . Gli ultimi intendono per elixir
un menſtruo che a maggior conſiſtenza delle ticture e
delle effenze , ſia per la ſua natura particolare , ſia per
la quantità delle ſoſtanze ch'ello à eitratte Si dà il
nome

(a ) Delle Eſſenzeofficinali; Halla , 1734.


Generalmente non ſi può formarſi una giuſta idea della natura
e della compoſizion d' un rimedio per la sua denominazione ; tanto
è grande l'abuſo de termini . Per eſempio dalla definizione defo
Senza che da qui il Sig. Spielmann , pare che non ſi dovrebbero
comprendere ſotto il nome d'eſſenza che delle tinture più denſe
per la quantità de' principj che anno eſtratto . Ma queſto noine
Ji dà agli oli eſenziali , a dei liquori Spiritoſ , carichi per la di.
Stillazione del principio volatile delle piante , a delle tinture ,
alle quali s'aggiungono dopo delle nuove soſtanze che accreſcono
la loro conſiſtenza . Finalmente s' applica queſto nome a molte al
tre preparazioni che differiſcono totalmente fra loro .
** Cid che ſi è detto delle tinture , può applicarſi agli elixir : fi
confondono con queſto nome molti rimedj , la preparazione de' quali
non corriſponde alla definizione che ne dà qui il Sig. Spielmann •
ESTRAZIONE . 109
nome di Sapa , e ſecondo la denominazione arabica , il
nome di Rob a un menftruo acquoſo o vinoſo che a
fervito a eſtrarre una ſoſtanza , e che ſi ſvapora finchè
efla abbia preſo la conliſtenza che prende il molto ri
dotto a un terzo . Generalmente queſto vocabolo ſi ap
plica ſolo all'eſtratto del ſugo dei frutti eſtivi . Se lo
ſvaporamento s' inoltra in maniera che la materia non
reſti più attaccata alle dita , allora ſi chiama eſtratto gora
moſo , ſe ſi fa col mezzo dell'acqua ; e eſtratto Spiritoſo
le ſi fa col mezzo dello ſpirito di vino .

9. LXIII.

Biſogna depurare diligentemente i ſughi dei vege


tabili prima di ridurli in eſtratto ; perchè eſſi ſi trovano
carichi d'una porzione delle parti ſolide della pianta ,
d'una grande quantità di mucilagine e di molte etero
geneità (premute inſieme dalla violenza del torchio ; per
lo contrario il ſugo non dee conſervare che le parti
gommoſe e relinoſe che ſi trovano ſoſpeſe nel contenuto
dai vali delle piante , e cutto ciò di attivo generalmente
che il vegetabile conteneva .

Sperimento XVIII.

FARE CON L'ACQUA L'ESTRATTO D'UNA PIANTA .

Si fa cuocere nell' acqua per un tempo ſufficiente


il vegetabile , di cui ſi vuol fare l'eſtratto . Si ſepara
queſt' acqua ; ſe ne rimette di nuova , e ſi continua così,
finchè la pianta non comunichi più nè colore , ne odore
alle ultime decozioni. Si riuniſcono tutti queſti liquori
per farii (vaporare con un calor mite . Quando prefero
la conliſtenza d'un ſiroppo non ſi deſiſte dall' agitar la
materia . Si termina lo ſvaporamento quando l'eſtratto
non reſta più attaccato alle dita e quando ſe ne poſſono
far delle pilole : oppure ſe ne diftende uno ſtrato molto
ſortile , quando à ſolamente la conſiſtenza di ſiroppo ,
fu dei fondi larghi e piatti ; e fi fa diſeccare al ſole a
col
TIO ESTRAZIONE .
col calore del bagno maria , per levarnelo poi ſotto la
forma di fottili e lucide fcaglie .
Col primo proceſſo ficava da un'oncia di fiori
d'acacia una mezz'oncia di eſtratto amaro : un fimile
peſo d'agarico ' ne rende quattro ſcrupoli ; , d' arnica cin
que dramme ; di chryſoſplenium tre dramme e mezza ;
altrettanto ſe ne cava dalla cicuta . Da un'oncia di
guajaco ſi ottiene mezża dramma d'un eſtratto , il cui
Japore e odore s'affomiglia a quello del balſamo del
Perù . Il rabarbarov rende metà del ſuo peſo d'eſtratto :
un' oncia della radice di ſeneca ne rende due dramme ,
e il verbaſco cinque . L'ultimo proceſſo , con cui ſi vede
bene , che fi ottiene meno d'eſtratto per ragione della
ficcità e della natura delle ſoſtanze che ſi trattano , non
rende che tre drarme per ogni oncia d'aſſenzio : dae
dramme le due ferupoli per ogni oncia di fiori d'acqui
legia lilvettre : due dramme dal lycoperdon ; due fcrupoli
dal boletus cervinas ; due dramme dal crepitus lupi : al
trectante dalla ſcorza di caſcarilla : tre dramme da quella
di chisa , e due e mezza dalle bacche di ebolo .

1 RIFLESSIONI.

Non c'è perfona che non confideri come eſaufta


ogni pianta che nell'ultima decozione laſcia inſipida
l'acqua. A miſára che ſi fvapora l'acqua carica delle
il
foſtanze eſtratte dal vegetabile , queſte fi riuniſcono
liquor fi condenſa , e quando l'acqua che a ſervito a
eſtrarre , è tutta ſvaporata , non vi reſtano più che le
parti della pianta riunite fotto una confiitenza tenace
ſenza eſſere però aderente alle dita . Quanto più le parti
dell' eſtratto fi avvicinano per l'evaporazione , tanto più
difficilmente le ultime porzioni d'acqua fi riducono in
vapori ; quindi biſogna accrefcere il grado di calore ;
onde viene che gli eſtratti preparati nella maniera ordi
Naria fono ſpeſſo alterati dal fuoco e ânno un color nero .
Biſogna fempre preferire il ſecondo mezzo che io
é indicato , Queſto è ſtato pubblicato nel 1736. dal 1
Conte de la Garaie , e di trova chiaramente enunciato
nella
ESTRAZIONE . III

nella ſua Chymie hydraulique (a ) ; e il Sig. Geoffroi lo


aveva inferito nelle Memorie dell' Accad. R. delle Scien
ze (6 ) . Quando la conſiſtenza che il liquore â acquiſtato
per lofvaporamento inpediſce che le ultime porzioni
d'acqua pollano abbandonar facilmente la malla , il Conte
de la Garaie conſiglia di diſtribuire il liquore fu dei
tondi, l'orlo de' quali ſia, poco rilevatoi. In queſto ſtato
un mediocre calore baita per diſſipare la piccola porzio
ne di acqua che reſta ; e non ſi va a pericolo di ſcom
porre l'eltratto . Efendo queſto libere da quella ſovrab
bondanza d'acqua ſi trova diſeccato ſulla ſuperficie del
tondo in una crofta leggera , fortile , liſcia e lucida . La
maniera di fare queſte preparazioni , il loro colore , il
loro fapore , & , le fi yuole , la diſtillazione, provano ad
evidenza che queſti irragionevolmente paſſano per veri
ſali ; e Geoffroi che a tutto, diligentemente eſaminato ,
non avrebbe potuto negare che le decozioni non Giang
opportune per riſparmiar la ſpela e la noja che porta
feco la triturazione raccomandata dal Conte de la Garaje
Biſogna ancora oflervare per riguardo alla noſtra
operazione , che tutt' i vegetabili contengono una macho
Jagine , in ragione e proporzion della quale la reſina Si
trova ſoſpeſa nell' acqua ; onde è che ne reſta ſempre
unito un poco agli eſtratti acquoli . Ma fi pud feparar
nela con lo ſpirito di vino . Dopo cid fi conoſce , che
io vano ſi ricercherebbero in un eſtratto le parti vola ,
gili dei vegetabili ; e ſi ſcorge quanto -fja elſeaziale nell'
analia chimica queſta operazione s
FA

( 6 ) Stampata nel 1745: € , 1746.


( 6) A !!!). 1738 , p . 193:
* La frienza non è favorevole a queſto ſentimento . L' eſtratto che
ſi ottiene dalle piante colla triturazione , differiſce e ſenzialmente
da quello , che q cavg colla decozione, Prendiamo per cſempio la
China : l'eſtratto che ſe ne fil con la triturazione o cor le join
plici infufioni , è lucido e diufuno . All oppoſto quello che rende
la decozjone non fa nè lo splendore , nè la traſparenza del primo,
e tira a 141 rollo -bruno. ofcuro ; il che viene , cred io , di una
porzione di parenchima ella corteccie o da un principió torres
di cui ſi cutive la legozione , & cbe intorbida la traſparenza della
parte intoja e refinofa .
112 ESTRAZIONE .

F A COLTA'.

Egli è evidente che il Medico dee nella ſua pratica


trarre dei grandi vantaggi da un' operazione , per la
quale ſi trovano feparati dalla loro ſoſtanza terrea i
principi attivi delle piante che allora ſono totalmente
ſpogliate d'ogni facoltà . Poſſédendo aſſai fovente le parti
gommoſe delle facoltà diverſillime dalle parti reſinoſe
ſe ne può trarre profitto eſtraendo le une o le altre ad
arbitrio .

Sperimento XIX

CAVARE LA MUCILAGINE DAI VEGETABILI .

Ci ſono delle piante che per infuſione o per bollis


tura comunicano all'acqua una grande quantità di mu
cilagine , ſenza perd colorirla molto', né renderla d'un
fapor tenſibile . Queſt' acqua ( vaporata a un certo gra
do , ſi cangia nel raffreddamento in una ſoſtanza ſemi
fluida femidiafana, é tremola che ſi chiama mucilagine .
Se ſi avanza più oltre l'evaporazione e ſi agita con af
ſiduità il liquore , eſſa fi diſecca intieramente . La ra
dice d'altea rende metà del ſuo peſo di mucilagine . Un
oncia di ſemi di cotogno ne rende tre dramme ; quella
di fienogreco due dramme e due ſcrupoli ; la radice di
giglio bianco , una dramma ; il ſeme di lino , quattro
ſcrupoli ; la radice di malva , due dramme . Si cavano
due dramme e due ſcrupoli di mucilagine fecca dalla
sadice di vigillum Salomonis , la quale è in alto grado
zuccherata ; il ſalep , oſſia orchis Satyrion non ae rende
che due dramme .

R I F L ESSIONI .

Tutte le piante generalmente contengono una mu


cilagine . La loro nutrizione però dipende ancora d'al
tre cauſe ; perchè vi ſono molti vegetabili , nei quali
le parti oleoſe e gli altri principi coſtitutivi ſi trovano
per
ESTRAZIONE . 113
per la particolare ſtruttura della pianta uniti con la mu
cilagine . In quell' ultima circoſtanza avviene che l'ac
qua ſciogliendo queſta miſtura di principi , gli riuniſce
ſotto la forma d'eſtratto . Delle piante d'una ſeconda
ſpecie contengono una mucilagine più pura , e che ſi cava
mediante l'acqua ſotto una forma più naturale ; muci
lagine , che differiſce in colore e in conſiſtenza ſecondo
la ſpecie e la ſtructura propria della pianta onde ſi cava .
Quando ſe n'è ſeparata la mucilagine , ſi veggono ca
dere in polvere le parti ſolide dei vegetabili ; il che
moſtra evidentemente che la mucilagine ſerve di vincolo
alle parti terreſtri delle piante , e coſtituiſce la loro fibra ,
Efla contiene altresì il ſale eſſenziale , perchè il calore
o il ripoſo le fanno prendere un odor acido . Queſta
Storia delle mucilagini dà lume a quella delle gomme
che ſcolano dai vegetabili .
Noi veggiamo che gli eſtratti egualmente che le
mucilagini attraggono l'umidità dell'aria , quando ſono
diſeccati . Queſto procede dalla natura della pianta , dalla
maniera , con cui si fanno queſte preparazioni , e final
mente dalla diſpoſizione che à la terra della mucilagine
d'aſſorbire l'umidità .

F A COLTA' .

Le mucilagini preſe interiormente o applicate come


topici ſono addolcenti e rilaſſanti ; così che s'adoperano
con effetto nelle malattie cagionate da acrimonia o da
eretiſmo ; quando il loro acido fi diſpiega nello ſtoma
co , allora eſſe ânno la facoltà refrigerante . Il rapporto
che ſi vede fra la mucilagine e la gelatina , l'analiſi
dei ſemi farinoſi e di tutti vegetabili in genere che
fervono alla nutrizion degli animali , provano che la
mucilagine è il principio della nutrizion nelle piante ;
principio che con queſto Sperimento noi ſiamo padroni
di ſeparare , e che ci mette in iſtato di determinare in
quale maniera ciaſcun legume contribuiſce al nostro oq
trimento .

Tom . I. H Spec
114 ESTRAZIONE .

Sperimento XX.
1
ū ESTRARRE LA GELATINA DALLE SOSTANZE
1 ANIMALI ,

Non v'è parte ſolida negli animali che trattata col


metodo deſcritto negli Sperimenti 18. e 19. non renda
l'acqua viſcoſa . Si ſvapora quell' acqua , finchè alcune
gocce portate al freſco vi prendono una conſiſtenza preſſo
a poco ſimile , ma più denſa di quella della mucilagine .
Se li continua a ſvaporar quelta gelatina a un calor
mite , agitandola ſenza ripolo , eſſa prende il nome di
gelatina ſecca . Noi abbiamo preſo un' oncia di ciaſcuna
delle ſoſtanze ſeguenti , e abbiamo cavato di gelatina
ſecca da un piede d'alce uno ſcrupolo , dai denti di ci
gnale , due ſcrupoli ; dal corno di cervo , cinque ſcru
poli ; dall' avorio , due ; dai denti di cavallo marino , due
e mezzo ; dalle mandibole di luccio due ; dai cento
piedi vivi , mezza dramma ; altrettanto dalla vipera : il
Iiocorno ne reſe ſolamente trentadue grani . La gelatina
dei centopiedi à un odor naufeoſo ; quella delle mandi
bole di luccio è tanto tenace che diſpicca lo ſmalto del
tondo di majolica .

RIFLESSIONI ,

Si cava della gelatina da tutte le parti ſolide degli


animali ; ve n'à anche nel ſangue e nel ſiero , ſecondo
gli ſperimenti dei fiſiologi, e maſſime di Gaubio (a ) :
egli è dunque evidente ch'ella coſtituiſce ficcome prin
cipio le parti dell'animale ; così che le offa anche le
più dure ſi riducono in polvere , quando ſono ſpogliate
di gelatina . Queſto Sperimento è conoſciuto in farmacia
ſotto il nome di preparazion filoſofica , ed è ancora co
noſciuto per l'operazione di Papinio (6 ) ; e ci prova
che

Inſtit. pathol. S. 334. & feqq.


Maniera d'aminollire le olla .
62

I
ESTRAZIONE . 115 ,
che la gelatina lega fra di loro le parti terreſtri per co.
ftituire la fibra animale. Queſto Sperimento , per mezzo
del quale ſi vede che la gelatina pud pallare per vari
gradi di tenacità , ſparge molta luce ſul meccaniſmo che
converte il medeſimo umore in una dilicatiſſima mem
brana o in un oſlo folidiflimo .
Noi veggiamo che la conſiſtenza della gelatina di
pende dalla quantità dell'acqua , nella quale ella è ſciol
ta , dalla ſpecie d'animale o dalla diverſità delle parti
del medeſimo ; il che prova che non ogni gelatina è
della ſteſſa natura ; talchè biſogna dagli Sperimenti , de'
quali abbiamo parlato , dedurre delle congetture ſull'ef
fetto che ſi dee aſpettare dalla tale o tale altra parte
dell' animale , tanto per uſo medico , come per uſo d'a
limenti: Geoffroi (a ) , Beccari ( 6) e Monti (c ) ſcriſſero
delle coſe intereſſantiſſime intorno le carni animali che
debbono ſervire alla noſtra nutrizione , e al trattamento
delle noſtre malattie .
Se le mucilagini ânno minore conſiſtenza delle ge
latine , ciò accade , perchè queſte ſoffrono dagli umori
che circolano nei vali animali un'azione più forte di
quella che ſi trova nei vegetabili . Si oſſerverà finalmente
che l'arte non â ancora potuto convertire le nucilagini
in gelatine , ſebbene queſte debbano la loro origine ai
vegetabili , de' quali ſi nodriſcono gli animali, e lebbene
: fi formino ſolamente dall'organizzazione di quella , il
1
brodo non è altro che una gelatina allungata con molt
acqua .
FACOLI A '.

La gelatina non ſolamente à le facoltà medicinali


delle mucilagini 9 ma le ſupera di molto . Ella à in
grado eminente la proprietà di ſervire alla nutrizione ;
poiche , come lo provano i fiſiologi, queſta funzione di
H 2 pende

Mem . dell'Accad . R. delle Sc. , 1730. , p . 217. , 1732. , p. 17.


(b) Inſtit. Bonon. , t. 2. , p. l . , p . 95. ,
Con Beccari .
1 16 ESTRAZIONE ,
pende dalla gelatina portata nei noſtri umori . Tutte le
fpecie di colla che adoperano gli artefici , fi preparano
nella maniera ch' io Ô deſcritto ; e la loro diverſità pro
viene , come li è otiervato dalla diverſità dell'animale ,
e delle di lui parti , dalle quali ella li çaya ,
POT
Sperimento XX7.

CAVARE IL SALE CHE SI TROVA MISTO CON LE


PIETRE O CON LE TERRE METALLICHE .

Quando dopo avere eſplorata una pietra o una terra


metallica non pud accertarſi s'ella contiene del ſale , c
di quale ſpecie ello fa , la fi calcina in una torta o a
fuoco nudo : s'effa rimane infipida , li eſpone all'aria ,
Quando la mafia ſi trova coperta d'una polvere , Timile
al cotone , e che imprime fulla lingua un fapor fallo ,
ſe ne fa il liſſivio , rinnovando l'acqua , finché reſti inliz
pida , Si ſvapora fino alla pellicola ; oppure ſe è una
terra nicroſa , ſi paſſa il Villivio ſulle ceneri , Il liquore
rende dei criſtalli al diſopra de quali ſi decanta in ſe
guito per farlo criſtallizzár nyovamente . Si oſſerverà che
pafia fovente fra le prime e le feconde criſtallizzazioni
una fenfibiļillima diverGirà . Si aggiugno all'acqua madre
dei vitriyolo dell' alkali fillo o volatile ; fi mette il li .
quore à criſtallizzare ; ę rende ſpello dei criſtalli d'alu ,
me . Si oſſerva che il liſfivio che ſi fa delle terre alu
minoſe , ſpelliflimo non rende dei criſtalli , ſe non ſi a
la cura d'aggiugnergli degli aikali .

RIF Ļ ES SIONI,

Noi veggiamo per queſto Sperimento , come i via


triuoli , l'alume, il nitro , il fàl comune e ogni altra
(ale poſſono ſepararſi dalle terre , ore la natura gli naz
ſconde . Per relazione dei Naturaliti ci ſono delle piriti
che non renderebbero ne alume , ne vitriuolo 7 ſe non
ſi abilitaſſero prima in alcuna delle maniere ſopra de.
teritte ; altre per le contrario danno un indizio di ſale
anchę

2
ESTRAZIONE . 117
anche prima di ſortir dalla terra . Quindi si vede , per
che non dee farſi il ranno di queſte foſtante prima che
facciano ſulla lingua l'accennata impreſſione . Noi ſpie
gheremo in ſeguito la cauſa , per cui l'alkali è così
ipello neceffario alla formazione de criſtalli d'alume .
Per riguardo al nitro , eſſo non potrebbe rendere de' .
eriſtalli ſenza l'aggiunta dell' alkali.

Sperimentò XXI .

CONVERTIRE IL FERRO IN ACCIAJO .

Prendete delle piccole barre del miglior ferro poffi


bile , la groſſezza delle quali non ecceda due linee .
Fate una polvere che contenga del fale e del principio
inflammabile , ma che non abbia nellưo aromo d'acido
vitriolico ; ftendetene in fondo del crogiuolo uno ſtrato
della groſlezza di tre linee ; poſatevi allora le barre , e
diſponetele in maniera che vi ſiano tre linee di diſtanza
fra le loro cítremità e le pareti del crogiuolo . Biſogna
frapporre il medeſimo intervallo fra ciaſcuna di effe ;
continuate così , collocando ſtrato ſopra trato la polvere
e le barre di ferro , finchè il crogiuolo ſia pieno . Met
tetelo allora in mezzo de' carboni acceli , è regolate il
fuoco in maniera , che il ferro ſempre rovente non en
tri mai in fuſione . In fine di dieci o dodici ore , ca
vate una barra di ferro 3 e provate fe eſſa è tutta can
giata in acciajo ; quando ella non lo ſia , continuate an.
cora il fuoco per alcune ore ; eſplorate nuovamente una
delle barre , e non cavate il metallo dai fuoco , ſe non
quando ſarà incieramente convertito in acciajo : allora
gettate tutte le voſtre barre nell'acqua .
Le polveri che convertono il ferro in acciajo ſono
di varie compoſizioni. Molti artefici ne fanno dei ſe
creti . Tutte , eccetto quelle che non vagliono niente
fono compoſte delle materie, delle quali ô parlato . Si
rifletterà perd che biſogna comporre i cementi di ſo
ſtanze diverſe ſecondo la diverſità e la natura del ferro '.
Reaumur che non laſciò niente a deſiderare falla Storia
H 3 del
:
118 ESTRAZIONE .
del ferro ( a ) , raccomanda una polvere compoſta di quat
tro parti di fuligine , di due di carbone , e altrettante di
cenere , con una parte e mezza di ſal marino . Il cele
bre Cramer fa elogio d'una una polvere compoſta d'una
parte di carbone con la metà di cenere ovvero d'un'
altra compoſta di due parti di carbone e d'una di alcu
ne parti folide animali calcinate , e d'una metà di ce
neri (6) . Per me io adoperai con ſucceſſo le polveri ſe
i
guenti ; la prima compoſta di quattro parti di fuligine ,
di due di carbone e di ceneri, e d'una di ſal comune ;
la ſeconda di ſedici parti di ſangue diſeccato , di otto di
carbone , di ſei di cenere , di quattro di fal comune ; la
terza di otto parti di raſchiatura di corno di bue , di
cinque di cenere , e di quattro di carbone ; la quarta ,
di tre parti di ſoda, di cinque di carbone , e di otto di
corno raſo ; la quinta , finalmente è compoſta di tre
parti di carbone e d'una di cenere .
Ariſtotele ( c) e Plinio ( d) deſcrivono come il ferro
pud cangiarli in acciajo con la fola fuſione in mezzo de'
carboni . Cramer ( e) é Reaumur ( f ) parlano di queſto
mezzo conoſciuto dagli Antichi . Queſt'ultimo oſſervò
che un pezzo di ferro immerſo nel ferro fuſo , li cangia
in acciajo ; il qual mezzo s'approſſima a quello che
conſiglia Agricola (3) .

RIFLESSIONI .

La diverſità del ferro dall' acciaio non laſcia d' ellere


conſiderabile. Queſto è più duro e ſupera di molto tutt '
i metalli nella rigidezza . La ſua rottura preſenta un
ammalſo di granelli brillanti ; e lo ſcopo di queſta ope
ra

( a) Art de convertir le fer forgé en acier .


( 6) Elem . di Docimaft ., p. 2. , proc. 65.
Č, Meteor., I 4., c. 6 .
( d ) Hift. nat. , 1. 34. , C. 14 .
( e ) Ibid .
( f) Ibid .
(g ) Della Metallurgia , 1. 9. , p. 342.

}
ESTRAZIONE . 119
razione conſiſte nel ſomminiſtrare al ferro una grande
quantità di principio inflammabile ; talchè il cemento
dee eſſere compoſto di ſoſtanze che ne contengano co
pioſamente ; l'acciajo colla ſola ignizione pud ricangiarſi
in ferro . Da un'altra parte la proprietà che â l'acciajo
di ricevere più calore del ferro , e la mutazion di colore
ch'eſſo prova quando laſcia d' eſſere ferro , dimoſtrano il
principio accennato . Le ſoſtanze che col calore pollono
produrre un acido , ſebbene anche abbondaſſero di prin- ·
cipio inflammabile, ſono da rigettare in queſto lavoro,
potendo il ferro ſcioglierſi da tutti gli acidi. Si oſſerverá
che queſta copia di principio inflammabile non pare ch'
entri nella miſtione del ferro , ma ſolamente nell'aggre
gazione di eſlo . In fatti nella fabbrica dell'acciaio , non
vi ſi diſcioglie la miſtione del ferro ; e il ferro mallea
bile non à biſogno di fonderſi con le ſoſtanze inflam
mabili per divenire acciajo . Biſogna in queſta prepara
zione aggiugnere neceſariamente dei fali , come o dimo.
ſtrato con molti ſperimenti ; i quali fali perd non poſſa
no di loro natura agire che ſulla aggregazione del ferro.
Vi fono degli artifizj , coi quali ſi arriva a ſtrignere più
fortemente il vincolo delle parti metalliche , e ad accre
ſcere o ſminuire le qualità che diverſificano tanto l'ac
ciajo dal ferro ; di modo che ad arbitrio dell' artefice gli
acciaj acquiſtano varj gradi di durezza ; queſt' è ciò che
ſi chiama temperare . Biſogna a queſto propoſito conful
tare principalmente Reaumur (a ) e Laurêo (6) .

H4 CAPO

a ) Ibid .
Mem . di Chim. dell'Accad. di Svez. trad. franc. , t. 1. , p. 158.
120

CA PO SES TO .

FUSIONE .

S. LXIV.

do diviene fluido per mezzo del fuoco . Ma ſe fi


adoperano ſolamente i primi due gradi di calore per pro
durre queſto effetto , fi farà uſo del vocabolo liquazione.
I principj di queſta operazione ſono fondati ſul razioci
nio che la fiſica â ſtabilito intorno alla ſolidità de' cor
pi , conſiſtente in una più forte coeſione delle loro parti
e ſull'effetto che il calore produce , il quale è di dila
tare i corpi ſininuendo quella coeſione . La cauſa dell'
aggregazione ſi riferiſce all'affinità delle parti ; affinità
che varia ſecondo i corpi , e che d'altra parte non å
rapporto alla loro denſità . Egli è dunque evidente che
non ſi dee adoperare il medeſimo grado di calore per la
fuſione dei diverſi corpi , e meno poi fi dee avere ri
guardo alla loro denſità . Queſt'ultimo raziocinio è fuor
di ' dubbio nel paragone fatto dell'oro e dell'argento .
Biſogna conſultare ſu queſta operazione Muſchembroeck (a).

LXV.

L'aggregazione dei corpi ſi trova rotta dalla fulio


ne egualmente che dalla ſoluzion liquida ; eſla uniſce an
cora delle ſoſtanze di diverſe ſpecie in maniera da farne
una malla omogenea all'occhio . Quindi è che quefta
operazione preſe il nome di ſoluzion ſecca . Vi ſono
molte manipolazioni riguardo alla ſoluzion liquida che
ſono relative alla fuſione . Le ſoſtanze che promovono #
quella d'alcuni corpi che difficilmente ſi fondono , ſi
chiamano Auſo .
Vi fono dei flufli che adempiono gli offizi dei
men

(a) Introd. a la philof. nat., t. 2. S. 1530. & ſuiv .


FUSIONE . 121
menſtrui rendendo più facile la fuſione e ajutando il ca
lore a rompere l'aggregazione. Queſto è l'effetto pro
dotto ſulle terre e ſulle pietre dall' alkali fillo , dal
piombo e dal ſuo vetro , dal regolo d'antimonio , dal
borace e dall'arſenico . Vi ſono delle terre che s'ado
perago pel medeſimo uſo . ( Vedi Geber ( a ) ) . Queite
ſostanze fanno per la maggior parte te funzioni di fluſſo
a riguardo dei varj metalli , egualmente che tutti i foſſili
che laſciandoſi fondere inſieme, entrano più facilmente
in fuſione quando ſono confuſi che quando ſi fondono
ſeparatamente . La fperienza prova che eccetto il ferro
tute' i metalli quando fono ſpogliati di flogiſto ſi fon
dono difficilillimamente , eſſendo l'oro e l'argento i ſoli
che tenuti in fuſione non laſciano sfuggire il principio
inflammabile . Si vede chiaramente perchè tanto le fo
Itanze che per l'azione del fuoco li convertono in fal
alkali e laſciano ſcappare il flogiſto come il tartaro
quanto le ſoſtanze più leggiere del metatlo e ſuſcettibili
d'una fuſione tenace , che perciò ricoprono il metallo nell'
atto della fuſione , e impediſcono lo ſvaporamento del
principio inflammabile, fanno le parti di Auſlo a riguar
do dei metalli imperfetti . Con queſte intenzioni s'ada
pera come 'Aullo il vetro , il fiele di vetro le terre
vitreſcibili e le ſcorie difficili a fonderſi .
). LXVI.

(a) Nella ſua Soima , lib . 3. , . c. 9. , p . 132. , in latino ; e in


franc t . 1. della Raccolta del 1741. , C. 10. , p . 286.
1
* Non biſogna conſiderare relativamente a queſte oper.:zioni onni
nainente il fiele di vetro Sotto il medeſimo aſpetto che ſi conſide
rano il vetro e le terre vitreſcibili . Queſte ultime soſtanze non
producono altro effetto che di ricoprire ilmetallo in fuſione ; inc
il fiele di vetro fa un offizio ben diverfo . Per convincercene
diamo un'occhiata alla fuit compoſizione , e vedremo ch'esto è il
prodotto di molte ſpecie di Sali; quello che ne coſtituiſce la baſe, 2
è l' alkali adoperato per la fuſione del vetro , la cui cauſticità i
trova fors' anche accreſciuta dalkı porzione medefima di queſto
Sale che ſi è diſtrutta e convertita in terra . Eſo vi entra in
doſe Sufficiente , perchè la mala fia capace d' attrarre l' umiditd
dell' aria . Il sal inarino altresi entra nella compoſizione del fiele
di vetro : ello è uno dei prodotti della foda , e vi ſi trova in tanto
maggior quantità quanto più s'adopero di quella diVarek ; queſta
ne contiene molto più di quella di Francia . Queſto Sal marino

3
/

122 FUSIONE .

S. LXVI.

Non v' â corpo folido nella natura da qualunque


regno eſſo ſi prenda che non ſia in un fuoco violento
fulibile o per ſe medeſimo o per mezzo di qualche altra
ſoſtanza . Vi ſono molte terre che ſeparatamente reſiſto
no al fuoco il più violento ; e ſi chiamano refrattarie .
Se ſi aggiungono ad eſſe dei fluſſi o delle terre d'altra fpe
cie che poſſano diſcioglierle facendo un fuoco gagliardo ,
ſi fanno entrare in fuſione. ( Vedi la Lithogeognoſie del
Sig. Pott ) .
La fuſione fa cangiar natura ai corpi, la miſtione
de' quali ſi trova alterata dal fuoco . Ve n ' à altri , che
ceffando il calore di tenerli in fufione , ripigliano la loro
forma primiera . Non v'à parte folida del regno animale
o vegetabile che per la fuſione non prenda una natura
ben diverſa da quella che è particolare alle fue fibre ;
perchè entrando la terra in fuſione , biſogna adoperare
un grado di fuoco che ſcomponga il glutine , faccia ſva
porare le parti volatili , e diſtrugga gli olj e i bitumi ;
eccettuandone il ſuccino e l'ambra che cangiano natura .
I fali che ſono ſtati meſli in fufione perdono la loro
forma criſtallina raffreddandofi : queſta mutazione accade
per la perdita ch'elli fecero ) nel fuoco dell'acqua della 1
cric

poco ſoggetto a scompor fe per l'azione del fuoco , vi reſiſte nella


fufione , e viene a riunirſi alla porzion d ' alkali che non è entrata
nella compoſizione del vetro ; e ſe il Sal marino â Sofferto qualche
decompoſizione , ciò non avvenne veriſimilmente che nel formare
col frammezzo della ſua baſe la piccola porzione di ſal di Glau
ber , che entra anch' ella come terza specie nella formazione di
queſta ſoſtanza. Si posſono conſultare a queſto propoſito le erudite
Diſertazioni del Sig . Pott .
Gli artefici impiegati alla fabbrica dei criſtalli ſi Servono comu
nethente del fiel di vetro per purgarli ; io ebbi queſta notizia dal
Sig . Saint- Vincent; e non c'è niente da meravigliarſene dopo le
cognizioni che ci somminiſtra l'analiſi ſulla natura di queſto fale .
Le Scorie poſſono eſſere alcuna volta conſiderate come il fiele di
vetro , e quanto più eſe ânno un carattere ſalino , tanto meno
ânno d ' analogía con le terre vitreſcibili ,

1
FUSIONE . 123
criſtallizzazione , ma conſervano intieramente tutte le
qualità loro particolari . Ciò non ftante ſe la fuſione,
ch ' eſſi ſoffrono , è continuata lungo tenpo o ripetuta
molte volte , eſſi ſubiſcono alcuni cangiamenti . Eccetro ,
i metalli imperfetti , tutti gli altri non poſſono eſſere
alterati dalla fuſione , nè perdere il loro principio inflam ,
mabile . La ſperienza moſtra che i metalli quando ſono
viciniſſimi a fonderfi, acquiſtano una ecceſſiva rigidità :
queita oſſervazione e il fondamento d' un lavoro utililli
mo in metallurgia , e non ſi può parlarne più a propo
ſito che preſentemente .

Sperimento XXIII.

GRANELLARE .

Si verfa un metallo fuſo in una ſcattola di legno


foderata di creta , o in un vaſo di ferro , oppur anche
in un vaſo di legno pieno d'acqua ; fi pola il coperchio
della ſcattola , le ci ſerviamo di queſto mezzo , e Gi ſcuote
preſtillimamente. Se ſi fa queſta operazione nella ſecon
da maniera che abbiamo indicata , fi dimnena attraverſo
il metallo un raſtrello di ferro . Il terzo metodo conſiſte
in verſare il metallo ſopra un cilindro di legno guarnito
d'anelli o di faſcine che s'aggirano rapidamente a fior
d'acqua o più ſemplicemente lopra una granata immerſa
per metà . Si ſepara con un cribro la granellatura fina :
fi rifonde quella che ſi trova troppo grolia per granel
larla di nuovo . Per riguardo a quella che è ſtata fatta
con la ſcattola , prima di ſervirſene , la fi sfrega fra le
mani per ſepararne la creta .

RIFLESSIONI .

Quando i metalli ſono vicini alla loro fuſione , acqui


ſtano una ſorprendente rigidezza ; quando il calor ceſſa ,
cominciano a condenſarſi . Se nel momento ch' eſſi ſono
in punto di condenſarſi, fi agitano fortemente contro un
corpo folido , fi dividono in piccoliſſime parti : fi frega
con
12+ FUSIONE .

con creta l'interno della ſcattola per timore che le parti


del metallo non vi reftino attaccate : in queſta maniera
ſi può granellare folamente lo ſtagno e 'l piombo che
f fondono in un calor leggeriſſimo. Per gli altri me
talli s'adopera l'acqua , eccetto ſempre il rame. In fatti
1
con queſto proceſſo ſi correrebbe il più gran pericolo ;
perchè una goccia d'acqua gertata imprudentemente fú
queſto metalio in fuſione , eſpone l'artefice a un pericolo
immediato ; tanto è violenta l'eſploſione che ſi fa .
Nondimeno Swedenborg ( a ) infegna una maniera di cui
ſi fa uſo in Inghilterra per granellarlo col mezzo dell'
acqua . Si â cura grande di levar dal metallo la creta
che gli aderiſce ; perchè eſſa farebbe un impedimento per
la fuſione che dee ſeguire . Siccome noi veggiamo che
i metalli quando ſono ſul punto d' entrare in fuſione
ângo un carattere di ſemi-metalli, perciò appare che
queſti differiscono da quelli per una più debole aggre
gazione .
S. LXVII.

Si attenderà bene alle ſeguenti oſſervazioni intorno


la ſoluzione ſecca dei foffli .
Se ſi fondono inſieme delle ſoſtanze ſolide o terree
con delle fostanze metalliche che non ſiano private di
flogiſto , non ſi fa unione fra di effe ; il metallo come
il più peſante caſca quando è fuſo al fondo del crogi
uolo . Sa queſto principio è fondata la maniera di trat
tare le miniere metalliche tanto nella docimaſtica col
mezzo dei fluſſi , quanto nei lavori in grande , dove al
tresì

* Queſta circoſtanza diviene pericolosa allora ſolamente , quando fi


verfa il rame fuſo nell'acqua . Ma non c' è il minimo pericolo ,
quando all oppofto fi derlu acquu ſul metallo in fuſione , e che
bor ſua ſuperficie fia vicina a raffreddarfi ; il che è provato dalla
operazion del rame di primo getto ; fenomeno , la cui caufa facile
mente ſi conoſce .
( a) Traité du cuivre, p. 353 .
** Si à del rame naturalinente granellato nella cenere che ſi solleva
da queſto metallo mentre fi rafina 2 e non c'è altro a fare che qe
raccoglierla con una pelle .

1
j
FUSIONE . 125
tresì ſpeſiflimo li fa uſo dei Aufli quando il metallo fi
trova unito con delle pietre refrattarie .
Il ſolfo fi fonde nel 244.9 grado del termometro
di Fahrenheit ſecondo Muſchembroeck (a ) . Geber ( 6)
â oſſervato , e anche più elattamente Cramer ( c) , che
queſto minerale agiſce ſu tutt' i metalli , eccetto l' oro ,
in maniera da privarli della loro forma metallica .
Su quelt' affinità è fondato il riparto dell'oro nella
maniera lecca : queſta operazione confifte in ſeparare da
una grande quantità d'argento una piccoliſlima quantità
d' oro che gli foſle unita . Queſti proceſſi fono varia
mente deſcritti in Ercker ( d) , Schlütter (e ), Cramer ( f ) ,
Eller (8 ) , Salchow ( b ) , e Giufti (i) . Il fine di queſto
lavoro è di cogliere all'argento la ſua forma metallica
col mezzo del ſolfo ; quindi trovando l' oro diſperſo nel
metallo in particole ſommamente diviſe , gli ſi aggiu
gne una loitanza che lo riuniſce e lo porta ſeco al fon
do del crogiuolo ; . fottanza che in ſeguito abbandona
l'oro ch'eſſa aveva precipitato , per, unirli al ſolfo e fer
pararlo dall'argento . Il folfo follecita la fuſion de' me
talli ai quali è unito , eccetto lo ſtagno e il piombo .
Ello priva aſſolutamente di duttilità tutt' i metalli ,
eccetto l'argento , Fra tutte le ſoſtanze metalliche , il
ferro è quello , a cụi il ſolfo ſta attaccato più tenace
mente .
Tutte le ſpecie di terre, e maſſime l'alkali fillo ,
diſpongono l'arſenico a foltenere un più gran fuoco .
Ello s' uniſce a tutt' i metalli , li rende fragili , e li
priva della loro forma metallica , quando vi ſi trova in
troppa

( a ) Introd. a la phil. nat. S. 1535 .


k) Vedi la ſua Sumına , l. 1., c. 13., p. 39,, in latino ; e in franç,
t. 1. della Raccolta del 1741. , c. 28., P: IST .
(c) Elem . ' di Docimaft. , t. 1., p. 240 della trad . franc,
( ) Trattato dei Saggi , l. 2.
( e ) Trattato dei Saggi ; oppure t. I. della trad. franc,
f ) Elem. di Docimnaſt . , part. 2. proc. 34.
) Iſtor. dell' Accad . di Berlino , 1747. , p . 3..
( b ) Spiegazione della ſeparazione dell' oro dall' argento .
( Opere Chiiniche , 1. 158.
126 FUSIONE .
troppa quantità . Ello imbianca il ferro e il rame . Que
ſta operazione è ſtata conoſciuta da Geber ( a ) che â de
ſcritto molte maniere di preparare un metallo che s'af
ſomigliaffo all'argento . Se ne trova un'altra in Iſacco
l'Olandeſe (6 ) . Swedenborg ( c) ne raccolſe molte ; ma
tutti queſti procelli ſono imperfetti. Non ve n'è pur
uno , col mezzo del quale ſi dia veramente al rame il
color dell' argento , ſe non vi ſi aggiugne queſto metallo .
L'arſeriico rende volatili in parte molei metalli; il ſolo
oro non è ſpogliato da eſſo della : ſua forma metallica ..
Il regolo d' antimonio entra in fuſione al 810.0 grado del
termometro di Fahrenheit , fecondo l'oſſervazione di
Mortimer ( d ). Quando eſſo è in queſto ſtato ſi volati.
lizza , maſſime fe la ſua ſuperficie ſi agita col vento
d'un ſoffietto . Eccetto l'oro , ello porta via e rende
fragili tutt' i metalli , riſchiara il color del rame , e ſu
pera in fragilità tutt' i metallie i ſemi-metalli . Da
queſto numero s'eccettua il piombo . La lega d'argento
di rame , di piombo e di biſmuto lo rende più denſo
per l'oppoſto lo ſtagno , lo zinco , il ferro lo rendono
leggiero. ( Vedi gli Sperimenti di Gellert (e) e quelli di
Mulchembroek (f ) che ci ſono contrari , intorno lo ſta
gno di Malaca , il piombo e il biſmuto ) .
Il biſmuto per le oſſervazioni di Pott ( 8) è fra tutt'
i corpi metallici il più pronto a entrare in fuſione .
S'uniſce a tutti , eccetto lo zinco , e ne promove la fu
fione . Quindi Sthal ( h ) lo raccomanda pel riparto in
maniera fecca . Elfo rende i metalli fragili, ne volatili
za una parte , e imbianca leggermente il rame: unito
col piombo e collo ſtagno forma un metallo faciliſſimo
a fon

( a ) Vedi la ſua ſumma , 1. 4. , C. 4.9 p. 158 in latino ; e nel t. 1 .


della Raccolta del 1741. , c. 21. , p . 323. in franc.
(b) Opere minerali , c. 45 .
(c ) Traité du cuivre , p. 371. e ſegg. , e p. 385. e ſegg.
(d) Tranf. philof. , t. 44. , p . 688.
Le Mem . dell'Accad. di Petersbourg , t. 13.
(f ) Introd. a la phil. nat. S. 1408. € 1409.
(8) Vedi il t. 3. , p. 267, della trad. franc.
Trattato del ſolfo .

1
FUSIONE . 127
# fonderſi . Pott ( a) prepara per le injezioni anatomi
che una miſtura di parti eguali di piombo , di ſtagno e
di biſmuto . Kraafft ( 6) mettendo ſopra cinque parti di
biſmuto tre parti di ſtagno e , due di piombo , fa una
lega che ſi fonde nel 220.9 grado del termometro di Fah
renheit . Il rame non altera per niente la ſità del
biſmuto ; queſta ſi ſminuiſce per l'aggiunta del ferro ;
creſce per l'aggiunta dell'oro , dell' argento , dello ſta
gno e del regolo d'antimonio ; c fi iminuiſce coll'ag
giunta di ſtagno , di zinco e di mercurio , ſecondo Gel
lert ( c) e Muſchembroeck (d) . Queſt'ultimo offervo
che il biſmuto teneva il mezzo fra lo zinco e lo ſtagno
per riguardo alla fragilità . Lo zinco accreſce la durezza
di queſto femi-metallo , e il regolo d'antimonio la ſmi
nuiſce .
Lo zinco per entrar in fuſione â biſogno di mag
gior calore che lo ftagno . Quando ello è in queſto
ftato , ſi vede for narſi ſulla ſua fuperficie una fiamma
verde , e ſortir dal crogiuolo , forto la forma di neve ,
dei fiori bianchi che s'attaccano ai corpi folidi che lo
circondano . Lo zinco s'uniſce a tutt' i metalli e a tutte
le ſoſtanze métalliche , fuorchè, al biſmuto e al ferro .
Pott ( e ) però fece delle offcrvazioni contrarie . Queſto
ſemi-metallo accreſce la loro fuſibilità , ma ſminuiſce la
loro duttilità . Eſſo acquiſta maggior denſità unito all'
oro , all ' argento , al rame e al piombo , e ne perde
unito allo ſtagno , al ferro e al regolo d'antimonio .
[ Vedi Gellert e Muſchembroeck (f ) ). La durezza dello
zinco è di mezzo fra quella del piombo e del biſimuro .
Il piombo fi fonde al 550,0 grado del termometro
di Fahrenheit , ſecondo le oſſervazioni di Mortimer ,
Kraaffi . Ello s'uniſce a tutte le ſoſtanze metalliche ,
ec

( a) Ibid,
b ) Comment. ſulla Teor. della fiſica , p. 291 .
(c) Ibid .
(d) Ibid. S. 1689. , 1695. , e 1697.
( e) Diff. Chymiques , t. z . , p. 392. della trad. franc.
( f ) Ibid .
128 FUSIONE .
eccetto il ferro ; fminuiſce la loro duttilità , divien più
leggero col rame e collo ſtagno e più denſo cogli altri
metalli . [ Vedi i due ultimi Autori , e le Memorie dell'
Accad. di Petersbourg ) . Muichembroeck ( a ) â oſſer
vato che fra tutt' i metalli e ſemi-metalli il piombo è
il meno duro ; che il piombo d' India è il più fermo ,
quello di Germania il più molle ; che queſto metallo ,
quando è paſſato molte volte per la trafila , acquiſta
quattro volte più di durezza ch'eſſo non ne abbia na
turalmente , ma che altresì diminuiſce di denlità . Egli
aggiugne che lo ſtagno , lo zinco , il biſmuto e il re
golo d'antimonio accreſcono la durezza di eſlo ; e che
acquiſta la più grande folidità , ſe ſi uniſce con parti
eguali, o con la metà del ſuo peſo di ſtagno , con un
ottava di zinco , con parti eguali di biſmuto , e con un'
ottava di regolo d'antimonio (6 ) .
Lo Itagno ſi fonde nel 420.° grado ſecondo Morti
mer , ' e Kraafft ( c) . Efſo riceve tutt' i metalli e a tutti
s' uniſce e gli rende fragili ſecondo l'oſſervazione di
Geber (d) . Ello divien più denſo coll'argento , col rame ,
col regoló d'antimonio e col biſmuto e divien più
raro cog l'oro , col ferro , col piombo e con lo zinco .
Ello tiene per la ſua fermezza il mezzo fra l'oro e'l
biſmuto . Il vera ſtagno d'Inghilterra è più folido di
quello di Malaca e queſto lo è più di quello di Ban
ca. Lo ſtagno divien più duro quando ſe ne miſchiano
molte ſpecie inſieme . Pallato nella trafila rieſce più
denſo e più fermo . Il vero ſtagno d'Inghilterra prende
della ſolidità miſto col triplo di piombo o di regolo
d'antimonio , col doppio o nove volte tanto di biſmuto
con dieci parti di zinco e con un'ottava di ſtagno di
Banca . Ma la lega dell' antimonio produce ancora me
glio

( a ) Ibid.
b) Ibid . S , 1187. , e ſegg.
( c) Ibid,
d) Summa , 1. 1. , c. 20. in latino , £. I. della Racc, del 1741. ,
6. 3 $. , p. 164. in franc,
FUSIONE . 129
glio queſto effetto . [ Vedi Muſchembroeck (a) ] . I Fab
bricatori di vaſi di ſtagno per dare maggior ſolidità a
queſto metallo lo legano con diverſe ſoltanze . Per lo
ſtagno d'Inghilterra , ciaſcuno â la fua compoſizion par
ticolare . In Fiandra ſopra cento libbre di ftagno , ſe ne
mettono due di rame un quarto di ottone , e una libbra
e mezza di biſmuto . Lo ſtagno che gli artefici d' In
ghilterra marcano col ſegno della roſa , è il loro ſtagno
legato con 3 di piombo . Se in vece di quefta doſe , eſſi
50

lo legano con di piombo , lo chiamano ſtagno di vafel-,


25
lame . Se ſopra il loro ſtagno d'Inghilterra s'aggiugne
un terzo di piombo , lo chiamano ſtagno (6) chiaro , I
Fabbricatori di vali di ſtagno di Germania dinotano
quello ch'elli adoperano , con la quantità di lega che ci
mettono . Quando eſſo contiene un quarto a un decimo
di piombo , lo chiamano ſtagno di quattro o di dieci .
Si veggono ancora nel Dizionario del Commercio di
verſe leghe di ſtagno. Giuſti (c) , aflicura che lo ſtagno di
Germania vale per lo ſtagno migliore d'Inghilterra , le
ſopra cento libbre s'aggiugne una libhra di biſmuto ,
altrettanto di regolo d' antimonio e una libbra e mezza
di ferro . Klein (d) riferiſce il proceſſo , col quale gli
artefici per aſſicurarſi della quantità di ſtagno , giudicano
della purezza del piombo che gli è legato , Il metallo
che ſerve per ſaldare , è un miſto di ftagno , di piombo
e di biſmuto .
Il ferro è fra tutt' i metalli il più difficile a fon
derſi : Eſſo alza il termometro fino al 1600.9 grado , ſem
condo Mortimer (e) . Effo tiene per la durezza il mez
zo fra il rame e l'argento ; qualità che gli è tolta da
ogni ſpecie di metallo egualmente che la denſità. ( Vedi
Tom . I. I Muf.

Jbid .
( b) Vedi Muſchembr. ibid.
( c) Opere Chim. , 1. 104.
( d) Arte di faldare i metalli , P. 153.
( ) Ibid,
.

4
130 FUSIONE .
Muſchembroeck , Kraafft e Gellert ) . Henckel (a ) of
ſerva che il ferro può ricevere una grande quantità di
ſoſtanze metalliche ſenza perdere la proprietà di eſlere
attratto dalla calamità . Il ferro fi fuole ricoprire di ſta
gno per poter reſiſtere più lungo tempo all'azione dell'
aria e divenir più opportuno all'uſo di cucina , atteſa
la facilità , ch' eſſo â di ſcioglierſi in ogni genere di
menſtrui ; queſt'è ciò che in Franceſe ſi chiama fer-blanc ,
in Tedeſco Bleeh , e in Italiano latta . Per prepararlo
prende un liquor acido per rodere la ſuperficie del
ferro ; quindi s'immergono queſte piaſtre nello ſtagno
fuſo . ' V'è ancora un altro procello per ricoprire il ferro
di ſtagno , ed è di mettere l'uno e l'altro di queſti me
talli in una ſoluzione di fal ammoniaco 2, o di tartaro ,
e di farveli bollire ; così ſi preparano gli aghi . Reau
mur inſegnò la maniera di rammollire il ferro fuſo (6 )
a ſegno di poterlo modellare in piccole figure e limarlo
facilmente . Per ottener queſto , ſi eſpone il ferro fuſo a
un certo grado di fuoco con degli aſſorbenti , come ſono
le olla e i guſci di oltriche . Dunque il principio in
flammabile ſecondo le diverſe proporzioni e la maniera ,
con cui s'uniſce al ferro , a la proprietà di dargli il
tale o tal altro grado di rigidezza ( Sper. 22. ) ? Şi ſal
da il ferro col rame , l'argento , l'oro e 'l borace ; e
quello che è coperto di ſtagno li falda con una millura
di ſtagno e di piombo .
Il rame fecondo Mortimer fi fonde nel 1450. gra
do . Dopo il ferro , ello è il più duro di tutti metal
li . Queſta fua durezza creſce notabilmente per l'aggiunta
dello ſtagno . Ma ſe ſe ne fa entrare in queſta lega più
d'una quinta parte ; allora lo ſtagno in vece di produrre
quelio effetto , Iminuiſce anche la durezza naturale di
d
queſto metallo . Il biſmuto lo rende più molle , e ci
ſecondo la quantità che gli ſe ne uniſce ; e non lo rende
giallo .
( a ) Piritologia .
In un' Ópera poftuma , che l' Accad. di Parigi aggiunſe in
forma di ſupplemento alla terza ſezione delle faç Difs. ful
ferro .
FUSIONE . 131
giallo . Un quarto di zinco lo rende più duro ; ma una
doſe diverſa produce l'effetto contrario ( a ) . Il ferro
quando gli è unito in ragione d'un quinto , gli dà al
tresì della folidità , ſecondo le oſſervazioni degli Autori
già citati . La denſità del rame creſce per l'aggiunta
dello ſtagno , del ferro , dello zinco e del regolo d'anti
monio ; e ſminuiſce con l'oro , con l'argento , col bif
muto e col piombo . Kraafft deſcrive dei vari riſultati
ſull'argento , e Gellert ſul biſmuto . Se ſi aggiugne una
parte d'oro ſopra quattro di rame, ne riſulta il rame
ſcintillante degli Antichi che lo chiamarono aes pyro
pum , ſecondo Bochart ( 6) . Si chiama metallo di Co
rinto una lega di rame , d'argento e d'oro * . Si aggiu
gne dello ſtagno e dello zinco al rame , affine di dargli
la rigidezza neceſſaria per formare i cannoni . Ciaſcun
artefice fa un miſtero della ſua compoſizione . Il Saint
Remi (c) ne deſcrive di molte ſpecie . Una è compoſta

d'una parte di rame di , di ſtagno e di , di ottone ;

la ſeconda contiene di ottone , e di ſtagno ; la

terza un poco più di di


16 ottone e di ſtagno . Egli ag .
giugne che la lega delle campane è compoſta d'una
parte di rame e di di ſtagno ; che quella delle ſtatue
5
contiene venticinque parti di rame , una di ſtagno e due
d'ottone . !
Si rifletterà che queſte proporzioni debbono variare le
condo la natura di ciaſcuno di queſti metalli . Noi ' ve
dremo nel primo proſſimo Sperimento , che per mezzo
dello zinco s'arriva a fare l'ottone o ' rame giallo . Si
I 2 ado

( a ) Vedi Muſchembr. ibid . S. 1146. e ſegg .


(6) Ne' ſuoi Comment. ſopra gli animali , de quali ſi parla nella
Biblia . Ultima part. , p . 878.
* Si crede che queſto ſia lo ſteijo che Omero chiama electron . Vedi
altresì Plinio , l . 33.
(c) Mem. d'artillerie , t. 2. , p. 46.
132 FUSIONE ,

adopera per la ſaldatura del rame , l'ottone ſolo , o ac


creſciuto di di ziaco , oppur anche una miſtura di
8
due parti di ſtagno ſopra una di piombo . Per iſtagnare
i pezzi di rame, vi ſi Itende prima uno ſtrato di reſina ;
poi vi ſi fonde dello ſtagno legato con parte eguale di
piombo , Con queſta manipolazione la ſuperficie del rame
ſi trova eſattamente ricoperta di coreſta lega che fa corpo
con eſſo
L'argento , ſecondo Mortimer ſi fonde nel 1000.
grado . Eſo per la ſua durezza ita fra l'oro e 'l ferro ;

durezza che è molto accreſciuta dall' aggiunta di 5 di


rame , Ma eſſo perde anche la durezza naturale , ſe la
doſe di rame eccede la doſe di eſſo . Il piombo , lo zin,
co e il biſinuto lo rendono molle . Lo ſtagno per la
contrario gli dà maggior folidità anche del rame . Ello
acquiſta queſta qualità in grado eminente , ſe gli ſi ag.
giugne 4 di ſtagno : diviene più denfo unito coll'oro ,

ſecondo Muíchembroeck ( a ) , ma poco, ſecondo Kraafft ( 6) ,


Si falda l'argento con una miſtura di parti eguali di ots
tone e d'argento , alle quali ſi aggiugne in alcune cir
coſtanze una piccola quantità di zinco , Per pulire i vali
d'argento , ſi paſſano ful fuoco e ſi fanno bollire in un
acqua dove ſono dilçiolte parti eguali di tartaro e di lal
comune ,
L'oro entra in fuſione nel 1300.0 grado , ſecondo
Mortimer (c) . Eſo per la durezza tiene il mezzo fra
l'argento e il ferro . Se gli ſi uniſce l'argento per metà ,
prende una ſolidità grandiſſima , e molto più ancora , la
in vece dell'argento s'adopera del rame in proporzione
)
di ş , ſecondo Muſchembroeck ,
II

* Vedi l'articolo Auſſo nel! Enciclopedia ,


( a ) Ibid,
(6 ) Ibid.
(c) Ibid,
FUSIONE . 133
0 KG
Il Sig. Tillet offervo che l'oro unito a I- di rame
e verſato in un modello di terra , divien fragile ; ma
che ricupera la ſua malleabilità , ſe lo fi rifonde , e fi
112 tempera nell'acqua ( a ) .
Quando ſi tratta di ſaldare un oro di gran purez
za , ſi adopera una miſtura d'oro e d'argento , ma ſe
011 vi è della lega , allora alla faldatura ſi aggiugne de!
rame . Queſta ſaldatura fi applica per mezzo del borace
e del fiele di vetro . Il borace ſollecita la fuſione dell'
oro ; ma lo rende pallido , quindi facendone uſo biſogna
ſempre aggiugnetvi del nitro o del fal ammoniaco .
di
S'adopera un'acqua carica d'allume per ripulire i
1 pezzi d'oro . Dopo averveli fatti bollite , ſi portano al
210 fuoco ricoperti d'una polvere compoſta di parti eguali
di nitro , d'allume e di fal comune, e vi ſi laſciano fin
chè il fale comincia a rigonfiarli . [ Vedi Klein ( 6 ) ] .
L'oro che â paſſato per la trafila s’eſpone al funio per
dare maggiore intenſità al fuo colore .
ll La durezza , la denſità e la malleabilità dipendono
! dall ' aggregazione. La miſtione vi contribuiſce molto
! per verità , ma non perd abbaſtanza per impedire i can
giamenti dell'aggregazione , ſebbene ella medeſima con
ne toffra alcuno . Saremo convinti della verità di queſti
fatti da ciò ch' io ô detto ſulla lega de' metalli fra di
effi 9 e da cid che il Sig. Tillet fece a queſto propo
fito (c ) . Egli à determinato col mezzo del microſcopio
la tellitura particolare di ciaſcun metallo e i loro vari
gradi di malleabilità . Il Sig. Reaumur ( d) fece altresì
delle offervazioni relative , ftabilendo la diverſità dei
ferri con quella della loro teſſitura , e la diverſità che è
fra il ferro propriamente detto e l'acciajo . General
mente gli Autori oſſervarono che la malleabilità dei
13 me

(a) Journal des ſçav . , 1753. , p. 486.


(b) Dell'arte di faldare i metalli ,
( c) Ibid. , p. 482.
Ibid .
134 FUSIONE .
metalli creſceva a miſura ch'eſſi erano più lavorati al
fuoco , o che erano più ſpeſſo tirati alla trafilà :

Sperimento XXIV .

FARE L'OTTONE .

Prendete delle lamine di rame una parte , e ſecondo


il proceſſo dello Sper. 22. mettetele in un crogiuolo con
una polvere compoſta d'una parte e mezza di pietra
calaminare calcinata e di carbone , fate fondere il metal
lo , ritirate la materia dal fuoco, quando la fuſione ſarà
fatta , verſate tutto in un cono di ferro : per queſto
mezzo ſi ottiene un rame giallo duttile , e che crebbe
di peſo . Si chiama nihil album una polvere bianca ſpo
gnola che ſi alza all'apertura del crogiuolo ; queſta pol
vere ſerve in medicina .
Se ſopra ſei parti di limatura o di lamine di rame ,
s'aggiugne una parte di zinco , e ſi mette ſubito il me
tallo in fuſione, s'ortiene un metallo duttiliſſimo , il
cui colore s'avvicina molto al color dell'oro : ſi chiama
metallo del Principe Roberto , tombaco e oro falſo.

RIFLESSIONI .

Da moltiſſimo tempo ſi conoſce la maniera di fare


l'ottone per mezzo della pietra calaminare ; e lo prova
no Plinio (a) e Diofcoride (6) coll' avere deſcritto il
pompholyx e lo Spodium . Io però non deciderò ſe l'ot
tone degli antichi ch'elli nominavano indifferentemente
orichalcum o aurichalcum fia il medeſimo che il noſtro .
Secondo Platone (c) , Ariſtotele (d) , Plinio (e) , Plau
1 to

( a) Hift. nat. , l. 34. , C. 13.


( 6) L. 5. , C. 85.
(c) Nel Critone .
(d) Dei racconti meraviglioſi , t. 1. , p. 1154.
(e) Ibid.

1
FUSIONE . 135
to (a ) e Servio ( 6) , l'orichalcum era d'un grandiſſimo
prezzo : pare dunque che gli Autori antichi abbiano dato
queſto nome al rame , il cui colore s'aſſomigliava a
quello dell'oro . Ma in feguito o ch'elli abbiano per
duta quella ſpecie di miniera che loro lo fomininiſtra
va , o forſe la maniera di prepararlo , non ſi è più co
noſciuto che quello che acquiſta quelto colore per mez
zo della cadmia ; almeno pare fecondo Cicerone che a
ſuo tempo queſto metallo foſſe a vil prezzo (c) .
Si cangia altresì con lo zinco il color roſſo del
rame in giallo , perchè come ſi vedrà ' in apprello , la
pietra calaminare è la vera miniera di queſto metallo .
Il rame roſſo paſſando allo ſtato creſce di peſo ſecondo
la natura della pietra . A Aix- la Chapelle eſſo creſce
d'un terzo , a Namur quaſi d'un quinto del ſuo peſo
preſſo a pocod'un terzo ,
in Inghilterra a Goslar qualí
del doppio , mentre nella Svezia prende appena l'au.
mento della metà ( conſultate gli Autori citati qui
ſopra ) . Si fa per eſperienza che il rame raſſomiglia
molto più il colore dell'oro , ſe lo zinco col quale
fi lega , è ſtato ſeparato dalla cadmia ma altresì
per una ben piccola doſe di più che ſi ſia adoperata di
queſto ſemi - metallo , il rame perde molto della ſua dut
tilità . Si riduca in memoria cid che abbiamo detto par
lando delle proprietà dello zinco , per rendere ragione
della fiamma verde che ſi oſſerva , e della polvere bian
ca che s'attacca all'orlo del crogiuolo . Quando noi par
leremo più fotte della galena ſterile ( d ) che contien
ſempre dello zinco , non ci meraviglieremo che abbiano
potuto eſiſtere delle ininiere di ottone . Il celebre Leyell
dice (e) che v'è in Iſvezia una minicra di queſta ſpe
cie che non permette di ſupporre che queſte miniere di
I4 ot- ,

Nel ſuo Curculion , I > 3. , 46.


b ) Comm. in Aeneid . Virgil. , 1. 12. V. 87.
( c ) De off. , l. 3. , c . 23 ,
( d) Offia la Blend , che è lo ſterile nigrum di Vallerio .
lej Mem . dell'Accad. R. delle Sc. di Svezia . Vol. 7. , p. 98
in tedeſco .
136 FUSIONE .
ottone , che Plinio (a) dic' eſſere perdute , conteneſſero ſola
mente della Blend , e niente di pietra calaminare . Si
oſſerverà , che il biſmuto , lo ſtagno e il ferro uniti al
rame in giuſta proporzione lo rendono giallo . Ma non
biſogna immaginarſi che queſto colore provenga ſola
mente dalla bianchezza di queſti metalli; perchè l' ar
gento unito al rame non lo coloriſce . Egli è evidente
che Geber ( 6 ) non ignorò il proceſſo di dare al rame A
il color dell'oro , il che era conoſciuto nel ſecolo d'IG
doro (c ) . Queſto metallo , ſecondo gli Alchimiſti , trae
il ſuo nome da un certo Roberto Principe Ingleſe , che
gli Alchimiſti lodano molto , ma di cui non li conoſce
alcuna ſpecie di lavoro in fatto di Chimica poſitiva .
( Si poſſono conſultare a queſto propoſito Galon e il
Sig. Duhamel (d) , Muſchembr. (e) , e Giuſti ( f ) ). In
Springsfeld ( 3 ) ſi vede la maniera di preparare l'ottone .
A Aix -la Chapelle queſta preparazione metallica tiene
per la ſua durezza il mezzo fra l'argento e il ferro .
Muſchembroeck (6 ) oſſervò ch'ella ſi trovava molto ac
creſciuta dall'unione dello zinco , e che la ſi portava al
più alto grado legando una metà di queſto ſemi-metallo
col rame, ma che per poco che ſi accreſcelle queſta pro
porzione , la durezza ſe ne ſminuiva ; il quale effetto &
prodotto anche dal biſmuto .

Spe

( a ) Ibid .
( 6) La forma della perfez .,del magiſt ., l. 1. , C. 21. in latino ,
é in franc . nella Raccolta del 1741. , t. 1. , C. 36. , p. 165.
( c) Vedi le ſue origini , l. 16. , c. 19.
d) L'art de convertir le cuivre rouge en laiton , publié en
1764. par l'Acad. R. des Sciences .
P. 419.
1
f ) Opere Chimiche , p . > P. 44 .
5) Viaggio medico , p. 44 .
Ibid . S. 1157. é ſegs.

1
FUSIONE . 137

Sperimento XXV .

LIQUEFARE IL PIOMBO ĐEL RAME .

Biſogna che il rame che G vuol trattare con queſto


proceſſo ſia unito almeno al doppio del ſuo peſo di
piombo: allora ſi mette in un crogiuolo , il coi fondo
debb ' eſſere traforato di molti pertugini; queſto crogiuolo
ſi adatta in un ſecondo . Si conſerva fra i loro fondi
uno ſpazio di alcuni pollici. Si ricopre di polvere di
carbone il fondo del crogiuolo inferiore ; e fi collocano
amendue così diſpoli in un fornello di fuſione . Si cir
conda di carboni acceſi il crogiuolo ſuperiore , e non gli
fi applica che un grado moderato di calore ; in queſta
maniera tutto il piombo che ſi trova unito al rame , ſe
ne ſepara , e ſcola nel crogiuolo inferiore . Si adoperano
L altri mezzi per feparare, le ultime porzioni di piombo
! che non ſi foſſero potute feparare con queſto

RIFLESSIONI.

Il proceſſo ch' io 8 deſcritto è ſiccome li vede fem


pliciſſimo e fondato ſul biſogno che à il piombo di mol
to minor fuoco che il ran per fonderſi ; così che ello
fe ne fepara nell'iſtante che prova il grado di calor ne
ceſſario a queſt' effetto . Si mettono dei carboni nel cro
giuolo inferiore per timor che il piombo non ſi conver
ta in calce . o detto che vi reſtava ſempre una por
zione di piombo unita al rame e che per ſepararnela bi.
ſognava adoperare un altro mezzo . Queſto Sperimento
è importantiſſimo in metallurgia ; non ſerve ſolamente a
ſeparare il piombo dal rame, ma ancora a cavare l' ar
gento contenuto da queſt'ultimo ; il qual proceſſo è de
fcritto da Cramer ( a ) con molta eſattezza .
Spec

* Vedi Orfchal , Cramer e Schlütter .


( a) Elem . di Docimaft.', part. 2. proč . 55.
1

138 FUSIONE .

Sperimento XXVI.

FEGATO DI SOLFO ,
1 Triturate eſattamente inſieme una parte di folfo
con due parti di fal alkali ; mettete queſta miſtura in
una pentola di terra ; voi la vedrete liquefarſi a un leg
giero grado di calore e prendere un color roſſo fomi
gliante a quello del fegato . L'odore che riſulta da que
Ha unione è fetidiſſimo , e s'avvicina a quello delle uova
putride . La maffa prende il nome di fegato per riguar
do al fuo colore ; e oltre le proprietà delle quali ô par .
lato , à ancora queſte di diſcioglierſi intieramente nell
acqua egualmente che nello ſpirito di vino , e d'attrarre
altresì fortiffimamente la umidità dell'aria .

RIFLESSIONI ,

Queſta preparazione è defcritta da Ballio Valenti


no (a) . Accade in queſto Sperimento , come è manifeſto,
che l'alkali per la ſua unione col ſolfo , lo rende folu
bile nei liquori che non avevano ſopra di eſſo alcuna
attività ; ma il folfo altresì diſpone l' alkali a ſcioglierſi
1 nello ſpirito di vino .
Il colore che prende la miſtura e l'odore ſpiacevole
ch'eſſa contrae , è una prova evidente della facoltà par
} ticolare che à il principio inflammabile di produrre i co
lori e gli odori .
Queſto Sperimento dimoſtra come il ſolfo può tro
!
varſi diſciolto nell'acqua , e fi ſcorge dopo ciò la cauſa ,
per cui vi ſono delle fontane , l' acque delle quali trag
gono ſeco del folfo . Ma egli è evidente che le acque
che non anno odore , non contengono del ſolfo .
Si oſſerverà che l' alkali non perde per l'unione
che contrae col ſolfo , molte proprietà che gli ſono par
tico

( a ) Opere Chim. , p. 878. , ma le proporzioni vi ſono inverſe .

1
72
FUSIONE . 139
ticolari ; eſſo per lo contrario acquiſta una naova forza
d'azione ſui corpi ; il che rende il fegato di ſolfo op
portuno a fare un fluſſo dei più potenti che noi abbiamo .
[ Vedi a queſto propoſito Gramer (a ) e il Sig. Pott (6) ].
Sthal (c) dimoſtra che il fegato di ſolfo agiſce ſull'oro ,
e lo diſcioglie a ſegno di poterlo rendere folubile nell'
acqua ; il che fa vedere quanto ſia facile fare l'oro po
tabile o le vere tinture dell'oro . Il fegato di ſolfo non
altera per niente le facoltà dell' alkali ; il che prova che
l'union del ſolfo con queſto fale ſi fa per parte del flo
gitto e non del ſuo acido .
Si vede nelle Mem. dell'Accad. delle Scienze ( d )
uno Sperimento curiofiffimo e da me ripetuto : ed è che
lo zinco non ſi laſcia , liccome gli altri metalli , diſcio
gliere dal fegato di ſolfo .
La maniera ſecca non è la ſola che faciliti l'unio
ne del ſolfo e dell 'alkali ; queſta li fa ancora nella ma
niera umida . Il fal di foda egualmente che l'alkali ve
getabile s'uniſce col folfo ; la calce viva ed anche eſtin
ta , forma con eſſo un fegato ; la qual coſa non fanno
la creta , nè le altre terre che fono polte nella claſſe
delle alkaline . Finalmente il ſolfo s'uniſce all' alkali
con varie proporzioni , onde riſultano dei fegati di fpe
cie diverſe , gli effetti de' quali debbono in conſeguenza
variare
Sperimento XXVII.

COMPOSIZIONE DEL SOLFO .

Mettete del fegato di ſolfo in un vaſo di terra ;


eſponetelo a un fuoco mediocre , agitando continuamente
finchè la materia non eſali più affatto del vapor di fol
fo ; il che ſi conoſce dall'odore ; perchè finch'eſſa ne
eſala , il naſo e gli occhi ne ſono vivamente incomodati .
Que

(a) Elemens de Docimaft. , t. I. S. 175. della trad. franc.


( h) Dill . trad. in franc . , t. 1. , p. 319., fez . 14.
(c) Opuſc. Chim. Meſe di Marzo , p . 600. e ſegg.
(d) Ann. 1743. , p . 77. Mem. del Sig. Malovio .
FUSION E.
140
Queſto lavoro eſige molta pazienza ; e biſogna aver cure
che un grado di calor troppo forte non aggrumi la ma
teria , perchè biſognerebbe ripeltarla nuovamente . La
polvere che riſulta da queſta operazione è totalmente
ſpogliata del principio inflammabile ; la fi diſcioglie al
lora nell'acqua calda , e la ſi fa criſtallizzare . Il ſale
che ne riſulta è fomigliantiſſimo a quello che è formato
dall'unione dell'acido vitriolico e dell' alkali fillo ; ed è
sonoſciuto ſotto il nome di tartaro vitriolato
II. Miſchiate inſieme parti eguali di tartaro vitrio
lato e d' alkali fillo . ( Queſt' ultimo ſi aggiunge per fa
cilitare la fuſione del tartaro vitriolato ) . Efponete que
fta miſtura a un fuoco che la faccia fondere , aggiungen
dovi ſucceſſivamente un quarto di polvere di carbone ;
verſate poſcia la materia in un vaſo di metallo e fatene
la ſoluzione. Dopo che l'acqua fi farà ſvaporata , voi
troverete uħ vero fegato di folfo . Si otterrà il medeſio
mo prodotto ſe in vece di tartaro vitriolato s'adopera
del lal mirabile di Glauber . Si rifletterà che queſt'ulti
mo non à biſogno dell'ajuto del fal alkali per entrare
în fuſione . Si pud altresì ſoſtituire al carbone qualunque
altra

* Queſta operazione per decomporre il ſolfo , diede un giorno l'oc


caſione a un artefice di dire pubblicamente che la ſoluzion di fee
gato di ſolfo Svaporata nel grado di calore umano se convertiva
inticrainente in tartaro vitriolato . Un altro Chimico che non
ignorava il proceſo del famoso Sthal negò riſolutumente queſta
propoſizione , e per provare la ſua negativa fece fvaporare in vaſi
di vetro zena ſoluzion di fegato di ſolfo al diſopra dei forni deir
Albergo R. degl' invalidi , il calor de quali è inolto Superiore al
calor dell'uomo . Non ne rieſcì che del fegato di solfo e nein
meno un grano di tartaro vitriolato : Il suo avverſario che aveva
an doppio interelle a provar ciò che aveva avanzato , cominciò a
Svaporare a ficcità la soluzione in una pentola di terra e sopra
un fortiſſimo fuoco . Non eſſendo ancora futta la traſmutazione ,
paſsò alla calcinazione ſul medefimo fuoco , e pervenne finalmente
a formare il ſuo tartaro vitriolato . Egli ſarebbe ſtato neceſſario
cbe coteſto eccello di calore folle il grado naturale” al noſtro Chic
mico ; in queſto caſo non và dubbio ch' egli non avere potuto nel
cave della ſua mano cangiare intieramente il fegato di solfo in
tartaro vitriolato così facilmente come ſi fonde una pezza di dia
ciotto danari in un guſcio di noce .
FUSIONE . 141
altra foſtanza che contenga e pofſa laſciare il ſuo pria
cipio inflammabile . Ne riſulterà egualmente del fegato
di ſolfo .
RIFLESSIONI ,

1
Di queſti due belli Sperimenti 6 å l'obbligazione
a Sthal . Egli ne fa menzione da principio nella zimo
technia ; ma in ſeguito diede maggior lume a quelle
operazioni ( ) ; e ne eſpole la teoría più completa ne'
diverſi ſuoi ſcritti . Sthal (6 ) prova che Glauber conobbe
queſto fenomeno . Ma farà facile eſaminando queſti due
Autori vedere che veramente a Sthal ſe ne dee la ſpie .
gazione , e il lume che quelta dottrina ſparge ſu altre
operazioni di Chimica . $
Dopo queſto ſperimento ſi vede la vera compoſizio
ne del folfo . Egli è evidente che prima di Sthal alcu
no non l'aveva così bene ſpiegata , ſebbene Biagio di
Vigenere ( c) , Boyle ( d ) e molti altri Chimici abbiano
beniſſimo delcritto queſta operazione prima di lui.
Noi abbiamo veduto che il calore priya il fegato
di ſolfo del principio intlammabile e che dopo l'evapo
razione di queſto principio riſulta un ſale compoſto d'aci
do vitriolico e d' alkali . Egli è dunque evidente che il
folfo non è altro che l'unione dell'acido vitriolico e
del flogiſto ; il che è provato doppiamente dal ſecondo
Sperimento che noi abbiamo deſcritto che G fa per fin
teſ ; perchè , ſiccome ſi è veduto , aggiungendo il prin
cipio inflammabile alla miſtura di tartaro vitriolato e
d' alkali noi formiamo un vero fegato , cioè un fale
compoito di ſolfo e d'alkali .
Se ſi procede con attenzione nella noſtra prima ope
razione ſi vedrà la proporzione del principio inflamma
bile per rapporto all'acido vitriolico , nella combinazio ,
ne

(a ) Opuſc. Meſe di Luglio .


( 6) Ibid . , c. 6.
is) Del fuoco e del ſale , c . 37.
( 4) Nel fuo Chimico ſceptico , p. 133,

1
142 FUSIONE .
ne del ſolfo . Brandt calcold ( a) ſecondo il noſtro Spe
rimento , ch'eſſa era come di 3. a so . Quindi ſi vede ,
come una porzioncella di principio inflammabile può con
vertire una grande quantità d'acido vitriolico in ſolfo .
Queſto Sperimento può altresì ſomminiſtrarci dei mezzi
certi d analizzare i corpi . In fatti noi ſaremo ſicuri
che tutti quelli che trattati con l'acido vitriolico daran
no degl' indizi di ſolfo , contengono il principio inflam
mabile e che i corpi all'oppoſto ai quali ſi preſenterà il
principio inflammabile, contengono dell'acido vitriolico ,
ſe il riſultato ſarà qualche coſa di fulfureo . Si è vedu
to dal noſtro ſecondo Sperimento che l'acido vitriolico
à molto più d'affinità col flogiſto che non coll' alkali
fillo , e che il flogiſto altresì dalla ſua parte à più di
rapporto coll'acido vitriolico che con l'alkali fillo ; la
loro affinità dunque è reciproca .

Sperimento XXVIII.

SOLUZIONE DELL'ANTIMONIO PER MEZZO


DELL ' ALKALI .

Miſchiate dell'antimonio crudo e del ſal alkali fil


fo ; fondete la miſtura in un crogiuolo . Balta adoperare
un grado di fuoco moderato . Verſate la materia ; il
prodotto dell'operazione è una maſſa fragile . Secondo
la proporzione del fal alkali ella prende un colore bajo
fcuro più o men carico , è più o meno ſolubile ; e final
mente attrae o non attrae l'umidità dell'aria . Se ſi
adopera abbaſtanza d' alkali , perchè la miſtura prenda
un color di fegato , la ſi chiama fegato d antimonio . Se
per lo contrario l'antimonio ſupera di molto il fale al
6 kali a ſegno che la materia non attragga l'umidità dell'
aria , e che non ſia ne vomitoria , nè nera , la fi chia
ma regolo d' antimonio medicinale . Alcuni la chiamano
al

(a ) Mem. di Chim . dell'Accad . di Svez.', p. 459. della trad .


franc.
FUSIONE . 143
altresì magneſia opalina . L'antimonio perde per la fu
ſione quali un terzo del ſuo peſo . Il fegato d'antimonio
polverizzato e dolcificato , prende il nome di zafferano
dei metalli di Rullando. [ Vedi Quercetano (a ) * ] . Il
ſuo colore ſi trova più o meno intenſo ſecondo la ma
niera , con cui fu lavato , cioè adoperando acqua calda
o acqua fredda . Il reſiduo dopo la lavatura , ' forma i
due terzi del total della maſſa .

RIFLESSIONI .

Si è veduto nello Sperimento 26. che il ſolfo fi


trovava diſciolto dall' alkali , e che queſta miſtura pren
deva un colore epatico ; dopo cid facilmente ſi ſcorge
la ragione , per cui nella noſtra operazione ſi forma del
fegato . Ma ſiccome il ſolfo nell'antimonio ſi trova
congiunto con una parte metallica che ſi chiama rego
lo , quindi ſi vede bene che il fegato d'antimonio dee
molto differire dal fegato di ſolfo per rapporto a queſto
regolo che gli è unito . Facilimente ſi concepiſce , che
quanto più di ſal alkali s'adopera nella noſtra operazio
ne , tanto meglio l'antimonio Gi trova diſciolto . Io ô
oſſervato che quattro parti d'alkali fuſe con una parte
d'antimonio , ne avevano fatto la ſoluzione in maniera
da poterlo far paſſare intieramente attraverſo il filtro .
Odetto nello Sperimento ſopracitato che il color del
fegato proveniva dal folfo unito all' alkali . Egli è dun
que evidente che qui il colore epatico debb: eſſere dimi
nuito in proporzione dell'alkali unito al ſolfo . Vi ſono
molte Farmacopee , e molti Compendi di Farmacia e di
Chimica , che preſcrivono le dog che ſi trovano in Ba
filio Valentino (6 ) , che ſono parti eguali d'antimonio
e d'alkali . Geoffroi (c) adopera ſolamente una parte
$ d'al

( a ) Pharmacop. Dogmatic. reform .


* Il nome franc. di queſto Autore è Duchêne .
(b ) Carro trionfale dell' antimonio , p. 394. della Raccolta delle
ſue Opere
(c) Accad . delle Sa , 1735. , p. 316.
144 FUSION E.
d'alkali ſopra due d'antimonio per fare il ſuo hepár .
Si trovano le medefime proporzioni in Meuder ( a ).
Quando ſi adopera una minore quantità di alkali,
non li arriva a convertire l'antimonio in fegato . Ne
rieſce una ſoſtanza che tanto più s'avvicina al color
nero , quanto meno l'antimonio à ſofferto d'alterazione.
In queſta operazione la porzion d'antimonio che più
delle altre allorbì del fale , viene a occupar la ſuperficie ,
e prende il nome di ſcorie. Si poſſono ſeparare faciliſi
mamente dalla porzione metallica che ſi chiama impro
priamente regolo . Non formando queſta preparazione un
vero fegato d'antimonio , ella eccita il vomito , quando
ſe ne dà una certa doſe ; e ciò la reſe celebre in medi
cina e le fece prendere il nome di regola d'antimonio
medicinale . I primi che ne parlarono ſono Maët (6 ) ,
Vigani (c) , Barchuſen (d ) .Le proporzioni da effi in
dicate ſono una parte d'alkali , cinque d'antimonio , e
quattro di ſal comune . Ma Hoffmann (e) non cardó a
1
dimoſtrare quanto folle fuperflua in queſto lavoro l'ag
giunta di queſt'ultima ſoſtanza , poichè in fatti elfa non
contrae alcuna unione con l'antimonio per una ſemplice
fufione e viene a galla del regolo d'antimonio dov'
efla ſi ritrova come una ſcoria inutile . Biſogna portare
un tutt'altro giudizio del ſal marino unito all' antimo
nio , e tenuto lungo tempo in fuſione ; perchè Pott ( 1)
dimoſtrò che in queſta circoſtanza eſfo fi alkalizzava ; e
Schultz à confermato queſto raziocinio con delle belle
ſperienze ( 8 ) . Da tutto ciò ch' è ſtato detto ſi vede che
tutte le fuſioni d'antimonio fatte col ſal marino non
pofa

( a ) Analylé raiſonnée de l'antimoine S. 29. à la ſuite de l'in


troduct. à la Chyinie de Rothe , trad. en franc.
( 6 ) Chimica ragionata , c. 3. , art. 14.
( c) Fior della Chim.
( dj Pirofofia , l. 3. , ſez. 2. , C. . , art .
) Diſs. ſull'analisi del regolo d'antimonio , ſoſtenuta a Hall nei
1698.
( f ) T. 2. , p. 1. delle ſue Diſs. trad. in frang.
( 8 ) Saggio di Chimica , S. 88.
FUSIONE . 145
poſlogo eſſere la ſteſſa coſa che il regolo medicinale . I
regoli roſſi d'antimonio , de' quali parla Morley ( a ) non
ſono altro che un vero fegato d'antimonio , e non ſono
per niente affatto un regolo medicinale . La magnelia
opalina di Dieteric (b) e di Meuder ( c) , ch' è compoſta
di otto parti d'antimonio e d'una d'alkali, differiſce an
cora più del regolo medicinale dalla natura del fegato ,
in cid , che la porzione d' alkali efTendo ancora meno
conſiderevole , l'antimonio foffre minore alterazione . Dopo
il dettaglio di queſta operazione , ſi ſcorge che lo zaf
ferano dei metalli trae impropriamente il ſuo nome de
metalli, e quanto la mancanza di ſale lo faccia differire
dal fegato d ' antimonio , laſciandogli di più la ſua natu
ra regolina .
FACOLTA' .

La ſperienza prova che il fegato d'antimonio è uno


de' più potenti purganti. Quando ſi parlerà della natura
del regolo , fi fpiegherà facilmente dove è fondata que
ſta proprietà ; di maniera che noi abbandoneremo queſto
rimedio alla medicina Veterinaria ( d ) , e non l'ordine
remo mai agli ammalati . Un fimile giudizio vuol eller
dato ſullo zafferano de' metalli . Edo è ancora più vio
lento del fegato d'antimonio , perchè contiene maggior
copia di regolo ; e minore d 'alkali , l'effetto del quale
è Iminuire l'effetto dell'emeticità . Il regolo medicinale
preſo anche in piccola doſe produce il vomito egualmen
te che gli emetici, de' quali abbiamo proibito l'ufo , per
chè queita preparazione come ſi è veduto , s'avvicina un
poco al fegato d' antimonio . Queſti rimedi ânno la pro
prietà d'allottigliare il condenſamento del ſangue ; il che
li rende diaforetici, e fa che s'adoperino con ſucceſſo
in tutte le ſpecie di febbri . Graebner (e) oſſerva che
Tom . I. K Craa

(a) Racc. Chim. di Leyden , c . 51 .


( 6) Commerc. fetter, di Norimberga , 1731. , p. 133.
(c) Ibid . §. 107.
d) V'edi Meuder , ibid . S. 58.
e) Medicina antica rinnovata .
3
140 FUSION E..
Craanen famofiffimo medico del ſuo tempo adoperava
queſte preparazioni come un rimedio policreſto nella cura
di tutte le febbri ; onde è che molti Autori lo chiama,
no ancora il febbrifugo di Craanen , Ello è la bafe della
polvere Bezoardica di Rollwagio , di cui Apino prima
degli altri â parlato ( a) . Hoffmann (6 ) dice che la me
dicina adopera col più gran ſuccello queſto medicamento ,
maſſime attuato col mercurio dolce nelle malattie dove
gli umori ſi trovano troppo denſi come nell'artritide e
nella idropisía ; la doſe è dai quindici grani fino a uno
ſcrupolo ,
Sperimento XXIX

TINTURA D'ANTIMONIO TARTARIZZATA ,


! Fate fondere il fegato d'antimonio deſcritto nello
Sperimento precedente ; colatelo in un morcajo e ridu
cetelo in polvere , Quando la materia avrà preſo conli .
ſtenza , verſatevi preſtamente dello ſpirito di vino , Meta
tetela in digeſtione ſopra un bagno d'arena , e ricoprite
la cucurbita col fuo capitello . Voi vedrete lo ſpirito di
vino colorirſi d'un bel roſſo e prendere un guſto alka
lino . A queſta preparazione ſi dà il nome di tintura
ď antimonio tartarizzata . Lemeri â fatto una bella tine
tura con una parte di fegato d'aạtimonio ſopra tre parti
di ſpirito di vino (c) ,

RIFLESSIONI ,

Gli antichi Alchimiſti, e maſſime Bafilio Valentie


no , Paracelfo e Suchten fecero un gran conto delle sin.
ture d'antimonio ; ma le deſcrizioni che ne diedero , per
la maggior parte non rieſcono ; oppure queſte cinture
non debbono il loro colore al ſolo antimonio , ma ad
al,

( a) Delle febbri epici , di Pruſſia , p. 65.


(b ) Ibid.
( c) Tratt, dell'antim ., P. 446,
1

FUSIONE . 147
alcune altre ſoſtanze ch' efli vi aggiungono , e il più
delle volte all'aceto . Baſilio Valentino ( a ) è il primo
che abbia deſcritto con eſattezza la preparazione di cui
parliamo .
Abbiamo veduto per lo Sperimento precedente che
il fegato d'antimonio era un vero fegato di tolfo , e per
lo Sperimento 26. , che queſta ſoltanza. ſi diſcioglieva
nale spirito di vino ; il che fa concepir . la cauſa, per
cui ii sueita operazione ſi fa una ſoluzione di fegato
d'antirono . Lemeri â fatto una precipitazione di que
fta tincura , con l'aggiunta degli acidi ( 6) , il quale
Sperimento prova ciò che io avanzo . Non provando lo
ſpirito di vino da ſe medelimo per la digeſtione queſta
ſpecie di cangiamento , egli è evidente che eſſo la dee
al fegato d'antimonio , ſul quale agiſce ; il che ci ſom
minitra una ulterior prova per dimoitrare che il princi
pio inflammabile è il principio dei colori . Schultz oſſer
vò che non ſi faceva ſolamente una ſoluzione di ſolfo (c) ,
ma altresì della parte regolina ; il che è provato dalla
polvere che gli acidi precipitano dalla tintura , quando
ſi fonde a una fiamma di lampana dello ſmaltatore : Non
operando lo ſpirito di vino ſull'antimonio che per mezzo
dell'alkali, ſi vede che la bellezza della cintura dipende
dalla quantità di queſto fale che è ſtato unito al ſemi
metallo ; e poiché il ſuo colore è dovuto al principio
inflammabile , biſogna per averlo più vivo , impiegare
lo ſpirito di vino il meno acquoſo e il più carico di
parti oleofe .

F A COL TA ' .

Gli Alchimiſti giudicavano che il ſolfo dell' anti


monio dovea produrre dei grandi prodigi ; e credendo
che lo ſpirito di vino foſſe capace d' eſtrarre la quantità
K 2 che

(X ) Op. Chim . , p. 394. , cioè nel ſuo Carro trianf. dell' antim .
( b) Tratt . dell' antim .
( c ) Note ſulla Farmacopea di Pruſſia .
148 FUSIONE .
che ſe ne trova unita a queſto ſemi-metallo , eſſi appli
cavano indiſtintamente la tintura d' antimonio alle più
gravi malattie . I Medici valenti non ſono molto incli
nati a queſta ſpecie di preparazione : ciò non oftante lo
ſpirito di vino carico della ſoluzione del fegato di ſolfo
fi conſidera come d'un carattere ſaponaceo , e per conſe
guenza riſolvente ; la qual facoltà pud eſſere accreſciuta
dalle parti regoline che contiene queſta cintura ; talche
ſi dà con ſucceſſo in tutte le malattie che provengono
da condenſamento della linfa . Per eſtendere di più la
facoltà riſolvente di queſto rimedio , Schultz ( a) per una
ragionevole conſeguenza raccomanda di ſcegliere uno ſpi.
rito di vino che tenga diſciolto del ſapone : la doſe ne
è di 50. gocce . Si pud replicarla molte volte al giorno .

C A PO SE T T I M O.

DISTILLAZIONE.

S. LXVIII.

l'apparato opportuno per riunirli ſotto la forma di


gocce , è un'operazione di Chimica che ſi chiama diſtil
lazione. Geber (6) è il primo che abbia deſcritto con
eſattezza la diſtillazione * : eſſa ſi fa comunemente per
mezzo del calore . Potendo per altro anche il freddo fol
levare dei vapori , egli è evidente che anch' eſſo potrebbe
fer

(a ) Ibid.
(b) Summ . perfect. Magift. , l. 2. , c. 12. in lat. ; e in franc.
nel t. 1. dellà Racc. del 1741., c. 50. , p. 211.
* Zozimo di Panopoli che viveva in Aleſandria verso l' anno 410.
conobbe l'arte della diſtillazione . Egli ci dà la deſcrizione di
molti vaſi inſervienti a queſta operazione in un libro intitolato :
Peri organôn kai xamioon . Il ſuo manoſcritto ſi trova nella
Biblioteca del Re n. 2249. Ne eſiſte un altro in quella di S. Marco
di Venezia . [ Vedetene le figure nel libro la Sagelle d'Hermes
des Egyptiens di Borrichio , p . 156. ] .
DISTILLAZIONE . 149
ſervire a queſta operazione. Cid che è ſtato detto ' nei
99. 14. e 15.; c i principj che i Fifici ſtabiliſcono a
propolito dell'alzamento dei vapori , provano , che la
diſtillazione ſi fa ſolamente in ragione diretta del calore
e inverſa della denſità e della tenacità de' Auidi egual
mente che della affinità ch ' efli anno con le ſoſtanze che
ad eſſi ſono unite
Se i vapori che ſi alzano dalla cucurbita ſi trovano
sondenſati da un capitello poſto perpendicolarmente ſulla
fua apertura l'operazione ſi chiama diſtillazione dritta
o per afcenfione . Quella che ſi chiama obbliqua , da un
lato,' o per inclinazione fi fa. col mezzo d'una ſtorta ;
i vapori allora fortono da un lato del valo . V'è una
terza ſpecie di diſtillazione che ſi chiama diſtillazione
per difcefa . Ella li fa col mezzo di due vaś poggiati
l'uno ſopra l'altro , e locati inſieme : fi mette nel fu
periore la materia da diſtillarſi; e vi ſi applica il fuoco .
La prima ſpecie di diſtillazione che è la più ordi
naria , è quella che s'adopera quando Gi vogliono trat
tare de fluidi, i vapori de quali ſi ſollevano facilmente .
Quella da un lato s'applica ai liquori che non ſono ſu
ſcettibili d'una diſtillazione comoda ; per cid che riguar
da la terza ſpecie , ella è quaſi diluſaia .

S. LXIX.

Si poſſono ſottomettere alla diſtillazione i fluidi in


generale, e tort' i ſolidi che contengono delle parti
Auide .
Eſa ſi adopera per ſeparare i fuidi di vario peſo
miſti inſieme, e per cavare que' che ſono contenuti nei
ſolidi. Serve altresìa unire più intimamente fra loro
dei fluidi di diverſa ſpecie .
K 3 Si

Si poſſono citare per esempio gli oli eſſenziali che non ſono vola
tili per se medefimi , e che lo divengono per mezzo della parte
aromatica , ch'è loro unita naturalmente , o che ſi riuniſce di nuovo
con ello per mezzo della diſtillazione , quando i anno perduta .
1850 DISTILLAZIONE .
Si chiama ſecca la diſtillazione che ſi fa de' ſolidi .
Se ſi verſa an fluido ſopra una ſoſtanza ſecca per diſtil
larla dappoi , cid fi chiama cavare . La rettificazione è
una ſeconda diſtillazione . Il fine di queſta operazione è
di rendere più puro un liquore già ſtillato . Si dando
varj nomi ai prodotti che fi cavano con la diſtillazione ,
ſecondo la loro natura . Si chiama flemma la parte acquoſa
che ſi ſepara dai corpi ſecchi ed anche dai fluidi : per
la parola Spirito s'intendono i liquori ſalini che s'orren
gono con la diſtillazione . Gli fpiriti ardenti ſono i pro
dotti dei liquori vinoſi e ſono ſolubili nell'acqua . In
torno agli olj condenſati che ſi cavano colla dilillazio
ne , parleremo al loro luogo della loro denominazione .

Sperimento XXX.

DISTILLAZIONE DEL VITRIUOLO .

Prendete del vitriyolo verde ; mettetelo in un vaſo


di ferro e elponetelo al calore . Dopo qualche tempo ,
voi lo vedrete liquefarli . Accrefcete il fuoco , e non la
fciate di agitare il liquore perchè il fal non s'attacchi;
l'acqua eſſendo ſvaporata , il vitriuolo farà cangiato in
una polvere grigia ; in queſto ſtato , ſi chiama calcio
nato a bianchezza . Se ſi continua la calcinazione il vi
triuolo prende un color giallo , che in ſeguito divien di
1 mattone . In queſto ſtato , ſe ne empie una ſtorta di
terra che ſi pone in un fornello di riverbero. Regolan
do da principio il fuoco, fi veggono fortire dei vapori
bianchi . Finiti queſti , s'accreſce il fuoco fino al grado
più violento , e fi continua , finchè eſaminando attenta
mente il becco della ſtorta non ſi veggano più fortir
delle gocce per lo ſpazio di una mezz'ora . Trenta ore
mi baltano per terminare queſta operazione , mentre al
tri artefici aſſicurano d'aver biſogno di molti giorni
intieri .
Il primo liquore che paſſa nella diſtillazione à un
odor forte di ſolfo , e fi conſerva col nome di Spirito da
Solfo . Il ſecondo liquore che ſi ottiene è molto peſante ,
e quan
DISTILLAZIONE . 150
1 e quando è al contatto dell'aria , ſpande molti vapori .
Ello è molto più denſo dell'acqua , queſt' è la cauſa , per
cui ſi chiama olio . Di rado . ſi ottiene in un grado di
conſiſtenza ſufficiente per fargli prender la forma criſtal
lina . In queſto caſo i ſuoi criſtalli fono bianchiſfimi, e
fi chiama olio di vitriuolo glaciale . Se l'olio del vitri
uolo ritiene ancora alcune parti ſulfuree ; fi feparano con
la rettificazione * . Accade alcune volte che l'acido vi
triolico palli nella diſtillazione ſotto la forma d'olio , e
nella rettificazione ſotto quella d'una ſoltanza falina
bianca e ſpognofa . Cid che rimane nella forta ſi chia
ma colcothar ; quell' è il nome che gli dà Baſilio Va
lentino (a) .

RIF Ľ E Ś S I O NI .

Baſilio . Valentino ( 6 ) diede un proceſſo , ma male


enunciato per preparare l'olio di vitriolo . Il proceſſo
di Dorn (6) è molto più eſatto . Il noſtro ſcopo in que
Ito lavoro è d'aver l'acido particolare che la natura fom
miniſtra abbondantemente , ma non mai nello ſtato di
purezza , e ſempre unito ad altre ſoſtanze . La ſperienza
prova che il vitriuolo verde è più abbondante di acido
vitriolico , di quello fieno tutti gli altri corpi , ai quali
queſto acido ſi trova unito ; di più che ſipuò cavarnelo
con molto maggiore facilità . Quando ſi vuole avere
queſto acido ſpogliato di tutta l'acqua che gli è unita ,
ſi comincia a privarnelo colla calcinazion della ſoſtanza
che lo contiene , e ſi ſeparano i primi prodotti della di
K 4 ftil
1

* Queſta rettificazione dell'olio di vitriuolo ſi fa con un' operazione


la più semplice. Baſta esporlo i calos di un bagno d'arena , in
bocce o matracci di vetro fottili . L'olio allora annerito pel flo
a giſto , perde intieramente il suo colore e laſcia Scappare molto
acido ſulfuréo volatile ; il che rende quest' olio molto più concen
trato .
a ) Ripetiz . della gran pietra degli antichi Sapienti , p. 85.
b) Spiegazione del manuale della gran pietra , p. 836.
Chiave della filoſ. chim. 1. 3., c . 2 , p . 73 .; enel teatro
chi:nico 1659. , p. 192. e 276.
152 DISTILLAZIONE .
Aillazione . Per ottenere in ſeguito un acido meno flem
matico più puro e più concentrato , ſi dee regolare il
fuoco con prudenza finchè finiſcano i vapori bianchi , i 1
quali provano la preſenza dell'acqua . Si parld altrove
dello sforzo ch'ella fa per isfuggire dai corpi folidi che
la contengono : ſecondo cid fi concepiſce che ſe una cosi
grande qaantità di vapori s'elevaſſe con troppa rapidità ,
li avrebbe a temere la rottura de' vali, tanto più che
un calor troppo forte eſtricherebbe e rarefarebbe così una
grande quantità d'aria filla che ſi trova nel vitriuolo .
L'acido che fi cava dal vitriuolo con queſto pro
ceſſo , ſupera per la ſua denſità cuci' i fluidi , eccetto il
mercurio ; eſſo è all'acqua ſtillata :: 1 : 8471, e ſecondo
Muſchembroeck :: 1417 : 1 ( a ) .
Quanto più il noſtro acido è ſpoglio d'acqua , tan
to è più denſo ; così che quelli che deſiderano avere
dell'olio di vitriuolo glaciale , debbono deflemmare pri .
ma bene il vitriuolo , poichè queſto è il ſolo mezzo
d ' avere un acido ben concentrato .
Si oſſerverà che quello acido â la più grande affi
nità con l'acqua ; eſſa è tale che ſe gli ſe ne aggiunge ,
fi eccita un calor fortiſſimo ; e fi fente il medelimo itri
dore che fa una goccia d'acqua gettata ſu un ferro ro
vente : ecco perchè queſto acido eſpoſto all'aria s'inde
boliſce e creſce di peſo . Si poſſono vedere a queſto pro
poſito le oſſervazioni di Gold (6 ) . Io o provato che
queſto peſo creſceva d'una nona parte in otto giorni ;
ora ſi vede la cauſa perchè il noſtro acido laſcia ſcappar
tanto fumo quando ſi eſpone all'aria nello ſtato di con
centrazione . In fatti tutto il mondo ſa che tutt' i va
pori dell'acqua ammallati in gran copia formano delle
nuvole nell'aria .
L'olio di vitriuolo puro â la traſparenza dell'acqua ;
ma per poco principio inflammabile che gli fia unito
fi vede prendere un color nero , che ſi può fare facil
mente

( « )Introduct. ad philof., S. 1417 .


(b ) Abregé des Tranſ. philof. par Lowthory , vol. 2. p. 537.
DISTILLAZIONE . 153
mente ſvanire eſponendolo al calore del bagno d'arena .
Ma ſi rifletterà , ſecondo l'oſſervazione che ne fece pri
ma di tutti Geoffroi (a ) , che queſto acido acquiſta quella
limpidezza ſolamente quando ſi tratta con vafi chiuG .
Quando ſi vuol cavare una grande quantità d'acido vi
triolico , l'operazione diviene diſpendioſa per la quanti.
tà di fuoco ch'effa elige : d'altra parte non ogni ſpecie
.
di vitriuolo rende la medeſima quantità d'acido . Io ô
cavato dai vitriuoli di Liegi , di Lorena , della Turingia
e della Saſſonia Vogtland , ora un 100.0 ora un 50.0 e
da quello di Goslar un 30.0 Queſta è la cauſa perchè į
Chimici rare volte s' aflamono la noja di prepararlo eflè
medefimi , ma lo fanno venire dai paeſi dove ello fi pre
para in grande quantità . Se ne tira molto da Northau
fen al ballo della Selva Ercinia . Il commercio che ſe
ne fa in Inghilterra è conſiderevoliſſimo . Quel regno
ne ſpaccia molto nell'Europa . La bontà dell'olio di
vitriuolo dipende dal ſuo peſo . Si fa con certezza ello
ellere eccellente , quando una goccia del medeſimo ver
fata ſu un pannolino, o ſu una penna , riduce queſte
materie in carbone. Si diede la deſcrizione d'un proceſſo
per cavare con poca fpeſa una grande quantità d'acido
vitriolico dal folfo (6 ) .
Quando ſi diſtilla il vetriuolo ſenza averlo prima
calcinato , il primo prodotto è un acido miſto con gran
diflima copia d'acqua . Queſto ſi chiama flemma . Vi
fono degli Autori che alcuna volta gli diedero il nome
di rugiada di vitrixolo . Lo ſpirito paſſa dappoi in un
liquore molto più acido . I ſeguaci di Paracelfo attribui
5 rono delle grandi virtù allo ſpirito che paſſa nella diſtil
lazione con un odore fulfureo ; e Brandt (c) otteone da
queſto medeſimo ſpirito un ſal volatile , diſtillando del
vetriuolo di Dilta nella Svezia ; il che prova cid , che
noi

(a ) Mem . de l' Acad . des Sc. , 1742. , p . 56 .


(6) Doſſie : les ſecrets & fraudes de la Chymie , & de la phar- '
macie moderne devoilés , p. 167.
(c ) Mem. di Chim. nell' Accad. di Svez. , trad . franc., to 1.9 p. 68.

1
154 DISTILLAZIONE .
noi abbiamo già detto , ( Sperimento XXVII. ) che l'aci ici
do del ſolfo è lo ſteſſo che l'acido vitriolico , e che ch
queſt' ultimo pud facilmente traſmutarſi nel primo . Que il
fta metamorfoli è dovuta al flogiſto , ed ecco come efla
fi fa . La forza del fuoco caccia il principio inflamma 1
bile dal metallo baſe del vetriuolo , e mentre l'acido fi ne
diſimpegna per riſolverſi in vapori , il flogilto gli li uni pr
.

ſce e lo cangia in un liquore più fluido , più volatile ,


d'un odor fortiſſimo e ſuo particolare . Si conoſce la
neceſſità di laſciar l'operazione , quando nella diſtilla la
zione del vetriuolo paſſa una grande quantità d'acido
fulfureo . A tenor di ciò che noi abbiamo detto , fi vede
chiaramente come Sthal ( a ) à potuto ottenere fotto una
forma volatile tutto l'acido ch ' eſce dal vetriuolo . Pel I
fuo proceſo noi non abbiamo più biſogno d'adoperare A
la nojoſa deflagrazione del ſolfo e di raccoglierne i va P
pori nella campana ; proceſſo , che ſecondo Valentino (6 ) , t
è ſtato poſto in uſo dagli antichi Chimici prima di quel
lo del quale parliamo , e che Sthal ( c) dopo ancora à
corretto , preſcrivendo una manipolazione meno diſpen
dioſa e più breve, ſiccome fece ancora Seehl (d ) . Si of
ſerverà che il principio inflammabile rendendo volatile !1
l'acido vitriolico , entra ſolamente nella ſua aggregazio 1
ne , e niente deltutto nella ſua miſtione; perchè in qua
; lunque maniera ſi ottenga l'acido ſulfureo , la milionę
dell'acido vitriolico non ſi trova per niente alterata : e
per poco che li laſci eſpoſto all' aria , il flogiſto l'ab
bandona , e lo laſcia nello ſtato d'acido vitriolico puro .
Queſto Sperimento conferma ciò che abbiamo detto
[ Sperimento XXVI. ); e prova ancora meglio , che gli
odori ſono prodotti dal principio inflammabile e reli
dallo ſteſſo volatili dei corpi fiili per le medeſimi . Serve
ancora a convincerci che il flogiſto quando s'uniſce all'
aci

Opuſc. meſe d' Agoſto , .


Carr. trionf. dell'antim.
(c) Trecento Sperimenti , n. 62.
Tranf. philof., vol. 43. , pag. I.
DISTILLAZIONE . 155,
ácido vitriolico , non attacca niente la ſua miſtione ; ma
che non fa altro che cangiarne l'aggregazione ſminuendo
il ſuo peſo e la ſua attività .
Si vede in conſeguenza di tutto cid che quando
l'acido vitriolico ſi trova unito a qualche ſoſtanza eſtra.
nea , fi può inferirne ch' eſſo è divenuto volatile , per
poco che ſi foſpetti della preſenza del principio inflam
mabile che gli è unito .
Il reſiduo della diſtillazione è il metallo eh' era la
la baſe del vetriuolo , e che Gi trova privato del princi
pio inflammabile. Se il vetriuolo che ſi è adoperato , è
ferreo e puro , il capo morto è roſſo , e ſi chiama colco
thar . Violentandolo con un fuoco fortiſſimo , il ſuo co
lor roſſo ſi ravviva moltiſſimo , ei Dipiatori in quelko
ftato l'adoperano a molti ufi . Ma fe il vetriuolo non è
puro , e ſe l'acido vi fi trova unico a una certa quan
tità d' altri metalli , effo prende allora un color nero ,
Se ſi fa bollire il colcothar nell'acqua , eſſa ne difcio
glie molto fale *· Queſta foftanza ſalina , fe la diſtil
lazione dell'acido fi condolſe a fine, non è del vetriuo
lo ; eſſa lafcia fulla lingua un fapore auſteriſſimo .. Ag
giungendo dell' alkali fillo al liffivio del colcothar fatto
ſecondo la maniera indicata da Margraf ( a ) , io ne 8
cavato un vero alume . Gli Sperimenti che li fanno ſulle
diverſe ſpecie di vetriuoli provano che tutti contengono
la terra dell' alume ; almeno eſſa non m'è sfuggita mai
ini

* Il colcothar Sciolto in lifjivio ſerve ancora a polire i criſtalli ; ed è


efto che negli Smalti dà il color rollo di ferro, quando non con
tiene del rame o altre Softunse metalliche eſtrance . La terra mara
ziale che depongono le acque ferrugginofe mulime quelle di Palli
2 appurtenenti al Sig. de Calfabigi , e quelle dell' Abazia di Fonte
nelles, diedero a mio fratello con varj proceſe un belliſſimo roſo
di ferro. . la terra marziale di queſte acque minerali è da pre
ferirſi per gli Smalti a quella del colcotbar che Spello partecipa
del rame e per conſeguenza dee dare dei colori differenti do
quello che fa ottorrèbbe da una calce pura di ferro, si può con
Sultare a queſto propofito l'analyſe des eaux minerales de Fone
tenelles che mio fratello diede all' Accademia .
(A ) Opuſc. Chim . , t. 2. , p. 86. e ſegg.
150 DISTIL .
LAZION
E
in alcuna delle diſtillazioni ch'io 8 fatre . Luigi Leme
ri ( a) aveva già ſoſpettato che l'allume eſiſteſſe nel re
fiduo della diſtillazione del vetriuolo . Crollio (6) ci
racconta che il ſale cavato dal colcothar fi crede da ale
cuni artefici eſſere la gilla di Teofraſto .

FACOLI A ' .

L'olio di vitriuolo diſtrugge tutte le parti ſolide


degli animali ael momento che loro ſi applica. Cangia
i liquori ſieroſi in denſe gelatine o ne forma dei gru
mi; coſicchè preſo interiormente fa le parti di veleno
abbrucia e sfacela le prime vie . Quefto acido applicato
efteriormente è l'eſcarotico più violento ; e ſi adopera
ſempre col più gran luccello per arreſtar le emorragie
che vengono da rottura delle arterie . Allungandolo con
una grande quantità d'acqua per non laſciargli che una
piacevole acidità , diviene un rimedio efficaciſſimo , e re
liſte potentemente alla putredine de' noſtri amori ; ne
corregge o ne arreſta l'alkaleſcenza ; in generale dà tuo
no alle fibre , maſſime a quelle delle prime vie ; eſtin
gue ortimamente la ſete . Così allungato con acqua , e
applicato eſteriormente s'adopera per deterſivo e difenſivo
nelle ulcere fordide . Helmich (c) vanta l'uſo di queſto
rimedio preſo interiormente per guarire la ſcabbia .
Noi parleremo altrove degli effetti prodotti dall'
acido vitriolico volatile ridotto in vapori , della facoltà
ch'eſſo à di ſminuire l'elaſticità dell'aria e d'eccitar la
ſoffocazione che riſulta da queſto effetto . Si rifletterà
che l'acido fulfureo preſo interiormente non produce ef
fetti più particolari che l'acido vitriolico allungato con
0 l'acqua ; ma queſto medicamento è così ſpiacevole , che
4
fu proſcritto dall'uſo della medicina .
Spec
Mem , de l'Acad . des Sc. de Paris , 1735. , P. 389.
Chimica Reale .
Queſto a quel liquore che la Signora Faure di Beaufaure diede
ſotto il nosne di liquore antiputrido .
( 6) In una Difs. ſoſtenuta a Hall nel 1762. , ſotto la preſidenza
di Büchner .
+
DISTILLAZIONE . 157

Sperimento XXXI.

TARTARO VITRIOLATO .

Prendete del ſal alkali fiſſa puriſſimo , diſcioglietelo


in una grande quantità d'acqua : verſate poco a poco
queſta ſoluzione ſu dell ' olio di vetriuolo ; vedrete fol .
levarſi un movimento d'efferveſcenza notabiliſſimo per
ciaſcuna volta che aggiugnerete dell' alkali all' acido .
La miſtura fi converte in iſpuma e forte faciliſfima
mente dai vaſi che la contengono , i quali ſi riſcaldano
prodigioſamente nell'atto dell' unione di queſti due cor
pi. Si continua a verſar dell' alkali , finchè l'efferveſcen 1
za Gia ceſſata ; queſto ſi chiama faturazione : io o offer
vato che biſognava adoperare il doppio d'alkali per fa
turare l'acido vitriolico . Rieſcono da queſta unione de’
criſtalli che ſi diſciolgono difficiliſſimamente nell'acqua ,
che difficilmente ſi fondono , e che decrepitano ſui car
boni . Queſto fale non conſerva più alcuna delle pro
prietà nè dell ' alkali , nè dell'acido .
Si diſcioglie il vetriuolo nell'acqua , e ſi aggiugne
a queſta ſoluzione dell' alkali fiffo fino a perfetta ſatu 1
razione . Dopo avere ſeparato il liquore dalla terra me
tallica , che li è precipitata in queſta operazione , lo fi
fvapora , e s'ottengono de criſtalli che non differiſcono
in niente da quelli , de' quali abbiamo qui ſopra fatto
menzione . Crollio (a ) parla di queſto fale ſotto il nome
di ſpecifico purgativo di Paracelſo . Si pud altresì vedere
cid che ne dice Tachenio (6 ) . Molti Chimici diedero
mal a propoſito alla terra marziale che ſi precipita dal
vetriuolo i nomi di ſolfo , di vitro do anodino e di
Solfo di vetriuolo dolcificato . Vedi Hartmann (6)
Schroeder (d) . Si adopera preſſo a poco il doppio d'al
kali per la ſaturazione del vetriuolo .
RI.

(a) Chimica Reale .


( a) Ippocr. Chimico , c. 10.
(a ) nell'oppio , teor . 7.
(a ) Farmacopea Medica e Chimica ,
ZIONE
158 DISTILLA .

RIFLESSIONI.

Io ô dato più ſopra ( §. 48. ) la ragione , per cui


nello Sperimento deſcritto , in primo luogo s'eccitava un
calore e un movimento d'efferveſcenza così grande nel
tempo dell'unione dell' alkali fiſſo e dell'acido . Quan
do l' alkali ſi miſchia , ſenza avere avuta la precauzione
di allungarlo con molt' acqua , con un acido vitriolico
concentratiſlimo ; li vede precipitarſi al fondo de vafi
una ſoſtanza bianca . Vi fono de'Chimici che anno , ma
ſenza rifleſſione conſiderato queſto precipitato , come
quello d'una terra metallica ; ma conſiderandolo un po'
più attentamente e diſciogliendolo nell'acqua , non fi
tarda molto a eſſer convinto che queſti ſono veri cri
ftalli, In qualunque maniera io abbia preparato il tar
taro vitriolato , non ne ô mai ottenuta una quantità
proporzionata a quella de' fali ch' io aveva adoperati per
la mia operazione . Quando lo preparo col primo pro
ceflo da me indicato , non cavo che un 'terzo de' ſali,
de' quali mi ſono ſervito e ne ottengo il quarto , fe
guendo il proceſſo di Tachenio ; egli è dunque evidente
che per fillo che ſia quelto ſale nog laſcia d'elevarli con
l'acqua nello ſvaporamento. Sthal oſſervò ancora ( a ) ,
che tutto il tartaro vitriolato poteva difſiparli con l'ebul
lizione * . Alcuni temono che preparato alla maniera di
Tachenio , non ritenga una porzione di rame . In fatti
il vetrinolo comune non n'è mai aſſolutamente elente
ma ſiccome l'acido laſcia la terra metallica per unirſi
all' alkali fillo , e ſiccome d'altra parte i criſtalli ſi tro
verebbero rinti dalla porzione metallica che vi rima 1
nelle ,

( a ) Fundam . Chem . dogmat. & experimental. 1746. , art . 2.


La volatilizzazione dei Sali non è l'unica cauja di queſto fenom
meno ; l' aria vi contribuiſce molto ; quindi queſto effetto è molto
più notabile ancora quando ſi combinano l' alkali fillo e il cremor
di tartaro , perchè queſt' ultimnaſoſtanza contiene molto più d'aria
che l'acido vitriolico . Il Sig. de Villiers ſi è aſſicuruto con degli
Sperimenti particolari , che a queſta cauſa principalmente è dovuta
la piccola quantità difal vegetabile , che produce una inolto più
grande quantità dei ſali adoperati per farlo .
DISTILLAZIONE . 159
nefle , così 6 pud giudicare ſulla bontà e purezza del
tartaro vitriolato di Tachenio * , quando i criſtalli che
ſe ne cavano fono bianchi , Mangold ( a ) parla de' fe
nomeni prodotti dal tartaro vitriolato fopra il quale ci è
ſpeſſo diftillato dello ſpirito di vino ,

FACOLTA',

Il tartaro vitriolato , come fal neutro , irrita le


fibre del corpo e le obbliga ad una più forte contrazione
attenua gli umori mucoli , frapponendoſi alle parti che
ânno fra di eſſe una troppa forte attrazione . Si dà coa
fucceſſo in tutte le malattie che naſcono da viſcoſità ,
eliſtano elle nelle prime vie o nella maſſa degli umori .
Tutt'i pratici lo commendano come un buon digestivo ,
incidendo eflo gli umori viſcoſi e diſoſtruendo i tubi ef
cretori ; e fecondo la maniera d'amminiſtrarlo , produce
degli effetti ora diuretici ora diaforetici . Se li dà in
dofe d’ua'oncia , divien purgativo . Hoffmann (6 ) ,
Schultz ( c) raccomandano l'ulo interno di queſto fale
per detergere le ulcere e per diſtruggere i funghi della
dyra madre e delle gingive ,

Spe

La bianchezza de' criſtalli non è una ragion ſufficiente per aſſicu


rare deļl'asſenza del rume; perchè io o veduto di queſto fale bian,
chiſimo, la cui soluzione dava con ( alkali polatile una tinta tur .
china Senſibilitimą. Įl fal de duobus che ci vien di Germania
è quaſi tutto di queſta qualità , ellendo il prodotto del refiduo
delle acque forti fatte col vitriuolo che partecipa deļ rame ; quindi
i Spelto un occhio ceruleo . Il Sig. Cavaliere l'urgot & ſempre
veduto nelle ſue terre che queſto sale eccitava il vomito a qua'
che ne facevano uſo , e vedeva il contrario adoperando quello che
gli Speziaļi preparano da ſe medefimi. Efendo queſto medicamento
di grand' ufo in medicina e dandoſi giornalmente alle puerpere ,
fi concepiſce quanto ſia eſſenziale di eſſere aſſicurati della sua puso
rezza , e di non prendere così alla ventura queſta preparazione,
(a) Acad, de Mayence , t. 1. , p. 272. e ſegg.
( 1) Dell'eccellenza dei fali medj in medicina , $ . 33.
( c ) Note fulla Farmacopea di Pruſia .
1
160 DISTILLAZIONE .
4
Sperimento XXXII.

DECOMPOSIZIONE DELL'ACIDO VITRIOLICO .

Mettete in una ſtorta tre once d'olio di tremen


tina , verſatevi entro un ' oncia d'olio di vetriuolo , ma
in molte ripreſe e in piccoliſſima quantità per ciaſcuna .
Ogni volta che voi atfundete dell'acido vitriolico all'
olio ſi fa un'efferveſcenza delle più violente . La mi
ftura fi converte in bolle groffiffime , fpande un fumo
bianco e den Giffimo , e fi eccita un calor conſiderevole ,
l'olio allora cefla d' eller fluido e affetta una confia
ſtenza di reſina . Se ſe ne fa la diſtillazione col bagno
d'arena , e le la fi continua , finché non ſi ſollevi più
il liquore , ſi troverà nella ſtorta e intorno al collo del
recipiente , del ſolfo bello e fatto . Cid che palla nella
diſtillazione è un acido indebolito e un olio den Giſlimo .
Nel fondo della ſtorta reiterà ſolamente una terra nera
e inſipida .
RIFLESSIONI.

Boyle (a) è il primo che abbia parlato diqueſto


Sperimento . Kunckel (6 ) ſcriſſe qualche coſa di più ſod
disfacente a queſto propoſito ; ma Geoffroi ( c) entrò ſu
queſto punto ne' più miauci dettagli . Queſto Sperimento
€i dimoſtra tanto l'affinità degli olj eterei con l'acido
vitriolico concentrato , quanto la compoſizione del folfo ,
la miſtione degli olj e dell'acido vitriolico , finalmente
l'origine delle reſine e de' bitumi . Noi caviamo in
queſta operazione un acido debole , il quale effetto noi
conſideriamo come prodotto dall'acqua , alla quale è
unito ( Sperimento XXX. ) , e queſta è l'acqua dell'olio,
di cui l'acido s'è impoſſeſſato . Noi abbiamo veduco
l'affi
$
( a ) Chemifta ſcepticuſp. 4. , P : 133.
(6) Vedi le fue Riflellioni Chimiche , p. 93. de' ſuoi Opufc. in
tedeſco .
(c) Mem . de l'Acad . R. des Sc. , 1704. , p. 278.
DISTILLAZIONE . 161
l'affinità ch ' effo à con la medeſima ; affinità che pro
duce quel calore e quella efferveſcenza che noi oflervia
mo nella ſua unione coi corpi. Un altro prodotto , di
cui abbiamo parlato , è la terra che riſulta dalla diſtru
zione d'una parte dell'acido ; perchè pare probabile che
quella che reſta nella ſtorta , non la totalmente dovuta
all'olio etereo , e non poſſiamo ſupporre ch'ello conten
ga tanto di terra , quanto ne veggiamo formato nella
noſtra operazione * ; perchè la quantità di queſt' ultima
fupera i due terzi dell'olio che noi abbiamo preſo pel
noſtro Sperimento . ( Vedi Sthal (a) ) .
Noi abbiamo veduto che l'acido vitriolico nella
noſtra operazione fi convertiva in terra e in acqua ; il
che ci dà luogo a conoſcere la ſua miſtione . Sebbene
noi non poſſiamo imitarla , non oſiamo però ammettere
Tom . 1 . L altri

Queſta quantità di terra dee la ſua origine a molte cauſe ; ve


n'à una porzione ch'è il prodotto della noſtra operazione , un' al
tra particolare all'olio di vetriuolo , & proveniente , come offerva
il Sig . Spielmann , dalla diſtruzione di queſto acido, e il cui vo
lume ſi trova accreſciuto da una terra eſtranea all'olio di vitri.
Holo o fors' anche da alcune materie Saline . Combinando mio
fratello una parte d'olio di vetriuolo bianco come s'adopera nel
commercio, con due parti di Spirito di vino , Ollervo coſtantemente
che la miſtura s' intorbidava molto , e che vi ſi formavano ſubito
molti piccoli criſtalli . Egli â cavato da venti once d'olio di ver
triuolo e da ventiquattr once di Spirito di vino fino a due dram
me e mezza di queſto ſale , che gli è parito molto amaro e inolto
fimile alla natura dell' arcanum . Ecco ciò ch'egli sospetta dell'
origine di queſto fale ; ed è che nei palloni , dove ſi prepara l'olio
di vetriuolo per mezzo della deflagrazione del solfo col nitro ,può
Scappur nel liquore una porzione di queſto medeſimo nitro . Egli
ho conſidera ancora come forſe dovuto i una frode adoperata dai
Fabbricatori per imbiancare il loro olio di vetriuolo , aggiungendovi
del nitro . L'acido di queſto ſale , coſtretto allora a laſciar la ſua
baſe , ſi volatilizza , e come avidiffimo del flogiſto , gli ſi uniſce ,
elevando Seco lu porzione che coloriva ľ olio di vitriuolo. La
buſe alkalina del nitra reſtava necellariamente unita all' acida vi
triolico . Non è da meravigliarſi che fi cavi un fale della natura
dell' arcanum da una miſtura di Spirito di vino é d'olio di come
1 mercio , il che obbliga un Chimico applicato a delle ricerche eſatte
a preparare effo medeſimo il ſuo oko di vetriuolo , quando non
vuole avere alcun dubbio sopra i ſuoi fperimenti,
( A ) Trecento Sperim. , § . 69. , e 70.
162 DISTILLAZIONE .
altri principj che quelli che abbiamo cavato ( S. 10. e. 11. ) .
Il noftro Sperimento ci dà altresì l'analiſi degli olj
eterei , e ci prova ch'elli ſono compoſti d'acqua di terra
e di principio inflammabile ; la qual cota vedremo an
cora meglio in ſeguito . Finalmente queſta operazione
fatta per linteſi , ci dimoſtra che le reſine e i bitumi
non debbono la loro origine che all'unione d'un acido
e d'un olio odorofo ; di che faremo ancora meglio per
ſuaſi quando tratteremo della loro analiſi,

Sperimento XXXIII.

ACIDO VITRỊOLICO DOLCIFICATO

Verſate una libbra d'olio di vetriuolo ſopra due


libbre di ſpirito di vino rettificato ; fatene la meſcolanza
in una cucurbita con le precauzioni già accennate , cioè
non affundendo l'acido che in piccoliſſima doſe e per
intervalli ; vedrete per ciaſcuna volta che farete queſta
miſtura , ſollevarſi un notabile movimento nel liquore .
L'acido unendoſi allo ſpirito di vino , imita lo ſtrepito
d'un ferro rovente che s'immergeſſe nell'acqua . Si ſpar
ge preſtiſſimamente nel laboratorio un odor particolare
a queſta operazione . Queſti due liquori da chiari ch' era
no , divengono d'un color bajo - fcuro . Fatta la meſco
lanza s'accomoda la cucurbita in un bagno d'arena ; le
ſi adatta un recipiente , di cui ſi lotano le commeſſure ;
e da principio s'applica un calor mite , Dopo avere ftil
lato alcune drainme di liquore ; ſi slota il recipiente per
ſeparare queſto primo prodotto che non â altro carattere
che di ſpirito di vino , Quel che ſuccede â .un odor più
piacevole e più forte : viene una terza ſpecie di liquore
de' più fragranti , e penetrantiſſimo che ancora biſogna
ſeparare , come diverſo da quelli che paſſarono già per
diſtillazione , e dagli altri che gli ſuccederanno , Il
quarto prodotto a un intenſo odor di ſolfo , e per poco
che ne ſia ineſcolato col terzo fi dura molta fatica a ſe
pararnelo . Quando l'operazione è a queſto punto , ſi
defifte , a meno che s'abbia intenzione d'avere ancora
dei
DISTILLAZIONE . 163
dei prodotti diverſi dall'acido vitriolico dolcificato ; pers
che al ora la diſtillazione diviene molto nojoſa , ſe ſi
vuol condurla fino al ſuo fine , atteſa la facilità , con
cui la materia ſi gonfia , e non ſi cava più che un aci
do ſulfureo volatile . Il quarto liquore trae feco un olio
colorito peſante , che à un odore ſpiacevoliſſimo di fole
fo . Il reſiduo della diftillazione è nero e tenace ed à
altresì un forte fodor fulfureo . Per filtrarlo fi allunga
con l'acqua . Senza quefta precauzione il filtro ſi trove
Tebbe corrofo ; dopo cid fi laſcia eſpoſto all' aria libera ,
finchè abbia perduto quel forte odore , dopo che ſi con
centra il liquore e ſi cava l'olio di vetriuolo ch'è ri
maſto dopo l'operazione . Per riguardo al terzo liquore ,
ſe per la meſcolanza del quarto prodotto contraſſe l'odore
proprio di queſt'ultimo , gli ſi aggiugne dell' alkali fiſſo
fino alla ſaturazione dell'acido ſulfureo volatile , e lo li
rettirica con la diſtillazione . Affundendo del nuovo ſpi
rito di vino ful reſiduo della diſtillazione ſi ottengono
i medelmi prodotti de' quali abbiamo parlato .
Si cava tanto più di olio , e tanto più di liquore del
terzo prodotto , quanto s'adoperò una maggior quanticà
d'acido vitriolico , e quanto lo ſpirito di vino èmeglio
settificato , come quello, ch'è pafiato ſull' alkali fillo .

RIFLESSIONI .

Si trova qualche coſa di relativo al noſtro Speri


mento in Baſilio Valentino ( a) ; ma chi lo deſcriſſe il
primo con maggior chiarezza ed eſattezza , fu Valerio
Cordo (b ) . Queſto Autore prende parti eguali d'acido
e di ſpirito di vino ; quelte ſono le medelime doli che
preſcrivono Bohn ( ) , Boyle ( d ) , Frobenio , Newton (e) ,
L 2 e Bau

( a ) Ripetiz . della gran Pietra , p. 84. , e nel ſuo Nuovo teitam .,


p . 5. , p . 867.
Eſtrazioni artificiali, p. 3. , C. 11. e nella ſua farmacopea .
Della digeſtione , S. 29.
( d ) Dell'origine delle forme .
Abr. des Tranf. phil., t. 7. , p . 747.
164 DISTILLAZIONE ,
e Baume (a) . Crollio ( 6 ) adopera quattro o ſei parti
di ſpirito di vino , é cid è raccomandato altres! nelle
Memorie de Medici di Berlino (c ). Pott (e ) e Hoffmann (e)
efigono ſei parti di ſpirito di vino retrificatiſfiino . Het
Hoe ( f) , ad eſempio di Groſſe , adopera una parte di aci-,
do ſopra due di ſpirito di vino ,
Si ſa che lo fpirito di vino non è compoſto d'altro
che d'olio e d'acqua ; quindi ſi ſcorge onde ſi produca
quel movimento intellino , quel calore , e quel colore
che prende la meſcolanza con l'acido vitriolica . Si af
funde ſolo in piccole doſi l'acido allo ſpirito di vino
perchè la improviſa meſcolanza di queſti due liquori
ecciterebbe un movimento e un calor troppo grande , e
ne riſulterebbe l'esplofione de' vali *. Į vapori che fi
ſollevano nell' atto di queſta unione ſono principalmente
doyuti allo ſpirito di vino , una parte del quale ſe ne .
va per iſvaporamento , Elli non ſono del tutto nocivi ,
come alcuni preteſero dopo Boerhaavę (8) ,
L'acido vitriolico pon ceffa nella noſtra operazione
d'agire ſullo ſpirito di vino . Queſt ' azione divien più
forte pel calore, coſicchè quanto più effo creſce, tanto
eſſo fi trova più ſpogliato dell'acqua e riavvicinato alla
natura d'olio . Il primo prodotto che noi caviamo , è
dello ſpirito di vino, che â perduto l'acqua che entrava
nella ſua aggregazione ; di maniera che aggiungendoveno
di nuova , quelta gli ſi meſcola ad efo , ripiglia con
piccola diverſità il ſuo odor naturale . Il ſecondo proe
dotto è lo ſpirito di vino che a perduto nel progreſſo
dell'

( a , Diſs. full' Etere , p. 27:


(b) Chimica Reale .
( c) T. 1. , vol. 1. , pas: 25.
( d) Diſs. ſull'acido vitriolico vinoſa , trad. franc. , t. , p. 388.
( ) Oſs. fif. e chim .
(f) Mem , dell'Accad . R. delle Sc., 1734 , p. 46. , € 1739. , p . 63.
Si oſſerverà parimente che non è la medeſima cafa affiendere in
queſta operazione lo ſpirito di vino all' acido , oppur © acido alla
ſpirito ; perchè nella prima maniera ſi va a molti pericoli , e fruto
tanto nella ſecond , non accude alcuno incoiyeuzente ,
(8) Elem . Chem . , proç, 161.
DIST Í LLAZIONE. 165
dell'operazione una parte dell'acqua che entra nella ſua
miftione . Efio differiſce molto dal ſuo ſtato naturale .
Acquiſta un odor particolare e pedetrantiſlimo. Sta à
galla dell'acqua , e biſogna agitarli inſieme per unirve
lo . Il terzo prodotto è ancora di ſpirito di viño , ma,
privato d'una molto maggior quantità d'acqua. Eno
ſupera gli altri per la lua leggerezza e pel ſuo grato
odore . Ši meſcola difficilmente col ſecondo prodotto 3
nemmeno con l'agitazione li meſcola con l'acqua
Per riguardo all'olio che accompagna e ſegue il quarto
liquore , ello, proviene de una porzione dello ſpirito
di vino che a ſubito una totale diſtruzione . In tut
ta queſta operazione l'acido vitriolico non laſcia d'a
gire fullo ſpirito di vino , e ve ad una porzione che
gli ſi uniſce a ſegno di paſare con ello nel fecondo , e
nel terzo, prodotto . Quando arrivò a diſciogliere intie
ramente , la miſtione dello ſpirito di vino , eflo diviene
ſulfureo, e cangia in vera telina la parte dell'olio dello
ſpirito che â potuto fottrarſi alla ſua azione nella de
compoſizione ch'ello ne à fatta ( Sperim . XXXII .) ;
tálchè quanto più la diſtillazione è lunga , tanto diviene I
più refinofa la ſoſtanza che reſta nella cucurbica . Se fi
adopera un calor troppo forte , la refina forma una cro
Ita , impediſce ai vapori dell'acido ſulfureo di ſalire ;
ma non tardano eſſi à elpandefli ; é a follevar tutta la
malla , che da una parte ſi trova compreſſa , e dall'altra
rarefatta dal caldo . Se ſi termina a tempo la diſtilla
zione , l'olio di vitriuolo rimane con una porzione di
relina e d'acqua , proveniente , come abbiamo veduto ,
dalla diſtruzione dello ſpirito di vino ; la quale ſoſtanza
fe ne ſepara per mezzo del filtro dell' azione dell'aria
e della rettificazione .
Il terzo prodotto che ſi ottiene , è leggeriſſimo ;
ello è all'alcool : 1 1002. , e all'acqua : ? 1 : 1114.
L 3 Le

* buefla opinione vuol effere depofta , dopo che il Sig. Conte di


Lauraguais à provato che l'etere era miſcibile all' Acqúa in certe
proporzioni :
166 DISTILLAZIONE.
Le proporzioni oſſervate da Muſchembroeck ( a) ſono di
verſe . La prima ſecondo lui è :: 0 , 732 : 0 , 8150 ; e la
ſeconda :: 0 , 732 : 1 . Perciò Frobenio (6 ) gli diede il
nome di etere ; nella quale denominazione ſeguirono mol
ti Autori Queſto liquore ſta a galla dell'acqua , non le
ſi uniſce è s'abbrucia ſulla lua ſuperficie , ed â una
infigne qualità refrigerante (c) . Eſpoſto a un'aria tem
perata s'eſala in vapori di inodo che pare che ſorprenda
e attragga al vaſo dove è contenuto la fiamma che ſi
trova in ſua vicinanza ; il che gli fece dare il nome di
nafta ** Queſto effetto può ſervir. di ſpiegazione all'
accenſion che ſi fa ſulla ſuperficie delle acque di alcuni
pozzi , laghi o ruſcelli quando ſi preſentano loro dei
corpi acceli . L'etere verſato nell'acqua calda forma delle
bolle e uno ſtrepito ſenſibile . Queſto effetto proviene
dalla grande avidità con cui eſlo vuole ricuperare una
porzione dell'acqua ch' era nella ſua miſtione, e che a
perduto nella nottra operazione . Verſate dell'etere ſulla
pelle ; eſſo vi eccita' una evidentiſſima ſenſazione di fred
do , e la laſcia un momento dopo perfettamente ſecca 2
effen

( a ) Ibid. , S. 1417
b ) Abr. des Tranſ. philof., t. 7. , p. 747.
* Vedi la nota precedente . !
(c) Beaumé Difs. ſur l'aether , p. 86. e ſegg.
** Non fi può abbaſtanza aver cura di divertire la luce da vaſę
che contengono dell' etere. Io slotava un apparato della diſtilla
zione dell'etere, agl' Invalidi . Il fuoco preſe il pallone , benchè
io foli a più di venti paſſi da un fornello di lampana , dove non
c'era che uno ſtoppino acceſo . Il Sig. Boyer Medico , trovandoſi
preto la fu Signora Ducheſſa di Maine , ficcome esfu prendeva
delle gocce del liquor d ' Hoffmann Sullo zucchero , fu teſtimonio
che il fuoco preſe il fiasco , e comunicolli al letto della Signora
Ducheſa , benchè la Cameriera che lo teneva fore ſufficientemente
diſtante dalla fiamma di candela : biſogna che allora l'aria dell",
appartamento folle ben rarefatta per aver dato luogo a queſto ac
cidente . Non ſi dovrebbero dunque adoperare queſte preparazioni ,
Se non miſte con dei firoppi , dell' acqua di fiori d'arancio o con
altri liquori adattati . Riſulterebbe ancora da queſto metodo , che
potremmo aſſicurarci eſattamente della quantità reale che ſi prende
di queſto medicamento; perchè la parte più eterea fi diſlipa verfan
dola dai fiaſchi .
DISTILLAZIONE . 167
ellendo il calor del corpo umano ſufficiente per diſſipare
preſtillimo alcune gocce d'un liquore così leggiero . Eſſo
toglie ai menſtrui i metalli che tenevano diſciolti per
appropriarſeli . L'olio , del quale abbiamo parlato nella
noitra operazione , ſi chiama olio dolce di vetriuolo , olio
di vino , quint' eſenza vegetabile . Se per mezzo dell'
acqua o dell' alkali ſi priva queſt'olio di tutto il ſuo aci
do , rieſce ſomigliantiffimo all'olio odoroſo che ſi ottie
ne nella diſtillazione della feccia di vino . Per riguardo
al ſecondo liquore , quando ello ſi trova confuſo con lo
ſpirito di vino , ſenza avere cangiato natura , ſi chiama
liquor anodino minerale d Hoffmann ; perchè da quello
chimico ebbe la fua celebrità . Egli ne impard la com
polizione da uno Speziale chiamato Martmeyer , . come
riferiſce Schultz (a ) . Sthal ( 6) ne fa uſo frequente in
medicina. Si chiama altresì ſpirito di vetriuolo dolcificato.
Dopo ciò che abbiamo detto ſi ſcorge che biſogna
ſcegliere per la noſtra operazione uno ſpirito di vino e
un acido , ambipurillimi. Si vede altresì la cauſa per
cui una più grande quantità d'olio di vetriuolo ci fa ,
ottener maggior dofe del terzo prodotto ; ficcome il li
quor anodino diſtillato con parti eguali d'acido vitrioli
CO , rende , un etere eccellente ; e con facilità ſi concepi
ſce quanto ſiano mal fondate le pretenſioni di que' che
vorrebbero preferire la noſtra relina alle reſine comuni .
Parlando della teoría che noi abbiamo ſtabilito non ſi
dura fatica a capire perché il fecoado e il terzo prodot
to tingono in roſſo i colori turchini dei vegetabili , pre
cipitano il mercurio dalla ſua ſoluzione nell'acido ni
troſo , e rendono dei criſtalli di nitro , ſe ſono digeriti
per qualche meſe col ſal di tartaro ( ) . Queſti criſtalli
furono feriza ragione conſiderati come un ſolfo di vetri .
uolo , e s'attribuì loro egualmente fenza ragione , dopo
Paracelſo la facoltà di mitigare i dolori ,
L 4 Una

(a ) Note ſulla Farmacop. di di Pruſ . , ediz. ſeconda .


( b ) Trecento Sperim . , p . 410.
CO) Wallerio , Mem . di Svezia , t. I. , 8. 173.
1
168 DISTILLAZIONE .
Una coſa degna d'oſſervazione è che l'acido vitrio .
lico unito a delle altre foftanze fa quaſi ſubire allo ſpi
rito di vino i medeſimi cangiamenti che lo abbiamo
veduto ſubire nella noſtra operazione, ſecondo le offer
vazioni d' Angiolo Sala (a ) e di Mangold (6 ) ful tar
taro vitriolato : prova la più convincente della grande
1 affinità dell'acido vitriolico e dello ſpirito di vino .
Si oflerverà che la miſtura dell'olio di vetriuolo e
dello ſpirito di vino prende il nome di acqua del Rabel
dei Franceſi , quando la li conſerva ſenz'averla fotto
poſta alla diſtillazione . Becher (c) è il primo che ne
abbia fatto menzione . Si con Giderd queſto medicamento
come l'elixir acido di Dippel , di cui Schultz prima di
tutti ci diede la deſcrizione ( d ) .

F À COLTA'

Dippel ( e) uno dei pratici più fortunati del fuo fe


colo , e molti uomini celebri nella noſtr' arte raccoman
dano l'uſo dell'acqua di Rabel nelle malattie le più
gravi : come fono i calcoli , le febbri , le malattie va
poroſe del ſeſſo e l'artritide ec. [ Vedi Goëtz ( f ),Schultz ( 8 )
e Altruc (b ) ] ; il che dee determinare i pratici a eſten
dere e a indagare le facoltà di queſto rimedio. La naf
ta , l'etere , l'etere , il liquor anodino , liberi dall'acido
ſovrabbondante nella loro composizione , differiſcono nelle
loro facoltà : la nafta è potentiffima, e il liquor anodi
no

(a) Anatomia del vetriuolo , t. i . , C. II .


( 6 ) Accad. di Mayence , t. I. , p . 274.
( c ) Nella ſua Folle Sapienza , p. 60.
( d) Nella ſua Diſs ., dove propone per problema ; ſe vi sono de'
medicamenti capaci di Sminuire il volume del calcolo nella veſcia
ca ? ſoſtenuta a Hall nel 1734.
(e ) La malattia e il rimedio della vita animale.
(f ) Commerc. letterar. di Norimb. 1781.
(8) La medelima Diſs. e nella ſeconda ediz. poftuma delle ſue
note ſulla Farmacop. di Prufl. , pubblicata da un Editore ano
nimo .
( b ) De morb. Vener.
.
DISTILLAZIONE . 169
no molto più debole . Per giudicar fanamente della pro
prietà di queſte preparazioni , non biſogna riportarli a
ciò che ſpaccia Paracelſo dell'olio dolce di vetriuolo e
non preſtare maggior credenza alle lodi che gli Alchi
miſti danno al lolfo anodino di vetriuolo ; perchè non
ſi pud ſapere preciſamente ciò ch' eſſi ne anno penſato ,
e nemmeno s'elli conobbero queſta forte di medicamenti.
Il liquor anodino â principalmente la proprietà di
moderare e di fermare il movimento del fluido nerv zo
Queſto rimedio per la ſua forrigliezza porta la ſua atti
vità ai vaſi del cervello . ( Vedi Haller ( a) e Tralles (6) ] .
Eilo produce in elli delle oſcillazioni e una tenſione che
cagionano la compreſſione delle fibre midollari . La fpe
rienza lo â reſo commendabile nelle malattie prodotte
da un movimento muſcolare che eccita una contrazion
violenta e contro natura ; come ſono l'epilepſia , le con
vulfioni , la manía , la toffe ferina , l'ubbriachezza ; s
generalmente eſlo produce . i più grandi effetti nei dolori
d'ogni forte che attaccano il corpo umano . [ Vedi Hof
fmann (c ) e Mangold ( d ) ) . La doſe ne è di 19. gocce ;
e quella del liquore anodino di 25.
Per riguardo alle gocce del General de la Moche (e) ,
delle quali si è parlato nel Commercio letterario di No
rimberga : la loro compoſizione è ftata ritrovata dal
Sig. Port ( f ) . Efle non differiſcono in niente dall'oro
potabile di Baſilio Valentino (8) e dal liquor di Man
chini ( h ) , che non è altro che il liquor anodino colo
rito per la digeſtione con una porzion di reſiqa che ri
mane

( a) Elem. phyſiol. , t. og p . 415 .


( 6) Tratt. dell'oppio , p . I. , P: 210,
( c) Medic. ragionata , e i ſuoi Conſulti .
( d) Sperim. Chimici, S. 18. e 37.
( e) Ann. 1731. , p. 21. , p. 163.
) Diſs. Chim . trad. franc. , t. 1. , p. 470
( g ) Nuovo Teftam . , p. 5. , p . 866 .
( b ) Queſto ciarlattano è il General la Mothe della Germania .
Le fue gocce di vendono principalmente a Magonza e in tutta
la Germania .
170 DISTILLAZIONË .
mane dopo la diſtillazione * ; non è neceſſario avvertire
che effe non âano delle facoltà più eſteſe del liquore
anodino .
Sperimento XXXIV . 1

VETRIUOLO DI FERRO .

Si verfa dell'olio di vetriuolo ſul ferro ridotto in


piccole particelle . Da principio non appariſce alcun ſe
gno di ſoluzione , ma vi ſi aggiunge dell'acqua finchè
il ferro ſembri eſſere attaccato . Allora s'eccita un mo
vimento conſiderevole , e un forte calore . Il menſtruo
1 efala un odor particolare , e prende un color verde .
Quando il ferro fi trova intieramenre diſciotto , fi filtra
la foluzione e procede alla criſtallizzazione . Il fale
che ne rieſce è bello e di color verde . Una parte d'olio
di vetriuolo pud ſaturare due parti di ferro , e per l'or
dinario ſi ottiene il doppio di criſtalli .
Col proceſſo di Crollio ( a ) che ſiamo per deſcrive
re , ſi ottengono dei criftalli ( imili ai furriferiti . Si mette
in un crogiuolo , a ſtrato a ſtrato , del ferro e del folto .
Il primo è l'ultimo debbono eſſere di ſolfo ... Si tura il
crogiuolo con un coperchio in mezzo del quale ſi apre
un piccolo sforo . S'accende un fuoco baſtevole per far
deflagrare il ſolfo ; dopo ſi lava la materia nell'acqua ,
e il rango G criſtallizza .
Il medeſimo prodotto ſi cava da una miſtura di parti
eguali di folfo e di limatura di ferro ; ſe ne fa una pa
Ita

* Il Sig . Pott ficuramente non ſi preſe l' incomodo di eſaminare le


gocce del General la Mothe . Nella compoſizione delle ſue gocce
non entrò mai la reſina del liquor anodino : io poſto aficurare per
eſperienza , che l'oro è il solo principio che dia loro il colore , è
che io o veduto molte boccette in fondo delle quali è trovato
delle particelle di calce d'oro che vi ſi erano depofte . D'altra
parte queſto liquore ting'e in violato le dita e le materie aniinali
come ſ avorio ; prova certa ch'ello contiene dell'oro. Se lo fpe
rimento del Sig. Pott è vero , furdi stato fatto ſu delle gocce imia.
tate nel colore da qualche ciarlattano .
( a ) Chim . Reale
DISTILLAZIONE . 171
ita con dell'acqua e la ſi laſcia così per qualche tempo ;
vi ſi eccita un movimento inteſtino tanto grande , che
ſe lo Sperimento li fa ſu una dole conſiderevole la ma
teria s'accende . Se la fi ſotterra , vi produce delle ſcolle
che imitano il tremuoto : fi riduce dappoi in una pola
vere , che colla criſtallizzazione rende del vetriuolo .

RIFLESSIONI.

Il primo proceſſo ch' io 8 deſcritto per fare il ve


triuolo marziale è cavato da Baſilio Valentino (a) ed è
molto facile da eſeguirfi. Da ciò che è ſtato detto fo
pra al S. 49. , ſi vede la cauſa per cui biſogna indebo
lire l'acido vitriolico , Si eccita nella noſtra operazione
un calor violento . Una porzione dell'acido ſi riduce in
vapori, e fa laſciare al ferro il ſuo principio inflamma
bile ; queſto per la ſua unione con l'acido forma il ſolfo
( Sperim . XXIX . ) ; per la qual ragione i vapori che ſi
alzano in queſta ſoluzione , prendono fuoco nel moinento
che ſi preſenta loro un corpo acceſo . Vi ſi formano al
tresì dei fiocconi neri , che fono un vero ſolfo . Mon
roo (5 ) à dimoſtrato che i vapori che fi follevano in
queſta ſoluzione , portano feco un vero ferro e che ri
cevuti nell'acqua , le comunicano le qualità delle acque
marziali acidale .
Ellendo l'acido vitriolico ( Sperim . XXVII . ) un
principio coſtitutivo del folfo e feparandoſi dal flogiſto
nel tempo della combuſtione ( Sperim . XXX. ) , facil
mente ſi concepiſce , come nella noſtra ſeconda opera
zione pud queſta ſoſtanza inſieme col ferro formar del
vetriuolo . Per riguardo al noſtro terzo proceſſo deſcritto
da Hoffmann ( c ) e dopo lui da Lemeri (d ) , eſſo ſerve
a dimoſtrare la grande affinità che à l'acido vitriolico
col

(a) P. 799. 2
(b ) Efrais d' Edimbourg , t. 3 , p . 66.
( c) Note ſulle opere di Poterio , p . 553 .
(d) Accad . delle Sc. , 1700. , p . 101 .

1
172 DISTILLAZIONE .

col ferro , e la maniera con la quale ſi forma il vetris


dolo nelle piriti . Queſta teoría riſchiara mirabilmente
la ſtoria delle acque acidule e termali, e ci rende meno
oſcuri i fenomeni che ci preſentano i Vulcani ei rera
remoti. Il vetriuolo preparato coi mezzi da noi eſpoſti,
riceve molt acqua nella ſua aggregazione , e per poco
che gli fi faccia foffrire un legger grado di caldo , perde
il ſuo colore , la ſua traſparenza , e la ſua forma criſtalo
lina . Si la per eſperienza che il vetriuolo in parte ſi
fcompone , e che una porzione di ferro ſi ſepara dall
acido vitriolico per ciaſcuna ſoluzione che le ne fa nell'
acqua ; talchè reiterandole s'arriverebbe a ſcomporre in
tieramente il vetriuolo . [ Vedi Geoffroi ( a) ] .

FACOLTA' .

ti fale che riſulta dall'unione del ferro è dell'acido


vitriolico non è nienté acre . Queſto medicamento co
Atriage le fibre , giudicandone dal ſuo ſapore , e pid an
cora dagli Sperimenti di Hales (6) . Si dee conſiderarlo
come tonico e aperitivo . Boerhaave (c) fa un grande
elogio del noſtro ſale . Egli dice , che ſciolto in cento
parti d'acqua , e bevuto la mattina a digiuno in doſe
di dodici once , ajutando l'effetto di queſto rimedio con
un dolce paſſeggio , è aperitivo , laſſativo , purgante e
diuretico ; che uccide e Itaccia i vermi , intuona la fibra ,
é finalmeate è dua ottimo uſo in molte malattie
Gmelin ( d ) attribuiſce a queſta preparazione delle facoltà
mirabili nelle emorragie , preſcrivendola dai 3. fino ai s.
grani . Ma ſi rifletterà che queſto rimedio vuol effere
di

Vedi a queſto propoſito l'analiſi che diede mio fratello d ' und
Lava prodotta dalle eruzioni del Veſuvio , che portò di ld it
Sig. Duca di Panthievre ( Hiſt. de l'Acad. 1761. , p. 63. Voyage
di un François en Italie , t. 7. ) .
Acc. delle Sc. . 1713. , p. 170. fegg.
(6) Emaſtatica , Sperim . 18.
c ) Elem. Chem. , t. 2. proc. 162 .
( d) In una Diſs. fatta ſu queſta materia , foftenuta a Tubinga
nel 1763.

1
DISTILLAZIONE . 173
diluito in una gran copia d'acqua per timor di produrre
dell' addenſamento nel ſangue e nella linfa . Wrigt ( a )
dice che il verriuolo di Marte aggiunto ai purganti ago
creſce l'evacuazione , e Schultz ( b) avverte ch' eſſo ac
creſce l'azione dei purgaati , e che produce qualche volta
delle Ipercatarſi.

Sperimento XXXV .

VETRIUOLO DI RAME ,

Verfate ſu una parte di limatura di rame quattro


parti di olio di vetriuolo , cavate in ſeguito l'acido , che
Tovrąbbonda , colla diſillazione: eſſo s'eleverà ſotto la
forma d'acido ſulfureo . Il fale che rimarrà nella ſtorta
diſciolto nell'acqua formerà dei criſtalli aſſai groſſi belli
di color turchino .
Si otterranno dei Gmili criſtalli , trattando il rame
ſecondo il proceſſo di Crollio (c) , e ficcome nello Spe,
rimento precedente , co ! ſolfo ( d) ,

R I FLESSIONI,

Il noſtro Sperimento prova evidentemente la pre


ſenza del principio inflammabile nel rame ( Sverim. XXX.),
egualmente che l'affinità dell'acido vitriolico con queſto
metallo ; e cid è provato altresì dalla formazione del
vetriuolo azzurro che ſi fa nelle piriti gialle , Alcuni
Autori anno creduto , ma forſe ſenza molto fondamen
to , che Galeno (e) , tutte le volte che parlò del chal
canthon , del quale deſcrive la preparazione nell'Iſola di
Cipro , inteſe il vetrigolo turchino ,

Fas

(a) Della Stor. Nat. del ferro . Sez. 2. , S. 6


( 6) Note ſulla Farmacop. di Pruiſ.
ci Chin . Reale .
(d ) Prdi la Minerolog. di Wallerio , S. 892
( ) De virib . inedioamentor. Simpl. , l .

1
174 DISTILLAZIONE .

FACOLTA ' .

A ragione ſi eſclude dall' uſo interno un medica


mento che contiene del rame ; il quale conſiglio fu dato
da Gaſpare Hoffmann (a) e da Zwelfer (6 ) . Si adopera
come topico coll'intenzione di roder le ulcere , le carni
fungoſe , e le macchie dell'occhio ; ma noi abbiamo
nella claſſe de ſeptiçi de' rimedi più ſicuri .

Sperimento XXXVI.

VETRIUOLO BIANCO .

Verſate dell'olio di vetriuolo ſullo zinco ; voi non


v'accorgete ſul principio d'alcun ſegno di ſoluzione , ma
allungando l'acido con acqua , la ſoluzione diverrà delle
più vive ; ſvaporatela ; vi ſi formeranno de' criſtalli bian
chi in forma di barbe di penne .
Il piombo trattato con l'acido vitriolico forma iſtef.
ſamente un fal bianco che â però un caatin di giallaltro .

RIFLESSIONI .

Sapendo d' altra parte quanto abbonda lo zinco di


principio infiammabile , noi anderemo facilmente d'ac
cordo con Port ( c) fulla generazione che Gi fa del solfo
in queſta ſoluzione , come in quella dello Sperimento
34. , il che fu dimoſtrato dagli eſperimenti di Hellot (d) .
Il vetrigolo bianco di commercio ſi fabbrica a Goslar .
Schlütter (e) inſegna la maniera di cavarlo dalle miniere
di

( a ) Nelle Omiffoni , che fono alla fine del ſuo Trattato de' mee
dicamenti officinali . Sez. 2. > C. 57.
(6) Farmacop. Reale , p . 161 .
(c) Diſs. Chim . trad . franc. , t. 3. , p. 391 .
( d ) Acc. delle Sc., 1735. , p . 29.
( e) Della fuſion delle miniere , t . 2. , p. 629.
1
DISTILLAZIONE . 175
di piombo e d'argento ; onde ſi può concludere , che il
vetriuolo , oltre lo zinco , contiene anche del piombo
Henckel '( a ) dimoſtrò con un ſemplice Sperimento ch '
ello conteneva altresì del rame

Sperimento XXXVII.

TURBITH MINERALE .

Se ſi diſtilla la ſoluzion di mercurio nell'olio di


vetrivolo , quelto acido s'alza nello ſtato d'acido sulfu
reo ; rimane nella ſtorta un ſal bianchiſſimo : affundete
gli dell'acqua calda ; ſe ne fepara una polvere citrina
che fi dolcifica ; queſta è ciò che ſi chiama turbith mi
nerale. Svaporate in un vaſo di vetro l'acqua che â fer
vito a far la fua lavatura ; ne riſulterà un fale che metlo
in cantina vi fi ſcioglierà per deliquio : queſto liquore è
l'olio mercuriale .

RIFLESSIONI ,

Il mercurio elige per la ſua ſoluzione un acido con


centratiſſimo, talchè, ſe diſciolto una volta , il menſtrua
s'indeboliſſe con acqua , il mercurio Si precipiterebbe al
fondo del matraccio , non potendo più l'acido in questo
ſtato tenerlo diſciolto , Si rifletterà che c'è ſempre una
porzion di mercurio , che per mezzo dell'acido s'uniſce
all'acqua a ſegno di ſtarvi in perfetta ſoluzione; la pro
va di che è lo ſvaporamento dell'acqua che a ſervito
a dolcificar la maſſa ſalina ; ma la ſoſtanza che ne rin
ſulta cade come ſi è veduto , in deliquio ; il che dimo
Itra che l'acido vitriolico unito al mercurio non pud
prendere una forma regolare di criſtallizzazione , come
può unito agli altri metalli de' quali abbiamo parlato ,
Per riguardo all' altra porzione di mercurio che noi veg
giamo

(a ) Piritología .
* Io credo cheto contenga in oltre un poco di ferro ,
176 DISTILLAZIONE .

giamo precipitarſi, benchè inſolubile nell'acqua, non &


perd meno unita coll'acido , perchè queſto ſale ſupera
in peſo la quantità di mercurio preſa per l'operazione
è un corroſivo , ed è in forma ſolida . D'altra parte
molti altri Sperimenti ſervono a convincere di queſta
verità . Tale ſembra eſſere la natura del mercurio che
una porzione di ello ſi diſciolga come gli altri corpi ne
gli acidi , e che per loro mezzo divenga ſolubile nell '
acqua , frattanto che l'altra porzione rinchiude una parte
degli acidi nella ſua operazione e li copre in maniera
che l'acqua non può più agir ſopra di eſſi , Dipende
egli queſto fenomeno dalla affinità particolare che ſi tro
va negli elementi del mercurio ?
La converſione che ſi fa nel noſtro Sperimento
dell'acido vitriolico in acido ſulfureo ; il color che vi
prende il mercurio e il ſolfo che Geoffroi (a) â veduto
Tollevarſi dal turbith per un fuoco violento , ſono una
prova , che queſta ſoſtanza metallica abbonda di princi
pio inflammabile . Si oſſerverà che nella noſtra opera
zione il mercurio refifte a ua calor molto più violento
di quello che può ſoſtenere per ſe medeſimo ( perchè in
queſto grado di fuoco ſi riſolverebbe in vapori ); queſt' è
cid che ſi chiama fillare, Dee egli riferirſi quelto ef
fetto alla terra dell'acido vitriolico ? Oppur dipende da
una più forte coeſione delle parti aggregare ? Dee egli
recar meraviglia , che venendo a cangiarli l'aggregazio
ne , le qualità che da eſſa dipendono , vengano efle me
deſime a ſubir qualche cangiamento ? Kunckel ( b) dice
che reiterando la coobazione dell' olio di vetriuolo ſul
mercurio , queſto ſcorre nel crogiuolo fimile al fangue ,
Crollio (c ) chiariſſimamente deſcriſſe queſta operazione ,
e dimoſtra che Bafilia Valentino ( d ) la conobbe ,

FA.

Acc. delle Şc. , 1733. , p. 432.


Laboratorio Chim. , p. 39.
Chim, Reale .
Ricapitolazione o Concluſione , p. 96 $ .
DISTILLAZIONE . 177

FACOLTA ' .

Queſto rimedio preſo internamente in doſe di al


cuni grani , è di grandiſſima acrimonia , Elio è dotato
d'una inſigne facoltà emetica e purgante ; non ſi adope
ra più nei mali venerei . Roberto James ( a) fa gran
conto di queſto rimedio nella rabbia dei cani : quelta
l'idea che ne dà anche il De Sauvages (b) .

Sperimento XXXVIII.

SAL AMMONIACO SECRETO .

Verſaţe dello ſpirito di fal ammoniaco ſu dell'açi.


do vitriolico indebolito ; vedrete elevarſi dei vapori bian
chi e un leggiero movimento d'efferveſcenza ; poco ca
lore s'ecciterà per queſta meſcolanza . Dopo una perfetta
faturazione ne otterrete dei criſtalli fragilillimi lunghi e
amari . Sottoponendoli alla diſtillazione otterete un lie
quore acquoſo empireumatico ; entreranno in fufione , e
per poco che accreſciate il calore , il ſale paſſerà nel
collo della ftorta ,

RIFLESSIONI ,

Glauber fa menzione di queſto fale ( é). La diſtil .


lazione che ſe ne fa , prova l’éfiltenza del principio in
flammabile nell alkali volatile , e la proprietà che à
queſta ſoſtanza ſalina di volatilizare i corpi filli . Port (d)
parla delle altre qualità , e delle diverſe affinità del no
Itro ſale raccomandando ai pratici di ſperimentare le ſue
facoltà .
Tom . I. M FA

Abr. des Tranf, philof., vol . 9. , p. 218.


Nella Diſs. ſu queſta malattia , che riporto il Premio dell'
Accad. di Bordeaux .
(c ) Fornelli filof. , part. 2. , C. 89
( d) Diſs. Chim. trad. franc., t. 4. , p. 265.
AZIONE
178 DISTILL .

FACOLTA' .

Queſto fale è riſolvente inciſivo e diuretico . S'ado


pera in alcune fpecie di febbri e nelle malattie edema
toke ,
Sperimento XXXIX.

SOLUZIONE D'UNA TERRA CALCARIA NELL' ACIDO


VITRIOLICO .

Verſate dell'acido vitriolico ſu una terra calcaria :


vi eccita dell' efferveſcenza e un leggero movimento di
calore : una porzion della terra li diſcioglie , e l'altra
relta inſolubile . Quando il liquore è faturato , fi decan .
ta . Ello non può rendere i criſtalli finchè non li ſva
pora a un calor mite . Queſto fale , ſiaſi ello ottenuto
o per mezzo della criſtallizzazione, o perchè li ſvapord
a liccità , attrae l'umidità dell'aria quando vi ſi eſpone,
e finiſce col diſcioglierſi per deliquio . E' d' un fapor al
tamente amaro * . Mello in un crogiuolo e elpoito a
un calor anche moderato ; tutto l'acido li ſvapora ; non
ci reſta che la terra ch'ello teneva diſciolta .
Nella unione della calce viva e dello ſpirito di vi.
triuolo fi eccita del calore , ma niente affatto d'efferve
) icenza . La miſtura ſi gonfia , li cangia in una ſoſtanza
viſcida e prende la figura d'una gomma o d'una gela
tina . Ela abſorbiſce molto acido . Si ſvapora poſcia il
liquore che ita al di ſopra della calce : vi ſi formano
delle pellicole che anno una forma viſcoſa ,
RI.

* Il Sal d' Epſom d'Inghilterra e quello di Sedlitz che sono della


medeſima uctura di quello del quale parliamo, Sono anch'elli him
bacijimi dell'umidità deli atmosfera in pece che quel di Lorena
che a la base aikulina , ji sfioriſce quando reſta eſpoſto all' aria .
Non ellendo le acque di Sedlitz altro che una soluzion nuturale
del Pal di Scillitz , ſi scorge quanto fic facile farne delle artificiuli
e aſſolutamente finili a quella che ſi ſpaccia Sotto queſto 110ine
diſcioglienda del Sol d Epſon d ' Inghilterra nell' acqua pura .
DISTILLAZIONE . 179

RIFLESSIONI .

Molte ragioni m'anno indotto a parlare di queſto


Sperimento . Efto ci molta come è fondata la teoría che
o dato al 9. 65. a propofito della maniera con cui agi
vano i Auſti. La pietra calcaria che reſiſte al fuoco il
più violento , fi fonde in un grado molto minore quan
do la ſua aggregazione è divenuta più rara per mezzo
d'un menſtruo . Per quali caule contraddittorie accade
egli , che l' alkali così diſpoſto a cadere in deliquio , re
Gite all'umidità dell' aria unito con l'acido , e che l'u
nione di queſto medeſimo acido con una pietra che è la
ſteſſa ſiccità , la rende così deliqueſcente ? Du Fay ( a)
altresì parla di queſto fale ottenuto con la calce e del
ſuo deliquio .
Per quali cauſe la calce viva unita agli acidi acquiſta
un così evidente carattere di viſcoſità ? Elſendo queſta
medeſima calce diſciolta nell'acido nitroſo , Pott ( 6 ) â
oſſervato che queſta miſtura aveva preſo una conſiſtenza
di mele . Qual è queſta porzione di terra calcaria che
l'acido non pud diſciogliere ? Ridotta in forma di paſta
con la mucilagine digomma dragante e eſpoſta ſu dei
carboni ardenti , l'acido l'abbandona con eſploſione , la
materia ſembra detonare , e ſi riduce in una polvere che
di nuovo fa efferveſcenza con gli acidi .
Elaminiamo ora la Selenite , e veggiamo qual è
queſto fale . Allen ( c) è il primo che lo abbia eſami
nato . Egli à veduto che era compoſto d' una terra cal
caria diſciolta dall'acido vitriolico . Appena queita ſo
ſtanza falina à fapore ; e difficiliſſimamente, li ſcioglie
nell'acqua . La fi ritrova nelle fontane minerali . Il me
deſimo Allen le diede il nome diſelenite. Ello ſi ri
trova in molte acque acidule . Vi ſono degli Autori che
M 2 ne

a ) Acc. delle Sc. , 1724. , Mem . , p. 90.


( 6 ) Diſs. Chim . trad . franc. , t. 3. , p. 178.
( c) Acque miner. della gran Bretagna .
18a DISTILLAZIONE .

ne parlarono dopo , fra gli altri Boulduc (a ) . Henckel(6)


å oſſervato , che ogni forte di fpato di geſſo di ſeleni
te e di talco avevano per baſe una terra calcaria , ma
Pott ( c) egualmente che Brandt (d) oon ſono del tutto
di queſta opinione *. La felenite artificiale pud ſervire
a ſpiegare la formazione dei foſſili gipſei, Sebbene l'uno
e l'altro diſcordano in alcuni ſperimenti , Ma poichè
Geoffroi e Marggraf ânno veduto per l'analiſi da loro
fatta dei diverſi generi di terre giplee, che elle erana
compoſte d'acido vitriolico e di calce , dunque la ſele
nite artificiale s'aſſomiglia per molti titoli alla naturale ,
Queſti Autori ânno d'altra parte oſſervato che le die
verſe ſpecie di gello differivano fra di eſſe ; talchè ia
non vedo per qual ragione s'aveſſero a traſcurare degli !
ſperimenti fatti per mettere in viſta una claſſe così con
fiderevole di follili , La felenite artefatta â una proprietà
ſingolare d'aſſorbire dalla luce a cui è eſpoſta , abba
ſtanza de' ſuoi raggi per ilpanderli poi nelle tenebre
dopa eflere stata trattata in mezzo de' carboni acceb :
Marggraf (@) fu il primo che abbia ſcoperto queſta para
ticolare propriexa , Si ſapeva da molto tempo che la pie
tra di Bologna produceva un fimile fenomeno ; ma du
Fay ( 6 ) e Beccari (8) oſſervarono che ogni fpecie di
gelto rendeva un fimile effetto . L'acido vitriolico che
pud

(a) Mem. dell' Acc . R. delle Sc. 1726. , p. 323., 1729. , p. 270.
e ſegg. , 1735. , p. 450.
( b ) Acque murali di Lauchſtadt , e i bagni di Scories preſſo
Frevber .
Coi T. 1, € : sella tiad. franc. della ſua Litbogeognojie ,
(d ) Meni, di Chim . di Svez . trad. franc. , t. I. , p. 179.
* Mio fratello che fece molti sperimenti ſulle Seleniti, non de son
fitera tutte come compoſte dell'acida vitriolico e d' una terra cal.
caria ; egli crede che ve ne ſiano molte ancora che debbono la loro
efiſtenza a una terra vitreſcibile occupata na uno dei tre acili
minerali. Si pofono vedere fu di ciò i diverſi sperimenti che la
determinarono a portar queſto giudizio nella ſua analiſi delle 44
que minerali dell Abazia di Fontenelles .
( c ) Opuſo, trad , franc. , t. 1. , p . 351 .
, ; , p.527.
68. Iftite di Bologna , t. 2. , p. 2. , B, 148,
DISTILLAZIONE . 18t

pud attaccarſi a ' caſo a diverſe terre calcarie , ſembra


eſſer la cauſa , per cui queſti due Autori trovarono varie
terre da fosforo , che ricuſarono di gettar luce negli Spe
rimenti di Marggraf ( a ). Il Sig. Malovin & veramente
trovato dell'acido vitriolico nella calce di Parigi . Per
che la calce unita all'acido vitriolico non prende la
figura criſtallina ſe non dopo eſſere ſtata precipitata ,
come ofſervarono Marggraf e Geoffroi , oppure come of

ſervò il Sig. Duhamel (6 ) , ſe non dopo una lentiſſima


evaporazione ?

Sperimento XL .

SAL SEDATIVO DE HOMBERO .

Diſciogliete det borace * in una grande quantità


d'acqua : verſate dell'acido vitriolico finchè la ſoluzion
di queſto fale cangi più il color turchino dei vegetabili
to ô oſſervato che biſognava per queſto punto di
faturazione, adoperare un terzo d'olio di vetricolo . Si
ſvapora a un calor mite fino all'apparenza della pelli
cola ; il liquor raffreddato rende una grande quantità di
criſtalli ſottili leggeri che in ſeguito li diſciolgono dif
M 3 ficil

Ibid. , p . 312.
b ) Mem . dell' Acc. R. delle Sc. , 1747. , p. 71.
L'Autore non ispecifica la specie di horace , di cui biſogna far la
Scelta ; ciò però è ejſenziale all' operazione . In fatti quandosi
vuole avere una grande quantità di Sal Sedativo , biſogna dar la
preferenza al borace delli China , perchè a ſubito una depurazione
di mento di quello d' Olanda , e per conſeguenza è meno sfornito
di quella terra vitreſcibile casi neceſſaria alla forinazione del ſal
Sedativo; il che fa che da queſt' ultimo borace ſi ottiene una vola
ta di più del Sale ſedativo , che dali' aliro . Vedi gli Sperimenti
che mio fratello â fatti ſul borace , in una Memoria ch'egli
dato all' Accad. ( Mem . dell'Accad. 1767:) .
** Il punto di faturazione ; che qui ſi preſcrive è troppo efatto ;
perchè per determinare la criſtallizzazione del sal sedativo , bifos
gna neceſſariamente mettere un eccello di acido nellu ſoluzion del
borace ; poichè ſenza queſta precauzione fe otterrebbe meno di sal
Jedativo è più di ſal di Glauber .
182 DISTILLAZIONE .

ficilmente nell'acqua . Queſto fale è folubile nello ſpie


rito di vino e dà alla fiamma un color verde * . Il bo
race che ſi è adoperato produce ordinariamente un quar
to di criſtalli ** . L'acqua madre di quelti criſtalli ren
de un nuovo fale compoſto dell'acido vitriolico e della
baſe del ſal marino , come direino in ſeguito .

RIFLESSIONI .

Becher (a ) è il primo che abbia benché con poca


chiarezza parlato del noſtro Sperimento : Homberg ( 6 )
diede il proceſſo più ſoddisfacente per preparare queſto
ſale , e lo fece conoſcere ſotto il nome di sal volatile,
vitriolico , narcotico . Sthal (c) inſegnò che gli altri aci
di potevano produrre egualmente che il vitriolico lo
ſviluppamento del noſtro ſale . Si può ancora vedere ciò
che

* Queſto color verde Secondo Geoffroi, è dovuto a un flogito con


centratiſſimo che è tenito a unu bufe vitrefcibile", e il cui ſvilup
pamento è dovuto all'acido ch ' entra nella compofizione del ſal le
dativo . La congettura di queſto dotto Chimico 2 come dice mio
fratello in unu Memoria letta alla pubblica rudunanzu dell' Acc.
nel 1767. , è forſe l'idea la più felice e la più bella che la Chi
mica abbia concepita ſul sal ſedativo . Mio fratello attribuiſce al
Solo rume queſto color verde , e lo conſidera come uno de' principi
coſtitutivi det borace : Egli- & offervato che una carta umettata
con iſpirito di vino , polverizzata di verderame , rende una fiam
nta verde molto meno fenfibile , che un' altra carta polverizzata.
di Sal ſedativo , il che proviene come egli crede 9 dal non eflere
nella preparazione del verderame , abbaſtanza attenuato il rame
Sviluppato dall' acido vegetabile . In fatti ſe fi soſtituiſcono
i criſtalli di rame s' ottiene certamente un color verde molto più
caratterizzato , egualmente carico e bello , come il color che dà
il Sal Sedativo,
Senza il concorso degli acidi il borace non comunica il coloqu verde
alla fiamma . Queſti Sperimenti confermano più che mui quel sene
timento di Geoffroi Full origine del color verde che il SalSedativo
generalmente comunica alla fiamına .
** Eso non dee rendere più della metà , Se ſi sono offervate le
circoſtanze indicate nelle note precedenti .
(a) Fiſic. ſotterr. Supplem . 2. , teſ. 6. , 11. 189.
6 Mem . dell' Acc. R. delle Sc., 1702., p. 50.
(c) Trattato dei fali , c. 3.

1
DISTILLAZIONE . 183
che dice a queſto propoſito Luigi Lemeri (a) . Baron (6 )
dimoftro che gli acidi vegetabili , e il fale ammoniaco
ancora producevano il medelimo riſultato , Henkel ( c)
riferiſce che Meuder cavò dal borace un ſal mirabile per
mezzo dell'olio di vetriuolo . Ma Geoffroi (d) à più
chiaramente ancora parlato del fal ſedativo che ſi ottie
le , dic' egli , tutte le volte che s'adopera l'acido vi
trialico per la ſua preparazione . Egli è altresì il primo
a

che abbia inſegnato a prepararlo con la cristallizzazione ,


Fino a lui non fi è creduto di poterlo con altro mezzo
ottenere che con la ſublimazione . La eſatta cognizione
della compoſizion del borace e della natura del fal ſe
dativo è dovuta a Baron * . Egli â feritto due dotte
M 4 Dif

(a) Mer . fuddette , 1728. , p . 73: e ſegg.


( b ) Mev. foreſtiere , t. l . , p . 321. € 458 .
(c) Alleaza fra il regno vegetabile e il minerale , per ſeguito
alla Piitología , in franc.
(d) Mem dell' Acc. delle Sc. , 1732. , p . 410.,
Benchè Baron abója dato moltiliino lume Sul Sal Sedativo , ci à
però lafiato molte coſe a conſiderure sulla natura del borace e ſui
Juoi prostti . Becher , Sthal , Geoffroi e Pott ammifero una terra
vitrefcible nel borace : Baron per lo contrario sospettò che queſta
terra foj della claſe delle cretacee ; ma mio fratello tolfe Sopra
ciò tutte 'e difficoltà . Già da più di dieci anni egli fece vedere
all Acc. n vetro ch' egli i cavato dal borace che ſi soffia alla
lampana ollo ſmaltatore , che reſiſte all' aria , e che non è solum
bile nell' aqua, come sono il borace e il ſal ſedativo melli, in fu
fione . Quſto vetro non è della medeſima natura del vetro ordi
nario . Ed è il prodotto di una terra bianca inſipida che il bo
race ſommaiſtra nelle ſue diverſe Soluzioni . Queſta terra bianca
è metallica e da eſa mio fratello cavò il regolo di rame che â
conſegnato il' Accad. : queſta terra è d' una natura ben compoſta
e ben fingorre . Diſciolta negli acidi , non dà il minimo color
hino conl' alkali volatile , ſebbene ſia cuprea ; in vece che
ſtato diſoluzione, effa concilia un bel color verde alla fiam
dello Spirro di vino ; il che fece soſpettare a mio fratello che
to metallo foje mufcherato nel boracè per alcune cauſe parti
rri . Egli è iunto a ſvelarne il miſtero ; e non anderà guari ,
avrannı fopra ciò degli ſperimenti ſoddisfacenti. Queſta
defima terrametullica combinata con la baſe alkalina del Sal
aring , e attacata in ſeguito da un acido qualunque rende de
eriſtalli fimili a vue' del ſal ſedativo. Mio fratello crede che vi
foano uncora mola coſe da eſaminare ſui Sali Sedativi prodotti da'
184 DISTILLAZIONE .
Diſſertazioni a queſto propoſito'. Egli à dimoſtrato che
queſto ſale era il medeſimo, qualunque ſia l'acido che
& adopera per ottenerlo . Egli â ricompotto il borace ,
unendo di nuovo il fal ſedativo col fal di ſoda * ; fpe
rimento confermato da Imlin ( a) , e che lo determind
a conſiderar queſto fale come principio del borace ; prin
cipio chepuò eſſere ſeparato per mezzo di qualunque
acido dall'alkali del fal comune , a cui il fal ſedativo
è unito nel borace .
Non ſiamo ancora chiaramente iſtruiti fulla naturi del
fal ſedativo . Effo non foffre alcun cangiamento con olio
di vetriuolo ; e per mezzo di eſſo ſi può leparare dal ntro e
dal ſal marino il loro acido ; il che fa conſiderare l'acido
vitriolico come uno de' principi coſtitutivi di queſto file **
Ma

varj acidi. Egli non è del ſentimento di Baron , full effenza del
fal sedativo bello e forinato nel borace , é crede all opoſto che
queſto ſale ſia il prodotto della baſe del ſal marino dellaterra vi
treſcibile metallice del borace ( che è ſtata originariamgte attac
cata dall' acido marino ) , e dalle più gran parte dellacido vi :
triolico che lo adopera nella ſua preparazione ; poichè eli â prou
vato evidentemente , che in ſei libbre di ſal ſedativo d entra più
di due libbre e nove once d'olio di vetriuolo .
* Ma queſte combinazioni Saline differiſcono dal boraci per molti
riguardi .
Il sal sedativo a i caratteri d' un ſal acido : ello eccita anche dell '
effervefcenza con gli alkali ; e tinge coſtantesnente in oro la carta
azzurra fina . Se il fal ſedativo ñ è faturato con Ⓡ dali del tar
taro , ne rieſce un ſale a pellicole che non å il sapo del borace .
Ero ſ rigonfia appena fui carboni accefi, e solamente a forza di
Soffiare se ne può deferminar la vitrificazione . Se llll'oppoſto il
Sal Sedativo ji Satura dell' alkali del fal marino , k ottiene un
fale , che ſi gonfia fui carboni , e che vi ſi vitvficu a ſtento :
queſto Sale & perfettamente il ſapor del borace . Ja queſte due
specie di borace rigenerato non potrebbono ellere dalcun uſo nel
commercio ; perchè gli orefici non poterono ſervirane per Saldare
se non con molta difficoltà .
Dopo le sperienze di mio fratello ſi dee deporre l'pinione che
prefentemente che il fal ſedativo è bell e fatto il borace , e che
gli acidi non ſervono che u diſimpegnarlo dalla base del ſal ma
rino , poichè queſti ultimi principi gli sono elekiali .
(a) Del fal della foda , p. 27 .
** To non credo che l'acido vitriolico coſtituiſcal borace', maſlime
dopo i savj e delicati Sperimenti, che il Sig. Bourdelin diede ful
DISTILLAZIONE . 185
Ma Port ( a) ci aſſicura che il ſale dell'orina e l'ar
ſenico anch' elli ſcacciano l'acido nitrofo e marino
dalla loro bale , la qual coſa noi vedremo in ſeguito
Benche il noſtro ſale diſtillato con varj liquori , s'attaa
ca al collo dei vali , non ſi può perd aſcriverlo alla claſſe
dei carpi volatili : eſſo non ſi ſublima ſe non perchè le
fue più leggiere particelle li trovano ſollevate dai vapori
rarefatti ; che è ſemplicemente una conſeguenza d'un
movimento meccanico . In fatti eſponetelo in ua crogi.
uolo ſenza aggiungerviniente ; vi fu fonderà per vitrifi.
carſi. Muſchembroeck ( 6 ) determind la ſua denſità , ch '
egli dice ellere :: 1 : 4797. Il Sig. Bourdelin (c ) fece 1
oſſervare che il rame diſciolto negli acidi e allungato
con iſpirito di vino dava alla ſua fiamma il modelimo
colore che dà il fal ſedativo .

FA

Sal sedativo . ( Vedi le Mem . dell Acc. ann. 1755. ) e ſecondo


quegli altri che dopo quel celebre Chimico e dato mio fratello . Lo
credo ſenza dubbio che l' acido proprio del borace fa l'acido mo
rino . Efendovi in tanta copia la baſe alkalina del ſal marino ,
era più verifimile credere che l'acido di queſto fule forte quello
che operaſe in preferenza di tutt'altro nel borace'.
Il Profeſſore Meltzer nella ſua Diſs.Sul horace debb' avere altres,
soſpettato dell'eſiſtenza del noſtro acido di Sale nel borace , poiche
egli conſidera queſt' ultimo 7 comme compoſto d'un ſal marino mi
nerale , d 'un principio terreo e vitreſcibiledi flogiſto è un acis
do ſottile . Si può dire che queſto valente Profefore a veduto bett
da vicino, i principi coſtitutivi del borace ſenza però averli dje
rotati .
Se il Sal Sedativo fatto con l'acido vitriolico , Scompone il nitro ,
il ſal marino , ciò vuolelere attribuito all acido vitriolico, che è
Ho de' ſuoi principj ; onde è che mio fratello debita ancora se i
Sali Sedativi preparati con l'acido marino con l'acido vegeta
bile ſiano in iſtoto di Scomporre il nitro , ſiccome fa il fal Seda
tivo fatto con l'acido vitriolico : in queſto caſo queſti acidi dia
verfi , impegnati nella terra vitreſcibile del borace , cangerebbero
intieramente natura , e prenderebbero il carattere di acido via
triolico .
(a) Diſs. trad. franc. , f. 1. , pag. 1 .
( 6 ) Ibid . , S. 1417.
8) Mem . dell' Acc. delle Sc. , 1755,, p. 406 .

!
1
186 DIST .
ILLA
ZION
E
FACOLTA' .

Homberg , Pott, Haſeneſt (a ) attribuirono al no


ftro fale delle facoltà narcotiche e temperanti . Elli s'ap
poggiano a una falſa ipoteſi, credendo che l'acido vitrio .
lico che gli è unito , gli comunichi queſte proprietà . Ba
ron con tutta ragione le conſidera come ſoſpette . Su
queſto punto io ſono del ſuo ſentimento ; la doſe del
falſedativo è la medeſima che quella del borace ; e cre .
do che ſiano eguali anche le ſue facoltà .

.: LXX .

L'acido vitriolico à ancora delle altre affinità , oltre


quelle delle quali abbiamo parlato . Ero diſcioglie una
porzione dell'oro che vi ſi fa bollir entro ; ma lo ab
bandona quando gli ſi aggiunge dell'acqua e prende la
forma d' un precipitato di color di porpora . Quando fi
verſa dell'acido vitriolico fu l'oro in una ſtoria , e fi
diftilla , l'oro non è attaccato , e l'acido ſi volatilizza
deboliſtimamente . L'acido vitriolico non pud rodere il
regolo d'antimonio . Se fi diſtillano inſieme , la ſoſtanza
metallica ſi trova cangiata in una calce bianca . L'acido
che paſſa , prende un forte odor fulfureo , e conſerva non
oſtante cið l'apparenza d'olio . Ello diſcioglie un poco
di ſtagno e di biſmuto , e converte queſte ſoftanze in
una calce bianca . Geoffroi (6) oſſervò che la ſua unio
ne con gli oli pingui , li rendeva ſolabili nello ſpirito
di vino . Per riguardo alla terra che l'acido vitriolico
laſcia al fondo della ſtorta , per ciaſcuna volta che ſi di
Atilla , qualunque eſame ſe ne faccia , ſi vedrà che è una
terra puramente inſipida

Spe

Comm . letter. di Norimb. , 1736. , p. 12.


( 6 ) Mem. dell'Acc. delle Sc. , 1745. , p. 18.
DISTILLAZIONE . 187
?
: Sperimento XLI.

DISTILLAZIONE DELL' ACIDO NITROSO .

Mettete in una ſtorta una miſtura d'una parte di


nitro depurato e di tre parti d'argilla . Adattate un va
ſto recipiente , e collocate nel luto un cannello di ba
sometro che ſi poſſa aprire ad arbitrio ; diſtillate in un
fornello di riverbero , e continuate il fuoco , finchè non
pallino più dei vapori roſſi ſimili a quelli che li, folle
vano nel tempo della diſtillazione .
Si ottiene ancora l'acido nitroſo , diſtillando parti
eguali di nitro depurato e di vetriuolo calcinato a bian,
chezza .
Fate riſcaldare una ſtorta di vetro ; mettetevi del
nitro depurato ; affundetevi poco a poco e in piccola
dole , dell'olio di vetriuolo . Ciaſcuna volta che voi ve
lo verſerete , la ſtorta ſi riſcalderà. Vedrete il nitro gon
fiarſi , e il recipiente s'empirà di vapori roſſi d'un odor
molto ſpiacevole . Dopo avere aggiunto un terzo d'olio
di vetriuolo , in paragone al nitro , lotate come nella
operazione precedente , e diſtillate a bagno d'arena .
Mettete in una ſtorta di vetro parti eguali di nitro
depurato e d'arſenico . Diſillate a bagno d'arena ; met
tete dell'acqua nel recipiente in proporzione d'un quarto
de ſali adoperati per l'operazione . Voi otterrete uno
ſpirito del più bel turchino ; ma queſto colore tiene
poco e ſi diffipa , quando il liquore riceve il contatto
dell'aria ; nel collo della ſtorta fi ſublima un poco d'ar
fenico ,
Il refiduo della diſtillazione del nitro fatta col ve
triuolo o col ſuo acido fi neutralizza per fare un fal
Reutro perfetto . Se l'acido è ſovrabbondante , vi ſi ag
giugne dell'alkali fiſſo ; il liquor faturato @ criſtallizza ;
ii fale che ne rieſce non è altro che un vero tartaro vi.
triolato ( Sperim . XXXI. ) .

Rio
188 DISTILLAZIONE .

R I Å LES SIONI .

Il primo metodo di ſtillare l'acido nitroſo è cavato


da Baglio Valentino ( a ) . Si aggiugne l'argilla al nitro
per impedire che quelto fale entri in fuſione ; benchè
queſta circoltanza non l'impediſca di laſciare il ſuo aci
do , ſecondo Pott ( b) e Sthal (c) , tuttavia quando eſlo
è liquefacto e che à preſo l'ebullizione, ſi avrebbe bello
accreſcere il fuoco ; eſſo non acquiſterebbe un grado di
calor di più ; il che accade coitantemente ai fluidi, quan
do ſono in queſto ſtato , ſecondo la dimoſtrazion di Boer
haave (d ) ; di modo che con queſto proceſſo li cava molto
meno di acido ; in vece che quando vi s'aggiugne una
ſoſtanza che impediſca la fuidità del ſale , li può accen
dere un fuoco molto più vivo , e cavare per conſeguen
za tutto l'acido ch' eſſo contiene . La maſſa che riſulta
da queſta diſtillazione prova per tutti gli ſperimenti che
ſi tentarono a queſto propolito , che lalkali baſe del
nitro , è unito ad alcuno dei principi dell'argilla : eſſa
però non rende un atomo ſolo di tartaro vitriolato ; co
ſicchè egli è evidente che queſta ſeparazione dell'acido
nitroſo non dipende dall'acido vitriolico , come a creduto
Sthal ( e) , il ſentimento del quale ſi trova diſtrutto da
gli eſperimenti che il Sig.Pori ( f) à fatti ſopra l'argilla .
Per riguardo al ſecondo metodo , queſto ſi trova in
Raimondo Lullio (? ). In queſta operazione l'acido vi
triolico s'uniſce all' alkali del nitro e ſcaccia l'acido
che queſto ſale riteneva nella fua baſe . Non fi può pre
citamente determinare la quantità del vetriuolo che bi
ſogna adoperare per la decompoſizione del nitro , nè im
pe

Manuale , p . 1076.
( 6 ) Diſs. trad . franc > t. I. , p. 557.
( 6 ) Tratt. dei fali , p. 61.
( d ) Elem . Chem . , p. 2. de igne expérim . 6.
( e) Tratt. dei fali , c. 8.
( f ) Lithogeognofie .
( 8 ) Codicillo , c. 14. e nella ſua pratica , 6. 9.
DISTILLAZIONE . 189
)
pedire , che una porzione del ſuo acido , dilimpegnata
dalla ſua baſe , invece d'agire ful nitro , non pafli nel
recipiente nel tempo della diftillazione talche l'acido
nitrofo , che ſi cava con queſto proceſo > non è mai
puro , ma ſempre miſto con una porzione d'acido vitrio
Iico . Lavando il reſiduo di queſta diſtillazione , li ſepara
dalla terra metallica del vetriuolo il tartaro vitriolato .
[ Vedi Iſacco l'Olandele ( a ) ] .
Buffi primo medico del Principe di Holſtein-Got
torp è il primo che abbia applicato quello ſale ad uſo
di medicina . Egli ne diede il ſecreto al ſuo Principe
al prezzo di soo. ſcudi di Germania , come riferiſce
Schelhamer (6 ) . Perciò queſto fale preſe il nome d' ar
cano o di panacea d' Holſtein ; di nitro vitriolato in Rol
finck (c) ; di panacea doppia in Schroeder ( d ) ; e d' ar
cano duplicato , o di lal de duobus in Mynſiche (e) .
Queſte ſono le tagte denominazioni che gli ſi diedero ,
perchè li ignorava la natura di queito fale,
Il terzo metodo è di Glauber . Borrichio ( f ) e Sla
re ( ) parlarono della proprietà che â l'acido ottenuto
con queſto procello , d'infiammare molti olj odoroſi .
Hoffmann (h) à voluto attribuirſi la gloria di queſta in
venzione . Geoffroi ( i) fece in ſeguito delle nuove ſco
perte ſulla proprietà che â il noſtro acido d'infiammare
un molto maggior numero di ali , e l'accenſione degli
olj pingui come di lino di papavero bianco , e di noce,
per mezzo del noſtro acido è dovuta al celebre Sig. Ro
velle (k ) , Per riguardo al burro di cacao , all' olio di
noce moſcata di Ben , di ſemi di canapa e d'uova
egual

( a) Opere minerali , l . 1. , c. 72.


( b) Diſs . ful nitro , c. 13. , S. 18.
( c) Chim . , p. 310 .
(d ) Farmacop. , l. 3. , c. 33. n. 111 .
le ) Teſoro medico e chim. , p. 10.
( f) Mem . di Coppenhag. ann . 1671. of 1,
(8) Abr, des Tranf. philof., of vol. 3. , p. 358.
(b) Oſs. fif. e chim . , l. . , s. .
3
( 1) Muin . dell' Acc. delle Sc. , 1725. , p. 95 .
( k) Mein . ſuddette , 1747. , p . 43.
190 DISTILLAZIONE .
egualmente che all'olio ch' io ô diſtillato dagli aniſi e dal
finocchio , io non ô potuto accenderli con l'acido ni.
troſo . Queſto ſpirito ſi chiama fumante o flammifero.
Ciò che noi abbiamo detto intorno la maniera di pre
parare il noſtro acido , dà molto lume ſulla natura del
fale che ſi ottiene dal reſiduo della diſtillazione , e che
Mynſicht ( a ) chiama nitro vitriolato .
Glauber (6) fu il primo che abbia indicato il pro
ceflo di cavare coll' mezzo dell' arſenico queſto acido ni
troſo che preſenta tanti fenomeni. Il reſiduo di queſta
operazione ſi chiama arſenico fillo . Vi ſono molti altri
ſperimenti fatti ſu queſto nuovo prodotto dal Sig. Mac
quer (c) e Doſſie (d) , dai quali riſulta che il fale che
ſi ottiene da queſta operazione, è perfettamente neutro .
Non c'è alcuna ſpecie d'acido che poſſa diſtruggerlo ; 1
onde fi pud concludere che l'arſenico s'avvicina un poca
alla natura dell'acido vitriolico * . Lo ſpirito di nitro
così preparato è del più bello turchino , e d' una volatia
lità forprendente . Le oſſervazioni di Sthal (e) provano ,
į 1
ch'eſſo contiene un poco d'arſenico , e che per conſe
guenza eſige delle ulteriori ricerche .
Se non ſi è poſto dell'acqua nel fondo del recipien
te , l'acido nitroſo in qualunque maniera diſtillato , e
per

a ) Ibid . , p . 24.
( b ) Fornelli filof., P. 2. , Ca 46 .
( c) Mem. dell' Acc . R. delle Sc. , 1746. , p. 223.
(d) Secreti e ' frodi della Chimica .
Maſſime giudicandone dalla configurazion de'criſtalli che raſoini
gliano molto a que' dell' arcano . Mio fratello olervò che queſta
Specie di Sal neutro tingeva coſtantemente in rojo la carta bianca
fina , come il Sal ſedativo . Per riguardo all'acido dell' arſenico
egli Soſpetta potere ello eſſere l'acido del sal marino , jia per ri
guardo alla grande volatilità di queſta soſtanza metallica,Jia per
la ragion seguente che lo conduſſe a queſta congettura . Eſponendo
un giorno due uccelli di paradiſo a un Suffumigio d'arſenico che
egli aveva Sparſo ſu delle ceneri ben calde, fu colpito da un odore
che fi Sparſe nel ſuo laboratorio così vivo, ch'egli crede subito
che vi fi folre rotto un fiaſco di Spirito di ſale . Segli ne avere
Sentito l'odor d'aglio , ne farebhe ſtato molto meno forpreſo , ſa
pendo che queſto odore caratterizza ordinariamente l' arsenico .
Tratt. del nitro , c. 2. , p. 90. , e Tratt. dei ſali , p. 175 .

1
DISTILLAZIONE . 191
poco che abbia ricevuto il contatto dell'aria , non cella
di ſpandere abbondanti vapori . Lo ſpirito di nitro ſi tro i
va ancora abbaſtanza forte per gli uſi docimaſtici , aggiu
gnendo nel recipiente una quantità d'acqua che lia il
quarto di peſo degl' ingredienti adoperati per la diſtilla
zione. [ Vedi Cramer ( a ) ) .
Col primo e col ſecondo metodo il nitro rende
un terzo del ſuo acido ; col terzo e col quarto ne rende
la metà ,
Si oſſerverà che l'acido nitroſo diſtillato col fram
mezzo dell'acido vitriolico , ne contiene ſempre un poco ,
e à biſogno dell'aggiunta d'una porzione di nuovo ni
tro , per eſſerne perfettamente depurato . Queſt' acido
nitroſo cavato col mezzo dell'olio di vitriuolo , è quello
che ſi chiama acqua forte , il qual nome gli Antichi da
vano indifferentemente a ogni menſtruo corroſivo . L'aci
do nitroſo glaciale che Bernhardt ( 6 ) dice d'aver cavato
dalla diſtillazione d'una grande quantità di nitro e di
vetriuolo , merita dalla parte dei Chimici la più grande
attenzione , ſeppure eſſo â mai eſiſtito .
I vapori lotto la forma dei quali paſſa l'acido ni
troſo , che tanto difficilmente ſi condenlano ſenza l'ag
giunta d'una porzion d'acqua, oltre il loro odore par.
ticolare , anno un colore del più bel roſſo , che Leme
ri ( c) â conſiderato come effetto delle particelle ignce .
Hellot (d) à creduto ch'eſſi doveſſero la loro origine al
ferro * . Ma ſiccome in uno ſpirito puriſſimo di nitro
non ſi può moſtrar la preſenza ne dell'uno nè dell'al
tro , percid noi potremo ragionevolmente conſiderare con
Pott ( e) , il principio inflammabile come cauſa di que.
to fenomeno .
La

(a ) Dociinaſtica , part. 1. , S. 141 .


( 6 ) Saggio di Sperim . Chim . , p . 129 .
( c ) Mem . dell'Acc. R. deile Su. , 1712. , p . 56.
(a ) Ibid ., 1736. , P : 23,
Queſti vapori poijono esſere egualinente prodotti dul flogiſto d' altri
anetalli o semi-inetalli .
(e; Dois . trad . frarc. , t. I. , P. 557.
1

192 DISTILLAZIONE .
La denſità dell'acido nitroſo è all'acqua :: 1306: 1 .
Muſchembroeck å trovato che era :: 1583 : 1000. Cra
mer (a) oſſervò che l'acqua forte prende ſpeſſo un ver
de carico e che cid non le accade ſe non in quanto
che eſſendo eſpoſta per alcuni giorni all'aria libera , e
dopo aver perduto il fuo ſpirito fumante' e roflo , lé re
ne aggiunga di nuova ben concentrata e che ſparga molti
vapori . Queſto fenomeno accade ancora , se ſi allunga
con acqua un acido di freſco diſtillato .

FACOLTA' .

Benchè noi abbiamo il diritto d'aſpettare dall'acia


do nitroſo gli effetti che producono gli altri acidi in
medicina , egli è però molto più da prudente l'altenerſi
per uſo interno da un rimedio così ributtante . Sthal (6 )
lo raccomanda ; ma noi ne abbiamo dei più aggradevoli
che ſi poſſono ſoſtituirgli e che anno le medelime pro
prietà .
Non differendo per verun conto l'arcano duplicato
dal tartaro vitriolato , in vano s'attenderebbono da eſſo
delle facoltà diverſe da quelle che io gli ô attribuite
( Sperim . XXXI. ) Jacobi raccomanda affai nelle febbri
!
l'uſo dell'arſenico fiſſo ( c ) .
1

Spe

( a ) Ibid. , S. 146.
Che può eſere prodotto da alcune porzioni di ferro o di rame
che | acido nitroſo à volatilizzati. Fra le diverſe specie di spia
rito di nitro , io ne trovai alcuna che comunicava alla fiamma
dello Spirito di vino un color verde afai fenfibile. La preſenza di
queſto principio cupreo può forſe e Fer dovuta al nitro medeſimo
la cui preparazione ſi fa in caldaje di ramenon iſtagnate ; quindi
jo non fui Sorpreſo dal vedere un giorno all' arſenale in un pezza
di nitro molti pezzetti cb'erano verdi egualmente che il vetrivato
di ferro . Onde faſcorge , quanto fia eſenziale purificare il nitra
deſtinato all ufo di medicina ,
Mater. med. , part. 1. tit. 6.
8 1. , p. 222:
DISTILLAZIONE . 193

Sperimento XLII,

NITRO RIGEN E R A TO ,

Saturate dell'acido nitroſo con del fal di tartaro


In queſta operazione ſe ne aſſorbiſce una parte e mezza -
Colla criſtallizzazione otterrete un vero nitro ,
Il Sig. Baume ( a ) diede un proceſſo curiofiflimos
queſto propofito . Diſciogliendo del tartaro vitriolata
nello ſpirito di nitro , e allungando queſta ſoluzione con
acqua , il fal ehe ſe ne cava, è un vero nitro rigene.
Tato .
RIFLESSIONI ,

Il noftro Sperimento non ci laſcia alcun dubbio


ſulla compoſizione del nitro . Si vede che queſto fale
privato del fuo acido laſcia un alkali fiffo , che queſto
alkali combinato di nuovo con l'acido nitrofo riproduce
1
del nitro : onde ſi conclude che il nitro è l'unione d'un
acido e d'un alkali fillo . Si ſcorge che il nitro rigenen
rato non dee avere altre facoltà che il nitro depurato ,

Sperimento XLII .

NITRO AMMONIA CALĘ .

Se & verſa dell'alkali volatile ſu dello ſpirito di


nitro , il vaſo fi riſcalda fenfibilmente . Si folleva dalla
miſtura una grande quantità di vapori bianchi. Il liquor
faturato rende dei criſtalli priſmatici che conſervano un
color giallo finchè ſono perfettamente fecchi, Effi fanno
fulla lingna una impreſſione molto più forte del nitro
1 ordinario , fanno ſentire una leggiera amarezza , e ſong
folubili nello ſpirito di vino , Detonano lui carboni ar
denti . Stillati con la forta , laſciano sfuggire il loro
Tom , I, N aci .

( a) Manuale di Chim. , p . 1212


104 DISTILLAZIONE .
acido , e per poco che ful fine dell'operazione ſi faccia
il fuoco troppo vivo , la ſtorca ſcoppia . Queſto ſale elpo .
fto in un vaſo a fuoco aperto , ſi cangia in una ſpuma
gialla , li dillipa nell'aria ſenza far deconazione nè alzar
fiamma ,
R I FLESSIONI,

Mayow ( a ) tratto di queſto fale : Hoffmann ( 6 ) ne


parla come di una delle ſue ſcoperte , Kurella ( c) tentd
i molti ſperimenti ſu queſta preparazione . Elli differiſco.
no in alcuni punti dai miei ; perchè queſto Autore apo
perd pel ſuo lavoro un alkali volatile impuro e carico
d'olio. lo Ô oſſervato che l' alkali volatile 1 che le
adoperato a dolcificar dell'etere nicroſo , ftillato a ficci .
cả , { pande una fiamma che riluce in tutto l'interno dei
vali ſenza tuttavia detonare . Cid ch' io ô detto del no
ftro fale , prova , che l'acido non è che leggeriffima
mente impegnato coll' alkali volatile ; poichè quando
s'innoltra l'evaporazione a un calore an po' rroppo forte ,
tutto il liquore fi diſſipa .

PACOLTA ' .

Boerhaave (d ) le a ottimamente definite dicendo


che le facoltà del noſtro ſale differivano dal precedente ,
come il fal marino differiſce per le ſue proprietà dal fal
ammoniaco ,

Spe

( a) Tratt. med. e fiſ. del nitro , p . 3.


( 1 ) Oſs. fil. e chim ., I. 2. , ofs. s ,
(c ) Saggi e ſperim . di Chim. , part. ; .
Queſta proprietà gli è data , dice il Sig. Macquer , dalla mate
rią influminuvile ch' entra come principio nella compoſizione dell!
alkali volatile , che gli Serve di baſe 2 e diviene nel medeſimo
tempo una prova deciſiva di questa materia inflammabile nell' a bo
kali volatile .
(d) Elem , chem ,, proc. 137
DISTILLAZIONE , 195

Sperimento XLIV .

SPIRITO DI NITRO DOLCIFICATO .

Verſate ſu una parte di ſpirito di vino una mecà .


di ſpirito di nitro fatto col proceſſo di Glauber , Moſco
lateli in un valo ben capace , L'unione di queſti liquori
è molto tranquilla. Verſatevi dopo alcune ore , circa
una dramma d'acido . Dopo un ſimile ſpazio di tempo ,
aggiungetevene la medelima doſe . Dopo avere così rei
terato qualche affuſione d'acido ſullo ſpirito di vino ,
turate elattamente il valo . Continuate ad aggiugnere
l'acido nitroſo con le precauzioni che io raccomando
finchè fi eccita nel liquore un movimento inteſtino mol
to violento . Si vede allora galleggiar fylla ſuperficie un
olio di color verde che ſenſibilmente creſce . Dopo aver
lo ſeparato verſate di nuovo qualche dramma d'acido ,
e vedrete comparir un liquore che ſi chiama nafta : ( fi
dà queſto nome a tutti gli oli che ſi ottengono con
queſto proceflo ) . Queſto prodotto è d'un color verde ,
Lo ſeparerete e continuerete l'aggiunta di nuovo acido
al liquore , finché non ſi ſepari più con queſto mezzo
della nafta . Il liquore che â prodotto queſta nafta , ſtil .
lato in una cucurbita a bagno d'arena , ne rende ancora
una piccola quantità . Dopo aver cavato queſt' ultima
porzione , ſi affunde al reſiduo il doppio di fpirito di
vino ; ſi diſtilla di nuovo , e ſi continua finchè palia un
liquore fragrante , che a un odor di mele appie e che
non dà alcuno indizio d'acidità . Queſto liquore ſi chia
ma fpirito di nitro dolcificato .
Si dolcifica la nafta con dell'acqua ; vi ſi aggiunge
dell' alkali volatile , che prende ful momento un color
di porpora . Si ſepara in ſeguito la nafta che prende un
fapore leggermente amaro : e ſi conſerva ad uſo . Lo
ſpirito di vino in queſta operazione rende il terzo del
ſuo peſo di nafta rettificata , e ſi cava di ſpirito di ni.
tro dolcificato preſſo a poco la ſteſſa quantità di quella
di ſpirito di vino , che ſi era adoperata dopo la ſepara
zion della nafta . N2 RI
196 DISTILLAZIONE .

RIFLESSIONI .

L'operazione della quale ora abbiamo parlato , a


molto rapporto con lo Sperim . 33. I vapori che eſala
lo ſpirito nitroſo , provano l'avidità ch'ello â d'únirli
con l'acqua . ( Sperim , XXX.), L'impetuoſità con la qua
le s'unitce agli oli , moſtra il rapporto che â con elli.
( Sperim . XLI. ) . Il movimento violento e il calore che
produce la miſtura dell'acido e dello ſpirito di vino ,
qualche volta è cauſa della rottura de' vaſi per poco che
s'aggiunga una maggior quantità d'acido . Ero agiſce
con tanta forza in questa operazione , che il calore di
viene molto più vivo che nell'unione dello Ipirito di
vino e dell'olio di vetricolo . Accade alcune volte che
la nafta fi fvapora del tutto ; cið m'accadde ultimamen
te in una miſtura di quatır' once di Apirito di vino e di
tre once di acido nitroſo fatto col metodo di Glauber ,
Queſto violento movimento . c' induce a credere che lo
ſpirito di vino è privato d'una porzione della fua acqua
effenziale , ſebbene l'azione dell'acido non li trovi nien .
te accreſciuta dal concorſo d'un calore eiterno . Rimane
una porzion d'acido unita alla nafta ma così poco ade
rente che ella ſe ne fepara aggiungendole dell'acqua, e
agitandola inſieme . Aggiungendo al liquore che commi
niſtrò la nafta , del nuovo spirito di vino e diſtillando
lo , ello para miſto con una porzione d'acido nitroſo ,
e prende un odor particolare . Se ſi adoperd folamente
una piccola quantità di ſpirito di vino , il liquore è aci
diſſimo , e il color nero che ello prende , prova che
l'acido diſtruſſe una porzione di ſpirito di vino . Ma ſe
per l'operazione s'adoperò una maggior quantità di ſpi
rito di vino e in proporzione di tre parti ſopra una d'aci
do nitroſo , queſto paſſa tutto affatto dolcificato , e non
laſcia che una piccoliſſima porzione di terra bianca .
Muſchembroeck ( a ) trovo che il peſo dello ſpirito
di nitro dolcificato è eguale a quello dell'acqua .
Raic
DISTILLAZIONE . 197
Raimondo Lullio ( a ) inſegnd la maniera di dolci
ficare lo ſpirito di nitro col mezzo dello ſpirito di vino ,
egualmente che BaGlio Valentino (b ) . Il primo che
abbia parlato della nafta , fu Kunckel (c) . Anche Șnel
len (d ) ne fa menzione ; e Navier ( e) fu il primo che
ne abbia pubblicato l'operazione in Francia .

FACOLTA' .

Cid che noi ne abbiamo detto ci dee far credere


che le facoltà di queſto nuovo prodotto ſono eſattamen
te le medeſime che quelle del liquor anodino , eccetto
che eſſe ſono un poco più deboli .

Sperimento XLV .

MERCURIO PRECIPITATO ROSSO .

Diſciogliete del mercurio nell'acido nitroſo ; poſcia 1


diſtillatelo ; la maſſa che rimane farà d'un color dimat
tone . Mettetela ſopra un piatto di tersa in mezzo di
carboni acceſi finchè abbia preſo un bel color rollo e
brillante . Se triturate queſta ſoſtanza con parti eguali
di fal di tartaro , e la dolcificate , oppure fe vi fate ar
der ſopra dello ſpirito di vino , voi addolcirete allai la
ſua acrimonia . Alcuni moderni Autori le diedero a
eſempio di Libavio ( f ) il nome d'arcano corallino . Pas
racello la chiamò mercurio precipitato diaforetico ( 8 ) .

RI

( a) Nuovo teftam .
( b) Manuale, p. 1076.
( c) Lettera fopra lo ſpirito di vino ſenz' acide ; ne' ſuoi Opuſo
p . 167.
Traſmutaz. del fal comune , S. 34.
e ) Mem. dell' Acc. delle Sc. , 1742., p. 381..
$ ) Alchimia , P : 52.
Della morte delle coſe naturali , to go
E
198 DISTILLAZION .

R I F L E Ś SIONI .

Il color rollo che il mercurio prende in queſta ope


razione è dovuto totalmente all'acido nitroſo , di cui
fappiamo efler proprio quel colore ( Sperim . XLI. ).
V'è anche in Ilacco l'Olandeſe ( a ) una preparazione di
mercurio ſublimato con l'acido nitroſo che prende lo
Itello color roſſo ; il che prova perfettamente cid che
abbiamo avanzato . Crollio (b) la deſcriſſe ſotto il nome
di arcano corallino di Paracelſo . Alla medecima cauſa è
dovuto il color roſſo che prende l' alkali ( Sper. XLIV . ) ,
quando ſi meſcola colla nafta . C'è perd uno Sperimen
to che ſi trova in Geber (c) , Boyle (d) , Kunckel (e)
e Homberg ( f ) , nel quale il mercurio digerito per un
certo ſpazio di tempo a un calore un poco forte , li can
gia in una polvere roſſa che ripiglia ben preſto la
forma naturale di mercurio per poco che il grado di
fuoco s'aumenti . Boyle (8 ) à veduto accadere il mede
fimo fenomeno ſopra un mercurio ſtillato più volte alla
ſtorta . ( Vedi Boerhaave (b ) ) . Queſto ſperimento fe
condo me prova che il mercurio ſenza il concorſo dell'
acido nitroſo può prendere un color roſſo ; che è la prova
più

(a) Opere miner. , c. 28.


( 6) Chim. Reale .
Co) Nella fua Somma , 1. 2. C. 15. in lat. , e in franc. raccolta
del 1741. , t. 1. , c. 52. , P. 228 . .
( d ) Della fluidità e della fermezza , p. 2. , ſez. 51 .
( e ) Laboratorio Chim. , part. 3 . > C. 6.
( f ) Mem . dell' Acc. R. delle Sc. , 1705. , P. 92 :
Che fi chiama mercurio precipitato per fe . Éto fi diſcioglie con
facilità nell'aceto ſtillato, e nel momento, in cui se ne fa la so
luzione , ero vi forma il collare di perle'. Queſta Soluzione fua.
porata rende un ſal mercuriale acetofo in piccole ſcaglie argerti.
ne ; Sale che il Sig. Pia e mio fratello fecero conoſcere i primi
per la baſe dei confetti o del rimedio antivenereo del Sig. Key
zer . Si può vedere l'analiſi di queſto rimedio che fecero dopo il
Sig. Duhamel, Hellot , Bourdelin e de Montigni , nelle Mem .
dell'Aco . 1759.
Ibid .
( ) Tranſ. philof., n. 430 .
DISTILLAZIONE . 199
più convincente che eſſo contiene abbondantiflimamente
il principio inflammabile .
Il mercurio dello Sperimento , di cui trovo alcuni
Veſtigj in Baſilio Valentino ( a ) contiene una piccoliſſima
quantità d'acido ; perché il mercurio precipitato roſſo
ello medeſimo appena ne contiene una decima parte ,
ſecondo Geoffroi ( 6) . Il mercurio nel noſtro ſperimento
ſi trova fiſſato ( Sperim . XXXVII. ) , la qual coſa dimo
ftra l'analogía dell'acido nitroſo con l'acido vitriolico ,
e può ſervir a provare che la forma dell'aggregazione è
quella che contribuiſce alla volatilità de' corpi .

FACOLTA' .

Il mercurio precipitato roſſo s'adopera ſolamente


per uſo eſterno in qualità d'eſcarotico . Ello produce
queſto effetto in virtù dell'acido concentrato che gli è
unito . Nell' uſo interno s'aſtengono ragionevoliſſimamen
te i Medici da un medicamento tanto corroſivo , che
nel principio del ſediceſimo ſecolo , s' adoperava cid non
oftante alla cura delle malattie veneree , per teſtimonianza
d'Altruc (c) , ma non mai coll'approvazione degli uo
mini rinomati. Benchè l'aggiunta dell' alkali, o la de
fiagrazione dello ſpirito di vino , facciano dell'arcano co
rallino un rimedio molto meno attivo , io non credo
però che ſia da uomo prudente l'adoperarlo .

Sperimento XLVI. :

CRISTALLI D'ARGENTO ; PIETRA INFERNALE .

Diſciogliete dell' argento di coppella in una doſe


d'acido nitroſo baftante alla ſoluzione di effo . Fate que
ſta a un calor d'un bagno d' arena . Portacela in ſeguico
N 4. la

( a) Manuale , p. 810 .
• Mem . dell' Accad. R. delle Sc. , 1735. , p. 68.
( d) De morb . Vener.
200 DISTILLAZIONE .
in un luogo freſco ; vi ſi formeranno dei criſtalli bian
chiſſimi e aſſai belli . Queſto fale è eſcarotico , e di la
pore amaro e nauſeoſo .
Mettete la ſoluzione d'argento in un vaſo di vetro
di larga imboccatura e ſvaporate a liçcità . Fatela fon
der dappoi in un gran crogiuolo Queſto fale quando
è in fuſione ſi gonfia molto e laſcia ſcappare dei vapori
d'acido nitroſo . Quando è eſattamente fuſo , fi fcola in
una forma ſcannellata dove ſi formano dei cilindri della
groflezza d'una penna d'oca . Biſogna aver la precau
zione di ugnerlo d'olio . Queſto fale così preparato li
chiama pietra infernale .

R I É I É S Š I O N I.

Angelo Sala (a) deſcriſſe queſte due operazioni col


titolo di magiſtero d'argento , di criſtalli , di Diana e di
catartico lunare'; ma il ſuo proceſſo è troppo complica
to , e non è abbaſtanza completo . Da queſta operazio
De ſi vede che i criſtalli lunari ſono l'unione dell'ar
gento e dell'acido nitroſo privato con l'evaporazione,
d'una porzion d'acqua . Egli è evidente , che nello ſtato
di pietra infernale l'acido nitroſo è molto più concen
trato . L'argento únito all'acido nitroſo entra in fuGone
1
a un fuoco leggeriſſimo ; onde fi prova cid ch ' io o 1
detto ał . 65. , a propoſito dei menſtrui , che adem
piono le parti di flufli . Shaw aſſicura che la ſoluzione
d'argento può eſſere con ſicurezza adoperata per ignere
i cappelli in nero (6) .
+
1

FA

* Il Sig. Rovelle preferiſce ai crogiuoli dei vafi di vetro lotati ,


ch'egli espone al calor d'un bagno diarena .
Spiegaz. di fette piante terreftri , p. 419.
LEE. di Chim . , p. 117. della trad . franc.

3
DISTILLAZIONE . 201

FACOLI A ' .

Malgrado tutto ciò che è ſtato detto in lode det


criſtalli lunari , un medico prudente dee ſempre guardarſi
d'adoperare per uſo interno un rimedio corroſivo .
La pietra infernale , atteſa la concentrazione del ſuo
acido nitroſo , s'adopera ad uſo eſterno per rodere le
carni. I Chirurgi la preferiſcono a ogni altro cateretico,
per riguardo alla facilità d' applicarla .

Sperimento XLVII.
.
FOSFÓRO DI BAUDOVIN .

Diſciogliete della creta nell'acido nitroſo . La fo


luzione è gialla e di ſapore amaro ; ſvaporate poſcia a
ficcità . In queſto ſtato mettetela in un crogiuolo . Eſſa
entra in fuſione a un grado di fuoco mitiſlimo , forma
della ſpuma e eſala dei vapori d'acido nitroſo . Quando
l'umidità è ſtata ſvaporata , ſi ritira il crogiuolo dal
fuoco , e ci ſi vede ſul fondo e ai lati una materia gialla ,
Riponete il crogiuolo ; laſciatelo raffreddare , e eſpone
telo per qualche tempo ai raggi della luce per portarlo
in ſeguito nelle tenebre ; voi vedrete la materia ſpargere
molta luce a ſegno di credere che tutta la ſoſtanza de '
corpi non ſia che una materia acceſa .

RIFLESSIONI.

Nel 1673. Bandovio trovd queſto ſperimento . Egli


ne parla molto oſcuramente in un trattato pieno d'elag
gerazioni, intitolato : Aurum aurae pubblicato nel 1675.
t Kunckel diede l'iſtoria di queſta invenzione e la vera
maniera di prepararla (a) .
Se in vece di creta ſi diſcioglie una pietra calca
ria ,

) Laborator. Chim. , p. 656.


202 DIS TILLAZIONE .
ria , o della calce viva nell'acido nitrofo , e ſi opera
col proceſſo da me indicato , queſte ſoſtanze prefentano
il medeſimo fenomeno con queſta differenza che il fof.
foro preparato con la creta è viviffimo , e quello fatto
con la pietra calcaria è più debole , e il meno vivo di
tutti è il fosforo fatto con la calce viva . Si oflerverà di
più che la calce così refrattaria per ſe medeſima , quan
do perd le è unito l' acido nitroſo , non â biſogno che
d'un moderatiſſimo grado di fuoco per entrar in fuſio
ne ; onde è nuovamente meſſa in maggior lume la pro
polízione enunciata al S. 65. a propolico dei fluſſi.
Il Sig. Duhamel ollervo (a) che la calce viva eſpo
ſta per un lungo ſpazio di tempo in digeſtione con l'aci
do nitrofo , diveniva tutta volatile .
Si poſſono vedere nel Sig. Port (6 ) molti fenomen
ni intorno la ſoluzion della calce nell'acido nitrofo .

8. LXXI.
}
L'acido nitroſo attacca fortemente il ferro e il rate
me, e non forma con queſti metalli che un magma
che attrae l'umidità dell' aria . Se l'acido nitroſo è uni
to al rame , la ſoluzione é verde . Da cið li vede la
maniera di ſcoprire la falſificazione della pietra inferna
le . Queſto acido s' uniſce a tüct' i metalli , eccetto
l'oro e
, a tutt' i femi-meralli . Quelli che abbondano
più di principio inflammabile , provano nella loro folu
zione in queſto acido , un movimento più violento , ela
lano molto più di vapori , e ricevono più di calore . Se
lo ſi ſepara dopo da queſte ſoſtanze colla diſtillazione ,
effo diviene molto più volatile , e più atto a produrre
varj effetti nell'arte della tintura . Sthal (c) dice che
molti Autori chiamarono l'acido nitroſo cosi circoſtani.
) ziato acque graduate . [ Vedi altresì Kunickel (d ) ). Il
ПО

(a) Mem . dell' Acc. R. delle Sc. , 1747. , p. 75.


(5) Diſs. Chim. trad. franc . , t. 3. , p. 178.
1 ( c) Tratt. del nitro , P. 59.
ed ) Laborator. Chim. , p . 666. e ſegg.

1
DISTILLAZIONE . 203
noſtro acido unito al fal di ſoda , forma un fale che
s'appella nitro cubico . EMO è perfettamente ſimile al
nitro ordinario , eccetto che i ſuoi criſtalli ſono cubici .
La ſua unione col piombo rende una ſoſtanza di fapor
dolce . Eſſo non attacca niente afratto i metalli privati
del loro Hogiſto . Produce qualche fenomeno ben ſingo
lare con la canfora ; ed è di corle la ſua forma concre
7 e convertirla in olio . S : fi diſtilla con le parti fo
lide degli animali , produce ſpeſſo una eſploſione nei vaſi .

* ;. Sperimento XLVIII.

DISTILLAZIONE DELL' ACIDO DI SALE .

Per diſtillar l'acido di ſale s'adoperano i medeſimi


procelli che abbiamo deferitti per la diſtillazione dell*
acido nitroſo , fuorchè l'ultimo .
Per ottener lo ſpirito di fale s'adopera meno di ve
triuolo che per ottenere lo ſpirito di nitro . L'acido che
fi cava con queſto proceſſo , contiene evidentemente del
ferro , che gli comunica un color roſſo . Si pud accer
tarſene coll'aggiunta d'un alkali che ne precipita queſto
metallo . Il reliduo di queſta diſtillazione contiene ſpello
delle parti metalliche lucidiſſime.
Se ſi vuole ottener l'acido di fale per mezzo dell'
acido vitriolico , biſogna verfare queſt'ultimo ſul fal coo
mune , e accomodar preftiffimamente il recipiente ; al
trimenti ſi perde una grandiſſima quantità d'acido . Non
ſi â niente a temere dal calor vivo , che allora ſi eccita
nella ſtorta , perchè eſſo non ſi rinforza mai a fegno di
rompere il vafo . L'acido ftillato con queſto proceſſo ,
eſala dei vapori così penetranti, che non oſtante la bon
tà del luto , e qualunque ſia l'eſattezza con cui li ap
plica , non ſi può tuttavia impedire che non ſe ne per
da molto per le commeſſure dei vaſi . Biſogna aver cura
di mettere nel recipiente un poco d'acqua per conden
fare i vapori . Io ô veduto che baſtava aggiungerne due
once per ogni libbra di fal comune . Si diſtilla poſcia
l'acido per ſepararlo dall'acqua . I primi vapori che ſi
al .
204 DISTILLAZIONE .
alzano nella rettificazione ſono altamente acidi, e ſi dif
fipano in un denſo fumo . Il fal comune ſtillato con

merà del ſuo peſo d'olio di vetriuolo , rende 3 d'acido .


8
La ſua denſità , quando è preparato con queſto proceſſo
è :: 1 : 140. ſecondo Muſchembroeck .
Il ſal marino miſto con parti eguali d' arſenico , e
trattato col fuoco il più violento , non rende niente per
diſtillazione ; ma volatilizza queſta ſoſtanza metallica ,
che s'attacca alla volta ſuperiore della ſtorta ; e quan
do ella riceve il contatto dell'aria , ſpande dei vapori
bianchi .
FACOLTA' .

Le facoltà medicinali dell' acido marino ſaranno


fimili a quelle del nitroſo . Linneo (a ) però lo conſidera
come ſpecifico per le gelature , e Balilio Valentino (6)
contro il calcolo .

Sperimento XLIX.

SAL MIRABILE DI GLAUBER .

Saturate il reſiduo della diſtillazione del ſal comt .


ne , fatta con l'acido vitriolico ; voi ne otterrete dei
criſtalli amari lunghi traſparenti che eſpoſti al calore
perdono un terzo del loro peſo e li cangiano in una
polvere bianchiſlima. Queſto fale fi ſquaglia facilmente
al fuoco e nell'acqua .

RIF LESS I ONI.

Queſto ſale ebbe il ſuo nome dal ſuo inventore che


deſcriſſe la maniera di prepararlo (c) , e parld delle ſue
fa

(a) Amoenitat. Academic ., t. 3. , p. 175.


(b) Teſtamn . , part. s.
( c ) Appendice gener. centur,, e , n. 35. ,
DISTILLAZIONE . 203
facoltà in più d'uno ſcritto e ſempre con molta iperbole ;
per la qual ragione egli lo chiamò mirabile . Brandt (a )
parlò di queſta preparazione ma con minor enfaſi e con
maggior chiarezza , e ſpiegd meglio le fue affinità . La dif
ferenza che paſſa da queſto fale al tartaro vitriolato pro
vá la differenza che paſſa fra l'alkali fiſſo ordinario , e
quello del ſal comune , a cui ſi dà il nome d' alkali
follile .
Queſt' ultimo ſi trova adoperato in gran copia nei
lavori della natura . Gli Antichi credevano ch ' eſſo aveſſe
qualche affinità col nitro . Eſlo eſiſte in molte fontane
minerali, e ſi pratica da lungo tempo in medicina ſotto
varj nomi ſecondo le acque onde fi cava . Queſti fali
variano fra di eſſi ſecondo la ſpecie d'acido unito all'
alkali foſfile e fecondo la ſpecie di terra calcaria ch'eſſo
vi tiene diſciolta , la quale preſentandoviſiun alkali li
precipita . Da cid ſi vede la ragione per cui i fali delle
fontane , aggiungendovi l'olio di vetriuolo , formano
dei grandi criſtalli; il che Dollie (6) dice eſſere ſtato
oſſervato la prima volta a Lymington con l'ultimo lilli
vio di ſale e col capo morto di vetriuolo . Secondo Neu
mann , e Lentilio (c) si può preparare un fale perfetta
mente ſimile a quello d'Epſom . Brown (d) dice che
l'acqua del mare dopo avere ſomminiſtrato il ſuo parci
colare ne rende uno che è aſſolutamente lo ſteſſo ; e
pretende che lo ſi vende come il fal d'Epſom . Boul.
duc (e ) , Black ( f ) , Brownrigs ( 8 ) , ſono del medeſi
mo ſentimento . Contenendo tutti queſti ſali della terra
calcaria , ſi fa male in qualche maniera a ſoſtituirli al
vero fal di Glauber : ſebbene però queſte due fpecie non
poflono molto differir fra di elle per riguardo alle loro
facoltà medicinali ,
Fa

(a) Mem , di Chim . di Svez. trad. franc. , p. 106.


( 6 ) I fecreti e te frodi della Chim
(c) Melange des curieux de la nature , cent. 3. e 4. , P. 40Q .
( d) Abr. des Tranſ. philof., t. 7. , p . 729.
le ) Mem . dell' Acc. R. delle Sc. , 173 . ! . , 347.
f ) Sassi d'Edimbourg ,
( s ) L'arte di fare il fai comune , p. 88.
I
206 DISTILLAZIONE
9
FACOLTA . CO

Il fale , di cui abbiamo parlato produce in medi


cina i medelimi effetti che produce , il tartaro vitriolato . 1
Viene preferito a queſt'ultimo per la facilità , con cui
fi diſcioglie nell'acqua . Il ſuo ſapore è meno diſguſto
fo , ed â la proprietà di purgare ottimamente . Si pud
appreziare il valore degli elogj dati dagli Autori ai lali
delle diverſe fontane minerali , e vedere ſe effi meritano de
qualche preferenza gli uoi ſopra gli altri . te
. fc
Sperimento L. PE

SATUR ARE L'ACIDO DI SALE .

Lo Spirito di fal fumante elige per la ſua ſaturazione


metà del ſuo peſo d' alkali : da queſta unione rilulta un
ſale che oltre il rapporto che â coll'acido vitriolico ,
differiſce ancora dal fal comune pel ſuo ſapor acre , per
la ſua facilità a fonderſi , e per altri fenomeni de quali
parla il Sig. Pott ( a ) . Queſto fale compoſto dell'acido
di ſale e dell' alkali fillo ſi chiama , digeſtivo di ſilvia ,
o ſpirito di ſal marino coagulato (b) .
Se ſi verſa dell'alkali volatile ſopra l'acido mari
no ne riſulta un genere di fal particolare , e ſimile a
quello , che viene in gran copia dall' Oriente ſotto nome
di fol ammoniaco ; talchè i Chimici non lo preparano
mai ſe non per curioſità . Gli artefici efaminino , ſe tor
1 na conto preparare il ſal ammoniaco con l'acido di ſale ,
e coll ' alkali volatile tratto dalle oſſa di bue come è
raccomandato da Shaw ( c) . Queſto G preferirebbe ſem
pre a quello che ſi fa in Inghilterra coll' orina putre
Yatta , e col lillivio del fal (d ) di Epſom * ; perchè con
queſto

(a) Diſs. Chim . , t. 2 , p. 1. della trad. franc.


( 6) Farmacop. di Londra .
c ) Lez. di Chim.
d ) Vedi l'iſtit. di Chim . ſperiment. di Doſſie , t. i . , p. 347.
Le acque madri delle faline di Meyenviç trattate con l' orina puto
DISTILLAZIONE . 207
queſto Sperimento non ſi forma un vero fale ammonia
ÇO , ma Gbbene un fal ammoniacale ſecreto .
L'acido di ſale ſaturato con l' alkali di foda rende
un vero ſal comune il che prova completamente che
l' alkali foffile è la baſe del fal marino

FACOLTA' .

Etmuller commenda il fale formato dall' unione


dell' alkali fillo e dell'acido marino , come un eccellen
te (a ) aperitivo nelle malattie degl' ipocondri e nello
ſcorbuto , e ci aſſicura che Silvio Autore di queſta pre
parazione , l'adoperd con luccello come digeſtivo , malli
me nelle quartane e nelle intermittenti .

Spec

trefatta rendono del Sale ammoniaco che non differiſce per niente
da quel d'Oriente . Sono già più di dieci anni che il fu Sig. Hels
lot fece vedere di queſto ſale a mio fratello che ne conſerva una
moſtra .
* Queſto Sale è ſempre ſotto la forma cubica , ed è quello che i
friſtallizza più regolarmente . Io però ó veduto un Säl mariño
d'una natura ben particolare , i cui criſtalli erano tutti fatti a
piccoli aghi . Il Sig . de Montigni dell'Acc. delle Sc. e mio
fratello Separarono queſto ſale da una materia Salina che i Signori
di Montarant in pettori del commercio li pregarono d ' eſaminare .
Queſta materia ſalina fu Spedita da due particolari come il pro
dotto ď un Sal marino , ch'elli pretendevano d ' aver trovato il se
creto d' alkalizzare intieramente . Ma dagli Sperimenti fatti ri.
Sultò che la maggior parte di queſto Salé , benchè avelle una im.
preſſione all'eccello alkalina e cauſtica , non era che ſal marino
aniſto con una piccola porzione ad alkali marino , tutta la cauſti.
cità del quale era dovuta alla violenza del fuoco e alle parti di -
viva culce , ch' erưno ſtate introdotte nella miſtura . Per quante
volte li fia ſciolta e criſtallizzata queſta specie di ſale fatto ade
aghi , non á micangiato figura . Mio fratello crede che l'orga
nizzazion di queſto sale può esſere prodotta da una porzione d'aci
do inarino Separato per la violenza del fuoco dalla ſua baſe e unitq
intimamente ad alcune porzioni di terra vitreſcibile , che posſono
eſſere ſtate l'occaſione di formarſi queſta ſpecie di sal marino .
(@j Pirotecnia ragionata , c. S.
208 DISTILLAZIONE .

Sperimento LI.

NITRO CUBICO .

Verſate ſu una parte di ſal comune tre parti di


ſpirito di nitro fatto alla maniera di Glauber ; ftillate
con la ſtorta ; vedrete il recipiente riempirſi di vapori
sofli che ſcemano nel progreſſo della diſtillazione. Quan
i do non paffa più niente , e i vaſi ſono raffreddati, li di
ſcioglie il fale che riman nella ſtorta e li fa criſtallizza
re . Queſto fale rende de criſtalli cubici ; detona , fpar
gendo unafiamma giallaſtra , e d'altra parte poſſiede le
altre proprietà del nitro . Biſogna diſcioglierlo , affinchè
con una ſeconda criſtallizzazione eſſo prenda una forma
più regolare , perchè il primo ſale che ſi ottiene , ſpelle
volte è priſmatico come il nitro , o ſimile al ſal di
Glauber .
RIFLESSIONI,

Kunckel (a) configlia di fillare l'acido nitroſo for


pra del ſal comune ; ma non definiſce niente della na
tura dell'acido cavato con queſto proceſſo . Bohn (6) af .
ficura d'avere per mezzo dello ſpirito di ſale , accreſciuto
il fuo acido nitroſo , e che il reſiduo è un nitro cubico .
Sthal è del ſuo ſentimento (c) egualmente che un gran
numero di Chimici . Boulduc (d) aſſicura d'aver cavato
con queſto proceſſo un acido di ſale ben puro . Schultz (e),
Gmelin , Model ( f) e Brandt (8 ) dicono d'aver pro
vato che nel noſtro Sperimento l'acido di nitro non Tof
friva

Laborator. Chim. , p. 167,


Della combinaz. de corpi , S. 7. , e dei menftrui, S. 15.
Tratt. dei fali , p . 76.
d ) Mem . dell' Acc. R. delle Sc. , 1924. , p. 134.
Saggi di Chim . , p. 59.
Nel Tratt. di Model ſulla natura del borace ; quelli nell'in
troduzione ; e Gmelin nella prefazione da lui poſta alla teſta
del medeſimo libro ..
(8) Mem . di Svez . , to .. , p. 459. ann. 1756 ,

!
DISTILLAZIONE . 209
friva quaſialcun cangiamento , e che da un'altra parte
il ſal marino non li ſcomponeva quaſi niente affatto ,
Procedendo bene nell' operazione , la ſperienza prova
che Bohn diſſe la verità e io ſo per me medeſimo
che Schultz e i ſuoi ſeguaci decaddero dalle loro fpe
ranze per avere adoperato una troppo piccola quantità
d'acido nitroſo . Si vede in Marggraf ( 4) che per cavar
l'acido di fal comune 2 baſta adoperare il doppio d'acido
nitroſo .
La ſperienza dimoſtra che l'acido nitroſo ſerve a
ſcomporre il fal marino unendoſi alla baſe di queſt' ul
timo ; onde ſi può dedurre che l'acido nitroſo è più forte
dell'acido marino ( Sperim . XLII ., L. ) ; perchè i Chic
mici fogliono conchiudere che un acido quando è ſcac
ciato dalla lua baſe non lo è , ſe non da un acido più
forte ; il quale eſempio ci è ſomminiſtrato anche dall'
acido vitriolico che è riputato più forte degli acidi di
ſale e di nitro , perchè â la facoltà di fcacciarli dalla
loro baſe . Da quello ſperimeato fatto col fal comune
ſi vede che l'acido nitrofo non vi agiſce per la ſua
denſità , perchè quando ci ſi mette in piccola doſe , la
azione di eflo è nulla , Il fal di nitro laſcia il ſuo acida
molto più facilmente che il fal marino ; perchè quando
fi mettono queſti due ſali inſieme nella ſtorta , ſe ne
cava ſolamente l'acido puro di nitro , Per riguardo al
nitro cubico , ſi vede come ello fi forma ; ed è per l'u
nione dell'acido nitroſo colla baſe del ſal comune , come
fi vedrà nella precipitazione , di cui parleremo in ſegui
to , L'illuſtre. Marggraf oſſervd che ſe ne formava als
tresì per l'unione del fal di Glauber col ſale fatto per
mezzo dell'acido nitroſo e della creta . I criſtalli lunari
precipitati col fal comune , egualmente ne rendano .

Tam , I, 0 Spen

(a) Opufc. Chim. , t. *. , p. 331,


210 DISTILLAZIONE .

Sperimento LII.

ACIDO DI SALE DOLCIFICATO .

Verſate ſopra una parte di ſpirito di fal fumante

24 del ſuo peſo di ſpirito di vino defecato col ſal di tar


taro ; vi ſi eccita del calore , ma non perd conſiderevo
be . Nella miſtione non fifa alcun movimento ; e fi
vede precipitarſi al fondo del vaſo un ſal bianco * . Fa
cendo la diſtillazione per la cucurbita li cava un liquore
altamente acido che non à niente del piacevole odore
+ degli altri acidi dolcificati e che ſta a galla dell'acqua ,
ma che agitato con la medefima finiſce d'unirviſi . Il
ſecondo prodotto che ſi cava , e che s'uniſce facilmente
all'acqua ,
ſi ritiene in diſparte ; il reſiduo della diſtil
lazione è una terra nera . Si fatura il primo liquore che
paſso con l' alkali fiſſo , e ſi diſtilla di nuovo ; eſlo
non dá allora alcun indizio d'acido , â il ſapore dei noc
cioli di perſico e ſparge un odor molto piacevole , ma
non â la proprietà d'ardere ſulla ſuperficie dell' acqua .
Io ô tentato per dolcificare lo ſpirito di ſale molti altri
proceſſi che io ftimo opportuna coſa il riferire .
Se invece di ſpicito di ſal di Glauber ſi prende
del burro d'antimonio , non ſi eccita nè calore , nè mo
vimento . Quelto Sperimento m ' à fatto riſovvenire con
me

* Queſto Sale che ſi precipita , è eo formato dall' unione dell'acido


marino e da una porzione di fal alkali che lo Spirito di vino rio
tiene coſtantemente, quando s'adoperò queſto mezzo per defecarlo ?
Oppure Sarebb'egli il ſal marino e lo medeſimo ? Ciò che mi fa
muover queſta queſtione, fiè che io o veduto una boccia di spi
rito di fal funiante di commercio alle pareti della quale erano
attaccati molti criſtalli di ſal marino ben cubici. Sarebbero queſte
mai delle porzioni di Sal marino che follero ſcappate nel princi.
pio delle diſtillazione , oppure una porzion della baſe che folle
Itata volatilizzata dal fuo proprio acido ? Si ſa che una parte di
queſto fale li volatilizza nella fufione , mallime quando se ne getta
Sui arboni acceji .

1
DISTILLAZIONE . 211
meraviglia di ciò che dice un Autore per altro doctiſſi
mo , del calore , cioè del moto violento , e della ſpu
ma che 11 eccitano in quella meſcolanza . Nell'atto dell'
unione de' due liquori il regolo che ſtava nel burro d'an
timonio ſi precipita ſotto la forma d'un magiſtero fom
mamente diviſo . Se ſi procede alla diſtillazione ſi eleva
un liquor biancaſtro che ben prelto diviene chiaro , e la
ſcia precipitare , per l'aggiunta dell' alkali il regolo
ch'eſſo aveva volatilizzato e traſcinato ſeco . Queſto re
golo ſublimato non dà il minimo indizio di mercurifi
cazione . Rimane nel fondo della cucurbita il burro d'an .

timonio , a cui è unita la terra nera prodotta dalla di


ſtruzione dell' alkool .
Se ſi mette dello ſpirito di vino nel recipiente che
ſerve alla diſtillazione dello ſpirito di ſale con l'olio di
vetriuolo , appena i vapori di queſto acido poſſono con
denſarſi ; e con queſta operazione eſſo non li dolcifica di
più di quello che li dolcifichi , quando , in vece di ſal
marino ſi mette il mercurio ſublimato corroſivo.con
l'olio di vetriuolo nella ſtorta .

RIFLESSIONI ,

Baſilio Valentino ( a ) deſcriſſe un proceſſo per dol


cificar l'acido di fale . Siccome coi mezzi da me indi
cati non lo fi ottiene mai puro e di tal natura da unirſi
preſtamente allo ſpirito di vino , cosł non ne rieſce mai
niente di nafta o di etere * . Egli è coſa ſingolare , che
O 2 lo

( a) Manuale del ſolfo del ſole , p. 786.


To credo bensì che queſti varj proceſi non rendono niente d' etere
marino , o ne postano rendere-ben poco ; ma oranaila Chimica ci offre
molti mezzi di cavarne in quantità . Quejia operazione è stata
l'oggetto delle ricerche di molti dotti . Il Sig. March. di Cour
tanvaux è il primo che ci fia arrivato combinando lo Spirito di
wino col liquor fumunte di Libavio . Queſto dilettante diligente
egualmente che dotto , che non riſparmia mente pel progrello delic
arti , diede all" Acc. delle Scenze un propello eſatto per ottenere
queſto etere marino ( Vedi il vol. 5. delle Mem . dei letterati form
reſterii . )
212 DISTILLAZIONE .

lo ſpirito di vino unito allo ſpirito di ſale che è acre


e fumante , gl' impediſca di fare efferveſcenza con l'alka
li , fuorchè quando quelto è ſtato allungato con acqua .
Si à biſogno del foccorſo dell ' alkali per ſeparar l'acido ,
che s'atracca ſempre al liquore che diſtilla abbondaote
mente per cauſa della volatilità che gli è propria . L'olio
fragrante che Szellen ( a ) ottenne , è l'olio etereo ch'egli
aveva aggiunto allo ſpirito di vino prima di meſcolar
queſt' ultiino con l'acido . Per riguardo agli eteri , de'
quali parla Ludolfo (6 ) , ve n' à uno che pare non ef
fere dedotto che dalla ſua teoría fenza effere appoggiato
ad alcuno ſperimento ; e l'altro pare evidentemente pro
dotto dall'acido vitriolico . Il magma ſalino che ſi trova
nella nostra operazione è ftato l'oggrito dell'attenzione
di molti Chimici , dopo Pott (c ) ,

FACOLTA' .

Le facoltà dello ſpirito di fal dolce non ſembrano


differir molto da quelle dell'acido nitroto preparato col
medeſimo procello ( Sperim . XLIV , ) ,

1
.
1
$. LXXII,

Dopo il Sig. March . di Courtanvaux il Sig. Barone di Bornes


comunicò all'Acc. un altro procello che potrebbe avere qualche
vantaggio di più in quanto ch ' egli dice , che se ne ottiene una
maggior quantità d'etere marino , e con maggior facilità , e con
un framezzo che non può comunicare a queſto prodotto alcuna
cattiva qualità . Egli vi adopera i fiori di zinco , nei quali filla
immedintamente lo spirito di ſale . Quando l'acido vi è concen
truto al più alto grado poſibile per la via della diſtillazione , al
lora vi argiugne dello ſpirito di vino rettificatiſimo. Sulla fine
D della diſtillazione Sottoponendo un fuoco aſſai violento alla ſtorta ,
egli ne cava un vero etere marino piacevole e galleggiante full
acqua .
( a ) Triunvirato del ſal comune , p. 84.
( ) Supplem . alla Chim . trionfante , c. 14., e introduz , alla Chim .,
p . 1074
( C) Difs. Chim . , t. 2. , p. 262, e ſegg.

1
DISTILLAZIONE . 213

1. LXXII.

L'acido di ſale produce ſui vegetabili e fugli ani:


mali i medeſimi effetti degli altri acidi foſſili, con que
Ita differenza ch'ello gli coſtrigre meno fortemente .
Eſo diſcioglie il rame , il ferro , lo ſtagno , il piom
bo , il regolo d'antimonio , il biſmuto , lo zioco e l'ar
fenico . Ello forma coi primi due de criſtalli che ſi
ſquagliano nell'aria . Quelli che riſultano dalla fua anione
col piombo ſono d'un fapor dolce . Queſto acido forma
col regolo d'antiinonio ua liquor denſo che à la con
liſtenza di burro ) e fa colla miniera di bilmato un in
chioitro ſimpatico ſecondo Hellot ( a ) . Le affinità di
queſto acido con le terre calcarie fi troveranno nella
Storia del fale ammoniaco .

Sperimento LNÍ.

ACQUA Ř ÉGLA 0
Si mette una foglia d'oro nell'acido nitrofo ; vi
fi aggiugné o del fal comune o del ſuo acido o del fal
ammoniaco . Se il metallo G ſcioglie , è indizio che il
liquore è in giuſta proporzione dei due acidi; ma ſe il
diffolvente agiſce poco ſull'oro , ſi aggiugae di nuovo
una maggior quantità della medeſima ſoſtanza che ſi
era adoperata da principio per regalizzare l'acido nitro
03 fo .

* Queſto inchioſtro non può farſi con la miniera di biſmuto , a meno


che queſta contenga del cobalto . Il biſmuto je diſcioglie lentiſi
inamente e difficiliſſimamente nello Spirito di ſale ; e la ſua folu
zione non rende l' inchioſtro ſimpatico : il fal che ne riſulta è ben
diverſo da quelio che preparate con la miniera di cobalto ben
salcinata , che rende coſtantemente un Sale rollaſtro, ch'ellendo ri
Scaldato dà un bel color verde . ( Vedi il ſeguito degli sperimenti
che mio fratello diede all'Acc. ſu fb inchioſtri ſimpatici del
Sig . Hellot , nel vol. 3. delle Mem . dei dotti foreſtieri ) .
(a) Acc. delle Sc. , 1737. , p . 106. Mem.
214 DISTILLAZIONE .
fo . Un quarto d'acido marino o di fal ammoniaco
baſtano a produrre queſto effetto .

R I Å LESSIONI .

Iſacco ( a) Olandeſe raccomanda di ſtillare inſieme


del falc e del nitro per cavare un acido atto a diſcio
gliere l'oro . Baſilio Valentino (6) parla in vari ſcritti
di queſto liquore , e lo chiama acqua regia . Siccome
eſſa à la proprietà di ſciogliere l'oro , così îi concepiſce
onde viene la ſua denominazione , e lo ſcopo della ſua
preparazione . Eſſa non attacca l'argento , e io poſſo al
legare per cauſa di queſto fenomeno ** quella che io ô
dato ſulla cauſa della ſoluzione in generale , di cui
Bohn (c) allega molte ragioni ; oltre che Brandt ( d )
dà molii proceffi per preparare l'acqua - regia , e prova
con

* Si meraviglierà forſe alcuno nel vedere preſcrivere delle quantità


eguali di Jal ammoniaco e d'acido marino , perchè il primo con
tiene dell' alkali volatile , che pare dovere lininuir. molto il peſo
del ſuo acido ; ma fi rifletterà che queſt' ultimo nel Sale ammoniaco
è portato a un perfetto ſtato di concentrazione , e che la porzione
d alkali volatile che gli è unita , non equivale alla ſovrabbondan
za d'acqua che si l'acido marino cavato coi noſtri procelli ordi
narj. Parlando dell'acqua regia , mi pare a queſto propoſito far.
offervare che quando eſta è fatta per la ſemplice meſcolanza degli
acidi , ed anche col säl ammoniaco , non ſi dee conſervarla in fiaf
chi turati di criſtallo , perchè vi fi fa un movimento interno che
fa Spello ſaltare il turacciolo e qualche volta ancora cagiona la
rottura del fiaſco . Un altro fenomeno che ſuccede nell' acqua re
gia fatta col ſal ammoniaco , e che io credo dover far offervare 9
è la formazione dei criſtalli cubici prodotti da una porzione di
Sal marino non iſcompoſto, che contiene il ſul ammoniaco , e che
mio fratello ebbe occafione di cavarne in aſſai grande quantità .
Opere miner. ' , p . 443.
Manuale del ſolfo del ſole , p. 490 .
** Non ſi può dire che l'acqua regia non diſciolga l'argento ; egli è
bensè vero che non lo tiene in foluzione , ma pure effa lo diſcio
glie . L'acido nitroſo s' uniſce ſubito air argento ; e nello ſteſſo
Inomento della ſoluzione , l'acido murino se nè impoſeſra per pre
cipitarlo in lana cornea ; queſto è ciò che accade giornalmente
nella depurazion dell' acqua forte coll' argento .
(c) Diſs. de' menftrui , p . 12. e ſegg.
d) Mem . di Svez. trad. franc. , t. 1. , p. 316.
DISTILLAZIONE . 215
con alcuni ſperimenti che quella che ſi fa col ſale am
moniaco , a la proprierà di rendere l'oro volatile ,
per queſto motivo differiſce efſenzialmente da quella , in
cui li fa entrare il fal comune , o lo ſpirico di ſale . Il
primo che abbia fatto vedere la proprietà che à l'acqua
regia di ſeparare l'arfenico dallo ſtagno * fu Henckel ( a) .
Marggraf dappoi riſchiard (6) meglio queſto fenomeno ,
che merita la più grande attenzione e un ulteriore
eſame tanto per la Storia Naturale , quanto per la Die
tetica .
Sperimento LIV .

IN QUARTAZIONE.

Quando l'argento ſi trova unito all' oro in propor


zione di 3. a 1. , ci ſi affande dello ſpirito di nitro pu
riſſimo . Ši à la cura d'indebolir l'acido con dell'acqua .
Senza queſta precauzione , la ſoluzione fi farebbe 'troppo
rapidamente e l'azione del menſtruo concentrato farebbe
perdere al metallo la ſua forma eſteriore ch ' eſſo dee
conſervare dopo l'operazione . Si laſcia il matraccio in
digeſtione per ventiquattr' ore a un calor mite , Si de
canta l'acido per aggiugnervene di nuovo . Si eſpone per
alcune ore a un calor più forte queſta ſeconda foluzione
per meſcolafla in ſeguito colla prima . La maſſa che
reſta nel matraccio è colorita , porofa , e tutta corrofa .
Dopo averla ben dolcificata , fi mette in an crogiuolo ,
04 CO

* Egli non è dubbio , che lo ſtagne contenga dell' arſenico i col


mezzo di queſto principio arſenicule mio fratello arrivò a nafcon .
dere il rume in diverse foſtanze , Senza che l' alkali volatite abbia
potuto manifeſtarvelo . Questi medefimi Sperimenti lo conduſſero
a oſſervare che gli ſtagni non erano tutti della ſteſſa lega ; che
quello di Cornovaillesnelle ſue ſoluzioni rendeva molto coſtante
mente il precipitato nero cbe il celebre Henckel prefe per dell"
arſenico ? che mio fratello dimoſtrò non effere altro cbe rase .
Queſti Sperimenti ſaranno inſeriti nel vol. 6. delle Mem . dei dotti
foreſtieri .
( a) Note ful Trattato di Reſpoor , intitolato : Røri Sperimenti
ſullo Spirito minerale , p. 211,
( ) Opufc. Chim. , p. 177. , t . I.
210 DISTILLAZIONE .
coperta d'una miſtura di quattro parti di borace e di
ſal di tartaro ſopra una di nitrò • La miſtura meſſa in
1
fuſione , rende- ſotto la forma d'una verga l'oro che re
ſtava della ſoluzione ; fi ftilla per la ſtorta l'acido ni
2 troſo che a ſervito a far l'eſtrazione dell' argento , e lo
ſi riſerba per dei nuovi lavori Si dolcifica poſcia
con diligenza il reſto del metallo ; ſi tratta col proceſſo
adoperato già per l'oro , e fi cava tutto l'argento che
l'acido aveva diſciolto . Se li fa queſta operazione ſopra
una grande quantità di metallo , li conſerva l'acqua che
í â fervito a dolcificar la maſſa ; dalla quale ſi pud an
cora cavare qualche poco d'argento .

RIFLESSIONI.

Iſacco l'Olandeſe deſcriffe ( a ) con molta eſattezła


l'operazione della quale abbiamo parlato . Abot de Ba
zinghen , dice che queſto , lavoro fu inventato verſo il
quinco ſecolo a Venezia .. Il medeſimo Autore riferiſce
che in Francia fi ſceglie per queſta operazione una lega
che contiene l'oro in proporzione d'un terzo del peſo
totale . Queſto ſperimento è fondato ſu l'impotenza
d'agire che a l'acido nitroſo ſopra l'oro , in conſeguenza
di che lo laſcia intatto , frattanto che diſcioglie l'argento
( Sperim . XLVI. ) . Perchè poſſa farſi perfettameute l'eltra
zion dell' argento , biſogna che l'oro gli ſia unito in
una proporzione che non ne alteri troppo la natura ; e
la ſperienza dimoſtra che la doſe dell'argento dee eſſere
di tre parti ſopra una parte d'oro . Egli è dimoſtrato
che in queſto lavoro reſta una piccola porzione d'argento
unita

Biſogna per quanto è poſſibile , non adoperare il borace per la fu


fione dell'oro , perchè lo rende pallido e ſolamente coll' aſtenerſi
dall' adoperare queſto fondente nel raffinamento della noneta di
Parigi, ſi arriva ad avere del belliſſimo oro .
Queſto procello non serve al raffinamento della moneta dove
queſto lavoro ſi fa in grande . Si precipita l' urgento che l' acq1111
forte tiene in : Soluzione coll'intermedio del " raine ; ed è poi da
queſt' ultimo metallo ch'éſa fi cava colla diſtillazione.
(a) Opere vegetabili , c. 16.
1 DISTILLAZION . 217
E
unita all'oro . Ercker (a) dopo Agricola (6) pretende
che queſta quantità è la 263.a parte della maſſa totale .
Cramer all'oppoſto , dice (c ) ch'è ſolamente la 150.0
! la 200. Si rifletterà che biſogna dolcificare con la più
gran diligenza l'oro e l'argento prima di metterli in
fuſione ; perchè ſenza queſta precauzione ſi correrebbe
riſchio di perderne una parte che ſarebbe aſſorbita dal
crogiuolo . Quindi ſi vede quanto ſia intereſſante queſto
proceſſo sì per la docimaſtica , che pel lavoro delle mo
nete * . Quando l'oro fupera di molto l'argento , fi
vede bene , che la miſtura di queſti due metalli dee
trattarſi con l'acqua regia in vece dell'acido nitroſo . Si
può vedere a quefto propoſito ciò che ne dice Brando (d) .

Spe

( a) Impero ſotterran . , p. 126.


(b ) Metallurgia , l. 10., p. 360.
(7 c) Elem. di docimaſt. , p. 2. , proc. 28.
Queſta operazione pnò farſi altresì nella inaniera ſecca . Il mezzo
migliore di Separar l oro dall' argento è quello che deſcrive Schlüt
ter e che la pratica attualmente a Hartz . Si comincia dal snet
tere l'argento aurifico in granellatura : vi ſi aggiugne dappoi una
ſettima di folfo per diſcioglierlo ; dopo che fi precipita tutto
l'oro dalla miſtura per mezzo d' una ſettima d'argento in granel
latura , talche sette ottave sono diſciolte da un'ottava di Solfo , e
laſciano un'ottava #argento per la precipitazione . ( Vedi il re
guito delle Oſs. del Sig . Scheffer nelle Racc. delle Mein . delſ
Acc. R. di Stockolm , operu prezioſa per la Chimica , già tra
dotta in parte dal Sig . Barone d'Olbak ) . Tutto il mondo ſa dż
quunto fiadebitrice la Chimica a queſto illuſtre dilettante . Queſto
proceffo di riparto a ſecco purve al Sig ... avere molti incona
venienti: primo, per la perdita dei crogiuoli ; ſecondo , perchè il
Solfo per la ſua grande volatilità , non può mineralizzare l'ar
gento così facilmente come farebbe , se folle ritenuto da qualche
altra soſtanza come il ferro"; il che diede al Sig ...... l'idea di
Soſtituirvi la pirite marziale per eſeguire l'operazione ch' egli
propone . Egli tratta il ſuo argento aurifico in un fornello a ma
nica , con del carbone e della pirite marziale ; ma egli probabil
menté non s'è accorto , che in vece di cavar dell'oro lo diſtrug
geva formando un fegato di Solfo ch'è unc dei diſſolventi , ed
anche dei più forti diſtruttori dell'oro . ( Vedi altres, il S. 67. ) .
(d) Mem . di Svez., t. 1., p. 316. e feg &
218 DISTILLAZIONE .

Sperimento IV .

DISTILLAZIONE DELL'ACETO .

Si pud adoperare qualunque vaſo ſi voglia per di


Aillar dell'aceto : eſſo rende da principio un liquor me
no acido dell'aceto medeſimo . Se quello che li diſtilla
non è aſſolutamente buono , la prima porzione che paſſa ,
è molto acquoſa , le fi dà il nome di flemma. [ Vedi
Baſilio Valentino ( a) ] . Quando ſi è cavata una certa
quantità di liquore , ſi ſoſtituiſce un altro recipiente: ſe
ne rimette ancora un terzo verſo la fine dell'operazio
ne ; perchè l'ultimo liquor che diſtilla à un fapore em
pireumatico , e biſogna aver attenzione di non meſco
larlo coi precedenti . Se a continua a mantenere il fuo
co , s' ottiene un liquore , che in progreſſo della diſtilla
zione diviene ſempre più acido e empireumatico , e che
rende in fine an liquor giallo d'unainſigne acidità , che
fi chiama aceto radicale di Libavio (6 ) . La materia che 1
rella nel fondo della cucurbita , è nera , ſalina lucida e
ſecca .
I prodotti de' quali ô parlato , ſi otterranno dall'
aceto , ſe per la operazione fi adopera la ſtorta ; ma
prendendo in vece un lambicco , non ſi cava niente , o
quafi niente d'empireumatico nemmeno nelle ultime por
zioni che ſi ſollevano , ſecondo l'oſſervazione di Adolfo
Wedel (c) . In queſta operazione non biſogna temere .
che l'aceto abbia contratto qualche unione col rame .
ben

(a ) Carr. trionf. dell'antim . , p. 315. della Raccolta delle {ue


Opere .
(6) Alchim ., p. 51:
(c ) In un Propemticon ſcritto a queſto propofito a Jena , nel 1732.
Io non sono del medefimo ſentimento sulla diſtillazion dell aceto
fatta in vafi di rame . Mi capitò dell aceto Atillato in un lam
bicco di rame ch' era ſtato comperato da un accreditato Mercante
af aceto . Queſto aceto unito con P alkali volatile dà una tinta
turchina ben manifeſta . E' acido dell' aceto, non solamente attacca
il rame ma ancora lo volatilitza , come afferva il Sig . Spiel
DISTILLAZIONE . 219
benché queſto acido poſſa per altro renderlo volatile .
Generalmente ſi oſſerverà che l'aceto anche 'bollente
non può avere alcuna azione ſu queſto metallo .

RIF L E S Š I ONI.

L'aceto oltre il ſuo acido particolare chc è il pro


dotto della fermentazione , contiene ancora un vero tar
taro ; il che provano i criſtalli di queſto fale che ſe ne
cavano . Secondo le oſſervazioni di Vigenere (a) , egli è
evidente che quanto meno l'aceto è forte , tanto più di
flemma ſe ne cava . Il primo liquore che pafla nella di
ſtillazione e dell'acqua, ſe pure , come abbiamo oſſer
vato non s'adoperd un buon aceto . Il ſecondo prodotto
è l'acido particolare dell'aceto . Continuando il fuoco
s'abbruciano le parti oleoſe del tartaro , e l'acido allora
prende dell'empireuma . L'ultimo liquore finalmente trae
feco una grande quantità d'olio e ne reſta colorito
Dopo queſti detcagli ſi vede , che ſopprimendo il fuoco
prima che ſi ſia fatto ſentire l'odor d'empireumna ,

mann . Non ſi può averne un eſempio più fenfibile , che nella di


ſtillazione de criſtalli di rame > nella quale ſi ſublimano de fiori
di rame bianchi , che coloriſcono d' un bel verde lo Spirito radi.
cale , e che ſi poſono privar di colore in pochiſimo tempo , get
tandovi alcuni criſtalli d'arcano . Da ciò fi ſcorge , quanto ſia
pericoloſo servirſi dei vaſi di rame per la diſtillazion dell'aceto .
I medeſimi inconvenienti ſi trovano , facendo uſo di vafi di ſtugno ;
perchè volendo ſtillare in un fimile vafo dell'acqua di fiori di a
ranci che ſi era inacidita , io ne cavai un'acqua che aveva ac
quiſtato un sapor dolce manifeftifimo. L' alkali volatile la intor .
bidò , e le comunicò un colore d'opal; il che io attribuii ſubito ad
alcune porzioni di ſtagnoche l'acido di queſt' acqua aveva difciola
te . Per uſo di medicina non poſſamo affolutionente difpenfarcs
dal diſtillare l'aceto in vafi di ſelce o di vetro . Egli è ben mee
glio joffrire un leggiero odore empireumatico , che col tempo sa
dilipa da se medefimo , che adoperare un aceto metallico , l' uſo
del quale può produrre degli effetti pericolofifimi.
lo Ofervai molte volte cher aceto ſtillato in vafi di rame non ne
diede il minimo indizio ; ma mi ſono ſempre fervito di capitelli
ſtagnati.
( a ) Traité du feu & du fel. , chap. 35.
220 DISTILLAZIONE .
fi cava nè acido ne olio . Stillando col lambicco , i pro
dotti della diſtillazione non ſono empireumatici , perchè
la porzione d'olio di tartaro privata del liquore che la
follevava , non può falire all'alto del capitello ; per con
ſeguenza ella rimane nel fondo della cucurbita , e ſi tro
va abbruciata ſenza poterli ſublimare .

F A COLT A' .

Io non dubito punto , e in queſto ſono del ſenti.


mento del Sig. Malovin ( a ), che non ſi debba aſſolu
tamente preferire l'aceto naturale a quello che noi ab
biamo cavato colla noſtra operazione ; coſicchè io conſi
dero le facoltà di queſto come moltiſſimo inferiori a
quelle del primo .

Sperimento LVI.

A CE TO CONCENTRATO .

Diſtillando con un terzo d'olio di vetriuolo dell'


aceto faturato d' alkali fiſſo , di verderame , o di ſal di
Saturno , voi otterrete un liquore acidiſſimo che nel
primo caſo prende l'odor d'empireuma. Nel ſecondo
egualmente che nel terzo , ne acquiſta un particolare a
ciaſcuno de' ſuoi prodotti ſecondo la ſoſtanza onde fu ca
vato . In qualunque maniera ſiaſi preparato queſt' acido ,
effo agiſce fortemente ſull'odorato . Stillandolo fopra una
nuova porzione della ſoſtanza onde fu cavato , gli ſi fan
no perdere fino i menomi atomi dell'olio di vetriuolo
che eſſo può aver portati ſeco nella diſtillozione . Stif
fel (6) fece oſſervare che l'aceto concentrato per mezzo
dell'acido nitroſo o dello ſpirito di fal di Glauber era
più debole di quello , che ſi ottiene per mezzo dell'
acido vitriolico .
RI

(a) Chymie medicinale , t. I. , part. 3. , chap: 26.


(6 ) Diſs. ſu gli acidi concentrati , foſtenuta fotto la prefdenza
di Juncker . Hall , 1759. , S. 21. e 22.

}
DISTILLAZIONE . 221

RIFLESSIONI.

L'acido dell'aceto eſſendo allungato in una grande


quantità d'acqua, tanto nel ſuo ſtato naturale quanto
dopo la ſua diſtillazione , i Chimici tentarono varimez
zi per ortenerlo più concentrato . [ Vedi Juncker ( a ) ] .
Nel noſtro ſperimento , l'acido vitriolico come più forte
di quello dell'aceto , ſerve a diſimpegnarlo dalla ſua baſe
( Sperim . LI. ) , ma tal quale ello eſiteva unito all'alka
li , al rame al piombo , cioè privato di tutta la ſua
acqua . In queſto ſtato ſi chiama aceto concentrato , o
radicale . Se lo ſi cava dalla terra fogliata fatta col fal
di tartaro , ſe ne folleva diſotturando il fiaſco , una gran
**
de quantità di vapori * ; ma ſe in vece del ſal di tar
taro, s'adoperarono delle ceneri clavellate , l'acido che
ſi cava è torbido, e lattiginofo ; e ſe in fine fi rettifica ,
eflo laſcia dei criſtalli. Alcuni Autori pretendono che
l'aceto concentrato s'accenda in vicinanza del fuoco ,
ma io confefferd ingenuamente di non averne mai potu
to rieſcire *** . Ollerverd che l'aceto ftillato è all'acqua
diſtillata :: 1007 : 1 . , e ſecondo Mufchembroeck :: 1030.
Nello ſtato di concentrazione queito rapporto è :: 1044 : 1.
Per faturare l'aceto ftillato , ci vuole la ventiquattreſi
ma parte del ſuo peſo d'alkali fillo ; e quando è nello ſtato
di concentrazione, eſſo per neutralizzarſi ne afforbiſce
un terzo del ſuo peſo ,

Spe

( a ) Elem . di Chim ., tav. 79. , num . 4.


* Quando esto è principalmente unito a queſto metallo , non è necef
Jario ricorrere al fráininezzo dell' acido vitriolica ; la ſola appli
cazione del fuoco baſta per trarne intieramente l'acido il più con
centrato ,
** Queſti vapori anno molto dell' empireuina e dell acido ſulfurco ;
perciò i Chimici per aver l'acido radicale , amano meglio cavarlo
da' criſtalli di raine, che dalla terra fogliata di tartaro.
*** Quito Sperimento però è certo . Il Sig. Conte di Lauraguais
provò che queſto acido s' acccendeva quaſi come lo ſpirito di vino
riſcaldandolo in un vaſo pjutto , e poi applicandosi il fuoco , 1
222 DISTILLAZIONE .

1
Sperimento LVII.

ZUCCHERO DI SATURNO .

Prendete dell'aceto ftillato , o ſe volete finir più


preſto l'operazione adoperate dell'aceto concentrato e
verſatelo ſu delle lamine o fu una calce di piombo . Il
menitruo prende ſul momento un ſapor dolce . La ſo
ftaaza metallica entra in ſoluzione , e vi fi eccita molto
calore . Se fi adoperò l'acido concentrato , ſi ſvapora la
Soluzione fino alla pellicola . Ne riſulta una malla ſali
na compoſta di piccoli criſtalli aggruppati. Questo ſąle
malgrado la fua dolcezza altringe lendibilmente .

RIFLESSIONI ,

Iſacco (a) l'Olandeſe deſcriſe la maniera di pre


parar queſto fale . Baſilio Valentino (6 ) dettaglid minu
tamente queſta operazione , e la deſcriſſe con maggiore
ehiarezza. Si ſcorge che il riſultato di queſto lavoro non
è altro che l'unione dell'acido dell'aceto col piombo .
La qualità che a queſto metallo di contrarre con l'aci
do dell'aceto un ſapor dolce , diede occaſione a delle
fatali falſificazioni , che erano d'aggiugnere ai vini col
più pernicioſo conſiglio , del litargirio per addolcirli.
C'è a queſto propoſito fra le altre una bella Diſſerta
zione di Zeller (c) ; e un'altra di Lentilio ( d ) . La cintura
di ſolfo volatile che deſcriſſe Hoffmann (e ) , è uno dei
mezzi che s'adoperano per iſcoprire queſta falſificazione ,
come ancora la ſoluzione di fegato , di ſolfo nell acqua
In fatti con queſto proceſſo la materia metallica fi pre
cipita

a ) Opera di Saturno , c . 5. e ſegg.


(6) Manuale del particolar di Saturno , P : 807.
( c ) Intitolata , del faggio , dei ſegni, delle cauſe e dei perniciofi
effetti del vino litargiriato . A Tubinga 1707 .
(d) Mem . di medic. , p. 65. e ſegg.
oſs. 31 .
I tej Oſs. fil. e chim ., l. 2.,
DISTILLAZIONE . 223
cipita ſotto un color nero , come io 8 propoſto nella
Diſſertazione di Boecler ( a ) .
Dioſcoride ( 6 ) defcrifle molto bene la maniera , con
cui il piombo eſpoſto al vapor dell'aceto , ne reſta di
ſciolto , e 'cangiato in una "polvere bianca , che ſi chia
ma cerufa .
Siccome i mercanti ſpacciano una grande quantità
di zucchero di faturno e di ceruſa , percid lo fanno pre
parare in grande in vari luoghi per diſtribuirli poi nell'
Europa .
FACOLTA'.

Il fapor del piombo e il carattcre particolare che


in eſſo ſi conoſce , ſono una prova , che la noſtra ope
razione è un rimedio aſtringentiſſimo ; talche ſi pud
adoperarlo come tale per topico ; ello è altresì repercuf
fivo . I Medici ſono tutti d'un ſentimento per vietare
l'uſo interno di queſto rimedio . Elfi lo conſiderano co
me un vcleno . I mali cagionati dall'uſo dei vini falli
ficata col piombo * , e ai quali 6 oppofero gli Autori
da me citati , ſono baſtevoli per proſcriverlo . L'autorità
di Galeno (c) e di Dioſcoride id) fi trova confermata
da

(a) Sulla fontana di Rippelſaw , p. 18.


b ) L. 5. , C 103.
Se n' ebbe una prova ben funeſta, diciaſſette o diciotto anni ſono .
Quindici perſone furono avvelenate à Verſailles per aver fatto
uſo d'un tal vino · Il Sig. Geoffroi il figlio incaricato di far
ľ analiſi di coteſti vini , cavò circa un' oncia e due dramme di
piombo revificato da due once di tartaro ch' era ſtato diſtaccato
da una delle botti nelle quali quel vino infetto era Souto tenuto ,
Il Mercante Schivò il caſtigo che meritava una fimile frode
mettendo Sotto gli occhi de' ſuoi giudici un libro antico con ap
provazione e privilegio del Re > nel quale era ſcritto in terinini
gallici: ſe tu vuoi addolcire il tuo aceto, gettavi un buon pu
gno di litargirio . Queſto fatto inerita d ' eſſere ven pubblico ;
pare sorprendente , che in una nuova riſtampa dei ſecreti delle
arti e dei meſtieri del 1759. , fi abbia potuto laſciar Suliltere un
procesſo, le cui conſeguenze ſono così fineſte .
(c ) De virib . inedicament. fimpl., l. 14., C. 19.
( d ) Alefli farmaci , C. 2.. e 27.

1
224 DISTILLAZIONE

da Sthal (a ), Boerhaave (6 ) , Hoffmann (c) ,Geoffroi (d) ,


l'illuſtre Van -lwieten (e) , e il celebre Sig. Tronchin ( f ) .

Sperimento LVIII.

ACETO DOLCIFICATO . '

Meſcolate con parti eguali di ſpirito di vino , dell'


aceto concentrato ſeparato dall' alkali fiſſo per mezzo
dell'olio di vetriuolo ; fi folleveranno dalla miſtura dei
vapori , vi li ecciterà qualche movimento ma niente af
fatto di calore ; eſponetelo alla diſtillazione . S'alzerà
da principio un liquore empireumatico il cui odore picca
vivamente le nari , e il cui fapore è d'un' acrimonia
ſingolare, Quel che ſegue è in fommo grado acido ; il
fuo odore egualmente che il luo lapore non ſono i me
deſimi che nell'ultimo prodotto . Se ſi uniſce queſto a
dell'alkali , il liquor perde il ſuo ſapor acre e il ſuo
forte odore e relta fuido , Eſſo è d'un guſto molto ama
TO ; il fuo odore è piacevole , e io lo ritrovo molto ſimile
all'odor d'un vino eccellente . Queſto prodotto della no
ftra operazione dopo cid non s'uniice all'acqua ma arde
ſulla ſua ſuperficie : queſto è un certo etere acetoſo
che , giudicandone dall' odorato , s'aſſomiglia molto all'
eterę vitriolico .

RIF LES S. IONI,


1
Il primo che abbia dato il proceſſo per dolcificare
l'aceto concentrato fu Schiffel ; ma egli non ebbe alcu
na

( a ) Tratt. del folfo .


(6 ) Elem. Chem., t. 2. , proč , 173.
( c) Medicina rationalis .
( d ) Mat. med. Tratt dei foffili .
le ) Comm . in aphor. Boer. aphor. 1o6o.
f) De colica Pi&onum , p. 26.
Íl Sig . Conte de Lauraguais fu il primo che ci abbia fatto co
noſcere la produzione di queſto ecere , ficcome offerva più basſo il
noftro autore .

.
DISTILLAZIONE . 225
na cognizione dell'etere acetofo . Di queſta operazione
ſiamo debitori al S. C. di Lauraguais ( a ) . Il proceſſo
di lui differiſce un poco dal mio. In queſto ſperimento
egli è l'acido , che portando via l'acqua dello ſpirito di
vino , fa ch ' eſlo produca 'una ſpecie d'etere che fi fe
para , agitando il liquore con dell'acqua . ( Vedi gli Spor
rim. 33. , 44. , 52. )
Secondo ciò che è ſtato detto ſi vede , che ſi po
trebbe ottener dell'etere per mezzo degli altri acidi ve
getabili portati al punto d'una forte concentrazione.
Egli è , come abbiamo detto , il Sig. Conte di Laura
guais il primo che abbia fatto a Parigi il noſtro etere
acetofo , per relazione del Sig. Baume ( b) .

Sperimenta LIX

TERRA FOGLIATA DI TARTARO ,

Verſate venticinque parti d'aceto ftillato ſopra una


di ſal di tartaro ; toglietene tutta l'umidità per mezzo
della diſtillazione ; il liquore ſi alza inſipido ; il ſale che
rimane nella cucurbita forma una malla nera fpognoſa :
ſi ſcioglie queſta in una fufficiente quantità d'acqua o
di ſpirito di vino ; ſi filtra il liquore per iſvaporarlo ;
quindi ſi mette in un vaſo di vetro a un calor mite
ſenz' agitarlo . Si ottiene con queſto procello un fale in
lamine bianche lucenti non diafane ; percid gli fi dà il
nome di terra fogliata di tartaro . Queſto fale fi fqua
glia nell'aria , diſtillato riſtituiſce il ſuo aceto , e fi foa
de a un fuoco mitiffimo . Si può fare queſta preparazio
ne in una maniera che ' eſige meno tempo , e che rende
un ſale egualmente buono , ſacurando l'aceto in un valo
di ferro e ſvaparandalo fino a un certo grado di con
Tom . I. P fiften

Giorn. dei dotti , 1759. Giugno , p. 406.


Manuel , p . 405.
Per avere una terra fogliatu di tartaro bianchillima , biſogna afa
Solutamente rigettare i vafi di ferro , e ſervirſi solamente di vaſ
d'argento , di terra , di felcia e di vetro tanto per le diſtillazion

i
226 DISTILLAZIONE .
fiftenza , Si mette in ſeguito in un altro vafo di vetro
o di terra ; e ſi finiſce di Ivaporarlo a un fuoco miritſi
mo , fino a ficcità . Il Sig. Cadet (a ) prova coi più giu
dizioli. Sperimenti , che lo spirito di vino roglie al no
Itro medicamento la parte oleoſa che è uno de' ſuoi prin
" сірі

dell'aceto , quanto per la preparazione del file alkali e per l'eva


porazione del liquore ; le quali precauzioni mio fratello raccomanda
coine neceſſarie iu una Mesnoria ch'egli â dato ſu queſta prepa
razione'. ( t . 4. dei dotti foreſtieri ) . Egli conſidera altresì come
coſa eſſenziale l'aggiugnere un eccello d ' acido per avere una terra
fogliata ben fatta. Elendo filtrato il liquore Ji Svupora in un
catino d'argento , o in un vuro di Selce a un fuocorinitiſimo ,
avvertendo d'ägitar continuamente per ſollecitare l'evaporazione .
Quando il liquore coinincia a condenfurji , ſi porta il vaſo al ba
gno-maria dove ſi finiſce di ſeccarlo, in queſta maniera ſi attiene
una terra fogliata bianchi!liina , e che conferva il principio oleofo
dell'aceto senza avere soferto la minima alterazione ; principio
nel quale į inedici fanno conſiſtere le proprietà le più ellenziali
di queſto rimedio . Se ciò non oſtante accade all' artefice d'avere
una terra fogliata di color bruno per avere traſcurato le precau
zioni che io o raccomandate, o per' ellerfi ſervito delle ultiine di
ſtillazioni dell'aceto che porta sempre ſeco una porzione d'olio
eſtraneo alla ſua combinazione , in queſto caſo non c' è coſa più
difficile che di renderle il ſuo color bianco ; viſi arriva alcune
volta adoperanılo il mezzo che indica mio fratello di diſcioglierla
a freddo in nuovo aceto ſtilluto , di filtrare il liquore e di for
porarlo a bagito maria ; -ma inio fratello olervò poi , che queſto
metodo non ha fine ſeinpre per darle il deſiderato colore , Egli con .'
Jeglia di ſinir d ' abbruciarla in un catino d'argento o in un valo
di terra!, di diſcioglierla a freddo in un nuovo aceto ſtillato ug ,
giungendo un eccello ļ acido , di filtrar il liquore per separarne
La parte carbonati , e di Svaporarlo. Si ottiene con queſto mezzo
una terra veramerite sfogliata e bianchiſſima .
Dopo queſto proceſſo ió ò creduto poter tentare una terra fogliata
ſemplicerente coll' aseto bianco di Orleans non diſtillato . Nefutu
raigzduttr. orice con fal di tartaro ben puro , e feci ſvaporare il
mio liquor filtrato . Dopo avere calcinato leggermente la materia
reſidua dall'evaporazione io l' o diſciolta in aceto ſtiliato ; v'aga
giulfi moltiſſiino acido e ottenni una terra fogliata che non ce
8:04 per mente alla prima nella bianchezza egualmente bene
sfogliut , di supor fimile , finalmente la inedeſima per ogni ri
guardo ; e prababilimente queſto proçello, economico è quello che
adopera uno Speziul di provincia che ſi dichiarò di venderla a buh
pillimo patto , & che ne ſtabili la vendita preto uno Spezial di
Parigi.
(A) Mem , dei dotti foreſtieri, t. 4. , P. $ 22.
retro DISTILLAZIONE . 227
Fi . cipj coſtitutivi . Cid non oſtante ſiccome queſta manipo.
giu. lazione contribuiſce molto alla bellezza del noſtro foie ,
no io non & voluto pallarla fotto filenzio nè conſigliare di
rin ometterla .
. RIFLES Ş IONI ,

Iſacco l'Olandeſe ( a ) deſcrive un mezzo aflai no


zda joſo di preparare il noſtro fale : Ballio Valentino (6 )
ne parlo forto il nome d' arcano di tartaro ; Müller (c)
diede un eſattilfimo procello della ſua manipolazione ,
ſotto il nome di ſecretiſſima terra fogliata di tartaro .
Non c'è alcuno che non intenda quanto impropriamen
.
te fi dia a quelto fale il nome di terra . Nè più pro
8 priamente Tachenio ( d ) , e Boerhaave (e) lo chiamano
tartaro rigenerato ; poichè il tartaro è un fal acido , e
in queſto cafo non è il ſuo acido che s'adopera . Nella
Farmacopea di Londra gli ſi dà il nome di ſal diuretico ,
Io trovo altresì in Wilſon ( f) che gl' Ingleſi lo chia.
mano fal digeſtivo di Silvio .
Per faturar l'alkali ci vuole una grande quantità
del noſtro acido , perchè eſſo è debolillimo. (Sperim , LV . ) .
Il ſale che ne rieſce carico di parti cleofe , à un carat
tere faponaceo ; per la qual ragione ello è ſolubile nello
ſpirito di vino . ( Sperim . V. ) . Siccome ſi prepara fpello
il noſtro fale a quel grado di calore che fà bollire i lin
quori , e ficcome per averlo più bianco , lo ſi fa fonde
re , così accade anche che non ſi colpiſca il vero punto
di faturazione . Quelli che brameranno conoſcere i mez
zi adoperati dagli Antichi per arrivare alla preparazione
del noltro ſale , baſta che conſultino il Sig. Pott ) .
El vedranno i vari effetti che â potuto produrre la di .
1 P 2 ver

(a) Manuale dei filoſ. Opera del tartaro .


( 6) Nuovo Ttitam , p . 5. , P: 898 .
ci Miracoli Chim . e Med. , 1. g . , C. 4. , n. 4 .
(d ) Ippocr. Chim . , c. 18 .
( e ) Elem . Chem . , t. 2. , proc. 76.
( f ) Chim . , part. 3., C. 2 .
(5) Diſs. Chim . trad. franc., t. -. , . 527.
228 DISTILLAZIONE .
'verſità di queſti mezzi . Boha ( a ) oſſervò che il mede
. fimo fciolto nell'acqua fi volatilizzava .

F A COLI A' .

Oltre che il noſtro ſale â tutte le facoltà comuni


ai fali neutri in genere , il ſuo carattere faponaceo gli
ne dà di più particolari . Ello â maflimamente la facoltà
aperitiva , e Boerhaave con molto fondamento lo conſi
dera come uno dei grandi riſolventi conoſciuti fino ad
ora , maſſime in quelle ſpecie di malattie che provengo
no dall'oſtruzione delle vitcere abdominali . Secondo Pli
nio (6) pare che gli Antichi abbiano avuto cognizione
di queſte proprieta , Siccome elle dipendono dal luo pria
cipio ſaponaceo , ſi dee , ſecondo Boerhaave (c ), preferire
il magma nero che riſulta dalla ſaturazione delle ceneri
clavellate con l'aceto ordinario , a queſto ſale nello ſtato
di bellezza e di bianchezza , siccome è la terra fogliata
di tartaro nel noſtro proceſſo

Sperimento LX .

DISTILLAZIONE DEL TARTARO .

Prendete del tartaro ridotto in polvere ; mettetelo


in una ſtorta di vetro ; iorate ; adattate un recipiente ;
chiudere con della veſcica le commeſſure , Biſogna che
la metà della ſtorta reti vyota , Porcia ſtillate a fuoco
aper

( « ) Diſs, fui menftrui , $ . 19 .


(b , Hiſt. nat . nella pref , l . 23 .
( c ) Elem . Chem ., p . 2.. proc. 78 .
* Se in voce di faturare i aceto con l' alkali di tartaro , fi adopera
Paikali iarino , ſi ottiene un fule che ſi fazlaglia facilinente ſulla
lingua , che v'imprime un ſapor freſco e dolce , che ſi criſtallizza
in lavnine piatte che terminano in punta , e che alcuna volta in
forma d'un pummile . Queſto fale " fi appanna al file , perdendo
poca !ia de!In Suu criſtallizzazione ; ma ripiglia il ſuo lucido e
la jun traſparenza in un'atmosfera unida ; nella quale poi ſi di.
Seeglie inibitorente ja liqucre , ( Vedi Pott , é Baron ) ,
DISTILLAZIONE . 229
aperto . Vedrete da principio elevarli dei vapori bianchi ;
queſto è lo ſpirito di tartaro . Nel progreſſo della diſtil
lazione , il medeſimo paſſa in maggiore abbondanza , e
à tanta elaſticità , che ne feguirebbe la rottura de' vali ,
per poco che il fuoco s'accrelca . Lo fpirito non G alza
i ello ſolo ; ma è accompagnato da un olio che da prin
1 cipio è tenue giallaſtro , e non â odore ſpiacevole , ma
quello che gli fuccede è coloratiſſimo denio e feteate .
Il carbone che relta dopo la diſtillazione lavato nell '
acqua vi ſi diſcioglie quali incieramente e forma un fale
che fa efferveſcenza con gli acidi ; cinge in verde i fu
ghi turchini dei vegetabili , e forma dei fali neutri , le
li uniſce con gli acidi. Il cartaro rende circa un quinto
di ſpirito , un feito d'olio , e un terzo del luo pelo di
ſale .
RIFLESSIONI.

Il tartaro è an fal eſſenziale , di maniera che lo fpi


pito acido che ſi ottiene in questo lavoro deſcritto da
Raimondo Lullio ( a ) dee ellere potto nel numero degii
acidi , benchè ello non produca egualmente tutti gli ef
fetti che elli producono . Ma queſta diverſità non vierte
che dalle parti oleofe che gli Tono unice . [ Vedi Neu
mann ( 6 ) ) .
Hales ( c ) riſchiard con alcuni ſperimeati la caufa
per cui ſi alza nella diſtillazione del tartaro una così
grande quantità di materia elaſtica . Se fi ebbe tutta
l'attenzione di feparare eſattamente tutto l'olio che fta
a galla dello ſpirito di tartaro , non c'è più biſogno di
rettificazione :
Non paſſando l'olio che ſi ottiene in queſta open
razione , che a un grado di calore un poco forte , ello
necelſariamente è empireumatico . Noi diamo queſto no
me generalmente a tutti gli olj alterati dal fuoco ,
P3 tutto

( u ) Sper. 1. , p . 158. del ſuo Nuovo Teſtam . , ediz. di Toxites .


(b ) Chim . med. doginat. ſperimentale , t. I. , p . 2. , p. 166 .
( c) Stat. dei veget ., c. 6. Sperimn . 73.
230 DISTILLAZIONE .
tutto ciò che noi diremo dell'olio di tartaro ſi potrà
riferire a quelli de' quali parleremo in ſeguito . Quei
che credono come Vigenere ( a ) che nella noſtra opera
zione ſi può ottenere un olio leggero e ben fragrante ,
anno nella fantaſia l'olio di vino . Ma ſiccome egli è
impoflibile ſepararlo puro dal tartaro ſenza che abbia
ſofferto l'alterazione che in ello produce neceſſariamente
il fuoco , così in vano fi ſpera di poterlo cavare ſotto
la ſua natural forma, d'odore aromatico e del rattere
d ' un olio etereo .
Geber (6 ) conobbe il fale che ſi ottiene dal regduo
della diſtillazione , fale che merita d'effere conſiderato
con la più grande attenzione , perchè egli è evidente
mente dimoitrato che la teoría della ſua formazione è
eguale per tutt' i fali alkali . Si debbono conſiderare
come tali quelli che anno le qualità da noi aſſegnate
ai fali alkali . La noſtra operazione è la prova la più
convincente che queſta ſpecie di ſale trae la ſua origine
dall'acido che à ſubito qualche alterazione per mezzo
del principio infiammabile , e in conſeguenza della di
noftrazione fatta ( Sperim . XXXII. ) che il principio in
flammabile cangiava l'acido in terra e in acqua . Si vede
che gli alkali debbono la loro formazione all'acido ſpro
viſto d'una porzion d'acqua che entrava nella ſua mi
ftione ; perchè ſe eſlo ne foſſe totalmente ſpogliato , da
queſta traſoſtanziazione non riſulterebbe un ſale , ma una
terra . La ſtoria della incenerazione darà maggior lume a
queſta teoría .
Bohn ( c) â veduto che il ſal di tartaro prendeva
una forma di criſtallizzazione. Gli ſperimenti del Sig. Du
hamel · ſervono a confermare (d ) gli ſperimenti dello
ſteſſo .

( ) Tratto del fuoco e del fale, c. 35.!


( 6) Inveſtigazione del Magiſtero , p. 307. , ediz. di Danzica ,
1682. in latino ſolamente .
(c) Della vitrificaz. , e dei criſtalli, S. 24,
* il Sig. Montet corriſpondente dell Äcc . delle Sc. a Mompelier
cuinunicò recertemente a queſta compagnia il proceſſo che gli è riu
Joito per la criſtallizzazione di queſto fal alkali .
( d) Mem . del Acc. delle Sco , 1735. , p. 415.
DISTILLAZIONE . 231
ſteſſo . Queſti criſtalli formati da un fale puro, e ſempli
ce elcon i mezzi ordinátji della criſtallizzazione , merita
no l'eſame il più profondo .

ting - F. A
A CO.LT A ' .

Lo ſpirito di tartaro contenendo delle parti oleofe


unite a un acido, deg neceſſariamente produrre i medeſi
mi effetti che i noſtri rimedi faponacei . Elo riſolve e ar
tenua i noftri umori . Asilce altresì ſui ſolidi in forza
dell'olio empireumatico che gli è unito ; talchè fi pud de
ſcriverlo nella claſſe dei medicamenti aperitivi fatti per
ipcigare le eſcrezioni acquofe : Biſogna perd.maneggiare con
prudenza queſto rimedio, nei temperamenti caldi e nelle
malattie infiammatorie . La doſe può eltenderſi fino a una
dramma .
L'olio, di tartaro å delle facoltà comuni agli oli em
pireumatici e il ſuo fale opera egualmente che gli alkali.

Sperimento Lxi.
0252 61 9

DisTILLAZIONE DI MOLTI VEGETABILI

Peſtate il vegetabile che è oggetto della voſtra ope


razione : mettetelo in una ſtorta , e cavatene colla diſtil
lazione fatta a bagno d'arena o a faoco nudo , tutto cid
che eſſo potrà render di fluido . Voi oferrete unp ſpi
rito che coll'aumento del calore diverrà ſempre più aci
do , " e un olio che pallera egualmente ſempre più colo
rito , più denſo e più fetido. Il carbone che riſulta dalla
diſtillazione , trattato con fuoco violento rende qualche
volça un vero fosforo ſimile a quello che noi caviamo
dall' orina . Abbruciato a fuoco aperto laſcia delle cene.
ri, che ſi laſciano attrarre qualche coſa dalla caļam îta ,
e che rendono col liffivio del fal alkali .
Io ô cavato dal frumento uno ſpirito di peſo della
metà del totale , un ſediceſimo d'olio e un terzo di car
bone . Il guajaco rende un terzo del fuo peſo di ſpiri
P 4 to ,
.

nos
232 DISTILLAZIONE .

fuo .
10, d'olio,cod'alkali fillo. Il fallafras o del ſuo

peſo di ſpirito , e d'olio . Il legno di ginepro rende


preſo a poco i medeſimi prodotti: il carbone di queſte
due ultime ſoſtanze non ſi converte in ceneri , e non
Tende niente d'alkali nel ſortir dalla ftorta ; ma le fi
abbrucia all' aria libera , eſto contiene delle parti mani
feftamente attraibili dalla calamita .

RI F L E S S M'ONI

Lo ſcopo principale di queſto Sperimento e di di


moſtrare che in un grado di fuoco violento non fi puð
; 'arrivare a conoſcere la natura dei vegetabili , nè deter
minare le loro qualità medicinali .
Queſto Sperimento dà altresì qualche lume alla for
mazion della 'fuligine e a quella dei carboni . Noi coi
noltri recipienti non facciamo altro che raccogliere cið
che i vegetabili abbruciati all'aria libera diſſipano in
fumo. Si pud dunque con facilità fpiegar la ragione per
cui il fumo â tanta acrimonia . Egualmente non dobbia
mo reſtar forpreſi della proprietà che effo â de impedire
la corruzion delle carni, poichè l'acido e l'olio che ſe
ne feparano , fanno ſopra di effe l'effetto d'una vernice .
9 - Il fumo che forma ſucceſſivamente la fuligine , in quan
to queſta è folida , prova che nell'atto della combuſtio
ne in aria libera , l'acido e l'olio fono fiſſati dalle parti
terree , che vi ſi meſcolano , e fervono di rudimento alla
loro concrezione .
Quelta è la ragione per cui ſi vede dell'analiſi
1
della fuligine fatta da Vigenere (a) , che ſtillata in vali
chiuli rende uno ſpirito diverſo da quello che 'rende il
corpo che l'a prodotta .
La fuligine che fi cava dai camiai, rende il quinto
d'alkali volatile , il decimo d'olio empireumatico ; e il
fuo

(a) Du feu & do fel .

1
DISTILLAZIONE . 233
fuo carbone produce una piccola quantità d' alkali fiſſo ,
La cenere dei vegetabili prova che il carbone con
tiene le loro parti terree ; e ſiccome queſto carbone è
capace d'accenderſi , egli è evidente , ch' eſſo conferva
altresì una porzion d'olio . L'aderenza di queſt'olio che
la violenza del fuoco non â potuto torre dal vegetabile ,
è una prova della ſua tenacità . Queſta veriſimilmente
è la cauſa per cui eſſa eſige il concorſo dell'aria libera ,
che mettendo in azione il principio infiammabile , mette
l'olio in iſtato d'eſſere diſtrutto . La tenacità di queſt'
olio ritiene altresì ana porzion d'acido , e l' impediſce
di ſalir tutto nella diſtillazione . Ma ' nel momcato che
il concorſo dell'aria â mello queſt'olio in azione , la mi
ftione dell'acido ſi trova alterata e allora ello ſi conver
te in alkali. (Sperim . LX . ) . Egli è evidente che il
principio infiammabile a biſogno dell' ajuto dell'acqua
per eccitare una fiamma chiara , pon producendola il car
bone per le medelimo ) e eſigendo molto più tempo del
legno per eſſere conſumato ; è Gl vede chiaramente che
il flogiſto non è naturalmente elaſtico ; il che è dimo
ſtrato più chiaramente dalle offervazioni di Sthal' ( a ) e
di Pott ( b ). C'è un curiofiffimo fperimenta del Conte
di Lauraguais riferito dal Sig. Duhamel (c) ed e' che i
carboni fuſi con l' alkali fillo formano” un vero fegato di
ſolfo . Queſto fenomeno ſembra che provi che l'acido
dei vegetabili trae la fua origine dal viviolico , e che
non ne differiſce ſe non per ragion dell'acqua e dell'
olio che gli fono uniti per la vegetazione . Ma ficcome
1 nello ſtato di carbone ello e privato di queſti due prin
cipj eſtranei , eflo ricompare con le ſue proprietà natu
rali ( Sperim . XXXII. ) . Per poco che ti paragoni la fof
focazione cagionata dal carbone acceſo , con cid che Ha
les ( d ) oſſervò riguardo al' folfo , ſi vedrà che queſto
effetto

(a) Trecento ofs. , p. 33 .


D) Litliogeognolia .
(c) Art du Charbonnier , page 6o .
(d ) Stat. dei veget.

{
234 DISTILLAZIONE .
effetto : non è prodotto che dal flogiſto , che ridotto in
vapori priva l'aria della ſua elaſticità. Variando i prin
cipi dei vegetabili in quantità e in qualità ſecondo la 1
ſpecie del loro individuo , ſe ne dedurrà la ragione , per
1
cui i loro carboni differiſcono fra di eſſi, e le loro ce
neri , rendono una diverſa quantità d' alkali .
Quando faremo alla ſtoria della incenerazione , io
parlerà del proceſſo , col quale alcuna volta fi..cava del
ferro dalle ceneri . Un altro fenomeno che merita la no
ſtra attenzione è il fosforo che Klettwich ( a ) cavò dal
ſeme di ſenapa , Hoffmann (6 ) ne ottenne da quello di
suchętra . Marggraf (c ) à ripetuto queſti ſperimenti , ed
ebbe , d'avantaggio i medeſimi prodotti, ftillando il ſeme
di creſcione ortenſe , e di frumento ,

FACOLTA'. 1
NE

In vano ſi ricercherebbero , in queſti prodotti d'acidi


delle ?
que fa propoſizione per cid ch'io 6 detto della loro for
mazione . Siccome queſti prodotti ſono analoghi a quelli
che, ſomminiſtra il tartaro , li ſcorge ch'elli debbono
avere le medeſime facoltà .

Sperimento LXII.

DISTILLAZIONE DELLE FORMICHE .

Si lavano le formiche in molte acque per diſtillar


le . Da una libbra io cavai con la ſtorta ſei once d'uno
ſpirito acidiſſimo ; quindi ottenni tre once e mezza d'un
liquor ſalino giallaſtro empireumatico e alkalino , a galla
del

( a ) Diſs. del - fosforo folido e liquido , ſoſtenuta a Francfort nel


1688., fotto la preſidenza d'Albino.
( b ) Note ſulla Farmacop. ſpagirica di Poterio , l. 1. , ſez. 7. ,
p . 477.
( c ) Opufc. Chim. , t. I. , p. 30 .
DISTILLAZIONE .
235
del quale ſtavano tre dramme d'un olio bruno ferido e
tenace . Il carbone reſiduo dalla diſtillazione peſava un
poco più di quattr'once .
1
R I FLESSIONI.

Queſto Sperimento prova evidentemente la preſenza


d'un acido negli animali . Queſta è un'offervazione che
avevano già da lungo tempo fatta i botanici . Wray ( a )
e Etrmuller (b) ſono dei primi che abbiano parlato di
queſta diſtillazione . Marggraf (c) fece delle ricerche ſulla
natura di queſto acido , e confermd cid che ne diſle Jef
fop ( d) , che eſſo s' affomigliava molto alla natura dell '
acido dell'aceto . Si ottiene ancora in un'altra maniera
l'acido di quelto inſetto . Lo ſi eltrae con l'acqua o con
lo ſpirito di vino ; oppur anche ſi diſtillano con queſti
due liquori. L'olio che ſi cava folamente alterato da
queſto lavoro , è di due ſpecie . Neumann (e) è il pri
mo che abbia inſegnato a cavar l' uno di queſti due olj
per mezzo dell'acqua o dello ſpirito di vino . Si ri 1
flerterà che eſſo non è ſolubile nello ſpirito di vino e
che à un odor particolare . Marggraf defcrive la maniera
di cavar l'altro col ſolo eſperimento ( f ) , e dimoſtra
che queſt'olio â tutte le proprietà degli oli pingui .

‫ܬܪ ܀‬
Spe

( a) Nelle lett. filof. di Ray , p. 40.


( 6 ) Colleg. Chim . , p . 426 .
c ) Opuſc. Chim. , t. 1. , p. 291 .
(dý . Nelle lett. filóf. di Ray .
( ) Acc. dei Curioſi della Nat. ſotto il tit. Mem . di fif. e di
medic ., 1730. , t. , P. 394.
( f) Ibid.

1
AZIONE .
236 DISTILL

Sperimento LXII.

DISTILLAZIONE DELLE PIANTE FORNITE DI FIORE


TETRAPETASO .

Se ſi diſtillano queſte piante con dei proceſſi ſimili


a quelli che abbiamo indicati negli Sperimenti preceden
ti, fi caverà da principio un liquore , che avrà tutte le
proprietà degli alkali ( Sperim . IX .) e una ſpecie d'olio
empireumatico che differifce da quello che fi ottiene con
ſimili mezzi , perchè non acquilta mai la tenacità che
un fuoco violento dà agli olj dello Sperim . 61. Il car
bone che rimane nella Itorta , è denſo , e partecipa d'una 1
1
piccola quantità di ferro e rende un poco d ' alkali fillo ,
Il ſeme di rucchetta rende il quinto di ſpirito al

kalino , e l'ottavo d'olio ; quel di carote = di ſpirito é


l'ottavo d'olio ; il ſeme di creſcion de' giardini l'ottava
di ſpirito e altrettanto d'olio ; quello di rape il quinto
di ſpirito e il ſeſto d'olio e un poco d'alkali fillo ; il
feme di ſenapa finalmente rele un quinto di ſpirito , ua
terzo d'olio , e io ne cavai il vigeſimo d'alkali fillo .

RIFLESSIONI .

I fali che ſi cavano col mezzo della diſtillazione ,


fi chiamano alkali volatili ; queſta è la diſtinzione che
ſe ne fa da quelli de' quali o parlato nello Sperim . 61 .
Si dà loro ancora il nome di urinoſ . Queſti ſali ſi dif
ſipano al minimo grado di calore dell'atmosfera , a le
gno che eſponendo due vali l'uno vicino all'altro , l'uno
de' quali contenga queſta ſpecie di ſale , e il ſecondo con
tenga dell'acido nitroſo , li vedranno ſollevarſi dei va
pari bianchi , de' quali lo Sperim. 43. farà conoſcere la
natura .
In queſto Sperimento io non o fatto altro che ca
vare il ſále alkali volatile che contenevano queſti vege
tabili ; queſto fale non fu prodotto dalla noſtra operazio
ne .
DISTILLAZIONE . 237
ne . In fatti egli è facile l'oſſervare la medeſima qualità
di ſoſtanza nel totale delle piante di queſto genere , com
provandolo il loro fapor acre , il loro odore in alto gra
do alkalino , il loro ſpirito che da fe medeſimo li ſva
pora al minimo calore , comprovandolo finalmente gli
effetti ch' eſſe producono nei corpi umani . Noi veggia
mo in effetto , che l'acido di queſte piante ſoffrì dalla
loro organizzazione il medeſimo cangiamento che gli al
tri vegetabili ſoffrono dall'azione del fuoco ( Sperim .LXI. );
e pare che la produzione dell'alkali volatile fia in elle
dovuta a una lenta e per lungo tempo continuata azio
ne del principio infiammabile Topra l'acido .
Le altre oſſervazioni che dobbiamo fare ſul noſtro
proceſſo , vengono in conſeguenza a cid che abbiamo detto
( Sperim . LXI. ). Si rifletterà però non oltante , che ſe
fi diſtillano in gran copia delle ſoſtanze meno acquoſe
una parte del ſal volacile paſſa ſotto la forma ſecca , e
s'attacca al becco della ſtorta e al collo del recipiente .

FACOLTA' .

Io parlerò delle facoltà di queſta ſpecie di prodot


to , trattando della ſeparazione dell' alkali volatile dal
fal ammoniaco quando faremo alla ſtoria di queſto fale .
Frattanto ſi rifletterà che quanto più i noſtri fali vola
tili contengono d'olio empireumatico , tanto più riſcal 1
dano e irricano . 1

Sperimento LXIV .

DISTILLAZIONE DELLE PARTI ANIMALI .

Eccetto le formiche , tutte le parti animali , delle


quali li è fatta fino ad ora l'analiſi, trattate cogli ſpe
rimenti precedenti non refero che uno ſpirito alkalino o
neutralizzato e ſovente l'uno e l'altro inſieme, un olio
empireumatico e un ſal volatile . Il carbone reſiduo dalla
diſtillazione convertito in ceneri, rende qualche volta
del ferro , e una piccola porzione di fal alkali , ſimile
a quello dei vegetabili . It
E
ZION
ILLA
238 DIST .

Il ſangue umano ridotto con l'evaporazione alla


conſiſtenza di gelatina perde il feſto del ſuo peſo . Elpo
Ito in ſeguito alla diſtillazione rende metà incirca del
ſuo peſo di ſpirito alkalino , il trenteſimo d'olio empi
reumatico , e quafi altrettanto di ſal volatile . Il ſuo
carbone contiene una quantità allai conſiderevole di parti
attraibili dalla calamita e la cenventeſima parte del
ſuo peſo d' alkali ñſlo .
L'orina fvaporata a conſiſtenza di mele , in pelo
di quarant' otto once , reſe trentatre once d'uno ſpirito
medio , mezz'oncia d'olio empireumatico e un poco di
ſal volatile .
Un cervello umano del peſo di 48. once , riempi
tutto il recipiente di vapori bianchi , i quali condenſati
relero trentalei once d'uno ſpirito alkalino , cingue d'un
olio empireumatico , e tre dramme di fal volatile . Il
fuo carbone abbruciato a fuoco aperto conſervd coſtan .
temente la ſua nerezza : la calamîta ne attrae alcune
parti . Ello rende col lilliyio due dramme d'un fale che
ritiene molta viſcidità ,
lo cavai da ' un fegato umano accompagnato dalla
veſcichetta del fiele di peſo in tutto di 52 , once , 44.
once d' alkali volatile , tre e mezza d'un olio giallaftro
di poca conſiſtenza e quattro ſcrupoli ſolamente di fal
volatile concreto .
Da una milza umana di dodici once di peſo , io
savai otto once d'uno ſpirito urinofo , due dramme d'olio
empireumatico e alcuni grani di fal volatile ,
Due reai tolti da un cadavere umano di peſo d'otto
once , reſero ſei once d' alkali volatile e due dramme
d'olio empireumatico .
Sei teſticoli umani di peſo di tre once e mezza ,
reſero due once di ſpirito urinofo , due dramme d'olio
cmpireumatico e altrettanto di carbone .
Da una libbra di corno di çeryo cavai due once
e mezza

# Il carbon della bile è della medeſima natura .

!
DISTILLAZIONE . 239
e mezza d' alkali volatile , ſei dramme d'olio empireu
matico , e dieci di fal volatile .
Una limile quantità d' avorio , reſe quattro once di
ſpirito , mezz'oncia d'olio empireumatico e due dramme
di ſale .
Una libbra di fiele di bue , rende per diſtillazione
cinque once di ſpirito volatile , quattro d'un altro fpirito "
neutralizzato , e mezza d'olio empireumatico
Da ſimili peſi di vipere diſeccate , cavai tre once
e mezza d' alkali volatile , due dramme d'olio empireu
matico , e due once di fal volatile . Il carbone di que
fta diſtillazione contiene alcune parti ferree .
Da una libbra di mille piedi' , otrenni tre once di
ſpirito volatile, una d'olio empireumatico e quattro dram
me

* Il Sig. Spielmann oſerva con ragione che queſti diverſ prolotti


non sono i principi della bile , ma ſolamente l'effetto del fuoco ;
perchè la bile freſca non rende niente d' alkali volatile . Ciò non
accade , se non quando eſa u Subito la fermentazion putrida Spon
tanea . Si può vedere a queſto propofito il dotto truttato delia
S. Preſidente d' Arconville , ſiccome anche į Saggi Sperimenti
del Sig. Macbride . Dopo queſte due Opere che fanno molto onore
ai loro Autori , comparvero i nuovi Speriinenti di mio fratelio ,
che ſpargono il più gran lume ſu queſta materia : elle provano
che la bile è un vero fapone compoſto di pinguedine animale ,
della baſe alkalina , del ſal marino , del ſal marino medeſimo, d'un
Sale della natura dello zucchero ili latte , e ď ' una terra calcaria ,
che ſiccoine ó olervato più alto , partecipa d'un poco di ferro .
Queſt' analiſi della bile dee dare un grandiſſimo lume nell'econo
mia animale . Șta alla medicina l'appreziare i vantaggi che ne
riſultano .
Il Sig. Bucquei medico della Facoltà , che non aveva alcuna co
gnizione degli Sperimenti di mio fratello sulla bile , ne tento
molti ſu queſto liquor aniinale . Elli lo condujero a riconoſcervi
il principio gelatinoso che mio fratello ne aveva separato egual
mente che la baſe alkalino del ſal marino . Si palono vedere le
intereſanti oſſervazioni che il Sig. Bucquet diede su queſta ina
teria in una Tefi sostenuta alla Facoltà , li 25. Gennujo dell
anno 1769.
Il Sig. Bucquet dopo avere parlato dell' importanza della diglione
e dei mali che nascono dallo sconcerto della medeſima , palla ai
raziocinj che sono ſtati fatti ſu queſta funzione dell' éconosnia
animale , e parla dei due fiſtemi ch'egli diſtrugge egualinente
per adottarne un terzo che più anglogo alla ſua maniera di pers

1
240 DISTILLAZIONE .
me e mezza di fal volatile . Il carbone in peſo di dieci :
once reſe dopo la ſua incenerazione, tre dramme d'un
ſale alkali fiſſo , poco cauſtico e d'un odore molto pia
cevole .
Una libbra di canterelle m'a reſo tre once e mezza
di {pirito volatile , fei dramme d'un olio rofio , e due
once di ſal volatile .

RIFLESSIONI .

La ſpiegazione dei precedenti Sperimenti pud fer


vire a dar qualche lume a queito , intorno l'olio , il
ferro e il carbone che ſe ne cavano , egualmente che
fulla formazione delle due ſpecie d' alkali che il fuoco
fa

Fare e più corriſpondente ai principj della fiſiologia e della chi


mica , lo conduce , corne il Sig. Rovelle 2 a conchiudere che la
digeſtion degli alimenti è una vera digeſtion chimica . Per cid
egli fa di queſte due operazioni della natura e dell' arte il para
gme il più giuſto , e il meglio ordinato in tutt' i ſuoi dettuglj .
Ia ſaliva e il ſugo gaſtrico ſono i primi agenti della ſua opera
zione , per la ſoluzione ch'eli fanno delle parti ſaline e mucoſe .
I parti oleofe fatte per reſiſtere a queſto menſtruo ne trovano
uzo nella bile che facendo le parti del Sapone le rende miſcibili
con gli altri noſtri umori ; ed è per l'azione replicuta di queſti
Alſolventi , che i noſtri alimenti ſi trovano eſausti di tutt' i loro
principi. Il chilo non differiſce in niente , dice il Sig . Bucquet ,
da un latte d'amandole ; ed ecco per rendere la ſua propoſizione
più veru , l'ingegnoso Sperimento ch' egli cita . Egli « preſo de
Ili alimenti dai regni vegetabile e animale cotti e conditi , gli ů
contufi in un mortajo , affundendoci poco a poco dell'acqua leg
germente carica di fal marino . Espoſta queſta miſtura a un 33
grado di calore , e agitata , il liquore s' intorbidò , e non reje
che l'odore ordinario degli alimenti ; a capo d' un' ora gli ali
menti erano appena cangiati e non apparivano all'occhio che
come delle soſtanze vomitete poco dopo il paſto . Dopo quattro
pre non vi reſta più che una polte > avendo gli alimenti perduta
la loro forma . Aggiugnendo a queſto refiduo un 'acqua carica di
fapone , efa vi fa poffizio della bile. Il liquore simbiunchiſce
diſcioglie gli olj ; e ſei ore di queſta digeſtione denno a queſto
nyovo menſtruo la bianchezza , la dolcezza , l'emogeneità d'un
vero chilo che ſe converte in fiore , in parti ferose , e in terra .
Reſtano finalmente le parti fibroſe inorganicbe cbe dopo pochi
giorni divengono fetenti .

î
DISTILLAZIONE ! 241
la naſtere nella diftillazione delle materie animali . ER
fendo dimoſtrato che l' alkali non è altro che un acido
che à ſofferto dei cangiamenti ( Sperim . LX. ) , ſi ſcorge
che non c'è alcuno animale nè alcuna delle ſue parti
che non contengono dell'acida . ( Vedi Pott , ( a) ) .
Queſto, acida fecondo la ſua conneſſione con gli altri
principi dell' animate e ſecondo l'azione più o men forte
del principio inflammabile o fubiſce poca alterazione , o
fi trova intieramente cangiato in alkali . Aleune volta
l'acida prova ſolamente in parte queſto cangiamento ,
Allora la porzione che non lo à ſubito , reſtando nelló
Itaco d'acido , s'uniſce a quella che è Stara diſtrutta , e
che Gi e metamorfoſatar in alkali per formare yo fa )
neutra che ſi chiama ammoniacale :
Le parti freſche dell'animale non rendono niente
affatto d'odor volatile ; e il loro alkali non comparendo
che per mezzo d'unr gran fuoco vyol efferispoſto nel nu
mero dei prodotti epnon fra quelli che per oppoſto noi
nominammo edotti . 9. 10. ) . to non mi fermero ſulle
rifleſſioni che il filologa i può fare fui precedenti ſperiz
menti . Fard ſolamente alkervare che il cervello contiene,
più olio che il fegato . Il fiſiologo dee preſtare la più
grande attenzione e far delle ricerche full' origine degli
alkali fili ch ' io . 6. cavato tanto dal cervello ', quanta
dai millepiedi. Quelli che avranno attentamente confis
derato ta fabbrica dell'animale , non fi faranno meraviu
glia che i prodotti da me accennati non, Gano ſempre
Haci della medeſima quantina.

FA GQLTA ", TRA :

La ſpirito , il ſale e l'olio chę fi cavano in queſta


operazione anno le medeſime facolta che abbiamo alles
gnato agli iteffi prodotti nello Sperimento precedente
Gli olj empireumatici degli animali riſcaldano, più che
quelli de' vegetabili , ſecondo le oſſervazioni dei pratici,
Tom , I Prabit

( a) Dill. Chim . , t. , p. 469.

.
E
242 DISTILLAZION
Probít i provda ſopra ſe medeſimo che il fal volatile delle
canterelle applicato eſteriormente ; o adoperato piper ulo
interno non conſervava alcuna delle proprietà delle can
terelle (a ) . magis's ‫داره‬
W. LXXIII.

I fali , de' quali: licè fatta emenzione negli Speri


menti 63. e 64 , dovendo la foro, origine alla violenza
del fuoco , ſi chiamano fali preparati per ignazione ; mà
queito non è il ſolo mezzo diottenerli . Raimonda Lul:
lio ( 6 ) à fatto offervare , ch' efli erano prodotti anche
dalla pucrefazione : noi ne parleremo all'articolo di
quelta ; maniera di decompoſizione del corpi . La calce
viva agiſce fulle materie animali a : ſegno dil difimpe
gnarne l' alkali volatile ; oli proverà a luo luogo ch'eſſa
ne promove la putrefazione, Si offerverà ancora ,oche i
fali volatili preparati col fuoco non fublimano cheda
un forte grado di calore , laddover quelli che produce la
putrefazione non ne âano,biſogno dheid' uo leggeriſſimo ,
poichè la temperatura dell'aria balta per diſliparli . Bis
ſogna fempre preferire in quefta operazione il mezzo
del fuoco al mezzo della putrefazione ; perchè la ignia
zione eitrae dai corpi tutto il lal: yolatite ch' eſſi fong
in caſo di produrre , e la putrefazione ne laſcia perdere
in gran copia . D'altra parte non tutt' i .corpi fono lu
ſcettibili di queſto terzo grado della fermentazione e

Sperimento LXV

CAVARE L'ALKALE VOLATILE DAL SALE


AMMONIACO ,

Dalla miſtura d'una parte di fal ammoniaco e di


tre parti di calce , s'elala un odore, orinofo . Se la fi
eſpone

(a) Nella ſua Diſs . ſopra il 1080 ſal volatile , foftenuta a Strasa
hours nel 1759.
(h, Sperim , 6., p. 17 , dell'ediz a Texites..
DISTILLAZIONE . 243
le
eſpone in una ſtorta al bagno d'arena , paſſa nel reci.
EO
piente che fi farà ben chiuſo con una veſcica bagnata ,
uno ſpirito volatile chiariſſimo che è merà del pelo
del fale ammoniaco adoperato per l'operazione ,
Se in vece di calce viva , ſi aggiugne dell'alkali
fillo al fale ammoniaco , ad eſempio diBaſilio Valen
tino ( a ) ; ſi alza un fale urinofo ſotto la forma di ſpi
rito e di criſtalli bianchiſſimi e traſparenti . Queſto ſale
12 è la quarta parte del ſal ammoniaco , La creta rende il
1 medelimo riſultato dell' alkali fillo . Se adopera queſt'
be ultimo attuato dalla calce ( Sperim . V.) , fi ottiene il
di quarto del peſo del ſale ammoniaco ſotto la forma d'un
ce alkali volatile fluido e ci ſi veggono a galla alcune
e gocce d'un olio empireumatico . Alcuni grani di fale
ga ammoniaco colorato occupano l'emisfero fuperiore della
i ſtorta , e il reſiduo forma il fal digeſtivo di Silvio .
a Se li coprono delle barre di ferro del refiduo della
la prima diſtillazione meſſo in fuſione , e sfregandone una
contro l'altra nelle tenebre , egli pare che gettino delle
ſcintille e che diano un fosforo , di cui •Homberg ( 6 )
20 prima di tutti diede la deſcrizione , Se lo fi fa bollire
con l'acqua , reade un fale , che ſi chiama fal ammo
20 niacale fino , del quale Iſacco l'Olandeſe (c) parla con
re molta oſcurità . Elo prende la forma di piccoli criſtalli
LU che ſi ſcompongono dall' alkali fillo , dagli acidi vitrio
lico nitroſo e marino . Si dilegua nell' aria , e fa l'olio
Q2 di
35
* Tutte le volte che ſi farà uſo d'una calce nuovamente eſtinta ;
Senza queſta precauzione in vece d'un alkali volatile fixido poa
trebbe rieſcirne un alkali concreto ; il quale fenomeno a veduto
mio fratello accadere nel laboratorio del Sig. Geoffroi, e lo fora
preje molto . Ma queſto Chimico li com.ricà diverfi Sperimesiti
di ch'egli avevo dati all'Accademia delle Scienze nel 1746. , che terle
devano a dimoſtrare che una calce già da molto teinpo eſtintu , Price
6 nel caſo di fare col ſale ammoniaco ciò che fanno gli alkali filli ,
e delle terre afforbenti come la cretu di Chainpagize . Il Sig . Geof
froi attribuiva queſto fenomeno al perdimento delle parti ignee
della calce , ma oggidi fi spiegherebbe diverſamente ,
(a ) P. 991 .
b) Antiche Mem. , t. 10. , p. 447 .
(c) Opere miner.
---
24.4 DISTILLAZIONE ,
di calce . Lo ſpirito di vino ne fa la ſoluzione ,
Il reſiduo dell'altra operazione è il fal digeſtive
di Silvio .
RIFLESSIONI ,

Il fal ammoniaco è preparato con la fuligiậe che


ſi ottiene dalla combuſtione degli eſcrementi degli ani,
mali che contengono molto fal marino * . ( Vedi cid
che fra gli altri ne diſſero Luigi Lemeri ( a ), Gran,
ger (6) e Haſſelquiſt ( ) ). L'alkali volazile li ſepara da!
fal ammoniaco ogni volta che vi fi ugiſce una ſoltanza
capace d'unirſi all'acido del fale , Si parlo al $. 72. di
quelle che potevano contrarre queſta unione . Neu
mann (d) ne cica molte , quando alcuna di queſte for
ftanze s'attacca all'acido , l' alkali yolatile al minimo
grado di calore ſi diſlipa nell'aria ,
L ' alkali volatile che ſi ſepara dal fal ammoniaco
non è in forma fluida , ſe non in quanto s'adopera per
ſepararlo , un metallo , della calce viva o dell'argilla ,
Lo ſi ottiene per lo contrario ſotto una forma ſecca
e criſtallina , quando ſe ne fa la preparazione con l'al
kali con la creta o con la pietra calcaria , L'alķali vor
latile fluido è di odor più penetrante di quello che è in
forma ſecca , ma altresì s'allontana di più dalla natura
degli alkali [ Vedi ciò che ne dillero Hoffmann ( ) ,
Meyer ( f ) ). Queſt'ultimo Autore lo conſidera come
un ſale perfettamente neutro , I Chimici ftudiano la
caufa , per cui una ſoſtanza ora li criſtallizza , ora non
ſi criſtallizza , L'error di quelli che la ricercano in al
cune

* Mio fratello ebbe dul Șig, ilellot un ſaggio di Sal ammoniaco


perfetto , prepurato già la mti anni col reſidug delle Saline di
Moyeirwick , e con dell' orina putrefatta .
( a ) Mem , dell' Acc. R. delie Sfo , 1720. , P. 191..
(b) Ibid . , 1735. , p . 107
( 6) Racc. delle Mem . di Chim. di Svez. , t. 1. , p. 237.
(d) Chim . med.dogm . c {perim . , t: 1. , p. 2: P: 55;
e) Ofs. fif. e chim .Vedi altresì le Magaſin d'Hambour , t. 15p

; Saggi di Chim . fulla calce viva , t. I.


DISTILLAZIONE . 245
eurie delle proprietà della calce è dimoſtrato dalla pro :
prietà che â l' alkali di fepararli forto' la forma fuida
col framezzo di ſoſtanze diverfe dalla calce * . Egli è
probabile che quello che li cava fecco , ritenga ſempre
un poco della foltanta che fervì ai fepararlo' dal fal am
moniaco s poich' effo dà i fegni più evidenti d'alkale
fcenza , é d'altra parte fe ne ottiene una così gran co
pia che appena ſi pud fofpettare chi eliſta così nel ſal
ammoniaco . Tournefort (a ) cavò da quindici once di
fal ammoniaco per mezzò del ſal di cartaro , più di tre
dici once di fal volatile , e iré once é mezza iñ forina
fluida ; e Geoffroi ( 6) ne cavo tredici once in forma
concreta da una libbra di fal ammoniaco . Il Sig. Du
hamel oftcne fei once , cinque dramme e mezza di lal
volatile , da fei onco di fal ammoniaco diſtillato con la
creta . Úda mezz' orrcia di fal ammoniaco , col fram
mezzo del ſal di tartaro gli rele ſei dramme di fal vo
tarile . Due di fat arñmoniaco trattato con la creta , re
fero a Groffe ( c) quattordici dramme ďalkali volatite
fuido y e per mezzo del ſal di cartaro , otto once det
medeſimo fale gliene produfferó nove dello ſtello alkali
volatile . Per me , io ftillai un giorno una miſtura di
quater' once di fat ammoniaco e di dodici once di cre
ta , e ne ottennri tre once e mezita di alkali volatile
concreto . Il fate che fi cava con la creta , â un color
giallaſtro ; il Sig. Duhamel ( d ) ne ſepard una por
zione di creta , che il fale volatilizza ſeco . Il fal alkali
!
attuato dalla calce , ne riceve nel medeſimo tempo de
gli oftacoli che l' impediſcono di ſalir con l'alkæli vola
3 tile

* La ragione percbè queſte altre fianze partecipato del medeſimo


prinsipio che mette la calce in iſtotu di produrre l'effetto in ques
ſtione .
6 ) Mem sell' Acc: R: delle Śc., 1700 : ; p. 78
16) Ibid . , 1723. , p. 216.
( c) Ibid., 1735. , P: 419; 4: 4 : 0 . , 486.
Ilche provieneforje dalla specie di creta che adopërò il Sig . Spicka
mann ; perchè ne' mici Sperimenti, io to' cbbi coſtantemente wiri
Sale afpro e bianchifimo ,
( d ) Ibid . , Do 19 tv
246 . DISTILLAZIONE .
tile nell'atto della diſtillazione ; quindi queſto paſſa in .
fama fluida . Molto più , ſecondo le oflervazioni di
Meyer (a ) , ſe li aggiugne della calçe all ' alkali volatile
concreto , ello perde lul momento la lua forma ſecca .
Eſſendo il reſiduo della diſtillazione una ſoſtanza che
fervi a ſcomporre il fal ammoniaco per l'unione da ella
contratta con l'acido di ſale , rieſce perciò di varia na
tura ſecondo la ſpecie di materia che fervì a fare quella
decompoſizione . Il Sig . Baron ( b) diede dei belli elpe
rimenti fopra cid che riſulta dall' union del borace e del
fal ammoniaco . Il riſultato della diftillazione del fal
ammoniaco e della calce viva è ſtato deſcritto da Liba
vio (c) , fotto il nome dinotato più ſopra . Brownrige à
veduto che l'acqua madre ( d) del fal marino rendeva
un prodotto chi era il medeſimo di queſto reſiduo
Pott (e) fece conoſcere le ſue principali proprietà .
La pietra calcaria unita allo ſpirito di ſale e meſſa
in un crogiuolo , â biſogno d'un fuoco meno conſidere
vole della calce per entrare in fuſione . In queſto lavo
ro l'acido ſe ne ſepara in gran copia ſotto forma d'un
fumo bianco ; non ci ſi è potuiò oſſervar niente di fos
forico .
Se ſi diſcioglie in una piccola quantità d'acqua l'al
kali volatile che si è ottenuto dal fal ammoniaco in
forma ſecca , e ſe a queſta ſoluzione ſi aggiugne dello
ſpirito di vino , ne riſulta una ſoſtanza bianca , che s'af
fomiglia á del ſapone. Raimondo Lullio ( f) conobbe
queſto proceſſo : dappoi Van -Helmont ne parld in molti
Scritti , fra gli altri , in un Trattato della petrificazio
ne , ſotto il nome bárbaro di duelech ; queſt' è cid che
ſi chiama ordinariamente offa alba di Van-Helmont .
Queſta operazione è fondata , come offervò già Rai
mondo

(a ) Ibid .
D ) Mem . dei letterati foreſtieri , t. I., p. 458.
( c ) Racc. d' arcani Chim . , l. 6. , C. 13.
id) Arte di fare il fal comune , p. 90 .
le ) Diſs. Chim. , t. 2. , pag. 1 .
( 8) Sperim. 7. c fegs. , p. 178. , ediz . di Toxites .
DISTILLAZIONE 247
is mondo Lullio ( a ) , in queſto , che l'acqua che tiene il
di ſale in ſoluzione ; faſcia queſt'ultimo per unirſi allo
Eile fpirito di vino ; talchè lo ſperimento non rieſce ſe lo
ſpirito di vina épocorrertificato , oppurquando l'alkali
che volatile èi ſciolto in troppa quantità d'acqua , oppur
finalmente quando queſto ſale non è fufcettibile di crime
Itallizzazione * .
12.
lia Quando ſi vuol preparare l' alkali per l'uſo di me
dicina hi fando prima della diſtillazione varie miſture of
d'acqua o di fpirito di vino , o di foſtanze oleofe . Nel
Bel
fal ſecondo caſo il liquor che ficava , ſi chiamaſpirito di
a Sal ammoniacale vinofo . Altri , fecondo Wedelio (6 ) lo
chiamano ſpirito disiſale ammoniacat, dolaels ''Nel terza
caſo {i denomina' dalla:'foilanzar adoperata per l'opera
eva
zione. Si pud preparar in un momento uno ſpirito vola
0.
cile oleofo , meſcolando un olio eſſenziale qualunque coni
ud alkali volatile eſtratto per mezzo della calce o d'una
foſtanża metallica . Quello che ſi prepara conquetto
le
metodo con l'olio di faccino da poco tempo acquiſto
una grande riputazione a Parigio **, Si pud vedere cið
ub
che fecero a queſto propoſito i Signori-Machy , Rive
rio ( c) e Doilie (d ) . Quelto Sperimento dà una maniera
di ſeparar l'olio che fi trova qualche volta anito ai ſali
volatili. Siccome quello che ſi cava dal fal ammonia
co , ſi trova ſempre,puriffimo , fi concepiſce quindi , che
el uno de migliori mezzi di depurare gli alkali volatili d
di unirli a un acido per farne ſul campo un fal neutro ,
affine di ſepararli poi con le operazioni che abbiamo
oi deſcritte .
9
barid
SFAN
Q.42

( a ) Sperim. % . , p . 178.
Cioè quando ello è fatto con la calce di freſco eftinta .
(6 ) Compend. di Chigi , P. 79.
** L'Autore vuole senza dubbio parlare dețle oarie preparazioni dell?
acqua de Lace che fecere tanto ſtrepito nei Giornali .
(c) Racc.periodica (Giorgale di Med. ) 1756.9 * t. 4. 2 P. 460.a
(l) Les fecrets & les fraudes de la Chymie & c
248 DISTILLAZIONE .
1
C. FACOLTA .

! L'alkali volatile à fra le altre facoltà quella d'ar


tenuare gli umori denli degli animali ; e benchè eſſo la
forſe troppo saccomandato da Silvio ( a) , a cauſa dell'
ipoteſi dal medeſimo ſtabilita fulla origine delle malatı
tie , cio non oftante lo fi adopera col più gran fuccello
in tutt' i mali tanto interni , quanto eſterni , che pros
vengono da addenſamento degli urtiori o da oſtruzioni :
In quelli , dove defideriamo produrre i medelimi effetti ,
e dove si teme d'eccitar troppo ardore negli umori į fi .
preferiſce l'alkalt volatile scavato dal fal armoniaco
perchè eſto è intieramente ſpogliato d'olio empireuma
- tico . D'altra parte ; fictoine il medeſimo penetra più
fortemente , ed è di odore molto più acuto , lo fi ado
pera con maggior ſoccello nei deliqui . Queſto richedio
è efficaciilimo nella morficatura degli animali pericoloſi
( Vedi a queſto propoſito le Ofervazioni che il Sig. Bera
pardo Juſſieu fece dopo Robinſon ( 6 ) , e la Dils de
Signori Bertiae Morand:(c) ]

ii Sperimento LXVI.

CAVARE DAL VEGETABILE IL LORO OLIO


ODOROŚO
+
Vi fono moly proceſi per fate , queſta operazione
Io ô già parlato ( Do 38. ) d'una delle maniere che i
praticano a quello propoſito , e che a qualche telazione
con quella di cui G ſervono gl' Italiani , per cavar l'olio
dei fratti a ſcorza ; ſpremendola fra le dita , o laceran
dola , o fioalmente aggirandola fex - dei pettini di-ferro .
( Vedi
:

;
(a) Metodo di guarire , l. 2. , c. 17.
( 6 ) Nelle lett. filoſ, di Ray ... 153.
Dove' G ' conclude che l'alkali volatile è to ſpecifico del ves.
leno della vipera .
DISTILLAZIONE . 249
[ Vedi Geoffroi (a ) e Neumann (6) ] . Un altro mezzo
d' ottenere il prodotto del quale parliamo, è di mettere
nello ſpirito di vino le ſoltanze che contengono degli
oli eſſenziali . Dopo che queſto menſtruo ne fece la fo
luzione, la fi ſepara per mezzo dell'acqua. ( Geoffroi
nell'Opera citata). Si pud riferire a queſta manipolazio
ne il proceſſo di Schweizer ( ) , che è di cavar gli olj
eſſenziali con l'etere vitriolico . Un terzo proceſſo è di
ſtillare i vegetabili a un calor leggeriſſimo ( Sperim .LXI.),
Ma non v'è niente meno ficuro di queſta manipolazio
ne ; atteſa la facilità con la quale gli olj prendono il
guſto d'empireụına, Un altro Sperimento di Lemeri (d )
che è ſimile a quelto , è la diſtillazione degli oli eſſen
ziali per diſceſa . Ma fra tutt' i proceſſi il più uſitato e
ſenza dubbio il migliore , è la diftillazione che ſi fa dei
vegetabili per mezzo dell'acqua . Si ſceglie il vegetabile
in tutto il ſuo vigore , lo ſi peſta e ci ſi affnnde dell'
acqua all'altezza di alcune dita : ci ſi aggiugno un poco
di ſal comune : fi lafoia il tutto in digeſtione per più 1
o meno tempo , ſecondo la ſolidità della pianta e la ſua
teſſicura più o meno forte . Per iſtabilire in ſeguito la
diſtillazione ; fi accende prontamente il fuoco , e non lo
ſi laſcia ſminuire : fi adopera comunemente in queſto,
caſo una cucurbita balla . Ma ſe l'olio che ſi vuol ca.
vare è peſante , ſi pad beniſſimo far la diſtillazionė da
un lato , ( 5.68 . ) , Si continua a laſciar paſſar l'acqua ,
finchè eſſa non ſia più bianca , L'olio che paſso con
l'acqua ſi ſeparą per mezzo del cotone , o d'un imbuto ,
Si riaffunde fulla pianta l'acqua ftillata che accompa
gnava il primo olio; G continua l'operazione . Pafta an
cora dell' olio che ſi aggiunge al primo. Se il reſiduo
aveſſe ancora l'odor della pianta , fi caverebbe ancora
dell'olio reiterando la coobazione della quale o parlato ,
Qs RI

Mem , dell' Acc. R. delle Sc. , 1721. , p. 159.


Chim. med. dogm. ſpcrim . , t . I. , p. 2. , P : 30 % .
Nella Diſs. da effo foſtenuta ſotto la preſidenza di Müller ,
a Gieffen , nel 1756.
(d) Chim. , part. 2. , 6.7
1
250 DISTILLAZIONE .

RIALES: S IONI.

Gli olj dei vegetabili che li cavano con queſto la


voro , lono contenuti nelle cellule loro particolari . Si
poflono anche icoprirvit per mezzo del microſcopio * ( a ) .
Queſti ſono quella foltanza che produce l'odore , e il
1 fapor piccante che âano queſte ſpecie di piante , qualità f
dovute a un eſſere che Boerhaave chiama ſpirito rettore .
Dopo cid li ſcorge , che in quelto lavoro li debbono
Scegliere ſolamente quelle piante, o quelle parti di piante
che rendono odore è che anno fapore , Si fa precedere
la digeſtione per ammollire çol mezzo dell'acqua le cel
lule che contengono l'olio , e per metterlo in iltato di
ſcapparne più liberamente . Il ſal comune produce qui
due efferri , il primo di ſollecitar la rottura delle cellule
mentovate , il ſecondo d' impedir la fermentazione che
riſulterebbe da una troppo lunga digeſtione , Quelli che
fi luſingano che una certa ſpecie di ſale contribuiſca all'
eſtrazione d'una maggio : quantità d'olio , contano fo
pra un effetto che non Gi pud naturalmente aſpettare .
Egli è evidente che privando col procello che noi de
fçriviamo , il vegetabile di tutco il ſuo odore e ſapore ,
noi dobbiamo privarlo altresì di tutto il ſuo olio ellen
ziąle , Non tutt' i vegetabili rendono la medeſima quan
tità d'olio , Ecco la ſerie dei loro prodotti, Due libbre
di abrotano maſchio ne rendono ſolamente alcune gocce :
due d'aſſenzio ne rendono una dramma ; una d'anili
-Doa mezza dramma: una d'aneto , un'oncia : il balla
-mo di Canada , il ſeſto del luo pelo : una libbra dife
me di carvo , due dramme: una di garofano , tre once e
mezza : una di ſcorza di caſearilla , cinque dramme :
una di cannella , una dramma ; oito libbre di camomilla
una dramma ; il balſamo del Copai, un quinto del ſuo
peſo :

* Non li ha biſogno di queſto ſoccorſo, per riconoſcerli diſtintillima.


mente nei frutti a Scorza ; bafta opporre alla luce le minute
Scaglie talte dal diſopra della loro pelle ,
fa ) Pedi Geoffroi , ibid.
DISTILLAZIONE . 24t
peſo : una libbra di cumino , mezz'oncia : una di bac
che di ginepro , una dramma : una di lavanda , mezza
dramma : una di macis , due dramme : due libbre di
maggiorana , mezz'oncia ; una libbra di noce moſcata ,
un'oacia ; il ballamo del Perù , metà del ſuo pefo :
una libbra di pepe nero , due dramme . Da due libbre:
di legno Rhodio non potei ottenerne che alcune gocce ;
da dieci libbre di ' rofe pallide , una mezza dramma; da
ventinove libbre di ruta freſca , un'oncia ; da una libbra
di legno faflafras ſenza corteccia , una mezz'oncia ; dalla
trementina , il letto del ſuo pelo d'olio ellenziale ; da
due libbre di timo , due dramme .
Si oſſerverà che i balſami privati del loro olio eſſen
ziale acquiſtarono tanta conſtenza che ne divennero lo .
lidi . Si chiama trementina cotta quella che fi fece foli
da per quello mezzo .
L'olio di camomilla è d'un color turchino , egual
mente che quello di millefoglio . Quelto è il ſentimento
di tutt' i Chimici . Per me invano di ripetuto lo ſperi.
mento ſu questa pianta nata nel noſtro paele ; non ne
ottenni mai te non di color giallaltro . L'olio del bal
ſamo del Copai è verde. Quelli che ſi cavano dall' ani...
ſo , dalla ruta , dal finocchio , ſi congelano al freddo .
Quello che fi cava dalle roſe prende la confittenza del
burro . Molti oli , eflenziali che ficavano dalle piante
vecchie diſſeccate , fono nel medelimo cato . L'olio
d'aſſenzio è amaro : quelli di pepe e di garofano ſono
meno acri del vegetabile onde ticavano . Quello che
rende il balfamo: del Perù â in alto grado il guſto del
benzoino . Gli olj eflenziali variano fra di elli per la
loro denlicà . Ecco le mie oſſervazioni a queſto propoſito :
Acqua
Olio di ſcorza di cedro -
862.
di fiori di roſe pallide
Spirito di vino 93 8.
Olio di noce moſcata 941 .
Bacche di ginepro 945 .
di lauro
962 .
di trementina
e6 Mag
252 DISTILLAZIONE .
Maggiorana 0, 9696
Di ſcorza d'aranci 9750
Menta - 986 .
Cannella 1 003 :
Garofano 1 , 0302
Legno di faſſafras I , 0498

Sperimento LXVII.

PROVE DEGLI OLJ ESSENZIALI .

L'avarizia dei droghieri , dei profumieri , e di quelli


che anno meno in viſta di far bene che di guadagnar
molto , ſomminiſtrò loro vari mezzi di falſificare gli olj
eſſenziali. Ce ne ſono tre , ai quali eſſi aggiungono un
olio pingue, e in preferenza quello che fi cava dalle
noci di ben , perchè eſſo è tutt' affatto ſenza odore ; op
pure lo ſpirito di vino o un olio eſſenziale di ballo
prezzo ferve loro per quefta fallificazione a
Il primo mezzo del quale efli fi ſervono , ſi ſcopre
facilmente con lo ſpirito di vino , atteſo che il medefi
mo non è il menſtruo degli oli pingui *. ( 9.60. ). Eſo
non diſcioglie in queſta miitura ſe non quello che vera
mente è odoroſo e eſſenziale , e laſcia il piogue . Si pud
ancora accorgerſene imbevendo una carta dell'olio fofo
petto . Per riguardo all'aggiunta dello ſpirito di vino ,
la ſi riconofee verſando dell'acqua ſopra l'olio eſſenziale
foſpetto , perchè ello immediatamente s' imbianchiſce ,
atteſo che lo ſpirito di vino laſcia l'olio per unirſi all'
acqua .
Si ſcopre la meſcolanza d' un olio eſſenziale fatta
con un altro di minor prezzo per l'odore . Baſta fre
garne una mano o un pannolino , e laſciarlo fvaporare
Con

* Queſto Sperimiento non potrebbe far riconoſcere la frode d' un olio


eſſenziale , che ſi fosſe falſificato con gli oli pingui che fi cavano
dal Sapone permezzo degli acidi in generale , e Tendo queſta últi
ma Specie d'olio folubile nello spirito di vino , egualmente che gli
obj efTensjali.
se
samo
DISTILLAZIONE : 253
Con queſto mezzo non ſi tarda molto a accorgerſi del
975 guſto eſtraneo che ſuccede a quello dell' olio che fit
Трассiа .
003: Siccome la maggior parte degli oli eſotici va al
030 fondo dell'acqua , ſi può mefcolandoli, conſiderare come
049* una falſificazione , tutto cid che ne ſta a galla fulla ſu
perficie .
6. LXXIV.

Le facoltà degli olj eſſenziali ſono le medeſime di


quelle delle piante , onde fi cavano · Tutti gli olj odo- .
i quell roſi anno un poco d'acrimonia ; il che provano il loro
adagnar ſapore e l'effetto che producono fulle parti del noſtro
gli al corpo dove ſi applicano * . Meſcolati coi noſtri umori ,
ono va gli aſſottigliano , fecondo le oſſervazioni di Schwenck ( a) ,
a dalle Si ſcorge per conſeguenza quali effetti debbono produrre ,
re; Op quando ſono preſi interiormente . Corroborano le prime
i ballo vie , accreſcono il moto degli umori , tolgono le oſtro
zioni e favoriſcono le eſcrezioni acquoſe . Applicati
ſcope efteriormente refiſtono alla putredine , fortificano le mem
medeli bra , arreſtano il progreffo dello sfacelo , la carie delle
. Ello offa , e s'adoperano con ſucceſſo per esfogliarle . [ Vedi
- vera Boerhaave (6) ] .
Si pud
fola Sperimento LXVIII.
vino ,
zziale ACQU STIL Y A T E.
rifce , L'acqua adoperata per la diſtillazione d'un olio
all
eſſenziale , conferva ordinariamente il fuo odore e il fuo
fapore e la li denomina dalla pianta per la quale fu ado
fatra
perata . Egli è evidente che una piccoliſſima quantità
fre d'olio effenziale può veramente reftare difciolta in voa
care , gran
On

olio * In fatti elli agiſcono come un canterio nella cerie dei denti , dai
0219 quali diſtruggono i nervi .
ults ( *) Ematología , p. 88.
( 6 ) Elem . Chen. 9 t . 2. , proc. 30., n . 4 .
254 DISTILLAZIONE .
grandiſſima quantità d'acqua * , col ſoccorſo dello sfrega
mento e della diviſione che provano queſti due liquori
nella diſtillazione ; poichè la ſemplice agitazione d'un
olio nell'acqua , le ne fa contrarre l'odore . Quindi ſi
concepiſce quanto a miglior ragione , una diſtillazione
lentillima può baſtare per caricare un' acqua dell'odore
degli animali e dei vegetabili che fi ftillano con eſſa ,
e quanto impropriamente la ſi chiama ſpirito. Quando
ſi vuole per uſo medico avere le proprietà degli oli
molto allungate , ſe ne diſtillano i vegetabili con l'acqua ,
a meno che queſti vegetabili non liano di quelli che
contengono ſolo una piccoliſſima quantità d'olio . Egli è 1
facile giudicare che non li dee far la diſtillazione delle
piante , ſe non quando ſono odoroſe , e che farebbe cofa
ridicola il contar molto fu un'acqua cavata da una pian
ta , che non â e non può comunicarle alcun odore · La
quantità di queſte acque ftillate che ſi riſcontrano nelle
Spezierie è una prova della poca cognizione che anno in
Chimica quelli che le adoperano per uſo medico ; tal
chè li può ſenza ſcrupolo foſtituire a queſte ſpecie di
acque , una ſemplice acqua ftillata . Quando fi vuol ave
re ſul momento un' acqua carica dell'olio odoroſo d'una
pianta , ſi può diſciogliere di queſt' olio per mezzo del
Tapone . Io rifletterò ancora , che vi ſono delle ſoſtanze ,
le quali ſebbene ſenza odore comunicano all' acqua un
odor particolare , e queſt'acqua non tarda a deporre col
tempo una mucilagine e una gelatina , maflame re li è
cavata da una materia animale ; il che prova chiaramen
te , che l'acqua ridotta in vapori porta feco una porzio
ne di mucilagine o di gelatina dell'animale .

Spec

* Si può in queſto caſo preferire lo zucchero al sapone . ETO pro


duce il medefimo effetto ; cioè col fun frammezzo , Folio reſta in
Soluzione con l'acqua ; e per ufo interno , il medefimo comunica
un sapore mero Spiacevole ; queſt è ciò che ſi chiama oleo - fac
charum .

1
DISTILLAZIONE . 255

Sperimento LXIX.

CAVARE UN OLIO PINGUE CHE SI SARA ' MESCOLATO


CON DELLE TERRE .

Miſchiate un olio pingue qualunque con una terra


calcaria , della calce viva o dell'argilla ; fatene una pa
ſta , della quale formerete delle piccole palle che met
terete in una ſtorta . Si itabiliſce la diſtillazione al ba
gno d' arena , e ancora meglio a fuoco aperto . Si cava
della filemma in poca quantità. Viene in ſeguito una
maggior quantità d'olio leggero , ferido , acre e divenu
to ſolubile nello ſpirito di vino : la terra che rimane è
nera ; ſe ſe ne fa l'elutriazione , ſe ne cavano con la
calamita alcune molecule di ferro .

RIFLESSIONI ,

1
Queſto Sperimento ſomminiſtra i mezzi di dare agli
oli pingui una qualità , che nel loro ſtato naturale , li fa
differire dagli olj eflenziali , il che fu ſaviamente dimo
ſtrato da Geoffroi ( a ) , provando che eſſi non differiſcono
dagli oli eſſenziali che in ragione delle parti mucilagi.
noſe delle quali noi gli ſpogliamo in queſto ſperimento ;
e ſiccome queſta qualità non può all' olio comunicarli
che per mezzo d'un grado di fuoco violento , ' ne ſegue ,
che l'olio â ſempre un odore empireumatico . Ma il
ferro che ſi ritrova nel carbone , non merita eſſo la più
grande attenzione ? Il primo che lo abbia ſcoperto , fu
Van- Helmont il giovine per teſtimonianza di Becher ( 6 )
che deſcriſſe egli medeſimo aſſai lungamente c ) queſto
Sperimento , e che aſſicura , che Hermann primo medico
di

( a) Mem . dell' Acc. R. delle Sc. , 1741. , p. 12. e ſegg.


lb ) Fiſs. fotterr. , 1. 1. , ſez. 3. , c. S. , n . 11.
(c) Supplem . I. alla ſua fil. fotter. , c. 2. e 3. , e nella fua Mim
niera d'arena perpetua , lettera A.

|
256 DISTILLAZIONE .
di Kahl oſſervò queſto fenomeno , Sthal (a ) dimoſtra di
Itintamente com ' egli à convertito dell'argilla in ferro .
Oltre cið egli pretende di poter cavare dall' argilla degli
altri metalli. Geoffroi (b) a ripetuto queſto Sperimento .
Egli è dunque evidente che può riſultare un vero ferro
dall'intima unione del principio inflammabile e d'una
terra vitreſcibile. Poche perſone ſono del ſentimento di
Lemeri ( ) , che pretendeva di provare che il metallo
che ſi cava della noſtra operazione , debb' eſſer poſto
nella claſſe dei riſultati che noi abbiamo dinotari col
nome di edotți o d'eſtratti ; il che ſi trova confutato da
cid che abbiamo detto più ſopra ( 5. 11. ) . Quindi non
fi debbono aſcrivere al numero delle miniere di ferro
tutte le terre colorite , onde il ferro fi forma nell'atto
della fuſione ; ma ſono ben lontano dal ſentimento di
Giuſti , che aſſicura la medeſima cofa di tutte le minie
re di ferro (d) ,

FACOLTA ' ,

Gli olj çavati con queſto proceſſo ebbero per teſti


monio di Melue (@) il loro nome di filoſofici dagli an
tichi Arabi , Eſ li raccomandarono, atteſa la viva pe
netrazione che elli ânno nelle più gravi malattie prodof
te da çaufe fredde, come l' epilepſia , i reumatiſmi, le
paraliſie , i calcoli ; e con ragione s'adopera come riſol.
vente , un olio reſo acre per mezzo del fuoco ,

1 Sper

( a ) Vedi le fue Ofs. ff. chim. e mcd. , meſe di Settemb. , C,


4. e 5 , nei ſuoi Opuſc.
(6) Mem. cit. , 1704. , p. 295.
() [bid, , 1797., p . 5. e ſegg.
a) Nuove verità , p. 1. , p . 38.
( e) Comp, dei rimedj føcreti, 1. 1. , p. 2cm.
:

6
DISTILLAZIONË : igt

Sperimento LXX.

OLIO ANIMALE DI Dipper .

Śi mette in una ſtorta un olio cavato per diſtillaw


zione da an animale qualunque . Biſogna aver cura de
nettare eſattamente il collo della ſtorta lordo per l'olio
che vi li è verſato s o fervirſi per evitare qaeſto incon. }
veniences d' una ſorta tubulata In feguito ſi comincia
la diftillazione a bagno d'arena * , Si amminiſtrą parca,
mente da principio il fuoco , e pafla in olio limpidifli
mo , accompagnato da fremma , e fattamente ſenza colo 3
re , dodor molto penetrante molto meno fpiacevole di
quello che aveva prima della diſtillazione , benchè mol
to cattivo ancora . Quello che fegure prende un poco di
color d'ambra . Biſogna fpeſto mutar recipiente per timom
re che una porzione del fecondo otio non venga a im
brattare il primo . L'olio animale feparato dall'acqua
prende il nome d'olio animale di Dippel u

RIF LESSIONI.

Secondo le precedenti offervazioni egli è evidente


che il fuoco agiſce fopra gli olj a ſegno di renderli di:
qualunque ſpecie elfi ſiano ; più denfi , più coloriti , e di
comunicar loro del puzzore ; ma ſi è veduto altrest per
conſeguenza facile, a dedurlig che queſti olj provato una
mutazione tanto più comfiderevole ', quanto l'azione del
fuoco è ſtata più forte ; quindi fo vede che gli olj empla
reu

Queſta diſtillazione a bagno d arena è lunghilima , e eſge la piš


Scrupoloſa attenzione . Per fupptire agl inconvenienti cb fa porn
ta ſeco , io prendo delle ceneri di legno efattamente tilfrutate ; io
de imbesyo o olio animale ; ne fo delle patbottole che ripongo jä
wnie ſtorta di felce totata , e ottengo per diſtillazione in pochifimo
tempo , rolio il più leggiero'. Le ceneri ne ritengono le parti pid
grose . lo replica la diſtillazione di queſt' obio a fuoco di lampa
na in una tortu di vetro , aggiungendovi dell'acqua ; e lo soja
dero finchè l'olio ja perfettamente cbiaro e senza coloro .
2586 DISTILLAZIONE .

reumatici paſſano nel progreſſo della diſtillazione e quan .


do il calore divien più vivo . Ela dunque ſono una me
ſcotanza di porzioni più o meno alterate . Queste ulti
me nella rettificazione paſſano ſubito e le prime goca
ce che diſtillano , che Tono meno colorite e meno feti
de , ſono quelle che foffrirono meno d'alterazione . Si
ſcorge quale ſia il miglior metodo di rettificare gli olj
empireumatici; e non li dee fare alcun conto delle ope
razioni che cligono un lavoro nojoſo e diſpendioſo per
rettificare gli olj feridi . In una lettera d'Avicenna a
Rhaſes , ſi accenna "un " mezzo di levare agli olj empi
reumatici il ſapor igneo che, anno ordinariamente . Ma
egliè a Model ( a ) che fi dee un proceſſo ſemplice per
preparare l'olio animale di Dippel ; perchè Dippel raco
comanda eſpreſſamente che ſi reiceri la diſtillazione dell'
olio , da qualunque parte animale ſia cavato , finchè paffi
chiaro . Dippel (b ) che deduceva delle conſeguenze più
dalla ſua propria immaginazione che dalla ſperienza
eſige da queſt'olio delle coſe , che la natura degli olj
rende impoſſibilik

. : FACOLTA .

Tutti gli oli empireumatici preparati in queſta ma


niera , aſſottigliano : egualmente che l'olio di Dippel,
l'addenſamento degli umori e accelerano il movimento
del ſangue , irritando leggermeate la fibra delle arterier
Delle ulteriori fperienze provano che l'olio animale di
Dippel â in oltre la facoltà diſminuire l'azione del
fuido gerveo : -.quindi queſto Autore lo raccomanda per
arre

(a) Comm. letter. di Nuremberg , 1741. , p. 324.


Malattie , e medicina della vita animale .
Egli è per altro vero, che delle rettificazioni reiterate portano
l'olio allo ſtato che eſige Dippel, cioè a quello della limpidezza
aſſoluta . Quando gli ſi fanno ſubire fino quaranta diſtillazioni ,
come raccomanda il Sig. Rovelle , elo è a colpo. ficuro a queſto
punto di perfezione. Un minor numero di rettificazioni può an
che baſtare a condurvelo .

1
DISTILLAZIONE . 2597
arreſtare il progreſſo delle febbri d'ogni forte ſiccome
anche gli accelli della epilepſia . Juncker ( a ) cita altresì
molti eſempi , nei quali eſſo produffe gli effetti più rari
nell' epilepſia . Si À una fimile oſſervazione : farcă da
Mauchart ( ). Cartheufer ( c) allicura per molte ' (perien ...
ze , che queſto rimedio agiſce col più gran ſucceſſo nella
epilepfia e nella febbre quartana . Quelle oſſervazioni fi
trovano confermate da molti altri . Biſogna per altro
oſſervare nell'amminiſtrazione di queſto rimedio un ef
fetto che eſſo produce , che è di accreſcere potentemente
la rapidità della circolazione degli umori . Mauchart (d )
avanza la doſe fino a una mezza drainma. Per me io non
ardirei preſcrivere nel noſtro clima più di trenta gocce
• Ø. LXXV .

( a) Nella fua Diſs. intitolata : 0 /s. pratiche ſopra un rimedio ef


ficace nei moti sfrezati della natura , ſoſtenuta ſotto la preli
cienza d'Alberti , a Hall nel 1718.
(6 ) Note ſulla Diſs. di Reinhardi intitolata : Dell' olio animale di
Dippel . A Tubinga ; 1745.
( c) Difs. ſu gli olj empireumatici , S. 15.
(d) Ibid.
* To ſono ben lontano da väler dogmatizzare in medicina , ma i
vantaggio che può riſultare dalla seguente offervazione mi deter
mina a farlo .
Io aveva inteſo dire frequentemente dal S. Rovelle che per molti
tentativi da lui fatti ſull'olio animale di Dippel, egli aveva
quaſi ſempre veduto riuſcire queſto rimedio, quando ſi ammini
ſtrava a doſi abbondanti ; che la dose di 17. , 20. 0 30. gocce
eccitando poca alteružion nella macchina , non procurava mai la
guarigione. Credendo di poter giurare ſulla parola d' un tale
maeſtro , afpettai l'occaſione di farlo prendere fino alla doſe di
60. , o 20. gočce che preſcrive il Sig. Rovelle . Siportò un uonio
attaccato già ' Ha molti anni da mal caduco alle infermerie dell.
Albergo Reale degl". invalidi; i ſuoi parohľmi erano divenuti così
frequenti , ch' egli ne cadevi dieci o dodici volte al giorno
mera ridotto a uno ſtato d ' imbecillità . Il Sig . Meunier , medico
dell' Albergo , al quale comunicai le mie rifleſioni o piuttoſto
quelle del Sig . Rovelle :, acconſentì ch' io gli ainminiſtraiſ queſto
rimedio , e quaſi inscið ir mia balia la direzione di queſto am
malato . Io gli diedi ſubito 50. gocce d'olio animale di Dippel.
Il ſecondo giorno l'accrebbi di dieci , e di altre dioci il terzo
c fifai l' ammalato a queſta dose . Non solamente gli uccelli dio
minuirono di giorno in giorno, ma in fine del ſettimo egli non
ne Sofri più , e fortì dall' infermería , radicalmente guarito .
Poco tempo dopo ebbi occaſione di ripetere la medefimi cara sopra
due aminalati che ne Jentirano i medefimi vantaggi .
+

260 DISTILLAZIONE .

G. LXXV.

Per le offervazioni da noi fatte la gli olj fi vede


chiaramente l'elenza della loro combinazione . Egli è
evidente che l'acqua è uno dei loro principi egualmente
che il flogiſto A confermar le prove che noi ne aba
biamo date, viene quella della fuligine che riſulta dalla
combuſtione degli olj , e che Sthal (a) conſidera come
ir principio iniammabile effo medeſimo. Non ſi pud
dubitare dell' efiſtenza degli acidi nella loro millione 2
Egli è chiaro , che l'acido è uno dei loro principi co
ftitutivi tanto pel ſapor della flemma che le ne cava
per diſtillazione ( Sperim . İXIX . , e iXX . ), quanto
per la neceſſità alloluta , in cui ſi trova l'acqua d'avere
un mezzo di congiunzione per unirſi al principio inflam
mabile ; ciò che prova l'eſempio del ſolfo . Un' altra
prova di ciò ch' io avanzo è il paſſaggio degli olj dallo
Ataco di Auidità allo ſtato refinofo , quando cominciario
a invecchiare , o quando adno perduto la loro parte aro
patica , egualmente che la forma di criſtallizzazione
ch'elli prendono in queſto caſo : fenomeno oſſervato da
Moët, Slare , e Maud (6 ) . Si aggiungano alle prove
da noi date quelle che ſi poſlono dedurre dagli eſperi.
menti ſeguenti , cioè il riſtabilimento degli oli paſſati
allo ſtato relinolo ; riſtabilimento che fi dee a una ſem
plice diſtillazione di queſti oli con l'acqua : il loro
ſtato , nella combinazione di fapon Chimico , clie rende
un fál volatile ; la qual formazione non pud accadere
ſenza il ſoccorfo d'un acido ; finalmente la combuſtione
dello ſteſſo fapone , le cui ceneri rendono per liffivio un
ſal neutro folubile nell'acqua fredda che non decrepica
aè detona fui carboni , ma che fecondo lo ſperimento
ch' io ne feci , precipita fotto forma d'una polvere bianca
il mercurio diſciolto nell' acido nitroſo . La terra felenje
tica

Trecento Oſs. , S. II.


Abs. des Traní. philoſo , t . 3. , p. 362. , é t. 9. , P. 394.
E
LAZION
DISTIL , 261
giea , che Cartheuſer ( a ) ottenne dagli olj trattati con
l'acido vitriolico , merita delle ricerche eſapriſſime, Queſto
fenomeno è egli dovuto all'eGſtenza della terra caldaria
nella miſtione degli olj , o alla formazione d'un alkali ,
anche in queſto Sperimenta 2

Sperimento LXXI.

FOSFORO D'URINA ,

Miſchiate eſaţtamente col ſal eſſenziale di Dina ,


deſcritto nello Sperimento ſo,, una mera del ſuo pela
di nero di fumo : mettete la miſtura in una ſtoria di ve
tro , guarniţa ; accomodateci un recipiente , & armate le
commeſſure con terra da forno ordinaria , Mettete dell'
acqua nel recipiente , falchè la ſua fuperficie fia molto
diſtante dal becco della ſtorta , affinché riſcaldata e ridotta
in vapori non vada a ſalire al collo della ſtorta , Si mette
quelta a fuoco nudo, e inſenſibilmente s'accreſce il fuoco
fino al grado il più forte , Queſto è un giqcondiſſimo
ſpettacolo il yedere dei gerçi di fuoco lucentiſſimi lanciarſi
nell'acqua. Quando queſti cellano, celſa la diſtillazione ,
I grani che paſſarono ſimili a della cera li gettano in un
modello di vetra , e per mezzo dell'acqua bollente fi lie
quefanno per formare una ſola maſla ,

RIEĻ ES SIONI,

Ci ſono dei fanatici che ricercano dei veſtigi di que:


fta operazione nel libro de' Magcabei (b) , Leibnitz diede
l'iſtoria (c) di queſta ſcoperta , ed è evidente ch' eſſa è
ſtata fatta nel quintodecimo luttro del ſecolo precedente,
come ſi può vedere in Kuackel (d ) , Sthal ( ) Albi
no

(a ) Mclanges d'hiſt. nat. de Chym . & de Med . , a Francforg


fur l'Oder , 1756. , t . 3. , P: 191.
(6 ) L. 2. C. 1. , v. 19. e ſegg.
( c ) Mem . dell'Acc. di Berling , t. I. , P: 91:
( d ) Laborator. Chim. , p. 660,
( e ) Trecento oſs. , $. 301,
262 DISTILLAZIONE .

no ( a ) . Si dee molto in queſta materia a Hockwitz ,


ung dei Chimici che Boyle pagava per lavorare nel luo
Fabbratorio . Ma Marggraf ( 6 ) fu il primo che abbia
dato la maniera di preparare il fosforo con molto minore
ſpera , che non li aveva fatto fino a lui , con l'orina con
deuigia . Di lui parimente è il procello da me indicato , e
che vuol eſſer preferito a ogni altro , perchè rende una
maggior quantità di fosforo , ſotto un piccolo .volume
i materia e d'altra parte fenza, una faitidioſa o peri
ca.
nanipolazione : Queſto Sperimento ci mette in
iftair
zione di queſto prodotto ; compoſizione che non è do
vura , fe non all' unione dell'acido proprio dell'orina
del principio inflammabile . Marggraf (c) fra ture's'i
Chimici è quello che ci fece meglio conoſcere la na
tura del fosforo . ' Effo non à alcuna azione full' oro ,
l'argento , il ferro , lo ſtagno , il piombo , il mercurio ,
il biſmuto ; ma agiſce ſul rame al quale fa perdere la
ſua forma metallica per l'unione che contrae con ello ;
a ſegno di divenirne infiammabile , ſecondo Callini ( d ).
Il regolo d'antimonio gli dà una conſiſtenza d' unguen
to , e diviene, volatile . Effo ſi fublima con lo zinco
cangiandolo ſotto forma di fiori d'un giallo -roſlo , che
s'accendono nel calore , e fi converrono in vetro . L'ar
fenico fi ſublima col fosforo , e prende un color roſſo ;
il medeſimo accade al ſolfo , cioè fi ſublima anch'eſſo
col medeſimo , e forma una maſſa che benchè sfregata
fra le dita non prende fuoco ; ma per poco che li ac
creſca il calore , queſta miſtura reade un odor di fegato
di folfo , e comunica all'acqua un fapor acido . Se fi
tratta l'argento con queſta miſtura , il fosforo paſſa nella
diſtillazione ſotto una forma d'olio , e il ſolfo s'uniſce
a queſta ſoſtanza metallica . L'acido vitriolico ſcompone
il fosforo , e ne diviene volatile . Dopo la diſtillazione
fi trova nel fondo della ſtorta l'altro principio di quello
fale

(a) Tratt. del fosf ., S. 3.


(6 ) Opufc. Chim. , t. . , p. 3o.
(c ) Ibid . , t. 1. , p . I.
(dj Antiche Mem. dell' Acc . delle Sc. , p. 343.
DISTILLAZIONL. 263
Yale inflanile . In quanto all'acido nitroſo ;;: eſſo 16
diſcioglie lo accende , ſecondo Sachdio ( a ) . Egli ppres
the latice marino non abbia ſu dirello alcuna azione,
IT fosforo quando è ſminuzzato , fi diftioglie nello ſpi
rico di vino . Se fi verſa di queſta ſoluzione nell'ing
1
getta delle ſcintille . L'acqua bollita col fosforo prende
e conſerva lungo tempo la facoltà di riluceros, maume
fe la li conferva in un vaſo ermeticamente chiulo
miſtura del fosforo con del nitro Oci della can
s'accende nemmeno per una fortiſſima triturazione
finann ( 6) prima degli altri oſſervò quelto fenom
C'è per abbruciar il fosforo un diſpendiofillimo aparato
di vaſi , di cui Martyn (c) diede la deſcrizione, ve n'a
uno di Hanckwitz ( d) e un altronedi Marge af ( e) ,
molto meno complicati , e per conſeguenza preferibili .
Se ſe ne fa la deflagrazione , una parte ſi ſublima in
fiori che cadono in deliquio nell'aria , e l'altra li trova
cangiata in una terra - roffa fublimatiffima , ma che fi
converte in vetro . Si può arrivare anche più preſtamente
a fare l'analiſi del fosforo , facendolo ſciogliere per de
liquio col proceſo indicato in Bboyle (f ) ; dopo che , G
cava l'acqua ch'ello bebbe dall'atmosfera , per la ret
tificazione
Non eſſendo il fosforo 'fulubile nell'acqua ; !fi fcor
ge che il principio inflammabile non â alcunia affinità
con la medeſima . La ſua riſoluzione in olio , per l'ag
giunta di alcune ſoſtanze , è una nuova prova che gli
olj ânno un acido nella loro miſtione . Il fuoco ch' eſſo
eſala continuamente , per fine il deliquio ch'ello ſoffre ,
prova che i principi coſtitutivi di eſlo ſono in un per
petuo

( a ) Del folf. folido , §. 6. , P: 17.


(b) Ols . fil. e med ., l. 3. , oſs. 14.
(c ) Secondo la Società R. di Londra , ſotto il nome di Muc
china di Frobenio per riſolvere le materie combuſtibili nei loro
principj . Vedi l'abr. des Tranf. philof :;. : 9., p. 372. diMartywy
(d) Nel tomo medeſimo delle Tranſ. filof. in compendio .
(e) Ibid .
Í) Nouvelles Experiences fur an noctiluque froid , ſect. 9. &
fuiv.

e
wher
de
664 DISTILLAZIONE .
petuo movimento . L'acido vitriolico onendo
fosfopro , ciò che non fa l'acido marino , biſarr conclu .
date , che il fuo addo a una forza media fraqueiti due
dete , che il fuo, audio
FACOLTA' .

Mlenzio provo (a) che il fosforo aveva qualche fa.


selle varie fpecie di febbri maligne so egualmente
a febbre bilioſa , e ch' eſlo era valevoliſſimo a
care le forze , Morgenſtern íb ) , e Hartmann ( c)
oft . varono ch'ello produceva degli effetti falutari nelle
febbre miliari e petechiali, Queſt'ultimo Autore oſſervò
nella ya pratica l'effetto di queſto rimedio nei morvis
glioniynella peripneumonia , egualmente che nei dolori
reumatici, nell' epiplesia, nell' oftalmia ſanguigna e fie
roſa .

(@) Nella ſua Diſs. intitolata : Della facoltà medicinale del fose
foro preſo internamente ; foftenyta fatto la preſidenza di Vater ,
a Virtemberg , nei 1751
(b) Citato dall' Editore della ſeconda ediz. delle note fylla Fara
macop. di Prüſs., di Schultz , p. 404.
( c) Racc. di Operette ſull'ụfo interno del fosforo ; Diſs. fofter
puta da Barchwitz , ſotto la prefdenza di Büchner a Hall ,
nel 1760

Fine del Tomo ]

‫تعمیر کیے۔‬
‫رم‬

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